Febbraio - Associazione Vecchia Alassio

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Febbraio - Associazione Vecchia Alassio
ANNO XLIX - N. 2
Lunedì 16 Febbraio 2009
€ 2,00
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB IMPERIA
Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. O.d.V-O.N.L.U.S.
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Missive di Fincos Spa al Comune portano alla luce un super contenzioso
IL “GRAND HOTEL” DIVENTA STORIA INFINITA
È la storia infinita. Il “Grande
Albergo”, dopo anni di abbandono, non vorremmo diventasse opera incompiuta, monumento al nuovo degrado, simbolo di
incapacità gestionale che tra
pubblico e privato rischia di
mettere in ginocchio la città.
L’abbiamo detto e continueremo a ripeterlo: il “Grand Hotel”
deve essere riportato agli antichi splendori. Alassio ha bisogno di infrastrutture in grado di
rimettere in moto la macchina
turistica e nulla più di un albergo di prestigio può essere richiamo per nuovi ospiti. L’industria delle vacanze è in crisi come il resto dell’economia. L’immobilismo non paga, l’attendere
ulteriormente gli eventi, magari
aspettando che la manna cada
dal cielo è atto assurdo e masochistico. Perciò chiediamo a chi
ci governa di non perdere ulteriore tempo, di mettere a fuoco
la situazione e procedere, prima
che sia troppo tardi. Il “Grand
Hotel” deve riaprire. Non accettiamo scuse né da parte del
Comune, né da parte di chi i lavori si è impegnato a portarli
avanti per concluderli. Ci sono
situazioni assurde che ogni giorno di più prendono corpo e, speriamo non sia vero, fanno pensare alla volontà di lasciare le
cose come stanno, prendere
tempo e succhiare al massimo la
collettività con richieste che la
società che dovrebbe terminare
i lavori continua a presentare al
Comune. L’amministrazione civica ha responsabilità per il lievitare dei costi? Ci sono irregolarità sulla realizzazione dell’o-
pera? Si faccia chiarezza. Le autorità competenti facciano il loro lavoro, ma, per favore, fate
terminare i lavori perché gli anni passano e il degrado è di nuovo fuori dall’uscio. Non contestiamo l’opposizione consiliare
che “fa le pulci”, ad ogni decisione della maggioranza. Ci chiediamo, però se siano state sufficientemente considerate le responsabilità dei Tecnici incaricati e pagati dal Comune per la
sorveglianza e il controllo del regolare svolgimento dei lavori.
Quindi, se per realizzare il nuovo “Grand Hotel” si sono verificate irregolarità è giusto che la
magistratura proceda, ma
ugualmente i lavori devono finire, senza nulla regalare a chi si
era preso l’impegno di realizzare l’opera.
Il 22 settembre scorso la
“Fincos”, la “Finanziaria Costruzioni Spa” che sta lavorando alla
realizzazione del nuovo “Grande Albergo”, la stessa che sotto
la sigla “Conicos” ha realizzato
piazza dei Partigiani e i relativi
box sotterranei, ha però scritto
al sindaco: «Constatiamo con dispiacere che la regolarizzazione
amministrativa del nostro intervento procede con estrema lentezza e, anzi, è pressoché ferma,
tanto che si può a buon diritto
parlare di una complessiva inerzia del Comune al riguardo. In
particolare rileviamo che, a distanza di tre mesi dalla produzione delle nostre osservazioni
nell’ambito dei procedimenti
avviati per irrogazione di sanzioni amministrative previste in
ordine all’asserita realizzazione
di
Daniele La Corte
Invidia
e paura
Il Grand Hotel di Alassio visto dal mare.
di opere in difformità dai rispettivi titoli edilizi nessun provvedimento risulta adottato né è dato sapere lo stato della relativa
istruttoria. In analoga situazione
di ignoranza versa la società riguardo le sorti delle istanze di
sanatoria da tempo presentate».
È evidente che qualcosa, tra
Comune e società costruttrice, è
accaduto anche perché “Fincos”, sempre in data 22 settem-
bre, evidenzia di aver «ripetutamente rappresentato la gravità
della situazione all’Amministrazione» e aggiunge: «È giunta l’ora
che l’Amministrazione sia chiamata ad assumersi la responsabilità che oggettivamente le fa
capo, dei danni in costante incremento subiti dall’impresa.
Preannunciamo quindi di aver
dato mandato ai legali della società per avviare le necessarie
(FOTO SILVIO FASANO)
azioni giudiziarie non senza auspicare, nell’interesse di tutte le
parti coinvolte, non ultima la collettività, che è la vera parte pubblica la cui volontà è solo rappresentata dagli amministratori…». La lettera lascia sbalorditi
e ci fa subito ritornare a un’altra
missiva di “Fincos”, quella inviata al sindaco il 31 maggio del
continua a pag. 2
AVV. CLAUDIO BOTTELLI
Il libro sulla Collegiata di S. Ambrogio
“UNA VITA PER LA SUA CITTÀ”
in trasferta a Milano
È stata una giornata ricca di
emozioni quella vissuta da alcuni redattori del volume sulla
chiesa di S. Ambrogio, guidati
dal parroco, mons. Angelo De
Canis, e dal priore della Confraternita di S. Caterina, Domenico
Martino. Lunedì 19 gennaio
giunti a Milano in tarda mattinata, sono stati accolti sulla piazza
del Duomo dall’avv. B. Perrone
e da sua moglie, che con impareggiabile senso di ospitalità
na si sono riunite personalità di
spicco per dare vita alla presentazione dei numerosi studi sulla
chiesa alassina. In primo luogo
bisogna segnalare l’intervento
di mons. Erminio De Scalzi, abate di Sant’Ambrogio e vescovo
vicario del cardinale Dionigi
MOSTRE
Sala Carletti
dal 1° al 14 marzo
esposizione dei lavori
delle
Scuole Elementari
Statali
•••
dal 15 al 21 marzo
espone
Franco Iebole
attrezzi
per l’artigianato
Demurette
(giochi dei nonni)
non solo hanno offerto alla comitiva il pranzo con piatti tipici,
ma hanno illustrato anche gli
aspetti artistici e storici dei luoghi visitati.
Nel tardo pomeriggio, verso
le ore 17,00, nella sala delle conferenze della Basilica Ambrosia-
Angolo
Tettamanzi. Con una dialettica
chiara ed incisiva ha parlato dei
rapporti religiosi tra la Lombardia e la Liguria nei tempi passati ed odierni, soffermandosi
sulla figura del santo vescovo
continua a pag. 2
Dopo 58 anni di laborioso impegno forense,
ha deposto la toga il noto Avv. Claudio Bottelli,
alassino d.o.c. da lontane generazioni. Parlare
di tutti i suoi meriti politici, sociali e umanitari
dimostrati in questi anni
sarebbe difficile per
chiunque, anche per chi
lo conosce bene, dalla
sua giovanile attività di
appassionato pescatore, agli studi legali, ad
una lunga vita dedicata
al suo lavoro e, spesso,
anche all’aiuto volontario a chi avesse avuto bisogno delle sue battaglie legali.
Partigiano della Resistenza,
Presidente
dell’A.N.P.I., socio emerito e già Presidente
dell’A.V.A. e Proboviro,
ha perorato molte cause
a difesa dei diritti della
nostra città, fra cui, notevole, quella dei lasciti a
favore del nostro Ospedale ed è stato fautore
principale della condanna del Capitano tedesco
Gerard Dosse, criminale
di guerra, ed è stato per
questo nominato cittadino onorario di Roburent
(CN) dal Consiglio Comunale di quel Paese
che aveva subito i crimini nazifascisti.
Oggi Claudio Bottelli, oltre tutti gli altri
meriti, amante integerrimo e strenuo difensore del nostro dialetto e delle nostre
tradizioni, cerca un po’ di quiete e di tranquillità, fra la sua gente: e la merita e
l’A.V.A. (con molti amici) gli augura ancora molti anni di onorato e meritato riposo e, soprattutto, la benevolenza ed il
ringraziamento sincero della “sua” gente.
A.V.A.
Arena candida e fine, sedie,
tantissime sedie e ombrelloni... Chi, anche solo per un momento, non ha immaginato, almeno una volta nella vita, di
possedere una splendida e
ampia spiaggia?
È l’Alassio dream, il sogno di
tutti quelli che vivono nella
città di Adelasia. C’è come un
sottile filo rosso che unisce tutti gli invidiosi, coloro che ombrelloni, sedie a sdraio, cabine
(oggi anche chioschi bar) e
sabbia non hanno mai posseduto. C’è chi si venderebbe anche la casa e forse anche il partito pur di possedere un pezzo
di arenile da affittare ai bagnanti. Così mentre un consigliere
comunale di maggioranza continua ad aiutare il figlio in uno
stabilimento balneare pubblico affidato alla “Gescomare”,
uno di opposizione si fa avanti
per gestire la spiaggia di fronte
al ristrutturando “Grand
Hotel”. Siamo al conflitto di interessi? Qualcuno insiste che,
in fondo, sarebbe un colpaccio
strappare un pezzo di arenile a
chi il grande albergo continua a
farci sospirare. Ma qualche
paura di perdere eventuali prelazioni avanza, a passi non certo felpati, sottobraccio a interventi che lasciano trasparire
polemica e invidia. Lo scrittore
e psicologo francese André
Maurois, già nei primi del
Novecento, analizzando l’animo umano, con le sue debolezze e le sue miserie, diceva: «La
cattiveria umana, che è grande,
è composta in gran parte di invidia e di paura». Cerchiamo,
pertanto, di evitare commenti
che possano far emergere ulteriormente sentimenti poco caritatevoli. Spiaggia, per gli alassini, è sinonimo di ricchezza ed
è pertanto giusto che ognuno
di noi possa sognare, fuori da
invidie e paure, di poter accedere nell’olimpo dei privilegiati, di coloro che della sabbia
hanno fatto oro.
Nobile metallo, però, non
hanno prodotto quei solerti
amministratori della Gescomare, la società che gestisce stabilimenti balneari e spiagge libere attrezzate, visto che si sono fatti tirare le orecchie da
maggioranza e opposizione
(all’interno della commissione
comunale d’inchiesta sulla presunta evasione fiscale di un miliardo di vecchie lire) che hanno sintetizzato come “gestione
superficiale” il lavoro da loro
svolto. La “Gescomare”, creatura leghista, “pizzicata”
dall’Agenzia delle Entrate, di
fronte alla contestazione di
non aver pagato le tasse, ha
provveduto con un “condono
tombale”. La commissione consiliare comunale ha indagato e
dalle maglie degli accertamenti
sarebbero emerse situazioni
non chiare che hanno indotto i
commissari a chiedere al sindaco di richiamare, con forza,
chi di dovere.
Tutto sarà reso pubblico? Ci
auguriamo che non vinca né
l’invidia né la paura.
2
«L’ALASSINO»
FINALMENTE IL NOSTRO COMUNE TORNA IN POSSESSO DI PARTE DEI BENI IMMOBILI
LASCIATI ALL’OSPEDALE DI ALASSIO
A coronamento di una vita passata a perorare cause in tribunale,
prima di andare in pensione, dopo
58 anni di attività, il 19 dicembre
2008 presso il Tribunale di Savona
l’avv. CLAUDIO BOTTELLI ha avuto la soddisfazione di chiudere la
causa relativa ai beni dell’ospedale, con un accordo, forse unico in
Italia, con cui è stata riconosciuta
la proprietà, a favore del nostro
Comune del 35% dei beni immobili di Via Mazzini e di Via Robutti, lasciati da munifici donatori all’Ospedale e al Ricovero di Alassio negli anni passati, locali nei quali dovrebbe essere realizzato un nuovo
ed efficiente centro anziani.
Il Giudice, dott.ssa Fiorenza
Giorgi, ha espresso la sua stima
(meritatissima) per il legale alassino definendolo “difensore della libertà e grande gentiluomo”, come
abbiamo appreso dal quotidiano
“La Stampa” in due articoli pubblicati il 21 e 23 dicembre u.s.
Per dovere di informazione pubblichiamo uno stralcio del verbale
di conciliazione giudiziale, il cui testo recita testualmente:
TRIBUNALE DI SAVONA
L’anno 2008 addì 19 del mese di
dicembre nanti di Noi dott.ssa FIORENZA GIORGI sono comparsi:
L’AZIENDA SANITARIA LOCALE N. 2 SAVONESE in persona del
Direttore Generale e legale rappresentante pro tempore dott.
Flavio Neirotti, con sede in
Savona – a quanto infra autorizzato giusta deliberazione n. 298 del
13/03/2008, assistita dall’avv.
FRANCO AGLIETTO
e il
COMUNE DI ALASSIO in persona del Sindaco pro tempore arch.
Marco Melgrati, a quanto infra autorizzato giusta deliberazione del
Consiglio Comunale n. 10 in data
06/03/2008 esecutiva, assistito
dall’avv. CLAUDIO BOTTELLI, i
quali
PREMESSO
- che, con atto di citazione notificato in data 22 aprile 1994, il
Comune di Alassio (Sindaco
Avogadro) ha convenuto in giudizio davanti al Tribunale di Savona
la Unità Sanitaria Locale n. 2 –
Savonese e la Regione Liguria per
domandare che, previi gli accertamenti del caso e la soluzione di
questione di legittimità costituzionale… sia statuita la proprietà comunale di taluni immobili siti in
Alassio che, già di proprietà del
soppresso ente ospedaliero locale
e destinati all’utilizzazione per il
servizio sanitario nazionale, dovevano essere trasferiti al patrimonio
della Unità Sanitaria Locale n. 2 –
Savonese, in forza dell’art. 5 D.Lgs.
30 dicembre 1992, n. 502 e degli al-
tri artt. 44 e 45, Legge Regionale
Liguria, 8 agosto 1994, n. 42;
- Che si sono costituiti in giudizio la Unità Sanitaria Locale n. 2 –
Savonese e la Regione Liguria, quest’ultima rappresentata dagli
avv.ti SOTGIU di Savona, contestando integralmente le domande
proposte dal Comune di Alassio ed
eccependo la inamissibilità delle
questioni di costituzionalità per irrilevanza e/o manifesta infondatezza;
- Che, con ordinanza in data
25/02/2003, il G.O.A. del Tribunale
di Savona, dott.ssa Giovanna
Benazzoli, ha dichiarato “rilevante
nel giudizio e non manifestamente
infondata la questione di illegittimità costituzionale degli artt. 44 e
45 della Legge Regionale Liguria n.
44/1992, laddove dispongono che
vengono attribuiti in proprietà
all’USL, ora ASL, i beni mobili e immobili già di proprietà del Comune
di Alassio, con vincolo di destinazione alle unità sanitarie locali, per
contrasto con gli artt. 5, 76 e 128
della Costituzione”, ed ha disposto
la trasmissione degli atti alla Corte
Costituzionale, sospendendo il
giudizio in corso;
- Che la Corte Costituzionale ha
rimesso la causa davanti al Tribunale di Savona per la decisione
in merito;
- Che, tenuto conto dei rischi relativi all’esito della causa e dei prevedibili lunghi tempi per la definizione del giudizio anche in relazione a possibili impugnazioni (appello e ricorso in Cassazione), le
parti hanno manifestato reciproco
interesse ad una soluzione transattiva;
- Che, in particolare, l’Azienda
Sanitaria Locale n. 2 – Savonese ha
manifestato la propria disponibilità a riconoscere la proprietà unica ed esclusiva del Comune di
Alassio su alcuni degli immobili in
oggetto di causa ed il Comune di
Alassio a nulla opporre al trasferimento dei restanti immobili al patrimonio dell’Azienda Sanitaria
Locale n. 2 – Savonese, ai sensi e
per gli effetti dell’art. 5, D.Lgs. 30
dicembre 1992, n. 502;
- Che la soluzione transattiva di
cui sopra è frutto di lunga trattativa tra le parti dimostrata anche dal
numeroso carteggio intercorso.
Le parti suddette hanno concordato sostanzialmente quanto
segue:
A) L’ASL 2 è disponibile a riconoscere la proprietà in capo al
Comune di Alassio degli immobili
di seguito indicati:
- Via Robutti, 3, 4, 5 e 6 – ex ristorante Excelsior
– Via Robutti, 11 – locale di pertinenza del ristorante Excelsior
– Via Robutti, 8 – negozio vuoto
– Via Robutti, 9 e 10 – occupato dal
LIBRO COLLEGIATA DI S. AMBROGIO
(segue dalla prima pagina)
milanese e sulla sua forte personalità. In secondo luogo la sovrintendente per i Beni Storici,
Artistici ed Etnoantropologici
delle province lombarde, la
dott.ssa Sandrina Bandera, ha
elogiato il grande lavoro, l’analisi a vasto raggio delle documentazioni, da cui è emersa un’opera scientifica notevole sotto
ogni profilo.
Il nostro sindaco, arch. Marco
Melgrati, ha voluto puntualizzare
alcune caratteristiche del libro,
esprimendo l’orgoglio suo e della
cittadinanza per l’edizione di notevole valore culturale, che si affianca alle iniziative comunali di tipo letterario ed artistico in genere
e ai pregevoli restauri dell’edificio realizzati in questi anni.
La prof.ssa Flores d’Arcais, direttrice del Dipartimento di
Storia dell’Arte all’Università
Cattolica del Sacro Cuore, rela-
trice ufficiale, ha passato in rassegna gli studi che compongono
il volume ed ha espresso la sua
ammirazione per ricchezza dei
dati, per la profondità delle indagini e per il preciso legame dei
contenuti. I commenti alla manifestazione ed anche al lavoro organizzativo di base, espressi dai
sovrintendenti liguri, dott.
Franco Boggero, dott. Massimo
Bartoletti, e dott.ssa Costanza
Fusconi, hanno completato e arricchito l’incontro.
Le celebrazioni dei cinquecento anni della nostra parrocchia e del restauro delle parti interne dell’edificio sacro, secondo i commenti del nostro parroco, non potevano avere una conclusione più significativa: una
presenza di ampio respiro nel
vasto mondo culturale e religioso milanese.
