79Da dentro - Fondazione Architettura Alto Adige

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79Da dentro - Fondazione Architettura Alto Adige
turrisbabel
Trimestrales Mitteilungsblatt der Stiftung der Kammer der Architekten, Raumplaner, Landschaftsplaner, Denkmalpfleger der Autonomen Provinz Bozen
Euro 8,00 Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 numero 47) art. 1, comma 1, DCB Bolzano In caso di mancato recapito, rispedire all’ufficio di Bolzano C.P.O. per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere il diritto fisso Taxe Perçue
Notiziario trimestrale della Fondazione dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia Autonoma di Bolzano
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Von innen
Da dentro
turrisbabel
Von innen / Da dentro
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Titelseite / Copertina:
Haus D bei Brixen
Foto © Matteo Piazza
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Le finestre dell’architettura sono spesso cieche
Carlo Calderan
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Haus D bei Brixen
Pauhof Architekten
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Ein neues Bürogebäude für Barth Innenausbau in Brixen
weber + winterle
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Erker, storia di un dispositivo architettonico
Emily Guerra e Matteo Torresi
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Prima, “parole nel vuoto” di Adolf Loos, ora, trampolini per turisti
Cristina Vignocchi
38
Punti di vista
Barbara Breda
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Aussichtsplattform Top of Tyrol
astearchitecture
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Il sistema dei “Percorsi Turistici Nazionali” norvegesi
Janika Kampevold Larsen
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Planungswettbewerb zum Bau eines neuen Firmensitzes der Firma Elpo
Gertrud Kofler
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Impressum / Colophon
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Juni Giugno 2009
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Carlo Calderan
Editorial
Editoriale
Foto Alessandra Chemollo
Le finestre dell’architettura
sono spesso cieche
Diamo grande importanza al modo con cui
condizione di luce a dividerli o meglio la
disponiamo le finestre sui muri dei nostri
luce non entra più dalla finestra; è ovunque
edifici, sia esso ordinato o frutto di una
ed illumina artificialmente ogni cosa.
controllata gratuità, ed in quest’ultimo caso
Le finestre aperte di queste fotografie ci
lasciamo spesso intendere che siano sottili
restituiscono lo stupore per l’immanenza
ragioni interne a scompaginarle. Ma sce-
dell’esterno. Non hanno la fissità delle
gliamo davvero con cura cosa far vedere
finestre-quadro appese alle pareti, come
alle nostre finestre? Sono rare le rappre-
le finestre contrapposte di Villa Malaparte,
sentazioni dell’interno verso l’esterno che
o delle finestre-tappezzerie, come la parete
ci spiegano come lo spazio racchiuso si
mancante di Villa Tugendhat, sostituita da
connetta con quello aperto. Il fotografo
un panorama senza profondità. Sono in-
d’architettura chiamato a riprodurre uno
quadrature accidentali, poiché nessun pro-
spazio interno, per catturarne la penombra,
gettista le ha scelte, non puntano verso
allunga i tempi d’esposizione e lascia in
nessun fuoco e sezionano arbitrariamente
genere che la luce bruci lo spazio della
l’intorno. L’analogia usuale tra finestra e
finestra. L’esterno svanisce così in un chia-
quadro è limitante poiché non considera
rore abbagliante in cui intravediamo sagome
lo spazio che le sta davanti, l’interno da cui
indistinte e leggermente mosse, si “sente”
guardiamo e la libertà di movimento del-
ma non si vede. Che l’architettura non sia
l’osservatore in questo spazio. La finestra
solo un oggetto da guardare da fuori, ma
come dispositivo ottico ha infatti più a che
una cavità, il luogo da cui noi guardiamo
fare con la cinepresa che con la macchina
il mondo e le finestre siano in primo un
fotografica: è una maschera che si muove
dispositivo ottico, ce lo mostra una serie
reagendo al nostro movimento. I confini
di fotografie di Alessandra Chemollo. In
di ciò che inquadra sono per questo incerti
“internofuori” inquadra lo spazio urbano
e mai definitivi. Lo spazio esterno eccede
mestrino da dentro, scegliendo come punto
sempre i limiti del quadro ma basta un
di vista le stanze delle abitazioni che lo
passo dell’osservatore per spostare la so-
compongono. Da un tavolo, dalla ringhiera
glia del fuori campo: come nel cinema nes-
di un balcone, dal bracciolo di una poltrona
suna inquadratura è fissa del tutto.
lo sguardo si muove allo spazio contenuto
L’esterno “scuote” l’interno, esso va allonta-
in una finestra, senza che nessuna tenda
nato a distanza di sicurezza e irrigidito in
s’interponga a togliere contrasto alla vista
panorami stabili. Più è lontano il soggetto
e ad allontanare l’esterno. Dentro e fuori
inquadrato, più l’immagine rimarrà, nono-
collimano, sono spazi con la stessa affollata
stante i nostri movimenti nello spazio inter-
densità d'oggetti, non c’è più differenza di
no, però costante. Per questo motivo gli
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sguardi dell'architettura moderna cancella-
è la stanza che è diventata nel suo insieme
no spesso il primo piano: basti pensare a
l’imbotto della finestra o se vogliamo la
Le Corbusier, alla finestra a nastro rivolta
cornice del quadro. L’impressione di trovarci
alla riva opposta del lago di Ginevra, nella
in una stanza-cornice è rafforzata dalla
casa per i genitori, o ai parapetti dell’attico
forma ad imbuto della sala che esaspera la
Beisteguì che a Parigi lasciano intravedere
distanza dell’apertura spostandola sul fondo
solo pochi monumenti della città. È la stessa
di un cannocchiale. Oltre il vetro-lente i
strategia selettiva messa in atto in tempi
quattro piani che chiudono la stanza prose-
più recenti da Wespi e de Meuron nella villa
guono all’esterno e si tingono dello stesso
da loro progettata a Brione, sopra Locarno.
colore della facciata, dando l’illusione di
Per conquistare alla casa un rapporto esclu-
un varco scavato in un’improbabile massa
sivo con il paesaggio della piana di Maga-
muraria verde smeraldo.
dino, decidono di cancellarne l’intorno, una
densa ed eterogenea urbanizzazione a case
Die Art und Weise, wie wir die Fenster an den
unifamiliari. Grazie ad una radicale e quasi
Außenflächen unserer Bauten anordnen, ist für
crudele selezione delle aperture, riescono a
uns von großer Bedeutung, egal ob die Anordnung
renderlo pressoché invisibile. Il controllo
nun regelmäßig ist oder das Ergebnis eines kon-
delle visuali e la loro messa in scena lungo
trollierten Zufallsprinzips, wobei wir in letzterem
i percorsi domestici è assoluto: lasciata alle
Falle häufig so tun, als ob sehr subtile Ursachen
spalle la città si entra nello spazio a doppia
der scheinbar ungeordneten Komposition zugrun-
altezza del garage e da qui seguendo un
deliegen würden. Machen wir uns aber wirklich
fascio di luce che ci illumina di spalle si
auch Gedanken darüber, was unsere Fenster
sale ad una corte murata. Al termine della
„sehen“? Es gibt nur wenige Beispiele des Zusam-
scala quasi a ridosso di un muro siamo
menspiels von Innenraum und Außenraum, in
costretti a girarci, in un angolo della corte
denen sichtbar wird, wie der eingeschlossene
si apre un varco, ma un setto murato occlu-
Raum mit dem offenen Raum außen in Beziehung
de ancora la vista. Dobbiamo spostarci fino
tritt. Der Architekturfotograf, der einen Innenraum
all’asse dell’apertura per poter guardare
fotografieren soll, wählt eine lange Verschlusszeit,
all’esterno: una porta senza uscita però che
um den Innenraum abzubilden, und lässt in der
si apre sulla piscina ed inquadra, oltre lo
Regel zu, dass das Licht die Fensterflächen über-
specchio d’acqua, il Monte Ceneri. Non ci
strahlt. Der Außenraum löst sich dabei in einem
rimane allora che girarci dall’altra parte:
strahlenden Lichtschein fast völlig auf, nur unklare
attraverso la parete vetrata della cucina
Konturen bleiben noch erkennbar, man ahnt mehr
s’intravede l’unica altra apertura della
als man wirklich sieht. Alessandra Chemollo zeigt
villa, che vista dalla corte, di taglio, permette
in ihren Fotoaufnahmen, dass Architektur nicht nur
allo sguardo di distendersi verso occidente
etwas von außen zu Betrachtendes ist, sondern
fino al Lago Maggiore. Guidati da questa
auch ein Hohlraum, aus welchem wir die Welt
finestra si entra in casa. Più raro è il caso in
betrachten, und dass Fenster in erster Linie opti-
cui questo sguardo selettivo sia applicato
sche Hilfsmittel sind. In ihrer Fotoserie „interno-
in un contesto urbano e in un edificio non
fuori“ rahmt sie den urbanen Raum Mestres ein,
abitativo. Bergmeister e Schwienbacher, nella
indem sie als Standort für ihre Aufnahmen Innen-
nuova sede degli uffici della ditta Barth, co-
räume von Wohnungen auswählt, die diesen
struiscono un’architettura di fotogrammi
städtischen Raum bilden. Von einem Tisch, einem
che lungo un percorso spiega la particolarità
Balkongeländer, von der Armlehne eines Sessels
del luogo senza eluderne alcun aspetto,
schweift der Blick zum begrenzten Ausschnitt
dalla parete del vecchio stabilimento, ai lu-
eines Fensters, ohne jeglichen Vorhang, der den
cernari delle officine, al vicino degli anni 70’.
Kontrast verringern und den Außenraum in die
Nella sala riunioni al primo piano la tra-
Ferne rücken würde. Innen und Außen stimmen
sformazione dello spazio in camera ottica è
überein, beides sind Räume mit derselben Dichte
completa. Entrando ci troviamo di fronte
an Objekten, es gibt keinen Helligkeitsunterschied
ad un quadro, una vista delle pendici bo-
mehr, der sie trennen würde, das Licht scheint
scose della Plose oltre le chiome di un
nicht durch das Fenster nach innen zu dringen, es
gruppo d’alberi lungo il fiume. La finestra
ist überall und erhellt jeden Gegenstand. Die ge-
ha la dimensione della stanza, ma non può
öffneten Fenster dieser Fotoaufnahmen lassen uns
essere considerata solo una parete mancante,
über das staunen, was dem Außen innewohnt.
