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9:30 Pagina 1 2005 Qualità Sicurezza Ingegneria Economia Mezzogiorno [ Argomenti ] 6 2005 15-09-2005 [ Argomenti ] 6 COPERTINA CON DORSINO 26-07 COMITATO SCIENTIFICO 15-09-2005 9:34 Pagina 1 Comitato Scientifico Coordinamento Prof. Ing. Dario Lo Bosco Vice Preside della Facoltà di Ingegneria nell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Prof. Attilio Celant Preside della Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” di Roma Prof. Ing. Salvatore Di Mino Delegato della Società Italiana Infrastrutture Viarie Prof. Avv. Serafino Gatti Ordinario di Diritto Commerciale nella Facoltà di Diritto Privato e Comunitario dell’Università “La Sapienza” di Roma Prof. Marius Stoka Ordinario nel Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino 15-09-2005 9:32 Pagina 1 [ Argomenti ] 6 2005 sommario sommario 15-09-2005 9:32 Pagina 2 Quadrimestrale di Rete Ferroviaria Italiana Anno 3 - n. 6 - luglio 2005 Direttore Responsabile Ida D’Antonio Direttore Scientifico Dario Lo Bosco Responsabile Tecnico Giuseppe Sciumè Coordinamento Redazionale Pietro Stramba-Badiale Segretaria di redazione Maria Grazia Occhipinti Progetto grafico, impaginazione e stampa Ideal Comunicazione srl Via Colli 24 - 10129 Torino Foto e illustrazioni Fototeca Ferrovie dello Stato SpA Marco Bruzzo e Antonio Federici (per gentile concessione di Tuttotreno) Mediateca centrale della Commissione europea Redazione Piazza della Croce Rossa, 1 00161 Roma Telefono: 06.44104402 Fax: 06.44103726 [email protected] www.rfi.it Registrazione Tribunale di Roma n. 421/2003 del 3 Ottobre 2003 Le opinioni espresse negli articoli impegnano unicamente le responsabilità dei rispettivi autori. Scritti, fotografie e disegni inviati non vengono restituiti. La riproduzione degli articoli deve essere autorizzata dalla Direzione Chiuso in tipografia il 26 luglio 2005 sommario 15-09-2005 9:32 Pagina 3 Sommario Editoriale • Sistema integrato di gestione della mobilità sostenibile, un volano per lo sviluppo delle aree deboli Dario Lo Bosco 4 Focus | SIGS – Sistema integrato gestione sicurezza • Introduzione ai sistemi di gestione: lo sviluppo dei sistemi integrati di gestione di qualità, ambiente e sicurezza (QAS) Carlo De Rosa • TÜV - Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione Alessio Galiazzo • Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza RFI Luciano Rivieccio • Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS Gianfabrizio Ghiglia • Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure Giovanni Francone, Aldo Padova • Il SIGS nella Direzione manutenzione Vincenzo Valeriani, Stefano Milanese 6 11 20 31 40 50 Ambiente | Diritto | Economia | Ingegneria • Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttura in RFI Matteo Triglia, Gabriele Maffei, Daniele Mari 54 Ambiente | Diritto | Economia | Ingegneria • Il processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa Maria Antonietta Del Boccio • Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea Mario Goliani, Antonio Sarno 70 86 Ambiente | Diritto | Economia | Ingegneria • Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa Francesco Bocchimuzzo, Michela Apicella 98 Mezzogiorno • Trenitalia per far crescere il Mezzogiorno Paolo Gagliardo • Il progetto di riqualificazione della stazione di Trapani Filippo Palazzo, Ferdinando Verace 110 117 3 EDITORIALE 15-09-2005 9:33 Pagina 4 [ Argomenti ] 6 Sistema integrato di gestione della mobilità sostenibile, un volano per lo sviluppo delle aree deboli DARIO LO BOSCO - direttore scientifico ualità, ambiente, sicurezza dei lavora- tutte le sue articolazioni, a partire da due tori, dei clienti e degli impianti: sono gangli vitali come le Direzioni manutenzione questi obiettivi strategici per chi, e movimento. RFI ha fin dalla sua costituzione come RFI, gestisce l’intero patrimonio infra- perseguito e via via irrobustito un processo strutturale del sistema ferroviario d’un grande virtuoso che punta al massimo della sicurezza, paese come l’Italia. È impegno quotidiano del- della qualità e della protezione ambientale, Q 4 l’intero Gruppo FS mettere a punto, mante- la cui bussola è rappresentata dalle certifica- nere e sviluppare nel tempo, con la massima zioni di processo e di prodotto: la certificazione efficacia, un sistema di gestione della mobilità degli impianti e delle procedure secondo gli sostenibile su rotaia, delle persone e delle standard ISO 9001 (qualità), ISO 14001 merci, che rappresenti anche in ambito UE un (ambiente) e OHSAS 18001 (salute e sicu- valido e moderno sistema integrato a servizio rezza dei lavoratori). L’azienda è oggi, così, della collettività e con caratteristiche tali da proiettata a conseguire l’obiettivo della qualità costituire un reale volano per lo sviluppo eco- totale, a garanzia e tutela anche dei suoi lavo- nomico anche delle aree deboli. ratori e delle stesse imprese ferroviarie che, in In tale ottica, RFI ha destinato considerevoli un mercato sempre più aperto, richiedono risorse finanziarie, umane e professionali alla attenzioni adeguate, e di tutti i clienti, destina- realizzazione del SIGS, il Sistema integrato di tari finali dei servizi. Prova dei risultati proficui gestione per la sicurezza della circolazione dei di questo impegno è la capillarità con la quale il treni e dell’esercizio ferroviario, che costitui- SIGS viene esteso a tutti i livelli dell’azienda, sce l’oggetto del Focus di questo numero di dalle Direzioni centrali alle singole unità territo- Argomenti. La nascita e lo sviluppo del riali, prevedendo la presenza di responsabili del Sistema sono nel seguito dettagliatamente Sistema in ogni struttura aziendale, con un’or- analizzati, fornendo un quadro completo di ganizzazione gerarchica al tempo stesso unita- un’attività poco appariscente all’esterno, ma ria e flessibile, in grado da un lato di diffondere assolutamente centrale per le implicazioni e capillarmente e rapidamente istruzioni e diret- per le ricadute che ha su ogni aspetto del- tive, e dall’altro di mettere in atto un costan- l’organizzazione e dell’attività dell’azienda in te e attento “ascolto del territorio”. EDITORIALE 15-09-2005 9:33 Pagina 5 EDITORIALE S’è realizzata un’architettura complessa che onde intervenire prima del materiale verifi- s’avvale, ovviamente, delle migliori tecnologie carsi del danno). Di rilevante interesse è, informatiche, ma che richiede anche l’impe- infine, il lavoro presentato in queste pagine gno convinto di personale scelto con cura sulle problematicità e l’armonizzazione dei sulla base della competenza professionale ma processi decisionali in materia di nuove anche della motivazione e, oserei dire, della opere a livello europeo. passione che anima i veri ferrovieri, nonché L’aumento dei traffici internazionali passeg- della capacità di comunicare sia all’interno del geri e merci, l’apertura di nuovi “corridoi” gruppo di lavoro sia nei confronti della propria transnazionali di comunicazione impongono struttura di riferimento. Questo fascicolo di ormai una riflessione e l’adozione di normati- Argomenti affronta anche, con un lavoro ve e procedure utili a garantire non solo l’in- approfondito e ricco di dati e d’informazioni, teroperabilità, ma ancor prima, a monte, la il tema dell’innovazione tecnologica applicata progettazione integrata e la realizzazione alla manutenzione dell’infrastruttura ferrovia- delle opere necessarie a consentire la fluidi- ria, un settore in cui è facile comprendere tà di quei traffici che risultano strategici per l’importanza che rivestono per RFI l’efficienza, lo stesso sviluppo economico, a partire dal- l’economicità (compresi i costi ambientali) l’eliminazione dei bottleneck, i “colli di botti- e, ancora una volta e soprattutto, la sicurezza glia” europei, trattati in un altro articolo di e il comfort di marcia. Dall’esposizione che questo stesso fascicolo. segue emerge chiaramente come l’impegno Completano questo numero di Argomenti la dell’azienda abbia dato e continui a dare presentazione della nuova stazione di Torino anche per la “buona scienza” della manuten- Porta Susa, caratterizzata da un’ardita galle- zione programmata (terotecnologia) e on con- ria vetrata sulla cui superficie si svilupperà dition (quando serve e dove serve) buoni risul- una vera centrale fotovoltaica per la produ- tati, fra l’altro, in termini di minuziosa precisio- zione “pulita” d’energia elettrica, un quadro ne della localizzazione degli interventi da effet- delle attività e dei progetti di Trenitalia per il tuare nella rete, della velocità d’esecuzione e Mezzogiorno e una completa trattazione della qualità e tempestività delle azioni da della storia e dei progetti di riqualificazione porre in essere; ciò grazie pure a una costante della stazione di Trapani, inserita nel network opera d’aggiornamento tecnologico e del per- Pegasus (Programma evoluto per la gestione sonale che tende a ridurre al minimo la sog- di aree di stazioni del Sud Italia), creato gettività nella valutazione dello stato della rete appositamente da RFI per riqualificare, valo- e a dare importanza crescente a strumenti d’a- rizzare e ottimizzare, anche sorto il profilo vanguardia come il treno misure “Archimede” della security, ben 101 complessi di stazione (utilizzato da RFI per la diagnostica predittiva, del Mezzogiorno. 5 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 6 Focus SIGS Un sistema di gestione integrato e certificato, con l’obiettivo della qualità totale degli impianti, dei processi e dei servizi di RFI e della tutela dei lavoratori, delle imprese ferroviarie, dei clienti. È questo il SIGS, il complesso e capillare strumento che RFI sta costruendo come elemento strategico della propria attività, e al quale ha destinato un consistente investimento economico, tecnologico e umano. I primi risultati, in termini di miglioramento della qualità, della tutela ambientale, della sicurezza dei lavoratori, dei clienti e degli impianti, sono altamente positivi A1 15-09-2005 9:35 Pagina 7 Introduzione ai sistemi di gestione: lo sviluppo dei sistemi integrati di gestione di qualità, ambiente e sicurezza (QAS) CARLO DE ROSA director Arthur D. Little, project leader per RFI SpA n sistema di gestione è uno strumento strutturato per affrontare in maniera sistematica aspetti strategici e operativi di un’organizzazione e ha la finalità di perseguire eccellenza del prodotto/servizio, soddisfazione del cliente, motivazione del personale, rispetto delle politiche aziendali, miglioramento delle prestazioni. Queste finalità si realizzano attraverso la corretta pianificazione degli strumenti operativi, dei processi e delle risorse e la definizione dei relativi obiettivi e traguardi. Le prime applicazioni significative di sistemi di gestione ai temi di qualità, ambiente e sicurezza risalgono ai primi anni 70 e per molto tempo questi temi sono stati gestiti in maniera indipendente. Le organizzazioni erano portate a pensare e agire in maniera settoriale poiché si considerava che ciascun tema avesse interlocutori, processi e risorse specifici. L’esperienza accumulata negli anni relativamente alla gestione dei temi specifici ha consentito la maturazione dei sistemi all’interno delle organizzazioni gettando le basi per entrare in un’ottica d’ottimizzazione dei processi aziendali considerando elementi comuni e sinergie fra le aree trattate. Queste considerazioni hanno portato a ragionare in termini d’integrazione dei singoli sistemi di gestione della qualità, dell’ambiente e della sicurezza. Infatti gli elementi d’un sistema di gestione possono essere applicati a qualunque tema che richiede una gestione strutturata al fine di raggiungere degli obiettivi prefissati. U 7 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 8 [ Argomenti ] 6 fig. 1 – Lo schema classico dei sistemi di gestione di qualità, ambiente e sicurezza ILLUSTRATIVO Stakeholder Qualità Ambiente Salute e sicurezza Cliente Comunità/Autorità Lavoratori Processo Produrre un prodotto Controllo degli impatti di qualità Risorse/Organizzazione Approvvigionamento/ Vendita Ricerca/Ingegneria Ridurre l’esposizione Risorse umane E CRITICITÀ D’UN SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE BENEFICI La realizzazione d’un sistema di gestione integrato è una grande opportunità per un’organizzazione per gestire temi che spesso vengono considerati in maniera separata ma che in realtà tendono a confluire quando se ne considerano i benefici in termini sia di gestione operativa sia di vantaggi competitivi e creazione di valore aziendale. Tuttavia, è necessario considerare anche le criticità potenziali legate all’adozione d’un sistema integrato. L’entità dei benefici è sicuramente maggiore quando un’organizzazione comprende il contributo del sistema di gestione alla generazione di valore aziendale e di conseguenza tende a sfruttarne appieno le potenzialità. Alcuni meccanismi d’accrescimento del valore aziendale sono: • riduzione dei costi (ad esempio costi di compliance o di “crisis management”); • minimizzazione dei rischi; • attrazione di risorse umane e finanziarie; • maggiore competitività; • creazione di nuovi prodotti e/o servizi; • protezione dell’immagine aziendale e degli asset intangibili. 8 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 9 Introduzione ai sistemi di gestione: lo sviluppo dei sistemi integrati di gestione di qualità, ambiente e sicurezza (QAS) Benefici Modello di gestione unico Criticità Comprensione di specifici requisiti dei vari standard Semplificazione procedurale e ottimizzazione dei processi aziendali Abitudine all’utilizzo di sistemi già in uso Evitare duplicazione di risorse e documentazione I sistemi in uso funzionano bene – resistenza al cambiamento Promuovere un approccio omogeneo e una comprensione condivisa “Ownership” per la gestione dei vari temi (qualità, EHS ecc.) assegnata a diverse funzioni dell’organizzazione (poco disposte a collaborare) Audit integrato - Strumenti e risorse comuni - Unico processo di follow-up - Minimizzazione del tempo delle risorse umane sottoposte a audit fig. 2 – Benefici e criticità del sistema integrato di gestione LE NORME DI RIFERIMENTO E LA LORO INTEGRABILITÀ Alcune istituzioni indipendenti hanno sviluppato linee guida per lo sviluppo e la valutazione di sistemi di gestione nonché norme per la certificazione. Tra queste organizzazioni rientrano la International Organization for Standardization (ISO) e la British Standards Institution (BSI). Un’organizzazione può decidere volontariamente d’aderire a queste norme al fine d’ottenere una certificazione di parte terza della rispondenza del proprio sistema di gestione ai requisiti ivi espressi. Le norme più diffuse a livello internazionale sono: • ISO 9001 relative alla gestione della qualità; • ISO 14001 relative alla gestione ambientale; • OHSAS 18001 relative alla gestione della salute e sicurezza dei lavoratori. Analizzando i requisiti di queste tre norme s’evince chiaramente il grado di corrispondenza e di compatibilità tra esse. Elementi comuni e corrispondenze garantiscono la gestione integrata, come evidenziato nella figura 3. 9 15-09-2005 9:35 Pagina 10 Requisiti del sistema di gestione ambientale Sistema di gestione per la qualità Requisiti del sistema di gestione sicurezza sul lavoro OHSAS 18001 [ Argomenti ] 6 Responsabilità della Direzione Impegno della Direzione Attenzione focalizzata al cliente Politica ambientale Obiettivi e traguardi Programmi di gestione ambientale Comunicazione Riesame della Direzione Politica per la qualità Obiettivi per la qualità Pianificazione del sistema Struttura e responsabilità Politica SSL Identificazione pericoli e valutazione rischi Politica SSL Obiettivi Programmi di gestione SSL Comunicazione interna Riesame da parte della Direzione Consultazione e comunicazione Riesame della Direzione Struttura e responsabilità Formazione, sensibilizzazione e competenze Gestione delle risorse Competenza, consapevolezza e addestramento Attuazione e funzionamento Controllo operativo Gestione delle emergenze Controlli e azioni correttive fig. 3 – Gestione integrata e normative di riferimento ISO 9001 Struttura e responsabilità Politica ambientale Aspetti ambientali ISO 14001 A1 Realizzazione del prodotto Pianificazione realizzazione prodotto Processi relativi al cliente Progettazione e sviluppo Approvvigionamento Erogazione servizi Misurazioni, analisi e miglioramento Struttura e responsabilità Formazione, sensibilizzazione e competenze Attuazione e funzionamento Controllo operativo Gestione delle emergenze Controlli e azioni correttive L’INTEGRAZIONE DELLA GESTIONE DI QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA NEI PROCESSI AZIENDALI Il successo d’un sistema di gestione dipende dal grado d’integrazione con i processi aziendali. La gestione della qualità, dell’ambiente e della sicurezza non deve essere vista come ostativa ai processi di business, ma come necessità di ricercare condizioni tollerabili e coerenti con i princìpi e la cultura d’organizzazioni che contribuiscono alla modernizzazione e allo sviluppo del panorama economico e sociale globale. L’integrazione con i processi aziendali è condizione necessaria affinché un sistema di gestione sia “vivo” e in grado d’evolvere nel tempo garantendo un miglioramento continuo nella gestione aziendale. Affinché ciò possa realizzarsi è essenziale che si crei una visione condivisa all’interno dell’organizzazione e di conseguenza venga promossa e diffusa una cultura fortemente incentrata su questi aspetti. Il successo d’un sistema integrato qualità, ambiente e sicurezza passa attraverso la definizione di strategie integrate e processi omogenei, ma anche d’interventi sulla cultura dell’azienda. 10 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 11 TÜV – Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione ALESSIO GALIAZZO responsabile tecnico Management Service di TÜV Italia IL TÜV ITALIA NEL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE DI RFI Il TÜV Italia è stato coinvolto nella certificazione di sistemi di gestione aziendale di RFI SpA, e per fare ciò s’è avvalso dell’accreditamento SINCERT (www.sincert.it) per i sistemi di gestione qualità, ambiente, sicurezza sul lavoro e sicurezza delle informazioni. Il Gruppo TÜV Sud, nel campo dei sistemi di trasporto ferroviari, ha maturato la propria esperienza nelle attività svolte dalla casa madre di Monaco di Baviera per la certificazione di prodotti e sistemi, in accordo con le note direttive comunitarie che s’occupano d’interoperabilità del trasporto ferroviario. Sebbene queste attività non abbiano un impatto diretto sugli attuali processi gestiti da RFI SpA, sicuramente costituiscono un osservatorio utile per poter fare delle comparazioni a livello europeo circa lo stato d’implementazione dei sistemi di gestione aziendale dei vari gestori delle infrastrutture ferroviarie europee. Dalle analisi effettuate risulta che il trend verso la certificazione, per quanto riguarda il settore ferroviario, è fortemente orientato soprattutto alla certificazione di prodotto e di sistema/prodotto e non verso sistemi di gestione aziendale. Questo conferma che RFI SpA, con la propria scelta di focalizzare attenzione e risorse sulla certificazione integrata del proprio sistema di gestione aziendale (in accordo con gli standard di gestione aziendale ISO 9001:2000; BSI OHSAS 18001:1999; ISO 14001:1996 e BS 7799-2:2002), ha avviato un’esperienza unica a livello europeo 11 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 12 [ Argomenti ] 6 che segna una svolta anche nel modo di porsi di fronte alle parti interessate, che non si limita solo all’ottenimento dei migliori risultati in Europa in termini di sicurezza della circolazione dei treni, ma s’estende all’impegno di garantire migliori performance nell’ambito della salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza. Inoltre non è da trascurare il fatto che i sistemi di gestione aziendale oltre ad avere una maggiore considerazione in ambito comunitario sono dei validi supporti in termini d’efficacia ed efficienza per affrontare con più serenità i mutamenti che le direttive europee stanno imponendo in materia di trasporto ferroviario. Questo è confermato dal fatto che un sistema di gestione aziendale di per sé è uno strumento che consente di guidare rapidamente l’azienda verso mutamenti organizzativi che essa attua, quindi in prospettiva, con l’introduzione di questi nuovi modi di concepire il trasporto, le aziende ferroviarie che implementeranno i sistemi di gestione aziendale citati in precedenza trarranno sicuramente dei benefici. In Europa, sia i vettori sia i gestori della rete ferroviaria stanno investendo nell’implementazione dei sistemi di gestione aziendale. 12 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 13 TÜV – Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione A tale proposito esistono approcci diversi volti o verso l’implementazione di sistemi di gestione in accordo con le sole ISO 9000, o verso la ISO 14000, ma non comprendono tutti i processi erogati dall’organizzazione. Esiste quindi di fatto un’unicità nel nostro contesto nazionale, sponsorizzata anche dal Gruppo FS, che vede la realtà italiana molto proiettata in avanti rispetto agli altri paesi europei. La conferma è che, oltre a RFI SpA, anche Trenitalia (società del Gruppo FS) ha sviluppato e implementato progetti di certificazione integrata del sistema di gestione aziendale all’interno delle proprie strutture organizzative. LA PREPARAZIONE DELL’AUDIT DI CERTIFICAZIONE DI RFI Sono stati impiegati circa 70 valutatori qualificati nei quattro schemi di certificazione citati in precedenza, utilizzando anche degli esperti legali quali avvocati con esperienze forensi in trasporti ferroviari e in materia di sicurezza e ambiente, poiché per gli schemi di certificazione, specialmente per ambiente e per sicurezza sul lavoro, la conformità legislativa è uno degli elementi vincolanti al fine del rilascio della certificazione. Inoltre ottenere la conferma, da parte d’esperti di questo tipo, che quanto è stato implementato da parte dell’organizzazione è coerente con i requisiti cogenti consente di formulare un giudizio di conformità del sistema di gestione con più serenità. Oltre alle figure professionali citate in precedenza, sono stati inseriti nei team di verifica anche degli esperti tecnici con esperienze nel trasporto ferroviario, nella progettazione e produzione di materiali d’armamento, trazione elettrica, attrezzature e sistemi utilizzati nei processi sottoposti a certificazione. I valutatori incaricati della verifica si sono riuniti più volte e hanno effettuato anche una valutazione della documentazione (manuale e procedure) che è stata presentata da RFI. Alla fine della valutazione e dei chiarimenti successivi intervenuti da parte 13 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 14 [ Argomenti ] 6 di RFI è stato formulato il giudizio sulla conformità della documentazione. Successivamente s’è proceduto a pianificare le attività di verifica sul campo per singola struttura organizzativa. Ovviamente, in tale fase è stato indispensabile un fortissimo coordinamento a livello di responsabile di pratica, inevitabile per far sì che anche i giudizi di conformità al termine delle attività di audit non sfociassero in situazioni di differenti interpretazioni, anche nell’interesse dell’organismo di certificazione, che deve mantenere per quanto possibile un approccio omogeneo delle valutazioni. 14 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 15 TÜV – Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione IL CONTRIBUTO DELL’ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE (ODC) AL SISTEMA DI GESTIONE AZIENDALE A differenza della società di consulenza, l’organismo di certificazione, a causa delle norme che regolamentano la sua attività, non può dare suggerimenti o indicazioni su come dev’essere strutturata una determinata organizzazione, oppure su come dev’essere organizzata una determinata procedura. L’unico strumento che l’OdC è in grado d’utilizzare per guidare il miglioramento delle organizzazioni che si sottopongono volontariamente a un iter di certificazione è quello connesso all’emissione di rapporti che evidenzino le non conformità, le raccomandazioni e soprattutto l’identificazione degli elementi più deboli del sistema di gestione, verso i quali l’organizzazione deve indirizzare le proprie risorse al fine di perseguire l’obiettivo del miglioramento continuo. I motivi per i quali le norme che regolamentano le attività degli OdC assegnano un ruolo così asettico rispetto al sistema di gestione valutato vanno ricercati nel fatto che l’organismo di certificazione ha un ruolo di terza parte indipendente e quindi non può essere parte in causa nei processi di cambiamento e miglioramento delle organizzazioni, le quali devono mantenere la propria autonomia decisionale soprattutto in merito agli obiettivi che hanno definito. Ovviamente è interesse dell’organismo di certificazione sincerarsi che le aziende certificate perseguano gli obiettivi del miglioramento continuo dei propri processi per la qualità, per la sicurezza e per l’ambiente, perché l’emissione del certificato comporta a tutti gli effetti una responsabilità che si ripercuote anche sull’immagine dell’organismo di certificazione stesso. In altri termini, l’organismo di certificazione è più credibile e autorevole nella misura in cui le aziende che certifica dimostrano anche a tutte le parti interessate i livelli di miglioramento raggiunti. 