G. P.
Comune di Alassio
– Via Mazzini, 39 – appartamento
affittato dal Comune di Alassio al
Sig. B. S.
B) L’obbligo per il Comune di
Alassio di esercitare o far esercitare (gratuitamente se è effettuato
dall’ASL) presso i quattro immobili
siti in Via Robutti attività di carattere Socio Assistenziale ovvero Socio
Sanitaria ovvero istituzionale;
C) L’ASL 2 Savonese utilizzerà il
ricavato della vendita degli immobili che, a seguito del presente
atto transattivo, rimangono di
proprietà dell’ASL stessa, solo ed
esclusivamente, per il completamento funzionale del nuovo
Ospedale di Albenga, offrendone
dimostrazione al Comune
di Alassio;
D) L’ASL 2 Savonese conferma la
disponibilità, di concerto con il
Comune di Alassio, a definire interventi qualificanti e volti al miglioramento della qualità dei servizi a favore dei cittadini del
Comune di Alassio nel settore
Socio Sanitario;
E) L’ASL 2 Savonese si impegna
a mantenere l’attuale destinazione
d’uso degli immobili “Val d’Olivo”
e “Villa Flora”;
Che l’Azienda Sanitaria Locale n.
2 – Savonese e lo stesso Comune di
Alassio hanno interesse alla
formalizzazione del presente accordo transattivo, anche perché la
soluzione della controversia con-
sentirà all’Azienda Sanitaria
Locale n. 2 – Savonese di destinare
i beni immobili acquisiti definitivamente al proprio patrimonio per il
completamento nei tempi previsti,
dell’Ospedale di Albenga.
Lunedì 16 Febbraio 2009
IN BREVE, AI NOSTRI
AMMINISTRATORI
SEGNALIAMO CHE…
RUBRICA MENSILE A CURA DELL'A.V.A.
PATTI E CONDIZIONI
Le parti, in particolare, espressamente dichiarano e si danno reciprocamente atto che il presente
accordo transattivo è stato
espressamente approvato ed autorizzato dalla Regione Liguria con
deliberazione della Giunta
Regionale n. 609 del 3.06.2008.
La causa attualmente pendente
davanti al Tribunale di Savona (n.
1410/1995 R. G.) viene abbandonata a spese integralmente compensate tra le parti.
Noi Alassini (e in particolare
l’A.V.A.) dobbiamo ringraziare
l’avv. Claudio Bottelli per l’iniziativa professionale assunta,
che ha restituito alla collettività
un complesso di beni immobiliari di immenso valore e imposto
garanzie per l’utilizzo dei ricavi
nell’Ospedale di Albenga. L’atto
di transazione di cui trattasi è
esecutivo per legge ed ha valore
di atto pubblico anche ai fini delle trascrizioni immobiliari.
L’avv. Bottelli da cittadino probo
ha presentato la sua attività professionale gratuitamente per tutta la prima fase del giudizio sino
alla Corte di Cassazione.
Grazie Claudio!
www.italiasuperpartes.wordpress.com
Davanti al “Grand Hotel” a parte tutta la spazzatura, lampioni (ancora buoni) che la Comunità ha pagato, buttati come ferro vecchio.
MISSIVE DI FINCOS - GRAND HOTEL
(segue dalla prima pagina)
2007, con cui veniva sottolineato: «Dalla data dell’offerta (quella per ricostruire il Grand Hotel,
e realizzare la nuova piazza dei
Partigiani, ndr) a oggi “è cambiato il mondo” varianti, modifiche, fermi, situazioni commerciali mutate, dimensioni, modi,
metodi, qualità e quantità delle
opere variate per un totale di circa 30 mila metri quadrati di superfici utili con impianti e arredi…». La società costruttrice
sottolinea anche come ogni intervento sia sempre stato concordato con il Comune, aggiungendo che di fronte ai tanti in-
terventi «…sul piano finanziario
possiamo confermarvi che lo
squilibrio economico finanziario, considerando non solo i
maggiori costi, ma anche i maggiori ricavi, ammonta a circa 20
milioni di euro».
Abbiamo cercato di ricostruire la vicenda soprattutto di fronte alla grande preoccupazione
che l’opera rimanga veramente
un’assurda incompiuta. Chiediamo chiarezza e interventi mirati
che possano portare a termine il
“Grand Hotel” senza dissanguare le casse comunali.
A.V.A
Il risveglio della prima vera
e-mail: [email protected]
Per questo numero, vi confesso, ho avuto davvero difficoltà a
definire quest’articolo.
I fatti di cronaca di cui si è sentito parlare (e straparlare) negli
ultimi giorni sono stati davvero
tanti; si è spaziato da un argomento all’altro, omicidi e assassini vari, questioni etico-morali,
nuove riforme e proposte di leggi nazionali, manifestazioni, politica estera, ecc.
Vi deluderò: non tratterò nessuno di questi specifici avvenimenti, perché c’è qualcosa che,
secondo me, è molto più importante; i media non lo hanno ritenuto argomento né interessante,
né meritevole di attenzione, ma
io penso che sia il primo in ordine di importanza, perché è da
questo che inizia tutto, ed è questo il vero punto di arrivo.
Febbraio ospita 2 feste che conosciamo tutti: San Valentino e
Carnevale.
Eventi messi sotto i riflettori
quasi esclusivamente dal settore commerciale, inglobano entrambi un elemento di verità,
perché si basano su apparenza e
realtà, che dovrebbero essere
perfettamente sovrapponibili a
San Valentino, mentre il più diversi possibile a Carnevale.
Facebook, un social network,
grande protagonista di queste
ultime settimane, può essere un
altro esempio.
In una società che esalta l’apparenza, il sembrare, il mostrare, il mascherare, è difficile capire quanto tutto questo sia importante solo se corrisponde
all’essere.
Tutti noi siamo soliti costruirci delle maschere, inventarci
delle storie in cui vivere, recitare
un copione che ci siamo scritti,
forse per essere diversi da quello che siamo, forse per convincerci di essere meglio, di poter
essere di più, di poter cancellare
o proteggere quello che noi siamo veramente.
Ma prima o poi ci accorgiamo
che quello che siamo e quello
che impersonifichiamo si sono
allontanati troppo, sono diventate chiaramente cose diverse, e
allora ci sentiamo soffocare, perché nessuno dei due ci permette
più di esprime noi stessi, uno per
paura, l’altro per estraneità, e
qui dobbiamo decidere: se sembrare o essere.
Quello che noi siamo non è un
qualcosa di fisso, di chiuso, di
immutabile, ma è solo il foglio
su cui possiamo tratteggiare o
incidere ciò che vogliamo sembrare, oppure quello che vogliamo diventare.
“La via del fare è l’essere” disse una persona molto saggia.
Se tutti ci preoccupassimo
molto più di essere, piuttosto che
di apparire, se ci impegnassimo
soprattutto a fare cose, piuttosto
che a mascherarle, se imparassimo a riconoscere quale è contenuto e quale forma, a dividerli, e
a dare a entrambi l’importanza
che meritano, allora si potrebbe
parlare davvero non solo di cambiamento, ma di miglioramento,
dell’inizio di una vita vera, del risveglio della primavera.
Provocatoriamente Anonima
CINEMA AD ALASSIO
Capita spesso di udire lamentele ad Alassio per il fatto che
una cittadina di importanza turistica come la nostra sia rimasta
senza un cinema, quel luogo magico dove la gente, avvolta
nell’oscurità di una sala, possa
condividere emozioni e riflettere su argomenti che toccano la
sensibilità di ognuno di noi: i
drammi, le tragedie, le commedie rappresentano i percorsi
della nostra quotidianità. E sì,
Alassio, dopo la chiusura dei
due cinema Colombo e Ritz, non
ha più una sala. La ristrutturazione del Ritz non si sa nemmeno se sia iniziata e ci vorrà del
tempo, forse tanto, prima che
Alassio possa finalmente avere
un luogo dove non si svolga
semplicemente il divertimento
fine a se stesso, ma si usufruisca
di un’attività “culturale” qual è
appunto la settima arte. Qualcuno aveva suggerito all’assessorato alla cultura del nostro
Comune di organizzare serate
di Cinema in qualche saletta,
dove non si sarebbero proiettati lungometraggi ma film brevi, i
cortometraggi, film a soggetto
che raccontano storie coinvolgenti, con trame accattivanti.
Ma l’assessorato ha risposto
picche, poiché “non ci sono i
soldi”. È vero, i Comuni hanno
sempre meno soldi e, quindi, bisogna indirizzare le risorse verso quelle attività che certamente raccolgono masse di gente,
come, per esempio “miss maglietta bagnata”.
A questa assenza di Cinema
ad Alassio, ha voluto lodevolmente ovviare il Circolo Ricreativo “La Fenarina”, organizzando la serata di venerdì 16 gennaio e chiedendo a Beppe Rizzo,
che, come i nostri lettori sicuramente ricorderanno, ha curato
per dieci anni il Cineforum al
Ritz, il compito di proiettare immagini cinematografiche, film
brevi provenienti dalle più importanti rassegne nazionali ed
estere.
Si poteva essere ottimisti circa l’affluenza di gente, ma non
tanto ottimisti da prevedere il
pienone della saletta approntata alle proiezioni. Una serata riuscitissima, dove la gente ha potuto veramente godere delle immagini che passavano sullo
schermo, ascoltare gli interventi di Beppe Rizzo e intervenire
nel dibattito che ogni proiezione
suggeriva. Insomma, la dimostrazione che il Cinema continua a piacere, ma è necessario
dare la possibilità di usufruirne
in loco, senza dover prendere
l’automobile e spostarsi fuori
città con prevedibile disagio
specialmente da parte di persone non più nel fiore degli anni.
Grazie a “La Fenarina” per
aver voluto interrompere il “digiuno” forzato di Cinema e ben
vengano altre serate simili che,
se ci saranno, verranno rese note, come quella del 16 gennaio,
con l’affissione di manifesti qua
e là per la città.
A.V.A.
Lunedì 16 Febbraio 2009
3
«L'ALASSINO»
U recantu di nosci diti
CRONACA DI ANDATE
(a cura di G.C. e G.G.)
MESE DI FEBBRAIO 2009
Avé u nosu ch’u piscia in bucca
Ve lo saprò dire meglio
Spesso e volentieri, un’accentuata anomalia della natura è motivo di
quel gretto e riprovevole sarcasmo che, purtroppo, riscontriamo
sia nella parlata che nella letteratura popolare. Questa volta però il
detto “avere il naso che piscia in bocca” ha tutt’altra valenza
e pertanto, benevolmente e senza particolare ironia, riferito
a coloro che si ritrovano con quella parte prominente del volto
particolarmente adunca.
Desgranò u rusoriu
Questo detto, che evoca
l’immagine di una pia vecchietta
intenta alle proprie orazioni
quotidiane “sgranando” con
serenità e fede il suo rosario
ha ben tutt’altro e opposto
significato nell’inventiva popolare.
Infatti, tale locuzione viene
irriverentemente riferita a chi, per
motivi diversi, sta bellamente
senza alcuna remora e a piena voce
“sgranando” una sequela
di improperi o, peggio ancora,
bestemmie.
CAMMINANDO
È già accaduto! A livello meteorologico una spiegazione è
sempre disponibile, tanto più
che, oggi, il sistema di trasmissione, impiegato dai satelliti artificiali (Nimbus, Tiros, Essa) è
continuo ed in automatico (APT
come Automatic Picture Trasmission), e le immagini che noi riceviamo permettono la visione
globale dei grandiosi sistemi nu-
ranno sotterrate dai nastri sabbiosi in avvicinamento, le ho salutate come vecchi amici. Ci conoscevamo al punto che ci potevamo parlare usando la stessa
lingua. Quel tempo… la loro
comparsa, coincideva sempre
con, da parte di mio nonno
Luigin Maraian, il cambio del cavetto “du segnò”, di quella cima
che univa la corona zavorrata
Corsi…
volosi associati alle perturbazioni atmosferiche; consentono di
seguire esattamente il percorso
e l’evoluzione delle perturbazioni principali (insieme di un fronte freddo, fronte caldo e fronte
occluso). Attualmente le foto ricevute dai satelliti vengono divulgate sotto forma di “mappe”,
carte varie in quota e al suolo e
previsioni dando la possibilità,
anche al più sprovveduto dei
terrestri, di trarne le logiche
conclusioni.
E allora? Camminando (non
passeggiando... Eppure per decenni ho vissuto, si può dire, sulla spiaggia! Quella che era il regno dei miei sogni, il limite naturale del mistero, oggi la sento la
landa del degrado, calpestata da
“ignoti” in continua lotta con la
stessa Natura che strenuamente
cercano sempre, a parole, di aiutare), ... camminando (non passeggiando, quindi) ho riveduto
(se fossero viventi ancora i
Testimoni di qualche anno fa o
se fossero sopravvissuti i “valori” che li animavano, mi sembrerebbe più giusto scrivere; “ho
rincontrato” al posto di “ho riveduto”. Ormai è inutile, ad
Alassio, affidarsi alla nostalgia…) sulla riva le antiche pietre, i ciottoli composti del materiale che gli eterni “vecchi” chiamavano “puddinga” (era inglese? Era alassino?) dei quali, raccoglievo gli esemplari più piccoli e colorati che usavo per abbellire il mio “Presepio”.
Non so se influenzato dalla voce del Grande Poeta che mi segue ovunque, ma le pietre più
grandi, quelle che, per prime sa-
della “rete” che strascicava sul
fondo del nostro mare, con “u
nattùn” il galleggiante che la segnalava in superficie. “U l’ha
schirau (il mare), u l’ha descuvertu (il mare)... e e prie ciù grosse i agguantan ... e e pommufò du
dannu”. Era cosi naturale che
nessuno pensava di aver subito
una “calamità”! Eppure... Tirata
dagli uomini di terra “la rete”, facendola strisciare sul fondale irto di ostacoli come accade dopo
ogni mareggiata, prima che gli
ostacoli del fondo siano ricoperti un’altra volta dalla sabbia fina,
doveva, spesso, interrompere il
suo lento movimento per essere
ricuperata senza poter pescare
procurando notevole danno ai
“Reordi”, già afflitti da naturale
povertà. E qui interveniva l’uso
appropriato del “cavetto” “du segnò”!
Mentre la ciurma di terra univa
la voce per gridare “aisselaaaa,
aisselaa” (alzala, alzala) il marinaio esperto che, nel mare largo,
a bordo del “gozzetto” udiva l’invocazione d’aiuto, alava sul cavetto “du segnò” e sollevava la
corona piombata della rete facendole “saltare” l’agguanto costituito dalla “pietra” che l’aveva
“afferrata”. E la “cala” della “rete”
(spesso ma non sempre!) continuava; gli uomini che l'animavano e le loro famiglie riagguantavano la speranza di poter (anche
quel giorno) mangiare.
Cosi operavano; ed era per...
(tutti...) vivere degnamente.
Tempi passati!
In mare e nel mare la Storia si
ripete. Solo gli uomini cambiano
(o sono cambiati solo ad
Alassio!!!). E cambia la loro
“Cultura”. Camminando, in te
l’arena bagnò sorridevo da solo,
ripensando ad alcuni discorsi di
“operatori” impegnati (con i soldi di tutti (sic!) per la difesa della spiaggia. Il mare litoraneo, in
effetti, sembra si sia abbassato!
Ci sono punti dove sulla spiaggia
si è formato uno scalino di un
metro tra il “lido” e l’arenile. Ma
se qualcosa di artificiale si nota,
oltre alle opere in muratura (ma
sono permesse?) che, invisibili
quando sono insabbiate, oggi
sono sotto lo sguardo di tutti, se
qualcosa di innaturale c’è sotto
il sole è sicuramente il livello del
“lido” innalzato con l’apporto innaturale delle ruspe.
Il mare in burrasca che... prima saliva ora erode. Al posto dei
muretti attuali che, uniscono il
livello (quello (sempre...) attuale) del mare al terrapieno
dov’era la casa dove sono nato
(per esempio), erano stati costruiti (in calcestruzzo) in maniera apposita per non fare
“Schirò (come diceva mio
Nonno) la spiaggia, innescare,
cioè, il fenomeno di risacca e per
invogliare il mare grosso (in fre-
Scrivo questi appunti alla fine
di gennaio, e spero dal profondo
del cuore che quando voi, miei
pazienti amici, li leggerete, non
siano più validi e tutto sia tornato a posto. Ma in questo momento la sabbia del litorale di
Andate non è ancora ritornata
alla normalità, e, particolarmente in alcuni punti, dopo i ripetuti
fenomeni di esondazione del lago, l’acqua non accenna minimamente a ritirarsi, quasi come
se volesse affermare che lo spazio che si è conquistata con le
tempeste più o meno recenti è
ormai suo, per sempre.
Qualcuno potrebbe dirmi:
“Perché ti preoccupi tanto? Tu
sei un vecchio pensionato e
l’economia della tua vita non dipende né dal tempo né dal successo della stagione turistica!” E
invece, proprio per questo, perché non ho interessi diretti, posso vedere più chiaramente i pericoli e la situazione del “mio”
paese. Io speravo segretamente
che la fine del malaugurato “anno funesto” 2008 si sarebbe portata via tutti i guai: invece, ogni
giorno, giornali e TV ce ne propinano uno nuovo. In questi
giorni la crisi della Fiat, poi spunterà qualcos’altro e ve lo saprò
dire meglio. Perfino Obama, sul
quale io e tanti altri nutrivamo
enorme fiducia, ci ha fatto capire che, prima di aiutare noi e il
resto del mondo, deve, per forza
cercare di “guarire l’America”: e
questo è un problema più da
Madonna di Lourdes che da chirurgo! Inoltre noi ad Andate produciamo solo turismo, e questa
è notoriamente una voce aleatoria nella mentalità dei nostri
connazionali. I quali hanno già
dimostrato, col comprare meno
automobili, che conoscono le
priorità economiche! Poi, se si
accorgono che costa meno una
settimana ai Caraibi che un
week-end ad Andate, fanno presto a fare le somme e le sottrazioni. Io so che voi, ad Alassio,
avete pressapoco i medesimi
nostri problemi, ma mi hanno
detto che vi state febbrilmente
organizzando con riunioni costanti fra categorie di operatori
turistici e amministratori comunali per prevenire, per rimediare, e, ad esempio, per andare a
cercare all’estero i clienti che
magari l’Italia non può più dare.
