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MM 1 copertina2 6a 29-09-2010 16:50 Pagina 1 casastile La competenza dei materiali a cura di Rossella Conte VETRO - CRISTALLO CERAMICA - PORCELLANA ACCIAIO RIVESTIMENTO ANTIADERENTE ARGENTO In collaborazione con ART Arti della Tavola e del Regalo 02_indice 3a 27-09-2010 15:51 Pagina 1 PREFAZIONE 3 Capitolo primo IL VETRO 5 1.1 Le origini del vetro 1.2 Che cos’è il vetro? 1.3 La lavorazione manuale vs la lavorazine industriale 1.4 L’arte del decorare 1.5 Il vetro rispetta l’ambiente e non solo Capitolo secondo LA CERAMICA 21 2.1 Le origini della ceramica 2.2 Che cosa è la ceramica? 2.3 Le tecniche di lavorazione 2.4 Le tecniche di decorazione 2.5 Curiosità Capitolo terzo L’ACCIAIO 39 3.1 Le origini dell’acciaio 3.2 Che cos’è l’acciaio? 3.3 Come nasce la pentola? 3.4 E le posate? 3.5 La cultura del recupero Capitolo quarto L’ANTIADERENTE 53 4.1 Le origini dell’antiaderente 4.2 Che cos’è l’antiaderente? 4.3 Come scegliere la pentola antiaderente 4.4 La manutenzione delle pentole antiaderenti Capitolo quinto L’ARGENTO 62 5.1 Le origini dell’argento 5.2 Che cos’è l’argento? 5.3 Come nasce un oggetto in argento 5.4 Come riconoscere l’argento 5.5 Come conservare l’argento COME APPARECCHIARE LA TAVOLA 69 GLOSSARIO 71 Editore: Il Sole 24Ore spa - Gruppo 24Ore Direttore responsabile: Antonio Greco Direttore di redazione: Laura Tarroni Progetto grafico e impaginazione: Fabio Anselmo / studiofans Stampa: Faenza Industrie Grafiche Supplemento a Casastile 352 Registr. al Trib. di Milano n. 394 del 20-X-72 R.O.C. n° 6357 del 10 dicembre 2001 Associato ANES MM 1 prefazione 5a_ok 22-09-2010 9:48 Pagina 1 La competenza dei materiali La terra, l’acqua il fuoco… Gli oggetti che ornano le nostre case hanno origini ancestrali, che derivano dagli elementi dai quali scaturisce la vita stessa. La materie prime con cui sono realizzate sono puri e preziosi elementi della natura che la maestria e l’ingegno dell’uomo hanno saputo interpretare e trasformare. Raccontano storie affascinanti le cui parole chiave sono “arte”, “innovazione”, “ricerca”, “estetica”, “qualità”. Nelle pagine che seguono vi raccontiamo alcune di queste storie. Sfogliando questa agile pubblicazione troverete informazioni, curiosità, annotazioni storiche, consigli per l’utilizzo e la manutenzione degli oggetti e suggerimenti per la tavola e la cucina. Un modo nuovo e coinvolgente per conoscere in maniera più approfondita i materiali con cui questi oggetti così familiari vengono realizzati attraverso procedimenti antichissimi o innovativi. Questo volumetto, fortemente voluto da ART (Arti della Tavola e del Regalo, l’Associazione delle aziende di produzione e distribuzione di articoli per la tavola, la cucina e il regalo), è una guida per aiutarvi a valorizzare questi prodotti, a comprenderne i contenuti estetici, funzionali, sociali e culturali, in qualche misura, ad amarli. Si tratta di un invito ad acquisire una competenza che diventa sinonimo di buon gusto, di capacità di scelta, di ricerca del bello (che si manifesta nelle forme più semplici così come nelle elaborazioni più complesse e originali). Buona lettura! Donatella Galli Presidente ART Arti della Tavola e del Regalo www.art-tavolaregalo.it materiali PREFAZIONE 3 © RaMstudio - RSM FADE S.p.A. Strada Cardio 52 47899 Serravalle Repubblica di San Marino Collezione Brenda Telefono (+378) 0549 900255 Fax (+378) 0549 900719 www.fade.sm MM 1 ape vetro 1a 22-09-2010 9:55 Pagina 1 VE TR O materiali VETRO 5 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 Capitolo primo IL VETRO 9:57 Pagina 1 1.1 Le origini del vetro Un’antica leggenda Secondo una antica leggenda una nave di mercanti fenici, trasportante un carico di soda, approdò alla foce del fiume Belo in Siria. Per caso questi marinai stanchi ed affamati per il loro viaggiare, utilizzarono i blocchi di soda naturale come supporti per cucinare. Questi con il calore del fuoco si fusero e si mescolarono con la sabbia del litorale, dando origine al primo materiale vetroso. Una leggenda, ma che contiene comunque delle verità sulla composizione del vetro e sulla diffusione di questo materiale ad opera dei Fenici. Il vetro infatti nasce dalla combinazione della silice, minerale contenuto nelle sabbie dolci, combinata con la calce (carbonato di calcio); la fusione è favorita da una sostanza alcalina, la soda che veniva ricavata nell'antichità dalle ceneri delle alghe o di piante costiere. La sabbia del fiume Belo, in Fenicia, era molto adatta e ricercata per la fabbricazio- 6 materiali VETRO M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 9:57 Pagina 2 ne del vetro. Inoltre quasi sicuramente, furono i mercanti e i navigatori Fenici a diffondere gli oggetti e le tecniche del vetro nel bacino del Mediterraneo. In realtà La scoperta vera e propria della materia vetrosa, in forma di faïence o di pasta vitrea, si data alla metà del III millennio a.C. in Mesopotamia (Iraq e Siria), preceduta solo dall’uso dell’invetriatura nell’Alto Egitto. Durante il II millennio a.C., grazie alle navigazioni dei fenici, il vetro si è diffuso lungo tutto il Mediterraneo. Successivamente poi, intorno al I secolo a.C., i siriani introdussero la tecnica della soffiatura con canna. Solo in epoca romana ebbe il via la produzione delle prime bottiglie a forma geometrica, mentre in Oriente i vetrai si specializzarono nella lavorazione del vetro soffiato. Venezia in questo periodo divenne il massimo centro di produzione vetraria e nel 1291 le vetrerie cittadine furono trasferite nell’isola di Murano, per proteggerla dagli incendi. La produzione artigianale continuò fino al 1800 quando nacque e si sviluppò l’attività industriale, che oggi affianca quella manuale con nuove tecniche di produzione sempre più efficienti. Parte del corredo di una tomba della necropoli dell’Area Pleba 1.2 Che cos’è il vetro? Il mix del vetro Il vetro è un materiale solido amorfo formatosi per progressiva solidificazione di un liquido viscoso, ottenuto per fusione di minerali cristallini. Il vetro è composto da una miscela omogenea di ossidi in proporzioni variabili, distinti in formatori e modificatori del reticolo vetroso. I principali formatori di reticolo (per questo detti anche vetrificanmateriali VETRO 7 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 Curiosità Il MIT ha realizzato un rivoluzionario sistema per per produrre energia solare utilizzando comuni vetri al posto delle costose celle fotovoltaiche al silicio. (Andrea Porta, 21 luglio 2008) Un semplice vetro ricoperto con una pellicola colorata 9:57 Pagina 3 ti) sono la silice (SiO2) e l’anidride borica (B2O3). I modificatori si distinguono in fondenti (ossidi alcalini, principalmente di sodio e potassio) e stabilizzanti (ossidi alcalino-terrosi di calcio, magnesio, bario, ..). Le diverse sostanze che compongono il vetro sono miscelate tra loro secondo le seguenti percentuali: 72% di silice (sotto forma di quarzo o sabbia); 15% di soda (carbonato di sodio e potassio); 10% di carbonato di calcio e magnesio; 2% di allumina; 1% di altri ossidi (che servono come coloranti). permetterà di catturare i raggi solari per produrre energia elettrica con una maggior efficienza rispetto al passato Canna da soffio immersa nel crogiuolo di vetro fuso 8 Le caratteristiche del vetro La miscela di elementi che compongono il vetro gli conferiscono: • bassi valori di elasticità con conseguente fragilità; • elevata trasparenza (la trasmissione della luce dipendente in modo sensibile dalla lunghezza dell’onda incidente) e durezza (5-7 nella scala di Mohs); • resistenza agli agenti chimici con l’esclusione dell’acido fluoridrico che aggredisce la silice (la corrosione in presenza di acidi è di 0,05 mm/anno e di 0,3 in presenza di basi); • indice di rifrazione 1,5-1,8 con specifici valori per materiali VETRO M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 9:57 Pagina 4 ogni tipo di vetro; • coefficiente di dilatazione termica compreso tra 5-100 x 10 alla - 70 °C e resistenza agli sbalzi termici inversamente proporzionale al coefficiente di dilatazione); • bassa conducibilità elettrica (alta resistività elettrica superficiale, fino a 10 alla 17 ohm/cm al quadrato che ne fa un prodotto isolante) e termica. Inoltre: • è un buon isolante e, nel vetro in silice, la conducibilità termica è di 1,3 W/m°C; • nei vetri normali non avviene alcuna deformazione prima della frattura (resistenza meccanica compresa tra 100-10.000 kg/cm al quadrato); Diversi impieghi diversi tipi Esistono numerosi tipi di vetro che possono essere classificati in diversi modi, di seguito viene riportata la suddivisione più comune, che classifica il vetro in base al suo impiego. - Vetro comune è trasparente ed è usato per finestre, specchi e servizi da tavola. Il vetro per bottiglie viene spesso colorato con ossidi di ferro o altre sostanze. - Vetro neutro viene impiegato nell’industria farmaceutica. - Vetro atermico o Pyrex è resistente al calore, viene impiegato nella vetreria domestica e per recipienti usati nei laboratori chimici. - Vetro ottico limpidissimo e trasparente, viene usato per lenti, occhiali, apparecchi scientifici. - Cristallo è formato da silicati di piombo e di potassio ed è caratterizzato da una notevole brillantezza e sonorità metallica. Si presta per la molatura e l’incisione ed è utilizzato per articoli di elevata qualità. È stata concordata una classificazione dei diversi tipi di vetro cristallo in funzione delle differenti percentuali di ossido di piombo contenute. materiali VETRO In alto, i minerali cristallini Sopra, la bacinella d’acqua per il raffreddamento 9 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 9:57 Pagina 5 Sabbia di silicio, soda e carbonato di calcio e magnesio Chi ha inventato la bottiglia? Nel corso dei secoli l’uomo ha utilizzato ogni tipo di oggetti come contenitori di liquidi, ma furono gli egiziani a creare il primo esemplare di bottiglia di vetro. Erano recipienti primitivi, fabbricati La tabella in alto ne spiega le caratteristiche e le denominazioni. modellando uno stampo di terra o d’argilla attorno a un cilindro di legno, spalmando poi lo stampo con vetro polverizzato misto a sostanze adesive e quindi immergendolo in un forno pieno di vetro fuso. Niente tappi. I recipienti - Specchio viene utilizzato per fabbricare gli specchi. Si parte da lastre di vetro perfettamente parallele, senza difetti. Per ottenere la superficie riflettente si fa depositare sul vetro uno strato sottile di argento per gli specchi pregiati, di stagno e alluminio per gli specchi comuni, di piombo per gli specchi scuri. Gli strati metallici vengono poi protetti con vernici. in vetro soffiato, invece, non apparvero fino all’anno 200 avanti Cristo. 