15 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 16 [ Argomenti ] 6 I MIGLIORAMENTI RISCONTRATI NELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE DI RFI A PIÙ D’UN ANNO DALLA CERTIFICAZIONE INIZIALE È noto che, a causa della routine quotidiana, è difficile dall’interno di un’organizzazione rendersi conto dei miglioramenti conseguiti, mentre per chi effettua una valutazione dall’esterno, a distanza d’un tempo relativamente breve riferito al ciclo di vita dell’organizzazione, è più facile constatare e apprezzare i miglioramenti conseguiti. Pertanto è doveroso enunciare che si è constatato un consolidamento dei sistemi di gestione implementati, un miglioramento dei processi di gestione dei documenti, l’estensione e l’utilizzo dello strumento gestionale In.Rete 2000 (utilizzato nella manutenzione infrastruttura), l’aumento della sensibilità in materia di prevenzione, protezione salute e sicurezza del lavoro, l’incremento delle attività d’informazione e di formazione sui rischi residui presenti sul lavoro, maggiore coinvolgimento delle parti interessate e delle istituzioni, incremento degli investimenti nell’ambito della salvaguardia dell’ambiente, eliminazione e riduzione dei rischi residui collegati all’ambiente di lavoro e infine tutela e salvaguardia dei dati e delle informazioni inerenti alla circolazione dei treni, con investimenti anche in opere strutturali, mirate al raggiungimento degli obiettivi in materia di sicurezza delle informazioni. S’è riscontrato da parte di RFI, inoltre,un livello di consapevolezza e soprattutto di raggiungimento degli obiettivi difficilmente riscontrabile in altre organizzazioni del contesto italiano. Infatti, nella nostra esperienza, organizzazioni sicuramente più limitate in termini di dimensioni hanno conseguito in media risultati molto inferiori, e se quantifichiamo il miglioramento percepito si può affermare che i risultati di RFI sono 10 volte superiori a quelli della media delle organizzazioni a oggi certificate. Ovviamente questo non deve far sì che i risultati conseguiti siano considerati un punto d’arrivo, poiché è noto che il valore aggiunto non risiede tanto nel conseguimento d’un risultato numerico in un determinato periodo temporale, ma è allocato nella capacità dell’or- 16 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 17 TÜV – Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione ganizzazione di sostenere e perseguire nuovi obiettivi di miglioramento dell’efficacia ed efficienza dei propri processi al fine d’essere competitiva nel contesto in cui opera. L’EVOLUZIONE DEL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE DI RFI Per quanto riguarda il progetto di certificazione di RFI, assodato che a oggi risultano certificate solo alcune strutture organizzative, entro la fine del corrente anno come organismo di certificazione saremo impegnati a estendere la certificazione integrata all’intera rete. Verranno a tale scopo adottati criteri di campionamento e di auditing secondo la metodologia del multisito prevista dalle Linee guida EA 7/01 ed EA 7/02. Questo significa che se fino a oggi s’è approcciato l’attività di auditing per singola unità o struttura organizzativa (sito), quando s’arriverà alla certificazione di tutta l’infrastruttura si procederà all’effettuazione di audit per siti a campione. Questo, se per certi versi è un aspetto che può aiutare l’organizzazione ad affrontare 17 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 18 [ Argomenti ] 6 l’attività di verifica della certificazione, per altri la può penalizzare, nel senso che se presso un sito si trova una situazione non conforme tutti gli altri siti vengono penalizzati in quanto inseriti in un unico processo certificativo. In sintesi, se un’unità territoriale non raggiunge la conformità ai requisiti normativi, tutta la certificazione di cui RFI è titolare potrebbe decadere. Ovviamente questo, oltre a essere un elemento di penalizzazione, è anche un elemento d’ulteriore responsabilizzazione, quindi si dovrebbe fare in modo che tutte le strutture organizzative contribuiscano a mantenere alto il livello di tensione per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi, anche nell’interesse di mantenere un certificato che è stato rilasciato a tutta l’organizzazione e non tanto alla singola struttura organizzativa. Oltre a quanto precedentemente citato, da parte dell’OdC s’attiverà un consolidamento delle attività di auditing, con nuove metodologie di verifica, orientate sia sul rating sia sul programma di audit. Ciò significa che se in una prima fase s’effettuava semplicemente una valutazione di conformità o meno rispetto al requisito, nelle fasi successive s’andrà proprio a misurare il miglioramento che l’organizzazione sta acquisendo. Per quanto riguarda il programma di audit, non è da escludere una programmazione che includa attività di verifica a sorpresa con margini di preavviso ristrettissimi. Altro aspetto significativo per ricollegarsi a quanto riportato in precedenza circa le competenze dei valutatori sarà come utilizzare le risorse TÜV per le attività di verifica. A tale scopo non è da escludere l’impiego di colleghi provenienti da esperienze di audit presso gestori di reti ferroviarie d’altri paesi europei, per conseguire un approccio omogeneo di valutazione dei sistemi di gestione anche a livello europeo. Tale esigenza nasce dal fatto che in futuro i gestori delle infrastrutture ferroviarie europee saranno tutti coinvolti a operare in accordo con i requisiti stabiliti dalle norme di gestione aziendale, perché tali requisiti sono di fatto fatti propri dall’Unione Europea. Tutto ciò ovviamente sarà finalizzato in modo che il TÜV Italia 18 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 19 TÜV – Il sistema di gestione nelle organizzazioni ferroviarie: il contributo dell’organismo di certificazione dia quel valore aggiunto per fare in modo che il sistema di gestione integrato implementato possa contribuire a migliorare l’efficacia e l’efficienza dei processi implementati in RFI nell’interesse comune, ossia che il sistema ferroviario italiano sia competitivo e sicuro. IL TÜV ITALIA TÜV Italia (www.tuv.it) è un organismo indipendente di certificazione, una società italiana del Gruppo TÜV Sud di Monaco (Germania), società nata nel 1870. Il gruppo TÜV Sud ha un organico complessivo di circa 11.000 dipendenti in 60 paesi; la società italiana TÜV Italia srl ha 150 dipendenti e 250 collaboratori, uffici nelle province di Milano, Vicenza, Bologna, Roma e Napoli, oltre ai laboratori di Scarmagno (TO). Il TÜV Italia è organizzato in 4 divisioni: • MS (Management Service), che s’occupa dal punto di vista operativo della certificazione di sistemi di gestione aziendale e di formazione; • IS (Industrial Service), che s’occupa principalmente di certificazione di prodotto in accordo con alcune direttive comunitarie legate all’impiantistica e alla certificazione d’alcuni prodotti in accordo con altri STD; • PS (Product Service), dotata di proprio laboratorio, che segue principalmente la certificazione di prodotti in accordo con direttive europee, specie nel settore elettrico e in quello dei giocattoli; • Mobility, che segue certificazioni e omologazioni di prodotti/servizi legati al settore dei trasporti. 19 A1 15-09-2005 9:35 LUCIANO RIVIECCIO responsabile della Struttura qualità e innovazione della Direzione strategia, qualità e sistemi di RFI SpA Pagina 20 Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI 1. PREMESSA Sicurezza e ferrovieri. Una relazione molto forte tra operatori d‘un servizio essenziale per il paese e la sua prima caratteristica. La sicurezza è nelle competenze di tutti gli operatori di RFI. È un patrimonio di cultura che viene trasferito con la formazione e l’esperienza. È un patrimonio che ci si porta dietro e che viene ampliato e ampliato nel tempo. È un patrimonio che viene potenziato con strumenti e tecnologie che contribuiscono ad aumentare l’affidabilità delle operazioni e in questo settore da qualche anno è stata riavviata la poderosa macchina degli investimenti che ha largamente interessato la sicurezza con interventi di natura tecnologica di sofisticata concezione. Tutto l’apparato ferroviario si pone l’obiettivo di far tendere a zero l’incidentalità ferroviaria, e oltre all’aiuto delle tecnologie si conta molto sulle leve gestionali di controllo dei comportamenti organizzativi. Il progetto d‘ideazione, sviluppo, adozione e certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza (SIGS) della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario ha appunto l’obiettivo d‘introdurre modelli di controllo finalizzati a orientare l’organizzazione all’eccellenza dei risultati aziendali. Adottare il SIGS significa quindi adottare criteri d’approccio ai processi che impattano sulla sicurezza che, affiancandosi agli interventi di natura tecnologica, tendono a favorire il miglioramento delle prestazioni di sicurezza. 20 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 21 FOCUS | SIGS Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI Il SIGS è uno strumento per favorire un cambiamento culturale che non vuole affatto penalizzare il bagaglio d‘esperienza, ma al contrario tende a valorizzare questa conoscenza, ad analizzare criticamente quello che si genera tutti i giorni, senza mettere per alcun motivo in discussione il sistema ferroviario nel suo complesso, ma rivisitarlo costruttivamente per raggiungere obiettivi d‘eccellenza superiori. 2. IL CONTESTO Nel giugno del 2001, la Direzione tecnica ha emanato la disposizione 13 – successivamente modificata nel tempo – che prevedeva: “…al fine d’ottenere servizi di trasporto sicuri e affidabili le imprese ferroviarie e la Divisione infrastruttura (oggi RFI SpA, ndr) devono adottare processi… in termini d’organizzazione, coordinamento delle attività interessanti la sicurezza”. In particolare all’art. 5 è specificato che “bisogna adottare un sistema di gestione della sicurezza” nelle due filiere di produzione: la Direzione movimento e la Direzione manutenzione. La disposizione 13 ha indicato gli elementi che costituiscono l’asse portante del sistema di gestione. S’indicano concetti di politica, responsabilità, deleghe, coinvolgimento delle risorse… che sono riempiti dei contenuti che creano un approccio culturale diverso nei confronti della sicurezza. Queste indicazioni favoriscono lo sviluppo d’un nuovo stile di gestione: non dire più che cosa bisogna fare, ma indicare quali sono gli obiettivi lasciando poi al management tutta la libertà e tutti i modi e le possibilità per raggiungerli. Il 2001 segna un passaggio importantissimo nella cultura organizzativa delle Ferrovie, perché s’è veramente creato il presupposto per una visione nuova. Il progetto SIGS è partito proprio da questo presupposto per valorizzare il nuovo modello di gestione. Come valorizzare? Come dare maggiore visibilità alla sicurezza attuata in RFI? Dare maggiore visibilità significa raggiungere un 21 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 22 [ Argomenti ] 6 ulteriore obiettivo di facilità di dialogo con gli interlocutori istituzionali: il ministro vigilante, gli altri stakeholders, i fruitori del servizio di trasporto. La risposta agli interrogativi è stata quella di realizzare un sistema di gestione che potesse essere certificato. È stato necessario, quindi, definire gli adattamenti al sistema di gestione delineato dalla disposizione 13 del 2001 – che rimane il documento di riferimento per tutta RFI –, realizzare un più ampio sistema conforme a un modello standard e calarlo nella realtà operativa specifica di tutti i giorni perché potesse ottenere la certificazione, cioè il riconoscimento d’un ente terzo della sua conformità allo standard individuato. Il SIGS è un progetto rilevante che ha delle notevoli ricadute su tutte le risorse che sono distribuite lungo gli oltre 16.000 km d’infrastruttura ferroviaria e che materialmente “producono” la sicurezza. Un progetto con tale impatto non può che avere un forte commitment da parte del vertice societario. È stato costituito un Comitato guida composto dalla Direzione strategia, qualità e sistemi, dalla Direzione tecnica, dalla Direzione movimento, dalla Direzione manutenzione e dalla Direzione personale e organizzazione. Il Comitato guida risponde all’amministratore delegato e ha emanato le linee guida di sviluppo del progetto che le strutture organizzative – centrali e territoriali – hanno trasformato in fatti operativi concreti per la realizzazione del SIGS. 22 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 23 FOCUS | SIGS Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI 3. IL VALORE DEL SIGS Il SIGS interseca gli aspetti della qualità intesa come eccellenza delle prestazioni. Processi che generano eccellenza sono processi che generano valore all’azienda. La sicurezza è uno dei massimi valori aziendali ed è il valore su cui bisogna focalizzare tutta la gestione. fig. 1 – Gli obiettivi del SIGS S Q Sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario Sicurezza del lavoro Tutela dell’ambiente La sicurezza è qualità. Non è solo uno slogan, è il modo per sintetizzare lo schema di riferimento del sistema di gestione che formalizza in un unico schema di riferimento tutti gli strumenti che RFI ha messo in campo per controllare i processi sensibili per la sicurezza. Quando si parla di qualità si parla anche d’altri sistemi di gestione, si parla anche d’altri ambiti operativi d’eccellenza. La globalizzazione non fa girare solo merci,fa girare anche cultura e nel campo della qualità anche gli obiettivi circolano, si spostano, si portano più avanti. È noto che la filiera integrata di qualità,ambiente e sicurezza del lavoro costituisce il controllo dell’insieme delle prestazioni essenziali cui tutte le imprese stanno cercando di tendere per consolidarsi sul mercato. Il SIGS di RFI persegue anche quest’ulteriore finalità. Integra l’intera disposizione 13/2001, la legge e le sue successive integrazioni nel più ampio contesto gestionale dei modelli stabiliti per la qualità, per l’ambiente e per la sicurezza del lavoro. Il contesto del sistema di gestione è il controllo di tutti i processi che sono realizzati in accordo con la disposizione 13/2001, facendo riferimento agli standard ISO 9001 per la qualità, la ISO 14001 per la tutela dell’am- 23 15-09-2005 9:35 Pagina 24 [ Argomenti ] 6 biente, lo standard OHSAS 18001 per quel che riguarda la sicurezza del lavoro. Il SIGS si attua per la governance dei processi di business ai fini dell’ottimizzazione dei risultati e per l’omogeneizzazione dei modelli di funzionamento in coerenza con le politiche aziendali. Sistema ISO 14001 Miglioramento Con Sistema ISO 9001 flu continuo en Politica ze Revisione ambientale Pianificazione Controllo e azioni correttive Implementazione e operatività Sistema OHSAS 18001 Miglioramento continuo Revisione della direzione Controllo e azioni correttive Politica sicurezza, lavoro Responsabilità della direzione Misurazioni, analisi e miglioramento Gestione delle risorse S Q Sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario Sicurezza del lavoro Tutela dell’ambiente Realizzazione del prodotto Pianificazione Implementazione e operatività fig. 2 – Gli standard di riferimento del sistema di gestione 24 Processo continuo di miglioramento Soddisfazione del cliente della direzione Bisogni e requisiti del cliente A1 nze ue nfl Co progettazione implementazione Questa impostazione determina l’unicità del sistema e l’adeguamento delle performance ai migliori risultati conseguibili. Ciò produce essenzialmente un atteggiamento dell’organizzazione e un approccio culturale diversi rispetto al problema: passare da una semplice conformità degli obiettivi a una messa in discussione della conformità dei processi realizzati per raggiungere quegli stessi obiettivi. Uno degli elementi cardine del progetto è quello di valorizzare ancor più la logica per processi e per conseguenza valorizzare l’essenza del rapporto formale cliente-fornitore. Ciò anche alla luce dei provvedimenti organizzativi già attuati in RFI che hanno previsto la disciplina delle interfacce tra le Direzioni movimento, manutenzione e investimenti attraverso specifici contratti di servizio. Le prestazioni intradirezionali sono pertanto formalizzate nella logica cliente-fornitore e quindi l’output d’un processo dev’essere sempre conforme e idoneo a garantire che il processo successivo sia un processo sicuramente eseguibile e raggiunga i suoi obiettivi. 15-09-2005 9:35 Pagina 25 FOCUS | SIGS Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI La qualità dei processi, delle risorse e delle tecnologie consente a un’impresa d’ottenere performance eccellenti Direzione movimento DPO DSQ Direzione manutenzione DTE A1 fig. 3 – La logica per processi Management system integrato S Q Sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario La componente principale della performance di RFI è rappresentata dalla sicurezza Sicurezza del lavoro Tutela dell’ambiente 4. L’ORGANIZZAZIONE DEL SIGS Il SIGS è uno solo, è integrato e disciplina e detta le regole all’interno di RFI su come si tengono sotto controllo i processi che impattano sulla sicurezza. È articolato su più livelli di responsabilità/operatività. fig. 4 – I livelli di responsabilità/operatività del SIGS RFI SpA DMA DCI DTE DCI UT DSQ DPO DMO DCM DCM UT Il sistema direzionale ha il compito di gestire le attività che sono di competenza dell’organo di controllo individuato nel Comitato guida e in particolare di fornire linee guida di sviluppo e aggiornamento ai sistemi di gestione di livello centrale della Direzione movimento e della Direzione manutenzione. 25 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 26 [ Argomenti ] 6 I sistemi di queste direzioni mantengono il controllo delle attività tipiche che si realizzano all’interno delle rispettive organizzazioni e coordinano i sistemi di gestione applicati dalle strutture territoriali che, nel caso della Direzione movimento, si fermano a livello di direzione compartimentale, mentre nel caso della Direzione manutenzione s’estendono sia a livello di direzione compartimentale infrastruttura sia a livello d’unità territoriale. Il collegamento funzionale tra i livelli dei sistemi di gestione è costituito da un modello direzionale di controllo che integra la gestione di quanto previsto dalla disposizione 13/2001, la gestione ambientale, della qualità e della sicurezza del lavoro. Il ruolo del sistema direzionale è di concretizzare attraverso le linee guida la visione strategica societaria, d’individuare i criteri di sviluppo e le modalità d’integrazione dei sistemi delle direzioni centrali e di definire gli elementi e gli strumenti di base per il monitoraggio direzionale. Il sistema direzionale ha lo scopo d’impartire le linee guida e le modalità di comportamento nei processi di controllo dei sistemi di gestione; le altre scelte gestionali/operative funzionali agli ambiti produttivi sono lasciate nella totale autonomia delle direzioni. Le direzioni centrali e in particolare i sistemi di gestione di processo recepiscono gli indirizzi forniti dal sistema direzionale, formalizzano le proprie attività per raggiungere gli obiettivi della disposizione n. 13 e definiscono i modelli operativi locali che a loro volta vengono personalizzati dalle relative articolazioni territoriali interessate, che in tal modo realizzano gli strumenti di controllo per l’ottenimento della sicurezza, cioè per garantire la loro missione. La struttura del sistema di gestione non intacca le autonomie organizzative e le peculiarità specifiche d’ogni direzione; costituisce una matrice di riferimento e lo stile di gestione deve consistere in un’applicazione flessibile che salvaguardi i princìpi d’autonomia. La certificazione del SIGS, e in particolare dei livelli in cui è articolato, rappresenta il riconoscimento formale, rilasciato da parte d’un ente terzo indipendente, che il modello che ha adottato RFI è un modello efficace, che produce controllo, che rimette in discussione i risultati della società, che è uno strumento che permette di migliorare. 26 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 27 Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI È un atto, la certificazione, che garantisce a tutti gli stakeholders che quanto RFI realizza in tema di sicurezza integrata nei tre aspetti richiamati è sicuramente tra le prestazioni d’eccellenza. Il modello ISO 9001, scelto per la certificazione, è il modello che aiuta a consolidare, in quanto prevede una serie di requisiti e di momenti di controllo (approccio per processi) che aiutano a creare il miglioramento continuo; è il modello per formalizzare, perché attraverso le procedure documentate, le prassi, le metodologie operative aziendali definisce il modo di lavorare di un’organizzazione che produce risultati e crea gli strumenti affinché si possano mettere in discussione i risultati stessi; è un modello per integrare, perché è una base comune che attraversa le altre norme di riferimento dell’ambiente e della sicurezza del lavoro, mantenendo su una stessa filiera d’importanza alcuni requisiti essenziali quali il controllo della documentazione, gli audit e così via. 5. DALLA PROGETTAZIONE ALL’APPLICAZIONE Il contributo del territorio è stato il fattore determinante nel processo di certificazione del SIGS. Il totale coinvolgimento delle organizzazioni che realizzano le prestazioni di sicurezza è stato e sarà ineludibile sia per gli aspetti certificativi sia per gli sviluppi del sistema. Il coinvolgimento delle risorse è fondamentale, altrimenti l’obiettivo d’un singolo processo non può mai diventare un obiettivo di tutti. Per testare la certificabilità del SIGS è stato interessato l’intero territorio nazionale: due Direzioni compartimentali infrastruttura, una Direzione compartimentale movimento e, nelle altre Direzioni compartimentali infrastruttura, alcune unità territoriali. Queste organizzazioni hanno personalizzato il sistema di gestione della sicurezza e attraverso la sua applicazione hanno determinato punti di forza e punti di debolezza: i primi da presidiare, i secondi da correggere. La prima tornata di audit di certificazione s’è svolta nel dicembre del 2003 e ha riguardato esclusivamente la gestione per la 27 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 28 [ Argomenti ] 6 sicurezza in coerenza con la disposizione 13/2001 inquadrata nel modello ISO 9001. Successivamente il sistema è stato esteso alla tematica della sicurezza del lavoro, integrando quindi i requisiti della norma OHSAS 18001 e, recentemente, quelli della tutela dell’ambiente con le prescrizioni della norma ISO 14001. Anche l’applicazione di questi ultimi standard è stata sottoposta con successo ai rispettivi esami di conformità condotti con audit di certificazione su siti pilota. Con l’organismo di certificazione s’è impostato un dialogo di conoscenza molto approfondito; del resto il programma di audit è di così ampio respiro che non poteva non essere preceduto e continuamente supportato da incontri tecnici di specificazione anche presso le direzioni centrali di RFI. La gestione dell’infrastruttura ferroviaria è realizzata attraverso una complessa rete di processi che non si ritrovano nelle altre realtà produttive tradizionali ed è pertanto sempre necessario mantenere attivo un canale d’informazione per presentare e trasferire modi di lavorare a volte molto diversi di un’organizzazione che non ha precedenti e similari nella storia industriale italiana. 28 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS 6. I Pagina 29 Il progetto certificazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza di RFI RISULTATI CERTIFICATI Alla primavera del 2005, lo sviluppo tangibile del SIGS è definito nelle certificazioni conseguite: • certificazione integrata ISO 9001, ISO 14001 e OHSAS 18001 per l’unità territoriale di Foligno (DCI Ancona) e per l’unità territoriale Nord-Sapri (DCI Reggio Calabria); • certificazione integrata ISO 9001 e OHSAS 18001 per la Direzione compartimentale infrastruttura di Cagliari e per la Direzione compartimentale movimento di Firenze; • certificazione ISO 9001 per altre seguenti unità territoriali: – Torino Nodo (DCI Torino); – Milano Nodo (DCI Milano); – Genova Linee (DCI Genova); – Nord (sede Treviso-DCI Venezia); – Bolzano (DCI Verona); – Emilia (sede Bologna-DCI Bologna); – Firenze Sud (DCI Firenze); – Nord-Ovest (sede Roma-DCI Roma); – Napoli Nodo (DCI Napoli); – Bari (DCI Bari); – Catania (DCI Palermo). La diffusione dei modelli di SIGS integrati e certificati alle altre organizzazioni territoriali è in atto da tempo e si completerà entro l’anno con la richiesta di certificazione. Sempre nello stesso termine del 2005 è prevista la conclusione d’altre importanti attività: • l’adozione e la certificazione del SIGS del livello delle Direzioni centrali movimento e manutenzione; • l’adozione e la certificazione del SIGS del livello direzionale dell’organismo di gestione centrale; • la certificazione dei processi d’abilitazione delle risorse e di mantenimento delle competenze. Entro il 2005 quindi s’auspica la diffusione dell’unico sistema integrato di gestione della sicurezza di RFI in conformità agli standard internazionali applicabili. 29 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 30 [ Argomenti ] 6 La certificazione dei processi d’abilitazione delle risorse e di mantenimento delle competenze avverrà invece con riferimento alle vigenti disposizioni in materia emanate dal gestore dell’infrastruttura. La componente umana nella realizzazione della sicurezza ha un ruolo fondamentale. Il sistema ferroviario ne è consapevole e impegna molte risorse per addestrare il personale, per mantenere alto il livello di formazione, per verificare nel tempo il permanere dei requisiti di conoscenza e abilità a operare. Si tratta di processi chiave che supportano il SIGS e sui quali si pone particolare, meritevole controllo. Le Direzioni centrali manutenzione e movimento hanno recepito in specifiche procedure del SIGS gli impegni previsti dalle disposizioni 1/2004 e 39/2004 del gestore dell’infrastruttura e alla conclusione di tutte le attività necessarie si completerà anche l’iter di certificazione già avviato che attesterà la conformità dei processi alle citate disposizioni. Come ogni procedura di certificazione, anche quella relativa alle abilitazioni sarà sottoposta alle verifiche di sorveglianza periodica da parte dell’organismo di certificazione, in autonomia da quelle del SIGS, indipendentemente dal fatto d’esserne una componente essenziale. 30 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 31 Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS GIANFABRIZIO GHIGLIA Struttura qualità e innovazione della Direzione strategia, qualità e sistemi di RFI SpA a fase di progettazione del Sistema integrato di gestione per la sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario (SIGS) è stata sviluppata in un arco temporale sufficientemente ampio che ha permesso di seguire un approccio ottimale per la definizione dell’organizzazione. Durante lo sviluppo dell’architettura organizzativa del SIGS è stata riservata notevole attenzione alle attività d’analisi delle relative specifiche funzionali che, effettuate con periodicità definita, hanno reso possibile il recepimento delle indicazioni provenienti dai gruppi di lavoro costituiti ad hoc nell’ambito dei quattro differenti livelli del SIGS: • Direzioni centrali (1° livello); • Direzione movimento e Direzione manutenzione (2° livello); • Direzioni compartimentali movimento e Direzioni compartimentali infrastruttura (3° livello); • unità territoriali delle Direzioni compartimentali infrastruttura (4° livello). I risultati di tali analisi hanno progressivamente portato a considerare punti di forza e di debolezza di diverse soluzioni organizzative che, adeguatamente valutati, hanno permesso di tendere alla struttura del SIGS ritenuta ottimale. La scelta organizzativa propone in modo chiaro e univoco, salvaguardando la necessaria continuità con quella in essere, la filiera delle responsabilità funzionali e di controllo gestionale operativo dell’intero sistema. In questo senso sono risultate di particolare supporto alle scelte la progettazione e l’adozione graduale del SIGS che, coinvolgendo L 31 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 32 [ Argomenti ] 6 le risorse aziendali centrali e territoriali – livelli dirigenziali e quadri –, hanno consentito la costruzione “sul campo” delle relative relazioni organizzative da acquisire come parte integrante nel modello a regime. A integrazione e completamento di quanto sopra, tutte le altre risorse aziendali direttamente coinvolte nell’attuazione del SIGS sono state interessate da una capillare attività propedeutica di formazione sul sistema e d’acquisizione del relativo impianto documentale (manuali della sicurezza/procedure), creando i presupposti per garantire la corretta e costante diffusione e attuazione del SIGS. Nello sviluppo del SIGS, ha avuto un ruolo fondamentale il Comitato guida. Gli indirizzi e la conferma della validità delle soluzioni di volta in volta proposte dagli “addetti ai lavori” sono state infatti assicurate dal Comitato guida che, rappresentativo delle direzioni coinvolte nel SIGS attraverso i relativi direttori (personale e organizzazione; strategia, qualità e sistemi; tecnica; movimento; manutenzione), ha supportato l’inserimento del SIGS nella visione strategica societaria. Il presidio del Comitato guida è stato confermato anche per l’attuazione del SIGS: riunendosi periodicamente, analizzerà i dati derivanti dall’implementazione del SIGS nonché le informazioni provenienti dagli stakeholders, prenderà decisioni e fornirà linee guida d’alto livello inerenti il sistema, garantendo gli indirizzi strategici relativi alla sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario attuati dall’organizzazione di seguito descritta. 