E tempestivamente, perché ogni
minuto perso prepara l’agonia e
la morte di un paese, di una comunità che finora, forse, è vissuta un poco di rendita. Invece qui
ad Andate niente di niente: i politici perdono tempo nel pensare a chi si candiderà alle elezioni
provinciali (e poi magari a
Roma, con qualche estroso
emendamento il Parlamento
abolisce le Province – viva il federalismo) oppure nel discutere
su chi farà, fra due anni e mezzo,
non domani, il Sindaco di
Andate.
Fra due anni e mezzo! E intanto il presente e il prossimo futu-
ro incalzano, densi di incognite.
E a me sembra di sentir raccontare di quando Hitler, nel bunker
di Berlino, negli ultimi giorni della disfatta bellica, muoveva, sulla carta geografica, divisioni militari che in realtà non esistevano più. Cari signori, qui bisogna
tamponare velocemente l’emergenza, e, soprattutto immaginare ex novo il turismo; e deve essere una rivoluzione epocale,
come passare dalla benzina
all’elettricità nel settore auto.
Non si può continuare a pettinare le bambole, discutendo su chi
salirà sul “cadreghino”, ora,
quando siamo appena a metà legislatura. Ricordate che gli
Andatini non sono tutti e sempre sciocchi. Finora, finché le
cose andavano bene da sole, si
sono magari accontentati o esaltati per la trasformazione del rustico in casetta, o villa con garage, o nella contemplazione del
loro piccolo orticello. Ma se le
cose gireranno storte e, al di là
delle piccole soddisfazioni personali, il panorama sarà nero
per tutti, forse vorranno chiedere ai loro amati amministratori il
“rende rendorum” come diceva
il saggio contadino. E saranno
guai per tutti: per quelli che hanno governato credendo di essere tanti Einstein, e per l’opposizione, se non si attrezza anch’essa con proposte alternative credibili e realizzabili.
stigioso Congresso di Geologia
Marina svoltosi nell’Hotel Diana
di Alassio, con l’Insigne Prof
Giuliano Fierro, ispiratore ed autore del Primo (ed Unico)
Atlante delle spiagge italiche,
delle condizioni del nostro arenile. (Che, tra l’altro, nell’Atlante
appena citato risulta essere
l’unico o uno dei pochissimi arenili italici esente da erosione).
La domanda (l’intervista è riportata sul giornale L’Alassino
di quel tempo) prima, che rivolsi allo scienziato naturalmente
fu… Quando, i nastri di sabbia si
allargano per effetto del mare
grosso, normalmente occorrono
condizioni meteo favorevoli per
almeno quaranta giorni prima
che avvenga l’avvicinamento alla linea di riva dei nastri sabbiosi
ancora non esisteva ed i nastri
sabbiosi “scorrevano” liberi tra
la battigia ed “i primmi custi”.
Oggi, con la “barriera in atto”, se
potessi avvicinare amichevolmente, un’altra volta, il Prof
Fierro la nuova domanda sarebbe questa: se la diga poggiata sul
fondale è stata saltata all’indietro dai granelli di sabbia in allargamento, e questi hanno riempito la grande (relativamente) fossa che la barriera si è creata (lato mare) sul fondo, potremmo
noi, con l’uso di una “sorbona”,
riportarli all’asciutto senza
creare scompensi?
Mio nonno ha sempre detto
che il mare non ama le buche nel
suo fondale e se tu fai un buco
nella sabbia bagnata, alla sera,
al mattino dopo questo è colmato con la sabbia sottratta da
un’altra parte. Poi u Scirocco u
scura, ma u Libecciu u ence
Cambiano gli uomini; ma cambia anche il mare?
e… ricorsi.
nabile) a salire e sbattere contro
i panò che opportunamente,
mettevamo a difesa delle finestre. L’ultima mareggiata (un
tempo si chiamava con questo
nome quell’evento di mare che
ci costringeva a portare, attraverso gli “esci” i “gozzi” nel
Paese. Forse quella ultima che
ha riportato al sole le antiche
pietre, forse non avrebbe costretto mio nonno Luigin, neanche, a mette “a tora” davanti a e
ferrere du barcun per difenderlo
dalla violenza di spruin.
Ho parlato qualche anno fa,
durante una pausa, tra una conferenza e l’altra, in un intervallo
di relax, d’un importante e pre-
che si sono allargati per “effetto
risacca” e si compia il naturale ripascimento del nostro arenile, allora io le chiedo… se gli operatori balneari fossero dall’urgenza di
garantire il regolare svolgersi della Stagione balneare (Nei mesi di
Maggio, Giugno, Luglio, Agosto...)
potrebbero “pompare” all’asciutto la sabbia che si è “forzatamente” allargata? (Per noi, dall’alto
del molo (sic!) è facilmente constatabile).
Ecco la sua risposta: Sì; purché non si modifichi il livello
naturale del fondale. (Sì, purché non si facciano buche
profonde).
Quel tempo la diga “immersa”
Luca Caravella
Dante Schivo
ONDE E ONDE…
L’onda che finisce il suo percorso frangendosi sulla nostra
spiaggia, mi fa pensare da dove
questa è iniziata.
Chissà se l’onda che è partita
dall’America con l’insediamento
del nuovo Presidente Americano
ci coinvolgerà con effetto benigno.
Forse nella nostra città potrebbero arrivare quelle “nuove” idee
che parlano di cura dell’ambiente
e realizzazione di opere pubbliche di cui tutti i cittadini potranno beneficiare e di cui sentono la
necessità. Lo slogan privato è bello e messo in questi giorni in discussione, come pure l’espansione ad ogni costo a qualsiasi prezzo, costi quel che costi.
Forse l’autoregolazione del
mercato è stata messa in dubbio
dagli stessi promotori.
Le carte vincenti e attuabili
sembrano essere quelle più idonee a mantenere quello che è stato il progetto iniziale fatto da nostro Signore.
Siamo passati dalla Città del
Muretto a città delle gru. Si stanno realizzando comportamenti
“caseari” come se i nostri im-
prenditori volessero produrre ad
Alassio formaggio Emmental
Svizzero. Gli indigeni per sopravvivere hanno instaurato un patto
con la natura per mantenere al
meglio gli equilibri che la regolano, così facendo hanno conservato la possibilità per loro e i loro discendenti di vivere una realtà che
ai nostri occhi qualche volta ci
può sembrare assurda. Noi che
invece abbiamo “studiato” per
poter affrontare al meglio la nostra esistenza, pensiamo che sia
giusto tagliare il ramo su cui siamo seduti, “il territorio”.
Ultimamente dopo il taglio forzato di molte piante si è pensato
bene di lasciare i monconi (forse
troppo costoso rimuoverli) quali
vestigia di un glorioso passato
ricco di vegetazione. Forse i turisti che verranno faranno di questi cimeli motivo di viaggio come
a Pompei.
Chissà se quest’onda potrà far
nascere dentro di noi un attento
esame sul percorso fatto e ci farà
riflettere su quello che sarà necessario fare.
Leonardo Nappi
4
«L’ALASSINO»
Lettere del pubblico
Lamento di una qualsiasi
Alassina
Cari Alassini,
benché non nativa ligure, mi
considero facente parte della
popolazione di Alassio, dove risiedo ormai da molti anni, e
cioè dal mio rientro all’Università di Genova nel 1994. Vanto,
inoltre, per il passato, periodi
di permanenza alassina invernale o estiva, e posso a buon diritto affermare di aver contribuito a creare, negli anni Cinquanta, il mito del Muretto.
Il noioso preambolo è finalizzato a giustificare la mia intromissione negli “affari” cittadini,
e insomma a dire la mia. Che,
premetto subito, consiste in un
lamento. Anzi, in una vibrata
protesta. La seguente.
Come è possibile che in una
città come Alassio, che vanta
non poche iniziative culturali e
che è considerata una delle perle della Riviera Ligure sotto
molti aspetti, sia ormai da molti mesi priva di una sala cinematografica, nonché di un teatro che possa definirsi tale in
senso proprio?
Se scorriamo la pagina degli
spettacoli su La Stampa o sul
Secolo XIX, notiamo che (a parte Genova, Sanremo e Savona
con un nutritissimo numero di
sale), sono fornite di uno o più
cinema, e spesso anche di un
teatro, le seguenti località:
Diano Marina, Imperia, Arma di
Taggia, Bordighera, Vallecrosia, Ventimiglia, Dolceacqua,
Albenga, Albissola, Altare,
Borgio Verezzi, Cairo, Cengio,
Finale Ligure, Loano, Ortovero,
Pietra Ligure, Quiliano, Sassello. Anche località piccole,
dunque, e con un limitato numero di abitanti, possono offri-
re a residenti o villeggianti una
o più sale in cui si avvicendano
film o spettacoli della stagione.
Se guardiamo cosa figura per
Alassio, il più delle volte leggiamo: “Cinema Ritz: chiuso per ferie”, o altra dicitura altrettanto
inappropriata. Possibile che
non si possa accelerare il piano
che prevedeva l’apertura di
una multisala? O magari,
nell’attesa, ripristinare l’uso
dell’ex Cinema Colombo?
Quanto al teatro, stendiamo
un velo pietoso sulla attuale denominazione di “teatro” per il
Palaravizza – centro sportivo
ben poco consono a rappresentazioni teatrali. Mentre il progetto di costruirne uno nuovo è
naufragato miseramente (negligenza mia, nell’ignorarne i motivi). Possibile che costituisca
un ostacolo insormontabile
l’apertura di un’uscita di sicurezza per la vecchia Sala
Hanbury, chiusa da tempo immemorabile per esserne priva?
Confesso e ammetto che,
avendo vissuto gran parte della mia vita a Milano, la mia visione circa tale situazione è influenzata e viziata dalla abitudine di tanti anni alla frequentazione di numerosi cinema e
teatri...Ma non vi pare, cari
Concittadini, che un’equa misura sarebbe auspicabile, se
confrontata all’unica alternativa che abbiamo attualmente di
sobbarcarci, se vogliamo vedere un film, un tragitto non proprio breve per andare al
Multisala di Cisano?
Certa di trovare adesioni al
mio...lamento, un cordiale saluto a tutti.
Romana Rutelli
riceviamo e pubblichiamo
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
La pace
Spesse volte una piccola scintilla provoca un grande incendio,
recita un vecchio adagio; da piccole incomprensioni e dissensi
nascono grandi litigi che sfociano tra i Popoli in guerre cruente,
vedi ad esempio il conflitto palestinese-israeliano. Anche nella
vita quotidiana in famiglia, tra
fratelli, tra amici le liti sono comuni; in televisione c’è chi ne fa
spettacolo con molta “odiens”
mentre dovrebbero rattristarci
invece di provocare risa; la stupidità umana è grande e pare dar
ragione al filosofo Hobbes che affermava “l’uomo è lupo per uomo.”
Dante, sommo poeta, chiama
la terra e la nostra Italia vista
dall’alto del suo paradiso “l’aiola
che ci fa tanto feroci” e non ha
torto!
L’uomo che vive su questo pianeta guarda poco il Cielo e non
vede le stelle che brillano nella
notte come un canto alla gloria di
Dio, vero Amore dispensatore di
pace “agli uomini di buona volontà”. Peccando di superbia, come fece Lucifero, l’uomo vuole
sostituirsi a Dio, di cui giunge sino a negare l’esistenza o l’utilità,
manifestando persino con cartelloni affissi su autobus di alcune
città questo insano asserto. Nel
suo orgoglio egli si sente un antico “deus dell’Olimpo” e secondo
le circostanze si vede un Giove
tonante, un irresistibile Apollo o
Venere o Adone, un invincibile
Ercole o Marte, dimenticando di
essere polvere e che polvere tornerà ad essere.
Povero Uomo coinvolto
nell’errore da un Satana che balla e canta il suo Sabba invitante e
capzioso di un benessere effimero che fa credere eterno, confondendo lo scopo vero della vita
che è ricerca dell’amore che ge-
NOTIZIARIO NATURA by A.R.E.S. Volontari Boschivi Alassio
“U ruiu di prai”
La sorgente dei prati, avevo
spesso sentito parlare di questa
fonte… e tra racconti, storia e
“leggenda” negli anni mi ero creato un mio immaginario percorso
tra i boschi e una “foto” mentale
del posto. Inoltre essendo, noi
A.R.E.S. Volontari Boschivi, degli
“addetti ai lavori”, nonché frequentatori e veri appassionati del
verde… un paio di volte avevamo
tentato di trovare questa “storica” (per Alassio) fonte naturale,
ma Ahinoi… senza risultato… e
già… senza la guida di una persona che conosce il giusto sentiero… non ci si arriva!
Ed ecco che, proprio in questi
giorni, grazie ai ragazzi della
S.O.M.S. di Moglio, veniamo coinvolti (e per questo li ringraziamo!)
nella loro grandiosa iniziativa:
“Ritrovare e ripristinare l’antica
e originaria mulattiera, ed il sentiero che portano a “u Ruiu di
Prai”…s embra il titolo di un film
d’avventura con “Indiana Jones”:
“Alla ricerca della fonte perduta”… fantasticherie a parte… cosa comporta un “progetto” simile?... Inizialmente una lunga ricerca e la marcatura del percorso
giusto, la difficoltà sta nel fatto
che, tra gli smottamenti del terreno, la caduta di molti alberi e la
crescita della vegetazione in decine di anni… beh… è già una bella
impresa districarsi per attraver-
sare questa “Jungla” boschiva.
Creata la “traccia pilota”… occorre una bella (e volenterosa)
squadra… ben attrezzata con decespugliatori, motoseghe e attrezzi manuali e… tante… tante…
giornate di durissimo (ma appagante!) lavoro (in Volontariato).
Grazie alla conoscenza ed alla
saggezza dei consigli dei meno
giovani della S.O.M.S., alcuni loro
ragazzi sono riusciti nella prima
parte: il ritrovamento della fonte,
inoltre… ogni domenica, a partire
dal 18 gennaio, un gruppo di forti,
volenterosi e capaci Volontari
S.O.M.S. con molte ore di lavoro
Lunedì 16 Febbraio 2009
ha aperto la “traccia pilota”, essendo stati invitati a collaborare
(prima uscita in Inter-Forze di una
parte del Supergruppo “ALASSIO
IN CORNICE”), abbiamo potuto
partecipare anche noi A.R.E.S.
L’enorme fatica è stata appagata e subito svanita allorché, giunti
sul posto, abbiamo potuto abbeverarci con quella freschissima e
purissima acqua. Non nego che
per me è stato un attimo emozionante, ed anche il sentire il racconto di un anziano del gruppo
sulle gite fatte in gioventù, decine
di anni or sono in questo magnifico luogo.
Alcuni Volontari della S.O.M.S. Moglio e del Gruppo A.R.E.S. Alassio.
nera pace, che nasce dal perdonare le offese e degenera
nell’odio. C’è una poesia del
Pascoli intitolata “I due fanciulli”
che racconta di due fratellini intenti al gioco quando “a un tratto
corsero tra loro parole grandi
più di loro... e ognuno nei tenui
diti si trovò gli artigli”; si graffiarono a sangue, divisi dalla pia
madre e mandati a letto dove “il
buio li fasciò”, presero il sonno e
si abbracciarono alla fine e il
Pascoli termina la poesia con
questa ammonizione: “Uomini,
nella truce ora dei lupi pensate
all’ombra del destino ignoto, e al
fragore della vostra guerra,
ronzìo di un’ape dentro un bugno vuoto... Pace fratelli, e buoni
veda voi dormir nei lini... quando
non intesa e quando non vista,
sopra di voi si chini la Morte con
la sua lampada accesa”. A questo
punto è bene ricordare l’ultima
preghiera di Cristo in croce, prova suprema di Amore “Padre perdona loro perché non sanno
quello che fanno”. Ma mi domando: quando l’Uomo vorrà crescere e rendersi conto della sue responsabilità? Non si può sempre
invocare il non sapere!
Vi invito pertanto alla rilettura
meditativa della poesia di
Pascoli “I due fanciulli” che troverete anche su internet oltre
che su un testo scolastico.
Credetemi, è una di quelle poesie
che da ragazzi si imparano a memoria a scuola, ma che si capiscono soltanto quando i capelli
diventano un po’ grigi e poi bianchi, quando la vita ha aperto gli
occhi a tutti e la realtà subentra
alla fantasia e alla leggerezza
dell’adolescenza... quando vale
la parola “chi ha orecchi da intendere, intenda”.
Silvio Viglietti
E lì ci siamo ripromessi di organizzare (dopo la riapertura del
sentiero) una gita con i ragazzi
delle scuole per ricreare la tradizione, come facevano i loro nonni.
Grazie alla memoria e alle indicazioni degli anziani, sarà possibile ripristinare la fonte com’era anticamente, il prato antistante ed il
lungo percorso per arrivarci e
proseguire fino ad “uscire”
dall’antico e originario percorso
da un capo all’altro della vallata.
Data l’enormità dell’intervento
di bonifica boschiva, saranno necessari circa 6 mesi di lavori alla
cadenza di 1-2 giorni a settimana.
Camminatori e pedalatori,
Alassini o turisti… state pronti,
con l’arrivo della bella stagione
avremo finito i lavori… e vi offriremo la possibilità di ripercorrere
questo sentiero “del tempo e della storia” di Alassio, e di fare una
pausa conviviale nell’area antistante la fonte, poiché nel “progetto” c’è anche la costruzione di
un’area pic-nic e la riqualificazione, dal punto di vista naturalistico-ambientale, dell’area. Ringraziamo innanzitutto, calorosamente, l’A.V.A., madre e creatrice del
Supergruppo “ALASSIO IN CORNICE”, per la prestigiosa possibilità
dataci di farne parte.