1.3 La lavorazione manuale vs la lavorazine industriale Un particolare curioso: le prime bottiglie non erano fornite di tappo e potevano quindi essere impiegate soltanto per servire le bevande in tavola, ma non per conservarle a lungo. 10 Vetro piano e vetro cavo. Un’ulteriore classificazione dei vetri basata sui metodi di produzione distingue il vetro piano da quello cavo. Il vetro piano è costituito dall’insieme di produzione delle lastre piane ed è utilizzato nei mezzi di tramateriali VETRO M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 9:57 Pagina 6 TABELLA 1 – CATEGORIE VETRI DI QUALITÀ Categoria Ossidi metallici Cristallo superiore PbO >30% Densità gr / cm3 Indice rifrazione Etichetta >3,00 nD = >1,5450 Rotonda colore oro Cristallo al piombo PbO >24% >2,90 nD = >1,5450 Rotonda colore oro Vetro sonoro superiore ZnO – BaO PbO – K2O singolarmente o combinati > 10% >2,45 nD = >1,5200 Quadrata colore argento Vetro sonoro BaO - PbO - K2O singolarmente o combinati > 10% >2,40 Triangolare colore argento Fonte: RCR (2008) sporto e nell’edilizia. La formatura del vetro piano avviene per stiratura verticale oppure con il sistema float. La stiratura verticale consiste nel sollevare da una massa fusa un velo di vetro di sufficiente plasticità da poter essere innalzato evitando il restringimento laterale. Il vetro, ridotto a forma di nastro continuo, viene spinto a sollevarsi attraverso una fessura orizzontale, ricavata in un blocco refrattario mantenuto sommerso nel vetro fuso, e quindi viene fatto passare attraverso due serie di rulli. A partire dalla fine degli anni Cinquanta invece, è stato introdotto il processo float (Pilkington) in sostituzione dei precedenti metodi di tiratura. Il prodotto che si ottiene (float glass) ha sostituito il cristallo ottenuto da molatura di vetro greggio tirato. Nel processo denominato float glass, la pasta vitrea, proveniente dal crogiolo alla temperatura di 1.100 °C, assume forma perfettamente piana in un forno a tunnel la cui base è formata da un letto di 7cm di stagno fuso. Questo è posto in atmosfera materiali VETRO 11 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 9:57 Pagina 7 condizionata debolmente riducente, contenente azoto e idrogeno, in modo da non essere ossidato. Lo stagno leviga la superficie inferiore del vetro per diretto contatto, mentre la parte superiore si appiattisce per gravità essendo ancora allo stato semifuso. Il vetro cavo invece è quello tipico di tutti i contenitori e, in particolar modo, delle bottiglie. Due sono i tipi di lavorazione: manuale e industriale. La rifinitura di un pezzo in cristallo 12 La lavorazione manuale La lavorazione manuale acquistò massimo sviluppo con l’invenzione della canna da soffio ed è fondata sull’energia di cui sono capaci i polmoni umani: l’aria introdotta attraverso la canna nell’interno di una massa di vetro incandescente, tolta dal crogiolo in quantità commisurata all’oggetto da produrre, riscaldandosi, agisce per pressione sulle pareti interne, genera lo stiramento della massa che man mano assume la forma voluta dall’abilità del maestro soffiatore. L’operaio immerge una canna da soffio nel crogiolo contenente il vetro fuso e, soffiando, trasforma il vetro in globo al quale far assumere spessore e forma diversi, avvalendosi di appropriati movimen- materiali VETRO J&J Jesurum “Non ci può essere un buon modo di vivere dove non c’è un buon modo di bere” Benjamin Franklin Distribuito da Corrado Corradi – ww.corrado-corradi.it M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 10:01 Pagina 9 ti e di utensili come pinze e spatole. Talvolta, l’operatore, per ottenere oggetti di uguale dimensione, soffia il vetro prelevato con la canna in uno stampo apribile di legno o metallo. Tale operazione, detta di stampaggio, può essere eseguita in maniera automatica e continua, utilizzando macchinari di elevata produttività, capaci di lavorare fino a 70 t. di vetro in 24 ore. La lavorazione meccanica Nella lavorazione meccanica la formazione dell’abbozzo viene in genere ottenuta in un primo stampo, detto appunto stampo abbozzatore, dal quale, con sistemi diversi a seconda del tipo di macchina, l’abbozzo viene trasferito al secondo stampo, finitore, dove avviene la soffiatura finale. L’abbozzo, come inizialmente accennato, può essere ottenuto per soffiatura o per pressatura, mentre la forma definitiva si ottiene sempre mediante soffiatura. Operazione di stampaggio Le fasi di produzione si possono così sintetizzare: • le materie prime, contenute in silos, vengono opportunamente dosate, miscelate ed immesse nel forno fusorio per mezzo di nastri trasportatori. • Il forno, costruito in materiale refrattario in grado di resistere per anni alle elevate temperature di fusione (1.600°C), è prevalentemente alimentato con gas metano e autoregolato in tutte le sue funzioni. Attivo 24 ore su 24, è controllato da monitor e calcolatori di processo che consentono di verificare costantemente i parametri di funzionamento e di ottenere la corretta vetrificazione delle materie prime. • Il liquido fuso in uscita dal forno, entra in canali di condizionamento termico e, raggiunta l’opportuna viscosità, viene “tagliato” in gocce di dimensione e peso proporzionale all’oggetto che si vuole realizzare. La goccia di vetro incandescente (1.200 14 materiali VETRO M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 10:01 Pagina 10 °C circa) giunge, per caduta verticale guidata, allo stampo della macchina formatrice. “Il processo tradizionale di “formatura” di un contenitore con il procedimento “soffio-soffio” ha trovato le sue evoluzioni nel processo “presso-soffio” dapprima applicato a contenitori con imboccatura di grande dimensione e recentemente anche nei più difficili contenitori con imboccatura stretta. Queste nuove tecnologie consentono di ottenere contenitori più leggeri con migliori prestazioni meccaniche. “Alla formatura segue la fase di “ricottura”, procedimento che consente di eliminare le tensioni del vetro mediate riscaldamento preliminare e successivo raffreddamento graduale dell’oggetto fino a raggiungere la temperatura ambiente. Dopo l’avvenuta formatura il contenitore è infatti sottoposto a fortissime tensioni poiché la superficie esterna, a contatto della temperatura ambiente, tende a raffreddarsi più velocemente della superficie interna. Le tensioni generate da questo squilibrio termico potrebbero compromettere la resistenza meccanica del contenitore. “Segue un accurato controllo qualitativo automatico che sottopone a verifica tutte le caratteristiche di materiali VETRO Rifinitura automatica dei bordi 15 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 10:01 Pagina 11 ogni singolo pezzo prodotto: dimensioni, forma, spessore, calibratura delle bocche, integrità, resistenza. I contenitori non considerati idonei vengono espulsi automaticamente dalla linea di imballaggio ed immediatamente riciclati nel medesimo processo produttivo per essere rifusi. L’impiego delle più recenti tecnologie consente la gestione e il monitoraggio di tutto il ciclo produttivo per mezzo di apparecchiature computerizzate, mentre strumenti altamente sofisticati e specializzati assicurano il controllo su base statistica, al fine di ottenere il livello qualitativo del prodotto finito rispondente alle esigenze degli imbottigliatori, della distribuzione fino al consumatore. Con queste macchine automatiche il contenitore (bottiglia, vaso, ecc.) si forma in pochi secondi. Si è passati così da una produzione di alcune centinaia di pezzi in un laboratorio artigianale, a centinaia di migliaia che escono ogni giorno da un singolo impianto. 1.4 L’arte del decorare Molti lavori vetrari sono frutto dell’abilità di artigiani che successivamente abbelliscono le superfici con tecniche cosiddette a freddo. In molti lavori l’abilità del decoratore trasforma manufatti vitrei semplici in vere e proprie opere d’arte. Vediamone alcuni: - L’incisione. Consiste in una graffiatura sottile con una punta di un materiale più duro del vetro (acciaio vidiam, corindone, diamante) sulla superficie. Si tratta di una tecnica molto antica che è stata applicata al vetro come derivazione dalle pietre dure. Il solco appare opaco ed in tal modo si possono tracciare disegni o decorazioni o semplicemente scrivere sul vetro. - L’acidatura. Immergendo un vetro in una miscela di acido fluoridrico e solforico si ha la corrosione 16 materiali VETRO JINGYA NG VERONICA SHANGRI-LA M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 Produzione seriale 18 10:02 Pagina 18 della superficie. Le parti dell’oggetto che non devono venire a contatto con l’acido sono ricoperte con materiale impermeabile (cere o materie grasse) in modo che l’acido agisce solo sulle zone scoperte. - La sabbiatura. La superficie del vetro può essere attaccata e quindi smerigliata anche per effetto di un getto di sabbia spinta dall”aria compressa contro la superficie. La finezza della smerigliatura dipende dal tipo e dalla violenza del getto e dalla granulometria della sabbia. Le parti della superficie che non devono essere smerigliate vengono protette con delle maschere di metallo nelle quali sono ritagliati i disegni da riprodurre sul vetro. - La pittura su vetro. Vi sono tre tecniche per la pittura sul vetro. 1 - La tecnica tradizionale delle vetrate che utilizza lastre colorate: con il pennello vengono segnati i contorni e le ombreggiature; si usa quindi la grisaglia che per cottura in forno viene fissata irreversibilmente al vetro. 2 - La pittura con smalti fusibili colorati, trasparenti od opachi, che vengono fissati per cottura in forno. 