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DOSSIER
Venerdì, 29 maggio 2015
DOSSIER
Venerdì, 29 maggio 2015
Articoli
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 7
Gradisca, Fiamme Gialle negli uffici del Cara
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 18
Lavoro, aumenta del 38% il ricorso ai voucher
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 19
Mostra "War in progress" dell' Istituto d' arte Max Fabiani
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 19
Semolic lascia la presidenza della Skgz
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 19
Zona Franca urbana, mobilitati sindaco e Consiglio comunale
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 21
Automobili e metalli fanno crescere il porto
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 21
In Fincantieri scoppia la grana dei premi
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 21
GoLabor
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 22
La festa segreta di Casa Pound? «Uno scherzo tricolore»
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 29
Museo del San Michele aperto lunedì e martedì
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 29
Presidente dell' Ungheria alla mostra sull' Alberto storto
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 30
Domani consegna progetti Go Labor
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 33
La Romano resti al suo posto
29/05/2015 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 34
Violenza celata dietro un sorriso nel sesto Giardino degli incontri
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 4
Cara, inchiesta bis sul consorzio Il prefetto: devono andarsene
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 4
Il sindaco di Gorizia Romoli: in città ci sono 260 rifugiati
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 4
Mattarella sul dramma profughi: l' Europa parli con una voce sola
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 26
Del Sordi: dagli antifascisti striscioni inaccettabili
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 26
Romoli: «Gorizia città di transito i profughi devono andare...
29/05/2015 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 27
Percorsi di arte e vita per dire no tutti insieme alla violenza sulle donne
29/05/2015 Primorski dnevnik
»Ohraniti vlogo v prostoru, utrditi vezi s lansko bazo«
29/05/2015 Primorski dnevnik
Finanna straa preiskala sedee Connecting People
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Gorizia
Gradisca, Fiamme Gialle negli uffici del Cara
Prelevati hard disk e documenti nell' ambito dell' inchiesta sul consorzio Connecting
People.
GRADISCA La vicenda relativa alla
controversa gestione del Cara di Gradisca si
arricchisce di una nuova puntata. Gli uffici del
centro richiedenti asilo isontino sono stati
visitati dagli uomini della Guardia di Finanza di
Udine, che nelle ultime 48 ore hanno prelevato
una notevole mole di documenti nonché gli
hard disk presenti all' ex caserma Polonio e
riconducibili al consorzio cooperativistico
siciliano Connecting People. Obiettivo,
acquisire registri contabili, fatture, documenti e
registri elettronici sulle presenze degli ospiti al
Cie­Cara tra il 2008 e il 2013.
Un' appendice, dunque, dell' indagine che sta
coinvolgendo Prefettura di Gorizia e
Connecting People, cui sinora erano state
contestate ipotesi di reato sino al 2011. Nella
delega di perquisizione il pm Valentina Bossi
ha dato anche incarico di verificare la
presenza di alcuni tipi di arredo. I materassi
della struttura avrebbero dovuto essere
ignifughi. Questione da accertare: durante
alcune rivolte all' ex Cie i materassi furono dati
alle fiamme.
Nell' ambito delle indagini, su cui c' è il
massimo riserbo, la Procura ha delegato
perquisizioni anche nella sede legale di
Trapani e nell' ufficio amministrativo di Catania della Connecting People, consorzio leader in Italia con la
gestione negli anni di diversi centri immigrati. Nel 2012 le indagini avevano portato al rinvio a giudizio al
tribunale di Gorizia di 13 persone: 11 fra dirigenti e dipendenti Connecting per truffa a danno dello Stato
e inadempienza di pubblica fornitura, e 2 funzionari della Prefettura (il viceprefetto Allegretto e il
ragioniere capo Colafati) per falso materiale e ideologico in atti pubblici. L' ipotesi dei pm è che le
presenze denunciate fossero gonfiate rispetto alla reale presenza di ospiti, e che non fosse garantita
fornitura di alcuni servizi previsti dall' appalto. La Procura ha inteso acquisire ulteriori elementi. Mentre
intanto dipendenti ed ex dipendenti del consorzio, al Piccolo si sono dichiarati «assolutamente
disponibili a collaborare con la magistratura» per tentare di difendere le proprie ragioni (i continui ritardi
nell' erogazione dei salari) e contribuire a dipanare la matassa di un sistema dell' accoglienza arrivato a
un passo dal collasso.
La notizia del blitz delle Fiamme gialle segue di pochi giorni quella delle dimissioni in blocco del Cda di
Connecting. Sul proprio sito il consorzio aveva spiegato che il Cda aveva deciso di dimettersi «avendo
ottemperato al mandato per il risanamento del consorzio e onde evitare lo stato di crisi delle associate».
Appena poche settimane fa i funzionari del Tribunale di Trapani avevano inventariato tutti i beni presenti
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
al Cara in virtù del concordato preventivo con cui la cooperativa cercherà di evitare la morsa dei
creditori, alcuni dei quali sarebbero in qualche modo riconducibili alla stessa Connecting in un
complesso sistema di vasi comunicanti. L' adunanza è convocata il 10 giugno.
Gli ultimi sviluppi non fanno che acuire l' angoscia dei lavoratori che, già senza stipendi, rischiano pure
il posto se Prefettura e consorzio siciliano a breve scioglieranno consensualmente il contratto.
Non vi sono infatti garanzie sul loro riassorbimento, né sulla formula del subentro, né su chi sarà il
prossimo ente gestore. L' assessore provinciale al Lavoro Ilaria Cecot ha annunciato che già stamane
chiederà un incontro al prefetto di Gorizia Zappalorto. Al contempo informerà il sottosegretario al Lavoro
Bellanova, impegnatasi a intercedere per la salvaguardia dei dipendenti, e chiederà spiegazioni al
ministro dell' Interno Alfano attraverso i parlamentari isontini. «Sarebbe gravissimo se venissero
accertati comportamenti scorretti ­ hanno spiegato ieri Cecot e i sindacalisti Miani, Lampe e Zanolla ­.
Da tempo stiamo lanciando l' Sos e confidiamo siano accertate le responsabilità». (l.m.)
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Gorizia
Lavoro, aumenta del 38% il ricorso ai voucher
L' assessore Cecot denuncia: «L' utilizzo dei buoni sta diventando sconsiderato Il timore
è che stiano prendendo il posto dei contratti a tempo determinato»
di Francesco Fain Più 38%. In un solo anno.
Diventa sempre più abituale (l' assessore
provinciale al Lavoro Ilaria Cecot utilizza l'
aggettivo "sconsiderato") il ricorso dei voucher
nel mondo del lavoro. Negli anni precedenti, in
tutta regione (e la nostra provincia non si sottre
al fenomeno), si è progressivamente passati
da meno di 250.000 voucher venduti nel 2009
a 2,7 milioni nel 2013. Una tendenza, secondo
Ires Fvg, che risulta comune all' intero territorio
nazionale: dopo una fase di sperimentazione
iniziata ad agosto 2008 in occasione delle
vendemmie, infatti, l' utilizzo dei buoni­lavoro
ha registrato una crescita esponenziale. La
nostra regione si conferma ai primi posti a
livello nazionale (sesta dopo tutte le grandi
regioni del Nord: Lombardia, Veneto, Emilia­
Romagna, Piemonte e Toscana) con dei valori
decisamente superiori al suo peso
demografico ed economico (nel 2014 il 5,5%
degli oltre 69 milioni di voucher
complessivamente venduti in Italia).
Altri dati importanti: il ricorso al lavoro
accessorio in Friuli Venezia Giulia (e in tutta
Italia) ha riguardato principalmente il terziario:
nel 2014 commercio, servizi e turismo hanno
assorbito oltre la metà del totale dei voucher
(1,9 milioni su 3,8). L' unico settore che ha mostrato una flessione nel 2014 è quello dell' agricoltura (­
7%), ossia proprio il comparto per cui era stato concepito originariamente questo strumento.
«Questi strumenti ­ commenta l' assessore Cecot ­ erano stati introdotti con un nobile intento: far
emergere il lavoro nero. Sino all' anno passato si poteva lavorare per un massimo di 5mila euro l' anno.
Dal 2015 la cifra è salita a 7.500 euro. Peraltro, i voucher, essendo erogati dall' Inps e acquistabili
persino in tabaccheria, sfuggono ai controlli dei Centri per l' impiego. Intendiamoci: l' intendimento
originario non era affatto sbagliato, i voucher nascevano per l' agricoltura e, soprattutto, per i
vendemmiatori. E lo sviluppo successivo che ci preoccupa». Perchè?
«Settemilacinquecento euro l' anno cominciano a diventare una cifra importante e ci viene il sospetto
che i voucher vengano utilizzati per sostituire forme contrattuali che potrebbero essere, invece,
"fornitrici" di maggiori garanzie per il lavoratore».
Insomma, si corre il rischio che i buoni­lavoro prendano gradualmente il posto dei contratti a tempo
determinato.
«Per questo, in occasione del recentissimo incontro a Monfalcone, mi sono sentita di sottoporre la
questione al sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. La sua risposta? Mi ha chiesto di inviarle tutti i
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dati su quest' utilizzo sconsiderato dei voucher. La situazione verrà attentamente monitorata a livello
ministeriale».
