pubblicazione

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pubblicazione
A Z I O
L
SULLA QUALITÀ
DELLE ACQUE
SUPERFICIALI
E SOTTERRANEE
DELLA PROVINCIA
DI ROMA
ANNO 2007
A
G E N Z I A
R
E G I O N A L E
P
R O T E Z I O N E
A
M B I E N T A L E
D E L
QUARTO RAPPORTO
Provincia di roma
PROVINCIA DI ROMA
Servizio Risorse Idriche
e Naturali
Dip. IV “Servizi di Tutela Ambientale”
Servizio 2 “Tutela delle acque,
suolo e risorse idriche”
QuARTO RAPPORTO SuLLA QuALITà
DELLE ACQuE SuPERFICIALI E SOTTERRANEE
DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO 2007
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI
ROMA
ANNO
2007
Amministrazione provinciale di Roma, Dipartimento IV Servizio 2 (direttive, istruttorie
amministrative e gestione dei risultati): direttore Bruno Panico, dirigente Paola Camuccio, funzionari
collaboratori Angela Maria Bottillo, Claudio Carusi, Giuseppe Di Benedetto, Mario Dionisi, Bruno Miozzi,
Alfio Paolini, Tonino Petrocchi, Maria Laura Speranza, Alessandra Terenzi, Maria Zagari.
ARPA Lazio Servizio Tecnico, Divisione Ecogestione (collaborazione con la Regione Lazio e la
Provincia di Roma per la definizione delle strategie dei monitoraggi): direttore tecnico Gianfranco
Bielli, fisico dirigente Giorgio Catenacci, collaboratore tecnico Silvia Castelli.
ARPA Lazio Struttura Centrale, unità Sistemi Informativi (elaborazione dei risultati): dirigente
Natalino Fabrizi, collaboratore tecnico Luca Odini, collaboratore tecnico Marta Giusti Alunno,
collaboratore tecnico, Fabrizio Trillini.
ARPA Lazio Sezione Provinciale di Roma, Servizio Risorse Idriche e Naturali (prelievo dei
campioni, analisi dei parametri di base, elaborazione dei risultati ed elaborazione del Sistema
Informativo Territoriale): biologo dirigente Massimo Floccia, biologo dirigente Duilio Erroi, chimico
dirigente Fernando Cannavacciuolo, collab. tecnico biologo Valentina Amorosi, TPALL Alvaro Basso,
collab. tecnico biologo Simona Calvanella, TPALL Rita Cantarini, TPALL Gabriele Catalani, TPALL Fabio
Cherubini, ass. tecnico Raffaele Ciocci, ass. amministrativo Anna Coculo, tirocinante Silvio Colapaoli,
TPALL Giuseppe Consoli, TPALL Domenico Di Giosia, TPALL Ugo d’Onorascenzo, ass. tecnico Luca
Fiabane, ass. tecnico Flavia Fioravanti, collab. tecnico chimico Luca Funari, TPALL Alessandro Graziani,
TPALL Giorgio Guidobaldi, collab. tecnico biologo Marco Lestini, TPALL Domenico Mallamaci, coadiutore
amministrativo Gianluca Mare, TPALL Domenico Martini, TPALL Roberto Martoni, TPALL Sileno Mignanti,
TPALL Francesco Militerno, TPALL Vittorio Modesti, TPALL Anna Maria Morelli, collab. tecnico chimico
Francesco Mosetti, TPALL Gilberto Pellizzoni, TPALL Alfio Petralia, collab. Tecnico biologo Eugenio Pieri,
TPALL Riccardo Pietravalle, TPALL Filippo Policelli, TPALL Giacomo Poscia, ass. amministrativo Luciana
Rossi, TPALL Adriano Salustri, TPALL Pietro Sarto, ass. tecnico Gianfranco Scaramella, TPALL Claudio
Sciarrini, TPALL Oscar Solitari, TPALL Mario Spoletini, TPALL Camillo Stella, collab. tecnico naturalista
Sergio Tarsiero, TPALL Tomassini Roberto, operatore tecnico specializzato Mauro Torti Margarita, TPALL
Roberto Vistoli, ass. tecnico Valentina Zinna, collab. tecnico biologo Andrea Zocconali.
Arpa Lazio Sezione Provinciale di Roma, Servizio Laboratorio e Servizio Sanitario (analisi dei
parametri addizionali): chimico dirigente Sergio Ceradini, chimico dirigente Giuseppe Pasquazi, TPALL
Rinaldo Bertini, TPALL Mauro Bonifazi, ass. tecnico Elisa Lancia, ass. amministrativo Guglielmo Monti,
ass. tecnico Giulia Morali, TPALL Giuseppe Pontini, ass. tecnico Modesto Rosati, ass. tecnico Fabio
Simone, TPALL Teresa Simonetti, collab. tecnico chimico Elena Daniela Vinatoru.
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RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
INTRODuzIONE
Il rapporto tra la Provincia di Roma e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Lazio si è
intensificato in questi anni con una proficua collaborazione che ci ha permesso di intervenire sulle criticità e
sulle priorità segnalate nei rapporti.
Abbiamo avuto modo, infatti, di utilizzare i dati forniti dall’ARPA per specifici interventi mirati, in particolare
per la tutela delle risorse idriche della Provincia. Il terzo rapporto dell’ARPA Lazio sulla qualità delle acque
presentato nel luglio 2008 ha evidenziato alcune criticità relative ai tratti d’acqua più a rischio del nostro
territorio.
Le analisi si sono basate su circa 5.500 campioni di acque che hanno consentito di fotografare in maniera
puntuale un patrimonio prezioso da salvaguardare.
In questi anni, infatti, abbiamo avuto modo di rilevare nel nostro territorio, anche per i cambiamenti
climatici, un’accentuazione dei fenomeni di crisi idrica che hanno provocato un abbassamento delle falde.
Se a questo accompagniamo un uso spesso improprio di un bene prezioso come l’acqua, il fenomeno
rischia di accentuarsi.
Da qui la necessità di eliminare le carenze infrastrutturali nel settore idrico da un lato. E dall’altro di avviare
campagne per un uso responsabile e consapevole di un bene vitale come l’acqua.
In questa direzione vanno i 318 milioni di euro di investimenti programmati dall’Ato 2 nel prossimo triennio,
che serviranno alla costruzione ed all’adeguamento degli impianti di depurazione, al completamento della rete
fognaria, al miglioramento della rete idrica per consentire un maggiore risparmio nei consumi di acqua e,
soprattutto, una maggiore qualità dell’acqua attraverso i controlli dell’ente gestore e dell’ARPA stessa.
In particolare, gli investimenti previsti per il settore della depurazione delle acque sono decisivi per
migliorare sensibilmente lo stato dei nostri fiumi, dei laghi e dello stesso mare.
L’attività di smaltimento dei rifiuti è un altro settore strategico per il quale stiamo investendo ingenti risorse
con l’obiettivo di sostenere i Comuni verso la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Anche per questo motivo
abbiamo avviato nei mesi scorsi, firmando un protocollo d’intesa con ARPA Lazio, l’aumento delle capacità di
controllo della nostra Amministrazione sulle attività di gestione dei rifiuti.
La nostra attenzione, in particolare, è rivolta a una collaborazione con l’Agenzia che consenta di
monitorare lo smaltimento dei rifiuti in discarica per ridurre al minimo l’impatto negativo sull’ambiente, anche
mediante indagini sulla qualità delle acque superficiali e dei pozzi di monitoraggio vicini alle discariche, per
verificare eventuali contaminazioni di falde acquifere limitrofe.
L’impegno dell’amministrazione provinciale è di estendere la collaborazione con tutti gli enti che possono
aumentare i controlli sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e che possono aiutarci ad indirizzare le nostre
attività per affrontare nell’interesse della comunità le principali criticità segnalate.
Michele Civita
Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale
della Provincia di Roma
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RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI
ROMA
ANNO
2007
PRESENTAzIONE
La rilevante vastità ed eterogeneità del territorio della provincia di Roma, dal punto di vista geografico,
ambientale e antropico, comporta che le acque naturali devono essere sottoposte a tutti i monitoraggi fissati nel D. Lgs. 152/06 e nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e di quelli di qualità per specifica destinazione.
Infatti, la provincia di Roma, con i suoi 121 comuni, occupa una superficie di 5350 kmq e conta circa
3.800.000 abitanti. Presenta un esteso litorale (circa 140 km) e comprende la vasta Campagna romana,
gran parte del Preappennino laziale e abruzzese, l’ampia valle inferiore del Tevere, gran parte del bacino
dell’Aniene, il bacino dell’alto Sacco con i monti Prenestini e Tiburtini, i rilievi vulcanici con i laghi di Castel
Gandolfo, di Nemi, di Bracciano e di Martignano.
Nel corso del 2007 l’ARPA Lazio di Roma, ai fini del monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, ha raccolto, in oltre 300 punti di prelievo, circa 4.400, determinandone oltre 80.000 parametri dei
quali circa 30.000 relativi ai microinquinanti organici e inorganici;
Un notevole impegno è stato dedicato anche al controllo degli scarichi delle acque reflue. Sono stati
eseguiti 1400 controlli dai quali sono scaturite circa 700 proposte di sanzioni amministrative o segnalazioni di possibili illeciti penali per superamento dei limiti tabellari o per situazioni amministrative non conformi.
Ciò conferma l’utilità della ormai consolidata collaborazione tra ARPA Lazio e la Provincia di Roma, di
cui il presente rapporto è il risultato di pubblico dominio, frutto di un lavoro continuativo e di spessore tecnico scientifico degli operatori dell’Agenzia e del competente Assessorato provinciale.
In questo modo si accresce la conoscenza e la divulgazione dei dati ambientali, un patrimonio di conoscenza utili ai cittadini per una loro partecipazione informata alle scelte ed alle politiche di risanamento
delle acque, ma anche alle stesse amministrazioni che come la Provincia di Roma e la Regione Lazio programmano ed investono significative risorse per il miglioramento complessivo della risorsa idrica.
Corrado Carrubba
Commissario straordinario ARPA Lazio
5
L’INDICE DEI CAPITOLI
INDICE
1
1.1
1.2
1.3
1.4
Le acque nella provincia di Roma
I corsi d’acqua
I laghi
Le acque marine costiere
Le acque sotterranee
2.1
2.2
La normativa
Il D. Lgs. 152/06
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio
3.1
3.2
Le competenze
Le competenze della Provincia di Roma
Le competenze dell’ARPA Lazio
2
3
4
Le modalità delle indagini
5
I punti di prelievo
6
6.1
A
B
6.2
6.3
6.4
A
B
C
D
6.5
6.6
6.7
6.7.1
6.7.2
6.8
A
B
6.9
6.10
6.11
6.12
I risultati dei monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee
Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
Stato ecologico
Stato chimico
Monitoraggio dei corsi d’acqua ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle
acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
Monitoraggio dei corsi d’acqua ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la
classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e
ciprinicoli
Monitoraggio del fiume Tevere in funzione della procedura comune di scambio di
informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità Europea
Stato ecologico
Stato chimico
Stato di qualità ai fini della produzione di acqua potabile
Stato di qualità ai fini della alla vita dei pesci
Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a mare in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra
Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a mare in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione
Monitoraggio delle foci dei corsi d’acqua a lago in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione
Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
nitrati
Monitoraggio dei corsi d’acqua in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
fitofarmaci
Monitoraggio dei laghi in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
Stato ecologico
Stato chimico
Monitoraggio dei laghi ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque
dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
Monitoraggio dei laghi ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la
classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e
ciprinicoli
Controllo dei laghi in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione
Sorveglianza algale nei laghi in funzione della qualità delle acque destinate alla
balneazione
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RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
A
B
6.13
A
B
6.14
6.15
A
B
C
6.15.1
6.16
A
B
6.17
6.18
7
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
7.7
8
9.1
9.2
9.3
9.4
9.5
2007
Stato ecologico
Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe Cianoficee
Monitoraggio delle acque marine costiere in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
Stato trofico
Stato chimico
Controllo delle acque marine in funzione della qualità delle acque destinate alla
balneazione
Sorveglianza algale nelle acque marine in funzione della qualità delle acque destinate alla
balneazione
Stato trofico
Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe dinoflagellate
Stato di qualità ai fini del rischio da microalghe cianoficee
Monitoraggio delle acque marine in funzione del rilevamento delle caratteristiche
qualitative delle acque destinate alla vita dei molluschi
Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
Stato chimico
Stato di qualità in relazione alle sostanze pericolose
Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone
vulnerabili da nitrati
Monitoraggio delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone
vulnerabili da fitofarmaci
I risultati del controllo degli scarichi delle acque reflue
Il controllo analitico
Il controllo amministrativo
I metodi di campionamento
Le garanzie difensive
I verbali di contestazione con proposta di sanzione
La notifica dei verbali di contestazione
La sintesi dei controlli eseguiti nel 2007
Le considerazioni
9
ANNO
Le conclusioni
I corsi d’acqua
I laghi
Le acque marine costiere
Le acque sotterranee
Gli scarichi di acque reflue
10
La bibliografia
11
L’indice analitico
8
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
1. LE ACQuE NELLA PROVINCIA DI ROMA
1.1. I corsi d’acqua
Il fosso Acquarella o Moscano
Nel corso d’acqua pervengono le acque di sopravanzo provenienti da manufatti di servizio
dell’acquedotto Paolo, in località Acquarella. Questa località è occupata da villette, abitate solamente nei
mesi estivi, e insediamenti turistici. Il corso d’acqua, lungo circa 300 m, è perenne.
La foce del fosso Acquarella è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il canale Acque Alte e Basse
Il canale, ubicato nel territorio di bonifica di Tevere e Agro Romano, ha la funzione di regolamentare il
deflusso delle acque locali che un tempo ristagnavano nella zona. Il territorio è utilizzato a pascolo e per
usi agricoli. Nel periodo estivo, per alimentare le acque dei canali di bonifica, spesso vengono utilizzate le
acque del Tevere.
La foce del canale Acque Alte e Basse è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli
effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fiume Aniene (affluente del fiume Tevere)
L’Aniene rientra solo in parte nell’ambito della provincia di Roma, in quanto ha origine circa due
chilometri a Sud-Ovest dell’abitato di Filettino (provincia di Frosinone); dopo un percorso di circa 16 Km,
entra nella provincia di Roma. Il bacino occupa una vasta regione in prevalenza montagnosa con versanti
molto acclivi, che può essere suddiviso in regione orientale e in regione dei Colli Albani. La superficie del
bacino imbrifero rientrante nell’ambito della regione orientale è pari a 1453 Kmq (800 Kmq nella provincia
di Roma) e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 119 Km (58 Kmq nella provincia di Roma).
L’altitudine media è di 501 m slm.
Per quanto riguarda la provincia di Roma, nella regione orientale dell’Aniene, ricadono numerosi centri
abitati: Vallepietra, Subiaco, Jenne, Arcinazzo R., Affile, Rocca S. Stefano, Roiate, Bellegra, Civitella San
Paolo, Agosta, Marano Equo, Gerano, Cerreto Laziale, Canterano, Rocca Canterano, Cervara di Roma,
Arsoli, Riofreddo, Roviano, Anticoli Corrado, Cineto Romano, Saracinesco, Mandela, Licenza,
Roccagiovine, Vicovaro, San Polo dei Cavalieri, Percile, Sambuci, Ciciliano, Pisoniano, Castel Madama,
Tivoli, Marcellina. L’Aniene attraversa il Parco Naturale dei Monti Simbruini che, con i suoi 30.000 ettari,
costituisce l’area protetta più grande del Lazio. Il Parco è caratterizzato da carsismo, vasti pianori e
maestose faggete. In esso si originano grandi sorgenti che contribuiscono ad alimentare il fiume Aniene,
come quella dell’Acqua Marcia che rifornisce di acqua potabile la città di Roma.
Il bacino parziale dell’Aniene rientrante nell’ambito dei Colli Albani è drenato dal fiume Aniene e dai
suoi affluenti a valle della confluenza con il fosso dei Prati.
La superficie di questo bacino parziale è pari a 650 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari
a 47 Km. La foce è ubicata nel comune di Roma, entro il perimetro del G.R.A. Nell’ambito della regione dei
Colli Albani, ricadono numerosi centri abitati della provincia di Roma: Poli, Guadagnolo, Castel S. Pietro,
Palestrina, Casape, S. Gregorio da Sassola, Zagarolo, S. Cesareo, Rocca Priora, Montecompatri, Monte
Porzio Catone, Gallicano nel Lazio, Colonna, Guidonia Montecelio, Bagni di Tivoli, S. Angelo Romano,
Santa Lucia, Rocca di Papa, Frascati, Grottaferrata. A monte e a valle del G.R.A, l’Aniene interessa
numerose borgate romane e quartieri quali Lunghezza, Settecamini, Tor Sapienza, La Rustica, Rebibbia e
Monte Sacro.
Il fiume Aniene è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua
potabile (monitoraggio 02) e della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fiume Arrone
Il fiume Arrone è emissario del lago di Bracciano, ma il contributo del lago alla portata del fiume è da
considerarsi minimo; solo dopo l’apporto delle acque sorgive termali Giulia e Claudia e del depuratore a
servizio dei comuni rivieraschi del lago di Bracciano, la portata del corso d’acqua diventa rilevante. Il fiume
sbocca nella pianura costiera 5 Km a Nord della foce, a quota 8 m slm e successivamente sfocia in mare
a circa 1 Km di distanza da Fregene.
9
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Il bacino imbrifero del fiume Arrone ha forma molto allungata da Nord a Sud ed occupa una regione di
basse colline dai dolci versanti. Durante il percorso, il fosso attraversa la zona abitata circostante la
stazione ferroviaria di Anguillara Sabazia, la zona densamente abitata di Osteria Nuova, zone adibite ad
uso agricolo, la via Aurelia all’altezza del Km 22, la zona di bonifica delle Pagliete, l’abitato di Maccarese
e il Villaggio dei Pescatori, a Nord di Fregane. Subito a valle della confluenza con il Rio Maggiore, il fiume
Arrone è attraversato dalla S.S. Aurelia. La superficie del bacino è pari a 125 Kmq e la lunghezza d’asta
del corso d’acqua è pari a 38 Km. L’altitudine media è di 128 m slm.
L’Arrone è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio
01), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03), per quanto riguarda la foce, della
valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra
(monitoraggio 05), della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati (monitoraggio 07.01) e della
individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci (monitoraggio 07.02).
Il fiume Astura
Il fiume Astura scorre nella provincia di Latina e solo la foce segna il confine tra le province di Roma e
Latina. Il fiume riceve gli scarichi urbani di Velletri, Aprilia, Campoverde, le Ferriere e Borgo Montello oltre
agli scarichi industriali dell’area di Aprilia. La foce dell’Astura costeggia l’area di particolare valore
naturalistico denominata Torre Astura.
La foce del fiume Astura è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Bagnatore (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di destra dell’Aniene e ha origine in zone montuose ai confini con l’Abruzzo. Confluisce
nell’Aniene a valle delle captazioni che alimentano l’acquedotto Marcio.
Il fosso Bagnatore è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il canale Biffi
Il canale Biffi è interamente compreso nella piana di bonifica di San Lorenzo. Le acque drenate dai
canali di bonifica confluiscono in una vasca di raccolta, situata appena a monte della strada litoranea
Ardea-Anzio. Dalla vasca di raccolta, le acque vengono sollevate in un canale con argini e letto in
cemento che le convoglia a mare in località Tor San Lorenzo del comune di Ardea. Nei pressi della foce
sono ubicati insediamenti civili.
La foce del canale Biffi è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Buche
Il fosso delle Buche ha origine nel Poggio Volpara, scende verso valle, in una zona caratterizzata da
versanti piuttosto ripidi, attraversando zone ricoperte da boschi o coltivate a pascolo oppure a seminativo
(comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico). A metà del percorso, fino all’abitato di
Santa Marinella, il corso d’acqua attraversa territori occupati da abitazioni residenziali e da numerose
serre per la coltivazione di fiori. La foce del fosso delle Buche è ubicata nel centro abitato di Santa
Marinella. La zona di foce risulta asciutta nel periodo estivo.
La foce del fosso delle Buche è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Caffarella
Il fosso della Caffarella, che ha inizio nella Macchia della Spadellata, non è alimentato da alcuna fonte
sorgiva perenne, ma funge solo da drenaggio per il bacino. Il fosso è caratterizzato da una portata di tipo
torrentizio e sfocia in mare presso la spiaggia di San Lorenzo del comune di Ardea. Il bacino del fosso
della Caffarella ha una forma allungata da Est verso Ovest e comprende terreni adibiti a colture agricole di
tipo estensivo, con insediamenti abitativi occupati prevalentemente nei mesi estivi. La superficie del
bacino è di 4,5 Km, mentre la lunghezza dell’asta del fosso è di 7,5 Km.
La foce del fosso della Caffarella è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Campo Ascolano
Il fosso di Campo Ascolano nasce nella zona denominata Riserva della Vaccareccia, dove prende il
nome di fosso della Vaccareccia. Il fosso, proseguendo il corso, attraversa la strada provinciale di via
10
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
Pratica di Mare, entra nella piana di Campo Ascolano, dalla quale prende il nome. Questa pianura, oltre ad
essere adibita a colture e pascoli, risulta in gran parte occupata dall’aeroporto di Pratica di Mare. Il fosso
di Campo Ascolano sfocia a mare nel comune di Pomezia, all’altezza della Palazzina Borghese, in un’area
di particolare valore naturalistico (dune costiere a Nord di Torvajanica).
La foce del fosso di Campo Ascolano è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Cadute
Il fosso delle Cadute è ubicato nella pianura costiera a Nord di Roma e convoglia a mare le acque che
scendono dalle pendici meridionali dei colli che limitano a Sud il lago di Bracciano. Il bacino imbrifero
occupa una regione di basse colline piatte incise da profondi e ripidi fossati, la cui superficie è coltivata in
gran parte a seminativo. Il fosso delle Cadute attraversa la S.S. Aurelia all’altezza del Km 30 e, dopo aver
costeggiato la zona nord di Passo Oscuro, sfocia a mare in prossimità di Torre di Palidoro. L’asta fluviale
è lunga 17,3 Km. Il fosso delle Cadute risulta perenne dalla via della Tragliatella alla foce.
La foce del fosso delle Cadute è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Casa o Cognolo
Il fosso Casa o Cognolo ha origine da una sorgente a monte della strada circumlacuale. Sul territorio
che grava sul corso d’acqua sono presenti abitazioni civili sparse, mentre l’agricoltura è limitata a piccoli
orti e qualche serra.
La foce del fosso Casa è sottoposta al monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Casacci
Il fosso Casacci prende origine dalle pendici del Monte Santa Caterina a circa 290 m slm. Il corso
d’acqua attraversa la piana dei Falliti dove, in località il Pratino, riceve le acque della bonifica di
Stracciacappa. Prima di raggiungere il lago di Bracciano, il fosso riceve gli apporti idrici di alcune sorgenti
temporanee di portata molto piccola e di alcuni fossi a carattere torrentizio. Il territorio compreso nel
bacino è interamente adibito ad attività agricola ed al pascolo brado di bestiame. Il fosso sfocia nel lago di
Bracciano a Sud di un campeggio. Il fosso Casacci ha carattere perenne.
La foce del fosso Casacci è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Castel Secco
Il fosso Castel Secco prende origine sulle pendici occidentali del Monte della Tolfaccia. Attraversa
dapprima una regione collinare ricoperta da boschi (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore
naturalistico) e, successivamente, nel tratto a valle, attraversa una zona ad alta densità di serre con
colture di fiori e, infine, l’abitato di Santa Marinella. Il bacino del fosso Castel Secco ha forma allungata
con una superficie di 18 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne.
La foce del fosso Castel Secco è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso di Cavallo Morto
Il fosso di Cavallo Morto ha origine nell’area di particolare valore naturalistico denominata Macchia
della Spadellata, attraversa lo stradone del Sandalo e, successivamente, la Tenuta Borghese che è
adibita ad uso agricolo e pascolo, dove riceve le acque del fosso di San Anastasio. Dopo aver attraversato
la litoranea Ostia-Anzio al Km 31, sfocia a mare a Nord del Lido dei Gigli del comune di Anzio, in zona
disabitata adibita a pascolo. Il bacino imbrifero del fosso ha forma triangolare con il vertice nella foce e
occupa una superficie di circa 10 Kmq, mentre la lunghezza dell’asta è di 6,5 Km.
La foce del fosso di Cavallo Morto è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Cona (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di sinistra del fiume Aniene e ha inizio al limite occidentale dell’altopiano di Arcinazzo
con il nome di fosso Turrita. Il fosso Cona scende a valle verso Nord Ovest ed occupa una regione
montagnosa, con versanti molto acclivi nell’alto bacino e collinari nel basso bacino, coperta per gran parte
da boschi e pascoli (Parco Naturale dei Monti Simbruini, citato nella descrizione del fiume Aniene). La
superficie del bacino è pari a 95 Kmq e la lunghezza di asta del corso d’acqua è pari a 30 Km. L’altitudine
11
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
media è di 709 m slm. All’interno del bacino ricadono i paesi di Arcinazzo Romano, Affile, Rocca S.
Stefano e Canterano.
Il fosso Cona è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita
dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Conca
Il fosso Conca nasce dalle pendici collinari che delimitano il lago di Bracciano, a quota di circa 270 m
slm e attraversa una zona scarsamente abitata, ad esclusione dell’abitato di Colle Fiorito dove sono
presenti numerose villette, abitate stagionalmente. Il territorio circostante è adibito ad agricoltura o a
pascolo brado di bovini. Il fosso ha carattere perenne. Durante il percorso raccoglie le acque di un
fontanile e di alcuni canali di bonifica e sfocia nel lago di Bracciano, nel tratto compreso tra le località
Acquarella e Cascinale di Domenico.
La foce del fosso Conca è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Corese (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di sinistra del Tevere e ha origine nella provincia di Rieti, sulle pendici settentrionali di
Colle della Guardia. Solo una parte del bacino è ubicato nella provincia di Roma. La superficie del bacino
imbrifero è pari a 182 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 31 Km. L’altitudine media è di
425 m slm.
Per quanto riguarda la provincia di Roma, nel bacino del fosso Corese, ricadono gli abitati di
Montelibretti, Moricone, Nerola, Montorio Romano, Monteflavio. La foce è ubicata nel comune di
Montelibretti.
Il fosso Corese è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01) e della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Crocetta
Il fosso Crocetta, lungo circa 6 Km, nasce all’altezza della periferia di Pomezia (località Colle Fiorito)
dove risulta intubato; successivamente attraversa la tenuta del Principe Borghese ed altri terreni adibiti ad
uso agricolo. Dopo aver intersecato la via del Mare, il fosso Crocetta si riversa nella spiaggia di
Torvajanica, tra i Km 14 e 15 della via litoranea Anzio-Ostia.
La foce del fosso Crocetta è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Cupino
Il fosso Cupino ha origine nelle colline poste a Sud di Ceri; attraversa la S.S. Aurelia all’altezza del
chilometro 33 e sbocca nella piana costiera a circa 3 Km dalla foce a mare. Il bacino imbrifero occupa una
regione di basse colline con dolci versanti, incisi però da profondi e ripidi fossati. Affluente principale del
fosso Cupino è il fosso del Cecio che costeggia il comprensorio residenziale di Valcanneto di Cerveteri.
Nei pressi del mare, il corso d’acqua costeggia l’esteso centro residenziale di Val Canneto e, in prossimità
della foce, quello di San Nicola di Ladispoli. A valle della piana costiera il fosso risulta perenne. La
superficie del bacino, di poco superiore ai 31 Kmq, è utilizzata in gran parte a seminativo; la lunghezza
dell’asta del fosso è di Km 21,5.
La foce del fosso Cupino è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso del Diavolo
Il fosso del Diavolo nasce nei pressi del Km 26 della Via Nettunense, in località Campo di Carne, nel
territorio della provincia di Latina, ed entra nella provincia di Roma in località Macchia dei Cocciati dove,
snodandosi in direzione est, attraversa campi adibiti a pascolo ed uso agricolo. Ad Ovest della sua
intersezione con la strada Ardeatina, al Km 13, attraversa l’insediamento urbano di Tor San Lorenzo e
riceve le acque del fosso della Favorita. Il fosso è a regime torrentizio e, in alcuni tratti, il letto si presenta
asciutto. Il fosso del Diavolo sfocia a mare in località Tor San Lorenzo del comune di Ardea. La superficie
del bacino è di 8,4 Kmq mentre la lunghezza dell’asta del corso d’acqua è di 8,2 Km.
La foce del fosso del Diavolo è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso del Diavolo
Il fosso del Diavolo, che nasce a circa 2,5 Km a sud del Centro abitato di Bracciano, attraversa terreni
12
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
con case sparse, orti e piccoli allevamenti di animali da cortile. Dopo un percorso di circa 3 Km, sfocia nel
lago di Bracciano, presso la zona di S. Gelso. Il fosso è generalmente asciutto.
La foce del fosso del Diavolo è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Empiglione (affluente del fiume Aniene)
Il fosso Empiglione ha inizio sulle pendici nord orientali del monte Spina Santa con il nome di fosso
Fisarno. Il bacino ha forma grosso modo rettangolare, allungata in direzione Ovest-Sud Ovest, che
occupa una regione collinare con versanti acclivi o mediamente acclivi; metà della quale è coltivata a
seminativo. La superficie del bacino è pari a 42 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 11,7
Km. L’altitudine media è di 404 m slm. Al limite del bacino ricade il paese di Castel Madama.
Il fosso Empiglione è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Eri
Il fosso Eri ha origine sulle pendici orientali di monte Pozzo di Ferro e scorre verso valle in direzione
Sud, costeggiando le pendici del Monte Grande interessate anche dalle acque del fosso Grottone. Dopo
aver attraversato alcune aziende agricole e l’abitato di Santa Severa sfocia quindi in mare. La superficie
del bacino è di circa 8 Kmq.
La foce del fosso Eri è sottoposta al monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Farfa (affluente del fiume Tevere)
Il bacino del Farfa ricade quasi esclusivamente nella provincia di Rieti e solo il tratto terminale ricade
nella provincia di Roma. Il fosso sfocia sulla riva sinistra del Tevere, circa 1.500 metri a monte dello
sbarramento ENEL di Nazzano (confine comunale tra i comuni di Nazzano Romano e Torrita Tiberina). Il
fosso Farfa si addentra nella Riserva Naturale di Nazzano – Tevere – Farfa, costituita a protezione di una
zona umida di interesse internazionale. La Riserva comprende circa 700 ettari lungo il corso del Tevere, a
monte dello sbarramento artificiale di Nazzano, e parte del fosso Farfa.
Il Farfa è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei
pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Fiora (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di sinistra del Tevere e ha inizio sulle pendici settentrionali del monte Carboniere. Il fosso
nel suo percorso assume diverse denominazioni e solo nel tratto terminale è denominato fosso della
Fiora. La superficie del bacino è pari a 80 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 16,8 Km.
L’altitudine media è di 152 m slm.
Nell’ambito del bacino ricadono i centri abitati di Torre Mancina, Castel Chiodato, Cretone. Il limite del
bacino passa per i centri abitati di Monterotondo, Mentana, S. Angelo Romano e Palombara Sabina. La
foce è ubicata nel comune di Monterotondo.
Il fosso della Fiora è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso della Fiora
Il bacino del fosso della Fiora è ubicato nei comuni di Bracciano e di Oriolo Romano. Dalla quota 554
m slm circa, scende passando per poggio dell’Oriolo e poggio Le Vacche, verso il lago di Bracciano in
località Vigna Grande. Il fosso attraversa, per circa il 90% del percorso, zone boschive. Il bacino del fosso
della Fiora è completamente disabitato; solo alcune abitazioni sono concentrate nei pressi dell’abitato di
Oriolo Romano. Il fosso della Fiora è perenne nei pressi della foce, anche se ha portata modesta nei mesi
estivi.
La foce del fosso Fiora è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Fiumaretta
Il fosso Fiumaretta si estende per circa 9 Km e sfocia a mare subito a Nord dell’abitato di Civitavecchia,
tra le località denominate Punta del Cimitero e Bagno Penale, immediatamente a ridosso della centrale
ENEL e all’interno della diga foranea. Nel bacino, che occupa una regione collinare, sono presenti falde
sotterranee interessanti, tra le quali quella termale della sorgente Ficoncella. La superficie del bacino è
pari a circa 14,5 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne.
13
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
La foce del fosso Fiumaretta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Fiumicino (affluente del fiume Aniene)
Il fosso Fiumicino ha inizio nella valle tra Selva di Capranica e Colle S. Paolo, a circa 630 m slm, con il
nome di Fosso Perazzetta; successivamente scende a valle verso Nord. Il bacino del Fiumicino ha forma
irregolare ed occupa una regione caratterizzata, in massima parte, da alte colline con versanti acclivi e, in
piccola parte, da aree montagnose; gran parte della superficie è coltivata o lasciata a pascolo. La
superficie del bacino è pari a 52 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 14,5 Km. L’altitudine
media è di 717 m slm. Al limite del bacino ricadono i paesi di Saracinesco e Guadagnolo; all’interno del
bacino i paesi di Sambuci, Ciciliano, Cerreto Laziale, Gerano e Pisoniano.
Il fosso Fiumicino è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Focetta o canale allacciante Pantanello
Il fosso Focetta è collegato ai canali di bonifica di Ostia. Esso attraversa il comprensorio interessato dal
Parco urbano Pineta di Castelfusano, che occupa una superficie pari a 1.000 ettari di macchia
mediterranea frammista a pini marittimi, la Tenuta presidenziale di Castel Porziano e la Macchia di
Capocotta che, estendendosi per 6.000 ettari, costituiscono una delle più importanti foreste planiziarie
costiere italiane.
La foce del fosso Focetta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Grande o Incastri
Il fosso Grande o Incastri o Americano nasce come emissario del lago di Nemi e attraversa la Valle
Ariccia dove è praticamente asciutto. Alla fine della Valle Ariccia, il fosso è coperto e riemerge dopo
l’incrocio di via Ginestreto del comune di Ariccia. Nella parte alta il fosso attraversa una zona collinare con
versanti più o meno acclivi, che diventano più dolci verso valle. Gran parte della regione è coltivata a
vigneto o a seminativo.
Il fosso sbocca nella piana costiera a circa 1 Km dalla costa, a m 10 slm, per poi sfociare nel Tirreno,
sul Lungomare degli Ardeatini, a Sud-Ovest della città di Ardea. Dal ponte sulla via Laurentina fino alla
foce a mare, il fosso scorre su un letto artificiale con argini in cemento; la zona circostante è caratterizzata
dalla presenza di numerose abitazioni occupate prevalentemente nel periodo estivo. Il bacino del fosso
Grande si estende dalla costa tirrenica sino all’apparato vulcanico dei Colli Albani ed ha forma irregolare,
allungata nel senso del corso d’acqua e dei suoi affluenti. La superficie del bacino è pari a 127 Kmq e la
lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 23,5 Km. L’altitudine media è di 104 m slm.
Entro il bacino o al suo limite ricadono i centri abitati di Albano Laziale, Genzano di Roma, Pescarello,
Cecchina, Santa Procula Maggiore, Santa Palomba e Ardea. Il fosso Grande raccoglie le acque di
numerosi corsi d’acqua che scorrono, verso Sud-Ovest, dal versante meridionale dell’apparato vulcanico
dei Colli Albani e che confluiscono tutti a raggiera, all’altezza di Ardea, tra 10 m e 16 m slm.
Il fosso Grande è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della individuazione delle cause inquinanti
delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso di Grotta Renara
Il fosso di Grotta Renara ha origine dal Monte Calvario, nel comune di Oriolo Romano (VT), e scorre
con direzione Ovest-Est fino al lago di Bracciano, a circa 2 Km a Nord dell’abitato di Bracciano. Nel bacino
insistono i centri abitati di Manziana, della località Pisciarelli e del comprensorio di Bracciano, che sono
serviti dal collettore fognario circumlacuale COBIS. La maggior parte del bacino è ricoperta da aree
boschive. In prossimità della foce, lungo la strada provinciale circumlacuale, sono presenti alcuni
insediamenti civili, abitati generalmente nel periodo estivo. Il fosso di Grotta Renara, a monte del ponte di
Boccalupo si presenta generalmente asciutto ma la portata aumenta notevolmente dopo aver ricevuto
l’acqua del fosso Poggio di Oriolo che, a sua volta, risulta alimentato per gran parte dal sopravanzo del
vecchio acquedotto Paolo.
La foce del fosso di Grotta Renara è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Guardiole
Il fosso delle Guardiole nasce in prossimità del Fontanile delle Guardiole del Comune di Santa
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1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
Marinella e attraversa una zona adibita a pascolo fino a raggiungere, in prossimità dell’autostrada, zone
edificate con presenza di coltivazioni a serra. Il fosso, prima di sfociare a mare, attraversa l’abitato di
Santa Marinella. Le acque della foce sono a carattere perenne.
La foce del fosso delle Guardiole è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Infernaccio
Il fosso ha origine dalla confluenza di tre corsi d’acqua ma l’apporto idrico principale è quello
meteorico. Il bacino occupa una zona di basse colline con zone boschive, zone adibite a pascolo brado,
terreni incolti e zone fortemente antropizzate: la superficie è di circa 5 Kmq e la lunghezza d’asta del fosso
è di circa 5,5 Km. Il fosso Infernaccio sfocia a Sud di Civitavecchia, lambendo la località Borgo
Odescalchi, a poche centinaia di metri di distanza dal fosso di Scarpatosta. Le acque della foce sono a
carattere perenne.
La foce del fosso Infernaccio è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto con il programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Lagusiello
Il fosso Lagusiello nasce a quota 219 m slm come canale di drenaggio e di scolo dell’omonimo lago che
è prosciugato. Attraversa una galleria sotterranea lunga circa 200 m e riaffiora a quota 200 m slm a Nord
della località Vaccheria. Il fosso sfocia nel lago di Bracciano in località l’Ossessione. Nell’area circostante
il fosso Lagusiello sono presenti alcune case agricole abitate tutto l’anno e, all’altezza della foce, alcune
villette. Il territorio è adibito prevalentemente a pascolo brado e a seminativo. Il corso d’acqua è perenne.
La foce del fosso Lagusiello è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Lenta (affluente del fiume Mignone)
Il fosso Lenta ha origine in Contrada Quarto del Travertino e si dirige verso Sud-Ovest e
successivamente verso Nord-Ovest, prima di confluire in riva sinistra del Mignone.
Il bacino del Lenta ha forma a mezzaluna con concavità rivolta a Nord ed occupa una regione collinare
(comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico) che per metà è coperta da boschi. La
superficie del bacino è pari a 53 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 10 Km. L’altitudine
media è di 200 m slm.
Il fosso Lenta è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità alla vita dei pesci
(monitoraggio 03).
Il fosso Licenza (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di destra dell’Aniene, con confluenza a m 280 slm; ha origine dalla riunione di alcuni
fossi che percorrono le pendici meridionali di Colle Cima dei Coppi e Colle Mola Capello, e scende poi
verso Sud. Il bacino imbrifero del Licenza ha forma allungata in direzione Nord-Sud e comprende una
regione montagnosa e di alte colline con ripidi versanti, la cui superficie è occupata per oltre metà da
pascoli e campi coltivati. È interessato dal Parco Naturale dei Monti Lucretili che, con una superficie pari
a 18.000 ettari, domina il gruppo montuoso del Monte Gennaro, caratterizzato da fenomeni carsici con
doline e depressioni di vasta superficie, campi carreggiati, grotte, pozzi, laghetti. La superficie del bacino
è pari a 52 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 14,5 Km. L’altitudine media è di 894 m
slm. Sul limite del bacino si trova il paese di Mandela e all’interno i paesi di Percile, Civitella San Paolo,
Licenza e Roccagiovine.
Il torrente Licenza è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Loricina
Il fosso Loricina nasce nel territorio di Nettuno, con il nome di fosso della Seccia, in località la Seccia
presso il Km 19 della strada per Velletri ed è alimentato da una fonte sorgiva. Il corso d’acqua attraversa
terreni coltivati con presenza di case sparse, poi si addentra nell’abitato di Nettuno dove è intubato fino
alla foce a mare, ubicata in pieno centro urbano di Nettuno, nei pressi di via Genova.
La foce del fosso Loricina è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Malafede (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di sinistra del Tevere e ha inizio sulle pendici occidentali dell’apparato vulcanico dei Colli
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RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Albani, con il nome di Paglian Casale. La superficie del bacino è pari a 104 Kmq e la lunghezza d’asta del
corso d’acqua è pari a 23,8 Km. L’altitudine media è di 83 m slm. Nel bacino ricadono i centri urbani di
Castel di Decima, Trigoria, Castel di Leva, Castel Romano, parte del comune di Albano Laziale e la tenuta
presidenziale di Castel Porziano. La foce è ubicata nel comune di Roma, all’altezza della stazione di
Casal Bernocchi.
Il fosso di Malafede è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01).
Il fosso Malpasso
Il fosso Malpasso ha inizio sulle pendici meridionali del Monte Paradiso e ha una lunghezza d’asta di
4,4 Km. Il bacino ha una superficie di circa 2,8 Kmq e occupa una zona delimitata da basse colline,
coltivate a seminativo. Il corso d’acqua risulta perenne nella zona di foce, sebbene con portata limitata.
La foce del fosso è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause inquinanti
delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Marangone
Il fosso Marangone prende origine dalla confluenza di due fossi che scendono dalle pendici di Poggio
Ombricolo. Il bacino del corso d’acqua, che occupa una zona collinare, è di 23 Kmq ed è occupata da
boschi, pascoli e seminativi. Il fosso si immette a mare nei pressi della Torre Marangone.
La foce del fosso Marangone è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fiume Mignone
Il fiume Mignone nasce dai monti Sabatini, a Nord-Ovest del lago di Bracciano, ad una quota di circa
400 m slm; durante il suo corso riceve numerosi affluenti e attraversa una regione collinare che è in parte
boscosa e in parte coltivata, poi sfocia nel Mar Tirreno, una decina di chilometri a Nord di Civitavecchia.
Prima della foce è attraversato dall’autostrada Roma-Tarquinia, la S.S. Aurelia e la ferrovia Roma-Pisa.
Il bacino è di forma pressoché rettangolare, allungata in direzione Est-Ovest, che dal mare si estende
per circa 35 Km nell’interno fino ai laghi di Vico e Bracciano.
Il bacino del Mignone è interessato dalla Riserva Parziale Naturale di Monterano che occupa una
superficie pari a 1.450 ettari tra i Monti della Tolfa e l’area Sabatina. La Riserva è caratterizzata dalla
presenza di forre incise dallo stesso Mignone e dal suo affluente Biscione. Sono presenti dense
vegetazioni mediterranee alternate da boschi e cespuglieti. La superficie del bacino è pari a 496 Kmq e la
lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 65 Km. La quota massima del bacino è di circa 500 m slm e la
minima di 3 m.
Nel bacino ricadono i paesi di Veiano, Civitella Cesi, Monte Virginio, Canale Monterano, Manziana,
Bagni di Stigliano, Tolfa e Allumiere. La foce è ubicata nella provincia di Viterbo.
Il Mignone è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio
01), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile
(monitoraggio 02) e della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Mola o Robiano
È un breve corso d’acqua che scorre alle pendici della collina urbanizzata denominata località San
Francesco e sfocia nel lago di Bracciano a circa 300 m di distanza dal porticciolo di Anguillara, in pieno
centro abitato. Il corso d’acqua è generalmente asciutto nei mesi estivi.
La foce del fosso della Mola è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Mola o del Ponte Vecchio
Il corso d’acqua nasce ai piedi della rupe di Bracciano ed è alimentato dal sopravanzo della sorgente
della Catena. Il fosso ha una portata modesta per tutto il percorso e scorre per circa 2 Km prima di
raggiungere il lago in località Bagni di Bracciano.
La foce del fosso Mola è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso della Moletta
Il fosso della Moletta ha origine circa 2 Km ad Ovest della città di Aprilia e scende verso valle dove
riceve l’apporto di alcuni importanti affluenti che rientrano nella parte di bacino ubicata nella provincia di
Latina. Nel comune di Ardea, il fosso costeggia, lungo la sponda sinistra, una zona densamente abitata
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1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
(zona Nuova California) mentre a destra, zona Santa Lucia, sono presenti case sparse e zone coltivate a
fiori e ortaggi, per la cui irrigazione è prelevata l’acqua del fosso. Il corso d’acqua, dopo aver attraversato
il ponte sulla via Ardeatina, all’altezza del Km 16,5, attraversa il centro urbano di Tor San Lorenzo nel
comune di Ardea, dove sfocia a mare.
La foce del fosso della Moletta è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Orfeo
Il fosso Orfeo ha origine dal drenaggio della zona ubicata tra gli abitati di Campo Iemini e Borgo Santa
Rita del Comune di Pomezia. Il bacino non ha una netta conformazione in quanto la zona drenata, oggi
bonificata, un tempo era paludosa. Il corso d’acqua ha un percorso molto breve (circa 3 Km) in un territorio
adibito prevalentemente ad uso agricolo. Lungo il percorso il fosso riceve le acque dei numerosi canali di
bonifica che peraltro ne costituiscono la totale portata nei periodi di secca. Alcuni canali di bonifica
costeggiano gli abitati di Torvajanica. Il fosso sfocia a mare nella zona Sud dell’abitato di Torvajanica del
comune di Pomezia.
La foce del fosso Orfeo è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Passerano (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di sinistra dell’Aniene, che ha inizio nei pressi del paese di S. Cesareo con il nome di
Fosso Scuro; scende a valle verso Nord-Nord Ovest fino alla confluenza con l’Aniene, che avviene a 62 m
slm. Il bacino imbrifero ha forma molto allungata ed occupa una regione collinare, prevalentemente
agricola, caratterizzata da fossi stretti e profondi con rive alte e ripide. La superficie del bacino è pari a
36,6 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 22,5 Km. L’altitudine media è di 227 m slm. Sul
limite del bacino si trova il paese di Rocca Priora e all’interno rientra il paese di San Cesareo.
Il fosso Passerano è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il canale dei Pescatori
Il canale dei Pescatori o canale dello Stagno ha la stessa funzione del canale delle Acque Alte e Basse
di Fregene: regolamenta il deflusso delle acque del territorio della Bonifica di Ostia. Nel periodo estivo, per
alimentare le acque dei canali di bonifica, spesso vengono utilizzate le acque del fiume Tevere.
La foce del Canale dei Pescatori è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Pratica
Il fosso di Pratica ha origine nella tenuta Petronella dove è intubato fino all’incrocio con la via Pontina
Vecchia, zona industriale del comune di Pomezia, poi attraversa una zona agricola con abitazioni sparse,
costeggia il Castello di Pratica, attraversa via Pratica di mare in località Fornaci, e poi scorre in una zona
di campagna denominata Campo Selva adibita a pascolo ed a colture. Infine, il fosso sfocia in mare sul
litorale di Pratica di Mare del comune di Pomezia, in una zona densamente abitata. Nel bacino del fosso
di Pratica insiste il vasto insediamento aeroportuale di Pratica di Mare.
La foce del fosso di Pratica è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso del Prete
Il fosso del Prete ha origine in località Crepacuore da uno sbarramento artificiale che forma un laghetto
di ridotte dimensioni, raccoglie le acque di un piccolo bacino imbrifero collinare a forma allungata e corre
verso il mare per circa 4 Km. Nel bacino sono presenti sorgenti temporanee di portata molto piccola. La
superficie del bacino è di circa 4,5 Kmq. Il fosso del Prete sfocia a mare a circa 3 Km di distanza da
Civitavecchia, a Nord di Punta San Paolo. Recentemente, con la costruzione della diga foranea ed il
riempimento dell’invaso creatosi, la foce è stata allungata mediante un canale lungo circa 500 m. L’area
inferiore del bacino è occupata da numerosi capannoni adibiti a servizi e da un grande deposito di
carburanti.
La foce del fosso del Prete è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso dei Quadri
Il fosso dei Quadri nasce a Sud del centro abitato di Bracciano e, dopo aver attraversato una zona con
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RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
ripidi pendii coperti da boschi, sfocia nel lago di Bracciano presso il promontorio denominato il Calvario.
Nell’ultimo tratto, dopo aver attraversato la S.P. circumlacuale, il fosso costeggia un centro velico e alcuni
lotti con colture ad ortaggi ad uso familiare. Il fosso è asciutto per quasi tutto il suo percorso. All’altezza
della S.P. circumlacuale viene alimentato da sorgenti caratterizzate da modesta portata fino alla foce.
La foce del fosso dei Quadri è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso Quartaccio
Il bacino ha forma allungata e occupa una regione collinare. Dopo aver attraversato zone con
coltivazioni intensive di fiori, sfocia a mare tra Santa Marinella e Santa Severa. Le acque della foce sono
a carattere perenne.
La foce del fosso Quartaccio è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Rio Fiume
Il bacino del fosso Rio Fiume, che ha origine sulle pendici orientali del Monte la Tolfaccia, occupa una
regione collinare con versanti piuttosto ripidi e con colline che raggiungono quote più elevate dalla costa
verso l’interno. Oltre il 60% della superficie del bacino è coperta da boschi e il rimanente risulta nella
massima parte coltivato a seminativo (comprensorio Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico).
Nella zona più prossima al litorale, il corso d’acqua attraversa la zona abitativa di Santa Severa nord. La
foce del Rio Fiume è caratterizzata da una notevole portata.
La foce del fosso Rio Fiume è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Rio Galeria (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di destra del Tevere che nasce all’altezza della via Trionfale alta e sbocca nella piana del
Tevere presso l’abitato di Ponte Galeria. Il bacino si estende dalle pendici del lago di Bracciano fino al
Tevere, poco ad ovest di Roma. La superficie del bacino è pari a 158 Kmq e la lunghezza d’asta del corso
d’acqua è pari a 38,5 Km. L’altitudine media è di 95 m slm. Nell’area del bacino ricadono i centri abitati di
Cesano e di Ponte Galeria. La foce è ubicata nel comune di Roma.