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Sie haben nicht die Starrheit jener Fenster, die wie
bruch, aber eine Mauerscheibe versperrt noch
Gemälde an den Wänden hängen, wie die gegen-
die Sicht. Wir müssen uns bis in die Achse der
überliegenden Fenster der Villa Malaparte, oder
Öffnung bewegen, um ins Freie sehen zu können:
der Fenster, die wie Tapeten aussehen, wie die
eine Tür ohne Ausgang, die sich aber in Richtung
fehlende Wand der Villa Tugendhat, ersetzt durch
Schwimmbecken öffnet und zusammen mit dem
einen Ausblick ohne räumliche Tiefe. Es sind zu-
Wasserspiegel den Monte Ceneri einrahmt.
fällige Einrahmungen, die kein Planer gewählt hat,
Nun sind wir gewzungen, uns umzudrehen und
sie sind auf kein bestimmtes Ziel gerichtet und sie
durch die Glaswand der Küche sehen wir die ein-
zerteilen ihr Umfeld auf sehr willkürliche Weise.
zige zusätzliche Öffnung der Villa, die es erlaubt,
Die häufig zitierte Analogie von Fenster und
den Blick aus dem Hof in schräger Richtung nach
Gemälde ist unzureichend, weil sie nicht den
Westen bis zum Lago Maggiore schweifen zu
Raum davor berücksichtigt, den Innenraum, aus
lassen. Dieses Fenster geleitet uns dann ins Haus.
welchem wir hinausschauen, und die Bewegungsfreiheit des Betrachters in diesem Raum. Das
Fenster als gleichsam optisches Instrument ist
einer Filmkamera nämlich ähnlicher als einer Fotokamera: es ist eine Maske, die sich bewegt, indem
sie auf unsere Bewegung reagiert. Deshalb sind
die Bildbegrenzungen immer etwas vage und nie
exakt definiert. Der Außenraum reicht immer über
die Bildbegrenzung hinaus und mit einem Schritt
kann der Betrachter diese Schwelle der Bildbegrenzung verschieben, wie im Kino gibt es keine
absolut fixe Einstellung. Der Außenraum „bewegt“
den Innenraum, man kann ihn auf sichere Distanz
Foto Alessandra Chemollo
wegschieben und man kann ihn in feste Ausblicke
Ungewöhnlicher ist das Beispiel, in dem dieser
fassen. Je weiter das eingerahmte Motiv entfernt
selektive Blick in einem urbanen Kontext und
ist, desto ruhiger bleibt das Bild stehen, trotz
nicht in einem Wohngebäude angewandt wird.
unserer Bewegungen im Innenraum. Aus diesem
Im neuen Bürositz der Firma Barth konstruieren
Grund blenden die Ausblicke der modernen Archi-
Bergmeister und Schwienbacher eine Architektur,
tektur häufig den Vordergrund aus, man denke nur
die aus Bildern besteht, die entlang eines Par-
an Le Corbusier, an das Fensterband im Haus der
cours in umfassender Weise die Besonderheit des
Eltern, welches auf das gegenüberliegende Ufer
Ortes erzählen, von der Mauer der alten Nieder-
des Genfer Sees ausgerichtet ist, oder an die
lassung über die Oberlichten der Werkstätten bis
Brüstungen der Dachwohnung Beisteguì in Paris,
zum Nachbarn aus den siebziger Jahren. Im Sit-
die nur den Blick auf wenige Monumente der
zungssaal des ersten Obergeschosses findet diese
Stadt freigeben. Dieselbe selektive Strategie
Transformation des Raumes ihre Vollendung.
erkennen wir in der Villa, welche Wespi und de
Wenn wir ihn betreten, stehen wir vor einem Bild,
Meuron kürzlich in Brione oberhalb von Locarno
einer Ansicht der bewaldeten Hänge der Plose und
geplant haben. Um dem Haus einen exklusiven
im Vordergrund die Wipfel einer Baumgruppe am
Landschaftsbezug zur Ebene von Magadino zu
Flussufer. Das Fenster entspricht in seinen Ab-
verschaffen, blenden sie bewusst die umliegende
messungen dem Raum, kann aber nicht bloß als
Siedlungsstruktur aus, eine dichte und uneinheit-
fehlende Raumwand verstanden werden, es ist
liche Ansammlung von Einfamilienhäusern. Durch
vielmehr der Raum, der zur Einfassung des Fens-
eine radikale und beinahe brutale Selektion der
ters geworden ist oder – wenn man so will – zum
Öffnungen gelingt es ihnen, das unmittelbare
Rahmen des Bildes. Der Eindruck, vor einem
Umfeld so gut wie unsichtbar zu machen. Das
Raum-Rahmen zu stehen, wird noch durch die
Resultat ist eine absolute Kontrolle der Sichtachsen
Trichterform des Raumes verstärkt, welche die
und deren rigorose Inszenierung entlang der
Öffnung in die Ferne rückt, als ob man sie durch
Wegverläufe im Haus: Man lässt die Stadt hinter
ein Fernrohr betrachten würde. Jenseits der Glas-
sich und betritt den doppelgeschossigen Raum der
scheibe verlängern sich die vier Begrenzungs-
Garage, von dort folgt man einem Lichtband und
flächen des Raumes nach außen und sind in der
steigt hoch zu einem gemauerten Hof. Am Ende
Farbe der Fassade gestrichen, sie erwecken so
der Treppe ist man gezwungen sich umzudrehen,
den Eindruck eines Durchgangs, der durch eine
und in einer Ecke des Hofes öffnet sich ein Durch-
smaragdgrüne Mauermasse gegraben wurde.
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In queste pagine:
Villa a Brione sopra
Locarno progettata dagli
architetti Markus Wespi
e Jérôme de Meuron
(foto: Hannes Henz)
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Nelle pagine seguenti:
Sala riunioni della ditta
Barth di Bressanone
degli architetti Gerd
Bergmeister e Christian
Schwienbacher
(Foto: Alberto Weber)
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Text von Pauhof Architekten
PAUHOF Architekten
Michael Hofstätter
Wolfgang Pauzenberger
Haus D bei Brixen
Manfred Alois Mayr
Das Haus D ist ein Einfamilienhaus mit
unmittelbare Nachbarschaft ausgeblendet
einer integrierten Studiogalerie. Gebaut an
bleibt. Die spiralenförmige Zirkulation
einem steilen Hang, verwebt es sich mit der
manifestiert sich im schwebenden Verlauf
unmittelbaren Umgebung und bezieht sich
des Dachkörpers (eine mehrfach gekrümm-
gleichzeitig auf die weiter entfernte Berg-
te Holzkonstruktion), welcher der Kurve
landschaft. Einerseits liegt es eingebettet im
des nördlich offenen Atriums folgt, sich
suburbanen Siedlungsgebiet, andererseits
dabei nach oben windet, auf der Schlafzim-
definiert es sich als Endpunkt eines nach
merfassade auflagert und dann als eine
Süden hin offenen Weinbergs. Verstärkt wird
sich verjüngende Pergola im Weinberg aus-
diese Ambivalenz durch die vorhandene,
läuft. Vier Geschosse mit jeweils eigenem
im Osten verlaufende Natursteinmauer, die
Charakter prägen das Raumkontinuum.
weit ins offene Gelände hinausstrebt. Die
Das unterste Geschoss beherbergt die
organisch geschwungene Mauer – eine für
halböffentliche Studiogalerie, farbneutral in
den gesamten Westhang charakteristische
Sichtbeton, über ein Seitenlicht und an der
Michael Hofstätter (geb.1953)
Linie – bestimmt in Ergänzung mit der Stein-
Hangseite über ein Oberlichtband mit
und Wolfgang Pauzenberger
begrenzung der Grundstückszufahrt und
Tageslicht versorgt. Mittels einer breiten,
PAUHOF Architekten.
der Schleife der Hangstraße die spezifische
halb innen, halb außen gelegenen Beton-
Das Architekturbüro PAUHOF
Situation. Wir konzipierten das Haus D daher
stiege erreicht man den Hauseingang.
als eine Art Gelenk, das über den steilen
Dieser führt in die zweigeschossige Studio-
Experimente, beteiligt sich
Hang hinweg die vorhandenen Elemente
bibliothek mit dem Arbeitsplatz der Dame
an Wettbewerben, national
verbindet. Der Aufbau, also der Schnitt des
des Hauses und der dahinter liegenden
Ausstellungen und solcher
Hauses bzw. dessen Grundriss, resultiert
Glaswand mit Blick in die Galerie. Um den
Gestaltung. Sie bauen
aus dem ungewöhnlichen Grundstückzu-
viertelkreisförmigen Luftraum der Galerie
PAUHOF Architekten
(geb.1955) gründen 1986
entwirft urbanistische Studien, wagt architektonische
wie international, bearbeitet
Architekturen.
schnitt. An der Südseite schließt das Ge-
gruppieren sich die Kinderzimmer, das
Manfred Alois Mayr
bäude in voller Länge an die Baufluchtlinie
Gästezimmer und die Serviceräume. Ent-
(geb. 1952) arbeitet im
an und staffelt sich über vier Ebenen hoch
lang der vertikalen, alles tragenden Beton-
kunst und Baukunst.
(Gefälledifferenz etwa 12 m). Ansonsten
scheibe führt der Weg auf einer weiteren
Der Künstler thematisiert
folgt die abgerundete Grundrisskontur, in
Treppe nach oben zur eigentlichen Haupt-
etwas abstrahierter Form, der Grundstücks-
ebene des Hauses. Dort befindet sich die
analysiert Farbexistenzen
begrenzung. Die innere Raumstrukturierung
einzige größere zusammenhängende,
und Materialkörper formal,
spiegelt in einer artifiziellen Form die spezi-
ebene Fläche in Verbindung mit zwei direkt
und kulturhistorisch. Er be-
fische topografische Situation. Alle Blicke
angrenzenden Terrassenflächen. Auf dieser
treibt eine Studiowerkstatt
sind so inszeniert, dass möglichst viel von
Ebene öffnet sich das Haus horizontal, um-
der noch intakten Landschaft rundum ein-
schließt eine Art Atrium mit zueinander
gefangen wird bzw. die weniger attraktive,
offenem Wohn- und Essbereich, der Küche
Spannungsfeld von Bild-
(Farb-)räume zwischen
Oberfläche und Konstrukt,
geographisch, soziologisch
in Bozen und lebt in Meran.
Fotos Matteo Piazza
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1 Lageplan
1 Straße
2 Eingang zum Innenhof L0
3 Innenhof L0
4 Haupteingang L+1
5 Atrium L+2
6 Küchenterrasse L+2
7 Kleine Terrasse L+2
8 Terrasse L+3
9 Garten
Fotos Matteo Piazza
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und dem Elternschlafzimmer. Die geringe
die Deckenverkleidungen im Atriumge-
Raumhöhe (2,44 m) und die schwarze Holz-
schoss bestehen aus geflämmten Eichen-
stabdecke (wie an der Fassade) verweisen
stäben. Die Atmosphäre der Innenräume
nach außen. Ein eineinhalb Meter hohes
definiert sich stark über die Materialien:
Bandfenster durchschneidet unmittelbar
Eichenholz geölt, gebrochene Naturstein-
unter der Decke das halbe Haus und öffnet
platten, Sichtbeton (mitunter scharriert),
einen 180°-Panoramablick auf die Berg-
schwarzer Terrazzoboden, flaschengrünes
welt. Im vierten Geschoss gibt es in einer
Glasmosaik, Sisalwände, … Farben und
abgehobenen Holzbox noch einen intimen
Materialien haben in ihrem Zusammenspiel
Raum, eine Art Stube. Zur Konstruktion
eine ganz spezifische Bedeutung für dieses
des Hauses: Es wurde Beton in den Berei-
Haus und wurden in einer inspirierenden
chen unter der Erde bzw. für die vertikalen,
Kooperation mit dem Künstler Manfred
tragenden Scheiben verwendet, Holz für
Alois Mayr bereits in einem frühen Stadium
alle von außen sichtbaren Volumen ab dem
des Entwurfes als wesentliches Gestaltungs-
ersten Geschoss. Alle Außenfassaden und
element einbezogen.
