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OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:15 Page i Mensile di critica e attualità sportiva - 222 - ottobre 2006 €u ro 2,00 www.mesesport.it Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena La MPS si cuce addosso il ruolo dell’outsider OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 1 Direttore Mario Ciani Direttore responsabile Paolo Corbini Direzione – Redazione – Fotolito Bernard & Co. Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena Tel. 05.77.28.53.74 Fax 05.77.22.10.14 E-mail: [email protected] e d Edito e stampato presso Arti Grafiche Ticci Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si) Tel. 05.77.34.92.22 Fax 05.77.34.93.66 Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del 27.01.1983 i t o Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Aucone, Corrado Bagella, Duccio Balestracci, Mauro Bindi, Andrea Bruschettini, Massimo Carignani, Mario Ciani, Chiara Cicali, Vincenzo Coli, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Riccardo Giacopelli, Emilio Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli, Rossella Lezzi, Mario Lisi, Luca Luchini, Simone Marrucci, Augusto Mattioli, Andrea Monciatti, Francesco Montalbano, Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Francesco Vannoni. Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli numero Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro, Pietro Cinotti, Andrea Bruschettini Sito web: Olivia Agnelli 222 ottobre 2006 Progetto grafico: Bernard Chazine r i ANNO XXIV a l e Chi ha paura di stare meglio? Dopo la Robur, anche la seconda corazzata dello sport senese finalmente rompe gli ormeggi. Era ora. Non ci mancavano tanto le indicazioni su questa nuova squadra che va ad affrontare una sorta di anno zero del basket senese (inteso come espressione più alta, non certo l’unica), quanto il pathos dell’incontro che assegna i due punti, quell’emozionante alternarsi di punteggi che rende davvero inimitabile questa disciplina. Si capisce allora perché anche un successo prestigioso, ancorchè effimero, come quello ottenuto sui campioni d’Europa del CSKA di Mosca, susciti reazioni tutto sommato abbastanza tiepide. Da oggi però si fa sul serio, e da una squadra che appena due anni fa si cuciva il primo scudetto sulla canotta, è lecito aspettarsi sempre qualcosa di importante. Intanto da quattro anni Siena e Mens Sana procedono in parallelo, l’una ormai non prescinde più dall’altra. Solo gli obiettivi finali divergono, ma anche questa realtà sta lasciando gradualmente il passo ad un’altra: i bianconeri non si sentono più degli intrusi nel ‘salotto buono’ del calcio italiano, al punto da lasciarsi indirettamente coinvolgere (udite, udite) anche dagli incontri di… Champions, magari solo per lo sfizio di capire come si schiera e come gioca quel Milan che quattro giorni dopo impatterà con loro (altro risultato di prestigio, dopo i due bliz esterni consecutivi, che legittimano nuove aspirazioni). E tutto questo ha un gusto che meglio di noi saprebbero apprezzare i tifosi delle generazioni precedenti, quelli cresciuti a pane e basket di serie B oppure a pane e calcio di serie C1, quando non era C2… Perché diciamo questo? Perché la sensazione, che coinvolge peraltro un po’ tutto il mondo sportivo, è quella di un graduale distacco da tutto questo ‘ben di dio’, come se il Tricolore da una parte, e la conquista nientemeno che della serie A dall’altra, dopo aver rimosso il complesso di inferiorità subìto per anni nei confronti di altre realtà analoghe alla nostra, avessero esaurita la loro spinta. Qui naturalmente non stiamo parlando del cosiddetto zoccolo duro sul quale le due tifoserie possono sempre contare, ma di quella variegata massa di gente che dopo l’iniziale ‘sbornia’ sta voltando gradualmente le spalle alle nostre rappresentanti più prestigiose. Molti per validi motivi di portafoglio, altri più semplicemente perché dopo aver raggiunto il massimo sanno di non poter pretendere altro. Così per assurdo finisce che uno Scudetto nel basket ed una serie A di calcio, invece di fare da traino a tutto l’ambiente, diventano quasi un peso da scaricare. Ma allora, andava meglio quando andava peggio? ■ www.mesesport.it OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 2 Bianconeri al di sopra di ogni aspettativa in questo primo scorcio di stagione culminato nello 0/0 contro il Milan Siena grande fra le grandi Mario Ciani Meno male che non siamo permalosi. Si vince le prime due partite in trasferta, ci si piazza in classifica immediatamente dietro alle primissime, e comunque prima di tante favorite allo scudetto, e tutto quello che il grande circo mediatico riesce a dire sui bianconeri è semplicemente che…non esistono. Nel senso che sono sempre gli altri a perdere, e mai il Siena a vincere. Poi arriva San Siro, arriva il Milan, e qui è difficile far finta di niente. Qualcuno avrà pur costretto la squadra di Ancelotti e Galliani alla divisione della posta, no? Macchè, è sempre la squadra rossonera a perdere un punto e non i bianconeri a farsi belli alla Scala del calcio. Ma così è la vita. Tanto non siamo permalosi. Ci basta aver retto all’urto di un poker d’attacco cosmico formato da Inzaghi, Gilardino, Kakà e Oliveira, con il contorno di tutto il resto… Un passo indietro: ci siamo lasciati nell’ultimo numero con l’incertezza di Bogdani e Cozza, ed ora ce li ritroviamo saldamente in organico. Un dettaglio non da poco, anche se finora il primo si è visto poco ed il secondo per nulla. Però sono due elementi potenzialmente in grado di fare la differenza nei rispettivi reparti, per questo li aspettiamo fiduciosi. Per il resto che Siena è stato in questo primo scorcio di stagione? Lasciar parlare la classifica non basta, sarebbe troppo facile. Quello che ha piacevolmente sorpreso, è la personalità del gruppo. Un gruppo dove la maturazione di alcuni giovani (Gastaldello, Molinaro, gli stessi Konko e Antonini) è sembrata già acquisita in partenza, mentre i dubbi su qualche elemento più attempato (per carità di patria non facciamo nomi) sono stati fugati fin da subito. Questo ha favorito una serie di prove dove l’elemento qualificante non è stato solo l’organizzazione del gioco, ma anche l’aggressività e l’assistenza fra reparto e reparto, ed all’interno di questi fra giocatore e giocatore. Insomma qualcosa di diverso da quello che si era visto l’anno scorso, quando pure non mancarono gioco e risultati di un certo rilievo. In questo con- 2 ca l c i o testo l’alto numero di palloni recuperati a metà campo, ma non solo, non è quindi il frutto del caso, ma la resultante di un modo di stare in campo che Beretta evidentemente non ha trascurato. Un insieme di cose che nell’aumentare nei singoli la consapevolezza dei propri mezzi, rafforza anche l’autostima di ciascuno nei propri confronti. Insieme alla personalità evidenziata a livello collettivo e individuale (Candela su tutti, poi i soliti Vergassola e Locatelli), è piaciuta la mentalità con la quale la Robur ha affrontato i primi impegni, soprattutto quelli in trasferta, dove ha maggiori possibilità di trovare spazi e distendersi. Soprattutto a Torino, dove ha messo fin da subito le cose in chiaro facendo cadere in una profonda prostrazione l’undici di Zaccheroni, si è visto quanto sia importante l’aggressività e la determinazione in un contesto caratterizzato dalla fragilità psicologica dell’avversario. Atteggiamento ben diverso da quello tenuto a Verona, dove le circostanze sono state altre. Ma ugualmente ribaltabili, come si è visto, grazie ad un efficace gioco sulle fasce ed un raro cinismo sui calci piazzati. Certo in mezzo c’è stato anche l’1 a 3 con la Roma e la battuta d’arresto contro il Cagliari, ma in entrambi i casi le attenuanti non mancano (ci mancherebbe che sollevassimo polveroni per una sconfitta con i capitolini…). La prima di tutte è che in mancanza di spazi la squadra ha obiettive difficoltà a manovrare (ed a sfruttare le corsie esterne), e senza grandi tiratori da fuori è difficile fare centro. Comunque quella di vincere al Franchi non deve diventare un’ossessione: almeno fino a quando si pareggia a San Siro riuscendo a tenere gli avversari sulle spine fino al 90°. In questo panorama di diffuso ottimismo si inserisce il discorso del turnover, legittimo finchè arrivano i risultati, destabilizzante in caso contrario. Non siamo fra quelli che reclamano Chiesa e Bogdani per partito preso o per diritto di anzianità: i due non sono in grandi condizioni, e Beretta fa bene a preservarli da figuracce. Però pensiamo a quando avranno recuperato, a quando il tecnico lombardo sarà costretto a fare delle scelte. Perché una sua identità precisa la squadra deve averla, certe gerarchie sono necessarie, al di là delle alternative che ci possono essere. Anzi, che ci sono, e tutte di livello. Comunque una rosa ampia non deve costituire un problema, semmai una risorsa, e se Beretta continuerà a gestirla come ha fatto finora non abbiamo niente da temere. Purchè gli interessati siano consapevoli che tutto questo rientra nelle progative del tecnico, e tutto viene fatto nell’interesse della squadra. Intanto le squalifiche di Brevi e Portanova e gli infortuni di Cozza e Codrea, stanno lì a dimostrare che nell’arco del campionato ci sarà bisogno di tutti e che la concorrenza deve diventare un punto di forza della squadra e non di debolezza. Qualche punto fermo, intanto, si comincia ad intravedere. Uno è Manninger, che a Milano si è fatto perdonare le due incertezze palesate contro la Roma finendo per risultare il migliore in campo. Un altro è Bertotto, un signor esterno che spinge e tampona; a seguire Gastaldello, sempre più sicuro e determinato nel ruolo di centrale. E poi Molinaro, che se avesse due piedi come quelli che usa quando va via sull’esterno…, che non sono evidentemente gli stessi di quando deve crossare. E poi lo strepitoso Locatelli del Meazza. Non parliamo di Vergassola e Candela, una coppia di centroicampo, specificatamente di …centrosinistra che in pochi possono vantare in serie A. Infine Frick, che si è conquistato a sorpresa un posto di rispetto per quel suo farsi trovare spesso al posto giusto nel momento giusto. La quarta stagione nella massima serie è cominciata dunque nel migliore dei modi per i bianconeri, ed ora la prima sosta azzurra consentirà loro di godersi un risultato che i ritmi del campionato in genere non consentono. Tempo per rilassarsi però non ce ne sarà, perchè alla ripresa un poker di partite difficili, ma tutte abbordabili, emetterà la prima, parziale sentenza della stagione: cioè se l’avvio della Robur è stato soltanto un bluff; se la salvezza era e resta il suo unico realistico obiettivo; se era legittima l’aspirazione del presidente De Luca che per quest’anno sognava qualcosa di più ambizioso per la sua squadra. Messina, Livorno, Catania e Ascoli, sono queste nell’ordine le avversarie che potrebbero imprimere una svolta clamorosa alle ambizioni dell’undici di Beretta. Sta ora ai tifosi non lasciarla sola in questa prima importante verifica. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 3 atuttocampo I BIANCONERI FANNO BENE IL (E AL) CALCIO Senio Sensi LA PURGA AI MENO SIMPATICI Povero calcio. Non ci sono accenni ad una schiarita in un mondo, invece, che ne avrebbe un estremo bisogno. La Juve “punita esemplarmente” è l’unica a essere precipitata nel purgatorio della serie B. Le altre squadre coinvolte giocano, almeno, in campi decenti mentre attendono con ansia la depenalizzazione CONI che sembra sia stata promessa. E così l’ennesima farsa del calcio italiano si sta completando. Domanda: cosa è cambiato dopo l’estate di fuoco (a parte la vittoria del mondiale che all’estero e, chissà perché, anche in Italia abbiamo subito accantonato) in cui i moralizzatori sembravano non mollare l’osso? Niente o poco. Spariti alcuni arbitri, si dice, compromessi, spazio ai giovani che più di una volta hanno dimostrato di avere lo stesso identico vizio della “dipendenza psicologica” dalle grandi (vero Sig. De Marco, nuova stella del firmamento arbitrale ed “eroe” suo malgrado di Siena-Roma?). Diciamo che tra le favorite non c’è più, ovviamente, la Juve ma con le altre come la mettiamo? Spariti De Santis e Paparesta, ridimensionati (ma perché?) Trefoloni ed altri già sperimentati, si va alla caccia del nuovo Collina. Ma non rinascerà molto facilmente. Di riforme in Lega non si parla; il Commissario non è più Rossi – uomo dalle mille e più esperienze e sembra ormai indispensabile appena c’è un settore in crisi .- ma del sostituto nessuno si è accorto. Matarrese “studia” la piazza e gode per aver riacciuffato lo scettro del comando. Immobilista. STADI SEMIVUOTI Il risultato di tutto questo è che le campagne abbonamenti sono state pressoché fallimentari, salvo rare eccezioni, ed anche per le partite di cartello i biglietti invenduti stanno li a dimostrare che qualcosa non gira. Colpa delle TV che tutto fanno vedere in diretta? Colpa del disamore per il calcio indotto dagli scandali? Colpa dei prezzi talvolta esorbitanti rispetto allo spettacolo? Di tutto un po’, ma è certo che se dopo la vittoria di un mondiale che in qualsiasi altro paese fa esplodere la voglia di calcio da noi è successo l’opposto, qualche motivo ci deve pur essere. Ma sembra non interessi nessuno… Anche Siena, in piccolo ha risentito di questa flessione. Già con la Roma ne abbiamo avuto preoccupante risposta: tribune tutt’altro che piene e tifo molto defilato se si eccettuano i soliti preziosi incitatori della curva. All’esordio in Serie A vedere il Rastrello strapieno e carico di emozione allargava il cuore. Memorabili i primi scontri con Inter, Milan, Juve e Roma di Capel- lo (quello che, avendo pareggiato, disse che il campo era piccolo e l’erba troppo alta…); di quelle serate e nottate è rimasto ben poco e sembra che i senesi si siano abituati alle star mondiali del calcio. Il fenomeno è di difficile comprensione, ma di certo l’effetto che fa è davvero poco lusinghiero; non solo per lo spettacolo che il pubblico offriva ma anche per la Società che così vede ancor più difficile poter far fronte ai costi che la “A” impone. Domanda: interessa qualcuno? Vogliamo studiare dei correttivi? Attenzione perché poi, quando i buoi sono scappati (leggi ridimensionamento dello spettacolo calcio e rientro in serie inferiori), chiudere la stalla non servirà più. LA ROBUR MERITA DI PIU’ Già perché se in cinque partite (di cui tre fuori) abbiamo perso solo una volta e collezionato sette punti in trasferta, qualche merito “i nostri” ce l’hanno. E come non rimpiangere, ancora, la “sfortunata” 3 partita con la Roma formato trasferta (davvero impietosa, Parma docet…) nella quale meritavamo più rispetto, meno sfortuna e meno cartellini gialli e rossi. Ma quando parliamo di “merito” di questi bianconeri ci riferiamo alla stampa in generale e alla tv regionale in particolare. È la solita storia: il bacino di utenza è piccola… Siena ha troppe cose e dovrebbe essere ridimensionata... come si permettono questi provincialotti di rovinare la festa al Milan per di più a San Siro... ma non erano quelli coinvolti (molto a chiacchiere) con i vari scandali ecc…! Può bastare così. Grazie a lorsignori. Ma noi ci divertiamo lo stesso; abbiamo un squadra che è un gruppo a differenza di quello di un anno fa; il Mister ha possibilità di operare cambi in corso di partita e turn over (merito della Società); i giocatori a Siena si ricreano e da qui spiccano il volo (vero Paro?). Anche calciatori ritenuti non delle stelle danno il meglio di sé in questa squadra, in questa Società, in questa città (vero Manninger, vero Locatelli, vero Frick, vero Molinaro ecc…?). Allora coccoliamoci questa squadra e non la lasciamo sola anche quando, e succederà, arriveranno momenti peggiori, perché chi sta in panchina come chi va in campo sa di calcio e lo dimostra sempre, in ogni gara, indipendentemente dal risultato finale. Una parola per Beretta: anche lui avrà momenti meno brillanti, sia per il gioco che per il responso del campo, ma i bianconeri affrontano gli avversari con piglio, sicurezza dei propri mezzi, voglia di lottare. Le sue scelte, salvo per chi è prevenuto, hanno sempre una logica e sono mosse dall’avversarie che abbiamo davanti e dalle condizioni fisiche dei giocatori. Complimenti, ma lo aspettiamo a nuove “battaglie”. Allora godiamoci il buon momento, senza pensare troppo in grande perché di “grande” c’è già il fatto che il Siena sia ancora in serie A e veleggi ampiamente nella parte sinistra della classifica. E ora riempiamo il Franchi! ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 4 Confortante, anche se parziale, bilancio della prima parte della stagione Un gruppo compatto senza primedonne Luca Luchini Ottima partenza del Siena alla sua quarta presenza consecutiva nel paradiso calcistico della serie A, anche se sarà necessario avere ulteriori conferme prima di sbilanciarsi in giudizi soltanto positivi sul gruppo bianconero. In questa prima piccola parte del girone di andata (scriviamo alla vigilia della trasferta di Milano) al di là della classifica, comunque, sono già emersi aspetti che fanno ben sperare per il prosieguo del campionato. La prima confortante considerazione riguarda l’organizzazione della squadra, specialmente sul piano difensivo, che mette in evidenza il buon lavoro svolto da mister Beretta. Abituati lo scorso anno ad una difesa un po’ “allegra”, con prestazioni casalinghe spesso imbarazzanti, i difensori del Siena sembrano attualmente ben disposti in campo e ben protetti dai compagni, tanto che anche sul piano invidiale abbiamo potuto rilevare notevoli miglioramenti. Un esempio per tutti Portanova, lo scorso anno spesso in notevole difficoltà nell’uno contro uno con avversari che sembravano imprendibili e quest’anno, almeno per ora, autore di ottime prove. Confortante anche l’inserimento di alcuni giocatori che, almeno sulla carta, dovevano essere soltanto delle seconde scelte e che invece stanno offrendo un ottimo contributo alla squadra. Ci riferiamo in particolare a Frick e Brevi, ma non dobbiamo sottovalutare l’importante peso che potrebbero avere molti dei giovani neo bianconeri se confermeranno le caratteristiche positive messe in evidenza in questo primo scorcio di campionato. Al di là delle prestazioni individuali, infatti, il Siena sembra possedere un gruppo compatto nel quale nessuno è indispensabile e questo, in un torneo lungo e difficile come quello di serie A, nel quale il peso di squalifiche ed infortuni è spesso rilevante, potrebbe rivelarsi molto importante. L’ultimo aspetto positivo è relativo al carattere del gruppo, capace di rea- 4 ca l c i o gire anche a eventi penalizzanti quali il fatto di aver dovuto giocare ben due partite in inferiorità numerica (Roma e Cagliari) o di recuperare uno svantaggio maturato da un evidente errore arbitrale (Chievo). Esaminate le cose che sembrano girare positivamente, cerchiamo anche di analizzare le eventuali negatività. La prima riguarda il lungo digiuno di vittorie al Rastrello che sembra voler continuare anche quest’anno per la delusione del pubblico bianconero. Se la gara con la Roma è stata pesantemente condizionata dall’affrettata espulsione di Brevi, contro il Cagliari era più che lecito sperare di spezzare il maleficio che sembra aver colpito il nostro stadio ed invece, ancora una volta, la vittoria non è arrivata. Ma al di là dei tre punti, con i sardi è mancato anche quello spettacolo e quel divertimento che chiunque ami il calcio si augura di poter avere da ogni partita. Detto questo riteniamo, però, doveroso sottolineare anche lo scarso numero di abbonamenti sottoscritti a conferma che il grande entusiasmo che sembrava aver coinvolto l’intera città al momento del passaggio in serie A sembra essersi ormai irrimediabilmente ridimensionato. Certo Siena conta poche anime, ed il costo degli abbonamenti è abbastanza alto, ma resta l’impressione che anche nello sport ci si abitui troppo rapidamente a tutto ed ormai nella nostra città avere una squadra nella massima serie sembri una cosa quasi dovuta e scontata. Tornando all’obiettiva difficoltà di vincere in casa, forse al Siena manca l’uomo di classe capace di far girare la squadra e fare la differenza, ed a tale proposito riteniamo che l’uomo della provvidenza potrebbe e dovrebbe essere quel Cozza che, pur non essendo ancora mai riuscito a conquistare del tutto l’affetto dei tifosi bianconeri, sembra l’unico capace, in certe partite, di far cambiare marcia ai compagni. Un'altra difficoltà che Beretta incontrerà sicuramente sarà quella di sfruttare l’intero organico a sua disposizione senza suscitare penalizzanti malcontenti e gelosie all’interno dello spogliatoio. Il mister bianconero ha validissime alternative in ogni ruolo e quello che sulla carta rappresenta un indubbio vantaggio, potrebbe alla lunga divenire un imbarazzante problema. Già in queste prime partite abbiamo visto talvolta “sacrificati” in attacco uomini come Chiesa e Bogdani, ma questa situazione riguarda anche i reparti di difesa e centrocampo. Dovrà, quindi, essere molto bravo Beretta a gestire i difficili equilibri dello spogliatoio, ma soprattutto contiamo sull’intelligenza e la professionalità dei giocatori che devono capire che l’interesse della squadra è l’interesse di tutti e che ognuno avrà la possibilità di mettersi in evidenza ed offrire il proprio contributo alla causa comune. Siamo comunque fiduciosi che il Siena, al di là della situazione determinata dalle penalizzazioni esistenti nell’attualità, abbia le potenzialità per fare un brillante campionato e raggiungere una tranquilla salvezza, per il momento, unico vero obiettivo. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 5 l’angolo tecnico UN POKER DA NON SOTTOVALUTARE Riccardo Giacopelli Indubbiamente stiamo assistendo ad un inizio di campionato dove le sorprese sembrano avere il sopravvento sulle conferme. A parte l’Inter che, pur occupando i piani nobili della classifica, continua ad avere un rendimento quantomeno altalenante, fanno notizia le oggettive difficoltà di squadre con organici importanti come Fiorentina, Torino, Chievo e Sampdoria, al pari delle positive prestazioni di squadre alla vigilia poco accreditate come Messina, Catania,Empoli e Siena. Ed è innegabile che la squadra di mister Beretta, al di là dei risultati numerici che restano comunque positivi, abbia dimostrato una capacità ed una solidità psicofisica che permette a Chiesa & C. di affrontare qualsiasi avversario ed in qualsiasi campo, senza timori reverenziali. Andiamo allora a scoprire quali sono le squadre che la Robur dovrà affrontare nei prossimi quattro turni. bra garantire i ricambi necessari per affrontare senza conseguenze il doppio impegno. Un 3-5-1-1 abbiamo detto che in fase di non possesso si trasforma sempre in un 5-3-1-1 viste le caratteristiche difensive dei due esterni Pasquale e Balleri. È comunque un modulo molto imprevedibile, visto che il solo punto di riferimento avanzato è rappresentato da Lucarelli che oltre a segnare con buona continuità apre spazi per gli inserimenti di Figiani e Morrone che, proprio perché partono da dietro, risultano difficili da marcare. 