Il fosso Rio Galeria è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01).
Il fosso Rio Torto
Il fosso Rio Torto ha origine sulle pendici occidentali dell’apparato vulcanico dei Colli Albani, nei pressi
della città di Albano Laziale, con il nome di fosso Procula. Il fosso Rio Torto ed i suoi affluenti attraversano
numerosi insediamenti urbani, civili e industriali. Nella sua parte terminale, il corso d’acqua è alimentato
da numerosi canali di bonifica della fascia costiera sud di Torvajanica, prima di sfociare a mare nel
comune di Pomezia, all’altezza del Km 18,8 della via Litoranea (S.S. 601).
La foce del fosso Rio Torto è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fiume Sacco
Il fiume Sacco è uno dei grandi fiumi della regione laziale, ma solo una parte del suo bacino rientra
nella provincia di Roma, ovvero il tratto che va dall’inizio del fiume fino alla sezione immediatamente a
valle della confluenza del suo affluente di destra, il fosso Rio. Il fiume Sacco ha origine nei monti
Prenestini e scorre da Nord a Sud in una valle aperta; il bacino ha una forma irregolare ed occupa una
regione in parte montagnosa ed in parte collinare con versanti da molto acclivi a mediamente acclivi. La
superficie del bacino è pari a 651 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 45 Km. L’altitudine
media è di 498 m slm.
Nell’interno del bacino, o al suo limite, ricadono molti paesi e centri abitati: Castel S. Pietro Romano,
Palestrina, Rocca di Cave, Cave, Labico, Valmontone, Carchitti, Rocca Priora, Rocca Massima, Artena,
Montelanico, Carpineto Romano, Gorga, S. Vito Romano, Olevano Romano, Capranica Prenestina,
Serrone, Roiate, La Forma, Genazzano, Piglio, Acuto, Paliano, Anagni, Colleferro, Gavignano e Segni.
Il fiume Sacco è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale (monitoraggio
01) e in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Sanguinara
Il fosso Sanguinara nasce alle pendici del monte Baciadonne e sfocia nel Tirreno a Nord-Est di Ceri,
18
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
nella zona sudorientale dell’abitato di Ladispoli. Il fosso si snoda in aree boschive oppure in terreni adibiti
a pascolo: nel territorio a Sud di Cerveteri e nel comune di Ladispoli attraversa zone agricole
caratterizzate da colture intensive e ortaggi. Il bacino imbrifero interessa i comuni di Bracciano, Cerveteri
e Ladispoli. Le acque della foce del fosso Sanguinara sono a carattere perenne.
La foce del fosso Sanguinara è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso dello Schiavo
Il fosso dello Schiavo attraversa la valle Schioia e segue un percorso piuttosto breve durante il quale
riceve l’apporto di alcune sorgenti che sgorgano dai versanti della valle stessa. Inoltre il fosso è alimentato
dalle acque di alcuni canali di bonifica, da fossi che ricevono le acque di alcune sorgenti locali e dalle
acque piovane di drenaggio. A valle, nel territorio circostante la sponda sinistra del fosso fino alla foce
(Lavinio Nord, Lavinio Sud, Lavinio mare), sono presenti numerose abitazioni. La sponda destra è invece
a carattere agricolo fino all’altezza della S.S. 616 (Ostia-Anzio) dove iniziano le costruzioni del “Consorzio
Lido dei Gigli” del comune di Anzio che la costeggiano fino alla foce. Un tratto del fosso, a monte della
S.S. 616, risulta intubato.
La foce del fosso dello Schiavo è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Santa Maria Morgana
Il fosso Santa Maria Morgana, che origina in contrada Prato Cipolloso, attraversa fino alle quote più
basse zone coperte da boschi e, prima di sfociare a mare, attraversa una zona edificata nell’abitato di
Santa Marinella, in prossimità del porticciolo del Castello Odescalchi. Il bacino del fosso Santa Maria
Morgana è costituito praticamente dalla sola valle scavata dall’omonimo fosso. La superficie del bacino è
di circa 2,6 Kmq. Le acque della foce sono a carattere perenne.
La foce del fosso Santa Maria Morgana è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli
effetti degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso San Vittorino (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di sinistra dell’Aniene, che ha inizio sulle pendici meridionali del monte Pagliaro, con il
nome di fosso delle Fontanelle e scende a valle dapprima verso Sud-Ovest, a fianco del paese di S.
Gregorio da Sassola, e poi verso Nord-Ovest fino alla confluenza con l’Aniene che avviene a 41 m slm,.
La forma del bacino è irregolarmente allungata ed occupa una regione all’inizio montagnosa, con versanti
acclivi, e poi collinare, con pendii medi e dolci, profondamente incisi da vari corsi d’acqua che corrono in
fossi stretti e con rive alte e ripide; esso occupa una superficie prevalentemente agricola. La superficie del
bacino è pari a 40 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 18,5 Km. L’altitudine media è di
505 m slm. Sul limite del bacino si trova il centro abitato di Guadagnolo e all’interno si estendono i paesi
di Casape, S.Gregorio da Sassola e S.Vittorino.
Il fosso S. Vittorino è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Savo (affluente del fiume Sacco)
Il fosso Savo è un affluente di destra del fiume Sacco e ha inizio sul vulcano dei Colli Albani, sulle
pendici settentrionali del Colle dei Morti, con il nome di fosso della Velica. Il fosso scende a valle fino alla
confluenza con il fiume Sacco, e in questo tratto cambia il nome in fosso Savo. Non sono presenti affluenti
importanti in riva destra. Il bacino del fosso Savo ha forma irregolare ed occupa una regione di alte e
medie colline con versanti più o meno acclivi; buona parte della quale è coperta da boschi. La superficie
del bacino è pari a 85 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 25,5 Km. L’altitudine media è
di 499 m slm. All’interno del bacino imbrifero ricadono i paesi di Labico e Valmontone.
Il fosso Savo è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01) e in funzione della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio
03).
Il fosso Scarpatosta
Il fosso di Scarpatosta origina dalle pendici del Monte Paradiso: dopo un percorso di 4-5 Km sfocia a
Sud dell’abitato di Civitavecchia, tra Borgo Odescalchi e Punta del Pecoraro. Il bacino ha forma allungata
ed è delimitato da basse colline che culminano con il Monte Paradiso. La superficie del bacino, nella quasi
totalità, è adibita a pascolo e, soprattutto in prossimità della foce, a coltivazioni. A destra e a sinistra della
foce del fosso di Scarpatosta insistono stabilimenti balneari. La foce è perenne ma con portata limitata.
19
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
La foce del fosso Scarpatosta è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto con il programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Secco
Il fosso ha origine in località Riserva Marcaccio, nel comune di Ardea e si snoda verso il mare
costeggiando l’insediamento residenziale Lido dei Pini. Dopo l’intersezione con la litoranea Ostia-Anzio, al
Km 29, attraversa la pineta Gallinara, dove sono ubicati i campeggi Lido delle Ginestre e Campeggiatori
Romani, e sfocia a mare. Il regime del fosso è a carattere torrentizio.
La foce del fosso Secco è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
II fosso Simbrivio (affluente del fiume Aniene)
È un affluente di destra dell’Aniene, che ha inizio dalla confluenza di alcuni fossi che scendono a
raggiera, nei pressi del paese di Vallepietra, e scorre a valle verso Sud-Sud Ovest, fino alla confluenza
con l’Aniene, in località Comunacque a m 550 slm. La forma del bacino è grossomodo triangolare, con il
vertice alla confluenza con l’Aniene. Il bacino occupa una regione montagnosa con versanti molto acclivi,
per gran parte coperta da boschi (Parco Naturale dei Monti Simbruini, citato nella descrizione del fiume
Aniene), e comprende il paese di Vallepietra. La superficie del bacino è pari a 60 Kmq e la lunghezza
d’asta del corso d’acqua è pari a 13 Km. L’altitudine media è di 1170 m slm..
Il fosso Simbrivio è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fiume Tevere
Il Tevere entra nella provincia di Roma all’altezza del comune di Ponzano Romano e, per un lungo tratto
(circa 20 Km), fa da confine tra la stessa provincia di Roma e quella di Rieti. Questo tratto di fiume che
attraversa territori adibiti, prevalentemente, ad uso agricolo, riceve l’apporto di alcuni modesti affluenti.
All’altezza di Torrita Tiberina e di Nazzano il fiume attraversa la Riserva Naturale del Tevere – Farfa,
costituita a protezione di una zona umida di interesse internazionale. Il confine Sud della riserva coincide
con la diga dell’ENEL di Meana. In questo tratto, il fiume riceve le acque di uno dei suoi più importanti
affluenti, il fiume Farfa, il cui bacino insiste quasi esclusivamente nella provincia di Rieti, interessando la
provincia di Roma solo nel suo tratto terminale.
Anche a valle della Riserva Naturale, fino al confine con il comune di Roma, il territorio circostante il
Tevere è prevalentemente adibito ad uso agricolo, mentre man mano che ci si avvicina verso la diga di
Castel Giubileo, aumentano gli insediamenti abitativi o adibiti ad attività terziaria. Su questo tratto di
fiume, si riversano le acque di numerosi ed importanti affluenti.
La diga di Castel Giubileo, come la diga di Meana sopra citata, limita il trasporto di materiale solido al
mare, contribuendo, pertanto, alla vistosa erosione del litorale che si verifica specialmente all’altezza
dell’Isola Sacra. Le due dighe, inoltre, costituiscono barriere insormontabili alla risalita dei pesci, con
effetti negativi sull’ecologia delle popolazioni ittiche.
Tra la diga di Castel Giubileo e Ponte Milvio si alternano aree verdi, parzialmente adibite a scopo
agricolo, insediamenti ed attività terziarie o piccole industrie, impianti sportivi (compreso il Galoppatoio di
Tor di Quinto), l’Aeroporto dell’Urbe, il depuratore di Roma Nord e l’immissione del fiume Aniene. Sull’ansa
di Grottarossa, territorio che conserva ancora importanti caratteristiche botaniche e zoologiche, è ubicato
il nuovo complesso RAI. In questo tratto, il Tevere riceve le acque del fiume Aniene, del fosso Valchetta,
del fosso Acqua Traversa o Crescenza e di altri piccoli affluenti.
Dal Ponte Milvio al Ponte Marconi, il Tevere attraversa la città di Roma. I numerosi corsi d’acqua che
una volta pervenivano al Tevere, sono ormai stati quasi completamente convogliati ai collettori comunali
che costeggiano il Tevere e l’Aniene.
Alla periferia di Roma si riscontrano, invece, ancora numerosi corsi d’acqua non intubati.
Dal Ponte Marconi al Ponte di Mezzocammino (G.R.A.) si incontrano terreni agricoli, impianti sportivi,
borghetti con insediamenti artigianali, cantieri navali, insediamenti industriali (nell’ansa Magliana),
l’ippodromo di Tor di Valle, il depuratore di Roma Sud.
Per quanto riguarda gli affluenti, in questo tratto del Tevere, si riversano il fosso Vallerano e il fosso
della Magliana.
Dal ponte di Mezzocammino a Capo due Rami, sulla riva sinistra del Tevere, sono presenti numerosi
insediamenti abitativi che attualmente costituiscono veri e propri quartieri (Vitinia, Centro Giano, Acilia,
Villaggio San Francesco, Infernetto, Dragoncello), alternati a campi coltivati sugli argini del fiume.
In questo tratto, il Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano preleva le acque per alimentare i canali
di irrigazione a servizio delle coltivazioni dell’esteso territorio consortile.
20
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
Per quanto riguarda gli affluenti, in questo tratto il Tevere riceve le acque del fosso di Spinaceto
(alimentato dal collettore di Spinaceto che convoglia liquami non depurati dei quartieri di Spinaceto, Tor de
Cenci ed il villaggio Azzurro), del fosso di Malafede e del fosso Galeria.
L’ultimo tratto del Tevere comprende l’Isola Sacra, racchiusa tra due canali in cui il fiume si biforca
all’altezza di Capo due Rami.
Il canale principale di Fiumara Grande, che costituisce il corso naturale del fiume, raggiunge il mare a
Sud dell’Isola, mentre il canale di Fiumicino raggiunge il mare a Nord dell’Isola.
L’Isola Sacra è attualmente ridotta ad una borgata integrata da attività commerciali e produttive: lungo
le sponde si rinvengono numerosi rimessaggi e cantieri navali. Nel canale di Fiumicino, all’altezza della
strada Portuense, sono ubicati gli scarichi dell’Aeroporto Leonardo da Vinci ed i dilavamenti dell’area
aeroportuale. Nella Fiumara Grande, le cui sponde nell’ultimo tratto sono ridotte ad un imbarcadero,
vengono scaricate le acque reflue provenienti dal depuratore di Ostia.
Il fiume Tevere è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 03), dello scambio di
informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità europea (monitoraggio 04) e, per
quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto col
programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Tor Caldara
Il fosso ha origine da due diversi rami: il primo nasce al limite dell’abitato di Lavinio Scalo, sullo
stradone di San Anastasio, mentre il secondo ramo proviene dal centro abitato di Cincinnato Nord. La
zona circostante il fosso Tor Caldara, fino alla foce, è utilizzata a colture estensive ed è completamente
disabitata. Il fosso, dopo aver attraversato la via litoranea Ostia-Anzio, al Km 34 entra nella macchia di Tor
Caldara, soggetta a vincoli di rispetto naturalistico e posta sotto il controllo del WWF. La Riserva Naturale
di Tor Caldara, che occupa una superficie pari a 44 ettari, è caratterizzata da una fitta macchia
mediterranea con sugheri, lecci e torrenti d’acqua solfurea e costituisce una delle più piccole ma
importanti aree protette del Lazio. Il fosso sfocia a mare sulla costa antistante la macchia di Tor Caldara
del comune di Anzio.
La foce del fosso Tor Caldara è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Torraccia o Prima Porta (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di destra del Tevere e ha inizio sulle pendici orientali dei Monti Rosi, con il nome di fosso
dei Quattro Pali e, dopo aver attraversato il comune di Sacrofano, sbocca nella piana del Tevere in
corrispondenza dell’abitato di Prima Porta. Nel bacino ricadono il centro abitato di Sacrofano e il quartiere
romano di Prima Porta, nel comune di Roma e qui sfocia nel Tevere. La superficie del bacino è pari a 78
Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 18 Km. L’altitudine media è di 169 m slm.
Il fosso della Torraccia è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque
alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Torre Valdaliga Sud
Il bacino di questo breve corso d’acqua, dove ricade l’abitato di borgata Aurelia, è occupato da aree
coltivate a seminativo e da un vasto centro di raccolta di autovetture per la successiva distribuzione
commerciale. All’altezza della foce, sono presenti una centrale termoelettrica e capannoni industriali.
La foce del fosso Torre Valdaliga Sud è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Torre Valdaliga Nord
È un breve corso d’acqua che attraversa la Piana della Scaglia del Comune di Civitavecchia e, dopo
aver attraversato la linea ferroviaria Tirrenica e l’insediamento ENEL, sfocia a mare a nord del
promontorio denominato Torre Valdaliga.
La foce del fosso Torre Valdaliga è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle
cause inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 06).
Il fosso Tre Denari
Il fosso Tre Denari ha origine in Contrada Quarto S. Andrea del Comune di Fiumicino e scende a valle
con direzione da Nord-Est a Sud-Ovest, sbocca nella piana costiera, a quota 10 m slm, e dopo un
percorso di circa 4 Km sfocia nel Mar Tirreno a Passo Oscuro, circa 5 Km a Nord-Ovest di Fregene. Il
bacino ha forma triangolare e si estende su una regione di basse colline dolcemente modellate, quasi
21
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
interamente coltivata a seminativo. Non sono presenti centri abitati di rilevante importanza. La superficie
del bacino è pari a 13 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 10 Km. L’altitudine media è di
80 m slm.
Il fosso Tre Denari è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi
messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fiume Treja (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di destra del fiume Tevere e ha origine, con il nome di fosso S. Bernardo, sulle pendici
orientali di Monte Lagusiello. Solo una parte del bacino è ubicata nel territorio della provincia di Roma,
mentre la confluenza con il Tevere è ubicata nella provincia di Viterbo. La superficie del bacino imbrifero è
pari a 490 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 36,2 Km. L’altitudine media è di 269 m
slm. Nel bacino del fiume Treja ricadono, per quanto riguarda la provincia di Roma, i centri abitati di
Mazzano Romano, Campagnano di Roma e Magliano Romano. La foce è ubicata nel comune di Civita
Castellana. Nel Parco suburbano Valle del Treja, che si sviluppa su una superficie di 800 ettari, il fosso
scorre tra profondi canyon tufacei popolati da boschi di querce.
Il torrente Treja è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque ad
essere utilizzate per la produzione di acqua potabile (monitoraggio 02) e della verifica della idoneità delle
acque alla vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Turbino
Il bacino si estende su una regione collinare, dove ricade l’abitato di Sasso. La superficie del bacino, di
circa 21 Kmq, è per circa il 50% coperta da boschi; per il resto, è lasciata a pascolo o è coltivata a
seminativo. La lunghezza d’asta del fosso è di 13,6 Km. Le acque della foce sono a carattere perenne.
La foce del fosso del Turbino è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti
degli interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Vaccina
Il bacino è drenato dal fosso La Mola che sfocia nel Mar Tirreno con il nome di fosso Vaccina, in
corrispondenza di Ladispoli, subito a Nord del centro abitato. Il fosso ha origine ad una ventina di
chilometri di distanza dalla costa, tra Monte Olivio e Monte Castagno, nei pressi di Manziana, e sbocca
nella piana costiera a 4 Km dalla foce. Nell’interno del bacino ricadono i centri abitati di Castel Giuliano,
Cerveteri (in prossimità dello sbocco nella piana costiera) e Ladispoli. Il bacino ha forma allungata ed
occupa una regione collinare, con versanti piuttosto dolci, coltivati a seminativo e a boschi. La superficie
del bacino è pari a 72 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 24,3 Km. L’altitudine media è
di 234 m slm. Le acque del Vaccina sono perenni e caratterizzate, nella zona di foce, da una notevole
portata.
Il fosso Vaccina è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 01) e, per quanto riguarda la foce, in funzione della valutazione degli effetti degli interventi
messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
Il fosso Valchetta o Cremera (affluente del fiume Tevere)
È un affluente di destra del Tevere, la cui confluenza è ubicata poco a valle della diga di Castel
Giubileo. Il fosso Valchetta è formato dall’unione del fosso della Mola dei Monti che ha origine sulle
pendici orientali di Monte Sant’Angelo e dal fosso della Mola di Formello che ha inizio sulle pendici di
Monte Cavalluccio. La superficie del bacino è pari a 103 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è
pari a 36,7 Km. L’altitudine media è di 178 m slm. In questo bacino ricadono il centro abitato di Formello
ed alcuni quartieri romani quali Isola Farnese, La Storta, Olgiata, Labaro e parte di Prima Porta. La foce è
ubicata nel comune di Roma, entro il perimetro del G.R.A.
Il torrente Valchetta è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità delle acque alla
vita dei pesci (monitoraggio 03).
Il fosso Verginee (affluente del fiume Mignone)
Il fosso Verginese, affluente di sinistra del Mignone, è formato dall’unione delle acque di due fossi:
fosso S. Lucia e fosso Caldano, che originano, rispettivamente, nei pressi dell’abitato Bianca e sulle
pendici settentrionali di Poggio Malinverno e confluiscono presso Poggio della Capanna.
Successivamente il fosso Verginese si dirige verso Nord-Est fino alla confluenza con il Mignone, che
avviene a 114 m slm. Il bacino ha forma quadrangolare ed occupa una regione collinare (comprensorio
Tolfetano – Cerite di particolare valore naturalistico), per metà boscosa e per metà coltivata a seminativo.
22
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
La superficie del bacino è pari a 45 Kmq e la lunghezza d’asta del corso d’acqua è pari a 11,5 Km.
L’altitudine media è di 330 m slm. All’interno del bacino ricade il centro abitato di Tolfa.
Il fosso Verginese è sottoposto a monitoraggio in funzione della verifica della idoneità alla vita dei pesci
(monitoraggio 03).
Il fosso di Vicarello
Il fosso dei Valloni o di Vicarello ha origine nel comune di Bassano di Sutri (VT) in località Valloni, a 449
m slm. Il fosso si snoda in direzione est per 4 Km, attraversando terreni boschivi. In località Val d’Aia
riceve le acque di alcune sorgenti e, poco più a valle, alle pendici del monte Capriglia, il contributo del
fosso di Monte Sassano. All’altezza dello stabilimento termale di Vicarello, riceve anche il contributo delle
acque dello stabilimento stesso e, poco più a valle, di altre sorgenti. Dalla Val d’Aia alla foce, per circa 2,6
Km, il fosso attraversa terreni boschivi, uliveti e pascoli. Nelle aree adibite a pascolo sono allevati allo
stato brado sia equini che bovini. Case sparse, abitate prevalentemente nei mesi estivi, sono presenti
nella parte alta del fosso di Monte Sassano.
La foce del fosso di Vicarello è sottoposta a monitoraggio in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 07).
Il fosso zambra
Il fosso Zambra ha inizio sulle pendici occidentali di Costa Catena del Comune di Cerveteri, sbocca
nella piana costiera e, dopo aver percorso un paio di chilometri, sfocia in mare circa a 5 Km a Nord-Ovest
dell’abitato di Ladispoli. Il fosso Zambra ha portata perenne, ma essa aumenta notevolmente all’altezza
dei centri residenziali di Marina di Cerveteri e di Campo di Mare, ubicati lungo il litorale tra la via Aurelia ed
il mare. La superficie del bacino è di circa 20 Kmq e la lunghezza d’asta è di 10,8 Km.
La foce del fosso Zambra è sottoposta a monitoraggio in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto col programma di risanamento dell’entroterra (monitoraggio 05).
1.2. I Laghi
Il lago Albano di Castel Gandolfo
È un lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 293 m slm e caratterizzato da una superficie di
602 ettari, da una profondità massima di 168 metri e da una linea di costa di 10 Km.
Il territorio vulcanico presenta zone basaltiche ricche di silicati, sorgenti di acque carbonatiche, rocce
magmatiche intrusive (graniti) e formazioni rocciose effusive recenti quali tufo vulcanico detto peperino. Il
lago si è formato in depressioni crateriche.
È incluso nel parco regionale dei Castelli romani ed è di interesse botanico per la presenza di boschi di
castagno con varie specie di quercia e di un sottobosco di grande ricchezza nonché di interesse zoologico
per la varietà della fauna ittica.
Sono presenti alcuni ristoranti e bar rivieraschi. È vietato l’uso dei natanti a motore.
Il lago Albano di Castel Gandolfo è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità
ambientale (monitoraggio 08), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della
qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11), e della sorveglianza algale
(monitoraggio 12).
Il lago di Bracciano
È il più grande lago vulcanico interno con acqua dolce della provincia di Roma, caratterizzato da una
superficie di 5.764 ettari, da una profondità massima di 160 metri e da una linea di costa di 31 Km. È
ubicato a 164 m slm.
Presenta una costituzione litologica varia con prevalenza di lapilli, scorie e ceneri, la cui cementazione
ha dato luogo alla formazione di tufi più che di lave. Il lago si è formato per l’allargamento di una
depressione in zona vulcanica.
Il bacino imbrifero, che comprende l’insieme delle acque che scorrono in superficie verso il lago, è
drenato da tanti piccoli corsi d’acqua, indipendenti l’uno all’altro. Dal lago di Bracciano origina l’emissario
che, più a valle, prende il nome di fiume Arrone.
Intorno al lago si estendono gli abitati di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano oltre a
numerose aree urbanizzate che occupano sempre maggiori spazi. Un collettore fognario circumlacuale è
a servizio degli abitati rivieraschi e convoglia i liquami in un depuratore ubicato lungo il fiume Arrone.
Le sponde del lago presentano elevato interesse naturalistico per le importanti piante idrofile tra cui la
canna palustre, e per la fauna ittica ricca e varia. Una caratteristica insenatura del lago, nei pressi di
23
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Trevignano Romano, costituisce il monumento naturale denominato Pantane di Trevignano, esteso 341
ettari. Il nome indica chiaramente la natura acquitrinosa di questo ambiente raccolto in un cratere
vulcanico facilmente riconoscibile.
Le acque del lago costituiscono una importante riserva idrica potabile per la città di Roma e gli abitati
marini costieri.
Tra le destinazioni prevalenti si esercitano la pesca professionale e il turismo. È vietato l’uso dei natanti
a motore.
Il lago di Bracciano è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 08), della verifica della idoneità delle acque ad essere utilizzate per la produzione di acqua
potabile (monitoraggio 09), della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 10),
della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11) e della sorveglianza algale
(monitoraggio 12).
Il lago di Martignano
È un piccolo lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 207 m slm e caratterizzato da 249 ettari
di superficie, da una profondità massima di 53 m e da una linea di costa di 6 Km.
È di interesse botanico per la vegetazione acquatica e per la presenza di boschi rivieraschi e di
interesse zoologico per la fauna ittica. Un tratto del lago è costeggiato da un sentiero che corre in una
zona boscosa; sugli altri versanti sono presenti una spiaggetta frequentata per la balneazione e campi
coltivati. Tra le destinazioni prevalenti, si esercitano la pesca professionale e sportiva e il turismo. È
vietato l’uso dei natanti a motore.
Il lago di Martignano è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 08), della verifica della idoneità alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della qualità delle
acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11).
Il lago di Nemi
È un lago vulcanico interno con acqua dolce, ubicato a 303 m slm, caratterizzato da una superficie di
167 ettari, una profondità massima di 34 metri e una linea di costa di 5,5 Km. Il bacino si è originato in
depressioni crateriche. Il territorio vulcanico presenta zone basaltiche a prismi esagoni, ricchezza di
silicati, sorgenti carbonatiche, rocce magmatiche intrusive (graniti) e formazioni rocciose effusive recenti,
quali tufo vulcanico detto peperino.
È incluso nel parco regionale dei Castelli romani ed è di interesse botanico per la vegetazione
acquatica (cannuccia di palude, giunco e carice) e la presenza di boschi, soprattutto lecceti, lungo le
pendici. È vietato l’uso dei natanti a motore.
Il lago di Nemi è sottoposto a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 08), della verifica della idoneità delle acque alla vita dei pesci (monitoraggio 10), della
qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 11) e della sorveglianza algale
(monitoraggio 12)
1.3. Le acque marine costiere
LA MORFOLOGIA DELLA SPIAGGIA
Lungo il litorale Nord della provincia di Roma, tra Torre S. Agostino di Civitavecchia e Capo Linaro di
Santa Marinella, si alternano piccole spiagge ciottolose a modeste e articolate ripe rocciose. La fisionomia
dei fondali riflette a grandi linee la morfologia della fascia costiera emersa. Il limite interno degli
affioramenti rocciosi si mantiene intorno ai -4 m nella zona più settentrionale, mentre, più a Sud, non vi è
soluzione di continuità con gli affioramenti di fondali rocciosi. Il limite esterno della costa rocciosa giunge
sino a – 25 m.
Queste caratteristiche vanno gradualmente esaurendosi procedendo verso Santa Severa, dove si ha
un litorale prevalentemente sabbioso. Questo tratto, tuttavia, non perde completamente le caratteristiche
della costa rocciosa, in quanto all’altezza di Macchiatonda di Santa Marinella, Torre Flavia di Cerveteri e
dello sperone roccioso di Palo a Ladispoli sono presenti modeste ripe rocciose.
Da Ladispoli fino alla foce del fiume Tevere, la morfologia costiera è determinata essenzialmente
dagli apporti solidi fluviali. La spiaggia sommersa, infatti, risente di quanto presente lungo la fascia
costiera: ai fondali rocciosi, che fronteggiano i litorali di Santa Marinella, di Santa Severa, di
Macchiatonda, di Torre Flavia e di Palo, giungendo a interessare profondità attorno ai 20 m, si alternano
i fondali sabbiosi.
Dalla zona Sud di San Nicola di Ladispoli fino alla foce del fiume Tevere, la morfologia del fondale è
24
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
dominata da una spiaggia sottomarina che va gradualmente ampliandosi verso Sud, con pendenze che
vanno dallo 1,5 % a San Nicola allo 0,6 % presso Fiumicino.
Dalla foce del Tevere sino a Capo d’Anzio, il litorale, per la presenza della cuspide deltizia, ha
andamento blandamente falcato con costa rettilinea e formata prevalentemente da spiagge.
All’altezza del lido di Lavinio di Anzio, si delinea una ripa rocciosa al cui piede è presente una spiaggia
ristretta e discontinua. Questa falesia rocciosa si innalza sul mare con quote che variano fra i 10 e i 20 m
e si prolunga fin oltre Capo d’Anzio. La topografia sottomarina di questo settore è uniforme, dominata
dalla presenza dell’ala sinistra della foce del Tevere. La continuità longitudinale dei fondali è interrotta,
circa 2 Km a Nord del fosso di Pratica, da alcune articolazioni della fascia batimetrica compresa tra – 8 e
– 15 m che innalzano il fondale di qualche metro (secche di Tor Paterno, di fronte all’abitato di Torvajanica
di Pomezia).
Da Capo d’Anzio a Torre Astura di Nettuno prosegue la ripa rocciosa che è presente anche lungo la
costa nord di Anzio. Le quote raggiunte lungo la sua sommità si mantengono fra i 15 e i 20 m fino a
Nettuno, per deprimersi leggermente fino alla periferia orientale della città. Alla base della ripa si localizza
una piccola spiaggia. Oltre l’abitato di Nettuno, la ripa si va gradualmente abbassando di quota sino ad
arrivare a 6 m a Torre Astura. I fondali antistanti il settore costiero capo d’Anzio – Torre Astura, sino a -10
m, presentano un graduale aumento della profondità.
LA MORFOLOGIA DELLA PIATTAFORMA CONTINENTALE INTERNA
A Sud di Torre Sant’Agostino di Civitavecchia fino a Capo Linaro di Santa Marinella, la costa è alta e di
ciò risentono in modo evidente i fondali, la cui pendenza aumenta vistosamente: l’isobata -10 m è infatti
ubicata mediamente a soli 500 m dalla linea di riva. I fondali di questo settore, almeno fino a 30 – 40 m di
profondità, sono notevolmente articolati, anche se con dislivelli non accentuati. Questa successione
accentuata di promontori e insenature è da ricollegare, oltre che ad affioramenti rocciosi, anche ai
posidonieti e alle bioricostruzioni ad opera di organismi bentonici incrostanti.
Tra Capo Linaro e Palo di Ladispoli, l’andamento dei fondali è condizionato, almeno in parte, dagli
apporti di sedimenti dall’entroterra. I fondali, molto articolati fino a –20 m di profondità, diventano
morfologicamente omogenei e degradano verso il largo prima dolcemente, e poi via via più bruscamente.
Più a Sud di Palo, fino alla foce del fiume Tevere, sono i sedimenti apportati dallo stesso Tevere a
condizionare l’andamento e le caratteristiche della piattaforma continentale. I fondali sono omogenei a
tutte le profondità e scompaiono i posidonieti, attivi o morti. Da terra fino all’isobata di –25 m di profondità,
si estende il fronte del delta, con pendenza dei fondali sempre molto dolce.
A fiumara Grande, che è l’apice del delta, il limite esterno del fronte del delta dista 4 Km dalla costa.
Oltre i 25 m di profondità, la pendenza dei fondali diviene maggiore.
Il delta tiberino condiziona anche l’andamento dei fondali tra la foce del fiume Tevere e capo d’Anzio,
specie nella porzione più settentrionale, comprendente la foce fluviale e la spiaggia di Castel Porziano di
Ostia.
A Sud di Torvajanica di Pomezia fino a Capo d’Anzio, i fondali sono assai omogenei e permane una
rottura di pendio nella fascia compresa tra le profondità di – 20 e – 30 m.
Oltre Capo d’Anzio, terminati gli effetti degli apporti sedimentari dell’entroterra, il fondale perde parte
dalla propria omogeneità diventando fortemente articolato, con successione accentuata di promontori e
insenature.
IL LITORALE MARINO
Il litorale marino della provincia di Roma si estende per circa 135 Km e comprende i comuni costieri di
Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Roma (Ostia), Pomezia, Ardea, Anzio e
Nettuno.
Iniziando da Civitavecchia, la costa si presenta rocciosa o sassosa da Torre Sant’Agostino a Santa
Marinella e bassa e sabbiosa da Santa Marinella a Ladispoli. Il litorale dei comuni di Fiumicino e di Roma,
esteso circa 41 Km, è formato da un vasto arenile sabbioso e profondo, che prosegue piatto e lineare fino
al promontorio di Anzio e interrompe la monotona linearità della costa a Sud della foce del Tevere. Oltre
Nettuno, la costa prosegue bassa fino a Torre Astura.
Il cemento e l’asfalto hanno profondamente modificato l’assetto del litorale: la macchia mediterranea e
le dune sono state sostituite da abitazioni e villette con “vista a mare” e con specie arboree esotiche del
tutto estranee all’ambiente mediterraneo.
L’erosione contribuisce a “consumare” implacabilmente molte spiagge, asportandone la sabbia e
minacciando addirittura le strade e le abitazioni. Delle vaste e profonde spiagge quali quelle di Ostia, ad
esempio, non rimane che un lontano ricordo. Si cerca di recuperarne qualche metro, installando frangiflutti
che deturpano l’ambiente naturale.
25
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
La popolazione
All’inizio della stagione estiva, la popolazione costiera aumenta vertiginosamente nel giro di poche
settimane: da circa 300.000 abitanti residenti si passa a 1.500.000 di abitanti estivi. Di conseguenza,
notevoli quantità di liquami domestici sovraccaricano improvvisamente le fognature e i depuratori, se
presenti, o direttamente i corsi d’acqua. La situazione viene aggravata dai cosiddetti escursionisti, ossia
quelle persone che si recano a migliaia al mare per meno di una giornata e le cui presenze si concentrano
soprattutto il sabato, la domenica e durante le festività estive.
L’urbanizzazione
Tutto il litorale è caratterizzato dalla presenza pressoché ininterrotta di insediamenti urbani e
residenziali e solo brevi tratti sono incolti o utilizzati per l’agricoltura o occupati da parchi o da installazioni
militari.
Le centrali termoelettriche ubicate in località Fiumaretta e Tor Valdaliga, a Nord di Civitavecchia, oltre
ad alterare il paesaggio costiero, rendono inutilizzabili rilevanti tratti di costa.
Tra Civitavecchia e Santa Marinella si rileva la prima diffusa urbanizzazione di tipo lineare che, di fatto,
fonde le due città in un unico abitato. Le grosse lottizzazioni e l’insediamento turistico residenziale di
Santa Severa, il porto turistico di Civitavecchia e quello di Santa Marinella fanno sì che gran parte del
litorale del comune di Santa Marinella sia occupato da abitazioni civili e infrastrutture.
Dopo Santa Severa, segue un esteso tratto di costa destinata a servizi militari e occupata dalla riserva
naturale di Macchiatonda.
Le immense lottizzazioni di Cerenova e Campo di Mare, l’abitato di Ladispoli, in continua espansione,
il complesso residenziale di San Nicola, caratterizzano il tratto di costa che precede quello di Fiumicino e
di Roma che è notevolmente vario.
Agli insediamenti di Passo Oscuro, segue la piana bonificata di Pagliete che è scarsamente abitata; tra
Fregene e Ostia si verifica una notevole commistione di insediamenti intensivi, vincoli paesaggistici,
utilizzi abusivi e strutture varie, quali l’aeroporto di Fiumicino. Dalle ville di Fregene immerse nella vasta
pineta plurisecolare, si passa agli insediamenti di Focene, di Fiumicino e del Faro, al nuovo porto turistico
di Ostia, agli insediamenti del Lido di Ostia e di Castel Fusano. Solo dopo Castel Fusano, si estende, per
una decina di chilometri, un litorale privo di edificazioni: è il litorale della tenuta di Castel Porziano che
rappresenta, assieme alla tenuta di Castel Fusano e Capocotta, un’area di grande interesse naturalistico.
I litorali di Torvajanica e di Ardea sono ormai completamente occupati da ville e palazzine che, con
sequenza ininterrotta, si sviluppano disordinatamente fino ad occupare, spesso, l’arenile.
Più a Sud, lungo il litorale di Anzio, si avvicendano complessi residenziali di notevoli estensioni a terre
incolte o agricole o di notevole interesse naturalistico, anche se ormai non più estese e suscettibili
solamente di tutela e recuperi parziali. Seguono le cittadine fittamente abitate di Anzio e Nettuno che sono
fuse in un unico tessuto urbano. L’ultimo arenile fa parte di una estesa servitù militare che, essendo
inedificabile, conserva notevole pregio naturalistico.
L’erosione del litorale e i frangiflutti
Sono ormai molti anni che la costa della provincia di Roma, in molti tratti, sta subendo un drammatico
fenomeno di erosione con le conseguenti distruzione e scomparsa dell’ambiente litoraneo.
La causa principale del fenomeno erosivo è da attribuire all’enorme diminuzione dell’apporto detritico
da parte dei corsi d’acqua in genere e del fiume Tevere in particolare, che è il più grande alimentatore
della costa romana. L’apporto di sedimenti da parte dei fiumi, specie quelli maggiori, è stato infatti
notevolmente ridotto a causa dell’estrazione della sabbia dal loro alveo e dalla realizzazione di dighe e
bacini. L’intero delta del Tevere, è, ad esempio, in fase di progressivo smantellamento. Anche la
costruzione di moli e pontili ha assunto particolare rilevanza sul fenomeno erosivo. Infatti, la loro
costruzione ha deviato le correnti marine e ha prodotto modificazioni degli equilibri naturali con relativo ed
ulteriore contributo alla distruzione della spiaggia.
A questo elemento negativo occorre aggiungere le azioni realizzate per porre riparo alle erosioni
(barriere e pennelli d’imbonimento) e si sono rivelate, in molti casi, più dannose dell’evento stesso,
spostando più in avanti e con maggiore incidenza il fenomeno.
I maggiori tratti di costa aggrediti dal fenomeno erosivo sono stati individuati dalla Regione Lazio:
– dal confine del comune di Civitavecchia con quello di Tarquinia fino alla Torre Valdaliga;
– da Santa Marinella (subito a Sud dell’abitato, verso Santa Severa), a Ladispoli, lungo quasi tutta la
costa di Roma con particolare accentuazione tra Focene e la foce del Tevere e da questa a Castel
Fusano, ad Anzio (da lido di Enea al confine comunale), a Nettuno (la spiaggia del poligono di tiro).
26
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
I MONITORAGGI
Le acque marine sono sottoposte a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 13), della qualità delle acque destinate alla balneazione (monitoraggio 14), della
sorveglianza algale (monitoraggio 15) e di quella delle acque destinate alla vita dei molluschi
(monitoraggio 15.1).
1.4. Le acque sotterranee
I LINEAMENTI GEOLOGICI
La provincia di Roma può essere suddivisa dal punto di vista geologico in nove unità strutturali.
unità Strutturali dei monti Simbruini (A) e dei monti Lepini (B)
Le unità in questione sono costituite sia da litotipi calcarei molto permeabili per fratturazione e per
carsismo, sia da litotipi calcareo-dolomitici a scarsa circolazione idrica. Queste zone carbonatiche
racchiudono le più importanti riserve di risorse idriche della provincia di Roma, a causa dell’alto valore del
rapporto infiltrazione/ruscellamento e dell’alta piovosità.
Dai monti Simbruini, dai quali ha origine il fiume Aniene, scaturiscono numerose sorgenti, localizzate
soprattutto nelle aree di Vallepietra (sorgenti del Simbrivio) e di Agosta (sorgenti dell’Acqua Marcia). La
particolare configurazione strutturale dei monti Lepini (situati nella parte meridionale della provincia di
Roma), invece, permette un deflusso delle acque sotterranee esclusivamente verso il versante tirrenico,
nella piana pontina.
Comuni ricadenti nell’area dei monti Simbruini: Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata
Nuova, Cervara di Roma, Cineto Romano, Jenne, Riofreddo, Roiate, Roviano, Subiaco, Vallepietra,
Vallinfreda, Vivaro Romano.
Comuni ricadenti nell’area dei monti Lepini: Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Montelanico,
Segni.
unità Strutturali dei monti Sabini, Prenestini, Tiburtini e Ruffi (C)
Questa serie di catene montuose viene considerata come un’unica unità strutturale in quanto costituita
dai calcari della serie Laziale – Abruzzese e dai calcari e marne della serie Umbro – Marchigiana.
L’idrogeologia di queste catene montuose è legata soprattutto alla circolazione idrica nei livelli permeabili
per l’elevata fratturazione delle rocce carbonatiche, che danno origine ad una serie di sorgenti (e pozzi)
utilizzate localmente per l’alimentazione idrica dei comuni, prevalentemente come integrazione
all’approvvigionamento idrico da acquedotti.
Comuni ricadenti nell’area: Anticoli Corrado, Bellegra, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Castel
Madama, Castel S.Pietro, Cerreto Laziale, Ciciliano, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Guidonia Montecelio,
Licenza, Mandela, Marano Equo, Marcellina, Monteflavio, Montelibretti, Montorio Romano, Moricone, Nerola,
Olevano Romano, Palestrina, Palombara Sabina, Percile, Pisoniano, Poli, Rocca Canterano, Rocca di Cave,
Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant’Angelo
Romano, San Vito Romano, Saracinesco, San Cesareo, Tivoli, Vicovaro, Zagarolo.
unità Strutturale dei Colli Albani (D)
Il gruppo collinare del Vulcano Laziale, localizzato a Sud-Est di Roma, è costituito da un edificio
vulcanico centrale (Maschio delle Faete) e da una serie di crateri eccentrici nella parte occidentale, tra i
quali importanti sono quelli occupati dal lago Albano di Castel Gandolfo, dal lago di Nemi, dalla valle di
Ariccia e dal recinto esterno Tuscolano-Artemisio. La circolazione idrica è legata soprattutto alla
permeabilità per fratturazione delle rocce litoidi (lave) e alla permeabilità per porosità delle rocce sciolte
(pozzolane e tufi alternati). La potenzialità delle falde idriche viene sfruttata attraverso l’emungimento
delle numerose sorgenti, localizzate prevalentemente sulla fascia esterna della struttura, e dei numerosi
pozzi. Le portate emunte dai pozzi e sorgenti sono sfruttate dai comuni situati nell’area, come integrazione
all’approvvigionamento idrico degli acquedotti del Simbrivio-Ceraso e della Doganella.
Comuni ricadenti nell’area: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati,
Genzano di Roma, Grottaferrata, Lariano, Lanuvio, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi,
Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri.
unità Strutturale del Vulcano Sabatino (E)
L’area vulcanica dei Monti Sabatini, situata nella parte Nord-Ovest della provincia di Roma, è
caratterizzata da una serie di depositi piroclastici alternati a colate laviche prossime ai centri di emissione
27
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
principali. La fase terminale del processo vulcanico ha dato origine a coltri tufacee stratificate affioranti
soprattutto nella parte orientale dell’area sabatina (Cesano, Valle del Baccano). A tutt’oggi l’area è
interessata da emissioni gassose, termalità e mineralizzazione delle acque sotterranee. I terreni sopra
descritti sono da considerarsi, dal punto di vista idrogeologico, da mediamente a molto permeabili. Il lago
di Bracciano rappresenta l’affioramento di questa falda principale. Una serie di falde superficiali
localizzate lungo i livelli meno permeabili danno origine a numerose sorgenti di modesta entità situate
lungo le incisioni vallive. I comuni ricadenti nell’area considerata utilizzano, per l’approvvigionamento
idrico, l’acqua prelevata da alcune sorgenti e da pozzi.
Comuni ricadenti nell’area: Anguillara Sabazia, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Trevignano
Romano.
unità Strutturale dei monti della Tolfa e Fascia Costiera Nord (F)
La morfologia dei monti della Tolfa è caratterizzata, nei rilievi più elevati, da affioramenti di origine
vulcanica, e, in quelli a morfologia meno accentuata, da alternanze di argille, marne e calcari. Lungo la
fascia litorale, infine, sono riconoscibili soprattutto formazioni di terrazzi marini. Dal punto di vista
idrogeologico, la circolazione idrica dei sedimenti vulcanici origina una serie di sorgenti piuttosto
importanti utilizzati per l’approvvigionamento idrico per i comuni di Tolfa e Allumiere. È individuabile,
inoltre, una serie di piccole sorgenti a carattere stagionale. I comuni dell’area litorale si approvvigionano
attraverso pozzi e sorgenti. I comuni di Civitavecchia e Santa Marinella, privi di un adeguato
approvvigionamento da fonti proprie, sono alimentati da acque captate dal fiume Mignone e da sorgenti e
pozzi localizzati in provincia di Viterbo.
Comuni ricadenti nell’area: Allumiere, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Santa Marinella, Tolfa.
unità Strutturale della valle del Tevere (G)
La parte del bacino fluviale del Tevere ricadente all’interno della provincia di Roma si presenta come
un’ampia valle alluvionale a morfologia pianeggiante, bordata ad Est dalle strutture montuose dei monti
Sabini e ad Ovest dall’apparato vulcanico dei monti Sabatini. Questa morfologia ha favorito il formarsi di
ampi meandri del fiume con conseguente deposizione di un’ampia fascia alluvionale di base. Nell’area
considerata si possono distinguere tre unità idrogeologiche. Le alluvioni recenti del Tevere, permeabili per
l’alta porosità dei sedimenti, sono sedi di una falda freatica superficiale in contatto idraulico con il fiume. I
sedimenti marini quaternari, presenti soprattutto nell’area nord - orientale, sono caratterizzati da una
circolazione idrica bassa, messa in evidenza dalla mancanza di importanti pozzi e sorgenti. I prodotti
vulcanici dell’apparato sabatino sono sede di una circolazione idrica media, legata alle intercalazioni
permeabili sia per porosità che per fessurazione. In questa zona sono presenti numerose sorgenti e pozzi.
I comuni considerati sono approvvigionati da acquedotti (Peschiera, Capore e Consorzio Idraulico
Sabino).
Comuni ricadenti nell’area: Campagnano di Roma, Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella San
Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Fonte Nuova, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano,
Mentana, Monterotondo, Morlupo, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Roma,
Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina.
unità Strutturale della Fascia Costiera Sud (H)
L’area, situata nella parte Sud-Ovest della provincia, si presenta con morfologia tabulare,
caratterizzata da prodotti piroclastici delle ultime propaggini del vulcano laziale e da sedimenti alluvionali;
nella fascia costiera numerosi pozzi attingono acqua nelle aree vulcaniche. I comuni ricadenti nell’area in
esame vengono approvvigionati quasi esclusivamente da acquedotti che utilizzano pozzi (acquedotti del
Carano e Laurentino).
Comuni ricadenti nell’area: Anzio, Ardea, Nettuno, Pomezia.
unità Strutturale della Valle del Sacco (I)
La valle del fiume Sacco è situata a Sud-Est di Roma. L’idrografia è caratterizzata dalla presenza del
fiume Sacco, mentre l’idrogeologia è legata alla presenza di acquiferi superficiali nei sedimenti permeabili
vulcanici e nelle alluvioni del fiume.
L’approvvigionamento idrico di questa zona avviene quasi
esclusivamente per mezzo di pozzi: quelli meno profondi attingono all’acquifero delle alluvioni, mentre
quelli più profondi nei sedimenti vulcanici.
Comuni ricadenti nell’area: Artena, Colleferro, Labico, Segni e Valmontone.
28
1. LE ACQUE NELLA PROVINCIA DI ROMA
L’IDROGEOLOGIA
La circolazione delle acque sotterranee dà origine, nella provincia di Roma, a sorgenti visibili, sorgenti
subalvee (in particolare, sorgenti sublacuali), nonché a falde profonde, dalle quali attingono numerose
derivazioni potabili, alcune delle quali di eccezionale importanza (sorg. Capore, Acqua Marcia, ecc.).
Secondo il Piano Regionale di Risanamento delle Acque, le unità (o gruppi di unità) più interessanti sono
sei.
unità A3 costituita dal Sub-Complesso Aniene (Complesso dell’Appennino Centrale)
Direttrici di alimentazione: dai Monti Carseolani e Simbruini verso l’alta Valle dell’Aniene e in parte
verso la Valle del Sacco.
Litologia: calcari marnosi terziari e calcari mesozoici in facies abruzzese.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma:
Portata mc/s
6,00
2,40
0,40
Sorgente Acqua Marcia
Sorgente Simbrivio
Sorgente Ceraso
Quota m. s. m.
326 – 370
960
600
unità A4 costituita dal Sub-Complesso Monti Lucretili
Direttrici di alimentazione: da Nord
Litologia: calcari marnosi e travertini.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma:
Portata mc/s
3,00
1,50
0,50
0,10
Sorgente Regina
Sorgente Acquoria
Acque Albume
Sorgente Capore
Quota m. s. m.
69
55
55
480 - 520
unità C costituita dal Complesso Monti Lepini - Ausoni
Direttrici di alimentazione: dai Monti Simbruini e Lepini verso l’Agro Pontino
Litologia: calcari di scogliera carsificati.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma: nessuna.
unità F costituita dal Complesso dei Vulcani Cimino e Sabatino
Direttrici di alimentazione: da Nord Ovest a Sud Est.
Litologia: Vulcaniti effusive e piroclastiti.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma:
Portata mc/s
1,30
Sorgenti e falde lago Bracciano
Quota m. s. m.
164
unità G costituita dal Complesso del Vulcano Laziale (e Monti Prenestini)
Direttrici di alimentazione: da Monte Cavo (radiale).