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6
7
5
8
4
9
2
3
1
1
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9
6
5
8
3
7
4
2 Grundriss Ebene 0
1 Eingang zum Vorplatz
2
2 Aufgang zu L+1
3 Vorplatz
4 Garage
5 Studiogalerie
6 Galeriehof
7 Vorraum
8 Aufzug
9 Garten
1
2
6
5
4
9
5
4
3
8
2
7
3 Grundriss Ebene +1
1 Haupteingang
2 Halle
1
3 Büro
4 Kinderzimmer
5 Vorraum
6 Sauna
7 Gästezimmer
8 Garderobe
9 Luftraum
Fotos Matteo Piazza
3
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5
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4
8
3
2
1
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9
4 Grundriss Ebene +2
6
1 Esszimmer
2 Wohnzimmer
3 Atrium
10
4 Überdachte Terrasse
7
5 Kleine Terrasse
6 Küche
7 Küchenterrasse
8 Schlafzimmer
9 Treppe zum Medienraum
10 Treppe zur Halle
11 Treppe zur Garderobe
12 Treppe zum Garten
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5
6
4
1
2
3
5 Grundriss Ebene +3
1 Medienraum
2 Terrasse
3 Schwelle
4 Luftraum Atrium
5 Luftraum kleine Terrasse
6 Garten
Fotos Matteo Piazza
5
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10
11
9
7
8
6
5
3
4
2
1
6
6 Schnitt
1 Vorplatz
2 Garage
3 Keller
4 Halle
5 Garderobe
6 Luftraum
7 Essen / Wohnen
8 Ankleideraum
9 Terrasse
10 Medienraum
11 Garten
Fotos Matteo Piazza
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Fotos Matteo Piazza
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Planung
Elektroinstallation
PAUHOF Architekten
Electro Obrist GmbH,
(Michael Hofstätter /
Feldthurns
Wolfgang Pauzenberger),
Haustechnik
Wien (A)
Herman Heiztechnik, Vahrn
Kunst
Dichtungsarbeiten
Manfred Alois Mayr, Bozen
Bauplus, Bruneck
Projektteam
Spenglerarbeiten
PAUHOF Architekten und
Dachexpress, Gais
Barbara Kolb, Hendrik Seibel
Fliesenleger Paul Baum-
Statik / Bauleitung
gartner, Villanders
Ingenieurteam Berg-
Malerarbeiten Meistermaler
meister GmbH, Neustift
Heidegger & Holzmann OHG,
Planung Haustechnik
Vahrn
Energytech, Bozen
Holzfußböden
Baumeisterarbeiten
Mayrgündter, Bozen
Oberegger Ludwig &
Söhne OHG, Neustift
Holzbau
Damiani AG, Brixen
Metall- und Glasbau
Frey Metalltech GmbH,
Lienz (A)
Inneneinrichtung
Barth Innenausbau KG,
Brixen
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Zusammengestellt von weber + winterle
Christian Schwienbacher /
Gerd Bergmeister
Architekten
Ein neues Bürogebäude für
Barth Innenausbau in Brixen
Eine Produktionshalle aus den sechziger
jeder Arbeitsplatz ist anders. Die Büros in
Jahren, gerastert und vorgefertigt; erbaut
den oberen Geschossen sind Einzel- bzw.
von unserem Professor Othmar Barth. Die
Zweierbüros. Das neue Gebäude grenzt
Firma Barth ist heute bekannt für Hand-
sich vom bestehenden Produktionsbetrieb
werk auf höchstem Niveau, sie verarbeitet
durch einen verglasten Bereich ab, in dem
nicht nur alle möglichen Materialien, son-
die Treppe ins erste Obergeschoss führt.
dern bietet den Architekten auch eine umfassende Betreuung bei einer Bauaufgabe.
Intervista
Diesem individuellen Anspruch wurde
durch die Form des neuen Bürogebäudes
Il paesaggio visto da “dentro l’architettura” è un
Rechnung getragen. Entstanden ist ein
naturale tema del progetto moderno e contempora-
dreigeschossiges Gebäude, das sich inner-
neo. Le “viste” sul paesaggio possono condizio-
halb eines definierten Feldes frei artikuliert
nare le scelte progettuali ed allo stesso tempo le
und in den verschiedenen Geschossen den
forme dell’architettura possono evidenziare o
Rand dieses Feldes immer wieder berührt.
negare la percezione del paesaggio esterno. Tali
Die Grundform ist dabei ein Sechseck mit
strategie risultano ormai consolidate nei progetti
mehren „Armen“. Im Inneren wurden ver-
di ville posizionate in particolari contesti ambien-
schiedenste Materialien miteinander kom-
tali, è però meno diffuso che lo stesso atteggia-
biniert und zu einem Ganzen zusammenge-
mento sia applicato in costruzioni industriali o
fügt. Der Fußboden ist aus roh belassener,
artigianali come nel caso del progetto degli uffici
gebürsteter Eiche, die Wände und Möbel
della ditta Barth degli architetti Christian Schwien-
sind weiß, unterbrochen durch Elemente
bacher e Gerd Bergmeister. Ne parliamo con i
aus Stahl. Trennwände wurden teilweise
progettisti e con il committente Ivo Barth.
auch in Glas ausgeführt. Einfache Heraklith-
Foto Hertha Hurnaus
Platten an der Decke schlucken den Schall
turrisbabel Il vostro nuovo edificio è costituito da
und schaffen eine angenehme Akustik. Im
una serie di solidi sovrapposti che come delle
Erdgeschoss sitzen die Verwaltung, der
“braccia” sembrano animare la struttura. Ogni ele-
Empfang und ein Besprechungsraum. Ein
mento sporgente ed aggettante si conclude con
Regal zieht sich von hier bis ins Dachge-
una parete completamente vetrata che di fatto in-
schoss und zeigt Muster mit allen möglichen
quadra una vista del paesaggio circostante. La sede
Materialien und Oberflächen, ein buntes
di Barth si trova sul limite, verso il fiume, della
Sammelsurium, in das man natürlich auch
zona industriale di Bressanone, quindi gli affacci
von den oberen Geschossen immer wieder
sono molto diversi. La vista frontale guarda verso il
einsehen kann. Hier im Erdgeschoss gibt es
paesaggio naturale, il fiume ed i boschi che salgo-
offene Büros genauso wie geschlossene,
no lungo il pendìo, le viste laterali guardano verso
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gli edifici adiacenti di non particolare qualità, men-
e produzione. Nella nuova struttura sono situati
tre la vista opposta all’ingresso, al terzo piano si
gli uffici amministrativi, direzionali e commerciali,
affaccia sul tetto dello stabilimento. Com’è nata
oltre alle sale riunioni.
l’idea dell’edificio e quanto ha inciso la volontà di
turrisbabel La posizione isolata del vano scala
definire particolari viste del contesto?
permette di separare il nuovo volume dallo stabili-
Gerd Bergmeister Se guardiamo le piante dell’edi-
mento, ma allo stesso tempo può essere occasio-
ficio si può vedere che la struttura pur essendo
ne per indirizzare la vista del visitatore? Il grande
articolata è inserita in una forma regolare. Un ret-
vano scala tra primo e secondo piano è, nella
tangolo che si accosta alla forma regolare del ca-
prima parte, quasi una specie di teatro interno e
pannone preesistente.
costituisce il principale “quadro naturale” dell’edi-
Christian Schwienbacher La forma dell’edificio è
ficio. Gli spazi collettivi e quelli privati sono stati
libera ma di fatto limitata dal rettangolo. Su ogni
trattati in modo diverso?
lato i limiti degli elementi sporgenti, simili a delle
Christian Schwienbacher Le scale non sono
“braccia”, vanno a toccare i lati del rettangolo.
sovrapposte, la prima rampa funziona come corpo
Gerd Bergmeister Tutte le finestre hanno la stessa
di raccordo con l’esistente, mentre la seconda
dimensione, a parte quelle dei volumi sporgenti
rampa è posta al centro dell’edificio e con la gran-
dove la facciata è completamente vetrata. Queste
de vetrata permette la vista del paesaggio e della
grandi aperture permettono di inquadrare il pae-
Plose, il nostro “Hausberg”. Le due scale non costi-
saggio esterno o particolari importanti dell’edificio
tuiscono solamente un collegamento funzionale ma
preesistente, come ad esempio l’apertura del terzo
un percorso all’interno dell’edificio con una se-
piano che definisce la vista sul silos dove è pre-
quenza di viste sia esterne che degli spazi interni.
sente l’installazione artistica di Esther Stocker.
Non abbiamo privilegiato solamente gli affacci più
turrisbabel L’edificio può sembrare quasi un og-
belli, non ci dispiace che si vedano anche le con-
getto di arredo fuori scala, o una scultura, come si
traddizioni delle zone artigianali.
è sviluppato il vostro reciproco rapporto professio-
turrisbabel Come siete arrivati alla scelta di que-
nale e di amicizia? Quanto ha influito la passione
sta particolare colorazione dell’esterno? Non avete
per l’arte contemporanea del committente?
pensato all’utilizzo di un rivestimento in legno o
Ivo Barth L’edificio è effettivamente una grande
altro materiale? Oppure all’utilizzo dei colori del
scultura, sia all’interno che all’esterno volevo
logo della ditta?
inserire alcune particolari opere d’arte, quindi gli
Christian Schwienbacher Non abbiamo voluto uti-
spazi sono stati progettati anche per contenere ed
lizzare il legno anche per non legare la ditta Barth
esporre l’arte contemporanea. La struttura deve
al solo uso di questo materiale. Per motivi tecnici di
rappresentare il nostro lavoro e rispecchiare la
assorbimento del calore, non potevamo utilizzare il
nostra filosofia. La nostra produzione vede come
nero o comunque colori troppo scuri. Abbiamo
partner principale l’architetto, dobbiamo quindi
scelto il colore verde, e quello scelto ci è sembrato
dimostrare ciò che siamo in grado di realizzare.
l’unico possibile! Non ci siamo voluti legare ai colori
Ci occupiamo infatti quasi esclusivamente di archi-
della ditta, crediamo invece che la forma ed il colo-
tettura contemporanea, e non di arredi tradizionali.
re dell’edificio possono portare l’azienda a farli
Inoltre sono convinto che lo spazio di lavoro ti
propri ed utilizzarli per la propria comunicazione.
deve assomigliare ed è per questo che ho voluto
una forte presenza di opere d’arte.
turrisbabel Il progetto dello stabilimento realizzato da Othmar Barth, prevedeva gli uffici sul lato
strada della struttura, ma senza alcun affaccio all’esterno. Gli uffici erano illuminati solamente
dalla luce zenitale degli shed, ed avevano aperture solamente verso la zona produttiva interna.
Com’è nata la scelta di ribaltare completamente
questo atteggiamento?
Ivo Barth Di fatto i primi uffici erano solamente
al piano terra, poi sono stati aggiunti gli uffici del
primo piano che hanno luce zenitale ed affaccio
sullo stabilimento interno. Abbiamo mantenuto
questi uffici per i tecnici, in modo da mantenere
un contatto diretto anche visivo tra progettazione
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
27
Fotos Hertha Hurnaus
1 Erdgeschoss
Folgende Seiten:
Fotos Jürgen Eheim
1
30
Juni Giugno 2009
Fotos Jürgen Eheim
2 1. Obergeschoss
3 2. Obergeschoss
2
turrisbabel 79
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
31
3
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Juni Giugno 2009
Architektur
Elektroinstallation
Christian Schwienbacher /
Elektro Prantner
Gerd Bergmeister
Maler- und Gipsarbeiten
Architekten
Meistermaler
Bauherr
Innenausbau
Ivo Barth
Barth Innenausbau
Projektsteuerung
Planungsbeginn
Ing. Hermann Leitner /
Ende 2006
Ing. Alexander Fill
Einreichung
Konstruktion, Fassade
Ende 2007
Fenster, Abdichtungen
Baubeginn
Rubner Objektbau
Ende Februar 2008
Thermosanitäre Einrich-
Bauende
tungen Pezzei
August 2008
turrisbabel 79
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
33
4 Schnitt
Fotos Jürgen Eheim
4
34
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Testo di Emily Guerra e Matteo Torresi
Erker, storia di un dispositivo
architettonico
1
Bow windows, bay windows, finestre spor-
La loro vita non è durata a lungo per la loro
genti, oriels, arquiere, liagò, sburti, mira-
vulnerabilità e per la deperibilità del mate-
dores, mashadabyyan sono tutti sinonimi
riale. È nell’architettura civile che sono so-
o tipologie differenti della finestra a sporto
pravvissuti e hanno assunto forme più simili
meglio conosciuta, in territorio germanico,
a quelle attuali divenendo elementi non solo
con il termine Erker. L’erker è una espan-
funzionali ma anche decorativi. Molti erker
sione dello spazio interno della casa verso
sono infatti sormontati da cupole o tetti di
l’esterno nata per aumentarne la luminosità
varie forme e materiali che ne arricchiscono
e i punti di vista. Una sporgenza aggiunta
l’aspetto esterno e spesso venivano consi-
alla facciata per aumentare la vista sulla
derati simboli di potenza economica.
strada sottostante, per aumentare la lumi-
In Italia, in seguito ad incendi, demolizioni
nosità della stanza, per dare più spazio
e segni del tempo gli esempi più antichi di
all’ambiente interno e per caratterizzare la
erker sono andati perduti. Sono però con-
facciata dell’edificio. Le origini degli erker
servati in molte opere d’arte, da Giotto
si possono far risalire all’epoca dei romani
(La cacciata dei diavoli da Arezzo, Assisi, Ba-
che usavano costruire logge sporgenti,
silica superiore) a Simone Martini, Lorenzetti,
detti maenium, aggiunte all’ultimo piano,
Domenico Veneziano e, tra i locali, Michael
per permettere alla plebe di assistere più
Pacher (Martirio di S. Lorenzo, Monaco, Alte
numerosa ai giochi nelle arene.1 Nei paesi
Pinakothek). Gli esempi più recenti sono
arabi si costruivano logge sporgenti
conservati in alcune valli delle Alpi centro-
costruite in legno senza finestre, con dei
orientali vicino alle sorgenti dell’Adige, del
sistemi di oscuramento a lamelle che impedivano l’introspezione da fuori verso
l’interno in modo da permettere anche alle
donne di “partecipare” alla vita pubblica
senza essere viste (Mashadabyyan, harem
windows li definivano gli inglesi). In India,
a Jaipur, il palazzo dei venti (Hawa Mahal)
ha una enorme facciata rosa totalmente
occupata da erker. In Europa, nel medioevo,
venivano costruiti elementi lignei addossati
al muro di cinta nelle fortezze come punto
di osservazione e torre di controllo chiamati
Arquier (Francia e Val d’Aosta) da cui sembra derivare il termine Erker.
