Scheda di sala
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I C O N C E R T I 2 0 1 5 - 2 0 1 6 ANTONELLO MANACORDA DIRETTORE ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO MERCOLEDÌ 25 NOVEMBRE 2015 ORE 20.30 TEATRO REGIO Thomas Hardy (1757-1805 ca.), Ritratto di Franz Joseph Haydn. Olio su tela, 1792. Londra, Royal College of Music - Museum of Music. Antonello Manacorda direttore Robin Johannsen soprano Francisco Gatell tenore Stephan Loges basso Claudio Fenoglio maestro del coro Orchestra e Coro del Teatro Regio Franz Joseph Haydn (1732-1809) Die Schöpfung (La Creazione) Oratorio in tre parti per tre solisti, coro e orchestra Hob. XXI:2 Testo tratto dal poema epico Paradiso perduto di John Milton, traduzione tedesca di Gottfried van Swieten L’esecuzione prevede un intervallo dopo la Parte II. Restate in contatto con il Teatro Regio: August Gerasch (1822-1908), Vienna, davanti all’antico Burgtheater. Il 19 marzo 1799 si tenne in questo teatro la prima esecuzione pubblica della Creazione di Haydn. Olio su tela, 1900 ca. Un oratorio per la Ragione. «La Creazione» di Franz Joseph Haydn Eseguito la prima volta a Vienna in privato nella primavera 1798 e pubblicamente l’anno successivo, l’oratorio della Creazione di Haydn fu il maggiore avvenimento culturale con cui il XVIII secolo si chiuse e il XIX si aprì. Un’opera a misura del suo tempo, il che può sembrar poco se si distende l’arte sul letto di Procuste dei valori eterni anziché addentrarsi nella trama molteplice delle sue correlazioni con l’epoca. Sta di fatto che un’intera generazione vi si riconobbe e, come ogni grande capolavoro che si imprima nell’immaginazione e nell’intelligenza umana, lo caricò di simboli, di significati, di sentimenti che oggi, a distanza di due secoli, possiamo solo tentare di ricostruire a tavolino. L’impresario Peter Salomon non aveva del tutto torto nel rivendicare contro il barone van Swieten, sino alle aule del tribunale, la primogenitura inglese della Creazione di Haydn. Prima dei viaggi londinesi l’esperienza di Haydn nel campo dell’oratorio si era limitata al tradizionalissimo Ritorno di Tobia, composto nel 1775 per la TonkünstlerSocietät di Vienna, e riveduto nel 1784. Sin dagli anni Ottanta Haydn era al corrente delle esecuzioni private di oratori e cantate händeliane promosse in Vienna da van Swieten ma, all’epoca, la riscoperta di Händel da parte di una ristretta cerchia di aristocratici dilettanti non gli aveva fatto una grande impressione. Fu soltanto a Londra nel 1791 che Haydn fece conoscenza dell’autentica tradizione popolare di Händel e delle sontuose esecuzioni del Messiah che avevano luogo ogni anno in Westminster con uno spiegamento strumental-vocale a dir poco straordinario: non più soltanto historiae devozionali o exempla edificanti alla stregua degli oratori d’uso cattolico e luterano sul continente, ma affreschi grandiosi, capaci di suscitare con i soli mezzi della musica e della parola, come e ancor più del teatro, l’immaginazione di un pubblico vasto. La prima idea di un oratorio sul tema della Creazione del Mondo fu quasi certamente di Salomon al tempo del secondo viaggio londinese di Haydn (1794/95). Desideroso di prolungare la collaborazione con Haydn, e forse sperando di convincerlo a un terzo viaggio, Salomon gli fece arrivare un vecchio libretto manoscritto conservato nell’archivio del Teatro di Drury Lane, del quale si diceva fosse stato scritto originariamente per Händel – anche se il presunto autore (Thomas Linley senior) non fu probabilmente che un intermediario nei diversi passaggi di mano. Entusiasta del progetto, Haydn preferì tuttavia portarsi il libretto a Vienna, dove van Swieten e la nobile società «der Associirten Cavaliers» potevano assicurargli una solida base promozionale e finanziaria. Lo stesso van Swieten s’incaricò della traduzione tedesca, e poiché l’originale inglese andò presto smarrito (circostanza che non mancò all’epoca di sollevare sospetti) è incerto il tipo d’intervento da lui operato sul testo. In polemica con gli eredi del Linlay, il barone si limitò ad affermare di aver liberamente rielaborato un testo anonimo ispirato al Paradiso perduto di Milton, ma è probabile che, al di là di qualche aggiustamento, la versione tedesca rispettasse alla lettera il testo originale in modo da preservare alla Creazione l’aura di appartenenza alla tradizione händeliana inglese. Prova ne sia che la prima edizione viennese della partitura apparsa nel febbraio 1800 recava (primo caso nella storia) il testo bilingue tedesco/inglese, preparato da Swieten. La composizione della musica richiese a Haydn circa un anno, dalla primavera 1797 alla primavera 1798, e gli fruttò la rispettabile somma di 500 ducati (cinque volte ciò che avevano reso a Mozart Le nozze di Figaro). La prima esecuzione della Creazione ebbe luogo privatamene il 29 e 30 aprile 1798 dinanzi all’alta società viennese nel palazzo del principe Schwarzenberg, uno dei dodici Associirten Cavaliers: avvio in sordina di un evento che di lì a poco avrebbe lasciato un’impronta indelebile sulla vita culturale d’inizio del XIX secolo. La prima esecuzione pubblica (ma ancora finanziata da van Swieten), il 19 marzo 1799 al Burgtheater, segnò l’apice della carriera di Haydn, il quale ne diresse con enorme successo nel dicembre dell’anno due successive repliche alla TonkünstlerSocietät. Da allora le esecuzioni si moltiplicarono nelle maggiori capitali europee: a Londra la si ascoltò al Covent Garden il 28 marzo 1800 diretta da John Ashley e ancora, sotto la direzione di Salomon, al King’s Theater il 21 aprile; seguirono Lipsia (18 settembre 1800), Parigi, Berlino, Stoccolma, San Pietroburgo. La “prima” parigina ebbe luogo trionfalmente la vigilia di Natale 1800; Napoleone, che doveva assistervi, fu bloccato da un attentato durante il tragitto, e la si dovette replicare il giorno di capodanno. Nell’arco di pochi mesi, in un’Europa lacerata dalla guerra, una sola musica riuniva l’Austria absburgica e la Francia bonapartista, la Germania luterana e l’Inghilterra anglicana e liberista di William Pitt. Alle versioni tedesca, inglese e francese non tardò ad affiancarsi, per desiderio dell’imperatrice Maria Teresa, moglie di Francesco II, una versione italiana a firma di Giuseppe Carpani (Artaria, 1802), chiaro segnale rivolto ai sudditi, nella crisi dell’ancien régime, della vocazione sovrannazionale della dinastia absburgica. E fu appunto questa la versione eseguita nel marzo 1808 nel famoso concerto all’università di Vienna per il 76° compleanno di Haydn. Sin dalle origini, ragioni politiche e religiose s’intrecciano nella sostanza concettuale e musicale della Creazione. Di probabile ascendenza massonica, l’originario libretto “händeliano” doveva risalire al primo periodo dell’Inghilterra georgiana, negli anni Trenta del Settecento, e rispecchiarne la politica di pacificazione religiosa, la conciliazione fra deisti e anglicani dell’epoca di Locke e di Newton. Tale ecumenismo religioso non solo si mantenne nell’oratorio di van Swieten e di Haydn ma assunse nuovi significati in relazione all’ultima fase della filosofia dei Lumi. Il mondo e l’umanità vi sono raffigurati in una visione ottimistica e quasi pastorale, nel segno di una primordiale innocenza e dell’universale fratellanza. Il disegno divino resta onnipresente, ma non è più imperscrutabile; onnipotente e assoluto ma temperato dalla ragionevolezza, anzi paterno e benevolo come si conviene a un monarca