sped. in abb. post . ar t. 2 comma 20/c l. 662/96

Transcription

sped. in abb. post . ar t. 2 comma 20/c l. 662/96
SPED. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 - FILIALE DI TERNI
DALLE
API ALLE ROSE
bimestrale del Monastero di Santa Rita da Cascia
n. 3 maggio-giugno 2011
Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954 Iscritto al ROC con il n. 2460
Edizione italiana: anno LXXXVIII. Edizione inglese: anno XLX. Edizione francese: anno XLIX.
Edizione spagnola: anno XXXIX. Edizione tedesca: anno XXXIX.
In copertina:
La rosa, simbolo di Santa Rita da Cascia.
SOMMARIO
3
4
6
8
10
Editoriale del direttore
Il genio femminile
Attualità
La nuova schiavitù
Rita quotidiana
Tempo per tutti
Carità di Santa Rita
Un lavoro di squadra
Nel mondo
Sara, militante di pace e di fede
12
14
18
20
22
Cascia Eventi
Il risveglio di Rita
Vieni alla festa di S. Rita!
Fede di fatto
Donne Agostiniane
Rita, nelle parole di Papa Wojtyla
San Vito dei Normanni, città devota
Tracce di Rita
Rita e la sua femminilità
Agostiniani
B. Maria Vergine della Grazia e i giovani
La Badessa risponde
Quando la forza viene meno
PER SOSTENERE I PROGETTI DELLA CARITÀ DI SANTA RITA
Posta: c/c postale nr. 5058
intestato a: Monastero S. Rita da Cascia
Banca: IBAN IT27D0631538330000001001328
SWIFT: CRSPIT3S
Direttore responsabile
Pasquale Grossi
Comitato di Redazione
Sr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale),
P. Mario De Santis, Roger Bergonzoli, Monica Guarriello (caporedattore)
In redazione
M. M. Natalina Todeschini, Sr. Maria Rosa Bernardinis, P. Angelo Lemme,
P. Giuseppe Caruso, P. Remo Piccolomini, Fra Paolo Zecca, Cristina Siccardi
Hanno collaborato a questo numero
P. Luciano De Michieli, P. Rocco Ronzani, Marta Ferraro, Maria Chiara Albanese,
Sr. Eugenia Bonetti, Egidia Patito, Sara Fumagalli, Lubna Ammoune, Giuseppe
Peres, Loriana Vescovile, Alessandra Paoloni
Progetto Grafico e Impaginazione
Studio Pardini Apostoli Maggi
www.pardiniapostolimaggi.it
Monastero S. Rita - 06043 Cascia (PG)
Tel. +39 0743 76221 - Fax +39 0743 76786
www.santaritadacascia.org
[email protected]
Finito di stampare nel mese di maggio 2011
dalla Tipolitografia Umbriagraf (Terni)
SOSTIENI LA VOCE
DI S. RITA DA CASCIA
Cari amici lettori, anche la nostra Rivista subisce l’aumento
delle tariffe postali. Grazie alla
vostra generosità, da ben 88 anni, pubblichiamo “Dalle Api alle
Rose” per dare voce agli insegnamenti che ci ha lasciato
Santa Rita. Ma ora, senza le tariffe agevolate di cui godevano
le testate religiose, possiamo
solo sperare in un vostro piccolo
gesto.
Una vostra piccola donazione,
scrivendo nella causale “abbonamento”, ci permetterà di continuare la missione iniziata dalla
Beata Fasce, quando nel 1923
creò il 1° numero di questa Rivista, chiamandola “Dalle Api
alle Rose”.
Grazie di cuore, per quanto potrete fare. Siete sempre nelle
nostre preghiere a Dio e alle Sorelle Santa Rita e Beata Maria
Teresa Fasce.
Sr. M. Giacomina Stuani,
direttore editoriale
Si ringrazia "Save the children" per la gentile concessione della foto.
EDITORIALE DEL DIRETTORE
Il genio
femminile
ally Zahran è morta all’età di 23 anni,
in seguito alle percosse di alcuni
agenti di sicurezza. È accaduto a
Sohag, nell’Alto Egitto, il 28 gennaio
scorso. Sally stava manifestando
pacificamente per la libertà del suo popolo.
La notizia, letta su Avvenire.it, colpisce la mia
attenzione, mentre mi accingo a scrivere
l’editoriale per questo numero di “Dalle Api
alle Rose”, dedicato alla donna, perno della
società e militante di fede.
Il 22 maggio, festeggiamo con gioia la
nostra amata S. Rita. Alla sua festa,
quest’anno, vogliamo dare una chiave di
lettura “diversa”, al femminile. Perché Rita,
in tutto ciò che ha fatto, ha portato il valore
aggiunto della sua femminilità di figlia, sposa,
madre, vedova, consacrata. Maggio, mese
mariano, poi, è particolarmente ricco di
“donne preziose” per la Famiglia Agostiniana
e per la Chiesa, prima fra tutte: la Beata
Maria Vergine della Grazia, che ricorre l’8
maggio; e ancora: S. Monica, madre di S.
Agostino, che in origine ricordavamo il 4
maggio (la data in sua memoria è stata
spostata da Paolo VI al 27 agosto, il giorno
prima della festa del figlio). Tre madri, perno
della famiglia e della società e - insieme - tre
donne militanti della fede. Tre esempi, che ci
illuminano la strada. Ma che c’entra Sally
Zahran (musulmana peraltro) in tutto questo?
Provo a spiegarmi.
Giovanni Paolo II, in una bellissima lettera
alle donne, del 1995, parla del «molteplice
contributo che la donna offre alla vita di
intere società e nazioni. È un contributo di
natura innanzitutto spirituale e culturale, ma
anche socio-politica ed economica». Papa
Wojtyla, beatificato il 1° maggio di quest’anno
da Benedetto XVI, “rende giustizia” al ruolo
della donna, attribuendole “quel qualcosa in
più” che lui chiama «genio femminile». Cioè
quell’«immensa disponibilità delle donne a
spendersi nei rapporti umani, specialmente a
vantaggio dei più deboli e indifesi. In tale
opera esse realizzano una forma di maternità
affettiva, culturale e spirituale, dal valore
S
veramente inestimabile, per l’incidenza che
ha sullo sviluppo della persona e il futuro
della società». Mi domando, a questo punto,
quanto abbia pesato la presenza in piazza di
Sally e delle altre donne egiziane, in rivolta
contro il regime trentennale di Hosni
Mubarak.
Abbiamo ascoltato la voce di una
rivoluzione che accomuna tutti: la
rivendicazione della dignità umana. Proprio la
presenza delle donne, hanno commentato gli
analisti, ha dato forza alla rivoluzione,
rendendola rappresentativa di tutta la società
egiziana, non violenta. Il “genio femminile”
ha reso la rivolta più “accettabile” agli occhi
del mondo, quella parte di mondo che temeva
una sollevazione di stampo islamico radicale.
Insomma: anche in queste donne egiziane, ho
visto quel genio femminile - mosso da Dio che
è Amore, il Dio di tutti - presente, attuale, che
pone le radici cristiane in Maria Vergine
Santissima (genio femminile per eccellenza),
nelle Sante Rita e Monica e che va (seguendo
strade non sempre scontate) verso un’umanità
più equa e giusta. «Grazie a te, donna, per il
fatto stesso che sei donna! Con la percezione
che è propria della tua femminilità tu
arricchisci la comprensione del mondo e
contribuisci alla piena verità dei rapporti
umani» (Giovanni Paolo II).
Sr. M. Giacomina Stuani
3
La nuova schiavitù
di Sr. Eugenia Bonetti, Riconoscimento Internazionale S. Rita 2011
Missionaria della Consolata, classe 1939, Sr. Eugenia Bonetti ha vissuto in Africa per 24 anni. Dal
’93 è impegnata in Italia, nel centro Caritas di Torino, dove ha conosciuto il mondo della notte e
della strada, incontrando le storie di schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di
una vita confortevole, per trovarsi poi nelle maglie della criminalità. Dal 2000, lavora a Roma come responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) per coordinare il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto,
nei centri di detenzione ed espulsione e nelle case-famiglia per il recupero di tante giovani vite
spezzate. Nel 2004, l’allora Presidente, Ciampi, la nomina Commendatore della Repubblica italiana, in riconoscimento della sua attività a favore delle donne vittime della tratta.
