Inaugurazione anno giudiziario 2014 - Relazione
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Inaugurazione anno giudiziario 2014 - Relazione
Corte dei Conti Rechnungshof Procura regionale presso la Sezione giurisdizionale per il Trentino-Alto Adige Sede di Bolzano Regionale Staatsanwaltschaft bei der Rechtsprechungssektion für Trentino-Südtirol Sitz Bozen INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2014 ERÖFFNUNG DES GERICHTSJAHRES 2014 RELAZIONE del Procuratore regionale BERICHT des Regionalstaatsanwalts Robert SCHÜLMERS VON PERNWERTH Bolzano, 21 febbraio 2014 Bozen, am 21. Februar 2014 Gentile Signor Presidente, a nome dell’intera Procura mi permetta di rivolgerle un cordiale saluto, che estendo con piacere a tutti i Giudici della locale Sezione giurisdizionale, alle qui presenti Autorità statali e locali, agli esponenti del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti e dell’Associazione dei Magistrati contabili, ai rappresentanti degli organi di informazione di lingua italiana e tedesca, oltre che, naturalmente, a tutti i cittadini nel cui interesse la Procura contabile di Bolzano cerca, sin dalla sua istituzione, di svolgere al meglio le proprie funzioni. Si tratta, come forse non tutti sanno o ricordano, del quattordicesimo anno di operatività di quest’Organo inquirente istituito nel 1999 ed entrato concretamente in funzione a partire dall’anno 2000(1). Nel corso di questi anni l’azione della Procura della Corte dei conti di Bolzano – anche grazie al rigore della Sezione giurisdizionale – ha sicuramente contribuito a infondere un maggiore senso di responsabilità nella cura della cosa pubblica. Il rischio di rispondere personalmente dinanzi al Giudice contabile dei propri atti di mala gestio costituisce un importante fattore di dissuasione rispetto a condotte pregiudizievoli per l’Erario(2). Naturalmente, qui come altrove, l’improvvisa presenza di un nuovo interlocutore istituzionale come la Procura contabile ha destato diversi malumori in seno alla pubblica amministrazione, soprattutto nel momento in cui si è cominciato a mettere in discussione prassi radicate da anni in molti enti pubblici locali. Si pensi, per fare solo un esempio, alle tradizionali cene natalizie tra amministratori e dipendenti pagate con i fondi di rappresentanza dell’ente(3)(4). (1) La Procura della Corte dei conti di Bolzano, unitamente alla rispettiva “sezione giurisdizionale provinciale” (così testualmente l’art. 10-bis del d.P.R. n. 305/1988), è stata istituita con il decreto legislativo 14 giugno 1999, n. 212 (in G.U. 01/07/1999, n.152). (2) Il giudizio di responsabilità amministrativa che si svolge dinanzi alla Corte dei conti conferisce altresì concretezza al principio di responsabilità del pubblico dipendente, esplicitamente previsto dall’art. 28 Cost: “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. […]”. (3) Tale prassi, già contestata anni addietro ai vertici della Libera università di Bolzano (LUB), integra anche uno dei motivi di contestazione mossi all’ex Presidente provinciale circa l’uso dei fondi riservati (v. infra), una frazione dei quali è stata annualmente impiegata, secondo una lunga tradizione, per pagare rinfreschi, pranzi o cene natalizie in favore dei dipendenti facenti capo ad alcuni uffici provinciali. (4) Va comunque registrato con favore come alcuni Enti pubblici, anche in considerazione dei possibili riflessi in termini di responsabilità amministrativa che ciò comportava, abbiano nel corso di questi ultimi anni modificato tali prassi eliminando la tradizionale cena natalizia tra i dipendenti dal novero delle spese finanziabili con fondi attinti dal bilancio dell’Ente. Così, ad esempio, l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige ha messo “definitivamente fine a cene e pranzi di reparto, regali e regalini a dirigenti e dipendenti che soprattutto nelle strutture ospedaliere di Merano e Brunico – le cui delibere in materia sono state revocate – da anni, soprattutto sotto le feste, erano 1 In alcune occasioni, poi, tali malumori si sono tradotti anche in pesanti critiche rivolte alla Procura contabile, come quando le è stata mossa l’accusa di essere essa stessa fonte di spreco a causa delle ingenti spese legali rifuse dagli Enti pubblici ai propri dipendenti, o piuttosto come quando dinanzi al Consiglio provinciale di Bolzano la Procura è stata classificata tra i “nemici” dell’Autonomia a causa delle “indagini sempre più frequenti e spesso incomprensibili” che avrebbero messo in forse la “storia di successo” degli amministratori locali(5). Vi è anche chi, sempre in seno al Consiglio provinciale, ha addirittura equiparato le indagini della Procura regionale alle perquisizioni della Gestapo “ai tempi dei nazisti”(6). Tutto questo mentre nel Paese si consuma una delle più gravi crisi economiche degli ultimi decenni, con misure di risparmio draconiane che secondo alcuni hanno leso la stessa Autonomia dell’Alto Adige/Südtirol, declassata dal Governo al ruolo di “uno sportello bancomat da cui si può costantemente prelevare denaro, anche se il conto a cui si attinge appartiene a qualcun altro”(7). 1. AUTONOMIA E LEGALITÀ Il tema dell’Autonomia è proprio quello da cui desidero prendere le mosse in diventati una sorta di consuetudine. Anche se messa in pratica con soldi pubblici” (Alto Adige del 245/12/2012, Taglio drastico alle spese di rappresentanza). Nello stesso senso va letta la scelta del Sindaco di Bressanone di eliminare dal novero delle spese di rappresentanza “le tavolate con giornalisti e dipendenti comunali”, atteso che “le spese di rappresentanza sono sempre più nel mirino della Corte dei conti” (Alto Adige del 30/11/2013, Terrore da scontrino: il sindaco taglia gli inviti a pranzo). (5) Cfr. in tal senso la relazione del 4/12/2012 letta dall’ex Presidente provinciale Luis Durnwalder in occasione dell’approvazione della legge provinciale di bilancio. Il link alla relazione è il seguente: http://www.provincia.bz.it/aprov/amministrazione/service/attualita.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_ar ticle_id=411264. (6) In data 7/3/2013 il Consigliere provinciale Georg Pardeller (SVP), in sede di discussione del Disegno di legge provinciale n. 158/12: "Riordino e aggiornamento delle spese di rappresentanza e delle spese particolari”, ha testualmente affermato : “Sono stato a lungo un musicista e un cantore e so bene cosa significa avere solo gli applausi come forma di remunerazione, con rari riconoscimenti tangibili che si sanno apprezzare. Ogni volta che abbiamo ricevuto una offerta ciò ha accresciuto la nostra motivazione ed è stato motivo di gioia. L’Alto Adige ha una vita associativa molto diffusa, e se ogni tanto la gente riceve una specie di riconoscimento questi poi sono disposti a lavorare gratis e senza risparmiarsi per un valore stimabile in milioni di Euro. Il fatto che adesso tutto questo venga messo in discussione perché il Procuratore Schülmers deve ficcare il naso in ogni cassetto per cercare qualche ricevuta come la Gestapo ai tempi dei Nazisti.... Miei cari amici, con questa politica non ho nulla da spartire! Io sono per la tolleranza, la trasparenza, per la rendicontazione, però se adesso si indebolisce l’istituzione ... ciò danneggia la politica e le toglie la possibilità di essere vicina alla gente, di renderla felice... con questo tipo di politica, alimentata dall’invidia, non ho nulla da spartire.”. (7) Così, in riferimento ai provvedimenti del Governo Monti, l’ex Presidente provinciale nella già citata relazione del 4/12/2012. 2 un’ottica di grande rispetto per gli sforzi compiuti da tutti coloro che hanno permesso alla popolazione locale di raggiungere livelli di benessere insperati fino a qualche decennio fa. Appare tuttavia evidente che la “storia di successo” di questa Provincia non basta a sottrarsi alle critiche di coloro che, ponendosi all’esterno di questa oasi felice, invocano sempre più spesso l’eliminazione dei privilegi di cui godrebbe la Provincia autonoma(8). Non condivido certamente l’opinione di chi pensa di ridurre questa Autonomia ad un luogo da cartolina coi gerani alle finestre e le badanti pagate dalla mano pubblica, ma ritengo si inganni pure chi pensa che siano sufficienti i successi conseguiti per sottrarsi ad ogni riflessione su alcuni costi della nostra Autonomia, che ha arricchito alcuni, ma certamente non tutti. Anche l’ex Presidente provinciale Luis Durnwalder ha dovuto alla fine ammettere, ob torto collo, che qualcosa non ha funzionato in questa Autonomia, che qualcosa o qualcuno in questi anni ne ha scosso le fondamenta dall’interno. Fondamenta che, secondo quanto da lui affermato, non sono solo il Trattato di Parigi o lo Statuto di autonomia, ma anche “[l’]onestà, [lo] Stato di diritto, [la] morale, [la] trasparenza”(9)(10). Ma se il principio di legalità è – e deve essere – una colonna portante anche della nostra Autonomia, allora gli Organi deputati a garantirne l’osservanza, come la Procura della Corte dei conti, non solo non possono essere “nemici” della stessa, ma ne sono una componente essenziale. Forti di questa convinzione passiamo quindi a vedere quali sono i compiti intestati (8) Grande clamore a livello locale ha destato una recente puntata di “Porta a Porta”, trasmissione condotta su Rai1 dal noto giornalista Bruno Vespa ed in cui il conduttore ha pesantemente criticato le Autonomia speciali, come quella della Provincia di Bolzano, definendole fuori dal tempo e concludendo con la frase: “sono finiti i tempi delle vacche grasse”. Questa trasmissione ha destato, in particolare, una forte e compatta reazione da parte degli organi di informazione locale a difesa dei risultati dell’Autonomia. (9) V. citata relazione del 4/12/2012: “Quindi invece di essere un anno di giubilo nel segno delle date 72:92:12, il 2012 si è rivelato un anno di lotta, di lotta per l‘autonomia, che – anche questo dobbiamo ammetterlo – non esce rinvigorita da questa stagione, bensì ammaccata: da Roma si è tentato di affamarla, di intaccarla su tutti i fronti, di svalutarla in molte questioni, in alcune persino di disprezzarla. E noi qui in Alto Adige non le abbiamo tributato il necessario rispetto, l’abbiamo sì difesa verso l’esterno con le unghie e con i denti, però anche danneggiata dall‘interno, scuotendone le fondamenta. Perchè queste fondamenta non si chiamano – non si chiamano solo – Trattato di Parigi e Statuto di Autonomia, bensì anche onestà, Stato di diritto, morale, trasparenza, apertura, impegno e abnegazione.”. (10) In realtà, che il principio di legalità sia una condizione indispensabile per lo sviluppo dell’autonomia lo si desume anche dall’articolo 49-bis dello Statuto di autonomia: “Il Consiglio provinciale può essere sciolto quando compia atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge o non sostituisca la Giunta o il suo Presidente che abbiano compiuto analoghi atti o violazioni”. 3 dall’ordinamento alla Procura della Corte dei conti. 2. COMPETENZE PROCURA E STATUS DEL PUBBLICO AGENTE Come noto, l’attività principale del pubblico ministero presso la Corte dei conti è quella di accertare se “agenti pubblici” abbiano cagionato un “danno” all’Erario con una condotta lesiva di obblighi di servizio(11). Partendo dalla nozione di agente pubblico, decisiva ai fini della sussistenza della giurisdizione contabile, è bene precisare che questa non corrisponde a quella di “dipendente pubblico”. Nel corso degli anni, infatti, la giurisprudenza ha interpretato in modo estensivo tale nozione, in modo, cioè, da ricomprendervi anche soggetti non appartenenti alla pubblica amministrazione, purché ad essa legati da un rapporto di servizio, inteso come uno stabile inserimento nei processi decisionali o esecutivi di quest’ultima che comporti, anche solo in via di fatto, l’esercizio di un munus publicum(12). Di qui l’ormai pacifica affermazione della giurisdizione contabile anche nei confronti di soggetti privati percettori di un contributo di scopo(13). (11) In tema di responsabilità amministrativa la giurisdizione della Corte dei conti, espressamente prevista dall’articolo 103 della Costituzione “nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge”, è stata tradizionalmente condizionata dalla interpretazione più o meno estensiva offerta dalla Corte di cassazione degli articoli 82 del r.d. 8 novembre 1923, n. 2440 (Nuove disposizioni sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato), secondo cui “L'impiegato che per azione od omissione, anche solo colposa, nell'esercizio delle sue funzioni, cagioni danno allo Stato, è tenuto a risarcirlo.”; e soprattutto dell’art. 52, primo comma, del r.d. 12 luglio 1934, n. 1214 (Approvazione del testo unico delle leggi sulla Corte dei conti), in forza del quale “I funzionari impiegati ed agenti, civili e militari, compresi quelli dell'ordine giudiziario e quelli retribuiti da amministrazioni, aziende e gestioni statali a ordinamento, autonomo, che nell'esercizio delle loro funzioni per azione od omissione imputabili anche a sola colpa o negligenza cagionino danno allo Stato e ad altra amministrazione dalla quale dipendono sono sottoposti alla giurisdizione della Corte nei casi e modi previsti dalla legge sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato e da leggi speciali.”. (12) Così, ad esempio, è stata ritenuta sussistere la giurisdizione della Corte dei conti sugli enti privati gestori dei corsi di formazione professionale finanziati dalla regione, meramente apparenti, inutili o inadeguati, dai quali sia derivato danno alla Regione (Cass. sez. un. 926/1999); dei medici specialisti privati convenzionati, in relazione all'indebita percezione di compensi professionali per prestazioni falsamente attestate ma non effettivamente effettuate (Cass. sez. un. n. 6442/1985); nei confronti del soggetto privato incaricato della direzione dei lavori per i danni conseguenti alla cattiva esecuzione dell’opera pubblica (cass. sez. un. n. 7446 del 2008; cass. sez. un. n. 340 dei 2003; cass. sez. un. n. 3358 del 1994). (13) Come noto, soprattutto in seguito alla ordinanza n. 4511/2006 delle Sezioni Unite della Cassazione civile si è affermata un’ormai consolidata giurisprudenza contabile in materia di uso (o sviamento) di contributi pubblici da parte dei soggetti privati (v. anche Corte di cassazione, Sezioni Unite, sent. n. 14825 del 05/06/2008; ord. n. 20434 del 23/09/2009; ord. n. 5019 del 03/03/2010). La tesi di fondo che ha portato a riconoscere la giurisdizione della Corte dei conti anche nei confronti dei percettori privati di contributi pubblici è stata quella secondo la quale anche il privato, laddove chieda e ottenga sovvenzioni pubbliche per la realizzazione del programma perseguito dalla pubblica amministrazione (ad esempio, lo sviluppo di un particolare settore 4 Passando alla nozione di “danno”, solitamente definito come danno erariale, ne desidero mettere in evidenza due aspetti. Il primo attiene alla distinzione tra il profilo ontologico ed il profilo funzionale del danno. Il secondo, invece, concerne i suoi metodi di accertamento da parte del Giudice contabile. Il primo aspetto può essere facilmente chiarito alla luce di un esempio. Se il custode di un palazzo provinciale cagiona colpevolmente l’incendio dell’immobile, causandone la distruzione, è ovvio che il danno sofferto, sotto il profilo ontologico, sarà quantificabile nell’ordine di milioni di euro. Tuttavia – e qui subentra il profilo funzionale del danno – è assai verosimile che al termine del giudizio di responsabilità il Giudice contabile condanni il responsabile a risarcirne solo una porzione, talora anche minima, facendo uso del c.d. potere riduttivo(14). economico od industriale), si pone rispetto a quest’ultima in una posizione assimilabile ad un vero e proprio “rapporto di servizio”, assumendo di conseguenza precisi obblighi e doveri rispetto al corretto uso delle risorse pubbliche allo stesso erogate. L’elemento di novità, se vogliamo, rappresentato dalla sentenza n. 9846/11 del 5/5/2011 delle Sezioni Unite è quello di meglio definire i casi in cui si può legittimamente parlare dell’avvenuta instaurazione di un rapporto di servizio tra la pubblica amministrazione e il soggetto privato percettore di contributi pubblici, escludendo di conseguenza la possibilità di tracciare un automatico parallelismo tra l’erogazione del contributo e la giurisdizione della Corte dei conti. Il discrimine tra la giurisdizione contabile e quella del giudice ordinario va dunque ravvisata – ad avviso della Suprema corte – nella natura del contributo, laddove solo nel caso di contributo di scopo, inteso quale sovvenzione o finanziamento erogato per la realizzazione di finalità di pubblico interesse, si può ravvisare l’assunzione di obblighi e doveri in capo al privato tali da integrare un rapporto di servizio. In effetti, in tali ipotesi il soggetto estraneo all’amministrazione partecipa, seppur indirettamente, alla realizzazione di un programma voluto e finanziato dall’ente pubblico. Diversamente, nel caso dell’erogazione di contributi di natura sociale o solidaristica, che assolvono alla mera finalità di sostenere economicamente particolari categorie di soggetti particolarmente svantaggiati, tale rapporto di servizio non viene ad instaurarsi, con conseguente esclusione della giurisdizione della Corte dei conti. (14) Il potere riduttivo del giudice contabile trova fondamento negli articoli articoli 83, primo comma, del r.d. 8 novembre 1923, n. 2440 (“I funzionari di cui ai precedenti artt. 81 e 82 sono sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti la quale, valutate le singole responsabilità, può porre a carico dei responsabili tutto o parte del danno accertato o del valore perduto.”) e nell’art. 52, secondo comma, del r.d. 12 luglio 1934, n. 1214 (“La Corte, valutate le singole responsabilità, può porre a carico dei responsabili tutto o parte del danno accertato o del valore perduto”). Per un concreto esempio di applicazione del potere riduttivo si veda la vicenda relativa al crollo della Madre San Nicolò di Noto, dove, a fronte di un danno quantificabile in circa 25 milioni di euro, il principale responsabile è stato condannato in primo grado a risarcire € 150.000 (cfr. Sezione giurisdizionale per la Sicilia, sentenza n. 63 del 08/01/2008), debito di cui verrà dichiarata la prescrizione nel successivo grado di appello. In particolare, è interessante leggere quanto scrive il giudice contabile di primo grado: “Passando ad esaminare quanto del danno debba essere risarcito, si osserva che l'ammontare complessivo degli accreditamenti in favore del Commissario Straordinario per la ricostruzione ed il restauro della Cattedrale S. Nicolò di Noto è stato di € 31.868.462,84, al marzo 2007, mentre i pagamenti effettuati, alla stessa epoca risultano essere pari a € 25.388.326,70. Come peraltro rilevato dalla parte pubblica, l'entità del danno trascende ogni ragionevole capacità risarcitoria del responsabile ed impone l'utilizzo di un criterio di quantificazione equilibrato e ponderato, calibrato ai fatti contestati e alle condizioni economiche del soggetto chiamato a rispondere del danno medesimo. In tale senso pienamente condivisibili sono i richiami operati dalla Procura alle coordinate tracciate dalla Corte costituzionale, con la sentenza n. 371 del 1988, la quale relativamente alla disciplina della responsabilità amministrativa contenuta nella legge n.. 20 del 14 gennaio 1994, ha individuato e tracciato la peculiare natura dell' istituto della responsabilità amministrativa, in linea con la nuova conformazione dell'ordinamento del pubblico impiego. Infatti, la Corte ha evidenziato la circostanza che l'istituto della responsabilità amministrativa costituisce la combinazione di elementi restitutori e di deterrenza e corrisponde alle finalità di determinare quanto del rischio dell'attività debba restare a carico dell'apparato e quanto a carico del dipendente, nella ricerca 5 Di qui due importanti conseguenze. La prima è che la finalità del tradizionale giudizio di responsabilità amministrativa, definito come “risarcitorio”(15), non è sempre e necessariamente quella di ottenere un risarcimento integrale del danno effettivamente cagionato dall’agente pubblico, ma altresì e soprattutto quella di comminare una sanzione “giusta” nei confronti di chi, con la propria condotta gravemente colposa o dolosa ed in violazione dei propri obblighi di servizio, ha sprecato risorse pubbliche destinate al soddisfacimento dei bisogni della collettività. La seconda è che l’istituto della responsabilità amministrativa, con la connessa giurisdizione della Corte dei conti, è assai più vantaggioso per l’agente pubblico rispetto all’ordinario giudizio risarcitorio che si celebra dinanzi al Giudice civile, dove il custode del nostro esempio avrebbe dovuto rispondere non solo per l’intero, ma anche in caso di semplice colpa lieve e con la trasmissione dell’eventuale debito agli eredi(16). Quest’ultima considerazione, in particolare, evidenzia quanto sia fuorviante, al di là dell’inconsistenza degli argomenti spesso utilizzati a tal fine, alimentare l’idea di amministrazioni locali bloccate nella loro azione dalla “paura della Corte dei conti”. Un’ultima notazione desidero riservarla ai metodi di accertamento del danno da parte del giudice contabile, posto che questi risultano sempre più condizionati da valutazioni ex ante compiute dal Legislatore. Diversi sono oramai i casi, soprattutto in materia di incarichi esterni, in cui ai fini della quantificazione del danno si esclude la possibilità di poter riconoscere qualsivoglia utilità ad atti di spesa posti in essere in chiara violazione dei rigorosi di un punto di equilibrio tale da rendere, per i dipendenti ed amministratori pubblici, la prospettiva delle responsabilità ragione di stimolo e non di disincentivo. Tenuto conto di tali indicazioni ed in applicazione del potere riduttivo dell'addebito attribuito dal legislatore alla Corte dei conti previsto dagli articoli 83, primo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, e 52, secondo comma, del R.D. 12 luglio 1934, n. 1214, considerando la complessità e la difficoltà delle attività che dovevano essere svolte, e non ultimo l'efficacia concausale ed agevolativa di altri soggetti, la cui condotta è stata ritenuta esente, però, da colpa nell'ambito del giudizio penale, ritiene quest'organo giudicante che il convenuto vada condannato al pagamento in favore della Presidenza del Consiglio e, per essa, al Dipartimento della Protezione civile, della somma di € 150.000,00 (Euro centocinquantamila).”