Valutazione
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Progetto Midada di presa in carico per giovani in difficoltà: valutazione del periodo sperimentale 2010-2011 Anna Bracci Febbraio 2012 2 Sommario Ringraziamenti.......................................................................................................................................... 4 1 Introduzione ............................................................................................................ 5 1.1 Midada come risposta al disagio giovanile ................................................................... 5 1.2 Breve descrizione del progetto ..................................................................................... 6 2 Obiettivi e metodologia dell’analisi ........................................................................... 7 3 Situazione dei ragazzi all’ammissione .................................................................... 10 4 3.1 Profilo socio-demografico e quadro amministrativo .................................................... 10 3.2 Formazione e percorsi lavorativi ................................................................................ 11 3.3 Difficoltà finanziarie .................................................................................................... 12 3.4 Elementi di fragilità..................................................................................................... 14 3.5 Aspettative e modalità di entrata ................................................................................ 16 Monitoraggio dell’esperienza ................................................................................. 18 4.1 Esiti dei percorsi ........................................................................................................ 18 4.2 Valutazione dei partecipanti rispetto a Midada ........................................................... 21 4.3 Benefici individuali: il benessere per i partecipanti ..................................................... 26 Stato di salute e benessere ........................................................................................................ 28 Capitale sociale ........................................................................................................................... 37 5 Analisi costi-benefici: il valore economico dell’inserimento ...................................... 40 5.1 Introduzione: l’ottica dell’investimento sociale ............................................................ 40 5.2 Presupposti dell’analisi .............................................................................................. 41 5.3 Struttura del modello .................................................................................................. 43 5.4 Costi e benefici .......................................................................................................... 45 5.5 Risultati ...................................................................................................................... 46 5.6 Analisi di sensibilità .................................................................................................... 48 6 Riflessioni conclusive ............................................................................................ 50 7 Allegato: parametri utilizzati nell’analisi costi-benefici ............................................. 52 8 Bibliografia ............................................................................................................ 57 Disagio, disoccupazione, consumi e tossicomanie dei giovani ............................................. 57 Politica cantonale e nazionale a favore dei giovani .............................................................. 58 Misure attive del mercato del lavoro, valutazione di percorsi di inserimento ......................... 59 Salute, qualità di vita, indicatori di benessere....................................................................... 61 3 Ringraziamenti Questo lavoro è frutto di uno scambio intellettuale e umano con molte persone. Un primo grazie ai giovani protagonisti del progetto, che mi hanno dedicato tempo per le interviste, dandomi l’opportunità di condividere le loro emozioni ed esperienze (spesso vulnerabili e delicate). Grazie a Edo Carrasco, direttore della Fondazione Il Gabbiano, e a tutti i collaboratori di Midada che mi hanno aiutato e fornito le informazioni richieste. Ringrazio di cuore i colleghi di Dipartimento Luca Crivelli, Carmen Vaucher de la Croix, Jenny Assi, Mario Lucchini, Spartaco Greppi e Wilma Minoggio, nonché il collega dell’Università di Basilea Thomas Meyer, per avermi dedicato la loro competenza e il loro tempo. Una riconoscenza particolare va ai numerosi collaboratori cantonali che mi hanno fornito i dati e i chiarimenti necessari all’analisi: Stefano Zoppi (Ufficio del sostegno sociale e dell'inserimento), Aldo Guidotti (Ufficio delle misure attive), Matteo Ferrari (Divisione della salute pubblica), Ivana Petraglio (Area di gestione sanitaria), Elena Sartoris (Segreteria del dipartimento della sanità e della socialità), Sara Mammoli Grignola (Divisione dell'azione sociale e delle famiglie), Liliana Attar (Istituto assicurazioni sociali). 4 1 Introduzione 1.1 Midada come risposta al disagio giovanile La problematica del disagio giovanile (e il rischio di esclusione lavorativa) sono preoccupazioni alquanto diffuse nella politica cantonale, come pure tra i servizi sociali1, e sono state oggetto di numerosi interventi2. Sebbene in Svizzera il tasso di disoccupazione giovanile sia inferiore rispetto agli altri paesi europei, esso è sensibilmente superiore alla disoccupazione complessiva. Inoltre, tra i giovani adulti si registra il tasso di aiuto sociale più elevato rispetto alla media svizzera. Il rischio è che, in alcuni casi, la condizione di disoccupazione cronicizzi, assumendo un carattere permanente nell’assistenza, facendo lievitare l’onere di spesa sociale. Tale rischio è particolarmente elevato per coloro che non hanno concluso alcuna formazione, visto che 3/4 dei giovani beneficiari di una prestazione assistenziale è privo di un diploma (cfr. OFS, 2011; Mainardi et al, 2008: 37; Duell et al, 2010: 13-14 e 36; Marazzi et al, 2007: 117; Carrasco, 2008). A sostegno dell’inserimento lavorativo dei giovani, il Cantone sostiene specifiche misure attive LADI (il Semestre di Motivazione della Divisione della formazione professionale e il Bilancio Giovani gestito dalla Labor Transfer), a cui si aggiungono i recenti provvedimenti sostenuti attraverso l’impiego della quota parte cantonale dell’oro della BNS (quali il Progetto Mentoring e gli incentivi all’assunzione di giovani) (Consiglio di Stato, 2011). Midada completa tale offerta, per occuparsi di quei casi particolarmente disagiati, a rischio di un’esclusione duratura, per i quali non è sufficiente un provvedimento di breve durata o unicamente di un sostegno al collocamento, ma necessitano di una presa in carico globale. L’intervento è quindi preventivo, al fine di impedire “la caduta definitiva della persona in una situazione di assistenzialismo o d’invalidità irreversibile e permanente” (in www.fondazione-il- gabbiano.ch/midada_presentazione.html). Il presente lavoro di indagine è stato voluto dallo stesso ente promotore (la Fondazione Il Gabbiano), in collaborazione con il Cantone, con l’obiettivo di monitorare l’iniziativa nella sua fase sperimentale 2010-2011 e “misurare” il suo valore aggiunto economico e sociale. 1 Cfr. la sezione in bibliografia “Disagio, disoccupazione, consumi e tossicomanie dei giovani”. 2 Cfr. la sezione “Politica cantonale e nazionale a favore dei giovani”. 5 1.2 Breve descrizione del progetto L’iniziativa Midada è stata promossa dalla Fondazione Il Gabbiano, con lo scopo di dare una risposta concreta nella presa a carico di giovani adulti (18-25 anni) la cui “capacità lavorativa è limitata o ostacolata da ragioni personali ed emotive”. Dal verbo romancio midar, l’etimologia del nome significa cambiamento, perché vuole rappresentare un’opportunità per lo sviluppo nelle vite di giovani gravemente esclusi a livello lavorativo e sociale (in www.fondazione-il- gabbiano.ch/midada_presentazione.html). ll progetto offre un periodo di collocamento temporaneo, in cui l’obiettivo è quello di trovare un’occupazione lavorativa nel mercato primario o far intraprendere un percorso di apprendistato ai partecipanti. Nel dettaglio, esso prevede: - 12 posti di collocamento l’anno (dal 2012 diventeranno 14), dedicati a giovani senza un’occupazione provenienti dall’Ufficio delle misure attive o dall’Ufficio sostegno sociale e inserimento; - la segnalazione può avvenire in diversi modi: privatamente o tramite alcuni uffici preposti (UFAG, USSI, URC, UTU, ecc.) e, come prassi, il caso è segnalato prima al bilancio giovani della Labor Transfer per una consulenza; - il periodo di collocamento arriva mediamente ad 1 anno, con la possibilità di un accompagnamento individuale di ulteriori 6 mesi; - per garantire una presa in carico globale, l’organizzazione prevede l’offerta di un complesso di attività di tipo occupazionale e lavorativo, a cui si affiancano periodi di pratica professionale e di lavoro esterni, incontri con un collocatore, attività di tipo socio-culturale e ludico-sportivo, momenti di scambio e confronto individuale e di gruppo con diverse figure professionali e una attività psico-terapeutica (all’inizio erano previste anche soluzioni abitative, ma nel corso del periodo sperimentale sono state trasformate in un accompagnamento esterno di tipo individuale); - l’équipe è multidisciplinare ed è formata (oltre che dal direttore) da vari collaboratori, pari a 5,5 unità a tempo pieno, tra cui educatori, psicologi, consulenti professionali e altre figure professionali. Il riconoscimento del valore pubblico della mission di Midada ha permesso l’accesso a diverse risorse pubbliche durante il periodo sperimentale. I contributi principali provengono dall’Ufficio delle misure attive (UMA) grazie ai finanziamenti per le misure attive secondo la legge LADI, nonché dall’Ufficio sostegno sociale e inserimento (USSI) mediante l’utilizzo dei proventi dell’oro BNS. A queste risorse, si affiancano i contributi dei comuni locarnesi e della Divisione della formazione 6 professionale, come pure alcuni finanziamenti eccezionali (da parte del Fondo lotteria intercantonale e dell’Ufficio federale della sanità pubblica, gli Assegni per il periodo d'introduzione API). In tutto, i finanziamenti pubblici 2010/2011 rappresentano l’84% delle risorse complessive. Accanto a tali finanziamenti, hanno sostenuto in maniera apprezzabile i costi di avviamento del progetto i contributi di diverse fondazioni private. A partire dall’anno 2012, i contributi pubblici erogati da UMA e USSI entrano nella gestione corrente delle finanze pubbliche (figura 1). Figura 1. Finanziamento di Midada Anno 2012 Periodo sperimentale 2010/2011 29% 16% 68% 12% 9% 16% 12% 8% 12% 7% 3% 8% Ufficio delle misure attive Divisione dell'azione sociale e delle famiglie Comuni locarnesi CISL Divisione della formazione professionale Ufficio federale della sanità pubblica Assegni per il periodo d'introduzione API Fondo lotteria intercantonale Fondazioni private 2 Ufficio delle misure attive Divisione dell'azione sociale e delle famiglie Comuni locarnesi CISL Divisione della formazione professionale Obiettivi e metodologia dell’analisi L’obiettivo principale dello studio è quello di valutare in che misura il progetto possa rappresentare una risposta adeguata per fronteggiare i disagi emergenti e il rischio di esclusione sociale e lavorativa di giovani con difficoltà sociali rilevanti, attraverso l’analisi dei suoi benefici. L’analisi prende in considerazione due tipologie di beneficio (cfr. Borzaga-Loss, 2002 e Marée, 2005): 1. benefici individuali. Grazie all’offerta di una sinergia di funzioni Midada dovrebbe generare una serie di effetti positivi per i giovani, che riguardano: 7 a) lo sviluppo di nuove competenze umane e professionali (gestione della propria autonomia, capacità di affrontare una situazione lavorativa, formazione on-the-job,...), b) benefici di tipo relazionale legati alla costruzione di una rete sociale, c) opportunità di trovare un lavoro stabile e adatto alle capacità della persona (effetti monetari); 2. benefici pubblici. Grazie all’integrazione lavorativa nel mercato del lavoro primario di alcuni giovani Midada dovrebbe registrare un impatto di tipo finanziario per il settore pubblico positivo legato a: a) riduzione della spesa pubblica, in quanto queste persone (come disoccupate o socialmente deboli), generalmente percepiscono un aiuto economico, sotto forma di indennità di disoccupazione, rendita o indennità di invalidità o altre forme di aiuto sociale; b) incremento delle entrate pubbliche, in quanto i giovani lavoratori pagano le tasse e contribuiscono ai fondi di sicurezza sociale. Per la valutazione di tali benefici, lo studio si è articolato in 3 tappe: 1. l’analisi dei dossier e la realizzazione di interviste di profondità ai giovani al momento dell’entrata in Midada: l’intento è stato quello di ricostruire i percorsi umani e professionali dei giovani inseriti, nonché le loro aspettative in relazione al progetto, ed individuare alcuni elementi (scritti nella storia della persona) che potrebbero aver favorito od ostacolato la riuscita del progetto (cap. 3); 2. un monitoraggio dell’iniziativa (cap. 4), avvenuto attraverso la raccolta di dati da parte degli organizzatori del progetto e interviste periodiche (ogni 4 mesi) rivolte ai partecipanti, per: - ricostruire gli esiti dei percorsi: reinserimento sul mercato primario, risultati diversi, numero di abbandoni, ecc., - rilevare i giudizi e il grado di soddisfazione dei partecipanti rispetto al dispositivo, in termini di opportunità, difficoltà, percorsi di miglioramento, suggerimenti, ecc.., - riscontrare l’evoluzione dei benefici individuali nel tempo, rispetto alle seguenti aree: consumo di sostanze, comportamenti delinquenziali, situazione debitoria, condizione abitativa, supporto da parte dei servizi sociali, servizi psicologici, stato di salute e benessere e capitale sociale. Per questa parte, sono stati utilizzati prevalentemente indicatori applicati nel calcolo del Social Return On Investment o nella Swiss Household Panel, ma si tratterà più specificatamente in seguito. 