Sr. Eugenia Bonetti insieme a giovani donne nigeriane.
ladies parte dalla Nigeria per raggiungere
la meta dei suoi sogni: l’Europa, dove
pensa di lavorare per aiutare
la famiglia; viaggia attraverso
il deserto del Sahara perché
priva di documenti; il viaggio
è estenuante e soffre la sete,
la fame, il caldo, la stanchezza e le malattie. Patricia, 19
anni, lascia la famiglia per
aiutare i sette fratellini ad andare a scuola; durante il viaggio è violentata e rimane incinta; per 6 mesi lavora sulla
G
strada per pagare il debito di
80 milioni di vecchie lire italiane contratto, senza saperlo,
con l’organizzazione criminale; nessuno sa della sua gravidanza, tranne un gruppo di
una “unità di strada” che la
segue e la convince a lasciare
la strada; viene accolta in una
delle tante case famiglia gestite da religiose e accompagnata con amore, ed anche
con fatica, ad accogliere il dono della vita.
All’inizio degli anni ’80,
migliaia di donne, provenienti
4
dai Paesi in via di sviluppo,
emigrarono in Europa in cerca
di lavoro e di una migliore
qualità di vita. Molte di loro,
clandestine, povere e vulnerabili, divennero preda di organizzazioni criminali, internazionali e transnazionali, connesse con l’industria del sesso. L’Italia non fu esente da
tale fenomeno, anzi, divenne
paese di “transito” e di “destinazione” per migliaia di giovani donne comprate e vendute
come merce. La maggior parte
di queste donne è ridotta in
stato di schiavitù per l’uso e
consumo di milioni di clienti
italiani (90% cattolici).
Per le ragazze dell’Est, il
contatto e la gestione avviene
quasi sempre tramite finti fidanzati che le assoggettano
affettivamente, mentre per le
L’Italia divenne
paese di
“transito” per
migliaia di
giovani donne
ATTUALITÀ
TRATTA DELLE
DONNE
500mila
sarebbero le
donne e i minori che, ogni
anno, circolano o transitano da una nazione all’altra
dell’Europa, trafficati per
l’industria del sesso o per
sfruttamento lavorativo.
50-70mila sarebbe il
numero delle vittime solo
in Italia. Donne provenienti dall’Africa Orientale,
dall’America Latina e dall’Europa dell’Est. Poiché si
trovano in Italia senza documenti (sottratti dagli
sfruttatori), e sono quindi
clandestine, è difficile ottenere statistiche precise
sul loro numero.
50-70mila € è il debito contratto, a sua insaputa, dalla donna costretta a
prostituirsi. Per saldarlo,
una ragazza africana deve
sottoporsi a non meno di
4.000 prestazioni. Deve,
poi, pagare le spese mensili: € 100 per il vitto, € 250
per l’alloggio, € 250 per la
postazione di lavoro, oltre
al vestiario, trasporto e necessità personali.
(fonte: USMI)
Nigeriane la gestione pratica
delle vittime è affidata alle
maman, - donne Nigeriane
che quasi sempre sono passate da sfruttate a sfruttatrici.
Costoro le addestrano al lavoro di strada, le controllano,
assegnano il pezzo di marciapiede che sarà la loro postazione di lavoro, raccolgono i
proventi, le puniscono in caso
di ribellione e, soprattutto, le
CHE NE PENSA AGOSTINO di P. Remo Piccolomini
Santa Monica. Quale donna non vorrebbe sentirsi dire dal
proprio figlio:“A lei debbo tutto ciò che sono (La felicità
1,6). I lettori sanno che sant’Agostino è il più grande Padre
della Chiesa occidentale, tra i più grandi geni dell’umanità,
che ha scritto una biblioteca di libri; pensate! Tutto ciò lo
deve a sua madre, di cui Dio si è servito per donare ad Agostino mente profonda e cuore nobile. Monica, era una santa. Santi non ci si nasce ma ci si diventa. Oggi, tempo di
crisi di “identità cristiana”, è d’obbligo ritrovarla per la salvezza della nostra società. Monica, donna forte nella pietà,
esempio di ragazza, sposa, madre, vedova, e religiosa, può
essere valida guida per la donna di oggi..Agostino così descrive sua Madre: “la Madre stretta al nostro fianco, muliebre nell’aspetto, virile nella fede, vegliarda nella pacatezza,
materna
nell’amore,
cristiana
nella
pietà”
(Conf.9,4,8)….”vedova casta e sobria, assidua nell’elemosina, devota e sottomessa ai tuoi santi; che non lasciava
passare giornata senza recare l’offerta al tuo altare, che due
volte al giorno, mattino e sera, senza fallo visitava la tua
chiesa, e non per confabulare vanamente e chiacchierare
come le altre vecchie, ma per udire le tue parole e farti udire le sue orazioni”(Conf. 5, 9,17).
Giovanni Paolo II battezza
una giovane donna nigeriana.
assoggettano con cerimonie
voodoo - riti di magia nera che esercitano sulle vittime
una vera e propria violenza
psicologica. La nuova schiavitù del XXI secolo tiene im-
IN PAROLA
a cura di
P. Vittorino Grossi
5
prigionate tante persone, siano esse donne o minori sfruttati, trafficanti senza scrupolo
e, ancor più, consumatori che,
con la loro costante richiesta,
sostengono questa catena.
Fate quello che Lui vi dirà
(Giovanni 2,5)
Tempo
per tutti
intervista di Marta Ferraro
Egidia Patito, con Mons. Enrico Nardi
(salito al cielo nell’ottobre 2009), fondatore dell’OAMI.
l prossimo 20 maggio, riceverà il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2011. Dolce, ma
molto determinata nei suoi valori, Egidia Patito agisce, giorno dopo giorno, in modo attivo nella sua piccola realtà di Spoleto (Umbria), offrendo il suo tempo all’associazione Casa Famiglia
OAMI (Opera Assistenza Malati Impediti), di cui è Presidente. Egidia organizza e collabora
con i 40 volontari che vi prestano servizio, mettendo sempre al primo posto le esigenze dei disabili
e non la loro disabilità. Attiva da sempre nel sociale, non dimentica mai la sua famiglia. Figlia,
moglie e madre, riesce, non senza sforzi, ad avere tempo e attenzioni per tutti.
I
Buongiorno, signora Egidia, le ruberò solo poco tempo perché so che è prezioso, ma volevo
chiacchierare un po’ con lei per presentarla ai
nostri lettori. Come si svolge la sua giornata?
La giornata comincia in casa, facendo quello
che fanno tutte le donne: avvio la lavatrice,
cucino, accudisco mio padre, poi vado nella
sede dell’Associazione, dove sono responsabile interna della struttura e mi occupo di coordinare tutti i progetti che porto avanti con gli
altri volontari, ed alla fine della giornata, prima di ritornare a casa, vado a fare la spesa.
Che ruolo ha la sua famiglia in questa attività
che lei svolge nell’associazione? La mia famiglia non è attivamente coinvolta nell’associazione, ma svolge un ruolo, comunque, molto
importante. Mio marito per esempio mi aiuta
in casa. Quando era più piccolina, mia figlia
era un po’ gelosa del fatto che trascorressi del
tempo fuori, ma poi crescendo ha imparato e
capito l’importanza del rapporto con gli altri,
di condividere le proprie energie e il proprio
tempo con chi ne ha più bisogno.
