listino prezzi 2016 - Südtiroler Wirtschaftszeitung

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listino prezzi 2016 - Südtiroler Wirtschaftszeitung
Lei vuole sapere tutti i
dettagli? Eccole, tutte le
possibilità per la Sua
pubblicità mirata nel
settimanale Südtiroler
Wirtschaftszeitung. •
2016
L’economia
dell’Alto Adige
sotto la lente.
I lettori del SWZ...
... dispongono di un reddito molto sopra la media
... sono colti molto sopra la media
... si interessano di investimenti, formazione, arte e cultura, vacanza,
computer, sport e fitness sopra la media
... isi interessano di prodotti di qualità
Rilevazione di nugg.ad su SWZonline nel periodo 9 giugno-13 luglio 2015
Istruzione
scuola elementare/media
11 %
21
maturità
8 %
40
80 %
290
meno di 1.000 €
8 %
36
1.000 € – 1.999 €
14 %
39
2.000 € – 2.999 €
14 %
93
3.000 € – 3.999 €
5 %
76
49 %
365
diploma universitario
Reddito netto personale
più di 4.000 €
Interessi
investimenti, titoli, fondi
63 %
254
biglietti aerei o ferroviari
60 %
187
formazione e istruzione (p.e. corsi linguistici)
69 %
160
arte e cultura (p.e. biglietti per cinema, musei, teatri, concerti)
68 %
151
vacanze (anche viaggi last minute)
44 %
125
Computer (Hard- o Software)
78 %
118
Sport e fitness (p.e. attrezzi, abbigliamento, attività)
51 %
117
L‘indice é l‘espressione dello scostamento dalla media degli utenti internet.
Südtiroler Wirtschaftszeitung
pagina 2
1 facts & figures
Tutto quello che deve sapere
del Südtiroler Wirtschaftszeitung
Il Südtiroler Wirtschaftszeitung è per gli imprenditori e manager in Alto Adige il più importante mezzo d‘informazione. Da ormai più di 95 anni. L’SWZ
è di proprietà di imprenditori altoatesini attivi in vari
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Il SWZ è un settimanale ed esce ogni venerdì. La tiratura è di circa 4.500 pezzi. Viene percepito prevalentemente in abbonamento. I lettori sono imprenditori e dirigenti di tutti i settori, scuole e persone che
apprezzano un giornalismo d’economia di qualità e
commenti critici.
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il SWZ esce in una qualità superiore a quella dei
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circa 4.500 esemplari,
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economici, scuole, interessati
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una volta all‘anno, esemplare gratis
per 20.000 imprenditori e
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Una volta all’anno il Wirtschaftszeitung non va
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su vari temi all’interno, i cosiddetti SWZFokus. La redazione approfondisce – con abituale qualità giornalistica – temi di rilevanza per l’economia altoatesina. I SWZFokus si prestano perfettamente a una pubblicità mirata. Per consultare i temi 2016 si veda
pagina 3. I prezzi applicati per gli SWZFokus sono i
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315 mm larghezza, 470 mm altezza
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Südtiroler Wirtschaftszeitung
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• Listino prezzi 2016
pagina 3
3 Formati grandi
Per una massima visibilità:
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sensibilmente la leggibilità degli articoli.
1 / 1 pagina al vivo
Seguendo questo parametro, la pagina è ripartita in
12 × 5 moduli.
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l‘editore si riserva il diritto di aggiustare il formato.
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Südtiroler Wirtschaftszeitung
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può assumersi responsabilità per
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NO
V
dire Dalla S ITÀ!
ttam WZa
can ente a pp
Per ali on i vost
pub linkare line ri
blic
itá: la Sua
€ 50
,—
pagina 4
1 / 1 pag. in gabbia
(5 x 12,5 moduli)
1 / 2 orizzontale
(5 x 6 moduli)
4 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
A4+
(4 x 9 moduli)
5 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
Formato
Larghezza: 283 mm
Altezza: 437 mm
Formato
Larghezza: 283 mm
Altezza: 210 mm
Formato
Larghezza: 226 mm
Altezza: 315 mm
pagina intera in gabbia,
senza testa alla pagina
larghezza intera,
posizionamento in fondo
formato A4+, posizionamento
sempre all‘esterno
Prezzo normale: € 2.050,—
Pagina destra: € 2.350,—
Prezzo normale: € 1.100,—
Pagina destra: € 1.250,—
Prezzo normale: € 1.600,—
Pagina destra: € 1.850,—
3 / 5 verticale
2 / 5 verticale
1 / 3 orizzontale
(3 x 12 moduli)
8 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
(2 x 12 moduli)
9 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
(5 x 4 moduli)
6 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
Formato
Larghezza: 168 mm
Altezza: 420 mm
Formato
Larghezza: 111 mm
Altezza: 420 mm
Formato
Larghezza: 283 mm
Altezza: 140 mm
altezza intera
altezza intera
larghezza intera
Prezzo normale: € 1.600,—
Pagina destra: € 1.850,—
Prezzo normale: € 1.000,—
Pagina destra: € 1.150,—
Prezzo normale: € 900,—
Pagina destra: € 1.050,—
• Listino prezzi 2016
pagina 5
4 Formati piccoli
Piccoli, ma comunque visibili:
i formati economici
1 / 4 orizzontale
(5 x 3 moduli)
7 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
1 / 6 orizzontale
(3 x 3 moduli)
12 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
1 / 10 blocco
(2 x 3 moduli)
13 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
Formato
Larghezza: 283 mm
Altezza: 105 mm
Formato
Larghezza: 168 mm
Altezza: 105 mm
Formato
Larghezza: 111 mm
Altezza: 105 mm
larghezza intera,
posizionamento sempre in fondo
posizionamento
sempre in fondo
posizionamento
sempre in fondo
Prezzo normale: € 750,—
Pagina destra: € 900,—
Prezzo normale: € 450,—
Pagina destra: € 540,—
Prezzo normale: € 300,—
Pagina destra: € 360,—
1 / 5 orizzontale
1 / 10 orizzontale
1 / 15 blocco
(5 x 2 moduli)
14 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
(3 x 2 moduli)
15 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
(2 x 2 moduli)
16 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
Formato
Larghezza: 283 mm
Altezza: 70 mm
Formato
Larghezza: 168 mm
Altezza: 70 mm
Formato
Larghezza: 111 mm
Altezza: 70 mm
larghezza intera,
posizionamento sempre in fondo
posizionamento
sempre in fondo
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sempre in fondo
Prezzo normale: € 500,—
Pagina destra: € 600,—
Prezzo normale: € 300,—
Pagina destra: € 360,—
Prezzo normale: € 200,—
Pagina destra: € 240,—
Südtiroler Wirtschaftszeitung
pagina 6
1 / 3 blocco
1 / 5 blocco
(3 x 6 moduli)
10 — Südtiroler Wirtschaft (2 x 6 moduli)
Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
11 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
NO
V
dire Dalla S ITÀ!
ttam WZa
can ente a pp
Per ali on i vost
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blic
itá: la Sua
€ 50
,—
Formato
Larghezza: 168 mm
Altezza: 210 mm
Formato
Larghezza: 111 mm
Altezza: 210 mm
posizionamento
sempre in fondo
posizionamento
sempre in fondo
Prezzo normale: € 900,—
Pagina destra: € 1.080,—
Prezzo normale: € 600,—
Pagina destra: € 720,—
1 / 30 blocco
Mini
(1 x 2 moduli)
17 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
(1 modulo)
18 — Südtiroler Wirtschaft Südtiroler Wirtschaftszeitung — No. 05 | 07 — Freitag, 14. Juli 2007
I “mini” sono pubblicità di
1 modulo che vengono sistemate
nel testo.
Prenotamento minimo 4 pezzi,
ideale per pubblicità in serie o per
integrare pubblicità dal formato
grande.
Formato
Larghezza: 53 mm
Altezza: 70 mm
Formato
Larghezza: 53 mm
Altezza: 35 mm
posizionamento
sempre in fondo
posizionamento flessibile
nel testo
Prezzo normale: € 100,—
Pagina destra: € 120,—
Prezzo normale: € 50,—
Pagina destra: € 60,—
• Listino prezzi 2016
pagina 7
5 Formati speciali
Prima pagina, pagina 3, mercato lavoro, SWZ online
Prima pagina
vetrina
Prima pagina
fondo
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
Wochenblatt für Wirtschaft und Politik — 86. Jahrgang, Nr. 26 | 14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
• SWZporträt: Paulina Schwarz
Weniger ist
doch mehr
Der zu
große Schuh
Die Wirtschaftskapitel im Landeshaushalt werden um 26 Prozent gestutzt, in Wirklichkeit
aber wird die Wirtschaft gegenüber 2013 bessergestellt. • Seite 2
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Bozen – Laut Daten der Banca d’Italia
sind die Einlagen bei den Banken in
Südtirol im vergangenen Jahr um insgesamt 12,5 Prozent angewachsen. Summen nennt die Notenbank nicht, aber
ein Blick in die Bilanzen der einheimischen Banken lässt eine Schätzung zu.