Litologia: Vulcaniti effusive e piroclastiti.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma:
Portata mc/s
0,60
0,10
1,20
0,30
0,30
0,20
0,10
0,50
1,00
Sorgente Felice e falda “Finocchio”
Sorgente Passo del Lupo
Sorgente Vergine e falda “Appia”
Sorgenti e falde Cecchignola e San Leone
Sorgenti Acqua Mariana e Squarciarelli
Sorgenti Facciate (Nemi)
Sorgente Doganella
Falda Pomezia
Falde Velletri e Carano
29
Quota m. s. m.
65
50
25 - 30
25 - 30
340 - 430
350 -528
528
50
120 - 150
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
unita H costituita da Falde in pressione dell’Agro Romano
Direttrici di alimentazione: da Nord e da Est verso Sud Ovest.
Litologia: livelli clastici alluvionali.
Manifestazioni principali nella provincia di Roma:
Pozzo di Grottarossa
Pozzi vari ACEA, Agro Romano
(Fidene, Vigne Nuove, Torraccia, ecc.)
Portata mc/s
0,50
Quota m. s. m.
20
0,30
15 - 20
I MONITORAGGI
Le acque sotterranee sono sottoposte a monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
(monitoraggio 16), della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati (monitoraggio 17) e della
individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci (monitoraggio 18).
30
2. LA NORMATIVA
2. LA NORMATIVA
Il 30 aprile 2006 è entrato in vigore il D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, relativo a Norme in materia
ambientale, che ha sostituito il D. Lgs. 11 maggio 1999, n.152. Il 2 maggio 2006, inoltre, con deliberazione
n. 266, la Regione Lazio ha deliberato le norme di attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTAR) dove,
tra l’altro, sono dettate norme per la classificazione dei corpi idrici ai sensi del D. Lgs. 152/99. Tale Piano
di Tutela è stato approvato in via definitiva dal Consiglio regionale con DCR n. 42 del 27 settembre 2007.
2.1. Il D. Lgs. 152/06
Nella parte terza del D. Lgs. 152/06 è definita la disciplina generale per la tutela delle acque
superficiali, marine e sotterranee al fine di perseguire i seguenti obiettivi (art. 73):
a) prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;
b) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a
particolari usi;
c) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;
d) mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere
comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
e) mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;
f) impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici,
degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici
sotto il profilo del fabbisogno idrico.
Il raggiungimento dei citati obiettivi indicati si realizza attraverso i seguenti strumenti:
a) l’individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;
b) la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun distretto idrografico ed
un adeguato sistema di controlli e di sanzioni;
c) il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione di valori limite in
relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;
d) l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, nell’ambito
del servizio idrico integrato;
e) l’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone vulnerabili
e nelle aree sensibili;
f) l’individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse
idriche;
g) l’adozione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra fonte di
inquinamento diffuso contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi
allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie, contribuendo a raggiungere nell’ambiente
marino concentrazioni vicine ai valori del fondo naturale per le sostanze presenti in natura e vicine
allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche;
h) l’adozione delle misure volte al controllo degli scarichi e delle emissioni nelle acque superficiali
secondo un approccio combinato.
Al fine di conseguire detti obiettivi è, pertanto, indispensabile conoscere lo stato di qualità delle acque,
superficiali e sotterranee, dolci e salate, e, necessariamente, quello delle acque reflue che costituiscono
la principale causa di ogni inquinamento.
I corpi idrici interessati sono i corpi idrici significativi e i corpi idrici per specifica destinazione
intendendo per:
– corpi idrici significativi, quelli che le autorità competenti individuano sulla base delle indicazioni
contenute nel D. Lgs. 152/06 e che conseguentemente vanno monitorati e classificati al fine del
raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale (Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06);
– corpi idrici a specifica destinazione, quelli rappresentati dalle acque dolci superficiali destinate alla
produzione di acqua potabile, dalle acque destinate alla balneazione, dalle acque dolci che
richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci, dalle acque destinate
alla vita dei molluschi (art. 79).
31
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Con l’obiettivo di qualità ambientale dei corpi idrici significativi si persegue la finalità di mantenere i
processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
Con l’obiettivo di qualità per specifica destinazione è individuato lo stato dei corpi idrici idoneo ad una
particolare utilizzazione da parte dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi.
Con il Piano di Tutela delle Acque previsto nella parte terza del D. Lgs. 152/06 devono essere adottate
le misure atte a conseguire i seguenti obiettivi entro il 22 dicembre 2015 (art. 76):
a) sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei l’obiettivo di qualità
ambientale corrispondente allo stato di “buono”;
b) sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”;
c) siano mantenuti o raggiunti altresì per i corpi idrici a specifica destinazione gli obiettivi di qualità per
specifica destinazione.
Sempre ai sensi del D. Lgs. 152/06, entro il 30 aprile 2007, sulla base dei dati già acquisiti e dei risultati
del primo rilevamento effettuato ai sensi del medesimo decreto, le Regioni che non vi abbiano provveduto
identificano, per ciascun corpo idrico significativo, o parte di esso, la classe di qualità corrispondente ad
una di quelle indicate nel decreto stesso (art. 77, parte terza).
In relazione alla classificazione di cui sopra, le Regioni stabiliscono e adottano le misure necessarie al
raggiungimento o al mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale.
Al fine di assicurare, entro il 22 dicembre 2015, il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale
corrispondente allo stato di “buono”, entro il 31 dicembre 2008 ogni corpo idrico superficiale classificato o
tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato di “sufficiente”.
Ai fini della tutela delle acque superficiali dall’inquinamento provocato dalle sostanze pericolose, i corpi
idrici significativi devono essere conformi, entro il 31 dicembre 2008, agli standard di qualità riportati alla
Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, la cui disciplina sostituisce ad ogni effetto
quella di cui al Decreto ministeriale 6 novembre 2003, n. 367 (art. 78).
Nella Tabella 1 sono riportate le definizioni di carattere generale indicate per la classificazione dello
stato ecologico dei fiumi, laghi, acque di transizione e acque costiere. Per quanto riguarda lo stato
chimico, questo è definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze
pericolose nelle acque superficiali.
Nella Tabella 2 è riportata la definizione di buono stato chimico delle acque sotterranee. Non sono
fissati, per le acque sotterranee, valori limite relativi alle sostanze pericolose.
Tabella 1.1. Definizioni riportate nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 per la classificazione
dello stato ecologico dei fiumi, laghi, acque di transizione e acque costiere
Stato elevato
Stato buono
Stato sufficiente
Nessuna alterazione antropica, o
alterazioni antropiche poco rilevanti, dei valori degli elementi di qualità
fisico - chimica e idromorfologica
del tipo di corpo idrico superficiale
rispetto a quelli di norma associati a
tale tipo inalterato.
I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano livelli poco elevati di distorsione dovuti all’attività
umana, ma si discostano solo lievemente da quelli di norma associati
al tipo di corpo idrico superficiale
inalterato.
I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale si discostano moderatamente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. I valori presentano segni
moderati di distorsione dovuti all’attività umana e alterazioni significativamente maggiori rispetto alle condizioni dello stato buono.
I valori degli elementi di qualità biologica del corpo idrico superficiale
rispecchiano quelli di norma associati a tale tipo inalterato e non evidenziano nessuna distorsione, o distorsioni poco rilevanti.
Si tratta di condizioni e comunità tipiche specifiche.
Le acque aventi uno stato inferiore al moderato sono classificate come aventi stato scarso o cattivo.
Le acque che presentano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo
idrico superficiale e nelle quali le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma
associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi stato scarso.
Le acque che presentano gravi alterazioni dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico
superficiale e nelle quali mancano ampie porzioni di comunità biologiche interessate di norma associate al tipo di
corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi stato cattivo.
32
2. LA NORMATIVA
Tabella 1.2. Definizione di buono stato chimico delle acque sotterranee riportata nell’Allegato 1,
parte terza, del D. Lgs. 152/06.
La composizione chimica del corpo idrico sotterraneo è tale che le concentrazioni degli inquinanti tenore di Ossigeno,
valore del pH, Conduttività, Nitrati, Ione ammonio:
- non presentano effetti di intrusione salina o di altro tipo,
- non superano gli standard di qualità applicabili ai sensi delle disposizioni nazionali e comunitarie,
- non sono tali da impedire il conseguimento degli obiettivi ambientali previsti per le acque superficiali connesse né da
comportare un deterioramento significativo della qualità ecologica o chimica di tali corpi né da recare danni
significatici agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo;
- le variazioni della conduttività non indicano intrusioni saline o di altro tipo nel corpo idrico sotterraneo.
2.2. Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio
In data 2.5.06, con deliberazione n. 266, la Regione Lazio ha deliberato le norme di attuazione del Piano di
Tutela delle Acque dove, tra l’altro, si evidenziano indicazioni utili per l’applicazione dei programmi di
monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e per il controllo delle acque reflue. Come sopra riportato,
tale Piano di Tutela è stato approvato in via definitiva dal Consiglio regionale con DCR n. 42 del 2007.
Nell’art. 9, i corpi idrici sono classificati, in conformità al D. Lgs. 152/99, in corpi idrici significativi e in corpi
idrici a specifica destinazione (acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque
superficiali di balneazione, acque superficiali idonee alla vita dei pesci, acque destinate alla vita dei
molluschi). Sono anche individuate le seguenti aree a specifica tutela dove devono essere adottate particolari
norme per il perseguimento degli specifici obiettivi di salvaguardia dei corpi idrici:
– aree sensibili, come definite all’articolo 18 del D. Lgs. 152/1999;
– zone vulnerabili da nitrati di origine agricola di cui all’articolo 19 del D. Lgs. 152/99;
– zone vulnerabili da prodotti fitosanitari di cui all’articolo 20 del D. Lgs. 152/99;
– aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano di cui all’articolo 21 del D. Lgs. 152/99;
– aree sottoposte a tutela quantitativa di cui all’articolo 22 del D. Lgs. 152/99.
Nell’art. 10 sono fissati gli obiettivi di qualità dei corpi idrici significativi, individuati con la delibera della
Giunta Regionale n. 236 del 2 aprile 2004, e le manifestazioni sorgentizie, individuate con deliberazione della
Giunta Regionale n. 355 del 18 aprile 2003. Per essi sono definiti i seguenti obiettivi di qualità, da perseguire
entro il 31 dicembre 2016:
– mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”;
– mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni;
– raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che
attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”.
Nell’art. 11 sono definite le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque dolci
superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. In particolare, è fissato che per dette acque deve
essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie A1 e A2 come definite all’articolo 7 del D.
Lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile, che non sono classificati almeno in
categoria A2, devono raggiungere questa qualità entro il 31 dicembre 2008.
Nell’art. 12, relativo alle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque superficiali idonee
alla vita dei pesci, è fissato che la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa
sino a coprire l’intero corpo idrico, ferma restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del
medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.
Per quanto riguarda le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque superficiali idonee
alla vita dei molluschi, nell’art. 13, è riportato che le acque marino costiere e salmastre, che sono sede di
banchi e popolazioni naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi, devono essere protette o migliorate per
consentire la vita e lo sviluppo degli stessi.
Nell’art. 14 relativo alle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque di balneazione, è
fissato, tra l’altro, che tutti gli scarichi provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane
recapitanti, mediante condotta sottomarina, in acque marino-costiere devono subire un trattamento di
clorazione almeno durante la stagione balneare. Le acque reflue urbane in uscita da impianti di depurazione
recapitanti in corsi d’acqua superficiali, entro una significativa distanza dal mare, che sarà definita dalla stessa
Giunta Regionale, per ogni singolo corpo idrico, devono subire un trattamento di disinfezione a raggi U.V. Per
gli altri scarichi recapitanti in corsi d’acqua, le Province, in sede di autorizzazione, dovranno prescrivere la
disinfezione a raggi U.V. o trattamenti alternativi che garantiscano il rispetto dei parametri microbiologici
fissati.
33
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Nell’art. 15 sono riportate le misure per la tutela delle aree sensibili rappresentate dai laghi e dai rispettivi
bacini drenanti individuati con deliberazione della Giunta Regionale n. 317 del 11 aprile 2003. In tali aree, per
il contenimento dell’apporto dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, è disposto l’abbattimento di
almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti.
Nell’art. 16, relativo alle misure di tutela per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, individuate con
deliberazione della Giunta Regionale n. 767 del 6 agosto 2004, è riportato che la Regione definisce i
programmi di azione sulla base delle indicazioni di cui all’Allegato 7/A-IV del D. Lgs. 152/1999.
Per quanto riguarda le misure di tutela per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, nell’art. 17, è citata la
deliberazione n. 172 del 18 febbraio 2005, con la quale la Regione ha approvato il Piano regionale di
monitoraggio dei prodotti fitosanitari nei corpi idrici superficiali e profondi, aderendo all’Accordo della
Conferenza Stato - Regioni dell’8 maggio 2003, per l’attuazione dei “Piani Triennali di sorveglianza sanitaria
ed ambientale sugli effetti dovuti all’uso dei prodotti fitosanitari”. A questo proposito, è fissato che il Piano
regionale di monitoraggio dei prodotti fitosanitari ha la durata di tre anni con decorrenza dicembre 2004. Alla
fine del triennio di monitoraggio, sulla base dei risultati ottenuti, con deliberazione di Giunta Regionale,
verranno designate le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, ai sensi dell’art. 20 del D. Lgs. 152/1999, nelle
quali dovranno essere attuati per la protezione delle risorse idriche piani di azione e/o misure restrittive
sull’uso di uno o più prodotti fitosanitari.
Per quanto riguarda le misure per la depurazione degli effluenti, nell’art. 21, è fissato che, relativamente
alla provincia di Roma, nei territori dei bacini Mignone (basso bacino), Mignone - Arrone sud, Tevere (basso
corso), Tevere (foce), Aniene (basso corso), Sacco, classificati di qualità scadente e di qualità pessima, e nelle
aree sensibili non ricadenti nei citati bacini, devono essere messi in atto particolari interventi necessari per
l’efficienza depurativa degli effluenti urbani degli agglomerati con più di 7.000 a.e. e degli scarichi industriali
con portata superiore a 1.000 metri cubi/giorno. Detti interventi sono sintetizzati nella Tabella 2.1.
Nell’art. 22, invece, come indicato nella Tabella sintetica 2.2, sono fissate misure per gli scarichi di piccoli
insediamenti, case sparse, edifici isolati e di agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e.
Tabella 2.1. Misure per la depurazione degli effluenti (art. 21 del PTAR)
TERRITORI DEI BACINI CARATTERIZZATI DA CORPI IDRICI CON QUALITÀ SCADENTE E PESSIMA E AREE
SENSIBILI NON RICADENTI NEI CITATI BACINI (comma 1)
Effluenti urbani degli agglomerati con più di
7.000 a.e. (comma 2)
2a
BOD con una efficienza depurativa definita
dall’equazione sotto riportata:
% EFFICIENZA = 100 ─ ((0,0045 [CARICO IN
ENTRATA] + 14,843) 100/ [CARICO IN ENTRATA]).
2b
Azoto totale e fosforo totale, nelle aree sensibili, a
seconda delle situazioni locali, entro i limiti di cui alla
Tab. 2 del D. Lgs. 152/06, salvo quanto previsto al
successivo punto c.
2c
Scarichi industriali con portata superiore a
1.000 metri cubi/giorno (comma 3)
3
Entro il 2008
Depuratori con potenzialità maggiore di 50.000
a.e. a servizio dell’agglomerato di Roma:
limite di emissione di 6 mg/L di azoto ammoniacale
(come media giornaliera espressa in NH4);
azoto nitrico entro il limite di cui alla Tab. 3 del
D. Lgs. 152/06.
Tab. 3 del D. Lgs. 152/06.
Efficienza depurativa rispetto al BOD di almeno 85%.
Entro il 2008
Contenuto di azoto totale entro i limiti previsti per gli
scarichi industriali di cui alla nota 2 della Tab. 3.
Popolazione residente che non può essere
servita da fognature (comma 5)
RESTANTI TERRITORI
Insediamenti urbani e industriali (comma 4)
TUTTI I BACINI
Effluenti di tutti gli agglomerati superiori ai
2.000 a.e., nonché gli effluenti industriali
con portata superiore a 500 metri cubi per
giorno (comma 6)
5
Impianti di depurazione basati su sistemi di
evapotraspirazione o fitodepurazione a seconda
delle dimensioni dello insediamento.
4
Limiti Allegato 5 del D. Lgs. 152/06.
6
Efficienza depurativa di cui ai commi 2 e 3.
Entro il 2008
Entro il 2016
34
2. LA NORMATIVA
Tabella 2.2. Misure per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, edifici isolati e di
agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e. (art. 22 del PTAR)
2.2.1. SCARICHI DI PICCOLI INSEDIAMENTI, CASE SPARSE, INSEDIAMENTI ISOLATI E AGGLOMERATI uRBANI
INFERIORI A 2.000 A.E. RECAPITANTI IN ACQuE SuPERFICIALI, SuL SuOLO O NEGLI STRATI SuPERFICIALI
DEL SuOLO
Scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case
sparse, da insediamenti residenziali e
da insediamenti isolati inferiori a 50
a.e., se non allacciabili a reti fognarie
(comma 1 a)
Scarichi, nuovi o esistenti, di reflui domestici originati da insediamenti isolati
maggiori di 50 a.e. e inferiori a 300
a.e., se non allacciabili a reti fognarie
(comma 1 b)
Devono recapitare sul suolo o negli
strati superficiali del suolo
Devono essere depurati attraverso sistemi biologici di tipo vasca Imhoff con
successiva subirrigazione o evapotraspirazione fitoassistita dei reflui trattati.
Possono recapitare in acque superficiali.
In tal caso devono essere trattati con
idonei sistemi di depurazione che conseguano un abbattimento non inferiore
al 70% del carico inquinante in entrata,
in riferimento all’ammoniaca e ai parametri indicati nella Tab. 1 del D. Lgs. Gli scarichi esistenti (comma 3):
152/06.
– se ricadenti in aree sensibili o in bacini scolanti di aree sensibili ovvero
Il raggiungimento dei suddetti limiti di
in corpi idrici i cui bacini sono classificati con lo stato qualitativo delle acemissione può essere raggiunto attraque pessimo o scadente (art. 21,
verso sistemi di trattamento di tipo biocomma 1), devono essere adeguati
logico associati a trattamenti naturali
entro il 31 dicembre del 2008;
dei reflui (fitodepurazione).
– se ricadenti in bacini diversi da quelli indicati devono essere adeguati
Devono essere trattati con sistemi di
entro il 31 dicembre del 2016.
depurazione tali da consentire emissioni conformi alla Tab. 1 del D. Lgs.
152/06 e un abbattimento non inferiore
al 40% del carico in entrata dei parametri in Tab. 2 del suddetto decreto.
Scarichi, nuovi o esistenti, originati da
agglomerati urbani inferiori a 2.000
a.e., recapitanti in acque superficiali
I limiti di emissione dei suddetti scari(comma 1 c)
chi possono essere raggiunti attraverso sistemi di depurazione di tipo biologico associati a trattamenti di nitrificazione e denitrificazione o trattamenti
naturali dei reflui (fitodepurazione).
VASCHE SETTICHE
(comma 1 d)
A TENUTA Dovranno essere eliminate e sostituite
con sistemi depurativi conformi alle disposizioni sopra indicate.
2.2.2. SCARICHI DI PICCOLI INSEDIAMENTI, CASE SPARSE, INSEDIAMENTI ISOLATI E AGGLOMERATI uRBANI
INFERIORI A 2.000 A.E. RECAPITANTI IN ACQuE MARINO COSTIERE
Trattamento con abbattimento del carico inquinante in entrata non inferiore Gli scarichi esistenti (comma 3):
al 35% dei parametri indicati nella Tab. – se ricadenti in aree sensibili o in ba1 del D. Lgs. 152/06, fatta eccezione
cini scolanti di aree sensibili ovvero
per il parametro “solidi sospesi” per il
in corpi idrici i cui bacini sono classiquale l’abbattimento non dovrà essere
ficati con lo stato qualitativo delle acinferiore al 50% del valore in entrata.
que pessimo o scadente (art. 21,
comma 1), devono essere adeguati
Scarichi, nuovi o esistenti, originati da Trattamenti depurativi di tipo biologico
entro il 31 dicembre del 2008;
agglomerati urbani inferiori a 10.000 tradizionale o ad ossidazione totale o – se ricadenti in bacini diversi devono
a.e., recapitanti in acque marino-co- a fanghi attivi con limiti di emissione
essere adeguati entro il 31 dicembre
stiere (comma 2 b)
conformi alla Tab. 1 del D. Lgs.
del 2016.
152/06.
Scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case
sparse, da insediamenti residenziali e
da edifici isolati inferiori a 200 a.e., recapitanti in acque marino-costiere
(comma 2 a)
2.2.3. TuTTI GLI SCARICHI DI CuI ALL’ART. 22 DEL PTAR
TUTTI GLI SCARICHI DI CUI
ALL’ART. 22 DEL PTAR (comma 4)
Devono garantire la minor carica batterica possibile per il rispetto dell’ambiente e
della salute pubblica.
Nell’autorizzazione dello scarico dovrà essere previsto il limite per il parametro
“Escherichia coli” il cui valore si dovrà fissare tenendo conto di quanto consigliato
nelle indicazioni generali dell’Allegato 5 del D. Lgs. 152/99152/1999.
35
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
TAVOLE DEL PIANO DI TuTELA
Alla fine del presente capitolo sono riportate 5 delle 8 tavole regionali allegate al Piano di Tutela delle
Acque e modificate nel senso che è stato estrapolato il territorio della provincia di Roma. In particolare,
sono riportate la Tavola n. 2, relativa alla Carta Geolitologica, la Tavola n. 2bis, relativa alla Carta
Idrogeologica, la Tavola n. 4, relativa alla Carta Sinottica della Protezione degli Acquiferi, la Tavola n. 5,
relativa alla Carta delle Aree sottoposte a Tutela, e la Tavola n. 7, relativa alla Carta degli Obiettivi di
Qualità.
Le altre tre tavole (Tavola n. 1, relativa alla Carta dei bacini Idrografici, Tavola n. 3, relativa alla Carta
della Vulnerabilità Intrinseca degli Acquiferi, Tavola n. 6, relativa alla Carta dello Stato di Qualità ) sono
state utilizzate, nel presente Rapporto, come base delle elaborazione dei risultati dei monitoraggi.
Infine, è riportata una tavola che rappresenta i bacini classificati di qualità scadente e di qualità
pessima e le aree sensibili non ricadenti nei citati bacini, dove devono essere messi in atto gli interventi
sintetizzati nella Tabella 2.1.
QuALITà DEI CORPI IDRICI
Nell’articolato 8 del Piano di Tutela relativo alla “Qualità dei corpi idrici” della Regione Lazio, datato 30
giugno 2004, sono riportati i punti di prelievo individuati dalla Regione Lazio per monitorare le acque
superficilali e sotterranee ai fini dell’applicazione del D. Lgs. 152/99, ed è introdotta la classificazione dei
corpi idrici sulla base di accertamenti analitici eseguiti negli anni 2001, 2002 e 2003.
Detta classificazione è riportata nelle conclusioni del presente Rapporto.
Qui di seguito, si riporta una breve sintesi dell’articolato regionale relativo alla “Qualità dei corpi idrici”.
Acque superficiali
La Regione Lazio, a seguito della raccolta ed elaborazione di una serie storica di dati relativi ai
monitoraggi effettuati negli anni precedenti al 1999, aveva provveduto con DGR n. 199 del 21.12.01, in
collaborazione con ARPA Lazio, ad individuare le sezioni di prelievo e di misura delle caratteristiche delle
acque dei corpi idrici della Regione. Quest’ultimo reticolo era composto da 136 stazioni di monitoraggio
distribuite lungo i corsi d’acqua regionali.
Sulla base delle criticità emerse durante i monitoraggi effettuati, per rispondere agli obiettivi fissati dal
D. Lgs. 152/99, con particolare riferimento alla classificazione dei corpi idrici significativi, la Regione
Lazio, sempre in collaborazione con ARPA Lazio, ha proceduto ad eseguire una ulteriore revisione della
rete di monitoraggio delle acque superficiali, approvata con DGR n. 236 del 2 aprile 2004.
Il nuovo reticolo, per quanto riguarda il territorio della provincia di Roma, è costituito da 56 stazioni di
monitoraggio codificate e georeferenziate, comprendenti i corsi d’acqua, i laghi e le acque marino costiere
considerate significative ai sensi dell’all. 1 del sopra citato decreto, per criteri dimensionali o per rilevante
interesse ambientale.
Corsi d’acqua
I monitoraggi presi in considerazione dalla Regione Lazio sono stati condotti nel triennio 2001-20022003.
Per ciascuna stazione monitorata è stata effettuata la classificazione dello stato ecologico (SECA),
mentre non è stato possibile effettuare la classificazione dello stato ambientale (SACA), poiché non erano
disponibili i dati analitici dei parametri addizionali per il periodo minimo di 24 mesi, necessario per arrivare
ad una classificazione, come previsto dal D. Lgs. 152/99.
Lo stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua della provincia di Roma è quindi di fatto un SECA, e la
relativa classificazione delle acque, effettuata sulla base delle medie dei valori dei parametri di base, è
riportata nelle tavole relative alla Elaborazione dei risultati analitici.
Laghi
I risultati analitici provenienti dal monitoraggio dei laghi effettuato nel 2003, sono stati elaborati dalla
Regione Lazio secondo i criteri fissati dal Decreto 391/03 ed hanno portato ad una classificazione SECA
degli stessi. I dati relativi ai laghi di Albano e di Nemi sono stati estrapolati dai dati disponibili relativi ad
uno studio per il monitoraggio algale, effettuato dalla Regione Lazio in collaborazione con l’Istituto
Superiore di Sanità.
Tale lavoro ha comportato campionamenti mensili in un arco di tempo abbastanza esteso (gennaio
2001 - aprile 2003). I parametri esaminati tuttavia non hanno permesso alla Regione Lazio di giungere ad
36
2. LA NORMATIVA
una classificazione SECA, in quanto non è stato valutato il parametro trasparenza. Tuttavia, sono stati
monitorati altri parametri non previsti dalla normativa ma sicuramente indicativi dello stato di qualità del
lago. Dall’esame dei dati summenzionati è stato considerato, in modo molto cautelativo, uno stato
sufficiente per i due laghi.
Anche per il lago di Bracciano i parametri analizzati da ARPA Lazio nel monitoraggio 2003 sono risultati
incompleti per la classificazione. Anche per questo lago, i risultati analitici di numerosi altri parametri, tra i
quali metalli, nitriti, nitrati, idrocarburi, composti fenolici, insieme ad una classificazione in classe A/1 del
lago come acqua superficiale destinata alla potabilizzazione, hanno deposto, secondo la Regione Lazio,
per una qualità senz’altro sufficiente del corpo idrico.
Acque marino costiere
La classificazione delle acque marino costiere è stata condotta attraverso l’applicazione dell’indice
trofico TRIX che riassume in un valore numerico (in una scala di valori da 1 a 10) le condizioni di trofia
delle acque.
Ai fini della classificazione, La Regione Lazio ha considerato il valore medio dell’indice trofico, derivato
dai valori delle singole misure durante il complessivo periodo di indagine.
Acque sotterranee
Con DGR 18.4.03 n. 355, la Regione Lazio ha definito una prima rete di monitoraggio quali-quantitativo
delle acque sotterranee, costituita da 20 sorgenti, individuate in accordo con le Autorità di bacino e già
controllate ai sensi del DPR 236/88, decreto concernente la qualità delle acque destinate al consumo
umano, successivamente abrogato dal D. Lgs. 31/01. Secondo la Regione Lazio, questa prima
individuazione è da considerare come la base della futura rete di monitoraggio prevedendo, in una fase
successiva, l’incremento del reticolo che tenga conto delle numerose esigenze legate alle caratteristiche
geologiche e idrogeologiche e alla pressione antropica sull’acquifero da monitorare.
Nella fase conoscitiva vengono monitorati i “parametri di base” previsti dalla Tab. 19 del D. Lgs. 152/99
e i parametri addizionali relativi ad inquinanti specifici, individuati in funzione dell’uso del suolo, delle
attività presenti sul territorio, della vulnerabilità della risorsa e della tutela degli ecosistemi connessi o di
particolari caratteristiche ambientali. Nella fase a regime si proseguirà, sempre secondo la Regione Lazio,
con le misure dei parametri di base e di quelli addizionali individuati in base alle condizioni dell’acquifero,
della sua vulnerabilità, dell’uso del suolo e delle attività antropiche caratteristiche del territorio.
Non è stato possibile reperire presso la stessa Regione Lazio serie storiche significative di dati dal
punto di vista quantitativo, mentre per quanto riguarda lo stato chimico, i monitoraggi sono stati effettuati
negli anni 2002-2003 ed hanno permesso di definire lo stato chimico delle sorgenti secondo quanto
previsto dal D. Lgs. 152/99 e di dare una prima indicazione, anche se priva del dato quantitativo, circa la
qualità delle acque sotterranee della regione.
Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
La rete di controllo risulta costituita da 4 punti di presa individuati nei fiumi Tevere, Aniene e Treja e nel
lago di Bracciano.
In ottemperanza dei disposti di legge, la Regione Lazio aveva provveduto con D.C.R. n. 1063 del
20.12.84 ad una prima classificazione delle acque ad uso potabile nelle categorie A1, A2, e A3.
Con D.G.R. n. 237 del 2.4.04 è stata approvata la revisione della designazione delle acque a specifica
destinazione. Per quanto riguarda le acque destinate alla potabilizzazione, non essendo sopravvenuti
elementi imprevisti, la Regione Lazio ha riconfermato, nel Piano di Tutela, la vecchia designazione e
classificazione.
Acque dolci idonee alla vita dei pesci
La Regione Lazio ha riportato la seguente rete di controllo delle acque dolci idonee alla vita dei pesci
che è costituita dalle seguenti 18 stazioni ciprinicole e 9 stazioni salmonicole.
37
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Corpo idrico
Tevere
Tevere
Tevere
Aniene
Aniene
Aniene
Aniene
Aniene
Simbrivio
Bagnatore
Licenza
Cona
Fiumicino
S.Vittorino
Passerano
Treja
Torraccia
Corese
Mignone
Mignone
Lenta
Verginese
Arrone
Lago di Bracciano
Lago di Martignano
Lago di Albano
Lago di Nemi
(1) da confermare
ubicazione Stazione
Limiti provinciali
Ponte del Grillo
Passo Corese
Comunacque
Subiaco
Ponte Anticoli
Castel Madama
Tivoli Ponte Lucano
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
A monte confluenza Aniene
Dopo Mazzano
A monte confluenza Tevere
A monte confluenza Tevere
A monte confluenza Lenta
Rota (teleferica)
A monte confluenza Mignone
A monte confluenza Mignone
Località a monte dell’Aurelia
Punto di max profondità
Punto di max profondità
Punto di max profondità
Punto di max profondità
ANNO
2007
Designazione (2002)
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque ciprinicole
Acque salminicole
Acque ciprinicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque salminicole
Acque ciprinicole (1)
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole (1)
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole (1)
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque ciprinicole
Acque destinate alla vita dei molluschi
La rete di monitoraggio è costituita da 3 stazioni di campionamento, ubicate nelle acque antistanti i
comuni di Ladispoli, Fiumicino e Anzio, dove sono presenti zone sedi di banchi naturali di molluschi.
38
2. LA NORMATIVA
Tavola n. 2
CARTA GEOLITOLOGICA
Estratto da: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06
Classe A: Complesso dei Detriti antropici dei
Conoidi e Detriti di pendio e di falda,
delle Facies moreniche e degli Accumuli di frana
Classe B: Complesso delle Alluvioni e delle
Coperture e colluviali
Classe C: Complesso dei Travertini
Classe D: Complesso dei Conglomerati e Sabbie
Classe E: Complesso delle Argille e dei
Depositi argillosi terrazzati
Classe F: Complesso dei Conglomerati Poligenici
Classe G: Complesso delle Calcareniti ed Emipelagiti
prevalentemente marmose
Classe H: Complesso dei Flysch
Classe I: Complesso della Scaglia
Classe L: Complesso delle Marne,
Marne calcaree e Dolomie
Classe M: Complesso dei Calcari di bacino
Classe N: Complesso del Calcare Massiccio
e dei Calcari della Serie Laziale-Abruzzese
Classe O: Complesso del Calcare Cavernoso
Classe P: Complesso delle Filladi
Classe Q: Complesso dei Lapilli, Scorie e Pozzolane
Classe R: Complesso delle Lave Sature e Sottosature
Classe S: Complesso dei Tufi e delle Tufiti
Classe T: Doline e forme Carsiche
39
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Tavola n. 2bis
CARTA IDROGEOLOGICA
Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06
Laghi
Curve isopleze
Acquiferi carbonatici
Acquiferi alluvionali e costieri
Acquiferi vulcanici
Legenda idrogeologica
1 - Complesso di copertura recente
2 - Complesso detritico
3 - Complesso dei depositi alluvionali
di limitato spessore
4 - Complesso dei depositi alluvionali
di corsi d’acqua perenni
5 - Complesso dei travertini
6 - Complesso delle sabbie dunari
7 - Complesso dei depositi fluvio-palustri
8 - Complesso delle piroclastiti
9 - Complesso delle lave ed ignimbriti litoidi
10.1 - Complesso dei depositi clastici eterogenei sabbiosi
10.2 - Complesso dei depositi clastici eterogenei (macco auct.)
10.3 - Complesso dei depositi clastici eterogenei (conglomeratici)
11.1 - Complesso dei conglomerati di Rieti e Formia
11.2 - Complesso dei conglomerati (alluvioni ghiaiose)
11.3 - Complesso dei conglomerati di Santopadre ed altri
depositi ghiaiosi
12 - Complesso delle argille plioceniche
13 - Complesso del flysch marnoso-arenaceo
14 - Complesso del flysch argilloso-marnoso con intercalazioni litoidi
15 - Complesso marnoso-calcarenitico
16 -1 - Complesso dei calcari pelagici cretacici (Scaglia e Scaglia di transizione)
16.2 - Complesso dei calcari pelagici cretacici (maiolica)
17 - Complesso marnoso-argilloso-selcifero giurassico
18 - Complesso delle calcareniti giurassiche
19 - Complesso dei calcari micritici liassici
20.1 - Complesso di piattaforma carbonatica
20.2 - Complesso di piattaforma carbonatica (a basso grado di carsificazione)
21 - Complesso dolomitico basale
22 - Complesso metamorfico
40
ANNO
2007
2. LA NORMATIVA
Tavola n. 4
CARTA SINOTTICA DELLA PROTEzIONE DEGLI ACQuIFERI
Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06
Vulnerabilità - Infiltrazione - Prot. Vegetazionale
basso - basso - basso
basso - basso - elevato
basso - medio - basso
basso - medio - medio
basso - medio - elevato
basso - elevato - basso
basso - elevato - medio
basso - basso - basso
basso - elevato - elevato
medio - basso - basso
medio - basso - medio
medio - basso - elevato
medio - medio - basso
medio - medio - medio
medio - medio - elevato
medio - elevato - basso
medio - elevato - medio
medio - elevato - elevato
elevato - basso - basso
elevato - basso - medio
elevato - basso - elevato
elevato - medio - basso
elevato - medio - medio
elevato - medio - elevato
elevato - elevato - basso
elevato - elevato - medio
elevato - elevato - elevato
41
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Tavola n. 5
TuTELA
Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06
Limiti comunali
Limiti di bacino
Corpi idrici significativi (corsi d’acqua superficiali)
Laghi
Aree ad elevata antropizzazione
Aree di tutela quantitativa (D.Lgs. 152/99 - tit. III, capo II)
Aree d’attenzione
Aree critiche
Aree vulnerabili e ad elevata infiltrazione
Classe 1: Vulnerabilità elevata
Classe 2: Elevata infiltrazione
Classe 3: Vulnerabilità elevata ed elevata infiltrazione
Classe 4: Vulerabilità molto elevata
Classe 5: Vulnerabilità molto elevata ed elevata infiltrazione
Aree a specifica tutela (D.Lgs 152/99 - tit. III, capo I)
Aree sensibili
Zona di rispetto
Zone di protezione
Aree vulnerabili da nitrati
42
ANNO
2007
2. LA NORMATIVA
Tavola n. 7
OBIETTIVI DI QuALITà
Estrattola: Piano Regionale di Tutela delle Acque – D. G. R. 266/06
Limiti di bacino
Obiettivi di qualità e Aree d’intervento
Aree di inervento
Classe 2: Buono
Classe 3: Sufficiente
non classificato
Classi di portata sui fiumi significativi
Classe 1: <5 mc/sec
Classe 2: 5-25 mc/sec
Classe 3: 25-50 mc/sec
Classe 4: 50-80 mc/sec
Classe 5: >80 mc/sec
Aree ad elevata antropizzazione
Laghi
Limiti comunali
43
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Tavola art. 21
TAVOLA DELLE AREE DELLA PROVINCIA DI ROMA INDIVIDuATE NELL’ART.21
DEL PIANO REGIONALE DI TuTELA DELLE ACQuE RELATIVO ALLE MISuRE
PER LA DEPuRAzIONE DEGLI AFFLuENTI
Corpi idrici significativi (fiumi)
Laghi
Limiti di bacino
Limiti comunali
Aree individuate nell’art. 21
Comune di Roma
Aree sensibili e Aree di intervento
44
3. LE COMPETENZE
3. LE COMPETENzE
3.1. Le competenze della Provincia di Roma
Il Servizio “Tutela Acque, Suolo e Risorse Idriche” del Dipartimento “Servizi di Tutela Ambientale”
dell’Assessorato alle Politiche di Tutela Ambientale della Provincia di Roma svolge diverse attività finalizzate
alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque, disciplinate da norme nazionali (R.D. 523/1904; R.D.
368/1904; R.D. 1775/1933; D. L.vo 152/2006) e regionali (L.R. 14/1999 e suc.ve mod.ni e int.ni; L.R. 53/1998),
e in particolare:
Rilevamento delle acque idonee alla vita dei pesci
Il monitoraggio delle acque superficiali è indispensabile per la pianificazione di interventi di salvaguardia
mirati al ripristino degli equilibri ecologici danneggiati dalle attività antropiche e alla creazione delle condizioni
favorevoli per il mantenimento della biodiversità.
Il tipo di vita che caratterizza un corpo idrico, e in particolare la fauna ittica, che sta al vertice della catena
alimentare, rappresenta un buon indicatore della sua capacità autodepurativa. Tra le specie ittiche vengono
considerati organismi indicatori i salmonidi, a causa della loro elevata sensibilità alle variazioni delle
caratteristiche dell’habitat (innalzamento della temperatura, alte concentrazioni di inquinanti). Inoltre, la loro
presenza nei torrenti montani è un buon indicatore del mantenimento del “Deflusso Minimo Vitale”, concetto
introdotto dalla L. 183/1989 e ripreso dalla L. 36/1994 (entrambe integrate nel D. L.vo 152/2006), che indica il
“livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi
interessati”.
L’esame comparato degli indici del monitoraggio chimico e biologico di un corpo idrico e dei principali fattori
di disturbo (densità della popolazione, attività agricole, zootecniche, industriali, turistiche) fornisce gli elementi
per definire il “carico sostenibile”, inteso come capacità assimilativa del corpo idrico, e per individuare le zone
dove l’impatto delle attività antropiche è tale da richiedere interventi preventivi che impediscano il verificarsi di
situazioni di emergenza. La conoscenza di tali fattori assume particolare importanza per i corpi idrici utilizzati
a scopo idropotabile (fiume Mignone, lago di Bracciano).
Il Servizio fin dal 1998 esegue, tramite il supporto tecnico di ARPA Lazio, il monitoraggio chimico-fisico (D.
L.vo 152/2006 parte III, All. 2, Sez. B) e biologico (indice I.B.E) dei principali corsi d’acqua che attraversano il
territorio provinciale (Tevere, Aniene, Arrone, Mignone, Sacco e principali affluenti) e di 4 laghi (Bracciano,
Albano, Nemi e Martignano) al fine di verificarne la conformità alla designazione regionale (D.G.R. 6416 del
24/11/1998 rivista con DGR 237 del 2/4/2004).
Nel periodo dal 1998 al 2006 non ci sono state significative variazioni nella qualità dei corpi idrici
superficiali della provincia di Roma, ma le criticità rilevate (inquinamento biologico-organico e chimico) e il
peggioramento progressivo della qualità delle acque in corrispondenza dei tratti che attraversano territori
caratterizzati da elevata densità di popolazione e presenza di insediamenti produttivi (a valle di Castel
Giubileo per il Tevere, a valle di Tivoli per l’Aniene, a valle di colleferro per il fiume Sacco) indicano che il
degrado è imputabile principalmente all’impatto antropico.
Gestione delle situazioni di criticità
Il Servizio attualmente svolge un ruolo significativo nella gestione di situazioni di criticità, tra cui:
– Episodi di esondazione e morìe di pesci: fenomeni di esondazione con ingenti danni a coltivazioni e/o
infrastrutture si sono verificati più volte nel bacino del fiume Tevere e in altri corpi idrici minori, quasi
sempre in seguito a fenomeni meteorologici di particolare intensità, durante i quali l’acqua di ruscellamento
ha determinato un eccezionale apporto di sostanze tossiche (pesticidi, concimi, ecc.) dilavate dai terreni
agricoli circostanti, oltre al trasporto solido, costituito sia da detriti che da materiale ingombrante (rifiuti,
alberi sradicati, ecc.). Questi fenomeni sono stati spesso accompagnati da morìe di pesci (Tevere, estate
del 2002 e 2004) che, investiti dalle acque ricche di sostanze tossiche e prive di ossigeno, sono morti per
anossia. Il frequente verificarsi di episodi del genere è un chiaro indice della compromissione degli equilibri
dell’ecosistema nell’intero bacino idrografico. Il tratto urbano e sub-urbano del Tevere, e soprattutto la zona
a valle della confluenza con l’Aniene, rappresenta l’area a maggiore criticità, a causa dell’entità e della
tipologia degli apporti che riceve dal reticolo idrografico minore.
Un progetto interistituzionale con i principali Enti competenti (Ministero Ambiente, Regione Lazio, Comune
di Roma, ARDIS, ecc., con il coordinamento della Prefettura di Roma) ha permesso di caratterizzare alcuni
affluenti dell’Aniene mediante l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.), l’indagine analitica
45
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
chimico-fisica e microbiologica delle acque e l’analisi dei sedimenti (ricerca metalli pesanti, indice I.B.E.)
avvalendosi delle competenze tecniche di ARPA Lazio, ICRAM, APAT e Istituto Superiore di Sanità. Il
lavoro svolto ha evidenziato una grave situazione di degrado delle acque superficiali, con l’individuazione
di tratti che presentano criticità dal punto di vista ecologico (presenza di rifiuti, acque torbide e
maleodoranti, scarichi e prelievi abusivi,) ed idraulico (cementificazione degli argini, assenza della fascia
riparia, costruzioni a ridosso dell’alveo, ecc.) che richiedono interventi di riqualificazione, nonchè
l’individuazione di zone di particolare pregio (aree sorgentizie, aree con elevato grado di naturalità, ecc.)
che meritano una adeguata salvaguardia.
Inoltre, si sta attuando un progetto in collaborazione con il Servizio Idrografico e Mareografico della
Regione Lazio e con ARPA Lazio per il potenziamento di un sistema di Early Warning già presente sul
fiume Tevere, con altre centraline da installare in alcuni tratti del Tevere e dell’Aniene per il monitoraggio in
continuo delle acque. Ancora, in collaborazione con il Servizio di Protezione Civile della Provincia e con il
Corpo dei Vigili del Fuoco, è stato attuato un progetto che, in caso di ulteriori situazioni di emergenza,
prevede l’uso di panne galleggianti in 3 diversi punti del fiume Tevere per la rimozione di pesci morti o altri
rifiuti solidi. Infine, per prevenire l’impatto di ulteriori eventuali fenomeni di emergenza sulle acque costiere,
è in fase di attuazione il progetto Pennello del Tevere che prevede la realizzazione di un sistema per
l’intercettazione di rifiuti flottanti nel comune di Fiumicino, a monte dell’area di foce del fiume Tevere.
– Emergenza nella valle del fiume Sacco: nel 2005 è stata riscontrata la contaminazione da
besaclorocicloesano in partite di latte provenienti da ovini e bovini di allevamenti ubicati nella Valle del
fiume Sacco. Anche la carne degli animali è risultata contaminata, data l’affinità di tale sostanza per il
tessuto adiposo. Ne è seguita una grave situazione di emergenza che ha richiesto la distruzione del latte e
l’abbattimento dei capi di bestiame, con gravi ripercussioni nei settori agricolo, zootecnico e caseario, oltre
che una situazione di pericolo per l’ambiente e la salute pubblica. Accurate indagini hanno individuato la
fonte di inquinamento nell’area industriale di Colleferro. La contaminazione era avvenuta tramite l’acqua
utilizzata per abbeverare gli animali e per l’irrigazione del foraggio, come dimostra la presenza del
pesticida e di metalli pesanti (As, Cr, Pb, Cd, Hg) nelle acque, nei sedimenti e nel biota del fiume Sacco e
di alcuni suoi affluenti (fosso Cupo, fosso Valle della Mola), nelle acque sotterranee e nei terreni dell’area
di esondazione del fiume. La gravità della situazione ha richiesto il riconoscimento dello stato di
emergenza (DPCM 19/05/2005) e la nomina di un Commissario (OPCM 10/06/2005 n. 3441; OPCM
14/07/2005 n. 3447), nonché l’inclusione dell’area tra i siti di bonifica di importanza nazionale (L. 266/2005,
Finanziaria 2006). L’area a rischio è stata perimetrata, sottoposta a operazioni di messa in sicurezza di
emergenza e a indagini di caratterizzazione, cui seguiranno le operazioni di bonifica ai sensi del D. L.vo
152/2006 (parte IV). Il Servizio collabora con l’Ufficio Commissariale per le attività di rilevazione e
monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, per il trattamento delle acque superficiali contaminate
e per le operazioni di bonifica.
– Laghi dei colli albani: nel lago di Nemi e nel lago Albano di Castelgandolfo (destinato alla vita acquatica e
alla balneazione) è stata rilevata la presenza di fioriture algali della specie Planktothrix rubescens,
potenzialmente produttrice di microcistina (tossina con effetti sulla salute umana) che compromette l’uso
dell’acqua. Il Servizio collabora con altri enti (Comuni, Regione, ARPA, Istituto Superiore di Sanità, Istituto
Zooprofilattico Sperimentale, ecc.) per il monitoraggio delle acque e l’individuazione di misure idonee al
risanamento dei laghi.
Funzioni di controllo degli scarichi
Il Servizio è competente per il rilascio di autorizzazioni allo scarico di acque reflue nei corpi idrici superficiali
ed esercita funzioni di controllo mediante prescrizioni autorizzative e sopralluoghi sul territorio, con il supporto
della Polizia Provinciale, per l’accertamento di eventuali scarichi abusivi. Nel bacino del Tevere si riversano le
acque reflue di insediamenti produttivi e di diversi comuni, tra cui i depuratori del Comune di Roma. Anche
l’Aniene riceve le immissioni di insediamenti produttivi (cartiere, cave di lavorazione del travertino, vetrerie,
industrie chimiche e farmaceutiche, industrie alimentari, ecc.) e di importanti comuni (Castel Madama,
Guidonia Montecelio, Tivoli, ecc.).
Gli scarichi in corpo idrico rappresentano la principale fonte puntuale di inquinamento. Le acque reflue
domestiche e urbane contenenti prodotti del metabolismo umano, delle attività domestiche e del dilavamento
delle strutture urbane (tetti, strade, ecc.) apportano nei corpi idrici microrganismi, principalmente di origine
fecale, tra cui vi possono essere germi patogeni (salmonelle, shigelle, virus enterici, virus dell’Epatite, cisti di
protozoi tra cui Entamoeba hystolytica, ecc.) che rendono le acque temibili veicoli di infezioni. Tra le sostanze
presenti nei liquami domestici vi sono anche i detergenti sintetici, principalmente i detergenti anionici molti dei
quali di derivazione petrolchimica, poco biodegradabili.
Le acque reflue delle lavorazioni industriali presentano caratteristiche qualitative e quantitative variabili a
seconda delle tipologie produttive: gli scarichi delle industrie alimentari contengono sostanze organiche, con
46
3. LE COMPETENZE
caratteristiche di biodegradabilità differenti; le acque reflue delle industrie tessili, oltre alle sostanze organiche
biodegradabili, contengono acidi, coloranti, metalli pesanti e sostanze battericide impiegate per la
conservazione dei tessuti; le acque scaricate da industrie chimiche, farmaceutiche e petrolchimiche
contengono diverse sostanze a seconda dei prodotti e dei cicli di lavorazione: ammoniaca, acidi, alcali, alcooli,
fenoli, grassi, oli, idrocarburi, ecc.; le acque provenienti da industrie del vetro contengono fluoruri, quelle dei
colorifici e delle industrie che producono batterie contengono piombo, in quelle provenienti da acciaierie e
industrie galvaniche sono presenti cianuri e in quelle delle concerie e delle lavanderie si rileva cromo
esavalente, mentre negli scarichi dei laboratori medico-biologici possono essere presenti anche sostanze
radioattive. Va inoltre tenuta presente l’elevata temperatura dei rifiuti liquidi eliminati da molte industrie
(industrie tessili, lavanderie, lavaggio contenitori per alimenti, acque di raffreddamento) che causa l’aumento
dell’attività biologica e il conseguente consumo di ossigeno.
