La Mente: Il Campo Di Battaglia
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La Mente: Il Campo Di Battaglia
LA MENTE: IL CAMPO DI BATTAGLIA Come vincere i pensieri negativi e cambiare modo di pensare di Joyce Meyer FREEDOM 1 A meno che non sia diversamente indicato, tutte le citazioni delle Scritture del Vecchio Testamento sono state tratte dalla The Amplified Old Testament copyright ©1965, 1987 della Zondervan Corporation, Grand Rapids, Michigan. Utilizzata su concessione1. A meno che non sia diversamente indicato, tutte le citazioni delle Scritture del Nuovo Testamento sono state tratte dalla The Amplified New Testament copyright ©1958, 1987 della Lockman Foundation. Utilizzata su concessione1. Le citazioni indicate con la sigla N.D. sono tratte da La Nuova Diodati. Titolo Originale: Battlefield of the Mind: Winning the Battle in Your Mind. ISBN 0-89274-778-1 Copyright © 1995 by Joyce Meyer. Life in the Word, Inc. P.O.Box 655 Frenton, Missouri 63026 All rights reserved under International Copyright Law. Contents and/or cover may not be reproduced in whole or in part in any form without the express written consent of the Publisher. This edition published by arrangement with Warner Books, Inc., New York, New York, Usa. All rights reserved Traduzione: Daniela Pipe (need to add address) Revisione: Chiara Canciani Grafica: Daniel Wilson Tutti i diritti di riproduzione sono riservati. È pertanto vietata la conservazione in sistemi di reperimento dati e la riproduzione o la trasmissione in qualsiasi forma e mezzo (elettronico, meccanico, incluso fotocopie e registrazioni, ad eccezione di brevi citazioni in recensioni di stampa) senza il previo consenso dell’editore. Ulteriori copie di questo libro possono essere acquistate nelle librerie cristiane o dal nostro sito: www.editorefreedom.com dove troverete un elenco di tutti i nostri titoli ISBN Stampa 1 L’autrice utilizza questa versione della Bibbia che non esiste in italiano, perciò i riferimenti sono stati tradotti letteralmente.( n.d.e.). 2 DEDICA Vorrei dedicare La Mente: il Campo di Battaglia a mio figlio maggiore, David. So che la tua personalità è così simile alla mia che anche tu hai dovuto affrontare i tuoi problemi nel campo della mente. Ti vedo crescere continuamente e so che adesso stai sperimentando la vittoria che è frutto del rinnovamento della mente. Ti amo David e sono orgogliosa di te. Persevera! 3 4 INDICE Parte I: L’importanza della mente 1 2 3 4 5 6 7 Introduzione La mente è il campo di battaglia Una necessità vitale Non arrenderti! A poco a poco Sii positivo Spiriti che legano la mente Pensa a quello che pensi 9 11 21 25 29 33 43 47 Parte II: Le condizioni della mente Introduzione 8 Quando la mente è normale? 9 Una mente errante ed incerta 10 Una mente confusa 11 Una mente dubbiosa ed incredula 12 Una mente ansiosa e preoccupata 13 Una mente sospettosa, che giudica e critica 14 Una mente passiva 15 La mente di Cristo 57 59 65 71 79 91 103 117 125 Parte III: Le mentalità da deserto Introduzione 149 16 “Il mio futuro è determinato dal mio passato e dal mio presente.” 153 17 “Qualcuno lo faccia per me; non voglio responsabilità.... 159 18 “Rendi tutto facile; non ce la faccio se è troppo difficile!”167 19 “Non posso farci niente - sono abituato a brontolare, criticare e lamentarmi.” 173 20 “Non mi fare aspettare; merito tutto immediatamente.” 181 21 “Forse il mio comportamento è sbagliato ma non è colpa mia!” 189 22 “La mia vita è così triste e infelice che mi faccio pena.” 197 23 “Non merito le benedizioni di Dio perché non ne sono degno.” 203 24 “Perché non dovrei essere geloso e invidioso quando gli altri sono in una situazione migliore della mia?” 211 25 “O faccio a modo mio o niente.” 219 5 6 Parte 1: L’importanza della mente 7 8 Introduzione Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto). 2 Corinzi 10:4,5 Come possiamo esprimere sufficientemente l’importanza dei nostri pensieri allo scopo di comunicare il vero significato di Proverbi 23,7: Come pensa nel suo cuore, così è...? Più servo il Signore e studio la Sua Parola, più mi rendo conto dell’importanza dei pensieri e delle parole, e mi accorgo che lo Spirito Santo mi guida costantemente ad approfondire questo argomento. Ho già detto, e ne sono fermamente convinta, che finché viviamo abbiamo bisogno di studiare il campo della mente e delle parole. Non importa quanto già sappiamo su questo argomento: ci sono sempre cose nuove da imparare, o quanto meno si deve continuamente far memoria di cose imparate in precedenza. Che cosa significa veramente Proverbi 23:7? La versione Nuova Diodati dice: ...Come [un uomo] pensa nel suo cuore, così è.... Un’altra traduzione dice: ‘Come un uomo pensa nel suo cuore, così diventa.’ La mente è la guida ed il precursore di tutte le azioni. Romani 8:5 spiega che quelli infatti che vivono secondo la carne e sono guidati dai suoi empi desideri, pensano e perseguono le cose che gratificano la carne, ma quelli che vivono secondo lo Spirito e sono guidati dai desideri dello Spirito, cercano e si concentrano sulle cose dello Spirito [Santo]. 9 Le nostre azioni sono il risultato immediato dei nostri pensieri. Se abbiamo una mente negativa, avremo una vita negativa. Se, al contrario, rinnoviamo la nostra mente secondo la parola di Dio, come ci promette Romani 12:2 faremo esperienza “della perfetta volontà di Dio nella nostra vita, di ciò che è buono e a Lui gradito.” Ho suddiviso questo libro in tre parti, la prima delle quali tratta dell’importanza dei pensieri. Desidero che tu capisca veramente e in maniera definitiva che devi iniziare a “pensare a quello che pensi”. I problemi di tante persone affondano le radici in modi scorretti di pensare che, in realtà, sono la causa dei loro stessi problemi. Satana offre a tutte le persone modi sbagliati di pensare, ma noi non dobbiamo accettare la sua offerta. Impara, dunque, a riflettere su quali modi di pensare sono graditi allo Spirito Santo e quali non lo sono. 2 Corinzi 10:4,5 ci esorta a conoscere la Parola di Dio talmente bene da poter confrontare i nostri pensieri con quelli di Dio ed essere in grado di rigettare ed abbattere qualsiasi pensiero che impedisce la conoscenza della Parola di Dio, sottomettendolo a Gesù Cristo. Prego che questo libro ti aiuti a riuscirci. La mente è il campo di battaglia. È di vitale importanza conformare i nostri pensieri a quelli di Dio, ma questo è un processo lungo che richiede impegno. Non arrenderti mai, perché a poco a poco sarai trasformato. Più cambi la tua mente in meglio, più la tua vita migliorerà e quando inizierai a scorgere nei tuoi pensieri il piano di Dio, allora comincerai a viverlo. 10 Capitolo 1 La mente è il campo di battaglia Poiché non combattiamo contro carne e sangue [non lottiamo solo contro avversari fisici], ma contro i principati e le potestà, contro [spiriti esperti] i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male delle regioni celesti (soprannaturali). Efesini 6:12 Da questo passo delle Scritture si evince che siamo in guerra. Analizzando attentamente questo verso, ci rendiamo anche conto che la nostra guerra non è contro altri esseri umani ma contro il diavolo e i suoi demoni. Il nostro nemico, Satana, tenta di sconfiggerci con strategie e inganni, attraverso piani accurati e stratagemmi premeditati. Il diavolo è bugiardo. Gesù lo chiamò bugiardo e padre della menzogna (Giovanni 8:44). Egli mente, dicendoci cose di noi stessi, di persone e circostanze che non sono vere; tuttavia, non ci racconta la bugia nella sua interezza. Inizia infatti col bombardare la nostra mente con un insieme, accuratamente ideato, di pensieri martellanti, di sospetti, di dubbi, di paure, di vaneggiamenti, di ragionamenti e di teorie. Si muove lentamente e con cautela (poiché ci vuole tempo per pianificare bene). Ricordiamoci che egli, dopo averci esaminati a lungo, pianifica una strategia di guerra. Conosce i nostri gusti, le nostre insicurezze, debolezze e paure. Sa cosa ci dà fastidio più di qualunque altra cosa. Per sconfiggerci è pronto ad investire tutto il tempo necessario, la pazienza, infatti è la sua forza. 11 Abbattere le fortezze Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto). 2 Corinzi 10:4,5 Satana tenta di creare delle fortezze nella nostra mente attraverso strategie accurate e abili inganni. La fortezza non è altro che un'area in cui ci troviamo legati (come se fossimo in prigione) a causa di un certo modo di pensare. In questo passo, l’apostolo Paolo ci assicura che possediamo già le armi di cui abbiamo bisogno per abbattere le roccaforti di Satana. Tuttavia, parleremo di queste armi in un secondo momento, per adesso, concentriamo ancora una volta la nostra attenzione sul fatto che siamo in guerra, o, meglio, in un combattimento spirituale. Il versetto cinque ci mostra chiaramente il campo in cui si svolge la battaglia. Il medesimo verso tratto da The Amplified Bible suggerisce che dobbiamo prendere queste armi e rifiutare qualsiasi argomentazione. Il diavolo, attraverso la nostra mente, entra in discussione con noi, offrendoci teorie e ragionamenti. La mente è il campo di battaglia. Riassunto della situazione Finora, pertanto, abbiamo visto che: 1. Siamo coinvolti in una guerra. 2 Il nostro nemico è Satana. 3 La mente è il campo di battaglia. 12 4 Il diavolo lavora diligentemente per costruire fortezze nella nostra mente. 5. Il nemico agisce per mezzo di strategie e inganni (mediante piani accurati e stratagemmi premeditati). 6. Il diavolo non ha fretta, ma si prende tutto il tempo necessario per realizzare i suoi piani. Adesso esaminiamo meglio i suoi piani attraverso un esempio pratico. Il punto di vista di Mary Mary e suo marito John non vivono un matrimonio felice. Litigano continuamente, sono sempre arrabbiati, amareggiati e pieni di risentimento. I loro due bambini soffrono dei problemi familiari a tal punto che sia il loro comportamento che il loro rendimento scolastico ne risentono. Uno dei bambini, inoltre, ha anche dei problemi di stomaco a causa del nervosismo. Il problema di Mary sta nel non permettere a John di essere il capo famiglia. Lei è prepotente, vuole prendere tutte le decisioni, amministrare i soldi ed educare i bambini. Vuole lavorare per essere indipendente finanziariamente, è autonoma, sfacciata, esigente ed assillante. In questo momento potresti pensare: “Conosco la soluzione: Mary ha bisogno di Gesù!” Invece già Lo conosce! Lei ha accettato Gesù come Salvatore della sua vita da cinque anni, tre anni dopo essersi sposata. “Vuoi dire che non c’è stato un cambiamento in Mary da quando ha riconosciuto Gesù come suo Salvatore?” Sì, c’è stato un cambiamento. Mary crede che andrà in paradiso, nonostante i suoi comportamenti negativi la facciano sentire costantemente in colpa. Adesso ha trovato la speranza. Prima che 13 incontrasse Gesù era sempre infelice e senza speranza; ora invece è solo infelice. Mary sa bene che il suo atteggiamento è sbagliato e vuole cambiare. Ha provato un paio di terapie e in ogni preghiera chiede a Dio di poter vincere la rabbia, la ribellione, la mancanza di perdono, il risentimento e l’amarezza. Perché dunque non ha visto nessun miglioramento? La risposta è in Romani 12,2: Non conformatevi a questo mondo (questo secolo) [modellato e adattato a costumi esterni e superficiali], ma trasformatevi (cambiate) rinnovando [completamente] la vostra mente [con nuovi ideali e atteggiamenti], per poter provare [personalmente] quale sia la perfetta volontà di Dio, buona e a Lui gradita, e ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto [agli occhi di Dio per voi]. Mary ha delle fortezze nella mente, le ha avute per anni e non riesce nemmeno a capire come si siano formate. Sa bene che non dovrebbe essere ribelle, prepotente ed assillante, ma non sa cosa fare per cambiare il suo carattere. Sembra che Mary, in certe situazioni, reagisca in maniera del tutto inadeguata perché non riesce a controllare le sue azioni. Mary non riesce a controllare le sue azioni perché non riesce a controllare i suoi pensieri, e non riesce a controllare i suoi pensieri perché ci sono fortezze nella sua mente che il diavolo ha costruito ormai da tempo. Satana, infatti, lavora mediante piani accurati, intesse i suoi inganni premeditandoli durante la nostra infanzia. Nel caso di Mary, i problemi sono iniziati molto tempo prima, quando era bambina. Mary aveva avuto un padre estremamente autoritario che spesso la sculacciava solo perché era di cattivo umore. Non appena faceva un errore lui sfogava la sua rabbia su di lei. Per anni soffrì impotente tutte le volte che il padre maltrattava sia lei che sua madre, mancando loro di rispetto. Al contrario, il fratello di Mary non sbagliava mai, era sempre il favorito semplicemente perché era un maschio. Già all’età di sedici anni Satana le aveva fatto il lavaggio del cervello dicendole bugie del tipo: “Gli uomini si sentono sempre superiori. 14 Sono tutti uguali, non ti puoi fidare di loro, ti feriranno e approfitteranno di te. Se fossi un uomo avresti la vita facile, potresti fare quello che vorresti, dando ordini, comandando, trattando la gente come ti pare e nessuno (soprattutto né moglie né figli) potrebbe impedirtelo. Di conseguenza, Mary decise che quando sarebbe andata via di casa, nessuno l’avrebbe più potuta comandare! Satana le aveva dichiarato guerra nel campo di battaglia della sua mente. Prova a ripetere questi pensieri continuamente, centomila o più volte per dieci anni e prova a vedere se poi sei pronta a sposarti e a diventare una moglie dolce, sottomessa e adorabile. Anche se per miracolo vorresti esserlo, non sapresti nemmeno come fare. Questa è la confusione in cui oggi si trova Mary. Che può fare? Come può cambiare questa situazione? Le armi della Parola ...Se dimorate nella mia parola [se rimanete fedeli ai miei insegnamenti e li mettete in pratica], sarete veramente miei discepoli, conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi. Giovanni 8:31,32 In questo passo Gesù ci dice come dobbiamo riuscire ad ottenere la vittoria sulle bugie di Satana. Prima di tutto dobbiamo conoscere la Verità di Dio in noi, rinnovare la nostra mente con la Sua Parola e poi usare le armi specificate in 2 Corinzi 10:4,5 per abbattere le fortezze ed ogni cosa altezzosa ed orgogliosa che si alza contro la conoscenza di Dio. Queste “armi” sono costituite dalla Parola di Dio che riceviamo tramite predicazioni, insegnamenti, libri, CD, seminari e lo studio personale della Bibbia. Ma dobbiamo dimorare con perseveranza nella Parola finché diventi rivelazione dello Spirito Santo. La perseveranza è importante. In Marco 4:24 Gesù dice: “Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi [il pensiero e lo studio che dedicate alla verità che ascoltate, ritornerà a voi in termini di virtù e conoscenza]”. Ripeto, dobbiamo usare continuamente le armi della Parola. 15 Altre due armi spirituali a nostra disposizione sono la lode e la preghiera. La lode sconfigge il diavolo più velocemente di qualsiasi altro piano di battaglia, ma la lode dev’essere sincera, deve nascere dal cuore e non semplicemente dalle labbra o da un metodo che si prova per vedere se funziona. La lode e la preghiera sono a loro volta legate alla Parola. Noi glorifichiamo Dio secondo la Sua Parola e la Sua bontà. La preghiera ci mette in relazione con la Trinità, consiste nel chiedere aiuto a Dio o nel parlarGli di qualcosa che ci preoccupa. Se vuoi avere successo nella vita di preghiera, devi sviluppare una buona relazione personale con il Padre. Devi essere consapevole che ti ama, che è misericordioso e che ti aiuterà. Impara a conoscere Gesù; Lui ti è amico ed è morto per te. Impara a conoscere lo Spirito Santo che è sempre Colui che ti assiste. Lasciati aiutare da Lui. Incomincia ad usare la Parola di Dio nelle tue preghiere. La Parola di Dio e i nostri bisogni sono alla base del nostro incontro con Dio. Pertanto la Parola, e i Suoi molteplici usi, sono la nostra arma. Come ci dice San Paolo in 2 Corinzi, le nostre armi non sono fisiche bensì spirituali. Abbiamo bisogno di armi spirituali per combattere potenze demoniache, e il diavolo stesso. Persino Gesù nel deserto ha usato la Parola come arma per sconfiggere il nemico (Luca 4:113). Ogni volta che il diavolo mentiva, Gesù rispondeva “sta scritto”, citando proprio la Parola. Man mano che Mary imparerà ad usare le armi inizierà ad abbattere le fortezze che sono state costruite nella sua mente. Conoscerà la verità che la renderà libera. Capirà che non tutti gli uomini sono come suo padre, alcuni si, ma non tutti. Non lo è certo suo marito John, che la ama tantissimo. Il punto di vista di John L’altra parte della storia riguarda John. Anche lui ha dei problemi che sono determinanti sulla situazione matrimoniale e familiare in cui lui e Mary si trovano. 16 John dovrebbe assumere la sua posizione di capo di famiglia. Dio desidera che lui sia il sacerdote della sua casa. Come Mary, anche lui è rinato (nello spirito) ed è consapevole del ruolo che dovrebbe occupare in famiglia. Sa che non dovrebbe permettere alla moglie di comandarlo, di gestire la casa, le finanze ed i bambini. Ma nonostante lo sappia, non fa nulla per cambiare le cose, si sente sconfitto e reagisce rifugiandosi nella televisione e nello sport. John sfugge alle proprie responsabilità perché odia confrontarsi. Preferisce avere un atteggiamento passivo e pensare: “Se lascio perdere forse tutto si risolverà da sé” Oppure giustifica la sua passività dicendo: “Pregherò per questa situazione.” Naturalmente la preghiera è importante, ma non deve essere usata come mezzo per evitare le responsabilità. Adesso chiarirò cosa intendo dire quando dico che John a casa dovrebbe assumere il ruolo assegnatogli da Dio. Non dico che dovrebbe comportarsi da “macho”, affermando la sua autorità con ira. Efesini 5:25 ci insegna che un uomo dovrebbe amare la propria moglie come Gesù ha amato la Sua Chiesa. John dovrebbe assumersi le sue responsabilità e, con queste, anche l’autorità. Dovrebbe essere deciso con la moglie, affettuoso ma determinato. Dovrebbe rassicurare Mary che nonostante da bambina sia stata ferita, abbandonandosi con fiducia a Dio, capirà che non tutti gli uomini sono come suo padre. John dovrebbe fare molte cose ma, come Mary, anche lui, con il suo modo di pensare, apre la porta al demonio il quale lo tiene sottomesso. Anche nella mente di John c’è una battaglia. Come Mary, da bambino subì delle violenze verbali. Sua madre, una donna dal temperamento autoritario, aveva una lingua tagliente e spesso gli diceva cose che lo ferivano, come per esempio: “ John sei un disastro, non riuscirai mai”. John si sforzava di farle piacere perché cercava la sua approvazione (come del resto tutti i bambini), ma più ci provava, più falliva. Era molto impacciato e la madre non faceva altro che ripetergli che era goffo. Di conseguenza, lui faceva continuamente cadere le cose 17 perché, nel tentativo di piacere alla madre, s’innervosiva e sbagliava. Purtroppo, era stato anche rifiutato dai bambini con i quali avrebbe desiderato fare amicizia. Questo genere di cose capitano a tutti nella vita, ma nel caso di John lo distrussero, perché lui era stato già rifiutato dalla madre. Inoltre, nei primi anni di scuola superiore era stato anche respinto da una ragazza, di cui era tanto innamorato. Una volta che tutte queste cose si erano accumulate nella vita di John e il diavolo aveva agito su di lui, costruendo per anni fortezze nella sua mente, John finì per essere una persona silenziosa, timida e riservata. Così, John è una persona semplice che preferisce passare inosservato. Da anni i suoi pensieri sono simili al seguente: ”Non ha senso dire agli altri quello che pensi, non ascolterebbero comunque. Se vuoi che le persone ti accettino devi fare quello che vogliono loro”. Quelle poche volte in cui aveva provato a farsi valere in qualcosa, aveva finito col perdere, così era arrivato alla conclusione che non vale la pena confrontarsi. “Alla fine non faccio altro che perdere”, diceva fra sé e sé, “quindi, perché provarci?” Qual’è la risposta? Lo Spirito del Signore [è] su di Me, perché Mi ha consacrato [come l’Unto, il Messia] per annunziare ai poveri il lieto messaggio (Il Vangelo); per proclamare ai prigionieri la liberazione, ridare la vista ai ciechi, rimettere in libertà gli oppressi [coloro che sono oppressi, feriti, schiacciati, abbattuti da tragedie], a proclamare l’anno di grazia del Signore [l’anno in cui la salvezza e i favori gratuiti di Dio abbonderanno copiosamente]. Luca 4:18,19 18 Non è difficile provare ad immaginare la vita familiare di John e Mary con tutti i loro problemi. Ricorda, ho detto che c’erano molte liti, ma questo non significa che il conflitto era sempre una guerra aperta. Al contrario, molte volte il conflitto è come una rabbia latente di cui tutti sono consapevoli in casa, ma nessuno l’affronta. L’atmosfera in famiglia è terribile e il diavolo ne gioisce! Che cosa ne sarà di John, Mary e i loro bambini? Ce la faranno? Sono cristiani e sarebbe un peccato vedere il fallimento del loro matrimonio e la rovina della loro famiglia. Eppure, la decisione spetta a loro. Giovanni 8:31,32 è un passo chiave per la loro decisione. Se continueranno a studiare la Parola di Dio, conosceranno la Verità e agendo secondo Verità saranno liberati. Ma ognuno di loro deve affrontare la verità su se stesso e il proprio passato, così come gli è rivelata da Dio. La Verità è sempre rivelata dalla Parola; purtroppo però non sempre riusciamo a capirla. È doloroso confrontarsi con i propri errori. In genere, si tende a giustificare i cattivi comportamenti, permettendo al proprio passato e al modo in cui si è cresciuti di avere un’influenza negativa sulla propria vita. Il nostro passato ci fa capire perché stiamo soffrendo, ma non dobbiamo usarlo come scusa per rimanere legati. Nessuno può giustificarsi, Gesù infatti è sempre pronto a realizzare la Sua promessa e a liberare “i prigionieri”. Ci accompagnerà al traguardo della vittoria in qualsiasi campo, purché siamo disposti a camminare con Lui fino alla fine. La via di uscita Poiché nessuna tentazione (nessuna prova che induce al peccato, non importa da dove viene e dov’è diretta) vi ha sorpresi se non umana [cioè non avete avuto nessuna tentazione o prova che va al di là della sopportazione umana, che non sia adeguata, adattata e appartenga all’esperienza umana, e tale da essere sopportabile all’uomo]. Ma Dio è fedele [alla Sua Parola e alla Sua natura misericordiosa], ed Egli [ci si può fidare] non permetterà che siate tentati e provati oltre le vostre forze e la vostra capacità di sopportazione, ma con la 19 tentazione vi darà [sempre] anche la via d’uscita (i mezzi per rifugiarvi al sicuro), affinché possiate avere la capacità, la forza e il potere di sopportarla pazientemente. 1 Corinzi 10:13 Spero che da questa storia, presa come esempio, tu possa vedere come Satana usi le nostre circostanze per costruire fortezze nella nostra vita e come dichiari guerra nel campo di battaglia della nostra mente. Ma grazie a Dio, noi possediamo le armi per abbattere le fortezze. Dio non ci abbandona, non ci lascia senza aiuto. La prima lettera ai Corinzi nei versetti 10:13 ci promette che Dio non permetterà che siamo tentati più di quanto possiamo sopportare, ma ci darà la soluzione, la via d’uscita ad ogni tentazione. Chiunque si può identificare in Mary e John. Sono certa che la maggior parte di noi può rivedersi in questa situazione. I loro problemi sono interiori, nei loro pensieri e atteggiamenti, e il loro comportamento esterno è solo il risultato della loro vita interiore. Satana sa bene che se può controllare i nostri pensieri, può anche gestire le nostre azioni. Potrebbero esserci delle fortezze enormi nella tua vita che hanno bisogno di essere demolite. Lascia che ti incoraggi col dirti che Dio è dalla tua parte. C’è una guerra in corso e la tua mente è il campo di battaglia. Ma la buona notizia è che Dio combatte al tuo fianco. 20 Capitolo 2 Una Necessità Vitale Come pensa nel suo animo, cosi è… Proverbi 23:7 Questo passo delle Scritture ci fa capire quanto sia importante pensare positivamente. I pensieri infatti hanno un certo potere che, secondo l’autore del libro dei Proverbi, è potere creativo. Se i nostri pensieri influenzano il nostro modo di essere è quindi di fondamentale importanza pensare correttamente. É necessario allora allineare il nostro modo di pensare con quello di Dio. Non possiamo avere una vita positiva e una mente negativa. La mente della carne contro la mente dello spirito Quelli infatti che vivono secondo la carne e sono dominati dai suoi empi desideri, pensano e perseguono le cose che gratificano la carne, ma quelli che vivono secondo lo Spirito e sono guidati dai desideri dello spirito cercano e si concentrano sulle cose che soddisfano lo Spirito [Santo]. Romani 8:5 Nella versione della Bibbia King James all’ottavo capitolo della lettera ai Romani leggiamo che se “ci preoccupiamo” delle cose della carne vivremo secondo la carne; ma se “ci preoccupiamo” delle cose dello Spirito, vivremo secondo lo Spirito. In altre parole, se abbiamo pensieri carnali, sbagliati e negativi non possiamo vivere secondo lo Spirito. È come se un modo nuovo di pensare, simile a quello di Dio, sia una necessità vitale per una vita cristiana di successo. 21 Ci sono momenti in cui trascuriamo certe cose perché ne sottovalutiamo l’importanza, ma quando poi ci rendiamo conto che tralasciandole ci procureranno dei problemi, le rivalutiamo e ce ne occupiamo. Supponiamo per esempio che la banca ci contatti per informarci che abbiamo uno debito di 500 euro. Immediatamente, ci occupiamo del problema. Probabilmente scopriamo che abbiamo dimenticato di fare un versamento che invece credevamo di aver effettuato. Così andiamo di corsa in banca a saldare il conto per evitare ulteriori complicazioni. Con un processo molto simile dovremmo rinnovare la nostra mente. La nostra vita, infatti, potrebbe essere in uno stato di disordine poiché per anni abbiamo pensato in maniera errata. Se così fosse, è importante rendersi conto che le cose non si risolveranno finché non mettiamo a posto la nostra mente. Questo è un processo di fondamentale importanza. Considera seriamente di abbattere le fortezze che Satana ha costruito nella tua mente. Usa le armi della Parola, della lode e della preghiera. Per lo Spirito …Non per forza ne per potenza, ma per il Mio Spirito, dice il Signore degli eserciti. Zaccaria 4:6 Il modo migliore per ottenere la libertà è chiedere aiuto a Dio, e chiederlo spesso. La preghiera (petizione) è una delle armi a tua disposizione. Non puoi superare la tua situazione solo con la determinazione. La determinazione è necessaria, ma solo se è determinazione nello Spirito Santo, non nello sforzo della carne. Lo Spirito Santo è il tuo aiuto; cercaLo e confida in Lui, non puoi farcela da solo. 22 Una necessità vitale Per il credente pensare in modo giusto è una necessità vitale, qualcosa di così importante di cui non si può fare a meno. Come per esempio sono vitali il battito del cuore o la pressione del sangue, senza i quali non ci sarebbe vita. Alcuni anni fa il Signore mi convinse di questa verità, cioè di quanto sia necessaria un'amicizia personale con Lui, basata sulla preghiera e sulla Parola. Fino ad allora mi era molto difficile, finché Egli mi mostrò che è una necessità vitale. Così come la mia vita fisica dipende dai parametri vitali, la mia vita spirituale dipende dal trascorrere costantemente tempo prezioso con Dio. Quando ho capito che la Sua compagnia era indispensabile, l’ho messa al primo posto nella mia vita. Allo stesso modo, quando ho capito che un giusto modo di pensare è fondamentale per una vita vittoriosa, sono diventata molto più seria nel riflettere su quello che penso e ho iniziato a scegliere i miei pensieri molto più attentamente. Come pensi così sei Se prendi un albero buono (in buona salute) anche il suo frutto sarà buono, se prendi un albero marcio (cattivo e malato) anche il suo frutto sarà marcio; dal frutto infatti si riconosce l’albero. Matteo 12:33 La Bibbia dice che l’albero si riconosce dal frutto. Lo stesso vale per la nostra vita: i pensieri portano frutto. Se hai pensieri buoni, i frutti nella tua vita saranno buoni. Se hai pensieri cattivi, i frutti nella tua vita saranno cattivi. Infatti, osservando l’atteggiamento di una persona possiamo intuire che tipo di pensieri prevalgono nella sua vita. Come una persona dolce e gentile non ha pensieri cattivi e di vendetta; allo stesso modo, una persona cattiva non ha pensieri buoni e affettuosi. 23 Ricorda Proverbi 23:7 e lascia che questa parola trasformi la tua vita: come pensi nel tuo animo così sei. 24 Capitolo 3 Non Arrenderti E non scoraggiamoci, né stanchiamoci di agire correttamente e di fare il bene perché a suo tempo e nella stagione giusta mieteremo, se non ci perdiamo di coraggio e non desistiamo. Galati 6:9 Per quanto sia difficile la condizione in cui ti trovi, non arrenderti! Riconquista i territori che ti sono stati rubati dal diavolo. Se necessario, riconquistali centimetro per centimetro, confidando nella grazia di Dio e non nelle tue forze. In Galati 6:9 l’apostolo Paolo ci incoraggia a perseverare! Non lasciatevi scoraggiare! Non abbiate il “vecchio spirito arrendevole”. Dio cerca persone, che con Lui, sono pronte ad andare fino in fondo. Attraversa Se dovrai attraversare le acque sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti brucerai o scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare. Isaia 43:2 Qualsiasi cosa stai affrontando nella tua vita in questo momento, ti esorto a superarla, senza arrenderti! Nel libro di Abacuc 3:19 leggiamo che avremo piedi di gazzelle (la gazzella è un animale che scala le montagne agilmente) per camminare [non immobilizzarci nel terrore, ma camminare] e avanzare [spiritualmente] sulle alture [dei problemi, della sofferenza o della responsabilità]! Dio ci aiuta a progredire spiritualmente standoci vicini, fortificandoci e incoraggiandoci a perseverare nei momenti difficili. 25 È facile arrendersi, per perseverare, invece, ci vuole fede. La scelta è tua. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita tu e la tua discendenza. Deuteronomio 30:19 Ogni giorno ci si presentano migliaia e migliaia di pensieri, la mente ha bisogno di rinnovarsi per seguire lo Spirito e non la carne. La nostra mente carnale (influenzata dal mondo) ha agito liberamente per così tanto tempo che non è per niente difficile circondarsi di pensieri negativi. Dobbiamo, dunque, scegliere deliberatamente di pensare positivamente e, una volta deciso di avere una mente simile a quella di Dio, dobbiamo costantemente scegliere di scegliere i pensieri giusti. Quando iniziamo a percepire che la battaglia della mente si fa difficile e abbiamo l’impressione di non farcela, dobbiamo essere in grado di rigettare quei pensieri e scegliere di pensare che ci riusciremo! Non solo dobbiamo convincerci che ce la faremo ma dobbiamo anche decidere di non arrenderci. Non appena siamo bombardati da dubbi e paure, dobbiamo fermarci e ripetere a noi stessi: “Non mi arrenderò mai! Dio è al mio fianco, mi ama e mi aiuta!” Nella vita avremo tante decisioni da prendere. In Deuteronomio 30:19 il Signore dice al Suo popolo che gli aveva posto dinanzi la morte e la vita e lo esortava a scegliere la vita. E in Proverbi 18:21 leggiamo che “morte e vita sono in potere della lingua e chi ad esse si abbandona ne mangerà il frutto...” Poiché i pensieri si concretizzano nelle parole è di vitale importanza scegliere pensieri che generano vita; se così faremo le parole giuste seguiranno. 26 Non arrenderti! Quando la battaglia ti sembra interminabile e hai la sensazione di non farcela, devi ricordarti che stai riprogrammando, sul modello della mente divina, una mente che è molto carnale e influenzata dal mondo. Impossibile? No! Difficile? Sì! Ma ricorda che Dio è dalla tua parte. Credo che Lui sia il miglior “programmatore di computer” che esista (la tua mente è come un computer che ha accumulato una vita di spazzatura). Dio sta lavorando su di te con costanza, o meglio Lui lo fa se è stato invitato ad avere controllo sui tuoi pensieri. Sta riprogrammando la tua mente, devi solo collaborare e non arrenderti! Ci vorrà tempo e non sarà facile, ma se scegli il Suo modo di pensare sei sicuramente nella giusta direzione. Dopotutto, dobbiamo usare il tempo in qualche modo; perché, dunque, non scegliere di usarlo per andare avanti, anziché rimanere nella confusione per il resto della nostra vita. Voltati e prendi possesso! Il Signore nostro Dio ci disse sull’Oreb: “Avete dimorato troppo a lungo su questa montagna. Voltatevi, riprendete il vostro viaggio e andate verso le montagne degli Amorrei ... Ecco, vi ho posto il paese dinanzi, entrate e prendete in possesso il paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe e ai loro discendenti dopo di loro”. Deuteronomio 1: 6-8 In Deuteronomio 1:2 Mosè fa notare agli Israeliti che era un viaggio di soli undici giorni, quello fino alla frontiera di Canaan (la Terra Promessa), eppure loro impiegarono quarant’anni. Nel verso 6 disse loro: “Il Signore Dio dice: “avete dimorato troppo a lungo su questa montagna””. 27 E tu, hai dimorato abbastanza sulla stessa montagna? Hai impiegato quarant’anni a fare un viaggio di undici giorni? Nella vita, mi sono dovuta svegliare e rendermi conto che non stavo concludendo nulla. Ero una cristiana senza vittoria. Come Mary e John, anch’io avevo una mentalità sbagliata e tante fortezze che erano state costruite negli anni. Il diavolo mi aveva mentito e io gli avevo creduto, vivendo così nell’inganno. Ero rimasta troppo a lungo sulla stessa montagna. Avevo impiegato quarant’anni a fare un viaggio che sarebbe potuto essere molto più breve se solo avessi saputo la verità sulla Parola di Dio. Dio mi mostrò che gli Israeliti erano rimasti nel deserto perché avevano una “mentalità da deserto“, un modo di pensare sbagliato che li aveva tenuti schiavi. Tuttavia, affronteremo questo argomento in un altro capitolo, per adesso lascia che ti esorti a prendere la ferma decisione di rinnovare la tua mente e di scegliere con cura i tuoi pensieri. Deciditi a non desistere o arrenderti fin quando avrai la vittoria completa e avrai preso possesso dell’eredità che ti spetta. 28 Capitolo 4 A poco a poco Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco quelle nazioni dinanzi a te, tu non le potrai distruggere velocemente, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicheranno tra di voi. Deuteronomio 7:22 Il rinnovamento della mente avviene a poco a poco, non c’è da scoraggiarsi se si progredisce lentamente. Proprio prima che gli Israeliti entrassero nella Terra Promessa, il Signore disse loro che avrebbe mandato via i nemici dinanzi a loro a poco a poco, per timore che “le bestie selvatiche aumentassero tra di loro”. Personalmente, credo che la “bestia“ sia l’orgoglio, quell’orgoglio che ci consumerebbe se ricevessimo troppa libertà, troppo in fretta. È meglio essere liberati gradualmente, in questo modo apprezziamo di più la libertà e la consideriamo un dono di Dio, piuttosto che qualcosa che possiamo conquistarci da soli. La sofferenza precede la liberazione E dopo una breve sofferenza, il Dio di ogni grazia [che concede ogni benedizione e favore] il quale vi ha chiamati alla Sua gloria eterna in Cristo Gesù, Egli stesso vi completerà secondo il Suo piano, vi confermerà saldi, dandovi forza e stabilità. 1 Pietro 5:10 Perché dobbiamo soffrire per un po’? Credo che sia perché dal momento in cui ci rendiamo conto che abbiamo un problema, al momento in cui Gesù ci libera, passiamo attraverso una fase di sofferenza, di conseguenza quando avviene la liberazione la gioia è ancora più grande. Inoltre, quando proviamo ad essere 29 autosufficienti e sbagliamo, ci rendiamo conto che dobbiamo sperare nel Signore e non appena Egli compie ciò che non possiamo fare da soli, i nostri cuori si colmano di gratitudine e lode. Nessuna condanna Non c’è, dunque, più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù che vivono non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Romani 8:1 Non abbatterti nelle difficoltà o nei giorni storti; rialzati, scuoti la polvere e ricomincia. Quando un bambino impara a camminare, prima di diventare sicuro di sé, cade tantissime volte e nonostante pianga dopo la caduta, è sempre pronto ad alzarsi e a riprovare. Il diavolo ce la metterà tutta per fermarti in questo processo di rinnovamento della mente. Sa bene che, una volta che hai imparato a scegliere i pensieri corretti e a rigettare quelli sbagliati, non avrà più nessun potere su di te. Proverà a fermarti scoraggiandoti, facendoti sentire in colpa e condannandoti. E quando il senso di colpa arriva, usa la Parola come “arma“. Cita Romani 8:1, ricordando a Satana e a te stesso che non vivi secondo la carne ma secondo lo Spirito. Vivere secondo la carne significa confidare in se stessi, vivere secondo lo Spirito significa confidare in Dio. Quando sbagli (perché ti succederà) non crederti un fallito, pensa semplicemente che non tutto quello che fai è sempre giusto. Dobbiamo accettare le nostre forze e le nostre debolezze. Lascia che Cristo sia forte nella tua debolezza e che sia la tua forza nei giorni della tua debolezza. Ripeto: non accettare nessuna condanna. Ci vorrà tempo ma la vittoria arriverà “a poco a poco”. 30 Non Scoraggiarti Perché ti rattristi, anima mia? Perché in me gemi e ti inquieti? Spera in Dio, attendilo fiduciosamente, poiché ancora lo loderò, mio aiuto e mio Dio. Salmo 42:5 Lo scoraggiamento distrugge la speranza, è normale quindi che il diavolo provi sempre a scoraggiarci. Senza la speranza ci arrendiamo e il diavolo spera proprio in questo. La Bibbia ci invita continuamente a non lasciarci scoraggiare o confondere. Dio lo sa che non possiamo essere vittoriosi se ci scoraggiamo, ecco perché non appena intraprendiamo qualcosa Egli ci incoraggia sempre e ci ripete: “Non temere, coraggio”. Dio ci vuole incoraggiati, non scoraggiati. Quando ti senti assalire dallo scoraggiamento o da un senso di colpa, esamina quello che pensi. Che tipo di pensieri affollano la tua mente? Pensieri come per esempio: “Non ce la farò; è troppo difficile. Sbaglio sempre, è sempre così, non cambierà mai nulla. Sono sicuro che per gli altri non è così difficile rinnovare la loro mente. Non ce la faccio più, sono stanco di provarci. Prego, ma è come se Dio non mi sentisse. Forse Dio non ascolta le mie preghiere perché è troppo deluso di me”. Se hai pensieri simili, non mi meraviglia che ti scoraggi e ti senti oppresso. Ricordati che “diventi quello che pensi”. Se hai pensieri di scoraggiamento, allora ti scoraggerai. Se hai pensieri che ti colpevolizzano, allora ti sentirai in colpa. Cambia il tuo modo di pensare e sarai libero! Invece di pensare negativamente, pensa in questo modo: “Le cose si muovono lentamente, ma grazie a Dio qualcosa progredisce. Sono contentissimo di essere sulla strada giusta che mi conduce alla libertà. Ieri ho avuto una giornataccia, non ho fatto altro che avere pensieri negativi tutto il giorno. Padre, perdonami e aiutami a perseverare. Ho sbagliato, ma almeno in futuro non rifarò lo stesso errore. È un nuovo giorno e Tu mi ami, la Tua misericordia si rinnova ogni mattina”. 31 “Mi rifiuto di scoraggiarmi e di sentirmi in colpa. Padre, la Bibbia mi assicura che Tu non mi condanni. Hai mandato Gesù a morire per me. Starò bene, oggi sarà un grande giorno, Tu mi aiuterai a scegliere pensieri positivi.” Sono sicura che in questo modo di pensare allegro e positivo, simile a quello di Dio, puoi già sentire la vittoria. Noi vorremmo che tutto accadesse immediatamente. Il frutto della pazienza è già in noi, ma deve essere elaborato e fatto affiorare. Certe volte Dio impiega tempo nel condurci alla piena liberazione. Usa lunghi periodi di attesa allo scopo di provare la nostra fede e permettere alla pazienza di perfezionarci (Giacomo 1:4, KJV). Ma i tempi di Dio sono perfetti, Egli non è mai in ritardo. Ecco un altro modo positivo di pensare: “Ho fiducia, mio Dio. Credo che Tu stia operando in me sebbene io non ti senta e nonostante le apparenze. Hai iniziato la Tua opera in me e la completerai” (Filippesi 1:6; 2:13). È proprio in questo modo che puoi usare efficacemente la Parola come arma per abbattere le fortezze. Ti raccomando non solo di scegliere di proposito pensieri positivi, ma di fare uno sforzo ulteriore e proclamandoli ad alta voce come confessione. Ricordati che Dio ti sta liberando a poco a poco, non ti scoraggiare quindi e non abbatterti quando sbagli. Sii paziente con te stesso! 32 Capitolo 5 Sii positivo ...Sia fatto secondo la tua fede... Matteo 8:13 Una mente positiva genera una vita positiva, così come una mente negativa genera una vita negativa. I pensieri positivi sono impregnati di fede e speranza. I pensieri negativi sono sempre pieni di paure e dubbi. Ci sono persone che sono state così ferite nella vita che hanno paura di sperare. Hanno avuto talmente tante delusioni che pensano di non avere la forza di sopportarne un’altra. Dunque, si rifiutano di sperare per non rimanere delusi. Evitano di sperare per proteggersi da ulteriori ferite. La delusione ferisce! Molti, dunque, preferiscono rifiutare di sperare o persino credere che possa capitare loro qualcosa di buono, piuttosto che lasciarsi ferire di nuovo. Questo tipo di comportamento genera uno stile di vita negativo. Tutto diventa negativo perché i pensieri sono negativi. Ricorda Proverbi 23,7: come (una persona) pensa nel suo cuore, così è... In passato, ero estremamente pessimista. Dico sempre che se mi fosse capitato di avere due pensieri positivi, uno dietro l’altro, mi sarebbero venuti i “crampi” alla mente! Avevo la seguente filosofia: “Se non ti aspetti nulla di buono, quando non accadrà niente, non resterai deluso”. Avevo avuto così tante delusioni nella vita, così tanti fatti sconvolgenti, che temevo di pensare che mi potesse accadere qualcosa di buono. Avevo una visione incredibilmente negativa di tutto. E dal momento che sia i miei pensieri che le mie parole erano negativi, lo era anche la mia vita. 33 Quando iniziai a studiare veramente la Parola di Dio e a credere che il Signore mi avrebbe ristabilita, mi resi conto che la prima cosa da eliminare era questa mentalità negativa. In Matteo 8:13 Gesù ci dice che ci sarà fatto secondo la nostra fede. La Versione di King James dice: “...come hai creduto, ti sarà fatto...”