Raiffeisenkassen, Sparkasse und Volksbank wiesen Ende 2013 zusammen Einlagen in Höhe von 20,7 Milliarden Euro
auf, dazu kommen indirekte Einlagen
(+8%), dazu kommen 7,4 Milliarden an
indirekten Einlagen. Geht man davon
aus, dass die gesamten Einlagen der
Raiffeisenkassen und zwei Drittel
jener der beiden anderen Banken von Südtirolern stammen,
kommt man auf direkte Einlagen in Höhe von etwa 15
Milliarden, dazu kommen
über die Banken erworbene Wertpapiere im Umfang
von über fünf Milliarden.
Zu diesen 20 Milliarden gesellen sich aber noch alle
Einlagen bei anderen Banken sowie die Veranlagungen bei Vermögensverwaltern und Investmentgesellschaften. Man sieht: Die Südtiroler haben viel Geld auf der
hohen Kante, weit mehr, als die
Wirtschaftsleistung eines ganzen Jahres ausmacht.
Die Zunahme der Einlagen und
des Sparauf kommens insgesamt
überrascht auf den ersten Blick, zumal
viele Menschen daNettozinsen
rüber klagen, dass
sie zwar sparen,
niedriger als
aber immer ärmer
Inflationsrate
werden, weil die
Zinsen so niedrig sind, dass sie nach
Abzug der Steuern weniger ausmachen als die ebenfalls niedrige Inf lationsrate. Für Kontokorrenteinlagen
gibt es Zinsen, bei denen eine Null vor
dem Komma steht, auf gesperrte Sparbücher gibt es je nach Dauer und Höhe
der Einlagen etwas (oder auch ziemlich) mehr, Tagesgeld für sechs Monate bringt bis etwa 1,3%, Festgeld auf
ein Jahr kaum mehr als 1,4 Prozent,
und wer über zwei Prozent will, muss
sich schon für mindestens drei bis vier
Jahre binden. Der Ausdruck „Witz-Zinsen“ scheint vielen Sparern nicht abwegig. Zieht man da noch die Steuern
ab, die zuletzt – außer für Staatspapiere – auf 26% gestiegen sind, bleibt
nämlich nur noch sehr wenig. Auch
die Renditen von Schuldverschreibungen des Staates sind drastisch gesunken. Die kurzfristigen BoT bringen netto kaum mehr als ein Sparbuch, die
Bruttorendite von BTP mit einer Laufzeit von zehn Jahren ist bei der letzten Versteigerung Ende Juni auf unter 3% gefallen.
Geld und Zinsen – Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Nettozinsen
Fotos: Shutterstock
Sparen
macht
nicht fett
Die Südtiroler sparen wie selten zuvor –
trotz Krise (oder wegen ihr). Deutlich über
20 Milliarden haben sie auf der hohen Kante.
Die Einnahmen daraus sind derzeit dürftig.
Nach Meinung aller Fachleute wird
die derzeitige Phase extremer Niedrigzinsen noch länger anhalten, denn die
EZB hat den Leitzinssatz am 5. Juni auf
0,15 % Prozent gesenkt und angekündigt, ihn dort länger zu belassen, voraussichtlich bis Ende 2015. Die niedrigen Zinsen helfen den hoch verschuldeten Staaten und sollen Investitionen
fördern. Die Zinsen werden nur dann
wieder steigen, wenn die Wirtschaftskonjunktur anzieht, wenn die Zinsen
in den USA deutlich steigen oder wenn
die Inf lationsrate wieder auf deutlich
über zwei Prozent steigt. Aber keine
diese drei Entwicklungen ist derzeit
zu erwarten.
Angesichts der niedrigen Zinsen fragen immer mehr Sparer immer eindringlicher, wie sie ihr Geld anlegen
können, damit es Nettorenditen bringt,
• Glosse
Geld & Krone
Prinz Charles will weder den Euro noch
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
• Landeshauhalt
• SWZporträt: Paulina Schwarz
Weniger ist
doch mehr
Der zu
große Schuh
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre Firmenimmobilien abwerten und den Geldhahn zudrehen. Die Banken werfen den Ball aber zurück. • Seite 5
Die Wirtschaftskapitel im Landeshaushalt werden um 26 Prozent gestutzt, in Wirklichkeit
aber wird die Wirtschaft gegenüber 2013 bessergestellt. • Seite 2
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Was ist der
Ziegel wert?
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate liegen, ohne jedoch ein allzu hohes Risiko einzugehen. Eine wirklich überzeugende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass Aktien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrational exuberance“ sprach, einem irrationalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lange steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven Alternativen bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind weder die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen Rahmenbedingungen noch die Fundamentaldaten der börsennotierten Unternehmen (Umsatz- und Gewinnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends logisch wäre.
Gold ist längst auch keine attraktive Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die Preise zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch Immobilien sind zumindest in Italien nicht mehr
durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die Immobiliensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überhaupt generiert werden). Die Crash-Propheten raten in dieser Lage, in Sachwerte wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Weinberge zu investieren.
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
Diversifizieren
über Währungen,
ist notwendiger
Staaten und Brandenn je
chen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Anlagehorizont.
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
gar ein Scharlatan.
Robert Weißensteiner
• [email protected]
3
6
8
9
12
Wochenblatt für Wirtschaft und Politik — 86. Jahrgang, Nr. 26 | 14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
• Gewerbeimmobilien
• Kommentar
Keine
Lösung
Bozen – Laut Daten der Banca d’Italia
sind die Einlagen bei den Banken in
Südtirol im vergangenen Jahr um insgesamt 12,5 Prozent angewachsen. Summen nennt die Notenbank nicht, aber
ein Blick in die Bilanzen der einheimischen Banken lässt eine Schätzung zu.
Raiffeisenkassen, Sparkasse und Volksbank wiesen Ende 2013 zusammen Einlagen in Höhe von 20,7 Milliarden Euro
auf, dazu kommen indirekte Einlagen
(+8%), dazu kommen 7,4 Milliarden an
indirekten Einlagen. Geht man davon
aus, dass die gesamten Einlagen der
Raiffeisenkassen und zwei Drittel
jener der beiden anderen Banken von Südtirolern stammen,
kommt man auf direkte Einlagen in Höhe von etwa 15
Milliarden, dazu kommen
über die Banken erworbene Wertpapiere im Umfang
von über fünf Milliarden.
Zu diesen 20 Milliarden gesellen sich aber noch alle
Einlagen bei anderen Banken sowie die Veranlagungen bei Vermögensverwaltern und Investmentgesellschaften. Man sieht: Die Südtiroler haben viel Geld auf der
hohen Kante, weit mehr, als die
Wirtschaftsleistung eines ganzen Jahres ausmacht.
Die Zunahme der Einlagen und
des Sparauf kommens insgesamt
überrascht auf den ersten Blick, zumal
viele Menschen daNettozinsen
rüber klagen, dass
sie zwar sparen,
niedriger als
aber immer ärmer
Inflationsrate
werden, weil die
Zinsen so niedrig sind, dass sie nach
Abzug der Steuern weniger ausmachen als die ebenfalls niedrige Inf lationsrate. Für Kontokorrenteinlagen
gibt es Zinsen, bei denen eine Null vor
dem Komma steht, auf gesperrte Sparbücher gibt es je nach Dauer und Höhe
der Einlagen etwas (oder auch ziemlich) mehr, Tagesgeld für sechs Monate bringt bis etwa 1,3%, Festgeld auf
ein Jahr kaum mehr als 1,4 Prozent,
und wer über zwei Prozent will, muss
sich schon für mindestens drei bis vier
Jahre binden. Der Ausdruck „Witz-Zinsen“ scheint vielen Sparern nicht abwegig. Zieht man da noch die Steuern
ab, die zuletzt – außer für Staatspapiere – auf 26% gestiegen sind, bleibt
nämlich nur noch sehr wenig. Auch
die Renditen von Schuldverschreibungen des Staates sind drastisch gesunken. Die kurzfristigen BoT bringen netto kaum mehr als ein Sparbuch, die
Bruttorendite von BTP mit einer Laufzeit von zehn Jahren ist bei der letzten Versteigerung Ende Juni auf unter 3% gefallen.
Die Mehrheit im Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
Staatsschuldenkrise und der daraus resultierenden wirtschaftlichen Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Einkommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (länger arbeiten, weniger Geld). Kein anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bürger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst werden, insbesondere mit Blick auf jene Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich möglich sein, in erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewesen statt der komplizieren und wenig transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
• Gewerbeimmobilien
Was ist der
Ziegel wert?
Geld und Zinsen – Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Nettozinsen
Sparen
macht
nicht fett
Fotos: Shutterstock
• Landeshauhalt
Mercato del lavoro
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
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Die Südtiroler sparen wie selten zuvor –
trotz Krise (oder wegen ihr). Deutlich über
20 Milliarden haben sie auf der hohen Kante.
Die Einnahmen daraus sind derzeit dürftig.
Nach Meinung aller Fachleute wird
die derzeitige Phase extremer Niedrigzinsen noch länger anhalten, denn die
EZB hat den Leitzinssatz am 5. Juni auf
0,15 % Prozent gesenkt und angekündigt, ihn dort länger zu belassen, voraussichtlich bis Ende 2015. Die niedrigen Zinsen helfen den hoch verschuldeten Staaten und sollen Investitionen
fördern. Die Zinsen werden nur dann
wieder steigen, wenn die Wirtschaftskonjunktur anzieht, wenn die Zinsen
in den USA deutlich steigen oder wenn
die Inf lationsrate wieder auf deutlich
über zwei Prozent steigt. Aber keine
diese drei Entwicklungen ist derzeit
zu erwarten.
