Documento integrale - Filtea-Cgil Federazione Italiana Lavoratori
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Documento integrale - Filtea-Cgil Federazione Italiana Lavoratori
Il sistema delle imprese dominanti nell’economia moda Comportamento strategico, risultati economico-finanziari e relazioni industriali dei principali gruppi del settore Anno 2001 Clemente Tartaglione Indice Introduzione 1. Un primo approccio alla fascia alta del mercato moda; dimensione e risultati economico-finanziari 1.1 Comportamento negli ultimi dieci anni delle medio gradi imprese del settore tessileabbigliamento utilizzando il campione Mediobanca 2. La contrattazione di secondo livello dalle piccole alle grandi imprese attraverso l’archivio Filtea 2.1 Copertura contrattuale nel sistema moda; le differenze per area geografica, settore, dimensione d’impresa 2.2 Risultati di flessibilità, frequenza degli obiettivi e corresponsione del premio 3. L’interpretazione del modello post fordista per i grandi gruppi della moda, nuove strategie per un mercato globale. Architettura produttivo/commerciale e risultati economico/finanziari dei 37 gruppi osservati 3.1 Il vantaggio del sistema moda nell’ambito del paradigma post fordista razionalizzazione dei collegamenti dalla fornitura alla distribuzione strutturale dell’impresa attraverso una rete stabile nazionale 3.2 Integrazione e 3.3 Globalizzazione 3.4 Vantaggi fattoriali di una localizzazione 3.5 Management della rete attraverso le nuove tecnologie di attraversamento 3.6 Posizionamento internazionale e assetto manifatturiero attraverso alcune statistiche sui bilanci dei gruppi 3.7 L’accesso diretto al consumo 3.8 Il profilo multi brand per una più efficace diversificazione in ambito moda 3.9 La strategia al consumo nel bilancio delle imprese; i costi per servizi commerciali, la gestione dei marchi e le acquisizioni 3.10 L’identikit economico finanziaria dei gruppi 4. Relazioni Industriali e comportamento contrattuale nelle imprese dei gruppi moda 4.1 Dimensione manifatturiera, articolazione geografica e livello di tesseramento Filtea Contrattazione di secondo livello, copertura e prassi negoziale 4.2 4.3 Relazioni industriali extra nazionali, l’opportunità del Comitato Aziendale Europeo Allegato 1. Dati economico-finanziari di 37 gruppi moda al 1999 Allegato 2. Società manifatturiere nazionali che fanno riferimento ai gruppi indagati; il dato di settore, occupazione, tesseramento Filtea, e presenza di contrattazione aziendale 2 Introduzione Nel corso di questi ultimi anni, l’esigenza dell’adeguamento ad un nuovo ambiente economico, che vede nella globalizzazione dei mercati e nella tecnologia dell’informazione i suoi elementi di novità, sembrerebbe aver prodotto nell’industria della moda asimmetrie strategiche che profilano una razionalizzazione e gerarchizzazione del sistema moda. L’allargamento del mercato dei consumatori e concorrenti, ha fatto crescere in modo esponenziale il costo per un posizionamento competitivo dominante nell’economia della moda. In altre parole, controllo della filiera fino al consumo e presenza non marginale sui segmenti di mercato selezionati, rappresentano una opportunità strategica ad alta redditività che però si restringe ad un numero sempre più scelto di imprese, destinando il resto del sistema ad una funzione limitata al servizio di produzione. La tecnologia dell’informazione, diversamente da quanto si era prospettato nel passato, costituisce in modo sempre più chiaro un opportunità di allungarsi fino al consumo solo per chi dispone anche del canale tradizionale. Rimane invece limitato ad una funzione “business to business”, ossia di ottimizzazione dei tempi di attraversamento della filiera, per gran parte di quel sistema di piccole imprese che tradizionalmente erano specializzate sulla produzione. In questo scenario, lo storico modello territoriale di piccole imprese integrate lungo l’intera filiera, che si collega e in parte viene trainata da Imprese Dominanti, dovrebbe venir rafforzato dal tipo di risposta che si delinea in recepimento della globalizzazione. Questo modello di outsourcing integrato di fatto corrisponde all’organizzazione produttiva post fordista, oggi punto di riferimento per cogliere e massimizzare le opportunità della rete globale. E’ indubbio che il superamento delle produzioni di massa, e la conseguente esigenza di adeguarsi ai più complessi e mutevoli fabbisogni del mercato, rendono maggiormente efficace un’articolazione produttiva dove si ridimensionano le singole unità che compongono la filiera, collegandosi strutturalmente attraverso l’uso della tecnologia dell’informazione. Si prospetta quindi per gli attori moda un approfondimento delle posizioni, e questo attraverso un vero e proprio dualismo strategico. In questo senso, lo spartiacque potrebbe essere tra: - chi per tradizione o volontà strategica si trova nella fascia alta del mercato e investe per rafforzarsi fino al consumo e strutturarsi in un outsourcing sempre 3 più qualificato sia nel prodotto che nei tempi di attraversamento della filiera (quasi sempre medio grande impresa con un’estesa articolazione produttiva e una natura sempre più multinazionale); - e chi è invece tradizionalmente collocato sul servizio di produzione, ed oggi sceglie o è costretto per la dimensione, scarsa propensione all’internazionalizzazione e cultura gestionale limitata alla sola produzione, a concentrasi e qualificarsi su questo servizio. Per concludere, e volendo sinteticamente esporre le ragioni di questo lavoro, bisogna considerare che nel processo di evoluzione organizzativa del settore, quelle che abbiamo definito imprese dominanti sembrano rafforzarsi in un ruolo di indirizzo per l’intera economia moda. E’ ragionevole quindi che ad un operatore del settore possa essere di particolare utilità avere uno strumento che abbia fatto uno sforzo di razionalizzazione delle informazioni su almeno un pezzo significativo di queste realtà industriali. Per questo, almeno nelle intenzione, la scelta è quella di una rassegna sui grandi gruppi, il cui obiettivo primario è quello di far conoscere strategia, organizzazione, dimensioni, risultati economico finanziari e livello delle relazioni industriali di ognuno dei 37 gruppi selezionati. E solo in un secondo momento, offrire una opportunità di benchmarking, che come si dovrebbe intuire percorrendo il testo, pur se in qualche modo indirizzata, non viene costretta a comparazioni predefinite. Va precisato, prima di procedere nella lettura, che questo rapporto per la raccolta dei bilanci – completi di stato patrimoniale, conte economico e nota integrativa – si è avvalso della fonte Cerved, questo a garantito un’ampi disponibilità di dati ma con un ritardo di qualche mese rispetto alla data ufficiale di pubblicazione del bilancio (maggio – giungo dell’anno successivo a quello di riferimento). Inoltre, per opportunità di diffusione si è deciso di posticiparne la presentazione alla data del Congresso Filtea CGIL. Entrambe le ragioni spiegano un riferimento all’anno 1999, un ritardo che naturalmente non coglie le più recenti variazioni economico/finanziarie dei gruppi e alcuni passaggi di acquisizioni e dismissioni, ma che non dovrebbe compromettere la riflessione sul settore, e in modo particolare sulla struttura e strategie dei 37 gruppi su cui si è deciso di lavorare. 4 1. Un primo approccio alla fascia alta del mercato moda; dimensione e risultati economico-finanziari Con il progredire della riqualificazione e riorganizzazione dell’industria tessile si delinea in modo sempre più chiaro e corposo un segmento elevato dell’economia moda. Questa realtà non corrisponde all’accezione classica di tassonomia per fascia di prodotto, ma si coglie nel ruolo che svolge nella filiera e nella sua dinamicità strategica nel rispondere adeguatamente alle mutevoli esigenze che prendono forma sul mercato. Non per selezionare questa parte del settore, ma per individuare un segmento che senz’altro ne comprende una parte significativa, possiamo usare la variabile dimensionale. Con questa scelta, anche se non perfettamente corrispondente, si raccoglie la prevalenza di quelle che sono le imprese dominanti del Made in Italy. Tabella 1. COMPOSIZIONE PER CLASSE DI ADDETTI DELL’ECONOMIA MODA (TA - PCC) INDUSTRA E ARTIGIANATO Imprese Indipendenti Dipendenti TOTALE FINO A 99 100 e oltre 100 – 199 200 – 249 250 – 499 500 – 999 1.000 e più Valore assoluto in UNITA’ 105.840 160.544 766.476 105.000 159.620 572.408 840 924 194.068 542 615 71.794 90 95 19.644 158 164 53.191 37 37 24.749 13 13 24.690 TOTALE FINO A 99 100 e oltre 100 -- 199 200 -- 249 250 -- 499 500 -- 999 1.000 e più Valore assoluto in UNITA’ 42.426 533.627 41.502 339.559 924 194.068 615 71.794 95 19.644 164 53.191 37 24.749 13 24.690 Addetti Imprese Indipendenti Dipendenti Addetti Quota % 927.020 732.028 194.992 72.409 19.739 53.355 24.786 24.703 100 99,21 0,79 .. .. .. .. .. 100 99,42 0,58 0,38 0,06 0,1 0,02 0,01 100 74,68 25,32 9,37 2,56 6,94 3,23 3,22 100 78,97 21,03 7,81 2,13 5,76 2,67 2,66 Quota % 100 100 97,82 63,63 2,18 36,37 1,45 13,45 0,22 3,68 0,39 9,97 0,09 4,64 0,03 4,63 100 66,15 33,85 12,57 3,43 9,26 4,3 4,29 SOLO INDUSTRA 29.200 28.360 840 542 90 158 37 13 576.053 381.061 194.992 72.409 19.739 53.355 24.786 24.703 100 97,12 2,88 .. .. .. .. .. Fonte: elaborazioni Filtea su dati Censimento Intermedio ISTAT Anzitutto, accettata questa semplificazione e prendendo le imprese che hanno almeno 100 addetti, possiamo quantificare il gruppo selezionato in meno di 1000 imprese e quasi 200mila occupati (Censimento Intermedio ISTAT). In termini percentuali, se si guarda solo l’industria, si tratta di poco meno del 3% delle imprese e un terzo degli addetti; il risultato scende sotto l’1% per le imprese e intorno al 20% degli addetti, quando si considera tutta l’economia moda (Tabella 1). 5 Sempre attraverso l’ ISTAT (le imprese italiane con 100 addetti e oltre) possiamo aggiungere un’altra informazione per il dimensionamento di questo pezzo di economia moda: nel 1997, ultima data disponibile, poco meno di 800 imprese con 185mila occupati sono state capaci di 60mila miliardi di fatturato (47mila TA e 12mila PCC). 1.1 Comportamento negli ultimi dieci anni delle medio gradi imprese del settore tessile-abbigliamento attraverso il campione Mediobanca Con i dati Mediobanca, il cui campione moda di imprese medio grandi raggiunge circa 20mila miliardi di fatturato e 56mila occupati, possiamo tentare - attraverso la serie storica 1990-1999 dei prospetti aggregati di conto economico e stato patrimoniale un’interpretazione qualitativa di questa parte selezionata di imprenditoria. Nel corso di un decennio, nell’alternarsi di situazioni congiunturali diverse, il pezzo di economia moda rappresentato dalle medio grandi imprese è stato capace di migliorare il suo fatturato del 32% (Tabella 2.). La componente della domanda più dinamica è stata quella estera, in 10 anni è quasi raddoppiata e oggi rappresenta poco meno del 50% del fatturato TA. Sempre interpretando gli indicatori di sviluppo si nota una strutturale ricomposizione del mix di fattori produttivi a favore del capitale, con le immobilizzazioni non finanziarie che crescono costantemente, mentre il lavoro si ridimensiona (-22% nel periodo 1990-1999). Oltre ad uno sbilanciamento verso il capitale, con la crescita costante delle partecipazioni, sembra potersi affermare una scelta di frazionamento produttivo attraverso un outsourcing controllato. Tabella 2. SVILUPPO Ricavi (Var.%) di cui all'export (Var.%) Quota export sul totale Ricavi Immobilizzazioni (Var.%) Partecipazioni (Var.%) Attivo circolante (Var.%) Totale dipendenti (in unità) 1990 .. .. 33,1 .. .. .. .. 1991 0,8 3,2 33,8 1992 2,9 6,9 35,2 1993 0,5 14,1 39,9 1994 9,8 15,3 41,9 1995 13,9 23,9 45,6 1996 -1 -0,2 46 1997 4,2 8,4 47,8 1998 -0,1 -2,1 46,9 1999 -1,7 0 47,7 11% 21,2 4,5 -1,8 4% 6,2 0,7 -3,7 3% 9,7 2,1 -5,8 4% 7,3 7,7 -4,4 7% 5,8 8,3 0,5 5% 7,4 -4,2 -3,2 4% 2,7 6,1 -0,9 7% 10,2 0,5 -2,6 3% 0,3 0,1 -2,8 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Internazionalizzazione, organizzazione reticolare e aumento degli investimenti in capitale fisso, in un contesto ambientale che in 10 anni ha percorso tutte le fasi di un ciclo economico, sono stati elementi importanti per la tenuta dell’equilibrio economico operativo di queste imprese (Tabella 3.). La redditività operativa delle vendite, ad 6 entrambi i livelli, prima MOL/ricavi e dopo MON/ricavi, ha subito un’oscillazione massima di un punto percentuale. Tabella 3. REDDITIVITÀ MOL/Ricavi MON/Ricavi Risultato corrente/Ricavi Risultato d'esercizio ante imposte/Ricavi Risultato d'esercizio/patrimonio netto (ROE) 1990 11,5 8,1 5,4 2,4 7,6 1991 11 7,4 4,1 1,7 4,7 1992 11 7,5 2,4 -0,3 -0,9 1993 12,1 8,3 2,7 -1,3 -3,5 1994 12,2 8,9 5 1,5 4,4 1995 12,4 9,2 6,1 2,3 7 1996 10,3 7 5,5 1,3 3,8 1997 10,7 7,7 5,8 2,6 7,9 1998 10,6 7,6 6,2 1,4 4,1 1999 10,8 7,7 7,3 3,5 10,2 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Studiando sempre la redditività, questa volta percorrendo tutti i livelli di attività, emerge che la gestione finanziaria è quella che maggiormente ha influenzato la dinamica reddituale di queste imprese (Tabella 4.). Il risultato corrente, che include fino ai margini finanziari, diversamente dalla redditività operativa delle vendite (Mon/Ricavi), registra a partire dal 1993 un trend di crescita il cui massimo è proprio quello del 1999 con un 7,3%. Quindi, nel mix strategico che viene delineandosi per approssimazione successiva attraverso la lettura dei bilanci, va aggiunto, ad internazionalizzazione, organizzazione reticolare e aumento degli investimenti in capitale fisso, un impegno ad una maggior efficienza finanziaria. Tabella 4. CONTRIBUZIONE AL REDDITO DELLE DIVERSE GESTIONI MON +/- Gestione finanziaria +/- Gestione Straordinaria = risultato prima delle imposte 1990 194 -64 -29 100 1991 227 -102 -25 100 1992 727 -493 -134 100 1993 1575 -1067 -408 100 1994 246 -108 -38 100 1995 200 -67 -32 100 1996 190 -41 -49 100 1997 152 -37 -16 100 1998 190 -34 -56 100 1999 120 -7 -13 100 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Anche attraverso una lettura dell’utilizzo dei fattori produttivi si rafforzano le interpretazioni di strategia che sopra sono state elencate. Tra i principali costi, lavoro e interessi hanno stabilmente ridimensionato la loro incidenza per unità di venduto. In 10 anni il lavoro è passato da un peso strutturale del 18-19% del primo quadriennio, ad un risultato, a partire dal 1996, poco superiore al 15% (Tabella 5.). Per gli interessi e oneri finanziari c’è stata una stabile dinamica di contenimento. Nel periodo indagato si registra un sostanziale dimezzamento del peso di questo costo, passando da un punto di massimo del 5,5% del 1992 ad un minimo del 2% nel 1999. La dinamica crescente del costo dei servizi e una perdita di valore aggiunto per unità di ricavo, sono invece possibili espressioni di una scelta strutturale di outsourcing. 7 I servizi rappresentano oggi quasi un terzo del fatturato, mentre il valore aggiunto, sempre sulle vendite, è sceso a poco più di un quarto. Tabella 5. INCIDENZA DEI COSTI SUI RICAVI Costo materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Costo servizi Costo lavoro Ammortamenti Interesse e oneri finanziari Valore aggiunto/ricavi 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 -44,4 -43,9 -41 -41,4 -42,6 -44,5 -46,5 -45,5 -45,5 -44,3 -27,5 -18,1 -3,5 -4,4 29,7 -27,8 -19 -3,5 -4,8 29,9 -31,7 -18,6 -3,5 -5,5 29,6 -30,7 -18,2 -3,8 -5,3 30,3 -30,5 -16,8 -3,4 -3,9 29 -29,1 -15,7 -3,2 -3,9 28,1 -28,9 -16 -3,3 -3,9 26,3 -29,8 -15,7 -3,1 -2,8 26,4 -30,6 -15,3 -3 -2,5 25,9 -31,7 -15,6 -3,1 -2 26,5 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Se si legge la struttura e dinamica del capitale investito, si ha la sensazione che l’outsourcing non abbia smaterializzato l’organizzazione produttiva (Tabella 6.). Anzi, quello che era un rapporto squilibrato verso la parte corrente, oggi, con il trascorrere degli anni si è invertito e le immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie) rappresentano il 52% dell’attivo (46% nel 1991). Tabella 6. CAPITALE INVESTITO, STRUTTURA ED EFFICIENZA NELL'UTILIZZO Attivo Attivo corrente/Attivo di cui: rimanenze/attivo clienti/attivo disponibilità/attivo Immobilizzazioni/Attivo di cui finanziarie/attivo materiali/attivo immateriali/attivo 1990 100 54,2 18,1 24,8 6,3 45,8 11,3 32,1 2,5 1991 100 51,7 16,8 23,8 5,8 48,3 13,5 32,7 2,1 1992 100 50,5 16,1 24,4 5,2 49,5 14,2 33,4 1,9 1993 100 49,9 14,6 24,5 5,6 50,1 14,9 33,6 1,6 1994 100 50,7 16 25,1 5,5 49,3 14,7 33 1,6 1995 100 50,7 16,7 24,5 5,5 49,3 15,3 32,9 1,2 1996 100 48,8 15,8 24,7 4,6 51,2 15,3 34,8 1,1 1997 100 49,3 16,1 24,8 5,3 50,7 15 34,5 1,1 1998 100 48,4 16 23,6 5,1 51,6 14,2 35,5 1,9 1999 100 47,9 15,7 23,5 4,8 52,1 14,1 36 2 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Infine, questa scelta organizzativa, che sembrerebbe mantenere ed investire solo su alcune fasi del ciclo, delocalizzando fasi di non specializzazione o di minor redditività, ha prodotto un forte ridimensionamento occupazionale ed una crescita importante della produttività (Tabella 7.). Dal 1991 al 1999 il miglioramento in termini di ricavi e di valore aggiunti per ore lavorate è stato rispettivamente del 73% e del 54%. Tabella 7. PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO Ricavi per ora lavorata (Var.%) Valore aggiunto per ora lavorata (Var.%) 1991 3,3 4,3 1992 8,4 7,3 1993 10,5 13 1994 6 1,6 1995 16,9 13,2 1996 1,8 -4,8 1997 5,6 6,1 1998 5,7 3,7 1999 -0,6 1,5 99/91 73,2 54,4 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA Passando alla struttura finanziaria, alla luce dei risultati che questa gestione ha avuto sul conto economico, è indubbiamente interessante studiarne le eventuali novità 8 per cogliere quanto del miglioramento sia attribuibile anche a scelte di riorganizzazione finanziaria e non solo al macroeconomico ridimensionamento del costo del denaro. In questo senso, attraverso i primi tre indicatori, quelli che misurano la situazione rispetto alla ciclicità temporale fonti-impieghi, si coglie un maggior coordinamento, anche se non ottimale, tra le leve finanziarie e la tipologia di investimento (Tabella 8.). L’indice di liquidità, dato dal rapporto tra attivo corrente meno rimanenza e passivo corrente, è migliorato, ma non ha raggiunto una situazione ideale che dovrebbe corrispondere a 100. Il patrimonio netto, invece, nonostante le oscillazioni si mantiene stabilmente al di sopra del valore delle immobilizzazione, offrendo una solida garanzia di copertura di quegli investimenti che non possono essere smobilizzati. Infine, per quanto riguarda il mix di leve per la copertura dell’attività, si nota una presenza stabile dei debiti commerciali (così detta fonte non onerosa), e un ridimensionamento delle fonti finanziarie (quelle il cui pagamento è rappresentato dagli interessi passivi) a favore del patrimonio netto (che invece viene remunerato attraverso il dividendo). Tabella 8. LA GESTIONE FINANZIARIA 1990 Situazione finanziaria per compatibilità temporale Attivo corrente/passivo corrente 135 Attivo corrente - rimanenze/passivo corrente 89,8 Immobilizzazioni/Patrimonio netto 109,9 Giorni credito clienti 116 Giorni credito fornitori 100 Composizione fonti per tipologia Totale attivo netto 100 Patrimonio netto 32,6 Debiti finanziari 34,2 Debiti commerciali 19,3 Altre passività 13,9 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 134 90,4 116,8 121 107 129,1 87,8 116,5 124 113 132,2 93,5 118,1 129 114 137,9 94,3 116,7 127 114 133,5 89,4 118,3 118 103 134,6 91,2 111,3 120 105 136,8 92,3 116 121 106 136 91 114,1 118 102 140,4 94,4 117,2 121 108 100 33 34,1 18,6 14,3 100 31,9 35,1 19,9 13,1 100 30,7 36,5 19,2 13,6 100 32,7 33,3 21,5 12,6 100 33 34,3 20,5 12,2 100 35 32,4 20,5 12,1 100 34,2 32,6 21,3 11,9 100 34 34,2 20,3 11,6 100 35,1 31,2 20,7 13 Fonte: elaborazioni Filtea su dati MEDIOBANCA 9 2. La contrattazione di secondo livello dalle piccole alle grandi imprese Nel Sistema Moda, con l'introduzione formale del secondo livello contrattuale (protocollo del 23 luglio 1993), sono stati contati poco meno di 1200 accordi. Il data base della Filtea al gennaio 1999 aveva archiviato 1125 accordi aziendali (di cui 143 rinnovi) e 11 interaziendali (di cui 3 rinnovi). Complessivamente la contrattazione di secondo livello ha coinvolto più di 1700 imprese per un totale di quasi 150mila dipendenti, di cui oltre 17mila provengono dagli accordi interaziendali. 2.1 Copertura contrattuale nel sistema moda; le differenze per area geografica, settore, dimensione d’impresa In una ripartizione dell’archivio per dimensione, che per le nostre esigenze rappresenta una utile tassonomia per intercettare il diverso comportamento della fascia alta del Sistema Moda, si contano 459 accordi di imprese con più di 100 dipendenti di cui 193 per quelle con più di 200 (Tabella 9.). Tabella 9. ACCORDI E DIPENDENTI PER DIMENSIONE D'IMPRESA* Totale dipendenti Classe 1-49 dipendenti 50-99 100-199 200-499 500 e più Accordi interaziendali dipendenti N.D. Numero accordi Di cui: rinnovi Incidenza % 1139 317 310 266 151 42 11 42 25 28 44 35 10 3 100% 28% 27% 23% 13% 4% 1% 4% Numero dipendenti accordi incidenza % 145500 9119 19484 30683 34918 34127 17169 100% 6% 13% 21% 24% 23% 12% * Alcuni accordi sono ripetuti in più di una classe perché riguardano più imprese di dimensioni diverse Fonte: elaborazioni Filtea Con queste intese sono stati ottenuti dei buoni risultati di copertura, soprattutto se comparati a quanto prodotto nelle classi minori. Circoscrivendo l'analisi alla sola contrattazione aziendale, la copertura passa, con una progressione costante dalle classi minori a quelle più elevate, dal 4% per le imprese sotto i 49 dipendenti al 57% per quelle con più di 500 dipendenti. Includendo per le imprese sotto i 49 dipendenti anche gli accordi interaziendali, il differenziale si stringe, anche se le performance rimangono ancora significativamente distanti (Tabella 10.). 