Arduino e la Combriccola del Bosco Arduino e la Combriccola del

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Arduino e la Combriccola del Bosco Arduino e la Combriccola del
Testi di Tiziana Morrone
illustrazioni di Angelica Regni
Arduino
e la
Combriccola
del Bosco
Prefazione di Mauro Corona
© 2013 Ouverture Service
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Leggere per mettere le ali
ARDUINO E LA COMBICCOLA DEL BOSCO
Testi: Tiziana Morrone
Illustrazioni di: Angelica Regni
Progetto grafico e impaginazione: Ouverture Service
Ouverture Edizioni
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Prefazione
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Queste poesie a mo’ di filastrocche, o filastrocche in forma di
poesie, hanno l’immediata capacità di sorprendere. Sono nate
per bambini i quali si fermeranno al racconto e, forse, non si
stupiranno. Ma l’adulto sì. L’adulto cui capiterà di leggerle
si riempirà di meraviglia. Ciò che trapela dalle righe, lo
sorprende, non se lo aspetta. Sotto le foglie di una semplicità
creata apposta per i piccoli, si nasconde l’humus di tesori e
messaggi utili agli adulti. “La musica è tra le note” diceva
Mozart. Scorrendo queste fiabe, redatte in ballata di rima, si
vuole arrivare in fondo per sapere come va la storia. Ma ecco
che a un certo punto fa capolino quello che non t’aspetti e che
sorprende. Si narrano, è vero, fatti inerenti animali, uccelli
e bisce, ma che nella vita capitano agli uomini. Uomini il
più delle volte ammantati d’ignoranza, lacuna pagata cara
dagli innocenti. Come nel caso del viperotto che si lamenta
con l’innocua biscia perché l’umano vuole ucciderlo. Con
dovizia di particolari le espone tante buone ragioni per stare
al mondo. La biscia ascolta. Alla fine risponde così: “E io che
dovrei dire? Sono innocua e rischio di morire solo perché ti
assomiglio!” Esprime il disappunto senza rabbia o rivalsa.
Lo fa con uno sbadiglio. E qui esce la musica tra le note,
il messaggio nelle righe. Quello sbadiglio rende grande la
biscia, che non cavalca la sua disgrazia non ne fa un’arma.
Non incolpa nessuno, nemmeno gli ignoranti che la credono
velenosa. Non urla né sbraita contro di loro. Realizza che
pur innocua, rischia bastonate come l’aspide pericoloso.
E si rassegna con uno sbadiglio. Evita di atteggiarsi a
perseguitata innocente. Eppure ne avrebbe buone ragioni.
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Alla fine, con elegante noncuranza, suggerisce al viperotto di
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non lamentarsi, “I tempi stanno per cambiare”. Dice. Voleva
forse assicurarlo che pian piano gli uomini verranno con
migliore educazione e non uccideranno più i viperotti? Può
darsi. Chissà.
In queste pagine compaiono volpi, cervi, istrici, cinghiali,
picchi e beccacce. Vi compare tutta la fauna dell’ Appennino
Toscano. E i boschi, che ospitano tale fauna chiacchierona
e sagace, carezzano i crinali verso l’alto fino ai cieli che
guardano il mare. L’autrice fa agire gli animali con scopo
ben preciso: insegnare ai bambini l’amore per la terra e i
suoi abitanti. L’amore per la natura tutta. Allo stesso tempo,
inventando situazioni particolari, non di rado comiche se pur
a volte tristi, stimola riflessioni sul perdono, la tolleranza,
la carità, l’amicizia, l’amore. Un libro che andrebbe letto da
bambini e adulti, genitori e figli. Se i figli sono piccoli e sanno
appena leggere, godranno queste filastrocche fermandosi
all’avventura narrata. E rideranno. A questo punto i genitori
devono prendere in mano il libro e spiegare, fiaba dopo
fiaba, perché è successo questo e quest’altro. E cosa significa
quel gesto o il talaltro. Allora i bambini si faranno seri poiché
avranno qualcosina in più su cui riflettere. Mediteranno su
ciò che hanno appena sentito e lo terranno a futura memoria.