. (15) Per quanto riguarda invece le caratteristiche del giudizio c.d. “sanzionatorio” puro, in cui si prescinde totalmente dalla sussistenza di un danno, si veda la sentenza delle Sezioni riunite della Corte dei conti n. 12 del 27/12/2007. (16) La responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica è personale e limitata ai fatti e alle omissioni commessi con dolo o colpa grave; inoltre il debito risarcitorio si trasmette agli eredi solo in caso di illecito arricchimento del dante causa e di conseguente indebito arricchimento degli eredi stessi (cfr. art. 1 Legge 14 gennaio 1994, n. 20). 6 presupposti previsti dalla legge(17). Questa circostanza dimostra come il giudizio di responsabilità amministrativa costituisca il più delle volte la prevedibile, e quindi evitabile conseguenza di condotte amministrative poste in essere in spregio di elementari norme di condotta e per finalità lontane da quelle per la cui realizzazione i poteri amministrativi sono stati conferiti dall’ordinamento. 3. GIURISPRUDENZA CONTABILE E CERTEZZA DEL DIRITTO Piero Calamandrei sosteneva che “tra tutti gli uffici giudiziari, il più arduo […] sembra quello del pubblico accusatore, il quale, come sostenitore dell’accusa, dovrebb’essere parziale al pari di un avvocato: e, come custode della legge, dovrebb’essere imparziale al pari di un giudice”(18). Personalmente, come pubblico ministero, penso che quello dell’imparzialità sia un falso problema. Per un magistrato, anche in una realtà piccola come la nostra, è assai facile essere imparziale, così come pure è facile essere indipendente. Si tratta solo di una questione di volontà. A diverse conclusioni pervengo quando al pubblico ministero si chiede anche di essere “custode della legge”, posto che la legge non si fa “custodire” facilmente. Questo non solo a causa dell’annoso problema di una produzione normativa talora eccessiva e confusa, ma anche in ragione della necessità, non sempre soddisfatta, di potere contare su interpretazioni giurisprudenziali coerenti tra loro. Mi riferisco, dunque, ad un problema cui ho già accennato lo scorso anno: quello della certezza del diritto. Non va infatti dimenticato che anche il pubblico ministero è un semplice utente, seppur qualificato, del sistema giustizia, al cui (17) In particolare, in materia di incarichi esterni si registra sempre con maggior frequenza l’affermazione del principio di diritto secondo cui l'incarico esterno conferito in spregio ai presupposti di legge non può sortire utilità alcuna. Il legislatore, infatti, si è occupato di disciplinare in dettaglio i presupposti legittimanti il ricorso alla collaborazione esterna così esprimendo a monte una valutazione di utilità; per cui è, oltreché illegittimo, assolutamente inutile qualsiasi conferimento di incarico che non rispetti i presupposti normativi. In altri termini lo stesso legislatore subordina l’utilità dell’esternalizzazione a ferrei limiti legali, solo in presenza dei quali si giustifica l’esborso di denaro . Ne consegue che tutti gli emolumenti erogati al consulente esterno costituiscono un danno all’erario a prescindere dall’attività concretamente svolta da questi, poiché in ogni caso non può considerarsi utile atteso che avrebbe potuto essere svolta da soggetti interni all’amministrazione stessa (Cfr., ex multis, Sezione giurisdizionale Calabria, sentenza n. 159 del 10/05/2013). (18) Tratto dalla raccolta di aforismi di P. Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato. 7 vertice sono posti i giudici, i quali attraverso le loro sentenze riempiono di contenuto le norme dell’ordinamento, dando vita a quello che conosciamo come il diritto vivente. Sotto questo profilo ringrazio la Sezione giurisdizionale per l’impegno profuso in questi anni e per il contributo di chiarezza che la giurisprudenza contabile ha saputo offrire agli operatori del diritto di questa provincia in tante delicate materie. Ciò posto, e fermo restando il doveroso rispetto tributato ad ogni sentenza, è del tutto fisiologico che la Procura contabile non sempre condivida alcune interpretazioni offerte dalla Sezione giurisdizionale e che faccia ricorso, in tali ipotesi, allo strumento processuale dell’appello. Nell’anno passato segnalo, in particolare, l’appello proposto avverso le sentenze nn. 3 e 7 del 2013(19). Particolare preoccupazione ha destato invece la sentenza n. 4 del 2013, in via di impugnazione(20), con cui è stata dichiarata la nullità dell’atto di citazione per violazione dell’art. 20 del d.P.R. n. 574/1988 sull’uso della lingua tedesca nei procedimenti giurisdizionali. In particolare, la versione tedesca dell’atto di citazione avrebbe disatteso, a causa dell’eccessivo numero di citazioni testuali di leggi e sentenze italiane, la regola secondo cui “in nessun caso la citazione può costituire una parte integrante del testo redatto nell’altro lingua fondendosi con lo stesso alla stregua di una sua componente essenziale”. Tale principio di diritto ha tuttavia carattere di novità nel panorama giurisprudenziale locale degli ultimi anni, disattendendo non solo una prassi di (19) In particolare, la sentenza n. 3 del 2013 ha dichiarato la nullità degli atti istruttori per mancanza della notitia damni in una fattispecie risarcitoria per danno all’immagine azionata nei confronti di un Sindaco già condannato in sede penale per il reato di abuso d’ufficio. La Sezione, dopo avere condiviso l’interpretazione dell’art. 17, comma 30-ter, d.l. n. 78/09, come convertito in legge, secondo cui l’irrevocabilità della sentenza penale di condanna costituisce una mera condizione di procedibilità dell’azione di responsabilità per danno all’immagine e dopo avere riconosciuto che la Procura aveva rispettato tale condizione, ha tuttavia dichiarato la nullità della citazione ritenendo che l’attività istruttoria fosse stata avviata sulla base di un articolo di stampa da cui si evinceva la notizia del procedimento penale ma non quella del successivo patteggiamento. La Procura ha impugnato la sentenza ravvisando innanzitutto un vizio di ultrapetizione, atteso che la parte convenuta non aveva sollevato l’eccezione di nullità con riferimento alla norma contenuta nel primo periodo dell’art. 17-ter, ma solamente con riferimento al secondo periodo, trattandosi inoltre, come evidenziato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti nella sentenza n. 12 del 2011, di «due regole» o di «due statuizioni di legge» non sovrapponibili tra loro, ma relative a profili ed ambiti differenti. Infine, la Procura ha evidenziato nell’atto di appello come l’attività istruttoria fosse stata avviata un mese dopo il citato articolo e sulla base anche di altre notizie di stampa prodotte in giudizio e da cui si evinceva l’ormai intervenuto patteggiamento. (20) Ai sensi dell’art. 1, comma 5-bis, del d.l. n. 453/1993, convertito nella legge n. 19 del 1994, “L'appello è proponibile dalle parti, dal procuratore regionale competente per territorio o dal procuratore generale, entro sessanta giorni dalla notificazione o, comunque, entro un anno dalla pubblicazione.”. 8 segno contrario registrabile in molti atti processuali del giudice ordinario e amministrativo, ma contraddicendo anche una prassi coltivata da questa stessa Sezione giurisdizionale, da ultimo con la sentenza/ordinanza n. 27 del 2012. Inutile sottolineare – di qui il motivo di preoccupazione – che in tal modo si è introdotto nel nostro processo un elemento di incertezza che obbligherà la Procura a defatiganti lavori di traduzione di leggi e sentenze, sinora mai richiesti, oppure a ridurre al minimo le citazioni testuali per evitare strumentali eccezioni di parte. Nel corso del 2013 si sono registrate anche alcune pronunce del giudice di appello di particolare interesse per la nostra provincia e che desidero segnalare. In particolare, con la sentenza n. 813 del 2013 la Iª Sezione giurisdizionale d’appello ha confermato la condanna irrogata da questa Sezione al vice sindaco di Bolzano per la nota vicenda dei contributi illegittimamente erogati ad una società a scopo di lucro per l’organizzazione di un torneo di beach-volley sui Prati del Talvera di Bolzano(21). Con alcuni decreti la Iª e la IIª Sezione giurisdizionale d’appello hanno accolto le richieste di ammissione al condono erariale proposte da diversi amministratori della Libera Università di Bolzano (LUB) che erano stati condannati in più occasioni da questa Sezione giurisdizionale in riferimento a diverse fattispecie, alcune delle quali anche di una certa rilevanza(22). Con il pagamento delle somme ridotte, che gli stessi hanno risarcito in favore della LUB, si chiuderanno favorevolmente per l’Erario alcune vertenze la cui apertura aveva suscitato critiche da parte della Giunta provinciale(23). (21) Cfr. Sezione giurisdizionale di Bolzano, sentenza n. 16 dell’11/08/2011. (22) Si vedano i decreti nn. 28, 29, 30, 31 e 60 del 2013 emessi dalla IIª Sezione giurisdizionale d’appello con cui sono state accolte le istante di definizione agevolata del procedimento rispetto alle condanne irrogate agli amministratori della LUB con sentenze n. 30, n. 38 e n. 60 del 2009, applicando per lo più il massimo dell’importo previsto dalla legge (30%) in ragione del “grado particolarmente intenso della colpa”; si veda il decreto n. 85 del 2013, emesso dalla Iª Sezione giurisdizionale d’appello, con cui è stata accolta l’istanza di definizione agevolata del procedimento proposta rispetto alla condanna irrogata con sentenza n. 19 del 2012. (23) In particolare, l’avvio del procedimento conclusosi con la sentenza n. 38 del 2009, con cui la Sezione giurisdizionale di Bolzano aveva pienamente accolto le richieste formulate dalla Procura condannando i responsabili della LUB al risarcimento di un danno complessivo di oltre 1 milione di euro, era stato criticato nel seguente comunicato stampa del 28/02/2008 della Provincia autonoma di Bolzano (LUB e patto di stabilità: norme rispettate, competenza provinciale): “In merito alla comunicazione della Corte dei conti agli organi della Libera università di Bolzano [n.d.r.: trattavasi di un invito a dedurre] sul rispetto di norme statali in materia di contenimento della spesa, la Provincia interviene con una nota in cui ricorda che la questione è stata già discussa e risolta con la Legge finanziaria: lo Stato ha infatti riconosciuto la competenza della Provincia di Bolzano a stipulare con l’Università patti di stabilità. Il principio è che le modalità di contenimento sono demandate all’ente (Provincia) cui compete l’onere del finanziamento. La questione di una eventuale responsabilità erariale degli organi della LUB per il mancato rispetto di norme statali in materia di contenimento della spesa è già stata chiarita, sulla base della riconosciuta 9 Merita di essere segnalata per il suo carattere di novità l’ordinanza n. 1 del 2013 con cui le Sezioni riunite della Corte dei conti, in sede di regolamento di competenza e in accoglimento di un reclamo proposto da questa Procura avverso la sentenza/ordinanza n. 27 del 2012, hanno annullato il provvedimento di sospensione del giudizio ed hanno disposto la prosecuzione dello stesso. Tale giudizio ha ad oggetto una questione attinente al rimborso delle spese legali da parte della Provincia autonoma di Bolzano in favore di alcuni amministratori la cui posizione, vagliata nell’ambito di un diverso procedimento istruttorio, era stata archiviata dal Procuratore regionale. E proprio il tema del rimborso delle spese legali in favore di amministratori e dipendenti prosciolti in sede di giudizio merita una attenta riflessione. Si ricorderà come poco meno di tre anni fa la Giunta provinciale di Bolzano denunciò un notevole incremento dei costi per rimborsi di spese legali in favore di propri dipendenti, quantificandolo in più di un milione di euro nel solo 2011 ed addebitando pubblicamente il fatto ai giudizi di responsabilità amministrativa che, “avviat[i] senza fare le opportune verifiche […] si concludono in un’inevitabile bolla di sapone”(24). La manifesta non veridicità di tali affermazioni, riprese da vari organi di stampa locale nei giorni successivi, non solo ha determinato l’avvio di un’indagine da parte di questa Procura, giudicato del tutto legittimo dalla Sezione giurisdizionale(25), ma merita altresì una replica a vantaggio dei contribuenti. Negli ultimi otto anni, vale a dire dal 2006 al 2013, le azioni di responsabilità competenza provinciale. La Provincia specifica infatti che la discussione attorno all’applicabilità diretta di norme statali in materia di spesa alla LUB è stata ampiamente discussa e risolta proprio con la Legge finanziaria 2008. Al comma 380 dell’art.1 è il legislatore statale stesso a riconoscere la competenza della Provincia di Bolzano, così come della regione Valle d’Aosta, a stipulare con l’Università patti di stabilità. C’è insomma per la LUB lo stesso trattamento in vigore da anni per i Comuni e per gli enti strumentali delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome: il principio è che le modalità di contenimento sono demandate all’ente (Provincia) cui compete l’onere del finanziamento. Si ricorda inoltre che l’applicazione di norme dettagliate, addirittura espresse in percentuali su specifiche voci di spesa (convegni, mostre, pubblicità), non è mai stata definita per gli enti che non siano statali. È la stessa Corte Costituzionale ad aver affermato il principio per cui è vincolante il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica ma non possono essere stabilite disposizioni di dettaglio per gli enti: il legislatore deve pertanto limitarsi a porre limiti complessivi di spesa. Valgono dunque certamente gli indirizzi generali di contenimento stabiliti dalle finanziarie statali degli ultimi anni e la LUB, che non è un’università statale e per questo è finanziata quasi interamente dalla Provincia di Bolzano, non sfugge a questi indirizzi di contenimento, in quanto la Provincia assoggetta le proprie spese, quindi anche quelle destinate a finanziare l'ateneo, al patto di stabilità che ogni anno stipula con il Ministero dell'Economia e che ha sempre rispettato.”. (24) Cfr. comunicato stampa dell’11/07/2011 (Dalla Giunta: rimborso delle spese legali, no aumento di costi per i cittadini). (25) Cfr. sentenza n. 27 del 2012. 10 intentate dalla Procura della Corte dei conti di Bolzano dinanzi alla locale Sezione giurisdizionale hanno comportato condanne per complessivi € 3.201.569, mentre le spese legali liquidate in favore di amministratori o dipendenti prosciolti ammontano a € 48.346, vale a dire solo all’1,51 % del totale dei “titoli di credito” conseguiti in favore delle amministrazioni danneggiate(26). Di queste spese legali solo € 4.000 in otto anni sono stati posti dai giudici direttamente a carico della Provincia autonoma di Bolzano(27). In tutti gli altri casi di proscioglimento la Sezione giurisdizionale, ritenendo comunque “giustificata” l’azione della Procura, ha disposto la compensazione delle spese, con la conseguenza che le spese legali avrebbero dovuto essere sopportate dal convenuto prosciolto e non essere rimborsate dall’ente(28). (26) Ci si riferisce ovviamente agli esiti dei giudizi di primo grado, senza considerare gli esiti degli eventuali giudizi di appello e senza tenere in considerazione l’eventuale applicazione del c.d condono erariale su richiesta della parte. (27) Il totale delle spese legali liquidate dalla Sezione giurisdizionale nel corso degli ultimi otto anni è così ripartito: € 15.000 a carico di Amministrazioni dello Stato; € 4.000 a carico della Provincia; € 12.746 a carico degli ex Comprensori sanitari; € 2.000 a carico della LUB; € 14.600 a carico dei Comuni della Provincia di Bolzano. (28) Per un approfondimento circa il significato della compensazione delle spese di veda la sentenza della Sezione giurisdizionale di Bolzano n. 47 del 2008: “Venendo, per concludere, al regime delle spese, mentre la sospensione del giudizio, disposta nei confronti di Omissis s.r.l., M.G. e R.V., impone che la decisione su di esse sia riservata alla pronuncia definitiva, la sentenza di difetto di giurisdizione della Corte dei conti nei confronti di S. S. e di assoluzione da ogni addebito di B. C. implica la necessità di una pronuncia immediata. Con riferimento, dunque, ai due ultimi casi citati, deve essere dichiarata la compensazione delle spese di causa tra le parti, con esclusione del possibile rimborso a favore dei convenuti S. e B., ai sensi dell’art. 3, comma 2-bis della legge n. 639 del 1996 (che prevede, appunto, il ristoro delle spese legali da parte dell’amministrazione di appartenenza, nel caso di definitivo proscioglimento nel merito). La portata di tale norma è stata, come è noto, successivamente precisata con la legge n. 248 del 2005, nella quale è stato inserito, in sede di conversione del d.l. n. 203 del 30 settembre 2005, l’art. 10-bis, il quale al comma 10 così recita: ”Le disposizioni dell’art. 3, comma 2-bis, del d.l. 23 ottobre 1996, n. 543, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 1996, n. 639, e dell’art. 18, comma 1, del d.l. 25 marzo 1997, n. 67 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, si interpretano nel senso che il giudice contabile, in caso di proscioglimento nel merito, e con la sentenza che definisce il giudizio, ai sensi e con le modalità di cui all’art. 91 c.p.c., liquida l’ammontare degli onorari spettanti alla difesa del prosciolto, fermo restando il parere di congruità dell’Avvocatura dello Stato da esprimere sulle richieste di rimborso avanzate all’amministrazione di appartenenza”. In tale quadro normativo, il Giudice contabile ha ritenuto, con orientamento del tutto prevalente, di interpretare le nuove disposizioni nel senso di poter disporre in ordine alle spese legali non solo sul loro ammontare, ma anche sulla loro spettanza; è stata cioè affermata l’accessorietà del giudizio sul rimborso delle spese rispetto a quello di responsabilità e, di conseguenza, la possibilità anche di precludere al convenuto prosciolto, in determinati casi, l’accesso al rimborso delle stesse. La norma di legge sopra citata si riferisce, infatti, - come chiarito sempre dalla giurisprudenza contabile alle situazioni di esclusione dell’ingiustizia del danno, ossia allorquando manchi un comportamento antigiuridico causativo di un danno nell’ambito di un rapporto di servizio; per contro, un’assoluzione in rito o per prescrizione del diritto, oppure per il riconoscimento della mancanza dell’elemento soggettivo minimo richiesto dalla legge (colpa grave), non può parificarsi ai casi di “esclusione della responsabilità”. In altri termini, le spese di giudizio sono addebitate ope legis alla parte pubblica, in conseguenza della suddetta norma, solo se viene assolutamente escluso il comportamento antigiuridico del soggetto (con correlativa ingiustizia del danno), mentre la ripartizione dell’onere in discorso è rimessa al prudente apprezzamento del giudice, ai sensi della normativa generale di cui agli artt. 91 e 92 del c.p.c., nei diversi casi: assoluzione in rito, o per prescrizione, o ancora per colpa lieve e non grave (cfr., in terminis, Corte dei conti, Sezione I app. n. 404/2008, che richiama Sezione I app. n. 88/2008; Sezione III app., 18.2.2002, n. 40; Sezione giurisdizionale Campania, 24.2.2001, n. 19; Sezione giurisdizionale Marche, 10.3.2003, n. 196; Sezione giurisdizionale Liguria, 3.12.2005, n. 1471). 