10 Tabella 10. RISULTATI DI COPERTURA CONTRATTUALE PER DIMENSIONE DI IMPRESA ESCLUSI GLI ACCORDI INCLUSI GLI ACCORDI INTERAZIENDALI INTERAZIENDALI (3) B B1 A= Dipendenti Industria = dipendenti = dipendenti B/A B1/A SISTEMA MODA (1) accordi (2) accordi Totale dipendenti Classe 1-49 dip. 50-99 100-199 200-499 500 e più 512398 227669 94627 69010 71653 49439 116276 8688 18473 28824 31950 28341 23% 4% 20% 42% 45% 57% 133445 25857 18473 28824 31950 28341 26% 11% 20% 42% 45% 57% (1) Per SISTEMA MODA si intendono i settori: tessile, abbigliamento, maglie e calze, prodotti in pelle e cuoio e calzature di fonte censimento intermedio ISTAT (2) Sono compresi anche i dipendenti degli accordi senza codifica di settore (3) I dipendenti degli accordi interaziendali sono tutti attribuiti alla classe 1-49 Quella dimensionale, anche se con intensità diversa, è sicuramente una variabile che ha influenzato il comportamento in tutte le aree geografiche; si ripete infatti ovunque una maggior disponibilità contrattuale al passaggio verso le classi maggiori. Per macro area, in una stabile progressione di copertura al crescere della dimensione, il differenziale massimo è quello di 57 punti tra le classi estreme nel Nord est, seguito dal Nord ovest con 47 punti, Centro 42 e Sud 15 (Tabella 11.). Tabella 11. COPERTURA CONTRATTUALE PER AREA GEOGRAFICA E CLASSE DIMENSIONALE D'IMPRESA Dipendenti accordi / totale dipendenti Sistema Moda (in percentuale) 1- 49 + accordi Totale classi 1-49 50-99 100-199 200 e oltre interaziendali NORD OVEST 36% 7% 12% 36% 54% 52% NORD EST 35% 4% 26% 11% 40% 61% CENTRO 16% 3% 9% 12% 29% 45% SUD 4% 0% 0% 2% 15% 11% ITALIA 26% 4% 11% 20% 42% 50% Piemonte 45% 11% 11% 39% 67% 58% Lombardia 33% 7% 12% 36% 48% 49% Veneto 36% 2% 19 % 7% 40 % 69 % Emilia Romagna 39% 6% 40% 26% 45% 43% Toscana 18% 3% 14% 18% 48% 24% Marche 7% 1% 1% 5% 4% 41% Fonte: elaborazioni Filtea Anche ripetendo l’esercizio a livello settoriale, le medio grandi imprese evidenziano di nuovo risultati significativamente diversi dalle piccole. Nel tessile, dove ci sono 713 accordi e circa 74mila dipendenti, pari al 41% della presenza occupazionale, il dato di copertura supera il 60% quando si guardano le imprese con più di 100 dipendenti (Tabella 12.). Questa associazione dimensione-copertura è ampiamente confermata dai risultati degli altri settori moda. L’industria dell’abbigliamento, quella della maglieria e delle calzature, pur registrando più generali difficoltà di contrattazione, evidenziano comunque una maggior propensione ad accedervi a partire dalle classi medio grandi. Si accorciano 11 le distanze solo quando si accede per le piccole imprese all’interaziendale. Per questa via, nel settore calzaturiero sono state quasi cancellate le differenze per classi. Tabella 12. RIPARTIZIONE ACCORDI E DIPENDENTI PER CLASSE DI ADDETTI E COPERTURA CONTRATTUALE Numero Dipendenti Quota % sul Dipendenti Quota % sul Dipendenti accordi/ Dip. acc. comprensivi degli Classe di addetti accordi accordi totale dip.accordi settore totale dip.settore dipendenti settore interaziendali/ dip.sett. TESSILE 1--99 421 19328 26 95541 53 20% 20% 100-199 178 19930 27 28966 16 69% 69% 200 e più 92 34594 47 55912 31 62% 62% Totale 691 73852 100 180423 100 41% 41% ABBIGLIAMENTO 1--99 79 3449 13 115426 67 3% 6% 100-199 37 4234 16 18485 11 23% 23% 200 e più 47 15812 59 37185 22 43% 43% Totale 164 26883 100 171096 100 14% 16% MAGLIERIA 1--99 42 1934 22 35229 66 5% 8% 100-199 10 1433 16 7449 14 19% 19% 200 e più 18 4545 52 10875 20 42% 42% Totale 71 8694 100 53553 100 15% 16% CALZATURE 1--99 34 1634 8 65500 71 2,50% 22% 100-199 16 2036 10 12739 14 16% 16% 200 e più 12 4146 20 14927 16 28% 28% Totale 71 20815 100 93166 100 8% 22% Fonte: elaborazioni Filtea 2.2 Risultati di flessibilità, frequenza degli obiettivi e corresponsione del premio1 Con l'accordo del 23 luglio 1993, si dà avvio alla nuova contrattazione aziendale. Si istituiscono formalmente due livelli contrattuali e se ne definiscono le aree di competenza: quello nazionale deve difendere il potere di acquisto, ossia, tutelare il valore reale delle retribuzioni; quello aziendale e interaziendale deve invece trattare la ridistribuzione dei risultati di obiettivi contrattati tra le parti. In altre parole, si assegna alla contrattazione di secondo livello il compito di definire le modalità di erogazioni finanziarie aggiuntive al trattamento economico previsto dal CCNL. Sempre secondo l'intesa del 23 luglio, la quota-salario contrattata in aziendale, "deve essere strettamente legata ai risultati ottenuti nella realizzazione di programmi concordati tra le parti, aventi come obiettivo incrementi di produttività, di qualità ed altri elementi di competitività di cui le imprese dispongono, nonché ai risultati legati all'andamento economico dell'impresa". 1 Per approfondire la parte economica della contrattazione di secondo livello sono stati analizzati 782 accordi attraverso 74 voci di indagine 12 Il protocollo del 1993, quindi, indirizza la prassi della microconcertazione aziendale e locale verso modelli di PROFIT SHARING (ridistribuzione degli utili di bilancio) e GAIN SHARING (ridistribuzione degli aumenti di produttività o qualità). Questa volontà di rafforzare la relazione tra retribuzione aziendale e risultati dell'impresa non ha mancato di avere effetti sulla strategia contrattuale nell'industria della Moda ed in modo particolare in quelle medio grandi. Nell’ultimo quinquennio il 73% degli accordi prevede, almeno formalmente, un collegamento della retribuzione ad obiettivi variabili e il 63% non introduce alcuna forma di rigidità retributiva (Tabella 13.). Nei casi in cui si introduce la variabilità del risultato, un’ulteriore conferma di un approccio coerente con lo spirito del 23 luglio viene dalla contenuta presenza di accordi che introducono una quota garantita di premio variabile (3%). Rimane comunque significativa, pari ad un quarto del campione, la presenza di accordi che si esauriscono nella negoziazione di un premio fisso, senza introdurre in nessun modo una correlazione a risultati. Altro elemento interessante per comprendere il percorso negoziale nell’industria della moda è la bassa percentuale di “accordi misti” che combinano un premio fisso con uno variabile (11%); ciò sta ad indicare un forte dualismo contrattuale tra chi sceglie un'azione completamente flessibile e chi invece si colloca strategicamente all'estremo opposto. Sono pochi quindi i casi in cui il premio fisso funziona da garanzia di una soglia minima di retribuzione aziendale. Passando dall’analisi generale ad una ripartizione per classi di addetti si rintracciano importanti differenze per dimensione. Si tratta di approcci distinti che, pur se influenzati dalla composizione settoriale e configurazione culturale del territorio, non mancano di dipendere anche dal diverso peso specifico dell’impresa. Questa diversità strategica delle realtà medio grandi si profila: in una maggior volontà ad introdurre elementi di flessibilità, infatti, gli accordi che introducono un premio variabile diventano il 94% nelle imprese con più di 500 dipendenti, contenendo al 6% i casi di retribuzione aziendale fissa; e in una più diffusa garanzia di retribuzione attraverso l’inserimento anche di un premio fisso che tocca nella classe estrema il 30% degli accordi contro l’8% della classe minore. 13 Tabella 13. GRADO DI VARIABILITA’ DEL PREMIO AZIENDALE Totale classe di addetti accordi Accordi che introducono un premio (fisso o/e variabile) 100% Di cui: che introducono un premio variabile 73% che introducono un premio fisso (produzione, superminimo, terzo elemento, feriale) che introducono solo un premio fisso che introducono solo un premio variabile che combinano premio fisso e variabile 1-49 50-99 100-199 200-499 500 e oltre 100% 59% 100% 71% 100% 80% 100% 83% 100% 94% 37% 49% 30% 31% 42% 34% 27% 63% 11% 41% 51% 8% 29% 70% 2% 20% 69% 11% 17% 58% 25% 6% 66% 29% Fonte: elaborazioni Filtea Proseguendo nell’indagine comparata sui percorsi strategici per la definizione della retribuzione aziendale, una tassonomia utile è quella per numero di obiettivi e tipologia di obiettivi. Nel primo caso sono stati individuati accordi semplici e composti, ossia, separando gli accordi ad un indicatore da quelli che utilizzano contemporaneamente diversi indicatori. Nel secondo caso la divisione è rispetto alla tipologia di indicatori scelti, i quali per semplicità di indagine sono stati raggruppati in 7 categorie: presenza, redditività, efficienza, qualità, produttività, sviluppo, disponibilità alla flessibilità. Per quanto riguarda il numero di obiettivi, la metà degli accordi che introducono il premio variabile scelgono un modello composto (272 accordi su 545). Se si riparte il campione per classi dimensionali si vede che solo nel 32% di accordi delle piccole imprese si usano più indicatori, la percentuale sale già a partire dalla classe successiva con il 40%, fino a giungere ad una incidenza intorno al 60% nelle medie e 70% nelle grandi imprese. Anche in questo si conferma un approccio differenziato, con una contrattazione più attenta alla realtà aziendale a partire dalle classi maggiori. La formula a più variabili è infatti una scelta che offre maggiori opportunità di collegamento del premio alla complessa struttura aziendale. Inoltre, la varietà degli obiettivi contribuisce sicuramente a rafforzare la flessibilità della retribuzione rispetto alla reale dinamica dell’impresa. Passando alla ripartizione degli accordi per obiettivo, il campione evidenzia un largo utilizzo: della presenza, con 353 accordi su 545 che usano un premio variabile; della produttività (187 su 545); e della qualità (177 accordi). Meno esteso invece è l'uso dell'obiettivo di sviluppo (14% degli accordi), redditività (12%) ed efficienza (7%). Interessante, infine, nonostante l’impiego solo in 21 accordi, è l'introduzione di un premio (non indennità) per la disponibilità alla flessibilità, mobilità e straordinario. Studiando sempre la frequenza degli obiettivi, questa volta però separando gli accordi per dimensione d’impresa, il differenziale più importante si registra nell’uso degli indicatori di redditività, produttività e qualità (Tabella 14). 14 Su 117 accordi di imprese con meno di 49 dipendenti, solo in 9 è presente un obiettivo di redditività; la percentuale sale nelle classi successive, fino ad arrivare a 10 su 33 delle grandi imprese. Per quanto riguarda la qualità, la percentuale passa dal 20% delle piccole al 40 delle medio grandi. Differenze altrettanto importanti, anche se con una progressione più regolare al crescere delle dimensioni, si registrano per la produttività, passando dal 25% nella classe 1-49 fino ad arrivare al 48% nella classe 500 e più dipendenti. Infine, la presenza, che insieme alla produttività e qualità, rappresenta il riferimento più utilizzato per la costruzione del premio variabile, fa registrare differenze importanti nei criteri con cui viene usato negli accordi e non nella frequenza. Nonostante l’intensità di utilizzo dell’indicatore si attesti intorno al 60% per tutte le classi, se si studia l’obiettivo presenza rispetto al modo con cui viene trattato negli accordi, si nota che fino a 99 dipendenti, il 40% delle imprese lo utilizza come unico obiettivo, mentre nella classe successiva si passa al 24%, per poi scendere in modo progressivo a 16% e 12% per le ultime due classi. Individuati i punti di differenziazione, non è difficile percorrere i numeri e cogliere fattori di aggregazione per l'intero settore. Elementi comuni di organizzazione, di ambiente esterno e di cultura, generano un minimo comune denominatore tra accordi fatti in imprese diverse per settore, area geografica e dimensione. Il sempre limitato uso della redditività, a favore della presenza, produttività e qualità, in parte può essere ricondotto ad una politica della contrattazione che predilige obiettivi di più diretto collegamento alla prestazione del lavoro e quindi con una forte capacità incentivante. Sempre a favore dei tre indicatori non può essere sottovalutata: la ancora estesa presenza di un processo produttivo labour intensive, e quindi, la maggior dipendenza dei risultati aziendali dal lavoro in termini di assiduità e prestazioni; la sempre forte e crescente correlazione tra livello qualitativo del prodotto e del servizio al cliente e il successo competitivo dell’impresa. Altro motivo di preferenza può essere rintracciato nella caratteristica delle fonti su cui si costruisce la variabilità del premio. L'obiettivo, una volta scelto, deve potersi misurare in modo oggettivo e non prestarsi ad interpretazioni; il bilancio, che è la fonte naturale per misurare la redditività, è uno strumento che ancora non offre queste garanzie. Oggi, dei 545 accordi che introducono il premio variabile, solo il 16% prevede la costituzione di una commissione paritetica per la sua gestione e solo il 40% esplicita la calendarizzazione di incontri per informazioni preventive e consuntive sull'impresa in relazione al premio. 15 Tabella 14. CLASSIFICAZIONE DEGLI ACCORDI PER TIPOLOGIA DI OBIETTIVI E FREQUENZA PER DIMENSIONE D’IMPRESA Classi di addetti Totale accordi 1-49 50-99 100-199 200-499 500 e + Totale Accordi che prevedono un premio variabile PRESENZA2 che salvaguardano i diritti QUALITÀ PRODOTTO E SERVIZIO AL CLIENTE 3 PRODUTTIVITÀ4 SVILUPPO5 REDDITIVITÀ (Ros, Roi, Mon, Mol, Utile)6 EFFICIENZA 7 costo del lavoro/produzione o fatturato utilizzo impianto altri DISPONILIBILITÀ A FLESSIBILITÀ, STRAORDINARI E MOBILITÀ COTTIMO ALTRI 100% 65% 43% 32% 34% 14% 12% 7% 2% 4% 2% 4% 5% 2% 100% 60% 43% 20% 25% 17% 8% 3% 0% 1% 2% 6% 5% 2% 100% 63% 40% 27% 34% 16% 9% 3% 0% 2% 1% 4% 6% 2% 100% 66% 44% 42% 38% 12% 12% 9% 2% 4% 3% 3% 3% 1% 100% 62% 39% 41% 39% 17% 15% 6% 3% 2% 1% 5% 6% 4% 33 26 17 14 16 0 10 4 2 0 2 0 2 2 Fonte: elaborazioni Filtea Indicatori di Presenza (o assenza) Possono essere individuali o collettive, utilizzati come un parametro per la determinazione del premio, oppure, come fattore di ponderazione del premio maturato rispetto ad un altro parametro. Inoltre ci sono accordi che usano tutte le ore di assenza e quelli che invece escludono le “Assenze Giustificabili” come: permessi sindacali, gravidanza, infortunio sul lavoro, ferie, ecc. 2 Indicatori di Qualità del prodotto e del servizio Vengono usati per misura il differenziale tra uno standard di qualità e il risultato effettivo di prodotto o/e servizio. Quelli più utilizzati sono: • Resi e Bonifici a fronte di contestazioni del cliente; • scarti e rilavorazioni di prodotto (in quantità o valore) rispetto alla produzione; • Ore di rilavorazione/ore produzione 3 4 Indicatori di Produttività Misurano il rendimento del lavoro in termini di risultati aziendali, o specularmente, la quantità di lavoro necessario per ottenere un’unità di produzione. Quelli più utilizzati sono: • quelli che mettono in relazione un risultato economico con il numero degli addetti, esaltando per questa via le implicazioni di mercato. Solitamente si utilizzano al numeratore fatturato, produzione realizzata, valore aggiunto. L’utilizzo del valore aggiunto, rispetto al fatturato o produzione realizzata, riduce l’effetto delle variazioni nell’organizzazione della produzione sul risultato di produttività. Inoltre, la produzione realizzata, rispetto a quella venduta, dà un risultato più esatto della produttività del lavoro; • quelli che mettono in relazione una quantità fisica e gli addetti; • quelli che misurano la produttività in termini di tempi di produzione, attraverso un rapporto tra una quantità e le ore lavorate; 5 Indicatori di Sviluppo Servono per misurare la variazione nel tempo delle più significative variabili economiche, finanziarie e patrimoniali espresse da un bilancio. Quelli più utilizzati negli accordi sono la variazione percentuale del fatturato o della produzione realizzata. 6 Indicatori di Redditività L’obiettivo è quello di misurare la capacità di un’impresa di produrre reddito. Quelli utilizzati nella contrattazione sono: • il rapporto reddito operativo o MOL o MON /Ricavi (ROS - redditività delle vendite) misura quanto reddito viene prodotto dalla gestione operativa per ogni lira di fatturato, quindi, è un indicatore fondamentale per cogliere la capacità intrinseca di produrre ricchezza a prescindere dal contributo che possa dare ogni altro evento economico estraneo all'attività caratteristica; Il MOL (margine operativo lordo) si ricava come differenza tra il valore aggiunto (maggior valore che l'impresa, con la sua attività, aggiunge ai materiali e servizi esterni immessi nel processo) e il costo del lavoro; per arrivare al MON (margine operativo netto) deve essere sottratto anche il costo della struttura (ammortamenti) • il rapporto utile netto/ricavi misura il tasso di profitto delle vendite, ossia, il guadagno per ogni lira di vendita. Il tasso di profitto delle vendite rispetto al ROS esprime la redditività dell’impresa coinvolgendo anche risultati extra-operativi come la gestione finanziaria e quella straordinaria; • variazione % dei margini economici del bilancio (margine operativo lordo, netto, risultato operato, utile), misurano tutti la ricchezza prodotta in un’azienda, con la differenza, però, che vengono coinvolti progressivamente sempre più fattori di costo i quali modificano in modo sostanziale il significato del risultato. 7 Indicatori di Efficienza Aziendale Per efficienza aziendale si intende la capacità di produrre utilizzando al meglio i fattori produttivi, ossia, contenendo il più possibile i costi di produzione Nella nostra analisi, dove si è scelta una accezione restrittiva, sono riconducibili all’aggregato: gli indicatori che misurano l’incidenza di alcuni costi sulla produzione e sul fatturato; e gli indicatori che misurano il grado di sfruttamento degli impianti. Per quanto riguarda i primi, consentono di tenere sotto controllo i costi più importanti all'interno del ciclo aziendale (alcuni di questi danno significative informazioni anche sul tipo di organizzazione produttiva di una società). Il più usato è il Costo del lavoro/fatturato; questo misura l’incidenza del costo lavoro per ogni lira di vendita, non dà solo un’informazione di efficienza ma anche di struttura, fotografando il grado di integrazione verticale e l'intensità relativa del fattore lavoro nel processo produttivo. Per quanto riguarda l’utilizzo degli impianti quasi sempre si mettono in relazione le ore di effettivo utilizzo con le ore di potenziale utilizzo, oppure, la produzione effettiva con la produzione a programma. 16 Il percorso contrattuale, naturalmente per i lavoratori che ne hanno beneficiato, ha garantito un premio medio annuo di 539mila lire lorde, ossia, il 2,1% della retribuzione corrisposta ad un lavoratore dell’industria della Moda. Il premio medio sale a 594mila lire quando si contano anche le imprese dell’occhialeria (Tabella 15). Articolando l’analisi per settore, territorio e dimensione, pur potendo rintracciare l’apporto di ognuno di questi fattori, è indubbio che il premio è largamente influenzato da tutto ciò che può essere ricondotto alla dimensione dell’impresa. Se si prendono i risultati della contrattazione aziendale e interaziendale nelle imprese con meno di 50 dipendenti, si ottiene un premio variabile medio annuo di 335mila lire lorde. Con il solo passaggio alla classe successiva (50-99 addetti) si assiste ad una crescita del premio di 300mila lire. Nonostante il forte rallentamento, la dinamica positiva rimane ad ogni passaggio di classe, fino ad arrivare al risultato di 692mila lire delle grandi imprese. Complessivamente, tra le classi estreme si registra un differenziale di circa 350mila lire, ossia, un incremento per più del 100% del premio corrisposto nelle piccole imprese. Tabella 15. PREMIO CONTRATTAZIONE DI 2° LIV. PER DIMENSIONE DI IMPRESA Classe addetti Dipendenti campione (unità) Premio variabile corrisposto (in lire) gen-49 18628* 335.429 50-99 7253 635.146 100-199 15856 668.097 200-499 19796 674.100 500 e più 23229 692.863 * Il campione fa riferimento agli accordi aziendali e interaziendali8 Fonte: elaborazioni Filtea 8 L’analisi sui risultati retributivi è stata costruita prendendo un campione degli accordi registrati dal nostro data base. Le imprese disponibili sono state aggregate per dimensione e i premi variabili sono elaborati ponderando i risultati aziendali con il numero di addetti coinvolti. 