Si evidenzia, poi, una sempre maggiore facilità di reperimento dei voucher da parte dei datori di lavoro.
Il canale di vendita principale dei buoni lavoro in regione non è infatti più costituito dalle sedi provinciali
dell' Inps (dove è stato acquistato il 20% dei voucher nel 2014) ma dai tabaccai (che totalizzano il 56%);
a seguire si trovano gli uffici postali e la procedura telematica (entrambi con percentuali di poco
superiori al 10%). Inizialmente i canali erano solo due, ossia le sedi provinciali Inps e un' apposita
procedura telematica.
Nel 2010 una convenzione con la Federazione italiana dei tabaccai (Fit) ha introdotto il terzo canale.
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Gorizia
Mostra "War in progress" dell' Istituto d' arte Max
Fabiani
Suggestione e riflessione. È quanto ha offerto
ai visitatori la mostra "War in progress ­
Uomini contro", realizzata dall' istituto d' arte
"Max Fabiani" di Gorizia e ospitata ancora fino
a domani dalla Provincia nelle sale di palazzo
Attems.
L' esposizione, inaugurata lo scorso 8 maggio,
è frutto del lavoro dei docenti e degli studenti
della scuola di piazza Medaglie d' Oro, e
consta di 13 opere tra scultura e pittura
ispirate ai temi della Grande Guerra. Ma non si
limitano a ricordarla e non vogliono celebrarla:
spingono ad una profonda riflessione. Con i
docenti Roberto Marchetto, Franca Marri e
Giovanni Vatrella hanno lavorato gli studenti
Matteo Alt, Thomas Antonelli, Margherita
Avvisati, Chiara Badin, Jacopo Bassi, Rossella
D' Andrea, Audrey Di Fede, Anam Ferletic,
Charsline Mantovani, Francesca Pastorutti,
Giorgia Pattay, Massimiliano Piesnizer, Valeria
Rocco, Valeria Silvestri, Noemi Simsig,
Ludovico Virdis, Giacomo Zorba, Ilaria
Bressan, Edoardo Chiarion e Marika Fanin.
Ieri, a conclusione del percorso espositivo, l'
istituto ha voluto organizzare un evento
speciale, una performance multimediale con la
presentazione dell' installazione interattiva dell'
artista Carlo Marzarolli, che con musica, luci, colori e rielaborazioni digitali ha "animato" in modo
estremamente suggestivo il quadro "Ragazzi del '99", uno dei più significativi tra quelli che
compongono la mostra, e che come le scultura sono stati realizzati nel corso dell' anno scolastico che si
sta chiudendo. «È un progetto portato avanti con impegno e passione, di cui andiamo orgogliosi ­ ha
detto la preside del D' Annunzio­Fabiani Anna Condolf ­. Non ci vogliamo fermare, ed abbiamo un
sogno che diventerà un obiettivo: portare anche la musica, oltre all' arte, all' interno del nostro istituto».
Facendo gli onori di casa, l' assessore provinciale Federico Portelli ha invece ricordato come
prendendo spunto dal progetto "War in progress" dedicato al centenario della Grande Guerra un liceo
artistico di Sassari si sia proposto di collaborare e gemellarsi con il "Fabiani" di Gorizia, per realizzare il
prossimo anno uno scambio culturale.
Non solo. Portelli è rimasto tanto colpito dalla bellezza della mostra di Palazzo Attems e della
performance di Marzarolli da annunciare che dopo la chiusura dell' esposizione, sabato, si lavorerà per
riallestirla negli spazi dei musei provinciali di Borgo Castello, dove rimarrà visitabile nel periodo estivo.
Riproponendo anche la stessa installazione multimediale che ha potuto ammirare ieri mattina chi ha
partecipato all' evento in piazza De Amicis.
Marco Bisiach.
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Gorizia
Semolic lascia la presidenza della Skgz
Al suo posto David Peterin. «Non mi sono ricandidato: c' era bisogno di un ricambio
generazionale»
Avvicendamento al vertice dell' Unione
culturale economica slovena di Gorizia. Dopo
15 anni Livio Semolic lascia la presidenza
della Skgz passando il testimone nelle mani di
David Peterin, eletto mercoledì sera dall'
assemblea dell' ottavo congresso provinciale
con 39 voti favorevoli (2 i contrari, 3 gli astenuti
e un voto nullo). «Ho deciso di non
ricandidarmi perché c' è bisogno di un
ricambio generazionale e non solo nella nostra
associazione. Gli attuali problemi socio­
economici richiedono un approccio
completamente nuovo: serve una maggiore
sensibilità e l' esperienza non ha gran valore»,
spiega Semolic che nel suo intervento di
commiato, alla platea del Kulturni dom ha
ricordato come al suo insediamento il
centrodestra locale avversava in modo netto la
legge di tutela delle minoranze, paventando la
slovenizzazione di Gorizia. «Oggi concludo
con la lingua slovena entrata a pieno titolo in
consiglio comunale senza che ci sia stata
alcuna anacronistica rimostranza da parte del
centrodestra. Ritengo che questo sia il frutto
del dialogo lontano da posizioni preconcette
che ho tenuto dal primo momento con tutti, a
partire dall' associazione degli esuli, allora
presieduta da Ziberna, con cui abbiamo instaurato un rapporto di reciproco rispetto eliminando la
pesante cappa che aleggiava su Gorizia dal dopoguerra avvelenando la città». In tal senso, al sindaco
Romoli ­ presente in sala mercoledì sera ­, Semolic ha chiesto di continuare su questa strada anche alla
luce dei passi fatti con il Gect. L' ormai ex presidente della Skgz ricorda le parole di Darko Bratina: «Mi
disse che gli esponenti della comunità slovena devono impegnarsi per lo sviluppo della minoranza, ma
anche di Gorizia in toto. Per questo ho lavorato nell' interesse di tutta la città, in particolare per la
collaborazione transfrontaliera».
Semolic non uscirà di scena, assicura che rimarrà a disposizione chiunque voglia facilitare i rapporti tra
Italia e Slovenia. L' ultimo pensiero lo riserva però alle polemiche legate ai cortei di sabato scorso:
«Ritengo facciano male alla nostra città e a tutti noi. Non voglio scendere nei particolari, ritengo però
che anche in questo contesto debba essere ribadito e confermato il rispetto della Costituzione e dell'
antifascismo, fermo restando che c' è stato anche chi, richiamandosi all' antifascismo, ha creato drammi
come quello degli esuli istriani e quello delle foibe. Durante le manifestazioni di sabato, e uso il plurale,
ho visto una serie di simboli anacronistici rivolti al passato che nulla c' entrano col presente e,
tantomeno, con il futuro della città».
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Gorizia
Stefano Bizzi.
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Gorizia
Zona Franca urbana, mobilitati sindaco e Consiglio
comunale
Romoli scrive una lettera alla presidente Serracchiani: svantaggiati rispetto alla
Slovenia. Servono benefici fiscali.
di Francesco Fain Una mozione approvata
qualche tempo fa in Consiglio comunale,
intitolata molto chiaramente "Istituzione Zone
franche urbane (Zfu)" e presentata dal gruppo
consiliare di Forza Italia. Cui si unisce una
lettera accorata del sindaco Ettore Romoli
indirizzata alla presidente della Regione
Debora Serracchiani.
Gorizia, forse per la prima volta, unisce le sue
forze per arrivare all' obiettivo: il
riconoscimento della Zona franca.
Nei giorni scorsi abbiamo dato conto delle
iniziative portate avanti dalla senatrice Laura
Fasiolo e dal presidente della Provincia Enrico
Gherghetta: parallelamente, e da parecchi
mesi ormai, anche il Comune di Gorizia sta
sensibilizzando enti e amministratori con lo
scopo di raggiungere il medesimo, importante
obiettivo.
«Come certo saprà ­ scrive Romoli
rivolgendosi a Serracchiani ­ la competitività
commerciale fra la Slovenia e il Goriziano si è
fatta, negli ultimi anni, sempre più accentuata
e pressante. E questo ha creato ulteriori
difficoltà agli operatori locali che non sono in
grado di reggere il confronto a causa della
maggiore pressione fiscale a cui sono
sottoposti e dei più elevati costi del lavoro che devono sostenere. Infatti, una tassazione del reddito
molto inferiore alla nostra rappresenta un' attrattiva forte e continua che spinge inesorabilmente sempre
più attività "nostrane" a trasferirsi al di là del confine con una evidente e irrimediabile perdita di
eccellenze, di professionalità e di risorse finanziarie, che non può che penalizzare pesantemente
Gorizia e il Friuli Venezia Giulia tutto».
«Mi rivolgo a Lei ­ continua il primo cittadino ­ per chiederle un interessamento a livello regionale e
statale affinché si valuti l' opportunità di introdurre un regime straordinario di norme (sul modello delle
Zone franche urbane) atte a fornire agevolazioni di natura fiscale e contributiva per determinate attività
economiche che hanno sede entro il territorio goriziano, così da sostenere concretamente il rilancio dell'
economia locale, da tempo in forte depressione».