Gli allevamenti zootecnici costituiscono un’importante fonte di inquinamento, con liquami provenienti dal
metabolismo animale e dalle acque di lavaggio di stalle e pollai, che sono solitamente biodegradabili, ma
consumano rapidamente l’ossigeno disciolto nell’acqua.
L’inquinamento di origine agricola, fino ad alcuni decenni fa nemmeno considerato, attualmente riveste
un’importanza notevole per la presenza nei rifiuti liquidi delle lavorazioni agricole di fertilizzanti chimici e
pesticidi (diserbanti, insetticidi, anticrittogamici). La probabilità che queste sostanze inquinino le acque
dipende dalle caratteristiche chimiche del composto (principalmente la solubilità in acqua), dalla natura
geochimica del suolo (ad es. i suoli argillosi tendono a trattenere i fosfati), dal clima (principalmente la
piovosità) e dalle pratiche agricole (tipo di coltura, quantità applicate, periodo di applicazione). Poichè si tratta
di fonti diffuse di inquinamento, il problema deve essere contenuto con la prevenzione, attraverso la
regolamentazione dei prodotti impiegabili e del loro uso e la promozione di buone pratiche agricole.
Le sostanze contaminanti possono essere raggruppate nelle seguenti tipologie:
– contaminanti biodegradabili, che possono essere degradati negli impianti di depurazione o da parte
dell’ambiente che conserva la sua capacità autodepurativa.
– contaminanti tossici che non sono accumulabili negli ecosistemi acquatici.
– contaminanti tossici persistenti ed accumulabili nelle catene alimentari.
Disciplina delle piccole derivazioni
Dal 2001 la Provincia di Roma esercita le competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in
materia di risorse idriche, relativamente alle piccole derivazioni, ai sensi del R.D. 1775/1933. Il Servizio
rilascia autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee, concessioni di derivazione di acque superficiali e
sotterranee per gli usi compatibili, licenze annuali di attingimento, gestisce l’archivio delle denunce pozzi
esistenti ed esercita il controllo mediante imposizione di prescrizioni autorizzative e la polizia delle acque.
Le aree dei bacini idrogeologici dei Colli Albani e dei Monti Sabatini e l’area del Bacino del Tevere nel Tratto
Metropolitano da Castel Giubileo alla foce presentano un regime idrogeologico alterato, con gravi
ripercussioni quali-quantitative sulla disponibilità delle risorse idriche, e sono sottoposte a restrizioni previste
dalle misure di salvaguardia delle Autorità di Bacino e successive proroghe (S.O. n. 4 al B.U.R.L. n. 2 del
20/01/2004; G.U. n. 89 del 16/04/2004). Le principali criticità rilevate sono:
– l’abbassamento delle falde acquifere;
– l’abbassamento del livello idrometrico dei laghi (Albano, Nemi, Bracciano);
– il prelievo di acque sotterranee ricche di ferro e manganese non idonee per alcuni usi (Pomezia,
Bracciano);
– il prelievo di acque sotterranee destinate al consumo umano con elevate concentrazioni di arsenico e
fluoro (Albano Laziale, Castel Gandolfo, Velletri, Castelnuovo di Porto, Riano);
– fenomeni di subsidenza (Tivoli, Guidonia);
– intrusione del cuneo salino nelle falde dei comuni costieri.
Disciplina delle opere idrauliche
Dal 2001 il Servizio esercita le competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in materia di
difesa del suolo relativamente al reticolo idrografico secondario, non di competenza regionale (D.G.R.
5079/1999), che prevede la disciplina di autorizzazioni e pareri ai fini idraulici ai sensi del R.D. 523/1904 e per
l’esecuzione di opere di bonifica ai sensi del R.D. 368/1904, oltre che le funzioni di polizia idraulica.
Il reticolo idrografico secondario (fossi, marrane, torrenti), a torto ritenuto di minore importanza, è spesso
artificializzato per lunghi tratti. Nel bacino del Tevere e dell’Aniene i corpi idrici minori presentano opere di
artificializzazione (risagomature, rettifiche, arginature, tombamenti, assenza della fascia riparia, ecc.), con
conseguenti ripercussioni sul regime idraulico dei corpi idrici a valle, specialmente in occasione di forti piogge.
Gli interventi per mitigare i rischi (esondazioni, morìe di pesci, ecc.) devono mirare al miglioramento delle
funzioni idrauliche dei corpi idrici (creazione di casse di espansione per aumentare la capacità di laminazione,
47
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
ripristino delle fasce di rispetto, ecc.), al miglioramento degli aspetti naturalistici per favorire la biodiversità
(rinaturazione delle fasce riparie, creazione di zone umide e di aree per la riproduzione delle specie ittiche
autoctone, ecc.), indispensabile per ripristinare i processi di autodepurazione, e al miglioramento degli aspetti
quali-quantitativi delle acque (sistemi di fitodepurazione, ecosistemi filtro, promozione di metodi di riciclo e
riuso, accordi volontari con associazioni agricole e consorzi di bonifica, ecc.), in linea con le disposizioni
nazionali (D. L.vo 152/2006) e comunitarie (Dir. CE 2000/60).
Funzioni amministrative relative al Servizio Pubblico di Manutenzione nel reticolo idrografico
secondario
Nell’ambito delle competenze delegate dalla Regione Lazio con L.R. 53/1998 in materia di difesa del suolo
il Servizio svolge le funzioni relative al Servizio Pubblico di Manutenzione nei tratti di corsi d’acqua individuati
dalla Regione (L.R. 53/1998 art. 31 c. 2; D.G.R. n. 4938 del 28/09/1999) e le funzioni relative alle opere e
impianti di bonifica dichiarate di preminente interesse regionale (D.G.R. n. 4314 del 27/07/1999) nonché i
servizi di piena e di pronto intervento (art. 31 L.R. 53/1998), mediante affidamento ai Consorzi di Bonifica
previa stipula di una convenzione (L.R. 53/1998 artt. 12, 34 e 40; D.G.R. 3726 del 06/07/1999).
La normativa vigente prevede che nel reticolo idrografico secondario le funzioni in materia di manutenzione
siano frammentate tra diversi soggetti:
– nei tratti di corsi d’acqua individuati dalla Regione per il Servizio Pubblico di Manutenzione provvede la
Provincia, mediante affidamento ai Consorzi di Bonifica (art. 34 L.R. 53/1998);
– nei centri abitati la competenza spetta ai Comuni con il concorso nella spesa da parte dei proprietari e
possessori interessati, in ragione del rispettivo vantaggio [art. 10 R. D. 523/1904 e succ.ve mod.ni e int.ni;
art. 10 c. 1 lett. a) punto 1) L.R. 53/1998; D.G.R. n. 1991 del 12/04/1999)]. Nell’ambito dell’attuazione del
Servizio Idrico Integrato, il gestore del S.I. può stipulare convenzioni con i Consorzi di Bonifica per la
regolamentazione dei servizi di raccolta e regimentazione delle acque meteoriche nelle zone urbanizzate;
– nei rimanenti tratti (al di fuori delle zone urbanizzate e non compresi nel S.P.M.) la competenza spetta ai
singoli proprietari e possessori frontisti (art. 12 R.D. 523/1904 e art. 31 comma 1 L.R. 53/1998).
A rendere più complessa la situazione è anche la normativa sui rifiuti che conferisce al Sindaco (art. 192 D.
L.vo 192/2006) la competenza di disporre, con ordinanza, le operazioni necessarie alla rimozione, all’avvio a
recupero o allo smaltimento dei rifiuti e al ripristino dello stato dei luoghi sul suolo o nelle acque del territorio
comunale.
Il risultato è una generale situazione di degrado dei corpi idrici del reticolo secondario, con gravi
ripercussioni (inondazioni, inquinamento) sui corpi idrici a valle.
La corretta gestione dei corsi d’acqua richiede un approccio del tutto nuovo: essa deve considerare il
bacino idrografico nel suo complesso, e non tratti limitati di corpi idrici, e deve basarsi su una visione integrata
delle problematiche, puntando alla riqualificazione fluviale, al fine di migliorare le caratteristiche ecologiche
dell’intero sistema (corso d’acqua e territorio circostante) e di migliorare la capacità autodepurativa e la
rinnovabilità della risorsa idrica. Gli interventi devono mirare ad alleviare il carico antropico sull’intero bacino
idrografico, ripristinando gli equilibri danneggiati e migliorando la capacità autodepurativa dell’ecosistema
acquatico.
Erogazione di contributi e finanziamenti finalizzati alla tutela delle acque superficiali e costiere
La Provincia di Roma eroga contributi a favore di Comuni, altri Enti pubblici e di privati per:
– esecuzione di opere igienico-sanitarie finalizzate alla riqualificazione delle acque superficiali che
attraversano il territorio provinciale (realizzazione di collettori fognari, costruzione di depuratori, interventi
di regimazione delle acque, pulizia di golene e argini, ecc.);
– esecuzione di opere igienico-sanitarie finalizzate alla valorizzazione dei litorali dei comuni costieri (pulizia
arenili, interventi di disinfestazione, ecc.);
– tutela delle sorgenti, delle falde e degli ecosistemi fluviali, lacustri e marini attraverso la promozione della
riqualificazione fluviale;
– interventi di miglioramento della qualità dei fiumi Tevere, Aniene, Sacco, Mignone e di altri corpi idrici della
Provincia, attraverso la sottoscrizione di protocolli d’intesa con altri enti;
– promozione di tecniche di depurazione naturale a basso impatto ambientale;
– promozione del coordinamento di tutti gli enti con competenze in materia di acque (organizzazione di
incontri, workshop, tavoli tecnici, ecc.).
– informazione e formazione della popolazione sui sistemi acquiferi delle zone di residenza, educazione
ambientale nelle scuole, seminari e giornate di lavoro partecipate, concorsi di idee per la riqualificazione di
ambiti fluviali, lacustri e marino costieri degradati, stages formativi e borse di studio per giovani laureati su
diverse tematiche inerenti la tutela delle acque.
48
3. LE COMPETENZE
3.2. Le competenze di ARPA Lazio
ARPA Lazio, sulla base delle direttive regionali e provinciali, effettua il monitoraggio delle acque superficiali
e sotterranee e il controllo delle acque reflue, mediante il prelievo dei campioni e l’esecuzione delle analisi.
Monitoraggi delle acque superficiali e sotterranee
La rilevante eterogeneità del territorio della provincia di Roma, dal punto di vista geografico, ambientale e
antropizzato, comporta che le acque devono essere sottoposte a tutti i monitoraggi fissati nel D. Lgs. 152/06
ai fini degli obiettivi di qualità ambientale e quelli di qualità per specifica destinazione.
Infatti, la provincia di Roma, con i suoi 121 comuni, occupa una superficie di 5350 kmq e conta circa
3.800.000 abitanti. Presenta un esteso litorale (circa 140 km) e comprende la vasta campagna Romana, gran
parte del Preappennino Laziale e Abruzzese, l’ampia valle inferiore del Tevere, gran parte del bacino
dell’Aniene, il bacino dell’alto Sacco con i monti Prenestini e Tiburtini.
Rilievi vulcanici, non elevati (700 – 1000 m), si ergono alla sinistra ed alla destra del Tevere: a sinistra, i
Colli Albani con i laghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi; a destra, i Sabazi con i laghi di Bracciano e di
Martignano.
La popolazione non è distribuita in maniera omogenea, ma è concentrata prevalentemente nel comune di
Roma, che raggiunge i tre milioni di abitanti, cioè l’80 % della popolazione provinciale. Pochi centri più
popolati, come Ciampino, Civitavecchia, Tivoli, Velletri, Guidonia Montecelio, superano i 40.000 – 50.000
abitanti. Generalmente, a basse quote si trovano i comuni con massimo addensamento, mentre a quote più
elevate sorgono quelli meno popolati.
Lungo la costa si verifica un aumento di popolazione nei mesi estivi: le cittadine costiere passano da un
complessivo di 300.000 abitanti a più di un milione di presenze.
Il Servizio Risorse idriche e naturali dela Sezione provinciale di ARPA Lazio applica, nella provincia di
Roma, le seguenti 19 tipologie di monitoraggio.
Corsi d’acqua
01
02
03
04
05
06
07
07
07
monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate
alla produzione di acqua potabile
monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque
dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli
monitoraggio del fiume Tevere in funzione della procedura comune di scambio di informazioni sulla
qualità delle acque dolci superficiali nella comunità europea
monitoraggio delle foci a mare in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto con
programmi di risanamento dell’entroterra
monitoraggio delle foci a mare in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque
destinate alla balneazione
monitoraggio delle foci a lago in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque
destinate alla balneazione
1 monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati
2 monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci
Laghi
08
09
monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque dolci superficiali destinate
alla produzione di acqua potabile
monitoraggio ai fini del rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione delle acque
dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli
controllo in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione
10
11
Acque marine costiere
13
14
15
1
monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
controllo in funzione della qualità delle acque destinate alla balneazione
monitoraggio in funzione del rilevamento delle caratteristiche qualitative delle acque destinate alla vita
dei molluschi
Acque sotterranee
16
17
18
monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale
monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da nitrati
monitoraggio in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci
49
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Controlli degli scarichi delle delle acque reflue
Il Servizio Risorse idriche e naturali della Sezione Provinciale ARPA Lazio di Roma esegue il controllo
degli scarichi delle acque reflue sia mediante il controllo analitico, per la verifica del rispetto dei limiti
fissati nelle tabelle di cui all’allegato 5 del D. Lgs. 152/06 o delle prescrizioni provinciali, in caso di scarico
in acque superficiali, o di quelle comunali, in caso di scarico nelle fognature urbane, sia mediante il
controllo amministrativo, finalizzato soprattutto alla verifica dell’autorizzazione allo scarico e del rispetto di
alcune prescrizioni, quali l’eventuale obbligo, da parte del titolare dello scarico, dell’installazione del
campionatore automatico.
I controlli degli scarichi delle acque reflue sono effettuati sia sulla base di un programma annuale
predisposto dalla Provincia di Roma, sia a seguito di richieste dei titolari dello scarico per l’istruttoria delle
domande d’autorizzazione di cui all’art. 124 del D. Lgs. 152/06, o a seguito di richieste o segnalazioni da
parte di Enti pubblici competenti in materia di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, o a seguito di
esposti o segnalazioni da parte di cittadini.
I controlli eseguiti autonomamente sono soprattutto finalizzati ad individuare le cause di inquinamento
di acque superficiali o sotterranee.
50
4. LE MODALITÀ DELLE INDAGINI
4. LE MODALITà DELLE INDAGINI
Nelle schede allegate al capitolo relativo ai “Risultati dei monitoraggi delle acque superficiali e
sotterranee” sono riportate le modalità di indagine applicate per ciascun monitoraggio.
A questo proposito, si ritiene necessario premettere che, per quanto riguarda l’applicazione
dell’allegato 1 al D. Lgs. 152/06, i metodi di campionamento e di classificazione dei corpi idrici significativi,
che in esso sono fissati, sono diversi rispetto a quelli dettati nel precedente D. Lgs. 152/99.
Infatti, per i parametri relativi a sostanze non pericolose da controllare nelle acque superficiali e
sotterranee, nel D. Lgs. 152/06, ad esempio, non ne sono individuati valori numerici, attraverso i quali si
possa classificare il corpo idrico sottoposto a monitoraggio, ma è necessario far riferimento alle
caratteristiche fisico- chimiche, idromorfologiche e biologiche presenti in “un corpo idrico inalterato”.
La Regione Lazio non ha ancora fissato le relative norme di attuazione del nuovo D. Lgs. 152/06. In
particolare, non ha dettato le modalità di attuazione dei “monitoraggi di sorveglianza”, dei “monitoraggi
operativi” e dei “monitoraggi di indagine” dei corpi idrici significativi.
Non individuando il corpo idrico di riferimento, non è possibile definire lo stato ecologico del corpo
idrico sottoposto a monitoraggio ai sensi del D. Lgs. 152/06.
D’altra parte, la Regione Lazio, anche nella recente DCR n. 42/07, ha confermato la classificazione dei
corpi idrici significativi facendo riferimento:
– ai punti di prelievo che erano già sottoposti a controllo ai sensi del D. Lgs. 152/99;
– ai parametri indicati nel D. Lgs. 152/99 e ai limiti ivi riportati ai fini della classificazione.
Conseguentemente, la Sezione provinciale di Roma di ARPA Lazio ha proseguito il monitoraggio delle
acque superficiali e sotterranee significative negli stessi punti di prelievo individuati nei Piani regionali di
Tutela, determinandone, oltre che i parametri elencati nel D. Lgs. 152/06 (per i quali, però, come sopra
riportato non sono stati individuati limiti di riferimento per la classificazione) anche i parametri relativi alle
sostanze non pericolose elencati nel D. Lgs. 152/99, dove, appunto, sono riportati valori numerici di
riferimento attraverso i quali è possibile proseguire la classificazione del corpo idrico sottoposto a
monitoraggio, in conformità ai criteri regionali individuabili nei Piani di Tutela.
Per quanto riguarda le sostanze pericolose nelle acque superficiali, invece, ARPA Lazio ha fatto
riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06,
che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori
fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità
nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06
è stata sostituita dal medesimo decreto.
La classificazione delle acque superficiali, relativa allo stato chimico, è adeguata, pertanto, a quanto
fissato dalle nuove norme statali, almeno per quanto riguarda le sostanze pericolose determinate nelle
aque monitorate.
Per quanto riguarda le acque sotterranee, non essendo indicati nella normativa tecnica statale
parametri relativi a sostanze pericolose, ARPA Lazio di Roma ha fatto riferimento alle concentrazioni
soglia di contaminazione riportate nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06.
Nel corso del 2007 ARPA Lazio di Roma ha prelevato, in oltre 300 punti di prelievo:
– circa 4.400 campioni di acque superficiali e sotterranee, determinandone oltre 80.000 parametri dei
quali circa 30.000 relativi ai microinquinanti organici e inorganici;
– circa 1.400 campioni di acque reflue, determinandone circa 16.000 parametri dei quali circa 5.000
relativi ai microinquinanti organici e inorganici.
51
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
5. I PuNTI DI PRELIEVO
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
marine o lacustri.
Corsi d’acqua
01
01 A
01 B
MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
STATO ECOLOGICO
STATO CHIMICO
Fiume Tevere
01
Passo Corese (idrometro)
Montelibretti
02
Castel Giubileo (idrometro)
Roma
03
Ripetta (idrometrografo)
Roma
04
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
Roma
Fosso Corese, affluente del Tevere
05
Sezione di Fara Sabina
Montelibretti
Fiume Aniene, affluente del Tevere
06
Ponte San Francesco (servizio idrografico)
Subiaco
07
Ponte Anticoli (idrometro)
Anticoli Corrado
08
S. Giovanni (idrometro)
Tivoli
09
Lunghezza (servizio idrografico)
Roma
10
Ponte Mammolo
Roma
11
Ponte Salario (idrometro)
Roma
Fosso Malafede, affluente del Tevere
12
Via Ostiense (ponte Vitinia)
Roma
Rio Galeria, affluente del Tevere
13
Via Portuense (ponte Galeria)
Fiumicino-Roma
Fiume Sacco
14
Via Casilina km 47
Colleferro
Fosso Savo, affluente del Sacco
15
Via Casilina km 47
Colleferro
Fiume Mignone
16
A monte confluenza fiume Lenta
Tolfa
17
Rota (teleferica)
Tolfa
Fosso Vaccina
18
Attraversamento strada Ladispoli - Torre Flavia
Ladispoli
Fosso Tre Denari
19
Ponte della S.S. Aurelia
Fiumicino
Fiume Arrone
20
Osteria Nuova a sud di Anguillara, via Braccianese Km 7
Roma
21
Torre di Maccarese
Fiumicino
Fosso Grande
22
Ponte loc. L’Americano
Ardea
02
MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE
QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA
POTABILE
Fosso Treia, affluente del Tevere
01
Monte Gelato
Mazzano
Fiume Aniene, affluente del Tevere
02
Loc. Monasteri
Subiaco
Fiume Mignone
03
Lasco del Falegname
Canale Monterano
52
5. I PUNTI DI RILIEVO
03
MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE
QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA
DEI PESCI SALMONICOLI E CIPRINICOLI
Fiume Tevere
01
Limiti provinciali
Ponzano
02
A valle confluenza fiume Farfa
Nazzano
03
Passo Corese (idrometro)
Montelibretti
04
Ponte del Grillo
Monterotondo
05
Castel Giubileo (idrometro)
Roma
06
Ripetta (idrometrografo)
Roma
07
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
Roma
08
Ponte Galeria
Fiumicino-Roma
09
Capo Due Rami
Fiumicino-Roma
10
Ponte della Scafa (idrometro)
Fiumicino-Roma
11
Fiumicino (idrometro)
Fiumicino
Fosso Treia, affluente del Tevere
12
Limiti provincia di Roma
Mazzano
Fosso Farfa, affluente del Tevere
13
A monte confluenza fiume Tevere
Torrita Tiberina
Fosso Corese, affluente del Tevere
14
Sezione di Fara Sabina
Montelibretti
Fosso Fiora, affluente del Tevere
15
A monte confluenza fiume Tevere
Monterotondo
Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere
16
A monte confluenza fiume Tevere
Roma
Fosso Cremera o Valchetta, affluente del Tevere
17
A monte confluenza fiume Tevere
Roma
Fiume Aniene, affluente del Tevere
18
Comunacque
Jenne
19
Ponte San Francesco (servizio idrografico)
Subiaco
20
Ponte Anticoli (idrometro)
Anticoli Corrado
21
Castel Madama
Castel Madama
22
S. Giovanni (idrometro)
Tivoli
23
Ponte Lucano
Tivoli
24
Lunghezza (servizio idrografico)
Roma
25
Ponte Mammolo
Roma
26
Ponte Salario (idrometro)
Roma
Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene
27
A monte confluenza fiume Aniene
Jenne
Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene
28
A monte confluenza fiume Aniene
Roviano
Fosso Licenza, affluente dell’Aniene
29
A monte confluenza fiume Aniene
Mandela
Fosso Cona, affluente dell’Aniene
30
A monte confluenza fiume Aniene
Subiaco
Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene
31
A monte confluenza fiume Aniene
Vicovaro
Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene
32
A monte confluenza fiume Aniene
Roma
Fosso Passerano, affluente dell’Aniene
33
A monte confluenza fiume Aniene
Roma
Fosso Empiglione, affluente dell’Aniene
34
A monte confluenza fiume Aniene
Tivoli
Fiume Sacco
35
Via Casilina km 47
Colleferro
Fosso Savo, affluente del Sacco
36
Via Casilina km 47
Colleferro
Fiume Mignone
37
A monte confluenza fiume Lenta
Tolfa
53
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
38
Rota (teleferica)
Fosso Lenta, affluente del Mignone
39
A monte confluenza fiume Mignone
Fosso Verginese, affluente del Mignone
40
A monte confluenza fiume Mignone
Fiume Arrone
41
Osteria Nuova a sud di Anguillara via Braccianese Km 7
42
Località a monte S.S.Aurelia
43
Torre di Maccarese
04
04 A
04 B
04 C
04 D
ANNO
2007
Tolfa
Tolfa
Tolfa
Roma
Fiumicino
Fiumicino
MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA COMuNE DI SCAMBIO DI
INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI NELLA COMuNITà
EuROPEA
STATO ECOLOGICO
STATO CHIMICO
STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
STATO DI QuALITà AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI
01
Roma, all’altezza del Km 43 dalla foce (ponte Ripetta)
Roma
05
MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA VALuTAzIONE
DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI MESSI IN ATTO CON PROGRAMMI DI RISANAMENTO
DELL’ENTROTERRA
01
Fosso Infernaccio
Civitavecchia
02
Fosso Scarpatosta
Civitavecchia
03
Fosso Guardiole
S. Marinella
04
Fosso Santa Maria Morgana
S. Marinella
05
Fosso Castel Secco
S. Marinella
06
Fosso Buche
S. Marinella
07
Fosso Quartuccio
S. Marinella
08
Fosso Turbino
Cerveteri
09
Fosso Zambra
Cerveteri
10
Fosso Vaccina
Ladispoli
11
Fosso Sanguinara
Ladispoli
12
Fosso Cupino
Fiumicino
13
Fosso Cadute
Fiumicino
14
Fosso Tre Denari
Fiumicino
15
Fiume Arrone
Fiumicino
16
Canale Acque Basse e Alte
Fiumicino
17
Fiume Tevere (Fiumara Piccola)
Fiumicino
18
Fiume Tevere (Fiumara Grande)
Fiumicino e Roma
19
Fosso di Pratica
Pomezia
20
Fosso Crocetta
Pomezia
21
Fosso Orfeo
Pomezia
22
Fosso Rio Torto
Pomezia e Ardea
23
Canale Biffi
Ardea
24
Fosso Diavolo
Ardea
25
Fosso Caffarella
Ardea
26
Fosso Cavallo Morto
Anzio
06
MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE
DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
01
Fosso Torre Valdaliga Nord
Civitavecchia
01.01
Fosso Torre Valdaliga Sud
Civitavecchia
02
Fosso Prete
Civitavecchia
03
Fosso Fiumaretta
Civitavecchia
04
Fosso Malpasso
Civitavecchia
04.01
Fosso Marangone
Civitavecchia
05
Fosso Rio Fiume
S. Marinella
06
Fosso Eri
S. Marinella
54
5. I PUNTI DI RILIEVO
07
08
09
10
11
11.01
12
13
14
15
Canale Pescatori o Stagno
Fosso Focetta
Fosso Campo Ascolano
Fosso Grande
Fosso Moletta
Fosso Secco
Fosso Schiavo
Fosso Tor Caldara
Fosso Loricina
Fiume Astura
Roma
Roma
Pomezia
Ardea
Ardea
Anzio
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
07
MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE
DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
01
Fosso Mola o Robiano
Anguillara
01.01
Fosso del Diavolo
Bracciano
02
Fosso Quadri
Bracciano
02.01
Fosso Mola di Bracciano
Bracciano
03
Fosso Grotta Renana
Bracciano
04
Fosso Fiora
Bracciano
05
Fosso Vicarello
Bracciano
05.01
Fosso Morichella
Trevignano
06
Fosso Lagusiello
Trevignano
07
Fosso Casa
Trevignano
08
Fosso Acquarella
Roma
09
Fosso Conca
Roma
10
Fosso Casacci
Roma
07 1
MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE
VuLNERABILI DA NITRATI
Fiume Arrone
01
Loc. Torre Maccarese
Fiumicino
07 2
MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE
VuLNERABILI DA FITOFARMACI
Fiume Arrone
01
Loc. Torre Maccarese
Fiumicino
Laghi
08
MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO ECOLOGICO
B. STATO CHIMICO
Lago di Bracciano
01
Centro lago
Bracciano
Lago di Martignano
02
Centro lago
Anguillara S.
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Centro lago
Castel Gandolfo
Lago di Nemi
04
Centro lago
Nemi
09
MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE
DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Lago di Bracciano
01
Castel Vici
Anguillara S.
55
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
10
MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE
PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI
SALMONICOLI E CIPRINICOLI
Lago di Bracciano
01
Centro lago
Bracciano
Lago di Martignano
02
Centro lago
Anguillara S.
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Centro lago
Castel Gandolfo
Lago di Nemi
04
Centro lago
Nemi
11
CONTROLLO DEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA
BALNEAzIONE
STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO
Lago di Bracciano
01
Punta Pizzo Prato
Anguillara S.
02
350 m sx emissario Arrone
Anguillara S.
03
250 m sx chiosco piazzetta Anguillara
Anguillara S.
04
Foce fosso Mola o Robiano
Anguillara S.
05
Loc.tà Madonna delle Grazie
Anguillara S.
06
400 m sx Punta il Pizzo
Anguillara S.
07
Punta il Pizzo
Anguillara S.
08
1.300 m dx Punta il Pizzo
Anguillara S.
09
Cabina ENEL
Anguillara S.
10
Loc.tà Torraccia
Bracciano
11
Foce Fosso Lobbra
Bracciano
12
250 m sx foce fosso Diavolo
Bracciano
13
250 m dx foce fosso Diavolo
Bracciano
14
250 m sx foce fosso Quadri
Bracciano
15
250 m dx foce fosso Quadri
Bracciano
16
250 m sx foce fosso Mola
Bracciano
17
250 m dx foce fosso Mola
Bracciano
18
250 m sx foce fosso Grotta Renara
Bracciano
19
250 m dx foce fosso Grotta Renara
Bracciano
20
250 m sx foce fosso Fiora
Bracciano
21
250 m dx foce fosso Fiora
Bracciano
22
Km 18
Bracciano
23
Km 16
Bracciano
24
250 m sx foce fosso Vicarello
Bracciano
25
250 m dx foce fosso Vicarello
Bracciano
26
400 m dx confine con il comune di Bracciano
Trevignano R.
27
Bar Marcello
Trevignano R.
28
Loc.tà Canneto
Trevignano R.
29
Punta Pantanello
Trevignano R.
30
Foce fosso Pianoro
Trevignano R.
31
Foce fosso Lagusiello
Trevignano R.
32
Confine con il comune di Roma
Trevignano R.
33
250 m dx fosso Conca
Roma
34
250 m sx fosso Casacci
Roma
35
250 m dx fosso Casacci
Roma
Lago di Martignano
36
Strada comunale
Anguillara S.
Lago Albano di Castel Gandolfo
37
1.750 m dx emissario
Castel Gandolfo
38
3.000 m dx emissario
Castel Gandolfo
39
4.350 m dx emissario
Castel Gandolfo
40
Altezza ruderi
Castel Gandolfo
41
Cabina sollevamento Villa Pontificia
Castel Gandolfo
56
5. I PUNTI DI RILIEVO
Lago di Nemi
42
1.200 m dx Museo navi
43
2.000 m dx Museo navi
12
12 A
12 B
Nemi
Nemi
SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE
ALLA BALNEAzIONE
STATO ECOLOGICO
STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
Lago di Bracciano
01
Cabina ENEL
Anguillara S.
05.01
350 m sx emissario Arrone
Anguillara S.
05.02
Località Madonna Grazie
Anguillara S.
01.01
400 m sx Punta il Pizzo
Anguillara S.
01.02
Foce fosso della Lobbra
Bracciano
02
250 m dx fosso Diavolo
Bracciano
02.01
250 m dx fosso Quadri
Bracciano
02.02
250 m sx fosso Grotta Renara
Bracciano
02.03
250 m dx fosso Grotta Renara
Bracciano
02.04
250 m sx fosso Fiora
Bracciano
03
250 m dx foce fosso Fiora
Bracciano
03.01
Località Canneto
Trevignano R.
04
Punta Pantanello
Trevignano R.
05
250 m dx foce f. Casacci
Roma
Lago Albano di Castel Gandolfo
06.01
1.750 m dx emissario
Castel Gandolfo
06.02
3.000 m dx emissario
Castel Gandolfo
06.03
4350 m dx emissario
Castel Gandolfo
06
Altezza ruderi
Castel Gandolfo
Lago di Nemi
07
1.200 m dx Museo navi
Nemi
Acaque marine costiere
13
13 A
13 B
14
01
02
03
04
05
06
MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà
AMBIENTALE
STATO TROFICO
STATO CHIMICO
01
Borgo Odescalchi
Civitavecchia
02
Stab. La Perla del Tirreno
S. Marinella
03
Cerenova
Cerveteri
04
Stab. Miramare
Ladispoli
05
Stab. La Nave
Fiumicino
06
Stab. Marechiaro
Roma Ostia
07
Stab. Capri
Pomezia
08
Stab. Roma
Ardea
09
Stab. Transatlantico
Anzio
10
Centro abitato
Nettuno
CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE
ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO
Torre S. Agostino
Civitavecchia
Loc.tà La Frasca
Civitavecchia
1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni)
Civitavecchia
Stabilimento Bagni Pirgo
Civitavecchia
250 m sx foce fosso Infernaccio
Civitavecchia
250 m dx foce fosso Scarpatosta (Stab.Ideale)
Civitavecchia
57
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
250 m sx foce fosso Malpasso
Spiaggetta foce fosso Marangone
50 m dx foce fosso Cupo
250 m sx foce fosso Guardiole
250 m dx foce fosso Guardiole
Capo Linaro
Foce fosso Castrato
Via Aurelia Km 61,700
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana
250 m sx foce fosso Castel Secco
250 m dx fosso Castel Secco
Villa Maravigna
250 m dx foce fosso delle Buche
250 m sx foce fosso del Quartaccio
250 m dx foce fosso del Quartaccio
Colonia Pio X
Foce fosso Rio Fiume
Foce fosso Smerdarolo
Foce fosso Eri
250 m dx foce fosso Eri
250 m sx Poligono militare
250 m dx foce fosso Turbino
250 m sx foce fosso Zambra
250 m dx foce fosso Zambra
Rimessa barche Renzi
Rovine Torre Flavia
750 m sx foce fosso Vaccina
250 m sx foce fosso Vaccina
250 m dx foce fosso Sanguinara
400 m dx foce fosso Sanguinara
Castello Odescalchi
1250 m sx foce fosso Cupino
250 m sx foce fosso Cupino
250 m dx foce fosso Cupino
250 m sx foce fosso Cadute
250 m dx foce fosso Cadute
1200 m dx foce fosso Cadute
250 m sx foce fosso Tre Denari
250 m dx foce fosso Tre Denari
1.000 m dx foce fosso Tre Denari
250 m sx foce fiume Arrone
250 m dx foce fiume Arrone
2000 m dx foce fiume Arrone
3500 m dx foce fiume Arrone
500 m sx foce canale Acque Alte e Basse
Foce canale Acque Alte e Basse
250 m dx foce canale Acque Alte e Basse
2000 m dx foce canale Acque Alte e Basse
Radar
250 m dx foce Fiumara Piccola
1.250 m dx foce Fiumara Piccola
Stabilimento Masone
850 m sx pontile di Ostia
700 m dx pontile di Ostia
Foce canale Pescatori o Stagno
550 m dx foce canale Pescatori o Stagno
2000 m dx foce canale Pescatori o Stagno
3000 m sx foce fosso Focetta o Pantanello
250 m sx foce fosso Nocetta o Pantanello
58
ANNO
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
2007
5. I PUNTI DI RILIEVO
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
15
15 A
15 B
15 C
250 m dx foce fosso Nocetta o Pantanello
Foce fosso Tellinaro
1.600 m dx foce fosso Tellinaro
250 m sx foce fosso Campo Ascolano
Foce fosso Campo Ascolano
250 m sx foce fosso Pratica
250 m dx foce fosso Pratica
Stabilimento i Tre Delfini
250 m sx foce fosso Crocetta
250 m dx foce fosso Crocetta
250 m sx foce fosso Orfeo
250 m dx foce fosso Orfeo
250 m sx foce fosso Rio Torto
250 m dx foce fosso Rio Torto
750 m sx foce fosso Grande
250 m sx foce fosso Grande
250 m dx foce fosso Moletta
250 m sx foce canale Biffi
250 m dx foce canale Biffi
250 m sx foce fosso Diavolo
250 m dx foce fosso Diavolo
250 m sx foce fosso Caffarella
250 m dx foce fosso Caffarella
Foce fosso Secco
250 m sx foce fosso Cavallo Morto
250 m dx foce fosso Cavallo Morto
Foce fosso dello Schiavo
250 m dx foce fosso Schiavo
Stabilimento Tritone
Foce fosso Tor Caldara
Fornaci Paiella
Colonia marina
1100 m dx colonia marina
Località Grotte di Nerone
350 m sx molo esterno Anzio
50 m dx molo porto Anzio
300 m dx confine con il comune di Anzio
Castello Sangallo
300 m dx foce fosso Loricina
500 m dx foce fosso Loricina
Roma
Roma
Roma
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
Nettuno
Nettuno
SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE
DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO TROFICO
STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE
STATO DI QuALITA’ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
01
Loc.tà La Frasca
Civitavecchia
02
1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni)
Civitavecchia
02.01
Stabilimento Bagni Pirgo
Civitavecchia
03
250 m sx foce fosso Infernaccio
Civitavecchia
03.01
250 m dx foce fosso Scarpatosta
Civitavecchia
04
250 m dx foce f. Guardiole
S. Marinella
04.01
250 m sx foce f. Guardiole
S. Marinella
04.02
Capo Linaro
S. Marinella
04.03
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana
S. Marinella
05
250 m dx foce f. delle Buche
S. Marinella
05.07
250 m dx foce fosso Quartaccio
S. Marinella
05.06
Colonia Pio X
S. Marinella
05.01
foce fosso Rio Fiume
S. Marinella
59
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
05.02
05.03
05.04
05.05
06
07
07.03
07.04
07.05
07.06
08
08.09
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.07
08.08
09
09.01
09.02
09.03
09.04
10
10.01
10.02
10.03
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
15.1
foce fosso Eri
250 m dx fosso Eri
250 m sx Poligono militare
250 m dx foce fosso Turbino
250 m dx foce f. Zambra
Rovine Torre Flavia
750 sx foce fosso Vaccina
250 sx foce fosso Vaccina
250 m dx foce fossoSanguinara
400 m dx fosso Sanguinara
Castello Odescalchi
1250 m sx fosso Cupino
250 m sx fosso Cupino
250 m dx fosso Cupino
250 m sx foce fosso Cadute
250 m dx foce fosso Cadute
1200 m dx foce fosso Cadute
250 m sx foce fosso Tre Denari
250 m dx foce fosso Tre Denari
1.000 m dx foce fosso Tre Denari
250 m sx foce fiume Arrone
250 m dx foce fiume Arrone
2000 m dx foce f. Arrone
3500 m dx foce fiume Arrone
500 m sx foce canale Acque Alte e Basse
Foce canale Acque Alte e Basse
250 m dx foce canale Acque Alte e Basse
2000 m dx foce c. Acque Alte e Basse
Radar
250 m dx foce Fiumara Piccola
1.250 m dx foce Fiumara Piccola
250 m sx foce fosso Campo Ascolano
Foce fosso Campo Ascolano
250 m dx foce fosso Pratica
250 m sx foce fosso Crocetta
250 m dx foce fosso Crocetta
250 m dx fosso Orfeo
ANNO
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DEL RILEVAMENTO DELLE
CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLuSCHI
01
Loc. Torre Flavia
Ladispoli
02
Loc. Coccia di Morto
Fiumicino
03
Loc. Grotte di Nerone
Anzio
Acque sotterranee
16
16 A
16 B
MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà
AMBIENTALE
STATO CHIMICO
STATO DI QuALITà IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE
01
Sorgente Acqua Marcia
Agosta
02
Sorgente Acqua Vergine - Salone
Roma
03
Sorgente Cesa degli Angeli
Vallepietra
04
Sorgente Pantano Alta e Bassa
Vallepietra
05
Sorgente Termini
Cerveteri
06
Sorgente Mola Maggiorana
Campagnano
07
Sorgente Madonna della Quercia
Marano Equo
60
2007
5. I PUNTI DI RILIEVO
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Sorgente
Capore Bassa
Capore Alta
Gruppo Capo d’acqua
Ronci Capod’acqua
Maranera
Solara
Vollica
Fonte Petricca I° Gruppo
Carpinetto
Cerreto Gruppo
Comunacque
Orto Biondo
Montorio
Monteflavio
Marcellina
Vicovaro
Gerano
Poli
S. Vito Romano
Arsoli
Vallepietra
Jenne
Jenne
Mazzano
17
MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE
zONE VuLNERABILI DA NITRATI
01
Pozzo via della Storta
Roma
02
Pozzo via Roncigliano
Albano
03
Pozzo via di Pratica di Mare
Roma
04
Pozzo via Salaria
Roma
05
Pozzo via delle Pinne
Fiumicino
06
Pozzo Statua
Ladispoli
18
MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE
zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI
01
Pozzo via Salaria
Roma
02
Pozzo via di Pratica di Mare
Roma
03
Pozzo via delle Pinne
Fiumicino
04
Pozzo Statua
Fiumicino
61
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
6. I RISuLTATI DEI MONITORAGGI DELLE
ACQuE SuPERFICIALI E SOTTERRANEE
In allegato sono riportati, in forma tabellare, i risultati ottenuti dalle analisi eseguite sui campioni
prelevati nelle campagne di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee eseguite nell’anno 2007.
Detti risultati sono raggruppati in 19 tipologie di monitoraggio, in ognuna delle quali sono riportate le
schede relative ad ogni punto di prelievo. In ciascuna scheda è possibile aprire contemporaneamente
l’immagine fotografica e l’ubicazione cartografica.
Nelle pagine seguenti è riportata una scheda per ogni monitoraggio e una relativa tavola recante i punti
di prelievo sottoposti a monitoraggio negli ultimi tre anni.
In particolare, per ciascuna scheda, sono indicate le finalità del monitoraggio, i parametri analizzati nei
campioni prelevati, la frequenza dei campionamenti.
Nella stessa scheda sono riportate anche le modalità di classificazione delle acque e la relativa
normativa presa come riferimento.
Seguono la presentazione cromatica delle classi di qualità di riferimento e la relativa presentazione
cromatica dei risultati del monitoraggio eseguito negli anni 2004, 2005, 2006 e 2007.
Nella planimetria allegata ad ogni scheda, come sopra riportato, sono indicati i punti di prelievo
sottoposti a monitoraggio e, nei rispettivi tre riquadri, è rappresentata, mediante colorazione, la
classificazione ottenuta rispettivamente negli ultimi tre anni (2005, 2006 e 2007).
Come cartografia di base sono utilizzate alternativamente la Carta Tecnica Regionale, aggiornata
all’anno 1990, le Tavole inserite nel Piano regionale di Tutela delle Acque, le ortofoto della Regione Lazio,
anno 2000.
62
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI
QuALITà AMBIENTALE
A. STATO ECOLOGICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato ecologico dei corsi d’acqua, sia mediante la
determinazione analitica di parametri chimici e microbiologici, in particolare quelli relativi allo stato trofico,
sia mediante la definizione dell’indice biotico esteso (I.B.E.), che evidenzia gli effetti negativi indotti
dall’inquinamento sulle comunità di invertebrati di acqua dolce (macroinvertebrati) che vivono in tutti i
corsi d’acqua.
Parametri analizzati
pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Ossigeno disciolto, Conducibilità, Durezza, Azoto
totale, BOD5, Sostanze organiche (COD), Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico,
Alcalinità, Salinità, Nitriti, Cloruri, Solfati, Escherichia coli, IBE.
Frequenza dei campionamenti
Mensile, per i parametri di base, e trimestrale per l’I.B.E.
Modalità di classificazione delle acque
Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui
caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici
sottoposti a monitoraggio.
Lo stato ecologico dei corsi d’acqua, pertanto, è stato valutato secondo le modalità indicate
dall’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 che prevedono le seguenti fasi successive.
a) Determinazione dell’indice LIM, livello di inquinamento da macrodescrittori, che viene calcolato
utilizzando il 75° percentile dei valori ottenuti per i parametri Ossigeno disciolto (scostamento assoluto
rispetto al 100% di saturazione), BOD5, COD, Ammoniaca, Nitrati, Fosforo totale ed Escherichia coli
ed attribuendo per ciascun parametro i punteggi in Tabella. La somma dei punteggi di tutti i parametri
permette il calcolo del LIM, secondo gli intervalli riportati nell’ultima riga della Tabella.
Parametro
100-OD
BOD5 (O2 mg/L)
COD (O2 mg/L)
NH4 (N mg/L)
NO3 (N mg/L)
P totale (P mg/L)
Escherichia coli (ufc/100 ml)
Punteggio da attribuire per ogni parametro
(75° percentile del periodo di rilevamento)
LIM
LIVELLO 1
≤ 10
≤ 2,5
≤5
≤ 0,03
≤ 0,30
≤ 0,07
≤ 100
LIVELLO 2
≤ 20
≤4
≤ 10
≤ 0,1
≤ 1,5
≤ 0,15
≤ 1000
LIVELLO 3
≤ 30
≤8
≤ 15
≤ 0,5
≤5
≤ 0,3
≤ 5.000
LIVELLO 4
≤ 50
≤ 15
≤ 25
≤ 1,5
≤ 10
≤ 0,6
≤ 20.000
LIVELLO 5
> 50
> 15
> 25
> 1,5
> 10
> 0,6
> 20.000
80
480-560
40
240-475
20
120-235
10
60-115
5
< 60
b) Determinazione dell’indice biotico esteso (I.B.E). Si considera il valore medio ottenuto nel periodo di
rilevamento e si assegna la classe corrispondente secondo la seguente Tabella.
I.B.E
CLASSE 1
≥ 10
CLASSE 2
8-9
CLASSE 3
6-7
CLASSE 4
4-5
CLASSE 5
1,2,3
c) Lo stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) corrisponde al valore peggiore tra LIM e I.B.E.
Presentazione cromatica dello stato ecologico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
63
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ele
buo
suf
sca
pes
ANNO
2007
elevato
buono
sufficiente
scadente
pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Fiume Tevere
01
Montelibretti
Passo Corese (idrometro)
02
Roma
Castel Giubileo (idrometro)
03
Roma
Ripetta (idrometrografico)
04
Roma
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
Fosso Corese, affluente del Tevere
05
Montelibretti
Sezione di Fara Sabina
Fiume Aniene, affluente del Tevere
06
Subiaco
Ponte S. Francesco (servizio idrografico)
07
Anticoli C.
Ponte Anticoli (idrometro)
08
Tivoli
S. Giovanni (idrometro)
09
Roma
Lunghezza (servizio idrografico)
10
Roma
Ponte Mammolo
11
Roma
Ponte Salario (idrometro)
Fosso Malafede, affluente del Tevere
12
Roma
Via Ostiense (ponte Vitinia)
Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere
13
Roma
Via Portuense (ponte Galeria)
Fiume Sacco
14
Colleferro
Via Casilina km 47
Fosso Savo, affluente del Sacco
15
Colleferro
Via Casilina km 47
Fiume Mignone
16
Tolfa
A monte confluenza fiume Lenta
17
Tolfa
Rota (teleferica)
Fosso Vaccina
18
Ladispoli
Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia
Fosso Tre Denari
19
Fiumicino
Ponte della S.S. Aurelia
Fiume Arrone
20
Roma
Osteria Nuova a sud di Anguillara
21
Fiumicino
Torre di Maccarese
Fosso Grande
22
Ardea
Ponte loc. L’Americano
(*) Lo stato ecologico è stato determinato solo sulla base dei macrodescittori
64
2004
2005
2006
2007
sca
sca
suf
sca
suf
sca
suf
sca
sca
sca
suf
sca
suf
suf
suf
sca
suf
suf
suf
suf
buo
buo
buo(*)
sca
sca
sca(*)
buo
buo
buo(*)
sca
sca
sca(*)
buo
buo
buo(*)
sca
sca
suf(*)
buo
buo
buo(*)
suf
sca
suf(*)
sca
sca
pes
pes
pes
pes
pes
pes
sca
sca
sca
sca
pes
pes
pes
pes
suf
buo
suf
buo
suf
buo
suf
buo
pes
pes
sca
sca
suf
suf
suf
sca
pes
suf
sca
suf
suf
suf
suf
suf
pes
pes
sca
sca
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI
DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO ECOLOGICO
16
01
17
05
20
07
02
08
18
11
19
03
10
21
13
06
09
04
12
14
22
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
55
Aree ad elevata antropizzazione
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Sufficiente
Scadente
Pessimo
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità)
Classe 1: Elevato
Classe 2: Buono
Classe 3: Sufficiente
Classe 4: Scadente
Classe 5: Pessimo
65
15
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI
QuALITà AMBIENTALE
B. STATO CHIMICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche,
persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi.
Parametri analizzati
Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Aldrin, DDT e isomeri, Dieldrin, Esacloro
benzene, Endosulfan, Esacloro butadiene, Isodrin, 1,2 dicloroetano, Tricloroetilene, Cloroformio,
Tetracloruro di carbonio, Percloro etilene, Endrin, Esaclorocicloesano, Triclorobenzene, IPA, Benzene,
Diclorometano, Diuron, Isoproturon, Atrazina, Simazina, Clorfenvinfos, Clorpyrifos, Alacron P, Trifluralin,
Pentaclorofenolo.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
Per lo stato chimico dei corsi d’acqua si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella
1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non
sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al
Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze
pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto.
Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze
pericolose nelle acque superficiali.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
concentrazioni (mg/L)
10
0,1
0,1
1
1
0,1
0,1
50
0,1
20
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
1
20
0,4
10
1
1,2 Dicloroetano
Aldrin
Atrazina (PP)
Benzene P (***)
Cadmio e suoi composti
Clorfenvinfos P
Clorpyrifos (PP)
Cromo totale
DDT
Diclorometano P
Dieldrin
Diuron (PP)
Endosulfan
Endrin
Esaclorobenzene
Esaclorobutadiene
Esaclorocicloesano
Isodrin
Isoproturon (PP)
Mercurio e suoi composti
Nichel e suoi composti
Pentaclorofenolo (PP) (*)
Piombo e suoi composti
Prodotti fitosanitari e biocidi (totali)
66
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Simazina (PP)
Tetracloroetilene (percloroetilene)
Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano)
Triclorobenzeni
Tricloroetilene
Triclorometano (cloroformio)
Trifluralin (PP)
0,1
10
12
0,4
10
12
0,1
Presentazione cromatica dello stato chimico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di
qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06:
buo
s/p
buono
scadente/pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Fiume Tevere
01
Montelibretti
Passo Corese (idrometro)
02
Roma
Castel Giubileo (idrometro)
03
Roma
Ripetta (idrometrografico)
04
Roma
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
Fosso Corese, affluente del Tevere
05
Montelibretti
Sezione di Fara Sabina
Fiume Aniene, affluente del Tevere
06
Subiaco
Ponte S. Francesco (servizio idrografico)
07
Anticoli C.