8 3. Con riferimento ai benefici pubblici, si è utilizzata la prospettiva di un’analisi costi-benefici. L’obiettivo è stato quello di calcolare l’impatto per le finanze pubbliche, confrontando i benefici con i costi pubblici dell’iniziativa, sulla base degli inserimenti avvenuti. Tale analisi ha dei presupposti e limiti importanti che saranno specificati in dettaglio (cap. 5). La valutazione si è concentrata sugli inserimenti iniziati nella fase sperimentale, che ha preso avvio all’inizio del 2010, fino al 31 ottobre 2011. In questo periodo, i partecipanti (una volta entrati nel percorso) sono stati monitorati attraverso un’intervista ogni 4 mesi (anche dopo l’inizio di un apprendistato o la fine del progetto). A coloro, invece, che hanno interrotto Midada (o sono stati sospesi) si è tentato di realizzare 1 intervista per comprenderne i motivi.3 Vi sono, infine, casi che si sono rifiutati di partecipare (o dare seguito) all’indagine, i quali in genere coincidono con coloro che hanno abbandonato il progetto. Tenendo conto di questi elementi, in tutto sono state eseguite 35 interviste, così distribuite: - 15 interviste di profondità all’ammissione, - 6 interviste a 4 mesi (l’entrata in Midada), - 6 interviste a 8 mesi, - 6 interviste a 12 mesi, - 2 interviste a giovani che hanno interrotto il percorso. Da un punto di vista metodologico, è opportuno sottolineare che la numerosità esigua dei colloqui e il periodo di valutazione molto breve non permettono di generalizzare i risultati (molte interviste, ad esempio, sono state rivolte a casi che non hanno ancora concluso il percorso). Lo scopo è quello di mostrare tendenze, fattori facilitatori o ostacoli alla riuscita del progetto, ma i risultati emersi sono da riferirsi solo all’iniziativa sviluppata nel biennio iniziale. Per questi motivi, è bene integrare la valutazione con le testimonianze dei giovani, attraverso frammenti di interviste (riportati in corsivo), che ci consentono di apprendere i loro vissuti e le loro considerazioni. 3 Considerata l’esiguità del numero dei ragazzi, non sono state eseguite invece interviste in caso di dimissione regolare. 9 3 Situazione dei ragazzi all’ammissione In questo capitolo, si riporta una descrizione del vissuto dei partecipanti e le loro aspettative nei confronti del progetto al momento della loro entrata. Le informazioni sono dedotte dall’analisi dei dossier e dalle interviste di profondità eseguite all’ammissione. Durante il periodo considerato (dall’inizio dl 2010 fino al 31 ottobre 2011), hanno iniziato il progetto 18 ragazzi. Gli operatori hanno, inoltre, incontrato parecchi ragazzi, i quali hanno eseguito solo i giorni di prova, non hanno portato a termine il primo mese cosiddetto “di osservazione”, oppure si sono rifiutati di iniziare il percorso. 3.1 Profilo socio-demografico e quadro amministrativo Brevemente, dal profilo socio-demografico i 18 ragazzi sono: - per la maggioranza di genere maschile (15 ragazzi), - con un’età media (all’entrata di Midada) di 21 anni, - per 2/3 di nazionalità svizzera, tra i quali si trovano giovani che sono stati adottati o altri che hanno avuto un trascorso di vita all’estero (ricongiungimenti familiari), - provenienti per lo più dai distretti di Locarno (8 ragazzi) e Bellinzona/Riviera (6 casi), mentre i restanti 4 dai distretti di Lugano e Mendrisio, - vi sono 2 casi orfani di un genitore e 2 con 1 figlio (questi aspetti, oltre a descrivere difficoltà familiari, hanno delle implicazioni nell’analisi costi-benefici, come si vedrà in seguito). Rispetto al quadro amministrativo, al momento dell’entrata in Midada si trovano all’interno dei seguenti regimi (assicurativo o di prestazioni): - USSI: 10 ragazzi - UMA con beneficio di indennità LADI: 4 ragazzi - UMA senza beneficio di indennità LADI: 3 ragazzi - UMA/USSI: 1 ragazzo. Tra i ragazzi USSI, la permanenza media in assistenza prima del progetto è stata di 1 anno: tranne 3 casi in cui l’entrata in Midada è avvenuta nei primissimi mesi, gli altri sono stati a carico dell’aiuto sociale per un periodo piuttosto lungo (1-3 anni). Ovviamente diversa è la situazione dei casi UMA, i quali sono stati segnalati a Midada generalmente entro il primo mese dopo l’iscrizione agli uffici di collocamento o al massimo entro il primo semestre (in 3 casi). 10 Nella collocazione dei ragazzi, è emersa una buona distribuzione della provenienza, poiché i principali enti di riferimento (che hanno collocato i ragazzi) sono stati diversi: l’USSI (3 casi), gli Uffici regionali di collocamento (3 casi), l’Ufficio Tutore Ufficiale (3 casi), i Servizi psico-sociali (2 casi), l’Ufficio delle famiglie e dei minorenni (2 ragazzi), il Semo della Divisione della formazione professionale (2 casi). In misura marginale sono intervenuti l’Antenna Icaro, un curatore e vi è stata un’auto segnalazione. 3.2 Formazione e percorsi lavorativi La fragilità dei partecipanti si evidenzia da una concomitanza di fattori, primo fra tutti la formazione: - la gran parte ha terminato solo la scuola dell'obbligo (10 casi); - a questa categoria si aggiungono 5 persone che non hanno terminato la scuola dell'obbligo; - 3 casi hanno conseguito una formazione professionale di base all’entrata in Midada. Dei 15 ragazzi che non hanno una formazione di livello secondario, quasi tutti hanno provato dei percorsi di formazione (liceo, apprendistato, pre-tirocinio o altre tipologie di corsi) senza successo. In base alla solidità delle esperienze professionali, si possono raggruppare le diverse storie in 3 gruppi4: 1. il primo gruppo è il più numeroso ed è costituito da 10 giovani, i quali non hanno vissuto nessuna esperienza lavorativa solida, quanto piuttosto periodi di stage, tirocini (nell’ambito di un periodo di apprendistato) o lavori su chiamata, tutti di brevissima durata (al massimo di qualche mese); 2. lievemente più consistente è stata l’esperienza di 3 ragazzi che hanno lavorato per uno stesso datore di lavoro per almeno 1 anno, pur avendo vissuto solo esperienze di tirocinio; 3. solo 2 casi hanno vissuto un’esperienza lavorativa (relativamente) solida, beneficiando di un contratto (a tempo indeterminato) per un periodo rispettivamente di 1 e 2,5 anni. I motivi di interruzione più frequenti sono stati: a) l’auto-dimissione (7 casi): "Me ne sono andato perché non mi facevano fare esperienza” 4 Queste informazioni sono tratte dalle interviste e quindi sono disponibili solo per 15 casi. 11 "Ho ricevuto mobbing e mi sono licenziato perché ho fatto un esaurimento nervoso" "Non ero interessato alla professione. Ero demotivato perché volevo finire il liceo" "Andavo via perché erano arroganti. Poi sono stato 3 anni senza lavoro, non avevo voglia" "Non mi piaceva il lavoro e non c'erano colleghi simpatici. Non era un lavoro per me. Io ho bisogno di un lavoro in contatto con le persone, senza stare seduto sempre ad una scrivania. Prima ho provato il liceo ma non mi andava di studiare” "Mi sono licenziato io perché era un periodo così: non avevo voglia di alzarmi la mattina" “Non ero motivato e non avevo l'appoggio di nessuno, a causa della vita passata e dei miei problemi familiari. Venivo da un altro paese e qui mi sono trovato per strada" b) la presenza di difficoltà emozionali e/o problemi familiari (5 casi): "Non facevo il lavoro bene, non mi alzavo il mattino, perché avevo ansia ed ero preoccupato" "Non ero nelle piene capacità, mi sentivo male" “Ero in un buco nero. Avevo problemi con i genitori. Siamo stati sbattuti fuori casa” “Ero arrabbiato con i miei che mi hanno fatto venire in Svizzera, ero frustrato" c) il licenziamento da parte del datore di lavoro per le (insufficienti) prestazioni fornite (5 casi): "Arrivavo in ritardo" "Mi licenziavano perché non andavo bene a scuola e poi avevo problemi in famiglia" "Mi hanno licenziato loro perché non andavo al lavoro. Un po’ perché i colleghi mi prendevano in giro" In casi più marginali, di fronte alla scadenza dell’impiego o al licenziamento per chiusura della ditta, i ragazzi non sono stati in grado di reinserirsi nuovamente. In media i partecipanti, prima dell’ammissione a Midada, sono rimasti esclusi dal mercato del lavoro per 14 mesi (da un minimo di qualche settimana ad un massimo di 4 anni). 3.3 Difficoltà finanziarie L’esclusione lavorativa si esprime in primo luogo nelle difficoltà finanziarie. Pur ricevendo degli aiuti pubblici e (molti ragazzi) sostegni da parte di familiari, la gran parte di essi esprime una situazione di precarietà finanziaria: "Ho un tetto dove andare a dormire, ma i soldi sono pochi. Si è quasi sotto il minimo vitale" "In passato, le mie vere fonti economiche venivano da cose illegali. Guadagnavo molto di più prima se consideriamo questo" 12 "Devo fare delle rinunce. In passato andavano via i soldi in droga" "Anche mia mamma è in assistenza" "A metà mese ho finito i soldi" "E' difficile starci dentro: non posso comprare un vestito o fare festa". "Mi sono abituato, ma prima era molto difficile tirare avanti" "Me la cavo, ma a volte mi versano i soldi in ritardo" "Riesco a starci dentro, ma voglio un lavoro proprio per uscire dall'assistenza e da Midada" Come spunto di riflessione è interessante vedere la situazione dei giovani di Midada rispetto alla media riscontrata in Svizzera (figura 2). Nonostante le numerosità non siano assolutamente equiparabili, simili confronti saranno proposti diverse volte nel testo, con lo scopo di mostrare il quadro problematico dell’utenza di Midada rispetto alla situazione nazionale dei giovani. Figura 2. “Come riesci a tirare avanti con il reddito?” (N=15) Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel Giovani Midada all'ammisione Giovani in Svizzera difficilmente così così facilmente Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP più recente del 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=1202). La variabile esaminata è H10I51. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “difficilmente”, da 4 a 6 “così così”, da 7 a 10 “facilmente”. La difficoltà finanziaria percepita è anche oggettiva considerato che 9 ragazzi su 15 presentano una situazione debitoria all’ammissione. Il valore di tali debiti oscilla da 1'000 a 20'000 chf e sono legati a multe, pagamenti di bollette o pendenze con le Casse Malati: "Sono pieno di debiti" "Ho ricevuto tantissimi precetti" "Di precetti ne ho avuti tantissimi. E' venuta anche la polizia a casa per dei pignoramenti”. 13 3.4 Elementi di fragilità Oltre all’insuccesso scolastico e/o lavorativo, la fragilità dei partecipanti si esprime in numerosi elementi. Quasi tutti i partecipanti (11) sono supportati (o lo sono stati in passato) da servizi sociali (tutori, curatori o assistenti sociali dei Servizi psico-sociali, della Magistratura dei minorenni o delle Antenne). Più frequentemente per un sostegno nella gestione amministrativa; in casi specifici per problematiche familiari o comportamentali: "Ne ho cambiate tante di persone: non sapevano più cosa farmi e ho interrotto" "Da piccolo sono stato dato in affidamento per un periodo" “Da piccolino sono stato in mano ad un'assistente sociale, quando i miei genitori non potevano tenermi" “Sono stato in un foyer per minorenni a Lugano” "Un'assistente sociale seguiva mia madre" "Ero seguito da un educatore. Lo vedevo una volta a settimana. Mi aiutava a parlare con i miei in modo non arrabbiato". Circa la situazione abitativa, ad eccezione di 2 casi (che vivono con amici o sono ospiti), gli altri si distribuiscono equamente tra l’abitare con i familiari o da soli. La soddisfazione circa le condizioni abitative esprime un importante aspetto di qualità di vita: pur manifestando alcune aspirazioni, 2/3 dei ragazzi si ritiene soddisfatto della propria abitazione: "Non mi lamento" "La casa è bella ed è comodo, fanno tutto i miei genitori" "E' il mio spazio, il mio territorio" "Mi piacerebbe vivere da solo ovvio" "Sto bene, ma mi piacerebbe abitare da solo se potessi permettermelo" "Sono abbastanza soddisfatto. Ho tutto. Quando avrò più soldi vorrei una casa più grande" I rimanenti ragazzi, invece, manifestano insoddisfazione: "Sono limitato perché ho 2 fratellini più piccoli" "E' una soluzione provvisoria, l'appartamento è piccolo e puzza di umidità” "Troppo piccolo". 14 Un sostegno psicologico è presente in 3 casi, seguiti (all’ammissione) da psichiatri dei Servizi psico-sociali o psicologi privati. Altri 7 partecipanti dichiarano, piuttosto, di aver avuto brevi esperienze in passato di presa in carico, ma con scarsa soddisfazione: "Avevo meno di 10 anni, me ne volevano dare uno quando ero un po' più grande ma ho rifiutato". "Sono andato una volta sola, ma non mi era piaciuto". "Sono andato una volta da un psicologo a 20 anni, ma ho smesso perché non mi fidavo. L'avevo cercata io perché ero solo, avevo problemi in famiglia, ecc." "Mi hanno proposto di andare da un psichiatra, ma non ci sono mai andato. Mi ha seguito un periodo il medico dell'Antenna, ma non ho continuato". L’uso di psico-farmaci è presente in modo importante solo in un caso: "Prendo tranquillanti dal 2006. Alla Clinica Neuropsichiatrica non ci sono voluto andare" "Ho preso un po’ di antidepressivi per un periodo di 6 mesi in passato, poi ho visto che non ne avevo più bisogno: non era molto piacevole per me". Nessun ragazzo è beneficiario di una rendita di invalidità (solo 1 ragazzo ha fatto richiesta e altri 3 l’hanno presa in considerazione, ma senza metterla in atto): "L'ho fatta, ma non l'ho mai spedita" "Ho avuto problemi di schiena un periodo" "Ho mal di schiena, ma non voglio andare in invalidità" "Ho presentato domanda per epilessia, ma me l’hanno respinta". In circa la metà dei ragazzi sono presenti esperienze pregresse di consumo di sostanze, mentre al momento dell’ammissione 5 ragazzi fanno consumo giornaliero di alcol e/o marijuana (e alcuni – seppur in maniera sporadica - di cocaina o allucinogeni). Mediamente hanno iniziato a consumare all’età di 16 anni e taluni hanno avuto anche esperienze molto forti: "Ho provato raramente cocaina, anfetamine ed ecstasy, capivo che mi facevano male" "Ho iniziato a consumare dai 17 anni. Ho consumato pesantemente per 8 mesi poi ho smesso per 1 anno, per poi riprendere anche se in forma più leggera. Negli ultimi anni non facevo più niente, mi drogavo e basta. La mia ragazza mi ha spinto a smettere e mi è venuta voglia di lavorare" "Sotto effetto ho provato 3 volte a suicidarmi. Sono stato male spesso, e una volta sono finito al pronto soccorso. Ho fatto consumo pesante di acidi, poi ho rischiato 3 trip e ho smesso: è durato qualche mese e ho smesso" "Ho consumato eroina dal 2004 al 2008. Poi sono andato all'Antenna per il metadone. Da lì ho dovuto aumentare i tranquillanti". 