Alla lettera è stata allegata la mozione proposta da Forza Italia in cui si rammentano gli enormi benefici
in territorio sloveno relativi «alle imposte dovute alle accise, al costo del lavoro e ai differenziali nel
complesso più favorevoli dei costi della vita e dei servizi con effetti negativi e penalizzanti per il nostro
territorio derivanti ­ si legge nella mozione forzista ­ dall' elevata tassazione italiana che,
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Gorizia
complessivamente, raggiunge livelli anche pari al 68 per cento rispetto al Paese confinante il quale
raggiunge percentuali d' imposizione fiscale pari al 34%».
Fatte tutte queste considerazioni, si chiede «l' introduzione di misure di agevolazione fiscale come l'
esenzione dalle imposte sui consumi e sui redditi limitatamente a quelli prodotti nelle Zone franche e la
riduzione degli oneri amministrativi per le società estere oltre alla deregulation bancaria e assicurativa».
La mozione chiede anche l' introduzione «di adeguate misure per l' incremento del commercio di
determinati prodotti in particolare riducendo la tariffa dei carburanti e dei generi di monopolio i cui
prezzi, negli Stati confinanti, sono particolarmente contenuti».
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Automobili e metalli fanno crescere il porto
Traffici in aumento del 17,4% sul quadrimestre. Sale anche il carbone per la A2a, frena
la cellulosa.
I traffici del porto di Monfalcone, scalo ancora
in buona parte al servizio dell' industria
regionale e non solo, sono in ripresa dopo un
inizio d' anno non esaltante. In soli quattro
mesi Portorosega ha visto transitare dalle sue
banchine 1,572 milioni di tonnellate di merci
contro il milione 338mila tonnellate del primo
quadrimestre del 2014. L' incremento della
movimentazione è quindi del 17,4%, dopo che
il saldo del primo trimestre si era in pratica
chiuso in pari rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno. A trainare il porto sono sempre i
prodotti metallurgici, mentre continua ad
ampliarsi anche il traffico di rotabili. Di
automobili e altri mezzi ne sono state sbarcate
e imbarcate fino a fine aprile 36.720 unità
contro le 34.490 del primo quadrimestre del
2014, pari a un aumento del 6,5%. Il traffico di
rotabili, quindi, rimane in crescita, dopo che in
tutto il 2014 dai piazzali sono passati quasi
105mila veicoli, risultato di poco distante da
quello dell' anno precedente.
Il dato relativo ai metallurgici pare confermare
la ripresa dell' attività industriale: da inizio
gennaio alla fine dello scorso mese ne sono
state movimentate 717.783 tonnellate contro le
521.567 dello scorso anno per un incremento
del 37%. L' ottimo andamento dei traffici di metallurgici sta compensando la leggera frenata della
cellulosa, di cui sono state manipolate 339mila tonnellate contro le 378mila del primo quadrimestre del
2014, pari a un calo del 10%. In crescita, rispetto allo stesso periodo del 2014, ci sono gli sbarchi di
carbone sulla banchina della centrale termoelettrica A2a con 350.130 tonnellate contro le 268.436 del
primo quadrimestre dello scorso anno, pari a un incremento del 30%. Per Portorosega il 2014 si è
chiuso con 4 milioni e 286.382 tonnellate di merci movimentate e una crescita dei traffici dell' 8% sull'
anno precedente, ma il risultato potrebbe essere superato se il trend dei primi quattro mesi troverà
conferma nel resto del 2015. Quello del 2014 è stato il terzo miglior risultato di sempre per Portorosega,
dopo quelli messi a segno nel 2006 e nel 2007 (rispettivamente con 4,5 e 4,4 milioni di tonnellate),
immediatamente prima della crisi.
L' Azienda speciale per il porto in questi giorni sta intanto promuovendo Monfalcone a Istanbul, alla
quarta edizione di Black Sea Ports & Shipping, uno dei più importanti eventi fieristici e convegnistici per
l' industria dei trasporti e della logistica del Medio Oriente.
(la. bl.)
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In Fincantieri scoppia la grana dei premi
I sindacati: «Ai dirigenti milioni e agli operai tolti 70 euro». La replica: «Scelte dell'
azienda, la colpa è degli scioperi»
di Laura Borsani Dopo i 70 euro in meno in
busta paga, i premi vengono riconosciuti ai
dirigenti di Fincantieri.
La rabbia s' è tradotta in un volantino diffuso in
stabilimento a firma Rsu Fim, Fiom e Uilm:
«Anche quest' anno ­ esordisce ­ apprendiamo
con vero stupore che le navi nei nostri cantieri
vengono sia teoricamente che praticamente
costruite dai dirigenti. Sono stati nuovamente
distribuiti tra i dirigenti del Gruppo i premi di
risultato, i famosi Mbo, per un ammontare di
alcuni milioni di euro, mentre quote di
stipendio vengono sottratte a chi vive giorno
per giorno le difficoltà della produzione dovute
alla mala organizzazione del lavoro. Sono
questi i risultati che permettono ai dirigenti di
percepire simili compensi? Evidentemente sì,
perché di altri risultati non vi è assolutamente
traccia!». Un comportamento, quello
aziendale, definito «assurdo» e «inaccettabile»
dalle organizzazioni sindacali, a cui si
allineano anche i rappresentanti della Ugl. E l'
azienda non sta a guardare. Anzi lo dice
chiaro: in sostanza, la colpa è degli scioperi.
«L' azienda ­ evidenzia la nota ­ avrebbe
voluto erogare in primo luogo i premi ai propri
operai, sempre che i loro rappresentanti
aziendali non li avessero indotti a scioperi e comportamenti tali da pregiudicare il raggiungimento degli
obiettivi congiuntamente fissati». Quindi scandisce: «Fincantieri ha erogato, e continuerà a farlo se ci
saranno le condizioni, premi ai propri dirigenti, e a quadri, capi centro, capi officina, vice capi officina,
capi prodotto e capi ufficio relativi agli obiettivi del 2014, ed è pronta a fare altrettanto a favore di tutti
coloro che accetteranno di raccogliere e affrontare con successo quelle sfide che potranno garantirle un
futuro». Insomma, s' alzano le temperature lungo il percorso della trattativa aperta in ordine al nuovo
integrativo per la quale entro i primi 10 giorni di giugno è previsto un nuovo tavolo tra le parti a Roma.
Dai sindacati i rimandi non sono da meno. Moreno Luxich, della Rsu Fiom, osserva: «Se ci sono soldi
per i premi ai dirigenti, non possiamo che dedurne come il problema di fondo per l' azienda non sia
quello di operare risparmi. La decadenza dell' integrativo del 2009 ha messo in forte difficoltà i
lavoratori.
Non è certo un atteggiamento che aiuta peraltro a perseguire un accordo sul nuovo contratto». Andrea
Holjar, Rsu Uilm, taglia corto: «Come sempre si mettono le mani in tasca ai lavoratori, per motivi diversi
dall' attività professionale garantita. Non si parla, invece, di carenze organizzative del lavoro, di
progettazioni per le quali gli stessi lavoratori hanno dovuto mettere mano per recuperare gli errori». Con
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Gorizia
Luca Furlan, della Uilm provinciale, ad annotare: «L' azienda chiede sacrifici per addivenire al nuovo
integrativo e premia i dirigenti: i conti non tornano. Certo, è libera di recuperare le risorse per i propri
dirigenti, ma logica e rispetto vogliono che vi sia uno "stop" per tutti, trattandosi peraltro dello stesso
integrativo in corso. Se invece si vogliono dividere i lavoratori, non ci si aspetti di raggiungere il vero
obiettivo. Così si crea solo motivo di attrito e l' ennesimo mal di pancia nella base. Tutto ciò rischia di
allungare i tempi ai fini dell' accordo che noi invece auspichiamo possa concludersi prima delle ferie
agostane.
L' azienda può fare molto per il comparto, ci metta il suo e noi faremo la nostra parte».
Gianpiero Turus, della Fim Cisl provinciale, parla di una decisione che «crea un solco profondo tra la
dirigenza e il resto dei dipendenti, quando poi viene chiesto di remare in un' unica direzione. Sono
segnali che rischiano di inficiare la stessa trattativa in corso. Così non si va da nessuna parte». Dall'
Ugl, il segretario provinciale Mauro Marcatti osserva: «È inaccettabile un atteggiamento simile, in un
contesto già complesso e delicato, per giunta a ridosso della scadenza delle Rsu. Capisco che
Fincantieri investa sotto il profilo della formazione e della sicurezza, ma ci sono troppe questioni che
non inducono certo all' ottismo». E Alessandro Zuppin, della Rsu Ugl, dice: «Elargire i premi è bene, ma
trovo scandaloso che valga per i dirigenti penalizzando la vera forza lavoro.
Non posso che cogliere una sola logica: divide et impera».
L' azienda ribalta i termini della questione: «Ancora una volta dobbiamo assistere a uno sterile e vano
esercizio oratorio delle Rsu del cantiere che pensando di mostrare i muscoli evidenziano tutta la loro
debolezza.