Ringraziamo inoltre, nuovamente, i ragazzi della S.O.M.S. di
Moglio per questa opportunità
gratificante di poter partecipare
ai lavori di questa ricostruzione
“storica” che resterà patrimonio
dei posteri Alassini o turisti ma
soprattutto della nostra amata
Alassio!!
M. “Attila” P.
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome
(leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
Il Circolo ARCI Brixton
su Gaza
Al Sindaco di Alassio, Dott.
Marco Melgrati
e per conoscenza:
Dott. Daniele La Corte - Il
Secolo XIX,
Dott. Massimo Boero - La
Stampa
Dott. Giovanni Durante Presidente ARCI provincia di
Savona
Redazione de “Il Vostro
Giornale” (ivg.it)
Associazione
Vecchia
Alassio
Alassio, 29/01/2009
Egregio signor Sindaco,
Le scriviamo perché vorremmo che il Comune di Alassio,
così come sta già facendo il circolo ARCI Brixton, assumesse
una forte e significativa posizione contro i massacri che sono
avvenuti in questi giorni nella
Striscia di Gaza.
Riteniamo inaccettabile l’invasione armata da parte di
Israele (anche se costretto ad
alcuni territori assediati) e la
continuazione dell’occupazione dei territori che secondo le
risoluzioni delle Nazioni Unite
dovrebbero essere restituiti alla Palestina.
Siamo consapevoli che la
guerra non sia MAI un metodo
di risoluzione delle controversie, che sempre i conflitti armati moderni coinvolgano principalmente la popolazione civile
e che non ci possa essere Pace
senza Giustizia e Giustizia senza Pace.
Teniamo a precisare che la
posizione del Circolo ARCI
Brixton al riguardo è estremamente chiara e ferma: distante
dai movimenti integralisti come Hamas, ma altrettanto distante dalla politica del governo israeliano, le cui azioni militari, unitamente al mancato rispetto dei diritti umani, hanno
causato centinaia di vittime civili innocenti, in larga parte
donne e bambini.
Come
sempre,
signor
Sindaco, noi siamo contro ogni
forma di guerra e violenza, di discriminazione razziale, di ghettizzazione, di fascismo e di antisemitismo.
Sulla base di questi concetti,
che ci hanno sempre guidato in
oltre 15 anni di esistenza, vorremmo che Lei si unisse a noi
nell’urlare il dolore delle madri
palestinesi che hanno perso i
loro figli ed i loro mariti in una
guerra che non avrebbero mai
voluto (e dovuto) subire.
Le comunichiamo infine di
aver intrapreso in prima persona una campagna di raccolta
fondi a favore dei profughi di
Palestina, coinvolgendo associazioni, scuole, esercizi commerciali ed enti vari.
Le chiediamo pertanto di:
1.. prevedere un simbolico
gemellaggio con la martoriata
città di Gaza o, comunque, con
un paese palestinese;
2.. elevare una forte pressione verso il governo italiano, affinché abbandoni una politica
giustificazionista dei massacri
di Gaza;
3.. partecipare con il comune
alla raccolta fondi che il Brixton
sta effettuando. Lei sa bene
quali siano la serietà, l’onestà e
l’impegno che mettiamo nelle
nostre azioni di carattere umanitario (si pensi alle analoghe
iniziative che abbiamo intrapreso negli anni);
4.. attivarsi affinché anche gli
ospedali del nostro -territorio
siano disponibili a curare le
persone coinvolte in questa terribile aggressione, a partire dalle donne e dai bambini.
La ringraziamo in anticipo
del tempo dedicato alla lettura
di questa lettera e Le chiediamo
di darci risposta quanto prima.
Cordiali saluti
Circolo ARCI Brixton
Con il senno del poi
Un tempo si diceva “porta pazienza, tutti i nodi vengono al
pettine”. Pertanto se subivi un
torto, ti era di sollievo pensare
che la “Giustizia” sarebbe venuta in tua difesa per risolvere tutto ed in breve tempo. La politica ai giorni nostri è come una
piovra e, vittima dei suoi tentacoli, è anche la Giustizia. È vero
che il malcapitato, invece di pazientare all’infinito, potrebbe
“farsi sentire”, ma è come
“Berto quando predicava nel
deserto. Io sono una di quei tanti o di quei pochi che vogliono
ancora credere nella Giustizia;
quella Giustizia che ti deve condannare se pensi di sistemare
le cose in privato, ma anche
quella Giustizia che interviene
prima che tu possa esalare l’ultimo respiro.
Fernanda
Ancora sulla “rumenta”
Leggo sull’Alassino di Gennaio il compiacimento scritto
dell’A.R.E.S., per quanto riguarda la raccolta dei tappi di plastica. Ciò evidenzia che il loro
appello non è caduto nel vuoto
ed ha avuto una buona riuscita.
Dall’articolo di cui sopra si
apprende come vengono riciclati ed a che serve il riciclo degli stessi.
Con una buona informazione
invitano grandi e piccini (ricordiamocene sempre che questi
ultimi saranno i grandi di domani) a differenziare almeno
una parte di ciò che si butta.
Purtroppo, debbo constatare
che ad Alassio c’è ancora poca
volontà, da parte di chi governa
la Città (dalla vocazione prettamente turistica) ad affrontare
un problema così attuale come
la raccolta veramente differenziata ed indifferenziata della
“rumenta”!
F. Carrea
Lunedì 16 Febbraio 2009
5
«L'ALASSINO»
Andora in festa
per Suor Nemesia Valle
La diocesi di Albenga-Imperia
sta preparandosi per festeggiare
degnamente Suor Nemesia Valle,
della quale sta per compiersi il
quinto anniversario della Beatificazione. Nelle varie case religiose delle Suore della Carità di
Sant'Antida Thouret (che furono
create direttamente da Suor Nemesia) della nostra diocesi (che si
trovano fra Alassio e Finale
Ligure) verranno organizzate mostre, incontri, dibattiti e giornate
di riflessione, preghiera e studio
per ricordare la figura della Beata,
che venne proclamata tale, cinque anni or sono a Roma, con una
grande cerimonia in Vaticano.
Intanto ad Andora, dove è presente il più importante nucleo di
religiose di Suore della Carità, della nostra diocesi, fervono i preparativi per festeggiare degnamente
Rubrichetta mensile - Un ricordo per...
il grande evento. Oltre a mostre
ed incontri si sta organizzando
anche un pellegrinaggio a Roma,
in ricordo delle giornate e delle
cerimonie di proclamazione della
beatificazione di Suor Giulia
Nemesia Valle (1847-1916).
Attualmente nella diocesi ingauna le suore appartenenti a
questa comunità sono una trentina, ospitate nelle quattro Case religiose delle Suore della Carità,
che si trovano ad Alassio (dove
sono presenti 6 religiose), Andora
(7), Albenga (3) e Pietra Ligure
(14). Per chi volesse ulteriori informazioni o contribuire ad altre
iniziative, per celebrare degnamente questo anniversario, è possibile mettersi in contatto telefonando ai numeri 0182/640322 o
684168.
Claudio Almanzi
Mettere subito fine alla guerra
Roma, 16 gennaio 2009
ANPI
Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia
N.d.R. La fine della guerra in
Medio Oriente ed in tutto il mondo è altamente auspicabile da
parte di tutti.
ZONTA CLUB ALASSIO-ALBENGA
PREMIO
“Giovani Donne nella vita pubblica”
VII EDIZIONE
Riservato alle giovani donne dai 16 ai 20 anni
Il premio è stato istituito al fine di incoraggiare le giovani ad intraprendere
carriere e ad aspirare a posizioni di preminenza nell’ambito di istituzioni
sociali, statali o di volontariato.
Per partecipare al PREMIO, la concorrente dovrà rispondere ad un
questionario su argomenti di ordine sociale, pubblico, di volontariato
appositamente predisposto da Zonta International
Le risposte verranno così premiate:
1° premio: Euro 300,00
2° Premio Euro 200,00
La vincitrice del 1° premio parteciperà alla selezione Distrettuale ed Internazionale
Attestato di partecipazione a tutte le studentesse che avranno risposto al questionario.
Il questionario ed il regolamento del concorso sono disponibili presso l’incaricato di ogni scuola.
Termine del concorso: 9 marzo 2009
Gli elaborati verranno ritirati da un’incaricata del Club
Ulteriori informazioni potranno essere reperite sui seguenti siti: www.zonta.org e www.zontadistrict30.org
Zonta International è un’associazione internazionale di servizio composta da donne, con posizioni di rilievo
nel lavoro e nelle professioni, che operano per il miglioramento della condizione legale, politica, economica
e professionale femminile.
Attualmente esistono più di 1188 Clubs sparsi in 60 paesi del mondo con più di 45.000 socie.
LIBRI-RIVISTE-VHS-CD
Gettarli dispiace, però il posto che occupano serve.
Che fare?
Lasciali sui tavoli posti nella “Galleria C. Chaplin”.
Chi li prenderà lascerà un’offerta a favore
A.I.R.C.
dell’
Recuperi spazio, procuri piacere ad altri
e aiuti la ricerca sul cancro.
Associazione Volontari Baia del Sole
Alassio, 10 Ottobre 1921 - CLASSE 4°
SOLARI Eva – CARBONE Pinuccia – AICARDI Italia – CARCHERO Maria – …?.... – JOIS Angiolina – MILANO America –PELLE Rina – OLIVERI
Lena – MATTONE Paolina – PESSOLO Franca- CHIARELLA Anita – CAPELLO Gina – CARCHERO Sara – PELISETTO Rina – GAGGINO Anna –
MELLUCCIA? – VIDAL Maria – BERGESE Anna – BONIFAI Stefana – BIZZARINI Luisa – BELGRANO Bianca – BONIFAI Lena – BOTTARELLI Lina
– BOSCIONE Luisa – MARASSI Lina – ANDREI Tecla – TASSISTRO Maria – CREMASCHI Maria – BRAGHERO Enedina – OLIVIERI Angiolina –
BADANO Ernestina.
Alassio, l’attività operativa GLI AMICI DI PADRE HERMANN
L’Associazione “Amici di Padre ne, ricordare la partecipazione
dei carabinieri nel 2008 Hermann”,
è lieta di informare professionale ed umana dei meAlassio. Aumentano gli arresti, si moltiplicano i servizi effettuati sul territorio, diminuisce il numero dei reati. È quanto si evince dai risultati dell’attività operativa svolta nel 2008
dai carabinieri della Compagnia
di Alassio, coordinati dal capitano Samuele Sighinolfi subentrato dallo scorso settembre al
capitano Geremia Lugibello.
Quest’anno le persone finite
in manette sono state per la
precisione 103: bisogna risalire
al 2004 per trovare l’analogo superamento della soglia dei cento arresti. Altro aspetto rilevante è l’incremento delle attività
di controllo, a parità di uomini
sul campo; sono stati infatti
realizzati 563 servizi in più rispetto al 2007, con un dato che
passa da 4.293 a 4.856 se si considerano pattugliamenti, perlustrazioni in auto e a piedi, accertamenti vari.
Nel territorio alassino di competenza dell’Arma si registra un
calo dei reati, che passano a
1.556 contro i 1.652 dell’anno
precedente. Le denunce a piede
libero sono state 558, mentre nel
2007 erano state 569. In tutto sono state identificate 21.204 mila
persone (19.537 dato precedente). Il pattugliamento costante
delle strade ha prodotto una diminuzione delle contravvenzioni al codice della strada, che sono state 1.077 (1.577 nel 2007).
I servizi coordinati (tra nucleo
radiomobile e stazioni) per la sicurezza stradale e per la prevenzione contro le cosiddette stragi
del sabato sera sono aumentati.
Pattuglie sono state localizzate
nel corso di tutto l’anno, soprattutto dal giovedì alla domenica,
nei punti strategici della viabilità, in particolare in prossimità
dei locali notturni. Il bilancio
operativo dei carabinieri registra 58 denunce per guida in stato di ebbrezza (57 nel 2007).
La quantità di droga sequestrata è passata dai 1.538 grammi del 2007 ai 1.510 grammi
dell’anno trascorso. Ma sono
state anche scoperte 18 piante
di marijuana, due flaconi di metadone e – fatto piuttosto originale – un infuso di limoncello a
base cannabis. Notevole l’aumento delle persone segnalate
alla Prefettura quali assuntori
di stupefacenti: oltre 200; nel
2007 erano state solo 26. Gli extracomunitari espulsi in quanto
irregolari sul territorio sono
stati 65 (due in più rispetto al
periodo di riferimento precedente).
Nel 2008 sono aumentati i furti, 813 contro i 793 dell’anno
precedente, ma sono sensibilmente raddoppiati quelli scoperti, saliti da 36 a 78. Le rapine
in banca sono state due e in entrambi i casi i militari sono riusciti a risalire ai malviventi. Gli
altri tipi di reati ascrivibili alle
modalità della rapina sono stati
9, due in più rispetto al 2007. Sul
fronte delle operazioni di contrasto al lavoro nero, in collaborazione con gli specialisti
dell’Ispettorato del Lavoro e
Nas, i carabinieri della Compagnia di Alassio hanno scoperto
tre casi che hanno segnalato
all’autorità giudiziaria.
Due le inchieste particolarmente rilevanti che contraddistinguono il 2008 nella Baia del
Sole. L’operazione antidroga
“Genesi”, che ha smantellato
una rete attiva nello smercio di
eroina e cocaina tra l’area milanese e la Riviera ligure, e l’indagine di respiro internazionale
“Alì Babà e 40 ladroni”, con oltre
20 arresti, che ha sgominato
un’organizzazione specializzata
in furto, ricettazione e riciclaggio di automobili di grossa cilindrata in vari Paesi europei.
Unico fatto di sangue, l’omicidio
della prostituta romena diciottenne Alina Nutica: il cadavere è
stato ritrovato a ottobre nella
frazione di Caso, ma il delitto è
quasi certamente maturato in un
ambiente diverso da quello alassino. Massacrata a bastonate, la
giovane lucciola è stata gettata
in una scarpata e il suo assassino
non è ancora stato identificato.
«Sono ampiamente soddisfatto del lavoro della Compagnia e
delle singole stazioni – sottolinea il capitano Sighinolfi –
Riceviamo attestati di stima dalle autorità locali e dai cittadini.
L’aumento dei controlli e la vicinanza assidua alla gente, nella
filosofia di un “servizio di prossimità”, sono recepiti e apprezzati. È nostra intenzione, per
quanto nelle possibilità e nella
nostra competenza, dare un segno tangibile ai cittadini del nostro operato». Per il 2009 è già
prevista la conclusione di
un’operazione contro lo spaccio di stupefacenti, con numerosi arresti.
che il progetto “Insieme per non
restare soli”, ideato per dare una
mano concreta agli anziani soli,
numerosi nella nostra cittadina,
ha raggiunto anche quest’anno,
numerosi utenti e situazioni particolari ed importanti da seguire.
Nel presentarvi i numeri inerenti all’attività svolta, vogliamo
ancora una volta ringraziare tutti
i volontari che hanno partecipato
alla realizzazione del progetto,
nella speranza che continuino a
sostenerci con la stessa dedizio-
dici di Alassio Salute, nonché la
condivisione e la disponibilità di
operatori, responsabili e dirigenti del Settore dei Servizi sociali
del comune di Alassio.
Precisiamo inoltre che questa
grande esperienza potrà proseguire anche quest’anno, grazie al
contributo del Comune di Alassio, e agli innumerevoli amici che
ci sostengono! Grazie a tutti!!
La coordinatrice del progetto
Carla Bisello
Progetto “INSIEME PER NON RESTARE SOLI”
RIEPILOGO
MESE: GENNAIO-DICEMBRE - ANNO: 2008
TIPI DI SEVIZI
denti. È venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità
internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a
tutte le altre guerre del Medio
Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo.
Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti
locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche:
“ciascuno faccia qualcosa!”
MODALITÀ DI
CONOSCENZA
Il Conflitto medio-orientale si
fa sempre più drammatico.
L’ANPI, in coerenza con le sue sistematiche prese di posizione,
chiede vigorosamente che si
metta fine alla violenza da ambo
le parti, che cessi il fuoco, che si
giunga subito ad una tregua e
quindi ad un accordo di pace
che riconosca finalmente il diritto del popolo palestinese alla
propria sovranità e allo Stato di
Israele la propria sicurezza.
Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno
essere ancora uccisi prima che
qualcuno decida di intervenire e
di fermare questo massacro?
Quanti morti ci dovranno essere
ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
La guerra deve essere fermata
ora. Non c’è più tempo per la
vecchia politica, per la retorica,
per gli appelli vuoti e inconclu-
ORE LAVORO
1838 (MILLEOTTOCENTOTRENTOTTO)
N° VOLONTARI
13
N° SERVIZI
1667 (MILLESEICENTOSESSANTESETTE)
N° UTENTI
38
(TRENTOTTO)
ACCOMPAGNAMENTO
573
(CINQUECENTOSETTANTATRE)
PRATICHE SANITARIE
175
(CENTOSETTANTACINQUE)
PRATICHE AMMINISTRATIVE 99
(TREDICI)
(NOVANTANOVE)
ALTRO
820
(OTTOCENTOVENTI)
COMUNE
12
(DODICI)
26
(VENTISEI)
AMICI
PUBBLICITÀ
ALASSIOSALUTE
VOLONTARIATO
ALTRO
FIOCCO AZZURRO
Alla vigilia dello scorso Natale,
il 22 dicembre u.sc. è nato PIETRO CACCIAMANI.
Lo annunciano agli amici e ai conoscenti Mamma Silvia e papà
Paolo con i nonni Carlo e Luciana
– Gianni e Franca Croce.
Anche dall’A.V.A. un bene augurante “benvenuto” al futuro
“Socio” ed alla sua famiglia.
ERRATA CORRIGE
Nella lirica “RETRAITI” di Antonio Boscione (pubblicata nel numero di Gennaio a pag. 11) leggasi nel secondo verso RIBOTTA,
anziché ribatta e nella traduzione
italiana (3° riga) bagnanti coi
BAFFONI (anziché Barconi).