. Io credevo solo in cose negative, quindi mi succedevano solo cose negative. Tuttavia, questo non significa che otterremo tutto quello che vogliamo semplicemente perché lo pensiamo. Dio ha un piano perfetto per ognuno di noi e non possiamo controllarlo né con i pensieri né con le parole, dobbiamo invece pensare e parlare secondo il Suo volere e il Suo piano per noi. Se non hai idea di quello che sia il piano di Dio per te in questo momento, inizia almeno col pensare: “Beh, non so quale sia il piano di Dio, ma so che mi ama e qualsiasi cosa farà sarà buona e una benedizione per me”. Inizia a pensare positivamente della tua vita. Prova ad essere positivo in ogni situazione che ti capita. Anche se quello che ti sta succedendo in questo momento non è buono, aspettati che Dio ne tragga del bene come ha promesso nella Sua Parola. Tutto concorre al bene Noi sappiamo e ne abbiamo la certezza che [essendo Dio nostro compagno] tutto concorre [adattandosi ad un piano] al bene di coloro che amano Dio e sono stati chiamati secondo il suo disegno e il suo fine. Romani 8:28 Questo passo delle Scritture non dice che tutto è buono, ma che tutto concorre al bene. Supponiamo che hai intenzione di andare a fare shopping. Sali in macchina, ma l’auto non si mette in moto. Di fronte a questa situazione potresti reagire in due modi, dicendo: “Lo sapevo! Va tutto 34 bene, ma ogni volta che voglio fare qualcosa non funziona nulla. Sapevo che sarebbe andato tutto storto: è sempre così con i miei programmi!” Oppure, potresti dire: “Beh, avrei voluto fare shopping, ma sembrerebbe che ora non posso andarci. Andrò più tardi, quando la macchina sarà aggiustata. Nel frattempo, credo che questo cambiamento di programma concorrerà al mio bene. Forse oggi dovrò rimanere a casa per qualche ragione, quindi mi godrò questo momento.” In Romani 12:16 l’apostolo Paolo ci invita ad adattarci prontamente sia alle persone che alle cose. Dobbiamo imparare a diventare come quelle persone che pianificano le cose ma che non si lasciano abbattere se i piani falliscono. Di recente ho avuto proprio occasione di sperimentare questo principio. Mi trovavo con Dave sul lago Worth, in Florida. Avevo predicato lì per tre giorni e ci stavamo preparando per andare all’aeroporto per tornare a casa. Avevo pensato di mettermi dei pantaloni larghi con una camicia e delle scarpe basse per stare comoda durante il viaggio. Iniziai a prepararmi, ma non trovavo i pantaloni. Guardammo dappertutto e alla fine li trovammo in fondo all’armadio. Erano scivolati dalla gruccia ed erano tutti sgualciti. Avevamo con noi uno ferro da stiro portatile a vapore, così cercai di togliere le pieghe dai pantaloni. Quando li indossai però capii che non andavano. L’unica alternativa era mettermi un vestito e dei tacchi alti. Intuivo già che la situazione mi stava infastidendo. Infatti, ogni volta che non otteniamo quello che vogliamo, le nostre emozioni si agitano e ci vorrebbero portare al vittimismo e ad un atteggiamento negativo. Capii immediatamente che dovevo fare una scelta. Avrei potuto essere irritata perché le cose non stavano andando a modo mio, o mi sarei potuta adattare alla situazione, andare avanti e godermi il viaggio di ritorno. Persino a chi ha un atteggiamento veramente positivo le cose non andranno sempre diritte. La persona positiva, tuttavia, decide di andare avanti e godersi la giornata qualunque cosa succeda. La persona negativa, invece non si gode mai nulla. 35 Stare con una persona negativa non è nemmeno piacevole. Ha un modo sempre pessimistico di vedere le cose. In lei c’è sempre una certa “pesantezza“. È una persona che non fa altro che lamentarsi, brontolare e criticare tutto. Non importa quante cose vanno bene, trova sempre ciò che potrebbe essere un potenziale problema. Durante i miei giorni di estremo pessimismo, sarei potuta entrare in una casa appena ristrutturata e, invece di vedere la bellezza dei nuovi ambienti e fare degli apprezzamenti, mi sarei accorta dell’angolo in cui la carta da parati non era incollata bene, o della finestra sporca. Sono così contenta che Gesù mi ha dato la libertà di godermi tutte le cose belle della vita! Ora sono libera di credere che, se confidiamo e speriamo in Lui, tutto il male può essere trasformato in bene. Se sei una persona negativa, non sentirti condannata! La condanna è negativa. Voglio condividere queste cose con te, non per deprimerti a proposito della tua negatività, ma affinché tu possa accorgerti di essere pessimista e iniziare a credere che Dio può rinnovarti. Il cammino verso la libertà inizia quando affrontiamo il problema senza cercare scuse. Sono sicura che se sei una persona negativa c’è una ragione - ce n’è sempre una. Ma ricordati che, secondo la Bibbia, in quanto Cristiano, adesso sei una creatura nuova. Un nuovo giorno! Quindi se uno è [trapiantato] in Cristo (il Messia) è una nuova creazione (una nuova creatura completamente); le cose vecchie sono passate [la condizione spirituale e morale precedente]. Ecco, ne sono nate di nuove! 2 Corinzi 5:17 In quanto “nuova creatura“, non devi permettere alle cose vecchie che ti sono successe in passato di influenzare la tua nuova vita in Cristo. Sei una nuova creatura con una vita nuova in Cristo. La tua mente può essere rinnovata dalla Parola di Dio. Ti accadranno cose buone. Rallegrati! È un nuovo giorno! 36 L'opera dello Spirito Santo Comunque, dico solo la verità quando dico che è opportuno (buono, conveniente, vantaggioso) per voi che io me ne vada. Perché, se non me ne vado, il Consolatore (Consigliere, Avvocato, Intercessore, Colui che dà forza e aiuto) non verrà a voi [in comunione con voi]; ma se me ne vado, ve lo manderò [per essere in comunione con voi]. E quando Egli sarà venuto, convincerà il mondo in quanto al peccato, alla giustizia (la rettitudine di cuore, l’integrità davanti a Dio) e al giudizio. Giovanni 16:7,8 La cosa più difficile in questo processo di liberazione dalla negatività, è affrontare la realtà e dire: “Sono una persona negativa e voglio cambiare. Non posso cambiare me stesso, ma credo che Dio mi cambierà perché pongo la mia fiducia in Lui. Lo so che ci vorrà tempo ma non mi scoraggerò. Dio ha incominciato in me un’opera buona e la porterà a compimento! (Filippesi 1:6)”. Chiedi allo Spirito Santo di contestarti ogni volta che stai per essere negativo. Questo fa parte del Suo lavoro. Giovanni 16:7,8 ci insegna che lo Spirito Santo ci convincerà quanto al peccato e alla giustizia. Quando la convinzione arriva, chiedi a Dio di aiutarti. Non pensare di farcela da solo. Conta su di Lui. Anche se io ero estremamente negativa, Dio mi fece capire che, se avessi riposto la mia fiducia in Lui, mi avrebbe cambiata. Fu molto difficile mantenere un atteggiamento mentale positivo. Adesso, non sopporto chi è negativo. Un po’ come un fumatore che quando smette di fumare non sopporta più il fumo. È successo anche a me, fumai per tanti anni e quando smisi non potevo sopportare nemmeno l’odore del fumo. Mi è successo lo stesso a proposito della negatività. Ero una persona molto negativa, adesso non sopporto affatto la negatività; la trovo quasi offensiva. Credo sia dovuto al fatto che ho visto così tanti grandi cambiamenti nella mia vita da quando sono stata liberata dal pessimismo, che adesso sono contraria a tutto ciò che è negativo. 37 Io affronto la realtà ed esorto anche te a fare lo stesso. Se sei ammalato non dire: “Non sono ammalato”, perché non è vero; ma puoi dire: “Credo che Dio mi stia guarendo”. Non devi dire: “Probabilmente sto peggiorando e andrò a finire all’ospedale”; proclama, invece: “Il potere di guarigione di Dio sta operando in me proprio ora, e ce la farò”. Ci dev’essere equilibrio in tutto. Non devi moderare la negatività con un po’ di positività, ma devi avere una mente pronta ad affrontare tutto quello che ti succede, sia le cose positive che quelle negative. Una mente pronta Questi erano più nobili di quelli di Tessalonica, nel senso che accolsero la Parola con prontezza di mente, esaminando le Scritture ogni giorno per vedere se le cose stavano davvero così. Atti 17:11 KJV La Bibbia dice che dobbiamo avere una mente pronta, cioè la nostra mente dev’essere aperta alla volontà di Dio per noi, qualunque essa sia. Per esempio, di recente una giovane donna di mia conoscenza ha vissuto la triste esperienza della rottura di un fidanzamento ufficiale. Lei e il suo compagno pregavano per capire se era volontà di Dio che continuassero a vedersi o meno, tuttavia avevano già deciso che non era ora di sposarsi. La ragazza voleva che la relazione continuasse, pensava e sperava che il fidanzato l’avrebbe chiamata per dirle che lui la pensava allo stesso modo. Le consigliai di avere una “mente pronta“ nel caso le cose non fossero andate in quel modo. Lei mi disse: “Beh, non è questo essere negativi?” No! Sarebbe negativo pensare: “La mia vita è finita, nessuno mi vorrà mai più, ho fallito, ora sarò infelice per sempre!” 38 Sarebbe, invece, positivo dire: “Mi dispiace che sia successo questo, ma porrò la mia fiducia in Dio. Spero che continueremo ad uscire insieme. Pregherò e chiederò che la nostra relazione si risani, ma più di qualsiasi altra cosa voglio la perfetta volontà di Dio. Se le cose non dovessero risolversi come io spero sopravviverò, perché Gesù vive in me. Probabilmente sarà difficile all’inizio, ma ho fiducia nel Signore. Credo che qualunque cosa succeda sarà per il mio bene”. Questo significa affrontare la realtà, avere una mente pronta e rimanere positivi. Questo è equilibrio. La forza della speranza [Poiché Abramo] svanita ogni speranza, ebbe fede di diventare padre di molte nazioni, come gli era stato promesso: “così [innumerevole] sarà la tua discendenza”. Non si indebolì nella fede nel considerare l’impotenza [totale] del proprio corpo, che era come morto perché aveva già circa cento anni, o [quando considerò] la sterilità del grembo [morto] di Sara. Né l’incredulità, né la sfiducia lo fecero vacillare (con domande dubbiose) a proposito della promessa di Dio, ma si rafforzò e per la fede, guadagnò potere dando lode e gloria a Dio. Romani 4:18-21 Io e David siamo convinti che il nostro ministero nel Corpo di Cristo crescerà ogni anno. Vogliamo aiutare sempre più persone, tuttavia ci rendiamo conto che se Dio ha un piano diverso e alla fine dell’anno non c’è stata nessuna crescita (tutto è come quando abbiamo iniziato), non permetteremo che la situazione controlli la nostra gioia. Noi crediamo in tante cose, ma ancor più, crediamo in Qualcuno, e questo qualcuno è Gesù. Non sappiamo mai quello che succederà, solo sappiamo che tutto concorre al nostro bene. Più diventiamo positivi, più siamo nel flusso di Dio. Dio è sicuramente positivo, e per fluire in Lui anche noi dobbiamo essere positivi. 39 Se ti trovi in circostanze molto difficili, potresti pensare: “Joyce se sapessi la mia situazione, non ti aspetteresti di vedermi positiva”. Ti esorto a leggere Romani 4:18-20 in cui ci viene detto che dopo che Abramo valutò la sua situazione (senza ignorare i fatti) e considerò (rifletté brevemente) l’impotenza del suo corpo e la sterilità del grembo di Sara, sperò per fede in quanto la ragione umana aveva perso ogni speranza. Abramo fu molto positivo, in una situazione molto negativa. In Ebrei 6:19 leggiamo che la speranza è l’ancora dell’anima. La speranza è quella forza che ci mantiene saldi nel tempo della prova. Non smettere mai di sperare, se lo farai, avrai una vita infelice. Se hai già una vita infelice perché sei senza speranza, inizia a sperare. Non temere. Non posso prometterti che tutto si risolverà come speri, ma posso prometterti che non rimarrai deluso. E persino nei momenti di delusione, se dovessero arrivare, puoi continuare a sperare e rimanere positivo. Entra nel Regno miracoloso di Dio. Aspettati un miracolo nella vita. Spera in cose buone! Aspettati di ricevere! Preparati a ricevere! Eppure il Signore aspetta [attende, brama] [con ardore] per farvi grazia; per questo sorge per avere pietà di voi e mostrarvi il Suo favore. Perché il Signore è un Dio giusto. Benedetti [beati, fortunati, degni di invidia] sono coloro che [ardentemente] sperano in Lui, che attendono, cercano e bramano [la Sua vittoria, il Suo favore, il Suo amore, la Sua pace, la Sua gioia, la Sua ineguagliabile e perfetta compagnia]! Isaia 30:18 Questo passo delle Scritture è uno dei miei preferiti. Meditandolo ti sentirai riempito di speranza. Dio dice che sta cercando qualcuno per fargli grazia (del bene), non può essere però qualcuno pieno di amarezza o con una mente negativa, ma qualcuno che si aspetta qualcosa (che con brama attende che Dio gli faccia del bene). 40 Presentimenti cattivi Che cosa sono i “cattivi presentimenti“? Durante i primi tempi in cui iniziai a studiare la Parola di Dio, una mattina mentre ero in bagno che mi pettinavo, mi resi conto che l’atmosfera attorno a me aveva qualcosa di vagamente minaccioso, come se qualcosa di brutto stesse per accadere. Fu allora che mi resi conto che avevo avuto quasi sempre quella sensazione. Chiesi al Signore: “Che cos’è questa sensazione che ho sempre?” “Cattivi presentimenti”, Egli rispose. Non avevo idea di cosa significasse, né l’avevo mai sentito prima. Successivamente, trovai in Proverbi 15:15 la seguente frase: “Tutti i giorni sono brutti per colui che è abbattuto e afflitto [a causa di pensieri e presentimenti pieni d’ansia] ma per un cuore felice è sempre festa [a prescindere dalle circostanze].” In quel momento mi resi conto che ero stata infelice per la maggior parte della mia vita a causa di brutti pensieri e presentimenti cattivi. È vero che le mie circostanze erano molto difficili, ma io ero sempre triste, anche quando non lo erano, perché i miei pensieri avvelenavano il mio modo di vedere le cose e mi privavano della possibilità di godermi la vita e vedere giorni felici. Bada a non parlare male Chi vuole godersi la vita e vedere giorni felici trattenga la lingua dal male e le sue labbra dall’inganno (slealtà, falsità). 1 Pietro:3:10 Questo verso ci dice chiaramente che godersi la vita, vedere giorni felici e avere mente e bocca positive sono strettamente legati. Non importa quando sei negativo o per quanto tempo lo sei stato; so che anche tu, come me, puoi cambiare. C’è voluto tempo e molto aiuto da parte dello Spirito Santo, ma ne è valsa la pena. 41 Ne varrà la pena anche per te. Qualsiasi cosa succeda, abbi fiducia nel Signore e sii positivo! 42 Capitolo 6 Spiriti che legano la mente Non preoccupatevi di nulla; ma in ogni cosa esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Filippesi 4:6,7 KJV Una volta, ad un certo punto del mio cammino di fede, mi accadde di trovare difficile credere a cose che avevo creduto in precedenza. Non capivo cosa mi stesse succedendo e mi sentivo confusa. Più questa situazione perdurava, più aumentava la confusione. L’incredulità sembrava ingigantirsi. Iniziai a dubitare della mia chiamata, pensai di perdere il desiderio che Dio mi aveva dato per il ministero e diventai infelice (l’incredulità genera sempre tristezza). Per due giorni consecutivi sentii dentro di me questa frase: “spiriti che legano la mente”. Il primo giorno non ci feci molto caso. Tuttavia, il secondo giorno, durante un momento di intercessione, la sentii di nuovo, una quarta e poi una quinta volta: “spiriti che legano la mente”. Tramite le persone che avevo aiutato attraverso il ministero, avevo capito che un gran numero di credenti ha problemi con la mente. Pensai che lo Spirito Santo mi suggeriva di pregare per il Corpo di Cristo contro uno spirito chiamato “colui che lega la mente”. Così iniziai a pregare nel nome di Gesù e a combattere contro spiriti che legano la mente. Dopo un paio di minuti di preghiera provai un’incredibile liberazione della mente. Fu un’esperienza molto forte. Liberata da spiriti che legano la mente Quasi tutte le liberazioni che il Signore ha effettuato nella mia vita sono state progressive e sono avvenute credendo e professando la Parola di Dio. 43 Giovanni 8:31 e il Salmo 107:20 mi rendono testimonianza. In Giovanni 8:31,32 Gesù dice: “Se dimorate (continuate) nella Mia parola, ...sarete veramente Miei discepoli. Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. Il Salmo 107:20 dice che il Signore “manda la Sua parola e li guarisce, li salva dalla fossa e dalla distruzione”. Ma questa volta avevo sentito e capito immediatamente che qualcosa era successa nella mia mente. In pochi minuti mi ero ritrovata a credere in cose di cui dubitavo prima di iniziare la preghiera. Ti faccio un esempio. Prima che questi demoni che legano la mente mi attaccassero, credevo che, secondo la Parola di Dio, il fatto che io ero una donna proveniente da Fenton in Missouri e che nessuno conosceva, non avrebbe fatto nessuna differenza nella mia vita o nel ministero (Galati 3:28), e che quando Dio fosse stato pronto, avrebbe aperto porte che nessuno poteva chiudere (Apocalisse 3:28) e io avrei predicato in tutto il mondo i messaggi pratici e di liberazione che Lui mi aveva dato. Credevo che avrei avuto il privilegio di condividere il Vangelo con tutta la nazione attraverso la radio (non per merito mio ma nonostante ciò che sono). Avevo la consapevolezza che, secondo le Scritture, Dio sceglie gli stolti e i deboli per confondere i sapienti (1 Corinzi 1:27). Ero convinta che il Signore mi avrebbe usata per guarire gli ammalati, che i nostri figli sarebbero stati coinvolti nel ministero e credevo in molte altre cose meravigliose che il Signore mi aveva messo nel cuore. Ciò nonostante, quando questi spiriti che legano la mente mi attaccarono, mi sembrò di non credere più a niente. Pensavo cose come per esempio: “Forse mi sono inventata tutto. Ho creduto in tutto questo semplicemente perché lo desideravo tanto, ma probabilmente non succederà mai”. Quando gli spiriti mi lasciarono, però, la capacità di credere ritornò presto. 44 Decidi di credere Così allo stesso modo lo Spirito [Santo] tiene duro e viene in aiuto alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo né che preghiera offrire né come offrirla degnamente, ma lo Spirito stesso intercede e supplica per noi con bramosie indescrivibili e gemiti inesprimibili. Romani 8:26 Come Cristiani, dobbiamo decidere di credere. Spesso Dio ci dà la fede (che è prodotto dello Spirito) in cose che la nostra mente trova difficile accettare. La mente vuole capire tutto: il perché, il quando e il come di tutto. Spesso, quando questa comprensione non c’è data da Dio, la mente si rifiuta di credere in ciò che non può capire. Sovente succede che il credente con il cuore (l’uomo interiore) crede a qualcosa, alla quale però la mente resiste. Molto tempo prima avevo deciso di credere in ciò che dice la Parola e credere nel rhema (la Parola rivelata) che Dio mi aveva dato (le cose che mi aveva detto o le promesse che mi aveva fatto personalmente), anche se non capivo perché, come e quando si sarebbero realizzate nella mia vita. Ma ciò che combattevo adesso era diverso; andava al di là della decisione. Ero legata da questi spiriti (che legano la mente) e non riuscivo più a credere. Grazie a Dio lo Spirito Santo mi mostrò come pregare e il Suo potere prevalse, sebbene all’inizio non fossi consapevole di pregare per me stessa. Sono sicura che in questo momento stai leggendo questo libro perché sei stato guidato a farlo. Può essere che anche tu hai problemi in questo campo. Se è così, ti invito a pregare nel nome di Gesù. Col potere del Suo sangue, affronta questi spiriti che legano la mente. Prega in questo modo non una volta sola, ma tutte le volte che hai problemi. Il diavolo non esaurisce mai i dardi infuocati che usa contro di noi quando proviamo ad andare avanti. Solleva lo scudo della fede e 45 ricorda che in Giacomo 1:2-8 ci viene insegnato che nelle prove possiamo chiedere sapienza a Dio, Egli ce la darà e ci mostrerà cosa fare. Avevo un problema, mi ero imbattuta in un dardo infuocato che non avevo sperimentato in precedenza, ma Dio mi mostrò come pregare e fui liberata. Lo sarai anche tu. 46 Capitolo 7 Pensa a quello che pensi Mediterò i tuoi precetti e avrò rispetto delle tue vie [i sentieri della vita segnati dalla tua legge]. Salmo 119:15 La Parola di Dio ci insegna cosa dovremmo pensare. Il salmista dice che pensava, o meglio meditava i precetti di Dio. Ciò significa che spendeva molto tempo meditando e riflettendo sulle cose di Dio, le Sue istruzioni e i Suoi insegnamenti. Il Salmo 1:3 afferma che colui che fa questo “...sarà come albero [coltivato] piantato fermamente lungo corsi d’acqua, pronto a portare frutto nella stagione giusta; le sue foglie non sbiadiranno o appassiranno; riusciranno [matureranno] tutte le sue opere”. È un beneficio meditare la Parola di Dio. Più tempo passiamo meditando la Parola, più frutti raccoglieremo dalla Parola. Attento a quello che pensi! ...State attenti a quello che udite. Con la stessa misura con la quale misurate, sarà misurato anche a voi [il pensiero e lo studio che dedicate alla verità ritornerà a voi in termini di virtù e conoscenza] - e più [inoltre] sarà dato a chi ascolta. Marco 4:24 Che passo meraviglioso! Ci dice che più tempo passiamo riflettendo sulla Parola che leggiamo e ascoltiamo, più riceveremo il potere e la capacità di farlo, più rivelazione avremo su ciò che abbiamo letto e sentito. In altre parole, riceveremo dalla Parola di Dio tanto quanto gli abbiamo dato. Notiamo in particolar modo la promessa che l’attenzione e lo studio che dedichiamo alla Parola determineranno la quantità di virtù e conoscenza che acquisteremo. 47 Il Vine's Expository Dictionary of Biblical Word afferma che in certe Scritture della Versione di King James la parola greca dunamis che significa “potere” è tradotta “virtù1”. Secondo il The New Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible, un’altra traduzione di dunamis è “abilità2”. La maggior parte delle persone non approfondiscono la parola di Dio, ecco perché non riescono a spiegarsi per quale motivo sono Cristiani senza potere e senza vittoria nella vita. La verità è che la maggior parte di loro non si sforza di studiare la Parola. Probabilmente vanno ad udire altri che la insegnano e la predicano, magari ascoltano seminari su CD o leggono occasionalmente la Bibbia, ma non si impegnano a mettere la Parola al centro della loro vita e a passare del tempo a meditarla. La carne è fondamentalmente pigra e tanti vogliono ottenere risultati senza nessuno sforzo (senza impegno da parte loro); ma non funziona così. Lo ripeto, si riceve dalla Parola quello che si è investito in essa. Medita la Parola Benedetto (beato, fortunato, ricco, invidiabile) l’uomo che non (cammina) vive seguendo il consiglio degli empi [seguendo il loro parere, i loro piani e scopi], né indugia [sottomesso e passivo] nella via dei peccatori, né siede [a rilassarsi e riposare] dove gli stolti [e i canzonatori] si riuniscono. Ma il cui diletto e desiderio sono nella legge del Signore, e la Sua legge (i precetti, le istruzioni e gli insegnamenti di Dio) medita (pondera e studia) regolarmente giorno e notte. Salmo 1:1,2 Secondo il Dizionario Webster, la parola meditare significa: “1. Riflettere, ponderare; 2. Pianificare o intendere nella mente, partecipare alla contemplazione3”. W.E. Vine, Merrill Unger, Wiliam White Jr, eds Vine's Expository dictionary of Biblical Words (Nashville: Thomas Nelson, Inc. Publishers, 1985) p. 662 2 James Strong “The New Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible” (Nashville: Thomas Nelson, Publishers, 1984), Greek Dictionary of the New Testament p. 24 3 Webster's II New Riverside University University Dictionary “meditate” 4 vedere 1 sopra p 400 48 Il Vine's Expository Dictionary of New Testament Words dice che meditare significa “...principalmente prendersi cura di, partecipare, praticare, essere diligente in qualcosa; il senso della parola è essenzialmente praticare, ponderare, immaginare, premeditare”. Proverbi 4:20 dice: “Figlio mio, fai attenzione alle mie parole, acconsenti e sottomettiti ai miei detti”. Se colleghiamo questo verso di Proverbi 4:20 alle definizioni della parola ‘meditare’ suddette, ci rendiamo conto che si ascolta la Parola di Dio meditandola, ponderandola, contemplandola, provandola e praticandola col pensiero. L’idea fondamentale è che se vogliamo fare quello che la Parola di Dio ci dice, dobbiamo passare del tempo riflettendo su di essa. Ricordi il vecchio detto “la pratica rende perfetto” Nessuno nella vita si aspetta di essere esperto in qualcosa senza molta pratica; perché, dunque, aspettarsi che sia diverso per il Cristiano? La meditazione porta al successo Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, affinché osservi e agisci secondo quanto vi è scritto. Poiché allora le tue imprese riusciranno, sarai saggio e avrai successo. Giosuè 1:8 La Bibbia dice che se vogliamo avere successo e prosperare dobbiamo meditare la Parola di Dio giorno e notte. Quanto tempo passi meditando la parola di Dio? Se stai avendo problemi in qualche campo della vita, una risposta sincera a questa domanda te ne farà capire la ragione. Avevo passato la maggior parte della mia vita, senza “pensare a quello che pensavo”. Accettavo semplicemente qualsiasi cosa mi venisse in mente. Non mi era stato rivelato che Satana può mettere pensieri nella nostra mente. Così, buona parte delle cose che avevo in mente erano bugie che mi diceva Satana o semplicemente stupidaggini, cose per le quali non valeva la pena sprecare il mio tempo. Il diavolo aveva controllo sulla mia vita perché aveva controllo su i miei pensieri. 49 Pensa a quello che pensi! Tra questi siamo vissuti anche noi un tempo vivendo e seguendo le passioni della carne [il nostro comportamento era governato dalla nostra natura corrotta e sensuale], obbedendo agli impulsi della carne e ai pensieri della mente. Efesini 2:3 In questo passo Paolo ci ammonisce a non farci dominare da una natura sensuale, dagli impulsi della carne o dai pensieri della nostra mente carnale. Nonostante fossi una cristiana, avevo problemi perché non avevo imparato a controllare i miei pensieri. Pensavo a cose che mi tenevano la mente occupata ma che non erano produttive. Era necessario cambiare il mio modo di pensare! Quando il Signore iniziò a istruirmi sul campo di battaglia della mente, mi disse qualcosa che per me costituì una svolta decisiva. Mi disse: “Pensa a quello che pensi”. Non appena iniziai a farlo, non ci misi molto tempo a capire perché avevo così tante difficoltà nella vita. La mia mente era un disastro! Pensavo solo a cose sbagliate. Andavo in chiesa, l’avevo fatto per anni, ma senza mai pensare veramente a quello che sentivo; entrava, per così dire, da un orecchio e usciva dall’altro. Leggevo le Scritture ogni giorno, ma senza mai riflettere su quello che leggevo. Non prestavo attenzione alla Parola. Non meditavo o studiavo quello che sentivo. Di conseguenza, non ottenevo né virtù né conoscenza. Medita sulle opere di Dio Nel tuo tempio, o Dio, meditiamo sul tuo amore immutabile. Salmo 48:9 50 Il salmista Davide parlava spesso di meditare sulle opere meravigliose del Signore e sui Suoi prodigi. Dice che rifletteva sul nome del Signore, la misericordia di Dio e cose simili. In un momento di depressione scrisse il Salmo 143, dove ai versetti 4 e 5 leggiamo: “Il mio spirito, dunque, è sopraffatto [avvolto nella tristezza] e viene meno; il mio cuore nel petto si è intorpidito. Ricordo i giorni antichi, medito tutte le tue opere, rifletto sul lavoro delle Tue mani”. È chiaro, da questo passo, che la reazione di Davide ai sentimenti di depressione e tristezza che lo pervadono non consiste nel meditare sul problema. Al contrario, gli si oppone, scegliendo di ricordare le cose buone del tempo passato, meditando sulle opere di Dio e il lavoro delle Sue mani. In altre parole, il suo pensiero si sofferma su qualcosa di buono e questo lo aiuta a superare la depressione. Non dimenticare mai che la tua mente gioca una parte importante nella tua vittoria. So bene che è il potere dello Spirito Santo che, operando attraverso la Parola di Dio, ci fa ottenere la vittoria nella nostra vita. Ma buona parte del lavoro che deve essere fatto consiste nell’allineare il nostro pensiero a quello di Dio e alla sua Parola. Se ci rifiutiamo di farlo o scegliamo di sottovalutarlo, non faremo mai esperienza della vittoria. Lasciati trasformare dal rinnovamento della mente Non conformatevi a questo mondo (questo secolo), [modellato e adattato a costumi esterni e superficiali], ma trasformatevi (cambiate) rinnovando [interamente] la vostra mente [con nuovi ideali e atteggiamenti], per poter provare [voi stessi] quale sia la perfetta volontà di Dio, buona e a Lui gradita, e ciò che buono, a lui gradito e perfetto [agli occhi di Dio per voi]. Romani 12:2 In questo passo l’apostolo Paolo afferma che è possibile, se vogliamo, vedere in opera nella nostra vita la buona e perfetta volontà di Dio: basta rinnovare la nostra mente. 51 In che senso rinnovare? Rinnovare secondo il modo di pensare di Dio. Questo processo di pensare in maniera nuova, ci rinnoverà e trasformerà secondo il piano di Dio. Gesù ha permesso questa trasformazione con la Sua morte e risurrezione. Essa diventerà una realtà nella nostra vita attraverso questo processo di rinnovamento della mente. A questo punto, per evitare confusione, voglio chiarire che il giusto modo di pensare non ha niente a che fare con la salvezza. La salvezza è fondata unicamente sul Sangue di Gesù, la Sua morte di Croce e la Sua resurrezione. Molti saranno in paradiso perché hanno accettato veramente Gesù come loro Salvatore; ma, allo stesso tempo, molti di questi stessi non avranno fatto esperienza della vittoria, o non si saranno goduti i benevoli piani di Dio per loro, perché non hanno rinnovato la loro mente secondo la Sua Parola. Per anni anch’io fui come loro. Ero rinata nello Spirito. Ero salvata. Andavo in chiesa e seguivo la mia fede, ma non avevo nessuna vittoria nella vita perché mi soffermavo sulle cose sbagliate. Pensa a queste cose In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, degno di reverenza, onorabile, decoroso, giusto, puro, bello, amabile, gentile, attraente, affabile, quello che è virtù ed eccellenza, quello che è degno di lode, valutatelo, stimatelo e prendetelo in considerazione [su queste cose fissate la vostra mente]. Filippesi 4:8 La Bibbia ci presenta una lista dettagliata di ciò che dovremmo pensare. Tu stesso puoi vedere che ci viene ordinato di pensare cose buone, cose che ci tirano su anziché abbatterci. I nostri pensieri sicuramente hanno un effetto sui nostri atteggiamenti e i nostri umori. Tutto quello che il Signore ci dice è per il nostro bene. Egli sa cosa ci rende felici e cosa tristi. Quando una persona ha tanti pensieri sbagliati è infelice e, per esperienza personale, posso dire che di solito finisce col rendere infelici anche gli altri. 52 Dovresti fare regolarmente un inventario e chiederti: “Che cosa ho pensato?”. Passa un po' di tempo esaminando i tuoi pensieri. Riflettere su quello che si pensa è molto importante perché Satana di solito inganna le persone facendogli credere che la causa della loro infelicità e dei loro problemi è qualcosa che non ha niente a che vedere con la vera causa. Li vuole convincere a credere che la loro infelicità è dovuta a quello che succede attorno a loro (le loro circostanze) ma in realtà la vera ragione è dentro di loro (nei loro pensieri). Per tanto tempo credetti veramente di essere infelice a causa di quello che gli altri facevano o omettevano di fare. Incolpavo mio marito e i miei figli. Pensavo che se solo fossero stati diversi, se solo avessero avuto più considerazione nei miei confronti, se mi avessero aiutata di più nelle faccende domestiche, allora sarei stata felice. Per anni, ci fu sempre qualcosa. Alla fine affrontai la verità, cioè che nessuna di queste cose mi avrebbe più resa infelice se solo io avessi scelto il giusto atteggiamento. Ciò che veramente mi rendeva infelice erano i miei pensieri. Lasciamelo dire ancora una volta: pensa a quello che pensi. Potrai così comprendere la ragione di alcuni dei tuoi problemi e velocemente incamminarti verso la libertà. 53 54 Parte 2: Le condizioni della mente 55 56 Introduzione …Ma noi abbiamo la mente di Cristo (il Messia) e i pensieri (sentimenti e propositi) del suo cuore. Corinzi 2:16 In che condizione è la tua mente? Hai mai notato che la condizione della tua mente cambia? Certe volte sei calmo e rilassato, altre volte ansioso e preoccupato. O magari hai preso una decisione e ne sei convinto, ma dopo un po’ ti ritrovi confuso su quella stessa cosa sulla quale in precedenza pensavi di avere le idee chiare. Ci sono stati momenti nella mia vita in cui ho fatto esperienza di queste ed altre cose. Momenti, inoltre, in cui non ho avuto nessun problema nel credere in Dio, e momenti in cui sono stata tormentata fino all’esasperazione dal dubbio e dall’incredulità. A causa di queste svariate condizioni in cui si può trovare la mente, incominciai a chiedermi quando la mia mente si trovasse in uno stato di normalità. Volevo capire che cosa significasse “normale” per imparare immediatamente a gestire i modi di pensare “anormali” non appena si fossero presentati. Per esempio, per un credente non è normale avere una mente critica, sospettosa e che giudica. Eppure, per me, lo era stato per buona parte della mia vita, anche se non avrebbe dovuto essere così. Era diventata una consuetudine, e nonostante questo modo di pensare fosse sbagliato e mi causasse problemi, non sapevo che fosse errato. Non sapevo di poter essere in grado di cambiare il mio modo di pensare. Ero credente da anni, eppure non mi era stato insegnato nulla a proposito del modo di pensare o di come la mente di un credente dovesse agire. 57 Quando sperimentiamo la Rinascita nello Spirito la nostra mente non è coinvolta – deve allora cominciare ad essere rinnovata (Romani 12:2). Come ho già detto tante altre volte, il processo di rinnovamento della mente richiede tempo. Non ti lasciare scoraggiare quando, leggendo la seconda parte di questo libro, scoprirai che la tua mente è quasi sempre in uno stato anormale, anche se riconosci Cristo come tuo Salvatore. Individuare il problema è il primo passo verso la guarigione. Nel mio caso, molti anni fa, quando iniziai a prendere molto più seriamente la mia relazione con il Signore, Egli iniziò a rivelarmi che la maggior parte dei miei problemi erano legati a questo modo errato di pensare. La mia mente era nella confusione più assoluta! Dubito che si fosse mai trovata nello stato in cui avrebbe dovuto essere – e se anche lo fosse stata, non era per lungo tempo. Quando mi resi conto di come ero dipendente da questo modo sbagliato di pensare, mi sentii oppressa. Provavo a bandire dalla mia mente questi pensieri negativi ma ritornavano con insistenza. Fin quando, a poco a poco, arrivarono la libertà e la liberazione. Satana combatterà aggressivamente contro il rinnovamento della tua mente, ma è di fondamentale importanza che tu vada avanti, continui con la preghiera e lo studio finché otterrai la vera vittoria. Quando è normale la tua mente? Dovrebbe vagare qua e la o dovresti essere in grado di tenerla concentrata su quello che stai facendo? Dovresti essere triste e confuso o in pace e consapevole della direzione da prendere nella vita? Dovresti essere dubbioso e incredulo, ansioso, preoccupato e tormentato dalla paura? O è privilegio dei figli di Dio gettare su di Lui ogni preoccupazione? (1 Pietro 5:7) La Parola di Dio ci insegna che abbiamo la mente di Cristo. Come pensi che sia stata la Sua mente mentre era sulla terra, non solo come Figlio di Dio ma anche come Figlio d’uomo? Mentre continui a leggere la seconda parte di questo libro, assumi un atteggiamento di preghiera, scoprirai quali sono i modi di pensare normali e anormali per chi è discepolo di Gesù ed è determinato a vivere vittoriosamente. 58 Capitolo 8 Quando la mente è normale? [Perché prego sempre che] il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della Gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione [di comprensione di misteri e segreti] per una [più profonda e più intima] conoscenza di Lui. Illuminando gli occhi del vostro cuore, per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi (i suoi prescelti). Efesini 1:17,18 Notate come san Paolo preghi affinché noi otteniamo la sapienza con l’illuminazione degli occhi del cuore. Attraverso i miei studi sono arrivata alla conclusione che “gli occhi del cuore” siano “gli occhi della mente”. Come Cristiani, in che condizione dovremmo avere la nostra mente? In altre parole, quale dovrebbe essere per il credente lo stato normale della mente? Per potere rispondere a questa domanda, dobbiamo considerare le diverse funzioni della mente e dello spirito. Secondo la parola di Dio, la mente e lo spirito co-operano: questo è ciò che definisco il principio della “mente che aiuta lo spirito”. Per meglio comprendere questo principio, vediamo come funziona questo nella vita del credente. Il principio Mente-Spirito Chi percepisce (conosce e comprende) quello che passa attraverso i pensieri dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno discerne (conosce e comprende) i pensieri di Dio se non lo Spirito di Dio. 1 Corinzi 2:11 59 Quando una persona riceve Cristo come Salvatore personale, lo Spirito Santo viene a dimorare in lei. La Bibbia c’insegna che lo Spirito Santo conosce le mente di Dio. Come lo spirito di una persona è il solo a conoscere i propri pensieri, così lo Spirito di Dio è l’unico a conoscere la mente di Dio. E poiché lo Spirito Santo dimora in noi e conosce la mente di Dio, uno dei Suoi obiettivi è mostrarci la sapienza e la rivelazione di Dio. La sapienza e la rivelazione sono trasmesse al nostro spirito, il quale, a sua volta, illumina gli occhi del cuore, o meglio, la nostra mente. Lo scopo dello Spirito Santo è di farci capire a livello pratico quello che ci è stato impartito spiritualmente. Normale o Anormale Noi credenti siamo esseri sia spirituali che carnali. La carne non sempre comprende le cose spirituali; di conseguenza è necessario che la nostra mente sia illuminata riguardo ciò che avviene nello spirito. Lo Spirito Santo desidera che riceviamo questa illuminazione, ma la mente spesso fallisce nel percepire ciò che lo Spirito ci vuole rivelare perché è troppo impegnata. Una mente troppo impegnata è anormale, la mente è normale quando è a riposo – non vuota, ma a riposo –. La mente non dovrebbe essere piena di ragionamenti, preoccupazioni, ansietà, paure e cose simili, ma calma, silenziosa e serena. Man mano che procediamo con questa seconda parte del libro, scoprirai diversi stati anormali della mente e probabilmente riconoscerai che sono condizioni ricorrenti nella tua mente. È molto importante capire che la mente deve essere tenuta nella condizione “normale” descritta in questo capitolo. Facendo un confronto con la condizione usuale della nostra mente ci accorgeremo perché spesso lo Spirito Santo ci rivela pochissimo e perché, troppo spesso, manchiamo di sapienza e di rivelazione. Ricorda che lo Spirito Santo prova ad illuminare la mente del credente. Egli trasferisce l’informazione da Dio allo spirito della persona e se lo spirito e la mente collaborano, allora questa vive della sapienza e rivelazione divina. Ma se la mente è troppo 60 impegnata, non coglierà ciò che il Signore prova a rivelarle attraverso il suo spirito. Una Vocina Tranquilla E disse: vai avanti, e fermati sul monte alla presenza del Signore. E, ecco, il Signore passò e un vento forte e impetuoso lacerò le montagne, spezzò le rocce davanti al Signore; ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. E dopo il terremoto un fuoco; ma il Signore non era nel fuoco; e dopo il fuoco una vocina tranquilla. 1 Re 19:11,12 KJV Per anni pregai per la rivelazione, chiedendo a Dio di darmi delle rivelazioni attraverso il Suo Spirito che viveva in me. Sapevo che questa richiesta si conformava a cosa dicono le Scritture. Credevo nella Parola ed ero sicura che avrei dovuto chiedere e ricevere. Eppure, la maggior parte del tempo mi sentivo “una somara spirituale”. Allora compresi che non intuivo molto di ciò che lo Spirito Santo voleva rivelarmi, semplicemente perché la mia mente era così fuori controllo e occupata che non intendevo ciò che mi veniva detto. Prova ad immaginare due persone insieme in una stanza. Una prova a sussurrare un segreto all’altra. Se nella stanza c’è molto rumore, anche se il messaggio è comunicato non sarà afferrato dalla persona che aspetta l’informazione segreta, semplicemente perché non può sentirlo a causa del rumore. Inoltre, se la persona non presta veramente attenzione, potrebbe anche non rendersi conto che qualcuno sta parlando. La comunicazione tra lo Spirito di Dio e il nostro spirito funziona proprio allo stesso modo. Lo Spirito Santo ha modi gentili; spesso ci parla come parlò al profeta in questo passo delle Scritture, con “una vocina tranquilla”. È dunque fondamentale mantenerci in una condizione d’ascolto. 61 Lo Spirito e La Mente Che fare dunque? Pregherò col mio spirito [con lo Spirito Santo che è in me], ma pregherò anche [con l’intelligenza] con la mente e la comprensione… 1Corinzi 14:15 Il modo migliore forse per capire questo principio della “mente che aiuta lo spirito” è pensare alla preghiera. In questo verso l’apostolo Paolo dice che pregava sia con lo spirito che con la mente. Capisco quello che Paolo ci vuole dire perché mi capita di fare la stessa cosa. Spesso prego nello spirito (in una lingua sconosciuta); e dopo aver pregato per un po’ in quel modo, mi succede che mi viene in mente qualcosa e continuo a pregare in inglese (la mia lingua conosciuta). Credo che così la mente collabori con lo spirito, lavorando insieme per trasmettermi la conoscenza e la sapienza di Dio in un modo a me comprensibile. Può succedere anche il contrario. Certe volte, volendo pregare, mi metto a disposizione di Dio con la preghiera. Se non sento qualcosa di particolare nel mio spirito, inizio semplicemente a pregare con quello che mi viene in mente. Prego per cose e situazioni di cui sono a conoscenza. A volte queste preghiere sembrano monotone (non c’è nessun aiuto da parte del mio spirito ed essendo difficile scelgo di intercedere per ciò che conosco). Continuo in questo modo finché lo Spirito Santo che è in me, inizia insieme a me a prendersi cura di determinate situazioni. Così facendo, so che mi sono soffermata su qualcosa per cui Lui vuole pregare, e non è semplicemente qualcosa per cui io voglio pregare. In questo modo, la mente e lo spirito lavorano insieme, collaborano nel realizzare la volontà di Dio. Lingue ed interpretazione Perciò, chi parla in lingue [sconosciute] preghi [per il potere] di interpretare e spiegare ciò che dice. Perché se prego in lingue [sconosciute], il mio spirito [con lo Spirito Santo che è in me] prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto [non porta frutto e non aiuta nessuno]. 