Scheda di sala

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Scheda di sala
I
C O N C E R T I
2 0 1 5 - 2 0 1 6
ANTONELLO MANACORDA
DIRETTORE
ORCHESTRA E CORO
DEL TEATRO REGIO
MERCOLEDÌ 25 NOVEMBRE 2015 ORE 20.30
TEATRO REGIO
Thomas Hardy (1757-1805 ca.), Ritratto di Franz Joseph Haydn. Olio su tela, 1792. Londra, Royal College
of Music - Museum of Music.
Antonello Manacorda direttore
Robin Johannsen soprano
Francisco Gatell tenore
Stephan Loges basso
Claudio Fenoglio maestro del coro
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Die Schöpfung
(La Creazione)
Oratorio in tre parti
per tre solisti, coro e orchestra Hob. XXI:2
Testo tratto dal poema epico Paradiso perduto di John Milton,
traduzione tedesca di Gottfried van Swieten
L’esecuzione prevede un intervallo dopo la Parte II.
Restate in contatto con il Teatro Regio:
August Gerasch (1822-1908), Vienna, davanti all’antico Burgtheater. Il 19 marzo 1799 si tenne in questo
teatro la prima esecuzione pubblica della Creazione di Haydn. Olio su tela, 1900 ca.
Un oratorio per la Ragione.
«La Creazione» di Franz Joseph Haydn
Eseguito la prima volta a Vienna in privato nella primavera 1798 e pubblicamente
l’anno successivo, l’oratorio della Creazione di Haydn fu il maggiore avvenimento culturale con cui il XVIII secolo si chiuse e il XIX si aprì. Un’opera a misura del suo tempo,
il che può sembrar poco se si distende l’arte sul letto di Procuste dei valori eterni anziché
addentrarsi nella trama molteplice delle sue correlazioni con l’epoca. Sta di fatto che
un’intera generazione vi si riconobbe e, come ogni grande capolavoro che si imprima
nell’immaginazione e nell’intelligenza umana, lo caricò di simboli, di significati, di sentimenti che oggi, a distanza di due secoli, possiamo solo tentare di ricostruire a tavolino.
L’impresario Peter Salomon non aveva del tutto torto nel rivendicare contro il barone van Swieten, sino alle aule del tribunale, la primogenitura inglese della Creazione di
Haydn. Prima dei viaggi londinesi l’esperienza di Haydn nel campo dell’oratorio si era
limitata al tradizionalissimo Ritorno di Tobia, composto nel 1775 per la TonkünstlerSocietät di Vienna, e riveduto nel 1784. Sin dagli anni Ottanta Haydn era al corrente
delle esecuzioni private di oratori e cantate händeliane promosse in Vienna da van Swieten ma, all’epoca, la riscoperta di Händel da parte di una ristretta cerchia di aristocratici
dilettanti non gli aveva fatto una grande impressione. Fu soltanto a Londra nel 1791 che
Haydn fece conoscenza dell’autentica tradizione popolare di Händel e delle sontuose
esecuzioni del Messiah che avevano luogo ogni anno in Westminster con uno spiegamento strumental-vocale a dir poco straordinario: non più soltanto historiae devozionali
o exempla edificanti alla stregua degli oratori d’uso cattolico e luterano sul continente, ma
affreschi grandiosi, capaci di suscitare con i soli mezzi della musica e della parola, come e
ancor più del teatro, l’immaginazione di un pubblico vasto.
La prima idea di un oratorio sul tema della Creazione del Mondo fu quasi certamente
di Salomon al tempo del secondo viaggio londinese di Haydn (1794/95). Desideroso
di prolungare la collaborazione con Haydn, e forse sperando di convincerlo a un terzo
viaggio, Salomon gli fece arrivare un vecchio libretto manoscritto conservato nell’archivio del Teatro di Drury Lane, del quale si diceva fosse stato scritto originariamente per
Händel – anche se il presunto autore (Thomas Linley senior) non fu probabilmente che
un intermediario nei diversi passaggi di mano.
Entusiasta del progetto, Haydn preferì tuttavia portarsi il libretto a Vienna, dove van
Swieten e la nobile società «der Associirten Cavaliers» potevano assicurargli una solida
base promozionale e finanziaria. Lo stesso van Swieten s’incaricò della traduzione tedesca, e poiché l’originale inglese andò presto smarrito (circostanza che non mancò all’epoca di sollevare sospetti) è incerto il tipo d’intervento da lui operato sul testo. In polemica
con gli eredi del Linlay, il barone si limitò ad affermare di aver liberamente rielaborato un
testo anonimo ispirato al Paradiso perduto di Milton, ma è probabile che, al di là di qualche aggiustamento, la versione tedesca rispettasse alla lettera il testo originale in modo da
preservare alla Creazione l’aura di appartenenza alla tradizione händeliana inglese. Prova
ne sia che la prima edizione viennese della partitura apparsa nel febbraio 1800 recava
(primo caso nella storia) il testo bilingue tedesco/inglese, preparato da Swieten.
La composizione della musica richiese a Haydn circa un anno, dalla primavera 1797
alla primavera 1798, e gli fruttò la rispettabile somma di 500 ducati (cinque volte ciò
che avevano reso a Mozart Le nozze di Figaro). La prima esecuzione della Creazione ebbe
luogo privatamene il 29 e 30 aprile 1798 dinanzi all’alta società viennese nel palazzo del
principe Schwarzenberg, uno dei dodici Associirten Cavaliers: avvio in sordina di un
evento che di lì a poco avrebbe lasciato un’impronta indelebile sulla vita culturale d’inizio
del XIX secolo. La prima esecuzione pubblica (ma ancora finanziata da van Swieten), il
19 marzo 1799 al Burgtheater, segnò l’apice della carriera di Haydn, il quale ne diresse
con enorme successo nel dicembre dell’anno due successive repliche alla TonkünstlerSocietät.
Da allora le esecuzioni si moltiplicarono nelle maggiori capitali europee: a Londra la si
ascoltò al Covent Garden il 28 marzo 1800 diretta da John Ashley e ancora, sotto la direzione di Salomon, al King’s Theater il 21 aprile; seguirono Lipsia (18 settembre 1800),
Parigi, Berlino, Stoccolma, San Pietroburgo. La “prima” parigina ebbe luogo trionfalmente la vigilia di Natale 1800; Napoleone, che doveva assistervi, fu bloccato da un attentato
durante il tragitto, e la si dovette replicare il giorno di capodanno. Nell’arco di pochi
mesi, in un’Europa lacerata dalla guerra, una sola musica riuniva l’Austria absburgica e
la Francia bonapartista, la Germania luterana e l’Inghilterra anglicana e liberista di William Pitt. Alle versioni tedesca, inglese e francese non tardò ad affiancarsi, per desiderio
dell’imperatrice Maria Teresa, moglie di Francesco II, una versione italiana a firma di
Giuseppe Carpani (Artaria, 1802), chiaro segnale rivolto ai sudditi, nella crisi dell’ancien
régime, della vocazione sovrannazionale della dinastia absburgica. E fu appunto questa la
versione eseguita nel marzo 1808 nel famoso concerto all’università di Vienna per il 76°
compleanno di Haydn.
Sin dalle origini, ragioni politiche e religiose s’intrecciano nella sostanza concettuale e
musicale della Creazione. Di probabile ascendenza massonica, l’originario libretto “händeliano” doveva risalire al primo periodo dell’Inghilterra georgiana, negli anni Trenta del
Settecento, e rispecchiarne la politica di pacificazione religiosa, la conciliazione fra deisti
e anglicani dell’epoca di Locke e di Newton. Tale ecumenismo religioso non solo si mantenne nell’oratorio di van Swieten e di Haydn ma assunse nuovi significati in relazione
all’ultima fase della filosofia dei Lumi.
Il mondo e l’umanità vi sono raffigurati in una visione ottimistica e quasi pastorale, nel
segno di una primordiale innocenza e dell’universale fratellanza. Il disegno divino resta
onnipresente, ma non è più imperscrutabile; onnipotente e assoluto ma temperato dalla
ragionevolezza, anzi paterno e benevolo come si conviene a un monarca illuminato; e si
manifesta senza misteri né terrori per mezzo di creature angeliche cui spetta il titolo di
“cittadini” del Cielo. Manca, nel testo e nella musica, qualsiasi riferimento al peccato originale, come pure all’imminente cacciata dall’Eden. E fu appunto l’assenza d’ogni senso
di colpa e d’umana mortificazione a spingere le autorità ecclesiastiche viennesi a proibirne l’esecuzione in chiesa, un divieto che non nocque affatto alla fama della Creazione,
ma ne avallò anzi la patente di “oratorio laico”, il primo nella storia di questo genere musicale. Ancora nella primavera 1801 alcuni zelanti prelati boemi ebbero a lamentarsi che
la loro chiesa fosse stata profanata da una simile composizione. La notizia suscitò una
pacata ma ferma risposta di Haydn: «È col più grande stupore che apprendo dei curiosi
incidenti avvenuti in coda all’esecuzione e che, nell’epoca in cui viviamo, la dicono lunga
sull’intelligenza e il sentimento dei responsabili. Quella della Creazione è sempre stata la
più sublime di tutte le storie, e la più adatta a suscitare negli uomini un senso di rispetto
[…] È molto probabile che gli ascoltatori siano usciti dal mio oratorio ben più commossi
che non dall’ascolto di tutti i sermoni di costoro» (lettera da Eisenstadt, 21 luglio 1801).