11 Ciò premesso, la scelta di fare pagare ai cittadini ulteriori costi per rimborsi di spese legali che nel resto del Paese non si riversano sulla collettività è riferibile esclusivamente alla Regione Trentino Alto Adige e alla Provincia autonoma di Bolzano che, con proprie leggi(29), peraltro di ormai accertata illegittimità costituzionale(30), hanno inteso modificare l’ordinamento giuridico estendendo a propria discrezione le situazioni suscettibili di rimborso. Così, per andare sul concreto, senza approfondire in alcun modo la materia si è scelto di riconoscere il rimborso delle spese legali anche in caso di semplice archiviazione da parte del Procuratore regionale, mentre in gran parte del Paese e per tutti i dipendenti dello Stato questo autentico “privilegio” non è previsto. Ed anzi, in tali ipotesi l’eventuale rimborso delle spese legali è stato anche considerato un danno erariale(31). A tale proposito bisogna attentamente considerare che l’indagine condotta dal Procuratore contabile non è affatto assimilabile a quella condotta dal pubblico ministero penale, tanto diversi sono i beni giuridici in gioco, e che l’oggetto dei suoi accertamenti – vale a dire l’eventuale causazione di un danno erariale in seguito alla violazione di “obblighi di servizio” – rientra pacificamente nel novero di Ebbene, nel caso all’esame questo Collegio non dubita che le posizioni dei convenuti S. e B. integrino i presupposti per l’esclusione dal beneficio di cui all’art. 3 legge n. 639 del 1996, secondo quanto appena chiarito, in quanto trattasi, per il S., di una pronuncia non sul merito bensì pregiudiziale in rito e, con riferimento alla B., dell’accertamento di una condotta che, pur non caratterizzata da colpa grave (come invece è richiesto dalla legge per integrare i presupposti per fondare una condanna nella presente sede contabile), è stata comunque ritenuta non irreprensibile. Nel caso di specie il Collegio, ai sensi dell’art. 92 del codice di procedura civile, ritiene dunque ricorrano giusti motivi per disporre la compensazione delle spese processuali tra le parti per quanto riguarda le posizioni di S. S. e B. C..”. (29) Si vedano l’art. 6 della legge provinciale 9 novembre 2001, n. 16, come modificato dall’art. 12, comma 2, della L.P. 17 gennaio 2011, n. 1; l’articolo 15 della legge della Regione T.A.A. n. 4 del 17 maggio 2011, recante l’interpretazione autentica articolo 8 della legge regionale 23 novembre 1979, n. 5; l’art. 21 della legge regione T.A.A. 25 maggio 2012, n. 2, recante l’interpretazione autentica articolo 36 della legge regionale 5 marzo 1993, n. 4. (30) Il Governo, con ricorso n. 29 del 2011, ha censurato, in quanto contrastante con l’ordinamento della giurisdizione contabile, la disposizione di cui all’art. 12 della LP n. 1 del 2011 “nella parte in cui autorizza, in caso di accertata colpa lieve, la disapplicazione di un’eventuale statuizione di compensazione delle spese processuali”, ritenendola eccedente “le competenze statutarie, violando la competenza attribuita allo Stato in materia di ordinamento civile e giustizia amministrativa di cui all’art. 117, comma 2 lettera l) della Costituzione”. Con sentenza n. 19 del 2014, depositata in data 11 febbraio 2014, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 12 della Legge provinciale n. 1 del 2011, poiché “incidendo sulla materia «ordinamento civile» e «giustizia amministrativa», si disciplina, peraltro in senso difforme dalla normativa statale, il regime delle condizioni alla presenza delle quali le spese legali sostenute dai soggetti sottoposti al giudizio della Corte dei conti sono rimborsate dall’amministrazione di appartenenza, eccedendo dalle competenze statutarie”. (31) Cfr. Sez. giur. Marche, sent. n. 236 del 20/08/2009. 12 conoscenze di ogni amministratore e dipendente pubblico(32). Per queste ragioni il nostro ordinamento non prevede la necessità di una difesa tecnica in sede istruttoria, ma solo in sede di eventuale giudizio(33). Ma vi è di più. Con le citate leggi la Regione Trentino Alto Adige, in riferimento ai Comuni della regione, e la Provincia autonoma di Bolzano hanno stabilito che il rimborso delle spese legali spetta persino in caso di intervenuta compensazione delle spese da parte del giudice o addirittura – nel caso della legge regionale – anche in difformità rispetto alla eventuale liquidazione delle spese legali contenuta in sentenza. In altre e più semplici parole, i Legislatori regionale e provinciale hanno deciso di rifondere le spese legali ai propri dipendenti e amministratori prosciolti anche se il giudice contabile ha espressamente stabilito in sentenza che ciò non va fatto, oppure, nel caso dei Comuni, anche in misura maggiore rispetto a quanto stabilito dal giudice. Il tutto non solo a spese del contribuente, ma anche al di fuori di qualsiasi possibilità di preventivo controllo da parte della Corte dei conti. Fatte queste necessarie precisazioni e tornando alla vicenda relativa al notevole incremento dei rimborsi per spese legali registrato dalla Provincia autonoma nel 2011, le indagini condotte da questa Procura hanno permesso di appurare come un esame più attento delle parcelle e un’applicazione più rigorosa delle tariffe professionali, che hanno natura di regolamento, avrebbero consentito alla Provincia autonoma di Bolzano un notevole risparmio di denaro(34). 4. PRINCIPALI QUESTIONI TRATTATE NEL 2013 Nel corso dell’anno passato un peso particolarmente rilevante e del tutto straordinario, sotto il profilo dell’impegno di risorse della Procura, è stato assunto (32) Resta inteso che se vi sarà un processo vero e proprio l’amministratore o dipendente eventualmente convenuto in giudizio avrà tutto il diritto di farsi assistere da un avvocato e di vedersi rimborsare le spese legali in caso di pieno proscioglimento nel merito. (33) In particolare è stato autorevolmente sottolineato "che in questa fase pre-processuale non è richiesta l'assistenza di un difensore e vige pienamente il principio della libertà della forma (art. 121 c.p.c.)” (Cfr. Sezioni riunite, sent. n. 7 del 16/02/1998). (34) In relazione a tale vicenda sono stati aperti i giudizi n. 1737, 1741 e 1742. 13 dai tre conflitti di attribuzione instaurati dinanzi alla Corte costituzionale come pure dall’inchiesta sull’uso dei fondi riservati di pertinenza del Presidente provinciale. A questi due temi saranno a breve dedicate specifiche considerazioni. Per il resto diverse indagini hanno interessato il tema degli incarichi esterni, alcuni dei quali affidati ad ex dipendenti dell’ente conferente. Così, ad esempio, nel caso della vertenza sfociata nel giudizio n. 1762 conclusosi di recente con la condanna di due dirigenti del Comprensorio sanitario di Bolzano. Diversi casi hanno invece interessato dipendenti pubblici condannati per reati contro la pubblica amministrazione e rispetto ai quali la Procura ha svolto e sta svolgendo accertamenti per appurare l’entità effettiva dell’eventuale danno all’immagine. Tra questi casi si segnalano, per la rilevante eco che hanno avuto nell’opinione pubblica locale, le questioni attinenti ai cosiddetti scandali IPES e SEL. Nel primo caso, essendosi già registrata una prima condanna a titolo definitivo, la Procura ha azionato un procedimento cautelare con un’istanza di sequestro conservativo per complessivi € 130.000, di cui € 100.000 per danno all’immagine e € 30.000 per danni diretti. La seconda vicenda si annuncia senz’altro più delicata e complessa. Posto che anche in questo caso i responsabili sono stati condannati in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione, l’attenzione maggiore risulta attualmente concentrata sulla quantificazione dei danni immateriali e diretti subiti dalla Provincia autonoma di Bolzano in seguito al cosiddetto scandalo SEL(35). Costituendosi parte civile nel processo penale tali danni erano stati prudenzialmente quantificati dalla stessa Provincia autonoma di Bolzano in un milione di euro. Impregiudicata restando la questione relativa alla esatta quantificazione del danno all’immagine(36), risulta particolarmente delicata e potenzialmente controvertibile la questione attinente alla quantificazione e alla conseguente attribuzione di responsabilità relativa ad alcuni potenziali danni diretti. Si pensi, ad esempio, alle (35) Come noto il procedimento penale, conclusosi con una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti per i delitti di abuso d’ufficio e turbativa d’asta, ha portato alla luce una serie di attività illecite, riconducibili all’ex assessore provinciale all’energia e al direttore generale della società provinciale SEL s.p.a., dirette a falsare numerose gare pubbliche per le grandi concessioni a scopo idroelettrico al fine di favorire nelle assegnazioni la stessa SEL s.p.a.. (36) Tale quantificazione, pur dovendo essere ancorata il più possibile a parametri obiettivi, non potrà che essere fatta in via equitativa. 14 spese affrontate dalla Provincia autonoma di Bolzano – pari a ben € 80.000 – per incaricare un professore universitario per chiarire, ad esempio, “quali misure la Provincia autonoma di Bolzano possa adottare per tutelare la legittimità amministrativa, nel rispetto delle posizioni dei soggetti legalmente interessati, relativamente alle vicende di rilascio di talune concessioni idroelettriche che sono venute in questione in un procedimento penale avanti al Tribunale di Bolzano”. Si tratta di una vicenda ampiamente nota, ma sorprende, comunque, come nessun amministratore provinciale abbia preso in seria considerazione l’unica misura che in uno Stato di diritto avrebbe consentito di ristabilire la legalità violata, ossia la revoca immediata delle concessioni ottenute dalla società provinciale SEL s.p.a. grazie all’accertata attività fraudolenta posta in essere dal suo direttore generale, anche attraverso il diretto coinvolgimento, penalmente non rilevante, di alcuni dipendenti della medesima società(37). Una scelta davvero anomala se si ritiene che “[l’]onestà, [lo] Stato di diritto, [la] morale, [la] trasparenza” debbano costituire l’ossatura dell’Autonomia sudtirolese, ed ancora meno comprensibile se si considera che “la previsione d'un potere-dovere di annullamento dei provvedimenti […] illegittimi, lungi dal rappresentare "un elemento di distorsione della funzionalità degli uffici", […] si configura invece quale elemento fondante dell'azione amministrativa (in quanto corollario del principio di legalità), tra i cui fini deve intendersi compreso quello di evitare il consolidarsi di situazioni costituitesi contra legem”(38). Ancor meno comprensibile sul piano logico, oltre che affetto da apparenti vizi di legittimità(39), appare l’altro incarico – anch’esso ampiamente noto – affidato dalla Giunta provinciale a due professionisti locali al fine di porre in essere, tra le alte cose, attività di intermediazione volta a raggiungere un non meglio definito accordo tra la SEL s.p.a. e un’altra società operante nel settore dell’energia con la quale sarebbero pendenti diverse liti giudiziarie originate dallo scandalo SEL(40). La cosa che lascia più esterrefatti è che la dinamica seguita per il conferimento di (37) Un tanto risulta chiaramente dalla lettura della sentenza n. 138 del 2013, emessa dal Tribunale penale di Bolzano. (38) Cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 75 del 2000. (39) Attesa la sua mancata formalizzazione sul piano amministrativo. (40) Procedimenti giudiziari in cui la Provincia è direttamente rappresentata e difesa da legali dell’Avvocatura provinciale, a dimostrazione del fatto che le professionalità per definire tale tipo di controversie sono già a disposizione dell’Ente. 15 tale incarico – “offerta” ideata dagli stessi interessati e portata in Giunta dal Presidente provinciale ad attività già avviata; conseguente approvazione “a scatola chiusa” e senza approfondimenti da parte dei restanti membri della Giunta provinciale – ricalca esattamente la dinamica dell’incarico esterno che pochi mesi prima aveva determinato la condanna di quegli stessi amministratori provinciali con sentenza di questa Sezione n. 28 del 2012. La nota positiva, tuttavia, è che tale incarico risulta scaduto senza che l’importo forfettario del compenso, pari a € 160.000, sia stato pagato o debba esserlo. 5. SEGUE. QUESTIONE FONDI RISERVATI La questione relativa alla gestione dei fondi riservati da parte dell’ex Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, in relazione alla quale è pendente il giudizio n. 1769(41), è non solo delicata per le implicazioni anche penali assunte dalla vicenda, ma anche la più rappresentativa di una certo sistema di potere che per anni ha caratterizzato l’Autonomia di questa provincia. Fermo restando che il giudizio definitivo circa la eventuale illiceità di determinati comportamenti spetterà ai giudici, appare opportuno svolgere alcune precisazioni alla luce di una non sempre corretta informazione circa i reali contenuti di tale inchiesta(42). A differenza delle attuali vicende giudiziarie che interessano l’asserito uso improprio dei fondi destinati ai gruppi consiliari di molte Regioni, dove fino a non molto tempo fa era possibile nutrire dubbi circa l’effettiva natura pubblica dei medesimi, nel nostro caso non vi è mai stato alcun dubbio sulla natura pubblica dei fondi riservati e sulla loro necessaria ed esclusiva destinazione al soddisfacimento delle funzioni istituzionali del Presidente provinciale. Ciò premesso, il lavoro compiuto dalla Procura è stato capillare ed ha comportato (41) L’atto di citazione, depositato in data 6 dicembre 2013, è stato già notificato alle parti. (42) Si vedano, in particolare, le decine di interviste e dichiarazioni rese agli organi di informazione locale dall’ex Presidente provinciale a proposito dei contenuti di tale indagine. Ad una distorta rappresentazione dei fatti ha contribuito altresì il finto scoop della pubblicazione di un falso “libro mastro” da parte di un quotidiano locale di lingua tedesca, poi ripresa dall’agenzia di stampa nazionale ANSA in data 3 novembre 2012 (“PUBBLICATO LIBRO MASTRO DURNWALDER. Tageszeitung, «Molto piu' corretto di molti partiti opposizione»”). 16 l’esame diretto da parte degli stessi magistrati di migliaia di documenti contabili relativi a più annualità. Al netto della rivalutazione monetaria il presunto danno complessivamente accertato in relazione alla gestione del fondo per spese riservate dal 1995 all’ottobre del 2012 ammonta a complessivi € 1.359.977, di cui € 1.276.277 per l’uso considerato improprio di tale fondo e € 83.700 per la ritenuta illecita appropriazione di energie lavorative del personale provinciale. Tra i 4.874 atti di spesa oggetto di specifica contestazione non sono mai stati inclusi – come invece potrebbero fare desumere alcune dichiarazioni rese agli organi di informazione dall’ex Presidente provinciale – quei pochissimi atti di spesa che potevano essere riconducibili ad una funzione di rappresentanza della Provincia autonoma di Bolzano(43). Viceversa, l’attenzione si è concentrata solo su quelle spese, pari a poco più del 90% del totale, che non è stato possibile ricondurre ictu oculi alle funzioni istituzionali del Presidente provinciale. Non si è trattato dunque, come più volte ipotizzato da alcuni organi di stampa, di rilievi di natura formale attinenti al mancato rispetto di questa o quella regola contabile o alla mancata documentazione di alcune spese, ma di contestazioni di natura sostanziale che hanno investito ed investono la potenziale illiceità della spesa in quanto tale(44). Ciò dicasi, in primo luogo, per i 3.825 atti di spesa che, nel corso di tre lustri, hanno caratterizzato la gestione ordinaria del fondo riservato attraverso spese per pranzi, cene o rinfreschi natalizi(45); spese per l’acquisto di prodotti alimentari(46), beni o servizi destinati in parte al soddisfacimento di bisogni personali dell’ex Presidente provinciale(47); spese per generi di conforto, pranzi o cene ad uso dei (43) Così, ad esempio, non sono mai stati contestati né in sede di invito a dedurre, né in sede di citazione a giudizio spese quali l’acquisto di una torta Sacher da regalare al Dalai Lama, il mazzo di fiori regalato ad Angela Merkel, piuttosto che la colazione al bar offerta al Ministro Clini. (44) Per le criticità contabili relative alla gestione del cosiddetto fondo riservato del Presidente provinciale si vedano la decisione e la relazione approvate dalle Sezioni riunite per il TrentinoAlto Adige/Südtirol con delibera n. 3/2013/PARI del 28/06/2013 in occasione del giudizio sul Rendiconto generale della Provincia autonoma di Bolzano per l’esercizio finanziario 2012. (45) Si tratta di 138 atti di spesa per un totale di € 20.565. (46) Le spese per l’acquisto di prodotti alimentari integrano complessivamente 1590 atti di spesa per un importo totale di € 24.232. Tra questi ben 781 scontrini si riferiscono all’acquisto di modici quantitativi di frutta (per un importo medio di € 9,88 a scontrino e per un importo totale di € 7.718) e 201 scontrini sono relativi all’acquisto degli yogurt consumati dal Presidente (per un importo medio di € 2,40 a scontrino e per un importo totale di € 482). (47) Le spese per beni o servizi destinati a soddisfare bisogni personali dell’ex Presidente provinciale ammontano complessivamente a 202 atti di spesa per complessivi € 10.611. Tra questi vi sono scontrini o ricevute per il pagamento delle quote annuali di iscrizione all’Ordine dei giornalisti o degli Agronomi; di altre