32 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 33 FOCUS | SIGS Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS Per ogni livello del SIGS sono stati definiti uno o più sistemi di gestione secondo il seguente schema: • direzionale centrale, comprendente tutte le direzioni centrali che svolgono attività rientranti nel perimetro del SIGS (1° livello); • direzionale di business, comprendente il sistema della Direzione movimento e il sistema della Direzione manutenzione (2° livello); • direzionale compartimentale, comprendente un sistema per ogni Direzione compartimentale movimento e un sistema per ogni Direzione compartimentale infrastruttura (3° livello); • territoriale, comprendente un sistema per ogni unità territoriale delle Direzioni compartimentali infrastruttura (4° livello). Per ciascun sistema di gestione è stato individuato un responsabile SIGS (RSIGS) che assicura il recepimento e il trasferimento degli indirizzi all’interno del proprio sistema e rende operativa l’attuazione dei processi e delle attività gestionali proprie del SIGS. Inoltre acquisisce e aggrega al proprio livello quanto previsto e attuato ai livelli inferiori rendendolo disponibile per il livello superiore. Una rappresentazione schematica della filiera funzionale sopra illustrata è riportata in figura 1. Nell’ambito di tale filiera è pertanto il RSIGS del 1° livello che interagisce direttamente con il Comitato guida e rappresenta l’anello di giunzione tra il Comitato stesso e l’intero SIGS. fig. 1 – La filiera funzionale del SIGS Comitato guida Linee guida RSIGSRFI DMA RSIGSDMA DMO RSIGSDMO DCI DCM RSIGSDCI UT RSIGSCM RSIGSUT 33 15-09-2005 9:35 Pagina 34 [ Argomenti ] 6 In una visione armonizzata e coerente di gestione dei vari livelli del SIGS, finalizzata ad assicurare l’efficace attuazione del sistema unico e integrato di RFI che considera il livello superiore comprendente il livello inferiore, l’architettura descritta permette di “catturare” a ogni livello i risultati dell’attuazione provenienti dai livelli inferiori, secondo lo schema riportato in figura 2. RFI SpA Direzione invest. Direzione .... Direzione audit Direzione tecnica Direzione SQ Direzione comm. Direzione PO Direzione AFC Direzione movimento Direzione manutenzione RSIGS RFI RSIGS DMOV DCI DCM DCI so BO TT OM UP RSIGS DMA RSIGS DCM es RSIGS DCI oc DCM Pr A1 UT fig. 2 – L’integrazione gerarchica del SIGS UT RSIGS UT Per ogni direzione centrale (Direzione personale e organizzazione/Direzione tecnica) i cui progetti e processi possono avere impatto sul SIGS è inoltre individuato un referente SIGS che trasferisce al RSIGS del 1° livello informazioni strutturate, secondo forme concordate, circa le situazioni aventi potenziale influenza con il SIGS derivanti dalle attività proprie delle direzioni, secondo lo schema riportato in figura 3. fig. 3 – La struttura dei referenti SIGS RFI SpA Direzione tecnica Ref. SIGS Direzione manutenzione Direzione SQ RSIGS RFI 34 Direzione PO Ref. SIGS Direzione movimento Direzione .... A1 15-09-2005 9:35 Pagina 35 FOCUS | SIGS Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS L’insieme dei flussi e il rispetto delle interfacce sopra definite assicura, a livello azienda, il corretto allineamento dei processi del SIGS e dei risultati attesi. Ogni RSIGS svolge il ruolo di rappresentante della direzione previsto dalla norma ISO 9001. Nell’ambito delle proprie competenze assicura inoltre il supporto metodologico, che trova origine nel 1° livello, alle risorse operative del SIGS coordinandole funzionalmente nei processi e nelle attività gestionali finalizzate alla sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario. Anche i contributi specialistici d’indirizzo relativi alla sicurezza della circolazione, del lavoro e alla tutela dell’ambiente, in ambito sia normativo sia operativo, risultano fondamentali per l’attuazione omogenea delle relative prescrizioni ai vari livelli del SIGS.Tali contributi sono garantiti dalle pertinenti strutture centrali. Il sistema di gestione del 1° livello costituisce il collettore di ricezione di tali contributi e li trasferisce al 2° livello. I sistemi di gestione del 2° livello ne continuano poi il trasferimento nei propri ambiti di competenza facendoli proseguire ai livelli inferiori, secondo lo schema riportato in figura 4. fig. 4 – I flussi informativi tra i diversi livelli del SIGS RFI SpA Comitato guida Direzione manutenzione Direzione tecnica Direzione SQ Direzione PO Direzione movimento Direzione .... RSIGS RFI RSIGS DMA DCI RSIGS DMO DCI DCM RSIGS DCI DCM RSIGS DCM UT UT RSIGS UT Sempre relativamente alle tematiche specialistiche, nel rispetto di quanto sopra, all’interno d’ogni sistema di gestione dello stesso livello del SIGS i RSIGS sono supportati per le tematiche relative alla sicurezza del lavoro e alla tutela dell’ambiente, secondo neces- 35 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 36 [ Argomenti ] 6 sità, dalle competenti risorse in capo alle singole strutture organizzative rappresentate dalle filiere: • responsabili Servizio prevenzione e protezione (RSPP)/addetti Servizio prevenzione e protezione (ASPP); • referenti ambientali (RA)/addetti ambientali (AA). Analogamente, per le tematiche specialistiche relative alla sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario i RSIGS si avvalgono del supporto delle pertinenti risorse esperte in carico alle singole strutture organizzative, secondo lo schema riportato in figura 5. fig. 5 – Le risorse esperte a supporto dei RSIGS RSPP Specialisti manutenzione Specialisti movimento ASPP RSIGS RA AA Risulta pertanto evidente il ruolo cardine svolto dai RSIGS all’interno del SIGS: rappresentano il supporto al Comitato guida (RSIGSRFI) e alle direzioni per assicurare l’implementazione del sistema a ogni livello attraverso la diffusione della politica, il coordinamento delle attività per l’individuazione dei pericoli/aspetti ambientali e minimizzazione dei rischi/significatività degli impatti ambientali, la contribuzione all’individuazione delle esigenze formative del personale, la promozione di tutte le azioni necessarie per il superamento delle situazioni ritenute pregiudizievoli per la sicurezza ecc. e – in senso più ampio – per il miglioramento del SIGS, secondo lo schema riportato in figura 6. 36 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 37 Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS fig. 6 – Il ruolo dei RSIGS Politica (Che cosa) Organizzazione (Chi) Audit /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Pianificazione Attuazione (Azione) Monitoraggio (Risultati) Controllo direzionale (Miglioramento) In particolare, il RSIGSRFI, presidiando riunioni periodiche – almeno due incontri mensili – con il RSIGSDMO e il RSIGSDMA, assicura un costante allineamento su temi e obiettivi della sicurezza, analizza e individua soluzioni in merito a eventuali criticità, dispone per l’attuazione di misure specifiche richiedendo anche, se del caso, supporto alle strutture organizzative pertinenti. Analogamente il RSIGSRFI, attraverso riunioni periodiche – almeno un incontro mensile –, s’interfaccia con i referenti SIGS delle direzioni centrali per assicurare il recepimento delle loro eventuali esigenze. A integrazione e completamento di quanto sopra, il RSIGSRFI convoca riunioni periodiche – almeno quattro volte ogni anno – con i RSIGS di tutti i livelli per assicurare l’allineamento delle attività, dei processi e delle nuove iniziative. Per assicurare l’efficace copertura a ogni livello dei ruoli di RSIGS sono stati adottati criteri che hanno portato alla scelta delle risorse in possesso delle necessarie attitudini, conoscenze ed esperienza. 37 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 38 [ Argomenti ] 6 Nella fase della loro individuazione è stata presa in particolare considerazione la predisposizione al ruolo, che presuppone uno spiccato atteggiamento proattivo. In riferimento all’univocità nonché alla complessità organizzativa del SIGS, con il fine d’ottimizzare il presidio di coordinamento funzionale e contribuire a rendere più efficace ed efficiente l’operatività gestionale del SIGS, sono in fase di sviluppo differenti strumenti di condivisione e di comunicazione tra i RSIGS. Tali strumenti, quali uno spazio Intranet fig. 7 – Proposta di home page per il sito SIGS 38 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 39 Le figure coinvolte nel coordinamento funzionale e nel controllo gestionale operativo del SIGS interamente dedicato al SIGS, comunicazioni mirate, riunioni effettuate secondo periodicità definite ecc., permetteranno una costante condivisione d’indirizzi comuni, la divulgazione e lo scambio delle informazioni all’interno della filiera funzionale direzionale-territorio. Risulteranno pertanto fondamentali ai RSIGS per condividere con continuità informazioni, indirizzi e linee d’azione gestionali univoche da riportare alle risorse del SIGS. Nella figura 7 si riporta una proposta di home page dello spazio Intranet dedicato al SIGS (in fase di definizione). In particolare, per sviluppare e consolidare le competenze che accomunano tutti i RSIGS, assumerà fondamentale importanza nel SIGS la gestione di una Community virtuale loro dedicata, disponibile sempre nello spazio Intranet dedicato. La Community, il cui accesso sarà riservato (figura 8), offrirà ai RSIGS uno spazio di condivisione e trasferimento della conoscenza supportato perlomeno dalla: • condivisione delle esperienze; • gestione di domande e risposte; • pubblicazione d’informazioni di dettaglio; • pubblicazione documenti di supporto. All’interno della Community la comunicazione, a livello sia di domanda/risposta sia d’informazione, sarà gestita secondo le seguenti modalità: • comunicazione da uno a molti (esempio: da RSIGSRFI verso tutti i RSIGS); • comunicazione da uno a uno (sostituendo la mail riservata). In conclusione, è possibile affermare che l’organizzazione aziendale definita per il SIGS, grazie alla mirata definizione dei ruoli, dei legami funzionali, delle interfacce, delle professionalità e della disponibilità di strumenti dedicati, costituisce il presupposto fondamentale per assicurare l’efficace attuazione e il continuo miglioramento del Sistema integrato di gestione per la sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario. fig. 8 – Il logo della Community virtuale SIGS 39 A1 15-09-2005 9:35 GIOVANNI FRANCONE responsabile sistemi di gestione e banche dati della Struttura sicurezza della Direzione movimento di RFI SpA ALDO PADOVA director Arthur D. Little, responsabile sviluppo progetto per la Direzione movimento di RFI Pagina 40 Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure LA RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI RELATIVI ALLA SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE DEI TRENI La progettazione del SIGS, in occasione della triplice certificazione, ha offerto lo spunto per rappresentare e condividere i processi operativi relativi alla gestione della circolazione dei treni (missione principale del Movimento in RFI), che hanno impatto sulla sicurezza. Un sistema di gestione, per essere applicato, deve aderire al funzionamento dell’organizzazione che lo adotta: s’è, perciò, partiti dalla descrizione di tale funzionamento, ponendo particolare enfasi sulla sicurezza, ambito nel quale il sistema viene applicato. Le norme ISO (9001 e 14001) prescrivono che questa descrizione venga fatta preferibilmente attraverso l’individuazione dei principali processi: per processo s’intende una sequenza d’attività ripetitive, svolte dalle varie parti dell’organizzazione, generando valore aggiunto e soddisfazione del cliente (cioè del destinatario, interno o esterno all’organizzazione, dell’output del processo). I processi, che sono stati chiamati “di mestiere”, si riferiscono alle attività specifiche di un’organizzazione; afferenti, cioè, alla “ragione d’esistere” dell’organizzazione stessa. Per il Movimento, i processi di mestiere sono quelli finalizzati alla circolazione dei treni e sono stati ulteriormente suddivisi in: • processo di business: - gestione della circolazione; • processi di supporto: 40 15-09-2005 9:35 Pagina 41 FOCUS | SIGS Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure - applicazione della norma in ambito territoriale; attivazione impianti all’esercizio; programmazione operativa lavori in esercizio; formazione e mantenimento delle competenze per il processo di circolazione. La scelta di detti processi (figura 1) è derivata dall’individuazione di quelle attività proprie del “mondo movimento” che hanno impatti rilevanti nella gestione della sicurezza integrata e che rientrano nel campo d’applicazione scelto per la certificazione del SIGS. L’attività inerente la rappresentazione dei processi relativi alla sicurezza è iniziata nel compartimento “pilota” di Firenze che ha conseguito già alla fine del 2003 la certificazione secondo ISO 9001. È stata una prima importante occasione di confronto tra i responsabili delle SO della DCM. La “mappatura” ha evidenziato che non solo le differenti realtà territoriali hanno consolidato prassi di lavoro non omogenee, ma Riesame della direzione Procedure di gestione Processi di business Processi di supporto Processi fuori ambito Individuazione e valutazione aspetti e impatti ambientali Ciclo d’azioni correttive Ciclo d’azioni immediate Ciclo d’azioni di miglioramento Gestione delle emergenze Azioni correttive Gestione documenti fig. 1 – Il sistema integrato delle Direzioni compartimentali movimento Individuazione e valutazione dei rischi Azioni preventive Gestione delle non conformità Verifiche ispettive interne Formazione Monitoraggio di processi e servizi Registrazioni Gestione della circolazione Disponibilità d’utilizzo della rete in sicurezza Imprese ferroviarie .... Controllo del budget Attivazione impianti Gestione delle attività relative alla circolazione Gestione operativa lavori in esercizio Applicazione della norma in ambito territoriale Formazione e mantenimento competenze per il processo di circolazione Gestione delle attività precedenti la circolazione Risorse umane Imprese ferroviarie Richiesta utilizzo della rete in sicurezza Amministrazione del personale A1 41 A1 15-09-2005 9:35 Pagina 42 [ Argomenti ] 6 anche che, all’interno della stessa realtà, coesistono differenti modalità. Una difficoltà che spesso s’incontra nella rappresentazione d’un processo è la confusione di differenti “punti di vista”: il primo si riferisce al processo come oggi funziona, il secondo a come dovrebbe funzionare in accordo con regole che l’organizzazione s’è data, e il terzo è relativo a come si vorrebbe che il processo funzionasse (già introducendo, cioè, miglioramenti d’efficienza o d’efficacia evidenziati dalla pratica). Al momento d’estendere il SIGS, sviluppato nel cantiere di Firenze, alle altre direzioni compartimentali, si sono evidenziate importanti differenze nella gestione dei processi; un apposito gruppo di lavoro, che rappresentava i compartimenti di Torino, Milano, Bologna e Ancona, oltre a Firenze, ha lavorato per cercare d’omogeneizzare le prassi e “standardizzare” i processi relativi al SIGS. L’introduzione del SIGS e l’ottenimento della certificazione sono stati lo spunto per una più ampia riflessione sul bisogno di linee guida, disposizioni e indicazioni comuni sul funzionamento delle direzioni compartimentali e sulle difficoltà nell’apportare cambiamenti organizzativi locali. In questo senso, il processo di certificazione è solo il primo passo verso un traguardo ben più ambizioso. Nella figura 1 si è raffigurato in sintesi tutto il sistema integrato relativo al terzo livello, cioè delle Direzioni compartimentali movimento: tale figura riprende il modello proposto dalla norma ISO 9001, i cui “blocchi” sono descritti negli articoli successivi. La parte bassa della figura descrive il funzionamento del compartimento in termini di processi “di mestiere”, sia di business (i due orizzontali) sia di supporto (quelli verticali, che “sostengono” gli altri). I processi di business hanno inizio dai requisiti forniti dai clienti (imprese ferroviarie) e terminano con gli output che determinano il livello di soddisfazione degli stessi clienti. Il SIGS è raffigurato dai tre cicli sovrastanti i processi, che definiscono “onde” successive di controlli e azioni nel tempo. Nei rettangoli sui cicli si possono leggere le procedure di base, ovvero quel- 42 A1 15-09-2005 9:35 FOCUS | SIGS Pagina 43 Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure le comuni al SIGS per tutti i livelli, emesse dalla Direzione sistemi qualità e sicurezza. A titolo d’esempio, si riporta in figura 2 un diagramma a blocchi che rappresenta un processo di supporto che si svolge in ambito compartimentale:“applicazione della norma in ambito territoriale”. L’esame di tale processo, eseguito in modo congiunto da più realtà compartimentali (ma anche tra soggetti diversi della stessa realtà!), evidenzia una serie di criticità. La prima fra queste è la condivisione del processo stesso, che non è “visto”, e quindi realizzato, allo stesso modo da tutti. Poi c’è l’aspetto organizzativo: non è scontata un’unica attribuzione delle responsabilità relative alle singole attività. Infine, la documentazione correlata e/o prodotta (sia essa prescrittiva o relativa a una registrazione) non è chiaramente definita. Quest’ultima criticità ha reso necessaria la costituzione di una task force “Documentazione”, ancora attiva, avente come obiettivi principali quelli di: 1) creare un glossario unico per la documentazione; 2) eliminare documenti “ ripetitivi”; 3) utilizzare lo stesso documento per fini uguali; 4) ottenere efficienza nella distribuzione. 43 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 44 [ Argomenti ] 6 Responsabile Necessità d’applicazione di contenuti normativi (regole) Collabora RR Disp. attuative da DMOV Documentazione comp.le Organizzazione DCM Contesto impiant. CRR È applicabile alla DCM? Analisi del documento ai fini dell’applicabilità SI Necessità di integrazioni/ dettagli SI RR SOE RST SI NO È conforme? Necessità di specifica disposizione attuativa SI RR SOE Elaborazione specifica disposizione attuativa Verifica tecnica e adeguatezza doc. al contesto SOPR NO NO NO SI Esito positivo? Validazione RDCM Emissione foglio disposizione NO RR NO Gestione documenti SI Occorre aggiornare RDS? SI RTM/RGC Archivio NO Occorre integrazione particolare? Aggiornamento RDS NO SI NO Elaborazione ed emissione di circolare dispositiva CRTM/CRGC Emanazione ordine interno Esito positivo? Riguarda tutti gli impianti? SI RTM/RGC SI Validazione RTM/RGC conferma È conforme? RSOPR Distribuzione conferma SI Verifica conformità RST SOE Archivio È adeguato? RST SI RSOPR Gestione personale RTM/RGC Attività critica per la sicurezza fig. 2 – Processo di supporto in ambito compartimentale 44 Doc. comp.le Org. DCM Contesto imp. Analogie CRR Applicazione tal quale Verifica tecnica e adeguatezza doc. al contesto È adeguato? CRR È necessario l’intervento della DCM? CRR Verifica conformità RST Archivio NO Elaborazione documento di integrazione/ dettaglio Coinvolgimento di SOE per impatti significativi su esercizio NO Documento prodotto RDCM A1 15-09-2005 9:36 FOCUS | SIGS Pagina 45 Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure Altro obiettivo, conseguente a quello della rappresentazione d’un processo, è quello del suo miglioramento. Ma per migliorare è necessario prima “misurare”. A tal fine sono stati fatti sforzi per determinare opportuni “Indicatori di processo” che avessero due caratteristiche principali: essere significativi per l’efficacia e/o l’efficienza del processo ed essere relativi ad attività “critiche” per la sicurezza. L’individuazione non è stata facile e, peraltro, non è ancora conclusa. Infatti non stiamo parlando d’un processo industriale sistematico e ripetitivo, ma di processi che non sono svolti molto frequentemente; inoltre è da considerare l’aspetto “culturale”, che crea un ostacolo naturale alla misurazione oggettiva dei processi. LE PROCEDURE SPECIFICHE DEL MOVIMENTO L’impianto documentale è per buona parte comune a tutta RFI, ma in alcuni casi s’è ritenuto importante emettere anche procedure al livello di Direzione movimento. Ad esempio quella relativa alla formazione, che ha già ricevuto un attestato di conformità dal TÜV, e quelle mantenute dal preesistente sistema di gestione della sicurezza (SGS). Mentre i processi di mestiere illustrano l’attività tipica dell’organizzazione (oggetto del sistema e della certificazione), il sistema delle procedure, organizzate a vari livelli, documenta le attività di gestione del sistema. Le norme di riferimento della certificazione integrata, ISO 9001, ISO 14001 e la specifica OHSAS 18001, identificano alcune procedure prescrittive, che devono esistere in un sistema di gestione e che devono essere documentate. Tali procedure, che possiamo definire di base, sono state emesse al livello più alto del SIGS, il primo livello (RFI), perché debbono essere comuni a tutti i sotto-sistemi SIGS di secondo (direzioni di business) e terzo (compartimenti) livello. Solo in pochi casi è stato necessario emettere procedure di 45 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 46 [ Argomenti ] 6 livelli inferiori: nel caso del Movimento, esistono 5 procedure di secondo livello e non ne esistono di terzo livello. Le direzioni compartimentali, infatti, possono solo elaborare metodologie operative che, raccordandosi con le procedure, regolamentano specificità locali. Una metodologia operativa prodotta in tutti i compartimenti, ad esempio, riguarda l’applicazione locale della procedura RFI DSQ SIGS P01 1, “Tenuta sotto controllo della documentazione”: RFI DMO SIGS P01 gestione del processo di formazione della Direzione movimento; RFI DMO SIGS P02 0 monitoraggio sui movimenti a via impedita; RFI DMO SIGS P03 0 monitoraggio sui rapporti tra agenti del Movimento e agenti della Manutenzione; RFI DMO SIGS P04 0 monitoraggio sulle imprese ferroviarie; RFI DMO SIGS P05 0 attività di controllo, sorveglianza e vigilanza della sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario. La RFI DMO SIGS P01 ha già ricevuto una specifica attestazione da parte dell’ente di certificazione TÜV Italia alla fine del 2004: questa procedura, che recepisce la disposizione 1/2004 del gestore dell’infrastruttura, è già diffusamente applicata nelle direzioni compartimentali, in modo particolare in riferimento ai percorsi abilitativi. Le procedure DMO da P02 a P05 hanno recepito, nella loro interezza, i requisiti della disposizione 13 del gestore dell’infrastruttura, integrandoli con quelli del SIGS relativamente a controlli, visite ispettive e monitoraggio: l’obiettivo principale di questa integrazione è proprio evitare possibili duplicazioni nelle attività dei reparti per quanto concerne le attività di gestione della sicurezza integrata (circolazione, lavoro e ambiente). Il SGS (Sistema della gestione della sicurezza) era stato realizzato nel 46 A1 15-09-2005 9:36 FOCUS | SIGS Pagina 47 Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure Movimento, in parallelo con la Manutenzione e le imprese ferroviarie, per ottemperare ai requisiti del gestore dell’infrastruttura contenuti nella disposizione 13: nella fase di “spacchettamento” del sistema ferroviario la supervisione d’un organo di controllo che definisse le regole di sicurezza per le diverse parti del sistema (non più unico) è stata decisiva. La successiva decisione, da parte di RFI, di dotarsi d’un Sistema integrato di gestione della sicurezza certificato fa sì, oggi, che il SGS non ha più ragione d’esistere. La disposizione 13 e successive integrazioni, infatti, sono totalmente recepite nel SIGS. Proprio le quattro procedure (P02-P05 di DMO) revisionate testimoniano come le attività di controllo, ispezione e miglioramento previste dalla disposizione 13 vengono incluse in attività, a volte, di più ampio respiro (che tengono conto anche di sicurezza del lavoro e tutela ambientale). Se, infatti, vi sono comprese attività specifiche della sicurezza della circolazione, che continuano a essere fatte separatamente, ve ne sono altre che possono essere condotte in modo integrato, con evidenti vantaggi d’efficienza. Ad esempio, nel caso in cui un capo reparto (CR) o un suo delegato effettui una visita in una stazione può estendere la sua attività a tutti gli ambiti della sicurezza integrata. LE INTERFACCE TRA LE FIGURE DI SISTEMA E LE FIGURE DI CAPO REPARTO REGOLAMENTI (CRR), RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE E PREVENZIONE (RSPP) E RESPONSABILE AMBIENTALE (RA) La novità organizzativa è nella figura del RSIGS, il responsabile del Sistema integrato di gestione della sicurezza, ai vari livelli (compartimentale e direzionale). È una figura che riveste un ruolo essenzialmente gestionale, poco tecnico, che fa delle sue capacità di comunicare, coinvolgere, coordinare e sistematizzare le caratteristiche più importanti. 47 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 48 [ Argomenti ] 6 Il principale cambiamento culturale indotto dal SIGS e dalla sua certificazione è relativo alla figura del “gestore “ del sistema. Il sistema viene gestito da “specialisti” di sistema, che non potranno, certamente, mai essere allo stesso tempo esperti di sicurezza della circolazione, della sicurezza del lavoro e della tutela dell’ambiente. Le tematiche tecniche specialistiche continueranno a essere presidiate da “tecnici” che però non avranno più altri oneri. Potranno dedicare le loro attività totalmente agli aspetti tecnici. I contenuti specifici saranno quindi ancora responsabilità d’alcune figure chiave delle direzioni compartimentali, come il CRR, che continuerà a essere l’esperto di normativa di sicurezza di circolazione, o il RSPP, che continuerà a rivestire quelle responsabilità imposte dalle leggi (come la 626), o il RA (referente ambientale). Questi “tecnici” avranno nel RSIGS un coordinatore che avoca a sé le attività relative alla gestione dei processi del SIGS, scaricando parzialmente il lavoro degli specialisti. Il lavoro svolto perciò si ridistribuisce in modo diverso: gli “specialisti” si concentrano sulle loro attività specifiche, non dovendosi preoccupare di gestire documenti, migliorare le procedure, coordinarsi con altri specialisti ecc., 48 A1 15-09-2005 9:36 FOCUS | SIGS Pagina 49 Il Sistema integrato di gestione della sicurezza (SIGS) nella Direzione movimento: processi e procedure mentre tutte le attività di gestione, manutenzione e miglioramento del sistema sono attribuite al RSIGS della singola struttura organizzativa (SO); i RSIGS, a loro volta, si dovranno coordinare con i RSIGS dei livelli superiori e/o inferiori. Nasce una vera e propria nuova famiglia professionale, che dispone di strumenti di “networking”, di comunicazione e di formazione messi a disposizione dall’azienda. L’ambito della specializzazione dei RSIGS è la conoscenza del sistema, delle norme che lo regolano e di quegli strumenti di coinvolgimento e “leadership” indispensabili per coordinare gruppi di lavoro, influenzare responsabili e comunicare efficacemente in aula. Un’altra novità del ruolo è lo “sganciamento” dalle abituali logiche gerarchiche: il RSIGS dovrà guadagnarsi l’autorevolezza sufficiente per agire nella propria SO, senza alcun timore “reverenziale”, nella tutela del sistema. Ad esempio, nella conduzione delle verifiche ispettive interne si troverà a valutare suoi superiori gerarchici, non in quanto persone o responsabili all’interno dell’organizzazione, ma in relazione al funzionamento del SIGS. 49 A1 15-09-2005 9:36 VINCENZO VALERIANI responsabile della Struttura sicurezza e formazione per la manutenzione della Direzione manutenzione di RFI SpA STEFANO MILANESE manager Arthur D. Little, responsabile sviluppo progetto per la Direzione manutenzione di RFI SpA Pagina 50 Il SIGS nella Direzione manutenzione LA STORIA: I PROGETTI PILOTA E LO SVILUPPO BOTTOM-UP/TOP-DOWN La Direzione manutenzione ha posto da tempo fra le proprie priorità i temi di gestione della sicurezza, in linea con le politiche aziendali e di Gruppo. La manutenzione delle infrastrutture e degli impianti ferroviari è uno dei processi fondamentali che impattano sulla sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario e per tale motivo è stata sempre gestita in maniera strutturata e sistematica. In questo contesto sono stati avviati i primi esperimenti di gestione in qualità delle attività manutentive svolte a livello d’unità territoriale (UT), essendo questa la struttura organizzativa operativa dove la componente esecutiva della manutenzione è preponderante. Le UT di Foligno e di Sapri hanno, per prime, intrapreso con successo il percorso di certificazione qualità, da parte d’un ente accreditato, a partire dal 2001 pervenendo alla certificazione delle proprie attività manutentive nel corso del 2002. L’iniziativa dell’amministratore delegato d’adottare, a partire dall’inizio del 2003, un Sistema integrato di gestione della sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario, della sicurezza del lavoro e ambientale ha portato la Direzione manutenzione (DMA) a decidere di scegliere le stesse UT di Foligno e Sapri come unità pilota per la spe- 50 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 51 FOCUS | SIGS Il SIGS nella Direzione manutenzione rimentazione di tale Sistema (SIGS) nell’ambito della DMA, per estendere poi i risultati a tutte le altre UT. Contemporaneamente a tale processo è stato sviluppato un sistema di gestione che potesse, da una parte, recepire (bottom-up) l’esperienza e il connesso salto culturale nelle attività manutentive maturato nello svolgimento in qualità delle stesse nelle unità territoriali e, dall’altra, comprendere le attività d’indirizzo e governance del processo manutentivo proprie delle strutture di livello superiore (top-down), in modo che il sistema stesso potesse essere applicato a tutte le strutture organizzative della DMA. STRUTTURAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SIGS) IN AMBITO DMA LA Per recepire l’esperienza maturata a livello territoriale e nel contempo strutturare un Sistema integrato applicabile all’intero processo manutentivo, in ambito DMA il SIGS è stato articolato su tre livelli strettamente interconnessi tra loro: • livello DMA; • livello DCI; • livello UT. Ciascun livello è dotato d’un proprio SIGS che mira a regolamentare le specifiche attività e a indirizzare e controllare le attività svolte al livello sottostante, ovvero a recepire gli indirizzi del livello superiore. Per ciascun livello, oltre al proprio impianto documentale coerente con gli altri livelli, è definita la figura del responsabile del SIGS che svolge un ruolo prevalentemente gestionale del Sistema stesso avvalendosi del necessario supporto specialistico e tecnico fornito dalle competenti strutture aziendali. Il Sistema prevede un legame funzionale tra i RSIGS dei tre livelli (DMA, DCI e UT) nell’ottica d’indirizzo e controllo svolto da un livello più alto su quello sottostante. 