L' azienda vuole sapere quante navi hanno portato le Rsu in tutti questi anni e, soprattutto, si chiede, e
chiede, chi sia a progettarle, pianificarne e seguirne la costruzione, con l' indispensabile supporto degli
appalti, e a consegnarle rispettando tempi e costi, nonostante ci sia chi faccia di tutto perchè ciò non
avvenga. A cosa servono delle Rsu sfilacciate come quelle attuali, che non rispondono alla chiamata all'
unità dell' azienda per affrontare gli immani impegni che l' attende e che si mettono contro solo per
partito preso, come fossero terze rispetto alla stessa Fincantieri?».
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
GoLabor
Scade il 30 maggio il termine per la
presentazione delle candidature di inserimento
nel progetto GoLabor, promosso dalla
Provincia di Gorizia.
Via alla 12.a Festa dello sport, domani, che
fino al 2 giugno trasformerà il centro di
Monfalcone in una grande vetrina delle
discipline sportive.
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
La festa segreta di Casa Pound? «Uno scherzo
tricolore»
C' è Rifondazione comunista che storce il naso
per i "silenzi" del sindaco Silvia Altran. E la
Sinistra anticapitalista che bacchetta la prima
cittadina per «non aver vigilato» su
Monfalcone. E poi c' è la rete antifascista che
mette al bando quelli di Casa Pound e invita i
monfalconesi democratici a farsi avanti.
Ma la "festa segreta" di sabato scorso in terra
monfalconese, dopo la manifestazione sul 24
maggio di Gorizia del movimento, suscita
anche reazioni da destra. E nel mirino c' è
sempre il sindaco di Monfalcone. «Intenerisce
la giustificazione del sindaco Altran sulla festa
di Casa Pound», dice Fabio Gentile,
capogruppo di Forza Italia a Gorizia, che
"sconfina" pure lui a Monfalcone proprio come
Casa Pound definendolo «uno scherzo
tricolore». Il perché è presto detto. «Ammette
che lei nulla poteva. Di certo poteva stare più
accorta, assieme ai sindaci della sinistra
Isonzo, ­ sostiene Gentile ­ quando chiesero al
collega goriziano Romoli di vietare la
manifestazione di sabato scorso. Questione di
stile, che a volte si ritorce contro. Di certo tutti
coloro che si sono stracciati le vesti a Gorizia
per la manifestazione di Casa Pound ora si
affretteranno a fare distinguo».
Gentile è l' unico esponentea del centrodestra a farsi avanti, oltre ovviamente a chi alla manifestazione
di Casa Pound ha partecipato, per bacchettare la Altran e l' associazione Ronchi dei Partigiani.
«Agghiacciante il loro virgolettato ­ dice Gentile ­ L' associazione trova "comunque grave la tutela data
ai militanti dell' ultradestra da parte delle forze dell' ordine".
Casa Pound, oltre a non dover essere autorizzata a svolgere una festa in un luogo privato, non doveva
nemmeno essere protetta da quella Polizia che nella Monfalcone di "augusta storia resistenziale
infangata dall' abbinamento a un simile raduno" non doveva andarci, perché se sei di destra, è il succo
del discorso, non meriti di essere difeso. Difesa che poi, fortunatamente, nessuno può verificare, con
buona pace dell' informata Altran».
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
come quelli di redipuglia e oslavia.
Museo del San Michele aperto lunedì e martedì
SAGRADO Non solo Casa Terza Armata a
Redipuglia e Ossario militare a Oslavia: in
occasione della Festa della Repubblica, lunedì
e martedì rimarrà aperto anche il museo del
Monte San Michele. L' associazione Juli@Est
ha deciso di aderire al "piano" che Onorcaduti
ha varato per consentire ai turisti della
memoria di visitare nel ponte del 2 giugno i
luoghi della Grande guerra. Nei giorni scorsi
una circolare del ministero della Difesa
invitava ad uno sforzo per garantire l' apertura
dei siti più importanti. «Anche se non ci è stato
chiesto, abbiamo ritenuto giusto adeguarci ­
spiega il presidente di Juli@Est, Mauro Gaddi
­. Inizialmente avevamo fissato delle date in
cui tenere chiuso e tra queste c' era anche il 2
giugno, poi abbiamo scelto di aprire e per
questa settimana aggiungiamo, in via
eccezionale, anche il lunedì, che
tradizionalmente è il giorno di riposo». L'
impegno dell' associazione però potrebbe
essere anche maggiore. Non è infatti escluso
che domani e domenica l' orario venga
ampliato. «Questo però è ancora da decidere ­
nota Gaddi ­. Le nostre risorse sono limitate:
devo ancora verificare la disponibilità dei
volontari». Effetto farfalla, dunque nell' Area
sacra del San Michele. E non è finita perché la Zona monumentale, dopo aver ricevuto domenica scorsa
la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la prossima settimana ospiterà il capo dello
Stato ungherese Janos Ader. Il presidente magiaro sarà sul Carso giovedì mattina.
Alle 10.30 visiterà a San Martino la mostra dell' Albero storto, alle 11 deporrà una corona al Cippo
Honved e alle 11.45 salirà a Cima 3 per deporre un' altra corona accanto a quella posizionata da
Mattarella in occasione dei cent' anni dell' ingresso dell' Italia nella Prima guerra mondiale. (s.b.
)
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29 maggio 2015
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
gruppo speleologico del carso.
Presidente dell' Ungheria alla mostra sull' Alberto
storto
SAGRADO Ora c' è anche la medaglia d'
onore del Presidente della Repubblica, tra i
prestigiosi riconoscimenti al lavoro e agli sforzi
del Gruppo Speleologico Carsico, uno dei
sodalizi più attivi dell' Isontino, che gestisce
volontariamente il museo della Grande guerra
di San Martino del Carso. La medaglia ha
anticipato la visita dei giorni scorsi del
Presidente Mattarella, ed ha fatto sfoggio di sé
in bella mostra accanto al libro delle presenze
alla mostra "San Martino e l' Albero Storto. C'
era una volta. Storie da una trincea".
Un evento di assoluto prestigio che il Gruppo
ha realizzato in collaborazione con musei e
associazioni ungheresi e rumene, con il
supporto della Provincia di Gorizia, dell'
Ambasciata di Ungheria di Roma, del
Consolato Generale di Romania di Trieste,
delle amministrazioni comunali di Sagrado e
Romans e della Fondazione Carigo. Ma il Gsc
guarda già ai futuro. L' associazione ha
ricevuto il direttore del Museo storico
nazionale di Budapest, per programmare la
visita ufficiale del Presidente della Repubblica
ungherese a San Martino e alla sua mostra,
che dovrebbe svolgersi all' inizio di giugno. Il
Presidente magiaro, tra l' altro, ha conferito
proprio all' evento e al Gsc l' Alto Patronato.
(m.b.)
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
coop nordest.
Domani consegna progetti Go Labor
Scadono domani i termini per la presentazione di
progetti nell' ambito di Go Labor, iniziativa della
provincia di Gorizia e Coop Consumatori Nordest per
favorire l' imprenditoria giovanile. Le finalità individuate
sono creare nuovo lavoro e posti d' impiego per giovani;
stimolare le capacità imprenditoriali e organizzative dei
giovani dando loro fiducia e sostenendo
economicamente l' avvio dei progetti selezionati. I fondi
a disposizione ammontano a 25mila euro.
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
casapound
La Romano resti al suo posto
Gorizia non è stata rasa al suolo come diceva
buona parte della sinistra, e come io già avevo
dichiarato in Consiglio comunale, dicendo che
la manifestazione di Casa Pound avrebbe
avuto toni pacifici. In questi ultimi giorni ho
avuto modo di constatare che, a livello
mediatico, si è immotivatamente scatenato nei
confronti dell' assessore Romano del Comune
di Gorizia, una campagna finalizzata a
chiederne le sue dimissioni. Motivo di tale così
grave richiesta? La partecipazione del locale
amministratore ad una manifestazione
organizzata da CasaPound, regolarmente
autorizzata, che in data 23 Maggio ha voluto
"celebrare" la ricorrenza del centenario dell'
inizio della prima guerra mondiale. A tal
proposito evidenzio che la manifestazione in
argomento, che la solita campagna
disinformativa della sinistra, paventava come
particolarmente pericolosa, si è svolta, invece,
in modo del tutto pacifico senza alcuna
contestazione, ne tanto meno incidenti di sorta,
quindi la commemorazione della "Grande
Guerra" ha avuto la sua degna cornice d'
importanza. Al contrario della manifestazione
"antifascista" e "antimilitarista", di quei
movimenti pseudo­democratici e pacifisti,
riuniti sotto la oramai stantia sigla dell' antifascismo militante, che ha registrato, invece, le sue criticità in
tema di ordine pubblico con più di qualche schermaglia, figlia nobile dei movimenti che predicano a
parole la "non violenza". Quale colpe vengono quindi addebitate alla presenza dell' assessore al punto
di chiedere le dimissioni dall' incarico? Richiesta, a mio parere, del tutto infondata e pretestuosa poiché
la Romano si è limitata a prendere la parola elogiando il carattere pacifico della manifestazione. Ritengo
che l' assessore abbia il dovere di continuare a svolgere il proprio incarico, visto che la richiesta di
dimissioni è destituita poiché priva di ogni motivazione. Concludo con un ringraziamento a tutte le forze
dell' ordine, che hanno permesso con il loro impegno e professionalità, di far manifestare liberamente il
proprio pensiero a tutti, anche a quelli che molto spesso sono propensi a non usare solamente le parole.