Che ruolo hanno avuto gli insegnamenti di
Santa Rita nella sua vita? Santa Rita, una
donna molto colpita dalla sofferenza, ma perseverante e volitiva. Mi sono ispirata spesso a
lei. Ricordo che c’è stato un periodo in cui
per l’associazione era un momento molto difficile e sono andata al Santuario. In quell’occasione ho avuto un colloquio molto toccante
con la Madre Abbadessa e mi sono detta:
6
RITA QUOTIDIANA
PREMIO INTERNAZIONALE
SANTA RITA
PRENDI E LEGGI
Il fenomeno mariano
«Quello che è certo è che il fenomeno mariano in Internet riveste una notevole importanza». Un’indagine sul culto di
Maria nell’epoca di internet e
del cellulare. Maria, in quanto Madre
della Chiesa, è espressione delle relazioni quotidiane che intercorrono tra i
partecipanti alla rete globale, ossia può
essere considerata Madre dei fedeli che
compongono quella particolare assemblea che si raduna online. (Tiziano Repetto, S.J., Il fenomeno mariano nei
nuovi media, Ed. Divino Amore, 12 €)
Sr. Eugenia Bonetti, Egidia Patito e
Sara Fumagalli. Sono le tre donne che
riceveranno il Riconoscimento Internazionale S. Rita, il prossimo 20 maggio,
durante le celebrazioni per la tradizionale festa in onore della Santa che
culmineranno il 22 maggio 2011, giorno della festa di Santa Rita (cfr. calendario eventi pag. 13). Presenta l’evento, Rosario Carello, giornalista e conduttore della trasmissione Rai, “A Sua
immagine”. Alle ore 21.00, inizierà la
conferenza stampa durante la quale
saranno date le motivazioni per il Riconoscimento conferito alle tre donne
che si sono contraddistinte per il loro
operato, sulla via degli insegnamenti
ritiani. Sr. Eugenia Bonetti (ha scritto
un articolo a pagg. 4-5 di questo numero) riceverà il premio per il coraggio
e la forza interiore che ha avuto nell’aiutare tante giovani donne a uscire
dal giro della prostituzione; Egidia Patito (intervistata in queste pagine), invece, si è distinta per la sua devozione
ai più deboli, in particolar modo ai disabili, senza mai tralasciare l’amore
offerto alla famiglia. Sara Fumagalli
(intervistata a pagg. 10-11 di questo
numero), come Santa Rita, testimonia
l’impegno nella maggior parte della
propria vita di portare la pace in quei
luoghi dove regna la guerra.
Egidia, insieme ai membri dell’OAMI.
“Anche se non riceverò niente, ho ricevuto
già tanto”. Oggi, sono ancora grata a quelle
parole che scambiai con la Madre che mi diedero tanta forza per non abbandonare. Per i
nostri disabili organizziamo dei corsi di catechesi, recitiamo la Novena di Santa Rita ed
abbiamo anche cominciato a pregare per i 15
Giovedì di Santa Rita, affinché anche loro
siano più vicini a Dio e imparino da questa
Santa.
Come ha accolto la notizia di aver ricevuto il
Riconoscimento Internazionale Santa Rita?
Ho pianto per l’emozione e poi mi sono detta:
ci sarà sicuramente qualcuno che lo merita
più di me.
ISCRIVITI ALLA
NEWSLETTER
Se desideri ricevere le preghiere di
Santa Rita o saperne di più in
tempo reale delle opere di carità
del Monastero S. Rita, invia un’email con il tuo nome e cognome a
[email protected]
7
Tutti i progetti, in Italia e nel mondo, che il Monastero sostiene nel nome della Santa. Su questo
numero: come gli operatori si prendono cura delle Apette e dei Millefiori del Progetto Alveare di S.
Rita, a Cascia. Il percorso educativo personalizzato e la collaborazione con i servizi pubblici.
Un lavoro
di squadra
di Sr. M. Natalina Todeschini,
Badessa Monastero S. Rita
e Apette e i Millefiori
sono accuditi nella
Casa dell’Alveare di
Cascia, con tutto il
nostro amore! Ogni giorno, 17
operatori, con ruoli e mansioni diversificate, si occupano
della buona gestione di questo progetto, con l’obiettivo di
sostenere bambine e bambini
disagiati, molti dei quali orfani di uno dei due genitori e
che non avrebbero la possibilità di costruirsi un futuro
lontano dalla povertà. L’amore
e la dedizione sono alla base
di questo lavoro di squadra,
che ci consente di personalizzare le attività in base alle
reali esigenze dei piccoli: dall’educazione e l’istruzione nel
doposcuola, ai rapporti con i
servizi sociali e con il servizio
sanitario del territorio, fino a
quelli, altrettanto preziosi,
con gli insegnanti delle scuole, i quali collaborano con noi
per colmare i deficit scolastici dei ragazzi, ogni volta che
ce n’è bisogno. È importante
sapere che gli operatori e le
L
operatrici aggiungono sempre tanto amore alla loro
professionalità! Sono laici
che, insieme al cappellano e
alle monache, si occupano all’unisono sia delle Apette (sono chiamate così, in ricordo
della Beata Madre Teresa Fasce, le bambine che vivono in
Alveare) che dei Millefiori (ovvero le bambine e i bambini
assistiti dall’Alveare di giorno
e che, di sera, fanno rientro a
casa, dalle loro famiglie). In
particolare, abbiamo 7 educatori che, coordinati dalla direttrice, Bernardetta Salciarini, sviluppano percorsi didattici individuali, con il supporto delle famiglie stesse, indispensabili per la crescita dei
loro figli. Tutti e 61, tra Apette e Millefiori, sono scrupolo-
Apette e
Millefiori, sono
seguiti nello
svolgimento dei
compiti di scuola
8
samente seguiti nello svolgimento dei compiti di scuola,
ma non solo. Gli operatori, infatti, si prendono cura dei
piccoli nel loro percorso catechistico; in particolare, nella
preparazione dei momenti religiosi più importanti dell’anno, come: l’Avvento, il Natale, la Quaresima, la Pasqua, i
15 Giovedì di Santa Rita, fino
alla festa della Santa, il 22
maggio, che vede la partecipazione entusiastica di tutta
la comunità! Momenti davvero importanti, di crescita e di
condivisione, grazie ai quali i
bambini imparano a conoscere e accogliere la figura
di Cristo, speranza del mondo. Educazione, istruzione e
catechismo sono affiancati
ad altre iniziative ricreative,
come il laboratorio teatrale o
quello “dei piccoli lavori”,
dove i bimbi esprimono la loro fantasia, nella creazione
di oggetti molto belli. Oltre
che a divertirsi, i giovani
scoprono e sviluppano, così,
quelle attitudini nascoste
che servono ad aumentare la
loro autostima, imparando ad
avere fiducia nelle loro immense capacità!
CARITÀ DI SANTA RITA
DENTRO L’ALVEARE
SOSTIENI CON NOI
IL PROGETTO ALVEARE
10
€
20
50
è il costo di una settimana
di mensa per una delle ragazze in difficoltà.
€
E
consentono di comprare un
libro di testo per una ragazza
che ha bisogno.
assicurano un’ora di sostegno pedagogico alle giovani
seguite nel doposcuola.
€
ra l’alba del 4 settembre 2006 e
la Famiglia Agostiniana celebrava
la solennità della Madre della Consolazione, patrona dell’Ordine,
quando il tocco della campana del Monastero annunciava la morte di sr. M. Tarcisia
Chiatti. Nata a Castelbellino (Ancona) il 3
febbraio 1929, sr. M. Tarcisia trascorse la
giovinezza a Terni, dove si trasferì con la
famiglia. Frequentando la Parrocchia Agostiniana di S. Pietro, fu animatrice fervida
di ogni attività e presidente dell’Azione
Cattolica, con il suo essere Suora Agostiniana e figlia di S. Rita. I Fratelli di sr. M.
100€
garantiscono una visita medica specialistica ad una
giovane che ne ha bisogno.
200€
ci permettono di acquistare
un kit di materiale didattico
completo per una ragazza.
L’Alveare è una struttura che vive unicamente grazie alle offerte di persone che
rendono concreta la loro devozione, attraverso l’aiuto ai più deboli. L’Alveare,
infatti, non riceve sovvenzioni pubbliche
di alcun tipo.
Per sostenere le Apette e i Millefiori,
basta una donazione, anche piccola,
tramite:
posta c/c nr. 5058 intestato a:
Monastero S. Rita da Cascia - banca
IBAN IT27D0631538330000001001328
SWIFT CRSPIT3S
specificando nella causale “Alveare”
Tarcisia, Mario, Flora e Ivonne, hanno istituito in sua memoria un premio annuale,
da assegnare a un’Apetta che si è distinta
nella BONTÀ. In particolare, il Premio della Bontà 2010, è stato assegnato all’Apetta Claudia Raponi (foto sopra).
Claudia ha saputo instaurare un rapporto
di fraterna amicizia e serena convivenza
nel gruppo dell’Alveare, ha frequentato la
scuola in modo serio e responsabile, intraprendendo un cammino di fede nei valori
della Vita, dell’Amore e della Solidarietà
Cristiana. Il nostro augurio a Claudia è
quello di continuare a vivere con generosità e bontà la sua vita, di instaurare sempre e ovunque un rapporto di fraterna amicizia e di continuare, nella sua giovane
età, a scoprire i valori del Vangelo.
AI NOSTRI SOSTENITORI
GRAZIE, a tutti quelli che ci sostengono, per la fiducia che ci date! Continueremo a impegnarci perché ogni
giorno crediamo un po’ di più che tutto
può cambiare!
