9 agosto 2008
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9 agosto 2008
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” N. 274 - ANNO XI - EURO 1,50 I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 9 AGOSTO 2008 Asiago brinda ai 100 anni di turismo CAI Il passato insegna ad uscire dalla crisi I volontari che curano i sentieri pag. 17 ALO! IN RquEesGto numero con pag. 2 A T T U A L I T A’ In vacanza con l’orso tra timore e curiosità pag. 4 Mezzaselva “Un errore madornale chiudere l’Istituto” Foza Festeggiato L’80° del Gruppo Alpini Grafica Altopiano pag. 14 ASIAGO pag. 3 Il Comune, tra i primi nel Veneto, attiva un servizio pubblico Wi-fi Torna la Notte Nera sulle note della memoria PERSONAGGI pag. 25 Luigi Calderaro e i ricordi del Trenino Le poesie e gli scritti di Maria Tasca pag. 23 Igerio, 50 anni dietro l’obiettivo pag. 8 Il supplemento con tutte le manifestazioni in programma nei prossimi 15 giorni Le interviste di don Marco Il grido di Magdi Allam “ Grazie Gesù” pag. 20 GALLIO pag. 10 - 11 -12 - 13 Che baccano sul Sentiero del Silenzio I premiati al Festival del Cinema Al Gaarten apre il Casinò 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 2 “Riportiamo in alto il nome di Asiago” Cento anni di turismo ad Asiago – Al via una serie di iniziative per creare una nuova coscienza storica ed imprenditoriale – In programma, incontri, concorsi e una pubblicazione fotografica Asiago brinda ai cento anni di turismo. Dalla nascita del Trenino ai giorni nostri, un secolo di storia da ricordare, da riscoprire, dal quale forse si può imparare qualcosa per rilanciare Asiago e farla diventare come era un tempo: una tra le più rinomate località turistiche delle Prealpi. “C’è tanto da lavorare – dice l’assessore al turismo Roberto Rigoni, ancora raggiante per la buonissima riuscita della notte di note e la straordinaria partecipazione al concerto in piazza di Francesco Renga – e la prima cosa su cui bisogna impe- gnarsi è il cambio di mentalità degli asiaghesi. E in questo il nostro passato insegna molto con le vicende di tante persone, amministratori pubblici e imprenditori privati che hanno avuto il coraggio di investire, di gettarsi in nuovi importanti progetti, di rischiare per dare ad Asiago strutture e iniziative all’avanguardia, pensiamo al Trenino al Linta Park Hotel, al golf., nati per l’impegno di persone di grande volontà e lungimiranti”. Rivedere e analizzare il passato dunque per studiare l’oggi e progettare il futuro. La sfida sta nel capire quali sono i progetti validi, nel coniugarli con il rispetto delle risorse umane ed ambien- tali dell’Altopiano e nello sfruttare appieno tutte le opportunità che gli strumenti urbanistici nuovi che si stanno approntando, come il Piano di Assetto Territoriale, offrono. Per questo, nell’ambito delle iniziative legate al tema “100 anni di turismo”, ci saranno anche conferenze per presentare il PAT e le nuove forme di accoglienza ed ospitalità al turista in esso contemplate, con un notevole ridimensiona- Sapor d’acqua natìa Tutti invitati a Pechino Che suggestione se, a gara compiuta, il cronometro registrerà 9’71’’: sarà nuovo record del mondo! In caso contrario rimarrà nelle gambe muscolose del giamaicano Usain Bolt che il 31 maggio scorso a New York abbassò il precedente record di 9’74’’, proprietà di Asafa Powell. Storie di centesimi, di millimetri, di spazi minuscoli che l’umana vista non riesce a sequestrare. Eppure sta tutto lì, concentrato nella stordente ricchezza di un istante, la magia unica e il rischio disumano della sfida olimpica. Non serve arrivare un’ora più tardi, o un quarto d’ora, o i soliti cinque minuti. Nemmeno un minuto, manco un secondo. A volte ciò che divide il vincitore dallo sconfitto è un centesimo. Sarà medaglia d’argento, che è diversa dall’oro. Perché nello sport abita una strana prospettiva: il secondo arrivato è il primo degli sconfitti. Problema di un centesimo. Ma a prendere in mano quel centesimo s’avverte una scottatura. Perché solo l’atleta sa dirti cosa abita in quel minuscolo spazio. I 100 metri: un viaggio che dura meno di dieci secondi. Eppure c’impiegano quattro anni – il tempo che spazia tra un’olimpiade e l’altra – per preparare e riparare quei dieci secondi. 48 mesi in cui il fisico presenta un preventivo crudele: allenamenti sfibranti e diete ferree, prove di materiali e verdetti di cronometro, strategie e previsioni, rifiniture e massaggi, sfide a distanza e proiezioni sul computer. Studio delle pulsazioni, della postura, delle braccia. Calcolo del vento, della posizione ai blocchi, della tensione all’atte- sa. Il fisico ha il suo prezzo, ma la mente non è da meno perché alla fine è lì che se ne sta nascosta la magia di uno scatto, di un salto, di un colpo di reni sulla linea del traguardo. Questione di brillantezza. E la mente impone silenzio e concentrazione, passione e costanza, sacrifici e applicazione, perseveranza e assiduità. Un’educazione al dovere, alla passione, ai sentimenti. Perché basta un cuore triste, un colpo d’aria distratto, un passo disattento per bruciare mesi d’oculata preparazione. Ecco perché certi attimi regalano la potenza di una fucilata. Tanto che pure lo stadio assiste attonito con un silenzio inusuale. Divenne celebre il barone francese Pierre de Coubertin (1863-1937) per quella frase rubata ad un vescovo della Pennsylvania: “l’importante non è vincere ma partecipare”. Ma a scrutarli è difficile credere che un atleta varchi lo stadio ammantato in quest’intenzione: nemmeno all’inizio l’importante era partecipare. Si giocava per vincere: tanto che a fine gara gli atleti battuti si ritiravano senz’indugio per lasciare al vincitore gli applausi e le acclamazioni dei 40.000 spettatori. Il gesto atletico somiglia trop- po alla vita per occultarne l’impareggiabile paragone. Pure il Paolo apostolo, a vita conclusa, trafugò nello stadio per firmare il suo testamento: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno” (2Cor 4,7-8). Perchè l’esistenza conosce attimi che chiedono allenamenti e attese: un appuntamento, un colloquio, un esame. Un matrimonio, una gravidanza, un sacerdozio. Ma anche uno sguardo, una dichiarazione d’amore, una telefonata. Un sorpasso, una ritirata, uno scatto. E’ destino assegnato alle cose grandi l’esigente pretesa. Sia una gara o un’esistenza poco importa: è sempre e solo questione di attimi. Magari inavvertibili ma fatali per saperti vincitore o vinto. Sotto la statua di Jim Larkin, sindacalista irlandese, campeggia una scritta: “The great appear great because we are on our kness: let us rise” (“il grande appare tale perchè siamo inginocchiati:alzati”). Alle 08.08 dell’08.08.’08 s’è acceso il braciere a Pechino. Alle Olimpiadi non s’improvvisa nulla. Numeri compresi! mento dell’edilizia e uno sviluppo maggiore del settore alberghiero; la presentazione e il dibattito sulle ipotesi di intervento che possono essere sostenute dal Comune per lo sviluppo del turismo invernale, con chiaro riferimento ai nuovi impianti di risalita; l’analisi di tutto ciò che può contribuire a creare posti di lavoro legati all’attività turistica con impiego tutto l’anno. Convinti che per la creazione di una nuova coscienza turistica e una nuova mentalità imprenditoriale sia necessario coinvolgere le nuove generazioni, si è pensato anche ad un concorso di disegno per le scuole elementari sul tema “Cos’è per te il turismo”, mentre i ragazzi delle scuole medie dovranno ingegnarsi nella creazione di una brochure per la promozione turistica di Asiago. Il calendario delle iniziative è comunque ancora allo studio da parte dell’apposito Comitato del centenario presieduto da Nereo Stella, indimenticato responsabile dell’Azienda di Promozione Turistica negli anni del boom, nonché ex sindaco di Asiago, artefice di strutture e iniziative che hanno cambiato il volto turistico della città lanciandola ad alti livelli: con lui sono nati la strada del Costo, il golf, il Kaberlaba d’oro, il Festivalbar, solo per citare al- cune cose. “Non stiamo cercando di creare momenti celebrativi – sottolinea ancora Roberto Rigoni – bensì occasioni di riflessione sul come eravamo, su cosa siamo, su ciò che vogliamo diventare”. Ad aprire il calendario di incontri sarà la notte nera del 23 agosto (vedi articolo a fianco), mentre per il 4 ottobre è già programmata una serata all’aeroporto a cui tutti gli asiaghesi sono invitati a partecipare con una cena a lume di candela, a base di piatti tipici locali, sotto una tensostruttura trasparente, con la proiezione dei filmati dell’Istituto Luce riguardanti Asiago e la sua storia, e la conclusione con lo uno spettacolo pirotecnico. Tra i progetti anche una pubblicazione fotografica sui 100 anni di turismo da dare poi in dono a tutte le famiglie del Comune e a questo proposito l’assessore lancia un appello: “Tutti coloro che ritengono di avere materiale fotografico utile alla pubblicazione sono invitati a dare