17 3. L’interpretazione del modello post fordista per i grandi gruppi della moda, nuove strategie per un mercato globale. Architettura produttivo/commerciale e risultati economico/finanziari dei 37 gruppi osservati Con questo capitolo, incrociando letteratura e risultati di 37 gruppi della moda, si farà un tentativo di descrivere sinteticamente quanto c’è di nuovo nell’imprenditoria leader sia in termini di approccio al mercato che di organizzazione produttiva, per ottimizzare le opportunità di reddito della globalizzazione. Per i gruppi, la base informativa è il bilancio consolidato, questo perché la dimensione sistemica rende scarsamente significativo il dato per singola impresa; un controllo azionario quasi totale, una concentrazione prevalente sul core business, una forte interazione di filiera indeboliscono l’informazione economico-finanziaria che proviene dalle singole società. In effetti, proseguendo con questo approccio sistemico, si potrebbe pensare che il dimensionamento ottimale per una ancor più corretta analisi dovrebbe includere quella complessa rete che indipendentemente dalle relazioni azionarie fa servizio di produzione quasi esclusivo per le imprese del gruppo. Gran parte di questi consolidati societari dispongono di un’organizzazione di outsourcing satellite il cui profilo gestionale corrisponde più a quello di un’unità produttiva che a quello di un’impresa. Molti di questi così detti terzisti -quasi sempre micro imprese - istaurano un rapporto sinergico ed esclusivo con il gruppo di riferimento, dal quale attingono oltre alla commessa, tecnologie organizzative e di produzione, assistenza e garanzie finanziarie, rendendo per questa via assolutamente marginale l’autonomia gestionale dell’imprenditore. I Gruppi come già detto sono 37 (il numero sale a 39 per il capitolo 4), il criterio per la selezione è stato un mix tra fattori dimensionali (fatturato e occupati) e di dinamicità strategica. Per la seconda macro variabile di classificazione, che indubbiamente contiene forti elementi di soggettività, è stata privilegiata l’esperienza internazionale, la leadership di prodotto e brand, il valore industriale nella sua complessa articolazione territoriale. Le realtà su cui abbiamo lavorato hanno diversissime dimensioni di fatturato e occupazione. Il giro di affari varia dai quasi 4000 miliardi del gruppo Benetton, attivo nel segmento dei prodotti Casual e Sport, per poi scendere fino a poco meno di 200 miliardi 18 del gruppo Corneliani che invece opera nel mercato dell’Abbigliamento prèt à porter maschile (Tabella 1 di Appendice 1 e tabella 16). In termini occupazionali, senza fare distinzione di provenienza geografica, il ventaglio è altrettanto ampio. Il dato minimo riguarda Burani con 522 occupati diretti (settore abbigliamento e accessori prèt à porter Donna), mentre quello massimo spetta a Marzotto con quasi 10.000 addetti, la cui attività si estende dal Tessile all’Abbigliamento, passando da prodotti casual a quelli Fashion. Tabella 16. I PRIMI PER FATTURATO E OCCUPAZIONE - 1999 Occupati in miliardi Ricavi BENETTON 3837 LUXOTTICA LUXOTTICA 3628 MARZOTTO MARZOTTO 2.723 Gft NET (consolidato) AGGREGATO Valentino (consolidato) MODA HDP Fila (consolidato) 1238 151 1756 23291 9625 9099(4) GUCCI AGGREGATO MODA HDP GUCCI 2285 (1) BENETTON PRADA 2034 (2) Gft NET 4088 Valentino 346 Fila 2920 6585 PRADA 6428 MAX MARA 1702 MIROGLIO 5752 ARMANI 1680 SAFILO 4544 MIROGLIO 1386 ZEGNA 4414 SARA LEE 994 DE RIGO 3635 976 INGHIRAMI / CANTONI 3526 ZUCCHI 3458 MAX MARA 2933 ZEGNA FERRAGAMO VERSACE 800 (3) 782 717 IT HOLDING ARMANI 1. Il fatturato Gucci 2000 con il consolidamento delle acquisizioni sale a 4515mld. 2. Per Prada sempre nel 2000 il fatturato raggiunge i 3200 mld. 3.Una crescita particolarmente sostenuta è anche quella di Ferragamo che dovrebbe superare i 1200mld. 4. Prima delle acquisizioni Ysl, Sanofi e Sergio Rossi erano occupati 2979. 2830 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Come già intuibile, con questi 37 gruppi si copre l’intera articolazione settoriale che fa riferimento alla moda (Tabella 2 Appendice 1). A questo proposito, e declinando i gruppi rispetto alle attività prevalenti, si ottengono primi ed importanti elementi di differenziazione strategica: 9 quattro gruppi sono specializzati nel segmento Casual - Benetton, Stefanel, Fashion Box, Diesel - tra questi si nota Benetton che attraverso la sub holding Olimpias è cresciuto in modo significativo nel segmento a monte della filiera; 9 sei gruppi – Marzotto/Zucchi, Mantero, Inghirami, Zegna, Miroglio - provengono dal tessile e oggi operano sull’intero ciclo produttivo fino al vestiario, tra questi il gruppo Marzotto attraverso Zucchi copre anche la biancheria casa; 19 9 sono invece otto realtà, quelle che si collocano nel tessile, anche se alcuni hanno iniziato una prima sperimentazione nell’ambito dell’abbigliamento: Sitip, Niggeler&Kupfer, Klopman, Olcese, LineaPiù, Legler, Loro Piana, Ratti; 9 quelli che provengono dalla pelletteria/calzature e si sono diversificati nell’ambito dell’abbigliamento sono 4:Della Valle, Ferragamo, Prada, Gucci; 9 si concentrano invece sull’abbigliamento e in modo particolare su quello prèt à porter, 6 gruppi: Max Mara; Armani, Ittierre, Versace, Burani, Corneliani; 9 appartengono al segmento dell’intimo con abbigliamento e/o calzetteria: La Perla, CSP, Gilfin, Sara Lee, tra questi La Perla si differenzia per una crescente attenzione all’abbigliamento esterno; 9 con una composizione di prodotto variegata, ci sono: Fin.Part con una scelta di prodotto bilanciato tra abbigliamento (prèt à porter e casual) e biancheria; e l’Aggregato Moda HDP che spazia dal prèt à porter con Valentino e GFT Net, fino allo Sport con Fila (Abbigliamento – Calzature) 9 anche se esclusi dall’inquadramento statistico Moda, per affinità di mercato sono stati inseriti 3 importanti gruppi dell’occhialeria: De Rigo, Safilo, Luxottica. Naturalmente, trattandosi di un lavoro “in progress” con questa selezione non si è ancora realizzata una rappresentazione compiuta dell’aggregato moda selezionato da questa ricerca. In modo particolare, il settore tessile è rimasto scoperto per almeno tredici importanti società: Radici (indagato solo per la parte che fa riferimento alle relazioni industriali), Mario Borselli, Tollegno, Manifattura di Legnano, Fratelli Monti, Coats Cucirini, Canepa, Carvico, Centenari e Zinelli, Limonta, Botto Poala, Luigi Botto, Grignasco Group; Colombo. Rilevante è anche la mancanza nei settori abbigliamento, calzature e pelletteria: Canali (anche questo presente solo nei capitoli dedicati alle relazioni industriali), Aeffe, Multimoda network, Bvm, Trussardi, Dolce & Gabbana, Brioni Roman Style, Forall Confezioni, Vestimenta (oggi in società con Armani attrvaverso Borgo 21), Plastimoda, Nottington Italia (Geox); Paciotti, Magli, Rossetti, Pancaldi, Valleverde, Melluso. Manca Marcolin per il segmento dell’occhialeria; e infine, quasi interamente escluso, ad eccezione di Fila e controllate Benetton, il settore sportivo dove i principali raggruppamenti industriali sono: Invicta; Lotto, Tecnica. Pur con queste assenze, il cui superamento consentirebbe una rappresentazione più puntuale della leadership industriale del Made in Italy, quanto sin qui selezionato 20 rende possibile (attraverso il monitoraggio dei 37 gruppi) una soddisfacente rassegna su strategie e profilo economico finanziario di un importante pezzo di industria Moda che noi abbiamo definito DOMINANTE. 3.1 Il vantaggio del sistema moda nell’ambito del paradigma post fordista Un punto utile da cui far partire la nostra indagine è la favorevole collocazione del modello produttivo moda rispetto al paradigma post fordista. Una condizione da ricondurre: ad un’organizzazione del sistema che non ha mai pienamente assunto l’economia di massa; e ad un riconosciuto vantaggio di specializzazione che più di prima può diventare un’opportunità competitiva. L’esperienza produttiva della rete (che si articola lungo l’intero ciclo dall’ acquisizione dell’input fino alla vendita del prodotto), una particolare importanza della qualità personalizzazione ed immagine rispetto ad un prodotto standard e in grande massa, nonché, una attenzione alla domanda extra nazionale, sono tutti argomenti propri del posfordista ma anche particolarmente diffusi nella cultura industriale del settore. A ciò va aggiunto che in questa fase di superamento del fordismo dove sono disponibili tecnologie che abbattono il costo dell’informazione, si profila in modo sempre più chiaro il riconoscimento dei vantaggi competitivi strutturali di un territorio e/o dell’impresa. Questo significa che la nostra tradizione industriale sui settori moda, la riconosciuta leadership di importanti imprese del settore, se utilizzate in modo efficace, rappresentano una straordinaria possibilità per perfezionare il posizionamento competitivo. Ciò detto, non manca l’esigenza di importanti adeguamenti organizzativi. L’economia globale e quindi una nuova geografia dal lato della domanda e dell’offerta, hanno reso indispensabile importanti implementazioni strategiche per garantire almeno una tenuta competitiva. 3.2 Integrazione e razionalizzazione dei collegamenti dalla fornitura alla distribuzione Un primo punto di approfondimento e/o ridefinizione strategica si rintraccia nel diverso modo con cui oggi si approccia alla rete. La scelta dominante sembrerebbe essere 21 quella di una implementazione sistemica dalla produzione fino al consumo, accompagnata da un consolidamento verticale, ossia, da un’estensione del controllo su tutti i componenti della rete. In altre parole, almeno per quel che emerge dalla lettura della strategia dei grandi gruppi, ci si dirige verso una maggior complessità della rete per numero di attività in outsourcing e per geografia della fornitura, in un rapporto che supera la logica del semplice acquisto o vendita e assume invece un impegno relazionale strutturato. In questo processo di riorganizzazione, la casa madre assume in sè sempre meno funzioni manifatturiere a favore di quelle immateriali di sviluppo, coordinamento e controllo, lasciando in outsourcing controllato l’intero servizio di produzione. Attraverso questa implementazione strategica prende sempre più forma e valore l’aggregazione di gruppo rispetto alla singola impresa; più precisamente, recuperano centralità la dimensione (questa volta in un’accezione di sistema e non di impresa) ed i conseguenti benefici di un’economia di scala (anche qui con una novità che vede sbilanciarsi l’attenzione sempre più sulle funzioni di servizio rispetto alla produzione). Dunque, l’estensione e razionalizzazione della filiera che assicura un maggior controllo di ogni fase del ciclo del prodotto, compresa la distribuzione al consumo, è la risposta più diffusa tra le imprese dominanti: per abbattere i costi per unità di prodotto; ridurre il lead time, ossia, il tempo tra ordine e consegna; garantire lo standard qualitativo predefinito; intercettare i mutamenti al consumo; conquistare maggiori margini di redditività. 3.3 Globalizzazione strutturale dell’impresa attraverso una rete stabile In una declinazione sintetica delle principali novità, una variazione sostanziale, di notevole influenza sia sul piano economico che sociale, è la scelta di un’internazionalizzazione produttivo/commerciale che va a sostituire l’approccio più leggero dell’acquisizione da fornitori esterni e della semplice esportazione. L’obiettivo sembrerebbe essere quello di procedere verso una globalizzazione strutturale dell’impresa. 22 A questo nuovo approccio, sicuramente più oneroso, gli vengono attribuiti tre straordinari vantaggi: abbattimento dei tempi nella conquista di quote di mercato; rapidità nella risposta ai continui mutamenti al consumo; miglior acquisizione di knowhow produttivo e dotazioni fattoriali che esprimono i paesi di destinazione. In termini industriali, l'intenzione sembrerebbe essere quella di rafforzare la componente estera della filiera produttiva, e per questa via sviluppare e strutturare una componente manifatturiera più efficiente. L’obiettivo è infatti quello di una articolazione geografica delle funzioni rispetto ai benefici competitivi dei territori, e questo attraverso alternative forme di collegamento che pur non sostanziandosi sempre in un controllo azionario, garantiscono un più stabile rapporto di rete. Il modello produttivo che viene aggiornato è quello che vedeva prevalere una subfornitura più leggera e quasi sempre locale, dove l’impegno organizzativo e di investimento del committente a favore del subfornitore era limitato a soddisfare un’esigenza minima di affidabilità del servizio industriale. Diverso invece è il nuovo sub fornitore che sembra prendere forma negli ultimi anni; questa figura, sia nazionale che estera, viene concepita come elemento strutturale dell’organizzazione produttiva e per questo soggetto di importanti investimenti che ottimizzino la rispondenza temporale e qualitativa dell’intera rete. In ogni modo, la trasformazione in corso è quella di nuove forme di divisione del lavoro all'interno della singola impresa e tra imprese diverse. Quello che prima nella divisione fordista era un controllo interno oggi è invece un collegamento strutturato per linee esterne che però non si realizza solo attraverso acquisizioni da sub fornitura. La scelta del frazionamento coordinato viene spiegata dai progressi straordinari in termini di flessibilità e specializzazione, che sono funzioni indispensabili per rispondere alla crescente complessità dell’intero ambiente economico. Nonostante a partire da certe dimensioni si guardi con sempre maggior interesse al circuito proprietario, si ricorrere anche all'acquisto di semilavorati, componenti, servizi, conoscenze, e tecnologie da imprese non controllate. Ma anche nella situazione dove manca una gerarchia legale, il rapporto non diventa di puro mercato. Quindi, il collegamento, prima di tutto nei grandi gruppi, sia quando si materializza in controllo proprietario, che nei casi in cui rimane una rapporto di rete senza partecipazioni patrimoniali, tende sempre ad assumere formulazioni che garantiscono 23 una stabile condivisione di obiettivi e allo stesso tempo un livello di autonomia strategica che eviti il rischio di despecializzazione delle unità di business. 3.4 Vantaggi fattoriali di una localizzazione nazionale Con questa logica di localizzazione rispetto ai vantaggi ambientali, non solo progettazione, marketing, organizzazione e coordinamento della distribuzione rimango attività interne, ma anche pezzi di produzione che rispondono a ragioni di tempestività, dimensione dei lotti ed esclusività produttiva. Sembra invece diventare sempre meno importante per effetto di un processo di apprendimento il fattore qualità, dove si presume che in tempi brevi il gap tra nuovi insediamenti di delocalizzazione e quelli nazionali verrà annullato. Rimanendo sul tema della localizzazione nazionale, si può dire che il percorso in gran parte assimilato dalle imprese dominanti è quello della razionalizzazione nella filiera del rapporto tra funzione fisica e di mediazione con il mercato (Marshall L.Fisher in Results). Ciò sta a significare che questo pezzo di imprenditoria che ha superato le difficoltà di accesso agli ambienti economici extra nazionali (dispongono infatti di risorse finanziarie, umane sufficienti ad indagare nuove regioni, a scegliere e offrire assistenza tecnica e organizzativa per una buona gestione della subfornitura extra nazionale) è in una fase avanzata nella ricerca di quell’ equilibrio ottimale tra benefici fattoriali che offre una dislocazione in paesi così detti a basso costo del lavoro e costo opportunità per sfasamento con la domanda. In questo contesto, la larga e stabile presenza di sub-fornitori nazionali e una intensa attività di acquisizione di realtà manifatturiere nazionali da parte dei gruppi, dà una misura del valore competitivo di fattori no price ancora oggi patrimonio del sistema moda italiano. Si ripropone quindi un modello di organizzazione che come discusso anche nei documenti ufficiali è in parte diverso da quello assunto dalle altre realtà produttive, e questo non per un ritardo ma bensì per valutazioni e posizioni strategiche maggiormente sbilanciate su prodotti, sempre per usare la tassonomia di Marshall L.Fisher, innovativi rispetto a quelli funzionali. Questo sta a significare che si privilegiano prodotti con tempi di vita brevi e gradimento scarsamente prevedibile, il cui successo economico è principalmente funzione: dei tempi di risposta al mercato, e quindi della flessibilità e 24 rapidità con cui si ritorna al consumatore una volta intercettate le sue esigenze; del grado di corrispondenza tra il contenuto moda-qualità del prodotto e la volontà della domanda. 3.5 Management della rete attraverso le nuove tecnologie di attraversamento I passaggi organizzativi qui descritti, ossia, il superamento delle reti brevi locali o nazionali con reti lunghe transnazionali, assieme ad una maggior segmentazione di prodotto e di mercato (un tema di cui ci occuperemo nelle prossime pagine) richiede uno sforzo straordinario di innovazione nel sistema di collegamento. Il management della rete, attraverso tecnologie e organizzazione di attraversamento costituisce quindi un altro importante punto di innovazione strategica. I vantaggi competitivi di questa struttura articolata sono infatti funzione dalla possibilità di mantenere basso il lead time ossia il tempo tra ordine e consegna, risultato che si ottiene garantendo la rispondenza di ogni fornitore alle esigenze della filiera in termini di qualità del prodotto, ma anche di tempi nel trasferimento dell’informazione e della merce. Questo vincolo impegna le imprese in ingenti investimenti: nelle nuove tecnologiche di comunicazione; in sistemi logistici capaci di trasferimenti veloci anche nelle lunghe distanze e per piccoli lotti; in interventi organizzativi che consentano la standardizzazione di ogni pezzo della catena sui livelli di qualità prevista; e infine, nella costruzione di criteri relazionali tra le varie componenti della filiera che garantiscono la stabilità della rete. Come chiaramente si può evincere dai punti di sintesi qui sopra riportati, sembra prendere forma una gestione della logistica che per la sua efficienza investe in tecnologia ma anche in un processo di uniformità di obiettivi tra i diversi soggetti della rete. La costruzione di un organigramma strutturato di rete diventa quindi indispensabile non solo nella direzione della qualità ma anche per garantire maggior fluidità dei trasferimenti. 3.6 Posizionamento internazionale e assetto manifatturiero attraverso alcune statistiche sui bilanci dei gruppi Gli indicatori utilizzati per fare una prima verifica empirica sullo stato di attuazione del modello di internazionalizzazione produttivo/commerciale e sul conseguente assetto 25 manifatturiero sono sette (tabelle allegato 1): quota fatturato estero; presenza occupazionale extra nazionale; numero imprese estere che fanno capo ai gruppi; numero paesi di costituzione delle società; quota outsourcing produttivo; principali acquisizioni dal 1996; composizione occupazionale per qualifica. Ricavi all’estero Per quanto riguarda la ripartizione del fatturato per area geografica, per le realtà di cui disponiamo del dato, i risultati indicano una straordinaria propensione alla commercializzazione extra nazionale (Tabella 3 di Allegato 1 e tabella 17). Le punte, con quote con quote di vendite all’estero a partire dall’80%, sono attribuibili ai gruppi: • Diesel, GFT Net - Fila (dell’aggregato moda HDP) e Zegna, per le realtà a prevalente presenza di abbigliamento; • Ferragamo, Gucci, per quelle della pelletteria; • Klopman per il tessile; • Luxottica, De Rigo, Safilo per l’occhialeria. Un dato al di sotto della metà delle vendite lo fanno registrare: • tutti i gruppi dell’intimo; • Stefanel, l’aggregato Fin.Part e Inghirami nell’abbigliamento; • Sitip, Niggeler, Olcese e LineaPiù nel tessile. In ogni modo, pur con le variazioni indicate, delle 32 realtà disponibili, mostrano un forte sbilanciamento verso il mercato nazionale: Inghirami, Sitip e Niggeler. Tab.17 PRINCIPALI GRUPPI PER RICAVI ALL’ESTERO* - 19999 In percentuale Quota ricavi all’estero LUXOTTICA 93,9 DE RIGO 90,7 Klopman International spa 90 FERRAGAMO 87,6 Gft NET AGGREGATO Valentino MODA HDP Fila Holding GUCCI (1) 84,9 67,6 88,7 85 SAFILO 83,5 DIESEL 82,4 ZEGNA 81,3 MARZOTTO 77,5 PRADA 74,3 ARMANI 71,3 VERSACE 69,5 LEGLER 64,6 RATTI 64,5 IT HOLDING 64,2 BENETTON 63,7 FASHION BOX 61,1 * Manca il dato Max Mara che potrebbero modificare l’ordine (1) Il dato riguarda la composizione delle vendite dopo le acquisizioni realizzare alla fine del 1999 26 Quattro indicatori di globalizzazione strutturale Come già sottolineato, la via scelta per strutturarsi come impresa globale è anche quella dell’investimento diretto all’estero. Questa direzione strategica è evidente guardando: le imprese estere che fanno capo ad ogni gruppo; i diversi paesi di costituzione; l’intensificarsi dell’attività di acquisizione sull’estero; e la presenza occupazionale extra nazionale (Tabella 3 e 4 di Allegato 1 e tabella 18/19/20). Ragioni di strutturale presenza commerciale, di insediamento produttivo o più efficaci collegamenti con la fornitura manifatturiera estera, hanno arricchito l’organigramma societario extra nazionale. Dei 35 gruppi di cui disponiamo del dato, l’aggregato riconducibile al tessile oscilla da una dimensione multinazionale minima di un solo paese fino ad arrivare con Loro Piana a 6 paesi e 8 società. L’articolazione varia in modo più accentuato per l’intimo e calzetteria dove si passa da un minimo di 3 paesi ad un massimo con la Perla di 24 società in 15 paesi. Per gli altri gruppi, quelli maggiormente riconducibili all’abbigliamento, alla pelletteria e occhiali, il numero si arricchisce ulteriormente. Le realtà con una diffusione societaria sotto i cinque paesi sono Burani e Corneliani. Si sale a 5 gruppi nella fascia fino a 10 paesi (Ratti, Mantero, Inghirami, Fin.Part e Ittierre), per poi proseguire con una presenza multinazionale fino ad arrivare ai livelli di Luxottica 25, Benetton, Miroglio e Zegna con 21 paesi, Marzotto e Safilo 19, Prada 18, Stefanel e Gucci 17; Diesel, Fashion Box, Zucchi, Max Mara, aggregato moda HDP; Armani, Della Valle e De Rigo nella banda 10-15 paesi. Tab 18. PRINCIPALI GRUPPI PER PRESENZA SOCIETARIA ALL’ESTERO - 1999 Numero Paesi LUXOTTICA 25 BENETTON 21 MIROGLIO 21 ZEGNA 21 MARZOTTO 19 SAFILO 19 PRADA 18 GUCCI 17 STEFANAL 17 LA PERLA 15 Gft NET 15 AGGREGATO Valentino MODA HDP Fila Holding DIESEL 14 FERRAGAMO 13 MAX MARA 13 ARMANI 12 FASHION BOX 12 DE RIGO 12 5 14 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 27 Naturalmente, una più concreta misura della dimensione strutturale all’estero passa attraverso il dato occupazionale e quello delle acquisizioni. Il primo indicatore, quello dell’occupazione all’estero, per ora è disponibile sole per 17 raggruppamenti. In questi, la quota di forza lavoro collocata all’estero oscilla: da un minimo con Benetton al 18%; per poi salire al 30% di Valentino (aggregato moda HDP), la Perla, Zucchi; arrivare intorno al 40% in Miroglio, Marzotto, GFT Net (aggregato moda HDP), Safilo e CSP; diventare di poco superiore al 50% in Armani e Prada; e infine raggiungere un livello assolutamente dominante in Fila (con l’85% di lavoratori all’estero), Gucci (con il 85%), Luxottica (83,0%), Zegna (62,8%), Inghirami (59,1%). Tab.19 PRINCIPALI GRUPPI PER OCCUPATI ALL’ESTERO - 1999 In percentuale GUCCI (1) Quota occupati all’estero 85 LUXOTTICA 83 ZEGNA 62,8 INGHIRAMI / CANTONI 59,1 ARMANI 53,9 PRADA 50,3 Gft NET 45,7 AGGREGATO Valentino MODA HDP Fila Holding SAFILO 85,6 CSP 37,9 MARZOTTO 37,6 MIROGLIO 36,2 LA PERLA 32,1 27,2 40,1 ZUCCHI 29,3 BENETTON 18,3 (1) Il dato in tabella fa riferimento alla situazione dopo le acquisizioni (YSL, Sanifì, Sergio Rossi) Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Il dato sulle acquisizioni migliora ulteriormente l’informazione su un reale impegno di articolazione multinazionale attraverso investimenti diretti all’estero (Tabella 4 di Allegato 1 e tabella 20). A questo proposito, almeno quelle principali - grazie alla fonte Pambianco e informazioni giornalistiche - sono disponibili dal 1996 ad oggi (rimangono escluse importanti acquisizioni precedenti come ad esempio quella di Hugo Boss fatta da Marzotto). Il dato indica che dei 37 gruppi selezionati, 19 hanno fatto un significativo investimento di controllo di società estere. Come evidente dalla tabella 20, un strategia particolarmente ricca di acquisizioni si nota per Gucci, con interventi che hanno garantito il controllo di sette società estere, e Prada con 4 nuove imprese. Per entrambi i gruppi, l’investimento si caratterizza per una varietà settoriale e articolazione di marchi. 