15 9 partecipanti hanno commesso reati (sebbene per la maggioranza risalgano al passato), legati per lo più all’uso di sostanze, furti, risse e atti vandalici (comportamenti delinquenziali): "Ho avuto problemi con la polizia circa 3 anni fa, per graffiti e possesso di canapa. Mi hanno multato e ho fatto 1 settimana di LUP. Ora non mi è più capitato" "Fino a 2 anni fa mi capitava di partecipare a dei furtarelli. Mi hanno fermato, sono stato arrestato per una notte e ho eseguito dei LUP. Adesso no, se me lo chiedono, neanche li accetto" "Mi hanno fermato per motorini truccati, macchine senza patente, possesso di marijuana" "Una volta sono stato arrestato per 3 mesi e poi mi hanno spedito al Gabbiano per 1 anno e mezzo come lavoro di pubblica utilità. Risento molto dell'esperienza del carcere" "Ho avuto problemi per i graffiti. Ho ricevuto multe e ho fatto dei periodi di LUP. L'ultimo graffito risale al 2009. se avessi un muro grande per me andrei tutti i giorni a disegnare" "In passato spacciavo tutti i giorni. Una volta mi hanno fermato per possesso di canapa e rissa, ricevendo multe, il ritiro della patente del motorino e mi hanno perquisito casa. Mi hanno dato la condizionale per 2 anni" "Quando sono entrato a Midada ero già nell'ottica di cambiare. Non ero soddisfatto di me stesso perché spacciavo: mi sentivo in colpa, un giudice di morte" "Sono stati casi rari. Non frequentavo un ambiente molto sano". Infine, tra i partecipanti emergono insoddisfazioni, emozioni negative, disagi comportamentali e di salute, come pure l’assenza di punti di riferimento (soprattutto familiari) stabili e di un’ampia rete sociale. Questi temi verranno ripresi approfonditi nel cap. 8, dove si analizza l’evoluzione nel tempo della qualità di vita e del capitale sociale dopo la partecipazione a Midada. 3.5 Aspettative e modalità di entrata Vari sono i fattori che hanno motivato i ragazzi a partecipare al progetto: la più frequente è stata quella di iniziare un percorso lavorativo o di formazione. Seguono altri desideri legati alla propria personalità o alla gestione del tempo, ad avere una situazione abitativa stabile, un contesto sociale in cui inserirsi o al tenersi occupati: "Trovare un posto di lavoro e di apprendistato. Sistemare la mia vita. "Mi aspetto un cambiamento personale. Sono una persona chiusa, nervosa, arrabbiato con il mondo" "Acquisire ritmi normali e lavorare per andare all'estero" "E' in arrivo mio figlio: voglio lavorare e trovare un appartamento. Io non ho bisogno di lavorare perché i miei stanno bene, ma voglio dimostrare qualcosa a mio figlio" 16 "Cambiare qualcosa. Sono stato depresso e cercavo un angolo di pace. In più integrarmi, diventare più socievole. Vorrei guadagnare, perché senza un lavoro non posso muovermi" “Farmi aiutare in generale: nella gestione amministrativa soprattutto, fare lettere, saper prelevare, fare i pagamenti, ecc.. La collocatrice mi diceva così" "Aspetto un lavoro, io ci metto il massimo ma se non mi aiutano mi arrabbio" "Non stare a casa, tenermi occupato, intraprendere nuovi lavori, anche se non andrò mai a fare proprio quelli" "Spero che mi aiutino in tutto: appartamento, lavoro, ecc..". E’ possibile affermare che l’indicazione di Midada si sia divulgata bene tra i servizi sociali, in quanto la proposta ai ragazzi è avvenuta tramite una serie variegata di figure, appartenenti per lo più (12 casi su 15) alla rete formale: assistenti sociali comunali o dei SPS, collocatori, tutori, Magistratura dei minorenni, Antenne. Non mancano, inoltre, casi in cui la proposta è avvenuta tramite conoscenti (rete informale). I ragazzi intervistati si dividono equamente tra gli entusiasti ad iniziare il progetto e coloro che si sono sentiti costretti (seppur parzialmente) a partecipare: "Volevo entrare subito" "Sembrava carino". "Mi hanno spinto un po’, perché hanno visto che qualcosa potevano fare" "Non lo ritenevo opportuno" "All'inizio mi son sentito un po' costretto" "Un po' mi ha spinto (l’assistente sociale)" "Mi sono sentito un po' costretto dal Comune come condizione per avere l'assistenza, ma poi sono voluto venire anch'io" "I miei genitori mi hanno costretto" Prima di Midada, circa la metà dei ragazzi ha partecipato ad altre misure attive (il Bilancio Giovani in primo luogo, il semestre motivazione della Divisione della formazione professionale, un programma di inserimento, un corso di perfezionamento). Il giudizio è differenziato: "Interessante, ma è durato poco (una settimana). Ti aiutano con il CV, le lettere di accompagnamento, ecc. Funziona se uno ha le idee chiare, ma a me non è servito perché ero confuso" "Utile, ambiente bello" "Ero buttato giù ed è stato produttivo" 17 "La misura della Labor Trasfer mi è servita un po’, mentre quello fatto al Monte Carasso non serviva proprio a niente, sembrava uno sfruttamento" "Non mi hanno proposto niente" “Non mi è servito molto" "Mi sono chiesto per cosa fossi andato lì. Durante il periodo della Labor ho trovato lavoro per 1 mese da solo e mi hanno detto che non mi avrebbero più seguito: sono rimasto deluso". Nei prossimi capitoli, si illustra l’evoluzione dei percorsi e dei suoi benefici nel tempo, attraverso i risultati emersi dalle interviste periodiche. 4 Monitoraggio dell’esperienza Una volta ammessi al percorso, le traiettorie dei 18 ragazzi sono state monitorate fino al 31 ottobre 2011, attraverso la raccolta di dati da parte degli organizzatori del progetto e l’esecuzione di interviste (la distribuzione delle interviste è illustrata nel cap. 2). Gli obiettivi del monitoraggio sono stati quelli di ricostruire i percorsi dei giovani (par. 4.1), rilevare il giudizio dei partecipanti rispetto al progetto (par. 4.2), riscontrare i cambiamenti nel capitale umano e sociale dei giovani (4.3). 4.1 Esiti dei percorsi L’esito dei percorsi (registrato fino al 31 ottobre 2011) è illustrato nella figura 3: a) 12 ragazzi hanno concluso (o stanno concludendo) il progetto, dei quali: - 3 hanno iniziato una formazione di apprendistato, - 6 hanno interrotto o sono stati sospesi definitivamente (drop out), - 3 hanno eseguito tutto il percorso senza successo oppure hanno interrotto una formazione iniziata; b) 6 stanno svolgendo ancora il percorso: di questi 2 hanno interrotto il progetto per poi rientrarvi, quasi tutti hanno eseguito degli stage e nel settembre 2012 con molta probabilità 3 ragazzi inizieranno un apprendistato. 18 Figura 3. Percorsi dei ragazzi Prima di Midada Situazione al 31 ottobre 2011 Midada PERCORSI CONCLUSI Apprendistato: Uma: 3 giovani 7 giovani Ussi: MIDADA: 10 giovani 18 giovani Uma/Ussi: 1 giovane Assistenza/ Famiglia/AI: 9 giovani 6 Abbandono o sospensione: Percorso in corso: 2 6 giovani 8 giovani Per coloro che hanno concluso il percorso, la durata media di presenza in Midada è stata di 11 mesi (da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 18). Durante il primo anno di avviamento, per consolidare le strategie di intervento (come pure i criteri di selezione all’entrata), le ammissioni sono avvenute in maniera graduale5 e, per questi motivi, l’attività è stata più limitata. Tuttavia, già nel secondo anno di lavoro, il tasso di partecipazione registrato è salito a più dell’90% (tabella 1). Tabella 1. Tasso di partecipazione giornate per 12 giornate tasso di posti di presenza partecipazione anno 2010 4.380 1.410 32,2% anno 2011 (fino al 31 ottobre) 3.650 3.381 92,6% Una riflessione in merito ai casi che hanno interrotto il progetto o non si è riusciti ad inserire, su cui si ritornerà in sede di conclusione. Dalle interviste non è possibile risalire alle motivazioni dell’insuccesso, perché spesso si tratta proprio di coloro che non si sono resi disponibili ad essere intervistati. Tuttavia, secondo l’analisi della Fondazione e dei dati anamnestici emersi, risulta che l’esito negativo è legato ad alcuni fattori, quali la giovanissima età, la presenza di problemi piuttosto accentuati di dipendenza o di disagio emotivo, quest’ultimi comprovati dall’iscrizione ai SPS (cfr. Rapporto di attività Midada 2010-2011). 5 Il primo ragazzo che ha iniziato il percorso è stato ammesso a fine aprile. 19 Grazie al progetto, invece, 4 ragazzi hanno intrapreso una formazione per ottenere un Attestato federale di capacità AFC, come addetto di logistica, conducente di autocarri, pittore e giardiniere (1 caso, dopo essere passato ad una formazione professionale biennale, ha interrotto il percorso nel corso del primo anno). 2 hanno iniziato l’apprendistato nel 2010 qualche mese dopo l’ammissione, mentre gli altri lo hanno fatto nel 2011 dopo circa un anno di permanenza dal progetto. Nonostante l’inizio della formazione, i ragazzi sono stati seguiti dagli operatori per un tempo prolungato (da 5 a 12 mesi). Durante le interviste è stato chiesto un parere relativo al nuovo contesto lavorativo: "Certe volte il lavoro è tanto, altre è poco. Mi crea tensione per il lavoro, la scuola, i corsi. Rischio solo che chiuda la ditta, a quel punto dovrò cambiare posto” "E' una ditta grande, non è una situazione familiare. Sei un numero e non hai potere. Ci sono degli slavi a cui non piaccio, allora mi hanno fatto fare un ammonimento. Non ho nulla da fare e sono nervoso per i colleghi" "Non ho tanta voglia di andare a scuola, ma di finire l'apprendistato sì. Ne avrei potuto finire molti già. Penso che mi terranno al 99% anche se boccio a scuola". Dal profilo degli aiuti pubblici, all’inizio del tirocinio i 4 ragazzi erano tutti beneficiari di prestazioni assistenziali (anche se all’ammissione alcuni provenivano dall’UMA perché aventi diritto alle indennità di disoccupazione). Con l’avvio della formazione, il quadro si è modificato nel seguente modo: - per 2 ragazzi, essendo orfani di un genitore, si è azionato il diritto alla rendita superstiti (e alla relativa prestazione complementare), interrompendo conseguentemente le prestazioni assistenziali; - 2 casi hanno fatto richiesta di una borsa di tirocinio che, per la quota di vitto e alloggio, sostituisce la prestazione assistenziale; - poiché i contratti di tirocinio non sono generalmente avviati prima di luglio, 1 ragazzo ha avuto un contratto di praticantato per i 3 mesi precedenti: in questo periodo, la prestazione assistenziale ha completato il salario in maniera marginale; - 1 ragazzo ha l’obbligo di mantenimento per il figlio: per il periodo di formazione il Cantone continua con l’anticipo alimenti, ma si presume che una volta il ragazzo sarà inserito potrà restituire tale somma. Di tutti questi elementi si terrà conto nell’analisi costi-benefici (rispetto al ragazzo che ha interrotto, ovviamente, si prenderà in considerazione solo l’anno in cui ha partecipato al tirocinio). 20 4.2 Valutazione dei partecipanti rispetto a Midada Nel corso della partecipazione, è stato chiesto ai ragazzi di esprimere un giudizio rispetto a Midada, nel suo complesso e rispetto a singoli aspetti (figura 4). Figura 4. Giudizio dei ragazzi rispetto a Midada (N=13) incontri psico-terapeutici relazione con i ragazzi relazione con gli operatori aspetto lavorativo (atelier, ricerca del lavoro,.. ) miglioramento nella personalità e nella gestione del tempo attività del tempo libero soddisfazione complessiva molto soddisfatto abbastanza soddisfatto poco soddisfatto Nota: Per la costruzione del grafico è stato preso in considerazione il giudizio dell’ultima intervista eseguita. Nel complesso, la valutazione è positiva per la maggioranza, mentre i ragazzi molto critici sono 3. Un particolare apprezzamento giunge da coloro che hanno iniziato nel frattempo una formazione (o vi è una prospettiva in tal senso), pur manifestando difficoltà o incomprensione di fronte all’impegno e al rispetto di regole richiesti durante il progetto: "E’ andata bene perché ha funzionato subito. Per 3 anni non ho fatto niente, mi drogavo e basta. Ora invece lavoro" "Midada mi è servito molto agli inizi, perché ero allo sbando, disorientato. Ci ho messo del mio, ma mi hanno motivato. Se non fossi venuto qua, da disoccupato sarei stato allo sbando: mi hanno tenuto occupato. Prima vedevo solo il lato negativo delle cose. Adesso ho uno stimolo in più a vedere il lato positivo, almeno ci provo. Quello in cui non sono ancora riuscito è a smettere di consumare canapa, ma spero di riuscirvi entro al fine dell'anno. Comunque ho diminuito la quantità" “Alla fine anche se non mi piace quello che mi dicono, quando mi riprendono, mi stanno aiutando in un modo che neanche immagino. Hanno sempre ragione. Mi hanno fatto i complimenti di fronte l'assistente sociale: è come se mi avessero dato un bel voto, non sai quanto sono stato contento" 21 "E' stata un'esperienza buona, che mi ha aperto al mondo, ma alcune regole sono esagerate. Quello che non comprendono è che Midada è un posto per adulti e non per bambini. Ad esempio, tutti i lunedì bisogna essere a cena, ma se ci si sente male non devono stare con il muso. Oppure le gite a cui bisogna per forza partecipare. Penso che una persona debba sentirsi libera e avere fiducia. In una vita normale, se siamo stanchi e stufi, andiamo a dormire” All’opposto, il giudizio più severo è diffuso in particolar modo tra i giovani che hanno avuto un esito negativo dal progetto o che sono stati sospesi: "All'inizio mi piaceva. Poi mi sono stufato di lavorare senza guadagnare, di stare su lastrico. In Svizzera si sta bene ma con i soldi: se non hai soldi non vivi. Unica cosa positiva è stato conoscere nuove persone, per il resto mi ha fatto aprire gli occhi sul lato nero delle cose. Adesso so che obbligano i ragazzi a partecipare altrimenti ti tolgono l'assistenza. Non starò a subire come ho fatto prima fino a farmi venire un esaurimento nervoso, ma neanche voglio stare in assistenza ed essere mantenuto. Poi loro guadagnano alle nostre spalle: abbiamo fatto dei porta bottiglie che hanno venduto, ma non abbiamo visto un soldo. In cambio di una vendemmia ci hanno promesso una cena e invece non l'abbiamo mai fatta. C'è chi ha pitturato tutti i locali gratis, ecc." "Sono uscito come sono entrato. Dovrebbero essere più chiari negli obiettivi: inserire e non far fare lavoretti. E poi è il Gabbiano, chiamato in altro modo, perché tutti tirano di canne o coca” “Quando sono entrato ero carico e volevo trovare lavoro. Al primo colloquio c'erano grosse aspettative. Invece di trovarmi lavoro, mi dicevano che non ero adatto. Non mi hanno fato fare quello che volevo, come lavorare in asilo nido, ad esempio” “Midada è figlio del Gabbiano e quindi si comportano come lì, ma non va bene. Per persone sane, intelligenti non va bene. Ti negano le cose che ti piacciono. Poi continuano a prendere persone che hanno dipendenze: potrebbero allora fare il dopo Gabbiano ed operare con persone appena uscite dalla droga, che hanno bisogno di maggiore disciplina. Gli operatori vanno in vacanza quasi 2 mesi l'anno a spese dell'assistenza e della disoccupazione” “Mi hanno ripreso una volta perché ero in infortunio e mi hanno visto in giro. Mi hanno trattato veramente male. Io volevo continuare e sfruttare l’aiuto del consulente ad esempio. Poi ho parlato con il direttore, ma ha dato ragione a loro: negava qualunque cosa dicessi. Un bravo direttore, invece, avrebbe dovuto dire che non era presente. Un educatore mi ha detto che è meglio che non andassi più a Midada, quando il direttore invece mi aveva detto che la porta per noi è sempre aperta, siamo noi a decidere se continuare o no" L’aspetto apprezzato da quasi la totalità è costituto dagli incontri terapeutici. Il giudizio è legato alla possibilità di avere una relazione privilegiata con un unico referente (lo psicologo), in cui i ragazzi si sentono liberi di esprimere il proprio vissuto: "E’ un cuscino di sfogo, molto familiare, diventa amico" “Preferisco un amico, ma sono riuscito a piangere davanti a lui” 22 "Non ho mai incontrato un psicologo così