51 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 52 [ Argomenti ] 6 L’INTEGRAZIONE DELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA NEI PROCESSI DI BUSINESS Il SIGS è stato progettato e sviluppato per integrarsi nei processi di business della DMA al fine di contribuire in maniera significativa al loro efficientamento e miglioramento continuo, minimizzando al contempo formalismi e prassi che possano appesantire i processi stessi. A tal fine, nell’iniziale fase progettuale, l’intero processo manutentivo è stato scomposto nelle parti di pertinenza dei vari livelli costituenti il Sistema, a partire dal processo di governance della manutenzione fino a quello esecutivo. Sono stati, poi, identificati e analizzati i singoli processi svolti nella DMA, nelle DCI e nelle UT evidenziando quelli potenzialmente più impattanti in termini di sicurezza. Ciò ha permesso di mettere a punto un’attività d’individuazione dei pericoli e connesse valutazione e minimizzazione dei rischi e di definire le conseguenti azioni di miglioramento della sicurezza per la prevenzione dell’incidentalità. 52 A1 15-09-2005 9:36 Pagina 53 FOCUS | SIGS Il SIGS nella Direzione manutenzione GLI STRUMENTI DI SUPPORTO PER LA GESTIONE INTEGRATA DELLA SICUREZZA La DMA ha sviluppato alcuni utili strumenti di supporto per la gestione integrata della sicurezza delle proprie attività. In.Rete 2000, sistema informativo su piattaforma SAP per la gestione delle attività manutentive e dei materiali, è uno strumento mediante il quale vengono pianificate, programmate e consuntivate tutte le attività di manutenzione.Al fine di standardizzare sull’intera rete le modalità d’esecuzione degli interventi manutentivi, la DMA ha, inoltre, definito le attività standard per l’esecuzione dei singoli interventi di manutenzione, nonché le metodologie operative di lavoro (MOL) che forniscono al personale istruzioni dettagliate per il corretto intervento, con indicazione e descrizione delle modalità operative da seguire per prevenire situazioni anomale e potenzialmente pericolose. I BENEFICI ATTESI DALLA GESTIONE INTEGRATA DELLA SICUREZZA Già la fase progettuale del sistema, e in particolare la mappatura e l’analisi dei processi, ha permesso di verificare che nelle differenti realtà territoriali venissero applicate prassi e modalità operative corrette e omogenee. L’intensa attività formativa, svolta all’interno della DMA sul SIGS nel 2003 e 2004, ha creato consapevolezza nel personale e ha diffuso e rafforzato a tutti i livelli una cultura già fortemente condivisa incentrata sui valori della sicurezza. Anche oltre la fase progettuale, la Direzione manutenzione intende implementare costantemente il SIGS per conseguire, nel tempo, un miglioramento continuo del proprio processo manutentivo, in termini d’efficienza, oltre che d’efficacia, che privilegi la sicurezza dell’esercizio, dei terzi, del proprio personale e dell’ambiente. 53 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 54 AMBIENTE | DIRITTO | ECONOMIA | INGEGNERIA Rubrica B1 15-09-2005 9:37 Pagina 55 Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttura in RFI MATTEO TRIGLIA – direttore della Direzione manutenzione di RFI SpA GABRIELE MAFFEI – responsabile della Struttura sistemi di diagnostica della Direzione manutenzione di RFI SpA DANIELE MARI – staff Struttura sistemi di diagnostica della Direzione manutenzione di RFI SpA La manutenzione della rete tire una ben determinata “affidabilità”, incrementare la “disponibilità” produttiva, soddisfare impre- Rete Ferroviaria Italiana (RFI), in qualità di scindibili esigenze di “manutenibilità” (facilità d’e- “gestore dell’infrastruttura ferroviaria naziona- seguire la manutenzione o procedere alla ripara- le”1 ha, tra gli altri, il mandato di curare la manu- zione in caso di guasto) e azzerare anomalie di tenzione della rete. funzionamento, guasti o incidenti che possano Direzione manutenzione ha la responsabilità inficiarne la “sicurezza”. Tutti questi requisiti sono di garantire un’efficiente e sicura circolazione posti contrattualmente sotto forma di soddisfaci- d’uomini e merci sull’infrastruttura ferroviaria, mento di ben determinate clausole RAMS infrastruttura fatta di sistemi complessi ed este- (Reliability, Availability, Maintainability and Safety). sa a tutto il territorio nazionale. Ed è proprio grazie a una costante politica volta a Ciò richiede una gestione attenta, precisa e com- stimolare le imprese a investire in ricerca e svilup- petente. Non solo: anche snella, flessibile e inno- po che si è riusciti ad alimentare la realizzazione di vativa. Innovazione. Ecco l’essenza del cambia- quelle tecnologie finalizzate a far crescere la qua- mento. Da ciò scaturisce la strategia: azioni tese lità degli interventi. I risultati ottenuti finora sono ad abbattere i costi della manutenzione senza eccellenti. La velocità d’esecuzione degli inter- ridurre qualità e sicurezza. Per questo, al perso- venti è in costante crescita; così come la quali- nale di Direzione manutenzione viene chiesto di tà e la tempestività. Ovviamente molto ancora non lasciarsi guidare da “ideologie” fine a se c’è da fare. E la strategia prevede un’attività stesse, ma di concentrare i loro sforzi sull’asse congiunta su più fronti: l’organizzazione degli della concretezza. Oggi alle imprese sono sì interventi manutentivi, i mezzi e le tecnologie con richieste capacità d’innovare, ma che non pre- cui effettuare gli interventi, la gestione economi- scindano dal miglioramento degli standard manu- co-operativa e, non ultima, la sicurezza del lavo- tentivi. Ogni nuovo impianto dev’essere progetta- ro e della circolazione. In tutti questi settori la to per rispondere a specifici requisiti. Deve garan- manutenzione della rete ha avuto una vera svolta. 55 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 56 [ Argomenti ] 6 L’organizzazione degli interventi diminuendo la soggezione alla circolazione. In questo senso nell’ultimo ventennio sono state realizzate numerose tipologie di rotabili: dai clas- Le spinte sul fronte dello sviluppo dell’organiz- sici carrelli informatizzati alle prime carrozze zazione degli interventi manutentivi hanno por- misura (che in composizione ai treni ordinari o a tato a notevoli risultati. Con l’obiettivo di fare singole locomotive sono in grado d’effettuare manutenzione decidendo quando e dove inter- rilevazioni ad alte velocità). L’evoluzione dei venire attraverso appropriati segnali diagnosti- sistemi di diagnostica mobile trova il suo apice ci sono state realizzate sofisticate tecnologie nel treno misura Archimede, unico in Europa di diagnostica fissa e mobile. nel suo genere. Il treno Archimede è compo- Queste nuove forme di diagnostica hanno per- sto da quattro carrozze, una locomotiva e una messo di “pilotare” la manutenzione e tallona- semipilota. Ha una lunghezza di 150 m. re il risultato atteso (figura 1): la minimizzazio- È in grado d’operare sia su linee a 3 kV cc ne delle attività di pronto intervento (causa pri- (sistema d’alimentazione della linea tradizionale) maria di costi esorbitanti) mediante l’ottimizza- sia su linee a 25 kV ac (sistema d’alimentazione zione della manutenzione programmata e l’in- delle nuove linee Alta velocità-Alta capacità). cremento del presidio di manutenzione. È dotato di 15 videocamere, 57 unità d’elaborazione, 41 monitor, 350 schede d’acquisizione LA DIAGNOSTICA MOBILE km di fibra ottica a 30 Gbit/sec, 1 sala confe- mobile nasce dalla necessità di misurare renze multimediale e varie sale elaborazione i parametri caratteristici degli impianti ferroviari dati (la figura 2 offre una rappresentazione dei aumentandone la frequenza e al tempo stesso sensori di misura relativi alla sola locomotiva). Manutenzione programmata Ieri Oggi fig. 1 – La natura dell’obiettivo raggiunto 56 ed elaborazione dati, 4 pantografi strumentati, 4 Lo sviluppo delle tecnologie di diagnostica Pronto intervento Presidio di manutenzione B1 15-09-2005 9:37 Pagina 57 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI fig. 2 – Rappresentazione dei sensori diagnostici della locomotiva del treno misura Archimede Il treno è entrato in esercizio a dicembre La frequenza di controllo è stata intensificata 2003. La realizzazione d’Archimede ha per- in particolare sulle linee A (Torino-Venezia e messo d’unificare in un solo convoglio tutta Milano-Napoli) e sulle principali B (Torino- la diagnostica mobile dell’infrastruttura oltre Genova-Roma-Cassino-Napoli-Reggio che d’avviare forme di diagnostica mobile Calabria; Bologna-Ancona-Brindisi; Bologna- mai esplorate, quali l’usura della linea di con- Padova; Verona-Brennero; Milano-Chiasso; tatto e l’analisi dei parametri caratteristici del Milano-Domodossola; Torino-Modane; Roma- blocco automatico a correnti codificate. Firenze LL; Orte-Falconara; Aversa-Foggia; Inoltre ha permesso d’istituzionalizzare misu- Milano-Genova-Ventimiglia). re relative a settori fino ad allora controllati Nel contempo, l’aumento dei rotabili ha per- solo episodicamente: dinamica di marcia, messo d’estendere, tramite l’utilizzo delle car- interazione ruota-rotaia e pantografo-catena- rozze misura, alle linee C (le regionali) i con- ria. Non solo: l’elevata velocità di rilievo (200 trolli automatici della linea di contatto e dell’u- km/h) ha permesso di ridurre al minimo sura rotaie. La frequenza e la completezza possibile l’impegno delle tracce orarie. delle misure hanno innescato il passaggio 57 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 58 [ Argomenti ] 6 generalizzato dalla manutenzione ciclica alla treno è stato sintonizzato su una specifica manutenzione “on condition”, dalla quale ci si esigenza: coprire ogni 2 settimane le direttri- aspetta una sostanziale riduzione dei costi ci fondamentali della rete RFI. I cambiamen- operativi. L’impatto d’Archimede sull’organiz- ti in corso nella visita linea ordinaria arma- zazione delle tradizionali visite di linea ha por- mento e sede e nella periodicità della visita tato a un rilevante salto di qualità ed efficienza. linea ordinaria trazione elettrica (TE) sono Non a caso il programma d’esercizio del sintetizzati nelle tabelle 1 e 2. Tabella 1 – Visita linea ordinaria armamento e sede Normativa Attuale Binari centralizzati Binari di corsa “tratte” e “località” 1 settimana (min.) a piedi o in carrello secondo le condizioni locali (banchina) Linee a piedi in obbligatoria carrello Binari non centralizzati 1 settimana 1 mese (min.) a piedi (min.) a piedi Diagnostica in cabina a piedi capo tronco mobile a piedi a 1 classe 2 mesi Nuova 2 settimane 1 mese 3 mesi 2 mesi 3 classe 3 mesi 4 mesi 2 mesi 4a classe 6 mesi 6 mesi 4 mesi a 2 classe 2 mesi 2 settimane a 6 mesi 1 mese Tabella 2 – Visita ordinaria TE Binari centralizzati Normativa Binari di corsa “tratte” e “località” Attuale 1 mese (min.) a piedi (in carrello solo in condizioni particolari) Linee Binari non centralizzati 1 mese 2 mesi (min.) a piedi (min.) a piedi a piedi in in cabina Diagnostica a piedi obbligatoria carrello capo zona mobile a piedi a 1 classe Nuova 58 2 settimane 4 mesi a 2 classe 6 mesi 3a classe 8 mesi 4 mesi 4a classe 12 mesi 6 mesi 6 mesi 3 mesi 1 mese 2 mesi 12 mesi 15-09-2005 9:37 Pagina 59 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI La concentrazione di dati eterogenei in un unico Attraverso sofisticati algoritmi è possibile sistema di diagnostica ha permesso d’avviare individuare un funzionamento degradato un processo di “manutenzione preventiva del deviatoio che implica l’approssimarsi secondo condizione” supportato da un’analisi d’un guasto e la necessità d’operazioni di correlata dei parametri dei diversi settori. In manutenzione. Il suddetto sistema fa parte quest’ottica presso centri altamente specializ- d’un più vasto impianto di diagnostica degli zati, quali il Centro diagnostico nazionale di enti di linea e di stazione. Roma, si sperimentano analisi d’evoluzione dei Il sistema permette di monitorare da remo- parametri di cui sopra con l’obiettivo di stimare to lo stato degli enti in condizioni sia di il tempo residuo prima del guasto secondo la riposo sia di funzionamento, ricevere e logica della “diagnostica preventiva predittiva”. gestire segnalazioni d’allarme ecc. Sulla linea Firenze-Roma nella tratta PC LA DIAGNOSTICA FISSA Renacci-PC S. Donato è installato un siste- Con analoghi intenti strategici (prevenire i ma di telediagnostica e telecomando delle guasti, minimizzare le operazioni cicliche di alimentazioni degli impianti di sicurezza di manutenzione e le ispezioni degli impianti, stazione, degli armadi d’alimentazione del azzerare il pronto intervento, ridurre il presen- Blocco automatico nonché della registrazio- ziamento degli impianti attraverso il controllo ne cronologica d’eventi (la “scatola nera” remoto delle apparecchiature) sono stati rea- degli impianti). La riduzione dei costi opera- lizzati numerosi sistemi di diagnostica fissa. tivi è determinata da una diversa frequenza Tra questi riveste un ruolo importante, per la d’esecuzione delle attività standard; quan- delicatezza dell’ente, la diagnostica dei devia- do sono supportate dal sistema diagnostico toi (figura 3) attualmente installata sulla tratta centralizzato si possono ottenere riduzioni S. Benedetto-Vernio (linea Bologna-Firenze). delle ore lavorative fino al 50%. L’effettuazione degli interventi 70 Assorbimento in Ampere 14 Assorbimento in Ampere B1 12 10 8 6 4 2 0 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 Tempo in secondi P. 64 Assorbimento motore della cassa P. 64 durante la manovra 60 50 40 30 Lo zoccolo duro del rapporto, storicamente 20 10 conflittuale, tra le esigenze di manutenzione 0 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 Tempo in secondi P. 80 Assorbimento motore della cassa P. 80 durante la manovra fig. 3 – Confronto tra gli assorbimenti del motore nella cassa di manovra P. 64 e P. 80 della linea e quelle della regolare circolazione dei treni è stato da sempre il tempo necessario a effettuare il rinnovo del binario. Riuscire a sostituire 700÷800 m di binario in un giorno (traverse, rotaie, pietrisco ecc.) 59 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 60 [ Argomenti ] 6 nelle poche ore che è possibile sottrarre alla vengono svincolate dagli attacchi alle traver- circolazione treni non è impresa facile. se. Quindi è la volta del “treno rinnovatore” Fino agli anni 70, gran parte delle operazio- (figure 4 e 5) in grado d’effettuare contem- ni era eseguita manualmente con l’impiego poraneamente il cambio delle rotaie e delle d’un elevato numero di lavoratori e con pro- traverse: le vecchie rotaie vengono spinte ai duzioni giornaliere limitate. Dopodiché la lati come fuscelli mentre le nuove vengono ricerca nell’automazione dei cantieri di rin- delicatamente posate sulle nuove traverse novo ha iniziato a dare i suoi frutti. posizionate un istante prima. Le nuove Oggi il rinnovo del binario, affidato a ditte rotaie, prima d’essere fissate alle traverse, altamente specializzate sotto la stretta vengono saldate elettricamente tra loro da supervisione del personale di RFI, avviene un macchina chiamata “saldatrice elettrica a attraverso sofisticati rotabili ad avanzamento scintillio”; ciò permette di realizzare la cosid- continuo. Si tratta di veri e propri treni can- detta lunga rotaia saldata ad alte prestazioni tiere composti da più convogli interoperanti. priva delle vecchie giunzioni. Da poco è stata Questi treni sono in grado di svolgere appie- inoltre introdotta una saldatrice a scintillio per no e in maniera completamente automatiz- la saldatura delle rotaie in opera con un gran- zata tutte le fasi lavorative necessarie al rin- de aumento della forza di tiro, in grado d’ef- novo. Per prima cosa le rotaie da sostituire fettuare anche le saldature di regolazione. fig. 4 – Treno rinnovatore nella fase di sostituzione delle rotaie 60 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 61 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI Inoltre sono state introdotte macchine risanatrici della massicciata con doppia catena di scavo, una anteriore e una posteriore. Queste macchine possono operare in zone con grossi danneggiamenti della piattaforma. Inoltre sono state aumentate le superfici vaglianti ed è diminuita l’inclinazione dei vagli in modo da ottenere una migliore qualità e un maggior recupero del materiale rigenerato. Si procede poi con la fase di livellamento-allineamento. Il binario ormai rinnovato viene posizionato correttamente alle quote plano-altimetriche prestabilite, mediante l’impiego d’una macchina chiamata “rincalzatrice-livellatrice-allifig. 5 – Treno rinnovatore a riposo: postazione di controllo posizionamento traverse neatrice” (figura 6) che allinea e livella il bina- Successivamente avviene la sostituzione se. In questo settore gli sviluppi tecnologici della massicciata. Attraverso la macchina riguardano essenzialmente un prolungamen- “risanatrice” si provvede a separare il pietri- to della zona libera tra i carrelli e il migliora- sco ancora utilizzabile da quello non più mento del rodiggio. Infatti dall’interperno dei adatto. Quest’ultimo è trasferito su appositi carrelli di 10,00 m si è arrivati a 14 m. carri per essere allontanato. Quindi viene Ciò permette di lavorare il binario con mag- scaricata sul binario, da carri tramoggia, la giore dolcezza in fase sia d’allineamento sia necessaria quantità di pietrisco nuovo. d’alzamento (anche in presenza d’armamen- Per riuscire a ottimizzare il tempo delle brevi to pesante). S’è inoltre diffuso in modo interruzioni di binario è stato promosso lo massiccio l’uso dei raggi laser per l’allunga- sviluppo di macchine risanatrici con grosse mento della base di misura: le attuali appa- capacità di scavo e vagliatura (900-1.100 recchiature hanno una possibilità di lavoro m3 l’ora) con possibilità di scarico e imme- con base assoluta di circa 300 m sia in ret- diata integrazione di pietrisco nuovo nella tilineo sia in curva. Inoltre le macchine sono zona di scavo. Ciò permette d’evitare gros- dotate di registratori grafici con memoria si cambi di livelletta che comporterebbero magnetica dei parametri di lavoro. un notevole abbattimento della velocità in Quest’ultima possibilità permette un’analisi più fase di riattivazione. dettagliata e un avanzato esame dei difetti. rio assodando la massicciata sotto le traver- 61 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 62 [ Argomenti ] 6 Inoltre per riuscire a lavorare in brevi interru- Questa necessità è nata dal continuo rincaro zioni del binario a partire dal 1997-98 è stato del pietrisco e dalla sua difficoltà di reperi- introdotto un tipo di rincalzatrice che rincalza mento. Si sta inoltre diffondendo l’uso di 3 traverse con avanzamento continuo. carri (figura 7) per il trasporto del pietrisco e Sempre dal 1997-98 è iniziata la diffusione dei materiali di risulta con il fondo-carro dell’uso di macchine che hanno la possibi- totalmente mobile. lità di rincalzare binari e scambi. Tutte le lavorazioni sopra descritte vengo- Dal 1995 in poi è stata introdotta una rin- no eseguite sul binario contemporanea- calzatrice-allineatrice-livellatrice universale mente nel caso di rinnovo completo o in grado di livellare e rincalzare gli scambi separatamente nel caso di manutenzione con sollevamento ed effettuare (contempo- programmata. raneamente) la rincalzatura di tutto lo zatte- Oggi, grazie allo sviluppo delle nuove tec- rone nella zona scambi. Infine la profilatura. nologie, i lavori di rinnovamento sono ese- La sagoma della massicciata viene profilata guiti utilizzando degli intervalli programmati mediante la macchina “Profilatrice” per d’orario (interruzione della circolazione) rispettare le misure della sezione standard. quasi esclusivamente notturni, liberi da treni Negli anni novanta sono state introdotte della durata media di circa ore 3.30, con profilatrici produzioni medie giornaliere di circa 700- veloci in grado di profilare e recuperare con silos di raccolta il pietrisco. fig. 6 – Patte di rincalzatura 62 800 m di binario. B1 15-09-2005 9:37 Pagina 63 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI fig. 7 – Carro a fondo mobile per il trasporto di pietrisco e dei materiali di risulta Ogni anno nell’ambito della manutenzione con la tecnica a “tesatura frenata” è ripre- straordinaria vengono rinnovati in RFI circa sa dalla consolidata “posa a nuovo” dei 800-1.000 km di binario. conduttori di contatto. L’innovazione in RFI si fa strada anche Grazie ad appositi argani montati sul cosid- nell’ambito della manutenzione della linea detto “carro di tesatura”, i conduttori, aerea. In particolare, mediante l’introduzio- durante lo svolgimento, sono tenuti ne delle macchine a “tesatura frenata” costantemente in tiro (4÷30 kN a seconda (figure 8 e 9) è stata potenziata l’attività di dei casi). sostituzione dei conduttori di contatto. L’esatto posizionamento dei nuovi condut- Esigenza nata soprattutto per le linee a tori è realizzato mediante apposite piantane intenso traffico dove la maggiore velocità e guida-fili di cui è dotato il carro. d’usura richiede una frequenza di sostitu- Completato il fissaggio dei nuovi condut- zione tale che, se effettuata con l’utilizzo tori, si provvede a togliere d’opera i vec- dei tradizionali mezzi d’opera in dotazione chi attraverso l’avvolgimento su una spe- alle squadre di manutenzione, implichereb- ciale bobina a bordo d’un carrello “recu- be inaccettabili soggezioni all’esercizio. peratore”. In tema di produttività, l’impiego La modalità d’esecuzione delle sostituzioni di carri di tesatura frenata porta a un 63 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 64 [ Argomenti ] 6 aumento quasi del 100%: nel corso di notturne) è possibile la sostituzione d’en- un’interruzione della circolazione di durata trambi i conduttori di contatto anziché uno standard (tipicamente 2 ore diurne o 3 ore (metodo tradizionale). fig. 8 – Carro di tesatura automotore in fase di lavoro fig. 9 – Cantiere meccanizzato TE per la tesatura frenata dei conduttori della linea di contatto 64 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 65 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI La gestione informatizzata della manutenzione ziandone le parti variabili su cui attuare politiche di miglioramento continuo, con ovvi vantaggi. Dal punto di vista operativo il siste- L’evoluzione della gestione economica, logi- ma cartaceo non è mai stato sufficientemente stica, di controllo nonché di reporting verso produttivo. Quindi la necessità di un’innovativa la Direzione ha seguito di pari passo lo svluppo modalità di fruizione dei dati diagnostici attra- dei mezzi di lavoro e delle apparecchiature verso metodi di raccolta e trasmissione dati. diagnostiche. Nell’ambito gestionale s’è pas- I numerosi vantaggi tratti dall’uso massiccio sati da un sistema cartaceo a un moderno di strumenti informatici integrati sono riscon- sistema informatico. trabili in tutti i settori. Per fare un esempio: Attualmente Direzione manutenzione s’avva- l’analisi e il monitoraggio dello stato di con- le del più moderno sistema gestionale dispo- servazione delle opere civili. Per il settore nibile sul mercato. Tale sistema permette una opere civili, le esigenze manutentive vengono gestione snella, flessibile ma soprattutto per- rilevate sulla base dell’esito delle visite di fettamente integrata con le altre applicazioni controllo previste da un’istruzione tecnica presenti in azienda. (istruzione 44C ed. ’94) emanata in applicazione dell’art. 98 del DPR 753/80. Strumento di reporting per il vertice aziendale Supporto decisionale per la struttura e il management tecnico Strumento di gestione per gli operativi MANUTENZIONE fig. 10 – Multifunzionalità del SIM In.Rete 2000 Nel 2003 sono stati introdotti su In.Rete 2000 i cosiddetti avvisi V1, documenti informatici concepiti per la gestione strutturata e codificata delle informazioni sullo stato di conservazione delle opere civili. Attualmente, i giudizi sullo stato di conservazione, cui corrispondono i codici numerici, sono frutto del know how dell’ispettore addetto alla visita e Il SIM (Sistema informativo della manuten- mantengono pertanto un livello di soggettività zione) In.Rete 2000 è il risultato d’una pro- più o meno elevato. Per rendere l’assegna- gettazione ad hoc dell’intera gestione ope- zione dei giudizi completamente oggettiva, è rativa e amministrativa della manutenzione in fase d’ingegnerizzazione un sistema per la (figura 10). Attraverso In.Rete 2000 è ora diagnostica dei ponti, denominato DOMUS possibile armonizzare e correlare l’enormità (Diagnostica opere d’arte manutenzione unifi- d’informazioni proveniente dalla vastità dei cata standard), il cui prototipo è stato realiz- sistemi eterogenei costituenti la rete. zato da parte d’un gruppo di lavoro in ambito Non solo: il SIM è in grado di supportare la CNIM (Comitato nazionale italiano per la gestione degli interventi manutentivi eviden- manutenzione) e sperimentato su decine di 65 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 66 [ Argomenti ] 6 opere nelle DCI (Direzione compartimentale Entro il 2005 sarà disponibile il sistema infrastruttura) di Napoli, Torino e Roma. ingegnerizzato, basato sull’utilizzo d’uno Il metodo è basato su un algoritmo matematico strumento di campo (tablet PC), nel quale per la determinazione d’un “indice di danno” del- l’operatore inserirà i dati di visita, che con- l’opera e s’avvale d’un catalogo difetti (un esem- voglieranno automaticamente in avvisi V1 pio è riportato in figura 11). L’algoritmo elabora i di In.Rete 2000. seguenti fattori numerici (figura 11): • coefficiente d’importanza di ciascun difetto; • coefficiente d’intensità di ciascun difetto; • coefficiente d’estensione di ciascun difetto; • coefficiente d’importanza del componente La sicurezza del lavoro e della circolazione: Sistemi automatici di protezione cantieri strutturale su cui si trova il difetto. Il software DOMUS calcola quindi l’indice Le nuove tecnologie non potevano non interes- di danno dell’opera, cui corrisponde un sare anche il campo della sicurezza del lavoro codice giudizio dell’avviso V1. e della circolazione. Questo perché nonostante le più accurate procedure da seguire duran- DIFETTI IN ELEMENTI IN C.A. e C.A.P. ANOMALIE TESTATE DI ANCORAGGIO DEI CAVI DI PRECOMPRESSIONE te l’esecuzione dei lavori di manutenzione l’errore umano è sempre in agguato. Per azzerare i rischi d’incidenti causati da erro- Definizione: irregolarità nelle testate di ancoraggio dei cavi. ri umani durante lo svolgimento di lavori lungo la linea e nelle stazioni in presenza di circola- Modalità ispettive: esaminare le zone di ancoraggio dei cavi. zione treni, RFI ha promosso lo sviluppo d’inDescrizione sintetica: testate dei cavi di precompressione non ricoperte da getto protettivo o con tamponi in fase di distacco. Il difetto può essere causato dalla cattiva o mancata esecuzione della chiusura della testata. B K2 2 Procedure e strumenti: devono essere ispezionate le testate delle travi e deve essere valutata la gravità del difetto attraverso il controllo visivo. Fotografare in presenza del difetto. K2 = 0,5 Getto protettivo della testata deteriorato CRITERIO VALUTAZIONE INTENSITÀ: K2 = 1,0 Scopertura parziale della testata d’ancoraggio Stadio evolutivo del fenomeno di degrado K2 = 1,5 Scopertura totale della testata d’ancoraggio K2 = 2,0 Presenza di fenomeni corrosivi sulla testata K3 = 0,5 CRITERIO VALUTAZIONE ESTENSIONE: K3 N Rapporto tra numero testate interessate dal difetto e numero totale di testate nella porzione in esame K3 = 1,0 K3 = 1,5 K3 = 2,0 Il difetto interessa poche testate nella porzione in esame N<25% Il difetto interessa parecchie testate nella porzione in esame 25%<N<50% Il difetto interessa la maggior parte di testate nella porzione in esame 50%<N<75% Il difetto interessa quasi tutte le testate nella porzione in esame 75%<N<100% fig. 11 – Una porzione d’una scheda del catalogo difetti con la descrizione e un’immagine esemplificativa del difetto 66 novativi Sistemi automatici di protezione cantieri (SAPC). Di norma un qualsiasi lavoro ferroviario eseguito in presenza di circolazione treni in regime di protezione su avvistamento è caratterizzato dalle seguenti fasi fondamentali: 1.scelta della tipologia di protezione e