il proprio prezioso contributo per un recupero della storia del nostro turismo a 360 gradi”. Stefania Longhini L’ambasciatore del Dalai Lama in Italia per raccontare le verità nascoste Bandiere e lumini alle finestre per il Tibet «Un lumino o una bandiera ad ogni balcone per sostenere la causa tibetana». È l’appello lanciato da Elena Donazzan, assessore regionale all’istruzione, nell’ambito della visita del ambasciatore in Europa del Dalai Lama, Tseten Samdup Chhoekyapa, in un incontro tenutosi nella sala degli Stucchi di Palazzo Trissino a Vicenza. Il Tibet, prima del 1959 era uno stato indipendente. Dopo l’occupazione del regime comunista cinese ogni libertà fondamentale è stata calpestata ed il paese militarizzato. Il capo spirituale tibetano, il Dalai Lama, ultimamente ha chiesto che venga concessa perlomeno l’autonomia vista la totale chiusura del regime verso una richiesta di indipendenza. «A marzo i tibetani hanno preso coraggio – ha spiegato l’ambasciatore del governo tibetano in esilio Tseten Samdup Chhoekyapa – ma una pacifica manifestazione è stata repressa nel sangue. Il regime ha dichiarato che la violenza di alcuni tibetani ha cau- sato 22 morti. È del tutto falso, a noi risultano 200 decessi ed oltre 6 mila carcerazioni di prigionieri che sono scomparsi e non sono più rintracciabili. Dopo quella manifestazione gli infortunati non possono nemmeno godere dell’assistenza medica, i monasteri sono presidiati dall’esercito e per spostarsi di villaggio in villaggio occorre un permesso scritto». A tutti i veneti l’Assessore Donazzan ha proposto che l’8 agosto, sera di inizio dei giochi olimpici, appongano alle finestre una bandiera tibetana o una candela come segno di solidarietà. «Il Tibet è chiuso agli stra- nieri e tutto è monitorato – ha concluso Tseten Samdup Chhoekyapa – chiediamo all’Europa di fare fronte comune e sfruttare il riflettore mediatico delle Olimpiadi per alleviare le sofferenze di un popolo pacifico che chiede solo di vivere democraticamente e in libertà». Per tutta la durata delle olimpiadi le bandiere tibetane ed i lumini alle finestre saranno il segno della solidarietà dei popoli al Tibet. Nella speranza che a giochi finiti quel faro dei riflettori mediatici evidenziato da Chhoekyapa non si spenga gettando un intero popolo nel buio più totale.Luigi Frigo Bettinado 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 La notte nera sulle note della memoria ASIAGO Come dal buio riaffiorano i ricordi, nella Notte Nera riaffiorerà la storia, quella dei 100 anni di turismo ad Asiago. Il secolare evento si celebra quest’anno in occasione della seconda edizione di una iniziativa sperimentata con grande successo l’anno scorso. La Notte Nera è la risposta asiaghese alla moda delle “notti bianche”. Qui le luci non si accendono, si spengono, per creare un’atmosfera magica e suggestiva. L’idea, proposta la scorsa estate dal Comune di Asiago, ha trovato l’entusiastica adesione di operatori turistici, commercianti, cittadini e ospiti della città. Tutti sedotti dalla dimensione fiabesca in cui Asiago si è calata con lo spegnimento della pubblica illuminazione, delle insegne e delle luci dei locali. Torce accese a rischiarare fiocamente le strade, come secoli fa, ristoranti e negozi al lume di candela, per strada saltimbanchi e mangiafuoco. E poi tutti con il naso all’insù a guardare le stelle. Quest’anno si fa il bis, abbinando alla Notte Nera i 100 anni di turismo asiaghese. Il buio calerà verso le 21, mentre per le strade e le piazze del paese cominceranno ad esibirsi funaboli, Al laghetto Lumera la seconda parte della suggestiva serata in programma il 23 agosto con una serie di eventi evocativi legati alla storia ed alla cultura di Asiago, un sottofondo musicale e la lettura di brani tratti dalla tradizione letteraria locale, il richiamo alle origini cimbre del popolo asiaghese, i giochi pirotecnici e le comparse in costume trampolieri, sputafuoco, maghi e chiromanti. Un salto indietro nel tempo e dentro la fantasia. Il centro di Asiago definirà la spazio scenico del teatro della notte nel quale il pubblico scoprirà un susseguirsi di apparizioni a sorpresa e performance del teatro di figura, tra giochi ed acrobazie del corpo, in cui il fuoco sarà l’elemento principale che caratterizzerà la serata. Nella piazza del Duomo, come l’anno scorso, si terrà l’appuntamento con l’astronomia, grazie alla collaborazione tra Comune di Asiago, Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, Inaf – Osservatorio astronomico di Padova-Asiago e Uai-Unione astrofili italiani. Tema dell’incontro sarà “A spasso su Marte. Notturno di astronomia, prosa, musica e danza...”. Il progamma inizierà alle 21.30 con il saluto delle autorità e la presentazione della serata con frammenti della Guerra dei Mondi, il dramma radiofonico con cui nel 1938 Orson Welles gettò nel panico milioni di ascoltatori statunitensi convinti che fosse realmente in atto un’invasione degli alieni. Nel corso della serata verranno proposti filmati, relazioni di esperti e performance teatrali dedicati al sistema solare e in particolare al pianeta Marte, quello che, per la sua relativa somiglianza alla terra ha da sempre suscitato le fantasie extraterrestri di gente comune, scrittori e registi (e a volte anche degli stessi astronomi). I momenti di divulgazione scientifica saranno intervallati da musica dal vivo jazz e tango con il gruppo De rerum natura e finale danzante con il gruppo di tango Rossoaovest. Alle 23.30 il programma della serata si sposterà al laghetto Lumera, nei pressi del centro cittadino, per la celebrazione dei Internet, ad Asiago arriva la connessione a banda larga Un servizio innovativo attivato grazie al Comune in convenzione son Saiv Asiago, prima località montana in assoluto e terza città nel Veneto, dopo Venezia e Padova, lancia in questi giorni un servizio wi-fi pubblico, cioè un collegamento senza fili ad internet al quale residenti e turisti possano accedere con le proprie apparecchiature (pc, telefoni, palmari ed altri apparati adeguati allo scopo). L’innovativa “opera pubblica”, come l’ha definita l’assessore al bilancio e all’informatizzazione del Comune di Asiago Ivan Baù, è stata possibile grazie all’accordo con Saiv Spa, azienda veneta di telecomunicazioni il cui amministratore delegato Alessandro Bregolato, nella presentazione del servizio avvenuta ieri in Municipio, si è complimentato pubblicamente con il Comune di Asiago per la lungimiranza nel dare avvio “al sistema di tele comunicazione del futuro”. Nella fase di sperimentazione del servizio, che durerà circa un anno, dopo il quale si analizzeranno le statistiche di uti- lizzo, le zone coperte sono quelle più centrali: Corso IV novembre, Piazza II Risorgimento, Piazza Carli, Piazzale dello stadio del ghiaccio, Parco Millepini e biblioteca civica comunale. Il primo utente in assoluto sarà ovviamente il Comune che usufruirà anche del servizio voipe per le chiamate in voce, con un notevole risparmio su questo capitolo di spesa. Un risparmio, proprio in virtù dell’accordo tra l’amministrazione e Saiv, viene garantito anche agli utenti, soprattutto residenti che pagheranno la metà rispetto agli attuali sistemi di connessione ad internet. Per accedere agli strumenti di comunicazione a banda larga e quindi anche molto veloci, è sufficiente essere dotati delle apposite apparecchiature e acquistare la “scratch card”, ovvero la tesserina sulla quale sono incisi numero seriale e password, digitando i quali si accede ad un apposita pagina web www.wi-fiasiago.net dalla quale, una volta compilata una breve scheda per il trattamento dei dati personali, si potrà accedere alla rete e a tutti i servizi e informazioni ad essa connessi. In vendita ci sono tessere settimanali e mensili differenziate per residenti e turisti: la settimanale ha un costo di 5 euro per i residenti e 10 per i turisti; la mensile 10 euro per i primi, 20 per i secondi. Per il momento i punti vendita della card sono due: Tabaccheria Carli Stefano “Duri” in Corso IV novembre e Sie Informatica in via brigata Liguria. Fino al 17 agosto, ad Asaigo, in Corso, all’altezza dello Sporting Residence, è aperto un punto informativo dove si possono chiedere spiegazioni, provare il servizio, avere una card di prova della durata di due ore per fare le proprie valutazioni a casa, ritirare depliant illustrativi. L’ufficio Saiv ad Asiago sarà aperto anche sabato 23 e domenica 24 agosto. A disposizione per informazioni sul servizio anche l’ufficio Turismo del Comune. Stefania Longhini 100 anni di turismo ad Asiago. “Segni nel buio” sarà lo spettacolo della seconda parte della serata. Il pubblico raggiungerà il posto accompagnato dagli artisti di strada. Una volta giunti al lago, lo spettacolo proseguirà sulle note della memoria con una serie di eventi evocativi legati alla storia ed alla cultura di Asiago, un sottofondo musicale e la lettura di brani tratti dalla tradizione