quote associative; di batterie; delle spese annuali per la cura di due alveari di proprietà del Durnwalder; di vasellame; di marche da bollo per il passaporto; di fototessere; di penne; di album fotografici; di una gigantografia di Luis Durnwalder vestito da Schützen; di plurime confezioni di 17 membri della Giunta provinciale(48); spese per regalie di diverso genere in favore di alcuni dipendenti provinciali(49); offerte di denaro in favore di soggetti privati o associazioni(50); altre spese di diverso tipo prive, come le precedenti, di apparenti connessioni con le funzioni istituzionali del Presidente provinciale(51). Non meno problematici, tuttavia, sono apparsi i restanti 1049 atti di spesa integranti una separata gestione occulta i cui esatti meccanismi erano noti al solo Presidente provinciale e ad una delle sue tre segretarie. In particolare, si è contestato l’impiego – certo e documentato – di parte del fondo riservato per pagare spese di natura dichiaratamente privata(52) portando a medicinali, tra cui Moment, Aulin, Nimesulide, Aspirina, Tachipirina, antidolorifici; di collirio; di sciroppi; di caramelle Ricula; di caramelle per la tosse; di pupazzi di pezza fatti confezionare da un’artigiana; di fazzolettini Tempo; di libri; di stuzzicadenti; di spumanti; di creme solari; di cravatte; di ombrelli; di spese per la tintoria; di spazzole per vestiti; di disinfettanti; di cerotti; di un dentifricio; di copie di chiavi; di periodici; di candele; di teiere; di mazzi di fiori ad amici e in occasione di san Valentino; di telegrammi ad amici e parenti; di profumi natalizi; di tovaglioli; ecc.. (48) Si tratta complessivamente di 905 atti di spesa per un totale di € 31.752. Tra questi 876 scontrini si riferiscono all’acquisto di pasticcini da offrire alla Giunta in occasione delle sedute settimanali (per un importo medio di € 25,94 e per un importo totale di € 22.726); altri pagamenti sono relativi all’acquisto di caffè in edizione “superlusso” da offrire in occasione delle sedute di giunta; di acqua minerale; di spumante; di pranzi e cene, anche a base di grigliate di pesce, presso rinomati esercizi cittadini; di pranzi a base di asparagi a Terlano, ecc.. (49) Si tratta complessivamente di 84 atti di spesa, per un totale complessivo di € 66.062, di cui 19, per un subtotale di € 55.160, si riferiscono solo a regali (ad esempio un portachiavi in oro e un quadro di valore) o dazioni di denaro contante elargiti in favore dell’ex direttore del centro sperimentale di Laimburg, nonché amico personale e compagno di caccia dell’ex Presidente provinciale. Altre spese si riferiscono ai pasti offerti ai propri autisti o al pagamento di multe irrogate agli stessi; a regali di nozze in favore di colleghi di partito o di alcuni dirigenti; ai costi per una gita a Castel Linderhof, vicino a Garmisch, dell’ufficio economato; alla copertura integrale dell’importo speso da dipendenti della Ripartizione 1 in occasione del cosiddetto Törggelen; a rinfreschi per il pensionamento di alcuni dirigenti; a pagamenti in contanti, aggiuntivi rispetto allo straordinario comunque percepito per le medesime prestazioni, in favore di dipendenti provinciali in servizio presso il Centro sperimentale di Laimburg. (50) Si tratta complessivamente di 801 atti di spesa, per un totale complessivo di € 210.329. Di questi atti di spesa ben 220 si riferiscono ad offerte fatte a studenti in occasione di balli di maturità (per un importo complessivo di € 79.844), mentre diversi atti di spesa si riferiscono ad offerte di danaro fatte sempre in favore dei medesimi postulanti (ad esempio, il sig. F.F. percepiva nel corso del tempo 23 offerte di danaro per un totale di € 722). Altre offerte si riferiscono alle diverse associazioni degli Schützen; ad esponenti del partito della SVP anche per manifestazioni e incontri di partito; alle annuali offerte in favore delle vedove di vittime della Iª guerra mondiale; all’acquisto di un computer in favore dell’associazione dei cacciatori sino ai € 50 per il gruppo podistico presieduto dall’avvocato dell’ex Presidente provinciale. (51) Si tratta complessivamente di 105 atti di spesa, per un totale complessivo di € 45.154. Tra queste vi sono una spesa da € 500 per un binocolo regalato ad un assessore o un’altra, sempre da € 500, per l’acquisto di un’attrezzatura da pesca regalata ad un secondo assessore; € 79,95 per acquistare un orsacchiotto di pezza per il figlio di un terzo assessore; regali in danaro, da Lire 1.000.000 a Lire 2.000.000, per varie persone, tra cui un giornalista in servizio presso la redazione di un noto quotidiano locale di lingua tedesca come forma di “ringraziamento” per la riuscita della festa del 60° compleanno; Lire 4.367.600 per l’acquisto di un bersaglio con inciso “60 anni del Presidente provinciale Dr. Luis Durnwalder” da regalare agli Sportschützen di Appiano; € 630,80 per l’acquisto di 30 coltellini multiuso con inciso il nome di Durnwalder; € 1.250 per l’acquisto di dieci schiaccianoci; € 5.112,70 per il pagamento di migliaia di copie della propria biografia personale; il finanziamento di diverse manifestazioni della Junge Generation della SVP e il pagamento di diverse cene della SVP; € 898,80 per pagare una cena, insieme ai suoi più stretti collaboratori, per festeggiare la vittoria elettorale del 2008; i pranzi con membri della commissione caccia; il pagamento di sanzioni; ecc.. (52) Si tratta complessivamente di 909 atti di spesa, per un totale complessivo di € 353.289. Tra le spese personali abitualmente ordinate dal Durnwalder vi erano, tra le altre cose, biglietti aerei per sé, per la propria compagna e per i di lei familiari; viaggi in elicottero a Venezia; il canone televisivo per le sue abitazioni private di Falzes e Bolzano; l’ICI, la tassa rifiuti e sulle acque reflue, nonché l’assicurazione per le sue abitazioni private; l’assicurazione, il bollo, il cambio gomme e la benzina per la propria autovettura privata; le proprie spese dentistiche e quelle della propria ex compagna; l’acquisto di 18 periodica compensazione del debito in tal modo accumulatosi dei presunti crediti – del tutto incerti e non documentati – asseritamente maturati dall’ex Presidente provinciale nei confronti dell’Ente di appartenenza per offerte di denaro e mance dallo stesso erogate ad incertam personam con soldi propri(53). Se è consentito nutrire seri dubbi circa il fatto che tra le funzioni istituzionali del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano rientri anche il compito di girare per le strade e le valli della nostra provincia distribuendo soldi alle persone uti princeps(54), questa Procura non ritiene tuttavia lecito che un fondo pubblico possa essere impiegato come – cito – “uno sportello bancomat da cui si può costantemente prelevare denaro, anche se il conto a cui si attinge appartiene a qualcun altro”. Va da sé che sono del tutto infondate le strumentali speculazioni circa il fatto che la Corte dei conti avrebbe avallato in passato questo tipo di gestione del fondo riservato, atteso che non rientra tra suoi compiti istituzionali, in sede di giudizio di parifica, assoggettare a controllo di legittimità tutti gli atti di spesa dell’ente controllato(55). 6. SEGUE. CONFLITTI COSTITUZIONALI Gravosi e senz’altro eccezionali rispetto all’ordinario flusso di lavoro di un ufficio giudiziario di ridotte dimensioni come il nostro sono stati i tre conflitti di attribuzione che nel 2013 hanno visto coinvolta la Procura contabile di Bolzano. I primi due conflitti di attribuzione, sollevati dalla Provincia autonoma di Bolzano nei confronti dello Stato, sono stati risolti dalla Corte costituzionale nel senso della loro inammissibilità con la sentenza n. 252 del 2013. In particolare, la Provincia medicinali; articoli da regalo in occasione di festività e compleanni; quote associative di associazioni di cui il Durnwalder era associato a titolo personale; i rinnovi della propria licenza di caccia e dei relativi permessi, nonché articoli, come pallottole e mobiletti, destinati al proprio hobby personale; le imposte dirette sue e del figlio; un computer portatile e le assicurazioni private della propria ex campagna, di professione medico; fatture della luce e del gas riferibili alla sua ex moglie; il gasolio per il riscaldamento di casa sua; le proprie spese condominiali; il pranzo di nozze del figlio; contributi straordinari al proprio partito politico; un ritratto della figlia e via dicendo. (53) Sulla base di tali presunti crediti, di cui la Procura contesta sia la forma che la sostanza, l’ex Presidente provinciale ha disposto 140 versamenti di denaro sul proprio conto corrente personale per complessivi € 514.280 facendo attingere dai soldi del fondo riservato custoditi dalla propria segretaria. (54) Cfr. Cass. pen., Sez. VI, sent. n. 23066 del 14/05/2009. (55) V. infra nota n. 59. 19 lamentava la presunta illegittimità non tanto dell’avvio dell’indagine da parte della Procura contabile sull’uso dei fondi riservati di pertinenza del Presidente provinciale, quanto la sua successiva estensione ad annualità diverse dal 2011. La Corte, in accoglimento di una delle eccezioni preliminari formulate dalla Procura, ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi considerandoli un mezzo improprio di impugnazione di un atto istruttorio e potendo le ragioni della Provincia essere fatte valere dinanzi al Giudice contabile; cosa che invece non è stata mai fatta. In relazione a tali conflitti e al loro infelice esito per la Provincia autonoma due sono le considerazioni che, a mio avviso, meritano di essere fatte: una di ordine storico e una di tipo statistico. Sotto il profilo storico i giudizi conclusisi con la sentenza n. 252 del 2013 meritano di essere ricordati in quanto si è trattato della prima volta nella storia dei conflitti intersoggettivi in cui l’Autorità giudiziaria è intervenuta personalmente a difesa della legittimità del proprio operato(56). Va ricordato che sino al 2004 l’Autorità giudiziaria coinvolta in un conflitto Stato-Regioni poteva contare solo sulla eventuale difesa da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri. Sotto il profilo statistico, invece, va rilevato che i due conflitti in questione sono solo gli ultimi di una lunga teoria di giudizi per conflitto di attribuzione sollevati dalla Provincia autonoma di Bolzano contro lo Stato per la presunta illegittima condotta di organi statali e conclusisi con una dichiarazione di inammissibilità o di infondatezza da parte della Corte costituzionale(57). Considerato che in tutte tali occasioni la Giunta provinciale, anziché farsi rappresentare dalla propria Avvocatura, ha ritenuto di farsi assistere da professionisti esterni ci sarebbe da domandarsi a quanto sia ammontato per la collettività il costo complessivo di tali giudizi. Con ordinanza n. 323 del 2013 la Corte costituzionale ha infine dichiarato l’estinzione del giudizio di ammissibilità del conflitto tra poteri dello Stato avviato in seguito ad un ricorso proposto da questa Procura contabile avverso la Presidenza della Repubblica. (56) Nel giudizio definito con sentenza n. 2 del 2007 la Corte di cassazione era rappresentata, unitamente al Presidente del Consiglio dei ministri, dall’Avvocatura generale dello Stato. (57) Si vedano, da ultimo, i giudizi conclusisi con le sentenze n. 60, n. 71 e n. 252 del 2013; n. 340 del 2011, n. 72, n. 259 del 2010; n. 129 del 2009; n. 235 del 2008; n. 438 del 2007. 20 Tale ricorso, che non aveva assolutamente nulla a che vedere con la vicenda relativa all’indagine sull’uso dei fondi riservati, era stato promosso sulla base di dichiarazioni pubblicamente rese dinanzi agli organi di informazione dall’ex Presidente della Provincia autonoma di Bolzano ed in base alle quali lo stesso avrebbe presentato ed illustrato al Capo dello Stato un promemoria “in forma privata” diretto ad ottenere un intervento sui vertici della Corte dei conti rispetto a passate attività di indagine della Procura regionale. La Procura contabile ha ritenuto opportuno rinunciare al ricorso per evitare l’insorgere di conflitti istituzionali tra organi dello Stato innescati peraltro da comportamenti quantomeno discutibili posti in essere da un organo non statale quale era ed è il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano. 7. ORGANI DI INFORMAZIONE Il rapporto tra Giustizia e informazione, unitamente a quello del pluralismo informativo, è sicuramente uno dei nodi più delicati su cui si misura anche il grado di democrazia di un Paese. Non è certo questa la sede per affrontare questi temi, ma alcune osservazioni, nei limiti in cui investono l’attività della Procura, vorrei comunque farle. Sono un convinto sostenitore della tesi secondo cui i magistrati dovrebbero parlare solo attraverso i loro provvedimenti. Anzi, è proprio la nostra Costituzione ad imporlo nel momento in cui pretende che “tutti i provvedimenti devono essere motivati”(58). Detto questo, devo tuttavia associarmi a chi, prima di me, ha purtroppo notato che i provvedimenti giurisdizionali non sempre vengono letti, o comunque non sempre vengono letti con la dovuta attenzione. Non voglio tediare i presenti, ma potrei ricordare numerosi casi, taluni veramente clamorosi, in cui i provvedimenti della Procura contabile prima e della Sezione giurisdizionale poi hanno cessato di esistere come tali un secondo dopo essere stati depositati ed hanno cominciato ad assumere identità e contenuti completamente diversi per la cronaca giudiziaria. (58) Cfr. articolo 111 della Costituzione. 21 Mi rendo conto delle difficoltà che affronta chi, pressato dal tempo e impegnato su versanti diversi, deve condensare in poche righe motivazioni giurisdizionali non sempre di facile comprensione. Tuttavia, come è compito del magistrato cercare di coniugare la tecnicità della materia con la massima chiarezza espositiva, è compito del cronista giudiziario accertarsi sempre di restare il più possibile aderente alla verità dei fatti, rappresentata, nel nostro caso, dal reale contenuto del provvedimento giudiziario. Una cronaca che non si ispiri a questi principi non solo danneggia i cittadini, che vengono privati delle conoscenze necessarie a formarsi una corretta opinione, ma favorisce altresì coloro che, attraverso la sistematica disinformazione, mirano solo a delegittimare gli organi deputati al controllo di legalità. 8. CONCLUSIONI Passando alle conclusioni di questo mio intervento vorrei riallacciarmi al tema da cui sono partito, vale a dire il rapporto tra Autonomia e legalità. Come dicevo all’inizio, l’azione di questa Procura, grazie anche al decisivo contributo della Sezione giurisdizionale ha sicuramente aiutato ad infondere, nel corso degli ultimi anni, un maggiore senso di responsabilità nella cura della cosa pubblica. Al di là delle accuse rivoltele, spesso strumentali e poco obiettive, numerosi sono stati i risultati positivi conseguiti dalla Procura non solo e non tanto in termini di condanne, che pure hanno attinto diverse sfere di responsabilità, ma anche in termini di un lento ma costante adeguamento ai principi di legalità dalla stessa perseguiti. Penso non solo all’azione amministrativa, ma altresì all’adeguamento del tessuto normativo che ha fatto seguito ad alcune inchieste condotte dalla Procura contabile. Così è stato nel caso dell’inchiesta sui dirigenti comunali privi del prescritto diploma di laurea, che ha indotto il Legislatore regionale a riconsiderare la precedente normativa e il Comune di Bolzano ad adottare un nuovo regolamento in materia; così è stato nel caso dell’indagine relativa al conferimento di incarichi in favore di ex 22 dipendenti provinciali che ha indotto la Giunta provinciale, coinvolta nel procedimento, ad adottare un regolamento attuativo in materia di incompatibilità che tardava da quindici anni; così, infine, è stato nel caso dell’indagine sull’uso delle cosiddette spese riservate, che ha indotto il Legislatore provinciale ad abrogare una norma dallo stesso adottata vent’anni prima e di cui nessuno sembrava improvvisamente più comprendere il significato(59). Tutte modifiche normative che sono andate nella direzione di una maggiore trasparenza dell’azione amministrativa e che non ci sarebbero verosimilmente state senza l’azione della Procura della Corte dei conti. Detto questo, è bene ribadire che solo la politica può supplire alle sue mancanze e che la Magistratura non è e non deve essere investita di improprie funzioni catartiche o moralizzatrici che non le sono proprie. Ma da qui ad indulgere su comportamenti che si pongono al di fuori del buon senso, prima ancora che della legge, il passo è lungo. Sotto questo profilo il recente cambio della guardia alla guida della Provincia autonoma di Bolzano si è accompagnato a segnali positivi, di discontinuità rispetto al passato, ma anche a qualche preoccupante segnale di continuità rispetto ad un latente stato di insofferenza nei confronti dei controlli di legalità esercitati da un organo terzo ed imparziale come questa Procura è sempre stata. Così, ad esempio, destano qualche perplessità alcune recenti dichiarazioni rese dal neo Presidente provinciale Arno Kompatscher secondo cui la Corte dei conti dovrebbe limitarsi ad indirizzare o consigliare e la Procura contabile ad intervenire (59) Si vedano, in tal senso, le seguenti dichiarazioni rese dinanzi al Consiglio provinciale il 7/3/2013 dall’ex Presidente provinciale Durnwalder: “Cari colleghe e colleghi, sin dal 1973, ossia da quando sono in politica, sotto Magnago e anche dopo, è stato sempre utilizzato un fondo per spese riservate. Prima addirittura non c’era nessuna regolamentazione. Mi ricordo che Benedikter si feceva bonificare i soldi direttamente sul suo conto e poi spendeva i soldi come gli pareva. Ancora oggi è così. Se provate ad andare a Trento o in altre aree del nord vi viene detto che il fondo per spese riservate viene messo a disposizione del Presidente o dei membri della Giunta e questi ne dispongono a proprio piacimento. Fino ad oggi è stato così, che il Consiglio provinciale – a partire dal 1994 – ha stabilito con legge un importo da destinare al fondo per le spese di rappresentanza ed uno da destinare al fondo per le spese riservate. Il fondo per le spese riservate non è stato però regolamentato. Questo significa che ognuno ha speso tale importo come voleva, in connessione con la carica che ricopriva. Non è stato però precisato come questi soldi potevano o dovevano essere spesi. Ognuno, fosse o meno il Presidente del Consiglio provinciale, ha fatto quanto da lui ritenuto giusto, facendo un’offerta a qualcuno o trasferendo tutto su un conto corrente. Qualcuno ha fatto offerte ad associazioni ed ha pensato che così era corretto. Ciascuno ha fatto di testa sua perché non c’erano regole precise. Sono contento che adesso vengano introdotte regole chiare, così ognuno saprà come può impiegare il fondo per spese riservate. Ciò che però voglio evidenziare in tutta questa vicenda è che la Corte dei conti – negli ultimi decenni è stata adottata questa prassi condivisa più o meno da tutti –, che ha controllato tutti gli anni il rendiconto generale della provincia, all’improvviso ha deciso di controllare il fondo per le spese di rappresentanza e quello per spese riservate. Se qualcuno ce lo avesse detto prima, forse avremmo potuto adottare per tempo delle regole certe.”. 