Quelli più grandi ci arriveranno da soli e capiranno una volta
di più, se fosse necessario e spesso lo è, che la natura va amata
e rispettata come amati e rispettati vanno i propri simili.
Agli adulti invece, questo libro non può che fare bene, forse
più che ai bambini. Distratti dalla vita frenetica, tendiamo
a dimenticare le regole primarie del buon vivere. Qui le
ritroviamo ed è bene tenerle da conto. Queste piccole fiabe
in forma rimata, all’apparenza semplici e descrittive, sono
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invece molto profonde. Insegnano cose importanti senza
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arrogarsi il diritto d’insegnare. Nemmeno si circondano
del blasone presuntuoso di sapere. Queste piccole fiabe
parlano e basta. Cantano canzoni di vita con semplicità quasi
ingenua. Ma non sono né semplici né ingenue come non lo
è la vita. Forse l’autrice nemmeno si rendeva conto, quando
le scriveva, della magia disarmante che contengono. Meglio
così. Il messaggio risulta più vero. Vero e credibile, scevro da
giravolte furbastre e retoriche demagogie. Insegnare senza
puntare il dito, senza false enfasi consolatorie è arte di pochi.
In queste fiabe per tutte le anime, l’arte esiste. E la si trova,
la si sente.
Mauro Corona
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2. Egisto
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5. Palmir
6. Elviro
7. Tino
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11. Rosse
12. Abele
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13. M
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“Fai per bene, Pasquale, attento a non comportarti male,
scappa sempre dal cacciatore ma non far danni al buon fattore!”
Si raccomandò un lontano mattino la mamma al cinghialino.
Il tempo passò e in fretta dimenticò...
Lui è Pasquale e sa fare il cinghiale, sembra tutto normale
ma se continua così finirà presto in salmì.
Arduino il contadino, é furioso e non pochino,
il recinto del suo orto è sdraiato come un morto.
“Nel tuo campo di patate, quante mine son scoppiate?!”
Chiese il nipotino.
“Porca paletta! - Gridò arrabbiato nonno Arduino. È stato Pasquale, quel grosso cinghiale,
gli darò un bel pugno se lo ritrovo con il grugno
sul mio campo di patate! Lo giuro cascasse il mondo!”
Terminò poi furibondo.
Pasquale impertinente, ragionando poco o niente,
in una sera d’estate oltrepassò il campo di patate.
Nell’aia della fattoria una porta aperta spianava la via
e l’ odore del bollito stuzzicò il suo appetito.
Avanzando lento lento, gli zoccoletti tintinnavano sul pavimento,
quando entrò in una sala accogliente, manca poco non gli
venne un accidente
perché si trovò di fronte la moglie del fattore mentre spazzava
senza fare rumore.
La contadina spaventata gli troncò sul muso la granata
e l’ animale con quella mossa capì di averla combinata grossa.
Impaurito col muso sbucciato decise di uscire da dov’ era entrato.
Attento Pasquale, prima o poi finisce male!
Pasquale
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Nella Stessa Collana:
Titolo: La speleologia per grandi e piccini
Le grotte delle Apuane
Autori: Linda Griva, Marco Balestri, Marco Frati,
Marco Marando
Dati: 2012, rilegato Brossura
Pagine: 84
Formato: 16 x 23 cm
Prezzo: € 14,00
ISBN: 978-88-97157-15-1
Titolo: Ma il Calabrone non lo sa
Un paradosso in rima
Autori: Margherita Guerri (Testi)
Valerio Cioni (Illustrazioni)
Dati: 2013, rilegato Brossura
Pagine: 44
Formato: 15 x 21 cm
Prezzo: € 10,00
ISBN: 978-88-97157-21-2
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Finito di stampare nel mese di Dicembre 2013
per conto di Ouverture Edizioni
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Tiziana Morrone
illustrazioni di Angelica Regni
Arduino
e la
Combriccola
del Bosco
Imparare a conoscere gli
animali per imparare a
vivere.
Simpatiche rime narrano
di cinghiali, cervi, tassi,
picchi, beccacce e di tanti
altri animali che popolano i
nostri boschi.
Rime che fanno riflettere
sul valore della tolleranza,
della solidarietà, del
perdono, dell’amicizia e
dell’amore.
€. 13,50
© 2013 Ouverture Service
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