letteraria locale, il richiamo alle origini cimbre del popolo asiaghese, i giochi pirotecnici e le comparse in costume che appariranno come per magia su una piccola barca in mezzo al lago. Il leitmotiv di quest’ultimo evento sarà la “memoria”, in cui le storie e gli uomini della tradizione turistica dell’altopiano, verranno rappresentati per quadri scenici come flash back nel buio. “Questa Notte Nera promette di ripetere il successo della prima edizione e di imprimersi nella memoria di asiaghesi e turisti come un evento da non dimenticare; – sostiene l’assessore al turismo Roberto Rigoni – a fianco all’arte ed allo spettacolo, emerge il rilevante contributo che tale iniziativa vuole dare alla causa del risparmio energetico oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica verso il problema dell’inquinamento luminoso, argomento molto sentito in questi ultimi tempi a maggior ragione nel nostro territorio sul quale insistono gli osservatori astronomici fra i più importanti d’Italia e d’Europa”. Cristiano Carli Conoscere l’India per conoscere sé stessi Mercoledì 13 agosto, alle 20.45, presso le scuole medie di Asiago, verrà presentato il film “Bharata, India nell’anima” di Keshava Ferrini. La pellicola racconta suoni e immagini che raccolgono la storia di un viaggio in India in tre dei luoghi sacri considerati i più importanti. Un viaggio che più che nello spazio e nel tempo si svolge nell’universo interiore in cui luoghi immagini, suoni gesti e gesti di antica simbologia e sacralità accompagnano lo spettatore in un percorso alle origini della vita e della conoscenza. La visione del film sarà preceduta da una introduzione della dottoressa Natalina Morlin. Seguirà un dibattito a cura del dottor Fabio Manfredi docente dell’Accademia del Centro Studi Bhaktivedanta. Mercoledì 20, sempre presso le scuole medie, alle 20.45, si terrà una conferenza sul tema “Il ruolo della volontà e la scienza del pensiero”. Verranno illustrati gli insegnamenti millenari della psicologia dello Yoga per prevenire e superare tensioni e conflitti. “L’armonizzazione delle funzioni della personalità – si legge nella presentazione della serata - è il primo e fondamentale presupposto per la ricostituzione del benessere, per la riconquista di uno stato di unità e completezza e per la soddisfazione dell’emo- zione più fondamentale di tutte: l’intenso bisogno dell’altro, soprattutto espresso dalla necessità di dare e ricevere Amore. Attraverso lo sviluppo della volontà la persona può imparare ad agire sulle funzioni psichiche, orientandole ed armonizzandole. Se si realizza tale stato di armonia, la vita viene vissuta in comunione con gli altri e con il tutto, con gioia, con pensieri, parole ed opere sostenuti ed illuminati dalla grandezza dell’Amore”. Relatore sarà il professor Fabio Manfredi. L’ingresso alle due serate è libero. E’ gradita la prenotazione al numero 349 8652896. 8 Sabato 9 agosto 2008 ATTUALITA’ l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 4 Un incontro con l’orso? Non temetelo, ma neppure sperateci! Maschio, tre anni, ama girovagare e non patisce il sonno, questo è l’orso dell’Altopiano Il susseguirsi dei recenti episodi che sembrano confermare la presenza di un orso sul territorio dell’Altopiano, oltre che arricchire di mistero i nostri boschi, hanno dato vita a reazioni e commenti di svariato genere: ci sono coloro che stentano a crederci, ipotizzando si tratti di voci, non è chiaro se messe in giro per attirare o far allontanare gente, c’è chi ne è spaventato e si augura di non incontrarlo mai, e chi invece pagherebbe chissà quanto per poterlo osservare da vicino. Tra questi ultimi anche l’ispettore Daniele Zovi, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato. “Vedere l’orso sarebbe un’autentica fortuna – dice Zovi – ma sarà impossibile. Ahimè! Mi piacerebbe moltissimo, ma so già che non capiterà: l’orso è elusivo per carattere, si nasconde, sta ben lontano dall’uomo e ne ha tutti i motivi. Il ritorno, anche se episodico, dell’orso in Altopiano ha quasi un valore etico, è una riparazione ai torti che l’uomo ha fatto alla sua specie nei secoli passati: i nostri antenati hanno ucciso gli orsi, ora è nostro compito rispettarlo.” Allora ci conferma che l’orso in Altopiano c’è davvero. “Si, sappiamo con sicurezza che c’è e di quale orso si tratti: è stato accertato dai rilievi di impronte, da ritrovamenti di pelo e altre tracce, ma soprattutto da lunghe osservazioni fatte in prima persona dai pastori. L’ultima segnalazione è di fine luglio, quando ha visitato le arnie di un apicoltore di Lusiana a Busa del Molton, sopra a Malga Galmarara. In precedenza erano state ritrovate tracce sopra il paese di Enego, ai confini con Grigno, a Malga Slapeur tra le Melette di Foza e le Melette di Gallio, è stato visto al Ghertele, a Galmararetta e Galmarara, di notte. L’orso infatti si muove di notte o al crepuscolo. Ma non è possibile monitorarlo, si sposta spesso e può percorrere anche 50 chilometri in una notte”. Può rappresentare un pericolo? “No, chi ha paura dell’orso è perché non ne conosce il carattere: il semplice rumore dell’uomo lo fa allontanare, è un animale dalla vista debole, ma udito e olfatto acutissimi. E’ in netta prevalenza vegetariano, non disdegna di mangiare carogne anche in avanzato stato di decomposizione, ed è predatore di prede facili, come le pecore, motivo per cui ha creato allarme e tensione fra i pastori. Questi hanno raccontato come le greggi fossero molto spaventate dalla sua presenza, e i cani siano rimasti immobili e in silenzio. Aldilà delle leggende, è confermato che l’orso è molto attratto dal miele, e la visita alle arnie non fa che confermarlo. Ma mi preme sottolineare come, nei paesi dove è molto numeroso, ad esempio Croazia, Bosnia, Slovenia, Svezia, non si ricordino nell’ultimo secolo attacchi all’uomo, se non da orsi feriti dall’uomo, quindi, diciamo per “legittima difesa”, episodi ugualmente molto rari. Non dobbiamo temere l’orso, la natura non deve fare paura, ma va affrontata con le cautele che si hanno verso le grandi cose. E la presenza dell’orso sull’altopiano è un grande evento, storico: il primo accertato dopo gli ultimi avvistamenti del 1.800. E’ un arricchimento del nostro eco sistema, assieme alla crescente presenza di camosci, assai numerosi dopo la loro reintroduzione, di cervi, caprioli, marmotte. Quest’anno ho visto molte aquile, presumo sia proprio per la presenza così numerosa di marmotte; ci auguriamo che l’orso rimanga, lo spazio c’è”. “Un’altra cosa importante da evidenziare – termina Zovi è come, lo scorso anno, la Re- gione Veneto abbia deliberato di provvedere a risarcire al 100% i danni dei grandi carnivori, orso compreso. E’ un segnale importante, che ci dice come l’amministrazione pubblica consideri che l’orso vada protetto e tutelato. Pastori o apicoltori che venissero danneggiati debbono rivolgersi immediatamente all’amministrazione provinciale, anche attraverso gli uomini del Corpo Forestale, in modo che i tecnici preposti possano verificare i fatti e procedere al risarcimento dei danni. Per un’ulteriore tranquillità è stato poi proposto di fornire recinti elettrici per le zone dove sostano le greggi di notte, e quelle in cui si trovano le arnie, visto che l’orso non appena tocca i fili si ritrae”. Silvana Bortoli Dalla provincia di Trento a quella di Verona, dopo un inverno in cui stranamente non è andato in letargo, ha scelto le cime dell’Altopiano per passare l’estate Il “nostro” orso è un esemplare maschio di tre anni di “ursus arctos”, nome scientifico dell’orso bruno, specie diffusa in Europa. E’ l’orso delle storie e delle leggende, che ha dato il nome a città come Berlino e Berna. Tra il 1996 e il 2002 in Trentino è stato realizzato il “Progetto Orso” dopo che la piccola colonia di 3 – 4 individui rimasti, ormai vecchi e sterili, rischiava di determinarne la scomparsa. Si è deciso una reintroduzione dell’animale, con dieci soggetti di cui sei femmine, alcune gravide. Nel corso degli anni sono nati una quindicina di piccoli, la popolazione attuale è di 25 elementi, compreso l’orso spintosi verso l’Altopiano. Al momento della nascita un orso pesa mezzo chilo, arrivando da adulto ai due quintali e mezzo. I maschi giovani verso i tre anni di età (quella dell’orso che si aggira tra i nostri monti) cercano nuovi territori e nuove femmine. Il nostro orso, il cui peso è stimato sui 100 chilogrammi, come ci ha spiegato l’Ispettore Zovi, ha una storia recente singolare, visto che è stato appurato che, spostandosi dalla provincia di Trento a quella di Verona, ha passato l’inverno sul monte Baldo, senza andare in letargo, cambiando poi ancora provincia per spingersi in Altopiano. S.B. Casa del Pastore, una realtà importante per l’Altopiano” Lassù sul Kaberlaba c’è la Casa del Pastore, cooperativa sociale che opera nel campo delle disabilità, assistendo 18 disabili psichici e 8 disabili fisici provenienti