Le Apette e i Millefiori
9
Un tè (virtuale) con Sara Fumagalli, terza donna alla quale andrà il Riconoscimento Internazionale
Santa Rita 2011. Coordinatrice dell’Associazione Umanitaria Padana Onlus, la sua vita è segnata
dalla riscoperta della fede, dopo un viaggio a Medjugorje nel 2003, e da un’instancabile opera di
pace, che l’avvicina a Santa Rita e che la porta a realizzare progetti di sviluppo nei luoghi del
mondo afflitti dal conflitto e dalla povertà.
Sara, militante
di pace e di fede
intervista di Maria Chiara Albanese
ara, spesso, ci dimentichiamo delle
difficoltà di chi è vicino a noi. Lei, attraverso l’Onlus di cui è coordinatrice, opera tanto in zone
lontane del mondo come in
Italia. Perché? Il messaggio di
Medjugorje non chiede affatto
una risposta che deve essere
“internazionale”, anzi. È inutile tentare di costruire la pace in zone disperse, se contestualmente non siamo capaci,
o almeno tentiamo, di farlo
con chi ci sta vicino. Come
diceva San Giovanni, come
puoi amare Dio che non vedi,
se non ami il tuo prossimo
che vedi?
S
Sara Fumagalli, in visita all'ospizio per anziani e disabili in Kosovo.
Iraq, Nassiriya. Inaugurazione
di una scuola per infermiere.
Santa Rita è stata esempio
concreto di cosa voglia dire
essere portatori di amore e pace. Un messaggio valido ancora oggi?Sant’Agostino diceva:
“Parlate con le opere, anziché
con la lingua!”. Quindi, mi ritrovo appieno in questa definizione.
10
Quanto è difficile portare la
pace, rispettando le diversità
che s’incontrano? Rispondo
con un esempio: è come nell’amicizia, che per me si fonda sulle diversità. Non si deve
fingere di essere quello che
non si è, o peggio, imporre all’altro di essere come tu vuoi.
NEL MONDO
Nord Sri Lanka. Sara, con le orfane dello tsunami e di guerra.
La mia missione
è nelle mani
del Signore
Un rispetto che nasce dalla
consapevolezza della propria
identità, rispettando l’identità
dell’altro e stabilendo delle
regole di reciprocità.
L’essere donna è stato mai un
ostacolo nella sua attività, oppure un valore aggiunto? No!
Ho lavorato spesso in zone difficili, dove le donne sono minoranza e non godono delle libertà
che noi viviamo in Europa, ma
non ho mai vissuto discriminazioni per l’essere donna.
Nei suoi anni di impegno sul
campo, ha mai desiderato
“gettare la spugna”? Lo scoraggiamento si manifesta in
molti modi e forme diverse.
C’è quello che nasce dalle difficoltà e dagli ostacoli che si
incontrano. Ad esempio, la
morte violenta del ministro
pakistano per le minoranze,
Shahbaz Bhatti, con il quale
stavamo portando avanti un
progetto per i cristiani in Pakistan, ci ha provato fortemente.
Questo è un tipo di scoraggiamento che si vince con la fede, affidandosi alla Provviden-
za. In fondo la mia missione è
nelle mani del Signore. Poi,
c’è lo scoraggiamento che nasce dall’indifferenza, soprattutto quella di casa nostra.
Questo si vince, guardando alla nostra stessa indifferenza, a
quando noi siamo stati sordi
alla sofferenza di qualcun altro. Quando uno osserva più se
stesso, e lotta per cambiare se
stesso, ecco che si smette di
giudicare gli altri.
VELINA O VELATA,
È SOLO QUESTIONE DI STOFFA?
di Lubna Ammoune
a donna musulmana è più libera della donna
occidentale». Ahimè, questa è la tesi di fondo che ho sentito ad alcune conferenze sulla
donna musulmana, messa spesso in contrapposizione con quella occidentale. Passa l’idea che la donna
non musulmana sia prigioniera se mette troppo in mostra il
suo corpo. Si crea così una sorta di parallelismo tra l’ipervelata (“troppo velata”, ndr) e la velina. Entrambe sono veline, cambia solo qualche centimetro di stoffa. Ma un pregiudizio non può essere combattuto e abbattuto creando un
nuovo pregiudizio. Ho imparato che è solo affrontando di
petto questi pregiudizi che si possono realmente smorzare e
attenuare i più diffusi preconcetti. Non solo perché gli
estremi opposti che vengono dipinti e quasi decantati sono
una piccola componente dell’universo femminile, ma anche
perché in questo modo si snatura l’essenza del discorso.
Qual è dunque il modo migliore per parlare della donna?
Parlare delle donne. Al plurale. Secondo: che termini usare
tra libera, moderna o emancipata? Forse partendo dalle parole di una scrittrice contemporanea che, senza contare i
centimetri di abbigliamento, suggerisce questo: «La donna
emancipata non è la moderna bambolina che si trucca e indossa abiti di cattivo gusto. La donna emancipata è una
persona che crede di essere umana tanto quanto un uomo.
La donna emancipata non insiste sulla sua libertà, così come non ne abusa».
(Lubna Ammoune, 20 anni, milanese di origine siriana. Scrive per Yalla Italia, l’inserto mensile del magazine “Vita” da
cui è stato preso questo estratto - pag. 23, nr. 23. Yalla Italia è un progetto che punta a dare voce al processo d’identità delle seconde generazioni, i figli degli immigrati che, insieme ai figli degli italiani d’origine, fanno crescere il Paese)
«L
11
Il risveglio
di Rita
APPUNTAMENTI
a cura di Fra Paolo Zecca
Cascia (PG), 15 febbraio
Ex voto Yves Klein
Il 15 febbraio è rientrata in Monastero l’opera
di Yves Klein, che lo stesso artista donò di
persona come ex voto a S. Rita nel 1961 e
venuta alla luce solo nel 1979. Nel corso dei
lavori per predisporre il presbiterio a ricevere
l’opera del Manzù, l’architetto Scrimieri aveva
richiesto alle monache del Monastero dell’oro. Le religiose,
ignorando la natura di
quello strano contenitore che conservava al
suo interno, appunto,
dell’oro, glielo consegnarono.
Lo scultore Armando Marrocco, che a
quel tempo lavorava ad alcune opere per il
Santuario, capì immediatamente che quel
contenitore era un’opera dall’inconfondibile
attribuzione, cioè di Klein. Marrocco informò
immediatamente il biografo di Klein, Pierre
Restany, che venne a Cascia e convenne che
l’opera era di Klein, riconoscendole grande
valore spirituale, oltre che artistico. Oggi Yves
Klein è considerato uno degli artisti più influenti del XX secolo. Oltre che al Centre
Pompidou di Parigi, le monache del Monastero di S. Rita recentemente hanno dato in prestito l’opera dell’artista a due musei statunitensi, l’ Hirshhorn Museum and Sculpture
Garden, che si trova a Washington, dove l’opera è stata esposta dal 20 maggio al 12 settembre 2011, e il Walker Art Center di Minneapolis, che ha esposto l’ex voto dal 23 ottobre al 13 febbraio.
di P. Mario De Santis,
Rettore Basilica S. Rita
entre il silenzio ancora avvolgeva i
tortuosi tornanti della Valnerina e
l’inverno casciano era a metà del
suo corso, tu, o Rita ridestavi, dal
lungo “letargo santuariale”, i tuoi amati devoti,
chiamandoli a te, risalendo e zigzagando quei
tornanti rimasti a lungo silenziosi, accompagnati solo dal gradevole sussurrio dei fiumi Nera e
Corno. Mi piace introdurre in questo modo la
“Primavera di Rita”, con il risveglio di una Valle
addormentata e silenziosa. È questa l’atmosfera
contemplativa della Cascia invernale, che conosce il suo risveglio a partire dai primi giorni di
febbraio con l’inizio del pio esercizio dei 15
Giovedì di S. Rita, che conducono alle solenni
celebrazioni del maggio ritiano. In questo
profondo silenzio, Rita non ha mai cessato il
dialogo con i suoi molti devoti sparsi in ogni angolo della terra, raggiungendoli spiritualmente e
parlando loro con il suo cuore di madre, di sposa, di vedova, di consacrata, risvegliando in loro
una fede mai del tutto sopita, che ritorna ad incendiarsi con il risveglio della primavera, olezzante di quelle rose che sono il simbolo del profumo della sua santità. Ma la “primavera di Rita” pullula di altre olezzanti gemme, quale la
Peregrinatio Reliquiae di S. Rita (il pellegrinaggio della reliquia della Santa nelle Parrocchie
che la richiedono, ndr) , un’esperienza nata
qualche anno fa e che sta sempre più riscuotendo, dal Nord al Sud d’Italia, un grande successo
tra le comunità parrocchiali in cui Rita è amata,
pregata e invocata. Il Gemellaggio e il Premio
Internazionale di S. Rita rappresentano i due
avvenimenti nel segno del messaggio di Pace e
di Fede di Rita, della sua solerte e fattiva carità
e solidarietà. Chi salirà a Cascia nel mese a lei
dedicato per godere celebrazioni liturgiche e
folklore popolare, sarà coinvolto in un cammino
di fede e di speranza, alla luce di quei miracoli
dell’amore che solo Rita sa donare a coloro che
si fanno guidare dallo Spirito Santo.