15/10/2006 SIENA-MESSINA Bruno Giordano, ex centravanti ed ora allenatore dei giallorossi, si è trovato catapultato (o meglio ripescato) in serie A dopo Calciopoli, quando già era in ritiro con la squadra. Ma evidentemente tecnico e giocatori sono stati bravi ad adattarsi subito alla realtà ed alle difficoltà della massima serie, visto che la partenza degli isolani è stata più che buona. Il mister continua a predicare umiltà ed a ricordare ai suoi che ogni partita sarà una battaglia ma intanto si gode il buon momento di Riganò, le qualità di Parisi , Floccari e Di Napoli insieme all’esperienza di Zanchi e Iuliano, chiamati a guidare il reparto difensivo. Il modulo parte da un 4-4-2 molto elastico la cui regia è affidata alla coppia Cordova-Coppola, mentre sugli esterni Alvarez e Masiello garantiscono buona dinamicità sia nella fase di possesso che in quella di non possesso. 22/10/2006 LIVORNO-SIENA Il 3-5-1-1 schierato in campo da Arrigoni la dice lunga su quanto affidamento facciano i labronici sulle doti realizzative di “bomber” Lucarelli (anche se adesso sono da valutare postumi e tempi di recupero dell’infortunio muscolare subito nella gara contro il Milan). Ma attenzione perché la squadra di Spinelli, forte anche della qualificazione alla Coppa Uefa, ha trattenuto giocatori importanti come Morrone, Vigiani e Amelia, anche se l’organico non sem- 29/10/2006 ASCOLI-SIENA La squadra del presidente Benigni ha un tipo di gioco che si basa principalmente sull’agonismo, sulla corsa e sul pressing. L’asse difesa/attacco si regge sull’esperienza di Pagliuca e Marco Del Vecchio in un 4-4-2 che vede come punto di riferimento avanzato Bjelanovic. Attorno al centravanti ruota una squadra che, in questo avvio di stagione, non sembra poter prescindere dalle qualità di Fini, sperando, al tempo stesso, nell’esplosione di un giovane centrocampista scuola Juve come Boudianski. Un allenatore nuovo ed un inizio di campionato difficile non hanno ancora svelato il vero volto dei marchigiani anche se la squadra guidata da Tesser non sembra in grado di potersi riconfermare sui livelli dello scorso campionato quando, anche sfruttando la tipica spinta dell’entusiasmo che accompagna le neopromosse, ha vestito i panni di una delle squadre rivelazione. In generale i bianconeri sono una compagine che vende cara la pelle, ma che nelle prime partite ha comunque sempre avuto cospicui cali di tensione. Ed è proprio la scarsa propensione a mantenere alta la concentrazione per tutti i novanta minuti a costituire quello che sembra essere il limite principale di Pagliuca e compagni. ■ 25/10/2006 SIENA-CATANIA Abbiamo già detto in premessa che i rossoblù rappresentano una delle note positive di questo inizio di torneo 2006/2007. La squadra di Marino si è presentata al cospetto della serie A mantenendo inalterate quelle caratteristiche di spregiudicatezza che ne avevano contraddistinto il cammino nel campionato cadetto. Il modulo adottato è infatti un 4-3-3, con un attacco di buona qualità ed esperienza nel quale i vari Mascara, Spinesi e Corona sembrano integrarsi al meglio. Forse analizzando la squadra dalla cintola in giù, qualche carenza può venir fuori, ma la grande capacità dei siciliani è quella di verticalizzare con buona velocità in modo che la palla giunga il più rapidamente possibile ai tre attaccanti che, come detto, sono in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa. 5 Due ex sulla strada dei bianconeri: Giovanni Pasquale del Livorno (a sinistra) e Fabio Pecchia dell’Ascoli OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 7 7/ tradizioni QUANDO L’ABITO FA IL MONACO di Mario Lisi Il proverbio recita che “l’abito non fa il monaco” ma è un dato di fatto (magari anche un pregiudizio sbagliato) che, se per strada qualcuno ci chiede un’informazione, ci predisponiamo alla riposta in modo decisamente migliore quando il nostro interlocutore è un ben vestito signore anziché uno che indossa i trasandati panni del “pucioso”. Non occorre, infatti, aver frequentato corsi di alta psicologia per capire l’importanza dell’aspetto esteriore di persone o cose e di quanto questo condizioni, specialmente nell’odierna discutibile era dell’apparire più che dell’essere, le nostre reazioni nei confronti del prossimo. E dunque, a maggior ragione, è giocoforza avere un’affezione speciale per il colpo d’occhio estetico dei nostri beniamini siano questi il fantino con addosso i colori della Contrada o i calciatori della squadra del cuore. L’anno scorso appunto, facendoci portavoce dell’unanime pensiero dei tifosi della Robur, da queste pagine chiedemmo di tornare quanto prima alle tradizionali maglie a strisce verticali bianconere, messe da parte per altre stravaganti divise proprio negli anni gaudiosi della Serie A. Purtroppo siamo stati parzialmente accontentati, visto che alla presentazione della nuova tenuta di gioco dell’A.C. Siena stagione 2006/2007 è stata riproposta sì la casacca zebrata ma con un contrasto di colori sfumato, che dal bianco passa al nero attraverso un alone grigino, un “ti vedo e non ti vedo” più adatto ormai alle maglie surreali dei ciclisti del Giro d’Italia che ai pedatori del glorioso “Artemio Franchi” di sponda senese. Per ora, comunque, bisognerà accontentarsi cedendo per l’ennesima volta alla logica che vuole la secolare tradizione bianconera piegarsi alle esigenze televisive e commerciali di un look condannato ad un continuo divenire. Del resto, l’importante è quello che c’è sotto la maglia in termini di cuore, classe e forza fisica! Discorso a parte merita invece la visibilità del marchio dello sponsor perché, se fino ai primi anni Ottanta le norme federali vietavano espressamente l’apposizione del seppur minimo riferimento commerciale sulle maglie dei calciatori, pena multe salatissime, negli ultimi anni è passata davvero tanta acqua sotto i ponti, considerato che persino i seriosi direttori di gara, un tempo in abiti quasi clericali, si stanno sempre più trasformando in uomini-sandwich. Insomma, se ormai è difficile immaginare una qualunque maglia priva del richiamo di una fabbrica di automobili o di un’impresa di assicurazioni, per il Siena il fatidico marchio MPS sta invece diventando una sorta di secondo stemma societario, familiare quanto la lupa e i gemelli o la scritta Robur 1904. Forse perché a tanti concittadini ricorda da vicino il quotidiano ambiente di lavoro oppure perché “Babbo-Monte” rassicura il senese da generazioni, ma siamo arrivati al punto che qualche sportivo pare abbia storto il naso perché quest’anno il logo della banca senese non è abbastanza vistoso sulle nuove divise o non posizionato in modo originale come due anni fa quando, messo in verticale, ricordava tanto la maglia dei Lancieri biancorossi dell’Aiax, i primi a presentare tale bizzarra collocazione per reclamizzare la Ambro, banca olandese spesso chiacchierata (quando si dice la coincidenza!) di essere in procinto di convolare a giuste nozze proprio con il munifico mecenate bianconero di Piazza Salimbeni. Morale della favola, viene proprio da sorridere ripensando a certe sbiadite immagini d’epoca dove si vedono i “forti e fieri” atleti dell’A.C. Siena che, in posa per la foto di rito prima del calcio d’inizio, sfoggiano maglie la cui diversa fattura delle righe bianconere o dei colletti tradisce un’era di spartane economie e di rabberciati guardaroba com’erano, di certo, anche quelli di tante famiglie. Nessuno di quegli “eroi” caserecci di un tempo ormai lontano anni luce avrebbe mai immaginato queste nostre odierne dissertazioni sulle maglie bianconere che sono ora addirittura personalizzate, indumenti usa e getta da lanciare a fine partita in pasto ai tifosi ammassati dove prima trionfavano le erbacce nella conca del Rastrello. Meno che mai avrebbero potuto pensare a quei colori, eredi della Balzana, impazzare sui campi dorati della Serie A. Nemmeno noi, del resto, avevamo finora immaginato la sede legale della centenaria Robur all’ombra del Vesuvio… ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 8 il tormentone QUELLI CHE LA LEGGE PISANÙ L’HANNO PRESA SUL SERIO Simone Marrucci Quelli che il Brindellone. Oh yeah! Quelli che è stata una vittoria di Pirlo. Oh yeah! Quelli che le gabbie le abbiamo viste solo a Siena. Oh yeah! Quelli che i codici a barre. Oh yeah! Quelli che nel 2010 avremo lo stadio, minuto più minuto meno. Oh yeah! Quelli che mettono le mani avanti. Per essere Brevi. Oh yeah! Quelli che Beretta ha colto nel segno, come una pistola. Oh yeah! Quelli che Beretta è un allenatore salume. Oh yeah! Quelli che Beretta è un salumiere in panchina. Oh yeah! Quelli che vanno all’Isola dei Famosi. Oh Yeah! Quelli che vanno allíIsola dei Famosi. Almeno a casa respirano. Oh yeah! Quelli che fanno il tifo da spiaggia. Oh yeah! Quelli nominati. Oh yeah! Quelli che il rubinetto ha pareggiato. Perchè prima perdeva. Oh yeah! Quelli che giocano a meno 20, vestiti da eschimesi. Oh yeah! Quelli che, essendo al Circolo Polare Artico, decidono di iscriversi. Oh yeah! Quelli che Frick è chic. Oh yeah! Quelli che Frick e Flo. Oh yeah! Quelli che accendono Candela. Oh Yeah! Quelli che è un po’ Konko. Oh yeah! Quelli che gli hanno rubato l’anima. Oh yeah! Quelli che l’anima non ce l’hanno. Oh yeah! Quelli che la giocano a carte. Oh yeah! Quelli che guardano il basket per farsi vedere. Oh yeah! Quelli della tribuna vip. Oh yeah! Quelli che vanno in televisione senza motivo. Oh yeah! Quelli che fanno le cronache senza andare allo stadio. Oh yeah! Quelli che vanno allo stadio senza fare le cronache. Oh yeah! Quelli che fanno i manager per non lavorare. Oh yeah! Quelli che in B non ci vanno. Oh yeah! Quelli che aspettano tempi migliori. Oh yeah! Quelli che si dimettono. Ma solo a forza. Oh yeah! Quelli che restano. Oh yeah! Quelli che resistono. Oh yeah! Quelli che il Siena va in Europa. Oppure in una località vicina. Oh yeah! 8 Mario Beretta, 53° allenatore dei bianconeri OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 9 AUTOFFICINA E PUNTO VENDITA Baccinetti Mauro & C. s.n.c. alla presentazione della nuova squadra C’ERO ANCH’IO Massimo Carignani Forse nelle intenzioni voleva essere una presentazione e basta, in realtà con lo scorrere dei minuti e l’entusiasmo crescente dei tifosi è diventata un’altra cosa. Per questo ho voluto esserci anch’io quest’anno in Piazza Salimbeni per la tradizionale passerella di vecchi e nuovi bianconeri. Troppi i ricordi, troppo l’affetto per il mio Siena, troppo recente la scomparsa di mio fratello Roberto, vecchio cuore bianconero, con il quale avrei voluto dividere questa partecipazione. La presenza di mister Beretta, conosciuto per i suoi trascorsi ternani insieme a tanti ex rossoverdi oggi in maglia bianconera (D’Aversa, Frick, Brevi e Corvia), hanno ancor più sollecitato la mia fantasia di grande appassionato sostenitore della Robur. L’allenatore, di cui ho sempre apprezzato le non comuni doti tecniche ed umane (purtroppo vanificate da tristi vicende societarie), mi è rimasto il ricordo del bel gioco che amava predicare alla sua squadra, dalla quale era peraltro ricambiato. Insieme a lui, quella sera, anche il fido Silvio Caligaris, gente con la quale continuo a dividere mille ricordi e mille esperiernze vissute insieme. Forza mister: sei nella mia città e devi far valere le tue grandi doti. Insomma c’erano proprio tutti quella sera in Piazza Salimbeni, davanti alla stupenda cornice del palazzo del Monte dei Paschi, sobriamente illuminato. E da tutti sono stato accolto con la simpatia di sempre: da Stefano Osti a Nicola Natili, da Lorenzo Mulinacci, capo storico dei Fedelissimi, all’ultimo dei tifosi. Anche l’incontro con il presidente De Luca ed i giocatori, sebbena viva a Terni da oltre mezzo secolo, è stato cordiale. Dopotutto le radici non si dimenticano e quando c’è di mezzo la Vecchia Robur anche Terni e la Ternana sono lontane. Dei bianconeri io scelgo uno per tutti: il mitico Enrico Chiesa, grande giocatore e grande professionista. Sono certo che il suo contributo alla causa senese sarà sempre importante, come lo è stato fin dal debutto a Verona. Grazie capitano per le gioie che mi hai regalato in questi tre anni di serie A, ma sono certo che mi esalterò ancora con i tuoi gol. È tardi, lascio ‘Piazza del Monte’ con tanta gioia dentro. Solo la mia città mi fa rivivere emozioni come queste. Al canto della Verbena gli occhi si inumidiscono. Roberto, mio fratello, dalle praterie celesti di lassù mi avrà capito e Dio sa quanto avrei voluto godermi questo spettacolo insieme a lui… Forza Siena, forza Vecchia Robur. Resterò lontan dagli occhi, ma non dal cuore... ■ Via Pescaia 64/66 53100 SIENA Tel. 05.77.42.162 Fax 05.77.22.42.73 [email protected] OFFICINA AUTORIZZATA 264/1948 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 11 febbre alta MA AI TIFOSI CHI CI PENSA? Antonio Gigli Il Siena va, gioca, fa punti, insomma diverte. Questa volta, però non vogliamo parlare dei bianconeri più forti d’Italia (attualmente…), ma del rapporto di amoreodio tra calcio e tv. Per chi ricorda ancora le mitiche radiocronache di “Tutto il calcio minuto per minuto” e la sintesi di una gara di A che andava in onda verso le 19 su Rai uno, vedere oggi quel che accade nel mondo radiotelevisivo non sembra nemmeno vero. Non solo possiamo assistere, comodamente in poltrona, in diretta tv da qualche anno ormai, a tutte le gare di serie A e B, ma le telecamere si insinuano dappertutto. L’ultimo eclatante episodio è rappresentato dall’accesa discussione vista a Livorno, tra il tecnico milanista Ancelotti e Seedorf. Per tanti telespettatori il battibecco è stato un fatto eclatante, ma chi segue il calcio sa che cose come quelle sono sempre accadute e sempre accadranno. Da segnalare anche la prova tv usata per scagionare invece di condannare, come è accaduto a Luca Toni. Insomma tra qualche tempo, vedremo i giocatori anche farsi la doccia, a dimostrazione che al peggio non c’è mai fine. Le tv, logicamente, hanno arricchito le società di calcio, molte in maniera esagerata, altre in maniera minore, tanto che la voce “introiti da contratti tv” è una delle principali nei bilanci delle società calcistiche. Tutto questo (unito al fatto evidentissimo della fatiscenza dei maggiori impianti sportivi italiani), però, ha ovvia- mente portato al rovescio della medaglia: un progressivo e costante svuotamento degli stadi italiani. Tutto giusto, tutto regolare? Va bene così? Vogliamo che il calcio diventi uno spettacolo asettico, dove i rumori dei tifosi sono registrati oppure si sentono solo le grida degli allenatori in campo, tipo L’isola dei famosi o il Grande fratello? I tifosi hanno già risposto a più riprese con striscioni, proteste e quant’altro, ma tutto passa sopra la loro (nostra) testa. Dobbiamo pagare salato e basta, sia che si vada allo stadio sia che si sieda davanti alla tv, a destreggiarsi tra la selva di canali e decodificatori vari, tanto che per vedere qualcosa viene voglia di prendere la laurea in elettronica o informatica. Dando per appurato questo trend, cioè che sempre più gente guarda le partite in tv a scapito dello spettacolo dal vivo, quello che ci chiediamo è perché le società stesse, tramite la Lega, non abbiano pensato a qualcosa di concreto per far tornare i tifosi negli stadi. Qualsiasi cosa andrebbe bene, a partire, ovviamente da una drastica riduzione dei prezzi. Oggi per vedere una partita in tv si possono spendere anche solo 5 euro, o addirittura meno se ci si abbona per tutto l’anno, per andare allo stadio in un posto decente non bastano 35-40 euro. Questa è la maggiore ingiustizia, perché chi conosce lo sport professio- 11 nistico sa bene che esso non può prescindere dalla presenza sugli spalti degli spettatori, dal tifo, dal calore, dalla passione del pubblico che assiste dal vivo all’evento. Quindi se oggi avviene l’incredibile paradosso che il cassiere di una società sarebbe più felice di avere ventimila abbonati alla tv per vedere la propria squadra che ventimila tifosi allo stadio, balza subito agli occhi che qualcosa non va e che le vere ed uniche vittime di tutto questo sono i tifosi. E proprio questi ultimi sono anche color che subiscono più di tutti le conseguenze di scandali come il recente Calciopoli. Uno juventino, infatti, invece di ritrovarsi a giocare con Inter o Roma, si ritrova a Frosinone o Rimini, ma la società bianconera incassa ugualmente fior di diritti televisivi. Nessuno pensa ai tifosi, asse portante del calcio in quanto business. Quanto durerà tutto questo? In questo caos, meno male, ci sono ancora dei resistenti, degli sportivi che amano assistere dal vivo, pioggia o sole, alla partita di calcio, pochi ma buoni. Quiz finale: invidiate di più chi dice 1) ho visto alla tv la vittoria del Siena a Torino, che libidine! oppure: 2) sono stato a Torino all’Olimpico a vedere la Robur battere il Toro! Chi scrive non ha il minimo dubbio. ■ Una immagine del Franchi in occasione dell’ultimo Siena-Juventus OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 12 È formato da un esercito di 200 ragazzi il patrimonio giovanile del Siena che quest’anno mette in campo ben 7 squadre Seminare bene, per raccogliere meglio Chiara Cicali Il gruppo degli Esordienti bianconeri 12 c a l c i o L’ultima volta che abbiamo parlato del settore giovanile del Siena è stato in occasione del Torneo di Viareggio, dove la formazione Primavera era riuscita ad arrivare fin quasi in finale, battuta solo dalla fortissima squadra uruguaiana della Juventude che poi ha sconfitto in finale gli omologhi della Juventus, detentori del trofeo. Dopo il torneo di Viareggio i vari campionati sono proseguiti e nessuna delle formazioni bianconere si è piazzata oltre la quinta posizione. Addirittura, e cogliamo solo ora l’occasione per mettere in risalto l’ottimo risultato complessivo, la squadra degli Esordienti fair play del 1993 ha vinto il campionato regionale professionistici dando ben 15 punti di distacco a società blasonate quali Empoli, Fiorentina… E se il futuro, come dice Giuseppe Cianciolo, responsabile del settore giovanile dell’ Ac Siena, sta tutto nelle giovanissime leve, beh, l’inizio (e ci auguriamo anche il seguito) non è niente male! Il progetto del settore giovanile è quello di curare i più piccoli nel miglior modo possibile, cercando di farli crescere oltre che da un punto di vista calcistico anche da quello caratteriale e umano, infondendo loro gradualmente la giusta mentalità. Sempre l’anno scorso la squadra Beretti è stata promossa alle finali nazionali, giocando pure due partite al “Franchi” contro le due squadre milanesi, vincendo 2 a 0 con il Milan e pareggiando 2 a 2 con l’Inter, passando poi a Fano per 3 a 1 e pareggiando infine con la Lazio 2 a 2, conquistando così il primo posto nel girone che la differenza reti ha poi assegnato definitivamente alla squadra neroazzurra. Altri risultati da menzionare sono stati gli esordi in prima squadra di Iadaresta e Packer ed il fatto che ben sette nostri ragazzi sono stati mandati a giocare in serie C: lo stesso Iadaresta, assieme a Rigoli, Mugnai e Blanchard (classe 1988) al Poggibonsi, Campisi, Mencarelli e Pepe al Giuliano, Berretti al Potenza. “Quest’anno l’obiettivo sarà quello di riconfermarci nel panorama nazionale e possibilmente migliorarci”, dice Beppe Cianciolo. Altro obiettivo nel quale Cianciolo si è fortemente impegnato, grazie alla collaborazione e supervisione sia del ds Giorgio Perinetti che del Presidente del settore giovanile Mangiavacchi, del Presidente De Luca, del suo stretto collaboratore Maurizio Mecacci e di Beatrice Ermini, addetta alla segreteria, è stato nella costruzione delle quattro squadre “minori”, ovvero Esordienti 1994, squadra nuova di zecca, Giovanissimi 1993, Giovanissimi nazionali 1992 e Allievi regionali 1991 con tutti ragazzi “autoctoni”, cioè di Siena e provincia. Gli Allievi nazionali, squadra sulla quale puntare e scommettere, è stata inserita in un girone difficile assieme a realtà importanti come Bologna, Modena, Fiorentina, Empoli. Intanto da sabato 23 settembre è scesa in campo la Beretti, mentre la Primavera, che ha già disputato alcune gare di Coppa Italia (la prima uscita l’ha vista vincente per 4 a 2 a Terni con la formazione locale), è partita il sabato successivo. In questa squadra merita di essere menzionato Thomas Albanese, classe 1988, provenienza Tolentino, già convocato nella nazionale Under 19, con la quale disputerà pure due partite a Cipro.aggregati e facenti parte a tutti gli effetti della rosa della prima squadra, registriamo il giovane portiere Arfè, Packer e Russo: ragazzi che nel gruppo si alleneranno e cresceranno sotto gli occhi ed i consigli dei grandi. Riuscire a formare dei calciatori in prospettiva è fondamentale: la teoria del “dobbiamo vincere” associata al giocare bene, è un connubio importante affinché i vari osservatori spendano un po’ più di tempo a visionare ragazzi che fanno parte di una formazione che vince e gioca bene. L’organizzazione del settore giovanile senese, in questi ultimi tre anni, è arrivata ad alti livelli e non ha nulla da invidiare a realtà calcistiche affermate da una vita come Atalanta, Empoli, Udinese e Fiorentina. Quello che ancora manca nei ragazzi (e non potrebbe essere diversamente) è la mentalità vincente del professionista, quella ‘cattiveria’ agonistica che si acquisisce giorno per giorno. L’obiettivo ultimo della società bianconera vuole essere quello di stare sempre all’avanguardia, di migliorarsi e affermarsi come vivaio che ogni anno riesce a formare e sfornare giovani talenti da rivedere in prospettiva nel Gotha del panorama calcistico. In questo processo di crescita si inserisce l’accordo con la Polisportiva Siena Nord, che consentirà alle formazioni Beretti e Primavera di giocare a Siena e non più a Ponte d’Arbia e Staggia. Ma oltre che far giocare le due squadre maggiori a Siena, gli impianti dell’Acquacalda diventeranno un vero e proprio polo attrezzato del settore giovanile bianconero dato che vi saranno allestiti una palestra ed un centro medico che il Dott. Andrea Causarano ha provveduto a dotare di importanti macchinari ad uso riabilitativo. Per concludere vediamo nel dettaglio i responsabili tecnici di ogni squadra: gli Esordienti e i Giovanissimi 1993, che giocheranno a San Miniato, sono allenati rispettivamente da Gianni Maestrini e da Simone Gasperini; i Giovanissimi nazionali 1992 avranno alla guida Riccardo Giacopelli e gli Allievi regionali Simone Mucciarelli: entrambe le formazioni giocheranno a Torre Fiorentina; gli Allievi nazionali, che giocheranno a Staggia, potranno invece contare sull’esperienza di Claudio Piccinetti, mentre la Beretti sarà guidata da Alessandro Signorini e sulla panchina della Primavera siederà Paolo Valori. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 13 Si è rinnovato l’appuntamento della Siena sportiva con la festa di compleanno del GS San Miniato. Il presidente Luigi Toscano, per onorare i 26 anni di attività del sodalizio neroverde, ha voluto promuovere ed organizzare, in collaborazione con l’assessore allo Sport, Massimo Bianchi e quello alla Polizia Municipale e Traffico, Daniela Bindi, una bella manifestazione che, nel pomeriggio del 2 ottobre, ha visto gli impianti di San Miniato ospitare un triangolare tra la squadra della Polizia Municipale, la squadra delle Autorità e Personalità della vita cittadina e quella dei Veterani dello Sport, Campioni d’Italia Over 40 per il secondo anno consecutivo. Gli intervenuti hanno avuto l’occasione di vedere in questi insoliti panni di calciatori personalità e senesi che solitamente si incontrano in ruoli e vesti diverse, ma anche per rivedere all’opera veri sportivi che questa disciplina l’hanno praticato anche a buoni livelli. Chi negli anni passati ha partecipato all’iniziativa non potrà non ricordare le apprezzabili giocate del Presidente della Banca MPS Mussari, che anche in pantaloncini corti si muove con disinvoltura e stile, o del Primo Cittadino Cenni che non risparmia mai impegno e carattere. Ma anche le indimenticate bandiere di una Robur che fu come Fiorini, Tosoni e Tintisona, che con la città hanno stretto un rapporto indissolubile. Assessori, consiglieri comunali, amministratori si sono confrontati con la squadra del Corpo di Polizia Municipale, composta interamente dai nostri, quasi sempre, amici in divisa, e con la formazione di Ezio Nativi, piena zeppa di (ex) calciatori veri, capace di portare per ben due volte il nome di Siena nell’albo d’oro dei Campioni d’Italia Over 40. Alla manifestazione, strettamente sportiva, ha fatto seguito un ricevimento presso l’Hotel Garden dove sono state presentate le squadre impegnate in questa nuova annata sportiva alle varie autorità cittadine, provinciali e regionali, alle autorità e personalità delle istituzioni senesi, agli organi di stampa e delle TV Regionali. Naturalmente sono stati coinvolti tutti i tecnici, gli atleti ed i loro familiari, gli sponsor, che sostengono con passione il Gruppo Sportivo, e tutto lo staff che collabora attivamente alla vita della società. Nelle fasi che hanno aperto la serata, c’è stato modo di ricordare l’importante annata appena conclusa con i suoi grandi traguardi raggiunti. La vittoria nel girone B degli Allievi Regionali, ed i buoni piazzamenti di quasi tutte le formazioni che hanno accompagnato la soddisfazione dell’intero consiglio nel vedere alcuni giovani cresciuti nel San Miniato affacciarsi nel modo professionistico. Oltre a quelli protagonisti nelle giovanili della Robur ricordiamo Mario Titone, che dopo l’esordio in C con la Sansovino è approdato al Pisa, ed il giovanissimo Luca Donati (classe ’89) che in Coppa italia serie C ha difeso la porta del Poggibonsi, mentre molti altri calcano con successo i campi dei Dilettanti, dall’Eccellenza alla Promozione. Il vulcanico e pragmatico presidente Toscano, con i vice Gianni Turchi e Cesare Bicchi, è riuscito a realizzare due nuovi spogliatoi che insieme ad una nuova presidenza e segreteria migliorano ulteriormente le strutture a servizio dei quattro campi in erba sintetica. Il rinnovo del parco veicoli, con l’acquisto di un nuovo pulmino, rende ancor più efficiente e sicuro il servizio di trasporto degli atleti mentre, è notizia di questi giorni, l’acquisto di nuove appa- Si sono accesi i riflettori sulla nuova stagione del G.S. San Miniato, al suo 26esimo anno di attività Un ponte verso la città recchiature per l’elettro-stimolazione che andrà a migliorare le già valide dotazioni del personale medico sanitario. La competenza del DS Danilo Tosoni, la grande esperienza di Stefano Gentilini, già team manager dell’AC SIENA, l’attenzione del segretario Mario Rosini e la severità dell’economo Vincenzo Calderone, insieme alla passione di tutto il consiglio, rendono questa società un modello che trascina e stimola la crescita delle altre realtà dilettantistiche cittadine e incoraggia le varie istituzioni (Comune, Fondazione e Banca MPS per prime) ad investire e a dare fiducia a quel volontariato che così bene opera nel sociale e con i giovani. Insomma un San Miniato che si presenta al 26° compleanno in forma smagliante, con la mentalità giusta di chi non si sente arrivato e vuole crescere ancora per offrire alla città sempre di più, all’insegna del lavoro, della serietà e del legame con le sue istituzioni. A. A. L’arbitro Matteo Trefoloni, uno dei tanti ‘docenti’ illustri del San Miniato, tiene lezione ai giovani neroverdi ca l c i o 13 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 14 progetti •Francesco Vannoni Il neo assessore allo sport Massimo Bianchi intenzionato a muoversi nel solco del passato •‘La continuità al primo posto’ Massimo Bianchi, assessore allo sport del Comune di Siena Sotto, una immagine virtuale della localizzazione del nuovo stadio Competenza e cordialità. Sono queste le due ‘C’ di Massimo Bianchi, nuovo assessore allo Sport del Comune di Siena. Nel suo ufficio, al secondo piano di Palazzo Berlinghieri, sei subito a tuo agio. Il tono è amichevole, l’entusiasmo quello giusto per iniziare una nuova avventura; e c’è anche l’umiltà che serve per accostarsi ad un compito certamente delicato, ma stimolante, unita alla voglia di far bene nel ‘dicastero’ dove riceve il testimone da Alfredo Tanzi. Il nome dell’illustre predecessore è fin troppo invitante perché il cronista non si affidi al solito, magari poco originale, eppure nel caso specifico tanto appropriato, richiamo alla ‘pesante eredità da raccogliere’. Senza, per questo, cercare inopportuni confronti, ma semmai con l’intento di formulare il dovuto ringraziamento ad un’autorevole figura istituzionale che tanto ha dato a tutto il movimento. “Tutti sappiamo - esordisce Bianchi - che la sua opera è stata profondamente incisiva per la crescita dello sport senese, sia dal punto di vista tecnico-strutturale che da quello etico-sociale. Il mio approccio non può che essere dettato dalla linea della continuità, sulla quale intendo proseguire con passione e volontà, nella consapevolezza di aver ancora molto da imparare e onorato della fiducia che il sindaco Maurizio Cenni mi ha accordato”. Una fiducia che, peraltro, non si limita all’ambito sportivo, ma investe anche altri campi tutt’altro che secondari nell’assetto gestionale di Palazzo Pubblico, come quello del bilancio e del patrimonio. Il neo-titolare dell’assessorato allo sport è comunque esperto del funzionamento della macchina amministrativa: Massimo Bianchi, infatti, è stato per nove anni consigliere comunale e l’attuale doppio impegno non sembra spaventarlo più di tanto. “La realtà sportiva locale, forte di un tessuto connettivo che ne rafforza la valenza sulla scorta di storia e tradizione, è notoriamente ampia e variegata. Lavoro per approfondirne la conoscenza, per studiarne meglio le esigenze e cercando di attivarmi, già in questi mesi di prezioso ‘apprendistato, a che l’eterogeneità sportiva del nostro territorio riceva, dall’organo amministrativo, le risposte migliori alle proprie crescenti necessità”. Per quanto riguarda la modernizzazione e la ricettività degli impianti, il lavoro portato avanti negli anni scorsi ha dotato Siena di un quadro generale davvero invidiabile. Va da sé che il corretto funzionamento degli impianti passa anche attraverso un costante monitoraggio sullo stato di conservazione e sul tipo di utenza. Appena completato il campo di tiro con l’arco in zona Acquacalda, è già stata predisposta la copertura del parquet della pista di S.Marco, che andrà ad ampliare il parco palestre, Il capitolo dell’impiantistica sposta obbligatoriamente il discorso alla voce nuovo stadio e, più in generale, al progetto cui tale realizzazione è legata, che coinvolgerà la zona di Isola d’Arbia. “Sull’argomento, ormai molto dibattuto, mi preme innanzitutto ribadire l’ottima tenuta dell’impianto attuale, che ha ben recepito, anche sotto l’aspetto della funzionalità, tutti gli interventi di adeguamento fino alle ultime recenti modifiche e poi evidenziare la rilevanza del nuovo complesso sportivo, inserito in un più ampio piano di riqualificazione urbanistica dell’area, il quale non si esaurirà con lo stadio (per giunta unito a strutture sussidiarie che dovrebbero risolvere definitivamente l’annoso problema di uno spazio destinato agli allenamenti della Robur), ma avrà al proprio interno anche il nuovo palasport ed un impianto natatorio. Un contesto polisportivo destinato a trasformarsi nel fulcro del movimento professionistico e ulteriore importante approdo per allargare gli spazi fruibili. Il numero dei praticanti, molto elevato in rapporto alla densità della popolazione, ha consentito la fioritura di tante nuove entità e la diffusione, anche a Siena, di discipline meno conosciute e con bacini ancora quantitativamente ridotti. Tutto questo ha un duplice significato: da una parte attesta il grande apprezzamento dell’offerta sportiva nella sua totalità, dall’altra invita a non abbassare la guardia, obbligando a migliorare sempre, specie sotto il profilo del coordinamento gestionale e logistico al quale il Comune deve ottemperare, anche per risolvere piccoli disagio che dovessero eventualmente verificarsi e che l’amministrazione si sforzerà di superare. Quello che esiste tra la nostra città e lo Sport è un connubio culturale ed educativo di rilievo assoluto, al cui consolidamento mirano le sinergie che il Comune ha da tempo approntato con tutti gli organismi competenti. L’obiettivo è di fornire un ‘prodotto’ che sappia andare incontro alle due ‘anime’ di un mondo così vasto: quella professionistica e quella amatoriale. Sono convinto che, ferma restando la profonda diversità delle due dimensioni, sia sempre più auspicabile un cammino complementare: infatti, accanto allo sport di vertice, che la nostra città ha la fortuna ed il privilegio di vivere con due formazioni come il Siena Calcio e la Montepaschi Mens Sana – peraltro espressioni concrete del forte impegno di tutto l’ ‘arco istituzionale’ cittadino e protagoniste ai massimi livelli - si impone all’attenzione un nutritissimo universo giovanile e dilettantistico, sostenuto dall’abnegazione di molti dirigenti, che del servizio allo sport, svolto anche in seno ad una periferica fondamentale come gli enti di promozione, hanno fatto una scelta di vita, verrebbe da dire – meglio – la propria vocazione, trasferita sul campo come base di risultati sportivi davvero premianti”. “Questo assessorato è attento al delicato ruolo educativo di tali realtà e – conclude Bianchi – ho ragione di pensare che, grazie alla perfetta convergenza di vedute riscontrata nei primi incontri avuti con il presidente del Coni provinciale Roberto Montermini e con il prof. Francesco Binella, coordinatore di Educazione Fisica presso il Centro Servizi Amministrativi di Siena - due uomini di sport per eccellenza nonché personalità di riconosciuta levatura morale - opereremo tutti insieme nella giusta direzione e con il pieno rispetto dei ruoli, perché lo sport rinnovi e rafforzi la propria funzione formativa, offrendo il solito imprescindibile contributo di valori ed insegnamenti al progresso culturale e civile di tutta la comunità senese”. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 16 atletica leggera •Andrea Bruschettini Mentre è ancora vivo il successo della prima edizione del Meeting dell’Amicizia •L’Uliveto Uisp si interroga Due immagini del recente Meeting dell’Amicizia 16 Sembra proprio stregata l’attuale stagione agonistica, che ormai volge al termine, per i giovani martellisti senesi. Non ne va bene proprio nessuna. Prima era stato Luca Calzeroni a scontrarsi con tre lanci nulli ai campionati italiani juniores di Rieti, poi era stata la volta di Elisa Palmieri, preda ormai di una vera e propria patologia da campionato assoluto, in cui, pur carica di un ottimo lavoro, non riesce mai ad esprimersi come vorrebbe. Adesso è il turno di Alessio Salvini, neo interprete della specialità di cui compagni di allenamento e allenatore (Flamur Shabani) dicono un gran bene, ad incappare nei dubbi amletici che accompagnano gli atleti quando si trovano soli in pedana, e davanti a sè hanno un prato su cui far calare il più lontano possibile il proprio attrezzo. Purtroppo a Bastia Umbra, dove si sono disputati i Campionati Italiani Cadetti, Alessio ha marcato 3 nulli, magari di pochi centimetri fuori settore, ma comunque tre nulli, che hanno segnato mestamente questa giornata in cui si presentava in gara pronto a conquistare un probabile posto sul podio. Non aveva però considerato il quattordicenne dell’Uliveto Uisp Siena le avverse condizioni meteo, la pioggia che ha accompagnato il week end della manifestazione umbra, nè quelle sensazioni di tensione ed emozione che spesso, per la prima volta in un simile contesto agonistico, giocano un brutto scherzo. A smaltire la rabbia, ci penserà comunque l’allenatore ed i compagni di squadra, e tante saranno ancora le occasioni per rifarsi in una carriera agonistica solo all’inizio. Certo, come più volte sottolineato in queste pagine, l’atletica senese ha ormai bisogno di interrogarsi sulle cause di certe controprestazioni nei monenti topici della stagione. A Bastia Umbra era presente per l’Uliveto Uisp Siena anche Lorenzo Morellini, polivalente atleta, che in questo caso è sceso in pista nei 300hs, dove ha chiuso 17° in 44”48 correndo in condizioni atmosferiche certo non ottimali. Non accenna invece a calare di condizione ed a farsi intimorire dalle gare importanti Serena Tronnolone, che ha portato il CUS Sassari al successo nel giavellotto con 47,28m nella finale A2 dei societari disputata a Marano di Napoli. Con lei in gara anche le altre senesi e compagne di squadra Elena Calzeroni, ottima seconda nel disco, e Cristina Fornacelli, quarta nella finale B dei 100hs. Continuando a parlare degli “emigranti” dell’atletica senese preme ricordare che Domitilla Bindi ed Emanuele Magi hanno partecipato alla finale Oro dei societari assoluti, disputatasi a Busto Arsizio. Domitilla (Assi Banca Toscana) è giunta nona nei 400hs in 1’02”63, stesso piazzamento di Emanuele (Atletica Vomano) nei 400 piani (49”84). Con i colori dell’Esercito invece è giunta seconda (ancora una volta dietro alla genovese Salis) Elisa Palmieri nella finale Argento dei societari a Pergine Valsugana. Per lei un lancio sotto la fettuccia dei 58m, quando una settimana prima, sulla stessa pedana, al meeting internazionale Donna Sprint era giunta terza con 60,83. È il momento adesso di parlare di Edoardo Baini, lo sprinter aretino allenato da Angela Fè a Torrita, che gareggia per l’Uliveto Uisp Siena. Per lui ottobre sarà un mese importante, perchè sono in programma i campionati italiani allievi, dove difenderà il titolo italiano dei 60m indoor conquistato in inverno, e proverà ad arricchire un palmares outdoor, che già conta l’oro agli Italiani Cadetti dello scorso anno sugli 80m, cercando di salire sul podio dei 100m. Per il momento può fregiarsi dell’argento appena conquistato nella finale nazionale dei campionati studenteschi con la maglia del liceo Francesco Petrarca di Arezzo. Edoardo ha corso a Lignano Sabbiadoro, prima in 11”17 in batteria, quindi in 11”08 in semifinale, poi ha chiuso sul podio in finale con 11”02, tre centesimi alle spalle del vincitore, l’atleta di Sulmona Michele Carrozza. Il settembre dell’atletica senese ha presentato anche due importanti eventi agonistici, come i campionati interprovinciali di prove multiple categoria ragazzi/e disputatisi a Colle Val d’Elsa e il Meeting dell’Amicizia, già anticipato nello scorso numero di Mesesport. Per tutti gli appassionati con i capelli grigi, sentire di nuovo il magico nome del Meeting dell’Amicizia su una pista senese, è stato come fare un bagno di nostalgia. L’UISP nazionale infatti da alcuni anni ha deciso di riproporre un meeting che avesse lo stesso nome di quello nato nel lontano 1960, e che ne rilanciasse il medesimo spirito sportivo, orientandolo verso un trofeo per club destinato ai giovani. Ad inizio settembre, quindi il Meeting dell’Amicizia ha fatto tappa per la prima volta a Siena, grazie all’organizzazione del comitato provinciale UISP e dell’Uliveto Uisp Siena. Circa 150 sono stati gli atleti scesi in gara, con punte di eccellenza riscontrate nei risultati forniti dal velocista azzurro Maurizio Checcucci, 10”46 nei 100m; dal lunghista delle Fiamme Oro Francesco Agresti, 7, 78m; e del saltatore in alto livornese Andrea Lemmi, capace di salire a 2,17m. Andata in archivio la prima edizione senese del nuovo Meeting dell’Amicizia, gli organizzatori già pensano a consolidare e migliorare i risultati organizzativi di questo evento per il prossimo anno. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:16 Page 17 zapping INNOCENTI EVASIONI Vincenzo Coli Parziale bilancio dopo le prime quattro partite: due vinte una persa e una pareggiata. E insomma il Siena va. I tre punti in trasferta valgono doppio per il morale, e se vogliamo aggiungere altri luoghi comuni c’è posto. Semmai inquieta un po’ la spiegazione data da Beretta all’anemico 0-0 contro il Cagliari. “I ragazzi erano stanchi”. Ma come stanchi? Dopo un mese appena di campionato? Quando il cielo ha smesso di essere sempre più blu ma ancora risplende, non fa più quel caldo tagliagambe e ancora non è arrivata dal nord l’aria fresca che blocca lo stomaco e i polpacci, e c’è ancora tempo prima che pioggia, gelo e fango fiacchino i muscoli e la voglia? In marzo, quando l’acido lattico sarà un tormento e i campi dei pantani impraticabili, cosa dirà mister Beretta? “I ragazzi sono sotto la tenda a ossigeno”? Urge ricostituente. Dicono che gli hanno trovato uno sparring partner per l’uno contro uno nell’ora d’aria, a Lonnie Baxter, e un lettore dvd per scoprire nel dischetto speditogli dalla Mens Sana gli schemi che Simone Pianigiani gli cucirà addosso. Innocenti evasioni. Ogni sera segna una tacca nella parete della sua cella, come è costume di ogni galeotto, e i giorni che lo separano dalla libertà (quando leggerete queste righe dovrebbe già essere uscito, speriamo) gli schiariranno le idee sul debito morale accumulato nei confronti di una società che poteva scaricarlo e invece gli ha confermato il contratto e lo aspetta pazientemente, senza fargli pressioni. La Mens Sana non è la San Vincenzo de’ Paoli, ma infierire su chi era in una condizione di estrema debolezza non sarebbe stato giusto, e bisogna sempre dare una seconda chance a chiunque. E poi, non è che ce ne siano molti in giro, di omoni più forti di Baxter. Le due parti si sono assunte un rischio non da poco, ma ci sono tutti i presupposti per vincere questa scommessa con soddisfazione da parte di tutti . Come si dice in inglese riconoscenza? 17 Il Poggibonsi va in trasferta, contro una squadra romana il cui nome sembra preso dalle avventure di Tex: Cisco. Gioca in un bello stadio, piccolo e completamente vuoto, salvo un gruppetto di supporter valdelsani e altrettanti capitolini, che inneggiano all’idolo di casa, Paolo di Canio. In un silenzio surreale l’ex punta della Lazio li ripaga toccando due o tre palloni alla moviola e litigando con l’arbitro. La squadra l’hanno fatta apposta per lui, per consentirgli di spendere serenamente gli ultimi spiccioli di talento. Altri preferirebbero chiudere la carriera quando sono ancora al top, invece di immalinconirsi sui campetti strapelati della provincia. Sembra il vecchio acrobata del circo che, sopraffatto dall’artrite, si risparmia zampettando su una gamba sola per tutta la durata del numero e riserva al rullo finale del tamburo l’unica sfiatata piroetta che gli riesce ancora di fare. Poi, a giudicare dalle cronache, si capisce perché Di Canio non molla. Ha ancora bisogno di un pubblico, non importa quanto numeroso: per salutarlo. Come sempre. Romanamente. Boia chi molla. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 19 19/ avventure IN BICI PER SENTIRE ‘IL SAPORE DELLA GENTE’ di Augusto Mattioli Ginanneschi (sopra) e Celli (a destra) lungo il percorso INTANTO GLI ‘AMICI DELLA BICICLETTA’ ...DANNO I NUMERI Ventiquattro mila novecento settantotto. Sono i chilometri percorsi da 67 iscritti all’Associazione 'Amici della bicicletta’ di Siena che le loro ferie le hanno passate viaggiando sulle due ruote in Italia e all’estero. La stima è stata pubblicata nell’ultimo numero del periodico. “Un dato straordinario – è il commento – che ci parla di luoghi e paesi attraversati, città visitate, esperienze vissute, amicizie intrecciate, conoscenze acquisite”. I soci degli ‘Amici della bicicletta’, tra le altre località, hanno raggiunto Parigi, Praga, Bruxelles, Salisburgo, Bruges, Santiago de Compostela. E ancora la Corinzia, la Bretagna, la Normandia, la Baviera, la Lunigiana, l’Appenino tosco-emiliano. In questi viaggi sulle due ruote in effetti c’è poca Italia come riconosce il giornale. Il cui commento, sacrosanto, è amaro e la dice lunga sulla nostra cultura del viaggio spesso solo mordi e fuggi. Come dimostrano i problemi di recente manifestati dagli amministratori di San Gimignano, preoccupati per il troppo afflusso di turisti. In altri paesi, sottolineano gli ‘Amici della bicicletta’, ci sono “strutture adeguate, piste ciclabili, rispetto per il cicloturista che in tante parti d’Europa sono la normalità e che in Italia sono l’eccezione”. Via del Porrione - Notre Dame a Parigi. 