dall’Altopiano. Un’opera fondamentale per le famiglie altopianesi portata avanti con grande dedizione dagli operatori ma anche con grande fatica e sacrificio. La coope- Asiago di malga: Malga Larici e Malga Pusterle vincono la seconda edizione del concorso caseario In occasione del concorso per il “Miglior Formaggio Asiago d’Allevo Vecchio e Stravecchio prodotto in malga” per il primo anno si è potuto premiare, oltre al “Vecchio”, anche lo “Stravecchio”, per un totale di ben quattordici forme al vaglio della giuria. A contendersi il titolo le seguenti malghe: Malga Camporossignolo, Malga II Lotto Marcésina, Malga I Lotto Valmaron, Malga Verde, Malga Pusterle, Malga Larici, Malga di Porta Manazzo e Malga Mazze Superiori. Una commissione di esperti degustatori di formaggio, composta da Bruno Morara e Giancarlo Coghetto per l’ONAF, Alfonso Loddo per Veneto Agricoltura e Marco Broggiotti per Slow Food, riunitasi a porte chiuse nei locali del premiato Caseificio Pennar di Asiago, ha decretato le forme migliori rispettivamente di Asiago d’Allevo Vecchio e Stravecchio prodotte in malga. A conferma che “La vigna buona fa davvero buon vino”, il primo premio nella categoria Asiago Stravecchio è stato assegnato al formaggio prodotto nel 2006 da Roberto Frigo a Malga Larici di Sotto. Si tratta dello stesso formaggio che lo scorso anno aveva vinto il primo premio nella categoria Vecchio. Categoria che quest’anno ha insignito del primo premio il lavoro di Sergio Basso, per l’Asiago prodotto nell’estate 2007 a Malga Pusterle. rativa, nome intero La Madonnina – Casa del Pastore, opera in convenzione con l’Ulss ma si sa i soldi non bastano mai. E’ con donazioni e piccoli lasciti che si riescono a fare quei piccoli salti di qualità che in dieci anni hanno portato questo centro ad essere un punto di riferimento per le famiglie e anche per gli assistiti introducendo tirocini sociali, attivando un servizio di pronta accoglienza, organizzando gite e momenti di svago anche fuori dalla struttura stessa. L’ultima donazione in ordine di tempo è arrivata dall’associazione “Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori” ed ha permesso alla cooperativa di acquistare un videoproiettore, una fotocopiatrice, un fax, una macchina fotografica digitale e una stampante che non solo servono per l’attività amministrativa, ma come supporto a molte attività degli assistiti. “Dobbiamo veramente ringraziare l’associazione per quanto fatto – dice Luisa Scaggiari, coordinatrice della cooperativa – A qualcuno possono sembrare piccole cose ma non lo sono per noi, ecco forse sono l’esempio di come operiamo in ristrettezze economiche”. La macchina fotografica, la stampante e la fotocopiatrice vengono impiegate dagli operatori per creare cartelli a ricordo di esperienze che aiutano la memoria e la creatività mentre il videoproiettore è impiegato soprattutto in un’attività riabilitativa specifica. Con l’arrivo del videoproiettore è stato possibile introdurre un percorso cognitivo riabilitativo che prevede una serie di esercizi per allenare la memoria e la concentrazione. Una novità che ha entusiasmato gli assistiti e che nel corso dei mesi ha già dato i suoi primi risultati. “Attiviamo le potenzialità represse, aumentiamo le funzioni mentali, miglioriamo la loro cognizione spazio temporale – spiega la dottoressa Carmen Traverso – Con il videoproiettore possiamo lavorare anche su altri aspetti dei nostri assistiti e non solo sugli aspetti prettamente clinici”. Gerardo Rigoni 8 Sabato 9 agosto 2008 ATTUALITA’ “Nel ribadire l’assoluta necessità di dar corso agli investimenti per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’Ospedale di Asiago, indispensabili per potenziare un presidio ospedaliero insostituibile, i Consiglieri Regionali del Partito Democratico della Commissione Sanità e Sociale incalzeranno l’Assessore alla Sanità e la Giunta Regionale affinché la struttura di Mezzaselva, per la quale al l’Altopiano 5 Rizzato: “Chiudere Mezzaselva fu un errore madornale” momento non c’è alcuna proposta concreta, venga riattivata attraverso un progetto di attività sociali e sociosanitarie a beneficio dell’Altopiano di Asiago e dell’intera provincia di Vicenza”. Sul futuro della sanità in Altopiano, dopo la visita agli ospedali di Asiago e Mezzaselva del nuovo assessore alla sanità Sandro Sandri, accompagnato dal presidente del Consiglio regionale Marino Finozzi e dai consiglieri Roberto Ciambetti e Mara Bizzotto, interviene il consigliere regionale Claudio Rizzato che tiene a ricordare come il centrosinistra, in Commissione Sanità del Con- Guardare e ascoltare la musica con il naso all’insù L’insolita e suggestiva proposta di Artemusica prevede infatti per sabato 9 alle ore 21 un eccezionale concerto ambientato nel bosco, dove otto violinisti si esibiranno dalle piattaforme dell’Acropark di Roana, speciali palcoscenici in un improvvisato teatro all’aperto. Non c’è l’obbligo dell’abito da sera, è solo consigliato qualcosa di pesante per affrontare l’umidità del bosco. In caso di maltempo lo spettacolo verrà riproposto il 13 agosto. Emozionante esperimento o solo follia? Sicuramente la prima opzione. La follia (di variazioni) che spazia tra le musiche dal 1500 al 1800 arriverà invece con il concerto che il M° Marco Vincenzi proporrà lunedì 11 agosto alle 21 nella chiesa parrocchiale di Roana, suonando antichi strumenti: clavicembalo, fortepiano, clavicordo. www.giornalealtopiano.it Diverse sonorità per una grande varietà di interpretazioni. Il tanto amato pianoforte tornerà ad essere protagonista del concerto di Giampaolo Stuani in programma lunedì 18 alle 21 nella sala S. Giustina a Roana. L’artista che ha tenuto recitals soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, è considerato dalla critica uno dei pianisti più interessanti della sua generazione anche per la varietà del suo repertorio solistico e concertistico, che spazia da Bach ai giorni nostri. Mercoledì 20 agosto alla stessa ora ma nella sala Consiliare di Canove torna ad esibirsi Thomas Schwan, un artista che il pubblico dell’Altopiano ha già più volte avuto l’occasione di ascoltare ed apprezzare. Durante il concerto il giovane pianista eseguirà tra gli altri alcuni dei brani di sua composizione che gli sono valsi il secondo premio al Concorso Internazionale di composizione Music Culture di Los Angeles. La sera prima alle 17.30 in sala S. Giustina a Roana, per le pennellate musicali a cura di Artemusica, Davide Apolloni guiderà il pubblico ad approfondire la conoscenza di Vincent Van Gogh e il suo dramma. Un nome, una garanzia. Giovanni Rattini siglio Regionale, abbia sempre sottolineato l’errore madornale della chiusura di Mezzaselva e in questi anni ha tenuto ferma la proposta dell’utilizzo di quella importante struttura per l’esercizio di funzioni e servizi sociali, per non svendere ai privati un grande patrimonio di tutto l’Altopiano. “Ad ogni nomina del nuovo Assessore alla Sanità della Regione (con Sandri siamo al terzo in questa legislatura) – dice Rizzato, anche in tono polemico - si ripetono le visite alle strutture sanitarie dell’Altopiano. I rappresentanti istituzionali delle forze politiche che nel 2002, nonostante il parere contrario di tutte le Amministrazioni dell’Altopiano, hanno chiuso la struttura di Mezzaselva, anche in occasione dell’ultima visita hanno espresso meraviglia e si sono chiesti chi sono quei pazzi che hanno deciso la chiusura di una struttura sulla quale sono state investite risorse pubbliche consistenti. Inoltre hanno contrabbandato per nuovi investimenti per la ristrutturazione dell’Ospedale di Asiago già presenti da anni nella programmazione regionale. Basta scorrere la rassegna stampa del 2002 per ricordare che il mantenimento dell’Ospedale di Asiago come Ospedale per acuti è stato frutto delle battaglie dei Cittadini dell’Altopiano e di una grande manifestazione a Venezia, per contrastare le scelte fatte dalla maggioranza che governava la Regione (la stessa maggioranza di centrodestra che governa oggi, compresa la Lega) la cui volontà era di far diventare l’Ospedale di Asiago una semplice succursale di quello di Bassano”. Stefania Longhini Il consigliere regionale Claudio Rizzato 8 Sabato 9 agosto 2008 ASIAGO Giovedì 24 luglio, in una splendida giornata di sole, in località Prunno, si è tenuto il primo Grande Raduno dei Grest dell’Altopiano gestiti dalla Cooperativa ‘Il Faggio’; si tratta di ben 280 ragazzi tra i sei e i dodici anni che si sono iscritti alle attività estive in quattro comuni: Asiago e Sasso, Roana e le sue frazioni, Gallio e Rotzo. L’iniziativa, creata anche grazie ai fondi erogati dai quattro comuni coinvolti, ha avuto lo scopo di riunire diverse piccole realtà appartenenti all’Altopiano, dando loro uguale importanza attraverso le attività creative e interattive organizzate da operatori e coordinatori. I ragazzi che vi hanno partecipato, infatti, hanno potuto divertirsi per