Ci scusiamo con l’autore.
A.V.A.
6
«L'ALASSINO»
Lunedì 16 Febbraio 2009
Frammenti di storia nostrana - PARTE II
(a cura di Tommaso Schivo)
NOZZE D’ORO
Gina e Livio Maccagno
CAP. 16° - “EPPURE, RESTAVA UN PO’ DI DOLCE DENTRO IL CUORE!”
Oggi anche il piccolo mondo etnico di
provincia, il nostro
“piccolo mondo antico” fa parte di sogni
lontani e perduti nella notte dei tempi!
Resta nel nostro ricordo quasi come le
fiabe di Biancaneve e
di Cenerentola ormai
irreale, impalpabile,
evanescente. Faceva
stupore, allora, incontrare per le nostre
strade una giovane
donna con gli occhi a
mandorla, che osavi
appena guardare o un
negro possente e
quasi marmoreo. La
gente, chi più, chi meno, nel tuo paese, la
conoscevi tutta ed il
saluto scambiato con
affetto o con cortesia
o, almeno, con semplicità era un fatto
consueto, normale.
Sì, perché appartenevano al tuo paese il
Sindaco e il droghiere, l’idraulico e “u megu” e il calzolaio, la
commessa e la vicina
di casa.
Intendo dire che allora, più o meno, ci si
conosceva tutti e la
piccola comunità poteva quasi definirsi
una famiglia allargata,
nella quale quasi non
esisteva segreto. Oggi
non conosco più nessuno; tutti hanno fretta, non ti guardano
neppure, hanno fretta, hanno fretta e vanno e tu cammini e odi
mille lingue diverse e
sconosciute e ti stupisci delle mille e strane
fogge d’abiti e dei modi di essere, mentre
mille telefonini inviano continuamente
messaggi chissà dove
nell’etere, nel cosmo
e tu ti senti perduto,
ormai un uomo senza volto e
senza nome; ti senti nessuno e
ti fermi a pensare, a meditare...
Non parlo del tempo troppo remoto in cui vivevano qui quasi
solo famiglie di pescatori e di
contadini e di piccoli impiegati
e operai. Non voglio andare
troppo lontano. Ero già “grande” quando la Pasqua ci sorprendeva il Sabato, alle 10, e
tutti correvano a cercare le fontanelle per inumidirsi gli occhi
e salutare la resurrezione di
Correvano al mare o si affacciavano alle finestre.
DISEGNO DI GIBBA
Gesù. E, da tutte le Chiese della
cittadina le campane si scioglievano gioiose e nel cielo era
tutto un volo festoso di rondini... Oh, come vorrei rivivere
ancora una volta quei dolcissimi momenti! La Pasqua, vera e
sentita, era lì, era in quel momento di gioia, di fratellanza, di
sincera “corrispondenza d’amorosi sensi”, più ancora che
fra le tavole imbandite e le leccornie del giorno dopo! Ero già
“grande”, quando da dietro
l’isola Gallinaria o dal Capo
Mele spuntava improvvisamente un transatlantico, bianco, bello, maestoso o una nave
mercantile, più tozza, ma linda
e imponente. Per qualche istante puntava leggermente la prua
verso terra, come per diventare padrona del golfo e, durante
quella brevissima ansa coatta,
voluta, ecco una, due tre volte
il sibilo lieto delle ciminiere di
bordo... In pochi istanti il vecchio borgo era come preso da
un formicolio frenetico, come quando un
fatto insolito, imprevisto turba o sconvolge
o muove il ritmo lento
di un formicaio. Era
un darsi da fare e tutti
correvano al mare o si
affacciavano alle finestre e da qualcuna di
esse con bandiere o
con panni bianchi di
bucato, c’era chi si
sbracciava felice a rispondere e noi dalla
spiaggia facevamo corona a quel saluto
scambievole e lieto: a
bordo
c’era
un
Comandante alassino
che, dal mare, prima
di intraprendere le
rotte oceaniche o poco prima dell’approdo genovese, sentiva
il dovere e, insieme,
l’inesprimibile gioia di
salutare e di ricordare
il proprio paese, la
propria gente. Lo facevano i Com.ti Ambrogio Maggi, il capomacchinista Domenico Grollero, e persino Tunin Maggi che,
pur essendo marconista, ogni volta aveva
dal Comandante della
nave il privilegio ambito di far emettere
dalla ciminiera il “fischio” di saluto alla
sua città e alla sua
gente. - Era come un
abbraccio affettuoso,
come faceva sempre il
Comandante Manno o
Ermanno Bonavia e da
terra la Scià Delfina,
commossa, sventolava il saluto al suo uomo dalla finestra o
dalla terrazza di Barusso. Era il saluto
che il Comandante
non tralasciava di rivolgere, attraverso
l’ansa ampia del golfo,
in modo particolare
alla sua casa, ma certamente (e noi tutti lo sentivamo) anche alla sua gente laboriosa, alla grande famiglia del
proprio paese.
Anche questo è soltanto un
episodio, quasi insignificante e
di tempi che ormai non tornano
più e che forse qualcuno oggi irride, un frammento di storia
nostrana che oggi non commuoverebbe più nessuno...
Eppure (ve lo assicuro) anche
in noi, ogni volta... “restava un
po’ di dolce dentro il cuore!”
AMICIZIA SENZA FRONTIERE
Hanno felicemente celebrato le loro “nozze d’oro” il 7 febbraio u.sc, in
Alassio. GINA e LIVIO MACCAGNO accanto ai figli Gianni e Angelo, a parenti ed ai molti amici.
A loro giungano anche le più vive felicitazioni da parte dell’Associazione
Vecchia Alassio.
Clara e Franco Iebole
7 febbraio 1959. Una data
qualunque, ma, per noi, è l’inizio della famiglia in cui siamo
nate e cresciute. Grazie, mamma, e grazie, papà, in quel giorno di cinquant’anni fa, avete firmato il vostro e il nostro futuro.
cativo.
Le nostre strade, di figlie, hanno percorso e percorrono itinerari forse differenti, ma le mete
ricercate e sognate restano i vostri preziosi insegnamenti.
Avete accolto all’interno della
7 febbraio 2009. Nozze d’oro,
così si chiamano, e lo sono davvero, perché il traguardo raggiunto è molto prezioso, per tutti noi e per coloro che vi stimano e vi vogliono bene.
Ma, certamente, non è un arrivo, come non lo è mai stato il tempo trascorso al conseguimento
di tanta vita in comune. Una storia che si è snodata e si snoderà
in episodi, capitoli più o meno
importanti, più o meno felici.
Una storia che è diventata tale grazie alla libertà, all’onestà
dei sentimenti e alla volontà, intesa come desiderio e impegno
di compiere qualcosa di signifi-
vostra famiglia anche le nostre:
i nostri mariti e i nostri amici, allargando, incondizionatamente, le braccia.
A mamma e papà, grazie per
esserci sempre.
A Clara e Franco, grazie per
averci donato una parte così importante di voi: le vostre figlie.
Anche l’A.V.A. col Presidente
e tutti i Soci plaude al grande
traguardo raggiunto dai simpatici “sposi”!
ISTITUTO ALBERGHIERO-ALASSIO
Dalla cucina alla pasticceria
Si è conclusa presso l’Istituto
Professionale Alberghiero di
Alassio la prima parte del corso
dalla “Cucina alla Pasticceria” a
cui hanno partecipato: Caporale
Daniela, Caponi Maria, Oliveti
Maura, De Battisti Roberta,
Favero Daniela, Cirini Lucia,
Raimondo Claudio, Poggi Franco, Ferrari Maurizio, Sbrinz Federico, Laquaglia Eliana, Nalbone Giusy.
La partecipazione e lo studio
Sabato scorso Amitiè Sans Frontiere, Club Service di Savona, ha consegnato il ricavato della raccolta di beneficenza attuata nell’anno 2008 alla
Associazione CRESCI Onlus di Savona, rappresentata per l’occasione dal
Prof. Amnon Cohen Direttore del Reparto di Pediatria e Neonatologia
dell’Ospedale San Paolo di Savona, a cui (nella foto) il Presidente Minardo
consegna il ricavato della beneficenza.
Michela e Mario,
Andreina e Maurizio,
Rosanna e Aldo
Dal nostro blog per
“fotografia romantica di Alassio”:
la chiesetta di Sant’Anna
e i riflessi del golfo
in Piazza Airaldi e Durante.
(FOTO DI FRANCESCO BIGNAMI)
delle preparazioni culinarie interessano un mondo sempre
più variegato di persone che
realizzano oltre alle competenze il piacere di preparare successivamente occasioni di festa, poiché è risaputo che il desinare accomuna il piacere di
stare insieme con la condivisione. Grazie per la partecipazione
e arrivederci alla seconda parte
a Marzo.
Leonardo Nappi
Lunedì 16 Febbraio 2009
7
«L'ALASSINO»
LA BIBBIA IN DIALETTO ALASSINO di Gianni Croce
Da u libbru de Giuditta
Da u libbru de Giuditta
L’incontro cu-u generale
Da u libbru de Giuditta
A vittoria
Cu-a sula ancèlla a rente, in tu cammìn,
prosscima urmai a l’è all’accampamèntu.
Fermò dai guordie, in sci-u fò da mattìn
a ghe sciurina lesta l’argumèntu:
«E sùn fia de Ebrèi, troppu meschìn
pe ouré capì u perchè de ’stu mumèntu.
Pe i nosci torti Diu u l’ha a piò mò
ciù u nu n’aggiütta... Me vöiu sarvò!»
U “tête a tête” tostu u l’è innandiau.
Fina a l’è a çena, u vìn üna buntai…
tantu che l’ommu u s’è imburacciau
scurdandu tüttu, lei... feliçitai.
Quande in sci-u canapé u l’è stravaccau
Giditta a pia u curaggiu a due mai
e, sensa stòsela ciù a berlengiò,
cu-a sciabbra a taia a testa detestò.
Purtò in presensa du Gran Cumandante
lei a ripette in ciantu a so versciùn:
«A-u nosciu Diu e n’hammu faitu tante
che aura u ne lascia a-a perdissiùn.
Apposta che pe-mì u l’è impurtante
dòve ün aggiüttu... Pe riparassiùn!
Dunde e ve fassu entrò u no-u sa nisciùn...
Ma primma ho da pregò, fo du zazün».
Pòi, cumme tütte e nötti a custimova,
a se ne sciorte finzendu e devusciui.
Pe arrivò, cu-u “trufeu” ch’à purtova,
in sce l’arbù là sutta ai soi bastiui,
dandu speransa a chi u se disperova
nu fanduse uramai ciù de illuxiui.
Ma nu cuntenta de sta so misciùn
a spruna tütti i ommi ancù all’assiùn.
Doppu trei giurni da so vixinansa
Uluferne urmai u s’è attrassau;
da bòn surdattu u sfrüta a circustansa
de fola soa, e fin bèn avviau.
Cuscì u l’invitta a çena cu-a speransa
d’esse da ’sta bellessa assecundau
«Chi e sùn mì, pe negome a-u me padrun?»
a ghe fa lei, sfrüttandu l’uccaxiùn.
Sensa cappu, l’esercitu assediante
urmai a-u sbandu u deve scappò
lasciandu tüttu in Giudda che, festante
a giusta vitta u turna a repiò.
Urmai a situassiùn a. l’è cunfurtante
cusci Giditta a cà a vö riturnò
dunde a passerà i anni in urassiùn
e, pe a so Gènte, a Diu ciamò perdùn.
E sensa stosela ciù a berlengiò
cu-a sciabbra a taia a testa detestò.
Il frantoio apre le porte ai bambini
Vi raccontiamo una bella storia: c’era una volta un piccolo
paese arroccato su una collina;
aveva il mare ai suoi piedi. Sui
suoi pendii crescevano rigogliosi molti alberi e fra questi
l’olivo; una pianta sempre ver-
la tecnologia ha reso meno faticoso questo lavoro. In particolare la “spremitura” avviene con
un macchinario sofisticato e
rumoroso, sembra un po’
un’astronave: noi l’abbiamo visto e abbiamo seguito le varie
de, con delle piccole foglie bicolore verdi e grigie. Questa
pianta in autunno si “riempiva”
di piccoli frutti neri, però non
erano buoni da mangiare: la
gente si chiedeva come poterli
utilizzare e provò in vari modi.
Alla fine decise di schiacciarli:
ne uscì un liquido denso e lucente di colore giallo, qualcuno
esclamò: “sembra oro!”. Ecco
come i nostri antenati hanno
scoperto l’olio.
Da allora molte generazioni
hanno faticato negli uliveti per
continuare a produrre questo
prezioso alimento. Per fortuna
fasi della lavorazione. Chi ci ha
guidati in questa meravigliosa
avventura ci ha detto che dobbiamo ricordare bene tutto, perché noi saremo i prossimi produttori di olio e soprattutto gli
eredi di questo patrimonio di
cultura e tradizioni.
Le maestre e i bambini
della scuola dell’infanzia
di Solva
P.S. Nel sottopassaggio della
stazione per tutto il mese di febbraio sarà esposto un nostro lavoro: andate a vederlo!
SAN SEBASTIANO PATRONO DELLA POLIZIA URBANA
Anche quest’anno la Polizia
Urbana ha festeggiato, il 20 gennaio u.sc., il patrono San
Sebastiano con la solenne S.
Messa celebrata da Mons.
Angelo De Canis. Presenti, oltre
il sindaco Marco Melgrati, le
autorità civili e militari della
no San Sebastiano che subì il
martirio per aver difeso i cristiani durante le persecuzioni
nella Roma del 3° secolo.
Nell’adiacente salone parrocchiale, la manifestazione è
continuata con l’annuale relazione del Comandante Fabrizio
cale banca, traendo in arresto i
malviventi con recupero del
bottino, anche se tale azione
non rientra nei servizi richiesti
dalla Polizia Municipale.
Un encomio è stato inoltre riservato al Sovr. Capo Ambrogio Todde, a seguito dell’inci-
Corpo di Polizia Municipale,
sull’impegno profuso nello
svolgimento dei vari compiti,
svolti spesso al di sopra degli
obblighi di servizio, ciò dovuto
anche all’esiguo numero del
personale.
La festosa ricorrenza si è
Città. Nell’omelia Mons. De
Canis, oltre il saluto agli intervenuti, ha ringraziato il Corpo
della Polizia Urbana per l’attività svolta con spirito di abnegazione per il bene della città,
citando come esempio il Patro-
Pampararo sui numerosi compiti attuati dal Corpo nel corso
dell’anno, con un encomio solenne al Sovr. Capo Roberto
Gallizia e all’Ag. Paolo Cacciamani per avere sventato una rapina a mano armata ad una lo-
dente occorso nella scorsa
estate, durante l’inseguimento
di venditori abusivi, con rischio della vita.
Il sindaco Melgrati, nel suo
intervento ha espresso parole
di elogio per l’operato del
conclusa con un lauto rinfresco servito dagli allievi
dell’Istituto Alberghiero Statale di Alassio, che ancora una
volta hanno dimostrato un’alta
professionalità.
posta da lui stesso per l’occasione e intitolata “A vèntra” e
dedicata appunto al piatto caratteristico, nella preparazione
del quale i mogliesi sono professionisti, la Compagnia Teatrale Dialettale Alassina ha presentato la nuova commedia di
Gianni Croce “Canta ch’a te
passa”, che ha replicato il successo ottenuto nella “prima” a
“Ritruvammuse insemme”.
Tutti bravi gli attori, che vogliamo ricordare in ordine di
entrata in scena: Giorgio Gioberti, Mimmo Bogliolo, Gianni
Croce, Laura Armato, Luisella
Tonin, Lina Nattero, Nino Brusco, Nino Moirano, Giovanni
Parascosso, Giuliana Basso,
Augusto Bogliolo; le scene erano di Astrid Hammond, i costumi di Marisa Brusco, la regia di
Augusto Soldi, il suggeritore
era Andrea Gallea. Al termine
della serata il Parroco di Moglio, Don Gianni ha ringraziato
gli attori della Compagnia
Teatrale, l’A.V.A., rappresentata dal Presidente Carlo Cavedini e i mogliesi che si sono
prodigati nell’organizzazione
della lotteria, fatta per raccogliere fondi per la Chiesa di San
Sebastiano, e nella preparazione del ricevimento finale che
ha degnamente chiuso la giornata di festa.
A.V.A.
FESTA A MOGLIO
Anche quest’anno, e forse più
che negli anni precedenti, numerosa è stata la partecipazione alla Festa Patronale di San
Sebastiano in Moglio.
Forse, anche perché favoriti
dalla bella giornata di sole, molti sono stati gli “Alassini” là convenuti e presenti alle funzioni
religiose, iniziate con la solenne
Processione in onore del Santo,
onorata dalle presenze dei religiosi Mons. A. De Canis e Rev. A.
Beorchia, da autorità cittadine
quali il Sindaco Arch. M. Melgrati, il Vice Sindaco dott. G.
Aicardi e l’Assessore dott. L.
Zavaroni, dalla disponibilità
delle Venerande Confraternite
di S. Caterina di Alassio. Di S.M.
Maddalena di Laigueglia e di S.
Caterina di Ceriale, nonché dal-
la sempre gradita partecipazione del Complesso Bandistico
“Città di Alassio”.
È poi seguita la vera e propria
funzione religiosa con la solenne celebrazione della Santa
Messa, presieduta dal Rev. Can.
Don Gianni Grasso e animata
dalla valida Cantoria Parrocchiale.
Composta e attenta la parte-
cipazione del fedeli, i quali, dopo i sentiti e commossi ringraziamenti del Parroco don
Gianni Tabbò, si sono recati nel
salone parrocchiale per l’oramai consueto spettacolo ricreativo animato dal Prof. A. Gallea.