Ponte Anticoli (idrometro)
08
Tivoli
S. Giovanni (idrometro)
09
Roma
Lunghezza (servizio idrografico)
10
Roma
Ponte Mammolo
11
Roma
Ponte Salario (idrometro)
Fosso Malafede, affluente del Tevere
12
Roma
Via Ostiense (ponte Vitinia)
Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere
13
Roma
Via Portuense (ponte Galeria)
Fiume Sacco
14
Colleferro
Via Casilina km 47
Fosso Savo, affluente del Sacco
15
Colleferro
Via Casilina km 47
Fiume Mignone
16
Tolfa
A monte confluenza fiume Lenta
17
Tolfa
Rota (teleferica)
Fosso Vaccina
18
Ladispoli
Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia
Fosso Tre Denari
19
Fiumicino
Ponte della S.S. Aurelia
Fiume Arrone
20
Roma
Osteria Nuova a sud di Anguillara
21
Fiumicino
Torre di Maccarese
Fosso Grande
22
Ardea
Ponte loc. L’Americano
67
2004
2005
2006
2007
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
s/p
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
01. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI
DI QuALITà AMBIENTALE
B. CHIMICO
16
05
01
17
20
07
02
08
18
11
19
03
06
09
10
21
13
04
12
05
04
22
16
01
17
05
20
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
02
Limiti comunali
Aree ad elevata antropizzazione
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
0
18
11
19
Elaborazione risultati
03
10
21
Presentazione cromatica dei risultati
13
Buono
Scadente
04
12
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità)
Classe 1: Elevato
Classe 2: Buono
Classe 3: Sufficiente
Classe 4: Scadente
Classe 5: Pessimo
22
68
09
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
02. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE
CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI
DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato a verificare la qualità delle acque dolci superficiali utilizzate o destinate ad
essere utilizzate per la produzione di acqua potabile dopo trattamenti appropriati.
Parametri analizzati
pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Conducibilità, Nitrati, Fluoruri, Solfati, Cloruri,
Tensioattivi, Fosfati, Fenoli, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Azoto totale (azoto
Kjeldhal tranne NO2 e NO3), Ammoniaca, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame,
Arsenico, Ferro, Zinco, Berillio, Cobalto, Vanadio, Manganese, Boro, Selenio, Bario, Antiparassitari totali,
Cianuro, Idrocarburi disciolti/emulsionati, Idrocarburi policiclici aromatici, Coliformi totali, Coliformi fecali,
Streptococchi fecali, Salmonella.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile è stata
ottenuta secondo le modalità riportate nella Sezione A dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06.
Per la classificazione delle acque in una delle categorie A1, A2, A3, di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato
2, parte terza, del D. Lgs. 152/06, i valori specificati per ciascuna categoria devono essere conformi nel
95% dei campioni ai valori limite specificati nelle colonne I (Valore Imperativo) e nel 90% ai valori limite
specificati nelle colonne G (Valore Guida), quando non sia indicato il corrispondente valore nella colonna
I. Per il rimanente 5% o 10% dei campioni che, secondo i casi, non sono conformi, i parametri non devono
discostarsi in misura superiore al 50% dal valore dei parametri in questione. Sono esclusi la temperatura,
il pH, l’Ossigeno disciolto ed i parametri microbiologici.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
pH
Totale materie in sospensione
Temperatura
Nitrati
Fluoruri
Ferro disciolto
Manganese
Rame
Zinco
Boro
Arsenico
Cadmio
Cromo totale
Piombo
Selenio
Mercurio
Bario
Cianuro
Solfati
Cloruri
Tensioattivi
Fosfati
Fenoli (indice)
A1
G
6,5-8,5
mg/L MES
25
°C
22
mg/L NO3
25
mg/L F
0,7/1
mg/L Fe
0,1
mg/L Mn
0,05
mg/L Cu
0,02
mg/L Zn
0,5
mg/L B
1
mg/L As
0,01
mg/L Cd
0,001
mg/L Cr
mg/L Pb
mg/L Se
mg/L Hg
0,0005
mg/L Ba
mg/L Cn
mg/L SO4
150
mg/L Cl
200
mg/L (solfato di laurile)
0,2
mg/L P2O5
0,4
mg/L C6H5OH
-
69
A1
I
25
50
1,5
0,3
0,05
2
0,05
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
0,1
0,05
250
0,001
A2
G
5,5-9
22
0,7/1,7
1
0,1
0,05
1
1
0,001
0,0005
150
200
0,2
0,7
0,001
A2
I
25
50
2
5
0,05
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
1
0,05
250
0,005
A3
G
5,5-9
22
0,7/1,7
1
1
1
1
1
0,05
0,001
0,0005
150
200
0,5
0,7
0,01
A3
I
25
50
5
0,1
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
1
0,05
250
0,1
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Idrocarburi disciolti o emulsionati
I.P.A.
Antiparassitari-totale
COD
Ossigeno disciolto (%/ sat.)
BOD5
Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3)
Ammoniaca
Coliformi totali
Coliformi fecali
Streptococchi fecali
Salmonella
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L O2
% O2
mg/L O2
mg/L N
mg/L NH4
/100 mL
/100 mL
/100 mL
-
ANNO
0,05
0,2
0,0002
0,0002
0,001
0,0025
> 70
> 50
<3
<5
1
2
0,05
1
1,5
50
5000
20
2000
20
1000
0/5000mL
0/1000mL
-
0,5
.
30
> 30
<7
3
2
50000
20000
10000
-
2007
1
0,001
0,005
4
-
Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A, Allegato 5, parte terza, D. Lgs. 152/06.
Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In
particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente
da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti
riportati nella seguente scheda.
A1
A2
A3
+ A3
categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque
categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione
delle acque
categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione
e disinfezione delle acque
valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua
potabile, neppure con trattamenti)
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Fosso Treia, affluente del Tevere
01
Mazzano
Monte Gelato (*)
Fiume Aniene, affluente del Tevere
02
Subiaco
Loc. Monasteri (*)
Fiume Mignone
03
Canale M.
Lasco del Falegname (**)
2004
2005
2006
2007
+ A3
+ A3
+ A3
+ A3
A3
A3
A2
A3
+ A3
+ A3
A3
+ A3
(*) acque dolci superficiali destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile
(**) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile
70
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
02. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO
DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI
DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
01
03
02 01
03
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
2005
2006 2007
codice punto
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Cat A 1
Cat A 2
Cat A 3
Cat > A 3
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici)
Aniene (Tevere)
Arrone sud
Arrone sud - Collettore
Astura
Bacino endoreico
Badino
Incastro
Loricina
Mignone
Mignone -Arrone sud
Moscarello
Sacco (Liri - Garigliano)
Salto - Turano
Tevere - Basso corso
Tevere - Foce
Tevere - Incastro
Tevere - Medio corso
Treia
71
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
03. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE
CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE
DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E
CIPRINICOLI
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato a verificare lo stato di qualità delle acque dolci superficiali designate che
richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci.
Parametri analizzati
Temperatura, Ossigeno disciolto, pH, Totale materie in sospensione, Sostanze organiche (COD),
BOD5, Fosforo totale, Nitriti, Nitrati, Composti fenolici, Idrocarburi di origine petrolifera, Ammoniaca non
ionizzata, Ammoniaca totale, Cloro residuo totale, Tensioattivi anionici, Cloruri, Durezza, Zinco totale,
Rame, Arsenico, Cadmio totale, Cromo, Mercurio totale, Nichel, Piombo, I.B.E.
Frequenza dei campionamenti
Mensile e semestrale solo per l’IBE.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione dei corsi d’acqua ai fini della loro idoneità alla vita dei pesci è stata ottenuta secondo
le modalità previste dalla Sezione B dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06.
Le acque sono state considerate idonee alla vita dei pesci quando i campioni hanno presentato valori
dei parametri di qualità conformi ai limiti imperativi riportati nella Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza,
del D. Lgs 152/99 per quanto riguarda:
a) il 95% dei campioni prelevati per i parametri pH, BOD5, Ammoniaca totale, Ammoniaca indissociata,
Nitriti, Cloro residuo totale, Zinco totale, Rame e Temperatura;
b il 50% dei campioni prelevati per il parametro Ossigeno disciolto;
c) la concentrazione media fissata per il parametro Materie in sospensione.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
Ossigeno
Materiali in sospensione
BOD5
Nitriti
Ammoniaca non ionizzata
Ammoniaca totale
Cloro residuo totale
Zinco totale
Rame
Arsenico
Cadmio totale
Cromo
Mercurio totale
Nichel
Piombo
mg/L O2
mg/L
mg/L O2
mg/L NO2
mg/L NH3
mg/L NH4
mg/L come HOCl
mg/L Zn
mg/L Cu
mg/L As
mg/L Cd
mg/L Cr
mg/L Hg
mg/L Ni
mg/L Pb
Acque per
salmonidi
≥ 9 (50%)
60
5
0,88
0,025
1
0,004
300
40
50
2,5
20
0,5
75
10
Acque per
ciprinidi
≥ 7 (50%)
80
9
1,77
0,025
1
0,004
400
40
50
2,5
100
0,5
75
50
Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/B, Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06
Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più
sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita
dei pesci salmonicoli e ciprinicoli.
72
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
salm
cipr
non id
acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti
acque non idonee alla vita dei pesci
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Fiume Tevere
01
Ponzano
Limiti provinciali
02
Nazzano
A valle confluenza fiume Farfa
03
Montelibretti
Passo Corese (idrometro)
04
Monterotondo
Ponte del Grillo
05
Roma
Castel Giubileo (idrometro)
06
Roma
Ripetta (idrometrografo)
07
Roma
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
08
Fiumicino RM
Ponte Galeria
09
Fiumicino RM
Capo Due Rami
10
Fiumicino RM
Ponte della Scafa (idrometro)
11
Fiumicino
Fiumicino (idrometro)
Fosso Treia, affluente del Tevere
12
Mazzano
Limiti provincia di Roma
Fosso Farfa, affluente del Tevere
13
Torrita T.
A monte confluenza fiume Tevere
Fosso Corese, affluente del Tevere
14
Montelibretti
Sezione di Fara Sabina
Fosso Fiora, affluente del Tevere
15
Monterotondo
A monte confluenza fiume Tevere
Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere
16
Roma
A monte confluenza fiumeTevere
Fosso Cremera o Valchetta, affluente del Tevere
17
Roma
A monte confluenza fiume Tevere
Fiume Aniene, affluente del Tevere
18
Jenne
Comunacque
19
Subiaco
Ponte S. Francesco (servizio idrografico)
20
Anticoli C.
Ponte Anticoli (idrometro)
21
Castel M.
Castel Madama
22
Tivoli
S. Giovanni (idrometro)
23
Tivoli
Ponte Lucano
24
Roma
Lunghezza (servizio idrografico)
25
Roma
Ponte Mammolo
26
Roma
Ponte Salario (idrometro)
Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene
27
Ienne
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene
28
Roviano
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Licenza, affluente dell’Aniene
29
Mandela
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Cona, affluente dell’Aniene
30
Subiaco
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene
31
Vicovaro
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene
32
Roma
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Passerano, affluente dell’Aniene
33
Roma
A monte confluenza fiume Aniene
Fosso Empiglione, affluente dell’Aniene
34
Tivoli
A monte confluenza fiume Aniene
73
2004
2005
2006
2007
cipr
cipr
cipr
cipr
cipr
non id
non id
non id
non id
non id
non id
cipr
cipr
non id
cipr
cipr
non id
non id
non id
non id
non id
non id
cipr
—salm
cipr
————non id
——-
salm
—cipr
cipr
————non id
——-
cipr
cipr
cipr
cipr
salm
salm
—-
—-
non id
non id
non id
non id
non id
non id
—-
—-
non id
non id
non id
non id
non id
non id
—-
—-
salm
salm
salm
cipr
cipr
cipr
non id
non id
non id
salm
salm
salm
cipr
cipr
cipr
non id
non id
non id
salm
salm
salm
non id
—salm
———-
salm
salm
cipr
salm
—cipr
———-
salm
salm
salm
salm
salm
salm
salm
salm
salm
cipr
salm
cipr
cipr
salm
salm
cipr
non id
salm
salm
salm
cipr
cipr
non id
salm
non id
cipr
cipr
cipr
non id
non id
—-
—-
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Fiume Sacco
35
Colleferro
Via Casilina km 47
Fosso Savo, affluente del Sacco
36
Colleferro
Via Casilina km 47
Fiume Mignone
37
Tolfa
A monte confluenza fiume Lenta
38
Tolfa
Rota (teleferica)
Fosso Lenta, affluente del Mignone
39
Tolfa
A monte confluenza fiume Mignone
Fosso Verginese, affluente del Mignone
40
Tolfa
A monte confluenza fiume Mignone
Fiume Arrone
41
Roma
Osteria Nuova a sud di Anguillara
42
Fiumicino
Località a monte S.S.Aurelia
43
Fiumicino
Torre Maccarese
74
ANNO
2007
non id
non id
—-
—-
non id
non id
—-
—-
cipr
cipr
non id
non id
cipr
cipr
non id
cipr
cipr
non id
non id
non id
cipr
salm
cipr
non id
non id
non id
—-
non id
non id
non id
—cipr
—-
—non id
—-
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
03. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DEL RILEVAMENTO
DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE
DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI
SALMONICOLI E CIPRINICOLI
01
12
39
40
13
02
38
37
14
03
04
15
41
29
16
21
05
17
06 39
42
43
25
40
09
11
08
12
34
23
26
19
33
18
14
03
27
07
04
10
41
15
35
36
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
2005 2006 2007
codice punto
13
02
30
32
38 24
37
28
31
22
01
20
05
17
23
26
42
Punti di prelievo
06
25
43
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
09
Idoneo per salmonicoli
Idoneo per ciprinicoli
Non idoneo
Non monitorato
11
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici)
Aniene (Tevere)
Arrone sud
Arrone sud - Collettore
Astura
Bacino endoreico
Radino
Incastro
Loricina
Mignone
Mignone -Arrone sud
Moscarello
Sacco (Liri - Garigliano)
Salto - Turano
Tevere - Basso corso
Tevere - Foce
Tevere - Incastro
Tevere - Medio corso
Treja
75
08
10
07
24
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
A. STATO ECOLOGICO
Finalità
Il monitoraggio del Tevere, nel centro di Roma, è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei
corsi d’acqua, mediante la determinazione analitica di parametri chimici e fisici relativi al bilancio
dell’Ossigeno e allo stato trofico.
Parametri analizzati
pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Ossigeno disciolto, Conducibilità, Durezza, Azoto
totale, BOD5, Sostanze organiche (COD), Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico,
Cloruri, Solfati, Escherichia coli.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
Sono riportate nel monitoraggio 01 A.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono riportati nel monitoraggio 01 A.
Presentazione cromatica dello stato ecologico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
ele
buo
suf
sca
pes
elevato
buono
sufficiente
scadente
pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
03
Roma
Ripetta (idrometrografico) (*)
(*) Il SECA è stato calcolato solo sulla base dei macrodescrittori
76
2004
suf (*)
2005
suf (*)
2006
suf (*)
2007
suf (*)
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
A. STATO ECOLOGICO
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Sufficiente
Scadente
Pessimo
77
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
B. STATO CHIMICO
Finalità
Il monitoraggio del fiume Tevere, nel centro di Roma, è finalizzato alla individuazione della sostanze
pericolose o gruppi di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di
sostanze che danno adito a effetti analoghi.
Parametri analizzati
Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Aldrin, DDT e isomeri, Dieldrin, Esacloro
benzene, Endosulfan, Eptacloro, Eptacloroepossido, Esacloro butadiene, Isodrin, 1,2 dicloroetano,
Tricloroetilene, Cloroformio, Tetracloruro di carbonio, Percloro etilene, Endrin, Esaclorocicloesano,
Triclorobenzene.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
Sono riportate nel monitoraggio 01 B.
Modalità di classificazione delle acque
Sono riportate nel monitoraggio 01 B.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono riportati nel monitoraggio 01 B.
Presentazione cromatica dello stato chimico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di
qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06:
buo
s/p
buono
scadente/pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
03
Roma
Ripetta (idrometrografico)
78
2004
buo
2005
buo
2006
buo
2007
buo
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
B. STATO CHIMICO
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Buono
Scadente / Pessimo
79
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
C. STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Finalità
È necessario premettere che le acque del Tevere, nel centro di Roma, non sono state individuate per
essere utilizzate per la produzione di acqua potabile. La presente classificazione è solo finalizzata a
quantificare lo stato di inquinamento riferito alla normativa relativa delle acque dolci superficiali destinate
alla produzione di acqua potabile.
Parametri analizzati
Temperatura, pH, Totale materie in sospensione, Conducibilità, Nitrati, Solfati, Cloruri, Tensioattivi
anionici, Fosfati, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Ammoniaca, Cadmio, Cromo
totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali,
Salmonella.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
Sono riportate nel monitoraggio 02.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
A1
A1
A2
A2
G
I
G
I
pH
6,5-8,5
5,5-9
Totale materie in sospensione
mg/L MES
25
Temperatura
°C
22
25
22
25
Nitrati
mg/L NO3
25
50
50
Rame
mg/L Cu
0,02
0,05
0,05
Zinco
mg/L Zn
0,5
2
1
5
Cadmio
mg/L Cd
0,001
0,005
0,001
0,005
Cromo totale
mg/L Cr
0,05
0,05
Piombo
mg/L Pb
0,05
0,05
Mercurio
mg/L Hg
0,0005
0,001
0,0005
0,001
Cloruri
mg/L Cl
200
200
Tensioattivi
mg/L (solfato di laurile)
0,2
0,2
Fosfati
mg/L P2O5
0,4
0,7
I.P.A.
mg/L
0,0002
0,0002
Antiparassitari-totale
mg/L
0,001
0,0025
COD
mg/L O2
Ossigeno disciolto (%/ sat.)
% O2
> 70
> 50
BOD5
mg/L O2
<3
<5
Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3)
mg/L N
1
2
Ammoniaca
mg/L NH4
0,05
1
1,5
Coliformi totali
/100 mL
50
5000
Coliformi fecali
/100 mL
20
2000
Streptococchi fecali
/100 mL
20
1000
Salmonella
0/5000mL
0/1000mL
-
A3
G
5,5-9
22
1
1
0,001
0,0005
200
0,5
0,7
30
> 30
<7
3
2
50000
20000
10000
-
Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06
80
A3
I
25
50
5
0,005
0,05
0,05
0,001
0,001
0,005
4
-
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In
particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente
da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti
riportati nella seguente scheda.
A1
A2
categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque
categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione
delle acque
categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione
e disinfezione delle acque
valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua
potabile, neppure con trattamenti)
A3
+ A3
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
Roma
Roma, Km 43 dalla foce
81
2004
+ A3
2005
+ A3
2006
+ A3
2007
+ A3
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DELLA PRODUZIONE DI ACQUA POTABILE
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Cat A 1
Cat A 2
Cat A 3
Cat > A 3
82
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
D. STATO DI QuALITà AI FINI DELLA VITA DEI PESCI
Finalità
È necessario premettere che le acque del Tevere, nel centro di Roma, non sono state designate come
acque che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci. La presente
classificazione è solo finalizzata a quantificare lo stato di inquinamento delle acque riferito alla normativa
relativa alla classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli.
Parametri analizzati
pH, Totale materie in sospensione, Ammoniaca, Ossigeno disciolto, BOD5, Fosforo totale, Tensioattivi
anionici, Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
Sono riportate nel monitoraggio 03.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono riportati nel monitoraggio 03.
Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più
sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita
dei pesci salmonicoli e ciprinicoli.
salm
cipr
non id
acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti
acque non idonee alla vita dei pesci
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
06
Roma
Ripetta (idrometrografo)
83
2004
non id
2005
non id
2006
non id
2007
non id
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
04. MONITORAGGIO DEL FIuME TEVERE IN FuNzIONE DELLA PROCEDuRA
COMuNE DI SCAMBIO DI INFORMAzIONI SuLLA QuALITà DELLE ACQuE DOLCI
SuPERFICIALI NELLA COMuNITà EuROPEA
D. STATO DI QUALITÀ AI FINI DELLA VITA DEI PESCI
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Idoneo per salmonicoli
Idoneo per ciprinicoli
Non idoneo
84
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
05. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN FuNzIONE
DELLA VALuTAzIONE DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI MESSI IN ATTO CON
PROGRAMMI DI RISANAMENTO DELL’ENTROTERRA
Finalità
Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle
acque all’altezza delle foci al fine della individuazione delle cause di inquinamento che possono
compromettere la balneazione nella aree marine antistanti e circostanti. I citati corsi d’acqua sono stati
individuati dalla Regione Lazio in funzione della valutazione degli interventi messi in atto con programmi di
risanamento dell’entroterra.
Parametri analizzati
Coliformi fecali, Streptococchi fecali, pH, Ossigeno disciolto, Sostanze tensioattive, Fenoli, BOD5.
Frequenza dei campionamenti
Almeno bimensile nel periodo aprile-settembre.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a mare, in funzione della valutazione degli effetti degli
interventi messi in atto con programmi di risanamento dell’entroterra, è stata ottenuta applicando i criteri
per la definizione del livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della
Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo
valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono riportati nella citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22.
Coliformi fecali/100 ml
Streptococchi fecali/100 ml
pH
O2 (%saturazione)
Sostanze tensioattive (mg/L)
Fenoli (mg/L)
BOD5 (mg/L)
Inquinamento basso
< 1000
< 1000
6,5 - 8,5
> 70%
< 0,25
< 0,05
<3
Inquin. medio
1000 - 12000
1000 - 2000
5,5 - 9,5
50% - 70%
0,25 - 0,5
0,05 - 0,5
3 - 20
Inquinamento alto
> 12000
> 2000
< 5,5 - > 9,5
< 50%
> 0,5
> 0,5
> 20
Presentazione cromatica del livello di inquinamento
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie
corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto).
bas
med
alto
livello inquinamento basso
livello inquinamento medio
livello inquinamento alto
85
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione dei risultati del monitoraggio
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino-RM
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia Ardea
Ardea
Ardea
Ardea
Anzio
Fosso Infernaccio
Fosso Scarpatosta
Fosso Guardiole
Fosso Santa Maria Morgana
Fosso Castel Secco
Fosso Buche
Fosso Quartaccio
Fosso Turbino
Fosso Zambra
Fosso Vaccina
Fosso Sanguinara
Fosso Cupino
Fosso Cadute
Fosso Tre Denari
Fiume Arrone
Canale Acque Basse e Alte
Fiume Tevere (Fiumara Piccola)
Fiume Tevere (Fiumara Grande)
Fosso di Pratica
Fosso Crocetta
Fosso Orfeo
Rio Torto
Canale Biffi
Fosso Diavolo
Fosso Caffarella
Fosso Cavallo Morto
86
2004
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
2005
alto
alto
alto
alto
alto
med
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
med
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
2006
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
med
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
2007
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
med
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
05. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE
IN FuNzIONE DELLA VALuTAzIONE DEGLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI
MESSI IN ATTO CON PROGRAMMI DI RISANAMENTO DELL’ENTROTERRA
01
02
03
05
04
07
06
08
09
11
10
13
12
14
15
16
17
01
02
03
18
05
04
07
06
19
20
08
21
09
22
11
10
23
24
25
13
12
26
14
15
16
17
18
19
21
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
20
22
23
Elaborazione risultati
25
Basso
Medio
Alto
Non monitorato
87
24
26
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
06. MONITORAGGIO DELLE ACQuE DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE IN
FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE
DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
Finalità
Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle
acque all’altezza delle foci al fine della individuazione delle cause di inquinamento che possono
compromettere la balneazione nella aree marine antistanti e circostanti.
Parametri analizzati
Coliformi fecali e Streptococchi fecali.
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di luglio e di agosto.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a mare, in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione, è stata ottenuta applicando i criteri per la definizione del
livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio
1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo valore superiore ai limiti
indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22.
Coliformi fecali
Streptococchi fecali
Inquinamento basso
< 1000
< 1000
Inquin. medio
1000 - 12000
1000 - 2000
Inquinamento alto
> 12000
> 2000
Presentazione cromatica del livello di inquinamento
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie
corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto).
bas
med
alto
livello inquinamento basso
livello inquinamento medio
livello inquinamento alto
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
01.01
02
03
04
04.01
05
06
07
08
09
10
11
11.01
12
13
14
15
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
Roma
Roma
Pomezia
Ardea
Ardea
Anzio
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
Fosso Torre Valdaliga Nord
Fosso Torre Valdaliga Sud
Fosso Prete
Fosso Fiumaretta
Fosso Malpasso
Fosso Marangone
Fosso Eri
Fosso Rio Fiume
Canale Pescatori o Stagno
Fosso Focetta
Fosso Campo Ascolano
Fosso Grande
Fosso Moletta
Fosso Secco
Fosso Schiavo
Fosso Tor Caldara
Fosso Loricina
Fiume Astura
88
2004
bas
—alto
alto
med
——alto
bas
alto
alto
alto
alto
—alto
bas
alto
med
2005
alto
med
alto
alto
alto
med
—med
alto
bas
alto
alto
alto
alto
alto
bas
alto
med
2006
alto
—med
alto
alto
med
alto
med
alto
alto
alto
alto
alto
—alto
med
alto
alto
2007
med
—alto
alto
alto
——med
bas
alto
med
alto
med
—alto
bas
alto
alto
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
06. MONITORAGGIO DELLE ACQuE DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A MARE
IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
01
01.01
1
03
02
04
04.01
05
06
01
01.01
03
02
04
04.01
05
07
06
08
09
10
11
11.01
12
13
14
78
15
07
08
09
10
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
2005 2006 2007
codice punto
11
Basso
Medio
Alto
Non monitorato
89
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
07. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO IN FuNzIONE
DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI DELLE ACQuE DESTINATE
ALLA BALNEAzIONE
Finalità
Il monitoraggio dei corsi d’acqua sotto elencati è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle
acque all’altezza delle foci che si immettono nel lago di Bracciano al fine della individuazione delle cause
di inquinamento che possono compromettere la balneazione nelle aree lacustri antistanti e circostanti.
Parametri analizzati
Coliformi fecali e Streptococchi fecali.
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di luglio e di agosto.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle foci dei corsi d’acqua a lago, in funzione della individuazione delle cause
inquinanti delle acque destinate alla balneazione, è stata ottenuta applicando i criteri per la definizione del
livello di inquinamento dei corsi d’acqua riportati nella circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio
1983, n. 22, relativa all’attuazione del DPR 8 giugno 1982 n. 470. Anche un solo valore superiore ai limiti
indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata circolare del Ministero della Sanità del 21 febbraio 1983, n. 22.
Coliformi fecali in 100 ml
Streptococchi fecali in 100 ml
Inquinamento basso
< 1000
< 1000
Inquin. medio
1000 - 12000
1000 - 2000
Inquinamento alto
> 12000
> 2000
Presentazione cromatica del livello di inquinamento
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie
corrispondenti a una qualità crescente del livello di inquinamento (basso, medio e alto).
bas
med
alto
livello inquinamento basso
livello inquinamento medio
livello inquinamento alto
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
01.01
02
02.01
03
04
05
05.01
06
07
08
09
10
Anguillara
Bracciano
Bracciano
Bracciano
Bracciano
Bracciano
Bracciano
Bracciano
Trevignano
Trevignano
Roma
Roma
Roma
Fosso Mola o Robiano
Fosso del Diavolo
Fosso Quadri
Fosso Mola di Bracciano
Fosso Grotta Renara
Fosso Fiora
Fosso Vicarello
Fosso Morichella
Fosso Lagusiello
Fosso Casa
Fosso Acquarella
Fosso Conca
Fosso Casacci
90
2004
alto
—alto
—alto
alto
alto
—alto
alto
alto
alto
alto
2005
bas
bas
med
alto
bas
bas
alto
—alto
—alto
alto
alto
2006
bas
bas
med
alto
bas
bas
alto
alto
alto
—alto
alto
alto
2007
——alto
alto
alto
med
alto
—med
—bas
alto
alto
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
07. MONITORAGGIO DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA A LAGO
IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE CAuSE INQuINANTI
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
05
05.01
06
07
08
04
09
03
10
02.01
02
04
01.01
1
03
01
02.01
02
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
2005 2006 2007
codice punto
01.01
Basso
Medio
Alto
Non monitorato
91
05
05.01
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
07.1. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN
INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI
ANNO
FuNzIONE
2007
DELLA
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua ai fini della
individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati di
origine agricola in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi.
Parametri analizzati
Nitrati, Nitriti, Ammoniaca, Ortofosfato, Calcio, Cloruri, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi
fecali, Escherichia coli.
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque superficiali in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
nitrati di origine agricola è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte A,
parte terza, del D. Lgs. 152/06. In particolare, le concentrazioni dello ione nitrato sono state considerate
basse, se inferiori a 25 mg/L, alte, se comprese tra 25 e 50, e rappresentative di zone vulnerabili, se
superiori a 50 mg/L in concomitanza con valori nulli dei parametri microbiologici (Coliformi fecali, Coliformi
totali, Streptococchi fecali ed Escherichia coli).
Presentazione cromatica delle categorie di vulnerabilità da nitrati
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie di
qualità decrescente.
1
2
3
Categoria 1 con concentrazione nitrati < 25 mg/L
Categoria 2 con concentrazione nitrati compresa tra 25 e 50 mg/L
Categoria 3 con concentrazione nitrati > 50 mg/L
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
Fiumicino
Fiume Arrone, loc. Torre Maccarese
92
2004
—-
2005
1
2006
2
2007
2
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
7.1. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE
DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI
05
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
05
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Cat 1
Cat 2
Cat 3
Non monitorato
Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
93
2007
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
07.2. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE
INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI
DELLA
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità dei corsi d’acqua, ai fini della
individuazione delle zone di territorio in cui l’utilizzo di prodotti fitosanitari autorizzati pone in condizioni di
rischio le risorse idriche e gli altri comparti ambientali rilevanti.
Parametri analizzati
Atrazina, Alaclor, Carbaryl, Diclorvos, Dieldrin, Dicloran, DDT e isomeri, Eptacloro epossido,
Fenamifos, Metolaclor, Metalaxyl, Oxadixyl, Procimidone, Pendimentalin, Simazina, Terbutilazina,
Trifluralin, Vinclozolin, 2,4 D, Dicamba, Mcpa, Mecoprop, Aldicarb e suoi metaboliti, Alfa endosulfan,
Benfuracarb, Carbendazim, Clortoluron, Dicloropropene, Fluoroxipir, Iprodione, Lenacil, Lindano, Linuron,
Metamitron, Metazaclor, Metomil, Metribuzin, Metrobromuron, Teflubenzuron, Terbutrina.
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque superficiali in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
prodotti fitosanitari è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte B, parte
terza, del D. Lgs. 152/06 e dei valori soglia fissati nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs.
152/06.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
Concentrazione mg/L
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
Alfa endosulfan 0,1
Lindano (γ isomero dell’esaclorocicloesano)
DDT
Atrazina
Simazina
Trifluralin
Alaclor
Carbaryl
Dieldrin
Presentazione cromatica delle categorie di vulnerabilità da fitofarmaci
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di
qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06:
buo
s/p
buono
scadente/pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
Fiumicino
Fiume Arrone, loc. Torre Maccarese
94
2004
—-
2005
buo
2006
buo
2007
buo
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
07.2. MONITORAGGIO DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE
DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI
01
Corpi idrici significativi
01
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Buono
Scadente / Pessimo
Non monitorato
Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
95
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà
AMBIENTALE
A. STATO ECOLOGICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque lacustri, mediante la
determinazione analitica dei parametri Trasparenza, Ossigeno disciolto, Clorofilla e Fosforo totale.
Parametri analizzati
Temperatura, pH, Alcalinità, Trasparenza, Ossigeno disciolto, Ossigeno ipolimnico, Clorofilla “a”,
Fosforo totale, Ortofosfato, Azoto nitroso, Azoto nitrico, Azoto ammoniacale, Azoto totale, Conducibilità.
Frequenza dei campionamenti
Semestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui
caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici
sottoposti a monitoraggio.
Lo stato ecologico dei laghi, pertanto, è stato valutato secondo le modalità indicate dall’Allegato 1 del
D. Lgs. 152/99 che considera i valori di concentrazione del Fosforo totale, dell’Ossigeno disciolto, della
Clorofilla “a” e i valori della Trasparenza.
Confrontando i valori di tali parametri con dei valori soglia di riferimento, si definiscono 5 livelli per ogni
parametro.
LIVELLO 1
>5
<3
Trasparenza (m) (valore minimo)
Clorofilla “a” (mg/L)
Ossigeno % sat.> 80
Valore minimo ipolimnico
nel periodo di massima
stratificazione
Fosforo totale (µg/L)
Valore massimo riscontrato
LIVELLO 2
≤5
≤6
LIVELLO 3
≤2
≤ 10
LIVELLO 5
≤1
> 25
< 80
> 80
≤ 80
≤ 60
≤ 40
≤ 20
valore a 0 m nel periodo di massima circolazione
< 60
< 40
< 20
1
2
2
2
3
3
3
3
4
4
3
4
4
5
5
< 10
< 10
≤ 25
≤ 50
≤ 100
> 100
valore a 0 m nel periodo di massima circolazione
< 25
< 50
< 100
> 100
1
2
2
2
3
3
3
3
4
4
3
4
4
5
5
Lo stato ecologico è calcolato sommando i livelli dei singoli parametri:
Somma dei singoli punteggi
4
5–8
9 – 12
13 – 16
17 – 20
LIVELLO 4
≤ 1,5
≤ 25
CLASSE
1
2
3
4
5
96
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dello stato ecologico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
ele
buo
suf
sca
pes
elevato
buono
sufficiente
scadente
pessimo
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Lago di Bracciano
01
Bracciano
Centro
Lago di Martignano
02
Anguillara
Centro
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Castel G.
Centro
Lago di Nemi
04
Nemi
Centro
2004
2005
2006
2007
lago
buo
buo
buo
buo
lago
buo
buo
buo
buo
lago
suf
suf
suf
suf
lago
buo
buo
buo
buo
97
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI
DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO ECOLOGICO
01
02
01
02
03
04
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
87
Limiti comunali
Aree ad elevata antropizzazione
Punti di prelievo
2005
2006
03
2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Sufficiente
Scadente
Pessimo
Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 6 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Classe 1 - Elevato
Classe 2 - Buono
Classe 3 - Sufficiente
Classe 4 - Scadente
Classe 5 - Pessimo
98
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà
AMBIENTALE
B. STATO CHIMICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione della sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche,
persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi.
Parametri analizzati
Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, 1,2 dicloroetano, Cloroformio, Aldrin,
Dieldrin, Endrin, DDT e isomeri, Esacloro benzene, Esacloro butadiene, Esaclorocicloesano, Isodrin,
Percloro etilene, Tetracloruro di carbonio, Triclorobenzene, Tricloroetilene, Eptacloro, Eptacloroepossido.
Frequenza dei campionamenti
Semestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Per lo stato chimico dei laghi si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati nella Tabella 1/A
dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Non sono
stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento
concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, la cui
disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal medesimo decreto.
Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze
pericolose nelle acque superficiali.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
concentrazione (mg/L)
10
0,1
1
50
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
1
20
10
10
12
0,4
10
12
1,2 Dicloroetano
Aldrin
Cadmio e suoi composti
Cromo totale
DDT
Dieldrin
Endrin
Esaclorobenzene
Esaclorobutadiene
Esaclorocicloesano
Isodrin
Mercurio e suoi composti
Nichel e suoi composti
Piombo e suoi composti
Tetracloroetilene (percloroetilene)
Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano)
Triclorobenzene
Tricloroetilene
Triclorometano (cloroformio)
Presentazione cromatica dello stato chimico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di
qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06:
buo
s/p
buono
scadente/pessimo
99
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Lago di Bracciano
01
Bracciano
Centro
Lago di Martignano
02
Anguillara
Centro
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Castel G.
Centro
Lago di Nemi
04
Nemi
Centro
2004
2005
2006
2007
lago
buo
buo
buo
buo
lago
buo
buo
buo
buo
lago
buo
buo
buo
buo
lago
buo
buo
buo
buo
100
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
08. MONITORAGGIO DEI LAGHI IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI
DI QuALITà AMBIENTALE
B. STATO CHIMICO
01
02
01
03
02
04
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Aree ad elevata antropizzazione
03
Punti di prelievo
2005
2006
2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Buono
Scadente / Pessimo
Tematismo di base estratto dalla Tavola n° 6 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Classe 1 - Elevato
Classe 2 - Buono
Classe 3 - Sufficiente
Classe 4 - Scadente
Classe 5 - Pessimo
101
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
09. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE
CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI
DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato a verificare la qualità delle acque dolci superficiali utilizzate o destinate ad
essere utilizzate per la produzione di acqua potabile dopo trattamenti appropriati
Parametri analizzati
pH, Totale materie in sospensione, Temperatura, Conducibilità, Nitrati, Fluoruri, Solfati, Cloruri,
Tensioattivi, Fosfati, Fenoli, Sostanze organiche (COD), BOD5, Ossigeno disciolto, Azoto totale (Azoto
Kjeldhal-tranne NO2 e NO3), Ammoniaca, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame,
Arsenico, Ferro, Zinco, Berillio, Cobalto, Vanadio, Manganese, Boro, Selenio, Bario, Antiparassitari totali,
Cianuro, Idrocarburi disciolti/emulsionati, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Coliformi totali, Coliformi fecali,
Streptococchi fecali, Salmonella.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque dolci lacustri destinate alla produzione di acqua potabile è stata ottenuta
secondo le modalità riportate nella Sezione A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
Per la classificazione delle acque in una delle categorie A1, A2, A3, di cui alla Tabella 1/A dell’Allegato
2, parte terza, del D. Lgs. 152/06, i valori specificati per ciascuna categoria devono essere conformi nel
95% dei campioni ai valori limite specificati nelle colonne I (Valore Imperativo) e nel 90% ai valori limite
specificati nelle colonne G (Valore Guida), quando non sia indicato il corrispondente valore nella colonna
I. Per il rimanente 5% o 10% dei campioni che, secondo i casi, non sono conformi, i parametri non devono
discostarsi in misura superiore al 50% dal valore dei parametri in questione. Sono esclusi la temperatura,
il pH, l’Ossigeno disciolto ed i parametri microbiologici.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
A1
G
pH
6,5-8,5
Totale materie in sospensione
mg/L MES
25
Temperatura
°C
22
Nitrati
mg/L NO3
25
Fluoruri
mg/L F
0,7/1
Ferro disciolto
mg/L Fe
0,1
Manganese
mg/L Mn
0,05
Rame
mg/L Cu
0,02
Zinco
mg/L Zn
0,5
Boro
mg/L B
Arsenico
mg/L As
0,01
Cadmio
mg/L Cd
0,001
Cromo totale
mg/L Cr
Piombo
mg/L Pb
Selenio
mg/L Se
Mercurio
mg/L Hg
0,0005
Bario
mg/L Ba
Cianuro
mg/L CN
Solfati
mg/L SO4
150
Cloruri
mg/L Cl
200
Tensioattivi
mg/L (solfato di laurile)
0,2
Fosfati
mg/L P2O5
0,4
Fenoli (indice)
mg/L (C6H5OH)
-
102
A1
I
25
50
1,5
0,3
0,05
2
1
0,05
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
0,1
0,05
250
0,001
A2
G
5,5-9
22
0,7/1,7
1
0,1
0,05
1
0,001
0,0005
150
200
0,2
0,7
0,001
A2
I
25
50
2
5
1
0,05
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
1
0,05
250
0,005
A3
G
5,5-9
22
0,7/1,7
1
1
1
1
0,05
0,001
0,0005
150
200
0,5
0,7
0,01
A3
I
25
50
5
1 0,1
0,005
0,05
0,05
0,01
0,001
1
0,05
250
0,1
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Idrocarburi disciolti o emulsionati
I.P.A.
Antiparassitari-totale
COD
Ossigeno disciolto (%/ sat.)
BOD5
Azoto Kjeldahl (tranne NO2 e NO3)
Ammoniaca
Coliformi totali
Coliformi fecali
Streptococchi fecali
Salmonella
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L O2
% O2
mg/L O2
mg/L N
mg/L NH4
/100 mL
/100 mL
/100 mL
-
0,05
0,2
0,0002
0,0002
0,001
0,0025
> 70
> 50
<3
<5
1
2
0,05
1
1,5
50
5000
20
2000
20
1000
0/5000mL
0/1000mL
-
0,5
.
30
> 30
<7
3
2
50000
20000
10000
-
1
0,001
0,005
4
-
Non sono riportate le note di cui alla Tabella 1/A.
Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie. In
particolare, le acque sono classificate nelle categorie A1, A2, A3 corrispondenti a una qualità decrescente
da 1 a 3. A seconda della categoria di appartenenza, le acque devono essere sottoposte ai trattamenti
riportati nella seguente scheda.
A1
A2
categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque
categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle
acque
categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e
disinfezione delle acque
valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua
potabile, neppure con trattamenti)
A3
+ A3
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
Anguillara
2004
A2
Castel Vici (*)
2005
2006
2007
+ A3 (**) + A3 (**) + A3 (**)
(*) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile
(**) Non potabilizzabile per concentrazione di Fluoruri.
103
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
09. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO
DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI
DESTINATE ALLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
01
01
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005
2006
2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
93
Cat A 1
Cat A 2
Cat A 3
Cat > A 3
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità)
Aniene (Tevere)
Arrone sud
Arrone sud - Collettore
Astura
Bacino endoreico
Badino
Incastro
Loricina
Mignone
Mignone - Arrone sud
Moscarello
Sacco (Liri - Garigliano)
Salto (Turano)
Tevere - Basso corso
Tevere - Foce
Tevere - Incastro
Tevere - Medio corso
Treja
104
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
10. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO DELLE
CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE DELLE ACQuE
DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SALMONICOLI E
CIPRINICOLI
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato a verificare lo stato di qualità delle acque dolci superficiali designate che
richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci.
Parametri analizzati
Temperatura, pH, Ossigeno disciolto, Totale materie in sospensione, Sostanze organiche (COD),
BOD5, Fosforo totale, Nitriti, Nitrati, Fenoli, Idrocarburi di origine petrolifera, Ammoniaca non ionizzata,
Ammoniaca totale, Tensioattivi anionici, Cloro residuo totale, Durezza, Cloruri, Cromo totale, Nichel,
Rame, Piombo, Zinco, Cadmio, Mercurio, Arsenico.
Frequenza dei campionamenti
Mensile.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione dei laghi ai fini della loro idoneità alla vita dei pesci è stata ottenuta secondo le
modalità previste dalla Sezione B dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06.
Le acque sono state considerate idonee alla vita dei pesci quando i campioni hanno presentato valori
dei parametri di qualità conformi ai limiti imperativi riportati nella Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza,
del D. Lgs 152/99 per quanto riguarda:
a) il 95% dei campioni prelevati per i parametri pH, BOD5, Ammoniaca totale, Ammoniaca indissociata,
Nitriti, Cloro residuo totale, Zinco totale, Rame e Temperatura;
b il 50% dei campioni prelevati per il parametro Ossigeno disciolto;
c) la concentrazione media fissata per il parametro Materie in sospensione.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
Ossigeno
Materiali in sospensione
BOD5
Nitriti
Ammoniaca non ionizzata
Ammoniaca totale
Cloro residuo totale
Zinco totale
Rame
Arsenico
Cadmio totale
Cromo
Mercurio totale
Nichel
Piombo
mg/L O2
mg/L
mg/L O2
mg/L NO2
mg/L NH3
mg/L NH4
mg/L come HOCl
mg/L Zn
mg/L Cu
mg/L As
mg/L Cd
mg/L Cr
mg/L Hg
mg/L Ni
mg/L Pb
Acque per
salmonidi
³ 9 (50%)
60
5
0,88
0,025
1
0,004
300
40
50
2,5
20
0,5
75
10
Acque per
ciprinidi
³ 7 (50%)
80
9
1,77
0,025
1
0,004
400
40
50
2,5
100
0,5
75
50
Nella non sono riportate le note della Tabella 1/B dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06
Presentazione cromatica delle categorie di idoneità per la vita dei pesci
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque come idonee alla vita dei pesci più
sensibili (pesci salmonicoli), idonee alla vita dei pesci più resistenti (pesci ciprinicoli) e non idonee alla vita
dei pesci salmonicoli e ciprinicoli.
105
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
salm
cipr
non id
ANNO
2007
acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti
acque non idonee alla vita dei pesci
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
Lago di Bracciano
01
Bracciano
Centro
Lago di Martignano
02
Anguillara
Centro
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Castel G.
Centro
Lago di Nemi
04
Nemi
Centro
2004
2005
2006
2007
lago
cipr
cipr
cipr
cipr
lago
cipr
cipr
cipr
cipr
lago
cipr
cipr
cipr
cipr
lago
cipr
cipr
cipr
cipr
106
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
10. MONITORAGGIO DEI LAGHI AI FINI DEL RILEVAMENTO
DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE PER LA CLASSIFICAzIONE
DELLE ACQuE DOLCI SuPERFICIALI IDONEE ALLA VITA DEI PESCI
SALMONICOLI E CIPRINICOLI
01
02
01
02
03
04
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
96
Presentazione cromatica dei risultati
Idoneo per salmonicoli
Idoneo per ciprinicoli
Non idoneo
03
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini Idrografici)
Aniene (Tevere)
Arrone sud
Arrone sud - Collettore
Astura
Bacino endoreico
Badino
Incastro
Loricina
Mignone
Mignone - Arrone sud
Moscarello
Sacco (Liri - Garigliano)
Salto (Turano)
Tevere - Basso corso
Tevere - Foce
Tevere - Incastro
Tevere - Medio corso
Treja
107
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
11. CONTROLLO DEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE
DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO
Finalità
Il controllo delle acque destinate alla balneazione è finalizzato a verificare lo stato di qualità mediante
parametri chimici, fisici e microbiologici, escluso il parametro Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs.
n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno
disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione.
Parametri analizzati
Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, pH, Colore, Trasparenza, Oli minerali,
Tensioattivi, Fenoli, Temperatura.
Frequenza dei campionamenti
Bimensile nei mesi da aprile a settembre.
Modalità di classificazione delle acque
Le acque sono idonee alla balneazione quando le analisi dei campioni routinari relative all’anno
precedente indicano che i parametri delle acque in questione sono conformi a quelli della Tabella sotto
riportata per almeno il 90% dei casi e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici
non si discostano per più del 50% dai corrispondenti valori limite.
Per i parametri microbiologici e il pH non si applica detta limitazione del 50%.
Per i parametri Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali la percentuale è ridotta all’80%.
Se, però, per i parametri Coliformi totali e Coliformi fecali vengono superati, rispettivamente, i valori di
10.000/100 ml e 2.000/100 ml, la percentuale dei campioni che deve essere conforme viene aumentata al
95%.
Se le acque di balneazione non sono risultate idonee nella stagione precedente, possono essere
nuovamente classificate idonee se entrambi i controlli routinari effettuati nel mese di aprile danno esito
favorevole.
Se le acque di balneazione sono risultate non idonee ai sensi dell’art. 6 del DPR 470/1982 per due
stagioni balneari consecutive, permane il divieto alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di
risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso A).
Se in una stagione balneare i risultati dei campioni routinari prelevati in uno stesso punto dimostrano la
non idoneità alla balneazione, con un numero di campioni non conformi superiore ad un terzo di quelli
effettuati, la zona interessata dovrà essere vietata alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di
risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso B).
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
La classificazione delle acque dei laghi destinate alla balneazione è stata ottenuta sulla base di quanto
riportato nella seguente Tabella allegata al DPR 8 giugno 1982 n. 470. Non sono, pertanto, presi in
considerazione, per la valutazione dei risultati, le concentrazioni dell’Ossigeno disciolto che, ai sensi del
D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa
all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione.
Valore limite
Coliformi totali
2000/100 ml
Coliformi fecali
100/100 ml
Streptococchi fecali
100/100 ml
Salmonelle
0/1 litro
pH
6-9
Colorazione
Assenza di variazione anormale del colore
Trasparenza
1 metro
Oli minerali
Assenza di pellicola visibile alla superficie dell’acqua e assenza di odore ≤ 0,5 mg/L
Sostanze tensioattive
che reagiscono al blu di metilene Assenza di schiuma persistente ≤ 0,5 mg/L
Fenoli
Nessuno odore specifico ≤ 0,5 mg/L(C6H5OH)
108
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Frequenza dei campionamenti
Bimensile nei mesi da aprile a settembre.
Presentazione cromatica delle aree destinate alla balneazione
L’elaborazione dei risultati analitici è stata eseguita facendo esclusivamente riferimento ai metodi di
calcolo fissati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4, e nell’art. 7, caso B, del DPR 470/82, senza prendere in
considerazione il parametro Ossigeno disciolto, così come fissati nel citato D. Lgs. n. 94 del 11.7.07. Non
sono prese, pertanto, in considerazione le possibilità indicate nell’art. 7, caso A, del DPR 470/82.
id
non id
acque idonee alla balneazione
acque non idonee alla balneazione secondo i metodi di calcolo indicati nell’art. 6,
commi 2, 3 e 4 (senza O2), e nell’art. 7, caso B
possibili cause di inquinamento
Presentazione cromatica dei risultati del controllo
Si ritiene necessario precisare che le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che
effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, numerose aree lacustri non sono sottoposte a
controllo, in quanto sono vietate automaticamente alla balneazione.
Ad esempio, sono vietate alla balneazione dalla Regione Lazio, indipendentemente dal controllo
analitico, le aree antistanti e circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati che pervengono nel lago di
Bracciano (circa 4 Km su un totale di 32 Km).