La Missa solemnis di Beethoven darà un’interpretazione più drammatica e sofferta
del rapporto col divino, ma partendo dallo stesso presupposto di una teologia a misura
umana, dove l’uomo è fatto a somiglianza di Dio e dove la ricerca del bene coincide con
l’esercizio della solidarietà e della ragione.
La Creazione prende l’avvio dall’incipit della Genesi: «In principio Dio creò il cielo
e la terra», ma queste parole dell’arcangelo Raffaele Haydn le fa precedere da un vasto
pannello introduttivo in tempo Largo, la celeberrima Vorstellung des Chaos, che dovrà
rimanere a lungo un esempio insuperato di raffigurazione sonora di un processo aurorale, del passaggio dalle tenebre alla luce. Il modello cronologicamente più vicino di
rappresentazione caotica, quello offerto dalla sinfonia Les Éléments di Jean-Féry Rebel
(1737), appare sin dall’inizio superato da un gesto musicale che trasporta immediatamente il dato sonoro in una sfera di significati simbolici trascendenti: un unisono di do,
non armonizzato, tenuto a lungo da fiati e archi con sordina su un rullo di timpani, che
gradualmente si dissolve in un tempo indefinito.
Il librettista e musicologo Giuseppe Carpani descrisse questo attacco come «nascita
del suono», ma più propriamente lo si potrebbe definire un Urklang, un suono primordiale: materia inerte non ancora intellegibile, non ancora musica. Nelle battute successive
nuovi suoni, quasi atomi isolati, si aggiungono all’Urklang, adombrando una parvenza di
armonia, un vago orizzonte cadenzale sino a comporre, nel secondo tutti orchestrale, un
ambiguo accordo di terza e sesta in do minore, una sorta di Chaos-Akkord che tornerà
in seguito come suono-simbolo. Gli abbozzi di questa introduzione (i soli reperti autografi sopravvissuti della stesura dell’oratorio) mostrano come Haydn concepì la rappresentazione del caos come una sovrapposizione di due strati stilisticamente distinti ma
intrecciati: uno strato di tipo mottettistico in contrappunto severo e uno in stile di libera
fantasia modellato sugli esempi di Carl Philipp Emanuel Bach.
A questo secondo strato appartengono gli arpeggi ascendenti in terzine di viole e fagotti, le scale saettanti all’acuto del clarinetto e del flauto, le progressioni cromatiche
di oboi e violini. Qui, il modello cosmogonico che informa l’immaginazione sonora di
Haydn non è desunto dalla narrazione biblica ma sembra piuttosto ispirarsi a quello
suggerito dalla fisica meccanicistica di Newton, all’idea di un intervento ordinatore che si
manifesta in un istante attraverso un atto di separazione del distinto dall’indistinto, del
finito dall’infinito, oppure a quella – non molto dissimile – della delimitazione di uno
spazio intelligibile circoscritto entro l’infinito caotico, resa con la metafora del “compasso
demiurgico” nel Paradiso di Milton (VII, 225-227).
Dopo cinquantotto battute di metamorfosi si consolida la tonalità di do minore in
coincidenza col recitativo di Raffaele. Sullo sfondo, figure discendenti degli archi sono
gli estremi sussulti del cataclisma: nel loro lento fluttuare richiamano immagini ispirate
all’ipotesi della nebulosa di Kant e Laplace. Alla narrazione dell’arcangelo subentra il
coro, pianissimo, fino alle parole «Es werde Licht» («fiat lux»); poi, improvvisa, l’esplosione dell’«Es ward Licht» («fuit lux»), enunciato una sola volta ma prolungato da una
formidabile batteria di accordi a piena orchestra di tre misure sulla cadenza di do maggiore: una tonalità che i teorici del XVIII secolo associavano a un’idea di neutra stabilità,
in quanto punto mediano tra le patetiche tonalità bemollizzate e le più aspre e dinamiche
tonalità coi diesis.
I sei giorni della creazione, equamente ripartiti tra I e II Parte dell’oratorio, si svolgono
secondo un disegno formale che nelle linee generali resta sostanzialmente identico: una
narrazione iniziale, un commento poetico o descrittivo al centro, un inno di preghiera
alla fine. La tripartizione rinvia in gran parte alla triplice natura delle fonti testuali del
libretto: i passaggi narrativi, intonati dai tre arcangeli, Raffaele, Uriele, Gabriele – rispettivamente basso, tenore, soprano (assente, come sarà anche nelle Stagioni, il contralto
solista) – derivano direttamente dalla versione autorizzata della Bibbia inglese; le sezioni
più liriche e illustrative, affidate ai solisti in mutevole combinazione fra loro e con il coro,
attingono liberamente dal testo di Milton, enfatizzandone l’elemento pittoresco, mentre
i cori conclusivi sono spesso parafrasi di salmi.
Su questa struttura articolata Haydn innesta la sua consueta inventiva sintattico-formale, che lo porta a sciogliere le segmentazioni troppo rigide e statiche, e a dirottare schemi teoricamente simili su percorsi nuovi e spesso imprevisti, lasciandosi ormai alla spalle
il modello convenzionale all’italiana del Ritorno di Tobia, con la sua statica successione di
pezzi a sé stanti. Si ascolti ad esempio L’Aria di Uriel e Coro (n. 3): un solo movimento
continuo incorpora tanto la cupa visione della notte eterna, in do minore («…Giù nelle
profondità dell’abisso»), quanto la radiosa perorazione del coro, in la maggiore («…E un
mondo nuovo sorge»). O, ancora, la stretta interazione fra soli e tutti nell’ampio concertato che conclude la Parte I (n. 14: «I cieli narrano la gloria di Dio», uno dei più celebri
cori haydniani), dove il concertino dei tre arcangeli si contrappone al tutti delle parafrasi
corali sul Salmo XIX, con l’impressionante progressione dei bassi nella parte finale.
Altrove, procedimenti già sperimentati da Haydn nelle composizioni sacre e forieri di
nuovi sviluppi nelle ultime messe, s’intrecciano al ricalco di stilemi händeliani. Nel Coro
«Fate vibrare le corde» (n. 11) l’uso di trombe e timpani e il poderoso fugato centrale
sono un chiaro omaggio a Händel, ma tipicamente haydniana è la straordinaria concentrazione espressiva, unita alla massima economia di mezzi, dei passi omofonici. Nei
recitativi accompagnati e in alcuni dei pezzi chiusi Haydn ricorre a tutte le risorse timbriche dell’ultimo stile orchestrale maturato con le Sinfonie Londinesi per assecondare
il ridondante gusto descrittivo della prosa di van Swieten. Nel Recitativo n. 4 («E Dio
creò il firmamento») l’orchestra evoca, in rapida successione, tempesta, nubi, tuoni, lampi, pioggia, grandine e neve; nell’Aria di Gabriele n. 16, l’aquila, l’allodola, la colomba e
l’usignolo. Nel celebre Recitativo n. 22 che descrive la creazione degli animali («Subito si
apre il grembo della terra») figurae musicali precise danno un risalto sonoro e quasi visivo
al «leone che ruggisce», all’agile tigre, al «nobile destriero», alla moltitudine di insetti e
ai vermi che «strisciano a terra in lunghe file». E nell’Aria seguente (n. 23), un fortissimo
di fagotti e controfagotto nel registro più grave possibile sottostà alle parole «den Boden
drückt der Tiere Last» («il peso degli animali imprime il suolo»). Nei momenti dove il
descrittivismo del testo cede il passo ad accenti più lirici ed evocativi anche la rappresentazione musicale si fa più sottile e astratta: nell’Aria «In turbini di onde spumeggianti»
(n. 7) veloci quartine di semicrome e balzi sino a due ottave degli archi rendono l’idea
dell’agitazione marina in contrasto col placido fluire di terzine che accompagna il «largo
fiume attraverso la pianura». Nel Recitativo di Uriele (n. 13: «Pieno di splendore») sonorità luminose preparano il sorgere del sole, mutandosi a poco a poco nell’alone misterioso
che contorna la luna.