3 - La pittura a freddo con colori che si fissano per essiccamento del legante e senza cottura. Quest’ultima può essere facilmente rimossa per abrasione. - La serigrafia. Con questa tecnica, la decorazione viene impressa attraverso un cliché appoggiato sulla superficie del vetro. Per fare questo si utilizza un telaio metallico sul quale viene teso un tessuto sintetico (in origine era di seta da cui deriva il nome della tecnica ). Il cliché si ottiene con un sistema foto-meccanico che permette di aprire le maglie del tessuto nelle parti del disegno che deve essere riprodotto. Un vetro bassofondente, polverizzato e mescolato ad un pigmento, viene messo sopra il telaio e fatto passare attraverso le maglie aperte del materiali VETRO M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 10:02 Pagina 19 tessuto con una spatola di gomma. - Gli smalti. Sono vetri facilmente fusibili, contenenti per questo molti ossidi bassofondenti come quelli di piombo,boro e bismuto. Essi sono colorati con gli stessi ossidi e composti usati per i vetri, ma in concentrazioni molto più elevate, dato il sottile spessore con cui vengono applicati. Possono essere sia opachi che trasparenti. I colori per la pittura si compongono quindi di un vetro facilmente fusibile (fondente), che serve ad ancorare il colore alla superficie dell’oggetto e da un preparato colorante. Il miscuglio dei due componenti in polvere finissima, sospesi in un legante organico oleoso, sono applicati sul vetro a pennello o a spruzzo, lasciati essiccare e quindi scaldati in una muffola a temperatura relativamente bassa (circa 500°C) per evitare la deformazione del manufatto, fino alla fusione del fondente. Decorazione con la tecnica dell’incisione 1.5 Il vetro rispetta l’ambiente e non solo Numerose sono le qualità del vetro Il vetro è innanzitutto un materiale inerte, cioè non contamina l’ambiente dal quale viene lentamente trasformato in silicati ed è anche un materiale ideale per bloccare componenti pericolosi che possono essere fusi nel vetro e inertizzati nella sua struttura. Non solo, il contenitore in vetro è anche il più adatto per confezionare alimenti e bevande in quanto non determina reazione con le sostanze con cui viene a contatto, conservandone meglio caratteristiche chimiche ed organolettiche (gusto e profumo). Il vetro oltre il risparmio energetico. A differenza di altri materiali, il vetro può essere rifuso infinite volte conservando le sue proprietà. Il suo riciclo è un processo ecologico in tutti i suoi aspetti. Esso riduce la quantità di rifiuti da trattare materiali VETRO 19 M 14 vetro 4a_mod 22-09-2010 Decorazione con la tecnica dell’incisione 10:02 Pagina 20 o gettare in discarica, consentendo, oltre a ridurre il danno ambientale, un risparmio sui costi di trasporto e smaltimento dei rifiuti. Il rottame riduce l’inquinamento dovuto ai fumi di combustione. Milioni di quintali di olio combustibile sono risparmiati ogni anno in Europa grazie al riciclo del vetro; alcuni forni, usati per la produzione di contenitori colorati, utilizzano oltre il 90% di rottame nella miscela vetrificabile. Inoltre è ridotta l’emissione di CO2, il gas che provoca l’effetto serra, in quanto viene eliminato il contributo di anidride carbonica derivante dalla decomposizione dei carbonati presenti nelle materie prime. Il vetro che non può essere completamente riciclato per fusione (ad esempio gli schermi TV, il vetro colorato dei finestrini delle auto...) trova altri impieghi, per esempio viene utilizzato nella produzione di fibre di vetro per l’isolamento termico, come additivo nella produzione di asfalti, ecc. La ricerca è oggi orientata a studi finalizzati al riciclo totale: nel prossimo futuro in Europa tutto il vetro prodotto sarà interamente riciclato. Ottimizzazione del lavaggio Il lavaggio manuale è sempre preferito. Nel caso dell’utilizzo di una lavastoviglie: • Scegliere detergenti possibilmente liquidi a bassa alcalinità; • evitare il più possibile i multidetergenti solidi; • scegliere un programma di lavaggio idoneo: 1. Tempi brevi di lavaggio (max.20-30 min.) 2. Basse Temperature di lavaggio (max.50°C) 3. Evitare di mettere il vetro assieme a vasellame e pentole con residui di grasso • evitare possibilmente il Brillantante se il tempo di risciacquo è breve; • controllare che non manchi mai il sale nella lavastoviglie; • durezza H2O ideale (10-14°F); • aggiungere 1 bicchiere di aceto di vino durante il ciclo di lavaggio; • togliere i bicchieri solamente dopo che sono completamente asciutti. 20 materiali VETRO MM 1 ape ceramica 1a 22-09-2010 10:03 Pagina 1 CER AM ICA materiali CERAMICA 21 M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:06 Pagina 22 Capitolo secondo 2.1 Le origini della ceramica LA CERAMICA Una scoperta casuale Il termine ceramica deriva dal greco kéramos, argilla, e comprende una vastissima gamma di prodotti ottenuti modellando impasti di argilla e di altre terre. Successivamente questi sono cotti e, spesso, ricoperti di un rivestimento impermeabile di smalto o vernice. Si tratta di una delle maggiori conquiste dell’età neolitica, la cui scoperta è stata del tutto casuale: una volta compreso che l’argilla, impastata e lavorata, sotto l’azione del fuoco si consolidava, si capì che era comodo foggiarla prima della cottura per poi poterla sfruttare come recipiente e contenitore. La pasta era di solito argilla naturale non decantata; le forme si ricavavano dalla manipolazione del blocco di pasta, oppure con la sovrapposizione a spirale di cilindretti di terra che poi venivano livellati: in ogni caso, il fondo veniva essiccato a temperatura ambiente e poi cotto vicino al fuoco. Dal Neolitico ai giorni nostri I primi manufatti quindi risalgono al Neolitico, e si compongono di vasellame cotto direttamente sul fuoco. In seguito l’arte vide l’introduzione del torArgille del periodo Neozoico 22 materiali CERAMICA M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:06 Pagina 23 nio, che consentì di ottenere facilmente oggetti aggraziati e di perfetta simmetria rispetto all’asse di rotazione. L’introduzione della verniciatura vetrosa, in uso dal II millennio a.C. in Mesopotamia, migliorò ulteriormente la resistenza all’usura e le caratteristiche estetiche. Una vera rivoluzione si ebbe, tuttavia, con la scoperta della lavorazione della porcellana, che si fa risalire all’VIII secolo d.c. in Cina.Verso la fine del 1800 poi, la produzione di ceramica prende corpo, grazie all’introduzione di alcune tecniche industrializzate. Ma è solo negli anni 60 e 70 del secolo scorso che il mercato della ceramica in Italia vide una vera impennata. La produzione viene completamente automatizzata in tutte le sue fasi e vede l’introduzione di un nuovo macchinario: l’atomizzatore. Questo consentì di sostituire i filtri pressa usati nella preparazione ad umido degli impasti. Dagli anni 80 in poi, ci si è concentrati soprattutto sulle tecniche di cottura veloce e sulla riduzione dell’impatto ambientale della produzione. 2.2 Che cosa è la ceramica? La composizione della ceramica La ceramica è un materiale composto inorganico, non metallico, rigido e fragile (dopo la fase di cot- materiali CERAMICA 23 M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:06 Pagina 24 tura), molto duttile allo stato naturale, con cui si producono diversi oggetti, quali vasellame e statuine decorative. È inoltre usato nei rivestimenti ad alta resistenza al calore per le sue proprietà chimico-fisiche e il suo alto punto di fusione. Solitamente di colore bianco, può venire variamente colorata e smaltata. La ceramica moderna è usualmente composta di diversi materiali: argilla, feldspato, sabbia, ossido di ferro, allumina e quarzo. Una composizione così articolata determina la presenza di strutture molecolari appiattite dette fillosilicati. La forma di questi, in presenza di acqua, conferisce all’argilla una certa plasticità e ne rende la lavorazione più facile e proficua. I diversi tipi di ceramiche I prodotti ceramici possono essere suddivisi in due macrocategorie: • Ceramiche a pasta porosa. Sono tipicamente le terracotte, le maioliche e le terraglie. Hanno pasta tenera e assorbente, più facilmente scalfibile. La terracotta è il più elementare degli impasti argillosi. Ha consistenza porosa e dopo la cottura assume toni rossastri, dovuti alla presenza di composti ferrosi che vanno dal rosso rosato al rosso porpora intenso, dipendentemente dal fuoco impiegato per 24 materiali CERAMICA M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:06 Pagina 25 la cottura e dal tipo di argilla. Sono utilizzate sia con che senza rivestimento superficiale. Le prime come ceramica strutturale e ornamentale: mattoni, tegole, coppi, vasi, brocche, ecc. Le seconde soprattutto come vasellame da cucina: tazze, piatti, pentole. Un perfezionamento di questo sistema consisteva nella cosiddetta ceramica a freddo, in cui la terracotta veniva ricoperta con colori o patinature di varia specie. Il metodo, molto usato dagli antichi greci, è oggi praticamente abbandonato e sostituito con la rivestitura a fuoco. Nella maiolica (nome derivato da Maiorca, dove gli Arabi avevano impiantato una vasta produzione) l’impasto sottoposto a una prima cottura e chiamato biscotto, viene ricoperto da vernici solitamente a base di stagno (bianche) interamente coprenti in modo da mutare totalmente l’aspetto e il pregio del prodotto. La decorazione è effettuata sopra tale rivestitura e s’incorpora alla maiolica durante la seconda cottura. La maiolica è detta anche faenza dal nome della notissima città italiana che nel Rinascimento fu uno dei più importanti centri di produzione e anche oggi, le cosiddette ceramiche di Faenza sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Di impiego più recente è la terraglia. Si tratta di un materiali CERAMICA Curiosità Cosa può accumunare un piatto decorato a mano con i freni di un’auto sportiva? La composizione fisica della materia. La ceramica, infatti quest’ultima è utilizzata da alcuni costruttori come Porsche per costruire i dischi dei freni. Da qui, in occasione del “Meissen Porcelain Exhibition” organizzata nel giugno 2008 per celebrare il 300esimo anniversario dalla scoperta della porcellana, l’idea di affiancare antiche stoviglie in porcellana che per tre secoli hanno imbandito le tavole delle famiglie più nobili d'Europa ai freni di alcune Porsche. 