Dopo l’esibizione del bravo
Luciano Raita, il quale ha cantato alcune canzoni in dialetto
alassino, una delle quali com-
C. G.
8
«L'ALASSINO»
Lunedì 16 Febbraio 2009
INCONTRI CON L’AUTORE Incontri Culturali “PARLIAMO DI…” 2009
Ugo Gregoretti: “Finale aperto – Vita scritta da se stesso”
Un ospite di grande prestigio
all’incontro del 10 gennaio scorso presso la Biblioteca Civica
“Renzo Deaglio”: Ugo Gregoretti, scrittore, giornalista, regista
cinematografico, televisivo,
operistico; napoletano, vive a
Roma da molti anni.
Ha iniziato la serata l’Assessore al Turismo e Cultura del
Comune di Alassio dott. Monica
letterato, ho scritto questo libro; complice un viaggio piuttosto lungo in tram, da casa mia al
centro di Roma fino al Teatro
Parioli, per partecipare su invito
a una trasmissione del “Maurizio Costanzo show”: per passare il tempo lessi un libro di aforismi... Ho descritto la mia vita
come opera buffa, con l’intento
di divertire. Ho tolto tutte le mie
film, occorrerebbero più attori
per interpretare la mia vita dal
battesimo ai nostri giorni».
Molti gli aneddoti umoristici
che Gregoretti ha inserito nel
suo racconto, due esempi: il
Battesimo ritardato per farlo insieme a un cugino, per distinguerlo gli appiopparono il nomignolo di “capoccione”; l’altro
quando regista affermato per
Nella foto (da sin.): Assessore Monica Zioni, Giovanni Gromo, Ugo Gregoretti, Natalino Bruzzone, Antonio Ricci.
(FOTO SILVIO FASANO)
Zioni, dichiarandosi orgogliosa
di inaugurare la serie di questi
incontri per l’anno 2009 con un
personaggio così celebre, per
poi passare la parola al noto pittore alassino (che ora vive nei
pressi di Roma) Giovanni Gromo, amico del regista, che ha
proposto questo incontro:
«Dopo aver letto il libro di Gregoretti, ho pensato che doveva
essere presentato ad Alassio».
Prestigiosi anche gli intervistatori: il critico cinematografico de “Il Secolo XIX” Natalino
Bruzzone e l’autore televisivo
Antonio Ricci che si sono poi alternati a formulare domande
all’ospite. Eccone in sintesi le risposte, pronunciate con rara
verve e sottile umorismo. «Mi
hanno affascinato autori di biografie come Stendahl e mi sono
rimasti i ricordi dell’infanzia,
quando mi si è presentata l’opportunità, anche se non sono un
attività (regista di cinema, televisione, opera lirica, ecc.), ho
cercato nella mia memoria e ho
trovato molti spunti adatti a ciò
che mi ero proposto di raccontare. Sono lieto della presenza di
Antonio Ricci, maestro d’umorismo. Avevo venti anni, vivevo a
Napoli, non sapevo che strada
prendere, fui mandato a lavorare: mi presentarono ad Achille
Lauro come giornalista. Dovetti
andare a Milano. Non condividevo le idee politiche del giornale,
feci il correttore di bozze. Poi
frequentai di seguito tre facoltà
universitarie senza laurearmi.
Fui assunto dalla RAI agli albori
della televisione. Su richiesta
suggerii Santa Chiara come protettrice della televisione e fu accettata. Ero amico di Vittorio
Veltroni, radiocronista. Il figlio
Walter era appassionato di cinema, poi fece carriera politica. Se
questo libro fosse trasposto in
Italo Gilles Lasalle: “L’elenco universale
delle cose tristi” Ed. Circorivolta
«Titolo strano – esordisce il
professor Franco Gallea nell’incontro del 24 gennaio scorso – libro paradossale, policentrico,
metafisico, ironico. Lasalle è nato a Buenos Aires da genitori italo-francesi, all’età di 10 anni viene affidato a un parente che lo
porta sulle navi in giro per il
mondo. Esercita vari mestieri,
anche il tipografo, che più tardi
lo induce a scrivere. Questo è il
suo secondo romanzo. In realtà
Lasalle non esiste e la biografia è
inventata: è lo pseudonimo di
Roberto Centazzo, savonese,
laureato in Giurisprudenza,
Ispettore di Polizia presso la
Procura di Savona. Il romanzo
non ha protagonista, risente
molto della letteratura sudamericana. L’azione si svolge alla
metà dell’’800 in Francia al tempo dell’“aristocrazia borghese”.
Periodo particolare con scoperte che portano comodità e un
po’ di tristezza. In una cittadina
balneare c’è una pensione gestita da due donne che ci sanno fare, frequentata da clienti di varie
categorie, fra i quali un professore che si è imposto di fare
l’elenco delle cose normali ma
che portano tristezza. Un altro,
a sua volta, fa l’elenco delle parole vuote. Altri tre uomini fanno un’indagine sul rapporto fra
le due donne proprietarie della
pensione. È un “grappolo” di
storie: a turno tutti i personaggi
diventano protagonisti, anche la
pensione. Non manca un riferimento sottile al presente. Stile
allusivo, originale, con molta
ironia».
L’autore (naturalmente il
dott. Centazzo, non Lasalle): «Il
libro l’ho scritto io. Ciò che conta è il prodotto, non chi l’ha
scritto. Ho aspettato 25 anni per
veder pubblicati i miei libri. Le
scoperte di quel periodo (macchina fotografica, macchina da
scrivere, macchina da cucire, telegrafo, acqua di seltz) hanno un
riferimento odierno. Mi piace
scrivere “a flash”, detesto i romanzi lunghi. I due professori
degli elenchi si accorgono che le
cose tristi corrispondono alle
parole vuote. La felicità è la cosa
più triste che ci sia. Tutto il periodo storico del libro è vero. Mi
piace mischiare gli stili. Ho scritto altri due libri, uno mi è stato
chiesto come soggetto cinematografico».
C. B.
convincere il grande Totò, ormai anziano e quasi cieco, ad
accettare una parte in un film a
episodi, fece leva sul suo orgoglio di nobile (Principe di
Bisanzio e altri numerosi titoli)
adducendo il fatto che la signora Gregoretti è duchessa.
Prof. Leonardo Rossi: “La macchina del tempo”
Gli scienziati del CERN verso il Big Bang
È ripreso il ciclo di questi incontri culturali organizzati
dall’Assessorato alla Cultura del
Comune di Alassio, Biblioteca civica, Liceo Don Bosco, Regione
Liguria, Provincia di Savona,
“Una proposta culturale per la
scuola, per l’aggiornamento, per
il dibattito critico”, il 23 gennaio
scorso nell’Auditorium della
Biblioteca.
Dopo il saluto del Direttore del
Liceo Don Bosco prof. Giorgio
Colaiacomo, il prof. Antonio
Tassara ha presentato relatore e
argomento: «Abbiamo un ospite
illustre. Quando si parla di CERN
la fantasia corre. Ci siamo stati
con docenti, ex allievi e allievi
del Don Bosco, allora c’era anche il professor Rubbia, abbiamo percorso in superficie il tracciato dell’anello. Il professor
Rossi è nato a Genova, dove ha
frequentato l’Università e ora è
docente e ricercatore, contemporaneamente fa parte del gruppo di 6.000 scienziati presso il
CERN di Ginevra».
Il professor Rossi ha trattato
l’argomento con concisione e
chiarezza, con l’ausilio di proiezioni, se ne propone un sunto
che, per ovvi motivi, non può essere esaustivo e preciso. «Vi parlerò di un percorso di dieci milioni di anni. Due sono gli scopi
delle nostre ricerche: conoscere
la natura e come migliorare la vi-
ta umana. Il progresso umano
continua: una teoria può essere
smentita da un esperimento che
la invalida. La fisica delle particelle studia l’infinitamente piccolo, tutta la materia stabile è
formata da tre particelle. Come si
studiano? Si isolano e si fanno interagire fra loro, osservando gli
urti si capiscono le caratteristiche delle particelle; che hanno
una lunghezza d’onda e generano raggi (x e cosmici). Ognuno di
noi è costantemente attraversato da raggi cosmici. Per poter disporre di particelle furono costruite sorgenti artificiali e acceleratori che, per mezzo di campi
elettrici, vengono conferite loro
altissime velocità. Come la materia si può trasformare in energia
(Einstein: E=MC2), così l’energia
può generare materia. Ogni particella ha la sua anti-particella.
Tutto è particella. Il Bosone di
Higgs (del quale si è molto parlato recentemente) è l’obiettivo
principale dell’acceleratore LHC
di Ginevra. Un tempo l’universo
era più caldo, dal Big Bang sono
passati 12 miliardi di anni. Lo studio dell’infinitamente piccolo è
intimamente legato a quello
dell’infinitamente grande e utile
per arrivare alla nascita dell’universo in laboratorio. L’Italia è
stata precorritrice di questi studi e ha partecipato (grazie a stabilimenti come l’Ansaldo di
Genova che producono magneti
e superconduttori) alla costruzione dell’acceleratore di
Ginevra: un anello (tunnel) lungo
27 chilometri, che sconfina anche in Francia, dove avvengono
questi esperimenti, ai quali partecipano studiosi di tutto il mondo. Gli acceleratori vengono costruiti sotto terra per proteggerli e per proteggere l’ambiente circostante. Dopo dieci anni di preliminari e quindici di costruzione, il 10 settembre 2008 è stato
eseguito il primo esperimento di
collisione ad altissima energia.
Purtroppo c’è stato un inconveniente con gravi danni (senza
conseguenze per gli studiosi e
per l’ambiente), ma che comportano il ritardo di un anno prima
della prosecuzione degli esperimenti. Molti successi sono stati
conseguiti da questi studi di pura ricerca, ma che hanno ricadute pratiche (WWW, magneti, superconduttori, ricerca medica)».
È seguito un interessante dibattito, dal quale sono emerse alcune precisazioni, come la consistenza del contributo italiano,
circa il 15%; e il fatto che al CERN
convivono studiosi di tutte le nazioni, anche di quelle in conflitto
tra loro, ad esempio Israeliani e
Palestinesi, Indiani e Pakistani,
perciò è anche un fattore di pace.
C. B. per A.V.A.
Carlo Bertolino
I SALUTI DEL VICE
QUESTORE CROCCO
Caro Presidente,
nel lasciare, dopo quasi quattro anni, la direzione del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alassio, in quanto nominato comandante provinciale della polizia stradale di
Savona, desidero esprimere attraverso il Suo giornale il mio
personale ringraziamento alla
redazione de “L’Alassino” per la
vicinanza ed il plauso che da
sempre dimostra alle forze
dell’ordine ed in particolare alla
Polizia di Stato per l’attività
svolta.
I miei ringraziamenti vanno
inoltre ai colleghi delle altre forze dell’ordine presenti nella giurisdizione di questo Commissariato per la fattiva sinergia,
nonché a tutte le istituzioni e ai
cittadini di Alassio per la collaborazione fornita.
Ritengo infatti che il miglior
alleato di ogni poliziotto sia il
cittadino. Alassio è una realtà felice e questa situazione può essere mantenuta, oltre che con il
diuturno impegno delle forze di
polizia, solo con la collaborazione di tutte le componenti sane
della società.
Concludo con l’antico brocardo de “L’Alassino” che è sempre
stato alla base del mio operato
nella città del muretto. “Floreat
Alaxium!”
Vice Questore Aggiunto
Gianfranco Crocco
L’A.V.A. commossa per il gentile saluto, non può non aggiungere il suo più vivo ringraziamento per l’opera svolta ad
Alassio dal neo-vice Questore,
augurandogli ogni bene possibile e il proseguimento di una carriera esemplare e meritatissima.
Alle “streghe” di Triora
“A Triora, antico borgo forte
di uno fra cotesti interni di
Liguria, il contrasto si svela in
tragedia. È l’antica e nuova tragedia ed elegia dei luoghi di
Liguria che si vengono spopolando. E mentre l’ardita e possente mole del paese, erto sul taglio della rupe precipite, parla
indimenticabilmente dell’antico
amore, le rovine del tempo e
dell’abbandono si confondono
con quelle recenti che v’ha prodotta la rappresaglia di guerra; e
tutte hanno un carattere di nobile e irremissibile malinconia.”
Riccardo Bacchelli, Italia per terra e per mare (1952).
“E non trovo, allora, che una
vecchia frase un po’ retorica (ma
forse solo per l’abuso fattone):
amore religioso per la terra. Qui
a Triora questa frase sembra appropriatissima, che non si capisce quale interesse immediato leghi questa gente alla rupe scoscesa alla quale s’abbarbica.”
Cassinelli, Corriere della Liguria,
12 febbraio 1956.
“Attraversai la Cabotina subendo tutto lo straordinario fascino: pensai con compassione a
quella fine estate del 1587 segnata dalla terribile carestia che aveva ridotto alla fame l’amata
Triora; da lì a poco si sarebbe
scatenata la tremenda caccia alle
streghe.”
Ippollto Edmondo Ferrario,
Anime all’imbrunire
Quest’anno la mimosa da me
raccolta, in occasione dell’otto
marzo, la voglio porre sulle tombe delle “streghe” di Triora ma
non solo: a queste vanno aggiunte donne di Andagna, Badalucco,
Baiardo, Castelfranco, Montalto
Ligure, Porto Maurizio, Sanremo
e altri centri. Di alcune di queste
si conoscono anche nome e cognome: Isotta Stella di Triora;
Bianchina, Battistina e Antonina
Vivaldi-Scarella, di Andagna;
Peirilia Bianchi e Gentile Moro di
Badalucco e Castelfranco; come
si conoscono nome e cognome
dei loro accusatori, dei loro carcerieri, dei loro giudici e dei loro
aguzzini: Stefano Carrega, il vescovo di Albenga, Girolamo Del
Pozzo, Giulio Scribani, Serafino
Petrozzi, il capo della polizia
Francesco Totti, il podestà di
Genova Giuseppe Torre con
Pietro Alaria Caracciolo, la Santa
Inquisizione di Roma.
Tutto iniziò verso la fine
dell’estate del 1587, durante una
carestia che aveva duramente
provato la popolazione triorese
e che durava da oltre due anni.
Gli abitanti di Triora, particolarmente stremati, iniziarono a sospettare che a provocare la carestia che stava flagellando le
campagne del paese fossero delle streghe locali, dimoranti nel
quartiere detto della Cabotina.
Dopo essere state individuate,
le presunte streghe trioresi vennero subito additate alla giustizia. Il Parlamento generale, dopo essersi riunito, affidò al podestà del paese Stefano Carrega
l’incarico di fare in modo che le
streghe venissero sottoposte ad
un regolare processo e stabilì
anche la somma di denaro occorrente per lo svolgimento del
processo. Carrega chiamò allora il sacerdote Girolamo Del
Pozzo, in qualità di vicario del
vescovo di Albenga, dalla cui curia dipendeva Triora, e un vicario dell’Inquisitore di Genova. I
due, giunti a Triora ai primi di ottobre, fecero arrestare una ventina di donne, che vennero subito rinchiuse in alcune case private adattate a carcere. Dopo
che Del Pozzo, con un'infuocata
predica nella chiesa della
Collegiata, aveva denunciato le
diaboliche “malefatte” operate
dalle streghe a Triora eccitando
in tal modo la collera del popolo
triorese verso di loro, iniziarono
il processo, dichiarandone subito colpevoli tredici, più quattro
ragazze e un fanciullo. Dal mo-
mento però che, queste donne
venivano sottoposte ad atroci
torture, per estorcere loro la
confessione delle malefatte e
che, o per sottrarsi alle torture o
per vendetta avevano denunciato diverse complici, tra le quali
non poche appartenenti alla nobiltà locale, si capì che qualcosa
non funzionava a dovere tanto
che il Consiglio degli Anziani, un
organismo che rappresentava le
famiglie più altolocate e benestanti di Triora, decise di intervenire presso il governo di
Genova affinché questo facesse
interrompere un processo che
non dava più alcuna garanzia,
soprattutto in merito all’incolumità fisica delle donne, tra le
quali una, Isotta Stella, era morta in seguito alle torture subite,
e un’altra era deceduta per le ferite riportate nel gettarsi da una
finestra per sfuggire ai suoi
aguzzini.
Il processo, le deportazioni a
Genova, le condanne a morte, le
revisioni, le ulteriori condanne,
la scarcerazione delle sopravissute, tutto durò oltre due anni:
dall’autunno del 1587 all’agosto
del 1589.
Non volendo occupare ulteriore spazio rimando alla volontà
dei singoli l’approfondimento
del tragico evento che ancor oggi, dopo 420 anni, vive e si respira in quei luoghi, anche se si è
cercato di mutarlo, come si è fatto con altre tragedie, in giornate
di promozione turistica. Mutare
la tragedia in farsa non può e non
deve far dimenticare il vero accaduto che ebbe come farsesca solo la parte processuale.
Il passato è passato, ma il ricordo deve rimanere e non va
mai fatta confusione tra chi subisce e chi esercita le angherie in
forza di un potere a volte definito
divino.
Giuseppe Cotta
Associato A.M.I.
sezione di Savona
Lunedì 16 Febbraio 2009
9
«L'ALASSINO»
LEGA NORD LIGURIA – Sezione di Alassio
L’albero della Simmenthal
Comunicato stampa: A proposito
dei Cappuccini del Borgo Coscia
di Federico Genova
Quello che sta succedendo ad
Alassio, con i frati Cappuccini del
Borgo Coscia ridotti al minimo storico e con il glorioso convento che rischia di chiudere non è un evento
che interessa solo Alassio, in soli
cinque anni. Dal 2003 al 2007, in
Italia, sono stati abbandonati 33
conventi. I frati Cappuccini che ai
tempi del Concilio Vaticano II erano
oltre 5.500 sono ora 2.466, cifre che
parlano da sole e che non possono
che far preoccupare per il futuro del
convento alassino.
Quello che ancora più preoccupa,
sull’esempio di quanto successo in
altri conventi, è che le antiche celle,
i chiostri, gli orti e i giardini rischiano di essere trasformati in hotel, appartamenti, bed and breakfast e
agriturismi.