organizzazione della protezione; 2.esecuzione dei lavori; 3.avvistamento del treno e avviso al cantiere; 4.liberazione del binario. La delicata fase d’avvistamento del treno e il conseguente avviso di liberazione sono tradizionalmente svolti dai cosiddetti “avvistatori” B1 15-09-2005 9:37 Pagina 67 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI e “vedette”. L’avvistatore è una persona dedi- Inoltre, la sostituzione dell’operato di vedette cata esclusivamente all’avvistamento del treno e avvistatori2 consente d’aumentare la pro- all’estremo della distanza di sicurezza del can- duttività e ridurre i costi di gestione. tiere e all’immediata comunicazione dell’evento La regolamentazione dell’utilizzo dei SAPC è tramite segnali visivi e/o sonori alla successiva sancita nell’istruzione Protezione cantieri, che “vedetta”, colui che propaga tempestivamente prevede, all’art. 13 comma 8, l’uso per la l’informazione fino al cantiere (a seconda delle segnalazione dell’arrivo del treno al cantiere specifiche condizioni possono esserci più d’apparecchi avvisatori elettromeccanici azio- vedette o nessuna). I SAPC permettono d’au- nati direttamente dal treno a mezzo d’un peda- tomatizzare la delicata fase d’avvistamento del le o d’altro analogo dispositivo, posti in opera treno e del conseguente avviso di liberazione: all’estremo della distanza di sicurezza del can- attraverso opportuni sensori elettromeccanici tiere. Attualmente esistono due diverse tipolo- rilevano la presenza del treno e ne annunciano gie di SAPC già omologate e altre in fase d’o- l’imminente arrivo fino al centro del cantiere mologazione. Un primo sistema, già omologato, mediante sistemi di trasmissione in sicurezza. è strutturato nel seguente modo: i sensori d’av- Grazie all’introduzione dei SAPC è possibile vistamento/liberazione sono costituiti da pedali evitare gli errori delle vedette e/o degli avvista- elettromeccanici, i quali sono collegati, tramite tori aumentando la sicurezza del cantiere. cavi, ai trasmettitori d’annuncio (nel caso di sen- fig. 12 – Centrale d’elaborazione e avvertimento 67 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 68 [ Argomenti ] 6 sori d’avvistamento) o alla centrale d’elabora- venuto passaggio del treno e gli eventuali zione (nel caso di sensori di liberazione). guasti del sistema. Opportuni trasmettitori, attivabili anche manual- Un sistema analogo al precedente, adot- mente, comunicano l’avvistamento del treno tato anche dalle SBB (Schweizerische alla centrale d’elaborazione e trasmissione Bundesbahnen), è dotato di dispositivi (figura 12). La trasmissione del segnale può d’avviso collettivo al posto degli individuali avvenire via radio (frequenza nella gamma UHF e utilizza segnalazioni luminose insieme a a 440,025 MHz) o via cavo, a seconda delle quelle acustiche per l’allertamento (questa caratteristiche della linea (tortuosità del traccia- soluzione è di grande utilità nei cantieri con to, presenza di gallerie ecc.). rumore di fondo importante). La centrale d’elaborazione trasmette le Un altro sistema, molto simile al precedente segnalazioni d’avvertimento ai dispositivi e in corso d’omologazione (figure 13 e 14), d’avviso individuale in dotazione ai lavoratori. presenta dei vantaggi di compattezza delle I dispositivi d’avviso individuale, con o apparecchiature e dei cavi e la segnalazio- senza attenuatore del rumore, segnalano ne acustica è modulata sul rumore di fondo acusticamente l’avvistamento del treno (sul del cantiere, caratteristica che ne rende binario di lavoro o sul binario attiguo), l’av- migliore l’udibilità. fig. 13 – Centrale d’elaborazione e avvertimento collettivo 68 B1 15-09-2005 9:37 Pagina 69 RUBRICA Innovazione nella manutenzione dell’infrastruttutura in RFI fig. 14 – Centrale d’elaborazione e avvertimento collettivo Conclusioni (European Railway Traffic Management System/European Train Control/Command L’innovazione tecnologica è la ricetta che sta System) d’interoperabilità europea che sarà portando progressivamente all’incremento del- adottato sull’Alta velocità. Il treno misure sarà l’agilità del gigante manutenzione. anche dotato di nuovi sistemi di videocontrollo Un gigante, come è ovvio che sia, ma rapido, delle anomalie dell’infrastruttura e del ballast. efficiente, pronto ed efficace. Come s’è visto, Anche la diagnostica centralizzata degli apparati le strade sono aperte su più fronti, dagli stimo- di sicurezza e segnalamento viaggia ad altissimi li mirati alle imprese agli investimenti nei sistemi ritmi. In particolare è in fase di sperimentazione la di diagnostica. diagnostica centralizzata dei sistemi SCC In quest’ultimo ambito sono in corso importan- (Sistema di comando e controllo della circolazio- ti progetti di sviluppo tecnologico. Alcuni esem- ne) dalla quale ci si aspettano importanti benefici: pi: è in fase di progettazione, per il nuovo treno aumento della disponibilità dell’infrastruttura, ridu- misure Archimede, la diagnostica del nuovo zione dei cicli standard di manutenzione, miglio- Sistema di controllo marcia treno (SCMT) ramento della qualità del servizio offerto e orga- nonché del futuro sistema ERTMS/ETCS nizzazione sempre più snella della manutenzione. NOTE 1 Il ruolo e le conseguenti funzioni del gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale sono sanciti dal decreto del presidente della Repubblica 8 Luglio 1998, n. 277. 2 L’organizzazione della protezione cantieri è curata sempre da personale RFI anche nel caso di lavori svolti da ditte appaltatrici. 69 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 70 AMBIENTE | DIRITTO | ECONOMIA | INGEGNERIA Rubrica C1 15-09-2005 9:38 Pagina 71 Il processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa MARIA ANTONIETTA DEL BOCCIO – responsabile del progetto della tratta Alta velocità Milano-Verona di TAV SpA Premessa: perché DIFFRAIL d’importanti investimenti pur nella crescente penuria dei budget pubblici. Il disegno quanto più realistico possibile di La strategia dei trasporti in Europa ha da questo scenario di difficoltà, la ricerca delle tempo individuato la ferrovia come modalità sue ragioni e l’individuazione dei “luoghi” in da privilegiare e sviluppare per assicurare cui tali difficoltà s’annidano e si sviluppano alla crescente domanda di mobilità della fino a trasformarsi in fatti ostativi dello svilup- moderna economia una risposta sì d’ade- po delle ferrovie rappresentano il primo com- guata capacità, ma anche rispondente all’ir- pito che si è posto il progetto DIFFRAIL. rinunciabile e culturalmente acquisito rispetto dell’ambiente e del territorio: il Libro bianco European transport policy for 2010, time to decide è un riferimento inequivocabile. 1. La storia e il metodo del progetto Coerentemente a questa linea strategica, DIFFRAIL è l’acronimo di Difficulties in ogni paese europeo ha elaborato ambiziosi Realising Large Infrastructure Projects. piani di sviluppo delle proprie reti ferroviarie, Il progetto1 è stato lanciato e finanziato la cui concretizzazione incontra tuttavia diffi- dall’UIC nel 2002 su proposta di TAV e coltà per i tempi crescenti tra il concepimen- della svedese Banverket, proposta formu- to del progetto e l’effettiva disponibilità al ser- lata sugli esiti d’un progetto volontario vizio e per i costi sempre meno pianificabili. internazionale sviluppato nel 2001 dalle Questi effetti si combinano negativamente stesse società. Sostenuto e diretto da RFI, fino a divenire ostacolo a una rigorosa piani- con il management di Banverket e il contri- ficazione finanziaria industriale capace d’at- buto della TAV, è stato possibile grazie alla trarre il partenariato pubblico-privato come partecipazione di rappresentanti delle reti strumento da privilegiare per l’attuazione ferroviarie di Belgio, Danimarca, Svizzera, 71 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 72 [ Argomenti ] 6 stessa degli investimenti e quindi la sopravvivenza del sistema ferroviario, oppure sono fisiologiche e gestibili? Superato questo livello, le domande sono divenute di maggiore dettaglio: • a quali cause sono imputabili queste difficoltà? • quali di queste cause sono nel potere di gestione del project management e quali sfuggono alle sue leve? • in particolare, nell’ambito degli aspetti progettuali, quali sono riconosciuti di più difficile gestione e perché? Quali sono i metodi di gestione – i trucchi del mestiere – che il project management pone in essere per Olanda, Regno Unito, Serbia-Montenegro, difendere il progetto? Qual è l’impatto sui Polonia, Slovacchia, oltre naturalmente alla tempi e sui costi che le criticità tecniche Svezia e all’Italia. hanno sul progetto, nonostante la gestione Il perché la TAV/RFI si sia resa parte propo- attenta del project management, cioè qual sitiva è evidente alla luce dell’esperienza ita- è l’impatto residuo? liana sul progetto dell’Alta velocità; quanto a • esiste e qual è l’impianto procedurale/legi- Banverket, sappiamo che la Svezia ha un slativo che accompagna il progetto dal suo impianto di pianificazione/autorizzazione concepimento alla realizzazione? Questo degli investimenti pesante e lento in cui i impianto è efficiente, ovvero in che misura rapporti tra i ruoli dei diversi livelli istituzio- le difficoltà del progetto sono imputabili a nali necessitano di maggiore efficienza. caratteristiche intrinseche dell’impianto Le domande di base che il gruppo di 72 procedurale/legislativo? progetto s’è dapprima posto sono: A questa prima serie di domande ha tenta- • la crescente difficoltà nel realizzare infra- to di dare risposta il progetto DIFFRAIL – strutture ferroviarie è una “sensazione“ di prima fase, per lo sviluppo del quale è chi lavora negli investimenti o è un fatto stato adottato il metodo della “risk analy- oggettivo e condiviso nella larga generalità sis”: dapprima è stata effettuata la ricogni- dei protagonisti? zione tra i partecipanti al progetto – tutti di • queste difficoltà sono veramente a un livel- provenienza di project management – delle lo tale da mettere in pericolo la fattibilità difficoltà incontrate (“sur vey”), quindi il C1 15-09-2005 9:38 RUBRICA Pagina 73 II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa confronto dei provvedimenti adottati nel- 2. DIFFRAIL – prima fase l’ambito dei gestori del progetto e la misurazione degli effetti (“benchmarking”); ne è 2.1. IL seguita l’individuazione delle criticità resi- Il progetto è stato sviluppato raccogliendo le rispo- due negli strumenti legislativi e manageriali, ste di project managers di diverse reti europee par- e dei relativi titolari, disponibili per la miti- tecipanti al progetto a tre questionari predispo- METODO gazione delle difficoltà stesse. sti dal gruppo di progetto e distribuiti via e-mail: Nella seconda fase del DIFFRAIL, il cui • questionario 1: descrizione della legisla- oggetto e il cui lancio sono stati decisi zione di riferimento nel processo proget- dall’UIC e dalle società finanziatrici del progetto solo dopo la lettura degli esiti della tuale e autorizzativo; • questionario 2: aspetti legati al processo prima fase, il gruppo di progetto s’è concen- autorizzativo: trato sull’individuazione della “best practice” - sezione 1: identificazione e valutazione per il governo del processo all’interno dei luo- del rischio: ghi riscontrati come nevralgici. lista dei maggiori rischi e delle Peraltro, questo tema – armonizzazione cause, stima degli effetti in costi, delle procedure e best practice – è all’at- tempi e qualità, probabilità del tenzione dell’Europa: la recente decisione rischio, livello del rischio, particolari europea n. 884/2004 afferma: “La compartimentazione fra Stati membri delle procedure specificità del paese; - sezione 2: metodi di gestione del rischio nazionali relative alla valutazione delle inci- e contromisure applicate: denze ambientali e socioeconomiche d’un identificazione delle cause di rischio, progetto può rivelarsi inadatta alla dimensione identificazione di quelle che ricadono transnazionale dei progetti dichiarati d’inte- nel campo di gestione del project resse europeo. manager, azioni che s’intraprendono Per rimediarvi occorre sviluppare, oltre a per prevenire il rischio; metodi comuni di valutazione, procedure coor- - sezione 3: identificazione e valutazione dinate di valutazione e di consultazione del- del rischio residuo, particolari specificità l’opinione pubblica o procedure d’inchiesta del paese: transnazionale che riguardino i diversi Stati valutazione dell’efficacia delle azio- membri interessati e analizzino gli aspetti ni, tipo e natura del rischio residuo, socioeconomici e ambientali. Queste proce- gravità per rischio residuo, partico- dure dovrebbero applicarsi senza pregiudizio lari specificità del paese; degli obblighi derivanti dalla normativa • questionario 3: aspetti legati a specifiche comunitaria in materia di tutela ambientale”. problematiche tecniche: come il precedente. 73 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 74 [ Argomenti ] 6 2.2. LE CONCLUSIONI che sviluppano attività del tutto analoghe e la prima delle risposte di base ricercate – alla interconnesse. È estremamente variabile constatazione che la crescente difficoltà anche la responsabilità dei ruoli istituzionali e della realizzazione delle opere ferroviarie è delle società ferroviarie coinvolti nel processo. un’esperienza italiana ampiamente generaliz- In un mondo come quello delle ferrovie, che zabile all’Europa. è connaturato nel concetto di rete e che vive I “numeri” – intendendo il valore economico di questo, questo risultato deve servire a far sotteso alla problematica in questione – di promuovere uno sforzo d’armonizzazione queste difficoltà, ancorché difficilmente valu- almeno pari a quello sviluppato per le tecno- tabili, sono tali da meritare tutta l’attenzione logie, per le dogane, per la tariffazione. di chi vuole investire in ferrovie: la pianifica- Il secondo: le difficoltà sembrano indipen- zione e la progettazione ne sono impattate denti dalle dimensioni del paese, dalla densi- fino al 50% (Svizzera) dell’aumento dei costi tà di popolazione e dalle dimensioni del pro- dell’opera ferroviaria inizialmente stimata getto, ma connesse all’“anzianità” del regime (con una media tra partecipanti che s’atte- democratico e al rigore del quadro organiz- sta sul 25%), mentre i tempi di realizzazione zativo e politico del paese. si dilatano oltre il 100% delle stime iniziali, Il progetto ha quindi tentato di rispondere ma con casi non rari d’abbandono del pro- alle altre domande che s’era posto e ha indi- getto dopo anni di studi. viduato due luoghi privilegiati in cui si colloca Pertanto, quanto alla seconda domanda di il rischio per il budget (i costi e i tempi) d’un base, ne deriva che l’allarme sulla fattibilità progetto: dell’investimento ferroviario, in un mondo che • alcuni aspetti tecnico-progettuali comu- ragiona solo in termini di redditività e di con- nemente riconosciuti di particolare rile- correnza industriale, è assolutamente giustifi- vanza economica e particolare difficoltà cato: l’incapacità d’attrarre capitale privato e di gestione quali le problematiche le crescenti restrizioni nell’uso del capitale ambientali (ritrovamento siti inquinati, pubblico rischiano di rendere l’investimento impatto idrogeologico, campi elettroma- ferroviario “eccessivamente costoso per la gnetici, archeologia), la dipendenza tra famiglia europea”, così da essere accantona- progetti diversi, la sicurezza delle galle- to a favore d’investimenti più facili. rie, i criteri d’omologazione e accettazio- Lo studio ha permesso di formulare anche ne, l’evoluzione nel tempo delle specifi- due “corollari” interessanti. 74 no vocabolario in uso presso società europee La consultazione ha portato – e questa è già che di base; Il primo: esiste un’ampia disarmonia tra pro- • il processo autorizzativo per effetto d’au- cedure, metodi, ruoli, interpretazioni e persi- mento della complessità dei processi; com- C1 15-09-2005 9:38 RUBRICA Pagina 75 II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa petenze formali poco chiare, o sovrappo- Per ciascuna categoria e per ciascuna voce, ste, o inadeguate, o ridondanti; cambio “in la consultazione ha fornito una valutazione corsa” nella politica dei trasporti e delle quali-quantitativa del livello del rischio, della priorità attuative; interazione tra gruppi d’in- possibilità concreta di limitarlo attraverso teresse: soggetti politici, forze sociali, opi- leve manageriali, dell’efficacia degli strumenti nione pubblica, gruppi d’opinione, privati disponibili e del livello di rischio residuo cittadini, operatori industriali e di trasporto. (riquadri 1A e 1B). Riquadro 1A Difficoltà connesse con aspetti tecnici specifici: quali sono e quanto valgono • Gestione di temi ambientalmente rilevanti (interferenza con siti inquinati, danni idrogeologici, impatto rumore, impatto visivo, effetti elettromagnetici, disagi per i frontisti) • Gestione del progetto e dei ritrovamenti archeologici • Gestione dell’interdipendenza tra diversi progetti • Tema della sicurezza in generale e in particolare per il trasporto merci pericolose e per il progetto delle gallerie • Omologazione di componenti e materiali • Modifica delle specifiche di base Livello di rischio 1 Eventi ambientali rilevanti a. Ritrovamento di siti inquinati b. Impatto idrogeologico c. Rumore (SE,UK,DK) d. Vibrazioni (SE,DK) e. Impatto visivo (SE,UK,DK) f. Rifiuto dei frontisti (DK) g. Merci pericolose (SE) h. Prescrizioni SIA (SE,UK) i. Effetti elettromagnetici Condizioni della rete esistente Ritrovamenti archeologici 2 Dipendenza da altri progetti 3 Specifiche di sicurezza per le gallerie 4 Criteri d’omologazione e accettazione 5 Modifica delle specifiche di base Alto Medio Normalmente gestibile CH*;NL CH;SE UK;PL IT Basso SE;NL SE; IT SE;DK NL DK NL SE SE IT DK SE;DK SE DK DK UK; SE UK UK;NL NL UK;CH;SE;DK;PL CH;DK IT DK SE UK DK;IT SE UK SE UK (da parte del gestore della rete) (*) ”A seconda del risultato del voto popolare, l’effetto (ambientale) può essere da sostenibile a molto pesante” 75 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 76 [ Argomenti ] 6 Riquadro 1B Difficoltà connesse con il processo approvativo: quali sono e quanto valgono • • • • • • • 76 Durata eccessiva e incerta del processo Incertezza dei finanziamenti Effetti incerti dell’opposizione delle autorità locali e della popolazione Sovrapposizione, ridondanza, loop di competenze tra istituzioni Interferenze e perditempo dovuti a scarse conoscenze, ostruzionismo o interessi di parte Aumento dei costi per richieste non coordinate d’interventi a titolo di compensazioni Competizione tra diversi progetti nazionali/regionali e locali spinti dai rispettivi portatori d’interesse Livello di rischio Alto Medio 1 – complessità/evoluzione 2 – input o scopi poco chiari 3 – competenze formali poco chiare 4 – modifiche nella politica/ pianificazione dei trasporti 5 – interazione tra portatori d’interesse 6 – mancanza di fondi SE;CH IT;UK CH;NL IT;SE;DK IT PL SE;CH UK CH;IT;DK; SE CH;UK;PL; NL;SE;SK; DK;IT Normalmente gestibile Basso DK IT;SE;DK CH;NL UK;NL Il questionario tecnico fornisce una serie d’indi- criticità specifiche connesse con lavori interfe- rizzi di buona pratica diretta principalmente al renti, pervenire ad accordi tra i soggetti inte- project management. Quanto agli aspetti ressati regolanti le reciproche responsabilità ambientali: l’accertamento dei rischi ambientali (il criterio è “anticipare le mosse”). Quanto ai dev’essere sviluppato adeguatamente già a temi della sicurezza e delle gallerie: definire a livello preliminare, poiché le “sorprese” sono livello europeo univoci e omogenei criteri tecni- sempre particolarmente onerose in termini sia di ci che siano supportati da riconosciute compe- tempo sia di costi: una tempestiva e completa tenze e possano giovarsi d’autorevoli sosteni- indagine del suolo e sottosuolo si trasforma in tori, per evitare il fenomeno della domanda di un vero e proprio investimento. È utile portare requisiti sempre più stringenti e costosi (il crite- avanti alcune tematiche mediante task force rio è “insieme si è più forti”). Quanto all’omo- tra i soggetti coinvolti e il gruppo di progetto logazione di componenti: definire chiaramente i (il criterio è ”prevenire è meglio che curare”). requisiti funzionali e i criteri d’accettazione per Quanto all’interdipendenza tra progetti diversi: evitare di cadere nelle mani dei fornitori (il cri- anticipare iniziative di comunicazione e valoriz- terio è “attenti agli autogol”). Dal quadro com- zazione delle caratteristiche “environment plessivo emerge anche una serie di raccoman- friendly” delle ferrovie, iniziative di lobby per dazioni di buona pratica gestionale, indirizzate l’acquisizione di fondi anticipati che risolvano ai vari protagonisti del processo: dal project C1 15-09-2005 9:38 RUBRICA Pagina 77 II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa management alle società ferroviarie e ai maniera organica, multidisciplinare e speci- decisori politici, raccomandazioni che in fica gli sforzi di tutte le competenze del estrema sintesi affermano che sul successo paese stesso; tra queste competenze il d’un progetto considerato strategico per il project management opera da catalizzatore paese vale la pena vengano convogliati in e “maestro d’orchestra” (riquadro 2). Riquadro 2 Best Practice: c’è lavoro per tutti! Compiti del gruppo di progetto • Il project management deve poter guidare in modo unitario e centralizzato le scelte tecniche, l’interpretazione delle leggi e la comunicazione • La creazione di gruppi di lavoro cui partecipano i vari portatori d’interesse (istituzioni, comitati, società di trasporto ecc.) può risolvere molti problemi e limitare i ritardi • È particolarmente delicata la scelta del “quando” avviare la consultazione informale con le istituzioni e i portatori d’interesse: una consultazione fin dalla fase d’avvio delle decisioni può ridurre alcuni rischi, ma può predisporne altri. Il campo dei temi su cui cercare la condivisione al più presto possibile va delineato progetto per progetto in relazione alla specificità della sensibilità locale • Analogamente, l’entità delle informazioni da produrre pubblicamente e l’approfondimento delle stesse va deciso dal project management caso per caso, in accordo con le istituzioni più influenti • Gli strumenti d’un buon project management sono: buone, continue e trasparenti relazioni con tutte le autorità, i portatori d’interesse e il pubblico; conoscenza degli aspetti tecnici e procedurali; profonda conoscenza del territorio; efficiente sistema di comunicazione e informazione in ogni fase del progetto; capacità di sottoscrivere accordi per la gestione delle interfacce con i progetti concorrenti o sinergici • Un buon management riduce i rischi d’opposizione Compiti delle società ferroviarie • Assicurare sostegno e risorse fin dalle prime fasi di vita del progetto: un progetto di grandi dimensioni dovrebbe essere gestito con continuità dalle medesime persone fin dalla sua nascita • Assumere iniziative perché il partenariato pubblico-privato possa diventare realtà: possedere concretamente fondi per la realizzazione riduce la richiesta di compensazioni e interventi suppletivi • Promuovere l’elaborazione e l’emissione di procedure operative, di documenti interpretativi, di manuali, regolamenti ecc. come supporto delle decisioni del project management • Promuovere, attraverso adeguata comunicazione, il carattere peculiare delle ferrovie d’essere environment friendly • Assumere iniziative adeguate ogniqualvolta il progetto ferroviario si trovi a competere con altri progetti • Promuovere confronti nell’ambito delle istituzioni laddove la legislazione vada a confliggere con le esigenze di nuovi investimenti • Pretendere la partecipazione delle istituzioni alle decisioni avendo la piena comprensione dei problemi e degli aspetti coinvolti Compiti dei decision makers a livello nazionale • Predisporre legislazione adeguata ad accelerare i processi decisionali e promuovere gli investimenti strategici del paese • Produrre o promuovere direttive utili ad armonizzare i processi tra i paesi europei, chiarire i ruoli e gli scopi 77 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 78 [ Argomenti ] 6 Ma le conclusioni più significative dello stu- so progettuale, è su questi elementi che le dio emergono dai questionari sul sistema ferrovie debbono migliorare la loro capaci- procedurale e legislativo: è ormai patrimonio tà d’interloquire e di conciliare azioni comune di chi opera nel settore la consape- spesso contrapposte che riflettono il con- volezza che le esigenze tecnico/funzionali flitto di base esistente tra protezione dei progetti ferroviari devono confrontarsi ambientale e sviluppo, tra legislazione con la sensibilità ambientale e con l’esigenza ambientale e legislazione di pianificazio- di processi democratici. ne/investimento, fra interessi individuali e Nell’equilibrio complessivo in cui il progetto interesse generale. può trovare successo, le tre esigenze da sod- Su questo punto si sono raggiunte conclu- disfare sono fortemente interconnesse e diffi- sioni ancora più generali: cilmente distinguibili. • non è sufficiente perfezionare gli strumenti Poiché è nella componente ambientale che gestionali del progetto o inventarne di sembra concentrarsi il maggiore interesse nuovi: il miglioramento delle tecniche di pubblico e sociale, le ferrovie devono miglio- management dev’essere accompagnato rare la loro capacità di spiegare se stesse e dall’efficientamento delle “regole del di “pedagogicamente” comunicare i benefici gioco” come dettate dalle istituzioni inte- ambientali che sanno indurre proprio con l’applicazione rigorosa delle proprie specifi- 78 ressate agli investimenti nazionali; • la valenza strategica ed economica dello cità funzionali. sviluppo delle reti ferroviarie e il motivato Poiché è sull’interesse pubblico e sulla interesse che l’Europa vi annette vorreb- democraticità dei processi che di volta in bero che all’efficientamento e all’armo- volta fanno leva i diversi portatori d’inte- nizzazione di tali regole l’Europa non resse per accelerare o rallentare il percor- restasse estranea. C1 15-09-2005 9:38 Pagina 79 RUBRICA II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa 3. DIFFRAIL – seconda fase Sono stati dapprima definiti i livelli progettuali tipicamente caratterizzanti la vita d’un proget- 3.1. IL METODO to: progetto di fattibilità (feasibility level), pro- Lo scopo del lavoro è nato direttamente dalle getto preliminare (preliminary level) e progetto tre conclusioni generali della prima fase: definitivo (detailed level), mediante i contenuti ricerca d’un quadro legislativo/procedurale tipici che ogni società d’ingegneria attribuisce che – incrociando le pratiche applicate nei loro. Sono stati poi fissati i confini dello studio: paesi partecipanti, le criticità di maggior livel- tra l’inizio del progetto di fattibilità e la fine del lo riscontrate nell’analisi di rischio e gli stru- progetto definitivo, escludendo quindi la fase menti apparentemente più efficaci – fornisse di concepimento strategico del progetto e la al percorso d’un progetto quel mix di validità fase d’appalto (construction level). tecnica, accettabilità ambientale e garanzie Quindi, sono stati individuati – e messi a fat- democratiche che lo porta al successo in tor comune – i soggetti coinvolti nel processo tempi pianificati e con una spesa sostenibile autorizzativo, cui è stato attribuito un ruolo (best practice). gerarchico non contrastante con le logiche Lo sforzo che è stato fatto è di costruire una elementari delle funzioni statali note. procedura strutturata in modo sufficiente- I due insiemi, cioè i livelli di progettazione e le mente aperto e flessibile perché ogni paese istituzioni coinvolte, sono stati interconnessi e potesse inserirvi i propri ruoli nazionali con- combinati, associando a ogni coppia un pote- formemente alle rispettive Costituzioni, ma re di valutazione, distinguendo tra potere di capace di fissare passaggi obbligati quali On/Off (fermare/cancellare il progetto o man- requisiti essenziali per la soluzione delle criti- darlo avanti), potere modificativo, potere cità riscontrate. consultivo (riquadro 3). 