Francesco Piscopo consigliere comunale Forza Italia Gorizia
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
al via mercoledì.
Violenza celata dietro un sorriso nel sesto Giardino
degli incontri
Non sempre una donna che sorride è una
donna felice. Capita spesso di sentir parlare al
telegiornale di un incubo che attanaglia la
società moderna e che continua a incupire la
vita del gentil sesso, portando sempre più
donne ogni anno a morire. Il tema della
violenza femminile riparte a grande voce nella
sesta edizione de Il Giardino degli Incontri ­
percorsi di vita e di arte, la rassegna letteraria
incentrata su un argomento d' attualità tra i più
delicati che vuole far capire a tante vittime di
non essere sole.
«Abbiamo cercato di portare sul territorio il
coraggio di una battaglia davvero difficile da
combattere. La violenza sulle donne è un tema
davvero importante e che porto nel cuore da
quando sono entrata a far parte della Giunta
provinciale perché l' aggressività che viene
scagliata contro un essere fragile come lo può
essere una donna non ha giustificazioni ­ ha
affermato nella conferenza stampa di ieri, l'
Assessore Provinciale alle politiche socio­
assistenziali, associazioni e volontariato, Ilaria
Cecot ­.
Il nostro obiettivo è quello di avvicinarci il più
possibile alle famiglie, per dare una nuova
consapevolezza alle persone che vivono
questa situazione affinché il fenomeno possa ridursi una volta per tutte».
Oltre all' impegno della Provincia con il sostegno della Fondazione Carigo e la collaborazione dei Centri
Antiviolenza, le Associazioni femminili isontine e tanti altri partner, nel progetto rientrano anche i Comuni
di Cormons, Gradisca d' Isonzo, Grado, Gorizia, Ronchi dei Legionari e Monfalcone che garantiranno
per tutto il mese di giugno le location dove avranno luogo le tappe de Il Giardino degli Incontri.
Ma se il tour contro la violenza di genere prenderà il via appena il prossimo mercoledì a Gorizia, da
domani sarà possibile entrare appieno nel tema grazie alle pre interviste proposte da Radio Punto Zero
nel programma Diretta Damilano.
«Il via ufficiale è fissato per il 3 giugno alle 18, al Giardino di Villa Olivo in Corso Italia 61 dove verrà
presentato Via le mani dai bambini, un libro scritto con l' anima a difesa dei più piccoli contro lo
sfruttamento fisico e morale ­ ha raccontato l' Assessore Provinciale Ilaria Cecot ­. Questa edizione
infatti è un po' più speciale delle altre perché si vuole parlare anche della violenza assistita, quella che
coinvolge i minori segnati da queste esperienze traumatiche. Ogni settimana sarà possibile seguire un
appuntamento diverso dove attraverso il teatro, la pittura e la danza si cercherà di sensibilizzare le
persone sulla tematica del maltrattamento".
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Il Piccolo (ed. Gorizia)
Gorizia
Valentina Princic.
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Cara, inchiesta bis sul consorzio Il prefetto: devono
andarsene
Perquisizioni nelle sedi di Connecting people a Gradisca, Trapani e Catania Dodici
indagati per peculato e frode nelle pubbliche forniture. Dimesso il Cdaemergenza
immigrazione.
di Luana de Francisco wGORIZIA Lo scandalo era scoppiato
già nel 2012, quando la Procura di Gorizia aveva ribaltato
come un calzino la "Connecting people scarl", ossia la
cooperativa che gestiva ­ e che continua a gestire ­ gli
immigrati clandestini in regione e aveva notificato avvisi di
garanzia anche in Prefettura.
Per l' esattezza, al vice prefetto vicario Gloria Sandra
Allegretto e al responsabile dell' Ufficio ragioneria, Telesio
Colafati, considerati complici dei magheggi operati dal
consorzio per gonfiare fatture e presenze al Cara di Gradisca
d' Isonzo. Quello andato in scena l' altro giorno, con le
perquisizioni della Guardia di finanza di Udine nelle sedi
legale e amministrativa della Connecting people, a Trapani e
Catania, e nello stesso Centro di accoglienza per richiedenti
asilo, è soltanto il secondo round. La prosecuzione, cioè, della
prima inchiesta, approdata nel frattempo a dibattimento
davanti al tribunale collegiale isontino. Gli indagati, questa
volta, sono dodici e nel novero non compare alcun funzionario
prefettizio. Tornano, invece, i nomi di alcuni personaggi al
vertice del consorzio siciliano e torna anche l' accusa di frode
nelle pubbliche forniture, che si affianca a quella di peculato.
Il blitz della Guardia di finanza Copione per molti versi simile
a quello che tre anni fa aveva fatto tremare l' establishment
goriziano, insomma. Anche perchè a scriverlo è di nuovo il
sostituto procuratore Valentina Bossi, ossia il magistrato che,
al culmine delle indagini, dopo avere ipotizzato a carico della
Allegretto e di Colafati il reato di corruzione, era stata costretta
ad abbandonare il timone ­ tenuto fino a quel momento
insieme al collega Luigi Leghissa ­, per cederlo ai pm Enrico
Pavone e Michele Martorelli. È sua la firma in calce ai decreti
di perquisizione consegnati dalle Fiamme gialle nelle mani di
Giuseppe Scozzari, 40 anni, di Castelvetrano, che del
consorzio era il presidente del Cda e legale rappresentante, e
che risulta indagato insieme ad altre dieci persone, e di
Stefania Acquaviva, 42 anni, residente a Cormons, addetta al
settore amministrativo e contabile del Cie e del Cara.
Obiettivo: passare al setaccio tutti gli uffici e prelevare registri
contabili, fatture, appunti e quant' altro consenta di verificare
la presenza degli ospiti nelle due strutture.
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Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Tradito l' appalto da 16 milioni Il periodo finito sotto la lente della Procura si estende dal 2008 al 2015.
Considera cioè l' intera durata delle tre successive gestioni targate Connecting people.
Nel mirino, in particolare, i materassi messi a disposizione dei profughi: secondo gli investigatori, quelli
adoperati non risponderebbero ai criteri contrattuali, non risultando ignifughi come invece avrebbero
dovuto.
Una goccia nel mare magnum, insomma, visto che l' ultimo appalto triennale (in scadenza nella
primavera 2016) vale oltre 16 milioni di euro. E che l' elenco delle irregolarità sotto la lente potrebbe
essere molto più lungo. L' inchiesta è alle battute iniziali e non è escluso che gli eventuali sviluppi si
accompagnino all' iscrizione di nuovi sospettati sul registro degli indagati.
L' azzeramento dei vertici Intanto, con mossa a sorpresa, martedì sul sito web della Connecting people
è comparsa la notizia di un ribaltamento al vertice. «Il 25 maggio 2015 ­ si legge ­, il Consiglio d'
amministrazione, avendo ottemperato al mandato ricevuto dall' assemblea del 9 ottobre 2014 per il
risanamento del Consorzio onde evitare lo stato di crisi delle associate, ha deciso di dimettersi. Il
collegio sindacale ha preso atto della decisione del Cda». Operazione compiuta in chiave salvezza,
quindi. Ossia in funzione della proposta di concordato preventivo in continuità che il consorzio ha
presentato lo scorso luglio al tribunale di Trapani. Nonostante le decine di appalti a sei zeri ottenuti in
tutta Italia per la gestione di centri di accoglienza per clandestini e profughi come quello isontino, infatti,
Connecting people è arrivata a un passo dal fallimento. Il passivo accertato ammonta a 12 milioni 849
mila euro, a fronte di circa 6 milioni di euro di crediti vantati.
A Gradisca d' Isonzo, la sessantina di lavoratori del consorzio non riceve lo stipendio da sei mesi. Nell'
annunciare per ieri l' assemblea che avrebbe eletto i nuovi componenti, i dimissionari si sono augurati
attraverso il web «che il nuovo Cda riprenda con decisione un percorso innovativo di gestione del
fenomeno migratorio».
Il processo per truffa Il passato, per la Connecting people, non è un buon maestro.
Nel processo in corso a Gorizia e che riguarda fatti accertati tra il marzo del 2008 e il dicembre del
2011, sette degli allora responsabili e quattro dipendenti devono rispondere di associazione a
delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e inadempienze di pubbliche forniture, per un valore
calcolato in milione e mezzo di euro. Nelle fatture presentate alla Prefettura, in buona sostanza, sarebbe
stato indicato un numero di ospiti maggiore di quelli effettivamente presenti nelle due strutture e a questi
non sarebbero stati forniti servizi (carte telefoniche prepagate e acqua) contrattualmente previsti. Per il
vice prefetto e il capo Ragioneria, invece, cadute le imputazioni più gravi, si contesta il falso materiale e
ideologico in atti pubblici.
Il prefetto: fatture saldate La "bomba" è scoppiata in un momento delicatissimo, considerata l'
emergenza profughi che l' intera regione si trova a fronteggiare. E il primo a scuotere la testa, va da sè,
è il prefetto di Gorizia, Vittorio Zappalorto.