M
Roma, 1 maggio
Beatificazione Giovanni Paolo II
Il 14 gennaio il Santo Padre Benedetto XVI
ha firmato il decreto che consentirà la Beatificazione di Giovanni Paolo II. La Beatificazione del Papa polacco avviene, dunque, ad
appena sei anni dalla sua morte, il 2 aprile
2005. Fu proprio il 13 maggio 2005, che Benedetto XVI, nella Basilica di S. Giovanni in
Laterano, annunciò la propria decisione di
consentire l’apertura immediata della causa
di Beatificazione per Giovanni Paolo II.
12
CASCIA EVENTI
Madrid (Spagna), 16-21 agosto
Giornata Mondiale della Gioventù
Il tema scelto per questa XXVI Giornata è “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Tante,
le iniziative per questi sei giorni: concerti, spettacoli, mostre e molto altro. www.gmg2011.it
eucaristica presieduta dal Cardinale Paolo Sardi. Il collegamento inizia alle ore 10.00. La diretta può essere ascoltata, in Umbria, sulle
frequenze 92.000 e 97.200 (Perugia, Foligno,
Assisi, Todi, Città di Castello); 105.200 e
91.900 (Spoleto, Todi, Assisi, Foligno); 97.100
(Orvieto); 105.300 (Terni); 96.900 (Cascia e
Norcia). I devoti della Santa che vivono fuori
dall’Umbria - in Italia o all’estero - possono
ascoltare il servizio su www.umbriaradio.it.
Festa di S. Rita 2011: Umbria Radio trasmette
in diretta la messa del 22 maggio
Il 22 maggio, festa di S. Rita, Umbria Radio trasmette in diretta da Cascia la concelebrazione
VIENI ALLA FESTA DI S. RITA!
Cascia (PG), 12- 20 maggio
Novena di S. Rita
Il 12 maggio inizierà la Novena di S. Rita, che ci preparerà alla Festa del 22.
Parteciperanno alla Novena,
come di consueto, tutti i
paesi della nostra Diocesi di
Spoleto-Norcia. Il programma delle celebrazioni sarà il
seguente (tutti i giorni): ore
15.30, accoglienza dei pellegrini; ore 16.00, confessioni; ore 17.00, visita guidata in Monastero; ore
18.00, S. Messa; a conclusione, preghiera all’interno
della Cappella contenente il
corpo di S. Rita.
Cascia (PG), 15 maggio
Processione dello Stendardo
Alle ore 21.00, inizia la Processione dello Stendardo,
che rievoca il momento in
cui S. Rita lascia Roccaporena e viene a Cascia, nel Monastero di S. Maria Maddalena. Lo Stendardo Processionale raffigura questo episodio. È la processione antica
(dal 1614) della domenica
che precede la Festa di S.
Rita, la processione ufficiale
del popolo di Cascia che ringrazia la sua grande Santa
insieme ai Pellegrini.
Cascia (PG), 20-21-22 maggio - Festa di S. Rita
20 maggio
Sr. Eugenia Bonetti, Egidia
Patito e Sara Fumagalli riceveranno il Riconoscimento
Internazionale S. Rita 2011,
in quanto la loro testimonianza di vita si avvicina
molto a quella di S. Rita. A
questo proposito, alle ore
21.00, avverrà la consueta
conferenza stampa, per presentare la vita di queste
donne. A condurre l’evento,
sarà Rosario Carello, giornalista conduttore della trasmissione A Sua immagine,
in onda su Rai 1.
21 maggio
ore 16.30 La Famiglia Agostiniana si ritroverà riunita
per la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta
da P. Robert Prevost, Priore
Generale dell’Ordine Agostiniano;
ore 17.30 Riconoscimento
Internazionale S. Rita 2011,
a seguire: Solenne Celebrazione del Transito di S. Rita,
che ricorda il passaggio della
nostra Santa dalla vita Terrena a quella del Paradiso,
presieduto dall’Arcivescovo
di Spoleto-Norcia, Mons. Renato Boccardo;
13
ore 21.30 Arrivo della Fiaccola proveniente da S. Vito
dei Normanni.
22 maggio
Le Ss. Messe avranno inizio
alle ore 5.00 con il suono
festoso di tutte le campane
di Cascia, proseguendo poi
alle ore 6.00 / 7.00 / 8.00 /
9.00.
ore 10.15 Arrivo del Corteo
storico sul Sagrato della Basilica;
ore 11.00 Inizio del Pontificale presieduto dal Card.
Paolo Sardi; a conclusione,
benedizione delle rose e
Supplica alla Santa;
ore 18.00 Ultima Celebrazione Eucaristica per i Benefattori del Santuario.
Donne
Agostiniane
a cura delle Consorelle
ita ci viene descritta
benissimo nelle ormai famose parole
del Prefazio della
Messa votiva del 22 maggio:
La sua forza vitale era l’amore
e da questa venne guidata nei
vari stati della sua vita…. Di
Monica, abbiamo le bellissime
parole del figlio Agostino nel
Libro Nono delle Confessioni:
Era, poi, la serva dei tuoi servi. Chiunque di loro la conosceva, trovava in lei motivo
per lodarti, onorarti e amarti
grandemente [Signore], avvertendo la tua presenza nel suo
cuore dalla testimonianza dei
frutti di una condotta santa.
Due donne che in Dio hanno
trovato la bellezza di un incontro d’Amore e che hanno
camminato in un continuo
esercizio di questo Amore.
R
La felicità della loro vita
non è dipesa dal buon andamento delle loro rispettive vite. Quante lacrime hanno versato entrambe per la conversione dei mariti e dei figli! Ma
“la felicità della vita è il godimento della verità, cioè il godimento di te, che sei la verità, o Dio, mia luce, salvezza
del mio volto, Dio mio” (Agostino, Confessioni, X, 23,33).
Il primato assoluto di Dio Amore ha motivato e deciso la
loro reciproca essenza di donna, figlia, sposa, madre, vedova. Potremmo azzardare l’accostamento anche nella con-
S. Monica, madre naturale di
S. Agostino, e S. Rita, figlia
spirituale dello stesso Agostino,
cosa possono avere in comune
pur avendo vissuto a un secolo
di distanza l’una dall’altra? L’amore alla Verità, che lo stesso
Agostino ci ha consegnato come ordo amoris, cioè una vita
vissuta sulla base dell’amore.
sacrazione, perché Monica,
pur non essendo consacrata
come stato di vita, lo era nella
sua profonda vita interiore.
Ancora il figlio ce lo dice: C’era anche mia madre [nelle discussioni filosofiche].Ne avevo già notato, a causa della
lunga convivenza e di una
continua attenzione, le belle
doti e l’anima ardente per le
cose di Dio (De Ordine 2,1,1).
Queste due donne ci mostrano la strada per conoscere
il Signore e incontrarLo in
quell’incontro che cambia l’esistenza: ascolto della Parola,
obbedienza alla volontà di
Quale sarà il tuo progetto?
CORSO DI ORIENTAMENTO VOCAZIONALE FEMMINILE
16-21 agosto “Vocazione è AMORE …”
A cura delle Monache e dei Religiosi agostiniani
(presso l’Alveare S. Rita)
Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a:
Sr. M. Giacomina Stuani O.S.A.
Tel. 0743.76221 – Fax 0743.76786
E-mail: [email protected]
Cara amica, questo spazio è dedicato a te.
Per te, che ancora stai cercando di comprendere il bellissimo
progetto che Dio Padre ha pensato, sì, proprio per te, perché
tu sei preziosa ai Suoi occhi. Dio è Amore, che ci rimette in
piedi quando abbassiamo le nostre difese e ci abbandoniamo.