79 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 80 [ Argomenti ] 6 Riquadro 3 Soggetti coinvolti • Lo Stato rappresentato dal Parlamento, il governo (rappresentato in questa materia dai ministri competenti per i Trasporti, per le Finanze, per l’Ambiente e per i Beni culturali), le autorità territoriali di diversa gerarchia (Regioni, Province, Comuni), i gruppi d’interesse (sindacati, comitati, associazioni riconosciute ecc.), privati, gestori della rete, operatori di trasporto, imprese private Fasi progettuali • Strategico (conceptual o strategic): definisce i livelli operativi, lo stato costi-benefici, la coerenza con il piano generale dei trasporti, la sinergia/concorrenza con altri progetti infrastrutturali. In questa fase il progetto non ha una “vita ufficiale” • Fattibilità (feasibility): specifiche di base, stima dei costi e tempi, stime di traffico, analisi di redditività, SIA preliminare, screening socio-ambientale, inserimento nelle pianificazioni territoriali, integrazione con le infrastrutture esistenti (effetti combinati macroambientali e macrotrasportistici), 2-4 alternative di soluzioni di tracciato e soluzioni funzionali, analisi costi-benefici, elementi per la valutazione strategica d’impatto, elementi per la valutazione strategica nazionale. Il range dei costi è 20-30% • Preliminare (preliminary): definizione delle opere con diverse alternative locali di tracciato, diverse alternative strutturali e tipologiche per alcune opere, SIA, criteri per le mitigazioni socioambientali, cantierizzazione, criteri architettonici, studio archeologico, studi idrologico, siti inquinati, computi e stime parametriche, opere tipologiche e opere d’arte principali, programma lavori, lista dei lavori prioritari, sedime vincolato, lottizzazione dell’opera, budget per le mitigazioni socioambientali. Adeguamento dell’analisi costi-benefici, delle specifiche di base, della valutazione di redditività, della valutazione strategica d’impatto, della valutazione strategica nazionale. Il range dei costi è 30-40% • Definitivo (detailed o land): per ogni lotto planimetrie, disegni strutturali delle opere, relazioni di dettaglio, mitigazioni socioambientali locali, aree d’esproprio, analisi dei danni, computi e perizie estimative, fasi e modalità costruttive ecc. Il range dei costi è 10-15% • Costruttivo (executive o construction): è sviluppato dall’impresa esecutrice dopo l’appalto Infine sono stati pensati momenti e soggetti decisionali precisi, al fine d’assicurare la accelerata; certezza delle decisioni, l’individuazione dei • il superamento d’ogni passaggio dev’es- decisori e la rintracciabilità delle motivazioni. sere sancito da apposita disposizione di I princìpi formatori della procedura propo- legge avente i tipici contenuti d’un con- sta sono stati: tratto: fissare tempi, condizioni e titolari • il progetto deve avere un percorso a piani- per il superamento del passaggio succes- ficazione nota; l’evoluzione dei tempi e dei sivo; attribuire i fondi a ciascuno dei sog- costi dev’essere controllabile e governabi- getti coinvolti, a copertura delle spese del le: per questo il processo dev’essere defi- percorso fino al passaggio successivo; nito da una legge che fissa la durata dei • le competenze nel processo e negli even- singoli passaggi procedurali e le compe- tuali “ricircoli” debbono essere organizzate tenze dei singoli soggetti coinvolti; in via gerarchica, senza ripetizioni né • i progetti prioritari – sanciti come tali – 80 devono poter godere d’una procedura sovrapposizioni, secondo il principio che C1 15-09-2005 9:38 RUBRICA Pagina 81 II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa “non si può tornare indietro su passaggi già positivamente superati”; • i pareri in materia tecnica debbono essere assunti dalle istituzioni esclusivamente a • la documentazione prodotta in ogni decisione deve avere contenuti e metodi d’analisi standardizzati, dev’essere trasparente e disponibile. livello tecnico. Viene proposta una com- 3.2. IL mente nominati per l’esame degli specifici PROCESSO A LIVELLO DI FATTIBILITÀ temi di progetto e per la specifica fase Lo scopo di questa fase procedurale è accer- approvativa. La nomina dei membri richie- tare l’interesse dello Stato nell’investimento. de il consenso dei ruoli politici delle istitu- La fase si conclude con: zioni rappresentate. La composizione deve • dichiarazione dell’investimento come “stra- missione d’esperti indipendenti apposita- rispettare il peso delle singole istituzioni rispetto al tema trattato. Le decisioni devono essere assunte a maggioranza; tegico e d’alta priorità”: il progetto acquista il diritto al “processo accelerato”; • i pareri in materia d’investimento debbono il progetto accede alla pianificazione essere assunti dalle istituzioni esclusiva- dei finanziamenti in una specifica lista mente a livello politico. Viene proposta una commissione di decisori politici appositamente nominati nell’ambito delle istituzioni aventi potere On/Off sul progetto. Le decisioni devono essere assunte all’unanimità; • il processo autorizzativo deve avviarsi al più presto possibile rispetto alla vita del progetto, cioè a livello di fattibilità; a livello di fattibilità si valuta la portata strategica e finanziaria dell’investimento; a livello preliminare i titolari del processo assumono le definitive decisioni On/Off; a livello definitivo i nuovi titolari assumono decisioni di di priorità; viene avviato e finanziato il progetto preliminare; vengono fissati i basics tecnico-economici del progetto; viene acquisito un qualche vincolo sul territorio; le istituzioni centrali e locali sono impegnate a collaborare e a organizzarsi; • rigetto del progetto come “investimento strategico e d’alta priorità”: il progetto può accedere alla procedura standard. carattere locale e puntuale, potendo avvia- Il processo (flow chart nel riquadro 4): re sia procedura sia realizzazioni a stralci. il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti La durata del processo e l’approfondimen- è il titolare-coordinatore del processo; rice- to delle analisi devono essere massimi a vuta la proposta progettuale, lancia una con- livello di fattibilità e decrescenti nelle fasi sultazione tra le maggiori istituzioni nazionali successive; in esito alla quale redige un rapporto di rico- 81 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 82 [ Argomenti ] 6 Riquadro 4 Il flow chart del processo approvativo del progetto fattibilità Il proponente del progetto (step 1) Ministro dei Trasporti (step 2) Commissione tecnica (step 3) Commissione investimenti (step 4) sottopone la proposta di progetto a ministero dei Trasporti apre la consultazione tra altri ministeri le Regioni il proponente esamina la proposta di progetto il rapporto di ricognizione esamina tutte le proposte di progetto tutti i rapporti se accetta o commenta gnizione per la Commissione tecnica. Questa riferisce a Commissione tecnica (mediante un rapporto di ricognizione) riferisce a Commissione investimenti (mediante una proposta finale di progetto + rapporto di motivazione) dichiara il progetto come “investimento strategico e prioritario” mediante una motivata decisione sull’investimento costruzione, in accordo con le pre- esamina documenti e redige una sua proposta scrizioni e la pianificazione approvata; progettuale definitiva, motivata da un apposito sono concessi finanziamenti per il pro- rapporto focalizzato sugli aspetti macro- getto definitivo e per i lavori propedeutici; ambientali, progettuali, di funzionalità trasporti- viene pianificato il finanziamento del- stica e di congruità economica. l’intera opera; Il rapporto viene esaminato dalla Commissione si pone il vincolo preliminare sulle aree; investimenti che decide sul progetto, avendo- s’avviano i lavori propedeutici; ne verificata la fattibilità economico-finanziaria viene incaricato il ministero delle e gli obiettivi strategici. Quest’ultima produce Infrastrutture e dei trasporti di con- un motivato rapporto che diviene vincolante in durre le fasi successive, il cui coor- forza d’un apposito dispositivo di legge. dinamento è affidato alle Regioni; • rigetto del progetto preliminare: 3.3. IL PROCESSO A LIVELLO DI PROGETTO PRELIMINARE Lo scopo di questa fase procedurale è deci- Il processo (flow chart nel riquadro 5). dere definitivamente se il progetto può anda- Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti re avanti o no. è titolare e coordinatore del processo. La fase si conclude con: Il soggetto proponente pubblica il progetto, • approvazione del preliminare e della VIA: raccoglie gli atti in un dossier e produce un il progetto deve andare avanti fino alla 82 il progetto può essere modificato ed essere riproposto. rapporto di ricognizione. C1 15-09-2005 9:38 Pagina 83 RUBRICA II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti gli aspetti progettuali, la funzionalità trasporti- sulla base di tale rapporto lancia una consul- stica e l’analisi del costo. tazione tra le maggiori istituzioni nazionali, di La proposta sarà completa di prescrizioni e cui il soggetto proponente predispone per il raccomandazioni: il tutto in armonia con gli ministero stesso un dossier degli atti, un obiettivi definiti nella decisione della fattibilità. rapporto di sintesi e un parere del propo- Il rapporto tecnico viene esaminato dalla nente. Su questa base il ministero elabora un Commissione investimenti. rapporto di ricognizione contenente proposte Quest’ultima redige il suo motivato rapporto, e prescrizioni. Questo rapporto viene sotto- che diviene vincolante in forza d’un apposito posto alla Commissione tecnica, che redige dispositivo di legge. A questo punto i sog- una sua proposta tecnica conclusiva specifi- getti istituzionali centrali escono dal pro- camente organizzata per l’impatto ambientale, cesso, che resta delegato alle Regioni. Riquadro 5 Il flow chart del processo approvativo del progetto preliminare Il proponente del progetto (step 1) Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (step 2) Il proponente del progetto (step 3) Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (step 4) Commissione tecnica (step 5) Commissione investimenti (step 6) sottopone la proposta di progetto a pubblico tutti i ministeri coinvolti le Regioni interessate i soggetti interferiti apre la consultazione fra tutte le autorità territoriali e le istituzioni raccoglie gli atti della consultazione, li istruisce e li commenta dal punto di vista del proponente esamina la proposta di progetto, gli atti, il rapporto di sintesi e il parere del proponente ed elabora il parere dal punto di vista del ministero dei Trasporti esamina tutti gli atti e i rapporti esamina tutti gli atti e i rapporti se accetta o commenta riferisce a ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (mediante un rapporto di ricognizione) riferisce a ministero dei Trasporti (mediante dossier atti, rapporto di sintesi, parere del proponente) riferisce a Commissione tecnica (mediante un rapporto di ricognizione) riferisce a Commissione investimenti (mediante una proposta finale di progetto + rapporto tecnico di motivazione) dichiara il progetto preliminare “approvato” mediante una motivata decisione sull’investimento 83 C1 15-09-2005 9:38 Pagina 84 [ Argomenti ] 6 3.4. IL PROCESSO A LIVELLO nel territorio di competenza, e deve assicu- DI PROGETTO DEFINITIVO rare lo sviluppo del progetto nel rispetto dei Lo scopo di questa fase procedurale è autorizza- tempi, costi e caratteristiche funzionali fissa- re l’avvio delle gare d’appalto e della costruzio- te dal progetto preliminare approvato. ne sul lotto d’opere oggetto dell’approvazione: Di questo risponde al ministero dei • approvazione progetto definitivo e ottem- Trasporti. Il proponente dell’opera pubblica peranza VIA del lotto d’opere: il progetto, raccoglie i pareri pervenuti in costruzione/gara del lotto; un dossier degli atti e li elabora in un rap- finanziamento del lotto coerente con porto di ricognizione. La Regione lancia, la pianificazione decisa nella fase quindi, una consultazione comune tra i precedente; Comuni, i privati interferiti e gli altri portatori acquisizione aree di sedime; d’interesse, in esito alla quale il soggetto pro- • rigetto del progetto definitivo del lotto: ponente redige per la Regione un dossier il progetto dev’essere modificato e degli atti pervenuti, un rapporto di sintesi e il riproposto, nel rispetto del prelimi- parere del proponente (Dossier of Acts, nare approvato. Hearing Report, Summary Report). Il processo (flow chart nel riquadro 6). La Regione lo elabora e lo sottopone Ogni Regione è titolare e coordinatrice del a un’apposita Commissione tecnica locale processo relativamente agli stralci ricadenti (composta da un mix delle istituzioni locali coin- Riquadro 6 Il flow chart del processo approvativo del progetto definitivo (per ogni stralcio) Il proponente del progetto (step 1) Regione (step 2) Il proponente del progetto (step 3) Regione (step 4) Commissione tecnica regionale (step 5) 84 sottopone il progetto a pubblico autorità locali i soggetti interferiti apre la consultazione fra tutte le autorità locali e i privati interessati raccoglie gli atti della consultazione, li istruisce e li commenta dal punto di vista del proponente esamina la proposta di progetto, gli atti, il rapporto di sintesi e il parere del proponente ed elabora il parere esamina tutti i documenti agli atti se sono accettati o commentati riferisce a autorità regionali (mediante un rapporto di ricognizione) riferisce a Regione di competenza (mediante dossier degli atti, rapporto di sintesi, parere del proponente) riferisce a Commissione tecnica regionale (mediante un rapporto di ricognizione) dichiara il progetto definitivo dello stralcio “approvato per la realizzazione” mediante una motivata decisione C1 15-09-2005 9:38 Pagina 85 RUBRICA II processo autorizzativo: un delicato equilibrio tra efficienza, ambiente e democrazia in Europa volte) in un rapporto, di ricognizione (Survey ridondanza delle competenze fra istituzioni e Report). Quest’ultima redige il suo motivato altre difficoltà. rapporto, che diviene vincolante in forza d’un La procedura si basa sull’assunzione che apposito dispositivo di legge e riferisce al il progetto sottoposto all’approvazione ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. delle istituzioni sia stato dichiarato “strategico” nell’interesse nazionale. Ma non dice 3.5. I PROBLEMI IRRISOLTI La procedura proposta non pretende di nulla circa: • il “perché” e il “come” un progetto viene risolvere tutti i problemi. Sarebbe semplici- dichiarato “strategico” a livello nazionale; stico supporlo, data l’importanza dell’inve- • in che relazione si pone un progetto strate- stimento in infrastrutture ferroviarie nella gico nazionale nell’ambito della pianifica- vita stessa d’un paese. In particolare, sem- zione e della gerarchia strategica europea; bra inevitabile che lo sviluppo d’un proget- • con quale procedura (e criteri) l’Europa to sia interessato da: può definire un progetto strategico e qual • cambi delle decisioni politiche circa la pia- è il collegamento tra questa procedura e le nificazione nazionale e le priorità d’investi- procedure nazionali. mento: una durata minima di 5 anni delle Questo potrebbe essere materia da appro- decisioni potrebbe essere proposta; fondire in un ulteriore step di DIFFRAIL, • finanziamenti non garantiti per tutti gli investimenti giudicati prioritari; • resistenza d’alcune istituzioni allo stretto rispetto delle procedure. così da costituire una proposta organica di procedure che accompagnino la vita d’un investimento. È ancora la decisione 884/2004 a segnare l’obiettivo: “...la Commissione, in concer to 4. Passi successivi: ipotesi per un prossimo DIFFRAIL con gli Stati membri, elabora adeguati DIFFRAIL II ha proposto una procedura tra l’altro, un coordinamento adeguato, d’e- ragionevole, utile a mitigare il dilatarsi dei vitare la duplicazione degli sforzi e di realiz- tempi di progettazione e approvazione, l’in- zare una semplificazione e accelerazione certezza dei finanziamenti, gli effetti delle dei processi di pianificazione per i progetti opposizioni al progetto, la sovrapposizione o e i corridoi transfrontalieri”. metodi per l’attuazione della valutazione ambientale strategica al fine di garantire, NOTE 1 Il progetto è stato condotto dai signori Olov Niska, M. Antonietta Del Boccio, Johan Bergkvist, Malcolm Lundgren, con la direzione di Nicola Mandarino e di Lena Ericsson. 85 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 86 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea MARIO GOLIANI – responsabile Struttura progetti internazionali e nuovi transiti della Direzione movimento di RFI SpA ANTONIO SARNO – Struttura progetti internazionali e nuovi transiti della Direzione movimento di RFI SpA Introduzione Infrastructure Market, Capacity and Investment” (EURAILINFRA), al quale 86 L’Unione Europea con l’adozione della hanno partecipato alcuni dei maggiori decisione 1962/96/CE del 23 luglio gestori europei, per la definizione d’una 1996 ha emanato delle linee guida per metodologia che consentisse, sulla base definire, partendo dalle reti ferroviarie d’una serie d’indicatori definiti e condivi- degli allora 15 paesi membri, un’unica si nonché delle diverse prospettive grande rete di trasporto transeuropea dell’UE e dei gestori nazionali, di valuta- (TEN, Trans European Network) cui si re e selezionare gli interventi di rimozione sono più recentemente aggiunte quelle dei “colli di bottiglia”, ossia delle “stroz- degli altri paesi oggetto dell’ultimo allar- zature” dalla rete TEN che nella maggio- gamento (decisione 884/2004/CE), che ranza dei casi ostacolano il consegui- in termini d’estensione, di dotazioni tec- mento d’un adeguato livello di capacità nologiche, d’accessibilità e d’interopera- disponibile sull’infrastruttura che potreb- bilità fosse in grado d’assicurare un con- be essere utilizzato in tutto o in parte per sistente riequilibrio del trasporto merci soddisfare la prevedibile crescita della tra strada e ferrovia nonché di contribui- domanda di trasporto ferroviario. re al conseguimento degli auspicati livel- L’elemento “base” preso a riferimento per li di coesione economica e sociale, la valutazione degli interventi di rimozione necessari a ridurre i divari di sviluppo tra delle strozzature dalla rete TEN è il “cor- le varie regioni che compongono il terri- ridoio internazionale” alla cui strutturazio- torio comunitario. In coerenza con le ne i gestori nazionali contribuiscono for- determinazioni contenute nella decisione nendo “sezioni” d’infrastruttura già esi- 1692/96/CE, è stato sviluppato in ambi- stenti o in corso di realizzazione e, laddove to UIC il progetto denominato “European necessario, di nuova progettazione. C2 15-09-2005 9:40 RUBRICA Pagina 87 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea Caratteristiche dei “corridoi internazionali” - qualità del materiale rotabile: utilizzo di carri e mezzi di trazione con caratteristiche idonee, in linea con gli Allo stato attuale, tuttavia, le sezioni d’in- standard di qualità definiti; frastruttura individuate come parte dei - lunghezza dei treni: adeguamento del “corridoi internazionali”, a causa della modulo dei binari per incroci e pre- diversa evoluzione storica delle reti, pre- cedenze; sentano lungo la loro estesa disomoge- - peso totale dei treni: per le linee elet- neità tecniche, funzionali e di capacità trificate adeguamento della LC (linea tali da dar luogo a strozzature che non di contatto) e delle SSE (sottostazioni permettono di garantire il trasporto delle elettriche) al livello di potenza richiesto merci e dei passeggeri, sia per il tragitto per garantire la circolazione prevista; origine/destinazione del “corridoio” sia 2) di tipo funzionale direttamente connes- per le località intermedie, nella qualità se con l’andamento plano-altimetrico prevista e con standard di qualità, pun- del tracciato che vengono eliminate tualità e regolarità in grado d’attrarre con interventi di: clientela dalle altre modalità di trasporto. - realizzazione di varianti altimetriche Le disomogeneità (strozzature), che in per ridurre la pendenza e consentire generale si considerano come limitanti la potenzialità dell’infrastruttura, possono essere: 1) di tipo tecnico come le seguenti che normalmente vengono eliminate con gli un aumento del peso dei treni; - realizzazione di varianti di tracciato con curve di maggiore raggio di curvatura, per aumentare la velocità; 3) di tipo capacitivo, cioè di carenza di interventi a fianco indicati: “tracce orarie” rispetto alle richieste - peso assiale: adeguamento di ponti, delle imprese di trasporto, che sono di viadotti e di sovrappassi e dell’ar- superate attraverso i seguenti interventi: mamento; - aumento del numero dei binari della - sagoma o gabarit: adeguamento a linea; uno standard omogeneo di corridoio - adeguamento e potenziamento del- in corrispondenza di gallerie, di tra- l’impiantistica che regola il distanzia- vate e d’altri ostacoli; mento dei treni; - energia elettrica: realizzazione del- - adozione d’idonee misure gestionali l’interoperabilità agli effetti dei siste- per l’attenuazione degli effetti negati- mi di trazione dell’intero corridoio o vi dell’eterotachicità sull’allocazione di tratte adeguate; ottimale di capacità. 87 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 88 [ Argomenti ] 6 La potenzialità d’una data infrastruttura1 è “strozzature”, interventi che in alcuni casi, influenzata dal numero dei treni circolanti come la costruzione di nuove sezioni da (capacità consumata), dalla loro velocità affiancare a quelle sature o di bypass di media, dai livelli di stabilità e puntualità nodi particolarmente congestionati, richie- desiderati e infine dal grado d’“eterotachi- dono l’assunzione da parte dei gestori cità”, cioè dallo scostamento della velocità nazionali d’impegni finanziari notevoli pur dei treni da quella “omotachica” che con- in presenza di cofinanziamenti UE. sente l’utilizzazione ottimale, sia tecnica sia Nelle figure 1 e 2 sono illustrate le situa- economica, dell’infrastruttura medesima. zioni che possono essere considerate come le più ricorrenti nella valutazione Localizzazione delle “strozzature” degli effetti positivi prodotti dalla rimozione delle “strozzature”. Pertanto, da parte dei gestori s’è ravvisata L’analisi dell’evoluzione del mercato ferro- l’opportunità d’avere uno strumento d’ana- viario, ovvero la previsione del fabbisogno lisi, condiviso, per individuare, fra tutti gli di “tracce” che saranno domandate dalle interventi proposti, quelli che contribuisco- imprese di trasporto allo scenario tempo- no maggiormente al raggiungimento degli rale del 2015 assunto come riferimento dal obiettivi comunitari, in rapporto agli investi- progetto EURAILINFRA, rappresenta il menti necessari. Tenendo conto dell’evolu- punto di partenza per l’individuazione degli zione del fabbisogno di tracce, allo scena- interventi da attuarsi per rimuovere le rio temporale di riferimento nelle situazioni fig. 1 – Caso generale: “bottleneck” rimosso prima del punto di saturazione “I” 88 C2 15-09-2005 RUBRICA 9:40 Pagina 89 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea fig. 2 – Secondo caso: “bottleneck” di capacità rimosso dopo il punto di saturazione “I” “con intervento” e “senza intervento”, sono andamenti diversi dovuti alla presenza di stati quantificati e individuati i flussi di traffi- situazioni cosiddette di “bottlenecks” multi- co, definite le caratteristiche tecnico/capa- pli, ossia quelli che s’influenzano a vicenda citive ritenute necessarie per l’infrastruttura e che potrebbero richiedere interventi di nonché gli investimenti proposti dai gestori rimozione di “strozzature” da attuarsi in più nazionali per l’eliminazione delle “strozzatu- fasi temporali. re” in relazione a quattro corridoi assunti come campione, che ai fini del presente studio sono stati nominati nel modo Valutazione degli interventi di rimozione seguente (figura 3): • corridoio I: Rotterdam-Milano; I proposti interventi di rimozione delle • corridoio II: Monaco-Verona; strozzature localizzate sui predetti corridoi, • corridoio III: Metz-Strasburgo- in prima analisi, sono stati classificati in Lione/Barcellona-Torino; base al volume (indice “Vol”), misurato in • corridoio IV: Stoccolma-Gyor. tracce richieste dalle imprese di trasporto Per rendere l’applicazione della metodolo- ma non fruibili a causa del deficit di capa- gia più semplice, senza tuttavia renderla cità e, viceversa, utilizzabili a seguito del- meno rigorosa, s’è supposto per i suddet- l’intervento, per l’intero periodo temporale, ti corridoi il fabbisogno di capacità come stabilito in 15 anni, nel quale si suppone linearmente crescente, mentre nella realtà l’investimento di rimozione della “strozza- la crescita dello stesso potrebbe avere tura” continui a produrre effetti positivi, 89 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 90 [ Argomenti ] 6 fig. 3 – Corridoi esaminati nell’ambito del progetto EURAILINFRA 90 C2 15-09-2005 RUBRICA 9:40 Pagina 91 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea mentre una seconda e più significativa riassuntiva e ordinati in base ai rispettivi classificazione degli stessi è stata esegui- indici “Vol”, “Eff” e “Imp”. Significativi sono ta in base alla “produttività” (indice “Eff”: gli ordinamenti degli interventi, in senso criterio in decrescente, sia in base all’indice “Vol” tracce/euro, ottenuta rapportando il pre- (indice assoluto di miglioramento) sia detto volume di tracce con l’ammontare all’indice “Eff” (indice di rendimento), che dell’investimento corrispondente. Con i permettono d’ottenere due vettori dalla cui dati forniti dai gestori è stato possibile cal- lettura incrociata può desumersi una lista colare anche l’importanza dell’investimen- di priorità d’attuazione degli interventi di to (indice “Imp”: criterio tecnico/funziona- rimozione dei “colli di bottiglia” localizzati su le) ottenuto dal rapporto tra il livello di ciascun corridoio considerato (tabella 1). capacità, misurato in tracce/giorno, effetti- Riportando su ciascuna ordinata di due siste- vamente usato allo scenario temporale di mi di assi cartesiani, rispettivamente, i valori riferimento dopo la rimozione della strozza- degli indici “Vol” ed “Eff” e su ogni ascissa tura e la capacità disponibile senza l’inter- l’investimento cumulato s’osserva che gli vento sempre misurato in tracce/giorno. incrementi dell’indice “Vol” tendono a dimi- Gli interventi di rimozione proposti posso- nuire all’aumentare dell’investimento cumula- no quindi essere riportati in una tabella to (ovvero l’investimento aggiuntivo effettuato economico) misurata fig. 4 – Efficienza dell’investimento 91 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 92 [ Argomenti ] 6 Tabella 1 – Progetto EURAILINFRA Gruppo Investimenti Lista di priorità ordinaria in base all’indice “Eff” Corridoio Localizzazione del collo di bottiglia Capacità Traffico Tipo di collo disponibile senza giornaliero di bottiglia Importanza investimenti totale 2015 S=sezione N=nodo (tracce/giorno) (tracce/giorno) 1, 2, 3, 4 A B Soluzione proposta A/B Investimento (milioni di euro) Programmato per (anno) Inv X1 20 2007 Vol Eff 1 Metz-Strasbourg S 318 260 1,223 RedingStrasburgo investimento locale 1 MulhouseBasilea N 290 260 1,115 Terzo binario 22 2008 371.601 16.891 120 2015 1.154.263 9.619 1.683.552 84.178 1 Bellinzona-Luino S/N 212 90 2,356 Saturazione di nodi e sezioni di linea parzialmente a doppio binario; estensione di Pino-Tronzano e Taccagno 1 StrasburgoMulhouse S 324 260 1,246 StrasburgoSélestat: terzo binario 73 2008 284.180 3.893 2 Rosenheim S.Kufstein S 276 182 1,516 Rosenheim S.Kiefersfeld: segnali di blocco supplementari 140 2012 507.967 3.628 1 Bettemburg-Metz N 250 250 1,000 Quarto binario 70 2006 164.369 2.348 1 MannheimKarlsruhe via GrabenNeudorf/ Bruchsal S 464 329 1,410 Ammodernamento linea da Graben-Neudorf a Karlsruhe: quadruplicamento 483 2015 830.250 1.719 1 BiascaBellinzona S/N 340 320 1,063 Saturazione di nodi e sezioni di linea: bypass di Bellinzona 1.000 2015 1.694.286 1.694 1,053 Saturazione di nodi e sezioni di linea: terzo binario Rüti-Zollikofen e GümlingenRubigen; riduzione del distanziamento 104 2015 106.566 1.025 1,100 Saturazione di nodi e sezioni di linea: connessione F-D a Nord di Basilea; bypass di Hochrteim (nuova linea) 1.100 2015 998.557 908 1 1 Berna-Spiez Basilea-Brugg S/N S/N 400 440 380 400 segue 92 C2 15-09-2005 9:40 RUBRICA Pagina 93 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea segue tabella 1 Corridoio Localizzazione del collo di bottiglia Capacità Traffico Tipo di collo disponibile senza giornaliero di bottiglia Importanza investimenti totale 2015 S=sezione N=nodo (tracce/giorno) (tracce/giorno) 1, 2, 3, 4 A B Soluzione proposta A/B Investimento (milioni di euro) Programmato per (anno) Vol Eff Inv X1 1.350 2015 1.076.075 797 3 BussolenoAlpignano S 253 110 2,300 Bruzolo-CondoveTorino: tunnel di base; quadruplicamento Bruzolo-Condove (10 Km) e da Condove a linea AV/AC 3 Alpignano-Bivio Pronda (verso Orbassano) S 