bravo" "Sa ascoltare, riesce a calmarmi, a darmi consigli. E' lì che ti fissa, ti ascolta, ha rispetto" “Mi ha dato una grande mano, mi ha aiutato a sfogarmi, a tirare fuori cose vecchie" "Dice cose interessanti, ma sento che non sono per me" "Mi sfogo" "Indifferente" "Mi aiuta a sfogarmi, ma non riesce a cambiare niente. Ho passato tanti psicologi" "Non mi confido tanto" "Mi è servito per la rabbia, anche se lui è dalla parte degli operatori". Dal punto di vista relazionale, il clima tra i giovani partecipanti al progetto risulta positivo, senza situazioni particolari di contrasti. Il rapporto con gli operatori, invece, costituisce l’aspetto più controverso e delicato: con giovani cresciuti senza alcuna figura adulta o autoritaria, il rapporto educativo (fatto di regole e insegnamenti) diventa presto conflittuale. In alcuni casi, nel giudizio prevale un vissuto specifico o l’esperienza avvenuta con un solo operatore: "Vado d'accordo con tutti" "Ti puoi fidare di loro" “Mi piace la disponibilità degli operatori" "Un operatore è troppo bravo. Ne cambierei 2 invece: uno per il carattere, è troppo tosto, diretto! E uno perché alcune cose non le sa spiegare" “Quando posso parlo con l'arteterapista: lui mi ascolta veramente!” "Con gli operatori non mi sono trovato tanto bene. Solo due di loro non erano professionali: probabilmente non avevano fatto la scuola, se la prendevano sul personale. Noi già abbiamo dei problemi e se trovi degli operatori nervosi che ti scaricano i loro di problemi, non va bene" "Ci sono varie persone che hanno litigato uno stesso operatore. Ad alcuni ha detto che avrebbe avuto problemi con l’assistenza se ne fosse andato via. Dovrebbe proprio cambiare il suo atteggiamento. Un altro offende, per esempio ha ridicolizzato un giovane perché doveva andare ad una circoncisione, ma per i musulmani è importante. E’ vero che ci stanno educando, ma c’è un limite. Ci trattano come bambini, bambocci. Quando loro ci dicono qualcosa noi dobbiamo sempre accontentarli, invece quando noi richiediamo una cosa non la fanno (come spostare la giornata della cena). Quando parlano dei soldi mi arrabbio perché si vede che agli educatori non piace il lavoro che fanno, ma lo fanno per lo stipendio. Non lo fanno con il cuore. Con altri il rapporto era bello, anche un semplice saluto era bello. Piaceva a loro come scherzavo. Alla fine mi mancano, andavo con piacere” 23 "Un operatore mi va sempre contro" “Mi trovavo bene solo con un operatore. Uno mi salutava appena. Se con i ragazzi ci lasciassero solo gli operatori professionali, Midada funzionerebbe molto meglio!” "Un operatore mi ha trattato veramente male. Mi ha detto che devo crescere dandomi del bambino. Pensa sempre in negativo. Mi diceva che mi devo fidare di loro ma io mi fidavo: significa che non mi capivano. "Ho smesso di venire quando un operatore mi ha dato del parassita della società e del bambino. E’ uno che segue il ritmo del suo stato emotivo” “Ti prendono in giro lì. 2 operatori non mi piacciono di carattere. Una è come mia madre, ti vuole mettere i piedi in testa. Uno mi piace, ma gli impediscono di fare tutto. E poi non me ne piace uno, che ci ha dato dei parassiti della società. Per quanto concerne l’ambito lavorativo, sono tutti molto soddisfatti della figura del consulente, a dimostrazione che esiste un’esigenza tra i giovani di essere sostenuti nell’orientamento e nel supporto alla ricerca del lavoro. Meno apprezzate sono le attività di atelier, per diverse argomentazioni (scarso interesse, bassa spendibilità delle competenze acquisite sul mercato esterno, ritmi e clima di lavoro protetti) e il giudizio è presente anche tra chi ha terminato il percorso con successo. Tra i ragazzi che non sono stati inseriti o che hanno da poco iniziato il percorso, non sono compresi i tempi molto lunghi che precedono gli inserimenti esterni: "Gli atelier non mi piacciono: mi domando perché devo farli se non sono i lavori che voglio fare. Ci fanno fare cose per occupare il tempo, ma non sono tipo da fare pale e buchi. Quando parlo mi sgridano. Si lamentano perché dico cavolate, ma mi annoio perché non riguardano quello per cui voglio formarmi. Loro bloccano il consulente nel cercarmi lavoro. Alla fine tranne 2 ragazzi, nessuno ha trovato lì” "Cambierei la tipologia di atelier. Quelli che faranno lavori di falegnameria e giardinaggio dopo saranno pochi. E' meglio fare lavori da pittore o muratore, più intensi: andare in montagna a costruire una capanna ad esempio, invece di raccogliere piantine. Qui chi ha voglia fa, altrimenti ti accendi la sigaretta e ti siedi. Al lavoro vero, invece, ti cacciano se non lavori" "Gli atelier non mi piacciono molto, ma servono per tenerci attivi. Poi c'è chi lavora e chi no e passa la voglia anche a me. Con lo stage stacco un po’ la spina, altrimenti qui l'ambiente diventa pesante" "Gli atelier non servono a niente. Sono cose che non ti servono nella vita. Sono stufo di fare le stesse cose. Secondo me, la tirano troppo alla lunga. Chi ha trovato lavoro qui? Solo 2 ragazzi. Sicuramente ci devi mettere del tuo. Dal punto di vista del lavoro, ci sono delle lacune. Ti aiutano più rispetto ai tuoi problemi personali: per esempio, vedo che ragiono di più. Pensano a farti fare gli stage, ma non servono. Ad un datore di lavoro, bastano pochi giorni per capire come lavori. Io conosco le mie capacità, ma qui mi passa la voglia. Sul posto di lavoro sarei più motivato a lavorare. Oppure ti aiutano soprattutto nel trovare un apprendistato, ma io ce l'ho” 24 "Mi piace la falegnameria perché da piccolo non avevo molti giochi e quindi sono abituato a costruirne, ad inventarmeli. Mi piace la figura del consulente che fin dalla primo giorno si è prodigato ad aiutarmi a trovare un posto" "Con il consulente mi trovavo benissimo: mi ha aiutato a ragionare e per quello volevo andare. Gli atelier invece non servono: dovrebbero variare con altre cose, per farci aprire gli occhi. Dopo un po' diventa noioso” "Il consulente è perfetto: lo stage che sto facendo me lo ha trovato lui. Agli atelier sono troppo gentili, ti danno le carezze, c'è troppa pausa. Non dovrebbero essere così. E lo spazio per gli atelier è troppo piccolo" "E' soggettivo, ad esempio a me piace la falegnameria, un po' meno il giardinaggio. Certo si potrebbe variare, fare settimane differenti (come carrozzeria, non so)" “Così, così. Non c'è lavoro ancora” "Probabilmente è più facile trovare lavoro da solo, perché a Midada ti fanno fare uno stage solo dopo 3/4 mesi che sei lì" L’effetto del progetto sul carattere e sulla personalità è valutato negativamente da 3 ragazzi (tutti hanno vissuto esperienze di “fallimento” rispetto agli obiettivi del progetto), per aver accresciuto la propria sfiducia e rabbia: "Sono un po' più calmo, ma mi hanno rovinato perché mi dicevano di non essere me stesso. Non potevo parlare e scherzare. Mi ha demoralizzato, perché mi ha fatto perdere fiducia in me stesso" "La mia personalità è identica a prima, sono più indifferente e scostante verso gli altri forse". Altri 3 ragazzi invece non riscontrano nessun cambiamento, mentre una metà non può negare un influsso positivo rispetto al proprio carattere (su tali aspetti si tornerà nel prossimo capitolo, quando si tratterà del benessere dei ragazzi): "Partono troppo dal presupposto che ci devono cambiare, ma le persone non vanno cambiate" “Mi hanno influenzato la voglia, il carattere. Senza questo non avrei mai ricominciato la scuola" "Hanno lavorato sulla puntualità: adesso sono sempre in anticipo. Rispetto al mio carattere è difficile, sono molto chiuso. Ci hanno provato in tanti" "Midada mi aiuta mentalmente: quando sto giù e vado a Midada mi torna il sorriso. Non sempre, ma sono più le volte che loro contagiano me. Sanno cosa dirmi" "Midada cerca di rendermi più responsabile, sulla puntualità ad esempio” "Rispetto alla mia persona, hanno fatto qualcosina. Ci stiamo lavorando. Mi fanno notare delle cose, ma io non le accetto. Sto facendo un lieve miglioramento" 25 Tra le attività del tempo libero, il giudizio è diversificato, soprattutto con riferimento agli sport. Unanime, invece, la disapprovazione verso la cena settimanale con tutti i ragazzi e gli operatori. Il momento serale, da vivere in gruppo e in maniera informale, è percepito come un’ulteriore regola, piuttosto che come un piacere. In generale l’intervento educativo pensato da Midada opera su livelli crescenti di difficoltà (e di coinvolgimento delle risorse) per i giovani, che parte dalla relazione privilegiata con il terapeuta, per passare ad un rapporto più impegnativo con gli educatori e in sede di atelier, fino ad arrivare alla gestione di momenti esterni di tempo libero o di lavoro. Secondo il giudizio della Fondazione, infatti, le attività del tempo libero sono le più delicate perché implicano per i giovani un particolare sforzo ed investimento nel relazionarsi come adulti e nell’accettazione del proprio corpo (cfr. Rapporto di attività Midada 2010-2011). 4.3 Benefici individuali: il benessere per i partecipanti Per favorire l’inserimento lavorativo, Midada cerca di agire su tutta una serie di aspetti fondamentali per la vita dei partecipanti (capitale umano, abilità professionali, salute e benessere, qualità di vita, dimensione relazionale). L’èquipe si impegna a fare un lavoro globale sulla persona, di consapevolezza di sé e di responsabilizzazione, volto a rafforzare un equilibrio adulto. Anche se sono di difficile monetizzazione, questo lavoro genera dei benefici imprescindibili, in termini di riduzione dei costi diretti e indiretti, legati alla presa in carico assistenziale e/o psicologica, al consumo di farmaci, di sostanze, ecc... Un tema sempre più diffuso tra le politiche pubbliche (cfr. Michaelson et al, 2009), quello del benessere e del miglioramento nella qualità di vita è un “prodotto” sociale importante di Midada, anche tra coloro che non trovano un’occupazione. L’obiettivo di questa parte dello studio è quello di registrare i cambiamenti verificati nei ragazzi (inseriti e non), differenziando i fattori maggiormente favorevoli ad uno sviluppo e quelli meno mutabili (almeno nel breve periodo). Le dimensioni indagate sono state: - consumo di sostanze, - comportamenti delinquenziali, - situazione debitoria, - condizione abitativa, - supporto da parte dei servizi sociali, - servizi psicologici, - stato di salute e benessere, 26 - capitale sociale. Con l’obiettivo di avvalersi di strumenti riconosciuti, in questa fase sono stati utilizzati indicatori applicati nel calcolo del Social Return On Investment6 (e adattati al contesto svizzero), nonché nella Swiss Household Panel7. Le variabili concernono sia elementi oggettivi che valutazioni soggettive.Da un punto di vista metodologico, è importante sottolineare la presenza di un bias, in quanto si “auto-escludono” dal progetto e/o dalla valutazione proprio coloro per cui la struttura non è efficace. Rispetto ai consumi di sostanze, il progetto ha notevolmente contribuito a ridurre il rischio di dipendenza: nei 4 casi che al momento dell’ammissione consumavano giornalmente sostanze si registrano miglioramenti (un giovane invece è stato sospeso proprio per consumo). Il processo è graduale e necessita di tempo (si arriva a smettere del tutto dopo i 12 mesi): "Non ho più quella voglia di bere ed evito certe compagnie. Non ho festeggiato il carnevale di proposito. Ho consumato cocaina solo 1 volta in tutti questi mesi" "Ho ridotto il consumo di alcool. Non consumo più acidi. Prima, appena sveglio, bevevo e fumavo. Ora invece mi alzo, mangio e penso a cosa devo fare: fumo solo la sera per addormentarmi. Quello in cui non sono ancora riuscito è a smettere di consumare canapa, ma spero entro al fine dell'anno. Comunque ho diminuito la quantità. Prima fumavo 5/6 canne, ora solo una di sera" "Ho smesso, perché per l'apprendistato non posso" "Ho smesso, perché faccio sport" "Fumo per noia, per dormire. Ho ridotto come quantità, ma fumo. Me la passano gli amici". 6 Il “Social Return On investment” è un metodo che mira a monetizzare l’impatto sociale ed ambientale creato da un’organizzazione. Nella definizione dei benefici intangibili (o dei beni non-traded-non-market) sono coinvolti i diversi stakeholder (portatori di interesse) e per la stima sono generalmente utilizzate delle proxies monetarie. L’approccio si è sviluppato grazie al lavoro del Roberts Enterprise Development Fund negli Stati Uniti e all’influenza della New Economics Foundation in Inghilterra (cfr. http://www.redf.org e http://www.sroi-uk.org). 7 La Swiss Household Panel è un’indagine condotta dalla Swiss Foundation for Research in Social Sciences (FORS) e finanziata dalla Swiss National Science Foundation. Lo scopo principale è quello di osservare il cambiamento sociale e le dinamiche nelle condizioni di vita della popolazione svizzera. E’ uno studio longitudinale disponibile dal 1999 al 2010, che segue annualmente un campione random di famiglie, intervistando i singoli membri (cfr. http://www.swisspanel.ch). 27 Anche per quanto riguarda i comportamenti delinquenziali si registrano buoni risultati: tra i casi intervistati (4) che al momento dell’ammissione erano invischiati in situazioni delittuose frequenti (per lo legate al consumo o a risse), in 2 casi si è rilevato un progresso (1 caso, invece, è stato sospeso e l’altro è un caso perso). In questo ambito (come in quello dei consumi), i miglioramenti si constatano tra coloro che hanno intrapreso un percorso di apprendistato: "Non ho avuto più problemi. Evito di uscire con determinate compagnie" Dal punto di vista finanziario, tra i ragazzi intervistati che avevano debiti (6), 5 casi hanno fatto dei progressi nella propria situazione debitoria (seppur spesso grazie all’intervento dell’USSI); la gran parte è rimasta nel progetto per almeno 1 anno: "Ho pagato 500 chf di debiti e mi sono impegnato a pagare 200 chf/mese di bollette" "Del debito di circa 20'000 chf ne ho pagato 12'000 chf. Tiro la corda. Esco di meno. Il mio curatore mi dà poco però, faccio fatica. Posso pagare anche i debiti con qualche tempo in più e stare meglio ora" "Sono stati anticipati dall'assistenza. Mi restano da pagare 500 chf di tasse" "Ho eseguito il LUP". Il periodo di valutazione risulta troppo breve, invece, per verificare dinamiche rilevanti riguardo la condizione abitativa: quasi tutti i ragazzi continuano ad abitare nello stesso alloggio, ad eccezione delle temporanee permanenze negli appartamenti di Midada e di 2 casi che sono stati aiutati ad andare a vivere da soli. Ugualmente inalterati restano il supporto da parte dei servizi sociali, nonché il sostegno psicologico. Stato di salute e benessere Gli altri indicatori di benessere (o qualità di vita) sono stati estrapolati principalmente dalla Swiss Household Panel (Voorpostel et al, 2010: 56-60) e concernono: 1. lo stato di salute generale (misurato da elementi soggettivi come l’auto-percezione del proprio stato di salute, e da problemi di salute oggettivi), 2. il benessere emotivo (espresso in sentimenti positivi, come gioia, forza e ottimismo, e negativi, quali inquietudine, malinconia, ansia e depressione), 3. il benessere auto-percepito (in termini di soddisfazione verso la vita in generale e qualità del tempo libero), 4. la personalità (nei tratti di socievolezza, coscienziosità e nervosismo), 5. l’autostima e l’autoconsapevolezza nelle proprie capacità. 