25 M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:06 Pagina 26 tipico prodotto inglese che vide il nascere della propria diffusione nel primo quarto del XVIII secolo, principalmente grazie alle creazioni di J. Wedgwood. Sotto il nome terraglia è compresa una grandissima quantità di prodotti che vanno dalle classiche pentole e tegami ricoperti di vernice al piombo, fino ai caratteristici orci per l’acqua di produzione paesana. Questo tipo di stoviglie di basso costo è generalmente costituito di terra bianca verniciata ed è detto anche terraglia tenera. Di maggior pregio è la terraglia dura, sempre bianca o in tinta avorio, raramente di pasta colorata artificialmente, più resistente perché cotta a temperature più alte e ricoperta con smalto più fine. Articoli in grès 26 • Ceramiche a pasta compatta. Rientrano nel gruppo il grés, la bone china e la porcellana. Hanno una bassissima porosità e buone doti di impermeabilità ai gas e ai liquidi. Il grès è una particolare ceramica caratterizzata da una pasta compatta, impermeabile e opaca, ottenuta con la cottura di un impasto di fondenti e argille speciali ad altissime temperature. Il grés fu largamente utilizzato fin dalle antiche civiltà orien- materiali CERAMICA L’eccellenza in tavola dal 1775 distribuito da Luigi Galli - tel. 02 6691011 - www.galliluigi.com M 12 ceramica_mod 22-09-2010 Fasi della produzione artigianale 10:06 Pagina 28 tali e si diffuse in Europa nel XV secolo. I colori variano a seconda dei composti ferrosi presenti. Per ottenere grés bianchi si utilizzano impasti artificiali a base di argille cuocenti bianche e rocce quarzoso-feldspatiche che inducono la greificazione della massa. La bone china o spode china è un prodotto ceramico nato in Inghilterra in risposta alla porcellana europea che imperava dal 1740. Nel 1780 il ceramista Josiah Spode per migliorare la qualità estetica e funzionale della classica terraglia inglese inventò la bone china. La composizione tipica della bone china è: - 50% cenere d’ossa; - 25% caolino; - 25% cornish stone pietra di Cornovaglia o miscela di quarzo e feldspato. La porcellana è considerata il più “alto” livello di produzione ceramica per gli orientali. È stata inventata in Cina attorno al VIII secolo ed è realizzata con caolino, silice (o sabbia quarzosa) e feldspato. Il caolino le conferisce le proprietà plastiche e il colore bianco; il quarzo è il componente inerte e svolge la funzione di sgrassante, consentendone inoltre la vetrificazione; infine il feldspato, viene definito fondente, perché, fondendo a temperature più basse, abbassa notevolmente la cottura dell’impasto ceramico (1280 °C). A differenza delle altre ceramiche la pasta della porcellana è bianca, compatta, traslucida, impermeabile e si presta benissimo a decorazioni pittoriche e plastiche. 2.3 Le tecniche di lavorazione Produzione artigianale L’elemento di partenza è l’argilla che deve essere opportunatamente selezionata in base alla lavorazione che si intende portare avanti. Una volta selezionata e ripulita delle impurità si può procedere 28 materiali CERAMICA Morbide volute dai colori evanescenti appoggiano sulla bianca bone china, decorando con lievi toni argentei e dorati tutti i pezzi dalle forme armoniose e moderne. Particolari i coperchi che sono anche decorativi e intriganti pezzi a servire. Unitable srl Carpiano (MI) - [email protected] www.unitable.it - www.dominotavola.it volute pagina pubb3.indd 1 07/09/2010 12:31:46 M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:07 Pagina 30 con l’impasto che tende ad eliminare eventuali bolle d’aria e a rendere l’argilla compatta, in modo da prevenire il formarsi di crepe nel prodotto finito. La modellazione a stampo 30 La modellazione La seconda fase è la cosiddetta modellazione, che può avvenire con diverse tecniche. Tra le più importanti possono essere citate le seguenti. La modellazione a mano libera è la più antica e ricorda il gioco dei bambini con la plastichina: si prende una porzione di argilla e, con il solo uso delle mani, si modella fino ad ottenere la forma desiderata. La modellazione al tornio è usata soprattutto per la produzione di vasellame caratterizzato da una simmetria rispetto all’asse di rotazione. Il tornio è un supporto girevole, simile ad un piatto, la cui velocità viene stabilita per mezzo di un pedale. La massa di argilla viene posta al centro del piatto e qui viene modellata con l’uso delle mani o di altri strumenti. La modellazione a stampo utilizza uno stampo in gesso, precedentemente preparato in ottica della forma che si vuole dare all’impasto. L’argilla liquida viene versata nello stampo. Una volta essiccata materiali CERAMICA Presenta APPLE Royal Bone China è distribuito in esclusiva da: Cristallerie Livellara srl Via Bovisasca, 59 - 20157 Milano - tel.+39/0239322741 - fax +39/0239311600 www.livellara.it [email protected] M 12 ceramica_mod 22-09-2010 La modellazione a stampo 10:07 Pagina 32 viene estratta e rifinita a mano. È molto importante che i manufatti in argilla essicchino completamente all’aria. Attraverso l’essiccazione l’oggetto perde l’umidità residua e la sua plasticità. L’ultima fase è la cottura che modifica la struttura del prodotto finale. In base alla temperatura adottata si possono ottenere risultati diversi: • terracotta - si ottiene tra 960 e 1030 °C ; • terraglia tenera - si ottiene tra 960 e 1070 °C; • terraglia dura - si ottiene tra 1050 e 1150 °C; • grés - si ottiene tra 1200 e 1300 °C; • porcellana tenera - si ottiene tra 1200 e 1300 °C, previo utilizzo di caolino; • porcellana dura - si ottiene tra 1300 e 1400 °C; è di solito di uso industriale. La produzione industriale Il manufatto prende il via dalla preparazione delle materie prime: la composizione dell’impasto deve essere omogenea, con una distribuzione granulometrica e forma dei grani appropriata. La granulometria fine permette una giusta velocità di essiccamento e una corretta reattività in fase di cottura. La forma dei grani e l’umidità dell’impasto influenzano l’uniformità del pressato. L’impasto deve inoltre presentare un contenuto d’acqua adatto al sistema di formatura che si è scelto. I sistemi di formatura sono: • pressatura - interessa soprattutto il settore delle piastrelle e comporta un 5-6% di acqua; • estrusione - è in uso soprattutto per i laterizi e comporta un 20 % di acqua; • colaggio - è il sistema adottato per i sanitari e presenta un contenuto di acqua del 40%. Dopo la formatura ha luogo il processo di essiccazione e successivamente quello di cottura, che conferisce maggiore resistenza meccanica ai manufatti ed elimina l’acqua residua. 32 materiali CERAMICA Qualità, eleganza, attualità distribuito da Luigi Galli tel. 02 6691011 - www.galliluigi.com M 12 ceramica_mod 22-09-2010 Modellazione manuale dei dettagli 34 10:07 Pagina 34 2.4 Le tecniche di decorazione Esistono diversi modi di decorare e colorare la ceramica in base al tipo di risultato che si desidera ottenere ed alla cottura cui si sottoporrà il pezzo. I colori da ceramica sono essenzialmente di tre tipi: - Ingobbio: sono specifici colori per la decorazione della ceramica composti da argille già cotte e finissimamente triturate, caolino, sostanze minerali e ossidi. Si tratta di smalti adatti ad essere applicati sull’oggetto essiccato, ma ancora da cuocere. L’oggetto è cotto una sola volta, dal momento che questo tipo di colori tollera l’alta temperatura cui si sottopone la ceramica. Gli ingobbi non sono molto diffusi, essendo costosi e di tonalità piuttosto tenui. - Cristalline: sono smalti di tipo vetroso, impermeabili e lucidi. Usualmente trasparenti (solo occasionalmente sono colorati) lasciano intravedere l’argilla sottostante. Alle cristalline si aggiungono i fondenti, quali il germano, gli alcali o i borati con lo scopo di abbassare il punto di fusione. - Smalti: sono anch’essi di tipo vetroso ma, a differenza delle cristalline, non sono trasparenti bensì coprenti. Ciò è determinato dalla presenza di componenti quali il feldspato potassico o sodico, bentonite, stagno, e altri ancora. materiali CERAMICA Flow: freschezza su tutta la linea. Villeroy & Boch, Arti della Tavola via S. Sandri 2, 20121 Milano tel. 02 655 849.1 www.villeroy-boch.com M 12 ceramica_mod 22-09-2010 Preparazione degli smalti colorati 10:07 Pagina 36 La smaltatura di un pezzo in ceramica ha lo scopo di proteggere il pezzo dall’usura, di facilitarne la pulitura e la manutenzione e di decorarlo. Se il pezzo non viene colorato all’ingobbio la smaltatura avviene dopo la cottura ed è definita in gergo “applicata al biscotto”, ovvero all’oggetto già passato in cottura. Anche per la smaltatura vi sono svariate tecniche, tra le quali ricordiamo: • smaltatura ad aerografo; • smaltatura per immersione; • pittura a smalto; • smaltatura a campana; • smaltatura elettrostatica. Una volta smaltata la superficie dell’oggetto si passa alla decorazione pittorica che è usualmente fatta a mano con pennello e colori ceramici ottenuti da ossidi minerali oppure da ossidi metallici arricchiti di fondenti o indurenti. Dopo la smaltatura e la decorazione si procede con una seconda cottura, il cui scopo è quello di fissare lo smalto all’oggetto. 2.5 Curiosità La porcellana e la pietra filosofale La prima porcellana europea fu fabbricata a Dresda, nel principato di Sassonia, nell’anno 1709. Questa invenzione ebbe una strana origine. II principe Federico Augusto, appassionato cultore d’arte, possedeva una ricca collezione di porcellane cinesi che acquistava attraverso la Compagnia delle Indie. Al pari di molti altri sovrani europei avrebbe voluto strappare ai cinesi il segreto della loro mirabile porcellana dura; e vi riuscì nel modo più impensato. Nel 1701 si era rifugiato in Sassonia un tale Johan Friedrich Bóttger, fuggito dalla Prussia dove il re Federico Guglielmo l’aveva incarcerato per assicu- 36 materiali CERAMICA M 12 ceramica_mod 22-09-2010 10:08 Pagina 38 rarsi la sua opera di scienziato. Infatti il Bòttger, esperto chimico, assieme a un alchimista greco, stava compiendo una serie di esperimenti per la ricerca della famosa “pietra filosofale” che doveva trasformare in oro gli altri metalli. Federico Augusto, venuto a conoscenza di questa sua attività, si affrettò a sua volta a imprigionarlo. Questa era la consuetudine di allora: in mancanza di brevetti industriali ci si assicurava il possesso dell’inventore! Finalmente nel 1708, invece della fantomatica pietra filosofale, egli otteneva un materiale dall’impasto durissimo, tipo grès, di colore rosso scuro: era il primo antenato della porcellana. Ma Bòttger, insoddisfatto, continuava gli esperimenti per arrivare alla famosa porcellana dura e candida di tipo cinese. Un giorno, esaminando un nuovo tipo di cipria per la parrucca portatogli dal cameriere, s’accorse che quella polvere finissima aveva l’apparenza di un minerale: era infatti caolino purissimo, di cui nelle vicinanze esistevano delle vaste giacenze. Con quella preziosissima materia prima Bòttger il 28 marzo 1709 presentava alla Cancelleria di Corte la prima porcellana dura fabbricata in Europa. In Italia II nome deriva dall’italiano “porcella”, denominazione di una conchiglia dall’aspetto traslucido trasparente; e probabilmente fu Marco Polo il primo a usare questo termine per indicare i prodotti cinesi di tale tipo. 38 materiali CERAMICA MM 1 ape acciaio 1a 22-09-2010 10:09 Pagina 1 AC CIA IO materiali ACCIAIO 39 M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Capitolo terzo L’ACCIAIO Acciaieria a due archi di fornace 40 10:10 Pagina 40 3.1 Le origini dell’acciaio L’acciaio alle sue origini L’acciaio affonda le sue radici nell’antica India. Il primo metodo per produrre acciaio propriamente detto, ovvero quello di alta qualità, è stato il sistema “Wootz”, simile al moderno sistema a crogiolo, usato nell'India meridionale almeno dal 300 d.C., anche se alcuni lo fanno risalire addirittura al 200 a.C..Veniva preparato in crogioli chiusi sigillati, che