Angesichts der niedrigen Zinsen fragen immer mehr Sparer immer eindringlicher, wie sie ihr Geld anlegen
können, damit es Nettorenditen bringt,
• Glosse
Geld & Krone
Prinz Charles will weder den Euro noch
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre Firmenimmobilien abwerten und den Geldhahn zudrehen. Die Banken werfen den Ball aber zurück. • Seite 5
• Kommentar
Die Mehrheit im Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
Staatsschuldenkrise und der daraus resultierenden wirtschaftlichen Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Einkommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (länger arbeiten, weniger Geld). Kein anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bürger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst werden, insbesondere mit Blick auf jene Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich möglich sein, in erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewesen statt der komplizieren und wenig transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
Robert Weißensteiner
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Robert Weißensteiner
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pagina 3
SWZFokus
prima pagina
gesucht wird: Buchhalter, technische Ingenieure, IT-Fachleute, Maschineneinrichter, Arbeitsvorbereiter und andere
Spezialisten, während die freie Stellen
in weniger qualifizierten Berufsfeldern
nicht reichen, um die Nachfrager aufzunehmen. Je einfacher die Tätigkeit,
desto geringer ist die Nachfrage am Arbeitsmarkt.
Eine wachsende Diskrepanz zwischen
den Erwartungen der Arbeitgeber und
jenen, die eine Stelle suchen, stellt die
Personalberaterin Sigrid Strobl (Personal KG in Bozen) fest. „Viele Unternehmer“, sagt sie, „meinen, dass sie angesichts der Lage am Arbeitsmarkt doch
leicht fündig werden müssten, aber das
ist wegen der sehr spezifischen Anforderungen, die gestellt werden, selten der
Fall.“ Eine Zeit der Einschulung müsse
meist eingeplant werden. Manche Arbeitnehmer dagegen, die zehn oder 20
Jahre bei einer Firma beschäftigt waren, die dann geschlossen hat, seien realitätsfremd und hätten den Wandel in der Arbeitswelt nicht bemerkt.
Sie schätzten ihre Attraktivität als hoch ein, doch
sei dies längst nicht mehr
der Fall, weil die Ausbildung nicht mehr den heutigen Anforderungen entspreche und eine Weiterbildung
versäumt worden sei. Strobl
unterstreicht auch, dass viele Unternehmen in den letzten
Jahren so stark geblutet haben,
dass sie jetzt nicht mehr viel Lust
haben, in Mitarbeiter zu investieren, sondern einfach Leistung verlangen. Und viele junge Menschen
hätten keinen Plan für die eigene berufliche Zukunft, noch seien sie groß
darauf vorbereitet.
Helmuth Sinn weiß um die Probleme,
verweist aber nachdrücklich darauf, dass
sich unter den Arbeitslosen heute auch
immer mehr Menschen mit Qualifikati-
Robert Weißensteiner
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Erneuerbare Energien und umweltfreundliche Mobilität –
Über Bemühungen, Theorien, Prognosen und weltweite Veränderungen
Der schwierige Umstieg
Wir haben gute Gründe, auf alternative Energien zu setzen und Energie zu sparen. Dennoch
stehen über Lage und Entwicklung Fragezeichen, denn es gibt Zweifel, ob alle Maßnahmen
sinnvoll sind, und es zeigt sich, dass das fossile Zeitalter länger dauert als angenommen.
• Info
Hilfen und Leistungen
Die außerordentlichen sozialen
Abfederungsmaßnahmen für jene
Arbeitnehmenden, die krisenbedingt ihren Arbeitsplatz verloren haben, sind um ein weiteres
Jahr (bis zum 31. März 2015) verlängert worden. Genutzt werden
können diese Hilfen immer dann,
wenn kein Anrecht auf Inanspruchnahme der Lohnausgleichskasse
besteht. Darauf weist die Landesabteilung Arbeit hin. Die Sondermaßnahmen wurden zuerst im Krisenjahr 2009 eingeführt und bisher
immer neu aufgelegt. Insgesamt
haben im Vorjahr 110 Betriebe für
841 Arbeitnehmende außerordentlichen Lohnausgleich beantragt.
Die beantragte Auszahlungssumme, die gänzlich zulasten des
Staates geht, beläuft sich auf fast 1,6
Millionen Euro.
Arbeitslosen und Personen im Lohnausgleich greift das Land mit zwei neuen finanziellen Leistungen unter die Arme. Die
erste der zwei Leistungen, die Ergänzungszulage zur ASpI, kommt Personen zugute,
die von gewerblichen Betrieben und kleinen Produktions- bzw. Arbeitsgenossenschaften (mit weniger als 15 Mitarbeitern)
oder Handelsbetrieben mit nicht mehr als
50 Mitarbeitern entlassen wurden. In diesen Fällen erkennt der Staat seit dem vergangenen Jahr eine neue Leistung an,
die ASpI, die das vorherige Arbeitslosengeld ersetzt. Die ASpI kann zwischen acht
und zwölf Monate ausbezahlt werden. Das
Land gewährt den Arbeitslosen in diesem
Zusammenhang ein Unterstützungsgeld
bis zu 850 Euro brutto für eine Höchstdauer
Erneuerbare Energien
Foto: Shutterstock
Je höher der Qualifizierungsgrad, desto schwieriger ist es, die passenden Mitarbeiter zu finden. „Wir suchen hoch qualifizierte Leute, etwa Abgänger von technischen Oberschulen, die wir dann noch
sechs bis zwölf Monate lang einschulen.
In jüngster Zeit hat es auch im Brixner
Raum Entlassungen wegen Personalabbau gegeben, aber für uns sind da in der
Regel keine potenziellen Mitarbeiter dabei, denn entlassen werden meist Menschen, die etwas einfachere Tätigkeiten
ausführen. Und um die Techniker reißen sich viele Betriebe“, sagt Paul Bachmann, HR-Chef bei der Brixner Durst
Phototechnik. Gute Initiativbewerbungen kämen allerdings zuweilen von Leuten, die beschäftigt sind, die aber in Unternehmen arbeiten, die zuletzt Entlassungen vorgenommen haben, so dass zuweilen das Umfeld nicht mehr stimmt.
Neben der nicht vorhandenen Qualifikation für die freien Stellen spielen
auch die Arbeitsplatzbedingungen eine
Rolle. „Wir haben zu wenig qualifizierte
Fachkräfte im Service und teilweise in
der Küche, weil viele ausgebildete Einheimische nicht auf Jobangebote eingehen, die mit Arbeit am Abend und
an den Wochenenden verbunden sind“,
stellt Wilfried Albenberger fest, der
Leiter der Abteilung
Hochqualifizierte Löhne und Arbeitsrecht beim HGV.
Techniker sind
Und er fügt hinzu,
Mangelware
dass die Hotelfachschule zwar voll ausgebucht ist und eine
Warteliste führt, es aber halt oft vorkommt, dass Abgänger aus den genannten Gründen nicht im Gastgewerbe bleiben, so dass viele Ausländer angeworben werden müssen. „Es gelingt durchaus, durch Umschulungen Arbeitslose
aus anderen Branchen bei uns zu integrieren, aber es ist klar, dass das Gastgewerbe nicht Bauarbeiter in großer Zahl
unterbringen kann.“
Ein Blick auf die Stellenangebote
zeigt, was außerhalb des Gastgewerbes
Das Sonderthema in dieser Wirtschaftszeitung
onen finden, die früher begehrt waren.
Dies führt er darauf zurück, dass nicht
nur große Betriebe geschlossen werden,
was dann Schlagzeilen macht, sondern
dass derzeit jede Woche auch kleine Unternehmen mit weniger als 15 Mitarbeitern zusperren, darunter Handels-,
Transport- und Handwerksbetriebe, was
in Summe aber auch ins Gewicht fällt.
So sehr es auffällt, dass nunmehr
auch besser ausgebildete Menschen
Schwierigkeiten haben, einen Job zu
finden, so sehr bleibt es eine Tatsache,
dass neben dem Alter eine nicht vorhandene Ausbildung, eine Ausbildung
in überlaufenen Berufen oder nicht vorhandene Sprachkenntnisse die Hauptgründe für die Arbeitslosigkeit bleiben.
Eine unmittelbare Entspannung am
Arbeitsmarkt ist nicht in Sicht, wenn
auch der Umstand, dass die Zahl der bei
der Abteilung Arbeit gemeldeten freien
Stellen zuletzt leicht auf über 1.200 angewachsen ist, hoffen lässt, dass der Abwärtstrend in diesem Jahr gestoppt werden kann. Manche Experten schätzen
die Zahl der offenen Stellen insgesamt
auf das Fünffache der gemeldeten. Allerdings werden teilweise Arbeitsplätze
auch ins Ausland verlegt, weil es in Südtirol unmöglich ist, Leute mit bestimmten Qualifikationen (etwa IT-Experten)
zu finden und die ausländischen Märkte sowieso immer interessanter werden.
