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MEDICINA DELLO SPORT Vol. 61 Giugno 2008 Numero 2 INDICE 111 159 EDITORIALE AREA MEDICA Epidemiologia e fattori di rischio nel calcio Difetto del setto interatriale (ostium secundum) e attività fisica nel bambino Volpi P. Di Giacinto B., Giordano U., Cifra B., Turchetta A., Meta R., Calzolari A. 167 121 AREA VALUTAZIONE FUNZIONALE Effetti fisiologici e psicologici di un programma di attività fisica in un gruppo di anziani non sportivi Faina M., Mirri G., Manili U., Cavalazzi E., Morandini C., Besi M., Balì F., Manno R. Broncospasmo indotto dall’esercizio negli atleti amatoriali: prevalenza ed effetti sulla performance fisica Yildiz Y., Saka T., Hazneci B., Sekir U., Aydin T. 179 Cambiamenti di stile di vita indotti dall’esercizio fisico Anedda A., Ferrari L. 139 Effetti dell’assunzione di elettroliti e carboidrati pre-esercizio sulla capacità aerobica massima nei calciatori di alto livello Jourkesh M., Ostojic S. M. 197 Studio pilota della carta del benessere. Parte I Silvestrini B., Arpino M., Ferrante M., Musicco M., G. Santilli G. 207 AREA ORTOPEDICA 147 Influenza della malocclusione sulla postura e sulla performance fisica Epicondilite laterale del gomito (gomito del tennista): confronto tra LASER terapia ad alta intensità e TENS in uno studio clinico Angelozzi M., Venditti G., Madama M., Iacovazzi L., Sardella F., Valenti M., Calvisi V. Zati A., Colori B. C., Fortuna D., Gelsomini L., Bilotta T. W. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT XI INDICE 223 261 LA MEDICINA DELLO SPORT ... PER SPORT FORUM La Medicina dello Sport al servizio del Rugby moderno Nutrizione clinica in medicina dello sport: correlazione tra protocollo nutrizionale ed aumento di performance e benessere dell'atleta Ieracitano V. M., Giacobbe M. V. Lamberti V., Sanson A., Boschiero D. 267 247 Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby Salvia A., Ieracitano V. M., Bottiglia Amici-Grossi F., Calvisi V., Di Domenica F., D’Antimo C., Miranda C., Rota A., Melegati G., Andreoli C., Casella A. M., Ferrari P., Guidetti F., Ongaro A., Paolone A., Pasteur F., Saccocci R., Piva B., Sassarini G., Selletti L., Caserta A., Di Cesare A., De Luca B. XII Le lesioni dell’articolazione della caviglia e loro trattamento. Esperienze di un anno di osservazioni N. A. Abdić, A. Božarić, M. Kezunović, V. Bakić 271 CONGRESSI MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 FEDERAZIONE MEDICO-SPORTIVA ITALIANA Presidente Onorario: Giorgio SANTILLI CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Federale Maurizio CASASCO Vice Presidenti Luigi DI LUIGI Angelo GIGLIO Gabriele PETROLITO Consiglieri Federali Giancarlo BATTISTINI - Enrico CASTELLACCI Antonio FALCONIO - Luigi Maria FORMICA Vincenzo LAMBERTI - Aristide MATERA Aldo PASSELLI - Antonio PEZZANO Segretario Generale Tiziano PETRACCA COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Presidente Massimo CESSARI Componenti Effettivi Delia GUERRERA - Angelo MENDITTO Piero QUARGNALI - Monica VECCHIATI Supplenti Massimo CHAMBLANT - Benedetto PURIFICATO - Valentina TORRESI MEDICINA DELLO SPORT Vol. 61 Giugno 2008 Numero 2 CONTENTS 111 159 EDITORIAL MEDICAL AREA Epidemiology and risk factors in soccer Atrial septal defect (ostium secundum) and physical activity in children Volpi P. Di Giacinto B., Giordano U., Cifra B., Turchetta A., Meta R., Calzolari A. 121 167 FUNCTIONAL ASSESSMENT AREA Physiological and psychological effects of physical exercise on a group of elderly nonexercisers Exercise induced bronchospasm in recreational athletes: prevalence and effects on physical performance Yildiz Y., Saka T., Hazneci B., Sekir U., Aydin T. Faina M., Mirri G., Manili U., Cavalazzi E., Morandini C., Besi M., Balì F., Manno R. 179 Lifestyle changes and physical exercise Anedda A., Ferrari L. 139 The effects of a pre-exercise carbohydrateectrolyte ingestion on maximum aerobic capacity in elite soccer players Jourkesh M., Ostojic S. M. 197 Healthy growth chart project. Part I. Silvestrini B., Arpino M., Ferrante M., Musicco M., G. Santilli G. 207 ORTHOPEDIC AREA 147 Influence of malocclusion on posture and physical performance Lateral elbow epicondylitis (tennis elbow): comparison between high intensity LASER Therapy and TENS in a clinical study Angelozzi M., Venditti G., Madama M., Iacovazzi L., Sardella F., Valenti M., Calvisi V. Zati A., Colori B. C., Fortuna D., Gelsomini L., Bilotta T. W. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT XV CONTENTS 223 261 SPORT MEDICINE ... FOR SPORT FORUM Sport medicine and rugby Clinical nutrition in sports medicine: correlation between nutritional protocol and performance increase and athletes well-being Ieracitano V. M., Giacobbe M. V. Lamberti V., Sanson A., Boschiero D. 247 A methodological approach for the study of the incidence of sports trauma: the example of rugby Salvia A., Ieracitano V. M., Bottiglia Amici-Grossi F., Calvisi V., Di Domenica F., D’Antimo C., Miranda C., Rota A., Melegati G., Andreoli C., Casella A. M., Ferrari P., Guidetti F., Ongaro A., Paolone A., Pasteur F., Saccocci R., Piva B., Sassarini G., Selletti L., Caserta A., Di Cesare A., De Luca B. XVI 267 Ankle joint injuries and their treatment. A one-year observational study N. A. Abdić, A. Božarić, M. Kezunović, V. Bakić 271 CONGRESSES MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 SOSTENIAMO LA FMSI Dona il tuo 5 × mille Anche per il 2008 destiniamo il nostro 5 per mille alla Federazione Medico Sportiva Italiana Con l’obiettivo dello sviluppo della corretta attività sportiva quale prevenzione e promozione della salute Anche quest’anno è possibile destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno del volontariato (ONLUS, Associazioni di promozione sociale e Associazioni riconosciute). Per il valore sociale della propria attività istituzionale, la FMSI è tra i soggetti riconosciuti dal Ministero dell’Economia beneficiari del provvedimento di devoluzione del 5 per mille dell’IRPEF. Per destinare il proprio 5 per mille il contribuente deve firmare nell’apposito spazio indicando il codice fiscale del beneficiario: Quello della Federazione Medico Sportiva Italiana è: 97015300581 Il Consiglio Direttivo della FMSI ha già destinato il primo importo riconosciuto lo scorso anno di € 19.576,00 a favore dei giovani Medici dello sport e della attività di formazione e aggiornamento professionale sul territorio dei propri Tesserati. La FMSI invita anche quest’anno i propri Soci a sostenere questa iniziativa federale ed a divulgare tale informativa a tutte le persone che volessero condividere gli scopi e gli importanti obiettivi della Federazione Medico Sportiva Italiana. Editorial Editoriale MED SPORT 2008;61:111-9 Epidemiology and risk factors in soccer Epidemiologia e fattori di rischio nel calcio P. VOLPI 1, 2 1Sports Traumatology Center and Arthroscopic Surgery, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milan 2Medical consulant to Italian Football Association (Associazione Italiana Calciatori) (AIC) SUMMARY Football is the world's most popular sport. The greater frequency of accidents in recent years in both professional and amateur football, youth football and women's football has been the subject of several studies and publications. While it is true that markedly improved medical knowledge now ensures faster, more accurate and more precise diagnosis, it is equally true that little is still known about how to prevent injuries and little, indeed, is done to prevent them. Many accidents are unforeseeable as they are the natural consequences of a sport in which speed, strength and explosive action are accompanied by physical contact, tackling and collisions with an opponent. Many others, however, could be avoided because they stem from mistakes, underestimation of the risk factors, or insufficient consideration of the ways in which they can be prevented. Epidemiological data are used to formulate appropriate preventive measures. Football is usually regarded as a sport in which injuries are the result of contact, though in some respects it is similar to collision sports. A distinction must naturally be drawn between injuries occurring in young players, women, amateurs and professionals. Consideration of the incidence due to multiple factors is also of importance. Risk factors can be divided in primary such as technical and tactical aspects, physical and athletic aspects, psychophysical stress, pitches and shoes; and in secondary such as age, previous traumatic events, physical and biological characteristics, life style, severity of referees and fair play KEY WORDS: : Football - Epidemiology - Risk factors - Wounds and injuries, prevention and control. RIASSUNTO Il calcio è lo sport più popolare al mondo, in questi ultimi anni ha visto incrementare il numero degli infortuni in tutti i settori, professionistico, dilettantistico, giovanile e femminile. Se è vero che oggigiorno le conoscenze mediche sono sensibilmente migliorate, tanto da consentire diagnosi più accurate, è altrettanto vero che ancora poco si sa e si fa per prevenire l’evento traumatico. Tutti sanno che molti infortuni non sono prevedibili, fanno parte delle caratteristiche di uno sport che richiede velocità, forza, esplosività, ma anche contatto fisico, contrasto, impatto con l’avversario. Ci sono però molti eventi traumatici che possono essere evitati perché conseguenti ad errori o scarsa valutazione dei fattori di rischio o non sufficiente considerazione delle forme di prevenzione. La conoscenza dei dati epidemiologici consente di intervenire applicando principi preventivi idonei a frenare la crescita degli eventi traumatici. Dal punto di vista del rischio traumatico il calcio viene comunemente considerato uno sport da contatto, anche se per alcuni aspetti si avvicina agli sport di collisione. Assoluto rilievo assume la popolazione studiata: giovani, donne, dilettanti, professionisti e l’evidenza di considerare l’incidenza traumatica conseguente a cause multifattoriali. Suddividiamo i fattori di rischio in primari: aspetti tecnico- tattici, aspetti fisico-atletici, stress psico-fisici, terreni e calzature; mentre i secondari comprendono l’età, traumi pregressi, caratteristiche fisico e biologiche, stile di vita, severità arbitrale e fair play. PAROLE CHIAVE: Calcio – Epidemiologia- Fattori di rischio – Infortunio, prevenzione e controllo. F ootball is the world’s most popular sport: according to data provided by the Federation of International Football Associations (FIFA), there are over two hundred million club members in the 203 affiliated countries. The Union of European Football Associations (UEFA) numbers 23 million Vol. 61, N. 2 I l calcio è lo sport più popolare al mondo, secondo i dati forniti dalla Federation of International Football Associations (FIFA) i tesserati superano i duecento milioni distribuiti in 203 nazioni affiliate. La Union of European Football Association (UEFA) conta 23 milioni di tesserati in 51 paesi, mentre la MEDICINA DELLO SPORT 111 VOLPI EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER card holders in 51 countries, while the Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) estimates that it has over one million member players, including over 3,000 at a professional level. In this enormous movement, the proportion of young players is clearly of marked importance, as is the increasing number of women involved in this sport. The greater frequency of football accidents in recent years across all sectors, both professional and amateur,1-3 youth football 4-6 and women’s football 7, 8 has been the subject of several studies and publications. Many players have had to interrupt their activities for varying periods of time and undergo medical treatment, surgery and rehabilitative therapy before returning to the pitch. Those who have had the skill and good fortune to play in professional football know how it takes just a second, sometimes even a fraction of a second, for an injury to occur during training or a match and that days, weeks or months can pass before they will be able to play again, after suffering considerable physical and psychological stress. While it is true that marked improvements in medical knowledge now ensure faster, more accurate and more precise diagnosis, it is equally true that little is still known about how to prevent injuries and little, indeed, is done to prevent them. In terms of his or her health and future career, professional footballers in the 21st century must guard against two principal disasters: doping and injuries. In both cases, knowledge of a wide range preventive factors and access to clear and rapid information that is scientifically proven represents the first and most effective measure to stem the growing number of injuries. Many accidents are unforeseeable as they are the natural consequences of a sport in which speed, strength and explosive action are accompanied by physical contact, tackling and collisions with an opponent. Many others, however, could be avoided because they stem from mistakes, underestimation of the risk factors, or insufficient consideration of the ways in which they can be prevented. It is commonly believed that while we have tended to see constant improvements in athletes’ physical performance, techniques and tactics, little has been achieved in terms of preventing and reducing the number of accidents. Epidemiology Sports injury epidemiology studies the incidence of injuries occurring during sports activi- 112 Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) stima oltre un milione di giocatori tesserati di cui oltre 3000 professionisti. In questo enorme movimento rilevante è il contributo numerico dei giovani calciatori, così come quello delle donne che sempre più numerose si dedicano a questo sport. Il calcio in questi ultimi anni ha visto incrementare il numero degli infortuni in tutti i settori, professionistico e dilettantistico 1-3, giovanile 4-6 e femminile 7, 8, stimolando svariate ricerche e lavori scientifici. Molti giocatori hanno dovuto sospendere, per periodi più o meno lunghi, la propria attività e sottoporsi a trattamenti medici, interventi chirurgici, periodi riabilitativi prima di ritornare in campo. Chi ha avuto le capacità e la fortuna di giocare il calcio professionistico sa come occorra un secondo, a volte un decimo di secondo, a procurarsi un infortunio in allenamento o in gara e come necessitino giorni, settimane o mesi per riprendere il posto in squadra, con disagi fisici e psicologici notevoli. Se è vero che oggigiorno le conoscenze mediche sono sensibilmente migliorate, tanto da consentire diagnosi più accurate, precise e rapide è altrettanto vero che ancora poco si sa e si fa per prevenire l’evento traumatico. Il calciatore professionista degli anni duemila, in relazione alla propria salute e quindi alla propria carriera, deve guardarsi da due grandi calamità: il doping e gli infortuni. In entrambi i casi la conoscenza dei numerosi fattori preventivi, una informazione chiara, scientificamente validata e tempestiva rappresentano un primo autentico presidio contro il costante incremento dei traumi. Tutti sanno che molti infortuni non sono prevedibili, fanno parte delle caratteristiche di uno sport che richiede velocità, forza, esplosività, ma anche contatto fisico, contrasto, impatto con l’avversario. Ci sono però molti eventi traumatici che possono essere evitati perché conseguenti ad errori o scarsa valutazione dei fattori di rischio o non sufficiente considerazione delle forme di prevenzione. L’opinione corrente è quella che mentre si tende a continui miglioramenti delle performances fisiche, tecniche e tattiche degli atleti, poco si fa in materia di prevenzione e per il contenimento del numero degli infortuni. Epidemiologia L’epidemiologia traumatica sportiva cerca di studiare l’incidenza delle lesioni che avvengono durante l’attività sportiva. Nel calcio si possono verificare lesioni da sport, cioè dovute a gestualità specifiche, peculiari di quel particolare sport e lesioni nello MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER VOLPI ties. In football injuries can result from specific actions, which are peculiar to that particular sport, or they may be caused by accidents that occasionally happen during play. The incidence of injuries can be analyzed in different ways, for example the number of injuries in each season, by match and/or during training, the number for a given number of hours of play, or by type, etc. Knowledge of epidemiological data is used to formulate appropriate preventive measures that will help to curb the rising number of accidents. In one of the studies that we personally carried out recently, we recorded the findings over a period of five years for an elite, professional Italian team, taking account of all injuries sustained during matches or training that compelled the player to remain inactive for at least three days. The total number of players involved in the study ranged between 22 and 26 athletes each year. An average of 245 training sessions for each season were held over the course of the five-year period; an average of 66 official matches were played each season (Italian Championship, Italian Cup, European Cups, friendly league matches), with a training/match ratio of 3.6:1. This ratio highlights the limited time available for training compared to competitive events, above all in view of the fact that training sessions before and after the match cannot be thought of as “training” because they are focused on the match: mainly on tactics prior to the match, and mainly anti-fatigue after it. If anything this figure is an underestimate because it does not include the fact that many players, both Italian and foreign, also play in their national teams during the season. This index, which we were the first to publish in the literature 2 and which was recently cited by other authors 9 represents a useful guideline for trainers and coaches in terms of accident prevention: the higher the training/match ratio, the lower the risk of injury. Over this 5-year period we observed 335 injuries requiring a minimum of 3 days off play, with an average of 66 injuries per year. No significant differences were found between the number of accidents occurring during matches and those during training: compared to the past, this highlights the rising level of injuries during training, an indication of the greater intensity that is now required during training sessions. Compared to early studies, we did not note any difference in the incidence of accidents occurring to players in different positions, in line with their Vol. 61, N. 2 sport, cioè traumi che avvengono occasionalmente durante le pratica sportiva. L’incidenza delle lesioni può essere raccolta in vari modi, per esempio per numero di lesioni per stagione sportiva, per gara e/o allenamento, per ore di attività, per esposizione al tipo di lesioni, ecc. La conoscenza dei dati epidemiologici consente di intervenire applicando principi preventivi idonei a frenare la crescita degli eventi traumatici. In uno degli studi che abbiamo personalmente condotto in questi ultimi anni, abbiamo registrato i dati di cinque anni di attività in una squadra professionistica italiana di alto livello, prendendo in considerazione tutti quegli infortuni che occorsi in partita o in allenamento obbligavano il calciatore ad almeno tre giorni di inattività. La rosa dei giocatori coinvolti in questo studio è oscillata fra 22 e 26 atleti per anno. Nel corso di cinque anni sono state effettuate una media di 245 sedute di allenamento per stagione sportiva; sono state disputate una media di 66 partite ufficiali a stagione (Campionato Italiano, Coppa Italia, Coppe Europee, amichevoli di livello), con un rapporto allenamenti/gara di 3.6 a 1. Questo indice testimonia come ci sia poco tempo per allenarsi rispetto agli impegni agonistici, soprattutto in considerazione che gli allenamenti che precedono e seguono la gara non possono essere considerati “allenanti”, in quanto finalizzati sulla partita: prevalentemente tattici quelli precedenti la gara, prevalentemente defaticanti quelli successivi. Questo dato inoltre risulta essere in difetto perché non include le partecipazioni di numerosi calciatori, italiani e stranieri, nelle loro rappresentative nazionali durante la stagione. Tale indice, che per primi abbiamo introdotto in letteratura 2 è stato recentemente ripreso anche da altri autori 9, costituisce un quoziente utile per gli allenatori e preparatori in merito alla prevenzione dei traumi: maggiore è il quoziente allenamento/gara, minore risulta il rischio lesivo. Abbiamo osservato in cinque anni 335 traumi, con un minimo di 3 giorni di inattività sportiva, con una media di 66 infortuni per anno. Non abbiamo notato significative differenze fra numero di infortuni in gara ed in allenamento: questo dato evidenzia rispetto al passato un aumento dei traumi in allenamento, significativo della maggiore intensità richiesta durante le sedute di allenamento. Sempre rispetto a studi precedenti, non abbiamo trovato differenze nell’incidenza fra i ruoli dei giocatori, in accordo con le loro caratteristiche attuali, cioè con propensioni a difendere, costruire e attaccare. Non abbiamo riscontrato differenze fra traumi verificatisi nel primo o nel secon- MEDICINA DELLO SPORT 113 VOLPI EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER TABLE I. — Primary and secondary risk factors. TABELLA I. — Fattori di rischio primari e secondari. Secondary Primary — Technical and tactical aspects (rapidity - speed - intensity of game) — Physical and athletic aspects (increased muscle strength) — Psychophysical stress (number of matches - fatigue - recovery travel - business) — Playing surface and footwear current characteristics, namely those that tend to defend, build and attack. No differences were found between injuries occurring in the first or second half of the match. Instead, a higher proportion of injuries was reported when the team was on the attack rather than on the defense. Top players appear to be more liable to injury. A recent study published by the Medical Assessment and Research Center (MARC) of FIFA in 2004 reported the incidence of injuries during the last World Cup held in Korea – Japan in 2002. There were 171 injuries in 64 matches, with a mean incidence of 2.7 accidents per match, equivalent to 81 injuries for every 1000 hours of play.10 In 1990 on the occasion of the final phase of the World Cup in Italy, we carried out a similar study involving the participating teams in collaboration with the Technical Sector of Coverciano. A total of 106 injuries were reported during the matches watched, with 3 injuries per match, one every 30 minutes of play.11 — — — — — — Age Previous injuries Physical and biological characteristics Lifestyle (smoking – alcohol – diet) Strict umpiring Fair play do tempo di gara. Abbiamo notato invece una maggiore incidenza dei traumi quando la squadra si trova in fase di attacco piuttosto che in difesa. I giocatori d’elite sembrano essere più esposti ai traumi. In un recente studio pubblicato dalla Medical Assessment and Research Center (MARC) della FIFA nel 2004 veniva riportata l’incidenza dei traumi avvenuti durante l’ultima World Cup disputatasi in Corea – Giappone nel 2002. Vi furono 171 traumi in 64 gare, con un incidenza media di 2,7 traumi per gara equivalenti a 81 lesioni per 1000 ore di gioco 10. Nel 1990 in occasione delle fasi finali della World Cup disputatesi in Italia in collaborazione con il Settore Tecnico di Coverciano abbiamo eseguito una studio analogo che ha coinvolto le squadre partecipanti. Vi furono 106 traumi segnalati nelle partite osservate con 3 infortuni per gara, uno ogni trenta minuti di gioco 11. Fattori di rischio Risk factors In terms of the risk of injury, football is widely regarded as a contact sport, though in some respects it is similar to collision sports. Over the past few years, many scientific articles have reported the risks of injury in this sport.12-16 The results are difficult to compare on account of the different methods used, the parameters analyzed and the stated aims.17, 18 The population studied is obviously of prime importance, depending on whether it involves young players, women, amateurs or professionals, as well as the incidence of injuries caused by multifactorial reasons (Table I).19-21 There is no doubt that in the professional sector, above all at the top level, the total number of official matches, the level of weekday commitments, and the rush to start afresh on another intense season thus reducing the time for physi- 114 Dal punto di vista del rischio traumatico il calcio viene comunemente considerato uno sport da contatto, anche se per alcuni aspetti si avvicina agli sport di collisione. Negli ultimi anni molti articoli scientifici hanno riferito dei rischi traumatici di questo sport 12-16. La diversità dei metodi di studio, dei parametri analizzati, degli scopi prefissi rendono i risultati difficilmente comparabili fra loro 17, 18. Assoluto rilievo assume la popolazione studiata: giovani, donne, dilettanti, professionisti e l’evidenza di considerare l’incidenza traumatica conseguente a cause multifattoriali (Tabella I) 19-21. E’ indubbio che nel settore professionistico, soprattutto ad alto livello, il numero totale delle gare ufficiali, gli impegni infrasettimanali, gli avvii di stagione troppo affrettati ed intensi che accorciano un periodo di preparazione fisiologico, costituiscono potenziali concause al determinarsi di infortuni. Il “valore economico” di una partita di MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER VOLPI ological preparation, potentially multiply the risk factors. The “economic value” of a professional football match today is undoubtedly greater than it once was. The cost of the “football product” and the corresponding media interest, as shown by the dominant presence of television channels at each match, raise the awareness and expectations of each occasion. This involvement creates greater tension and competitive stress for the protagonists, footballers, trainers and managers, in order to achieve the best possible result, even resorting to foul play. Moreover, other aspects worth taking into account include the increase speed of the game, in terms of the increased rapidity and explosive execution of technical moves, the different training methods introduced, both in terms of quality and intensity, and the level of work and number of weekly training sessions, as well as technical and tactical innovations. Indeed, the increasingly frequent use of tactical solutions, such as pressing in various areas of the pitch, offside and double marking, all of which are used intensely both in training and during matches, themselves represent potential risk factors for injury. From a tactical point of view, preparing a very concentrated team, known colloquially as “short” on the pitch, exposes the players to an increased level of interplayer contact. Phases of play are increasingly frequently seen when many players move in groups across the pitch, carrying out extremely fast technical moves, and this leads to an exponential rise in the possibility of impact or collision. Not just in football but also in other sports, the exaggerated physical nature of athletic movements and the enormous muscular strength that can be developed are one of the prime causes among the risk factors for both acute (capsule-ligamentous knee injuries, particularly affecting the anterior cruciate ligament, ruptured tendons, etc.) and chronic injuries (tendinopathies, enthesitis, chondropathies, etc.). Indeed, the articular, periarticular, tendinous and nervous mechanisms responsible for controlling movements are often ineffectual in view of this exaggerated use of muscular strength. Stress and fatigue can also have a negative effect on the delicate and complex proprioreceptive system; it is not coincidental that one of the most complex aspects to be understood is how stress and fatigue can affect the mechanisms leading to injury. Pitch conditions are also among the causes of injury. Training and match pitches should be Vol. 61, N. 2 calcio professionistico è oggi indubbiamente superiore a quello di una volta. Il costo del “prodotto calcio” e il corrispettivo interesse dei media, come dimostra la rilevante presenza delle televisioni in ogni gara, fanno crescere attesa e importanza dell’evento sportivo. Tale coinvolgimento determina maggiore tensione e stress agonistico sui protagonisti, calciatori, allenatori, dirigenti, al fine di conseguire il miglior risultato possibile anche con un gioco falloso. Inoltre l’aumento della velocità di gioco, intesa come maggiore rapidità ed esplosività di esecuzione del gesto tecnico, le diverse metodologie di allenamento apportate sia come qualità e intensità che come quantità di lavoro e sedute di allenamento settimanali, le innovazioni tecnico-tattiche rappresentano ulteriori aspetti da considerare. Infatti il ricorso sempre più diffuso a soluzioni tattiche, quali il pressing in più settori del campo, il fuorigioco, i raddoppi di marcatura, effettuate a massime intensità sia in allenamento che in gara costituiscono potenziali fattori di rischio traumatico. Dal punto di vista tattico preparare una squadra molto raccolta, in gergo “corta” nella disposizione in campo, espone i giocatori a un maggior numero di contatti fra loro. Si osservano sempre con maggior frequenza fasi di gioco in cui molti giocatori si muovono in fazzoletti di campo, eseguendo gesti tecnici rapidissimi ad elevata intensità, vedendosi in tal modo aumentata a dismisura la possibilità di contrasti, impatti o collisioni. Non solo nel calcio, ma anche in altri sport l’esagerata fisicità del gesto atletico e la grande forza che può sviluppare l’apparato muscolare risultano essere una delle cause primarie fra i fattori di rischio traumatico sia acuto (lesioni capsulolegamentose del ginocchio, in particolare quelle del legamento crociato anteriore, rotture tendinee, ecc.) che cronico (tendinopatie, entesiti, condropatie, ecc.). Infatti a questo esagerato apporto di forze muscolari spesso le strutture articolari, periarticolari, tendinee e i meccanismi nervosi di controllo non riescono ad opporsi con efficacia. Anche lo stress e la fatica possono agire negativamente sul delicato e complesso sistema propriocettivo; non a caso uno degli aspetti più complessi da chiarire è quanto lo stress e la fatica possano incidere nel determinismo dei traumi. I terreni da gioco rientrano fra le cause di rischio traumatico. I campi di allenamento e di gara dovrebbero essere erbosi con superfici regolari e assenze di strutture pericolose a bordo campo. Inoltre si dovrebbe giocare su superfici simili. A questo proposito la FIFA e l’UEFA hanno recentemente valutato la pos- MEDICINA DELLO SPORT 115 VOLPI EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER even grass surfaces without dangerous structures around the edges. Play should also take place on similar surfaces. To this end, FIFA and UEFA recently assessed the possibility of using astroturf pitches whose technologically advanced features are very similar to natural grass. Footballers have always worn technical footwear characterized by the presence of special devices on the soles, such as studs, blades, bars, etc. that offer improved grip on the pitch surface. The constraints of this type of footwear on the ground when running tend to modify the correct mobility when the back of the foot hits the ground, altering the function of the subastragalar joint; likewise, the physiological movements of the front of the foot are also changed during the thrust phase. Soles that ensure maximum grip on the ground, as required by today’s play, tend to block the distal joints (ankle and foot) and create greater vulnerability in the proximal joints (knee). The new models of footwear with more adherent soles guarantee higher coefficients of grip on the ground compared to slippage. In this way, in the event of substandard ground conditions and owing to the players’ increasingly strong leg muscle structures and maximum speed of movement, there is an increased risk of injury to muscle, tendon and joint structures. In many cases, although injured players regain functional integrity and return to play, they do not achieve full anatomical recovery, and this consequently leaves them vulnerable to new pathologies. For example, in the case of a recovery from tendonitis, although tissue function is restored it loses some of its elasticity; likewise, the careful surgical repair of an anterior cruciate ligament injury can restore correct knee function, but not the original anatomy. Players can be influenced by a wide range of different constitutional factors, although several champions have achieved extremely high outputs without incurring severe injuries in spite of musculoskeletal anomalies that might have made overload pathologies more likely. Among the most frequently reported anomalies, it is worth noting leg dysymmetries, dimorphisms of the foot, femorotibial (varo-valgus) and femoropatellar misalignment. Age is another element that must be taken into consideration given that with age the bone structure and musculotendinous tissue lose their best characteristics, strength, resistance, elasticity, and the ability to absorb impacts and traumas, and years of sports activi- 116 sibilità di utilizzare campi con erba sintetica., le cui caratteristiche sono tecnologicamente avanzate e molto simili a quelle dell’erba naturale. Le calzature del calciatore sono da sempre scarpe tecniche: la presenza nella suola di dispositivi, tacchetti, lamelle, barrette,ecc., che consentono maggiore aderenza al terreno da gioco rappresentano l’elemento caratteristico. I vincoli che questo tipo di calzature assicurano al terreno durante la corsa, tende a modificare la corretta mobilità nell’impatto del retropiede, alterando la funzione dell’articolazione sottoastragalica; come pure i fisiologici movimenti dell’avampiede durante la fase di spinta risultano alterati. Suole che privilegiano una aderenza massimale al terreno, come richiesto dalla rapidità del gioco moderno, favoriscono un maggior blocco delle articolazioni distali (caviglia e piede), con maggior vulnerabilità delle articolazioni prossimali (ginocchio). I nuovi modelli di calzature con suole più aderenti, garantiscono più elevati coefficienti di presa al terreno rispetto ai coefficienti di scivolamento. In tal modo in presenza di terreni imperfetti, strutture muscolari degli arti inferiori dei calciatori sempre più potenti, rapidità gestuale massimale, il rischio traumatico muscolotendineo e articolare appare aumentato. Molte fra le lesioni che possono capitare al calciatore, anche se restituiscono una integrità funzionale e quindi una piena ripresa sportiva, non determinano una totale “restitutio” anatomica, che di conseguenza può predisporre a nuove patologie. Se si pensa alla guarigione di una tendinite, il tessuto pur funzionalmente guarito perde parte della sua elasticità, come pure una accurata riparazione chirurgica di una lesione del legamento crociato anteriore restituisce il ginocchio ad una corretta funzionalità, ma non ad una anatomia originaria. Molti e diversi sono i fattori costituzionali che possono influire, anche se parecchi campioni hanno raggiunto livelli elevatissimi di rendimento senza incorrere in gravi eventi traumatici pur in presenza di anomalie dell’apparato muscoloscheletrico che però più facilmente possono favorire patologie da sovraccarico. Fra i quadri di più frequente riscontro dobbiamo ricordare le dismetrie degli arti inferiori, i dimorfismi dei piedi, il malallineamento femoro- tibiale (varo-valgo) e femoro-rotuleo. L’età rappresenta un altro elemento da considerare nel senso che con il passare degli anni la struttura ossea e il tessuto muscolotendineo perdono le loro caratteristiche migliori, la forza, la resistenza, l’elasticità, l’assorbimento agli urti e ai traumi, così come la longevità sportiva instaura solitamente sul MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER VOLPI ties usually see the onset of degenerative phenomena affecting the knee and ankle. It is superfluous to point out the importance of fair play among players, trainers and managers, as well as strict umpiring in order to safeguard and protect players from physical injury. ginocchio e sulla caviglia, fenomeni degenerativi articolari tipici dell’usura da sport. Inutile ricordare l’importanza del fair play fra giocatori, allenatori e dirigenti, cosi come la severità arbitrale per la difesa e la tutela dell’integrità fisica dei giocatori. Mechanisms of injury Meccanismi lesivi Injuries can be divided into acute injuries, those caused by overloading or chronic injuries, depending on the characteristics of the injury, when they occur, the type and localization, and the mechanisms involved. Acute injuries are caused by a single episode, usually a major low or high impact trauma, and they may occur in isolation without contact with the opponent or during tackling; they comprise fractures, dislocations and muscle or tendon injuries. Pain, which is usually acute and sudden, is the first sign of injury, followed by edema which may appear over the next few hours. It is often impossible to continue training or playing in the match. Immediate assessment by a doctor as once as the injury occurs, before swelling or contraction, is the best time to make a preliminary diagnosis. Injuries caused by overloading may be the result of repeated microtrauma over time and are often caused by the typical stress of sports activities. Above all, these include tendinopathies, chrondropathies, lombalgia, fascitis, etc. All tissues may be affected if they are subject to repetitive maximum loads, causing inflammation of the area in question which leads to the onset of pain and functional impairment. Rest is the only option. Compared to acute injuries, the onset is slow and the pain may lessen after warm-up or disappear altogether allowing the footballer to play. It may then reappear in a more intense form as training continues or during the match, making the injury chronic. In about two out of three cases, the mechanisms of injury occur without contact, for example during a change of direction, deceleration, a fall after a jump, resulting in a sprained knee or ankle, or a muscle injury. In the event of contact injuries, most occur when a player is tackled for the ball while standing or on the ground (sliding), and during tackling in the air (elbowing, headers, etc.). The legs are the most frequently injured area. The knee and ankle are the most frequently affected joints; indeed, strains and direct and indirect injury during move- In base alle caratteristiche dei traumi, al momento in cui si verificano, alla tipologia, alla localizzazione, al meccanismo in causa, le lesioni si possono suddividere in traumatiche acute e da sovraccarico o croniche. Le lesioni acute sono dovute ad un singolo episodio di solito macrotraumatico a bassa o alta energia, possono avvenire isolatamente senza contatto con l’avversario o durante un contrasto, sono essenzialmente le fratture, le distorsioni, le lesioni muscolari o tendinee. Il dolore di solito acuto e immediato è il primo segno riferito, in seguito compare l’edema che può evidenziarsi anche nelle ore successive. Spesso è impossibile continuare l’allenamento o la partita. La valutazione immediata da parte del medico, a lesione appena avvenuta, prima che subentrino l’edema e contratture riflesse è il miglior momento per eseguire una prima diagnosi giä indicativa. Le lesioni da sovraccarico sono dovute a episodi microtraumatici ripetuti nel tempo e spesso dovuti alle sollecitazioni tipiche dell’attivitä sportiva. Si tratta soprattutto di tendinopatie, di condropatie, di lombalgie, di fasciti, ecc. Tutti i tessuti possono essere coinvolti in quanto sottoposti a carichi massimali in modo ripetitivo, tali da determinare una risposta infiammatoria dell’area interessata, che determina la comparsa di dolore e impotenza funzionale, obbligando al riposo sportivo. Rispetto ai traumi acuti l’esordio è insidioso e puö dopo la fase di riscaldamento attenuarsi o scomparire tanto da consentire l’attivitä, salvo ricomparire piü intenso durante il proseguio dell’allenamento o della gara facendo cronicizzare la patologia. I meccanismi lesivi si manifestano prevalentemente senza contatto, circa due volte su tre, durante per esempio un cambio di direzione, una decelerazione, una ricaduta da un salto, determinando una distorsione al ginocchio o alla caviglia o una lesione muscolare. Nei traumi da contatto prevalgono i contrasti con il pallone in piedi o a terra (scivolata), i contrasti nel gioco aereo (gomitate, testate, ecc.) Gli arti inferiori rappresentano la sede più coinvolta dai traumi. Il ginocchio e la caviglia sono le articolazioni piü frequentemente interessate; infatti le sollecitazioni e Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 117 VOLPI EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER ments that becoming increasingly fast and explosive expose the players to greater risks. The most common knee injuries are sprains involving the capsule-ligamentous apparatus, in particular damage to the medial collateral ligament and anterior cruciate ligament, as well as meniscus and cartilage injuries. In this respect, accidents involving the anterior cruciate ligament almost always occur indirectly, without impact, while injuries to the medial collateral ligament are usually the result of crashing into an opponent. The former are severe injuries that unfortunately happen quite frequently; they require reconstructive surgery followed by a long period of inactivity, usually lasting five or six months.22-24 Over 90% of ankle injuries are sprains, whose diagnosis and treatment is often underestimated; it is probably true to say that every professional footballer has sprained an ankle at some time during their sporting career.25, 26 Direct and indirect muscle injuries account for a large percentage of accidents,27-29 above all involving the thigh; these are often underestimated, resulting in annoying relapses. There has been a large increase in the number of overload pathologies: these can affect all areas of tissue, bones, cartilage, ligaments, muscles and tendons. If predisposing conditions exist, such as individual biological characteristics and morphotype, the use and choice of materials, particular strains caused by movements and training, typical disorders may occur, including sports hernia, patellar tendonitis, chronic footballer’s ankle, etc. There is also a marked increase in the number of arm injuries, which do not only affect the goalkeeper, who uses his arms, but also external players who suffer from fractures (collarbone, forearm, finger) and dislocations (shoulder) after crashing into an opponent because of the speed of impact, or following a violent fall. The number of cases of craniofacial trauma has also risen steeply, in particular as a result of clashes during headers or elbowing in the tackling area. References/Bibliografia 1) Arnason A, Sigurdsson SB, Gudmundsson A, Holme I, Engebretsen L, Bahr R. et al. Risk factors for injuries in football. Am J Sports Med 2004;32(1 Suppl): 5S-16S. 2) Volpi P. Soccer injury epidemiology. J Sports Traumatol 2000;22:123-31. 3) Ekstrand J, Gillquist J, Moller M, Oberg B, Liljedahl SO. Incidence of soccer injuries and their relation to training and team success. Am J Sports Med 1983;11:63-7. 118 gli insulti diretti e indiretti in movimenti sempre piü rapidi ed esplosivi le espongono a rischi maggiori. Le lesioni del ginocchio più ricorrenti sono le distorsioni che coinvolgono l’apparato capsulolegamentoso, in particolare le lesioni del legamento collaterale mediale e le lesioni del legamento crociato anteriore, inoltre le lesioni meniscali e le lesioni cartilaginee. A tal proposito le lesioni del legamento crociato anteriore avvengono quasi sempre con meccanismo indiretto, senza contatto, mentre le lesioni del legamento collaterale mediale si verificano con contrasto solitamente con l’avversario; le prime sono lesioni gravi e purtroppo piuttosto frequenti che richiedono trattamento chirurgico ricostruttivo con un lungo periodo di inattività sportiva, solitamente di cinque, sei mesi 22-24. Oltre il 90% dei traumi alla caviglia sono distorsioni, spesso sottostimate nella diagnosi e nel trattamento; non esiste probabilmente un calciatore professionista che non sia incorso nella sua carriera sportiva in una distorsione di caviglia 25, 26. Le lesioni muscolari dirette e indirette sono numericamente rilevanti 27-29, soprattutto a livello della coscia; spesso sono sottovalutate dando seguito a fastidiose ricadute. La patologia da sovraccarico è in grande aumento: tutti i tessuti, osseo, cartilagineo, legamentoso, muscolare, tendineo, possono venire coinvolti. In presenza di condizioni favorenti quali le caratteristiche biologiche e morfotipiche del soggetto, l’utilizzo e la scelta dei materiali, le sollecitaziono gestuali e proprie dell’allenamento si sviluppano affezioni tipiche come per esempio la pubalgia, la tendinite del rotuleo, la caviglia cronica del calciatore, ecc. In netto aumento appaiono anche i traumi dell’arto superiore che non riguardano ovviamente solo il portiere per l’uso delle braccia, ma anche i giocatori esterni, a carico dei quali si verificano, per la velocità dell’impatto con un avversario o per una violenta caduta sul terreno, fratture (clavicola, avambraccio, dita delle mani) e lussazioni (spalla). Anche i traumi cranio facciali sono in rilevante aumento, in particolare per impatti durante i colpi di testa o gomitate nei contrasti aerei. 4) Incidence of football injuries and complaints in different age groups and skill level groups. Am J Sports Med 2000;28(5 Suppl): S51-7. 5) Junge A, Chomiak J, Dvorak J () Incidence of football injuries in youth players. Comparison of players from two European regions. Am J Sports Med 2000;28(5 Suppl):47-50. 6) Volpi P, Pozzoni R, Galli M. The major traumas in youth football. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2003;11(6):399-402. 7) Engstrom B, Johansson C, Tornkvist H. Soccer MEDICINA DELLO SPORT injuries among elite female players. Am J Sports Med 1991;19(4):372-375. 8) Giza E, , Farrell L, Gill T. Injuries in women’s professional soccer. Br J Sports Med 2005; 39(4):212-6; discussion 212-6. 9) Ekstrand J. Preventing injury. Football Medicine. London: Martin Dunitz, 2003:39-119. 10) Junge A, Dvorak J, Graf-Baumann T. 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The aim of this study was to determine whether physical and mental fitness in a group of sedentary elderly improved after a brief exercise training program consisting of light exercises without the use of special equipment or extra cost to the subjects. Methods. A total of 32 subjects (5 men, 27 women; mean age 66.19±6.92 years; mean height, 155±7 cm) residing in four communities in Latium and attending a senior center took part in a 10-week exercise program conducted in twice weekly sessions of about one h each. Data were collected from anthropometric, physical and psychological assessment at baseline and at the end of the study. Results. Final assessment showed improvement in body composition, with a significant reduction in body weight and body-mass index (P<0.01), improved physical functional capacity, with a significant increase in muscle strength (P<0.01), joint flexibility (P<0.01), speed of movement (P<0.01), cardiovascular efficiency (P<0.01), mental status, with a significantly improved sense of self-esteem and mood (P<0.01). Conclusion. Sedentary adults respond positively to even moderate intensity exercise training. Physical activity can effectively improve a series of health factors regarding functional independence, reduced risk of disease, increased socialization and emotional well-being. An efficacious exercise program can be conducted without the use of special equipment or facilities and without extra cost to program participants. KEY WORDS: Aging - Motor activity - Muscles - Cardiovascular system - Self concept. RIASSUNTO Obiettivo. Numerose evidenze sperimentali indicano che l’attività motoria è in grado di contrastare il declino delle capacità fisiche e psichiche determinato dall’invecchiamento. Scopo del presente lavoro è stato quello di verificare se in soggetti anziani sedentari anche un’attività motoria di quantità e intensità modesta, praticata senza il supporto di particolari attrezzature e in assenza di mezzi economici, fosse in grado di determinare il miglioramento delle capacità funzionali e psichiche. Metodo. Trentadue soggetti (27 donne e 5 uomini), anziani non sportivi, residenti in quattro comuni del Lazio e che frequentano un centro per anziani, di età media pari a 66,19±6,92 anni e di altezza media pari a 155±7 cm, hanno partecipato a un programma di attività motoria della durata di dieci settimane, caratterizzato da due sedute settimanali, ciascuna della durata di circa 60 minuti. Prima e al termine del periodo di attività i soggetti sono stati sottoposti a valutazione antropometrica, a valutazione delle capacità fisiche e a valutazione psicologica. Risultati. Al termine del periodo di attività si è registrato il miglioramento della composizione corporea, con riduzione significativa tanto del peso che dell’indice di massa corporea (P<0,01); il miglioramento di tutte le capacità fisiche esaminate, con aumento significativo della forza muscolare (P<0,01), della flessibilità articolare (P<0,01), della rapidità di movimento (P<0,01) e dell’efficienza cardiovascolare (P<0,01); il miglioramento dello stato psichico, con aumento significativo dell’autostima e del tono dell’umore (P<0,01). Conclusioni. Il presente studio documenta che i soggetti anziani sedentari rispondono positivamente anche a volumi Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 121 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES e intensità di allenamento modeste e che negli anziani un’attività motoria “efficace” a indurre il miglioramento di fattori essenziali per garantire l’autonomia fisica individuale, ridurre il rischio di malattie, favorire la socializzazione e la vita affettiva, può essere praticata anche senza il supporto di particolari attrezzature e/o strutture logistiche e in assenza di mezzi economici. PAROLE CHIAVE: Invecchiamento - Attività motoria - Muscolatura - Sistema cardiovascolare - Autostima. A gainst a background of an increasingly widespread sedentary lifestyle, sports is an effective part of preventive medicine and can improve the quality of life of those practicing physical activity regularly. This is borne out by numerous studies demonstrating that physically active persons have a lower risk of cardiovascular diseases, diabetes, cancer and osteoporosis as well as a longer life expectancy.1-4 Scientific evidence for this connection is especially relevant for people in advanced age, given that they are more subject to illnesses and that they make up an increasing percentage of Italy’s population. Since 1950 the proportion of the over-60s has risen from 12% to 21%. Today, the median life expectancy for women is 80 years and 76 years for men (ISTAT data). Initiatives encouraging the elderly to take up regular physical activity have attracted growing interest. Aging refers to a biological process characterized by the body’s reduced ability to adapt to the environment. The process is correlated with diminished sensory function (hearing, vision), organ function (cardiovascular, respiratory, renal and liver systems), bone mineral content (osteoporosis), physical ability (muscle strength, speed, resistance, balance) and mental capacity (memory) all factors that concur in lowering survival and increasing the risk of dieing; in other words, one becomes frail. A major consequence of demographic aging is the inevitable increase in the number of non self-sufficient persons. Coinciding with normal growth and development, a person’s physical abilities increase from birth to about 30 years of age, after which there is a gradual decline in musculomechanical and metabolic systems that drops more steeply at the 65-year threshold.5-7 The aging process results in part from a series of events in which the accumulation of reactive oxygen species in the mitochondrial matrix plays a determinant role, with a diminished capacity of antioxidant systems, increased oxidative damage and functional deficit 122 È fatto ormai accettato che lo sport, inteso come attività motoria, soprattutto in relazione a un sistema di vita in cui il sedentarismo è particolarmente diffuso, rappresenti uno strumento efficace di medicina preventiva e in grado di migliorare la qualità di vita. Numerosi studi hanno confermato nel tempo come i soggetti fisicamente attivi hanno minore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete, cancro, osteoporosi e hanno una maggiore aspettativa di vita 1-4. Tale evidenza scientifica assume rilievo particolare se riferita all’età senile, sia in considerazione del fatto che gli anziani si ammalano più facilmente, sia in considerazione del fatto che l’Italia è un paese che invecchia. (Dal 1950 il numero di persone al di sopra dei 60 anni è passato dal 12,10% al 21%. Oggi la vita media di un anziano raggiunge gli 80 anni per le donne e i 76 per gli uomini [dati Istat]). La diffusione dell’attività motoria anche tra gli anziani è pertanto diventato un tema di attualità. L’invecchiamento può essere definito come un processo biologico caratterizzato da una riduzione delle capacità di adattamento dell’organismo all’ambiente. Esso è correlato con una riduzione delle capacità sensitive (vista, udito), delle funzioni d’organo (cardiovascolari, respiratorie, renali, epatiche), del contenuto minerale dell’osso (osteoporosi), delle capacità fisiche (forza, velocità, resistenza, equilibrio) delle capacità mentali (memoria). Ne consegue una minore probabilità di sopravvivenza e un maggior rischio di morte; in altri termini si diventa più fragili. La prima e naturale conseguenza dell’invecchiamento demografico è pertanto un aumento della popolazione con problemi di autosufficienza. Come noto le capacità fisiche migliorano dalla nascita fino a circa i 30 anni d’età. Dopo questa “soglia”, si ha un progressivo decadimento, che si accentua dopo i 65 anni 5. Ciò riguarda sia le qualità meccanico-muscolari che quelle metaboliche 6, 7. Il processo di invecchiamento sarebbe in parte la conseguenza di un circolo vizioso di eventi in cui il ruolo determinante è giocato dall’accumulo di specie reattive dell’ossigeno nella matrice del mitocondrio, con diminuzione della capacità dei sistemi antiossidanti, aumento del danno ossidativo e deficit funzionale nel controllo dell’omeostasi del calcio nelle miofibre 8, 9. Tali eventi contribuirebbero alla riduzione del numero totale di fibre muscolari (sar- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES in regulating calcium homeostatis in myofibers.8, 9 These events lead to a decrease in the total number of muscle fibers (sarcopenia), with a corresponding increase in fat, which is also related to higher protein catabolism and loss of repair by satellite cells.10 Sarcopenia affects type II muscle fibers 11 and underlies the progressive reduction in muscle strength. Decreased metabolic ability involves all three energy resources an organism utilizes for physical activity. Anaerobic alactic acid metabolism is most efficient in the very young, generally before age 20, after which it declines sharply. This reduction correlates not only with a depletion of creatinphosphate deposits (reduction of roughly 15% between age 21 and 70) but also with reduced flexibility, knee and ankle instability, diminished vision, fear of falling and changes in muscle composition with alteration in the ratio of type I to type II muscle fibers. So, too, aerobic lactic acid metabolism changes with increasing age as the production and accumulation of lactic acid decrease. Similarly, aerobic power declines: maximal . oxygen consumption (VO2max) at age 65 is 75% that in well trained individuals aged 25. The reduction is due to the loss of efficiency of the respiratory system, reduced cardiac stroke volume, and reduced muscular capillarization, leading to altered regulation of peripheral circulation and augmented oxygen diffusion distance. These changes impact adversely on an individual’s psychosocial sphere. Older persons experience distress from a decline in cognitive and mnemonic capacity, loss of libido, retirement from productive life and fear of dieing. Aging may be accompanied by increased anxiety, sadness, depression and irritability, with a general sense of vulnerability and feeling of uselessness for the community and the family in some cases. But is the decline in functional and mental performance an unavoidable part of aging or is there a better way to age? While the aging process is genetically predetermined, the agingrelated decline varies considerably with an individual’s lifestyle: a poor lifestyle (sedentary habits, unbalanced diet, smoking) leads to a markedly rapid decline in health status. An effective means to stave off the effects of aging is Vol. 61, N. 2 FAINA copenia), con aumento proporzionale della massa grassa, conseguenza anche di un accentuato catabolismo proteico e della perdita della capacità di riparazione da parte delle cellule satelliti 10. La sarcopenia, essenzialmente a carico delle fibre di tipo II 11, è alla base della progressiva riduzione di forza. Per quanto concerne le capacità metaboliche il decremento riguarda tutti e tre i meccanismi energetici cui l’organismo ricorre per eseguire prestazioni atletiche. Il meccanismo anaerobico alattacido raggiunge il massimo dell’efficienza in età molto giovanile, addirittura prima dei venti anni, e quindi decresce molto rapidamente. Tale riduzione non è correlabile soltanto con la diminuzione dei depositi di creatinfosfato, che è pari al 15% passando dai 21 ai 70 anni, ma entrano in gioco anche la ridotta elasticità, l’instabilità delle articolazioni di ginocchio e caviglia, la diminuzione della vista, la paura di cadere e, infine, il mutamento nella composizione del muscolo, nel quale, come si è visto, diminuisce il rapporto tra le fibre di tipo II e quelle di tipo I. Per il metabolismo anaerobico lattacido si possono fare considerazioni simili. Con l’invecchiamento, la capacità del soggetto di produrre e accumulare acido lattico si riduce nettamente. Anche la potenza aerobica non sfugge alle regole già viste per le fonti energetiche di tipo anaerobico. . A 65 anni il massimo consumo di ossigeno (VO2max) è circa il 75% di quello di giovani di 25 anni ben allenati. Tale riduzione è essenzialmente dovuta alla perdita di efficienza del sistema respiratorio, alla riduzione della gittata cardiaca, nonché alla riduzione della capillarizzazione muscolare, con alterata regolazione della circolazione periferica e aumento della distanza di diffusione dell’ossigeno. I mutamenti che avvengono col passare degli anni si ripercuotono negativamente anche sulla sfera psico-sociale degli individui. L’anziano, infatti, va incontro a problematiche determinate dal decadimento delle capacità cognitive e mnemoniche, dal calo della sessualità, dalle ripercussioni psicologiche dovute al pensionamento e alla paura della morte. Invecchiando si diventa più ansiosi, tristi, quando non depressi e irritabili, ci si sente più vulnerabili e meno utili per la società e, a volte, anche per la famiglia. Ma il decremento funzionale e il decadimento psichico sono condizioni ineluttabili della terza età oppure c’è una possibilità per invecchiare meglio? È ormai accettato che tale decremento, geneticamente predeterminato, varia significativamente in funzione dello stile di vita: un cattivo stile di vita (sedentarietà, cattiva alimentazione, fumo) determina un decadimento più rapido e marcato, mentre un efficace strumento preventivo per invecchiare “meglio e con successo” è sicuramente l’attività MEDICINA DELLO SPORT 123 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES physical activity.12 When performed correctly and regularly, physical exercise can slow the physical and psychological deterioration of the declining years and promote the maintenance of physical and mental self-sufficiency and independence. In older persons, physical activity brings about measurable improvement. With appropriate training . programs, muscle strength and power, VO2max, blood pressure, mechanical efficiency, oxygen transport can all be improved.13-22 Physical activity also impacts positively on cognitive functioning and depression by helping the older person recognize and utilize his/her personal resources. Psychologically, the main advantages reside in physical activity’s anxiolytic and antidepressant actions, with improved mood, increased self-esteem and satisfaction with body self image, greater faith in oneself and one’s autonomy, improved socialization and interpersonal contacts and maintenance of a satisfying emotional life.23-25 Numerous studies have demonstrated that physical activity in the elderly can counteract the decline in physical and mental health, improve muscle strength, cardiovascular efficiency and mood. The American College of Sport Medicine 26 has identified five factors closely linked to an individual’s health and well-being: cardiovascular efficiency, body composition, muscle strength and resistance, flexibility. In the elderly, besides maintenance of adequate functional capability for performing activities of daily living and for ensuring independence and quality of life, two other factors correlated to well-being and balance are the ability to react and to move.27 Indeed, falling is one of the primary risk factors (sequelae to bone fractures) for increased disability in the elderly. Fear of falling creates a vicious circle that leads an individual to restrict movement, thus adversely affecting an active lifestyle. While physical activity is an important means of health care prevention, the corollary to a general implementation of physical exercise programs for adults is that such programs be initiated and conducted under the supervision of professional health care workers. Issues concerning the choice of physical exercise, amount of exercise useful for muscle work matched to an individual’s needs, determination of partial or absolute contraindications to physical activity 124 motoria 12, che, se eseguita correttamente e con costanza, può rallentare il decadimento fisiologico e psicologico dell’anziano e favorire il mantenimento dell’autosufficienza e dell’indipendenza, sia fisica che mentale. L’attività fisica determina infatti nella popolazione anziana miglioramenti fisiologici misurabili. Con allenamenti appropriati è possibile ottenere un miglioramento della. forza e della potenza muscolare, un aumento del VO2max, una riduzione della pressione arteriosa, un aumento dell’efficienza meccanica, un miglioramento della capacità di trasporto dell’ossigeno 13-22. L’attività fisica influenza positivamente anche le funzioni cognitive e la depressione aiutando l’anziano a valorizzarsi e a riconoscersi come persona. Dal punto di vista psicologico i principali vantaggi sono descritti in un’azione ansiolitica e antidepressiva, con miglioramento del tono dell’umore, un aumento del livello di autostima e della soddisfazione nella percezione del proprio corpo, con maggior fiducia in se stessi a beneficio dell’autonomia, un miglioramento della socializzazione e dei contatti interpersonali, con mantenimento della vita affettiva 23-25. Numerose evidenze sperimentali indicano quindi che nell’anziano l’attività motoria è in grado di contrastare il declino delle capacità fisiche e psichiche, migliorando in modo significativo la forza muscolare, l’efficienza cardiovascolare, il tono dell’umore. L’American College of Sport Medicine 26 ha identificato cinque fattori strettamente correlati alla salute e allo stato di benessere dell’individuo: l’efficienza cardiovascolare, la composizione corporea, la forza muscolare, la resistenza muscolare, la flessibilità. Negli anziani, peraltro, al fine di mantenere una capacità funzionale adeguata ad attendere alle normali attività quotidiane e in grado di garantire autonomia individuale e qualità della vita, vanno considerati come fattori correlati allo stato di benessere anche l’equilibrio, la capacità di reazione e quella di movimento 27. Va ricordato infatti che le cadute rappresentano negli anziani uno dei principali fattori di rischio per le potenziali conseguenze che possono avere anche nella prognosi quod vitam (fratture). E la paura di cadere ingenera un circolo vizioso che porta il soggetto a limitare progressivamente i propri movimenti, contribuendo a condizionare in modo negativo lo stile di vita individuale. Peraltro, se è accettato che l’attività motoria rappresenta un importante fattore di prevenzione, è opportuno sottolineare che, quando se ne voglia programmare la diffusione tra la popolazione adulta, ciò deve avvenire con l’ausilio e il controllo delle scienze mediche. Le problematiche rappresentate dalla scelta del tipo di prestazione fisica, dalla necessità di dosare per ciascun individuo la quantità utile di MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES warrant attention to the fact that physical exercise, particularly in older adults, is a means of therapy that should not be provided indiscriminately but rather graded to an individual’s physical abilities and age. As the body undergoes considerable change with aging, the primary objective should not derive from performance goals but rather orientated toward improving the individual’s quality of life as can be realistically achieved by increasing (or reducing the decrease) physical ability and mental functioning. In brief, given the natural decline in biological systems and the potential presence of concurrent illnesses in the elderly, setting the right amount of exercise should be accurately determined by clinico-functional assessment of the individual before starting with exercise training. Moreover, the scientific assumptions underlying a well-designed exercise program will also need to take account of the reality in which local organizations and facilities operate, for the social context in which older persons live represent a factor that often limits their ability to practice physical activity and/or to take part in a training program. Generally, two fundamental considerations for implementing a physical exercise program for older adults are: — how and when to involve an older person living in a specific social context (urban, rural, small provincial town); — when an organizational model for physical activity is compatible with a specific local situation, does it ensure that the training program will be efficacious in producing a tangible outcome, i.e., improved physical and psychological functioning? To respond to these questions, a physical exercise project targeting older adults residing in four communities in Latium and attending a senior center was launched (Progetto OASI–ARGENTO). The main project objectives were: — to verify the operative feasibility (recruitment, motivation, and involvement of participants; enlistment and reservation of facilities, recruitment and scheduling of program instructors) of an exercise training program for older adults in a “limited” and “limiting” social reality; — to verify whether a specifically designed program could lead to a real improvement in the physical and psychological functioning of the Vol. 61, N. 2 FAINA lavoro muscolare e, infine, dal riconoscimento delle controindicazioni parziali o totali all’attività motoria, indicano infatti come quest’ultima, specialmente nell’età adulta, sia un “mezzo terapeutico” che non può essere offerto indistintamente a tutti e che deve sempre essere graduato alle capacità fisiche e all’età del soggetto. L’organismo è profondamente modificato e l’obiettivo principale non può e non deve essere la ricerca della performance in senso assoluto, bensì il miglioramento della qualità della vita, da ottenersi mediante un incremento (o ridotto decremento) delle capacità motorie e un miglioramento delle funzioni psichiche. In sintesi nell’anziano, in considerazione sia del naturale decremento delle qualità biologiche, sia della possibile presenza di patologie, la scelta della giusta dose di attività motoria da somministrare deve essere sempre molto accurata e deve irrinunciabilmente prevedere una preventiva valutazione clinico-funzionale del soggetto. Parallelamente bisogna considerare che i presupposti scientifici delineati per trovare concreta realizzazione devono sempre essere calati nella realtà delle organizzazioni e delle strutture locali. Nello specifico, infatti, non va trascurato che le realtà sociali nelle quali vivono gli anziani spesso rappresentano un fattore limitante la concreta possibilità di praticare esercizio fisico e/o di fidelizzare il soggetto. In termini generali, pertanto, quando si voglia far fare agli anziani della sana attività motoria due appaiono sovente i quesiti fondamentali: — come e quando è possibile avviare un anziano, che vive in uno specifico contesto sociale (urbano, rurale, della piccola provincia), alla pratica dell’attività motoria? — e quando anche si riesca a creare un modello organizzativo di attività motoria possibile e compatibile con una determinata realtà locale, è certo che l’attività in tale ambito proposta sia efficace in termini di risultato, cioè di miglioramento delle qualità funzionali e psicologiche? Per dare una risposta, sia pure iniziale e non esaustiva, a tali quesiti, nello specifico riferiti a una realtà territoriale della provincia italiana costituita da alcuni piccoli centri, si è dato vita a un progetto per l’avvio alla pratica dell’attività motoria di un gruppo di anziani residenti in quattro comuni del Lazio e tutti afferenti a un centro sociale per anziani (Progetto OASI–ARGENTO). Gli obiettivi prioritari del progetto sono stati: — verificare la fattibilità operativa (reclutamento, motivazione e fidelizzazione degli anziani partecipanti, reclutamento e disponibilità operativa delle strutture identificate per la pratica dell’esercizio fisico, reclutamento e disponibilità professionale degli istruttori coinvolti nel progetto) di un programma di attività motoria per anziani in una realtà sociale “limitata” e “limitante”; MEDICINA DELLO SPORT 125 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES TABLE I.