28 Tab.20. PRINCIPALI ACQUISIZIONI SULL'ESTERO DAL 1996 (estratto Tabella 4 Allegato 1) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 31 GRUPPO ACQUIRENTE Società acquisita Benetton Sociétè centrale pour l'industrie Csp International Industria Calze Le Bourget Vantios De Rigo Dolland&Aitchison General Optica EMA (TOD’S) Gruppo Eyemaxx Fashion Box Action Apparal Ferragamo Ungaro Golden Lady Kayser Roth Severin Montres Shiatos Taiwan YSL - Mendes - Sanofi Gucci Boucheron McQueen Bedat & Cie Balenciaga Joyce Hdp – Gft Net Joseph Abboud Linea Più Julien Macdonald Lenscrafter / Ray Ban Luxottica Sanglass Hut Michelsons Mantero Holliday & Brown Miroglio Slitex Helmut Lang Jil Sander Prada Church's Azzedine Alaia Radici Fibrex Savinesti Safilo Smith Sport Optics Stefanel Hallhuber Zucchi Bassetti Descamps (Dmc) Paese F F UK UK USA NL UK F USA CH TW F F UK CH F UK USA UK USA USA UK UK BU D D UK F ROM USA D F Settore Abbigliamento Calze Occhiali Distribuzione Distribuzione Calzature Abbigliamento Abbigliamento Calze Orologi Distribuzione Abbigliamento/Profumeria Gioielli-orologi Abbigliamento Orologi Abbigliamento/Profumeria Distribuzione Abbigliamento Abbigliamento Occhiali/Distribuzione Distribuzione Cravatte Cravatte Tessile Abbigliamento Abbigliamento Calzature Abbigliamento Tessile Occhiali Prod.distrib. Abbigliam. Casa Anno 1998 1999 1998 1998 2000 1999 2000 1997 1998 1997 1998 1999 2000 2000 2000 2001 1998 2000 2000 1999 2001 1997 1997 2000 1999 1999 1999 2000 2000 1996 2000 1997 Fonte: nostre elaborazioni su dati Pambianco, Sole24ore La componente manifatturiera dei gruppi attraverso un indicatore di intensità della qualifica operaia Per quanto riguarda l'effetto del nuovo indirizzo strategico sulla componente manifatturiera dei gruppi, la quota di occupati nella qualifica operai è sicuramente utile ad indicare la scelta rispetto alla forma di collegamento alla produzione. I percorsi possono essere: quello di un prevalente controllo attraverso l’investimento azionario; una combinazione tra collegamento patrimoniale e contrattuale; un uso esclusivo della formula contrattuale. A questo proposito, la presenza di operai è disponibile per 35 gruppi (Tabella 5 di Allegato 1 e tabella 21). Le punte più alte, che superano anche il 70% della forza occupata, 29 si registrano in tutte le realtà a prevalente specializzazione tessile e intimo, ad eccezione di Loro Piana e Sara Lee, che comunque superano il 60%. Quote altrettanto significative sono riscontrabili per Safilo, Inghirami, Corneliani, Zegna, Miroglio, Marzotto, Zucchi, GFT Net. Le uniche realtà che si collocano in una posizione diametralmente opposta, anche se sembrerebbero essere intenzionate ad un rafforzamento degli investimenti manifatturieri diretti, sono: Diesel, Max Mara, Versace, Gucci, Armani, Prada. Tab.21 PRINCIPALI GRUPPI PER PRESENZA DI OPERAI - 1999 GILFIN intermedi e operai Operai/totale occupati Golden Lady spa 670 84% Sisi spa 228 90% Omsa spa Klopman International spa 397 96% 550 89% NIGGELER & KUPFER 721 87% INGHIRAMI / CANTONI 2993 85% SITIP 1005 83% OLCESE 966 83% LEGLER 1323 79% CORNELIANI 604 78% SAFILO 3485 77% MARZOTTO 6721 70% LA PERLA 1572 70% CSP 824 68% ZEGNA 2859 65% LORO PIANA 798 65% ZUCCHI 2191 63% MIROGLIO 3467 60% SARA LEE 1531 60% Gft NET di HDP 2353 58% BENETTON 3457 52% RATTI Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 554 51% Un indicatore sintetico dell’outsourcing produttivo Sempre per approfondire l’informazione sull’assetto produttivo è stato elaborato un indicatore sintetico dell’outsourcing produttivo (Tabella 6 Allegato 1). Questo è inteso come quota di impegno economico del gruppo per pagare tutto quello che può essere ricondotto ad un servizio di produzione esterno nazionale ed estero. L’informazione più aggregata è quella che misura il peso sul valore della produzione della somma dei costi per servizi lavorazioni esterne e acquisti materie prime, semilavorati e prodotti finiti (indicatore che siamo riusciti a realizzare per 21 gruppi). Per avere una misura più preciso bisogna almeno escludere le materie prime, in questo caso l’indicazione è disponibile per 14 gruppi. 30 Partendo dall'indice più aggregato, il quale ovviamente è sovradimensionato per effetto delle materie prime e di una quota di semilavorati e prodotti finiti, si registra per le realtà a prevalente presenza di abbigliamento, come per l'intimo e calzetteria, quasi sempre un incidenza che si avvicina al 50%. Per i stessi settori, escludendo almeno le materie prime, una misura che comunque non cancella del tutto la sovrastima, il peso scende dai 10 ai 20 punti livellandosi intorno al 30%. Fanno eccezione, per i valori straordinariamente bassi, CSP e l'aggregato Gilfin dove si scende sotto il 10%. Quando si guarda l'occhialeria, la situazione è distinta tra De Rigo e Safilo. La quota di costi manifatturieri esterni, intesi come semilavorati più prodotti finiti e servizi lavorazioni esterni, rappresenta un quarto del valore della produzione per De Rigo mentre scende all'11% per Safilo. In sintesi, si può intuire (nonostante ancora non sia disponibile un dettaglio di informazioni che renderebbe più sicuro il risultato) che nelle attività dove non è prevalente la produzione tessile, il peso sul conto economico di una subfornitura non consolidata, il che può anche significare società di cui si possiedono quote azionarie non rilevanti, si attesta nella fascia tra il 20 e il 30% del valore della produzione realizzata. Il fatturato per addetto e le scelte organizzative Un altro indicatore che aiuta ad interpretare i diversi livelli di esternalizzazione è quello del fatturato per addetto (Allegato 1 - Tabella 12). Indice che sicuramente misura una produttività del lavoro da ricondurre prevalentemente a scelte organizzative più che ad efficienza operativa del fattore lavoro. La grandezza varia da quote per addetto superiore ai 500milioni, per poi regredire fino a valori minimi inferiori ai 200 milioni. Se si guardano solo le realtà consolidate, il dato di produttività si ridimensiona per i gruppi dell’occhialeria e quelli a più estesa presenza tessile. Un dato superiore ai 400 milioni per addetto, guardando i nomi dei gruppi corrispondenti, sono invece da imputare a due realtà di target diametralmente opposto. Quelli che provengono dal modello della maison o che comunque orbitano nell’ambito delle griffe del lusso (l’aggregato FinPart, Armani, Max Mara, Versace, Tod’s, Ferragamo, Ittierre, Valentino, Burani, Gucci, Prada) e chi, sempre in ambito esterno al tessile, opera su prodotti Casual (Benetton, Fila, Diesel, Fashion Box, Stefanel). Due realtà, tradizionalmente 31 organizzate in una subfornitura manifatturiera, che oggi con acquisizioni ed investimenti di estensione sulla produzione, indicano un chiaro processo di intensificazione della componente industriale. 3.7 L’accesso diretto al consumo Come già rilevato nell’introduzione di questo capitolo, un altro punto importante di revisione strategica, che riguarda quasi esclusivamente le realtà che hanno scelto indirizzi di specializzazione diversi dal tessile, è l’accesso diretto al consumo, il cui avvio lo si può attribuire all’imponente processo di concentrazione nella distribuzione, che ha messo a rischio l’attuale posizione dominante della produzione sull’intera filiera. La massiccia e razionale presenza di chi fa distribuzione è stata capace di condizionare i benefici che provengono dal brand del prodotto. Questo sbilanciamento extra manifatturiero spesso fa prevalere la volontà strategica di chi fa distribuzione rispetto a chi produce, creando un vero e proprio conflitto di attribuzione di valore aggiunto non solo sui margini al consumo ma anche sulla parte tradizionalmente riferibile al prodotto (qualità, contenuto moda, immagine del brand). Gran parte delle imprese dominanti, di fronte al rischio di vedersi espropriate dalla leadership di filiera hanno sperimentato un allungamento al consumo. Non c’è voluto molto per comprenderne le opportunità di reddito e per questa ragione, oggi viene concentra sull’area commerciale la parte principale degli impegni finanziari. In concreto, per un’impresa tradizionalmente presente sulla produzione, arrivare al consumo ha significato : 1. liberarsi dal controllo della grande distribuzione che tende a far propri i margini manifatturieri sottraendogli la gestione dei lotti, tipologia di prodotto, prezzi, tempi di risposta; 2. qualificare il marketing e comunicazione abbattendo il rischio di sfasamento tra le scelte dei consumatori e quelle dei produttori, con un effetto moltiplicatore sul valore del marchio; 3. far propri i margini che provenivano dal grossista fino al dettagliante. Su questo tema della distribuzione, nella rassegna dei gruppi selezionati, spiccano quelli dell’occhialeria; Un settore che nonostante il prodotto, oggi più di prima può essere inquadrato in una visione allargata dell’economia moda. L’integrazione diventa evidente guardando sia i marchi, quasi tutti di provenienza moda e acquisiti in licenza, che gli investimenti, dove sempre di più si vedono gruppi 32 della moda entrare nel capitale di imprese dell’occhialeria (solo per fare qualche esempio si pensi agli impegni nel settore di Prada, Ittierre, Versace). Ma tornando al nostro argomento, in questo settore la strategia su cui viene investita la parte più cospicua di risorse è quella dello sviluppo ed internazionalizzazione attraverso il controllo della distribuzione al consumo. Per essere più precisi, almeno per i gruppi selezionati, il core business rimane invariato e l’aggiornamento strategico viene fatto attraverso: l’integrazione con le firme della moda; la diversificazione nei vari segmenti dell’occhialeria (da vista, sport, sole); ed infine, il controllo delle principali catene di distribuzione specializzate sui prodotto del settore (sono esempi significativi le acquisizioni Luxottica con Lenscrafter e Sanglass Hut, e quelle De Rigo con Dolland&Aitchison e General Optica ………..). Le straordinarie opportunità tecnologiche non hanno scalfito il ruolo trainante della distribuzione fisica. Per questa ragione gli ingenti investimenti vengono concentrati: nell’apertura di negozi monomarca a gestione diretta e in franchising; apertura di shop in shop e corners in grandi spazi distributivi; acquisizione di aziende nazionali ed estere che contribuiscono a rafforzare e migliorare la rete distributiva. Il negozio elettronico su cui è riposta comunque una attenzione straordinaria, diversamente da quanto prospettato da molti analisti, viene trattato sempre e solo come opportunità di arricchimento delle forme di accesso al mercato. 3.8 Il profilo multi brand per una più efficace diversificazione in ambito moda Un ultimo punto di innovazione, in parte già attraversato dall’articolazione tematica sin qui sviluppata, è quello riferibile al prodotto/marchio/Mercato. La quasi totalità di queste imprese sceglie di collocarsi su prodotti innovativi rispetto a quelli funzionali; ossia, prodotti (come già specificato in altre parti del testo) il cui valore aggiunto fa leva prevalentemente su componenti no price. In questo ambito, il comportamento prevalente è quello della diversificazione, mantenendosi sempre in attività riconducibili alla moda. Nonostante questa volontà di arricchimento, salvo alcune realtà che provenendo dal tessile hanno fatto la scelta di spostare il baricentro su abbigliamento e accessori, si tende a preservare il business di origine ed utilizzarlo come epicentro da cui avviare la diversificazione. 33 Questo allargamento del business, al fine di evitare confusione di immagine, va oltre la sola varietà di prodotto, associandone sempre una griffe coerente. In altre parole, l’azione strategica ottimale si è rilevata un mix di investimenti che pur continuando a guardare al prodotto, nelle sue componenti moda e qualità, rivolge una particolare attenzione alla riconoscibilità. Un obiettivo che per larga parte dell’economia moda, ad eccezione del tessile, trova una sua sintesi nel brand. Ed è appunto nella differenziazione il motivo per cui, in una strategia di sviluppo, il marchio di origine - diversamente da quanto accaduto per molte esperienze del passato viene sfruttato nell’ambito di prodotti e mercato che non ingenerino confusione. Per crescere si tende ad abbandonare il business delle licenze e royalties, puntando invece al più oneroso investimento nell’acquistare e/o costruire nuovi marchi corrispondenti in modo più coerente ad altre nicchie di prodotti e consumatori. Nonostante le possibili economie di scala che si ottengono trasferendo il know-how strategico e le risorse materiali ed immateriali già investite, il doversi predisporre per ogni marchio al superamento delle licenze, all’ampliamento degli investimenti in comunicazione, e alla distribuzione diretta, significa inevitabilmente fare un salto di qualità negli investimenti fissi per unità di fatturato. 3.9 La strategia al consumo nel bilancio delle imprese; i costi per servizi commerciali, la gestione dei marchi e le acquisizioni Per comprendere meglio quanto qui introdotto, possiamo sinteticamente ricostruire i punti salienti della strategia al consumo dei gruppi che abbiamo analizzato. Incrociando i dati riportati nelle tabelle dell’allegato 1, si possono avere i riferimenti nominativi su questo percorso. Anzitutto, nella strategia della maggioranza di questi gruppi, nonostante si guardi ad una diversità di fattori - non ultimi quelli di natura manifatturiera – è chiaro che si indica nella variabile commerciale una leva di straordinaria importanza. A questo proposito, i soli costi per servizi commerciali (distribuzione, trasporto, provvigioni, pubblicità e promozione, royalties e affitti), senza quindi considerare la componente di occupazione e immobilizzazioni (materiali ed immateriali) che fanno sempre 34 riferimento all’area commerciale, sono diventati un fondamentale aggregato di costo (Tabella 7 di Appendice 1). Se si escludono le realtà tessili, il servizio commerciale va sempre oltre il 10% del valore della produzione; e 8 gruppi dei 23 dove è stato possibile misurarlo, registrano un incidenza che oscilla intorno al 20%. Il profilo multi brand, anche attraverso la gestione in licenza, coinvolge tutti i gruppi ad eccezione di quelli esclusivamente tessili. Scorrendo la tabella 8 dell’allegato 1 si nota che sono gestite da queste 37 realtà gran parte delle principali griffe moda oggi riconosciute in ambito commerciale. La pratica delle royalties, guardando di nuovo la tabella 8, continua a rappresentare una componente di fatturato significativa solo per Valentino, Armani, Versace. Quello che accomuna queste realtà è la provenienza dal modello imprenditoriale della maison dove la cessione in uso della griffe era il business principale. Altrettanto comune è però l’attuazione - in fase avanzata - di una strategia di trasformazione verso un modello di impresa industriale, scelta che indubbiamente ricondurrà l’incidenza sul fatturato dei proventi delle licenze a livelli significativamente più bassi. Attestano questa volontà strategica la scelta di Armani di investire nelle attività manifatturiere con Antinea, Intai, Simint e Confezioni di Matelica e l’ingresso di Valentino nell’aggregato industriale HDP. Il profilo multi business/brand, sempre nell’ambito dell’economia moda, passa anche attraverso acquisizioni (Tabella 4 di Allegato 1 e tabella 22). La funzione strategica di questo investimento oscilla: tra l’esigenza di un approfondimento manifatturiero verso attività di diversificazione o di recupero di precedenti affidamenti in sub fornitura; e il controllo di griffe che garantisco l’acceso a nuovi prodotti, fasce di mercato e aree di consumo. Solo per fare alcuni esempi, se si guarda la logica delle acquisizioni di Burani, Fin.Part, Ferragamo, Gucci, Ittierre, e Prada, il mix è stato: ampliamento della produzione controllata; diversificazione di prodotto/mercato principalmente attraverso l’incorporazione di nuove griffe; gestione diretta della distribuzione. 35 Tab.22. LE PRINCIPALI ACQUISIZIONI A PARTIRE DAL 1996 (ESTRATTO TABELLA 4 ALLEGATO 1) Anno Gruppo acquirente Società acquisita Paese Settore 1999 Dimensione Moda I Maglieria 1999 Mila Schoen I Abbigliamento 2000 Sedoc I Internet Burani 2000 Braccialini I Pelletteria 2000 Deimutti I Pelletteria 2001 Baldinini I Calzature 1997 Ferragamo Ungaro F Abbigliamento 1998 Pepper I Abbigliamento 1999 Frette I Casa Fin.Part 1999 Maska I Abbigliamento 2000 Cerruti I Abbigliamento 2000 Star (Stampa Tessuti Artificiali) I Tessile 1997 Severin Montres Ch Orologi 1998 Shiatos Taiwan Tw Distribuzione 1999 Sergio Rossi I Calzature 1999 YSL - Mendes - Sanofi F Abbigliamento/Profumeria 2000 Boucheron F Gioielli - orologi Gucci 2000 Zamasport I Abbigliamento 2000 McQueen UK Abbigliamento 2000 Bedat & Cie Ch Orologi 2001 Bottega Veneta I Pelletteria 2001 Balenciaga F Abbigliamento/Profumeria 1998 Dei Mattioli I Abbigliamento 1999 Allison I Occhiali IT Holding 1999 Malo I Maglieria 1999 Romeo Gigli I Abbigliamento 2000 Ferrè I Abbigliamento 1999 Manrico Holding I Abbigliamento 1999 Fendi I Abbigliamento 1999 Helmut Lang D Abbigliamento Prada 1999 Jil Sander D Abbigliamento 1999 Church's UK Calzature 2001 Gruppo Genny/Byblos I Abbigliamento Fonte: nostre elaborazioni su dati Pambianco, Sole24ore 3.10 L’identikit economico finanziaria dei gruppi Giunti a questo punto, l’idea che affiora dal percorso sin qui tracciato, è quello di una nuova impresa che all’opportunità della globalizzazione e della rete ha fatto fronte con una impegnativa crescita di investimenti e know-how che ne hanno strutturato ancora di più un profilo di specializzazione nell’ambito moda. Precisamente, questo nuovo percorso strategico, il quale deve rispondere ad una crescita della complessità di processi e prodotti e alla riparametrazione del rapporto tra la dimensione dell’esperienza manifatturiera con quella del più virtuale mondo della rete (oggi più lunga e articolata) e delle relazioni con il consumo finale (che nella moda corrispondono quasi per intero ad un approfondimento nell’organizzazione vendita e 36 comunicazione), diventa possibile solo esponendosi nella direzione di ingenti investimenti e costi fissi. Stato patrimoniale e conto economico, e precisamente: struttura dell’attivo; composizione delle fonti di finanziamento; incidenza dei principali aggregati di costo e redditività, danno una possibile misura dei risultati raggiunti da questi gruppi. Le immobilizzazioni sull’attivo A questo proposito, l’ultimo dato patrimoniale disponibile, che risale al 1999, attribuisce alle immobilizzazioni – materiali ed immateriali9 (al netto degli ammortamenti) quote di attivo quasi mai marginali (Tabella 9 di Allegato 1 e tabella 23). Il peso totale, che però non comprende quella quota di circolante che per la sua invarianza è equiparabile alle immobilizzazioni, oscilla da condizione base in una fascia 20 - 30% (GFT Net e Fila dell’aggregato HDP, Frette dell’aggregato Fin.Part, Zegna, Corneliani, Burani, Sisi dell’aggregato Gilfin, Sara Lee, Ratti), per poi lievitare per il resto delle realtà qui studiate, e raggiungere anche picchi che superano abbondantemente il 50% dell’attivo. Una ragione diffusa delle troppo basse o particolarmente alte immobilizzazioni sono le attività immateriali. Una voce quasi inesistente nelle realtà tessili, che però diventa determinante per il resto del sistema moda; questo conferma, almeno rispetto all’esperienza strategica dei gruppi indagati, un rafforzamento della struttura degli investimenti attraverso componenti della filiera moda di natura extra manifatturiere (ad esempio l’acquisizione dei marchi, l’investimenti per il rafforzamento commerciale e di immagine). 