236 149 1,584 Quadruplicamento da Condove a linea AV/AC 1.000 2015 540.177 540 2 MonacoRosenheim S 304 258 1,178 WaldtruderingRosenheim: terzo binario e segnali di blocco addizionali 610 2015 326.619 535 1 Mainz/WiesbadenMannheim via Worms/Biblis/ Bensheim S 408 256 1,594 Inaugurazione nuova linea Rhein/Mainrhein/ Neckar per traffico AV (250 Km/h); incremento capacità della vecchia linea 1.772 2015 943.387 532 2 Bolzano-Trento S 371 282 1,316 Bolzano-Bronzolo: quadruplicamento 1.500 2015 492.540 328 1 Luino-Laveno S 149 133 1,120 Luino-Laveno: raddoppio 600 2015 193.664 323 1 Gallarate-Rho S 286 248 1,153 Collo di bottiglia di capacità: terzo binario Gallarate-Rho 887 2015 208819 235 1 Rotkreuz-Erstfeld S/N 376 312 1,205 Saturazione di nodi e sezioni di linea: nuova linea “Berglang” 1.500 2015 348.886 233 2 Trento-Verona S 296 248 1,194 Blocco automatico 1.500 2015 248.772 166 2 Fortezza-Bolzano S 280 246 1,138 Fortezza-Ponte Gardena e Prato Tires-Bolzano 1.500 2015 202.312 135 2 InnsbruckBrennero S 278 244 1,139 Tunnel base Brennero 2.000 2015 210.800 105 93 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 94 [ Argomenti ] 6 fig. 5 – Incremento del volume produce incrementi meno che proporzio- cità linearmente crescente, la situazione nali dell’indice stesso: efficienza marginale d’infrastruttura satura (nelle situazioni di del capitale decrescente), mentre l’indice “strozzatura” rimossa prima e dopo il verifi- “Eff” tende a ridursi, ovvero gli incrementi carsi del punto di saturazione) e l’incre- di capitale investito rendono sempre di mento del numero di tracce conseguito meno, cioè sono a produttività decrescen- per il periodo temporale considerato. te. Gli effetti positivi della rimozione delle “strozzature” sono stati misurati in “numero Conclusioni di tracce” differenziando le tracce passeg- 94 geri da quelle merci soltanto in base ai La valutazione degli interventi di rimozione periodi di circolazione delle stesse, assunti delle “strozzature” dalla rete TEN è stata rispettivamente in giorni/anno 365 e 300. eseguita sulla base delle informazioni tec- L’algoritmo di calcolo dei benefici è stato niche ed economiche rese disponibili dai desunto dagli schemi grafici illustrati dalle gestori e che hanno consentito di conse- figure 1 e 2, che simulano l’evoluzione del guire risultati che, pur non pretendendo fabbisogno di tracce, supposto per sempli- d’essere esaustivi delle problematiche C2 15-09-2005 9:40 Pagina 95 RUBRICA Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea connesse con l’individuazione della priori- gestori dell’infrastruttura, s’avrà che: n C(q) < ∑ C(qk) tà degli interventi da co-finanziare, sono k=1 tuttavia in grado di fornire le indicazioni per ogni possibile n-pla (n>1) di vettori essenziali all’UE o a un ipotetico valutatore (q1,…,qn), tali che n ∑ qn = q , circa la rispondenza alle aspettative che k=1 l’UE ripone nello sviluppo della rete TEN. e, proprio perché operano nel suddetto S’evidenzia che la metodologia d’analisi svi- regime, considerato perfetto, cercano la luppata non è quella finanziaria, in quanto la combinazione ottima tra prezzo unitario mancanza del dato relativo all’incremento di (pedaggio) e quantità venduta (tracce ora- treni*Km (percorrenza complessiva dei rie richieste dalle imprese di trasporto), treni), pur tenuto conto che l’algoritmo di che consenta d’eguagliare i ricavi margi- calcolo del pedaggio della traccia/km è nali ai costi marginali, caratteristica che reso pubblico dalle reti, non ha consentito consente di massimizzare il profitto. di calcolare né i ricavi né i costi di gestione2 Le variazioni dei ricavi e dei costi d’ogni connessi con l’incremento di tracce vendu- gestore te e di conseguenza determinare gl’indici rispettivamente, dalla quota parte delle finanziari o di redditività, per poter tener tracce (treni)/Km rese disponibili dalla conto, nel classificare gli investimenti, delle rimozione della strozzatura domandate aspettative dei gestori e dei vincoli regola- dalle imprese di trasporto e dai costi mentari dell’UE che, tra l’altro, pongono la sostenuti per garantire la circolazione delle “non sufficiente redditività” per il gestore stesse, con l’avvertenza che mentre i rica- proponente come requisito per l’erogazione vi sono, di massima, proporzionali alla della quota di co-finanziamento3. quantità di prodotto (tracce/Km) venduto, i sostanzialmente dipendono, costi, per quanto sopra esposto, crescono Appendice meno che proporzionalmente. Pertanto altre e diverse classificazioni si possono STRATEGIE DEI GESTORI ottenere sulla base della combinazione In generale, i gestori nazionali dell’infra- degli indici “Vol”, “Eff” e “Imp” e degli indi- struttura operano in regime di monopolio ci finanziari “VAN” e “TIR”. naturale, sostengono per la produzione di Ciascuno dei gestori nazionali, come detto “tracce orarie” costi che sono decrescenti in precedenza, opera in regime di mono- all’aumentare dell’output, quanto meno in polio naturale, produce il bene “tracce ora- assenza di congestione. Di conseguenza, rie” e le vende alle imprese ferroviarie che, indicando con “C” i costi, con “q” la quan- sulla base della recente normativa emana- tità e definendo con l’indice “n” i diversi ta dall’UE, possono effettuare il trasporto 95 C2 15-09-2005 9:40 Pagina 96 [ Argomenti ] 6 di persone e merci in ambito sia nazionale introdotto degli elementi che, almeno in ambi- sia internazionale. to internazionale, possono produrre lo svilup- Pertanto si può supporre che un’aliquota “f” parsi d’una “concorrenzialità” tra i gestori dell’incremento di tracce prodotte a seguito nazionali della quale il traffico internazionale dell’intervento di rimozione della strozzatura non potrebbe non beneficiare. sia domandata dalle imprese ferroviarie per Il gestore potrebbe presentare al cofinanzia- il trasporto internazionale; schematizzando: mento interventi che producono più benefici n Qi = ∑ ƒkQk per il traffico interno e meno per quello inter- k=1 con 0 ≤ ƒk per ogni “k”, dove: nazionale, ovvero riservare al traffico interna- Qk: quantità totale di tracce prodotte dai zionale una parte esigua delle tracce rese gestori nazionali; disponibili dagli interventi di rimozione, com- fk: aliquota di tracce utilizzata per il tra- primendo in parte lo sviluppo del traffico sporto internazionale; internazionale, che è il principale obiettivo Qi: quantità di tracce internazionali sulla della politica comunitaria. Nei progetti di rete europea; rimozione delle strozzature proposti per il n: numero dei gestori. cofinanziamento UE, pertanto, dovrebbero Nel vendere la quantità fkQk alle imprese che essere distinte dal totale dell’incremento intendono usarla per il trasporto internazio- conseguito le tracce che si presume saran- nale, i gestori, monopolisti nell’ambito del no domandate dalle imprese ferroviarie per paese d’appartenenza, si trovano a operare effettuare il trasporto internazionale, al fine di in un mercato più ampio caratterizzato dalla poter valutare sia il beneficio del gestore, in presenza di più produttori di beni della stes- termini di VAN e TIR finanziari, sia quello sa specie (tracce orarie), che potrebbero dell’UE, VAN e TIR economici. La definizio- attuare lungo i corridoi europei, in associa- ne d’una “lista di priorità ottima” d’elimina- zione a differenti politiche di prezzo, anche zione dei “bottlenecks” localizzati su ciascu- differenziazioni delle tracce in termini di qua- no dei contributi dei gestori nazionali alla lità, puntualità e regolarità, al fine di renderle rete TEN, che tenesse conto delle diverse più convenienti alle imprese di trasporto. aspettative dell’UE e dei gestori, potrebbe essere ottenuta ricorrendo a un’analisi 96 UTILIZZO DI VALUTAZIONI “MULTI-CRITERIA” “multi-criteria”, che permettendo d’assegna- Le decisioni 1692/96/CE e 884/2004/CE diversi “pesi” agli indici considerati, consen- concernenti la definizione d’una grande rete te, sulla base dell’indice risultante, l’ordina- di trasporto transeuropea e l’individuazione mento degli interventi di rimozione delle sulla stessa di “corridoi internazionali” hanno strozzature in senso decrescente. re, nell’ottica dei vari soggetti interessati, C2 15-09-2005 9:40 RUBRICA Pagina 97 Valutazione degli interventi di rimozione dei “colli di bottiglia” infrastrutturali dalla rete ferroviaria europea Informazioni sul progetto UIC EURAILINFRA Il coordinamento del progetto è stato assicurato da: • direttore del progetto: Dagmar Haase (DB Netz); • gestore del progetto: Claus Kandels (DB Netz); • segretario del progetto: Klaas Hostra (ERRI). Il progetto è stato sviluppato da tre gruppi orientati al “mercato”, alla “capacità” e agli “investimenti”. La materia trattata nel presente articolo si riferisce agli argomenti analizzati dal gruppo “Investimenti” composto da: • coordinatore: M. Goliani (RFI); • esperti: B. Belander (BV), M. Del Boccio (TAV), M. Gaspard (RFF), M. Pohl (DB Netz), A. Sarno (RFI). La “classifica” degli interventi localizzati sui tuazione degli interventi che rende “ottima”, corridoi così ottenuta, qualora non emergano dal punto di vista dell’UE, l’erogazione dei diverse valutazioni d’“opportunità”, può esse- cofinanziamenti previsti perché più consona re considerata come la “lista di priorità” d’at- al perseguimento degli obiettivi comunitari. NOTE 1 Lo studio sulla potenzialità è stato condotto sulla base delle specifiche contenute nella “UIC Leaflet 406 CAPACITY – 1a edizione settembre 2004”. 2 Nel corso dello sviluppo del progetto s’è registrato da parte dei gestori dell’infrastruttura, specialmente per i “costi”, una certa “indisponibilità” a fornire il dato degli incrementi dei costi d’esercizio connessi con l’aumento della quantità di tracce vendute, in quanto considerato come “rivelatore” della propria struttura produttiva agli altri gestori nazionali che, specialmente per i traffici Est-Ovest, potrebbero usare tale dato per calibrare, in termini sia di qualità sia di prezzo, la propria offerta di tracce al fine di dirottare le richieste delle imprese di trasporto sui corridoi internazionali che interessano le proprie reti. 3 Tuttavia per la determinazione dei costi e dei ricavi necessari al calcolo degli indici finanziari “VAN” (Valore attuale netto) e “TIR” (Tasso interno di rendimento), che seppur con motivazioni contrastanti sono rilevanti per il gestore e per l’UE, si sarebbe potuto procedere in modo convenzionale, considerando i valori medi anziché quelli effettivi ricavando il possibile incremento dei costi e la percorrenza dei treni merci e passeggeri, rispettivamente, dalla lettura dei bilanci dei gestori interessati dai corridoi campione e dalle tabelle statistiche pubblicate annualmente dall’UIC, introducendo in ogni caso ulteriori elementi distorsivi nella valutazione. 97 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 98 AMBIENTE | DIRITTO | ECONOMIA | INGEGNERIA Rubrica D1 15-09-2005 9:41 Pagina 99 Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa FRANCESCO BOCCHIMUZZO – responsabile team progetti Brownfield della Direzione compartimentale infrastruttura di Torino di RFI SpA MICHELE APICELLA – staff Unità impianti tecnologici della Direzione compartimentale infrastruttura di Torino di RFI SpA 1. Premessa La Commissione europea, nel suo Libro Il settore energetico mondiale è attualmente bianco sulle fonti rinnovabili d’energia, ha in un periodo di transizione. Le riserve di stabilito l’obiettivo di coprire con queste fonti combustibili fossili diminuiscono gradual- il 12% dei consumi interni entro il 2010; per mente e il loro impiego è reso difficile da il settore elettrico, questo corrisponde a un questioni ambientali ed economiche: la sfida obiettivo del 22,1%, da confrontare con il per il futuro sarà quella di conciliare le due 13,9% del 1997. contrastanti esigenze che vanno delineandosi a livello globale: la crescita della domanda 2. Le fonti rinnovabili mondiale d’energia e il relativo aumento dell’impatto ambientale dovuto alle attuali fonti Si definiscono fonti rinnovabili d’energia d’energia. In quest’ottica e a fini cautelativi è quelle fonti che possono essere considerate nato il protocollo di Kyoto, che ha avuto il virtualmente inesauribili. merito di promuovere iniziative concrete per Esse comprendono l’energia solare che avviare interventi finalizzati prioritariamente investe la Terra e quelle che da essa deriva- all’uso razionale dell’energia, al miglioramen- no: l’energia idroelettrica, del vento, delle to dell’efficienza dei processi e al graduale biomasse, delle onde e delle correnti. passaggio verso combustibili a minor conte- Nel 2001 in Italia la produzione lorda d’e- nuto di carbonio. nergia elettrica da impianti alimentati da Ogni strategia energetica sostenibile, com- fonti rinnovabili ha raggiunto il valore di patibile in particolare con il controllo del 55.088 GWh. drammatico riscaldamento globale del pia- Il maggiore contributo è venuto dalla produ- neta, non può prescindere da un massiccio zione idroelettrica, mentre le maggiori varia- ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, zioni percentuali si sono registrate nella pro- che non presentano emissioni di gas serra. duzione eolica. 99 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 100 [ Argomenti ] 6 fig. 1 – Come sarà l’interno nuovo fabbricato viaggiatori Porta Susa Complessivamente la quota percentuale 3. L’effetto fotovoltaico d’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili ha toccato, nel La tecnologia fotovoltaica appare quella che 2001, il 19,7%. consente il più promettente sfruttamento L’obiettivo indicato per l’Italia, al 2010, delle fonti rinnovabili nel lungo termine e su dalla direttiva europea sulla promozione grande scala, soprattutto in paesi come delle fonti rinnovabili è pari al 25%. l’Italia con alti livelli d’insolazione e il cui Tabella 1 – Situazione della produzione d’energia elettrica da fonti rinnovabili al 1997 e previsioni di sviluppo al 2008-20121 Tecnologia 1997 MWe* Idro > 10 MW 13.942 Idro ≤10 MW 2.187 Geotermia 559 Eolico 119 Fotovoltaico 16 Biomasse & biogas 192 Rifiuti 89 Totale 17.104 Mtep MWe 7,365 14.300 1,787 2.400 0,859 650 0,026 700 0,003 25 0,125 380 0,055 350 10,220 18.805 2002 Mtep 7,550 1,954 1,051 0,308 0,006 0,502 0,385 11,756 2006 ∆ Mtep MWe 0,186 14.500 0,166 2.600 0,192 700 0,282 1.400 0,003 100 0,377 800 0,330 500 1,536 20.600 Mtep ∆ Mtep 7,656 0,292 2,116 0,329 1,132 0,273 0,616 0,590 0,024 0,021 1,056 0,931 0,550 0,495 13,150 2,931 2008-2012 MWe Mtep 15.000 7,920 3.000 2,442 800 1,294 2.500 1,100 300 0,073 2.300 3,036 800 0,880 24.700 16,745 ∆ Mtep 0,556 0,655 0,435 1,074 0,069 2,911 0,825 6,525 (*) Potenza efficiente lorda, anche per i valori relativi agli anni successivi. Per il 1997, i dati indicati sono di fonte Enel, a esclusione del fotovoltaico (fonte Eurostat) Fonte: Libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili 100 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 101 RUBRICA Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa potenziale energetico fotovoltaico ammonta Il materiale comunemente usato per la realiz- a 47.000 miliardi di kWh/anno. Se ricordia- zazione di celle fotovoltaiche è il silicio nelle mo che il fabbisogno elettrico nazionale s’at- sue tre strutture molecolari: monocristallino, testa ai 270 miliardi di kWh/anno, discende policristallino, amorfo. Tali celle vengono col- che utilizzare pochi per mille del potenziale legate e assemblate al fine di realizzare un fotovoltaico potrebbe soddisfare la richiesta elemento pratico e modulare chiamato pan- complessiva d’energia del nostro paese. nello. Le configurazioni dei collegamenti pos- L’impatto inquinante ambientale del fotovol- sibili sono varie (parallelo, serie, misto). taico è ridotto, ed è legato alla sola fase La scelta d’uno o più d’essi viene determinata produttiva dei supporti di silicio. L’esercizio dalle caratteristiche richieste dall’utenza, dalla delle centrali inoltre non dà origine ad alcun posizione dell’impianto rispetto all’eclittica del tipo d’emissione e il loro “decommissio- sole, dalla presenza periferica o perimetrale ning” (dopo 25-30 anni d’esercizio) non d’elementi che possano influenzare l’esposi- presenta particolari problemi. A differenza zione all’irraggiamento solare. di talune fonti rinnovabili, il fotovoltaico L’insieme del generatore fotovoltaico, del beneficia dell’indipendenza del luogo d’in- sistema di controllo e condizionamento della stallazione rispetto alla fonte d’energia potenza costituisce l’impianto fotovoltaico. (eolica, idrica, biomassa). Un ulteriore pre- Ne esistono fondamentalmente di due tipi: gio degli impianti fotovoltaici è che sono • impianti isolati dalla rete (Stand-alone) anche idonei ad applicazioni di tipo locale: sono quegli impianti in cui l’energia elettri- sono modulari e impiegabili dai milliwatt ai ca che viene prodotta in eccedenza rispet- megawatt, possono risolvere ovunque fab- to al carico elettrico viene accumulata bisogni puntuali non estensivi ed essere all’interno di batterie, al fine di poter esse- integrati negli edifici di nuova costruzione, re utilizzata in momenti di bassa insolazio- secondo la corretta filosofia costruttiva delle architetture “bioclimatiche”. ne o di buio; • impianti collegati alla rete (Grid Connected) sono impianti collegati alla rete di distribu- 4. L’impianto fotovoltaico zione elettrica, che in questo caso funge da accumulo infinito. L’elemento base d’un impianto fotovoltaico è L’energia prodotta viene convertita in cor- la cella: essa realizza la conversione diretta rente elettrica alternata e, nel caso questa dell’energia solare in energia elettrica sfrut- non venga utilizzata, viene immessa nella tando il fenomeno fisico dell’interazione della rete elettrica nazionale e contabilizzata con radiazione luminosa con gli elettroni di valen- un contatore doppio, in grado di gestire la za nei materiali semiconduttori. corrente in entrata e quella in uscita. 101 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 102 [ Argomenti ] 6 5. La nuova stazione di Torino Porta Susa una variazione d’archi a tre cerchi secondo una legge lineare una volta fissato un certo numero d’“archi chiave” del profilo. Il progetto della nuova stazione di Torino Il problema dell’irregolarità dei moduli del Porta Susa è collocato all’interno d’una vetro è stato risolto attraverso una zonizza- serie d’interventi di potenziamento della zione della superficie vetrata, dettata anche rete ferroviaria che la faranno diventare, nei da necessità estetiche e climatiche. prossimi anni, lo scalo ferroviario più impor- La copertura è composta di tre parti: una tante di Torino. Gli interventi in questione parte alta piana (Zona A), una parte latera- sono: il passante ferroviario Porta Susa- le a scaglie (Zone B, C, D) e un’ulteriore Lingotto, il nuovo collegamento diretto parte piana in lucernario (Zona O). Porta Susa-Porta Nuova, il quadruplica- Le lastre vetrate della zona O, costituite da mento della tratta Torino Porta Susa-Torino pannelli di 3.60m x 1.30m, sono realizzate Stura e, non ultime per ordine d’importan- in vetro stratificato. La zona A che realizza za, le opere inerenti al “corridoio 5” e la la copertura piana con chiusura all’aria e linea AV/AC Milano-Torino-Lione. all’acqua è costituita da pannelli di 3.60m x Per la realizzazione della nuova stazione è 1.00m in vetro stratificato 8+8.4 (pvb) mm. prevista la presenza d’una galleria in Almeno uno dei due componenti è in vetro acciaio e vetro lunga 385 metri, larga 30, temperato con due lastre in float chiaro, di cui con un’altezza variabile rispetto alla quota una con trattamento serigrafico monocolore. stradale esterna tra i 12 e i 3 metri. La percentuale d’opacità dei pannelli in La superficie della copertura è generata da questione assume valori fra il 30 e il 50%. fig. 2 – Schema di principio d’un impianto Grid Connected 102 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 103 RUBRICA Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa fig. 3 – Vista prospettica esterna nuovo fabbricato viaggiatori Porta Susa La parte laterale risulta realizzata con il dei parcheggi sono delle griglie di ventila- dispositivo delle scaglie (zona B) per assi- zione. Usando come riferimento la tavola curare la ventilazione naturale della galle- ARC 03 02 – “Dettaglio serigrafia” del ria vetrata e l’impermeabilità all’acqua. progetto esecutivo, le zone su indicate, Nella parte in cui è realizzata la curva viste dall’alto e schiacciando in un piano (zona C) sono installate scaglie trapezoi- orizzontale la copertura della galleria, dali di dimensioni variabili: 3.60m x assumono un andamento cromatico come 1.45/0.65m. mostrato in figura 4. L’opacità dei pannelli in questione assume Una diversa suddivisione della canna della valori fra il 30 e il 40%. galleria prevede che aree con opacità Alcuni pannelli posti nella parte inferiore omogenea possano essere accorpate. (zona D) in corrispondenza della strada e In tal modo s’individuano 5 zone (figura 5). fig. 4 – Vista schematica dall’alto delle zone della superficie vetrata 103 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 104 [ Argomenti ] 6 fig. 5 – Vista schematica delle zone a opacità omogenea 6. L’impianto fotovoltaico proposto è possibile stimare la superficie utile per il fotovoltaico: esplicitando i dati di tabella 3, raggruppandoli in funzione delle zone omogenee L’idea di base per la realizzazione dell’impianto L1 … L5, s’ottiene il risultato presentato in fotovoltaico si propone di sostituire la serigrafia tabella 4. Ipotizzando che la potenza di picco dei pannelli opachi con celle fotovoltaiche. In prodotta sia 125 Wp a metro quadro ovunque questo modo non viene inficiata la luminosità (trascurando che nella zona C s’intende instal- stabilita in fase di progetto. Tuttavia c’è da lare celle al silicio policristallino a rendimento osservare che un’opacità del 50%, realizzata leggermente inferiore rispetto a quelle con sili- con serigrafia, s’ottiene coprendo il 65% della cio monocristallino), s’ottengono i dati esplici- superficie, mentre se è realizzata con celle foto- tati nella seconda colonna di tabella 4. voltaiche s’ottiene coprendo il 50% della L’analisi condotta, ipotizzando la semplice superficie, essendo le celle stesse completa- sostituzione di pannelli serigrafati con pannelli mente opache. Noti la superficie di ciascun fotovoltaici con lo stesso grado d’opacità, con- pannello e il fattore di riempimento (assunto sente di stimare che s’è in grado di produrre coincidente con il fattore d’opacità) degli stessi una potenza di picco pari a 765 KWp. Tabella 2 – Numero dei pannelli coinvolti in funzione dell’opacità Pannelli tipo O Pannelli tipo A Pannelli tipo B Pannelli tipo C 104 50% 210 1.168 304 0 40% 0 324 922 0 30% 0 26 164 635 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 105 RUBRICA Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa Tabella 3 – Superficie utile per il fotovoltaico Pannelli di tipo O Pannelli di tipo A Pannelli di tipo B Pannelli di tipo C Totale Superficie coperta (mq) 40% 0 1.166,4 3.750,7 0 4.917,1 50% 975,2 4.204,8 1.236,7 0 6.416,7 30% 0 93,6 667,1 2.400,3 3.161,0 Tabella 4 – Superficie e potenza per aree d’opacità omogenea Zona L1 Zona L2 Zona L3 Zona L4 Zona L5 Superficie (mq) 1.032,13 3.006,95 6.416,71 3.006,95 1.032,13 Potenza (Wp) 38.705 143.492 401.045 143.492 38.705 STIMA DELL’ENERGIA PRODUCIBILE 6.1. LA Per la stima dell’energia è stata impiegata un’applicazione disponibile on line basata sul sistema GIS reperibile sul sito http://re.jrc.cec.eu.int/prgis/pv/ e realizzato con il patrocinio del Centro di ricerca della Commissione europea. I parametri inseriti nel sistema sono i seguenti: • coordinate geografiche che identificano la città di Torino: – 45°3’58" Nord, 7°37’39" Est; – altitudine: 236 m slm; • stima del rendimento dell’impianto fotovoltaico: 85%; • orientamento dei pannelli fotovoltaici: – la canna della galleria segue con fig. 6 – Come sarà l’interno nuovo fabbricato viaggiatori Porta Susa da piano marciapiede buona approssimazione la direzione Nord-Sud; la sezione trasversale 105 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 106 [ Argomenti ] 6 fig. 7 – La potenza di picco generata dall’impianto fotovoltaico (come da tabella 4) 106 avendo la forma d’una cupola schiac- 6.2. LA SOLUZIONE PROGETTUALE ciata può essere schematizzata con un Le zone L1 … L5 precedentemente rettangolo in cui il lato più lungo (paral- descritte, caratterizzate da moduli con lo lelo alla superficie terrestre) è rappre- stesso grado d’opacità e quindi in grado di sentativo delle zone L2, L3, L4, mentre produrre la stessa potenza Wp, definisco- i lati minori (perpendicolari alla superfi- no il criterio con il quale dev’essere realiz- cie terrestre) sono le zone L1 e L5, zato l’accorpamento tra pannelli del gene- poste rispettivamente a Ovest e a Est. ratore fotovoltaico. Il valore fornito dal sistema dell’energia Il collegamento in serie e parallelo dei pan- prodotta in un anno è pari a 825.325 [KWh]. nelli stessi dev’essere organizzato in modo Tale valore si può ottenere anche utilizzan- funzionalmente ottimale per garantire il do la formula usata in letteratura per la massimo rendimento impiantistico. stima dell’energia prodotta dall’impianto in Un’ulteriore considerazione che ha spinto un anno ETU = P0 x Yr x 85% = 854.919 la scelta di tale criterio d’aggregazione si [KWh], dove Yr = 1314 h_d-1sono le ore di riconduce alla posizione che le zone occu- sole equivalenti annue sulla città di Torino2, pano nella topologia della canna della gal- 85% è il rendimento stimato dell’impianto leria: i pannelli che le costituiscono, infatti, fotovoltaico, P0 = 765.439 Wp è la potenza sono disposti lungo tutta la sua lunghezza del generatore fotovoltaico. e vengono irradiati istantaneamente con lo L’errore relativo tra i 2 valori è di circa il 3.6% stesso angolo d’incidenza. ed è giustificabile con il fatto che i calcoli ese- A ciascuna zona verrà collegato un inver- guiti con il simulatore tengono conto anche del- ter di caratteristiche elettriche opportune l’inclinazione e dell’orientamento dei pannelli. in grado di lavorare al meglio delle sue D1 15-09-2005 9:41 Pagina 107 RUBRICA Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa potenzialità; è prevista inoltre l’installazione d’un ulteriore inverter che possa fungere da riserva calda per sopperire a eventuali malfunzionamenti. Per non abbassare il rendimento complessivo dell’impianto si ritiene che una soluzione ottimale possa essere la seguente: • 2 inverter di potenza che lavorino in coppia per la zona L3; fig. 8 – Schema unificato dell’impianto fotovoltaico • 2 inverter, anche questi di potenza, che operino rispettivamente per le zone L2 sfavorevole nei confronti dell’incidenza e L4; della luce); la possibilità di sperimentare e • 30 inverter a bassa potenza che colle- testare le opzioni che sono tecnologica- ghino i moduli (costituiti da celle in silicio mente offerte dal mercato. policristallino) delle zone L1 e L5. Per evitare inconvenienti nel trasporto e La scelta d’utilizzare entrambe le tipologie nella trasformazione d’energia, s’è pensa- d’inverter può essere ricondotta a due to d’usare inverter di piccola taglia che motivi sostanziali: una gestione più dinami- possano collegarsi direttamente alla rete ca e flessibile delle zone a più basso ren- elettrica tradizionale a 220V monofase. dimento (dovuto all’uso di pannelli al silicio Per gli inverter di potenza la soluzione più policristallino) e irraggiamento (posizione vantaggiosa potrebbe essere quella d’ot- fig. 9 – Esterno nuovo fabbricato viaggiatori Porta Susa 107 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 108 [ Argomenti ] 6 tenere una tensione trifase a 400V da atte- 7. Valutazione dei costi stare in una cabina di distribuzione della società che gestisce la fornitura d’energia Le voci che costituiscono il costo d’un siste- elettrica3. ma fotovoltaico sono: La scelta di dotare le zone L1 e L5 di sili- 1. costi d’investimento; cio policristallino piuttosto che di silicio 2. costi d’esercizio (manutenzione e personale); monocristallino come nelle altre zone è det- 3. altri costi (assicurazioni e tasse). tata da motivi estetici indicati da esigenze A sua volta il costo d’investimento può esse- architettoniche. re esplicitato come indicato in tabella 5. Tale decisione è stata avallata anche da con- Tale stima è stata effettuata considerando i siderazioni tecniche, in quanto il rendimento valori riassunti nella tabella 6; il valore dei vari delle due tipologie di silicio non è così diffe- costi/prezzi è stato ottenuto da indagini di mer- rente come nel passato. cato e da visite presso produttori e/o fornitori. Tabella 5 – Costi d’investimento (in euro) Costo del solo silicio per l’intera copertura (sup. coperta dal Si: 6.124 m2) Costo della realizzazione del pannello* Costo degli interruttori di bassa potenza Costo della logica di controllo Costo dei quadri di BT e MT + accessori per il cablaggio Costo degli inverter di bassa potenza Costo delle centrali di conversione Costo dei locali Costo della manodopera [30%] Costo complessivo dell’impianto 1.607.550 865.604 300.000 5.000 200.000 84.000 770.000 30.000 1.158.646 5.020.800 (*) Escluso costo del silicio (contemplato nella voce precedente) e del vetro (già stimato nel progetto di realizzazione della copertura originaria). Il numero di tali pannelli è 3.753 Tabella 6 – Prezzi e costi di mercato dei materiali Costo del silicio dei moduli FV al m2 (sapendo che 12cm x 12cm = 144 cm2 costano 3 E)* Prezzo del silicio = costo + 25% Prezzo del modulo = prezzo del silicio (65%) + prezzo realizzazione pannello (35%) Prezzo dei moduli per l’intera copertura** 210 E/m2 262,5 E/m2 circa 403,8 E/m2 2.473.154 E (*) Costo del silicio alla ditta produttrice di pannelli fotovoltaico. A questo va sommato un ricarico che può essere stimato in circa il 25%. (**) (Prezzo del silicio/65%) x A. A = 6.124 m2: corrisponde ai metri quadri di silicio sull’intera copertura 108 D1 15-09-2005 9:41 Pagina 109 RUBRICA Tra... passante... e futuro: il nuovo fotovoltaico della stazione di Torino Porta Susa 8. Conclusioni ditte produttrici di silicio, pannelli FV e inverter; la partecipazione a convegni Ultimata la fase di transizione, durante la nazionali e internazionali, le visite presso quale il monolite Ferrovie dello Stato è centri di ricerca quali JRC di Ispra, stato diviso in più società caratterizzate ENEA e CNR nonché a strutture preesi- da un loro core business, ecco che il mai stenti già funzionanti hanno consentito di tramontato fasto e prestigio ricomincia a percepire lo stato dell’arte e dettato quali essere proprio d’una società quale RFI. sono le migliori scelte progettuali oggi Il meticoloso lavoro svolto in sordina e attuabili. nell’ombra per garantire l’efficienza delle Notevole è stata anche la ricerca bibliogra- infrastrutture viene oggi affiancato a pro- fica – libri, siti Internet, norme CEI, data- getti d’alta ingegneria e d’innovazione sheet dei componenti, pubblicazioni –, che architettonica che renderanno le stazioni integrata con consulenze d’esperti del set- di domani vere opere d’arte da ammirare tore ha creato un background di conoscen- e visitare. ze che è ormai patrimonio di RFI. Questa è Al fine di realizzare l’impianto fotovoltai- la strada da seguire: ricerca, investimenti co di Torino Porta Susa con le più e presenza negli ambienti scientifici, ed moderne e affidabili soluzioni industriali, essere un volano per un paese che deve sono stati intessuti numerosi contatti con crescere al pari degli altri. NOTE 1 L’energia elettrica è convertita in Mtep usando il principio di sostituzione, con l’equivalenza 2.200 Mcal/MWh (convenzione italiana) e tenendo conto che 1 Mtep = 1010 Mcal. 2 Tale dato è stato estrapolato da Internet e cita come fonte di riferimento le norme UNI10349 e l’Atlante europeo; è stato inoltre fatto un controllo della bontà di tale valore usando dati contenuti su un database europeo reperibile al sito www.satel-light.com. 3 Tale soluzione merita ulteriori considerazioni e approfondimenti che sono a oggi in via di definizione con la società fornitrice d’energia elettrica. 