—Example of a typical exercise session. TABELLA I. — Struttura tipo della seduta di attività motoria. — Warm-up exercises for 5 min, starting slowly then progressively faster — Exercises for stretching muscles and improving flexibility — Exercises for improving joint flexibility (shoulder, wrist, ankle) — Exercises for improving balance and speed of movement — Muscle strengthening exercises with or without weights for training abdominal, and upper and lower limb muscles — Resistance exercises to improve cardiovascular efficiency, including team relay races and games using a ball or hoops — Cooling down exercises for 10 min (stretching and back muscle relaxation) participants and was efficacious in producing results consistent with published data. Materials and methods A total of 47 nonexercisers (10 men and 37 women) residing in four communities in Latium and attending a senior center were recruited for the study. All gave their informed consent to participate. Of these, 32 (5 men and 27 women; mean age, 66.19±6.92 years; mean height 155±7 cm) completed the study. In accordance with international guidelines,26 all participants had received from their treating physician a certification of fitness to take part in the planned exercise program. The 10-week program consisted of twice weekly sessions of about 60 min each. The program design took account of the local social and organizational situation. Overall program duration, number of weekly sessions and duration of each session were considered adequate for providing an amount and intensity of exercising sufficient to effectively stimulate physical and mental capabilities, while reducing the risk of dropping out of the study and/or lowering the willingness of participants to continue their commitment. The method and types of exercise training were defined in accordance with published data as regards those factors most closely correlated with the health and well-being of older persons:26, 27 muscle strength and resistance, flexibility, car- 126 — verificare se il programma di attività motoria proposto, adeguato alla situazione logistica e compatibile con le specifiche condizioni operative realizzate, fosse in grado di determinare un reale miglioramento delle capacità fisiche e psichiche dei soggetti coinvolti e risultasse quindi efficace in accordo con quanto documentato in letteratura. Materiali e metodi Sono stati reclutati e, dopo essere stati informati dello scopo dello studio, hanno volontariamente accettato di prendervi parte, 47 soggetti (37 donne e 10 uomini), anziani non sportivi, residenti in quattro comuni del Lazio e che frequentano un centro per anziani. Di questi 32 (27 donne e 5 uomini), di età media pari a 66,19±6,92 anni e di altezza media pari a 155±7 cm, hanno completato lo studio. In accordo con le linee guida internazionali 26, tutti i partecipanti avevano ottenuto il preventivo permesso da parte del medico curante alla pratica dell’attività fisica prevista dallo studio. Ai soggetti è stato somministrato un programma di attività motoria della durata complessiva di dieci settimane, caratterizzato da due sedute settimanali, ciascuna della durata di circa 60 minuti. Tale programma è stato definito in considerazione della particolare realtà socio-organizzativa. La durata complessiva (dieci settimane), così come il numero di sedute settimanali e la loro singola durata si sono infatti ritenuti adeguati a garantire la pratica di attività motoria in quantità e intensità sufficiente a stimolare efficacemente le capacità fisiche e psichiche, riducendo al minino il rischio di abbandono e/o riduzione di impegno da parte dei soggetti. La metodologia di allenamento utilizzata, in termini di tipologia del lavoro proposto, è stata anch’essa definita in accordo con quanto riportato in letteratura 26, 27, relativamente ai fattori più strettamente correlati alla salute e allo stato di benessere dell’anziano e che, pertanto, appare opportuno stimolare: la forza e la resistenza muscolare, la flessibilità, l’efficienza cardiovascolare, l’equilibrio, la capacità di reazione e quella di movimento. A tal fine ogni singola seduta è stata strutturata secondo quanto descritto in Tabella I. Analogamente ad altri studi riportati in letteratura 28 non è stato previsto il gruppo di controllo. Partendo infatti dal presupposto che un anziano che non fa attività fisica non può migliorare le proprie capacità e che pertanto un gruppo di controllo avrebbe fornito un risultato ovvio e, conseguentemente, inutile, si è ritenuto sufficiente limitare la misura, nel gruppo dei soggetti partecipanti, esclusivamente agli eventuali effetti positivi del programma di attività motoria somministrato. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES FAINA TABLE II.—International classification of adult underweight, normal range, overweight and obesity ranges according to body mass index (BMI, weight in kg divided by height in meters squared). TABELLA II. — Indice di massa corporea: intervalli numerici che definiscono un soggetto sottopeso, normopeso o sovrappeso. Emaciation Severe thinness Moderate thinness Mild thinness Normal range Preobese Obese class I & II Obese class III <14.9 15-15.9 16-16.9 17-18.4 18.5-24.9 25-29.9 30-39.9 >40 diovascular efficiency, balance, reaction capability and movement capability. Table I illustrates the training regimen for each session. As reported in similar studies,28 the study design did not include a control group. Assuming that an elderly nonexerciser cannot improve his/her abilities and that a control group would have produced fairly obvious results, it was considered sufficient for the purposes of this study to measure and record only the positive changes the exercise training program had on the study sample. All subjects underwent assessment before (baseline) and on completion of the study. Assessment comprised: 1) anthropomorphic evaluation; 2) physical examination with measurement of several organ and functional abilities; 3) psychological testing to measure the degree of satisfaction with body shape and mood. Baseline and final assessments were performed on one day (9:0013:00 and 15:00-19:00), with one group evaluated in the morning and the other in the afternoon. Each group completed the test battery at baseline and final examination in about four hours and during the same part of the assigned day. Anthropometric evaluation Height and weight were measured with subjects standing and in stocking feet; from these values the Body-mass Index (BMI, weight in kg divided by height in meters squared) was calculated. BMI, a widely used measure to determine whether an individual’s weight falls within the normal range, is a basic expression of body composition and a useful tool for computing fatty mass, whereby the higher the BMI the higher the percentage of fatty mass (Table II). BMI is also correlated with risk of death 26 from a variety of illnesses (cardiovascular diseases, diabetes, hypertension), where a BMI >40 indicates maximum risk. Vol. 61, N. 2 A tal fine, prima e al termine del periodo di attività fisica i soggetti sono sottoposti a: 1) valutazione antropometrica; 2) valutazione fisiologica, finalizzata alla misura di alcune capacità organico-funzionali; 3) valutazione psicologica, finalizzata alla misura del grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione di una serie di distretti corporei, nonché alla misura del tono dell’umore. Sia i test “d’ingresso” che quelli di “controllo” sono stati somministrati in un’unica giornata (dalle 09:00 alle 13:00 del mattino e dalle 15:00 alle 19:00 del pomeriggio) avendo cura di suddividere gli anziani in due gruppi, uno per la mattina e uno per il pomeriggio. Ciascun gruppo ha sempre completato la propria batteria di test, sia d’ingresso che di controllo, in circa quattro ore e nella medesima parte della giornata. Valutazione antropometrica Sono stati misurati, in stazione eretta e in assenza di calzature, altezza e peso di tutti i soggetti. Dai valori ottenuti è stato calcolato il body mass index (BMI) o indice di massa corporea: BMI=(Massa corporea [kg])/(Altezza al quadrato [m2]) ovvero BMI=kg/m2. Il BMI, molto usato in ambito clinico per determinare se il soggetto cade entro un peso normale, rappresenta un’elementare espressione della composizione corporea e un indice utile a una sua semplice valutazione in termini di incidenza della massa grassa. Tanto più elevato è il suo valore, tanto maggiore è la percentuale di massa grassa (Tabella II). È noto che il BMI è correlato al rischio di morte 26 connesso a patologie di diversa natura (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione), dove il rischio massimo si ha per BMI >40. Valutazione fisiologica In riferimento a quanto riportato in letteratura, nonché in considerazione dello specifico contesto organizzativo, è stata scelta e utilizzata una batteria di test “da campo” semplici, di facile impiego e ampiamente validati per i quali si dispone di valori internazionali di riferimento 27, 29, 30-34, al fine di facilitarne l’effettuazione, eliminare la necessità di complesse apparecchiature e ridurre i costi e i tempi di esecuzione. In tale ambito va altresì sottolineato che la batteria MEDICINA DELLO SPORT 127 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES Physical fitness examination Based on previous reports and given the organizational situation of this study, a battery of field tests was administered. Simple to use and widely validated with ample reference data, 7, 29-34 the tests can be performed quickly and without special equipment, thus reducing testing cost and time. The tests are also particularly suited for measuring improvement in functional abilities in the elderly:27, 32 resistance to walking, ability to get up from a chair, flexibility, rapid movement and balance all of which are essential for carrying out activities of daily living such as washing one’s back, putting on socks, and doing the shopping. BACK SCRATCH TEST This test assesses upper body and shoulder flexibility. While standing, the subject reaches one hand over the shoulder on the preferred side with the palm touching the back and reaches down the back as far as possible. The other hand is placed up the back from the waist with the palm facing outwards and reached up the back. The middle fingers of each hand are pointed toward each other, trying to touch in the middle of the back. The tester measures the distance between the middle fingers. The test score is zero if the fingers touch, positive if they overlap, and negative if they do not. Measurements are rounded off to 0.5 cm. CHAIR SIT AND REACH TEST This test assesses lower body flexibility. The subject sits on the edge of a chair with one leg extended straight out in front of the hip, heel on the floor and the ankle flexed to 90°. The other leg is bent and off to the side, with the foot flat on the floor. With hands overlapping and the middle fingers even, the subject reaches toward the toes of the outstretched leg as far as possible. A minus score is given if the reach is short of the toes, a plus score if the reach goes beyond the toes and a zero score if the fingers reach the toes. Measurements are rounded off to 0.5 cm. 30-SECOND CHAIR STAND TEST This test assesses lower body (particularly legs) strength. The subject sits in the middle of a chair with hands placed on opposite shoulders crossed 128 di test scelta e utilizzata, sempre in accordo con quanto riportato in letteratura 27, 32, si è dimostrata particolarmente adatta a testare, evidenziandone i miglioramenti, qualità funzionali specifiche per l’anziano quali: la resistenza al cammino, la capacità di alzarsi da una sedia, la flessibilità, la capacità di movimenti rapidi e l’equilibrio, essenziali per l’assolvimento di esercizi “quotidiani”, quali il lavarsi la schiena, il mettersi i calzini, l’andare a fare la spesa. I test utilizzati per la valutazione di alcune delle capacità organico-funzionali di base sono stati i seguenti: BACK SCRATCH TEST (Grattata di schiena) Questo test valuta la flessibilità dell’articolazione scapolo-omerale, cioè il grado di elasticità e flessibilità della spalla. Il soggetto, in piedi, dopo aver scelto quale arto preferisce alzare al di sopra della spalla, con il gomito puntato verso l’alto porta la mano il più in basso possibile dietro la schiena, con il palmo rivolto in basso e le dita estese, cercando di toccare le dita dell’altra mano, portata il più in alto possibile dietro la schiena con il palmo rivolto in alto e le dita estese. L’esaminatore misura la distanza tra le punte del dito medio di ciascuna mano. Il punteggio del test è zero se le punte delle dita si toccano, ha valore positivo se le dita si sovrappongono, ha valore negativo se le dita rimangono a distanza senza riuscire a toccarsi. La misurazione viene approssimata a 0,5 cm. CHAIR SIT AND REACH TEST (Piegamento dalla sedia) Questo test valuta la flessibilità lombo-sacrale, cioè il grado di elasticità e flessibilità del tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale. Al soggetto, seduto sul bordo di una sedia, viene chiesto di estendere uno degli arti inferiori (a scelta), con il tallone poggiato a terra e la caviglia flessa a 90°. L’altro arto rimane piegato con il piede poggiato a terra. Con le mani sovrapposte e unite il soggetto flette il corpo in avanti, cercando di raggiungere con la punta del dito medio la punta del primo dito del piede dell’arto esteso. L’esaminatore misura la distanza tra le punte del dito medio delle due mani e la punta del primo dito del piede dell’arto esteso. Il punteggio del test è zero se le dita delle mani toccano la punta del primo dito del piede, ha valore positivo se vanno oltre, ha valore negativo se rimangono a distanza senza riuscire a toccare. La misurazione viene approssimata a 0,5 cm. 30 SECOND CHAIR STAND TEST (Alzarsi dalla sedia) Questa prova valuta la resistenza alla forza degli arti inferiori. Il soggetto, seduto con gli arti superiori immobili incrociati sul petto, deve alzarsi dalla sedia il più velocemente possibile estendendo completamente le gambe e deve tornare nella posizione seduta in modo continuativo per 30 secondi. Per MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES at the wrists. Feet are kept flat on the floor and the back straight. When signaled to start, the subject rises to a full stand and then sits back down again. This is repeated for 30 s. The number of times the subject comes to full standing position in 30 s is recorded. 30-SECOND ARM CURL TEST This test assesses upper limb muscle strength. The subjects is seated in a straight back chair. The tester gives the subject a dumbbell to use in their dominant hand (2.3 kg for women and 3.6 kg for men). Holding the arm firm with the free hand, the subject raises the dumbbell to the forearm as quickly as possible by flexing the elbow and returns it to the start position. The score is the number of times the subject repeats the movement in 30 s. EIGHT FEET UP AND GO TEST This test assesses agility and dynamic balance. The subject gets up from a seated position and walks as quickly as possible, without running, around a cone that is 2.4 m away and returns to the seated position. Performance is timed with a stop watch and the measurement rounded off to 0.01 seconds. FAINA la valutazione della prestazione viene calcolato il numero di ripetizioni in 30 s. 30 SECOND ARM CURL TEST (Piegamento del braccio) Questa prova valuta la resistenza alla forza degli arti superiori. Il soggetto, seduto su una sedia, si posiziona con un arto superiore (a scelta) completamente esteso verso il basso lungo il corpo, tenendo nella mano un peso a forma di bilanciere. Il peso è di 2,3 kg per le donne e di 3,6 kg per gli uomini. Il soggetto, mantenendo il braccio fermo, deve sollevare il peso il più velocemente possibile, flettendo completamente il gomito fino a portare l’avambraccio sul braccio, e deve tornare alla posizione di partenza con l’arto esteso in modo continuativo per 30 s. Per la valutazione della prestazione viene calcolato il numero di ripetizioni in 30 s. EIGHT FEET UP AND GO TEST (Percorso in velocità di 5 metri) Questo test valuta la capacità di movimento rapido e l’equilibrio. Il soggetto è seduto su una sedia appoggiata al muro. Da questa posizione deve alzarsi il più velocemente possibile, camminare il più velocemente possibile, senza correre, verso un birillo, posizionato a 2,4 m di distanza, girare intorno al birillo e tornare, sempre camminando il più velocemente possibile, alla posizione di partenza sedendosi nuovamente. Per la valutazione della prestazione viene cronometrato, approssimato a 0,01 s, il tempo impiegato dal soggetto a effettuare il percorso. 6-MINUTE WALK TEST 6 MINUTE WALK TEST (Cammino di 6 minuti) This test assesses cardiovascular efficiency. It involves walking continuously around a 50-m course, covering as much distance as possible in 6 minutes. The tester gives the start and stop signals. Performance is measured in the length of distance covered within 6 minutes. Based on the length of distance, this indirect submaximal test . gives an estimate of the subject’s VO2max. Questa prova valuta l’efficienza cardiovascolare. Il soggetto deve camminare il più velocemente possibile, senza correre, per 6 minuti lungo un circuito della lunghezza di 50 m. L’esaminatore dà il via e lo stop al termine dei 6 minuti. Per la valutazione della prestazione viene misurata la distanza percorsa dal soggetto. Si tratta di un test indiretto sottomassimale che,. in base alla distanza percorsa, riesce a stimare il VO2max del soggetto. Psychological assessment Valutazione psicologica The psychological assessment tools were selected according to the same criteria as for the physical fitness tests. Two self-report, easy to use and widely validated questionnaires were given.35, 36 BODY SATISFACTION SCALE TEST The body satisfaction scale test (BSS) is a questionnaire that investigates a subject’s degree of satisfaction-dissatisfaction with his/her perception of Vol. 61, N. 2 I medesimi criteri adottati per i test fisiologici sono stati utilizzati per la scelta dei test psicologici. Si è optato per due semplici test autovalutativi, di facile somministrazione e ampiamente validati in letteratura 35, 36. BODY SATISFACTION SCALE TEST Il body satisfaction scale test (BSS) valuta il grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione di 13 distretti corporei: testa, viso, mento, naso, bocca (capo); spalle, collo, torace, pancia (tronco); braccia, mani, gambe, piedi (arti). Il punteggio complessivo per ogni area (capo, tronco, arti), MEDICINA DELLO SPORT 129 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES 13 parts of the body: face, chin, nose, mouth (head); shoulders, neck, chest, stomach (trunk); arms, hands, legs, feet (limbs). The total score for each body area (head, trunk, limbs) is derived from a 7-point scale from 1 (very satisfied) to 7 (very dissatisfied) and calculated by adding up the points assigned to the parts of a body area to obtain the degree of satisfaction-dissatisfaction with a certain body area. The sum of the points assigned for all 13 parts of the body yields the total score for satisfaction-dissatisfaction with the body as a whole. SELF-RATING DEPRESSION SCALE TEST The self rating depression scale test (SRDS) investigates for the presence or absence of depression. The questionnaire consists of 20 items framed in terms of positive and negative statements in reference to a specific depressive symptom. Each item is scored on a Likert scale ranging from 1 to 4 (never or rarely; sometimes; often; almost always - always). A total score is derived by summing the individual item scores. Each item identifies specific signs and symptoms, yielding a quantitative measure of their severity (score 14), while a subset of items indicates the areas where the subject experiences more problems. Some items in the subset investigate for mood, while others investigate for sleep disturbance. Taken together, the 20 items yield a quantitative definition of the degree of global depression in the subject. To ensure objectivity and validity of the results, the subjects are unable to guess whether the response is interpreted as being negative or positive, since the items are not always assigned points from 1-4, i.e., from never to always. Final assessment is obtained by adding up the points assigned to each item to arrive at the total score. The total score can be transformed into a SDS index according to the formula: total score/maximum scale score ×100. The SDS index indicates how depressed a subject is at that moment. Values <50 indicate no disturbance, 5059 mild depression, 60-69 moderate depression, ≥70 severe depression. Statistical analysis Baseline and final assessment values were compared by means of a variety of statistical tests. 130 su una scala che va da 1=molto soddisfatto a 7=molto insoddisfatto, calcolato sommando i punteggi relativi alle parti del corpo che costituiscono quella determinata area, valuta il grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione di quella determinata area del corpo. La somma dei punteggi ottenuti per tutti e 13 i distretti valuta il grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione del corpo nel suo insieme. SELF-RATING DEPRESSION SCALE TEST Il self-rating depression scale test (SDS) valuta la presenza, o meno, di uno stato depressivo nel soggetto. Il questionario è costituito da 20 quesiti (item) ai quali il soggetto è chiamato a rispondere in base alla condizione nella quale meglio si riconosce. Ciascuno dei quesiti fa riferimento a uno specifico e caratteristico sintomo depressivo. Per ciascun quesito la valutazione avviene secondo quattro possibilità: mai o raramente; qualche volta; spesso; quasi sempre - sempre. Ciascun quesito consente di individuare specifici segni e sintomi presenti nel paziente, dandone una valutazione quantitativa di gravità (punteggio da 1 a 4), mentre l’insieme di più quesiti indica in quali aree il soggetto vive le sue maggiori difficoltà. Vi sono, ad esempio, quesiti che nell’insieme esplorano il tono dell’umore, altri che nell’insieme misurano l’eventuale presenza di un disturbo del sonno. Nel loro insieme i 20 quesiti consentono di definire quantitativamente l’entità del disturbo depressivo globale presente nel soggetto preso in esame. A garanzia dell’obiettività e validità dei risultati i soggetti non sono in grado di “intuire” l’interpretazione negativa o positiva delle diverse risposte, in quanto i punteggi alle diverse risposte non sono sempre nell’ordine da 1 a 4, cioè dal mai al sempre. La valutazione finale viene fatta sommando i punteggi attribuiti alle singole risposte al fine di ottenere un punteggio totale. Il punteggio totale può essere trasformato in un indice SDS secondo la seguente formula: (punteggio totale/punteggio massimo della scala) ×100. L’indice SDS è indicativo di “quanto” è depresso in quel momento il soggetto. Per valori inferiori a 50 vi è assenza di disturbo, tra 50 e 59 depressione di grado leggero, tra 60 e 69 depressione di grado moderato, oltre 70 depressione grave. Analisi statistica Le misure ottenute nei test di ingresso e di controllo sono state sottoposte ad analisi statistica. Per il calcolo dell’analisi statistica relativa alle variabili antropometriche e fisiologiche si è proceduto come segue: 1) sono state misurate, per ogni variabile, le differenze tra i valori rilevati prima e dopo il trattamento, utilizzando l’ANOVA one-way a misure ripetute; 2) è stata determina- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES Weight (kg) BMI Final P value 75.42±10.27 31.30±4.084 74.78±10.18 31.04±4.114 <0.01 <0.01 Plus-minus values are means ±SD; BMI: body mass index; SD: standard deviation. One way ANOVA for repeated measures was employed to compare changes between pre- and post-treatment values of the anthropomorphic and physical fitness variables; Pearson’s coefficient correlation was calculated to determine relationships between post-treatment physical fitness values; Pearson’s coefficient correlation was calculated to determine relationships between physical fitness and BMI values measured before and after treatment. Nonparametric statistical tests were applied to the psychological assessment scores. The Wilcoxon matched pairs test was used to determine pre- and post-treatment differences in scores for each variable; Spearman’s coefficient correlation was applied to determine relationships between post-treatment scores. Statistical values are expressed as the mean±standard deviation. The level of statistical significance was set at P<0.05. Results Table III compares the subjects’ anthropometric values (body weight and BMI) measured before and after treatment. On the whole, these values are representative of a fairly homogeneous, slightly overweight study sample and show a post-treatment improvement in body composition, with a statistically significant reduction (P<0.01) in both body weight (Figure 1) and BMI (Figure 2). Table IV compares the physical fitness values measured before and after treatment. Here, too, a statistically significant improvement in all physical abilities after treatment can be noted. Table V illustrates the changes in psychological assessment scores measured before and after treatment, with statistically significant differences noted on both scales. Vol. 61, N. 2 Body weight (kg) Baseline 78 76 ** 74 72 70 Baseline Final Figure 1.—Body weight at baseline ■ and final assessment ■ . The weight loss was statistically significant (**P<0.01). Figura 1. — Peso corporeo prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. La riduzione appare statisticamente significativa (**=P<0,01). 35 Indice BMI TABLE III.—Mean weight and body-mass index measured at baseline and final assessment. TABELLA III. — Valori medi di peso e indice di massa corporea misurati prima e dopo il periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno completato lo studio. Nella colonna di destra è indicata la significatività statistica del miglioramento ottenuto. FAINA ** 30 25 Baseline Final Figure 2.—Body-mass Index (BMI) at baseline ■ and final assessment ■. The reduction in BMI was statistically significant (**P<0.01). Figura 2. — Indice di obesità (body mass index, BMI) prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. La riduzione appare statisticamente significativa (**=P<0,01). ta la relazione tra i valori delle diverse variabili fisiologiche misurate dopo il trattamento, mediante calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson; 3) è stata determinata la relazione tra i valori delle diverse variabili fisiologiche e il BMI misurati prima e dopo il trattamento mediante calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson. Per le variabili psicologiche sono state utilizzate statistiche non parametriche, come segue: 1) sono state misurate, per ogni variabile, le differenze tra i valori rilevati prima e dopo il trattamento, utilizzando il Wilcoxon Matched Pairs Test; 2) è stata determinata la relazione tra i valori delle diverse variabili misurate dopo il trattamento, mediante calcolo del coefficiente di correlazione di Spearman. Le statistiche descrittive sono espresse come medie e deviazioni standard. La significatività statistica è stata fissata a P<0,05. MEDICINA DELLO SPORT 131 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES TABLE IV.—Changes in physical functional ability between baseline and final assessment. The improvement was statistically significant. Plus-minus values are means ±SD. TABELLA IV. — Valori misurati nei test utilizzati per la valutazione delle capacità fisiche prima e dopo il periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno completato lo studio. Nella colonna di destra è indicata la significatività statistica del miglioramento ottenuto. Baseline Final P value 16.00±3.07 19.09±2.72 P<0.01 18.53±3.81 21.80±1.94 P<0.01 -8.9±9.4 -2.3±9.1 -6.5±8.4 2.8±8.1 P<0.01 P<0.01 6.21±0.72 512.3±41.3 5.54±0.46 551.3±41.9 P<0.01 P<0.01 25 ** 20 Ripetitions FAINA 15 10 5 0 TABLE V.—Changes in scores on the body satisfaction scale (BSS) test and the self-rating depression scale (SRDS) test between baseline and final assessment. Plus-minus values are means±SD. TABELLA V. — Valori misurati nei test psicologici utilizzati per la misura del grado di soddisfazione corporea (BSS) e del tono dell’umore (SRDS) prima e dopo il periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Nella colonna di destra è indicata la significatività statistica del miglioramento ottenuto. BSS (head) BSS (trunk) BSS (limbs) BSS-body SRDS Baseline Final P value 14.4±5.61 18.1±4.23 16.9±4.53 49.4±11.23 52.1±9.59 11.4±2.48 11.0±3.52 11.6±4.12 34.0±7.2 40.5±8.29 P<0.05 P<0.01 P<0.01 P<0.01 P<0.01 There was a statistically significant improvement in upper and lower limb muscle strength (P<0.01); an increase in performance on both the arm curl and the chair stand tests (Figure 3); a statistically significant improvement in lower body (chair seat and reach) and upper body flexibility (back scratch) (P<0.01) (Figure 4); a statistically significant improvement in dynamic movement (P<0.01), with shorter running time on the 8-feet up and go test (Figure 5); a statistically significant improvement in cardiovascular efficiency (endurance) (P<0.01), with an increase in the number of meters walked on the 6-minute walk test (Figure 6); a statistically significant increase in satisfaction with body image and a 132 Chair stand Baseline Arm curl Final Figure 3.—Muscle resistance in upper (arm curl) and lower (chair stand) limbs at baseline and final assessment. The improvement on both tests was statistically significant (**P<0.01). Figura 3. — Resistenza alla forza degli arti superiori (arm curl) e inferiori (chair stand) prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare in entrambi i casi statisticamente significativo (**=P<0,01). 10 5 ** cm Chair stand (repetition) Arm curl (repetition) Back Scratch (cm) Chair Seat Reach (cm) 5 m up and go (s) 6’ walk test (m) ** 0 -5 -10 ** Back scratch Baseline Chair seat and reach Final Figure 4.—Upper (back scratch) and lower (chair seat) body flexibility at baseline and final assessment. The improvement on both tests was statistically significant (**P<0.01). Figura 4. — Flessibilità scapolo-omerale (back scratch) e lombo-sacrale (chair seat and reach) prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare in entrambi i casi statisticamente significativo (**=P<0,01). Risultati Per ciò che concerne la valutazione antropometrica i valori di peso e BMI rilevati prima e dopo il periodo di attività motoria sono riportati in Tabella III. Tali valori, che appaiono rappresentativi di un campione sostanzialmente omogeneo e caratterizzato da un lieve grado di obesità, permettono di rilevare il miglioramento della composizione corporea con riduzione statisticamente significativa (P<0,01), sia del peso (Figura 1) che del BMI (Figura 2). Per ciò che concerne la valutazione fisiologica i valori misurati nei test somministrati prima e dopo il periodo di attività motoria sono riportati in Tabella MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES Self rating depression scale test Eight feet up and go (s) 7 6.5 6 ** 5.5 5 4.5 4 Baseline Final Figure 5.—Speed of movement at baseline ■ and final assessment ■. The improvement was statistically significant (**P<0.01). Figura 5. — Capacità di movimento rapido prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (**=P<0,01). FAINA 60 50 ** 40 30 20 10 0 Baseline Final Figure 8.—Mood as measured with the self-rating depression scale test at baseline ■ and final assessment ■. The improvement was statistically significant (**P<0.01). Figura 8. — Tono dell’umore prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (**=P<0,01). 6-min walk test (m) 600 ** 550 500 450 Baseline Final Figure 6.—Aerobic resistance at baseline ■ and final assessment ■. The improvement was statistically significant (**P<0.01). Figura 6. — Resistenza aerobica prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (**=P<0,01). Body satisfaction scale tests 50 40 ** 30 20 10 0 * Head Baseline ** Trunk ** Limbs Body Final Figure 7.—Satisfaction with body image as measured with the Body Satisfaction scale test at baseline ■ and final assessment ■. The difference was statistically significant (*P<0.05; **P<0.01). Figura 7. — Grado di soddisfazione corporea misurato mediante il Body Satisfaction Scale test prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (*=P<0,05 e **=p<0,01). Vol. 61, N. 2 IV. Essi permettono di rilevare il miglioramento di tutte le capacità fisiche prese in considerazione, con differenze che risultano statisticamente significative in tutti i test utilizzati. Per ciò che concerne la valutazione psicologica i valori registrati nei test somministrati prima e dopo il periodo di attività motoria sono riportati in Tabella V. Essi permettono di rilevare il complessivo miglioramento dello stato psichico del soggetto, con differenze che risultano statisticamente significative per entrambi i test utilizzati. Nello specifico dei risultati ottenuti si evidenzia: 1) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) della resistenza alla forza, sia della muscolatura degli arti superiori che della muscolatura degli arti inferiori, con aumento delle ripetizioni effettuate in 30 s tanto nell’arm curl test quanto nel chair stand test (Figura 3); 2) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) della flessibilità, sia della cerniera lombosacrale (chair seat and reach), sia dell’articolazione scapolo-omerale (back scratch) (Figura 4); 3) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) della capacità di movimento rapido con riduzione del tempo di percorrenza nel eight feet up and go test (Figura 5); 4) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) dell’efficienza cardiovascolare (endurance), con aumento dei metri percorsi nel 6’ walk test (Figura 6); 5) un aumento statisticamente significativo del grado di soddisfazione corporea, con riduzione del grado soggettivo di insoddisfazione sia nei confronti dei singoli distretti (capo P<0,05, tronco e arti P<0,01) che del corpo nel suo insieme (P<0,01) (Figura 7); 6) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) del tono dell’umore, con riduzione dello stato depressivo (Figura 8). In Tabella VI sono riportati i risultati delle correlazioni misurate dopo il trattamento tra le diver- MEDICINA DELLO SPORT 133 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES TABLE VI.—Relationship between physiologic and psychological variables measured at final assessment. Statistical significance set at P<0.05. TABELLA VI. — Relazione tra le differenti variabili fisiologiche e le diverse variabili psicologiche misurate dopo il trattamento (significatività statistica da P<0,05). Upper body flexibility Lower body flexibility Arm strength Leg strength Speed Resistance BSS Depression Upper body flexibility — NS NS NS NS — — Lower body flexibility NS NS NS NS — — Arm strength P<0.05 r=0.42 NS P<0.05 r=0.42 — NS — NS NS — — Leg strength NS NS NS — NS — — Speed NS NS — — NS — NS — P<0.05 r=-0.38 NS — NS Resistance BSS P<0.01 r=-0.53 NS — P<0.01 r=-0.53 P<0.05 r=-0.38 — NS — — — — — Depression — — — — — — P<0.01 r=0.69 — P<0.01 r=0.69 — BSS: body satisfaction scale; NS: not significant. TABLE VII.—Relationship between physiologic variables and BMI measured at baseline and final assessment. Statistical significance set at P<0.05. TABELLA VII. — Relazione esistente tra le diverse variabili fisiologiche e il BMI misurati prima e dopo il trattamento (significatività statistica da P<0,05). Upper body flexibility Lower body flexibility Arm strength Leg strength Speed BMI (before) NS NS NS NS NS BMI (after) NS NS NS NS NS Resistance P<0.05 r=-0.43 NS BMI: body mass index; NS: not significant. reduction in dissatisfaction with specific body areas (head, P<0.05; trunk and limbs, P<0.01) and with the entire body (P<0.01) (Figure 7); a statistically significant improvement was noted in mood (P<0.01), with a reduction in depression (Figure 8). Table VI shows the correlations between physical and psychological variables measured after treatment. Table VII compares the correlations between physical variables and BMI before and after treatment. Overall, the results demonstrate: positive significant correlations between flexibility variables, between psychological variables, between muscle strength and dynamic movement; a significant inverse correlation between BMI and muscle resistance before treatment; no significant correlation between BMI and physical variables after treatment. 134 se variabili fisiologiche e tra le diverse variabili psicologiche. In Tabella VII sono riportati i risultati delle correlazioni misurate prima e dopo il trattamento tra le diverse variabili fisiologiche e il BMI. Nello specifico dei risultati ottenuti si evidenzia: a) una correlazione positiva significativa tra i parametri di flessibilità; b) una correlazione positiva significativa tra i parametri relativi allo stato psichico del soggetto; c) una correlazione positiva significativa tra le capacità di forza e la capacità di rapido movimento; d) una correlazione inversa significativa tra il BMI e la capacità di resistenza prima del trattamento; e) nessuna correlazione significativa tra il BMI e le diverse variabili fisiologiche dopo il trattamento. Discussione I risultati ottenuti confermano che anche il soggetto anziano risponde positivamente, adattandosi, allo MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES Discussion Our study results show that elderly subjects respond positively to a brief exercise training program and are able to adapt to training that stimulates physical functional abilities 13-15, 18, 19 and psychological well-being.23-25 Improved physical functional capacity was observed across all variables for both musculomechanical and metabolic parameters. Muscle strength training can improve these abilities 16, 21, 22 by reducing protein catabolism and recovering the anabolic phase,37 leading to a reduction in sarcopenic deficit of fast twitch muscle fibers 38 and a reduction in the mitochondrial aging process, with diminished oxidative damage 39 and recovery of calcium homeostasis and increased calcium concentration in the myotubes.40 Resistance training is also able to improve these abilities in seniors.41 This improvement results from cardiovascular adaptation (central adaptation), with augmented systolic volume 17, 42 and from peripheral adaptation, with increased oxygen diffusion 42 and greater capacity to utilize energy substrates,43 along with enzymatic adaptation (increased cytochrome oxidase) and increased mitochondrial volume.44 In addition, our results also show that even in nonexercising seniors a simple, inexpensive exercise program conducted with elementary level facilities is sufficient and efficacious in producing an improvement in body composition, in physical fitness and in raising self-esteem and mood. A physical exercise program like that conducted in this study would probably not have produced significant changes in elite or amateur athletes who regularly practice sports. For the amount and intensity of physical activity that effectively produces measurable morphologic, physiologic and psychological improvement depends on baseline levels of physical fitness. In this study population, however, the improvement noted in physical fitness and psychological well-being was not strictly correlated with the achievement of specific performance levels; instead, the aim was to attain independence and physical safety in a group of older adults within a context of routine daily activities, as well as to promote socialization and emotional wellbeing. With these objectives in mind the exercise training program was defined according to pub- Vol. 61, N. 2 FAINA stimolo allenante, come già noto sia per le capacità fisiche 13-15, 18, 19, sia per lo stato psichico 23-25. Nello specifico delle capacità fisiche il miglioramento riguarda tutti i parametri esaminati, sia meccanico-muscolari che metabolici. Si conferma come l’allenamento alla forza sia in grado di indurre nell’anziano un miglioramento di questa capacità 16, 21, 22. Tale miglioramento può essere riferito sia a una riduzione del catabolismo proteico e recupero della fase anabolica 37, con conseguente riduzione del deficit sarcopenico a carico delle fibre veloci 38, sia a una riduzione del processo di senescenza mitocondriale, con diminuzione del danno ossidativo 39 e recupero dell’omeostasi del calcio, con incremento della sua concentrazione nei miotubi 40. Si conferma come l’allenamento di resistenza sia anch’esso in grado di indurre nell’anziano un miglioramento di questa capacità 41. Tale miglioramento può essere riferito sia ad adattamenti centrali di tipo cardiovascolare, con aumento del volume di scarica sistolica 17, 42, sia ad adattamenti periferici, con maggiore capacità di diffusione dell’ossigeno 42 e migliore capacità di utilizzo dei substrati energetici 43. L’allenamento di resistenza provoca anche adattamenti enzimatici (aumento della citocromo-ossidasi) e un aumento di volume dei mitocondri 44. I risultati confermano inoltre che, in soggetti anziani non sportivi, anche un piano di attività motoria molto semplice, realizzato senza ricorrere a significativi impegni economici e utilizzando strutture operative e sportive di minimo, se non nullo, livello, è sufficiente ed efficace a determinare un miglioramento della composizione corporea, un aumento del livello di capacità ed efficienza fisica, nonché un miglioramento del livello di autostima e del tono dell’umore. È possibile, infatti, che un piano di attività motoria, quale quello del quale si è voluto verificare l’efficacia, non sia in grado di determinare risultati significativi se proposto a soggetti master allenati che praticano attività sportiva a livello agonistico o amatoriale, e che la quantità/intensità di attività efficace a indurre miglioramenti morfologici, fisiologici e psicologici misurabili e significativi dipenda dalle condizioni fisiche di partenza. Ma nello specifico è evidente che i miglioramenti registrati sono riferibili a capacità funzionali e condizione psicologica non strettamente correlate al raggiungimento di particolari performance agonistiche ma essenziali comunque a garantire autonomia e sicurezza fisica nell’ambito delle normali attività quotidiane, nonché a favorire la socializzazione e la vita affettiva. Nell’ambito di tali obiettivi il programma di allenamento utilizzato è stato definito in accordo con quanto riportato in letteratura 20, 45. Esso ha previsto semplici esercizi per il miglioramento della flessibilità e della mobilità articolare, esercizi di pro- MEDICINA DELLO SPORT 135 FAINA PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES lished guidelines 20, 45 and included mixed, simple exercises for increasing joint flexibility and proprioception exercises for improving walking and dynamic balance through muscle strengthening and weight lifting, as well as light aerobic exercises to increase resistance. Each training session started with warm-up and stretching exercises to reduce the risk of trauma and ended with cooling down exercises for breathing and back relaxation to promote recovery. Particular attention was paid to the psychological aspect of the session, ensuring that exercises were interesting, motivating and involving, including the use of games to enhance communication and socialization that would benefit participants’ overall sense of well-being. The regimen of twice weekly 1-h sessions was intended to accommodate participants’ needs and to ensure continuity and progression in work load. The program duration was set at 10 weeks to reduce the risk of withdrawal and/or diminished participation; it proved sufficient for ensuring adequate amounts and intensity of physical exercise that was sufficient for effectively improving physical functional ability and psychological well-being. The improvement in muscle strength was basically related to neural factors:5, 46, 47 muscle hypertrophy develops only in programs lasting longer than 12 weeks.48 The lack of correlation between post-treatment changes in BMI and muscular strength indirectly confirms that improved body composition does not occur with significant muscular hypertrophy in increasing physical ability. In addition, the improvement in the other physical functional abilities appears to be independent of reduced BMI; indeed, the inverse correlation between BMI and muscle resistance gradually weakened. As reported in a previous study,26 measurement of BMI shows that its reduction with physical activity is important for lowering the risk of developing diverse illnesses (cardiovascular diseases, diabetes, hypertension). Energy expenditure was not calculated for this study population; even so, since participants’ diet remained unchanged during the course of the study, it can be argued that the physical activity was sufficient, given the participants’ routine sedentary lifestyle, to tip the daily energy expenditure balance toward increased output, thus reducing BMI. As regards the relationship between the post- 136 piocezione per favorire la deambulazione e l’equilibrio, fasi contenute di potenziamento muscolare, anche con piccoli sovraccarichi, blando lavoro aerobico per la resistenza. Ogni seduta è stata sempre preceduta da adeguato riscaldamento e stretching, al fine di ridurre il rischio di traumi, e sempre seguita da defaticamento con esercizi per la respirazione e per lo scarico della colonna, al fine di favorire il recupero. Particolare attenzione è stata data all’aspetto psicologico, strutturando l’attività così che questa fosse interessante, motivante e coinvolgente, con momenti ludici collettivi, al fine di favorire i rapporti comunicativi e la socializzazione per un effetto benefico diretto a livello psicologico. Il frazionamento in due sedute settimanali e la durata di ogni singola seduta hanno rispettato il principio di garantire il più possibile, in considerazione delle caratteristiche dei soggetti, la continuità e la progressività dei carichi di lavoro somministrati. Anche la durata complessiva del programma, finalizzata a ridurre al minimo il rischio di abbandono e/o riduzione di impegno da parte dei soggetti, è risultata adeguata a garantire la pratica di attività motoria in quantità e intensità sufficiente a stimolare efficacemente le capacità fisiche e psichiche. Su tali premesse va segnalato che il miglioramento delle capacità di forza è da riferirsi essenzialmente a fattori di tipo neurale 5, 46, 47, poiché l’ipertrofia interviene in modo significativo solo per programmi che superano le 12 settimane 48. La non correlazione dopo il trattamento tra il BMI e le misure di forza è una conferma indiretta del fatto che il miglioramento della composizione corporea non interviene con una significativa ipertrofia muscolare nell’aumento di questa capacità fisica. Anche il miglioramento delle altre capacità fisiche esaminate appare indipendente dalla riduzione del BMI, perdendosi perfino la correlazione inversa esistente prima del trattamento tra l’indice e la resistenza. La semplice misura del BMI, in accordo con la letteratura 26, ha comunque permesso di documentare la riduzione con l’attività motoria di un importante fattore di rischio connesso a patologie di diversa natura (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione). Nel merito va segnalato come nello studio non sia stato calcolato il costo energetico dell’attività motoria somministrata ai soggetti. Tuttavia, poiché il regime alimentare è rimasto immutato per tutta la durata dello studio, rispetto alle abitudini precedenti, è possibile affermare che l’attività fisica svolta sia stata sufficiente, rispetto alla condizione di sedentarietà, a squilibrare il bilancio energetico quotidiano in senso negativo con una aumento delle “uscite” rispetto alle “entrate”, determinando la conseguente riduzione del BMI. Per quanto riguarda le relazioni tra le variabili misurate dopo il trattamento è da segnalare, in con- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES FAINA treatment measurements it is noteworthy that, considering the units of measure applied in this study, a significant positive correlation emerged between muscle strength (increased number of repetitions) in the upper and lower limbs and dynamic movement (shorter time on the 5-meter tests). This indicates that although the muscle training program was non specific and of moderate intensity, increases in muscle strength and power were observed, as reported in previous studies on elderly men and on women.48, 49 For what concerns the study objectives, the results show that even in limited social and organizational situations, with simple facilities for practicing physical exercise, together with involvement by instructors, a physical exercise program can be conducted efficaciously and consistently when participants are adequately motivated and involved. siderazione delle unità di misura utilizzate, la correlazione significativa positiva tra le capacità di forza (aumento del numero di ripetizioni effettuate), sia per gli arti superiori che inferiori, e la capacità di movimento rapido (riduzione del tempo di percorrenza nel test dei 5 metri). Ciò indica che, nonostante il contenuto generico e la moderata intensità del programma di allenamento muscolare, si è ottenuto nei soggetti il miglioramento sia della forza che della potenza muscolare in accordo con quanto riportato in letteratura tanto negli anziani uomini che donne 48, 49. Sempre in riferimento agli obiettivi del progetto, i risultati ottenuti documentano altresì che anche nell’ambito di realtà sociali e organizzative limitate, semplici strutture operative identificate per la pratica dell’esercizio fisico, unite alla disponibilità professionale degli istruttori coinvolti, consentono di applicare con efficacia e continuità un programma di attività motoria, sempre che i soggetti, adeguatamente motivati e fidelizzati, aderiscano con entusiasmo. Conclusions Conclusioni Two important points to note are, firstly, that nonexercising seniors respond positively to moderate amounts and intensity of exercising in relation to the specific need to improve factors correlated with an individual’s physical functional independence, risk of disease, socialization and emotional sphere; and secondly, that in sedentary seniors physical exercise can be efficaciously practiced without the need for specific equipment and/or facilities and without added cost. In brief, the program objectives were fully met in that the results showed that even a mild physical activity program incorporating continuous, progressive exercises suitably adapted to nonexercising seniors can improve their physical condition. In addition, the results showed that seniors can be involved in an effective exercise training program even in limited social situations with simple and economic means. Questo studio dimostra pertanto, innanzitutto, che soggetti anziani sedentari rispondono positivamente a volumi e intensità di allenamento modesti. Ciò è da mettere, ovviamente, in relazione alle specifiche esigenze di miglioramento di fattori correlati con l’autonomia fisica individuale, il rischio di malattie, la socializzazione e la vita affettiva. In secondo luogo lo studio dimostra che in soggetti anziani sedentari un’attività motoria “efficace” può essere praticata anche senza il supporto di particolari attrezzature e/o strutture logistiche e in assenza di mezzi economici. In conclusione, appaiono raggiunti in pieno gli obiettivi del progetto, sia in termini di verifica della efficacia in soggetti anziani sedentari di programmi di allenamento fisico anche blandi purché continui, progressivi e opportunamente adattati alle condizioni fisiche dei soggetti, sia in termini di verifica della concreta possibilità di far praticare a questi soggetti un’attività motoria efficace anche nell’ambito di realtà sociali “limitate”, utilizzando supporti logistici semplici ed economici. References/Bibliografia 1) Blair SN, Kohl HW 3rd, Paffenbarger RS Jr, Clark DG, Cooper KH, Gibbons LW. Physical fitness and all-cause mortality: a prospective study of healthy men and women. JAMA 1989;262: 2395-401. 2) Blair SN, Kampert JB, Kohl HW 3rd, Barlow CE, Macera CA, Paffenbarger RS Jr et al. Influence of cardiorespiratory fitness and other precursor on cardiovascular disease and all- Vol. 61, N. 2 cause mortality in men and women. JAMA 1996;276:205-10. 3) Caspersen C. 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Address reprint requests to: G Mirri, MD, Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, Largo Piero Gabrielli 1, 00197 Rome, Italy. 138 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 MED SPORT 2008;61:139-46 The effects of a pre-exercise carbohydrate-ectrolyte ingestion on maximum aerobic capacity in elite soccer players Effetti dell’assunzione di elettroliti e carboidrati pre-esercizio sulla capacità aerobica massima nei calciatori di alto livello M. JOURKESH 1, S. M. OSTOJIC 2 1Department of Physical Education and Sports Science, Islamic Asad University, Shabestar Branch, Iran 2Faculty of Sport and Tourism, PA University of Novi Sad, Serbia SUMMARY Aim. The purpose of this study was to examine the effects of a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink on maximum aerobic capacity. Methods. Twenty male elite soccer players volunteered to participate in the study. Each player performed two ran. domized trials of a VO2max treadmill test within a week of each other. Players in this randomized, placebo controlled, counter balanced, crossover design, ingested either a placebo (water) or carbohydrate-electrolyte drink (6% carbohydrates, sodium 24 mmol·l-1, chloride 12 mmol·l-1, potassium 3 mmol·l-1) 30 minutes before each exercise bout. . VO2max and time to exhaustion during graded exercise testing were evaluated. Results. Using paired samples t-tests, significantly greater mean values were found in VO2max and time for the pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink trial compared to the placebo trial (P<0.05). The main finding. of the present study indicates that supplementation with a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink improved VO2max and time to exhaustion. Conclusion. This suggests that soccer players should consume carbohydrate-electrolyte fluid prior a game to enhance . VO2max in specific skill performance. KEY WORDS: Oxygen consumption - Sports – Drinking – Nutritional status. RIASSUNTO Obiettivo. L’obiettivo di questo studio era esaminare gli effetti dell’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati sulla capacità aerobica massima. Metodi. Venti calciatori di alto livello hanno partecipato volontariamente allo studio. Ogni giocatore ha eseguito due . sessioni randomizzate di test di VO2max su tapis roulant a distanza di una settimana l’una dall’altra. I giocatori in questo studio randomizzato, controllato con placebo, controbilanciato con disegno crossover, hanno assunto placebo (acqua) oppure una bevanda con carboidrati ed elettroliti (6% Carboidrati, Sodio 24 mmol·l-1, Cloruro 12 mmol·l-1, . Potassio 3 mmol·l-1) 30 minuti prima di ogni sessione di esercizi. Sono stati valutati la VO2max e il time to exhaustion (tempo di esaurimento) nell’esecuzione graduale di esercizi. . Risultati. Utilizzando il t-test per campioni appaiati sono stati rilevati valori significativamente superiori di VO2max e tempo negli esercizi preceduti dall’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati rispetto al controllo placebo (p<0.05). Il risultato . principale di questo studio è che l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati preesercizio migliora la VO2max e il time to exhaustion. Conclusioni. Questo suggerisce che i calciatori assumano bevande a base di elettroliti e carboidrati prima dell’attività . sportiva per migliorare la VO2max nella performance di specifiche capacità. . PAROLE CHIAVE: VO2max - Bibite sportive - Potenza aerobica - Nutrizione sportiva. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 139 JOURKESH S PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER occer is characterized by intermittent highintensity exercises 1 and it is well established that the loss of only 2% of body mass is sufficient to impair performance and cognitive function.2 Besides that, without an adequate fluid intake during exercise players can experience an increase in core temperature and heart rate.3, 4 Fatigue during a soccer match is often associated with carbohydrate depletion and, expending on the level of competition and fitness level of the player, his body carbohydrate reserves (muscle glycogen) will decrease in proportion to the duration and intensity of the game.5-8 The human body’s maximal ability to use or consume oxygen for aerobic. metabolism during exercise, better known as V O2max, is an important predictor of athletic performance in endurance activities. In addition, ventilatory threshold or the nonlinear increase in ventilation that coincides with the beginning of glycolysis (anaerobic threshold) for energy and the onset of blood lactate is considered by many exercise physiologists to be even a better indication of an endurance athlete’s capacity for aerobic power.9 This is particularly true when examining the metabolic demands of middle distance runners and other similar athletes in their respective sports. Either way, the ability of an individual to reduce or tolerate more lactate production or the metabolic end product caused by the excessive metabolism of carbohydrates (CHO) is an important factor in the performance of soccer players as well as other sports that rely heavily upon aerobic metabolic pathways.10 Previous research has demonstrated that CHO ingestion during aerobic exercise can improve performance during exercise sessions lasting longer that 90 minutes per. formed at intensities greater than 70% VO2max by preventing a decline in blood glucose concentration and facilitating glucose oxidation late, whereas the timing and type of CHO ingestion following exercise influences muscle glycogen restoration.11, 12 This information is especially important for endurance athletes since CHO type and blood glucose response is important in order to optimize CHO intake either pre or post exercise. For example, CHO ingestion immediately prior to exercise has been reported to have a negative effect on exercise performance.13 If an athlete consumes carbohydrate-rich foods or sport drinks within 60 minutes of the beginning of an 140 I l gioco del calcio è caratterizzato da esercizi intermittenti di alta intensità 1 ed è ben noto che la perdita di solo il 2% della massa corporea sia sufficiente a ridurre la performance e le funzioni cognitive 2. Inoltre, senza un’adeguata assunzione di liquidi durante l’attività sportiva, i giocatori possono patire un aumento della temperatura corporea e della frequenza cardiaca 3, 4. L’affaticamento durante una partita di calcio è spesso associata a una deplezione dei carboidrati e una riduzione delle riserve di carboidrati corporei (glicogeno muscolare) in proporzione alla durata e intensità dell’attività, riducendo il livello di competitività e di fitness del giocatore 5-8. L’abilità massimale del corpo di utilizzare e consumare ossigeno con metabolismo . aerobico durante l’esercizio, meglio noto come VO2max, è un importante predittore della performance atletica nelle attività di resistenza. Inoltre, la soglia ventilatoria o aumento non lineare della ventilazione, che coincide con l’avvio della glicolisi (soglia anaerobica) e con la comparsa di livelli ematici di lattati, è considerata da molti esperti di fisiologia un indicatore ancora più affidabile della capacità di potenza aerobica dell’atleta di resistenza 9. Questo è particolarmente vero esaminando le richieste metaboliche dei corridori di medie distanze e altri atleti simili nelle rispettive attività. In sostanza, la capacità di un individuo di ridurre o tollerare un aumento di produzione di lattato, prodotto finale metabolico causato da un eccessivo metabolismo dei carboidrati, è un fattore importante nella performance dei calciatori così come per altri sport che si affidano pesantemente sull’attività metabolica aerobica 10. Precedenti ricerche hanno dimostrato che l’ingestione di carboidrati durante l’esercizio aerobico può migliorare la performance durante sessioni di esercizio che durino . più di 90 minuti a intensità maggiore del 70% di VO2max, prevenendo il calo della glicemia e facilitando successivamente l’ossidazione del glucosio, mentre la tempistica e il tipo di assunzione di carboidrati dopo l’esercizio influenzano il ripristino del glicogeno muscolare 11, 12. Questa informazione è particolarmente importante per gli atleti di resistenza giacché il tipo di carboidrati e la risposta glicemica è importante per ottimizzare l’assunzione di carboidrati sia prima che dopo l’esercizio. Per esempio, è stato dimostrato che l’assunzione di carboidrati immediatamente prima dell’esercizio abbia un effetto negativo sulla performance dell’esercizio 13. Se un atleta consuma cibi ricchi di carboidrati o bibite sportive entro 60 minuti dall’inizio di un esercizio di resistenza, il glucosio del cibo o bevanda ingeriti raggiunge il torrente circolatorio ematico in pochi minuti dall’assunzione. Il conseguente MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER endurance exercise performance, the glucose from the ingested food or drink enters the circulation within minutes of ingestion. The subsequent rise in blood glucose concentration causes the release of the hormone insulin, which assists in clearing glucose from the circulation. A peak in insulin concentration in the blood occurs at the time exercise begins. Consequently glucose uptake by the muscles reaches an abnormally high rate during the exercise performance. Therefore, the consumption of simple CHO, which are digested and absorbed quickly, can be detrimental to exercise performance.13 This high rate of clearance glucose from the blood can potentially cause hypoglycemia which in turn can produce symptoms of acute fatigue. In summary, consuming high-glycemic CHO immediately before exercising causes blood glucose to rise rapidly (glycemic response) which may trigger excessive insulin release insulinemic response. 14, 15 In contrast, consuming low glycemic carbohydrate rich foods (starch with high amylose content or moderate glycemic CHO with high dietary fiber content) in the immediate 45-60 minute pre-exercise period allows for slower glucose absorption, reducing the potential for rebound glycemic response. Typically, the optimal forms of CHO have been combinations of glucose, fructose, sucrose, and maltodextrins with or without protein or amino acids and it has been further suggested that the glycemic index of food may be a key determining factor for when food is ingested relative to exercise participation.16, 17 It has been observed that when soccer players ingest a fluid that contains carbohydrate during a simulation or in a real match, they cover a greater distance, have higher muscle glycogen concentration after the game, perform better and feel less fatigued than those players that do not ingest any fluid.18-20 According to soccer’s rules, during the game there are no formal breaks that allow players to ingest fluids and if the game is played under warm environmental conditions they face heavy demands upon both body fluid and carbohydrate reserves.2, 21, 22 However, there is little information available investigating the influences of pre-exercise carbohydrate-electrolyte drinks on performance of soccer players. The effects have only been investigated in a competitive soccer match situation under less controlled situation. 18, 23 Therefore, the aim of this study was to examine the effects of a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink Vol. 61, N. 2 JOURKESH aumento della glicemia determina il rilascio di insulina, che determina una riduzione del glucosio in circolo. Il picco di concentrazione di insulina si verifica al momento dell’avvio dell’esercizio. Pertanto, l’assunzione di carboidrati semplici, che vengono digeriti e assorbiti rapidamente, può essere deleterio per la performance dell’esercizio 13. Questo forte richiamo di glucosio fuori dal torrente circolatorio può causare un’ipoglicemia che a sua volta può determinare i sintomi dell’affaticamento acuto. In breve, assumendo carboidrati ad alta glicemia subito prima dell’esercizio determina un rapido aumento della glicemia (risposta glicemica) che può innescare un eccessivo rilascio di insulina (risposta insulinica) 14, 15. Al contrario, il consumo di cibi ricchi di carboidrati a bassa glicemia (amido con alto contenuto di amilosio o carboidrati a moderata glicemia con alto contento di fibre) nei 45-60 minuti immediatamente prima dell’esercizio permette un’assunzione di glucosio più lenta, riducendo il rischio di risposta glicemica paradossa. Tipicamente, le forme ottimali di carboidrati sono le combinazioni di glucosio, fruttosio, saccarosio e maltodestrine, con o senza proteine o aminoacidi ed è stato ulteriormente suggerito che l’indice glicemico del cibo potrebbe essere un fattore chiave determinante nello stabilire quando il cibo vada assunto in relazione all’attività sportiva 16, 17. È stato osservato che quando i calciatori assumono una bevanda che contenga carboidrati durante un allenamento o una partita vera, coprono una maggior distanza, hanno una maggior concentrazione muscolare di glicogeno al termine della partita, giocano meglio e si affaticano meno dei giocatori che non assumono liquidi 1820. Secondo le regole del calcio, durante la partita non sono previste pause ufficiali che permettano ai giocatori di ingerire liquidi e se la partita viene giocata in condizioni ambientali di alta temperatura i giocatori sono sottoposti a forti richieste sia per i liquidi corporei che per le riserve di carboidrati 2, 21, 22. Tuttavia vi è una scarsa informazione sull’influenza delle bibite con carboidrati ed elettroliti pre-esercizio sulla performance dei calciatori. L’effetto è stato indagato solo per una situazione di incontro competitivo calcistico in una condizione scarsamente controllata 18, 23. Pertanto, lo scopo di questo studio era di valutare gli effetti dell’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati sulla capacità aerobica massima dei calciatori di alto livello. Materiali e metodi Soggetti Venti calciatori maschi (prima divisione nazionale iraniana) hanno partecipato a questo studio, MEDICINA DELLO SPORT 141 JOURKESH PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER on maximum aerobic capacity in elite soccer players. Materials and methods Subjects Twenty male soccer players (1st Iran National league) participated in the study, which had university ethical committee approval. All participants were informed verbally and in writing about the nature and demands of the study, as well as the known health risks. The physical characteristics of the players are shown in Table I. TABLE I.