Al termine della Parte II i brani n. 27-29 formano un blocco unitario senza interruzioni, con due cori che incorniciano il terzetto degli arcangeli («Verso di Te, o Signore», altra
parafrasi del salmo), e una grandiosa doppia fuga finale («La grande opera è compiuta»).
Al si bemolle maggiore di questa conclusione si contrappone il mi maggiore dell’inizio
della Parte III, preceduto da una breve introduzione in cui predomina i flauti. Il divario
fra le due tonalità – un tritono, la massima distanza armonica – sottolinea il cambiamento di registro nel passaggio dalla narrazione cosmogonica alla contemplazione del
Paradiso terrestre, quasi una chiosa del Recitativo di Uriele (n. 30): «Dalla volta celeste…
scende sulla terra».
Protagonisti sono ora Adamo ed Eva, a cui prestano voce il basso e il soprano solisti,
mentre solo il tenore dei tre arcangeli rimane. Dopo le rapide articolazioni e la volubile
versatilità di toni delle parti precedenti, l’ultima parte dell’oratorio appare di concezione
monumentale ed estatica, ed è in gran parte costituita da due cori di ampie dimensioni. Il primo, in do maggiore, incorpora il duetto in cui Adamo ed Eva manifestano la
loro meraviglia dinanzi alle bellezze del creato (n. 31). Ancora un duetto di Adamo ed
Eva, questa volta soli («Cara sposa»), dall’andamento di danza popolaresca che sembra
adombrare una parentela col Papageno e Papagena del Flauto magico. Infine un Coro con
i solisti (n. 35: «Che tutte le voci cantino») conclude l’opera in un luminoso si bemolle
maggiore, la tonalità di molte messe di Haydn, tradizionalmente associata all’espressione
dell’eccelso e della speranza.
Andrea Lanza
Musicologo, già docente del Conservatorio di Torino, Andrea Lanza è nato a Pecetto Torinese nel 1947. Ha
pubblicato libri e saggi su Franz Joseph Haydn (fra cui Haydn, Il Mulino 1999), sulla musica del Novecento
e sul rapporto fra storia e analisi musicale, alcuni dei quali sono stati tradotti in spagnolo, inglese, francese.
William Blake (1757-1827), The Ancient of Days. Incisione a colori, 1794. Londra, British Museum.
Die Schöpfung
La Creazione
Oratorium in drei Teilen
für drei Solostimmen, Chor und Orchester
Oratorio in tre parti
per tre solisti, coro e orchestra
Musik von Franz Joseph Haydn
Musica di Franz Joseph Haydn
Text nach John Miltons Epos Paradise Lost,
deutsche Übersetzung
von Gottfried van Swieten
Testo tratto dal poema epico Paradiso perduto
di John Milton,
traduzione tedesca di Gottfried van Swieten
Gabriel und Eva Sopran
Uriel Tenor
Raphael und Adam Bass
Erster Teil
Gabriele ed Eva Soprano
Uriele Tenore
Raffaele e Adamo Basso
Prima Parte
{ 1. Ouvertüre. Die Vorstellung des Chaos }
{ 1. Ouverture. La rappresentazione del caos }
{ 2. Rezitativ und Chor }
raphael
Im Anfange schuf Gott Himmel und Erde,
und die Erde war ohne Form und leer; und
Finsternis war auf der Fläche der Tiefe.
{ 2. Recitativo e Coro }
raffaele
In principio Dio creò il cielo e la terra, e la terra
era informe e deserta, e le tenebre ricoprivano
l’abisso.
chor
Und der Geist Gottes
schwebte auf der Fläche der Wasser,
und Gott sprach: es werde Licht!
Und es ward Licht.
coro
E lo spirito di Dio
aleggiava sulla superficie dell’acqua,
e Dio disse: la luce sia!
E la luce fu.
uriel
Und Gott sah das Licht, dass es gut war, und
Gott schied das Licht von der Finsternis.
uriele
E Dio vide che la luce era cosa buona, e separò
la luce dalle tenebre.
{ 3. Arie und Chor }
uriel
Nun schwanden vor dem heiligen Strahle
des schwarzen Dunkels gräuliche Schatten,
der erste Tag entstand.
Verwirrung weicht, und Ordnung keimt
empor.
Erstarrt entflieht der Höllengeister Schar
{ 3. Aria e Coro }
uriele
Allora scomparvero dinnanzi ai raggi divini
le ombre cupe delle tenebre:
sorgeva il primo giorno.
Il caos si dilegua e nasce l’ordine.
in des Abgrunds Tiefen hinab
zur ewigen Nacht.
La schiera degli spiriti infernali fugge
impietrita
giù nelle profondità dell’abisso
verso la notte eterna.
chor
Verzweiflung, Wut und Schrecken
begleiten ihren Sturz.
Und eine neue Welt
entspringt, auf Gottes Wort.
coro
Disperazione, ira e spavento
accompagnano la loro caduta.
E un nuovo mondo
sorge dalla parola del Signore.
{ 4. Rezitativ }
raphael
Und Gott machte das Firmament, und
teilte die Wasser, die unter dem Firmament
waren, von den Gewässern, die über
dem Firmament waren; und es ward so.
Da tobten brausend heftige Stürme; wie Spreu
vor dem Winde, so flogen die Wolken. Die Luft
durchschnitten feurige Blitze, und schrecklich
rollten die Donner umher. Der Flut entstieg
auf sein Geheiß der allerquikkende Regen, der
allverheerende Schauer, der leichte, flockige
Schnee.
{ 4. Recitativo }
raffaele
E Dio creò il firmamento, e separò le acque
che erano sotto il firmamento dalle acque che
erano sopra il firmamento, e così avvenne. E
allora violente tempeste infuriarono fragorose;
le nuvole si muovevano come polvere al
vento, lampi di fuoco attraversavano l’aria e
tutt’intorno rimbombavano paurosamente i
tuoni. Al Suo comando, nacquero dai flutti la
pioggia vivificatrice, la grandine distruttrice, la
neve dai fiocchi leggeri.
{ 5. Solo mit Chor }
gabriel
Mit Staunen sieht das Wunderwerk
der Himmelsbürger frohe Schar,
und laut ertönt aus ihren Kehlen
des Schöpfers Lob,
das Lob des zweiten Tags.
{ 5. Solista con Coro }
gabriele
L’allegra schiera dei beati
guarda stupita l’opera meravigliosa,
e forte risuona dalle loro voci
un canto di lode al Creatore,
il canto di lode del secondo giorno.
coro
Und laut ertönt aus ihren Kehlen
des Schöpfers Lob,
das Lob des zweiten Tags.
coro
E forte risuona dalle loro voci
un canto di lode al Creatore,
il canto di lode del secondo giorno.
{ 6. Rezitativ }
raphael
Und Gott sprach: es sammle sich das Wasser
unter dem Himmel zusammen an einem Platz,
und es erscheine das trockne Land; und es
ward so. Und Gott nannte das trockne Land:
„Erde“, und die Sammlung der Wasser nannte
er „Meer“; und Gott sah, dass es gut war.
{ 6. Recitativo }
raffaele
E Dio disse: le acque che sono sotto il cielo si
raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto;
e così avvenne. E Dio chiamò l’asciutto “terra” e
la massa delle acque “mare”; e Dio vide che era
cosa buona.
raphael
Rollend in schäumenden Wellen
bewegt sich ungestüm das Meer.
Hügel und Felsen erscheinen,
der Berge Gipfel steig empor.
{ 7. Arie }
raffaele
In turbini di onde spumeggianti
si agita il mare impetuoso.
Appaiono colline e rocce,
le vette dei monti si innalzano.
{ 7. Aria }
Die Fläche, weit gedehnt,
durchläuft der breite Strom
in mancher Krümme.
Leise rauschen gleitet fort
im stillen Tal der helle Bach.
Un largo fiume
attraversa la vasta pianura
con grandi curve.
Sommesso scorre il limpido ruscello
nella valle tranquilla.
{ 8. Rezitativ }
gabriel
Und Gott sprach: es bringe die Erde Gras
hervor, Kräuter, die Samen geben, und
Obstbäume, die Früchte bringen ihrer Art
gemäß, die ihren Samen in sich selbst haben
auf der Erde; und es ward so.
{ 8. Recitativo }
gabriele
E Dio disse: che la terra produca erba, piante
che diano semi e alberi da frutto, che facciano
frutti sulla terra ciascuno secondo la sua specie
e che abbiano essi stessi seme; e così avvenne.
{ 9. Arie }
gabriel
Nun beut die Flur das frische Grün
dem Auge zur Ergötzung dar,
den anmutsvollen Blick
erhöht der Blumen sanfter Schmuck.
Hier duften Kräuter Balsam aus,
hier sprosst den Wunden Heil.
Die Zweige krümmt der goldnen Früchte Last;
hier wölbt der Hain zum kühlen Schirme sich,
den steilen Berg bekrönt ein dichter Wald.