1 Corinzi 14:13,14 62 Un altro esempio della collaborazione tra lo spirito e la mente è il dono delle lingue e la loro interpretazione. Quando parlo in lingue, la mia mente non è produttiva finché Dio dà a me o qualcun altro la comprensione di ciò che sto dicendo, allora la mia mente porta frutto. Ricorda che i doni non consistono nelle lingue e nella loro traduzione. Poiché la traduzione è un reso conto, parola per parola, del messaggio; mentre nell’interpretazione una persona comunica la comprensione di ciò che ha detto qualcun altro, ma usando il suo stile personale. Faccio un esempio: la sorella Smith si alza in chiesa è dà un messaggio in una lingua sconosciuta. Viene dal suo spirito e nessuno, nemmeno lei, sa cosa ha detto. Dio può ispirarmene l’interpretazione, ma in generale. Così, per fede, inizio ad interpretare quello che è stato detto e rendo comprensibile a tutti il messaggio, ma io lo esprimo a modo mio. Pregare nello spirito (in una lingua sconosciuta) e interpretarne il messaggio (di quella lingua sconosciuta) è un modo meraviglioso di capire il principio della “mente che aiuta lo spirito”. Lo spirito dice qualcosa e alla mente ne è data la comprensione. Adesso rifletti su questo: se la sorella Smith parla in una lingua sconosciuta, e Dio sta cercando qualcuno che ne dia l’interpretazione, dovrà ignorarmi se la mia mente è fuori controllo e troppo occupata per l’ascolto. E anche se prova a darmene la comprensione, io non sarò in grado di riceverla. Quando ero giovane nel cammino di fede, e venivo istruita sui doni spirituali, pregavo quasi esclusivamente in lingue. Dopo un po’ di tempo, cominciai a trovare la mia vita di preghiera monotona. Quando ne parlai al Signore, Egli mi fece capire che ero annoiata perché non capivo quello per cui pregavo. Mi rendo conto che non sempre devo capire ciò che dico quando prego nello spirito; tuttavia, ho anche capito che questo tipo di preghiera è squilibrata e non sempre fruttuosa se non ne ricevo mai la comprensione. 63 Una Mente Sveglia e Pacifica Tu custodirai e manterrai nella pace perfetta e perenne, colui la cui mente [la cui inclinazione e il cui temperamento] rimane in te, perché a te si affida e appoggia, in te spera con fiducia. Isaia 26:3 Spero che da questi esempi, tu possa vedere chiaramente come la mente e lo spirito collaborano. È quindi di fondamentale importanza che la tua mente si mantenga in una condizione normale, altrimenti non può essere d’aiuto al tuo spirito. Questo, Satana, naturalmente lo sa, ecco perché attacca la tua mente, ti dichiara guerra nel campo di battaglia della mente. Vuole sovraccaricarla e stressarla, riempiendola con ogni sorta di pensieri negativi così da non lasciarla libera e disponibile allo Spirito Santo che lavora attraverso lo spirito umano. La mente dovrebbe essere tenuta nella pace. Come dice il profeta Isaia: quando la mente si sofferma sulle cose giuste troverà riposo. Allo stesso tempo la mente dovrebbe stare in allerta e questo diventa impossibile quando è appesantita da cose di cui non dovrebbe farsi carico. Rifletti: per quanto tempo la tua mente è normale? 64 Capitolo 9 Una mente errante ed incerta Perciò rimboccate le maniche della vostra mente… 1Pietro1:13 KJV Nel capitolo precedente abbiamo detto che una mente troppo impegnata è una mente anormale. Un’altra condizione anormale per la mente è quella di una mente che vaga dappertutto. L’incapacità di concentrazione indica un attacco mentale da parte del diavolo. Molte persone, per anni, hanno permesso alla loro mente di vagare perché non hanno mai applicato principi di disciplina nel campo del loro pensiero. Spesso succede che chi non riesce a concentrarsi pensa di avere una deficienza mentale. Tuttavia, l’incapacità a concentrarsi può essere spesso il risultato di aver lasciato la mente libera di fare quello che vuole, e quando lo vuole, per anni. La mancanza di concentrazione può anche essere dovuta ad una mancanza di vitamine. Certe vitamine del gruppo B aumentano la concentrazione; se ti viene dunque difficile concentrarti, devi chiederti se mangi correttamente e hai una dieta equilibrata. Anche l’eccessiva fatica può influenzare la mancanza di concentrazione. Mi rendo conto che quando sono particolarmente stanca, Satana prova ad attaccarmi mentalmente perché sa che in questi momenti è più difficile resistergli. Il diavolo vuole farci credere che abbiamo una carenza mentale così da non tentare nemmeno di creargli problemi. Vuole che accettiamo passivamente tutte le bugie che ci racconta. Una delle nostre figlie ebbe problemi di concentrazione durante l’adolescenza. Le risultava difficile leggere perché la concentrazione e la comprensione vanno di pari passo. Molti bambini, e certe volte 65 anche gli adulti, non capiscono quello che leggono. I loro occhi passano in revisione le parole, ma la loro mente, in realtà, non capisce quello che leggono. Spesso non si capisce quello che si legge per mancanza di concentrazione. Lo so, personalmente, perché mi capita di leggere un capitolo della Bibbia o di un libro e tutto ad un tratto mi rendo conto di non sapere affatto quello che ho letto. Ritorno a leggerlo ed è come se lo leggessi per la prima volta perché anche se i miei occhi avevano visto le parole, la mente si era distratta. Non avevo capito cosa avevo letto perché non ero rimasta concentrata su quello che facevo. Il vero problema che si nasconde dietro la mancanza di comprensione è spesso la mancanza di attenzione dovuta ad una mente che vaga. Una Mente errante State con i piedi per terra [fate attenzione a ciò che fate]… Ecclesiaste 5:1 Credo che l’espressione “stare con i piedi per terra” significhi “non perdere l’equilibrio o andare fuori strada”. L’estensione di questa frase suggerisce che chi si concentra su quello che fa rimane sulla giusta strada. Anch’io avevo una mente che vagava e ho dovuto imparare a disciplinarla. Non è stato facile e ancora, certe volte, mi capita di avere qualche ricaduta. Mi succede che mentre provo a completare un progetto, mi ritrovo all’improvviso con la mente impegnata su qualcosa che non ha niente a che fare con quello che sto facendo. Ancora non ho raggiunto un livello di concentrazione perfetto, ma almeno ora capisco l’importanza di non lasciare vagare la mente dove e quando vuole. Il dizionario Webster definisce il termine ‘vagare’ come: 1. muoversi senza meta: errare. 2. andare per una via indiretta o ad un ritmo non definito: camminare senza fretta. 3. procedere irregolarmente: vagare. 4 pensare o esprimersi confusamente o incoerentemente. 66 Se sei come me, ti può succedere di essere seduto in chiesa ascoltando un oratore, godendoti e apprezzando ciò che viene detto, quando tutto ad un tratto la tua mente inizia a vagare. Dopo un poco ti “svegli” e ti rendi conto di non ricordare nulla di quello che è successo. Anche se con il corpo eri in chiesa, con la mente eri al centro commerciale a guardare le vetrine o a casa in cucina a preparare la cena. Ricorda che nella guerra spirituale la mente è il campo di battaglia. Ed è lì che il nemico sferza il suo attacco. Lui sa che il semplice andare in chiesa, senza prestare attenzione a ciò che viene detto, non giova a nulla. Sa pure che, se non si disciplina la mente e la si tiene concentrata su ciò che si fa, non si avrà la disciplina necessaria per completare un progetto. La mente può vagare anche durante una conversazione. Ci sono momenti in cui mio marito David mi parla ed io lo ascolto per un po’ di tempo, poi, all’improvviso mi rendo conto che non ho più prestato attenzione a quello che stava dicendo. Perché? Perché ho permesso alla mia mente di vagare. Il mio corpo era lì, dando l’impressione di ascoltare, ma in realtà non aveva sentito niente. Per molti anni, in momenti del genere, facevo finta di sapere esattamente quello che David diceva. Adesso, mi fermo e dico: “Puoi tornare indietro e ripetere? Mi sono lasciata distrarre e non ho sentito niente di quello che hai detto.” In questo modo almeno penso di affrontare il problema. Credo che confrontare le situazioni sia l’unico modo per superarle! Sono arrivata alla conclusione che se il diavolo si è preso la preoccupazione di attaccare la mia mente facendola vagare, forse si stava dicendo qualcosa che avevo bisogno di sentire. Un modo di combattere il nemico in questo processo è fare uso dei CD che sono disponibili in molte chiese. Quindi, se non hai ancora imparato a disciplinare la tua mente e a tenerla concentrata su ciò che viene detto in chiesa, compra il CD del sermone e ascoltalo fino a quando ne avrai recepito il messaggio. Il diavolo si arrenderà quando vedrà che tu non cedi. 67 Ricorda che Satana vuole farti credere che c’è un problema con la tua mente – che c’è qualcosa che non va. La verità è che devi iniziare a disciplinare la tua mente. Non lasciarla vagare dappertutto, permettendole di fare ciò che le pare. Inizia oggi “a tenere i piedi per terra” e a concentrarti su quello che fai. Devi solo fare un po' di pratica. Abbattere cattive abitudini e acquisirne di nuove è sempre un processo lungo, ma alla fine ne sarà valsa la pena. Una mente incerta In verità vi dico, chi dice a questo monte, levati e gettati nel mare, senza dubitare nel suo cuore ma credendo che quanto dice avverrà, gli sarà fatto. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera (abbiate fede e siate sicuri) credete che vi sarà concesso e lo otterrete. Marco 11:23,24 Dovendo affrontare ora una cosa, ora un’altra, spesso mi sono ritrovata a dire: “Mi chiedo...” Per esempio: “Mi chiedo che tempo farà domani?” “Mi chiedo cosa dovrei indossare alla festa?” “Mi chiedo che voti Danny (mio figlio) avrà sulla pagella?” “Mi chiedo quante persone parteciperanno al seminario?” Il dizionario in parte definisce il termine meraviglia, stupore come “un sentimento di confusione o dubbio” e, nella forma verbale, “essere pieno di curiosità o dubbio”. Sono arrivata alla conclusione che è meglio per me fare qualcosa di positivo piuttosto che farmi sempre domande su ogni cosa immaginabile. Invece di chiedermi che voti avrà Danny sulla pagella, posso credere che avrà ottimi voti. Piuttosto di chiedermi che cosa indosserò alla festa, posso decidere che cosa mettere. Anziché chiedermi che tempo farà o quante persone ci saranno in una delle mie riunioni, posso mettere tutto nelle mani del Signore e fidarmi che qualsiasi cosa succeda Egli trasformerà tutto in bene. Il farsi domande lascia l’uomo nell’indecisione e l’indecisione causa confusione. Il farsi domande, l’indecisione e la confusione ci 68 impediscono di ricevere da Dio, tramite la fede, la risposta alla nostra preghiera o ai nostri bisogni. Nota che in Marco 11:23,24 Gesù non dice: “Qualsiasi cosa chiederai in preghiera, domandati se la riceverai”. Invece afferma: “qualsiasi cosa chiederai in preghiera, credi che la riceverai – e l’avrai!” Come Cristiani, come credenti, dobbiamo credere – non dubitare! 69 70 Capitolo 10 Una mente confusa Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio [che dona] che dà a tutti generosamente e non a malincuore, senza rimproverare o trovare da ridire, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza titubare (senza esitare né dubitare). Perché chi è titubante (esita, dubita) è come l’onda del mare che si leva, mossa di qua e di là ed agitata dal vento. Perché veramente, non pensi una persona simile di ricevere qualcosa (che chiede) dal Signore. [Essendo così] una persona indecisa (che esita, dubita, titubante), [è] instabile, inaffidabile e insicura in tutto [quello che pensa, sente e decide]. Giacomo 1:5-8 Abbiamo scoperto che porsi domande continuamente e la confusione sono collegati. Interrogarsi sempre, anziché essere decisi nel pensare, provoca dubbio e confusione. Il passo di Giacomo 1:5-8 è perfetto per aiutarci a capire come superare le domande, il dubbio e la confusione per poter ricevere da Dio ciò di cui abbiamo bisogno. Secondo me, l’uomo indeciso, dalla doppia opinione (la King James Version lo chiama “l’uomo dalla doppia mente”) rappresenta la confusione perché quest’uomo va sempre avanti e indietro, senza mai decidersi. Non appena pensa di avere preso una decisione, ritorna a farsi domande e così, preso di nuovo dal dubbio e dalla confusione, si ritrova fra due opinioni. Costui è insicuro in tutto. Io ho passato la maggior parte della mia vita in questo modo, senza rendermi conto che il diavolo mi aveva dichiarato guerra e che la mia mente era il campo di battaglia. Ero confusa su tutto e non ne capivo il perché. 71 Il ragionamento porta alla confusione ...Perché uomini di poca fede, ragionate fra di voi? Matteo 16:8 KJV Fino ad ora, abbiamo parlato delle conseguenze del porsi domande, nel prossimo capitolo affronteremo il problema del dubbio, adesso voglio approfondire un po' di più il discorso sulla confusione. Dobbiamo ammettere che un’altissima percentuale di credenti è confusa. Perché? Come abbiamo notato, una delle ragioni è il farsi domande. Un’altra è il ragionare. Il dizionario definisce in parte la parola ragione, intesa come sostantivo, come un “fatto basilare o motivo che fornisce un senso logico ad una premessa o ad un fatto” e nella forma verbale come “l’uso della facoltà della ragione: pensare logicamente”. Per dirlo in maniera semplice, una persona ragiona quando prova a trovare il perché di qualcosa. Ragionare induce la mente a ruotare attorno ad una situazione, un problema o un evento cercando di capirlo nella sua complessità. Noi ragioniamo quando smontiamo, pezzo dopo pezzo, un’affermazione o un insegnamento per vedere se ha una logica, e lo rigettiamo se non ne ha. Troppo spesso Satana, a causa del ragionamento, ci deruba della volontà di Dio. Il Signore potrebbe guidarci a fare una certa cosa, ma se questa non ha senso per noi, se non è logica, abbiamo la tentazione di scartarla. Ciò che Dio ci guida a fare non ha sempre un senso logico nella mente dell’uomo. Il suo spirito può accettarlo, ma la mente rigettarlo, specialmente perché si tratta di una cosa insolita, sgradevole o che richiede sacrificio e implica disagio. Non ragionare con la mente, Obbedisci solo allo Spirito L’uomo naturale non comprende però le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non può intenderle, perché si possono solo discernere tramite lo Spirito. 1 Corinzi 2:14 72 Ecco un esempio personale che spero ti aiuti a comprendere questo problema del ragionare della mente, in contrapposizione all’obbedienza allo Spirito. Una mattina, mentre mi vestivo per andare a predicare ad una riunione settimanale, che tenevo vicino alla mia città, iniziai a pensare alla donna che si occupava del ‘ministero di assistenza’ e alla sua fedeltà. Mi venne allora il desiderio di benedirla in qualche modo. Pregavo: “Padre, Ruth Ann è stata di tale aiuto per noi in questi anni, che cosa posso fare per benedirla?” Immediatamente i miei occhi si posarono su un nuovo vestito rosso che era appeso nel mio armadio, e sentii nel cuore che il Signore mi sollecitava a regalarlo a Ruth Ann, nonostante l’avessi comprato tre mesi prima e non l’avessi mai indossato (era, infatti, ancora nella confezione con cui l’avevo acquistato). Mi piaceva veramente tanto, ma ogni volta che pensavo di indossarlo, per qualche ragione, non avevo il desiderio di metterlo. Ricordati che ho detto che, quando il mio sguardo si posava sul vestito rosso, sapevo che avrei dovuto darlo a Ruth Ann. Ciò nonostante, non intendevo regalarlo, così iniziai immediatamente a pensare che Dio non poteva chiedermi di darglielo perché era nuovo, mai indossato, costoso e avevo persino comprato degli orecchini rossi e argentati da abbinare! Se avessi ascoltato Dio nel mio intimo e fatto tacere la mia mente carnale in questa situazione, tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi, ma noi abbiamo la capacità di lasciarci ingannare dai ragionamenti quando non vogliamo fare quello che Dio ci chiede. In pochi minuti, ritornai alle mie faccende, dimenticando tutto. La verità era che non volevo regalare il vestito perché era nuovo e mi piaceva. La mente suggeriva che l’impulso che sentivo non poteva venire da Dio ma, al contrario, che il diavolo stava provando a togliermi qualcosa che mi piaceva. Qualche settimana dopo, mi stavo preparando per un’altra riunione nello stesso posto e come prima, ancora una volta, il nome di Ruth Ann emerse nel mio cuore. Iniziai a pregare per lei. Ci fu la stessa 73 identica scena della volta precedente e dissi: “Padre, Ruth Ann è stata di tale aiuto per noi, cosa posso fare per benedirla?” Immediatamente, vidi di nuovo il vestito rosso e sentii come un senso di vuoto nello stomaco perché mi ricordai subito dell’episodio passato (che avevo completamente dimenticato). Questa volta non avevo scuse: dovevo affrontare quello che Dio mi mostrava di fare ed obbedire, o semplicemente dire: “Signore, so cosa mi vuoi dire ma non lo farò.” In realtà, voglio troppo bene al Signore per disubbidirgli intenzionalmente e consapevolmente, così iniziai a parlarGli del vestito rosso. In pochi minuti mi resi conto che la volta precedente c’era voluto solo un momento per sfuggire alla volontà di Dio con il mio ragionamento. Avevo pensato che non poteva essere la voce del Signore perché il vestito era nuovo. Eppure, adesso, mi rendevo conto che la Bibbia non dice nulla a proposito di dar via solo le cose vecchie! Per me sarebbe stato un sacrificio più grande regalare il vestito perché era nuovo, ma sarebbe stata anche una benedizione più grande per Ruth Ann. Non appena aprii il mio cuore a Dio, Egli mi mostrò che, in verità, sin dall’inizio avevo comprato quel vestito per Ruth Ann; ecco perché non ero mai riuscita ad indossarlo. In tutto questo tempo il Signore voleva usarmi come Sua agente per benedirla. Ma io avevo il mio piano personale per quel vestito e finché non ci rinunciavo, non potevo essere guidata dallo Spirito. Questo particolare episodio mi ha insegnato molto. La consapevolezza di come possiamo essere facilmente guidati dalla nostra mente e di come i ragionamenti ci possono tenere lontani dalla volontà di Dio, mi hanno indotto a sviluppare un timore “reverenziale” del ragionamento. Ricorda che, secondo 1 Corinzi 2:14, l’uomo naturale non comprende l’uomo spirituale. La mia mente carnale (il mio uomo naturale) non poteva capire di regalare il vestito nuovo che non avevo mai indossato, ma il mio spirito (il mio uomo spirituale) lo comprendeva perfettamente. Spero che questo esempio ti aiuti a capire meglio questo argomento e a vivere secondo la volontà di Dio come non hai mai fatto prima. 74 (A proposito, so che probabilmente ti starai chiedendo se ho mai dato il vestito rosso a Ruth Ann. Sì, e adesso lei lavora nel nostro ufficio a tempo pieno e ancora, ogni tanto, se lo mette). Sii uno che mette in pratica la Parola! Siate di quelli che mettono in pratica la Parola [obbediscono al messaggio], e non soltanto ascoltatori, tradendo voi stessi [illudendovi col ragionamento contrario alla Verità]. Giacomo 1:22 Ogni volta che ascoltiamo ciò che ci dice la Parola e ci rifiutiamo di farlo, la nostra ragione viene coinvolta in qualche modo, ingannandoci e facendoci credere in qualcosa che non è la Verità. Non possiamo passare troppo tempo a cercare di capire (mentalmente) tutto quello che dice la Parola. Se abbiamo la testimonianza dello spirito in noi, possiamo andare avanti e farlo. Ho scoperto che Dio vuole che Gli obbedisco, che mi piaccia o no, che ne abbia voglia o pensi che sia una buona idea o meno. Quando Dio ci parla, attraverso la Sua Parola o il nostro uomo interiore, noi non dobbiamo ragionare, discutere o chiederci se quello che Egli dice sia logico. Quando Dio parla, noi dobbiamo darci da fare – non razionalizzare. Fidati di Dio, non della ragione umana Appoggiati, abbi fiducia e confida nel Signore con tutto il cuore e con tutta la mente, non confidare sulla tua intuizione o comprensione. Proverbi 3:5 In altre parole, non ti fidare dei ragionamenti: essi aprono la porta all’inganno e generano confusione. Una volta chiesi al Signore perché così tante persone sono confuse ed Egli mi rispose: “Dì loro di smetterla di provare a capire tutto, così la finiranno di essere confusi.” Ho scoperto che è incredibilmente vero. I ragionamenti e la confusione vanno di pari passo. 75 Noi possiamo meditare qualcosa nel nostro cuore, presentarlo al Signore e vedere se desidera darcene la comprensione, ma se iniziamo a sentirci confusi vuol dire che siamo andati oltre. I ragionamenti sono pericolosi per molti motivi, uno dei quali è questo: possiamo ragionare e comprendere qualcosa che sembra avere senso per noi, ma quello che riteniamo corretto con la ragione può invece essere scorretto. Alla mente umana piacciono la logica, l’ordine e la ragione. Essa ama avere a che fare con ciò che comprende. Di conseguenza, noi abbiamo la tendenza a sistemare le cose in piccoli contenitori nei diversi scomparti della nostra mente, pensando: “Dev’essere così perché sta bene qui”. Può esserci qualcosa che trovi posto nella nostra mente ma che, tuttavia, sia completamente inadeguata. L’apostolo Paolo in Romani 9:1 dice: “Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza [illuminata e sollecitata] dallo Spirito Santo me ne dà testimonianza. Paolo sapeva di fare la cosa giusta, non perché il suo ragionamento gli diceva di essere nel giusto, ma perché portava la testimonianza nel suo spirito. Come abbiamo visto, certe volte, la mente viene in aiuto allo spirito. La mente e lo spirito lavorano insieme, ma lo spirito è l’organo più nobile e dovrebbe essere sempre onorato al di sopra della mente. Se nel nostro spirito sappiamo che qualcosa è sbagliata, non dovremmo permettere alla ragione di convincerci a farla. Allo stesso modo, se sappiamo che qualcosa è giusta, non dobbiamo permettere alla ragione di dissuaderci. Dio ci concede di capire molte cose, ma noi non dobbiamo capire tutto per camminare col Signore e nell’obbedienza alla Sua volontà. Ci sono momenti in cui Dio lascia nella nostra vita grossi punti interrogativi come mezzi per aumentare la nostra fede. Le domande senza risposta crocifiggono la vita della carne. È molto difficile per gli uomini smetterla di ragionare e fidarsi semplicemente di Dio, ma una volta che il processo è avvenuto, la mente trova riposo. 76 Ragionare è una delle “attività” della mente che impedisce il discernimento e la conoscenza rivelata. C’è una grossa differenza tra la conoscenza mentale e la conoscenza rivelata. Non so che ne pensi, ma io voglio che sia Dio a rivelarmi le cose affinché sappia nel mio spirito che quello che è stato rivelato alla mia mente è corretto. Non voglio ragionare, razionalizzare ed essere logica, ruotando la mia mente attorno ad un problema finché è distrutta e confusa. Io voglio fare esperienza di quella pace del cuore e della mente che scaturisce dal fidarsi di Dio, non dall’intuizione o dalla comprensione umana. Dobbiamo addentrarci fin dove avremo la gioia di incontrare Colui che ha la conoscenza, anche se noi manchiamo di questa. Decidi di non conoscere altro, se non Cristo Per quanto riguarda me, fratelli, quando sono venuto tra voi, non sono venuto ad annunziarvi la testimonianza, l’evidenza, il mistero o il segreto di Dio [per quanto riguarda ciò che Egli ha fatto per la salvezza degli uomini attraverso Cristo] con sublimi parole di eloquenza o filosofia e sapienza umana. Poiché io decisi di non conoscere altro (essere a conoscenza di niente, mostrare di non sapere niente ed essere consapevole di niente) tra voi se non Gesù Cristo (il Messia) e questi crocifisso. 1Corinzi 2:1,2 Questo era l’atteggiamento di Paolo verso la conoscenza e il ragionamento, e io sono riuscita a capirlo ed apprezzarlo. Ci è voluto molto tempo, ma finalmente, in tante occasioni, mi sono resa conto che meno so, meglio è. Certe volte scoprire troppe cose ci rende tristi. Io ero sempre stata una persona curiosa a cui piace sapere tutto. Per essere contenta dovevo avere tutto chiaro. Dio iniziò a mostrarmi che il mio costante ragionare era la causa della mia confusione e che mi impediva di ricevere quello che Lui mi voleva dare. Mi disse: “Joyce, devi mettere da parte i tuoi ragionamenti carnali se vuoi avere discernimento.” 77 Adesso, mi rendo conto che avere tutto chiaro mi faceva sentire più sicura. Non volevo avere cose irrisolte nella mia vita. Volevo avere il controllo di tutto e quando non capivo le cose, mi sentivo disorientata, terrorizzata. Ma mi mancava qualcosa. Non avevo serenità ed ero fisicamente logorata dai ragionamenti. Questo tipo di attività mentale è sbagliato e ti stancherà anche fisicamente, lasciandoti esausto! Dio mi chiese di smetterla e suggerisco la stessa cosa a chiunque sia dipendente dai ragionamenti. Sì, ho proprio detto dipendente dai ragionamenti perché possiamo diventare dipendenti da questa attività mentale scorretta, così come si diventa dipendenti dalla droga, all’alcool o dal fumo. Io ero talmente dipendente dai ragionamenti che quando smisi avevo sintomi di astinenza. Mi sentivo confusa, spaventata perché non capivo cosa stesse succedendo, e persino annoiata. Avevo trascorso così tanto tempo ragionando, che quando smisi, dovetti abituarmi ad una mente piena di pace. All’inizio mi sembrò quasi noioso ma adesso mi piace da morire. Mentre prima filtravo sempre tutto attraverso la mia mente, adesso non tollero il fastidio e lo sforzo di ragionare continuamente. Ragionare non è la condizione normale in cui Dio vuole che risieda la nostra mente. Devi essere consapevole che non è normale avere la mente piena di ragionamenti, almeno non lo è per il cristiano che vuole essere vittorioso, per il credente che vuole vincere la guerra che si combatte nel campo di battaglia della mente. 78 Capitolo 11 Una mente dubbiosa ed incredula ...Uomo di poca fede perché hai dubitato? E si meravigliava a causa della loro incredulità... Matteo 14:31 Marco 6:6 Normalmente parliamo del dubbio e dell’incredulità come se fossero un’unica cosa. In realtà, anche se possono essere collegati, sono due cose molto diverse. Il An Expository Dictionary of New Testament Words di Vine in parte definisce dubitare nella forma verbale come “...lo stare tra due strade, sottintendendo l’incertezza di quale via prendere - a proposito di credenti di poca fede -, l’essere ansiosi - attraverso uno stato mentale distratto-, oscillare tra la speranza e la paura...1” Lo stesso dizionario nota che una delle due parole greche tradotte come incredulità “è sempre presentata come “disobbedienza” nella R.V.” (La versione riveduta della traduzione di King James) 2. Considerando, dunque, questi due strumenti potenti del nemico, vediamo che il dubbio fa oscillare la persona tra due opinioni, mentre l’incredulità porta alla disobbedienza. Ci sarà d’aiuto poter riconoscere esattamente con che cosa il diavolo prova ad attaccarci. Siamo di fronte al dubbio o all’incredulità? 1.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell 1981) Vol A: A-Dys p.335. 2.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell 1981) Vol 4: Set-Z p.165. 79 Il dubbio ...Fino a quando vi fermerete e zoppicherete tra due opinioni? 1Re 18:21 Ho sentito una storia che farà luce sull’argomento del dubbio. C’era un uomo ammalato che proclamava la Parola per la guarigione del proprio corpo, citando Scritture di guarigione e credendo nella sua manifestazione. Mentre faceva questo, però, era attaccato ad intervalli dal dubbio. Dopo avere attraversato un periodo difficile, iniziò a scoraggiarsi e Dio Gli aprì gli occhi sul mondo spirituale. Ecco ciò che vide: un demone che gli raccontava menzogne, che gli diceva che non sarebbe guarito e che affermava che proclamare la Parola non avrebbe funzionato. Ma vide anche che ogni volta che proclamava la Parola una luce, come una spada, veniva fuori dalla sua bocca e il demone si rannicchiava e cadeva all’indietro. Non appena Dio gli mostrò questa visione, l’uomo capì perché era così importante proclamare la Parola. Vide anche che aveva fede, ecco perché il demone lo faceva dubitare. Il dubbio non viene da Dio. La Bibbia afferma che Dio dà a ciascun uomo una “...misura di fede” (Romani 12:3 KJV). Dio ha riversato la fede nel nostro cuore, ma il diavolo prova a negarla con il dubbio. Il dubbio si presenta in forma di pensieri contrari alla Parola di Dio. Ecco perché è importante conoscere la Parola di Dio. Se conosciamo la Parola, possiamo riconoscere quando il diavolo ci sta mentendo. Ti assicuro che egli mente per rubarci quello che Gesù ha conquistato per noi con la Sua morte e resurrezione. 80 Dubbio e Incredulità [Poiché Abrahamo] svanita ogni speranza, ebbe fede di diventare padre di molte nazioni, come gli era stato promesso: così [innumerevole] sarà la tua discendenza. Non si indebolì nella fede nel considerare l’impotenza [totale] del proprio corpo, che era come morto perché aveva già circa cento anni, o [quando considerò] la sterilità del grembo [morto] di Sara. Né l’incredulità, né la sfiducia lo fecero vacillare (con domande dubbiose) a proposito della promessa di Dio, ma si rafforzò e per la fede guadagnò potere dando lode e gloria a Dio. Romani 4:18-20 Quando mi trovo in battaglia, sapendo cosa Dio ha promesso e tuttavia sono attaccata dal dubbio e dall’incredulità, mi piace leggere e meditare questo passo. Dio aveva fatto la promessa ad Abrahamo che gli avrebbe dato un erede generato dal suo corpo. Erano passati molti anni, eppure nessun bambino era nato dalla relazione tra Abrahamo e Sara. Abrahamo rimaneva fedele, credendo che quanto Dio aveva promesso si sarebbe realizzato. Nell’attesa, tuttavia, era attaccato dal dubbio e lo spirito d’incredulità lo spingeva a disubbidire Dio. La disubbidienza, in una situazione del genere, può semplicemente consistere nell’arrendersi, mentre Dio invece ci invita a perseverare. La disubbidienza è ignorare la voce del Signore o qualsiasi cosa Dio ci dica personalmente, e non solamente trasgredire i dieci comandamenti. Abrahamo continuò ad essere saldo, a lodare e dare gloria a Dio. La Bibbia afferma che così facendo, crebbe nella fede. Quando Dio ci dice o chiede qualcosa, la fede per crederci o per farla viene dalla Sua Parola. Sarebbe ridicolo che Dio si aspettasse che facessimo qualcosa senza che Lui ci abbia dato la capacità di crederci. Satana sa bene quanto siamo pericolosi con un cuore pieno di fede, allora ci attacca con il dubbio e l’incredulità. 81 Non è che noi non abbiamo fede, è che Satana prova a distruggere la nostra fede con la menzogna. Ti faccio un esempio che riguarda il periodo in cui ricevetti la chiamata per il ministero. Era una mattina come tutte le altre, eccetto per il fatto che tre settimane prima ero stata toccata dallo Spirito Santo. Avevo appena finito di ascoltare il mio primo insegnamento registrato su un’audiocassetta: dal titolo “Passa all’altro lato” del ministro Ray Mossholder. Mi ero sentita toccata nel profondo del cuore e meravigliata che qualcuno potesse insegnare per un’ora su un solo passo della Scrittura e, per giunta, risultare interessante. Mentre facevo il letto, all’improvviso sentii un intenso desiderio di insegnare la Parola di Dio. Allora la voce del Signore mi disse: “Andrai dappertutto a insegnare la mia Parola e i tuoi insegnamenti avranno una grande diffusione via audio” Non c’era affatto nessuna circostanza che mi portasse a credere che Dio mi avesse veramente parlato o che io avessi potuto fare quello che pensavo di aver sentito. Avevo tanti problemi interiori, non sembravo “adatta al ministero”. Ma Dio sceglie i deboli e gli stolti del mondo per confondere i saggi (1 Corinzi 1:27 KJV). Egli guarda al cuore non alla carne (1 Samuele 16:7) e se il cuore ha la giusta predisposizione, Dio può cambiare la carne. Nonostante non ci fosse nulla di concreto che mi portasse a credere a ciò, quando in me emerse tale desiderio, ebbi anche la fede che potevo fare quello che il Signore mi chiedeva. Quando Dio chiama, ci dà il desiderio, la fede e la capacità di fare il lavoro. Ma, voglio anche dirti che, durante gli anni di pratica e attesa, il diavolo mi ha attaccato regolarmente col dubbio e l’incredulità. Dio mette sogni e visioni nel cuore della sua gente che cominciano come piccoli semi. Proprio come la donna incinta ha un “seme” piantato nel grembo, così anche noi siamo in “attesa”, per così dire, delle cose che Dio ci dice e promette. Durante questa gravidanza Satana ce la mette tutta per fare abortire i nostri sogni. Uno dei mezzi che usa è il dubbio, un altro è l’incredulità. Entrambi agiscono contro la mente. La fede è frutto dello spirito; è una forza spirituale. Il nemico non vuole che la mente sia in accordo con lo spirito. Lui sa che, se Dio ci 82 dà la fede di fare qualcosa e noi siamo ottimisti e crediamo fermamente di poterla fare, creeremo un danno considerevole al suo regno. Continua a camminare sull’acqua! La barca ormai era a largo, distante da terra, sbattuta e agitata dalle onde, a causa del vento contrario. All’ora quarta della notte [tra le tre e le sei del mattino] Gesù venne verso di loro, camminando sul mare. Quando i discepoli lo videro camminare sul mare, terrorizzati dissero: “È un fantasma!” E si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio! Sono Io! Non abbiate paura!” Pietro rispose: “Signore, se sei Tu, comanda che io venga da Te sulle acque.” Egli disse: “Vieni!” Allora Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma quando sentì la violenza del vento, ebbe paura e cominciando ad affondare gridò: “Signore, salvami [dalla morte].” Immediatamente Gesù stese la mano, afferratolo lo trattenne e disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” E quando salirono sulla barca, il vento cessò. Matteo 14:24-32 Ho messo in evidenza l’ultimo verso perché voglio attirare la tua attenzione sul piano organizzato dal nemico in questo passo. Pietro scese dalla barca al comando di Gesù di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima. In realtà, nessuno l’aveva mai fatto, eccetto Gesù. Ci voleva fede! Pietro fece un errore; passò troppo tempo a guardare la tempesta ed ebbe paura. Il dubbio e l’incredulità fecero pressione e lui iniziò ad affondare, gridò a Gesù di salvarlo ed Egli lo fece. Nota come la tempesta cessa non appena Pietro risale sulla barca! Ti ricordi che in Romani 4:18 -21 Abrahamo non esitò quando considerò la sua situazione impossibile? Abrahamo era consapevole della sua condizione ma, al contrario di Pietro, credo che non stesse sempre a pensarci o parlarne. 83 Noi possiamo essere consapevoli delle nostre circostanze, tuttavia possiamo scegliere deliberatamente di pensare a qualcosa che ci arricchisca ed edifichi la nostra fede. Ecco perché Abrahamo rimase impegnato a lodare e dare gloria a Dio. Noi glorifichiamo Dio quando continuiamo a fare ciò che riteniamo giusto persino in circostanze avverse. Efesini 6:14 ci insegna che nei momenti di combattimento spirituale, dobbiamo stringere attorno a noi la cintura della verità. Quando nella tua vita arriva la tempesta, punta i piedi, fatti la faccia tosta e sii determinato a rimanere fuori dalla barca con lo Spirito Santo! Molto spesso la tempesta cessa non appena ti fermi e ti ritiri al sicuro. Il diavolo causa tempeste nella tua vita per intimidirti. Durante una tempesta, ricorda che la mente è il campo di battaglia. Non prendere decisioni fondate sulle tue riflessioni o sulle tue emozioni, ma vagliale con lo Spirito e quando lo farai, troverai lo stesso piano che era lì prima della tempesta. Non è permessa nessuna esitazione! Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio [che dona] che dà a tutti generosamente e non a malincuore, senza rimproverare o trovare da ridire e gli sarà data. La domandi però con fede senza titubare (senza esitare né dubitare). Perché chi è titubante (esita, dubita) è come l’onda del mare che si leva, mossa di qua e di là ed agitata dal vento. Perché veramente, non pensi una persona simile di ricevere qualcosa (che chiede) dal Signore. Giacomo 1:5-7 Il mio pastore, Rick Shelton, ci racconta come era confuso quando, finita la scuola biblica, doveva decidere cosa fare. Dio gli aveva messo nel cuore un forte desiderio di ritornare a St Louis, nel Missouri, e iniziare una chiesa, cosa che intendeva fare. Tuttavia, al momento di partire, aveva circa cinquanta dollari in tasca, una moglie, un bambino e un secondo figlio in arrivo. Le circostanze, ovviamente, non erano delle migliori. 84 E mentre provava a prendere una decisione, ricevette due ottime offerte di unirsi a dei ministeri piuttosto grossi e ben affermati, dove lo stipendio sarebbe stato buono. Erano due opportunità molto allettanti e, se non altro, l’orgoglio di lavorare per uno di questi ministeri avrebbe rinforzato il suo “io”. Più prendeva tempo a decidere, più si confondeva. (Sembra che il Signor Dubbio gli avesse fatto una visita, vero?) C’era stato un momento in cui sapeva benissimo cosa fare, ma adesso oscillava tra le diverse scelte. E dal momento che le sue circostanze non erano a favore del suo ritorno a St Louis, era tentato di accettare una delle due offerte, ma la cosa non lo faceva sentire in pace. Alle fine, chiese consiglio ad uno dei pastori che gli aveva offerto il lavoro, il quale saggiamente disse: “Vai da qualche parte in silenzio, smetti di pensare, guarda nel tuo cuore, vedi cosa c’è e fallo!” Quando seguì il consiglio del pastore, scoprì presto che dentro il suo cuore c’era la chiesa a St Louis. Non sapeva come ce l’avrebbe fatta, ma procedette in obbedienza e i risultati furono meravigliosi. Oggi, Rick Shelton è il fondatore e il pastore superiore del Life Christian Center a St Louis, nel Missouri. Al momento è una chiesa di circa tremila persone con una missione internazionale. Attraverso questo ministero, negli anni migliaia di vite sono state benedette e trasformate. Io sono stata pastore associato lì per cinque anni e il mio ministero. “Life in the Word”, iniziò durante quel periodo. Pensate a quanto il diavolo avrebbe rubato attraverso il dubbio e l’incredulità, se il pastore Shelton si fosse lasciato guidare dalla testa piuttosto che dal cuore. Il dubbio è una scelta Alle prime ore dell’alba la mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. Vedendo un fico pieno di foglie sulla strada, gli si avvicinò ma non trovò altro che foglie [sapendo che nell’albero di fico, il frutto compare allo stesso tempo delle foglie]. E gli disse: “Non nasca mai più frutto da te!” E subito quel fico si seccò. Al vedere questo, i discepoli rimasero stupiti e dissero: “Come mai il fico si è seccato immediatamente?” 85 Gesù rispose, in verità vi dico: “Se avrete fede (una ferma fiducia) e non dubiterete, non solo potrete fare quello che ho fatto al fico, ma anche se direte a questo monte: “Levati e gettati nel mare”, avverrà. E tutto quello che chiederete nella preghiera con fede e credendo [veramente] lo otterrete! Matteo 21:18 – 22 Quando i Suoi discepoli si stupirono e chiesero a Gesù come avesse fatto morire il fico con una sola parola, egli, usando altre parole, rispose loro: “Se avete fede e non dubitate, potrete fare la stessa cosa e anche cose più grandi di questa” (Giovanni 14:12). Abbiamo già chiarito che la fede è dono di Dio, quindi sappiamo di avere fede (Romani 12:3). Ma il dubbio è una scelta, è la tattica di guerra del diavolo contro la nostra mente. Dal momento che noi scegliamo i nostri pensieri, quando il dubbio sopraggiunge, dovresti imparare a riconoscerlo e dire: “No, grazie” e continuare a credere! La scelta è tua! L’incredulità è disobbedienza E quando ritornarono tra la folla, un uomo si avvicinò a Lui e inginocchiatosi disse: “Signore abbi pietà di mio figlio, ha problemi mentali, soffre molto e spesso cade nel fuoco e anche nell’acqua. L’ho portato ai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo”. Allora Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa, fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo”. Gesù rimproverò il diavolo che uscì da lui; da quel momento il ragazzo guarì. Allora vennero i discepoli che in disparte chiesero a Gesù: “Perché non abbiamo potuto scacciarlo?” Gesù rispose: “A causa della vostra incredulità...” Matteo 17:14–20 KJV Ricorda che l’incredulità porta alla disobbedienza. Forse Gesù aveva già insegnato ai Suoi discepoli cosa fare in casi simili, ma loro Gli disubbidirono a causa della loro incredulità, di conseguenza fallirono. 86 In ogni caso, la verità è che l’incredulità, come il dubbio, ci impedisce di fare quello che Dio ci ha chiamati e consacrati a realizzare nella vita. Ci impedirà anche di fare esperienza di quella pace che Egli vorrebbe che noi avessimo quando la nostra anima trova riposo in Lui. (Matteo 11:28,29 KJV). Il riposo del Sabato Ebraico Siamo, dunque, zelanti; sforziamoci e cerchiamo diligentemente di entrare in quel riposo [di Dio, conoscerlo e sperimentarlo personalmente] affinché nessuno cada e perisca per lo stesso tipo di incredulità e disobbedienza [in cui caddero quelli nel deserto]. Ebrei 4:11 Se leggi l’intero capitolo della lettera agli Ebrei, scoprirai che parla del riposo del Sabato ebraico a disposizione del popolo di Dio. Nel Vecchio Patto, si osservava il Sabato come giorno di riposo. Nel Nuovo Patto, si parla del riposo del Sabato come di un luogo spirituale di riposo. È prerogativa di ogni credente rifiutare di preoccuparsi ed essere ansioso. Noi, in quanto credenti, possiamo entrare nel riposo di Dio. Un’attenta analisi di Ebrei 4:11 ci rivela che noi non entreremo mai nel riposo di Dio se non crediamo, e allo stesso modo ne saremo privati a causa dell’incredulità e della disobbedienza. L’incredulità renderà la “nostra vita deserta”; Gesù, invece, ci ha dato un luogo di riposo permanente in cui ci si può insidiare solo se si vive con fede. Vivere di fede in fede È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: “Il giusto vivrà mediante la fede”. Romani 1:17 KJV Ricordo un episodio che può spiegare ancora meglio questo concetto. Una sera, mentre sbrigavo delle faccende domestiche, ero molto triste, non avevo nessuna gioia e non c’era pace nel mio cuore. Continuai a chiedere al Signore: “Cosa c’è che non va con me?” Mi sentivo spesso in quel modo e sinceramente volevo capire 87 quale era il problema. Provavo a mettere in pratica tutto quello che avevo imparato facendo un cammino di fede, ma sembrava che mancasse qualcosa. A quel punto squillò il telefono e, andando a rispondere, inciampai in una scatola piena di carte su cui erano appoggiati versetti delle Scritture che qualcuno mi aveva mandato. Non mi soffermai a guardarli, mi limitai a sfogliarli mentre parlavo al telefono. Quando riattaccai la cornetta, decisi di sceglierne uno a caso per vedere se potevo trarne qualche incoraggiamento. Lessi Romani 15:13: “Possa il Dio della speranza riempirvi di ogni gioia e pace nel credere [attraverso l’esperienza della fede] affinché abbondiate e siate ricolmi (sprizzate) di speranza per mezzo dello Spirito Santo.” Trovai la risposta! Il mio problema era causato dal dubbio e dall’incredulità. Mi rendevo infelice credendo alle menzogne del diavolo. Ero negativa. Non potevo avere né gioia né pace perché non credevo. E’ impossibile vivere nell’incredulità e avere gioia e pace. Prendi la decisione di credere in Dio e non al diavolo! Impara a vivere di fede in fede. Secondo Romani 1:17 questo è il modo in cui si rivela la giustizia di Dio. Il Signore dovette rivelarmi che invece di vivere di fede in fede, io spesso vivevo dalla fede al dubbio e dal dubbio all’incredulità. In certi momenti ritornavo alla fede, per poi passare di nuovo al dubbio e all’incredulità. Andavo avanti e indietro, oscillando dall’uno all’altro. Ecco perché ero infelice e avevo tanti problemi nella vita. Ricorda che secondo Giacomo 1:7,8 (KJV), l’uomo incerto, dalla doppia opinione, è instabile in tutte le sue cose e non riceve mai dal Signore quello che desidera. Deciditi a non essere incerto e a non vivere nel dubbio. Dio ha un piano meraviglioso per te, non permettere al diavolo di rubartelo con le sue bugie! Invece, “...rifiutiamo discussioni, 88 teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e assoggettiamo ogni pensiero e proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto)” 2 Corinzi 10:4,5 89 90 Capitolo 12 Una mente ansiosa e preoccupata ...non agitarti in nessun modo... Salmo 37:8 KJV L’ansia e la preoccupazione sono attacchi alla mente che intendono distrarci dal servire il Signore. Il nemico usa entrambi questi tormenti per soffocare la nostra fede così che questa non emerga e ci aiuti a vivere nella vittoria. Per certe persone, la preoccupazione è un tale problema, che sono persino dipendenti da essa. Se non hanno qualcosa di personale di cui preoccuparsi, si preoccupano delle situazioni altrui. Avendo avuto lo stesso problema, sono ben qualificata a descriverne la condizione. Io non mi godevo mai la pace che Gesù mi aveva guadagnato con la Sua morte perché ero costantemente preoccupata di qualcosa. È assolutamente impossibile preoccuparsi e vivere in pace allo stesso tempo. La pace non è qualcosa che si può inculcare ad una persona; è un frutto dello Spirito (Galati 5:22), e il frutto nasce quando si rimane nella vite (Giovanni 15:4 KJV). Il concetto di rimanere si rifà all’entrare nella “pace di Dio” di cui si parla nel quarto capitolo della lettera agli Ebrei e in altri passi della Parola di Dio. Ci sono diversi passi nella Bibbia che si riferiscono alla preoccupazione, dipende da quale tipo di traduzione si sceglie. La King James Version non usa la parola “preoccupazione”. Oltre a “non agitarsi” (Salmo 37:8), troviamo altre espressioni che ci mettono in guardia contro la preoccupazione, come per esempio “non affannatevi” (Matteo 6:25), “non angustiatevi per nulla” 91 (Filippesi 4:6) e “gettando ogni vostra preoccupazione” (1 Pietro 5:7). Generalmente io uso The Amplified Bible che include diverse traduzioni e altre frasi relative a questo argomento. Tuttavia, per semplificare l’insegnamento nel resto di questo capitolo, userò l’espressione “preoccupazione” per riferirmi a questa condizione. Definizione di Preoccupazione Il dizionario Webster definisce la parola preoccupazione nel seguente modo: 1. (Verbo intransitivo) Sentirsi preoccupato o turbato. (Verbo transitivo) Provocare ansia, stress o agitazione. 