A volte abbiamo bisogno di ritrovare la voglia di camminare, il
gusto di percorrere la strada con Gesù a fianco, di sentirci
parte di una sinfonia splendida, amati e attesi da Qualcuno,
perché il mondo con il suo frastuono ci disorienta.
Ti aspettiamo per comprendere nel tuo cuore che cosa è Lui
per te e per condividere con noi la preghiera...
Donne di pace e del
perdono, ci insegnano
a ricercare Dio
Dio, profonda preghiera. Il loro sì alla Verità è stato un sì orante, offerente, obbediente, gioioso e spesso anche sofferente.
Il loro messaggio ci trasmette i valori autentici del Vangelo. Entrambe hanno frequentato la scuola della Croce, sono penetrate in questo che è il mistero d’amore
più grande di Dio, lo hanno guardato con
lo sguardo del cuore, lì dove nel silenzio si
ascolta e nel silenzio si risponde.
Donne di pace e del perdono, ci insegnano e ci aiutano a non dimenticare questo mondo ferito dal dolore e dall’odio, a
non essere indifferenti, a ricercare Dio come principio e fine di ogni nostra azione.
“La donna è la protezione e quasi la
dimora di altre anime, che in lei possono
svilupparsi… La sua anima deve perciò
essere ampia ed aperta a tutta l’umanità… Nulla di ciò che è umano le deve
essere estraneo”. In queste parole di una
grande Santa del XX secolo, S. Teresa Benedetta della Croce - Edith Stein, possiamo riconoscere anche Rita e Monica, due
donne che si fanno nostre compagne di
viaggio verso il traguardo della santità.
SORRIDONO ALLA VITA
S. Agostino e la madre S. Monica
(dipinto di A. Scheffer. Parigi, Louvre).
Invia le foto dei tuoi piccoli a [email protected] con il consenso alla pubblicazione di entrambi i genitori.
FEDE DI FATTO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
1. Aurora Saba, Olbia (SS) - Italia
2. Iker, Aitor, Uxue e Ander Rama, Vizcaya (Bilbao) Spagna
3. Rebecca Fernandes, Mumbay - India
4. Anna Pia De Biase, Aversa (CE) - Italia
5. Mattia Mulé, Agrigento - Italia
6.Valentina e Maria Pia Costamagna, San Guillermo Argentina
7. Asia Rita, Alissia, Gillian e Megan Benson,
Sant’Antonino - Svizzera
8. Marika Mosconi
9. Kathrin Vocaturi - Svizzera
10. Ginevra Marsili, Montecosaro (MC) - Italia
11. Aurelie e Corentin Detienne, Valais - Svizzera
12. Lorenzo Gregori, Roma - Italia
15
adicata profondamente nell’amore di Cristo, Rita trovò nella
sua fede incrollabile
la forza per essere in ogni circostanza donna di pace.
R
28 ottobre 1982. Le Apette incontrano Giovanni Paolo II.
Ma qual è il messaggio
che questa Santa ci trasmette? È un messaggio che
emerge dalla sua vita: umiltà
ed obbedienza sono state la
via sulla quale Rita ha camminato verso un’assimilazio-
ne sempre più perfetta al
Crocifisso. La stigmata che
brilla sulla sua fronte è l’autenticazione della sua maturità cristiana. Sulla Croce con
Gesù, ella si è in certo modo
laureata in quell’amore, che
aveva già conosciuto ed
espresso in modo eroico tra
le mura di casa e nella partecipazione alle vicende della
sua città. Seguendo la spiritualità di sant’Agostino, si fece discepola del Crocifisso ed
“esperta nel soffrire”, imparò
a capire le pene del cuore
umano.
La Santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle
donne cristiane che hanno
avuto significativa incidenza
sulla vita della Chiesa, come
anche su quella della società
(Lett. ap. Mulieris dignitatem,
27). Rita ha bene interpretato
il “genio femminile”: l’ha vissuto intensamente sia nella
maternità fisica che in quella
spirituale.
La sua lezione si concentra
su questi elementi tipici di
spiritualità: l’offerta del perdono e l’accettazione della sofferenza, non già per una forma
di passiva rassegnazione […],
ma per la forza di quell’amore
verso Cristo che proprio nell’episodio della coronazione ha
subìto, con le altre umiliazioni,
un’atroce parodia della sua regalità ( Insegnamenti V/1
[1982], 874).
16
Invia le foto dei tuoi piccoli a [email protected] con il consenso alla pubblicazione di entrambi i genitori.
Vi presentiamo questo estratto
del messaggio del Papa Giovanni Paolo II, pronunciato in
occasione del pellegrinaggio
giubilare dei devoti di Santa
Rita da Cascia, il 20 maggio
2000. In quell’occasione, le
spoglie mortali di S. Rita furono trasportate a Roma.
SORRIDONO ALLA VITA
Rita, nelle parole
di Papa Wojtyla
13
14
15
16
17
18
13. Isabella Taddei
14. Alessia Lazzarini, Venezia Italia
15. Michela Conti, Calcinato
(BS) - Italia
16. Giulia Mura, Nuoro - Italia
17. Alessandro Robustini,
Bologna - Italia
18. Andrea Veronese, Villata
(VC) - Italia
FEDE DI FATTO
Giuseppe Peres, priore della Confraternita S. Rita di San Vito dei
Normanni, in provincia di Brindisi, composta da circa 100 persone, racconta l’esperienza della loro fede e le iniziative in nome
della Santa. Chiunque desideri
saperne di più o è interessato ad
associarsi al gruppo ritiano, che
fa parte della Pia Unione Primaria S. Rita, può rivolgersi alla responsabile della Pia Unione,
Alessandra Paoloni, scrivendo a
[email protected]
San Vito
dei Normanni,
città devota
di Giuseppe Peres
al 5 al 7 maggio ha luogo il Gemellaggio annuale, che vede come protagoniste Cascia e una località italiana o estera che ha in sé un forte legame con Santa Rita. La località scelta per
quest’anno è la nostra ridente cittadina, San
Vito dei Normanni. Situata in provincia di
Brindisi, San Vito dei Normanni nutre una forte devozione verso la nostra Santa, da sempre.
La delegazione casciana, con a capo il sindaco Gino Emili, il 5 maggio è accolta dalla nostra comunità in forma ufficiale, alla presenza
del nostro sindaco, Alberto Magli. Con grande
gioia da parte della nostra Confraternita, noi
tutti partecipiamo e sentiamo con profonda
devozione l’importanza religiosa e spirituale
dell’evento. Il Gemellaggio si conclude a Cascia nei giorni della festa di Rita, quando una
delegazione proveniente da San Vito dei Normanni si ritroverà nella cittadina umbra. Già
l’anno scorso, dal 16 al 24 ottobre 2010, la
nostra comunità ha avuto il privilegio di accogliere la Reliquia insigne di S. Rita (nella foto). Si tratta di un frammento del suo osso,
incastonato all’interno di una rosa d’oro. Grazie alla Peregrinatio Reliquiae (pellegrinaggio
della reliquia, ndr), abbiamo potuto raccoglierci in preghiera attorno alla Reliquia. La
D
città tutta è stata più che contenta e, in Parrocchia, era un via vai di fedeli. Siamo riusciti
in questo bel progetto, grazie alla testardaggine e all’insistenza di Arcangelo Carrone, nostro ex priore, consigliere della Pia Unione,
vero e proprio “gancio” - come dice Padre
Mario De Santis (Rettore della Basilica S. Rita, ndr) – che ha voluto fortemente questo
collegamento spirituale tra Cascia e San Vito
dei Normanni, tra la Basilica di Santa Rita e
la nostra Parrocchia. A tutto questo, aggiungiamo anche la nostra viva partecipazione all’Incontro nazionale della Pia Unione Santa
Rita, che si è tenuto a Cascia dal 9 al 10
aprile. Un anno speciale, cara Santa Rita,
Santa degli Impossibili. Grazie!
Se fai parte di una confraternita o di un'associazione devota a S. Rita e vuoi condividere con i lettori di “Dalle Api alle Rose” la vostra esperienza, mandaci la tua testimonianza con le foto del tuo
gruppo a [email protected]. Per raccontare le vostre iniziative in nome della Santa.
17
Cercando la fede nell’esperienza ritiana, vi proponiamo tracce di vita e insegnamenti, passando
per i “simboli” e i luoghi dove la Santa ha lasciato un segno della sua mistica presenza, visibile
ancora oggi negli occhi dei tanti fedeli che ne ripercorrono il cammino.