2
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
3
35
4
5
Reno, dell’Isarco e dell’Inn e in Engadina.
Questa concezione antropomorfa reinter-
Spesso si affacciano su strette strade com-
preta l’uso formalistico che l’erker aveva
merciali, forse anche per soddisfare la
un tempo e ne conserva la sua funzione,
curiosità di vedere cosa succede in strada.
quella di allargare lo spazio interno dando
Certo è che la diffusione degli erker è mag-
nuovi punti di vista verso l’esterno.
giore lungo gli assi del commercio in Europa
Il secondo è un progetto di restauro di un
e, in particolare, nel mondo germanico.
edificio nel centro pedonale di Vipiteno.
Non è chiaro come sia eterogenea e diversa
Nell’edificio che ha subìto molti cambiamenti
la loro distribuzione sul territorio altoatesino.
nel corso dei secoli è stato inserito un
Le zone in cui sono più diffusi in Alto Adige
erker di alluminio che taglia in due la larga
sono l’area di Bolzano, la Val d’Isarco e la
facciata sulla strada. In questo caso si tratta
Bassa Atesina Oltradige. Le meno battute
di una reinterpretazione puramente for-
sono Merano, la Val Passiria, la Val Sarenti-
male nel senso che al suo interno il solaio
no, Val Venosta, Salorno e la Val Pusteria.
è stato arretrato e si è perso così quel rap-
2
Molte sono le tipologie che li differenziano.
porto interno-esterno che caratterizza le
Le più semplici sono triangolari con due
finestre a sporto delle case. Ma questa so-
finestre nei due lati esterni e solitamente
stanziale modifica funzionale è giustificata
terminano con un tetto di coppi e una base
nel diverso uso dello spazio interno in
che si assottiglia a punta scomparendo nel-
cui la sala di lettura ha preso il posto del
l’intonaco della facciata. Le varianti sono
soggiorno di casa. La luce, in questo caso,
innumerevoli, sia per il numero di finestre
è diffusa dall’erker all’intero edificio.
(e quindi di lati) sia per le decorazioni, in
1 A.A.V.V., “Volti della
città”, U.P. A.D. Università
popolare delle Alpi Dolo-
particolare sui tetti. Pochi sono gli esempi
contemporanei significativi. Due sono forse
mitiche, Bolzano
i più interessanti che cercano diverse rein-
2 Mario Cereghini, „Die
terpretazioni sia formali sia funzionali: la
Erker in der alpinen Architektur“, Milano 1962
casa di via dei Vanga a Bolzano di Adolfo
Natalini e l’Athesia di Zoeggeler a Vipiteno.
1 Palazzo dei venti (Hawa
Mahal) a Jaipur, India
2 Damasco
3 Michael Pacher, Martirio
Il primo è costruito ai margini del nucleo
medievale della città. Si tratta di una ricostruzione di un lotto gotico in cui l’erker metal-
di S. Lorenzo, Monaco,
Alte Pinakothek
lico costruito nell’angolo con via France-
4 – 5 Facciata dell’Athesia
scani ha una forma arrotondata; è coperto
a Vipiteno di O. Zoeggeler
6 Casa in via dei Vanga a
Bolzano di A. Natalini
da un “cappello” che sembra coprire la testa
di una faccia della quale l’erker è il naso.
6
36
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Testo di Cristina Vignocchi
Prima, “parole nel vuoto”
di Adolf Loos, ora,
trampolini per turisti
1
Il problema dello sguardo è implicito nel-
Ora specialisti del paesaggio puntano sulla
l’opera, come è implicito anche in assenza
“creazione di visioni” ed il pubblico li as-
della stessa, ovvio, per l’esistenza specifica
seconda ben volentieri. Si nota l’evoluzione
del paesaggio naturale nella vita umana,
del percorso umano rispetto alla scoperta
indipendentemente da qualsiasi intervento.
naturale, ed il rapporto con un turismo più
Nella questione architettonica la questione
coccolato nonché evoluto e rispettoso, e
dello sguardo contrariamente ai trascorsi
conseguentemente più esigente. Vige l’ap-
storici che evidenziavano punti e fruitori
propriazione del territorio, la sua raggiungi-
privilegiati, sta determinando una necessità
bilità si è dilatata, e un effetto maggiore
assolutamente non elitaria, accorgendoci
alla spettacolarità e fascino della visione la
della gran quantità di progetti dedicati.
offre l’opera creata per la medesima. Sono
La costruzione sempre più diffusa di strut-
complementari, a volte antagonisti. L’opera
ture chiamate un tempo “belvedere” spes-
potrebbe richiedere più attenzione di ciò
so rappresentate da semplici punti di sosta
che dovrebbe mostrare. L’invenzione si tra-
con sedute in angoli paesaggistici sugge-
sforma in sfida strutturale e artistica, molto
stivi, individuati dall’abitudine dei viandanti
stimolante e interessante. Un pò forzato in
stessi, sono diventati punti di vista piuttosto
questo senso il “binocolo” di Thun ai giar-
elaborati sia esteticamente che struttural-
dini Trauttmansdorff, piuttosto simile al
mente, ma aperti alla pubblica fruizione.
mantello di Batman in volo che accoglie in
2
3
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
37
ricolo attraverso ponti di corda oscillanti nel
vuoto, e la fatica, spesso obbligo di viaggio.
Ora di obbligo non c’è più ombra, rimane il
piacere. Una torre di avvistamento paesaggistico premiata con il Prix Acier 2007 è
stata progettata nei Grigioni svizzeri dalla
giovane architetto Corinna Menn, struttura
leggera a forma di stella, che ricorda sistemi
semplici e autarchici. Meno semplice ma
affascinante la capsula-albergo del designer
inglese Ross Lovegrove, trasportabile ovunque, completamente autonoma, riflettente
il mondo circostante, quasi invisibile, assolutamente da provare se possibile, a prolungare l’effetto infanzia. La serie di progetti
5
4
1 Il “binocolo” di Thun ai
più interessanti anche per la loro diffusione
sé gli spettatori per offrire la vista sul pano-
quasi coordinata sul territorio, si trovano
rama della valle e degli stessi giardini, reso
in Norvegia ad opera tra gli altri, di Vegard
però inevitabilmente meno leggero dalla
Moen e Werner Harstad, scivoli mozzafiato
struttura che lo regge come una rotaia so-
sul vuoto, o ponti-strade vorticanti sull’At-
spesa nel vuoto, assolvendo comunque alla
lantico anch’esso mai proprio tranquillo.
funzione. Tra i molti esempi, la si può af-
Sul nostro territorio abbiamo una serie di
fiancare, nell’effetto visivo, alla funivia del
punti di vista e sosta ad opera dell’architetto
Sass Pordoi la cui stazione d’arrivo si sporge
venostano Werner Tscholl nel progetto di
pericolosamente sulla Oetztal, o gli scivoli
riconfigurazione della strada degli anni ’50
monchi sui ghiacciai del Tirolo e dintorni,
di Passo Rombo. Una forma ancora diversa
estetici ma più rassicuranti. Lo scopo degli
di valutare il paesaggio attraverso vere opere
interventi è poter arrivare tutti, democrati-
scultoree, originali e poetiche, rispettose
camente, in sicurezza, in punti inaccessibili.
del contesto, secondo la filosofia di Tscholl,
Marketing turistico puro, non disprezzabile,
ispirati chiaramente a Duerer. E parlando
se non si considera il turismo diffuso una
di artisti, il tema ampio del punto di vista è
delle calamità contemporanee. I panorami
uno stimolo per molti. Da Escher, ispirato
impossibili erano destinati agli Dei, come il
dal Piranesi, ai più recenti Adrian Paci, e Bea-
tempio del Valhalla sul Reno; la natura con-
trice Catanzaro, le cui immagini fotografi-
quistata si estetizza umanamente anche at-
che piuttosto ironiche si possono affiancare
traverso il concetto che l’architettura con-
a quelle “serie” degli architetti, e fare qual-
temporanea vuole comporre, nel suo ordine.
che considerazione … O Chiharu Shihota,
Non più la città, ma l’intero pianeta. Vedere
che in forma diversa, al Mart nella mostra
il bello attraverso il bello, possibilmente.
Eurasia, ha composto una torre con telai
Interessante come i paesaggi estremi corri-
di vecchie finestre. Un’altra forma di punto
spondano anche a soluzioni estetico-strut-
di vista è l’opera dell’artista afgana Lida
turali estreme. Ma sempre meno difficili.
Abdul “White House”, una casa afgana col-
Non si potrà mai capire cosa significava
pita da bombe americane, riferimento e
arrivare in un luogo a proprio rischio e pe-
associazione d’idee molto chiari, e geniali.