28 Alcune importanti note metodologiche: 1. in questa sezione, si raffigurano in istogrammi i risultati delle interviste insieme ai dati relativi al campione svizzero della Swiss Househol Panel . Per tutte le variabili, si riscontrano differenze importanti tra i partecipanti di Midada all’ammissione e il campione rappresentavivo dei giovani in Svizzera. L’intento è quello di riflettere sulla “distanza” dei ragazzi con la situazione di benessere “standard” del paese, senza avere alcun intento di misurare differenze statistiche (vista l’enorme differenza di numerosità tra i 2 gruppi); 2. nella valutazione (e quindi nelle raffigurazioni in istogrammi) sono esclusi i casi persi (rappresentati dai giovani che non hanno voluto continuare l’intervista), come pure le interviste rivolte a giovani che hanno abbandonato Midada, per i quali non ha senso valutare i cambiamenti di benessere legati al progetto;a causa degli inserimenti avvenuti a scaglioni (e degli abbandoni), vi è uno scostamento tra il gruppo intervistato all’ammissione e quelli intervistati nei quadrimestri, per cui il risultato è molto sensibile anche ad un solo giudizio. L’unico scopo del grafico è essere di aiuto e fornire spunti di riflessione, ma i dati vanno interpretati più di tutto con i vissuti dei ragazzi espressi nelle interviste. Iniziamo con l’auto-percezione del proprio stato di salute (figura 5). Figura 5. “Come stai in generale?” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel molto bene bene così così male molto male Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada all'ammisione a 4 mesi a 8 mesi a 12 mesi Giovani in Svizzera Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=846). La variabile esaminata è P10C01. Un senso di malessere iniziale è presente in maniera marcata in 5 casi ed è legato al proprio stato mentale, a disturbi psicosomatici o a situazioni di disordine: "Non ho più voglia di fare niente" "Mi sento debole e stanco, perché ho una vita sregolata" "Sono ridotto male per i nervi. Faccio fatica a deglutire. Ogni volta che mangio rischio di strozzarmi. Non posso mangiare senza avere da bere" "Bevo, faccio festa e sto male, sono rimbambito" 29 "Ho tentato il suicidio molte volte. Non ho voglia di niente, sono quasi in depressione" "Faccio fatica ad alzarmi dal letto. Sono afflitto, senza speranza. Psicologicamente sento che le cose possono solo peggiorare. Non mi addormento prima delle 4 di notte" “Sto male perché fumo. A volte sono stanco” "Emotivamente non sto bene. Se si entra a Midada significa che si sta male. Prima di iniziare un lavoro c'è bisogno di stare bene”. Di contro, limitazioni specificatamente fisiche sono lamentate solo raramente (per dolori al ginocchio, mal di schiena, sinusite, asma e mal di testa) e, ragionevolmente, non sono aspetti sui quali Midada può incidere. Con il percorso, si riscontrano notevoli miglioramenti in tutti i partecipanti, a prescindere dall’inserimento. I progressi principali si hanno grazie alla regolazione delle abitudini (soprattutto tra coloro che intraprendono un apprendistato) e/o ad una maggiore stabilità mentale (su cui si riferirà più avanti): "Mi sento meglio perché ho smesso di consumare, ma ho deciso io, non grazie a Midada. E per il lavoro: ho ripreso le forze. Ho più voglia di fare. Ho smesso di fumare per 5-6 mesi mentre ero qui, ma adesso ho ricominciato, ora fumo di più perché sono tante ore sul camion" “Sono migliorato nel deglutire: va molto meglio da quando sono qui e, secondo me, era un fatto nervoso. Ci ho messo del mio. Ho cambiato le mie abitudini: ho smesso di fumare, faccio sport e nessuno mi ha detto di farlo. Lo faccio per non fare cavolate. Devo affrontare la scuola e vorrei dimostrare al capo che valgo qualcosa" "Mi sento meglio di prima, perché non uso più sostanze. Mi sveglio con un'altra energia. Midada mi ha dato regolarità, mi ha aiutato nei problemi" “Prima non ridevo mai, ora rido tanto" “Ho dei momenti di depressione e malinconia una volta ogni 2 mesi: mi sento giù. Ma è molto meno rispetto a prima". Tra i soggetti che hanno vissuto un “fallimento” rispetto agli obiettivi del progetto, si verificano esiti ambigui. C’è da sottolineare, che questi effetti (negativi) sono connessi a episodi puntuali e non modificano il giudizio rispetto allo stato di salute generale (che è migliorato anche per questi soggetti). Tuttavia, si riportano alcune citazioni che illustrano come le disattese o le conflittualità interne determinano un vissuto legato allo stress e all’ansia: "Ho sofferto un po' di insonnia durante Midada, per questo sono andato dallo psicologo. Ero già stressato per problemi familiari e si è accumulato il pensiero di Midada. Non trovavo una risposta in Midada. Avevo un’ansia che si manifestava soprattutto di notte" 30 "Dopo una litigata in Midada, sono stato malissimo: avevo dei dolori fortissimi all'addome per i nervi e allora mi hanno portato in ospedale. Mi hanno detto che poteva essere un inizio di gastrite. Ho sempre avuto un po' di problemi, ma mai così forti” “Quando mi hanno offeso, ho avuto un crollo di 1 settimana, non riuscivo a uscire dal letto” "Dopo 2 mesi l'entrata in Midada ho avuto un crollo e ho raddoppiato la dose di tranquillanti e ho aumentato gli incontri con lo psichiatra a 2 volte/settimana. Una volta uscito dall'appartamento ho eliminato i sonniferi, ho ridotto le pastiglie per lo stomaco e ho continuato dallo psichiatra solo 1 volta/mese”. Il gruppo degli intervistati è lontano dalla situazione svizzera, anche per qu anto concerne il distrubo di insonnia, presente nella metà dei casi e il consumo di tabacco: ad eccezione di un ragazzo, tutti sono fumatori (e per di più “forti fumatori”, con 10 sigarette o oltre al giorno). 8 Da questo punto di vista, un effetto postivo si rileva in 2 casi, in cui sono scomparsi la difficoltà ad addormentarsi e/o il consumo di sigarette. Passiamo ora alle variabili relative allo stato emotivo (figura 6). In primo luogo prendiamo in considerazione la situazione all’entrata, dove il disagio in molti è evidente. All’ammissione in Midada, infatti, 2/3 dei ragazzi manifestano un sentimento molto marcato di malessere, di sofferenza e di malinconia (dato simultaneamente da bassi giudizi alle emozioni positive e alte frequenze di quelle negative). "Sono triste, depresso, tutto" "Le inquietudini sono una delle cause dell'insonnia. Si trasformano in paranoie, sono ossessive” “Un po' malinconico: mi mancano i parenti o altre persone.. Certe giornate mi alzo che sono già nervoso e tremo, non so perché. Ho dei momenti di depressione e alcuni di nervosismo. In questi momenti faccio fatica a mantenermi rilassato. " “A volte mi rattristo e non riesco a fare niente, per tutto, per la famiglia. Non parlo da tempo con alcuni familiari, ecc.” "Non ho niente. Mi mancano la mamma e la sorella. Litigo con mio padre e con la ragazza. Sono triste più che altro" "Senza soldi non si può far niente. Non ho voglia di far niente e le persone mi chiamano disoccupato" 8 In Svizzera la quota di giovani con problemi di insonnia è del 25% (variabile P10C06A) e quella di forti fumatori del 27% (variabile P10C84). 31 Figura 6. “Con quale frequenza sperimenti le seguenti emozioni?” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel a) gioia spesso così così raramente Giovani Midada Giovani Midada a Giovani Midada a Giovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera b) forza, energia, ottimismo spesso così così raramente Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada all'ammisione a 4 mesi a 8 mesi a 12 mesi Giovani in Svizzera c) inquietudine raramente così così spesso Giovani Midada Giovani Midada a Giovani Midada a Giovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera d) malinconia, disperazione, ansia, depressione raramente così così spesso Giovani Midada Giovani Midada aGiovani Midada aGiovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=846). Le variabili esaminate sono P10C47, P10C18, P10C50, P10C17. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “raramente”, da 4 a 6 “così così”, da 7 a 10 “spesso”. 32 Tutti vivono un miglioramento, seppur per alcuni risulta discontinuo nel tempo (sono sempre i casi che non hanno visto un riscontro positivo nel progetto). Il sentimento negativo che resta dominante è quello dell’inquietudine (soprattutto legato al lavoro e ai debiti): “Sono preoccupato per tutto. Sono paranoico. Ho paura di perdere la mia ragazza. Mi domando se riuscirò ad vere una vita come dico io: una casa, una famiglia, ecc…” "Sono inquieto per il fatto del lavoro e dei debiti: mi sento un ladro della società". "Mi sento inquieto per il futuro, per la storia dei soldi. Ho avuto minacce di pignoramenti di beni, ho il debito con il Cantone ora. Malinconia ogni tanto. Penso a tante cose ultimamente: aver il diploma, uscire dall'assistenza, togliere il tutore" "Mi preoccupa il pensiero di lavorare tutta la vita”. Con riferimento alla soddisfazione verso la propria vita (figura 7), la gran parte dei ragazzi all’ammissione si sentono “poco soddisfatti” (qui la differenza rispetto al campione rappresentativo della Svizzera è decisamente netta). Con Midada, i risultati sono molto apprezzabili per quasi tutti (ad eccezione di 2 casi che vivono un percorso discontinuo o si ritengono più appagati dopo l’uscita dal progetto). E’ interessante che il reperimento di un’occupazione è il fattore più reclamato nell’influenzare il proprio benessere, proprio da quei soggetti che non si è riusciti ad inserire (vi è forse la necessità di trovare soluzioni lavorative “alternative” per queste persone?): "Sto bene. Mi manca solo il lavoro e il diploma" "Se pagassi i debiti sarei soddisfatto 10" "Se trovassi lavoro di più". Figura 7. “In che misura sei soddisfatto della tua vita in generale?” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada all'ammisione a 4 mesi poco soddisfatto a 8 mesi Giovani in a 12 mesi mediamente soddisfatto Svizzera molto soddisfatto Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=846). La variabile esaminata è P10C44. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “poco soddisfatto, da 4 a 6 “mediamente soddisfatto”, da 7 a 10 “molto soddisfatto”. 33 Un altro aspetto rilevante per la qualità di vita (in particolare tra i giovani) è la qualità del tempo libero. All’entrata in Midada, per la gran parte le attività oscillano da internet, televisione e videogame al consumo di sostanze e la metà dei giovani manifesta esplicitamente insoddisfazione e noia: "Mi ubriaco" "Faccio cavolate” “Devo impegnarmi a trovare qualcosa da fare” "Dormo, film, esco con amici, internet. All'inizio è bello, poi diventa un inferno. Inizi a vedere che non c'è luce in fondo al tunnel. La noia è una delle cose peggiori" "Navigo su internet, ascolto musica: mi annoio a morte e perdo la pazienza" "Sono drogato di computer a causa della depressione: anche 10-12 ore al giorno" "Posso alzarmi quando voglio, ma senza soldi, ci si annoia. In Ticino non c'è molto da fare." Un progresso lo si ha nei ragazzi che iniziano l’apprendistato (i quali coincidono con coloro che si erano lasciati andare, facendo uso di sostanze e commettendo atti delittuosi): "All'inizio non mi piaceva niente, ma poi ho iniziato ad apprezzarlo. Adesso cerco di tenermi impegnato: corsa, amici, sistemo la casa e le faccende burocratiche" "Esco con gli amici, ma non ho tanta voglia di uscire ora" Per altri il cammino è più lento, seppur manifestano un maggior apprezzamento nei confronti del tempo libero: "Scrivo romanzi, disegno, leggo. Se avessi più soldi, sarebbe più interessante. Non posso uscire" "Non riesco a divertirmi" “Non sono tanto soddisfatto perché non sono riuscito a trovare qualcosa per allenarmi a calcio". Gli elementi di personalità (figura 8) sono essenziali per favorire il reperimento (come il mantenimento) di un’occupazione. Ad eccezione del carattere di “socievolezza”, la distanza rispetto al campione svizzero è particolarmente accentuata in questi ambiti, e ciò giustifica la necessità di un intervento “educativo” su questi ragazzi. 34 Figura 8. “In che misura ti consideri una persona...” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel a) estroversa, socievole molto così così poco Giovani Midada Giovani Midada a Giovani Midada a Giovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera b) tendente alla pigrizia poco così così molto Giovani Midada Giovani Midada a Giovani Midada a Giovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera c) che si innervosisce facilmente poco così così molto Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada all'ammisione a 4 mesi a 8 mesi a 12 mesi Giovani in Svizzera Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2009. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=741). Le variabili esaminate sono P09C65, P09C67, P09C68. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “poco”, da 4 a 6 “così così”, da 7 a 10 “molto”. Se rispetto agli attributi di “socievolezza” e “pigrizia” non si registrano cambiamenti importanti, in termini di “nervosismo” si rilevano miglioramenti nella metà dei giovani che si considerano altamente irritabili all’entrata (e il giudizio è tale anche tra coloro che sono critici nei confronti del progetto): “Gestisco meglio la rabbia” “Avevo problemi di nervi e Midada mi ha fatto capire un po' come calmarmi” "Sono sempre un po' nervoso, ma prima di più: non mi potevano dire niente" 35 “Sono un po' migliorato nello stare in gruppo". “Inizialmente Midada mi ha aiutato. Poi mi è passata. Mi ha insegnato però andare avanti a testa alta. Sono diventato aggressivo. A lottare contro la mia depressione. Mi ha influenzato sui rapporti: ho conosciuto altri ragazzi... sulla socializzazione ecco” "Prima ero più chiuso e più pigro" "Prima ero molto pigro: rullavo e basta” Per chiudere questa sezione, sono state somministrate ai ragazzi delle domande di autostima e autoconsapevolezza (che costituiscono l’ambito psicologico della self-efficacy). C’è da sottolineare che tali indicatori sono state dimensioni piuttosto difficili da comprendere e valutare per taluni. Tuttavia, in 5 casi si rileva un forte progresso nell’autostima, data una maggiore soddisfazione verso se stessi (figura 9), mentre la consapevolezza nelle proprie capacità risulta un aspetto più rigido: “Prima mi sottovalutavo, ora so più chi sono" "La vita è la mia!" “Sono io l'artefice della mia vita ora” “Mi sento in balia degli altri, sento che gli altri mi controllano. Non posso decidere, perché sono in assistenza, non ho la patente, è difficile trovare un'occupazione, ecc.” “Prima pensavo che non avrei mai trovato lavoro" “Prima aspettavo quello che succedeva, ora no" Figura 9. “In che misura sei soddisfatto di te stesso?” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada Giovani Midada all'ammisione a 4 mesi poco soddisfatto a 8 mesi Giovani in a 12 mesi mediamente soddisfatto Svizzera molto soddisfatto Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2009. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=740). La variabile esaminata è P09C75. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “poco soddisfatto”, da 4 a 6 “mediamente soddisfatto”, da 7 a 10 “molto soddisfatto”. 36 Capitale sociale Le connotazioni del capitale sociale possono essere molto articolate (cfr. Herrmann, 2002). In questa sede, si è scelto di esaminare: 1. la qualità delle relazioni primarie (misurata dal sostegno pratico ed emotivo da parte della propria rete), 2. il sentimento di fiducia generalizzato (Voorpostel et al, 2010: 16). La mancanza di reti e di un capitale sociale solido è tra gli elementi che svelano maggiormente la vulnerabilità dei partecipanti. Per quanto concerne la rete familiare, solo 5 ragazzi hanno buone relazioni con l’intera famiglia all’ammissione. I rimanenti manifestano disagi, la presenza di conflitti o semplicemente una scarsa qualità nel rapporto: “Da tanto non provo affetto dai miei genitori. Mi sento giudicato, criticato da loro. Alla fine si è soli, le persone ci sono, poi non ci sono più” "I miei son separati, non si incontrano, ma ce ne è sempre una. Mia madre è in assistenza e non mi può aiutare" "Ho avuto una famiglia terribile e questo ha influenzato la mia attuale personalità (nervosismo, ansia, ecc…). Sono legato alla famiglia da parte di mio papà. Con mia madre non voglio avere niente a che fare. Ho una zia con cui posso sfogarmi. Ho solo i miei mezzi su cui contare" “Abitavo con mia madre, ma il patrigno mi ha buttato fuori. Ora non ci parliamo. Non ho nessuno” “Con mia madre non ci parliamo da mesi perché la polizia è andata a cercarmi da lei e mi ha dato del poliziotto. E’ come se non ci fosse” “Mia madre cerca di far la madre, anche se non lo ha fatto quando doveva: non ne tollero alcuni comportamenti ecco. Mi chiama solo per sapere se sono vivo”. Le problematiche con la famiglia sono piuttosto radicate, ma il progetto ha favorito un avvicinamento in 3 casi: "Ho riallacciato i rapporti con le mie sorelle e il nipotino” “All'inizio gli operatori mi hanno aiutato con mio figlio, ma poi ho avuto altri problemi e me la son cavata da solo. Riesco a vedere mio figlio ora. Ho riallacciato poi un po’ con i miei genitori, ma solo per un aiuto pratico: non vado a dire loro le mie cose". Accanto alla mancanza affettiva di tipo familiare, altrettanto preoccupante è l’assenza di legami di amicizia forti. Ad eccezione di 4 casi, tutti dichiarano di non ricevere un sostegno relazionale da parte dei propri amici, anzi la metà dichiara di non avere alcuna amicizia stretta (quando in Svizzera la quota di coloro che non hanno amici è marginale, intorno all’1%) (tabella 2): 37 “Tra gli amici ho soprattutto contatti su facebook che mi aiutano a sentirmi a casa” "Mi confido poco, decido io. Sono testardo e indipendente. Faccio quello che voglio io” “Con gli amici non parlo, sono io che devo sostenere loro. Non dimostro io di volere appoggio" “C'è un amico che mi sta molto vicino. Altri sono casuali, ci sono e non ci sono" “Tra gli amici, continuo a cambiare compagnia" "Ultimamente ho pochi amici. Avevo un migliore amico, ma ora nessuno". Tabella 2. “Con quante persone hai delle buone e strette relazioni?” Familiari Giovani Midada all'ammissione casi frequenze Giovani in Svizzera casi frequenze 0 3 23% 43 5% 1 5 38% 34 4% 2 4 31% 110 13% più di 2 1 8% 655 78% Amici Giovani Midada all'ammissione casi frequenze Giovani in Svizzera casi frequenze 0 7 54% 7 1% 1 1 8% 16 2% 2 3 23% 60 7% più di 2 2 15% 760 90% Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=843). Le variabili esaminate sono rispettivamente P10N10 e P10N24. Il risultato di una rete primaria debole è la ricerca di punti di riferimento “alternativi”. Ad eccezione dei casi che si riportano di seguito, si tratta per lo più di legami affettivi: "C'è il mio ex chef: siamo come amiconi, passo a trovarlo; mi ospita a casa sua, mi presta soldi" “Sono legato al mio tutore: siamo come fratelli, c'è qualcosa in più, beviamo qualcosa insieme. E' la prima persona che mi ha aiutato da quando sono in Svizzera" “Mi sostengono un po' lo psicologo e l'assistente sociale" “Considero mio padre il padre della mia ragazza: avrei voluto un padre così”. Da questo punto di vista, Midada ha generato dei contatti nelle vite di 3 ragazzi: “Un collega (di tirocinio) mi viene sempre a prendere per andare a lavoro. Andiamo anche a far serata insieme. Tra i ragazzi, ho conosciuto persone ma particolarmente vicine no" “Persone ora vicine sono gli operatori, ma so che finito Midada loro non ci saranno, si è soli e basta” 38 “Un ragazzo di Midada ora è diventato mio amico” L’ultima componente del capitale sociale, data dal sentimento di fiducia generalizzata (figura 10), oltre ad essere particolarmente distante dal pensiero del campione svizzero, risulta un elemento resistente al cambiamento (si rileva un lieve aumento di fiducia in 3 casi): “Vorrei imparare a fidarmi” "Non mi fido di nessuno. Ho perso la fiducia a causa delle amicizie che ho incontrato" "Non mi fido subito. Tendo a dar fiducia, ma ho avuto un paio di fregature forti" "Mi hanno fatto molto male in passato" "Midada mi ha sfiduciato ancora di più perché dicono che è tutta colpa mia". Figura 10. “Pensi che si può avere fiducia nella maggior parte della gente?” Confronto con il campione svizzero della Swiss Household Panel molto così così poco Giovani Midada Giovani Midada a Giovani Midada a Giovani Midada a all'ammisione 4 mesi 8 mesi 12 mesi Giovani in Svizzera Nota: I risultati per la Svizzera sono stati estrapolati dalla bancadati SHP 2010. Per questioni di rappresentatività, non si è considerato solo il Canton Ticino, ma giovani (tra 18 e 25 anni) residenti in tutto il paese (N=843). La variabile esaminata è P09P45. I valori che oscillano da 0 a 10 sono stati raggruppati nel seguente modo: da 0 a 3 “poco”, da 4 a 6 “cosi cosi”, da 7 a 10 “molto”. Terminata questa parte di valutazione dei benefici umani e sociali del progetto, si passa al secondo obiettivo dell’indagine, che è quello di misurarne il valore aggiunto economico per le finanze pubbliche. 39 5 Analisi costi-benefici: il valore economico dell’inserimento 5.1 Introduzione: l’ottica dell’investimento sociale L’obiettivo di questa sezione è quello di calcolare l’evoluzione nel tempo dell’impatto finanziario per le finanze pubbliche generato da Midada. Come sostenuto in Esping-Andersen (2005: 192) e Marazzi et al (2007: 150-151), “un importante investimento sociale in un determinato comparto può implicare una riduzione della spesa corrente in altri programmi di intervento sociale”. La vera sfida consiste nel distinguere la spesa per consumi sociali dalla spesa per investimenti sociali, dalla quale “aspettarsi importanti ricadute future sia per l’individuo sia per la società”. “Si continua a considerare investimento ciò che va ad incrementare il patrimonio fisico (ad esempio case per anziani, ospedali, edifici scolastici), ma non ciò che va a beneficio del lavoratore, peraltro considerato capitale umano”. E’ importante sottolineare che la valutazione economica deve essere considerata nel suo giusto ruolo quale “input aggiuntivo di informazione” nel processo decisionale. Essa ha l’obiettivo di fornire “elementi di chiarezza e trasparenza” e contribuire ad orientare l’azione degli enti finanziatori (chiamati ad “utilizzare risorse scarse, suscettibili di usi alternativi”). Il processo decisionale rimane il frutto di un giudizio interdisciplinare, dove il fattore umano e quello civile (spesso non catturabili da un calcolo monetario) prevalgono rispetto ai meri calcoli economici (cfr. Scarpat, 1983 e Marocchi, 1999: 59-60). Per il calcolo dei benefici pubblici, ci si avvale della prospettiva dell’analisi costi-benefici9, applicata a progetti di inserimento di altri contesti (Nyssens-Platteau, 2006; Marocchi, 1999; GrégoirePlatteau, 2005; Chiaf, 2010; Redf, 2001; Scarpat, 1983; Conley et al, 1989). 9 L’analisi costi-benefici è una tecnica di valutazione utilizzata per prevedere gli effetti di un progetto, attraverso il calcolo dei benefici e dei costi associati alla sua realizzazione. L’obiettivo è quello di fornire indicazioni di preferibilità nella spesa pubblica e stabilire la soglia di redditività minima al di sotto della quale l'investimento non viene ritenuto fattibile. Di matrice neoclassica, la tecnica si sviluppa con la grave crisi economica del 1929 dove l’intervento pubblico assume una rilevanza senza precedenti, per diffondersi poi durante gli anni 50/60 grazie alla Banca Mondiale nella valutazione degli investimenti nei paesi in via di sviluppo. Ad oggi, è un metodo usato da molti organismi internazionali di sviluppo e di credito (cfr. Ponti et al, 2004 e Rossi et al, 2004: 343-362). 40 Rispetto a questi studi, il modello qui elaborato ha 2 importanti differenze: 1. i dati utilizzati, riferiti solo al primo biennio di Midada e a ragazzi “in formazione”, risultano molto fragili rispetto alle valutazioni sopramenzionate (applicate, invece, a campioni numerosi, costituiti da persone già “inserite” nel mercato del lavoro e seguiti per tempi di valutazione duraturi). Per questi motivi, i risultati vanno presi solo come un’indicazione. In questa sede, il tentativo è quello di sperimentare uno strumento di valutazione di interventi pubblici volti a favorire l’inserimento, ma i risultati andranno validati dopo qualche anno di consolidamento dell’iniziativa; 2. a differenza degli altri contesti in cui la politica sociale è gestita dallo Stato, per la Svizzera si è preferito differenziare i benefici dello Stato (distinto in Confederazione, Cantone e Comuni) da quelli delle Assicurazioni Sociali che hanno una gestione autonoma (tra queste è compresa anche la Previdenza Professionale che, pur essendo a regime privato, svolge un importante servizio pubblico di tutela del rischio di vecchiaia). Prima di presentare i risultati, sono illustrati i presupposti dell’analisi, la struttura del modello e le voci dettagliate di costo e beneficio. 5.2 Presupposti dell’analisi 1. La prospettiva dell’analisi è quella dello Stato e delle Assicurazioni sociali, pur consapevoli che il progetto incide su tutta la collettività e supera dunque l’ottica di tali enti. Midada mette in azione tutta una serie di investimenti e di ricavi privati, ad esempio, che non sono conteggiati in questa sede (il riferimento è ai risparmi delle famiglie, al lavoro dato ai collaboratori di Midada, ai contributi versati dalle fondazioni private, ecc..). 2. Nell’analisi sono computati i costi e i ricavi direttamente monetizzabili. Accanto alla funzione di inserimento professionale, Midada promuove un impatto umano e sociale illustrato nel capitolo precedente. Attraverso tutta una serie di leve (incremento dell’autostima, miglioramento delle relazioni familiari e sociali, ecc.), vuole contribuire a ridurre la persistenza in situazioni di esclusione o la degenerazione verso disagi più gravi (producendo un’attività di prevenzione) (cfr. Grégoire-Platteau, 2005, Marée, 2005, Scarpat, 1983, Conley et al, 1989). 3. Sono interessati solo i costi e i benefici connessi all’aspetto lavorativo. Se è vero che progetti come Midada possono agire anche su ambiti di interesse pubblico diversi (di natura assistenziale, sanitaria o psichiatrica), si è scelto di non contabilizzarli, poiché vi possono essere casi in cui all’intervento si associa la diminuzione di un bisogno, altri in cui emergono nuovi bisogni. L’ipotesi si basa sulla convinzione che alcune sfere “sono sicuramente collegate con l’appartenenza al mondo del lavoro, ma che sono per altri versi autonome” (cfr Marocchi, 1999: 41 63-64). Tale assunto è stato confermato anche dalle interviste, con le quali si è cercato di catturare gli aspetti assistenziali, sanitari, nonché umani, relazionali e di prevenzione, pur non potendo considerarli nell’analisi costi-benefici.10 4. Si ipotizza che alcun ragazzo inserito avrebbe ottenuto lo stesso risultato in assenza di Midada e quindi l’intervento del progetto è da considerarsi condizione necessaria al reperimento di un’occupazione (nessun effetto di peso morto o deadweight effect). Il presupposto si basa sulle condizioni piuttosto gravi dei partecipanti, i quali vengono indirizzati a Midada dopo avere tentato anche altre misure attive (primo fra tutti il “Bilancio Giovani” della Labor Transfer).11 5. Ugualmente nullo è da considerarsi l’effetto sostituzione (substitution effect), a causa del quale l’inserimento dei giovani con Midada rischia di spiazzare il reperimento di lavoro da parte di altri giovani, per due ragioni: (a) Midada non va a creare collocazioni immediate, ma generalmente posti di apprendistato, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e la condizione di svantaggio dei partecipanti (cfr. Marée, 2005: 19); (b) la disoccupazione giovanile in Ticino coesiste con la presenza di lavoro insoddisfatta da parte delle imprese e quindi è immaginabile che un adeguato intervento sulla forza lavoro volto ad incrementare la spendibilità sul mercato occupazionale, sia in grado di diminuirne la disoccupazione complessiva (cfr. Marocchi, 1999: 62-63).12 6. Nella scelta delle ipotesi e delle basi di calcolo, il lavoro si ispira sempre ad un criterio prudenziale, optando per la situazione meno favorevole in termini di benefici. 10 Opposta a questo approccio, è la sperimentazione anglosassone del “Social Return On Investement”, che monetizza aspetti che esulano l’inserimento lavorativo, utilizzando delle proxies. Tuttavia, il metodo è soggetto a diverse critiche e limitazioni, prima fra tutte il rischio di sovrastimare i benefici per organizzazioni che altrimenti sarebbero considerate inefficienti e non sostenibili (cfr. Arvidson et al, 2010). 11 Per la stima del deadweight effect, si dovrebbe far riferimento ad un gruppo di controllo che non beneficia del programma, ma in questa sede non avrebbe avuto significato considerati l’esiguità dei casi e la brevità del periodo (cfr. Nyssens, Platteau, 2006). 12 Rispetto ad altri effetti macroeconomici, Midada non crea particolari problemi: (a) non essendo un’impresa, non produce effetti di concorrenza sleale verso altre imprese a causa dei sussidi ricevuti (displacement effect); (b) grazie alla natura temporanea, non si pone la questione degli effetti d’immobilizzazione ( locking-in effect). 42 7. I risultati si basano sull’iniziativa di Midada sviluppata solo nel primo biennio e quindi individuano delle macro tendenze per le finanze pubbliche, che potrebbero migliorare negli anni, grazie al consolidamento dell’esperienza negli anni futuri e dei suoi fattori di successo. 