illuminato; e si manifesta senza misteri né terrori per mezzo di creature angeliche cui spetta il titolo di “cittadini” del Cielo. Manca, nel testo e nella musica, qualsiasi riferimento al peccato originale, come pure all’imminente cacciata dall’Eden. E fu appunto l’assenza d’ogni senso di colpa e d’umana mortificazione a spingere le autorità ecclesiastiche viennesi a proibirne l’esecuzione in chiesa, un divieto che non nocque affatto alla fama della Creazione, ma ne avallò anzi la patente di “oratorio laico”, il primo nella storia di questo genere musicale. Ancora nella primavera 1801 alcuni zelanti prelati boemi ebbero a lamentarsi che la loro chiesa fosse stata profanata da una simile composizione. La notizia suscitò una pacata ma ferma risposta di Haydn: «È col più grande stupore che apprendo dei curiosi incidenti avvenuti in coda all’esecuzione e che, nell’epoca in cui viviamo, la dicono lunga sull’intelligenza e il sentimento dei responsabili. Quella della Creazione è sempre stata la più sublime di tutte le storie, e la più adatta a suscitare negli uomini un senso di rispetto […] È molto probabile che gli ascoltatori siano usciti dal mio oratorio ben più commossi che non dall’ascolto di tutti i sermoni di costoro» (lettera da Eisenstadt, 21 luglio 1801). La Missa solemnis di Beethoven darà un’interpretazione più drammatica e sofferta del rapporto col divino, ma partendo dallo stesso presupposto di una teologia a misura umana, dove l’uomo è fatto a somiglianza di Dio e dove la ricerca del bene coincide con l’esercizio della solidarietà e della ragione. La Creazione prende l’avvio dall’incipit della Genesi: «In principio Dio creò il cielo e la terra», ma queste parole dell’arcangelo Raffaele Haydn le fa precedere da un vasto pannello introduttivo in tempo Largo, la celeberrima Vorstellung des Chaos, che dovrà rimanere a lungo un esempio insuperato di raffigurazione sonora di un processo aurorale, del passaggio dalle tenebre alla luce. Il modello cronologicamente più vicino di rappresentazione caotica, quello offerto dalla sinfonia Les Éléments di Jean-Féry Rebel (1737), appare sin dall’inizio superato da un gesto musicale che trasporta immediatamente il dato sonoro in una sfera di significati simbolici trascendenti: un unisono di do, non armonizzato, tenuto a lungo da fiati e archi con sordina su un rullo di timpani, che gradualmente si dissolve in un tempo indefinito. Il librettista e musicologo Giuseppe Carpani descrisse questo attacco come «nascita del suono», ma più propriamente lo si potrebbe definire un Urklang, un suono primordiale: materia inerte non ancora intellegibile, non ancora musica. Nelle battute successive nuovi suoni, quasi atomi isolati, si aggiungono all’Urklang, adombrando una parvenza di armonia, un vago orizzonte cadenzale sino a comporre, nel secondo tutti orchestrale, un ambiguo accordo di terza e sesta in do minore, una sorta di Chaos-Akkord che tornerà in seguito come suono-simbolo. Gli abbozzi di questa introduzione (i soli reperti autografi sopravvissuti della stesura dell’oratorio) mostrano come Haydn concepì la rappresentazione del caos come una sovrapposizione di due strati stilisticamente distinti ma intrecciati: uno strato di tipo mottettistico in contrappunto severo e uno in stile di libera fantasia modellato sugli esempi di Carl Philipp Emanuel Bach. A questo secondo strato appartengono gli arpeggi ascendenti in terzine di viole e fagotti, le scale saettanti all’acuto del clarinetto e del flauto, le progressioni cromatiche di oboi e violini. Qui, il modello cosmogonico che informa l’immaginazione sonora di Haydn non è desunto dalla narrazione biblica ma sembra piuttosto ispirarsi a quello suggerito dalla fisica meccanicistica di Newton, all’idea di un intervento ordinatore che si manifesta in un istante attraverso un atto di separazione del distinto dall’indistinto, del finito dall’infinito, oppure a quella – non molto dissimile – della delimitazione di uno spazio intelligibile circoscritto entro l’infinito caotico, resa con la metafora del “compasso demiurgico” nel Paradiso di Milton (VII, 225-227). Dopo cinquantotto battute di metamorfosi si consolida la tonalità di do minore in coincidenza col recitativo di Raffaele. Sullo sfondo, figure discendenti degli archi sono gli estremi sussulti del cataclisma: nel loro lento fluttuare richiamano immagini ispirate all’ipotesi della nebulosa di Kant e Laplace. Alla narrazione dell’arcangelo subentra il coro, pianissimo, fino alle parole «Es werde Licht» («fiat lux»); poi, improvvisa, l’esplosione dell’«Es ward Licht» («fuit lux»), enunciato una sola volta ma prolungato da una formidabile batteria di accordi a piena orchestra di tre misure sulla cadenza di do maggiore: una tonalità che i teorici del XVIII secolo associavano a un’idea di neutra stabilità, in quanto punto mediano tra le patetiche tonalità bemollizzate e le più aspre e dinamiche tonalità coi diesis. I sei giorni della creazione, equamente ripartiti tra I e II Parte dell’oratorio, si svolgono secondo un disegno formale che nelle linee generali resta sostanzialmente identico: una narrazione iniziale, un commento poetico o descrittivo al centro, un inno di preghiera alla fine. La tripartizione rinvia in gran parte alla triplice natura delle fonti testuali del libretto: i passaggi narrativi, intonati dai tre arcangeli, Raffaele, Uriele, Gabriele – rispettivamente basso, tenore, soprano (assente, come sarà anche nelle Stagioni, il contralto solista) – derivano direttamente dalla versione autorizzata della Bibbia inglese; le sezioni più liriche e illustrative, affidate ai solisti in mutevole combinazione fra loro e con il coro, attingono liberamente dal testo di Milton, enfatizzandone l’elemento pittoresco, mentre i cori conclusivi sono spesso parafrasi di salmi. Su questa struttura articolata Haydn innesta la sua consueta inventiva sintattico-formale, che lo porta a sciogliere le segmentazioni troppo rigide e statiche, e a dirottare schemi teoricamente simili su percorsi nuovi e spesso imprevisti, lasciandosi ormai alla spalle il modello convenzionale all’italiana del Ritorno di Tobia, con la sua statica successione di pezzi a sé stanti. Si ascolti ad esempio L’Aria di Uriel e Coro (n. 3): un solo movimento continuo incorpora tanto la cupa visione della notte eterna, in do minore («…Giù nelle profondità dell’abisso»), quanto la radiosa perorazione del coro, in la maggiore («…E un mondo nuovo sorge»). O, ancora, la stretta interazione fra soli e tutti nell’ampio concertato che conclude la Parte I (n. 14: «I cieli narrano la gloria di Dio», uno dei più celebri cori haydniani), dove il concertino dei tre arcangeli si contrappone al tutti delle parafrasi corali sul Salmo XIX, con l’impressionante progressione dei bassi nella parte finale. Altrove, procedimenti già sperimentati da Haydn nelle composizioni sacre e forieri di nuovi sviluppi nelle ultime messe, s’intrecciano al ricalco di stilemi händeliani. Nel Coro «Fate vibrare le corde» (n. 11) l’uso di trombe e timpani e il poderoso fugato centrale sono un chiaro omaggio a Händel, ma tipicamente haydniana è la straordinaria concentrazione espressiva, unita alla massima economia di mezzi, dei passi omofonici. Nei recitativi accompagnati e in alcuni dei pezzi chiusi Haydn ricorre a tutte le risorse timbriche dell’ultimo stile orchestrale maturato con le Sinfonie Londinesi per assecondare il ridondante gusto descrittivo della prosa di van Swieten. Nel Recitativo n. 