Costretto peraltro a gestire le accuse che, dalla Sicilia, gli hanno indirizzato i "capitani" di Connecting
people: sarebbe della Prefettura, che non ha onorato le fatture ­ hanno scritto nel concordato ­ la colpa
del fallimento.
«Tutto falso ­ taglia corto il prefetto ­ e possiamo dimostrarlo.
La Prefettura ha pagato sempre.
Dirò di più ­ aggiunge ­: quando sono arrivato, i pagamenti erano fermi da un anno, perchè il contratto
non era stato registrato dalla Corte dei conti, e noi li abbiamo fatti ripartire». Ora, però, si è arrivati alla
stretta finale.
«Il mio compito è di garantire un servizio agli ospiti, che sono 240, secondo i capitolati del ministero ­
afferma Zappalorto ­. A chi non me lo assicura, per prima cosa contesto tutte le mancanze e poi, se
proprio non riescono a osservare i patti, mi rivolgo altrove. Ed è ciò che sto facendo adesso con
Connecting people.
L' obiettivo è fare in modo che se ne vadano consensualmente e proseguire con un altro gestore, in
costanza di contratto».
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Messaggero Veneto (ed.
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29 maggio 2015
Pagina 4
Messaggero Veneto (ed.
Gorizia)
Gorizia
Il sindaco di Gorizia Romoli: in città ci sono 260
rifugiati
GORIZIA «Gorizia non può continuare ad
essere una città di ospitalità permanente per
un numero sproporzionato di profughi. È ora
che la Regione si decida a mettere in atto quel
piano di accoglienza che stiamo aspettando
ormai da un anno e che ne preveda un' equa
distribuzione sul territorio del Friuli­Venezia
Giulia». Il sindaco Ettore Romoli è
palesemente contrariato per gli ultimi sviluppi
dell' emergenza­richiedenti asilo. Nelle
strutture cittadine, ormai completamente
sature, si trovano attualmente 260 immigrati;
66 di essi sono fuori convenzione, e quindi
senza fissa dimora: 36 pernottano nel
dormitorio della Caritas di Piazzutta (che
ospita anche persone indigenti del luogo),
mentre gli altri 30, dopo aver consumato la
cena preparata dai volontari, devono
arrangiarsi per la notte. Se piove, si rifugiano
nella galleria Bombi. Altrimenti si rimboccano
le coperte termiche fornite dalla stessa Caritas
sulle panchine del Parco della Rimembranza.
Intanto a Pordenone il sindacato di Polizia Ugl
sostiene che i profughi vengano trattati meglio
degli stessi poliziotti: «A loro 30 euro al giorno
per mangiare, a noi meno della metà».
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29 maggio 2015
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Messaggero Veneto (ed.
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Gorizia
Mattarella sul dramma profughi: l' Europa parli con
una voce sola
ROMA Nel giorno in cui il presidente Sergio
Mattarella chiede all' Europa di parlare «con
una voce sola» per rispondere alla crisi delle
migrazioni, «una urgenza epocale» davanti
alla quale l' Europa «si è mossa in ritardo», il
settimanale l' Espresso documenta con una
sequenza drammatica la tragedia dei migranti.
"Se questi sono uomini" è il titolo di un
reportage firmato da Fabrizio Gatti con le
immagini­choc di un barcone che affonda: i
migranti si aggrappano alla prua dell'
imbarcazione che cola a picco e vengono
trascinati verso il fondo. Accanto al barcone c'
è un gommone semi­sgonfio lanciato da un
velivolo di soccorso, carico di disperati che si
tengono aggrapati gli uni agli altri: alcuni sono
rimasti nudi, privati di tutto, della speranza
come della dignità. Il numero delle vittime del
naufragio, come in troppi altri casi, è ignoto.
«Facciamo partire i relitti sovraccarichi perché
le stragi spingono i soccorsi ad avvicinarsi.
Così aumentiamo i guadagni» ha raccontato
un trafficante, citato dall' Espresso, ai pm di
Palermo.
Secondo l' agenzia europea Frontex, sono
36mila i migranti arrivati in Italia da gennaio,
con uno spostamento dei flussi verso est:
39mila infatti sono sbarcati in Grecia.
Entro due settimane dovrebbe essere operativa la sede di Frontex in Sicilia: la base sarà nell' ex
monastero di Santa Chiara a Catania, da dove Frontex coordinerà l' operazione Triton in collaborazione
con Europol, Eurojust e l' ufficio Ue per l' asilo. «È un passo decisivo per fare operare al meglio l'
Agenzia delle frontiere ed è un riconoscimento all' Italia e alla Sicilia» ha detto il sindaco Enzo Bianco.
Intanto dei 24mila richiedenti asilo che saranno trasferiti dall' Italia, in due anni verso gli altri Stati Ue,
secondo la proposta legislativa della Commissione Ue presentata ieri, il maggior numero andrà in
Germania, 5.258 (21,91%); Francia, 4.051 (16,88%) e Spagna, 2.573 (10,72%). I profughi che
lasceranno la Grecia saranno 16mila. Italia e Grecia, in quanto Paesi beneficiari dell' iniziativa sono
esentati dai ricollocamenti, mentre Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda godono di clausole di
eccezione.
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29 maggio 2015
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Messaggero Veneto (ed.
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Gorizia
la polemica.
Del Sordi: dagli antifascisti striscioni inaccettabili
«Lasciamo perdere le polemiche sulle
presenze. Ma chi tra gli amministratori del
centrosinistra ha presenziato alla contro­
manifestazione degli antifascisti si è reso
conto degli stendardi e degli striscioni che gli
sfilavano accanto?».
Il coordinatore comunale di Fratelli d' Italia e
assessore comunale Francesco Del Sordi
risponde a Ilaria Cecot ed Emanuele Traini,
aggiungendo l' ennesima puntata della
polemica scaturita dopo la presenza di Silvana
Romano sul palco della manifestazione di
CasaPound sabato scorso al Parco della
Rimembranza. «Sono stati esposti striscioni
irripetibili, bandiere italiane con la stella rossa,
persino vessilli del Tigr ­ evidenzia Del Sordi ­
che indirettamente inneggiavano all' invasione
jugoslava patita dopo la Seconda guerra
mondiale. È un atto irrispettoso nei confronti di
Gorizia, che ha pagato quei giorni con morti e
deportati: è stata vilipesa la bandiera italiana,
sono stati strappati manifesti della Lega Nord
e sequestrati aste di bandiere e coltellini.
Vengono accettati questi comportamenti da chi
ha sfilato accanto a chi si è reso protagonista
di tali atteggiamenti? Se sì, chi ha partecipato
a quella manifestazione si assume gravi
responsabilità».
Su un altro aspetto si concentra invece il capogruppo di Forza Italia, Fabio Gentile, che punta il dito
contro il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran: «Intenerisce la giustificazione del primo cittadino sulla
festa di CasaPound svolta a Monfalcone, perché ammette che lei nulla poteva. Di certo poteva stare più
accorta, assieme ai compagni sindaci della Sinistra Isonzo, quando chiesero a Romoli di vietare la
manifestazione di sabato scorso. Questione di stile, che a volte si ritorce contro. Certo, tutti coloro che si
sono stracciati le vesti a Gorizia per la manifestazione di CasaPound ora si affretteranno a fare
distinguo». (chr.s.
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29 maggio 2015
Pagina 26
Messaggero Veneto (ed.
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Gorizia
L' EMERGENZA»L' INTERVISTA.
Romoli: «Gorizia città di transito i profughi devono
andare altrove»
Il sindaco attacca la Regione sulla gestione dei richiedenti asilo. Oggi incontro a Trieste
con Honsell e Iacop «Non siamo contenti né noi né loro. «Oltre al Cara di Gradisca, l'
unico Comune che li ospita è San Canzian»
di Vincenzo Compagnone «Gorizia non può
continuare ad essere una città di ospitalità
permanente per un numero sproporzionato di
profughi. È ora che la Regione si decida a
mettere in atto quel piano di accoglienza che
stiamo aspettando ormai da un anno e che ne
preveda un' equa distribuzione sul territorio
del Friuli­Venezia Giulia».
Il sindaco Ettore Romoli è palesemente
contrariato per gli ultimi sviluppi dell'
emergenza­richiedenti asilo. Nelle strutture
cittadine, ormai completamente sature, si
trovano attualmente 260 immigrati; 66 di essi
sono fuori convenzione, e quindi senza fissa
dimora: 36 pernottano nel dormitorio della
Caritas di Piazzutta (che ospita anche persone
indigenti del luogo), mentre gli altri 30, dopo
aver consumato la cena preparata dai
volontari, devono arrangiarsi per la notte. Se
piove, si rifugiano nella galleria Bombi.
Altrimenti si rimboccano le coperte termiche
fornite dalla stessa Caritas sulle panchine del
Parco della Rimembranza.
E a Romoli il riproporsi di questa situazione
non va proprio giù: «Domani (oggi per chi
legge; ndr) ­ fa sapere ­ sarò a Trieste col
sindaco di Udine, Furio Honsell, per
incontrarmi con il presidente del consiglio regionale, Franco Iacop, al quale chiederò formalmente che
venga considerata la richiesta di considerare Gorizia come un centro di prima accoglienza, in grado di
ospitare una quota di profughi non superiore alle 70 unità».