2. (Sostantivo) Fonte di apprensione martellante. Io ho anche sentito definirla come “tormentarsi con pensieri che disturbano”. Quando vidi la definizione ‘tormentarsi con pensieri che disturbano’ decisi immediatamente che ero troppo intelligente per accettare quella situazione e credo che ogni Cristiano possa fare lo stesso. Penso proprio che i credenti siano tanto saggi da non restare seduti e tormentarsi. Preoccuparsi sicuramente non migliora le cose, perché, quindi, non smetterla? Un’altra definizione mi ha fatto luce sull’argomento: “Afferrare per la gola con i denti e scuotere o massacrare, come un animale fa ad un altro, o tartassare mordendo e spezzando ripetutamente”. Meditando questa definizione, arrivai alla seguente conclusione: il diavolo usa la preoccupazione per farci provare ciò che descrive quest’ultima definizione. Quando abbiamo avuto una crisi di preoccupazione anche per poche ore, ci sentiamo proprio in questo modo, cioè come se qualcuno ci avesse preso per la gola e scossi fino ad essere totalmente sfiniti e distrutti. Il ripetersi dei pensieri che non accenna a diminuire è come il continuo mordere e spezzare, descritto nella definizione. 92 La preoccupazione è decisamente un attacco di Satana nella mente. Il credente ha ricevuto istruzioni di fare determinate cose con la sua mente, ma il nemico vuole assicurarsi che questo non avvenga. Il diavolo, allora cerca di tenere la nostra mente impegnata con il genere sbagliato di pensieri affinché questa non venga usata secondo il disegno di Dio. In un altro capitolo, parleremo di cosa sia giusto fare con la mente, per adesso continuiamo con lo studio della preoccupazione fin che abbiamo la piena consapevolezza di quanto questa sia inutile. Il passo di Matteo 6:25-34 rappresenta una lettura ideale per il sopraggiungere di un “attacco di preoccupazione”. Consideriamo ciascuno di questi versi separatamente per capire cosa il Signore ci voglia dire su questo argomento di vitale importanza. Non è la vita più importante delle cose? Perciò vi dico, smettetela di essere costantemente inquieti (ansiosi e preoccupati) della vostra vita, di quello che mangerete o berrete, o del vostro corpo, di quello che indosserete. Non vale la vita più del cibo [qualitativamente], e il corpo [di gran lunga superiore] più del vestito? Matteo 6:25 La qualità della vita è talmente meravigliosa che merita di essere goduta appieno. In Giovanni 10:10, Gesù disse: “Il ladro viene solo per rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto perché abbiano e si godano la vita, e l’abbiano in abbondanza (pienamente fino a traboccare).” Satana prova a rubarci la vita in molti modi, uno di questi è la preoccupazione. In Matteo 6:25 ci viene detto che non c’è niente nella vita di cui preoccuparsi, per nessun motivo! La qualità della vita donataci da Dio è buona abbastanza da includere tutte le cose elencate, ma se noi ce ne preoccupiamo, allora le perderemo; così come perderemo la vita per come il Signore l’aveva intesa. 93 Non conti più di un uccello? Guardate gli uccelli del cielo; non seminano, né mietono né ammassano nei granai, eppure il Padre vostro celeste li nutre, non contate voi forse più di loro? Matteo 6:26 Ci farebbe bene passare del tempo ad osservare gli uccelli, come il Signore suggerisce. Anche se non lo facciamo ogni giorno, ti tanto in tanto dobbiamo fermarci ad osservare i nostri amici piumati e rammentarci di come sono accuditi bene. Loro non sanno da dove verrà il pasto successivo; eppure, personalmente, non ho mai visto un uccello seduto su un ramo in preda ad una crisi di nervi per la troppa preoccupazione. Il punto del Maestro qui è veramente molto semplice: Non vali più di un uccello? Anche se hai poca stima di te stesso, sicuramente non avrai problemi a credere che vali più di un uccello, guarda allora quanta cura il Padre celeste ha di loro. Che cosa guadagni preoccupandoti? E chi di voi preoccupandosi o con l’essere ansioso può aggiungere un’ unità di misura (cubito) alla sua statura o alla sua vita? Matteo 6:27 Il significato è subito chiaro, la preoccupazione è inutile. Non serve a nulla di buono e se è così, perché allora preoccuparsi, perché essere così ansiosi? Perché essere così ansiosi? “E perché vi preoccupate dei vestiti? Considerate i gigli del campo, imparate come crescono; non lavorano né filano. Eppure vi dico che neanche Salomone in tutto il suo splendore (eccellenza, dignità e grazia) vestiva come uno di loro. Ora, se 94 Dio veste così l’erba del campo, che oggi è viva e verde e domani verrà gettata nel forno, non vestirà sicuramente ancor più voi, gente di poca fede?” Matteo 6:28-30 Usando un’immagine della Sua creazione, il Signore ci fa capire che se un fiore, che non fa niente, può essere così ben curato e apparire talmente bello da sorpassare in splendore persino Salomone in tutta la sua maestà, allora possiamo credere con certezza che il Signore avrà cura di noi e ci darà ciò di cui abbiamo bisogno. Pertanto, non ti preoccupare e non essere ansioso! Pertanto non preoccupatevi e non siate ansiosi, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? O, che indosseremo?” Matteo 6:31 Vorrei qui ampliare questo versetto, aggiungendo un'ulteriore domanda: “Che faremo?” Credo che Satana ci invii demoni che hanno solo il compito di ripetere tutto il giorno questa frase all’orecchio del credente. Questi demoni ci bombardano con domande difficili, alle quali il credente prova a dare una risposta sprecando tempo prezioso. Il diavolo ci dichiara continuamente guerra nel campo di battaglia della mente, sperando di coinvolgere il Cristiano in un combattimento lungo e dispendioso. Nota che nel verso 31 il Signore ci invita a non preoccuparci o essere ansiosi. Ricorda pure che la bocca parla dalla pienezza del cuore (Matteo 12,34 KJV). Il nemico sa bene che ci può riempire la mente di pensieri sbagliati, alla fine questi inizieranno anche ad essere proclamati dalla nostra bocca. Le nostre parole sono di fondamentale importanza per confermare la nostra fede o, in certi casi, la mancanza di fede. Cerca Dio non i doni Poiché i gentili (pagani) si preoccupano, desiderano e cercano diligentemente tutte queste cose, il Padre vostro celeste sa bene che ne avete bisogno. Cercate (mirate e aspirate) invece 95 prima il Regno di Dio e la Sua giustizia (il suo modo di fare giustizia ed essere giusto) e allora tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Matteo 6:32,33 È chiaro che i figli di Dio non devono adattarsi al mondo! Il mondo cerca le cose, noi dobbiamo cercare il Signore, il quale ci ha promesso che se lo faremo, ci darà tutte queste cose di cui sa che abbiamo bisogno. Dobbiamo però imparare a cercare il volto di Dio e non la Sua mano! Il nostro Padre celeste ha piacere di dare ai Suoi figli cose buone, ma solo se noi non le cerchiamo. Dio sa di che chiediamo. Se (Filippesi 4:6 preoccupazione lo intralcia. cosa abbiamo bisogno prima ancora che Glielo semplicemente gli esponiamo le nostre richieste KJV), al Suo tempo Egli le realizzerà. La non aiuta per niente il nostro cammino, al contrario, Prendi un giorno alla volta Non preoccupatevi e non siate ansiosi per il domani, perché il domani avrà già le sue preoccupazioni e ansie. A ciascun giorno basta la sua pena. Matteo 6:34 A me piace descrivere la preoccupazione e l’ansia come un modo di trascorrere il tempo presente per risolvere il futuro. Impariamo ad impiegare il tempo che Dio ci ha dato secondo la Sua intenzione. La vita deve essere vissuta – qui e adesso! Purtroppo, pochissime persone sanno vivere pienamente ogni giorno. Tu potresti essere una di queste. Gesù ha detto che il nemico, Satana, viene a rubare la vita (Giovanni 10:10). Non glielo permettere più! Non passare l’oggi preoccupandoti per il domani. Ci sono abbastanza cose oggi di cui preoccuparsi e tutte hanno bisogno della tua attenzione. La grazia di Dio è con te per far fronte a qualsiasi cosa ti succeda oggi, la grazia di domani non arriverà fin che il domani non arriva, quindi non sciupare l’oggi! 96 Non essere inquieto o ansioso Non siate inquieti o ansiosi per nulla; ma in ogni circostanza e in ogni cosa, esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, petizioni (richieste ben chiare) e ringraziamenti. Filippesi 4:6 Questo è un altro passo utile da prendere in considerazione quando sopraggiunge un “attacco di preoccupazione”. Ti raccomando vivamente di proclamare la Parola di Dio con la bocca. Questa è la spada a doppio taglio che deve essere esercitata contro il nemico (Ebrei 4:12; Efesini 6:17 KJV). La spada tenuta nel fodero durante un attacco non serve a nulla. Dio ci ha dato la sua Parola, usala! Impara a memoria passi come questo e quando il nemico attacca, vai al contrattacco con la stessa arma usata da Gesù: la Parola! Abbatti le immaginazioni ...rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e assoggettiamo ogni pensiero e proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto). Corinzi 10: 5 Quando ti vengono offerti pensieri che non sono in accordo con la Parola di Dio, il modo migliore per fare zittire il diavolo è proclamare la Parola. La Parola pronunciata dalla bocca del credente e sostenuta dalla fede è l’arma più efficace che si possa usare per vincere la guerra contro la preoccupazione e l’ansia. Getta su di Lui le tue preoccupazioni Umiliatevi dunque [moderate, diminuite la stima che avete di voi stessi] sotto la potente mano di Dio perché vi esalti al tempo opportuno. Gettando su di Lui ogni vostra preoccupazione [tutte le tue ansie, inquietudini e preoccupazioni una volta per tutte] perché Egli si cura e preoccupa di voi con affetto. 1Pietro 5:6,7 97 Quando il nemico vuole crearci un problema, noi abbiamo il privilegio di poterlo affidare a Dio. La parola “affidare” in realtà significa lanciare, gettare. Io e te possiamo gettare, lanciare i nostri problemi a Dio e, credimi, Egli li può afferrare, sapendo cosa farne. Questo passo ci fa capire che umiliarsi significa non preoccuparsi. Una persona che si preoccupa è ancora convinta che in qualche modo può risolvere il suo problema. La preoccupazione è come una mente che fa a gara per provare a trovare una soluzione alla sua situazione. L’uomo orgoglioso è pieno di sé, l’uomo umile è pieno di Dio. L’uomo orgoglioso si preoccupa; l’uomo umile attende. Solo Dio ci può liberare, Egli vuole che lo sappiamo, così che in ogni situazione la nostra prima reazione sarà di appoggiarci a Lui ed entrare nel Suo riposo. Il riposo di Dio O Dio nostro, non ci farai giustizia nei loro riguardi? Poiché noi non abbiamo la forza di opporci contro questa grande moltitudine che ci viene contro. Non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono rivolti a Te. 2 Cronache 20:12 Amo questo verso! La gente qui descritta era riuscita sicuramente a rendersi conto di tre cose: 1 Non avevano forza contro i loro nemici. 2 Non sapevano cosa fare. 3 Avevano bisogno di fissare i loro occhi su Dio. Nei versi 15 e 17 dello stesso passo, vediamo cosa risponde loro il Signore una volta che arrivano a questa conclusione e liberamente Glielo fanno sapere: ...Non temete e non spaventatevi davanti a questa grande moltitudine; poiché la battaglia non è vostra ma di Dio... Non dovrete combattere questa battaglia; prendete i vostri posti, state fermi e vedrete la liberazione del Signore... 98 Qual’è il nostro posto? È quello di dimorare in Gesù ed entrare nel riposo di Dio. È l’attendere continuamente il Signore con lo sguardo fisso su di Lui, facendo quello che Lui ci suggerisce e avendo un “timore reverenziale” di agire nella carne. A proposito del riposo di Dio, vorrei aggiungere che non c’è “riposo in Dio” senza contrasto. Per renderti l’idea, ti racconterò una storia che ho sentito a proposito di due artisti ai quali era stato chiesto di dipingere un quadro sulla pace per come la interpretavano loro. Uno dipinse un lago silenzioso e calmo in mezzo alle montagne. L’altro dipinse una cascata furiosa che precipitava con una betulla protesa su di essa sul cui ramo si posava un uccello che riposava nel suo nido. Quale dei due rappresenta veramente la pace? Sicuramente il secondo perché non ci può essere pace senza contrasto. Il primo quadro rappresenta una situazione di ristagno. La scena che ci è presentata è serena, può far venire la voglia di andarci per ristorarci. È un bel quadro ma non riflette “il riposo di Dio”. Gesù ha detto: “Vi lascio la pace, vi do e trasmetto la mia pace [personale]. Non come la dà il mondo, Io la do a voi…” (Giovanni 14:27). La Sua pace è spirituale, è il suo riposo che agisce nel mezzo di una tempesta, non in sua assenza. Gesù non è venuto ad eliminare i contrasti dalla nostra vita, ma piuttosto a darci un modo nuovo di far fronte alle tempeste della vita. Dobbiamo prendere il suo giogo su di noi e imparare da Lui (Matteo 11:29), cioè imparare i suoi modi per affrontare la vita come ha fatto Lui. Gesù non si preoccupava e noi non dobbiamo preoccuparci! Se aspetti di non avere nulla di cui preoccuparti per smetterla, probabilmente dovrei dirti che dovrai aspettare molto tempo perché quel momento potrebbe non arrivare mai. Non sono negativa ma semplicemente realista! Matteo 6:34 suggerisce che non dovremmo preoccuparci del domani perché ogni giorno ha la sua pena. Gesù stesso l’ha detto e sicuramente Lui non era pessimista. Rimanere nella pace, godersi il riposo di Dio nel mezzo della tempesta, rende gloria al Signore perché dimostra che i Suoi modi funzionano. 99 Preoccupazione, Preoccupazione, Preoccupazione! Io sciupai molti anni della mia vita preoccupandomi di cose che non potevo risolvere. Mi piacerebbe avere quegli anni indietro per poterli affrontare in modo completamente diverso. Tuttavia, una volta trascorso il tempo che Dio ti ha dato, è impossibile riaverlo indietro e fare le cose diversamente. Mio marito, al contrario non si preoccupava mai. Ci fu un periodo in cui io ero solita arrabbiarmi con lui perché non si preoccupava come me, e non discuteva con me le conseguenze terribili che avremmo avuto se Dio non fosse venuto incontro ai nostri bisogni. Mi sedevo in cucina, per esempio, tirando fuori bollette e assegni, rattristandomi sempre di più perché le bollette erano più dei soldi che avevamo nel nostro conto. Dave stava nella stanza accanto a giocare con i bambini, guardando la televisione mentre loro saltavano su e giù dalle sue spalle, mettendo bigodini nei suoi capelli. Ricordo che gli dicevo in malo modo: “Perché non vieni qui a far qualcosa invece di giocare, mentre io provo a risolvere questo disastro?” E quando lui mi rispondeva: “Che vuoi che faccia?” Non riuscivo a rispondergli; e mi faceva arrabbiare l’idea che lui si stesse divertendo mentre io dovevo far fronte ad una situazione finanziaria disperata. Dave mi tranquillizzava ricordandomi che Dio aveva sempre risposto ai nostri bisogni, che noi dovevamo fare la nostra parte (dando la decima, le offerte, pregando e fidandoci) e che il Signore avrebbe continuato a fare la Sua. (Devo chiarire che Dave aveva fiducia mentre io mi preoccupavo). Entravo nella stanza dove erano lui e i bambini e dopo poco i pensieri si insinuavano di nuovo nella mia mente: “Ma che faremo? Come pagheremo le bollette? E se...” E poi, sullo schermo del cinema della mia immaginazione, mi figuravo disastri, l’incapacità di estinguere il mutuo, la perdita della macchina, l’imbarazzo davanti alla nostra famiglia e agli amici nel caso avessimo dovuto chiedere aiuti finanziari, e così via. Hai mai visto “film” del genere o hai mai avuto pensieri simili passarti 100 costantemente nella mente? Naturalmente sì, altrimenti non staresti leggendo questo libro. Dopo avere meditato per un po' sui i pensieri che mi offriva il diavolo, rientravo in cucina, tiravo fuori le bollette, la calcolatrice, il libretto degli assegni e ritornavo nella confusione di prima. Più lo facevo, più mi deprimevo. Poi ripetevamo la stessa scena! Gridavo a Dave e ai bambini che si divertivano, mentre io mi caricavo di tutta la “responsabilità!” In realtà, la mia non era responsabilità ma ansietà, quell’ansietà che Dio chiede chiaramente di gettare su di Lui. Adesso, quando guardo indietro, mi rendo conto che non feci altro che sciupare tutte quelle serate che Dio mi aveva dato nei primi anni di matrimonio. Il tempo che Egli ci dà è un dono prezioso. Ma io allora lo diedi al diavolo. Il tempo è tuo, usalo saggiamente, non passerai per questa strada un’altra volta. Dio venne sempre incontro ai nostri bisogni e lo fece in modi diversi. Non ci delude mai, nemmeno per una volta, Dio è fedele! Non ti preoccupare - Fidati di Dio Sia il vostro temperamento o disposizione morale libero dall’amore per i soldi [incluse cupidigia, avarizia, lussuria, brama di cose terrene] accontentatevi del vostro presente [delle circostanze e di ciò che avete] perché Egli [Dio] stesso ha detto: “Non vi deluderò in nessun modo, non vi abbandonerò né vi lascerò senza aiuto. No, no, non vi lascerò senza aiuto, né vi dimenticherò né vi deluderò (non lascerò andare la mia presa su di voi)! [Certamente no!] …Ebrei 13:5 Questo passo straordinario è ideale da usare per incoraggiarti quando sei preoccupato e ti chiedi se Dio ti verrà incontro o meno nei tuoi bisogni. In questo passo il Signore ci fa capire che non dobbiamo preoccuparci dei soldi, domandandoci: “Come faremo?”, perché è 101 Lui che si prende cura di queste cose al posto nostro. Egli ha promesso che non ci deluderà mai, né ci dimenticherà. Fai la tua parte, ma non provare a fare quella di Dio. Il carico è troppo pesante da sopportare, e, se non stai attento, ti frantumerai sotto il suo peso. Non preoccuparti. Abbi fiducia (appoggiati, confida e sii sicuro) nel Signore e fai il bene; dimorerai nella terra e ti nutrirai della Sua fedeltà, e veramente sarai nutrito (Salmo 37:3). E questa è una promessa! 102 Capitolo 13 Una mente sospettosa che giudica e critica Non giudicare e non sarai giudicato. Matteo 7:1 KJV Nella vita della gente molte ferite sono causate dai giudizi, dalle critiche e dai sospetti degli altri. Moltissime relazioni sono distrutte da questi nemici. Ancora una volta, la mente è il campo di battaglia. I pensieri – semplicemente “io penso” – possono essere lo strumento che il diavolo usa per isolare una persona. Alle persone non piace essere circondate da chi vuole sempre dire la sua in ogni cosa. Mi spiego meglio. Conoscevo una signora sposata con un uomo d’affari molto ricco. Quest’uomo generalmente era molto silenzioso, mentre lei avrebbe preferito che parlasse di più. Era una persona molto preparata, tuttavia quando si trovava in gruppo e qualcuno cominciava una conversazione su un argomento di sua competenza, anziché dire quello che sapeva, non diceva nulla, irritando così la moglie. Una sera, dopo che ritornarono da una festa, lei lo accusò dicendo: “Perché non hai detto agli altri quello che sapevi sull’argomento di cui parlavano? Eri lì seduto, comportandoti come se non sapessi nulla!” “Già so quello che so”, rispose lui, “quindi provo a stare in silenzio e ad ascoltare quello che sanno gli altri.” Suppongo che sia stato precisamente questo il motivo della sua ricchezza. Era saggio! Poche persone si arricchiscono senza la sapienza. E poche persone hanno amici se non usano la sapienza nelle relazioni. 103 Dare giudizi, fare supposizioni e criticare sono tre cose che portano al fallimento delle relazioni. Satana, naturalmente vuole farci rimanere da soli e farci sentire esclusi, ecco perché attacca la nostra mente in questo campo. Spero che questo capitolo ti aiuti a riconoscere i modi sbagliati di pensare e ad imparare, allo stesso tempo, a cambiare la mentalità sospettosa. Definizione di giudicare Il dizionario An Expository Dictionary of New Testament Words di Vine, definisce, in parte, una delle parole greche tradotta con giudizio come “decisione presa sulle colpe degli altri” e l’associa alla parola condanna1. Secondo la stessa fonte, una delle parole greche tradotta con giudicare è in parte definita come “crearsi un’opinione” ed è associata alla parola emettere sentenze2. Dio è l’unico che ha il diritto di condannare ed emettere sentenze, e quando quindi giudichiamo qualcuno, in un certo senso, ci mettiamo al posto di Dio nella vita di quella persona. Non so che ne pensi, ma in me questo suscita un certo “timore di Dio”. Anche se sono una persona coi nervi saldi, non sono interessata ad occupare il posto di Dio! In passato questi problemi erano aspetti gravissimi della mia personalità, spero quindi di aiutarti condividendo con te quello che Dio mi ha insegnato in proposito. Dal momento che criticare, dare opinioni e giudizi sembrano far parte della stessa famiglia, ne parleremo come di un unico, grosso, problema. In passato, ero solita criticare tutto perché tendevo sempre a vedere quello che era sbagliato invece di quello che era giusto. Certe persone sembrano avere questa tendenza più di altre. La persona con una personalità gioviale guarda solo alle cose “allegre o divertenti” della vita, ignorando tutto quello che potrebbe rovinarne il 1.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Hebrew and Greek Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell Company, 1981),Vol 2 E-Li, p281 2.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Hebrew and Greek Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell Company, 1981),Vol 2 E-Li, p280 104 suo godimento. Al contrario, la persona con una personalità più melanconica o con la tendenza a dominare, è spesso più portata a guardare prima alle cose “sbagliate” e, generalmente, le persone con questo tipo di personalità sono molto generose nel condividere con gli altri le loro opinioni e i loro modi di vedere. Dobbiamo renderci conto che ognuno ha un modo personale di vedere le cose. A noi piace dire alla gente quello che pensiamo – ed è questo esattamente l’errore – ma quello che io penso sia giusto per me, non è necessariamente giusto per qualcun altro, e viceversa. Tutti sappiamo, naturalmente, che non rubare è giusto per tutti, ma quello a cui mi riferisco sono le migliaia di cose che ci capitano ogni giorno le quali non sono necessariamente giuste o sbagliate, ma sono semplicemente il frutto di scelte personali. Voglio anche aggiungere che ogni persona ha il diritto di fare le proprie scelte senza influenze esterne. Io e mio marito abbiamo modi estremamente diversi di affrontare le cose. Per esempio, decorare la casa è una di queste. Non nel senso che non ci piace mai quello che l’altro sceglie, ma se usciamo insieme per comprare qualcosa per la casa, sembra che a Dave piaccia qualcosa e a me sempre qualcos’altro. Perché? Semplicemente perché siamo due persone diverse. La sua opinione è valida tanto quanto la mia e la mia tanto quanto la sua, sono solamente diverse. Ho impiegato anni per capire che non c’era niente che non andava con Dave solo perché era in disaccordo con me. Naturalmente, io ero solita fargli sapere che c’era qualcosa che non andava con lui dal momento che non condivideva la mia opinione. Il mio atteggiamento era ovviamente causa di contrasto tra noi e feriva la nostra relazione. Orgoglio: il problema dell’Io. Vi avverto di non valutarvi e considerarvi superiori a quanto dovreste [di non avere un opinione esagerata della propria importanza], ma di dare una valutazione realistica alle vostre capacità, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Romani 12:3 105 Il giudizio e la critica sono frutto di un problema molto più profondo: l’orgoglio. Quando l’Io in noi è più grande di quanto dovrebbe essere, causerà sempre questo genere di problemi di cui stiamo discutendo. La Bibbia ci avverte ripetutamente a proposito dell’arroganza. Tutte le volte che primeggiamo in qualcosa è solo perché Dio ci ha dato il dono della grazia per farlo. Se siamo arroganti o abbiamo un'opinione esagerata di noi stessi, tendiamo a guardare agli altri dall’alto in basso e a considerarli “inferiori” a noi. Questo tipo di atteggiamento o modo di pensare è in abominio al Signore, e nella nostra vita apre molte porte al nemico. Un santo timore Fratelli, se uno viene sorpreso in una cattiva condotta o in qualsiasi tipo di colpa, voi che siete spirituali [che siete sensibili e guidati dallo Spirito] dovreste correggerlo, ristabilirlo e reintegrarlo con dolcezza e nessun senso di superiorità, vegliando su voi stessi, così da non essere tentati anche voi. Portate (sopportate) i pesi gli uni degli altri e le fastidiose colpe morali, in questo modo adempirete e osserverete perfettamente la legge di Cristo (il Messia) e completerete ciò che manca [alla vostra obbedienza alla legge]. Se infatti uno pensa di essere qualcuno [troppo importante per abbassarsi a sostenere il carico di qualche altro] mentre non è nessuno [in superiorità eccetto nella stima di se stesso], inganna, illude e imbroglia se stesso. Galati 6:1-3 Un attento esame di questo passo delle Scritture ci rivela chiaramente come dobbiamo reagire alla debolezza altrui. Ci presenta l’atteggiamento mentale che dovremmo mantenere. Dobbiamo avere un “ santo timore” dell’orgoglio e stare attenti al giudizio e alla critica degli altri. 106 Chi siamo noi per giudicare? Chi sei tu per giudicare e biasimare il servo di un altro? Che stia in piedi o cada, riguarda il suo padrone. Starà in piedi e sarà sorretto perché il padrone (il Signore) ha il potere di sostenerlo e tenerlo in piedi. Romani 14:4 Faccio un esempio: supponiamo che la tua vicina di casa venga a casa tua e inizi a darti ordini su quello che i tuoi figli dovrebbero indossare per la scuola o che materie dovrebbero scegliere. Come reagiresti? Oppure, supponiamo che la tua vicina venga a dirti che non le piace il modo in cui la tua domestica (della quale tu sei abbastanza soddisfatto) ti ha pulito la casa. Che le diresti? Questo è esattamente il punto fatto qui dalla Scrittura. Ognuno di noi appartiene a Dio ed Egli è in grado di sollevarci e giustificarci nonostante le nostre debolezze. Noi dobbiamo rendere conto a Dio e non gli uni agli altri, perciò non dobbiamo giudicarci e criticarci a vicenda. Il diavolo è molto impegnato ad affidare ai suoi demoni il compito di mettere pensieri critici e giudizi nella mente della gente. Ricordo bene il tempo in cui trovavo divertente sedere al parco o al centro commerciale e guardare la gente passare, criticandola per il loro abbigliamento, acconciatura, amici, e via dicendo. Non sempre possiamo evitare di farci delle opinioni, tuttavia possiamo evitare di esprimerle. Credo, inoltre, che potremmo arrivare al punto di non avere più tante opinioni, ma solo poche e che non siano di natura critica. Spesso mi ripeto: “Joyce non sono affari tuoi”. Un grosso problema inizia a lievitare nella nostra mente quando meditiamo la nostra opinione finché questa diventa giudizio. Più pensi al problema, più il problema cresce finché inizi a parlarne anche agli altri o persino alla persona che stai giudicando. A questo punto è diventato esplosivo e ha la capacità di fare un danno notevole sia a livello pratico (per quanto riguarda la relazione) sia a livello spirituale. In futuro potresti risparmiarti dei problemi semplicemente imparando a dire “non sono affari miei”. 107 Nella mia famiglia giudizi e critiche dilagavano a tal punto che si può dire che “sono cresciuta con loro”. E quando è così - come potrebbe essere anche per te – è come provare a giocare a calcio con la gamba rotta. Provavo a “giocare a palla” con Dio, volevo fare le cose a modo Suo, pensare e agire a modo Suo, ma non ci riuscivo. Ho impiegato tanti anni di sofferenza prima di capire che dovevo occuparmi delle fortezze della mente per cambiare il mio comportamento. Ricorda che le tue azioni non cambieranno finché non cambierà prima la tua mente. In Matteo 7:1-6 troviamo degli esempi classici su questi argomenti di giudizio e critica. Quando la tua mente si trova in difficoltà in questo campo, leggi questi passi delle Scritture. Leggili, poi rileggili ad alta voce e usali come armi contro il diavolo che sta provando ad erigere una fortezza nella tua mente. Quest’ultimo potrebbe anche agire da una fortezza che è già lì da anni. Diamo insieme un’occhiata a questo passo che io commenterò versetto per versetto. Il giudizio di seminare e mietere Non giudicate, criticate e condannate gli altri, per non essere giudicati, criticati e condannati anche voi. Perché con la misura con la quale giudicate, criticate e condannate, sarete giudicati, criticati e condannati anche voi. Matteo 7:1,2 Queste Scritture ci dicono apertamente che mieteremo quanto avremo seminato (Galati 6:7). Non si semina e miete solo nel campo dell’agricoltura o in quello finanziario, ma anche nel campo della mente. Possiamo seminare e mietere un atteggiamento, così come si fa con un raccolto o con un investimento. Un pastore di mia conoscenza, dice spesso che quando sente dire che qualcuno l’ha giudicato o ha parlato di lui in maniera poco cortese, si chiede: “Sono loro che seminano, o sono io che mieto?” Molte volte raccogliamo nella nostra vita ciò che abbiamo seminato in precedenza nella vita di qualche altro. 108 Medico, guarisci te stesso! Perché osservi il granello che è nell’occhio di tuo fratello e non consideri la trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire a tuo fratello permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo c’è una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello. Matteo 7.3-5 Il diavolo adora tenerci mentalmente impegnati a giudicare le colpe degli altri. In questo modo non vediamo mai né affrontiamo ciò che non va in noi! Noi non possiamo cambiare gli altri, solo Dio può farlo, né possiamo cambiare noi stessi, ma possiamo collaborare con lo Spirito Santo permettendoGli di operare. Il primo passo verso qualsiasi tipo di libertà è comunque affrontare la verità che il Signore tenta di farci vedere. Quando ci facciamo delle opinioni e commentiamo quello che non va negli altri, normalmente ci stiamo ingannando sulla nostra stessa condotta. Gesù, infatti, ci comandò di non preoccuparci dei difetti degli altri: ce ne sono cosi tanti in noi stessi. Permetti a Dio di operare in te prima e poi imparerai il modo scritturale di aiutare tuo fratello a crescere nel cammino cristiano. Amatevi gli uni gli altri Non date le cose sante (cose sacre) ai cani, e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Matteo 7:6 Credo che queste Scritture si riferiscano alla capacità dataci da Dio di amarci a vicenda. Se ci è stata data la capacità e l’ordine da parte di Dio di amare gli altri, ma invece di farlo, li giudichiamo e critichiamo, non abbiamo fatto altro che prendere la cosa santa (l’amore) e buttarla ai cani e ai porci (gli spiriti demoniaci). Abbiamo aperto loro una porta per calpestare cose sante, voltarsi e sbranarci. 109 È necessario capire che “il cammino d’amore” è per noi protezione contro gli attacchi demoniaci. Non credo che il diavolo possa nuocere a chi veramente fa un cammino d’amore. Quando rimasi incinta del mio quarto figlio, ero una cristiana, battezzata nello Spirito Santo, chiamata a servire nel ministero e che studiava seriamente la Bibbia. Avevo imparato a pregare con fede per la guarigione, ciò nonostante, durante i primi tre mesi di gravidanza stetti molto male. Avevo perso peso e mi sentivo senza forze. Passavo il tempo sdraiata sul divano, avevo la nausea, ed ero talmente stanca che riuscivo appena a muovermi. La cosa mi stupì molto dal momento che durante le altre tre gravidanze ero stata benissimo. Allora non conoscevo la Parola di Dio, anche se andavo in chiesa e non usavo attivamente la mia fede. Adesso, conoscevo molto bene le promesse di Dio, eppure stavo molto male e né le preghiere a Dio, né rigettare il diavolo bastavano a rimuovere il problema. Un giorno mentre ero coricata a letto e sentivo mio marito e i bambini divertirsi fuori, chiesi con ardore a Dio: “Che cosa c’è che non va in me? Perché sto così male? E perché non miglioro?” Lo Spirito Santo mi spinse a leggere Matteo 7. Chiesi al Signore che cosa quel passo aveva a che fare con me e con la mia salute. Intuivo che dovevo rileggere il brano più volte e, alla fine, mi fece ricordare un episodio accaduto alcuni anni prima. Una volta tenni un corso biblico a casa, al quale partecipava una giovane donna, che chiameremo Jane. Jane frequentava assiduamente il corso finché rimase incinta, da quel momento fu difficile per lei partecipare regolarmente perché era sempre stanca e non si sentiva bene. Quel giorno, mentre ero coricata nel mio letto, ricordai che avevo parlato, giudicato e criticato Jane con un’altra “sorella cristiana”, ritenendo che lei non faceva nessuno sforzo per superare le sue circostanze e frequentare il corso biblico con serietà. Noi non le offrimmo mai nessun tipo di aiuto, eravamo dell’idea che non aveva carattere e usava la gravidanza come scusa per la sua pigrizia e per il fatto che era indulgente con se stessa. 110 Ora, mi ritrovavo nelle stesse circostanze in cui Jane era stata due anni prima. Dio, allora, mi fece capire che nonostante fossi stata bene durante le mie tre gravidanze precedenti, criticando e giudicando, avevo aperto una enorme porta al diavolo. Avevo preso le perle, le cose sante (la mia capacità di amare Jane) e le avevo gettate ai cani e ai porci, e ora si erano voltati e mi stavano sbranando. Ti assicuro che fui veloce a pentirmi e, non appena lo feci, la mia salute si ristabilì e durante i mesi successivi stetti bene. Da questo episodio ho imparato una lezione importante a proposito del pericolo di giudicare e criticare gli altri. Mi piacerebbe poter dire che dopo quella esperienza non ho fatto più errori simili, ma mi dispiace ammettere che da allora ne ho ancora fatti tanti. E ogni volta Dio mi ha dovuto riprendere e gliene sono grata. Tutti facciamo errori. Tutti abbiamo debolezze. La Bibbia dice che non dobbiamo avere uno spirito severo e critico verso gli altri, ma di perdono, e avere misericordia come Dio ha fatto per noi per amore di Cristo (Efesini 4:32). Il giudizio porta condanna Sei dunque inescusabile, senza difesa o giustificazione, o uomo, chiunque tu sia, che giudichi e condanni gli altri. Perché nel giudicare ed emettere sentenze sugli altri, condanni te stesso perché tu che giudichi fai di solito le medesime cose [che biasimi e denunci]. Romani 2:1 In altre parole, noi facciamo le stesse cose per le quali giudichiamo gli altri. Una volta il Signore mi fece un ottimo esempio per capire questo principio. Riflettevo sul perché se facciamo una cosa noi, pensiamo che vada bene; ma se la fa qualche altro, lo giudichiamo. Egli mi disse: “Joyce, tu ti vedi attraverso occhiali con le lenti rosa, ma guardi gli altri con la lente d’ingrandimento!” Noi troviamo scuse per i nostri comportamenti, ma se qualche altro fa quello che facciamo noi, spesso siamo spietati. Fare agli altri quello che vorremmo facessero a noi (Matteo 7:12) è un ottimo principio di vita che se seguito evita tante critiche e giudizi. 111 Una mente che giudica è l’espressione di una mente negativa: pensare cioè quello che è sbagliato in un individuo invece di quello che è giusto. Devi essere positivo e non negativo! Gli altri ne trarranno beneficio, ma tu più di chiunque altro. Vigila sul tuo cuore Custodisci e vigila sul cuore con ogni cura, proteggilo soprattutto, perché da esso scorre la sorgente della vita. Proverbi 4:23 Se vuoi che la vita scorra in te e da te, vigila sul tuo cuore. Certi modi di pensare sono “inaccettabili” per un credente, tra questi ci sono anche il giudizio e la critica. Tutto quello che Dio prova ad insegnarci è per il nostro bene e la nostra felicità. Seguire le Sue vie porta frutto; seguire le vie del diavolo porta marciume. Sii sospettoso del sospetto L’amore sopporta tutto ed è sempre pronto a credere al meglio di ogni persona. 1 Corinzi 13:7 Devo ammettere onestamente che mi è sempre stato difficile obbedire a questo passo delle Scritture. Sono stata educata ad essere sospettosa. In realtà, mi era stato insegnato a non fidarmi di nessuno, specialmente di quelli che fanno finta di essere gentili perché “sicuramente vogliono qualcosa in cambio”. Oltre ad avere imparato ad essere sospettosa degli altri e delle loro motivazioni, avevo avuto delle brutte delusioni con delle persone, non solo prima di diventare una cristiana attiva ma anche dopo. Meditare sui diversi aspetti dell’amore e arrivare alla conclusione che l’amore crede sempre al meglio, mi ha aiutata tantissimo a sviluppare un modo nuovo di pensare. 112 Quando la mente ti è stata avvelenata, o quando Satana ha conquistato fortezze nella tua mente, questa deve essere rinnovata secondo la Parola di Dio. E lo si può fare imparando la Parola e meditandola (ponderandola, ripetendola e riflettendo su di essa). Abbiamo in noi il meraviglioso Spirito Santo che ci ricorda quando i nostri pensieri stanno andando nella direzione sbagliata. Il Signore lo fa con me non appena inizio ad avere pensieri di sospetto piuttosto che d’amore. L’uomo naturale pensa: “Se mi fido delle persone, loro ne approfitteranno.” Forse, ma i benefici saranno di gran lunga superiori a qualsiasi esperienza negativa. Fiducia e fede portano gioia nella vita e aiutano le relazioni a raggiungere il loro massimo potenziale. I pensieri sospettosi danneggiano una relazione e di solito la distruggono. La verità è che i modi di Dio funzionano, quelli degli uomini no. Dio condanna i giudizi, le critiche e i pensieri sospettosi e noi dovremmo fare lo stesso. Ama ciò che Dio ama, odia ciò che Egli odia. Permetti quello che Egli permette, non permettere quello che Egli non permette. La soluzione migliore è avere un atteggiamento equilibrato. Questo non significa che non dobbiamo usare sapienza e discernimento nelle relazioni con gli altri. Non dobbiamo aprire la nostra vita a tutti quelli che incontriamo, dando la possibilità a chiunque incontriamo di ferirci. Allo stesso tempo però, non dobbiamo guardare tutti con occhi sospettosi e negativi, aspettandoci sempre che ne approfitteranno di noi. Fidati di Dio completamente e dell’uomo cautamente Mentre era a Gerusalemme, per la festa della Pasqua, molti credettero nel suo nome [si identificarono con la sua fazione] vedendo i segni che faceva (meraviglie e miracoli). Gesù però [da parte sua] non si confidava con loro, perché li conosceva tutti [gli uomini]; e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro [non aveva bisogno di nessuna prova 113 degli uomini sugli uomini], poiché conosceva la natura umana. [Poteva leggere il cuore degli uomini]. Giovanni 2:23,25 Una volta, dopo un episodio che mi amareggiò molto all’interno di una comunità cristiana, il Signore attirò la mia attenzione su Giovanni 2:23,25. Questo passo parla della relazione di Gesù con i Suoi discepoli e dice chiaramente che Lui non si confidava con loro. Non dice che sospettava di loro o che non aveva fiducia in loro; spiega semplicemente che non si affidava a loro in maniera squilibrata perché conosceva la natura umana (che abbiamo tutti). Io imparai una bella lezione. Mi ero lasciata ferire molto in quella situazione in chiesa perché mi ero lasciata coinvolgere troppo da un gruppo di donne, fino a perdere il giusto equilibrio. Tutte le volte che perdiamo quest’equilibrio, apriamo la porta al diavolo. La prima lettera di Pietro al capitolo 5:8 dice: Siate equilibrati (temperanti e ragionevoli), sempre vigilanti e cauti; perché il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro [con una fame feroce] cercando di afferrare e divorare qualcuno. Compresi che mi ero appoggiata troppo sulle donne di riponendo in loro quella fiducia che appartiene solo relazioni umane possiamo arrivare fino ad un certo spingiamo oltre la sapienza, sorgeranno problemi e lasciarci ferire. quel gruppo, a Dio. Nelle punto, se ci finiremo col Riponi sempre fiducia assoluta solo nel Signore. Così facendo aprirai la porta allo Spirito Santo ed Egli ti farà sapere quando stai varcando la soglia dell’equilibrio. C’è chi pensa di avere discernimento, quanto invece è semplicemente sospettoso. Uno dei doni dello Spirito Santo è il discernimento degli spiriti (1 Corinzi 12:10 KJV). Esso consiste nel discernere il bene e il male, non solo il male. Il sospetto viene da una mente non rinnovata, il discernimento da uno spirito rinnovato. Prega per i doni veri – non la carne che si traveste di doni dello Spirito. Il vero discernimento spirituale porta alla preghiera, non al pettegolezzo. Quando si discerne un problema vero attraverso un 114 dono autentico, per poterlo affrontare si segue una procedura scritturale e non modi carnali che non fanno altro che ingrandirlo e aggravarlo. Le parole gradevoli sono dolcezza e refrigerio La mente del saggio istruisce la sua bocca e sulle sue labbra aumenta la dottrina e la persuasione. Le parole gentili sono come un favo di miele, dolcezza per l’anima e refrigerio per il corpo. Proverbi:23,24 Le parole e i pensieri sono come le ossa e il midollo, talmente uniti che è quasi impossibile dividerli (Ebrei 4:12). I nostri pensieri sono come parole silenziose che solo noi e il Signore conosciamo; eppure, quelle parole influenzano il nostro uomo interiore, la nostra salute, la nostra gioia e il nostro comportamento. Spesso le cose che pensiamo vengono fuori dalla nostra bocca e, sfortunatamente, certe volte ci fanno apparire stolti. I giudizi, le critiche e i sospetti non conducono mai alla gioia. Gesù ha detto che è venuto affinché possiamo avere la vita e godercela (Giovanni 10:10). Inizia ad agire con la mente di Cristo ed entrerai in un regno della vita completamente nuovo. 