Monaco: gli anni dell`Accademia München: die
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Monaco: gli anni dell`Accademia München: die
Monaco: gli anni dell’Accademia Il 9 ottobre 1876 Gottfried Hofer viene immatricolato all’Accademia di Arti Figurative di Monaco. Il pittore ha 18 anni e si è appena lasciato alle spalle la casa di via Museo a Bolzano dove ha sede la pasticceria dei genitori. La scelta di Monaco è la più naturale per un giovane di cultura tedesca: la Germania si è appena unificata sotto la guida della Prussia di Bismarck, ma la Baviera detiene un primato culturale, anche perché vi regna un sovrano destinato a diventare un mito del decadentismo, re Ludwig II di Wittelsbach. Nella capitale del regno confluiscono giovani artisti da tutta l’Europa germanofona, come pure dalla Scandinavia, dalla Russia, dalla Polonia e dall’Ungheria. Anche il Tirolo vi manda le sue giovani leve, in alternativa all’altrettanto prestigiosa Accademia di Vienna. Sarà sotto la guida di Ludwig von Löfftz, artista poliedrico, che Hofer perfezionerà la propria formazione. I disegni conservati nel Museo Civico di Bolzano e nella collezione privata di Fex, eseguiti tra il 1877-1879, ben testimoniano le straordinarie capacità tecniche del giovane Hofer: si tratta di alcune “teste di carattere”, vere e proprie esercitazioni di prassi in Accademia, minutamente rifinite e caratterizzate da un accentuato realismo. Sarà il viaggio in Italia insieme al suo maestro che arricchirà di suggestioni il mondo hoferiano. Le opere di questo periodo mostrano, infatti, una pennellata più sciolta e caratterizzata da un affettuoso realismo. Il biennio 1887-1888 registra nella pittura di Hofer una svolta in senso verista che coincide con due soggiorni a Parigi e a Venezia: il soggiorno parigino è documentato da uno studio dal vero utilizzato per il dipinto Charfreitagsandacht che attesta la diffusione di motivi favrettiani, quello veneziano documentato da paesaggi della laguna e da un acquerello preparatorio all’opera Fischer in den Lagunen, dipinto che gli avvarrà la medaglia di bronzo all’Esposizione Universale dell’Arte di Parigi nel 1889. Sono qui evidenti le suggestioni offerte dai maestri veneziani contemporanei. München: die Studienjahre an der Kunstakademie Am 9. Oktober 1876 lässt sich Gottfried Hofer an der Münchner Akademie für bildende Künste immatrikulieren. Er ist 18 Jahre alt und hat bis dahin in der Museumstraße in Bozen gelebt, wo seine Eltern eine Konditorei besitzen. Der Beschluss, in München zu studieren, ist eine logische Entscheidung für einen Jugendlichen aus dem deutschsprachigen Kulturraum. Wenige Jahre zuvor war – auf Betreiben von Preußen und Bismarck – Deutschland geeint worden, aber auf kulturellem Bereich gab Bayern den Ton an, das zudem unter der Führung des Wittelsbacher Königs Ludwig II. stand, einer Symbolfigur der Dekadenz. In München strömen junge Künstler aus allen deutschsprachigen Ländern Europas zusammen, aber auch aus Skandinavien, Russland, Polen und Ungarn. Auch aus Tirol machen sich angehende Künstler auf den Weg nach München, sofern sie nicht die gleichermaßen prestigeträchtige Wiener Kunstakademie besuchen. Gottfried Hofer vervollkommnet seine Ausbildung bei Ludwig von Löfftz, einem vielseitigen Künstler. Vom außergewöhnlichen Talent Hofers sprechen die zwischen 1877 und 1879 ausgeführten Zeichnungen, die sich heute im Bozner Stadtmuseum und in der Privatsammlung in Fex befinden: Es handelt sich um mehrere „Charakterköpfe“, wahre Stilübungen des Akademieschülers, die sorgfältigst gestaltet und von starkem Realismus geprägt sind. Neue Einflüsse sollte Hofer während der Italienreise mit seinem Lehrer Löfftz in sich aufnehmen. Die Werke aus dieser Zeit zeichnen sich durch eine freiere, lockerere Pinselführung und einen gefälligen Realismus aus. In den Jahren 1887-1888 erfolgt – angeregt durch Aufenthalte in Paris und Venedig – Hofers Bekehrung zum Verismus. Aus der Pariser Zeit stammt eine Naturstudie, die der Maler dann zur Gestaltung des Gemäldes Charfreitagsandacht benutzt hat, dem auch die Übernahme von Favretto lieben Motiven anzumerken ist. Während seines Venedigaufenthalts malt er Lagunenlandschaften und ein Aquarell als Studie zum Gemälde Fischer in den Lagunen, mit dem er auf der Weltausstellung 1889 in Paris mit einer Bronzemedaille ausgezeichnet werden sollte. In diesem Werk klingen deutlich die künstlerischen Einflüsse seiner venezianischen Zeitgenossen an.