6
7
giardini Trauttmansdorff
2 Stazione d’arrivo della
funivia del Sass Pardoi
3 Torre di avvistamento
paesaggistico nei Grigioni
svizzeri, Corinna Menn
4 Capsula-albergo trasportabile del designer
inglese Ross Lovegrove
5 Scivoli mozzafiato sul
vuoto, Norvegia
6 Punto di vista al Passo
Rombo, Werner Tscholl
7 Centro di permanenza
temporaneo, Adrian Paci
38
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Testo di Barbara Breda
Werner Tscholl
Punti di vista
Un paysage quelconque est un état de l’âme.
tornanti e tratti rettilinei esposti ora al sole
Un paesaggio è uno stato d’animo.
e ora all’ombrosa frescura dei boschi di
(Henri Frédéric Amiel, Frammenti di un diario intimo)
conifere, e infine il nitido e aspro paesaggio dei 2000 metri di quota. La vegetazione
Nel luglio 1959 l’antico sentiero di valico
poco a poco scompare, e affiorano tutto
che da San Leonardo in Passiria conduceva
attorno rocce, magri pascoli e un vasto
nella valle austriaca dell’Ötz attraverso il
orizzonte di vette innevate e ghiacciai, aria
passo del Rombo è stato aperto per la pri-
e silenzi, e poi giù, più in basso, scendendo
ma volta al traffico automobilistico.
con lo sguardo verso il fondovalle, le ope-
In previsione del 50 anniversario della sua
re dell’uomo inerpicate sui fianchi delle
inaugurazione, che cadrà nell’estate di
montagne, ruscelli e torrenti dove finiscono
quest’anno, la Provincia Autonoma di Bol-
le nevi, altre strade, e con esse, lo scintillio
zano, di concerto con la società privata
e la sorda eco di impercettibili automobili.
austriaca Timmelsjoch Hochalpenstraße,
Davanti a questo orizzonte, e a questi si-
decide di intraprendere un’opera di rivaloriz-
lenzi, Werner Tscholl ha scelto di proporre
zazione della strada di Passo Rombo affi-
ai viaggiatori un’esperienza al contempo
dando all’architetto venostano Werner Tscholl
sensoriale ed emozionale. Sei stazioni pa-
l’incarico di presentare uno studio di fatti-
noramiche – divise tra versante italiano e
bilità per la realizzazione di alcuni punti
versante austriaco – ispirate ad altrettante
panoramici lungo il percorso – studio in
suggestioni e accomunate solo dall’uso
base al quale viene successivamente ban-
dello stesso materiale sperimentale, un
dito un concorso di progettazione ad inviti,
calcestruzzo ottenuto dalla pietra locale in
vinto, nel dicembre 2008, dallo stesso
modo da non creare dissonanze cromatiche
Werner Tscholl. Parallelamente la società
tra il nuovo intervento e l’ambiente circo-
T. Hochalpenstraße assegna all’architetto
stante. Dello stesso materiale sono pensate
venostano l’incarico di disegnare degli altri
anche le diverse installazioni artistiche che
padiglioni panoramici sul versante austria-
si vedono e non vedono dalla strada, e le
co, progetto ad oggi in fase esecutiva e
opere stradali come muri di sostegno e
con inizio del cantiere alla prossima aper-
guard-rail. Una delle prime stazioni sul ver-
tura del passo (prevista nel maggio 2009).
sante austriaco è un padiglione museale
Il percorso è forse uno dei più suggestivi
dedicato alla storia del passo, un volume
dell’Alto Adige e presenta agli occhi dei
sfaccettato che racchiude al suo interno una
viaggiatori, via via che la strada risale da
grotta artificiale sulle cui pareti irregolari
Moso in Passiria verso il confine, un’alter-
andranno a collocarsi i pannelli espositivi.
nanza di chiaroscuri per il susseguirsi di
Ma accanto alla rievocazione di immagini
o
Vista di un padiglione per
lo studio di fattibilità
40
Juni Giugno 2009
Alcune viste dei padiglioni
per lo studio di fattibilità
turrisbabel 79
nate dal paesaggio – pietre erose, cristalli,
visitatore, per attraversarla, si vede co-
rocce franate, frammenti di ghiaccio… –
stretto a “sgattaiolare” al suo interno, come
nel disegno dei padiglioni trova spazio
a rivivere l’apprensione dell’atto clande-
anche un pò di ironia, come nel caso della
stino del trasporto di merci oltre confine
“stazione del contrabbandiere” dove il
attraverso il passo del Rombo.
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
43
4.27
3.56
4.20
2.67
3.61
1
2
10.86
67.53 m2
15.51
22.77
3
A destra Viste della
stazione a Moso in Passiria
A sinistra Padiglione
museale dedicato alla storia
del passo
1 Vista dei padiglioni
espositivi
2 Sezione longitudinale
3 Pianta
2.88
3.50
A
3.28
3.38
A
6.48
3.73
11.99
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
2.20
4.00
44
4.13
0.47
0.47
5.00
2.80
1.20
2.20
2.20
4.00
1
1.20
2.80
4.00
4.00
2
5.00
Stazione del contrabbandiere
1
2
3
4
Sezione A-A
Sezioni 1-1 e 2-2
Prospetti
Pianta
3
4.00
5.00
4.00
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
45
1
2
5.00
0.90
A
4.00
A
0.90
5.00
1
4
2
46
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Text von astearchitecture
astearchitecture
Kathrin Aste
Frank Ludin
Aussichtsplattform Top of Tyrol
Im den Alpen sind in den vergangenen Jahren
der Plattform auf 3200 m eröffnet einen un-
mehrere Aussichtsplattformen entstanden,
begrenzten Blick auf das ewige Eis und die
die auf unterschiedliche Weise versuchen,
109 Dreitausender der Tiroler Bergwelt.
dem Gast die Natur näher zu bringen.
Der grandiose 360°-Ausblick erstreckt sich
Der Auftraggeber dieser Gipfelplattform ist
von den Zillertaler und Stubaier Alpen bis
Betreiber eines der fünf Gletscher-Skigebiete
hin zu den Dolomiten und Kalkalpen.
Österreichs. Wie auch die Mitbewerber
Die Plattform lädt Besucher ein, bei einer aus-
ist die Betriebsleitung bestrebt, die Attrakti-
gedehnten Gipfelrast inne zuhalten und die
vität ihres Skigebietes auf hohem Niveau
Ruhe und Schönheit der Berge zu genießen.
zu halten. Der knapp eine Autostunde von
Innsbruck entfernte Stubaier Gletscher
„Wir möchten einen spirituellen Ort schaf-
bietet seinen Besuchern im Sommer viele
fen, an dem selbst gestresste Menschen
Wander- und Klettermöglichkeiten. Der An-
Entspannung finden, ihre Gedanken schwei-
spruch an die neu errichtete Plattform ist
fen lassen können und die unendlichen
daher vorwiegend die Vitalisierung des Über-
Weiten der Bergwelt genießen können“,
gangs- und Sommertourismus. Im Hoch-
sagt Reinhard Klier, Vorstandsmitglied der
winter wird die Plattform je nach Wetterver-
Stubaier Gletscherbahn.
hältnissen begehbar gemacht. Das Projekt
Fotos astearchitecture
ist als Direktauftrag an uns und den Statiker
Ebenso ist die Beobachtung des Gletschers
gegangen. Der Auftraggeber hat großes
in den Sommermonaten auch mit einer
Vertrauen in unser Team und die fast unein-
durchaus kritischen Haltung hinsichtlich des
geschränkte Offenheit dem Experiment ge-
Klimawandels und der dadurch entstande-
genüber bewiesen. Mit der Seilbahn erreicht
nen Gletscherschmelze eine interessante
man direkt die Bergstation Schaufeljoch
Erfahrung. Hier ist der Wandel einer Natur-
auf 3160 m. Der Weg zur Gipfelplattform be-
landschaft hin zur künstlichen Landschaft
ginnt direkt beim Ausstieg aus der Gondel.
unmittelbar zu erfahren. So außergewöhn-
Über mehrere Treppen steigt man auf den
lich das Panorama auf der Plattform ist, so
Grat zum Großen Isidor. Nach weiteren
sehr stellt sich bei kritischer Betrachtung
70 m in natürlichem Gelände erreicht man
die Frage nach der adäquaten Lösung für
die Plattform. Der Große Isidor steht zentral
einen derartigen Eingriff in den Naturraum.
im Stubaier Gletscher und teilt das Skige-
Die Plattform sollte daher umso mehr ar-
biet in einen westlichen und östlichen Teil.
chitektonisch und konstruktiv auf den Ort
Erst durch die Erschließung ist ein Rund-
reagieren, ihn in seinem Wesen aufgreifen.
umblick möglich geworden, der die Dimen-
Unsere Absicht war mehr der Entwurf einer
sion des Ortes begreifbar macht. Die Lage
Situation als eines Bauwerks.
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
Fotos astearchitecture
49
Durch Inszenierung und Überzeichnung der
Bleche hinter dem Fundament sind mit
vorhandenen Topografie entsteht aus Land-
Beulsteifen zur Stabilisierung versehen.
schaft geformte Architektur – künstliche
Zwischen den ca. 50 cm hohen Trägern be-
Landschaft –, sie vermittelt zwischen Dyna-
findet sich der Boden aus Gitterrosten.
mik und Statik und ist Teil ihrer Transforma-
Das geschwungene Geländer ist monoli-
tion. Eine Konstruktion in Wechselwirkung
thisch gefertigt. Handlauf und die Sitzbank
mit der Landschaft; sie beeinflussen und
sind aus Lärchenholz, die Füllung aus Edel-
prägen sich gegenseitig. Die Aussichtsplatt-
stahlnetz. Die Auflagerkräfte werden linear
form am Isidor ist Zeichnen im Schnee, ist
über ein Fundament und punktuell über
Architektur als Gratwandler. Weg und Platt-
die hangseitigen Felsanker abgeführt.
form liegen im brüchigen Fels, sechs
Die Plattform befindet sich im hochalpinen
Monate im Jahr werden die Lamellen im
Permafrost. Daher war es notwendig, die
Schnee verschwinden. Nur die über der
Fundierung mit 15 m langen Felsankern im
Nordwand auskragenden Schwerter blei-
Zugbereich und einem Stahlbetonfunda-
ben das ganze Jahr über sichtbar. Fast wie
ment im Bereich der Druckzone auszuführen.
eine Skizze legen Wind und Sonne die
Die sandgestrahlten Stahlschwerter aus
Stahllamellen als zarte Linien an der Ober-
wetterfestem Stahl kragen 9 m über die
fläche frei. Die Struktur der Stahlkonstruk-
Felskante aus. Insgesamt wurden 19t Corten-
tion verwandelt sich durch die extreme Wit-
Stahl, 60 m2 Gitterrost und 50 m Holzhand-
terung des Gletschers, bietet Halt für For-
lauf in Lärche mit Edelstahlnetz verarbeitet.
men aus Eis und Schnee. Der Fels besitzt
Die Montage erfolgte zur Gänze mit dem
durch den hohen Eisenanteil eine starke
Hubschrauber. Die Anpassung der Bauteile
Rotfärbung. Er ist sehr stark texturiert und
an die Lastengrenze des Helikopters und die
geschichtet, was ihm seinen eigenen Cha-
Perfektionierung der Montagestöße war ein
rakter verleiht. Die Materialwahl unter-
wesentlicher Teil der Entwurfsoptimierung.
streicht eine Differenzierung zum verzink-
Hoher Vorfertigungsgrad, einfachste Monta-
ten Stahl der Infrastruktur im umgebenden
gestöße und Passgenauigkeit sind unter
Skigebiet. Die Plattform ist eine Stahlkon-
den erschwerten Bedingungen auf 3200 m
struktion aus wetterfestem Stahl. Konstruk-
Höhe unbedingte Notwendigkeit. Da die
tiv ist das Tragwerk als verzerrter Trägerrost
gesamte Baustelleneinrichtung, die Beton-
konzipiert. Die gekrümmten, auskragen-
arbeiten sowie die Montage aller Bauteile
den Schwerter aus Cortenstahl-Blechen
mit dem Helikopter durchgeführt wurden,
sind als Kastenträger mit dreiecksförmigem
war die unmittelbare Wetterabhängigkeit
Querschnitt ausgeführt. Die stehenden
ein einzukalkulierender Planungsfaktor.