23 solo quando deve(60). A tale proposito mi permetto di ricordare che, de iure condito, la Procura contabile è tenuta ad esercitare l’azione di responsabilità in piena autonomia e solo là dove ne ravvisi i presupposti. Aggiungo, inoltre, che sarebbe quantomeno auspicabile che dalle pubbliche amministrazioni, ed in primis dalla stessa Provincia autonoma di Bolzano, pervenissero alla Procura non solo le segnalazioni di danni relative a fattispecie tutto sommato bagatellarli, come, ad esempio, quelle concernerti l’ammaccatura di un’auto piuttosto che la sparizione di una motosega, ma altresì quelle afferenti a questioni o vicende di maggiore impatto o rilievo finanziario, che certamente non mancheranno(61). Ad ogni modo, sono comunque personalmente convinto che attraverso un dialogo tra istituzioni improntato ad onestà intellettuale, reciproco rispetto per i diversi ruoli e punti di vista, ed alla necessaria umiltà si potranno conseguire in futuro maggiori e positivi risultati in favore dei cittadini e delle loro esigenze, oltre a creare minori occasioni di dannosa quanto sterile contrapposizione. Signor Presidente, nell’auspicio che l’anno a venire contribuisca a rinsaldare il principio di legalità posto a fondamento anche dell’Autonomia, le chiedo di dichiarare aperto l’anno giudiziario 2014. *.*.* L’attività della Procura regionale di Bolzano in cifre Anno 2013 SITUAZIONE DELLE ISTRUTTORIE n. Pendenti al 31 dicembre 2012 271 Aperte 358 Archiviate di cui n. 5 253 archiviazioni a seguito di invito a dedurre Definite con atti giudiziari 5 Pendenti al 31 dicembre 2013 371 (60) Cfr. intervista pubblicata sul Corriere dell’Alto Adige del 24/10/2013. (61) Si consideri, ad esempio, che in relazione allo scandalo SEL, dove pure erano stati ipotizzati ingenti danni da parte della stessa Provincia autonoma di Bolzano, nulla è stato segnalato alla Procura contabile. 24 ATTIVITA’ ISTRUTTORIA E INTRODUTTIVA DEL GIUDIZIO Richieste istruttorie 90 Deleghe alla Guardia di Finanza e Carabinieri 6 Inviti a dedurre 8 Soggetti destinatari dell’invito a dedurre 15 Audizioni personali 14 Istanze di proroga 5 Atti di citazione 5 Atti di citazione in riassunzione 2 Appelli 2 Sequestri 1 GIUDIZI COSTITUZIONALI n. Atti di costituzione in giudizio 2 Memorie illustrative 2 Ricorsi per conflitti di attribuzione 1 Elenco delle citazioni emesse dalla Procura regionale nel periodo 2003-2012 Anno Citazioni 2003 10 2004 10 2005 9 2006 22 2007 22 2008 17 2009 15 2010 24 2011 12 2012 25 2013 7 (di cui n. 2 in riassunzione) 25 n. Sehr geehrter Präsident, im Namen der gesamten Staatsanwaltschaft grüße ich Sie und alle Richter der lokalen Rechtsprechungssektion, alle staatlichen und lokalen Amtsträger, die Vertreter des Obersten Rats und der Richtervereinigung des Rechnungshofs, die Vertreter der italienisch- und deutschsprachigen Presse und natürlich alle Bürger, in deren Interesse die Staatsanwaltschaft Bozen seit ihrer Gründung ihre Funktionen bestmöglich auszuüben sucht. Dieses ist das 14. Tätigkeitsjahr dieser Ermittlungsbehörde, die 1999 gegründet und 2000 konkret in Funktion getreten ist(62). In diesen Jahren hat die regionale Staatsanwaltschaft von Bozen auch dank der Entschlossenheit der Rechtsprechungssektion gewiss dazu beigetragen, das Verantwortungsgefühl bei der Pflege der öffentlichen Sache zu stärken. Das Risiko, persönlich vor dem Rechnungshof für die eigene schlechte Verwaltungsführung gerade stehen zu müssen, vermag von Verhaltensweisen abzuhalten, die sich zum Nachteil der öffentlichen Hand auswirken(63). Natürlich erregte hier wie auch anderenorts das plötzliche Auftreten eines neuen institutionellen Ansprechpartners wie die regionale Staatsanwaltschaft den Unmut der öffentlichen Verwaltung, vor allem als diese verschiedene, seit Jahren in vielen lokalen öffentlichen Ämtern verwurzelte Gepflogenheiten in Zweifel stellte, wie z.B. die traditionellen Weihnachtsessen von Verwaltern und Bediensteten, gezahlt mit den Repräsentationsfonds der Körperschaften(64)(65). (62)Die Staatsanwaltschaft am Rechnungshof in Bozen wurde zusammen mit der “Rechtsprechungssektion der jeweiligen Provinz” (Art. 10-bis, D.P.R. Nr. 305/1988) mit gesetzesvertretendem Dekret vom 14. Juni 1999 Nr. 212 (Gesetzesblatt der Republik, 1. Juli 1999. Nr. 152) gegründet. (63)Das verfassungsverankerte Prinzip der Verantwortung der öffentlichen Bediensteten wird auch durch das verwaltungsrechtliche Verfahren vor dem Rechnungshof anschaulich (siehe Art. 28 Verfassung: „Die Beamten und Angestellten des Staates und der öffentlichen Körperschaften sind gemäß den Straf-, Zivilund Verwaltungsgesetzen unmittelbar für rechtsverletzende Handlungen verantwortlich…“) (64)Diese Praxis wurde bereits vor Jahren der Führungsspitze der Freien Universität Bozen (FUB) vorgeworfen und stellt einen der Gründe für die Vorhaltungen gegenüber dem ehemaligen Landeshauptmann bei der Benutzung des Sonderfonds (s. nachstehend) dar, ein Teil dessen jährlich einer langjährigen Tradition entsprechend - verwendet wurde, um weihnachtliche Umtrünke, Mittagoder Abendessen zu Gunsten von Bediensteten einiger Landesämter zu bezahlen. (65)Einigen öffentlichen Körperschaften muss dennoch angerechnet werden, dass sie – auch angesichts potentieller verwaltungsrechtlicher Haftungsfolgen - in den letzten Jahren diese Gepflogenheit geändert und das traditionelle Weihnachtsabendessen unter Bediensteten nicht mehr als Landeshaushaltsausgabe verrechnet haben. So hat z.B. der Südtiroler Sanitätsbetrieb laut Alto Adige vom 24.12.2012 (Drastische Kürzung der Repräsentationsausgaben) definitiv den Mittag- und Abendessen der Abteilungen, den Bescherungen und Geschenken an Führungskräfte und Bedienstete - seit Jahren eine öffentlich finanzierte Gepflogenheit, 26 Gelegentlich äußerte sich dieser Unmut auch in schwerer Kritik an der regionalen Staatsanwaltschaft. So warf man dieser wegen der hohen Verteidigungskosten, welche die öffentlichen Ämter ihren Bediensteten zurückerstatteten, vor, selber Verschwendungen zu verursachen. Und vor dem Landtag wurde die regionale Staatsanwaltschaft wegen der häufiger werdenden und oft unverständlichen Untersuchungen, welche die Erfolgsgeschichte der hiesigen Verwalter in Frage stellen würden, zu den „Feinden“ der Autonomie gezählt(66). Im Landtag wurden ihre Erhebungen sogar mit den Dursuchungen der Gestapo „zu Nazizeiten“ verglichen(67). All dies in einer Zeit, in der unser Land sich in einer der schwersten Wirtschaftskrisen der letzten Jahrzehnte befindet - mit drakonischen Sparmaßnahmen, die der Südtiroler Autonomie, die von der Regierung zu einem Bankomatschalter degradiert worden sei, „von dem man laufend Geld abbuchen kann, obwohl das Konto, von dem man abbucht, eigentlich gar nicht das eigene ist“, Schaden zugefügt haben sollen(68). 1. AUTONOMIE UND LEGALITÄT Gerade vom Thema der Autonomie will ich ausgehen, wobei den Bemühungen all vor allem vor den Festtagen und vor allem in den Krankenhäusern von Meran und Bruneck, deren einschlägige Beschlüsse widerrufen wurden - ein Ende gesetzt. So ist auch die Entscheidung des Bürgermeisters von Brixen zu verstehen, die Tafelrunden mit Journalisten und Gemeindebediensteten aus den Repräsentationsausgaben auszunehmen, da die Repräsentationsausgaben immer mehr ins Visier des Rechnungshofs geraten (Alto Adige vom 30.11.2013, Dokumentierungsängste - der Bürgermeister schafft Essenseinladungen ab). (66)Siehe hierzu die Haushaltsrede vom 4.Dezember 2012, verlesen vom ehemaligen Landeshauptmann anlässlich der Genehmigung des Landeshaushaltsgesetzes (http://www.provincia.bz.it/aprov/amministrazione/service/attualita.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_a rticle_id=411264). (67)Am 7.März 2013 bestätigte der Landtagsabgeordnete Georg Pardeller (SVP) anlässlich der Diskussion über den Gesetzesentwurf Nr. 158/12 über die „Neuordnung und Aktualisierung der Repräsentationsund Sonderspesen“: “Ich war lange Musikant und Sänger und weiß, was es bedeutet, denn als Musikant und Sänger hat man als Lohn nur den Applaus, aber selten eine Zuwendung, eine Wertschätzung, wobei ich dies zu schätzen weiß. Wenn wir eine Zuwendung bekommen haben, dann war es eine Freude und eine Motivation. Südtirol hat ein sehr ausgeprägtes Vereinsleben, und wenn man da und dort den Leuten eine kleine Anerkennung gibt, dann erwirtschaften diese Millionen von Euro gratis und selbstlos. Dass man dies jetzt alles in Frage stellt, weil Staatsanwalt Schülmers in jede Schublade schnüffeln muss, um irgendwo einen Beleg zu finden wie zu Nazizeiten die Gestapo, ... Meine guten Leute, mitdieser Politik habe ich nichts zu teilen! Ich bin für Toleranz, für Transparenz, für Buchführung, aber wenn man jetzt die Institution so schwächt - das geht gegen die Politik schlechthin - und ihr alles wegnimmt, um menschennahe sein oder den Menschen irgendwo eine Freude machen zu können, dann habe ich mit dieser Art von Politik aus dem Neidkomplex heraus nichts zu teilen.”. (68)So laut ehemaligem Landehauptmann in der zitierten Haushaltsrede vom 4. Dezember 2012 mit Bezug auf die Maßnahmen der Regierung Monti. 27 jener, die es der hiesigen Bevölkerung ermöglicht haben, ein bis vor wenigen Jahrzehnten unverhofftes Wohlstandsniveau zu erlangen, großer Respekt zu zollen ist. Doch die „Erfolgsgeschichte“ dieser Provinz kann nicht vor der von außen kommenden Kritik und der Forderung schützen, die Privilegien der Autonomen Provinz Bozen mögen aufgehoben werden(69). Mit Gewissheit teile ich nicht die Meinung derjenigen, welche die Autonomie auf eine Ansichtskarte mit geraniengeschmückten Fenstern und öffentlich finanzierten Pflegekräften beschränken. Aber ich glaube auch nicht, dass die erzielten Erfolge ausreichen, um sich über einige Kostenpunkte unserer Autonomie (die einige bereichert hat, aber nicht alle) hinwegzusetzen. Auch der ehemalige Landeshauptmann hat am Ende wider Willen zugeben müssen, dass in dieser Autonomie etwas nicht funktioniert hat, dass etwas oder jemand in diesen Jahren von innen an ihren Fundamenten gerüttelt hat, die nicht nur Pariser Vertrag oder das Autonomiestatut heißen, sondern auch „Ehrlichkeit, Rechtsstaatlichkeit, Moral, Transparenz“(70)(71). Wenn der Gesetzmäßigkeitsgrundsatz also ein Tragpfeiler unserer Autonomie ist und sein muss, so kann ein Organ wie die regionale Staatsanwaltschaft, die dessen Einhaltung gewährleisten soll, kein „Feind“ der Autonomie sein, sondern vielmehr deren wesentlicher Bestandteil. Nun zu den Aufgaben, welche die Rechtsordnung der Staatsanwaltschaft am Rechnungshof zuweist: (69)Die Sendung “Porta a Porta” des Journalisten Bruno Vespa auf RAI1, hat kürzlich großes Aufsehen in Südtirol erregt. Der Moderator hat darin die Sonderautonomien wie jene in Südtirol aufs Schärfste kritisiert und sie als unzeitgemäß bezeichnet, da die fetten Jahre vorbei seien. Diese Sendung hat vor allem von Seiten der lokalen Medien eine starke und kompakte Reaktion in Verteidigung der Erfolge der Autonomie hervorgerufen. (70)Siehe Haushaltsrede vom 4. Dezember 2012: „Also: Anstatt des Jubeljahres 72:92:12 war 2012 ein Jahr Kampf und Krampf für die Autonomie, die – auch das müssen wir uns eingestehen – nicht gestärkt aus diesem Jahr hervorgeht, sondern angeschlagen: von Rom aus hat man versucht, sie auszuhungern, hat sie von allen Seiten angenagt und in vielen Fragen gering geschätzt, in so manchen sogar missachtet. Und wir hier in Südtirol haben ihr nicht den nötigen Respekt erwiesen, haben sie nach außen hin zwar mit Zähnen und Klauen verteidigt, ihr aber von innen Schaden zugefügt, indem wir an ihren Fundamenten gerüttelt haben. Denn diese Fundamente heißen nicht – oder nicht nur – Pariser Vertrag und Autonomiestatut, sondern sie heißen auch Ehrlichkeit, Rechtsstaatlichkeit, Moral, Transparenz, Offenheit, Engagement und Hingabe.“ (71)Der Gesetzmäßigkeitsgrundsatz als unabdingbare Bedingung für die Entwicklung der Autonomie ist auch aus Art. 49-bis des Autonomiestatuts abzuleiten: “Der Landtag kann aufgelöst werden, wenn er verfassungswidrige Handlungen oder schwere Gesetzesverletzungen begeht oder wenn er den Landesausschuss oder den Landeshauptmann, die solche Handlungen oder Gesetzesverletzungen begangen haben, nicht ersetzt“. 28 2. Die Zuständigkeiten der Staatsanwaltschaft und der Status des öffentlichen Funktionsträgers Bekanntlich besteht die Hauptaufgabe des Staatsanwalts am Rechnungshof darin festzustellen, ob „öffentliche Funktionsträger“ durch ein Verhalten in Verletzung ihrer Dienstpflichten einen „Schaden“ zum Nachteil der öffentlichen Hand verursacht haben(72). Ausgehend vom Begriff des öffentlichen Funktionsträgers, der für das Bestehen der Gerichtsbarkeit des Rechnungshofs entscheidend ist, muss hervorgehoben werden, dass dieser nicht gleichbedeutend mit dem des „öffentlichen Bediensteten“ ist. Im Laufe der Jahre hat die Rechtsprechung nämlich diesen Begriff durch ausdehnende Auslegung erweitert und dabei auch jene Subjekte einbezogen, die nicht der öffentlichen Verwaltung angehören, sofern sie an diese durch ein Dienstverhältnis Entscheidungs- im oder Sinne einer beständigen Durchführungsprozesse Einbeziehung gebunden sind, in wenn deren das Dienstverhältnis auch nur de facto die Ausführung einer öffentlichen Funktion impliziert(73): daher rührt die heute unstreitige Zuständigkeit des Rechnungshofs auch über Privatsubjekte, die Beiträge mit spezifischer Bestimmung beziehen(74). (72)Im Bereich der verwaltungsrechtlichen Haftung ist die Rechtsprechungsbefugnis des Rechnungshofes, welche laut Art. 103 der Verfassung „auf dem Gebiete des öffentlichen Rechnungswesens und der anderen durch das Gesetz bezeichneten Sachgebiete“ vorgesehen ist, traditionsmäßig bedingt durch die mehr oder weniger ausdehnende Auslegung von Seiten des Kassationsgerichts von Artikel 82 Königl. Dekret vom 8. November 1923, Nr. 2440 („Nuove disposizioni sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato”: “L’impiegato che per azione od omissione, anche solo colposa, nell’esercizio delle sue funzioni, cagioni danno allo Stato, è tenuto a risarcirlo.“), und von Artikel 52 Absatz 1 Königl. D. 12. Juli 1934 Nr. 1214 (Genehmigung des Einheitstextes der Gesetze des Rechnungshofes: „I funzionari impiegati ed agenti, civili e militari, compresi quelli dell’ordine giudiziario e quelli retribuiti da amministrazioni, aziende e gestioni statali a ordinamento autonomo, che nell’esercizio delle loro funzioni per azione od omissione imputabili anche a sola colpa o negligenza cagionino danno allo Stato e ad altra amministrazione dalla quale dipendono sono sottoposti alla giurisdizione della Corte nei casi e modi previsti dalla legge sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato e da leggi speciali.”). (73)So wurde z.B. erachtet, dass die Rechtsprechungsbefugnis des Rechnungshofes sich auf folgende Sachverhalte erstreckt: private Körperschaften, welche (von der Region finanzierte) scheinbare, nutzlose oder unangebrachte Fortbildungskurse verwalten, wodurch der Region ein Schaden entstanden ist (Kass. Ver. Sek. 926/1999); vertragsgebundene private Fachärzte, die widerrechtlich Honorare für falsch bescheinigte, nicht erbrachte Leistungen entgegengenommen haben (Kass. Ver. Sek. Nr. 6442/1985); ein mit der Bauleitung betrautes Privatsubjekt, das durch die schlechte Ausführung des öffentlichen Bauwerks Schäden verursacht hat (Kass. Ver. Sek. Nr. 7446/2008; Kass. Ver. Sek. Nr. 340/2003; Kass. Ver. Sek. Nr. 3358/1994). (74)Insbesondere gemäß Beschluss Nr. 4511/2006 der Vereinigten Zivilsektionen des Kassationsgerichtshofes hat sich bei Verwendung (oder Zweckentfremdung) öffentlicher Beiträge durch Privatsubjekte die Zuständigkeit des Rechnungshofes durchgesetzt (siehe auch Kassationsgerichtshof, Vereinigte Sektionen, Urteil Nr. 14825 vom 05.06.2008; Beschluss Nr. 20434 vom 23.09.2009, Beschluss Nr. 5019 vom 03.03.2010). 29 Was den Begriff des „Schadens” angeht, der normalerweise als Schaden zum Nachteil der öffentlichen Hand definiert wird, möchte ich zwei Themenbereiche ansprechen, nämlich den Unterschied zwischen dem ontologischen und dem funktionellen Aspekt einerseits und die Feststellungsmethoden von Seiten eines Rechnungsgerichts andererseits. Ersterer kann durch ein Beispiel erklärt werden: wenn der Hauswart eines Landhauses auf fahrlässige Weise den Brand des Gebäudes und somit dessen Zerstörung verursacht, ist der verursachte Schaden unter dem ontologischen Aspekt offensichtlich in Millionenhöhe zu beziffern. Dennoch wird der Verantwortliche mit aller Wahrscheinlichkeit - und hier kommt der funktionelle Aspekt zu tragen - am Ende des Verfahrens vor dem Rechnungshof in Anwendung dessen Herabsetzungsbefugnis nur zu einem evtl. auch sehr kleinen Teil des Schadenersatzes verurteilt (75). Die Grundthese, aufgrund welcher die Rechtsprechungsbefugnis des Rechnungshofes auch über Privatsubjekte gilt, welche öffentliche Beiträge beziehen, besagt, dass auch Privatsubjekte, die um öffentliche Beiträge ansuchen und diese erhalten, um ein von der öffentlichen Verwaltung geplantes Programm umzusetzen (z.B. die Entwicklung eines spezifischen Wirtschafts- oder Industriesektors), mit dieser Verwaltung ein regelrechtes „Dienstverhältnis“ eingehen und somit bei der Verwendung der ihr ausbezahlten öffentlichen Gelder ganz präzise Pflichten und Obliegenheiten annehmen. Die durch Urteil Nr. 9846/11 vom 05.05.2011 der Vereinigten Sektionen eingeführte Neuigkeit besteht in der präziseren Definition der Fälle, in denen man rechtmäßiger Weise vom Zustandekommen eines Dienstverhältnisses zwischen der öffentlichen Verwaltung und Privatsubjekten, die öffentliche Beiträge beziehen, sprechen kann, wodurch ein Automatismus zwischen Beitragsauszahlung und Zuständigkeit des Rechnungshofs ausgeschlossen wird. Laut Obersten Gerichtshof liegt die Grenze zwischen der Zuständigkeit des Rechnungshofes und jener des ordentlichen Gerichts in der Natur des Beitrages, wobei für das Privatsubjekt nur im Falle von Beiträgen mit spezifischer Bestimmung (also solchen, die als Subvention oder Finanzierung zur Verwirklichung der Projekte öffentlichen Interesses ausbezahlt werden) Pflichten und Obliegenheiten entstehen, die ein Dienstverhältnis ausmachen. Tatsächlich beteiligt sich das verwaltungsfremde Subjekt an der Umsetzung eines von der öffentlichen Körperschaft gewollten und finanzierten Programms. Anders ist es bei der Auszahlung von Beiträgen sozialer und solidarischer Natur, welche allein den Zweck erfüllen, besonders benachteiligte Kategorien von Subjekten finanziell zu unterstützen. In diesen Fällen kommt kein solches Dienstverhältnis zustande, und dementsprechend hat der Rechnungshof auch keine Rechtsprechungsbefugnis. (75)Die Herabsetzungsbefugnis des Rechnungshofes findet ihre Begründung in Art. 83 erster Absatz des königlichen Dekrets vom 8. November 1923, Nr. 2440 („I funzionari di cui ai precedenti artt. 81 e 82 sono sottoposti alla giurisdizione della Corte die conti la quale valutate le singole responsabilità, può porre a carico dei responsabili tutto o parte del danno accertato o del valore perduto.”) und in Art. 52 zweiter Absatz des königlichen Dekrets vom 12. Juli 1934, Nr. 1214 (“La corte, valutate le singole responsabilità, può porre a carico dei responsabili tutto o parte del danno accertato o del valore perduto”). Ein konkretes Beispiel für die Anwendung der Herabsetzungsbefugnis findet sich im Verfahren zum Einsturz der Kathedrale Madre San Nicolò di Noto, wo der effektive Schaden ungefähr 25 Millionen Euro betrug und der Hauptverantwortliche in erster Instanz zur Zahlung von € 150.000 verurteilt wurde (vgl. Rechtsprechungssektion für die Region Sizilien, Urteil Nr. 63 vom 08.01.2008), während in Berufungsinstanz die Verjährung erklärt wurde. Von besonderem Interesse ist das erstinstanzliche Urteil („Passando ad esaminare quanto del danno debba essere risarcito, si osserva che l’ammontare complessivo degli accreditamenti in favore del Commissario Straordinario per la ricostruzione ed il restauro della Cattedrale S. Nicolò di Noto è stato di € 31.868.462,84, al marzo 2007, mentre i pagamenti effettuati, alla stessa epoca risultano essere pari a € 25.388.326,70. Come peraltro rilevato dalla parte pubblica, l’entità del danno trascende ogni ragionevole capacità risarcitoria del responsabile e impone l’utilizzo di un criterio di