—Selected physical characteristics of the players in carbohydrate-electrolyte (CHOE) and placebo group. Values are mean ± SD. No significant differences were found between groups, P>0.05. TABELLA I. — Caratteristiche fisiche selezionate dei giocatori nei gruppi carboidrati-elettroliti e placebo. I valori sono: media ± DS. Non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi, P>0, 05. Variables Age (years) Height (cm) Body mass (kg) Body fat (%) Σ 7 skinfolds(mm) Maximal oxygen uptake (ml/kg/min) CHOE (n = 10) Placebo (n = 10) 21.5±2.3 182.5±7.9 75.5±14.2 10.3±3.4 57.5±4.13 41.4±9.5 22.0±2.8 183.3±5.2 75.4±12.8 10.9±4.3 58.4±3.50 41.4±6.1 Experimental design Subjects involved in this study were asked to submit to two maximal oxygen consumption tests . (VO2max) within a week of each other with at least 48 hours between trials. Subjects were required to perform each maximal effort exercise test on a motor-driven treadmill. In addition, expired lung gases were examined for the purpose of determining .the amount of oxygen used during exercise for VO2max. Expired lung gases were collected by sampling air exhaled from the mouth into a mouthpiece connected to sampling hoses and gas analyzers (CPX system, Medgraphics, Maple Grove, MN). The exercise intensity began at a low level and was advanced every three minutes by increasing the speed and incline of the treadmill belt using Bruce protocol.24 During the test, heart rate and time were measured continuously while blood pressure and ratings of perceived exertion were measured toward the end of each three minute stage. . VO2max was considered to have been achieved if the subject met at least two of the following criteria: 1) an .RER equal to or greater than 1.15; 2) plateau of VO2 during the last stage of exercise; 3) maximal heart rate within + 10 beats per minutes of predicted values. Prior to test participation, subjects were asked to adhere to the following pre-test instructions: 1) wear comfortable, loosefitting clothing 2) drink plenty of fluids over the 24-hour period preceding the test 3) avoid food, tobacco, alcohol, and caffeine for 3 hours prior to taking the test 4) avoid exercise or strenuous physical activity the day of the test and 5) get an adequate amount of sleep (6 to 8 hours) the night before the test.24 142 che ha ricevuto l’approvazione del comitato etico universitario. Tutti i partecipanti sono stati informati verbalmente e per scritto sulla natura e scopo dello studio, e sui rischi noti per la salute. Le caratteristiche fisiche dei giocatori sono riportate nella Tabella I. Disegno dello studio Ai soggetti coinvolti nello studio è stato richiesto di eseguire due test di consumo massimale di ossigeno . (VO2max) nell’arco di una settimana, con almeno 48 ore tra un test e l’altro. Tutti i soggetti hanno eseguito gli esercizi di sforzo massimale su una ruota a motore. Inoltre, sono stati esaminati i gas espirati dai polmoni, per determinare. il consumo di ossigeno durante l’esercizio per la VO2max. I gas espiratori venivano raccolti convogliando l’aria espirata dalla bocca attraverso un boccaglio connesso a un collettore e analizzatore di gas (CPX system, Medgraphics, Maple Grove, MN). L’intensità dell’esercizio iniziava a basso livello, e veniva aumentato ogni tre minuti aumentando la velocità e inclinazione del tapis roulant secondo il protocollo Bruce 24. Durante il test venivano registrati in continuo la frequenza cardiaca e il tempo, mentre la pressione sanguigna e la stadiazione dello sforzo percepito venivano registrati verso la fine di ogni . sessione da tre minuti. Si considerava raggiunta la VO2max quando il soggetto soddisfaceva almeno due dei seguenti criteri: 1) un RER (Respiratory Exchange Ratio = tasso di scambio respiratorio) uguale o superiore a . 1,15; 2) VO2 stazionario durante l’ultima sessione di esercizio; 3) frequenza cardiaca entro i +10 battiti/minuto rispetto ai valori previsti. Prima di partecipare al test, ai soggetti veniva richiesto di rispettare queste istruzioni pre-test: 1) indossare abiti confor- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER Testing protocol Each subject arrived thirty minutes prior to each exercise trial and was given either a placebo (water) or carbohydrate-electrolyte drink (6% carbohydrates, sodium 24 mmol·l-1, chloride 12 mmol·l-1, potassium 3 mmol·l-1) thirty minutes prior to test participation. Administration of carbohydrate-electrolyte drink and placebo trials were randomized with half of the subjects ingesting the placebo during the first trial and carbohydrate-electrolyte drink during their second trial with the order reversed for the remaining subjects. Total participation time for each test was approximately 1 hour. Both the carbohydrateelectrolyte drink and water placebo were provided by an assistant blinding both subjects and investigators as to the order in which water placebo or carbohydrate-electrolyte drink was ingested. At the end of the study investigators were provided information as to the order in which the subjects were provided either the carbohydrate-electrolyte drink or water placebo. Statistical analysis Data are expressed as means ± standard deviation. A probability level less than 0.05 was accepted as statistically significant. Data. were analyzed with paired sample t-tests. V O2max (ml·kg-2·min-2) and time (minutes) were specific dependent variables examined in this study. In addition measures of effect size were also calculated. The data were analyzed using the statistical package SPSS, PC program, version 11.0 (SPSS Inc., USA). JOURKESH tevoli, ampi 2) bere liquidi abbondantemente nelle 24 ore prima del test 3) evitare cibo, tabacco, alcol e caffeina nelle tre ore precedenti il test 4) evitare esercizi o attività fisica strenua il giorno del test e 5) rispettare una quantità adeguata di sonno (da 6 a 8 ore) la notte prima del test 24. Protocollo del test Ogni soggetto giungeva 30 minuti prima delle sessioni di esercizi e in quel momento gli veniva somministrato del placebo (acqua) o una bevande a base di elettroliti e carboidrati (6% Carboidrati, Sodio 24 mmol·l-1, Cloruro 12 mmol·l-1, Potassio 3 mmol·l-1). La somministrazione di bevande con elettroliti e carboidrati e placebo era randomizzata, con metà dei soggetti trattati con placebo la prima volta e con la bevanda con elettroliti e carboidrati la seconda volta, e l’altra metà al contrario. Il tempo totale di partecipazione al test era di circa 1 ora. Sia la bevanda con elettroliti e carboidrati che il placebo venivano forniti da un assistente, in cieco sia per i soggetti che per gli investigatori. Al termine dello studio agli investigatori veniva fornita l’informazione su quali soggetti avevano ricevuto l’una o l’altra bevanda. Analisi statistica I dati sono riportati con valore medio ± deviazione standard. Un livello di probabilità inferiore a 0,05 veniva accettato come statisticamente significativo. I dati sono stati analizzati con il t-test per dati appaiati. Le variabili specifiche analizzate in questo studio erano la VO2max (ml·kg-2·min-2) e il tempo (minuti). Inoltre sono state calcolate anche le misure della potenza dell’effetto. Per l’analisi dei dati ci si è avvalsi del software statistico SPSS, versione 11.0 (SPSS Inc., USA). Results Risultati The physical characteristics of the subjects that participated in the study are listed in Table I. No significant differences were found between two groups for any of the variables in Table I. Results indicated significantly greater mean values in . VO2max (ml·kg-1·min-1) for the carbohydrate-electrolyte drink trial as compared to placebo (water) trial (t19=6.93; p<0.001). It was also found that the carbohydrate-electrolyte drink trial exhibited significantly higher mean values in time to exhaustion (min) when compared to placebo trial (t19=5.59, p<0.001). Changes in mean values among the reported variables are displayed in Table II. Vol. 61, N. 2 Le caratteristiche fisiche dei soggetti arruolati nello studio sono riportate nella Tabella I. Non sono state trovate differenze significative tra i due gruppi per alcuna delle variabili presenti nella Tabella I. I risultati indicano valori medi significativamente . superiori di V O2max (ml·kg-1·min-1) nei test con bevanda con elettroliti e carboidrati rispetto al placebo (acqua) (t19=6,93; P<0,001). È stato anche rilevato che le prove con la bevanda di elettroliti e carboidrati mostravano time to exhaustion (tempi di esaurimento) superiori rispetto al placebo (t19=5,59, P<0,001). I valori medi delle variabili in esame sono riportati in Tabella II. MEDICINA DELLO SPORT 143 JOURKESH PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER TABLE II.—Mean changes in various parameters. TABELLA II. — Variazioni medie di vari parametri. Variable Placebo PCHOE % Increase Effect size . VO2max (ml·kg-1·min-1) n=20 Time (minute) n=20 32.95±5.55 8.34±2.34 37.89±8.15 9.14±2.12 16.05* 7.7* 1.39 1.29 . Values are mean ± SD; PCHOE-pre-exercise carbohydrate-electrolyte; VO2max: maximal oxygen uptake; *significant difference. Discussion Discussione This study compared a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink group and a water group because those players in the latter group are used to spending the whole game without drinking any fluid. So it was not a problem for them to exercise without consuming fluid. The main finding of this study was that the pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink improved maximum aerobic capacity and time to exhaustion performance as compared with placebo. It is well established that dehydration resulting in as little as 2% body weight has a negative impact on exercise performance, impairs muscular endurance, mental functioning, thermoregulation and increases both core temperature and heart rate.3 Several investigators 18, 25-27 reported positive effects of carbohydrate-electrolyte drinks on performance of soccer players. Carbohydrate in this situation can be helpful because: (a) by the end of a soccer match most players become depleted of muscle glycogen;20 (b) deterioration in specific skills might be linked to depletion of muscle glycogen stores because glucose is the main substrate for metabolism in the central nervous system;19 (c) players with low glycogen content run and perform less sprints than those with normal content, specially during the second half.7 Several studies reported that ingestion of carbohydrate-electrolyte solutions during prolonged intermittent exercise could delay fatigue. However, few studies are concerned with preexercise carbohydrate-electrolyte ingestion. In laboratory studies, Tabata et al. 28 and Coggan and Coyle 29 were able to postpone exhaustion after a specific protocol by supplying orally glucose solution. In field studies, Kirkendall et al. 30 and Leatt and Jacobs 18 reported the beneficial effects of CHOE ingestion on exercise performance by sparing muscle glycogen. Bangsbo 31 considered that by the end of soccer game, most players become depleted of muscle glycogen and ingestion of CHOE solution during half-time Questo studio ha paragonato un gruppo che ha assunto bevande a base di elettroliti e carboidrati con un gruppo che ha assunto solo acqua perché i giocatori di questo secondo gruppo sono abituati solitamente a non assumere alcun liquido per tutta la durata della partita. Pertanto per loro allenarsi senza assumere liquidi non costituiva un problema. Il principale risultato di questo studio è che l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati migliora la capacità aerobica massima e il time to exhaustion (tempo di esaurimento) rispetto al placebo. È stato dimostrato che una disidratazione che determini anche solo la perdita del 2% del peso corporeo abbia una effetto negativo sulla performance dell’esercizio, riduca la resistenza muscolare, la funzione mentale, la termoregolazione e incrementi sia la temperatura corporea che la frequenza cardiaca 3. Molti studi 18, 25-27 hanno riportato effetti positivi dell’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati sulla performance dei calciatori. I carboidrati in questa situazione possono essere utili poiché (a) al termine di una partita di calcio la maggior parte dei giocatori è carente di glicogeno 20; (b) la riduzione di specifiche abilità potrebbe essere correlata all’impoverimento delle risorse di glicogeno muscolare poiché il glucosio è il principale substrato del metabolismo del sistema nervoso centrale 19; (c) i giocatori con poco contenuto di glicogeno corrono ed eseguono meno sprint rispetto a quelli con contenuto normale, soprattutto durante il secondo tempo 7. Molti studi hanno riportato come l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati durane l’esecuzione di esercizi intermittenti prolungati possa ritardare l’affaticamento. Tuttavia alcuni studi sono incerti sull’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati pre-esercizio. In studi di laboratorio, Tabata et al. 28 e Coggan e Coyle 29 hanno ottenuto un ritardo dell’affaticamento con un protocollo specifico di somministrazione di soluzione glucosata orale. In studi sul campo, Kirkendall et al. 30 e Leatt e Jacobs 18 hanno riportato effetti positivi sulla performance di esercizi dell’ingestio- 144 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER would be able to spare muscle glycogen. The results of present study also support the use of the pre-exercise carbohydrate-electrolyte as examined in this investigation in tests of aerobic power as well as support earlier reports of ingesting a pre-exercise carbohydrate-electrolyte consisting of low glycemic sugars (5-8%) before exercise.16, 17 Improvement of time to exhaustion claims could possibly be substantiated as the data of this investigation support a recent study in which a mixture of CHO and medium-chain triglycerides (MCTs) resulted in increased aerobic function as marked by increases in length of time trials to exhaustion.32 Marketing for the sports enthusiast hypes MCTs as fat burners, energy sources, glycogen sparers, and muscle builders. Although MCTs do not inhibit gastric emptying as does common fat, conflicting research supports the efficacy of using MCTs solely as a means of improving fat oxidation during exercise 33, 34 and because of its minimal contribution to the formula, the individual contribution of MCTs in improving performance is highly unlikely. However, subsequent research investigating possible metabolic and ergogenic effects of combining MCTs with CHO may hold promise. It was concluded that, during bouts of exercise requiring aerobic power, the combined results of this investigation provide meaningful practical applications for coaches and athletes alike regarding possible alternative hydration options. Future research is warranted investigating blood lactate levels, fuel substrate utilization, gender differences, fitness levels, comparisons with other products, as well as use under various environmental and competitive conditions. In addition, further research is needed to determine if other ingredients or combinations of ingredients included in the mixture of this pre-exercise carbohydrate-electrolyte may have influenced the results. For example, creatine monohydrate is included in this mixture, however; its amount (15 g per dose) is probably negligible in producing any ergogenic benefit due to the limited amount and timing of the ingestion period and lack of any prior loading of creatine monohydrate by the subjects. Also, L-carnitine (4 g per dose) has been demonstrated to have an ergogenic effect (mixed reports), however as with the creatine the amount and the timing are probably prohibitive concerning any benefit.10 Vol. 61, N. 2 JOURKESH ne di carboidrati ed elettroliti, con risparmio di glicogeno muscolare. Bangsbo 31 ha riportato come al termine della partita molti calciatori diventino carenti di glicogeno muscolare e l’assunzione di carboidrati ed elettroliti durante l’intervallo a fine primo tempo possa ripristinare il glicogeno. I dati del presente studio sostengono l’uso di carboidrati ed elettroliti pre-esercizio, come risulta dai test sull’attività aerobica, e concordano con le affermazioni degli studi precedenti sull’assunzione prima dell’esercizio di preparati di carboidrati ed elettroliti con basso contenuto di zuccheri glicemici (5-8%) 16, 17. Il miglioramento del time to exhaustion potrebbero essere confermato, giacché i dati di questo studio sono in accordo con un recente studio in cui un preparato di carboidrati e trigliceridi a catena media determinava un aumento della funzione aerobica, con un incremento del time to exhaustion 32. Il mercato per gli appassionati di sport promuove i trigliceridi a catena media come mezzo per bruciare i grassi, risorse di energia, risparmiatori di glicogeno, e rinforzo per i muscoli. Benché i trigliceridi a catena media non inibiscano lo svuotamento gastrico come i comuni grassi, le ricerche non concordano sull’efficacia dell’uso di trigliceridi a catena media come mezzo per aumentare l’ossidazione dei grassi durante l’esercizio 33, 34, e dato il minimo contributo che portano alla formula, il contributo individuale dei trigliceridi a catena media nel migliorare la performance è altamente improbabile. Tuttavia, ulteriori ricerche sui possibili effetti metabolici ed ergogenici della combinazione di trigliceridi a catena media e carboidrati potrebbe mantenere le promesse. Si è concluso che i risultati combinati di questo studio per le prove di esercizio che richiedono potenza aerobica forniscono applicazioni pratiche utili per gli allenatori e gli atleti riguardo le possibili opzioni di idratazione. Le ricerche future analizzeranno le concentrazioni ematiche di lattato, l’utilizzo di substrato alimentare, differenze di sesso, livelli di fitness, confronti con altri prodotti, e uso in diversi contesti di ambiente e competitività. Inoltre, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se ulteriori ingredienti o combinazioni di ingredienti di questo preparato di carboidrati ed elettroliti possa avere un effetto sul risultato. Per esempio, la creatina monoidrato è presente nel preparato, tuttavia la quantità è verosimilmente troppo ridotta (15 g per dose) per sortire un effetto ergogenico, sia per la limitata quantità che per la tempistica dell’ingestione e l’assenza di precedenti assunzioni di creatina da parte dei soggetti. È stato dimostrato che anche l’L-carnitina (4 g per dose) abbia un effetto ergogenico (vari studi), tutta- MEDICINA DELLO SPORT 145 JOURKESH PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER Although the results of this study favor using this particular pre-exercise carbohydrate-electrolyte, caution should be taken regarding the findings since it is difficult to provide a feasible scientific rationale why any significant findings occurred based on the content of the product. To the author’s knowledge, no previous research has shown similar significant acute results utilizing a proprietary blend of ingredients primarily designed for use as a concentrated sports drink. In effort to substantiate or refute the efficacy of this product noted in this study, additional studies are most certainly warranted. References/Bibliografia 1) Reilly T, Bangsbo J, Franks A. Anthropometric and physiological predispositions for elite soccer. J Sport Sci 2000;18:669-83. 2) Shepard RJ. 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Benché i risultati di questo studio sostengano l’utilizzo di questo particolare preparato di carboidrati ed elettroliti, bisogna essere cauti riguardo ai risultati poiché è difficile fornire un razionale scientifico sul perchè i risultati siano correlati al contenuto del preparato. Non siamo a conoscenza di alcuno studio precedente che riporti risultati significativi in acuto sull’utilizzo di preparati brevettati studiati per l’utilizzo come bevande sportive. Sono certamente necessari ulteriori studi per confermare o confutare l’efficacia del prodotto analizzato da questo studio. Health and Disease. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins; 2006. 14) Fontvieille AM, Rizkalla SW, Penfornis A, Acosta M, Bornet FR, Slama G. The use of low glycaemic index foods improves metabolic control of diabetic patients over five weeks. Diabet Med 1992;9:444-50. 15) Brand-Miller J, Colagiuri S, Foster-Powell K. The glycemic index is easy and works in practice. 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CALVISI 2 1Facoltà di Scienze Motorie Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila 2Dipartimento di Scienze Chirurgiche Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila 3Istituto di Medicina e Scienza dello Sport CONI spa, Roma 4Dipartimento di Medicina Interna e Sanità Pubblica Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila SUMMARY Aim. The aim of this study was to examine the relationship between dental occlusion, physical performance and half squat posture, respectively. Methods. The study population was 15 asymptomatic patients with temporomandibular joint dysfunction (cases) and six healthy subjects (controls). Physical performance was assessed by countermovement jump and squat jump tests for lower limbs and hand grip test for upper limbs. A force platform was used to acquire data on half squat posture in 10 repetitions with and without overload. The trials were performed in three different occlusion positions: normal occlusion, occlusion with a bite device and maximal clench. Results. Statistical analysis of the results showed no correlation between jump and hand-grip performance and temporomandibular joint dysfunction. However forward-backward sway in the centre of gravity showed significant alterations in the maximal clench condition. Conmclusion. Overstimulation of the paradontal receptor due to dental occlusion may induce postural changes in squat exercise. No alteration in physical performance of young asymptomatic patients was found; however postural adjustments recorded in the first part of the half squat exercise with overload suggest the necessity to prevent the habit of forming dangerous postural adaptations. KEY WORDS: Malocclusion, complications - Posture - Exercise test. RIASSUNTO Obiettivo. L’accertata interazione tra l’apparato stomatognatico e le catene muscolari corporee ha portato alla supposizione della possibile relazione tra diverse condizioni di occlusione dentale e i parametri prestativi e posturali durante l’esecuzione di compiti motori di notevole importanza e diffusione nella pratica sportiva. Metodi. La ricerca è stata condotta con la partecipazione di un gruppo di studio di 15 soggetti malocclusi asintomatici e un gruppo di controllo di 10 individui. Sono state indagate le modificazione della posizione del centro di gravità durante l’esecuzione di movimenti di squat, sia a carico naturale che con sovraccarico, e le alterazioni delle performance di salto e di massima forza isometrica volontaria durante, rispettivamente, prove di squat jump, counter movement jump e hand grip. Le prove sono state realizzate in condizioni di “occlusione di riposo”, “occlusione con bite” e “massima intercuspidazione”. Risultati. Si è potuto riscontrare, nella condizione di “massima intercuspidazione” rispetto a quella di “riposo”, una Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 147 ANGELOZZI INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE maggior esigenza di stabilizzazioni posturali in senso antero-posteriore nelle prove di squat con sovraccarico e una maggior velocità di sway antero-posteriore nella condizione di “massima intercuspidazione” nelle due modalità di carico. Nessuna modifica significativa a carico degli altri parametri posturali indagati e delle performance nelle prove di salto e di hand grip. Conclusioni. L’eccessiva stimolazione del recettore paradontale, nei soggetti malocclusi, durante la condizione di massima intercuspidazione potrebbe essere l’elemento scatenante di una risposta a catena, che coinvolgendo le catene cinetiche a esso correlate, comporterebbe modificazioni dello sway del centro di gravità durante l’esercizio di squat. In soggetti giovani e asintomatici non è possibile evidenziare una relazione significativa tra prestazioni di salto e di hand grip e malocclusione, tuttavia gli iniziali adattamenti posturali, durante l’esecuzione dello squat, lasciano pensare alla necessità di prevenire l’instaurasi di quadri adattativi radicati e potenzialmente pericolosi PAROLE CHIAVE: Malocclusione, complicanze - Postura - Test di valutazione funzionale. P hysical performance refers to the product of a complex interaction of numerous operating variables, some of which elude analysis. A central role in this multifactorial process is played by postural control, which enables athletes to express their neuromuscular potential in an optimal relationship between economy and safety. Two of the main approaches to defining posture 1 are the anatomical and biomechanical. But the one that best reveals the dynamic role of posture is the Haslegrave model, as it combines these two lines of analysis with a functional approach to define a concept of working posture.2 Posture, defined as balanced and coordinated body stance, whether in postural position or in postural set before movement, obtained with maximal economy to develop antigravitational forces, depends on a correct neurophysiologic organization of muscle activity. A body in correct postural position will present four parts aligned in a single plane: back of the head, shoulder blades, buttocks, back of foot. Any deviation in this alignment will result in a loss of verticality, leading to muscle compensation that can affect the entire body. The human body is composed of seven postural subsystems, each of which interrelated with the other: visual; vestibular; craniomandibular; shoulder girdle; spinal relay; pelvic girdle; footankle. Alteration in any one of these subsystems will adversely impact on all the rest.3 The theory of neuromuscular occlusion opened the way to a new concept of occlusion in which the neuromuscular system holds the key to understanding the masticatory system.4-6 The study of neuromuscular occlusion looks into craniomandibular relationships, i.e. the degree of dental arch occlusion such that the muscles of mastication do not need to be overexerted to have the lower and upper aches occlude with 148 L a performance è il risultato della complessa interazione tra numerosi fattori, non sempre univocamente identificabili. Il ruolo del controllo posturale assume in quest’ottica tutta la sua importanza, mettendo in condizione l’atleta di estrinsecare appieno tutte le sue potenzialità neuromuscolari, nel miglior rapporto di economicità e sicurezza. Gli approcci anatomico e biomeccanico sono stati due tra i principali utilizzati per la definizione della postura 1, ma in particolare quello che maggiormente ne esprime il ruolo “dinamico” ci sembra quello del modello di Haslegrave, che concilia l’approccio anatomico e biomeccanico con quello funzionale, definendo il concetto di “working posture” 2. La postura, quindi, intesa come una posizione equilibrata e coordinata del corpo sia in statica che nella preparazione di movimenti, ottenuta con la massima economia per soddisfare l’azione antigravitaria, dipende da una corretta organizzazione neurofisiologica dell’attività muscolare. Un organismo con una corretta fisiologia posturale presenterà su un unico piano: l’occipite, le scapole, i glutei e i retropiedi; eventuali alterazioni porteranno alla perdita di tale verticalità, con la conseguente insorgenza di compensi muscolari che influenzeranno l’intero corpo. Da un punto di vista posturale, l’organismo umano è composto da sette sottosistemi posturali tutti concatenati tra loro: sottosistema visivo; sottosistema vestibolare; sottosistema mandibolo–cranico; sottosistema sterno-scapolo-omerale; sottosistema relè vertebrale; sottosistema pelvico; sottosistema piedecaviglia. Un’alterazione di uno solo di essi provoca conseguenze a tutti gli altri 3. La teoria dell’occlusione neuro-muscolare ha gettato le basi di una nuova filosofia occlusale, che vede nel sistema neuro-muscolare la chiave di lettura del sistema masticatorio 4-6. L’obiettivo dell’occlusione neuro-muscolare è la ricerca di un rapporto mandibolo-cranico, cioè di un rapporto di occlusione delle arcate dentarie tale che i muscoli non debbano effettuare sforzi adattativi per raggiun- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE ANGELOZZI TABLE I.—Side-to-side sway in center of gravity. TABELLA I. — Sway latero-laterale del CoG. Controls Max (Hz) Normal Bite Clenched W-normal W-bite W-clenched 3.18±0.33 3.64±0.54 3.68±0.28 3.47±0.38 3.74±0.37 3.48±0.15 Min (Hz) 3.25±0.4 3.56±0.38 3.52±0.25 3.59±0.31 3.76±0.57 3.58±0.21 Cases Total (Hz) Vel (mm/s) 6.44±0.73 7.19±0.92 7.21±0.52 7.06±0.65 7.52±1.14 7.06±0.35 110±19 123±20 105±6 90±13 92±14 90±10 Max (Hz) 3.44±0.49 3.46±0.4 3.45±0.33 3.4±0.53 3.82±1.41 3.43±0.52 Min (Hz) 3.45±0.5 3.42±0.45 3.43±0.44 3.38±0.57 3.79±1.6 3.39±0.52 Total (Hz) 6.89±0.98 6.88±0.83 6.88±0.75 6.78±1.09 7.61±3.01 6.82±1.04 Vel (mm/s) 107±34 111±38 114±46 93±28 105±58 98±32 Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total: total frequency; Vel: velocity of sway in center of gravity. Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without over- one another and so do not create muscle tension that causes pain or dysfunction.4-6 Altered muscle function because of abnormal occlusion due to deflective contact (extrusions, migrations, precontacts, etc.) during deglutition eventually leads not only to jaw clicking, accompanied by the inability to open the mouth completely and by pain near the ear, but also to a variety of disorders that can sometimes arise elsewhere in the body (muscle tension headache, stiff neck, arm pain) or even podalic disturbances, particularly at the back of foot.7-9 Occlusal problems (tooth loss, migration, poorly fitting dentures or restorations) can cause mandibular deviation and displacement, resulting in malocclusion. In normal occlusal contact, contact is uniform and simultaneous on both sides, conferring the mandible maximal stability in occlusion and with the greatest possible number of contacts. In occlusal interference from premature contact, the feedback control system programs muscle response that, by varying individual muscle tone, deflects the mandible from its natural path of closure. The resulting mandibular displacement is maintained by muscular dystonia that affects the predominantly hypotonic areas of the premature contact side and the primarily hypertonic areas of the opposite side.10 Of note, all structures of the stomatognatic system have enormous neurologic importance. In fact, one third of the cerebral circuits sending messages to the periphery is used for chewing and swallowing, two functions connected with correct dental alignment and occlusion.3 When dental arches are out of occlusion, the sensory afferences deriving from this condition and directed to the upper cortex of the brain Vol. 61, N. 2 gerla e, quindi, non avere stati di tensione muscolare che potrebbero dare origine a quadri algicodisfunzionali 4-6. L’alterata funzione muscolare dovuta alla difficoltà, per un qualsiasi contatto deflettente (estrusioni, migrazioni, precontatti, ecc.), di far combaciare le arcate dentarie durante la deglutizione, comporta non solo uno sviluppo nel tempo dei classici rumori all’articolazione della mandibola, una difficoltà ad aprire completamente la bocca e dei dolori in prossimità dell’orecchio, ma anche lo sviluppo di patologie in sedi diverse, a volte distanti fra loro, come cefalee muscolo-tensive, cervicalgie, torcicolli, brachialgie, arrivando persino a disordini podalici, in primo luogo nel retropiede 7-9. Le perturbazioni occlusali (perdita di denti, migrazioni, protesi mal eseguite, otturazioni incongrue) possono modificare in maniera stabile, anche se reversibile, la posizione spaziale della mandibola, generando così delle occlusioni patologiche. La caratteristica del contatto occlusale fisiologico definito “normale” è quella di essere sempre uniforme e simultaneo nei due lati, allo scopo di dare alla mandibola la massima stabilità in occlusione usando il maggior numero di contatti possibile. In presenza di precontatti, il sistema di controllo a feedback programma una risposta muscolare che, variando il tono dei singoli muscoli, produce una traslazione della mandibola onde poterla stabilizzare in una nuova posizione spaziale e occlusale. La nuova posizione mandibolare viene mantenuta da distonie muscolari che si concretizzano in aree prevalentemente ipotoniche dal lato del precontatto e prevalentemente ipertoniche nel lato controlaterale 10. È bene ricordare che tutte le strutture dell’apparato stomatognatico hanno un’enorme importanza neurologica; basti pensare che un terzo dei circuiti celebrali deputati all’elaborazione delle istruzioni per la periferia vengono utilizzati per masticazione e deglutizione, funzioni che sono collegate al corretto alli- MEDICINA DELLO SPORT 149 ANGELOZZI INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE TABLE II.—Frequency of backward-forward sway peaks. TABELLA II. — Frequenza dei picchi di sway anteroposteriore. Cases W-normal vs W-clenched W-bite vs W-clenched Max Min Total P<0.011 P<0.053 P<0.023 P<0.036 P<0.012 P<0.036 Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total: total frequency. Wilcoxon Rank-Signed Test induce motor efferences such that the muscle structure is altered, leading to pain in different anatomic sites distant from the craniomandibular subsystem.3, 9 Although numerous studies have described dental malocclusion, none have investigated the possible changes malocclusion may cause in performance of global motor tasks frequently employed in sports. The aim of this study was to determine whether malocclusion has an effect on posture and physical performance. Materials and methods Study population The study population was 15 asymptomatic subjects with malocclusion (seven males, eight females; mean age, 22.7±2.2 years; body weight 62.5±9.3 kg; height 160±4.4 cm) (case group) and 10 healthy subjects (six males, four females; mean age, 25±2.4 years; body weight 68.5±7.8 kg; height 165±6.1 cm (control group). The bodymass index (weight in kg divided by height in meters squared) was 20-28. The case group included subjects with malocclusion as defined by Angle criteria 11 and not corrected orthodontically. The control group included subjects with at least 28 permanent teeth, with an overjet or overbite of 2 mm to 5 mm, and no stomatognatic disorders. Exclusion criteria were: locomotor disorders, orthodontically corrected malocclusion, cusp restoration, skeletal malocclusion,11 treatment with a removable or fixed appliance at the time of recruitment, tooth extraction, except for wisdom teeth. Functional assessment tests Before undergoing functional assessment, the subjects’ height was measured using a medical 150 neamento e combaciamento dei denti 3. Se la postura delle arcate dentarie è perturbata, le afferenze derivanti da tale condizione, dirette ai centri corticali superiori dell’encefalo, indurranno efferenze motorie tali da poter alterare l’assetto muscolare del nostro organismo, generando potenzialmente delle affezioni dolorose in sedi anatomiche diverse e distanti dal sottosistema mandibolo-cranico 3, 9. Le problematiche relative alla condizione di malocclussione dentale sono state ampiamente trattate in letteratura; tuttavia, mancano studi che si riferiscano a eventuali modificazioni che la patologia malocclusiva comporterebbe su compiti motori globali e frequentemente utilizzati nella pratica sportiva. In tal senso, con questo lavoro, ci si è voluti rivolgere allo studio di eventuali modifiche posturali e prestative che la condizione di malocclusione comporterebbe su gesti motori specifici. Materiali e metodi Campione Lo studio è stato realizzato grazie alla collaborazione di 10 soggetti sani, di cui sei uomini e quattro donne, costituenti il gruppo “Controllo” (età 25±2,4 anni; peso 68±7,8 kg; altezza 165±6,1cm) e di 15 soggetti asintomatici affetti da malocclusione, di cui sette uomini e otto donne, costituenti il gruppo “Caso” (età 22,7±2,2 anni; peso 62,5±9,3 kg; altezza 160±4,4cm). Nello studio sono stati coinvolti soggetti fisicamente attivi, di età compresa tra i 20 e 30 anni, con un indice di massa corporea compreso tra i 20 e i 28; in particolare sono stati inclusi nel gruppo “Caso” soggetti aventi malocclusione, secondo i criteri di Angle 11, non corretta ortodonticamente, mentre sono stati inclusi nel gruppo “Controllo” soggetti aventi minimo 28 denti permanenti, con overjet o overbite compreso tra 2 e 5 mm e privi da patologie dell’apparato stomatognatico. Sono stati esclusi dallo studio soggetti aventi: affezioni all’apparato locomotore, malocclusione corretta ortodonticamente, riabilitazioni cuspidali, malocclusione di tipo scheletrico 11. Sono stati inoltre esclusi individui che al momento del reclutamento erano sottoposti a trattamento ortodontico mobile o fisso, o che avevano subito estrazioni dentali (ad esclusione del dente del giudizio). Test di valutazione funzionale Prima dell’effettuazione dei test di valutazione si è provveduto alla rilevazione dell’altezza, attraverso uno stadiometro medico, e del peso corporeo, attraverso una bilancia medica professionale modello SECA 786. I test di valutazione funzionale si sono indirizzati verso tre specifici settori: il primo si è rivolto allo studio delle modificazioni posturali, MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE ANGELOZZI TABLE III.—Velocity of forward-backward sway in center of gravity. TABELLA IIII. — Velocità di sway antero-posteriore del CoG. Cases Vel Normal vs clenched Bite vs clenched W-normal vs W-bite W-normal vs W-clenched W-bite vs W-clenched P<0.003 P<0.002 P<0.001 P<0.001 P<0.012 Vel: velocity of forward-backward sway in center of gravity. Wilcoxon Rank-Signed Test stadiometer and the body weight using a medical scale (SECA 786). Functional assessment tests focused on three specific areas: squat test to evaluate postural changes induced by different malocclusions; hand grip test 12 to measure forearm muscle strength plotted on a tension-time curve; squat Jump (SJ) and countermovement Jump (CMJ) tests to measure explosive muscle strength.13, 14 The tests were performed in three different occlusal positions: rest position; temporary bite; maximal intercuspidal (clenched) position. The tests were conducted in random order. All subjects were allowed pre-test trials to familiarize themselves with the test. Before completing the tests, subjects warmed up according to a standard protocol. The tests were performed on the same day and followed the same protocol. indotte dalle diverse condizioni di malocclusione, durante l’esecuzione di un gesto specifico quale lo squat. Il secondo si è rivolto alla misura delle espressioni di forza dei muscoli dell’avambraccio attraverso la rilevazione di una curva tensione-tempo durante il test dell’hand grip 12. Infine l’ultima indagine si è rivolta alla valutazione delle caratteristiche di forza esplosiva durante prestazioni di salto con e senza contromovimento 13, 14. I test sono stati eseguiti in tre condizioni diverse di occlusione dentale: in posizione di riposo, utilizzando un bite provvisorio e in massima intercuspidazione; l’ordine di esecuzione delle tre modalità è stato randomizzato. A tutti i partecipanti, in una data precedente all’esecuzione delle prove, è stato permesso di familiarizzare con le stesse. Prima dell’esecuzione delle prove di valutazione, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un protocollo di riscaldamento standardizzato. I test sono stati svolti tutti nella medesima giornata rispettando il protocollo e le prescrizioni di esecuzione di seguito riportate per ognuno. SQUAT TEST This test monitors changes in the position of the center of gravity during a squat exercise with the knees flexed to 90°. Subjects were free to choose the foot angle and were asked to place feet about shoulder’s width apart.15 The subjects completed a set of 10 repetitions with natural load and a set of 10 with 50% body weight load in the three occlusal positions. Correct width of movement was recorded with an electrogoniometer attached to the subject’s right knee. Rest breaks of 3 min duration were provided between each set to avoid onset of fatigue phenomena. SQUAT JUMP TEST This test measures the explosive strength of leg extensor muscles. It was performed in a vertical jump at maximal intensity starting from a half squat position without countermovement and without using the arms, which were kept at the sides during the test.16 Vol. 61, N. 2 SQUAT Il test è stato utilizzato per monitorare le variazioni della posizione del centro di gravità, durante l’esecuzione di un esercizio di squat con un angolo al ginocchio di 90°. I soggetti sono stati lasciati liberi di scegliere il grado di rotazione dei piedi e gli è stato chiesto di utilizzare una larghezza delle gambe di media apertura 15. Ai partecipanti è stata richiesta, per ogni condizione di occlusione, l’esecuzione di 10 ripetizioni a carico naturale e di 10 ripetizioni con un carico pari al 50% del peso corporeo. La corretta ampiezza di esecuzione del gesto è stata controllata attraverso un elettrogoniometro fissato sul ginocchio destro di ogni soggetto. Fra una prova e l’altra è stato concesso un recupero di 3’ al fine di prevenire fenomeni di fatica. SQUAT JUMP L’esercizio di squat jump (SJ) consente il rilievo della forza esplosiva dei muscoli estensori degli arti inferiori ed è stato eseguito attraverso un salto verticale alla massima intensità con partenza dalla MEDICINA DELLO SPORT 151 ANGELOZZI INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE TABLE IV.—Forward-backward sway in center of gravity. TABELLA IV. — Sway antero-posteriore del CoG. Controls Max (Hz) Normal Bite Clenched W-normal W-bite W-clenched 2.95±0.22 3.58±0.4 3.06±0.21 2.62±0.23 2.64±0.19 2.71±0.34 Min (Hz) 2.95±0.29 3.58±0.4 3.15±0.23 2.66±0.27 2.64±0.25 2.68±0.25 Cases Total (Hz) Vel (mm/s) 5.9±0.51 7.16±0.8 6.21±0.44 5.29±0.5 5.28±0.43 5.39±0.58 102±15 115±16 116±12 123±14 125±21 137±28 Max (Hz) 2.86±0.47 2.84±0.44 2.7±0.51 2.31±0.53 2.74±1.19 2.8±0.45 Min (Hz) 2.86±0.46 2.82±0.41 2.71±0.5 2.29±0.48 2.69±1.14 2.78±0.48 Total (Hz) 5.72±0.9 5.67±0.83 5.41±1 4.6±1 5.42±2.32 5.58±0.92 Vel (mm/s) 99±29 105±32 116±37 103±33 130±81 139±43 Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total: total frequency; Vel: velocity of sway in center of gravity. Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without overload (normal, bite, clenched). COUNTERMOVEMENT JUMP TEST This test measures explosive strength and the capacity to reuse the dynamic energy of the extensor leg muscles. It was performed in a vertical jump without the use of the arms, starting from a standing position, preceded by a countermovement with bending of the knees to a half squat.16 HAND GRIP TEST This test is performed with the subject lying supine and one hand pressing at maximal force against a support. Muscle strength was plotted on a tension-time curve.12 posizione di mezzo squat senza contromovimento e senza l’utilizzo delle braccia, mantenute ai fianchi durante tutta la prova 16. Il test è stato realizzato in ognuna delle tre condizioni di occlusione. COUNTER MOVEMENT JUMP Il counter movement jump (CMJ) consente il rilievo della forza esplosiva e delle capacità di riuso dell’energia elastica dei muscoli estensori degli arti inferiori. Consiste in un salto verticale senza l’utilizzo degli arti superiori, partendo dalla stazione eretta, preceduto da un contromovimento con piegamento delle ginocchia fino alla posizione di mezzo squat 16. La prova è stata ripetuta per ognuna delle condizioni occlusali. HAND GRIP Instrumentation The condition of bite occlusion was created using cottons rolls (10 mm in length, 3 mm in diameter). The functional assessment tests were performed using a Muscle Lab 4000e system (Bosco System, Rieti, Italy) composed of a data recording and processing unit connected to peripherals for specific measurements. Joint angles were measured using an electrogoniometer (Bosco System); muscle tension on the isometric tests was measured using a strain gauge (Bosco System); performance on the squat and squat jump tests was evaluated using a force platform (Bosco System). The test equipment was interfaced with a notebook and data processing managed with dedicated software (Ergotest Technology Ver. 7.18). The equipment was set to a sampling frequency of 100 Hz and calibrated before each session. 152 Il test, realizzato in decupito supino, consiste nella realizzazione di una curva tensione-tempo attraverso l’esecuzione di un’azione di massima prensione della mano contro un apposito supporto 12. La prova è stata eseguita in tutte le condizioni di occlusione previste. Strumenti utilizzati La condizione di occlusione con bite è stata realizzata attraverso l’uso di Cottons Rolls, formati da cilindri di cotone della lunghezza di 10 mm e di 3 mm di diametro 17. Per i test funzionali ci si è avvalsi di un Muscle Lab 4000e (Bosco System, Rieti, Italy), composto da una centralina di acquisizione ed elaborazione dati alla quale è possibile collegare periferiche, ognuna specifica per determinate misurazioni. Per l’esecuzione dei test sono stati sfruttati un elettrogoniometro (Bosco System, Rieti, Italy), per il controllo degli angoli articolari, uno strain gauge (Bosco System, Rieti, Italy), per la misura della tensione muscolare espressa nei test isometrici e MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE Parametric values The squat exercise on the dynamometric platform was designed to reveal changes in posture by investigating variations in the position of the center of gravity during movement. Changes in the center of gravity were analyzed in sideto-side and backward-forward components and combinations thereof. The following indices were examined: 10-min baseline in quiet standing position; frequency of maximum, minimum and total values, whereby maximum and minimum values were those values that were simultaneously the highest (maxima) or the lowest (minima) of the values taken in the five hundredths before and after the investigated value; the velocity of sway in two components; global measure of postural sway, expressed as the standard elliptical area (SEA) and the alpha angle (Alpha) formed between its major axis and the horizontal axis. 18 The frequency of peaks and the velocity of sway in the center of gravity were taken as the index of fluidity of movement and of postural compensations, while the SEA of the sway components was taken as the measure of the total amplitude of sway and stability of postural position. Explosive and dynamic strength were evaluated using the SJ and CMJ tests. In the jump tests, the hang time (time in the air) and the peak force were measured; the latter was normalized to a baseline value obtained in the three seconds before the test. Maximal isometric muscle response of the hand and forearm muscles was measured using the hand grip test. Results The results were analyzed using the Wilcoxon Signed-Rank test for paired data. The statistical significance was set at P<0.05. Squat test This test showed several levels of significance between measurements. 1) Side-to-side sway. The results showed no significant differences in performance between the thee occlusal conditions (Table I). 2) Forward-backward sway. Statistically significant differences were noted in the case group as regarded changes in peak frequency between occlusion at rest and maximal inter- Vol. 61, N. 2 ANGELOZZI una piattaforma di forza (Bosco System, Rieti, Italy) per la valutazione dell’esercizio di squat e delle prove di salto. La strumentazione è stata interfacciata con un notebook ed è stata gestita attraverso un software dedicato della Ergotest Tecnology V 7.18. Tutte le apparecchiature sono state utilizzate a una frequenza di campionamento di 100 Hz e sono state tarate prima di ogni sessione di test attraverso le apposite funzioni di calibrazione. Parametri valutati Con l’esercizio di squat condotto su piattaforma dinamometrica si sono volute mettere in evidenza eventuali modifiche dell’assetto posturale durante l’esecuzione di questo specifico compito motorio, indagando le variazioni della posizione del centro di gravità durante il movimento. Nelle prove sono state prese in considerazione le variazioni di posizione del centro di gravità (CoG) lungo le componenti laterolaterale e antero-posteriore e la loro combinazione. Nell’ambito di tali parametri sono stati presi in esame i seguenti indici: una Base Line di 10” durante la postura eretta e a soggetto completamente immobile; la frequenza di picchi massimi, minimi e il loro totale, dove per massimi e minimi sono stati considerati tutti quei valori che risultavano, contemporaneamente, più alti, nel caso dei massimi, e più bassi, per i minimi, dei valori assunti nei cinque centesimi precedenti e successivi al valore indagato; la velocità dello sway nelle sue due componenti; una misura globale dello sway posturale, rappresentato dall’area dell’ellisse standard (SEA) e dall’inclinazione del suo asse maggiore rispetto all’asse delle ascisse (ALFA) 18. La frequenza dei picchi e la velocità di oscillazione del centro di gravità sono state assunte come indice della fluidità del movimento e dei compensi posturali analitici, mentre l’area dell’ellisse standard delle componenti di sway è stata considerata come misura delle ampiezze complessive delle oscillazioni e della stabilità degli assetti posturali. Attraverso i test di SJ e CMJ invece si sono indagate le caratteristiche di forza esplosiva ed elastica dei soggetti, espresse durante le diverse condizioni di occlusione. Nelle prove di salto sono stati misurati il tempo di volo e il picco di forza espresso; quest’ultimo è stato normalizzato per una base line condotta nei tre secondi precedenti le prove. Attraverso il test dell’hand grip si è voluta valutare la risposta muscolare isometrica massimale dei muscoli della mano e dell’avambraccio. Risultati Per la valutazione dei risultati si è scelto di adottare il test del segno dei ranghi di Wilcoxon per dati appaiati, con un livello minimo di significatività accettata pari a P<0,05. MEDICINA DELLO SPORT 153 ANGELOZZI INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE TABLE V.—Global sway in center of gravity. TABELLA V. — Sway globale del CoG. Controls Cases SEA (mm2) ALPHA (degree) SEA (mm2) ALPHA (degree) 1146±765 1041±650 905±451 1099±455 1020±516 1088±659 0.14±1.34 -0.2±1.25 0.09±1.32 0.15±1.35 -0.04±1.42 0.25±1.4 1017±598 957±514 959±436 1109±440 1082±511 1157±611 -0.03±1.32 0.3±1.24 -0.02±1.29 0.02±1.33 -0.13±1.31 -0.14±1.4 Normal Bite Clenched W-normal W-bite W-clenched Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without overload (normal, bite, clenched). TABLE VI.—Vertical jump heights. TABELLA VI. — Prestazioni in salto verticale. Squat jump Occlusal position Controls F. max (N) Normal Bite Clenched 775±526 815±497 721±215 HT (ms) 0.44±0.06 0.44±0.06 0.44±0.06 Counter movement jump Cases F. max (N) 706±266 745±252 732±248 Controls HT (ms) F. max (N) 0.43±0.05 0.43±0.05 0.43±0.05 785±255 751±276 751±272 Cases HT (ms) F. max (N) HT (ms) 0.45±0.08 0.46±0.08 0.46±0.07 816±296 794±324 780±318 0.44±0.05 0.44±0.06 0.44±0.06 Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat jump and countermovement jump tests under normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions. Squat TABLE VII.—Hand grip test. TABELLA VII. — Hand grip test. Occlusal position Controls MVIF (N) Cases MVIF (N) Normal Bite Clenched 573±355 556±314 507±233 441±302 417±262 427±268 MVIF: maximal voluntary isometric force. Plus-minus values are means±SD calculated from measurements recorded during hand grip test under normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions. cuspidal positions during the overload exercise (Table II); the velocity of sway in the center of gravity between maximal intercuspidal position and bite and occlusion at rest without overload; velocity of sway in the center of gravity between occlusion at rest and maximal intercuspidal position during overloading (Table III). All other values (Table IV) were not statistically significant. 3) Global sway. No statistically significant differences were observed between SEA and alpha values (Table V). 154 Nel test di squat su piattaforma dinamometrica è stato possibile evidenziare alcuni livelli di significatività tra le misure indagate. 1) Sway latero-laterale: i risultati mostrati in Tabella I, non hanno evidenziato alcuna differenza statisticamente significativa tra le condizioni indagate. 2) Sway antero-posteriore: sono risultate statisticamente significative nel gruppo “Caso”: le variazioni di frequenza dei picchi tra le condizioni di occlusione di riposo e massima intercuspidazione, nell’esecuzione dell’esercizio con sovraccarico (Tabella II); la velocità di oscillazione dello sway del centro di gravità tra la condizione di massima intercuspidazione e, rispettivamente, quella di bite e di occlusione di riposo senza sovraccarico; la velocità di oscillazione dello sway del centro di gravità tra l’occlusione di riposo e la massima intercuspidazione nella condizione di sovraccarico (Tabella III). Tutti gli altri valori (Tabella IV) non sono risultati statisticamente significativi. 3) Sway globale: non è stato possibile riscontrare nessuna significatività tra valori di SEA e ALFA misurati (Tabella V). MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE ANGELOZZI CMJ, SJ, Hand Grip tests CMJ-SJ-hand grip No statistically significant differences between the three occlusal conditions were observed in either group (Tables VI and VII). Nei test di hand grip e di salto non è stata rilevata nessuna variazione significativa tra le diverse modalità indagate, sia nel gruppo “Caso” che in quello “Controllo” (Tabelle VI e VII). Discussion Discussione Our study results show a possible postural correlation between craniomandibular joints, the spine, the shoulder and pelvic girdles and other proximal distal joints. This correlation suggests a functional interdependence such that involves areas adjacent to dysfunctional areas according to a logic of vertical continuity.19 The final result of this chain is the possible involvement, starting from a circumscribed problem, of global posture. The resulting imbalance triggers the activation of various compensation mechanisms: specifically, stabilization of the mandible in relation to the required activity in order to maximize the expression of muscle performance.20, 21 Control of occlusal stability and activity of muscles of mastication and the cervical spine are influenced by abnormal paradontal afferences like those found in asymmetric malocclusion.22 Subjects with normal occlusion may have better neuromuscular performance because of correct management of paradontal afferences.23 However, altered occlusal morphology does not necessarily worsen performance of other body areas and the use of bite devices is not always beneficial.17 This is compatible with the observed variety of mechanisms of patterns of management of malocclusion and neuromuscular response. Specifically, the results on the differences in performance on the jump and hand grip tests showed no statistically significant difference between the three occlusal conditions, and are in line with findings by Lai et al. in jump height recoded on CMJ tests.24 As concerns changes of position in the center of gravity during the squat exercise, the results show a significant change in forward-backward sway in relation to peak sway frequencies in the overload trials. The higher frequency in the condition of maximal intercuspidal position with respect to rest position may be attributable to the need for a greater number of adjustments while executing movement, leading to a loss of fluidity of movement. Likewise, there was an increased velocity of sway in maximal intercus- Questo studio ha voluto mettere in evidenza la possibile correlazione posturale esistente tra le articolazioni cranio-mandibolare, il rachide, il cingolo scapolare-pelvico e le ulteriori articolazioni in senso prossimo-distale. Tale correlazione porterebbe a una interdipendenza funzionale tale da mediare il coinvolgimento di regioni adiacenti a quelle che hanno sviluppato disfunzioni, secondo una logica di continuità verticale 19. Il risultato finale di questa concatenazione è il possibile interessamento, a partire da una problematica circoscritta, dell’intero assetto dell’individuo. Lo squilibrio così generato innesca l’attivazione di meccanismi di compenso variabili; nello specifico, il soggetto ricerca la stabilizzazione della mandibola in rapporto all’attività richiesta, al fine di massimizzare l’estrinsecazione della performance muscolare 20, 21. Il controllo della stabilità dell’occlusione e dell’attività dei muscoli masticatori e del rachide cervicale sono influenzati da afferenze paradontali errate, come quelle che si riscontrano nelle malocclusioni asimmetriche 22. Infatti, soggetti con una buona occlusione dentale potrebbero ottenere una miglior performance neuromuscolare grazie alla corretta gestione delle afferenze paradontali 23.Tuttavia, alterazioni morfologiche occlusali non sempre peggiorano la performance di altri distretti corporei e l’uso di supporti occlusali non dà sempre beneficio 17. Da ciò si evince quanto siano vari i meccanismi dei pattern di gestione della condizione di malocclusione e della risposta neuromuscolare. In particolare i risultati ottenuti, sotto il profilo delle modificazioni della performance nelle espressioni di salto e di hand grip, non hanno mostrato alcuna variazione statisticamente significativa tra le varie condizioni testate, come già espresso da Lai et al. per quanto concerne l’elevazione espressa durante prove di CMJ 24. Riguardo le modificazioni a carico della posizione del CoG nel movimento di squat, i risultati mettono in evidenza una modificazione significativa del parametro di sway antero-posteriore, in relazione alle frequenze dei picchi di sway, nelle prove realizzate con sovraccarico. L’aumento delle frequenze, nella condizione di massima intercuspidazione rispetto a quella di riposo, può essere riferito alla necessità di un maggior numero di aggiustamenti durante l’esecuzione del movimento e, quindi, a una perdita della fluidità dello stesso; sempre in tal senso si pone anche l’aumentata velocità di oscilla- Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 155 ANGELOZZI INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE pidal position, which was altered in the trial without overload. Most likely, abnormal occlusion amplifies the stimulation of the stomatognatic paradontal receptor, increasing the frequency of discharge and amplifying the need for compensatory adjustments in posture. As regards the higher frequency and velocity of oscillation in backward-forward sway in the bite condition with respect to the maximal intercuspidal position during the squat with overload, the results suggest a lack of benefit from the use of a generic bite,17 indicating a variety of individual response patterns. In contrast, the control group showed no statistically significant change in any of the occlusal conditions, suggesting the absence of an anatomofunctional effect induced by the bite or the clenched occlusion on the biomechanics of squat movement. Of note is that the significant variables were more evident in the overload exercises. This is probably due to the increased intensity of exercise which maximizes compensatory systems, thus making them better observable. Although changes in the center of gravity correlatable to postural adjustment could be detected, no global change was found in global sway, which is a symptom of a general compensatory mechanism for readjusting global balance during exercise. These results may be explained by the choice of a study population composed of asymptomatic subjects, who have probably developed ways to compensate the condition. Furthermore, the result is in line with previous studies which, although conducted with subjects in upright position, showed the lack of a correlation between malocclusion and global sway in young asymptomatic subjects.25 zione nella medesima condizione, parametro che in questo caso risulta alterato anche nell’esecuzione senza sovraccarico. Probabilmente l’occlusione, nei soggetti patologici, comporta un’amplificazione della stimolazione del recettore paradontale stomatognatico, aumentandone quindi la frequenza di scarica e ampliando di conseguenza la necessità di aggiustamenti posturali di compenso. Per quanto concerne l’aumento dei valori di frequenza e di velocità di oscillazione del parametro di sway antero-laterale nella condizione di bite rispetto a quella di massima intercuspidazione, durante l’esecuzione del movimento di squat con sovraccarico, i risultati suggeriscono una mancanza di beneficio nell’utilizzo di un bite generico 17, sottolineando ancora la varietà dei pattern di risposta individuali. Nel gruppo di controllo non è emersa nessuna variazione statisticamente significativa in nessuna delle condizioni indagate: questo porta a considerare, in tali soggetti, l’assenza di modificazioni anatomo-funzionali indotte dal bite o dalla completa occlusione sulla biomeccanica del movimento di squat. È da sottolineare, inoltre, come i parametri significativi siano maggiormente riscontrabili nella condizione di esecuzione dell’esercizio con un carico. Questo è probabilmente attribuibile all’aumentata intensità dell’esercizio, che massimizza i sistemi di compenso mettendoli maggiormente in evidenza. Nonostante sia stato possibile evidenziare delle alterazioni analitiche dell’andamento del centro di gravità, correlabili ad aggiustamenti posturali, non si è messo in evidenza alcun cambiamento globale dello sway complessivo, sintomo di un generale meccanismo di compenso utile al riequilibrio globale durante il gesto. Tale risultato potrebbe essere anche spiegato in virtù della scelta di un campione in studio costituito da pazienti asintomatici, che quindi probabilmente hanno sviluppato idonei compensi alla situazione in atto. Inoltre il risultato si pone in linea con precedenti studi, anche se condotti durante il mantenimento della postura eretta, che hanno evidenziato, in soggetti giovani e asintomatici, la mancanza di correlazione tra la condizione di malocclusione e lo sway complessivo 25. Conclusions The results of biomechanical and functional assessment showed no correlation between malocclusion in young asymptomatic subjects and performance on the jump and hand grip tests. However, an initial change in several postural parameters during the squat exercise suggests that potentially harmful adjustments compensating for non treated malocclusion may be adopted over time. Of note is that overload exercise leads to overuse of compensatory mechanisms. This is probably attributable to the 156 Conclusioni Dalle valutazioni biomeccaniche e funzionali effettuate è emersa la mancanza di una correlazione tra la condizione di malocclusione in giovani soggetti asintomatici e le prestazioni di salto e di hand grip. Tuttavia l’iniziale modifica di alcuni parametri posturali durante l’esecuzione dello squat suggerisce la possibilità dell’instaurarsi, nel tempo, di compensi potenzialmente pericolosi dovuti a un’alterazione occlusale non trattata. È da sottolineare come la condizione di esecuzione dell’esercizio con un carico comporti un’esasperazione dei meccani- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE increased intensity of exercise that maximizes compensatory mechanisms, rendering them better observable. An interesting conjecture is whether the degree of occlusal deficit is proportional to the type and level of physical activity, with elite athletes possibly at greater risk of developing changes in posture and/or performance. References/Bibliografia 1) Rohmert W, Wangenheim M, Mainzer J, Zipp P, Lesser W. A study stressing the need for a static postural force model for work analysis. Ergonomics 1986;29:1235-49. 2) Haslegrave CM. 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Questo è probabilmente attribuibile all’aumentata intensità dell’esercizio, che massimizza i sistemi di compenso mettendoli maggiormente in evidenza. Di rimando può essere interessante pensare a quanto sia proporzionalmente più grave un deficit occlusivo in rapporto al tipo e al livello di attività praticata, con gli atleti di alta qualificazione forse maggiormente a rischio di sviluppare alterazioni della postura e/o della performance. 9) Esposito GM. Problemi posturali di pertinenza odontostomatologica. II Congresso mondiale di kinesiologia; 5 ottobre 1995 10) Falconi P, Caprioglio D, Genone B, Magni, Tenti FV. Ortognatodonzia. Firenze: USES Ed. Scientifiche; 1987. p. 150-65. 11) Angle EH. Classification of malocclusion. Dental Cosmos 1899;41:248-64. 12) AA. VV. Consiglio d’Europa. Comitato per lo sviluppo dello sport. Eurofit: Manuale per i test Eurofit di efficienza fisica. I edizione italiana. Roma: ISEF, 1993. p. 58-9. 13) Bosco C, Komi PV, Ito A. 