50
Juni Giugno 2009
Fotos astearchitecture
turrisbabel 79
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
51
Standort Berg Isidor,
Herstellungskosten
Stubaier Gletscher in Tirol,
300.000 Euro netto
3200 m, mit der Seilbahn
Statik aste construction
zu erreichen (8–16h)
Bodenmechanik
Bauherr Wintersport Tirol
Ingenieurbüro Wietek – IBW
AG & Co, Stubaier Berg-
Innsbruck (A)
bahnen KG
Stahlbau Bitschnau GmbH
Bauzeit 3 Monate
Nenzing (A)
Planungsphase 6 Monate
Schlosser Raggl Metallbau,
Bauleitung astearchitecture
Völs (A)
www.astearchitcture.com
Baufirma Felbermayr Bau
Entwurfsteam
GmbH & Co KG, Imst (A)
Arch. DI Kathrin Aste,
Zimmerer Zimmerei Haas,
Arch. DI Frank Ludin,
Neder i. Stubaital (A)
Thomas Feuerstein
Helikopter Heli Tirol
52
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Testo di Janike Kampevold Larsen
Il sistema dei “Percorsi
Turistici Nazionali” norvegesi
Sohlbergplassen Viewpoint
Il progetto dei Percorsi Turistici Nazionali
ma anche dal punto di vista esistenziale,
norvegesi presenta una notevole quantità
come qualcosa entro cui noi possiamo
di materiale utile a comprendere ed analiz-
inscriverci – come contesto e come forma.
zare la labile distinzione che intercorre tra
Le installazioni dei Percorsi Turistici Nazio-
natura e cultura. Le installazioni poste lungo
nali norvegesi toccano questioni di carat-
i percorsi si presentano come espressioni
tere fenomenologico: in che modo esse
formali e, sia a livello conscio che inconscio,
rappresentano, attivano o formano le imma-
interrogano il dualismo che sorge inevitabi-
gini di ciò che la natura è per noi? Per ri-
le quando un piano reale viene rappresen-
spondere a queste domande dobbiamo
tato da un significante astratto. La tensione
analizzare la relazione che si stabilisce tra
tra piano ed espressione viene spesso sfrut-
paesaggio e immagini. Non esistono quasi
tata quando la progettazione di esterni
concetti di paesaggio che non siano visivi,
viene usata per fornire una ‘rappresentazio-
sebbene i paesaggi esistano anche in virtù
ne’ della natura – come se questa fosse
di regole e interventi di vario tipo. Tendiamo
una forma essenziale, autonoma e originale.
sempre a considerare i paesaggi in modo
Questo non è il caso, però, se i progetti che
specifico. La distinzione tra un paesaggio
fanno parte del sistema dei Percorsi Turistici
vero e proprio ed un terreno non altrimenti
Nazionali vengono esaminati dal punto di
identificato può essere fatta risalire al ter-
vista ermeneutico. Modulate sugli orienta-
mine anglosassone landskip, una parola
menti generali che attualmente governano
che non descrive tanto il paesaggio quanto
la progettazione d’esterni scopriremo che
un’ immagine del paesaggio – come nella
queste installazioni, più che tentare di rap-
pittura fiamminga del Seicento. Il paesaggio
presentare la natura, si producono sempli-
è sempre il prodotto della formazione di
cemente come forme. Sicuramente esse,
un’immagine, un immaginare la natura, e
in certa misura, presentano ed organizzano
comunica quindi quel che la natura significa
il paesaggio, ma in primo luogo si presen-
per noi. Fino al Seicento la natura veniva
tano come entità formali e provocano in chi
sempre presentata attraverso una serie di
guarda un’esperienza simile all’osservazione
norme che coinvolgevano più di un senso.
dell’arte. Le installazioni poste nella natura
Era uno spazio sensibile composto di movi-
non possono che essere strutturate secondo
mento, suoni, luce, odori ed aria – e anche
un’idea di cosa sia il paesaggio, e natural-
un campo d’azione, una sfera di movimento
mente possono anche essere pensate in
e progettualità. L’Illuminismo ha portato
disaccordo e contrasto con tale idea. Se que-
con sé una forte tendenza ad oggettificare
sto è il caso dobbiamo analizzare il grado
il mondo, cosa che ha istituzionalizzato un
in cui esse creano paesaggi visivamente,
rapporto privilegiato tra la scienza ottica e
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Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
la natura. La natura divenne un oggetto da
essersi srotolato lungo un prato, scende
osservare, da scrutare e da riempire con
fino ad una candida spiaggia sabbiosa.
elementi che potessero essere studiati.
Osservando il sentiero è facile percepire
La relazione visiva diventa dunque egemo-
quel certo grado di oscillazione che caratte-
nica: la natura diventa paesaggio e viene
rizza un viaggio in treno – quel senso di
presentata come vista panoramica, come
lieve capogiro che solitamente associamo
qualcosa da contemplare per l’occhio.
al moto del treno sulle rotaie – mentre al
contempo non perdiamo di vista la meta
Panorama o territorio?
paradisiaca che ci attende al termine della
discesa: la liscia spiaggia bianca dove ci si
Tungeneset – Senja
Barbeque, ramp and parking
Un’installazione inserita nella natura è
potranno sfilare le scarpe e sentire di essere
caratterizzata da due elementi: la propria
finalmente arrivati… nella natura.
forma e la relazione che viene a stabilire
A Grunnfør (Lofoten) incontriamo una strut-
con il terreno o territorio in cui si trova.
tura architettonica, un capanno per le bici-
Normalmente una scultura attrae lo sguar-
clette costruito lungo una pista ciclabile.
do soprattutto grazie alla sua forma. Le in-
Si possono parcheggiare le bici e salire
stallazioni poste lungo il sistema dei Per-
nella torretta dalle cui vetrate, protetti dal
corsi Turistici Nazionali, però, hanno in
vento, si può godere la vista di mare e monti.
comune un elemento d’uso: sono punti
Si tratta di un’installazione che tocca l’esi-
panoramici, aree di sosta, parcheggi, moli
stenza fisica di coloro che si fermano ed
d’ormeggio per traghetti o panchine.
entrano. Poiché è necessario salire fisica-
Riguardano tutte un qualche tipo di attività
mente alla stanza panoramica, l’installazione
umana; in altre parole, il loro scopo ultimo
echeggia anche la forma del monte che la
va in qualche modo oltre il puro aspetto
sovrasta, quasi a suggerire una scalata im-
formale. Ma è veramente così? L’aspetto
maginaria lungo quelle scoscese pendici.
interessante di queste installazioni è che
Vista da fuori la struttura ha qualcosa di
sono sostanzialmente slegate dalla loro
antropomorfico, assomiglia ad una persona
forma. In realtà sono però anche slegate
che, risolutamente in piedi, lasci decantare
da un qualsiasi scopo panoramico, tanto
la forza che le viene dai marosi. Questa
che parecchie di esse ostentano indifferen-
installazione dunque offre una meditazione
za proprio rispetto alla vista che offrono!
sul concetto di ‘luogo da cui si guarda’ – il
Ci sono molti esempi di questo aspetto.
luogo dell’essere umano, un essere umano
A Jusnes (Lofoten) troviamo un bel sentiero
integrato nel paesaggio. Sohlbergplassen
fatto di traversine ferroviarie che, dopo
(Rondane) fa lo stesso: modula la posizione
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
55
dell’osservatore così da comunicare forte-
o sdraiandoci in mezzo all’erba e all’erica.
già stati spostati orizzontalmente dal suolo.
mente la sensazione di essere circondati
Il più discusso e il più descritto tra i proget-
La nostra attenzione si sposta dunque alla
dalle formazioni montuose dolcemente ar-
ti che sono stati portati a termine, ovvero
struttura stessa, soffermiamo il nostro sguar-
rotondate che si stanno guardando.
Stegastein lungo la Aurland Road, sembra
do su di essa nello stesso modo in cui rivol-
A Hellåga, sulle spiagge di Sjonafjord (parte
voler spingere all’estremo molte delle ten-
giamo attenzione ai nostri corpi quando
nord delle coste di Helgeland), c’è una
denze già visibili negli altri progetti. Questa
minacciano di venirci meno. La struttura, in
grande area di sosta dotata di servizi igienici,
installazione agisce su un duplice piano: pre-
realtà, incarna il paesaggio circostante più
sedute e una scala che conduce al mare.
senta un tipo di relazione con il territorio che
che le montagne che in effetti ci circonda-
L’arredamento per esterni e la scala sono
lo tramuta in paesaggio e, grazie a questo,
no, e le sue dimensioni sono tanto notevoli
stati gettati sul posto e il colore del cemento
mostra un forte senso di autoreferenzialità.
da giustificare il suo diventare paesaggio.
scelto ricorda le tinte della nuda roccia di
È così concentrata su se stessa che il pano-
Dato che spettacolarizza, quasi parodian-
quel luogo. L’architetto spiega che quest’a-
rama che presenta sbiadisce al confronto!
doli, i nostri sforzi di entrare in contatto con
rea è stata progettata sulla base di due ele-
Non dovrebbe neanche essere necessario
la natura, Stegastein mostra chiaramente
menti naturali: le più ampie prospettive
sottolineare che Stegastein è immersa nella
che è impossibile diventare un tutt’uno con
panoramiche che si possono godere dal
natura. Questo spettacolare fiordo della Nor-
essa. Saremo sempre e solo capaci di
rialzamento ghiaioso e la prospettiva co-
vegia occidentale, insieme alle sue pendici,
metterla in scena, di produrla e di produr-
stiera che si dipana dalle scogliere rocciose.
è travolgente; il gioco di creste che si sus-
re noi stessi in rapporto ad essa. Siamo
Mentre osservo la scala che collega i due
seguono in prospettiva, mozzafiato. La vista
condannati a guardarla sempre da un ‘luo-
livelli sono colpita dal fatto che, per chi si
è così immensa che sembra quasi accecare.
go’, e questo ‘luogo’ è imbevuto di cultura,
muova nello spazio di quest’area, la pro-
Ed è proprio questa paradossale cecità al
ideologia, storia personale e così via.
spettiva è profonda e ripida, le ringhiere
paesaggio che Stegastein mette in scena!
Non c’è scorcio sul mondo che non sia già
sono necessarie e ci si sente quasi invitati
La struttura distrae dal paesaggio e attrae a
stato interpretato; non ci sono occhi inno-
a spostarsi verso la zona esterna dove la
sé, alle sue forme e alle sue dimensioni –
centi, non esiste formazione d’immagine
roccia incontra il mare, il luogo migliore
sì, attrae a sé come se fosse un imponente
che possa dirsi neutrale o passiva.
per camminare, quello che regala sia una
dirupo, come una forma della natura stessa.
Né potrà mai accadere che il rapporto di
vista panoramica che un senso di contesto
Con ciò attrae anche l’attenzione sulla pre-
un soggetto con il paesaggio possa dirsi
ed ambiente fisici. Ovvero, se visto dalla
senza fisica dell’osservatore e, non da ulti-
scollegato dalle sue relazioni con territori,
cima della scala: l’occhio (e il corpo) sono
mo, sul punto da cui si guarda piuttosto
economie ed altre fondamentali strutture
attratti dal mare, non dal panorama.
che sulla vista a cui si intendeva guardare.
e norme. Nonostante ciò molte di queste
Tutte queste installazioni incoraggiano a
Stegastein agisce metaforicamente su due
installazioni tentano di rappresentare la
porre una rinnovata attenzione al paesag-
livelli: è una metafora del fatto che la natura
nostra relazione con la natura mettendo
gio come a qualcosa attraverso il quale ci
viene vista e viene quindi formata da uno
in luce le componenti fisiche e sensuali di
muoviamo, entro cui utilizziamo i nostri
sguardo, del fatto che siamo noi a creare le
questa esperienza. Quando installazioni
sensi, e, non da ultimo, ci ‘localizziamo’.
immagini di quel che la natura è. Ma, data
come quelle presentate lungo i Percorsi
Esse conservano tracce dell’esperienza – a
la sua forma, è anche la metafora di un im-
Turistici Nazionali norvegesi smettono di
tutti familiare – del voler cercare il posto
pulso profondo che caratterizza il nostro
cercare di rappresentare il paesaggio diven-
giusto dove sedersi, del camminare ancora
rapporto con paesaggio e natura. Le sue
tano produttive: producono se stesse come
un pò per godere di una vista migliore, del
braccia si estendono orizzontalmente, si
forma e come forma della natura. Così ci
cercare riparo dal vento e dal maltempo
sporgono per trentatre metri dal bordo della
offrono l’opportunità di porre attenzione
oppure, al contrario, del voler camminare
strada e spingono chi guarda per la stessa
critica al nostro modo di immaginare e di
verso qualcosa: giù verso il mare, attraverso
distanza verso il nulla. Così è come se non
‘creare’ la natura. Le molte installazioni dei
un prato, sempre via da una strada, verso
ci elevasse solo dalla solida terra, ma ci por-
Percorsi Turistici Nazionali norvegesi sotto-
la natura, sempre in cerca di un più alto
tasse anche dentro il paesaggio. Ci lancia
lineano la posizione di chi guarda – il nostro
livello di intimità con essa ‘là in fondo’.
in questo spazio impossibile – nel nulla –
‘qui’. In questo senso sono molto misurate.