tutta la giornata assieme ai loro animatori (più di una ventina) e ai volontari. In realtà, sono molte le iniziative programmate per l’estate 2008 dalla Cooperativa ‘Il Faggio’ in collaborazione con i comuni e gli animatori. Per l’attività del grest si contano circa 150 ragazzi di Asiago e Sasso, l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 6 Il Grande Raduno dei Grest dell’Altopiano: tante piccole formichine che hanno svuotato i propri cuori in una comunione di gioco e tenerezza 100 di Roana e frazioni, una cinquantina di Gallio e una trentina di Rotzo; gli iscritti hanno potuto partecipare a due turnate (una dal 7 al 31 luglio, l’altra dal 4 al 24 di agosto), accompagnati da un tema principale che quest’anno era Alea iacta grest, tema dall’eco latino ispirato alla lettera di San Paolo a Filemone. Ogni comune ha poi potuto organizzare autonomamente il proprio percorso; tuttavia gli scopi principali sono rimasti gli stessi: l’avvicinamento a tematiche complesse come quelle della libertà e dell’amicizia (in questo caso tra schiavo e padrone), ma al contempo il divertimento collettivo e interattivo. Durante il mese di luglio, i ragazzi dei grest di Asiago, Rotzo e Roana hanno potuto usufruire di di- verse attività: cinema, laboratori pratici, piscina, pattinaggio, agility forest e acro park, gite come quella organizzata in località Ghertele, teatro, giochi d’acqua e, a conclusione, la preparazione di uno spettacolo che si è tenuto il 31 luglio con recite, balli e canti, cosa che ha certamente stimolato la creatività dei ragazzi. Di particolare importanza sono state le attività svolte a Sasso di Asiago; i bimbi e i ragazzi della frazione hanno potuto godere, per il terzo anno, di un servizio eccellente: giochi, laboratori ed escursioni sportive e didattiche in compagnia degli animatori.. A Gallio, sono state organizzate ben due proposte: una di baby sitting indirizzata ai bambini della scuola materna con quaranta iscritti e attività realizzate sul tema dei cartoni animati, la seconda di happy sitting per i ragazzi delle scuole primarie con quindici iscritti e attività affini a quelle dei grest degli altri comuni. Uno sforzo davvero grande quello compiuto dalla Cooperativa ‘Il Faggio’ in collaborazione con i comuni coinvolti! Le fatiche sono state comunque ripagate, attraverso il lavoro di animatori e volontari, dai sorrisi dei bambini e dalla soddisfazione dei genitori. Una delle attività più importanti è stata quella del primo Grande Raduno dei Grest dell’Altopiano, che, per la prima volta, si è posto come spunto di riunione e di scambio reciproco di idee e sentimenti. Dopo aver raggiunto la locali- tà Prunno, chi a piedi, chi accompagnato dai genitori, chi ancora giunto attraverso il trasporto organizzato dalla Cooperativa, i ragazzi si sono divisi in cinque diversi stand, dove si sono svolti dei tradizionali giochi a squadre miste: bandiera, gincana, palla guerra e altri ancora. Dopo un pranzo al sacco consumato tutti insieme, il pomeriggio è proseguito con altri giochi tesi ad avvicinare realtà che, spesso, si sentono reciprocamente lontane, ma che in realtà sono molto vicine. La giornata è stata positiva sia per gli organizzatori e gli animatori che per i ragazzi che, arrivati come piccole formichine dai cappelli variopinti e dagli zainetti carichi, hanno dimostrato che nel loro piccolo mondo non esistono bugie, falsità, invidie e campanilismi: tutto si può risolvere come fanno le formiche, ovvero donando ai propri simili ciò che si è raccolto, svuotare i propri zaini e il proprio cuore per superare diversità e pregiudizi, nel rispetto delle attitudini e dell’individualità di ciascuno. Martina Rossi Un suv elettrico ibrido in dotazione al Comune Un Suv RX 400 H di colore bianco con lo stemma della città di Asiago da qualche giorno fa bella mostra di sé nel parcheggio vicino al Municipio. Vedendolo circolare per le strade cittadine molti si chiederanno se il Comune di Asiago abbia acquistato un nuovo mezzo di lusso a servizio di amministratori e personale. L’auto in realtà è in comodato gratuito per due mesi da parte della concessionaria Lexus di Padova che da un anno ha aperto una sede anche a Vicenza. Si tratta di una macchina elettrica ibrida a basso impatto ambientale, che funziona con una nuova tecnologia esclusiva del marchio Toyota. L’accordo tra il Comune e la Lexus è stato firmato giorni fa, in occasione della consegna ufficiale delle chiavi. “Abbiamo scelto Asiago per questo tipo di promozione – sottolinea il rappresentate Lexus Beggiato – in quanto Comune in cui l’aspetto ambientale è molto importante. Questa macchina funziona elettricamente, quindi a costo ed emissione zero, fino ai 70 chilometri all’ora, dopodiché s’inserisce il motore a benzina. Il sistema di alimentazione delle batterie è collegato al calore dei freni e alla motricità delle ruote. In pratica si ricaricano finchè l’auto va”. Anche Asiago dunque, dopo il Ministero dell’Ambiente a Roma, che ne ha in dotazione ben 12, e dopo Cortina e altri Comuni importanti, promuove questo tipo di macchine. “Per un fatto di sensibilità nei confronti dell’ambiente – dice l’assessore Giampaolo Rigoni – Teniamo molto al fatto che qui si possa respirare aria salubre, per chi ci abita e per i turisti che arrivano. E avere mezzi come questi che circolano sicuramente aiuta”. 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 7 Lo spiazzo nel bosco è tornato a vivere ASIAGO Pagina a cura di Beppa Rigoni Scit La dolina del Prunno, un prato all’inglese perfettamente circolare che fa pensare ad un antico lago (e forse è proprio così), è stata attrezzata con un percorso vita, un parco giochi, un’area con percorsi acrobatici (dove si distingue una carrucola tirolese per bimbi della lunghezza di 76 metri e quattro per adulti per una lunghezza complessiva di 350 metri), oltre che di un masso attrezzato per free-climbing e una nuova attrattiva fra le poche allestite in Italia: una Slackline di 15 metri. Cos’è? E’ una novità che viene dall’Austria: una fettuccia elastica larga 5 cm., sospesa fra due roccioni di ancoraggio, sulla quale fare evoluzioni e acquisire equilibrio, come dei veri funamboli da circo. L’idea nacque negli anni ’80 ad un gruppo di climbers della mitica Yosemite Valley, negli Stati Uniti, con l’obiettivo di sviluppare il controllo muscolare, in preparazione agli sforzi nell’arrampiacata! La località Prunno è inoltre punto di partenza ed arrivo di 3 percorsi di Nordic Walking, eseguibili in solitaria o prenotando una guida: il primo, della lunghezza di 4,2 Km. si snoda in direzione Lazzaretti, contrada Ave, Ospedale e ritorno; il secondo, di 5,1 Km. ricalcando la prima parte di quello precedente, si dipana verso il Linta, quindi attraversa la contrada di S. Maria Maddalena, rientra alla base attraverso il sentiero di contrada Clama; l’ultimo lungo 10,1 Km., va in direzione del Barenthal, sale al Kaberlaba e scendendo per contrada Fassa rientra al Prunno attraverso Lazzaretto, Linta, S, Maria Maddalena e Clama. Località Prunno è inoltre punto di transito estivo per la mountain-bike ed invernale per i fondisti dell’anello del Golf. Il cottage è stato costruito già la scorsa stagione al posto dell’edificio in muratura demolito molti anni fa. Vi si effettua servizio bar e di piccola ristorazione, utilizzando tutti prodotti tipici, quali formaggi e salumi di produzione locale oltre che patate di Rotzo: non a caso il piatto della casa è l’ottimo “sformato di patate”. Animali, quali lama, cani ed oche, fanno da interpreti e da spettatori di questo gioiello della natura e rallegrano i turisti, grandi e piccoli con i loro versi e le loro glio dei tronchi ed elezione oggi di una miss, ieri forse dell’incarnazione di una divinità silvana), chiude le manifestazioni estive, sappia che essa si perde nella notte dei tempi e deriva da “Brunnen” nel tedesco odierno significa fontana, pozzo (in cimbro Prunn o Brunn). E l’antica fontana del Prunno, è stata riscoperta e rimessa in funzione, dopo che Edoardo Leoni (che dalla scorsa estate ha preso in gestione il Prunno assieme alla moglie Itala Grosso), incuriosito dal tipo di vegetazione prettamente acquatica che aveva notato sulla sinistra sotto la strada di accesso, si è messo a ripulire l’area. Ora la fonte, ritornata all’antico splendore è affiancata da una tabella che riporta una descrizione del luogo, dalla “Guida descrittiva illustrata dell’Altopiano” edita nel 1908, al prezzo di centesimi 60, dallo Stabilimento tipo-litografico “Raschi Editore” di Vicenza, che ben connota il sito e l’intatta atmosfera. antichi riti, come testimonia la scritta succitata. Nella stessa guida, era riportata una lirica che descriveva il sito e che l’autore, dedicò ad una nobildonna vicentina da Lui amata. “E’ il prato un circo: sterminata arena; eccelsi gradi il clivo e le muscose stillanti rocce; spettatrici annose piante, che – ritte – su la vota scena guardano