115 116 Capitolo 14 Una mente passiva Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza… Osea 4:6 Questa affermazione è sicuramente vera per quanto riguarda il campo della passività. La maggior parte dei Cristiani non hanno dimestichezza con questo termine, né sanno riconoscerne i sintomi. Essere passivi è l’opposto dell’essere attivi. Questo è un problema pericoloso in quanto la parola di Dio ci insegna chiaramente che dobbiamo vigilare, essere cauti, attivi (1 Pietro 5:8) e dobbiamo ravvivare la fiamma e il dono di Dio che è in noi (2 Timoteo 1:6). Ho letto diverse definizioni della parola passività e mi piace descriverla come mancanza di emozioni, desiderio, apatia in genere, tiepidezza e pigrizia. Dietro la passività si nascondono spiriti del male. Il diavolo sa bene che l’inattività, la paralisi della volontà comporta la sconfitta ultima del credente. Finché si agisce contro il diavolo, usando la volontà per resistergli, il nemico non vince la guerra. Ma se si inizia ad essere passivi, si avranno seri problemi. Tanti credenti si lasciano guidare dalle emozioni al punto che è necessaria un’assenza di emozioni per impedirgli di fare ciò che è stato loro insegnato. Lodano, se ne hanno voglia, mantengono la loro parola se ne hanno voglia e se non hanno voglia non fanno nulla. Uno spazio vuoto è un posto! Non date spazio al diavolo. Efesini 4:27 KJV Il posto che diamo a Satana è spesso uno spazio vuoto. Una mente vuota e passiva può essere facilmente riempita da ogni genere di pensieri sbagliati. 117 Il credente che ha una mente passiva e che non resiste a questi pensieri sbagliati, spesso inizia a considerarli propri. Un modo per mantenere la mente libera da pensieri sbagliati, è riempirla di pensieri buoni. Il diavolo può essere cacciato, ma andrà e vagherà in luoghi aridi solo per una stagione. Quando ritornerà alla sua vecchia casa e la troverà vuota, la Bibbia dice in Luca 11:24-26 che ritorna e porta altri spiriti con sé e la condizione dell’individuo diventa peggiore della precedente. Per questo motivo non dobbiamo mai tentare di cacciare uno spirito del male da un individuo a meno che gli sia stato insegnato come “riempire gli spazi vuoti”. Non dico che chiunque ha un pensiero cattivo possiede uno spirito del male, ma che lo spirito del male si nasconde spesso dietro pensieri cattivi. Un individuo può rigettare continuamente le immaginazioni, ma queste ritorneranno finché lui non imparerà a riempire gli spazi vuoti con il giusto modo di pensare. Quando il nemico ritornerà, allora non troverà spazi vuoti in quella persona. Ci sono peccati attivi o peccati che si commettono, e peccati passivi cioè di omissione. In altre parole, ci sono cose sbagliate che facciamo e cose giuste che non facciamo. Per esempio, si può compromettere un’amicizia usando parole poche cortesi, o anche omettendo di usare parole gentili di apprezzamento (che si sarebbero dovute esprimere ma non lo si è fatto). La persona passiva pensa di non fare niente di male proprio perché non fa nulla. E quando la si confronterà con l’errore, dirà: “Non ho fatto niente!” La sua analisi è corretta, ma non il suo comportamento. Il problema è sorto proprio perché non ha fatto niente. Superare la passività Alcuni anni fa, mio marito Dave ebbe dei problemi con la passività. C’erano alcune cose in cui era attivo: andava a lavorare ogni giorno, giocava a golf il sabato e guardava il calcio la domenica. Oltre a questo, era molto difficile convincerlo a fare qualche altra cosa. Se io avessi avuto bisogno di appendere un quadro, lui avrebbe impiegato tre o quattro settimane per farlo. Questo diventava motivo 118 di discordia tra noi. Avevo l’impressione che Dave facesse solo quello che gli andava, e oltre a quello non faceva nulla. Dave amava il Signore e non appena cercò in Lui una risposta a questo problema, Dio lo guidò ad una più profonda conoscenza della passività e i suoi rischi. Capì che dietro la sua inerzia si nascondevano spiriti del male. C’erano alcuni campi in cui non aveva problemi perché aveva esercitato la sua volontà, ma in altri fondamentalmente aveva ceduto la volontà al nemico attraverso la passività. In questi campi era oppresso e si trovava in una condizione dove mancava completamente il desiderio, la voglia e la motivazione di fare le cose. Lo studio della Parola di Dio e la preghiera erano altri due settori in cui era passivo. Poiché sapevo che non cercava il consiglio di Dio, mi veniva difficile ascoltarlo. In ogni caso, io avevo un problema di ribellione, dunque puoi ben vedere come il diavolo usava le nostre debolezze per metterci l’uno contro l’altra. Molte persone sono divorziate a causa di questi problemi, non capendo che cosa non funzioni. In realtà io ero troppo aggressiva. Anticipavo sempre Dio e seguendo gli impulsi della carne “facevo le mie cose” aspettandomi che il Signore le benedicesse. Dave non faceva niente, eccetto aspettare l’intervento divino e la cosa mi irritava immensamente. Adesso ridiamo quando pensiamo a come eravamo, ma allora era tutt’altro che divertente e se non avessimo dato ascolto a Dio, anche noi saremmo potuti finire fra il numero di divorziati. Dave mi diceva che io precedevo sempre Dio, e io gli rispondevo, dicendo che lui era sempre dieci miglia dietro a Dio: io ero troppo aggressiva e lui troppo passivo. Quando un credente è inattivo in un’area in cui ha capacità e talento, ne determina l’atrofia e l’immobilizzazione. Più non fa niente, più si impigrisce. Uno dei migliori esempi è l’esercizio fisico. In questo periodo seguo un buon programma di esercizio fisico e più mi alleno più facile diventa. All’inizio però fu dura: avevo dolori dappertutto perché per troppo tempo ero stata inattiva. E più non facevo nulla, peggiore la mia condizione fisica diventava e 119 m’indebolivo sempre più a causa del fatto che non esercitavo i miei muscoli. Dave iniziò a capire dove stava il problema! Aveva a che fare con spiriti del male che lo opprimevano a causa di questo lungo periodo di inattività. Non appena lo Spirito Santo gli rivelò questa verità, Dave decise di ritornare attivo e risoluto invece di essere pigro e svogliato. Prendere la decisione fu facile; metterla in pratica fu difficile. Fu difficile perché adesso doveva riesercitarsi, fino a riacquistare la forza, in tutti quei settori in cui era stato passivo. Iniziò ad alzarsi alle cinque del mattino per leggere e pregare prima di andare a lavorare. La battaglia era iniziata! Il diavolo non vuole cedere quei territori che si è conquistato, e sicuramente non li cede senza una lotta. Dave si alzava presto per passare del tempo con Dio ma in realtà si riaddormentava sul divano. E anche se c’erano mattine in cui si addormentava, continuava a progredire semplicemente perché si alzava dal letto e provava a crearsi una vita di preghiera. C’erano volte in cui si annoiava, giorni in cui aveva l’impressione di non progredire, di non capire quello che leggeva o che le preghiere erano vane. Tuttavia, perseverò grazie a quello che gli aveva rivelato lo Spirito Santo sulla “passività”. Iniziai a notare che quando volevo che Dave appendesse un quadro o aggiustasse qualcosa in casa, lo faceva immediatamente. Aveva incominciato di nuovo ad essere indipendente nel pensare e nel prendere le sue decisioni. Molte volte non se la sentiva di farlo o persino non voleva farlo, ma riusciva a superare i sentimenti e desideri carnali. Più agiva, sapendo che era la cosa giusta da fare, più diventava libero. Francamente non fu affatto facile. Dave non si liberò in pochi giorni o poche settimane. La passività è una delle condizioni più difficili da superare perché, come ho detto prima, i sentimenti non ti aiutano in questo. 120 Dave perseverò con l’aiuto di Dio e adesso non è affatto passivo. E’ l’amministratore di Life in the Word, sovraintende tutti i nostri programmi radiofonici e televisivi, è responsabile di tutti gli aspetti finanziari del ministero. Viaggia a tempo pieno con me e prende le decisioni sugli itinerari di viaggio. Dave è anche un uomo di famiglia eccezionale. Prega e legge regolarmente la Parola di Dio. In breve, è un uomo da rispettare e ammirare. Gioca ancora a golf e guarda lo sport, ma fa anche le cose che è giusto fare. Conoscendolo adesso e vedendo quello che è riuscito a raggiungere, nessuno potrebbe mai immaginare quanto era passivo in passato. La passività può essere superata, ma il primo passo per superarla nella vita pratica, è vincerla prima di tutto nella mente. Dave non riusciva a migliorare finché non prese la decisione e cambiò il suo modo di pensare. L’azione giusta segue il giusto modo di pensare Non conformatevi a questo mondo (questo secolo), [modellato e adattato a costumi esterni e superficiali], ma trasformatevi (cambiate) rinnovando [interamente] la vostra mente [con nuovi ideali e atteggiamenti]... Romani 12:2 C’è un principio dinamico che permea la Parola di Dio e nessuno farà mai un cammino vittorioso senza capirlo e metterlo in pratica: l’azione giusta segue il giusto modo di pensare. Provo a dirlo in un altro modo: il tuo comportamento non cambierà se non cambi il tuo modo di pensare. Nell’ordine delle cose di Dio, il giusto modo di pensare viene prima, l’azione giusta lo segue. Io credo che l’azione giusta o il giusto comportamento sono frutto del giusto modo di pensare. Molti credenti stentano a fare il bene, ma il frutto non è il risultato di una lotta. Il frutto nasce come risultato di rimanere nella vite (Giovanni 15:4 KJV), dimorare nella vite richiede obbedienza (Giovanni 15:10 KJV). 121 Quando parlo di questo principio uso sempre Efesini 4:22-24. Il verso 22 dice: “Spogliatevi della natura vecchia [mettete via e liberatevi del vostro vecchio io] che caratterizzava il vostro precedente modo di vivere e che si corrompe attraverso le passioni e i desideri che sorgono dall’inganno”. Il verso 24 continua lo stesso concetto dicendo: “Rivestitevi della natura nuova (l’io rigenerato) creata ad immagine di Dio [divina] nella giustizia e nella santità vera.” Quindi vediamo che il verso 22 fondamentalmente ci dice di smetterla di agire impropriamente, mentre il verso 24 ci dice di agire appropriatamente. Il verso 23 rappresenta quello che definisco “l’anello di congiungimento”. Ci dice come passare dal verso 22 (agire impropriamente) al verso 24 (agire appropriatamente): “Siate costantemente rinnovati nello spirito della vostra mente [con l’avere un nuovo atteggiamento mentale e spirituale]”. E’ impossibile passare da un comportamento sbagliato ad un comportamento corretto senza prima cambiare i nostri pensieri. Una persona passiva potrebbe desiderare di fare le cose giuste, ma non inizierà mai, a meno che attivi volutamente la sua mente e la conformi alla Parola e alla volontà di Dio. Mi viene in mente l’esempio di un uomo che chiese preghiera ad uno dei miei seminari. Aveva un problema di lussuria. Amava veramente la moglie e non voleva che il loro matrimonio fallisse, ma il suo problema doveva essere risolto o inevitabilmente avrebbe rovinato il suo matrimonio. “Joyce, ho un problema di lussuria”, disse. “Non riesco a stare lontano dalle donne. Pregheresti per la mia liberazione? Ho ricevuto preghiera molte volte, ma non sembro mai migliorare.” Questo è ciò che lo Spirito Santo mi suggerì di dirgli: “Sì, pregherò per te, ma tu hai la responsabilità di quello che permetti di apparire sul video della tua mente. Non puoi pensare ad immagini pornografiche con la tua mente, o immaginarti in compagnia di altre donne, se vuoi ottenere la libertà.” 122 Come quest’uomo, anche altri si sono resi conto immediatamente del perché non riescono ad ottenere risultati nonostante il desiderio di essere liberati: vogliono cambiare il loro comportamento, ma non il loro modo di pensare. La mente è spesso un’area in cui la gente “gioca con il peccato”. Gesù disse in Matteo 5:27-28. “Avete sentito che è stato detto: non commettere adulterio. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. La via per l’azione peccaminosa è segnata dal pensare peccaminoso. Una donna che frequentava il primo corso biblico che tenni a casa, aveva dato la sua vita al Signore e voleva che la sua famiglia e il suo matrimonio si ristabilissero. Tutta la sua vita era un disastro: la casa, i bambini, il matrimonio, le finanze, la salute, ecc. Lei disse apertamente che non solo non amava il marito, ma addirittura lo disprezzava. Sapendo che il suo atteggiamento non veniva da Dio, era pronta ad amarlo, ma non riusciva a sopportare di stargli accanto. Noi pregammo, lei pregò, tutti pregarono! Condividemmo le Scritture e le demmo delle cassette da ascoltare. Facemmo tutto il possibile, e anche se lei sembrava seguire i nostri consigli, non migliorava. Cosa c’era che non andava? Durante uno degli incontri, venne fuori che per tutta la vita aveva sognato ad occhi aperti. Immaginava sempre di vivere un’esistenza da favola in cui lei era la principessa e il principe azzurro veniva a casa dal lavoro con fiori e cioccolatini, facendole perdere la testa con le sue attenzioni Trascorreva i giorni a pensare in questo modo e quando suo marito, stanco, sovrappeso, sudato, sporco (e persino senza un dente) tornava a casa dal lavoro, lei lo disprezzava. Riflettiamo su questa situazione per un momento. Questa donna era nata di nuovo, eppure la sua vita era un disastro. Voleva ubbidire a Dio e vivere per Lui, voleva anche amare il marito perché sapeva che quella era la volontà di Dio. Desiderava la vittoria nella vita e nel matrimonio, ma a sconfiggerla era la sua mente. Non c’era modo di superare la sua avversione nei confronti del marito a meno che non iniziava ad agire con una “mente sana”. 123 Mentalmente viveva in un mondo irreale e che non sarebbe mai esistito. Di conseguenza era completamente impreparata ad affrontare la realtà. Aveva una mente passiva e dal momento che non sceglieva il proprio modo di pensare secondo la parola di Dio, gli spiriti del male le seminavano pensieri nella mente. Fino a quando ritenne che quei pensieri fossero suoi e da essi trasse piacere, non poté mai fare esperienza della vittoria. Nel momento in cui mutò il suo modo di pensare, la sua vita cominciò a cambiare. Modificò il suo atteggiamento mentale nei confronti del marito e questi iniziò a cambiare aspetto e comportamento nei suoi confronti. Pensa alle cose di lassù Se dunque siete risorti con Cristo [ad una vita nuova, partecipando dunque alla Sua resurrezione dalla morte], cercate le cose di lassù [ricchezza e tesori eterni] dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù (cose superiori) non a quelle della terra. Colossesi 3:1,2 Ci troviamo ancora una volta davanti lo stesso principio: se vuoi vivere la vita di resurrezione offertaci da Gesù, allora cerca quella nuova vita potente nelle cose di lassù e non in quelle della terra. L’Apostolo Paolo ci dice semplicemente che se vogliamo una vita buona, dobbiamo tenere la mente sulle cose buone. Molti credenti vogliono una vita buona, ma stanno passivamente seduti con le mani in mano, aspettando che succeda loro qualcosa di buono. Spesso, sono gelosi di coloro che vivono vittoriosi e sono pieni di risentimento a causa delle difficoltà della loro vita. Se desideri ottenere la vittoria sui tuoi problemi, e davvero vivere la vita della resurrezione, devi avere carattere, lo devi volere, non semplicemente desiderare! Devi essere attivo, non passivo. L’azione giusta inizia col giusto modo di pensare. Non essere mentalmente passivo, comincia oggi a scegliere i pensieri giusti. 124 Capitolo 15 La mente di Cristo Chi infatti ha conosciuto il pensiero (consigli e propositi) del Signore in modo da guidarlo e poterlo dirigere e dargli conoscenza? Ma noi abbiamo la mente di Cristo (il Messia), i pensieri (sentimenti e propositi) del suo cuore. 1 Corinzi 2:16 Credo che adesso hai preso la ferma decisione di scegliere i pensieri giusti, quindi diamo un’occhiata a quel genere di pensieri considerati giusti dal Signore. Certo oggi ci sono molti modi di pensare che sarebbero stati considerati impensabili a Gesù quando era sulla terra. Ma se vogliamo seguire le Sue orme, dobbiamo iniziare a pensare come Lui pensava. Probabilmente ti viene di dire: “È impossibile Joyce, Gesù era perfetto. Posso forse migliorare il mio modo di pensare ma non sarò mai in grado di pensare come Lui”. Beh, la Bibbia ci dice che abbiamo la mente di Cristo, un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Un cuore e uno spirito nuovi Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il Mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e voi osserverete e metterete in pratica le Mie leggi. Ezechiele 36:26,27 Come Cristiani, noi abbiamo una natura nuova, che è la natura di Dio, messa in noi al momento della Nuova Nascita. Possiamo vedere da questo passo che Dio ha dovuto darci il Suo Spirito e un cuore (e una mente) nuovo per potere osservare le Sue 125 leggi e mettere in pratica i Suoi statuti. Romani 8:6 parla della mente della carne e della mente dello Spirito, affermando che la morte è il risultato di seguire la mente della carne, mentre la vita è il risultato di seguire la mente dello Spirito. Faremmo dei progressi enormi se solo imparassimo a discernere tra la vita e la morte. Se qualcosa ti trasmette morte, smettila di farla. Se certi modi di pensare ti riempiono di morte, ti rendi conto immediatamente che non vengono dalla mente dello Spirito. Per renderti meglio l’idea, supponiamo che io stia pensando ad un’ingiustizia che ho subita a causa di qualche persona, e la cosa inizi ad irritarmi. Comincio a pensare a quanto detesti quell’individuo. Se usassi discernimento, mi renderei subito conto che mi sto riempiendo di morte. Mi sto lasciando ferire, sto diventando inquieta e stressata, potrei persino iniziare a sentire disturbi fisici. Mal di testa, dolori allo stomaco o fatica ingiustificata possono essere il risultato del mio modo sbagliato di pensare. Al contrario, se penso a quante benedizioni ho nella vita e quanto buono Dio è stato con me, mi sento riempire di vita. Per il credente è molto utile imparare a discernere in se stesso tra la vita e la morte. Gesù ha fatto in modo che potessimo essere pieni di vita, dandoci la Sua mente. Possiamo decidere di rimanere nella mente di Cristo. Nelle pagine successive, troverai una lista di cose da fare per potere rimanere nella mente di Cristo. 1 Pensa positivamente Possono due camminare insieme se prima non si sono messi d’accordo e preso un appuntamento? Amos 3:3 Se una persona pensa secondo la mente suoi pensieri? Sicuramente positivi. In abbiamo già discusso dell’assoluta positivamente. A questo punto potreste 126 di Cristo, come saranno i un capitolo precedente necessità di pensare anche voler ritornare al capitolo cinque per rammentarvi atteggiamento positivo. l’importanza di avere un Io l’ho appena fatto e ne ho ricavato una benedizione, nonostante l’avessi scritto io stessa! Non si può mai dire abbastanza sul potere di essere positivi. Dio è positivo e se vogliamo dimorare in Lui dobbiamo essere sulla stessa lunghezza d’onda e pensare positivamente. Non mi riferisco al controllo della mente, ma semplicemente ad essere una persona pienamente positiva. Devi avere una mentalità ed un atteggiamento positivi. Mantieni pensieri e aspettative positive. Lasciati coinvolgere in conversazioni positive. Gesù sicuramente mostrava mentalità e atteggiamenti positivi. Egli dovette sopportare molte difficoltà: attacchi personali, accuse ingiuste, l’abbandono da parte dei suoi discepoli nel momento del bisogno, derisione, solitudine, incomprensioni e una lunga serie di cose avvilenti. Tuttavia, nel mezzo di tutte queste cose negative, Egli mantenne un atteggiamento positivo. Aveva sempre una frase di conforto, una parola di incoraggiamento; era sempre pronto a dare speranza a chiunque Gli si avvicinasse. La mente di Cristo in noi è positiva; pertanto ogni volta che assumiamo un atteggiamento negativo, non operiamo con la mente di Cristo. Milioni di persone soffrono di depressione, credo che non sia possibile essere depressi senza essere negativi, a meno che ci sia una causa di natura patologica. Ma persino in quel caso, essere pessimisti non farà altro che peggiorare il problema e i suoi sintomi. Secondo il Salmo 3:3, Dio è la nostra gloria e colui che solleva il nostro capo. Egli vuole sollevare tutto: le nostre speranze, i nostri atteggiamenti, i nostri umori, le nostre teste, le nostre mani e i nostri cuori, la nostra intera esistenza. Egli è il nostro “Sollevatore” divino! Dio vuole sollevarci e il diavolo schiacciarci. Satana usa gli eventi e le situazioni negative della nostra vita per deprimerci. Nel dizionario la definizione della parola deprimere è: “abbattere lo spirito, RATTRISTARE”1. Secondo il Dizionario Webster, una cosa 127 depressa è “inferiore rispetto alla regione circostante: INFOSSATA”2 Deprimere significa affondare, schiacciare o affossare. Noi abbiamo occasione di avere pensieri negativi regolarmente, ma questi non faranno altro che schiacciarci ulteriormente. Essere negativi non risolverà i nostri problemi, solo li aggraverà. Superare la depressione Il salmo 143: 3-10 ci offre una descrizione della depressione e di come superarla. Guardiamo a questo passo dettagliatamente per vedere cosa dobbiamo fare per superare questo attacco del nemico. 1 Identifica la natura e la causa del problema. Poiché il nemico ha cercato e perseguitato la mia anima, ha calpestato a terra la mia vita e mi fa dimorare in luoghi tenebrosi come coloro che sono morti da tempo. Salmo 143:3 “Dimorare in luoghi tenebrosi come coloro che sono morti da tempo” sembra proprio la descrizione di qualcuno che è depresso. Nota che la causa e la fonte della depressione, di questa aggressione sull’anima è Satana. 2 Riconosci che la depressione ruba la vita e la luce. Il mio spirito è sopraffatto e viene meno [avvolto nelle tenebre]; si intorpidisce nel petto il mio cuore. Salmo 143:5 La depressione opprime la libertà spirituale e la forza di una persona. Lo spirito di ogni persona (rafforzato e incoraggiato dallo Spirito di Dio) è potente e libero. Satana, quindi, cerca di opprimere questo potere e questa libertà, riempiendo la nostra mente con l’oscurità e le tenebre. Renditi conto che è di vitale importanza resistere immediatamente questa sensazione chiamata “depressione” appena se ne intuisce l’arrivo. Più perdura, più difficile è resistergli. 1 & 2 Webster's II New Riverside Dictionary “depress”; “depressed”. 128 3 Ricorda i bei tempi. Ricordo i giorni antichi, medito su tutte le tue opere, rifletto sull’opera delle tue mani. Salmo 143:5 In questo verso vediamo la reazione del salmista alla sua condizione. Ricordare, meditare e riflettere sono tutte funzioni della mente. Sa bene che i suoi pensieri coinvolgono i suoi sentimenti, così si tiene impegnato a riflettere sul genere di cose che lo aiuteranno a superare questo attacco alla mente. 4 Loda il Signore durante il problema. A te protendo le mie mani; la mia anima ha sete di te come terra assetata [d’acqua]. [fermati e rifletti con calma]. Salmo 143:6 Il salmista conosce l’importanza della lode ed eleva le mani in preghiera, dichiarando di cosa ha veramente bisogno: ha bisogno di Dio. Solamente il Signore può soddisfarlo. Troppo spesso la gente è depressa perché ha bisogno di qualcosa e la cerca nel posto sbagliato, aumentando così i problemi. In Geremia 2:13 il Signore dice: “Perché il mio popolo ha commesso due iniquità: essi hanno abbandonato me, Sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne vuote che non tengono l’acqua”. Solo Dio può dissetare un’anima assetata. Non ti lasciare ingannare pensando che altre cose possano soddisfarti pienamente e completamente. Cercare le cose sbagliate ti deluderà sempre e la delusione apre la porta alla depressione. 5 Chiedi aiuto a Dio. Rispondi presto, O Signore, poiché il mio spirito viene meno; non nascondermi il tuo volto, perché non sia come chi scende nella fossa (nella tomba). Salmo 143:7 129 Il salmista chiede aiuto, fondamentalmente dice: “Sbrigati Signore perché non ce la faccio più senza di Te.” 6 Ascolta il Signore. Al mattino fammi conoscere la Tua amorevole bontà, perché a Te mi appoggio e in Te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere, perché a Te s’innalza l’anima mia. Salmo 143:8 Il salmista sa che ha bisogno di sentire Dio. Ha bisogno di sentirsi assicurato dell’amore e della bontà di Dio. Ha bisogno dell’attenzione e della direzione di Dio. 7 Prega per la liberazione. Liberami Signore, dai miei nemici, in Te mi rifugio. Salmo 143:9 Ancora una volta il salmista afferma che solo Dio può aiutarlo. Nota anche che durante questo discorso si concentra su Dio e non sul problema. 8 Cerca la sapienza, la conoscenza e la guida di Dio. Insegnami a compiere il Tuo volere, perché sei Tu il mio Dio; il Tuo Spirito buono mi guidi in terra piana e nella terra della rettitudine. Salmo 143:10 Forse il salmista ci vuole dire che è uscito fuori dalla volontà di Dio, creando un varco per gli attacchi della sua anima. Adesso vuole rientrare nella volontà di Dio perché si rende conto che è l’unico posto sicuro. Dunque chiede a Dio di aiutarlo ad essere deciso. Credo che la frase: “Mi guidi in terra piana”, si riferisca alle sue emozioni instabili. Al contrario egli desidera essere saldo e non sentirsi inquieto. 130 Usa le armi Le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di carne o sangue], ma sono potenti davanti a Dio per abbattere e distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e assoggettiamo ogni pensiero e proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto). 2 Corinzi 10:4,5 Satana usa la depressione per trascinare milioni di persone nella fossa delle tenebre e della disperazione. Il suicidio è spesso il risultato della depressione. La persona suicida normalmente è una persona che è diventata così negativa che è completamente priva di speranza per il futuro. Ricorda: i sentimenti negativi vengono da pensieri negativi. La mente è il campo di battaglia, il luogo dove la battaglia si vince o perde. Scegli oggi stesso di essere positivo, rigettando ogni immaginazione negativa e guidando ogni pensiero all’obbedienza di Cristo (2 Corinzi 10:5 KJV). 2 Metti Dio al centro della tua mente. Tu custodirai e manterrai nella pace perfetta e perenne, colui la cui mente [inclinazione e carattere] rimane in Te, perché a Te si affida e appoggia, in Te spera con fiducia. Isaia 26:3 Gesù era in comunione perenne col Padre celeste. È impossibile essere in piena comunione con qualcuno senza tenere la mente su di lui. Se io e mio marito siamo in macchina, lui mi parla e io ho la mente altrove; in realtà, non siamo in comunione perché io non gli do la mia piena attenzione. Dunque, credo di poter affermare con certezza che i pensieri di una persona che opera nella mente di Cristo dovrebbero essere concentrati su Dio e sui Suoi prodigi. 131 Medita su Dio e sulle Sue opere Mi sazierò come a un lauto convito; con voci di gioia Ti loderà la mia bocca. Quando nel mio letto di Te mi ricordo e su di Te medito nelle veglie notturne. Salmo 63:5,6 Mediterò anche su tutte le Tue opere, considererò tutti i Tuoi prodigi. Salmo 77:12 Mediterò sui Tuoi precetti e avrò rispetto delle Tue vie [i sentieri della vita segnati dalle Tue leggi]. Salmo 119:15 Ricordo i giorni antichi, medito su tutte le Tue opere, rifletto sull’opera delle Tue mani. Salmo 143:5 Il salmista Davide spesso parlava di meditare su Dio, sulla Sua bontà, sulle Sue opere e vie. Quando riflettiamo sulla bontà di Dio e sulle Sue meraviglie riceviamo un incredibile sollievo. Io adoro guardare alla televisione documentari sulla natura, animali, oceani, ecc, perché mi parlano della grandezza e dell’onnipotenza di Dio, della Sua creatività infinita e di come sostiene tutte le cose con la potenza del Suo braccio (Ebrei 1:3). Se vuoi sperimentare la vittoria, meditare su Dio, sulle Sue vie e opere deve diventare parte integrante del tuo pensiero. Uno dei miei versi preferiti nelle Scritture è il Salmo 17:15 in cui il salmista dice del Signore: “...Sarò pienamente felice, quando al risveglio [mi troverò a contemplare] contemplerò la Tua presenza [e sarò in dolce comunione con te]”. In passato, ho avuto molti momenti infelici perché ogni mattina, nel momento in cui mi svegliavo, iniziavo a pensare alle cose sbagliate. Oggi, posso affermare con certezza che sono pienamente felice da quando lo Spirito Santo mi ha aiutata a vivere con la mente di Cristo (la mente dello Spirito) che è in me. Avere comunione con Dio di prima mattina è uno dei modi sicuri per iniziare a godersi la vita. 132 Comunione con il Signore ...Se non me ne vado, il Consolatore (Consigliere, Avvocato, Intercessore, Colui che dà forza e aiuto) non verrà a voi [in comunione]; ma se me ne vado, ve lo manderò [per essere in comunione]. Giovanni 16:7 Queste parole sono state pronunziate da Gesù prima di ascendere in paradiso, dove siede glorioso alla destra di Dio. È ovvio da questo passo che è volontà di Dio che noi siamo in comunione con Lui. Non c’è niente di più intimo dei nostri stessi pensieri. Se dunque, la nostra mente è impregnata di Dio, anche la nostra coscienza sarà piena di Lui; allora, inizieremo a goderci una comunione con Lui che ogni giorno riempirà la nostra vita di gioia, pace e vittoria. Egli è sempre con noi, proprio come ci ha promesso (Matteo 28:20; Ebrei 13,5). Ma noi non saremo consapevoli della Sua presenza finché non iniziamo a pensare a Lui. Io posso essere in una stanza con qualcuno, ma se ho la mente altrove, posso lasciare la stanza e non scoprire mai che quella persona era lì. I privilegi della nostra comunione con il Signore funzionano allo stesso modo. Egli è sempre con noi, ma noi dobbiamo pensarlo ed essere consapevoli della Sua presenza. 3 Pensa: “Dio mi ama”. E noi sappiamo (capiamo, riconosciamo, siamo coscienti tramite l’osservazione e l’esperienza) e crediamo (aderiamo, abbiamo fede e fiducia) nell’amore che Dio nutre per noi. Dio è amore, chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui. 1 Giovanni 4:16 Ho imparato anche che si può dire lo stesso della Sua presenza. Se non meditiamo mai sul Suo amore per noi, non ne faremo mai esperienza. In Efesini 3, Paolo prega che la gente possa fare un’esperienza personale dell’amore di Dio. La Bibbia dice che Dio ci ama, ma 133 quanti figli di Dio ancora non hanno una rivelazione personale dell’amore di Dio? Ricordo quando iniziai “Life in the Word Ministries”, la prima settimana che dovevo dirigere una riunione, chiesi al Signore che cosa volesse che insegnassi ed Egli mi rispose: “Dì al mio popolo che lo amo”. “Lo sanno”, gli risposi. “Voglio insegnare qualcosa di più potente, non qualcosa per bambini tratta da Giovanni 3:16”. Il Signore mi rispose: “Pochissimi sanno quanto li amo veramente, se lo sapessero si comporterebbero diversamente”. Non appena cominciai a studiare l’argomento su come ricevere l’amore di Dio, mi resi conto che io stessa ne avevo un disperato bisogno. Il Signore mi spinse a meditare su 1 Giovanni 4:16 che afferma che dovremmo essere coscienti dell’amore di Dio. Ciò vorrebbe dire che ne dobbiamo essere attivamente consapevoli. Io avevo un’idea vaga, quasi inconscia che Dio mi amava, ma l’amore di Dio dovrebbe essere una forza potente nella nostra vita, una forza che dovrebbe condurci alla vittoria persino durante le prove più difficili. In Romani 8.35 l’Apostolo Paolo ci esorta: “Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? La sofferenza, l’afflizione e la tribolazione? La calamità e l’angoscia? La persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” Nel verso 37 aggiunge : “Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori e otteniamo una vittoria schiacciante in virtù di Colui che ci ha amati”. Avevo studiato quest’argomento a lungo, e riflettendo sul Suo amore e confessandolo ad alta voce ero diventata consapevole dell’amore di Dio per me. Imparai le Scritture che parlano dell’amore di Dio, le meditai e le proclamai con la mia stessa bocca. Lo feci ripetutamente per mesi, e ogni volta la rivelazione del Suo amore incondizionato diventava per me sempre più una realtà. Adesso, il Suo amore per me è così reale che anche nei momenti difficili, sono consolata dalla “conoscenza consapevole” che il Signore mi ama e non ho più nulla da temere. 134 Non temere Nell’amore non c’è timore, l’amore perfetto scaccia il timore... 1Giovanni 4:18 KJV Dio ci ama di un amore perfetto, proprio come siamo. Romani 5:8 (KJV) dice che “...Dio dimostra il Suo amore per noi, perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. I credenti che operano con la mente di Cristo non pensano a quanto sono peccatori. Hanno pensieri che li fanno sentire giustificati. Dovresti avere una “coscienza retta”, meditando regolarmente su “chi sei in Cristo”. Sii consapevole della giustificazione e non del peccato. Per amore nostro, fece diventare Cristo [praticamente] peccato, Lui che non conosceva peccato, perché noi potessimo diventare in Lui e per mezzo di Lui [visti come, esempio di] giustizia di Dio [come dovremmo essere, affermati e accettati nella giusta relazione con Lui, grazie alla sua bontà]. 2 Corinzi 5:21 Molti credenti sono tormentati da pensieri negativi verso se stessi. Pensano quanto Dio deve essere deluso di loro a causa delle loro debolezze e dei loro fallimenti. Quanto tempo della tua vita perdi sentendoti in colpa e condannato? Nota che ho detto quanto tempo perdi, proprio perché questo modo di pensare non è altro che una perdita di tempo! Non pensare al fatto che eri un disastro prima di conoscere Cristo. Pensa, piuttosto, a come sei stato reso giustizia di Dio in Lui. Ricorda poi che i pensieri si trasformano in azioni. Se vuoi comportarti meglio, devi cambiare prima il tuo modo di pensare. Continua a pensare che sei un disastro e ti comporterai sempre peggio. Ogni volta che ti viene in mente un pensiero negativo o di condanna, ricorda a te stesso che Dio ti ama e che sei stato reso giustizia di Dio in Cristo. 135 Stai sempre cambiando in meglio. Ogni giorno stai crescendo spiritualmente. Dio ha un piano meraviglioso per la tua vita. Queste sono le verità sulle quali dovresti riflettere. Ecco cosa dovresti fare con la tua mente! Pensa, di proposito, secondo la parola di Dio; non trattenere (col pensiero) tutto quello che ti viene in mente e non prenderlo come se fosse tuo. Rimprovera il diavolo, incomincia ad andare avanti pensando alle cose giuste. 4 Sia la tua mente capace di esortare. Chi ha il dono dell’esortazione. Esorti .... Romani 12:8 La persona con la mente di Cristo ha pensieri positivi, che sollevano ed edificano, non solo gli altri ma anche se stessa e le proprie circostanze. Nel mondo di oggi c’è un incredibile bisogno del ministero di esortazione. Non puoi esortare nessuno a parole se prima non hai pensieri gentili su quella persona. Ricorda che hai sulle labbra ciò che hai nel cuore. Fai deliberatamente l’esercizio di “pensare con amore”. Manda agli altri d’incoraggiamento. pensieri d’amore. Pronunzia parole Il dizionario An Expository Dictionary of New Testament Words definisce la parola greca parakaleo, che è tradotta esortare, principalmente come chiamare una persona (“parà” di lato, “kaléo” chiamare) ad ammonire, esortare, spingere qualcuno a seguire un modello di condotta3”. Io interpreto questa definizione come accostarsi ad una persona ed esortarla ad andare avanti nel perseguire un corso d’azione. Il ministero del dono di esortazione di cui si parla in Romani 12:8 si può facilmente individuare in coloro 3 .Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell 1981) Vol A: A-Dys p.335 136 che lo posseggono. Dicono sempre agli altri cose incoraggianti, che danno forza, che li fanno stare meglio e li spingono ad andare avanti. Non tutti magari abbiamo il dono dell’esortazione, tuttavia possiamo imparare ad incoraggiare. La regola è semplice: se una cosa non è buona, non devi dirla né pensarla. Ogni persona ha già abbastanza problemi, noi non dobbiamo peggiorare la situazione facendola sentire abbattuta. Dovremmo edificarci a vicenda con amore (Efesini 4:29). Non dimenticare: l’amore crede sempre il meglio dell’altro (1 Corinzi 13:7). Non appena inizi ad avere pensieri di benevolenza verso gli altri, scoprirai che questi cominceranno a comportarsi meglio. I pensieri e le parole sono come contenitori o armi che hanno potere creativo o distruttivo. Possono essere usati contro Satana e le sue opere o possono in realtà aiutarlo nel suo piano di distruzione. Supponiamo che hai un bambino con problemi di comportamento e che ha sicuramente bisogno di cambiare. Preghi per lui e chiedi a Dio di operare nella sua vita, apportando i cambiamenti necessari. Mentre sei in attesa, cosa farai con i tuoi pensieri e le tue parole nei suoi confronti? Molte persone non hanno mai risposte alle loro preghiere perché con i loro pensieri e le loro parole negano la cosa che hanno chiesto, prima ancora che Dio abbia la possibilità di operare per loro. Preghi che il tuo bambino cambi e poi hai ogni sorta di pensiero negativo nei suoi confronti? O forse, preghi per il cambiamento e poi pensi, e persino dici agli altri: “Questo bambino non cambierà mai!” Per vivere nella vittoria, devi iniziare ad allineare i tuoi pensieri alla Parola di Dio. Noi non viviamo secondo la Parola se i nostri pensieri sono contrari a ciò che essa dice o se non pensiamo secondo essa. Quando preghi per qualcuno, conforma pensieri e parole a ciò per cui hai pregato e inizierai a vedere dei passi avanti. 137 Non sto suggerendo di perdere di vista la realtà. Se tuo figlio ha problemi di comportamento a scuola e un amico ti chiede come va con lui, che cosa dovresti fare se in realtà non c’è stato nessun cambiamento? Puoi dire: “Non abbiamo visto ancora cambiamenti, ma credo che Dio stia operando e che questo bambino è una fonte di energia per il Signore. Lo vedremo cambiare di gloria in gloria, a poco a poco, giorno dopo giorno.” 5 Sviluppa una mente grata. Varcate le Sue porte con inni di grazie e offerte di ringraziamento e i Suoi atri con lodi! Siate grati ed esprimete la vostra gratitudine, benedite e lodate il Suo nome con affetto! Salmo 100:4 Una persona che ha la mente di Cristo, si ritroverà pensieri pieni di lode e gratitudine. Con le lamentele si aprono molte porte al nemico. Certe persone sono fisicamente ammalate e vivono la loro vita mediocremente e senza potere a causa di una malattia chiamata “lamentela” che attacca i loro pensieri e le loro conversazioni. Una vita efficace non può essere vissuta senza gratitudine. La Bibbia ci istruisce continuamente sul principio della gratitudine. Lamentarsi con i pensieri e con le parole è un principio di morte, ma essere grati e affermarlo è un principio di vita. Se una persona ha un cuore (mente) ingrato, non esprimerà a parole la sua gratitudine. Quando siamo grati invece lo diciamo. Sii sempre grato Per mezzo di Lui, dunque, offriamo sempre e continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che con gratitudine riconoscono, confessano e glorificano il Suo nome. Ebrei 13:15 138 Quando offriamo ringraziamenti? Sempre, in ogni situazione, in ogni cosa; così facendo entreremo nella vita vittoriosa dove il diavolo non ci può controllare. Come potrebbe avere controllo su di noi se siamo gioiosi e grati a prescindere dalle nostre circostanze? Bisogna ammettere tuttavia che questo genere di vita certe volte richiede un sacrificio di lode e di ringraziamento, ma io preferisco sacrificare la mia gratitudine a Dio, piuttosto che sacrificare la mia gioia a Satana. Ho imparato (a caro prezzo) che se scelgo di essere di cattivo umore e mi rifiuto di ringraziare, allora finirò col cedere la mia gioia. In altre parole, la perderò a favore dello spirito di lamentela. Nel Salmo 34:1 il salmista dice: “Benedirò il Signore in ogni tempo, la Sua lode sarà sempre sulla mia bocca”. Come possiamo essere una benedizione per il Signore? Lasciando che la lode sia continuamente nei nostri pensieri e nella nostra bocca. Devi essere una persona grata, colma di gratitudine non solo verso Dio, ma anche verso gli altri. Quando qualcuno fa qualcosa di carino per te, fagli sapere che l’hai apprezzato. Mostra apprezzamento ai diversi membri della tua famiglia. Troppo spesso, diamo per scontato le cose con le quali Dio ci ha benedetti. Un modo sicuro di perdere qualcosa è non apprezzandola. Io apprezzo mio marito: siamo sposati da tanto tempo, eppure ancora oggi gli dico quanto l’apprezzo. Lui è un uomo per molti aspetti molto paziente e ha molte altre buone qualità. Aiuta molto nel costruire e mantenere buone relazioni, nel fare sapere agli altri quanto li apprezziamo, persino menzionando cose specifiche per cui siamo grati. Io vengo a contatto con molta gente e mi sorprende sempre come certe persone siano tanto grate per ogni piccola cosa che si fa per loro, mentre altre non sono mai soddisfatte, non importa quanto si faccia per loro. Penso che l’orgoglio abbia qualcosa a che fare con questo problema. Alcuni sono così pieni di sé che qualsiasi cosa si faccia per loro, pensano che meritino molto di più! E raramente esprimono un apprezzamento. 139 Esprimere gratitudine è buono non solo per l’altra persona, ma anche per noi, perché ciò sprigiona gioia in noi. Medita ogni giorno sulle cose per le quali dovresti essere grato. Enumerale al Signore in preghiera e quando lo farai, vedrai che il cuore ti si riempirà di vita e gioia. In ogni cosa rendi grazie E non ubriacatevi di vino, poiché porta alla sfrenatezza; ma siate ricolmi e incoraggiati dallo Spirito [Santo]. Intrattenendovi gli uni gli altri (La versione di King James dice “parlando a voi stessi”) con salmi, inni e canti spirituali, offrendo lodi con la voce [e strumenti], inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore. Rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. Efesini 5:18,20 Che parole potenti! Come possiamo rimanere pieni di Spirito Santo? Parlando a noi stessi (attraverso i pensieri) o ad altri (attraverso le parole) con salmi, inni e canti spirituali. In altre parole, tenendo i nostri pensieri e le nostre parole sulla parola di Dio e pieni di essa, offrendo la lode sempre e in ogni cosa, rendendo grazie. 