Queste installazioni mettono in rilievo l’ur-
così da farci penetrare anche meglio nella
Non mutano la natura in altro che il nostro
genza di lasciare la macchina e di entrare
natura, come se là fuori fossimo veramente
‘qui’. Forniscono un senso all’individuo che
fisicamente in ciò che altrimenti non siamo
in grado di vederla in tutta la sua maestosità.
si muoverà nel paesaggio. Questi progetti
destinati che a guardare. Esse tengono
Ci viene permesso di portare fino in fondo il
ci invitano a frugare tra le loro forme e
conto del fatto che sentiamo una forte at-
nostro desiderio per la natura! E quel che
nella loro natura, le loro forme come natura,
trazione per la natura – e per la forma –,
accade là fuori è che la sensazione fisica di
e quindi ridanno vita ad una percezione
con le quali desideriamo entrare in contatto,
essere lì è tutto quello a cui si riesce a pen-
antica della natura come ambito sensuale,
accorciare la distanza che ci separa, così
sare. A causa dell’angolo acuto su cui si ap-
presentandola tanto come contesto e pre-
come cerchiamo costantemente di fare
poggia la struttura, oltre che del vetro tra-
senza fisica, quanto come forma.
esplorando la natura in automobile, facendo
sparente che chiude il trampolino, il senso di
escursioni, pescando, nuotando, remando
vertigine è più forte, e tanto più perché siamo
(Traduzione italiana a cura di Laura Iseppi De Filippis)
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Juni Giugno 2009
Tungeneset – Senja
Barbeque, ramp and parking
turrisbabel 79
of year. From there a 80 m long structure
makes its way down towards the barbecue
area, located on the costal rocks. The first
Architect
The Tungeneset-project is part of the Nor-
35 m of the structure is a concrete ramp
wegian National tourist routes project;
following the slope between the road and
unique drives through the most spectacular
the coastal rock. At the end of the concrete
contryside Norway has to offer. The National
ramp, there is a small viewpoint; the safest
tourist routes are being developed and
place to stop on days with bad weather.
operated by the Norwegian Public Road
From there the structure continues as a
Administration as a nationwide project.
wooden bridge, floating over the rocks.
The Tungeneset-project is the first to be
The bridge and its irregular railings is an
opened at the Senja-route. Senja is an
echo of the way it feels move through this
island in the north of Norway, the project is
type of terrain. The bridge ends in the
located at the tip of an penninsula between
barbeque area, where different sitting
Landscape
two fjords. The view is spectacular, with the
arrangements gives room for several ways
Aurora Landskap
North sea to the west and the Okshornan-
of use. The grey concrete has the same
Public Road Administration
peaks to the north. The project starts at a
colour as the rocks, and looks like it is cut
Location Tungeneset,
carpark, directly by the road. The railings
out of it. The wood is core wood of Siber-
by the carpark is lit up in winter, to mark
ian Larch, witch is very weather resistant
the area, and also to limit the use this time
and will turn silvery grey in time.
Code Architecture
Client The Norwegian
Senja, Norway
Completion Date 06. 2008
Photographer Code
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Parkingarea / Viewpoint Vargbakkane
The parkingarea/viewpoint Vargbakkane
has emerged as a result for the need for
parking because of its convenient location
as a starting point for walking in the mountains. The location is therefore not really
precise in relation to the landscape, but
rather more accidental. At the same time
the site offers astounding views towards
Knutshø and its vicinity. The parking is
elevated from the landscape on gravel.
The geometry of the area is simple, a half
circle with a precise sloping floor with the
same inclination as the road (1 : 14,4). It is
bordered by a bench towards the view.
Between the road and the small parking is
a 2 meter wide gutter with a folded steel
element visibly marking the entrance to the
area, without being a conventional sign.
€ materials are used, gravel, CorTen steel,
concrete and pine.
Architect Knut Hjeltnes
AS sivilarkitekter MNAL
By; Knut Hjeltnes, Karen
Janssen, Øystein Trondahl
Client The organization
of the National Tourist
Route Project
Date 2001–2008
Costs app. 200 000 Euro
Dimensions app. 900sqm
Photo Knut Hjeltnes
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turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
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Sohlbergplassen Viewpoint
turrisbabel 79
destroy any roots. The ground in the area
was frost-free at 2.7 meters - any traditional
The Norwegian painter Harald Sohlberg
foundation would imply substantial exca-
(1869–1935) stayed in the Rondane mountain
vation, and cut down of most of the trees.
area for several years to do studies for his
The beam along the periphery of the plat-
most famous work, Winter Night in the
form also works as a railing. The beam rests
Mountains. The motif was a summation of
on thin steel core pillars, drilled to rock,
sketches from several standpoints. The most
some places more than 12 meters below
Hølmebakk (author)
recognisable position was close to where
the ground. The rectangular openings in the
team: C-V. Hølmebakk
the viewpoint platform is built today.
floor allow rain and sunlight to get down to
The dark silhouette of pine trees in the fore-
the terrain to allow the natural vegetation
lookout plattform
ground is a significant quality of the paint-
to grow beneath the platform. A staircase
Address National road 27,
ing, framing the almost luminescent winter
leads to the space underneath the platform
Client Public - National
landscape. Also today the site has a certain
and further down the hill to the lake. The
Touist Routes in Norway
dynamic quality, between the densely
floor has a hardly noticeable tilt outwards
Architect Carl-Viggo
C. Petersen
Program Landscape –
Atnasjø, Stor-Elvdal, Norway
(Statens vegvesen)
growing pine trees on the hill side and the
(0.3 meters) giving a slight feeling of being
Part of Rondane National
distant mountains. This relation became the
pulled towards the view. The movement bet-
Touist Route, opened
starting point for the geometry and the
ween the pine trees, from the road towards
completed summer 2006,
structure of the platform. Several tests were
the beautiful mountain motif, became an
landscaping and fixtures
executed by placing a ladder up against the
architectural answer to the artist's interpre-
tree trunks, trying to find the best views
tation - already evident in the painting.
Completion data
fall 2008. Main structure
completed summer 2007.
Structural engineer
Terje Orlien (preliminary
and interesting spaces between the trees.
plan), Kristoffer Apeland
After the trees and topography were digitally
(main plan)
Photos Carl-Viggo Hølme-
registered, the form of the platform could
bakk (C-V. Hølmebakk);
be defined precisely in such a way that no
Rickard Riesenfeld (C-V.
Hølmebakk); The National
Museum of Art (painting)
trees had to be cut. It was also crucial to
find a foundation system that would not
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
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Aurland Look Out, Norway
turrisbabel 79
on the site. This allows us to create an
interaction between the structure and nature.
The site is above Aurland, a small town in
One can walk out into the air through the
Sogn og Fjordane, one of the larger fjords
treetops, helping dramatise the experience
on the West Coast of Norway. Aurland is
of nature and the larger landscape room.
three hours drive from Bergen, Norway’s
The ramp is constructed with load-bearing
second largest city. We were one of three
galvanized steel, and then covered with
architecture firms invited to deliver a design
environmental pressure treated pine. The
proposal for this site. After winning we
load-bearing system is two parallell frames
worked on detail drawings for the project
with a rectangular section. There are seven
together with Node Engineers, Bergen. The
steel sections to make the on-site construc-
project was built in Fall 2005 and was offi-
tion easier. The cross-section has been cho-
cially opened in June 2006. The place has
sen to take in consideration and are 300 m
attracted people from all over the world.
wide and 1100 high, while the the ”legs” of
We called our competition entry «640 m
the ramp are a smaller at 300 mm x 800 mm.
over Aurland and 20120 km from Tokyo»,
The most tension is in the curve of the ramp.
keeping in mind the uniqueness of the place
A framework in the floor of the ramp
in the bigger picture. Nature first and archi-
criss-crosses from this point all the way
tecture second was the guiding principal
to the foundation in the road. The floor of
when we sat down to design this project.
the ramp has an inner construcion og steel
It was immediately obvious to us that in
trusses with a center distance of 1 m.
such beautiful surroundings one must
The floor of the ramp is 65 mm massive
make the least possible encroachment in
wood, placed with a small fall to each side
the existing landscape and terrain. The
of the ramp. The floor is screwed from the
landscape is so fantastic that it is difficult
underside to the steel frame. The ”rails” on
to improve the place, but at the same time
the edge of the ramp are covered with 65
very easy to destroy the atmosphere by
mm of laminated wood. The wooden joins
inserting too many elements into the site.
on the side of the rails are semi-cirle joints
Even though we have chosen an expres-
that make the joins less visible from a dis-
sive form, the concept is a form of mini-
tance. The underside of the ramp is coved
malism, in an attempt to conserve and
in open wooden slats. The ramps has two
complement the existing nature. Today
concrete foundations. The upper foundation
there are many people stopping at this site
deals with most of the side forces from
to enjoy the phenomenal views over the
the wind. This foundation is made as a
fjords. At times the areas gets filled with
lying ”U”, and nine long tension bolts are
cars and tour busses. One of the first
fastended to the mountain in go under
things we decided to do was to form a
the road and are fastened with bolts. The
small parking area for 2 buses and 10 cars
second, and lower foundation, is the foun-
further up the road to help keep the place
dation for the ”legs” of the ramp. This
& Wilhelmsen Arkitektur
pure and not to disturb the look out.
foundation is bolted in two places to the
Client The Norwegian
The construction is a bridge that one can
mountain-side. The WC building is con-
(Statens Vegvesen)
go out onto, as a structure in the air. The
structed of place-formed concrete that form
Design Competition
structure is 4 m wide, 30 long, and 9 m
the floor, side-walls, and roof. The concrete
Architects
Saunders Arkitektur
Highways Department
10. 2002
high out at the very end. To make the situa-
is then covered with ”elite-crete” to give a
Client Norwegian
tion even more dramatic it was important
black coating of rubber-like surface. The
Transport Department
for us to create the experience of leaving
end-walls are 65 mm solild wood. The end
and electrical Node AS,
the mountainside. We wanted people to
wall towards the fjords are mostly glass.
Bergen
come out in the air. The construction cre-
Construction 2005
Structural, mechanical
Landscape and interiors
Todd Saunders
ates a distinct horizon; a bridge in the open
& Tommie Wilhelmsen
room of this large fjord. It is imperative
Contractor
that the landscape and the vegetation not
Veidekke AS, Sogndal
Other specialist consultants
altered, but are protected so that one came
Asplan Viak, road engineers
come out from the landscape and experi-
Size of the ramp LxWxH
= 33,6 m x 4,2 m x 13,5 m
Photo Todd Saunders
ence it from new standpoint. We have managed to behold all of the large pine trees
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turrisbabel 79
Zusammengestellt von Gertrud Kofler
Wettbewerbe
Concorsi
Planungswettbewerb zum
Bau eines neuen Firmensitzes
der Firma Elpo
Auslober
Planungsaufgabe des Wettbewerbes ist die
rage mit 80 Stellplätzen (Gesamtvolumen
Elpo GmbH, Bruneck
Ausarbeitung eines Vorentwurfes für den
circa 33.000 m3). Der Geschäftsführer und
Offener, gebietsbeschränkter
Bau des neuen Werksitzes Elpo in der Erwei-
Firmeninhaber Robert Pohlin möchte mit
(Provinz Bozen), einphasiger
terungszone – Gewerbegebiet West – in
der Wahl der Auftragsvergabe in Form eines
Bruneck. Die Firma Elpo beschäftigt sich mit
Wettbewerbes einen offenen und transpa-
dem weiten Feld der Elektrotechnik und
renten Weg gehen. Es kann das beste Pro-
Art des Wettbewerbes
und anonym durchgeführter Planungswettbewerb mit
Zuladungen aus Nordtirol.
jekt hinsichtlich Lösung der komplexen
Logistik und Interpretation der Entwurfsaufgabe aus den vielen professionellen
Entwurfsansätzen herausgefiltert werden.