Lago di Bracciano
01
Anguillara
02
Anguillara
03
Anguillara
04
Anguillara
05
Anguillara
06
Anguillara
07
Anguillara
08
Anguillara
09
Anguillara
10
Bracciano
11
Bracciano
12
Bracciano
Foce fosso del Diavolo
13
Bracciano
14
Bracciano
Foce fosso Quadri
15
Bracciano
16
Bracciano
Foce fosso Mola
17
Bracciano
18
Bracciano
Foce Fosso Grotta Renara
19
Bracciano
20
Bracciano
Foce Fosso Fiora
21
Bracciano
22
Bracciano
23
Bracciano
24
Bracciano
Foce fosso Vicarello
25
Bracciano
26
Trevignano
27
Trevignano
28
Trevignano
2004
2005
2006
2007
id
id
id
non id
id
non id
id
id
id
non id
non id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
250 m dx foce fosso Diavolo
250 m sx foce fosso Quadri
id
id
id
id
id
id
id
id
250 m dx foce fosso Quadri
250 m sx foce fosso Mola
id
id
id
non id
id
id
id
id
250 m dx foce fosso Mola
250 m sx foce fosso Grotta Renara
id
id
non id
id
id
id
non id
id
250 m dx foce fosso Grotta Renara
250 m sx foce fosso Fiora
id
id
id
id
id
id
id
id
250 m dx foce fosso Fiora
km 18
km 16
250 m sx foce fosso Vicarello
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
250 m dx foce fosso Vicarello
400 m dx confine comune di Bracciano
Bar Marcello
Loc.tà Canneto
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
non id
id
id
id
id
id
Punta Pizzo Prato
350 m sx emissario Arrone
250 m sx chiosco piazzetta Anguillara
Foce fosso Mola o Robiano
Loc.tà Madonna delle Grazie
400 m sx Punta il Pizzo
Punta il Pizzo
1.300 m dx Punta il Pizzo
Cabina ENEL
Loc.tà Torraccia
Foce fosso Lobbra
250 m sx foce fosso Diavolo
109
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
29
Trevignano
Punta Pantanello
30
Trevignano
Foce fosso Pianoro
31
Trevignano
Foce fosso Lagusiello
32
Trevignano
Confine comune di Roma
Foce fosso Conca
33
Roma
250 m dx foce fosso Conca
34
Roma
250 m sx foce fosso Casacci
Foce fosso Casacci
35
Roma
250 m dx foce fosso Casacci
Lago di Martignano
36
Anguillara
Strada comunale
Lago Albano di Castel Gandolfo
37
Castel G.
1.750 m dx emissario
38
Castel G.
3.000 m dx emissario
39
Castel G.
4.350 m dx emissario
40
Castel G.
Altezza ruderi
41
Castel G.
Cabina sollevamento Villa Pontificia
Lago di Nemi
42
Nemi
1.200 m dx Museo navi
43
Nemi
2.000 m dx Museo navi
ANNO
2007
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
non
non
non
non
non
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
id
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
lacustri.
110
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
11. CONTROLLO DEL LAGO DI BRACCIANO E DEL LAGO DI MARTIGNANO
IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO
28
26
24
27
25
23
29
30
31
22
21
32
2
26
20
33
24
19
27
25
23
18
34
17
35
16
22
15
01
14
21
36
20
13
11
06
1907
10
02
03
12
04
05
18
09
100
08
17
16
15
14
13
12
Punti di prelievo
11
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
07
10
Idoneo
09
Non idoneo
08
111
06
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
11. CONTROLLO DEL LAGO ALBANO DI CASTEL GANDOLFO
E DEL LAGO DI NEMI IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO
38
37
39
41
40
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
42
Idoneo
Non idoneo
43
112
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
12. SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE
ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO ECOLOGICO
Finalità
La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di
monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima
dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove
l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle
alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine.
Parametri analizzati
Sono fissati nel decreto 17 giugno 1988 del Ministero della sanità, relativo ai Criteri per la definizione di
programmi di sorveglianza per la rilevazione delle alghe aventi possibili implicazioni igienico – sanitarie.
Primo livello di monitoraggio
Secondo livello di monitoraggio
Terzo livello di monitoraggio
Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto
Nella colonna d’acqua: TemperatuAzoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto
ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ra, Salinità, Trasparenza, Ossigeno disfato, Salinità, Clorofilla “a”
sciolto, pH e Clorofilla a.
sfato, Salinità, Clorofilla “a”
Nelle acque superficiali e eventualmente nella colonna di acqua: Azoto
nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofosfato, Silice
reattiva.
Inoltre: Temperatura dell’aria, pressione barometrica, umidità relativa, direzione e velocità del vento, precipitazioni atmosferiche, dati sulle correnti
costiere e moto ondoso.
Analisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microscopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici
responsabili di fioriture algali.
responsabili di fioriture algali.
responsabili di fioriture algali.
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee.
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee.
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Dinoficee, Cloroficee, Cianoficee, microflagellate, Criptoficee, Euglenoficee, Crisoficee, Primnesioficee.
Frequenza dei campionamenti
Il D.L. 14.05.1988 n. 155, convertito con legge del 15 luglio 1988, prescrive che i limiti dell’Ossigeno
disciolto espresso in centesimi, previsti dal D.P.R. 470/82 relativo alle acque della balneazione, possono
essere superati senza vietare la balneazione stessa, quando le acque siano sottoposte a programma di
sorveglianza per una adeguata rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico - sanitarie. Con il
decreto 17 giugno 1988 e le circolari ministeriali del 2224 del 30.6.1988, 562 del 9.4.1998 e 1447 del
31.7.1998 vengono indicati i criteri per la definizione di detti programmi di sorveglianza e le metodologie
analitiche per la ricerca delle biotossine tossiche quali microcistine, nodularine, anatossina-a, PSP.
Il programma di sorveglianza delle acque destinate alla balneazione per la rilevazione di alghe aventi
possibili implicazioni igienico – sanitarie, fissa tre livelli di controllo di cui il primo livello deve essere
messo in atto solo durante il primo anno nel quale la Regione si avvale della facoltà di adottare per
l’Ossigeno disciolto valori limiti compresi tra 50 e 170, anche se vi si ricorre a stagione balneare iniziata.
Per i tre programmi di sorveglianza sono indicati i rispettivi criteri di scelta dei punti di prelievo e sono
113
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
elencati i rispettivi parametri da determinare. Per quanto riguarda i campionamenti, sono fissate le
seguenti frequenze:
– bimensile, nei mesi da aprile a settembre, nel monitoraggio di I livello;
– bimensile, nei mesi da giugno a settembre, e mensile, negli altri mesi, nei monitoraggi di secondo e
terzo livello.
Modalità di classificazione delle acque
Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento
dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini
della classificazione delle acque.
La qualità delle acque marine costiere, pertanto, è stata valutata con la individuazione dello stato
ecologico secondo le modalità indicate dall’Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 che considera i valori di
concentrazione del Fosforo totale, dell’Ossigeno disciolto, della Clorofilla “a” e i valori della Trasparenza.
Confrontando i valori di tali parametri con dei valori soglia di riferimento, si definiscono 5 livelli per ogni
parametro.
LIVELLO 1
>5
<3
Trasparenza (m) (valore minimo)
Clorofilla “a” (mg/L)
LIVELLO 4
≤ 1,5
≤ 25
LIVELLO 5
≤1
> 25
> 80
≤ 80
≤ 60
≤ 40
≤ 20
< 10
≤ 25
≤ 50
≤ 100
> 100
valore a 0 m nel periodo di massima circolazione
< 10
< 25
< 50
< 100
> 100
1
2
2
2
3
3
3
3
4
4
3
4
4
5
5
Fosforo totale (µg/L)
Valore massimo riscontrato
LIVELLO 3
≤2
≤ 10
valore a 0 m nel periodo di massima circolazione
> 80
< 80
< 60
< 40
< 20
1
2
2
2
3
3
3
3
4
4
3
4
4
5
5
Ossigeno % sat.
Valore minimo ipolimnico nel
periodo di massima
stratificazione
LIVELLO 2
≤5
≤6
Lo stato ecologico è calcolato sommando i livelli dei singoli parametri:
Somma dei singoli punteggi
4
5–8
9 – 12
13 – 16
17 – 20
CLASSE
1
2
3
4
5
Presentazione cromatica dello stato ecologico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
ele
buo
suf
sca
pes
elevato
buono
sufficiente
scadente
pessimo
114
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale
Lago di Bracciano
01
Anguillara
05.01 Anguillara
05.02 Anguillara
01.02 Bracciano
02
Bracciano
02
Bracciano
02.03 Bracciano
02.03 Bracciano
03
Bracciano
03
Bracciano
03.01 Trevignano
04
Trevignano
05
Roma
05
Roma
Cabina ENEL (3.000)
350 sx emissario Arrone (3.000)
Località Madonna delle Grazie (3.000)
Foce fosso della Lobbra (3000)
250m dx foce fosso Diavolo (500)
250m dx foce fosso Diavolo (3.000)
250 m dx fosso Grotta Renana (500)
250 m dx fosso Grotta Renana (3.000)
250 m dx foce fosso Fiora (500)
250 m dx foce fosso Fiora (3.000)
Località Canneto (3.000)
Punta Pantanello (3.000)
250 m dx foce fosso Casacci (500)
250 m dx foce fosso Casacci (3.000)
Lago Albano di Castel Gandolfo
06.01 Castel G.
1.750 m destra emissario (500)
06.01 Castel G.
1.750 m destra emissario (3.000)
06
Castel G.
Altezza ruderi (500)
06
Castel G.
Altezza ruderi (centro lago)
2004
2005
2006
2007
ele
———buo
buo
——buo
buo
—buo
buo
buo
buo
———buo
buo
——buo
buo
—buo
——-
—buo
ele
buo
———buo
——buo
———-
—buo
buo
buo
——ele
buo
——buo
———-
——buo
buo
————-
buo
———-
buo
buo
——-
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza del punto di prelievo dalla riva.
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
lacustri
115
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO DI BRACCIANO IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO ECOLOGICO
03.01
03
04
02.03
02.03
03
05
02
05
01.02
05.01
01
1
05.02
02
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
2005 2006 2007
codice punto
Elevato
Buono
Sufficiente
Scadente
Pessimo
Non monitorato
116
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO ALBANO DI CASTELGANDOLFO
IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO ECOLOGICO
06.01
06.01
06
06
117
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
12. SORVEGLIANzA ALGALE NEI LAGHI IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE
ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
Finalità
La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di
monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima
dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove
l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle
alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine.
Parametri analizzati
Sono riportati nella sorveglianza algale 12 A.
Frequenza dei campionamenti
È riportata nella sorveglianza algale 12 A
Modalità di classificazione delle acque
Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento
dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini
della classificazione delle acque.
Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure
che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe.
Relativamente alle acque lacustri, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione
del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita la conta al microscopio delle alghe
Cianoficee ed è fissato che è necessario prendere i seguenti provvedimenti in funzione delle seguenti
concentrazioni:
< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee
100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee
> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee
acque con assenza di rischio
acque con rischio accettabile
acque con rischio non accettabile
Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità delle Cianoficee
presenti nell’area lacustre deve essere valutata a seguito di test tossicologici effettuati, con campioni di
sospensione algale, su topi. Detti test, eseguiti presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
di Roma, sono risultati negativi su un totale di 207 effettuati nel corso dei tre anni presi in considerazione.
Presentazione cromatica delle aree a rischio algale
L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche
Cianoficee consente di individuare le seguenti tre classi di rischio (la classe attribuita è quella che emerge
dal risultato peggiore). Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato
l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
ass
acc
risc
acque con assenza di rischio (< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee)
acque con rischio accettabile (100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee)
acque con rischio non accettabile (> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee)
118
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale
Lago di Bracciano
01
Anguillara
Cabina ENEL (riva)
01
Anguillara
Cabina ENEL (500)
01
Anguillara
Cabina ENEL (3.000)
01.01 Anguillara
400 m sx Punta il Pizzo (riva)
01.02 Bracciano
Foce fosso della Lobbra (riva)
01.02 Bracciano
Foce fosso della Lobbra (500)
01.02 Bracciano
Foce fosso della Lobbra (3.000)
02
Bracciano
250m dx foce fosso Diavolo (riva)
02
Bracciano
250m dx foce fosso Diavolo (500)
02
Bracciano
250m dx foce fosso Diavolo (3.000)
02.01 Bracciano
250 m dx fosso dei Quadri (riva)
02.02 Bracciano
250 m sx fosso Grotta Renana (riva)
02.03 Bracciano
250 m dx fosso Grotta Renana (riva)
02.03 Bracciano
250 m dx fosso Grotta Renana (500)
02.03 Bracciano
250 m dx fosso Grotta Renana (3.000)
02.04 Bracciano
250 m sx foce fosso Fiora (riva)
03
Bracciano
250 m dx foce fosso Fiora (riva)
03
Bracciano
250 m dx foce fosso Fiora (500)
03
Bracciano
250 m dx foce fosso Fiora (3.000)
03.01 Trevignano
Località Canneto (riva)
03.01 Trevignano
Località Canneto (500)
03.01 Trevignano
Località Canneto (3.000)
04
Trevignano
Punta Pantanello(riva)
04
Trevignano
Punta Pantanello(500)
04
Trevignano
Punta Pantanello(3.000)
05
Roma
250 m dx foce fosso Casacci (riva)
05
Roma
250 m dx foce fosso Casacci (500)
05
Roma
250 m dx foce fosso Casacci (3.000)
05.01 Anguillara
350 sx emissario Arrone (riva)
05.01 Anguillara
350 sx emissario Arrone (500)
05.01 Anguillara
350 sx emissario Arrone (3.000)
05.02 Anguillara
Località Madonna delle Grazie (riva)
05.02 Anguillara
Località Madonna delle Grazie (500)
05.02 Anguillara
Località Madonna delle Grazie (3.000)
Lago Albano di Castel Gandolfo
06.01 Castel G.
1750 metri dx emissario (riva)
06.01 Castel G.
1750 metri dx emissario (500)
06.01 Castel G.
1750 metri dx emissario (centro lago)
06.02 Castel G.
3000 metri dx emissario (riva)
06.03 Castel G.
4350 metri dx emissario (riva)
06
Castel G.
Altezza ruderi (riva)
06
Castel G.
Altezza ruderi (500)
06
Castel G.
Altezza ruderi (centro lago)
Lago di Nemi
07
Nemi
1.200 m dx Museo navi (riva)
07
Nemi
1.200 m dx Museo navi (centro lago)
2004
2005
2006
2007
ass
ass
ass
————ass
ass
ass
——————ass
ass
ass
———ass
ass
ass
ass
ass
ass
——————-
ass
ass
ass
ass
———ass
ass
ass
ass
ass
ass
——ass
ass
ass
ass
———ass
ass
ass
—————————-
————ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————ass
ass
ass
——————ass
ass
ass
ass
ass
ass
————ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————ass
ass
ass
——————ass
ass
ass
ass
acc
ass
—————acc
acc
acc
acc
——acc
acc
———-
risc
risc
———risc
——-
acc
acc
acc
—————-
ass
ass
ass
ass
acc
acc
acc
acc
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
lacustri.
119
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO DI BRACCIANO IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
03.01
.
01
03.01
.
01
04
04
03.01
.
03
02.04
03
01
04
04
02.03
.
02.03
.
03
03
02.02
.
03
02
03
02.03
.
05
02
05
01.02
.
01
02.01
.
05
05.01
.
02
01
05.02
.
02
01
02
02
01.02
.
02
01.02
.
02
05.02
.
01
0 205.02
.
02
01.01
.
01
01
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
2005 2006 2007
codice punto
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
120
05.01
.
0 1 05.01
.
01
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
12. SORVEGLIANzA ALGALE DEL LAGO ALBANO DI CASTEL GANDOLFO
IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
06.02
.
02
06.01
.
01
06.01
.
01
06.03
.
03
06.01
.
01
06
06
06
07
07
121
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI
OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO TROFICO
Finalità
Il monitoraggio per la determinazione dello stato trofico è finalizzato alla definizione dello stato di
qualità delle acque marine mediante gli accertamenti analitici dei parametri che caratterizzano la
produzione primaria dell’ambiente acquatico (Ossigeno disciolto, Clorofilla “a” e i nutrienti Fosforo totale e
Azoto inorganico disciolto).
Parametri analizzati
pH, Trasparenza, Ossigeno disciolto, Ortofosfato, Fosforo totale, Clorofilla “a”, Azoto totale, Azoto
nitrico, Azoto ammoniacale, Azoto nitroso, Azoto (somma di NO3 + NO2 + NH3), Enterococchi, analisi
quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi algali appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati,
Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee.
Frequenza dei campionamenti
Trimestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Non è stato ancora individuato dalla Regione Lazio il “corpo idrico inalterato” di riferimento le cui
caratteristiche consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici
sottoposti a monitoraggio.
La qualità delle acque marine costiere, è stata valutata solo secondo quanto riportato nell’Allegato 1
del D. Lgs. 152/99, attraverso la determinazione dell’indice trofico TRIX.
Il valore dell’indice si ottiene applicando un logaritmo alla concentrazione di Ossigeno disciolto,
Clorofilla “a”, Fosforo totale e Azoto totale inorganico, secondo la seguente formula:
TRIX = [Log10 (Cha . DO%sat . N . P)+ 1,5]/1,2
La concentrazione dell’Ossigeno disciolto è espressa come deviazione assoluta dal valore di
saturazione.
La concentrazione di Clorofilla, di Azoto totale inorganico e Fosforo totale deve essere espressa in
mg/L. La concentrazione di Azoto totale inorganico si calcola sommando le concentrazioni di nitrati, nitriti e
ammoniaca, espresse in mg/L di Azoto.
Si ottengono in questo modo valori compresi tra 2 e 8, in base ai quali è possibile assegnare 4 diverse
classi di qualità, secondo la seguente Tabella.
Valore dell’indice TRIX
2-4
4-5
5-6
6-8
Classificazione
Stato elevato
Stato buono
Stato scadente
Stato pessimo
Presentazione cromatica dell’indice trofico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
ele
buo
med
sca
elevato
buono
mediocre
scadente
122
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
01
01
02
02
02
03
03
03
04
04
04
05
05
05
06
06
06
07
07
07
08
08
08
09
09
09
10
10
10
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Roma Ostia
Roma Ostia
Roma Ostia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Ardea
Ardea
Ardea
Anzio
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
Nettuno
Borgo Odescalchi (200)
Borgo Odescalchi (1.000)
Borgo Odescalchi (3.000)
Stab. La Perla del Tirreno (200)
Stab. La Perla del Tirreno (1.000)
Stab. La Perla del Tirreno (3.000)
Cerenova (500)
Cerenova (1.000)
Cerenova (3.000)
Stab. Miramare (200)
Stab. Miramare (1.000)
Stab. Miramare (3.000)
Stab. La Nave (500)
Stab. La Nave (1.000)
Stab. La Nave (3.000)
Stab. Marechiaro (200)
Stab. Marechiaro (1.000)
Stab. Marechiaro (3.000)
Stab. Capri (500)
Stab. Capri (1.000)
Stab. Capri (3.000)
Stab. Roma (500)
Stab. Roma (1.000)
Stab. Roma (3.000)
Stab. Transatlantico (500)
Stab. Transatlantico (1.000)
Stab. Transatlantico (3.000)
Centro abitato (500)
Centro abitato (1.000)
Centro abitato (3.000)
2004
buo
ele
ele
ele
ele
ele
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
ele
ele
buo
buo
ele
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
ele
2005
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
med
med
buo
buo
buo
ele
buo
buo
ele
buo
ele
ele
buo
buo
buo
buo
buo
buo
2006
ele
ele
ele
buo
ele
ele
buo
buo
ele
buo
buo
ele
buo
buo
buo
buo
buo
ele
buo
ele
ele
buo
buo
ele
buo
ele
ele
buo
buo
ele
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
123
2007
buo
ele
buo
buo
ele
ele
ele
buo
ele
buo
buo
ele
buo
buo
buo
buo
buo
buo
ele
ele
buo
ele
buo
ele
ele
ele
buo
ele
buo
ele
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE
IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO TROFICO
01
01
01
02
02
02
03
03
03
04
04
04
05
05
05
01
01
01
06
06
06 02
02
07
02
07
07
03
03
03
08
08
09
09
09
Corpi idrici significativi
04
04
08
114
04
10
10
10
05
05
05
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Area ad elevata antropizzazione
06
06
06
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
07
Presentazione cromatica dei risultati
07
07
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
08
08
08
09
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità)
09
Classe 1: Elevato
Classe 2: Buono
Classe 3: Sufficiente
Classe 4: Scadente
Classe 5: Pessimo
09
124
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE IN FuNzIONE DEGLI
OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
B. STATO CHIMICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche,
persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi.
Parametri analizzati
Cadmio, Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, 1,2 dicloroetano, Aldrin, Cloroformio, DDT e
isomeri, Dieldrin, Endrin, Esaclorobenzene, Esacloro butadiene, Esaclorocicloesano, Isodrin, Percloro
etilene, Tetracloruro di carbonio, Triclorobenzene, Tricloroetilene
Frequenza dei campionamenti
Trimestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Per lo stato chimico delle acque marine costiere si è fatto riferimento agli standard di qualità fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 che devono essere conseguiti entro il
31.12.08. Non sono stati presi in considerazione, pertanto, i valori fissati nel D.M. 6.11.2003, n. 367,
relativo al Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le
sostanze pericolose, la cui disciplina, ai sensi dell’art. 78 del D. Lgs. 152/06 è stata sostituita dal
medesimo decreto.
Lo stato chimico è stato definito in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze
pericolose.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
concentrazioni (mg/L)
1
50
1
20
10
0,1
10
0,1
12
10
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
10
0,1
12
Cadmio e suoi composti
Cromo totale
Mercurio e suoi composti
Nichel e suoi composti
Piombo e suoi composti
DDT
1,2 Dicloroetano
Esaclorobutadiene
Triclorometano (cloroformio)
Tetracloroetilene (percloroetilene)
Aldrin
Dieldrin
Isodrin
Esaclorocicloesano
Endrin
Tricloroetilene
Esaclorobenzene
Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano)
Presentazione cromatica dello stato chimico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 2 categorie, di
qualità decrescente a seconda che siano soddisfatti o meno, per i parametri esaminati, gli standard fissati
nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06:
buo
s/p
buono
scadente/pessimo
125
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
01
01
02
02
02
03
03
03
04
04
04
05
05
05
06
06
06
07
07
07
08
08
08
09
09
09
10
10
10
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Roma Ostia
Roma Ostia
Roma Ostia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Ardea
Ardea
Ardea
Anzio
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
Nettuno
Borgo Odescalchi (200)
Borgo Odescalchi (1.000)
Borgo Odescalchi (3.000)
Stab. La Perla del Tirreno (200)
Stab. La Perla del Tirreno (1.000)
Stab. La Perla del Tirreno (3.000)
Cerenova (500)
Cerenova (1.000)
Cerenova (3.000)
Stab. Miramare (200)
Stab. Miramare (1.000)
Stab. Miramare (3.000)
Stab. La Nave (500)
Stab. La Nave (1.000)
Stab. La Nave (3.000)
Stab. Marechiaro (200)
Stab. Marechiaro (1.000)
Stab. Marechiaro (3.000)
Stab. Capri (500)
Stab. Capri (1.000)
Stab. Capri (3.000)
Stab. Roma (500)
Stab. Roma (1.000)
Stab. Roma (3.000)
Stab. Transatlantico (500)
Stab. Transatlantico (1.000)
Stab. Transatlantico (3.000)
Centro abitato (500)
Centro abitato (1.000)
Centro abitato (3.000)
2004
——————————————————————————————-
2005
——————————————————————————————-
2006
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
126
2007
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
buo
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
13. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE
IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
B. STATO CHIMICO
01
01
01
02
02
02
03
03
04
04
03
04
05
05
05
01
01
01
06
06 02
06 02
03
0207
07
07
03
08
04
04
03
08
08
04
09
09
09
117
10
10
10
05
05
05
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
06
06
06
Limiti comunali
Area ad elevata antropizzazione
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
07
Elaborazione risultati
07
07
Presentazione cromatica dei risultati
08
08
08
Buono
Scadente / Pessimo
Non monitorato
09
09
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 6 del P.R.T.A. (Stato di qualità)
09
Classe 1: Elevato
Classe 2: Buono
Classe 3: Sufficiente
Classe 4: Scadente
Classe 5: Pessimo
127
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà DELLE
ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QuALITà NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO OSSIGENO
DISCIOLTO
Finalità
Il controllo della acque destinate alla balneazione è finalizzato a verificare lo stato di qualità mediante
parametri chimici, fisici e microbiologici, escluso il parametro Ossigeno disciolto che, ai sensi del D. Lgs.
n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa all’Ossigeno
disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione.
Parametri analizzati
Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, pH, Colore, Trasparenza, Oli minerali,
Tensioattivi, Fenoli, Salinità, Temperatura.
Frequenza dei campionamenti
Bimensile nei mesi da aprile a settembre.
Modalità di classificazione delle acque
Le acque sono idonee alla balneazione quando le analisi dei campioni routinari relative all’anno
precedente indicano che i parametri delle acque in questione sono conformi a quelli della Tabella sopra
riportata per almeno il 90% dei casi e quando, nei casi di non conformità, i valori dei parametri numerici
non si discostano per più del 50% dai corrispondenti valori limite.
Per i parametri microbiologici e il pH non si applica detta limitazione del 50%.
Per i parametri Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali la percentuale è ridotta all’80%.
Se, però, per i parametri Coliformi totali e Coliformi fecali vengono superati, rispettivamente, i valori di
10.000/100 ml e 2.000/100 ml, la percentuale dei campioni che deve essere conforme viene aumentata al
95%.
Se le acque di balneazione non sono risultate idonee nella stagione precedente, possono essere
nuovamente classificate idonee se entrambi i controlli routinari effettuati nel mese di aprile danno esito
favorevole.
Se le acque di balneazione sono risultate non idonee ai sensi dell’art. 6 del DPR 470/1982 per due
stagioni balneari consecutive, permane il divieto alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di
risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso A).
Se in una stagione balneare i risultati dei campioni routinari prelevati in uno stesso punto dimostrano la
non idoneità alla balneazione, con un numero di campioni non conformi superiore ad un terzo di quelli
effettuati, la zona interessata dovrà essere vietata alla balneazione fino alla conclusione degli interventi di
risanamento nell’entroterra (art. 7 DPR 470/1982, caso B).
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
La classificazione delle acque marine destinate alla balneazione è stata ottenuta sulla base di quanto
riportato nella seguente Tabella allegata al DPR 8 giugno 1982 n. 470. Non sono, pertanto, presi in
considerazione, per la valutazione dei risultati, le concentrazioni dell’Ossigeno disciolto che, ai sensi del
D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, concernente la gestione delle acque di balneazione nella parte relativa
all’Ossigeno disciolto, non è più necessario ai fini del giudizio di idoneità alla balneazione.
128
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Valore limite
Coliformi totali
Coliformi fecali
Streptococchi fecali
Salmonelle
pH
Colorazione
Trasparenza
Oli minerali
2000/100 ml
100/100 ml
100/100 ml
0/1 litro
6-9
Assenza di variazione anormale del colore
1 metro
Assenza di pellicola visibile alla superficie dell’acqua e assenza
di odore ≤ 0,5 mg/L
Sostanze tensioattive che reagiscono
al blu di metilene
Fenoli
Assenza di schiuma persistente ≤ 0,5 mg/L
Nessuno odore specifico ≤ 0,5 mg/L(C6H5OH)
Presentazione cromatica delle aree destinate alla balneazione
L’elaborazione dei risultati analitici è stata eseguita facendo esclusivamente riferimento ai metodi di
calcolo fissati nell’art. 6, commi 2, 3 e 4, e nell’art. 7, caso B, del DPR 470/82, senza prendere in
considerazione il parametro Ossigeno disciolto, così come fissati nel citato D. Lgs. n. 94 del 11.7.07. Non
sono prese, pertanto, in considerazione le possibilità di ricorrere alle possibilità indicate nell’art. 7, caso A,
del DPR 470/82.
id
non id
acque idonee alla balneazione
acque non idonee alla balneazione secondo i metodi di calcolo indicati nell’art. 6,
commi 2, 3 e 4 (senza O2), e nell’art. 7, caso B
possibili cause di inquinamento
Presentazione cromatica dei risultati del controllo
Le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che effettivamente viene consentita
lungo il litorale. Infatti, numerose aree marine non sono sottoposte a controllo, in quanto sono vietate
automaticamente alla balneazione. Sono vietate alla balneazione, ad esempio, indipendentemente dal
controllo analitico, le aree marine circostanti i servizi quali porti o zone militari (25-30 Km) e quelle
circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati (circa 18 Km).
01
Civitavecchia
Torre S. Agostino
02
Civitavecchia
Loc.tà La Frasca
03
Civitavecchia
1.400 m sx Torre Valdaliga (capannoni)
Centrale Enel (foce fossoTorre Valdaliga Nord)
Zona portuale (foce fosseTorre Valdaliga Sud)
Zona portuale (foci fossi Prete e Fiumaretta)
04
Civitavecchia
Stab. Bagni Pirgo
05
Civitavecchia
250 m sx foce fosso Infernaccio
Foci fossi Infernaccio e Scarpatosta
06
Civitavecchia
250 m dx foce fosso Scarpatosta
07
Civitavecchia
250 m sx foce fosso Malpasso
Foce fosso Malpasso
Porto Riva di Traiano
Foce fosso Marangone
08
Civitavecchia
Spiaggetta fosso Marangone
09
S. Marinella
50 m dx foce fosso Cupo
10
S. Marinella
250 m sx foce fosso Guardiole
Foce fosso Guardiole
11
S. Marinella
250 m dx foce fosso Guardiole
12
S. Marinella
Capo Linaro
13
S. Marinella
Foce fosso Castrato
14
S. Marinella
Via Aurelia Km 61,700
Porto S. Marinella
Foce fosso S. Maria Morgana
15
S. Marinella
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana
16
S. Marinella
250 m sx foce fosso Castel Secco
129
2004
id
id
id
2005
id
id
id
2006
id
id
id
2007
id
id
id
id
id
id
id
non id
id
id
id
id
id
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id
id
id
id
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Foce fosso Castel Secco
17
S. Marinella
250 m dx foce fosso Castel Secco
18
S. Marinella
Villa Maravigna
Foce fosso Buche
19
S. Marinella
250 m dx foce fosso Buche
20
S. Marinella
250 m sx foce fosso Quartaccio
Foce fosso Quartaccio
21
S. Marinella
250 m dx foce fosso Quartaccio
22
S. Marinella
Colonia Pio X
23
S. Marinella
Foce fosso Rio Fiume
24
S. Marinella
Foce fosso Smerdarolo
25
S. Marinella
Foce fosso Eri
26
S. Marinella
250 m dx foce fosso Eri
27
S. Marinella
250 m sx Poligono militare
Foce fosso Turbino
28
Cerveteri
250 m dx foce fosso Turbino
29
Cerveteri
250 m sx foce fosso Zambra
Foce fosso Zambra
30
Cerveteri
250 m dx foce fosso Zambra
31
Cerveteri
Rimessa barche Renzi
32
Ladispoli
Rovine Torre Flavia
33
Ladispoli
750 m sx foce fosso Vaccina
34
Ladispoli
250 m sx foce fosso Vaccina
Foci fossi Vaccina e Sanguinara
35
Ladispoli
250 m dx foce fosso Sanguinara
36
Ladispoli
400 m dx foce fosso Sanguinara
37
Ladispoli
Castello Odescalchi
38
Ladispoli
1250 m sx foce fosso Cupino
39
Fiumicino
250 m sx foce fosso Cupino
Foce fosso Cupino
40
Fiumicino
250 m dx foce fosso Cupino
41
Fiumicino
250 m sx foce fosso Cadute
Foce fosso Cadute
42
Fiumicino
250 m dx foce fosso Cadute
43
Fiumicino
1200 m dx fosso delle Cadute
44
Fiumicino
250 m sx foce fosso Tre Denari
Foce fosso Tre Denari
45
Fiumicino
250 m dx foce fosso Tre Denari
46
Fiumicino
1.000 m dx foce fosso Tre Denari
47
Fiumicino
250 m sx foce fiume Arrone
Foce fiume Arrone
48
Fiumicino
250 m dx foce fiume Arrone
49
Fiumicino
2000 m dx foce fiume Arrone
50
Fiumicino
3500 m dx foce fiume Arrone
51
Fiumicino
500 m sx canale Acque Alte e Basse
52
Fiumicino
Foce canale Acque Alte e Basse
53
Fiumicino
250 m dx canale Acque Alte e Basse
54
Fiumicino
2000 m dx canale Acque Alte e Basse
55
Fiumicino
Radar
Foce Fiumara Piccola fiume Tevere
56
Fiumicino
250 m dx foce Fiumara Piccola
57
Fiumicino
1.250 m dx foce Fiumara Piccola
Foce Fiumara Grande fiume Tevere
Porto di Roma
58
Roma
Stabilimento Masone
59
Roma
850 m sx pontile di Ostia
60
Roma
700 m dx pontile di Ostia
61
Roma
Foce canale Pescatori o Stagno
62
Roma
550 m dx foce canale Pescatori
130
ANNO
2007
id
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6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
63
Roma
2000 m dx foce canale Pescatori
64
Roma
3000 m sx foce fosso Focetta
65
Roma
250 m sx fosso Focetta o Pantanello
Foce fosso Focetta o Pantanello
66
Roma
250 m dx fosso Focetta o Pantanello
67
Roma
Foce fosso Tellinaro
68
Roma
1.600 m dx foce fosso Tellinaro
69
Pomezia
250 m sx foce fosso Campo Ascolano
70
Pomezia
Foce fosso Campo Ascolano
71
Pomezia
250 m sx foce fosso Pratica
Foce fosso Pratica
72
Pomezia
250 m dx foce fosso Pratica
73
Pomezia
Stabilimento I Tre Delfini
74
Pomezia
250 m sx foce fosso Crocetta
Foce fosso Crocetta
75
Pomezia
250 m dx foce fosso Crocetta
76
Pomezia
250 m sx foce fosso Orfeo
Foce fosso Orfeo
77
Pomezia
250 m dx foce fosso Orfeo
78
Pomezia
250 m sx foce fosso Rio Torto
Foce fosso Rio Torto
79
Ardea
250 m dx foce fosso Rio Torto
80
Ardea
750 m sx foce fosso Grande
81
Ardea
250 m sx foce fosso Grande
Foci fossi Grande e Moletta
82
Ardea
250 m dx foce fosso Moletta
83
Ardea
250 m sx foce canale Biffi
Foce canale Biffi
84
Ardea
250 m dx foce canale Biffi
85
Ardea
250 m sx foce fosso Diavolo
Foce fosso Diavolo
86
Ardea
250 m dx foce fosso Diavolo
87
Ardea
250 m sx foce fosso Caffarella
Foce fosso Caffarella
88
Ardea
250 m dx foce fosso Caffarella
89
Anzio
Foce fosso Secco
90
Anzio
250 m sx foce fosso Cavallo Morto
Foce fosso Cavallo Morto
91
Anzio
250 m dx foce fosso Cavallo Morto
92
Anzio
Foce fosso Schiavo
93
Anzio
250 m dx foce fosso Schiavo
94
Anzio
Stabilimento Tritone
95
Anzio
Foce fosso Tor Caldara
96
Anzio
Fornaci Paiella
97
Anzio
Colonia marina
98
Anzio
1100 m dx colonia marina
99
Anzio
Località Grotte di Nerone
100 Anzio
350 m sx molo esterno Anzio
Porto di Anzio
101 Anzio
50 m dx molo porto Anzio
102 Nettuno
300 m dx confine comune di Anzio
103 Nettuno
Castello Sangallo
Porto di Nettuno
Foce fosso Loricina
104 Nettuno
300 m dx foce fosso Loricina
105 Nettuno
500 m dx foce fosso Loricina
id
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id
non id
id
non id
id
id
id
id
id
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
marine.
131
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Torre Valdalica Sud
Foce fosso Torre Valdalica Nord
Vald a liga Nord
01
Vald a liga Sud
02
Foce fosso del Prete
Prete
03
Foce fosso Fiumaretta
Fiumaretta
Porto di Civitavecchia
Civita vecchia
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
04
Foce fosso Infernaccio
Elaborazione risultati
05
Infe rnaccio
06
Idoneo
Foce fosso Scarpatosta
Sca rpatosta
Non idoneo
Foce fosso Malpasso
07
Civitavecchia
Malpasso
Porto Riva di Traiano
Traiano
08
Foce fosso Marangone
Ma rangone
132
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso S. Maria Morgana
Foce fosso Guardiole
Guardiole
Morgana
Porto S. Marinella
Foce fosso Castel Secco
10
Buche
Secco
18
16
11
15
14
13
12
Santa Marinella (Centro)
Foce fosso Quartaccio
Quartaccio
20
21
22
23
24
25
26
2005 2006 2007
codice punto
Punti di prelievo
27
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
Santa Marinella (S. Severa)
133
17
19
Foce fosso Buche
09
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Turbino
Turbino
28
Foce fosso Zambra
Zambra
29
30
Cerveteri
31
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
134
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Vaccina
Vaccina
Foce fosso Sanguinara
32
Sa nguinara
33
34
35
36
Ladispoli
37
38
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
135
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Cupino
39
Cupino
40
Foce fosso Cadute
41
Cadute
42
43
Foce fosso Tre Denari
Denari
44
45
46
Foce Fiume Arrone
A rrone
47
48
Foce Canale Acque Alte e Basse
e Basse
49
50
51
53
54
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
55
Idoneo
Non idoneo
56
57
Fiumicino
136
Foce Fiumara Grande – Fiume Tevere
Tevere
2005 2006 2007
codice punto
Foce Fiumara Piccola –Fiume Tevere
Tevere
52
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce Fiumara Grande - Fiume Tevere
Tevere
Porto di Roma
Roma
58
Foce Canale dei Pescatori o Stagno
59
o Stagno
60
61
62
Foce fosso Focetta o Pantanello
63
Pantanello
64
65
66
67
Roma
68
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
137
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Campo Ascolano
Ascolano
69
70
Foce fosso Pratica
71
Pratica
72
Foce fosso Crocetta
73
Crocetta
74
75
Foce fosso Orfeo
Orfeo
76
77
Foce fosso Rio Torto
Torto
Pomezia
78
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
138
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Rio Torto
Torto
79
Foce fosso Grande
Grande
80
81
Foce fosso Moletta
Moletta
82
Foce canale Biffi
Biffi
83
84
Foce fosso Diavolo
Diavolo
85
Foce fosso Caffarella
86
Caffarella
Ardea
87
88
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
139
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Foce fosso Cavallo Morto
89
Morto
90
91
92
93
94
95
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
96
97
Idoneo
Non idoneo
98
Porto di Anzio
A nzio
101
Anzio
99
100
140
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
14. CONTROLLO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA QuALITà
DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
STATO DI QUALITÀ NON COMPRENSIVO DEL PARAMETRO
OSSIGENO DISCIOLTO
Porto di Nettuno
Nettuno
Foce fosso Loricina
Loricina
103
102
104
105
Nettuno
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Idoneo
Non idoneo
141
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA
QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
Finalità
La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di
monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima
dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove
l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle
alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine.
Parametri analizzati
Sono fissati nel decreto 17 giugno 1988 del Ministero della sanità, relativo ai Criteri per la definizione di
programmi di sorveglianza per la rilevazione delle alghe aventi possibili implicazioni igienico–sanitarie.
1 livello di monitoraggio
2 livello di monitoraggio
3 livello di monitoraggio
Azoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto
Nella colonna d’acqua: TemperatuAzoto nitrico, Azoto nitroso, Azoto
ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ammoniacale, Fosforo totale, Ortofo- ra, Salinità, Trasparenza, Ossigeno
disciolto, pH e Clorofilla a.
sfato, Salinità, Clorofilla “a”
sfato, Salinità, Clorofilla “a”
Nelle acque superficiali e eventualmente nella colonna di acqua: Azoto
nitrico, Azoto nitroso, Azoto ammoniacale, Fosforo totale, Ortofosfato,
Silice reattiva.
Inoltre: Temperatura dell’aria, pressione barometrica, umidità relativa,
direzione e velocità del vento, precipitazioni atmosferiche, dati sulle correnti costiere e moto ondoso
Analisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microAnalisi quali – quantitativa al microscopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici scopio dei popolamenti fitoplanctonici
responsabili di fioriture algali
responsabili di fioriture algali
responsabili di fioriture algali
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee
Analisi quali – quantitativa routinaria al microscopio dei generi appartenenti a Diatomee, Dinoflagellati, Microflagellati, Dictiocoficee, Euglenoficee, Rafidoficee, Cianoficee
Frequenza dei campionamenti
Il D.L. 14.05.1988 n. 155, convertito con legge del 15 luglio 1988, prescrive che i limiti dell’Ossigeno
disciolto espresso in centesimi, previsti dal D.P.R. 470/82 relativo alle acque della balneazione, possono
essere superati senza vietare la balneazione stessa, quando le acque siano sottoposte a programma di
sorveglianza per una adeguata rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie. Con il
decreto 17 giugno 1988 e le circolari ministeriali del 2224 del 30.6.1988, 562 del 9.4.1998 e 1447 del
31.7.1998 vengono indicati i criteri per la definizione di detti programmi di sorveglianza e le metodologie
analitiche per la ricerca delle biotossine tossiche quali microcistine, nodularine, anatossina-a, PSP.
Il programma di sorveglianza delle acque destinate alla balneazione per la rilevazione di alghe aventi
possibili implicazioni igienico-sanitarie, fissa tre livelli di controllo di cui il primo livello deve essere messo
in atto solo durante il primo anno nel quale la Regione si avvale della facoltà di adottare per l’Ossigeno
disciolto valori limiti compresi tra 50 e 170, anche se vi si ricorre a stagione balneare iniziata.
Per i tre programmi di sorveglianza sono indicati i rispettivi criteri di scelta dei punti di prelievo e sono
elencati i rispettivi parametri da determinare.
142
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Per quanto riguarda i campionamenti, sono fissate le seguenti frequenze:
– bimensile, nei mesi da aprile a settembre, nel monitoraggio di I livello;
– bimensile, nei mesi da giugno a settembre, e mensile, negli altri mesi, nei monitoraggi di secondo e
terzo livello.
Modalità di classificazione delle acque
Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento
dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini
della classificazione delle acque.
La qualità delle acque marine costiere, pertanto, è stata valutata secondo quanto riportato nell’Allegato
1 del D. Lgs. 152/99, attraverso la determinazione dell’indice trofico TRIX.
Il valore dell’indice si ottiene applicando un logaritmo alla concentrazione di Ossigeno disciolto,
Clorofilla “a”, Fosforo totale e Azoto totale inorganico, secondo la seguente formula:
TRIX = [Log10 (Cha . DO%sat . N . P)+ 1,5]/1,2
La concentrazione dell’Ossigeno disciolto è espressa come deviazione assoluta dal valore di
saturazione.
La concentrazione di Clorofilla, di Azoto totale inorganico e Fosforo totale deve essere espressa in
mg/L. La concentrazione di Azoto totale inorganico si calcola sommando le concentrazioni di Nitrati, Nitriti
e Ammoniaca, espresse in mg/L di Azoto.
Si ottengono in questo modo valori compresi tra 2 e 8, in base ai quali è possibile assegnare 4 diverse
classi di qualità, secondo la seguente Tabella.
Valore dell’indice TRIX
2-4
4-5
5-6
6-8
Classificazione
Stato elevato
Stato buono
Stato scadente
Stato pessimo
Presentazione cromatica dell’indice trofico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie
corrispondenti a una qualità decrescente da elevata a pessima.
ele
buo
med
sca
elevato
buono
mediocre
scadente
Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale
01
02
02.01
03
03.01
04
04
04
04.01
04.01
04.01
04.02
04.03
05
05
05
05.07
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Località La Frasca (riva)
1.400 m sx Torre Valdaliga (riva)
Stabilimento Bagni Pirgo (riva)
250 m sx foce fosso Infernaccio (riva)
250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (500 )
250 m dx foce fosso Guardiole (3.000)
250 m sx foce fosso Guardiole (riva)
250 m sx foce fosso Guardiole (500 )
250 m sx foce fosso Guardiole (3.000)
Capo Linaro (riva)
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (500)
250 m dx foce fosso delle Buche (3.000)
250 m dx foce fosso Quartaccio (riva)
143
2004
buo
buo
buo
—buo
buo
buo
—————buo
buo
buo
—-
2005
————————buo
ele
ele
——————-
2006
——buo
—buo
——buo
buo
buo
buo
—————-
2007
———ele
ele
buo
ele
ele
————ele
buo
——ele
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
05.06
05.01
05.02
05.02
05.03
05.04
05.05
06
06
06
07
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
08
08
08
08.09
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.03
09.04
09.04
10
10
10
10.01
10.02
10.03
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Colonia Pio X
Foce Rio Fiume (riva)
Foce fosso Eri (riva)
Foce fosso Eri (500)
250 m dx fosso Eri (riva)
250 m sx Poligono militare (riva)
250 m dx foce fosso Turbino (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (500)
250 m dx foce fosso Zambra (3.000)
Rovine Torre Flavia (riva)
Rovine Torre Flavia (500)
Rovine Torre Flavia (3.000)
750 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 m dx foce fossoSanguinara (riva)
400 m dx fosso Sanguinara (riva)
Castello Odescalchi (riva)
Castello Odescalchi (500)
Castello Odescalchi (3.000)
1250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m dx fosso Cupino (riva)
250 m sx foce fosso Cadute (riva)
250 m dx foce fosso Cadute (riva)
1200 m dx foce fosso Cadute (riva)
250 m sx foce fosso Tre Denari (riva)
250 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500
250 m sx foce fiume Arrone (riva)
250 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (500 )
2000 m dx foce f. Arrone (3.000)
3500 m dx foce fiume Arrone (riva)
500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
Foce c. Acque Alte e Basse (riva)
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500)
2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva)
2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 )
2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000)
Radar (riva)
250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva)
Foce fosso Campo Ascolano (riva)
250 m dx foce fosso Pratica (riva)
250 m sx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx fosso Orfeo
———————buo
buo
buo
buo
buo
—————buo
buo
buo
————————————med
med
buo
—————med
med
buo
—————————-
ANNO
—buo
buo
—buo
buo
————buo
buo
buo
————————buo
med
—————————med
buo
buo
—————med
med
buo
—————————-
——buo
buo
buo
——————————————buo
buo
buo
med
buo
buo
buo
buo
—med
med
buo
——buo
buo
buo
buo
—buo
——buo
med
buo
——buo
———-
2007
buo
————————————buo
buo
buo
buo
buo
——buo
———————buo
buo
————————med
buo
——————buo
buo
—buo
buo
buo
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
marine.
144
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
01
02
02.01
03
Civitavecchia
c h ia
2005 2006 2007
codice punto
03.01
Punti di prelievo
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
145
04.01
146
Elaborazione risultati
Punti di prelievo
04.02
04.01
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
2005 2006 2007
codice punto
Santa Marinella
04.01
04
04
04
04.03
05
05
05
05.02
05.02
05.01
05.06
05.07
05.03
05.04
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
A. STATO TROFICO
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
05.05
06
06
Cerveteri
06
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
147
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
07
08
08.09
08
08
Ladispoli
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
148
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.04
10
Fiumicino
09.03
09.04
10
10
10.01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
10.02
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
10.03
139
149
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
A. STATO TROFICO
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
Pomezia
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Elevato
Buono
Mediocre
Scadente
Non monitorato
150
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA
QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE
Finalità
La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di
monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima
dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove
l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle
alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine.
Parametri analizzati
Sono riportati nella sorveglianza algale 15. A.
Frequenza dei campionamenti
È riportata nella sorveglianza algale 15. A.
Modalità di classificazione delle acque
Nella normativa, come sopra riportato, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento
dei programmi di sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini
della classificazione delle acque.
Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure
che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe.
Relativamente alle acque marine, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione
del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita, oltre che la conta al microscopio
delle alghe Cianoficee (sorveglianza 15 C), anche quella delle alghe Dinoflagellate (Alexandrium e
Lingulodinium) che sono potenzialmente tossiche. Ai sensi della citata circolare ministeriale, è necessario
prendere i seguenti provvedimenti in funzione delle seguenti concentrazioni di Dinoflagellate Alexandrium
e Lingulodinium:
< 1 milione cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine
(Alexandrium e Lingulodinium)
1 milione - 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine
(Alexandrium e Lingulodinium)
> 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati producenti tossine
(Alexandrium e Lingulodinium)
acque con assenza di rischio
attivazione sorveglianza sanitaria
acque con rischio non accettabile
Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità dei Dinoflagellati
Alexandrium e Lingulodinium presenti nell’area marina deve essere valutata a seguito di test tossicologici
effettuati, con campioni di sospensione algale, su topi. Detti test, eseguiti presso i laboratori dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale di Roma, sono risultati negativi su un totale di 28 effettuati nel corso dei tre
anni presi in considerazione.