Rita e la sua femminilità
di P. Giuseppe Caruso
immagine di Rita a cui siamo abituati, quella ripetuta infinite volte nelle
immagini della devozione, ce la rappresentano come una monaca, con il
crocifisso tra le mani e la fronte segnata dalla
stigmata della spina. Si tratta di un’immagine
che dice qualcosa di Rita ma, al tempo stesso,
tace molto di lei. Per esempio, non ci parla
della lunga esperienza che Rita ha vissuto come moglie e madre di famiglia, come donna,
inserita a pieno titolo nella società dei suoi
tempi. Per un lungo tratto di tempo, la vita di
Rita è stata del tutto simile a quella di tanti,
di tutti. Ma anche in quell’apparente ordinarietà, possiamo pensarlo, è passato qualcosa
di straordinario. Forse oggi abbiamo una visione distorta della famiglia, e abbastanza “schizofrenica”: le famiglie ci appaiono o eccessivamente idealizzate, come quelle di certe pubblicità, o terribilmente in crisi, luoghi di oppressione o di violenza domestica: pitture contrarie e, forse, ugualmente unilaterali. Le famiglie, invece, oggi come in passato, sono luoghi
in cui si sta insieme, e insieme si cresce, imparando, giorno dopo giorno, a venirsi incontro, a
cedere se è opportuno, e a essere intransigenti
quando è necessario. Credo che Rita abbia vissuto così il suo impegno familiare, sostenendo
Paolo, suo marito, nelle fatiche del duro lavoro;
allo stesso modo si deve essere posta come
punto di riferimento sicuro per i suoi figli. In
quella quotidianità, sempre simile a se stessa,
Rita è stata per i suoi cari un segno dell’amore
e della presenza di Dio, e in quella famiglia,
nelle persone a lei legate da vincoli d’affetto e
di sangue, ha visto il segno dell’amore di Dio
per lei. Ma una famiglia non è mai, non può
mai essere chiusa in se stessa: dalla solidarietà
familiare è immediato il passaggio a quelle so-
L’
18
LA PREGHIERA
ciale. Possiamo allora immaginare la casa di
Rita come un luogo accogliente, dove le donne
di Roccaporena e di Cascia potevano facilmente fermarsi per scambiare due chiacchiere e
per ricevere una buona parola; una stanza ombreggiata dove i figli di Rita e gli altri ragazzi
potevano trovare un sorso d’acqua fresca nell’intervallo dei loro giochi; una dispensa generosa dove non mancava mai un po’ di pane per
il mendicante affamato.
La casa di Rita, un posto apparentemente
anonimo, ma intriso della sua femminilità, diventava il segno concreto di un modo diverso
di vivere, alla luce del Vangelo, la relazione
tra le persone.
TESTIMONIANZA
DI RITA GIACALONE
VOGHERA (PAVIA, ITALIA)
Mia mamma [Teresa], ormai da parecchi
anni, soffriva di artrosi ad entrambe le
ginocchia con interessamenti alle cartilagini, alle rotule e, nell’ultimo periodo, le
si erano formate delle calcificazioni ossee; tutto questo non le permetteva più
di camminare normalmente e, molto
spesso, le ginocchia non la reggevano e
cadeva per terra. Dopo infinite visite e
vari esami, nel mese di ottobre [2010]
siamo stati da un bravo professore, il
quale, appena ha visto i referti e le lastre
effettuate, ha dato subito parere ormai
scontato: l’operazione con l’innesto di
protesi ad entrambe le ginocchia. Mia
madre, appena sentito ciò, è stata presa
dallo sconforto più totale per mille paure;
lei, che ha un’enorme venerazione e fede
nell’amata Santa le ha chiesto piangendo
la grazia di guarirla senza sottoporsi all’intervento, di poter finalmente camminare come tutti.
Ebbene, la notte seguente la visita,
mamma ha sognato Santa Rita che la invitava a camminare insieme a lei dicendole che era guarita... mia madre si è
svegliata di colpo piangendo e si era accorta davvero che poteva camminare leggera e senza dolore e così fece, camminando come una bambina la prima volta!
Nemmeno io credevo ai miei occhi, saltellava, correva e faceva movimenti che
solo due giorni prima non poteva nemmeno sognarsi di fare, bloccata dal dolore. Per questo motivo, ringraziamo di
cuore l’intercessione di Santa Rita, che
ha aiutato più di una volta mia madre, la
quale non fa altro che ringraziarla ogni
giorno e a tutti la proclama a gran voce:
“Grande donna, grande madre e la più
grande Santa!”. Cara Santa Rita, non farci mai mancare la tua protezione sulla
nostra famiglia.
Preghiera della sposa
O gloriosa S. Rita, tu per obbedienza ai genitori ti assoggettasti
allo stato coniugale, e ti dimostrasti vero modello di sposa cristiana.
Eccomi ai tuoi piedi per aprirti il
mio cuore, bisognoso dell’aiuto di
Dio e della tua protezione.
Tu, che soffristi nella vita matrimoniale, ottienimi dal Signore la
forza necessaria per mantenermi
fedele a Dio e al mio sposo. Prenditi cura delle nostre persone, santifica il nostro lavoro, benedici
ogni nostra impresa, perché tutto
torni a gloria di Dio e a nostro comune vantaggio.
Nulla mai turbi la nostra concordia. Sia prospera la nostra casa, o
S. Rita; l’assistano gli angeli della
pace, l’abbandoni ogni maligna discordia, vi regni sovrana la carità,
e non venga mai meno quell’amore che unisce due cuori, che lega
due anime redente dal Sangue purissimo di Gesù.
Presenta, o S. Rita, questa preghiera al Signore, e fa’ che un
giorno io e il mio compagno veniamo a lodare Dio in Paradiso. Amen
(da Insegnaci a Pregare. Pregare insieme
a S. Rita, a cura di P. Giustino Casciano
OSA, Ed. Monastero S. Rita, 1996)
19
GRAZIA RICEVUTA
TRACCE DI RITA
L’8 maggio, la Famiglia Agostiniana festeggia la Beata Maria Vergine della Grazia, che ci ha donato
come “grazia” proprio suo figlio, il Salvatore. Un dono che crea i presupposti di un forte legame
soprattutto tra i giovani e la Madre del Signore.
B. Maria Vergine
della Grazia e i giovani
di P. Vittorino Grossi e P. Rocco Ronzani
ant’Agostino scrivendo il libro La dottrina cristiana, dedicato alla lettura e
all’annunzio del messaggio biblico
nelle comunità cristiane, rilevava come ai giovani bisogna parlare con un linguaggio adeguato. Riannodare le speranze della
gioventù alla beata Vergine Maria, la Madre
del Signore, non è oggi così difficile. Nella
Chiesa, infatti, come avviene in ogni casa, la
donna tiene insieme i fili della vita familiare,
ne costituisce la grazia di cui godono tutti i
componenti e, grazie alla donna, si realizza
quel tessuto relazionale con Dio e i propri simili che è il succo della vita. La Madre della
Grazia, il primo titolo mariano venerato nell’Ordine agostiniano, indica, in tale delicata
operazione relazionale, l’aiuto e l’esempio dell’amore di Gesù, che Maria ci ha donato come
“grazia”. La parola “grazia” indica in Gesù
salvatore il dono di tutto il bene che si può
desiderare, come recitava la teologia agosti-
detta, madre della Grazia, regina dei cieli,
madre del re degli angeli”. La devozione a
questo titolo si è subito sviluppata in alcune
antifone, preghiere e inni sempre raccomandati dalle Costituzioni agostiniane come la
Benedicta tu - appena ricordata - che si recitava o cantava alla sera e l’Ave Regina coelorum, Mater regis angelorum da cantarsi a
S
Egli è la
“grazia che guarisce”
metà del giorno. Nel 1284 il capitolo generale
di Orvieto stabilì di onorare la Madonna della
Grazia e la raccomandazione è ripetuta nelle
Costituzioni di Girolamo Seripando (1551) e
fino ai tempi più recenti. Nel 1806, per interessamento del venerabile vescovo agostiniano
Menochio, l’ordine ottenne di celebrare la
Messa e l’Ufficio propri. Anche oggi sono dedicate a Maria, sotto questo bel titolo, alcune
circoscrizioni e molte chiese dell’ordine. La
festa, come ogni festa della Chiesa, celebra la
grazia, il dono di Dio per quel recupero relazionale di cui nessuno può essere privo e tanto pressante nel tempo giovanile. Da qui l’attenzione ai giovani, che non sono una terra di
emozioni allo sbando, ma una terra emotiva
chiamata nell’entusiasmo e nella pazienza
quotidiana a costruire il proprio tessuto relazionale. E qui la devozione alla Madonna della
Grazia si trasforma in educazione, aiutando le
giovani generazioni a costruirsi con la grazia e
ad essere “grazia” per gli altri.