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The quality of life of these children has significant importance also to permit them the practice of physical activity as healthy children. Aim of our study was to evaluate cardiorespiratory functional assessment in children with diagnosed atrial septal defect (ostium secundum) after patch closure to establish the possibility to practice physical activity also at competitive level. Methods. Ninty three patients with atrial septal defect II type underwent patch closure at our Hospital (44 males and 49 females). Mean age at the first observation was 8 ± 2,7 years for males and 9 ± 3 years for females (range from 4 to 14 years). The mean duration of follow-up was 4,6 ± 3,5 years. All subjects underwent: physical examination with the measurement of blood pressure at rest using a calibrated Tycos aneroid sphygmomanometer; electrocardiogram at rest (12 leads); colour-Doppler echocardiogram following the ACC/AHA/AAP recommendations; 24 hours Holter monitoring and exercise testing on treadmill following the Bruce protocol with the measurement of time of exercise, maximal heart rate and maximal systolic blood pressure. Control group: 186 healty children examined in our laboratory. Results. In 78 patients an incomplete right bundle-branch block was found while in 17/93 (17 %) patients simple arrhythmias were observed during 24-h Holter monitoring. Majority of patients presented a statistically significant reduction in time duration during exercise testing respect to control group, even if the difference decreased progressively in follow-up (aboveall in female patients). No deaths or major complications occurred. Conclusion. We can conclude that most of patients after surgical repair for atrial septal defect II type can practice physical activity also at competitive level without significant risks for their life. An accurate yearly functional evaluation is needed. KEY WORDS: Heart septal defects, atrial - Patch-clamp techniques - Physical fitness. RIASSUNTO Obiettivo. Il difetto del setto interatriale rappresenta tra il 6% e il 10% delle patologie congenite del cuore alla nascita ed è il difetto cardiaco congenito più comune tra gli adulti. La qualità della vita di questi bambini ha una particolare importanza anche per permettere loro di praticare attività fisica come i bambini sani. Lo scopo del nostro studio è Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 159 DI GIACINTO ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN stato quello di valutare la funzione cardiorespiratoria in bambini con diagnosi di difetto del setto interatriale (ostium secundum) dopo chiusura con patch, per stabilire la possibilità di praticare attività fisica anche a livelli agonistici. Metodi. Novantatre pazienti con difetto del setto interatriale di tipo II hanno eseguito una chiusura con patch nel nostro Ospedale ( 44 maschi e 49 femmine ). L’età media alla prima osservazione era di 8 ± 2,7 anni per i maschi e 9 ± 3 anni per le femmine (intervallo tra i 4 e i 14 anni). La durata media del follow-up è stata di 4,6 ± 3,5 anni. Tutti i soggetti hanno eseguito: esame obiettivo con misurazione della pressione arteriosa a riposo con un sfigmomanometro calibrato Tycos, elettrocardiogramma a riposo ( 12 derivazioni); ecocardiogramma color Doppler secondo le raccomandazioni del ACC/AHA/AAP ; monitoraggio Holter delle 24 ore e test da sforzo al tapis roulant secondo il protocollo Bruce con la misurazione del tempo di esercizio, la frequenza cardiaca massima e la massima pressione arteriosa sistolica. Gruppo di controllo: 186 bambini sani valutati nel nostro ambulatorio. Risultati. In 78 pazienti è stato riscontrato un blocco di branca destra incompleto mentre in 17/93 pazienti (17%) sono state osservate semplici aritmie durante il monitoraggio Holter delle 24 ore. La maggior parte dei pazienti hanno presentato riduzioni statisticamente significanti della durata del test da sforzo rispetto al gruppo di controllo, anche se la differenza è diminuita progressivamente nel follow-up (soprattutto nelle pazienti femmine). Non si sono verificate morti o complicanze maggiori. Conclusioni. Possiamo concludere che la maggior parte dei pazienti dopo riparazione chirurgica del difetto del setto atriale di tipo II possono praticare attività fisica anche a livelli agonistici senza significativi rischi per la loro vita. Riteniamo necessaria una valutazione funzionale annuale PAROLE CHIAVE: Difetto del setto atriale – Patch - Attività fisica. T he Atrial Septal Defect (ASD) is a persistent communication between the atria. The secundum type atrial septal defect (ASD II) is the fourth most common congenital heart disease with an incidence of 3.78 per 10.000 live births,1 corresponding to 5.9% of diagnosed congenital heart diseases in children.2 Furthermore, ASD is from 6% to 10% of congenital heart diseases at birth 2 and is the most common congenital heart defect in adulthood. Moller et al.3 have shown that congenital heart diseases are the main reasons for neonatal mortality; about 25% are found in infancy, and need of various medical treatments.4, 5 Of these newborns, about 20% die in the first year of life because of the complicated cardiac conditions,3 but as in 1960 this mortality was 40%,6 attention must be given to the improvements occurred over the years. Moller et al. in 1992 7 showed in a sample of 1000 consecutive patients that 71% of them, having cardiac problems diagnosed in childhood, survived for 26-37 successive years. These data show how frequent are congenital heart diseases and how life expectancy is improving. Therefore, the quality of life of these children has significant importance also to permit them the practice of physical activity as healthy children. Aim of our study was to evaluate cardiorespiratory functional assessment in children with diagnosed ASD ostium secundum after patch closure to establish the functional capacity and possibility to practice physical activity also at competitive level. 160 I l difetto del setto interatriale (DSI) è una comunicazione persistente tra gli atri. Il difetto interatriale di tipo due (DSI II) è la quarta più comune patologia cardiaca congenita, con un’incidenza di 3,78 per 10.000 nati vivi 1, corrispondente al 5,9% delle patologie cardiache congenite diagnosticate nei bambini 2. Inoltre, il DSI rappresenta dal 6% al 10% delle patologie cardiache congenite alla nascita, ed è la patologia cardiaca congenita più comune nell’età adulta. Moller et al. 3 hanno mostrato che le patologie cardiache congenite sono la causa principale di mortalità neonatale; circa il 25% sono diagnosticate nell’infanzia e necessitano di diversi trattamenti medici 4, 5. Di questi neonati, circa il 20% muore entro il primo anno di vita per complicazioni cardiache 3, ma considerato che nel 1960 questa mortalità era del 40% 6, va posta attenzione ai miglioramenti apportati negli ultimi anni. Moller et al. nel 1992 7 riportavano un campione di 1000 pazienti consecutivi, cui erano stati diagnosticati problemi cardiaci nell’infanzia, 71% dei quali erano sopravvissuti per i successivi 26-37 anni. I dati mostrano quanto siano frequenti le patologie cardiache congenite e come l’aspettativa di vita sia in miglioramento. Pertanto la qualità di vita di questi bambini ha un’importanza significativa anche nel permettere loro la pratica di attività fisica da bambini sani. L’obiettivo del nostro studio era di valutare il quadro funzionale respiratorio dei bambini affetti da DSI (ostium secundum) dopo chiusura con patch, per stabilire la capacità funzionale e la possibilità di praticare attività fisica anche a livelli agonistico. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN DI GIACINTO TABLE I.—Data about 24 hours Holter ECG monitoring. Tabella I. — Dati del monitoraggio ECG Holter 24 ore. Subjects SVEB VEB BAV II° Mobitz 1 Alternal rythm NsVT 11 2 2 2 1 SVEB: supraventricular ectopic beats; VEB: ventricular ectopic beats; BAV II° Mobitz 1: Mobitz-1 second-degree atrio-ventricular block; NsVT: non-sustained ventricular tachycardia. Materials and methods Materiali e metodi Between 1982 and 2001, 93 patients with ASD II underwent patch closure at our Hospital. Fortyfour were males and 49 were females. Age at the time of surgery ranged from 4 to 14 years with average age of 6.7 ± 3.8 years for males and 6 ± 4 years for females. Mean age at the first observation was 8 ± 2,7 years for males and 9 ± 3 years for females (range from 4 to 14 years). The mean duration of follow-up was 4.6 ± 3.5 years with a mean of 3 observations. All subjects underwent a physical examination with the measurement of blood pressure (BP) at rest using a calibrated Tycos aneroid sphygmomanometer, the electrocardiogram (ECG) at rest (12 leads), the colour-Doppler echocardiogram following the ACC/AHA/AAP recommendations,8 the 24 hours Holter monitoring and the exercise testing on treadmill following the Bruce protocol 9 with the measurement of time of exercise, maximal heart rate and maximal systolic blood pressure. Tra il 1982 e il 2001, 93 pazienti affetti da DSI II sono stati sottoposti a chiusura con patch presso il nostro Ospedale. L’età al momento dell’intervento era compresa tra i 4 e i 14 anni, con età media di 6,7 ± 3,8 anni per i maschi e 6 ± 4 anni per le femmine (range: 4-14 anni). La durata media del follow-up è stata di 4,6 ± 3,5 anni con una media di 3. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una valutazione fisica con misurazione della pressione arteriosa (PA) a riposo, misurata con uno sfigmomanometro aneroide calibrato Tycos, un elettrocardiogramma (ECG) a riposo (12 derivazioni), e un ecocardiogramma color Doppler secondo le raccomandazioni del ACC/AHA/AAP 8, un monitoraggio Holter nelle 24 ore e test da sforzo al tapis roulant secondo il protocollo Bruce 9 con la misurazione del tempo di esercizio, della frequenza cardiaca massima e della pressione arteriosa sistolica massima. Statistical analysis Comparison of exercise testing between our patients and control group of healthy children 10 was obtained with the mean and the standard deviation of time of exercise at peak of exercise, maximal heart rate and maximal systolic blood pressure. For the comparison we subdivided our patients in the same range of age of control group. Statistical significance was set at P<0.05. Analisi statistica Il confronto tra i test eseguiti dai nostri pazienti e un gruppo di controllo di bambini sani 10 è stato eseguito sui valori medi e deviazioni standard del tempo di esercizio, sulla massima frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica massima. Per comparare i gruppi abbiamo confrontato i nostri pazienti con i controlli suddividendoli in base al range di età. La significatività statistica è stata definita per P<0,05. Risultati Results ECG a riposo Electrocardiogram at rest In 78 patients an incomplete right bundle branch block -RBBB- (QRS duration 0.09-0.11 swith r–r1 in C1 lead) was found. In particular 8 males and 5 females showed a normalization of the ECG after the first observation while 7 male and 9 female Vol. 61, N. 2 In 789 pazienti è stato riscontrato un blocco di branca destro (BBDx) incompleto (durata del QRS 0,09-0,11 s con r–r1 in C1). In particolare 8 maschi e 5 femmine hanno mostrato una normalizzazione dell’ECG dopo la prima valutazione, mentre 7 maschi e 9 femmine hanno sviluppato un BBDx MEDICINA DELLO SPORT 161 DI GIACINTO ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN TABLE II.—Comparison between exercise testing in males with ASD and healthy males. Tabella II. — Confronto tra test da sforzo di maschi affetti da DSI e maschi sani. Males Time of exercise in children with ASD (min) Time of exercise in healthy children (min) Maximal HR in children with ASD (bpm) Maximal HR in healthy children (bpm) Maximal BP in children with ASD (mmHg) Maximal BP in healthy children (mmHg) 4 years old N° of subjects P value 5 years old N° of subjects P value 6 years old N° of subjects P value 7 years old N° of subjects P value 9 years old N° of subjects P value 10 years old N° of subjects P value 11 years old N° of subjects P value 12 years old N° of subjects P value 13 years old N° of subjects P value 6.5±0.7 2 0.025 11.7±0.6 3 0.032 11.4±1.6 9 0.109 11±1.6 9 0.007 11.2±0.8 5 0.021 11.1±1.4 4 0.012 11.8±1.3 3 0.017 12±1.3 6 0.009 13.7±0.7 3 0.190 11±2 6 174±6 2 0.018 175±10 3 0.038 178±11 9 0.04 175±17 9 0.018 170±30 5 0.033 195±12 4 0.617 186±11 3 0.093 181±8 6 0.052 178±9 3 0.782 195±8 6 117±4 2 118±9 6 192±9 6 136±38 3 0.351 121±6 9 0.685 120 ±4 9 0.590 127 ±8 5 0.968 132±5 4 0.895 142±20 3 0.893 140±16 6 0.470 147±11 3 0.647 120±11 6 10±1 6 13±2 6 13±1.3 11 14.4±2.6 10 15±2.3 9 15.6±2.3 12 15.4±2. 7 16 16±2.8 11 191±9 6 192±12 11 195±11 10 191±12 9 197±9 12 191±10 16 180±13 11 120±7 6 122±7 11 127±9 10 133±14 9 141±9 12 135±12 16 153±22 11 ASD: atrial septal defect; HR: heart rate; BP: blood pressure; min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury. developed a complete RBBB during the followup. First-degree atrio-ventricular block (PQ interval >0.2 s) was found in 2 patients and a junctional rhythm in one. The remaining subjects had a normal ECG before and after closure of ASD. durante il follow-up. Un blocco atrio-ventricolare di I grado (intervallo PQ >0,20 s) è stato riscontrato in 2 pazienti e un ritmo giunzionale in un paziente. Il resto dei soggetti aveva un ECG normale prima e dopo la chiusura del DSI. Echocardiogram Ecocardiogramma Six patients showed a dyskinetic interventricular septum, 3 patients had a mild right ventricle enlargement, 1 patient a mild left ventricle enlargement and one patient showed a moderate right atrial enlargement. Sei pazienti presentavano un setto interventricolare discinetico, 3 pazienti erano affetti da una dilatazione lieve del ventricolo destro e un paziente presentava una moderata dilatazione dell’atrio sinistro. Monitoraggio ECG Holter per 24 ore 24 hours Holter ECG monitoring Simples arrhythmias, non ripetitive or significant from a clinical point of view were found. A non-substained ventricolar tachycardia (NsVT) was found only in one patient. All data are shown in Table I. 162 Sono state rilevate aritmie semplici, non ripetitive o significative dal punto di vista clinico. Solo un paziente presentava una tachicardia ventricolare non sostenuta (TVNS). Tutti i dati sono riportati nella Tabella I. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN DI GIACINTO TABLE III.—Comparison between exercise testing in females with ASD and healthy females.. Tabella III. — Confronto tra test da sforzo di femmine affetti da DSI e maschi sani. Females Time of exercise in children with ASD (min) Time of exercise in healthy children (min) Maximal HR in children with ASD (bpm) Maximal HR in healthy children (bpm) Maximal BP in children with ASD (mmHg) Maximal BP in healthy children (mmHg) 4 years old N° of subjects P value 5 years old N° of subjects P value 6 years old N° of subjects P value 7 years old N° of subjects P value 8 years old N° of subjects P value 9 years old N° of subjects P value 10 years old N° of subjects P value 11 years old N° of subjects P value 12 years old N° of subjects P value 13 years old N° of subjects P value 14 years old N° of subjects P value 7.7±2.9 4 0.131 8.2±2 5 0.017 9.4±1.3 8 0.003 9.9±1.8 4 0.032 10±0 2 0.190 10.5±0.6 4 0.017 9.7±2.4 9 0.006 10.7±1.1 3 0.017 11.2±2.4 5 0.367 11±1 3 0.784 10±0 2 0.022 9.7±1.6 9 165±15 4 0.007 172±22 5 0.098 183±14 8 0.901 176±25 4 0.041 189±13 2 0.229 161±28 4 0.00 174±13 9 0.00 191±4 3 0.004 182±2 5 0.00 184±12 3 0.885 190±3 2 0.250 186±8 9 131±34 4 0.298 112±4 5 0.014 121±14 8 0.320 123±9 4 0.806 127±18 2 0.599 123±10 4 0.544 119±9 9 0.387 129±1 3 0.217 131±8 5 0.253 130±9 3 1 130±0 2 0.316 119±6 9 10.7±0.7 6 11.7±1.1 7 12±1.1 8 11.8±1.7 8 13.4±2.1 13 13.4±1.7 6 13.1±1.1 6 12.4±1.4 5 11.6±3.5 6 13.3±1.3 5 189±7 6 184±19 7 199±9 8 198±8 8 202±6 13 202±7 6 203±4 6 200±2 5 182±21 6 196±6 5 121±5 6 130±19 7 124±5 8 123±7 8 125±5 13 115±6 6 135±7 6 138±10 5 130±16 6 140±12 5 ASD: atrial septal defect; HR: heart rate; BP: blood pressure; min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury. Exercise testing on treadmill Test da sforzo al tapis roulant Majority of patients showed a reduction of exercise tolerance, statistically significant in comparison with control group; in the majority of cases, the heart rate and blood pressure’s behavior was not statistically different (Tables II, III). On the other hand, during follow-up, the exercise tolerance increased progressively (more evident in female subjects) without significant modifications in the heart rate and blood pressure’s behavior (Tables IIII, IV). Twenty-five patients (11 females and 14 males) requested and obtained the clearance for the practice of competitive sports (in particular 9 for soccer and 5 for volleyball). La maggioranza dei pazienti ha mostrato una riduzione della tolleranza dell’esercizio, statisticamente significativa rispetto al gruppo di controllo; nella maggioranza dei casi il comportamento di FC e PA non è statisticamente differente (Tabelle II, III). D’altro canto, durante il follow up la tolleranza all’esercizio è aumentata progressivamente (in modo più evidente nelle femmine) senza alterazioni significative del comportamento di frequenza cardiaca e pressione arteriosa (Tabelle IV, V). Venticinque pazienti (11 femmine, 14 maschi) hanno richiesto e ottenuto il nulla-osta per la pratica dell’attività sportiva agonistica (in particolare: 9 per il calcio, 5 per la pallavolo). Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 163 DI GIACINTO ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN TABLE IV.—Data about exercise testing in males. Tabella IV. — Dati del test da sforzo (maschi). TABLE V.—Data about exercise testing in females. Tabella V. — Dati del test da sforzo (femmine). N° of controls N° of controls 1° 2° 3° 4° Time (min) Heart rate (bpm) Blood pressure (mmHg) 11.4±1.9 11.5±2.1 11.6±1.7 12.1±1.2 180±15 178±17 171±16 177±24 131±17 136±18 132±13 144±19 1° 2° 3° 4° Time (min) Heart rate (bpm) Blood pressure (mmHg) 9.6±2.1 8.9±1.9 10.3±1.5 11.5±0.7 179±15 174±17 171±9 169±1 125±14 124±10 123±8 127±10 Min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury Min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury. Complications Complicanze No deaths or major complications occurred. It is important to underline that, according to the current Italian provisions about health protection of physical activity, all patients examined were resulted fits to practice physical activity also at competitive level. Non si sono verificate morti o complicanze maggiori. È importante notare che, secondo l’attuale normativa sulla protezione sanitaria e attività fisica, tutti i pazienti sono risultati idonei alla pratica di attività fisica anche a livello agonistico. Discussione Discussion Cecconi et al. 11 in their study, used 24 hours Holter ECG monitoring, echocardiogram colourDoppler, exercise testing to establish the physical fitness in children with ASD, angiography and echocardiogram colour-Doppler during exercise to assess the left ventricular function. They evaluated 9 male athletes, between ages of 17 and 23, who participated in competitive sports after surgical closure of ASD II. They compared the results with those obtained in 15 healthy athletes. Data were similar so they permitted to all subjects to practice competitive activity at the same risk level of healthy, retaining the utilization of echocardiogram colour-Doppler during exercise and the angiography unnecessary for clearance. In the literature many authors measured maximal oxygen consumption (VO2 max) and anaerobic threshold also to assess physical fitness in children with ASD. Durmala et al. 12 investigated fitness in 17 subjects, aged between 8 and 12, after 4-7 years from surgical correction of ASD. They measured gas exchange, heart rate, ECG at rest, arterial blood pressure and anaerobic threshold during maximal exercise testing on treadmill. The results were compared with those obtained in a group of 14 healthy children of the same age and no significant differences were observed in the two groups. The same results were found by Reybrouck et al.13 that assessed 164 Cecconi et al. 11 nel loro studio hanno utilizzato il monitoraggio ECG Holter, l’ecocardiogramma color-Doppler e il test da sforzo per valutare lo stato di salute di bambini affetti da DSI, e l’angiografia ed ecocardiogramma color-Doppler durante l’esercizio per valutare la funzione del ventricolo sinistro. Hanno valutato 9 atleti maschi, tra i 17 e 23 anni di età, che svolgevano attività sportiva agonistica in seguito a chiusura chirurgica di un DSI II. Hanno paragonato i risultati con quelli ottenuti da 15 atleti sani. I dati erano simili, per cui hanno permesso a tutti i soggetti di praticare attività sportiva agonistica allo stesso livello di rischio di salute, ritenendo l’utilizzo dell’ecocardiogramma color-Doppler da sforzo e dell’angiografia non necessari per la concessione del nulla-osta. In letteratura molti Autori hanno misurato il consumo massimo di ossigeno (VO2 max) e la soglia di lavoro anaerobico per definire lo stato di salute fisico nei bambini con DSI. Durmala et al. 12 hanno valutato lo stato di salute di 17 soggetti, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, a distanza di 4-7 anni dalla correzione chirurgica di un DSI. Hanno misurato lo scambio di gas, la FC, l’ECG a riposo, la PA e la soglia anaerobica durante il test da sforzo al tapis roulant. I risultati sono stati paragonati a quelli ottenuti da 14 bambini sani della stessa età e non è stata rilevata alcuna differenza significativa tra i due gruppi. Gli stessi risultati sono stati rilevati da Reybrouck et al. 13, che hanno valutato la tolleranza all’esercizio di 24 bambini trattati con ripara- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN exercise tolerance in 24 children who underwent surgical repair for ASD. Patients were divided into two groups according to the age at repair, before or after 5 years of age. The values obtained for ventilatory threshold throughout sub-maximal exercise were compared with those of healthy subjects. The average values of ventilatory threshold in the younger patients were normal, while in the ones older than 5 years of age at repair, were lower. They concluded that functional capacity is better if repair of ASD occur within the age of 5 years than later. Moreover, in 1982 Meyer 14 showed that surgical repair performed in the first 3 years of life could prevent future cardiovascular abnormalities. Moreover, Kano et al.15 assessed the ECG abnormalities in children with ASD. The authors showed that most of these abnormalities were present before surgical repair and that were more evident in the older children; these ECG abnormalities disappeared after operation with a normalization of the ECG. Huysmans et al.16 examined children under 6 years of age and adults over 20 years of age who underwent ASD surgical repair. All subjects had normalization of the ECG and of the chest X-ray, but the younger patients had a normal exercise tolerance during the follow-up not observed in the older. It was demonstrated that the supraventricular arrhythmias are more frequent when the surgical repair occur later.17 Cumming 18 submitted 830 children with heart defects not operated to maximal exercise testing following the Bruce protocol.9 With regards the time of exercise, the range of normality for boys is 10-17 minutes and for girls is 9-14 minutes.18 Such values are the same of those obtained in most populations of children studied in literature 19, 20 and are compatible with our results. All parameters considered were in the normal range and no patient showed complications during or after maximal exercise testing. These results were similar to those observed from other authors.21 The reason that our subjects show a reduction in exercise tolerance is due probably on two factors: 1) the age at operation was high; 2) the lifestyle of these patients before the operation was sedentary and after was conditioned from the parent’s hyperprotection. According to Graham et al.22 after six months from ASD correction, patients can practice every kind of sport if pulmonary hypertension, arrhythmias or symptoms are absent. According to Delise et al.,23 after six months from the ASD surgical Vol. 61, N. 2 DI GIACINTO zione chirurgica di un DSI. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base dell’età al momento del trattamento chirurgico: più o meno di 5 anni. I valori di soglia ventilatoria durante lo sforzo submassimale sono stati confrontati con quelli di soggetti sani. I valori medi di soglia ventilatoria nei pazienti più giovani erano normali, mentre nei pazienti trattati oltre i 5 anni i valori risultavano inferiori. Gli autori concludevano che la capacità funzionale è migliore se il trattamento chirurgico del DSI viene affrontato entro i 5 anni di età. Inoltre, nel 1982 Meyer 14 hanno dimostrato che il trattamento chirurgico eseguito entro i primi 3 anni di vita può prevenire successive anomalie cardiache. Kano et al. 15 ha invece valutato le anomalie dell’ECG nei bambini affetti da DSI. Gli autori hanno dimostrato che molte di queste anomalie erano presenti precedentemente all’intervento di riparazione ed erano più evidenti nei pazienti di età maggiore, e le anomalie ECG scomparivano dopo l’intervento, con normalizzazione del tracciato ECG. Huysmans et al. 16 hanno esaminato bambini di meno di 6 anni e adulti oltre i 20 anni, trattati con riparazione chirurgica del DSI. Tutti i soggetti hanno mostrato una normalizzazione dell’ECG e della radiografia del torace, ma i pazienti più giovani avevano una normale tolleranza dell’esercizio al follow-up, a differenza dei più anziani in cui risultava alterata. Il lavoro dimostra che le aritmie sopraventricolari sono più frequenti quando la riparazione viene eseguita più tardi 17. Cumming 18 ha sottoposto 830 bambini con difetti cardiaci non trattati chirurgicamente a test da sforzo massimale secondo il protocollo Bruce 9. Il range di normalità del tempo di esercizio per i maschi è tra 10 e 17 minuti, e 9-14 per le femmine 18. Questi valori sono gli stessi ottenuti in molte popolazioni di bambini studiati in letteratura 19, 20, e sono compatibili con i nostri risultati. Tutti i parametri considerati erano nel range di normalità e nessun paziente ha mostrato complicazioni durante e dopo i test da sforzo massimale. Questi risultati sono simili a quelli osservati da altri autori 21. Il motivo per cui i nostri soggetti mostrano una riduzione della tolleranza dell’esercizio è probabilmente legato a due fattori: 1) l’età al momento dell’operazione era alta; 2) lo stile di vita di questi pazienti era sedentaria prima dell’intervento ed è stata condizionata successivamente dall’atteggiamento iperprotettivo dei genitori. Secondo Graham et al. 22 dopo 6 mesi dalla correzione del DSI i pazienti possono praticare ogni tipo di sport se non sono presenti ipertensione polmonare, aritmie o altri sintomi. Secondo Delise et al. 23, dopo 6 mesi dalla correzione del DSI i pazienti necessitano dell’esecuzione di un ECG, MEDICINA DELLO SPORT 165 DI GIACINTO ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN repair patient will need to perform ECG, echocardiogram colour-Doppler, exercise testing and 24 hours Holter monitoring. Patients could not practice competitive sports if remain pulmonary hypertension, supraventricular tachycardia (persistent and permanent), symptomatic sinus dysfunction, minimum residual shunt (only for underwater sports at higher risk for embolism). un eco-color-Doppler, un test da sforzo e un monitoraggio Holter 24 ore. I pazienti non dovrebbero svolgere attività sportiva agonistica in caso di persistenza di ipertensione polmonare, tachicardia sopraventricolare (persistente o permanente), disfunzioni sintomatiche del seno, shunt residuo minimo (solo per sport subacquei ad alto rischio di embolia). Conclusioni Conclusions We can conclude that most of patients after surgical repair for ASD, if are not present complication, can practice physical activity at competitive level without significant risks for their life. An accurate yearly functional evaluation is needed. References/Bibliografia 1) Emmanoulides GC, Allen HD, Reimenschneider FA, et al. Heart disease in infants, children and adolescents including fetus and young adults. In: Clark FB, Gutgesell HP, eds. Baltimore, MD: Williams and Wilkins, 1995:60-9. 2) Dickinson DF, Arnold R, Wilkinson JL. Congenital heart disease among 160. 480 live born children in Liverpool 1960 to 1969: implications of surgical treatment. Br Heart J 1981; 46: 55-62. 3) Moller JH, Taubert KA, Allen HD, Clark EB, Laurer RM. Cardiovascular Health and Disease in Children: Current Status. Circulation 1994; 89: 923-30. 4) Moller JH, Moodie DS, Blees M, Norton JB, Nouri S. 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SAKA 2, B. HAZNECI 3, U. SEKIR 4, T. AYDIN 1 1Department of Sports Medicine, Gülhane Military Medical Academy, School of Medicine, Ankara, Turkey 2Department of Sports Medicine, Erciyes University School of Medicine, Kayseri, Turkey 3Department of Physical Medicine and Rehabilitation, Gülhane Military Medical Academy, School of Medicine, Ankara, Turkey 4Department of Sports Medicine, Uludag University School of Medicine, Bursa, Turkey SUMMARY Objective: The aim of this study was to find the prevalence of exercise induced bronchospasm (EIB) in recreational athletes and the impact of EIB on physical performance. Methods: 214 male recreational athletes attending a physical education high school were enrolled in this study (age: 19.6±1.3 year, height: 177.1± 5.6 cm, weight: 71.1± 5.8 kg). The athletes were asked to exercise for 8 min on a treadmill at 80 % of their maximum heart rate (220-age) measured by a telemetry heart rate monitor. Following the exercise challenge, a spirometer was used for the spirometric tests. A subject was considered to have EIB, when the exercise-induced decrease in FEV1 was 15%, which is in accordance with existing guidelines. After this test 17 athletes were diagnosed with EIB, who composed the EIB group. 17 subjects randomly selected from non-EIB athletes were included into the control group. We subjected all athletes to the maximal exercise test 2 days following the submaximal test. Maximal cardiorespiratory data were continuously measured during the maximal test on the treadmill “breath by breath” with a metabolic analyzer. Results: We found that the point prevalence was 7.9% of EIB in recreational athletes. Maximal oxygen consumption, heart rate and maximal ventilation values were not significantly different between both groups (p>0.05). All spirometric values except pre-test FEV1 presented a statistically significant difference between EIB and control group (Table 5). FEV1, PEF and FVC values showed a statistically significant decrease following the spirometric test (p≤0.001). To the contrary, these values represented a significant increase following the spirometric test in the control group (FEV1: p≤0.05, PEF: p≤0.01, and FVC: p≤0.001). Conclusion: Our findings suggest that the aerobic capacity of recreational EIB athletes without any comcomitant disease is not adversely affected. The association between EIB and physical performance has to be investigated extensively in longitudinal studies. KEY WORDS: Recreational athletes - Exercise induced bronchospasm, prevalence - Cardiorespiratory performance. RIASSUNTO Obiettivo: L’obiettivo di questo studio era rilevare la prevalenza del broncospasmo indotto dall’esercizio (EIB = exercise induced bronchospasm) negli atleti amatoriali e l’impatto dell’EIB sulla performance fisica. Metodi. Nello studio sono stati arruolati 214 atleti amatoriali maschi iscritti a una scuola superiore di educazione fisica (età: 19,6±1,3 anni, altezza: 177,1± 5,6 cm, peso: 71,1± 5,8 kg). Agli atleti è stato richiesto di esercitarsi per 8 minuti su un tapis roulant all’80% della loro frequenza cardiaca massima (220 - l’età), misurato con un monitor cardiaco in telemetria. A seguire dopo lo sforzo è stato utilizzato uno spirometro per test spirometrici. I soggetti erano considerati affetti da EIB quando la riduzione della FEV1 indotta dall’esercizio era ?15%, in accordo con le linee guida esistenti. A seguito di questo test 17 atleti, a cui è stata diagnosticata l’EIB, sono stati inseriti nel gruppo EIB, mentre nel gruppo Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 167 YILDIZ EIB IN RECREATIONAL ATHLETES di controllo sono stati inclusi 17 soggetti sani selezionati casualmente. Abbiamo sottoposto tutti gli atleti a test massimale 2 giorni dopo il test submassimale. I dati cardiorespiratori massimali sono stati registrati in continua durante il test massimale sul tapis roulant “breath by breath”, con un analizzatore del matabolismo. Risultati: abbiamo riscontrato una prevalenza puntuale di EIB del 7,9% tra gli atleti amatoriali. I valori di consumo massimale di ossigeno, frequenza cardiaca e ventilazione massimale non erano significativamente differenti tra i due gruppi (p>0.05). Tutti i valori spirometrici eccetto la FEV-1 pre-test presentavano una differenza statisticamente significativa tra gruppo EIB e controllo (Tabella 5). I valori di FEV1, PEF e CVF hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa in seguito al test spirometrico. Al contrario, questi valori hanno mostrato un aumento significativo in seguito al test spirometrico nel gruppo di controllo (FEV1: p≤0,05, PEF: p≤0,01, and FVC: p≤0,001). Conclusioni: i nostri risultati suggeriscono che la capacità aerobica degli atleti amatoriali affetti da EIB senza patologie concomitanti non sia influenzata negativamente. L’associazione tra EIB e performance fisica deve essere investigata in modo estensivo con studi longitudinali. PAROLE CHIAVE: Atleti amatoriali - Broncospasmo indotto dall’esercizio, prevalenza - Performance cardiorespiratoria. E xercise induced bronchospasm (EIB) is a temporary narrowing of airways during or after exercise. In other words, it is a temporary airway obstruction triggered by exercise or prolonged inhalation of cold and dry air.1, 2 Different cross-sectional studies in the literature report the prevalence of EIB in young athletes as 3-13%.3, 4 The prevalence of EIB in the general population is reported as 4-20%,5 whereas in elite athletes it is 11-50 %.6 EIB in children and young adults is observed as higher probably due to a higher level of physical activity. The prevalence of EIB in asthma patients has been rated as 40-90 % by various investigators.7 Asthma prevalence in Swedish cross-country skiers was 4-6 times higher than in the normal population.8 To our knowledge, there are no studies in the literature that included recreational athletes; therefore the prevalence of EIB in recreational athletes is not known. The physical performance data of athletes diagnosed with EIB have been similar to those of normal athletes of the same age and sex.9, 10 Studies have established that the physical performance of sedentary individuals with EIB decreases 9 and improves through regular exercising.11, 12 The number of recreational athletes in society is relatively high. EIB is a condition relevant to sports medicine and acknowledgement of its frequency in recreational athletes is important. The diagnosis of EIB constitutes a very hot issue in sports medicine in terms of adequate and safe management of both recreational and elite athletes. The aim of this study is to find the prevalence of EIB in recreational athletes on the basis of spirometry and to examine the impact of EIB on physical performance. This issue was not taken up by literature in detail. 168 I l broncospasmo indotto dall’esercizio (EIB = Exercise Induced Bronchospasm) è un restringimento temporaneo delle vie aeree durante l’esercizio. In altre parole, è una ostruzione temporanea delle vie aeree innescata dall’esercizio o dall’inalazione prolungata di aria fredda o secca 1, 2. Diversi studi trasversali presenti in letteratura riportano una prevalenza dell’EIB tra 3 e 13% 3, 4. La prevalenza di EIB nella popolazione generale è del 4-20% nella popolazione generale 5, mentre negli atleti professionisti è del 11-50 % 6. Si osserva un’incidenza di EIB superiore nei bambini e giovani adulti, probabilmente perché svolgono un’attività fisica di livello superiore. E’ stata riportata da vari studi una prevalenza di EIB nei pazienti asmatici del 40-90% 7. In uno studio nazionale svedese la prevalenza di asma è 4-6 volte superiore negli sciatori rispetto alla popolazione generale 8. Non sono presenti, a nostra conoscenza, studi in letteratura che riguardino gli atleti amatoriali; pertanto la prevalenza di EIB negli atleti amatoriali non è nota. I dati di performance fisica degli atleti affetti da EIB sono simili a quelli di atleti normali della stessa età e sesso 9, 10. Gli studi hanno stabilito che la performance fisica dei pazienti sedentari affetti da EIB diminuisce 9, e migliora attraverso l’allenamento costante 11, 12. Il numero di atleti amatoriali nella società è relativamente alto. L’EIB è una condizione rilevante nella medicina dello sport e la determinazione della sua frequenza tra gli atleti amatoriali è importante. La diagnosi di EIB costituisce un argomento molto attuale in medicina dello sport in termini di gestione adeguata e sicura sia per gli atleti professionisti che amatoriali. L’obiettivo di questo studio era di determinare la prevalenza dell’EIB negli atleti amatoriali sulla base della spirometria ed esaminare l’impatto dell’EIB sulla performance fisica. Questo aspetto non è stato preso in considerazione dalla letteratura in dettaglio. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EIB IN RECREATIONAL ATHLETES YILDIZ TABLE I.—The antropometric data of subjects*. TABELLA I. — Dati antropometrici dei soggetti*. EIB Group mean±SD N Age (year) Height (cm) Weight (kg) 17 19.4±1.5 178.1±5.8 71.5±5 Control Group mean±SD 17 19.6±1.3n 176.9±5.6n 71±5.9n *All values were expressed as mean (±SD), nNo significant differences (p>0.05) TABLE II.—VO2max, VEmax and heart rate values of EIB and control groups. TABELLA II. — Valori di VO2max, VEmax e frequenza cardiaca dei gruppi EIB e controllo*. EIB Group mean±SD VO2max (ml.kg.dk) VEmax (L/min) Frequenza cardiaca (battiti/min) 45.6±3.49 107.8±10.67 187.4±6.72 Control Group mean±SD 47.8±3.18n 105.9±12.6n 183±4.87n *Tutti i valori sono espressi come media (±DS), n) nessuna differenza significativa (p>0.05) Materials and methods Subjects: 214 male recreational athletes (age: 19.6±1.3 year, height: 177.1 ± 5.6 cm, weight: 71.1 ± 5.8 kg) took part in this study. All subjects were clinically examined and their standing height and weight without shoes were recorded (Tanita Body Composition Analyzer Type TBF410 MA, JAPAN). All subjects exercised three times a week on a regular basis playing soccer, basketball and running (7000-10000 meter/week). The weekly running distance was determined from the anamnesis of the athletes and weekly activity observation. After being informed about the study, the test procedures and possible risks and discomfort that might ensue, the written informed consent of the participants has been obtained in accordance with the Helsinki Declaration 13 The subjects underwent a standard history and physical examination prior to enlistment for screening for a variety of medical conditions. The screening questionnaire specifically asked questions about history of asthma, wheezing, or chronic cough. None of the 214 subjects included in the submaximal test recorded an asthma history on the questionnaire. However, 25 subjects had a history of atopy. The control group was randomly selected from 172 subjects excluding those with asthma and atopy history (25 subjects) and those with post-submaximal test EIB diagnosis (17 subjects). 6 subjects in the EIB group had a history of atopy (Table III-Number 1,2,3,5,10,11) Auscultation of the chest was performed as part of this physical examination. Pulmonary function tests and specialist consultation could be requested at the discretion of the screening medical officer to determine whether or not a subject had asthma or other exclusionary conditions. None of the subjects had any pathological problems like acute viral or bacterial infection, respi- Vol. 61, N. 2 Materiali e metodi Soggetti: 214 atleti amatoriali maschi (età: 19,6±1,3 anni, altezza: 177,1 ± 5,6 cm, peso: 71,1 ± 5,8 kg) hanno preso parte a questo studio. Tutti i soggetti sono stati valutati clinicamente ed è stata misurata la loro altezza e il peso, senza scarpe (Tanita Body Composition Analyzer Type TBF-410 MA, JAPAN). Tutti i soggetti eseguivano attività fisica tre volte alla settimana, costantemente: giocavano a calcio o basket o correvano (7000-10.000 metri/settimana). La distanza percorsa settimanalmente correndo è stata determinata in base all’anamnesi degli atleti e dall’osservazione diretta dell’attività settimanale. Dopo aver fornito informazioni sullo studio, sulle procedure dei test e i possibili rischi e discomfort che poteva ingenerarsi, a tutti i partecipanti è stato fatto firmare un consenso scritto in accordo con la Dichiarazione di Helsinki 13. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a un’anamnesi ed esame fisico standard prima di essere sottoposti a una batteria di test di screening per un’ampia varietà di condizioni mediche. Il questionario di screening poneva domande specifiche sui precedenti di asma, respiro sibilante o tosse cronica. Nessuno dei 214 soggetti sottoposti a test submassimale ha riportato un precedente di asma nel questionario. Tuttavia, 25 avevano un’anamnesi positiva di atopia. Il gruppo di controllo è stato selezionato casualmente tra 172 soggetti, escludendo quelli con anamnesi positiva per asma e atopia (25 soggetti) e con diagnosi di EIB al test submassimale (17 soggetti). 6 soggetti nel gruppo EIB avevano un’anamnesi positiva per atopia (Tabella III-Numeri 1,2,3,5,10,11). L’auscultazione del torace è stata eseguita come parte dell’esame fisico. Sono stati eseguiti dei test di funzionalità polmonare o consulenze specialistiche a discrezione del medico incaricato della valutazione di screening, per determinare se un soggetto era affetto o meno da asma o altre condizioni di MEDICINA DELLO SPORT 169 YILDIZ EIB IN RECREATIONAL ATHLETES TABLE III.—Pre- and post-test spirometry values in subjects with EIB. Tabella III. — Valori spirometrici pre- e post-test nei soggetti con EIB. Pre-test FEV1 (L) 1* 2 3 4 5* 6 7 8 9 10* 11* 12 13 14 15 16 17 4.59 4.58 4.77 5.17 4.12 3.82 2.88 4.3 2.89 3.17 3.84 4.53 4.77 3.7 3.88 4.55 4.82 Post-test FEV1 (L) 2.58 3.18 3.54 4.23 2.35 3.24 2.45 3.64 2.19 1.85 1.59 3.58 3.95 2.86 3.3 3.81 3.61 Pfi FEV1 Pre-test PEF (L/sec) Post-test PEF (L/sec) Pfi PEF Pre-test FVC (L) 44 31 26 18 43 15 15 15 24 42 58 21 17 23 15 16 25 9.46 9.89 9.76 9.48 8.27 8.19 8.40 10.61 10.21 8.33 7.28 13.29 8.09 10.74 9.95 9.83 11.28 6.13 7.05 8 7.99 5.12 6.8 7.16 7.69 6.53 4.41 3.43 10.23 6.86 7.6 8.23 7.96 8.23 35 29 18 16 38 17 15 27 36 47 53 23 15 29 17 19 27 4.74 4.65 4.86 5.23 4.43 4.29 3.6 4.43 3.32 3.72 4.1 4.67 4.92 3.97 4.03 4.76 5.05 Post-test FVC (L) 3.35 3.95 4.21 4.39 3.73 3.92 3.36 4.12 2.98 2.86 2.72 4.1 4.65 3.73 3.48 4.07 4.12 pfi = percent fall index formula pfi, 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test FEV1 = forced expiratory volume in 1 s – volume espiratorio forzato in 1 s PEF = peak expiratory flow rate - rapporto di flusso espiatorio di picco . * somministrato salbutamolo (dopo post-test) ratory and/or cardiac pathology and none was on medication. Study protocol: The one-year long study was conducted with 214 recreational male athletes, who regularly attended a physical education high school. The subjects were firstly subjected to a submaximal exercise test. Based on the test results, 17 athletes diagnosed with EIB were included in the EIB group and 17 subjects were selected randomly from non-EIB athletes and included into the control group. Secondly, all subjects underwent the maximal exercise test 2 days following the submaximal exercise test. This study protocol was conducted between 10 AM–4 PM. Submaximal Exercise Test: Athletes were asked to exercise for 8 min on a treadmill at 80% of their maximum heart rate (220-age) measured by a telemetry heart rate monitor. (Diascope 2 VISMO Type 2011-Denmark) All subjects warmed up before the submaximal test. The initial 5-min warm-up period comprised of running at 0% grade and 2.68m/s (6 miles per hour [mph]). After the exercise, the subjects were asked to sit quietly and monitored for signs of chest tightness or wheezing. Submaximal exercise challenge testing 170 esclusione. Nessuno dei soggetti presentava alcuna patologia quali infezioni acute virali o batteriche, patologia cardiaca o respiratoria e nessuno assumeva farmaci. Protocollo di studio: lo studio della durata di un anno è stato condotto su 214 atleti maschi amatoriali, che frequentavano una scuola superiore di educazione fisica. In base ai risultati dei test, a 17 atleti è stato diagnosticato l’EIB e sono stati inclusi nel gruppo EIB, 17 soggetti tra quelli non affetti da EIB sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo. Successivamente tutti i soggetti sono stati sottoposti a un test di esercizio massimale 2 giorni dopo il test submassimale. Questo protocollo di studio è stato applicato in orari tra le 10.00 e le 16.00. Test di Esercizi Submassimale: Agli atleti è stato chiesto di esercitarsi per 8 minuti su un tapis roulant all’80% della frequenza cardiaca massima (220età) misurato con un monitor cardiaco in telemetria (Diascope 2 VISMO Type 2011-Denmark). Tutti i soggetti hanno fatto riscaldamento prima del test submassimale. I primi 5 minuti di riscaldamento comprendevano la corsa con inclinazione dello 0% a 2.68m/s (6 miglia all’ora [mph]). Dopo l’esercizio, a tutti pazienti è stato richiesto di riposarsi seduti e sono stati monitorati per segni di costrizione MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EIB IN RECREATIONAL ATHLETES YILDIZ TABLE IV.—Pre- and post-test spirometry values in control subjects. Tabella IV. — Valori spirometrici pre- e post-test nei soggetti controllo. Pre-test FEV1 (L) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 4.52 4.23 3.91 4.16 4.32 4.12 3.87 4.61 4.56 4.31 4.73 4.27 3.98 4.53 4.21 3.87 4.44 Post-test FEV1 (L) 4.62 4.43 4.21 4.42 4.5 4.01 4.11 4.66 4.42 4.36 4.89 4.15 4.03 4.8 4.01 4.03 4.66 Pfi FEV1 -2.4 -4.8 -7.7 -6.4 -4.3 2.5 -6.3 -1.3 3.2 -1.2 -3.4 2.9 -1.3 -6.1 4.8 -4.2 -5.1 Pre-test PEF (L/sec) Post-test PEF (L/sec) 8.54 10.23 9.98 11.34 12.57 9.65 13.42 12.65 10.17 8.65 9.68 11.93 10.74 9.81 11.72 10.68 12.19 8.8 10.35 10.1 11.6 13.1 9.95 13.88 12.35 10 8.5 9.96 12.07 10.66 10.42 12.29 11.5 12.62 Pfi PEF -3.1 -1.2 -1.5 -2.3 -4.7 -3.2 -3.5 2.4 1.7 1.8 -2.9 -1.2 0.8 -6.3 -4.9 -7.7 -3.6 Pre-test FVC (L) 5.43 4.99 4.88 4.86 5.18 4.98 4.76 5.39 5.51 5.12 5.58 5.16 4.68 5.49 5.01 4.66 5.43 Post-test FVC (L) 5.57 5.13 5.11 5.25 5.24 5.02 4.96 5.45 5.54 5.24 5.67 5.22 4.75 5.62 5.07 4.84 5.56 pfi = percent fall index formula pfi, 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test FEV1 = forced expiratory volume in 1 s – volume espiratorio forzato in 1 s PEF = peak expiratory flow rate - rapporto di flusso espiatorio di picco . was carried out in an air-conditioned testing room (ambient temperature 20-24OC and relative humidity 50 % or less). Spirometry:. A spirometry test was performed with a spirometer (Spiro Analyzer ST-90 Fukuda Sangyo) All recreational athletes performed the test in sitting position and with nose clips. Disposable mouth pieces were used. The FEV1 values of the subjects were measured with a spirometer just before running on the treadmill and again at minutes 5, 15 and 30 after the treadmill exercise. The subjects were asked to perform up to three forced expiratory maneuvers before the exercise and another three at minute 5, at minute 15 and lastly at minute 30 after the exercise. The best-effort (highest) FEV1 obtained pre-exercise and at minutes 5, 15 and 30 postexercise was taken as the FEV1 of the respective subject at that point in time. The lowest of the three best-effort post-exercise FEV1 values was used to calculate the exercise-induced change in FEV1 for the subject. A subject was considered to have EIB, when the exercise-induced decrease in FEV1 was 15% of the basal value in accordance with existing guidelines.14 The percent of fall index (pfi) between the pre and post-test values of FEV1 and PEF was calculated with the follow- Vol. 61, N. 2 toracica o sibili. Le prove di esercizio submassimale sono state eseguite in una stanza provvista di aria condizionata (temperatura ambiente 20-24°C e umidità relativa 50% o meno). Spirometria. E’ stato eseguito un test spirometrico (spirometro Spiro Analyzer ST-90 Fukuda Sangyo). Tutti i soggetti hanno eseguito il test in posizione seduta e con una clip nasale. Sono stati utilizzati boccagli monouso. I valori di FEV1 dei soggetti venivano registrati subito prima di iniziare la corsa sul tapis roulant e a 5, 15 e 30 minuti dopo l’esercizio. Ai soggetti è stato chiesto di eseguire fino a tre manovre di espirazione forzata prima dell’esercizio e altre tre a 5, 15 e quindi a 30 minuti dopo l’esercizio. La FEV1 migliore (più alta) ottenuta preesercizio e a 5, 15 e 30 minuti dopo l’esercizio sono state prese come valore di FEV1 dei soggetti per quell’istante. Il valore più basso dei tre FEV1 post-esercizio è stato utilizzato per calcolare la modifica del FEV1 indotta dall’esercizio. L’EIB è stato definito per una diminuzione della FEV1 post-esercizio ?15% del valore basale, in accordo con le linee guida esistenti (14). La percentuale di caduta (percent of fall index - pfi) tra i valori pre- e post-test di FEV1 e PEF è stata calcolata con la seguente formula: 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test. Test di Esercizio Massimale: 2 giorni dopo il test MEDICINA DELLO SPORT 171 YILDIZ EIB IN RECREATIONAL ATHLETES TABLE V.—The comparison of pre- and post-test (after10 minutes) spirometry values in EIB and control group. TABELLA V. — Confronto dei valori spirometrici pre- e post-test (dopo 10 minuti) tra soggetti EIB e controllo. N=17 Pre-test FEV1 Post-test FEV1 Pfi FEV1 Pre-test PEF Post-test PEF Pfi FEV1 Pre-test FVC Post-test FVC EIB mean±SD 4.14±0.68c (min-max) (2.88-5.17) 3.05±0.77* (1.59-4.23) 26.35±12.9* (15-58) 9.59±1.45*c (7.28-3.29) 7.02±1.6* (3.43-0.23) 27.11±11.5* (15-53) 4.39±0.54*c (3.32-5.23) 3.74±0.5* (2.72-4.65) CONTROL mean±SD 4.27±0.26a (min-max) (3.87-4.73) 4.37±0.28 (4.01-4.89) -2.4±3.81 (-7.7-(+)3.2) 10.8±1.4b (8.54-3.42) 11±1.5 (8.5-13.88) -2.3±2.8 (-7.7-(+)1.8) 5.12±0.3c (4.66-5.58) 5.24±0.2 (4.75-5.67) EIB:Exercise-induced bronchospasm group, FEV1: Forced expiratory volume in 1 second, pfi: Percent fall index, pfi formula, 100 x (pre test value – post test value) / pre test value, PEF:Peak expiratory flow, FVC: Forced vital capacity *: statistically significant for cross-group comparisons (p≤0.001) a,b,c: statistically significant for intra-group pre-post test comparisons a: (p≤0.05), b: (p≤0.01), c: (p≤0.001) ing formula: 100 x (pre test value – post test value) / pre test value. Maximal Exercise Test: 2 days following the submaximal exercise testing, EIB and control subjects underwent a maximal test on the treadmill. Maximal cardiorespiratory data were continuously measured “breath by breath” using a metabolic analyzer (SensorMedics 2900C system, USA). Calibration was made prior to each test. Subjects wore a mouth/face mask (Hans Rudolph Inc; KC., MO, USA), and were connected to the oxygen uptake-measuring device via a low-resistance non-rebreathing valve in the mouthpiece. A 3-lead telemetry heart rate monitor (Diascope 2 VISMO Type 2011-Denmark) was monitored by trained personnel during the test to determine heart rates and to ensure safety of subjects. The warm-up period was as defined in the submaximal test. Following warm-up, the treadmill speed and grade were increased by the Bruce protocol until volitional fatigue. The level of oxygen uptake at volitional fatigue was considered as the peak oxygen uptake level of the subject. The maximal oxygen consumption (VO2max) values were considered maximal, when 2 of the following 3 criteria were met: 1) VO2 plateau defined as a failure of oxygen uptake to increase by greater than 2 ml/kg/min with running speed increase. 2) HR >95% from the predicted individual of maximum (maximum HR was calculated by subtracting subject’s age from 220). 3) Respiratory exchange ratio >1.05. Due to a marked decrease in FEV1 and PEF values of 4 athletes in the EIB group after submaximal testing and a marked wheezing 172 submassimale, i soggetti dei gruppi EIB e controllo sono stati sottoposti a un test massimale su tapis roulant. I dati cardiorespiratori massimali sono stati misurati in continua “breath by breath” usando un analizzatore del metabolico (SensorMedics 2900C system, USA). La macchina è stata ricalibrata prima di ogni test. I soggetti indossavano una maschera facciale (Hans Rudolph Inc; KC., MO, USA), ed erano collegati a un apparecchio di misurazione dell’uptake di ossigeno, attraverso una valvola a bassa resistenza anti-rebreathing nel boccaglio. Un monitor cardiaco in telemetria a 3 derivazioni (Diascope 2 VISMO Type 2011Denmark) è stato controllato da personale qualificato durante il test per definire la frequenza cardiaca e garantire la sicurezza dei soggetti. Il riscaldamento è stato condotto alla stessa maniera che per il test submassimale. Dopo il riscaldamento, la velocità e l’inclinazione del tapis roulant sono stati aumentati secondo il protocollo Bruce fino all’affaticamento volontario. Il livello di uptake di ossigeno all’affaticamento volontario è stato considerato come valore di picco di uptake dell’ossigeno per il soggetto. I valori di consumo massimale di ossigeno (VO2max) sono stati considerati massimali quando rispettavano 2 dei 3 seguenti criteri: 1) valore di plateau di VO2 definito come impossibilità di aumentare l’uptake di ossigeno di più di 2 ml/kg/min all’aumento della velocità di corsa. 2) FC >95% del valore massimo individuale (la FC massima è stata calcolata sottraendo l’età del soggetto a 220). 3) quoziente respiratorio (RER - Respiratory Exchange Ratio) > 1,05. In seguito a una marcata riduzione dei valori di FEV1 e di PEF di 4 atleti del gruppo EIB dopo il test submassimale e per una marcata sintomatologia di sibili, è stato somministrato del salbu- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EIB IN RECREATIONAL ATHLETES YILDIZ symptom, salbutamol nebulizer was administered (Table 3). The other subjects returned to normal values without medication. tamolo con nebulizzatore (Tabella III). Gli altri soggetti sono tornati ai valori normali senza medicazioni. Statistical Analysis Analisi statistica SPSS Windows 9.0 statistical program was used for all statistical analyses. The data were defined as mean and standart deviation. Statistical differences in the EIB and control groups before and after the spirometric test were investigated using Wilcoxon’s signed rank tests, and to assess differences between the groups the MannWhitney U test was applied. Level of significance was set at p<0.05. Per l’analisi statistica è stato utilizzato il programma statistico SPSS Windows 9.0. I dati sono stati riportati come media e deviazione standard. Le differenze statistiche tra i gruppi EIB e controllo prima e dopo il test spirometrico sono state indagate con il test Wilcoxon’s signed rank, e per valutare le differenze tra i gruppi è stato applicato il test MannWhitney U. Il livello di significatività è stato definito per p<0.05. Results Risultati 214 recreational athletes participated voluntarily in our study. 17 subjects were selected to constitute the EIB group after the submaximal test. Out of the 197 non-EIB athletes 17 were selected randomly as the control group. The selected 17 subjects had a FEV1 value decrease of less than 10 %. Table 1 shows the demographic characteristics of the EIB and control groups included in the study. There was no statistical significance between both groups in terms of age, height and weight. The VO2max, maximal ventilation (VEmax) and maximal heart rate values of the EIB and controls are represented in Table II. As can be seen, these parameters are not significantly different between the groups. Table III shows the spirometric values of the EIB group and Table IV those of the controls. All spirometric values except pre-test FEV1 present a statistically significant difference between EIB and control group (Table V). FEV1, PEF and FVC values showed a statistically significant decrease following the spirometric test (p≤0.001). To the contrary, these values represented a significant increase following the spirometric test in the control group (FEV1: p≤0.05, PEF: p≤0.01, and FVC: p≤0.001). 214 atleti maschi amatoriali hanno partecipato volontariamente allo studio. 17 soggetti sono stati selezionati inserendoli nel gruppo EIB. Tra i 197 atleti non affetti da EIB, 17 sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo. I 17 atleti selezionati hanno mostrato una diminuzione della FEV1 di meno del 10%. La tabella 1 mostra le caratteristiche demografiche dei gruppi EIB e controllo inclusi nello studio. Non erano presenti differenze statisticamente significative trai due gruppi in termini di età, altezza e peso. In tabella 2 sono rappresentati i valori di VO2max, ventilazione massimale (VEmax) e frequenza cardiaca massimale dei gruppi EIB e controllo. Come si può vedere, questi parametri non mostrano differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Tutti i valori spirometrici eccetto il FEV1 pre-test presentano differenze statisticamente significative tra i gruppi EIB e controllo (Tabella V). I valori di FEV1, PEF e CVF mostrano una riduzione statisticamente significativa dopo il test spirometrico (p≤0.001) nel gruppo EIB. Al contrario questi valori mostrano un aumento significativo dopo il test spirometrico nel gruppo di controllo (FEV1: p≤0.05, PEF: p≤0.01, e CVF: p≤0.001). Discussione Discussion Many studies on EIB have assessed the response of pulmonary functions to exercise with spirometry following short periods and high levels of standard exercising. FEV1 has been the most frequently tested value of pulmonary func- Vol. 61, N. 2 Molti studi sull’EIB hanno valutato la risposta delle funzioni polmonari all’esercizio con una spirometria a breve distanza da esercizio standard ad alti livelli. Il valore di funzionalità polmonare più frequentemente analizzato in questi studi è stata la FEV1 15, 16. Altri indici respiratori derivati dalla capacità vitale forzata, come PEF e FEF25–75% MEDICINA DELLO SPORT 173 YILDIZ EIB IN RECREATIONAL ATHLETES tion in these studies.15, 16 Other respiratory indices derived from the forced vital capacity maneuver, such as PEF, FEF25–75% (forced expiratory flow between 25–75% of the vital capacity) have been studied to a lesser extent.17 This is why we used FEV1 as the diagnostic criterion in our study. A 15% fall in FEV1 was regarded as the criterion for EIB diagnosis in literature.14 In a study involving army recruits, Sonna et al.10 used this criterion. However, a 10% decrease in FEV1 was regarded as the diagnostic criterion for EIB in other studies in literature, too. For instance, in a study involving soldiers, the diagnostic criterion was 10% fall in FEV1 and an EIB prevalance of 13.6% in concordance with prevalance studies involving young, healthy athletes 18-20 and air force personnel.21 In one calculation, we took a 10 % decrease in FEV1 as the diagnostic criterion for EIB resulting in the prevalance rate increasing by two times (15,2%). As both criteria are used there is no consensus on the rate in literature. We took a 15% decrease in the FEV1 value as the diagnostic criterion for EIB.. In our study, we found that the prevalance rate of EIB is 7.9 % in recreational athletes. Cold and dry air is known to be a factor in accelerating the onset of EIB.22 If we had conducted the study with the same subjects under cold and dry climatic conditions, the prevalence rate of EIB would have increased further. Since we carried out the study in a testing room with proper climatic conditions, we think that the predisposing effect of cold and dry air was prevented or reflected only slightly in the results. Nevertheless, the prevalance of bronchospasm was found higher in studies conducted in cold environments. Wilber et al.23 have established in a study that the prevalence of EIB after skiing competition was approximately 50 % (non-controlled study). Larsson and colleagues (24) came to a prevalence rate of 33 % in cross-country skiers. On the contrary, a study carried out in a hospital at normal climatic conditions has shown that the prevalence rate in the hospital population (100 subjects) was 6 %.21 An athlete with clinical complaints, who was assessed as normal in a testing environment with the proper climatic conditions, must be subjected to submaximal testing under cold and dry air for verification of the first test results. The post-exercise FEV1 values of 10 subjects in the EIB group decreased by more than 20%. 6 of them had an atopy history. As known, atopy 174 (flusso espiratorio forzato -forced expiratory flow- tra 25 e 75% della capacità vitale) sono stati studiati con minor attenzione 17. E’ per questo che abbiamo utilizzato la FEV1 come criterio diagnostico per il nostro studio. In letteratura come criterio diagnostico di EIB è stato utilizzata una riduzione di FEV1 del 15% 14. ‹n uno studio su delle reclute dell’esercito, Sonna et al.10 hanno utilizzato questo criterio. Tuttavia, in letteratura è stato usato come criterio diagnostico anche una riduzione della FEV1 del 10%. Per esempio, in uno studio riguardante dei soldati, il criterio diagnostico era una riduzione della FEV1 del 10%, determinando una prevalenza del 13,6%, in accordo con studi di prevalenza su atleti giovani e sani 1820 e personale dell’aviazione militare 21. Abbiamo provato una valutazione utilizzando come criterio diagnostico la riduzione della FEV1 del 10%, ottenendo un tasso di prevalenza aumentato del doppio (15,2%). Siccome entrambe i criteri sono utilizzati, non esiste un accordo sull’incidenza di EIB in letteratura. Noi abbiamo utilizzato come criterio diagnostico una riduzione della FEV1 del 15%. Nel nostro studio abbiamo rilevato una prevalenza di EIB del 7,9% tra gli atleti amatoriali. E’ noto che l’aria fredda e secca abbia un ruolo nell’accelerare la comparsa di EIB 22. Se avessimo svolto il nostro studio con gli stessi soggetti in condizioni ambientali fredde e secche, la prevalenza di EIB sarebbe ulteriormente aumentata. Visto che avviamo svolto lo studio in una ambiente protetto con condizioni climatiche appropriate, riteniamo che l’effetto predisponente dell’aria fredda e secca sia stato prevenuto o abbia inciso solo in minima parte sui risultati. Tuttavia, la prevalenza di broncospasmo è risultata maggiore in studi condotti in ambienti freddi. Wilber et al.23 hanno stabilito in uno studio che la prevalenza di broncospasmo dopo competizioni sciistiche era del 50% (studio non controllato). Larsson e colleghi 24 sono arrivati a una prevalenza del 33% tra gli sciatori di fondo. Per contro, uno studio condotto in un ospedale in condizioni climatiche normali ha mostrato una prevalenza tra la popolazione ospedaliera (100 soggetti) del 6% 21. Un atleta con sintomatologia clinica riferita, che sia stato valutato normale al test in un ambiente con condizioni climatiche appropriate, dovrebbe essere sottoposto a test submassimale in aria fredda e secca come verifica del risultato del primo test. I valori di FEV1 di 10 soggetti del gruppo EIB diminuiscono di più del 20% dopo l’esercizio. 6 di questi avevano un’anamnesi positiva per atopia. Come noto, l’atopia aumenta l’iperreattività bronchiale. In questo senso, la presenza di atopia potreb- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 EIB IN RECREATIONAL ATHLETES YILDIZ increases bronchial hyperreactivity. In this sense, the presence of atopy might have induced a higher fall in FEV1. Literature reports a deterioration of physical performance of EIB and/or asthmatic individuals. In one of the studies, VO2 max levels of children with asthma were reported lower compared with healthy control subjects.25 In another study, high school athletes with EIB had a slower running time in the free run test versus healthy controls.3 Another study reported that adults with asthma and EIB had lower VO2max levels and anaerobic thresholds than unaffected control subjects with comparable habitual levels of activity, and found no correlation between FEV1 and VO2 max values (9). Individuals with asthma and EIB can achieve statistically significant improvements in aerobic fitness in response to training.11, 12 However in a study, the control group had a higher peak O2 uptake gain in response to training versus the EIB athlete group.10 In the same study, less increase of aerobic capacity as a result of training was reported in EIB athletes compared to non-EIB athletes. However, in another study a statistically significant difference in the peak O2 uptake levels of female and male athletes with EIB versus controls was not found.10 In our study, pre-test FEV1 and FVC values of the control group have increased significantly in the post-test period. This may point toward an enhanced lung capacity as a result of regular exercising. Subjects included in our study were young individuals who exercised daily, and neither received any medical drug support nor had any physical disabilities. The physical performance data (maximal heart rate, VEmax and VO2max) obtained from the maximal exercise test were similar in both groups. Voy 18 found no significant difference in the physical performance of amateur and professional athletes who both had EIB. This may be due to both groups’ exercising regularly at a high level and/or the benefit provided by the refractory period after a high level of warm ups and short sprints.26, 27 This is perhaps why we could not obtain a significant difference in the physical performance values of the EIB and control group of recreational athletes. A limitation of our study was that measurements were conducted under laboratory conditions. It was warmer and more humid compared to conditions in the field (20-25 degrees Celsius and less than 50% humidity). Rundell et al.28 reported Vol. 61, N. 2 be aver indotto una maggior diminuzione della FEV1. La letteratura riporta un deterioramento delle performance fisiche nei soggetti affetti da EIB e/o asma. In uno degli studi i livelli massimi di VO2 max risultavano inferiori a quelli di controlli sani 25. In un altro studio, gli atleti delle scuole superiori affetti da EIB presentavano un tempo di corsa inferiore nel test di corsa libero, rispetto ai controlli sani 3. Un altro studio riportava che gli adulti affetti da asma e EIB avevano livelli inferiori di VO2 max e soglia anaerobica rispetto a controlli sani con livelli di attività comparabili, e non rilevava alcuna correlazione tra i valori di FEV1 e VO2 max (9). I soggetti affetti da asma ed EIB possono ottenere miglioramenti statisticamente significativi di fitness aerobico in risposta all’allenamento (11,12). Tuttavia, in uno studio, il gruppo di controllo raggiungeva un picco di uptake di O2 superiore in risposta all’allenamento rispetto al gruppo di atleti EIB 10. Nello stesso studio veniva riportato un minor incremento della capacità aerobica in seguito ad allenamento negli atleti EIB rispetto agli atleti non EIB. In un altro studio non veniva invece rilevata una differenza statisticamente significativa nel picco di uptake di O2 in atleti maschi e femmine affetti da EIB rispetto ai controlli 10. Nel nostro studio i valori pre-test di FEV1 e CVF del gruppo di controllo aumentano significativamente nel periodo post-test. Questo potrebbe indicare un aumento della capacità polmonare in conseguenza dell’esercizio regolare. I soggetti inclusi nel nostro studio erano individui che si esercitavano quotidianamente, non assumevano alcun farmaco ne’ presentavano disabilità fisiche. I dati sulle performance fisiche (frequenza cardiaca massima, VEmax e VO2max) ottenuti dal test di esercizio massimale sono simili nei due gruppi. Voy 18 non ha rilevato differenze significative di performance fisiche tra atleti amatoriali e professionisti, tutti affetti da EIB. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che entrambe i gruppi svolgono regolarmente esercizi ad alto livello e/o al beneficio del periodo refrattario dopo un alto livello di riscaldamento e brevi scatti 26, 27. Questo è probabilmente il motivo per cui non abbiamo ottenuto una differenza significativa tra i valori di performance fisica tra i gruppi EIB e controllo di atleti amatoriali. Un limite del nostro studio è stato che le misurazioni venivano eseguite in condizioni di laboratorio. Faceva più caldo ed era più umido rispetto alle condizioni sul campo (20-25 gradi Celsius e meno di 50% di umidità). Rundell et al.28 hanno riportato che i test di esercizio in ambienti sport MEDICINA DELLO SPORT 175 YILDIZ EIB IN RECREATIONAL ATHLETES that exercise challenges in sport specific environments were more sensitive than challenges in laboratory settings due to relatively high temperatures (around 20°C) and humidity (around 50% relative humidity). Air-conditioned laboratories were reported to exert an insufficiently provocative effect on ski athletes, and exercise response assessment not recommended in the laboratory environment (29). To the contrary, Evans and colleagues (30) reported that the exercise response of EIB subjects in cold air and laboratory environment was not significantly different. They focused on the effect on the parasympathetic system and stressed that further clarification of the role of the parasympathetic system in the cold-air EIB response was needed. specifici erano più sensibili rispetto a quelli in ambiente di laboratorio per le temperature e umidità relativamente superiori (circa 20°C e 50% umidità relativa). E’ stato descritto che i laboratori con aria condizionata esercitano un effetto provocativo insufficiente sugli sciatori, e la valutazione della risposta all’esercizio è stata sconsigliata in condizioni di laboratorio 29. Per contro, Evans e colleghi 30 hanno rilevato che la risposta all’esercizio dei soggetti EIB all’aria fredda e in ambiente di laboratorio non era significativamente differente. Hanno focalizzato l’attenzione sull’effetto del sistema parasimpatico, ribadendo che era necessario un ulteriore chiarificazione del ruolo del sistema parasimpatico nella risposta EIB all’aria fredda. Conclusion Conclusioni In summary, we found a 7.9% prevalence of unrecognized EIB among recreational athletes. We could not observe any deterioration in the physical performance values of EIB athletes or any significant difference versus the controls. Our findings suggest that the aerobic capacity of recreational EIB athletes without any comcomitant disease is not adversely affected. However, there are different views on this subject as elaborated in the discussion. Moreover, longitudinal studies are needed to examine the association between EIB and physical performance, to see whether or not a significant deterioration of physical performance in EIB cases occurs on the basis of long-term observation, how many athletes in this group develop other clinical findings of asthma and how aerobic capacity increases. References/Bibliografia 1) McFadden ERJ, Gilbert IA. Exercise-induced asthma. N Engl J Med 1994;330:1362–7. 