La Lega Nord Liguria di Alassio,
che da sempre ha difeso cultura, tradizioni e valori della gente alassina,
mette in guardia la cittadinanza su
questo possibile rischio che andrebbe ad espropriarla di una parte
della sua storia. L’onorevole Roberto Avogadro ricorda: «Il complesso
del convento dei Cappuccini con la
chiesa di Santa Maria Immacolata risale al 1500 ed è stato edificato e
mantenuto nel corso dei secoli attraverso le offerte degli Alassini diventando un tutt’uno con la città e
un suo riferimento morale, impensabile vederne snaturate le sue funzioni per qualche speculazione».
Per questo la Lega Nord Liguria di
Alassio chiede all’Amministrazione
Comunale di porre in atto tutte quelle iniziative atte a vincolare o a mantenere vincolata questa struttura,
senza lasciare il benché minimo spazio alla speculazione edilizia. Un vincolo assoluto, come sottolinea l’assessore comunale Piero Rocca:
«Non vorremmo infatti, così come
successo in altre realtà conventuali
dismesse, che sull’altar maggiore
della chiesa di Santa Maria Immacolata trovasse posto il buffet per le
colazioni di qualche albergo di lusso
o ancor peggio il salone esclusivo di
qualche abitazione privata».
Per dar forza a questa sua richiesta, la sezione di Alassio della Lega
Nord Liguria, nel corso del prossimo
“gazebo”, programmato per metà
Febbraio per il tesseramento 2009,
raccoglierà le firme degli Alassini da
presentare poi in Comune.
Corrado Barbero, segretario della
sezione, sottolinea: «Ci stiamo dando da fare per evitare che gli ultimi
Cappuccini se ne vadano da Alassio,
ma se questo fosse inevitabile, vogliamo almeno evitare che la città
venga espropriata del Complesso
Francescano. Nella prossima Amministrazione Comunale in cui, sicuramente, la Lega avrà un ruolo importante questo sarà una delle nostre priorità».
Lega Nord Liguria
Sezione di Alassio
Dopo “Voglio la faccia blu”
(uscito alle stampe nel 2003)
Federico Genova ci ha nuovamente sorpreso con il suo libro
“L’albero della Simmenthal”,
una serie di oltre venti episodi di
libera vita giovanile alassina
(ambientata nel 1965) che ha come protagonisti i giovanissimi
“leoni” di buona famiglia di allora, i figli di papà, che sognavano
e cercavano le prime avventure
amorose e passavano il tempo
d’estate fra una “festa” e l’altra,
fra una trovata e l’altra per
emergere nel “gruppo” e per farsi notare. Nulla di eccezionale
nel contenuto dell’opera, se vogliamo, ma si tratta di pagine
briose, scritte in molti episodi
con freschezza, con scorrevolezza, piacevoli a leggersi, con
uno spirito canzonatorio che attrae, pagine che rendono bene
la fatuità e insieme la logica, naturale spensieratezza della gioventù, d’ogni tempo e soprattutto di quegli anni lontani dagli affanni della vita e dalla guerra, in
una splendida ed accogliente
città di mare come la nostra, capace di creare il substrato necessario per situazioni e momenti di divertimento e di goliardica spensieratezza.
Protagonisti l’autore stesso
ed i numerosi amici di una stagione estiva alassina, anonimi e
creati dalla fantasia (come scrive l’autore, ma non ci crediamo)
ma che, in modo coerente e sagace, brioso e realistico, ci riportano ad un periodo inconfondibile della storia quotidiana della nostra città di allora,
a situazioni reali, ad aneddoti di
vita vera. Come non sorridere
compiaciuti, tanto per citare
qualche pagina, leggendo “I bagni Clarabella”, “Il deposito canotti”, “Il paradiso dei pinguini”,
“Rosa, rosae”, “Cechin”, “I pescatori di sogni” ed altri e, se ci
è consentito, vorremmo aggiungere un paio di “appunti”, ma
senza acredine. Il titolo, che si richiama ad un solo capitolo della
raccolta, ci appare un po’ riduttivo, poco calamitante e, ancora, le numerose e simpatiche citazioni in dialetto alassino... perché non sottoporle, prima della
stampa, ad un “alassino”? Sono
troppo approssimative ed è un
vero... “peccato”. Ma è un peccato molto veniale e non c’è bisogno neppure di una confessione! Insomma, è un bel libro da
suggerire per trascorrere un’ora
sorridendo in serena libertà.
La Cultura a Tavola 2009:
Josepha Costa Restagno lascia
il testimone a Tommaso Schivo
Giovedì 15 gennaio 09, nel ristorante “L’ARCHÈ” di Laigueglia, sono ripresi gli appuntamenti del circolo di studi SLOW
CAFFÈ - la Cultura a Tavola. Il primo incontro del 2009 si è tenuto
sul tema “LA STORIA”. L’evento,
svolto in collaborazione con
l’Università delle Tre Età di
Laigueglia - sezione di Alassio, il
Ristorante L’ARCHÈ di Laigueglia (via Dante n° 204 tel. 0182
690025 – 348 5654516) si propone di offrire nuove opportunità
di formazione, aggregazione e
socializzazione. Dopo il grande
successo ottenuto dal prof.
Andrea Gallea, che ha intrattenuto gli ospiti sull’ironia nella
poesia romanesca, è stata la volta della dottoressa Josepha
lo, riportata nei documenti
dell’archivio storico comunale,
concernente una secolare disputa con Andora, per un debito arretrato mai pagato, dove le due
parti in causa si scambiano vivaci accuse.
Argomento di grande attualità, per la Baia Del Sole, il contenzioso odierno che contrappone Laigueglia ad Alassio su vicende legate al pagamento di fatture inerenti l’erogazione di servizi della società consortile SCA.
Il prossimo 19 febbraio sarà il
professor Tommaso Schivo,
poeta e scrittore, preside ed insegnante, già direttore dei corsi
dell’UNITRE di Alassio ed attuale
docente, che intratterrà gli ospiti con la “Satira e la poesia gioco-
Costa Restagno, dell’Istituto
Studi Liguri, che ha trattato l’argomento della storia attraverso
le testimonianze e l’impegno dei
soci dell’Istituto, in difesa del patrimonio storico, artistico ed archeologico della nostra Liguria.
La dottoressa Costa è conosciuta in Liguria e in Italia per essere
una studiosa ed esperta di storia
medievale, nonché curatrice di
numerose pubblicazioni, tra cui
l’ultimo splendido volume sulla
Cattedrale di Albenga; è anche
docente dell’UNITRE di Albenga
e direttrice dell’archivio storico
ingauno dell’Istituto Studi Liguri.
Il convivio è stato aperto dal consueto intervento di Anna Marino
Celant, storica e cittadina onoraria di Laigueglia, su una pagina di
storia laiguegliese del XVII seco-
sa nelle lingue e nei dialetti”. La
signora Marino parlerà della “satira nel periodo napoleonico” basandosi sui registri dei processi
verbali, delle lettere e dei proclami della municipalità laiguegliese dell’epoca.
Gli appuntamenti letterari
rappresentano una straordinaria opportunità per il borgo marinaro, e grazie alla “Cultura a
tavola” e alle “pillole” di Anna
Marino Celant, i commensali
che si avvicinano per la prima
volta alla nostra cittadina possono apprezzarne appieno la
storia, le tradizioni e le bellezze
architettoniche.
A.V.A.
“SONETTI ALASSINI” L’albero della Simmenthal
di Santino Pezzuolo
Santino Bruno Pezzuolo ha pubblicato un altro libro di poesie in dialetto alassino! Nessuna sorpresa per chi
lo conosce e gli vuol bene. Egli vive
costantemente della sua poesia e con
la sua poesia, che è parte viva ed indistruttibile della sua lunga e laboriosa esistenza e dell’amore viscerale
che egli ha sempre dimostrato al suo
paese e a chi gli vuol bene, due basi
solide che afferma proprio nel primo
sonetto del libro, “Mi”, nel secondo
“Au me paise” e nella deliziosa poesia
dedicata alla moglie “Me muié”.
Per questo Pessö sa accattivarsi
tutta la nostra simpatia in molte pagine saporose e, insieme, argute,
perché l’arguzia, il doppio senso,
l’ironia sono le caratteristiche, vorremmo dire il motore costante della
sua poesia. Citare titoli e poesie singole sarebbe fuor di luogo, quasi co-
me ripetere l’indice del libro, ma come non sottolineare, accanto a molte liriche di caccia e di pesca, i suoi
lontani “amori”, “Tantalè”, “Schersu
mudernu”, “U conta balle”, “Datte aa pulitica”?
Leggendo le sue poesie ci tornano
alla mente alcuni versi che il vecchio
Voltaire dedicò ad Orazio: “Avec tol
l’on apprend à souffrir l’indigence, –
à jouir sagement d’une honnête opulence, – à vivre avec soi même, à servir ses amis,… a mépriser la mort en
savourant la vie… en rendant grâce
aux dieux de nous l’avoir donnée”.
Bravo Pessò... Hai fatto bene! È come lanciare la propria vita, che non
è stata inutile, al di là del tempo, è come continuare a vivere fra la nostra
gente, anche domani, quando non ci
saremo più!
t.s. per A.V.A.
Ho letto, su suggerimento di
una conoscente, il volumetto di
Federico Genova Bocchi Bianchi
“L’albero della Simmenthal”. Fin
dalle primissime righe, mi son
trovato a galleggiare nell’atmosfera irripetibile ed irrecuperabile di un’Alassio anni ’60-’70, dove
i caratteri descritti dall’autore si
incontravano non solo sulle
spiagge, ma anche su quel “muretto” praticamente appena nato. Erano gli anni del “boom” e
della nuova borghesia, di quella
clientela anch’essa, come l’atmosfera, irripetibile ed irrecuperabile. Tutto il volume è un susseguirsi di lampi di memoria, di piccoli episodi legati dal filo conduttore della vita di spiaggia (brevemente intercalata al soggiorno al
COL DI NAVA) e pervaso da un
senso di nostalgia mascherata
dall’auto-ironia del linguaggio.
Impagabile, il deposito dei canotti nella sua funzione catalizzatrice tra la figura di Cechin, il bagnino, e lo svolgersi delle attività,
codificate o contrabbandate,
dello stabilimento balneare; ed è
lì, nel deposito dei canotti,
coll’immagine della pila di sdraio
dismesse che giorno per giorno
cresce, che praticamente si chiude il tutto, e quella pila di sdraio
è l’emblema non solo di un’estate, ma anche di un’epoca che si
conclude, un po’ malinconicamente.
Mi permetterei di suggerire la
lettura a tutti quei “giovani” della
mia età ed anche meno.
Antonio Boscione
F.L.
N.d.R. È aperta la prenotazione per il 19 febbraio p.v.
10
«L'ALASSINO»
AREE DEMANIALI MARITTIME
Per completezza di informazioni riguardanti i passaggi pedonali
attraverso aree demaniali marittime date in concessione ai titolari degli stabilimenti balneari,
pubblichiamo i provvedimenti
GIP e Riesame del 12 e 17 Luglio
2008 in risposta alla lettera pubblicata sull’Alassino del 13-082008 firmata dall’Amm.re Cond.
Palazzo Porto Salvo – Signor
Piero Dentis.
Documenti inviatici dall’Avvocato Alessandro Barca di Genova.
Lunedì 16 Febbraio 2009
CICLISMO
Si è tenuto nei giorni scorsi il
primo raduno della stagione 2009
per le formazioni della Unione
Ciclistica Alassio e sono iniziati i
primi allenamenti in vista della intensa stagione che attende i nostri portacolori.
giovanissimi ed a luglio nel
Trentino per le squadre esordienti ed allievi maschili e femminili.
Il programma organizzativo
della U.C. Alassio prevede una decina di manifestazioni delle quali
tre ad Alassio e le altre nei paesi
Come nei più recenti anni trascorsi, saranno ai nastri di partenza tre squadre agonistiche:
giovanissimi, esordienti, allievi
sia maschili che femminili con
fondate speranze di poter ripetere i lusinghieri risultati del 2008.
Con il completamento del tesseramento ancora in corso, saranno quasi cinquanta i componenti delle suddette squadre, seguiti ed allenati da Angela Gaibisso, Renato Bellia, Francesco
Cardone, Gianni Gaibisso, con la
collaborazione di Bruno Cardone
e Vittorio Novaretti.
Il programma agonistico è assai
impegnativo poiché i nostri ragazzi si accingono ad incontrare
ogni domenica le migliori formazioni liguri, piemontesi e lombarde da marzo ad ottobre nelle tradizionali gare su strada, su pista e
sui sentieri della MTB. Parteciperanno inoltre ai campionati
Italiani che sono già fissati a
Cuneo nel mese di giugno per i
vicini, chiamati dai vari Comitati
locali che da vari anni ci affidano
l’organizzazione tecnica. Le tre
gare di Alassio saranno: il Trofeo
“Riviera in bici”, gimkana promozionale fissata per il 15 di marzo
nei giardini di Piazza Stalla; il 25°
Trofeo “Spiaggia d’oro” in calendario su strada con arrivo e partenza da Via Roma il giorno 5 aprile prossimo; la undicesima edizione della “Coppa Baia del sole”
prevista per il 17 maggio 2009,
queste ultime per esordienti e
donne allieve.
Tra gli impegni più gravosi quest’anno ci attende la organizzazione del Campionato Ligure
esordi enti e donne allieve che è
previsto con la nostra regia a
Borghetto Santo Spirito, selezione per le squadre Liguri che andranno dopo pochi giorni in
Trentino a rappresentare la Liguria ai campionati Italiani.
ma anche curativa per le palme
che manifestano i primi sintomi.
L’Università di Catania ne ha dato notizia ai primi di maggio
2008: le palme di Catania, quelle
di Palermo, quelle di Roma sono
salve: volendo anche tutte le nostre si possono salvare.
Possibile che chi di dovere
non fosse a conoscenza dell’esistenza di una CURA?!!
Enrica Carlini
Presidente dell’Associazione
“Alassio + Tua pw”
LAUREE
In data 3 febbraio 2009, presso
l’Università degli Studi di
Genova, CLAUDIA RAMBAUDI si
è laureata in Economia della
Banca, della Borsa e delle Assicurazioni con la votazione di
110/110 e la lode, all’unanimità,
della Commissione presieduta
dal Preside di Facoltà, Prof. Pier
Maria Ferrando, discutendo la tesi “La direttiva MiFID: tutela degli
investitori e best execution”.
Relatrice la Chiarissima
Prof.ssa Barbara Alemanni, docente di Economia degli Intermediari Finanziari e di Economia del Mercato Mobiliare
presso la Facoltà di Economia
dell’Università degli Studi di
Genova e dell’Università Bocconi di Milano.
Alla neodottoressa (ed alla famiglia) le più vive felicitazioni
dall’A.V.A.
•••
Il 16 dicembre 2008 si è brillantemente laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di
Genova il Comm. Sup. del Comando di Polizia Municipale di
Alassio FRANCO FOSCHINI con
la tesi “L’attività di indagine
Bruno Grandi se n’è andato
per sempre! Improvvisamente
ha lasciato i suoi affetti, la sua
essenza, i suoi sogni. Definitivamente. E per tutti gli alassini
è un grande lutto. È dolore.
Bruno aveva un volto dolce,
occhi che ti fissavano inseguendo un pensiero. Potevi
conversare con lui senza imbarazzo; sentivi che, in ogni caso,
ci sarebbe stata una risposta
sincera. Sentivi che aveva anche il coraggio della sua debolezza. «Sono contento quando
ho la sensazione di essere capito, non quando mi attribuiscono
qualità che non possiedo». Nel
ricordare questo sua espressione che era scaturita, per caso, mentre cercavo, davanti ai
suoi “quadri” esposti nell’ultima Mostra, di esternare la mia
emozione, ho rivisto, dipinto
quel cielo azzurro che comprendeva e avvolgeva un “mare
burrascoso”, ma “buono” che
frangendo, sembrava sbalzare
dai limiti della “tela” e alzare la
sua schiuma in un modo com-
go nella sua grande “Cuvea di
Balun”. Il gioco del Calcio era la
sua vera “passione”. Tifosissimo del “Genoa”, è stato un
buon “calciatore”, un buon allenatore (La prima Compagine di
giovani calciatori in Maglia
Giallo Nera la guidava tecnicamente Bruno. E in quel primo
Settore Giovanile dello S.C.
Alassio si formarono gli atleti
che in seguito lo fecero grande)
ma soprattutto fu un Grande
Presidente. Con Lui le “Vespe”
giallonere divennero mitiche;
sotto la sua Presidenza Alassio
si affermò come sede di uno
Sport popolare, trainante e multimediatico, generatore di turismo e di ricchezza. Bruno
Grandi mise, nel modo del
Calcio nostrano, la sua grande
“voglia” di portare il nome di
“Alassio” più in alto possibile.
In questo paese di Naviganti
scopritori di Terre lontane, di
eroici difensori della Fede, dove l’eredità morale che i padri
lasciavano ai loro figli era racchiusa nell’aforisma: “Date e vi
Bruno Grandi e Angiulin Vena: “due grandi presidenti” della squadra di
Calcio di Alassio.
Per la Un. Cic. Alassio G.G.
CURARE LE PALME
SENZA ABBATTERLE!!!
La ricerca ha dato i suoi risultati: il punteruolo rosso delle
palme è stato sconfitto con un
prodotto biologico non tossico
e a basso costo di somministrazione. Il prodotto si chiama
Neemazal, è stato brevettato
dalla Intrachem Bio Italia. Viene
applicato direttamente sulle radici della palma e attraverso i
vasi conduttori della pianta arriva alla gemma apicale dove si
accumula nei tessuti rendendoli
tossici per le larve del punteruolo. La cura è di difesa preventiva,
In ricordo di Bruno Grandi
della Polizia Giudiziaria”. Relatrice la Ch.ma prof. Michela
Miraglia.