La parola “grazia”
indica in Gesù salvatore
il dono
niana del medioevo: Egli è la “grazia che guarisce” che ridona la salute completa all’uomo
di ogni tempo. L’iconografia, molto semplice,
presenta Maria che mostra e dona la grazia,
cioè il bambino Gesù salvatore, e la liturgia,
soprattutto la sera, prima di andare al riposo,
la salutava con le dolci espressioni di lode,
ringraziamento e affidamento: “Tu sei bene20
AGOSTINIANI
MADRE FASCE
L’ESEMPIO TRASCINA
di Sr. Maria Rosa Bernardinis
Ho ricevuto questa confidenza da Sr. Michelina, che
ha vissuto con la Beata Teresa Fasce dodici anni.
Spero non se ne dispiaccia,
se svelo questa sua confidenza, ora che vive nella
beata pace del Paradiso, insieme a Madre Teresa. Sr.
Michelina entra in monastero nel 1935, a 22 anni. È
una ragazza alta e robusta.
Tre anni dopo, la B. Fasce
inizia quel miracolo della
carità che è l’Alveare (cfr.
pagg 8-9 di questo numero,
ndr) e, in breve tempo,
un’ala del monastero viene
adibita ad accogliere le orfanelle, con l’impegno economico che ne consegue.
Durante la guerra, mentre
procedono anche i lavori
della costruzione della Basilica in onore di S. Rita, la
Comunità si trova davanti a
una scelta: rimandare a casa le bambine per la difficoltà economica che comincia a farsi sentire o continuare a portare avanti l’opera iniziata, privandosi loro
di qualcosa? Madre Teresa,
con la Comunità, scelgono
la seconda, fidandosi della
Provvidenza. Dopo qualche
tempo di rinunce, viene a
fare visita a Sr. Michelina la
sua mamma che, vedendola
deperita, chiede alla Madre
Fasce di poterla portare a
casa per un po’, affinché si
riprenda. Ma quando la B.
Teresa si rivolge alla monaca, per conoscere i suoi desideri, Sr. Michelina rifiuta
21
l’offerta, spiegando di voler
restare con la Madre e tutta
la Comunità perché la scelta comune del sacrificio fa
parte della sua donazione al
Signore. È proprio vero, come dice il proverbio: l’esempio trascina.
LA BADESSA RISPONDE
Quando
la forza
viene meno
Se desideri condividere con noi le tue speranze o
i tuoi timori, i tuoi dubbi o la tua felicità, scrivi a
[email protected],
specificando di autorizzarci alla pubblicazione
della lettera. Madre M. Natalina risponderà a
tutti, sulla Rivista o in forma privata.
Sono una donna di 45 anni. Ho due bambini, R.,
di 14 anni, ed E., 8 anni, e dopo 15 anni di matrimonio sono rimasta vedova da quasi due anni.
Mio marito è deceduto improvvisamente il 28
febbraio 2009. La mia vita è cambiata totalmente, ho dovuto affrontare e affronto questo grande
dolore ogni giorno e sono andata avanti perché
ho tanta fede e ricorro all’intercessione della mia
amica S. Rita. È tanto difficile, perché ci sono
giorni in cui mi scoraggio, la mia forza viene meno e comincio ad aver paura di non farcela, di
non avere la forza di crescere i miei bambini che
sono rimasti senza il suo papà. Anche loro, come
me cercano di superare questo grande dolore.
Desidero avere dei consigli per continuare a vivere in questo stato di vita. (Rita)
Carissima Rita,
ti ho sempre raggiunta con la preghiera, insieme alla mia Comunità. Ti
abbiamo messo nel cuore di S. Rita perché ti guidi nel tuo delicato compito
di madre, lei che ha vissuto il tuo stesso dolore, trovandosi sola con due figli da educare e crescere. Anche S. Rita ha provato il tuo stesso smarrimento e la tua paura. Tuttavia non si è chiusa nella sua sofferenza, ma grazie
alla fede ha trovato la forza di accettare il misterioso disegno di Dio e ai
piedi del Crocifisso ha attinto la forza di non arrendersi di fronte alle difficoltà. A Lui consegnò i suoi figli perché li guidasse sulla via della vita perché vedeva in loro desideri di morte e di vendetta.
Non avere paura! Non sei sola! Metti Gesù al centro della tua famiglia,
nei tuoi dubbi ricorri a Lui. Non permettere che lo scoraggiamento abiti il tuo cuore, ma metti te
stessa nel Suo Cuore perché ti consoli, ti guidi, ti illumini e ti doni ogni giorno la forza di compiere
la Sua volontà.
Prega per i tuoi figli e continua ad affidarli alla materna protezione di Maria e di S. Rita.
La tua fede e la tua dedizione ti otterranno dal Signore ciò di cui hai bisogno per crescere bene
Riccardo ed Emmanuel. Anche tuo marito, dal Cielo, è sempre presente per sostenerti insieme a
loro. Il dolore rimane un mistero, ma non dimenticare che Dio, nel suo agire, è sempre mosso dall’amore. Spesso un grande dolore ci riporta più vicino al Signore e ci converte, e convertirsi significa vivere di Dio e in Lui trovare la fonte della nostra gioia e della nostra speranza.
La nostra preghiera di Sorelle ti seguirà sempre.
22
Bomboniere
solidali
di Santa Rita.
Fatte per Amore.
!
Codice A - Rosa - portachiavi
Le Bomboniere solidali di Santa Rita sono
un prodotto di artigianato realizzato dal
Monastero Santa Rita da Cascia, per
sostenere i progetti di carità in favore dei
più bisognosi, come sempre, in modo
concreto e diretto. Da oggi puoi unire, alla
gioia della tua festa, un sentimento che ci
rende tutti parte della stessa famiglia:
l’amore per la solidarietà.
Codice B - Cuore
Per richiedere le Bomboniere solidali, basta compilare il modulo d'ordine e inviarlo
insieme alla ricevuta di avvenuto versamento, tramite
• fax 0743.750179
• e-mail [email protected]
• posta Monastero S. Rita da Cascia - 06043 Cascia (PG)
Al momento è possibile fare ordini solo per l’Italia. Per informazioni sulle Bomboniere solidali: tel. 0743.750941
cognome
nome
indirizzo
cap
città
tel.
provincia
cell.
e-mail
note (specificare l’indirizzo di consegna solo se diverso da quello indicato sopra)
Data cerimonia
Con la presente, si richiede l’invio delle seguenti Bomboniere Solidali (ordine minimo 10 pezzi)
Codice Descrizione
Quantità
A
Rosa - portachiavi
Cuore
B
Contributo unitario
6€
5€
Spese di spedizione
TOTALE COMPLESSIVO
TOTALE
10 €
Battesimo
Comunione
Cresima
Matrimonio
Nozze d’argento
Laurea
Modalità di versamento: posta: c/c postale nr. 5058 - intestato a: Monastero S. Rita da Cascia
banca: IBAN IT27D0631538330000001001328
Specificando nella causale “Bomboniere”
Data
Firma
La sua prima
maestra
sarà la tua
generosità.
Sostieni l’Alveare
di Santa Rita,
aiuta una bambina
a diventare grande.
C’è un posto, nel Monastero
di Santa Rita da Cascia,
dove da più di 70 anni
si perpetua un piccolo miracolo.
È l’Alveare di Santa Rita, casa,
scuola, famiglia per bambine
in difficoltà economica e sociale.
Circondate dall’amore
delle Monache e sostenute dalla
generosità dei benefattori,
le Apette ritrovano qui la
serenità e la speranza di potersi
costruire un futuro.
Tante sono le bambine che,
tra le mura dell’Alveare,
sono diventate grandi.
Tante sono quelle che ancora
hanno bisogno del nostro aiuto.
Nel nome di Santa Rita, sostieni
il suo Alveare con una donazione
sul conto corrente postale 5058
oppure sul conto bancario IBAN
IT27D0631538330000001001328
SWIFT CRSPIT3S
causale “Alveare”.
Tel. +39 0743 76221
[email protected]
www.santaritadacascia.org