contenevano minerale di ferro ad alta purezza, carbone e vetro. I crogioli venivano poi messi alla fiamma e riscaldati fino ad avere la fusione del miscuglio, per cui il ferro si arricchiva di carbonio, e il vetro assorbiva le impurità man mano che fondeva, galleggiando sulla superficie. Il risultato era un acciaio ad alto tenore di carbonio e di elevata purezza, chiamato poi acciaio di Damasco, famoso per la sua resistenza e la capacità di mantenere il filo. La tecnica indiana mise molto tempo a giungere in Europa. Solo dal XVII secolo gli olandesi portarono l’acciaio di Damasco dall’India nel sud all’Europa, dove in seguito si avviò la sua produzione in larga scala, con il nome di tecnica del crogiolo. materiali ACCIAIO M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 10:10 Pagina 41 Dall’acciaio di Damasco all’acciaio inox Per la scoperta dell’acciaio inossidabile bisogna aspettare il 1913 quando l’inglese Harry Brearley di Sheffield sperimentando acciai per canne di armi da fuoco, scoprì che un suo provino di acciaio con il 1314% di cromo e con un tenore di carbonio relativamente alto (0,25%) non arrugginiva se esposto all’atmosfera. Successivamente questa proprietà venne spiegata con la passivazione del cromo, che forma sulla superficie una pellicola di ossido estremamente sottile, continua e stabile. I successivi progressi della metallurgia fra gli anni ’40 e ’60 hanno ampliato il loro sviluppo e le loro applicazioni. Tuttora sono perfezionati e adattati alle richieste dei vari settori industriali, come il petrolifero/petrolchimico, minerario, energetico, nucleare ed alimentare. Harry Brearley (1871 – 1948) 3.2 Che cos’è l’acciaio? La composizione dell’acciaio L’acciaio è una lega di ferro e carbonio che contiene una percentuale di carbonio inferiore al 2% e più piccole quantità di altri elementi come il silicio, il manganese, lo zolfo e il fosforo. Le materie prime per la produzione dell’acciaio sono: materiali ACCIAIO 41 M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 10:10 Pagina 42 • la ghisa greggia, proveniente dall’altoforno, che viene affinata (riduzione della percentuale del carbonio e delle impurità) e che è la materia prima principale; • il rottame di ferro, derivato da recuperi civili e industriali; • le ferroleghe, che sono leghe di ferro particolari, che non hanno impiego autonomo, ma sono appunto preparate per essere usate nella produzione di acciai e ghise speciali; contengono una percentuale di carbonio generalmente molto bassa (dallo 0,1% all’1%), con massiccia presenza (che può superare l’80%) di altri elementi come silicio, manganese, cromo, nichel, cobalto ecc... che vengono aggiunte agli acciai per migliorarne le caratteristiche. Le caratteristiche Le proprietà dei vari tipi di acciaio dipendono principalmente dalla quantità di carbonio presente e dalla sua distribuzione nel ferro, dalle ferroleghe aggiunte e dai trattamenti termici subiti. Le caratteristiche principali dei contenitori in acciaio sono le seguenti: • robustezza; • totale riciclabilità; • protezione dagli agenti esterni tra cui la luce. 42 materiali ACCIAIO M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Da sapere… 10:11 Pagina 44 Le cinque macro categorie dell’acciaio È accertato che i primi laminati di ferro ricoperti di stagno erano impiegati per gli usi più vari fin dal medioevo. Ma il primo ad intuire che l’accoppiamento tra la robustezza dell’acciaio L’acciaio è commercializzato in una gran varietà di tipi, ciascuno con caratteristiche diverse, classificabili secondo la composizione chimica, la struttura, il processo di produzione, l’impiego prevalente. Una classificazione molto comune distingue cinque grandi categorie. e la duttilità e purezza dello stagno poteva garantire un’ottima conservazione dei cibi, fu un francese, Nicolas Appert, che nel 1810 brevetto un metodo di Acciai al carbonio Costituiscono oltre il 90% di tutti gli acciai e contengono una quantità variabile, generalmente inferiore all’1,5%, di carbonio, un massimo di 1,65% di manganese, lo 0,60% di silicio e lo 0,60% di rame. sterilizzazione sotto vuoto che prese il suo nome. Acciai legati Sono caratterizzati dalla presenza di quantità variabili di uno o più elementi, quali vanadio, molibdeno, manganese, silicio, rame, in percentuali superiori a quelle contenute negli acciai al carbonio. Gli acciai legati sono usati nella produzione di molti elementi meccanici: bielle, alberi, perni, sterzi, assali dei veicoli, ecc. Acciai debolmente legati ad alta resistenza Sono la più recente categoria di acciai, noti con la sigla HSLA (acronimo di high-strength low-alloy). Contengono solo piccole quantità di altri elementi quali, ad esempio, vanadio, e dunque sono in generale più economici dei normali acciai legati. Acciai da utensili Si usano per produrre la maggior parte degli utensili per lavorazioni meccaniche. In particolare, sono detti acciai rapidi quelli che contengono tungsteno, molibdeno e altri elementi leganti che ne aumentano la resistenza all’usura in lavorazioni ad alta velocità; extrarapidi o super-rapidi quelli che contengono anche cromo. 44 materiali ACCIAIO visual communication: starsnet.de - photos: leotorri.it M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Le fasi di imbutitura 10:13 Pagina 46 Acciai inossidabili Contengono cromo (in quantità variabile tra il 12% e il 30%), nichel (fino al 35%) e altri elementi leganti, che li rendono brillanti e li proteggono dall’attacco degli agenti atmosferici e di gas e acidi corrosivi. Presentano una resistenza meccanica non comune, che possono mantenere anche per lunghi periodi a temperature molto alte o basse. La brillantezza della loro superficie li rende utilizzabili anche per scopi puramente decorativi. Trovano impiego nella realizzazione di tubature e serbatoi di raffinerie petrolifere e impianti chimici, di aerei a reazione e capsule spaziali, di apparecchiature e strumenti chirurgici, di protesi dentarie e chirurgiche. Molto diffuso l’impiego nella produzione di pentolame, posate e utensili da cucina. 3.3 Come nasce la pentola? Le fasi produzione Per la produzione di pentole in acciaio l’elemento di partenza è il disco con caratteristiche qualitative (purezza del metallo) e dimensionali (diametro e spessore) predefinite. Nel caso di recipienti di forma rettangolare invece, si parte dal quadro ed è 46 materiali ACCIAIO M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Il secondo disco in acciaio viene applicato a quello in alluminio per permettere a fondo di essere utilizzato anche su fonti a induzione 48 10:13 Pagina 48 richiesta durante la lavorazione, la tranciatura delle parti in eccedenza. Per il corpo della pentola viene impiegato acciaio inox 18/10 (AISI 304), in dischi con spessore da 1,5 mm, specifico per profondo stampaggio, per il fondo, rame con spessore da 1 mm e per il coprifondo acciaio inox 18/C (AISI 430). Tutte le deformazioni plastiche per ottenere il corpo cilindrico della pentola vengono eseguite, come per il vasellame, a freddo, esercitando una pressione statica e interponendo tra gli stampi e i dischi da stampare una pellicola di lubrificante per evitare rigature sulla superficie. Le principali fasi di produzione possono essere così sintetizzate: • imbutitura per dare la profondità al corpo pentola; • laminatura con tornio a lastra per allungare il corpo pentola fino all’altezza desiderata; • calibratura del corpo pentola per creare uno scalino uniforme sotto il bordo e poter dare nel momento della pulitura l’effetto lucido e satinato; • imbutitura bordo per creare il bordo della pentola; • rifilatura e bordatura per dare rotondità ed uniformità al bordo e al fondo; • sgrassaggio, per togliere gli oli di lavorazione; • saldobrasatura per creare il triplo fondo della pentola. Consiste nell’inserire il disco di rame sotto materiali ACCIAIO M 11 acciaio 5a_mod 30-09-2010 14:30 Pagina 49 La fase di rifinitura del bordo materiali ACCIAIO 49 M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Lo sapevate che… Lo spessore più alto dà più valore all’oggetto, sia perché la lavorazione è più 10:14 Pagina 50 il corpo pentola e incapsularlo ad esso con il coprifondo tramite saldobrasatura con lega d’argento; • lucidatura del corpo pentola; • saldatura dei manici in acciaio inox 18/10. complessa, sia perché il peso e, di conseguenza, il costo della materia prima aumentano notevolmente a vantaggio dell’estetica e della robustezza. È importante perciò verificare al momento dell’acquisto lo spessore delle posate. Il fondo Le pentole in acciaio sono provviste di un fondo detto “termodiffusore” in grado di sopperire alla scarsa conduttività di calore di questo metallo. Il procedimento per la sua produzione consiste nell’applicazione di un disco di alluminio di forte spessore (6-7 mm.) sul fondo della pentola facendolo aderire con un processo di saldo-brasatura. A questo viene applicato un secondo disco, questa volta in acciaio, sul quale viene esercitata una forte pressione ad alta temperatura che ne facilita l’aderenza; di qui il nome di “sandwich bottom”. La composizione ferritica di tale disco supplementare fa sì che la pentola sia utilizzabile anche per la cottura ad induzione. 