3
SWZ Fåkus
Südtiroler Wirtschaft — 3
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Bozen – Das Landesinstitut für Statistik (ASTAT)
hat kürzlich die Schätzung für das Südtiroler BIP
für 2013 und die Prognose für 2014 veröffentlicht. Demnach ist davon auszugehen, dass die
Wirtschaftsleistung im vergangenen Jahr ganz
leicht geschrumpft ist (um 0,1%), während für
heuer ein sehr geringes Wachstum von 0,1 Prozent erwartet wird. Mit anderen Worten: Das
BIP stagniert. Volkswirte wissen aber: Stagnation bedeuStagnation
tet Abbau von Arbeitsplätist Gift für den
zen; Südtirol bräuchte ein
Arbeitsmarkt
leichtes Wachstum, um das
Beschäftigungsniveau halten zu können, und es
bräuchte ein Wachstum von etwa 1,5 %, damit
wieder neue, zusätzliche Jobs geschaffen werden.
Die Entwicklung am Arbeitsmarkt ist ein Spiegelbild der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung.
Im März waren genau 13.783 Arbeitslose registriert, fast 2.500 oder 22 % mehr als vor einem
Jahr. Bereinigt man diese Zahl um das Gastgewerbe, fällt die Zunahme mit 12 % oder 895
Personen allerdings deutlich moderater aus, und
eine Betrachtung ohne
Gastgewerbe ist auch
deshalb notwendig,
weil in diesem Jahr
Ostern erst am 20.
April ist, viele Einstellungen also erst
derzeit erfolgen, während die Betriebe in den
1-Saison-Gebieten letztes
Jahr wegen des frühen Ostertermins schon Ende März
eingestellt haben. Die große
Sorgenbranche am Arbeitsmarkt bleibt indes die Bauindustrie, aber zuletzt hat auch
der Handel einen merklichen Rückgang der Beschäftigtenzahlen verzeichnet; es ist dies wohl auch eine
Folge des Umstandes, dass die Konsumausgaben leicht rückläufig sind.
Die Lage am Arbeitsmarkt ist zwar
im Vergleich zu der in anderen Regionen nicht dramatisch und muss differenziert gesehen werden, gibt aber doch
Anlass zur Sorge, weil nunmehr auch Menschen arbeitslos werden und nicht unmittelbar eine neue Stelle finden, die qualifiziert
und nicht über 50 Jahre alt sind. „Wir haben
in zunehmendem Maße Leute in den Arbeitslosenlisten, die gut ausgebildet sind“, sagt Helmuth Sinn, Direktor der Abteilung Arbeit
der Landesverwaltung. Und diese Feststellung verknüpft er mit der Aufforderung an
solche Unternehmen, die qualifizierte Mitarbeiter suchen, sich zu melden, denn sie würden über die Abteilung bzw. die Arbeitsbörse
(www.provinz.bz.it/arbeitsboerse/) wohl in vielen Fällen fündig.
Klar ist aber: Trotz der wachsenden Zahl von
Arbeitslosen finden manche Unternehmen weiterhin keine oder nur sehr schwer geeignete Mitarbeiter. „Wir haben fünf Monate lang vergeblich Maschinenbauer gesucht“, erzählt Johanna Santa-Falser von Falser Maschinenbau
in Auer. „Im Unterland gibt es nicht so viele Betriebe, die Maschinenbauer brauchen, deshalb
haben sich auch nicht so viele Menschen darin
ausgebildet. Die freien Stellen besetzten konnten wir erst, als zwei Betriebe in unserem Einzugsgebiet geschlossen und die Mitarbeiter entlassen haben. Dass überl Fachpersonal fehlt, das
höre ich auch von Kollegen“, sagt Falser.
2
Robert Weißensteiner
Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/BZ
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Die Zahl der Arbeitslosen in Südtirol ist im März abermals angestiegen: Fast 14.000 Personen waren
arbeitslos gemeldet, das sind 22 Prozent mehr als vor einem Jahr. Das Problem: Es gibt nicht mehr
genügend Jobs, freie Stellen bleiben jedoch unbesetzt, weil qualifizierte Bewerber fehlen.
1
Redaktionsadresse: Südtiroler Wirtschaftszeitung | Innsbrucker Straße 23, 39100 Bozen, Südtirol-Italien | Tel. 0471 - 973 341 | Fax 0471 - 972 007 | Abo-Service Tel. 0039 - 0471 - 309 730 | Inserate Tel. 0039 - 0471 - 309 730 | [email protected] | www.swz.it
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Eine wachsende Kluft
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Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/BZ
Arbeitsmarkt – Die Zahl der Menschen auf Jobsuche steigt, aber Angebot,
Nachfrage und Erwartungen sind oft sehr unterschiedlich
Per il nostro mercato del lavoro a
pag. 14 valgono condizioni interessanti. Dipendentemente dal
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a 350 €.
Keine
Lösung
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate liegen, ohne jedoch ein allzu hohes Risiko einzugehen. Eine wirklich überzeugende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass Aktien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrational exuberance“ sprach, einem irrationalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lange steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven Alternativen bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind weder die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen Rahmenbedingungen noch die Fundamentaldaten der börsennotierten Unternehmen (Umsatz- und Gewinnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends logisch wäre.
Gold ist längst auch keine attraktive Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die Preise zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch Immobilien sind zumindest in Italien nicht mehr
durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die Immobiliensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überhaupt generiert werden). Die Crash-Propheten raten in dieser Lage, in Sachwerte wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Weinberge zu investieren.
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
Diversifizieren
über Währungen,
ist notwendiger
Staaten und Brandenn je
chen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Anlagehorizont.
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
gar ein Scharlatan.
IP
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Südtiroler Wirtschaftszeitung — Nr. 26 | 14 — Freitag, 6.Juli 2014
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von vier Monaten, das den Arbeitslosen
nach Ablauf des ASpI-Zeitraumes oder des
landwirtschaftlichen Arbeitslosengeldes
zusteht. Arbeitslose, welche die staatliche Mobilitätszulage (es handelt sich um
Arbeitnehmer aus gewerblichen Betrieben mit mehr als 15 Mitarbeitern) erhalten, sind von dieser Landeszulage ausgenommen.
Die zweite neue finanzielle Maßnahme
ist für Personen bestimmt, deren Arbeitsverhältnis wegen der Wirtschaftskrise
beendet oder ausgesetzt (Lohnausgleichkasse) worden ist. In diesem Fall wird die
Zulage für höchstens vier Monate ausbezahlt. Im Falle einer Entlassung werden
bis zu 850 Euro im Monat ausgezahlt.
Um in den Genuss dieser finanziellen
Leistungen zu kommen, müssen sich die
Bürger an die Patronate wenden.
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Bozen – In der Landeshauptstadt finden
vom 19. bis 21. September zwei Fachmessen statt, bei denen es um die Verringerung des Energieverbrauchs und
den Umstieg auf erneuerbare Energien
geht – mit Blick auf ökonomische Notwendigkeiten und den Klimaschutz. Es
handelt sich um Klimaenergy zum Thema regenerative Energien und die Klimamobility, die zeigt, wohin die Reise
in Sachen umweltfreundliche Mobilität geht. Klar ist: Energie ist teuer, die
Vorräte an Erdöl, Erdgas und Kohle gehen irgendeinmal zu Ende (wenn auch
neue Techniken alte Prognosen umstoßen), die Atomenergie birgt große
Gefahren und die Luftverschmutzung
bereitet zunehmend Probleme. Es gibt
deshalb mannigfaltige Bemühungen,
die EnergieeffiziWarum sparsam enz zu steigern und
die Wasserkraft, die
mit Energie
Sonnen- und Windumgehen?
energie und verschiedene alternative oder ergänzende Techniken (z.B. Geothermie) zu nutzen, um den Verbrauch fossiler Energien zumindest nicht weiter deutlich
ansteigen zu lassen. Im Straßenverkehr
sind die Autobauer mit guten Erfolgen
bemüht, den Treibstoffverbrauch der
Fahrzeuge zu senken, und Elektro-, Hybrid-, Wasserstoff-, und Biomethanfahrzeuge kommen auf den Markt. Immer
mehr Verbraucher scheinen bereit und
gewillt zu sein, einen Beitrag zur Verringerung des Energieverbrauchs und
der Emissionen zu leisten, was wiederum die Hersteller antreibt, neue Lösungen anzubieten.
Dass das Klima nach und nach verrückt spielt, dass es mehr Stürme,
Trockenperioden, Überschwemmungen und Temperaturextreme gibt, diesen Eindruck haben viele Menschen.