{ 9. Aria }
gabriele
Ora i campi offrono allo sguardo
una piacevole, fresca coltre verde.
Il delicato splendore dei fiori
rende la vista ancor più gradevole.
Qui le piante emanano un profumo balsamico,
qui germoglia l’erba che risana le ferite.
I rami si curvano sotto il peso dei frutti d’oro;
qui il bosco s’inarca in una fresca volta,
una folta foresta corona il monte scosceso.
{ 10. Rezitativ }
uriel
Und die himmlischen Heerscharen verkündigten den dritten Tag, Gott preisend und
sprechend:
{ 10. Recitativo }
uriele
E le legioni celesti annunciarono il terzo giorno,
lodando Dio e dicendo:
{ 11. Chor }
chor
Stimmt an die Saiten, ergreift die Leier,
lasst euren Lobgesang erschallen!
Frohlocket dem Herrn, dem mächtigen Gott,
denn er hat Himmel und Erde
bekleidet in herrlicher Pracht!
{ 11. Coro }
coro
Fate vibrare le corde, prendete le lire,
fate risuonare il vostro canto di lode!
Glorificate il Signore, Dio onnipotente,
poiché Egli ha rivestito cielo e terra
di magnifico splendore!
{ 12. Rezitativ }
uriel
Und Gott sprach: es sei’n Lichter an der Feste
des Himmels, um den Tag von der Nacht zu
scheiden und Licht auf der Erde zu geben, und
es sei’n diese für Zeichen und für Zeiten und
für Tage und für Jahre. Er machte die Sterne
gleichfalls.
{ 12. Recitativo }
uriele
E Dio disse: ci siano luci nel firmamento del
cielo, per distinguere il giorno dalla notte e per
dare luce alla terra, e servano come segnali e a
scandire le stagioni, i giorni e gli anni. E creò
anche le stelle.
{ 13. Rezitativ }
uriel
In vollem Glanze steigt jetzt
die Sonne strahlend auf,
ein wonnevoller Bräutigam,
ein Riese stolz und froh,
zu rennen seine Bahn.
Mit leisem Gang und sanftem Schimmer
schleicht der Mond die stille Nacht hindurch.
den ausgedehnten Himmelsraum
ziert ohne Zahl der hellen Sterne Gold.
Und die Söhne Gottes
verkündigten den vierten Tag
mit himmlischem Gesang,
seine Macht ausrufend also:
{ 13. Recitativo }
uriele
Pieno di splendore sorge ora
il sole radioso,
uno sposo pieno di gioia,
un gigante fiero ed allegro
che percorre la sua via.
Con passo lieve e un tenue barlume
scivola la luna nella notte silenziosa.
Il bagliore splendente di infinite stelle
illumina gli sconfinati spazi celesti.
E i figli di Dio
annunciarono il quarto giorno
con un canto celestiale
proclamando così la Sua potenza:
{ 14. Chor mit Soli }
chor
Die Himmel erzählen die Ehre Gottes,
und seiner Hände Werk
zeigt an das Firmament.
{ 14. Coro con Solisti }
coro
I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle Sue mani
appare nel firmamento.
gabriel, uriel und raphael
Dem kommenden Tage sagt es der Tag,
die Nacht, die verschwand, der folgenden Nacht.
gabriele, uriele e raffaele
Lo dice il giorno al giorno successivo,
la notte che è scomparsa alla notte che segue.
chor
Die Himmel erzählen die Ehre Gottes,
und seiner Hände Werk
zeigt an das Firmament.
coro
I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle Sue mani
appare nel firmamento.
gabriel, uriel und raphael
In alle Welt ergeht das Wort,
jedem Ohre klingend,
keiner Zunge fremd.
gabriele, uriele e raffaele
Queste parole si diffondono nel mondo intero,
risuonano in ogni orecchio,
familiari a ogni lingua.
chor
Die Himmel erzählen die Ehre Gottes,
und seiner Hände Werk
zeigt an das Firmament.
coro
I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle Sue mani
appare nel firmamento.
Maarten de Vos (1532 - 1603), Dio crea i pesci nel mare e gli uccelli nel cielo. Olio su rame, 1600-1602.
Zweiter Teil
Seconda Parte
{ 15. Rezitativ }
gabriel
Und Gott sprach: es bringe das Wasser in
der Fülle hervor webende Geschöpfe, die
Leben haben, und Vögel, die über der Erde
fliegen mögen in dem offenen Firmamente des
Himmels.
{ 15. Recitativo }
gabriele
E Dio disse: le acque brulichino di esseri
viventi e uccelli volino sulla terra negli spazi del
firmamento celeste.
{ 16. Arie }
gabriel
Auf starkem Fittiche
schwingt sich der Adler stolz
und teilt die Luft
im schnellsten Fluge
zur Sonne hin.
Den Morgen grüßt
der Lerche frohes Lied,
und Liebe girrt
das zarte Taubenpaar.
Aus jedem Busch und Hain erschallt
der Nachtigallen süße Kehle.
Noch drückte Gram nicht ihre Brust,
noch war zur Klage nicht gestimmt
ihr reizender Gesang.
{ 16. Aria }
gabriele
L’aquila si libra fiera
con ali possenti
e fende l’aria
col suo rapido volo
verso il sole.
Il canto lieto dell’allodola
saluta il mattino
e una tenera coppia di colombi
tuba con amore.
Da ogni cespuglio e boschetto
risuona il dolce canto degli usignoli.
La pena non opprimeva ancora i loro cuori,
il loro canto ammaliante
non aveva ancora un tono lamentoso.
{ 17. Rezitativ }
raphael
Und Gott schuf große Walfische und ein jedes
lebende Geschöpf, das sich bewegt,
und Gott segnete sie, sprechend:
seid fruchtbar alle, mehret euch,
bewohner der Luft, vermehret euch
und singt auf jedem Aste!
Mehret euch, ihr Flutenbewohner,
und füllet jede Tiefe!
Seid fruchtbar, wachset, mehret euch,
erfreuet euch in eurem Gott!
{ 17. Recitativo }
raffaele
E Dio creò grandi balene
e tutte le creature che si muovono,
e Dio le benedisse dicendo:
siate tutti fecondi, moltiplicatevi,
abitanti del cielo, moltiplicatevi
e cantate su ogni ramo!
Moltiplicatevi, abitanti dei flutti,
e riempite ogni abisso!
Siate fecondi, crescete, moltiplicatevi,
e rallegratevi nel vostro Dio!
{ 18. Rezitativ }
raphael
Und die Engel rührten ihr’ unsterblichen Harfen
und sangen die Wunder des fünften Tags.
{ 18. Recitativo }
raffaele
E gli angeli suonarono le loro arpe immortali e
cantarono i miracoli del quinto giorno.
{ 19. Terzett }
{ 19. Terzetto }
gabriele
Leggiadre ed eleganti appaiono
adorne di un fresco manto verde
gabriel
In holder Anmut stehn,
mit jungem Grün geschmückt,
die wogigten Hügel da.
Aus ihren Adern quillt
in fließendem Kristall
der kühlende Bach hervor.
le morbide colline.
Dalle loro vene sgorga
come cristallo che scorre
il ruscello rinfrescante.
uriel
In frohen Kreisen schwebt,
sich wiegend in der Luft,
der munteren Vögel Schar.
Den bunten Federglanz
erhöht im Wechselflug
das goldene Sonnenlicht.
uriele
Si libra in cerchi festosi,
oscillando nell’aria,
lo stormo vivace degli uccelli.
Lo scintillio delle piume colorate
si ravviva nel volo
alla luce dorata del sole.
raphael
Das helle Nass durchblitzt
der Fisch und windet sich
im steten Gewühl umher.
Vom tiefsten Meeresgrund
wälzet sich Leviathan
auf schäumenden Well’ empor.
raffaele
Nell’acqua limpida guizzano i pesci
e si aggirano qua e là
in frenetico trambusto.
Dalle profondità del mare
sale il Leviatano
fino alle onde spumeggianti.
gabriel, uriel und raphael
Wie viel sind deiner Werk’, o Gott!
Wer fasset ihre Zahl?
Wer, o Gott!
Wer fasset ihre Zahl?
gabriele, uriele e raffaele
Quante sono le tue opere, Dio!
Chi può immaginarne il numero?
Chi, o Dio!
Chi può immaginarne il numero?
{ 20. Terzett und Chor }
gabriel, uriel, raphael und chor
Der Herr ist groß in seiner Macht,
und ewig bleibt sein Ruhm.
{ 20. Terzetto e Coro }
gabriele, uriele, raffaele e coro
Il Signore è grande nella Sua potenza
e la Sua gloria rimarrà in eterno.
{ 21. Rezitativ }
raphael
Und Gott sprach: Es bringe die Erde hervor
lebende Geschöpfe nach ihrer Art: Vieh und
kriechendes Gewürm und Tiere der Erde nach
ihren Gattungen.