9 Le tre voci principali: diritti di brevetto industriale e di utilizzo opere ingegno (componente importante di questo aggregato sono le spese di software); concessioni, licenze e marchi, avviamento (spesso determinante l'acquisto punti vendita e le differenze di consolidamento) 37 Tab.23. GRUPPI CON UNA QUOTA DI IMMOBILIZZAZIONI SULL’ATTIVO VICINA AL 40% -1999 Immobilizzazioni GUCCI 72,3 LUXOTTICA PRADA Di cui: materiali immateriali 14,8 57,5 68,5 16 52,6 63,5 42,6 20,8 LEGLER 61,8 59,9 0,4 SITIP 51,8 50,2 0,4 ARMANI 47,8 27 15,1 IT HOLDING 47,6 11,9 33,8 17,8 VERSACE 45,3 26,1 OLCESE 44,4 38,9 1,9 Klopman International Spa 44,4 42,4 0,5 NIGGELER & KUPFER 43,7 35,1 0,5 BENETTON 41,6 20,6 13,1 LA PERLA 40,2 21,6 15,5 17,2 FASHION BOX 40,1 19,7 Golden Lady Spa 40,8 16,3 0,3 Omsa spa di GILFIN 39,9 29,7 0,1 MAX MARA 39,7 29,2 7 Pepper Spa di FIN.PART 39,3 7,3 2,7 MARZOTTO 38,4 23,8 7,3 LORO PIANA 38 32,2 4,6 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Quota di investimenti in attivo circolante Sempre nell’ambito dell’attivo può essere utile decifrare le componenti del circolante (Allegato 1 - Tabella 9). A questo proposito, l’impegno di magazzino, in un sistema che media tra l’efficienza delle transazioni e l’efficacia di una risposta in un ambito di prodotto no price, oggi, senza una possibile attribuzione settoriale, si aggira: intorno al 10-18% per 11 gruppi (Benetton, Stefanel, Armani, Ittierre, Gucci, Prada, Miroglio, Klopman, Legler, e aggregato Gilfin, Luxottica); cresce e varia fino al 25% per 9 realtà (Fashion Box, Pepper dell’aggregato Fin.Part, Versace, Ferravamo, Mantero, Sitip, Olcese, CSP, Safilo); e si attesta oltre un quarto dell’attivo, superando in alcuni casi anche il 40%, per i rimanenti gruppi indagati. La struttura finanziaria; il rapporto tra capitale di rischio e indebitamento Ma vediamo come finanziariamente si fa fronte alla copertura dell’attivo (Tabella 10 di Allegato 1 e tabella 24). Un primo passaggio, sicuramente interessante, è il dimensionamento patrimoniale, ossia, la quota di patrimonio netto sul totale leve finanziarie. Il dato è disponibile per tutti i gruppi. Uno stato di debolezza patrimoniale, comunque su diversi livelli di disagio, è riscontrabile in 12 gruppi: aggregato FinPart, Burani, Corneliani, nell’abbigliamento; Prada 38 per la Pelletteria; Sitip, Olcese, Lineapiù, Legler, Loro Piana nel tessile; Sara Lee e Aggregato Gilfin nell’intimo; Luxottica nell’occhialeria. Sono tutte realtà in cui il capitale proprio rappresenta meno del 20 del totale fonti di finanziamento, oppure, dove il patrimonio non copre neanche il 50% delle immobilizzazioni nette. Specularmente, mantenendo come criteri di selezione la quota di patrimonio sulle fonti e/o il grado di copertura del capitale fisso, sono 17 i gruppi che presentano un particolare agio dal punto di vista patrimoniale. Tab.24. GRUPPI CON PATRIMONIO CHE COPRE ALMENO IL 40% DELL’ATTIVO - 1999 Patrimonio netto/Attivo netto GUCCI 70 LA PERLA 68,6 DE RIGO 58,5 MIROGLIO 57,6 ARMANI 57,1 RATTI 55,1 MAX MARA 51,3 Klopman International spa 48,9 TOD’S - Ema spa 47,6 NIGGELER & KUPFER 47,4 DIESEL 45,7 INGHIRAMI / CANTONI 45,6 ZUCCHI MANTERO FERRAGAMO 44 42,9 42 VERSACE 40,5 STEFANEL 39,4 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Rimanendo sempre nell’ambito dell’analisi della struttura finanziaria, è utile studiare l’indebitamento con una indicazione dell’esposizione verso fonti onerose. Nei 37 gruppi disponibili, i debiti finanziari oscillano tra una copertura minima intorno al 5% con Max Mara, Armani, Tod’s e Sara Lee, per poi crescere fino a toccare e superare il 50% con Prada, Fila di HDP, Frette di FinPart, Burani, Sitip, Olcese, LineaPiù, Loro Piana, Golden Lady e Omsa di Gilfin e in ultimo Luxottica. Al di fuori di questi estremi, risultati particolarmente apprezzabili, nei termini di una contenuta copertura degli investimenti con fonti onerose che oscillano tra il 12 e poco più del 20%, si riscontra in 12 gruppi (Tabella 10 di Allegato 1 e tabella 25.). 39 Tab.25. GRUPPI CON DEBITI FINANZIARI AL DI SOTTO DEL 20% DELL’ATTIVO - 1999 Debiti finanziari/Attivo netto TOD’S - Ema spa SARA LEE ARMANI 3 3,6 5 MAX MARA 5,2 GUCCI 12,3 DE RIGO 13,4 LA PERLA 14,2 MIROGLIO 15,3 Klopman International spa 15,2 DIESEL 19,9 ZEGNA 20,9 MARZOTTO 21,6 MANTERO 21,7 INGHIRAMI / CANTONI FERRAGAMO 22 22,3 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Equilibrio finanziario rispetto alla cadenza temporale fonti/impieghi Altro indicatore, di sicuro interesse per approfondire la solidità finanziaria dei gruppi indagati, è il rapporto tra impieghi e fonti rispetto alle cadenze temporali degli incassi e rimborsi. A questo proposito un indicatore sintetico è l’indice di liquidità, ossia, il rapporto tra le attività a breve al netto delle rimanenze e le passività a breve (per breve periodo si intende un ciclo finanziario inferiore all’anno). Il risultato ottimale è quello dell’ autosufficienza finanziaria (copertura degli esborsi per estinzione debiti con incassi provenienti dagli investimenti) e lo si realizza quando il rapporto di liquidità è almeno pari a 100. Corrispondono a questa condizione, con un rapporto che oscilla da un indice di poco inferiore 100 (Marzotto e Sisi Spa di Gilfin) fino a crescere e raggiungere un picchi intorno al a 300 (Gucci, Niggeler&Kupfer), 21 gruppi dei 37 di cui disponiamo del dato (Tabella 10 di Allegato 1 e tabella 26.). Tab.26. GRUPPI CON UN RAPPORTO DI LIQUIDITÀ SUPERIORE 120 Attivo a breve al netto delle rimanenze/passività a breve GUCCI 328,8 NIGGELER & KUPFER 291,7 230,3 Klopman International spa ARMANI 219,4 MIROGLIO 197,8 SARA LEE 186 RATTI 156,2 MANTERO 148,1 DE RIGO 147,3 BENETTON 145,5 SAFILO 133,7 FERRAGAMO 131,3 MAX MARA 128,9 ZEGNA 123,3 LA PERLA 122,1 ZUCCHI 119 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 40 I livelli di redditività Un ultimo passaggio, senza altro funzionale ad una rappresentazione dei gruppi su cui abbiamo lavorato, sono i risultati di reddito. Il dato disponibile non consente una lettura tendenziale, ma offre la possibilità di comparazione tra i gruppi sui livelli e sulla composizione (Tabella 11 di Allegato). Un primo step è sicuramente l’individuazione delle realtà che al 1999 mostrano difficoltà di equilibrio economico. Su 37 gruppi il dato di redditività operativa è negativo per 7: l’intero aggregato HDP e Burani in ambito abbigliamento; Olcese, Legler, Ratti nel tessile; e in ultimo, La Perla e Sara Lee nell’aggregato intimo e calzetteria (tabella 27). Se si studia la situazione al passaggio verso le gestioni extra operative, comprendendo quindi anche la componente finanziaria e straordinaria, si ricompone la realtà: ritorna in equilibrio Burani; diventa negativo il dato di reddito per Sitip; si ridimensiona lo squilibrio in Legler; mentre si approfondisce ancora di più il segno meno per HDP, Olcese, Ratti, La Perla, Sara Lee. Tab.27. GRUPPI CHE HANNO CHIUSO IL BILANCIO 1999 IN ROSSO Gft NET di HDP Valentino di HDP Fila Holding di HDP BURANI SITIP OLCESE LEGLER RATTI LA PERLA SARA LEE Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Risultato operativo /Ricavi -0,2 -16,7 -1,0 -0,3 3,4 -7,3 -9,0 -10,6 -4,9 -0,2 Risultato d'esercizio ante imposte/Ricavi (ROS) -12,0 -28,6 -4,8 7,6 -2,9 -14,0 -3,4 -16,6 -5,5 -3,0 Per quanto riguarda la compagine dei gruppi che sono stati capaci di segni positivi di reddito, e opportuna, per la varietà di risultati, una disaggregazione per fasce di performance. A questo proposito, 12 gruppi, nessuno dei quali a prevalente attività tessile, si muovono a partire da risultati intorno al 10%; sono invece 17 quelli che variano da un minimo vicino allo zero fino al 7/8% (Tabella 28). Anche qui, per accedere ad un’analisi qualitativa è utile leggere la forbice tra redditività operativa delle vendite e la redditività che proviene dall’intera attività dell’impresa, compresa la gestione finanziaria e quella straordinaria. Il differenziale serve ad interpretare la provenienza della nuova ricchezza e il peso che le gestioni extra operative hanno sulle performance economiche dell’impresa. Confrontando i due indici nei gruppi che hanno ottenuto migliori risultati, è evidente che la redditività delle vendite viene influenzata in modo solo marginale dalle gestioni che non riguardano l’attività tipica per cui si è costituita l’impresa. La differenza massima solo 41 in due casi supera il +/- 2%. Nel secondo raggruppamento (escludendo le eccezionalità di alcune condizioni) le distanze invece si allungano e il reddito operativo per unità di venduto viene modificato fino a superare il 3%. Più precisamente, si verifica una situazioni in cui ad una maggiore debolezza operativa non va incontro un contenimento degli effetti delle altre gestioni. Tab.28. LIVELLI DI REDDITIVITÀ E COMPOSIZIONE PER AREA GESTIONALE AL 1999 Risultato operativo/Ricavi Risultato d'esercizio ante imposte/Ricavi (ROS) Quelli con redditività vicini al 10% e oltre GUCCI 21,5 32,5 PRADA 15,8 20,7 ARMANI 21 22 16,8 16,5 MAX MARA BENETTON 15,7 13,2 TOD’S - Ema spa 15,1 16,5 13 11,3 SAFILO LUXOTTICA 12,4 11,6 ZEGNA 12,3 11,3 DIESEL 12 10,7 MARZOTTO 11 9,8 MIROGLIO 8,4 10,6 Quelli con redditività sotto il 10% ZUCCHI 8,3 9 LORO PIANA 7,6 4,2 LINEAPIU' 7,3 4,1 IT HOLDING 7,2 8,7 Sisi spa di GILFIN 7,2 5,4 CSP 7 6,9 Klopman International spa 6,9 6,8 FERRAGAMO 5,5 6 STEFANAL 5,1 3,5 FASHION BOX 4,9 4,1 Omsa spa di GILFIN 4,4 3 CORNELIANI 4,3 2,8 VERSACE 3,8 4,5 MANTERO 3,1 6,1 Frette (consoli) di FIN.PART 3,3 0,1 Golden Lady spa di GILFIN 2,6 9,1 DE RIGO 2,3 1,2 Pepper spa di FIN.PART 2,2 2,3 INGHIRAMI/CANTONI 1,6 3,3 NIGGELER & KUPFER Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 1,5 1,1 42 4. Relazioni Industriali e comportamento contrattuale nelle imprese dei gruppi moda In questo capitolo, il primo argomento su cui abbiamo lavorato è l’insediamento sindacale, ossia, organigramma produttivo e quota di iscritti Filtea nelle diverse articolazioni del gruppo. La scelta metodologica è stata quella di misurare la quota di lavoratori iscritti alla Filtea CGIL negli insediamenti produttivi dove è presente il sindacato tessile, e per questa via giungere ad una stima del livello medio di sindacalizzazione Filtea nel gruppo. Le maggiori difficoltà incontrate per attuare questo percorso sono state riscontrate nella ricostruzione dell’organigramma delle diversissime unità produttive che facevano capo alle società del gruppo. A questo proposito abbiamo inserito il dato di occupazione ed articolazione aziendale/geografica in Italia delle unità che operano in ambito produttivo o strettamente connesso (servizi industriali), escludendo quindi attività commerciali, immobiliari e finanziarie (Tabella … e Allegato 2). Altro punto su cui si è cercato di focalizzare l’attenzione è l’esperienza negoziale decentrata; più precisamente l’analisi viene declinata su due argomenti: - la contrattazione aziendale, valere a dire il livello di copertura e la tipologia contrattuale adottata nelle imprese consolidate; - e come secondo punto di analisi, l’opportunità di relazioni industriali extra nazionali attraverso l’istituzione del Comitato Aziendale Europeo (CAE). Per quanto riguarda il contesto nazionale e propriamente il contratto aziendale, le informazioni elaborate riguardano la presenza o meno di accordi e i risultati della negoziazione in termini di variabili scelte10. 4.1 Dimensione manifatturiera, articolazione geografica e tesseramento Filtea Primo risultato che si registra attraverso l’analisi dell’organigramma manifatturiero dei gruppi e quello di una presenza territoriale diffusa. Affidandoci ai dati disponibili, si scoprono: 16 gruppi con una presenza produttiva che oscilla da un minimio di 3 fino a 5 province; vanno oltre 13 gruppi, con 14 province per Inghirami, 10 Marzotto, 11 Radici, 9 Sara Lee, 8 Prada, 7 Miroglio e 6 per Ittierre, Armani Zucchi, Zegna, Lineapiù, Gilfin, Benetton; ne rimangono 10 dove l’allocazione industriale controllata resta nel limite delle due province. In questa occasione, della classificazione Filtea (Tabella 13 - allegato 1), la valutazione qualitativa si rivolgerà esclusivamente all’istituto della retribuzione aziendale nella sua ampia declinazione di voci. 10 43 Nonostante la complessità organizzativa descritta, l’approccio più semplice del rapporto tra occupati (operai-impiegati) nazionali e iscritti si è rivelato non percorribile, e questo perché esiste una combinazione settoriale che non sempre fa capo al CCNL TAC industria. L’esperienza dei grandi gruppi è infatti sempre più strutturata almeno su un duplice binario contrattuale quello manifatturiero moda e quello del commercio. Il panorama negoziale si arricchisce con l’occhialeria che spesso fa anche riferimento alla categoria dei metalmeccanici. Passando al dato sul tesseramento FILTEA, l’esplorazione ha evidenziato delle straordinarie differenze tra gruppi e realtà intra gruppo; guardando la colonna delle quote percentuali, salvo errori, si registra un dato medio del 19% che è frutto di ampie variazioni, che vanno: 1. da una quota tesseramento sotto il 10% o che si discosta di pocchissimo con Fashion Box, Diesel, Fila, Ferragamo, Safilo, Luxottica; 2. per poi migliorare con una presenza nella fascia 10-15% riconducibile a, Benetton, Stefanel, Gft net e Valentino dell’aggregato moda HDP, Max Mara, Versace, Canali, Tod’s, Sara Lee, CSP; 3. raggiungere livelli che crescono verso il 20% e non superano il 25% attraverso Armani (il dato è influenzato dagli ex stabilimenti GFT di Matelica/Torino e i nuovi stabilimenti a Trento della Borgo 21); FinPart, Ittierre, Marzotto, Zucchi, Miroglio, Zegna, Mantero, Sitip, Klopman International Spa, Olcese, Legler, Loro Piana, Radici, Ratti; 4. e infine, muoversi a partire da quote di iscritti superiore al 25% superando in molti casi la soglia del 30% nei rimanenti Gruppi con, Burani, Corneliani, Prada, Gucci, Inghirami/Cantoni, Niggeler & Kupfer, Lineapiù, La Perla. Da questi primi risultati di presenza sindacale si profila la possibilità di una ulteriore declinazione questa volta considerando il settore. In questo senso un aggregato coerente è quello dei gruppi concentrati sul tessile. Per queste realtà che si caratterizzano per una presenza operai assolutamente dominante, il dato di tesseramento CGIL varia dalla terza (16-25%) alla quarta fascia (25% e oltre); performance a cui non rimangono distanti quei gruppi industriali di provenienza tessile oggi articolati fino all’abbigliamento (Marzotto/Zucchi, Miroglio, Zegna, Inghirami/Cantoni, Mantero). Il comportamento rimane invece ampiamente diversificato quando si guardano quei marchi che con più evidenza vengono ricondotte al segmento del lusso e a quello del 44 Casual. In questo ambito il dato di sindacalizzazione spazia da grandezze minime intorno al 5% fino a progredire e toccare per alcune realtà la fascia di copertura più elevata. Una situazione di forti differenziazioni si ripete anche guardando i gruppi dell’intimo e quelli dell’occhialeria. In questi settori si oscilla dall’11% al 34% per il primo aggregato di 4 gruppi, e dal 9% al 18% per i tre dell’occhialeria. Tab.29 LIVELLI DI SINDACALIZZAZIONE E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DELLE UNITÀ PRODUTTIVE AL 2000 OCCUPATI solo Italia Industria TAC BENETTON STEFANEL FASHION BOX DIESEL Gft NET HDP Valentino Fila FIN.PART 3691 608 522 422 1180 252 502 1257 MAX MARA 1644 1511 1101 ARMANI IT HOLDING VERSACE BURANI PRADA 447 777 1010 883 483 2570 GUCCI 1121 MARZOTTO 3772 ZUCCHI ZEGNA 1809 2527 1548 INGHIRAMI/CANTONI 2430 MANTERO 1151 SITIP 1070 800 615 1279 872 CORNELIANI CANALI TOD’S – Ema spa FERRAGAMO MIROGLIO NIGGELER & KUPFER Klopman International spa OLCESE LINEAPIU' LEGLER LORO PIANA 989 RADICI 4115 RATTI LA PERLA 923 1334 SARA LEE 2801 CSP 790 Aggregato GILFIN DE RIGO SAFILO LUXOTTICA 785 2722 4182 Articolazione provinciale Attività extra commerciale, immobiliari e finanziarie Treviso, Pordenone, Gorizia,Firenze, Caserta, Varese 6 Treviso,Vicenza, Rimini 3 Treviso, Modena (Carpi) 2 Vicenza, Rovigo 2 Torino,Firenze, Asti 5 Roma Biella Milano (Monza),Treviso, R.Emilia, Biella, Brescia 5 R.Emilia, Cremona, Varese, Biella, Massa 5 Milano,Vicenza Modena,Torino,Macerata, Trento 5 Isernia, Genova, Bologna, Mantova, Piacenza, Firenze 6 Varese, Novara 2 R.Emilia, Pesaro, Firenze, Parma, Cesena 5 Mantova 1 Milano (Monza), Ancona, Chieti, Bologna 4 Ascoli Piceno 1 Firenze 1 Arezzo,Perugia, Siena,Ascoli Piceno,Roma, Milano, Firenze 8 Firenze,Cesena,Novara, Vicenza 4 Vicenza,Biella, Milano,Bergamo, Como, Cosenza, Brescia, 10 Sondrio, Arezzo, Pavia Milano (Legnano), Novara, Potenza, Cuneo,Teramo, Brescia 6 Cuneo (Alba) , Lecce, Taranto,Potenza, Teramo, Como, Asti 7 Biella, Novara, Padova, Vercelli, Pescara, Pistoia 6 Milano,Bergamo Trento, Vercelli, Como,Varese, Lucca Arezzo, 14 Perugia, Bologna,Treviso, Pordenone,Biella,Torino Como 1 Bergamo,Varese, Treviso 3 Brescia,Gorizia,Bergamo, Teramo 4 Frosinone 1 Brescia, Sondrio,Belluno,Trieste 4 Prato,Biella, Lucca,Brescia, Trento,Isernia 6 Bergamo, Nuoro, Cosenza, Teramo, Enna 5 Vercelli,Biella, Novara 3 Bergamo, Pistoia, Cremona, Mantova, Como, Milano, Sondrio, 11 Gorizia, Torino, Pavia, Latina (Aprilia) Como, Varese 2 Bologna,Teramo, Bari 3 Roma (Pomezia), Mantova,Rovigo Brescia, Cremona, Biella, 9 Bergamo, Milano, Firenze Mantova, Cremona, Brescia 3 Ancona, Mantova, Teramo, Terni, Ravenna, Treviso 6 Belluno 1 Belluno 1 Belluno, Treviso, Torino, Trento, Novara 5 Numero iscritti FILTEA Quota media iscritti FILTEA 418 86 9 22 160 37 30 301 254 419 (1) 198 60 195 330 113 120 24 711 321 11,3% 14,1% 1,7% 5,2% 13,6% 14,7% 6,0% 23,9% 15,5% 22,8% 18,0% 12,4% 33,8% 42,5% 11,2% 13,6% 5,0% 27,7% 28,6% 973 25,8% 317 407 303 17,5% 16,1% 19,6% 750 30,9% 250 276 277 152 291 237 761 245 21,7% 25,8% 34,6% 24,7% 22,8% 27,2% 20,1% 24,8% 851 22,6% 159 451 17,2% 33,8% 310 11,3% 87 286 143 237 433 11,0% 15,9% 18,2% 8,7% 10,4% TOTALE (1) Comprende 252 iscritte degli stabilimenti della Confezione di Matelica trasferiti dal GFT ad ARMANI nel 2000 e 55 iscritti della nuova società Borgo 21 di Trento (2) Gli occupati prima delle acquisizioni Ysl, Sergio Rossi, Sanofi erano 2974. Fonte: elaborazioni Filtea 45 4.2 Contrattazione di secondo livello, copertura e prassi negoziale Passando all’analisi della contrattazione, un primo dato che si nota è la mancanza per cinque gruppi di qualsivoglia accordo di secondo livello (allegato 2 e tabella 30). Pur trattandosi di realtà industriali di grandi dimensioni, Fashion Box, Diesel, Ferragamo, Tod's e La Perla non applicano in nessuna delle loro imprese quella parte dell’accordo del 23 di luglio che attribuisce alla contrattazione decentrata il compito di ridistribuire risultati di obiettivi contrattati tra le parti. Precisamente, le due società del casual “Fashion Box e Diesel” la cui articolazione produttiva in Italia totalizza rispettivamente 522 e 422 occupati, registrano una presenza sindacale Filtea di 9 e 8 iscritti e nessun accordo di secondo livello. Si riproduce la situazione descritta per i primi due gruppi anche per Ferragamo (24 iscritti pari al 5% degli occupati) e Tod’s, per quest’ultimo l’unica differenza è in una quota di 120 iscritti Filtea che rappresentano quasi il 14% della forza lavoro. Infine, c’è l’aggregato la Perla, una realtà che nella sua componente produttiva totalizza oltre 1500 lavoratori articolati in 4 società concentrate in termini occupazionali prevalentemente nell’area bolognese. Di diverso rispetto alle situazioni poc’anzi descritti c’è una presenza sindacale Filtea che raggiunge un terzo dell’occupazione, ma c’è anche una situazione economico-finanziaria di particolare disagio che indubbiamente condiziona l’opportunità di un accordo di secondo livello. Tab.30 GRUPPI DOVE NON VIENE FATTA CONTRATTAZIONE DI 2° LIVELLO Denominazione Sede GRUPPO FASHION BOX Fashion Box S.p.A Treviso New Mills Spa Fashion Toys Spa Knit Box Srl Carpi - Modena GRUPPO DIESEL Diesel spa Vicenza Staff International GRUPPO FERRAGAMO Salvatore Feragamo Italia Firenze GRUPPO TOD'S Tod's (ex EMA srl) Ascoli Piceno GRUPPO LA PERLA Gruppo La Perla SPA Dalmas Bologna M.B.I Woman Italiana Kara Spa Teramo Fonte: elaborazioni Filtea Prevalente attività Produzione abbigliamento Produzione abbigliamento Produzione Abbigliamento Produzione pelletteria/calzature Produzione abbigliamento/intimo Occupati 522 300 18 180 24 422 320 102 483 883 1334 186 398 386 294 70 Numero iscritti Filtea 9 1 0 0 8 22 11 11 24 24 120 120 451 6 155 163 100 27 % iscritti Filtea 2,8% 0,3% 0% 0% 33,3% 5,2% 3,4% 10,8% 5% 5% 13,6% 13,6% 33,8% 3,2% 38,9% 42,2% 34,0% 38,6% Un dato più confortante proviene invece dagli altri gruppi, dove comunque è diffusa la situazione di scoperti contrattuali nell’ambito delle diverse società che fanno capo allo stesso aggregato. 46 In questa posizione di contrattazione incompleta, molto spesso imputata a gravi difficoltà economiche, si notano per un ritardo significativo su pezzi importanti di controllo del gruppo (allegato 2): Stefanel in quanto mancano gli accordi nelle due aziende minori che comunque totalizzano poco più di 100 addetti; Fin.Part che registra un vuoto contrattuale nella Pepper Industries Spa, impresa che occupa al 1999 quasi 400 lavoratori senza alcun iscritto; Max Mara a cui manca l’accordo in 6 imprese di dimensioni medio grandi per un totale di 838 occupati e una presenza sindacale che ad eccezione della Manifattura di Casalmaggiore srl oscilla intorno al 5%; IT Holding, dove è completamente scoperta la realtà produttiva presente ad Isernia; Burani che per ora ha siglato gli accordi solo nelle sue imprese più grandi, rimanendo scoperte le quattro realtà produttive sotto i 50 dipendenti (compagine che comunque va contestualizzata ad un processo di recenti acquisizioni); Canali dove non è stato firmato l’accordo in due impianti produttivi la cui dimensione è rispettivamente di 300 e 450 occupati; Prada che è in ritardo su 4 società che corrispondono a poco meno di 400 addetti; Zucchi che nella sua articolazione comprende la Mascioni spa con 400 lavoratori 4 iscritti e nessun accordo; Miroglio dove con lo stabilimento Vestebene (oltre 200 occupati) e tre importanti insediamenti meridionali (quasi 500 addetti) raggiunge uno scoperto contrattuale per circa 700 lavoratori; Zegna con due impianti di 129 e 97 lavoratori ancora senza accordo; Legler a cui manca l’Industrie tessili di Valfino di Teramo (335 occupati) e tutte le società controllate dell’area di Bergamo (oltre 1000 addetti); Radici con quattro realtà per quasi 600 lavoratori scoperti; SaraLee dove la controllata Liabel di Biella con oltre 200 lavoratori non ha siglato alcun accordo secondo le nuove regole del 23 di luglio; Inghirami che nonostante la parzialità del dato mostra la mancanza di intese in almeno 8 imprese per più di 700 addetti; e infine LineaPiù dove manca l’accordo ad Isernia (120 addetti) e si prevede solo una corresponsioni nella forma dell’indennizzi per 250 addetti dell’area di prato. Oltre la varietà di situazioni fin qui descritte, rimangono comunque numerosi quei gruppi che hanno raggiunto un risultato di coinvolgimento contrattuale di quasi tutti i lavoratori; e precisamente si tratta di situazioni in cui l’eventuale mancanza di un contratto coinvolge un numero particolarmente esiguo di lavoratori rispetto a quelli riconducibili al gruppo e di competenza CCNL Industria TAC. Possono far parte di questa categoria: Benetton, l’intero aggregato moda dell’HDP, Marzotto, Mantero, Armani, Corneliani e Gucci nell’ambito dell’abbigliamento e accessori; CSP e Gilfin tra i gruppi specializzati nell’intimo/calzetteria; 6 dei 9 aggregati del tessile con Sitip, Niggeler, Klopman, Olcese, Loro Piana, Ratti; e infine, i tre gruppi dell’occhialeria De Rigo, Safilo e Luxottica. 