­ Eppure lei aveva accolto con soddisfazione, non più tardi di un mese fa, il trasferimento di 108
profughi a Teramo, Genova e nell' Hinterland milanese. In quell' occasione era intervenuto presso il
prefetto dopo che una cinquantina di richiedenti asilo avevano cominciato a passare la notte nello
spiazzo antistante la chiesa dei Cappuccini. Ora, a quanto pare, siamo punto e capo.
«Diciamo che la situazione non è ancora così critica, ma ci stiamo arrivando. Devo essere sincero: poco
più di un mese fa la partenza dei 108 era stata una boccata d' ossigeno. Ma di sicuro non si poteva
pensare che con quel trasferimento il problema di fondo sarebbe stato risolto».
­ Il problema di fondo è che il flusso dei profughi in arrivo non si arresta. Anzi, sembra abbia ripreso
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consistenza sia perché sta arrivando la bella stagione sia perché dall' Afghanistan scappano sempre
più persone. Gli ultimi arrivati non parlano l' inglese ma solo il pashtun, sono semianalfabeti e, a quanto
pare, provengono direttamente dallo stato asiatico.
«Certo, la rotta balcanica continua ad essere percorsa, ma altri profughi arrivano anche dall' Inghilterra
e da altri Paesi europei. Per carità, i numeri non sono quelli dei barconi di Lampedusa, ma si tratta
comunque di quote consistenti. A Iacop dirò che Gorizia deve essere definita come zona di transito, al
pari di Tarvisio. Qui i richiedenti asilo possono beneficiare di una prima accoglienza ma poi vanno
smistati altrove, anche fuori regione, non possono rimanere per mesi e mesi».
­ La infastidisce vedere tanti immigrati in giro per la città?
«Ma, guardi, cosa fanno a Gorizia? O stanno chiusi nelle strutture che li ospitano oppure camminano su
è giù per la città.
Premetto che non voglio mandarli a Gradisca, che già sopporta il peso di molti profughi, ma al Cara
almeno ci sono delle strutture di sfogo, degli spazi esterni dove possono giocare a calcio, fare una vita
migliore. Io credo che, alla fin fine, non siamo soddisfatti né noi né loro.
Ripeto, la Regione deve prendere concretamente in mano la situazione. Vede che anche il piano d'
accoglienza diffusa sul territorio provinciale è fermo al palo: l' ex caserma di Gabria doveva essere
pronta due mesi fa, gli alloggi di Cormòns non sono ancora stati trovati e l' unico comune che ospita 15
richiedenti asilo è San Canzian»".
Stavolta Romoli sembra proprio intenzionato a fare la voce grossa in Regione, e probabilmente troverà
una spalla anche nel suo omologo udinese Honsell, visto che pure nel capoluogo friulano si stanno
riversando frotte di immigrati. D' altra parte, le prefetture continuano a sembrare impotenti e nessuno si
nasconde che la situazione rischia di andare fuori controllo da un giorno all' altro. Ieri non si sono
registrati nuovi arrivi a Gorizia, ma il giorno precedente ce n' erano stati 15 in un colpo solo. E le
previsioni per il futuro non sono certo rosee.
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Percorsi di arte e vita per dire no tutti insieme alla
violenza sulle donne
di Emanuela Masseria Enti pubblici e
associazioni alle prese con la violenza sulle
donne ripropongono la rassegna "Il giardino
degli incontri ­ Percorsi di arte e vita", in
programma dal 3 al 28 giugno in sei Comuni
dell' Isontino.
Permane, in questa sesta edizione, il carattere
di apertura della manifestazione, che mette in
circolazione idee, esperienze e luoghi spesso
lontani dall' esperienza comune. Il programma,
presentato ieri mattina in Provincia dall'
assessore Ilaria Cecot e dalle associazioni
organizzatrici, partirà il 3 giugno, alle 18, nel
giardino di Villa Olivo a Gorizia. Qui Sos rosa
presenterà il volume di Gianfranco Volpin "Via
le mani dai bambini".
Previsto anche un intermezzo artistico con la
scuola di musica Komel e le opere di Marina
Legovini. L' incontro pone al centro il tema dei
minori di donne maltrattate, anche per far
emergere questo tipo di violenze. Il centro Sos
rosa di Gorizia ha recentemente affidato un
incarico a una psicologa proprio per iniziare
ad affrontare questo tipo di criticità.
Nel contesto è stato reso noto che nel centro
antiviolenza a oggi, dall' inizio dell' anno, sono
arrivate 79 donne, 43 sono state prese in
carico, mentre 36 i nuovi casi.
Passando a Cormòns, l' appuntamento è per le 18 del 12 giugno in piazza XXIV maggio. Qui l'
associazione Femminilmente presenterà "Sofie della Vanth", volume che tratta il tema del conflitto e
della competizione tra le donne. Parteciperà un' imprenditrice nel mondo del vino, Alessandra Mauri, la
cantante Jessica Casula e tre artiste, Maria Grazia Persolja, Laura Boletig e Tiziana Millo.
L' associazione Da donna a donna di Ronchi dei Legionari ha invece organizzato per il 19, nell'
auditorium comunale uno spettacolo teatrale (inizio alle 20.30) che intreccia canti popolari e polivocalità.
Seguirà un dibattito con le protagoniste dell' opera.
A Gradisca d' Isonzo, a Palazzo Torriani, il 25 giugno, alle 18, l' Unione donne italiane propone la
presentazione del libro di Sabrina Rondinelli "Il contrario dell' amore".
Si chiude a Monfalcone il 27 con un appuntamento sulle donne vittime della mafia e il 28 a Grado, al
velario della spiaggia principale, con l' associazione Auxilia e un volume di "fiabe giuridiche".
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»Ohraniti vlogo v prostoru, utrditi vezi s lansko
bazo«
Visoka raven institucionalnih odnosov, ki so jih spletli v
zadnjih letih, je pomemben doseek in jo je treba ohraniti,
poskrbeti pa je treba tudi za ponovno utrditev skrhanih
vezi s lansko bazo. Tako meni 33­letni David Peterin,
novi goriki predsednik Slovenske kulturno­gospodarske
zveze, ki je bil izvoljen na sredinem pokrajinskem
kongresu v Kulturnem domu. Na predsednikem mestu je
nasledil Livia Semolia, ki je goriki SKGZ vodil 15 let.
Peterin je bil edini kandidat, na tajnem glasovanju je
prejel 39 glasov od skupnih 45. »S tem kongresom se
zakljuuje obdobje, ki se je zaelo na pragu novega
tisoletja. Raven institucionalnih stikov je v tem obdobju
mono zrasla. Zlasti na Gorikem je naa organizacija
postala referenna toka za tevilne institucije in
organizacije. SKGZ je danes element, ki obvlada na
prostor in na as. Pogosto odigrava vlogo veznega lena
med nao skupnostjo, Slovenijo in Italijo. Kakovost
odnosov moramo tudi v novem mandatu ohraniti na
doseenem nivoju,« je dejal Peterin, po katerem si
zasluge za to delijo tevilni lani, posebno zahvalo pa je
namenil Semoliu in Rudiju Paviu. Dejal je, da je SKGZ v
zadnji mandatni dobi »stopila na pot reforme svoje
organiziranosti s ciljem transparentnosti, demokratinosti in suverenosti sprejemanja odloitev« ter je
»vkljuila posameznike v verigo odloanja«, v novem mandatu pa bo treba jasno definirati »postopke
odloanja znotraj SKGZ«. »e je po eni strani pomembnost vloge nae organizacije v tem prostoru na
najviji ravni zadnjih desetletij, je treba po drugi priznati, da so se vezi z naimi ljudmi nekoliko skrhale.