Welches die Ursachen dafür sind, darin gibt es in der Wissenschaft weitgehend Einigkeit: Etwa 95 Prozent der Experten meinen, dass die seit etwa 150
Jahren feststellbare Klimaerwärmung
einerseits natürliche Ursachen hat (es
gab auf der Erde immer schon Eis- und
Warmzeiten und dazwischen kurze
antizyklische Veränderungen), dass
der Mensch aber durch sein Verhalten die Zusammensetzung der Atmosphäre verändert und deshalb die Entwicklung beschleunigt. Eine Minder-
heit meint, dass jeder Nachweis dafür
fehlt. Erst vor wenigen Wochen hat der
renommierte Meteorologe Hans von
Storch im Nachrichtenmagazin „Der
Spiegel“ mitgeteilt, dass es nach den
Erkenntnissen des Deutschen Wetterdienstes zumindest in Deutschland in
den letzten 15 Jahren keine Klimaerwärmung mehr gegeben hat, sondern
dass die Mittelwerte sogar einen leichten Rückgang der Temperaturen ausweisen, obwohl der Anteil von Kohlendioxid (CO2) in der Luft von Jahr zu Jahr
gestiegen ist. Von Storch schließt daraus, dass es keinen unmittelbaren Zusammenhang zwischen dem steigenden CO2-Gehalt der Luft und dem Temperaturanstieg gibt, der Klimawandel
also andere Ursachen hat. Mit anderen Worten: Alle Initiativen, den CO2Ausstoß zu verringern, seien aus klimapolitischer Sicht für die Katz. Oder:
Klimaschutz durch CO2-Reduktion ist
nicht möglich.
In Deutschland war die Resonanz
groß und mehrere Zeitungen haben
sich des Themas angenommen, denn
wenn die These von Storchs richtig sein
sollte, wären manche Maßnahmen, die
in den letzten 20 Jahren getroffen wurden, in vielerlei Hinsicht fragwürdig.
International hat der Spiegel-Artikel
kaum Reaktionen ausgelöst, entweder,
weil die Aussagen nicht ernst genommen werden, oder auch, weil insbesondere außerhalb der EU noch keine so
ehrgeizigen Klimaziele verfolgt werden, wie sie Brüssel anstrebt. Die neuen CO2-Zweifel sollten wissenschaftlich
eindeutig geklärt werden. Dabei bedeuten sie keineswegs, dass der Anteil der
fossilen Energien nicht verringert werden oder nicht nach einer Verbesserung
der Energieeffizienz und damit des Verbrauchs getrachtet werden muss. Die
zunehmende Nachfrage nach Öl, Gas
und Kohle aufgrund der Wohlstandsvermehrung in vielen bevölkerungsreichen Schwellenländern droht so oder
so zu einer weiteren Verknappung des
Angebots zu führen. Und es ist zu befürchten, dass auch die hochentwickelten Staaten nach wie vor mehr fossile
Energie benötigen, als geplant ist. 20
Prozent Erneuerbare ist das EU-Ziel für
2020, bis 2050 soll über die Hälfte des
Verbrauchs aus regenerativen Quellen
kommen, in Deutschland aufgrund der
Energiewende nach dem Ausstieg aus
der Atomenergie schon im Jahr 2030.
Manche Einsparungen in den EU-Staaten, wo je 1.000 Dollar BIP am wenigsten Energieeinheiten benötigt werden,
sind zuletzt allerdings nicht durch verbesserte Techniken erzielt worden, sondern durch Verlagerung energieintensiver Produktionen in andere Staaten,
eine klimapolitische Augenauswischerei. Und Tatsache ist auch, dass etwa
Elektronenergie aus Fotovoltaik den
Strompreis in die Höhe treibt, da die
Anlagen ja nicht aus den Staatskassen
gefördert werden, sondern über höhere Einspeistarife, die die Verbraucher
bezahlen müssen. Die Strompreisumlage für erneuerbare Energien beträgt
in diesem Jahr in Deutschland bereits
5,3 Cent je Kilowattstunde, im nächsten Jahr 7 Cent. Dabei klagen Unternehmen und Haushalte überall über
die steigenden Strompreise.
Indes vollziehen sich derzeit große
Veränderungen am weltweiten Energiemarkt. Der Grund: Die Peak-Oil-Theorie, wonach die Erdölreserven in absehbarer Zeit zu Ende gehen würden,
ist überholt, weil immer neue Techniken dazu beitragen, dass das Ende
des fossilen Zeitalters nach hinten verschoben wird. Das „hydraulic fracturing“, kurz auch
Neue Techniken Fracking genannt,
revolutioniert die
vermehren die
Energiewirtschaft,
alten Energien
zumal die USA, wo
diese umstrittene Technik schon auf
breiter Ebene angewandt wird, bereits
von einer Unabhängigkeit von Energieimporten sprechen. Tatsache ist, dass
aufgrund der steigenden eigenen Förderungen von Gas und Öl in den USA
die Nachfrage nachgelassen hat und
die Preise insbesondere für Gas fallende Tendenz aufweisen, was vor allem Russland Probleme bereitet. Dazu
kommt, dass neben der Förderung von
Schiefergas und Schieferöl auch weitere Techniken der Energiegewinnung
erprobt werden, die jedoch einerseits
sehr teuer sind und anderseits noch
größere Umweltrisiken aufweisen als
das Fracking.
Die Entwicklung, meinen Fachleute, bleibt unsicher. Vor diesem Hintergrund scheint die Strategie, stärker auf
regenerative Energien zu bauen und die
Energieeffizienz zu verbessern, nicht
falsch, unabhängig davon, ob das CO2
einen Anstieg der weltweiten Durchschnittstemperaturen bewirkt oder
nicht. Klar ist aber auch, dass die unterschiedlichen Klima-Strategien in
der globalisierten Welt zu wirtschaftlichen Verzerrungen führen und der
Westen wohl nur durch Qualität bestehen kann, weil die Beseitigung von
sozialen und ökologischen Standards
keine machbare oder wünschenswerte Option darstellt. Wie stark die Themen Wirtschaft und Umwelt verzahnt
sind, zeigt der Umstand, dass die Südtiroler Landesregierung die Einführung
des Klimahausstandards A für Neubauten von 2015 auf 2017 verschoben hat,
weil es Bedenken gibt, ob die energetischen Vorteile die höheren Baukosten
rechtfertigen und weil eine Verteuerung in Zeiten der Krise vielen Bauherren nicht zugemutet wird.
(RW)
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Il SWZ è il più importante organo d‘informazione
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pubblicità dei nostri clienti. Perciò siamo aperti per
tutte le idee creative immaginabili e anche non immaginabili da parte dei nostri clienti.
Se l‘intenzione è di dare nell’occhio più del “normale”, forme creative di pubblicità sono indispensabili.
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
3
6
8
9
12
Wochenblatt für Wirtschaft und Politik — 86. Jahrgang, Nr. 26 |14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
• Landeshauhalt
• SWZporträt: Paulina Schwarz
Weniger ist
doch mehr
Der zu
große Schuh
Die Wirtschaftskapitel im Landeshaushalt werden um 26 Prozent gestutzt, in Wirklichkeit
aber wird die Wirtschaft gegenüber 2013 bessergestellt. • Seite 2
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Bozen – Laut Daten der Banca d’Italia
sind die Einlagen bei den Banken in
Südtirol im vergangenen Jahr um insgeinsge
samt 12,5 Prozent angewachsen. SumSum
men nennt die Notenbank nicht, aber
ein Blick in die Bilanzen der einheimieinheimi
schen Banken lässt eine Schätzung zu.
Raiffeisenkassen, Sparkasse und VolksVolks
bank wiesen Ende 2013 zusammen EinEin
lagen in Höhe von 20,7 Milliarden Euro
auf, dazu kommen indirekte Einlagen
(+8%), dazu kommen 7,4 Milliarden an
indirekten Einlagen. Geht man davon
aus, dass die gesamten Einlagen der
Raiffeisenkassen und zwei Drittel
jener der beiden anderen BanBan
ken von Südtirolern stammen,
kommt man auf direkte EinEin
lagen in Höhe von etwa 15
Milliarden, dazu kommen
über die Banken erworbeerworbe
ne Wertpapiere im Umfang
von über fünf Milliarden.
Zu diesen 20 Milliarden gege
sellen sich aber noch alle
Einlagen bei anderen BanBan
ken sowie die VeranlagunVeranlagun
gen bei VermögensverwalVermögensverwal
tern und InvestmentgesellInvestmentgesell
schaften. Man sieht: Die SüdSüd
tiroler haben viel Geld auf der
hohen Kante, weit mehr, als die
Wirtschaftsleistung eines gangan
zen Jahres ausmacht.
Die Zunahme der Einlagen und
des Sparauf kommens insgesamt
überrascht auf den ersten Blick, zumal
viele Menschen dada
Nettozinsen
rüber klagen, dass
sie zwar sparen,
niedriger als
aber immer ärmer
Inflationsrate
werden, weil die
Zinsen so niedrig sind, dass sie nach
Abzug der Steuern weniger ausmaausma
chen als die ebenfalls niedrige Inf lationsrate. Für Kontokorrenteinlagen
gibt es Zinsen, bei denen eine Null vor
dem Komma steht, auf gesperrte Sparbücher gibt es je nach Dauer und Höhe
der Einlagen etwas (oder auch ziemlich) mehr, Tagesgeld für sechs Monate bringt bis etwa 1,3%, Festgeld auf
ein Jahr kaum mehr als 1,4 Prozent,
und wer über zwei Prozent will, muss
sich schon für mindestens drei bis vier
Jahre binden. Der Ausdruck „Witz-Zinsen“ scheint vielen Sparern nicht abwegig. Zieht man da noch die Steuern
ab, die zuletzt – außer für Staatspapiere – auf 26% gestiegen sind, bleibt
nämlich nur noch sehr wenig. Auch
die Renditen von Schuldverschreibungen des Staates sind drastisch gesunken. Die kurzfristigen BoT bringen netto kaum mehr als ein Sparbuch, die
Bruttorendite von BTP mit einer Lauf
Laufzeit von zehn Jahren ist bei der letzten Versteigerung Ende Juni auf unter 3% gefallen.