2) McFadden ERJ. Exercise-induced airway obstruction. Clin Chest Med 1995;16:671–82. 3- Kukafka DS, Lang DM, Porter S, Rogers J, Ciccolella D, Polansky M, D'Alonzo GE Jr. Exercise-induced bronchospasm in high school athletes via a free running test: incidence and epidemiology. Chest 1998;114:1613–22. 4- Rupp NT, Brudno DS, Guill MF. The value of screening for risk of exercise-induced asthma in high school athletes. Ann Allergy 1993;70:339–42. 5- Anderson SD, Daviskas E. Pathophysiology of exercise induced asthma: the role of respiratory water loses. In: Allergic and respiratory disease in sports medicine. Ed: Weiler, J.M. New York: Marcel Dekker Inc. 1997:87-114 6- Rundell KW, Jenkinson DM. Exercise-induced 176 Riassumendo, abbiamo rilevato una prevalenza del 7,9% di EIB non diagnosticata tra gli atleti amatoriali. Non abbiamo osservato alcun deterioramento dei valori di performance fisica tra gli atleti EIB, ne’ alcuna differenza significativa rispetto ai controlli. I nostri rilevamenti suggeriscono che la capacità aerobica degli atleti amatoriali affetti da EIB senza patologie concomitanti non sia alterata. Tuttavia, esistono punti di vista diversi sull’argomento, come riportato nella discussione. Inoltre, sono necessari studi longitudinali per esaminare la correlazione tra EIB e performance fisica, per determinare se si verifichi sulla base di un’osservazione a lungo termine un deterioramento significativo della performance fisica nei casi di EIB, quanti atleti in questo gruppo sviluppino altri quadri clinici di asma e come aumenti la capacità aerobica. bronchospasm in the elite athlete. Sports Med 2002;32:583–600. 7- Cabral AL, Conceição GM, Fonseca-Guedes CH, Martins MA. Exercise-induced bronchospasm in children: effects of asthma severity. Am J Respir Crit Care Med 1999;159:1819–23. 8- Pohjantähti H, Laitinen J, Parkkari J. Exerciseinduced bronchospasm among healthy elite cross country skiers and non-athletic students. Scand J Med Sci Sports 2005;15:324-8. 9- Clark CJ, Cochrane LM. Assessment of work performance in asthma for determination of cardiorespiratory fitness and training capacity. Thorax 1988;43:745–9. 10- Sonna LA, Angel KC, Sharp MA, Knapik JJ, Patton JF, Lilly CM. The prevalence of exerciseinduced bronchospasm among US army recruits and its effects on physical performance. Chest 2001;119:1676-84. 11- Bundgaard A, Ingemann-Hansen T, Schmidt A, Halkjaer-Kristensen J. Effect of physical train- MEDICINA DELLO SPORT ing on peak VO2 rate and exercise-induced asthma in adult asthmatics. Scand J Clin Lab Invest 1982;42:9–13. 12- Cochrane LM, Clark CJ. Benefits and problems of a physical training programme for asthmatic patients. Thorax 1990;45:345–51. 13- World Medical Association. Declaration of Helsinki. Ethical principles for medical research involving human subjects. 2000:http://www.wma.net/e/ethicsunit/helsinki.htm. 14- American Thoracic Society. Guidelines for methacholine and exercise challenge testing,1999. Am J Respir Crit Care Med 2000;161:309-29. 15- Kattan M, Keens TG, Mellis CM, Levison H. The response to exercise in normal and asthmatic children. 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YILDIZ 22- Bundgaard A, Ingemann-Hansen T, Schmidt A, Halkjaer-Kristensen J. Influence of temperature and relative humidity of inhaled gas on exercise-induced asthma. Eur J Respir Dis 1982;63:239 –44. 23- Wilber RL, Rundell KW, Szmedra L, Jenkinson DM, Im J, Drake SD. Incidence of exercise-induced bronchospasm in Olympic winter sport athletes. Med Sci Sports Exerc 2000;32:732-7. 24- Larsson K, Ohlsén P, Larsson L, Malmberg P, Rydström PO, Ulriksen H. High prevalence of asthma in cross country skiers. BMJ 1993;307:1326–9. 25- Counil FP, Varray A, Karila C, Hayot M, Voisin M, Préfaut C. Wingate test performance in children with asthma: aerobic or anaerobic limitation? Med Sci Sports Exerc 1997;29:430–5. 26- Schnall RP, Landau LI. Protective effects of repeated short sprints in exercise-induced asthma. Thorax 1980;35:828-32. 27- Gong H. Breathing easy: exercise despite asthma. Phys Sportsmed 1992;20:158-67. 28- Rundell KW, Wilber RL, Szmedra L, Jenkinson DM, Mayers LB, Im J. Exerciseinduced asthma screening of elite athletes: field vs laboratory exercise challenge. Med Sci Sports Exerc 2000;32:309–16. 29- Dickinson JW, Whyte GP, McConnell AK, Harries MG. Screening elite winter athletes for exercise induced asthma: a comparison of three challenge methods. Br J Sports Med 2006;40:179–83. 30- Evans TM, Rundell KW, Beck KC, Levine AM, Baumann JM. Cold Air Inhalation Does Not Affect the Severity of EIB after Exercise or Eucapnic Voluntary Hyperventilation. Med Sci Sports Exerc 2005;37:544–9. Acknowlwdgements.—The authors would like to express gratitude to the recreational athletes who participated in this study, and to Ms. Narin Koray for her helpful assistance in correcting the language of this article. Address reprint requests to: T. SAKA, Assistant Professor, MD, Erciyes University, Talas Campus, Medical Faculty, Department of Sports Medicine, 38039 Kayseri, Melikgazi-Turkey. E-mail: [email protected] Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 177 MED SPORT 2008;61:179-96 Lifestyle changes and physical exercise Cambiamenti di stile di vita indotti dall’esercizio fisico A. ANEDDA 1, L. FERRARI 2 2Servizio 1Presidio Medicina dello Sport, Azienda Usl di Parma, Parma, Italy Sviluppo Organizzativo e Progettazione, Azienda Usl di Parma, Parma, Italy SUMMARY Aim. Lifestyle refers to a constellation of different habits, behaviors and attitudes that can be modified; lifestyles can have a profound effect on health. The aim of this study was to demonstrate how physical exercise can lead to lifestyle changes and reduce cardiovascular risk factors. Methods. The study population was composed of a group of physically active subjects (1910) and a group of sedentary people (1057) selected randomly and stratified by age. Statistical data analysis revealed significant differences between the two groups. Results. Specifically, the data about obesity, smoke, alcohols use, habitual use of medicines and psychological stress factors showed that the physically active group was less subject to cardiovascular risk. Conclusion. An active life is beneficial for physical health; regular exercise is a protective factor against the development of atherosclerosis and other diseases associated with a sedentary lifestyle. Today, sports medicine should reach out to involve more people in taking up regular physical exercise in order to improve their general well-being health and reduce risk factors for cardiovascular disease. KEY WORDS: Physical fitness - Exercises - Lifestyle - Cardiovascular diseases - Risk factors. RIASSUNTO Obiettivo. Gli stili di vita consistono in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili; possono avere profonde ripercussioni sulla salute. Scopo di questo lavoro è dimostrare come l'adozione di uno stile di vita incentrato sull’esercizio fisico sia in grado di modificare in termini significativi altri importanti stili di vita e quindi di ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. Metodi. Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che svolgono attività sportiva (1910) con un gruppo di soggetti sedentari (1057) individuato in forma casuale e stratificata. Risultati. La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei valori statistici rilevati nei due gruppi; i dati relativi a obesità, abitudine al fumo, consumo di alcol, uso abituale di farmaci e fattori di rischio psicologici hanno mostrato valori significativi a favore del gruppo che svolge attività fisica. Conclusioni. Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento costituisce un fattore protettivo nei confronti del possibile sviluppo dell'aterosclerosi e di tutte le malattie connesse alla vita sedentaria. La Medicina dello Sport oggi deve incentrare la propria attenzione alla valutazione dello stato di salute del soggetto normale che vuole migliorarsi adottando l'esercizio fisico più adatto alle proprie condizioni di salute. PAROLE CHIAVE: Attività fisica - Stile di vita - Fattori di rischio cardiovascolare. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 179 ANEDDA L LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ifestyle refers to the personal choice one makes from among recognizable behavioral models produced by the interplay between one’s own characteristics and social interactions within one’s socioeconomic and environmental context. As these models are continuously interpreted and examined in different social situations, they are fluid in nature and subject to change. An individual’s lifestyle can have a profound effect on his or her health or even the health of others. If, on the one hand, improving one’s health status depends on the ability to change lifestyle, then, on the other, interventions on social conditions, and not only on an individual’s circumstances alone, are needed: in brief, interventions on the conditions that interact to create and maintain such behavioral models. Healthy diet plays an eminent role in achieving well-being (especially for women),1 in addition to sports/physical activity (especially for men and younger persons), cessation of smoking, stress avoidance (particularly in the 35-54year age group), and walking or bicycling to cover short distances. 2 Moreover, a healthy lifestyle, apart from factors that cannot be changed such as age, sex, race, family history of certain diseases, is determined by the absence or reduction of specific risk factors.3 The 2004 DOXA survey presented by Federalimentare (Federation of Food Producers) at its annual assembly during Cibus in May 2004 reported that 90% of Italians believe they lead a relatively healthy lifestyle and that 77% hold that a healthy lifestyle means eating a healthy diet, while 48% stated it means practicing sports or physical activity, 38% stated it means not smoking, 35% felt it means avoiding stress, and 31% felt it means riding a bicycle or walking. In Italy, 60% of the population practice sports or physical activity, 67% are non-smokers, 30% ride a bicycle or walk, 27% eat a healthy, balanced diet, 20% avoid stress, 11% sleep well, 6% avoid overworking, 6% limit their use of medications, and 4% have a hobby.4 Emilia-Romagna is generally considered a region with a high quality of life, where 65% of the population practice sports and/or physical activity. According to a 2000 study on whether physical activity can improve other lifestyle choices in a population of active individuals who underwent a physical fitness examination as part of certification for participation in competitive sports, nearly one fourth (24.9%) were smokers, 180 L o stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di vita di carattere socio-economico ed ambientale. Questi modelli di comportamento vengono continuamente interpretati e vagliati in situazioni sociali diverse e non sono quindi immobili, bensì soggetti a cambiamento. Gli stili di vita individuali, caratterizzati da modelli di comportamento identificabili, possono avere profonde ripercussioni sia sulla salute di una persona che su quella degli altri. Se per migliorare la salute è necessario che le persone siano in grado di modificare il proprio comportamento, allora è opportuno agire sulle condizioni sociali e non solo su quelle individuali: in pratica su tutte quelle condizioni che interagiscono nella creazione e nella conservazione di questi modelli di comportamento. In questo contesto l’alimentazione corretta svolge un ruolo primario (soprattutto per le donne) 1. Gli altri ingredienti per una vita sana sono: sport/attività fisica (soprattutto per gli uomini e per i giovani), astensione dal fumo, tranquillità (in particolar modo fra i 35 e i 54 anni) e abitudine, per piccoli spostamenti, a muoversi a piedi o in bicicletta, anziché usare mezzi motorizzati 2. Un corretto stile di vita, rapportato a fattori non modificabili come l’età, il sesso, la razza e la familiarità per qualche patologia, è favorito dall’assenza o dalla diminuzione dei fattori di rischio specifici 3. Il monitor alimentare DOXA 2004, presentato da Federalimentare, ha dedicato a questo tema la sua assemblea annuale (Cibus, 6 maggio 2004). Il 90% degli italiani ritiene il proprio stile di vita molto o abbastanza sano, inoltre, quando si parla teoricamente di che cosa significhi vivere in modo sano, per il 77% degli italiani significa scegliere un’alimentazione sana; per il 48% fare sport o attività fisica, per il 38% non fumare, per il 35% evitare lo stress e vivere tranquilli, per il 31% muoversi a piedi o in bicicletta. Sul territorio italiano, la percentuale di coloro che praticano sport o attività fisica è del 60%, coloro che non fumano sono il 67%, coloro che si muovono a piedi o in bicicletta sono il 30%, coloro che adottano un’alimentazione sana ed equilibrata il 27%, quelli che vivono in modo tranquillo il 20%, quelli che dormono e riposano in maniera ottimale l’11%, coloro che evitano di affaticarsi troppo il 6%, coloro che limitano l’uso dei farmaci il 6%, coloro che si dedicano ai propri hobbies il 4% 4. La Regione Emilia Romagna è considerata da tutti una regione con una presenza di alta qualità della vita: l’esercizio fisico e/o lo sport sono praticati dal 65% della popolazione. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA with marked differences in rates between males and females.5 An analysis of the results of a study on athletes in Ravenna to determine the effect of a healthy diet on young athletes showed an alarming prevalence of obesity among younger schoolchildren, as testified by near empty playgrounds, but a rise in the number of underweight adolescents probably owing to unhealthy eating habits.6 Just as a cumulative increase in risk factors raises the incidence of disease, so too adoption of a healthy lifestyle can do much to lower it.7 The Consensus Document “Prescribing Physical Exercise for a Healthy Heart”3 drawn up by the Multisociety Task Force examines the effect of physical exercise on cardiovascular risk factors. With the present study we wanted to determine whether the favorable effects were due to physical exercise, independently of the overall improvement in lifestyle (healthy diet, volitional habits, and psychological influences). A second objective was to determine whether, despite its recent enactment in Italy, any effect of the anti-smoking law could be seen. Finally, we wanted to see whether taking up physical activity could curb medication costs, primarily in the treatment of hypertension and diabetes type 2, but also in obesity and depression.8 The study population was two groups of subjects (the one made up of physically active and the other of sedentary individuals) in which the variables obesity, smoking, use of alcoholic beverages, use of medications, and psychological influences were compared in relation to physical activity. Materials and methods This study was part of a descriptive retrospective study conducted by the Sports Medicine Services, Parma, which involved all sports participants in its catchment area. Data were collected by means of a simplified, multidimensional questionnaire that investigated: subject demographics (sex, age, height, weight, etc.); personal habits regarding time engaged in physical activity (daily and weekly hours); use of alcohol and/or medications; the prevalence (past and/or present) of stress and/or psychological conditions such as depression and anxiety. The same version was administered to all age groups (children, adolescents, adults). The Vol. 61, N. 2 In uno studio, condotto per verificare come l’attività fisica agisca favorevolmente anche sul miglioramento degli altri stili di vita e che prendeva in considerazione una popolazione di sportivi sottoposti alla visita di idoneità sportiva agonistica nell’anno solare 2000 in Emilia Romagna, la prevalenza generale di fumatori riscontrata è stata del 24.9%, con marcate differenze nei due sessi 5. Dall’analisi dei dati di un altro lavoro condotto sulla popolazione sportiva di Ravenna per verificare gli effetti di una corretta alimentazione su atleti minorenni si evince come l’incidenza dell’obesità sia prevalente nell’età scolare, a testimoniare la perdita da parte del bambino dell’abitudine a praticare giochi di cortile, mentre in età adolescenziale aumenta l’incidenza di individui sottopeso a riprova della mancata adozione di una corretta alimentazione 6. Così come è stato dimostrato per i fattori di rischio, il cui sommarsi aumenta esponenzialmente l’incidenza di malattia, l’adozione di corretti stili di vita la diminuisce progressivamente 7. Il lavoro svolto dalla Task Force Multisocietaria che ha elaborato il Documento di Consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” 3 è stata l’occasione per approfondire alcuni aspetti legati agli effetti dell’esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolari. Nel presente studio abbiamo cercato di valutare se gli effetti favorevoli sono prodotti dall’esercizio fisico indipendentemente dal miglioramento complessivo degli stili di vita (corretta alimentazione, ma anche abitudini voluttuarie e condizionamenti psicologici). Un secondo obbiettivo era quello di verificare se l’introduzione della legge antifumo in Italia avesse prodotto miglioramenti importanti, anche se in un breve periodo di tempo. Infine abbiamo valutato se esista la possibilità effettiva di contenere la spesa farmaceutica con l’adozione dell’esercizio fisico quale primo scalino soprattutto nella terapia dell’ipertensione e del diabete di tipo 2, ma anche nell’obesità e nelle sindromi depressive 8. Per questo sono stati presi in considerazione due gruppi di soggetti, atleti e sedentari, nei quali fattori come obesità, abitudine al fumo, assunzione di bevande alcoliche, uso abituale di farmaci, condizionamenti psicologici sono stati posti in rapporto all’attività fisica svolta. Materiali e metodi Il lavoro si inserisce in uno studio descrittivo di tipo retrospettivo condotto dal Servizio Medicina dello Sport dell’Azienda Usl di Parma su tutta la popolazione sportiva afferente. MEDICINA DELLO SPORT 181 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE obesity index was derived from the body-mass index ([BMI], weight in kilograms divided by height in meters squared) for all subjects. 9,10 The Italian Ministry of Health recommends the use of BMI also in children until specific reference parameters are defined for this age group. The athletes group was composed of 1910 subjects who had received physical fitness certification for sports participation in sports facilities in Parma and Fidenza during 2005; the control group (1057 subjects) was selected at random and stratified. Statistical analysis The data were compared using the following statistical tests:11 χ2 test for nominal (or categorical) variables to measure the probability or the association of one variable with a second variable related to one or the other group. Values are expressed in percent of each group; the P value was calculated with respect to the total values listed in the table.11 A statistically significant value produced by the chi square test shows that the variables are dependent on one another, while a statistically non significant value shows that they are independent of each other. Non parametric Mann-Whitney U test for data related to the median (ordinal scale) to compare the two groups independently of each other. The tables illustrate the number of cases, the median, the first (Q1) and third (Q3) quartile; the P value expresses the level of statistical significance of the test.11 Student’s t test for independent samples to determine the mean values for each group. The tables list the number of cases, the mean and the standard deviation for each group; the P value expresses the level of statistical significance.11 Odds Ratio (OR) estimates the level of risk of obesity for the study groups and each age group.11 The test compares the arithmetic relationship between the rate of the presence and of the absence of obesity in the two groups. OR values 0-1 denotes a negative relationship; values indicating a positive association are given for the following levels: 1,3 – weak relationship; 1,7 – modest relationship; 3 – moderate relationship; 8 – strong relationship; 20 – very strong relationship. The two groups were similar in sex and age (Table I, Figure 1). The chi square test showed no 182 Lo strumento utilizzato è un questionario semplificato che ha l’obiettivo di investigare, in forma multidimensionale: — le informazioni di base relative al soggetto (sesso, età altezza, peso, ecc.); — le abitudini individuali: ore di attività fisica (giornaliera e settimanale), consumo di alcolici e/o farmaci; — la prevalenza (presente e/o passata) di condizioni di stress e/o patologie psicologiche come depressione e ansia. Per la sua struttura il questionario è stato sottoposto a tutta la popolazione: bambini, adolescenti e adulti. In questa prospettiva la valutazione dell’indice di sovrappeso/obesità è stata calcolata in base al BMI (Body Mass Index: peso in kg/quadrato dell’altezza in m) sia per gli adulti che per gli adolescenti e per i bambini 9, 10; va rilevato infatti che l’indicazione del Ministero della Salute è quella di proporre l’utilizzo del BMI anche per i piccoli, in attesa di arrivare alla definizione di parametri di riferimento specifici. Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che svolgono attività sportiva ed hanno ottenuto una valutazione di idoneità nelle strutture di Parma e Fidenza nel corso del 2005 (1910 soggetti) con un gruppo di controllo (1057 soggetti) individuato in forma casuale e stratificata. Il confronto fra i due gruppi è stato attuato utilizzando i seguenti test statistici 11: — nel caso di variabili nominali (o categoriali) è stato applicato il chi-quadrato al fine di misurare la verosimiglianza o l’associazione di una variabile in esame con la variabile relativa al gruppo (atleti / controlli). Nelle tabelle sono stati riportati i valori percentuali per ciascun gruppo e il valore di significatività (P) calcolato rispetto a tutti i valori della tabella 11. Un valore significativo del chi-quadrato esprime una dipendenza fra le variabili mentre un valore non significativo esprime un’indipendenza fra le variabili in esame; — nel caso di dati relativi a mediane (scala ordinale) il raffronto fra i due gruppi è stato effettuato utilizzando il test non parametrico U di Mann-Whitney per il confronto dei campioni indipendenti. In tabella sono stati indicati il numero dei casi, la mediana, il primo (Q1) ed il terzo (Q3) quartile ed il valore P che esprime la significatività del test 11; — nel caso di valori relativi a medie il raffronto fra i due gruppi è stato effettuato attraverso il t-test (o t di Student) per campioni indipendenti. Nelle tabelle sono stati indicati i valori relativi al numero dei casi, alla media e alla deviazione standard per ogni gruppo e il valore P, che esprime la significatività statistica 11; MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA TABLE I.—Distribution of the study population by age group. TABELLA I. — Distribuzione classe di età dei 2 gruppi a confronto. Confronto statistico tra gruppi (χ2: P=NS). Athletes Controls Total Age group - yrs No. % No. % No. % 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 57 590 423 179 164 127 108 98 59 105 3.0 30.9 22.1 9.4 8.6 6.6 5.7 5.1 3.1 5.5 57 292 214 114 107 64 52 50 33 74 5.4 27.6 20.2 10.8 10.1 6.1 4.9 4.7 3.1 7.0 114 882 637 293 271 191 160 148 92 179 3.8 29.7 21.5 9.9 9.1 6.4 5.4 5.0 3.1 6.0 Total 1910 100.0 1057 100.0 2967 100.0 Statistical comparison between groups. Chi-square test P = N.S. significant difference in the distribution of these two variables, indicating they were independent of one another. This assumption allowed for statistical comparison in order to test differences in the behavior of the two groups. Athletes Controls Results Body-mass index The focus of the study results centers on a comparison of the BMI values of the two groups (athletes vs controls) across the different age groups (Table II, Figure 2). The box-plot analysis of the interquartile distribution of the BMI scores highlights that obesity is more prevalent among elementary schoolchildren (age group 5-9 years) (Table III). Physical Activity The results are illustrated in Table IV and Figures 3 and 4. Smoking The results are shown in Tables VI and VII. Alcohol Use. The results are shown in Tables VIII-XI. Vol. 61, N. 2 Age group: <18 years 18-39 years ≥40 years Figure 1.—Pie chart of age group segments. Figura 1. — Rappresentazione grafica dei due gruppi divisi per classi di età. — l’Odd Ratio (OR) per consentire di valutare il livello di rischio di obesità per gruppo e classe di età (11). Nello specifico il test equivale al rapporto aritmetico tra il tasso di obesità dei due gruppi e il tasso di assenza di obesità negli stessi gruppi. I valori di OR tra 0 e 1 esprimono una relazione negativa, mentre i valori di associazione positiva vedono i seguenti livelli: 1,3 relazione debole, 1,7 relazione modesta, 3 relazione moderata, 8 relazione forte, 20 relazione fortissima. I due gruppi selezionati (Tabella I, Figura 1) sono risultati omogenei per sesso e classe di età. Il confronto statistico tra i gruppi, attraverso il chi-quadrato, ha evidenziato differenze non significative nelle distribuzioni e quindi una relazione di indipendenza. Questo presupposto consente di MEDICINA DELLO SPORT 183 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE II.—Body-mass index values of the study population. TABELLA II. — Confronto fra i valori medi ± deviazione standard (DS) del BMI fra i due gruppi. Athletes Controls Age group - yrs No. % T-test P value No. % 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 57 590 423 179 164 127 108 98 59 105 17.4±2.6 19.9±3.0 21.3±2.5 22.3±2.3 23.3±2.8 23.7±2.8 24.4±3.1 24.5±2.7 24.6±2.5 25.1±2.6 57 292 214 114 107 64 52 50 33 74 21.6±4.7 21.0±3.7 22.3±2.6 23.1±2.3 24.0±2.9 24.9±2.7 24.7±3.5 24.5±2.7 24.1±2.2 25.6±2.7 <0.001 <0.001 <0.001 <0.011 <0.051 <0.011 NS NS NS NS Total 1910 21.8±3.4 1057 22.8±3.5 <0.001 Plus-minus values are means ±SD. poter effettuare i confronti statistici al fine di testare eventuali differenze nei comportamenti dei due gruppi. 35 30 Risultati IBM 25 BMI 20 >50 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 19-24 15-18 10-14 5-9 15 Age group Athletes Controls Figure 2.—Interquartile distribution of BMI by study group and by age group (Box-plot). Figura 2.—Rappresentazione grafica della distribuzione interquartile (box-plot) per gruppo e classe d’età. La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei valori di BMI fra i gruppi (atleti vs controlli) nelle varie classi di età (Tabella II, Figura 2). L’analisi della distribuzione dei punteggi BMI, nella loro distribuzione interquartile attraverso l’utilizzo dei box-plot, mostra in maniera chiara come l’obesità sia più diffusa nelle classi di età scolari (59 anni) (Tabella III). Attività fisica I risultati sono riportati nelle Tabelle IV, V e nelle Figura 3, 4. Fumo Use of Medications The results are shown in Tables XI-XVII. I risultati sono riportati nelle Tabelle VI, VII. Consumo di alcolici Use of Integrators The results are shown in Table XVIII. I risultati sono riportati nelle Tabelle VIII-XI. Uso di farmaci I risultati sono riportati nelle Tabelle XII-XVII. Self-prescription The results are shown in Table XIX. 184 Uso di Integratori I risultati sono riportati nella Tabella XVIII. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA TABLE III.—Distribution of BMI by age group (percent). TABELLA III. — Distribuzione percentuale del BMI per gruppo e classe di età. BMI Age group - yrs 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 Total Subjects Risk analysis Underweight Normoweight Overweight Class II Obesity Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls Athletes Controls 61.4 31.6 33.6 26.4 11.3 7.0 1.7 0.9 3.7 1.9 1.6 — — — — — — — — — 38.6 45.6 60.8 58.2 80.9 77.1 87.2 70.2 73.2 67.3 63.8 46.9 63.9 65.4 62.2 64.0 66.1 78.8 55.2 45.9 — 15.8 5.3 13.4 7.6 15.9 10.6 28.9 21.3 27.1 34.6 51.6 32.4 28.8 34.7 30.0 30.5 21.2 41.0 50.0 — 7.0 0.3 2.1 0.2 — 0.6 — 1.8 3.7 — 1.6 3.7 5.8 3.1 6.0 3.4 — 3.8 4.1 Athletes Controls 15.3 10.7 68.4 63.3 15.2 23.7 1.0 2.3 Chi square P OR 95% CI <0.001 16.54 6.71-25.21 <0.001 3.08 1.92-4.94 <0.001 2.23 1.34-3.72 <0.001 3.23 1.75-6.00 NS 1.47 0.86-2.56 <0.05 2.14 1.16-3.94 NS 0.94 0.47-1.87 NS 0.93 0.46-1.88 NS 0.52 0.19-1.42 NS 1.45 0.80-2.64 <0.001 1.80 1.50-2.13 OR denotes Odds Ratio; 95% CI 95% Confidence Interval. TABLE IV.—Daily amount of time (minutes) engaged in physical activity stratified by age group (percent). TABELLA IV. — Range (minuti) di attività fisica giornaliera per gruppo e classe di età (valori percentuali). Athletes Age group - yrs Controls Chi square P value 60-90 >90 Total time >60 60-90 >90 Total time >60 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 22.8 17.5 14.4 17.9 14.0 17.3 20.4 21.4 22.0 17.1 17.5 36.3 40.0 34.6 31.7 26.0 26.9 25.5 15.3 18.1 40.3 53.8 54.4 52.5 45.7 43.3 47.3 46.9 37.3 35.2 5.3 1.7 0.0 1.8 0.0 1.6 3.8 0.0 0.0 0.0 0.0 0.7 0.9 0.0 0.0 0.0 0.0 2.0 3.0 0.0 5.3 2.4 0.9 1.8 0.0 1.6 3.8 2.0 3.0 0.0 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.010 <0.001 Total 17.2 32.6 49.8 1.2 0.6 1.8 <0.001 Stress The results are shown in Table XX. Depression The results are shown in Table XXI. Vol. 61, N. 2 Autoprescrizione I risultati sono riportati nella Tabella XIX. Stress I risultati sono riportati nella Tabella XX. MEDICINA DELLO SPORT 185 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE V.—Weekly amount of time (minutes) engaged in physical activity stratified by age group (median). TABELLA V. — Minuti di attività fisica settimanale per gruppo e classe di età (mediana e confronto fra gruppi). Median Athletes Q1-Q3 No. Median Controls Q1-Q3 MannWhitney U test Age group - yrs No. 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 57 590 423 179 164 127 108 98 59 105 300 360 480 360 360 360 360 360 300 360 210-360 240-480 360-600 300-600 240-480 240-480 240-480 240-480 240-480 240-600 57 292 214 114 107 64 52 50 33 74 120 120 120 0 0 0 0 0 0 0 60-120 120-120 120-120 0-120 0-60 0-0 0-120 0-15 0-60 0-60 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 <0.001 Total 1910 300 240-480 1057 120 0-120 <0.001 Depressione 1000 I risultati sono riportati nella Tabella XXI. Weekly physical activity (min) 900 800 Ansia 700 I risultati sono riportati nella Tabella XXII. 600 500 Ansia o depressione pregressi 400 I risultati sono riportati nella Tabella XXIII. 300 200 100 Discussione >50 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 19-24 15-18 10-14 5-9 0 Age group Athletes Controls Figure 3.—Weekly physical: interquartile distribution by study group and age group (box plot). Figura 3. — Attività fisica settimanale: rappresentazione grafica della distribuzione interquartile (box-plot) per gruppo e classe d’età. Anxiety The results are shown in Table XXII. Past Anxiety or Depression The results are shown in Table XXIII. Discussion The statistical comparison between the two groups (Table II) shows significantly different 186 Il confronto statistico fra atleti e controlli (Tabella II) mette in luce valori medi significativamente diversi nei punteggi del BMI nelle fasce d’età più basse a conferma dell’ipotesi di fondo che l’indice di obesità è significativamente più alto nella popolazione che non svolge attività fisica 12. L’analisi del numero medio di minuti di attività fisica giornaliera e settimanale conferma la significativa differenza fra i due gruppi a confronto. E’ interessante osservare come l’attività fisica tenda, fra gli atleti, a crescere con l’età sino alla fascia 19-24 anni, mentre fra i controlli dopo i 9 anni si registra un sostanziale calo. Approfondendo l’analisi dell’associazione tra attività fisica ed obesità sono emersi dati significativi nella misurazione del rischio attraverso l’odd ratio: in particolare nella classe di età 5-9 anni si osserva (tab. III) la più alta probabilità di rischio dei controlli di sviluppare l’obesità rispetto agli atleti, probabilità che si mantiene significativamente più elevata fino alla classe di età 19-24 e nella fascia 3034 anni. Allo stesso modo, la Figura 2 mostra in maniera chiara come esista nei bambini un diverso MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA Controls Athletes 0.44% 1.28% 0.2% 0.03% 6.67% 1.01% 22.51% 12.37% 21.5% 33.97% Weekly physical activity: None 60-120 min 300-600 min 180-300 min >600 min Figure 4.—Pie chart of weekly amount of time engaged in physical activity (percent). Figura 4. — Rappresentazione grafica dell’attività fisica settimanale: confronto tra gruppi (valori percentuali) TABLE VI.—Per cent of smokers in each group stratified by age group. TABELLA VI. — Prevalenza fumatori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.0 5.5 32.0 39.7 31.6 23.6 15.2 13.7 8.7 1.0 9.2 24.1 34.9 6.9 15.8 0.0 0.0 15.4 0.3 6.6 29.6 38.4 26.0 22.2 12.2 11.9 9.5 0.0 17.0 44.3 61.5 59.2 20.9 15.0 10.7 13.8 2.1 10.4 22.9 37.9 26.7 22.2 20.0 20.0 33.3 0.7 15.0 37.7 55.1 51.6 21.2 16.0 12.1 16.2 Total 13.3 9.2 12.1 21.7 13.2 19.3 Statistical comparison – χ2 test: P <0.001. mean BMI values in the lower age groups, confirming the hypothesis that the obesity index is significantly higher in the physically inactive group.12 A comparison of the daily and weekly mean number of minutes of physical activity confirms the significant difference between the two groups: among the athletes, the time engaged in physical Vol. 61, N. 2 andamento del valore del BMI in relazione all’età. Si passa da una forte differenziazione dei punteggi fra i due gruppi nella classe 5-9 anni ad un graduale avvicinamento in età adolescenziale ed adulta. Analizzando ulteriormente i dati di classificazione del BMI per singolo gruppo e classe di età (Tabella III) si può osservare la presenza di una differenza statisticamente significativa fra le cate- MEDICINA DELLO SPORT 187 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE VII.—Prevalence of smokers (number of cigarettes smoked) stratified by age group (percent). TABELLA VII. — Prevalenza fumatori per quantità, gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,05 per fumo <10 sigarette e P<0,001 per fumo >10 sigarette). < 10 cigarettes Age group - yrs Athletes > 10 cigarettes Controls Athletes Controls Males Females Males Females Males Females Males Females 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.0 5.1 20.0 30.6 21.4 15.7 6.3 11.8 7.6 1.0 9.2 22.2 20.9 6.9 15.8 0.0 0.0 0.0 0.0 16.3 31.6 42.3 42.9 7.0 2.5 3.6 13.8 2.1 10.4 20.0 17.2 6.7 22.2 10.0 20.0 33.3 0.0 0.3 12.0 9.1 10.2 7.9 8.9 2.0 1.1 0.0 0.0 1.9 14.0 0.0 0.0 0.0 0.0 15.4 0.0 0.7 12.7 19.2 16.3 14.0 12.5 7.1 0.0 0.0 0.0 2.9 20.7 20.0 0.0 10.0 0.0 0.0 Total 9.5 7.5 15.5 9.6 3.9 1.7 6.2 3.6 Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.05 for smoking <10 cigarettes; P<0.001 for smoking >10 cigarettes. TABLE VIII.—Prevalence of alcohol use stratified by age group (percent). TABELLA VIII. — Prevalenza consumo di alcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.8 17.7 56.8 61.2 60.2 48.3 46.8 43.1 41.3 3.1 10.8 35.2 55.8 48.3 31.6 15.8 50.0 30.8 1.5 15.6 50.3 59.8 57.5 45.4 40.8 44.1 40.0 1.0 29.3 69.6 76.9 65.3 46.5 52.5 28.6 44.6 2.1 9.0 57.1 55.2 46.7 55.6 20.0 100.0 55.6 1.4 22.9 65.8 71.0 60.9 48.1 46.0 39.4 45.9 Total 29.0 17.6 25.8 35.8 22.5 32.0 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. activity increases with increasing age up to the 1924-year age group, whereas it declines after age 9 years among the controls. An analysis of the association between physical activity and obesity shows that in the 5-9-year age group the controls have a higher risk of developing obesity (Table III); the Odds Ratio (OR) also indicates that this risk remains significantly higher in the 1924-year and the 30-34-year age groups. Figure 2 illustrates that the trend in BMI with respect to age differs widely in the younger age groups (5-9 years) before gradually approximately one another with increasing age. The BMI clas- 188 gorie in tutte le fasce ad eccezione degli ultratretacinquenni e della fascia 25-29 anni. Nel gruppo di controllo fra i 5 e i 9 anni i soggetti sovrappeso sono il 22,8%, di cui il 7,0% presenta un’obesità di 2° grado. Tale situazione critica (5-9 anni) rispetto al rapporto di prevalenza tra atleti e controlli si configura come primario settore per interventi strutturati di educazione alla salute rispetto all’adozione di corretti stili di vita e modelli di consumo alimentare per far rientrare i soggetti a rischio in un’area di accettabilità 13. È importante inoltre osservare come il fenomeno dell’obesità tenda a ridursi dalla fascia d’età MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA TABLE IX.—Prevalence of habitual use of wine/beer with meals stratified by age group (percent). TABELLA IX. — Prevalenza consumo abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.3 3.8 18.4 26.4 29.6 30.3 34.2 27.5 35.9 0.0 0.0 3.7 7.0 10.3 21.1 15.8 50.0 15.4 0.2 2.6 14.0 21.3 25.2 28.7 30.6 30.5 33.3 1.0 7.5 24.1 37.2 24.5 20.9 37.5 17.9 36.9 0.0 0.0 2.9 17.2 13.3 44.4 20.0 40.0 22.2 0.7 5.1 17.5 31.8 21.9 25.0 34.0 21.2 35.1 Total 14.3 3.9 11.4 16.7 6.0 13.6 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. TABLE X.—Prevalence of no use of wine/beer with meals stratified by age group (percent). TABELLA X. — Prevalenza consumo non abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.0 0.5 13.3 40.0 37.2 29.6 16.9 17.7 19.6 8.7 7.7 8.8 10.8 31.5 48.8 37.9 10.5 0.0 0.0 15.4 3.5 3.2 12.5 37.4 40.2 31.5 15.7 14.3 16.9 9.5 3.2 — 21.8 44.3 42.3 42.9 23.3 17.5 14.3 9.2 0.0 — 9.0 57.1 37.9 33.3 11.1 0.0 40.0 11.1 1.8 — 17.8 48.2 41.1 40.6 21.2 14.0 18.2 9.5 Total 15.4 16.1 15.6 19.7 15.2 18.4 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. sification of the two groups and each age group (Table III) shows a statistically significant difference across all categories, except for the 25-29year and the over-50-year age groups. Among controls aged 5-9 years, 22.8% are overweight, of which 7.0% have grade 2 obesity. This critical situation should be targeted for structured health care education interventions that encourage the adoption of a healthy lifestyle and dietary habits that would lower their risk to within an acceptable range. 13 Of note is that obesity tends to diminish in the older age groups (10-14 years) due to a major weekly increase in physical activity in both athletes and controls. This change in Vol. 61, N. 2 successiva 10-14 per effetto di un sensibile incremento dell’attività fisica settimanale non solo negli atleti ma anche nei controlli. Tali comportamenti in parte autoindotti (o influenzati dalla famiglia) andrebbero rinforzati da programmi specifici di educazione sanitaria e di prevenzione del rischio già a partire dai 5-6 anni ovvero nella fase in cui non c’è ancora un approccio importante all’attività fisica. Il confronto dei due gruppi rispetto all’attività fisica mette in rilievo differenze significative fra tutte le classi di età sia nell’attività fisica quotidiana sia in quella settimanale (Tabella V). Mettendo a confronto l’attività giornaliera riclassificata in range (Tabella IV) si evidenziano forti dif- MEDICINA DELLO SPORT 189 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE XI.—Prevalence of use of spirits stratified by age group (percent). TABELLA XI. — Prevalenza consumo superalcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 — — 1.0 1.6 0.8 1.0 1.1 1.3 — — — — — — — — — — — — — — 0.7 1.1 0.6 0.8 0.9 1.0 — — — — — 11.4 7.7 — 4.7 10.0 3.6 — — — 1.5 2.9 10.3 13.3 — 10.0 — 11.1 — — 0.5 8.8 8.4 3.1 3.8 10.0 3.0 1.4 Total 0.7 0.0 0.5 2.9 3.0 2.9 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. TABLE XII.—Prevalence of use of medications stratified by age group (percent). TABELLA XII. — Prevalenza consumo di farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total 5-9 10-14 15-18 19-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 >50 0.0 2.3 2.4 5.6 3.3 7.1 4.5 5.1 3.9 16.3 3.8 3.6 5.4 31.5 27.9 6.9 5.3 15.8 0.0 30.8 1.8 2.7 3.3 13.4 9.8 7.1 4.6 7.1 3.4 18.1 0.0 12.3 9.5 13.9 3.8 4.1 2.3 7.5 0.0 24.6 2.7 3.1 9.0 34.3 24.1 6.7 0.0 10.0 40.0 22.2 1.2 9.2 9.3 20.2 9.3 4.7 1.9 8.0 6.1 24.3 Total 4.3 10.1 5.9 9.8 13.6 10.9 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. behavior, whether self-induced or influenced by the family, should be strengthened through specific health care education and risk prevention programs starting in elementary school children (5-6 years old), i.e., at an age when engagement in physical activity is not yet habitual. A comparison of the two groups with respect to the amount of time engaged in physical activity shows significant differences in daily and weekly engagement across all age groups (Table V): only 1.8% of controls versus 49.8% of athletes practice physical activity for at least an hour a day (Table IV). On a weekly time scale (Figure 190 ferenze: solo l’1,8% dei controlli, contro un 49,8% di atleti, svolge attività fisica per almeno un ora al giorno. Utilizzando come parametro temporale la settimana tipo (Figura 4) emerge in maniera chiara come il gruppo di controllo in prevalenza o non svolga attività (12,3%) o la svolga per un massimo di 2 ore (21,5%). Per contro gli atleti collocano la loro attività su valori settimanali abbastanza elevati a conferma di una continuità su base quotidiana. Passando all’analisi dettagliata degli stili di vita osserviamo la differenza significativa dei fumatori negli atleti (12,1%) nei confronti dei controlli MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA TABLE XIII.—Prevalence of use of cardiovascular drugs stratified by age group (percent). TABELLA XIII. — Prevalenza consumo di farmaci cardiocircolatori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 — 0.7 3.2 — — 5.0 — 0.5 3.4 0.8 0.4 9.0 — — 4.2 0.6 0.3 8.3 Total 0.7 0.4 0.6 2.1 0.3 1.6 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001. TABLE XIV.—Prevalence of use of gastroprotective drugs stratified by age group (percent). TABELLA XIV. — Prevalenza consumo di farmaci gastroprotettivi per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,005). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 — 0.7 1.4 — 1.3 5.0 — 0.8 1.9 0.8 0.4 2.3 1.1 3.2 8.3 0.9 1.1 3.2 Total 0.4 0.7 0.5 0.9 2.3 1.3 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.005. TABLE XV.—Prevalence of use of anxiolytics stratified by age group (percent). TABELLA XV. — Prevalenza consumo di farmaci ansiolitici per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,005). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 0.1 0.9 0.5 0.3 0.6 0.0 0.2 0.8 0.4 0.0 0.7 0.0 1.1 3.2 0.0 0.4 1.4 0.0 Total 0.4 0.4 0.4 0.3 1.7 0.7 Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.005. TABLE XVI. — Prevalence of use of oral contraceptives stratified by age group (percent). TABELLA XVI. — Prevalenza consumo di farmaci anticoncezionali per gruppo e classe di età (valori percentuali). Age group - yrs Athletes Females Controls Females <18 18-39 ≥40 0.0 16.3 0.0 0.0 12.9 0.0 Total 4.9 Statistical comparison between groups - Vol. 61, N. 2 4.0 χ2 test: P NS. (19,3%). Uno studio precedente effettuato nell’anno 2000 da Bonetti et al. 5, che metteva a confronto la prevalenza dei fumatori con il trend nazionale, non aveva evidenziato differenze. Appare comunque evidente che nello spazio di tempo intercorrente dal 2000 al 2005 sono cambiate sostanzialmente le abitudini degli italiani nei confronti del fumo di sigaretta grazie alle campagne antifumo che si sono succedute, ma l’adozione di un corretto stile di vita quale l’esercizio fisico incide ancora più marcatamente su questo tipo di dipendenza Un dato preoccupante e in controtendenza rispetto alle abitudini del passato si evince dalla diffusione MEDICINA DELLO SPORT 191 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE XVII.—Prevalence of use of other medications stratified by age group (percent). TABELLA XVII. — Prevalenza consumo di altri farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,05). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 1.9 2.4 4.5 3.6 3.1 7.5 2.4 2.6 5.0 8.2 4.8 3.0 5.9 3.2 12.5 7.4 4.4 4.5 Total 2.5 3.7 2.8 6.1 5.6 6.0 Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.05. TABLE XVIII.—Prevalence of use of integrators stratified by age group (percent). TABELLA XVIII. — Prevalenza uso di integratori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,01). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 0.6 7.6 6.9 1.2 4.4 5.1 0.8 6.8 0.4 0.3 2.6 5.3 0.0 4.3 4.2 0.2 3.0 0.6 Total 3.8 3.0 3.6 2.0 1.7 1.9 Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.01. TABLE XIX.—Prevalence of use of over-the-counter drugs stratified by age group (percent). TABELLA XIX. — Prevalenza autoprescrizione farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P NS). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 0.1 0.0 0.5 0.0 0.6 0.0 0.1 0.2 0.4 0.6 — 0.8 1.1 — 0.0 0.7 — 0.6 Total 0.1 0.2 0.2 0.4 0.7 0.5 Statistical comparison between groups - χ2 test: P NS. 4), 12.3% of controls practice no sports and 21.5% engage in sports 2 hours or less, whereas the athletes maintain high weekly levels in continuity with daily exercise. An examination of lifestyles shows a significant difference between the percentage of smokers (12.1% among athletes versus 19.3% among controls). A study Bonetti and co-workers5 conducted in 2000 on the prevalence of smokers with respect to national statistics showed no difference. It seems clear, however, 192 dell’abitudine al fumo nelle femmine (Tabella VI). Il dato si conferma anche in coloro che fumano meno di 10 sigarette al giorno e soprattutto nei forti fumatori (oltre 10 sigarette), dove le femmine superano i maschi sia nel gruppo degli atleti che nel gruppo di controllo nella fascia d’età 25-29 anni e nel gruppo delle atlete di 50 anni e oltre (Tabella VII), a dimostrare la difficoltà da parte della popolazione femminile a disassuefarsi dal fumo di sigaretta 14. Il consumo di alcolici è significativamente più diffuso nel gruppo di controllo (Tabella VIII), la dif- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA TABLE XX.—Prevalence of stress stratified by age group (percent). TABELLA XX. — Prevalenza stress per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P NS). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 1.4 4.3 7.7 1.2 7.5 12.5 1.4 5.2 8.4 1.1 4.1 6.0 0.5 6.5 25.0 0.9 4.7 8.9 Total 3.4 3.9 3.6 3.0 4.3 3.4 Statistical comparison between groups - χ2 test: P NS. TABLE XXI.—Prevalence of depression stratified by age group (percent). TABELLA XXI. — Prevalenza depressione per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,01). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 1.4 0.7 2.7 0.6 0.0 0.0 1.2 0.5 2.3 2.3 3.3 3.8 2.2 4.3 0.0 2.2 3.6 3.2 Total 1.4 0.4 1.1 2.9 2.6 2.8 Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.01. TABLE XXII.—Prevalence of anxiety stratified by age group (percent). TABELLA XXII. — Prevalenza ansia per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P NS). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 2.5 2.8 7.2 2.4 3.8 7.5 2.4 3.1 7.3 1.7 2.6 1.5 2.7 9.7 8.3 2.0 4.4 2.5 Total 3.3 3.2 3.3 2.0 5.3 2.9 Statistical comparison between groups - χ2 test: P NS. that smoking habits changed considerably between 2000 and 2005 in Italy because of antismoking campaigns conducted during this period and because of lifestyle changes that physical activity can bring about in reducing tobacco use. A worrying new situation is the increase in tobacco use among females (Table VI). This finding is confirmed also among light smokers (<10 cigarettes/day) and heavy smokers (>10 cigarettes/day), where more females smoke than males in both groups in the 25-29 age Vol. 61, N. 2 ferenza cala nel consumo non abituale e nel consumo di vino e birra durante i pasti (Tabelle IX, X); più marcate le differenze nel consumo abituale e nel consumo di superalcolici (Tabella XI). Le femmine bevono meno ma non tanto quanto ci si potrebbe attendere e sconcertante è il dato secondo cui nel gruppo di controllo le femmine consumano superalcolici (Tabella XI) più dei maschi con particolare riguardo alle fasce 25-29 e ancor più nella fascia 30-34 15. Il consumo abituale di farmaci è molto più diffuso nel gruppo di controllo con particolare evi- MEDICINA DELLO SPORT 193 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE TABLE XXIII.—Prevalence of subjects with history of anxiety or depression stratified by age group (percent). TABELLA XXIII. — Prevalenza soggetti che hanno sofferto in passato di ansia o depressione e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0.01). Athletes Controls Age group - yrs Males Females Total Males Females Total <18 18-39 ≥40 2.6 4.3 5.4 7.8 8.8 5.0 4.3 5.5 5.3 0.6 3.7 1.5 0.0 0.0 16.7 0.4 2.8 3.8 Total 3.6 7.9 4.8 1.9 1.3 1.7 Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.01. group and among athletes >50 years old (Table VII), demonstrating that females are less likely to give up smoking. 14 Alcohol use is significantly higher among controls (Table VIII); the difference narrows in non habitual alcohol use and the use of wine/beer at mealtimes (Tables IX and X). More marked is the difference in the use of spirits (Table X). Females drink less but not much less than one would normally expect; disturbing is the finding that among the controls the females drink more spirits than their male counterparts in the 25-29year and even more in the 30-34-year age groups. 15 There is a greater widespread use of medications among the controls, and particularly among the males (Table XII). The incidence among women of reproductive age probably reflects the use or oral contraceptives, which was the same in both groups (Table XVI). 16 The habitual use of cardiovascular drugs among the controls is due to the widespread use of antihypertensives, where the introduction of physical activity as a first step in antihypertensive treatment could significantly reduce drug use.17 But there was also a significant difference in the use of gastroprotective agents (Table XIV), confirming data (unpublished) from a 2003 joint study between the Sports Medicine Services and the Department of Gastroenterology, University of Parma, that indicated a major prevalence of gastroesophageal reflux among sedentary persons.18 A comparison of the use of anxiolytics shows a less frequent use among the physically active, indicating that physical activity may have a positive effect on controlling anxiety (Table XV). Significant differences in the use of other drugs (Table XVII) suggests that a healthy lifestyle and 194 denza nei maschi (Tabella XII); l’incidenza dei valori nelle femmine in età feconda risente con ogni probabilità dell’uso della pillola anticoncezionale, il cui utilizzo è ugualmente suddiviso nei due gruppi (Tabella XVI) 16. L’uso abituale dei farmaci cardiovascolari nella fascia di controllo (Tabella XIII) è dovuto quasi esclusivamente alla diffusione di farmaci antiipertensivi, laddove invece l’inserimento dell’esercizio fisico come primo gradino nella scala della terapia antiinpertensiva permetterebbe di ridurne in modo significativo il consumo 17. Anche rispetto al consumo di farmaci gastro-protettivi risulta rilevante la differenza fra i due gruppi (Tabella XIV), ad ulteriore conferma dei dati emersi da uno studio effettuato nel 2003 in collaborazione tra il Servizio Medicina dello Sport di Parma e la Cattedra di Gastroenterologia dell’Università di Parma riguardo alla diffusione della Malattia da reflusso gastrointestinale (dati non pubblicati), che aveva già evidenziato la maggiore incidenza di questa patologia nella popolazione sedentaria 18. Analizzando l’uso dei farmaci ansiolitici si evidenziano valori piuttosto bassi. Pare comunque importante rilevare come esista una minore frequenza d’uso da parte degli sportivi quasi ad ipotizzare che l’attività fisica intensa possa avere migliori effetti sul contenimento dell’ansia (Tabella XV). Anche nelle altre categorie di farmaci c’è una differenza rilevante (Tabella XVII) tra i due gruppi, a testimonianza del fatto che un corretto stile di vita qual è l’esercizio fisico diminuisce comunque la necessità di ricorrere al trattamento farmacologico. Differente (Tabella XVIII) naturalmente il discorso riguardante l’uso di integratori, più utilizzati dagli sportivi che dai controlli 19. Un dato preoccupante è la percentuale di soggetti che si autoprescrive le terapie (Tabella XIX), MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE ANEDDA physical activity diminish the need for pharmacological treatment. A completely different picture is the use of integrators, which is much higher among athletes than controls. 19 A cause of concern is the percentage of subjects who use over-the-counter OTC medications (Table XIX), a finding which may have been influenced by the use of integrators among the athletes. Stress and anxiety (Table XX and XXII) affect both athletes and controls equally: while depression (Table XXI) occurs more often among controls, noteworthy was the frequent finding of a history of psychological stress among athletes, suggesting that perhaps physical activity was an aid in overcoming this disturbance (Table XXIII). Conclusions Physical activity has undisputed advantages for physical well being; regular exercise improves one’s lifestyle and consequently reduces the risk of cardiovascular disease. The two study groups showed marked differences in rates of obesity, use of tobacco, alcohol and medications, and depression. In both males and females, maintaining an adequate level of physical activity constitutes a protective factor against the development of atherosclerosis and other disorders linked to a sedentary lifestyle. Although the level of physical capacity may be considered a genetically predetermined factor, it is closely related to the level of activity, making it more important than the genetic factor in determining one’s health status. Achieving good health does not require huge effort; instead, frequent and regular aerobic, medium-low intensity exercise for at least 30 minutes a day is generally sufficient. 20 Mounting scientific evidence underlines the importance of physical activity as a preventive and therapeutic means to warding off affluent illnesses. 21 Just as unhealthy lifestyles lead to all sorts of health risks, with one risk factor associating with another, so too eliminating one risk factor may reduce the likelihood of acquiring others. In essence, adopting a healthy lifestyle centered around adequate physical activity will increase the chance of one’s adopting other healthy habits, thus improving modifiable risk factors. A final consideration is that the task of the sports Vol. 61, N. 2 pratica presente anche nel gruppo degli sportivi verosimilmente a causa dell’utilizzo di integratori. Rispetto all’analisi del vissuto, lo stress e l’ansia (Tabelle XX, XXII) colpiscono in eguale misura sportivi e controlli, la depressione (Tabella XXI) è più frequente nel gruppo di controllo; ma il dato più eclatante è vedere come nel campione degli atleti è più alta la percentuale di coloro che hanno sofferto in passato di stress psichici. a testimonianza del fatto che probabilmente grazie all’attività fisica tali disturbi, verificatisi in passato, non sono più presenti (Tabella XXIII). Conclusioni Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento, migliorando gli stili di vita, migliora di conseguenza i fattori di rischio cardiovascolari I due campioni a confronto, uno che svolge regolarmente attività fisica e uno sedentario, hanno mostrato grandi differenze soprattutto per gli aspetti relativi a obesità, fumo, alcool, uso abituale di farmaci e depressione. In entrambi i sessi il mantenimento di un buon livello di attività fisica mostra di costituire un fattore protettivo nei confronti del possibile sviluppo di aterosclerosi e di tutte le patologie connesse alla vita sedentaria. Anche se il livello delle capacità fisiche riflette principalmente un fattore costituzionale geneticamente determinato, tuttavia, poiché la capacità si correla molto strettamente con il livello di attività, quest’ultima rappresenta un fattore molto più importante di quello genetico nel condizionare lo stato generale di salute. Per ottenere un buono stato di salute non occorrono grandi sforzi ma è sufficiente eseguire frequentemente e con costanza qualche esercizio di tipo aerobico anche a medio-bassa intensità per almeno mezz’ora al giorno 20. La letteratura scientifica degli ultimi anni è andata arricchendosi di un numero assai elevato di ricerche tra loro concordi nell’evidenziare l’importanza dell’attività fisica quale presidio preventivo e terapeutico delle malattie da benessere 21. Stili di vita scorretti predispongono alla presenza di fattori di rischio multipli; un fattore di rischio può portare ad un altro fattore di rischio, mentre il miglioramento di un fattore può migliorare gli altri. Pertanto l’adozione di un corretto stile di vita, incentrato su un’attività fisica adeguata, favorisce l’adozione di altre abitudini corrette migliorando quasi tutti i fattori di rischio modificabili. Le considerazioni finali vogliono ribadire che il MEDICINA DELLO SPORT 195 ANEDDA LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE physician is to educate the population about the benefits of physical exercise and to prescribe anyone physical exercise who wishes to take it up. We believe that the future of sports medicine needs to be set within this broader perspective: to reach out beyond the routine of the physical fitness examination and to apply our knowledge and skills to the assessment of persons wishing to improve their well-being through practicing physical activity within the limits of their abilities. References/Bibliografia 1) Bradfield RB, Curtis DE, Margen S: Effect of activity on calorie response of obese women. Am J Clin Nutr 1968;21:1208-1210. 2) Van Mechelen W, Twisk J, Kemper H: The relationship between phisical activity and phisical fitness in youth and cardiovascular health later in life: whet longitudinal studies can tell. 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E’ nostro fermo convincimento che il futuro della Medicina dello Sport sia proprio questo: uscire dall’elemento burocratico della visita di idoneità sportiva agonistica per aprire le nostre competenze alla valutazione dello stato di salute del soggetto normale che vuole migliorarsi adottando l’esercizio fisico in maniera confacente alle proprie possibilità. risk factors in middle-aged men. Int J Sports Med 2000;21:235-41. 8) Geddes JR, Carney SM, Davies C, Toshiaki AF,Kupfer DJ, Frank E et al.: Relapse prevention with antidepressant drug treatment in depressive disordes: sistematic rewiev. Lancet 2003;361:653-61. 9) Giampietro M, Spada R, Caldarone G: Attività fisica e obesità. Mediserve Ed, Milano Firenze Napoli 2001.p.1-3. 10) Graig JG: Validity of anthropometic equations for determination of changes in body composition in adult males during traing. J Sports Med Pys Fitness 1989;29: 141-56. 11) Altman G: Practical statistics for medical research. 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SANTILLI 1, 2 2Italian 1Noopolis Foundation, Rome, Italy Olympic National Committee - CONI, Rome, Italy 3National Research Center, Milan, Italy SUMMARY Preliminary results of a pilot study of the Healthy Growth Chart project are presented. The aim of the project is to monitor the growth of schoolchildren. The study population was approximately 1 500 schoolchildren (age range, 8-12 years) residing in 14 regions in Italy. The subjects completed a questionnaire investigating body weight and height. Boys weighed more than girls until age 11 years and less after age 12 years. The prevalence of obesity was higher among boys than girls and higher in those residing in the southern than in the northern or central regions. Boys were taller than girls at age 8 years, shorter at age 9, the same height at age 10, taller at age 11, and shorter at age 12 years of age. This study supports the potential value of the Healthy Growth Chart project, but also reveals some weak points to be corrected. KEY WORDS: Body Mass Index - Child - Body weight - Body height - Obesity. RIASSUNTO È riportata la prima parte di uno studio pilota del progetto “Carta del Benessere”, volto a monitorare attraverso la scuola la crescita della popolazione giovanile. Circa 1 500 bambini d’entrambi i sessi, appartenenti a 14 regioni italiane e di età compresa tra 8 e 12 anni, hanno compilato e restituito un questionario su peso corporeo e statura. Il peso dei bambini era superiore a quello delle bambine fino a 11 anni, inferiore oltre i 12 anni. La prevalenza dell’obesità era del 12%, con una certa preponderanza nei bambini rispetto alle bambine e nel sud rispetto al nord e al centro Italia. La statura dei bambini era superiore a quella delle bambine a 8 anni, inferiore a 9, uguale a 10, superiore a 11 e inferiore a 12 e più anni. Questo studio mostra la potenziale validità del Progetto “Carta del benessere”, ma ne evidenzia anche alcuni elementi di debolezza, che vanno corretti. PAROLE CHIAVE: Indice di massa corporea - Bambini - Peso corporeo Statura - Obesità W ith the end of conscription in Italy, a reliable tool that collected anthropometric and health status data of males of draft age was lost. No other means has replaced it for the school-age population. Currently available data derive from questionnaires 1-5 that provide information that can be reasonably extended to the general population but do not identify treatable or preventable health risk factors. Furthermore, con- Vol. 61, N. 2 C on la fine del servizio militare di leva si è perso in Italia un sistema di controllo esaustivo, anche se limitato al sesso maschile e a una sola fascia d’età, delle condizioni antropometriche e sanitarie della popolazione giovanile. Le informazioni attualmente disponibili derivano da indagini campionarie 1-5, che forniscono dati ragionevolmente estensibili all’intera popolazione, ma non consentono di identificare tutte le situazioni MEDICINA DELLO SPORT 197 SILVESTRINI ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION ducting a general health survey would incur enormous costs and organizational effort. The schools, however, represent an appropriate setting where prevention and treatment interventions can be targeted to the young segment of the population and health education campaigns could be carried out. Following on these considerations, Noopolis designed and developed the Health Growth Chart project in which, in collaboration with the school administrations, health education material was disseminated and data on the anthropometric changes in the health status of schoolchildren were collected and analyzed. This article reports the first part of the results of a pilot study within the project and focuses on the anthropometric data of the study population and related general considerations. The study results were presented to the Council of Europe (9-10 May 2007) in a preliminary report. The study was conducted with the support of the Italian National Olympic Committee and was associated with an antidoping campaign in sports. a rischio, suscettibili d’interventi curativi o preventivi. Ovviamente, un’indagine sull’intera popolazione pone problemi organizzativi ed economici di particolare rilevanza. La scuola, d’altronde, fornisce un’opportunità unica e straordinaria, sia per entrare in contatto esaustivo con la popolazione giovanile, sia per ottimizzare eventuali interventi preventivi e curativi, sia infine per attuare campagne d’educazione alla salute. Partendo da queste considerazioni, Noopolis ha elaborato il progetto denominato “Carta del Benessere”, che attraverso la scuola prevede il monitoraggio su larga scala, abbinato a un messaggio educativo, delle condizioni antropometriche e sanitarie della popolazione giovanile. Questo lavoro riporta una prima parte dei risultati forniti da uno studio pilota del suddetto progetto, con particolare riguardo alle condizioni antropometriche della popolazione esaminata e alle indicazioni d’ordine generale che ne sono emerse. Questo studio, i cui risultati sono stati in via preliminare presentati al Consiglio d’Europa del 9 e 10 maggio 2007, è stato condotto col supporto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano ed è stato associato a una campagna contro il doping in ambito sportivo. Materials and methods Materiali e metodi Study population Popolazione The study involved 4 000 schools in 14 regions of Italy, each of which recruited on average 70 students (age range, 8-12 years). The school principals were contacted by letter in which the purpose and objectives of the study were described and accompanying educational material was included: two wall charts; an illustrated story about antidoping; a questionnaire for distribution to students; a DVD. The questionnaire was simple enough for the students to fill out on their own, without the help of teachers or family members. The students were asked to measure their height and weight, oviating the need for special equipment at school. The questionnaire contained the following items: — Are you a boy or a girl? — How old are you? — How much do you weigh? — How tall are you? — Have you ever had a toothache? — Have you ever visited the dentist? — Do you wear braces on your teeth? — Can you read the blackboard from the back of the classroom? L’indagine ha coinvolto 4 000 scuole di 14 regioni italiane, ciascuna delle quali accoglieva in media 70 studenti, focalizzandosi sull’età compresa tra 8 e 12 anni. I direttori delle scuole sono stati contattati con una lettera personale, che spiegava il significato e gli scopi dell’iniziativa, unita al seguente materiale: due locandine da appendere nell’ingresso della scuola, una storia allegorica illustrata sul doping, un questionario da distribuire agli studenti e un DVD. Il questionario è stato semplificato al massimo, in modo da consentire agli studenti di rispondere anche da soli, senza l’aiuto degli insegnanti o dei familiari. In particolare, la misurazione del peso e della statura è stata lasciata all’iniziativa individuale, evitando l’uso di strumenti certificati collocati all’interno della scuola. Le domande erano: — Sei maschio o femmina? — Quanti anni hai? — Quanto pesi? — Quanto sei alto? — Hai mai sofferto di mal di denti? — Sei mai stato da un dentista? — Porti un apparecchio ai denti? — Prova a metterti in fondo alla classe e guarda la lavagna: la vedi bene? 198 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION SILVESTRINI TABLE I.—Questionnaire response rates stratified by age and sex. TABELLA I. – Percentuale di risposta ai questionari divisa per età e sesso dei partecipanti. Sex Age-yrs Male Total Female N. % N. % N. 8 9 10 11 ≥12 10 124 304 201 13 1.5 19.0 46.6 30.8 2.0 20 184 403 238 25 2.3 21.1 46.3 27.4 2.9 30 308 707 439 38 Total 652 42.8 870 57.2 1 522 % 2.0 20.2 46.5 28.8 2.5 TABLE II.—Body weight stratified by age. Tabella II. – Dati relativi al peso corporeo divisi per età. Sex Body weight (kg) Male Female 8 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 34.6±3.4 2323-60 10 30.5±1.4 22.1-42.8 22-43 20 31.9±1.5 22.6-50.7 22-60 30 9 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 35.0±0.6 27.0-45.8 22-54 124 34.7±0.6 25.0-49.8 21-69 184 34.8±0.4 25.0-48.0 21-69 308 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 38.9±0.5 28.0-55.0 23-70 304 37.7±0.4 27.0-52.0 10-72 403 38.21±0.3 27-53.6 10-72 707 11 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 41.0±0.6 30.0-58.0 24-69 201 40.2±0.5 29.0-56.1 24-71 238 40. 