5.3 Struttura del modello I costi e benefici sono definiti confrontando 2 scenari (figura 11): A) la situazione “do-nothing” cioè senza il progetto Midada. Qui l’assunto è che ci sarebbe stata una presa in carico completa da parte dell’aiuto sociale. Se l’ipotesi può risultare troppo ardua per alcuni ragazzi, la conseguente sovrastima dell’impatto benefico del progetto è compensata dalla sottostima di altri benefici: (a) quelli relativi ai ragazzi che, in assenza di un intervento rapido, avrebbero rischiato di “approdare” in strutture di gestione delle dipendenze o psichiatriche, facendo lievitare sensibilmente il costo per le finanza pubbliche; (b) i benefici intangibili in termini di benessere e qualità di vita di cui si è trattato sopra; B) la situazione di implementazione di Midada che comporta il collocamento di alcuni ragazzi in un percorso di apprendistato, prima, e lavorativo, poi. Figura 11. Struttura del modello Scenario A) Senza Midada = Presa in carico dall’Aiuto sociale Sussidi assicurazione malattia + Assistenza + Anticipo alimenti PC Scenario B) Con Midada = Inserimento lavorativo Midada Apprendi stato Ingresso nel mondo del lavoro Probabilità di lavorare 65% Ipotesi di salario 39.000-48.500 chf COSTI BENEFICI Contributi pubblici Supplemento di integrazione Rimborso spese Lavoro 91% 20-24 anni 94% 25-29 anni 96% 30-39 anni 95% 40-49 anni Pensione 96% 50-59 anni 95% 60-65 anni 65.000 chf Assegni di tirocinio Rendita per superstiti e PC (per orfani) Indennità di disoccupazione Riduzione di prestazione assistenziale (pari al salario di apprendistato + oneri sociali minimi ) Sussidi premi assicurazione malattia evitati Prestazioni sociali evitate Anticipo alimenti evitati Sui salari: Contributi sociali (AVS, AI, IPG, AD, AINF P e NP, PP) Imposte sul reddito IVA 43 •PC evitate •Sussidi premi assicurazione malattia evitati I calcoli sono eseguiti simulando le differenze (nelle voci di costo o di beneficio che saranno specificate in seguito) tra la situazione A e la situazione B negli anni futuri. Per il calcolo di tali valori, sono state indispensabili proiezioni (in termini di anni di lavoro e/o salario) rispetto alla vita lavorativa dei ragazzi (dal 31 ottobre fino al pensionamento): 1. coloro che al termine del percorso non lavorano, hanno abbandonato il percorso o sono stati sospesi (drop out), sono ritenuti disoccupati per l’intera vita lavorativa; 2. rispetto ai ragazzi inseriti, per la proiezione dei primissimi anni che seguono la conclusione dell’apprendistato (che sono i più critici nel passaggio al mondo del lavoro), si utilizzano tassi di occupazione e valori salariali specifici registrati per persone con certificato di apprendista dal primo fino al quarto anno di lavoro: i dati sono estrapolati dallo studio di tipo longitudinale TREE Transitions from Education to Employment dell’Università di Basilea13; 3. per gli anni successivi fino al pensionamento, si ipotizza che le persone lavorino in base ai tassi di occupazione medi registrati in Ticino nel 2010 (suddivisi per classi di età e genere), mentre per gli anni in cui restano disoccupate si assume che beneficino delle indennità di disoccupazione14. Una volta calcolate le variazioni di costo e di beneficio sulla base di tali ipotesi, i valori riferiti ad annualità diverse sono scontati mediante un tasso di attualizzazione. 13 Lo studio è condotto a livello nazionale e analizza il passaggio dei giovani adolescenti dalla scuola alla vita adulta. Dal campione iniziale di circa 6000 giovani che hanno portato a termine la scuola dell'obbligo nel 2000, sono rilevati i percorsi formativi e lavorativi attraverso delle inchieste annuali (cfr. http://tree.unibas.ch/). 14 Ad esempio, ipotizziamo che il ragazzo in formazione (di genere maschile) concluda l’apprendistato all’età di 26 anni. Da quel momento in poi egli lavorerà: - da 26 a 30 anni il 65.56% di 4 anni (periodo di transizione), pari a 2.6 anni; - da 30 a 39 anni il 96% di 10 anni, pari a 9.6 anni; - da 40 a 49 anni il 95.30% di 10 anni, pari a 9.5 anni; - da 50 a 59 anni il 96.15% di 10 anni, pari a 9.6 anni; - da 60 a 65 anni (pensionamento) il 94.90% di 5 anni, pari a 4.7 anni. Complessivamente, gli anni di lavoro previsti dopo la conclusione dell’apprendistato sono 36: per i restanti 3 anni si stima un costo in termini di disoccupazione. 44 Il beneficio netto complessivo (dato dalla differenza tra le entrate e i costi) è scorporato tra i diversi enti coinvolti: Confederazione, Cantone, Comuni e Assicurazioni Sociali. I risultati sono sottoposti ad analisi di sensibilità, per evidenziare come la stima del beneficio netto cambi al variare dei parametri utilizzati. 5.4 Costi e benefici Tra i costi sono computati: 1. i contributi pubblici versati per la realizzazione del progetto: dal valore complessivo dei versamenti effettuati, è equo scontare una quota (25%) per tenere conto del periodo iniziale di attività che è stato ragionevolmente meno attivo; 2. il supplemento d’integrazione: l’Ufficio sostegno sociale e inserimento, seguendo le raccomandazioni della Cosas, accorda ai partecipanti un incentivo di 200 chf/mese15, mentre l’Ufficio delle misure attive un contributo di 450 chf/mese solo a coloro che non hanno diritto a nessuna indennità giornaliera (come previsto per il semestre di motivazione); 3. le quote di rimborso spese versate ai partecipanti (sempre coperte da USSI e UMA); 4. a queste voci, si affiancano gli assegni di tirocinio per coloro che ne fanno domanda dopo aver intrapreso un percorso di apprendistato (è il caso di 2 ragazzi); 5. come pure le rendite superstiti e le prestazioni complementari nel caso di giovani in formazione orfani (in questa situazione si trova uno dei ragazzi inseriti attualmente).16 I benefici si riferiscono ai giovani inseriti e includono: 1. le entrate fiscali e i contributi sociali sui salari percepiti (attuali e futuri); 2. i risparmi di spesa pubblica, legati alle spese sociali evitate in caso di inserimento lavorativo: 15 16 - la partecipazione ai premi d’assicurazione malattia, - le prestazioni assistenziali, - l’eventuale anticipo alimenti (per i giovani che hanno figli minorenni), Cfr. COSAS, 2011 al punto C.2. Tra i costi, è trascurata la spesa relativa agli esami urine a cui sono sottoposti i partecipanti, perché marginale. 45 - le prestazioni complementari dopo il pensionamento. In allegato si riportano in dettaglio i parametri utilizzati per il calcolo dei costi e dei benefici e le relative fonti. 5.5 Risultati Sulla base delle ipotesi e dei parametri specificati, sono stati calcolati i benefici generati con Midada da oggi per tutti gli anni di vita lavorativa residua e di pensionamento dei partecipanti. La tabella 3 riporta la somma di tali benefici attualizzati al 31 ottobre 2011 e scorporati per i soggetti coinvolti: i partecipanti, lo Stato (Confederazione, Cantone, Comuni) e le Assicurazioni sociali. Tabella 3. Beneficio netto distinto per i soggetti coinvolti (chf) N Partecipanti Confederazio- Cantone Comuni ne Assicurazio- STATO E ni Sociali ASSIC. SOCIALI Inseriti 3 936.675 -62.871 1.047.739 379.087 375.020 1.738.976 Non inseriti 9 13.469 -224.054 -153.402 -39.747 203 -417.000 12 950.144 -286.924 894.338 339.340 375.223 1.321.976 Conclusi Rapporto Benefici Costi (per i conclusi) In corso Tutti 2,8 6 10.428 -112.699 -103.995 -25.429 0 -242.123 18 960.571 -399.623 790.343 313.911 375.223 1.079.853 Nota: I benefici netti sono i benefici (entrate o risparmi) al netto dei costi. I risultati sono sicuramente incoraggianti per i promotori e i sostenitori del progetto, ma vanno interpretati tenendo conto dei limiti del modello. Come specificato sopra, i benefici sono legati all’inserimento dei 3 ragazzi che hanno intrapreso un percorso di apprendistato e, quindi, rappresentano valori previsionali che avranno luogo solo se: (a) i 3 giovani termineranno la formazione; (b) alla fine di essa, si inseriranno nel mondo del lavoro (seppur nelle percentuali previste); (c) lavoreranno secondo gli anni di occupazione medi registrati in Ticino. Dai risultati emerge che: - di fronte all’impegno di spesa di quasi 1 Mio di franchi (circa 60'000 chf per partecipante concluso), lo Stato e le Assicurazioni Sociali ottengono complessivamente entrate o risparmi (netti) di pari importo; - con riferimento ai percorsi conclusi, per i quali è possibile esprimerne una valutazione compiuta, il beneficio netto raggiunge 1,3 Mio di franchi, pari ad un rapporto benefici-costi di 2,8 (ogni milione di franchi determina la creazione di quasi 3 milioni di costi evitati o risorse supplementari); 46 - mediamente ogni ragazzo inserito genera negli anni risorse (lorde) agli enti pubblici e alle assicurazioni sociali pari a 680.000 chf. Di conseguenza, l’inserimento di 2 giovani permetterebbe di ottenere la copertura dei costi del progetto (di circa 1 Mio di franchi l’anno), e se con il tempo, il progetto riuscisse a collocare (a parità di costi) un maggior numero di ragazzi, il beneficio aumenterebbe sensibilmente. Se si considera la ripartizione dei benefici tra i diversi soggetti, la convenienza è disuguale: - il vantaggio maggiore si ha per gli enti regionali e locali (Cantone e Comuni), grazie alla riduzione delle spese di mantenimento (in termini di assistenza, partecipazione al premio e prestazioni complementari) e alla riscossione delle entrate fiscali; - dal profilo della Confederazione (che ha sostenuto in maniera consistente il finanziamento del progetto), le entrate considerate (i risparmi nelle PC e il gettito fiscale) non compensano i costi. Tuttavia, se si tiene conto della ripartizione del finanziamento prevista a partire dal 2012, dove il Cantone inizia a partecipare in maniera più consistente al progetto, il costo per la Confederazione scende (da 286.000 chf) a 14.000 chf (cfr. tabella 4); - un ulteriore vantaggio concerne il maggior reddito disponibile per i partecipanti, soprattutto per i 3 ragazzi inseriti (pari a 936.000 chf). Questo valore esprime la quota di ricchezza che eccede la soglia di reddito minima erogata tramite l’aiuto sociale, di cui i ragazzi disporrebbero grazie al lavoro. Esso segnala un’azione ridistributiva del progetto Midada, che – accanto ai benefici per le finanze dello Stato e delle Assicurazioni Sociali - genera benefici privati per categorie che si trovano in condizione di svantaggio. Tabella 4. Beneficio netto calcolato in base alla ripartizione del finanziamento 2012 Per i partecipanti che hanno concluso il percorso (chf) - Confederazione Cantone Comuni Assicurazioni sociali -14.000 606.000 355.000 375.000 47 La figura 12 mostra l’orizzonte temporale nel quale avviene la “riscossione” dei benefici (relativamente ai casi conclusi). Se è vero che la quota dei benefici totali (1,3 Mio) giunge solo in un futuro piuttosto lontano, è altrettanto corretto affermare che la piena copertura dei costi si ha a partire già dall’11° anno (dalla prospettiva del Cantone e dei Comuni perfino dal 6° anno). Figura 12. Evoluzione del beneficio netto negli anni Per i partecipanti che hanno concluso il percorso (chf) 1.500.000 1.000.000 500.000 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718192021222324252627282930313233343536373839404142434445464748495051525354555657 -500.000 -1.000.000 Stato e Assicurazioni Sociali 1.000.000 750.000 500.000 250.000 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718192021222324252627282930313233343536373839404142434445464748495051525354555657 -250.000 -500.000 Confederazione Cantone Comuni Assicurazioni sociali 5.6 Analisi di sensibilità Lo scopo di questa ultima parte consiste nel riconsiderare i parametri chiave assunti nello studio (soprattutto quelli utilizzati per fare le proiezioni) e definire la variabilità del risultato finale in funzione di tali parametri. 48 La tabella 5 evidenzia il cambiamento nel valore del beneficio netto al variare di alcuni parametri: 1. un primo elemento chiave nell’analisi è la probabilità che i ragazzi collocati mantengano un’occupazione nel tempo. Il modello ipotizza un periodo (di transizione) dopo la formazione piuttosto difficoltoso (con un’occupazione solo del 65%) e successivamente un’occupazione pari a quella media registrata in Ticino fino al raggiungimento della pensione. In questa sezione, si riduce la percentuale stimata degli anni di lavoro del 75% e del 50% rispetto a quelle ufficiali.17 Con il primo scenario, il beneficio netto scende (da 1,3 Mio) a 770.000 chf; con il secondo, invece, intorno a 200.000 chf, per cui vale la pena tentare di investire nell’inserimento anche se i ragazzi lavorassero la metà degli anni di un lavoratore normale18; 2. un secondo parametro posto a variazione è la retribuzione futura: anche con valori salariai più bassi (I quartile) il beneficio resta consistente (circa 1,1 Mio); 3. infine, tassi di sconto molto alti fanno attenuare sensibilmente i risultati (a quasi 300.000 chf), ma sembra improbabile, anche nel medio-lungo periodo, un rialzo consistente dei tassi. Tabella 5. Analisi di sensibilità Per i partecipanti che hanno concluso il percorso (chf) Parametro Percentuale degli anni di lavoro (rispetto a quelli medi registrati in Ticino) Valori salariali Tasso di attualizzazione 17 Benefici netti - - 100% 75% 50% Salari mediani Salari I quartile (salario d'ingresso 1° anno di inserimento: 36330 chf/anno; salario d’ingresso 2° anno di inserimento: 38435 chf/anno; salario d'ingresso 3° anno di inserimento: 41600 chf/anno; salario d'ingresso 4° anno di inserimento: 42936 chf/anno; per gli anni successivi, salario di 54216 chf/anno) 5% 10% 1.321.976 773.328 197.687 1.321.976 1.105.077 1.321.976 294.000 Con le riduzioni degli anni di lavoro del 75% e del 50%, i periodi senza lavoro diventano consistenti e quindi si è ipotizzato rispettivamente 2 e 4 periodi di disoccupazione con indennità LADI, mentre negli altri periodi il presupposto è stato il rientro nel circuito dell’assistenza. 18 Un’interpretazione simile vale per l’ipotesi che i ragazzi non avrebbero lavorato senza l’intervento di Midada: in questo caso, il parametro che si riduce (del 75% e del 50%) è il numero di anni attribuibili agli effetti del progetto. 