Schede - San Costanzo - Provincia di Pesaro e Urbino
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Schede - San Costanzo - Provincia di Pesaro e Urbino
138 Pietro Leone Bombelli (Roma 1737-1809) e collaboratori Via Crucis, 1782 12 calcografie acquerellate, mm 420 x 284 (ciascuna) SAN COSTANZO, Chiesa di Sant’Agostino Anonimo attivo tra XVIII e XIX sec. Via Crucis, post 1782 14 oli su tela, cm 34,5 x 24 (ciascuno) SAN COSTANZO, Quadreria Comunale di Palazzo Cassi (già nella Chiesa di San Silvestro) Senza alcun riferimento all’inventore dei diversi soggetti, la serie venne pubblicata a Roma nel 1782 da Pietro Leone Bombelli; alla sua realizzazione presero parte diversi incisori, tutti attivi a quella data nella capitale, tra cui personalità di notevole caratura: lo stesso Bombelli, bulinista e stampatore, allievo di Stefano Pozzi autore tra le tante cose della Vera effigie del B. Leonardo da Porto Maurizio (1804), il santo responsabile dell’erezione in tutta Italia delle Viae Crucis1; Francesco Cecchini (attivo a Roma fino al 1811), incisore di riproduzione allievo di Giovanni Volpato, attivo nell’ambito della Calcografia Camerale e bravo ritrattista; Antonio Capellan (Venezia ? 1735 ca. 1805 ca.), uno dei migliori discepoli di Giuseppe Wagner, noto per le traduzioni di pittori veneti ma anche per i numerosi ritratti di cardinali nonché per la traduzione delle più famose opere di pittura e scultura di Roma, collaboratore della raccolta Schola Italica Picturae, edita da Gavin Hamilton nel 1773, dove parteciparono Angelo Campanella (Roma 1746-1811) e Giuseppe Sforza Perini (Roma 1748-1797), anch’essi impegnati nella realizzazione della nostra serie (Perini realizzò soprattutto soggetti di genere e ritratti e i suoi rami sono in gran parte conservati alla Calcografia Nazionale). Chiudono l’elenco dei collaboratori del Bombelli Francesco Pozzi (Roma 17501805), nipote e allievo del più famoso Rocco Pozzi, specializzato in soggetti religiosi e ritratti2, e Lorenzo Benedetti di cui 18/19 si hanno scarse notizie. Le incisioni, colorate all’acquerello con grande precisione (nel nostro caso due stazioni sono state trafugate), assumono l’aspetto di vere e proprie pitture e, in realtà ecclesiastiche più svantaggiate, possono sostituire i più carestosi dipinti su tela. Il successo della serie è testimoniato da una nuova edizione che Bombelli pubblicò nel 1803 (i rami sono conservati presso la Calcografia Nazionale di Roma3) e che raccolse una particolare approvazione da parte di papa Pio VII (1800-1823)4. Del tutto identica a quella precedente, questa seconda è interamente firmata dallo stesso Bombelli, mentre autore dei disegni delle diverse tavole risulta, secondo Petrucci5, Luigi Agricola (1750 ca. - post 1801), professore e poi presidente dell’Accademia di San Luca a Roma, interprete del gusto neoclassico e amico del Canova, cui forse potrà essere riferita anche l’esecuzione dei disegni per la prima edizione6. A tutto ciò andrà aggiunto che le due diverse edizioni del Bombelli costituirono un modello di riferimento per botteghe di pittori impegnati nell’esecuzione di opere con lo stesso soggetto; due i casi a me noti presentati in questo volume, quello della Via della Chiesa di San Francesco d’Urbino, attribuita alla scuola di Giannandrea Lazzarini, e l’altro della serie dipinta conservata nella Quadreria Comunale di San Costanzo, riprodotta qui di seguito. Eseguita per la Chiesa di San Silvestro della stessa località, quest’ultima è opera di un anonimo artista che, pur scegliendo di aderire al modello incisorio, lo interpreta in modo semplificato7: appiattisce gli sfondi, elimina particolari e personaggi concentrando invece l’attenzione sui protagonisti principali; caso emblematico quello della quinta stazione dove il cavaliere in secondo piano presente nell’incisione, viene sostituito da uno svolazzante mantello gonfiato dal vento. 139 142 Note 1. Sul Bombelli cfr. K.G. Saur, Allgemeines Künstler-Lexicon, 12, München-Leipzig 1996, p. 437. 2. Benedetti firmò la IX stazione; Bombelli la I, II e XIV; Campanella la VI; Antonio Cappellan la IV e la X; Giuseppe Cappellan l’VIII; Cecchini la III e la XII; Perini la V; Pozzi la VII e la IX. Per Cappellan cfr. B. Passamani, in Dizionario Biografico degli Italiani, XVIII, 1975, pp. 476-478; A. Priever, in K. G. Saur, Allgemeines KünstlerLexikon, 16, München-Leipzig 1997, p. 237; per Angelo Campanella rimando a M.T. Penta, scheda in Incisioni del ‘700 in Italia nella raccolta d’Arte Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, catalogo della mostra (Napoli 2002) a cura di M.T. Penta e B. Jatta, Napoli 2002, pp. 164-166. Nello stesso catalogo cfr. anche le schede di A.M. Voltan riguardo a Giuseppe Sforza Perini (p. 259), e di M.T. Penta per Francesco Pozzi (p. 276), entrambe con bibl. prec. Su Francesco Cecchini, infine, si veda G. Basile, in Dizionario Biografico degli Italiani, 23, 1979, p. 273; K.G. Saur, Allgemeines Künstler-Lexicon, 17, München-Leipzig 1997, p. 437. 3. Cfr. C.A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Calcografia Nazionale, Roma 1953, p. 27. Su questa serie si veda anche Z. Davoli, La Raccolta di stampe “Angelo Davoli”, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, II, 1996, pp. 46-47. 4. Cfr. P. Antoninus a Sant’Elia a Pianisi, De Pio Viae Crucis exercitio disquisitio historica iuridica ritualis, Roma 1950, p. 50. 5. Petrucci, Catalogo generale delle stampe, cit., p. 27. 6. L’Agricola fornì tra l’altro i disegni per un’altra Via incisa da G. Bellavitis, G. Canali, A. Gabrieli; cfr. Z. Davoli, La Raccolta di stampe “Angelo Davoli”, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, I, 1995, pp. 279-280, nn. 2964-2966; p. 399. 7. Nonostante le ricerche condotte dalle dott.sse Fabiola D’Angeli e Agnese De Angelis nell’Archivio Diocesano di Fano e in quello Parrocchiale di San Costanzo, su questa Via Crucis e sul suo autore non risultano allo stato notizie. Bibliografia essenziale C.A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Calcografia Nazionale, Roma 1953, p. 27; Z. Davoli, La Raccolta di stampe “Angelo Davoli” , Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, II, 1996, pp. 46-47; La quadreria comunale di San Costanzo, con testi di B. Montevecchi e P. Vitali, Fano 1997, pp. 32-33. 143