mute. Incombe la serena pace ovunque. Brezze dilettose molcon gli ardori che l’Agosto impose e l’chiarore del dì s’avverte a pena. Edoardo Leoni Salgon quivi anelanti la verzura genti varie; le stringe ed accomuna l’alpestre loco, il cielo e l’aria pura. E chiamar qui vorrei ad una ad una l’anime bieche o tristi, e dir secura nota d’amore: universal fortuna”. G. Cristofferi - Asiago, 8 Agosto 1906 Il Gruppo Speleo premia Edoardo Leoni Per tutto il giorno, sabato 9 e domenica 10 agosto, il Gruppo Speleologico Sette Comuni, in piazza S. Rocco, propone Speleoasiago 2008: incontri didattici con mostre e proiezioni; allestimento impalcatura per progressione in sola corda; gara a tempo con relativi premi; l’allesti- mento di percorso simulato in grotta (Grotta Anaconda). Nell’occasione, sabato 9 alle 18, sempre in piazzetta San Rocco, si effettuerà la cerimonia di consegna del Premio Biblioteca Speleologica “Osvaldo Armellini” che quest’anno verrà assegnato ad Edoardo Leoni, attuale gestore del Prunno, al quale va il merito di aver riportato alla luce l’omonima sorgente simbolo della località. La consegna del riconoscimento sarà preceduta dall’esibizione dei Rispaar con la presentazione della leggenda del Tanzerloch tratta dal libro a fumetti “Kamparube”. vertimento e svago, dove trascorrere una giornata all’aperto senza annoiarsi mai…e non è finita: il futuro prospetta altre sorprese! Prunno dal cimbro: fonte, sorgente Al Bosco del Pruno “Lungo la strada che porta al Turchio (15 minuti da Asiago), si trova il Bosco del Pruno. La parola denominante ha origine dal cimbro e vuol dire pozzo. Il luogo amenissimo e fresco si presenta come un vasto piazzale erboso e piano, circondato da folti ed altissimi abeti e conta un pozzo d’acqua pura e gelida. Vi si tengono bivacchi e giuochi, v’hanno luogo corse podistiche ed altri svariati divertimenti col concorso della banda cittadina, e la Pro Asiago, vi indice feste e luminarie che terminano in fiaccolate ritornanti ad Asiago con splendidi effetti di luce e fuochi artificiali”. Così, se qualcuno si chiedesse l’origine della festa del Prunno, che ogni anno il 16 agosto (con antichi giochi di derivazione nordica, quali tiro alla fune, ta- evoluzioni. Il “Prunno”, luogo che ha fatto parte della giovinezza di tutti noi, è così ritornato agli antichi splendori, diventando un mini-parco di di- 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 Fotografo da cinquant’anni PERSONAGGI Come può un fotografo raccontare in sintesi i suoi 50 anni di attività? Con le fotografie naturalmente! Così ha fatto, un paio di settimane fa, Igerio di Foto Verona, festeggiando il suo mezzo secolo di lavoro addobbando la propria vetrina con gli scatti di alcuni dei momenti più significativi della sua vita lavorativa. Era il 17 luglio 1958 quando Igerio Lorenzoni arrivò per la prima volta sull’Altopiano: un ragazzino, appena quattordicenne, che venne quassù dal veronese per lavorare durante la stagione estiva. Proveniva da Roverchiaretta, piccolo paese con la particolarità di aver dato i natali a numerosi fotografi, tra cui anche il primo datore di lavoro di Igerio, Cesare Mattioli, che ad Asiago aveva aperto uno studio fotografico qual- Tanti ne sono passati da quando Igerio Lorenzoni arrivò ad Asiago iniziando, giovanissimo, la sua attività - Non era ancora diciottenne quando rilevò il negozio di Mattioli in Corso L’arrivo ad Asiago il 17 luglio 1958 che anno prima di chiedere a Igerio di lavorare per lui. Il giorno dell’arrivo di Igerio, accompagnato proprio da Cesare con la sua “Topolino”, è immortalato nella prima foto; curiose poi sono quelle scattate sulla Fontana del Fauno ai giardini di Asiago, nello stesso Le foto di Igerio ai Giardini di Asiago sulla Fontana del Fauno, a cinquant’anni di distanza l’una dall’altra posto e posizione: da una all’altra sono passati 50 anni esatti! Tornando agli inizi della sua attività, Igerio ricorda come, dopo avervi lavorato durante le vacanze scolastiche estive ed invernali per alcune stagioni consecutive, accettò la proposta di Mattioli di rilevare, non ancora diciottenne, il negozio e l’attività di fotografo. Quassù, per aiutarlo nel suo lavoro, arrivarono poi anche zio Gino e il papà Aurelio, entrambi già con le mani in pasta, essendo quella di Igerio una famiglia di fotografi. Cinquant’anni passati dietro al banco del negozio, a sviluppare foto e a correre dove richiesto per fare servizi fotografici, impossibile quantificarli tra matrimoni, cerimonie, avvenimenti particolari. “Ho vissuto – commenta Igerio – lo sviluppo e la rivoluzione della fotografia, a partire da quella che chiamo la sua preistoria: ricordo che le prime foto tessera le ho scattate utilizzando la macchina con il telo nero e le lastre di vetro da inserirci dentro!”. Da allora il modo di scattare e sviluppare le immagini è davvero cambia- to molto, la tecnologia anche in questo campo ha fatto progressi continui, sia in termini di semplificazione di lavoro che di qualità di risultati finali. Ma la magia della foto rimane sempre la stessa, quella di raccontare, senza tante parole, e far rivivere, anche dopo molto tempo momenti significativi e particolari, anche quelli che hanno scandito una vita di lavoro. Silvana Bortoli Sistema Nanomax, una novità a livello mondiale, scientificamente provata, che ripara i danni dei capelli con trattamenti ricostruttori permanenti I vostri capelli risultano destrutturati, sfibrati, disidratati, denutriti? Sono opachi e privi di luce? A danneggiarli e indebolirli nel tempo possono aver contribuito numerosi fattori: gli effetti meccanici, ovvero casco, phon, piastra; quelli chimici come permanenti, colore, decolorazioni e meches, lo shampoo stesso, ma anche inquinamento e smog. Sappiamo bene come i capelli curati e in ordine siano una componente fondamentale dell’aspetto di una persona, ma per essere veramente belli, i capelli devono essere anche sani. Una soluzione efficace vi viene proposta dal Salone Anthony e Mara di Piazzetta della Croce ad Asiago, da sempre molto attento nella cura del capello, aggiornandosi costantemente nei trattamenti specializzati per migliorarne la qualità. Come ci spiega la signora Mara, titolare del salone, recentemente è stata introdotta una novità scientificamente provata a livello mondiale: il sistema Nanomax, metodo professionale che ripara i danni del capello, irrobustendolo, ricostruendolo e dandogli lucentezza. Di che cosa si tratta, e come funziona? “I trattamenti, della durata di circa un’ora – spiega Mara - usano la più moderna tecnologia per introdurre nanomolecole all’interno della struttura del capello, attraverso una nebbiolina molto fine emanata da una apposita spazzola . I trattamenti possono essere ricostruttori o migliorativi, le sostanze introdotte attraverso le rotture del capello sigillano le fessure conferendo una riparazione permanente. Innanzitutto è necessaria una buona diagnosi per determinare le condizioni e le necessità del capello da curare, infatti solo con una buona conoscenza si può ottenere con il sistema Nanomax la ricostruzione adeguata. I trattamenti da fare sono tre, uno la settimana, e il risultato si protrae per cinque mesi. Si possono fare anche dei successivi trattamenti di mantenimento, per esempio una volta al mese. Dopo il ciclo con i tre trattamenti di ricostruzione offriamo in omaggio la lucidatura del capello, che ha una durata di circa un mese e mezzo e protegge, tra l’altro, dai raggi del sole, fungendo da schermante, è ideale da fare prima di prolungate esposizioni. La protezione è valida anche per cloro e acqua salata”. Quali sono i risultati più evidenti che si ottengono con il sistema Nanomax? “I cambiamenti si percepiscono di giorno in giorno, la bellezza si nota maggiormente con il tempo: il capello diventa sano, corposo, come se non avesse subito traumi. Il colore ha una maggiore tenuta e dura dunque di più nel tempo. Le clienti che hanno già provato i trattamenti Nanomax sono rimaste soddisfatte. Se vi siete incuriosite e desiderate saperne di più, non esitate a contattarci, al numero telefonico 0424 463319. Vi daremo tutte le informazioni che desiderate!” Servizio redazionale 8 Sabato 9 agosto 2008 CESUNA Son passati 5 anni, da quel lontano 2002 in cui si cominciò a parlare di una comunità alloggio per disabili a Cesuna, di un centro di formazione assistenziale per infermieri, famiglie e volontari che operano nel mondo dell’handicap. E ormai è questione di settimane la scadenza che vedrà finalmente l’avvio dei lavori. La transenne che delimitano il cantiere sono state poste da tempo, approvati pure i progetti e varianti di intervento sulle varie unità comprese nel piano, mancava solo un piccolo dettaglio al partenza materiale dell’opera: la disponibilità da parte del Comune dei locali rappresentati dell’ala ovest, presso la quale risiede da decenni una anziana signora. Santina Donà per ora vive ancora lì, ma sa di avere i