{ 21. Recitativo }
raffaele
E Dio disse: La terra produca creature viventi
secondo la loro specie: bestie, rettili e animali
terrestri secondo il loro genere.
{ 22. Rezitativ }
raphael
Gleich öffnet sich der Erde Schoß
und sie gebiert auf Gottes Wort
Geschöpfe jeder Art,
in vollem Wuchs und ohne Zahl.
Vor Freude brüllend steht der Löwe da.
Hier schießt der gelenkige Tiger empor.
Das zack’ge Haupt erhebt der schnelle Hirsch.
mit fliegender Mähne springt und wieh’rt
{ 22. Recitativo }
raffaele
Subito si apre il grembo della terra
e obbedendo alla parola divina
genera creature di ogni specie,
compiutamente formate e innumerevoli.
Ecco il leone che ruggisce fiero.
Qui l’agile tigre spicca il balzo.
Il cervo veloce alza il capo irto di corna.
Il nobile destriero, criniera al vento,
voll Mut und Kraft das edle Roß.
Auf grünen Matten weidet schon
das Rind, in Herden abgeteilt.
Die Triften deckt, als wie gesät,
das wollenreiche sanfte Schaf,
wie Staub verbreitet sich
in Schwarm und Wirbel
das Heer der Insekten.
In langen Zügen kriecht
am Boden das Gewürm.
s’impenna e nitrisce forte e impetuoso.
Sui prati verdi già pascolano i buoi,
divisi in mandrie.
I pascoli sono pieni
di pecore miti, coperte di lana;
come polvere irrompe
in sciami vorticosi
una moltitudine di insetti.
Vermi strisciano a terra
in lunghe file.
{ 23. Arie }
raphael
Nun scheint in vollem Glanze der Himmel,
nun prangt in ihrem Schmucke die Erde.
Die Luft erfüllt das leichte Gefieder,
die Wasser schwellt der Fische Gewimmel,
den Boden drückt der Tiere Last.
Doch war noch alles nicht vollbracht.
Dem Ganzen fehlte das Geschöpf,
das Gottes Werke dankbar sehn,
des Herren Güte preisen soll.
{ 23. Aria }
raffaele
Ora il cielo riluce in tutto il suo splendore,
ora la terra risplende nel suo fulgore.
L’aria è piena di piume leggere,
il turbinio dei pesci agita le acque,
il peso degli animali imprime il suolo.
Ma non tutto è ancora compiuto.
Al tutto manca una creatura,
che grata ammiri l’opera di Dio
e lodi la bontà del Signore.
{ 24. Rezitativ }
uriel
Und Gott schuf den Menschen nach seinem
Ebenbilde, nach dem Ebenbilde Gottes schuf
er ihn. Mann und Weib erschuf er sie. Den
Atem des Lebens hauchte er in sein Angesicht,
und der Mensch wurde zur lebendigen Seele.
{ 24. Recitativo }
uriele
E Dio creò l’uomo a Sua immagine, a immagine
di Dio lo creò. Lo creò maschio e femmina.
Soffiò sul suo volto il respiro della vita e l’uomo
divenne anima vivente.
{ 25. Arie }
uriel
Mit Würd’ und Hoheit angetan,
mit Schönheit, Stärk’ und Mut begabt,
dem Himmel aufgerichtet steht der Mensch,
ein Mann und König der Natur.
Die breit gewölbt’ erhabne Stirn
verkünd’t der Weisheit tiefen Sinn,
und aus dem hellen Blicke strahlt
der Geist, des Schöpfers Hauch und Ebenbild.
An seinen Busen schmieget sich
für ihn, aus ihm geformt,
die Gattin, hold und anmutsvoll.
In froher Unschuld lächelt sie,
des Frühlings reizend Bild,
ihm Liebe, Glück und Wonne zu.
{ 25. Aria }
uriele
Pieno di dignità e nobiltà,
di bellezza, forza e coraggio,
eretto di fronte al cielo sta l’uomo,
signore e re della natura.
La sua fronte spaziosa e fiera
rivela il senso profondo della saggezza,
e dal suo sguardo luminoso s’irradia lo spirito,
soffio e immagine del Creatore.
Al suo petto si stringe la sua sposa,
creata per lui e da lui,
graziosa e leggiadra.
Sorride con innocenza spensierata,
incantevole immagine della primavera,
e gli promette amore, felicità e diletto.
{ 26. Rezitativ }
raphael
Und Gott sah jedes Ding, was er gemacht hatte:
und es war sehr gut. Und der himmlische Chor
feierte das Ende des sechsten Tages mit lautem
Gesang:
{ 26. Recitativo }
raffaele
E Dio vide tutto ciò che aveva creato: ed era
cosa molto buona. E il coro celeste celebrò la
fine del sesto giorno cantando forte:
{ 27. Chor }
chor
Vollendet ist das große Werk,
der Schöpfer sieht’s und freuet sich.
Auch unsre Freud’ erschalle laut,
des Herren Lob sei unser Lied!
{ 27. Coro }
coro
La grande opera è compiuta,
il Creatore la osserva e ne gioisce.
Risuoni forte anche la nostra gioia,
che il nostro canto sia lode al Signore!
{ 28. Terzett }
{ 28. Terzetto }
gabriele e uriele
Verso di Te, o Signore, si leva ogni sguardo,
tutti implorano il Tuo nutrimento.
Se Tu apri la mano
tutti si saziano.
gabriel und uriel
Zu Dir, o Herr, blickt alles auf
um Speise fleht dich alles an.
Du öffnest deine Hand,
gesättigt werden sie.
raphael
Du wendest ab dein Angesicht,
da bebet alles und erstarrt.
Du nimmst den Odem weg,
in Staub zerfallen sie.
raffaele
Se distogli il Tuo volto,
tutto trema e impietrisce.
Se manca il Tuo respiro
tutto si dissolve in polvere.
gabriel, uriel und raphael
Den Odem hauchst du wieder aus,
und neues Leben sprosst hervor,
verjüngt ist die Gestalt der Erd’
an Reiz und Kraft.
gabriele, uriele e raffaele
Se torni a infondere respiro,
ecco che nasce nuova vita,
la terra sembra ringiovanita
piena di splendore e di forza.
chor
Vollendet ist das große Werk,
des Herren Lob sei unser Lied!
Alles lobe seinen Namen,
denn er allein ist hoch erhaben!
Alleluja! Alleluja!
{ 29. Chor }
{ 29. Coro }
coro
La grande opera è compiuta,
che il nostro canto sia lode al Signore!
Lodi il Suo nome ogni creatura,
poiché Egli solo è l’Altissimo!
Alleluia! Alleluia!
Albrecht Dürer (1471-1528), Adamo ed Eva. Olio su tavola, 1507. Madrid, Museo del Prado.
Dritter Teil
Terza Parte
{ 30. Rezitativ }
{ 30. Recitativo }
uriele
Un nuovo, bel mattino
spunta tra nubi rosee,
destato da dolci suoni.
Dalla volta celeste
una pura armonia si diffonde
e scende sulla terra.
Guardate la coppia felice,
che cammina tenendosi per mano!
Dai loro sguardi traspare
un sentimento di ardente gratitudine.
Ben presto le loro bocche
intoneranno ad alta voce una lode al Creatore;
uniamo anche le nostre voci
al loro canto.
{ 31. Duett und Chor }
eva und adam
Von deiner Güt’, o Herr und Gott,
ist Erd’ und Himmel voll.
Die Welt, so groß, so wunderbar,
ist deiner Hände Werk.
{ 31. Duetto e Coro }
eva e adamo
Della Tua bontà, Signore Iddio,
sono pieni la terra e il cielo.
Il mondo, così grande, così meraviglioso,
è opera delle Tue mani.
chor
Gesegnet sei des Herren Macht,
sein Lob erschall’ in Ewigkeit.
coro
Sia benedetta la potenza del Signore,
la Sua lode risuoni in eterno.
adam
Der Sterne hellster, o wie schön
verkündest du den Tag!
Wie schmückst du ihn, o Sonne du,
des Weltalls Seel’ und Aug’!
adamo
Tu, più luminosa fra le stelle,
con quanta bellezza annunci il giorno!
Come lo rendi gradevole, Sole,
tu che sei anima e gemma dell’universo!
chor
Macht kund auf eurer weiten Bahn
des Herren Macht und seinen Ruhm!
coro
Annunciate nel vostro lungo cammino
la potenza e la gloria del Signore!
eva
Und du der Nächte Zierd’ und Trost,
und all das strahlend’ Heer,
verbreitet überall sein Lob
in euerm Chorgesang.
eva
E tu, che sei ornamento e conforto delle notti,
e tutta la schiera scintillante,
diffondete ovunque la Sua lode
con i vostri cori.
adam
Ihr Elemente, deren Kraft
stets neue Formen zeugt,
ihr Dunst und Nebel,
adamo
Voi elementi, la cui forza
genera sempre forme nuove,
voi brume e nebbie,
uriel
Aus Rosenwolken bricht,
geweckt durch süßen Klang,
der Morgen jung und schön.