49 6 Riflessioni conclusive Al termine dell’analisi, gli elementi chiave su cui aprire una riflessione più generale e strategica sono 2: il quadro problematico (e di vulnerabilità) dei partecipanti e il fattore tempo. La forte vulnerabilità emersa tra i giovani, se da una parte dimostra l’esigenza di un intervento globale verso la persona (come concepito da Midada), dall’altra fa intravedere la presenza di una quota di giovani piuttosto deboli o problematici, le cui fragilità non sono conciliabili con un collocamento “normale” sul mercato primario. I casi sono ancora pochi per procedere a generalizzazioni, ma fin’ora si tratta principalmente di giovani che hanno problematiche avanzate con le dipendenze, o disagi emozionali e psichici piuttosto accentuati. Rispetto a tali casistiche, Midada non sembra essere la struttura più adeguata (specialmente per evitare esperienze di “fallimento”), ma neppure sono sufficienti le altre misure attive più “leggere” che si concentrano unicamente sul collocamento (come il Bilancio Giovani o il Semestre di Motivazione). Vanno, dunque, pensate soluzioni “alternative”, posti di lavoro protetti di lungo periodo (perché no imprese sociali ad hoc), per evitarne la totale marginalizzazione e/o l’approdo a situazioni più gravi.19 Rispetto al secondo aspetto (il fattore tempo), emergono alcuni spunti di riflessione dall’analisi dei benefici individuali, dove (rispetto al cambiamento nel capitale umano e sociale dei ragazzi) si intravedono 3 principali tendenze: - vi sono alcuni mutamenti immediati (lo stato di salute, il carattere di nervosismo e l’autostima, ad esempio) che si registrano nella maggioranza dei ragazzi, indipendentemente dall’abbandono o dal fallimento del progetto, e questo giustifica un intervento educativo senza il quale non sarebbe possibile accompagnare tali evoluzioni; - altri benefici si intravedono solo tra chi è stato seguito più a lungo e, non a caso, congiuntamente al collocamento (il riferimento è al consumo di sostanze, ai comportamenti delinquenziali e alla gestione del tempo libero); - ulteriori meccanismi o caratteristiche (come il sostegno da parte dei servizi sociali e quello psicologico, la condizione abitativa, alcuni attributi della personalità, il senso di fiducia generalizzata e la rete sociale), invece, sono meno soggetti al cambiamento, almeno nel breve termine. 19 In questa direzione potrebbero andare i nuovi progetti di impresa sociale che saranno proposti dalla Fondazione nei prossimi anni. 50 Presumibilmente, i miglioramenti più consistenti si giocano nel medio-lungo periodo, ma la gran parte dei giovani considerati è stata seguita solo nell’arco di qualche mese (e per di più il numero dei casi è troppo esiguo) per poter avere un riscontro significativo. L’analisi costi-benefici, inoltre, dimostra come l’orientamento verso l’inserimento lavorativo risulti vantaggioso anche da un punto di vista economico (oltre che sociale). I risultati accertano l’ottimo investimento, persino computando solo gli aspetti inerenti il collocamento e trascurando, quindi, i benefici indiretti che il progetto genera in termini di prevenzione. C’è da considerare, anche, che il progetto è agli inizi e vive un tempo di adattamento, per cui, se si arrivasse ad estendere il tasso di successo, anche il ritorno economico per lo Stato e le Assicurazioni sociali crescerebbe. Tuttavia, anche il vantaggio economico (parallelamente allo sviluppo di capitale umano e sociale) si gioca nel lungo periodo (sull’arco di decenni perfino). Per troppo tempo la valutazione delle misure attive nel mercato del lavoro ha seguito una logica temporale di breve termine. Al contrario, in un’ottica di investimento sociale è da riflettere sull’opportunità di promuovere una prospettiva di lungo periodo e seguire i partecipanti anche dopo la conclusione del percorso, sotto 2 profili: sia in termini educativi per garantire il successo dell’intervento (nel passaggio cruciale di transizione dalla formazione al mercato del lavoro, ad esempio), sia da una prospettiva valutativa. Il presente studio è stato l’occasione per sperimentare una metodologia e degli indicatori (sociali ed economici) di valutazione di interventi pubblici volti a favorire l’inserimento professionale. I risultati illustrano tendenze e riflessioni, ma solo grazie ad un monitoraggio prolungato (e su un campione più consistente) permetterebbe di verificare il mantenimento del lavoro e dei miglioramenti sulla qualità di vita dei partecipanti e consolidare lo studio da un punto di vista metodologico e scientifico. Sebbene la Svizzera goda ancora di un mercato del lavoro performante, l’ultimo studio OCSE inerente le politiche attive nel paese segnala alcune raccomandazioni, alle quali progetti pilota come Midada tentano di dare una risposta: (1) lavorare in prevenzione, perché c’è il pericolo di scaricare alcuni soggetti nel “contenitore” dell’invalidità (che ha una spesa 3 volte più grande della spesa per la disoccupazione) o dell’assistenza sociale (il cui rischio è quello di diventare una condizione cronica, dato che circa ¾ degli assistiti ricevono prestazioni da oltre un anno); (2) favorire una cooperazione e uno scambio interistituzionale tra i diversi uffici (servizi all’impiego, di aiuto sociale, per invalidi, comunali e di promozione della salute); (3) monitorare le misure da una dimensione qualitativa; (4) definire le performance seguendo un obiettivo di integrazione durevole (Duell et al, 2010: 13-14 e 26). 51 7 Allegato: parametri utilizzati nell’analisi costi-benefici Voce Fonte e descrizione Valore Conto economico Midada 988.000 chf 1. COSTI Contributi pubblici E’ computato il 75% dei contributi erogati nel periodo sperimentale fino al 31 ottobre 2011, dai seguenti enti pubblici: - Ufficio delle misure attive, - Ufficio sostegno sociale e inserimento, - Ufficio Federale della Sanità Pubblica, - Assegni per il periodo d’introduzione (API), - Divisione della formazione professionale, - Fondo lotteria intercantonale, - Comuni. Supplemento di integrazione Ufficio delle misure attive 450 chf/mese Per i partecipanti senza indennità di disoccupazione. Ufficio sostegno sociale e inserimento 200 chf/mese Per tutti i partecipanti. Rimborso spese Ufficio delle misure attive/Ufficio sostegno sociale e inserimento Concerne soprattutto il rimborso degli abbonamenti arcobaleno. Valore esatto versato fino al 31 ottobre 2011. Assegno di tirocinio Ufficio delle borse di studio e dei sussidi Considerate le spese di formazione che eccedono le prestazioni assistenziali (materiale scolastico e spese di viaggio). Valori massimi. Rendita per supersiti OFAS (2011), “Statistique des assurances sociale suisses 2011” 1.480 chf per anno di formazione 678 chf/mese Rendita per orfani (per giovani in formazione, fino a 25 anni). Valore medio tra rendita di madre e padre 2010. Prestazioni complementari alla rendita per superstiti Verlag (2011), “Dossier Assicurazioni sociali 2012” Ipotesi di persona sola. Sostanza nulla. Valori 2011. Le uscite sono: - fabbisogno vitale - pigione lorda (valore massimo) - premio assicurazione malattia forfaitario (per persone 19-25 anni). Tra le entrate sono considerati la rendita per superstiti e il salario di apprendista. 9.945 chf/anno 13.200 chf/anno 4.452 chf/anno Istituto delle assicurazioni sociali Indennità giornaliere dell’assicurazione contro la disoccupazione Spesa ripartita tra Confederazione (52%), Cantone (31%) e Comuni (17%). Valori 2010. Versamento di indennità per tutti i periodi di disoccupazione (ipotesi prudenziale) con valore delle indennità pari all’70% del guadagno assicurato. Per giovani che hanno concluso un periodo di apprendistato, valore delle indennità pari all’80%, guadagno assicurato di: 52 127 chf/giorno 2. BENEFICI a. Entrate fiscali e contributi sociali Probabilità di trovare lavoro una volta conclusa la formazione Banca dati TREE (Transitions from Education to Employment) dell’Università di Basilea Tassi di occupazione Sezione del Lavoro Età di pensionamento Speranza di vita 65,56% Tasso di occupazione di ragazzi con certificato di apprendistato nei primi 4 anni successivi il diploma. Rielaborazione propria.20 Valori per uomini suddivisi per classi di età, Ticino, 2010. 15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni 30-39 anni 40-49 anni 50-59 anni oltre 60 anni 96,40% 90,70% 94,10% 96,00% 95,30% 96,15% 94,90% Valore per uomini 65 anni Ufficio federale di statistica 79,2 anni Valore per uomini Salario d'ingresso al mondo del lavoro Banca dati TREE (Transitions from Education to Employment) dell’Università di Basilea Salario lordo percepito dai ragazzi nei primi 4 anni di lavoro successivi il diploma. Valore centrale. 1° anno di inserimento nel mercato del lavoro 2° anno di inserimento nel mercato del lavoro 3° anno di inserimento nel mercato del lavoro 4° anno di inserimento nel mercato del lavoro. Rielaborazione propria.21 Salario Ufficio federale di statistica, “Salario mensile lordo, 2008, Ticino, settore privato e settore pubblico insieme” 39.042 chf/anno 42.268 chf/anno 46.358 chf/anno 48.493 chf/anno 5.401 chf/mese Valore riferito alla formazione di apprendistato (CFC), senza funzione di quadro, genere maschile. Valore centrale. 20 Per l’analisi in questione sono stati selezionati i ragazzi che hanno ottenuto un certificato di apprendistato nel 2003 o nel 2004 (N=1.659) e sono stati seguiti per gli anni seguenti di cui sono disponibili i dati (fino al 2007). Non riscontrando differenze significate tra gli anni analizzati, si utilizza un unico valore medio. Poiché i casi in Ticino sono pochi, il valore è riferito a ragazzi appartenenti a tutte le 3 aree linguistiche (pur consapevoli che il dato sovrastima la realtà ticinese). 21 Anche per questa statistica, per ragioni di rappresentatività sono stati utilizzati dati di tutta la Svizzera, tuttavia si sono standardizzati i diversi salari ai livelli del Ticino. 53 Contributi sociali Previdenza professionale Imposte sulle persone fisiche Ufficio federale delle assicurazioni sociali “Aliquote di contribuzione delle assicurazioni sociali 2012" - AVS - AI - IPG - AD - AINF professionale (valore medio) - AINF non professionale (valore medio). Non sono considerati gli assegni per figli e le indennità giornaliera di malattia. 8,40% 1,40% 0,50% 2,20% 0.83% 1.48% Contributi AVS/AI/IPG minimi (versati in caso di prestazioni assistenziali).22 475 chf/anno Verlag (2011), “Dossier Assicurazioni sociali 2012” Deduzione coordinata Contributi sul salario coordinato: - per rischio vecchiaia 25-34 anni - per rischio vecchiaia 35-44 anni - per rischio vecchiaia 45-54 anni - per rischio vecchiaia 55-65 anni - per rischio di decesso e invalidità (valore medio).23 7% 10% 15% 18% 4% Amministrazione federale delle contribuzioni “Calcolatore d’imposta 2010” Il sistema deduce: - i contributi sociali (AVS/AI/IPG/AD/AINP), - deduzioni per oneri assicurativi distinti per l’imposta federale/cantonale (valori massimi), - deduzioni per spese professionali distinti per l’imposta federale/cantonale (valori forfaitari). Si aggiungono i contributi della cassa pensione e gli alimenti ai figli minorenni. Ipotesi di persona sola senza figli, in Ticino, con moltiplicatore d'imposta mediano.24 22 24.360 chf 1.700/5.200 chf 2.000/2.500 chf Sono soggetti ai contributi del I pilastro il salario e le indennità giornaliere dell’assicurazione contro la disoccupazione. 23 La previdenza professionale è obbligatoria per salari superiori a 20.880 chf e con contratti di lavoro minimi di 3 mesi. Quando la persona riceve le indennità giornaliere contro l’assicurazione disoccupazione, la protezione in materia di previdenza professionale si estende unicamente ai rischi di invalidità e di decesso e per indennità di valore superiore a 78.80 chf. La deduzione coordinata sull’indennità giornaliera è di 91.95 chf e i contributi ammontano al 2.5% (versati a metà dall’assicurato e a metà del fondo di compensazione dell’assicurazione contro la disoccupazione). 24 Sono esenti da imposte le prestazioni assistenziali e le prestazioni complementari. Limitatamente all’imposta cantonale le rendite AVS (di vecchiaia e per superstiti) hanno diritto ad una deduzione che varia 54 Moltiplicatore d'imposta Valore mediano di tutti i comuni in Ticino, 2010 95,00% Aliquota IVA Verlag (2011), “Dossier Assicurazioni sociali 2012” 4,77% Media tra le aliquote vigenti (8%, 3,8% e 2,5%). Valori 2011. Calcolata sul maggior reddito disponibile dei partecipanti b. Risparmi in spesa sociale Partecipazione al premio assicurazione malattia Istituto delle assicurazioni sociali. Riduzione massima del premio, pari al 73.5% dei premi medi di riferimento. Ipotesi di persona sola. Valori 2012. - sussidio a persone 19-25 anni - sussidio a persone da 26 anni. 3.249 chf/anno 3.565 chf/anno Spesa ripartita tra Cantone (65%) e Comuni (35%). Valori 2010.25 Prestazione assistenziale Banca dati GIPS (Gestione Informatizzata delle Prestazioni Sociali) 1.850 chf/mese Valore medio dei pagamenti avvenuti nel 2010, relativi a tutte le unità di riferimento, con e senza reddito, prestazioni ordinarie e speciali (forfait di mantenimento, spese d’alloggio, spese mediche, contributi obbligatori minimi, altre prestazioni specifiche).26 Elaborazione DSS/DASF. Ufficio sostegno sociale e inserimento Spesa ripartita tra Cantone (80%) e Comuni (20%). Valori 2010. Anticipo alimenti figli minorenni Ufficio sostegno sociale e inserimento 500 chf/mese Relativo ai partecipanti che hanno l’obbligo di mantenimento di figli. Valore versato per massimo 60 mesi. Ipotesi. Spesa a carico del Cantone (100%). Rendita di vecchiaia OFAS (2011), “Statistique des assurances sociale suisses 2011” 1.160 chf/mese Ipotesi di rendita di vecchiaia intera minima. Valore 2011. da 1000 a 8000 chf, in funzione del reddito. Sono imponibili per l’intero importo le pensioni di II pilastro e le indennità giornaliere versate dall’assicurazione contro la disoccupazione. Nel 2011, il valore minimo del reddito imponibile è fissato a 16.900 chf/anno (per l’imposta federale) e a 11.800 chf/anno (per quella cantonale). 25 Visto che è stato soppresso il fattore di riduzione, non c’è un risparmio per i sussidi federali, i quali sono funzione della popolazione residente e del numero di assicurati e non della spesa effettiva (cfr. art. 66 Lamal). 26 Includendo la spesa per persone con reddito, il valore sottostima quello effettivo. 55 Prestazioni complementari alla rendita di vecchiaia Verlag (2011), “Dossier Assicurazioni sociali 2012” Ipotesi di persona sola. Sostanza nulla. Valori 2011. Le uscite sono: - fabbisogno vitale - pigione lorda (valore massimo) - premio assicurazione malattia forfaitario (per persone oltre 25 anni). Tra le entrate è considerata la rendita di vecchiaia. 19.050 chf/anno 13.200 chf/anno 4.992 chf/anno Istituto delle assicurazioni sociali Tasso di attualizzazione Spesa ripartita tra Confederazione (52%), Cantone (31%) e Comuni (17%). Valori 2010. Si ipotizza che il tasso in questione includa le correzioni per l’inflazione. 56 5% 8 Bibliografia Disagio, disoccupazione, consumi e tossicomanie dei giovani Carrasco E. (2008), “Grande précarité et jeunesse. Analyse et proposition d’un projet de réinsertion sociale et professionnelle au Tessin”, Mémoire de diplôme de l’IDHEAP. Mainardi Crohas G., Crescentini A., Donati M. (2008) (a cura di), “Giovani in Ticino: approfondimento di situazioni e percorsi potenzialmente problematici”, in www4.ti.ch/fileadmin/DSS/DASF/Cosa_facciamo/Giovani_in_rottura-rapporto_ASP_gennaio_2009.pdf. Marazzi C., Greppi S., Soldini E. (2007), Nuovi bisogni. Nuovo welfare. Analisi dell’evoluzione delle prestazioni sociali in Canton Ticino, Manno: Supsi. Muji D. 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