Gli amici dell’A.V.A. si uniscono ai parenti, ai colleghi ed agli
amici nel porgere i più vivi rallegramenti al neo-dottore.
pletamente nuovo. Si staccava,
infatti dalla parete dov’era stato relegato dai suoi stessi limiti, per diventare, nello sguardo
dell’ammiratore, un flutto che
non ghermisce; in una corona
di spruzzi, non era un pugno,
un fendente ma una mano aperta innalzata verso l’Alto. Bruno
era riuscito a fissare sulla tela
un’immagine di tutti i giorni di
cui gli alassini subisco il fascino senza rendersene conto:
semplicemente.
Pieno di “passione”, de pasciun, che in lingua alassina non
significa tormento, non afflizione o sofferenza ma sentimento
di grande emozione, forte trasporto, attrazione travolgente
ma non infrenabile. Questo fuoco che ardeva dentro il petto di
Bruno Grandi ebbe naturale sfo-
sarà reso”, Bruno Grandi profuse il meglio delle sue risorse
morali e materiali ma la sua
passione e la sua grande generosità non gli arrecarono beneficio alcuno. Anzi tutti i suoi
sforzi per far rifulgere il nome
della sua Città e dello Sport del
Calcio alassino sembrano non
aver avuto riscontro, scritte in
piccolo come sono, sul Giornale di bordo di una città dove,
pare, vengano trascritte solo le
note di Cronaca.
Noi Amici di Bruno uniti al
Cordoglio della Moglie, del
Figlio delle Sorelle e di tutti i parenti, siamo più che mai convinti che non la Cronaca ma solo la
Storia sopravvivrà nella Memoria.
Ciao Bruno.
Dante Schivo
Lunedì 16 Febbraio 2009
11
«L'ALASSINO»
SCUOLA APERTA ALL’ALBERGHIERO
PER FAVORIRE LA SCELTA DEGLI ALUNNI
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
“GIANCARDI GALILEI AICARDI” - ALASSIO
Tel 0182 470224 – 470252 - fax 0182 648382
Alassio – Ha avuto un notevole
successo l’“Open day” svoltosi
all’Alberghiero di Alassio, dove la
scuola statale superiore cittadina
si è aperta ai visitatori: si è trattato di una proposta, nata nell’ambito dei festeggiamenti per il 45
esimo anniversario di fondazione
dell’Istituto “Giancardi”.
Nella scuola, professori, personale non insegnante ed alunni, sono rimasti per un giorno intero a
disposizione di tutti coloro che
volevano conoscere l’istituto ed i
servizi offerti dalla scuola superiore alassina, approfittando anche dell’opportunità di assaggiare le specialità preparate dagli
stessi allievi.
Ad Alassio, infatti, così come in
tutto il comprensorio ingauno, in
questi giorni, le scuole superiori si
sono organizzate per svolgere
giornate di orientamento e di incontro: si tratta degli ormai noti
“Open day”, nati proprio per consigliare ed aiutare in questa difficile scelta sia i ragazzi, sia i genitori.
«Si è trattato – dice Angela
Bianco, una mamma di Alassio –
di una bella occasione per cono-
Unione Italiana dei Ciechi
e degli Ipovedenti - ONLUS
scere l’Alberghiero, un aiuto alle
famiglie nel cercare di prendere
una decisione importante. Mio figlio frequenta la terza media ed il
prossimo anno andrà alle superiori. È difficile già da ora decidere per il suo futuro. Iniziative come questa possono dare una mano davvero».
L’occasione offerta dalla scuola
alassina è stata, dunque, per le famiglie e per gli stessi alunni, un importante momento di esame, valutazione e scelta di percorsi e opportunità educative e formative,
anche se certamente dover scegliere il destino dei propri figli a 1213 anni appare davvero difficile.
«Proprio per aiutare i ragazzi ed
i genitori a scelte così importanti –
dice la vice preside Antonella
Annitto – soprattutto in uscita dalle medie, le scuole negli ultimi anni hanno attivato i più svariati e diversi progetti di orientamento. La
giornata aveva proprio questo
scopo: inquadrarsi in questo tentativo di offrire alle famiglie una ulteriore occasione di incontro e conoscenza del nostro istituto».
C. A.
Parte dall’Alberghiero di Alassio la campagna 2009 dell’Unione Italiana Ciechi per donare, alle scuole di non vedenti nei Paesi
in via di sviluppo, 10.000 tavolette Braille.
La scuola di Alassio, da anni
impegnata in percorsi di solidarietà verso le fasce più deboli
della popolazione locale, con
l’iniziativa odierna intende sottolineare la valenza educativa
dei programmi didattici.
Molti ragazzi diversamente
abili frequentano il Giancardi,
perché qui, più che altrove, hanno trovato la possibilità di crescere ed integrarsi, già durante il
percorso scolastico, nel mondo
del lavoro. La loro presenza è
quotidiana lezione di vita per gli
alunni normodotati che imparano la tolleranza, il rispetto, la solidarietà, aspetti curati dall’Isti-
tuto di Alassio, fin dall’anno della sua nascita, nel lontano 1963.
Il Dirigente Scolastico, prof.
Renzo Rossi, ha consegnato l’importante contributo al Presidente dell’Unione Italiana Ciechi, sig. Federico Melloni alla
presenza dei rappresentanti delle società sportive della Baia del
Sole, al termine del pranzo-sfida
contro il caro-euro che ha visto
gareggiare tra i fornelli il giornalista de «La Stampa», Stefano
Pezzini ed il giornalista de «Il
Secolo XIX», Natalino Famà.
La competizione, posta tra le
iniziative partite nel 2008 per festeggiare il 45° anno della fondazione del Giancardi, ha deliziato
tutti i presenti con un menù molto ligure che i due giornalisti
hanno realizzato spendendo
meno di 5 euro per ogni commensale.
AGGIORNAMENTO ORARIO S.A.R. PER NUOVO OSPEDALE DI ALBENGA
Andora
Laigueglia
Alassio
Albenga c.
Ospedale
5,45
5,53
6,02
6,15
6,18
7,25
7,33
7,42
7,55
7,58
8,25
8,33
8,42
8,55
8,58
Ospedale
Albenga c.
Alassio
Laigueglia
Andora
7,29
7,32
7,45
7,54
8,05
10,32
10,36
10,48
10,57
11,08
11,32
11,36
11,48
11,57
12,08
Andora
Laigueglia
Alassio
Albenga c.
Ospedale
20,20
20,28
20,37
20,50
20,53
21,30
21,38
21,47
22,00
22,03
23,51
23,59
0,08
0,21
0,24
Ospedale
Albenga c.
Alassio
Laigueglia
Andora
5,59
6,02
6,15
6,24
6,36
6,57
7,00
7,13
7,22
7,33
Linea ANDORA-NUOVO OSPEDALE - Feriali
9,25
10,25
11,25
12,25
13,25
14,25
9,33
10,33
11,33
12,33
13,33
14,33
9,42
10,42
11,42
12,42
13,42
14,42
9,55
10,55
11,55
12,55
13,55
14,55
9,58
10,58
11,58
12,58
13,58
14,58
15,25
15,33
15,42
15,55
15,58
16,25
16,33
16,42
16,55
16,58
17,25
17,33
17,42
17,55
17,58
21,38
21,48
21,55
22,08
22,11
22,10
22,18
22,27
22,40
22,43
Linea NUOVO OSPEDALE-ANDORA - Feriali
12,32
13,30
14,32
15,32
17,32
12,36
13,36
14,36
15,36
17,36
12,48
13,48
14,48
15,48
17,48
12,57
13,57
14,57
15,57
17,57
13,08
14,08
15,08
16,08
18,08
Linea ANDORA-NUOVO OSPEDALE - Festivi
Linea NUOVO OSPEDALE-ANDORA - Festivi
LUTTI CITTADINI, NECROLOGI, ANNIVERSARI
MARIA MIGNONI VED.
MORASSI (MARIUCCIA)
Dopo una lunga vita trascorsa ad Alassio,
più di 50 anni, il giorno 13 Gennaio u.sc., improvvisamente è mancata MIGNANI Mariuccia ved. Morassi.
“Noi tutti ti vogliamo ricordare soprattutto per la tua forte personalità, l’allegrezza
con cui sapevi affrontare la vita, e le capacità
di coglierne sempre e comunque gli aspetti
positivi. Sperando che tu possa ricevere
questo messaggio da chi ti ha sempre voluto bene”.
ANNIVERSARIO
CATERINA (RINA)
PORCELLA
BIAGIO (MIMMO)
PORCELLA
25/1/2002
24/2/2004
I tuoi cari
MESE DI GENNAIO 2009
AMBRA Emilio
anni 67
BERTOLOTTO Carlo
anni 77
BOSTICCO Marcella
anni 99
CARLETTI Ugo
anni 76
CLEOPAZZO Emilia
anni 76
CORRADI Emanuele
anni 95
DE BATTISTI Giovanna anni 66
DEL PICCOLO Bruna
anni 92
DI FRANCESCO Armando anni 75
DRAGONI Cesare
anni 95
GHIRARDINI Antonietta
GROPPI Amelia
MARASSI Paolo
MIGNONI Emilio
NATTERO Livia
PONZIO Salvatore
POVEROMI Giancarlo
RONDINELLI Michele
SCHISANO Carmela
TOSI Romana
anni 81
anni 85
anni 89
anni 87
anni 82
anni 82
anni 71
anni 64
anni 99
anni 89
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite
condoglianze ai loro familiari.
Siete sempre presenti nei nostri pensieri e nei nostri cuori: Un bacione ed un grande abbraccio Ciao Nonna, Ciao zio Mimmo!
Alessio, Andrea, Giulia con tutta la famiglia
12
«L'ALASSINO»
Lunedì 16 Febbraio 2009
PROGETTO DANZA ALASSIO
FA ESPERIENZA CON BALLERINE
DI FAMA INTERNAZIONALE
I Fiori di Bach
Gli allievi dei corsi avanzati della scuola di danza alassina hanno
vissuto un’esperienza emozionante con una grande musa della
danza internazionale. Si tratta di
Pompea Santoro, per vent’anni
prima ballerina del Cullberg
a cura di Caterina Maggi
Riprendiamo il primo gruppo:
novembre, di portare alle nostre
allieve alassine la sua esperienza,
insegnando alcuni brani di queste celebri coreografie.
Una seconda analoga opportunità sarà offerta da Progetto
Danza Alassio, che organizzerà
PER COLORO CHE HANNO PAURA
Abbiamo visto ROCK ROSE e MIMULUS ed ora
CHERRY PLUM (Visciola, Prunus cerasifera, Myrabolana)
“Paura che la mente si sovraffatichi, paura di perdere la ragione,
di fare cose terribili e spaventose, non volute e che si sanno essere sbagliate, ma che comunque vengono in mente e che si ha l’impulso di fare”.
Cherry Plum è indicato per la profonda disperazione e depressione
È il fiore di chi ha paura di perdere il controllo, chi ha impulsi
incontrollabili, chi ha
paura della follia, di
compiere atti terribili, spaventosi.
Per chi ha crolli nervosi, fobie ossessive,
paura di dare in
escandescenze, chi si sente come vivesse come su una polveriera.
Cherry Plum dà forza e incoraggiamento, e aiuta a superare la paura e l’eccessiva tensione.
Nota: Come Rock Rose, anche Cherry Plum , rientra nella formulazione del Rescue Remedy (per la paura di perdere il controllo o per
gli impulsi distruttivi che possono accompagnare situazioni di
emergenza).
RED CHESTNUT Aesculus carnea (Ippocastano rosso)
“Per coloro che non possono fare a meno di essere in ansia per gli
altri. Spesso arrivano a cessare di preoccuparsi per sé stessi, ma
soffrono molto per coloro che amano, spesso immaginando una
qualche avversità che li possa colpire”.
Dice Edward Bach a
proposito del tipo
Red Chestnut: “È apprensivo nei confronti degli altri, in modo
particolare verso coloro che gli stanno a
cuore. Se rincasano
tardi pensano che sia
capitato loro un incidente, se vanno in vacanza ha paura di
qualche disgrazia.
Prova grande apprensione anche per
chi non è ammalato in modo grave e un dolore da nulla nella loro
fantasia diventa una sofferenza atroce. Teme sempre il peggio e presagisce disgrazie per gli altri”.
Queste persone soffrono per coloro che amano e pensano che gli altri non se ne accorgano, ma sono circondate da una tale aura di ansia e di apprensione che, oltre ad esaurire la loro propria energia vitale, finiscono con l’esaurire anche quella delle persone che stanno
loro attorno. Senza contare il pericolo che coi loro pensieri negativi finiscano per attrarre energeticamente sui loro proprio quelle disgrazie che tanto temono.
Pompea Santoro (al centro in piedi) con le allieve di Progetto Danza Alassio.
Ballet di Stoccolma, dove ha lavorato col coreografo Mats Ek, e in
seguito con altri prestigiosi nomi
della danza contemporanea, attualmente Direttrice Artistica del
Nuovo di Torino.
Pompea ha accettato, lo scorso
uno stage, il 4 e 5 Marzo , con
Grazia Galante, per molti anni prima ballerina di Bejart.
In questo stage gli allievi affronteranno un laboratorio coreografico sui balletti e la tecnica
del famoso coreografo.
“Per il maestro Marassi”
Festeggiati, il 18 gennaio u.sc., dai coniugi Giuliana e Carlo
Cavedini, Maria Camilla e Cesare Morro. Qui, dopo le funzioni religiose e prima del pranzo “nuziale” con alcuni amici affezionati. E come può, l’A.V.A. non aggiungere auguri più festosi?
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
GENNAIO 2009
“Chi bene incomincia è a metà dell’opera”: e “chi male incomincia?” Staremo a
vedere.
Due i fenomeni che hanno dominato in questo primo
mese dell’anno: IL VENTO E LE MAREGGIATE.
Possiamo ritenere gradevole un vento che percorra
nell’arco del giorno da qualche chilometro a circa 300 km
(poco più di 12 km percorsi in un’ora). Oltre questa velocità si hanno variazioni nella percezione della temperatura dell’aria. Nell’arco del mese abbiamo avuto 14 giorni
con velocità del vento superiore ai 300 km in un giorno.
Ricordiamone alcuni; il giorno 3 sono stati registrati 630
km. Il giorno 7 ha fatto registrare il massimo del mese con
670 km; indichiamo anche i giorni 9 con 550 km; il giorno
10 con 520 km; il giorno 13 con 510 km; e il giorno 27 con
530 km.
Per le ininterrotte mareggiate c’è nulla da dire, ma solo
da vedere: bastano pochi passi lungo la passeggiata a mare. L’insolito spettacolo ci fa riflettere: il mare ha le sue leggi; e il mare pretende i suoi confini, secondo natura! Ecco
ora le altre informazioni meteorologiche.
Pressione media: 755,2 mmHg, con un minimo di 734,0
mmHg alle ore 10 del giorno 24.
Temperatura media: 10,5 °C. La minima assoluta registrata in Torretta è di +2,4 °C alle ore 4 del giorno 7. Le medie decadali, nell’ordine: 8,4 °C; 12,5 °C; 10,6 °C. Il giorno
11 (domenica) ha offerto anche ai turisti un giorno di precoce primavera con una media di 14 °C.
Umidità media: 47%. È ancora il giorno 13 che ci ha dato la media più bassa con solo 8%.
Precipitazioni: 67,4 mm in tutto il mese. Il giorno più
piovoso è in data 20 con 29,8 mm, seguito dal giorno 26
con 20,0 mm.
Giorni sereni: 16: giorni coperti: 6 (lo scorso anno i giorni coperti furono 13!)
Eliofania totale: 161,5 ore di limpido sole con una media
di 5,2 ore al giorno (lo scorso anno furono 3,2 ore di sole
al giorno). Le medie decadali: 4,8 ore nella prima decade;
5,6 ore nella seconda; 5,2 ore nella terza.
Dopo questi numeri forse non possiamo dire “chi male
incomincia…” ma dobbiamo tentare qualche utile riflessione. La Natura, le sue leggi, l’equilibrio, la saggezza umana, e a volte… anche l’avidità umana. Ammiriamo la potenza del mare e pensiamoci un poco!
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano unicamente la responsabilità dei rispettivi Autori.
La Redazione si riserva la facoltà di pubblicare o meno
gli articoli che le pervengono e di apportare correzioni e
tagli agli articoli stessi, firmati o non firmati; nessun manoscritto si restituisce.
Bussano alla porta, un coro di voci risponde: «Avanti…!» Il maestro
Marassi fa capolino tenendo in mano un rametto di qualche pianta rara di cui non vede l’ora di raccontarci la storia.
Ce lo ricordiamo così, il Maestro,
innamorato dei bambini, ai quali voleva trasmettere la sua passione, de-
sideroso di condividere con loro le
sue esperienze e promotore di mille
iniziative che hanno arricchito la nostra scuola. Ci ha insegnato tanto,
per questo lo ringraziamo e lo ricorderemo sempre con grande affetto.
Le maestre della scuola
elementare di Alassio
continua
45 ANNI… INSIEME
Meteorologia
Alassina
Gli articoli e le lettere devono pervenire alla Redazione
entro la fine di ogni mese per la pubblicazione ne
«L’Alassino» del mese successivo.
A.V.A.
«Questo periodico è aperto a tutti quanti desiderino collaborarvi ai
sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno
diritto di manifestare il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e
ogni mezzo di diffusione”.
La pubblicazione degli scritti è
subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con le testate e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito.
Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche
se non pubblicati, non vengono
restituiti».
DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A.
RESPONS.: Emanuele Aicardi
EDITORE: A.V.A.
TIPOLITOGRAFIA: F.lli Stalla
Viale Martiri della Libertà, 30-40
Tel. 0182 50.412/3 - Albenga
Telefax 0182 50.412
REGISTRAZIONE: Trib. Civ. Pen.
di Savona n. 149 del 30-5-1962
ISCRIZIONE R.O.C. n. 6975
(già R.N.S. n. 9806)
LEGGE 5/8/1981 n. 416 art. 11
Foto della testata: Archivio A.V.A.
Associato all’USPI
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Periodica Italiana