quantificazione equilibrato e ponderato, calibrato ai fatti contestati e alle condizioni economiche del soggetto chiamato a 30 Daraus leiten sich zwei wichtige Folgerungen ab: Erstens, dass der Zweck des traditionellen verwaltungsrechtlichen Verfahrens, das als Schadensersatzverfahren(76) definiert ist, nicht immer und unbedingt im gänzlichen Ersatz des effektiv vom öffentlichen Funktionsträger verursachten Schadens liegt. Vielmehr soll demjenigen eine „gerechte“ Strafe zukommen, der mit seinem schwer fahrlässigen oder vorsätzlichen Verhalten in Verletzung seiner Dienstpflichten öffentliche Ressourcen verschwendet hat, die der Befriedigung der Bedürfnisse der Gemeinschaft hätten dienen sollen. Und zweitens, dass das Rechtsinstitut der verwaltungsrechtlichen Haftung mit der damit verbundenen Gerichtsbarkeit des Rechnungshofs für den öffentlichen Funktionsträger vorteilhafter ist als das ordentliche Verfahren auf Schadenersatz vor dem Zivilgericht, wo unser Hauswart nicht nur für den Gesamtschaden haften müsste, sondern zudem auch im Falle von leichter Fahrlässigkeit - und mit Übertragung der Schulden auf die Erben(77). Das zeigt, wie irreführend die Vorstellung ist - abgesehen von der Haltlosigkeit der Argumente zu deren Verbreitung - die lokalen Verwaltungen seien in ihrer Tätigkeit durch die „Angst vor dem Rechnungshof“ gelähmt. Was hingegen die vom Rechnungshof angewandten Schadensfeststellungsmethoden angeht, so werden diese im steigenden Maße ex ante vom Gesetzgeber vorgegeben. rispondere del danno medesimo. In tale senso pienamente condivisibili sono i richiami operati dalla Procura alle coordinate tracciate dalla Corte costituzionale, con la sentenza n. 371 del 1988, la quale relativamente alla disciplina della responsabilità amministrativa contenuta nella legge n. 20 del 14 gennaio 1994, ha individuato e tracciato la peculiare natura dell’istituto della responsabilità amministrativa, in linea con la nuova conformazione dell’ordinamento del pubblico impiego. Infatti, la Corte ha evidenziato la circostanza che l’istituto della responsabilità amministrativa costituisce la combinazione di elementi restitutori e di deterrenza e corrisponde alle finalità di determinare quanto del rischio dell’attività debba restare a carico dell’apparato e quanto a carico del dipendente, nella ricerca di un punto di equilibrio tale da rendere, per i dipendenti ed amministratori pubblici, la prospettiva delle responsabilità ragione di stimolo e non di disincentivo. Tenuto conto di tali indicazioni ed in applicazione del potere riduttivo dell’addebito attribuito dal legislatore alla Corte dei conti previsto dagli articoli 83, primo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, e 52, secondo comma, del R.D. 12 luglio 1934, n. 1214, considerando la complessità e la difficoltà delle attività che dovevano essere svolte, e non ultimo l’efficacia concausale ed agevolativa di altri soggetti, la cui condotta è stata ritenuta esente, però, da colpa nell’ambito del giudizio penale, ritiene quest’organo giudicante che il convenuto vada condannato al pagamento in favore della Presidenza del Consiglio e, per essa, al Dipartimento della Protezione civile, della somma di € 150.000,00 (Euro centocinquantamila).)” (76)Für die Merkmale des sog. reinen “Sanktionsverfahrens”, in dem vom Bestehen eines Schadens gänzlich abgesehen wird, siehe Urteil Nr. 12 vom 27.12.2007 der Vereinigten Sektionen. (77)Die Haftung jener Subjekte, die vom Rechnungshof in Bezug auf das öffentliche Rechnungswesen zur Verantwortung gezogen werden, ist persönlich und beschränkt sich auf Handlungen und Unterlassungen, die mit Vorsatz oder grober Fahrlässigkeit begangen wurden. Außerdem wird die Schadensersatzpflicht nur bei unrechtmäßiger Bereicherung durch den Rechtsvorgänger - und folglich unrechtmäßiger Bereicherung der Erben - auf die Erben übertragen (vgl. Art. 1 Ges. vom 14. Januar 1994 Nr. 20). 31 In mehreren Fällen - und dies vor allem im Bereich der verwaltungsexternen Aufträge - wurde bereits bei der Schadensbezifferung die Möglichkeit aberkannt, etwaige Nutzen durch Ausgaben, die in Verletzung präziser Gesetzesbedingungen erfolgt sind, anzurechnen(78). Dies zeigt, dass das verwaltungsrechtliche Verfahren fast immer eine vorhersehbare und somit vermeidbare Folge von Verwaltungspraxen ist, die in Verletzung elementarer Verhaltensnormen an den Tag gelegt werden und zu Zwecken, die weit von jenen der Verwaltungsbefugnisse gemäß Rechtsordnung entfernt sind. 3. RECHTSPRECHUNG DES RECHNUNGSHOFS UND RECHTSSICHERHEIT Der Jurist Piero Calamadrei meinte, dass unter allen Ämtern der Rechtspflege jenes des Staatsanwalts das beschwerlichste sei, weil dieser als öffentliche Anklage parteiisch wie ein Anwalt sein müsse aber zugleich als Hüter des Gesetzes unparteiisch wie ein Richter(79). Als Staatsanwalt glaube ich persönlich, dass die Unparteilichkeit kein wirkliches Problem darstellt. Für einen Richter ist es auch in einer kleinen Realität wie der unseren leicht, unparteiisch zu sein, und ebenso leicht ist es, unabhängig zu sein. Es ist nur eine Frage des Willens. Doch anders ist es mit der Funktion des Staatsanwalts als „Hüter des Gesetzes“, denn das Gesetz lässt sich nicht so leicht „hüten“. Und zwar nicht nur wegen des herkömmlichen Problems Gesetzesproduktion, sondern der auch zuweilen wegen übermäßigen der nicht und immer unklaren konformen Rechtsprechungsauslegungen, auf die man bauen können sollte. Ich beziehe mich also auf das Problem der Rechtssicherheit, auf das ich bereits voriges Jahr gewiesen habe. Denn auch der Staatsanwalt ist nur ein einfacher, (78)Insbesondere hinsichtlich der verwaltungsexternen Aufträge setzt sich immer häufiger die Bestätigung des Rechtsprinzips durch, wonach ein unter Missachtung der gesetzlichen Bestimmungen erteilter verwaltungsexterner Auftrag keinerlei Nutzen bewirken kann. In der Tat hat der Gesetzgeber genauestens die Kriterien geregelt, die eine verwaltungsexterne Beauftragung rechtfertigen - und so von vornherein eine Bewertung des Nutzens vorgenommen. Folglich ist die Erteilung eines Auftrages, der die gesetzlichen Bestimmungen missachtet, nicht nur rechtswidrig sondern auch gänzlich ohne Nutzen. Mit anderen Worten, die Nützlichkeit einer verwaltungsexternen Beauftragung wird vom Gesetzgeber strengen Gesetzeskriterien, deren Bestehen die Ausgabe öffentlicher Gelder rechtfertigt, untergeordnet. Daraus folgt, dass alle, dem verwaltungsexternen Berater gezahlten Honorare einen Schaden zum Nachteil der öffentlichen Hand darstellen, unabhängig davon, welche Tätigkeit der Berater konkret ausgeführt hat, denn diese kann auf keinen Fall als nützlich erachtet werden, da sie auch von verwaltungsinternen Subjekten hätte erledigt werden können (vgl. u.a. Rechtsprechungssektion für die Region Kalabrien, Urteil Nr. 159 vom 10.05.2013). (79)Aus der Aphorismensammlung von P. Calamandrei, “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”. 32 wenngleich qualifizierter Nutzer des Rechts als System, an dessen Spitze die Richter stehen, die durch ihre Urteile die Normen der Rechtsordnung mit Inhalten füllen und dadurch das gelebte Recht zum Leben erwecken. In diesem Zusammenhang danke ich der Rechtsprechungssektion für ihren Einsatz in diesen Jahren und für ihren Beitrag zur Klarheit in der Rechtsprechung, die in vielen komplexen Bereichen den Juristen dieser Provinz zugutekommt. Dies vorausgesetzt und mit dem gebotenen Respekt, der jedem Urteil zukommt, gehört es zum natürlichen Verfahrensablauf, dass die Staatsanwaltschaft nicht alle Auslegungen der Rechtsprechungssektion teilt und gegebenenfalls Berufung einlegt. Im vorigen Jahr wurde insbesondere gegen die Urteile Nr. 3 und Nr. 7 Berufung eingelegt(80). Betroffenheit rief hingegen das Urteil Nr. 4/2013 hervor, gegen das noch Berufung eingelegt wird(81), denn darin wurde die Nichtigkeit der Klage wegen Verletzung von Art. 20 D.P.R. Nr. 574/1988 über den Gebrauch der deutschen Sprache im Gerichtsverfahren erklärt: insbesondere die deutsche Version der Klageschrift hätte aufgrund der exzessiven Anzahl von Zitaten aus italienischen Urteilen und Gesetzen gegen die Regel gestoßen, wonach „auf keinen Fall … aber das Zitat ein integrierender Bestandteil des in der anderen Sprache verfassten Textes sein und, gleichsam übergangslos, eine wesentliche Komponente desselben darstellen (darf)“. Dieses Prinzip ist jedoch eine Neuigkeit im lokalen Rechtsprechungspanorama der letzten Jahre und stößt nicht nur gegen eine gegenteilige Praxis, die in vielen Prozessakten des ordentlichen und des Verwaltungsgerichts herrscht, sondern auch gegen eine von der Rechtsprechungssektion selbst (zuletzt im Urteil/Beschluss Nr. 27/2012) angewandte Praxis. Dadurch wurde in unsere Prozesse ein Element von Ungewissheit eingeführt – und daher rührt die Besorgnis –, das die Staatsanwaltschaft zu ermüdender, bislang (80)Mit Urteil Nr. 3/2013 wurde die Nichtigkeit der Ermittlungsakten mangels Schadensmeldung in einem Verfahren wegen Imageschaden gegen einen bereits strafrechtlich wegen Amtsmissbrauch verurteilten Bürgermeister erklärt. Die Rechtsprechungssektion teilte zu Anfang die Auslegung von Art. 17 Abs. 30ter des G.D. Nr. 78/2009 in der Gesetzesfassung, wonach die Rechtskraft einer strafrechtlichen Verurteilung eine Voraussetzung für die Einleitung eines Haftungsverfahrens wegen Imageschadens darstellt. Dann anerkannte sie auch, dass die Staatsanwaltschaft diese Voraussetzung eingehalten hatte. Und schließlich erklärte sie nichtsdestotrotz die Nichtigkeit der Klage, da ihres Erachtens die Ermittlungstätigkeit auf Grund eines Zeitungsartikels eingeleitet worden sei, aus dem die Nachricht vom Strafverfahren, nicht aber des folgenden gerichtlichen Vergleichs hervorgegangen sei. Die Staatsanwaltschaft legte wegen Überschreitung der Parteianträge Berufung gegen das Urteil ein, da die beklagte Partei nicht den Nichtigkeitseinwand mit Bezug auf die Gesetzesbestimmung laut erstem Satz von Art. 17-ter, sondern nur mit Bezug auf den zweiten Satz erhoben hatte, denn es handelt sich, wie von den Vereinigten Abteilungen des Rechnungshofs mit Urteil Nr. 12/2011 festgelegt, um „zwei Regeln“ bzw. um „zwei Gesetzeslagen“, die sich nicht entsprechen, sondern sich auf andersartige Profile und Bereiche beziehen. In der Berufung hob die Staatsanwaltschaft hervor, dass die Ermittlungstätigkeit einen Monat nach dem genannten Zeitungsartikel eingeleitet worden war und zudem auf Grund weiterer, im Verfahren vorgelegter Zeitungsartikel, aus denen der bereits erfolgte gerichtliche Vergleich hervorgegangen war. (81)Siehe Art. 1 Abs. 5-bis, G.D. Nr. 453/1993, zum Gesetz Nr. 19/1994 erhoben: “L'appello è proponibile dalle parti, dal procuratore regionale competente per territorio o dal procuratore generale, entro sessanta giorni dalla notificazione o, comunque, entro un anno dalla pubblicazione”. 33 nicht erforderlicher Übersetzungsarbeit von Urteilen und Gesetzen zwingen wird, bzw. dazu, auf wörtliche Zitate so weit wie möglich zu verzichten, um instrumentalisierte Einwände der Parteien zu vermeiden. Im Laufe des Jahres 2013 wurden vom Berufungsgericht auch einige für unsere Provinz besonders interessante Entscheide getroffen, die ich hier anführen möchte: Mit Urteil Nr. 813/2013 bestätigte die erste Berufungsrechtsprechungssektion die erstinstanzliche Verurteilung des Vizebürgermeisters von Bozen wegen widerrechtlich einer gewinnorientierten Gesellschaft ausgezahlten Beiträgen zur Veranstaltung eines Beach-Volley-Turniers auf den Talferwiesen(82). Mit mehreren Dekreten Berufungsrechtsprechungssektion gaben mehreren die Anträgen erste auf und zweite Herabsetzung der verwaltungsrechtlichen Haftung statt, die von Verwaltern der Freien Universität Bozen (FUB) gestellt worden waren, die mehrfach von der Rechtsprechungssektion Bozen wegen verschiedener, z.T. gravierender Tatbestände verurteilt worden waren(83). Durch die Auszahlung dieser herabgesetzten Beträge zu Gunsten der FUB enden diese Verfahren, deren Eröffnung bei der Landesregierung auf heftige Kritik gestoßen war, auf vorteilhafte Weise für die öffentliche Hand(84). Wegen seines Neuerungsgehalts wird auf den Beschluss Nr. 1/2013 gewiesen, durch den die Vereinigten Sektionen des Rechnungshofs anlässlich der Festlegung der Zuständigkeit und in Annahme einer Beschwerde dieser Staatsanwaltschaft gegen das Urteil/Beschluss Nr. 27/2012 die Verfügung zur Aussetzung des Verfahrens für nichtig erklärt und dessen Fortsetzung angeordnet haben. Dieses (82)Vgl. Rechtsprechungssektion Bozen, Urteil Nr. 16 vom 1. August 2011. (83)Siehe die Dekrete Nr. 28/2013, 29/2013, 30/2013, 31/2013 und 60/2013 der zweiten Berufungsrechtsprechungssektion, mit denen die Anträge auf Herabsetzung der verwaltungsrechtlichen Haftung, welche den Verwaltern der FUB mit den Urteilen Nr. 30/2009, 38/2009 und 60/2009 aufgebürdet worden war, angenommen wurden. Dabei wurde meist wegen der besonders intensiven Fahrlässigkeit der höchste gesetzlich vorgesehene Betrag (30%) angewandt. Und siehe Dekret Nr. 85/2013 der ersten Berufungsrechtsprechungssektion, mit dem der Antrag auf Herabsetzung der verwaltungsrechtlichen Haftung, die mit Urteil Nr. 19/2012 verhängt worden war, angenommen wurde. (84)Insbesondere die Einleitung des Verfahrens, das mit Urteil Nr. 38/2009 abgeschlossen worden ist, mit welchem die Rechtsprechungssektion Bozen die Verantwortlichen der FUB zum Schadenersatz von insgesamt mehr als einer Million Euro verurteilt hat, war von der Autonomen Provinz Bozen in der Pressemitteilung vom 28. Februar 2008 kritisiert worden (“Uni und Stabilitätspakt: Regelungen eingehalten, Zuständigkeit des Landes: Der Annahme, die Freie Universität Bozen habe sich nicht an die Regelungen zur Einschränkung öffentlicher Ausgaben gehalten, tritt das Land entgegen. Die Materie sei bereits explizit im staatlichen Finanzgesetz geregelt, das festschreibe, dass es nicht der Staat, sondern das Land sei, das mit der Uni einen Stabilitätspakt auszuhandeln habe. Ein eventuelles Fehlverhalten oder ein Verstoß gegen staatliche Regelungen zur Einschränkung der Ausgaben öffentlicher Einrichtungen könne demnach nicht vorliegen. Vielmehr sei im Absatz 380 des Artikels 1 des staatlichen Finanzgesetzes festgehalten worden, dass das Land Südtirol ebenso wie die Autonome Region Aosta mit den jeweiligen Universitäten interne Stabilitätsvereinbarungen zu treffen hätten und dass die Einrichtungen demnach nicht unter die staatlichen Stabilitätsregelungen fielen. Gleichzeitig erinnert das Land daran, dass die staatlichen Bestimmungen, in denen detailliert maximale Ausgabenanteile etwa für Tagungen, Veranstaltungen oder Werbemaßnahmen festgeschrieben sind, nicht auf Institutionen anwendbar seien, die nicht staatlicher Natur sind. Auch dies sei rechtlich hinlänglich festgehalten worden, etwa von Seiten des Verfassungsgerichts. Dieses hatte geurteilt, dass detaillierte Ausgabenregelungen des Staates nur für staatliche Einrichtungen bindend seien. Aus all dem gehe hervor, dass die Universität zwar den allgemeinen Rahmenrichtlinien zur Einschränkung öffentlicher Ausgaben unterliege. Nachdem sie aber keine staatliche, sondern eine mehrheitlich vom Land finanzierte private Körperschaft sei, würden diese Rahmenrichtlinien bereits dadurch eingehalten, dass das Land bei seiner Finanzierung an diese Richtlinien gebunden sei und diese selbstverständlich auch einhalte.“) 34 Verfahren hat die Rückerstattung der Anwaltskosten von Seiten der Autonomen Provinz Bozen zu Gunsten verschiedener Landesverwalter zum Gegenstand, deren Positionen im Rahmen eines anderen Untersuchungsverfahrens vom Regionalstaatsanwalt archiviert worden waren. Gerade das Thema der Rückerstattung der Anwaltskosten zu Gunsten freigesprochener Verwalter und Bediensteter muss vertieft werden: Vor weniger als drei Jahren beklagte die Landesregierung eine erhebliche Zunahme der Kosten für die Rückerstattung von Anwaltskosten ihrer Bediensteten. Diese wurden mit mehr als einer Million Euro nur für das Jahr 2011 beziffert. Dafür öffentlich verantwortlich gemacht wurden die verwaltungsrechtlichen Verfahren, die ohne angemessene Untersuchungen eingeleitet worden wären und sich dann in Luft aufgelöst hätten(85). Offensichtlich entsprechen diese Behauptungen, die von verschiedenen Medien in den Folgetagen weitergeleitet wurden, nicht der Wahrheit und hatten eine Untersuchung dieser Staatsanwaltschaft zur Folge, die von der 86 Rechtsprechungssektion als gerechtfertigt beurteilt wurde( ) - doch auch der Steuerzahler verdient eine Gegendarstellung: In den letzten acht Jahren, d.h. von 2006 bis 2013, haben die verwaltungsrechtlichen Haftungsverfahren, die von der Staatsanwaltschaft des Rechnungshofs Bozen vor der hiesigen Rechtsprechungssektion eingeleitet wurden, Verurteilungen über insgesamt € 3.201.569 bedingt, während die Anwaltskosten zu Gunsten von freigesprochenen Verwaltern oder Bediensteten € 48.346 betrugen, das sind nur 1,51% der „Guthaben“, die zu Gunsten der geschädigten Verwaltungen erlangt wurden(87). Von diesen Anwaltskosten setzte die Rechtsprechungssektion in acht Jahren nur € 4.000 direkt zu Lasten der Autonomen Provinz Bozen(88). Alle anderen Freisprüche sahen die Aufhebung der Kosten vor, da die Klagen der Staatsanwaltschaft für „berechtigt“ erachtet worden waren. Daraus folgt, dass die freigesprochenen Beklagten die Anwaltskosten hätten bezahlen müssen und dass diese nicht von der öffentlichen Verwaltung hätten ersetzt werden müssen(89). (85)Vgl. Pressemitteilung vom 11. Juli 2011 (“Rechtsanwaltskosten: Landesregierung stellt eine Million Euro bereit”). (86)Vgl. Urteil Nr. 27/2012. (87)Man bezieht sich offensichtlich auf den Ausgang der erstinstanzlichen Verfahren, ohne etwaige Berufungen oder Herabsetzungen der verwaltungsrechtlichen Haftung auf Antrag der Parteien einzuschließen. (88)Der Gesamtbetrag der von der Rechtsprechungssektion in den letzten acht Jahren festgelegten Anwaltskosten ist folgendermaßen aufgeteilt: € 15.000 zu Lasten von Staatsverwaltungen, € 4.000 zu Lasten der Provinz, € 12.746 zu Lasten der Gesundheitsbezirke, € 2.000 zu Lasten der FUB, € 14.600 zu Lasten der Gemeinden in der Provinz Bozen. (89)Für eine Vertiefung über die Bedeutung der Kostenaufrechnung siehe Urteil der Rechtsprechungssektion Bozen Nr. 47/2008 (“Venendo, per concludere, al regime delle spese, mentre la sospensione del giudizio, disposta nei confronti di Omissis s.r.l., M.G. e R.V., impone che la decisione su di esse sia riservata alla pronuncia definitiva, la sentenza di difetto di giurisdizione della Corte dei conti 35 Nur die Region Trentino-Südirol und die Autonome Provinz Bozen haben beschlossen, dem Steuerzahler noch zusätzliche Kosten für die Rückerstattung der Anwaltskosten aufzubürden, während diese im restlichen Italien nicht auf die Gemeinschaft abgewälzt werden: mit eigenen Gesetzen(90), übrigens kürzlich festgestellter Verfassungswidrigkeit(91), haben sie nämlich die Rechtsordnung verändert und die für eine Rückerstattung vorgesehenen Sachlagen nach eigenem Gutdünken ausgedehnt. Konkret: sie haben ohne jedwede Vertiefung die Erstattung nei confronti di S. S. e di assoluzione da ogni addebito di B. C. implica la necessità di una pronuncia immediata. Con riferimento, dunque, ai due ultimi casi citati, deve essere dichiarata la compensazione delle spese di causa tra le parti, con esclusione del possibile rimborso a favore dei convenuti S. e B., ai sensi dell’art. 3, comma 2-bis della legge n. 639 del 1996 (che prevede, appunto, il ristoro delle spese legali da parte dell’amministrazione di appartenenza, nel caso di definitivo proscioglimento nel merito). La portata di tale norma è stata, come è noto, successivamente precisata con la legge n. 248 del 2005, nella quale è stato inserito, in sede di conversione del d.l. n. 203 del 30 settembre 2005, l’art. 10-bis, il