6±0.4 29.0-57.0 24-71 439 ≥12 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 46.6±2.2 29.029-58 13 53.9±2.9 37.9-92.4 37-96 25 51.4±2.1 36.6-84.6 29-96 38 Age - yrs Total 10 — Can you still read the blackboard with your hand over your right eye? — Can you still read the blackboard with your hand over your left eye? — Do you wear eyeglasses? — Do you know what Mediterranean anemia is? — Do you play sports? — What kind of sports do you play? The questionnaire was part of an illustrated story based on De Coubertain’s philosophy that par- Vol. 61, N. 2 — Se chiudi con la mano l’occhio destro, vedi lo stesso bene la lavagna? — E se chiudi con la mano l’occhio sinistro? — Porti gli occhiali? — Sai che cosa è l’anemia mediterranea? — Pratichi qualche sport? — Se sì, quale? Il questionario era parte di una storia allegorica illustrata, ispirata al classico concetto di De Coubertain: partecipare allo sport è più importante che vincere, in quanto rafforza l’organismo e ne MEDICINA DELLO SPORT 199 SILVESTRINI ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION TABLE III.—Body weight stratified by geographic area. TABELLA III. — Dati relativi al peso corporeo divisi per area geografica. Age - yrs 8 Sex Male Female 9 Male Female 10 Male Female 11 Male Female ≥12 Male Female Weight (kg) North Center South Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. Mean±SD 5th-95th percentiles Range No. 32.6±2.6 2323-42 7 32.2±1.9 23 23-43 13 - 39.3±10.4 2828-60 3 27.4±1.7 22 22-35 7 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 34.4±0.7 27.0-45.0 24-54 68 34.4±0.7 25.0-49.4 24-59 105 33.1±1.4 23.023-39 12 32.7±1.2 28.028-40 10 36.6±1.0 27.3-47.5 22-50 44 35.4±2.0 23.0-50.5 21-69 69 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 38.8±0. 7 27.3-58.0 23-70 184 37.5±0.6 27.0-51.5 10-72 230 34.5±2.2 29.0 29-52 10 35.9±1.6 26.0-49.9 26-50 20 39.4±0.7 28.0-53.9 24-60 110 38.3±0.7 26.0-55.3 24-66 153 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No.° 40. 5±0.8 28.6-58.4 24-69 131 39.3±0.7 29.0-56.6 24-71 135 41.5±2.9 32.032-56 8 42.4±1.9 30.2-63.8 30-65 22 42.2±1.1 30.3-58.0 24-68 62 41.1±0.8 29.0-55.6 26-60 81 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 46.9±2.6 29 29-58 11 54.4±3.4 37.2-95.4 37-96 20 50 1 45 45 45-45 2 52.3±6.4 40.040-70 4 ticipating in sports is more important than winning, since sports strengthens the body and helps it grow. The questionnaire was administered by Angelicum Film s.r.l., Milan. aiuta la crescita. L’organizzazione e l’esecuzione pratica dell’indagine sono state affidate all’Agenzia Angelicum Film s.r.l., Milano. Risultati Results Of the 4 000 letters mailed, 2 776 school principals replied, corresponding to approximately 200 Hanno risposto all’invito 2 776 direttori su 4 000, corrispondenti a circa 100 000 studenti della fascia d’età considerata per l’indagine. Tra questi ultimi MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION TABLE IV.—Prevalence of obesity (%) stratified by age and geographic area. TABELLA IV.—Percentuale di prevalenza dell’obesità suddivisa per età e area geografica Sex Age-yrs 8 9 10 11 ≥12 North Center South Total Male Female — 2 (20.0) 23 (18.5) 41 (13.5) 18 (9.0)0 2 (10.0) 30 (16.3) 48 (11.9) 17 (7.1) 5 (20.0) 41 (10.2) 2 (6.7) 41 (18.6) 59 (11.7) 5 (9.4) 38 (12.1) 84 (12.9) 102 (11.7) 100 000 schoolchildren. Of these, 1 522 (1.5%) subjects from schools in 14 Italian regions returned the questionnaires. The breakdown in response by region was: Piedmont (282, 18.5%); Puglia (14.4%); Veneto (13.6%); Lombardy (12.7%); Campania (11.5%); the response rate from each of the remaining 9 regions was <10%. The response rate by geographic area was: North (904, 59.4%); Center (83, 5.5%); South (535, 35.2%). Of the 1 522 subjects who returned the questionnaire, 652 were boys and 870 were girls (age range, 8-12 or more years); the largest age group was the 10-year-olds, followed by children aged 11, 9, 12, and 8 years (Table I). In the three numerically largest age groups (9, 10, 11 years) for which the estimates were most reliable, the mean body weight was 34.8, 38.2, and 40.6 kg, respectively; 5% of the study population comprising these age groups weighed ≤25, 27, and 29 kg, respectively; 5% weighed 48, 53.6, and 57 kg, respectively. On average, the girls weighed approximately 1 kg less than the boys until age 11, after which an opposite trend was observed (Table II). Body weight of both boys and girls was highest in the South: on average, 9-year-old boys weighed 2 kg more and 9-year-old girls 1 kg more than their Northern counterparts; on average, 10-year-olds weighed 1 kg more; 11-yearolds weighed 1.5 kg more. After 11 years of age, and in a numerically much smaller sample, the trend reversed, with both boys and girls weighing less than those in the North (Table III). Vol. 61, N. 2 SILVESTRINI hanno compilato e restituito il questionario 1 522 soggetti, corrispondenti all’1,5% del totale e appartenenti a scuole situate in 14 regioni d’Italia. La regione più rappresentata è stata il Piemonte con 282 questionari (18,5%), seguita da Puglia (14,4%), Veneto (13,6%), Lombardia (12,7%) e Campania (11,5%). Le restanti nove regioni hanno contribuito ciascuna con percentuali inferiori al 10%. Accorpando i dati per area geografica, il nord Italia è stato rappresentato da 904 questionari pari al 59,4%, il centro da 83 (5,5%) e il sud da 535 (35,2%). Dei 1 522 soggetti che hanno compilato il questionario 652 erano bambini e 870 bambine, d’età compresa fra gli 8 e i 12 o più anni. La classe di età maggiormente rappresentata era di 10 anni, seguita da quelle di 11, 9, 12 e 8 anni (Tabella I). Nelle tre fasce di età più rappresentate (9, 10 e 11 anni), e per le quali le stime sono più attendibili, il peso corporeo medio era 34,8, 38,2 e 40,6 kg rispettivamente. Nelle suddette fasce d’età il 5% della popolazione aveva pesi ≤25, 27 e 29 kg. La stessa percentuale di popolazione aveva invece pesi ?48, 53,6 e 57 kg. Le bambine pesavano mediamente circa un chilo meno dei bambini fino all’età di 11 anni, superata la quale emergeva una tendenza di segno opposto (Tabella II). In entrambi i sessi, il peso corporeo era complessivamente più elevato nel sud rispetto al nord e centro Italia. In particolare, all’età di 9 anni i bambini di sesso maschile dell’Italia del sud pesavano mediamente due kg in più rispetto ai bambini del nord. Questa differenza era presente anche nelle bambine, seppure ridotta a poco più di un kg. A 10 anni i bambini del sud Italia di entrambi i sessi pesavano mediamente un kg più di quelli del nord. A 11 anni i bambini e le bambine del sud pesavano mediamente oltre 1,5 kg di più rispetto a quelli del nord. Anche in questo caso, superata l’età di 11 anni è emersa, seppure da una casistica estremamente ridotta, una tendenza diversa: sia nei bambini che nelle bambine, infatti, il peso corporeo era più basso al sud che al nord (Tabella III). Facendo riferimento agli standard del Center for Disease Control Americano 6, oltre che ai criteri proposti da Nader et al. 7, sono stati considerati come potenziali obesi i bambini che presentavano un Indice di Massa Corporea (body mass index, BMI) maggiore o uguale ai valori corrispondenti al 95% della loro età. Globalmente circa il 12% dei bambini risultava tale, con una modesta prevalenza dei bambini rispetto alle bambine (Tabella IV). Analizzando la prevalenza dell’obesità secondo l’età, si nota come questa decresca passando dal 16% a 9 anni al 7% a 11 anni e sia più marcata nei bambini che nelle bambine a tutte le età (Tabella IV). In entrambi i sessi gli obesi erano maggiormente rappresentati nell’Italia del sud rispetto al centro e al MEDICINA DELLO SPORT 201 SILVESTRINI ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION TABLE V.—Height stratified by age and sex. Tabella V. — Dati relativi all’altezza divisi per età e sesso dei partecipanti. Sex Age - yrs Height-cm Total Male Female 8 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 3135.1±2.3 124-. 124-146 10 134.2±1.7 125.10-159.1 125-160 20 134.5±1.3 124.6-152.3 124-160 30 9 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 138.1±0.7 125.8-149.0 100-157 124 139.0±0.6 128.5-152.8 120-160 184 138.6±0.4 128.0-151.6 100-160 308 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 143.4±0.5 130.0-158.0 110-170 304 143.3±0.6 130.0-157.0 30-178 403 143.4±0.4 130.0-157.0 30-178 707 11 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 148.0±0.6 136.0-160.0 126-168 201 147.2±0.8 135.0-162.1 42-179 238 147.6±0.5 135.0-161.0 42-179 439 ≥12 Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. 158.5±2.4 140.0140-173 13 159.3±1.2 149.3-169.1 149-170 25 159.0±1.1 148.6-170.2 140-173 38 10 In line with U.S. Centers for Disease Control (CDC) 6 reference data and criteria proposed by Nader et al.,7 children were classified as potentially obese if they presented with a body-mass index (weight in kg divided by height in m squared [BMI]) ?95th percentile for age; nearly 12% of the study population fell within this category, with a slight predominance of boys over girls (Table IV). An analysis of obesity prevalence by age group showed that the rate declined from 16% to 7% with increasing age (from 9 to 11 years) and was more marked among boys than girls across all age groups (Table IV).The prevalence of obesity was highest in the South and particularly among boys (18.6% South vs 10.2% North) (Table IV). The mean height at age 9, 10, and 11 years was 138.6, 143.4, and 147.6 cm, respectively, with an increase of 4-5 cm per year of age; in these three age groups, 5% measured <128, 130, and 135 cm, respectively, and 5% measured >151.6, 157, and 161 cm, respectively. Among the 9-yearolds, the girls were 1 cm taller on average than the boys; among the 10-year-olds, the heights were substantially the same; among the 11-year-olds, 202 nord. Questa differenza era particolarmente accentuata tra i maschi, che erano obesi nel 10,2% dei casi al nord e nel 18,6% dei casi al sud (Tabella IV). La statura media all’età di 9, 10, 11 anni era rispettivamente 138,6, 143,4 e 147,6 cm con incrementi, quindi, di 4-5 cm per anno di età. Alle stesse età il 5% della popolazione studiata aveva stature inferiori a 128, 130 e 135 cm, o superiori a 151,6, 157 e 161 cm. Le bambine erano mediamente più alte di un centimetro dei bambini all’età di 9 anni. A 10 anni le stature erano sostanzialmente uguali nei due sessi, mentre a 11 anni i bambini superavano mediamente le femmine di poco meno di un cm (Tabella V). A 9 anni le stature medie erano di due centimetri superiori al nord rispetto al sud Italia in entrambi i sessi. A dieci anni questa differenza si riduceva a meno di un centimetro e mezzo nei bambini, mentre non si osservavano più differenze nelle bambine. A 11 anni, infine, le differenze tra nord e sud apparivano per lo più attribuibili a variazioni di tipo casuale (Tabella VI). Discussione Questo studio è stato impostato come verifica preliminare della fattibilità e del potenziale interesse di MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION SILVESTRINI TABLE VI.—Height stratified by geographic area. TABELLA VI. — Dati relativi all’altezza divisi per area geografica. Age - yrs 8 Sex Male Female 9 Male Female 10 Male Female 11 Male Female ≥12 Male Female Height (kg) North Center Mean±SD 5th-95th percentiles Range N. Mean±SD 5th-95th percentiles Range No. 137.0±2.7 126.0126-146 7 135.5±2.5 125.0125-160 13 - 130. 7±3.8 124.0124-137 3 131.7±1.4 127.0127-138 7 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 138.9±0.7 130.0-149.6 120-157 68 140.1±0.7 130.0-152.7 120-159 105 139.2±1.6 131.0131-145 12 134.1±1.9 125.0 125-141 10 136.45±1.41 121.8-149.8 100-150 44 138.1±0.9 129.0-154.5 124-160 69 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 144.1±.06 130.0-160.0 110-165 184 143.2±1.0 130.0-157. 5 30-167 230 140.90±2.0 131.0 131-150 10 141.6±1.7 132.0-155.8 132-156 20 142.6±.8 126.6-156.9 110-170 110 143.7±0.7 130.0-156.0 100-178 153 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No.° 147.8±0.7 135.6-160.0 126-168 131 147.1±1.0 135.0-163.0 42-179 135 148.4±3.6 134.0 134-160 8 150.4±1.5 136.6-163.7 136-164 22 148.6±1.0 136.0-162.7 132-165 62 146.5±1.7 132.0-161.9 42-165 81 Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. Mean ± SD 5th-95th percentiles Range No. 159.8±2.7 140.0140-173 11 159.8±1.3 149.1-169.9 149-170 20 164 1 151.5±0.50 151.0151-152 2 155.5±3.3 150.0150-165 4 the boys were nearly 1 cm taller on average than the girls (Table V). Among the 9-year-olds from the North, the mean height was 2 cm greater than that of their Southern counterparts; among the 10-year-old boys, the difference was 1.5 cm; no difference was observed between the Northern and Southern girls; among the 11-year-olds, the difference in height appeared to be attributable to random variations (Table VI). Vol. 61, N. 2 South un progetto di più ampio respiro, denominato “Carta del benessere”, che è volto a monitorare attraverso la scuola le condizioni di crescita dell’intera popolazione giovanile. I risultati ottenuti, pertanto, saranno innanzi tutto discussi sotto questa particolare ottica. Essi appaiono dotati, tuttavia, anche di un loro valore intrinseco, che sarà l’oggetto della seconda parte della discussione. L’impostazione dello studio ha suggerito di semplificare al massimo il rilievo dei parametri consi- MEDICINA DELLO SPORT 203 SILVESTRINI ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION Discussion This pilot study was designed to determine the feasibility of and the potential interest in the Health Growth Chart project, which, in collaboration with school administrations, is directed at collecting and monitoring anthropometric data of the national school-age population. The first part of the discussion will focus on this aspect, while the second part will examine the intrinsic value of the study results. The study was designed to keep the parameters as simple as possible, thus averting the need for precalibrated instruments that would have increased measurement accuracy,8 but because they are not normally available in schools or homes, they would also have added to the cost of carrying out the study. Despite this limitation, the questionnaire produced body weight and height measurements substantially in line with published data for the subject age groups, indicating that the use of a simplified tool did not appreciably diminish survey accuracy or reliability. Moreover, with this simple method, the children reported anthropometric data that they normally use to control their growth. The high response rate from the school principals indicated that they understood the significance and objectives of the study, whereas the low response rate from the subjects suggests that in order to reach the desired coverage of the target groups, monitoring needs to be integrated with school routine, for example, with administration of questionnaires at registration of children in age groups detected at greater risk for health problems. An additional positive point of the project was the children’s interest in the antidoping campaign, which was part of the educational material included with the questionnaire. The interest in this initiative, as demonstrated by the number and quality of the artwork and assignments in which the topic was reworked by the children, was so high that the work will be described in a separate publication. Several teachers from the participating schools suggested adding other items to the questionnaire regarding, for example, left-handedness, altered color perception, hearing impairment, attention deficit and behavioural disturbances. While mindful that the questionnaire needs to be kept short, these suggestions will be taken into account in the final analysis of the Healthy Growth Chart project. 204 derati. Si è evitato, di conseguenza, il ricorso a strumenti pretarati che avrebbero garantito meglio l’accuratezza delle misurazioni 8, ma non essendo normalmente disponibili nelle scuole e nelle abitazioni private le avrebbero complicate e ne avrebbero accresciuto i costi. Sorprendentemente, tuttavia, i valori del peso corporeo e della statura forniti da questa indagine appaiono sostanzialmente in accordo, per le fasce d’età considerate, con quelli generalmente riportati in letteratura. Ciò indica che la semplificazione dei rilievi non ne ha inficiato in maniera apprezzabile l’accuratezza e, quindi, l’attendibilità. Per contro, essa ha evitato che le misurazioni assumessero un carattere di eccezionalità, consentendo ai ragazzi di riportare nel questionario valori corrispondenti alle misurazioni abitudinarie che sono quelle, in definitiva, cui si affida il controllo del proprio corpo. Rimanendo nelle indicazioni dello studio riferibili al progetto denominato “Carta del benessere”, merita di essere segnalata l’alta percentuale di Direttori scolastici che hanno aderito spontaneamente all’iniziativa, mostrando così di averne compreso il significato e l’interesse. Colpisce, per contro, la bassa percentuale dei ragazzi che hanno compilato e restituito spontaneamente il questionario. Se ne desume che, per raggiungere il grado auspicato di esaustività, il monitoraggio dovrebbe integrarsi nel sistema scolastico, legando la compilazione del questionario a un momento preciso dei suoi adempimenti, come l’iscrizione alle classi corrispondenti alle fasce d’età più critiche sotto i profili considerati. Tra le indicazioni positive riguardanti il suddetto progetto va anche segnalato l’interesse degli studenti per la campagna contro il doping, affidata alla storia allegorica riportata nella pubblicazione allegata al questionario. L’interesse per questa iniziativa, testimoniato dal numero e dalla qualità dei disegni e dei componimenti con i quali ne è stato interpretato o rielaborato il significato, è risultato talmente elevato, che si è deciso di farne oggetto di una pubblicazione separata. Infine, da parte di diversi insegnanti è pervenuto il suggerimento di aggiungere al questionario altre voci, riguardanti ad esempio il mancinismo, i disturbi della percezione dei colori, dell’udito, dell’attenzione e del comportamento. Questi suggerimenti meritano, pur tenendo conto dell’esigenza di non appesantire o complicare eccessivamente il questionario, di essere presi in attenta considerazione nell’elaborazione definitiva del progetto “Carta del benessere”. Passando alla seconda parte della discussione, i risultati forniti da questo studio appaiono dotati di un loro valore intrinseco, che fornisce diversi spunti di riflessione. Colpisce, in primo luogo, che i bambini abbiano un peso corporeo superiore a quello delle bambine solo fino a 11 anni d’età, superata la quale MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION The focus of this second part of the discussion is on the intrinsic value of the study results. An intriguing finding was that up to age 11 years, boys weighed more than girls, after which a reverse trend was observed in both the children from the North and the South. If confirmed by other studies, this observation needs to be followed up in the long term. Another interesting finding was the variation in the prevalence of obesity with age among boys (mean value 12%): 17.4% among 9-yearolds, 12.5% among 10-year-olds, and 8% among 11-year olds. A similar, more marked decrease was found among girls. The weight decrease may be explained by the greater independence in eating habits older children gain within the family. In line with this explanation it could be suggested that healthy diet campaigns be addressed to adults and to children above a certain age. Also significant was the difference in the prevalence of obesity between the geographic areas: more children residing in the southern regions tend to be obese than their peers in the central or northern regions. The difference was especially noticeable among boys, although it is unclear whether it was due to eating habits or to a differing cultural and social acceptability of overweight. This, too, merits further investigation. Boys aged 8 years were taller than girls, shorter at age 9, the same height at age 10, taller at age 11, and shorter at age 12 and older. The reason for this variation, other than perhaps being casual, is unclear. Until age 9, children residing in the northern regions were taller than those in the South, after which the difference narrowed or the trend reversed. If confirmed by other studies, this observation needs to be followed up over the longer term. SILVESTRINI si è manifesta una tendenza di segno opposto. Questo fenomeno si è registrato sia al nord che al sud Italia e meriterebbe, qualora fosse confermato da altre indagini, d’essere seguito nel tempo e approfondito. Un altro dato di grande interesse è la prevalenza complessiva dell’obesità, che è risultata del 12%, con i valori più elevati nel sesso maschile, dove è passata dal 17,4% a 9 anni al 12,5% a 10 anni e all’8% a 11 anni. Un decremento analogo, ma ancora più marcato, si registra nel sesso femminile. Il fenomeno corrisponde a una fascia d’età nella quale i bambini tendono a manifestare la loro autonomia rispetto alla famiglia sia in senso generale, sia anche in riferimento alle abitudini alimentari. Ne deriva il suggerimento, ammesso che la suddetta interpretazione sia corretta, di orientare le campagne di educazione alimentare non solo verso l’adulto, ma anche, a partire da una certa età, verso il bambino. Un altro dato particolarmente significativo appare la prevalenza dell’obesità secondo l’area geografica. In entrambi i sessi gli obesi sono risultati maggiormente rappresentati nell’Italia del sud rispetto al centro e al nord. La diversità è particolarmente accentuata tra i bambini di sesso maschile e non è chiaro se sia attribuibile alle abitudini alimentari oppure a una diversa sensibilità culturale e sociale nei confronti del problema del soprappeso. Anche questo aspetto merita d’essere ulteriormente approfondito. Per quanto riguarda la statura, nei bambini è risultata superiore a quella delle bambine a 8 anni, inferiore a 9, uguale a 10, nuovamente superiore a 11 e, infine, inferiore a 12 e più anni. Il significato di questo andamento, ammesso che non sia puramente casuale, rimane oscuro. In entrambi i sessi la statura è risultata decisamente più alta al nord che al sud fino all’età di 9 anni, superata la quale questa differenza si è attenuata o ha mostrato una tendenza di segno opposto. Anche questo fenomeno meriterebbe, se confermato, d’essere seguito nel tempo ed approfondito. Conclusioni Conclusions In conclusion, this pilot study confirmed the potential interest in the Health Growth Chart project for monitoring anthropometric changes in the school-age population, with a particular but not exclusive focus on prevention interventions for health risk factors. The study results also revealed several critical points, the most important of which was the low response rate among the schoolchildren. In an effort to improve response rates, an agreement between Noopolis Vol. 61, N. 2 In conclusione, si ribadisce che questo studio conferma il potenziale interesse del progetto denominato “Carta del benessere” per il monitoraggio delle condizioni di crescita dell’intera popolazione giovanile, con particolare ma non esclusivo riguardo ai disturbi suscettibili, se riconosciuti tempestivamente, di interventi a carattere correttivo o preventivo. Evidenzia, tuttavia, anche alcuni elementi critici, il più appariscente dei quali è rappresentato dal basso numero di adesioni spontanee all’indagine. Per superarlo è sotto studio una convenzione tra Noopolis e il Ministero della Pubblica Istruzione, che consentirebbe di legare la compilazione del que- MEDICINA DELLO SPORT 205 SILVESTRINI ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION and the Ministry of Health is under study which would permit administering the questionnaire at school registration. Many other related issues remain open, for example, compliance with privacy regulations and prompt interventions targeting health risk factors. References/Bibliografia 1) de Onis M, Habicht JP. Anthropometric reference data for international use: recommendations from a World Health Organization Expert Committee. Am J Clin Nutr 1996;64:650-8. 2) Flegal KM, Wei R, Ogden C. Weight-forstature compared with body mass indexfor-age growth charts for the United States from the Centers for Disease Control and Prevention. Am J Clin Nutr 2002;75:761-6. 3) Wright CM, Booth IW, Buckler JM, stionario all’iscrizione scolastica. Molti altri problemi rimangono aperti, ma sono relativamente più semplici da risolvere; essi comprendono, ad esempio, il contemperamento della riservatezza (privacy) con la possibilità di interventi mirati e tempestivi nelle situazioni di rischio. Cameron N, Cole TJ, Healy MJ et al. Growth reference charts for the use in the United Kingdom. Arch Dis Child 2002;86:11-4. 4) Anonymous. The use of growth charts for assessing and monitoring growth in Canadian infants and children. Revue canadienne de la pratique et de la recherche en diététique 2004;65:22-32. 5) Cacciari E, Milani S, Balsamo A, Spada E, Bona G, Cavallo L et al. Italian cross-sectional growth charts for height, Weight and BMI (2 to 20 yr). J Endocrinol Invest 2006;29:581-93. 6) Hamill PVV, Drizd TA, Johnson CL, Reed RB, Roche AF. NCHS growth curves for children, birth-18 years. United States. Vital Health Stat 1977;165:1-74. 7) Nader PR, O’Brien M, Houts R, Bradley R, Belsky J, Crosnoe R et al. Identifying risk for obesity in early childhood. Pediatrics 2006;118:594-601. 8) Tsigilis N. Can secondary school student’s self-reported measures of height and weight be trusted? An effect size approach. Europ J Pub Health 2006; 16:532-5. Address reprint requests to: B. Silvestrini, Noopolis Foundation, via Domenico Tardini 35, 00167 Rome, Italy. E-mail: [email protected] 206 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 Orthopedic area Area ortopedica MED SPORT 2008;61:207-22 Lateral elbow epicondylitis (tennis elbow): comparison between high intensity LASER Therapy and TENS in a clinical study Epicondilite laterale del gomito (gomito del tennista): confronto tra LASER terapia ad alta intensità e TENS in uno studio clinico A. ZATI 1, B. C. COLORI 1, D. FORTUNA 2, L. GELSOMINI 1, T. W. BILOTTA 1 1Servizio Recupero e Rieducazione Funzionale Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna, Italy 2Laboratorio Fotobiologia Applicazioni Mediche ELEN –CNR Firenze, Italy SUMMARY Aim. The aim of this paper is to analyze a homogeneous group of adults suffering from lateral epicondylitis of the elbow (or tennis elbow) and compare the results of two local physiotherapies; classic Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation (TENS) and Nd:YAG High Intensity Laser Therapy (HILT); the latter has recently been employed in Physical Therapy. Methods. We selected 42 patients who had been suffering from the disease for no less that one month and no more that three months. The patients were questioned about their sports and work activity; sonographic evaluation was performed to check local calcification and seven clinical tests were performed to quantify pain and functional lesions in five follow-ups, the first before treatment and the last six months after. Results. The results showed that there was no unequivocal etiology: the disease was present in all patient categories, not only athletes, hard workers and workers who used repetitive forearm rotation but in sedentary patients and in retired people too. These data seem to support the degenerative nature of the disease and several mechanical causal factors might contribute. Conclusion. With regards to the efficacy of the two therapies employed, TENS and LASER both led to a significant pain reduction in the 14 days after treatment, but in the other follow-ups laser HILT induced a higher and more lasting analgesic effect than TENS and above all, an improvement in function recovery. Finally, side effects related to the two physiotherapies were sparse and lasted for only a short time. KEY WORDS: Tennis elbow - Lasers - Transcutaneous electric nerve stimulation. RIASSUNTO Obiettivo. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare un gruppo omogeneo di individui adulti affetti da epicondilite laterale del gomito (o gomito del tennista) e di confrontare i risultati di due fisioterapie locali: la classica stimolazione elettrica nervosa per via transcutanea (transcutaneous electrical nerve stimulation, TENS) e la terapia con laser Nd:YAG pulsato ad alta intensità (high intensità laser therapy, HILT); quest’ultima è impiegata in fisioterapia da pochi anni. Metodi. Sono stati selezionati 42 pazienti con epicondilite laterale del gomito di durata non inferiore ad 1 mese e non superiore a 3 mesi. Ai pazienti sono state richieste informazioni circa gli sport praticati e l’attività lavorativa svolta: è stata eseguita una valutazione ecografica per valutare la presenza o meno di calcificazioni locali; i pazienti sono stati sottoposti a 7 test mirati a quantificare il dolore e le lesioni funzionali; i follow-up sono stati 5, di cui il primo antecedente il trattamento e l’ultimo sei mesi dopo. Risultati. I risultati hanno evidenziato come l’epicondilite laterale non abbia un’unica eziologia: la patologia era presente in tutte le categorie di pazienti, non solo negli atleti o nei lavoratori che svolgevano attività pesanti o implicanti Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 207 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): rotazioni ripetitive dell’avambraccio, ma anche nei pazienti sedentari e in quelli in pensione. Questi dati depongono a favore della natura degenerativa della malattia, alla manifestazione clinica della quale potrebbero contribuire diversi fattori meccanici. Conclusioni. Circa l’efficacia delle due terapie impiegate, sia la TENS che il LASER hanno ridotto significativamente il dolore nei 14 giorni successivi al trattamento; tuttavia, la HILT pare avere indotto nei successivi follow-up un effetto analgesico maggiore e più duraturo della TENS e, soprattutto, un migliore recupero funzionale. Infine, gli effetti collaterali di queste due fisioterapie sono stati scarsi e di breve durata. PAROLE CHIAVE: Gomito del tennista - Lasers - Stimolazione elettrica nervosa per via transcutanea. L ateral epicondylitis, or tennis elbow, is a common observation in adults,1 it is well known that the pathology involves the insertion of the extensor carpi muscles, particularly the extensor carpi radialis brevis (ECRB); at times the extensor digitorum communis (EDC) and, more rarely, the supinator.2 The problem seems to be caused by a hyaline degeneration of the fibrous insertions of the epicondyle muscles rather than by an inflammation proper;3 consequent ruptures of the involved tendon are rare but not exceptional. Many factors are involved in the aetiology; traumas and repeated microtraumas have been recognized, as have inflammatory-degenerative situations; these factors appear to act in the context of a constitutional predisposition to tendinopathies.4-6 The mechanical factor that most probably triggers the condition is the constant, repeated use of the forearm in extension, external rotation and supination, actions common to many sports but most typical of the backhand in tennis.7 Working activity has often been associated with tennis elbow and various types of jobs have been cited, some of heavy duty type (constant use of the hammer, screw-driver, or garden implements, lifting of heavy objects); others less tiring but more repetitive (typing, playing of musical instruments).8 Use of the computer, especially the mouse (mouse elbow) is one of the new causes of the condition.9 Overall, the prevalence of epicondylitis in working activities at risk is highly variable.10-12 As for the therapeutic approach, most authors agree to the need to initially treat the condition conservatively,13-16 although there is no lack of surgical solutions consisting of the debridement of the degenerated fibrous structures and perforation of the bone cortical of the epicondyle in order to promote revascularization of the insertion apparatus.17, 18 208 L ’epicondilite laterale del gomito, o tennis elbow, è un’affezione comune dell’individuo adulto 1; com’è noto la patologia interessa l’apparato inserzionale dei muscoli estensori del carpo, particolarmente il muscolo estensore radiale breve del carpo (ERCB); talvolta è chiamato in causa l’estensore comune delle dita (EDC) e, più raramente, il supinatore 2. Il disturbo appare sostenuto da una degenerazione ialina delle inserzioni fibrose dei muscoli all’epicondilo più che da una flogosi vera e propria 3; rari ma non eccezionali sono gli esiti in rottura del tendine interessato. L’eziologia della malattia è multifattoriale; sono stati chiamati in causa sia i traumi che i microtraumi ripetuti ed anche situazioni flogistico-degenerative; questi fattori paiono agire nell’ambito di una predisposizione costituzionale alle tendinopatie 4-6. Il fattore meccanico scatenante più probabile è l’uso continuo e ripetuto dell’avambraccio in estensione, rotazione esterna e supinazione, gesto comune a molti sport, ma tipico del “rovescio”del tennis 7. L’attività lavorativa è stata spesso associata all’epicondilite del gomito, anche se vari sono i lavori descritti, essendo alcuni di tipo gravoso (uso del martello, del cacciavite, di attrezzi da giardinaggio; sollevamento di oggetti pesanti); altri meno faticosi ma più ripetitivi (dattilografia, uso di strumenti musicali) 8. L’uso del computer, specie con il mouse (mouse elbow) risulta una delle nuove “cause” della malattia 9. Complessivamente, la prevalenza dell’epicondilite nelle attività lavorative a rischio appare assai variabile 10-12. Per quanto riguarda la condotta terapeutica, la maggior parte degli autori concorda sulla necessità di trattare in prima istanza la patologia in via conservativa 13-16, anche se non mancano le soluzioni chirurgiche, consistenti nel debridement delle strutture fibrose degenerate e nella perforazione della corticale ossea dell’epicondilo, per favorire la rivascolarizzazione dell’apparato inserzionale 17, 18. In fisioterapia da oltre vent’anni si utilizzano laser di bassa potenza (Low Level Laser Therapy o LLLT) MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ZATI For more than twenty years physiotherapy has been using low level laser therapy (LLLT) for the purpose of stimulating the degenerated, inflamed muscular tendon structures.19, 20 About ten years ago studies began into the tissue effects of high intensity laser therapy (HILT); after a number of experiments on animal models 21, 22 this technology has been applied to humans with noteworthy results in a number of pathologies of the locomotor apparatus.23-27 The purpose of the present paper is to: to assess the effectiveness of Nd:YAG-HILT laser therapy in lateral epicondylitis and compare it with TENS; to assess any side effects of these therapies. allo scopo di stimolare le strutture muscolo-tendinee degenerate e in stato flogistico 19, 20. Da circa dieci anni sono cominciati gli studi sugli effetti tessutali dei laser pulsati ad alta intensità (High Intensity Laser Therapy o HILT); dopo varie esperienze condotte su modelli animali 21, 22 questa tecnologia è stata applicata all’essere umano con risultati rilevanti in diverse patologie dell’apparato locomotore 23-27. Scopo di questo lavoro è di: valutare l’efficacia della laser terapia Nd:YAG-HILT nell’epicondilite laterale paragonandola alla TENS; valutare gli eventuali effetti collaterali delle terapie effettuate. Materiali e metodi Lo studio ha riguardato un gruppo di 42 individui (24 femmine e 18 maschi, età media 56,42 +15,7) affetti da epicondilite laterale del gomito. Materials and methods The study concerned a group of 42 individuals (24 females and 18 males, average age 56.42 +15.7) suffering from lateral epicondylitis of the elbow. Case Report Form Case Report Form Dati anamnestici (Tabella I C) In order to standardize our investigation we prepared a CRF (Table I), from which we drew the following data. ATTIVITÀ SPORTIVA Al fine di standardizzare le indagini abbiamo realizzato uno specifico CRF (vedi Tabella I), dal quale, in particolare, sono stati tratti i seguenti dati. Abbiamo considerato lo svolgimento di un’attività sportiva con l’arto superiore affetto per almeno 2 volte alla settimana. Anamnestic data (Table I C) ATTIVITÀ LAVORATIVA SPORTING ACTIVITY We considered the performance of a sporting activity involving the affected upper extremity at least twice a week. Abbiamo suddiviso i pazienti in 6 categorie: disoccupato = 0; studente =1; lavoro non gravoso di tipo dipendente =2; lavoro non gravoso di tipo autonomo = 3; lavoro gravoso arti superiori = 4; pensionato = 5. WORKING ACTIVITY We subdivided the patients into 6 categories: unemployed = 0; student =1; light work typical of an office employee =2; light work typical of a USO DEL COMPUTER Abbiamo considerato l’attività informatica con mouse superiore a 2 ore al dì. TABLE I.—Case Report Form: made up of 7 sections. TABELLA I. — ?Caso clinico form: 7 sezioni. A: authority responsible for the study and patient recruitment procedure B: patient identification data C: anamnestic data D: clinical tests E: planning of follow-ups F: side-effects of therapy G: table summarising results. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 209 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): APPENDIX 1 210 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): Vol. 61, N. 2 ZATI MEDICINA DELLO SPORT 211 ZATI 212 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ZATI self-employed person = 3; heavy work involving the arms = 4; pensioner = 5. USE OF THE COMPUTER We considered computer activity in which a mouse was used for more than 2 hours a day. CALCIFICATIONS Echo tomography was used to look for calcifications in the elbow. Clinical tests (Table I D) — Nirschl pain test:28 score 1-7 — Visual Analogic Scale test (VAS): score 0-100 — ROM test (flexo-estension): score 0°-130° — ROM test (pronation): score 0°- 90° — ROM test (supination): score 0°- 90°. — Cozen’s test:29 score 0= negative, 1= positive — Mill’s test:29 score 0= negative, 1= positive Follow up (Table I E) Evaluations were scheduled at the following times: T0 prior to treatment; T1 14 days after T0; T2 45 days after T0; T3 90 days after T0; T4 180 days after T0. Vol. 61, N. 2 CALCIFICAIONI È stata ricercata la presenza di calcificazioni al gomito mediante ecotomografia. Test clinici (Tabella I D) — — — — — — — Test algo funzionale di Nirschl 28: score 1-7 Test Scala Analogico-Visiva (VAS):score 0-100 Test ROM di flesso-estensione: score 0°-130° Test ROM di pronazione: score 0°- 90° Test ROM di supinazione: score 0°- 90°. Test di Cozen 29: score 0= negativo, 1= positivo Test di Mill 29: score 0= negativo, 1= positivo Follow up (Tabella I E) Le valutazioni sono state programmate ai seguenti tempi: T0 prima del trattamento; T1 14 giorni dopo T0; T2 45 giorni dopo T0; T3 90 giorni dopo T0; T4 180 giorni dopoT0. Effetti collaterali (Tabella I F) È stato predisposto lo studio di effetti collaterali: — soggettivi (bruciore, parestesie, diminuzione della sensibilità); — oggettivi (eritema, edema, ustione). Score: assenza = 0, presenza = 1. MEDICINA DELLO SPORT 213 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): Side effects (Table I F) Criteri di inclusione Side effects were studied as follows: — subjective (stinging, paraesthesias, reduced sensitivity); — objective (erythema, oedema, burning). Score: absence = 0, presence = 1. Durata del dolore da almeno 1 mese e da non più di tre mesi; dolore e disabilità al test di Nirschl non inferiore alla classe 5. Gruppi terapeutici Inclusion criteria Duration of pain of at least 1 month and no more than three months; pain and disability according to the Nirschl test not less than class 5. Therapeutic groups We used a randomised method to form two groups, a LASER group and a TENS group, of 21 peoples each. — The LASER group was made up of: 13 females, 8 males, age 53.81+15.27. Treatment: peak fluency: 970-1350 mJ/cm2; frequency 10-30 Hz; total energy 3000 J; scan modality; time once a day for 10 sessions in 14 days. — The TENS group consisted of: 11 females and 10 males, age 59.05 +16.05. Treatment: bidirectional rectangular impulse; impulse width 100 µs; frequency 80-100 Hz; intensity with non-painful electrical perception threshold; time once a day for 10 sessions in 14 days. Statistical analysis Con metodo randomizzato abbiamo formato due gruppi di 21 individui ciascuno: gruppo LASER e gruppo TENS. — Il gruppo LASER risultava composto da: 13 femmine, 8 maschi, età 53,81+15,27. — Trattamento: fluenza di picco: 970÷1350 mJ/cm2; frequenza 10-30 Hz; energia totale 3000 J;modalità a scansione; tempo 1 volta al dì per 10 sedute in 14 giorni. — Il gruppo TENS risultava composto da: 11 femmine e 10 maschi, età 59,05 +16,05. Trattamento: impulso rettangolare bidirezionale; larghezza dell’impulso 100 µs; frequenza 80-100 Hz; intensità a soglia di percezione elettrica non dolorosa; tempo 1 volta al dì per 10 sedute in 14 giorni. Analisi statistica ANALISI PER DATI APPAIATI In ciascun gruppo è stata condotta un analisi per dati appaiati; in particolare, ogni follow up è stato confrontato con il precedente con il “paired T test” per i test di Nirschl, VAS, ROM flesso-estensione, ROM pronazione, ROM supinazione; per i test di Cozen e Mills la valutazione per dati appaiati non è stata eseguita in quanto i valori erano espressi in percentuale. PAIRED DATA ANALYSIS Paired data analysis was carried out in each group; specifically, each follow-up was compared with the previous one using the paired T test for the Nirschl, VAS, flexo-extension ROM, pronation ROM and supination ROM tests; the paired data assessment was not carried out for the Cozen and Mills tests because results were expressed in percentages. ANALISI TRA I GRUPPI Per il confronto tra gruppi, è stato utilizzato il test di Mann-Whitney per i test di Nirschl, VAS, ROM flesso-estensione, ROM pronazione, ROM supinazione; per i test di Cozen e Mills è stato utilizzato il test Chi-quadro di Pearson. Risultati ANALYSIS BETWEEN GROUPS Analisi dei dati anamnestici The Mann-Whitney test was used for comparison between groups for the Nirschl, VAS, flexoextension ROM, pronation ROM and supination ROM tests; Pearson’s Chi-squared test was used for the Cozen and Mills tests. 214 ATTIVITÀ SPORTIVA I pazienti che praticavano uno sport specifico per l’arto superiore erano 14 (33,3%). Tra questi: tennis (4); bocce (2), body building (2), basket (1), palla- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 7 6 5 4 3 2 1 0 ZATI 100 * 80 * VAS NIRSCHL LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): * * T1 T2 LASER * 40 T3 T4 0 * # * * * * 20 * T0 * 60 T0 TENS T1 LASER T2 T3 T4 TENS Figure 1.—Nirschl pain test. T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, MannWhitney test: LASER > TENS in all follow-ups with p<0.01. Figura 1. — Test algo-funzionale di Nirschl. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di Mann-Whitney: LASER > TENS in tutti i follow up con P<0,01. Figure 2.—Visual analogue test. T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS in all follow-ups with p<0.01. Figura 2. — Test analogico Visivo. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di MannWhitney: LASER > TENS in tutti i follow up con P<0,01. Results volo (1), golf (1), judo (1), motocross (1), scherma (1). Anamnestic data analysis ATTIVITÀ LAVORATIVA SPORTING ACTIVITY The patients engaging in a specific sport involving the upper extremity numbered 14 (33.3%). In detail: tennis (4); bowls (2), body building (2), basketball (1), volley ball (1), golf (1), judo (1), motorcross (1), fencing (1). WORKING ACTIVITY Reported activities were as follows: unemployed (1), students (2), light work typical of a dependent worker (9), light work of independent type (6), heavy jobs (6), pensioners (18). USE OF MOUSE 17 patients (40.4%) used a computer mouse regularly. USO DEL MOUSE 17 pazienti (40,4%) facevano regolare uso del mouse per computer. CALCIFICAZIONI Le calcificazioni sono risultate presenti in 14 pazienti (33,3%), la cui età media era 66+13,5. Al termine dello studio sono stati eseguiti controlli ecografici a campione in 10 persone (5 per gruppo) che non hanno mostrato variazioni degne di nota. Analisi dei test clinici in relazione al trattamento CALCIFICATIONS Calcifications were present in 14 patients (33.3%), the average age of whom was 66+13.5. At the end of the study, random echographic checks were carried out in 10 people (5 per group) who did not show any variations worthy of note. Analysis of clinical tests in relation to treatment At base time the clinical tests showed no significant variations between the LASER and the TENS groups. Vol. 61, N. 2 Le attività riportate erano le seguenti: disoccupati (1), studenti (2), lavori non gravosi di tipo dipendente (9), lavori non gravosi di tipo autonomo (6), lavori gravosi (6), pensionati (18). Al tempo basale i test clinici non hanno mostrato variazioni significative tra i gruppi LASER e TENS. SCALA DI NIRSCHL Nel gruppo LASER (Figura 1) l’indice algo-funzionale è migliorato costantemente; in particolare, già a T2 (45 giorni dopo l’inizio del trattamento) il punteggio si era ridotto di circa il 50%. Una variazione analoga si è registrata dopo tre mesi (T3). A sei mesi (T4) il quadro clinico corrispondeva a un punteggio medio di 1,33 ( classe 1° –2°). MEDICINA DELLO SPORT 215 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ROM F-E * 97.5 90 * * 65 32.5 0 T0 T1 LASER T2 * * PRONATION 130 T3 T4 # 60 30 0 TENS T0 T1 LASER T2 T3 T4 TENS Figure 3.—Range of Motion test of elbow in flexo-extension. T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS at T2, T3 and T4 follow-ups with p<0.01. Figura 3. — Test Range of motion del gomito in flessoestensione. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi,Test di Mann-Whitney: LASER > TENS ai follow up T2, T3 e T4 con P<0,01. Figure 4.—Range of Motion test of elbow in pronation T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS at T2, T3 and T4 follow-ups with p<0.01. Figura 4. — Test Range of motion del gomito in pronazione. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; *P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di Mann-Whitney: LASER > TENS ai follow up T2, T3 e T4 con P<0,01. NIRSCHL SCALE Nel gruppo TENS il miglioramento è stato di entità minore: a T1 la variazione era del 10%; a T2 i valori erano pressoché invariati. Il quadro è migliorato del 14% a tre mesi (T3), per rimanere stabile fino al controllo del 6° mese (T4). Il punteggio medio finale era 4,62, corrispondente alle classi 4°-5°. Il confronto tra gruppi ha mostrato una significativa differenza dei risultati a favore del LASER in tutti i follow up; in particolare, dal 45° giorno (T2) in poi, quando le curve di decadimento del dolore si sono discostate sensibilmente. In the LASER group (Figure 1) the pain-function index improved constantly; in particular, as early as T2 (45 days after the start of treatment), the score had reduced by about 50%. A similar variation was recorded after three months (T3). At six months (T4) the clinical picture corresponded to an average score of 1.33 (class 1-2). In the TENS group the improvement was less marked: at T1 the variation was 10%; at T2 values were practically unchanged. The picture had improved by 14% at three months (T3), remaining stable until the 6th month control (T4). The average final score was 4.62, corresponding to classes 4-5. Comparison between groups showed a significant difference in results in favor of the LASER group in all follow-ups; in particular, from the 45th day (T2) onwards, when pain decline curves deviated markedly. VAS SCALE The LASER treated group (Figure 2) showed a very early reduction in pain: as early as T1 pain had dropped by 43.8%; the decrease continued regularly in the subsequent controls, although it had not disappeared completely by the end of the study. Compared to base time, at 45 days (T2>T0) the pain score had fallen by 62% and at 6 months (T4> T0) by 90%. 216 SCALA VAS Il gruppo trattato LASER (Figura 2). ha mostrato una riduzione del dolore molto precoce: già a T1 il dolore si era ridotto del 43,8%; il decremento è continuato nei successivi controlli con regolarità, pur non azzerandosi completamente alla fine dello studio. Rispetto al tempo basale a 45 giorni (T2>T0) il punteggio del dolore era diminuito del 62% e a 6 mesi (T4> T0) del 90%. Il gruppo TENS ha avuto un netto miglioramento del dolore a 14 gg. (21%); il valore è rimasto stabile fino a 45 gg. (T2>T1), per poi riprendere a scendere a 3 e a 6 mesi. Al termine dello studio il dolore si era ridotto di circa il 43% (T4>T0). Nel confronto tra i gruppi, il LASER ha dato risultati migliori della TENS in tutti i follow-up, specie da T2 in poi. ROM-FLESSO-ESTENSIONE Al tempo basale l’articolarità in flesso-estensione (Figura 3) non risultava particolarmente limitata: MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): * # # 100 * 80 COZEN (%) SUPINATION 90 ZATI 60 30 60 40 20 0 0 T0 T1 LASER T2 T3 T4 T0 T2 LASER TENS Figure 5.—Range of Motion test of elbow in supination. T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS at T2 and T4 p<0.01; at T3 p<0.05. Figura 5. — Test range of motion del gomito in supinazione. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di Mann-Whitney: LASER > TENS a T2 e T4 P<0,01; a T3 P<0,05. T1 T3 T4 TENS Figure 6.—Cozen’s test: percentage of patients negative at the various follow-ups. Comparison between groups, Pearson’s chi-square test: LASER > TENS from T1 on with p<0.01. Figura 6.—Test di Cozen: percentuale dei pazienti negativi ai vari follow-up. Confronto tra gruppi, test χ2 di Pearson: LASER > TENS da T1 in poi con P<0,01. 100 ROM (FLEXO-EXTENSION) At base time, flexo-extension articulation ability (Figure 3) was not particularly limited: the average was more or less 90° in both groups; furthermore, only 4 patients in the LASER group and 1 in the TENS group presented values below 90°. Following treatment, values in the LASER group improved by about 10% at both T1 and T2, before stabilizing in the later follow-ups. In the TENS group flexo-extension improved at the first follow-up (4.5%), it remained unvaried at 45 days (T2), and it improved slightly in subsequent controls reaching an increase of 12% compared to the base time (T4 >T0) at subsequent controls. In the comparison between groups, values appeared similar at T1; the two groups then followed different curves and the data were favorable to the LASER group in subsequent followups; the LASER group at six months presented values close to normal. Vol. 61, N. 2 MILLS (%) 80 The TENS group showed a clear-cut improvement in pain level at 14 days (21%); the value remained stable up to 45 days (T2>T1), before resuming its fall at 3 and 6 months. At the end of the study, pain had reduced by about 43% (T4>T0). In the comparison between groups, the LASER group gave better results than the TENS group in all follow-ups, especially from T2 on. 60 40 20 0 T0 LASER T1 T2 T3 T4 TENS Figure 7.—Mills’ test; percentage of patients negative at the various follow-ups. Comparison between groups, Pearson’s chi-square test: LASER > TENS from T2 on with p<0.01. Figura 7. — Test di Mills; percentuale dei pazienti negativi ai vari follow-up. Confronto tra i gruppi, test χ2 di Pearson: LASER > TENS da T2 in poi con P<0,01. la media era sopra 90° in entrambe i gruppi; inoltre, solo 4 pazienti del gruppo LASER e 1 del gruppo TENS avevano valori sotto 90°. Dopo il trattamento, nel gruppo LASER i valori sono migliorati di circa il 10% sia a T1 che a T2, per poi stabilizzarsi nei successivi follow up. Nel gruppo TENS la flesso-estensione è migliorata al primo follow up (4,5%), è rimasta invariata a 45 gg. (T2), è migliorata poi minimamente nei controlli successivi, fino a raggiungere a sei mesi un incremento del 12% rispetto al tempo basale (T4 >T0). Nel confronto tra gruppi i valori apparivano simili a T1; i due gruppi hanno poi seguito curve diverse e i dati sono apparsi favorevoli al gruppo LASER nei successivi follow up; il gruppo LASER presentava a sei mesi valori vicino alla normalità. MEDICINA DELLO SPORT 217 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ROM (PRONATION) ROM PRONAZIONE Mobility in pronation (Figure 4) was modified in most patients at base time, being above 70° in 9 patients only (5 in the LASER group and 4 in the TENS group); nevertheless none presented values below 50°. In the LASER group, values improved rapidly after 15 and 45 days, with significant increases at T1 (10%) and T2 (13%). Joint articulation ability reached values close to normal as from three months (T3). In the TENS group, variations at the various follow-ups were of minor entity (3% at T1; 7% at T2); the difference was significant at 45 days (7.5% at T3 > T2); values then stabilized. In the comparison between groups, values were similar up to T1 before diverging significantly in subsequent ones. La mobilità in pronazione (Figura 4) al tempo basale è risultata alterata nella maggior parte dei pazienti, essendo sopra 70° solo in 9 pazienti (5 nel gruppo LASER e 4 nel gruppo TENS); tuttavia nessuno aveva valori sotto 50°. Nel gruppo LASER i valori sono rapidamente migliorati dopo 15 gg e 45 gg, con incrementi significativi a T1(10%) e a T2 (13%). L’articolarità ha raggiunto valori vicini alla norma a partire da tre mesi (T3). Nel gruppo TENS le variazioni ai vari follow up sono state di piccola entità (3% a T1; 7% a T2); la differenza è stata significativa a 45 gg. (7,5% a T3 > T2); i valori si sono poi stabilizzati. Nel confronto tra gruppi i valori sono stati simili fino a T1, per poi differire significativamente in quelli successivi. ROM (SUPINATION) ROM SUPINAZIONE At base time, supination (Figure 5) was limited in most patients; overall, the ROM was above 70° in 16 individuals only. The LASER group presented a clear-cut improvement in supination at T1 (16%) before reaching close-to-normal values at T2; the data then remained stable up to T4. The TENS group showed constant improvement up to T2 (5% at T1 >T0 and at T2>T1) and then held a joint articulation plateau of about 80° up to T4. The comparison between groups showed data favorable to the LASER group as from T1, although absolute values were above 80° in both groups from the 45th day on. Al tempo basale la supinazione (Figura 5) era limitata nella maggior parte dei pazienti; complessivamente, il ROM era sopra 70° solo in 16 individui. Il gruppo LASER ha avuto un netto miglioramento della supinazione a T1 (16%) per poi raggiungere valori vicini alla norma a T2; i dati sono poi rimasti stabili fino a T4. Il gruppo TENS ha mostrato un costante miglioramento fino a T2 (5% a T1 >T0 e a T2>T1) per poi mantenere un plateau di articolarità di circa 80° fino a T4. Il confronto tra gruppi ha mostrato dati favorevoli al LASER a partire da T1, anche se i valori assoluti sono stati sopra 80° in entrambe i gruppi dal 45° giorno in poi. TEST DI COZEN COZEN’S TEST For statistical analysis purposes we calculated the percentage of negative cases in each group. The test proved highly sensitive, so much so that at base time all patients of both groups were positive (Figure 6). In the LASER group the percentage of negative cases rose steadily up to three months (T3) when it reached 90% of patients; thereafter, at six months (T4) a slight reversal was recorded in the trend (78%). In the TENS group the test remained positive in all patients up to 45 days; at three months (T3) some negative cases were observed (33.3%), and the number increased up to the sixth month (T4), settling at a value of 38%. 218 Per l’analisi statistica abbiamo calcolato la percentuale di casi negativi in ciascun gruppo. Il test è risultato molto sensibile, tanto che al tempo basale tutti i pazienti di entrambe i gruppi erano positivi (Figura 6). Nel gruppo LASER la percentuale dei casi negativi è aumentata progressivamente fino a tre mesi (T3) quando ha raggiunto il 90% dei pazienti; successivamente, a sei mesi (T4) si è registrata una lieve inversione di tendenza (78%). Nel gruppo TENS il test è rimasto positivo in tutti i pazienti fino a 45 giorni; a tre mesi (T3) sono comparsi alcuni casi negativi (33.3%), il numero è poi aumentato fino al sesto mese (T4) attestandosi su un valore pari a 38%. Il confronto tra gruppi ha mostrato una diffe- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ZATI The comparison between groups showed a highly significant difference in all follow-ups in favor of the LASER group. renza altamente significativa in tutti i follow up a favore del gruppo LASER. TEST DI MILLS MILLS TEST For statistical analysis we calculated the percentage of negative cases in each group. The test was as sensitive as the previous one and the percentage of negative cases remained low in both groups up to T1 (Figure 7). The LASER group at T2 recorded a clear-cut improvement (85.7% of negative cases); this figure remained unchanged at subsequent controls. The TENS group was positive in the test up to 45 days (T2); then at three months (T3), 28.6% of patients turned negative and this was the result at the final control (T4). In the comparison between groups we recorded a constant difference in favor of the LASER group starting from the 45th day up to the end of the study. Side effects Local side effects were reported in 11 patients. In the LASER group there were 5 cases: 4 subjective (1 burning sensation and 3 paraesthesias) and 1 objective (erythema). In the TENS group there were 6 cases, of which 3 subjective (2 paraesthesias, 1 reduced sensitivity) and 3 objective (erythema). The side effects were of short duration in both groups. Discussion One of the best known causes of lateral epicondylitis is sport, with tennis being the most frequently implicated; it is in fact considered that at least 50% of tennis players have suffered from it.30 Other sports may cause epicondylitis: baseball has been reported as has weight lifting and, generally speaking, all activities involving sudden and repeated throwing or lifting of an object.31, 32 Sports people in our study numbered 14 of whom only 4 played tennis; the others were bowlers, one fencer and a golfer; golf, as is known, leads more frequently to medial epicondylitis (golf elbow). Overall, sport in our study was one of the many causes leading to lateral epicondylitis of the elbow. As for working activity, we divided the physical involvement of workers according to the Vol. 61, N. 2 Per l’analisi statistica abbiamo calcolato la percentuale di casi negativi in ciascun gruppo Il test è apparso sensibile quanto il precedente, essendo rimasta bassa la percentuale dei casi negativi in entrambe i gruppi fino a T1 (Figura 7). Nel gruppo LASER a T2 si è registrato un netto miglioramento (85,7% dei casi negativi); il dato è rimasto poi invariato nei successivi controlli. Il gruppo TENS è rimasto positivo al test fino a 45 gg (T2); poi, a tre mesi (T3), il 28,6% dei pazienti si è negativizzato e tale è stato il risultato al controllo finale (T4). Nel confronto tra i gruppi si è registrata una costante differenza a favore del LASER a partire dal 45° giorno fino al termine dello studio. Effetti collaterali Sono stati segnalati effetti collaterali locali in 11 pazienti. Nel gruppo LASER vi sono stati 5 casi: 4 soggettivi (1 bruciore e 3 parestesie) e 1 oggettivo (eritema). Nel gruppo TENS vi sono stati 6 casi, di cui 3 soggettivi (2 parestesie, 1 diminuzione sensibilità) e 3 oggettivi (eritema). La durata degli effetti collaterali è stata di breve entità in entrambe i gruppi. Discussione Una delle cause meglio conosciute del’epicondilite di gomito è l’attività sportiva; e tra queste, il tennis appare come lo sport più tipico di questa patologia, tanto che si ritiene che almeno il 50% dei giocatori ne abbia sofferto 30. Altri sport possono causare epicondiliti: sono stati decritti il baseball, il sollevamento di pesi, e in generale tutte le attività che comportano il lancio o sollevamento improvviso e ripetuto di un oggetto 31, 32. Nel nostro studio gli sportivi erano 14 di cui solo 4 giocatori di tennis; gli altri erano lanciatori di bocce, uno schermidore, un giocatore di golf; quest’ultimo sport, com’è noto, porta più spesso all’epicondilite mediale (golf elbow). Complessivamente, lo sport nel nostro studio è apparso una delle tante cause che possono portare all’epicondilite laterale del gomito. Per quanto riguarda l’attività lavorativa, abbiamo distinto l’impegno fisico del lavoratore secondo il classico schema: attività gravose, attività poco gra- MEDICINA DELLO SPORT 219 ZATI LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): classical pattern: heavy activity, light but repetitive activity, and light activity; in addition, we considered the type of working relationship: dependent or independent, in the hypothesis that the working environment may also affect the patient’s attitude towards the condition.33 From our study it emerged that heavy jobs involved very few individuals: 6 (14%); whereas individuals occupied in light but repetitive jobs numbered more than twice as many: 15 (35%); of these, those with a dependent job were more numerous than independent workers in a ratio of 2:3. Therefore, in the onset of epicondylitis, light but repetitive jobs would seem to play a greater part than jobs that are traditionally considered heavy; further, of the former, those with a dependent type relationship prevail. The most frequently represented category, however, was pensioners (18 cases, all over-sixties), who had not performed heavy or repetitive activities for some time; this fact would appear to confirm the importance of degenerative factors in the onset of the condition, as a number of histological studies have stressed.34 Among activities on the borderline between work and daily routine we can place the use of the mouse; recent discussion has debated the question of whether or not mouse elbow really exists; the prevalent opinion among authors is that the use of the mouse is not an unfavorable prognostic factor in the long term.35, 36 In effect, the spread of the computer has led to an increase in tendon diseases of the entire upper extremity, including the elbow.37 In our study, 40% of patients used the mouse but as their average age was lower than the series as a whole (42.3+10.4), they were also involved in other potentially influential working and/or sporting activities. The use of the mouse therefore does not appear to play an essential part in the pathogenesis of the condition, but probably is one of the possible contributing causes. In the literature, the presence of calcifications in epicondylitis is described as oscillating between 7% and 22%;38, 39 moreover, an increase in calcifications has been reported with age 40 and reports also suggest that calcifications may disappear spontaneously.41 In our study the percentage of calcifications was 33.3%; the age of people with calcifications was 66 + 13.5, with only two under-40s. The age of people with calcifications was therefore clearly above the average of the whole group (56.4 years); for this reason we cannot exclude the 220 vose ma ripetitive e attività non gravose; inoltre, abbiamo considerato il tipo di rapporto lavorativo: dipendente o autonomo, nell’ipotesi che anche il contesto lavorativo possa incidere sull’atteggiamento del paziente verso la malattia 33. Dal nostro studio è emerso che le attività lavorative gravose erano praticate da pochi individui: 6 (14%); mentre gli individui che praticavano lavori non gravosi ma ripetitivi erano più del doppio: 15 (35%); tra questi, quelli con lavoro di tipo dipendente erano più numerosi dei lavoratori autonomi, in un rapporto di 2:3. Dunque, nell’insorgenza dell’epicondilite i lavori poco gravosi ma ripetitivi paiono aver un ruolo maggiore rispetto a quelli tradizionalmente considerati gravosi; inoltre, tra i primi, prevalgono quelli con il rapporto di tipo dipendente. La categoria più rappresentata è stata comunque quella dei pensionati (18 casi, tutti ultrasessantenni), che non svolgevano da tempo attività gravose o ripetitive; il dato pare confermare l’importanza dei fattori degenerativi nell’insorgenza della malattia, come vari studi istologici hanno sottolineato 34. Tra le attività al limite tra il lavoro e la quotidianità si colloca l’uso del mouse; recentemente si è discusso sull’esistenza del mouse elbow; tra gli autori prevale l’idea che l’uso del mouse non sia un fattore prognostico sfavorevole a lungo termine 35, 36. In realtà, la diffusione sempre maggiore del computer ha portato all’incremento delle tendinopatie di tutto l’arto superiore, tra cui quella in oggetto 37. Nel nostro studio il 40% dei pazienti utilizzava il mouse, ma essendo di età media più bassa dell’intera casistica (42,3+10,4), svolgeva anche altre attività lavorative e/o sportive potenzialmente influenti. L’uso del mouse appare dunque non avere un ruolo essenziale nella patogenesi della malattia, ma probabilmente rientra nell’ambito delle possibili concause. In letteratura la presenza di calcificazioni in sede di epicondiliti è descritta come oscillante tra il 7% e il 22% 38, 39; inoltre, è stato segnalato un incremento delle calcificazioni con l’età 40 e la possibilità che dette calcificazioni scompaiano anche spontaneamente 41. Nel nostro studio la percentuale di calcificazioni è risultata pari a 33,3%; l’età delle persone con calcificazioni era 66 + 13,5, con solo due individui sotto i 40 anni. L’età delle persone con calcificazioni era dunque nettamente al di sopra della media dell’intero gruppo (56,4 anni); per questo non possiamo escludere l’influenza del fattore età nella rilevazione. Non abbiamo notato comunque una par- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW): ZATI influence of the age factor in the observation. We have not however, noted that the clinical picture is particularly serious in the presence of elbow calcifications. As for the evaluation of the effectiveness of LASER or TENS treatment, clinical tests have shown that both therapies are effective as regards the pain immediately after treatment; this finding was fairly predictable for TENS but less so for the more recently introduced LASER HILT. Nevertheless, LASER treatment has shown a more lasting analgesic effect than TENS, as is shown by the considerable difference in results as from the 45th day. Analyzing the range of joint movement (ROM) it is evident that epicondylitis does not particularly modify the range of movement, especially as regards flexo-extension, which was always above 90° right from the base time. Prono-supination was the most limited joint direction; the patients, however, showed a rapid improvement in this component in association with the reduction in pain, a phenomenon typical of extra-articular conditions. The Cozen and Mills tests proved to be very sensitive and remained positive in the long term in both groups. Furthermore, if we observe the data at 6 months, namely at the end of the study, we can see that a considerable percentage of patients still present positive in the two tests in both groups, in spite of the fact that spontaneous pain had practically disappeared in the LASER group and was greatly diminished in the TENS group. These findings underline that lateral epicondylitis of the elbow is difficult to resolve completely and that it is necessary to implement a highly specific semiotics so as to evidence its state of latency. As for the side effects of the therapies, these were limited in both groups and were above all bound up with subjective, rarely objective sensations; the latter, in particular, never went beyond erythema. ticolare gravità del quadro clinico in presenza di calcificazioni al gomito. Per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia della terapia, LASER o TENS, i test clinici hanno mostrato come entrambe le terapie siano efficaci sul dolore immediatamente dopo il trattamento; questo dato era abbastanza scontato per la TENS, ma lo era meno per il LASER HILT di più recente introduzione. Tuttavia, il LASER ha mostrato un’azione analgesica più duratura della TENS, come dimostrato dalla notevole differenza dei risultati a partire dal 45° giorno in poi. Dall’analisi dell’ampiezza articolare (ROM) è apparso evidente come l’epicondilite non alteri particolarmente il range del movimento, specie la flesso-estensione, che è sempre stata sopra 90° fin dal tempo basale. La prono-supinazione è stata la direzione articolare più limitata; tuttavia, i pazienti hanno mostrato un rapido miglioramento anche di questa componente in concomitanza della riduzione del dolore, fenomeno tipico delle affezioni extra-articolari. I Test di Cozen e di Mills si sono mostrati molto sensibili essendo rimasti a lungo positivi in entrambe i gruppi. Inoltre, se osserviamo i dati a 6 mesi, cioè alla fine dello studio, possiamo vedere come ancora una quota considerevole dei pazienti presenti positività ai due test in entrambe i gruppi, nonostante che il dolore spontaneo sia praticamente scomparso nel gruppo LASER e notevolmente diminuito nel gruppo TENS. Queste rilevazioni sottolineano come l’epicondilite laterale del gomito sia una patologia difficile da risolvere completamente e come sia necessario attuare una semeiotica molto specifica per evidenziarne lo stato di latenza. Per quanto concerne gli effetti collaterali delle terapie, questi sono stati limitati in entrambe i gruppi, essendo legati soprattutto a sensazioni soggettive e raramente oggettive; quest’ultime, in particolare, non hanno mai superato lo stadio dell’eritema. Conclusioni Conclusions Lateral epicondylitis of the elbow is very sensitive to local physical therapy; high intensity LASER therapy had a more intense, lasting effect than TENS and, in addition, led to a noteworthy increase in joint function. The side effects of both treatments were negligible, something that has already been noted for TENS, but which enables us to state that Nd:YAG high intensity laser therapy (HILT) is safe too. Vol. 61, N. 2 L’epicondilite laterale del gomito è apparsa molto sensibile alla terapia fisica locale; il LASER ad alta intensità ha dimostrato un effetto analgesico più inteso e duraturo rispetto alla TENS e, inoltre, ha portato ad un importante aumento della funzionalità articolare. Gli effetti collaterali di ambo le terapie sono stati trascurabili, cosa peraltro già nota per la TENS, ma che ci consente di affermare, anche per il laser Nd:YAG pulsato ad alta intensità (HILT), la sicurezza del trattamento. MEDICINA DELLO SPORT 221 ZATI References/Bibliografia 1) Allander E. Prevalence, incidence, and remission rates of some common rheumatic diseases or syndromes. Scand J Rheumatol 1974;3:145-53. 