47 L’ultimo sforzo di indagine, sempre in ambito nazionale, riguarda le forme in cui è stata realizzata la contrattazione aziendale dalle diverse società di ciascuno dei gruppi selezionati. A questo proposito, e prima di addentrarci nell’elaborazione, va precisato che l’evidenza di spazi ancora oggi scoperti e possibili discrepanze intra gruppo vanno lette anche alla luce di un’intensa attività di ricomposizione e riqualificazione spesso percorsa attraverso acquisizioni che non sono state consolidate sul piano contrattuale. Inoltre, l’esperienza e prassi negoziali, in gran parte da ricondurre ad una cultura sindacale sedimentata nell’impresa e nel territorio, compatibilmente ad un quadro strategico di gruppo, ha spesso l’esigenza di una gestione svincolata, con tempi di rinnovo e aggiornamento che non possono trovare una semplificazione in una condotta comune per l’insieme delle imprese del gruppo. Detto questo, se si scorre la tabella, almeno rispetto alla componente economica dell’accordo aziendale, l’esperienza negoziale dei gruppi sembrerebbe potersi semplificare in due tipologie strategiche. Un primo livello è quello dell’accordo unico di gruppo, una scelta che oltre ad un beneficio di semplificazione garantisce una copertura contrattuale completa, incluse quelle realtà che per dimensione e collocazione geografica potrebbero rimanerne fuori se affidate ad una gestione autonoma. Una collocazione negoziale di questo tipo se da un lato offre un beneficio sistemico dall’altro lato rinuncia ad ottimizzare la rispondenza tra circostanze aziendali e decisioni negoziali. Una scelta diversa è invece la negoziazione per singola realtà. In questo ambito si scorgono diversi livelli di autonomia, che partono dalla possibilità di decidere sul contenuto dell’accordo fino ad arrivare a situazioni in cui viene messa in discussione anche l’opportunità di accedere o meno al secondo livello contrattuale. Una verifica empirica sul grado di decentramento/accentramento contrattuale all’interno del gruppo la si ottiene incrociando il contenuto dell’allegato due con la tabella - di seguito proposta - sulle scelte contrattuali. Senza ritornarci sopra, come già descritto nelle pagine precedenti, non è marginale la situazione di contrattazione intra gruppo a macchia di leopardo. Sono infatti 14 su 39 i casi in cui si può evidenziare una discrezionalità anche nell’accedere o meno alla negoziazione decentrata. Altrettanto precisa è l’individuazione di chi invece sceglie l’accordo di gruppo. In questa direzione, tra le realtà articolate su più imprese, si sono mossi: Niggeler e Olcese 48 nel Tessile; e i tre gruppi dell’occhialeria (De Rigo, Safilo e Luxottica). Volendo trovare un minimo comune denominatore tra chi ha fatto questa scelta c’è indubbiamente una forte concentrazione territoriale e di comparto che fa da traino ad una piattaforma di accordo da estendere all’intero sistema. Per quanto riguarda l’ultimo pezzo di analisi, ossia, il grado di decentramento nelle decisioni sul contenuto dell’accordo, l’attribuzione nominativa è ovviante meno definita. Ciò che si può dire guardando le caselle che sono state riempite in corrispondenza dell’indicatore scelto per la definizione del premio per ognuna delle società del gruppo, è che l’eventuale uniformità di intenti lascia comunque, nella maggioranza dei casi, margini di flessibilità rispetto alle situazioni specifiche. Risultato che tuttavia può essere diversamente indicativo di un impianto strategico in relazione alla complessità di gruppo e allo stato delle nuove acquisizioni. Rimanendo sull’istituto del premio e sulle scelte di attribuzione è possibile fare delle rapide statistiche che ci aiutano a ricavare una linea prevalente di contrattazione della retribuzione aziendale all’interno dei gruppi (Tabella 31). Un primo dato certo è la marginalità dei casi in cui si sceglie un’attribuzione fissa senza alcun collegamento ad obiettivi contrattati tra le parti. Precisamente ci sono 11 accordi su 122 la cui gestione del premio non è collegata ad alcun obiettivo. Altro elemento, è l’ampio uso di combinazioni di variabili. Infatti, solo in 29 casi su 111 (11 sono esclusi perché non guardano alcun obiettivo) l’attribuzione di premio viene trattata in riferimento ad un solo indicatore. A questo proposito va precisato che nell’accordo misto l’incrocio prevalente è con un indicatore di presenza. In 54 casi su 82 si prevede un riferimento di assiduità al lavoro, utilizzandolo come Indicatore/obiettivo oppure parametro che può modificare un premio collegato ad altro obiettivo. Terzo ed ultimo punto, riguarda le significative differenze nella frequenza con cui si utilizzano gli indicatori. A questo proposti, ed in ordine crescente: gli indici riconducibili all’efficienza vengono utilizzati in 11 accordi; quelli di sviluppo 13; redditività 16; produttività 38; qualità 47; e infine presenza 79 accordi. L’evidenza empirica attribuisce quindi una prevalente capacità di intesa intorno alla presenza, qualità e produttività. Sicuramente tre obiettivi accomunati da un più stretto collegamento al contributo del lavoro, e per questo maggiormente riconosciti dal sindacato anche nella fase precedente all’avvio del nuovo modello contrattuale del 23 luglio 1993. 49 Altra ragione che ne garantisce il consenso da parte di tutti i soggetti interessati è una forte rispondenza a ragioni di organizzazione e leve competitive. A questo proposito, e rimandando al capitolo tre per gli argomenti strategici del settore, si può sinteticamente affermare che l’esperienza moda ancora oggi basa una parte significativa del suo successo competitivo sulle più tradizionali leve manifatturiere, motivo per cui i principali riferimenti di obiettivo rimangono quelli di efficienza del fattore lavoro. Tab.31 LE SCELTE CONTRATTUALI PER LA DEFINIZIONE DEL PREMIO IN 122 ACCORDI SIGLATI NELLE IMPRESE CONTROLLATE DAI 37GRUPPI SELEZIONATI (1) Nome azienda Gruppo Data accordo Qualità Produttività Efficienza Sviluppo Redditività BENETTON GROUP SPA / BENLOG SPA OLIMPIAS VICENZA OLIMPIAS GORIZIANA OLIMPIAS VERONA OLIMPIAS CASERTA OLIMPIAS PRATO OLIMPIAS TORINO TESSITURA TRAVESIO (Treviso-Pordenone) LANIFICIO DI FOLLINA (Treviso) TEXCONTROL SPA MAGLIFICIO MONASTIER (ex Fontane) BENETTON STEFANEL SPA INTERFASHION C. SPA STEFANEL 1994 1995/97 GFT (vale per il gruppo) FILA SPORT SPA VALENTINO SPA HDP 1996 1994 1994/95 FINPAR 1995/96 1995 1994/97 SOLO PREMIO FISSO MAX MARA 1996/98 1996/98 1995 1997 1997 1996 1996 SOLO PREMIO FISSO SOLO PREMIO FISSO SOLO PREMIO FISSO ARMANI 1996 1998 1997 1995 1996 IT HOLDING 1994/2001 1996 1999/00 VERSACE 1995 1996 BURANI 1995/00 1995/00 1996 CORNELIANI 1998 CANALI 2000 2000 1996 PRADA 2000 2000 1998/00 2000 1994 1994 MASKA SPA FRETTE SPA HITMAN SPA COMMERCIALE ABBIGLIAMENTO SRL MARINA RINALDI SRL SASIL (ex Tessitura Varano Borghi SRL) MANIFATTURA DI S.MAURIZIO SRL MANIFATT.DI NOVELLARA SRL ANTINEA SRL LO SINT SRL SIMINT SPA BORGO 21 CONFEZIONI DI MATELICA SPA (EX GFT) MAC MANIFATTURE ASSOCIATE CASHMERE ALLISON SPA MGM spa ALIAS SPA IC OPTICS SPA MARIELLA BURANI FASHION GROUP SPA GRIFFES DIFFUSION SRL BALDININI F.LLI CORNELIANI SPA GISSI CONFEZIONI MASCHILI SPA PANTALONIFICIO D'ABRUZZO SRL ERACLON SRL PRADA ENGINEERING- IPI LOGIS.- IPI-IPI ITALIA CALZATURIFICIO LAMOS SRL PUPIL SRL DPB SRL SIR ROBERT GRUPPO MANIFATTURE ABBIGLIAMENTO 1994 1997 1998 1998 1999 Tipologia di premio per obiettivo Presenza ALTRI (CLUP) 1999/00 1994/98 1994 1995 (CLUP) SOLO PREMIO FISSO SOLO PREMIO FISSO SOLO PREMIO FISSO Util.imp SOLO PREMIO FISSO SOLO PREMIO FISSO 50 Segue Nome azienda Gruppo GUCCIO GUCCI SPA SERGIO ROSSI BOTTEGA VENETA GUCCI 1996 MARZOTTO 1995/98 1995 1996 ZUCCHI 1995 1995 MIROGLIO TESSILE SPA 1995 MIROGLIO LANIFICIO ERMENELGILDO ZEGNA E F.SPA 1994 1995 SAVIT SPA 2001 LANIFICIO MASTER LOOM 1996 ZEGNA LANERIE AGNONA SPA 1995/97 1996 GETECA SPA / Trento 1995 GETECA SPA / Bergamo 1997 SANREMO MODA UOMON SPA 1997 DUCA VISCONTI DI MODRONE - VELVIS SPA 1998 INGHIRAMI 1997 COTONIFICIO VALLESUSA SPA 1994 AZETA SRL 1995 MONTEREALE FILATI SPA 1995 COATS CUCIRINI SPA (accordo 1996) MANTERO 1995/96 NIGGELER E KUPFER (vale per il gruppo) NIGGELER 1995/97 OLCESE 1995/196 MANIFATTURA DI CASTELNUOVO SPA 1995 MANIFATTURA DI TRENTO SPA COTONIFICIO R.FERRARI SPA 1995 LINEA PIÙ TINTORIA RITMO 1999 1995/99 FIBRE NOBILI 2000 LEGLER MACOMER SPA 2001 LEGLER SINISCOLA SPA 1994/97 LEGLER OTTANA SPA MANIFATTURA DEL CRATI SRL (MdC ) Util.imp. 1996/97/98 MANTERO SETA SPA (accordo 1995) GRUPPO OLCESE (vale per il gruppo) SOLO PREMIO FISSO 1994 IN.CO SPA REGGIANI TESSILE SPA (CLUP) 1996 STANDARDTRE SRL MATEX MANIFATTURA TESSILE SPA Util.imp 1995/98/01 VINCENZO ZUCCHI SPA MANIFATTURA DELL'ABRUZZO SPA ALTRI 1995/99 LINIFICIO CANAPIFICIO NAZIONALE SPA STANDARDTELA SPA Qualità Produttività Efficienza Sviluppo Redditività 1995 MARZOTTO SPA BASSETTI SPA Tipologia di premio per obiettivo Presenza 1995/96 GZ CREAZIONI ITALIANE SRL (ex Zamasport) LANIFICIO GUABELLO SPA Data accordo LEGLER 1997/99 2000 MANIFATTURA DI VALLE BREMBANA SPA 1996 MITI IRIS SPA 1996 51 Segue Nome azienda Gruppo RADICI MANIFATTURA AUTOMATICA Data accordo Tipologia di premio per obiettivo Presenza Qualità Produttività Efficienza Sviluppo Redditività ALTRI 1996/99 FIBRILIA 1995 TESSIL PARTNER SRL 1995/98 TAPPETIFICIO NAZIONALE RADICI SPA GRUPPO TESSILE RADICI SPA 1998 TESSITURE PIETRO RADICI (comprende ex Spun) 1995/96 GORISPAC SPA SAFF TAPPETI SRL 1996 RADICI LEAR CORPORATION (ex Ovatex) 1997 NOYFIL ITALIA SPA /GRUPPO RAUSCHER RADICI TESSUTI SPA 1999 TRAPUNTIFICIO RADICI SRL HONEGGER COTONIFICIO (GRUPPO ZAMBAITI) TEXMANTOVA (GRUPPO ZAMBAITI) 1996 ROY AUTOMOTIVE Technology (ex radici sud) SITIP SPA SITIP DIVISIONE MIZAR ING. LORO PIANA E C SPA C.B SPA RATTI SPA (ha incorporato CAMPI SPA) DIVISIONE BRAGHENTI SARA LEE BRANDED APPAREL ITALIA SPA (ex Playtex) FILODORO GROUP SITIP LORO PIANA RATTI 1995/97 1996/00 1996 1995/98 1996 1998 1995 SARA LEE LOVABLE ITALIANA SPA CSP INTERNATIONAL INDUSTRIA CALZE SPA 1995/97 1995/98 CSP 1995/98 GOLDEN LADY SPA 1997 ADRILON SPA 1996 SISI SPA GILFIN OMSA SPA 1997 1993/1997 GRUPPO DE RIGO (vale per il gruppo) DE RIGO 1994 SAFILO SPA (vale per il gruppo) SAFILO 1994 LUXOTTICA 1994/98 LUXOTTICA SPA SOLO PREMIO FISSO 1997/00 1) - Non è compreso tutto quello che è riconducibile ad un indennizzo (Trasporto, Mensa, Reperibilità, Mansione, Nocività, Disagio, Notte, Sabato, Domenica, Turno, ed altre); inoltre sono esclusi quegli accordi dove la corresponsione si sostanzia esclusivamente in indennizzo. - Per premio fisso si intende: premi di produzione, superminimi e/o terzo elemento, Mensilità aggiuntive, Mancato cottimo - Sono sintetizzati sotto la redditività: Ros,Roi, Mon, Mol, Utile; - Per efficienza si intende principalmente: il costo del lavoro per unità di prodotto (costo del lavoro/produzione o fatturato - CLUP); e gli indicatori che misurano l’intensità di utilizzo di un impianto - Sviluppo significa: var.fatturato e/o produzione quasi sempre al netto dei resi - Per quanto riguarda la presenza si è scelto di segnalarla sia quando viene utilizzata come Indicatore/obiettivo sia nelle circostanze in cui viene inserita nell’accordo come secondo parametro che può modificare un premio collegato ad altro obiettivo. - Vengono ricondotti alla produttività gli indicatori che misurano performance economiche (in quantità o valore) pro capite (per addetto od ore lavorate) Fonte: Filtea 52 4.3 Relazioni industriali extra nazionali, l’opportunità del Comitato Aziendale Europeo Per quanto riguarda l’ambito contrattuale extra nazionale, e in modo particolare l’opportunità del Comitato Aziendale Europeo (CAE), si è pensato ad una lettura su due piani: uno che guarda i contenuti della disciplina del CAE (Direttiva 94/45/CEE del Consiglio, del 22 settembre 199411); ed un secondo che fa riferimento ai risultati raggiunti e a quelli possibili rispetto ai requisiti previsti dalla Direttiva. Lo strumento del CAE, in questa fase di particolare dinamicità economico sociale, rappresenta l’unico momento riconosciuto di qualificazione extra nazionale del sistema delle relazioni industriali. Si tratta di una opportunità che indubbiamente assume più di prima un’importanza primaria se inserito in questo contesto di accelerazione diffusa della internazionalizzazione produttivo/commerciale. Facendo riferimento a quanto recitano direttiva e accordo di recepimento, attraverso l’istituzione di un CAE i lavoratori conquistano un diritto ad essere informati o consultati riguardo all’evoluzione e prospettive delle attività dell’impresa o del gruppo di imprese di dimensioni comunitarie. Più precisamente questo diritto all’informazione verte in modo particolare sui seguenti argomenti: situazione economica e finanziaria; evoluzione probabile delle attività; produzione e vendite; situazione ed evoluzione probabile dell’occupazione, anche con riferimento alle pari opportunità; investimenti e cambiamenti fondamentali riguardanti l’organizzazione e l’introduzione di nuovi metodi di lavoro e di nuovi processi produttivi e conseguenti attività di formazione relative agli addetti interessati; trasferimenti di produzione, fusioni, diminuzione delle dimensioni o chiusura delle imprese, degli stabilimenti o di parti importanti degli stessi e licenziamenti collettivi L’ambito di azione, sempre in base alla direttiva e successivo recepimento interconfederale, riguarda tutte la aziende multinazionali che occupano più di 1000 dipendenti nell’Unione Europea ed hanno almeno 2 stabilimenti localizzati in 2 paesi dell’Unione (uno dei quali può essere lo stesso paese da cui parte la richiesta del CAE) in cui siano occupati più di 150 dipendenti. 11 La direttiva è successivamente recepita tramite accordo interconfederale del 6 novembre 1996 e modificata dalla direttiva 97/74/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997. 53 Il raggiunto accordo si applica a tutti i lavoratori delle società su cui il Gruppo può esercitare un'influenza dominante in conseguenza, a titolo esemplificativo, della proprietà, della partecipazione finanziaria o delle norme che la disciplinano. Si presume la possibilità di esercitare un’influenza dominante, salvo prova contraria, se un’impresa direttamente o indirettamente nei confronti di un’altra impresa: - può nominare più della metà dei membri del consiglio di amministrazione oppure; - dispone della maggioranza dei voti in rapporto alle partecipazioni al capitale dell’impresa, oppure; detiene la maggioranza del capitale sottoscritto dell’impresa. L’eventuale esigenza di un allargamento delle relazione oltre i confini europei, in questo caso facendo riferimento alla prassi di alcune esperienza di CAE (ad esempio Wolksvagen e Danone) è percorribile attraverso l’invito dei rappresentati dei lavoratori dei paesi extra-Ue alle riunioni preparatorie e successivamente a quelle stabilite dall’accordo in qualità di osservatori. Ciò significa che essi non godranno dei diritti che spettano ai membri del CAE, ma la loro partecipazione risulterà comunque preziosa per avere una visione completa della struttura del Gruppo e soprattutto delle decisioni strategiche prese dai vertici aziendali. Ad oggi, i gruppi Moda che dispongono di un CAE sono Miroglio, Sara Lee, Zucchi, Bassetti, Marzotto e, in fase di attuazione, Gucci. Secondo quanto emerge dalla nostra ricognizione sugli stabilimenti, l’opportunità del Comitato, ossia, un profilo che ne consentirebbe una sua attuazione, sembra riguardare almeno altre quattro realtà: Prada, Radici, Safilo, Cantoni (Tabella 32). Benetton, invece, come evidente in tabella, almeno rispetto alla presenza UE al 1999, pur superando le 150 unità nei tre stabilimenti siti in Europa occidentale, non dispone delle condizioni utili per l’attuazione del CAE in quanto la normativa attuale impone che la forza lavoro minima di 150 occupati UE extra Italia sia concentrata in una sola unità produttiva. In ultimo, anche se non disponiamo di un dettaglio di informazioni che ci consenta di misurare l’occupazione per stabilimento, la rilevata presenza di importanti realtà industriali in Europa (in parte frutto di nuove acquisizioni), potrebbero far rientrare tra i gruppi che rispondono ai requisiti utili per avviare la negoziazione per un CAE: Stefanel, Ferragamo, Zegna, Mantero, Linea Più, La Perla, CSP, De Rigo. 54 Tab.32 GRUPPI MODA DOVE SI PROFILANO LE CONDIZIONI PER LA NEGOZIAZIONE DI UN CAE Società Area Geografica Occupati Attività BENETTON Benetton France S.A Benetton Lda Benetton Espugna S.L Troyes (F) Maia (P) Castellbisbal (E) 108 19 68 Prod.Maglieria Prod.Maglieria Prod.Maglieria STEFANEL Hallhuber (D) N.D Prod/distrib.Abb. FERRAGAMO Emanuel Ungaro Sa Parigi (F) N.D Prod.abb. Church & Co. Jil Sander Women’s Wear Joseph Cheaney & Sons Ismaco Amsterdam B.V Italco S.A Italvest S.A Solteco S.A Northmpton (GB) Ellerau (D) Northants (GB) Amsterdam (NL) Polinya (E) San Quirze De Valles (E) Sabadell (E) 466 109 120 N.D N.D N.D N.D Prod.Calzature Prod.abb.donna Prod.Calzature Prod.camicie Prod.abb. Prod.abb. Prod.abb. PRADA ZEGNA INGHIRAMI / CANTONI Socoval Cherbourg (F) 150 Prod.abb. MANTERO Michelsons Ltd Holliday & Brown (GB) (GB) N.D N.D Cravatte Cravatte LINEAPIU' Julien Macdonald (GB) N.D Abbigliamento Hamme (B) Steenwijk (NL) Bergkamen Runthe (D) Lueneburg (D) Dilsen Siemenslan - Dilsen Lanklar (B) 30 32 85 39 219 Stampa e Tintura Stampa e Tintura Filati Polipropilene Tecnopolimeri Stampa e Tintura Belatex Crilux RADICI Deufil (aggregato Meccanico, Chimico, Tessile) Hera Plast Kunststoff Ralux LA PERLA Linitalia Industria Texil Lda Valdares (P) 195 Prod.abb.intimo CSP Le Bourget S.A (F) 457 Calze DE RIGO Vantios Group Ltd Dolland&Aitchison (GB) (GB) N.D N.D Distribuzione Distribuzione SAFILO Carrera Optyl GmbH Traun (A) 318 Montature occhiali Fonte: elaborazioni Filtea 55 ALLEGATO 1 ANALISI ECONOMICO FINANZIARIA DI 37 GRUPPI MODA (Tabella 1) DIMENSIONE PER OCCUPATI E FATTURATO AL 1999 Ricavi Occupati BENETTON 3.837.815 6585 STEFANEL 479.578 1214 FASHION BOX 316.931 613 DIESEL 594.635 1098 Gft NET (consolidato) 1.238.129 4088 Valentino (consolidato) 151240 346 AGGREGATO MODA HDP 1.756.908 2920 Pepper Industrues spa 194.536 293 Frette (consolidato) 142.981 401 MAX MARA 1.702.291 2933 ARMANI AGGREGATO MODA FIN.PART Fila (consolidato) 1.680.008 2830 IT HOLDING 717.415 1693 VERSACE 782.664 1553 BURANI 203.033 522 CORNELIANI 179.558 777 TOD’S - Ema spa 425.460 883 FERRAGAMO 800.205 1653 PRADA 2.034.000 6428 GUCCI 2.285.896 9099 (1) MARZOTTO 2.723.296 9625 ZUCCHI 703.205 3458 1.386.939 5752 ZEGNA 976.915 4414 INGHIRAMI / CANTONI 348.080 3526 MANTERO 337.512 1151 SITIP 263.441 1206 NIGGELER & KUPFER 197.760 825 Klopman International spa 323.858 615 OLCESE 200.031 1159 LINEAPIU' 273.799 1071 LEGLER 321.144 1674 LORO PIANA 368.073 1228 RATTI 271.887 1081 LA PERLA 441.759 2242 SARA LEE 994.252 2569 CSP 243.973 1205 373.865 796 Sisi spa 66.405 254 Omsa spa 136.684 413 622.291 3635 MIROGLIO AGGREGATO MODA GILFIN DE RIGO SAFILO LUXOTTICA TOTALE Golden Lady spa 990.912 4544 3.628.570 23291 35.717.934 121.663 (1) Gli occupati prima delle acquisizioni YSL, Sanofi, Sergio Rossi erano 2979 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 56 (Tabella 2) ARTICOLAZIONE SETTORIALE AL 1999, I RICAVI PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO Biancheria casa Occhiali royalties Altri .. .. .. 32.372 586.587 .. .. .. .. 4.411 .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 8.390 .. 1.163.660 .. .. .. .. 14.067 .. 57.800 1.800 .. .. .. 89.600 .. 836.059 873.583 .. .. .. 34.075 .. Prevalente attività economica Tot.Ricavi Tessile Abbigliamo e accessori BENETTON Abbigliamento casual sport 3.837.815 163.039 2.657.987 158.298 STEFANAL Abbigliamento casual 479.578 .. 479.578 FASHION BOX Abbigliamento casual 316.931 .. 316.931 DIESEL Abbigliamento casual 594.635 .. 594.635 1.238.129 60.402 151.240 .. 1.756.908 .. HDP Gft NET (consolidato) Tessile e abb. prèt à porter Valentino (consolidato) Abb. prèt à porter Fila Holding (consolidato) Calzature e Abb. sport AGGR FIN.PART Calzature e Calzetteria articoli affini 337.011 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 153.955 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. .. .. 142.981 .. .. .. .. .. .. .. .. .. N.D. N.D. 246300 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. .. .. 98.329 144.478 N.D. N.D. 3.804 N.D. .. .. .. 560 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 20.560 N.D. 1.463.000 .. .. .. 19.362 .. 1.262.450 .. .. .. 55.895 664.954 2.013.437 .. .. .. .. .. .. .. .. .. 539.700 .. 3.526 .. 701.805 .. .. .. .. .. .. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 152.900 194.800 .. .. .. .. .. .. 200.012 137.500 .. .. .. .. .. .. 263.441 263.441 .. .. .. .. .. .. .. 197.760 197.760 .. .. .. .. .. .. .. Tessile 323.858 323.858 .. .. .. .. .. .. .. OLCESE Tessile 200.031 200.031 .. .. .. .. .. .. .. LINEAPIU' Tessile 273.799 263.799 10.000 .. .. .. .. .. .. LEGLER Tessile 321.144 286.044 35.100 .. .. .. .. .. .. LORO PIANA Tess. abb. prèt à porter 368.073 268.000 140.000 .. .. .. .. .. .. RATTI Tessile e accessori finiti 271.887 227.657 44.230 .. .. .. .. .. .. LA PERLA Abb. intimo 441.759 14.314 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 3.099 N.D. SARA LEE Abb. intimo, calzetteria 994.252 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. CSP Calzetteria 243.973 18.239 .. .. 225.734 .. .. 820 .. Golden Lady Calzetteria 373.865 .. .. .. 373.865 .. .. .. .. Sisi Calzetteria 66.405 .. .. .. 66.405 .. .. .. .. Omsa Calzetteria 136.684 .. .. .. 136.684 .. .. .. .. DE RIGO Occhiali 622.291 .. .. .. .. .. 622.291 .. .. SAFILO Occhiali 990.912 .. .. .. .. .. 990.912 .. .. LUXOTTICA Occhiali 3.628.570 .. .. .. .. .. 3.628.570 .. .. Pepper Abb. prèt à porter e casual Frette Biancheria casa 142.981 .. .. MAX MARA Abb. prèt à porter donna 1.702.291 .. 