3.4 E le posate? Le fasi di produzione Per la lavorazione delle posate viene impiegato normalmente acciaio inossidabile AISI 304 con una percentuale di nichel del 10% e di cromo del 18%. Le acciaierie lo forniscono alle aziende in coil o in lastre (fogli) da 1x3 metri, in spessori variabili da 0,8 a 4 mm. Le fasi di lavorazione a freddo delle posate da lastra o da coil possono essere sintetizzate nel modo seguente: • tranciatura degli sviluppi, cioè del profilo del pezzo; • laminatura, per assottigliare la tazza del cucchiaio o la spina della forchetta; • tranciatura della tazza del cucchiaio o della spina della forchetta; • sgrassaggio, per togliere gli oli di tranciatura; 50 materiali ACCIAIO M 11 acciaio 5a_mod 22-09-2010 Lo sapevate che… • Il peso di 19.000 barattoli in acciaio per conserve è la quantità necessaria per 10:14 Pagina 52 • coniatura, per dare la forma e il disegno finale; • lucidatura, con l’impiego di paste abrasive; • lavaggio, per toglierei residui delle paste abrasive • eventuale doratura. produrre un’automobile; • 7 scatolette da 50 g 3.5 La cultura del recupero potrebbero diventare un vassoio; • con l’acciaio riciclato da 2.600.000 scatolette da 50 g si può realizzare 1 km di binario ferroviario. Una fase della coniatura del cucchiaio 52 Riprodurre l’acciaio L’acciaio, per le sue caratteristiche, è il materiale più riciclabile per eccellenza: in Italia ogni anno vengono prodotte circa 400.000 tonnellate di rifiuti di imballaggi in acciaio e il 40% della produzione mondiale di acciaio è costituita da materiali di riciclo. Per la maggior parte provengono da rifiuti solidi urbani, mentre all’incirca 60.000 tonnellate sono costituite da imballaggi ad uso in-dustriale. Notevoli sono i benefici economici ed ambientali. La raccolta differenziata degli imballaggi di acciaio oltre a sottrarre rifiuti alla discarica, costituisce anche un notevole risparmio di materie prime. L’innovazione tecnologica ha inoltre consentito di diminuire in modo rilevante il peso dei contenitori in acciaio e banda stagnata riducendone lo spessore delle lamiere utilizzate, ottenendo conseguentemente una riduzione nell’utilizzo di materie prime. materiali ACCIAIO MM 1 ape antiaderente 1a 22-09-2010 10:15 Pagina 1 ANT IADE RE NTE materiali ANTIADERENTE 53 M 7 antiaderente 2a_mod 22-09-2010 Capitolo quarto ANTIADERENTE 10:17 Pagina 54 4.1 Le origini dell’antiaderente Il PTFE Le origini dell’antiaderente risalgono al 1938, anno in cui fu scoperto il PTFE, registrato poi con il marchio commerciale di Teflon. Si tratta di una grande scoperta destinata a rivoluzionare le tecniche di cottura. Infatti, solo qualche anno più tardi, esattamente agli inizi degli Anni '60, il Teflon fu impiegato per la produzione di rivestimenti per pentole. Nel 1976 e nel 1986 vengono sperimentati due nuovi materiali con caratteristiche di antiaderenza maggiori: il Silver Stone e il Silver Stone Supra. Da allora la ricerca nel settore è continuata e oggi possiamo usufruire in cucina di strumenti particolarmente resistenti all'usura e con proprietà di antiaderenza ancora più elevate. Un grande aiuto per chi ama alimentarsi in modo sano, col minimo dispendio di tempo e sapendo di avere una buona resa dai cibi. In Italia la produzione industriale del PTFE iniziò nel 1954 ad opera della Montecatini, che lo commercializzò con il nome di Algoflon. Oggi i rivesti- 54 materiali ANTIADERENTE M 7 antiaderente 2a_mod 22-09-2010 10:17 Pagina 55 menti antiaderenti vengono prodotti da differenti aziende chimiche che ne controllano anche la corretta applicazione. 4.2 Che cos’è l’antiaderente? La qualità delle vernici L’antiaderente è un materiale inerte, molto igienico e non tossico che può venire tranquillamente in contatto con i cibi. Esistono diverse tipologie che hanno prestazioni diverse e rispondono a specifiche esigenze. Le vernici antiaderenti, come detto, sono basate sulla chimica del PTFE, un composto inorganico che dona la caratteristica “scivolosità” e la proprietà di “non attaccare”. In linea generale, la qualità si differenzia in base al numero degli strati del sistema: • vernici “a due strati”, composte da una “base”, che si attacca bene al substrato metallico e una “finitura” non-stick; • vernici “a tre strati” composte da una base, da uno strato intermedio, il cui ruolo è quello di incrementare l’adesione tra i due strati estremi, e una finitura. Le vernici possono essere ulteriormente rinforzate dai cosiddetti “rinforzi”: sistemi che servono ad aumentare la durabilità dei manufatti verniciati. I rinforzi esterni sono procedimenti in cui particelle metalliche o di altra natura vengono spruzzate sul manufatto prima della verniciatura, in modo da aumentarne la durezza e creare rugosità. I rinforzi interni sono invece, sistemi dati dalla presenza di particelle ceramiche o di altra natura (molto dure) nella vernice; anch’esse creando asperità, contrastano l’azione abrasiva e di taglio degli utensili metallici. I metodi di applicazione Oggi si utilizzano due distinte metodologie d’applimateriali ANTIADERENTE 55 M 7 antiaderente 2a_mod 22-09-2010 10:17 Pagina 56 cazione del PTFE, con risultati molto differenti in termini di qualità. Il rullato consiste nell’applicazione del rivestimento direttamente tramite passaggi a rullo sul disco, prima che la pentola abbia assunto la sua forma definitiva. Si tratta di un tipo di lavorazione che viene impiegato unicamente per la realizzazione di prodotti destinati all’uso domestico. È facilmente riconoscibile da striature orizzontali presenti sulla superficie. Lo spruzzato consiste nell’applicazione del materiale, tramite appositi apparecchi, direttamente sulla parte interna del corpo già stampato nella sua forma definitiva, evitando in questo modo che ulteriori lavorazioni sul pezzo ne compromettano l’attaccatura. I prodotti che si ottengono presentano una migliore qualità, infatti è un tipo di lavorazione che viene utilizzata per la produzione di articoli destinati anche ad un utilizzo professionale. L’uniformità della superficie, quasi granulare, ne contraddistingue l’aspetto. Le caratteristiche Le pentole antiaderenti presentano una serie di vantaggi. Innanzitutto i cibi cuociono in tempi brevi, senza attaccarsi. Anche i cuochi meno esperti riescono a 56 materiali ANTIADERENTE Taormina, tra mare e fuoco nascono grandi miti. Le pentole Taormina sfidano il fuoco e non temono il trascorrere del tempo, perché sono costruite per resistere agli attacchi dell’usura. Insieme alle alte prestazioni, design e raffinatezza entrano in scena da protagonisti e regalano effetti gastronomici spettacolari. Il successo è nella qualità dell’antiaderente, che non può essere intaccato nemmeno dagli utensili in metallo. Progettate per tutti i metodi di cottura, compresi quelli a induzione, le pentole Taormina sorprendono anche in forno, grazie ai manici in silicone resistenti alle alte temperature. Qualità sublime garantita dieci anni. 10 www.ballarini.it M 7 antiaderente 2a_mod 22-09-2010 10:17 Pagina 58 preparare pietanze difficili, senza pericolo di commettere sbagli. Inoltre, la quantità di grasso da usare è veramente minima, anzi se ne può fare del tutto a meno e l’aggiunta di olio o burro ai cibi è solo una questione di gusto e non più un mezzo indispensabile per portare a cottura gli alimenti. Ma soprattutto i materiali antiaderenti sono inerti, quindi non esercitano alcuna azione negativa sul nostro organismo: i cibi con cui vengono a contatto non possono subire contaminazioni. 4.3 Come scegliere la pentola antiaderente Acquistando una pentola antiaderente, per valutarne la qualità bisogna prendere in considerazione il peso, lo spessore, la presa del manico che deve essere salda e robusta per non rischiare di deteriorarsi con l’uso. Lo spessore deve essere almeno di 5 mm. Se è più basso, il calore si diffonde in modo non uniforme e i cibi bruciano in superficie e non cuociono bene all’interno. La durata media di una pentola antiaderente standard è di 3-5 anni, con il passare del tempo, lo strato che ricopre l'alluminio si scrosta e i cibi si attaccano. Continuare ad usare le pentole non ha però effetti nocivi, perché anche l'alluminio sotto il rivestimento è igienico. I materiali antiaderenti sono inerti, quindi non esercitano alcuna azione negativa sul nostro organismo. Questo vale anche nel caso di una pentola che, usata in modo 58 materiali ANTIADERENTE M 7 antiaderente 2a_mod 22-09-2010 10:17 Pagina 60 improprio o per troppo tempo, cominci a sfaldarsi all’interno. Naturalmente è opportuno non usare utensili troppo logorati: anche se non sono nocivi, non forniscono più prestazioni di antiaderenza adeguate. 4.4 La manutenzione Come usare al meglio una pentola antiaderente? Le regole da seguire sono poche e facili. Prima di tutto è necessario “condizionare” la pentola, cioè ungerla, prima di usarla la prima volta, con un filo di olio o di burro fuso e lavarla poi con acqua e sapone. Non si devono mai pulire queste pentole con spugnette abrasive, che sono, del resto, superflue: se i tegami sono stati usati correttamente il cibo non rimane attaccato. È vietato utilizzare utensili graffianti per mescolare i cibi: niente forchette o cucchiai in metallo, ma solo posate di legno o spatole di materiale plastico speciale. Le superfici antiaderenti resistono benissimo alle temperature molto elevate, fino a 300°C, non è tuttavia il caso di dimenticarsele sul fuoco. Anzi se ne raccomanda l’impiego su fonti di calore moderate. Le pentole antiaderenti possono essere lavate nella lavastoviglie senza subire alcun danno. Il rivestimento ceramico Un rivestimento interno di nuova generazione è il ceramico. È uno speciale rivestimento nanotecnologico che crea sulla pentola (con il corpo in alluminio o in acciaio) una pellicola fittissima e compatta, sempre liscia, assolutamente non porosa. Lo strumento di cottura risulta così resistente agli shock termici, ai graffi, alle abrasioni e alle alte temperature (450°C). È facile da pulire e garantisce una cottura croccante e dorata senza grassi. Inoltre la produzione è a basso impatto ambientale: il suo ciclo produttivo, infatti, consente un notevole risparmio energetico e quindi ridotte emissioni di CO2. 60 materiali ANTIADERENTE [SDJSXEEOLQGG MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:13 Pagina 1 AR GE NT O 62 materiali ARGENTO MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:13 Pagina 2 5.1 Le origini dell’argento Capitolo quinto ARGENTO L’argento affonda le sue origini fin dall’antichità. Il termine deriva dal latino argentum e dal greco ÚÁ‡ÚÈÔÓ, “splendente, candido, bianco”. È menzionato già in testi cuneiformi del III millennio, nel libro della Genesi e l’analisi di resti nei siti archeologici dell’Asia Minore, delle isole del Mar Egeo e del Vicino Oriente, indica che l’argento già nel IV millennio a.C. veniva separato dal piombo e che erano note le tecniche di cesello, sbalzo e agemina rimaste sino all’età moderna. Insieme all’oro fu coniato per la prima volta in Lidia intorno al 600 a.C. Poi dalla metà del VI secolo, Atene ebbe il primato nella coniazione di monete d’argento grazie al controllo delle miniere del Laurio, in Attica. Per millenni è stato considerato il secondo metallo più prezioso, dopo l’oro. Nel Buddhismo è il secondo dei sette tesori e simboleggia la virtù. In molte teologie l’argento è associato alla luna e a divinità lunari e femminili 5.2 Che cos’è l’argento? L’argento è un elemento molto raro in natura. I suoi principali minerali sono il solfuro (Ag2S argentite e acantite), il cloruro (AgCl cerargirite) e alcuni solfuri doppi come AgCuS (stromeverite), Ag3SbS3 (pirargirite) e Ag3AsS3 (proustite). L’argento è un metallo dalla tipica lucentezza, abbastanza tenero, duttile e malleabile, ed è il migliore conduttore termico ed elettrico conosciuto. È un metallo nobile, come è dimostrato dall’elevato valore del potenziale standard di riduzione, e non è attaccato dall’ossigeno neppure a temperature superiori a quella di fusione. Inoltre reagisce anche a freddo con lo zolfo o con il solfuro di idrogeno in presenza di ossigeno dando il solfuro Ag2S nero: questo è il motivo dell’imbrunimento dell’argento all’aria. materiali ARGENTO 63 MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:13 Pagina 3 Come viene utilizzato? L’argento trova principalmente impiego come metallo prezioso e i suoi alogenuri, in special modo il cloruro d’argento, sono impiegati in fotografia, ma oltre che per realizzare oggetti per la casa, per la tavola e gioielli, l’argento trova applicazione nei sistemi di trasporto dell’energia elettrica e nel campo dell’elettronica (conduttori, contatti, accumulatori e pile), nella realizzazione di lingotti di spessore variabile; nell’industria alimentare, come colorante in medicina. 