Vom himmlischen Gewölbe
strömt reine Harmonie
zur Erde hinab.
Seht das beglückte Paar,
wie Hand in Hand es geht!
Aus ihren Blicken strahlt
des heißen Danks Gefühl.
Bald singt in lautem Ton
ihr Mund des Schöpfers Lob;
lasst unsre Stimmen dann
sich mengen in ihr Lied.
die der Wind versammelt
und vertreibt:
che il vento ora raduna
ora disperde:
eva, adam und chor
Lobsinget alle Gott, dem Herrn,
groß wie sein Nam’ ist seine Macht.
eva, adamo e coro
Cantate tutti le lodi di Dio, il Signore,
grande come il Suo nome è la Sua potenza.
eva
Sanft rauschend lobt, o Quellen, ihn!
Den Wipfel neigt, ihr Bäum’!
Ihr Pflanzen duftet, Blumen haucht
Ihm euern Wohlgeruch!
eva
Lodatelo, sorgenti, mormorando lievi!
Voi alberi, chinate le cime!
Voi piante odorose, fiori,
emanate per lui il vostro buon profumo!
adam
Ihr, deren Pfad die Höh’n erklimmt,
und ihr, die niedrig kriecht,
ihr, deren Flug die Luft durschschneid’t,
und ihr im tiefen Nass:
adamo
Voi, i cui sentieri raggiungono le vette,
e voi, che strisciate in basso,
voi, che fendete l’aria in volo,
e voi nelle acque profonde:
eva, adam und chor
Ihr Tiere, preiset alle Gott!
Ihn lobe, was nur Odem hat!
eva, adamo e coro
Voi animali tutti, glorificate Dio!
Lo lodi tutto ciò che respira!
eva und adam
Ihr dunklen Hain’, ihr Berg’ und Tal’,
ihr Zeugen unsres Danks,
ertönen sollt ihr früh und spät
von unserem Lobgesang.
eva e adamo
Voi boschetti oscuri, monti e vallate,
voi, testimoni della nostra gratitudine,
dovrete risuonare in ogni tempo
del nostro canto di lode.
chor
Heil dir, o Gott, o Schöpfer, Heil!
Aus deinem Wort entstand die Welt,
Dich beten Erd’ und Himmel an,
wir preisen Dich in Ewigkeit!
coro
Gloria a Te, o Dio! Creatore, gloria!
Il mondo è sorto dalla tua parola,
Ti adorano terra e cielo,
noi Ti glorifichiamo per l’eternità!
adam
Holde Gattin, dir zur Seite
fließen sanft die Stunden hin.
Jeder Augenblick ist Wonne,
keine Sorge trübet sie.
{ 32. Rezitativ }
adamo
Amata sposa, accanto a te
le ore trascorrono dolcemente.
Ogni istante è una gioia
nessun cruccio può turbarla.
{ 32. Recitativo }
eva
Teurer Gatte, dir zur Seite,
schwimmt in Freuden mir das Herz.
Dir gewidmet ist mein Leben,
deine Liebe sei mein Lohn.
eva
Caro sposo, accanto a te
il mio cuore è pieno di felicità.
La mia vita è consacrata a te
il tuo amore sia la mia ricompensa.
adam
Der tauende Morgen,
o wie ermuntert er!
adamo
Com’è stimolante
il mattino umido di rugiada!
eva
Die Kühle des Abends,
o wie erquicket sie!
eva
Com’è ritemprante
il fresco della sera!
adam
Wie labend ist
der runden Früchte Saft!
adamo
Com’è rinfrescante
Il succo dei frutti maturi!
eva
Wie reizend ist
der Blumen süßer Duft!
eva
Com’è gradevole
il dolce profumo dei fiori!
eva und adam
Doch ohne dich, was wäre mir…
eva e adamo
Ma senza di te, che cosa sarebbe per me…
adam
… der Morgentau,
adamo
… la rugiada del mattino,
eva
der Abendhauch,
eva
il respiro della sera,
adam
der Früchte Saft,
adamo
il succo dei frutti,
eva
der Blumen Duft?
eva
il profumo dei fiori?
eva und adam
Mit dir erhöht sich jede Freude,
mit dir genieß’ ich doppelt sie,
mit dir ist Seligkeit das Leben,
dir sei es ganz geweiht!
eva e adamo
Con te è più grande ogni gioia,
con te ne godo doppiamente,
con te è beatitudine la vita,
che a te sia tutta consacrata!
{ 34. Rezitativ }
uriel
O glücklich Paar, und glücklich immerfort,
wenn falscher Wahn euch nicht verführt, noch
mehr zu wünschen als ihr habt, und mehr zu
wissen als ihr sollt!
{ 34. Recitativo }
uriele
O coppia felice, felice per sempre, purché non
vi lasciate ingannare dall’illusione di possedere
più di ciò che avete e di conoscere più di quanto
potete!
{ 35. Chor mit Soli }
chor
Singt dem Herren, alle Stimmen!
Dankt ihm alle seine Werke!
Lasst zu Ehren seines Namens
Lob im Wettgesang erschallen!
Des Herren Ruhm, er bleibt in Ewigkeit!
Amen! Amen!
{ 35. Coro con Solisti }
coro
Che tutte le voci cantino il Signore!
Che tutte le Sue creature gli rendano grazie!
Che a gara si cantino lodi
In onore del Suo nome!
La gloria del Signore rimarrà in eterno!
Amen! Amen!
Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625) e Peter Paul Rubens (1577-1640), Giardino dell’Eden. L’Aia, Mauritshuis.
Antonello Manacorda è Direttore principale
della Kammerakademie di Potsdam dal 2010 e Direttore principale dell’Het Gelders Orkest in Olanda a partire dal 2011. È spesso Direttore ospite presso altre realtà, quali la Frankfurt Radio Symphony,
la Bbc Philharmonic, la Sydney Symphony e l’Orchestra della Svizzera Italiana. Ha inoltre lavorato
con numerose altre orchestre, quali la Staatskapelle
Weimar, l’Hamburger Symphoniker e la Scottish
Chamber Orchestra. Nella prossima stagione condurrà la Helsinki Philharmonic, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse e la Gothenburg
Symphony.
Manacorda è ospite regolare del Festival di Aldeburgh, dove ha lavorato nel 2008, 2010 e 2012,
mentre dal 2003 al 2006 è stato Direttore artistico
per la musica da camera all’Académie Européenne
de Musique del Festival di Aix-en-Provence. Il suo
primo ingaggio come Direttore principale è avvenuto nel 2006 con i Pomeriggi Musicali di Milano.
Si esibisce regolarmente alla Philharmonie di
Berlino con la Kap - Kammerakademie Potsdam e
al Concertgebouw Amsterdam, sia con la Het Gelders Orkest sia con la Kap. Nel 2014 ha condotto
il Ciclo Beethoven con la Kap a Potsdam e un’esecuzione completa del Midsummer Night’s Dream di
Mendelssohn, trasmesso in radio, al Concertgebouw
con la Het Gelders Orkest. Manacorda è anche impegnato nella registrazione per Sony Classical del
ciclo di Sinfonie di Schubert con la Kammerakademie Potsdam. I primi due cd sono stati accolti
con grande successo – uno dei due è incluso nei Die
Welt’s top-10 cds del 2013.
Manacorda è molto attivo anche in campo operistico e vanta un rapporto lavorativo di lunga data
con il Teatro La Fenice e con il regista Damiano
Michieletto. Alla Fenice ha diretto una nuova produzione del ciclo Mozart-Da Ponte e nel 2015 vi
tornerà per condurre Il flauto magico. Prossime produzioni operistiche includono anche Betulia liberata
di Mozart con la Kap, l’Otello di Rossini al Theater
an der Wien, Il barbiere di Siviglia a Berlino, Don
Giovanni a Francoforte, Lucio Silla al Théâtre de la
Monnaie di Bruxelles, Le nozze di Figaro a Monaco.
Antonello Manacorda è stato membro-fondatore
della Mahler Chamber Orchestra, di cui è stato anche vicepresidente e concertatore per otto anni. Una
borsa di studio assegnata dalla De Sono ottenuta a
Torino, sua città natale, gli ha permesso di perseguire l’obiettivo di diventare direttore d’orchestra
dandogli la possibilità di studiare per due anni con
Jorma Panula a Helsinki.
Il soprano americano Robin Johannsen ha iniziato la sua carriera europea alla Deutsche Oper
di Berlino, dove ha fatto parte della compagnia stabile di canto. Per un biennio ha lavorato all’Opera
di Lipsia per poi iniziare nel 2008 la carriera come
solista.