1.702.291 ARMANI Abb. prèt à porter 1.680.008 N.D. N.D. N.D. N.D. IT HOLDING Abb.prèt à porter, casual e accessori 717.415 N.D. N.D. N.D. N.D. VERSACE Abb. prèt à porter e accessori 782.664 .. 255.726 89.430 .. BURANI Abb. prèt à porter donna, e access. 203.033 N.D. N.D. N.D. N.D. CORNELIANI Abb. prèt à porter uomo 179.558 957 177.505 .. .. TOD’S - Ema spa Calzature e accessori in pelle 425.460 N.D. N.D. N.D. FERRAGAMO Pelletteria e Calzature 800.205 N.D. N.D. PRADA Pelletteria, Calzature, Abbigliam. 2.034.000 .. 542.000 GUCCI Pelletteria e Calzature 2.285.901 .. 379.699 MARZOTTO Tess. abb. prèt à porter e casual 2.723.296 709.546 ZUCCHI Biancheria casa 703.205 163.500 MIROGLIO Tess. abb. prèt à porter 1.386.939 661.122 ZEGNA Tess. abb. prèt à porter e accessori 976.915 INGHIRAMI/CANTONI Tess. abb. prèt à porter 348.080 MANTERO Tess. e accessori finiti 337.512 SITIP Tessile NIGGELER & KUPFER Tessile Klopman GILFIN Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 57 (Tabella 3) GLOBALIZZAZIONE PRODUTTIVO/COMMERCIALE AL 1999 In percentuale Quota ricavi all’estero Quota occupati all’estero Numero imprese estere che fanno capo al gruppo Numero Paese di costituzione delle società BENETTON 63,7 18,3 43 21 STEFANAL 41,4 N.D. 28 17 FASHION BOX 61,1 N.D. 28 12 DIESEL 82,4 N.D. 30 14 AGGREGAT Gft NET O MODA Valentino HDP Fila Holding 84,9 45,7 25 15 67,6 27,2 9 5 88,7 85,6 43 14 AGGREGATO FIN.PART 44,3 N.D. Pepper Industrues spa 27,6 N.D. 11 8 Frette (consolidato) 35,4 N.D. 7 5 MAX MARA N.D. N.D. 19 13 ARMANI 71,3 53,9 31 12 IT HOLDING 64,2 N.D. 18 9 VERSACE 69,5 N.D. N.D. N.D. BURANI 50,9 N.D. 2 2 CORNELIANI N.D. N.D. 4 4 TOD’S - Ema spa 45,9 N.D. 18 10 FERRAGAMO 87,6 N.D. 27 13 PRADA 74,3 50,3 82 18 GUCCI (1) 85,0 (1) 85,0 (2) 32 17 MARZOTTO 77,5 37,6 42 19 ZUCCHI 54,5 29,3 12 10 MIROGLIO 56,7 36,2 38 21 ZEGNA 81,3 62,8 48 21 INGHIRAMI / CANTONI 23,4 59,1 11 6 MANTERO N.D. N.D. 9 7 SITIP 31,1 N.D. 1 1 NIGGELER & KUPFER 30 N.D. 4 3 Klopman International spa 90 N.D. 6 3 39,3 Non Significativo OLCESE LINEAPIU' 40 N.D. 5 5 LEGLER 64,6 Non Significativo 2 2 LORO PIANA N.D. N.D. 8 6 RATTI 64,5 N.D. 9 6 15 LA PERLA 38,7 32,1 24 SARA LEE N.D. N.D. 3 3 CSP 43,5 37,9 8 3 48,2 N.D. 10,8 N.D. 6 6 Golden L. spa GILFIN Sisi spa Omsa spa 35,5 N.D. DE RIGO 90,7 N.D. N.D. 12 SAFILO 83,5 40,1 33 19 LUXOTTICA 93,9 83 37 25 (1) Il dato 1999 su fatturato e occupati all’estero riguarda la situazione dopo le acquisizioni realizzate alla fine del 1999 ( YSL, Sanifì, Sergio Rossi). Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 58 (Tabella 4) LE PRINCIPALI ACQUISIZIONI A PARTIRE DAL 1996 Societa acquirente Società acquisita 1 Intai 2 Armani Stabilimenti GFT (confezioni di Matelica) 3 Borgo 21 4 Benetton Sociétè centrale pour l'industrie 5 Dimensione Moda 6 Mila Schoen 7 Sedoc Burani Fashion Group 8 Braccialini 9 Deimutti 10 Baldinini 11 Csp Le Bourget 12 Vantios 13 De Rigo Dolland&Aitchison 14 General Optica 15 EMA (TOD’S) Gruppo Eyemaxx 16 Agnona Ermenegildo Zegna 17 Lanificio Master Loom 18 Fashion Box Action Apparal 19 Ferragamo Ungaro 20 Pepper 21 Frette Fin.Part 22 Maska 23 Cerruti 24 Golden Lady Kayser Roth 25 Severin Montres 26 Shiatos Taiwan 27 Sergio Rossi 28 YSL - Mendes - Sanofi 29 Gucci Boucheron 30 Zamasport 31 McQueen 32 Bedat & Cie 33 Bottega Veneta 34 Joyce 35 Hdp Valentino 36 Joseph Abboud 37 Dei Mattioli 38 Allison 39 IT Holding Malo 40 Romeo Gigli 41 Ferrè 42 La Perla MA.NI 43 Cotonificio Ferrari Linea Più 44 Julien Macdonald 45 Lenscrafter / Ray Ban Luxottica 46 Sanglass Hut 47 Michelsons 48 Mantero Holliday & Brown 49 Piombo Slitex 50 Miroglio 51 Manrico Holding 52 Fendi 53 Helmut Lang Prada 54 Jil Sander 55 Church's 56 Gruppo Genny/Byblos 57 Honegger Coton. 58 Sgat 59 Radici Savio 60 Fibrex Savinesti 61 Cincia 62 Campi Ratti 63 Cravatterie nazionali 64 Smith Sport Optics Safilo 65 Carrera Lovable 66 Sara Lee Branded Apparel Italia 77 Stefanel Hallhuber 78 Zucchi Bassetti Descamps Fonte: nostre elaborazioni su dati Pambianco, Sole24ore Paese I I I F I I I I I I F UK UK Usa NL I I UK F I I I I USA Ch Tw I F F I UK Ch I HK I USA I I I I I I I UK Usa Usa Uk Uk I Bu I I D D UK I I I I ROM I I I Usa I I D F Settore Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Maglieria Abbigliamento Internet Pelletteria Pelletteria Calzature Calze Occhiali Distribuzione Distribuzione Calzature Abbigliamento Tessile Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Casa Abbigliamento Abbigliamento Calze Orologi Distribuzione Calzature Abbigliamento/Pr Gioielli-orologi Abbigliamento Abbigliamento Orologi Pelletteria Distribuzione Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Occhiali Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Tessile Abbigliamento Occhiali/Distribu Distribuzione Cravatte Cravatte Abbigliamento Tessile Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Abbigliamento Calzature Abbigliamento Tessile Tessile Tessile Tessile Tessile Tessile Distribuzione Occhiali Occhiali Abbigliamento Abbigliamento Casa Anno 1997 2000 2001 1998 1999 1999 2000 2000 2000 2001 1999 1998 1998 2000 1999 1999 2000 2000 1997 1998 1999 1999 2000 1998 1997 1998 1999 1999 2000 2000 2000 2000 2001 1998 1998 2000 1998 1999 1999 1999 2000 2000 1997 2000 1999 2001 1997 1997 1998 2000 1999 1999 1999 1999 1999 2001 1996 1998 1998 2000 1998 1996 1999 1996 1996 1996 2000 1997 59 (Tabella 5) COMPOSIZIONE OCCUPAZIONALE PER QUALIFICA E DIMENSIONE MANIFATTURIERA AL 1999 Totale occupati (in unità) di cui occupati all'estero dirigenti quadri e impiegati intermedi e operai Operai/totale occupati BENETTON 6585 1206 148 2980 3457 52% STEFANAL 1214 N.D. 33 806 375 31% FASHION BOX 613 N.D. DIESEL 1098 N.D. Gft NET 4088 1867 1735 2353 58% Valentino 346 94 282 64 18% Fila Holding 2920 2500 2028 Pepper spa 293 N.D. 9 HDP FIN.PART Frette (consolidato) 413 98 884 200 33% 116 11% 892 31% 168 116 40% 401 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. MAX MARA 2933 N.D. 53 2157 723 25% ARMANI 2830 1525 39 917 350 12% IT HOLDING 1693 N.D. 45 1013 635 38% VERSACE 1553 N.D. 29 1343 181 12% BURANI 522 N.D. 19 320 183 35% CORNELIANI 777 N.D. 14 159 604 78% TOD’S - Ema spa 883 N.D. 7 396 480 54% FERRAGAMO 1653 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. PRADA 6428 3232 N.D. N.D. 1285 20,00% GUCCI 9099 7987 990 6608 1571 17,20% MARZOTTO 9625 3622 133 2771 6721 70% ZUCCHI 3458 1040 57 1210 2191 63% MIROGLIO 5752 2085 71 2214 3467 60% ZEGNA 4414 2773 INGHIRAMI / CANTONI 3526 1983 30 503 MANTERO 1151 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. SITIP 1206 N.D. 20 181 1005 83% NIGGELER & KUPFER 825 N.D. 10 94 721 87% 1555 2859 65% 2993 85% Klopman International spa 615 N.D. 7 58 550 89% OLCESE 1159 N.D. 9 184 966 83% LINEAPIU' 1071 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. LEGLER 1674 N.S 13 338 1323 79% LORO PIANA 1228 N.D. N.D. N.D. 798 65% RATTI 1081 N.D. 26 501 554 51% LA PERLA 2242 720 35 635 1572 70% SARA LEE 2569 N.D. 51 987 1531 60% CSP 1205 457 66 315 824 68% Golden Lady spa 796 N.D. 6 120 670 84% Sisi spa 254 N.D. N.D. 26 228 90% Omsa spa 413 N.D. N.D. 16 397 96% 3635 N.D. 30 2449 1156 32% GILFIN DE RIGO SAFILO 4544 1822 61 998 3485 77% LUXOTTICA 23291 19249 185 18910 4129 17,80% Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 60 (Tabella 6) OUTSOURCING PRODUTTIVO AL 1999 TOTALE COSTI PER Di cui: ACQUISIZIONI Servizio lavorazioni MANIFATTURIERE ESTERNE Consumo Materie esterne + consumo Servizio lavorazioni In percentuale Servizio lavorazioni esterne + prime + semilavorati e merci / esterne/ consumo materie prime, semilavorati + merci / valore della produzione semilavorati e prodotti finiti/ valore della produzione valore della produzione valore della produzione BENETTON 47,1 20,1 27,0 N.D. STEFANAL 43,0 14,0 29,0 24,9 FASHION BOX 45,6 19,6 26,0 31,0 DIESEL 46,3 11,7 34,6 34,6 Gft NET 41,9 6,9 35,0 N.D. HDP Valentino 20,7 0,0 20,7 16,6 Fila Holding 52,5 2,1 50,4 N.D. Pepper spa 62,8 13,4 49,4 42,0 FIN.PART Frette (consoli) 51,9 11,9 40,0 35,0 N.D. N.D. N.D. MAX MARA 34,2 N.D. N.D. N.D. ARMANI 32,1 N.D. IT HOLDING 45,4 11,9 33,5 N.D. VERSACE 40,2 5,6 34,6 42,9 53,8 BURANI 56,2 13,3 N.D. N.D. CORNELIANI 39,1 N.D. 34,3 26,9 TOD’S - Ema spa 40,0 5,7 29,8 N.D. FERRAGAMO 54,3 24,5 N.D. N.D. 24,0 N.D. PRADA N.D. N.D. N.D. N.D. GUCCI MARZOTTO 47,1 11,9 35,2 26,3 ZUCCHI 34,3 4,5 29,8 N.D. N.D. N.D. MIROGLIO 34,1 N.D. ZEGNA 37,4 4,6 32,8 18,3 N.D. N.D. INGHIRAMI/CANTONI 38,2 N.D. 30,2 34,4 MANTERO 44,7 14,5 N.D. N.D. 42,6 N.D. SITIP N.D. N.D. 48,5 N.D. NIGGELER & KUPFER N.D. N.D. 48,2 N.D. Klopman International spa N.D. N.D. 40,5 N.D. OLCESE N.D. N.D. 40,2 N.D. LINEAPIU' 46,4 9,7 LEGLER 50,4 4,0 N.D. N.D. 34,3 N.D. LORO PIANA 29,1 24,0 RATTI 41,6 12,5 30,3 N.D. LA PERLA 44,7 14,4 N.D. 48,9 N.D. N.D. SARA LEE 42,6 12,2 CSP 48,4 5,8 63,7 32,9 Golden Lady spa 68,8 5,1 52,8 4,5 GILFIN Sisi spa 54,2 1,4 53,5 3,8 Omsa spa 54,2 0,7 26,2 24,4 DE RIGO 28,1 1,9 20,4 11,4 SAFILO 24,0 3,6 N.D. N.D. 18,8 N.D. LUXOTTICA Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 61 (Tabella 7) GLI ALTRI PRINCIPALI COSTI; L’INCIDENZA SUL VALORE DELLA PRODUZIONE Servizi extra lavorazioni manifatturiere esterne + godimento beni terzi/ Valore produzione BENETTON STEFANAL FASHION BOX DIESEL HDP FIN.PART Gft NET Valentino Fila Holding Pepper spa Frette (consolidato) 18,4 28,1 25,7 24,8 32,9 47,4 31,6 22,5 25,2 35,3 N.D. 31,3 35,3 26,7 N.D. I COSTI FISSI di cui: Ammortamenti / Personale/ commerciali*/ VALORE DELLA VALORE DELLA Valore produzione PRODUZIONE PRODUZIONE 11,8 4,4 11,6 19,4 5,8 14,6 14,8 5,2 12,2 17,8 3,0 11,9 25,6 2,3 21,1 23,7 21,7 24,3 23,8 2,8 12,2 16,6 1,8 10,0 14,3 2,4 16,4 N.D. 2,5 10,3 N.D. 3,1 14,1 N.D. 3,9 11,6 25,1 5,4 14,3 13,4 3,4 14,1 N.D. 2,6 21,4 20,1 4,5 11,5 N.D. 4,2 14,5 N.D. 4,9 17,9 N.D. 3,6 15,9 N.D. 3,8 18,6 11,2 6,6 26,5 N.D. 5,5 23,3 N.D. 4,1 21,9 N.D. 3,3 26,3 11,2 5,2 25,9 N.D. 9,9 26,0 N.D. 5,5 20,0 N.D. 4,4 19,0 N.D. 5,3 28,8 N.D. 5,2 17,3 8,7 7,6 23,5 N.D. 7,7 22,8 9,6 8,9 29,9 12,0 17,5 19,4 N.D. 5,3 15,2 12,8 5,8 17,7 10,4 3,9 9,4 17,4 4,5 14,8 19,0 5,1 13,4 20,1 5,0 33,8 26,3 4,5 25,4 N.D. 7,3 30,1 MAX MARA ARMANI IT HOLDING VERSACE BURANI CORNELIANI TOD’S - Ema spa 25,6 FERRAGAMO 20,1 N.D. PRADA N.D. GUCCI MARZOTTO 16,1 ZUCCHI 21,8 MIROGLIO 24,8 ZEGNA 19,4 INGHIRAMI / CANTONI N.D. MANTERO 18,2 N.D. SITIP N.D. NIGGELER & KUPFER N.D. Klopman International spa N.D. OLCESE N.D. LINEAPIU' LEGLER 22,0 N.D. LORO PIANA RATTI 19,6 LA PERLA 20,1 N.D. SARA LEE CSP 18,9 Golden Lady spa 14,1 GILFIN Sisi spa 20,1 Omsa spa 23,3 DE RIGO 25,9 SAFILO 25,2 N.D. LUXOTTICA Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci * Distribuzione, trasporto, provvigioni, pubblicità e promozione, royalties, affitti TOTALE 16,0 20,4 17,4 14,9 23,4 46,0 15,0 11,8 18,8 12,8 17,2 15,5 19,7 17,5 24,0 16,0 18,7 22,8 19,5 22,4 33,1 28,8 26,0 29,6 31,1 35,9 25,5 23,4 34,1 22,5 31,1 30,5 38,8 36,9 20,5 23,5 13,3 19,3 18,5 38,8 29,9 37,4 62 (Tabella 8) ARTICOLAZIONE COMMERCIALE PER BRAND, LA DIMENSIONE ECONOMICA DELLE ROYALTIES SUI BRAND (TABELLA NON DEFINITIVA) Royalties Royalties attive/ passive/ ricavi ricavi BENETTON [Propri] United Color of Benetton, Under color, Sisley, Playlife, Nordica, Prince, Rollerblade, Killer Loop 0,80% 0 STEFANAL [Propri] Stefanel [In licenza], MFG, P.Hadley, New England, Island [Propri] Replay, Replay&Son, Rivet, Sport Replay, E-Play, Via Vai, Retour [In licenza] Coca Cola 0,90% 1,60% 0 0 [Propri] Diesel, GYM [In licenza] Martin Margiella, Vivienne Westwoood Red Label , Atsuro Tayama 1,40% 0 [Propri] [In licenza] Valentino, Calvin Klein, Joseph Abboud, Fusco, Chiara Boni, Emanuel Sahzà, Facis, Dalton&Forsyte 1,10% 8,50% FASHION BOX DIESEL Gft NET HDP Valentino Fila [Propri] Valentino [Propri] Fila, Ciesse Piumini AGGREGATO MODA FIN.PART [Propri] Henry Cotton's, Frette, Marina Yachting, Merit Cup, Best Company, Moncler, Maska, Balajò, Cerruti Jeans; Chesterfield Legend MAX MARA [Propri] Max Mara, Marina Rinaldi, Marella, Maxima [Propri] Armani, Mani Donna, Emporio Armani, Armani Jeans, Armani Casa, Borgonuovo [Propri] Extè, Romeo Gigli, Malo, Gentry Portofino [In licenza] Husky, Cavalli [Propri] Versace, Versus ARMANI IT HOLDING VERSACE BURANI CORNELIANI TOD’S FERRAGAMO PRADA [Propri] Mariella Burani, Amuleti, Notizie, Mariella, Più Donna, Mila Schon, Dimensione Moda [In licenza] Gai Mattiolo, Calvin Klein [Propri] Corneliani, Nino Danieli [In licenza] Polo Ralph Lauren [Propri] Tod's - Webb - Fay – Hogan – Roger Vivier[In licenza] Ferrari [Propri] Ferragamo - Ungaro [Propri] Prada, Miu Miu, Helmut Lang, Jil Sander, Church, Fendi 59,20% 0 0,01% 1,10% 0,80% 0 0 0 14,70% 0 0 11,00% 12,60% 0 1,90% 0 0 0 0 0 2,60% 0 0,90% 0 2,50% 0 GUCCI [Propri] Gucci, Yves Saint Laurent Beauté, Yves Saint Laurent Couture, Sergio Rossi, Boucheron, Bèdat, Bottega Veneta MARZOTTO [Propri] Boss, Boss Woman, HUGO e Baldessarini di Hugo Boss, Uomo Lebole, Principe, Borgofiore, Arezia [In licenza] Gianfranco Ferre Studio, Gianfranco Ferre Forma, GFF di Gianfranco Ferrè, M Missoni, Marlboro Classics 0 0 ZUCCHI [Propri] Bassetti, Zucchi, Descamps, Jalla, Bera [In licenza] Ysl, Lacoste, Christian Dior, Warner Bros, Tintin, Chipie 0,50% 0 0 0 0 0 0 0 MANTERO 0 0 SITIP 0 0 NIGGELER & KUPFER 0 0 Klopman International spa 0 0 OLCESE 0 0 0 0 0 0 MIROGLIO ZEGNA INGHIRAMI/CANTONI LINEAPIU' [Propri] Motivi, Elena Mirò, Oltre, Flik, Glaeser, Caractere [Propri] Zegna, Zegna Sport, Agnona [Propri] Ingram, Sanremo, Duca Visconti di Modrone, Reporter [Propri] Julien Macdonald [In licenza] Jan&Carlos, Isetan LEGLER LORO PIANA [Propri] Loro Piana RATTI 0 0 0 2% 0,70% 0 0 0 0,30% 0 LA PERLA [Propri] Occhi Verdi, Malizia, La Perla, Sognando SARA LEE [Propri] Playtex, Cacharel, Wonderbra, Cheris, Lovable, Dim, Liabel, Fila, Filodoro, Philippe Matignon, Omero, Champion, Choach CSP [Propri] Oroblù, Sanpellegrino, Star Way, New Opportunity, Le Bourget, Bomo, AGGREGATO GILFIN [Propri] Golde lady, Saltallegro (linea bambino), Trend (calzini da donna), Kayser Roth, Omsa, Sisi 0 0 DE RIGO [Propri] Sting, Police, Lozza, Rolling, Vogart, Charme, Old Italy, DR Hi-tech [In licenza] Fila, Fendi, Martini, Martini Racing, Elisabetta Von Furstenberg, Etro, La Perla, John L.Cook, Motor Oil, This Week e Vitamina, Prada, Fendi, 0 0,60% SAFILO [Propri] Blue Bay, Carrera, Safilo e Smit [In licenza] Gucci, Ferrè, Burberry's, Dior, Diesel, Max Mara, Oliver, Polo R.L., Pierre Cardin e Valentino 0 6,10% LUXOTTICA [Propri] Briko, Fairflex, Luxottica, Mirari for Luxottica, Persol, Ray Ban, Sfersol, T3 e Vogue [In licenza] Anne Klein, Anne Klein II, Armani, Emporio Armani, Brook's Brothers, Chanel, Ferragamo, Genny, Moschino, E. Ungaro, Ysl, Bulgari, Byblos, Tacchini e Webb 0 2,00% 63 (Tabella 9) GRADO DI IMMOBILIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AL 1999 Il totale attività e circolante sono al netto delle disponibilità liquide Immobilizzazioni Di cui: materiali immateriali Circolante di cui: rimanenze clienti ATTIVO BENETTON 41,6 20,6 13,1 56,4 12,2 31,9 100 STEFANAL 31,4 13,4 10,8 65,5 13,4 42,6 100 FASHION BOX 40,1 19,7 17,2 59,4 22,7 23,3 100 DIESEL 34,6 13,8 8,8 63,8 27,9 25,9 100 22,3 17,8 2,1 73,4 35,3 32,9 100 Gft NET HDP Valentino 93,3 1,6 91,3 6,5 2,1 2,7 100 Fila Holding 19,7 16,3 3 79,7 34,7 32,7 100 Pepper spa 39,3 7,3 2,7 57,2 21 15 100 Frette (consolidato) 18,3 13,6 3,4 80 35,2 14,6 100 MAX MARA 39,7 29,2 7 59,6 27 23,5 100 ARMANI 47,8 27 15,1 50,6 16 12,8 100 IT HOLDING 47,6 11,9 33,8 42,5 16 19,5 100 VERSACE 45,3 26,1 17,8 53,5 23,9 20,1 100 BURANI 23,8 8,6 13,2 69,3 36,5 23,9 100 CORNELIANI 15,9 7,3 4,9 84 35,8 38,6 100 37 10,2 25,8 61,5 26,4 18,5 100 FERRAGAMO 30,7 15,5 11,7 67,5 24,8 12,3 100 PRADA 63,5 42,6 20,8 36,5 17,1 10 100 GUCCI 72,3 14,8 57,5 27,7 9,6 9,8 100 MARZOTTO 38,4 23,8 7,3 61,2 26,1 25,4 100 ZUCCHI 31,5 27,6 2,4 67,6 27,8 30,3 100 MIROGLIO 32,3 29,4 1,8 67,2 15,2 19,3 100 ZEGNA 29,7 18,8 7,2 69,3 30,1 21,3 100 INGHIRAMI/CANTONI 29,4 25,1 2,2 70,5 41,1 21,7 100 33 23,6 7,1 64,5 19,6 19,6 100 SITIP 51,8 50,2 0,4 48 20,9 24,4 100 NIGGELER & KUPFER 43,7 35,1 0,5 56,1 30,9 17,7 100 Klopman International spa 44,4 42,4 0,5 55 17,4 20,9 100 OLCESE 44,4 38,9 1,9 55 22,2 28,4 100 LINEAPIU' 32,1 28,9 0,9 67,3 30,9 24,6 100 LEGLER 61,8 59,9 0,4 37,9 18,1 16,4 100 38 32,2 4,6 61,5 43 16,9 100 FIN.PART TOD’S - Ema spa MANTERO LORO PIANA RATTI 29,1 25,4 1,3 70,2 27,7 30,1 100 LA PERLA 40,2 21,6 15,5 59,5 29,4 22 100 SARA LEE 27,1 16,6 9,4 72,3 29 28,6 100 36 26,5 8,8 63,5 22,8 37,3 100 CSP Golden Lady spa GILFIN Sisi spa Omsa spa 40,8 16,3 0,3 59,1 11,1 35,8 100 24 23,3 0,7 76 15,2 60,4 100 39,9 29,7 0,1 60,1 11,1 45,8 100 DE RIGO 37 22,4 12,5 59,4 13,4 16,4 100 SAFILO 31,8 22 7,4 65,8 25 36,3 100 LUXOTTICA 68,5 16 52,6 31,5 11,4 11 100 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 64 (Tabella 10) SITUAZIONE E STRUTTURA FINANZIARIA AL 1999 Attivo a breve al Crediti/ netto delle vendite*365 rimanenze/ (Giorni credito passività a breve clienti) Fornitori/ acquisti*365 (Giorni debiti fornitori) Patrimonio netto Debiti escluso utile Patrimonio commerciali Altre Attivo al netto esercizio/ netto Debiti (compresi passività della liquidità e Immobilizzi al (escluso utile finanziari * ammortamenti ratei e netto degli esercizio) risconti) ammortamenti 95,5 36,4 32,7 15,3 15,7 100 BENETTON 145,5 141,7 67,0 STEFANAL 47,3 186,8 89,6 128,1 39,4 23,8 22,7 14,1 100 FASHION BOX 79,8 75,5 83,4 73,3 27,0 36,2 25,3 11,6 100 DIESEL 111,0 60,8 48,3 158,5 45,7 19,9 22,5 11,9 100 Gft NET 83,5 65,9 49,0 146,8 28,8 31,7 28,8 10,7 100 Valentino 8,5 33,1 52,1 21,4 19,4 19,1 5,8 55,7 100 Fila 78,4 80,9 29,4 169,3 30,9 51,0 20,5 -2,4 100 Pepper spa 52,5 80,8 49,0 26,0 10,1 31,8 19,1 39,1 100 100 HDP FIN.PART 68,8 69,3 93,7 46,3 8,3 47,2 32,6 11,9 MAX MARA Frette (cons) 128,9 67,0 49,7 137,8 51,3 5,2 21,4 22,1 100 ARMANI 219,4 39,5 49,4 163,8 57,1 5,0 19,4 18,6 100 IT HOLDING 74,3 76,9 80,4 59,5 26,6 24,8 28,1 20,5 100 VERSACE 116,1 75,8 54,0 102,2 40,5 29,9 17,8 11,7 100 BURANI 64,6 103,1 61,4 61,6 12,8 51,6 21,2 14,5 100 CORNELIANI 81,0 117,9 61,1 119,3 18,6 26,5 29,6 25,2 100 TOD’S - Ema spa 113,6 53,2 55,9 141,8 47,6 3,0 23,7 25,7 100 FERRAGAMO 131,3 44,4 60,8 144,4 42,0 22,3 19,5 16,3 100 PRADA 51,4 55,8 .. 19,3 13,6 70,2 14,9 1,3 100 GUCCI 328,8 75,5 .. 205,3 70,0 12,3 6,7 11,0 100 MARZOTTO 97,2 76,3 31,9 93,3 34,7 21,6 13,8 30,0 100 ZUCCHI 119,0 123,1 54,2 146,8 44,0 23,8 14,6 17,6 100 MIROGLIO 197,8 98,6 50,1 180,8 57,6 15,3 12,3 14,7 100 ZEGNA 123,3 67,5 52,4 149,3 37,9 20,9 20,3 20,9 100 INGHIRAMI / CANTONI 74,0 109,1 62,8 158,3 45,6 22,0 17,6 14,9 100 MANTERO 148,1 78,2 46,6 140,5 42,9 21,7 13,4 22,0 100 SITIP 48,7 111,3 69,8 13,9 7,2 58,3 24,7 9,9 100 NIGGELER & KUPFER 291,7 71,9 37,0 117,1 47,4 25,3 16,2 11,2 100 Klopman International spa 230,3 54,2 19,9 117,9 48,9 15,2 15,4 20,5 100 OLCESE 44,8 129,9 73,2 37,1 16,4 54,4 24,2 4,9 100 LINEAPIU' 69,2 123,7 55,2 57,3 18,0 51,8 18,9 11,4 100 LEGLER 45,4 97,1 56,2 49,2 30,4 41,9 15,8 12,0 100 LORO PIANA 30,2 70,9 48,5 46,3 17,4 58,6 15,6 8,3 100 RATTI 156,2 113,9 62,6 200,0 55,1 22,8 16,9 5,1 100 LA PERLA 122,1 116,6 55,8 175,4 68,6 14,2 11,9 5,2 100 SARA LEE 186,0 91,1 35,8 6,9 1,8 3,6 20,7 73,9 100 CSP 83,1 183,8 88,4 76,6 27,1 34,1 26,9 11,8 100 74,4 101,6 16,0 17,3 6,8 49,0 13,0 31,2 100 Golden Lady GILFIN Sisi spa 101,6 175,4 56,5 50,1 11,9 31,0 33,6 23,5 100 Omsa spa 116,4 115,1 30,6 47,2 18,4 46,3 19,9 15,5 100 DE RIGO 147,3 55,9 43,6 161,4 58,5 13,4 12,7 15,5 100 SAFILO 133,7 104,9 54,8 93,1 28,3 33,0 14,9 23,7 100 LUXOTTICA 41,0 55,2 32,7 36,4 24,9 46,4 4,5 24,1 100 * Le voci principali: utile d’'esercizio, fondi per rischi ed oneri, fondo trattamento di fine rapporto, debiti v/imprese controllate, collegate e controllanti, debiti previdenziali e tributari. Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 65 (Tabella 11) REDDITIVITÀ E CONTRIBUTO DIVERSE GESTIONI AL 1999 Risultato Risultato operativo/ d'esercizio ante Ricavi imposte/Ricavi (ROS) BENETTON 15,7 13,2 STEFANAL 5,1 3,5 FASHION BOX 4,9 4,1 DIESEL 12,0 10,7 Gft NET -0,2 -12,0 HDP Valentino -16,7 -28,6 Fila Holding -1,0 -4,8 Pepper spa 2,2 2,3 FIN.PART Frette (consoli) 3,3 0,1 MAX MARA 16,8 16,5 ARMANI 21,0 22,0 IT HOLDING 7,2 8,7 VERSACE 3,8 4,5 BURANI -0,3 7,6 CORNELIANI 4,3 2,8 TOD’S - Ema spa 15,1 16,5 FERRAGAMO 5,5 6,0 PRADA 15,8 20,7 GUCCI 21,5 32,5 MARZOTTO 11,0 9,8 ZUCCHI 8,3 9,0 MIROGLIO 8,4 10,6 ZEGNA 12,3 11,3 INGHIRAMI/CANTONI 1,6 3,3 MANTERO 3,1 6,1 SITIP 3,4 -2,9 NIGGELER & KUPFER 1,5 1,1 Klopman International spa 6,9 6,8 OLCESE -7,3 -14,0 LINEAPIU' 7,3 4,1 LEGLER -9,0 -3,4 LORO PIANA 7,6 4,2 RATTI -10,6 -16,6 LA PERLA -4,9 -5,5 SARA LEE -0,2 -3,0 CSP 7,0 6,9 Golden L. spa 2,6 9,1 GILFIN Sisi spa 7,2 5,4 Omsa spa 4,4 3,0 DE RIGO 2,3 1,2 SAFILO 13,0 11,3 LUXOTTICA 12,4 11,6 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci Risultato d'esercizio/ patrimonio netto (ROE) 17,7 8,0 9,1 17,6 n.s n.s n.s 13,0 -12,2 22,4 22,3 22,7 6,5 33,3 4,0 24,0 12,2 90,6 9,4 18,6 10,7 9,1 20,8 0,3 5,2 n.s 0 15,8 n.s 10,3 9,9 n.s n.s n.s 10,9 95,0 23,8 7,2 0,6 32,5 24,4 Risultato operativo 119,0 144,3 120,0 112,4 1,5 58,2 21,7 96,4 n.s 101,4 95,8 82,7 84,1 -3,6 155,3 91,6 91,5 76,8 67,3 112,9 92,3 79,2 108,6 49,9 51,2 n.s 131,4 101,0 52,0 179,4 n.s 179,7 64,1 n.s 7,4 101,0 29,2 134,3 144,7 200,0 115,1 106,9 = risultato +/- Gestione +/- Gestione prima delle finanziaria Straordinaria imposte -17,4 -22,2 -58,0 -7,6 29,1 30,5 53,1 -90,9 n.s -0,6 3,7 -4,3 -23,4 -54,3 -67,2 -1,4 7,8 -11,3 32,6 -15,6 -6,6 15,1 -14,6 -19,3 76,0 n.s -59,4 -1,0 26,5 -56,2 n.s -79,5 12,8 n.s 38,1 -17,2 72,8 -36,2 -46,8 -83,3 -18,0 -15,9 -1,7 -22,0 38,1 -4,8 69,3 11,3 25,2 94,5 n.s -0,8 0,6 21,6 39,3 157,9 11,9 9,8 0,7 34,5 .. 