Geld und Zinsen – Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Nettozinsen
Non importa, quale è la Sua idea per la pubblicità – si rivolga a noi! Sviluppiamo volentieri
insieme a Voi forme di pubblicità insolite.
Fotos: Shutterstock
Sparen
macht
nicht fett
Die Südtiroler sparen wie selten zuvor –
trotz Krise (oder wegen ihr). Deutlich über
20 Milliarden haben sie auf der hohen Kante.
Die Einnahmen daraus sind derzeit dürftig.
Nach Meinung aller Fachleute wird
die derzeitige Phase extremer Niedrigzinsen noch länger anhalten, denn die
EZB hat den Leitzinssatz am 5. Juni auf
0,15 % Prozent gesenkt und angekündigt, ihn dort länger zu belassen, voraussichtlich bis Ende 2015. Die niedrigen Zinsen helfen den hoch verschuldeten Staaten und sollen Investitionen
fördern. Die Zinsen werden nur dann
wieder steigen, wenn die Wirtschaftskonjunktur anzieht, wenn die Zinsen
in den USA deutlich steigen oder wenn
die Inf lationsrate wieder auf deutlich
über zwei Prozent steigt. Aber keine
diese drei Entwicklungen ist derzeit
zu erwarten.
Angesichts der niedrigen Zinsen fragen immer mehr Sparer immer eindringlicher, wie sie ihr Geld anlegen
können, damit es Nettorenditen bringt,
• Glosse
Geld & Krone
Prinz Charles will weder den Euro noch
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
• Gewerbeimmobilien
Was ist der
Ziegel wert?
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre FirmenimFirmenim
mobilien abwerten und den GeldGeld
hahn zudrehen. Die Banken werwer
fen den Ball aber zurück. • Seite 5
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate lielie
gen, ohne jedoch ein allzu hohes RisiRisi
ko einzugehen. Eine wirklich überzeuüberzeu
gende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass AkAk
tien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrati„irrati
onal exuberance“ sprach, einem irratiirrati
onalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lanlan
ge steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven AlternatiAlternati
ven bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind wewe
der die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen RahmenbedinRahmenbedin
gungen noch die FundamentalFundamental
daten der börsennotierten UnUn
ternehmen (Umsatz- und GeGe
winnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends lolo
gisch wäre.
Gold ist längst auch keine attraktiattrakti
ve Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die PreiPrei
se zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch ImmobiImmobi
lien sind zumindest in Italien nicht mehr
durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die ImmobiImmobi
liensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überüber
haupt generiert werden). Die Crash-ProCrash-Pro
pheten raten in dieser Lage, in SachwerSachwer
te wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Weinberge zu investieren.
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
Diversifizieren
über Währungen,
ist notwendiger
Staaten und Brandenn je
chen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Anlagehorizont.
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
gar ein Scharlatan.
Robert Weißensteiner
• [email protected]
• Kommentar
Keine
Lösung
Die Mehrheit im Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
Staatsschuldenkrise und der daraus resultierenden wirtschaftlichen Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Einkommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (länger arbeiten, weniger Geld). Kein anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bürger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst werden, insbesondere mit Blick auf jene Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich möglich sein, in erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewesen statt der komplizieren und wenig transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäf
beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
Robert Weißensteiner
IP
Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/BZ
Redaktionsadresse: Südtiroler Wirtschaftszeitung | Innsbrucker Straße 23, 39100 Bozen, Südtirol-Italien | Tel. 0471 - 973 341 | Fax 0471 - 972 007 | Abo-Service Tel. 0039 - 0471 - 309 730 | Inserate Tel. 0039 - 0471 - 309 730 | [email protected] | www.swz.it
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Rivestimento
trasparente 1
Rivestimento
trasparente 2
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
3
6
8
9
12
Wochenblatt für Wirtschaft und Politik — 86. Jahrgang, Nr. 26 |14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
• SWZporträt: Paulina Schwarz
• Landeshauhalt
Cartolina
— 86. Jahrgang, Nr. 26 |14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
SWZporträt: Paulina Schwarz
• Gewerbeimmobilien
• Kommentar von Christian Pfeifer: Einfach nur schlechte Gesetze
• Interview: Der „Grillino“ Paul Köllensperger
• Energieausweis: Sanierung eines Unsinns
• Steuern & Recht: Meldung über Umsätze mit Steuerparadiesen
• Arbeit & Soziales: Haushaltsangestellte – neue Löhne, neue Abgaben
3
6
8
9
12
• Gewerbeimmobilien
Wochenblatt für Wirtschaft und Politik — 86. Jahrgang, Nr. 26 |14, Freitag, 4. Juli 2014 — € 3,00 • www.swz.it
• SWZporträt: Paulina Schwarz
• Landeshauhalt
• Gewerbeimmobilien
Weniger ist
doch mehr
Der zu
große Schuh
Was ist der
Ziegel wert?
Der zu
große Schuh
Was ist der
Ziegel wert?
Weniger ist
doch mehr
Der zu
große Schuh
Was ist der
Ziegel wert?
Die Wirtschaftskapitel im Landeshaushalt werden um 26 Prozent gestutzt, in Wirklichkeit
aber wird die Wirtschaft gegenüber 2013 bessergestellt. • Seite 2
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre Firmenimmobilien abwerten und den Geldhahn zudrehen. Die Banken werfen den Ball aber zurück. • Seite 5
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre Firmenimmobilien abwerten und den Geldhahn zudrehen. Die Banken werfen den Ball aber zurück. • Seite 5
Die Wirtschaftskapitel im Landeshaushalt werden um 26 Prozent gestutzt, in Wirklichkeit
aber wird die Wirtschaft gegenüber 2013 bessergestellt. • Seite 2
Die erfolgreiche „self-made
woman“ und neue Vorzeigefrau der
Wirtschaft zieht gern ihre Pläne
durch und mag es, in neue Aufgaben
hineinzuwachsen. • Seite 4
Unternehmer klagen darüber,
dass die Banken ihre Firmenimmobilien abwerten und den Geldhahn zudrehen. Die Banken werfen den Ball aber zurück. • Seite 5
Geld und Zinsen – Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Nettozinsen
Fotos: Shutterstock
Sparen
macht
nicht fett
Die Südtiroler sparen wie selten zuvor –
trotz Krise (oder wegen ihr). Deutlich über
20 Milliarden haben sie auf der hohen Kante.
Die Einnahmen daraus sind derzeit dürftig.
Nach Meinung aller Fachleute wird
die derzeitige Phase extremer Niedrigzinsen noch länger anhalten, denn die
EZB hat den Leitzinssatz am 5. Juni auf
0,15 % Prozent gesenkt und angekündigt, ihn dort länger zu belassen, voraussichtlich bis Ende 2015. Die niedrigen Zinsen helfen den hoch verschuldeten Staaten und sollen Investitionen
fördern. Die Zinsen werden nur dann
wieder steigen, wenn die Wirtschaftskonjunktur anzieht, wenn die Zinsen
in den USA deutlich steigen oder wenn
die Inf lationsrate wieder auf deutlich
über zwei Prozent steigt. Aber keine
diese drei Entwicklungen ist derzeit
zu erwarten.
Angesichts der niedrigen Zinsen fragen immer mehr Sparer immer eindringlicher, wie sie ihr Geld anlegen
können, damit es Nettorenditen bringt,
• Glosse
Geld & Krone
Prinz Charles will weder den Euro noch
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate lielie
gen, ohne jedoch ein allzu hohes RisiRisi
ko einzugehen. Eine wirklich überzeuüberzeu
gende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass AkAk
tien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrati„irrati
onal exuberance“ sprach, einem irratiirrati
onalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lanlan
ge steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven AlternatiAlternati
ven bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind wewe
der die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen RahmenbedinRahmenbedin
gungen noch die FundamentalFundamental
daten der börsennotierten UnUn
ternehmen (Umsatz- und GeGe
winnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends lolo
gisch wäre.
Gold ist längst auch keine attraktiattrakti
ve Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die PreiPrei
se zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch ImmobiImmobi
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durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die ImmobiImmobi
liensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überüber
haupt generiert werden). Die Crash-ProCrash-Pro
pheten raten in dieser Lage, in SachwerSachwer
te wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Weinberge zu investieren.
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
Diversifizieren
über Währungen,
ist notwendiger
Staaten und Brandenn je
chen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Anlagehorizont.
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
gar ein Scharlatan.
Robert Weißensteiner
• [email protected]
Keine
Lösung
– Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Die Mehrheit im Regional
Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensi
Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
StaatsschuldenStaatsschulden
krise und der daraus resultie
resultierenden wirtschaftlichen Pro
Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jah
Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Ein
Ein-kommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Ein
Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (län
(länger arbeiten, weniger Geld). Kein ande
anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtags
Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszah
Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hin
Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wur
wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bür
Bür-ger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst wer
werden, insbesondere mit Blick auf jene Alt
Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszah
Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich mög
möglich sein, in erworben
erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewe
gewesen statt der komplizieren und wenig trans
transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäf
beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Dik
Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentli
öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
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ma h
nicht
n
h fett
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Fotos: Shutterstock
Bozen – Laut Daten der Banca d’Italia
sind die Einlagen bei den Banken in
Südtirol im vergangenen Jahr um insgeinsge
samt 12,5 Prozent angewachsen. SumSum
men nennt die Notenbank nicht, aber
ein Blick in die Bilanzen der einheimieinheimi
schen Banken lässt eine Schätzung zu.