2) Erac S, Day R and Wang A. The role of supinator in the pathogenesis of chronic lateral elbow pain: a biomechanical study, The J Hand Surg 2004;5:461-4. 3) Nirschl RP. Mesenchimal Syndrome. A Med Mon. 1969;96:659-62. 4) Alfredson H, Ljung BO, Thorsen K and Lorentzon R. In vivo investigation of ECRB tendons with microdialysis technique: no signs of inflammation but high amounts of glutamate in tennis elbow. Acta Orthop Scand 2000;71:475-9. 5) Kivi P. The etiology and conservative treatment of humeral epicondylitis. Scand J Rehabil Med 1982;15:37-41. 6) Sarkar K and Uhthoff HK. Ultrastructure of the common extensor tendon in tennis elbow. Virchows Arch A Pathol Anat Histol 1980;386:317-30. 7) Gruchow HW and Pelletier D. An epidemiological study of tennis elbow. 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A seguire, compare un articolo curato dalla Commissione Medica Federale dal titolo “Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby “ Questo lavoro, unico nel suo genere, potrà essere di stimolo alla realizzazione di iniziative analoghe da parte delle Commissioni Mediche di altre discipline sportive al fine di ricavare un quadro reale della traumatologia specifica, realizzare ricerche epidemiologiche e proporre misure di natura preventiva. LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO V. M. IERACITANO 1, 2, M. V. GIACOBBE 3, 4, 5 Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale “Trattamento del Politraumatizzato” Corso di Laurea in Scienze Motorie “Sport di squadra: Rugby” U.O. di Chirurgia d’Urgenza D.E.A., A.O.U. Ospedale S.Martino Genova, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia 2Federazione Italiana Rugby, Commissione Medica, 3Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia 4Sport Med Ovada 5Federazione Italiana Rugby: Nazionale Under 20 1 I l rugby è nato nel 1823 per un’intuizione di William Webb Ellis ed è rimasto ufficialmente uno sport dilettantistico sino al luglio del 1995, quando l’IRB (International Rugby Board) ne ufficializzò il passaggio a sport professionistico. Il rugby è uno sport di squadra giocato da 15 giocatori e si può classificare tra gli sport cosiddetti “open skill” o, a seconda degli autori, tra gli “sport di situazione”, in quanto le risposte motorie che il giocatore deve dare sono in funzione della capacità di utilizzare le informazioni che provengono dall’ambiente rappresentato, in questo caso, dalla situazione tattica, dagli avversari, dai compagni e dalla propria posizione nel campo di gioco. Tra gli sport di squadra “open skill”, stiamo parlando del solo sport dove il diritto della Vol. 61, N. 2 difesa sull’uomo è autorizzato: ogni giocatore in possesso di palla deve essere arrestato (fermato)… placcato! Per questa particolare caratteristica di gioco possiamo anche definire il rugby come “sport di combattimento”. Da un punto di vista energetico il rugby viene inquadrato come sport di tipo aerobico-anaerobico alternato dove è necessario esprimere prevalentemente azioni di forza e velocità. In particolare, più del 30% del tempo effettivo di gioco viene speso in azioni di forza per la contesa del pallone che hanno, nella metà dei casi, durata inferiore ai 10 secondi (solo l’uno per cento supera i 40 secondi) (Figura 1). I ridotti tempi di recupero tra un’azione e l’altra, che sono nel 60% dei casi inferiori ai MEDICINA DELLO SPORT 223 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO ne (mediano di mischia e mediano di apertura), — avanzamento rapido con il pallone (linee arretrate o trequarti). Naturalmente tutti i giocatori sono chiamati ad assolvere durante una partita a tutti questi compiti qualora lo svolgimento del gioco dovesse richiederlo. In linea di massima possiamo affermare che le caratteristiche fisiche e tecniche variano a secondo del ruolo. La prima linea costituita dagli avanti (conquistatori di palla) si avvantaggia della statura e della massa per aprire la strada alla linea arretrata dei trequarti (portatori di palla) che devono disporre di grande velocità e agilità (Figura 2). Figura 1. — Giocatore che viene fermato (placcato). La medicina dello sport applicata al rugby 11 6 1 2 3 4 5 7 8 9 10 12 13 14 15 TREQUARTI Mediano di mischia Mediano di apertura Ali Centri Estremo 9 10 11-14 12-13 16 Prima linea AVANTI Piloni Tallonatore Seconde linee Flankers Numero 8 Terze linee 1-3 2 4-5 6-7 8 Figura 2. — Reparti e ruoli nella squadra di rugby. 40 secondi, impongono anche una grande capacità al lavoro di resistenza. Il rugby, che per la sua complessità è stato definito come una “partita a scacchi giocata ad alta velocità”, non impone solo capacità fisiche ma anche grandi abilità tecniche e tattiche specifiche. Da queste premesse si possono evincere le caratteristiche richieste al rugbista come condizione indispensabile per lo svolgimento della prestazione, ma, in pratica, l’organizzazione del gioco richiede compiti molto diversi ai 15 giocatori che scendono in campo. I compiti principali possono essere distinti in tre tipi a cui sono prevalentemente adibite le diverse categorie di ruoli: — combattimento per la conquista del pallone (reparto degli avanti), — trasmissione e utilizzo tattico del pallo- 224 Sebbene la pratica di attività sportiva sia benefica per la salute psicofisica dell’uomo e può, in talune situazioni, rappresentare una valida terapia, indubbiamente lo sport, in particolare quello intenso come il rugby, può risultare nocivo, rappresentando la causa o l’evento scatenante di alcune patologie. Il Medico dello Sport, quindi, si farà carico di almeno quattro importanti funzioni: — la valutazione dell’idoneità psico-fisica dell’atleta alla pratica sportiva; — la prevenzione delle patologie legate specie alla pratica stessa; — la terapia delle patologie legate a lesioni acute e da sovraccarico; — il pronto soccorso sul campo. La valutazione dell’idoneità psico-fisica dell’atleta al rugby La Federazione Italiana Rugby (FIR) ha stabilito che l’età di inizio alla pratica agonistica del rugby è fissata a 12 anni e quella massima è fissata al compimento del 42° anno con possibilità di concludere la stagione sportiva in corso. Per questi atleti è richiesto certificato di idoneità sportiva agonistica mentre per le altre categorie di giocatori, under 12 e MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO veterani, è sufficiente, almeno per la legge, il certificato di idoneità sportiva non agonistica o di buona salute, che non prevede l’obbligo di accertamenti. L’obbiettivo primario della visita medicosportiva agonistica è di escludere la presenza di patologie o malformazioni che controindichino l’attività sportiva del rugby. Il rugby (attività aerobica-anaerobica alternata) è classificato, in relazione all’impegno cardiovascolare, come attività sportiva con impegno cardiocircolatorio medio-elevato (caratterizzato da numerosi e rapidi incrementi della frequenza e della gittata cardiaca) ed è inserito tra gli sport ad impegno elevato (tabella B) e richiede l’effettuazione dei seguenti accertamenti: 1) visita medica; 2) esame completo delle urine; 3) elettrocardiogramma a riposo; 4) elettrocardiogramma dopo step-test; 5) spirometria. Questo controllo periodico ha validità per lo più annuale, in modo da valutare sia la situazione di salute iniziale dell’atleta che di monitorarne anche le variazioni nel tempo, allo scopo di evitare situazioni a rischio, ovvero l’esistenza o la comparsa di patologie che possano aggravarsi con la pratica dello sport (Figura 3). A questo proposito, gli esami obbligatori di primo livello, nei casi opportuni, andrebbero integrati con quelli di secondo livello (esami ematochimici, ecocardiografia, test da sforzo, ECG sec. Holter, diagnostica per immagini, ecc.) al fine di raggiungere un giudizio il più preciso e corretto possibile. A nostro parere la visita, come prevista dalla legge, rappresenta un buon screening sulle principali patologie che si possono presentare nella popolazione sportiva e dovrebbe essere applicata obbligatoriamente anche agli atleti più giovani (se esiste un patologia, ad es. cardiologica, è possibile che non aspetti il compimento dei 12 anni per manifestarsi). Anche l’ECG dopo test di Master (il famigerato ‘cubo’) sembra obsoleto e non garantisce un’analisi sufficiente della funzionalità cardiaca sia in età giovanile che, soprattutto negli over 40 (dove esiste un aumentato Vol. 61, N. 2 IERACITANO % Circonfereze -10 -5 0 +5 +10 +15 Componente muscolare Spalle Torace Bicipite Avambraccio Coscia Polpaccio Totale Avanti Componente muscolare Traquarti Addome Anca Ginocchia Polsi Caviglie Figura 3. — Profilo corporeo degli atleti della Nazionale Italiana di Rugby. rischio cardiopatia ischemica) e dovrebbe essere sostituito da un test da sforzo massimale con monitoraggio ECG continuativo. Per quanto riguarda l’idoneità specifica al rugby bisognerebbe tener presenti alcune caratteristiche del gioco e in particolare la frequenza e la durezza del contatto fisico che, nel rugby, è ammesso ed è parte integrante del gioco e sarebbe anche opportuno prendere in considerazione le caratteristiche che l’atleta deve possedere per cimentarsi in questo sport: — attributi fisici adatti al livello gioco; — attributi fisici adatti al ruolo ricoperto; — sufficiente allenamento e abilità al gioco; — familiarità con le regole del gioco e soprattutto conoscenza del gioco falloso. Inoltre riteniamo importante prestare particolare attenzione a: — giocatori sotto i 18 anni; — tutti i nuovi giocatori; — giocatori con precedenti infortuni; — giocatori con precedenti traumi cranici; — giocatori di prima linea con precedenti infortuni del collo; — giocatori meno giovani a rischio di patologie degenerative. Per i giocatori della mischia e in particolare quelli della prima linea (piloni e tallonatore) si MEDICINA DELLO SPORT 225 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO dovrebbe indagare approfonditamente per conoscere lo stato della colonna vertebrale per escludere patologie o anomalie che possano mettere in pericolo l’atleta. Oltre ad un accurato esame clinico sarebbe auspicabile anche un controllo radiografico della colonna, specialmente quella cervicale, sia per evidenziare le principali controindicazioni che per avere a disposizione un esame di riferimento per eventuali futuri traumi e o modificazioni. La Federazione Francese di Rugby ha già proposto, rendendolo obbligatorio per alcune categorie a rischio,l’utilizzo della RNM per il calcolo dell’indice di TORG: il rapporto tra diametro costituzionale del canale cervicale e il diametro sagittale dei corpi vertebrali (normale = 0,95) che abbinato alla misura di una eventuale instabilità in flessione o estensione e a quella del diametro sagittale del canale vertebrale, identifica quattro gruppi a rischio cervicale crescente. Attraverso la visita di idoneità agonistica il medico sportivo svolge il fondamentale compito di fare prevenzione. Una prima fase avviene a livello dei controlli clinici e strumentali mirati a evidenziare malattie e dimorfismi, come le alterazioni dell’allineamento dei segmenti corporei, asimmetrie degli arti, squilibri di forza tra gruppi muscolari antagonisti ecc., che possono predisporre a patologie osteoarticolari. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di permettere all’atleta di utilizzare al momento della prestazione tutte le sue massime potenzialità, migliorate con l’allenamento, non solo per permettergli una prestazione ottimale, ma anche, grazie a una migliore prestazione neuromotoria, diminuire i rischi di infortunio. Da questo punto di vista, l’intervento medico deve anche favorire il pieno recupero delle energie e delle microlesioni che sono alla base dell’adattamento funzionale, ma che se in eccesso sulle possibilità di recupero possono esitare in sindromi da sovraccarico. Parametri somato-antropometrici e composizione corporea del giocatore di rugby Forse è una mutazione genetica, ma gli All Blacks stanno diventando sempre più gros- 226 si e sempre più alti. I rugbisti neozelandesi negli ultimi dieci anni sono cresciuti in peso e altezza: un avanti pesa di media 9 chili in più, un trequarti circa 12 chili e conta tre centimetri in più. La struttura somatica e la composizione corporea risultano di grande importanza sia in termini di biomeccanica, sia in relazione ai costi energetici, sia, in ultima analisi, alla corretta esecuzione del gesto atletico. La loro valutazione è importante fattore di conoscenza in quanto permette una classificazione somatotipica degli atleti ed una loro attribuzione predittiva per l’evoluzione dei giovani rugbisti. Tali conoscenze, unitamente all’esame clinico e ai dati di laboratorio, forniscono le informazioni sullo stato di nutrizione e di salute dell’atleta necessarie per la programmazione di specifici e personalizzati carichi di allenamento. Nell’atleta già orientato, la monitorizzazione degli stessi parametri permette la messa a punto della migliore condizione di forma raggiungibile utilizzando al meglio il rapporto tra i vari compartimenti dell’organismo, sia dal punto di vista trofico che metabolico. In un’indagine condotta sugli atleti della Squadra Nazionale Italiana di Rugby durante la preparazione al Campionato del Mondo, Australia 2003, la valutazione dei parametri antropometrici e della composizione corporea dei rugbisti è stata espletata attraverso l’impiego di tecniche indirette e non invasive quali l’antropometria (peso, altezza, circonferenze e diametri corporei) la plicometria (PM), la bioimpedenzometria multifrequenza (MF-BIA) e l’ecografia o ultrasonografia (USG). I risultati hanno permesso di stimare, in termini bicompartimentali e comparativi, lo stato d’idratazione, lo spazio adiposo (body fat, BF) e lo spazio magro (fat free mass, FFM) dell’organismo. Sono stati misurati peso ed altezza ed è stato praticato, sull’emisoma destro, il rilievo di: 4 diametri articolari (gomito, polso ginocchio e caviglia); 11 circonferenze corporee (braccio dx e sin, avambraccio, polso, vita, fianchi, radice e media della coscia, sovrapatellare, polpaccio e caviglia) e di 10 pli- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 IERACITANO +1 +2 +3 +4 +5 +6 +7 +8 Rugby Italia (totale, avanti, trequarti) Culturismo +16 +16 +14 +14 +12 +12 +10 +10 +8 +8 +6 +6 +4 +4 +2 +2 0 0 -2 -2 -4 -4 -6 -6 -8 -8 -10 -10 Boxe Ciclismo Scherma Football americano (offensive line, running back, quarter back) Rugby (avanti, trequarti) Calcio Ginnastica Canotaggio Nuoto Atletica leggera (lanci, corsa, salti) Pallavolo Sollevamento pesi Judo Basket -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 +4 +5 +6 +7 +8 Figura 4. — Somatotipo degli atleti di vari sport inserite nella somatocarta di Carter e Heath. che cutanee (sottoscapolare, tricipitale, bicipitale, pettorale, addominale, soprailiaca, anteriore e posteriore della coscia, sovrapatellare e medio-poplitea). Tutti i rilievi (altezza, peso, diametri, circonferenze e pliche cutanee) sono stati raccolti secondo la procedura raccomandata da Lohman et al. Gli indici antropometrici, basati sul rapporto peso/altezza (W/H), sono parametri facilmente calcolabili, e, tra questi indici il rapporto W/H2 (indice di massa corporea o body mass index di Quetelet) viene spesso impiegato in studi sull’obesità come misura della grassezza, ma quando riferito agli atleti d’elite e, nel nostro caso, ai rugbisti risulta mediamente elevato (vm: 29,5 ± 3,29) e, pertanto, scarsamente predittivo non discriminando tra FFM e BF. I diametri e le circonferenze corporee sono una misura della forma corporea, del- Vol. 61, N. 2 la massa scheletrica e della taglia dell’ossatura. Possono essere utilizzate singolarmente (valutazione regionale) ma, visto l’errore percentuale elevato,risulta preferibile il loro utilizzo solo in associazione con altre metodiche. Per valutare il profilo corporeo sono stati utilizzati 11 valori di circonferenze inserite in una matrice grafico-numerica (Katch FI e Katch VL, 1984) (Figura 4). La definizione del somatotipo è un metodo di descrizione e di valutazione del corpo umano sulla base di tre scale riguardanti forma e composizione: endomorfismo (relativa adiposità), mesomorfismo (relativa robustezza muscoloscheletrica) ed ectomorfismo (relativa longilineità). Per la valutazione morfologica e costituzionale dei nostri atleti si è scelto il somatotipo di Heath e Carter (1990) che include la misura di 10 variabili corporee: la sta- MEDICINA DELLO SPORT 227 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO Figura 6. — Analisi con bioimpedenzometria multifrequenza. Figura 5. — Plicometria: misurazione della plica bicipitale secondo la standardizzazione di Lohman. tura, il peso, 4 pliche cutanee (tricipitale, sottoscapolare, sovrailiaca anteriore, media del polpaccio), 2 diametri ossei (polso e ginocchio) e 2 circonferenze massime (braccio e polpaccio) (Figura 4). La plicometria, attraverso la misurazione di un doppio strato di cute e sottocute in specifici siti anatomici, valuta la quantità e la distribuzione del grasso sottocutaneo e, pertanto, questa tecnica può proporsi come utile strumento per la valutazione del BF%. Le pliche cutanee (SFTs) sono state misurate mediante un plicometro (Holtain, Crymych, Dyfed, UK) fino ad ottenere due risultati consecutivi con differenza non superiore a 0,1 mm. Tra le varie equazioni per la stima della densità corporea (Db) sono state scelte quelle di Jackson e Pollock (1978) di maggior significato predittivo per l’atleta, mentre il calcolo del valore di %BF è stato espletato con l’equazione di Siri (1961) (Figura 5). L’artometria (AM), nasce dall’integrazione dei dati risultanti dalle metodiche sopra indicate e permette di calcolare la ripartizione della massa muscolare e del grasso negli arti superiore ed inferiore e di stimare indirettamente il grasso viscerale (omentale, mesenterico ed extraperitoneale). I principali parametri sono: Area Muscolare del Braccio (AMA), Area Lipidica del Braccio (AFA), Circonferenza Muscolare del Braccio (AMC). Analogamente, per l’arto inferiore, sono stati definiti: Area Muscolare della Coscia (TMA), Area Lipidica della Coscia (TFA). 228 La distribuzione del grasso viscerale nell’organismo è stata stimata come: Area Addominale Totale (AAT), Area IntraAddominale (AIA), area sottocutanea (AS). L’ecografia o ultrasonografia (USG), utilizzando l’effetto eco prodotto dalla riflessione che subisce un fascio di ultrasuoni all’interfaccia tra i tessuti biologici (Ishida Y et al., 1992), permette di esplorare i parenchimi ed i tessuti molli all’interno del corpo umano rispondendo a tutti i requisiti ideali di un metodo diagnostico: la pressoché assoluta innocuità, la praticità, la rapidità di realizzazione e il costo globale contenuto. Fanelli e Kuczmarski hanno dimostrato che l’applicazione degli ultrasuoni rappresenta un sistema di predizione del grasso corporeo valido almeno quanto la plicometria (Fanelli MT e Kuczmarski RJ, 1984), ma numerosi sono ancora i limiti correlati all’applicazione della metodica (scelta convenzionale della miglior frequenza da applicare, posizione del corpo, pressione della sonda sulla superficie da valutare, ecc). La metodica USG, attraverso la misura degli spessori degli strati muscolare, adiposo viscerale e sottocutaneo, è risultata utile nella valutazione della composizione corporea regionale e ove è risultata critica la plicometria (Kuczmarski RJ et al, 1987). La bioimpedenzometria multifrequenza (MF-BIA) si basa sulla diversa conducibilità elettrica dei tessuti ad una corrente alternata di bassa intensità, applicata al corpo umano con un programma a diverse frequenze (Figura 6). La registrazione dei dati di resistanza e di MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO IERACITANO TABELLA I. — Caratteri antropometrici in relazione ai ruoli: media e IC 95%. Totale n=31 1a linea n=7 2a linea n=5 3a linea n=7 Avanti n= 19 Trequarti n=12 aP< Età (anni) 25.4 27.6 22.8 24.0 25.5 25.3 n.s. (24.2-26.6) (25.3-29.8) (21.4-24.2) (21.3-26.7) (23.8-27.2) (23.5-27.0) Altezza (cm) 183.3 179.4 195.8 188.4 185.3 180.2 n.s. (180.8-185.9) (176.1-182.7) (193.7-198.0) (185.0-191.7) (181.9-188.7) (176.9-183.6) Peso (kg) 98.7 106.5 109.9 100.6 104.9 89.0 0.0001 (95.17-102.3) (103.0-110.0) (101.8-118.0) (95.7-105.5) (101.8-107.9) (85.6-92.5) Indice di Sheldon (cm/kg) 39.7 37.9 40.9 40.5 39.3 40.4 n.s. (39.2-40.3) (37.1-38.7) (40.3-41.5) (39.8-41.2) (38.5-40.1) (39.8-41.0) B M I (kg/m2) 29.4 33.2 28.6 28.4 30.7 27.4 0.0025 (28.3-30.5) (31.5-34.8) (27.1-30.1) (27.1-29.7) (29.3-32.1) (26.5-28.4) Endomorfismo 4.89 5.8 4.7 4.9 5.3 4.2 0.0081 (4.5-5.3) (5.0-6.6) (3.5-5.8) (4.2-5.7) (4.8-5.8) (3.8-4.6) Mesomorfismo 7.0 8.0 6.2 7.2 7.4 6.2 0.0135 (6.5-7.4) (7.5-8.5) (5.8-6.5) (5.8-8.5) (6.8-8.0) (5.8-6.7) Ectomorfismo 1.1 0.5 1.5 1.3 1.0 1.2 n.s. (0.8-1.3) (n.c.) (0.9-2.1) (0.9-1.7) (0.7-1.2) (0.8-1.6) n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. = non calcolabile reattanza è stata condotta mediante impedenzometro a multifrequenza (HumanIm Scan; DS Medica, Milano) ed è stata espletata per esigenze organizzative il giorno successivo a quello dedicato ai rilievi antropometrici secondo una rigida standardizzazione nella definizione dello steady state nutrizionale ed idrico. I volumi relativi all’acqua corporea totale (TBW) ed extracellulare (ECW) sono stati stimati utilizzando le equazioni predittive di Segal; FFMKg e FFM% sono stati calcolati applicando l’equazione di Pace e Rathbum (1945). Per il calcolo della massa muscolare (MM) si è utilizzato il metodo descritto da Martin et al (1990). I risultati ottenuti indicano che i parametri antropometrici e la composizione corporea degli atleti analizzati risultano condizionati dal ruolo e dalla funzione svolta in campo. Naturalmente rispetto ai trequarti, gli avanti sono risultati mediamente più alti (187,8 vs 180,2; cm), più pesanti (104,9 vs 89,0; kg), con un maggior contenuto di FFMkg e, soprattutto, di BFkg. Tra gli avanti sono risultati più alti e più pesanti le seconde linee (195,8 cm, 109,9 kg). La descrizione è confermata da un’accentuazione dei caratteri endo-mesomorfici, sia per un incremento dell’adiposità cellulare, sia per un aumento Vol. 61, N. 2 della componente muscolare rispetto ad una statura relativamente bassa in rapporto al peso (Tabella I). Anche i diametri degli arti, le circonferenze e le pliche corporee degli avanti hanno mostrato valori medi più elevati. In particolare, il diametro del gomito (7,56 ± 0,35, cm) e l’ampiezza della circonferenza del polso (18,34 ± 0,91, cm), confrontati con i valori di riferimento indicati da Grant e Frisancho (Grant R. e Frisancho AR, 1990), rispettivamente, sono riconducibili ad una struttura scheletrica di grande taglia. Il valore medio di FFM, valutato attraverso MF-BIA, risulta significativamente inferiore nei trequarti, anche se la quota di massa muscolare che lo costituisce risulta maggiore in termini relativi (MM%BM; MM%/FFM). Infine, il valore medio di BF%, valutato con plicometria, è risultato significativamente maggiore negli avanti rispetto ai trequarti. MMkg risultava a vantaggio degli avanti (56.51 vs 47.55; P<0.0001) (Tabella II). I valori di BF%, stimati sia con plicometria, sia per differenza dal peso (BM), con impedenzometria risultavano ben correlati, anche se l’impedenza sottostima il valore di circa il 2-4% rispetto alla plicometria. Per quanto concerne ECW/%BM esso risulta decisamente superiore a quello del- MEDICINA DELLO SPORT 229 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO TABELLA II. — Pliche cutanee: media ed intervallo di confidenza 95%. Totale n=31 1a linea n=7 2a linea n=5 3a linea n=7 Avanti n= 19 Trequarti n=12 aP< 12.00 (9.75-14.25) 4.71 (2.46-6.96) 21.41 (19.16-23.6) 26.83 (24.629.08) 10.41 (8.20-12.69) 28.29 (26.0-30.5) 15.24 (13.0-17.49) 11.82 (9.58-14.07) 11.06 (8.81-13.30) 1.73 (1.37-2.30) 2.28 (2.02-2.63) 1.30 (1.11-1.56) 19.48 (17.2-21.7) 18.27 (16.0-20.5) 10.33 (8.96-11.71) 4.77 (3.39-6.14) 13.67 (12.315.04) 21.67 (20.323.04) 6.40 (5.02-7.78) 19.33 (17.9-20.71) 18.33 (16.9-19.71) 12.37 (10.9-13.7) 9.47 (8.09-10.84) 1.33 (1.20-1.46) 2.15 (1.80-2.53) 1.83 (0.68-3.38) 16.57 (15.2-17.9) 15.03 (13.6-16.4) 12.67 (9.96-15.39) 4.81 (2.10-7.53) 14.16 (11.44-16.87) 21.76 (19.04-24.47) 8.41 (5.70-11.13) 21.14 (18.43-23.86) 15.03 (12.31-17.74) 11.39 (8.67-14.10) 10.90 (8.18-13.62) 1.14 (1.02-1.30) 1.86 (1.45-2.26) 1.27 (0.96-1.58) 15.43 (12.7-18.1) 15.03 (12.5-17.9) 11.98 (10.29-13.67) 4.76 (3.07-6.45) 17.52 (15.83-19.21) 24.15 (22.46-25.8) 9.06 (7.37-10.75) 23.76 (22.0-25.45) 15.65 (13.96-17.34) 11.75 (10.06-13.44) 10.75 (9.06-12.44) 1.43 (1.24-1.77) 2.13 (1.90-2.35) 1.42 (1.16-1.69) 17.53 (15.8-19.2) 16.64 (14.9-18.3) 10.55 (8.77-12.33) 4.34 (2.57-6.12) 12.33 (10.55-14.10) 17.34 (15.57-19.12) 6.88 (5.10-8.65) 17.94 (16.17-19.72) 13.13 (11.36-14.91) 10.18 (8.40-11.95) 8.49 (6.72-10.27) 1.18 (1.05-1.37) 1.68 (1.50-1.87) 1.28 (1.07-1.48) 12.27 (10.5-14.0) 13.66 (11.8-15.43) n.s. Pliche cutanee (mm) Tricipitale 11.43 (10.2-12.65) Bicipitale 4.60 (3.37-5.82) Sottoscapolare 15.51 (14.2-16.7) Sovrailiaca 21.51 (20.322.74) Toracica 8.21 (6.99-9.44) Addominale 21.36 (20.1-22.5) Coscia ant 14.68 (13.45-15.90) Sovrapatellare 11.14 (9.91-12.36) Polpaccio 9.87 (8.65-11.10) Sottoscap. tricip. 1.33 (1.21-1.57) Sovrail. tricip. 1.95 (1.78-2.13) Coscia tricip. 1.36 (1.18-1.54) BF (kg) 15.49 (14.3-16.7) BF (%) J&P 15.49 (14.2-18.7) n.s. 0.0231 0.0006 0.0419 0.0315 n.s. 0.0362 n.s. n.s. 0.0119 n.s. 0.0005 0.0122 n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. = non calcolabile l’individuo adulto di riferimento non attivo, ciò ribadendo l’espansione che il volume di liquido extracellulare subisce nell’atleta professionista (Battistini N et al., 1994) (Tabella III). Il valore medio di AMA negli avanti rispetto ai trequarti risultava significativamente superiore (96,18 vs 81,82; cm2), così come il valore medio di AFA (15,12 vs 12,38; cm2), con un rapporto AMA/AFA a vantaggio dei trequarti (6,75 vs 6,58). Analoghe considerazioni sono emerse per gli arti inferiori. Per quanto concerne la distribuzione del grasso viscerale, ATA è risultata significativamente superiore negli avanti rispetto ai trequarti (332,72 vs 238,89, cm2) così come IA , SA ed il rapporto IA/SA. Il più basso contenuto percentuale di grasso nei tre-quarti, in particolare, può essere 230 messo in relazione con migliori valori sia nella velocità, sia nella resistenza specifica, mentre la più grande massa corporea degli avanti permette loro di ottenere un maggiore momentum di velocità rispetto ai trequarti durante gli scatti (Quarrie et al, 1995). La composizione bicompartimentale degli avanti, componenti della mischia, può definirsi pertanto come quella di un “soggetto potente, veloce e stabile” (RIENZI et al, 1999), con artometria decisamente superiore nei valori assoluti e con rapporti area muscolare/area lipidica del braccio (AMA/AFA) e area muscolare/area lipidica della coscia (TMA/ TFA) inferiori, a stigmatizzare il maggiore contenuto di grasso. Questo carattere morfologico è tradizionalmente considerato come fattore di stabilizzazione nella strutturazione del pacchetto MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO IERACITANO TABELLA III. — Bioimpendenzometria multifrequenza e composizione corporea: media e IC 95%. TBW (Kg) ECW (Kg) ECW/TBW TBW %BM ECW %BM FFM (Kg) FFM %BM MM (Kg) MM%BM MM%FFM BF(Kg) BF % Totale n=31 1a linea n=7 2a linea n=5 3a linea n=7 Avanti n= 19 Trequarti n=12 aP< 57.70 (56.4-58.9) 23.29 (22.0-24.52) 40.27 (39.1-41.51) 58.57 (57.4-59.9) 23.59 (22.4-24.8) 83.72 (82.5-84.95) 85.03 (83.0-86.2) 53.04 (51.8-54.2) 53.60 (52.5-54.91) 63.45 (62.3-64.81) 15.02 (13.8-16.25) 14.97 (13.7-16.2) 59.37 (57.12-61.61) 24.26 (22.01-26.50) 40.81 (38.57-43.07) 55.72 (53.55-58.04) 22.74 (20.53-25.02) 87.79 (85.54-90.04) 82.48 (80.23-84.72) 56.98 (54.73-59.22) 53.58 (51.23-55.72) 65.31 (63.15-67.65) 18.73 (16.49-20.98) 17.52 (15.2-19.7) 64.13 (62.76-65.51) 26.87 (25.49-28.24) 41.86 (40.49-43.24) 58.44 (57.12-59.98) 24.46 (23.09-25.85) 94.40 (93.02-95.78) 86.00 (84.62-87.38) 59.33 (57.96-60.71) 53.99 (52.62-55.38) 63.56 (62.19-64.94) 15.47 (14.09-16.84) 14.00 (12.6-15.3) 58.60 (55.88-61.32) 23.81 (21.10-26.53) 40.63 (37.90-43.35) 58.24 (55.61-61.04) 23.66 (20.98-26.41) 86.06 (83.34-88.77) 85.59 (82.87-88.30) 54.70 (51.98-57.42) 54.14 (51.53-56.96) 64.93 (61.46-66.89) 14.56 (11.84-17.27) 14.41 (11.7-17.1) 59.84 (58.1-61.53) 24.51 (22.8-26.19) 40.91 (39.2-42.61) 57.07 (55.4-58.84) 23.34 (21.7-25.07) 88.19 (86.5-89.88) 84.18 (82.5-85.87) 56.51 (54.82-58.20) 53.75 (52.1-55.5) 64.52 (62.9-66.35) 16.68 (14.9-18.37) 15.82 (14.1-17.5) 54.31 (52.53-56.08) 21.38 (19.60-23.15) 39.28 (37.52-41.07) 61.04 (59.3-62.85) 23.98 (22.22-25.77) 76.64 (74.87-78.42) 86.37 (84.59-88.14) 47.55 (45.77-49.33) 53.35 (51.65-55.20) 61.80 (60.11-63.66) 12.40 (10.62-14.18) 13.63 (11.8-15.41) 0.0002 0.0001 0.0001 0.0010 n.s. 0.0001 0.0051 0.0001 n.s. n.s. 0.0001 0.0051 n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. = non calcolabile di mischia e protettivo in caso di collisione (placcaggio). Per l’eccellenza del campione, l’insieme di questi dati può costituire un importante indicatore biometrico di riferimento per: — la definizione dell’ ottimale rapporto tra massa magra e massa grassa, anche in funzione delle dimensioni scheletriche (Wilmore JH, 1992); — la selezione degli atleti e l’attribuzione dei ruoli (Nicholas CW, 1997); — la tipologia d’allenamento degli atleti adolescenti in formazione. La valutazione delle caratteristiche somatoantropometriche, ripetuta frequentemente durante la stagione, permette di monitorare meglio l’atleta e permette di elaborare con più precisione modelli nutrizionali in relazione anche alle abitudini alimentari, al tipo e all’entità dei carichi di lavoro, protocolli per l’integrazione energetica, la reidratazione idro-elettrolitica specifica (competizioni e allenamenti) e il recupero rapido. Vol. 61, N. 2 Livelli raccomandati di energia e nutrienti del giocatore di rugby Così come per altri sport di squadra ad impegno intermittente, anche per il rugby è diffusa tra gli addetti ai lavori l’opinione che una miglior conoscenza dei bisogni energetici e plastici dell’atleta costituisca obiettivo primario e irrinunciabile per la l’acquisizione della “migliore condizione di forma”, finalizzata alla gestione ottimizzata del gesto atletico. Per rispondere alle esigenze dei giocatori di riteniamo utile l’applicazione di un protocollo, articolato in più punti, che prevede: — valutazione della composizione corporea e calcolo della ripartizione percentuale dei compartimenti magro e grasso nell’ambito di ciascun ruolo; — valutazione dello stato nutrizionale degli atleti; — elaborazione di regimi alimentari di riferimento, sia per il controllo del peso corporeo, sia per l’adeguata copertura dei fabbi- MEDICINA DELLO SPORT 231 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO sogni correlati agli strenui impegni nelle sedute di allenamento e nelle competizioni; — elaborazione di protocolli dietoterapici personalizzati. Valutazione dei bisogni energetici e plastici La spesa energetica totale quotidiana (TEE) può essere calcolata e personalizzata attraverso il computo di costi energetici differenti: — Termogenesi Basale (Metabolismo Basale, MB): esprime il costo energetico in condizioni di vita vegetativa — Termogenesi da Esercizio Fisico (TEF):è il costo energetico relativo al sostegno del lavoro meccanico compiuto nella giornata. — Termogenesi Alimentare (Termogenesi Dieto-Indotta; TID): è il costo energetico relativo al processo di collocazione metabolica dei nutrienti ingeriti (Schutz et al, 1984; Ciangherotti, 1987). — Termogenesi per l’Accrescimento (TG): negli atleti delle formazioni minorili il processo di accrescimento non risulta ancora terminato ed il suo costo, quando considerato ottimale per età e sesso, è stato calcolato attorno al 2% del TEE (Butte, 2000). Calcolato il costo di TEE è semplice comprendere che ogni giorno questa deve essere rinnovata (ricambio energetico), ripartita tra i pasti della giornata e tra i macronutrienti (lipidi, protidi, glucidi), secondo determinati equilibri, in modo tale da assicurare anche la copertura dei cosiddetti nutrienti essenziali (aa. ramificati, aromatici, creatina, acidi grassi polinsaturi n6 e n3, fattori vitageni ad essi correlati, quali i gruppi delle vitamine pro-ossidanti (B1, B5) ed anti-ossidanti (A, C, E + Selenio), dei biocatalizzatori plastici (B6, B12) e dei fattori minerali (macro-, oligo-, elementi traccia). Valutazione chimico-clinica e funzionale I grandi progressi nella conoscenza dell’organismo dell’atleta per quanto riguarda le relazioni tra stato di salute e performance, 232 hanno messo in evidenza il ruolo degli esami di laboratorio nell’accertamento di: — stato nutrizionale: esame emocromocitometrico, albumina, siero-protidogramma, transferrina e ferritina plasmatche; glicemia a digiuno e post-prandiale, trigliceridi, colesterolo totale, -HDL e –LDL, creatinina, azoto ureico ed acido urico, nel siero; — funzione respiratoria aerobica: ematocrito (Ht), emoglobina (Hb g%), eritrociti, sideremia, ferritina, transferrina ed anaerobica: CPK (creatin-fosfochinasi), LDH (lattico-deidrogenasi); — stato endocrino, con particolare riferimento al trofismo muscolare ed allo stress psico-fisico: DHEA, ∆4androstenedione, testosterone; ACTH, Cortisolo antimeridiano; TSH, FT3, FT4; transaminasi GO e GP, LDH (latticodeidrogenasi), γ-GT (gamma-glutamil transferasi), CPK (creatin-fosfochinasi); — del ricambio idro-minerale: potassio, sodio, calcio, fosforo, magnesio. Analisi delle abitudini alimentari La conoscenza delle abitudini alimentari permette di verificare la corrispondenza tra i nutrienti assunti nella giornata e le peculiari esigenze metaboliche del giocatore di rugby, anche in termini di bilancio. Per analizzare le abitudini alimentari dei singoli atleti è stato elaborato un apposito questionario, autorizzato dall’Istituto Nazionale della Nutrizione e validato attraverso uno studio pilota condotto su un campione di atleti e di sedentari sani. I questionari prendono in considerazione i tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due spuntini (mattina e pomeriggio) indicando per ciascuno gli alimenti assunti, le loro quantità e quelle dei relativi nutrienti. Programmazione alimentare nutrizionale di riferimento L’attività fisica, la prestazione atletica e il recupero dopo l’esercizio sono migliorate da un’alimentazione ottimale. Il medico dello sport dovrebbe fornire indicazioni per la salu- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO te e la performance fisica attraverso: una giusta scelta dei cibi e dei liquidi, il tempo e il modo di assunzione degli stessi e, eventualmente, la selezione degli integratori. Da un punto di vista energetico, il rugby viene inquadrato come sport di tipo aerobicoanaerobico alternato dove è necessario esprimere prevalentemente azioni di forza e velocità di breve durata, ma dove i ridotti tempi di recupero tra un’azione e l’altra impongono anche una grande capacità al lavoro di resistenza (Bellotti e Matteucci, 1999). Il regime alimentare dell’atleta deve essere confezionato in base alle particolari esigenze dettate dalla tipologia di allenamento, in relazione cioè alla qualità del gesto meccanico riprodotto, il cui costo energetico è supportato da una miscela di combustibili che cambia in relazione al tipo di metabolismo selezionato (anaerobico alattacido, anaerobico lattacido, aerobico, misto). La proporzione dei vari nutrienti non differisce sostanzialmente dalle correnti linee guida per la popolazione generale; la differenza sostanziale risiede nella maggior richiesta di energia (carboidrati) e di liquidi (persi con la sudorazione) In generale alcuni aspetti sono da sottolineare: la copertura del fabbisogno energetico, l’idratazione ottimale, il maggior fabbisogno di carboidrati e proteine e la qualità e tempistica dei pasti (in particolare rispetto ad allenamento e gare). Per quanto riguarda l’integrazione riteniamo che non occorra fornire supplementi agli atleti se l’energia, adeguata a mantenere il peso e la composizione corporea, deriva da una dieta varia ed equilibrata. Definizione di regimi alimentari personalizzati La valutazione dello stato nutrizionale, della composizione corporea e l’indagine chimico-clinica da effettuare sugli atleti permette spesso di individuare le principali alterazioni fisiopatologiche degli stessi. Le più frequenti problematiche riguardano: quote di BF relativamente elevate, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, stati di sidero- Vol. 61, N. 2 IERACITANO Figura 7. — Integrazione energetica e idrominerale durante il “team run” prima di un incontro del RWC 2003. penia latente, segni biochimici ed enzimatici di stress muscolare, stati di lieve disidratazione. Queste problematiche dovrebbero essere esaminate singolarmente dallo staff medico e presentate successivamente allo staff tecnicofisico per definire e instaurare le idonee e immediate misure correttive nei rispettivi campi di competenza. Riteniamo, infatti, di grande importanza la collaborazione dei vari settori del team per la realizzazione di protocolli combinati di nutrizione, terapia e allenamento (per esempio una dieta relativamente ipocalorica a basso contenuto di colesterolo, elaborata dal nutrizionista, associata all’aumento della quota di lavoro aerobico, prescritta all’atleta dal preparatore atletico). Spesso risulta necessario elaborare di protocolli dietoterapici personalizzati al fine di risolvere la problematica in questione e prevenirne la ricomparsa. Integrazione energetica e idrominerale I pesanti e ravvicinati allenamenti cui si sottopongono i giocatori di alto livello, spesso in condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli (temperatura e umidità elevate), richiedono la formulazione di idonei protocolli di reidratazione idrominerale energetica (Figura 7). Con la sudorazione indotta dall’esercizio l’atleta disperde acqua, sodio, potassio e una piccola quota di minerali come ferro e calcio. MEDICINA DELLO SPORT 233 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO Figura 8. — I più frequenti infortuni nel rugby (traumi acuti in giallo, sovraccarico funzionale in arancione). Le principali complicanze dell’eccessiva sudorazione, in particolare durante attività fisica strenua e in ambiente caldo umido, sono: l’iperosmolarità e la riduzione del volume plasmatico (con decremento della performance cardiaca e della termoregolazione) e l’emoconcentrazione con conseguente riduzione dell’efficienza fisica. La riduzione del volume plasmatico si verifica quando, a causa della sudorazione, si ha una perdita pari al 2-3% della massa corporea. Per evitare che l’ingestione di notevoli quantità d’acqua possa provocare iponatriemia si dovrebbero utilizzare fluidi idrominerali iso-osmotici contenenti carboidrati che consentano il ristoro energetico durante e dopo l’esercizio. La somministrazione glucidica in corso di sforzo fisico, infatti, non scatena la risposta insulinica e la conseguente ipoglicemia anche per l’alta concentrazione in circolo di ormoni del sistema di controregolazione ad effetto iperglicemizzante. Al contrario, per non incorrere in un’ipoglicemia reattiva, bisogna evitare l’assunzione di carboidrati nei periodi immediatamente precedenti all’attività, dove la concentrazione di ormoni controinsulari è bassa. 234 Lo svuotamento gastrico è più rapido quando la quota di liquidi nello stomaco è alta ed è rallentato dalla presenza di fluidi ipertonici, ad esempio quando la concentrazione di carboidrati è pari o superiore all’8%; per ovviare all’aumento di osmolarità si utilizzano le maltodestrine, corti omo- ed etero-polimeri del glucosio con modesta attività osmotica. Inoltre, l’aggiunta di basse concentrazioni di glucosio e di sodio alla soluzione non ne modifica sostanzialmente il tempo di svuotamento gastrico e aumenta l’assorbimento intestinale del glucosio stesso (meccanismo di cotrasporto glucosio-sodio, con assorbimento osmotico passivo di acqua). Risulta, dunque, importante tenere presenti tutti questi aspetti sia nella formulazione della composizione ottimale dell’integratore, sia nella scelta della dose e dei relativi tempi di somministrazione (timing). Recupero rapido Nel rugby moderno il calendario impone alle squadre incontri sempre più ravvicinati e proprio in queste situazioni estreme hanno assunto particolare importanza i protocolli nutrizionali finalizzati al recupero rapido. Entro 30 minuti dalla fine dell’esercizio viene iniziata la reintegrazione utilizzando idonei alimenti e/o prodotti e integratori specifici con liquidi, sali, carboidrati a medio/alto indice glicemico e piccole dosi di grassi e proteine. Per quanto riguarda la posologia la dose di carboidrati somministrati era di 1.5 g/Kg di peso corporeo o 50-100 g per dose fino ad un max di 500 g e di acqua: 450-700 ml ogni 0.5 kg di peso persi durante l’esercizio. Il protocollo sarà ripetuto dopo 2 e 4 ore (soppresso se in coincidenza con un pasto). La traumatologia nel Rugby Il rugby è rimasto ufficialmente uno sport dilettantistico sino al luglio del 1995 (Figura 8), quando l’IRB (International Rugby Board) ne ufficializzò il passaggio a sport professio- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO IERACITANO TABELLA IV. — Costi e numero d’infortuni totali e classificati gravi nella New Zealand Rugby Union. Infortuni totali Nuovi 1994 07/1995 06* 1995 07/1996 06 1996 07/1997 06 1997 07/1998 06 1998 07/1999 06 1999 07/2000 06 2000 07/2001 06 2001 07/2002 06 2002 07/2003 06 2003 07/2004 06 Infortuni gravi In trattamento Nuovi In trattamento Numero di casi Costo per caso ($000) Numero di casi Costo per caso ($000) Numero di casi Costo per caso ($000) Numero di casi Costo per caso ($000) 3800 3764 3560 3509 3360 3003 3205 3205 3226 3423 8,142 7,891 7,951 9,053 9,324 8,481 10,491 9,767 10,883 12,548 993 1045 999 980 984 778 832 820 785 916 9,049 9,685 12,128 15,846 14,628 10,494 10,540 12,459 11,887 13,508 4 4 4 7 11 9 10 <=3 <=3 <=3 132 122 192 28 236 82 522 174 49 384 42 46 51 54 56 59 61 67 63 65 1,887 2,473 4,270 7,629 6,018 3,988 4,224 5,406 5,335 6,042 L’asterisco rappresenta il momento di passaggio dal dilettantismo al professionismo. nistico. Il cambiamento ha portato ad un gioco sempre più fisico, veloce e tecnico e con un numero di incontri e di competizioni sempre maggiore, per accontentare pubblico, sponsor e i media. Di pari passo è stato necessario sviluppare nuove modalità e tecniche di allenamento e di cura dei giocatori sempre più impegnati e sottoposti a grandi carichi di lavoro. La ricerca costante di giocatori più grossi, più forti, più veloci e più aggressivi ha condizionato un incremento sempre maggiore della forza di impatto e, inevitabilmente, anche del numero di infortuni. L’effetto sul fisico di un incontro di rugby di alto livello è sovrapponibile a quello prodotto da un incidente d’auto a 100 km orari! Attraverso l’analisi dei dati epidemiologici raccolti per 10 anni dalla ACC (Accident Compensation Corporation), società nazionale di assicurazioni neo-zelandese, è possibile vedere quali cambiamenti ci siano stati nell’infortunistica a seguito di questo epocale passaggio. La tabella IV e la figura 9 si riferiscono al numero d’infortuni denunciati anno per anno (nuovi e in trattamento) dal 1994 al 2004 ed al loro costo complessivo in migliaia di dollari e ci aiutano a vedere meglio come, con il passare del tempo, grazie alle nuove tendenze in campo di prevenzione e riabilitazione, i nuovi infortuni, soprattutto gravi, siano diminuiti. Vol. 61, N. 2 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 Totali Gravi 500 0 Figura 9. — Numero d’infortuni nella New Zealand Rugby Union. Conclusa la necessaria premessa, è utile capire quali aspetti del gioco siano da analizzare per permettere di pianificare, da un punto di vista scientifico, protocolli e linee guida per una corretta riduzione del rischio e per la formulazione di trattamenti riabilitativi sempre più adeguati ed efficienti. Il primo aspetto dell’analisi riguarda la frequenza e la tipologia degli infortuni subiti e la sede anatomica interessata, seguito dalle fasi di gioco maggiormente a rischio e dai ruoli più esposti ad un eventuale trauma; in ultimo l’età durante la quale una tipologia di infortunio è più frequente. Tutto ciò permette di avere un’idea sul MEDICINA DELLO SPORT 235 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO 70 60 % 50 40 30 20 10 0 Squadre giovanili Campionato Campionato provinciale nazionale Testa e collo Tronco e colonna Wallabies Super 12 Arto superiore Arto inferiore Figura 10. — Incidenza stagionale degli infortuni nell’Australian Rugby Union suddivisi per distretto anatomico e categoria. tipo di lesione che può verificarsi in una determinata fase di gioco (ad esempio, durante un placcaggio piuttosto che sugli esiti di una mischia), di prevedere e quindi cercare di prevenire gli infortuni a cui sono maggiormente esposti le diverse categorie di giocatori. Per osservare come variano le sedi d’infortunio in rapporto al livello di gioco abbiamo utilizzato lo studio di Orchards (UNSW Sports Medicine Unit) realizzato per conto dell’Australian Rugby Union e del NSW Sporting Injuries Comittee (Figura 10). Dall’analisi dei dati risalta notevolmente sia come gli infortuni agli arti inferiori siano in assoluto i più frequenti, sia la significativa differenza di infortunati alla testa e/o al collo tra squadre meno e più tecniche: le prime hanno una media di circa 22 assenze su cento partite a causa di questo tipo di lesioni, le altre rasentano il 7,7%. Dai dati che analizzano l’incidenza di infortuni per partita (Tabella V), si evince che il maggior numero di traumi è a carico della regione cranio-cervicale. Anche qui si può notare in che modo, al variare di categoria, variano le sedi anatomiche interessate: come prima, le categorie di livello inferiore hanno un’incidenza degli infortuni a testa e collo più alta (8,8% per le giovanili e 5,1% per i campionati provinciali). Tra le fasi di gioco, quella relativa al placcaggio è la più a rischio seguita dai raggruppamenti e dalle mischie (Figura 11). L’ultimo aspetto da esaminare consiste nell’individuare quale può essere l’età e il grado di esperienza nella quale è più facile incorrere in un infortunio. Come è possibile vedere nella figura 12 e come si è già desunto dalle tabelle precedenti, i giovani giocatori hanno una maggiore probabilità di infortunarsi, sia per la loro scarsa esperienza, sia per la minore preparazione tecnica e fisica. Un importante studio portato a termine durante la Coppa del Mondo in Australia nel 2003 (Tabella VI), grazie alla collaborazione di tutti i medici responsabili delle 20 rappresentative nazionali partecipanti alla fase finale, ha fornito i seguenti dati epidemiologici: gli infortuni più frequenti sono stati quelli a carico di testa, faccia e collo (33,7%) seguiti da quelli a carico di caviglia e piede (14%) e ginocchio (12%); le ferite lacero-contuse (21,7%) e le contusioni (20,1%) hanno rap- TABELLA V. — Incidenza infortuni per partita nell’ Australian Rugby Union suddivisi per sede anatomica e categoria. Testa/collo Spalla/braccio/gomito Avambraccio/polso/mano Tronco/colonna Inguine/fianco/coscia Ginocchio Gamba/ caviglia/piede Cause mediche/generiche Tutti gli infortuni 236 Totale Campionato provinciale Campionato nazionale Wallabies e Super 12 Squadre giovanili 4,2 3,5 1.4 1.9 3.5 4.1 4.1 0.2 23.0 5,1 3,1 2.3 2.6 5.6 3.6 4.1 0.3 26.6 2,3 5,1 1.6 2.3 1.9 3.9 4.7 n.p. 21.8 0,5 2,4 1.0 1.4 1.9 5.8 4.3 n.p. 17.3 8,8 3,4 0.0 0.5 2.9 3.9 3.4 0.5 23.4 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO 2% 4% 1% Placcaggio Gioco aperto Mischia aperta Mischia chiusa Falli di gioco 15% Touche 58% 20% Figura 11. — Incidenza degli infortuni nella varie fasi di gioco (Australia e Nuova Zelanda). 2% 4% 1% Placcaggio Gioco aperto Mischia aperta Mischia chiusa Falli di gioco 15% Touche 20% 58% Figura 12. — Percentuale di infortuni in relazione all’età (Sud Africa 1996-2002). presentato i più comuni tipi di infortunio; il placcaggio, in particolare placcare (20,6%) ed essere placcato (19,1), ha rappresentato la fase più a rischio. Il 70% degli infortuni è stato classificato come lieve (il giocatore è stato costretto ad abbandonare il campo e/o a non essere disponibile per l’incontro successivo), il 14% come moderato ( il giocatore è stato indisponibile per 2/3 incontri), il 16% come severo (il giocatore è stato indisponibile per più di 3 gare). La media degli infortuni avvenuti nel primo tempo è sensibilmente minore di quella del secondo tempo (61%) e il maggior numero (38%) degli infortuni sono avvenuti nel terzo quarto di gioco (prevalentemente di infortuni minori es. stiramenti muscolari). Il 43% degli infortuni severi sono avvenuti nel secondo quarto di gioco (fine del primo tempo). In base al ruolo dei giocatori infortunati possiamo dire che le terze linee ed i centri esterni sono i più a rischio e che non vi sono Vol. 61, N. 2 IERACITANO TABELLA VI. — Infortuni occorsi durante il RWC 2003 (finali e pool) divisi per sede, tipologia, fase di gioco e ruolo. Sede Testa, collo Caviglia, piede Ginocchio Coscia Gamba Spalla Torace Polso, mano Gomito Tipologia Ferite lacere Distorsioni Contusioni Stiramenti Lussazioni Fratture Edemi Altro Ematomi Parestesie Concussioni Abrasioni Fase di gioco Placcaggio (placcare) Placcaggio (placcato) Urto (difendendo) Collisione Urto (attaccando) Ruck Mischia Rotazione/accelerazione Overuse Altro Affaticamento Caduta casuale Ricadere saltando Rimessa laterale Ruolo Pilone Tallonatore II linea Flanker Numero 8 Mediani Ala Centro Estremo Finali Pool Media 30.9% 11.1% 17.3% 12.3% 8.6% 7.4% 7.4% 4.9% 0.0% 37.0% 16.7% 9.3% 7.4% 9.3% 8.3% 5.6% 5.6% 0.9% 34.4% 14.3% 12.7% 9.5% 9.0% 7.9% 6.6% 5.3% 0.5% 16.0% 21.0% 19.8% 6.2% 7.4% 3.7% 8.6% 7.4% 3.7% 4.9% 1.2% 0.0% 25.9% 20.4% 20.4% 9.3% 3.7% 6.5% 1.9% 1.9% 2.8% 1.9% 2.8% 2.8% 21.7% 20.6% 20.1% 7.0% 5.3% 5.3% 4.8% 4.2% 3.2% 3.2% 2.1% 1.6% 14.8% 30.9% 6.0% 7.4% 4.9% 7.4% 8.6% 4.9% 3.7% 1.2% 4.9% 1.2% 3.7% 0.0% 25.0% 10.2% 15.7% 9.3% 10.2% 4.6% 2.8% 5.6% 5.6% 6.5% 0.9% 1.9% 0.0% 1.9% 20.6% 19.1% 11.6% 8.5% 7.9% 5.8% 5.3% 5.3% 4.8% 4.2% 2.7% 1.6% 1.6% 1.1% 12.3% 4.9% 9.8% 16.1% 8.6% 12.4% 13.6% 24.6% 3.7% 11.1% 6.5% 16.7% 18.5% 7.4% 12.0% 11.1% 11.1% 5.6% 11.7% 5.8% 13.5% 17.3% 7.9% 12.2% 12.4% 14.3% 4.8% significative differenze tra avanti e trequarti. I giocatori di prima linea, i mediani ed i centri interni hanno una significativa incidenza di traumi contusivi a testa e faccia e distorsivi del MEDICINA DELLO SPORT 237 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO TABELLA VII. — Distribuzione degli infortuni al rachide cervicale per ruolo. Studio Nazione Periodo Tallonatori n./% Piloni n/% Altri avanti n/% Trequarti n/% Totale n. Secin et al. Taylor and Coolican Armour et al. Palairet and Xiong Kew et al. Wetzier et al. Williams and McKibbin Argentina Australia New Zealand New Zealand Sud Africa USA Galles 1977-1997 1960-1985 1976-1995 1996-2000 1963-1989 1970-1994 1964-1984 9/50.0 16/43.2 33/27.7 10/28.6 14/18.4 28/47.5 3/10.0 1/5.6 14/37.8 20/16.8 3/8.6 7/9.2 7/11.9 10/33.3 4/22.2 4 /10.8 24/20.2 13/37.1 21/27.6 10/16.9 9/30.0 4/22.2 3/8.1 13/10.9 8/22.9 34/44.7 12/20.3 7/23.3 18 37 119 35 76 59 30 113/30.2 62/16.6 85/22.7 81/21.7 374 Totale collo, mentre sempre i mediani e questa volta anche gli altri trequarti hanno una discreta incidenza di traumi distorsivi di spalle e arti superiori (placcaggio in velocità). Da segnalare che i giocatori di prima linea denominati piloni destri sono incorsi in una serie di infortuni severi (17%) a carico della colonna cervicale, vera “spada di Damocle” nel rugby moderno. Traumatologia vertebrale I traumi della colonna vertebrale ed in particolare del tratto cervicale sono gli infortuni più seri e drammatici che possono capitare sui campi da rugby. Rari in termini di incidenza i traumi vertebrali diventano rilevanti in relazione alle devastanti conseguenze per l’atleta e la comunità. L’associazione tra questo tipo di lesione e la pratica del rugby è nota da più di un secolo ma è stato il vertiginoso incremento che questo tipo di infortuni ha avuto negli anni 70 e 80 a suscitare grande interesse e rilevanza nella ricerca medicosportiva degli ultimi 30 anni. Le statistiche presenti in letteratura medico-scientifica non presentano univocità di metodi di raccolta dei dati e risultano difficilmente confrontabili. Emerge comunque inequivocabile la rilevanza, sia per frequenza che per gravità, che questi tipi di infortuni rivestono nella pratica del rugby. Tra i fattori di rischio riteniamo opportuno evidenziare l’importanza che rivestono l’età, l’esperienza, la categoria e il ruolo assunto in campo. Tutte le età sono interessate. 238 Gli avanti e in particolar modo il pilone destro ed il tallonatore sono i ruoli maggiormente interessati da questi infortuni. In questi ruoli, infatti, l’atleta è sottoposto sia al rischio comune agli altri ruoli, durante le fasi di gioco aperto, sia a quello della mischia ordinata. Le fasi di ingaggio, il crollo o lo “stappamento” (verso l’alto “popping”) sono i principali aspetti del rischio nella mischia. Uno dei più frequenti meccanismi di lesione midollare riguarda l’iperflessione della colonna cervicale con esito di frattura e/o lussazione di C4/C5 o C5/C6. I risultati di più studi epidemiologici condotti sull’incidenza dei traumi cervicali sono riassunti nelle Tabelle VII e VIII. Il trauma spinale, se non viene individuato e adeguatamente gestito sul campo, può determinare un danno irreparabile e paralizzare per tutta la vita l’atleta coinvolto. Da evidenziare che circa il 50% dei deficit neurologici insorgono dopo l’evento traumatico iniziale. Alcuni atleti possono presentare un danno midollare immediato come conseguenza del trauma, altri possono avere una lesione alla colonna vertebrale che inizialmente non intacca il midollo ma che può ledersi successivamente con i movimenti della colonna. Consentire ad un atleta, che ha riportato un trauma vertebrale, di muoversi oppure spostarlo, in caso di una lesione spinale non riconosciuta, potrebbe avere conseguenze devastanti; conseguenze che assumono importanza rilevante anche dal punto di vista sociale. Tra i criteri fondamentali su cui si basano MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO IERACITANO TABELLA VIII. — Distribuzione degli infortuni al rachide cervicale per fase di gioco. Studio Secin et al. Rotem et al. Taylor and Coolican Sovio et al. Armour et al. Palairet and Xiong Kew et al. Silver Silver Wetzier et al. Williams and McKibbin Nazione Argentina Australia Australia Canada New Zealand New Zealand Sud Africa Gran Bretagna Gran Bretagna USA Wales Periodo Placcaggio n./% Mischia chiusa n/% Altri avanti n/% Altre fasi n/% Totale n. 1977-1997 1984-1996 1960-1985 1975-1982 1976-1995 1996-2000 1963-1989 1952-1982 1983-1987 1970-1984 1966-1984 5/27.8 8/30.8 8/21.6 2/22.2 39/32.8 18/48.6 59/50.4 23/36.5 8/26.3 18/30.5 8/30.0 11/61.1 14/53.6 23/62.2 7/77.6 53/44.5 14/37.8 25/21.4 14/22.2 7/36.8 34/57.6 12/40.0 2/11.1 4/15.4 5/13.5 N.P. 17/14.3 4/10.8 21/17.9 20/ 31.7 6/31.6 7/11.9 9/ 30.0 N.P. N.P. 1/2.7 N.P. 10/8.4 1/2.7 12/10.3 6/9.5 1/5.3 N.P. N.P. 18 26 37 9 118 37 117 63 19 59 30 194/36.3 214/40.1 95/17.8 31/5.8 534 Totale i sistemi di prevenzione, appaiono fondamentali la stesura di linee guida affinché un’idonea gestione della fase di primo soccorso contribuisca a ridurre al minimo l’incidenza di tali eventi traumatici. Ecco quindi che s’impone il consiglio di fornire a tutti i potenziali soccorritori (allenatori, preparatori, medici, fisioterapisti, massaggiatori ma anche arbitri, dirigenti accompagnatori) un idoneo percorso formativo di base. Concussione cerebrale MTBI (mild traumatic brain injury) LA MTBI, evenienza frequente negli sport di contatto, può essere definita come “un’alterazione transitoria dello stato mentale, indotta da un trauma” (R. Cantu). È un evento traumatico tra i più frequenti nel rugby, spesso ampiamente sottostimato e sottovalutato e che pone ancora dubbi circa le modalità ed il timing del ritorno all’agonismo. Le alterazioni neuropatologiche tipiche dello stato concussivo sono da correlare ad un deficit funzionale piuttosto che a un danno strutturale cerebrale, frequentemente gli esami neuroradiologici possono essere negativi anche se i sintomi post-concussivi possono anche essere di lunga durata. La presenza di un medico a bordo campo è di fondamentale importanza nel riconoscimento di uno stato concussivo, che viene Vol. 61, N. 2 spesso misconosciuto e sottovalutato dagli Atleti e dallo staff, fino addirittura all’80% dei casi. Sarebbe altresì importante assistere al meccanismo che ha determinato il trauma cranico per poter meglio definire la gravità del quadro clinico e sospettare l’eventuale interessamento del rachide cervicale. Classificazione CONCUSSIONE SEMPLICE. L’atleta soffre di un danno che progressivamente si risolve senza complicazioni nel giro di 7-10 giorni. In situazioni simili, oltre all’evidente rinuncia ad allenarsi e a praticare lo sport nella fase sintomatica, nessun ulteriore intervento è richiesto durante il periodo di recupero, e l’atleta in genere recupera senza particolari problemi. Lo screening neuropsicologico non gioca un ruolo determinante in questi casi. Si tratta di una forma di concussione piuttosto comune e tranquillamente gestibile dal medico o persino dall’allenatore sotto supervisione medica. È sufficiente riposare fino alla risoluzione dei sintomi e poi sottoporsi a un programma di graduale rientro in attività. CONCUSSIONE COMPLESSA. L’atleta soffre di sintomi persistenti, conseguenze specifiche (per esempio concussioni convulsive), perdita di conoscenza prolungata (oltre un minuto) o prolungato danno cognitivo. MEDICINA DELLO SPORT 239 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO Nel gruppo delle concussioni complesse rientrano anche gli atleti che abbiano subito più danni nel corso del tempo. Si tratta in questi casi di considerare altro oltre al semplice ritorno all’attività agonistica e non si può assolutamente rinunciare ai test neuropsicologici e ad altri accertamenti. Anche l’equipe medica che prende in cura l’atleta è più articolata e non può prescindere dalla competenza neurologica. Di gran rilievo poi anche la storia delle concussioni. Molti atleti, infatti, potrebbero sottovalutare episodi verificatisi in passato e per i medici tener conto di episodi pregressi facilita la diagnosi del paziente. Strumenti diagnostici TEST NEUROPSICOLOGICI. Si tratta di una serie di test che mirano a monitorare le alterazioni della memoria che si possono registrare nella settimana successiva al trauma per offrire uno strumento diagnostico obiettivo. Tra i vari tipi di test i piu utilizzati sono: — CogSport — ConcussionSentinel — Concussion Resolution Index — ImPACT (Immediate Postconcussion Assessment and Cognitive Testing) — SCAT (sport concussion assessment tool). Alcuni studi hanno rilevato che due giorni dopo il trauma il 64% degli atleti traumatizzati ha riportato un significativo aumento dei sintomi, come rilevato dal symptom scores in confronto ai valori basali pre-trauma. L’83% dei soggetti traumatizzati ha mostrato una significativa riduzione delle performance ai testi neurocognitivi rispetto al loro valore basale. Il 93% ha presentato risultati anormali ai testi neurocognitivi oppure un significativo aumento dei sintomi in confronto al loro valore basale; nel 30% del gruppo di controllo il symptom score post-traumatico ha mostrato anomalie nei test neurocognitivi o una marcata sintomatologia. Ache gli atleti che dichiarano di non avere sintomi possono continuare a mostrare 240 deficit neurocognitivi di cui sono inconsapevoli o che non riescono a riferire. In ssenza di esami neurocognitivi suggeriamo al medico sportivo estrema cautela prima di dare il via libera a un atleta basandosi solo sulle sue impressioni”. Ritorno all’agonismo Concussione semplice: riposo fisico e cognitivo per alcuni giorni quindi: 1) Leggera attività aerobica (passeggiare, bicicletta in pianura) 2) Eseguire esercizi tipici senza contatto 3) Eseguire gesti tecnici senza contatto 4) Valutazione medica specialistica prima di allenamento con contatto 5) Ritorno all’agonismo Concussione complessa: la decisione va presa dal medico dello sport con uno specialista neurochirurgo/neurologo sulla base dei segni e dei sintomi e dei disturbi correlati Sovraccarico funzionale La maggior parte degli infortuni come si è potuto notare è una conseguenza di un trauma acuto. Non bisogna sottovalutare tuttavia una non indifferente percentuale di patologia cronica dovuto a un sovraccarico funzionale. I giocatori si sono dovuti adattare ad un gioco sempre più evoluto che richiede uno sforzo fisico e mentale sempre più consistente. Anche lo stile di gioco è cambiato molto e continuerà ad essere in evoluzione richiedendo capacità tecniche ed atletiche sempre più complesse che andranno di pari passo e saranno imprescindibili, l’una dall’altra, per la “costruzione” del giocatore di rugby moderno. La ripetizione di gesti sportivi e di movimenti specifici può, infatti, determinare un’azione meccanico-traumatica sulle strutture interessate. Inoltre, questi infortuni si possono verificare anche come conseguenza di uno o più traumi acuti e di allenamenti troppo gravosi. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO Le patologie da sovraccarico funzionale più frequenti nel rugby sono: — la sindrome dolorosa della spalla (lesione alla cuffia dei rotatori); — la sindrome retto-adduttoria; — il jumper’s knee; — la tendinopatia dell’Achilleo. L’obiettivo della preparazione atletica è fornire stimoli allenanti che, provocando processi di adattamento, migliorino le prestazioni e la resistenza dei tessuti. Viceversa stimoli allenanti che superino le capacità di adattamento possono predisporre o essere la causa primaria di una sindrome da sovraccarico. Le forme di sollecitazione motoria che rappresentano i presupposti fondamentali per l’apprendimento e la realizzazione delle azioni motorie fisico sportive sono: — le tre capacità condizionali (forza,velocità e resistenza) che si basano soprattutto su processi energetici; — le qualità coordinative, che si basano prevalentemente su processi nervosi centrali di regolazione e di controllo; — la mobilità articolare, considerata qualità intermedia tra le prime due. Prevenzione, riabilitazione e recupero La prevenzione svolge sicuramente un ruolo di primo piano: preparare bene gli atleti nelle qualità appena descritte e nel corretto gesto tecnico è sicuramente il primo passo per ridurre l’incidenza e la gravità degli infortuni. La stretta collaborazione tra lo staff medico e quello tecnico nell’ambito della squadra risulta di fondamentale importanza nella preparazione degli atleti. È ruolo preminente del medico, oltre alle diagnosi e alle terapie, evidenziare le fasi di gioco e gli atleti a rischio e guidare tecnici e preparatori atletici nell’allenamento del giocatore in modo da formare atleti meno predisposti agli infortuni. La Core stability possiede un ruolo importante nella prevenzione degli infortuni. Il “Controllo della muscolatura addominale e lombare” è una garanzia per mantenere la stabilità funzionale. Vol. 61, N. 2 IERACITANO Figura 13. — Recupero rapido: immersioni in acqua ghiacciata. Muscoli coinvolti nella Core Stability: — retto dell’addome; — trasverso dell’addome; — obliqui interno ed esterno; — erettore della colonna; — muscoli che garantiscono stabilità del “baricentro”. Gli atleti meno soggetti alla lombalgia hanno una migliore mobilità specifica tra i segmenti vertebrali ed un controllo ottimale nell’attivazione dei muscoli stabilizzatori del tronco (addominali, obliqui e trasversi). Tralasciando gli aspetti specifici della riabilitazione delle specifiche patologie, vogliamo evidenziare come protocolli generali di recupero possano essere di grande aiuto nella gestione del giocatore di rugby. Protocolli per favorire il recupero rapido e prevenire le sindromi ad overtraining dovrebbero sempre prevedere alternativamente: — cool down session: sessioni dedicate di defaticamento dopo tutte le partite e gli allenamenti con esercizio cardiovascolare aerobico leggero, stretching dinamico e statico, — ice baths: bagni freddi dopo le partite e gli allenamenti faticosi (contatto) con immersione degli arti inferiori in acqua fredda addizionata di ghiaccio (Figura 13); — crioterapia: dopo i traumi per ridurre dolore e spasmo con relativo incremento del flusso sanguigno locale profondo, dei livelli di ossigeno e del metabolismo tessutale (soprattutto nei tessuti a lenta rigenerazione, fibre muscolari bianche e tendini), con aumento delle difese immunitarie (leucocitosi, MEDICINA DELLO SPORT 241 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO granulocitosi, aumento attività cellule natural killer e incremento di interluchina 6), — contrast baths: bagni caldo-freddo dopo le attività ad elevato impegno muscolare per l’azione di pompa biologica grazie all’effetto vasodilatante del caldo in contrasto con quello vasocostrittivo del freddo con riduzione dello spasmo muscolare, attenuazione del dolore, più rapida rimozione delle scorie metaboliche e rinnovo di sostanze nutrienti, — massoterapia: incremento del flusso sanguigno locale, riduzione della sensazione di fatica muscolare e diminuzione del ristagno di liquidi nelle zone declivi, rimodellamento muscolare con rimozione delle adesioni e dei nodi muscolari ed incremento della circolazione linfatica, — terapia fisica: per riattivare i meccanismi autoriparatori dell’organismo e produrre la biostimolazione dei tessuti con un incremento della circolazione sanguigna, azione antalgica, drenante e decontratturante, — short recovery diet: reidratazione elettrolitica ed energetica: l’assunzione di liquidi, elettroliti, carboidrati e piccole dosi di proteine entro 30 minuti dalla fine dell’esercizio fornisce i nutrienti necessari al recupero e stimola l’organismo verso una fase anabolica. Edemi post-traumatici nel rugby Nella esperienza maturata al fianco degli atleti delle squadre nazionali è apparso evidente l’alto numero di giocatori affetto da segni clinici di insufficienza linfatico-venosa. Il Rugby presenta un numero relativamente alto di eventi traumatici a carico degli arti inferiori. Alla luce di tutto ciò, appare quindi importante analizzare quanto l’edema post-traumatico possa incidere, ritardando il recupero sportivo di un atleta ed il suo ritorno alle competizioni. Il sistema venoso degli arti inferiori è, come noto, suddiviso in un distretto profondo che drena il sangue proveniente dai muscoli ed un distretto superficiale che drena i tegumenti. Il limite anatomico tra i due distretti è rappresentato dalle aponevrosi. 