Ha iniziato la stagione 2015-2016 come Kostanze nel Ratto dal serraglio al Musikfest di Brema. È
impegnata in concerti haydniani alla Konzerthaus
di Berlino con l’Akademie für Alte Musik e con
Kammerakademie Potsdam nella Nikolaisaal. Tra
gli impegni futuri il debutto al Théâtre Royal de la
Monnaie in Brussels come Smorfiosa in una nuova produzione dell’Opera seria di Florian Leopold
Gassmann diretta da René Jacobs. Canterà nel Messiah di Händel a Basilea e tornerà alla Staatsoper di
Berlino ancora con René Jacobs per Amor vien dal
destino di Agostino Steffani. Lo stesso Teatro l’aveva
applaudita durante la stagione precedente nel ruolo
del titolo di Emma und Eginhard di Telemann. Sempre sotto la guida di René Jacobs ha interpretato il
ruolo di Kostanze in tournée e in disco (Harmonia
Mundi). Alla Staatsoper di Amburgo ha debuttato
come Adina (L’elisir d’amore), alternando ruoli barocchi e mozartiani. Nel 2014 Sony Classical ha
pubblicato il suo primo album da solista, In dolce
amore, prima registrazione assoluta di arie e cantate
di Antonio Caldara eseguite con l’Academia Montis
Regalis sotto la direzione di Alessandro De Marchi.
Robin Johannsen ha inoltre interpretato Almira di Händel, arie di Vivaldi, la Messa in do minore di Mozart, la Messa in si minore di Bach (con la
Rundfunk Sinfonieorchester Berlin diretta da Andrea Marcon) e i Carmina Burana di Orff.
È apparsa in dvd in due produzioni di Sigfrido
come Waldvogel; la sua discografia comprende anche l’oratorio Davidis pugna et victoria di Alessandro
Scarlatti (Hyperion), un disco con brani di Bach,
Telemann e Hertel eseguiti con organo e oboe (New
Classical Adventure) e il Messiah di Sven David Sandström diretto da Helmuth Rilling (Carus Verlag).
Astro nascente tra i giovani tenori lirici, la voce
dell’argentino Juan Francisco Gatell è stata definita
luminosa, seducente, elegante ed agile, la sua recitazione drammatica e delicata. È apparso su alcuni dei
più importanti palcoscenici d’Europa e d’America:
Teatro alla Scala di Milano, Teatro Colòn di Buenos Aires, Los Angeles Opera, Musikverein, Wiener
Staatsoper, Théâtre des Champs-Elysées a Parigi,
Festival di Salisburgo e ancora a Chicago, New York
e Washington.
Durante la stagione 2015-2016, Juan Francisco
Gatell farà il suo debutto come Don Ramiro nella Cenerentola di Rossini al Teatro dell’Opera di
Roma e come Idamante nell’Idomeneo di Mozart
all’Opéra national du Rhin a Strasburgo. Inoltre
ritorna con due ruoli del suo repertorio di elezione
– Ferrando in Cosi fan tutte a Firenze e Don Ottavio nel Don Giovanni con la Nederlandse Opera
di Amsterdam (direttore Marc Albrecht, regia di
Claus Guth).
Nelle precedenti stagioni è apparso al Liceu di
Barcellona nel Barbiere di Siviglia e come Ernesto
nel Don Pasquale. È tornato al Teatro La Fenice
come Don Ottavio nel Don Giovanni e ha fatto il
suo debutto al Het Muziektheater di Amsterdam
come Cavaliere Belfiore nel Viaggio a Reims. Ricordiamo il suo felice debutto come Tom Rakewell
nel Rake’s Progress al Teatro La Fenice; Lucia di
Lammermoor a Milano; Il barbiere di Siviglia alla
Royal Opera House di Mascate (Oman), al Colón
di Buenos Aires e alla Wiener Staatsoper; Falstaff a
Los Angeles, Maometto II a Roma, Don Giovanni a
Washington, Cosi fan tutte a Madrid e a Bruxelles,
Don Pasquale a Tolosa, Poppea e Nerone di Monteverdi a Madrid, Roméo et Juliette al Festival di
Salisburgo, I Capuleti e i Montecchi al Théâtre des
Champs-Elysées.
Tra i dvd segnaliamo la produzione del Festival
di Salisburgo di Roméo et Juliette, con Anna Netrebko e Rolando Villazón (Deutsche Grammophon), Il burbero di buon cuore (Dynamic), Don
Pasquale (Arthaus Musik), Il viaggio a Reims, ripreso al Teatro alla Scala (Vox Imago) e Il barbiere
di Siviglia al Rossini Opera Festival. Tra le varie
registrazioni discografiche si ricordano: Otello con
la Chicago Symphony e Don Pasquale dal Festival
di Ravenna entrambi diretti da Riccardo Muti
(Arthaus-Musik), il Requiem di Mozart con l’Orchestra della Toscana diretta da Gianluigi Gelmetti
(Accademia Musicale Chigiana), come Beppe nei
Pagliacci al Teatro Carlo Felice sotto al direzione di
Bruno Bartoletti.
Nato a Dresda, Stephan Loges si aggiudicò
giovanissimo la vittoria della Wigmore Hall International Song Competition (1999). Ha tenuto
concerti in tutto il mondo, esibendosi regolarmente, oltre che alla Wigmore Hall di Londra, alla Carnegie Hall di New York, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Wiener Konzerthaus, al Théâtre de la
Monnaie di Bruxelles, su Bbc Radio 3 e nell’ambito delle Vocal Arts Series a Washington.
Interpreterà Golaud (Pelléas et Mélisande), il Requiem di Mozart, la Passione secondo Matteo di Bach
in una tournée europea con il Monteverdi Choir e
sir John Eliot Gardiner, Trulove nel Rake’s Progress.
L’attività pregressa l’ha visto prendere parte al War
Requiem di Britten a Melbourne e Sapporo, alla
Messa in do minore di Mozart in Portogallo, alla
Sinfonia n. 9 di Beethoven; ha interpretato le tre
Canzoni cinesi di Penderecki, Mauregato in Alfonso
und Estrella di Schubert con Ivor Bolton, L’Enfance
du Christ di Berlioz con Robin Ticciati, Walpurgisnacht a Firenze. Di Haydn ha interpretato la
Creazione (con la Iceland Symphony, con la Mozarteumorchester di Salisburgo e con la Kammerakademie di Potsdam), Le Stagioni (Semperoper
di Dresda), Le ultime sette parole di Cristo sulla croce
(Bergen Philharmonic), Stabat Mater (Ensemble
Orchestral de Paris e Fabio Biondi).
Stephan Loges ha eseguito le Cantate di Bach
con Eliot Gardiner e le Passioni con il Gabrieli
Consort e Paul McCreesh (registrate per Deutsche
Grammophon). Ha debuttato ai Bbc Proms nel
2002 nella Passione secondo Matteo diretta da Trevor Pinnock; di Bach ha inoltre eseguito l’Oratorio
di Natale sotto la guida di Vladimir Jurowskij e la
Messa in si minore a Lipsia.
La sua carriera come interprete lirico l’ha visto esibirsi come Bégearss nella Mère coupable di
Milhaud (Theater an der Wien), come Bruno in
Parthenogenesis di Macmillan (Royal Opera House
Covent Garden), come Moritz in Frühlings Erwachen di Mernier (Opéra national du Rhin), come
Wolfram in Tannhäuser e Papageno in Die Zauberflöte (La Monnaie), come Bill in The Rise and Fall
of the City of Mahagonny (Edinburgh International
Festival) e come Argenio nell’Imeneo di Händel
(Academy of Ancient Music).
È stato membro del Dresden Kreuzchor prima di
studiare alla Hochschule der Kunste di Berlino e alla
Guildhall School of Music and Drama di Londra.
Claudio Fenoglio, nato nel 1976, si è diploma­
to presso i Conservatori di Torino e Cuneo con il
massimo dei voti e la lode in Pianoforte e in Mu­
sica corale e direzione di coro ed è inoltre laureato in Composizione. Ha studiato principalmente
con Laura Richaud, Giorgio Colombo Taccani e
Gilber­to Bosco, frequentando numerosi corsi di
perfezio­namento pianistico con Franco Scala.
Parallelamente agli studi accademici, ha iniziato,
a soli 24 anni, a lavorare regolarmente nel teatro lirico. È stato Altro maestro del coro presso il Teatro
Mas­simo di Palermo affiancando per due anni il maestro Franco Monego; successivamente è stato scelto
dal Teatro Regio come Assistente dei maestri Claudio Marino Moretti e Roberto Gabbiani. A partire
dal 2007 gli è stata affidata parte della produzione
operistico-sinfonica, in alternanza con il direttore
principale Roberto Gabbiani.