Raiffeisenkassen, Sparkasse und VolksVolks
bank wiesen Ende 2013 zusammen EinEin
lagen in Höhe von 20,7 Milliarden Euro
auf, dazu kommen indirekte Einlagen
(+8%), dazu kommen 7,4 Milliarden an
indirekten Einlagen. Geht man davon
aus, dass die gesamten Einlagen der
Raiffeisenkassen und zwei Drittel
jener der beiden anderen BanBan
ken von Südtirolern stammen,
kommt man auf direkte EinEin
lagen in Höhe von etwa 15
Milliarden, dazu kommen
über die Banken erworbeerworbe
ne Wertpapiere im Umfang
von über fünf Milliarden.
Zu diesen 20 Milliarden gege
sellen sich aber noch alle
Einlagen bei anderen BanBan
ken sowie die VeranlagunVeranlagun
gen bei VermögensverwalVermögensverwal
tern und InvestmentgesellInvestmentgesell
schaften. Man sieht: Die SüdSüd
tiroler haben viel Geld auf der
hohen Kante, weit mehr, als die
Wirtschaftsleistung eines gangan
zen Jahres ausmacht.
Die Zunahme der Einlagen und
des Sparauf kommens insgesamt
überrascht auf den ersten Blick, zumal
viele Menschen dada
Nettozinsen
rüber klagen, dass
sie zwar sparen,
niedriger als
aber immer ärmer
Inflationsrate
werden, weil die
Zinsen so niedrig sind, dass sie nach
Abzug der Steuern weniger ausmaausma
chen als die ebenfalls niedrige Inf lationsrate. Für Kontokorrenteinlagen
gibt es Zinsen, bei denen eine Null vor
dem Komma steht, auf gesperrte Sparbücher gibt es je nach Dauer und Höhe
der Einlagen etwas (oder auch ziemlich) mehr, Tagesgeld für sechs Monate bringt bis etwa 1,3%, Festgeld auf
ein Jahr kaum mehr als 1,4 Prozent,
und wer über zwei Prozent will, muss
sich schon für mindestens drei bis vier
Jahre binden. Der Ausdruck „Witz-Zinsen“ scheint vielen Sparern nicht abwegig. Zieht man da noch die Steuern
ab, die zuletzt – außer für Staatspapiere – auf 26% gestiegen sind, bleibt
nämlich nur noch sehr wenig. Auch
die Renditen von Schuldverschreibungen des Staates sind drastisch gesunken. Die kurzfristigen BoT bringen netto kaum mehr als ein Sparbuch, die
Bruttorendite von BTP mit einer Lauf
Laufzeit von zehn Jahren ist bei der letzten Versteigerung Ende Juni auf unter 3% gefallen.
• Kommentar
Die Südtiroler sparen wie selten zuvor –
trotz Krise (oder wegen ihr). Deutlich über
20 Milliarden haben sie auf der hohen Kante.
Die Einnahmen daraus sind derzeit dürftig.
Angesichts der niedrigen Zinsen fragen immer mehr Sparer immer eindringlicher, wie sie ihr Geld anlegen
können, damit es Nettorenditen bringt,
Glosse
Geld & Krone
Prinz Charles will weder den Euro noch
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate lielie
gen, ohne jedoch ein allzu hohes RisiRisi
ko einzugehen. Eine wirklich überzeuüberzeu
gende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass AkAk
tien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrati„irrati
onal exuberance“ sprach, einem irratiirrati
onalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lanlan
ge steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven AlternatiAlternati
ven bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind wewe
der die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen RahmenbedinRahmenbedin
gungen noch die FundamentalFundamental
daten der börsennotierten UnUn
ternehmen (Umsatz- und GeGe
winnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends lolo
gisch wäre.
Gold ist längst auch keine attraktiattrakti
ve Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die PreiPrei
se zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch ImmobiImmobi
lien sind zumindest in Italien nicht mehr
durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die ImmobiImmobi
liensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überüber
haupt generiert werden). Die Crash-ProCrash-Pro
pheten raten in dieser Lage, in SachwerSachwer
te wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Weinberge zu investieren.
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
Diversifizieren
über Währungen,
ist notwendiger
Staaten und Brandenn je
chen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Anlagehorizont.
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
gar ein Scharlatan.
Robert Weißensteiner
• [email protected]
• Kommentar
Keine
Lösung
Die Mehrheit im Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
Staatsschuldenkrise und der daraus resultierenden wirtschaftlichen Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Einkommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (länger arbeiten, weniger Geld). Kein anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bürger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst werden, insbesondere mit Blick auf jene Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich möglich sein, in erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewesen statt der komplizieren und wenig transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäf
beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
Robert Weißensteiner
Bozen – Laut Daten der Banca d’Italia
sind die Einlagen bei den Banken in
Südtirol im vergangenen Jahr um insgeinsge
samt 12,5 Prozent angewachsen. SumSum
men nennt die Notenbank nicht, aber
ein Blick in die Bilanzen der einheimieinheimi
schen Banken lässt eine Schätzung zu.
Raiffeisenkassen, Sparkasse und VolksVolks
bank wiesen Ende 2013 zusammen EinEin
lagen in Höhe von 20,7 Milliarden Euro
auf, dazu kommen indirekte Einlagen
(+8%), dazu kommen 7,4 Milliarden an
indirekten Einlagen. Geht man davon
aus, dass die gesamten Einlagen der
Raiffeisenkassen und zwei Drittel
jener der beiden anderen BanBan
ken von Südtirolern stammen,
kommt man auf direkte EinEin
lagen in Höhe von etwa 15
Milliarden, dazu kommen
über die Banken erworbe
ne Wertpapiere im Umfang
von über fünf Milliarden.
Zu diesen 20 Milliarden ge
sellen sich aber noch alle
Einlagen bei anderen Ban
ken sowie die Veranlagun
gen bei Vermögensverwal
tern und Investmentgesell
schaften. Man sieht: Die Süd
tiroler haben viel Geld auf der
hohen Kante, weit mehr, als die
Wirtschaftsleistung eines gan
zen Jahres ausmacht.
Die Zunahme der Einlagen und
des Sparauf kommens insgesamt
überrascht auf den ersten Blick, zumal
Geld und Zinsen – Die Südtiroler
sparen und klagen über niedrige
Nettozinsen
Spa en
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Nettozinsen
niedriger als
Inflationsrate
Zinsen so niedrig sind, dass sie nach
Abzug der Steuern weniger ausma
chen als die ebenfalls niedrige Inf la
tionsrate. Für Kontokorrenteinlagen
gibt es Zinsen, bei denen eine Null vor
dem Komma steht, auf gesperrte Spar
bücher gibt es je nach Dauer und Höhe
der Einlagen etwas (oder auch ziem
lich) mehr, Tagesgeld für sechs Mona
te bringt bis etwa 1,3%, Festgeld auf
ein Jahr kaum mehr als 1,4 Prozent,
und wer über zwei Prozent will, muss
sich schon für mindestens drei bis vier
Jahre binden. Der Ausdruck „Witz-Zin
sen“ scheint vielen Sparern nicht ab
wegig. Zieht man da noch die Steuern
ab, die zuletzt – außer für Staatspa
piere – auf 26% gestiegen sind, bleibt
nämlich nur noch sehr wenig. Auch
die Renditen von Schuldverschreibun
gen des Staates sind drastisch gesun
ken. Die kurzfristigen BoT bringen net
to kaum mehr als ein Sparbuch, die
Bruttorendite von BTP mit einer Lauf
zeit von zehn Jahren ist bei der letzten Versteigerung Ende Juni auf unter 3% gefallen.
die deutlich – mindestens einen Prozentpunkt – über der Inflationsrate lielie
gen, ohne jedoch ein allzu hohes RisiRisi
ko einzugehen. Eine wirklich überzeuüberzeu
gende Antwort darauf kriegen sie nicht.
Die Aktienkurse sind derzeit sehr hoch.