4 («E Dio creò il firmamento») l’orchestra evoca, in rapida successione, tempesta, nubi, tuoni, lampi, pioggia, grandine e neve; nell’Aria di Gabriele n. 16, l’aquila, l’allodola, la colomba e l’usignolo. Nel celebre Recitativo n. 22 che descrive la creazione degli animali («Subito si apre il grembo della terra») figurae musicali precise danno un risalto sonoro e quasi visivo al «leone che ruggisce», all’agile tigre, al «nobile destriero», alla moltitudine di insetti e ai vermi che «strisciano a terra in lunghe file». E nell’Aria seguente (n. 23), un fortissimo di fagotti e controfagotto nel registro più grave possibile sottostà alle parole «den Boden drückt der Tiere Last» («il peso degli animali imprime il suolo»). Nei momenti dove il descrittivismo del testo cede il passo ad accenti più lirici ed evocativi anche la rappresentazione musicale si fa più sottile e astratta: nell’Aria «In turbini di onde spumeggianti» (n. 7) veloci quartine di semicrome e balzi sino a due ottave degli archi rendono l’idea dell’agitazione marina in contrasto col placido fluire di terzine che accompagna il «largo fiume attraverso la pianura». Nel Recitativo di Uriele (n. 13: «Pieno di splendore») sonorità luminose preparano il sorgere del sole, mutandosi a poco a poco nell’alone misterioso che contorna la luna. Al termine della Parte II i brani n. 27-29 formano un blocco unitario senza interruzioni, con due cori che incorniciano il terzetto degli arcangeli («Verso di Te, o Signore», altra parafrasi del salmo), e una grandiosa doppia fuga finale («La grande opera è compiuta»). Al si bemolle maggiore di questa conclusione si contrappone il mi maggiore dell’inizio della Parte III, preceduto da una breve introduzione in cui predomina i flauti. Il divario fra le due tonalità – un tritono, la massima distanza armonica – sottolinea il cambiamento di registro nel passaggio dalla narrazione cosmogonica alla contemplazione del Paradiso terrestre, quasi una chiosa del Recitativo di Uriele (n. 30): «Dalla volta celeste… scende sulla terra». Protagonisti sono ora Adamo ed Eva, a cui prestano voce il basso e il soprano solisti, mentre solo il tenore dei tre arcangeli rimane. Dopo le rapide articolazioni e la volubile versatilità di toni delle parti precedenti, l’ultima parte dell’oratorio appare di concezione monumentale ed estatica, ed è in gran parte costituita da due cori di ampie dimensioni. Il primo, in do maggiore, incorpora il duetto in cui Adamo ed Eva manifestano la loro meraviglia dinanzi alle bellezze del creato (n. 31). Ancora un duetto di Adamo ed Eva, questa volta soli («Cara sposa»), dall’andamento di danza popolaresca che sembra adombrare una parentela col Papageno e Papagena del Flauto magico. Infine un Coro con i solisti (n. 35: «Che tutte le voci cantino») conclude l’opera in un luminoso si bemolle maggiore, la tonalità di molte messe di Haydn, tradizionalmente associata all’espressione dell’eccelso e della speranza. Andrea Lanza Musicologo, già docente del Conservatorio di Torino, Andrea Lanza è nato a Pecetto Torinese nel 1947. Ha pubblicato libri e saggi su Franz Joseph Haydn (fra cui Haydn, Il Mulino 1999), sulla musica del Novecento e sul rapporto fra storia e analisi musicale, alcuni dei quali sono stati tradotti in spagnolo, inglese, francese. William Blake (1757-1827), The Ancient of Days. Incisione a colori, 1794. Londra, British Museum. Die Schöpfung La Creazione Oratorium in drei Teilen für drei Solostimmen, Chor und Orchester Oratorio in tre parti per tre solisti, coro e orchestra Musik von Franz Joseph Haydn Musica di Franz Joseph Haydn Text nach John Miltons Epos Paradise Lost, deutsche Übersetzung von Gottfried van Swieten Testo tratto dal poema epico Paradiso perduto di John Milton, traduzione tedesca di Gottfried van Swieten Gabriel und Eva Sopran Uriel Tenor Raphael und Adam Bass Erster Teil Gabriele ed Eva Soprano Uriele Tenore Raffaele e Adamo Basso Prima Parte { 1. Ouvertüre. Die Vorstellung des Chaos } { 1. Ouverture. La rappresentazione del caos } { 2. Rezitativ und Chor } raphael Im Anfange schuf Gott Himmel und Erde, und die Erde war ohne Form und leer; und Finsternis war auf der Fläche der Tiefe. { 2. Recitativo e Coro } raffaele In principio Dio creò il cielo e la terra, e la terra era informe e deserta, e le tenebre ricoprivano l’abisso. chor Und der Geist Gottes schwebte auf der Fläche der Wasser, und Gott sprach: es werde Licht! Und es ward Licht. coro E lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie dell’acqua, e Dio disse: la luce sia! E la luce fu. uriel Und Gott sah das Licht, dass es gut war, und Gott schied das Licht von der Finsternis. uriele E Dio vide che la luce era cosa buona, e separò la luce dalle tenebre. { 3. Arie und Chor } uriel Nun schwanden vor dem heiligen Strahle des schwarzen Dunkels gräuliche Schatten, der erste Tag entstand. Verwirrung weicht, und Ordnung keimt empor. Erstarrt entflieht der Höllengeister Schar { 3. Aria e Coro } uriele Allora scomparvero dinnanzi ai raggi divini le ombre cupe delle tenebre: sorgeva il primo giorno. Il caos si dilegua e nasce l’ordine. in des Abgrunds Tiefen hinab zur ewigen Nacht. La schiera degli spiriti infernali fugge impietrita giù nelle profondità dell’abisso verso la notte eterna. chor Verzweiflung, Wut und Schrecken begleiten ihren Sturz. Und eine neue Welt entspringt, auf Gottes Wort. coro Disperazione, ira e spavento accompagnano la loro caduta. E un nuovo mondo sorge dalla parola del Signore. { 4. Rezitativ } raphael Und Gott machte das Firmament, und teilte die Wasser, die unter dem Firmament waren, von den Gewässern, die über dem Firmament waren; und es ward so. Da tobten brausend heftige Stürme; wie Spreu vor dem Winde, so flogen die Wolken. Die Luft durchschnitten feurige Blitze, und schrecklich rollten die Donner umher. Der Flut entstieg auf sein Geheiß der allerquikkende Regen, der allverheerende Schauer, der leichte, flockige Schnee. { 4. Recitativo } raffaele E Dio creò il firmamento, e separò le acque che erano sotto il firmamento dalle acque che erano sopra il firmamento, e così avvenne. E allora violente tempeste infuriarono fragorose; le nuvole si muovevano come polvere al vento, lampi di fuoco attraversavano l’aria e tutt’intorno rimbombavano paurosamente i tuoni. Al Suo comando, nacquero dai flutti la pioggia vivificatrice, la grandine distruttrice, la neve dai fiocchi leggeri. { 5. Solo mit Chor } gabriel Mit Staunen sieht das Wunderwerk der Himmelsbürger frohe Schar, und laut ertönt aus ihren Kehlen des Schöpfers Lob, das Lob des zweiten Tags. { 5. Solista con Coro } gabriele L’allegra schiera dei beati guarda stupita l’opera meravigliosa, e forte risuona dalle loro voci un canto di lode al Creatore, il canto di lode del secondo giorno. coro Und laut ertönt aus ihren Kehlen des Schöpfers Lob, das Lob des zweiten Tags. coro E forte risuona dalle loro voci un canto di lode al Creatore, il canto di lode del secondo giorno. { 6. Rezitativ } raphael Und Gott sprach: es sammle sich das Wasser unter dem Himmel zusammen an einem Platz, und es erscheine das trockne Land; und es ward so. Und Gott nannte das trockne Land: „Erde“, und die Sammlung der Wasser nannte er „Meer“; und Gott sah, dass es gut war. { 6. Recitativo } raffaele E Dio disse: le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto; e così avvenne. E Dio chiamò l’asciutto “terra” e la massa delle acque “mare”; e Dio vide che era cosa buona. raphael Rollend in schäumenden Wellen