5.3 Come nasce un oggetto in argento? Il processo di produzione dell’argento è lungo e articolato in fasi diverse. Alcune comuni a tutti i prodottti, altre specifiche a seconda della tipologia. Fusione: all’interno del forno fusorio la coppella viene unita in lega con il rame, in percentuale variabile secondo il titolo, per realizzare dei lingotti di spessore due centimetri; laminazione: i lingotti d’argento vengono trasformati in lamine sottili; modellazione plastica: le lamine d’argento a questo punto seguono strade differenti per subire, a seconda dell’oggetto che si vuole realizzare, una delle fasi di stampaggio, tornitura o martellatura; stampaggio: sfruttando la forza delle macchine e per mezzo di stampi in acciaio viene data alla lamina d’argento la forma desiderata. In questa fase vengono prodotte soprattutto le posate; tornitura: le lamine già tagliate in forma ovale o circolare vengono lavorate al tornio per la realizzazione di vassoi e centrotavola; martellatura: la lamina viene lavorata interamente a mano tramite un martello; cesellatura: l’interno dell’oggetto viene riempito con un impasto di pece e altre sostanze per conferire una maggiore elasticità e resistenza alla sua superficie. Su questa viene tracciato a matita il disegno che si desidera realizzare e con degli scalpelli in acciaio, 64 materiali ARGENTO www.greggio.it MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:14 Pagina 4 detti ceselli, viene battuta delicatamente sino a riprodurre in bassorilievo il decoro iniziale; incisione: la superficie dell’oggetto viene incisa con una punta di acciaio che asportando parte dell’argento traccia il disegno desiderato; assemblaggio: le diverse parti che compongono il manufatto vengono saldate tra loro; pulimetatura: in questa fase l’oggetto viene pulito da tutti i residui lasciati con l’uso di spazzole speciali attaccate a un asse rotante; argentatura: il manufatto viene immerso in un bagno galvanico e ricoperto da uno strato di argento puro; lucidatura: tramite spazzole morbide e imbevute di apposite sostanze, l’argento assume il suo aspetto brillante e lunare. 5.4 Come riconoscere l’argento I titoli Innanzitutto per titolo si intende la percentuale minima d’argento puro contenuta nella lega metallica che compone l’oggetto. In virtù della bellezza e lucentezza di questo metallo prezioso, sin dai tempi antichi, è stato utilizzato per monete, posate, vasellame, monili e altro. I lingotti d’argento che sono in commercio hanno normalmente titolo 999/1000: la lega è quindi composta del 99,9 per cento d’argento puro. La maggior parte di gioielli e di oggetti per la casa hanno invece titolo 800, 835 e 925. Questi numeri indicano la percentuale minima di argento puro che, combinato con altri metalli, compone l’oggetto. In Italia, il titolo minimo della lega d’argento è di 800 millesimi mentre quello superiore è 925. I marchi È molto importante anche, ai fini dell’identificazione, che i titoli impressi sugli oggetti siano contenuti in un ovale. In ogni paese esiste una disciplina legale sui marchi che devono essere riportati sugli 66 materiali ARGENTO MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:14 Pagina 5 Da oggetti d’argento, a garanzia degli acquirenti. In Italia vige la legge del 30 gennaio 1968 che prevede un doppio punzone: l’ovale contenente il titolo e quello del produttore: un rettangolo in cui deve comparire una stella (simbolo della Repubblica), il numero e la provincia dell’argentiere. Poi la legge del 22 maggio 1999 ha introdotto un nuovo punzone per i casi in cui l’argento sia esterno e a copertura di altro materiale. Immaginiamo un coltello d’argento. Di solito la lama e l’interno del manico sono di acciaio. Quindi l’argento è limitato a una lamina esterna al manico. L’interno può anche essere riempito di resina o altro materiale. In questo caso il nuovo punzone, una lettera [R] racchiusa in un quadrato, ci indica che il manico è “riempito” di altro materiale non prezioso. Vicino alla R deve essere indicata la quantità d’argento minima e massima seguita dai grammi di argento presenti. Quindi [R] 3-5 g sta ad indicare che l’oggetto “riempito” ha da 3 a 5 grammi d’argento. Nulla vieta di aggiungere loghi o simboli dell’argentiere. Con il termine silverplate o sheffield si indicano invece gli oggetti in ottone nichelato argentati galvanicamente È ac nati gno usi p Ma l’acc stez tà e pote cons fran nel di st che 5.5 Come conservare l’argento I metodi “della nonna” Il metodo tra i più noti per pulire l’argento ossidato è quello del dentifricio. Bracciali, anelli, catenine, si strofinano con uno spazzolino e un po’ di comune dentifricio, si sciacquano con acqua tiepida e si asciugano poi con un panno morbido di cotone. O ancora, si può lasciare l’argenteria per un’ora in un bagno di latte acido, si sciacqua in acqua calda e si asciuga accuratamente. In caso di macchie nerastre si usa l’aceto di vino caldo, mentre le macchie di cibo vanno via istantaneamente con una pezza imbevuta di aceto. materiali ARGENTO 67 MM 6 argento 2a 29-09-2010 16:14 Pagina 6 Ottima per pulire l’argento è l’acqua di cottura degli spinaci. Si lascia riposare l’argenteria per un quarto d’ora circa e si asciuga poi con un panno di cotone. Molto importante è la conservazione dell’argento: non avvolgetelo né nella carta, né nella gomma, né tantomeno lasciatelo in sacchetti di plastica, si ossiderebbe molto facilmente. Invece è bene utilizzare sacchetti di tela o fogli di alluminio. I metodi tradizionali Premettendo che il modo migliore di salvaguardare la propria argenteria è quello di utilizzarla quotidianamente, esistono comunque alcuni accorgimenti che andrebbero osservati. Per ottenere la migliore lucidatura occorre in primo luogo lavare l’argento in saponata calda, poi dopo averlo asciugato per bene, si può lucidare con uno degli appositi prodotti sul mercato aiutandosi con un panno morbido (meglio una spugna o una pelle scamosciata) e strofinando non troppo energicamente e mai di traverso o in senso rotatorio. A questo punto lavatelo una seconda volta in saponata calda, sciacquatelo e infine asciugatelo per bene. Per lucidarlo è ottimo anche il bicarbonato di sodio o il bianco di Spagna addizionato con poche gocce di ammoniaca o di alcol, da stendere con un panno umido. Per pulire l’argento cesellato o lavorato a sbalzo esistono speciali e particolari spazzole. È importante proteggere l’argento dall’aria avvolgendo ogni singolo pezzo in un panno morbido (le custodie per le posate si acquistano belle e pronte) o in fogli di carta velina nera, se possibile trattati al nitrato d’argento (li troverete dagli argentieri e dagli orefici). Il consiglio più importante? Non abbiate paura di usare le poste d’argento anche tutti i giorni e poi lavatele tranquillamente in lavastoviglie. 68 materiali ARGENTO MM 2 tavola 69-70 2a 29-09-2010 Come apparecchiare 16:27 Pagina 1 Tutti a tavola! Il bon-ton nell’apparecchiatura della tavola non è un argomento d’altri tempi legato a usi desueti, tutt’altro. Una tavola arredata con gusto e stile è un dono che si fa ai propri ospiti, una modalità per esprimere la propria personalità, esattamente come gli abiti che indossiamo. È un dettaglio fondamentale quindi negli appuntamenti formali, ma non solo. Una maggiore attenzione all’apparecchiatura della tavola nel quotidiano è sintomatica di una attenzione alla qualità della vita, di un volersi bene, di cultura. Ma cosa significa apparecchiare una tavola con stile? Certamente oggi sono considerate glamour le cosiddette tavole destrutturate, ovvero realizzate mixando servizi differenti, utilizzando pezzi tradizionali per nuove funzioni e creando veri e propri paesaggi architettonici per differenti occasioni. Vi sono però alcune regole base che possono aiutarvi a realizzare un messa in scena elegante, armoniosa e di grande impatto. Iniziamo dalla tovaglia: se si vuole puntare su una sobria eleganza si può scegliere una tovaglia bianca, mentre, per creare atmosfere differenti, si può puntare su tessuti colorati purché poi vi si armonizzino i colori del servizio. Oggi vanno molto di moda i sottopiatti, da scegliere però solo se vi è spazio sufficiente in tavola (andrebbero calcolati circa 50 cm per commensale) che possono essere parte del servizio di piatti ma anche di colore contrastante o in argento: in questo caso vi abbineranno anche posate d’argento. Sul sottopiatto andrà messo il piatto della prima portata, sempre piano (i fondi si usano solo per le minestre o i cibi liquidi) ma oggi sono ammesse anche variazioni sul tema come ciotole e ciotoline. Alla destra del piatto vanno posti il coltello con la lama rivolta all’interno e il cucchiaio. materiali APPARECCHIARE LA TAVOLA 69 MM 2 tavola 69-70 2a 29-09-2010 16:27 Pagina 2 Le forchette vanno posizionate alla sinistra del piatto con questo ordine: forchetta da insalata, da pasto e poi da pesce. All’estrema sinistra va messo il tovagliolo (anche se c’è chi non disdegna di posizionarlo a destra o, nel caso non ci sia molto spazio, direttamente sul piatto). Sopra il piatto vanno le posate da dessert, la forchettina con l’impugnatura verso sinistra e il cucchiaino vero destra. Le posate da frutta andrebbero portate in tavola al momento di servirla. Sopra le posate di sinistra va sempre posizionato il piattino per il pane con il rispettivo coltellino. Sopra le posate di destra metteremo invece i bicchieri partendo da sinistra: prima quello dell’acqua, poi quello del vino e, in alto al centro tra i due, il bicchiere per lo spumante. I bicchieri per il vino possono essere due, uno per il rosso e uno per il bianco (in questo caso va messo prima quello per il rosso). Infine due regole base per il centro tavola: va disposto in tavola solo se c’è spazio e la sua altezza non deve essere eccessiva. Per quanto riguarda l’estetica si possono utilizzare fiori freschi non troppo profumati, mai i fiori di plastica, sì (purché belli e raffinati) i fiori di seta, magari creando composizioni con stecche di cannella, bambù, pietre colorate, agrumi disidratati... Le candele possono essere usate purché non troppo invasive e profumate (ad esempio possono risultare d’atmosfera quelle galleggianti). Come supporti si possono utilizzare anche pezzi del servizio, antiche zuppiere, centro tavola in argento. A questo punto tutto è pronto, non resta che rilassarsi e godersi il pranzo con gli ospiti. 