109 E1 15-09-2005 9:42 Pagina 110 RUBRICA Mezzogiorno E1 15-09-2005 9:42 Pagina 111 Trenitalia per far crescere il Mezzogiorno PAOLO GAGLIARDO – direttore della Direzione marketing di Trenitalia SpA o sviluppo dei trasporti al Sud è stra- La mole d’investimenti (figura 1) previsti non tegico per l’Italia ed è condizione ha eguali nel panorama economico Italiano. necessaria per avvicinare il Meridione I piani approntati, grazie agli ingenti stanzia- all’Europa, favorendo gli scambi di persone menti previsti, si trasformeranno in azioni con- e merci. Il Gruppo Ferrovie dello Stato, in crete dirette a un drastico miglioramento dei generale, e Trenitalia, in particolare, hanno servizi offerti. In particolare, gli investimenti in avviato negli ultimi tempi ingenti politiche materiale rotabile, che più direttamente hanno d’investimento, avendo di mira la crescita del un impatto sulle percezione del cliente, hanno benessere delle popolazioni del Sud. un peso senza eguali a partire dal 2005. L 9,8 9,6 2,6 2,4 1,9 8,7 7,8 7,0 2,1 9,1 1,2 5,5 1,2 4,7 3,6 1,1 0,9 5,8 0,8 3,8 6,6 6,6 7,2 7,2 7,2 2004 2005 2006 2007 2008 4,4 2,8 2000 2001 2002 2003 Infrastruttura Materiale rotabile fig. 1 – Investimenti Gruppo FS (miliardi di euro) 111 E1 15-09-2005 9:42 Pagina 112 [ Argomenti ] 6 Le innovazioni nella flotta Partendo dalla considerazione che il materiale rotabile costituisce l’interfaccia tangibile del rapporto azienda/cliente nell’erogazione del servizio di trasporto, le principali innovazioni sono concentrate proprio nel rinnovamento complessivo della flotta, caratterizzata attualmente dall’elevata età media, con conseguenze sull’affidabilità, sul comfort e sul senso di qualità complessivo. Alcuni esempi concreti: il Minuetto è il nuovo treno da 345 posti per il trasporto regionale, progettato A oggi, grazie anche al contributo delle con caratteristiche tali da soddisfare le esi- Regioni e del CIPE, sono già stati conse- genze di comfort, silenziosità di marcia e ser- gnati e circolano regolarmente 5 treni in vizi a bordo. Non a caso per la progettazione Sicilia, 4 in Puglia, 6 in Campania e uno in ci si è affidati a Giugiaro. La flessibilità e la Calabria. maneggevolezza rendono questo treno adat- Sui tragitti dove, al contrario, il traffico pre- to alle relazioni dove il traffico non è partico- senta picchi più elevati, la flotta dei treni larmente denso. Dei 200 esemplari ordinati, regionali ha visto l’avvento, a partire dall’a- circa 80 sono quelli destinati al Mezzogiorno, prile del 2005, delle nuovissime carrozze di ed è in fase di definizione l’accordo con la tipo “Vivalto”; si tratta di vetture ad alta Regione Sardegna (figura 2). capacità, climatizzate, dotate d’efficaci tecnologie audio-video e attrezzate per ricevere la clientela diversamente abile. Anche in questo caso al Sud è destinata una quota importante delle 450 carrozze ordinate per l’intera rete italiana. Ulteriori interventi d’ammodernamento di treni già circolanti, per un investimento di 20 milioni di euro, interessano 132 carrozze e 8 carrozze cosiddette semi-pilota impiegate nel trasporto regionale in Calabria. Ma il Mezzogiorno è interessato anche dai fig. 2 – La distibuzione dei Minuetto nelle regioni del Mezzogiorno 112 collegamenti di lunga percorrenza con la flot- 15-09-2005 9:42 Pagina 113 RUBRICA Trenitalia per far crescere il Mezzogiorno ta degli Intercity Plus: a oggi sono già 38 i il treno come valida alternativa all’utilizzo ora- convogli completamente ristrutturati, su un mai stressante dell’automobile, e permette di piano complessivo di 120 treni, che circolano generare nuovo mercato andando incontro collegando le principali città del Sud con il alla domanda di quei clienti che non avreb- Centro e il Nord Italia. Il pubblico mostra di bero viaggiato con il treno alle normali tariffe. gradire particolarmente questi nuovi treni, Più in generale, TrenOK testimonia una stra- il cui comfort a bordo è fortemente migliorato. tegia marketing Trenitalia, sempre più orientata a migliorare creativamente il servizio e in Le innovazioni di marketing generale la qualità della vita ai clienti. E la risposta della clientela non ha tardato ad arrivare: migliaia di richieste hanno esaurito rapidamente i posti disponibili. TrenOK sulla linea Roma-Bari. Dopo l’inco- Sulla stessa falsariga strategica l’offerta raggiante esperimento sui collegamenti per 2005 di Trenitalia ha visto tante novità. Milano, il 15 marzo è stato lanciato il servizio Alcuni esempi: l’introduzione, per la prima verso Bari, con la possibilità d’acquistare i volta, del collegamento Eurostar Napoli- biglietti a partire da soli 9 euro. Udine; la possibilità di viaggiare con il lusso Dalla Puglia e dalla Campania v’è ora la pos- d’un grande albergo sul nuovo vagone letto sibilità di raggiungere la capitale a prezzi Excelsior da Roma a Palermo (in cui si può davvero accessibili (figura 3). addirittura pernottare in suite matrimoniale); Tale servizio low cost non è pensato sola- i nuovi collegamenti da Napoli alla Costa mente per fronteggiare la concorrenza delle Azzurra (utili soprattutto durante l’estate); compagnie aeree low cost, sempre più inte- migliorati anche i collegamenti dalla Sicilia e ressate al mercato italiano. TrenOK ha come dalla Calabria verso il Nord, con nuovi orari ulteriore obiettivo quello di far riscoprire e maggiori fermate. BA FE OL M RI TT A E EG SC BI TR AN I ET BA RL IA GG FO LI TA IR NO IA AR SE CA M A TI RT A BU P. RT IN A La vera novità è sicuramente l’introduzione del RO E1 5:10 fig. 3 – Il servizio TrenOK fra Roma e Bari 113 E1 15-09-2005 9:42 Pagina 114 [ Argomenti ] 6 114 Non stiamo qui a citare tutto il già fatto, ma A fronte di tutto questo, elemento cardine diamo un’occhiata anche al futuro prossimo: della strategia Trenitalia è accelerare lo svi- su alcune delle principali relazioni verso il Sud luppo della mobilità locale in risposta alle esi- saranno sperimentati nuovi servizi d’intratteni- genze dei sistemi urbani. mento e animazione per i bambini viaggiatori In particolare nelle grandi aree metropolitane, per farli divertire durante i lunghi viaggi e alle- come quelle di Napoli, Bari e Palermo, i servi- viare un po’ le fatiche dei genitori. zi del trasporto regionale su ferro si propon- Questo e tanto altro. gono come valida alternativa ai problemi del E naturalmente poi l’avvio dell’esercizio del- traffico automobilistico, garantendo non solo l’alta velocità sulla tratta Roma-Napoli, un’o- i collegamenti con i capoluoghi, ma anche la pera in grado di rivoluzionare la geografia più efficace forma di penetrazione nei centri delle due aree metropolitane, con una dura- urbani. A Palermo, per esempio, è ormai atti- ta del percorso che s’abbassa notevolmente vo da oltre tre anni il comodo servizio di colle- e una qualità di viaggio e puntualità stato del- gamento del capoluogo con l’aeroporto l’arte. E, come ricaduta di questo, il conse- Falcone-Borsellino (Trinacria Express). guente alleggerimento della linea storica a Per raggiungere obiettivi di servizio sempre vantaggio dei servizi più tradizionali. più soddisfacenti, Trenitalia opera sia nel E1 15-09-2005 9:42 Pagina 115 RUBRICA Trenitalia per far crescere il Mezzogiorno campo dell’incentivazione delle integrazioni energie verso un generale miglioramento dei tariffarie sia nel campo delle innovazioni. servizi a terra e, perché no, verso lo sviluppo di Unico, l’integrazione tariffaria realizzata in profittevoli iniziative economiche in grado di Campania, è ormai un case study preso a generare, anche attraverso l’indotto, un impat- modello da più parti, anche internazionali. to positivo sull’intera area di riferimento. Infine, elemento importantissimo, migliorare decisamente la qualità del servizio. Il trasporto delle merci Nell’ambito delle iniziative d’assistenza e d’ascolto della clientela, su alcune linee di Continua l’impegno di Trenitalia – Direzione Campania, Calabria e Sicilia è stato recente- logistica – per lo sviluppo del trasporto merci, mente istituito il servizio degli assistenti della in particolare del traffico combinato, da e per il linea, che vede impegnato personale d’eleva- Meridione con il potenziamento degli scali inter- ta professionalità con l’obiettivo d’anticipare e modali, con l’introduzione di nuove tecnologie e favorire la risoluzione delle criticità di viaggio. con l’offerta di nuovi servizi. Anche le società controllate hanno avviato piani di sviluppo nei Le stazioni come luogo di collegamento con le città grandi interporti, come ad esempio quello di Marcianise. Sono state realizzate importanti iniziative commerciali come i contratti in “qualità” che prevedono l’assunzione sia da parte dell’azienda sia del cliente d’impegni di regolarità e Per migliorare i servizi alla clientela nelle stazio- puntualità con compensazioni economiche in ni del Centro-Sud, soprattutto in quelle non caso di mancato rispetto. Trenitalia è stata la presenziate da personale Trenitalia, sono state prima impresa europea a sottoscrivere questo installate 280 biglietterie self-service e 320 tipo di contratto con i clienti del prodotto a monitor informativi, cui si aggiungeranno entro l’anno altre 120 self-service. Ma la principale novità per le stazioni, che vede questa volta impegnato l’intero Gruppo Ferrovie dello Stato, è sicuramente l’avvio dei lavori di ristrutturazione della stazione di Napoli Centrale nel mese d’aprile 2005. Il programma di riqualificazione del vecchio edificio datato 1960 prevede investimenti per 45 milioni d’euro, con una durata dei lavori di circa 24 mesi. Una stazione rinnovata riuscirà a catalizzare le 115 E1 15-09-2005 9:42 Pagina 116 [ Argomenti ] 6 “treno completo”. È stata accolta con molto decisivo sforzo a tutti i livelli, guidata da una interesse da parte della clientela l’attivazione vera e propria “ossessione per il cliente”, del sito www.cargo.trenitalia.it, che permette quest’ultimo vero e unico giudice della nostra ai clienti titolari d’un contratto di trasporto efficacia aziendale. Lo sforzo nei prossimi d’accedere, tramite password, all’area loro anni, che è già stato avviato concretamente, riservata, a funzionalità operative connesse al sarà quello di colmare i divari che ancora per- trasporto (il sistema di tracking and tracing; la sistono tra le regioni italiane, fornendo un’ef- lettera di vettura elettronica; la richiesta di ficace risposta alla domanda di mobilità, di carri on line, l’accesso ai propri contratti). In persone e merci. Oggi si presenta un’occa- particolare attraverso il nuovo sistema di trac- sione unica, quella di disporre d’investimenti king and tracing è possibile verificare on line la robusti per supportare i piani di ristrutturazio- posizione dei carri che trasportano le merci. ne, un’occasione che Trenitalia, tutta la gente di Trenitalia, non vuole mancare. L’obiettivo Conclusioni finale è quello d’essere riconosciuti dai nostri clienti, dagli italiani, come un’azienda che ha 116 Come abbiamo cercato di riassumere, dun- intrapreso una strada da leader di cui essere que, Trenitalia è impegnata in un generale e orgogliosi per la qualità del servizio. E2 15-09-2005 9:43 Pagina 117 Il progetto di riqualificazione della stazione di Trapani FILIPPO PALAZZO – responsabile della Business Unit Pegasus di RFI SpA FERDINANDO VERACE – project engineer della Business Unit Pegasus di RFI SpA Cenni storici come complesso architettonico, come il simbolo della modernità dell’epoca, come l’e- L’avvento della macchina a vapore nel XVIII sempio di un’ingegneria e di un’architettura secolo sconvolge e accelera in tutta Europa i funzionale d’estremo interesse e del legame processi produttivi e la vita stessa dei cittadini. della città, per il tramite della strada ferrata, Nel XIX secolo il treno diventa protagonista con il resto del paese e del mondo. dello sviluppo dell’economia e la stazione La Sicilia non si sottrae a questa rivoluzione ferroviaria si configura, ancor prima che culturale, e all’epoca dei Florio diviene teatro L’interno della stazione con il caratteristico por tico con volta a botte, oggi non più esistente (riproduzione di M. Fundarò) 117 E2 15-09-2005 9:43 Pagina 118 [ Argomenti ] 6 Il fabbricato viaggiatori ai primi anni del ’900. Sulla destra, in secondo piano, il deposito merci con due fornici in facciata (riproduzione di M. Fundarò) 118 di numerose iniziative imprenditoriali nei vari un grande invaso, l’attuale piazza Vittorio settori produttivi. La città di Trapani, estrema Emanuele, definisce il punto di partenza del propaggine della nazione, sente ancor di più nuovo asse viario principale, l’odierna via questa necessità di sentirsi collegata con il Fardella. Per la realizzazione della stazione resto del paese e fin dai primi anni del nuovo ferroviaria si sceglie un’area limitrofa rica- regno d’Italia si pensa di realizzare il proget- dente innanzi all’antica salina del Collegio, to per la ferrovia Trapani-Palermo. Tale inizia- oggi completamente inglobata nel cuore tiva viene inserita nell’ambito del piano d’am- dell’abitato. L’iniziativa della ferrovia Palermo- pliamento della città, redatto dall’ingegner Marsala-Trapani, nata per dare nuovo impulso Giuseppe Adragna Vairo e approvato tra al commercio dei prodotti agroalimentari sici- il 1865 e il 1869. liani e soprattutto del sale, viene promossa da Il nuovo piano prevede l’espansione della un consorzio interprovinciale costituitosi per città secondo un impianto a scacchiera l’occasione, denominato Società per la ferrovia molto rigido risultante da una ripetizione d’un sicula occidentale, che annovera tra i suoi con- modulo di base quasi sempre a pianta ret- siglieri anche Ignazio Florio, grande mecena- tangolare. Fa da cerniera fra la città storica e te dell’imprenditoria siciliana dell’Ottocento. la nuova espansione una zona filtro destinata Nel 1875, superati ostacoli politici e buro- a giardini pubblici, la Villa Margherita, mentre cratici, viene sottoscritto il contratto con la E2 15-09-2005 9:43 Pagina 119 RUBRICA Il progetto di riqualificazione della stazione di Trapani società francese Lercanne Perdoux, alla quale viene messa a disposizione per la realizzazione dell’edificio della stazione e degli impianti connessi e pertinenti un’area della Salina del Collegio di 42.649 mq, laterale al gasometro. In 10.000 lire viene stabilito il prezzo del terreno, per il cui utilizzo si rende necessaria un’opera di bonifica (delibera consiliare del 15 febbraio 1879). L’edificio della stazione sorge nel 1880 e nello stesso anno entra in funzione il primo tratto della linea Trapani-Marsala. Le vicende storiche della realizzazione della fabbrica sono frutto d’ampliamenti e stratificazioni avvenute per far fronte alle nuove esigenze, dettate dai tempi, cui l’edificio deve di volta in volta adeguarsi. Risulta, infatti, che il primo impianto riguarda i due corpi di fabbrica disposti a L, sulla piazza Umberto I, rivolti rispettivamente a settentrione e a occidente. Il manufatto rivolto a occidente è costituto da una sola elevazione nelle ali laterali e da due elevazioni nel partito centrale al La stazione in una cartolina dei primi del ’900 nella sua stesura originaria prima della sopraelevazione delle ali laterali del fabbricato viaggiatori (prospetto occidentale) e della sopraelevazione e ampliamento del prospetto settentrionale (riproduzione di M. Fundarò) cui sommo è posto ancora oggi un orologio metricamente, invece, non sono ancora di coronamento. Il corpo rivolto a settentrio- state edificate la seconda elevazione del ne si compone invece d’una sola elevazione. corpo posto a settentrione e la seconda ele- Tale situazione è documentata da elaborati vazione dei partiti laterali del corpo con l’o- grafici prospettici e da sezioni effettuati il 14 rologio posto a occidente che, insieme ad marzo 1935 da N. Faraone. altri corpi, sono frutto d’interventi successivi. Da un altro elaborato grafico planimetrico, Da qualche decennio s’è acquisita una con- datato agosto 1948, risulta edificato nelle sapevolezza del ruolo che i beni ferroviari sue due elevazioni il corpo di fabbrica che hanno svolto all’interno delle città e s’è dato s’attesta perpendicolarmente al prospetto inizio a un movimento di valorizzazione e settentrionale. A tale data la configurazione riabilitazione nei confronti del patrimonio tec- planimetrica è uguale a quella odierna; alti- nico e architettonico che costituiscono. 119 E2 15-09-2005 9:43 Pagina 120 [ Argomenti ] 6 Il recupero architettonico e la riconversione plesso, che prospetta sulla piazza Umberto I, funzionale della stazione di Trapani s’inseri- costituisce punto di mediazione fra la città sto- scono nell’ambito dell’imponente programma rica, il porto e la nuova espansione urbana. di rifunzionalizzazione delle stazioni ferroviarie Ciò consente una sua connotazione non solo italiane, avviato da alcuni anni attraverso i quale elemento di cerniera tra questi contesti programmi Grandi Stazioni, Centostazioni e, urbani, ma anche, per la vicinanza del palazzo nel caso, Pegasus, Business Unit creata di Giustizia, del palazzo della Provincia e del ad hoc da RFI per la gestione e la riqualifica- palazzo municipale, quale punto di riferimento zione delle stazioni del Sud Italia. Il progetto visuale e formale di quest’area della città. Pegasus, infatti, interessa 101 scali di Obiettivo del progetto di riqualificazione, nel Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, rispetto dei pregi architettonici originari e pro- Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. ponendosi di rimediare agli effetti d’interventi discontinui realizzati negli anni 50 e 60, è quel- Il progetto lo d’adeguare a nuove esigenze un contenitore pensato e progettato più d’un secolo fa, con l’i- Il complesso architettonico che costituisce la dea d’utilizzarlo non solo come stazione ferro- stazione ferroviaria di Trapani nasce, come viaria, ma anche come centro di più ampie detto, dall’aggregazione e dall’ampliamento di valenze, attraverso servizi rivolti ai viaggiatori e diversi corpi di fabbrica che hanno conferito ai cittadini. Le destinazioni sono le più varie, da all’impianto, nel tempo, la configurazione odier- quella commerciale a quella d’intrattenimento na. Nel sistema urbano l’ubicazione del com- culturale e di nuovo punto d’aggregazione della Pianta della città di Trapani, 1890. A tale data è leggibile l’impianto planimetrico della stazione ferroviaria, per la quale si scelse un’area ricadente innanzi alla Salina del Collegio 120 E2 15-09-2005 9:43 Pagina 121 RUBRICA Il progetto di riqualificazione della stazione di Trapani Atrio interno dell’attuale stazione Atrio interno della futura stazione 121 E2 15-09-2005 9:43 Pagina 122 [ Argomenti ] 6 122 città con la valorizzazione anche dello spazio Il “volume” della nuova piazza viene definito della corte centrale, esistente all’interno del dalla realizzazione d’una grande copertura, complesso della stazione, ampliato arretrando il volutamente fuori scala, che si porrà come una terminale dei binari. Diversi sono i momenti fon- sorta di nuova “Porta della città”. La copertura, damentali dell’intervento progettuale, che pre- sostenuta da piedritti e da un pilone centrale di vede da un lato la manutenzione dei paramenti sezione circolare di diametro variabile da 60 di facciata e delle strutture storicizzate e dall’al- centimetri a 1 metro, sarà realizzata con strut- tro il riutilizzo degli spazi attraverso il progetto tura in acciaio rivestita superiormente con pan- d’un loro adeguamento alle nuove destinazioni nelli di rame e, sull’intradosso, con pannelli in d’uso, nonché il recupero dell’area interna. materiale composito. Sul pilone centrale ver- Elementi guida delle scelte progettuali sono ranno agganciati, in testa e al piede, tiranti in l’organizzazione razionalizzata dei flussi e dei acciaio. Per la corte centrale si prevede una percorsi, la leggibilità dello spazio, il ruolo fon- nuova pavimentazione realizzata con una pietra damentale affidato alla luce naturale, la qualità locale e, in corrispondenza del tracciato dei dei servizi offerti al pubblico, l’ottimizzazione del vecchi binari, già dismessi e in parte da di- posizionamento delle attività di servizio e di smettere in questa fase, l’utilizzo di pietra di tipo commercio in funzione dei flussi d’attraversa- diverso che possa, attraverso il disegno di pic- mento. In quest’ottica s’è riprogettato un per- cole corsie, evocare visivamente il vecchio per- corso storico coperto, ancora oggi esistente corso ferrato. Tale materiale, talora, prenderà anche se fortemente alterato e modificato nelle corpo innalzandosi e trasformandosi in sedute sue forme architettoniche. Tale percorso con- e piani d’appoggio. S’interviene sul monumen- sentirà l’accesso alle attività commerciali previ- tale fabbricato viaggiatori, sull’edificio attuale ste al piano terra che prospetteranno sulla piaz- sede della mensa dei locali del dopolavoro e za interna. La hall della stazione, pesantemente sui modesti edifici adibiti rispettivamente a vani trasformata nel tempo con interventi non con- servizi igienici e a sede della casermetta della soni alla dignità del manufatto architettonico, Polfer. Al piano terra del fabbricato viaggiatori, viene ridisegnata nella sua spazialità interna, attraverso l’attuale fornice d’accesso, sul pro- esaltandone la nuova valenza d’elemento di spetto posto a occidente, si verrà condotti nel raccordo e divenendo, così, luogo baricentrico nuovo passaggio coperto. I due grandi ambien- tra le due piazze, quella più specificamente ti posti alle estremità dello stesso fronte pro- urbana e quella della corte all’interno del com- spettico (attuale bar ed ex deposito bagagli) plesso della stazione ampliata con la realizza- potranno ospitare, recuperati nei loro valori for- zione dell’arretramento dei binari. La corte inter- mali, attività di vario tipo (connesse, ad esem- na avrà una nuova valenza d’architettura e strut- pio, alla conoscenza e divulgazione dei prodot- tura specificamente urbana al tempo stesso. ti tipici dell’hinterland o comunque legate allo E2 15-09-2005 9:43 Pagina 123 RUBRICA Il progetto di riqualificazione della stazione di Trapani Planimetria generale ante operam Planimetria generale post operam sviluppo turistico, eventualmente anche in saranno destinati ad attività commerciali. accordo con enti preposti alla valorizzazione Data la notevole luce libera (interpiano di della provincia trapanese). Anche i locali 5,70 metri) è possibile realizzare soppalchi centrali del medesimo corpo di fabbrica per circa la metà della superficie degli 123 E2 15-09-2005 9:43 Pagina 124 [ Argomenti ] 6 124 ambienti, incrementando così il loro valore Nell’immobile attualmente occupato dai servizi commerciale. Negli ambienti del piano terra per il personale delle Ferrovie (dopolavoro fer- oltre agli spazi da destinare al transito dei pas- roviario, mensa, polizia ferroviaria ecc.), per i seggeri (circa 140 mq) si prevede la realizza- quali è prevista delocalizzazione, saranno allo- zione d’aree per esercizi commerciali (circa cate una caffetteria e un ristorante, che potran- 1.700 mq) oltre a quelli per la circolazione e la no in parte godere del riconfigurato spazio biglietteria. In ottemperanza al DPR 503/96 e ai della corte interna recuperata e ampliata a fini della migliore fruibilità del primo piano s’è seguito dell’accorciamento dei binari. L’ex ritenuto necessario corredare d’ascensori i col- magazzino merci ha una superficie utile di circa legamenti verticali. Un’attenzione particolare è 360 mq, e una volta recuperato nelle sue strut- stata rivolta al recupero del primo piano, la cui ture di copertura e nella sua configurazione parte centrale del fronte principale su piazza volumetrica potrebbe divenire uno spazio fles- Umberto I, connotata dalla presenza dell’orolo- sibile polivalente atto a ospitare attività diverse, gio, conserva ancora perfettamente leggibili i come per esempio una sala conferenze dotata caratteri della suddivisione originaria. La tipolo- dei necessari servizi. La realizzazione della gia del primo piano dell’immobile e la sua ubi- prima fase dei lavori, della quale sono in con- cazione in prossimità d’altre importanti struttu- clusione le attività negoziali, avrà inizio nel- re amministrative ne suggeriscono utilizzazioni l’ottobre 2005. È in corso di redazione la pro- oggi particolarmente richieste nei centri urbani gettazione esecutiva per la seconda fase, consi- più importanti, quali sedi d’attività legate al ter- stente nella sistemazione della corte interna, che ziario, come studi professionali, atelier, sedi di si prevede d’appaltare entro la fine del 2005. società ecc. Gli spazi recuperati al primo piano Complessivamente le attività avranno una sono pari a una superficie netta di circa 1.000 durata di venti mesi, con fine entro giugno mq; sono state ricavate nove unità con superfi- 2007; il costo complessivo ammonterà a cie utile variabile da 60 a 120 mq. circa 2,5 milioni di euro. Rendering vista dall’alto, lato piazza Rendering vista dall’alto, corte interna 9:30 Pagina 1 2005 Qualità Sicurezza Ingegneria Economia Mezzogiorno [ Argomenti ] 6 2005 15-09-2005 [ Argomenti ] 6 COPERTINA CON DORSINO 26-07