bewegt sich ungestüm das Meer. Hügel und Felsen erscheinen, der Berge Gipfel steig empor. { 7. Arie } raffaele In turbini di onde spumeggianti si agita il mare impetuoso. Appaiono colline e rocce, le vette dei monti si innalzano. { 7. Aria } Die Fläche, weit gedehnt, durchläuft der breite Strom in mancher Krümme. Leise rauschen gleitet fort im stillen Tal der helle Bach. Un largo fiume attraversa la vasta pianura con grandi curve. Sommesso scorre il limpido ruscello nella valle tranquilla. { 8. Rezitativ } gabriel Und Gott sprach: es bringe die Erde Gras hervor, Kräuter, die Samen geben, und Obstbäume, die Früchte bringen ihrer Art gemäß, die ihren Samen in sich selbst haben auf der Erde; und es ward so. { 8. Recitativo } gabriele E Dio disse: che la terra produca erba, piante che diano semi e alberi da frutto, che facciano frutti sulla terra ciascuno secondo la sua specie e che abbiano essi stessi seme; e così avvenne. { 9. Arie } gabriel Nun beut die Flur das frische Grün dem Auge zur Ergötzung dar, den anmutsvollen Blick erhöht der Blumen sanfter Schmuck. Hier duften Kräuter Balsam aus, hier sprosst den Wunden Heil. Die Zweige krümmt der goldnen Früchte Last; hier wölbt der Hain zum kühlen Schirme sich, den steilen Berg bekrönt ein dichter Wald. { 9. Aria } gabriele Ora i campi offrono allo sguardo una piacevole, fresca coltre verde. Il delicato splendore dei fiori rende la vista ancor più gradevole. Qui le piante emanano un profumo balsamico, qui germoglia l’erba che risana le ferite. I rami si curvano sotto il peso dei frutti d’oro; qui il bosco s’inarca in una fresca volta, una folta foresta corona il monte scosceso. { 10. Rezitativ } uriel Und die himmlischen Heerscharen verkündigten den dritten Tag, Gott preisend und sprechend: { 10. Recitativo } uriele E le legioni celesti annunciarono il terzo giorno, lodando Dio e dicendo: { 11. Chor } chor Stimmt an die Saiten, ergreift die Leier, lasst euren Lobgesang erschallen! Frohlocket dem Herrn, dem mächtigen Gott, denn er hat Himmel und Erde bekleidet in herrlicher Pracht! { 11. Coro } coro Fate vibrare le corde, prendete le lire, fate risuonare il vostro canto di lode! Glorificate il Signore, Dio onnipotente, poiché Egli ha rivestito cielo e terra di magnifico splendore! { 12. Rezitativ } uriel Und Gott sprach: es sei’n Lichter an der Feste des Himmels, um den Tag von der Nacht zu scheiden und Licht auf der Erde zu geben, und es sei’n diese für Zeichen und für Zeiten und für Tage und für Jahre. Er machte die Sterne gleichfalls. { 12. Recitativo } uriele E Dio disse: ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte e per dare luce alla terra, e servano come segnali e a scandire le stagioni, i giorni e gli anni. E creò anche le stelle. { 13. Rezitativ } uriel In vollem Glanze steigt jetzt die Sonne strahlend auf, ein wonnevoller Bräutigam, ein Riese stolz und froh, zu rennen seine Bahn. Mit leisem Gang und sanftem Schimmer schleicht der Mond die stille Nacht hindurch. den ausgedehnten Himmelsraum ziert ohne Zahl der hellen Sterne Gold. Und die Söhne Gottes verkündigten den vierten Tag mit himmlischem Gesang, seine Macht ausrufend also: { 13. Recitativo } uriele Pieno di splendore sorge ora il sole radioso, uno sposo pieno di gioia, un gigante fiero ed allegro che percorre la sua via. Con passo lieve e un tenue barlume scivola la luna nella notte silenziosa. Il bagliore splendente di infinite stelle illumina gli sconfinati spazi celesti. E i figli di Dio annunciarono il quarto giorno con un canto celestiale proclamando così la Sua potenza: { 14. Chor mit Soli } chor Die Himmel erzählen die Ehre Gottes, und seiner Hände Werk zeigt an das Firmament. { 14. Coro con Solisti } coro I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle Sue mani appare nel firmamento. gabriel, uriel und raphael Dem kommenden Tage sagt es der Tag, die Nacht, die verschwand, der folgenden Nacht. gabriele, uriele e raffaele Lo dice il giorno al giorno successivo, la notte che è scomparsa alla notte che segue. chor Die Himmel erzählen die Ehre Gottes, und seiner Hände Werk zeigt an das Firmament. coro I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle Sue mani appare nel firmamento. gabriel, uriel und raphael In alle Welt ergeht das Wort, jedem Ohre klingend, keiner Zunge fremd. gabriele, uriele e raffaele Queste parole si diffondono nel mondo intero, risuonano in ogni orecchio, familiari a ogni lingua. chor Die Himmel erzählen die Ehre Gottes, und seiner Hände Werk zeigt an das Firmament. coro I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle Sue mani appare nel firmamento. Maarten de Vos (1532 - 1603), Dio crea i pesci nel mare e gli uccelli nel cielo. Olio su rame, 1600-1602. Zweiter Teil Seconda Parte { 15. Rezitativ } gabriel Und Gott sprach: es bringe das Wasser in der Fülle hervor webende Geschöpfe, die Leben haben, und Vögel, die über der Erde fliegen mögen in dem offenen Firmamente des Himmels. { 15. Recitativo } gabriele E Dio disse: le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sulla terra negli spazi del firmamento celeste. { 16. Arie } gabriel Auf starkem Fittiche schwingt sich der Adler stolz und teilt die Luft im schnellsten Fluge zur Sonne hin. Den Morgen grüßt der Lerche frohes Lied, und Liebe girrt das zarte Taubenpaar. Aus jedem Busch und Hain erschallt der Nachtigallen süße Kehle. Noch drückte Gram nicht ihre Brust, noch war zur Klage nicht gestimmt ihr reizender Gesang. { 16. Aria } gabriele L’aquila si libra fiera con ali possenti e fende l’aria col suo rapido volo verso il sole. Il canto lieto dell’allodola saluta il mattino e una tenera coppia di colombi tuba con amore. Da ogni cespuglio e boschetto risuona il dolce canto degli usignoli. La pena non opprimeva ancora i loro cuori, il loro canto ammaliante non aveva ancora un tono lamentoso. { 17. Rezitativ } raphael Und Gott schuf große Walfische und ein jedes lebende Geschöpf, das sich bewegt, und Gott segnete sie, sprechend: seid fruchtbar alle, mehret euch, bewohner der Luft, vermehret euch und singt auf jedem Aste! Mehret euch, ihr Flutenbewohner, und füllet jede Tiefe! Seid fruchtbar, wachset, mehret euch, erfreuet euch in eurem Gott! { 17. Recitativo } raffaele E Dio creò grandi balene e tutte le creature che si muovono, e Dio le benedisse dicendo: siate tutti fecondi, moltiplicatevi, abitanti del cielo, moltiplicatevi e cantate su ogni ramo! Moltiplicatevi, abitanti dei flutti, e riempite ogni abisso! Siate fecondi, crescete, moltiplicatevi, e rallegratevi nel vostro Dio! { 18. Rezitativ } raphael Und die Engel rührten ihr’ unsterblichen Harfen und sangen die Wunder des fünften Tags. { 18. Recitativo } raffaele E gli angeli suonarono le loro arpe immortali e cantarono i miracoli del quinto giorno. { 19. Terzett } { 19. Terzetto } gabriele Leggiadre ed eleganti appaiono adorne di un fresco manto verde gabriel In holder Anmut stehn, mit jungem Grün geschmückt, die wogigten Hügel da. Aus ihren Adern quillt in fließendem Kristall der kühlende Bach hervor. le morbide colline. Dalle loro vene sgorga come cristallo che scorre il ruscello rinfrescante. uriel In frohen Kreisen schwebt, sich wiegend in der Luft, der munteren Vögel Schar. Den bunten Federglanz erhöht im Wechselflug das goldene Sonnenlicht. uriele Si libra in cerchi festosi, oscillando nell’aria, lo stormo vivace degli uccelli. Lo scintillio delle piume colorate si ravviva nel volo alla luce dorata del sole. raphael Das helle Nass durchblitzt der Fisch