1.288 chilometri precisi. Fabio Celli, professore di Italiano al liceo Galilei, li ha percorsi tutti con una city bike da strada caricata con borse per lo stretto necessario e una tenda. Tornando poi in aereo. Un modo diverso di viaggiare rispetto a quello di milioni di italiani che preferiscono fare tutto più in fretta con l’auto. E che anche nel nostro paese sembra stia crescendo, sia pure molto lentamente. A Siena sicuramente non è stato il solo a viaggiare sulle due ruote. Raffaello Ginanneschi, tutto l’anno occupato con la Cna, amante ed esperto di cavalli e che ha scoperto da poco tempo il piacere della bici, è arrivato a Santiago de Compostela, in Spagna. Un viaggio che lo stesso Celli aveva già fatto lo scorso anno sia in andata che al ritorno. Mentre Fabio Masotti, anche lui insegnante di italiano (oggi lavora all’Istituto storico della resistenza), dirigente degli ‘Amici della bicicletta’ (molti dei quali hanno passato le vacanze sulle due ruote) è un veterano di viaggi del genere. In Italia e all’estero: Islanda, Irlanda, Tibet, Gerusalemme, Estonia, Repubblica Ceka, Germania, alcuni dei suoi giri più interessanti. Quest’anno è stato a Bruxelles, Gand, Bruges e si è incontrato a Parigi con Celli con il quale avevano un appuntamento il 10 agosto alle 19. “La filosofia del viaggio in bici non è quella dell’arrivare. È piuttosto quella dell’andare. Senza fretta. Ogni giorno sono partito tra le sette e trenta e le otto. Mi fermavo dove volevo. Dopo avere percorso, anche grazie ad un tempo favorevole, circa 140 chilometri al giorno”. Il che presuppone anche un buon allenamento nel corso dell’anno. Appena uscito da casa in via del Porrione, Celli si è diretto a nord. A Poggibonsi per la Cassia, ha imboccato la 429 (“la strada peggiore per i ciclisti, con tutti quei camion che sbucano da una parte e dall’altra”) per andare a Osteria Bianca e poi Lamporecchio, Pescia, Bagni di Lucca, Barga. Celli ha fatto un resoconto del suo viaggio (“ma niente foto”, confessa) che ha intitolato ‘il viaggio dei sensi’, lasciato a Parigi ad un suo ex alunno, Federico Lenzi, studente Erasmus, che gli ha lasciato libera la casa essendo lui stesso in vacanza. “Quando viaggi così – spiega – tutti i sensi sono in gioco. Senti gli odori, i sapori, i rumori dei luoghi dai quali stai passando. Conosco tutte le cannelle d’acqua da Siena a Parigi”. Quando ha lasciato l’Italia, il professore ha viaggiato meglio. All’estero non mancano piste ciclabili. “In Svizzera ho viaggiato così per un giorno intero. E proprio grazie alle piste ciclabili sono arrivato facilmente a Notre Dame”. L’aspetto più gratificante è il rapporto con la gente. Che anche Ginanneschi ha sottolineato con entusiasmo. “Ho incontrato tanta gente che ti salutava, che ti chiedeva dove andavi, da dove venivi – racconta Celli –; una volta ho chiesto una informazione a due vecchietti sulla strada migliore da prendere e loro ne hanno discusso a lungo prima di darmi una risposta”. Dunque un modo di muoversi certo faticoso, che ti consente però di sentire ‘il sapore della gente’. Di riscoprire il rapporto con gli altri, nella vita di ogni giorno sempre più flebile, e più superficiale. E la libertà di decidere del proprio tempo. “Il senso della libertà ce l’hai dentro – confessa Lello Ginanneschi che ha deciso di viaggiare in bici affascinato dai racconti dei veterani dell’associazione senese –. Quando ti descrivono i viaggi, capisci che c’è un posto che ti aspetta. Il viaggio comincia quanto hai la voglia di partire. E la bici è la compagna ideale”. E allora per Lello (così, lo chiamano gli amici) è iniziata l’avventura per Santiago di Compostela. “Viaggi con te stesso, certo, ma non sei mai veramente solo perché ti trovi con tante persone che hanno il tuo stesso interessi”. Novecento chilometri di sensazioni nuove, sconosciute. “Perché il viaggio vero è l’andare”. Dove, forse, non ha poi tanta importanza. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 20 in libreria NOVANTA PEZZI DA 90 /3 Per gentile concessione della ‘Terre de Sienne editrice’ e degli autori Vincenzo Coli e Augusto Mattioli, prosegue la galleria dei vari personaggi sportivi presenti nel libro ‘Novanta pezzi da 90’ in vendita presso tutte le librerie senesi. la scommessa ed oggi è uno dei pochi manager senesi da esportazione. Chissà come sarà contenta, nel paradiso dei panieri sfondati, la professoressa pioniera Ida Nomi Pesciolini che nel 1907, con le ‘cittine’ di via S.Agata, andò a Venezia per dare una dimostrazione della ‘palla al cesto’ secondo i dettami dell’inventore mister Naismith. L’ultima volta che l’abbiamo sentita era molto arrabbiata: i giornali nazionali insistono a chiamarla Naomi. DANILO NANNINI Che tristezza vederlo in televisione, la sera della prima matematica salvezza della Robur, festeggiato dall’erede Paolo De Luca: lui, sempre stato un fenomeno di vitalità e intraprendenza, ormai vecchio e immobilizzato su una carrozzina... Danilo Nannini fu principe dell’imprenditoria e dello sport senese, esponente autorevole, e in scala, di quel capitalismo familiare che ha fatto grande l’Italia del miracolo economico. Danilo, fiero del proprio provinciali- FERDINANDO MINUCCI Lavorare in banca non lo divertiva. Ne uscì per occuparsi di raccolta pubblicitaria, fondò una radio e un quotidiano, fu inserito nei quadri della Mens Sana Basket. Ferdinando Minucci, pur a digiuno di tecnica non avendo mai giocato né fatto il coach, divenne general manager. Armi vincenti, la capacità di avere buoni rapporti con gli allenatori, l’abilità nel trovare gli sponsor e l’intuito nello scegliere fior di giocatori americani, per alcuni dei quali il Palasclavo fu il trampolino verso la NBA. Però, le cifre stanziate più che un decoroso cabotaggio tra A1 e A2 non garantivano. Allora si mise in testa tre idee esagerate: 1) creare una public company che grazie all’azionariato diffuso salvaguardasse la società dalle bizze di un despota; 2) ottenere dal Monte dei Paschi, dopo anni di presenza obliqua tramite aziende controllate, l’esposizione diretta del marchio in cambio di cifre generose ; 3) regalare lo scudetto alla società di pallacanestro più antica d’Italia. Portata a casa la coppa Saporta, sostituito il bravo ma troppo umorale coach Ataman con il mitico Charlie Recalcati, la Mens Sana ha vinto il primo campionato mandando la città in estasi. Il bis non è riuscito, ma l’impresa resta. I critici lo descrivono accentratore, restìo a concedere spazi e opportunità agli altri. I fatti dicono che Minucci, fresco Mangia d’Oro, ha vinto smo, più che altro ha costruito il mito di Siena città del ricciarello e del panforte. La dimensione internazionale, occupandosi d’altro, l’avrebbero raggiunta i figli. Era il Signor Padrone. Ma la domenica mattina gli piaceva stare alla cassa del negozio di piazza Matteotti, incartare il pacchetto delle paste legandolo col fiocco da passarci l’indice, spendersi in galanterie con le signore. Qualche tempo fa, in un’intervista, il decano degli allenatori Carletto Mazzone così ricordava il suo passato di giocatore bianconero anni Sessanta: 20 “... E poi m’aricordo Siena, presidente era Nannini, quello dei dolci. Sì, ce pagava, ma ‘nsomma, correvano pochi sordi all’epoca. Il giorno dopo la partita nun ce costavano niente le paste, e le commesse nemmanco...”. COMMANDOS TIGRE Dopo vennero ‘Quelli del terrazzino’, ‘Gruppo ritto’, ‘Gruppo ignorante’,’Rapolano biancoverde’, ‘Bria’i fissi’. Ma all’inizio c’erano loro, i Commandos Tigre, a tifare la Mens Sana navigante a vista tra prima e seconda serie. Un amore lancinante e non sempre ripagato, però totale, senza deroghe. Altrimenti, cosa può spingere un giovane sano di mente a denudarsi dalla cintola in su, sporgersi da una balaustra a rischio della vita, volgere le chiappe al parquet per incitare col megafono la curva, e non vedere un accidente della partita? Da qualche anno i Commandos, figli dei fondatori cresciuti e trasferiti in gradinata, hanno molto da gioire. ‘I campioni dell’Italia siamo noi’, hanno cantato in tournée nei palazzetti ostili, scavallati dai pullman che per colpa del traffico spesso arrivano nell’intervallo, mille chilometri per venti minuti di match. Sulla strada del ritorno la porchetta e il vino daranno un senso alla trasferta. Al tifoso autentico non importa avere o vedere, ma esserci, con ogni mezzo. OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 21 La nuova stagione sportiva della scherma cussina si apre con l’esordio anticipato per le due giovanissime fiorettiste che hanno partecipato all’allenamento estivo della nazionale giovanile di Lignano Sabbiadoro. Nel “Città di Trieste”, torneo under 20 alla prima edizione, Alice Volpi e Gaia Fratini, entrambe classe 1992 ed alla loro prima esperienza nella nuova categoria, raggiungono la finale ad ‘’8’’ classificandosi rispettivamente al 5° e 6° posto della graduatoria finale. Alice veniva fermata sul 12 a 15 dalla pisana Batini, di tre anni più grande, poi vincitrice della prova; Gaia, dopo aver raggiunto bene il tabellone delle finaliste, veniva superata dall’anconetana Di Piero. Risultato sicuramente positivo in relazione alla presenza di tutte le 16 ‘’azzurrine’’ convocate all’allenamento estivo per le quali la gara triestina era stata individuata dai tecnici federali per testare la condizione delle giovani fiorettiste al termine di sette giorni di intenso lavoro svolto durante il collegiale tenutosi nel Centro Federale di Lignano Sabbiadoro. Il mese di settembre vede anche la ripresa di tutte le attività della sala di scherma del Centro Universitario Sportivo che, anche per questa stagione, può confermare il prestigioso abbinamento con Montepaschi Vita quale sponsor generale di tutte le attività agonistiche svolte negli impianti sportivi universitari dell’Acquacalda e di San Miniato. L’esordio in una gara ufficiale per gli schermitori cussini è previsto dopo la conclusione dei Campionati Mondiali di Scherma in programma in Italia, a Torino, nella prima settimana di ottobre. La prima prova “Cadetti”, under 17, si svolgerà proprio a Lignano Sabbiadoro e vedrà scendere in pedana, nelle tre specialità, non meno di 15 atleti del CUS alla ricerca delle prime indicazioni stagionali sullo stato di forma e, per molti di loro, dei primi confronti con la realtà della nuova categoria. Dalla metà di ottobre in poi sarà un susseguirsi ed intrecciarsi di gare di ogni livello e categoria che, come tutti gli anni, costringerà tecnici e dirigenti ad una accurata pianificazione delle trasferte in maniera da prospettare ai singoli atleti gli impegni del proprio calendario; tali impegni potranno aumentare in relazione al superamento delle prove di qualificazione previste sia nelle categorie assolute che in quelle giovanili. Occorre precisare che nella scherma italiana, visto il numero tutto sommato esiguo, anche se in aumento nelle ultime stagioni, di tesserati, non esiste un’attività a livello locale o provinciale e le gare sono organizzate in base alle diverse categorie a livello regionale, interregionale, zonale o nazionale; oltretutto il calendario internazionale per le categorie under 20 e assolute influenza le date delle varie prove nazionali costringendo la Federscherma ad un vero e proprio gioco d’incastri per stendere il calendario definitivo delle numerosissime prove stagionali. Le gare ufficiali iniziano a 10 anni, classe 1996 in questa stagione, mentre chi è nato nel 1997 fa parte della categoria “Prime Lame” dove si può prendere parte ad alcuni tornei spesso abbinati a competizioni ufficiali. Il “Gran Premio Giovanissimi” rappresenta la prima fascia d’età che svolge gare agonistiche ed è compresa fra i 10 ed i 14 anni: “Maschietti” e “Bambine”, classe 1996, “Giovanissimi”, classe 1995, Daniele Giannini•scherma Si è messa in moto la complessa macchina organizzativa delle varie gare in programma nell’imminente stagione •Il Cus affila le lame “Ragazzi”, classe 1994, ed “Allievi” nati nel 1993. Cioè 4 categorie per 6 armi (3 maschili e femminili) con, alla fine, 24 titoli italiani in palio. Per tutte le categorie sono previste tre prove interregionali e due prove nazionali che permettono, sulla base della partecipazione, l’accesso al Campionato Italiano in programma intorno alla metà del mese di maggio a Rimini. La seconda fascia di categorie per età riguarda gli under 20 che sono divisi in “Cadetti”, nati fra il 1990 e il 1992, e “Giovani”, nati fra il 1987 e il 1989. Per entrambe le categorie sono previste due prove nazionali ed un Campionato Italiano riservato ai migliori 36 della classifica finale delle due rispettive prove. Il primo 30% dei “Cadetti” potrà partecipare alle prove “Giovani” raddoppiando in questo caso le gare da disputare nell’arco della stagione. Per la categoria under 20 esiste anche il Campionato Italiano a Squadre misto per arma che assegna tre ulteriori titoli italiani under 20 al fioretto, alla spada e alla sciabola. Ancora più complessa è l’attività assoluta, che quest’anno comprende tutti i nati fino al 1992, ed è regolata sulla base di qualifiche di zona (nord, centro e sud) dalle quali si accede alle prove nazionali di qualificazione che, anche in questo caso, per ogni arma, determineranno i migliori 36 atleti della specialità che andranno a disputare il Campionato Italiano individuale Assoluto. Parametri numerici e classifiche dei migliori atleti di ogni arma fissano i numeri totali dei partecipanti ad ogni singola prova e provvedono ad evitare che i migliori schermitori di ogni specialità passino per la prima fase di qualifica. Da evidenziare che sia per la spada maschile che per quella femminile, dato l’elevato numero di partecipanti, la fase “zonale” è sostituita da una fase “regionale” o “interregionale” che permette una migliore gestione di questa qualificazione. A queste prove si aggiunge una “Coppa Italia” con fase regionale e nazionale riservata però solo a chi non riesce a raggiungere dalle prove nazionali assolute i “play-off”, ultima gara utile per cercare un posto nell’elite dei 36 migliori atleti della stagione. A livello individuale esiste un ulteriore Campionato Italiano, istituito nella scorsa stagione, che si disputa su singola prova ed è riservato agli under 23. Per quanto riguarda le gare a squadre assolute, queste si dividono in serie con le prime otto Società della stagione precedente posizionate in “A1” ed i successivi gruppi di 16 Società rispettivamente in “A2”, “B1” e “B2” nazionale con una serie “C” zonale o regionale. In continua ascesa anche l’attività “Masters” che vede numerosi atleti over 40 cimentarsi in un articolato circuito di prove a loro riservate con il conclusivo Campionato Italiano diviso in categorie d’età: over 40, over 50, over 60. Sperando di aver fatto un po’ di chiarezza sulla complessa organizzazione delle gare di scherma, non ci resta che aspettare di poter scendere finalmente in pedana per dare il via ad una stagione che per i cussini senesi, anche sulla scia di quanto visto lo scorso anno, dovrebbe essere piena d’intense soddisfazioni. ■ La squadra vincitrice del ‘Trofeo Pavesi 2006’ di fioretto a Vicenza: Irene Crecchi, il M° Daniele Giannini, Gaia Fratini ed Alice Volpi 21 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 22 polisportiva •Rossella Lezzi Soddisfazione in casa biancoverde per la scelta di Siena quale sede della prossima Assemblea Nazionale dell’UNASCI •La Mens Sana 1871 fa gli onori di casa alle società centenarie Mens Sana 1871 e la nostra città sono state scelte per l’anno 2007 quale sede per organizzare e ospitare l’Assemblea Nazionale ordinaria dell’UNASCI, Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie d’Italia, Società Benemerita del CONI. L’assemblea si svolgerà il 17 e 18 marzo e negli stessi giorni verrà organizzato anche un convegno. L’Assemblea UNASCI è di estrema importanza per il mondo sportivo nazionale e vi è prevista la partecipazione oltre che dei dirigenti dell’Unione, dei rappresentanti di circa 100 Società sportive centenarie provenienti da tutte le Regioni d’Italia oltre ad operatori della stampa specializzata. “Mens Sana 1871, società ONLUS - dice Piero Ricci, presidente - è anche tra i soci fondatori dell’UNASCI. La nostra società esprime anche il delegato provinciale nella persona del vicepresidente Antonio Saccone. L’assemblea di marzo sarà un’altra occasione per Siena per promuovere il proprio territorio e le proprie potenzialità sportive”. Due momenti dell’incontro in Comune 22 La scelta da parte della storica Unione è stata determinata dal fatto che la Società senese, nella graduatoria nazionale, occupa per anzianità il quinto posto e proprio per questo il CONI nazionale ha insignito Mens Sana 1871, nel gennaio del 2002, della massima onorificenza sportiva costituita dal ‘Collare d’oro’. Le istituzioni senesi hanno accolto con grande attenzione la notizia e proprio lo scorso venerdì 1° settembre, presso il Palazzo Pubblico, il Sindaco di Siena, Maurizio Cenni, e l’assessore allo Sport, Massimo Bianchi, hanno incontrato la dirigenza di Mens Sana 1871 e una delegazione dell’UNASCI. “La città è onorata di ospitare un così importante avvenimento per le società sportive italiane e darà il proprio patrocinio all’evento. Siamo felici di accogliere le delegazioni prove- nienti da tutto il Paese, in rappresentanza di un movimento di base che rappresenta senza dubbio la parte migliore del nostro sport, quella che include la formazione e l‚educazione delle nuove generazioni”, ha dichiarato il Sindaco Maurizio Cenni. “L’Amministrazione comunale – ha garantito l’assessore allo Sport, Massimo Bianchi – darà il massimo supporto per quanto riguarda la logistica dell’organizzazione. Inoltre questa manifestazione è testimonianza che l’associazionismo sportivo senese è una realtà che prosegue nel tempo, come testimoniano gli oltre 2600 soci di Mens Sana 1871 e le altre nostre associazioni sportive cittadine di non meno importanza”. Sono stati dunque ricevuti a Palazzo Pubblico Sergio Lavagno, presidente nazionale UNASCI, della Reale Società Ginnastica Torino 1844, Bruno Gozzelino, segretario Generale, della Società Pro Patria Milano 1883, Giancarlo Giommetti Consigliere Nazionale, della Fratellanza Ginnastica Savonese 1883, Marcello Zaetta, delegato regionale per la Puglia, della Società Lega Navale Italiana sezione Bari 1901 accompagnati da Piero Ricci, presidente Mens Sana 1871 e Antonio Saccone, delegato provinciale Siena UNASCI e vice presidente Mens Sana 1871. Il 2 settembre poi i delegati, riunitisi presso il Palazzetto Giannelli per concordare l’organizzazione dell’evento, hanno avuto la possibilità di visitare le attrezzature sportive di Mens Sana 1871, conoscerne la realtà composta da oltre 2.600 soci, 14 sezioni e le strutture di sua proprietà: un palasport da 5.000 posti, un palazzetto da 1.000 posti, una tensostruttura, un percorso natura attrezzato all’aperto, 170 posti auto, 2 bar. Come campi da gioco hanno visitato i 2 campi da basket/volley, 2 campi da pattinaggio/hockey e infine le 6 palestre attrezzate per le varie discipline. L’UNASCI è una istituzione diffusa su tutto territorio nazionale che si prefigge in primo luogo lo scopo di promuovere, diffondere e valorizzare l’attività sportiva quale elemento determinante della crescita fisica, morale, civile e sociale dei giovani cui si aggiunge la salvaguardia e l’incremento del patrimonio storico/culturale/sportivo delle Società sportive e delle tradizioni dello sport in Italia. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 23 La stretta connessione che esiste tra sport e scuola, il cui radicamento socio-culturale ha vissuto, specie in passato, fasi altalenanti legate ai profondi mutamenti del nostro Paese, costituisce, nella realtà di Siena, un caposaldo ormai tradizionale per lo sviluppo e la diffusione di un bagaglio formativo diretto ai giovani e al loro futuro. Il Prof. Francesco Binella, responsabile dell’Ufficio per il Coordinamento dell’Educazione Fisica e Sportiva presso il Centro Servizi Amministrativi, è interlocutore privilegiato in questo senso: la sua lucidità di analisi, unita ad una specifica competenza in materia, è una vera e propria ‘manna’ per il cronista, oltre che preziosa occasione utile a ribadire la convergenza istituzionale instauratasi, sotto il profilo della valenza ludico-sportiva nel processo di completamento di ogni individuo, fra tutte le istituzioni locali: dal Comitato Provinciale del Coni, partner di riferimento come espressione di un universo sportivo non più articolato nella sola dimensione federale, ma esteso agli Enti di Promozione, alle Amministrazioni Provinciale e Comunale di Siena, anime di una sinergia attiva su tutto il territorio e capace di coinvolgere fette sempre più ampie di popolazione tra le fasce più giovani in generale e a livello scolastico in particolare. “Questo ufficio – esordisce il Prof. Binella – venne istituito da una legge del 1958, tuttora in vigore, con l’obiettivo di stabilire un piano comune di intervento che coordinasse ogni iniziativa fisico-motoria organizzata all’interno della realtà scolastica provinciale. “Sdoganare” l’esercizio fisico e riconoscerne il contributo specifico, non è stata operazione semplice ed ha richiesto molte tappe intermedie. L’aggiornamento normativo della materia è da più parti auspicato, in modo da poter recepire, anche in campo legislativo, i mutamenti che la nostra società sta attraversando. Com’è ovvio, quello degli insegnanti di educazione fisica è stato e continua ad essere un ruolo determinante, specie a livello di scuola secondaria di primo e secondo grado, dove l’attuale ordinamento colloca per legge questa figura”. L’importanza di una precoce educazione sportiva, non prettamente incentrata sul lato agonistico, ma vista come aspetto irrinunciabile per un corretto stile di vita ed una sempre migliore integrazione etico-sociale, anche nelle più basse fasce di età, ha spronato tutte le istituzioni ad uno sforzo d’insieme teso ad allargare la propria operatività anche all’istruzione elementare, sforzandosi di ottimizzare, nel modo più funzionale possibile, la ristrettezza di risorse con l’emergere di nuove crescenti esigenze. In questo modo Siena ha avviato un processo teso a colmare una lacuna che, a livello nazionale, aveva assunto dimensioni preoccupanti, anche in relazione al fatto che quello scolastico rimane ancora oggi, per molti giovani, l’unico approccio all’attività sportiva. “Il grande successo riscosso dal progetto denominato ‘Il Bambino sceglie lo Sport’, che sarebbe riduttivo limitare al solo aspetto numerico, e che da quest’anno ‘abbraccia’ l’intero ciclo della scuola primaria, è la verifica più appagante sull’efficacia della direzione intrapresa, in piena identità di vedute e uniformità di intenti. Osservazione, questa, non scontata altrove e, scevra da ogni retorica, poggia sul pieno rispetto dei singoli ruoli, si fonda sulla cordialità dei rapporti umani ed interpersonali e mira all’interesse della collettività”. Una condizione fondamentale che ha sviluppato la nuova presa di coscienza, oggi riscontrata quotidianamente, della complementare organicità tra scuola e sport. “È indubbio – sottolinea ancora Binella – che gli spazi e i contesti offerti alla promozione di molte discipline, a torto considerate ‘minori’, abbiano ampliato, attraverso manifestazioni come i Giochi Sportivi Studenteschi (che hanno recentemente vissuto l’epilogo dell’edizione 2005/2006 con le finali nazionali di Lignano Sabbiadoro) il ventaglio della polisportività, facendo conoscere ed apprezzare pratiche indivi- duali e di squadra alle quali in tanti stanno avvicinandosi con sorprendente entusiasmo”. Un segno dei tempi – diremo – nell’impronta del quale non va trascurato il concorso dei genitori, i quali, formatisi in un tessuto sociale dove il fenomeno sportivo è andato assumendo sempre maggiore rilevanza, orientano naturalmente i propri figli verso un qualsiasi tipo di pratica sportiva, convinti come sono che l’attività fisica non sia più un semplice pretesto per divertirsi o peggio una distrazione dalla normale didattica ma, al contrario, l’espressione di un progresso culturale che, tra i ritmi frenetici del nostro tempo, costituisce la base del viver sano. “Sulla scorta di questi evidenti benefici, il nostro impegno è proteso al consolidamento dello sport e dell’esercizio fisico quale patrimonio di tutti e per tutti. Siamo persuasi di dover lavorare ad una dimensione sportiva che, a livello scolastico, sappia scindere lo spirito sociale ed educativo dall’aspetto tecnico ed agonistico, questo per portare prioritariamente la risorsa sportiva appannaggio di chiunque voglia usufruirne, a prescindere dalla naturale selezione che le predisposizioni di ognuno inevitabilmente comportano”. Qualche passo avanti si è compiuto anche a livello nazionale: il ripristino dei ‘Giochi della Gioventù’ sancito dal Coni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, che nella fase sperimentale ha fatto tappa anche a Siena, muove in questa direzione. Va detto, tuttavia, che molto resta ancora da fare, alla luce di un confronto dialettico ed operativo che, ai vertici, non sempre registra la necessaria convergenza tanto proficua a livello periferico. “Con la certezza che l’ulteriore consolidamento dei rapporti tra amministrazione scolastica ed organismi istituzionali sul territorio – conclude Francesco Binella – sapranno fornire le risposte più adeguate alla richiesta socio-formativa che giunge dalla realtà di Siena e della sua provincia, attraverso gli appuntamenti ormai annualmente presenti in calendario, ma anche favorendo la più ampia diffusione di nuove iniziative che vanno definendosi, mi sento di garantire un impegno collettivamente proteso alla creazione di un tessuto sociale dove le future generazioni, possano crescere, prima ancora che come atleti, anche grazie alla propria esperienza scolastica, come cittadini di un mondo migliore”. ■ Il prof. Binella (secondo a siniustra) durante una iniziativa scolastica Francesco Vannoni•cinque cerchi Giro d’orizzonte con il prof. Franceso Binella sui rapporti fra scuola e sport •Dalle sinergie la proposta per decollare 23 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 25 Ancora fermi tutti gli altri campionati, ha preso il via quello di A/1 femminile, che vede ai nastri di partenza anche la Monte Paschi Finance Libertas Siena. Compito arduo quello delle ragazze senesi, chiamate ad una conferma della prestigiosa posizione di vertice raggiunta nel massimo campionato, che richiederà il più grande impegno da parte di tutta la struttura. Del resto il coach Andrea Del Tomba, fedele al principio di “squadra che vince non si tocca”, ha espresso la convinzione che il gruppo della scorsa stagione agonistica, che ha dominato – ricordiamolo – i playoff di maggio, ha ancora dei margini di miglioramento tali da garantire la permanenza in A/1. Sui campionati di A/1 maschile e femminile, fiori all’occhiello del movimento pongistico, la Federazione Nazionale ha investito molto in questi ultimi tempi, particolarmente in termini di immagine, tanto che adesso i giornali sportivi a larga tiratura (Gazzetta dello Sport e Tuttosport) dedicano alla disciplina spazi sempre più ampi nelle loro edizioni del lunedì, con risultati e classifiche. Ma è soprattutto la televisione con RAI Sat, che ha scoperto la spettacolarità del tennistavolo, che ha inserito nel palinsesto del venerdì pomeriggio la ripresa diretta di una partita di A/1 maschile o femminile. Le prime esperienze sono state altamente positive e molto interessante si è dimostrato l’esperimento di dotare di microfono i tecnici delle due squadre, in modo da carpire i loro consigli forniti ai rispettivi atleti, nelle fasi di time-out o al termine di ogni set. Bellissime le riprese, con dei primi piani di molto effetto, che mettono in risalto la tensione agonistica nei volti degli atleti. Tutto questo, naturalmente, dovrebbe servire ad aumentare il numero degli appassionati e di coloro che vorranno cimentarsi in questa pratica sportiva olimpica. Ed in questo contesto, anche per la Monte Paschi Finance Libertas Siena si accenderanno presto i fari della ribalta televisiva, e precisamente il 10 novembre prossimo, allorquando giocherà in trasferta a Molfetta per la 6° giornata di andata. Ma nel frattempo, come abbiamo detto, è iniziata per le ragazze senesi l’avventura in A/1, anche se, purtroppo, la partenza non è stata delle più felici. Bruciante la sconfitta casalinga per 3 a 0, che il Saint Vincent Petroli ha inflitto al team senese, ma sinceramente il punteggio è bugiardo, perché in campo non si è vista una tale differenza di valori. Indubbiamente l’emozione dell’esordio nella massima serie ha giocato un brutto scherzo alle nostre rappresentanti ed il loro rendimento ne ha risentito molto. Anche il coach non sa darsi una spiegazione della contro performance registrata dalla cinesina Ya Nan Zhang, che ha perso il primo match contro la difenditrice Zancaner, la quale, peraltro, pur essendo la numero 8 delle classifiche italiane, non ha fatto niente di straordinario per aggiudicarsi la partita. Ed infatti sono stati soprattutto gli Corrado Bagella•tennis tavolo Nonostante il difficile esordio delle ‘citte’ in A1, il potenziale delle diverse squadre senesi resta intatto •La Libertas ripassa l’A-B-C-D errori commessi dalla Zhang Ya Nan a spianare la strada alla valdostana, errori che non si spiegano se non in chiave emozionale. Poteva rientrare nelle previsioni, invece, e quindi accettabile, la sconfitta rimediata da Anna Brzan nei confronti della cinese Wang Ya Jing, una cliente difficile da addomesticare, mentre resta un mistero il comportamento di Marloes De Smet di fronte alla rumena Steff. In vantaggio per 2 set a 1, esprimendo un efficace gioco d’attacco, l’olandese si è fatta poi irretire in un gioco difensivistico negli ultimi due set, regalando praticamente la vittoria all’avversaria. Un primo turno tutto da dimenticare, quindi, per la Libertas femminile, mentre nel week-end di fine mese hanno preso il via i campionati nazionali di A/2 e C/1 maschili, nonché, in campo regionale, la C/2 e la D/1 maschili. La squadra di A/2 maschile, ben collaudata ormai nei confermatissimi Fatai Adeyemo ed Angelo Teatino, si è rinnovata con l’inserimento del giovane Vincenzo Dario Sanzio di Bari, n° 1 delle classifiche italiane juniores, e del senese Alessandro Cerretti, da quest’anno promosso 2ª categoria. Sanzio, in particolare, rappresenta uno dei punti cardine della nazionale giovanile, tanto che, ai recenti Campionati Europei, è stato titolare fisso della formazione. Un ottimo acquisto indubbiamente, sul quale la Monte Paschi Finance Libertas Siena può fare affidamento per un campionato di media-alta classifica. Anche la formazione di C/1, composta da Francesco Cosci, Marco Buonazia e Marco Muratori (da quest’anno promosso 3ª categoria), si avvarrà dell’inserimento di una giovane promessa del tennistavolo toscano. Lorenzo Becucci di Arezzo, classe 1991, è approdato infatti a Siena animato dalla migliore volontà di ben figurare e, conoscendolo bene, siamo certi che non deluderà le attese. Completano il quadro delle forze senesi in campo, la compagine di C/2 maschile, composta da Claudio Doldo, Massimo Ferri e Carlo Petreni, e quella di D/1 formata dai prodotti del vivaio locale, curato da Andrea Del Tomba, Duccio Bianciardi (classe ’91), Francesco Lorenzini (’92) e Pietro Vannini (’93), che si affacciano per la prima volta ad un campionato regionale. ■ L’olandese Marloes De Smet e la cinese Ya Nan Zhang, punte di forza della formazione senese neo promossa in A1 25 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 27 La ricreazione è finita, si torna a fare sul serio ed in questo frangente non c’è niente di più elettrizzante che iniziare un cammino profondamente nuovo con l’entusiasmo del “debuttante”. Già perché la stagione che va ad iniziare è quella del lancio definitivo di un protagonista di vecchia data, ma che per la prima volta recita da protagonista: Simone Pianigiani. In certe occasioni avremmo potuto assegnargli già qualche premio quale miglior attore non protagonista, considerati i moltissimi successi a livello giovanile, la scoperta e la relativa crescita di tanti giovani talenti e non ultimo, i meriti di aver condotto da par suo momenti importanti della stagione agonistica di un gruppo, quali ad esempio la fase preparatoria al campionato. Esperienze che sono tappe di avvicinamento ad un traguardo che riteniamo oltre che logico, visto l’evolversi nel tempo della situazione, anche meritato, perché nella scelta di Pianigiani non c’è nulla di diverso rispetto al cammino che hanno fatto tanti celebrati colleghi di Simone, come Messina, Scariolo, Bucchi, Sacripanti ecc., che maturate esperienze significative all’interno delle società, hanno spiccato il volo verso orizzonti sempre più alti, confermandosi anche a livelli superiori. Accanto a quello che può essere considerato un auspicio, aggiungiamo pure la nostra intima consapevolezza che la scelta operata da Minucci è fondamentalmente giusta, perché dirigere una società vuol dire anche finalizzare il proprio lavoro alla formazione delle persone che vi operano, con una prospettiva a 360°, dall’ambito gestionale-amministrativo, a quello più strettamente agonistico. Un contesto questo nel quale la valorizzazione dei giocatori è elemento di primaria importanza, ma può non esserlo da meno formare tecnici in grado di dare qualità ed anche un’identità forte. Perché se alla vigilia di questa nuova avventura si possono concedere solo aperture di credito generiche, esprimere perplessità o delineare possibili scenari futuri, su di una cosa possiamo esprimere una certezza, quella legata ad una forte ricerca di identità (senese) ulteriormente valorizzata con la scelta di Simone Pianigiani. Il neo-coach, senza voler ipotecare in minima parte il futuro, sta offrendo di sé una dimensione fatta di grande tranquillità e consapevolezza, che esula dal contesto che lo circonda, conscio però che intorno a lui c’è molta fiducia, ma anche chi lo attenderà al varco senza concedere sconti, nella migliore tradizione di chi vuole il profeta in patria sempre alle prese con innumerevoli difficoltà. Che sia un vantaggio o meno lo vedremo in futuro, fatto sta Pianigiani conosce l’ambiente come le sue tasche e l’applauso durante il match contro i Campioni d’Europa del CSKA Mosca tributatogli dal terrazzino (un esame questo che tocca indistintamente a tutti i protagonisti in bianco-verde e sul cui esito nulla è scontato), è più che un’apertura di credito. È un attestato di stima ed un riconoscimento di quella mensanità, che certo appartiene a Pianigiani. Simone ha condotto una fase di preparazione ed un precampionato alla sua maniera, fatta di intensità e risultati, poco importanti fin quanto si NONOSTANTE LE OGGETTIVE DIFFICOLTÀ LEGATE AL ‘CASO BAXTER’, LA SERENITÀ DEL TEAM BIANCOVERDE NON NE ESCE SCALFITA Sarà la voglia di sorprendere l’arma in più della MPS MAURO BINDI vuole in questo frangente, ma altrettanto non trascurabili quando le vittorie arrivano con continuità e si affronta la progressività delle difficoltà con tangibile determinazione e riscontri positivi. È ovvio che tutti, e Pianigiani in primis, avrebbero fatto a meno dei molti problemi e contrattempi che hanno contraddistinto i primi passi della nuova stagione, ma averli gestiti al meglio, cioè ricevendo riscontri oggettivamente positivi dal lavoro forzatamente parziale imposto dalle defezioni di elementi fondamentali per gli equilibri del nuovo gruppo, è un segno tangibile della qualità inseguita e raggiunta in questa prima parte della stagione. La squadra uscita dal ridisegno operato in estate, dimostra di aver ulteriormente spostato il suo baricentro lontano dal canestro con un reparto di esterni ampio, intercambiabile e decisamente ricco di potenzialità offensive. Qualche perplessità può venire in chiave difensiva dalla taglia di Mc Intire e dalle capacità, soprattutto di concentrazione, dei vari Forte, Sato e Kaukenas, ma nel complesso il reparto ha già fatto vedere ottime cose, parallelamente alla capacità già evidenziata di Pianigiani di operare una valida rotazione di tutti gli interessati. Da più parti viene sollevato il quesito legato alla presenza di un solo vero play di ruolo, visto che Forte potrebbe esserlo solo per delimitati frangenti e che D’Ercole per questi livelli è assolutamente una novità, resta il fatto però che sulla carta Mc Intire è in grado di fornire minimo 25/30 minuti di regia e che accanto a Forte una mano la possono dare pure Kaukenas e Carraretto, quindi un ventaglio di opzioni in grado di gestire con sufficiente tranquillità la situazione. Intanto risalta in maniera evidente l’assoluta imprevedibilità del reparto, che somma alle qualità già sperimentate di Kaukenas, la pericolosità perimetrale di Mc Intire ed il notevole bagaglio di soluzioni di Joseph Forte, di cui si intuiscono le capacità che ne fecero un prima scelta NBA e che a Siena tutti si augurano trovi l’ambiente ideale per esprimere a pieno il proprio potenziale. In fondo intuire le capacità e valorizzarne il potenziale, senza essere una formula matematica, è senza dubbio l’obiettivo che deve porsi una squadra come la Montepaschi, oggettivamente non in grado di lottare economicamente con i team più forti, ma in grado però di mettere a frutto la propria esperienza ai massimi livelli per scoprire giocatori ancora non di primissima fascia, ma che potrebbero diventarlo. In questa ottica il discorso fatto precedentemente per Forte è riproponibile in toto per Romain Sato, dominatore a livello individuale della passata stagione di Legadue ad Jesi ed atteso con molte aspettive ad un salto di categoria, che potrebbe non penalizzarlo eccessivamente. Intanto Sato ha già dimostrato in questo precampionato come la sua multi-dimensionalità che nasce da una esuberanza fisica con pochi uguali, farà molto comodo alla causa biancoverde, considerandolo oltretutto compagno di viaggio non troppo ingombrante per il definitivo lancio di Gigi Datome, con cui dividerà lo spot di 3, ma che allo stesso tempo non ne vieta l’utilizzo contemporaneo considerate le caratteristiche dei due giocatori. ba s k e t 27 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 28 Anche perché la stagione senese non può prescindere dal fatto che Datome trovi un impiego continuativo lungo l’intero corso del campionato, con la consapevolezza che per Gigi inizia una fase estremamente delicata della sua carriera. Infatti dopo essersi messo in luce (ad intermittenza) al suo primo vero anno di basket professionistico, questo che sta per iniziare diventa necessariamente l’anno della sua consacrazione ai massimi livelli e non può sfuggire a nessuno il rischio che ciò possa provocare più di un problema al suo talento. Ma saranno problemi di crescita, tappe fondamentali per seguire le orme dei molti talenti nostrani che con difficoltà, ma anche con concreti risultati (Bargnani prima scelta assoluta NBA, Belinelli già top player europeo, Gallinari il prossimo uomo copertina) il basket italiano sta proponendo sul palcoscenico internazionale del basket. Ma se Datome rappresenta in casa mensanina la punta dell’iceberg di un movimento che ha conseguito negli ultimi anni innumerevoli successi a livello giovanile, non è trascurabile la volontà, già evidenziata in questo primo scorcio della stagione, di valorizzare sempre più il potenziale offerto dai giovani usciti dal vivaio. Parliamo oviamente di D’Ercole, ma soprattutto di Lechtaler tornato dalle esperienze maturate fuori Siena completamente formato, tanto che il suo utilizzo nasconde non solo l’obiettivo di offrirgli scampoli di gioco necessari per fare esperienza, ma minuti concreti dove la sua consistenza fisica e mentale torneranno veramente utili alla causa senese. Soprattutto finchè non si sarà conclusa la vicenda Baxter e quest’ultimo sarà inserito a tutti gli effetti nei meccanismi del gioco senese. Non possiamo nasconderci che proprio il vuoto lasciato dal pivot americano ad inizio preparazione, ha determinato più di una preoccupazione, gestita però al meglio contrattualmente con un prolungamento dello stesso anche per la prossima stagione, che sulla carta potrebbe diventare il colpo più determinante per il futuro della Montepaschi ed anche agonisticamente parlando, perché turata la falla Baxter con l’arrivo di Helliwell, giocatore perfetto per coprire situazioni di questo 28 b a s ket genere, si è avuto modo di scoprire da subito le qualità granitiche di Lechtaler. Certo non ci voleva lo stop di Eze, elemento chiamato a dissipare i dubbi dell’ultima stagione e fondamentale proprio per gestire la “vacanza” di Baxter, ma non può sfuggire come la struttura della squadra sotto canestro non si discosti di molto dalla fisionomia dello scorso anno, i cui risultati obiettivamente hanno determinato scelte diverse per la stagione in corso, ma che per un periodo relativamente lungo, come quello imposto dai tempi di arrivo e progressivo inserimento di Baxter, è in grado di reggere l’impatto del campionato. Il problema più evidente è che le caratteristiche attuali del settore lunghi senesi determinano scelte di gioco diverse rispetto a quelle individuate per Baxter e il lavoro da svolgere in tal senso dovrà essere fatto da metà ottobre in poi contingentemente con le necessità della squadra. Necessità che sconteranno il duplice impegno di campionato e Coppa, quindi in situazioni non ottimali. Non dimentichiamo però che siamo all’inizio di un nuovo ciclo, che pur non mancando le pressioni, non ci sono obiettivi fissati che possono far scattare particolari situazioni di tensione. L’unico vero obiettivo, di gettata progressiva, è scoprire e possibilmente superare, di giornata in giornata, i limiti di un gruppo estremamente giovane (nessuno dell’attuale organico supera i 30 anni di età) e che potrebbe riservarci gradite sorprese nel corso della stagione. Una stagione quindi da vivere intensamente, con aspettative graduali, capaci, e questo è l’augurio più sincero, di caricarsi di entusiasmo con la crescita del gruppo. Un gruppo che persegue ancora la strada delle forti motivazioni dei singoli, per scalare un ranking nazionale dove la Montepaschi parte forse un po’ più defilata rispetto al passato, ma non necessariamente con meno chance di ben figurare. La stagione si presenta con equilibri tutti da ricercare e mentre l’introduzione dei quattro extracomunitari contribuisce a rafforzare questa sensazione di incertezza, il campionato italiano si propone sempre più come campionato “di sviluppo”. Particolarità che si nota sempre più, perché dopo tanti anni di inseguimenti fatti nei confronti di giocatori con esperienze NBA o già affermati a livello europeo, si è tornati a battere la strada dei collegiali o comunque dei giovani da valorizzare, segno che alle nostre latitudini il lavoro tecnico sui singoli ha un significato importante, testimoniato dai molti elementi formatisi nel nostro campionato ed esportati ormai nelle aree di maggior sviluppo del basket mondiale. C’è in effetti un grande fermento nei confronti del reclutamento e della valorizzazione dei giovani e a questo proposito ci si conceda un’ultima amara considerazione. In ambienti sportivi come quello del basket a ragione parliamo spesso di regole ed anche di stile, due cose diverse, ma che spesso si associano o entrano pesantemene in conflitto e questo è quello che sta accadendo nel mondo della nostra pallacanestro, dove l’assenza di regole, o meglio un buco regolamentare, sta determinando situazioni inaccettabili. Il riferimento diretto è relativo al problema del reclutamento dei ragazzi nei settori giovanili, dove non esiste più di fatto un rapporto tra società sportive, ma bensì un ponte privilegiato tra società e famiglie dei giovani prospetti, rapporto implicitamente alimentato dalle manchevolezze normative dei regolamenti federali e che è senza dubbio lecito finchè si parla di progetti formativi (sport e scuola) da esporre e far valutare alle famiglie, diventa però assai meno lecito se le argomentazioni diventano principalmente economiche. Aspetto questo che di fatto bypassa le società che si sono occupate della formazione dei ragazzi fino ad una certa età e che poi si ritrovano con un indennizzo tabellare la cui entità non è nemmeno lontanamente vicino all’investimento operato. Ci associamo quindi al grido di allarme di Fabio Bruttini, che in qualità di presidente di un piccola società fortemente impegnata nella valorizzazione del settore giovanile si è visto penalizzato dalla vicenda Rullo, partito per Treviso a fronte dell’irrisorio indennizzo sopra ricordato e giustamente preoccupato per le scelte da fare in futuro nei confronti della sua società, ma ci associamo anche all’atto di accusa partito dalla società mensanina nei confronti di chi sta abusando di questo comportamento. È indubbiamente una questione di rispetto e di stile quello che riguarda invece i rapporti tra società, tutte accomunate dagli stessi obiettivi e dalle stesse necessità e per questo non può passare inosservato quanto accaduto nel corso di questa estate, quando una società gloriosa e dall’indubbia immagine come la Benetton Treviso, in barba ad un accordo tra la Mens Sana ed un’altra società, ha completamente ignorato quest’ultimo, accordandosi direttamente con la famiglia del ragazzo in questione. Brutta pagina di stile, che forse si sta perdendo tra le pieghe di un fisiologico cambio generazionale (Gherardini docet), ma che può essere attenuato per il futuro solo se la Federazione non chiuderà gli occhi su di un fatto eticamente pessimo e dai risvolti sostanzialmente deflaganti. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 29 CHI SONO E QUALI GARANZIE POSSONO OFFRIRE I NEO BIANCOVERDI Un otto (speriamo) davvero ..volante Continuità e cambiamento, due elementi la cui fusione è spesso alla base del successo di un progetto. E se Stonerook, Kaukenas, Boisa, Eze e Datome sono il filo che ci lega con il passato più recente, Mc Intyre, Forte, Carraretto, Sato, Baxter, Helliwell, Lechtaler e D’Ercole rappresentano quella novità che alimenta nuove speranze. Vediamo quindi i nuovi protagonisti in bianco-verde, per i quali vale la medesima considerazione: la Montepaschi gli offre un’opportunità grande di lottare per obiettivi di alto livello. A loro spetta il compito di sfruttare con convinzione ed impegno questa chance. TERREL MC INTYRE: dopo Stefanov, torna l’era di un play di ruolo, senza tanti fronzoli ma capace di reggere il campo con autorevolezza. Come tutti i play tascabili (175 cm, ma anche 81 chili) fa della velocità il suo pezzo forte, ma non ne abusa, come del suo tiro da tre punti, che gli ha regalato un record difficilmente eguagliabile: 10/10 da oltre l’arco lo scorso anno a Bologna e che gli consegna di diritto un posto d’onore nei primati di ogni epoca del campionato. A Siena potremmo accontentarci anche di meno, diciamo confermare il quasi 43% da tre, il saldo attivo tra palle perse e recuperate e gli oltre 4 assist a partita che ha prodotto nell’ultima stagione a Reggio Emilia. A questo proposito giova ricordare un dato non secondario: Mc Intyre è alla sua quarta annata in Italia, nelle precedenti tre esperienze i suoi numeri si sono sempre migliorati, pur crescendo il livello qualitativo con il quale si è misurato (Ferrara all’esordio in Legadue, a Capo D’Orlando per una storica promozione in serie A, a Reggio Emilia all’esordio nel massimo palcoscenico). Pretendere che a Siena riesca ancora a migliorarsi come cifre è obiettivamente troppo, ma riuscire a garantire qualità in cabina di regia, dovrebbe essere un obiettivo centrabile per un play difficilmente fuori ritmo e controllo. Tosto fisicamente, patirà qualche miss match contro pari ruolo più alti di lui, ma questo è in effetti l’unico punto interrogativo, perché la sua leadership non invadente si sposa perfettamente con le caratteristiche dei suoi compagni di reparto. JOSEPH FORTE: dopo una stagione passata ad invocare un’alternativa valida a Rimauntas Kaukenas, ecco che il lituano trova un compagno di gioco ed un suo alter ego potenzialmente perfetto. Imprevedibilità, tempi di esecuzione al tiro rapidissimi e mille opzioni in fatto di conclusioni, ne fanno un attaccante nato. Le sue credenziali fino all’età di diciannove anni sembravano proiettarlo ai livelli più alti del mondo professionistico, poi la caduta vertiginosa fatta di passaggi a vuoto che sembravano spezzarne le velleità agonistiche. Infine una lenta ripresa ripartendo dalle leghe minori americane e la decisione di provare l’avventura europea in Grecia, dove le sue ottime prestazioni hanno alimentato l’attenzione da parte senese. A dispetto di questa storia, Forte ha appena 25 anni ed un talento che chiede forse solo di poter essere espresso in maniera compiuta . A livello di NBA ha pagato la scarsa velocità di base che lo contaddistingue, ma se in America questa caratteristica diventa una discriminante fondamentale nel giudizio dei giocatori. In Europa, per quanto performante, Forte può sopperire sfruttanto le qualità tecniche. Qualcuno lo ha avvicinato come movenze ad un grande del passato senese e più in generale italiano: Darren Daye, un confronto difficile da sostenere, ma che dimostra come in lui si vedono tratti di classe veramente notevoli. Forte è chiaramente una delle grande sfide della stagione senese e la scommessa non è solo tecnica. Anzi la verifica più importante è quella della tenuta mentale nell’arco di una stagione che si presenta come al solito lungo ed impegnativa. L’apMARCO CARRARETTO 29 b a s ket LORENZO D’ERCOLE WADE HELLIWELL proccio è stato dei migliori e questo non è poco, la speranza è quella di aver centrato uno di quei colpi a sorpresa che possono cambiare una stagione. MARCO CARRARETTO: dire che una squadra è fatta di primattori e seconde linee è affermare una cosa pressochè scontata. Esperienze come quelle della passata stagione, dove difficilmente si notava il confine tra gli uni e gli altri, si sa perfettamente come sono evolute. Quindi non c’è nulla di offensivo inserire Carraretto tra coloro che partiranno con meno riflettori addosso.La differenza sostanziale invece la fa proprio la qualità sia dei titolari, che dei rincalzi e sotto questo aspetto Carraretto è l’emblema del giocatore di rendimento, che si è costruito una solida reputazione nel corso di tante esperienze diverse, in squadre di fascia media, ma anche di primo livello, sia in Italia, che in Europa (Spagna). L’esterno trevigiano rientra in Italia dopo due buone stagioni trascorse in Spagna e mette a disposizione della Montepaschi la sua capacità, alzandosi dalla panchina, di farsi trovare pronto in qualsiasi momento della gara, offrendo pure una duttilità tattica che lo può rendere utile in tutti ruoli esterni, dallo spot di 3, fino a garantire addirittura qualche minuto in cabina di regia. Tiratore temibilissimo da fuori, è uno di quei giocatori essenziali per dare equilibrio all’intero gruppo, conosce perfettamente il suo ruolo e questo è un motivo in più per ritenerlo perfetto per svolgere quello per il quale è stato chiamato a Siena. ROMAIN SATO: lo scorso anno fu sorprendente vederlo scegliere la Legadue ad Jesi, dopo aver esordito nella NBA a San Antonio, che su di lui, seconda scelta del draft, aveva riposto molte aspettative. La sorpresa è cresciuta per quello che ha saputo fare in terra marchigiana, dove veramente ha finito con lo strabiliare. Dopo una piccolissima parentesi spagnola nei playoff con la maglia del Barcellona a rimpiazzare proprio l’ex senese Thornton, Sato è diventato uno dei soggetti più richiesti sul mercato ed il motivo è chiaro: l’ex jesino ha tutte le carte in regola per ripetere gli exploit di uomini come Hawkins e ...che dopo aver dominato in Legadue, si sono imposti all’attenzione generale anche a livello superiore. Giocatore dalle qualità atletiche fuori dal comune, Sato unisce una duttilità tattica che gli permette di giocare in almeno tre ruoli, la sua esuberanza atletica lo rende rimbalzista aggiunto di notevole sostanza, nonché difficilmente arginabile e senza essere un tiratore, ha nel suo repertorio ogni tipo di tiro. Logicamente deve imparare a non abusare delle proprie capacità fisiche e soprattutto inserito in un contesto più bilanciato in termini di responsabilità rispetto ad Jesi, dove giocava buona parte dei palloni, deve riuscire a rimanere dentro il gioco della squadra senza isolarsi, ma le qualità ci sono, i crismi del leader li ha già dimostrati, quindi aspettiamo fiduciosi di vederlo esplodere anche in maglia biancoverde. LONNY BAXTER: per una volta trascuriamo gli aspetti extra sportivi che lo hanno visto protagonista in negativo alla vigilia della partenza per Siena e consideriamo Baxter per quello che sarà come giocatore con la maglia Montepaschi. Giustamente considerato la ciliegina sulla torta mensanina, Baxter, giova ricordarlo, è stato il sogno proibito di mezza Europa nel corso di questi due ultimi anni. Reduce da un’ottima carriera universitaria, pur senza esplodere a livello professionistico, Baxter si è fatto una solida reputazione nella NBA. Forse paga a quei livelli la mancanza di qualche centimetro, ma sulle sue qualità a livello europeo sono pronti giurarci in molti. Rimbalzista solidissimo, giocatore dal buon tocco in attacco, fisicamente pronto a qualsiasi scontro in mezzo all’area, sia esso in attacco che a ridosso del proprio canestro, Baxter può diventare a buona ragione un crack alle nostre latitudini, che lui per altro ha già saggiato con la maLUCA LECHTHALER TERREL Mc INTYRE glia prestigiosa del Panathynaikos. È lui che può meglio bilanciare gli equilibri della squadra, al momento spiccatamente a trazione posteriore. Logico che il suo inserimento sconterà lo stato fisico e mentale con il quale si presenterà a Siena dopo un periodo certamente non facile, ma non può non averlo aiutato il fatto che la Montepaschi, invece di abbandonarlo al suo destino, lo ha addirittura legato a sé per due stagioni, raddoppiando l’impegno iniziale. Un segno di fiducia importante che gli saprà dare certo ulteriori stimoli. WADE HELLIWELL: seguendo una consuetudine ormai ricorrente (ma non voluta) degli ultimi anni, quella cioè di dover riparare a situazioni impreviste prima del via del campionato, ecco arrivare alla corte di Pianigiani questo lungo australiano chiamato a tamponare l’assenza momentanea di Baxter. Sarebbe ingenoroso dire che nell’emergenza non c’era molto altro da scegliere, in fondo per coprire temporaneamente una falla non era certo necessario pescare un campione, rimane invece il fatto che Helliwell non è un novizio per il basket italiano e le sue caratteristiche sono ben note agli addetti ai lavori. Non si tratta certamente di un fenomeno, ma l’ex romano è il tipo giusto per adattarsi a situazioni del genere, dove facendo di necessità virtù spesso è riuscito a tirare fuori il meglio di sé. Centro classico, molto grintoso, sa farsi rispettare a rimbalzo. Pur non essendo un grande attaccante, riesce con frequenza a farsi trovare pronto sugli scarichi e spesso i suoi 211 centimetri si fanno sentire tutti. Una scelta azzeccata che dovrebbe garantire per 2, massimo 4 mesi, la giusta profondità alla Montepaschi sotto canestro, permettendo non solo di aspettare Baxter, ma anche di gestirne con sufficiente tranquillità il progessivo inserimento. LUCA LECHTHALER: togliendo Datome e D’Ercole sarebbe il cucciolo del gruppo, ma fa un certo effetto chiamarlo così. Chiedere a tal proposito a Savrasenko cosa ne pensa dei suoi gomiti e della sua capacità di tenere posizione sotto canestro. Spesso quando si parla di giovani viene invocata la necessità di mandarli a giocare lontano per fargli acquisire esperienza e mai, come nel caso di Lechtaler, tale opportunità ha prodotto risultati così incoraggianti. In effetti Lechthaler, dopo le esperienze maturate a Sassari e Ferrara, dimostra di essere già un giocatore fatto, capace di garantire minuti di grande sostanza ed una presenza “di testa” veramente sopra la media. La sua formazione dal punto di vista fisico è stata sorprendente, non tanto perché non se intravedessero già le potenzialità ai tempi delle giovanili, quanto perché non era facile ipotizzare una capacità così spiccata di sfruttarne le caratteristiche, perché ad una grande forza fisica fa riscontro anche la capacità di utilizzarla in modo efficace nei confronti dei pariruolo avversari. Certo il Lech dovrà crescere in attacco, dove ancora è limitato il suo repertorio di soluzioni, ma la prontezza con la quale riesce in taluni casi a sfruttare gli scarichi anche in spazi molto ristretti, ci dà l’idea del potenziale di questo ragazzo. Senza dimenticare il vecchio adagio per cui i pivot maturano molto più lentamente degli altri e Lechthaler ha solo venti anni e appena sei di basket giocato. LORENZO D’ERCOLE: per lui è ovvio gli spazi saranno ridottissimi. Si è meritato il posto numero 12 in organico dopo un’ottima stagione a livello juniores che gli ha permesso di vincere la sfida tutta interna per il posto, con altri soggetti cresciuti nel vivaio senese. È sulla carta il secondo play di ruolo della squadra e questo potrebbe aprirgli qualche spiraglio di gioco, ma per lui questa sarà soprattutto un stagione importante di apprendistato. Le qualità non gli mancano e carpire qualcosa ai compagni di ruolo più esperti all’età di 18 anni è spesso un’occasione da non farsi sfuggire. (M.B.) ■ ROMAIN SATO LONNY BAXTER JOSEPH FORTE OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 31 diario FRA SPERANZE, PROGETTI E RIMPIANTI Roberto Morrocchi con negli occhi la bella serata con la Mosca campione d’Europa di Messina, Vanterpool e Andersen, con il ricordo di Stefano Bellaveglia, uno che nella forza trainante dello sport e della Mens Sana ci credeva davvero. Ci è stato vicino nei momenti felici della Saporta e dello scudetto, ma anche in periodi più scuri. Idealmente sarà ancora accanto a noi. Così come sarà con noi, fra noi, Andrea Corsoni. Un ragazzo cresciuto nel nostro vivaio. Un ragazzo e uno studente splendido. Uno che faceva comunque gruppo. Ci mancherà la sua gentilezza, la Olga, la nostra mitica segretaria generale, mi conforta sull’andamento della campagna abbonamenti. È partita in ritardo rispetto agli altri anni, ma funziona lo slogan che vuole la nostra città a palla e c’è simpatia (entusiasmo è una parola troppo “forte”, almeno per ora..) intorno alla squadra e al suo staff tecnico. Non ha creato sconcerto nemmeno la vicenda Baxter. C’è stato qualche commento salace e qualche gustosa battutaccia, come da buona tradizione senese, ma quasi tutti hanno capito le nostre ragioni e il pivot è atteso con curiosità, ma senza il nostro proverbiale malpancismo e soprattutto senza alcun malanimo nei suoi confronti. Vedremo. Toccherà a lui, una volta sbarcato in viale Sclavo convincere tutti sulle sue intenzioni e sulla sua voglia di confermarsi sul campo il giocatore, concreto e positivo, che è sempre stato in anni importanti di NBA. Intanto cresce il buon Lechthaler e tornano in sella lo statuario Eze e “barba” Datome, mentre Boisa non ha nemmeno il tempo di smaltire le fatiche delle qualificazioni europee, perché la Montepaschi ha bisogno di lui e dei suoi auspicabili progressi. Personalmente in Boisa ci credo, eccome, anche se lo vedo pressoché esclusivamente ala. Uno da lanciare in velocità e per il quale costruire anche qualche buona opportunità da triplista. Minucci sta intanto battendo palmo a palmo Toscana ed Umbria per spezzare il pane della nuova filosofia, quella del progetto “Montepaschi basketball generation” che vuole fare della Mens Sana il polo di aggregazione di tanti giovani appassionati della palla a spicchi. Il fine dichiarato? Quello di avvicinare concretamente la gente a questo sport meraviglioso e modernissimo, facendo crescere anche qualche campioncino in casa nostra, dove per “casa” non deve intendersi esclusivamente la Mens Sana, ma un più vasto territorio che veda la Mens Sana come un naturale punto di riferimento. Il progetto non sarà forse una novità esclusiva, perché diversi sono stati i tentativi, negli anni, in questo senso. Nuovissima è invece la determinazione con la quale si crede in questo disegno. Importantissimi gli intrecci con uomini di sport, società e amministratori. E quando le cose si vogliono davvero, ecco che tutto diventa più facile. Vedremo fra qualche anno se la semina avrà dato qualche frutto. Io ci credo e auguro a Ferdinando e al suo staff un successo senza pari. Era un po’ quello che chiedeva il Presidente del CONI, Petrucci, agli uomini della palla arancione all’indomani delle Olimpiadi di Atene. Gli uomini del basket non hanno saputo cogliere al balzo le infinite opportunità che quell’argento racchiudeva. Si sono persi in un mare di polemiche fra Lega e Federazione, divise oltre ogni buon senso. In pochi si sono mossi. Fra questi la Montepaschi Mens Sana con la basketball generation… Venerdì 6 ottobre presentiamo la squadra e la stagione, l’8 finalmente si gioca e si rompe un lungo digiuno. Chiudo il diario 31 sua infinita educazione, la sua semplicità e il suo sorriso. Hanno chiamato con il suo nome il palazzetto del CUS, la squadra che aveva guidato sul campo. Un gesto importante, colmo di significati. Chissà, però, se fra tutti riusciremo a far capire a tanti ragazzi che si avvicinano alla pallacanestro che razza di campione vero, in senso lato, è stato Andrea…prendiamoci questo impegno, vale più di un nome su di una stele, anche se inutilmente bellissima. ■ Lo striscione esibito dai tifosi in ricordo di Stefano Bellaveglia e Luca Lechthaler, uno dei giovani biancoverdi promosso in prima squadra. OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 32 CAMPIONATO DI BASKET SERIE A1 – 2006/2007 I giorni della Beneamata 1ª Giornata 8/10/06 4/2/07 Climamio Bologna-Whirlpool Varese Snaidero Udine-Vidivici Bologna Armani Jeans Milano-TDShop.it Livorno Angelico Biella-Legea Scafati Bipop Reggio Emilia-Montepaschi Siena Teramo Basket-Basket Napoli Pall. Cantù-Benetton Treviso Premiata Montegranaro-Lottomatica Roma Air Avellino-Upea Capo d’Orlando 2ª Giornata 15/10/06 18/2/07 19/10/06 25/2/07 22/10/06 4/3/07 Climamio Bologna-Basket Napoli Montepaschi Siena-Lottomatica Roma Armani Jeans Milano-Angelico Biella Bipop Reggio Emilia-Whirlpool Varese TDShop.it Livorno-Vidivici Bologna Teramo Basket-Benetton Treviso Pall.Cantù-Upea Capo d’Orlando Premiata Montegranaro-Legea Scafati Air-Avellino-Snaidero Udine 9ª Giornata 10ª Giornata 29/10/06 11/3/07 11ª Giornata 26/11/06 1/4/07 18/3/07 12ª Giornata 14ª Giornata 7/1/07 25/4/07 15ª Giornata 14/1/07 29/4/07 21/1/07 9/5/07 28/1/07 13/5/07 Climamio Bologna-Air Avellino Basket Napoli-Armani Jeans Milano Lottomatica Roma-Teramo Basket Montepaschi Siena-Premiata Montegranaro Angelico Biella-TDShop.it Livorno Bipop Reggio Emilia-Benetton Treviso Pall.Cantù-Whirlpool Varese Upea Capo d’Orlando-Snaidero Udine Legea Scafati-Vidivici Bologna 3/12/06 7/4/07 16ª Giornata Basket Napoli-Pall.Cantù Montepaschi Siena-Legea Scafati Snaidero Udine-Climamio Bologna Armani Jeans Milano-Bipop Reggio Emilia Vidivici Bologna-Teramo Basket TDShop.it Livorno-Benetton Treviso Upea Capo d’Orlando-Whirlpool Varese Premiata Montegranaro-Angelico Biella Air Avellino-Lottomatica Roma 10/12/06 15/4/07 Climamio Bologna-Lottomatica Roma Basket Napoli-Legea Scafati Montepaschi Siena-Upea Capo d’Orlando Snaidero Udine-Teramo Basket Armani Jeans Milano-Benetton Treviso TDShop.it Livorno-Bipop Reggio Emilia Pall.Cantù-Angelico Biella Premiata Montegranaro-Whirlpool Varese Air Avellino-Vidivici Bologna 5/11/06 30/12/06 22/4/07 Benetton Treviso-Climamio Bologna Snaidero Udine-Basket Napoli Armani Jeans Milano-Montepaschi Siena Vidivici Bologna-Angelico Biella Whirlpool Varese-Lottomatica Roma TDShop.it Livorno-Legea Scafati Teramo Basket-Bipop Reggio Emilia Premiata Montegranaro-Upea Capo d’Orlando Air Avellino-Pall.Cantù Benetton Treviso-Air Avellino Angelico Biella-Montepaschi Siena Vidivici Bologna-Armani Jeans Milano Whirlpool Varese-Snaidero Udine Bipop Reggio Emilia-Premiata Montegranaro Teramo Basket-TDShop.it Livorno Pall.Cantù-Climamio Bologna Upea Capo d’Orlando-Basket Napoli Legea Scafati-Lottomatica Roma Benetton Treviso-Premiata Montegranaro Basket Napoli-Air Avellino Lottomatica Roma-Bipop Reggio Emilia Snaidero Udine-Armani Jeans Milano Angelico Biella-Teramo Basket Vidivici Bologna-Climamio Bologna Whirlpool Varese-Montepaschi Siena Upea Capo d’Orlando-TDShop.it Livorno Legea Scafati-Pall.Cantù 6ª Giornata 19/11/06 29/3/07 Climamio Bologna-Legea Scafati Basket Napoli-Whirlpool Varese Lottomatica Roma-Benetton Treviso Montepaschi Siena-Vidivici Bologna Snaidero Udine-Bipop Reggio Emilia Armani Jeans Milano-Pall.Cantù Upea Capo d’Orlando-Angelico Biella Premiata Montegranaro-TDShop.it Livorno Air Avellino-Teramo Basket Climamio Bologna-TDShop.it Livorno Lottomatica Roma-Vidivici Bologna Montepaschi Siena-Basket Napoli Whirlpool Varese-Air Avellino Bipop Reggio Emilia-Angelico Biella Teramo Basket-Upea Capo d’Orlando Pall.Cantù-Snaidero Udine Legea Scafati-Benetton Treviso Premiata Montegranaro-Armani Jeans Milano 5ª Giornata 8ª Giornata 13ª Giornata Climamio Bologna-Teramo Basket Basket Napoli-Vidivici Bologna Lottomatica Roma-Angelico Biella Montepaschi Siena-Benetton Treviso TDShop.it Livorno-Snaidero Udine Pall. Cantù-Bipop Reggio Emilia Upea Capo d’Orlando-Armani Jeans Milano Legea Scafati-Whirlpool Varese Premiata Montegranaro-Air Avellino Benetton Treviso-Snaidero Udine Climamio Bologna-Premiata Montegranaro Lottomatica Roma-Upea Capo d’Orlando Angelico Biella-Whirlpool Varese Bipop Reggio Emilia-Vidivici Bologna TDShop.it Livorno-Basket Napoli Teramo Basket-Armani Jeans Milano Pall.Cantù-Montepaschi Siena Legea Scafati-Air Avellino Benetton Treviso-Whirlpool Varese Snaidero Udine-Premiata Montegranaro Armani Jeans Milano-Legea Scafati Angelico Biella-Climamio Bologna Vidivici Bologna-Upea Capo d’Orlando Bipop Reggio Emilia-Basket Napoli TDShop.it Livorno-Lottomatica Roma Teramo Basket-Pall.Cantù Air Avellino-Montepaschi Siena 4ª Giornata 12/11/06 25/3/07 Basket Napoli-Lottomatica Roma Montepaschi Siena-TDShop.it Livorno Snaidero Udine-Angelico Biella Armani Jeans Milano-Climanio Bologna Vidivici Bologna-Benetton Treviso Whirlpool Varese-Teramo Basket Upea Capo d’Orlando-Legea Scafati Premiata Montegranaro-Pall.Cantù Air Avellino-Bipop Reggio Emilia Benetton Treviso-Angelico Biella Basket Napoli-Premiata Montegranaro Lottomatica Roma-Snaidero Udine Montepaschi Siena-Teramo Basket Vidivici Bologna-Pall.Cantù Whirlpool Varese-Armani Jeans Milano TDShop.it Livorno-Air Avellino Upea Capo d’Orlando-Climamio Bologna Legea Scafati-Bipop Reggio Emilia 3ª Giornata 7ª Giornata 17ª Giornata Benetton Treviso-Basket Napoli Climamio Bologna-Montepaschi Siena Lottomatica Roma-Armani Jeans Milano Angelico Biella-Air Avellino Whirlpool Varese-Vidivici Bologna Bipop Reggio Emilia-Upea Capo d’Orlando Teramo Basket-Premiata Montegranaro Pall.Cantù-TDShop.it Livorno Legea Scafati-Snaidero Udine 17/12/06 19/4/07 Benetton Treviso-Upea Capo d’Orlando Lottomatica Roma-Pall.Cantù Snaidero Udine-Montepaschi Siena Angelico Biella-Basket Napoli Vidivici Bologna-Premiata Montegranaro Whirlpool Varese-TDShop.it Livorno Bipop Reggio Emilia-Climamio Bologna Teramo Basket-Legea Scafati Air Avellino-Armani Jeans Milano ba s k e t 32 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:17 Page 33 vista da lontano RIDE BENE CHI RIDE ULTIMO Rudi Simonelli Quanto è bello Mesesport quando si presenta con la Coppa del Mondo e la Torre del Mangia in copertina! Caro papà Calcio devo proprio chiederti scusa perché ebbi modo di dubitare di te. Era il 2003, ed Il Siena Calcio approdava alla serie A; in cuor mio cominciai a pensare in termini di gelosia, cose tipo, “la Mens Sana sarà obliata” ecc ecc. Mi sbagliavo di grosso. Era proprio da allora che i miei colleghi calciofili, cominciavano a chiedermi, “ ehi Rudi come va il Siena Basket?” quando fino ad allora nessuno si interessava di alcuna cosa. E ancora mi aggiungono ,oggi: “Dai Rudi, lo Spezia calcio come il Siena, sono il nostro modello, vogliamo percorrere la stessa strada”. Ah, quanto è cara e quanto è bella, emozionante, la vittoria sotto il cielo Azzurro di Germania. LEZIONE PER LA NUOVA STAGIONE. Anzi da questa vittoria traggo una lezione, una vecchia lezione da dedicare alla Mens Sana 2006-2007: “ride bene chi ride ultimo”. Viste anche le circostanze, in molti avevano dato gli azzurri per spacciati, “Arrivederci Italia”, scrivevano i tedeschi prima della semifinale, ma di codesti giocatori, preso atto di come si salutavano appena entrati in campo e notati i sorrisi di serenità sui volti, appariva chiaro lo spirito vincente che ci faceva rivivere le emozioni dell’82, la grande volta in cui ridemmo bene perché ridemmo per ultimi. Questo quindi è il grande augurio che faccio alla nostra squadra per questa nuova stagione. Heilà! ragazzi della Mens Sana,vogliamo gioire per ultimi? Desideriamo provarci? In America il nostro “ride bene chi ride ultimo” esiste in una forma diversa nel contenuto, ma non nella sostanza. Proprio nel basket questa frase divenne famosa nelle Finali NBA del 1978, quando i Washington Bullets, sotto 2 a 3 contro i Sonics e con la prospettiva di una gara 7 in trasferta, videro il loro allenatore coniare questo motto: “It ain’t over ‘till the fat lady sings” cioè “L’Opera non è finita finché la soprano canta” Ed infatti recuperarono per poi andare a prendersi il titolo a Seattle in gara 7. LA GRANDE RIVINCITA Se noi ci pensiamo bene una storia simile ce la siamo goduta alla grande nel 2004. Ricordate? Facciamo un flash back. Avversario la Benetton Treviso. Nella stagione 20022003 ci battono due volte in regular season, poi nella drammatica Final Four di Barcellona ed infine 3 su 4 nella semifinale scudetto. Totale 6 a 1. Inizia la stagione 2003-2004, a Treviso perdiamo di 23(!!) 