2,7 14,3 5,7 6,0 69,4 -27,2 n.s 28,0 0,0 21,6 -23,2 n.s -0,2 23,1 n.s 54,5 16,2 -2,0 1,9 2,2 -16,7 2,9 9,0 100 100 100 100 (100) (100) (100) 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 (100) 100 100 (100) 100 (100) 100 (100) (100) (100) 100 100 100 100 100 100 100 66 (Tabella 12) PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO E DEL CAPITALE Valore produzione Valore aggiunto per occupato per occupato (in milioni) (in milioni) BENETTON STEFANAL FASHION BOX DIESEL 590,2 412,6 522,4 532,2 Gft NET 293,3 HDP Valentino 436,3 Fila Holding 591,8 Pepper spa 606,6 FIN.PART Frette /consoli 400,9 MAX MARA 591,7 ARMANI 603,0 IT HOLDING 437,8 VERSACE 529,2 BURANI 421,3 CORNELIANI 241,2 TOD’S - Ema spa 504,2 FERRAGAMO 482,9 PRADA 515,5 GUCCI 716,1 MARZOTTO 286,8 ZUCCHI 205,2 MIROGLIO 239,7 ZEGNA 236,2 INGHIRAMI/CANTONI 101,8 MANTERO 296,0 SITIP 222,0 NIGGELER & KUPFER 253,2 Klopman International spa 539,0 OLCESE 177,0 LINEAPIU' 269,3 LEGLER 186,5 LORO PIANA 305,8 RATTI 253,8 LA PERLA 199,1 SARA LEE 399,0 CSP 196,9 Golden L. spa 484,4 GILFIN Sisi spa 254,7 Omsa spa 296,5 DE RIGO 170,8 SAFILO 217,8 LUXOTTICA 158,5 Fonte: elaborazioni Filtea su Bilanci 200,8 119,2 128,6 152,4 72,7 138,7 93,9 90,7 93,7 182,0 239,1 102,3 132,9 81,6 70,2 174,5 129,2 .. 293,0 104,9 89,8 96,1 103,0 33,9 104,3 90,1 72,2 182,1 49,5 86,8 46,1 122,8 82,3 67,6 88,9 62,9 84,3 73,3 72,7 77,4 95,7 78,8 Valore produzione/ Valore produzione/ Rimanenze medie/ totale attività al netto delle attività immobilizzate materiali Ricavi*360 disponibilità liquide e immateriali (tempo medio in giorni di (Rotazione Attività) (Rotazione Investimenti Fissi) giacenza delle scorte) 0,8 2,5 53,6 0,9 3,6 56,2 1,1 3,1 72,9 1,5 6,8 66,6 1,8 8,9 73,1 0,3 0,3 25,8 1,4 7,5 87,4 0,8 7,8 97,7 0,9 5,1 148,4 1,3 3,6 75,6 1,2 2,8 48,9 1,0 2,1 61,2 1,0 2,3 85,8 0,9 4,2 145,4 1,2 10,2 104,8 1,3 3,7 72,4 1,0 3,7 89,6 0,8 1,0 94,9 0,5 0,6 74,0 1,2 4,0 77,2 0,9 3,0 111,9 0,7 2,3 78,3 1,2 4,7 89,2 0,7 2,7 200,5 0,9 3,0 77,3 0,8 1,6 93,9 0,9 2,7 119,0 1,4 3,4 44,2 0,8 2,0 99,3 0,8 2,6 147,3 0,6 1,0 110,2 0,9 2,4 177,0 1,0 3,6 104,0 0,7 1,9 154,7 1,2 4,5 89,5 0,7 2,0 115,8 1,3 8,0 30,7 1,2 5,2 45,2 1,3 4,4 31,2 1,1 3,1 45,7 1,3 4,3 72,5 0,7 1,1 56,3 67 (Tabella 13) LA CLASSIFICAZIONE FILTEA DELLA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO a partire dal modello MonitorLavoro e CNEL A - LA RETRIBUZIONE AZIENDALE Premio Fisso Premi di produzione, superminimi e/o terzo elemento Mensilità aggiuntive Mancato cottimo Una tantum Premio variabile Redditività (Ros,Roi, Mon, Mol, Utile) Efficienza (CLUP, utilizzo impianto, altri indicatori di efficienza) costo del lavoro/produzione o fatturato (CLUP) utilizzo impianti altri indicatori di efficienza Qualità del prodotto e del servizio al cliente Presenza Produttività di bilancio Produttività fuori bilancio Sviluppo di bilancio (var.fatturato quasi sempre al netto dei resi) Sviluppo fuori bilancio (var.produzione quasi sempre al netto dei resi) Altri indicatori (disponilibilità alla flessibilità,agli straordinari e alla mobilità; efficienza e professionalità; altri) disponilibilità alla flessibilità,agli straordinari e alla mobilità efficienza e professionalità altri Cottimo Indennità Trasporto, Mensa, Reperibilità, Mansione, Nocività, Disagio, Notte, Sabato, Domenica, altre indennità Quote garantite nell’ambito del premio per obiettivi Consolidamento totale o parziale del premio per obiettivi Assorbimento di quote di premio fisso con l'introduzione di quello variabile** B - L'AMBIENTE DI LAVORO E LA TUTELA DELLA SALUTE Ambiente interno: informazioni, indagini, prevenzione, bonifica Ambiente esterno: indagini, prevenzione, bonifica Prevenzione infortuni, malattie prof. e igiene (libri, visite ecc) C – ASSUNZIONI E MODALITÀ D'IMPIEGO Assunzione Apprendistato e tirocinio Contratto di formazione e lavoro Contratto a termine Part-Time Lavoro a domicilio D- INQUADRAMENTO PROFESSIONALE (MANSIONI- QUALIFICHE) Polivalenze Classificazione, inquadramento, declaratorie di categorie e livelli Mobilità orizzontale Mobilità verticale e passaggi automatici di qualifica, livello, categoria Quadri: normativa ed elementi retributivi aggiuntivi E – PARI OPPORTUNITA’ F – ATTIVITÀ DI FORMAZIONE G – LA GESTIONE DEGLI ORARI Orario di lavoro contrattuale e sua distribuzione Lavoro supplementare e straordinario diurno Lavoro a turni, a squadre, cicli continui Lavoro straordinario notturno, domenicale, festivo Riposo settimanale, festività, riposi aggiuntivi o compensativi Ferie e permessi Flessibilità: normativa ed effetti economici H – RAPPORTI E RELAZIONI TRA LE PARTI, DIRITTI SINDACALI Diritti di informazione Confronto ed esame congiunto Organi paritetici, commissioni per inquadramento e salario Contributi sindacali: quote, trattenute, distribuzione del contratto Permessi e aspettative per cariche sindacali e pubbliche Fonte: Filtea 68 ALLEGATO 2 SOCIETÀ MANIFATTURIERE NAZIONALI CHE FANNO RIFERIMENTO AI GRUPPI INDAGATI; IL DATO DI SETTORE, OCCUPAZIONE, TESSERAMENTO FILTEA, E PRESENZA DI CONTRATTAZIONE AZIENDALE Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 3691 418 11,30% 1439 115 8,00% 150 15 10,00% 2102 288 13,70% 186 0 0,00% Produzione tessile 190 55 28,90% Vicenza Produzione tessile 326 8 2,50% Verona Produzione tessile 134 0 0,00% 1998 Olimpias Torino Torino Produzione tessile 185 60 32,40% 1999/00 Olimpias Prato Prato Produzione tessile 134 72 53,70% Olimpias Gorizia Gorizia Produzione tessile 240 30 12,50% 1998 Olimpias Caserta Caserta Produzione tessile 145 22 15,20% 1995/1999 Maglificio Monastier Treviso Produzione tessile 287 0 0,00% 1995 Lanificio di Follina Treviso Produzione tessile 113 16 14,20% 1994/98 Filatura di Vittorio Veneto Treviso Produzione tessile 26 0 0,00% NO ACCORDO Colorama Varese Produzione tessile 136 25 18,40% NO ACCORDO 608 86 14,10% Stefanel spa Treviso Produzione abbigliamento 442 55 12,40% 1994-1999 Retail srl Treviso Commerciale 40 5 12,50% NO ACCORDO Interpool spa Vicenza Produzione abbigliamento 63 0 0% NO ACCORDO Interfashion Company Treviso/Rimini Produzione abbigliamento 126 26 20,60% 1995-1997 522 9 1,70% Denominazione Sede Prevalente attività Benetton Group Spa Treviso Produzione abbigliamento Benlog Spa Treviso Logistica Texcontrol Treviso Produzione tessile Tessitura Travesio Treviso/Pordenone Olimpias Vicenza Olimpias Verona GRUPPO BENETTON Olimpias GRUPPO STEFANEL GRUPPO FASHION BOX Occupati 1994-1999 1994 1997 Fashion Box S.p.A Treviso Holding 300 1 0,30% NO ACCORDO New Mills Spa Treviso Produzione abbigliamento 18 0 0 NO ACCORDO Fashion Toys Spa Treviso Produzione abbigliamento 180 0 0 NO ACCORDO Knit Box Srl Carpi - Modena Produzione Abbigliamento 24 8 33,30% NO ACCORDO 422 22 5,20% GRUPPO DIESEL Diesel spa Vicenza Produzione Abbigliamento 320 11 3,40% NO ACCORDO Staff International Vicenza Produzione Abbigliamento 102 11 10,80% NO ACCORDO 1180 160 13,60% GRUPPO GFT GFT Net spa Torino Produzione Abbigliamento 1100 Facis spa Torino Produzione Abbigliamento 35 Sahazà spa Torino Produzione Abbigliamento 25 New Lab. Europe spa (Calvin Klein) Torino Produzione Abbigliamento GRUPPO FILA 1996 160 20 30 6,00% Ciesse Piumini srl Biella Prod./Comm. sportwear 41 0 0,00% Fila Italia Spa Biella Commerciale 86 10 11,60% Fila Sport spa Biella Prod./Comm. sportwear 375 20 5,30% 252 37 14,70% Roma Sartoria/Commerciale 252 37 14,70% 1257 301 23,90% GRUPPO VALENTINO Valentino spa GRUPPO FINPART 502 NO ACCORDO 1994-1999 1994-1997 Pepper Industries Spa Milano/Treviso Produzione Abbigliamento 385 0 0 NO ACCORDO Maska Spa R.Emilia Prod.Abb./maglieria femm. 263 62 23,60% 1996-1998 Frette Spa Milano (Monza) Produzione tessile casa 159 19 11,90% 1995-2000 Hitman Industrie Confezioni Milano-Biella Produzione Abbigliamento 350 160 45,70% 1994-1997 Cometa Brescia Produzione Abbigliamento 100 60 60,00% 69 Segue Allegato 2 Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula Occupati Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 1644 254 15,50% 190 1 0,50% Produzione Abbigliamento 208 31 14,90% 1996-1998 Reggio Emilia Produzione Abbigliamento 276 17 6,20% NO ACCORDO Marina Rinaldi Srl Reggio Emilia Produzione Abbigliamento 290 25 8,60% 1996-1998 Marella Spa Reggio Emilia Produzione Abbigliamento 92 1 1,10% NO ACCORDO Denominazione Sede Prevalente attività Manifattura del Nord srl Reggio Emilia Produzione Abbigliamento Commerciale Abbigliamento Srl Reggio Emilia Max Mara Srl GRUPPO MAX MARA NO ACCORDO Manifattura di S.Maurizio srl Reggio Emilia Produzione Abbigliamento 233 88 37,80% 1995/96-1997 Imax srl Reggio Emilia Produzione Maglieria 160 7 4,40% NO ACCORDO Manifatt.di Novellara srl Reggio Emilia Produzione Abbigliamento 45 15 33,30% 1995/96-1997 Manifattura di Casalmaggiore srl Cremona Produzione Abbigliamento 70 33 47,10% NO ACCORDO Sasil Varese Produzione tessile 1995 GRUPPO ARMANI Antinea Srl Vicenza Intai Spa Como 80 36 45% 1836 419 22,80% 261 39 15% 1996-1998 Simint Spa Modena Produzione Abbigliamento cravatte.abb.intimo/mare, pelle Produzione Abbigliamento 325 48 14,80% 1997 Confezioni di Matelica Torino/Macerata Produzione Abbigliamento 720 252 35,00% 1996 Lo Sint Srl Modena Logistica 80 25 31,30% 1998 Borgo 21 (accordo Vestimenta) Trento/Milano Produzione Abbigliamento 325 55 16,90% 1995 1101 198 18,00% GRUPPO I.T HOLDING 125 NO ACCORDO Gigli spa Isernia Ittierre spa Isernia Produzione Abbigliamento Itj spa Isernia Produzione Abbigliamento ITC spa Isernia/Bologna Comm.Prod.abbigliamento FD spa Isernia Logistica Magic Style srl Isernia Allison spa Mantova Occhiali 90 8 8,90% 1996 Manifatture Associate Cashmere spa Firenze/Genova/Piacenza Produzione Abbigliamento 245 94 38,40% 1994/2001 Compagnia Italiana Magliere srl Firenze Produzione Maglieria M.G.M spa Genova Produzione Abbigliamento 66 58 87,90% 1999/00 Gianfranco Ferrè Milano Abbigliamento 100 4 4,00% NO ACCORDO 485 60 12,40% 600 34 6% NO ACCORDO NO ACCORDO NO ACCORDO NO ACCORDO GRUPPO VERSACE Gianni Versace spa NO ACCORDO Milano I.C Optics Spa Varese Prod. Distribuz. occhiali 270 35 13,00% 1996 Alias Novara Produzione Maglieria 215 25 11,60% 1994-1995 577 195 33,80% Mariella Burani Fashion Group R.Emilia Produzione/distribuzione 269 63 23,40% 1995/00 Griffes Diffusion srl R.Emilia Prod.e/Gestione Outlets 37 37 100,00% 1995/2000 Dimensione Moda R.Emilia Prod. Distrib. Maglieria 30 16 53,30% NO ACCORDO Gabriella Frattini Pesaro Produzione Maglieria 48 12 25,00% NO ACCORDO Braccialini Firenze Pelletteria 50 2 4,00% NO ACCORDO Deimutti Parma Pelletteria 13 3 23,10% NO ACCORDO Baldinini Forlì Calzature 130 62 47,70% 1996 777 330 42,50% 777 330 42,50% 1010 113 11,20% GRUPPO BURANI GRUPPO CORNELIANI F.lli Claudio&Carloalberto Corneliani spa Mantova Produzione Abbigliamento GRUPPO CANALI 1998 NO ACCORDO Canali Spa Milano Holding/Produzione 303 Ancon Srl Ancona Prod. abbigliamento uomo 450 25 5,60% NO ACCORDO Gissi Confezioni Maschili Spa Chieti Prod. abbigliamento uomo 190 35 18,40% 2000 Eraclon Srl Monza Prod. abbigliamento uomo 250 20 8,00% 1996 Pantalonificio d'Abruzzo Srl Chieti Prod. abbigliamento uomo 120 33 27,50% 2000 883 120 13,60% 883 120 13,60% 483 24 5,00% 483 24 5,00% GRUPPO TOD'S Tod's (ex EMA srl) Ascoli Piceno Produz, pelle/calzature GRUPPO FERRAGAMO Salvatore Feragamo Italia spa Firenze Produzione Abbigliamento NO ACCORDO NO ACCORDO 70 Segue Allegato 2 Denominazione Occupati Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 2570 711 27,70% 255 21% Sede Prevalente attività IPI Italia spa Milano Distrib. Italia Prada Miu Miu 28 Prada Retail srl Milano Distrib. Italia Prada Miu Miu 95 GRUPPO PRADA Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula 2000 2000 I Pelletieri d'Italia spa Arezzo Accessori Pelle 1108 Calzaturificio Lamos srl Arezzo Calzature donna 231 125 54,10% 1995/97/98/00 IPI Logistica srl Arezzo Logistica 100 32 32,00% 2000 Sir Robert srl Arezzo Accessori Pelle 52 24 46,20% 1994 Gruppo Manifatture Abbigliamento srl Arezzo Prod.abbigliamento donna 92 50 54% 1994 Pupil srl Perugia Prod. Abb. uomo donna 105 100 95,20% 1998-2000 Dori Pellettieri Borse srl Arezzo Accessori Pelle 76 0 0 NO ACCORDO IPI Amiata srl Siena Accessori Pelle 42 10 23,80% NO ACCORDO Artisans Shoes srl Ascoli Piceno Calzature uomo domma 91 7 7,70% NO ACCORDO Manifatt. Associate Ponte Felcino 1862 spa Perugia Cashmere 180 55 30,60% NO ACCORDO D.p.b srl Firenze Accessori Pelle 80 13 12,50% 2000 Prada Engineering Arezzo Progettazione 150 Fendi spa Roma Prod. pellicceria e pelli Fendi Industria spa Firenze Prod. pellicceria e pelli GRUPPO GUCCI 2000 140 40 28,60% 1121 321 28,60% Guccio Gucci SpA Firenze Servizi - Produzione 254 20 7,90% Gucci Logistica SpA Firenze Gestione produzione 338 102 30,20% Calzaturificio Rossi Cesena Calzature 326 134 41,10% 1996 GZ Creazioni Italiane srl Novara Produzione Abbigliamento 83 10 12,00% 1995 Bottega Veneta Vicenza Pelletteria 120 55 46% 1999 Vicenza/Brescia/Arezzo/Sondri Produzione Abbigliamento o/Pavia/Cosenza Vicenza Outlet 3772 973 25,80% 3040 736 24,20% 30 2 6,70% Guabello spa Biella Produzione tessile 212 34 16,00% 1995-1998 Linificio e Canapificio Nazionale spa Bergamo Produzione tessile 460 200 43,50% 1995 Della Croce srl Como Produzione Abbigliamento 30 1 3,30% 1809 317 17,50% Vincenzo Zucchi spa Legnano/Brescia Produzione tessile 507 150 29,60% 1996 Bassetti spa Legnano Biancheria casa 419 55 13,10% 1995/96-1997/00 Standardtela spa Milano/Teramo/Novara Produzione tessile 319 70 21,90% 1995 Standardtre srl Potenza Produzione tessile 126 38 30,20% 1995 Mascioni spa Varese Produzione tessile 398 4 1,00% NO ACCORDO Basikdue spa Cuneo Produzione tessile NO ACCORDO GRUPPO MARZOTTO Marzotto SpA Marzotto Distribuzione spa GRUPPO ZUCCHI GRUPPO MIROGLIO 40 0 0,00% 2527 407 16,10% 1995-1996 1995-1998-2001 Miroglio spa Cuneo Miroglio tessuti(10 unità prod.Cuneo) Cuneo Produzione tessile 1721 250 14,50% 1995 Filatura di Vitalba srl Potenza Produzione tessile 60 20 33,30% NO ACCORDO Filatura e tessitura di Puglia spa Taranto Produzione tessile 353 55 15,60% NO ACCORDO Manifattura dell'Abruzzo spa Teramo Produzione tessile 123 49 39,80% 1994-1999 Stabilimento Vestebene Cuneo Produzione Abbigliamento 220 30 13,60% NO ACCORDO Galantina confezioni srl Lecce Produzione abbigliamento 50 3 6,00% NO ACCORDO 1548 303 19,60% Miroglio abbigliamento GRUPPO ERMENEGILDO ZEGNA Orsini srl Novara/Pescara Prod.Accessori abbigliam. 129 9 7,00% NO ACCORDO Lanificio Ermenelgildo Zegna e Figli spa Biella Produzione tessile 415 70 17% 1995-1999 Inco spa Novara Produzione Abbigliamento 90 6 6,70% Savit spa Novara/Padova Produzione abbigliamento 473 134 28,30% 2001 Arterna spa Biella Produzione Abbigliamento 97 7 7,20% NO ACCORDO Agnona spa Vercelli Produzione tessile 272 61 22,40% 1995-1997 Matex Manifattura Tessile spa Pescara Produzione tessile 37 4 10,80% 1994/99 Lanificio Master Loom Pistoia Produzione tessile 35 12 34,30% 1996 71 Segue Allegato 2 Denominazione Sede Prevalente attività GRUPPO INGHIRAMI Occupati Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 30,90% Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula 2430 750 Confai -Filatori Alta Italia Milano - Bergamo Produzione tessile 28 5 17,90% NO ACCORDO GE.TE.CA spa Milano-Bergamo-Trento Produzione tessile 283 50 17,70% 1995-1997 Bozzalla & Lesna Milano-Biella-Vercelli Produzione tessile 134 73 54,50% Multifibre spa Como Produzione tessile 78 1 1,30% NO ACCORDO Duca Visconti di Modrone - Velvis spa Vaprio D'Adda (Milano) Produzione tessile 73 32 43,80% 1997/98 Cantoni Satilai spa Milano - Como Produzione tessile 19 1 5% Peplos - Nuove Lavorazioni Tessili spa Varese Produzione tessile 50 8 0,16 NO ACCORDO Autostir Arezzo/Perugia Camiceria 241 138 57,30% NO ACCORDO Camiceria Pancaldi & B. spa Milano - Bologna Abb./accessori/Camiceria 62 28 45,20% NO ACCORDO Sanremo Moda Uomon spa Treviso Produzione Abbigliamento 373 55 14,70% 1997 Cassera Bergamo Camiceria 92 3 3,30% NO ACCORDO Montereale Filati spa Pordenone Produzione tessile 95 45 47,40% 1995 Reggiani Tessile spa Bergamo Produzione tessile 267 100 37,50% 1997 Azeta Biella Produzione tessile 75 10 13,30% 1995 Cotonificio Vallesusa spa Torino Produzione tessile 125 31 24,80% 1994 Maxim srl Perugia Produzione Abbigliamento 150 95 63,30% NO ACCORDO Produzione tessile 260 59 22,70% 1996/97-1998 25 16 64,00% NO ACCORDO 1151 250 21,70% Coats Cucirini Cantoni Tesj srl Lucca, Milano, Pordenone, Napoli Perugia Produzione tessile GRUPPO MANTERO Mantero Seta spa Como Prod. Accessori abb. GRUPPO SITIP 1151 250 21,70% 1070 276 25,80% 1995-1996 Sitip Spa Bergamo Produzione tessile 830 210 25,30% 1997 Sitip divisione Mizar Varese Produzione tessile 240 66 27,50% 1996/00 800 277 34,60% Brescia Produzione tessile 226 114 50,40% GRUPPO NIGGELER & KUPFER Filature Niggeler & Kupfer spa Tessiture Niggeler & Kupfer spa Brescia Produzione tessile 301 16 5,30% Nuova Manifattura di Breno spa Brescia Produzione tessile 120 88 73,30% Filatura dell'Isonzo spa Gorizia Produzione tessile 30 10 33,30% Manifattura dell'Abruzzo Teramo Produzione Abbigliamento 123 49 39,80% 615 152 24,70% Frosinone Produzione Abbigliamento 615 152 24,70% 1279 291 22,80% 20,40% GRUPPO KLOPMAN Klopman International SPA GRUPPO OLCESE Cotonificio Olcese Veneziano spa Brescia Produzione tessile 859 175 F.T.A Trieste Produzione tessile 120 10 8,30% Cotonificio di Conegliano srl Treviso Produzione tessile 81 28 34,60% I cotoni di Sondrio spa Sondrio Produzione tessile 219 78 35,60% 872 237 27,20% GRUPPO LINEAPIU' 1995-1997 1994-1998 1996-1998 Fibre Nobili srl Biella Produzione tessile 22 6 27,30% 2000 Manifatture filati riunite spa Prato/Biella Commerciale/campionario 170 44 25,90% 2001 Manifattura di Castelnuovo Lucca Produzione Abbigliamento 80 25 31,30% 1995 Cotonificio R.Ferrari spa Brescia Produzione tessile 350 70 20,00% 1999 Tintoria Ritmo spa Prato Produzione tessile 50 23 46,00% 1995/99 Manifattura di trento spa Trento Produzione tessile Filatura Tatti srl Prato Produzione tessile 40 24 60,00% 1995 2000 Filpiù srl Isernia Produzione tessile 120 25 20,80% NO ACCORDO Filclass srl Prato Produzione tessile 40 20 50,00% 1999 72 Segue Allegato 2 Denominazione Sede Prevalente attività GRUPPO LEGLER Occupati Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 20,10% Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula 3779 761 Industrie tessili di Valfino Teramo Produzione Abbigliamento 335 44 13,10% Legler Macomer spa Nuoro Produzione tessile 400 85 21,30% 2001 Legler Siniscola SPA Nuoro Produzione tessile 145 40 27,60% 1994/97 Legler Ottana SPA Nuoro Produzione tessile 264 50 18,90% 1997/99 Manifattura del Crati Srl (MdC ) Cosenza Produzione Abbigliamento 288 92 31,90% 2000 Legler spa/Legler Iris Bergamo Produzione tessile 971 130 13,40% NO ACCORDO NO ACCORDO Confitur Bergamo Produzione Abbigliamento 70 10 14,30% NO ACCORDO Leglertex spa Bergamo Produzione tessile 280 120 42,90% NO ACCORDO Manifattura di Valle Brembana Bergamo Produzione tessile 500 100 20,00% 1996 MITI - Manif. Ital. tess. Indemagliabili Bergamo Produzione tessile 526 90 17,10% 1996-1998 989 245 24,80% Ing.Loro Piana & C spa Borgosesia Produzione tessile 950 235 24,70% 1995/96-1997 C.B Spa Biella Produzione tessile 39 10 25,60% 1995/98 923 159 17,20% GRUPPO LORO PIANA Sofist - GRUPPO RATTI Ratti spa Como Produzione tessile 823 136 16,50% 1996 Divisione Braghenti Varese Produzione tessile 100 23 23,00% 1998 3768 851 22,60% GRUPPO RADICI (le società del tessile) R.O.Y Automotive Technology srl Aprilia Tessile Auto 108 50 46,30% 1997/2000 Fibrilia spa Bergamo Produzione tessile 219 62 28,30% 1995 P.Radici Tapp.Naz.Spa Bergamo Produzione tessile 483 115 23,80% 1997 Tappetificio Radici spa Bergamo Tessile Auto 400 150 37,50% Noyfil Italia Spa /Gruppo Rauscher Bergamo Trasformazione di filati 137 1 0,70% ? Sgat Fabrics spa Bergamo Produz. e comm. tessuti 257 40 15,60% NO ACCORDO Tessitura Pietro Radici Spa Bergamo Tessuto non tessuto 231 56 24,20% 1995-1996 Trapuntificio Radici Srl Bergamo Produzione tessile 40 28 70,00% ? Radici Manifattura Automatica Bergamo - cremona Produzione tessile 371 40 10,80% 1995/96-1998 Honegger Cotonificio (gruppo Zambaiti) Bergamo Produzione tessile 367 62 16,90% Gruppo Tessile Radici Spa Bergamo - Pistoia Lavorazione filati 180 8 4,40% 1997 Due Palme (stabilimento) Como Produzione tessile 66 14 21,20% NO ACCORDO 1996 Texmantova (gruppo Zambaiti) Mantova Produzione tessile 90 47 52,20% Gorispac Spa Mantova-Gorizia Ricopertura di elastomeri 322 20 6,20% 1996 M.T.M Manifattura Tessuti Milano spa Milano Produzioni tessili 163 40 24,50% NO ACCORDO Saff Tappeti srl Pavia Tessile Auto 30 20 66,70% Tessil Partner Srl Pistoia Produzione tessile 34 11 32,40% 1994/95-1998 R.O.Y Automation Torino Tessile Auto 90 22 24,40% NO ACCORDO Lear Corporation Torino Tessile Auto 1997 GRUPPO LA PERLA 180 65 36,10% 1334 451 33,80% Gruppo La Perla SPA Bologna Produzione abbigliamento 186 6 3,20% NO ACCORDO Kara Spa Teramo Produzione abbigliamento 70 27 38,60% NO ACCORDO Dalmas Bologna Produzione abbigliamento 398 155 38,90% NO ACCORDO M.B.I Bologna Produzione abbigliamento 386 163 42,20% NO ACCORDO Woman Italiana Bologna Produzione abbigliamento 294 100 34,00% NO ACCORDO 73 Segue Allegato 2 Denominazione Sede Prevalente attività GRUPPO SARA LEE Occupati Numero iscritti Filtea % iscritti Filtea 11,30% 2753 310 Sara Lee Branded Apparel Italia spa Pomezia Prod. Intimo-Abbigliamento 500 20 4,00% Gruppo Filodoro Calze Mantova/Rovigo Prod.Intimo 1110 152 13,70% Società che hanno firmato un accordo e anno di stipula 1995 1995-1997 Manifattura Filodoro spa Brescia/Cremona Produzione calze 75 35 46,70% Confix srl Brescia/Rovigo Produzione calze 180 31 17,20% Liabel spa Biella Prod.Intimo 216 10 4,60% NO ACCORDO Gruppo Lovable Bergamo Prod.Intimo 672 62 9,20% 1995-1998 790 87 11,00% 790 87 11,00% 2057 292 14,20% GRUPPO CSP CSP International Industria Calze SPA Mantova/Cremona/Rovigo Produzione calze GRUPPO GILFIN 1995-1998 Golden lady spa Ancona/Mantova Produzione calze 820 32 3,90% 1997 Adrilon spa Teramo Produzione calze 570 124 21,80% 1996 Omsa spa Ravenna Produzione calze 413 130 31,50% 1997 Sisi spa Treviso Produzione calze 254 6 2,40% 1997 785 143 18,20% GRUPPO DE RIGO De Rigo spa Belluno Produzione occhiali 297 52 17,50% Dierre srl Belluno Produzione occhiali 438 80 18,30% Quattro valli Italian Flair srl Belluno Colorazione occhiali GRUPPO SAFILO 50 11 22,00% 2722 237 8,70% Safilo SPA Belluno Produzione occhiali 2722 237 8,70% Maxima srl Belluno Colorazione occhiali 40 1 2,50% 433 10,40% GRUPPO LUXOTTICA 4182 Belluno Luxottica Trento Treviso Treviso 1994-1999 323 Montature per occhiali 3782 Occhiali da sole 400 Torino Killer Loop Eyewear 1994 20 10,90% 1994-1999 70 20 5,00% Fonte: Filtea 74