SKGZ se je leta in leta ukvarjala z notranjimi zadevami in s teavami v odnosih s sorodno krovno
organizacijo. Danes imamo dobro organizirano zvezo, ki lahko neha zreti sama vase in pogleda
navzven, « je povedal Peterin, ki se bo zavzemal za »vejo navzonost SKGZ na teritoriju in okrepitev
soodloanja med vodstvom in lanstvom«. Nae vasi »so na zaklad«, je e pristavil ter poudaril vlogo
celotnega tajnitva in pomen vkljuevanja mladih. Ob koncu je spregovoril o sodelovanju znotraj manjine
in ugotavljal, da predlogov SKGZ doslej »nekateri niso jemali v potev«. »Ker so bili odbiti tevilni nai
predlogi, je sedaj iniciativa za iskanje sodelovanja tudi v rokah drugih. Naa stalia so znana, vrata SKGZ
bodo seveda e naprej odprta za vse, a bogastvo, ki ga predstavljate vi, nae znanje, naa izkunja, nae
delo in na as, bomo uporabljali najprej za svoje lane.« O poti, ki sta jo SKGZ in gorika druba prehodila v
zadnjih 15 letih, je spregovoril Semoli. »Sprejel sem funkcijo predsednika tik pred odobritvijo zaitnega
zakona, ko je bilo politino nasprotovanje z agresivno obstrukcijo proti zaitnemu zakonu vsakdanja
praksa takratnih predstavnikov desne sredine. Zapuam jo, ko ista politina opcija umirjeno sprejema
dvojezino poslovanje gorikega obinskega sveta. Zael sem svoj prvi mandat, ko smo tu imeli ne samo
mejo med dvema dravama, temve zunanjo mejo EU, danes pa sooblikujemo skupni ezmejni mestni
aglomerat v sklopu EZTS,« je povedal Semoli, po katerem je SKGZ veliko vloila v premoanje
zgodovinskih in ideolokih delitev ter prispevala k izboljanju odnosov, ne da bi se »izneverila visokim
antifaistinim vrednotam. « »In te vrednote antifaizma, na katerih sloni italijanska republika in ki so
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vklesane v italijanski ustavi, bi morali poznati in spotovati vsi, predvsem tisti, ki opravljajo javne
funkcije,« je na »primer Romano« namignil Semoli. Dalje je spregovoril o vlogi EZTS, »ki konkretno
udejanja nao vizijo skupnega evropskega ezmejnega prostora« in v katerem ima Semoli vlogo
koordinatorja komisije za urbanizem, ki se ukvarja z oblikovanjem ezmejnega prostorskega plana treh
obin. »V tem vidim konkretizacijo vloge SKGZ in nae manjine nasploh kot aktivnih povezovalcev tega
prostora,« je povedal Semoli ter se navezal na besede Darka Bratine, ki je menil, da bi morala
»manjinska organizirana struktura skrbeti tudi za plonike naega mesta, ne le za jezik in kulturo«. O
svojem delu je Semoli povedal, da je skual iskati predvsem »konkretne in pragmatine reitve« v dialogu
z institucionalnimi sogovorniki, »ker smo in elimo biti aktivni nartovalci, ne pa pasivni spremljevalci teh
dinamik.« Med pomembnejimi doseki je omenil pridobivanje prostorov Trgovskega doma in postavitev
dvojezinih smerokazov na avtocesti A34. »Seveda bi vse to moralo biti samoumevno in naravno v
zgodovinsko vejezini Gorici, dejansko pa v zadnjem stoletju temu ni bilo tako in danes je naloga vseh
nas, da skupaj udejanimo taken evropski model gorikega prostora na jezikovnem, kulturnem,
gospodarskem in izobraevalnem podroju,« je dejal Semoli, po katerem bi morala postati »naravna
dvojezinost kakovostno poreklo Gorice«. Dalje je govoril o izzivih, od katerih je odvisna prihodnost
organizacije, manjine in drube nasploh, izpostavil pomen generacijske zamenjave in tudi doseke
slovenskih drutev, organizacij in ustanov, med katerimi je posebej omenil Kulturni dom, Dijaki dom,
tabornike, Kinoatelje. Za uspehe je estital tudi sredinam, ki delujejo pod okriljem SSO. Pozval je k
premoanju »neproduktivnega loevanja « in obaloval »pomanjkanje ustvarjalnega in produktivnega
sodelovanja« med SKGZ in SSO, med katerima sicer ne manjka »prijateljskih vezi«. Izrazil je eljo po
odprtem sooanju, raje kot na »hude napade in obrekovanje« pa se je spomnil na »konkreten odnos«, ki
ga je imel z Walterjem Bandljem. Semoli je ob koncu e obaloval, da je v zadnjih letih premalo
pozornosti posveal ZSKD in drutvom, »saj so ga prevzele mestne in ezmejne dinamike, v katerih vidi
»veliko prilonost« in ki jih »po vstopu Slovenije v EU ni hotel zamuditi «, izrazil pa je eljo, da bi novi
predsednik »zaobjel v pravo celoto vlogo, ki jo ima naa zveza v tem prostoru«. Po Semolievem govoru
so bili na vrsti pozdravi gostov. Kot prvi je nastopil goriki upan Ettore Romoli. »Semolieva odloitev, da
se umakne s predsednikega mesta, me je presenetila, saj je bil zame Livio dua SKGZ na tem obmoju.
Tako kot on pa si bomo morali tudi ostali priznati, da nismo veni, eprav verjamem, da bo Semoli e
vedno zelo aktiven,« je povedal upan, ki je nato izpostavil nekaj skupno izvedenih projektov, med
katerimi EZTS. O novem, boljem ozraju v mestu pa naj bi po upanovem mnenju priala gorika reakcija
na sobotna shoda. »V soboto so se dogodile stvari, ki nam niso ve, Goriani pa so prestali tudi to
preizkunjo. Odnosi med nami se niso spremenili in po tej poti moramo nadaljevati,« je zakljuil Romoli.
Nato je v imenu gorike pokrajine pozdravila pokrajinska odbornica Vesna Tomsi, ki je o Semoliu dejala,
»da je lovek, ki vedno ie dialog in spotuje miljenje drugega«, novemu predsednika pa je zaelela dobro
delo v nelahkem trenutku. »Livio Semoli je bil za SKGZ odlini zunanji minister in verjamem, da bo lahko
nadaljeval po tej poti. On je tista oseba, ki lahko ustvari bolje odnose med SKGZ in SSO, saj sta z
Bandljem dobro sodelovala. loveki stiki lahko zagotovo pomagajo, da zanemo neko novo obdobje,« so
bile besede deelnega predsednika SKGZ Rudija Pavia. V imenu SSO je pozdravila nova predsednica
Franka Padovan, sicer tudi upanja obine teverjan. »Semoli je v 15 letih opravil veliko delo. Tako vodstvo
SKGZ kot vodstvo SSO sta sedaj doivela nekatere zamenjave, aka pa nas obdobje, v katerem bomo
morali premostiti marsikatero oviro. Pripravljena sem na dogovor in na imprejnji skupni sestanek,« je
povedala Padovanova. Deelni svetnik Rodolfo Ziberna je izpostavil plodna leta Semolievega delovanja,
poudaril pa je tudi, da je slovenska narodna skupnost skupaj s furlansko zelo pomembna komponenta
naega teritorija. V imenu VZPI­ANPI se je Ivan Bratina zahvalil Semoliu in SKGZ za konkretno
sodelovanje, dodal pa je, »da je Gorica prejnjo soboto lepo odgovorila na dogodke, ki se ne bi smeli
dogajati v tem mestu«. Ravnatelj Kulturnega doma Igor Komel je izpostavil, da mora SKGZ e naprej
delati za razvoj slovenske narodne skupnosti v Italiji in na splono za celotno mesto in teritorij. Sledila je
razprava, med katero so posegli tevilni lani. Ti so se v glavnem zahvalili Semoliu ter novemu
predsedniku voili uspeno delovanje, izrazili pa so tudi nekatere konstruktivne kritike, in sicer eljo po veji
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pozornosti do lanov posameznikov, povedali pa so tudi, da bi morali imeti Slovenci v Italiji veji vpliv pri
doloenih aktualnih vpraanjih, kot so npr. ekonomska kriza na Gorikem, prihod beguncev v Gorico ter bi
morali izraziti lastna stalia o dogodkih, kot sta bila npr. sobotna shoda. (av)
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Finanna straa preiskala sedee Connecting People
Goriko dravno toilstvo je odredilo preiskavo sedeev
konzorcija Connecting People, ki upravlja tudi center za
prosilce za azil CARA v Gradiu. Preiskave, v zvezi s
katerimi preiskovalci ne posredujejo podrobnih
informacij in ki jih je namestnica gorikega dravnega
toilca Valentina Bossi zaupala videmski finanni strai, so
opravili na sedeih konzorcija v mestu Trapani, v Catanii
in v Gorici. Ukrepi, pie tiskovna agencija ANSA, naj bi
bili povezani z nadaljevanjem preiskave, po kateri so na
gorikem sodiu odredili sojenje za enajst ljudi ­ lane
vodstva in uslubence konzorcija Connecting People.
Obtoeni so goljufanja drave in neizpolnjevanja pogodbe
o dobavi javnih storitev. Sojenje so odredili tudi za dva
funkcionarja gorike prefekture ­ namestnico prefekta
Glorio Allegretto in raunovodjo Telesia Colafatija ­, ki po
ocenah preiskovalcev nista nadzorovala delovanja
konzorcija oz. nista preverjala dokumentacije, ki jo je le­
ta izdajal. Preiskovalci menijo, da je med leti 2008 in
2010 konzorcij Connecting People »napihnil« tevilo
gostov v centrih CIE in CARA (za vsakega je prejemal
okrog 40 evrov dnevno), dravo pa naj bi s tem ogoljufal
za priblino poldrugi milijon evrov. Priseljencem naj bi
tudi ne dobivali cigaret, telefonskih kartic, vode in drugih storitev, ki bi jih moral konzorcij po pogodbi
zagotavljati vsakemu izmed njih. Konzorcij Connecting People, ki upravlja v Italiji ve centrov za
priseljence, je lani sproil postopek poravnave na sodiu v Trapaniju. O njem je v prejnjih mesecih poroala
tudi televizijska oddaja Piazza pulita. Samo do uslubencev naj bi konzorcij imel 770.000 evrov dolga. V
Gradiu je v centru CARA zaposlenih okrog 60 ljudi, ki e ve mesecev ne prejemajo plae in tvegajo
izgubiti delovno mesto.
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