70 materiali APPARECCHIARE LA TAVOLA Da È ac nati gno usi p Ma l’acc stez tà e pote cons fran nel di st che 71-73_M 4 glossario 2a GLOSSARIO 22-09-2010 10:19 Pagina 71 Le parole del vetro CANNA DA SOFFIO tubo di materiale ferroso, cavo, con il quale si attinge nel crogiolo del forno per togliere la parte di vetro fuso che verrà successivamente lavorato. FILIGRANA consiste nell’inserimento in una canna di vetro trasparente (cristallo) di un’anima colorata, spesso bianca, che risulta immersa, nella parte centrale, della canna. Questa è la base di tutta una serie di particolari lavorazioni, dal reticello allo zanfirico. Quando più canne vengono attorcigliate assieme si ottengono forme particolari che sembrano dei ricami all’interno del vetro. FORMA è il modello nel quale la massa vischiosa, sotto l’aspetto di pallina, viene insufflata per essere trasformata in vetro cavo. Questa forma è solitamente di legno e deve essere mantenuta umida. La forma può essere anche metallica, e il maggior costo è compensato dal maggior numero di pezzi che si possono produrre. INCALMO tecnica di accostamento di diversi colori di vetro saldati assieme a caldo, così da creare un unico pezzo soffiato con distinti colori. Solo alcuni colori possono essere uniti con questa tecnica, in quanto ogni colore ha proprie caratteristiche di raffreddamento che, ovviamente, debbono essere compatibili, altrimenti le tensioni diverse finirebbero per rompere l’oggetto creato. INCISIONE è la tecnica più pregiata di decorazione del vetro. L'incisione si effettua per mezzo di piccole rotelline di rame di diverso diametro. MESCOLA indica quella miscela fatta in base alla ricetta che stabilisce la quantità delle diverse materie prime necessarie per la produzione di un determinato tipo di vetro. È ovvio che ogni vetro, a seconda degli scopi cui è destinato, richiede una particolare ricetta e quindi una speciale mescola. MOLATURA è un’operazione con cui si toglie alla superficie dell’oggetto in vetro, con un determinato criterio, parte della sua massa con l’aiuto di mezzi meccanici. Gli attrezzi principali per l’esecuzione del processo di molatura sono dei dischi, che possono essere di ghisa o di materiali GLOSSARIO 71 71-73_M 4 glossario 2a 22-09-2010 10:19 Pagina 72 acciaio, di carborundum, di pietra arenaria, di legno o di sughero pressato, talvolta anche di feltro. Essi possono essere disposti sia verticalmente sia orizzontalmente, e sono dotati di un rapido movimento di rotazione intorno al proprio asse. MURRINA è un pezzo di canna tagliata. Di solito la si ottiene con l’accostamento di vari tipi di colori in pasta vetrosa accostati per formare il disegno voluto e portati a fusione. Il risultato è una lunga canna la cui sezione ha la forma e i colori voluti. Tagliata in dischi della lunghezza variabile (da pochi millimetri a 3-4 centimetri) la forma ottenuta è la murrina. L’accostamento di più murrine su una piastra permette la lavorazione della murrina stessa sia per la preparazione di vari oggetti, sia per la decorazione con l’attaccatura a caldo di oggetti più grandi. SABBIATURA è un sistema di decoro che si effettua nel modo seguente: le parti di vetro che non devono essere sabbiate vengono ricoperte da sagome di gomma; le parti scoperte rimangono colpite da minuscoli granellini insufflati con aria compressa, e in tal modo vengono opacizzate. Le parole della ceramica ARGILLA materia prima della ceramica, costituita da minerali di vari tipi, rientra nel gruppo delle rocce sedimentarie. BISCOTTO il termine indica un prodotto smaltato nel momento in cui non ha ancora nessun tipo di rivestimento, ma ha già subito una prima cottura ad alta temperatura. COMPOSIZIONE PORCELLANA è costituita da circa 50 parti di caolino, 25 di quarzo e 25 di feldspato, che vengono legate mediante un’adeguata lavorazione. II caolino è un’argilla bianca il cui nome ha origine cinese e significa “alta cresta” (con evidente derivazione dai luoghi d’origine). È l’elemento che conferisce la plasticità alla porcellana. II quarzo è un minerale di colore bianco latte, definito scientificamente ossido di silicio (SiO2), che viene aggiunto all’impasto sotto forma di macinato oppure di sabbia. II feldspato è un minerale che si pre- 72 materiali GLOSSARIO 71-73_M 4 glossario 2a 22-09-2010 10:19 Pagina 73 senta sotto vari colori: biancastro o giallognolo, verdognolo o rossastro. serve da fondente. Da È ac nati FORNACE struttura fabbricata per la cottura dei manufatti. Può essere strutturata con due camere separate, una per il combustibile e una per i manufatti da cuocere (camera di cottura) oppure con una camera sola, nella quale si inseriscono entrambi i prodotti. Del primo tipo se ne trovano svariate differenziazioni (fornace verticale oppure orizzontale). gno usi p Ma l’acc stez tà e pote MAIOLICA nome dato alla ceramica italiana con rivestimento a base di smalto stannifero, cotta a 950-1050°C. MASSA s’intende il prodotto, allo stato plastico o fluido, proveniente dall’impasto delle singole materie prime. cons fran nel di st che VETRINA rivestimento a base di silice ed ossidi di piombo od alcali (vetrine piombifere oppure alcaline) applicato sui prodotti solo essiccati (vetrine in monocottura) oppure sui biscotti (invetriate). La vetrina è trasparente e impermeabile. Può essere colorata aggiungendo ossidi metallici. Le parole dell’acciaio ACCIAIO è il nome dato ad una lega composta principalmente da ferro e carbonio. ACCIAIO INOX O ACCIAIO INOSSIDABILE è il nome dato correntemente agli acciai con un tenore di cromo indicativamente superiore al 13%, per la loro proprietà di non arrugginire se esposti all’aria e all’acqua: il cromo, ossidandosi a contatto con l’ossigeno, si trasforma in ossido di cromo (CrO2) che crea uno strato aderente e molto resistente, impedendo un’ulteriore ossidazione. ACCIAIO INOX 18/10 è composto da ferro, carbonio, 18% cromo (per la durezza) e 10% nichel (per la brillantezza una volta effettuato il processo di lucidatura). IMBUTITURA è un processo tecnologico attraverso il quale una lamiera viene deformata plasticamente ed assume una forma scatolare, cilindrica o a coppa. Consente di realizzare oggetti aventi profonde cavità come ad esempio pentole e altri contenitori. materiali GLOSSARIO 73 74_MM 1 glossario 2a 22-09-2010 10:20 Pagina 1 Da FORGIATURA è un processo di produzione industriale di trasformazione plastica di pezzi metallici a sezione varia, solitamente portati allo stato rovente in corrispondenza del cambiamento di forma del cristallo di ferro da alfa a gamma e lavorati quindi con ripetute scosse di un maglio, una pressa per forgiatura ecc. Una variante della forgiatura è la forgiatura a stampo, detta anche stampaggio. Consiste nella trasformazione di pezzi mediante una pressa, il cui utensile è costituito da due stampi che, oltre a malleare il metallo, imprimono una determinata geometria al pezzo lavorato. È ac nati gno usi p Ma l’acc stez tà e pote cons Le parole dell’argento fran nel ARGENTATURA è il metodo di elettrodeposizione galvanica dell’argento su un altro metallo. di st che CESELLATURA è la tecnica di lavorazione praticata mediante specifici strumenti, i ceselli, per ottenere motivi ornamentali a bassissimo rilievo. MARCHIO è l’ncisione a mezzo di un punzone del titolo della lega e del marchio di identificazione del produttore. La loro apposizione è obbligatoria per legge. MARTELLATURA è una tecnica di lavorazione consistente nel battere con un piccolo martello una superficie fino a conferirle la foggia e lo spessore desiderato. STERLING è il termine con cui viene indicato in Gran Bretagna e in altri paesi di tradizione anglosassone l’argento a titolo 925 millesimi. Si ringraziano per le immagini Akzo Nobel, Alessi, Arnolfo Di Cambio, Baccarat, Barazzoni, Bugatti, Ceramiche Virginia, Colle Vilca, Gino Cenedese, Greggio Argento, Iittala, Kosta Boda, Laboratorio Pesaro, Lagostina, Lladrò, Piral, RCR Cristalleria Italiana, Reichenbach Porzellanmanufaktur, Richard Ginori, TVS, Waterford. 74 materiali GLOSSARIO I professionisti del fiore al servizio delle aziende Per informazioni: Federfiori – Confcommercio Imprese per l’Italia Corso Vittorio Emanuele II, 74 27029 Vigevano (PV) Tel 038170800 Fax 038172110 Email federfi[email protected] Pubb Federfiori.indd 48 t-"MCP*OTFHOBOUJEFMMB4DVPMB'FEFSGJPSJ¼DPTUJUVJUPEBQSPGFTTJPOJTUJEFMMBSUFGMPSFBMFJODPOUJOVPBHHJPSOBNFOUPFEJOHSBEPEJGPSNBSF UFDOJDBNFOUFFQSPGFTTJPOBMNFOUFJGJPSJTUJJUBMJBOJ t.BMBQSPGFTTJPOBMJUµEFMM"MCP'FEFSGJPSJBTTJFNFBMUFBNEFJEJNPTUSBUPSJ FEFJGMPSBMEFTJHOFS¼JOHSBEPEJQPSUBSFMBSUFGMPSFBMFFMBEFDPSB[JPOF JOPHOJSFBMUµ%FDPSBSFMBDBTB¼VOBSUF%FDPSBSFMBUBWPMB¼VOBSUF BQQMJDBUBEJHSBOEFFGGFUUP t1FSDI¹OPOPSHBOJ[[BSFVOBTFSBUBTQFDJBMFBMMBRVBMFJOWJUBSFMFUVF DMJFOUJQFSSBDDPOUBSFMPSPMBSUFEFMMBEFDPSB[JPOFGMPSFBMF t6OBTFSBUBEJSFUUBEBVONBFTUSPGMPSFBMFEFMMBQJËQSFTUJHJPTBTDVPMB JUBMJBOBEJEFDPSB[JPOFGMPSFBMFEJSFUUBNFOUFOFMUVPOFHP[JPQFSNFUUFSFJO SJTBMUPJQSPEPUUJEFMMBUVBFTQPTJ[JPOF4BSµVOBTFSBUBGBOUBTUJDBDIFMBTDFSµ VOPUUJNPSJDPSEPFGBSµBVNFOUBSFMBGFEFMUµEFMQVCCMJDPt*MUFBN'FEFSGJPSJ¼JOHSBEPEJPGGSJSFBMMFTUJNFOUJQFSTPOBMJ[[BUJEJTIPXSPPNWFUSJOF FTUBOEGJFSJTUJDJUVUUPQFSSFOEFSFVOJDBMJNNBHJOFEFMMB[JFOEB 11-05-2010 23:26:27 MM 1 IV copertina 4a 29-09-2010 16:28 Pagina 1 Hanno partecipato ALESSI tel. 0323 868611 www.alessi.it AYNSLEY distribuito da Luigi Galli tel. 02 6691011 www.galliluigi.com BALLARINI tel. 0376 9901 www.ballarini.it BUGATTI tel. 030 89280 www.casabugatti.it DOMINO distribuito da Unitable tel. 02 9850961 www.unitable.it FADE tel. 0549 900255 www.fade.sm GREGGIO tel. 049 8686299 www.greggio.it LAGOSTINA tel. 800-014122 www.lagostina.it CRISTAL DE SEVRES distr. da Corrado Corradi tel. 02 5099421 www.corrado-corradi.it MONETA tel. 0721 9801 www.moneta.it ROYAL BONE CHINA distribuito da Livellara tel. 02 39322741 www.livellara.com NORITAKE distribuito da Luigi Galli tel. 02 6691011 www.galliluigi.com VILLEROY&BOCH 02 6558491 www.villeroy-boch.com RISOLÌ tel. 030 8925944 www.risoli.com WALD tel. 075 919621 www.wald.it ROGASKA CRISTALLO tel. 0521 538805 www.rogaskacristallo.it SAMBONET-ROSENTHAL tel. 0321 879711 www.rosenthal.de www.sambonet.it Promosso da casastile ART Arti della Tavola e del Regalo Corso Venezia, 47 20121 Milano telefono 02 7750254/5 fax 02 76013825 [email protected] www.art-tavolaregalo.it