242 I due sistemi sono connessi da vene perforanti, dotate di valvole, che hanno lo scopo di garantire un flusso in senso cardiopeto. Tali formazioni valvolari sono costituite da placche fibrose a partenza endoteliale. In taluni soggetti, il sistema descritto, sottoposto a pressioni idrostatiche che superano i 100 cmH2O, nei segmenti più distali, va incontro facilmente a usura e deterioramento (soprattutto quando i meccanismi valvolari sono particolarmente vulnerabili) così da diventare incontinenti. La conseguenza dell’incontinenza valvolare delle vene comunicanti è rappresentata da un’alterazione dell’emodinamica nel distretto venoso superficiale ed in quello profondo. Secondo Franceschi questa alterazione dell’emodinamica è responsabile dell’insorgenza di varicosità agli arti inferiori, attraverso formazioni di shunt veno-venosi tra il sistema superficiale e quello profondo. Altra componente importante implicata nel mantenimento del flusso cardiopeto è rappresentato dalla pompa muscolare e cioè dal meccanismo di “spremitura” esercitato sui vasi venosi dalla contrazione dei muscoli coinvolti nella deambulazione. Si è evidenziato come in alcuni soggetti con insufficienza venosa cronica ci sia una significativa riduzione dell’efficacia della pompa muscolare. Gli effetti delle alterazioni sopradescritte si manifestano in una percentuale di popolazione che viene stimata intorno al 30-35%. Esistono poi particolari categorie di soggetti nelle quali è necessario valutare differenti parametri di natura fisiologica e biomeccanica implicati nell’insorgenza dell’affezione: gli atleti di alto livello, praticanti discipline sportive in cui è privilegiato il lavoro muscolare isometrico. In particolare nel Rugby si susseguono gesti di forza statici uniti a blocchi meccanici (mischia, rimessa laterale), repentini mutamenti di postura e posizioni obbligate (ruck, maul, placcaggio che blocca e ribalta il portatore di palla) che determinano un aumento rapido della pressione venosa. In questo sport, quindi, l’alterazione primitiva del circolo venoso degli arti inferiori, MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO più o meno evidente in molti giocatori, è acuita dai traumatismi o si sovrappone agli esiti post-traumatici, così da ingenerare la malattia varicosa e/o l’insorgenza dell’edema cronico venoso e linfatico. Partendo da alcune premesse fisiopatologiche, bisogna tener conto che, per la delicatezza della struttura delle loro pareti, per il loro stretto rapporto anatomo-funzionale, vene e linfatici sono esposti all’azione del trauma molto di più di quanto lo siano le arterie ( solo eccezionalmente interessate nei traumi più gravi e complessi). La lacerazione o anche la semplice contusione delle pareti delle vene e dei linfatici ne comporta l’occlusione per spasmo riflesso, che può estendersi ai vasi della regione adiacente al trauma (riflessi assonici brevi, antidromici). Se tale spasmo permane per un lasso di tempo lungo (irritazione delle fibre simpatiche perivasali), si può verificare la trombosi degli stessi vasi, ma, ancor peggio, può venir compromessa l’attivazione precoce di un circolo collaterale di compenso. A questo punto, instaurandosi un complesso circolo vizioso, la malattia, da locodistrettuale, diventa “compartimentale”, ponendo le premesse per una cronicizzazione del processo in cui l’edema sarà il protagonista. A questo riguardo paradigmatico è l’esempio del c.d. “arto post-flebitico, post-traumatico”, caratterizzato da un compenso linfatico, negli stadi più precoci e da uno scompenso linfatico e trofico, oltre che venoso, negli stadi più avanzati. Si può facilmente comprendere quanto la sovrapposizione di fenomeni quali flebiti o periflebiti post traumatiche, linfangiti tronculari o la comparsa e la persistenza di un tenace edema a traumi contusivi, distorsivi, lesioni capsulo-ligamentose, lesioni muscolari o tendinee, ecc, possano rendere la riabilitazione di questi atleti lenta, oltre che complessa, con un ritardo più o meno consistente nel ritorno all’attività agonistica e con possibili limiti del rendimento del giocatore. Da tutto ciò si evince la fondamentale importanza che assume il riconoscimento precoce di questi quadri clinici, ricorrendo Vol. 61, N. 2 IERACITANO ad investigazioni diagnostiche • non invasive quali: — il doppler — l’eco-doppler • scarsamente invasive quali: — la fleboscintigrafia — la linfoscintagrafia selezionando i casi che potranno o dovranno avvantaggiarsi di esami invasivi quali: — la flebografia — la linfangiografia Posta la corretta indicazione, per i casi di più frequente riscontro clinico, l’impiego corretto e razionale di apparecchiature per terapia compressiva peristaltico-sequenziale, ad aria o a mercurio, insieme al linfodrenaggio manuale, integrato nel contesto di una idonea terapia riabilitativa, costituisce il trattamento principe per la stabilizzazione e/o la risoluzione del problema. In uno studio durante la preparazione della Coppa del Mondo in Australia, gli atleti internazionali che presentavano segni di insufficienza venosa ( con o senza familiarità) furono sottoposti a velocitometria doppler e/o ecodoppler del distretto venoso ed a studio ematologico della coagulazione. Hanno indossato calze elastiche 14-18 mmHg, in alcuni casi, anche durante l’esercizio fisico ed in particolare durante il lavoro di potenziamento con pesi. Per il recupero rapido dopo le sedute di allenamento particolarmente impegnative e dopo le gare vennero sottoposti a bagni freddi (immersione degli arti inferiori in acqua ghiacciata per 10 minuti), spugnature caldo fredde, linfodrenaggio manuale, pressoterapia con macchina peristaltica ad aria, elettrostimolazione. I traumi venosi a carico degli arti inferiori vengono trattati con bendaggi elastici associati a bendaggi con ossido di zinco. Il riposo in decubito antigravitazionale, la somministrazione di terapia antiedemigena per via parenterale o preferibilmente mesoterapica pongono generalmente l’atleta nelle condizioni di recuperare precocemente la sua abituale performance, con completa “restituito ad integrum”. Un altro aspetto molto importante preso MEDICINA DELLO SPORT 243 IERACITANO LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO zione, al ritmo sonno-veglia e alla stasi venosa distrettuale. Infatti il rischio di patologie venose ma soprattutto di trombosi venosa profonda aumenta maggiormente se gli atleti/viaggiatori presentano come fattori predisponenti i quadri clinici già precedentemente descritti (insufficienza venosa/linfatica, varici, recenti traumi, edemi post-traumatici). A tale proposito, in occasione dei viaggi di spostamento, gli atleti hanno rigorosamente indossando presidi elastocompressivi ed in particolare gambaletti elastici della linea “long sitting”. Questo tipo di calza elastica a compressione moderata ha permesso di contenere l’edema diurno e la sensazione di pesantezza che sempre si associa a prolungata immobilità. Conclusioni Figura 14. — Uno sport da combattimento. in considerazione tra i fattori “traumatizzanti” è stato quello dei viaggi di trasferimento per affrontare gli eventi sportivi. Nel Rugby internazionale oggigiorno il calendario di manifestazioni di grande importanza è particolarmente folto. Gli atleti vengono sottoposti ad impegni sempre più ravvicinati, che prevedono anche tre gare alla settimana, con relativi trasferimenti e viaggi (talvolta intercontinentali), spesso di oltre 12 ore e con “ drammatici” cambiamenti di fuso orario!. In aereo infatti (ma anche in altri mezzi di trasporto come pullman o automobile) il problema è determinato dallo stare seduti troppo a lungo ed in posizione troppo scomoda. Accanto all’immobilità, altri fattori di rischio correlati all’ambiente della cabina dell’aereo (come la disidratazione, i difetti di pressurizzazione, ecc.) possono giocare un ruolo importante. All’uopo è stato elaborato un protocollo anti jet lag per le trasferte transcontinentali (Australia, Nuova Zelanda) in relazione all’organizzazione spazio-temporale, all’alimenta- 244 Abbandoniamo per un momento il “romanticismo” che impregna gli articoli che, mai come in questo momento, esaltano il rugby come sport denso di ideali e di valori, di spirito di socializzazione, di esempio di comportamento morale che, al di là dell’impegno agonistico, diventa esempio per la vita. Il rugby è, e rimarrà sempre, sport di combattimento, che coinvolge, durante ogni incontro, un alto numero di giocatori, che utilizzano ogni parte del corpo (Figura 14). Questo “combattimento” genera continui contatti uomo-uomo e, di conseguenza, uomo-terreno, ed è facile immaginare i rischi ad esso connessi. A tutto ciò dobbiamo aggiungere che per far diventare il rugby uno sport sempre più televisivo, aumentandone fascino ed “appeal”, il gioco va sempre più a velocità supersonica: nuove regole sempre più telegeniche, la moviola in campo, l’arbitro fornito di microfono che spiega le sue decisioni a tutto il mondo collegato, giocatori che finiscono su riviste patinate, oggetti di infinite attenzioni mediatiche. Anche lo stile di gioco è cambiato molto e continuerà ad essere in evoluzione richiedendo capacità tecniche ed atletiche sempre più complesse che andranno di pari passo e saranno imprescindibili, l’una dall’altra, per la MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO “costruzione” del giocatore di rugby moderno. Per prevenire oltre che per limitare gli infortuni quindi deve assolutamente essere posta maggior attenzione alla preparazione atletica, alla tecnica individuale e all’apprendimento dei fondamentali, in particolar modo del placcaggio, cosa che sicuramente già avviene ad alto livello ma che forse è ancora troppo sottovalutata a livello amatoriale o di campionati minori. Lo staff medico o comunque il medico dello sport di riferimento giocherà un ruolo fondamentale nella valutazione dei fattori di rischio, nella prevenzione delle sindromi da sovraccarico funzionale e nella gestione dell’overtraining. Una prevenzione efficace degli infortuni comprende: — identificazione dei fattori di rischio; — stile di vita: buona alimentazione,corretta idratazione; — qualità dell’allenamento; — riscaldamento e stretching; — condizionamento aerobico; — allenamento al gesto tecnico; — defaticamento; Bibliografia 1) McArdle WD, Katch FI, Katch VL. Fisiologia applicata allo sport. 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Pathologies du rugbyman. Vol. 61, N. 2 IERACITANO — adeguata riabilitazione e idonei tempi di recupero; — allenamento propriocettivo; — utilizzo di protezioni (paradenti ecc.); — buone condizioni dei terreni; — fair play. Contemporaneamente sorge la necessità di creare un gruppo di studio che coinvolga tutte le Società in una scrupolosa raccolta di dati epidemiologici relativi agli eventi traumatici, al meccanismo di lesione ed ai rischi associati. La Commissione Medica della Federazione Italiana Rugby ha elaborato un protocollo di ricerca finalizzato alla rilevazione sistematica dei traumi, durante l’attività agonistica iniziando, dalle squadre nazionali e da quelle del campionato di Eccellenza (Top Ten). Obiettivo finale è quello di creare una banca dati, relativa all’incidenza dei traumi, alla loro sede, alle modalità con le quali insorgono. La creazione di un osservatorio epidemiologico permanente potrà essere di ausilio a medici e tecnici per individuare le eventuali cause favorenti l’insorgenza dei traumi e gli interventi utili per ridurne l’incidenza. Tutto ciò assieme ad un continuo aggiornamento delle regole del gioco contribuirà a rendere questo meraviglioso sport sempre più sicuro. Congrès de Lyon. Lyon 2004. Ed. SAURAMPS Medical. 11) Krivickas LS. Anatomical factors associated with overuse sport injuries. Med Sport 1997;24:132-46. 12) O’Connor FG, Howard TM, Fieseler CM, NirschlRP. Managing overuse injuries. Phys Sport Med 1997;25:88-113. 13) Peterson L, Renstrom P. Sports injuries. Their prevention and treatment. London: Martin Dunitz Ltel; 2000. 14) Behnke AR e Wilmore JH. Evaluation and regulation of body build and composition. Englewood Cliffs, NJ: Prentice hall; 1974. 15) Canda Moreno AS, Cabañero Castello M, Millán MaJ, Rubio Gimeno S. 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PAOLONE 15, F. PASTEUR 16, R. SACCOCCI 16, B. PIVA 17, G. SASSARINI 18, L. SELLETTI 19, A. CASERTA 20, A. DI CESARE 21 B. DE LUCA 22 1Fondazione Santa Lucia IRCCS Roma, Commissione Medica Federazione Italiana Rugby (FIR), Associazione Medici Italiani del Rugby (AMIR) 2A.O. Ospedale S. Martino Genova D.E.A. U.O. di Chirurgia d’Urgenza, Commissione Medica FIR, AMIR 3Istituto Ortopedico G. Pini Milano 1° Div. Traumatologia dello Sport, Rappresentante FIR presso Commissione Medica IRB, AMIR 4Università degli Studi di L’Aquila Facoltà di Medicina e Chirurgia Malattie Apparato Locomotore, Commissione Medica FIR, AMIR 5Istituto Ortopedico G. Pini Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione, Medico Federale FIR, AMIR 6Coordinatore Nazionale U20 FIR, Commissione Medica FIR, AMIR 7Azienda Ospedaliero-Universitaria Parma U.O.C. Neurochirurgia Dipartimento di Neuroscienze, Commissione Medica FIR 8Commissione Medica FIR 9Coordinatore Nazionale Maggiore FIR, Commissione Medica FIR, AMIR 10Carrera Petrarca Padova 11Almaviva Unione Rugby Capitolina 12Rolly Gran Parma 13Overmach Cariparma Rugby Parma 14Casinò di Venezia Rugby 15Amatori Catania 16Benetton Rugby Treviso 17Femi CZ Rovigo 18Montepaschi Viadana 19Cammi Calvisano 20Coordinatore Nazionali U15, U16 e U17 FIR 21Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione Policlinico Umberto I, Roma Coordinatore Nazionale Femminile FIR 22Commissione Medica FIR Q ual è la reale incidenza dei traumi di gioco? E le fasi più a rischio? E le misure di prevenzione più idonee per ridurre l’insorgenza degli infortuni? A queste fondamentali domande, ogni Federazione sportiva dovrebbe essere in grado di dare una risposta poiché conoscendo Vol. 61, N. 2 il fenomeno infortunistico e, soprattutto, individuando la frequenza e le modalità con le quali insorgono alcuni particolari traumi, possono essere individuate modifiche al regolamento del gioco per renderlo più sicuro. In alcuni Paesi e specifiche discipline spor- MEDICINA DELLO SPORT 247 SALVIA APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY tive, la sorveglianza epidemiologica ha una lunga tradizione. Nel rugby, ed in particolar modo in quelle federazioni con una lunga tradizione rugbistica (Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica), tale necessità è stata avvertita da oltre mezzo secolo 1-5, sviluppando in tale lasso temporale metodiche consolidate per la raccolta dei dati. Analogamente dal 1988 la National Collegiate Athletic Association (NCAA) ha attivato un sistema di sorveglianza degli infortuni 6 che registra i traumi e le condizioni in cui si sono verificati, in 16 diverse discipline sportive, individuali e di squadra, quali baseball, pallacanestro, calcio, pallavolo e ginnastica. L’analisi dei dati relativi al periodo 19882004, grazie alle informazioni ottenute attraverso la raccolta dati effettuata a mezzo di un apposito questionario 6, ha evidenziato come, ad esempio, il tasso di infortuni nel calcio femminile e nella ginnastica femminile sia sovrapponibile a quello di sport da contatto quali il wrestling e l’hockey su ghiaccio, segno evidente dell’importanza di individuare specifici fattori di rischio e di implementare specifici programmi di prevenzione per ridurne l’insorgenza 7. In una metanalisi condotta da Parkkari 8 nel 2001 su 16 trial randomizzati controllati, è emersa una significativa riduzione dei traumi in sport di squadra quali il calcio, la pallamano e la pallacanestro, grazie a programmi di prevenzione improntati sulla corretta analisi dei dati epidemiologici. Tale dato è confermato dall’attività svolta dalla New Zeland Rugby Union che dal 1976 sta effettuando un monitoraggio dei traumi nel rugby, in particolare di quelli a carico del midollo spinale; da questa attenta sorveglianza sono scaturiti importanti suggerimenti per la modifica del regolamento di gioco e le tecniche di allenamento, una diminuzione del numero di postumi permanenti da gravi infortuni sportivi 9 e, soprattutto, un programma di prevenzione dei traumi definito “RugbySmart”, che non ha attualmente eguali al mondo 10. In Italia esistono poche banche dati e, 248 comunque, quelle esistenti sono spesso marginali interessando solo alcuni aspetti della traumatologia. Come riportato in letteratura 11, si analizzano traumi cranici piuttosto che traumi ortopedici, specifici sport, particolari eventi sportivi 12 oppure si ricorre a banche dati derivate da prestazioni ospedaliere 13. L’unica banca dati aggregata, con tutti i limiti derivanti dalle finalità con le quali veniva alimentata (rimborsi assicurativi con il rischio di sovrastima del fenomeno infortunistico nella sua globalità e, di contro, la sottostima della traumatologia cosiddetta minore) risulta essere quella relativa all’infortunistica sportiva effettuata dalla Sportass (Cassa di Previdenza per l’Assicurazione degli Sportivi). Nell’ultimo rapporto disponibile, relativo al decennio 1983-1992 14, dai dati emerge che il Rugby è al quarto posto per incidenza di traumi in relazione al numero di tesserati dopo il motociclismo, il pugilato ed il ciclismo. Ulteriori analisi dei dati SPORTASS effettuate da Romanini et al. 15, 16 portano gli autori a concludere che “il rugby non deve essere considerato, come viene presunto, uno sport oltremodo lesivo”. Poiché l’art. 28 del decreto legge 159/2007 17 ha soppresso la Cassa di Previdenza per l’assicurazione degli sportivi (SPORTASS), verrà meno anche questa seppur incompleta banca dati nazionale e sarà indispensabile che almeno ogni Federazione sportiva nazionale possa disporre di dati epidemiologici degli infortuni relativi alla propria disciplina sportiva. Dal 2000, con l’ingresso nel torneo del “Sei Nazioni” e, quindi, con la consacrazione del rugby italiano nel gotha del rugby mondiale, è aumentata l’esigenza di poter disporre di una base dati solida per consentire una adeguata programmazione del settore sanitario, intimamente connessa alla conoscenza dei fenomeni che si manifestano nel Rugby e, tra questi, anche quello infortunistico. La Commissione Medica della Federazione Italiana Rugby (F.I.R.), accogliendo una proposta formulata dall’Associazione Medici Italiani del Rugby (A.M.I.R.), anche al fine di colmare tale esigenza conoscitiva, dalla sta- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY gione agonistica 2007-2008 ha elaborato un protocollo di ricerca finalizzato alla rilevazione sistematica dei traumi, durante l’attività agonistica delle squadre nazionali di rugby e del campionato di Eccellenza (Top Ten). Lo scopo del presente lavoro è quello di illustrare il protocollo di rilevazione dei gravi infortuni, meglio definiti nella sezione Materiali e metodi. Obiettivo finale è quello di creare una banca dati, relativa alla traumatologia nel Rugby ed in particolare all’incidenza dei traumi, alla loro sede, alle modalità con le quali insorgono. La creazione di un osservatorio epidemiologico permanente, che si verrà di conseguenza ad attivare, potrà inoltre essere di ausilio a medici e tecnici per individuare le eventuali cause favorenti l’insorgenza dei traumi, nonchè gli interventi utili per ridurne l’incidenza. Materiali e metodi La realizzazione di una banca dati nazionale prevede il coinvolgimento di molti rilevatori e, pertanto, è necessario condividere con un numero elevato di persone strategie, obiettivi e metodi. Benchè in letteratura siano identificati anche gli allenatori quali figure deputate alla rilevazione degli infortuni 6, 18, si è ritenuto opportuno, come suggerito in diversi lavori 19-22 di assegnare tale responsabilità al personale medico. Questa figura, infatti, oltre ad essere sempre presente nelle sedute di allenamento e nelle gare ufficiali (sia per le squadre nazionali sia per le squadre di Top Ten), garantisce la qualità delle informazioni sanitarie fornite per le specifiche competenze proprie del ruolo. L’elaborazione del protocollo di ricerca ha richiesto l’articolazione in diverse fasi. Fase 1: sensibilizzazione al problema traumi Per poter promuovere un atteggiamento partecipativo alla ricerca da parte di tutti i Vol. 61, N. 2 SALVIA medici delle squadre nazionali e del Top Ten, nel giugno 2007 è stata avviata una serie di contatti informali con i singoli medici, attraverso la richiesta del possesso di eventuali dati epidemiologici di traumatologia del rugby. Dall’indagine è emersa la scarsa disponibilità di simili informazioni ed il desiderio di poterne disporre in futuro, al fine di conoscere la reale incidenza dei traumi in occasione dell’attività delle squadre nazionali e del Top Ten, quindi di un rugby di alto livello. Fase 2: standardizzazione delle modalità di rilevazione degli incidenti Per condividere lo strumento di lavoro, è stata predisposta una prima bozza della scheda di rilevazione, scaturita dalla rielaborazione di un precedente strumento utilizzato per analoga attività epidemiologica rivolta specificatamente al cosiddetto rugby educativo 23. A tal fine si è ritenuto di privilegiare una scheda con risposte chiuse, analogamente a quanto riportato in letteratura 6, 19 rispetto a schede a risposta aperta 21. La bozza della scheda è stata quindi inviata a tutti i medici interessati allo studio per ottenere suggerimenti ed integrazioni. Al fine di rendere omogenee le modalità di rilevazione e garantire nel contempo l’attendibilità dei dati, nel novembre 2007 è stata organizzata una riunione plenaria per definire, con i medici interessati, la versione definitiva del protocollo di ricerca. Al termine della riunione è stata concordata la scheda di rilevazione riportata in Figura 1 e, inoltre, è stato elaborato un modulo di consenso informato (Figura 2) per ottemperare alle disposizioni previste dal Decreto legislativo 196/2003 24 in materia di trattamento di dati sensibili. Si è inoltre provveduto a concordare la definizione di infortunio, che trova in letteratura diverse versioni 6, 19, 20, 22, optando di considerare nello studio epidemiologico esclusivamente i traumi gravi, ovvero: i traumi a seguito dei quali un giocatore è costretto ad abbandonare il terreno di gioco MEDICINA DELLO SPORT 249 SALVIA APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY SETTORE SANITARIO SCHEDA DI RILEVAZIONE DATI PER ATLETI INFORTUNATI SQUADRE NAZIONALI E CAMPIONATO DI ECCELLENZA N.B.: Il questionario dovrà essere compilato nei casi in cui un giocatore è costretto ad abbandonare il terreno di gioco e/o è dichiarato non idoneo per uno o più incontri/allenamenti. PER LE SQUADRE NAZIONALI: il questionario deve essere compilato dal medico ed inviato, unitamente alla relazione finale, al Medico Federale (e-mail [email protected]). PER IL CAMPIONATO DI ECCELLENZA: il questionario deve essere compilato dal medico ed inviatoalla Commissione Medica Federale (e-mail [email protected]). SEZIONE 1: NOTIZIE RELATIVE ALL’ATLETA COGNOME E NOME ____________________________________________________________________ INDIRIZZO _________________________________________________ TEL. ______________________ LUOGO DI NASCITA____________________________________________________________________ DATA DI NASCITA _________________ SESSO __ SOCIETA’ _________________________________ 1 = RUOLO: 1.1 Pilone 1.4 III linea ala 1.7 Mediano di apertura 1.2 Tallonatore 1.5 III linea centro 1.8 Tre-quarti 1.3 II linea 1.6 Mediano di mischia SEZIONE 2: NOTIZIE RELATIVE ALL’INCONTRO/ALLENAMENTO LOCALITA’ ________________________ IMPIANTO SPORTIVO _____________________________ DATA _____________________________________ ORA _____________________________________ 2 = TIPO DI ATTIVITA’: 2.1 Nazionale Maggiore 2.5 Under 21 2.9 Under 16 2.2 Nazionale A 2.6 Under 19 2.10 Under 15 2.3 Seven 2.7 Under 18 2.11 Femminile 2.4 Universitaria 2.8 Under 17 2.12 Eccellenza (Top Ten) 3= L’INCIDENTE E’ AVVENUTO: 3.1 in allenamento in palestra con pesi (vai alla domanda 15) 3.2 in allenamento in palestra in preparazione atletica (vai alla domanda 15) 3.3 in allenamento sul campo 3.4 in partita (vai alla domanda 5) 4 = MINUTI DI ALLENAMENTO SVOLTI DALL’ATLETA PRIMA DELL’INFORTUNIO ___________ 5 = FASE DELLA PARTITA 5.1 riscaldamento 5.2 1° quarto 5.3 2° quarto 5.4 3° quarto 5.5 4° quarto 6 = MINUTI COMPLESSIVI GIOCATI DALL’ATLETA PRIMA DELL’INFORTUNIO ______________ 7 = CONDIZIONI METEOROLOGICHE: 7.1 Neve 7.2 Pioggia 7.3 Coperto 7.4 Sole Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza. 250 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY 8 = TEMPERATURA: 8.1 Fredda 8.2 Mite 8.3 Calda 9 = TIPO DI TERRENO: 9.1 Erboso 9.2 Terroso 9.3 Misto 10 = CONDIZIONI DEL TERRENO: 10.1 Ottime 10.2 Buone 11 = SPECIFICARE SE IL TERRENO E’: 11.1 Sconnesso 11.2 Scivoloso 11.3 Fangoso 10.3 Mediocri 11.4 Duro/secco SALVIA 10.4 Scarse 11.5 Ghiacciato 12 = PRESENZA DI STRUTTURE POTENZIALMENTE PERICOLOSE 12.1 No 12.2 Si (specificare il tipo) ___________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ OSSERVAZIONI RELATIVE ALLO SVOLGIMENTO DELL’INCONTRO _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 13 = FASE DI GIOCO: 13.1 Mischia ordinata 13.2 Rimessa laterale 13.3 Mischia spontanea 13.4 Gioco aperto 13.5 Ruck/maul 13.6 Altro (specificare)_______________________________________________ 14 = AZIONE DI GIOCO: 14.1 Placcando 14.2 Calciando 14.3 Essendo placcato 14.4 Saltando 14.5 Prendendo al volo il pallone 14.6 Passando il pallone 14.7 Raccogliendo il pallone da terra 14.8 Cambiando direzione di corsa 14.9 Altro (specificare) ___________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 15 = CONDIZIONI FISICHE DELL’ATLETA: 15.1 Non si era allenato negli ultimi 15 giorni, perchè'e8 _________________________________________ 15.2 Gioca a Rugby da meno di 1 anno 15.3 Gioca a Rugby da 1-3 anno 15.4 Gioca a Rugby oltre 3 anni 15.5 Aveva mangiato da meno di 2 ore 15.6 Accusava stanchezza prima della gara 15.7 Condizioni cliniche correlabili l’infortunio (specificare) _____________________________________ 16 = TIPO DI CALZATURA INDOSSATA: 16.1 Scarpe da Rugby 16.2 Scarpe da Calcio 16.3 Scarpe da ginnastica 17 = SPECIFICARE IL TIPO DI TACCHETTI: 17.1 Tacchetti in plastica lamellari 17.2 Tacchetti in plastica conici 17.3 Tacchetti in metallo lamellari 17.4 Tacchetti in metallo conici 18 = PARTICOLARE MATERIALE PROTETTIVO USATO: 18.1 Caschetto 18.2 Paradenti 18.3 Corsetto 18.4 Ginocchiere 18.5 Parastinchi 18.6 Bendaggio (specificare sede)___________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 19 = PRECEDENTI INFORTUNI CORRELABILI CON L’INFORTUNIO ATTUALE: 19.1 No 19.2 Si (specificare) anno ________ tipo ______________________________________________________________________ anno ________ tipo ______________________________________________________________________ anno ________ tipo ______________________________________________________________________ Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 251 SALVIA APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY SEZIONE 3: EFFETTI PRESUNTI DELL’INCIDENTE FUNZIONI VITALI 20 = COSCIENZA VIGILE 20.1 Si 20.2 No 21 = RESPIRAZIONE SPONTANEA 21.1 Si 21.2 No 22 = CIRCOLAZIONE INDENNE 22.1 Si 22.2 No 23 = SHOCK SPINALE 23.1 Si 23.2 No 24 = CAPO 24.1 Contusione 24.2 Ferita lacero-contusa della cute/mucosa (specificare sede) ___________________________________ Trauma cranico: 24.3 con perdita di coscienza 24.4 senza perdita di coscienza 24.5 stato confusionale 24.6 amnesia retrograda 24.7 presenza di vomito 24.8 assenza di riflesso fotomotore 24.9 Frattura delle ossa craniche 24.10 Otoematoma 24.11 Lesioni oculari 24.12 Lesioni della palpebra 24.13 Frattura delle ossa nasali 24.14 Sub-lussazione della mandibola 24.15 Lussazione della mandibola 24.16 Ferita lacero contusa labbro superiore 24.17 Ferita lacero contusa labbro inferiore 24.18 Frattura dentale (specificare il dente) ___________________________________________________ 25 = COLLO 25.1 Contusione 25.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ Trauma rachide cervicale 25.3 con parestesie alle mani 25.4 con dolore alla motilità'e0 25.5 con deficit di forza alle braccia 25.6 con deficit di forza alle gambe 26 = SPALLA 26.1 Contusione 26.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 26.3 Lesione muscolo-tendinea 26.4 sub-lussazione acromion-clavicolare 26.5 Lussazione acromion-clavicolare 26.6 Sub-lussazione scapolo-omerale 26.7 Lussazione scapolo-omerale 26.8 Frattura della clavicola 27 = BRACCIO-AVAMBRACCIO 27.1 Contusione 27.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 27.3 Lesione muscolo-tendinea (specificare sede) ______________________________________________ 27.4 Frattura dell’omero 27.5 Lussazione del gomito 27.6 Frattura del radio 27.7 Frattura dell’ulna 28 = MANO E POLSO 28.1 Contusione 28.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 28.3 Distorsione del polso 28.4 Lussazione del polso 28.5 Frattura del polso 28.6 Frattura del ____ metacarpo 28.7 Frattura della ____ falange del ____ dito 28.8 Lussazione del ____ dito 28.9 Distorsione del ____ dito Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza. 252 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY SALVIA 29 = TRONCO E BACINO 29.1 Contusione del tronco 29.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 29.3 Frattura costola/sterno 29.4 Frattura del bacino 29.5 Contusione del bacino 29.6 Lesione di organi interni (specificare) ___________________________________________________ 30 = COSCIA-GAMBA 30.1 Contusione coscia 30.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 30.3 Lesione muscolo-tendinea della coscia 30.4 Frattura del femore 30.5 Contusione gamba 30.6 Lesione muscolo-tendinea della gamba 30.7 Frattura della tibia 30.8 Frattura del perone 31 = GINOCCHIO 31.1 Contusione 31.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 31.3 Distorsione 31.4 Lussazione 32 = PIEDE E CAVIGLIA 32.1 Contusione 32.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________ 32.3 Distorsione della caviglia 32.4 Frattura del malleolo tibiale 32.5 Frattura del malleolo peroneale 32.6 Frattura del _____ metatarso 32.7 Frattura della ____ falange del ____ dito 33 = ALTRO (specificare) _________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 34 = L’ATLETA CONTINUA L’ATTIVITA’ (PARTITA/RADUNO/ALLENAMENTO): 34.1 Si 34.2 No, perchè___ ______________________________________________________________________ 35 = L’ATLETA E’ STATO OSPEDALIZZATO: 35.1 Si 35.2 No, perchè___ ______________________________________________________________________ FIRMA E TIMBRO DEL MEDICO COMPILATORE ______________________________________________________ ---------- PARTE RISERVATA ALLA COMMISSIONE MEDICA F.I.R., NON COMPILARE ---------ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI ESEGUITI SUL GIOCATORE: _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ DIAGNOSI DEFINITIVA:_________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 253 SALVIA APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY DURATA IN GIORNI DELL’OSPEDALIZZAZIONE: __________________________________________ TERAPIA: _____________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 36 = POSTUMI: 36.1 No 36.2 Si (specificare) _____________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 37 = L’ATLETA RIPRENDE L’ATTIVITA’: 37.1 Si 37.2 No, perchè _________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza. e/o è dichiarato non idoneo per uno o più incontri/allenamenti successivi. Fase 3: raccolta dei dati La raccolta dei dati, effettuata a partire dalla stagione agonistica 2007-2008, intende monitorare gli infortuni verificatisi in occasione dell’attività svolta durante il raduno della squadra nazionale o della squadra di Top Ten, sia essa allenamento o partita ufficiale. Tutte le schede, debitamente compilate, vengono inviate ad un unico indirizzo mail per il successivo data entry. Per incrementare il livello di partecipazione e ridurre al minimo la perdita di informazioni degli infortuni occorsi, è stato previsto che ogni lunedì due medici, coordinatori scientifici dello studio, contattino telefonicamente i medici delle squadre del Top Ten, e registrino il verificarsi o meno di infortuni per il successivo follow up in caso di mancato invio della scheda di rilevazione. Per le squadre nazionali il re-call viene effettuato dal medico federale a seguito del ricevimento della relazione sull’andamento dell’attività in occasione dei singoli raduni. In tal modo sarà possibile effettuare l’analisi relativa ai traumi occorsi nella singola stagione agonistica e l’andamento temporale degli infortuni, analizzando correlazioni ed eventuali significatività statistiche. Fase 5: divulgazione dei risultati Ogni due mesi è prevista l’elaborazione di un rapporto inviato ai medici che partecipano all’indagine ed agli organi federali competenti per la discussione e l’approfondimento dell’analisi dei dati. Al termine di ogni anno sportivo, possibilmente in concomitanza con la finale scudetto, l’organizzazione di incontri su scala nazionale, nei quali coinvolgere quali relatori gli stessi medici delle squadre nazionali e del Top Ten, offrirà la possibilità di discutere sui risultati ottenuti nello studio, valutare eventuali modifiche e miglioramenti del protocollo di rilevazione e, qualora si rendesse necessario, suggerire ai competenti uffici federali possibili cambiamenti al regolamento di gioco per rendere il Rugby sempre più sicuro. Fase 4: gestione ed analisi dei dati Risultati Ogni item della scheda di rilevazione è contrassegnato da un codice numerico, che viene utilizzato per l’inserimento dei dati all’interno di un data base centrale a livello di Federazione Italiana Rugby. 254 La scheda di rilevazione è impostata seguendo il metodo delle risposte multiple 5, 19, 23, è suddivisa in 3 sezioni e la compilazione non richiede più di 2-3 minuti: MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY SALVIA FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY SETTORE SANITARIO PROGETTO DI RICERCA: RILEVAZIONE INFORTUNI SQUADRE NAZIONALI E CAMPIONATO DI ECCELLENZA MODULO DI CONSENSO INFORMATO La/Il sottoscritta/o Cognome _______________________________ Nome ____________________________________ Nata/o a ______________________________________________ il ___________________________ dichiara di essere stata/o informata/o dal dr. ____________________________________________ in merito alla necessità che i miei dati anagrafici e quelli relativi al mio infortunio vengono raccolti esclusivamente per le finalità proprie della ricerca “Studio di incidenza dei traumi nelle squadre nazionali e campionato di eccellenza” condotto dal settore sanitario della FIR. I dati forniti (nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita e recapiti telefonici) vengono acquisiti e trattati nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 13 del D.Lgs. 196/2003. Finalità e modalità del trattamento dei dati: I dati forniti (nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita e recapiti telefonici) vengono acquisiti e trattati nel rispetto della normativa di cui sopra, con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici, atti a memorizzare, gestire e trasmettere i dati stessi, e comunque mediante strumenti idonei a garantire la loro sicurezza e riservatezza. Natura del conferimento e conseguenza di un eventuale rifiuto L’eventuale rifiuto a fornire i dati funzionali all’esecuzione della ricerca non comporta alcuna conseguenza relativamente ad eventuali trattamenti terapeutici necessari. Comunicazione dei dati I dati potranno venire a conoscenza solo dei medici della Commissione Medica, Medici delle squadre Nazionali e Medici delle squadre di Top Ten della Federazione Italiana Rugby che, comunque, potranno trattare i dati relativi ai risultati della ricerca solo in forma anonima ed escludendo ogni possibile riferimento personale. Durata del trattamento I dati verranno trattati dalla Commissione Medica della FIR per l’intera durata della ricerca che si prevede di 10 anni. Diritti dell’interessato L’interessato, ai sensi dell’art. 7 del Codice 196/2003 può ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei dati, l’indicazione della loro origine, l’aggiornamento, la rettificazione o l’integrazione dei dati. Titolare del trattamento Titolare del trattamento è la Commissione Medica della Federazione Italiana Rugby; il responsabile del trattamento dei dati è il presidente della Commissione Medica Federale, attualmente nella figura del dr. Antonino Salvia. Avendo letto e ricevuto l’informativa presente Da il consenso Nega il consenso al trattamento dei dati personali, anche sensibili, per i fini indicati nella suddetta informativa. Data ________________ Firma leggibile ______________________________________ CONSENSO IN CASO DI MINORE In caso di minore, il consenso è espresso da chi esercita la patria potestà, prossimo congiunto, familiare, convivente, o in loro assenza, dal medico responsabile della squadra. Cognome e nome _________________________________________________________________________________ Qualifica ________________________________________________________________________________________ Da il consenso Nega il consenso al trattamento dei dati personali, anche sensibili, per i fini indicati nella suddetta informativa. Data ________________ Firma leggibile ______________________________________ Figura 2. — Modulo consenso informato per la rilevazione degli infortuni squadre nazionali e campionato di eccellenza. Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 255 SALVIA APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY a) la prima sezione raccoglie i dati anagrafici dell’atleta infortunato; b) la seconda sezione mira alla raccolta di notizie relative allo svolgimento dell’attività quali il tipo (allenamento o partita), la descrizione della dinamica dell’incidente per poter individuare eventuali fasi di gioco a rischio, le condizioni meteorologiche con le quali si è svolta l’attività (per avere l’opportunità di verificare se la frequenza degli infortuni varia con il variare delle suddette), il periodo di gioco in cui è avvenuto l’infortunio e le condizioni psico-fisiche del giocatore; c) la terza sezione riguarda direttamente le notizie relative all’infortunio, indagando anche eventuali pregressi traumi (anamnesi utile per individuare dei giocatori particolarmente suscettibili all’evento trauma). Per la descrizione delle lesioni occorse al giocatore si è preferito ricorrere alla suddivisione di tipo anatomico che permettesse una rapida e facile compilazione; d) l’ultima parte della scheda richiede notizie relativa alla diagnosi ed ai postumi subiti dall’infortunato che vengono accertati nei giorni seguenti comunicando telefonicamente con la famiglia o con lo stesso giocatore (Figura 1). Discussione L’iter seguito per l’elaborazione del protocollo e della scheda di rilevazione, se da un lato può sembrare particolarmente lungo ed articolato, dall’altro ha consentito una parte- References/Bibliografia 1) O’Connell TC. Rugby football injuries and their prevention; a review of 600 cases. J Ir Med Assoc. 1954 Jan;34(199):20-6. 2) Archilbald RM. An analysis of rugby football injuries in the 1961-62 season. Practitioner. 1962 Sep;189:333-4. 3) Schweitzer G. Rugby injuries. S Afr Med J. 1969 Aug 2;43(31):972. 4) Davies JE, Gibson T. Injuries in Rugby Union football. 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I vantaggi sono rappresentati da: — semplice attuazione del protocollo di rilevazione; — facile compilazione della scheda; — basso costo di gestione; — comoda reperibilità dei dati; — individuazione di possibili fasi/azioni di gioco a maggior rischio infortunistico; — maggiore e più qualificata tutela sanitaria dei giocatori. I limiti possono essere altresì rappresentati da: — partecipazione superficiale del medico all’indagine con un conseguente scarso ritorno di notizie relative alla traumatologia occorsa (problema risolvibile avendo condiviso scopi, modalità e scheda di rilevazione); — impossibilità di valutare l’incidenza e la gravità dei microtraumatismi che sempre più frequentemente vengono chiamati in causa nell’analisi dei traumi soprattutto a livello della colonna cervicale e delle grandi articolazioni. Methods. J Athl Train. 2007 Apr-Jun;42(2):3119. 7) Hootman JM, Dick R, Agel J. 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Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 257 La Medicina dello Sport ... per Sport nei fascicoli Anno 1999 - Vol. 52 Fascicolo N. 3 - Settembre 1999 - Pag. 214-224 Il canottaggio - SPATARO A. Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 287-322 Iniziative e compiti del medico dello sport RELAZIONI ED ABSTRACT PRESENTATI AL 29° CONGRESSO NAZIONALE DELLA FMSI Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 323-327 Ricerche medico-scientifiche svolte in ambito automobilistico - CECCARELLI R. Anno 2000 - Vol. 53 Fascicolo N. 1 - Marzo 2000 - Pag. 83-106 Gli sport natatori - BONIFAZI M., GIOMBINI A., MINGANTI C., MARUGO L., SARDELLA F. Fascicolo N. 2 - Giugno 2000 - Pag. 193-208 La traumatologia nell’atletica leggera - MOSCONI M., VIOLA E., GIORGI L., BENAZZO F. Fascicolo N. 3 - Settembre 2000 - Pag. 279-287 I bendaggi funzionali nel trattamento dei danni da sport - FRIGNANI R. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2000 - Pag. 369-381 La medicina dello sport e gli sport motoristici - DAL MONTE A. 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Anno 2005 - Vol. 58 Fascicolo N. 1 - Marzo 2005 - Pag. 65-71 Aspetti fisiologici e clinici della pallavolo e del beach volley S. CAMELI CON LA COLLABORAZIONE DI A. FERRETTI, G. FONTANI, C. GALLOZZI, C. MENCHINELLI, A. MONTORSI, P. G. NAVARRA, G. POMA, R. VANNICELLI, P. ZEPPILLI Fascicolo N. 2 - Giugno 2005 - Pag. 137-150 La danza sportiva FAINA M., BRIA S., SIMONETTO L. Fascicolo N. 3 - Settembre 2005 - Pag. 241-9 Traumatologia in arrampicata sportiva E. PAGANO DRITTO, P. L. FIORELLA, R. BAGNOLI, G. POSABELLA Fascicolo N. 4 - Dicembre 2005 - Pag. 313-38 Il ciclismo M. FAINA, V. CAVALLARO, P. FIORELLA, S. GHIRO, G. MIRRI, U. MONSELLATO, L. SIMONETTO Anno 2006 - Vol. 59 Fascicolo N. 2 - Giugno 2006 - Pag. 277-87 L’Hockey su prato D. BONSIGNORE, B. RUSCELLO Fascicolo N. 3 - Settembre 2006 - Pag. 375-6 Un approccio biomeccanico di tipo cinematico allo studio della danza sportiva D. DALLA VEDOVA, M. BESI, D. CACCIARI, S. BRIA, M. 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GIACOBBE Fascicolo N. 2 - Giugno 2008 - Pag. 247-257 Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby A. SALVIA, V. M. IERACITANO, F. BOTTIGLIA AMICI-GROSSI, V. CALVISI, F. DI DOMENICA, C. D’ANTIMO, C. MIRANDA, A. ROTA, G. MELEGATI, C. ANDREOLI, A. M. CASELLA, P. FERRARI, F. GUIDETTI, A. ONGARO, A. PAOLONE, F. PASTEUR, R. SACCOCCI, B. PIVA, G. SASSARINI, L. SELLETTI, A. CASERTA, A. DI CESARE, B. DE LUCA 260 MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 Forum MED SPORT 2008;61:261-6 NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT: CORRELAZIONE TRA PROTOCOLLO NUTRIZIONALE ED AUMENTO DI PERFORMANCE E BENESSERE DELL'ATLETA V. LAMBERTI 1, A. SANSON 2, D. BOSCHIERO 3 1 Centro di Medicina dello Sport di Vittorio Veneto, Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università di Trieste, Medicina dello Sport e nelle Malattie del Fegato e del Ricambio, Consigliere Nazionale FMSI, Italia 2 Centro di Medicina dello Sport di Vittorio Veneto, Italia 3 BioTekna Labs - Area Science Park Trieste, Italia I l presente studio nasce dalla volontà di valutare applicabilità e potenzialità delle moderne ricerche nel settore della nutrizione clinica 1-32 alle problematiche legate al benessere ed alla performance dell’atleta 3, 4, 9, 14, 17-19, 25-32. In particolare, l’ipotesi che si intende verificare è che i risultati ottenibili in base alle più classiche esperienze dietologiche, basate prevalentemente sul concetto delle chilocalorie, siano superabili e semplificabili, grazie all’integrazione di studi, come quelli relativi ad indice (glycemic index = GI) e carico glicemico (glycemic load = GL), di più recente introduzione 1, 2, 4, 6-9, 17, 18, che allargano di fatto la prospettiva nutrizionale dando un rilievo maggiore alla fisiologia umana. L’idea alla base dell’approccio nutrizionale praticato è quella di controllare il GL dei cibi consumati 2, 5, 7, 11, 16, non tanto nel suo ammontare complessivo giornaliero, quanto nella sua evoluzione dinamica nell’arco delle ventiquattro ore. Ci si propone, di fatto, l’applicazione di un modello (Figura 1) che preveda cinque assunzioni giornaliere decrementali di alimenti a GL noto, scelti in base alle caratteristiche metabolico-strutturali del soggetto: metabolismo basale (BMR = basal metabolic rate) e analisi della composizione corporea. Partendo da una prima Vol. 61, N. 2 assunzione (colazione) di alimenti a GL pari a 50+/-5, si vuole giungere, decrementando il GL degli alimenti ingeriti nelle assunzioni successive, all’assunzione di alimenti a basso o nullo GL nelle ore serali 6, 18. Alla luce di tale proposizione, fra gli obiettivi fondamentali da perseguire si collocano la promozione del riposo pancreatico notturno 6 e la stimolazione della ritmicità circadiana fisiologica del cortisolo 8, 10, 12, 15. La necessità di proporre al paziente un controllo più rigoroso della dinamicità dello stress glucidico prodotto dagli alimenti, ha posto il problema dell’adozione di uno strumento orientato in tal senso che risultasse applicabile al breve arco temporale di una visita medica. Al fine di superare questo ostacolo, il protocollo proposto include l’utilizzo di un sistema automatizzato per la stima delle interazioni coinvolte nel metabolismo glucidico (Portale DINU), in grado di evitare al medico di calcolare direttamente carico e risposta glicemica della dieta nelle ventiquattro ore, al fine di accorciare i tempi della visita e di allinearli a quelli tipici dell’ambulatorio. Stante la rapidità di acquisizione delle variabili mediante un esame della composizione corporea della durata di pochi secondi ed un’intervista standardizzata sulla MEDICINA DELLO SPORT 261 Carico glicemico LAMBERTI 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 6 NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Ore 20 21 22 23 0 1 2 3 4 5 6 40 35 30 25 20 15 10 5 0 60 Percentuale pazienti (%) Percentuale pazienti (%) Figura 1. — Risultato metabolico finale corretto. 0-25 26-30 Femmine 31-35 36-40 Fascia di età 41-45 >45 50 12% 40 30 20 44% 36% 10 0 Maschi 8% Performance Benessere Motivo di afferenza Femmine Maschi Figura 2. — Distribuzione del campione per fasce d'età e sesso. Figura 3. — Distribuzione del campione per motivo di afferenza e sesso. frequenza di assunzione dei cibi, la soluzione è parsa adeguata al contesto ed alla sperimentazione. TABELLA I. — Questionario MUS. Materiali e metodi Il campione di pazienti coinvolti nella sperimentazione è composto da 50 soggetti, praticanti in maniera continuativa e costante sport di fondo a livello amatoriale da almeno 10 anni, eterogenei per età, sesso (Figura 2) e motivo di afferenza (Figura 3) presso il Centro di Medicina dello Sport di Vittorio Veneto. I pazienti si sono presentati al centro medico-sportivo fondamentalmente per due motivazioni: cali (o stasi) della performan- 262 — Soffre da tempo di stanchezza o affaticamento persistente non alleviati dal sonno? — Ha da tempo disturbi del tono dell'umore? — Ha spesso mani e piedi sempre freddi? — Soffre di insonnia o sonnolenza persistenti da tempo? — Si sente da tempo un soggetto ansioso, apatico? — Ha notato da tempo modificazioni dell'appetito? (fame eccessiva o inappetenza) — Soffre da tempo di acidità e dolori di stomaco, senso di pienezza, gonfiore dopo ogni pasto,nausea? — Soffre a periodi di stitichezza persistente? — Soffre da tempo di colon irritabile? — Suda con difficoltà quando fa movimento? ce atletica o scarso stato di benessere psicofisico. La performance atletica è un dato facil- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT LAMBERTI Percentuale MUS riferiti (%) 18 16 Maschi Femmine 14 12 10 8 6 4 2 0 Stanchezza Disturbi Mani e piedi Insonnia tono sempre umorale freddi Ansiaapatia Appetito mancante o eccessivo Acidità gastricagonfiore Colon Sudorazione irritabile scarsa o assente Stipsi MUS Figura 4. — Distribuzione MUS per sesso di appartenenza. TABELLA II. — Dati rilevati dal test BIA-ACC. — — — — — — — TBW (Total Body Water, Acqua totale) ICW (IntraCellular Water, Acqua intracellulare) ECW (ExtraCellular Water, Acqua extracellulare) FFM (Fat Free Mass, Massa magra) FM (Fat Mass, Massa grassa) BMR (Basal Metabolic Rate, Metabolismo basale) PA (Phase Angle, Angolo di fase) mente oggettivabile secondo i criteri propri di ogni disciplina sportiva. Si è proceduto, quindi, ad annotare l’attuale livello di prestazione dell’atleta rispetto alla disciplina praticata, mediante l’utilizzo di un test semplice ed economico da porre in essere: il test di Cooper. Ai soggetti è stato chiesto di correre su tappeto rotante quanto più velocemente possibile a passo costante. I dati ottenuti rivelano che gli sportivi maschi percorrevano mediamente 2693,08±309,75 metri nei 12 minuti previsti dal test del Dott. Cooper, mentre le femmine percorrevano 2117,08±303,80 metri nel medesimo tempo. Risulta invece più complesso valutare oggettivamente il grado di benessere del paziente, fondamentalmente a causa dell’evidente componente della percezione soggettiva al riguardo. Per ovviare a questo limite, oltre a rilevare la percezione soggettiva dei pazienti relativamente al proprio stato di benessere, si è fatto uso di un questionario (Tabella I) sulla sintomatologia vaga ed aspecifica (MUS Vol. 61, N. 2 o Medically Unexplained Symptoms, così come vengono definiti questi sintomi da una letteratura 20-24 in continua crescita), compilato dal paziente al momento della prima visita. Il numero medio di MUS riferiti da ciascun paziente è stato di 3,48±2,28. Di interesse è notare la distribuzione dei MUS rilevati per sesso di appartenenza (Figura 4), che mostra una maggiore incidenza di sintomatologia vaga ed aspecifica nel sesso femminile, con prevalenza della sintomatologia tipica dell’area psico-sociale (ansia e disturbi del tono dell’umore). Al fine di valutare i parametri utili a personalizzare la dieta del paziente, si è proceduto, poi, all’analisi bioimpedenziometrica della composizione corporea (Tabella II) mediante il dispositivo “Bioelectric Impedance Analyzer - Analisi della Composizione Corporea” (BIA-ACC) di BioTekna, selezionato sia per le caratteristiche strumentali (precisione di misura, rapidità e semplicità d’uso), che per la capacità di interfacciarsi al già citato Portale DINU, utilizzato per la fase di analisi e correzione nutrizionale. I dati acquisiti con BIA-ACC sul campione restituiscono come valori medi: 73,84±15,70 kg di peso corporeo (BW); 51,33±7,80 kg FFM; 1113,92±169 Kcal/die BMR; 47,84±6,85 L TBW. Al paziente è stato, infine, sottoposto un questionario sulle abitudini alimentari (14), volto a valutare la frequenza dell’assunzione MEDICINA DELLO SPORT 263 Carico glicemico LAMBERTI 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 6 NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Ore 20 21 22 23 0 1 2 3 4 5 6 Figura 5. — Risultato metabolico finale errato. di particolari cibi a determinate ore durante una giornata tipo. Secondo un modello frutto dell’integrazione ed elaborazione dei dati del soggetto, mediante Portale DINU, relativi a composizione corporea, stato di benessere psico-fisico e abitudini alimentari, è stato possibile stimare l’andamento del metabolismo glucidico del paziente nelle 24 ore e di proporre delle modifiche personalizzate atte a ripristinare una corretta dinamica del GL ed indirizzate a correggere l’assunzione eccessiva o difettiva di alimenti in relazione ad un valore di GL valutato automaticamente come idoneo, favorendo il riposo pancreatico notturno e la stimolazione di una fase di stress glucidico mattutino 6. Il modello prevede, fondamentalmente, più assunzioni giornaliere decrementali, distanziate regolarmente in base alla stimata velocità individuale di metabolizzazione dei glucidi, di alimenti a GL noto, di cui nella fase serale a GL zero 2, 5, 7, ottenendo un risultato metabolico finale adeguato (Figura 5). Un esempio di una tipica situazione iniziale dalla quale emerge un’errata evoluzione dinamica del GL nell’arco delle 24 ore, elaborata in base all’inserimento degli alimenti assunti routinariamente dallo sportivo nel sistema automatizzato, è rappresentato dalla Figura 5: la curva rappresenta l’evoluzione dinamica giornaliera del GL che tiene in considerazione, oltre che la somma dei carichi glicemici degli alimenti assunti, anche 264 la supposta durata del metabolismo glucidico ricavata dal parametro BMR (questo dato è importante per poter distanziare, a seconda del soggetto, in maniera regolare e personalizzata di 2, 3 o più ore le cinque assunzioni di alimenti); la retta, che genera dall’apice della curva corrispondente al primo pasto (colazione) e che converge alla mezzanotte ad un GL prossimo allo zero, identifica il limite oltre il quale non deve eccedere il GL relativo all’assunzione di uno o più alimenti in un determinato orario. Le aree della curva che travalicano tale limite rappresentano una situazione di assunzione di alimenti la cui somma dei carichi glicemici è eccessiva in relazione all’orario in cui essi vengono assunti e va corretta prontamente sostituendo od eliminando gli alimenti che provocano tale eccesso. Le aree che evidenziano una scarsa o nulla assunzione di carboidrati, vanno corrette, invece, con l’inserimento o l’integrazione di alimenti contenenti carboidrati a GL noto 11, 16. La dieta non ha considerato gli alimenti a GL prossimo allo zero assunti dallo sportivo quotidianamente, che il soggetto ha continuato ad assumere tranquillamente, con l’accortezza di aumentarne o diminuirne il dosaggio per poter mantenere il bilancio energetico isocalorico con l’alimentazione precedentemente posta in essere dal paziente. Gli sportivi hanno continuato i consueti allenamenti senza variazioni rispetto al periodo precedente l’inizio della correzione nutrizionale. MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT LAMBERTI Percentuale MUS riferiti (%) 18 16 Maschi Femmine 14 12 10 8 6 4 2 0 Stanchezza Disturbi Mani e piedi Insonnia tono sempre umorale freddi Ansiaapatia Appetito mancante o eccessivo Acidità gastricagonfiore Colon Sudorazione irritabile scarsa o assente Stipsi MUS Figura 6. — Distribuzione MUS per sesso di appartenenza dopo 8 settimane. Dopo un periodo di otto settimane, i pazienti sono stati richiamati al follow-up, al fine di valutare gli effetti della terapia nutrizionale. Sono stati in questa seconda visita eseguiti esattamente gli stessi esami e test effettuati in prima visita, per valutare l’eventuale miglioramento dello stato di benessere e della performance sportiva. Risultati Dopo otto settimane di trattamento nutrizionale, l’88% dei soggetti riferiva un calo dell’incidenza dei MUS. Il numero medio di MUS riferiti per ciascun paziente al controllo è stato di 1,64+/1,52 con una diminuzione di 52,87 punti percentuali rispetto al dato iniziale. Interessante è notare come la distribuzione dei MUS rilevati per sesso di appartenenza al follow-up (Figura 6) mostri una maggiore responsività dei soggetti maschi all’abbattimento della sintomatologia vaga e aspecifica rispetto al sesso femminile. Il 76% dei pazienti analizzati al follow-up ha riportato un aumento della performance sportiva, sia dal punto di vista oggettivo, che dal punto di vista soggettivo. I dati ottenuti rivelano che gli sportivi maschi percorrevano mediamente 2773,85±352,20 metri nei 12 minuti previsti dal test del dott. Cooper, con un incremento della distanza percorsa, rispetto al parametro iniziale, di 3 punti percentuali, Vol. 61, N. 2 mentre le femmine percorrevano mediamente 2202,08±325,87 metri nel medesimo tempo, con un incremento della distanza percorsa, rispetto al parametro iniziale, di 4,01 punti percentuali. Oltre alle diminuzione dell’incidenza dei MUS ed all’aumento della performance, è stata registrata l’evoluzione dei parametri metabolico-strutturali degli sportivi. I dati rilevati dopo 8 settimane indicano, in particolare, un aumento significativo di FFM (+3,20% nel 92% dei soggetti), TBW (+6,36% nell’80% dei soggetti) e BMR (+2,92% nel 92% dei soggetti), restituendo come valori medi 52,97±8,21 kg FFM, 1146,44+/-176,86 Kcal/die BMR e 50,88±7,13 L TBW. Il BW, il cui valore medio risulta 73,10±15,22 kg, ha subito una modesta diminuzione (-1,00% con variazioni nel 56% dei soggetti). Discussione e conclusioni Questi primi risultati confermano l’importanza degli studi sul carico glicemico e sul sequenziamento dei cibi nelle 24 ore ed aprono una prospettiva interessante sulla loro possibile applicazione pratica anche all’ambito della medicina dello sport, invitando a porre maggior enfasi sull’aspetto nutrizionale del trattamento dello sportivo. Tra i vantaggi offerti dal protocollo utilizzato vanno segnalati l’economicità della MEDICINA DELLO SPORT 265 LAMBERTI NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT soluzione, la non-invasività e l’assenza di effetti collaterali: il suo basso costo di gestione lo rende un complemento interessante alla sport-terapia, senza particolari carichi sul Servizio Sanitario Nazionale. Sono ovviamente necessari ulteriori studi per verificare la reale efficacia di tale approccio, attra- References/Bibliografia 1) Jenkins DJ, Wolever TM, Taylor RH, Barker H, Fielden H, Baldwin JM et al. 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ESPERIENZE DI UN ANNO DI OSSERVAZIONI N. A. ABDIĆ, A. BOŽARIĆ, M. KEZUNOVIĆ, V. BAKIĆ Facoltà di Medicina, Cattedra di Anatomia, Università di Podgorica, Montenegro C on il termine di caviglia si intende una complessa entità anatomo-funzionale che comprende da un lato le epifisi tibiale e fibulare e le relative articolazioni prossimali, al centro l’astragalo (tibio-astragalica e peroneo-astragalica) e dall’altro le articolazioni distali (sottoastragalica e medio tarsica). Il trauma distorsivo è una causa frequente di dolore e impotenza motoria per lo sportivo che, più che del sedentario, è esposto ad eventi traumatici; questa condizione patologica, è ben conosciuta sin dai tempi più remoti al punto che sia Ippocrate che Galeno ne descrivono i meccanismi patogenetici ed il relativo trattamento. Negli StatiUniti è stato stimato che ogni giorno avvengono circa 27.000 distorsioni di caviglia che rappresentano il 12% di tutte le prestazioni di pronto soccorso relative all’apparato locomotore 1-3. Nella maggior parte dei casi viene interessato il compartimento legamentoso esterno mentre è più raro il coinvolgimento di quello mediale 4. Una accurata valutazione clinica e radiografica assume notevole valore al fine di pianificare un trattamento corretto che eviti la comparsa di limitazione funzionale per la persistenza di tumefazione e dolore. Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare l’incidenza e il tipo di trattamento instaurato in un gruppo di atleti professionisti e in uno di dilettanti osservati nel corso di un anno presso l’ambulatorio ortopedicotraumatologico della facoltà di Medicina di Pogdorica (Montenegro). Vol. 61, N. 2 Materiali e metodi Sono stati valutati 102 pazienti (65 professionisti e 37 dilettanti) di età compresa tra 18 e 35 anni, osservati consecutivamente nel corso di un anno (novembre 2005-novembre 2006) presso l’ambulatorio ortopedicotraumatologico della facoltà di Medicina di Pogdorica (Montenegro) dopo un trauma distorsivo alla caviglia avvenuta durante lo svolgimento di una attività sportiva. Tutti gli atleti sono stati sottoposti ad accertamenti clinici e strumentali (esame radiografico nelle proiezioni standard) al fine di individuare la gravità della lesione ed instaurare un trattamento idoneo. La gravità della lesione ha utilizzato una classificazione comprendente quattro gradi (1° - lieve, con elongazione dei legamenti, 2° - medio, con rottura parziale dei legamenti, 3° - grave, con rottura completa dei legamenti, 4° - presenza di frattura o avulsione) sulla base degli aspetti clinici e radiologici. Gli atleti osservati praticavano le discipline del calcio (72 casi), pallacanestro (11), pallavolo (5), pallamano (6), tennis (4), sport di combattimento (2), altri sport (2) (Tabella I). Risultati Sul totale degli atleti esaminati (102), 79 (77,45%) erano di sesso maschile e 23 (22,55%) di sesso femminile con una distribuzione tra professionisti e dilettanti che non è risultata statisticamente significativa (Tabella II). MEDICINA DELLO SPORT 267 ABDIĆ LE LESIONI DELL’ ARTICOLAZIONE DELLA CAVIGLIA E LORO TRATTAMENTO TABELLA I. — Suddivisione del campione per attività sportiva praticata. Attività sportiva Calcio Pallacanestro Pallavolo Pallamano Tennis Sport di combattimento Altri sport Professionisti N. Dilettanti N. Totale 46 9 5 3 — 2 — 26 2 — 3 4 — 2 72 11 5 6 4 2 2 N. TABELLA II. — Distribuzione del campione per tipo di attività e sesso. Tipo di attività Maschi N. (%) Femmine N. (%) Totale Professionisti Dilettanti 54 (83,10) 25 (67,57) 11 (16,90) 12 (32,43) 65 37 Totale 79 (77,45) 23 (22,55) 102 χ2=3,25 (NS). TABELLA III. — Suddivisione per tipo di attività e tipo di lesione. Sede di lesione Tipo di attività Totale Laterale N. (%) Mediale N. (%) Lat.+mediale N. (%) Professionisti Dilettanti 59 (90,77) 29 (78,38) 2 (3,08) 3 (8,11) 4 (6,15) 5 (13,15) 65 37 Totale 88 (86,28) 5 (4,90) 9 (8,82) 102 χ2=3,08 (NS). Per quello che riguarda la sede di lesione, le strutture anatomiche più frequentemente coinvolte sono state quelle del compartimento legamentoso esterno in entrambi i gruppi (86,28%), seguite da quelle che hanno interessato entrambi i compartimenti (8,82%) e da quelle che hanno coinvolto solo quello mediale (4,90%) (Tabella III). Per ciò che concerne la gravità della lesione, la maggior parte dei casi (sia nei professionisti che nei dilettanti) è stata classificata come di media gravità (44,12%), seguite da quelle lievi (27,45%), dalle gravi (23,5%) e 268 dalle fratture-avulsioni (4,90%); le diverse distribuzioni sono risultate statisticamente significative (Tabella IV). Gli infortunati di entrambi i gruppi sono stati trattati ambulatoriamente in oltre il 90% casi mentre in una piccola percentuale di professionisti (3,08%) e di dilettanti (8,11%) si è reso necessario un ricovero ospedaliero per un trattamento chirurgico che è consistito nella sutura dei legamenti lesionati con successiva immobilizzazione in gesso (Tabella V). Il trattamento conservativo è consistito in diverse modalità di immobilizzazione mediante gambaletto gessato o doccia gessata. La deambulazione senza carico è stata utilizzata nel 10,77% degli atleti professionisti e nel 2,70% dei dilettanti. Discussione Lo svolgimento di una attività sportiva, sia professionistica che dilettantistica, rappresenta secondo le indicazioni che si possono trarre dalla letteratura internazionale la causa più frequente di distorsioni della caviglia con incidenza e gravità variabili a seconda del tipo di attività praticata 5-7. Nella nostra casistica le forme di più comune riscontro sono state quelle di gravità media che hanno interessato il compartimento legamentoso esterno (nel 90,77% dei casi in professionisti e nel 78,38% nei dilettanti) mentre in entrambi i gruppi sono risultate molto più rare quelle a carico delle formazioni legamentose mediali. Un corretto approccio terapeutico consente una guarigione funzionalmente efficace ed una valida ripresa dell’attività sportiva; numerosi studi hanno confrontato il trattamento chirurgico e conservativo mediante immobilizzazione giungendo a risultati non univoci o talora contrastanti; Allen et al. 8 hanno dimostrato che il trattamento chirurgico è più indicato di quello conservativo nelle distorsioni gravi mentre secondo Van Dijk i risultati sono sostanzialmente sovrapponibili ed inoltre, quelli trattati in modo conservativo hanno avuto una minore incidenza di complicanze 9; sulla base di tali indicazioni abbiamo preferito limitare l’indica- MEDICINA DELLO SPORT Giugno 2008 LE LESIONI DELL’ ARTICOLAZIONE DELLA CAVIGLIA E LORO TRATTAMENTO ABDIĆ TABELLA IV. — Suddivisione per tipo di attività e sede di lesione. Gravità della lesione Tipo di attività Professionisti Dilettanti Totale χ2= Totale N. Lieve N. (%) Medio N. (%) Grave N. (%) Avulsione N. (%) 16 (24,62) 12 (32,43) 27 (41,54) 18 (48,65) 4 (6,15) 5 (13,15) 3 (4,61) 2 (5,41) 65 37 28 (27,45) 45 (44,12) 9 (8,82) 5 (4,90) 102 0,312; P<0,01. zione chirurgica a pochi casi selezionati preferendo il trattamento conservativo anche nelle lesioni di 3°grado mediante gambaletto gessato o doccia gessata. Questo anche alla luce delle indicazioni di Butkovic per il quale nelle distorsioni di 1° grado la cicatrizzazione dei legamenti avviene nell’arco di 4-6 settimane mentre in quelle di 2° e 3° grado dopo 8-12 settimane 10. Nella nostra ricerca la maggior parte degli atleti sono stati trattati ambulatoriamente mentre solo per una piccola percentuale di casi (3,08% di professionisti e 8,11% di dilettanti) è stato necessario un ricovero ospedaliero. Il metodo di immobilizzazione maggiormente utilizzato è stato, in entrambi i gruppi, il gambaletto gessato seguito, in un minor numero di casi, dalla applicazione di una doccia gessata. Tutti gli atleti esaminati hanno ripreso, dopo il periodo di immobilizzazione e di rieducazione funzionale, l’attività sportiva sospesa a causa dell’infortunio. Conclusioni I dati raccolti confermano quanto risulta dalla letteratura internazionale in merito alla Bibliografia 1) Hockenbury RT, Sammarco GJ: Evaluation and Treatment of Ankle Sprains Clinical Recommendations for a Positive Outcome. The Physician and Sportsmedicine, 2001; Vol 29 (2):38292. 2) Kerkhoffs GMMJ, Rowe BH, Assendelft WJJ, Kelly K, Struijs PAA, van Dijk CN. Immobilisation for acute lateral ankle ligament injuries in adults (Protocol for a Vol. 61, N. 2 TABELLA V. — Suddivisione per tipo di attività e necessità di ricovero ospedaliero. Tipo di attività Ricovero ospedaliero N. (%) Trattamento ambulatoriale N. (%) Totale Professionisti Dilettanti 2 (3,08) 3 (8,11) 63 (96,92) 34 (91,89) 65 37 Totale 5 (4,90) 97 (95,10) 102 χ2=3,25 (NS). sede di lesione e alla gravità del danno anatomico a carico dei legamenti 11, 12. Una accurata valutazione clinico-anamnestica, integrata da un esame radiografico consente di pervenire ad una diagnosi corretta e di programmare un adeguato piano terapeutico (nella maggior parte dei casi conservativo) al fine di evitare la comparsa di una instabilità cronica ovvero la persistenza di tumefazione e dolore che possono limitare notevolmente il prosieguo di una attività sportiva. Al termine del trattamento la ripresa dell’attività sportiva deve essere preceduta da un periodo di rieducazione funzionale al fine di recuperare la propriocezione e la completa articolarità della caviglia 13. Cochrane Review). In: The Cochrane Library, 4, 2000. Oxford. 3) Linde F, Hvass I, Jurgensen U, Madsen F: Compression bandage in the treatment of ankle sprains: a comparative prospective study. Scand J Rehabil Med 1984;16:177179. 4) Garrick JG, Requa RK: The epidemiology of foot and ankle injuries in sports. 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E-mail: [email protected] August 1-5, 2008 Guanghzou (China) International Convention on Science, Education and Medicine in Sports Contact: www.icsemis2008.org 26 maggio 2008 Roma Scuola dello Sport: IV Seminario Tecnico “Lo Sport al Femminile” Per ulteriori informazioni: Tel. 06/3685.9194 - Fax 06/3685.9252. E-mail: [email protected] September 2-4, 2008 Loma Linda (CA, USA) 25th International Council for Physical Activity and Fitness Research Where Physical Activity, Nutrition, and Body Composition Meet Contact: Website: www.ICPAFRsymposium.com June 26-28, 2008 Tromso (Norway) 2nd World Congress on Sports Injury Prevention Contact: E-mail [email protected] July 23-26, 2008 Taipa (Republic of China) 16th Biennial Conferente of the International Society for Comparative Physical Education and Sport (ISCPES) Contact: www.umac.mo/fed/conference/iscpes08/ en/en_main.html 3-4 ottobre 2008 Roma II Congresso Nazionale S.I.Po. Società Italiana di Podologia “Podologia dello Sport Multidisciplinare dalla Clinica e Semeiotica al Progetto Terapeutico” Presidente: L. Avagnina. Segreteria Organizzativa: Centro Congressi Internazionale SEA Srl - Via Pammatone, 7/40 - 16121 Genova - Fax +39 010 5701127. July 23-25, 2008 Santiago (Chile) ACMS International Team Physician Course November 18-23, 2008 Barcelona (Spain) 30th Fims World Congress of Sports Medicine Contact: www.acsm.org Contact: www.femedes.es Vol. 61, N. 2 MEDICINA DELLO SPORT 271