Nel 2010 il Regio lo ha nominato Maestro del
coro principale, incarico che mantiene tuttora accanto a quello di Maestro del coro di voci bianche del
Teatro Regio e del Conser­vatorio “Giuseppe Verdi”.
Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra
quali Semyon Bychkov, Gianandrea Noseda, Valerij
Gergiev, Pinchas Steinberg, Yutaka Sado, Christo­
pher Hogwood, Donato Renzetti, Renato Palum­
bo, Christian Arming, Stefan Anton Reck, Michele
Mariotti, Bruno Campanella. Ha partecipato alla
realizzazione di prestigiose produzioni dirette da
autorevoli registi d’opera come Graham Vick, Lau­
rent Pelly, Willy Decker, Hugo de Ana, Andrei Kon­
chalovsky, Damiano Michieletto, Davide Livermore,
Mario Martone, Ettore Scola, Michele Placido,
Calixto Bieito, Kasper Holten, Giuliano Montaldo,
David McVicar.
Austria (Wiener Konzerthaus), Francia (al Théâtre
des Champs-Elysées di Parigi). Nell’estate del 2010
ha tenuto una trionfale tournée in Giappone e in
Cina con Traviata e Bohème, un successo ampiamen­
te bissato nel 2013 con il Regio Japan Tour. Dopo
le prime tournée a San Pietroburgo ed Edimburgo,
nello scorso mese di dicembre si è tenuto il primo
tour in America con appuntamenti a Chicago, To­
ronto, Ann Arbor (nel Michigan) e New York (Car­
negie Hall, Onu).
L’Orchestra e il Coro del Teatro figurano oggi
nei video di alcune delle più interessanti produzioni
delle ultime Stagioni: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana
Lecouvreur, Boris Godunov, Un ballo in maschera,
I Vespri siciliani e Don Carlo.
Tra le incisioni discografiche più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, figurano il cd Fiamma
del Belcanto con Diana Damrau (War­nerClassics/
Erato), due cd verdiani con Rolando Villazón e
Anna Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando
D’Arcangelo (Deutsche Grammophon); Chandos
ha pubblicato Quattro pezzi sacri di Verdi e, nell’ambito della collana «Musica Italiana», due album dedicati a Goffredo Petrassi.
L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del com­
plesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo
Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti
numerosissimi concerti e molte storiche produzio­
ni operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo
degli dèi di Wagner e le prime assolute di Manon Le­
scaut e La bohème di Puccini.
Nel corso della sua lunga storia ha dimostrato
una spiccata duttilità nell’affrontare il grande reper­
torio così come molti titoli del Novecento, anche in
prima assoluta, come Gargantua di Corghi e Leggen­
da di Solbiati.
L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri
e alla guida del complesso si sono alternati diret­
tori di fama internazionale come Roberto Abba­
do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella,
Gelmetti, Gergiev, Luisotti, Oren, Pidò, Sado,
Steinberg, Tate e infine Gianandrea Noseda, che
dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore musicale del
Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi com­
pagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca,
del Mariinskij di San Pietroburgo e del Teatro alla
Scala di Milano.
Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri;
negli ultimi anni, in particolare, è stata ospite con il
maestro Noseda in Germania (Wiesbaden, Dresda),
Spagna (Madrid, Oviedo, Saragoza e altre città),
Fondato alla fine dell’Ottocento e ricostituito nel
1945 dopo il secondo conflitto mondiale, il Coro del
Teatro Regio è uno dei maggiori cori teatrali euro­
pei. Sotto la guida di Bruno Casoni (1994-2002) ha
raggiunto un alto livello internazionale, dimostrato
anche dall’esecuzione dell’Otello di Verdi sotto la
guida di Claudio Abbado e dalla stima di Semyon
Bychkov che, dopo averlo diretto al Regio nel 2002
per la Messa in si minore di Bach, lo ha invitato a
Colonia per l’incisione della Messa da Requiem di
Verdi ed è tornato a coinvolgerlo nel 2012 in un con­
certo brahmsiano con l’Osn Rai. Il Coro del Regio è
stato diretto successivamente da Roberto Gabbiani,
che ne ha incrementato ulteriormente lo sviluppo
artistico, mentre nel novembre 2010 l’incarico è sta­
to assegnato a Claudio Fenoglio.
Oltre alla Stagione d’Opera, il Coro svolge una
significativa attività concertistica e figura in diver­se
registrazioni discografiche, ultime delle quali Boris Godunov di Musorgskij, Un ballo in maschera, I
Vespri siciliani e Quattro pezzi sacri di Verdi, infine
Magnificat e Salmo IX di Petrassi con l’Orchestra
del Regio diretta da Gianandrea Noseda. Il Coro ha
preso parte alle numerose tournée del Teatro Regio
in tutta Europa, nelle due trasferte in Oriente (in
Cina e Giappone nel 2010 e a Tokyo nel 2013) e in
Nord America.
Teatro Regio
Walter Vergnano, Sovrintendente
Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico
Gianandrea Noseda, Direttore musicale
Orchestra
Violini primi
Stefano Vagnarelli•
Marina Bertolo
Claudia Zanzotto
Giorgia Burdizzo
Miriam Maltagliati
Paolo Manzionna
Alessio Murgia
Marta Tortia
Giuseppe Tripodi
Roberto Zoppi
Violini secondi
Marco Polidori•
Tomoka Osakabe
Silvana Balocco
Maurizio Dore
Anna Rita Ercolini
Silvio Gasparella
See Heo See
Anselma Martellono
Viole
Enrico Carraro•
Gustavo Fioravanti
Maria Elena Eusebietti
Alma Mandolesi
Franco Mori
Giuseppe Zoppi
Violoncelli
Relja Lukic•
Davide Eusebietti
Alfredo Giarbella
Luisa Miroglio
Marco Mosca
Contrabbassi
Davide Botto•
Atos Canestrelli
Michele Lipani
Stefano Schiavolin
Flauti
Federico Giarbella•
Maria Siracusa
Roberto Baiocco
Oboi
Luigi Finetto•
Stefano Simondi
Clarinetti
Luigi Picatto•
Andrea Scaffardi
Fagotti
Carmen Maccarini•
Sofia Haydee Almanza
Saavedra
Controfagotto
Orazio Lodin
Corni
Natalino Ricciardo•
Eros Tondella
Trombe
Sandro Angotti•
Paolo Paravagna
Tromboni
Gianluca Scipioni•
Enrico Avico
Marco Tempesta
Timpani
Ranieri Paluselli•
Fortepiano
Giulio Laguzzi
•Prime parti
Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori
Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano,
Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.), Relja Lukic (violoncello
Francesco Celoniato, Torino 1732) e Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano 1751).
Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola.
Coro
Soprani
Nicoletta Baù
Anna Maria Borri
Sabrina Boscarato
Eugenia Braynova
Serafina Cannillo
Valentina Coladonato
Eugenia Degregori
Alessandra Di Paolo
Manuela Giacomini
Rita La Vecchia
Paola Isabella Lopopolo
Lyudmyla Porvatova
Pierina Trivero
Mezzosoprani /
Contralti
Shiow-hwa Chang
Ivana Cravero
Maria Di Mauro
Rossana Gariboldi
Elena Induni
Naoko Ito
Antonella Martin
Raffaella Riello
Teresa Uda
Barbara Vivian
Tenori
Janos Buhalla
Marino Capettini
Gian Luigi Cara
Antonio Coretti
Luis Odilon Dos Santos
Giancarlo Fabbri
Roberto Guenno
Leopoldo Lo Sciuto
Vito Martino
Matteo Mugavero
Dario Prola
Gualberto Silvestri
Franco Traverso
Valerio Varetto
Baritoni / Bassi
Leonardo Baldi
Mauro Barra
Lorenzo Battagion
Enrico Bava
Massimo Di Stefano
Riccardo Mattiotto
Davide Motta Fré
Franco Rizzo
Enrico Speroni
Vincenzo Vigo
© Fondazione Teatro Regio di Torino
Prezzo: € 1
QUATTRO FAVOLE
PER SOGNARE A OCCHI APERTI
Abbonamento gratuito per gli under 16.
Gli adulti pagano la metà.
SOGNARE CONVIENE
Abbonamento a 2 spettacoli a scelta tra: La piccola volpe astuta,
La Cenerentola, La donna serpente, Pollicino.
Gli abbonamenti per gli under 16 sono gratuiti, fino a un massimo di
2 per ogni adulto pagante. Il prezzo dell’abbonamento per gli adulti
ha uno sconto di circa il 50% rispetto al costo dei singoli biglietti.
Info: Biglietteria - Tel. 011.8815.241/242 e www.teatroregio.torino.it
©2015_iConcerti_pagina_Aida_168x240.pdf
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