In halbjähriger Gruppenarbeit ist ein Auslo-
die Jury
bungskatalog ausgearbeitet worden, in
dem der Raumbedarf und die funktionalen
Zusammenhänge genau beschrieben worden
sind. Je präziser die Wettbewerbsaufgabe
formuliert wird, desto zielführender sind
dann auch die einzelnen Planungsbeiträge.
Die Jury hat nach allen in der Auslobung
angegebenen Beurteilungskriterien die
Beteiligung 36 Projekte
hat sich zu einem innovativen Unterneh-
Projekte ganzheitlich betrachtet und fol-
Jury Robert Pohlin
men mit mehr als 120 Mitarbeitern ent-
gende Schwerpunkte herausgearbeitet: Der
Elpo, Bruneck), Werner
wickelt. Gefordert ist ein geschicktes Anord-
städtebauliche Ansatz und die Gliederung
Volgger (Stadtrat der Ge-
nen der einzelnen Funktionsbereiche mit
der Baukörper, die Organisation der einzel-
(Geschäftsführer Firma
meinde Bruneck), Georg
besonderem Augenmerk auf der Warenaus-
nen Bereiche, insbesondere des Waren-
Erich Wucherer (Architekt,
gangszone. Zudem ist die urbanistische
ausganges mit einer angemessenen Ran-
Innsbruck), Giovanni
und räumliche Qualität, verbunden mit
gierfläche, die Qualität der Innenräume,
tektenkammer, Ritten)
einer angemessenen Interpretation der Fir-
die technische Realisierbarkeit, die Einhal-
Fotos Modelle Heinrich
menidenität, Teil der Wettbewerbsaufgabe.
tung des vorgegebenen Bauvolumens und
Gefordert sind ein Magazin- und Werk-
des damit verbundenen Kostenrahmens.
Organisation Gertrud
stättenbereich (ca. 3.300 m Nettofläche),
Trotz eingehender Diskussionen sind fast
Kofler (Architektin, Bozen)
ein Verwaltungsbereich (ca. 1.450 m2 Netto-
alle Entscheidungen einstimmig gefällt
Auslobung August 2008
fläche) mit ca. 30 Büros, Sitzungsräumen
worden. Aufgrund der herausragenden
Abgabe November 2008
und einem Schulungsraum, ein Wohnbe-
Qualitäten des Siegerprojektes ist kein zwei-
reich mit 10 Kleinwohnungen für Mitarbei-
ter Preis, sondern sind zwei dritte Preise
ter (ca. 380 m2 Nettofläche) und eine Ga-
ex aequo vergeben worden.
Klotzner (Architekt, Meran),
Dissegna (Vertreter Archi-
Wegmann
Fotos Jury Firma Elpo
Termine
Jury Dezember 2008
2
areal 1
areal 2
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1. Preis
Thomas Moser, Werner Kleon
(A – Innsbruck)
Mitarbeiter: Werner Gutweniger,
Thomas Schiegl
Bewertung der Jury
Das Projekt ist aus städtebaulicher und
innenorganisatorischer Sicht überzeugend
gelöst. Die räumliche Verknüpfung und die
Blickbeziehungen zwischen Verwaltung und
Werkstätten- bzw. Auslieferungsbereich
werden als besonders gelungen betrachtet.
Die Logistik der Materialflüsse und die Erschließung sind optimal gelöst. Die gestalterischen Mittel sind zurückhaltend, jedoch
prägnant eingesetzt. Das Erscheinungsbild
drückt treffend die Firmenidentität aus.
Die Jury empfiehlt, einen separaten Zugang
für die Wohnungen zu erstellen und auch
die Tiefgaragenzufahrt und das Solarglas-
1.
1 Lageplan
dach der Werkstätten zu optimieren.
1
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2
1.
3
2
3
4
5
6
7
8
9
Erdgeschoss
1. Obergeschoss
2. Obergeschoss
Untergeschoss
Ansicht Nordost
Ansicht Südwest
Schnitt 1
Schnitt 2
4
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77
5
6
7
8
9
78
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3. Preis ex aequo
Wolfgang Piller, Peter Plattner
(I – Bozen)
Mitarbeiter: Julia Überbacher, Carlo Colombo, Heimo Prünster, Floria Scartezzini
Sonderfachleute: Reinhard Thaler
(Elektro-Photovoltaik), Michele Carlini
(Heizung, Lüftung, Klima, Energie), Luciano
Vincenzi (Modellbau)
Bewertung der Jury
Die Positionierung des Kopfbaues, die
Baukörpergliederung und Baumassenverteilung sind städtebaulich gut gelöst.
Die attraktiv gestaltete Zugangssituation
und die Position des Schulungsraumes mit
Ausrichtung zum öffentlichen Raum werden positiv bewertet, so wie auch die Ausformulierung der Wohnungen als eigener
aufgesetzter Baukörper. Die Verteilung der
Büroflächen über 4 Geschosse ist räumlich
3.
1 Lageplan
interessant, jedoch für die Flexibilität der
einzelnen Teilbereiche inakzeptabel. Die wesentliche Überschreitung des vorgegebenen Kubaturrichtwertes wird aus wirtschaftlichen Gründen negativ bewertet.
1
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2
3.
3
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5
6
2
3
4
5
6
7
Erdgeschoss
1. Obergeschoss
2., 3., 4. Obergeschoss
Untergeschoss
ZWG
Schnitt
7
82
Juni Giugno 2009
3. Preis ex aequo
Pardeller Putzer Scherer Architekten
Walter Pardeller, Josef Putzer,
Michael Scherer
(I – Bozen)
Mitarbeiter: Danijel Hrvoje Schneider,
Kathrin Wilhelm, Birgit Bachmann
Bewertung der Jury
Der städtebauliche Ansatz mit der Ausbildung eines Kopfbaues und das durchgehende Sockelgeschoss werden positiv
beurteilt. Die Verlegung der gesamten
Parkfläche auf die Dachfläche der Werkhallen ist aus wirtschaftlicher Hinsicht positiv,
allerdings wird die Auffahrtsrampe nicht
als eindeutiger Hauptzugang gewertet und
kann als Hemmschwelle gesehen werden.
Die Gruppierung der Büros um eine interne
Halle schafft interessante räumliche Situationen. Es wir bezweifelt, dass die Woh-
3.
1 Lageplan
nungen im obersten Geschoss das im
Schaubild suggerierte Erscheinungsbild
(gleich wie die Büros) haben können. Der
Treppenaufgang zum Baumarkt im 2. Obergeschoss kann nicht überzeugen.
1
turrisbabel 79
turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
83
84
Juni Giugno 2009
2
3.
3
2
3
4
5
6
7
1. Obergeschoss
2. Obergeschoss
3. Obergeschoss
4. Obergeschoss
5. Obergeschoss
Schnitt
4
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85
5
6
7
86
Juni Giugno 2009
Anerkennungspreis
bad architects group
Ursula Faix, Paul Burgstaller
(A – Innsbruck)
Mitarbeiter: Andrea Christmann, Alberto
Clerici, Karin Wörgötter, Melanie Haid
Bewertung der Jury
Das Projekt weist in der städtebaulichen
Ausformulierung, in der Gliederung der
Baukörper als auch in der inneren Organisation einige interessante und eigenständige Entwurfsansätze auf. Gut gelöst sind
besonders der Warenausgangsbereich und
die Tiefgaragenzufahrt. Das Projekt kann
wegen seiner mangelhaften Ausformulierung insbesondere bei den Erschließungen
und wegen der relativ großen Baumasse
trotzdem nicht gänzlich überzeugen.
1
2
3
4
Schema
Erdgeschoss
3. Obergeschoss
Schnitt
1
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turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
87
2
3
4
88
Juni Giugno 2009
Anerkennungspreis
Armin Durnwalder, Gerhard Tauber
(I–Bruneck)
Bewertung der Jury
Positiv beurteilt wird der Vorschlag, eine
durchgehende Raumhöhe im Werkstatt- und
Magazinbereich zu realisieren. So wird trotz
der damit verbundenen Mehrkubatur eine
große Nutzungsflexibilität erreicht. Auch
die Verwaltung und die Wohnungen werden
getrennt auf einer Ebene untergebracht
und mit einer Überdachung zusammengefasst. Das äußere Erscheinungsbild im Eingangsbereich ist zurückhaltend gestaltet,
jedoch erscheint die Geste der Überdachung
des Freibereiches Richtung Bahn überzogen.
Die Tragstruktur des Obergeschosses findet
im Erdgeschoss keine Fortsetzung.
1 Lageplan
2 Erdgeschoss
3 Schnitt
1
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turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
89
2
3
90
Juni Giugno 2009
Anerkennungspreis
Pedevilla Architekten
Alexander Pedevilla, Armin Pedevilla
(I–Bruneck)
Mitarbeiter: Verena Voppichler, Sabine
Ortner, Alice Hüttl, Matthias Seitz
Sonderfachleute: Josef Taferner (Ingenieurteam Bergmeister), Bernhard Gasser
(teamgmi Ingenieure)
Bewertung der Jury
Die Großform mit dem durchgehenden
Sockelgeschoss und die eingeschossige Überbauung der Hallen mit dem Verwaltungsund Wohnbereich weist ein klares Konzept
auf. Die Darstellung in Schaubild und Modell widerspiegelt jedoch nicht die klare
Grundrissform des Gebäudes und stimmt
zum Teil nicht überein. Nicht überzeugend
ist die bewegliche Metallstruktur der Fassade, insbesondere im Zulieferungsbereich.
1 Lageplan
2 Erdgeschoss
3 Schnitt
1
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turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
91
2
3
92
Juni Giugno 2009
Anerkennungspreis
Andreas Plank
(I–Sterzing)
Mitarbeiter: Matthias Maier
Bewertung der Jury
Der städtebauliche Ansatz, die Baukörperverteilung und die innenräumlichen Qualitäten werden positiv beurteilt. Die funktionellen Abläufe und das strukturelle
Angebot im Magazin- und Werkstättenbereich sind interessant gelöst. Durch das
Fehlen eines großen Teils der Büros ist
das Raumprogramm nicht erfüllt und wird
das Projekt abgelehnt.
1
2
3
4
Lageplan
Erdgeschoss
Schnitt
Schaubild
1
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turrisbabel 79 Juni Giugno 2009
93
2
3
4
94
Juni Giugno 2009
turrisbabel 79
Berg Isidor, Stubaier Gletscher (46)
Bruneck / Brunico (72)
Passo del Rombo / Timmelsjoch (38)
Brixen / Bressanone (12, 24)
Errata corrige numero 78
Nei dati di progetto del complesso abitativo Ea7 a pag. 36
non sono stati citati i collaboratori arch. Pavol Mikolajcak,
arch. Christian Rübbert, arch. Jens Kellner, arch. Olaf Köhler,
geom. Paula Unterkofler, arch. Jörn Hendrik Liebich e l’intervento artistico di Alois Manfred Mayr.
Nei dati di progetto della centrale di cogenerazione a
pag. 42 vogliamo precisare che la direzione lavori architettonica è dell’arch. Matteo Scagnol MODUS architects,
mentre la direzione lavori impiantistica è dell’ing. Roberto
Carminati, assistente ing. Francesco Beretta EUT.
turrisbabel 79 – Von innen / Da dentro
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d e r A r ch i t e k t e n , Ra u m p l a n e r, L a n d s ch a ft s p l a n e r,
Redaktion / Redazione: Sandy Attia, Barbara Breda,
ze i ch n e n d i e j e w e i l i g e n A u t o r e n v e r a n t w o rt l i ch /
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