7 a 1. Arriva il 19 marzo 2004 e Siena nella Top 16 di Euroleague va a Treviso. Qui girano i venti. Quel giorno qualcuno pensa che è ora di riscossa, di dire che ride bene... Sentite cosa scrisse la Gazzetta a commento di quella partita: “Bella come una finale. Anzi, di più. Intensa, combattuta, giocata al massimo, emozionante, da applausi”. Siena perde, all’ultimo secondo, quando il tentativo di David Vanterpool si infrange sul ferro, ma gioca una grande partita. E qualcuno ci da per eliminati. “Benetton… la Final Four di Tel Aviv è più vicina”, titolano. Ma quella grande partita della Mens Sana rompe gli equilibri interni di Treviso, toglie loro certezze, dà coraggio ai nostri. Pochi giorni dopo il ritorno, giovedì 1° Aprile 2004. La veste grafica di quella gara ha qualcosa di diverso, perché la Benetton gioca a Siena con la maglia bianca, visto che la Mens Sana presenta la sua magica divisa amarcord Antonini. E sono tuoni e fulmini. “Siena, ciclone su Treviso” titola Il Corriere dello Sport. 80 a 64, una gara perfetta, la partita dell’anno, la gara chiave di quel 2004. Giovedì 8 aprile la Mens Sana lanciatissima va ad Atene, strapazza il Panathinaikos di Obradovic 86 a 77 e stacca il biglietto per la Final Four, lasciando a casa la Benetton!! Che goduria! E non è Romain Sato finita. Domenica 25 aprile 2004. Di fronte a 6336 paganti la Benetton torna a Siena per la gara di ritorno di 33 campionato, decisiva per assegnare il primo posto in regular season. Una batosta storica inflitta ai veneti: 88 a 69. Come giocavano a pallacanestro!! Arrivò quel che tutti sappiamo, poi, il 25 settembre 2004, la replica in supercoppa Italiana, Benetton sempre dietro, dal primo all’ultimo minuto e Vanterpool ad alzare la Coppa. L’anno scorso abbiamo fatto 1 a 1, ma c’è da dire che loro si sono rifatti col tricolore. Adesso tocca a questa nuova Mens Sana, anche se tutti si fanno in quattro per non illudersi, non vogliono più risvegli con delusione annessa, insomma si vola basso. Giusto, giustissimo e dovuto. Io, però, il mio blitz serale a Montecatini me lo sono fatto per capire dal vivo di che sapore sa questa nuova squadra, e le sensazioni, come per l’Italia mondiale, sono comunque quelle giuste, c’è una coppia di all-black che affascina (Forte-Sato), anche se in qualche momento l’MPS appare un po’ ossidata, ancora intossicata dall’indigesta primavera romana. Molto dipenderà da quanto Pianigiani saprà crederci, e da come saprà trasmetterlo. Dategli solo un Baxter in forma e metteteglielo in mezzo all’area. Poi vedremo. Sognare è lecito. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 35 35/basket SIMONE, L’ALLENATORE DELLA PORTA ACCANTO di Duccio Balestracci Mettiamo subito in chiaro una cosa: un allenatore può venire da dove gli pare, esser nato magari a Timbuctù, aver fatto esperienza anche a casa del diavolo. Un allenatore deve saper guidare la squadra, farla vincere, portarla in cima alla classifica e, se è nella sfera del possibile, farle vincere il campionato. Punto e basta. Tuttavia… Tuttavia, quando un allenatore è nato nella tua stessa città; si è formato nella società sportiva di quella città; ha sempre vissuto in quella città; quando un allenatore lo ricordi perché lo incontravi anche anni fa a prendere il caffè nel tuo stesso bar o a comprare i giornali alla tua stessa edicola e sai anche di quale contrada è; quando un allenatore risponde a queste caratteristiche, c’è, nei suoi confronti, un rapporto oggettivamente diverso rispetto a quello che si costruisce con allenatori venuti da fuori. Simone Pianigiani corrisponde proprio a queste caratteristiche: è il terzo allenatore senese-di-Siena che (dopo Brenci e Cardaioli) guida la squadra bianco-verde di basket. Diciamo subito anche questo: non sempre avere queste caratteristiche è un vantaggio per l’allenatore. Quel distacco che gli crea intorno – che ci piaccia o no – protezione, in questo caso è parecchio più sfilacciato; quel diritto che tutti si sentono autorizzati a esercitare di dargli chissà quanti non richiesti (e sicuramente superflui, e stupidi) consigli, a pretendere che ti dia chissà quali riservate informazioni se Tizio gioca o Caio si è fatto male; tutto questo, purtroppo, con un allenatore senese, trova terreno di fertile applicazione. Con presumibile disagio del suddetto povero cristo che, non potendo per ovvie ragioni trincerarsi dietro questo distacco (più agevole per chi è nato a Busto Arsizio o a Foligno) deve farsi carico di un surplus di pressione psicologica. Che si trova costretto, magari, a stare attento a che cosa dice e a chi lo dice, perché una cosa è essere l’amico di tutti i giorni quando alleni le squadre minori, e una cosa è esserlo quando guidi la prima squadra e hai gli occhi di tutta la città puntati addosso. Che poi, qualche cosa non va bene, in genere, si pensa subito che non poteva andar diversamente: “come volevi che andasse? Quello lì è nato per le mi’ scale!!”. Se invece vanno bene, non mancherà chi mostrerà una infastidita incredulità prorompendo nella più liquidatoria epigrafe per chi si è sempre conosciuto da una vita: “bravo quello? Ma se stava per le mi’ scale!!”. Può anche vincere il Nobel o il campionato NBA, è sempre stato così e sempre sarà così. Ma essere un allenatore nato, cresciuto, formato a Siena, che ha guidato per anni le giovanili della Mens Sana collezionando uno scudetto dopo l’altro, ha in sé una potenzialità gigantesca. Durante la partita con il CSKA (non alla fine: quando la partita è stata vinta ai supplementari con il pareggio all’ultimo secondo dei regolamentari grazie a un rocambolesco tre punti di Stonerook messo dentro grazie alla più massiccia dose di fortuna con la “c” maiuscola che mai si sia vista su un parquet di basket; non alla fine, si diceva, ma durante la partita quando le sorti erano ancora in bilico e anzi parevano inclinare verso Santa Madre Russia) i ragazzi della curva hanno intonato un “Pianigiani siamo noi” che dice tutto. C’è identificazione fra il mister e la città perché la città lo sa e lo riconosce figlio suo, ed è una cosa della quale andare orgogliosi. Questa Mens Sana, che ha sfornato e sforna quanto di meglio si affaccia dal settore giovanile alle prime squadre, adesso ha anche sfornato un allenatore che, dopo anni di gavettato da vice, finalmente si mette i gradi di comandante e guida una squadra che si porta dietro un passato prossimo fatto di campionati al vertice, di prestigiose prove in Europa e un gingillo da nulla come uno scudetto. Non c’è alcun bovino orgoglio autarchico in quel che stiamo scrivendo: ci mancherebbe altro che pensare a una grande Mens Sana di Siena fatta esclusivamente in casa, da soli senesi, con soli senesi. Tuttavia non si può mettere in parentesi la soddisfazione di vedere l’impronta di casa in quel che di grande stanno facendo questa società e questa squadra a livello dirigenziale, a livello di sponsorizzazione, a livello di struttura agonistica e ora anche di guida tecnica. Ci scommetto l’osso del collo: quanto mancherà prima che, di fronte a qualche immancabile difficoltà (magari non ce ne fossero mai…) qualche bischero se ne esca fuori col più vieto “nemo profeta in patria”? Ci vuol pazienza, gente, anche i bischeri, in genere, stanno per le nostre scale. ■ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 36 tiri liberi SARANNO ANCHE PROVE E BASTA... Antonio Tasso Per una città che vive 365 giorni all’anno intorno a Piazza, l’assunto è scontato: le prove ‘un contano! Puoi essere primo la sera dell’assegnazione, vincere la seconda e terza prova, staccare tutti di tre colonnini alla prova generale, addirittura dominare la provaccia…. Ma se non sei davanti a tutti al terzo giro, al mortaretto la sera del Palio, non hai fatto niente! È il Palio che conta, è il Palio che resta…. e le belle figure delle prove passano nel dimenticatoio o, quando restano, sono capaci di farti incazzicchiare… Sarà forse per questo che, qui a Siena, anche nello sport siamo parecchio ma parecchio di bocca difficile; i precampionati non ci esaltano, le amichevoli di fine estate lasciano spesso il tempo che trovano e da quando – anche noi della palla al balzello- siamo diventati “grandi”, non ci esaltiamo più di tanto per una vittoria a Bormio o per una passeggiata contro Fabriano. Due punti in più o in meno contro i livornesi o una “stiacciata” di testa a quelli di Montegranaro, possono servire alle testate locali o nazionali per riempire spazi, ma negli appassionati tecnicamente scafati i risultati vengono presi per quello che sono: allenamenti per incrementare la forma, affinare l’intesa, focalizzare i giochi, valutare le risposte alle richieste del coach, permettere alla gente di vedere i beniamini all’opera. Tutto qui. Il calcio d’estate ed il basket di settembre sono piacevoli preludi allo svilupparsi di una stagione sportiva che vedrà il suo apice nelle gare “vere” di campionato e Coppa, qualunque essa sia. Allora e soltanto allora – si dice – i risultati conteranno… Ma intanto, ad oggi, …è più di un mese e mezzo che la Mens Sana non perde partita! Non conta niente, lo sappiamo, ma ad oggi, 29 settembre (ah!... Equipe ‘84 della nostra giovinezza….), i ragazzoni in canotta biancoverde devono ancora trovare qualcuno più forte di loro. Non le due squadre di Istanbul, non i bulgari di Sofia che ritroveremo in Coppa, non l’ambiziosa Virtus Bologna dell’ambizioso Sabatini imbottita di nomi altisonanti (l’unico simpatico è ancora il “nostro”Vukcevic), non i “pescatori” dei Quattro Mori, né tantomeno i “termali” di Niccolai ( che, essendo in Adue, non avremo il piacere di …salutare), non (e qui mi trema la mano per davvero!) i Campioni d’Europa del CSKA, l’imbattuta – fino a Siena, eh!– Armata Rossa di Langdon, Savrasenko, Pashutin, Smodis, cangurAndersen, Vanterpool e... Ettore MESSINA! L’abbiamo battuto, anche Lui, il più odiato dalle nostre parti (forse perché è veramente il più bravo), quello che non ci sta a perdere nemmeno a scopa, quello che non digerisce le sconfitte nemmeno con tre dosi di bicarbonato e (ma sì!!) una di olio di ricino. Quello che ha spiegato ai suoi tifosi russi, sul sito russo della società, non tradotto in inglese forse per decenza, che la sconfitta di Siena è dovuta al lungo viaggio da Bologna a qui… Non una parola sugli avversari, sul gioco, sulla nostra vitalità… Davvero un Signore!!! E noi – prima della gara – gli s’era dato anche una targa. E anche quella – credetemi – gli è rimasta di traverso… Ma era precampionato, non conta niente… Ma intanto il Trofeo, intitolato ad “Uno” veramente “ grande, a discapito dell’altezza, è rimasto qui dove Stefano Bellaveglia ha tifato, aiutato, gioìto insieme a tutti noi. Era solo precampionato…. Anche il prim’anno con Ataman…e venne Lione! Mi mancherà, e non solo a me! Mindaugas Zukauskas da Siauliai, Lituania, mancherà a tutti! Perché è stato un grande giocatore mensanino, un signore in campo e fuori, un amico discreto e riservato, uno che per cinque campionati ci ha dato tutto quello che gli s’è chiesto, la difesa e l’attacco, il tiro ed il “golino”, quaranta minuti e…la panchina. Sempre pronto, sempre agli ordini, mai polemico: un vero “riadavoi”, non una prima stella. A Lui, Soldatino del Baltico (ma anche Campione d’Europa e Vincitore di Eurolega e conosciuto ed appetito da tanti…) venivano affidate le missioni più delicate e ne sanno qualcosa Bodiroga, Edney, Jasikevicius & Co… E Lui, obbediente come solo il carattere degli ex soviet sa essere, eseguiva il mandato. Poi, sorridente, in panchina. Pronto per altre missioni o in attesa della sirena finale, così, modestamente tranquillo, con la consapevolezza dei forti. Mi mancherà Minda per quella sua “napoletanità” baltica che gli faceva apprendere tutti i modi di dire del “Banana” (a cui mancherà tantissimo, lo so!), per l’arguzia ormai toscana, per l’amore per l’olio, il vino e la cucina di casa nostra. Mi mancherà per la sua famiglia, per il capo biondo di Manti, per il sorriso della Signora, per le risate in russo. Mi mancherà almeno per un anno, quanto basterà a Pesaro per tornare 36 su con noi, nella serie A che conta. Poi, se finalmente lo rivedremo al Palasclavo, sono sicuro che lo applaudiremo come mai abbiamo fatto per nessuno, nemmeno per Gorenc, nemmeno per …Bucci. E Lui non potrà farne a meno e, insieme a noi, con quell’accento triste delle genti baltiche, lo so, intonerà sottovoce la Verbena… e gli verranno le lacrime. Ciao, Minda e buona fortuna. Labas! Nell’attesa che arrivi (e che – secondo tutti – faccia sfracelli!) si sprecano le battute su Lonnie Baxter, attualmente... “in ritiro personalizzato”. Salaci, cattive o semplicemente battute ma, in ogni caso, testimonianza di quanto ci si attenda da lui da tutti consapevoli della sua reale forza di giocatore più che coscienti della sua valentia balistica. Troverà una città che lo aspetta come un figliol prodigo, pronta ad emozionarsi per la sua fisicità, per la sua dirompente atleticità e, almeno questa volta, timorosa nelle critiche …non si sa mai! Troverà il tifo caloroso ed entusiasta della curva che già lo ha eletto a suo beniamino reclamandone la libertà come per uno dei suoi ultras (“Lonnie libero” – gridavano contro Mosca!), troverà i compagni già avanti nella preparazione ma pronti ad accompagnarlo, troverà un coach “dei nostri”, uno che – finalmente (ed erano anni che non succedeva, da Pancotto in qua) – quando c’è da berciare bercia eccome (magari, Simone, con Lonnie, un po’ di attenzione please!). Troverà anche – dice Mario polemico ma gasato – le cacce aperte ed il passo dei tordi per sfogare eventuali residue velleità. Ma soprattutto la Mens Sana (la raccontano al bar del Benvenuti) ha trovato quello che cercava: un centro cui non mancano di certo …Arresto e Tiro! Arriva presto Lonnie, ti aspettiamo! ■ La squadra con il ‘Trofeo Bellaveglia’ OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 37 Siena l’ha abbandonata cinque anni fa vincendola. Allora si chiamava Saporta, oggi è totalmente rinnovata e si chiama Uleb Cup. Cambia la formula, che prevede dopo i gironi eliminatori un andamento da tabellone play-off, vale a dire ad eliminazione. Si chiude con la finale secca in una sede già predefinita. Allora fu Lione, stavolta sarà Charleroi, in Belgio. La differenza sostanziale con il 2002 riguarda però il premio per il vincitore. Allora si alzava solo una coppa, il 10 aprile 2007 chi vince si guadagna anche l’Eurolega nella stagione seguente. Un incentivo che non guasta e che accresce di fascino una competizione tutt’altro che di serie B. Tanto per dire che almeno cinque, sei squadre potrebbero far strada anche in Eurolega. La Montepaschi è sicuramente una di queste, e manco a dirlo un paio delle altre elette se le è pure trovate nello stesso girone. Ma tanto la scarsa fortuna nei sorteggi è ormai proverbiale. Il consiglio a Minucci e alla società è sempre lo stesso: chiedere una consulenza alla Fortitudo, che invece con le urne europee ha un feeling tutto suo. I nomi più accreditati per la vittoria finale dell’Uleb cup sono quelli di Real Madrid, Montepaschi, Khimki, subito a ruota seguono Hapoel, Aek, Vilnius e una compagnia che annovera tra le altre la Snaidero di Cesarone Pancotto. Poche possibilità di rilassarsi per i ragazzi di Pianigiani, cui è stato comunque riconosciuto l’onore di aprire la competizione. L’opening-day è fissato a Siena per il prossimo 30 ottobre, quando al PalaMensSana arriverà l’Alba di Berlino. Sarà questo l’anticipo del primo turno, e l’autentico taglio del nastro. La scelta è caduta su un’ormai consolidata realtà europea, vincitrice dell’ultima Saporta disputata e presente a due Final Four su quattro partecipazioni all’Eurolega. Da una parte un attestato di stima, dall’altra la sensazione che comunque Siena partirà con gli occhi addosso, con tutti i pro e i contro che la molta pubblicità comporta. Dopo i tedeschi le due trasferte più difficili. Prima a Gerusalemme, a far visita all’Hapoel, semifinalista un anno fa e costruito intorno a Mario Austin, uno sul quale a suo tempo anche Minucci aveva fatto un pensierino. La settimana seguente si va in Russia nella tana del Khimki. Squadra composta da gente tosta, due nomi su tutti ne sono la garanzia. Gianmarco Pozzecco non ha bisogno di presentazioni, tantomeno Boris Gorenc, oggi trentatreenne e ancora molto amato dai tifosi biancoverdi. Si prosegue in casa col Sofia e poi in trasferta ad Ostenda, le due squadre meno note del girone. Il ritorno finisce il 16 di gennaio. Agli ottavi dei playoff si qualificano le prime quattro di ogni girone, e malgrado l’urna poco felice il compito sembra ampiamente alla portata. Meno facile fissare un obiettivo definito. La Mens Sana vanta giocatori con esperienza in Eurolega, oltre a McIntyre, un anno fa protagonista in Uleb con Reggio Emilia. Ma giocatori importanti (Sato e Forte su tutti) sono neofiti, e in assoluto tutta la piazza deve prendere le misure ad un palcoscenico nuovo. Diciamo che per non uscire ridimensionati dall’avventura continentale serve come minimo un posto fra le prime otto, un compito da sei. La scala di soddisfazione prosegue di questo passo: buono raggiungere la semifinale, ottimo arrivare a Charleroi, eccezionale bissare Lione, in una competizione, diciamolo sin da ora, con maggiori tranelli rispetto a quella del 2002. Rimantas Kaukenas, dopo un solo anno, è già un veterano dei biancoverdi SORGE CON ...L’ALBA BERLINO, NELL’OPENING-DAY DEL 30 OTTOBRE, LA PRIMA STAGIONE DEI BIANCOVERDI IN ULEB CUP Una fama da non tradire FABIO FINESCHI ba s k e t 37 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 38 Terrel Mc INTYRE Calendario Uleb Cup 2006/2007 Gruppo C (Regular Season) Alba Berlino (Germania) BC Khimki (Russia) Hapoel Gerusalemme (Israele) Lukoil Sofia (Bulgaria) Montepaschi Siena (Italia) Telindus Ostenda (Belgio) Alba Berlin ARCHIBONG, Koko Aniekan AVERY, Will BOUMTJE-BOUMTJE, Ruben CANAK, Nenad OWENS, Chris GREENE, Demond HERBER, Johannes JENKINS, Julius MAMIC, Matej FORD, Sharrod STANOJEVIC, Jovo ZWIENER, Philip EVANS, Yannick SIMON, Nicolai FABLER, Oskar Allenatore: RODL, Henrik Ala Guardia Centro Ala Ala Guardia Guardia Guardia Ala Ala Centro Ala Ala Guardia Guardia 205 188 212 204 204 185 197 187 203 206 207 201 202 190 198 1981 1979 1978 1976 1979 1979 1983 1981 1975 1982 1977 1985 1986 1987 1988 Hapoel Gerusalemme AUSTIN, Mario COTA, Ed BOWERS, Timmy GOLEMAC, Jurica HAGAG, Dror MARKOVICH, Erez NAOR, Matan SLAY, Tamar TAPIRO, Meir MOSCOVITZ, Mordechai PNINI, Guy DERY, Avishai Allenatore: SHAMIR, Dan Ala Guardia Guardia Ala Guardia Centro Ala Ala Guardia Ala Ala Guardia 206 187 188 209 178 207 195 204 192 202 200 193 1982 1976 1982 1977 1978 1978 1980 1980 1975 1985 1983 1988 Montepaschi Siena BOISA, Vladimer Ala 206 1981 CARRARETTO, Marco Ala 197 1977 DATOME, Luigi Ala 202 1986 EZE, Benjamin Centro 208 1981 FORTE, Joseph Guardia192 1979 KAUKENAS, Rimantas Guardia192 1977 McINTYRE, Terrell Guardia175 1977 SATO, Romain Ala 195 1981 STONEROOK, Shaun Ala 201 1977 D’ERCOLE, Lorenzo Ala 200 1988 LECHTHALER, Luca Centro 206 1986 Allenatore: PIANIGIANI, Simone 38 b a s ket BC Khimki 1ª Giornata GORENC, Boris SAVKOV, Alexei FRIDZON, Vitaly KRASNIKOV, Sergey POZZECCO, Gianmarco ERSHOV, Denis LEVTER, Roman TORRES, Oscar WOLKOWISKI, Ruben BOOKER, Melvin KARAULOV, Sergey OKULAJA, Ademola DIACHOK, Vladimir PODKOLZIN, Pavel Allenatore: ELEVICH, Sergey Guardia Guardia Ala Ala Guardia Centro Ala Ala Centro Guardia Centro Ala Ala Centro 195 196 195 202 180 220 209 196 207 185 215 207 204 226 1973 1979 1985 1979 1972 1981 1984 1976 1973 1972 1984 1975 1980 1985 30-31/10/06 5/12/06 7/11/06 12/12/06 BC Khimki-Hapoel Gerusalemme Montepaschi Siena-Alba Berlino Lukoil Sofia-Telindus Ostenda 2ª Giornata Telindus Ostenda-BC Khimki Alba-Berlino-Lukoil Sofia Hapoel Gerusalemme-Montepaschi Siena 3ª Giornata 14/11/06 19/12/06 21/11/06 9/1/07 BC Khimki-Montepaschi Siena Lukoil Sofia-Hapoel Gerusalemme Telindus Ostenda-Alba Berlino Lukoil Academic JONES, Lamont Guardia BARNES, Lamont Centro CEKOVSKI, Gjorgi Ala DAVIDOV, Georgi Centro KOSTOV, Chavdar Guardia LILOV, Ivan Ala LILOV, Lubomir Ala MLADENOV, Boyko Centro MOBLEY, Thomas Ala STEFANOV, Riste Guardia STOYANOV, Zhivko Ala VELIKOV, Asen Guardia Allenatore: DOKUZOVSKI, Marin 183 208 202 204 190 195 198 212 197 198 197 187 1972 1978 1981 1976 1988 1988 1987 1981 1981 1983 1987 1986 4ª Giornata BC Khimki-Alba Berlino Hapoel Gerusalemme-Telindus Ostende Montepaschi Siena-Lukoil Sofia 5ª Giornata 28/11/06 16/1/07 Lukoil