6 Abbi il senso della Parola E la Sua parola (il Suo pensiero) non vive nei vostri cuori, perché non credete, aderite, vi fidate e affidate a Colui che Lui ha mandato. [Ecco perché non tenete vivo il Suo messaggio in voi, perché non credete nel Messaggero che Lui ha mandato]. Giovanni 5:38 La parola di Dio è il suo pensiero messo per iscritto per il nostro studio e la nostra riflessione. La Sua Parola è ciò che Egli pensa su ogni situazione e argomento. In Giovanni 5:38 Gesù stava rimproverando gli increduli. Da questa traduzione si vede che la Parola di Dio è l’espressione scritta del Suo pensiero e che chi vuole credere e fare esperienza dei buoni risultati del credere, deve permettere alla Sua Parola di essere un 140 messaggio vivente nel suo cuore. Questo si ottiene meditando la Parola di Dio, ecco come i suoi pensieri diventano i nostri pensieri, l’unico modo per sviluppare la mente di Cristo in noi. La Bibbia in Giovanni 1:14 dice che Gesù era la Parola fatta Carne. Questo non sarebbe stato possibile se la Sua mente non fosse stata continuamente piena della Parola di Dio. Meditare la Parola di Dio è uno dei più importanti principi di vita che possiamo imparare. Vine nell’An Expository Dictionary of New Testament Words definisce le due parole greche che traducono meditare nel seguente modo: “preoccuparsi di, occuparsi di, praticare, essere dipendenti in, ponderare, immaginare, premeditare...”4. Un’altra fonte aggiunge alla definizione “mormorare o borbottare”5. Non posso sottolineare abbastanza quanto sia importante questo principio. Io lo chiamo principio di vita perché meditare la Parola di Dio genera vita in te e in quanti ti circondano. Molti Cristiani hanno timore della parola “meditare” a causa delle pratiche di meditazione di religioni pagane ed occulte. Ma ti invito a ricordare che Satana non ha mai avuto un’idea originale. Egli prende quello che appartiene al Regno della luce e lo perverte per il regno delle tenebre. Dobbiamo essere saggi e renderci conto che se la meditazione produce un tale potere nel campo del male, avrà anche potere nel campo del bene. Il principio della meditazione viene direttamente dalla Parola di Dio, vediamo cosa ci dice la Bibbia a questo proposito. Medita e prospera Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, affinché osservi e agisci secondo quando vi è scritto. Poiché allora le tue imprese riusciranno, agirai con saggezza e avrai successo. Giosuè 1:8 4 .Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell 1981) Vol 3: Lo- Ser p.55. 5 . James Strong, Strong's New Exhaustive Concordance of the Bible. (Thomas.Nelson 1984) Hebrew-Greek Dictionary p32 141 In questo verso il Signore ci dice apertamente che non metteremo mai in pratica la Parola fisicamente, se prima non la pratichiamo mentalmente. Salmo 1:2,3 parla dell’uomo di Dio e dice: “Ma il cui diletto e desiderio sono nella legge del Signore, e la Sua legge (i precetti, le istruzioni e gli insegnamenti di Dio) medita (pondera e studia) regolarmente giorno e notte. Sarà come albero [coltivato] piantato fermamente lungo corsi d’acqua, pronto a portare frutto nella stagione giusta; le sue foglie non sbiadiranno o appassiranno; riusciranno [matureranno] tutte le sue opere”. Medita e sarai guarito Figlio mio, fai attenzione alle mie parole, aderisci e sottomettiti ai miei detti. Non perderli di vista; custodiscili nel tuo cuore. Perché essi sono vita per chi li trova, guarigione e salute per tutto il suo corpo. Proverbi 4: 20-22 Considera questo passo delle Scritture in cui si afferma che la parole di Dio sono fonte di salute e guarigione per la carne, rifacendosi alla definizione di meditare come “prendersi cura, occuparsi, prestare attenzione”. Meditare (ponderare, riflettere) la Parola di Dio nella nostra mente, avrà anche un effetto sul nostro corpo fisico. Il mio aspetto negli ultimi diciotto anni è cambiato. La gente mi dice che in realtà sembro quindici anni più giovane oggi di quando iniziai a studiare seriamente la Parola di Dio per farne il fulcro della mia intera esistenza. Ascolta e mieti E gli disse: State attenti a quello che udite. Con la stessa misura con la quale misurate, sarà misurato anche a voi [il pensiero e lo studio che dedicate alla verità ritornerà a voi in termini di virtù e conoscenza] - e più [inoltre] sarà dato a chi ascolta. Marco 4:24 142 Questo è come il principio di seminare e raccogliere. Più seminiamo, più mieteremo al tempo del raccolto. In Marco 4:24 il Signore dice che più tempo impieghiamo personalmente nella riflessione e nello studio della Parola che ascoltiamo, più riceveremo da essa. Leggi e mieti [Le cose sono nascoste solo temporaneamente solo come mezzo di rivelazione]. Non c’è nulla infatti di nascosto se non per essere rivelato e nulla di segreto [temporaneamente] se non allo scopo di essere messo in luce. Marco 4:22 Entrambi questi versi ci dicono sicuramente che la Parola di Dio nasconde tesori incredibili, potenti segreti da cui scaturisce la vita che Dio ci vuole rivelare. Questi sono resi manifesti a coloro che li meditano, ponderano, studiano, riflettono, praticano mentalmente e si nutrono della Parola di Dio. Conosco personalmente, come insegnante della Parola di Dio, la verità di questo principio. Sembra che non ci sia fine a ciò che Dio può rivelarmi da un unico verso della Scrittura. Lo studio una volta e ricevo qualcosa e la volta successiva scopro qualcosa di nuovo mai notato prima. Il Signore continua a rivelare i Suoi segreti a coloro che sono diligenti verso la Sua Parola. Non essere il tipo di persona che vuole vivere sempre della rivelazione altrui. Studia personalmente e lo Spirito Santo benedirà la tua vita con la verità. Potrei continuare a parlare su questo argomento fino all’infinito. Come ho già detto, è una delle cose più importanti che io e te possiamo imparare a fare. Durante il giorno, mentre sei impegnato nelle tue faccende, chiedi allo Spirito Santo di ricordarti certe Scritture così da poterle meditare. Ti sorprenderai nel vedere quanto potere questa pratica sprigionerà nella tua vita. Più mediti la Parola di Dio, più sarai in grado di trarre forza da essa nei momenti difficili. Ricorda: il potere per mettere in atto la Parola viene dalla pratica di meditarla. 143 Ricevi e fai buona accoglienza alla Parola Perciò deposta ogni impurità e le dilaganti conseguenze della malizia, con spirito umile (docile e modesto) accogliete la Parola che è stata seminata e radicata in voi [nei vostri cuori] e che ha il potere di salvare le vostre anime. Giacomo 1:21 Da questo passo constatiamo che la Parola ha il potere di salvarci da una vita di peccato, ma solo se si riceve e si accoglie nel nostro cuore (mente) e in esso mette radice. Questo trapiantare e mettere radici avviene grazie alla familiarità con Parola di Dio, tenendola in mente più di qualunque altra cosa. Se, invece, noi riflettiamo tutto il tempo sui nostri problemi, diventeremo più radicati in essi. Se non facciamo altro che pensare a quello che è sbagliato in noi e negli altri, ci convinceremo sempre di più del problema e non vedremo mai la soluzione. E come se ci fosse un oceano pieno di vita a nostra disposizione e lo strumento per usufruirne è lo studio serio e la meditazione della Parola di Dio. Il nostro ministero si chiama Vita nella Parola e l’esperienza mi dice che c’è veramente vita nella parola di Dio. Scegli la vita Ora la mente della carne [cioè i sensi e la ragione senza lo Spirito Santo] è morte [morte che include tutte le infelicità che sorgono dal peccato, sia qui che dopo]. Ma la mente dello Spirito [Santo] è vita e [anima] pace [ora e per sempre]. Romani 8:6 Ritengo opportuno richiamare ancora una volta la tua attenzione su Filippesi 4:8 per concludere questa parte del libro: “Tutto quello che è vero, degno di reverenza, onorabile, decoroso, giusto, puro, bello, amabile, gentile, attraente, affabile, quello che è virtù ed eccellenza, quello che è degno di lode, valutatelo, stimatelo e prendetelo in considerazione [su queste cose fissate la vostra mente]”. Filippesi 4:8 144 Questo passo descrive la condizione in cui si dovrebbe trovare la tua mente. Hai la mente di Cristo, incomincia ad usarla. Se Cristo non pensa certe cose, nemmeno tu dovresti pensarle. “Sorvegliando” continuamente in questo modo i tuoi pensieri, inizierai ad assoggettarli all’obbedienza di Gesù Cristo (2 Corinzi 10:5 KJV). Lo Spirito Santo non tarderà ad ammonirti se stai prendendo la direzione sbagliata e a quel punto la decisione sarà tua. Vuoi agire secondo la mente della carne o quella dello Spirito? Una porta alla morte, l’altra alla vita. La scelta è tua. Scegli la vita! 145 146 Parte 3 Le Mentalità da deserto 147 148 Introduzione Vi sono [solo] undici giornate dall’Oreb, per la via del monte Seir fino a Kades-Barnea [al confine con Canaan; eppure Israele impiegò quaranta anni per oltrepassarlo]. Deuteronomio 1:2 Il popolo d’Israele vagò nel deserto per quarant’anni per compiere un viaggio di solo undici giorni. Perché? Che cosa gli impedì di arrivare a destinazione? I suoi nemici, le circostanze, le prove durante il cammino o qualcosa di completamente diverso? Mentre riflettevo su questa circostanza, il Signore mi diede una potente rivelazione che ha aiutato non solo me ma anche migliaia di altre persone. Il Signore mi disse: “I figli d’Israele trascorsero quarant’anni nel deserto per fare un viaggio di solo undici giorni perché avevano una mentalità da deserto”. Sei rimasto qui troppo a lungo Il Signore nostro Dio ci disse sull’Oreb: “Avete dimorato troppo a lungo su questa montagna”. Deuteronomio 1:6 Non dovremmo meravigliarci nel guardare gli Israeliti perché la maggior parte di noi fa la stessa cosa. Anche noi spesso non facciamo altro che girare attorno alle stesse montagne invece di avanzare. Di conseguenza, impieghiamo anni per ottenere la vittoria su qualcosa che avrebbe potuto e dovuto essere risolta velocemente. Penso che oggi il Signore voglia dirci esattamente quello che disse ai figli d’Israele in quei giorni: “Siete rimasti troppo a lungo su questa montagna: è il momento di andare avanti”. 149 Pensa e continua a pensare Pensate alle cose di lassù (le cose più elevate) e fissatele continuamente, non a quelle della terra. Colossesi 3:2 Il Signore mi mostrò dieci “mentalità da deserto” che tennero gli Israeliti nel deserto. Una mentalità da deserto è un atteggiamento mentale sbagliato. Si possono avere mentalità sbagliate e mentalità giuste. Le giuste sono un beneficio per noi, mentre le sbagliate ci feriscono e c’impediscono di progredire. Colossesi 3:2 ci insegna come pensare alle cose di lassù e tenere la mente fissa su di esse. La nostra mente deve essere rivolta nella giusta direzione. I modi sbagliati di pensare infatti influenzano sia le nostre circostanze che la nostra vita interiore. Certe persone vivono nel deserto, mentre altre sono deserto. Ci fu un periodo in cui le mie circostanze non erano negative, eppure non riuscivo a godermi nulla nella vita perché dentro ero “arida”. Io e Dave avevamo una bella casa, tre bei bambini, un buon lavoro e abbastanza soldi per vivere agiatamente. Eppure non riuscivo a godermi nessuna di queste benedizioni perché avevo tante mentalità da deserto. La mia stessa vita mi sembrava essere un deserto, perché quello era il modo in cui vedevo le cose. Ci sono persone che vedono tutto negativamente perché hanno avuto esperienze infelici tutta la vita e non riescono nemmeno ad immaginare che le cose potrebbero migliorare. Altre, poi, vedono tutto negativamente semplicemente perché questo è il modo in cui sono dentro. Qualunque sia la causa, un modo di vedere negativo rende la persona infelice e incapace di avanzare verso la Terra Promessa. Dio aveva chiamato i figli d’Israele ad uscire dalla schiavitù d’Egitto e ad andare nella Terra Promessa per dargliela in eredità perenne, una terra dove scorrevano latte e miele e ogni cosa buona che si può immaginare, una terra ricca dove non gli sarebbe mancato nulla. 150 La maggior parte della generazione che il Signore chiamò fuori dall’Egitto non entrò mai nella Terra Promessa ma morì nel deserto. Per me questa è la cosa peggiore che possa mai succedere ad un figlio di Dio: avere così tanto a disposizione ma non usufruirne mai. Io fui una di queste persone per molti anni della mia vita cristiana. Ero sulla strada della Terra Promessa (paradiso) ma non riuscivo a godermi il viaggio. Stavo morendo nel deserto. Ma grazie a Dio e alla Sua misericordia, una luce brillò nelle tenebre ed Egli mi tirò fuori. Mi auguro che questa parte del libro possa illuminarti ed aiutarti a venire fuori dal deserto verso la luce gloriosa del meraviglioso Regno di Dio. 151 152 Capitolo 16 Il mio futuro è determinato dal mio passato e dal mio presente Mentalità da deserto numero 1 Dove non c’è visione, il popolo perisce... Proverbi 29: 18 KJV Gli Israeliti non avevano una visione positiva della loro vita, non avevano sogni. Sapevano da dove venivano ma non sapevano dove andavano. Ogni cosa si basava su ciò che avevano visto e potevano vedere. Non sapevano come guardare “con gli occhi della fede”. Consacrato per portare liberazione Lo Spirito del Signore è su di me perché mi ha consacrato con l’unzione per annunziare ai poveri il lieto messaggio; per guarire coloro che hanno il cuore infranto, per proclamare ai prigionieri la liberazione, ridare la vista ai ciechi, rimettere in libertà gli oppressi. Per predicare l’anno di grazia del Signore. Luca 4:18,19 KJV Io sono cresciuta in un clima di violenza, in una famiglia piena di squilibri. La mia infanzia fu piena di paure e tormenti. Gli esperti dicono che la personalità di un bambino si forma durante i primi cinque anni di vita. La mia personalità era un disastro! Vivevo dietro muri di protezione immaginari che io stessa mi ero costruita per evitare che gli altri mi ferissero. Così facendo lasciavo gli altri fuori dalle mura, ma allo stesso tempo mi imprigionavo dentro. Dominavo tutto e avevo così tante paure che l’unico modo in cui potevo affrontare la vita era solo se mi sentivo in controllo, in questo modo nessuno poteva ferirmi. Come giovane donna provavo a vivere per Cristo e ad avere uno stile di vita cristiano, sapevo da dove venivo ma non sapevo dove 153 andavo. Pensavo che il mio futuro sarebbe stato sempre legato al mio passato. Mi chiedevo: “Come potrà mai star bene una persona col mio passato? È impossibile!” Tuttavia Gesù ha detto di essere venuto per coloro che sono ammalati ed affranti, feriti e distrutti da tragedie. Gesù è venuto ad aprire le porte della prigione e a liberare i prigionieri. Le cose per me non migliorarono finché non iniziai a credere che potevo essere liberata. Dovevo avere una visione positiva della vita, dovevo credere che il mio futuro non era determinato dal mio passato né tanto meno dal mio presente. Forse hai avuto un passato infelice o le tue circostanze presenti sono negative e deprimenti. Forse ti ritrovi ad affrontare situazioni così difficili che pensi di non aver motivo di sperare. Ma io ti dico con certezza che il tuo futuro non è legato né al passato né al presente! Cambia il tuo modo di pensare. Credi che tutto è possibile a Dio (Luca 18,27); certe cose sono impossibili all’uomo, ma noi serviamo un Dio che dal nulla ha creato tutto quello che vediamo (Ebrei 11:3). Dagli il tuo nulla e vedrai ciò che farà. Tutto quello che gli serve è la tua fede in Lui. Ha solo bisogno che tu creda, Egli farà il resto. Occhi per vedere, orecchie per sentire Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un ramo germoglierà dalle sue radici; su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore. Lo renderà in grado di comprendere velocemente il timore di Dio, non giudicherà secondo le apparenze, ne rimprovererà per sentito dire. Isaia 11:1-3 KJV Non possiamo giudicare le cose correttamente per come le vediamo. Dobbiamo vedere con ‘”occhi spirituali” e sentire con “orecchie spirituali”. Abbiamo bisogno di sentire ciò che dice lo Spirito e non il mondo. Lascia che sia Dio a parlarti del tuo futuro e non gli altri. Gli Israeliti guardavano come stavano le cose e ne parlavano continuamente. 154 Tramite Mosè Dio li aveva fatti uscire dall’Egitto e aveva parlato loro della Terra Promessa. Egli voleva che tenessero gli occhi fissi sulla meta e li distogliessero dalla terra da dove erano venuti. Osserviamo insieme alcuni passi delle Scritture che descrivono chiaramente questo loro atteggiamento sbagliato. Qual’è il problema? Tutti gli Israeliti mormoravano e deploravano la loro situazione, accusando Mosè e Aronne ai quali tutta la comunità disse: Fossimo morti nel paese d’Egitto! O fossimo morti in questo deserto! Perché il Signore ci conduce in questo paese per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri figli cadranno preda. Non sarebbe meglio per noi ritornare in Egitto? Numeri 14: 2,3 Ti esorto ad esaminare attentamente questo passo. Nota come erano negative queste persone: si lamentavano, erano pronte ad arrendersi facilmente, preferivano ritornare indietro in schiavitù piuttosto che avanzare nel deserto verso la Terra Promessa. In realtà, non avevano un problema, il problema erano loro stessi! I cattivi pensieri causano cattivi atteggiamenti Mancava l’acqua per la comunità, allora si riunirono contro Mosè e Aronne. E il popolo litigò contro Mosè e disse: ‘Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli [di peste] davanti al Signore! Perché avete condotto la comunità del Signore in questo deserto, per far morire noi e il nostro bestiame? Numeri 20:2-4 È facile capire dalle loro stesse parole che gli Israeliti non si fidavano affatto del Signore. Avevano un atteggiamento negativo, di fallimento. Avevano deciso che avrebbero fallito prima ancora di iniziare, semplicemente perché tutte le loro circostanze non erano perfette. Mostravano un atteggiamento generato da una forma mentis sbagliata. 155 I cattivi atteggiamenti sono frutto di cattivi pensieri. Mancanza di un atteggiamento di gratitudine Partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mar Rosso, per aggirare il paese di Edom, e a causa del viaggio [delle prove] divennero impazienti (depressi e molto scoraggiati). E il popolo disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatto uscire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e detestiamo questa manna così leggera (spregevole, poco sostanziosa). Numeri 21:4,5 In questo passo osserviamo negli Israeliti, a parte i cattivi atteggiamenti già visti nelle scritture precedenti, un' incredibile mancanza di gratitudine. I figli d’Israele non facevano altro che pensare da dove erano venuti e dove si trovavano anziché pensare a dove erano diretti. Li avrebbe aiutati pensare al loro antenato Abramo, il quale in vita dovette affrontare esperienze deludenti, alle quali però non permise di influenzare il suo futuro. Nessuna vita senza lotta Ci fu una lite tra i mandriani di Abramo e quelli di Lot. Allora i Cananei e i Perizziti abitavano nel paese [rendendo più difficile ottenere il foraggio]. Così Abramo disse a Lot: “Ti prego, non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi perché siamo parenti. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Ti prego, separati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra, se tu vai a destra, io andrò a sinistra”. Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era ben irrigata. Prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra era tutta come il giardino del Signore, come la terra d’Egitto fino a Zoar. Allora Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e viaggiò verso oriente. Così si separarono. Genesi 13: 7-11 Abramo conosceva il pericolo di vivere in conflitto; perciò disse a Lot di separarsi. Egli permise al nipote di scegliere per primo quale valle voleva per continuare a vivere in armonia e per evitare ogni 156 discordia in futuro fra di loro. Lot scelse la parte migliore, la valle del Giordano, e si separarono. Dobbiamo ricordarci che Lot non possedeva niente finché non fu benedetto da Abramo. Pensate a che tipo di atteggiamento Abramo avrebbe potuto avere, ma scelse diversamente! Sapeva che se avesse agito correttamente Dio avrebbe avuto cura di lui. Leva gli occhi e guarda Il Signore disse ad Abramo, dopo che Lot si era separato da lui: “Ora alza gli occhi e dal luogo dove tu stai guarda verso il settentrione e il meridione, l’oriente e l’occidente, poiché tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza per sempre”. Genesi 13:14,15 Questo passo rivela chiaramente che anche se Abramo si trovò in circostanze meno vantaggiose dopo la separazione dal nipote, Dio volle che “guardasse in alto” dal luogo dove si trovava al luogo dove voleva portarlo. Abramo aveva il giusto atteggiamento verso la sua situazione, di conseguenza il diavolo non poteva privarlo delle benedizioni di Dio. Dio gli diede persino più possedimenti di quelli che aveva prima della separazione, e lo benedisse enormemente in tutti i modi. Ti esorto a guardare positivamente alle possibilità del futuro e ad iniziare a “chiamare all’esistenza le cose che ancora non esistono come se esistessero” (Romani 4: 17 KJV). Pensa e parla del tuo futuro in modo positivo, secondo quanto Dio ha messo nel tuo cuore e non secondo quanto hai visto nel passato o vedi ora nel presente. 157 158 Capitolo 17 “Qualcuno lo faccia per me; non voglio responsabilità” Mentalità da deserto numero 2 E Terah prese Abramo, suo figlio, Lot figlio di Aran, suo nipote, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figlio, e andarono insieme da Ur dei Caldei, nel paese di Canaan; ma quando arrivarono a Carran vi si stabilirono. Genesi 11:31 La responsabilità è spesso definita come la nostra risposta all’azione di Dio. Essere responsabile significa rispondere alle opportunità che Dio ci mette davanti. Dio diede al padre di Abramo una responsabilità, la possibilità di rispondere alla Sua esortazione. Gli diede l’opportunità di andare a Canaan. Ma invece di completare il viaggio affidatogli da Dio, scelse di fermarsi e stabilirsi a Carran. È facile esaltarsi non appena Dio ci parla e ci dà l’opportunità di fare qualcosa. Ma, come Terah, molte volte non portiamo a termine ciò che abbiamo intrapreso perché non appena iniziamo ci rendiamo conto che, al di là dell’emozione e dell’eccitazione, ci vuole molto impegno. La maggior parte delle nuove imprese sono emozionanti semplicemente perché sono nuove. L’eccitazione fa andare avanti solo per un po', ma non conduce al traguardo. Molti credenti fanno come la Bibbia ci racconta di Terah. Partono per andare in un posto ma si stabiliscono in un altro lungo il cammino. Si stancano e si affaticano; vorrebbero finire il percorso, ma non vogliono tutta la responsabilità che questo comporta. Se qualcun 159 altro lo facesse per loro, sarebbero contenti di raccoglierne la gloria, ma non funziona così. La responsabilità personale non si può delegare Il giorno dopo Mosè disse al popolo: “Avete commesso un grande peccato. Ora salirò dal Signore; forse otterrò il perdono della vostra colpa. Così Mosè ritornò dal Signore e disse: Oh, questo popolo ha commesso un grande peccato e si è fatto un Dio d’oro! Ma ora possa tu perdonare il loro peccato, se no, ti prego, cancellami dal libro che tu hai scritto!” Esodo 32:30-32 Attraverso le mie letture e i miei studi, ho notato che gli Israeliti non volevano prendersi nessuna responsabilità. Mosè pregava per loro, cercava Dio per loro, persino si pentiva per loro quando erano nei guai (Esodo 32:1-14). Un bambino non ha nessuna responsabilità, ma non appena inizia a crescere, ci si aspetta che si prenda sempre più responsabilità. Uno dei ruoli dei genitori è insegnare ai figli ad assumersi le proprie responsabilità. Dio desidera insegnare la stessa cosa ai Suoi figli. Il Signore mi ha dato l’opportunità di avere un ministero a tempo pieno, di insegnare la Sua Parola alla radio e alla televisione nazionali, di predicare il Vangelo in tutti gli Stati Uniti e anche in altre nazioni. Vi posso assicurare, tuttavia, che accanto alla chiamata c’è una responsabilità che molti non conoscono. Molte persone dicono che vorrebbero essere nel ministero perché pensano che sia un continuo evento spirituale. Spesso la gente cerca lavoro all’interno della nostra organizzazione pensando che la cosa più straordinaria che possa accadere loro è far parte di un ministero cristiano. Dopo un po' scoprono che qui si lavora come negli altri posti; devono alzarsi al mattino e arrivare in orario, essere subordinati ai responsabili, seguire una routine giornaliera, ecc... Quando le persone ci dicono che vogliono venire a lavorare per noi, dico loro che non si libreranno in aria tutto il giorno cantando alleluia ma che lavoreranno, e anche sodo. Noi viviamo nell’integrità e diamo il massimo con eccellenza. 160 Naturalmente, è un privilegio lavorare nel ministero, ma io provo a sottolineare ai nuovi candidati che quando i brividi e l’eccitazione sono passati ci aspettiamo da loro seri livelli di responsabilità. Va’ dalla formica! Va’ dalla formica, o pigro; considera le sue abitudini e sii saggio! La quale pur non avendo né capo, né sorvegliante, né padrone, si procura il cibo in estate e al tempo della mietitura lo accumula. Fino a quando dormirai, o pigro? Quando ti sveglierai dal sonno? Un po' dormire, un po' sonnecchiare, un po' incrociare le braccia per distendersi e riposare. Così a te la miseria giungerà come un ladro o come un vagabondo [a passi lenti ma sicuri] e il bisogno come un uomo armato [che ti disarma]. Proverbi 6:6-11 Questa mentalità pigra che avevano gli Israeliti fu uno dei motivi che li tenne nel deserto per quarant’anni per compiere un viaggio di undici giorni. Mi piace leggere questo passo dei Proverbi in cui la nostra attenzione è rivolta alla formica, la quale senza avere un supervisore o padrone provvede per sé e per la sua famiglia. La gente che deve sempre avere qualcuno che li sproni non farà mai niente di eccezionale. Neppure quelli che fanno le cose bene solo quando qualcuno li guarda andranno lontano. Dobbiamo avere una motivazione che viene dal di dentro e non dal di fuori. Dobbiamo vivere la nostra vita davanti a Dio sapendo che Egli vede tutto e la nostra ricompensa viene da Lui se noi perseveriamo nel fare quello che Lui ci chiede. Molti sono chiamati – Pochi scelti ... Molti sono chiamati, ma pochi scelti. Matteo 20:16 Una volta ho sentito un insegnante biblico dare la spiegazione di questo verso dicendo che molti sono chiamati, o coloro ai quali è data l’opportunità di fare qualcosa per il Signore, ma sono pochi 161 quelli che hanno la volontà di prendersi la responsabilità di rispondere a quella chiamata. Come ho già detto nel capitolo precedente, molte persone non hanno carattere, hanno il desiderio ma non la volontà. La gente che ha una “mentalità da deserto” vuole avere tutto, ma non fare niente. Alzati e vai! Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a Giosuè, figlio di Nun, ministro di Mosè: “Mosè mio servo è morto. Dunque alzati [prendi il suo posto] attraversa il Giordano, tu e tutto il popolo, verso il paese che io do loro, agli Israeliti. Ogni luogo che la pianta dei vostri piedi calpesterà; ve l’ho assegnato, come ho promesso a Mosè.” Giosuè 1:1-3 Quando Dio disse a Giosuè che Mosè era morto e lui doveva prendere il suo posto e guidare il popolo attraverso il Giordano nella Terra Promessa, per Giosuè rappresentava una grande responsabilità. Lo stesso capita a noi quando reclamiamo la nostra eredità spirituale. Io e te non avremo mai il privilegio di alzarci ed insegnare la Parola di Dio con l’unzione di Dio se non abbiamo la volontà di prendere la nostra responsabilità seriamente. Ecco, ora è il tempo favorevole! Colui che osserva i venti [e aspetta tutte le condizioni favorevoli] non seminerà e colui che si preoccupa delle nuvole non mieterà. Ecclesiaste 11:4 Nel 1993, quando il Signore fece capire a me e Dave che voleva che andassimo alla televisione, disse: “Vi darò l’opportunità di andare alla televisione e se non ne approfittate adesso, non ne avrete un’altra”. Forse se il Signore non ci avesse detto che quell’opportunità era solo per quel momento, probabilmente avremmo temporeggiato. Dopotutto, avevamo finalmente raggiunto una condizione agiata. 162 Per nove anni eravamo stati in procinto di dare vita al ministero “Life in the Word Ministries”. Adesso, tutto ad un tratto, Dio ci dava l’opportunità di poterci rivolgere più persone, cosa che entrambi volevamo con tutto il cuore. Tuttavia, per farlo, dovevamo lasciare la nostra posizione agiata e assumerci nuove responsabilità. Quando il Signore chiede alla sua gente di fare qualcosa, c’è la tentazione di aspettare “la stagione giusta” (Atti 24:25 KJV). C’è sempre la tentazione di aspettare finché non ci costi nulla o non sia particolarmente difficile. Ti incoraggio ad essere una persona che non teme la responsabilità. Con la perseveranza diventerai sempre più forte. Se invece fai solo le cose facili, rimarrai sempre debole. Dio si aspetta che ci assumiamo le nostre responsabilità prendendoci cura di tutto ciò che ci dà, per poi farlo fruttificare. Se noi non usiamo i doni e i talenti che ci ha dato, allora non stiamo trattando responsabilmente ciò che ci ha affidato. Sii pronto! Vegliate dunque [prestate seria attenzione, siate cauti e attivi] perché non sapete né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà. Matteo 25:13 Matteo 25 è un capitolo della Bibbia che ci insegna cosa dobbiamo fare mentre aspettiamo il ritorno del Maestro. I primi dodici versi parlano di dieci vergini, cinque stolte e cinque sagge. Le stolte non fecero niente per assicurarsi di essere pronte per il Suo ritorno. Fecero il minimo indispensabile per cavarsela, non vollero fare nessuno sforzo e presero semplicemente la quantità di olio necessaria per le lampade. Le vergini sagge, invece andarono oltre il loro dovere, presero più olio per assicurarsi di averne a sufficienza per una lunga attesa. Quando lo sposo arrivò, le stolte ritornarono con le lampade quasi spente e, naturalmente, volevano che le vergini sagge dessero loro dell’olio. Di solito succede questo. Le persone pigre e che perdono 163 sempre tempo vogliono che quelli che lavorano sodo e si assumono le responsabilità facciano per loro quello che avrebbero dovuto fare da sé. Usa ciò che ti è stato dato ... servo malvagio, pigro e inutile! Matteo 25:26 Matteo 25 poi riporta una parabola che Gesù raccontò a proposito di tre servi ai quali furono dati talenti che appartenevano al padrone. Il padrone andò via in un paese lontano, aspettando che i servi si prendessero cura delle sue cose mentre lui non c’era. L’uomo a cui furono dati cinque talenti li usò, investendoli e guadagnandone altri cinque. L’uomo al quale ne furono dati due fece la stessa cosa. Ma l’uomo al quale fu dato un talento lo seppellì perché aveva paura: temeva di sbagliare, aveva paura di assumersi la propria responsabilità. Quando il maestro ritornò, lodò i due servi che avevano usato bene quanto era stato affidato loro. Ma al servo che aveva seppellito il talento e non aveva fatto nulla con esso, disse: “Tu servo malvagio, pigro e inutile!” Ordinò poi che l’unico talento datogli gli fosse tolto, per essere assegnato all’uomo con dieci talenti e che il servo pigro e inutile fosse punito. Ti esorto a rispondere alle capacità che Dio ha posto in te, usandole nel modo migliore, così che quando il Maestro ritorna, potrai restituirGli più di quello che ti ha dato. La Bibbia ci dice chiaramente che la volontà di Dio per noi è di portare buon frutto (Giovanni 15:16). Gettando la paura, non la responsabilità Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno. Gettando su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi. 1 Pietro 5:6,7 KJV 164 Non avere paura della responsabilità, impara ad affidare a Dio ogni preoccupazione ma non la responsabilità. Certe persone imparano a non preoccuparsi di nulla; diventano esperti a gettare la preoccupazione, si rilassano così tanto che gettano pure la responsabilità. Impara a fare ciò che ti si presenta e non scappare via solo perché le cose sembrano impegnative. Ricorda sempre che se il Signore ti dà quello che Gli chiedi, c’è una responsabilità legata alla benedizione. Se hai una casa o una macchina, il Signore si aspetta che ti prendi cura di esse. Spiriti di pigrizia possono aggredire la mente ed i sentimenti, ma tu hai la mente di Cristo. Sicuramente puoi riconoscere l’inganno del diavolo, sopprimere le tue emozioni e fare quello che è giusto. Chiedere qualcosa è facile, esserne responsabili è ciò che fortifica il carattere. Ricordo il periodo in cui volevo convincere mio marito a comprare quella che negli Stati Uniti chiamiamo “casa al lago” (lake home), un posto dove andare a riposare, pregare e studiare. Un posto dove si va “via da tutto”. Gli dicevo come sarebbe stato meraviglioso, quanto sarebbe piaciuto ai nostri figli e nipoti, avremmo persino potuto trasferire lì la nostra direzione, tenere riunioni di lavoro e avere ore meravigliose di preghiera insieme. Sembrava tutto stupendo e l’idea mi faceva star bene, ma Dave continuava a ribadirmi tutte le cose che avremmo dovuto fare per prendercene cura. Mi ricordava che eravamo già tanto impegnati e che non avevamo il tempo per un’altra casa. Mi parlava della cura del prato, la manutenzione, le spese, ecc. Dave diceva che sarebbe stato meglio per noi affittare un posto quando sentivamo il bisogno di andare via, anziché prenderci la responsabilità di possederne uno. Io mi ero concentrata sul lato emotivo della situazione, Lui, invece, guardava al lato pratico. Ogni volta che dobbiamo prendere una decisione, dovremmo considerarne tutti gli aspetti, non semplicemente ciò che è piacevole, ma anche la responsabilità che richiede. Una “lake home” è ideale per coloro che hanno tempo da dedicargli, ma non per noi. Dentro di me lo sapevo, eppure per un anno avevo provato a convincere Dave a comprarne una. 165 Sono contenta che Dave rimase irremovibile. Se non fosse stato così, sono sicura che l’avremmo comprata, tenuta per un periodo di tempo e probabilmente alla fine venduta perché avrebbe richiesto troppo lavoro. Alla fine è successo che dei nostri amici hanno comprato una “casa al lago” e ce la fanno usare quando i nostri e i loro impegni lo permettono. Se usi sapienza il Signore verrà incontro ai tuoi bisogni. Chiunque opera con la mente di Cristo vivrà guidato dalla sapienza e non dalle emozioni. Sii responsabile! 166 Capitolo 18 “Rendi tutto facile; non ce la faccio se è troppo difficile!” Mentalità da deserto numero 3 Questo comando che oggi ti ordino non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te. Deuteronomio 30:11 Questo tipo di mentalità errata è simile a quella che abbiamo appena descritta, ma è così diffusa tra il popolo di Dio, che penso valga la pena dedicargli un capitolo di questo libro. Questa è una delle scuse più comunemente usate che sento esprimere in preghiera. Tante volte la gente viene da me per consigli e preghiere e quando gli riferisco quello che dice la Parola di Dio, o quello che penso lo Spirito Santo stia dicendo, la loro risposta è: “Lo so che quello che dici è giusto; il Signore mi ha detto la stessa cosa, ma, Joyce, è troppo difficile”. Il Signore mi ha fatto vedere che il nemico prova suggerisce questa frase nella mente della gente per farla arrendere. Alcuni anni fa quando Dio mi rivelò questa verità, mi comandò di smetterla di ripetere quanto ogni cosa fosse difficile, assicurandomi che se l’avessi fatto, tutto sarebbe stato più facile. Persino quando siamo determinati a perseverare a fare qualcosa, passiamo così tanto tempo a pensare e parlare “di quanto sia difficile” che il progetto finisce con l’essere più difficile di quanto sarebbe dovuto essere se fossimo stati positivi invece che negativi. Quando inizialmente incominciai a capire attraverso la Parola di Dio come avrei dovuto vivere e comportarmi, e lo confrontavo con la mia realtà, dicevo sempre: ”Signore voglio fare le cose a modo Tuo, ma 167 è così difficile”. Allora il Signore mi rivelò Deuteronomio 30:11 in cui dice che i Suoi comandamenti non sono difficili o troppo lontani. La ragione per cui i comandi del Signore non sono difficili per noi è che Egli ci dà il suo Spirito che lavora in noi con potenza per aiutarci in tutto quello che Lui ci chiede. Colui che aiuta Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore (Consigliere, Aiutante, Intercessore, Avvocato, Colui che dà forza e sostiene) che rimarrà con voi per sempre. Giovanni 14:16 Tutto diventa difficile quando proviamo a farlo da soli senza affidarci o contare sulla grazia di Dio. Se nella vita fosse tutto facile non avremmo nemmeno bisogno che la potenza dello Spirito Santo ci aiutasse. La Bibbia fa riferimento a Lui come “Colui che aiuta”. Egli è in noi e con noi sempre per aiutarci, per darci la capacità di fare quello che non possiamo fare – e potrei anche aggiungere – e fare facilmente ciò che sarebbe difficile fare senza di Lui. Il modo facile e quello difficile Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, sebbene più vicina, perché Dio disse: “Per timore che il popolo vedendo la guerra cambi idea e ritorni in Egitto”. Esodo 13:17 Ti assicuro che ovunque vi porti il Signore è in grado di sostenervi. Egli non permette che ci succeda niente che non siamo in grado di sopportare (1 Corinzi 10:13). Qualsiasi cosa ci ordina, è Lui stesso a pagarne il prezzo. Non dobbiamo vivere in continua lotta se impariamo ad appoggiarci sempre a Lui per la forza di cui abbiamo bisogno. Se sai che Dio ti ha chiesto di fare qualcosa, non ti arrendere solo perché la cosa si fa difficile. Quando le cose si fanno difficili, trascorri 168 più tempo con Lui, appoggiati su di Lui di più e da Lui ricevi più grazia (Ebrei 4:16). La grazia è la potenza di Dio che ti viene data gratuitamente, per fare attraverso te quello che tu non potresti fare da solo. Stai in guardia da pensieri come: ”non posso farlo, è troppo difficile”. Certe volte il Signore ci porta attraverso vie difficili perché questo è il Suo modo di operare in noi. Come potremmo mai imparare ad appoggiarci a Lui se tutto nella nostra vita fosse facile e potremmo affrontarlo da soli? Dio condusse i figli d’Israele per la via lunga e difficile perché questi erano ancora codardi, doveva operare in loro per prepararli alle battaglie che avrebbero dovuto affrontare nella Terra Promessa. Molti pensano che entrare nella terra promessa significhi non avere più battaglie da combattere, ma è sbagliato. Se leggete i racconti di cosa successe dopo che gli Israeliti attraversarono il fiume Giordano e andarono a impossessarsi della Terra della Promessa, vedrete che combatterono una battaglia dopo l’altra, ma le vinsero tutte combattendo con la forza di Dio e sotto la sua direzione. Dio condusse gli Israeliti per la via più lunga e più dura, sebbene ce ne fosse una più breve e più facile, perché sapeva che non erano pronti alla battaglia che dovevano affrontare per impossessarsi della terra. Egli era preoccupato che nel vedere i nemici sarebbero ritornati in Egitto, quindi li condusse per la via più difficile per farsi conoscere e fare loro capire che non potevano contare sulle loro forze. Quando si attraversa un momento difficile la mente vorrebbe arrendersi. Satana sa che se ci sconfigge nella mente, ci sconfigge nell’esperienza. Ecco perché è molto importante non perdersi d’animo, stancarsi e arrendersi. 169 Rimani fermo sulle tue posizioni E non scoraggiamoci, affatichiamoci e stanchiamoci di agire gentilmente e di fare il bene, perché a suo tempo e nella stagione giusta mieteremo, se non ci perdiamo d’animo, desistiamo e veniamo meno. Galati 6:9 Perdersi d’animo e desistere si riferiscono all’azione di arrendersi mentalmente. Lo Spirito Santo ci dice di non arrenderci con la mente, perché se teniamo duro, alla fine raccoglieremo i frutti. Pensate a Gesù, che subito dopo essere stato battezzato e pervaso di Spirito Santo, fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere messo alla prova dal diavolo. Non si lamentò, né si scoraggiò o depresse. Non pensò o parlò negativamente, né si confuse provando a capire il motivo di tutto questo, ma superò ogni prova vittoriosamente. E nel mezzo della prova e della tentazione, il nostro Signore non vagò nel deserto per quaranta giorni e notti parlando di quanto fosse stato difficile. Trasse forza dal Padre Celeste e ne uscì vittorioso (Luca 4, 1-13). Immagina Gesù andare in giro per il paese con i suoi discepoli parlando di quanto ogni cosa fosse difficile. O prova ad immaginarlo discutere quanto sarebbe stato difficile andare alla croce o del timore delle prove future o quanto fosse frustrante vivere giornalmente in quelle condizioni di vita: vagare per la campagna senza una casa, senza un tetto sulla testa, né un letto sul quale riposare la notte. Poiché anch’io viaggio da un posto all’altro, per predicare il Vangelo, ho dovuto imparare a non parlare della fatica che questo genere di ministero comporta. Ho dovuto anche imparare a non lamentarmi di come sia difficile stare ogni volta in un hotel diverso, mangiare sempre fuori, dormire in un letto diverso ogni fine settimana, stare lontana da casa, incontrare persone nuove per poi lasciarle non appena inizi a conoscerle. 