und windet sich im steten Gewühl umher. Vom tiefsten Meeresgrund wälzet sich Leviathan auf schäumenden Well’ empor. raffaele Nell’acqua limpida guizzano i pesci e si aggirano qua e là in frenetico trambusto. Dalle profondità del mare sale il Leviatano fino alle onde spumeggianti. gabriel, uriel und raphael Wie viel sind deiner Werk’, o Gott! Wer fasset ihre Zahl? Wer, o Gott! Wer fasset ihre Zahl? gabriele, uriele e raffaele Quante sono le tue opere, Dio! Chi può immaginarne il numero? Chi, o Dio! Chi può immaginarne il numero? { 20. Terzett und Chor } gabriel, uriel, raphael und chor Der Herr ist groß in seiner Macht, und ewig bleibt sein Ruhm. { 20. Terzetto e Coro } gabriele, uriele, raffaele e coro Il Signore è grande nella Sua potenza e la Sua gloria rimarrà in eterno. { 21. Rezitativ } raphael Und Gott sprach: Es bringe die Erde hervor lebende Geschöpfe nach ihrer Art: Vieh und kriechendes Gewürm und Tiere der Erde nach ihren Gattungen. { 21. Recitativo } raffaele E Dio disse: La terra produca creature viventi secondo la loro specie: bestie, rettili e animali terrestri secondo il loro genere. { 22. Rezitativ } raphael Gleich öffnet sich der Erde Schoß und sie gebiert auf Gottes Wort Geschöpfe jeder Art, in vollem Wuchs und ohne Zahl. Vor Freude brüllend steht der Löwe da. Hier schießt der gelenkige Tiger empor. Das zack’ge Haupt erhebt der schnelle Hirsch. mit fliegender Mähne springt und wieh’rt { 22. Recitativo } raffaele Subito si apre il grembo della terra e obbedendo alla parola divina genera creature di ogni specie, compiutamente formate e innumerevoli. Ecco il leone che ruggisce fiero. Qui l’agile tigre spicca il balzo. Il cervo veloce alza il capo irto di corna. Il nobile destriero, criniera al vento, voll Mut und Kraft das edle Roß. Auf grünen Matten weidet schon das Rind, in Herden abgeteilt. Die Triften deckt, als wie gesät, das wollenreiche sanfte Schaf, wie Staub verbreitet sich in Schwarm und Wirbel das Heer der Insekten. In langen Zügen kriecht am Boden das Gewürm. s’impenna e nitrisce forte e impetuoso. Sui prati verdi già pascolano i buoi, divisi in mandrie. I pascoli sono pieni di pecore miti, coperte di lana; come polvere irrompe in sciami vorticosi una moltitudine di insetti. Vermi strisciano a terra in lunghe file. { 23. Arie } raphael Nun scheint in vollem Glanze der Himmel, nun prangt in ihrem Schmucke die Erde. Die Luft erfüllt das leichte Gefieder, die Wasser schwellt der Fische Gewimmel, den Boden drückt der Tiere Last. Doch war noch alles nicht vollbracht. Dem Ganzen fehlte das Geschöpf, das Gottes Werke dankbar sehn, des Herren Güte preisen soll. { 23. Aria } raffaele Ora il cielo riluce in tutto il suo splendore, ora la terra risplende nel suo fulgore. L’aria è piena di piume leggere, il turbinio dei pesci agita le acque, il peso degli animali imprime il suolo. Ma non tutto è ancora compiuto. Al tutto manca una creatura, che grata ammiri l’opera di Dio e lodi la bontà del Signore. { 24. Rezitativ } uriel Und Gott schuf den Menschen nach seinem Ebenbilde, nach dem Ebenbilde Gottes schuf er ihn. Mann und Weib erschuf er sie. Den Atem des Lebens hauchte er in sein Angesicht, und der Mensch wurde zur lebendigen Seele. { 24. Recitativo } uriele E Dio creò l’uomo a Sua immagine, a immagine di Dio lo creò. Lo creò maschio e femmina. Soffiò sul suo volto il respiro della vita e l’uomo divenne anima vivente. { 25. Arie } uriel Mit Würd’ und Hoheit angetan, mit Schönheit, Stärk’ und Mut begabt, dem Himmel aufgerichtet steht der Mensch, ein Mann und König der Natur. Die breit gewölbt’ erhabne Stirn verkünd’t der Weisheit tiefen Sinn, und aus dem hellen Blicke strahlt der Geist, des Schöpfers Hauch und Ebenbild. An seinen Busen schmieget sich für ihn, aus ihm geformt, die Gattin, hold und anmutsvoll. In froher Unschuld lächelt sie, des Frühlings reizend Bild, ihm Liebe, Glück und Wonne zu. { 25. Aria } uriele Pieno di dignità e nobiltà, di bellezza, forza e coraggio, eretto di fronte al cielo sta l’uomo, signore e re della natura. La sua fronte spaziosa e fiera rivela il senso profondo della saggezza, e dal suo sguardo luminoso s’irradia lo spirito, soffio e immagine del Creatore. Al suo petto si stringe la sua sposa, creata per lui e da lui, graziosa e leggiadra. Sorride con innocenza spensierata, incantevole immagine della primavera, e gli promette amore, felicità e diletto. { 26. Rezitativ } raphael Und Gott sah jedes Ding, was er gemacht hatte: und es war sehr gut. Und der himmlische Chor feierte das Ende des sechsten Tages mit lautem Gesang: { 26. Recitativo } raffaele E Dio vide tutto ciò che aveva creato: ed era cosa molto buona. E il coro celeste celebrò la fine del sesto giorno cantando forte: { 27. Chor } chor Vollendet ist das große Werk, der Schöpfer sieht’s und freuet sich. Auch unsre Freud’ erschalle laut, des Herren Lob sei unser Lied! { 27. Coro } coro La grande opera è compiuta, il Creatore la osserva e ne gioisce. Risuoni forte anche la nostra gioia, che il nostro canto sia lode al Signore! { 28. Terzett } { 28. Terzetto } gabriele e uriele Verso di Te, o Signore, si leva ogni sguardo, tutti implorano il Tuo nutrimento. Se Tu apri la mano tutti si saziano. gabriel und uriel Zu Dir, o Herr, blickt alles auf um Speise fleht dich alles an. Du öffnest deine Hand, gesättigt werden sie. raphael Du wendest ab dein Angesicht, da bebet alles und erstarrt. Du nimmst den Odem weg, in Staub zerfallen sie. raffaele Se distogli il Tuo volto, tutto trema e impietrisce. Se manca il Tuo respiro tutto si dissolve in polvere. gabriel, uriel und raphael Den Odem hauchst du wieder aus, und neues Leben sprosst hervor, verjüngt ist die Gestalt der Erd’ an Reiz und Kraft. gabriele, uriele e raffaele Se torni a infondere respiro, ecco che nasce nuova vita, la terra sembra ringiovanita piena di splendore e di forza. chor Vollendet ist das große Werk, des Herren Lob sei unser Lied! Alles lobe seinen Namen, denn er allein ist hoch erhaben! Alleluja! Alleluja! { 29. Chor } { 29. Coro } coro La grande opera è compiuta, che il nostro canto sia lode al Signore! Lodi il Suo nome ogni creatura, poiché Egli solo è l’Altissimo! Alleluia! Alleluia! Albrecht Dürer (1471-1528), Adamo ed Eva. Olio su tavola, 1507. Madrid, Museo del Prado. Dritter Teil Terza Parte { 30. Rezitativ } { 30. Recitativo } uriele Un nuovo, bel mattino spunta tra nubi rosee, destato da dolci suoni. Dalla volta celeste una pura armonia si diffonde e scende sulla terra. Guardate la coppia felice, che cammina tenendosi per mano! Dai loro sguardi traspare un sentimento di ardente gratitudine. Ben presto le loro bocche intoneranno ad alta voce una lode al Creatore; uniamo anche le nostre voci al loro canto. { 31. Duett und Chor } eva und adam Von deiner Güt’, o Herr und Gott, ist Erd’ und Himmel voll. Die Welt, so groß, so wunderbar, ist deiner Hände Werk. { 31. Duetto e Coro } eva e adamo Della Tua bontà, Signore Iddio, sono pieni la terra e il cielo. Il mondo, così grande, così meraviglioso, è opera delle Tue mani. chor Gesegnet sei des Herren Macht, sein Lob erschall’ in Ewigkeit. coro Sia benedetta la potenza del Signore, la Sua lode risuoni in eterno. adam Der Sterne hellster, o wie schön verkündest du den Tag! Wie schmückst du ihn, o Sonne du, des Weltalls Seel’ und Aug’! adamo Tu, più luminosa fra le stelle, con quanta bellezza annunci il giorno! Come lo rendi gradevole, Sole, tu che sei anima e gemma dell’universo! chor Macht kund auf eurer weiten Bahn des Herren