giorni contati, una nuova abitazione l’attende presso il centro della frazione roanese. “Sono qua da una vita –dice l’84enne ma arzilla residente - per l’esattezza 65 anni; qui ho fatto crescere i miei quattro figli, li ho tirati su, per tanto tempo son stata quasi la custode del fabbrica- l’Altopiano 15 settembre 2008, partono i lavori per la Casa dei disabili to dal momento in cui nessuno l’ha più usato nemmeno come colonia estiva. Ricordo quando venni quassù dalla pianura in sposa a mio marito Lino, all’ora vi passava le vacanze la Gioventù Italiana del Littorio, i piccoli balilla insomma, attorno al perimetro del terreno ci sono ancora i termini in marmo rosso con su impresso GIL. C’ho passato la vita in questo posto che ho imparato ad amare ed apprezzare, e ora andarmene mi si stringe il cuore. Prima abita- vo presso l’altro fabbricato, quella che un tempo era la vera e propria villa Brunialti, in mezzo a questo angolo di verde ho visto generazioni di giovani diventare grandi. Spero almeno che i lavori prendano davvero il via, perché è da un pezzo che sento parlare di restauro e di Centro Disabili. Ora mi faccio da parte, di intralciare il progetto non me la sento più, basta che la destinazione d’uso sia davvero quella proposta a suo tempo e non vi siano secondi fini. Andrò ad abitare poco lontano d’accordo, ma ovunque sia sarà tutta un’altra realtà, pazienza, mi devo rassegnare”. Dal canto suo il sindaco Mario Porto conferma la data di inizio lavori: “Il problema di trovare un nuovo alloggio alla signora Donà ci ha impegnato non poco, soprattutto in considerazione del fatto che la locataria aveva una certa età. Comunque ora non esiste più alcun impedimento che possa ritardare oltre la messa in opera del Centro, l’Amministrazione Comunale ha superato questa questione, Santina ha una casa dove poter traslocare. Altri Enti o privati proprietari – conclude il primo cittadino - non sarebbero andati tanto per il sottile e, contratto alla mano, avrebbero reso lo sfratto esecutivo. Quindi niente sterili polemiche e guardiamo alla Casa per Disabili come ad una struttura che sta per essere realizzata”. G.D.F. www.giornalealtopiano.it 9 Sabato 9 agosto doppio appuntamento con Enrico Fabris “Olimpiadi” una vocabolo che sentiamo spessissimo nominare in questi giorni di inizio dei giochi di Pechino, un termine che dal febbraio 2006 per gli altopianesi ha un suono particolare, familiare, una parola che si associa spontaneamente a un’immagine, quella del nostro campione olimpico, Enrico Fabris. Le emozioni olimpiche di Torino si potranno rivivere la sera di sabato 9 agosto durante il terzo appuntamento con la Festa del Fan Club Enrico Fabris, che sarà presente eccezionalmente assieme ai compagni di gare e vittorie, Matteo Anesi, Ippolito Sanfratello e il giovane asiaghese Luca Stefani, in gara con Enrico nella staffetta dei mondiali di Nagano. La serata, aperta a tutti, si svolgerà al Palatenda di Roana con musica dal vivo e momenti di festa e ricordi. Ma lo stesso giorno, nel pomeriggio, Enrico Fabris è atteso a un altro appuntamento al quale in molti siamo affezionati: la Pedalata della Solidarietà a favore della ricerca scientifica in memoria della piccola Angela, roanese come lui. Lo slogan “Insieme vinceremo la medaglia d’oro della vita!” invita tutti a partecipare a una facile passeggiata in bicicletta su un percorso di 25 chilometri che con partenza dal piazzale del Consorzio fra i Caseifici ad Asiago, porterà verso il centro della cittadina, deviando poi per la strada che gira intorno all’aeroporto, proseguendo quindi verso Gallio, Contrada Zocchi, zona artigianale ad Asiago, e arrivo a Canove di fronte al Municipio. Le iscrizioni, la cui quota è di 8 euro, danno diritto a una maglietta, al ristoro e all’adeguata assistenza, oltre che sostenere la ricerca nell’ambito delle malattie considerate rare. La partenza è prevista alle 15.30, per iscriversi è sufficiente arrivare sul posto un po’ prima. S.B. 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 Un weekend dedicato al formaggio Anche quest’anno Gallio dedica al prodotto tipico più rappresentativo dei Sette Comuni un weekend caratterizzato da molte interessanti iniziative. Durante le giornate di sabato 9 e domenica 10, per tutto il giorno, in Piazzetta Giardini, si svolgerà il mercatino di prodotti tipici altopianesi. Infatti, molte aziende del territorio presenteranno una varietà di prodotti che la nostra terra offre; questa potrebbe essere l’occasione per assaggiare, tra le diverse varietà di formaggi, anche il tanto decantato Asiago di Malga, abbinandolo, ad esempio, con salumi nostrani, funghi dell’Altopiano, conserve, miele, e tante altre leccornie. Sabato 9 agosto, con partenza alle ore 9.30 dall’Ufficio Turistico, è organizzata una visita guidata presso il Caseificio Pennar di Asiago, per osservare la produzione del formaggio in un’importante azienda locale. Sempre sabato 9, ma alle ore 16.00 presso P.tta Giardini, il Gruppo di Base produrrà la famosa Tosélla, spie- gando al pubblico le fasi della lavorazione di questo tipo di formaggio. Un’altra uscita si terrà domenica 10 agosto, con partenza dall’Ufficio Turistico, per visitare Malga Busafonda; qui si potranno scoprire i segreti della produzione artigianale del formaggio. A conclusione della manifestazione dedicata al formaggio, domenica 10 alle ore 17.00, in Piazzetta Giardini, dimostrazione della mungitura, per vedere dal vivo un’attività antichissima del mondo rurale. BRIVIDI D’ESTATE! Non ci si accontenta di quest’estate fresca. Gallio vuole regalare a ospiti e residenti due giorni di emozioni e brividi imperdibili! Il 13 e il 14 agosto 2008, infatti, presso il Parco della Fratellanza, a Gallio, la TDK Motorsport Group Motocross Freestyle, offrirà uno spettacolo di esibizioni ad alto tasso d’adrenalina. Gli spericolati piloti si cimenteranno in evoluzioni aeree, salti mozzafiato, colpi di scena che vi lasceranno senza parole. Questa manifestazione, terza prova di Coppa Italia, richiama a Gallio importanti nomi del freestyle internazionale, del calibro di Davloschi Fuser, Vivian Gatners, Fabio Ubaldini eWilliam Van Der Putten, che incanteranno con le loro acrobazie il pub- blico presente. Mercoledì 13 si inizierà alle ore 18.00 con le prove libere, sulle rampe appositamente predisposte per lo spettacolo; alle 20.45 sarà il momento della prima manche, mentre alle 21.50 la seconda manche chiuderà questa prima giornata di divertimento. Giovedì 14, inve- ce, già dalle 16.30 si potrà assistere alle prove libere e a seguire alle 18.30 e alle 21.30 la prima e la seconda manche di questa conclusiva giornata di emozioni. Durante tutta la manifestazione bellissime modelle distribuiranno gadgets e nell’area della manifestazione saranno allestiti punti di ristoro. www.giornalealtopiano.it 10 UN TUFFO NEL MEDIOEVO! Il Medioevo ha sempre avuto un fascino speciale per grandi e piccini e quest’estate il Comune di Gallio offre agli ospiti e ai residenti alcuni eventi per rievocare l’atmosfera di quei secoli lontani. Sabato 16 agosto al Parco della Fratellanza, si terrà la giornata medievale, curata dalla compagnia del Sipario Medievale. Dalle 10.00 alle 19.30, i visitatori avranno la sensazione di trovarsi in un’antica fiera, dove artigiani ed artisti in costume lavoreranno sul posto, proponendo attività antiche e tradizionali: il fabbro, con forgia e mantici, il tornitore del legno, le arti del ricamo, l’arrotino e tanti altri. Si potranno anche acquistare i manufatti artigianali, portando, così, a casa un pezzo unico, creato al momento dall’abilità dell’artigiano. Inoltre, sarà allestita una piccola zecca, con forno e fusione del metallo nel crogiolo, che produrrà monete e medaglie con lo stemma di Gallio. Anche Stoccareddo avrà la sua giornata di rievocazione medievale: domenica 31 agosto, a partire dalle ore 16.00. Il gruppo Campo De Canescontroso allestirà un attendamento in stile XIII secolo: armigeri, artigiani, scrivani e damigelle accoglieranno i visitatori per permettere loro di divertirsi osservando uno stralcio di vita d’epoca, assaporandone i colori e i sapori. Giorgio De Rienzo e Vittoria Haziel agli “Incontri con l’autore” Per la rassegna “Incontri con l’autore”, organizzati dal Comune di Gallio, in collaborazione con la libreria “Giunti al Punto”, sabato 9 agosto 2008, a Gallio, presso il Cineghel, Giorgio De Rienzo e Vittoria Haziel presenteranno le loro ultime pubblicazioni. Giorgio De Rienzo, torinese, attento critico letterario al Corriere della sera, accorto linguista e docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea l’Università del Piemonte orientale, illustra il suo Il mostro di Bargagli, romanzo che, attraverso lo svilupparsi di un’indagine coraggiosa, si pone l’obiettivo di far chiarezza, in modo libero da ogni pregiudizio o conformismo ideologico, su una delle vicende più oscure e imbarazzanti della nostra storia recente. Coraggiosa