170 Noi abbiamo la mente di Cristo, possiamo affrontare le cose come ha fatto Lui: con l’essere mentalmente preparati attraverso un “modo di pensare vittorioso” e non “arrendevole”. Il successo segue le sofferenza Poiché, dunque Cristo soffrì nella carne per noi, anche voi armatevi degli stessi pensieri e propositi [a soffrire pazientemente piuttosto che dispiacere a Dio]. Poiché chi ha sofferto nel corpo [avendo la mente di Cristo] ha rotto [intenzionalmente] col peccato [ha smesso di soddisfare se stesso e il mondo, per far piacere a Dio]. Così da non passare più il tempo che gli rimane in questa vita vivendo secondo le passioni e i desideri umani, ma secondo la volontà di Dio. 1 Pietro 4, 1-2 Questo passo ci insegna il segreto di come superare problemi e momenti difficili. Ecco la mia interpretazione di questi due versi delle Scritture. Pensa a tutto quello che Gesù dovette sopportare e come affrontò la sofferenza fisica, ti aiuterà a superare le tue difficoltà. Armati per la battaglia, preparati a vincere come ha fatto Gesù: ”Soffrirò con pazienza piuttosto che contristare Dio. Perché se soffro, avendo la mente di Cristo, non vivrò più per la mia soddisfazione personale, facendo solamente ciò che è facile e scappando di fronte alle difficoltà. Potrò vivere secondo la Sua volontà e non secondo i miei sentimenti e pensieri carnali.” C’è una sofferenza “della carne” che dobbiamo sopportare per fare la volontà di Dio. Il mio corpo non è sempre a suo agio con i viaggi che comporta lo stile di vita del ministero, eppure so che è la volontà di Dio per me. Dunque, devo armarmi del giusto modo di pensare, altrimenti sono sconfitta prima ancora di iniziare. Ci potrebbe essere qualcuno nella tua vita con il quale è molto difficile andare d’accordo, tuttavia sai che Dio vuole che mantieni quella relazione piuttosto che scappare via da essa. La carne soffre 171 perché non è facile stargli accanto, ma tu puoi prepararti con il giusto modo di pensare nei confronti della situazione. Essere autosufficienti con la forza di Cristo So come annullarmi e vivere umilmente in ristrettezze, so anche come godermi la ricchezza e vivere nell’abbondanza. Ho imparato in ogni maniera e in tutte le circostanze il segreto di far fronte ad ogni situazione, la sazietà e la fame, l’abbondanza o l’indigenza e il bisogno. Tutto posso in colui che mi dà forza [sono pronto a tutto e sono all’altezza di tutto in Colui che mi infonde forza interiore; sono autosufficiente con la forza di Cristo]. Filippesi 4:12,13 Il giusto modo di pensare ci “arma” alla battaglia. Andare in battaglia con il modo di pensare sbagliato è come andare al fronte di guerra senza armi. Se lo facessimo non resisteremmo a lungo. Gli Israeliti erano “brontoloni” e quella fu una delle ragioni per cui vagarono quarant’anni, per fare un viaggio di undici giorni. Reclamavano ad ogni difficoltà e si lamentavano ad ogni prova, parlando sempre di quanto ogni cosa fosse difficile. Pensavano: “Per favore Signore rendi tutto facile, non ce la faccio se è troppo difficile!” Di recente mi sono resa conto che molti credenti sono guerrieri la domenica e brontoloni il lunedì. Fanno un bel discorso la domenica, in chiesa con i loro amici, ma il lunedì, quando è ora di “vivere ciò che si è affermato” e non c’è nessuno con cui far bella figura, crollano alla minima prova. Se sei uno che si lamenta e brontola, rivestiti di una nuova mentalità e afferma: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. (Filippesi 4:13 NKVJ) 172 Capitolo 19 “Non posso farci niente, sono abituato a brontolare, criticare e lamentarmi” Mentalità da deserto numero 4 È visto di buon occhio colui che (è approvato, accettato e degno di grazia) agli occhi di Dio resiste al dolore di una sofferenza ingiusta. [Dopo tutto] Che gloria [c’è] se quando hai sbagliato e sei punito sopporti il castigo pazientemente? Ma se quando fai il bene sopporti con pazienza la sofferenza [come conseguenza] immeritata, ciò sarà accettabile e gradito a Dio. 1 Pietro 2: 19,20 Noi non saremo liberati finché non impariamo a glorificare Dio con il nostro comportamento nei momenti difficili. Non è la sofferenza che glorifica Dio, ma un atteggiamento devoto nella sofferenza che Gli è gradito e Gli dà gloria. Se noi vogliamo ricevere da questi versi quello che Dio ci vuole donare, dovremmo leggerli lentamente per assimilare ogni frase e affermazione. Devo ammettere che io li studiai per anni per provare a capire perché è così gradito a Dio vedermi soffrire quando invece la Bibbia afferma chiaramente che Gesù si caricò delle nostre sofferenze e dei dolori della punizione (Isaia 53:3-6). Passarono molti anni prima che mi resi conto che il punto principale di questi versi in 1 Pietro non è la sofferenza ma l’atteggiamento che si dovrebbe avere nella sofferenza. Fai attenzione che la parola “pazientemente” usata nel passo, sta ad indicare che se qualcuno ci tratta male e noi lo sopportiamo con pazienza, questo è gradito a Dio. La cosa che Gli è gradita non è la nostra sofferenza bensì il nostro atteggiamento paziente. Per 173 incoraggiarci nella sofferenza, siamo esortati a guardare a come Cristo affrontò gli attacchi ingiusti contro di Lui. Gesù come esempio A questo infatti siete stati chiamati [è inseparabile dalla vostra vocazione]. Poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio [il suo personale], così che ne seguiate le orme. Egli non commise peccato ne si trovò inganno (malizia) sulla sua bocca. Oltraggiato e insultato, non rispose con l’oltraggio e l’insulto, maltrattato soffrì e non minacciò [vendetta]; ma si affidò [se stesso e ogni cosa] a Colui che è giusto giudice. 1 Pietro 2:21-23 Gesù soffrì gloriosamente! In silenzio, senza lamentarsi, fidandosi di Dio nonostante le apparenze e rimanendo se stesso in ogni situazione. Egli non reagì pazientemente quando le cose erano facili e impazientemente quando erano difficili o ingiuste. Le Scritture sopracitate ci fanno capire che Gesù è il nostro esempio ed è venuto a mostrarci come vivere. Come ci comportiamo davanti agli altri mostra loro come dovrebbero vivere. Noi insegniamo ai nostri figli più con l’esempio che con le parole. Dobbiamo essere epistole viventi lette dagli uomini (2 Corinzi 3:2,3KJV), luci che brillano splendenti in un mondo di tenebre (Filippesi 2:15). Chiamati all’umiltà, alla mitezza e alla pazienza Vi esorto dunque io, prigioniero nel Signore, e vi prego di comportarvi (condurre una vita) in maniera degna della vocazione [divina] che avete ricevuto [con un comportamento meritevole della chiamata al servizio di Dio], con ogni umiltà di mente (modestia) e mitezza (senza egoismo, con gentilezza e mansuetudine), con pazienza e sopportandovi e giustificandovi a vicenda per l’amore che avete gli uni per gli altri. Efesini 4:1,2 Qualche tempo fa nella nostra vita familiare si verificò una situazione che può essere menzionata come esempio perfetto a proposito del soffrire umilmente, con modestia e pazienza. 174 Nostro figlio Daniel, era appena ritornato da un viaggio di missione nella Repubblica Domenicana. Ritornò con una grave eruzione cutanea sulle braccia e diverse piaghe aperte. Gli era stato detto che si trattava della specie domenicana dell’edera velenosa. Sembrava così grave che ritenemmo opportuno cercare un’ulteriore conferma. Quel giorno il nostro medico di famiglia era assente quindi prendemmo un appuntamento con il dottore che rispose al telefono. Nostra figlia Sandra telefonò e prese l’appuntamento, gli disse l’età di Daniel e gli spiegò che era sua sorella e che lo avrebbe accompagnato. Quel giorno eravamo tutti molto impegnati, compresa Sandra. Dopo quarantacinque minuti di macchina, arrivò dal dottore per sentirsi dire: “Mi dispiace ma è nostra regola non trattare i minori che non sono accompagnati da un genitore!” Sandra spiegò che quando aveva telefonato, aveva detto chiaramente che l’avrebbe accompagnato lei e che spesso l’aveva fatto a causa dei nostri viaggi. L’infermiera fu irremovibile sul fatto che ci voleva un genitore. Questa poteva essere un occasione per Sandra per arrabbiarsi. Aveva fatto i salti mortali per aggiungere quest’ulteriore impegno ai suoi programmi già sovraccarichi, solo per scoprire che i suoi sforzi erano stati vani. Doveva affrontare altri quarantacinque minuti di viaggio di ritorno e il tutto sembrava una vera perdita di tempo. Il Signore l’aiutò a rimanere calma e gentile. Chiamò suo padre, che era in visita dalla madre, il quale le rispose che sarebbe venuto a sistemare la situazione. Quella mattina Dave aveva sentito l’impulso di passare dai nostri uffici e prendere alcuni dei miei libri e delle audiocassette, senza nemmeno sapere che ne avrebbe fatto. Solo sentì che doveva andare a prenderli. Quando arrivò dal dottore, la donna che registrava i pazienti e si occupava dei documenti chiese a Dave se era un ministro religioso e se era il marito di Joyce Meyer. Lui rispose di sì, la donna gli disse che mi guardava in televisione e avendo sentito spesso i nomi della nostra famiglia, si era chiesta se si trattasse della stessa persona. Dave le parlò per un po’ e le diede uno dei miei libri sulla guarigione emotiva. 175 Il motivo per cui vi ho raccontato questa storia è questo: che sarebbe successo se Sandra si fosse arrabbiata e spazientita? La sua testimonianza sarebbe stata danneggiata, se non rovinata. In realtà avrebbe causato un danno spirituale alla donna che mi aveva vista in televisione e poi aveva visto la mia famiglia comportarsi male. Tanti nel mondo cercano Dio e quello che noi gli facciamo vedere è molto più importante di quello che diciamo. Naturalmente è molto importante condividere il vangelo verbalmente, ma farlo e negare col nostro comportamento quello che abbiamo affermato è peggio di non dire niente. Sandra in questa situazione sopportò la sofferenza con pazienza, la Parola di Dio ci invita proprio a questo tipo di comportamento e atteggiamento. La sofferenza paziente di Giuseppe Mandò un uomo davanti a loro, Giuseppe, venduto come schiavo. Gli ferirono i piedi con ceppi, fu messo in catene di ferro e la sua anima fu incatenata, finché la sua parola [ai suoi fratelli crudeli] si avverò, e la Parola del Signore lo mise alla prova. Salmo 105: 17-19 Come esempio del vecchio testamento, pensate a Giuseppe il quale fu trattato ingiustamente dai suoi fratelli, che lo vendettero come schiavo e dissero al padre che era stato ucciso da un animale selvatico. Nel frattempo, Giuseppe, fu comprato da un uomo ricco chiamato Potifar, che lo prese in casa come schiavo, ma Giuseppe ebbe il favore di Dio ovunque andò e presto trovò anche il favore del nuovo padrone. Giuseppe continuò a ricevere promozioni, tuttavia gli successe un’altra cosa ingiusta. La moglie di Potifar provò a sedurlo per avere una relazione con lui, ma poiché egli era un uomo integro non voleva avere nulla a che fare con lei. Questa, mentendo al marito, disse che Giuseppe l’aveva aggredita, così Giuseppe fu imprigionato per qualcosa che non aveva commesso. 176 Durante la sua permanenza in prigione Giuseppe provava ad aiutare gli altri. Non si lamentava mai e poiché aveva il giusto atteggiamento nella sofferenza, alla fine fu liberato ed esaltato da Dio. E finì con l’avere una tale autorità in Egitto che nessuno in tutto il paese fu al di sopra di lui, eccetto il Faraone. Dio, inoltre, lo vendicò nei confronti dei suoi fratelli, i quali, durante la carestia nella loro terra, dovettero andare da Giuseppe a chiedergli cibo. Ancora una volta, Giuseppe mostrò un atteggiamento devoto non maltrattandoli nonostante lo meritassero. Spiegò loro che ciò che avevano fatto a suo danno era stato trasformato in bene da Dio, che anche loro erano nelle mani di Dio, non nelle sue e che lui non aveva il diritto di fare niente contro di loro se non benedirli (Genesi, capitoli 39-50). Il pericolo di lamentarsi Non mettiamo alla prova il Signore [mettendo alla prova la Sua pazienza, diventando per Lui un tormento, giudicandolo con critiche e sfruttando la sua bontà] come fecero alcuni di essi e furono uccisi da serpenti velenosi; Non lamentatevi insoddisfatti come si lamentarono alcuni di essi e furono annullati interamente dallo sterminatore (morte). Ora tutte queste cose accaddero loro come esempio [come esempio e avvertimento per noi], e sono state scritte come ammonimento per noi e per renderci capaci di buone azioni tramite le giuste istruzioni, noi nei cui giorni è arrivata la fine dei tempi (la loro realizzazione e conclusione). 1 Corinzi 10:9-11 Da questi passi, notiamo immediatamente la differenza tra Giuseppe e gli Israeliti. Egli non si lamentava affatto, essi invece non facevano altro che lamentarsi non appena la minima cosa non andava a modo loro. La Bibbia è chiara a proposito dei pericoli legati al brontolare, alla tendenza a criticare tutto e al lamentarsi. Il messaggio è abbastanza semplice. Le lamentele degli Israeliti aprirono una porta al nemico il quale entrò e li distrusse. Essi 177 avrebbero dovuto apprezzare la bontà di Dio, ma non fu così, e per questo ne pagarono il prezzo. Ci è stato detto che l’intero racconto delle loro sofferenze e morte fu scritto per farci capire che cosa ci succederà se ci comportiamo allo stesso modo. Noi non ci lamentiamo con la bocca se non l’abbiamo già fatto mentalmente. Lamentarsi è sicuramente una mentalità da deserto che ci impedisce di varcare la Terra Promessa. Gesù è il nostro esempio e noi dovremmo fare ciò che Egli ha fatto. Gli Israeliti si lamentarono e rimasero nel deserto. Gesù diede lode e fu risorto dai morti. In questo contrasto possiamo vedere il potere della lode e della gratitudine contro il potere delle lamentele. Sì, infatti, le lamentele e le mormorazioni, l’essere ipercritici hanno il loro potere, un potere negativo. Ogni volta che gli diamo accesso attraverso la mente e la bocca, diamo potere a Satana su di noi, potere che Dio non gli ha autorizzato di avere. Non brontolare, criticare o lamentarti Fate tutto senza mormorazioni, critiche e lamentele [contro Dio] e senza fare domande o dubitare [tra di voi], perché siate irreprensibili e semplici, innocenti e immacolati, figli di Dio senza colpa (senza macchia e senza nulla da rimproverare) in mezzo ad una generazione corrotta e perversa [spiritualmente disonesta e degenere], tra la quale dovete essere visti come astri splendenti (stelle o lucerne che brillano chiaramente) nel mondo (di tenebre). Filippesi 2: 14,15 Certe volte sembra che tutto il mondo si lamenti. Ci sono così tante lamentele e mormorazioni e così poca gratitudine e apprezzamenti. La gente si lamenta del proprio lavoro e del proprio capo quando dovrebbe essere grata di avere un lavoro permanente e apprezzare il fatto di non vivere in un rifugio per i senza tetto o di non fare la fila per una zuppa. 178 Coloro che si trovano in situazione simili invece fremerebbero di gioia per avere quel lavoro, nonostante le sue imperfezioni. Sarebbero disposti a sopportare un capo “non così perfetto” pur di avere un’entrata fissa, vivere in una casa propria e cucinare i loro pasti. Forse hai bisogno di un lavoro remunerato meglio o forse hai un capo che ti tratta ingiustamente. Peccato, ma il modo per uscirne non è con le lamentele. Non angustiarti o preoccuparti. Prega e rendi grazie! Non angustiatevi o preoccupatevi di nulla, ma in ogni circostanza e in ogni cosa esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche (chiare richieste) e ringraziamenti. Filippesi 4:6 In questo verso l’apostolo Paolo ci insegna come risolvere i nostri problemi. Ci ordina di pregare con gratitudine in ogni circostanza. Il Signore mi insegnò lo stesso principio dicendomi: “Joyce, perché dovrei darti qualche altra cosa, se non sei grata per quello che hai già? Perché dovrei darti qualcos’altro di cui lamentarti?” Se non riusciamo ad offrire le nostre preghiere mediante un atteggiamento di vita pieno di gratitudine, non avremo un riscontro favorevole. La Parola non dice di pregare con lamentele ma di pregare con gratitudine. Di solito si mormora, brontola, critica e ci si lamenta quando qualcosa o qualcuno non sono come noi vorremmo o quando dobbiamo aspettare per qualcosa più di quanto immaginavamo. La Parola di Dio in questi momenti ci insegna ad essere pazienti. Io ho scoperto che la pazienza non è la capacità di aspettare, ma la capacità di mantenere un atteggiamento corretto mentre si aspetta. È importantissimo prendere molto seriamente questo problema delle lamentele e con esso tutti gli altri modi negativi di pensare. Credo sinceramente che il Signore mi ha dato una rivelazione personale di 179 quanto sia pericoloso affidare la nostra mente e le nostre parole a questo modo di pensare. In Deuteronomio 1:6 Dio disse agli Israeliti: “...avete dimorato troppo a lungo su questo monte”. Forse anche tu sei rimasto sullo stesso monte molte volte e adesso sei pronto ad andare avanti. Se è così, è bene ricordarti che finché i tuoi pensieri e le tue conversazioni sono negativi non potrai andare avanti. Non ho detto che è facile non lamentarsi, ma che hai la mente di Cristo. Perché non approfittarne? 180 Capitolo 20 “Non mi fare aspettare; merito tutto immediatamente” Mentalità da deserto numero 5 Fratelli siate dunque pazienti [nell’attesa] fino alla venuta del Signore. Guardate come l’agricoltore aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra. [Guardate come] mantiene la pazienza [vigila] finché essa riceve le prime e le ultime piogge. Giacomo 5:7 L’impazienza è frutto dell’orgoglio. Una persona orgogliosa non sembra attendere nulla con l’atteggiamento giusto. Come abbiamo già detto nel capitolo precedente, la pazienza non è la capacità di aspettare, ma la capacità di avere il giusto atteggiamento nell’attesa. Questo passo delle Scritture non dice “siate pazienti se aspettate” ma “siate pazienti nell’attesa”. Aspettare fa parte della vita. Tanti non “aspettano bene”, nonostante, in realtà, nella vita si passi più tempo ad aspettare che a ricevere. Quello che voglio dire è questo: noi chiediamo a Dio qualcosa in preghiera, crediamo e poi rimaniamo in attesa della manifestazione. Quando questa arriva ci rallegriamo perché finalmente abbiamo ricevuto quello che aspettavamo. Tuttavia, poiché siamo esseri con obiettivi e che hanno sempre bisogno di avere qualcosa a cui aspirare – qualcosa di cui non si vede l’ora – ritorniamo direttamente al processo iniziale di chiedere a Dio qualcos’altro, credere e continuare ad aspettare ancora un po' finché arriva la risposta successiva. Riflettendo su questa situazione, mi resi conto che nella vita finivo col trascorrere più tempo aspettando che ricevendo. Per questo 181 decisi di imparare a godermi il semplicemente il tempo del ricevere. tempo dell’attesa e non Abbiamo bisogno di imparare a goderci dove siamo nel nostro cammino, mentre ci incamminiamo sulla strada verso dove stiamo andando! L’orgoglio impedisce l’attesa paziente Per la grazia (immeritato favore di Dio) che mi è stata concessa, vi avverto a non valutarvi o considerarvi superiori a quanto dovreste [di non avere un opinione esagerata della propria importanza], ma di dare una valutazione realistica alle vostre capacità, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Romani 12:3 È impossibile godersi l’attesa se non si sa aspettare pazientemente. L’orgoglio impedisce un’attesa paziente perché la persona orgogliosa è così piena di sé da ritenere che non dovrebbe essere mai importunata in nessun modo. Non dobbiamo né pensare male di noi, né avere un opinione troppo elevata di noi. È pericoloso elevarsi ad una posizione così alta da guardare gli altri dall’alto in basso. Se le cose non vanno come noi vogliamo o non avvengono immediatamente come noi pensiamo sia giusto, ci comportiamo con impazienza. Una persona umile non mostrerebbe mai un atteggiamento impaziente. Sii realistico! Nel mondo avrete tribolazioni, prove, sofferenze e frustrazioni; ma abbiate fiducia [rincuoratevi, siate fiduciosi, certi e non scoraggiati]! Perché Io ho vinto il mondo [l’ho privato del potere di danneggiarvi e l’ho conquistato per voi]. Giovanni 16:33 Un altro modo in cui Satana usa la nostra mente per indurci ad un comportamento impaziente, è mediante un modo di pensare idealistico piuttosto che realistico. 182 Se siamo convinti che tutto quello che ci riguarda (le nostre circostanze e le nostre relazioni) dovrebbe essere sempre perfetto, ovvero niente inconvenienti, ostacoli, gente poco simpatica con cui avere da fare, allora ci stiamo preparando ad una caduta. O meglio, direi che Satana ci prepara ad una caduta attraverso questo modo sbagliato di pensare. Non suggerisco di essere negativi, sono fermamente convinta negli atteggiamenti e pensieri positivi, ma suggerisco di essere abbastanza realistici da renderci conto prima del tempo che nella vita reale solo pochissime cose saranno perfette. Io e mio marito viaggiamo quasi ogni fine settimana in altre città per tenere dei seminari. Spesso affittiamo sale da ricevimenti di alberghi, centri ricreativi o sale congressi. All’inizio mi spazientivo e mi lasciavo frustrare ogni volta che qualcosa andava male in uno di questi posti, come per esempio l’aria condizionata che non funzionava bene (o non funzionava affatto), la luce insufficiente nella sala congressi, le sedie macchiate o strappate con l’imbottitura che fuoriusciva, o resti di dolci ancora a terra del matrimonio della sera precedente. Ritenevo che avessimo pagato abbastanza soldi per l’uso di quelle sale e che le avevamo affittate in buona fede aspettandoci di trovarle in perfetto ordine, così mi irritavo quando questo non succedeva. Avevamo fatto il possibile per assicurarci che i locali che avevamo affittato fossero puliti e comodi, eppure in almeno il settantacinque per cento dei casi le cose non andavano secondo le nostre aspettative. C’erano volte in cui ci era stato promesso che il nostro personale poteva registrarsi immediatamente, invece all’arrivo ci veniva detto che le stanze non sarebbero state disponibili per ore. Gli impiegati dell’albergo spesso davano informazioni sbagliate a proposito degli orari delle riunioni, anche se noi glielo avevamo detto ripetutamente e persino mandato il materiale, con le date e gli orari esatti. Spesso il personale nei ristoranti degli alberghi era poco educato e pigro. Molte volte i menù stabiliti per i pasti dei seminari erano differenti da quelli ordinati. 183 Ricordo in particolar modo un’occasione in cui il dolce servito al nostro gruppo di donne (approssimativamente ottocento) era corretto con del rum. In cucina si confusero con dei piatti preparati per il ricevimento di un matrimonio. Inutile dire l’imbarazzo quando queste ci dissero di avere l’impressione che il dolce contenesse dell’alcool quando invece non doveva averne affatto. Potrei continuare (per ore), ma il punto è semplicemente questo: solo di tanto in tanto, ma molto raramente, ci siamo ritrovati in un posto perfetto, con la gente perfetta e il seminario perfetto. Alla fine mi resi conto che una delle ragioni per cui queste situazioni mi rendevano impaziente e mi inducevano a comportarmi male era perché ero idealista e non realista. Io non faccio piani di fallimento, ma ricordo che Gesù disse che in questo mondo dobbiamo far fronte a tribolazioni, prove, angosce e frustrazioni. Queste cose fanno parte della vita sulla terra, per il credente come per il non credente. Ma tutte le sfortune del mondo non possono nuocerci se rimaniamo nell’amore di Dio, manifestando i frutti dello Spirito. La pazienza: il potere di sopportare Rivestitevi dunque, come eletti da Dio, (i suoi rappresentanti scelti), [che sono] puri, santi e amati [da Dio stesso, comportandovi] con sentimenti di pietà e misericordia, bontà, umiltà, mansuetudine e pazienza [che non si stancano e sopportano, e hanno la forza di resistere di buon umore a qualsiasi cosa succeda]. Colossesi 3:12 Spesso ricorro a queste Scritture per ricordare a me stessa che tipo di comportamento dovremmo mostrare in ogni situazione. Mi rammento anche che la pazienza non è la capacità di aspettare, ma la capacità di mantenere un buon atteggiamento mentre aspettiamo. La pazienza scaturisce dalle prove Considerate perfetta letizia, fratelli miei, quando siete coinvolti o subite ogni sorta di prove o cadete in diverse tentazioni. 184 Sappiate e comprendete che la tribolazione e la prova della vostra fede producono costanza, fortezza e pazienza. Ma lasciate che la resistenza, la fortezza e la pazienza agiscano liberamente e facciano un lavoro completo, perché siate [persone] perfettamente e pienamente completi [senza difetti], senza mancare di nulla. Giacomo 1: 2-4 La pazienza è un frutto dello Spirito (Galati 5:22) ed è depositata nello spirito di ogni persona rinnovata. Per il Signore la dimostrazione o manifestazione della pazienza da parte del Suo popolo è molto importante. Egli vuole che gli altri vedano il Suo carattere attraverso i Suoi figli. Il capitolo 1 del libro di Giacomo ci insegna che quando saremo diventati perfetti, non ci mancherà nulla. Il diavolo non può aver controllo su un uomo paziente. Giacomo 1 ci insegna anche che dovremmo gioire quando ci troviamo in situazioni difficili, sapendo che il metodo che il Signore usa per far venir fuori in noi la pazienza è ciò che la New King James Version chiama “diverse prove”. Ho scoperto attraverso la mia esperienza personale che “le diverse prove” alla fine tirarono fuori in me la pazienza, ma in un primo momento fecero venir fuori tante altre cose che non erano certo caratteristiche pie: orgoglio, rabbia, ribellione, autocommiserazione, lamentele e molte altre. Sembrerebbe che si debbano affrontare e risolvere queste cose prima che la pazienza venga fuori. Prova o Inconveniente? Poi partirono dal monte Cor, attraverso il Mar Rosso, per aggirare il paese di Edom, e il popolo divenne impaziente (depresso e molto scoraggiato), a causa [delle prove] del viaggio. Numeri 21:4 Se ricordate, l’atteggiamento impaziente fu una delle mentalità da deserto che tenne gli Israeliti a vagare nel deserto per quaranta anni. 185 Come avrebbe potuto mai questo popolo essere pronto ad entrare nella Terra Promessa e fare andar via i suoi occupanti così da possederne la terra se non potevano nemmeno rimanere pazienti e decisi durante un piccolo inconveniente? Ti incoraggio vivamente a collaborare con lo Spirito Santo mentre sviluppa in te il frutto della pazienza. Più Gli resisti, più lungo sarà il processo. Impara a rispondere pazientemente ad ogni tipo di prove, ti troverai con una qualità di vita che non è semplicemente sopravvivenza ma pieno godimento. L’importanza della pazienza e della perseveranza Avete solo bisogno di una salda pazienza e della perseveranza, così da poter fare ed esaudire pienamente la volontà di Dio e ricevere e portar via [godervi pienamente] la promessa. Ebrei 10:36 Questo passo delle Scritture afferma che senza la pazienza e la perseveranza non riceveremo le promesse di Dio. Ed Ebrei 6:12 (KJV) ci dice che solo attraverso la fede e la pazienza erediteremo le promesse. L’ uomo orgoglioso agisce facendosi forte delle proprie capacità e prova a realizzare le cose con i suoi tempi. L’orgoglio afferma:”Sono pronto ora!” L’umiltà dice: “Dio sa tutto, e non tarderà!” L’uomo umile aspetta pazientemente, egli ha in realtà una “paura reverenziale” di agire con le proprie forze. L’uomo orgoglioso invece prova una cosa dopo l’altra, tutto inutilmente. La via diritta non è sempre quella più breve ad un obiettivo. C’è una via che pare giusta ad un uomo e appare diritta ai suoi occhi, ma finisce in un sentiero di morte. Proverbi 16:25 186 Dobbiamo capire che nel regno spirituale certe volte una via diritta non è la distanza più breve tra dove siamo e dove vorremmo essere. Potrebbe semplicemente essere la via più breve alla distruzione! Dobbiamo imparare a essere pazienti ed aspettare il Signore, anche se potrebbe sembrare che Egli ci conduca attraverso vie tortuose per arrivare alla destinazione sperata. Nel mondo ci sono migliaia di Cristiani infelici e insoddisfatti semplicemente perché si sforzano a far accadere qualcosa invece di aspettare pazientemente che sia Dio a realizzarle nel tempo e nel modo da lui stabilito. Quando sei “nell’attesa di Dio”, il diavolo ti bombarderà continuamente la mente aspettando che “fai qualcosa”. Ti vuole indurre ad uno zelo carnale perché sa che la carne non ottiene nulla (Giovanni 6:63, Romani 13:14). Come abbiamo visto, l’impazienza è un segno dell’orgoglio e l’unica risposta all’orgoglio è l’umiltà. Umiliati e Attendi il Signore Umiliatevi dunque [ mettetevi in secondo piano, sminuite la stima che avete di voi stessi] sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno. 1 Pietro 5:6 La frase “sminuite la stima che avete di voi stessi” non significa pensate male di voi stessi, ma semplicemente “non pensate di poter risolvere tutti i vostri problemi da soli”. Invece di metterci orgogliosamente al controllo di ogni cosa, dobbiamo imparare ad umiliarci sotto la potente mano di Dio. Al momento opportuno, Egli ci esalterà e innalzerà. Mentre aspettiamo il Signore e ci rifiutiamo di agire con zelo carnale, avviene un “certo morire a noi stessi”. Iniziamo a morire ai nostri modi, ai nostri tempi per diventare consapevoli della volontà di Dio e i Suoi piani per noi. 187 Dovremmo sempre obbedire con prontezza e fare ciò che Dio ci chiede, ma dovremmo anche avere un santo timore dell’orgoglio carnale. Ricordate che l’orgoglio è alla radice dell’impazienza. L’uomo orgoglioso dice: “Per favore non mi fare aspettare per qualcosa, io merito tutto immediatamente”. Quando hai la tentazione di diventare frustrato e impaziente, ti consiglio di dire: “Signore voglio la Tua volontà e i Tuoi tempi. Non voglio stare né davanti a te, né dietro di te. Aiutami Padre ad aspettarti pazientemente!” 188 Capitolo 21 “Forse il mio comportamento è sbagliato, ma non è colpa mia” Mentalità da deserto numero 6 E l’uomo disse: “La donna che mi hai dato per stare con me mi ha dato [il frutto] dell’albero e ho mangiato”. …E la donna disse: “Il serpente mi ha ingannata (imbrogliata, sconfitta, illusa) e ho mangiato”. Genesi 3:12,13 Non avere la volontà di prendersi la responsabilità per le proprie azioni, dando a qualche altro la colpa di ciò che è sbagliato o va male, è una delle cause principali di un modo di vivere da deserto. Troviamo che questo problema si è manifestato sin dalle origini. Quando nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva si ritrovarono a dover affrontare il loro peccato si accusarono a vicenda, accusarono Dio e il diavolo, evitando così di prendersi la responsabilità personale delle proprie azioni. È tutta colpa tua Ora Sarai, moglie di Abramo, non gli aveva dato figli. Avendo una schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abramo: “Vedi il Signore mi ha impedita di avere figli. Per favore, unisciti alla mia schiava, forse da lei potrò avere figli”. Abramo ascoltò la voce di Sarai. Allora Sarai, moglie di Abramo, prese Agar sua schiava, l’egiziana, e la diede in moglie ad Abramo suo marito, dopo che Abramo aveva dimorato nella terra di Canaan per dieci anni. Così egli si unì ad Agar, ed ella concepì. Quando si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla ai suoi occhi. Allora Sarai disse ad Abramo: “L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato nelle braccia la mia schiava, ma da quando si è accorta di essere incinta, io non conto più niente 189 per lei. Il Signore sia giudice tra me e te”. Così Abramo disse a Sarai: “Ecco la tua schiava è nelle tue mani, fai di lei ciò che ti pare”. E quando Sarai la trattò severamente, lei andò via dalla sua presenza. Genesi 16:1-6 NKJV La stessa situazione vissuta da Adamo ed Eva, la vediamo ripetuta qui nella disputa tra Abramo e Sarai. Questi ultimi erano stanchi di aspettare che Dio esaudisse la promessa di darli un figlio, quindi seguirono l’impulso della carne e fecero “a modo loro”. Quando il risultato fu negativo e causò loro problemi, iniziarono a incolparsi a vicenda. In passato, ho notato nella mia famiglia questo tipo di situazione innumerevoli volte tra me e Dave. Sembrava che evitassimo continuamente i veri problemi della vita, senza mai volere affrontare la realtà. Ricordo chiaramente che pregavo affinché Dave cambiasse. Leggendo la Bibbia, vedevo sempre di più i suoi difetti e quanto avesse bisogno di cambiare! Non appena pregai, il Signore mi parlò e disse: “Joyce, il problema non è Dave… sei tu”. Ero distrutta. Piansi e piansi. Piansi per tre giorni perché il Signore mi fece vedere che cosa significava vivere sotto lo stesso tetto con me. Mi fece vedere come provavo ad essere in controllo di tutto quello che succedeva, quanto ero assillante e quanto mi lamentavo, come era difficile farmi piacere, come ero pessimista, e via dicendo. Fu un duro colpo al mio orgoglio, ma fu anche l’inizio della mia ripresa nel Signore. Come la maggior parte delle persone, davo la colpa di tutto a qualche altro o a circostanze indipendenti dalla mia volontà. Pensavo di agire male perché ero stata maltrattata, ma Dio mi disse: ”I maltrattamenti possono essere la causa per cui ti comporti così, ma non permettere che diventino una scusa per rimanere in questo modo”. Satana lavora sodo nelle nostre menti, costruendo baluardi che ci impediscono di affrontare la verità. La verità ci farà liberi e lui lo sa! Non penso che ci sia nulla di più doloroso, dal punto di vista emotivo, che affrontare la verità su noi stessi e sul nostro 190 comportamento. E proprio perché è doloroso, tanti sfuggono da essa. È molto facile affrontare la verità che riguarda gli altri, ma quando si tratta di noi stessi è molto più difficile. Se... E il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatti uscire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non ci sono né pane né acqua, e detestiamo questa manna leggera (spregevole, non sostanziosa). Numeri 21:5 Come ricorderai, gli Israeliti si lamentavano che Dio e Mosè erano la causa dei loro problemi. Con successo evitavano ogni responsabilità personale a causa della quale erano rimasti così a lungo nel deserto. Il Signore mi fece vedere che questa era una delle principali mentalità da deserto che li tenne lì quarant’anni. Era anche una delle ragioni principali per cui nella mia vita avevo trascorso così tanti anni girando continuamente attorno alla stessa montagna. La mia lista di scuse a causa delle quali mi comportavo male era infinita: “Se non fossi stata maltrattata non avrei un brutto temperamento.” “Se i miei figli mi aiutassero di più, mi comporterei meglio.” “Se Dave non giocasse a golf il sabato, non mi arrabbierei così tanto con lui.” “Se Dave mi parlasse di più, non mi sentirei così sola.” “Se Dave mi comprasse più regali, non sarei così pessimista.” “Se non lavorassi, non sarei così stanca nervosa” (Così ho smesso di lavorare e poi…) “Se potessi uscire di casa di più, non sarei così annoiata!” “Se solo avessimo più soldi…” 191 “Se fossimo proprietari della nostra casa…” (così ne comprammo una e poi…) “Se non avessimo così tante bollette…” “Se avessimo vicini migliori o amici diversi…” Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Ma... E il Signore disse a Mosè: “Manda uomini a ispezionare e perlustrare il paese di Canaan, che sto per dare agli israeliti. Manderete un uomo per ogni tribù dei loro padri, siano tutti dei loro capi”. Così Mosè, secondo il comando del Signore, li mandò dal deserto di Paran, quegli uomini erano tutti capi degli Israeliti. E dopo quaranta giorni ritornarono dall’esplorazione del paese. Andarono da Mosè, Aronne e tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades, e gli parlarono e mostrarono loro i frutti del paese. Dissero a Mosè: “Noi siamo arrivati nel paese dove scorrono latte e miele, ecco i suoi frutti. Ma il popolo che vi abita è potente, le città sono fortificate e immense; inoltre abbiamo visto i figli di Anak [alti di statura e di grande coraggio]”. Numeri 13: 1-3,25-28 “Se” e “ma” sono due delle parole più ingannevoli che Satana radica nella nostra mente. Le dodici spie mandate come gruppo esploratore nella Terra Promessa ritornarono con un grappolo d’uva così grande che dovette essere trasportato da due persone su un palo, ma il resoconto che diedero a Mosè e al popolo fu negativo. Fu il “ma” che li sconfisse! Essi avrebbero dovuto tenere lo sguardo fisso su Dio e non sul potenziale problema. Una delle ragioni per cui i nostri problemi ci sconfiggono è perché noi pensiamo che siano più grandi di Dio. Questa può essere anche la ragione per cui ci viene tanto difficile affrontare la verità. Non siamo sicuri che Dio possa cambiarci, allora ci inganniamo su noi stessi piuttosto che ammettere ciò che siamo veramente. 192 Adesso non mi viene più difficile affrontare la verità su me stessa quando il Signore si prende cura di me, perché so che può cambiarmi. Ho già visto cosa può fare e mi fido di Lui. Tuttavia, all’inizio del mio cammino era difficile. Avevo passato la maggior parte della vita nascondendomi ora da una cosa, ora da un’altra. Avevo vissuto nelle tenebre così a lungo che venire alla luce non è stato facile. La verità nel profondo dell’essere Pietà di me, o Dio, secondo il tuo saldo amore; secondo la grandezza della tua tenera misericordia e affetto cancella il mio peccato. Lavami completamente (e continuamente) dalle mie iniquità e colpe, mondami e purificami interamente dal mio peccato! Riconosco e ammetto le mie colpe; il mio peccato mi sta sempre davanti. Contro di Te, contro Te solo ho peccato e quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto, perciò sei giusto nella tua sentenza e retto nel tuo giudizio. Ecco, [in uno stato di] nell’iniquità sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre [e io sono peccatore pure]. Ecco, tu desideri la sincerità nel profondo dell’essere, fammi conoscere dunque la sapienza nell’intimo del cuore. Salmo 51: 1-6 Nel Salmo 51, il re Davide implorava la misericordia e il perdono di Dio perché il Signore gli chiedeva conto del suo peccato con BathSceba e dell’omicidio di suo marito. Che ci crediate o no, Davide aveva commesso questa colpa un anno prima che il salmo fosse scritto, ma egli non l’aveva mai né affrontato né riconosciuto. Davide non aveva fatto i conti con la realtà e fin quando si rifiutava di farlo, non poteva pentirsi veramente; e fino a quando non si pentiva veramente, Dio non poteva perdonarlo. Il verso sei di questo passo è molto efficace. Afferma che Dio desidera la verità “nel profondo dell’essere”. Ciò significa che se vogliamo ricevere le benedizioni di Dio, dobbiamo essere onesti davanti a Lui sia per quanto riguarda noi stessi che per quanto riguarda i nostri peccati. 193 La confessione precede il perdono Se diciamo che siamo senza peccato [rifiutando di ammettere che siamo peccatori] inganniamo noi stessi e andiamo fuori strada, e la Verità [presentata dal vangelo] non è in noi [non dimora nei nostri cuori]. Se [liberamente] ammettiamo di essere peccatori e confessiamo le nostre colpe, Egli che è fedele e giusto (coerente con la sua natura e con le sue promesse) perdonerà i peccati [accantonerà la nostra sregolatezza] e [continuamente] ci purificherà da ogni colpa [da tutto ciò che non si conforma alla sua volontà nell’intenzione, nel pensiero e nell’azione]. 1Giovanni : 8-10 Dio è pronto a perdonarci se ci pentiamo veramente, ma noi non possiamo pentirci veramente se non affrontiamo e riconosciamo la verità su ciò che abbiamo fatto. Ammettere di avere sbagliato, ma poi giustificarsi non è neanche il modo in cui Dio affronta la realtà. È naturale cercare di giustificare se stessi e le proprie azioni, ma la Bibbia afferma che la nostra giustificazione si trova in Gesù Cristo (Romani 3:20-24). Io e te siamo resi giusti davanti a Dio, dopo aver peccato, solo dal sangue di Gesù, non dalle nostre scuse. Ricordo un giorno i cui la mia vicina di casa mi chiamò, chiedendomi se potevo accompagnarla immediatamente in banca prima che chiudesse perché la sua macchina non partiva. Io ero occupata a fare “le mie cose” e non avrei voluto smettere. Quindi fui poco cortese e piuttosto impaziente nei suoi confronti. Non appena posai il telefono, mi resi conto di essermi comportata male e che dovevo richiamarla, scusandomi e portandola in banca. Mi venivano in mente ogni sorta di scuse da darle sul perché avevo agito così male: “non mi sentivo bene”, “ero impegnata”, oppure “anch’io avevo una giornata difficile”. Ma nel profondo del mio spirito, sentivo che lo Spirito Santo mi suggeriva di non trovare scuse! “Chiamala e dille di avere torto, punto e basta! Dì solamente: “Ho sbagliato, e non ci sono scuse per come mi sono comportata. Per favore perdonami e permettimi di portarti in banca””. 194 Devo ammettere che fu difficile farlo. La mia “carne” era in crisi! Potevo sentire questa convinzione attraversarmi l’anima cercando un posto dove nascondersi. Ma non ci si può nascondere dalla verità, perché la verità è luce. La verità è luce In principio [all’origine dei tempi] era il Verbo (Cristo), e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli in principio era presso Dio. Tutto è stato fatto ed esiste per mezzo di Lui; e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In Lui era la Vita e la Vita era la Luce degli uomini. La luce risplende nelle tenebre, perché le tenebre non l’hanno mai dominata [soffocata o assorbita o accolta e non sono ricettive ad essa] Giovanni 1: 1-5 La verità è una delle armi più potenti contro il regno delle tenebre. La verità è luce, e la Bibbia afferma che le tenebre non l’hanno mai dominata né la domineranno mai. Satana vuole tenere le cose nascoste nelle tenebre, ma lo Spirito Santo vuole portarle alla luce e affrontarle affinché io e te siamo veramente e realmente liberi. Gesù disse che la verità ci avrebbe fatto liberi (Giovanni 8,33). Quella verità è rivelata dallo Spirito di verità. Lo Spirito di Verità Molte cose ho ancora da dirvi, ma ora non siete capaci di portarne il peso o accoglierle e capirle. Quando però Egli, lo Spirito di Verità (lo Spirito che dà la verità) verrà, Egli vi guiderà in tutta la Verità (la Verità intera, la Verità completa). Giovanni 16:12,13 Gesù avrebbe potuto mostrare ai suoi discepoli la Verità tutta intera, ma sapeva che non erano pronti. Perciò disse loro che dovevano aspettare che lo Spirito Santo venisse dal cielo per restare e dimorare in loro. 195 Dopo che Gesù ascese al cielo, mandò lo Spirito Santo a collaborare con noi, Egli ci istruisce continuamente affinché la gloria di Dio si manifesti per mezzo di noi in vari modi. Come può lo Spirito Santo agire nella nostra vita se noi non affrontiamo la verità? Egli è chiamato “Spirito di Verità”. Uno degli aspetti più importanti del Suo ministero è quello di aiutarci ad affrontare la verità per condurci ad una posizione di verità perché solo la verità ci farà liberi. Qualcosa del tuo passato – una persona, un evento o una circostanza che ti ha ferito – può essere la fonte dei tuoi atteggiamenti e comportamenti sbagliati; tuttavia non permettere che essa diventi una scusa per restare come sei. Molti dei miei problemi comportamentali erano causati senza dubbio dall’aver subito violenze sessuali, verbali ed emotive per molti anni, ma io stessa rimasi intrappolata in quei modelli di comportamento sbagliati finché usai la violenza (subita) come scusa per giustificare i miei comportamenti. Sarebbe come dare spazio al vostro nemico dicendo: “Odio questa cosa, ecco perché la tengo”. Tu puoi fare sicuramente esperienza di una straordinaria liberazione da ogni schiavitù, senza trascorrere quarant’anni nel deserto. Se è da quarant’ anni o più che vi dimori perché inconsapevole che le mentalità da deserto ti tenevano lì, oggi può essere il giorno per deciderti. Chiedi a Dio di mostrarti la verità su te stesso e quando lo farà, tieni duro! Non sarà facile, ma ricordati che Egli ha promesso: “Non ti lascerò, né ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Sei sul cammino che conduce fuori dal deserto, goditi la Terra Promessa! 196 Capitolo 22 “La mia vita è così triste e infelice che mi faccio pena!” Mentalità da deserto numero 7 Allora tutta la comunità gridò ad alta voce, e quella notte pianse. Tutti gli israeliti borbottarono e deplorarono la loro situazione… Numeri 14:1,2 Gli Israeliti provavano un'eccessiva compassione per se stessi. Ogni inconveniente era una nuova scusa per risvegliare l’autocommiserazione. Ricordo quando il Signore mi parlò durante una “delle mie scenate di auto-commiserazione”. Mi disse: “Joyce puoi essere pietosa o potente, ma non entrambi”. Questo è un argomento che non voglio affrontare troppo velocemente. È di fondamentale importanza capire che non possiamo avere demoni di auto-commiserazione e vivere allo stesso tempo col potere di Dio. Incoraggiatevi ed edificatevi gli uni gli altri Perciò incoraggiatevi (ammonitevi ed esortatevi) gli uni gli altri ed edificatevi a vicenda, proprio come già fate. 1 Tessalonicesi 5:11 Per me fu molto difficile rinunciare all’auto-commiserazione, vi avevo fatto ricorso per anni per consolarmi quando mi sentivo ferita. Nel momento in cui qualcuno ci ferisce, o ci sentiamo delusi, il diavolo comanda ad un demone di sussurrarci bugie su come siamo stati crudelmente e ingiustamente maltrattati. 