Macht und seinen Ruhm! coro Annunciate nel vostro lungo cammino la potenza e la gloria del Signore! eva Und du der Nächte Zierd’ und Trost, und all das strahlend’ Heer, verbreitet überall sein Lob in euerm Chorgesang. eva E tu, che sei ornamento e conforto delle notti, e tutta la schiera scintillante, diffondete ovunque la Sua lode con i vostri cori. adam Ihr Elemente, deren Kraft stets neue Formen zeugt, ihr Dunst und Nebel, adamo Voi elementi, la cui forza genera sempre forme nuove, voi brume e nebbie, uriel Aus Rosenwolken bricht, geweckt durch süßen Klang, der Morgen jung und schön. Vom himmlischen Gewölbe strömt reine Harmonie zur Erde hinab. Seht das beglückte Paar, wie Hand in Hand es geht! Aus ihren Blicken strahlt des heißen Danks Gefühl. Bald singt in lautem Ton ihr Mund des Schöpfers Lob; lasst unsre Stimmen dann sich mengen in ihr Lied. die der Wind versammelt und vertreibt: che il vento ora raduna ora disperde: eva, adam und chor Lobsinget alle Gott, dem Herrn, groß wie sein Nam’ ist seine Macht. eva, adamo e coro Cantate tutti le lodi di Dio, il Signore, grande come il Suo nome è la Sua potenza. eva Sanft rauschend lobt, o Quellen, ihn! Den Wipfel neigt, ihr Bäum’! Ihr Pflanzen duftet, Blumen haucht Ihm euern Wohlgeruch! eva Lodatelo, sorgenti, mormorando lievi! Voi alberi, chinate le cime! Voi piante odorose, fiori, emanate per lui il vostro buon profumo! adam Ihr, deren Pfad die Höh’n erklimmt, und ihr, die niedrig kriecht, ihr, deren Flug die Luft durschschneid’t, und ihr im tiefen Nass: adamo Voi, i cui sentieri raggiungono le vette, e voi, che strisciate in basso, voi, che fendete l’aria in volo, e voi nelle acque profonde: eva, adam und chor Ihr Tiere, preiset alle Gott! Ihn lobe, was nur Odem hat! eva, adamo e coro Voi animali tutti, glorificate Dio! Lo lodi tutto ciò che respira! eva und adam Ihr dunklen Hain’, ihr Berg’ und Tal’, ihr Zeugen unsres Danks, ertönen sollt ihr früh und spät von unserem Lobgesang. eva e adamo Voi boschetti oscuri, monti e vallate, voi, testimoni della nostra gratitudine, dovrete risuonare in ogni tempo del nostro canto di lode. chor Heil dir, o Gott, o Schöpfer, Heil! Aus deinem Wort entstand die Welt, Dich beten Erd’ und Himmel an, wir preisen Dich in Ewigkeit! coro Gloria a Te, o Dio! Creatore, gloria! Il mondo è sorto dalla tua parola, Ti adorano terra e cielo, noi Ti glorifichiamo per l’eternità! adam Holde Gattin, dir zur Seite fließen sanft die Stunden hin. Jeder Augenblick ist Wonne, keine Sorge trübet sie. { 32. Rezitativ } adamo Amata sposa, accanto a te le ore trascorrono dolcemente. Ogni istante è una gioia nessun cruccio può turbarla. { 32. Recitativo } eva Teurer Gatte, dir zur Seite, schwimmt in Freuden mir das Herz. Dir gewidmet ist mein Leben, deine Liebe sei mein Lohn. eva Caro sposo, accanto a te il mio cuore è pieno di felicità. La mia vita è consacrata a te il tuo amore sia la mia ricompensa. adam Der tauende Morgen, o wie ermuntert er! adamo Com’è stimolante il mattino umido di rugiada! eva Die Kühle des Abends, o wie erquicket sie! eva Com’è ritemprante il fresco della sera! adam Wie labend ist der runden Früchte Saft! adamo Com’è rinfrescante Il succo dei frutti maturi! eva Wie reizend ist der Blumen süßer Duft! eva Com’è gradevole il dolce profumo dei fiori! eva und adam Doch ohne dich, was wäre mir… eva e adamo Ma senza di te, che cosa sarebbe per me… adam … der Morgentau, adamo … la rugiada del mattino, eva der Abendhauch, eva il respiro della sera, adam der Früchte Saft, adamo il succo dei frutti, eva der Blumen Duft? eva il profumo dei fiori? eva und adam Mit dir erhöht sich jede Freude, mit dir genieß’ ich doppelt sie, mit dir ist Seligkeit das Leben, dir sei es ganz geweiht! eva e adamo Con te è più grande ogni gioia, con te ne godo doppiamente, con te è beatitudine la vita, che a te sia tutta consacrata! { 34. Rezitativ } uriel O glücklich Paar, und glücklich immerfort, wenn falscher Wahn euch nicht verführt, noch mehr zu wünschen als ihr habt, und mehr zu wissen als ihr sollt! { 34. Recitativo } uriele O coppia felice, felice per sempre, purché non vi lasciate ingannare dall’illusione di possedere più di ciò che avete e di conoscere più di quanto potete! { 35. Chor mit Soli } chor Singt dem Herren, alle Stimmen! Dankt ihm alle seine Werke! Lasst zu Ehren seines Namens Lob im Wettgesang erschallen! Des Herren Ruhm, er bleibt in Ewigkeit! Amen! Amen! { 35. Coro con Solisti } coro Che tutte le voci cantino il Signore! Che tutte le Sue creature gli rendano grazie! Che a gara si cantino lodi In onore del Suo nome! La gloria del Signore rimarrà in eterno! Amen! Amen! Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625) e Peter Paul Rubens (1577-1640), Giardino dell’Eden. L’Aia, Mauritshuis. Antonello Manacorda è Direttore principale della Kammerakademie di Potsdam dal 2010 e Direttore principale dell’Het Gelders Orkest in Olanda a partire dal 2011. È spesso Direttore ospite presso altre realtà, quali la Frankfurt Radio Symphony, la Bbc Philharmonic, la Sydney Symphony e l’Orchestra della Svizzera Italiana. Ha inoltre lavorato con numerose altre orchestre, quali la Staatskapelle Weimar, l’Hamburger Symphoniker e la Scottish Chamber Orchestra. Nella prossima stagione condurrà la Helsinki Philharmonic, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse e la Gothenburg Symphony. Manacorda è ospite regolare del Festival di Aldeburgh, dove ha lavorato nel 2008, 2010 e 2012, mentre dal 2003 al 2006 è stato Direttore artistico per la musica da camera all’Académie Européenne de Musique del Festival di Aix-en-Provence. Il suo primo ingaggio come Direttore principale è avvenuto nel 2006 con i Pomeriggi Musicali di Milano. Si esibisce regolarmente alla Philharmonie di Berlino con la Kap - Kammerakademie Potsdam e al Concertgebouw Amsterdam, sia con la Het Gelders Orkest sia con la Kap. Nel 2014 ha condotto il Ciclo Beethoven con la Kap a Potsdam e un’esecuzione completa del Midsummer Night’s Dream di Mendelssohn, trasmesso in radio, al Concertgebouw con la Het Gelders Orkest. Manacorda è anche impegnato nella registrazione per Sony Classical del ciclo di Sinfonie di Schubert con la Kammerakademie Potsdam. I primi due cd sono stati accolti con grande successo – uno dei due è incluso nei Die Welt’s top-10 cds del 2013. Manacorda è molto attivo anche in campo operistico e vanta un rapporto lavorativo di lunga data con il Teatro La Fenice e con il regista Damiano Michieletto. Alla Fenice ha diretto una nuova produzione del ciclo Mozart-Da Ponte e nel 2015 vi tornerà per condurre Il flauto magico. Prossime produzioni operistiche includono anche Betulia liberata di Mozart con la Kap, l’Otello di Rossini al Theater an der Wien, Il barbiere di Siviglia a Berlino, Don Giovanni a Francoforte, Lucio Silla al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, Le nozze di Figaro a Monaco. Antonello Manacorda è stato membro-fondatore della Mahler Chamber Orchestra, di cui è stato anche vicepresidente e concertatore per otto anni. Una borsa di studio assegnata dalla De Sono ottenuta a Torino, sua città natale, gli ha permesso di perseguire l’obiettivo di diventare direttore d’orchestra dandogli la possibilità di studiare per due anni con Jorma Panula a Helsinki. Il soprano americano Robin Johannsen ha iniziato la sua carriera europea alla Deutsche Oper di Berlino, dove ha fatto parte della compagnia stabile di canto. Per un biennio ha lavorato all’Opera di Lipsia per poi iniziare nel 