Presentazione cromatica delle aree a rischio algale
L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche
Dinoflagellate consente di individuare le seguenti tre classi di rischio. Anche un solo valore superiore ai
limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
ass
acc
risc
acque con assenza di rischio
(< 1 milione cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine)
acque che richiedono l’attivazione della sorveglianza sanitaria
(1 milione – 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine)
acque che richiedono il divieto precauzionale della balneazione
(> 10 milioni cellule/Litro di Dinoflagellati Alexandrium e Lingulodinium producenti tossine)
151
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale
01
02
02.01
03
03.01
04
04
04
04.01
04.01
04.01
04.02
04.03
05
05
05
05.07
05.06
05.01
05.02
05.02
05.03
05.04
05.05
06
06
06
07
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
08
08
08
08.09
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.03
09.04
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Località La Frasca (riva)
1.400 m sx Torre Valdaliga (riva)
Stabilimento Bagni Pirgo (riva)
250 m sx foce fosso Infernaccio (riva)
250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (500 )
250 m dx foce fosso Guardiole (3.000)
250 m sx foce fosso Guardiole (riva)
250 m sx foce fosso Guardiole (500 )
250 m sx foce fosso Guardiole (3.000)
Capo Linaro (riva)
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (500)
250 m dx foce fosso delle Buche (3.000)
Colonia Pio X°
250 m dx foce fosso Quartaccio (riva)
Foce Rio Fiume (riva)
Foce fosso Eri (riva)
Foce fosso Eri (500)
250 m dx fosso Eri (riva)
250 m sx Poligono militare (riva)
250 m dx foce fosso Turbino (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (500)
250 m dx foce fosso Zambra (3.000)
Rovine Torre Flavia (riva)
Rovine Torre Flavia (500)
Rovine Torre Flavia (3.000)
750 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 m dx foce fossoSanguinara (riva)
400 m dx fosso Sanguinara (riva)
Castello Odescalchi (riva)
Castello Odescalchi (500)
Castello Odescalchi (3.000)
1250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m dx fosso Cupino (riva)
250 m sx foce fosso Cadute (riva)
250 m dx foce fosso Cadute (riva)
1200 m dx foce fosso Cadute (riva)
250 m sx foce fosso Tre Denari (riva)
250 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500)
250 m sx foce fiume Arrone (riva)
250 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (500 )
2000 m dx foce f. Arrone (3.000)
3500 m dx foce fiume Arrone (riva)
500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
Foce c. Acque Alte e Basse (riva)
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
152
2004
ass
ass
—ass
—ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————————ass
ass
ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————————————acc
acc
ass
————-
2005
————————ass
ass
ass
———————ass
ass
—ass
ass
————ass
ass
ass
————————ass
ass
—————————ass
ass
ass
————-
2006
——ass
——ass
ass
ass
ass
ass
———————ass
ass
——ass
——————————————ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
—ass
ass
ass
——ass
ass
ass
ass
2007
———ass
ass
ass
ass
ass
————ass
ass
——ass
ass
————————————ass
ass
ass
ass
ass
——ass
———————ass
ass
————————ass
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
09.04
10
10
10
10.01
10.02
10.03
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500)
2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva)
2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 )
2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000)
Radar (riva)
250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva)
Foce fosso Campo Ascolano (riva)
250 m sx foce fosso Pratica (riva)
250 m sx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx fosso Orfeo
—acc
acc
ass
—————————-
—ass
ass
ass
—————————-
—ass
——ass
ass
ass
——ass
———-
ass
——————ass
ass
—ass
ass
ass
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
marine.
153
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE
01
02
Civitavecchia
02.01
03
03.01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
154
155
04.01
04.03
Elaborazione risultati
Punti di prelievo
04.02
04.01
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
2005 2006 2007
codice punto
04.01
04
04
04
05
05
05
05.03
Santa Marinella
05.02
05.02
05.01
05.06
05.07
05.04
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGELLATE
05.05
06
06
Cerveteri
06
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
156
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
07
08
08
08
Ladispoli
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
157
08.09
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.04
09.03
09.04
Fiumicino
10
10
10
10.01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
10.02
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
10.03
158
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
B. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE DINOFLAGGELATE
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
Pomezia
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Attivazione sorveglianza sanitaria
Divieto precauzionale e di balneazione
Non monitorato
159
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
15. SORVEGLIANzA ALGALE NELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DELLA
QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QuALITà AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
Finalità
La sorveglianza algale è finalizzata a rilevare, mediante programmi di primo, secondo e terzo livello di
monitoraggio, l’eventuale presenza di alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie. Prima
dell’entrata in vigore del D. Lgs. n. 94 del 11.7.07, era consentita la balneazione anche nelle acque dove
l’Ossigeno disciolto superava i valori limite normativi (120 mg/L), purché fosse accertata l’assenza delle
alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie o l’assenza delle rispettive tossine.
Parametri analizzati
Sono riportati nella sorveglianza algale 15 A.
Frequenza dei campionamenti
È riportata nella sorveglianza algale 15 A.
Modalità di classificazione delle acque
Nella normativa, sono elencati i parametri da analizzare durante lo svolgimento dei programmi di
sorveglianza delle acque, ma non sono riportati criteri di valutazione dei risultati ai fini della classificazione
delle acque.
Solo per quanto riguarda le microalghe potenzialmente tossiche, sono precisate le seguenti procedure
che devono essere seguite in caso di presenza di dette alghe.
Relativamente alle acque marine, nella circolare ministeriale n. 1447 del 31 luglio 1998 di attuazione
del DPR 8 giugno 1982 n. 470, è riportato che deve essere eseguita, oltre che la conta al microscopio
delle alghe Dinoflagellate (sorveglianza 15 B), anche quella delle alghe Cianoficee che sono
potenzialmente tossiche. Ai sensi della citata circolare ministeriale, è necessario prendere i seguenti
provvedimenti in funzione delle seguenti concentrazioni di Cianoficee:
< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee
100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee
> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee
acque con assenza di rischio
acque con rischio accettabile
acque con rischio non accettabile
Sempre in conformità alla citata circolare ministeriale, comunque, la effettiva tossicità delle Cianoficee
presenti nell’area marina deve essere valutata a seguito di test tossicologici effettuati, con campioni di
sospensione algale, su topi. Non è stato mai necessario far eseguire detti test presso i laboratori
dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma.
Presentazione cromatica delle aree a rischio algale
L’elaborazione dei risultati analitici relativi alla conta dei popolamenti delle alghe microscopiche
Cianoficee consente di individuare le seguenti tre classi di rischio (la classe attribuita è quella che emerge
dal risultato peggiore). Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato
l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
ass
acc
risc
acque con assenza di rischio (< 100.000 cellule/Litro di Cianoficee)
acque con rischio accettabile (100.000 – 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee)
acque con rischio non accettabile (> 5 milioni cellule/Litro di Cianoficee)
160
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dei risultati della sorveglianza algale
01
02
02.01
03
03.01
04
04
04
04.01
04.01
04.01
04.02
04.03
05
05
05
05.07
05.06
05.01
05.02
05.02
05.03
05.04
05.05
06
06
06
07
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
08
08
08
08.09
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.03
09.04
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Località La Frasca (riva)
1.400 m sx Torre Valdaliga (riva)
Stabilimento Bagni Pirgo (riva)
250 m sx foce fosso Infernaccio (riva)
250 m dx foce fosso Scarpatosta (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (riva)
250 m dx foce fosso Guardiole (500 )
250 m dx foce fosso Guardiole (3.000)
250 m sx foce fosso Guardiole (riva)
250 m sx foce fosso Guardiole (500 )
250 m sx foce fosso Guardiole (3.000)
Capo Linaro (riva)
250 m dx foce fosso S. Maria Morgana (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (riva)
250 m dx foce fosso delle Buche (500)
250 m dx foce fosso delle Buche (3.000)
Colonia Pio X°
250 m dx foce fosso Quartaccio (riva)
Foce Rio Fiume (riva)
Foce fosso Eri (riva)
Foce fosso Eri (500)
250 m dx fosso Eri (riva)
250 m sx Poligono militare (riva)
250 m dx foce fosso Turbino (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (riva)
250 m dx foce fosso Zambra (500)
250 m dx foce fosso Zambra (3.000)
Rovine Torre Flavia (riva)
Rovine Torre Flavia (500)
Rovine Torre Flavia (3.000)
750 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 sx foce fosso Vaccina (riva)
250 m dx foce fossoSanguinara (riva)
400 m dx fosso Sanguinara (riva)
Castello Odescalchi (riva)
Castello Odescalchi (500)
Castello Odescalchi (3.000)
1250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m sx fosso Cupino (riva)
250 m dx fosso Cupino (riva)
250 m sx foce fosso Cadute (riva)
250 m dx foce fosso Cadute (riva)
1200 m dx foce fosso Cadute (riva)
250 m sx foce fosso Tre Denari (riva)
250 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (riva)
1.000 m dx foce fosso Tre Denari (500
250 m sx foce fiume Arrone (riva)
250 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (riva)
2000 m dx foce fiume Arrone (500 )
2000 m dx foce f. Arrone (3.000)
3500 m dx foce fiume Arrone (riva)
500 m sx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
Foce c. Acque Alte e Basse (riva)
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (riva)
161
2004
ass
ass
—ass
—ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————————ass
ass
ass
ass
ass
—————ass
ass
ass
————————————ass
ass
ass
————-
2005
————————ass
ass
ass
———————ass
ass
—ass
ass
————ass
ass
ass
————————ass
ass
—————————ass
ass
ass
————-
2006
——ass
——ass
——ass
ass
ass
ass
———————ass
ass
——ass
——————————————ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
—ass
ass
ass
——ass
ass
ass
ass
2007
——ass
ass
ass
ass
ass
————ass
ass
ass
ass
————————————ass
ass
ass
ass
ass
——ass
———————ass
ass
————————ass
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
09.04
10
10
10
10.01
10.02
10.03
10.14
10.15
11
11.02
11.03
11.05
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
250 m dx foce c. Acque Alte e Basse (500)
2000 m dx canale Acque Alte Basse (riva)
2000 m dx c. Acque Alte e Basse (500 )
2000 m dx c. Acque Alte Basse (3.000)
Radar (riva)
250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
1.250 m dx foce Fiumara Piccola (riva)
250 m sx foce fosso Campo Ascolano (riva)
Foce fosso Campo Ascolano (riva)
250 m sx foce fosso Pratica (riva)
250 m sx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx foce fosso Crocetta (riva)
250 m dx fosso Orfeo
—ass
ass
ass
—————————-
ANNO
—ass
ass
ass
—————————-
—ass
——ass
ass
ass
——ass
———-
2007
ass
——————ass
ass
—ass
ass
ass
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
Per dx e sx si intende a destra e a sinistra di colui che guarda la costa volgendo le spalle alle acque
marine.
162
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
01
02
02.01
03
Civitavecchia
03.01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
163
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
05
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
04.01
164
2005 2006 2007
codice punto
Punti di prelievo
04.02
04
04
04
04.01
04.01
04.03
05
05
Santa Marinella
05.02
05.02
05.01
05.06
05.07
05.03
05.04
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
05.05
06
06
Cerveteri
06
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
165
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
07
07
07.03
07.04
07.05
07.06
07
08
08
08
Ladispoli
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
166
08.09
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
07.01
07.02
08.01
08.02
08.03
08.04
08.05
08.06
08.06
08.07
08.08
09
09
09
09.01
09.02
09.04
10
09.03
09.04
10
10
Fiumicino
10.01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
10.02
Elaborazione risultati
10.03
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
167
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
15. SORVEGLIANzA ALGALE DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DELLA QuALITà DELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
C. STATO DI QUALITÀ AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE CIANOFICEE
10.14
10.15
11
11.02
11.03
Pomezia
11.05
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza di rischio
Rischio accettabile
Rischio non accettabile
Non monitorato
168
2007
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15.1. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE DEL RILEVAMENTO
DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE DESTINATE ALLA VITA
DEI MOLLuSCHI
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque costiere e salmastre sedi
di banchi e popolamenti naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi designate come richiedenti protezione
e miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per contribuire alla buona qualità dei
prodotti della molluschicoltura destinati al consumo umano.
Parametri analizzati
Salinità, Ossigeno disciolto, pH, Temperatura, Colorazione, Materiali in sospensione, Idrocarburi di
origine petrolifera, Argento, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco,
Sostanze organo alogenate, Coliformi fecali, Sassitossina.
Frequenza dei campionamenti
Mensile – trimestrale – semestrale.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque marine destinate alla vita dei molluschi è stata ottenuta secondo le
modalità previste dalla Sezione C dell’Allegato 2, parte terza, del D.Lgs. 152/06. In particolare, sono state
considerate conformi le acque destinate alla vita dei molluschi quando i campioni di acqua e dei molluschi
hanno rispettato i valori e le indicazioni di cui alla citata Tabella 1/C per quanto riguarda:
a) il 100% dei campioni prelevati per i parametri Sostanze organo alogenate e metalli;
b) il 95% dei campioni per i parametri Salinità ed Ossigeno disciolto;
c) il 75% dei campioni per gli altri parametri indicati nella Tabella 1/C.
Valori imperativi di riferimento utilizzati per la classificazione
Sono stralciati dalla citata Tabella 1/C dell’Allegato 2, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
pH
Materiali in sospensione
Salinità
Ossigeno disciolto
Idrocarburi di origine petrolifera
pH
mg/L
0/
00
% di sat.
Sostanze organo-alogenate
Mercurio Hg
Piombo Pb
Coliformi fecali
ppm
ppm
n./100 mL
I (valore imperativo)
7-9
L’aumento del tenore di materie in sospensione provocato da
uno scarico, non deve superare nelle acque destinate alla vita
dei molluschi influenzate da tale scarico, di oltre il 30% il tenore
misurato nelle acque non influenzate
≤ 40 0/00
= 70% (valore medio)
Gli idrocarburi non devono essere presenti nell’acqua in quantità
tale:
- da produrre un film visibile alla superficie dell’acqua e/o un
deposito sui molluschi;
- da avere effetti nocivi per i molluschi
La concentrazione di ogni sostanza nell’acqua o nella polpa del
mollusco non deve superare un livello tale da provocare effetti
nocivi per i molluschi e per le loro larve
nella polpa del mollusco ≥ 0,5 ppm
nella polpa del mollusco ≥ 2 ppm
≤ 300 nella polpa del mollusco e nel liquido intervalvare
169
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione cromatica delle categorie A1, A2, A3
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 4 categorie di
qualità decrescente.
1
categoria 1, con rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99,
nelle acque e nei molluschi.
categoria 2, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99,
nelle sole acque.
categoria 3, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99,
nei soli molluschi.
categoria 4, con mancato rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1/C, Allegato 2, del D.Lgs. 152/99,
nelle acque e nei molluschi.
2
3
4
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
02
03
Ladispoli
Fiumicino
Anzio
2004
———-
Loc. Torre Flavia
Loc. Coccia di Morto
Loc. Grotte di Nerone
170
2005
1
1
1
2006
1
1
1
2007
1
1
1
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
15.1. MONITORAGGIO DELLE ACQuE MARINE IN FuNzIONE
DEL RILEVAMENTO DELLE CARATTERISTICHE QuALITATIVE DELLE ACQuE
DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLuSCHI
01
02
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
01
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
03
Presentazione cromatica dei risultati
Cat 1
Cat 2
Cat 3
Cat 4
Non monitorato
159
02
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 1 del P.R.T.A. (Bacini idrografici)
Aniene (Tevere)
Arrone sud
Arrone sud - Collettore
Astura
Bacino endoreico
Badino
Incastro
Loricina
Mignone
Mignone -Arrone sud
Moscarello
Sacco (Liri - Garigliano)
Salto - Turano
Tevere - Basso corso
Tevere - Foce
Tevere - Incastro
Tevere - Medio corso
Treia
171
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI
OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO CHIMICO
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione, dal punto di vista chimico, del grado di compromissione
degli acquiferi per cause naturali e antropiche.
Parametri analizzati
Temperatura, Durezza, Conducibilità, Bicarbonato, Calcio, Cloruri, Magnesio, Potassio, Sodio, Solfati,
Ione ammonio, Ferro, Manganese, Nitrati, Nitriti.
Frequenza dei campionamenti
Semestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Non sono disponibili i criteri da adottare per la classificazione delle acque sotterranee ai sensi del D.
Lgs. 152/06. La classificazione delle acque sotterranee, pertanto, è stato valutata utilizzando il valore
medio rilevato per ogni parametro di base (Tabella 20, Allegato 1, del D. Lgs. 152/99 nel periodo di
riferimento. Le diverse classi qualitative sono state attribuite secondo lo schema della seguente Tabella.
La classificazione è stata determinata dal valore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei
diversi parametri di base.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 20, Allegato 1, del D. Lgs. 152/99.
Parametro
Conducibilità elettrica
Cloruri
Manganese
Ferro
Nitrati
Solfati
Ione ammonio
unità di misura
mS/cm (20° C)
mg/L
mg/L
mg/L
mg/L NO3
mg/L SO4
mg/L NH4
Classe 1
≤ 400
≤ 25
≤ 20
≤ 50
≤5
≤ 25
≤ 0,05
Classe 2
≤ 2500
≤ 250
≤ 50
≤ 200
≤ 25
≤ 250
≤ 0,5
Classe 3
≤ 2500
≤ 250
≤ 50
≤ 200
≤ 50
≤ 250
≤ 0,5
Classe 4
> 2500
> 250
> 50
> 200
> 50
> 250
> 0,5
Classe 0
> 2500
> 250
> 50
> 200
> 250
> 0,5
Se la presenza delle sostanze elencate in Tabella è di origine naturale, viene automaticamente attribuita
la classe 0 (stato particolare).
Presentazione cromatica dello stato chimico
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 5 classi
corrispondenti a una qualità decrescente.
1
2
3
4
0
Classe
Classe
Classe
Classe
Classe
1
2
3
4
0
172
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Agosta
Roma
Vallepietra
Vallepietra
Cerveteri
Campagnano
Marano E.
Montorio
Monteflavio
Marcellina
Vicovaro
Gerano
Poli
S. Vito R.
Arsoli
Vallepietra
Jenne
Jenne
Mazzano
Sorgente Acqua Marcia
Sorgente Acqua Vergine – Salone
Sorgente Cesa degli Angeli
Sorgente Pantano Alta e Bassa
Sorgente Termini
Sorgente Mola Maggiorana
Sorgente Madonna della Quercia
Sorgente Capore Bassa
Sorgente Capore Alta
Sorgente Gruppo Capo d’acqua
Sorgente Ronci Capo d’acqua
Sorgente Maranera
Sorgente Solara
Sorgente Vollica
Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo
Sorgente Carpinetto
Sorgente Cerreto Gruppo
Sorgente Comunacque
Sorgente Orto Biondo
173
2004
2
2
1
1
2
2
2
1
2
1
2
2
2
2
1
1
1
2
2
2005
2
2
2
2
2
2
2
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2006
2
2
1
1
2
2
1
2
1
1
2
2
2
2
1
1
1
2
1
2007
2
2
2
2
2
2
1
1
1
1
2
2
2
2
1
2
1
1
2
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE
IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
A. STATO CHIMICO
19
06
08
09
10
05
15
01
11
07
04
16
19 03
12
02
13
14
06
17
18
05
Corpi idrici significativi
02
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 0
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
174
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DEGLI
OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
B. STATO DI QuALITà IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla individuazione delle sostanze pericolose o gruppi di sostanze tossiche,
persistenti e bio-accumulabili e altre sostanze o gruppi di sostanze che danno adito a effetti analoghi.
Parametri analizzati
Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Bario, Berillio, Boro, Cadmio, Cianuri, Cromo totale, Cromo
VI, Fluoruri, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Composti alifatici alogenati totali, Cloruro di vinile,
1,2 dicloroetano, Pesticidi totali, Aldrin, Dieldrin, Eptacloro, Eptacloro epossido, Altri pesticidi individuali,
Acrilamide, Benzene, IPA totali, Benzo(a)pirene.
Frequenza dei campionamenti
Semestrale.
Modalità di classificazione delle acque
Nell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, non sono riportati valori limite nelle acque sotterranee
in merito alle sostanze pericolose. A questo proposito, pertanto, si è fatto riferimento ai valori limite fissati
nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06 relativamente alle sostanze pericolose
elencate nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06.
Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di
qualità peggiore.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06.
concentrazione (mg/L)
10
5
50
1
20
10
0.1
1
3.5
0.5
0.03
0.03
0,5
Arsenico
Cadmio
Cromo totale
Mercurio
Nichel
Piombo
Sommatoria IPA
Benzene
Nitrobenzene
Cloronitrobenzeni (ognuno)
Aldrin
Dieldrin
Pesticidi totali
Presentazione cromatica della acque con presenza di sostanze pericolose
La presenza di sostanze in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5,
parte quarta, del D. Lgs. 152/06.
ass
pres
assenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2
dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo del D. Lgs. 152/06
presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2
dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06
175
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Agosta
Roma
Vallepietra
Vallepietra
Cerveteri
Campagnano
Marano E.
Montorio
Monteflavio
Marcellina
Vicovaro
Gerano
Poli
S. Vito R.
Arsoli
Vallepietra
Jenne
Jenne
Mazzano
Sorgente Acqua Marcia
Sorgente Acqua Vergine – Salone
Sorgente Cesa degli Angeli
Sorgente Pantano Alta e Bassa
Sorgente Termini (*)
Sorgente Mola Maggiorana (*)
Sorgente Madonna della Quercia
Sorgente Capore Bassa
Sorgente Capore Alta
Sorgente Gruppo Capo d’acqua
Sorgente Ronci Capo d’acqua
Sorgente Maranera
Sorgente Solara
Sorgente Vollica
Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo
Sorgente Carpinetto
Sorgente Cerreto Gruppo
Sorgente Comunacque
Sorgente Orto Biondo (*)
2004
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
2005
ass
ass
ass
pres
pres
pres
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
pres
2006
ass
ass
ass
ass
pres
pres
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
pres
2007
ass
ass
ass
ass
pres
pres
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
ass
pres
Il mancato raggiungimento dello stato chimico buono è sempre dovuto a concentrazioni elevate di Fluoruri
e/o Arsenico.
176
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
16. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE
IN FuNzIONE DEGLI OBIETTIVI DI QuALITà AMBIENTALE
B. STATO DI QUALITÀ IN RELAZIONE ALLE SOSTANZE PERICOLOSE
19
06
08
09
10
05
15
11
01
07
04
16
02
13
05
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza
Presenza
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
177
19 03
12
14
06
17
18
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
17. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA
INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque sotterranee ai fini della
individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in
acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi.
Parametri analizzati
Nitrati, Nitriti, Ammoniaca, Ortofosfato, Calcio, Cloruri, Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi
fecali, Escherichia coli.
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre.
Modalità di classificazione delle acque
La classificazione delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
nitrati di origine agricola è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte A1,
parte terza, del D. Lgs. 152/06. In particolare, le concentrazioni dello ione nitrato sono state considerate
basse, se inferiori a 25 mg/L, alte, se comprese tra 25 e 50, e rappresentative di zone vulnerabili, se
superiori a 50 mg/L in concomitanza con valori nulli dei parametri microbiologici (Coliformi fecali, Coliformi
totali, Streptococchi fecali ed Escherichia coli).
Presentazione cromatica dello stato di vulnerabilità da nitrati
L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti 3 categorie
con qualità decrescente. Anche un solo valore superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato
l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
1
2
3
Categoria 1 con concentrazione nitrati < 25 mg/L
Categoria 2 con concentrazione nitrati compresa tra 25 e 50 mg/L
Categoria 3 con concentrazione nitrati > 50 mg/L
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
02
03
04
05
06
Roma
Albano
Roma
Roma
Fiumicino
Ladispoli
Pozzo
Pozzo
Pozzo
Pozzo
Pozzo
Pozzo
via della Storta
via Roncigliano
via di Pratica di Mare
via Salaria
via delle Pinne
Statua
178
2004
3
3
2
———-
2005
3
3
2
1
2
3
2006
3
3
3
1
2
2
2007
3
—3
1
3
3
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
17. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE
IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA NITRATI
04
01
06
05
03
02
04
01
06
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
Limiti comunali
Punti di prelievo
05
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
Presentazione cromatica dei risultati
03
Cat. 1
Cat 2
Cat 3
Non monitorato
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
179
02
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
18. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA
INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI
Finalità
Il monitoraggio è finalizzato alla definizione dello stato di qualità delle acque sotterranee ai fini della
individuazione delle zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente prodotti fitosanitari in
acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi.
Parametri analizzati
Atrazina, Alaclor, Carbaryl, Diclorvos, Dieldrin, Dicloran, DDT e isomeri, Eptacloro epossido,
Fenamifos, Metolaclor, Metalaxyl, Oxadixyl, Procimidone, Pendimentalin, Simazina, Terbutilazina,
Trifluralin, Vinclozolin, 2,4 D, Dicamba, Mcpa, Mecoprop, Aldicarb e suoi metabolici, Alfa endosulfan,
Benfuracarb, Carbendazim, Clortoluron, Dazomet, Dicloropropene, Fluoroxipir, Iprodione, Lenacil,
Lindano, Linuron, Metamitron, Metazaclor, Metomil, Metribuzin, Metrobromuron, Teflubenzuron, Terbutrina
Frequenza dei campionamenti
Mensile nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e dicembre.
Modalità di classificazione delle acque
Non sono disponibili i criteri da adottare per la classificazione delle acque sotterranee interessate da
prodotti fitosanitari.
La classificazione delle acque sotterranee in funzione della individuazione delle zone vulnerabili da
prodotti fitosanitari è stata effettuata sulla base delle indicazioni riportate nell’Allegato 7, parte B, parte
terza, del D. Lgs. 152/06 e dei valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del
D. Lgs. 152/06.
Parametri utilizzati per la classificazione con relativi valori limite di riferimento
Sono stralciati dalla citata Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06).
concentrazione (mg/L)
0,1
0,3
0,1
0,1
0,03
0,1
0,1
0,1
Alaclor
Atrazina
Gamma – esacloroesano (lindano)
DDD, DDT, DDE
Dieldrin
Simazina
Trifluralin
alfa endosulfan
Presentazione cromatica dello stato di vulnerabilità da fitofarmaci
La presenza di fitofarmaci è indicata in caso di presenza in concentrazioni superiori agli standard di
qualità fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Anche un solo valore
superiore ai limiti indicati in Tabella ha comportato l’attribuzione della classe di qualità peggiore.
ass
pres
assenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2
dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo del D. Lgs. 152/06
presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tab. 2
dell’Allegato 5, parte quarta, Titolo V del D. Lgs. 152/06
Presentazione cromatica dei risultati del monitoraggio
01
02
03
04
Roma
Roma
Fiumicino
Fiumicino
Pozzo
Pozzo
Pozzo
Pozzo
via Salaria
via di Pratica di Mare
via delle Pinne
Statua
180
2004
————-
2005
ass
ass
ass
ass
2006
ass
ass
ass
ass
2007
ass
ass
ass
ass
6. I RISULTATI DEI MONITORAGGI DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
18. MONITORAGGIO DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE
DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE VuLNERABILI DA FITOFARMACI
04
06
05
04
03
06
Corpi idrici significativi
Principali bacini lacustri
05
Limiti comunali
Punti di prelievo
2005 2006 2007
codice punto
Elaborazione risultati
03
Presentazione cromatica dei risultati
Assenza
Presenza
Non monitorato
Tematismo di base estratto dalla tavola n° 3 del P.R.T.A. (Vulnerabilità)
Molto elevata
Elevata
Alta
Media
Bassa
Molto bassa
181
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
7. I RISuLTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI
DELLE ACQuE REFLuE
7.1. IL CONTROLLO ANALITICO
Come sopra riportato, il controllo analitico degli scarichi è finalizzato a verificarne il rispetto dei limiti
fissati nel D. Lgs. 152/06 o indicati nelle prescrizioni provinciali o comunali riportate nelle autorizzazioni
allo scarico.
Nei campioni prelevati non sono determinati indiscriminatamente tutti i parametri riportati nelle
rispettive Tabelle di riferimento, ma quei parametri che si ritengono i più rappresentativi dello scarico al
fine della verifica del rispetto dei limiti fissati nella normativa tecnica vigente.
Nella seguente tabella sono elencati i parametri che vengono normalmente esaminati per ogni tipo di
scarico. A seguito delle indagini tecniche e amministrative presso gli impianti da controllare, però, possono
essere determinati parametri diversi da quelli riportati in tabella.
Alimentare
Allevamento
Autodemolizione
Autolavaggio
Azienda agricola
Bevande
Distilleria o vinicola
Depurazione carburanti
Cartiera
Caseificio
Cava, marmificio
Cementificio
Centrale elettrica
Ceramica
Chimica
Cosmetici
Detersivi
Elettronica
Parametri rappresentativi delle scarico
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli,
Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi
totali, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi clorurati.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi
totali, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Ferro, Rame, zinco, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Fenoli, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi
totali, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Mercurio, Cloruri, Solfati, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli,
Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Solfuri, Solfiti, Solfati, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale,
Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo, Solfuri, Fosforo totale,
Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi
clorurati, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cromo totale, Cromo VI, Ferro,
Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo, Fosforo
totale, Azoto ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati,
Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Boro, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Grassi e oli, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro,
Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati, Tensioattivi.
182
7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE
Farmaceutica
Fonderia
Fotografica
Frantoio
Galvanica
Lavanderia
Mattatoio
Meccanica, metallurgica
Piscina
Odontotecnico
Raffineria
Rifiuti (trattamento)
Tipografia
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Ferro,
Manganese, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Fenoli, Solventi organici aromatici, Solventi clorurati Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cianuri totali, Solfiti, Fosforo totale, Azoto
ammoniacale, Fenoli, Tensioattivi, Rame, zinco.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli,
Fenoli, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Alluminio, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cianuri totali,
Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Grassi e oli,
Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale,
Azoto ammoniacale, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi clorurati.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Cloro attivo, Fosforo totale, Azoto ammoniacale,
Tensioattivi, Alluminio, Ferro, Rame, Solventi clorurati.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Fosforo totale,
Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Fenoli, Solventi organici aromatici,
Tensioattivi.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI,
Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, zinco, Cloro attivo,
Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Solventi organici aromatici, Tensioattivi, Solventi
clorurati.
pH, solidi sospesi totali, BOD5, COD, Fosforo totale, Azoto ammoniacale, Tensioattivi.
Per quanto riguarda il rispetto dei limiti fissati nella normativa o nelle prescrizioni riportate nelle
autorizzazioni, il Servizio Risorse idriche e naturali procede alle seguenti verifiche.
Acque reflue urbane in acque superficiali con scarichi autorizzati provenienti da depuratori comunali:
– rispetto dei valori limite di emissione fissati nelle Tabelle 1 e 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06 negli
scarichi dei depuratori particolarmente significativi, di quelli litoranei e di quelli caratterizzati da una
potenzialità superiore a 2.000 a.e.;
– rispetto dei valori limite di emissione prescritti nelle autorizzazioni allo scarico negli scarichi dei
depuratori caratterizzati da una potenzialità inferiore a 2.000 a.e.
Acque reflue urbane in acque superficiali provenienti da agglomerati: rispetto dei valori limite di emissione
prescritti nelle autorizzazioni allo scarico o, se non autorizzati, rispetto di quelli fissati nella Tab. 3, allegato
5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue urbane in acque superficiali con scarichi non autorizzati provenienti da depuratori comunali o
da reti fognarie comunali non servite da depuratori: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab.
3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue urbane sul suolo con scarichi autorizzati o non autorizzati provenienti da depuratori
comunali: rispetto dei valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue urbane sul suolo provenienti da agglomerati: rispetto dei valori limite di emissione fissati
nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue urbane sul suolo provenienti da reti fognarie comunali non servite da depuratori: rispetto dei
valori limite di emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06
Acque reflue industriali in acque superficiali con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei valori
limite di emissione fissati nella Tab. 3, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
183
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Acque reflue urbane sul suolo con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei valori limite di
emissione fissati nella Tab. 4, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue industriali in rete fognaria comunale con scarichi autorizzati o non autorizzati: rispetto dei
limiti fissati nella Tab. 3, colonna scarico in rete fognaria, allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue domestiche in acque superficiali: rispetto dei limiti prescritti nell’autorizzazione o, se non
autorizzati, limiti Tab. 3 allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Acque reflue domestiche sul suolo con scarichi autorizzati: rispetto dei limiti prescritti nell’autorizzazione
allo scarico.
Acque reflue domestiche in rete fognaria comunale con scarichi autorizzati: rispetto dei limiti prescritti
nell’autorizzazione allo scarico.
Si ritiene necessario precisare che i controlli delle acque reflue domestiche in acque superficiali sono
eseguiti soprattutto sugli scarichi provenienti da insediamenti industriali e da insediamenti adibiti ad
attività di servizio.
Il Servizio Risorse idriche e naturali procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nei
confronti dei titolari dello scarico e, per concorso, nei confronti dell’eventuale ditta che gestisce l’impianto
di depurazione, nei casi di superamento dei limiti fissati nelle Tabelle riportate nell’allegato 5 del D. Lgs.
152/06 o dei limiti prescritti nelle autorizzazioni allo scarico.
Il Servizio Risorse idriche e naturali non procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nel
caso in cui il campione è prelevato da personale di un altro organo competente (polizia giudiziaria,
personale di strutture sanitarie, ecc.).
7.2. IL CONTROLLO AMMINISTRATIVO
Il controllo amministrativo è soprattutto finalizzato a verificare se i titolari degli scarichi sono in
possesso o meno della autorizzazione allo scarico prescritta nell’art. 124 del D. Lgs. 152/06. Ulteriori
controlli amministrativi sono finalizzati alla verifica del rispetto delle prescrizioni provinciali riportate nelle
autorizzazioni allo scarico, soprattutto per quanto riguarda l’eventuale prescrizione riguardante
l’installazione dei campionatori automatici necessari per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tab. 1,
allegato 5, del D. Lgs. 152/06.
Il Servizio Risorse idriche e naturali procede a proporre le sanzioni penali e/o amministrative nei
confronti dei titolari dello scarico e, per concorso, nei confronti dell’eventuale ditta che gestisce l’impianto
di depurazione, nei casi in cui viene accertato che per lo scarico non è stata rilasciata l’autorizzazione e/o
nei casi in cui viene accertato che non sono state rispettate le prescrizioni riportate nella relativa
autorizzazione.
Nel caso di sopralluoghi eseguiti unitamente a personale di un altro organo competente (polizia
giudiziaria, personale di strutture sanitarie, ecc.), il Servizio Risorse idriche e naturali non propone le
sanzioni penali e/o amministrative se detto personale intende procedere per proprio conto alla stesura del
verbale di accertamento, rinunciando alla collaborazione di ARPA Lazio. In questo caso, è firmato un
verbale congiunto nel quale è appunto precisato che le eventuali comunicazioni di notizia di reato e/o le
eventuali proposte di sanzione amministrativa, conseguenti alla situazione amministrativa dello scarico
dell’insediamento sottoposto all’accertamento (autorizzazioni, rispetto delle prescrizioni, ecc), saranno
effettuate solamente dal personale dell’organo competente.
7.3. I METODI DI CAMPIONAMENTO
Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 1 negli scarichi delle acque reflue urbane in
acque superficiali sono prelevati campioni medi ponderati nell’arco di 24 ore, mediante l’uso di
campionatori la cui installazione è a carico del gestore del depuratore a seguito di prescrizione provinciale
riportata nell’autorizzazione allo scarico. Il campionamento medio ponderato è eseguito in conformità di
quanto riportato nel paragrafo 1.1, capoverso 6, dell’Allegato 5, parte terza del D. Lgs. 152/06.
184
7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE
Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 3 negli scarichi delle acque reflue urbane e
industriali in acque superficiali sono prelevati campioni istantanei. In caso di acque reflue industriali, al fine di
ottenere il campione più adatto a rappresentare lo scarico, è effettuato un campionamento istantaneo o medio
di 3 ore, in conformità alle procedure riportate nel paragr. 1, punto 1.2.2, dell’Allegato 5.
Sono prelevati anche campioni istantanei per la verifica del rispetto dei limiti prescritti nelle
autorizzazioni provinciali degli scarichi delle acque reflue domestiche in acque superficiali.
Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue
urbane provenienti da depuratori sono prelevati campioni medi ponderati nell’arco di 24 ore mediante l’uso
di campionatori la cui installazione è a carico del gestore del depuratore a seguito di prescrizione
provinciale riportata nell’autorizzazione allo scarico. Il campionamento medio ponderato è eseguito in
conformità di quanto riportato nel paragrafo 2, capoverso 3, dell’Allegato 5.
In caso di mancata installazione di campionatore viene prelevato un campione istantaneo.
Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue
urbane provenienti da fognature urbane non servite da depuratori sono prelevati campioni istantanei.
Per la verifica del rispetto dei limiti fissati nella Tabella 4 negli scarichi sul suolo delle acque reflue
industriali sono prelevati campioni secondo le procedure fissate nel paragr. 2 dell’Allegato 5
Sono prelevati anche campioni istantanei per la verifica del rispetto dei limiti prescritti nelle
autorizzazioni provinciali degli scarichi delle acque reflue domestiche sul suolo.
7.4. LE GARANzIE DIFENSIVE
I campioni di acque reflue sono eseguiti alla presenza del titolare dello scarico o del gestore
dell’impianto o di persone da esse delegate.
Per tutti i campioni di acque reflue viene compilato un verbale di prelievo dove, tra l’altro è precisato
quanto segue:
– le modalità di sigillatura del campione;
– l’invito al presente all’ispezione a prelevare campione per analisi contemporaneamente ad ARPA Lazio;
– la comunicazione del giorno e dell’ora di apertura del campione e di inizio delle analisi;
– l’invito al presente all’ispezione, eventualmente con l’assistenza di un consulente tecnico regolarmente
designato con formale atto di nomina, ad assistere all’apertura del campione e alle relative analisi;
– l’invito al presente all’ispezione a consegnare il verbale al titolare dello scarico;
– l’invito al presente all’ispezione a riportare eventuali dichiarazioni spontanee;
– l’invito al presente all’ispezione a controfirmare il verbale di prelievo.
Inoltre, per tutti i campioni di acque reflue, viene compilato, presso i laboratori di ARPA Lazio di Roma,
un verbale di apertura del campione e di assistenza analisi, che è controfirmato dalla parte.
Conseguentemente, la parte può verificare l’integrità dei sigilli apposti sul campione al momento del
prelievo e può assistere a tutte le operazioni analitiche fino alla lettura finale dei risultati, con la possibilità
di riportare tutte le osservazioni che ritiene necessarie.
7.5. I VERBALI DI CONTESTAzIONE CON PROPOSTA DI SANzIONE
Nei verbali di contestazione (recanti il n. reg. gen. e la data del prelievo riportati sul verbale di prelievo
del campione) è allegata la seguente documentazione:
– il rapporto di prova (recante il numero di registro generale e la data del prelievo riportati nel verbale di
prelievo), dove sono indicati sia i valori analitici dei parametri ricercati, sia i parametri che hanno
superato i limiti fissati nella Tabella normativa presa in considerazione indicata nello stesso rapporto di
prova, con la conseguente violazione;
– il verbale di sopralluogo e prelievo del campione (recante, tra l’altro, il n. reg. gen., la data del prelievo
del campione e l’impianto sottoposto ad accertamento), controfirmato anche dal rappresentante della
parte presente alle operazioni di prelievo, con invito scritto al citato rappresentante ad assistere alle
operazioni di apertura del campione e a quelle analitiche presso i laboratori ARPA Lazio di Roma;
– il verbale di apertura del campione presso i laboratori ARPA Lazio di Roma (recante il n. reg. gen. e la
data del prelievo riportati nel verbale di prelievo), controfirmato anche dal rappresentante della parte,
quando è intervenuto ad assistere alle operazioni di apertura del campione e di analisi.
185
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
7.6. LA NOTIFICA DEI VERBALI DI CONTESTAzIONE
Le contestazioni sono notificate al titolare dello scarico e al gestore dello scarico entro i novanta giorni
dalla data dell’accertamento della violazione che coincide con la data di conclusione del rapporto di prova.
7.7. LA SINTESI DEI CONTROLLI ESEGuITI NEL 2007
Nelle seguenti tabelle sono riportati i risultati ottenuti nel controllo eseguito nel corso del 2007.
Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da depuratori comunali
Depuratori
controllati
Depuratori significativi
Depuratori litoranei
Depuratori a servizio di una
popolazione compresa tra
50.000 e 2.000 ab. eq.
Depuratori a servizio di una
popolazione inferiore
a 2.000 ab. eq.
Totale
Verifica
rispetto
limiti
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
7
7
12
15
59
Tab.
Tab.
Tab.
Tab.
Tab.
1
3
1
3
1
51
40
28
73
78
4
4
9
9
32
7
8
6
16
16
6
7
4
18
17
120
Tab. 3
246
70
91
111
90
46
32
29
606
174
176
192
70
290
prescrizioni
provinciali
o Tab. 3
—-
Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da agglomerati (verifica rispetto
limiti prescrizioni provinciali o, se non autorizzati, limiti Tabella 3)
Depuratori a servizio di agglomerati
Totale
Depuratori
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
7
7
11
11
3
3
2
2
2
2
Acque reflue urbane con scarico in acque superficiali provenienti da reti fognarie comunali non
servite da depuratori (verifica rispetto limiti Tabella 3)
Totale
Collettori
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
23
23
25
25
15
15
13
13
18
18
Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da depuratori comunali (verifica rispetto
limiti Tabella 4)
Totale
Depuratori
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
10
10
19
19
9
9
16
16
11
11
186
7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE
Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da agglomerati (verifica rispetto limiti
Tabella 4)
Totale
Depuratori
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
1
1
2
2
1
1
2
2
1
1
Acque reflue urbane con scarico sul suolo provenienti da rete fognaria comunale non servita da
depuratori (verifica rispetto limiti Tabella 4)
Totale
Collettori
controllati
Controlli
effettuati
28
28
29
29
187
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
amministrative
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
16
16
28
28
22
22
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Acque reflue industriali con scarico in acque superficiali (verifica rispetto limiti Tabella 3)
Tipologia delle attività produttive
Acque raffreddamento
Alimentare
Allevamento
Allevamento ittico/stabulazione
Autolavaggio
Cantina vinicola
Cartiera
Casa di cura
Caseificio
Cava
Cementificio/Laterizi
Centrale elettrica
Chimica
Deposito carburanti
Depuraz. liquami urbani (< 2000 ab. eq.)
e industriali
Depuraz. acqua di falda contaminata
Detergenti
Elettronica
Farmaceutica
Fotografica
Frantoio
Galvanica
Imbottigliamento acque minerali
Lavanderia
Lavorazione legno / plastica / gomma
Mattatoio con lavorazione carni
Meccanica
Piscina
Piscina termale
Produzione plastica
Raffineria
Recupero rifiuti
Ricerca scientifica
Trattamento rifiuti
Totale
Insediamenti
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
7
19
6
4
30
8
1
1
3
9
4
2
2
6
16
22
8
13
30
11
1
3
4
21
8
4
25
11
4
9
3
4
14
8
1
1
3
2
4
2
2
4
1
0
3
0
3
1
0
1
1
2
1
0
0
4
0
1
1
0
0
0
0
0
1
0
0
0
4
0
1
4
1
5
9
5
1
5
1
8
2
1
4
14
1
4
1
4
4
9
186
1
28
4
7
14
10
1
6
1
12
2
1
6
15
1
6
2
5
5
21
325
1
4
1
3
4
3
1
2
1
4
2
1
3
5
1
3
1
2
3
4
110
0
8
0
0
0
0
1
1
0
1
1
0
0
1
0
2
0
2
1
10
45
1
3
0
1
2
2
1
1
0
0
0
1
0
0
0
0
1
0
0
5
25
Acque reflue industriali con scarico sul suolo (verifica rispetto limiti Tabella 4)
Tipologia delle attività produttive
Alimentare
Allevamento
Autodemolizione
Autolavaggio
Cava
Frantoio
Piscina
Totale
Insediamenti
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
(limiti Tab. 4)
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
2
3
1
1
1
2
1
11
2
3
1
1
1
3
1
12
2
3
1
1
1
2
1
11
2
1
1
0
1
3
0
8
1
3
0
1
1
2
1
9
188
7. I RISULTATI DEL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE
Acque reflue industriali con scarico in rete fognaria comunale (verifica rispetto limiti Tabella 3)
Tipologia delle attività produttive
Alimentare
Autolavaggio
Allevamento
Deposito carburanti
Depurazione acqua di falda contaminata
Discarica
Galvanica
Lavanderia
Mattatoio e lavorazione carni
Meccanica
Odontotecnico
Officina meccanica
Piscina
Ricerca scientifica
Stampa/tipografia
Toeletta animali
Trattamento rifiuti
Totale
Insediamenti
controllati
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
6
47
1
1
3
1
1
30
1
1
7
5
5
1
1
2
1
114
6
47
6
5
3
6
3
3
1
4
1
1
32
1
1
8
4
6
1
1
2
1
117
1
1
1
1
8
1
1
1
1
3
1
1
1
1
34
1
0
0
0
10
0
1
1
1
1
1
0
0
1
26
1
0
0
0
0
0
0
0
0
4
0
0
0
0
11
Acque reflue domestiche con scarico in acque superficiali (verifica rispetto limiti prescrizioni
provinciali o, se non autorizzati, limiti Tabella 3)
Totale
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
202
202
30
30
19
19
13
13
Acque reflue domestiche con scarico sul suolo (verifica rispetto limiti prescrizioni provinciali)
Totale
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
55
55
11
11
0
0
53
53
Acque reflue domestiche con scarico in rete fognaria comunale (verifica rispetto limiti prescrizioni
provinciali)
Totale
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
Proposte
di sanzioni
a seguito
di risultati
analitici
Proposte
di sanzioni
a seguito
di verifiche
amministrative
3
3
1
1
1
1
0
0
Non sono stati ancora adottati dai gestori dei servizi idrici integrati, per gli scarichi di acque reflue
industriali che recapitano in reti fognarie, le norme tecniche, le prescrizioni regolamentari ed i valori-limite
previsti nell’art. 107 del D. Lgs. 152/06. Le autorizzazioni allo scarico sono rimaste di competenza dei
rispettivi Comuni, ma le richieste comunali relative all’intervento di ARPA Lazio, sono inoltrate
prevalentemente dal Comune di Roma. Per gli allacci degli scarichi di acque reflue industriali nelle
pubbliche fognature dei restanti Comuni, salvo rare eccezioni, non sono richiesti i controlli ad ARPA Lazio.
189
190
87%
13%
83%
17%
83%
17%
Acque reflue industriali
10%
Anno 2006 - Verifica rispetto limiti prescritti
90%
Acque reflue industriali
9%
Anno 2005 - Verifica rispetto limiti prescritti
91%
Acque reflue industriali
13%
Anno 2004 - Verifica rispetto limiti prescritti
87%
Acque reflue industriali
38%
Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 3
62%
Acque reflue industriali
34%
Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 3
66%
Acque reflue industriali
30%
Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 3
70%
Acque reflue urbane
Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 3
Acque reflue urbane
Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 3
98%
2%
Acque reflue urbane
98%
2%
2007
Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 3
98%
2%
Acque reflue urbane
Anno 2006 - Verifica rispetto tab. 1
2006
20
76
Acque reflue urbane
2005
17
80
Anno 2005 - Verifica rispetto tab. 1
2004
16
83
Acque reflue urbane
84
Anno 2004 - Verifica rispetto tab. 1
0
20
40
60
80
100
Totale acque reflue (urbane, industriali, domestiche)
24
Acque reflue urbane
Acque reflue industriali
17%
92%
8%
Anno 2007 - Verifica rispetto limiti prescritti
83%
Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 3
Acque reflue industriali
39%
Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 3
61%
82%
18%
Anno 2007 - Verifica rispetto tab. 1
Acque reflue urbane
% Controlli conformi
% Controlli con superamento dei limiti
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
Controllo degli scarichi delle acque reflue nella provincia di Roma
2007
8. LE CONSIDERAZIONI
8. LE CONSIDERAzIONI
Le modifiche o sostituzioni di normative ambientali possono determinare situazioni certamente
cotraddittorie.
Un evidente esempio di quanto sopra affermato è quello rappresentato dalle acque del fiume Sacco, a
valle dell’insediamento industriale di Colleferro, in un tratto non inserito nel programma regionale di
monitoraggio dei corsi d’acqua.
Detto punto di prelievo è stato sottoposto a monitoraggio routinario a partire dal 2005, a seguito di
segnalazioni relative alla presenza di esaclorocicloesano in campioni di latte bovino e ovino, prelevati
presso alcune aziende zootecniche situate lungo il corso del fiume Sacco. Dopo la citata segnalazione, è
stato interdetto, tra l’altro, l’uso delle acque del fiume Sacco per l’abbeveraggio dei bovini e ovini e per
l’irrigazione delle aree circostanti.
I campioni di acqua prelevati nel fiume Sacco, a seguito della citata segnalazione, avevano
effettivamente evidenziato la presenza di esaclororocicloesano, in concentrazione superiori ai valori fissati
nel D.M. 6.11.2003, n. 367, relativo al Regolamento concernente la fissazione degli standard di qualità
nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose.
In particolare, per quanto riguarda il parametro esaclorocicloesano (HCH), nel Decreto 367/03, erano
fissati i seguenti limiti per le acque dolci superficiali, da conseguire entro il 30.12.08:
limiti tab. 1, Allegato A,
D.M. 367/03
α - HCH (μg/L)
β - HCH (μg/L)
γ - HCH (μg/L)
HCH totale (μg/L)
0,0002
0,0002 μg/L
0,001 μg/L
—-
Il Decreto 367/03, però, come fissato nell’art. 78 del D. Lgs. 152/06, è stato sostituito dal D. Lgs.
152/06, dove, invece, sono previsti i seguenti limiti per le sostanze pericolose che devono essere sempre
conseguiti entro il 30.12.08:
limiti tab. 1/A. Allegato 1,
parte terza, D. Lgs. 152/06
α - HCH (μg/L)
β - HCH (μg/L)
γ - HCH (μg/L)
HCH totale (μg/L)
—-
—-
0,1 μg/L
0,1 μg/L
Nel D. Lgs. 152/06, pertanto, non sono più presi in considerazione i parametri α- HCH e β – HCH,
mentre il limite di γ – HCH è 100 volte superiore a quello fissato nel Decreto 367/03. Anche il limite di HCH
totale è evidentemente molto elevato rispetto a quello fissato nel Decreto 367/03, per i singoli parametri
appartenenti all’esaclorocicloesano totale.