197 Basta ascoltare questi pensieri che in fretta si accumulano nella tua mente durante questi momenti e presto ti renderai conto di come il nemico usa l’auto-commiserazione per tenerti schiavo. La Bibbia, tuttavia, non ci dà nessuna libertà di avere pena per noi stessi. Al contrario, dobbiamo incoraggiarci ed edificarci a vicenda nel Signore. Esiste un vero dono di compassione che consiste nell’avere una pia compassione verso quelli che soffrono, usando la nostra vita per alleviare le sofferenze altrui. Ma l’auto-commiserazione è perversa perché consiste nel prendere qualcosa che Dio vuole che usiamo per gli altri e usarla per noi stessi. L’amore è lo stesso. Romani 5:5 (KJV) dice che l’amore di Dio è stato riversato abbondantemente nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, affinché potessimo conoscere l’amore di Dio per noi e avere la capacità di amare gli altri. Quando prendiamo l’amore che Dio vuole dare agli altri e lo riversiamo su noi stessi, lo trasformiamo in egoismo ed egocentrismo, che in realtà ci distrugge. L’auto-commiserazione è idolatria: ripiegarsi su se stessi, concentrarsi sulla propria persona e sui propri sentimenti. Ci rende solo consapevoli di noi stessi, dei nostri bisogni, delle nostre preoccupazioni, questo è certamente un modo di vivere con una mentalità ristretta. Pensa agli altri Ciascuno di voi non stimi, consideri e si preoccupi [esclusivamente] dei propri interessi, ma anche degli interessi altrui. Filippesi 2:4 Di recente uno dei nostri eventi fu cancellato inaspettatamente. Era uno di quelli che non vedevo l’ora che arrivasse e inizialmente ci rimasi un po’ male. In passato un inconveniente del genere mi avrebbe causato una crisi di auto-commiserazione, indotta a criticare, giudicare e ad avere ogni genere di pensieri e reazioni negative. Ormai, in questo tipo di situazioni, ho imparato a rimanere 198 in silenzio, ho capito che è meglio tacere piuttosto che dire le cose sbagliate. Non appena mi sedetti in silenzio, il Signore iniziò a farmi vedere la situazione dal punto di vista delle altre persone coinvolte. Quest’ultime non avevano potuto trovare un locale dove tenere l’incontro, e il Signore mi fece vedere la loro delusione. Ci contavano, aspettavano impazienti con fervore, e adesso non si faceva più. È incredibile come sia facile rimanere fuori dall’auto-commiserazione se guardiamo le cose dal punto di vista delle altre persone e non semplicemente dal nostro. L’auto-commiserazione è sostenuta dal pensare solo a se stessi e a nessun altro. Certe volte, cercando di trovare compassione ci esauriamo totalmente. Sì, l’auto-commiserazione è una grossa trappola, uno degli strumenti preferiti da Satana per tenerci nel deserto. In realtà se non stiamo attenti diventiamo dipendenti da essa. La dipendenza è una reazione automatica a determinati stimoli, un modello di comportamento acquisito che è diventato abituale. Quanto tempo trascorri nell’auto-commiserazione? Come reagisci alle delusioni? Un cristiano ha il raro privilegio che quando fa esperienza della delusione, può esserne ristabilito. Con Dio c’è sempre a disposizione un nuovo inizio. L’auto-commiserazione, invece, ci tiene intrappolati nel passato. Lascia andare e lascia fare a Dio! Non ricordate [con ardore] le cose passate, non pensate più alle cose antiche. Vedete, faccio una cosa nuova! Ora germoglia, non ve ne accorgete, non capite e non gli date ascolto? Aprirò anche una strada nella steppa e fiumi nel deserto. Isaia 43:18,19 199 Ho sciupato così tanti anni della mia vita commiserandomi. Io ero uno di quei casi di dipendenza. La mia reazione automatica a qualsiasi tipo di delusione era l’auto-commiserazione. Satana mi riempiva immediatamente la mente di pensieri sbagliati, e poiché non sapevo di dover “pensare a quello che pensavo”, mi soffermavo su qualsiasi cosa che mi venisse in mente. E più pensavo, più mi sentivo meritevole di compassione. Spesso racconto storie dei primi anni di matrimonio. Durante la stagione calcistica, ogni domenica Dave voleva guardare le partite in televisione e se non era la stagione calcistica, era la stagione di qualche altro “gioco con la palla”. A Dave piaceva tutto, a me niente. Gli piaceva qualsiasi cosa che avesse a che fare con una palla che rimbalzasse e con molta facilità si lasciava coinvolgere in eventi sportivi, a tal punto che non si rendeva nemmeno conto della mia esistenza. Una volta mi misi in piedi davanti a lui e dissi chiaramente: “Dave, non mi sento affatto bene, mi sento svenire”. Senza nemmeno sollevare gli occhi dalla televisione, rispose: “Ah, è carino, cara”. Passai tante domeniche pomeriggio arrabbiata e compiangendomi. Quando ero furiosa con Dave mi mettevo sempre a pulire la casa. Adesso so che provavo a farlo sentire in colpa perché lui si stava divertendo mentre io ero così infelice. Per ore giravo per la casa furibonda, sbattendo porte e cassetti, marciando avanti e indietro nella stanza dov’era lui, con l’aspirapolvere in mano, facendo uno sfoggio rumoroso di come lavoravo sodo. Naturalmente cercavo di attirare la sua attenzione, ma lui mi notava a malapena. Poi smettevo, andavo nel retro della casa, mi sedevo a terra in bagno e piangevo. Più piangevo, più pena mi facevo. Alcuni anni dopo, il Signore mi rivelò perché la donna va a piangere in bagno. Mi disse che era perché in bagno c’è lo specchio, e dopo che lei ha pianto per tanto tempo, si alza, si guarda a lungo e vede quanto sembri veramente meritevole di compassione. 200 Certe volte mi riducevo così male, che non appena mi riflettevo sullo specchio iniziavo a piangere da capo. Alla fine, facevo l’ultima passeggiata dolorosa per il soggiorno dove era Dave, camminando lentamente e persino pietosamente. Di tanto in tanto lui mi guardava abbastanza a lungo da chiedermi di servirgli del tè freddo se per caso andavo in cucina. La conclusione è che non funzionava! Mi distruggevo emotivamente per finire spesso col sentirmi fisicamente male a causa di tutte quelle emozioni sbagliate che avevo vissuto tutto il giorno. Dio non ti libererà con la tua mano, ma con la Sua. Solo Dio può cambiare le persone! Nessuno, se non l’Onnipotente, avrebbe potuto scoraggiare Dave dal volere guardare tutto quello sport. E così mentre io imparavo a fidarmi del Signore e smetterla di crogiolarmi nell’auto-commiserazione quando le cose non andavano a modo mio, Dave iniziò a mostrarsi più equilibrato nel guardare eventi sportivi. A lui piacciono ancora, ma adesso non mi dà più fastidio per niente. Uso semplicemente quel tempo per fare cose che piacciono a me. Se io voglio veramente fare qualcos’altro o ho la necessità di farlo, lo chiedo a Dave dolcemente (e non adirata), e la maggior parte delle volte lui è disposto a cambiare i suoi piani. Ci sono delle volte però – e ci saranno sempre – che le cose non vanno a modo mio. Non appena sento che le mie emozioni iniziano a sollevarsi, prego così: “O Dio, aiutami a passare questo test. Non voglio andare attorno a questo monte ancora una volta!” 201 202 Capitolo 23 “Non merito le benedizioni di Dio perché non ne sono degno” Mentalità da deserto numero 8 E il Signore disse a Giosuè: “In questo giorno ho fatto rotolare via da voi il disonore d’Egitto. Per questo il nome di quel posto si chiama Gàlgala [rotolare] fino ad oggi”. Giosuè 5:9 Dopo che Giosuè guidò gli Israeliti alla Terra Promessa attraverso il Giordano, Dio dovette fare qualcosa per prepararli a conquistare la loro prima città, cioè Gerico. Il Signore ordinò che tutti gli Israeliti maschi venissero circoncisi, dal momento che questo non era stato fatto a nessuno durante tutti i quarant’anni passati a vagare nel deserto. Dopo di ciò, il Signore disse a Giosuè che aveva fatto “rotolare via” (rimosso) il disonore d’Egitto dalla sua gente. Nei versi successivi nel capitolo 6, inizia il racconto di come Dio guidò i figli d’Israele a sconfiggere e conquistare Gerico. Perché il disonore doveva prima essere rimosso? Che cos’è il disonore? Definizione di disonore La parola disonore significa “colpa, disonore, vergogna”. Quando Dio disse che avrebbe rimosso il disonore d’Egitto dagli Israeliti, voleva fare notare qualcosa. L’Egitto rappresenta il mondo. Dopo che vi abitiamo per diversi anni e ne siamo influenzati, abbiamo bisogno di rimuoverne il disonore. 203 A causa delle cose che avevo fatto e di quelle che mi erano state fatte, la mia natura era intrisa di vergogna. Mi davo la colpa di quello che mi era successo (anche se molte cose erano avvenute durante la mia infanzia e non avrei potuto fare nulla per impedirle). Abbiamo detto che la grazia è il potere che ci viene da Dio, come dono gratuito, per aiutarci a fare facilmente ciò che non possiamo fare da soli. Dio ci vuole dare la grazia, Satana la disgrazia, che è sinonimo di vergogna. La vergogna mi diceva che non ero buona a nulla e che non ero degna dell’amore e dell’aiuto di Dio. L’imbarazzo aveva avvelenato il mio essere interiore. Mi vergognavo non solo di quello che mi era stato fatto, ma anche di me stessa. In fondo in fondo, non mi piacevo. Rimuovere la vergogna da parte di Dio significa che ciascuno di noi deve accogliere il perdono dei peccati passati che Egli ci dona. Devi renderti conto che non potrai mai meritare le benedizioni di Dio, non sarai mai degno di esse. Puoi solo accettarle umilmente, apprezzarle e ammirare quanto Egli sia buono e ti ami. L’odio verso se stessi, l’auto-rifiuto, non accettare il perdono di Dio (perdonando se stessi), non capire la giustizia che ci viene attraverso il sangue di Gesù e tutti i problemi relativi ti terranno certamente a vagare nel deserto. La tua mente, dunque, deve essere rinnovata in quanto noi appariamo giusti al cospetto di Dio attraverso Gesù, e non per mezzo delle nostre opere. Io sono convinta, dopo tanti anni di ministero, che circa l’ottantacinque per cento dei nostri problemi scaturisce dal modo in cui ci sentiamo nei nostri stessi confronti. Chiunque vive nella vittoria vive anche nella giustizia. Io so di non meritare le benedizioni di Dio, ma le ricevo lo stesso perché sono coerede con Cristo (Romani 8:17 KJV). Egli le ha guadagnate e io le ricevo, ponendo la mia fiducia in Lui. 204 Erede o Operaio Dunque, non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, allora [di conseguenza sei] erede per l’intervento di Dio, per mezzo di Cristo. Galati 4:7 Sei figlio o schiavo, erede o servo? Erede è colui che riceve qualcosa senza merito, come quando i beni sono tramandati da una persona all’altra mediante testamento. Servo o operaio, in senso biblico, è colui che è stanco di seguire la legge. Il termine denota lavoro gravoso e difficoltà. Per anni vagai nel deserto come operaia, provando ad essere abbastanza buona da meritarmi ciò che Dio voleva darmi liberamente con la Sua grazia. Avevo la mentalità sbagliata. Innanzitutto, pensavo che le cose dovessero guadagnarsi o meritarsi: “Nessuno fa niente per niente”. Questo principio mi era stato insegnato per anni. Sin dall’infanzia avevo sentito continuamente questa frase. Mi era stato detto che chiunque sembrava volesse fare qualcosa per me, mentiva e alla fine ne avrebbe approfittato. Nel mondo l’esperienza ci insegna che dobbiamo meritare tutto quello che otteniamo. Se vogliamo degli amici, ci viene detto che, dobbiamo farli sempre contenti altrimenti ci respingeranno. Se vogliamo una promozione al lavoro, tutti dicono che dobbiamo conoscere le persone giuste, trattarle in un certo modo e forse un giorno avremo l’opportunità di andare avanti. E quando abbiamo finito con il mondo, la sua vergogna peserà così gravemente su di noi che avrà bisogno di essere rimossa. Come ti vedi? Abbiamo visto i giganti, figli di Anak, che discendono dai giganti, e ai nostri occhi così come ai loro eravamo come locuste. Numeri 13:33 Sugli Israeliti pesava quel disonore. In questo verso vediamo che avevano un'opinione negativa di se stessi. Dieci delle dodici spie che 205 furono mandate ad esplorare la Terra Promessa, prima che l’intera nazione attraversasse il Giordano, ritornò dicendo che era abitata da giganti i quali li guardarono come cavallette, e loro si sentirono tali ai loro occhi. Questo ci fa capire chiaramente l’opinione che questa gente aveva di se stessa. Renditi conto che Satana ti riempirà la mente (se glielo permetti) di ogni sorta di pensieri negativi verso te stesso. Ha iniziato presto a costruire fortezze nella tua mente, molte di queste sono cose negative nei confronti di te stesso e dell’impressione che gli altri hanno di te. Satana crea sempre situazioni in cui ti fa sentire rifiutato, così che la ferita riaffiori nei tuoi ricordi, proprio nel momento in cui stai provando a fare dei passi avanti. La paura di sbagliare e di essere rifiutati tiene tanta gente nel deserto. L’essere stati schiavi in Egitto per tanti anni, insieme al vivere sotto severi maltrattamenti, lasciò un senso di vergogna negli Israeliti. È interessante notare che quasi nessuno della generazione che originariamente partì con Mosè entrò nella Terra Promessa. Furono i loro figli ad arrivarci. Eppure Dio disse che doveva rimuovere la vergogna da loro. La maggior parte erano nati nel deserto dopo che i loro genitori erano partiti dall’Egitto. Ma come è possibile che avevano il disonore d’Egitto se non avevano nemmeno vissuto lì? I tuoi genitori possono trasmetterti molte cose. Atteggiamenti, pensieri, modi di comportamento possono essere ereditati. Anche un atteggiamento mentale sbagliato che avevano i tuoi genitori può diventare tuo. Il tuo modo di pensare su alcuni argomenti ti può essere stato trasmesso, eppure tu non hai idea del perché la pensi in quel modo. Un genitore che non ha stima di se stesso, che si sente indegno e ha una mentalità del tipo “non merito le benedizioni di Dio” può sicuramente trasmettere questa mentalità ai figli. 206 Anche se ho parlato di questo all’inizio del libro, essendo un argomento molto importante, voglio ribadire ancora una volta che devi essere consapevole di ciò che penetra la tua mente a proposito di te stesso. Dio vuole usarti misericordia per tutti i tuoi sbagli, se sei disposto ad accoglierla. Egli non ricompensa i perfetti che non hanno difetti e che non fanno mai errori, ma coloro che pongono la loro fede in Lui e in Lui hanno fiducia. Dio apprezza la tua fede Ma senza fede è impossibile fargli piacere ed essere a Lui graditi. Poiché chiunque si avvicina a Dio deve [necessariamente] credere che Dio esiste e che Egli ricompensa coloro che lo cercano con ardore e diligenza. Ebrei 11:6 Nota che senza fede non puoi far piacere a Dio; dunque, non importa quante “opere buone” offri, non Gli saranno gradite se sono fatte per “guadagnare” il Suo favore. Qualsiasi cosa facciamo per Dio, dovrebbe essere fatta perché Lo amiamo e non perché proviamo ad ottenere qualcosa da Lui. Questo potente passo delle Scritture dice che Dio ricompensa coloro che lo cercano diligentemente. Mi rallegrai quando finalmente lo vidi! So di avere fatto tanti errori in passato, ma so anche che ho cercato diligentemente il Signore con tutto il cuore. Vuol dire quindi che mi sono qualificata per la ricompensa. Tanto tempo fa decisi di accogliere ogni benedizione che Dio voleva darmi. Il Signore voleva condurre gli Israeliti alla Terra Promessa e benedirli al di là della loro immaginazione, ma prima doveva rimuovere la loro vergogna. Finché erano carichi di vergogna, colpa e disonore non potevano ricevere adeguatamente da Lui. Al di sopra della vergogna [Nel suo amore] Egli ci ha scelti [selezionati in realtà per sé come suoi] in Cristo prima della creazione del mondo per 207 essere santi (consacrati e messi da parte per Lui) e immacolati ai suoi occhi, anche al di sopra della vergogna, al suo cospetto nell’amore. Efesini 1:4 Questo è un passo delle Scritture meraviglioso! Qui il Signore afferma che siamo Suoi ed espone ciò che vuole per noi: vuole che sappiamo che siamo amati, che siamo speciali, preziosi e che dovremmo essere santi, immacolati e senza vergogna. Naturalmente, dovremmo fare il possibile per condurre una vita santa. Ma grazie a Dio, quando facciamo errori, possiamo essere perdonati e ristabiliti alla santità, resi ancora una volta immacolati e senza vergogna, tutto “in Lui”. Senza rimproverare o trovare colpe Se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona [che dà] a tutti generosamente e non a malincuore, senza rimproverare o trovare da ridire, e gli sarà data. Giacomo1:5 Questo è un altro passo delle Scritture meraviglioso che ci insegna a ricevere da Dio senza vergogna. Giacomo precedentemente sie era rivolto a persone che si trovano nella prova, ora gli dice che se hanno bisogno di sapienza nella loro situazione, dovrebbero chiederla a Dio, egli li rassicura che Dio non le rimprovererà né troverà colpa in loro, ma semplicemente le aiuterà. Non ce la farai mai nel deserto senza un grande aiuto da parte di Dio. Ma se hai un atteggiamento negativo verso te stesso, anche quando Egli prova ad aiutarti, non riceverai il Suo aiuto. Se desideri avere una vita vittoriosa, potente e positiva non puoi essere negativo nei tuoi stessi confronti. Non guardare solo a quanta strada devi fare ancora, ma a quanta ne hai già fatta. Considera i tuoi progressi e ricorda Filippesi 1:6: “e sono convinto e sicuro proprio di questo che Colui che ha iniziato quest’opera buona in te, continuerà fino al giorno di Gesù Cristo [fino al tempo del 208 suo ritorno], sviluppando [quel buon lavoro], perfezionandolo e portandolo a compimento in voi”. Pensa e parla positivamente di te stesso! 209 210 Capitolo 24 “Perché non dovrei essere geloso e invidioso quando gli altri sono in una situazione migliore della mia?” Mentalità da deserto numero 9 Quando Pietro lo vide (Giovanni) disse a Gesù: “Signore e quest’uomo?” Gesù gli rispose: “Se voglio che rimanga (sopravviva, viva) finché io venga, che ti importa? [Non sono affari tuoi] Tu seguimi!” Giovanni 21:21,22 Nel capitolo ventuno di Giovanni, Gesù discuteva con Pietro delle prove che lui avrebbe dovuto sopportare per servirlo e glorificarlo. Non appena Gesù gli disse queste cose, Pietro si girò, vide Giovanni e chiese a Gesù quale era la Sua volontà su di lui. Pietro voleva assicurarsi che, come lui, anche Giovanni avrebbe dovuto affrontare avversità in futuro. Come risposta, Gesù disse educatamente a Pietro di farsi i fatti suoi. Farci (avere la nostra mente su) gli affari degli altri, ci terrà nel deserto. La gelosia, l’invidia, confrontare col pensiero noi stessi e le nostre circostanze a quelle degli altri rappresenta una mentalità da deserto. Sii consapevole della gelosia e dell’invidia Un cuore e una mente calmi e tranquilli sono vita e salute per il corpo, ma l’invidia, la gelosia, l’ira sono come carie per le ossa. Proverbi 14:30 211 L’invidia induce la persona a comportarsi in modo insensibile e volgare – e a volte persino disumano. L’invidia indusse i fratelli di Giuseppe a venderlo come schiavo. Essi lo odiavano perché era tanto amato dal padre. Se c’è qualcuno nella tua famiglia che sembra essere preferito a te, non odiarlo. Fidati di Dio! Fai quello che ti chiede (di fare): credi nel Suo favore e finirai con l’essere estremamente benedetto come Giuseppe. Il An Expository Dictionary of New Testament Words di Vine definisce la parola greca da cui deriva il termine invidia come “sentimento di disappunto prodotto dal vedere o sentire il vantaggio o la prosperità degli altri”1. La gelosia è definita dal dizionario Webster come “sentimento di invidia, inquietudine e amarezza”2. Io interpreto questa definizione come l’aver timore di perdere ciò che si ha a favore di un altro; risentimento per il successo di un altro, provocato da un sentimento di invidia. Non confrontarti e non competere Ora sorse una discussione accesa tra loro [su] chi di loro era considerato e reputato il più grande. Ma Gesù disse gli disse: “I re dei Gentili sono idolatrati da questi e su di essi esercitano la loro Signoria [governano come dei-imperatori]; coloro che hanno potere su di essi sono chiamati benefattori e operatori di bene. Ma per voi non sia così; al contrario, chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo, e chi è capo e guida come colui che serve”. Luca 22: 24-26 Quando ero giovane, mi scontrai molto con la gelosia, l’invidia e i confronti. Questa è una caratteristica comune della persona insicura. Se non siamo sicuri della nostra dignità e del nostro valore in quanto individui unici, naturalmente ci ritroveremo a competere con chiunque sembri avere successo e riuscire. 1. Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan: Fleming H. Revell 1981) Vol 2: E-Li p.37. 2. Webster's II New Riverside Dictionary “jealousy”. 212 Scoprire che ero una persona (che Dio ha un piano unico e personale per la mia vita) è stata una delle libertà più importanti e preziose che il Signore mi abbia concesso. Ho la certezza che non devo paragonarmi a nessuno (e nemmeno il mio ministero). Mi sento sempre incoraggiata nella speranza, quando, guardando i discepoli di Gesù, mi rendo conto che avevano le mie stesse debolezze. In Luca 22 troviamo che i discepoli litigavano su chi tra loro era il più grande. Gesù gli rispose che il più grande era in realtà colui che voleva essere considerato l’ultimo o colui che voleva essere servo. Nostro Signore trascorse molto tempo a insegnare ai Suoi discepoli che le cose nel regno di Dio di solito vanno al contrario di come vanno nel mondo. Gesù insegnò loro che “i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi” (Marco 10:31) e che dovevano “rallegrarsi con coloro che ricevono benedizioni” (Luca 15, 6-9 KJV) e “pregare per i loro nemici e benedire coloro che li maltrattavano” (Matteo 5:44). Il mondo direbbe che questa è follia; Gesù, dice però, che questa è la vera forza. Evita la Competizione del mondo Non diventiamo vanagloriosi e vanitosi mettendoci in competizione, sfidandoci, provocandoci e irritandoci a vicenda, invidiandoci e ingelosendoci gli uni degli altri. Galati 5:26 Secondo la mentalità del mondo, il miglior posto da occupare è avere il primo posto rispetto agli altri. L’opinione comune direbbe che dovremmo provare ad arrivare in cima senza preoccuparci di chi feriamo durante la salita. La Bibbia ci insegna, invece, che non c’è pace vera finché non siamo liberati dal bisogno di competere con gli altri. Persino in quelli che dovrebbero essere considerati “giochi divertenti”, vediamo spesso la competizione superare i limiti, al punto che la gente finisce col litigare e odiarsi, piuttosto che semplicemente rilassarsi e divertirsi insieme. È ovvio, che nessuno gareggia per perdere; ognuno farà del suo meglio. Ma quando una persona non può godersi il gioco, a meno che non vinca, costui ha 213 decisamente un problema, probabilmente un problema con radici così profonde da causare altri danni in diverse aree della sua vita. Sicuramente noi dovremmo fare del nostro meglio sul posto di lavoro; non c’è niente di male nel volere riuscire ed avanzare nella professione che si è scelta. Ma vi esorto a ricordare che per il credente la promozione viene da Dio e non dall’uomo. Io e te non abbiamo bisogno di lasciarci coinvolgere in meccanismi tipici del mondo per andare avanti. Se faremo le cose a modo Suo, otterremo favore agli occhi di Dio e degli altri (Proverbi 3:3,4 KJV). La gelosia e l’invidia sono tormenti infernali. Io passai anni di gelosia e invidia nei confronti di chiunque apparisse migliore di me o avesse talenti che io non avevo. Vivevo segretamente in competizione con esponenti di altri ministeri. Per me era molto importante che il “mio” ministero fosse più grande, con più partecipanti, più prosperoso, e via dicendo, di quello di qualunque altro. Se il ministero di un’altra persona superava il mio, avrei voluto essere felice per quell’individuo perché sapevo che quella era la volontà di Dio, eppure qualcosa nella mia anima non me lo permetteva. Tuttavia, crescendo nella conoscenza di chi sono in Cristo, e non nelle mie opere, ho scoperto di ottenere libertà quando non mi confronto, o confronto quello che faccio, con chiunque altro. Più imparo a fidarmi di Dio, più libertà godo in questi campi. Ho imparato che il Padre mio celeste mi ama e farà il meglio per me. Quello che Dio fa per te o per me non è necessariamente quello che fa per qualche altro, ma dobbiamo ricordare cosa Gesù disse a Pietro: “Non ti preoccupare di ciò che scelgo di fare con qualcun altro, tu seguimi!” Una volta il Signore diede ad una mia amica un dono in cui credevo e che desideravo da lungo tempo. In quel tempo, io non ritenevo questa amica tanto “spirituale” quanto me, così mi sentii molto gelosa ed invidiosa quando lei tutta eccitata venne a casa mia per condividere insieme quanto Dio avesse fatto per lei. Naturalmente, in sua presenza, feci finta di essere felice, ma nel mio cuore non lo ero. 214 Quando se ne andò, in me affiorarono atteggiamenti che non avrei mai pensato di avere! In realtà avevo del risentimento verso Dio per la benedizione che le aveva concesso perché ritenevo che non la meritasse. Dopo tutto, io ero rimasta a casa a digiunare e pregare, mentre lei andava in giro con gli amici a divertirsi. Ero una “farisea”, una sorta di snob religiosa, e nemmeno lo sapevo. Molto spesso Dio prepara le circostanze in un modo che noi non sceglieremmo perché Egli sa di cosa abbiamo veramente bisogno. Io avevo bisogno di liberarmi dei miei cattivi atteggiamenti molto di più di quanto avevo bisogno di quel dono in cui speravo, qualunque fosse stato. Per Dio è molto importante organizzare le nostre circostanze in maniera tale che alla fine dobbiamo affrontare noi stessi , altrimenti non faremo mai esperienza della libertà. Finché il nemico riesce a nascondersi nella nostra anima, avrà sempre un certo controllo su di noi. Ma quando Dio lo mette a nudo, se ci mettiamo nelle Sue mani e Gli permettiamo di far quello che desidera, si apre per noi la strada della libertà. Infatti, Dio aveva già intenzione di rendere grande il ministero del quale mi avrebbe messo alla guida e che avrebbe raggiunto milioni di persone tramite radio, televisione, seminari, libri e CD. Ma non me lo rivelò il piano nella sua interezza fino a quando io ‘maturai’ in lui. Acquista una nuova mentalità! Amato, spero più di qualsiasi altra cosa che tu possa prosperare e star bene di salute, e che anche la tua anima possa prosperare. 3 Giovanni 2 KJV Considera attentamente questo passo delle Scritture. Dio desidera benedirci più di quanto noi desideriamo essere benedetti. Ma, allo stesso tempo, ci ama così tanto da non benedirci oltre la nostra capacità di accogliere le Sue benedizioni nella giusta maniera e continuare a darGli gloria. La gelosia, l’invidia e il confrontarsi con gli altri sono atteggiamenti infantili. Appartengono completamente alla carne, non hanno niente 215 a che vedere con le cose spirituali e sono una delle cause maggiori del vivere nel deserto. Prendi in considerazione i tuoi pensieri in questo campo. Quando riconosci lo schema di pensieri sbagliati che inizia a passarti nella mente, parla un po’ con te stesso e rifletti: “A che gioverà essere geloso degli altri? Non ne ricaverò alcuna benedizione, Dio ha un piano individuale per ciascuno di noi e ho fiducia che farà il meglio per me. Quello che Egli sceglie per gli altri non è affar mio”. Poi prega volutamente e di proposito che essi siano benedetti di più. Non aver timore di essere onesto con Dio riguardo ai tuoi sentimenti. Egli sa, in ogni caso, come ti senti, vale la pena quindi parlargliene. Io ho detto cose al Signore come: “Mio Dio, prego per _________________ che sia benedetta ancor di più. Dalle prosperità, benedicila in tutti i modi. Signore, ti prego così per fede. In cuor mio mi sento gelosa di lei e inferiore a lei, ma scelgo di fare a modo Tuo che mi piaccia o no”. Di recente ho sentito dire a qualcuno che non importa quanto siamo bravi a fare qualcosa, ci sarà sempre qualcuno che sarà in grado di farlo meglio. Questa affermazione mi ha colpita perché so che è vera. E se è vera che senso ha lottare tutta la vita per superare gli altri? Non appena diventiamo numero uno, qualcuno competerà con noi e prima o poi potrà fare meglio di noi. Pensate allo sport; sembra che qualunque record gli atleti raggiungano, alla fine arriverà un altro che lo supererà. E che dire del campo dello spettacolo? La star del momento è all’apice della notorietà solo per un certo periodo di tempo, poi ne arriva una nuova a prenderne il posto. Che inganno tremendo è pensare di dover sempre lottare per superare gli altri, e poi lottare per rimanere nella posizione guadagnata. Molto tempo fa il Signore mi disse di ricordarmi che le stelle cadenti si innalzano velocemente e ricevono tante attenzioni, ma di solito esistono solo per breve tempo. La maggior parte delle volte cadono tanto velocemente quanto velocemente si sono innalzate. Poi aggiunse che è preferibile essere presenti per più tempo, sospesi lì in attesa, facendo al meglio quello che mi ha chiesto di fare, 216 assicurandomi che Egli avrà cura della mia reputazione. Da parte mia, ho deciso che qualsiasi cosa voglia che io faccia o che io sia, per me va bene. Perché? Perché il Signore sa meglio di me cosa sono capace di fare. Forse per molto tempo hai avuto una fortezza mentale in questo campo e ogni volta che incontri qualcuno che sembra essere un po’ più realizzato di te, ti senti geloso, invidioso e desideri entrare in competizione con quella persona. Se è così, ti invito ad avere una nuova mentalità. Prepara la tua mente ad essere felice per gli altri e per quanto riguarda te fidati di Dio. Ci vorrà tempo e perseveranza, ma quando quella vecchia fortezza mentale sarà abbattuta e sostituita con la Parola di Dio ti troverai all’uscita del deserto e all’ingresso della Terra Promessa. 217 218 Capitolo 25 “O faccio a modo mio, o niente” Mentalità da deserto numero 10 Affinché possano riporre in Dio la loro speranza e non dimentichino le opere di Dio, ma possano osservare i Suoi comandamenti. E non siano come i loro padri, una generazione testarda e ribelle, che non ha preparato il cuore a conoscere Dio, e dallo spirito volubile e infedele a Dio. Salmo 78:7,8 Gli Israeliti negli anni trascorsi nel deserto si mostrarono testardi e ribelli e questa fu precisamente la ragione per cui morirono lì. Non facevano mai cosa Dio gli chiedeva! Si rivolgevano a Lui solo per essere tirati fuori dai guai. Rispondevano ai Suoi comandi con l’obbedienza, solo fino a quando le circostanze miglioravano. Poi, di nuovo, si ribellavano. Il ripetersi di questo ciclo è documentato così tante volte nel vecchio testamento che sembra quasi incredibile. Eppure, se noi non viviamo con sapienza, passeremo la vita a fare la stessa cosa. Suppongo, che alcuni di noi, per natura, siamo un po’ più testardi e ribelli di altri. Naturalmente poi, dobbiamo considerare le nostre radici e come è iniziata la nostra vita, perché anche questo ha un effetto su di noi. Io sono nata con una personalità forte e probabilmente, per natura, avrei trascorso molti anni a “fare a modo mio” ad ogni costo. Tuttavia, gli anni in cui fui maltrattata e dominata contribuirono ad accentuare ulteriormente questa personalità forte e a sviluppare in me la mentalità che nessuno doveva dirmi cosa fare. Il Signore, ovviamente, doveva atteggiamento prima di usarmi. 219 cambiare questo brutto Egli ci chiede che impariamo a rinunciare ai nostri modi di fare per diventare docili e malleabili nelle Sue mani. Finché siamo testardi e ribelli, non può usarci. Io descrivo la parola “testardo” come ostinato; persona difficile da trattare o con cui è difficile lavorare; e “ribelle” come chi si oppone al controllo, resiste la correzione, indisciplinato, che si rifiuta di seguire semplici regole. Entrambe le definizioni mi descrivono proprio come ero! Gli abusi che dovetti sopportare da piccola causarono molti dei miei atteggiamenti squilibrati nei confronti dell’autorità. Ma come ho già detto in precedenza, non potevo permettere al mio passato di diventare una scusa per rimanere imprigionata nella ribellione o in qualsiasi altra cosa. Vivere da vittoriosi richiede ubbidienza immediata e precisa al Signore. Dobbiamo crescere nella capacità e nella disponibilità a mettere da parte la nostra volontà e fare la Sua. È di fondamentale importanza continuare a progredire in questo campo. Non basta raggiungere una certa stabilità e pensare: “Sono arrivato dove dovevo arrivare”. Dobbiamo essere obbedienti in tutto, non trattenere nulla né tenere certe porte della nostra vita chiuse al Signore. Tutti abbiamo “certe cose” alle quali ci aggrappiamo il più possibile, ma ti esorto a ricordare che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta (1 Corinzi 5:6 KJV). Dio vuole obbedienza, non sacrificio Samuele chiese (al re Saul): “ Il Signore ha piacere negli olocausti e nei sacrifici tanto quanto nell’obbedienza alla sua voce? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, dare ascolto più del grasso degli arieti. Poiché la ribellione è come il peccato di stregoneria, e la testardaggine come il peccato di d’idolatria e terafim (immagini di buona fortuna in casa). Perché hai rigettato la parola del Signore, Egli ha rigettato te dall’essere re”. 1 Samuele 15: 22,23 Un’analisi della vita di Saulo ci mostra chiaramente che gli era stata data l’opportunità di essere re. Ma Lui non riuscì a mantenere 220 questa posizione a lungo a causa della sua testardaggine e insubordinazione. Saul aveva le sue “idee personali”. Una volta, quando il profeta Samuele corresse Saul per non aver fatto come gli era stato ordinato, Saul rispose: “Io pensavo…”, poi procedette ad esprimere la sua idea di come egli pensava che le cose dovessero essere fatte. (1 Samuele 10:6-8; 13 8-14). Samuele rispose a Saul che Dio desidera obbedienza, non sacrificio. Spesso, anche noi non vogliamo fare cosa Dio ci chiede, e poi, per giunta tentiamo di fare qualcosa per compensare la nostra disobbedienza. Quanti figli di Dio non riescono “a regnare da re nella vita” (Romani 5:17; Apocalisse 1:6 KJV) a causa della loro testardaggine e insubordinazione. L’introduzione al libro dell’Ecclesiaste nell’Amplified Bible dice questo: “Lo scopo di questo libro è di esaminare la vita nella sua interezza e insegnare che, dopotutto, la vita non ha significato senza il giusto rispetto e la venerazione di Dio”. Dobbiamo capire che senza obbedienza, non c’è vero rispetto e riverenza. La ribellione di molti bambini oggi è causata dalla mancanza di vero rispetto e riverenza verso i loro genitori. Questa di solito è colpa dei genitori i quali non hanno vissuto davanti ai loro figli una vita che susciti rispetto e riverenza. La maggior parte degli studiosi concordano nel ritenere che il libro dell’Ecclesiaste fu scritto da re Salomone al quale Dio diede più sapienza di qualsiasi altro uomo. Ma se Salomone aveva tanta sapienza, come ha potuto fare così tanti brutti errori nella vita? La risposta è semplice: è possibile avere qualcosa e non usarla. Noi abbiamo la mente di Cristo, ma ne facciamo uso? Gesù è per noi la sapienza di Dio, ma usiamo sempre la sapienza? Salomone voleva andare per la sua strada e fare a modo suo. Passò tutta la vita provando prima una cosa e poi un'altra. Aveva tutto, ogni cosa che i soldi possono comprare – il meglio di ogni piacere terreno – eppure questo è quello che disse a conclusione del libro: 221 È stato detto tutto; la conclusione è questa: temi Dio [riveriscilo e adoralo, sapendo che Egli è] e osserva i suoi comandamenti, perché questa è la ragione di essere di ogni uomo [lo scopo completo e originale per cui è stato creato, il fine della provvidenza di Dio, la radice del carattere, il fondamento di ogni felicità, il regolamento di tutte le circostanze e condizioni non armoniose sotto il sole] e il dovere di ogni uomo. Ecclesiaste 12:13 Fatemi dire a parole mie quello che io concludo da questo passo delle Scritture. L’intero scopo della creazione dell’uomo è che egli riverisca e adori Dio con l’obbedienza. La santità deve essere radicata nell’obbedienza: questo è il fondamento di ogni felicità. Nessuno può mai essere veramente felice senza essere obbediente a Dio. Tutto quello che nella nostra vita è in disordine deve essere regolato dall’obbedienza. L’obbedienza è il dovere assoluto dell’uomo. Per quanto mi riguarda, questo è un passo fantastico delle Scritture e ti incoraggio a studiarlo. Obbedienza e disobbedienza: entrambe hanno conseguenze Poiché come per la disobbedienza di un uomo molti furono resi peccatori, così con l’obbedienza di uno solo, molti saranno resi giusti. Romani 5:19 KJV La nostra scelta di obbedire o meno, ha conseguenze non solo su di noi ma anche su gli altri. Pensa a quanto sarebbe stata migliore la vita degli Israeliti se avessero obbedito a Dio immediatamente. Molti di loro morirono con i loro figli nel deserto per non essersi sottomessi ai piani di Dio. E come le loro decisioni avevano ripercussioni su i loro figli, così anche le nostre. Recentemente, mio figlio maggiore disse: “Mamma, ho qualcosa da dirti, mi viene da piangere, però ascoltami”. Poi continuò dicendo: “Ho pensato a te e papà e tutti gli anni che avete investito nel ministero, e tutte le volte che avete scelto di obbedire a Dio e quanto 222 non sia stato sempre facile per voi. Mi rendo conto, mamma, che tu e papà avete dovuto superare cose di cui gli altri non hanno idea, voglio che tu sappia che questa mattina il Signore mi ha dato la consapevolezza che io sto traendo un beneficio enorme dalla vostra obbedienza e lo apprezzo”. Quello che lui ha affermato ha avuto un grande significato per me e mi ha ricordato Romani 5:19. La tua decisione di obbedire a Dio ha ripercussioni su altre persone, e lo stesso vale per quando decidi di disobbedirGli. Puoi disobbedire a Dio e scegliere di restare nel deserto, ma ti esorto a ricordare che se hai già bambini o li avrai in futuro, la tua decisione li terrà nel deserto con te. Da adulti potrebbero riuscire a tirarsi fuori, ma ti assicuro che pagheranno il prezzo della tua disobbedienza. Oggi la tua vita avrebbe potuto essere in una situazione migliore se qualcuno in passato avesse ubbidito a Dio. L’obbedienza è qualcosa che va lontano; chiude la porta dell’inferno e apre il portone del Paradiso. Potrei scrivere un libro sulla disobbedienza, ma per adesso voglio semplicemente farti capire che la vita di disobbedienza è frutto di una mentalitá sbagliata. Assoggetta ogni pensiero a Cristo Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto). 2 Corinzi 10:4,5 Molto spesso sono i nostri pensieri che ci fanno finire nei guai. In Isaia 55:8 il Signore dice: “Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le mie vie sono le vostre vie”. Non importa 223 quello che noi pensiamo, Dio ha scritto i Suoi pensieri per noi nel Suo libro chiamato Bibbia. Noi dobbiamo scegliere di esaminare i nostri pensieri alla luce della Parola di Dio ed avere sempre la volontà di sottomettere i nostri pensieri ai Suoi, sapendo che i Suoi sono migliori. Questo è sottolineato in 2 Corinzi 10: 4,5. Esamina quello che hai in mente e se non è conforme ai pensieri di Dio (la Bibbia), abbandonalo e pensa con i Suoi pensieri. Le persone che vivono nella vanità della propria mente non solo distruggono se stessi, ma troppo spesso, anche coloro che li circondano. La mente è il campo di battaglia! E su questo terreno della mente che vincerai o perderai la guerra dichiarata da Satana. La mia preghiera più sincera è che questo libro ti aiuti ad abbattere ogni immaginazione e ogni cosa elevata e altezzosa che ti impedisce la vera conoscenza di Dio, assoggettando ogni pensiero all’obbedienza di Gesù Cristo. 224 Bibliografia: Randomo House, Unabridged Dictionary, 2nd edn New York: Random House, 1993. Strong James, The New Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible. Nashville, Thomas Nelson Publishers, 1984. Vine W.E., An Expository Dictionary of New Testament Words, Old Tappan: Fleming H. Revell Company, 1940. Webster’s, II New Riverside University Dictionary, Boston: Houghton Mifflin Company, 1984. 225 L’Autrice Joyce Meyer insegna la Parola di Dio dal 1976 ed è ministro a tempo pieno dal 1980. In passato fu pastore associato presso il Life Christian Center di St Louis, nel Missouri, dove creò, coordinò ed diresse l’ incontro settimanale “Life in the Word”. Dopo più di cinque anni, il Signore l’ha chiamò a fondare il suo ministero personale chiamato Life in the Word, Inc. Oggi, le trasmissioni radiofoniche e televisive di Life in the Word sono seguite da milioni di persone sia negli Stati Uniti che nel mondo. Le audio cassette, CD e DVD di Joyce sono distribuite a livello internazionale e lei viaggia in tutto il mondo per tenere convegni. Joyce e suo marito Dave, amministratore di Life in the Word, sono sposati da più di trentacinque anni. Abitano a St Louis, nel Missouri, hanno quattro figli sposati i quali, con i rispettivi coniugi, lavorano nel ministero. Joyce crede che lo scopo della sua chiamata sia quello di diffondere la Parola di Dio tra i credenti e afferma che “Gesù è morto per liberare i prigionieri, eppure troppi cristiani ancora godono di poca o nessuna vittoria nella loro vita”. Essendosi trovata, molti anni fa, nella stessa situazione e avendo trovato la libertà di vivere nella vittoria tramite l’applicazione della Parola di Dio, Joyce ha abbastanza esperienza “per liberare i prigionieri” e “mettere un diadema (vedi Isaiah 61:3) al posto della cenere”. Ritiene che chiunque vive nella vittoria può portare altri alla vittoria. Joyce è molto schietta sulla sua vita, i suoi insegnamenti sono pratici e applicabili alla quotidianità. Joyce ha tenuto insegnamenti sulla guarigione delle emozioni e argomenti simili in tutta la nazione (U.S.A.), aiutando migliaia di persone. Ha registrato più di 230 collezioni di audio cassette e più di 75 video. Ha, inoltre, scritto più di 51 libri su diversi argomenti per aiutare “il corpo di Cristo”. 226 Il suo “Emotional Healing Package” contiene oltre ventitre ore di insegnamento sull'argomento della guarigione delle emozioni. Le collezioni incluse in questa raccolta sono: “Confidence”; “Beauty for Ashes” (che include appunti di Joyce); “Managing Your Emotions”; “Bitterness, Resentment and Unforgiveness”; “Root of Rejection” e una cassetta della durata di 90 minuti di citazioni bibliche accompagnate da musica dal titolo “Healing the Brokenhearted”. Il “Mind package” è costituito da cinque serie diverse di audio cassette sull’argomento della mente. Esse includono: “Mental Strongholds and Mindsets”; “Wilderness Mentality”; “The Mind of the Flesh”; “The Wandering, Wondering mind” and “Mind, Mouth, Moods and Attidudes”. La raccolta include anche l’eccezionale libro di Joyce “La Mente: Il Campo di Battaglia”. Sull’argomento dell’amore ha tre serie di audio cassette intitolate “Love is…”; “Love: The ultimate Power” e “Loving God, Loving Yourself and Loving Others”, e un libro dal titolo Reduce Me to Love. È possibile richiedere un catalogo del materiale e ulteriori informazioni su come ricevere le cassette necessarie alla guarigione personale, rivolgendosi direttamente all’ufficio di Joyce Meyer. Visitate il suo sito www.joycemeyer.org 227