Sofia-BC Khimki Telindus Ostenda-Montepaschi Siena Alba Berlino-Hapoel Gerusalemme Telindus Ostenda VAN ROSSOM, Sam LHOTE, Laurent WRIGHT, Rashad WUCHERER, Denis ILONGO, Christian PETROVIC, Veselin POSTELL, Lavor SIMONOVIC, Marko HICKS, Eric PLISNIC, Vanja OVCINA, Elvir BELLIN, Sebastien Allenatore: UVALIN, Mihailo Guardia Guardia Guardia Ala Ala Ala Ala Ala Ala Centro Centro Centro 188 182 188 195 194 194 196 202 197 207 212 205 1986 1984 1982 1973 1985 1977 1978 1986 1983 1980 1976 1978 Formula Ai nastri di partenza dell’Uleb Cup 2006/2007 si presentano 24 squadre, sudddivise in quattro gruppi di sei formazioni ciascuno. Al termine della Regoular Season, che si disputa con incontri di andata e ritorno, saranno ammesse alla fase successiva le prime quattro classificate di ogni girone. Le squadre vincitrici degli ottavi di finale accederanno ai quarti ed, eventualmente, alle semifinali. Le vincenti delle due semifinali, giocate con il doppio confronto, si contenderanno il trofeo in gara unica. OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 40 SALE LA COMPETIZIONE FRA SIENA, BOLOGNA E TREVISO PER AGGIUDICARSI I MIGLIORI GIOVANI All’ultimo prospetto STEFANO FINI Alla prima uscita casalinga della Montepaschi contro il Cska di Mosca ha coinciso anche la prima stagionale degli under 18, impegnati in terra emiliana nel memorial “Andrea Pedriali” a Morciano. Gli Junior di Griccioli, Campanella e Magro, ammessi direttamente alla semifinale per aver vinto la passata edizione del torneo, hanno incon- meri ed obbiettivi significativi: 5 giornate consacrate al basket giovanile con 60 società iscritte, 110 partite giocate, 1000 ragazzi impegnati. Siena, negli incontri svoltisi al Politeama di Poggibonsi, fra la Mens Sana e le altre società della provincia, ed al Forum Nelson Mandela di Firenze, lancia un interessante trato la Fortitudo Bologna, vincitrice nei quarti (+20p.) sulla selezione Valconca; i felsinei hanno avuto la meglio (+4p.) dopo due tempi supplementari. Nella finale i bolognesi della Fortitudo sono stati nettamente (-19p.) superati da una forte Crabs Rimini ; segnaliamo le prestazioni di Chiarini fra i bolognesi, di Curcio fra i riminesi (assente il croato Metreveli) e di Di Bartolo fra i mensanini (nettamente il migliore dei suoi). Ma in questo mese , oltre ai tradizionali tornei di inizio stagione (quello di Morciano è uno di questi, già vinto dalla squadra mensanina due volte) a fare notizia sono le iniziative, le guerre fredde e calde che da mesi stanno focalizzando l’attenzione degli addetti ai lavori. Siena, Bologna, Treviso sono in piena competizione; sui giovani si riscoprono interessi, si rispolverano iniziative, si riinvestono capitali. Bologna ha organizzato nella nuovissima e bellissima struttura del Cierrebi, con i suoi quattro impianti, l’ “All Star Game Junior anno primo”, una kermesse giovanile di primaria importanza con nu- ed ambizioso programma: il “ Montepaschi Basket Generation”. Questa iniziativa dovrà nel breve, medio e lungo termine, creare un ampio bacino nell’ intento di selezionare e formare giovani prospetti coinvolgendo in modo diretto, pratico ed interessato le società che operano nella provincia di Siena ed anche in quelle delle province limitrofe: Grosseto, Arezzo, Firenze e tutta l’Umbria. La Montepaschi Mens Sana metterà a disposizione la sua grande esperienza nel settore giovanile per creare con le altre società “satelliti” una organizzata struttura che dovrà essere un punto di riferimento importante per tutto il movimento nazionale e pertanto, anche, per i prospetti più interessanti del futuro. Mentre Sabatini, patron della Virtus Bologna, dichiara che il suo “Al Star Game Junior” diventerà l’ happening giovanile più importante d’ Italia al fine di riportare Bologna ad essere la Basket-City non solo per il derby fra Fortitudo e Virtus ma anche per quello che riuscirà a proporre ai giovani; Minucci, Giemme della Mens Sana, propone Siena come modello alternativo allo strapotere economico delle altre società; mo- Lorenzo D’Ercole (a destra) , classe ‘88, l’ultimo giovanissimo del vivaio mensanino Davide Visigalli della MPV Virtus, neo biancoverde 40 b a s ket dello fondato sulla collaborazione con le realtà vicine per proseguire e perfezionare quella politica sui giovani da anni bandiera della società senese. Lo scambio Bianchi (Mens Sana) Visigalli (Virtus Si), che si è concretizzato in questi giorni, può essere considerato il primo esempio di questa nuova collaborazione. Ma questo non è stato un mese di sole iniziative sul fronte del basket giovanile; ha continuato ad essere anche un mese di guerre fredde, di battute e controbattute, la logica coda di un mercato del basket giovanile (forse il solo e vero mercato estivo) estremamente effervescente. Treviso con le operazioni portate a termine dal suo g.m. Andrea Fadini, vecchia conoscenza senese, ha reclutato il meglio ‘89: Renzi, dal Don Bosco Livorno, il miglior ‘90, Rullo, dalla Virtus Siena, ed il miglior ‘92, Ingrosso, da Massa e Cozzile; nomi forse insignificanti per il grande pubblico, ma importanti per gli addetti ai lavori. L’intervento, un “blitz di rapina”, del manager trevigiano sul mercato giovanile è tuttora motivo di discussioni ed interesse mediatico: sulla copertina di Superbasket, l’ importante settimanale di Franco Montorro, troviamo scritto “il caso: Perchè si litiga sui giovani ! - Polemiche per il mercato nei settori giovanili! “ Non c’è che dire, tra Siena e Treviso è guerra fredda; Minucci e Fadini non si nascondono dietro le loro verità. Renzi, ala forte dal fisico importante (208 cm.) e dalla mano punitiva, faceva da tempo (giugno) parte di un accordo di collaborazione fra la società senese e quella labronica. Il giovane rimaneva a Livorno per maturare e crescere per poi approdare a Siena. Un accordo allargato ad altri prospetti e ad altre iniziative, concluso con un assegno bancario che avrebbe portato nelle casse della società labronica, nel corso di tre anni, una importante cifra. Ma dato che, per il reclutamento di un giovane, non ci sono regole che obbligano la società reclutante con il club di formazione del giovane, la Benetton ha definito il trasferimento del “bravo Andrea” fra le mura domestiche di casa Renzi con convincenti argomentazioni economiche a vantaggio della famiglia. Potremmo supporre che forse questo non sarebbe successo se alla guida della Benetton ci fosse stato quel Gherardini, fresco dirigente dei Toronto Raptors, notoriamente considerato non solo persona competente ma anche sufficentemente corretta. Forse, però, considerando che il caso del reclutamento del giovane Roberto Rullo (ex Virtus Siena), concretizzatosi in questa estate ma delineato e definito sin dalla passata stagione dallo stesso Gherardini, ha molte analogie con il caso Renzi. OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 41 L’ultimo acquisto della Ducato, la lituana Kristina Vengryte, sulle passerelle dell’alta moda “Caccia a Ottobre rosso”.Si potrebbe iniziare con l’apologia del famoso film sull’odissea del sommergibile atomico sovietico, appunto “Ottobre rosso”, il cui comandante decide di fuggire negli Stati Uniti, e vi riesce, dopo una lunga serie di drammatici avvenimenti. Il comandante sovietico in realtà è di Vilnius, la capitale della Lituania, concittadino della avvenente Kristina Vengryte ovvero la prima straniera del basket femminile senese. La possibilità di avere una straniera anche nel campionato cadetto di A2 è sicuramente un esperimento della federazione femminile italiana, una decisione da molti esperti ritenuta saggia ed efficace sul piano della competitività mentre altri del settore ne hanno evidenziato tutti i rischi. Il primo dei quali è certamente la possibile mancanza di spazio per le nostre atlete, con la conseguente flessione delle iscrizioni fin dalle formazioni giovanili. Ma di questi aspetti ci sarà tempo e luogo per parlarne; oggi i riflettori sono accesi su di lei, la novità fa sempre notizia, la lunga comunitaria di 185 cm che nelle geometrie di Zani difficilmente potrà essere utilizzata come centro puro, piuttosto da ala forte in piena coerenza a quella che è stata la filosofia del coach bianconero: basket veloce, perimetrale, prevalentemente orizzontale. La bella Kristina dovrà trovare le migliori coniugazioni alla vocazione storica del trio Granieri-Cencetti-Petrassi, un consolidato di tecnica e passione riproposto anche in questo settimo anno di presenza nel campionato cadetto di A2 con la sola incognita anagrafica per le tre campionesse senesi, “ragazzine” da quasi …cento anni in tre. Le due partite di Coppa Italia dello scorso settembre hanno infatti riproposto il classico basket della Ducato che come noto enfatizza il contropiede e la velocità a discapito della fisicità sotto il ferro e della lotta ai rimbalzi. La Coppa è iniziata bene, due vittorie piene contro avversarie importanti, una delle quali addirittura la “nemica storica” delle senesi, il Castellani Pontedera guidato dalla famosa Lucilla Matassini che ha lasciato il grande basket (giocherà per diletto in serie C con il suo San Miniato, la squadra che la vide ragazzina di minibasket) per il IL CAMPIONATO NON È AGEVOLE, MA LE RAGAZZE DI ZANI HANNO IL DOVERE DI PROVARCI Per la Ducato l’esigenza di aprire un nuovo ciclo FRANCESCO OPORTI nuovo ruolo di direttore sportivo. Queste prime due uscite hanno permesso una prima osservazione sui nuovi acquisti effettuati dalla dirigenza di via del Costone per colmare le significative lacune in termini di tecnica e fisicità pura createsi con l’uscita della campionessa di colore Maddalena Ntumba e della pivot “storica” costoniana Jolanda Torre oltre a quelle –certamente più ‘leggere’-di Rosaria Grillo e della lunga Elena Riccardi. Ecco allora sul parquet dell’Acquacalda Manuela Diamanti, una vecchia conoscenza del basket nazionale, concreta e positiva per testa e movimento, forse con qualche problema fisico a giudicare dalla mancanza di reattività in alcuni giochi “zaniani” di contropiede. Sul tiro il lavoro da fare non manca, ma la campionessa che assomiglia a Ilaria Chemello c’è tutta. Poi la piccola e veloce play Agnese Soli, una giocatrice giovane che dovrà crescere nel ruolo aggiungendo punti alle sue buone qualità di playmaker d’ordine e l’altra giovane lunga Mina Luongo proveniente dalla serie B d’eccellenza ancora tutta da scoprire. Il campionato appenninico sarà particolarmente duro, trasferte pesanti ed impegnative, squadre sempre più competitive e soprattutto incoraggiate da numeroso e caloroso pubblico, il “famoso” valore aggiunto che manca alla Ducato, e non lo diciamo da ora. L’altra forte criticità è rappresentata dal numero delle promozioni per la serie A1, una soltanto per i due gironi nazionali contro le due della passata stagione. Ipotizzare una promozione è quindi azzardato per qualsiasi formazione, tanto più che non si avverte nemmeno questo sentiment forse nel ricordo di tante passate delusioni quando l’acquisto di atlete importanti aveva fatto sognare immediati traguardi. Ricordiamo lo squadrone che chiamammo ‘Dream Team’, quello di Ilaria Chemello, Marika Zanardi e Simona Albertazzi che in effetti fece sognare davvero sconfiggendo Viterbo (che poi vinse il campionato e fu promossa in A1) nell’epica battaglia del PalaCus per poi finire al quarto posto dopo una serie incredibile d’infortuni e di mediocri prestazioni. Il ricordo genera prudenza e toni moderati nella dirigenza costoniana pur nell’esigenza, a questo punto indifferibile, di voler e dover aprire un nuovo ciclo per il basket rosa senese impantanato da sette anni in un campionato oggi inadeguato alla tradizione della città. La conquista della massima serie nazionale è un obiettivo legittimo, anzi doveroso per una comunità che ha la pallacanestro nel cuore e nella mente; un obiettivo per il quale occorrono idee e contributi di tutti, grande forza organizzativa e capacità di mobilitare un pubblico che sia fedele e appassionato. Vincere (o perdere) davanti a dieci-venti persone sarebbe soltanto un inutile dato statistico, senza alcun significato sportivo e incoerente al livello delle risorse disponibili.■ ba s k e t 41 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 43 INIZIA LA NONA AVVENTURA CONSECUTIVA DEI ROSSOBLÙ IN B1 FRA NUOVE SPERANZE E VECCHIE PAURE Lo scudetto della Virtus è una stagione tranquilla ANDREA MONCIATTI “L’anno zero”. Si apre in questi giorni una stagione di profondi cambiamenti per la Virtus. La strada maestra è sempre la solita, con i giovani al centro dell’attività, ma i programmi in realtà sono molto diversi. Fino ad ora si era scelto di valorizzare i prodotti del vivaio, affiancandoli a professionisti navigati. Una condotta che aveva portato risultati scarsini per la prima squadra, ma vetrine importanti per molti giovani talenti che adesso calcano i parquet della serie A (Bruttini, Daviddi, Giuri, Rullo). Da questa stagione però la Virtus ha cambiato rotta. Le regole sullo svincolo a favore delle squadre professionistiche di serie A, a cui basta pagare un parametro in comode rate per avere i giovani migliori, hanno reso impossibile alle piccole realtà di continuare ad investire sugli adolescenti. La Virtus allora ha deciso di spostare in avanti il suo reclutamento, cercando giocatori che, usciti dal settore giovanile senza le luci della ribalta, cercano ancora la giusta maturazione. Così, guidata da un tecnico molto esperto e non nuovo a questo tipo di progetti, vedremo in campo la Mpv più giovane di sempre. L’età media della squadra è infatti di 22 anni. Nell’anno in cui le retrocessioni sono raddoppiate, saranno quattro per girone, pare un azzardo, ma in realtà non è così. Mai come quest’anno la Virtus ha seguito una linea chiara, formando una rosa equilibrata e completa, senza primedonne o doppioni. Una squadra perfetta per il credo di Stefano Salieri, tecnico competente e molto apprezzato in B1, anche perché ha dalla sua i risultati. Fino ad ora nessuno si è sbilanciato sugli obiettivi, anche se i virtussini sognano finalmente una stagione tranquilla, magari a metà classifica, senza l’incubo della retrocessione. Una squadra così giovane però dovrà imparare anche a soffrire, perché la B1 è un campionato durissimo per chi non ha esperienza. Tuttavia il precampionato ha dato davvero buone indicazioni. Si è giocato sempre con squadre fortissime, e senza mai sfigurare. Molte sconfitte, ma per pochi punti di scarto, dopo aver lottato strenuamente. C’è stata anche un po’ di sfortuna per l’infortunio al ginocchio del lungo Bacchi, che ha privato la squadra di un validissimo elemento soprattutto a rimbalzo, ma nel complesso i risultati sono soddisfacenti. Insomma per l’agonismo e la voglia con cui i giocatori hanno affrontato queste sfide, non sembrava certo di essere in precampionato. Ora bisognerà fare i conti con le sfide che mettono in palio i due punti, che danno vita ad emozioni diverse, ed il calendario non aiuta, con quattro trasferte nelle prime sei gare ed avversari piuttosto forti. Sempre in tema di cambiamenti la Mpv quest’anno lascerà Colle per tornare al Palasclavo. Una scelta che contenta qualcuno e scontenta qualcun altro (sicuramente il cassiere visto il costo dell’affitto del Palasport). Sicuramente giocando ed allenandosi a Siena la prima squadra torna ad essere al centro dell’attività della Virtus a differenza di quello che era nelle ultime stagioni. Con questo ci sono tutti gli ingredienti per una stagione molto divertente, e chissà che anche il pubblico senese non reagisca nel modo giusto. Francesco Bacchi (n. 15) a rimbalzo. In attesa del suo recupero, lo sostituisce in allenamento l’ex Matteo Daviddi damiani impianti condizionamento – riscaldamento – idr osanitaria Via Guccio di Mannaia 11 (Viale Toselli) - SIENA - Tel e Fax 05.77.28.62.56 ba s k e t 43 OTTOBRE-2006 05-10-2006 8:18 Page 44 sport per tutti•Francesco Montalbano A tre anni di distanza dalla sua nascita, il Circolo Scherma Uisp di Siena è già una realtà •Questa è una favola Inizio a fare scherma come tutti, un po’ per caso nel 1986 all’età di sei anni, e come tutti vivo quello che per me rappresenta un impegno importante e costruttivo come la pratica di uno sport agonistico. Vivo esperienze indimenticabili con i miei compagni, visito posti bellissimi. Sì, mi tolgo anche qualche piccola soddisfazione sportiva anche se questo, mi ha sempre insegnato il mio maestro, non è tutto. Poi un “bel” giorno qualcosa va storto, ed allora succede che ti ritrovi con i tuoi amici alle tre di notte davanti alla tua sala di scherma a chiederti se continuerai a fare scherma o se sarai costretto ad andare veramente a fare spinning e aerobica in palestra (che incubo!). Succede anche che proprio non ci stai a pensare che il tuo maestro da quel momento in poi prenderà in mano la sua sciabola solo per spolverarla ed allora decidi di fare una cosa folle. Ti ritrovi ancora una volta con i tuoi amici, questa volta c’è anche lui, il temibile, il vecchio, quello che a settantacinque anni ancora ha voglia di farti lezione e farti scoppiare di fatica, fino a farti chiedere in ginocchio di farla finita. Questa volta la cosa si fa concreta, il pensiero è molto semplice: “perché non mettiamo su una bella società di scherma, tanto ce la possiamo fare” dice qualcuno, “si, certo, tanto io esco la mattina di casa alle 7 e torno alle 19, dimmi dove lo trovo il tempo di fare anche il dirigente sportivo!!” dice un altro. Conclusione del dibattito? In circa due ore nasce il Circolo Scherma U.I.S.P. Siena, siamo nell’agosto del 2003. A settembre ti ritrovi con i tuoi compagni di avventura al campo scuola per iniziare la preparazione atletica. Siamo in sette, e se consideri che uno è un amico che è passato a trovarci, non è un risultato molto incoraggiante. “Ma perché dobbiamo perderci d’animo, tanto ormai la frittata è fatta, questo anno lo dobbiamo finire in tutti i modi, poi l’anno prossimo vediamo”. E finalmente si parte con la scherma in pedana. Pedana, si fa per dire, le pedane costano, ma soprattutto dove possiamo tenerle noi che non abbiamo nemmeno una palestra nostra? Intanto pensiamo a tirare che prossimamente ci sono gare importanti. Con la scherma in pedana, è ovvio arrivano anche i primi bambini, il primo segno importante che la nostra idea non è stata folle, ma a qualcuno è piaciuta davvero. Così succede che da essere un atleta che ha ritrovato un posto per allenarsi diventi un dirigente sportivo che deve pensare a far allenare il vivaio della sua società, una responsabilità davvero grande per ragazzi come noi abituati a prendersi in giro in pedana e fuori. Così se ne va il primo anno agonistico, pochi risultati e molta fatica per arrivare in fondo senza che la nostra creazione collassi su se stessa. Inizia il secondo anno: buoni propositi, perché il primo, in fondo, non è andato poi così male. Iniziamo di nuovo ad allenarci, per fortuna ci hanno raggiunto anche ex compagni che in seguito si riveleranno fulcri importantissimi della nostra attività ed il numero dei bambini è cresciuto molto (bel lavoro!). Così, riflettendo, inizi davvero a pensare: “ora non si 44 torna più indietro”, poi ripensi “ma chi è che vuole tornare indietro?”. Organizzi scambi culturali con schermidori londinesi, cene in case in cima al Monte Maggio, gite al mare, ricominci a fare tutte le gare che il calendario propone, proprio come facevi quando avevi quindici anni, e non per il risultato (idea che ormai hai abbandonato da anni), ma per il gusto di partire tutti insieme e stare via un fine settimana a far baldoria, anche se gli alberghi non sono sempre il massimo. Sul più bello è ovvio, arriva sempre la stangata così, mentre sei a Bondi Beach a fare surf, il tuo Presidente ti manda un messaggio senza farti preoccupare più di tanto che recita: “problemi gravissimi, siamo senza palestra, ma non ti preoccupare”. Torni dall’Australia e ti cimenti in un trasloco lampo, il più veloce della tua vita ed il più difficile. Si perché devi trasferire una sala di scherma da una palestra di 300mq ad una di 40 e ci devi restare per quattro mesi, fra l’altro i più importanti della stagione. Non ti perdi d’animo neanche in quell’ occasione, trasferisci tutto insieme ai tuoi amici, il furgone di uno di loro e l’ape 50 di un altro. Riprendi gli allenamenti in questa piccola palestra dove ci sono solo due pedane per trenta persone ed ecco la sorpresa. Arrivano i primi risultati importanti, un titolo italiano a squadre (sciabola femminile) un argento (fioretto maschile) e tanti altri piazzamenti nelle gare individuali. Cosa è successo? Soltanto che siamo diventati un gruppo imbattibile, capace di affrontare ogni difficoltà senza paura. Finisce l’anno agonistico e si va tutti in vacanza, questa volta ne abbiamo davvero bisogno. Inizia il terzo anno, finalmente, grazie alla U.I.S.P., abbiamo di nuovo una bella palestra, i bambini sono tornati tutti, ora iniziano a fare gare e risultati. Che soddisfazione, due anni di immensi sacrifici ripagati nel giro di un paio di gare dei nostri bambini! Ora sei lì, a contemplare quello che insieme agli altri sei riuscito a fare, perché nel frattempo ci sono nuovi arrivi anche tra i “grandi”: uno straniero, un altro che l’ultima volta che l’avevi visto in divisa da scherma era davvero piccolo, l’ultimo che l’ultima volta che l’ha indossata non lo conoscevi neppure. Contempli, perché ora che tutti i tuoi amici sono lì che tirano e si divertono, sei davvero soddisfatto del lavoro svolto, contempli perché vedi il Presidente che dice di essere in palestra alle 18 ed arriva alle 20.00, comunque c’è, sempre, anima e corpo, contempli perchè vedi gli sciabolatori maratoneti che di prendere l’arma in mano non se ne parla prima delle 20, ma alle 18 sono già in palestra; perché vedi i fiorettisti che sono tornati, dei bambini che tutte le sere, anche se sono in tre, fanno un girone e chi vince è re per una notte; perché vedi gli spadisti, che sono pochi ma ci mettono l’anima e vedi i due D’Argenio che sono davvero instancabili e sono sempre lì con te, per te. Tutti lì per una causa comune: stare insieme e divertirsi perché questa passione possa non finire mai. Vuoi sapere come finisce la favola? Non lo so, ma per ora è una delle più belle della mia vita. ■
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Direttore Mario Ciani Direttore responsabile Paolo Corbini Direzione – Redazione – Fotolito Bernard & Co. Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena Tel. 05.77.28.53.74 Fax 05.77.22.10.14 E-mail: redazio...
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