2008 la carriera come solista. Ha iniziato la stagione 2015-2016 come Kostanze nel Ratto dal serraglio al Musikfest di Brema. È impegnata in concerti haydniani alla Konzerthaus di Berlino con l’Akademie für Alte Musik e con Kammerakademie Potsdam nella Nikolaisaal. Tra gli impegni futuri il debutto al Théâtre Royal de la Monnaie in Brussels come Smorfiosa in una nuova produzione dell’Opera seria di Florian Leopold Gassmann diretta da René Jacobs. Canterà nel Messiah di Händel a Basilea e tornerà alla Staatsoper di Berlino ancora con René Jacobs per Amor vien dal destino di Agostino Steffani. Lo stesso Teatro l’aveva applaudita durante la stagione precedente nel ruolo del titolo di Emma und Eginhard di Telemann. Sempre sotto la guida di René Jacobs ha interpretato il ruolo di Kostanze in tournée e in disco (Harmonia Mundi). Alla Staatsoper di Amburgo ha debuttato come Adina (L’elisir d’amore), alternando ruoli barocchi e mozartiani. Nel 2014 Sony Classical ha pubblicato il suo primo album da solista, In dolce amore, prima registrazione assoluta di arie e cantate di Antonio Caldara eseguite con l’Academia Montis Regalis sotto la direzione di Alessandro De Marchi. Robin Johannsen ha inoltre interpretato Almira di Händel, arie di Vivaldi, la Messa in do minore di Mozart, la Messa in si minore di Bach (con la Rundfunk Sinfonieorchester Berlin diretta da Andrea Marcon) e i Carmina Burana di Orff. È apparsa in dvd in due produzioni di Sigfrido come Waldvogel; la sua discografia comprende anche l’oratorio Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti (Hyperion), un disco con brani di Bach, Telemann e Hertel eseguiti con organo e oboe (New Classical Adventure) e il Messiah di Sven David Sandström diretto da Helmuth Rilling (Carus Verlag). Astro nascente tra i giovani tenori lirici, la voce dell’argentino Juan Francisco Gatell è stata definita luminosa, seducente, elegante ed agile, la sua recitazione drammatica e delicata. È apparso su alcuni dei più importanti palcoscenici d’Europa e d’America: Teatro alla Scala di Milano, Teatro Colòn di Buenos Aires, Los Angeles Opera, Musikverein, Wiener Staatsoper, Théâtre des Champs-Elysées a Parigi, Festival di Salisburgo e ancora a Chicago, New York e Washington. Durante la stagione 2015-2016, Juan Francisco Gatell farà il suo debutto come Don Ramiro nella Cenerentola di Rossini al Teatro dell’Opera di Roma e come Idamante nell’Idomeneo di Mozart all’Opéra national du Rhin a Strasburgo. Inoltre ritorna con due ruoli del suo repertorio di elezione – Ferrando in Cosi fan tutte a Firenze e Don Ottavio nel Don Giovanni con la Nederlandse Opera di Amsterdam (direttore Marc Albrecht, regia di Claus Guth). Nelle precedenti stagioni è apparso al Liceu di Barcellona nel Barbiere di Siviglia e come Ernesto nel Don Pasquale. È tornato al Teatro La Fenice come Don Ottavio nel Don Giovanni e ha fatto il suo debutto al Het Muziektheater di Amsterdam come Cavaliere Belfiore nel Viaggio a Reims. Ricordiamo il suo felice debutto come Tom Rakewell nel Rake’s Progress al Teatro La Fenice; Lucia di Lammermoor a Milano; Il barbiere di Siviglia alla Royal Opera House di Mascate (Oman), al Colón di Buenos Aires e alla Wiener Staatsoper; Falstaff a Los Angeles, Maometto II a Roma, Don Giovanni a Washington, Cosi fan tutte a Madrid e a Bruxelles, Don Pasquale a Tolosa, Poppea e Nerone di Monteverdi a Madrid, Roméo et Juliette al Festival di Salisburgo, I Capuleti e i Montecchi al Théâtre des Champs-Elysées. Tra i dvd segnaliamo la produzione del Festival di Salisburgo di Roméo et Juliette, con Anna Netrebko e Rolando Villazón (Deutsche Grammophon), Il burbero di buon cuore (Dynamic), Don Pasquale (Arthaus Musik), Il viaggio a Reims, ripreso al Teatro alla Scala (Vox Imago) e Il barbiere di Siviglia al Rossini Opera Festival. Tra le varie registrazioni discografiche si ricordano: Otello con la Chicago Symphony e Don Pasquale dal Festival di Ravenna entrambi diretti da Riccardo Muti (Arthaus-Musik), il Requiem di Mozart con l’Orchestra della Toscana diretta da Gianluigi Gelmetti (Accademia Musicale Chigiana), come Beppe nei Pagliacci al Teatro Carlo Felice sotto al direzione di Bruno Bartoletti. Nato a Dresda, Stephan Loges si aggiudicò giovanissimo la vittoria della Wigmore Hall International Song Competition (1999). Ha tenuto concerti in tutto il mondo, esibendosi regolarmente, oltre che alla Wigmore Hall di Londra, alla Carnegie Hall di New York, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Wiener Konzerthaus, al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, su Bbc Radio 3 e nell’ambito delle Vocal Arts Series a Washington. Interpreterà Golaud (Pelléas et Mélisande), il Requiem di Mozart, la Passione secondo Matteo di Bach in una tournée europea con il Monteverdi Choir e sir John Eliot Gardiner, Trulove nel Rake’s Progress. L’attività pregressa l’ha visto prendere parte al War Requiem di Britten a Melbourne e Sapporo, alla Messa in do minore di Mozart in Portogallo, alla Sinfonia n. 9 di Beethoven; ha interpretato le tre Canzoni cinesi di Penderecki, Mauregato in Alfonso und Estrella di Schubert con Ivor Bolton, L’Enfance du Christ di Berlioz con Robin Ticciati, Walpurgisnacht a Firenze. Di Haydn ha interpretato la Creazione (con la Iceland Symphony, con la Mozarteumorchester di Salisburgo e con la Kammerakademie di Potsdam), Le Stagioni (Semperoper di Dresda), Le ultime sette parole di Cristo sulla croce (Bergen Philharmonic), Stabat Mater (Ensemble Orchestral de Paris e Fabio Biondi). Stephan Loges ha eseguito le Cantate di Bach con Eliot Gardiner e le Passioni con il Gabrieli Consort e Paul McCreesh (registrate per Deutsche Grammophon). Ha debuttato ai Bbc Proms nel 2002 nella Passione secondo Matteo diretta da Trevor Pinnock; di Bach ha inoltre eseguito l’Oratorio di Natale sotto la guida di Vladimir Jurowskij e la Messa in si minore a Lipsia. La sua carriera come interprete lirico l’ha visto esibirsi come Bégearss nella Mère coupable di Milhaud (Theater an der Wien), come Bruno in Parthenogenesis di Macmillan (Royal Opera House Covent Garden), come Moritz in Frühlings Erwachen di Mernier (Opéra national du Rhin), come Wolfram in Tannhäuser e Papageno in Die Zauberflöte (La Monnaie), come Bill in The Rise and Fall of the City of Mahagonny (Edinburgh International Festival) e come Argenio nell’Imeneo di Händel (Academy of Ancient Music). È stato membro del Dresden Kreuzchor prima di studiare alla Hochschule der Kunste di Berlino e alla Guildhall School of Music and Drama di Londra. Claudio Fenoglio, nato nel 1976, si è diploma to presso i Conservatori di Torino e Cuneo con il massimo dei voti e la lode in Pianoforte e in Mu sica corale e direzione di coro ed è inoltre laureato in Composizione. Ha studiato principalmente con Laura Richaud, Giorgio Colombo Taccani e Gilberto Bosco, frequentando numerosi corsi di perfezionamento pianistico con Franco Scala. Parallelamente agli studi accademici, ha iniziato, a soli 24 anni, a lavorare regolarmente nel teatro lirico. È stato Altro maestro del coro presso il Teatro Massimo di Palermo affiancando per due anni il maestro Franco Monego; successivamente è stato scelto dal Teatro Regio come Assistente dei maestri Claudio Marino Moretti e Roberto Gabbiani. A partire dal 2007 gli è stata affidata parte della produzione operistico-sinfonica, in alternanza con il direttore principale Roberto Gabbiani. Nel 2010 il Regio lo ha nominato Maestro del coro principale, incarico che mantiene tuttora accanto a quello di Maestro del coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “Giuseppe Verdi”. Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra quali Semyon Bychkov, Gianandrea Noseda, Valerij Gergiev, Pinchas Steinberg, Yutaka Sado, Christo pher Hogwood, Donato Renzetti, Renato Palum bo, Christian Arming, Stefan Anton Reck, Michele Mariotti, Bruno Campanella. Ha partecipato alla realizzazione di prestigiose produzioni dirette da autorevoli registi d’opera come Graham Vick, Lau rent Pelly, Willy Decker, Hugo de Ana, Andrei Kon chalovsky, Damiano Michieletto, Davide Livermore, Mario Martone, Ettore Scola, Michele Placido, Calixto Bieito, Kasper Holten, Giuliano Montaldo, David McVicar. Austria (Wiener Konzerthaus), Francia (al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi). Nell’estate del 2010 ha tenuto una trionfale tournée in Giappone e in Cina con Traviata e Bohème, un successo ampiamen te bissato nel 2013 con il Regio Japan Tour. Dopo le prime tournée a San Pietroburgo ed Edimburgo, nello scorso mese di dicembre si è tenuto il primo tour in America con appuntamenti a Chicago, To ronto, Ann Arbor (nel Michigan) e New York (Car negie Hall, Onu). L’Orchestra e il Coro del Teatro figurano oggi nei video di alcune delle più interessanti produzioni delle ultime Stagioni: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur, Boris Godunov, Un ballo in maschera, I Vespri siciliani e Don Carlo. Tra le incisioni discografiche più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, figurano il cd Fiamma del Belcanto con Diana Damrau (WarnerClassics/ Erato), due cd verdiani con Rolando Villazón e Anna Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando D’Arcangelo (Deutsche Grammophon); Chandos ha pubblicato Quattro pezzi sacri di Verdi e, nell’ambito della collana «Musica Italiana», due album dedicati a Goffredo Petrassi. L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del com plesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti numerosissimi concerti e molte storiche produzio ni operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner e le prime assolute di Manon Le scaut e La bohème di Puccini. Nel corso della sua lunga storia ha dimostrato una spiccata duttilità nell’affrontare il grande reper torio così come molti titoli del Novecento, anche in prima assoluta, come Gargantua di Corghi e Leggen da di Solbiati. L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri e alla guida del complesso si sono alternati diret tori di fama internazionale come Roberto Abba do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, Gelmetti, Gergiev, Luisotti, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infine Gianandrea Noseda, che dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi com pagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca, del Mariinskij di San Pietroburgo e del Teatro alla Scala di Milano. Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri; negli ultimi anni, in particolare, è stata ospite con il maestro Noseda in Germania (Wiesbaden, Dresda), Spagna (Madrid, Oviedo, Saragoza e altre città), Fondato alla fine dell’Ottocento e ricostituito nel 1945 dopo il secondo conflitto mondiale, il Coro del Teatro Regio è uno dei maggiori cori teatrali euro pei. Sotto la guida di Bruno Casoni (1994-2002) ha raggiunto un alto livello internazionale, dimostrato anche dall’esecuzione dell’Otello di Verdi sotto la guida di Claudio Abbado e dalla stima di Semyon Bychkov che, dopo averlo diretto al Regio nel 2002 per la Messa in si minore di Bach, lo ha invitato a Colonia per l’incisione della Messa da Requiem di Verdi ed è tornato a coinvolgerlo nel 2012 in un con certo brahmsiano con l’Osn Rai. Il Coro del Regio è stato diretto successivamente da Roberto Gabbiani, che ne ha incrementato ulteriormente lo sviluppo artistico, mentre nel novembre 2010 l’incarico è sta to assegnato a Claudio Fenoglio. Oltre alla Stagione d’Opera, il Coro svolge una significativa attività concertistica e figura in diverse registrazioni discografiche, ultime delle quali Boris Godunov di Musorgskij, Un ballo in maschera, I Vespri siciliani e Quattro pezzi sacri di Verdi, infine Magnificat e Salmo IX di Petrassi con l’Orchestra del Regio diretta da Gianandrea Noseda. Il Coro ha preso parte alle numerose tournée del Teatro Regio in tutta Europa, nelle due trasferte in Oriente (in Cina e Giappone nel 2010 e a Tokyo nel 2013) e in Nord America. Teatro Regio Walter Vergnano, Sovrintendente Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico Gianandrea Noseda, Direttore musicale Orchestra Violini primi Stefano Vagnarelli• Marina Bertolo Claudia Zanzotto Giorgia Burdizzo Miriam Maltagliati Paolo Manzionna Alessio Murgia Marta Tortia Giuseppe Tripodi Roberto Zoppi Violini secondi Marco Polidori• Tomoka Osakabe Silvana Balocco Maurizio Dore Anna Rita Ercolini Silvio Gasparella See Heo See Anselma Martellono Viole Enrico Carraro• Gustavo Fioravanti Maria Elena Eusebietti Alma Mandolesi Franco Mori Giuseppe Zoppi Violoncelli Relja Lukic• Davide Eusebietti Alfredo Giarbella Luisa Miroglio Marco Mosca Contrabbassi Davide Botto• Atos Canestrelli Michele Lipani Stefano Schiavolin Flauti Federico Giarbella• Maria Siracusa Roberto Baiocco Oboi Luigi Finetto• Stefano Simondi Clarinetti Luigi Picatto• Andrea Scaffardi Fagotti Carmen Maccarini• Sofia Haydee Almanza Saavedra Controfagotto Orazio Lodin Corni Natalino Ricciardo• Eros Tondella Trombe Sandro Angotti• Paolo Paravagna Tromboni Gianluca Scipioni• Enrico Avico Marco Tempesta Timpani Ranieri Paluselli• Fortepiano Giulio Laguzzi •Prime parti Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano, Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.), Relja Lukic (violoncello Francesco Celoniato, Torino 1732) e Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano 1751). Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola. Coro Soprani Nicoletta Baù Anna Maria Borri Sabrina Boscarato Eugenia Braynova Serafina Cannillo Valentina Coladonato Eugenia Degregori Alessandra Di Paolo Manuela Giacomini Rita La Vecchia Paola Isabella Lopopolo Lyudmyla Porvatova Pierina Trivero Mezzosoprani / Contralti Shiow-hwa Chang Ivana Cravero Maria Di Mauro Rossana Gariboldi Elena Induni Naoko Ito Antonella Martin Raffaella Riello Teresa Uda Barbara Vivian Tenori Janos Buhalla Marino Capettini Gian Luigi Cara Antonio Coretti Luis Odilon Dos Santos Giancarlo Fabbri Roberto Guenno Leopoldo Lo Sciuto Vito Martino Matteo Mugavero Dario Prola Gualberto Silvestri Franco Traverso Valerio Varetto Baritoni / Bassi Leonardo Baldi Mauro Barra Lorenzo Battagion Enrico Bava Massimo Di Stefano Riccardo Mattiotto Davide Motta Fré Franco Rizzo Enrico Speroni Vincenzo Vigo © Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 1 QUATTRO FAVOLE PER SOGNARE A OCCHI APERTI Abbonamento gratuito per gli under 16. Gli adulti pagano la metà. SOGNARE CONVIENE Abbonamento a 2 spettacoli a scelta tra: La piccola volpe astuta, La Cenerentola, La donna serpente, Pollicino. Gli abbonamenti per gli under 16 sono gratuiti, fino a un massimo di 2 per ogni adulto pagante. Il prezzo dell’abbonamento per gli adulti ha uno sconto di circa il 50% rispetto al costo dei singoli biglietti. Info: Biglietteria - Tel. 011.8815.241/242 e www.teatroregio.torino.it ©2015_iConcerti_pagina_Aida_168x240.pdf ©2015_iConcerti_pagina_Aida_168x240.pdf C M C M Y CM MY Y CY CM CMY MY K CY CMY K 1 1 25/09/15 13:40 25/09/15 13:40