Zwar hat Fed-Chefin Janet Yellen erst
kürzlich in Abrede gestellt, dass Aktien
zu teuer seien. Der Volkswirt Stephen
King hat allerdings errechnet, dass AkAk
tien so viel kosten wie 1996, als Yellens
Vorgänger Alan Greenspan von „irrati„irrati
onal exuberance“ sprach, einem irratiirrati
onalen Überschwang. Tatsächlich ist es
wohl so, dass die Aktienkurse noch lanlan
ge steigen können, weil ungemein viel
Liquidität im Markt ist und sich den
Anlegern keine attraktiven AlternatiAlternati
ven bieten. Wer jetzt Aktien abstößt,
könnte diesen Schritt demnach am
Ende bereuen. Anderseits sind weder die weltwirtschaftlichen und
die geopolitischen Rahmenbedingungen noch die Fundamentaldaten der börsennotierten Unternehmen (Umsatz- und Gewinnentwicklung) so, dass ein
Anhalten des Aufwärtstrends loGold ist längst auch keine attraktive Anlage mehr. Nach einer längeren
Phase der Wertzuwächse sind die Preise zuletzt kontinuierlich gefallen, und
wer sich am Höchststand eingedeckt hat,
kriegt heute für 1.000 eingesetzte Euro
nur noch gut 650 heraus. Auch Immobilien sind zumindest in Italien nicht mehr
durchwegs attraktiv. Büros und Hallen
gibt es im Überfluss, und die Immobiliensteuer frisst einen größeren Anteil
der Einnahmen weg (falls solche überhaupt generiert werden). Die Crash-Propheten raten in dieser Lage, in Sachwerte wie Wiesen, Wälder, Ackerland oder
Die Unsicherheit bleibt groß, und gerade deshalb gilt die alte Faustregel „Immer auf mehrere Pferde setzen!“, also
diversifizieren: Festgeld, Anleihen, Aktien (auch dabei lässt
sich eine Streuung
über Währungen,
Staaten und Branchen vornehmen),
Edelmetalle, Sachwerte – von allem
etwas, gewichtet nach dem jeweiligen
Vermögen, der Risikobereitschaft, dem
Die Ratschläge, die derzeit erteilt werden können, überzeugen nicht wirklich und reißen niemanden vom Hocker. Aber wer es besser weiß, ist vielleicht Warren Buffet (und der behält
die besten Tipps für sich), ein Hellseher (gibt’s die?), ein Abenteurer oder
über zwei Prozent steigt. Aber keine
diese drei Entwicklungen ist derzeit
zu erwarten.
das Pfund. Er will die Krone – aber nicht
die tschechische, die dänische oder norwegische, sondern die seiner Mutter.
Robert Weißensteiner
• [email protected]
• Kommentar
Keine
Lösung
Die Mehrheit im Regionalrat hat sich auf eine Neuregelung der Politpensionen geeinigt – ohne das
Problem zu lösen.
W
ir leben in
Zeiten des
Umbruchs, der
Staatsschuldenkrise und der daraus resultierenden wirtschaftlichen Probleme. Vor diesem Hintergrund hat die
Politik den Menschen in den letzten Jahren große Opfer abverlangt, in erster Linie
durch die Erhöhung der Steuern auf Einkommen, Immobilien, Konsum (MwSt)
und Treibstoffe, aber auch durch Einschränkung öffentlicher Leistungen oder
Verschärfung der Rentenregeln (länger arbeiten, weniger Geld). Kein anderes Thema hat deshalb solche Emotionen
geweckt wie die Renten unserer Landtagsabgeordneten. Insbesondere die Auszahlungen, mit denen der Verzicht auf einen
Teil der Leibrenten abgegolten wurde,
haben eine Welle des Protests ausgelöst.
Dass Politiker Dinge für sich in Anspruch
nehmen, die für andere unerreichbar sind,
das wollen die Menschen nicht (mehr).
Die Politik hat Besserung gelobt. Was
nach langen Vorbereitungen jetzt aber
zur Diskussion steht, ist in vielerlei Hinsicht eine unbefriedigende Lösung. Die
Barauszahlungen und das Geld, das an
den Family Fonds fließt und später zur
Verfügung der Abgeordneten steht, wurden nicht zurückgenommen, sondern um
durchschnittlich 30 Prozent herabgesetzt,
und die Möglichkeit, schon mit 60 die
Politrente in Anspruch zu nehmen, bleibt
attraktiv. Dies ist in den Augen vieler Bürger zu wenig an Gleichstellung und lässt
mehr Fragen offen, als Probleme gelöst werden, insbesondere mit Blick auf jene Altmandatare, die schon lange in Rente sind
und die teilweise nicht für die Vorauszahlung optiert haben. Sollte es wirklich möglich sein, in erworbene Rechte einzugreifen,
wäre von allem Anfang an ganz einfach
eine Kürzung der Renten angebracht gewesen statt der komplizieren und wenig transparenten Regelung, die dann beschlossen
wurde. So hat sich ein ganzes Parlament
viele Monate lang mit sich selbst beschäf
beschäftigt: Der Berg kreißt und gebiert eine
Maus. Die Altmandatare werden klagen.
Ist der Ruf nämlich einmal ruiniert, lebt es
sich bekanntlich ganz ungeniert.
Kommt am Ende ein römisches Diktat, mit dem alle Politrenten im öffentlichen Interesse auf maximal 4.500 Euro
begrenzt werden?
Robert Weißensteiner
IP
Robert Weißensteiner
IP
Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/BZ
IP
Poste Italiane S.p.A. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/BZ
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I temi 2016
Venerdì, 22 gennaio
å Costruire in modo innovativo
L’Alto Adige può vantarsi di una qualità costruttiva notevole – incluse efficienza energetiva, compatibilità ecologica, tecnologie nuove e risanamenti. In occasione della
fiera specializzata “Klimahouse” a Bolzano (28 - 31 gennaio) informiamo su questo settore importante.
Venerdì, 17 giugno
å Consulenza aziendale
Numerosi consulenti, abitualmente specializzati in certi
rami di competenza, offrono il loro servizio alle imprese
altoatesine. Ecco quali sono i temi attuali.
Venerdì, 8 luglio
å Pubblicità
Il settore della pubblicità ha vissuto cambiamenti radicali
negli ultimi anni, i canali di pubblicità sono diventati più
numerosi come del resto i modi di fare pubblicità. Ma cos‘è
che fa la differenza? Cosa si deve considerare usando i vari
canali? Forniamo risposte su alcune pagine speciali.
Venerdì, 5 agosto
å I top 50 dell’Alto Adige
In primavera una presentazione di vini segue l‘altra. Si
tratta di un periodo intenso per il settore. L‘evento è un’occasione per trattare alcuni temi attuali del settore.
Ogni anno – da 20 anni – il SWZ stila la graduatoria dei 50
maggiori gruppi aziendali in Alto Adige. La graduatoria
é sempre attualissima, visto che molti gruppi sono impegnati nel consolidamento di bilancio fino agli ultimi giorni
di luglio. Considerando non solo i fatturati delle singole
aziende ma di gruppi interi, il SWZ riesce a riflettere le vere
gerarchie nell’economia locale. Vista l’attualità e la forza
espressiva, la graduatoria è molto ricercata.
Venerdì, 11 marzo
Venerdì, 9 settembre
Venerdì, 26 febbraio
å Vino dell’Alto Adige
å L‘arredamento di qualità
È dimostrato che l‘arredamento sia in ambito privato sia
in ambito lavorativo abbia effetti - positivi o negativi per il benessere. Quindi vale la pena prestare attenzione
alla qualità. Il SWZ prende spunto dalla fiera „Arredo“
(11-13 e 19-20 marzo) per dare qualche suggerimento.
Venerdì, 8 aprile
å Moda
Vesti un bastone e ti parrà un signore, dice un proverbio. La
moda ha una certa importanza anche nel mondo del lavoro.
Diamo spunti e suggerimenti per persona alla moda.
Venerdì, 6 maggio
å Arte
L‘arte in tutte le sue varianti appaga i sensi, ma può anche
essere un investimento. A proposito di investimenti: Secondo
una recente analisi i lettori del SWZ sono molto interessati ad
arte e cultura – e anche molto solvibili.
Venerdì, 27 maggio
å Vita sana e consapevole
Diventano sempre più numerose le persone che prestano
attenzione al loro stile di vita, visto che la salute fisica
e mentale incrementa sia il benessere che il rendimento
lavorativo. Prestano attenzione alla nutrizione ma anche
all‘origine degli alimentari e ad altri aspetti. Il SWZ da
spazio a questo trend.
Südtiroler Wirtschaftszeitung
å Formazione
La formazione continua é importante come mai prima per
il successo sia delle aziende che dei singoli dipendenti. Chi
offre formazione in Alto Adige? E quali sono i temi attuali
più ricercati? Un SWZfokus.
Venerdì, 30 settembre
å Servizi con successo
La maggior parte delle aziende fa ricorso a fornitori esterni
di servizi. Infatti esistono fornitori di ogni tipo, con le specializzazioni più varie, dal marketing all’informatica, dalla
logistica alle vendite, dal personale all’arredamento del
posto di lavoro. Per la prima volta Fiera Bolzano organizza la
fiera specializzata “MOCO” dal 13 al 15 ottobre, con l’obbiettivo di creare una piattaforma dove si incontrano domanda e
offerta. Un occasione per l’ SWZ di trattare l’argomento.
Venerdì, 14 ottobre
å Motore economico turismo
Il turismo é un motore importante dell’economia altoatesina. In occasione della fiera “Hotel” (17 - 20 ottobre) a
Bolzano il SWZ tratta vari temi attuali del settore.
Venerdì, 18 novembre
å Un SWZ speciale
Una volta all’anno il SWZ viene recapitato non solo agli
abbonati, ma ad ulteriori 20.000 imprenditori altoatesini.
Quindi questo numero speciale è una piattaforma interessantissima per la Sua pubblicità. Attenzione: Viene adottata una maggiorazione del 15% sul listino prezzi abituale.
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