quale al comma 10 così recita: ”Le disposizioni dell’art. 3, comma 2-bis, del d.l. 23 ottobre 1996, n. 543, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 1996, n. 639, e dell’art. 18, comma 1, del d.l. 25 marzo 1997, n. 67 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, si interpretano nel senso che il giudice contabile, in caso di proscioglimento nel merito, e con la sentenza che definisce il giudizio, ai sensi e con le modalità di cui all’art. 91 c.p.c., liquida l’ammontare degli onorari spettanti alla difesa del prosciolto, fermo restando il parere di congruità dell’Avvocatura dello Stato da esprimere sulle richieste di rimborso avanzate all’amministrazione di appartenenza”. In tale quadro normativo, il Giudice contabile ha ritenuto, con orientamento del tutto prevalente, di interpretare le nuove disposizioni nel senso di poter disporre in ordine alle spese legali non solo sul loro ammontare, ma anche sulla loro spettanza; è stata cioè affermata l’accessorietà del giudizio sul rimborso delle spese rispetto a quello di responsabilità e, di conseguenza, la possibilità anche di precludere al convenuto prosciolto, in determinati casi, l’accesso al rimborso delle stesse. La norma di legge sopra citata si riferisce, infatti, - come chiarito sempre dalla giurisprudenza contabile - alle situazioni di esclusione dell’ingiustizia del danno, ossia allorquando manchi un comportamento antigiuridico causativo di un danno nell’ambito di un rapporto di servizio; per contro, un’assoluzione in rito o per prescrizione del diritto, oppure per il riconoscimento della mancanza dell’elemento soggettivo minimo richiesto dalla legge (colpa grave), non può parificarsi ai casi di “esclusione della responsabilità”. In altri termini, le spese di giudizio sono addebitate ope legis alla parte pubblica, in conseguenza della suddetta norma, solo se viene assolutamente escluso il comportamento antigiuridico del soggetto (con correlativa ingiustizia del danno), mentre la ripartizione dell’onere in discorso è rimessa al prudente apprezzamento del giudice, ai sensi della normativa generale di cui agli artt. 91 e 92 del c.p.c., nei diversi casi: assoluzione in rito, o per prescrizione, o ancora per colpa lieve e non grave (cfr., in terminis, Corte dei conti, Sezione I app. n. 404/2008, che richiama Sezione I app. n. 88/2008; Sezione III app., 18.2.2002, n. 40; Sezione giurisdizionale Campania, 24.2.2001, n. 19; Sezione giurisdizionale Marche, 10.3.2003, n. 196; Sezione giurisdizionale Liguria, 3.12.2005, n. 1471). Ebbene, nel caso all’esame questo Collegio non dubita che le posizioni dei convenuti S. e B. integrino i presupposti per l’esclusione dal beneficio di cui all’art. 3 legge n. 639 del 1996, secondo quanto appena chiarito, in quanto trattasi, per il S., di una pronuncia non sul merito bensì pregiudiziale in rito e, con riferimento alla B., dell’accertamento di una condotta che, pur non caratterizzata da colpa grave (come invece è richiesto dalla legge per integrare i presupposti per fondare una condanna nella presente sede contabile), è stata comunque ritenuta non irreprensibile. Nel caso di specie il Collegio, ai sensi dell’art. 92 del codice di procedura civile, ritiene dunque ricorrano giusti motivi per disporre la compensazione delle spese processuali tra le parti per quanto riguarda le posizioni di S. S. e B. C.”). (90)Siehe Art. 6 L.G. vom 9. November 2001 Nr. 16, in der Fassung gemäß Art. 12 Abs. 2 L.G. vom 17. Jänner 2011, Nr. 1; Art. 15 Reg. Ges. des Trentino Alto Adige/Südtirol Nr. 4 vom 17. Mai 2011, mit authentischer Interpretation von Art. 8 Reg. Ges. vom 23. November 1979 Nr. 5; Art. 21 Reg. Ges. des Trentino Alto Adige/Südtirol Nr. 2 vom 25. Mai 2012, mit authentischer Interpretation von Art. 36 Reg. Ges. vom 5. März 1993 Nr. 4. (91)Mit Rekurs Nr. 29/2011 hat die Regierung die Gesetzesbestimmung nach Art. 12 L.G. Nr. 1/2011 wegen Kontrast mit der Rechtsprechungsordnung gerügt (“nella parte in cui autorizza, in caso di accertata colpa lieve, la disapplicazione di un’eventuale statuizione di compensazione delle spese processuali”, ritenendola eccedente “le competenze statutarie, violando la competenza attribuita allo Stato in materia di ordinamento civile e giustizia amministrativa di cui all’art. 117, comma 2 lettera l) della Costituzione”). Mit Urteil Nr. 19/2014, hinterlegt am 11. Februar 2014, erklärte das Verfassungsgericht die Verfassungswidrigkeit von Art. 12 des Landesgesetzes Nr. 1/2011 („poiché incidendo sulla materia «ordinamento civile» e «giustizia amministrativa», si disciplina, peraltro in senso difforme dalla normativa statale, il regime delle condizioni alla presenza delle quali le spese legali sostenute dai soggetti sottoposti al giudizio della Corte dei conti sono rimborsate dall’amministrazione di appartenenza, eccedendo dalle competenze statutarie”). 36 der Anwaltskosten auch im Falle einer einfachen Archivierung von Seiten des Regionalstaatsanwalts zuerkannt, während in fast ganz Italien und für alle Staatsangestellte dieses wahre „Privileg“ nicht vorgesehen ist, sondern als Schaden zum Nachteil der öffentlichen Hand gewertet wird(92). Hinzu kommt, dass die Untersuchungen einer Regionalstaatsanwaltschaft keinesfalls mit jenen einer Staatsanwaltschaft für Strafsachen gleichgestellt werden können, denn die auf dem Spiel stehenden Rechtsgüter sind gänzlich verschieden. Zudem gehört der Untersuchungsgegenstand der Regionalstaatsanwaltschaft – d.i. die etwaige Verursachung eines Schadens zum Nachteil der öffentlichen Hand in Folge der Verletzung von „Dienstpflichten“ – zweifelsohne zum Wissen jedes öffentlichen Verwalters und Angestellten(93). Aus diesen Gründen sieht unsere Rechtsordnung nicht die Notwendigkeit einer Verteidigung durch einen Anwalt in der Untersuchungsphase vor. Dieser ist nur für das etwaige Gerichtsverfahren vorgesehen(94). Mit obgenannten Gesetzen haben die Region Trentino Alto Adige/Südtirol für die Gemeinden auf dem Territorium der Region und die Autonome Provinz Bozen außerdem beschlossen, dass die Anwaltskosten sogar bei richterlichem Entscheid auf Kostenaufhebung zurückzuerstatten sind oder sogar – so das Regionalgesetz – in einem anderen Ausmaße als im Urteil vorgesehen. Mit anderen Worten: die Gesetzgeber der Region und der Provinz haben beschlossen, ihren freigesprochenen Bediensteten und Verwaltern die Anwaltskosten zu erstatten, auch wenn der Rechnungsrichter ausdrücklich im Urteil festgelegt hat, dass dies nicht zu tun ist oder - im Fall der Gemeinden - sogar im höheren Ausmaße als vom Richter festgelegt. Und all dies nicht nur auf Kosten des Steuerzahlers sondern auch außerhalb einer jeden Möglichkeit von Vorkontrolle von Seiten des Rechnungshofs. Zum Thema der erheblichen Zunahme der rückerstatteten Anwaltskosten in der Autonomen Provinz Bozen im Jahr 2011 ist noch zu sagen, dass durch die Erhebungen dieser Staatsanwaltschaft festgestellt werden konnte, dass eine genauere Prüfung der Honorare von Seiten der Autonomen Provinz Bozen und eine striktere Anwendung der Anwaltstarife, welche ja Verordnungsnatur haben, dieser erhebliche Einsparungen ermöglicht hätten(95). (92)Vgl. Rechtsprechungssektion Marche, Urteil Nr. 236 vom 20. August 2009. (93)Natürlich kann ein vor Gericht gerufener Verwalter oder Bediensteter sich im Falle eines Prozesses von einem Anwalt verteidigen lassen und sich die Anwaltskosten im Falle eines Freispruches in der Hauptsache rückerstatten lassen. (94)Vgl. Urteil Nr. 7 vom 16. Februar 1998: („In questa fase pre-processuale non è richiesta l'assistenza di un difensore e vige pienamente il principio della libertà della forma (art. 121 c.p.c.)”). (95)Mit Bezug auf diese Gegebenheiten wurden die Hauptverfahren Nr. 1737, 1741 und 1742 eingeleitet. 37 4. DIE WICHTIGSTEN THEMEN IM JAHR 2013 Was den Ressourcenaufwand der Staatsanwaltschaft im vorigen Jahr betrifft, hatten die drei vor dem Verfassungsgericht eingeleiteten Zuständigkeitskonflikte sowie die Untersuchungen über die Verwendung des Sonderfonds des Landeshauptmanns ein entscheidendes und außerordentliches Gewicht. Hierüber werde ich noch eigens berichten. Weitere Untersuchungen betrafen verwaltungsexterne Aufträge, welche ehemaligen Bediensteten der auftragserteilenden Körperschaft erteilt wurden. So z.B. beim Ermittlungsverfahren, das in das Hauptverfahren Nr. 1762 und kürzlich in die Verurteilung zweier Amtsleiter des Gesundheitsbezirks Bozen mündete. In anderen Fällen ging es um öffentliche Bedienstete, die wegen Straftaten gegen die öffentliche Verwaltung verurteilt worden waren und gegen die die regionale Staatsanwaltschaft Untersuchungen geführt hat und führt, um die Höhe des evtl. Imageschadens festzustellen. Darunter haben die Skandale um das Institut für den sozialen Wohnbau und um die SEL bei der lokalen Bevölkerung besonderes Aufsehen erregt. Da im Falle des WOBI bereits eine erste rechtskräftige Verurteilung ergangen ist, hat die Staatsanwaltschaft ein Sicherungsverfahren mit Antrag auf Sicherstellungsbeschlagnahme über insgesamt € 130.000 eingeleitet, davon € 100.000 wegen Imageschaden und € 30.000 wegen direkter Schäden. Der Fall um die SEL ist gewiss komplexer. Da aber auch in diesem Fall die Verantwortlichen rechtskräftig wegen Straftaten gegen die öffentliche Verwaltung verurteilt worden sind, konzentriert sich das Hauptaugenmerk aktuell auf die Bezifferung der immateriellen und direkten Schäden zum Nachteil der Autonomen Provinz Bozen in Folge der Strom-Affäre(96). Anlässlich ihrer Einlassung als Zivilpartei im Strafprozess bezifferte die Autonome Provinz Bozen selbst die (96)Durch das Strafverfahren, das bekanntlich mit Strafzumessung auf Antrag der Parteien wegen der Straftaten des Amtsmissbrauchs und der Störung der freien Durchführung von Versteigerungen mit Urteil abgeschlossen wurde, wurde bekanntlich eine Reihe von rechtswidrigen Handlungen ans Licht gebracht, welche auf den ehemaligen Landesrat für Energie und auf den Generaldirektor der Landesgesellschaft SEL AG zurückzuführen sind und darauf ausgerichtet waren, zahlreiche öffentliche Versteigerungen für große Wasserkraftkonzessionen zu verfälschen, um die Übertragung an die SEL AG zu begünstigen. 38 Schäden mit mindestens einer Million Euro. Unbeschadet der exakten Bezifferung des Imageschadens (97) erscheint das Thema der Bezifferung und der Zuweisung der Verantwortung einiger direkten Schäden besonders heikel und möglicherweise strittig. So denke man an die von der Autonomen Provinz Bozen getragenen Kosten von € 80.000, um einen Universitätsprofessor zu beauftragen (u.a. um z.B. zu klären, „welche Maßnahmen die Autonome Rechtmäßigkeit Provinz im Bozen Rahmen Wasserkraftkonzessionen, die zum Schutz der der Vorfälle Gegenstand eines verwaltungsrechtlichen beim Erlass Strafverfahrens einiger vor dem Landesgericht Bozen waren, ergreifen kann; dies unter Berücksichtigung der Stellung der rechtlich interessierten Subjekte“). Überraschender Weise hat kein Landesverwalter ernstlich die einzig mögliche Maßnahme in Erwägung gezogen, die es in einem Rechtsstaat ermöglicht hätte, die verletzte Gesetzesmäßigkeit wiederherzustellen, d.i. der unmittelbare Widerruf der Konzessionen, welche die Landesgesellschaft SEL AG durch die festgestellte betrügerische Tätigkeit ihres Generaldirektors und auch durch die direkte, strafrechtlich nicht erhebliche Verwicklung einiger ihrer Angestellten erhalten hatte(98) - eine wirklich ungewöhnliche Entscheidung wenn “Ehrlichkeit, Rechtsstaat, Moral, Transparenz“ das Gerüst der Südtiroler Autonomie darstellen sollen, und noch unverständlicher, wenn man bedenkt, dass die Voraussicht einer Aufhebungsbefugnis Verzerrungselement Grundelement und-pflicht der der rechtswidriger Funktionalität der Ämter Verwaltungstätigkeit Maßnahmen darstellt, (als sondern Folge kein ein des Gesetzmäßigkeitsgrundsatzes), unter deren Zielsetzungen das Vermeiden von Konsolidierungen rechtswidriger Situationen enthalten sein muss(99). Auf logischer Ebene noch unerklärlicher – abgesehen von den offensichtlichen Rechtmäßigkeitsmängeln(100) – ist der von der Landesregierung an zwei ansässige Experten vergebene Auftrag, um u.a. Vermittlungstätigkeiten zwecks Erreichung einer nicht genauer definierten Vereinbarung zwischen der SEL AG und einer (97)Die Bezifferung, die natürlich möglichst auf objektiven Maßstäbe gründen wird, wird nach Billigkeit vorgenommen werden müssen. (98)Dies geht deutlich aus dem Strafurteil des Landesgerichts Bozen Nr. 138/2013 hervor. (99)Vgl. Verfassungsgericht, Urteil Nr. 75/2000. (100)angesichts des verwaltungsrechtlichen Formalisierungsmangels. 39 anderen im Energiesektor tätigen Gesellschaft (mit der verschiedene, durch die Strom-Affäre entstandene Rechtsstreitigkeiten anhängig waren) aufzubauen(101). Bestürzend ist die Abfolge bei der Auftragserteilung – angefangen vom „Angebot“, das von den Interessierten selbst ersonnen und der Landesregierung vom Landeshauptmann bei schon eingeleiteter Tätigkeit vorgelegt wurde, bis zur Genehmigung ohne Kontrollen oder Vertiefungen von Seiten der übrigen Mitglieder der Landesregierung –, denn diese entspricht genau der Abfolge bei einem anderen verwaltungsexternen Auftrag, der wenige Monate zuvor schon die Verurteilung derselben Landesverwalter mit Urteil der Rechtsprechungssektion Bozen Nr. 28/2012 bedingt hatte. Positiv ist, dass dieser Auftrag verfallen ist, ohne dass die Pauschalvergütung von € 160.000 gezahlt worden ist oder gezahlt werden muss. 5. ZUM THEMA DER SONDERAUSGABEN Die Gebarung der Sonderausgaben von Seiten des ehemaligen Landeshauptmanns, weswegen das Verfahren Nr. 1769 anhängig ist(102), ist wegen deren auch strafrechtlichen Implikationen heikel aber zugleich typisch für ein gewisses Machtsystem, das Jahre lang die Autonomie dieser Provinz gezeichnet hat. Abgesehen davon, dass ein endgültiges Urteil über die etwaige Rechtswidrigkeit bestimmter Verhaltensformen dem Gericht zufällt, will ich dennoch angesichts der nicht immer korrekten Informationen über die Untersuchungsinhalte einige Präzisierungen vornehmen(103). Zum Unterschied zu den aktuellen Gegebenheiten über die angebliche missbräuchliche Verwendung der Fonds zahlreicher Regionalratsfraktionen, über (101)In diesen Verfahren wird die Provinz direkt von Anwälten der Anwaltschaft des Landes vertreten und verteidigt, was beweist, dass der Körperschaft die professionellen Qualifikationen für Rechtsstreitigkeiten dieser Art bereits zur Verfügung stehen. (102)Die am 6. Dezember 2013 hinterlegte Klageschrift wurde den Parteien bereits zugestellt. (103)Siehe insbesondere die mehreren Interviews und Erklärungen des ehemaligen Landeshauptmanns gegenüber der lokalen Presse über die Inhalte der Untersuchung. Zu einer verzerrten Darstellung der Fakten kam es auch durch den falschen Scoop über die Veröffentlichung eines falschen „Hauptbuchs“ von Seiten einer lokalen, deutschsprachigen Zeitung, der dann von der italienischen Presseagentur ANSA am 3. November 2012 wiederaufgenommen wurde (“PUBBLICATO LIBRO MASTRO DURNWALDER. Tageszeitung, «Molto piu' corretto di molti partiti opposizione»”). 40 deren öffentliche Natur bis vor kurzem vielleicht noch Zweifel bestehen konnte, bestand von Anfang an kein Zweifel an der öffentlichen Natur des Sonderfonds und an der erforderlichen ausschließlichen Zweckbestimmung für die institutionellen Funktionen des Landeshauptmanns. Dies vorweggenommen, war die Untersuchungstätigkeit der Staatsanwaltschaft arbeitsintensiv und betraf Tausende von Rechnungsunterlagen bezogen auf mehrere Jahre. Ohne Geldaufwertung beläuft sich der angenommene Schaden, der im Rahmen der Verwaltung des Sonderfonds von 1995 bis Oktober 2012 festgestellt wurde, auf insgesamt € 1.359.977, davon € 1.276.277 wegen missbräuchlicher Verwendung des Fonds und € 83.700 wegen rechtwidriger Aneignung der Arbeitsenergie des Landespersonals. Unter den 4.874 spezifisch vorgehaltenen Ausgaben sind jene (wenigen) Ausgaben nicht enthalten (entgegen den Erklärungen des ehemaligen Landeshauptmanns an die Medien), die auf eine Repräsentationsfunktion der Autonomen Provinz Bozen zurückgeführt werden können(104). Vielmehr wurde das Augenmerk auf jene Ausgaben gerichtet, die offensichtlich nicht auf die institutionellen Funktionen des Landeshauptmanns zurückgeführt werden können – also auf etwas mehr als 90% der Gesamtausgaben. Dabei ging es also nicht, wie von einigen Medien mehrmals angenommen, um Vorwürfe formeller Natur über die Nichteinhaltung dieser oder jener Buchungsregel oder über die ausgebliebene Belegung einiger Ausgaben, sondern um Vorhaltungen materieller Natur, welche die potenzielle Rechtswidrigkeit der Ausgaben in sich betrafen und betreffen(105). Dies gilt in erster Linie für 3.825 Ausgabenakte in fünfzehn Jahren im Rahmen der gewöhnlichen Verwaltung des Sonderfonds durch Ausgaben für weihnachtliche Umtrünke, Mittag- und Abendessen(106), für den Ankauf von Nahrungsmitteln(107), (104)So waren z.B. weder in der Aufforderung zur Stellungnahme noch in der Klageschrift die Ausgaben für eine Sachertorte für den Dalai Lama vorgesehen, noch jene für den Blumenstrauß für Angela Merkel und fürdas Frühstück in einem Café für Minister Clini. (105)Zu den kritischen Aspekten bei der Verwendung des sog. Sonderfonds des Landeshauptmanns siehe den Entscheid und den Bericht der Vereinigten Sektionen für die Region Trentino-Alto Adige/Südtirol laut Beschluss Nr. n. 3/2013/PARI vom 28. Juni 2013 im Verfahren zur Genehmigung der allgemeinen Rechnungslegung der Autonomen Provinz Bozen für das Haushaltsjahr 2012. (106)Es geht um 138 Ausgabenakte über insgesamt € 20.565. (107)Insgesamt 1590 Ausgabenakte über einen Gesamtbetrag von € 24.232 betreffen Ausgaben für Nahrungsmittel. Davon beziehen sich ganze 781 Kassenzettel (über einen durchschnittlichen Betrag von € 9,88 pro Kassenbon und über einen Gesamtbetrag von € 7.718) auf den Ankauf von kleinen Mengen 41 Güter oder Dienstleistungen - z.T. für persönliche Zwecke des ehemaligen Landeshauptmanns (108) -, Ausgaben für Genussmittel, Mittag- und Abendessen sowie weitere Ausgaben der Landesräte(109), Ausgaben für Gaben verschiedener Art an einige Landesbedienstete(110), Geldspenden zu Gunsten privater Subjekte oder Vereine(111), weitere Ausgaben verschiedener Art, die (wie die vorhergehenden) in keiner erkennbaren Verbindung mit den institutionellen Funktionen des Landeshauptmanns standen(112). Nicht weniger problematisch sind die restlichen 1049 Ausgabenakte mit getrennter, geheimer Rechnungsführung, deren exakte Mechanismen nur dem ehemalige an Obst und 201 Kassenzettel (über einen durchschnittlichen Betrag von € 2,40 pro Kassenbon und einen Gesamtbetrag von € 482) auf den Ankauf von Joghurt für den Landeshauptmann. (108)Insgesamt 202 Ausgabenakte über insgesamt € 10.611 betreffen Ausgaben für Güter oder Dienstleistungen für den ehemaligen Landeshauptmann persönlich. Darunter fallen Belege oder Quittungen für die jährlichen Mitgliedsbeiträge für die Journalisten- bzw. Agronomenkammer und für weitere Mitgliedsbeiträge, für Batterien, für die jährlichen Kosten für die Pflege seiner zwei Bienenvölker, für Geschirr, Stempelmarken für den Pass, Passbilder, Schreibmaterial, Fotoalbums, für eine Gigantographie Durnwalders als Schütze gekleidet, für Medikamente, darunter Aspirin, Moment, Aulin, Nimesulide, Tachipirina, Schmerzmittel, Augentropfen, Hustensäfte, Ricola- und Hustenbonbons, für handgefertigte Stoffpuppen, Papiertaschentücher, Bücher, Zahnstocher, Sekt, Sonnenkremen, Krawatten, Regenschirme, Reinigungskosten, Kleiderbürsten, Desinfektionsmittel, Pflaster, eine Zahnkreme, Schlüsselduplikate, Zeitschriften, Kerzen, Teekannen, Blumensträuße für Freunde und zum Valentinstag, Telegramme an Freunde und Verwandte, Weihnachtsdüfte, Servietten etc. (109) Es geht um insgesamt 905 Ausgabenakte über insgesamt € 31.752. 