Nella seguente tabella sono riportati, oltre ai limiti fissati nelle citate due normative, anche le medie
aritmetiche annuali delle concentrazioni dei parametri HCH ottenute dalle analisi dei campioni prelevati
nel Sacco, a valle dell’insediamento industriale di Colleferro.
limiti tab. 1, Allegato A,
D.M. 367/03
limiti tab. 1/A. Allegato 1,
parte terza, D. Lgs. 152/06
concentrazioni medie 2005
(6 campioni)
concentrazioni medie 2006
(5 campioni)
α - HCH (μg/L)
β - HCH (μg/L)
γ - HCH (μg/L)
HCH totale (μg/L)
0,0002
0,0002 μg/L
0,001 μg/L
—-
—-
—-
0,1 μg/L
0,1 μg/L
0,016
0,065
0,018
0,10
0,04
0,066
< 0,03
0,12
Le indagini condotte fino al 2006 avevano consentito di concludere che:
– con i limiti fissati nel Decreto 367/03, la situazione attuale sarebbe stata ancora ben lontana dal
conseguire detti limiti entro il 30.12.08;
– con i limiti fissati nel D. Lgs. 152/06, ugualmente da conseguire entro il 30.12.08, la stessa situazione
attuale sarebbe stata di fatto già raggiunta.
Innalzando i limiti legislativi, in conclusione, le acque del fiume Sacco, alla fine del 2006, erano
diventate improvvisamente già conformi agli obiettivi di qualità da conseguire entro il 30.12.08.
191
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
9. LE CONCLuSIONI
Come riportato nelle Modalità delle indagini, si ritiene necessario ribadire che, nell’Allegato 1, parte
terza, del D. Lgs. 152/06, sono fissati metodi di monitoraggio e di classificazione dei corpi idrici significativi
che sono diversi rispetto a quelli dettati nel precedente D. Lgs. 152/99. Per quanto riguarda i parametri
relativi a sostanze non pericolose, da controllare nelle acque superficiali e sotterranee, ad esempio, nel D.
Lgs. 152/06 non ne sono individuati valori numerici attraverso i quali si possa classificare il corpo idrico
sottoposto a monitoraggio ma è necessario far riferimento alle caratteristiche fisico - chimiche,
idromorfologiche e biologiche presenti in “un corpo idrico inalterato”.
La Regione Lazio non ha ancora individuato il corpo idrico di riferimento le cui caratteristiche
consentirebbero di definire, ai sensi del D. Lgs. 152/06, lo stato ecologico dei corpi idrici significativi
sottoposti a monitoraggio.
D’altra parte, la Regione Lazio, anche nella recente DCR n. 42/07, ha confermato la classificazione dei
corpi idrici significativi facendo riferimento:
- ai punti di prelievo che erano già sottoposti a controllo ai sensi del D. Lgs. 152/99;
- ai parametri indicati nel D. Lgs. 152/99 e ai limiti ivi riportati ai fini della classificazione.
Conseguentemente, la Sezione provinciale di Roma di ARPA Lazio ha proseguito il monitoraggio delle
acque superficiali e sotterranee significative secondo quanto previsto nel D. Lgs. 152/99, dove, invece,
sono riportati valori numerici di riferimento attraverso i quali è possibile classificare il corpo idrico
sottoposto a monitoraggio.
Per quanto riguarda le sostanze pericolose, invece, ARPA Lazio ha fatto riferimento agli standard di
qualità fissati, per le acque superficiali, nella Tabella 1/A dell’Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06,
che devono essere conseguiti entro il 31.12.08. Conseguentemente, la classificazione delle acque
superficiali, relativa allo stato chimico, è adeguata a quanto fissato dalle nuove norme statali, almeno per
quanto riguarda le sostanze pericolose analizzate.
Relativamente alle acque sotterranee, non essendo indicati, nella normativa tecnica statale, i parametri
relativi a sostanze pericolose, ARPA Lazio di Roma ha fatto riferimento alle concentrazioni soglia di
contaminazione riportate nella Tabella 2, Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06.
Anche per quanto riguarda la sorveglianza algale delle acque destinate alla balneazione sono elencati,
nella relativa normativa, i parametri fisici e chimici, che devono essere determinati nelle acque, ma non ne
sono indicati valori numerici di riferimento, mediante i quali sia possibile eseguire una obiettiva
valutazione.
Al fine di proporre una classificazione chimica di riferimento, si è fatto ricorso, anche in questo caso, ai
valori numerici riportati nel D. Lgs. 152/99 per lo stato ecologico o per lo stato trofico.
9.1. I CORSI D’ACQuA
STATO ECOLOGICO DEI CORSI D’ACQuA
Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n.
152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre
2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio:
– mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”;
– mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni;
– raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che
attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”.
Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 01 A
evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque dei seguenti corsi d’acqua:
– fiume Tevere, altezza ponte di Mezzocammino (idrometro)
– fiume Aniene, altezza ponte Mammolo
– fosso Malafede, altezza Via Ostiense (ponte Vitinia)
– fosso Rio Galeria, altezza Via Portuense
– fiume Sacco, altezza Via Casilina km 47
– fosso Savo, altezza Via Casilina km 47
– fosso Vaccina, altezza strada Ladispoli – Torre Flavia
– fosso Tre Denari, altezza ponte della S.S. Aurelia
– fosso Grande, altezza ponte loc. L’Americano
192
9. LE CONCLUSIONI
ele (elevato)
buo (buono)
suf (sufficiente)
sca (scadente)
pes (pessimo)
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
Fiume Tevere
01
Montelibretti
Passo Corese (idrometro)
02
Roma
Castel Giubileo (idrometro)
03
Roma
Ripetta (idrometrografico) (*)
04
Roma
Ponte di Mezzocammino (idrometro)
Fosso Corese, affluente del Tevere
05
Montelibretti
Sezione di Fara Sabina
Fiume Aniene, affluente del Tevere
06
Subiaco
Ponte S. Francesco (servizio idrografico)
07
Anticoli C.
Ponte Anticoli (idrometro)
08
Tivoli
S. Giovanni (idrometro)
09
Roma
Lunghezza (servizio idrografico)
10
Roma
Ponte Mammolo
11
Roma
Ponte Salario (idrometro)
Fosso Malafede, affluente del Tevere
12
Roma
Via Ostiense (ponte Vitinia)
Fosso Rio Galeria, affluente del Tevere
13
Roma
Via Portuense (ponte Galeria)
Fiume Sacco
14
Colleferro
Via Casilina km 47
Fosso Savo, affluente del Sacco
15
Colleferro
Via Casilina km 47
Fiume Mignone
16
Tolfa
A monte confluenza fiume Lenta
17
Tolfa
Rota (teleferica)
Fosso Vaccina
18
Ladispoli
Altezza strada Ladispoli – Torre Flavia
Fosso Tre Denari
19
Fiumicino
Ponte della S.S. Aurelia
Fiume Arrone
20
Roma
Osteria Nuova a sud di Anguillara
21
Fiumicino
Torre di Maccarese
Fosso Grande
22
Ardea
Ponte loc. L’Americano
————-
sca
sca
—pes
sca
sca
—sca
suf
suf
suf (*)
sca
—
sca
suf
suf
——————-
buo
buo
—sca
sca
—-
buo
buo
—sca
sca
—-
buo
buo
buo (*)
suf
sca
suf (*)
—-
sca
sca
pes
—-
pes
pes
pes
—-
suf
sca
sca
—-
pes
pes
pes
——-
suf
buo
suf
buo
suf
buo
—-
—-
pes
sca
—-
suf
sca
sca
——-
sca
—-
pes
suf
suf
suf
—-
—-
—-
sca
(*) Lo stato ecologico è stato determinato solo sulla base dei macrodescittori
STATO CHIMICO DEI CORSI D’ACQuA
Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli
standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle
sostanze pericolose.
Il monitoraggio 01 B evidenzia un “buono” stato di qualità riferito alle sostanze pericolose nei corsi
d’acqua significativi della provincia di Roma, con standard di qualità conformi a quelli fissati nella citata
Tabella 1/A.
193
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Per quanto riguarda il fiume Sacco, si ritiene necessario rilevare che, a valle dell’insediamento
industriale di Colleferro, fino ai confini con la provincia di Frosinone, risulta ancora presente
l’esaclorocicloesano, in concentrazioni nel D. Lgs. 152/06. Ulteriori dettagli sono riportati nel capitolo 8 del
presente rapporto.
Fiume Sacco, a valle dell’insediamento
industriale di Colleferro
limiti tab. 1/A. Allegato 1,
parte terza, D. Lgs. 152/06
concentrazioni medie 2007
(21 campioni)
α - HCH (μg/L)
β - HCH (μg/L)
γ - HCH (μg/L)
HCH totale (μg/L)
—-
—-
0,1 μg/L
0,1 μg/L
0,13
0,18
0,02
0,37
STATO DI QuALITà AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio fissa che i corpi idrici destinati alla produzione di
acqua potabile, che non sono classificati almeno in categoria A2, devono raggiungere questa qualità entro
il 31 dicembre 2008.
Il monitoraggio 02 evidenzia che in nessun corso d’acqua, le cui acque sono destinate alla
produzione di acqua potabile, sono stati ancora raggiunti gli obiettivi regionali.
A1
A2
A3
+ A3
categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque
categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque
categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle
acque
valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile,
neppure con trattamenti)
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
Fosso Treia, affluente del Tevere
01
Mazzano
Monte Gelato (*)
Fiume Aniene, affluente del Tevere
02
Subiaco
Loc. Monasteri (*)
Fiume Mignone
03
Canale M.
Lasco del Falegname (**)
—-
—-
A1
+ A3
—-
—-
A2
A3
—-
—-
A3
+ A3
(*) acque dolci superficiali destinate ad essere utilizzate per la produzione di acqua potabile
(**) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile
STATO DI QuALITà DEI CORSI D’ACQuA AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ha designato le acque dolci superficiali in relazione
alla vita dei pesci.
In riferimento alla citata designazione, che è riportata nella seguente tabella, le acque dei seguenti
corsi d’acqua sono risultate non idonee alla vita dei pesci (monitoraggio 03), con relativo peggioramento
della qualità delle acque:
– Fosso Corese, altezza della sezione di Fara Sabina
– Fosso Torraccia o Prima Porta, a monte confluenza fiumeTevere
– Fiume Mignone, a monte confluenza fiume Lenta
– Fosso Lenta, a monte confluenza fiume Mignone
– Fosso Verginese, a monte confluenza fiume Mignone
– Fiume Arrone, a monte S.S.Aurelia.
I seguenti corsi d’acqua sono passati da idonei alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili, a
idonei alla vita dei pesci ciprinicoli, che sono i più resistenti:
– Fiume Aniene, altezza ponte Anticoli (idrometro)
– Fosso Licenza, a monte confluenza fiume Aniene
– Fosso Cona, a monte confluenza fiume Aniene.
194
9. LE CONCLUSIONI
salm
cipr
non id
acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti
acque non idonee alla vita dei pesci
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
Fiume Tevere
01
Ponzano
Limiti provinciali (2)
03
Montelibretti
Passo Corese (idrometro) (2)
04
Monterotondo
Ponte del Grillo (2)
09
Fiumicino RM
Capo Due Rami (non designato)
Fosso Treia, affluente del Tevere
12
Mazzano
Limiti provincia di Roma (2)
Fosso Corese, affluente del Tevere
14
Montelibretti
Sezione di Fara Sabina (2)
Fosso Torraccia o Prima Porta, affluente del Tevere
16
Roma
A monte confluenza fiumeTevere (2)
Fiume Aniene, affluente del Tevere
18
Jenne
Comunacque (1)
19
Subiaco
Ponte S. Francesco (servizio idr.) (1)
20
Anticoli C.
Ponte Anticoli (idrometro) (1)
21
Castel M.
Castel Madama (1)
23
Tivoli
Ponte Lucano (2)
Fosso Simbrivio, affluente dell’Aniene
27
Ienne
A monte confluenza fiume Aniene (1)
Fosso Bagnatore, affluente dell’Aniene
28
Roviano
A monte confluenza fiume Aniene (2)
Fosso Licenza, affluente dell’Aniene
29
Mandela
A monte confluenza fiume Aniene (1)
Fosso Cona, affluente dell’Aniene
30
Subiaco
A monte confluenza fiume Aniene (1)
Fosso Fiumicino, affluente dell’Aniene
31
Vicovaro
A monte confluenza fiume Aniene (1)
Fosso S. Vittorino, affluente dell’Aniene
32
Roma
A monte confluenza fiume Aniene (1)
Fosso Passerano, affluente dell’Aniene
33
Roma
A monte confluenza fiume Aniene (2)
Fiume Mignone
37
Tolfa
A monte confluenza fiume Lenta (2)
38
Tolfa
Rota (teleferica) (2)
Fosso Lenta, affluente del Mignone
39
Tolfa
A monte confluenza fiume Mignone (2)
Fosso Verginese, affluente del Mignone
40
Tolfa
A monte confluenza fiume Mignone (2)
Fiume Arrone
42
Fiumicino
Località a monte S.S.Aurelia (2)
————-
————-
salm
salm
cipr
—-
salm
cipr
cipr
non id
—-
—-
cipr
cipr
—-
—-
salm
non id
—-
—-
salm
non id
—————-
—————-
salm
salm
salm
salm
cipr
salm
salm
cipr
salm
cipr
—-
—-
salm
salm
—-
—-
cipr
salm
—-
—-
salm
cipr
—-
—-
salm
cipr
—-
—-
salm
salm
—-
—-
salm
salm
—-
—-
cipr
cipr
——-
——-
cipr
cipr
non id
cipr
—-
—-
cipr
non id
—-
—-
cipr
non id
—-
—-
cipr
non id
(1) Acque designate cone salmonicole nel PTAR (designazione anno 2002)
(2) Acque designate cone ciprinicole nel PTAR (designazione anno 2002)
195
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
STATO DI QuALITà DEL FIuME TEVERE AL CENTRO DI ROMA
Il fiume Tevere al centro di Roma è sottoposto a monitoraggio in funzione della procedura comune di
scambio di informazioni sulla qualità delle acque dolci superficiali nella Comunità Europea.
Le acque del fiume Tevere, all’altezza del Km 43 dalla foce (ponte Ripetta), in base ai risultati ottenuti,
sono caratterizzate da (monitoraggio 04):
– uno stato ecologico “sufficiente”,
– un “buono” stato chimico riferito alle sostanze pericolose;
– uno stato di qualità tale che non potrebbero essere destinate alla potabilizzazione;
– uno stato di qualità tale che non sono idonee alla vita dei pesci.
STATO DI QuALITà DELLE FOCI DEI CORSI D’ACQuA
Le acque delle foci a mare sono sottoposte a monitoraggio ai fini della influenza che possono avere
sulla balneabilità delle acque marine.
Il monitoraggio 05, effettuato in funzione della valutazione degli effetti degli interventi messi in atto
con programmi di risanamento dell’entroterra, evidenzia che le foci a mare di 25 corsi d’acqua, su 26
monitorate, presentano un persistente e diffuso alto livello di inquinamento.
Il monitoraggio 06, effettuato in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque
destinate alla balneazione, evidenzia che le foci a mare di altri 8 corsi d’acqua, su 18 monitorate,
presentano anch’esse un persistente e diffuso alto livello di inquinamento.
In totale, ancora 33 foci, su 44 monitorate, rivelano un alto livello di inquinamento che condiziona
negativamente la balneazione di estesi tratti del litorale marino.
Sono sottoposte a monitoraggio, in funzione della individuazione delle cause inquinanti delle acque
destinate alla balneazione, anche le foci dei corsi d’acqua che pervengono nel lago di Bracciano. Il
monitoraggio 07 evidenzia che 6 foci, su un totale di 9 monitorate, rivelano ancora un alto livello di
inquinamento nonostante la presenza di una fognatura circumlacuale.
alto
Monitoraggio 05
01
Civitavecchia
02
Civitavecchia
03
S. Marinella
04
S. Marinella
05
S. Marinella
06
S. Marinella
07
S. Marinella
08
Cerveteri
09
Cerveteri
10
Ladispoli
11
Ladispoli
12
Fiumicino
13
Fiumicino
15
Fiumicino
16
Fiumicino
17
Fiumicino
18
Fiumicino-RM
19
Pomezia
20
Pomezia
21
Pomezia
22
Pomezia Ardea
23
Ardea
24
Ardea
25
Ardea
26
Anzio
livello inquinamento alto
Fosso Infernaccio
Fosso Scarpatosta
Fosso Guardiole
Fosso Santa Maria Morgana
Fosso Castel Secco
Fosso Buche
Fosso Quartaccio
Fosso Turbino
Fosso Zambra
Fosso Vaccina
Fosso Sanguinara
Fosso Cupino
Fosso Cadute
Fiume Arrone
Canale Acque Basse e Alte
Fiume Tevere (Fiumara Piccola)
Fiume Tevere (Fiumara Grande)
Fosso di Pratica
Fosso Crocetta
Fosso Orfeo
Rio Torto
Canale Biffi
Fosso Diavolo
Fosso Caffarella
Fosso Cavallo Morto
196
2007
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
9. LE CONCLUSIONI
Monitoraggio 06
02
Civitavecchia
03
Civitavecchia
04
Civitavecchia
08
Roma
10
Ardea
12
Anzio
14
Nettuno
15
Nettuno
Fosso Prete
Fosso Fiumaretta
Fosso Malpasso
Fosso Focetta
Fosso Grande
Fosso Schiavo
Fosso Loricina
Fiume Astura
2007
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
alto
Monitoraggio 07
02
Bracciano
02.01 Bracciano
03
Bracciano
05
Bracciano
09
Roma
10
Roma
Fosso
Fosso
Fosso
Fosso
Fosso
Fosso
2007
alto
alto
alto
alto
alto
alto
Quadri
Mola di Bracciano
Grotta Renara
Vicarello
Conca
Casacci
STATO DI QuALITà DEI CORSI D’ACQuA IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE zONE
VuLNERABILI DA NITRATI E DA FITOFARMACI
Solo il fiume Arrone è sottoposto a monitoraggio e le sue acque presentano:
– una elevata concentrazione di nitrati, compresa tra 25 e 50 mg/L (monitoraggio 07.1);
– l’assenza fitofarmaci in concentrazioni superiori agli standard di qualità riportati nella Tabella 1/A,
Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06 (monitoraggio 07.2).
9.2. I LAGHI
STATO ECOLOGICO DEI LAGHI
Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n.
152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre
2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio:
– mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”;
– mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni;
– raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che
attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”.
Nel Piano regionale di Tutela delle Acque non è riportata alcuna classificazione dei laghi. Per le acque
del lago Albano di Castel Gangolfo, pertanto, i citati obiettivi sono ancora da conseguire.
Il monitoraggio 08 A, effettuato ai sensi del D. Lgs. 152/99, evidenzia che l’obiettivo di “sufficiente” è
già conseguito nel lago Albano di Castel Gandolfo ed è addirittura “buono” nei laghi di Bracciano,
Martignano e Nemi.
STATO CHIMICO DEI LAGHI
Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli
standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle
sostanze pericolose.
Il monitoraggio 08 B evidenzia, nei quattro laghi della provincia di Roma, un “buono” stato di qualità
riferito alle sostanze pericolose e, pertanto, si rileva che l’obiettivo statale, per le sostanze pericolose, è
attualmente già conseguito.
STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA PRODuzIONE DI ACQuA POTABILE
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio fissa che i corpi idrici destinati alla produzione di
acqua potabile, che non sono classificati almeno in categoria A2, devono raggiungere questa categoria di
qualità entro il 31 dicembre 2008.
197
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
Il monitoraggio 09 evidenzia che, nelle acque del lago di Bracciano, attualmente utilizzate per la
produzione di acqua potabile, non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi regionali. Il mancato
raggiungimento di detti obiettivi, è determinato dal parametro Fluoruri.
A1
A2
A3
+ A3
01
categoria A1 che necessita di trattamento fisico semplice e disinfezione delle acque
categoria A2 che necessita di trattamento fisico e chimico normale e disinfezione delle acque
categoria A3 che necessita di trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione delle
acque
valori sup. a quelli fissati per la cat. A3 (non è consentita la produzione di acqua potabile,
neppure con trattamenti)
Anguillara
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
——A2
+ A3 (**)
Castel Vici (*)
(*) acque dolci superficiali attualmente utilizzate per la produzione di acqua potabile
(**) Non potabilizzabile per concentrazione di Fluoruri.
STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA ALLA VITA DEI PESCI
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio ha designato, nel 2002, le acque dei laghi come
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i pesci più resistenti.
Il monitoraggio 10 consente di rilevare che le acque sono tuttora idonee alla vita dei pesci ciprinicoli.
salm
cipr
non id
acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli che sono i più sensibili
acque idonee alla vita dei pesci ciprinicoli che sono i più resistenti
acque non idonee alla vita dei pesci
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
Lago di Bracciano
01
Bracciano
Centro
Lago di Martignano
02
Anguillara
Centro
Lago Albano di Castel Gandolfo
03
Castel G
Centro
Lago di Nemi
04
Nemi
Centro
lago (1)
—-
—-
cipr
cipr
lago (1)
—-
—-
cipr
cipr
lago (1)
—-
—-
cipr
cipr
lago (2)
—-
—-
salm
cipr
(1) Acque designate cone salmonicole nel PTAR (designazione anno 2002)
(2) Acque designate cone ciprinicole nel PTAR (designazione anno 2002)
STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DELLA BALNEAzIONE
Permangono problemi di non idoneità alla balneazione solo nel lago di Bracciano, nelle acque ubicate a:
– Bracciano, 250 m dx la foce del fosso Mola (monitoraggio 11).
Si ritiene necessario precisare che le aree individuate con il controllo 11 non sono rappresentative
della balneazione che effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, sono vietate alla balneazione
dalla Regione Lazio, indipendentemente dal controllo analitico, le aree antistanti e circostanti le foci dei
corsi d’acqua inquinati che pervengono nel lago di Bracciano (circa 4 Km su un totale di 32 Km).
STATO DI QuALITà DEI LAGHI AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE POTENzIALMENTE
TOSSICHE NELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
La sorveglianza algale 12 A, effettuata ai sensi del D. Lgs. 152/06, per i motivi riportati nella
premessa del presente capitolo, evidenzia, ai sensi del D. Lgs. 152/99, stati di qualità ecologica delle
acque lacustri generalmente “buona” o addirittura “elevata”.
198
9. LE CONCLUSIONI
La sorveglianza algale 12 B, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche Cianoficee, individuate dal
Ministero della Sanità come alghe d’acqua dolce aventi possibili implicazioni igienico sanitarie,
invece,evidenzia, per il lago Albano di Castel Gandolfo e per il lago di Nemi, una diffusa situazione di
“rischio”, sebbene accettabile.
I risultati delle analisi biotossicologiche, eseguite dall’Istituto Zooprofilattivo Sperimentale per il Lazio e
la Toscana su campioni di sospensione algale, hanno evidenziato, comunque, esiti sempre negativi, con
la prova dei topi da laboratorio, in 212 test effettuati nel corso dei quattro anni presi in considerazione.
9.3. LE ACQuE MARINE COSTIERE
STATO TROFICO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE
Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n.
152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre
2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio:
– mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”;
– mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni;
– raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che
attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”.
Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 13 A
evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque seguenti acque marine:
– Civitavecchia, altezza Borgo Odescalchi, a 3.000 m di distanza dalla riva
– Fiumicino, altezza stabilimento La Nave, a 500 m di distanza dalla riva
– Roma Ostia, altezza stabilimento Marechiaro, a 1.000 e 3.000 m di distanza dalla riva
– Pomezia, altezza stabilimento Capri, a 3.000 m di distanza dalla riva
– Ardea, altezza stabilimento Roma, a 1.000 m di distanza dalla riva
– Anzio, altezza stabilimento Transatlantico, a 3.000 m di distanza dalla riva.
ele (elevato)
01
01
01
02
02
02
03
03
03
04
04
04
05
05
05
06
06
06
07
07
07
08
08
08
09
Civitavecchia
Civitavecchia
Civitavecchia
S. Marinella
S. Marinella
S. Marinella
Cerveteri
Cerveteri
Cerveteri
Ladispoli
Ladispoli
Ladispoli
Fiumicino
Fiumicino
Fiumicino
Roma Ostia
Roma Ostia
Roma Ostia
Pomezia
Pomezia
Pomezia
Ardea
Ardea
Ardea
Anzio
buo (buono)
med (mediocre)
Borgo Odescalchi (200)
Borgo Odescalchi (1.000)
Borgo Odescalchi (3.000)
Stab. La Perla del Tirreno (200)
Stab. La Perla del Tirreno (1.000)
Stab. La Perla del Tirreno (3.000)
Cerenova (500)
Cerenova (1.000)
Cerenova (3.000)
Stab. Miramare (200)
Stab. Miramare (1.000)
Stab. Miramare (3.000)
Stab. La Nave (500)
Stab. La Nave (1.000)
Stab. La Nave (3.000)
Stab. Marechiaro (200)
Stab. Marechiaro (1.000)
Stab. Marechiaro (3.000)
Stab. Capri (500)
Stab. Capri (1.000)
Stab. Capri (3.000)
Stab. Roma (500)
Stab. Roma (1.000)
Stab. Roma (3.000)
Stab. Transatlantico (500)
199
sca (scadente)
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
——ele
buo
——ele
ele
——ele
buo
——buo
buo
——ele
ele
——ele
ele
——buo
ele
——buo
buo
——buo
ele
——buo
buo
——buo
buo
——buo
ele
——ele
buo
——buo
buo
——buo
buo
——buo
buo
——ele
buo
——ele
buo
——ele
ele
——ele
ele
——ele
buo
——ele
ele
——ele
buo
——ele
ele
——ele
ele
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
09
09
10
10
10
Anzio
Anzio
Nettuno
Nettuno
Nettuno
Stab. Transatlantico (1.000)
Stab. Transatlantico (3.000)
Centro abitato (500)
Centro abitato (1.000)
Centro abitato (3.000)
—————-
ANNO
—————-
ele
ele
ele
buo
buo
2007
ele
buo
ele
buo
ele
I numeri riportati tra parentesi rappresentano la distanza in metri del punto di prelievo dalla riva.
STATO CHIMICO DELLE ACQuE MARINE COSTIERE
Il D. Lgs. 152/06 fissa che i corsi d’acqua significativi devono essere conformi, entro il 31.12.08, agli
standard di qualità riportati nella Tabella 1/A, Allegato 1, parte terza, del D. Lgs. 152/06, relativa alle
sostanze pericolose.
Il monitoraggio 13 B evidenzia, nelle acque marine significative, un “buono” stato di qualità riferito alle
sostanze pericolose e, pertanto, si rileva che l’obiettivo statale per le sostanze pericolose è attualmente
già conseguito.
STATO DI QuALITà DELLE ACQuE MARINE COSTIERE AI FINI DELLA BALNEAzIONE
Il controllo 14 ha consentito di evidenziare che non sono idonee alla balneazione le acque marine
antistanti:
– Fiumicino, a 250 m sx foce fiume Arrone
– Ardea, a 250 m dx foce fosso Rio Torto, a 750 m sx foce fosso Grande e a 250 m sx foce fosso Grande.
Si ritiene necessario precisare che le aree individuate non sono rappresentative della balneazione che
effettivamente viene consentita lungo il litorale. Infatti, numerose aree marine non sono sottoposte a
controllo, in quanto sono vietate automaticamente alla balneazione. Ad esempio, sono vietate alla
balneazione, indipendentemente dal controllo analitico, le aree marine circostanti aree di servizio, quali
porti o zone militari (25-30 Km), e quelle circostanti le foci dei corsi d’acqua inquinati (circa 18 Km).
STATO DI QuALITà DELLE ACQuE MARINE COSTIERE AI FINI DEL RISCHIO DA MICROALGHE
POTENzIALMENTE TOSSICHE NELLE ACQuE DESTINATE ALLA BALNEAzIONE
La sorveglianza algale 15 A evidenzia stati trofici generalmente “elevati” e “buoni”.
La sorveglianza algale 15 B, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche D inoflagellate
(Alexandrium e Lingulodinium) , individuate dal Ministero della Sanità come alghe aventi possibili
implicazioni igienico sanitarie, evidenzia, per tutte le acque marine monitorate, l’“assenza di rischio”.
Anche la sorveglianza algale 15 C, relativa alla ricerca delle alghe microscopiche Cianoficee,
individuate dal Ministero della Sanità come altre alghe aventi possibili implicazioni igienico sanitarie,
evidenzia, per tutte le acque marine monitorate, l’“assenza di rischio”.
I risultati delle analisi biotossicologiche, eseguite dall’Istituto Zooprofilattivo Sperimentale per il Lazio e
la Toscana su campioni di sospensione algale, hanno evidenziato esiti sempre negativi, con la prova dei
topi da laboratorio, in 29 test effettuati nel corso dei quattro anni presi in considerazione.
STATO DI QuALITà AI FINI DELLA MOLLuSCHICOLTuRA DESTINATI AL CONSuMO uMANO
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio non fissa particolari obiettivi.
Il monitoraggio 15.1 evidenzia la migliore categoria di qualità delle acque marine e dei molluschi ivi
presenti.
9.4. LE ACQuE SOTTERRANEE
STATO CHIMICO DELLE ACQuE SOTTERRANEE
Nei due Piani regionali di Tutela delle Acque, in conformità a quanto disposto nei decreti legislativi n.
152 del 1999 e del 2006, sono fissati i seguenti obiettivi di qualità da perseguire, entro il 31 dicembre
2015, nei corpi idrici significativi, individuati dalla stessa Regione Lazio:
– mantenimento o raggiungimento dello stato di qualità ambientale “buono”;
– mantenimento dello stato di qualità elevato nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni;
200
9. LE CONCLUSIONI
– raggiungimento, entro il 31 dicembre 2008, dello stato di qualità “sufficiente” in tutti i corpi idrici che
attualmente posseggono uno stato di qualità “scadente” o “pessimo”.
Rispetto alla classificazione riportata nel Piano regionale di Tutela delle Acque il monitoraggio 16
evidenzia che i citati obiettivi sono ancora da conseguire nelle acque sotterranee di:
– Vallepietra, sorgente Cesa degli Angeli e sorgente Carpinetto
Classe 1
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Agosta
Roma
Vallepietra
Vallepietra
Cerveteri
Campagnano
Marano E.
Montorio
Monteflavio
Marcellina
Vicovaro
Gerano
Poli
S. Vito R.
Arsoli
Vallepietra
Jenne
Jenne
Mazzano
Classe 2
Classe 3
Sorgente Acqua Marcia
Sorgente Acqua Vergine – Salone
Sorgente Cesa degli Angeli
Sorgente Pantano Alta e Bassa
Sorgente Termini
Sorgente Mola Maggiorana
Sorgente Madonna della Quercia
Sorgente Capore Bassa
Sorgente Capore Alta
Sorgente Gruppo Capo d’acqua
Sorgente Ronci Capo d’acqua
Sorgente Maranera
Sorgente Solara
Sorgente Vollica
Sorgente Fonte Petricca I° Gruppo
Sorgente Carpinetto
Sorgente Cerreto Gruppo
Sorgente Comunacque
Sorgente Orto Biondo
Classe 4
Classe 0
Classificazione regionale
2004
2005
2006
2007
——2
2
——2
2
——1
2
——2
2
———2
——2
2
———1
———1
———1
———1
——2
2
———2
———2
——2
2
——2
1
——1
2
——2
1
——2
1
——2
2
STATO DI QuALITà DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN RELAzIONE ALLE SOSTANzE PERICOLOSE
Per quanto riguarda le sostanze pericolose, queste non sono individuate nella parte terza dell’Allegato
1 del D. Lgs. 152/06. Con il monitoraggio 16 B, i risultati analitici sono stati messi a confronto con i valori
limite fissati nella Tabella 2 dell’allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06. Detti risultati evidenziano la
presenza del parametro Fluoruri e Arsenico in concentrazioni superiori ai limiti citati nelle seguenti
captazioni:
– Cerveteri, sorgente Termini
– Campagnano, sorgente Mola Maggiorana
– Mazzano, sorgente Orto Biondo.
STATO DI QuALITà DELLE ACQuE SOTTERRANEE IN FuNzIONE DELLA INDIVIDuAzIONE DELLE
zONE VuLNERABILI DA NITRATI E DA FITOFARMACI
Su un totale di sei pozzi monitorati (monitoraggio 17), nei seguenti tre pozzi, è presente una
elevatissima concentrazione di nitrati, superiore a 50 mg/L:
– Roma, pozzo via della Storta e pozzo via di Pratica di Mare
– Fiumicino, pozzo via delle Pinne
– Ladispoli, pozzo Statua
In quattro pozzi, su quattro monitorati, è stata accertata, invece, l’assenza di fitofarmaci in
concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’allegato 5, parte quarta, del D. Lgs.
152/06 (monitoraggio 18).
201
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
GLI SCARICHI DELLE ACQuE REFLuE
Nel 2007 sono stati eseguiti da ARPA Lazio di Roma 1425 controlli dai quali sono scaturite 693
proposte di sanzioni amministrative o penali di cui:
– 336 proposte, a seguito di risultati analitici non conformi alle tabelle fissate nell’Allegato 5 del D. Lgs.
152/99 o nell’Allegato 5, parte terza, del D. Lgs. 152/06 o nelle prescrizioni provinciali o comunali;
– 357 proposte, a seguito di situazioni amministrative non conformi alle prescrizioni fissate nel medesimo
decreto (assenza di autorizzazione allo scarico) o a quelle fissate nelle autorizzazioni provinciali.
Da questi controlli e da quelli interni provinciali sono scaturiti, nel 2007, 395 atti dirigenziali della
Provincia, di cui:
– n. 20 diffide a ripristinare le condizioni originarie o prescritte (di cui, 13 relative a scarichi di acque
reflue urbane, 4 a scarichi di acque reflue industriali, 3 a scarichi di reflue domestiche);
– nessuna sospensione;
– n. 7 revoche di autorizzazioni allo scarico (di cui 1 relativa a scarichi di acque reflue urbane, 2 relative
a scarichi di acque reflue industriali e 4 a scarichi di acque reflue domestiche).
SCARICHI ACQuE REFLuE uRBANE
- in acque superficiali provenienti
da depuratori comunali
- in acque superficiali provenienti
da agglomerati
- in acque superficiali provenienti
da reti fognarie comunali
non servite da depuratori
- sul suolo provenienti da
depuratori comunali
- sul suolo provenienti da
agglomerati
- sul suolo provenienti da rete
fognaria comunale non servita
da depuratori
Totale scarichi acque reflue urbane
SCARICHI ACQuE REFLuE INDuSTRIALI
- in acque superficiali
- sul suolo
- in rete fognaria comunale
Totale scarichi acque reflue industriali
SCARICHI ACQuE REFLuE DOMESTICHE
- in acque superficiali
- sul suolo
- in rete fognaria comunale
Totale scarichi acque reflue domestiche
TOTALE SCARICHI ACQuE REFLuE
Depuratori
controllati
Verifica
rispetto
limiti
Controlli
effettuati
Comuni
con scarichi
sottoposti
a controllo
290
tab. 1 o tab. 3
606
174
176
192
7
prescr. prov. o tab. 3
11
3
2
2
23
tab. 3
25
15
13
18
10
tab. 4
19
9
16
11
1
tab. 4
2
1
2
1
28
359
tab. 4
—-
29
692
16
—-
28
237
22
246
186
11
114
311
tab. 3
tab. 4
tab. 3
—-
325
12
117
454
110
11
34
—-
45
8
26
79
25
9
11
45
prescr. prov. o tab. 3
prescr. prov.
prescr. prov.
202
55
3
260
30
11
1
—-
19
0
1
20
13
53
0
66
—-
1406
415
336
357
202
Proposte
Proposte
di sanzioni
di sanzioni
a seguito
a seguito
di risultati
di verifiche
analitici
amministrative
9. LE CONCLUSIONI
Nella seguente tabella sono sintetizzati i risultati dei controlli effettuati dal 2004 al 2007.
2004
Acque reflue urbane
Acque reflue industriali
Acque reflue domestiche
TOTALE
2005
2006
2007
n.
campioni
n.
campioni
non
conformi
%
campioni
non
conformi
n.
campioni
n.
campioni
non
conformi
%
campioni
non
conformi
n.
campioni
n.
campioni
non
conformi
%
campioni
non
conformi
n.
campioni
n.
campioni
non
conformi
%
campioni
non
conformi
306
308
165
779
63
39
22
124
20,5
12,7
13,3
15,9
458
356
251
1065
104
32
43
179
22,7
9,0
17,1
16,8
495
305
200
1000
138
31
34
203
27,8
10,2
17,0
20,3
692
454
260
1406
237
79
20
336
34,2
17,4
7,6
23,9
203
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
ANNO
2007
10. LA BIBLIOGRAFIA
Regione Lazio, Assessorato Lavori Pubblici, e A.C.E.A., Roma, Piano Preliminare di Risanamento delle
Acque, Roma, 1980.
Provincia di Roma, Assessorato Igiene, Sanità e Ambiente, Indagine sullo stato di inquinamento delle
acque superficiali. Censimento delle utilizzazioni prevalenti delle risorse idriche, Edizioni delle
Autonomie, Roma, 1981.
Regione Lazio - Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Carta idrogeologica del territorio della
regione Lazio, Roma, 1983.
Provincia di Roma, Assessorato Sanità e Ambiente, Approvvigionamento idrico per usi civili nella provincia
di Roma, Roma 1985.
Istituto Superiore di Sanità e Presidio Multizonale di Prevenzione di Roma, La legge sulla balneazione: 15
anni di informazioni per la costituzione di una banca di dati, Roma, 1986.
Regione Lazio, Assessorato al turismo, Situazione generale della costa laziale. Offerta e domanda di
servizi turistici e marini. Progetto Lazio Mare, Roma, 1986.
Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Regione Lazio, Carta dei sistemi idrogeologici del territorio
della regione Lazio, Roma, 1987.
Regione Lazio - Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Modello litostratigrafico strutturale delle
regione Lazio, Roma 1988.
Floccia M., Sanna M., Guida al mare, DATANEWS, 1989.
Provincia di Roma, Assessorato all’Ambiente, Venti anni di storia del litorale romano. Ambiente e
balneazione. Edizioni delle Autonomie, Roma, 1990.
Ventriglia U. (a cura dell’Amministrazione provinciale di Roma), Idrogeologia della provincia di Roma,
Roma, 1990.
Presidio Multizonale di Prevenzione di Roma, U.S.L. RM 5, La qualità delle acque sotterranee della
provincia di Roma. 10 anni di indagini, Roma, 1992.
Sanna M. e Floccia M.: Il Tevere alla porte di Roma, Ecoedizioni, Bergamo, giugno 1993.
Comune di Roma, L’ambiente nel centro storico e a Roma, Roma 1995.
Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Regione Lazio, Il mare nel Lazio, Roma, dicembre 1996.
Provincia di Roma, Dipartimento Ambiente, Servizio Tutela delle Acque, Risorse idriche, I depuratori
comunali della provincia di Roma. Stato di funzionamento e nuove realizzazioni, Roma 2000.
Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di
Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee
della Provincia di Roma. Anno 2004, Roma 2005.
Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di
Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Secondo Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e
sotterranee della Provincia di Roma. Anno 2005, Roma 2007.
204
10. LA BIBLIOGRAFIA
Provincia di Roma, Vice Presidenza, Assessorato Tutela Ambientale, ARPA Lazio, Sezione Provinciale di
Roma, Servizio Risorse idriche e naturali, Terzo Rapporto sulla qualità delle acque superficiali e
sotterranee della Provincia di Roma. Anno 2006, Roma 2008.
Fonte della cartografia utilizzata nel presente rapporto: Carta Tecnica Regionale, aggiornata all’anno
1990, Tavole inserite nel Piano di Tutela delle Acque regionale del 2.5.06, ortofoto della Regione Lazio,
anno 2000.
205
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
11. L’INDICE ANALITICO
Acqua Marcia (sorgente), Agosta: 6.16
Acqua Vergine – Salone (sorgente), Roma: 6.16
Acquarella fosso, Roma: 1.1, 6.07
Acque Alte e Basse (canale), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14
ACQuE MARINE COSTIERE: 1.3, 6.13, 6.14, 6.15, 6.15.1, 9.3
ACQuE SOTTERRANEE: 1.4, 6.16, 6.17, 6.18, 9.4
Agosta (comune di): 6.16
Albano di Castel Gandolfo (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12, 9.2
Albano Laziale (comune di): 6.17
Anguillara Sabazia (comune di): 6.07, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12
Aniene (fiume): 1.1, 6.01, 6.02, 6.03
Anticoli Corrado (comune di): 01 -03
Anzio (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15
Ardea (comune di): 6.01, 6.05, 6.06, 6.13, 6.14
Arrone (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 6.05, 6.07, 6.14
Arsoli (comune di): 6.16
Astura (fiume), Nettuno: 1.1, 6.06
Bagnatore (fosso), Roviano: 1.1, 6.03
BALNEAzIONE: 6.06, 6.07, 6.11, 6.12, 6.14, 6.15, 9.2, 9.3
Biffi (canale), Ardea: 1.1, 6.05
Bracciano (comune di): 6.07, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12
Bracciano (lago): 1.2, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12
Buche (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05
Cadute (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14
Caffarella (fosso), Ardea: 1.1, 6.05
Campagnano (comune di): 6.16
Campo Ascolano (fosso), Pomezia: 1.1, 6.06
Canale Monteranno (comune di): 6.02
Capore Alta (sorgente), Monteflavio: 6.16
Capore Bassa (sorgente), Montorio: 6.16
Carpinetto (sorgente), Vallepietra: 6.16
Casa (fosso), Trevignano: 1.1, 6.07
Casacci (fosso), Roma: 1.1, 6.07
Castel Gandolfo (comune di): 6.08, 6.10, 6.11, 6.12
Castel Madama (comune di): 6.03
Castel Secco (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05
Cavallo Morto (fosso), Anzio: 1.1, 6.05
Cerreto Gruppo (sorgente), Jenne: 6.16
Cerveteri (comune di): 6.05, 6.13, 6.14, 6.15, 6.16
Cesa degli Angeli (sorgente), Vallepietra: 6.16
Civitavecchia (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15
Colleferro (comune di): 6.01, 6.03
Comunacque (sorgente), Jenne: 6.16
Cona (fosso), Subiaco: 1.1, 6.03
Conca (fosso), Roma: 1.1, 6.07
Corese (fosso), Montelibretti: 1.1, 6.01, 6.03
CORSI D’ACQuA: 1.1, 3.2, 6.01, 6.02, 6.03, 6.04, 6.05, 6.06, 6.07, 6.07.1, 6.07.2, 9.1
Cremera o Valchetta (fosso), Roma: 1.1, 6.03
Crocetta (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05
Cupino (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.05, 6.14
Diavolo (fosso), Ardea: 1.1, 6.05
Diavolo (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Empiglione (fosso), Tivoli: 1.1, 6.03
206
ANNO
2007
11. L’INDICE ANALITICO
Eri (fosso), Santa Marinella: 1.1, 6.06
Farfa (fosso), Torrita Tiberina: 1.1, 6.03
Fiora (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Fiora (fosso), Monterotondo: 1.1, 6.03
Fiumaretta (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06
Fiumicino (comune di): 6.01, 6.03, 6.05, 6.07, 6.13, 6.14, 6.15, 6.17, 6.18
Fiumicino (fosso), Vicovaro: 1.1, 6.03
Focetta o Pantanello (fosso), Roma: 1.1, 6.06
FOCI A LAGO DI BRACCIANO: 6.07, 9.1
FOCI A MARE: 6.05, 6.06, 9.1
Gerano (comune di): 6.16
Grande (fosso), Ardea: 1.1, 6.01, 6.06
Grotta Renara (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Gruppo Capo d’acqua (sorgente), Marcellina: 6.16
Guardiole (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05
Infernaccio (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.05
Jenne (comune di): 6.03, 6.16
Ladispoli (comune di): 6.01, 6.05, 6.13, 6.14, 6.15, 6.17
LAGHI: 1.2, 6.08, 6.09, 6.10, 6.11, 6.12, 9.2
Lagusiello (fosso), Trevignano R.: 1.1, 6.07
Lenta (fosso), Tolfa: 1.1, 6.03
Licenza (fosso), Mandela: 1.1, 6.03
Loricina (fosso), Nettuno: 1.1, 6.06
Madonna della Quercia (sorgente), Marano Equo: 6.16
Malafede (fosso), Roma: 1.1, 6.01
Malpasso (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06
Mandela (comune di): 6.03
Maranera (sorgente), Gerano: 6.16
Marangone (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06
Marano Equo (comune di): 6.16
Marcellina (comune di): 6.16
Martignano (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11
Mazzano (comune di): 6.02, 6.03, 6.16
Mignone (fiume): 1.1, 6.01, 6.02, 6.03
Mola (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Mola Maggiorana (sorgente), Campagnano: 6.16
Mola o Robiano (fosso), Anguillara S.: 1.1, 6.07
Moletta (fosso), Ardea: 1.1, 6.06
Monteflavio (comune di): 6.16
Montelibretti (comune di): 6.01, 6.03
Monterotondo (comune di): 03
Montorio Romano (comune di): 6.16
Morichella (fosso), Trevignano: 1.1, 6.07
Nazzano (comune di): 6.03
Nemi (comune di): 6.08, 6.10, 6.11, 6.12
Nemi (lago): 1.2, 6.08, 6.10, 6.11, 6.12
Nettuno (comune di): 6.06, 6.13, 6.14
Orfeo (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05
Orto Biondo (sorgente), Mazzano: 6.16
Pantanello, (canale): cfr. Focetta (fosso)
Pantano Alta e Bassa (sorgente), Vallepietra: 6.16
Passerano (fosso), Roma: 1.1, 6.03
Pescatori o Stagno (canale), Roma: 1.1, 6.06
Petricca I Gruppo (sorgente), Arsoli: 6.16
Poli (comune di): 6.16
Pomezia (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15
Ponzano (comune di): 6.03
Pratica (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05
Prete (fosso), Civitavecchia: 6.06
207
RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Prima Porta (fosso): cfr. Torraccia (fosso)
Quadri (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Quartaccio (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05
Rio Fiume (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.06, 6.14
Rio Galeria (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.01
Rio Torto (fosso), Ardea: 1.1, 6.05
Rio Torto (fosso), Pomezia: 1.1, 6.05
Robiano (fosso): cfr. Mola (fosso)
Roma (comune di): 6.01, 6.03, 6.04, 6.05, 6.06, 6.07, 6.11, 6.12, 6.13, 6.14, 6.16, 6.17, 6.18
Ronci Capo d’acqua (sorgente), Vicovaro: 6.16
Roviano (comune di): 6.03
S. Maria Morgana (fosso), S. Marinella: 1.1, 6.05
S. Vittorino (fosso), Roma: 1.1, 6.03
Sacco (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 8
San Vito Romano (comune di): 6.16
Sanguinara (fosso), Ladispoli: 1.1, 6.05
Santa Marinella (comune di): 6.05, 6.06, 6.13, 6.14, 6.15
Savo (fosso), Colleferro: 1.1, 6.01, 6.03
Scarpatosta (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.05
Schiavo (fosso), Anzio: 1.1, 6.06
Secco (fosso), Ardea: 1.1, 6.06
Simbrivio (fosso), Jenne: 1.1, 6.03
Solara (sorgente), Poli: 6.16
SORVEGLIANzA ALGALE: 6.12, 6.15, 9.2, 9.3
Statua (pozzo), Ladispoli: 6.17, 6.18
Subiaco (comune di): 6.01, 6.02, 6.03
Termini (sorgente), Cerveteri: 6.16
Tevere (fiume): 1.1, 6.01, 6.03, 6.04, 6.05
Tivoli (comune di): 6.01, 6.03
Tolfa (comune di): 6.01, 6.03
Tor Caldara (fosso), Anzio: 1.1, 6.06
Torraccia o Prima Porta (fosso), Roma: 1.1, 6.03
Torre Valdaliga nord (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06
Torre Valdaliga sud (fosso), Civitavecchia: 1.1, 6.06
Torrita Tiberina (comune di): 6.03
Tre Denari (fosso), Fiumicino: 1.1, 6.01, 6.05, 6.14
Treia (fosso), Mazzano: 1.1, 6.02, 6.03
Trevignano Romano (comune di): 6.07, 6.11, 6.12
Turbino (fosso), Cerveteri: 1.1, 6.05, 6.14
Vaccina (fosso), Ladispoli: 1.1, 6.01, 6.05
Valchetta (fosso): cfr. Cremera (fosso)
Vallepietra (comune di): 6.16
Verginese (fosso), Tolfa: 1.1, 6.03
Via della Storta (pozzo), Roma: 6.17
Via delle Pinne (pozzo), Fiumicino: 6.17, 6.18
Via Pratica di Mare (pozzo), Roma: 6.17, 6.18
Via Roncigliano (pozzo), Albano: 6.17
Via Salaria (pozzo), Roma: 6.17, 6.18
Vicarello (fosso), Bracciano: 1.1, 6.07
Vicovaro (comune di): 6.03, 6.16
Vollica (sorgente), S. Vito Romano: 6.16
Zambra (fosso), Cerveteri: 1.1, 6.05, 6.14
208
ANNO
2007
A Z I O
L
SULLA QUALITÀ
DELLE ACQUE
SUPERFICIALI
E SOTTERRANEE
DELLA PROVINCIA
DI ROMA
ANNO 2007
A
G E N Z I A
R
E G I O N A L E
P
R O T E Z I O N E
A
M B I E N T A L E
D E L
QUARTO RAPPORTO
Provincia di roma