876 der Kassenzettel beziehen sich auf den Einkauf von Süßspeisen für die wöchentlichen Sitzungen der Landesregierung (über einen durchschnittlichen Betrag von € 25,94 und einen Gesamtbetrag von € 22.726). Weitere Ausgaben beziehen sich auf den Ankauf von „Superluxus“-Kaffee anlässlich der Sitzungen der Landesregierung, Mineralwasser, Sekt, mehrere Mittag- und Abendessen auch von Fischgerichten in renommierten Bozner Restaurants, Spargelessen in Terlan usw. (110)Es geht um insgesamt 84 Ausgabenakte über insgesamt € 66.062, davon 19 (über € 55.160) nur für Geschenke (z.B. Wertsachen wie ein goldener Schlüsselring und ein Bild) oder Bargeldgaben für den ehemaligen Direktor des Versuchszentrums Laimburg, ein persönlicher Freund und Jagdkollege des ehemaligen Landeshauptmanns. Weitere Ausgaben beziehen sich auf Mahlzeiten oder Geldstrafen seiner Chauffeurs, Hochzeitgeschenke für Parteikollegen oder für einige Führungskräfte, Ausflugskosten des Ökonomats nach Garmisch zum Schloss Linderhof und die gesamten Ausgaben für das Törggelen der Bediensteten der Abteilung 1, für Umtrünke anlässlich der Pensionierung einiger Führungskräfte, Barzahlungen zusätzlich zum Überstundengeld zu Gunsten von Landesbediensteten des Versuchszentrums Laimburg. (111)Es geht um insgesamt 801 Ausgabenakte über insgesamt € 210.329. Von diesen beziehen sich ganze 220 Ausgabenakte auf Geldgaben zu Gunsten von Studenten für Maturafeiern (für einen Gesamtbetrag von € 79.844), während andere sich auf Geldgaben zu Gunsten immer derselben privaten Bittsteller (z.B. Herr F.F., der im Laufe der Zeit 23 Geldgaben über insgesamt € 722 erhalten hat) beziehen. Weitere Gaben beziehen sich auf verschiedene Schützenvereine, Parteivertreter der SVP auch für Parteiveranstaltungen und –treffen, jährliche Spenden zu Gunsten der Kriegswitwen des ersten Weltkriegs, auf den Kauf eines Computers für den Jagdverein, bis hin zu den € 50 für die Laufgruppe des Rechtsanwalts des ehemaligen Landeshauptmanns. (112) Es geht um insgesamt 105 Ausgabenakte über einen Gesamtbetrag von € 45.154. Darunter sind € 500 für einen Fernstecher für einen Landesrat, weitere € 500 für eine Fischerausrüstung für einen anderen Landesrat, € 79,95 für einen Stoffbären für das Kind eines weiteren Landesrats, Geldgeschenke von Lit. 1.000.000 bis Lit. 2.000.000 für verschiedene Personen, darunter für einen im Dienst einer lokalen, deutschsprachigen Zeitung stehenden Journalisten als eine Form der „Danksagung“ für das Gelingen der Feier zum 60. Geburtstag, Lit. 4.367.600 für den Ankauf einer Schießscheibe mit der Aufschrift „60 Jahre des Landeshauptmanns Dr. Luis Durnwalder” als Geschenk für die Sportschützen von Eppan, € 630,80 für den Ankauf von 30 Taschenmessern mit eingraviertem Namen Durnwalders, € 1.250 für den Ankauf von zehn Nussknackern, € 5.112,70 für die Zahlung von Tausenden von Exemplaren seiner Biographie, die Finanzierung von verschiedenen Veranstaltungen der Jungen Generation der SVP und die Zahlung verschiedener Abendessen der SVP, € 898,80 für ein Abendessen mit seinen engsten Mitarbeitern zum Wahlsieg im Jahr 2008, für die Mittagessen mit den Mitgliedern der Jägerprüfungskommission, für die Zahlung von Geldsanktionen etc. 42 Landeshauptmann und einer seiner drei Sekretärinnen bekannt waren. Vorgeworfen wurde insbesondere die (dokumentierte und gewisse) Verwendung eines Teils des Sonderfonds für die Bezahlung von erklärtermaßen persönliche Ausgaben(113), indem akkumulierte Schulden mit angeblichen (nicht dokumentierten und ungewissen) Guthaben, die der ehemalige Landeshauptmann der Angehörigkeitskörperschaft gegenüber angeblich durch Geldgaben und Trinkgelder aus eigener Tasche an unbestimmte Personen erworben hatte, periodisch aufgerechnet wurden(114). Gehört es nicht zu den institutionellen Funktionen des Landeshauptmanns, um die Straßen und Täler unserer Provinz zu ziehen und uti princeps Geld zu verteilen(115), so ist es nach Meinung dieser Staatsanwaltschaft keinesfalls rechtens, einen öffentlichen Fonds – und ich zitiere – „mit einem Bankomatschalter zu verwechseln, von dem man laufend Geld abbuchen kann, obwohl das Konto, von dem man abbucht, eigentlich gar nicht das eigene ist.“ Ganz offensichtlich sind die instrumentalisierten Spekulationen der Presse, wonach der Rechnungshof in der Vergangenheit diese Art der Führung des Sonderfonds genehmigt haben soll, gänzlich unbegründet, denn es gehört nicht zu den institutionellen Aufgaben des Rechnungshofs, im Rahmen des Entlastungsverfahrens zur Rechnungslegung der Autonomen Provinz Bozen alle Ausgaben der kontrollierten Körperschaft einer Rechtmäßigkeitskontrolle zu unterziehen116. (113)Es geht um insgesamt 909 Ausgabenakte über insgesamt € 353.289. Unter den persönlichen Ausgaben, die der ehemalige Landeshauptmann gewohnheitsmäßig anordnete, waren u.a. Flugtickets für sich, für seine Lebensgefährtin und deren Familienangehörige, Helikopterreisen nach Venedig, Fernsehgebühren für seine Privatwohnungen in Pfalzen und in Bozen, die Immobiliensteuer ICI, Müllund Abwassergebühren, Versicherungsprämien für seine Privatwohnungen; Versicherung sowie Autosteuer, Reifenwechsel und Benzin für seinen Privatwagen; Zahnarztspesen für sich und für seine ehemalige Lebensgefährtin, Medikamente, Geschenke anlässlich von Festlichkeiten und Geburtstagen, persönliche Vereinsmitgliedsbeiträge, die Erneuerung seiner Jagdlizenz und Jagdartikel wie Munition und kleine Möbelstücke, seine direkten Steuern und die seines Sohnes, ein Laptop und die Privatversicherungen seiner ehemaligen Lebensgefährtin, die beruflich als Ärztin tätig ist, Elektrizitätsund Gasrechnungen seiner ex Frau, das Heizöl für sein Haus, seine Kondominiumspesen, das Hochzeitsessen seines Sohnes, außerordentliche Beiträge für seine Angehörigkeitspartei, ein Portrait der Tochter usw. (114)Auf Grund dieser angeblichen Guthaben, die die Staatsanwaltschaft in ihrer Form und Substanz beanstandet, hat der ehemalige Landeshauptmann 140 Geldüberweisungen über insgesamt € 514.280 auf sein persönliches Kontokorrent angeordnet, indem er auf Gelder aus dem Sonderfonds, die von seiner Sekretärin aufbewahrt wurden, zurückgreifen ließ. (115) Vgl. Kass., VI Strafabt. Urteil Nr. 230 vom 15. September 2009. (116) Siehe Fußnote 120. 43 6. ZU DEN ZUWEISUNGSKONFLIKTEN VOR DEM VERFASSUNGSGERICHTSHOF Gravierend Arbeitsfluss und zweifelsohne eines kleinen außerordentlich Amtes wie das - gemessen unsere - am ordentlichen waren die drei Zuweisungskonflikte, welche die regionale Staatsanwaltschaft Bozen 2013 betrafen. Die ersten beiden Zuweisungskonflikte, die von der Autonomen Provinz Bozen gegen den Staat erhoben worden waren, wurden vom Verfassungsgericht mit Urteil Nr. 252/2013 für unzulässig erklärt. Die Provinz hatte nicht so sehr die angebliche Unrechtmäßigkeit der Eröffnung der Erhebungen von Seiten der regionalen Staatsanwaltschaft über die Verwendung des Sonderfonds des Landeshauptmanns eingewandt, sondern vor allem deren nachfolgende Ausweitung auf alle Jahre abgesehen vom Jahr 2011. Das Verfassungsgericht erklärte in Annahme einer einleitenden Einrede der Staatsanwaltschaft die Rekurse für unzulässig, da sie diese als Anfechtungsmittel gegen einen Ermittlungsakt ungeeignet waren und da die Provinz ihre Gründe vor dem Rechnungshof hätte geltend machen können, was aber nicht geschehen ist. Mit Bezug auf diese Konflikte und ihren für die Autonome Provinz negativen Ausgang erscheinen zwei Überlegungen angebracht, davon eine historischer und die andere statistischer Natur: Historisch bedeutend sind die mit Urteil Nr. 252/2013 abgeschlossenen Verfahren insofern, dass es das erste Mal in der Geschichte der Konflikte zwischen Subjekten war, dass die Gerichtsbehörde persönlich zur Verteidigung der Rechtmäßigkeit ihrer Tätigkeit eingegriffen hat(117). Bis zum Jahr 2004 konnte eine Gerichtsbehörde, die von einem Konflikt zwischen Staat und Region betroffen war, nur mit einer etwaigen Verteidigung von Seiten des Präsidiums des Ministerrats rechnen. Unter dem statistischen Blickwinkel sind die beiden gegenständlichen Konflikte hingegen nur die letzten von einer langen Reihe von Zuweisungskonflikten, die von der Autonomen Provinz Bozen gegen den Staat wegen angeblich rechtswidrigen Verhaltensweisen von Seiten der Staatsorgane eingeleitet und die vom (117) Im Verfahren, das mit Urteil Nr. 2/2007 abgeschlossen wurde, wurde das Kassationsgericht gemeinsam mit dem Präsidium des Ministerrats von der Staatsadvokatur vertreten. 44 Verfassungsgericht für unzulässig oder unbegründet erachtet worden sind(118). Da in allen diesen Fällen die Landesregierung sich nicht von der internen Anwaltschaft hat verteidigen lassen, sondern von verwaltungsexternen Anwälten, stellt sich die Frage, wie hoch die Gesamtkosten dieser Verfahren für die Gemeinschaft sind. Mit Beschluss Nr. 323/2013 erklärte das Verfassungsgericht schließlich das Erlöschen des Verfahrens über die Zulässigkeit des Konflikts zwischen Staatsgewalten, das diese regionale Staatsanwaltschaft mit Rekurs gegen das Präsidialamt des Präsidenten der Republik eingeleitet hatte. Dieser Rekurs hatte nichts mit den Gegebenheiten anlässlich der Erhebungen über die Verwendung des Sonderfonds zu tun, sondern war auf Grund von öffentlich vom ehemaligen Landeshauptmann Südtirols vor den Medien abgegebenen Erklärungen eingeleitet worden, wonach dieser dem Staatspräsidenten „in privater Form“ ein Promemoria ausgehändigt und veranschaulicht hätte, das darauf ausgerichtet war, bei der Führungsspitze des Rechnungshofs mit Bezug auf frühere Ermittlungen der regionalen Staatsanwaltschaft einzugreifen. Die regionale Staatsanwaltschaft hat es für angebracht erachtet, ihren Rekurs zurückzuziehen, um das Aufkommen institutioneller Konflikte zwischen den Staatorganen zu vermeiden, die übrigens durch fragwürdige Verhaltensweisen von Seiten eines nicht staatlichen Organs wie dem Landeshauptmann bedingt waren. 7. DIE MEDIEN Die Beziehung zwischen der Justiz und den Medien ist zusammen mit dem Medienpluralismus ein empfindlicher Kernpunkt, der zudem den Grad an Demokratie eines Landes misst. Das ist hier sicherlich nicht der geeignete Ort, um diese Themen anzusprechen, doch möchte ich trotzdem einige Anmerkungen - die Tätigkeit der Staatsanwaltschaft betreffend – anbringen. (118) Siehe hierzu die Urteile Nr. 60/2013, 71/2013, 252/2013, 340/2011, 72/2010, 259/2010, 129/2009, 235/2008, 438/2007. 45 Persönlich bin ich ein Verfechter der Idee, dass die Richterschaft nur durch ihre Verfügungen sprechen sollte. Die Verfassung selbst schreibt das vor, denn sie verlangt, dass alle Maßnahmen begründet sein müssen(119). Leider werden jedoch die gerichtlichen Verfügungen nicht immer gelesen zumindest nicht mit der nötigen Aufmerksamkeit. Ich könnte zahlreiche Fälle auflisten, von denen einige wirklich aufsehenerregend sind, in denen Akte der regionalen Staatsanwaltschaft zuerst und dann jene der Rechtsprechungssektion nach ihrer Hinterlegung als solche aufgehört haben zu existieren, um in der Gerichtsberichterstattung völlig andere Inhalte und eine andere Identität anzunehmen. Ich bin mir über die Schwierigkeiten im Klaren, die jener hat, der unter Zeitdruck steht, auf verschiedenen Fronten tätig ist und nicht immer leicht verständliche Gerichtsbegründungen in wenigen Zeilen wiedergeben muss. Doch wie es Aufgabe des Richters ist, den technischen Charakter mit größter Ausdrucksklarheit zu verbinden, so ist es Aufgabe des Gerichtsreporters, stets bei der Darstellung der Fakten (in unserem Fall des effektiven Inhalts des Gerichtsakts) so wahrheitsnah wie möglich zu sein. Eine Berichterstattung, die sich nicht an diese Prinzipien hält, schadet nicht nur den Bürgern, denen die zur korrekten Meinungsbildung notwendigen Kenntnisse entzogen werden, sondern begünstigt zudem diejenigen, die durch systematische Desinformation nur auf die Delegitimierung der Rechtmäßigkeitskontrollorgane ausgerichtet sind. 8. Zum Abschluss Abschließend möchte ich noch das Thema wiederaufnehmen, von dem ich ausgegangen bin, nämlich die Beziehung zwischen Autonomie und Legalität. Wie ich einleitend bedeutet habe, hat die Tätigkeit dieser Staatsanwaltschaft - auch dank dem entscheidenden Beitrag der Rechtsprechungssektion - in den letzten Jahren gewiss geholfen, das Verantwortungsbewusstsein (119) Vgl. Art. 111 der Verfassung. 46 in der Pflege der öffentlichen Sache zu stärken. Trotz der gegen die Staatsanwaltschaft gerichteten, oft instrumentalisierten und nicht sehr objektiven Anklagen hat sie positive Resultate nicht nur oder nicht so sehr in Form von Verurteilungen in verschiedenen Verantwortungsbereichen erzielt, sondern auch in Form einer langsamen, kontinuierlichen Anpassung an die Gesetzmäßigkeitsgrundsätze, die die Staatsanwaltschaft verfolgt. Dabei beziehe ich mich nicht nur auf die Verwaltungstätigkeit sondern auch auf die Änderung von Rechtsvorschriften in Folge verschiedener Erhebungen der regionalen Staatsanwaltschaft. So war es im Falle der Untersuchung über die Amtsleiter der Gemeinde, die nicht den vorgeschriebenen Hochschulabschluss vorweisen konnten, was den Gesetzgeber auf regionaler Ebene dazu geführt hat, die vorhergehende Gesetzesvorschrift zu überdenken, und die Gemeinde dazu, eine neue Gemeindeverordnung zu erlassen. So war es auch im Falle der Erhebungen über die Auftragsvergabe zu Gunsten ehemaliger Landesbediensteter, die die betroffene Landesregierung dazu bewegt haben, eine Durchführungsverordnung in Sachen Unvereinbarkeit zu erlassen, die seit fünfzehn Jahren ausständig war. So war es schließlich bei den Erhebungen über die Verwendung des Sonderfonds, die den Landesgesetzgeber dazu bewegt haben, eine Vorschrift aufzuheben, die er zwanzig Jahre zuvor erlassen hatte und dessen Sinn auf einmal niemand mehr zu verstehen schien(120). (120)Siehe hierzu die Erklärungen des ehemaligen Landeshauptmanns vor dem Landtag am 7. März 2013 (“Verehrte Kolleginnen und Kollegen! Es ist so, dass es seit 1973, seit ich in der Politik bin, unter Magnago und auch später, immer so gewesen ist, dass der Sonderfonds verwendet worden ist. Früher gab es überhaupt keine Regelung. Ich kann mich noch erinnern, dass sich Benedikter dieses Geld auf sein Konto überwiesen ließ und er es dann so, wie er geglaubt hat, ausgegeben hat. Es ist heute noch so. Wenn Sie heute nach Trient oder in andere Gebiete im nördlichen Bereich gehen, dann wird dort gesagt, dass der Sonderfonds dem betreffenden Landeshauptmann oder den Landesräten zur Verfügung stehe und dass sie es so ausgeben würden wie sie glauben. Bisher war es so, dass jedes Jahr der Landtag mit Gesetz - 1994 ist dies erst eingeführt worden – festgelegt hat, dass ein Betrag für den Repräsentationsfonds und ein anderer für den Sonderfonds zur Verfügung steht. Der Sonderfonds ist aber nicht geregelt worden, das heißt, jeder hat das entsprechende Geld in der Form, wie er es geglaubt hat, ausgegeben, und zwar im Zusammenhang mit seinem Amt, das er bekleidet hat. Es ist aber nicht gesagt worden, wie es ausgegeben werden konnte bzw. sollte. Jeder hat, ob Landtagspräsident oder auch nicht, eine Spende irgendjemandem gegeben oder alles überwiesen, weil er Meinung war, dass es so richtig wäre. Der andere ist hergegangen und hat den Verbänden und Vereinen irgendeinen Beitrag gegeben und hat geglaubt, dass es so richtig wäre. Wieder ein anderer hat es irgendwie auch für Essen und Empfänge ausgegeben, weil er der Meinung war, dass es so richtig wäre. Jeder hat es auf seine Art und Weise ausgegeben, weil es für den Sonderfonds keine klaren Regeln gab. Ich bin froh, wenn jetzt klare Regeln eingeführt werden, damit jeder weiß, wie der Sonderfonds zu verwenden ist. Was ich in der gesamten Aktion auszusetzen habe ist, dass der Rechnungshof – in den letzten Jahrzehnten hat man eine Praxis angewendet, die von allen mehr oder weniger geteilt worden ist -, der alle Jahre die Abrechnung des Landes überprüft hat, auf einmal auch den Sonderfonds und den Repräsentationsfonds überprüft hat. Wenn man uns dies gesagt hätte, dann hätte man vielleicht bereits früher klare Regeln aufstellen können“). 47 All diese Gesetzesänderungen haben sich in die Richtung einer zunehmenden Transparenz der Verwaltungstätigkeit bewegt und wären ohne die Tätigkeit der Staatsanwaltschaft des Rechnungshofs wahrscheinlich nicht zustande gekommen. Nur die Politik kann ihre Mängel wettmachen, und es können und dürfen der Richterschaft nicht unangemessene, kathartische oder moralisierende Funktionen übertragen werden, die ihr nicht obliegen. Die Duldung von Verhaltensweisen, die außerhalb des gesunden Menschenverstands und nicht nur des Gesetzes liegen, ist jedoch unzumutbar. Unter diesem Aspekt begleitet sich der jüngste Wechsel in der Führung der Autonomen Provinz Bozen mit positiven Zeichen, mit einem Bruch mit der Vergangenheit, Kontinuität aber in auch der mit einigen besorgniserregenden latenten Unduldsamkeit Symptom gegenüber von den Rechtmäßigkeitskontrollen von Seiten eines dritten, unparteiischen Organs wie die regionale Staatsanwaltschaft. Bedenken erwecken einige Aussagen des neuen Landeshauptmanns Arno Kompatscher, wonach der Rechnungshof sich auf beratende und richtungsweisende Funktionen beschränken und nur dann eingreifen solle, wenn es sein müsse(121). Laut geltendem Recht ist die Staatsanwaltschaft des Rechnungshof aber in voller Autonomie und beim Vorliegen der Voraussetzungen verpflichtet, Haftungsklage einzuleiten. Abgesehen davon wäre es wünschenswert, dass die öffentlichen Verwaltungen und an erster Stelle die Autonome Provinz Bozen der Staatsanwaltschaft nicht nur Schadensmeldungen über alles in allem geringfügige Sachverhalte zukommen ließen (wie z.B. Dellen an PKWs oder verschwundene Motorsägen), sondern auch über Gegebenheiten von größerer finanzieller Auswirkung oder Relevanz, an denen es wohl nicht fehlt(122). Persönlich bin ich aber auf jeden Fall davon überzeugt, dass durch den Dialog zwischen den Institutionen, geprägt durch intellektuelle Ehrlichkeit, die notwendige Bescheidenheit und gegenseitigen Respekt für die verschiedenen Rollen und Gesichtspunkte, in Zukunft zunehmend positive Resultate für die Bürger und ihre (121)Siehe Interview, veröffentlicht am 24. Oktober 2013 im Alto Adige. (122)Man bedenke z.B., dass mit Bezug auf die Strom-Affäre, in dem die Autonome Provinz Bozen selbst von enormen Schäden ausgegangen ist, der regionalen Staatsanwaltschaft keine Schadensmeldung erstattet wurde. 48 Bedürfnisse erzielt und schädigende, sterile Kontraste vermieden werden können. Herr Präsident, in der Hoffnung, dass das kommende Jahr dazu beitragen wird, den Gesetzmäßigkeitsgrundsatz, welcher auch die Grundlage der Autonomie darstellt, zu festigen, bitte ich Sie, das Gerichtsjahr 2014 für eröffnet zu erklären. *.*.* Tätigkeit der Regionalen Staatsanwaltschaft Bozen in Zahlen - 2013 STAND DER ERMITTLUNGSVERFAHREN Anzahl Am 31. Dezember 2012 anhängige Ermittlungsverfahren 271 Im Jahr 2013 eröffnete Ermittlungsverfahren 358 Beschlüsse zur Archivierung 253 davon 5 Archivierungen nach erfolgter Stellungnahme Klageschriften 5 Am 31. Dezember 2013 anhängige Ermittlungsverfahren TÄTIGKEIT IN DER ERMITTLUNGSPHASE UND IM HAUPTVERFAHREN Ermittlungsanträge Anzahl 90 Beauftragungen von Finanzwache und Carabinieri 6 Aufforderungen zur Stellungnahme 8 Anzahl der Personen, die eine Aufforderung zur Stellungnahme erhalten haben 15 Persönliche Anhörungen 14 Anträge auf Verlängerung der Fristen 5 Klageschriften 5 Klagen auf Fortführung 2 Berufungen 2 Beschlagnahmen 1 VERFAHREN VOR DEM VERFASSUNGSGERICHT Anzahl Einlassungsschriftsätze 2 Eingaben zur Veranschaulichung 2 Eingewandte Zuweisungskonflikte 1 49 371 Klageschriften der Regionalen Staatsanwaltschaft im Zeitraum 2003 – 2013 Jahr Klageschriften 2003 10 2004 10 2005 9 2006 22 2007 22 2008 17 2009 15 2010 24 2011 12 2012 25 2013 7 (davon zwei auf Fortführung) 50