è anche la denuncia di Vittoria Hazel, giornalista e scrittrice, che racconta nel suo ultimo libro e Dio negò la donna come perduri nei secoli, lo sfruttamento e la sistematica violazione della figura della donna, quasi una guerra dei maschi contro le femmine, che ha fatto più vittime di qualunque olocausto e che, purtroppo, dura tuttora in molte real- tà del mondo, anche in quello apparentemente più civilizzato. Mercoledì 13 agosto sarà la volta di Gian Antonio Stella editorialista del “Corriere della Sera” già autore de “La Casta” (Sala Cineghel ore 15,30. Prenotazione obbligatoria presso Ufficio Turistico di Gallio tel. 0424447919). A conclusione della rassegna, domenica 24 agosto, incontro con Claudio Sabelli Fioretti che intervisterà Marco Travaglio. Sempre al Cineghel alle 15,30 - Prenotazione obbligatoria presso Ufficio Turistico di Gallio) Scacchi CON L’OCCHIO DEL FALCO Domenica 17 agosto, il primo Palio A Gallio, anche quest’anno una giornata dedicata alla falconeria: martedì 19 agosto, Parco della fratellanza Sin dall’antichità, l’uomo ha provato per i rapaci un insieme di timore e rispetto. Questi eleganti uccelli, che sui blasoni e sugli stemmi simboleggiano la forza e la superiorità del casato, nel Medioevo furono allevati dai nobili per sfruttare la loro abilità nella caccia. Ancor oggi, pur essendo scomparso il fine venatorio, l’allevamento dei rapaci è una passione che riporta indietro nel tempo e che fa assaporare un modo diverso di concepire il rapporto uomo-animale. E proprio per riuscire a cogliere le caratteristiche di questa attività, Gallio propone, per il secondo anno consecutivo, una giornata dedicata alla falconeria. In collaborazione con il gruppo I Falconieri del re, provenienti dalla Toscana, martedì 19 agosto, presso il Parco della Fratellanza per tutta la giornata, potrete assistere alle dimostrazioni di volo di rapaci addestrati, lanciati da falconieri a piedi e a cavallo, come accadeva nelle battute di caccia medievali.La particolarità di questo gruppo è p il fatto di essere in grado di addestrare al volo in libertà diverse specie di rapaci, dalle aquile ai falchi, dai barbagianni alle poiane. Questa giornata sarà senza dubbio un’occasione per avvicinarsi senza pericolo e con il massi- mo rispetto ai rapaci, potendo anche ammirare le loro livree di straordinaria eleganza e gli sguardi penetranti.Il gruppo di falconieri, inoltre, sarà disponibile a spiegare ai presenti le caratteristiche della loro passione, che è, nelle loro parole, un vero e proprio stile di vita, invogliando gli interessati ad avvicinarsi a quest’arte antica ma sempre affascinante. Gallio, centro di gravità del mondo scacchistico altopianese. Sempre di più. Dallo scorso febbraio è la “casa” del Circolo Scacchistico Altopiano 7 Comuni in occasione degli incontri ufficiali del campionato e nel corso di quest’estate ha già effettuato alcune mosse importanti per la promozione del nobil giuoco: in luglio la “simultanea” con la campionessa e componente della nazionale italiana Eleonora Ambrosi ed ora la prima edizione del Palio con gli scacchi giganti. L’appuntamento è fissato per domenica 17 agosto presso la Terrazza comunale, situata proprio di fronte al municipio di Gallio. Al torneo, organizzato dal comune di Gallio in collaborazione con il Circolo Scacchistico Altopiano 7 Comuni, prenderanno par- te quattro formazioni (composte da tre giocatori) in rappresentanza dei comuni di Asiago, Lusiana, Roana e, naturalmente, Gallio. Il programma si aprirà alle ore 10 con la sfilata dei partecipanti al Palio, accompagnati dagli sbandieratori di Bergantino (Ro). Dalle ore 10.30 il via agli incontri, ciascuno della durata massima di 24 minuti e con la particolarità che i pezzi degli scacchi utilizzati avranno dimensioni particolari: ben 90 cm di altezza! Pezzi massicci, in legno di teak. Alle ore 11.30 intermezzo dedicato agli sbandieratori, pronti ad allietare il pubblico con il loro spettacolo. Dalle ore 11.45, infine, si entrerà nella fase più delicata ed avvincente della manifestazione: le finali. A seguire le premiazioni. Info: per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Informazioni Turistiche del Comune di Gallio. Tel. & fax +39. 0424 447919; email informazionituristiche@ comune.gallio.vi; www.comune.gallio.vi.it Stefano Angonese 8 Sabato 9 agosto 2008 GALLIO Pagina a cura di Giovanni Rattini Una vittoria annunciata ma non altrettanto scontata quella che ha permesso al film “La ragazza del lago”, opera prima di Andrea Molaioli, di trionfare alla dodicesima edizione del Festival del Cinema Italiano Opere Prime di Gallio. La pellicola ambientata in Friuli Venezia Giulia, arrivata sull’Altopiano già carica di importanti riconoscimenti, ha potuto raccogliere in terra vicentina altre tre statuette. Quella per il miglior film della rassegna tra i dodici in concorso, supportata Franco Ravera migliore attore l’Altopiano www.giornalealtopiano.it Il Festival delle opere prime a “La ragazza del lago” 11 Irene Ivaldi migliore attrice Riconoscimenti anche per “Senza Fine” e “Corazones de Mujer” da un’eloquente motivazione della giuria: “Un’opera prima di un autore che mostra di possedere una sicura professionalità e notevoli note espressive. Il film si presenta come un giallo. Ma, al di là del racconto di genere, realizzato benissimo, ci troviamo di fronte a una storia che strappa il velo di normalità che copre personaggi, situazioni e una vita altrimenti inquieti e malati”. Un premio al film avvalorato dal riconoscimento assegnato a Franco Ravera, che nella pellicola impersona Mario, solitario quanto innocuo matto del paese, premiato come migliore attore del Festival e confermato da quello assegnato dal pubblico, in buona parte ancora una volta dalla parte del giovane regista romano. L’unico a tenere testa al più blasonato film in concorso è stato Roberto Cuzzillo, il più giovane regista presente alla kermesse di Gallio, autore di “Senza fine”, film che ha raccolto due statuette. Il suo lavoro, un lungometraggio sull’amore, sul desiderio di diventare genitori, ma anche sulle paure e sulle bugie che inevitabilmente si creano anche in un rapporto solido come quello delle due protagoniste, ha convinto la giuria che gli ha assegnato il premio per la migliore sceneggiatura, curata dallo stesso Cuzzillo e ha proclamato Irene Ivaldi migliore attrice del Festival. La statuetta per la migliore regia è andata a Kiff Kosoof, nome d’arte collettivo che in arabo significa eclisse, dietro il quale si celano il regista piemontese Davide Sordella e il toscano Pablo Benedetti, autori di “Corazones de Mujer”, un film sulle maschere e le apparenze che coprono la sessualità nel mondo arabo e non solo. Il premio speciale della giuria è andato a “Una ballata bianca”, lungometraggio di Stefano Odoardi che mentre all’estero ha potuto contare su una discreta distribuzione, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti, in Italia non ha avuto altrettanta fortuna. Un viaggio cinematografico di parole e immagini sull’isolamento, sulla decadenza e sull’amore. Non è passato inosservato a Gallio il film di Nello La Marca “La Terramadre”, nato come esperimento del racconto possibile di un territorio, quello di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento, la terra di Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo”. Per il regista siciliano e per la sua opera prima una menzione speciale. Presentato a Gallio “Mind Fertilizer” C’è stato un pezzetto di Altopiano anche nel cartellone di quest’anno del Festival del Cinema Italiano Opere Prime di Gallio. Protagonisti e autori del cortometraggio “Mind Fertilizer” (www.mindfertilizer .com) sono stati i gemelli Paolo (Peanuke) e Roberto (Bobo) Bonato di Conco, Eva (Hitsugi) Di Martino e Elio (Hate –Key) Bizzotto di Bassano del Grappa. Un gruppo, un progetto e un lavoro raccolti sotto lo stesso nome e con il medesimo intento. Quello di dare il via ad un processo di “fertilizzazione della mente” così da stimolare altre persone a produrre arte, non per un mero fine economico, ma perché, come in uno sfruttato adagio, da cosa nasca cosa. Il cortometraggio racconta di una società omogeneizzata nella quale molti, incapaci di vedere e sentire, si muovono come automi, anestetizzati nelle emozioni, indossando come copricapo leggeri quanto nocivi sacchetti di carta che isolano totalmente dal mondo esterno. Troppo abituati a giudicare le cose solo dalle apparenze e incapaci ad entrarci dentro? Per raggiungere una nuova consapevolezza, per liberarsi di quei buffi ma dannosi copricapo, il processo di Mind Fertilizer prevede che si riscopra l’arte in tutte le sue forme. Così un quadro non sarà solo un insieme di colori né un film sarà tale solo per i suoi effetti speciali, una foto non rappresenterà solo un’immagine rubata alla realtà e non sarà considerata canzone solo quella che diventerà una hit commerciale. Alla fine del Corto i sacchetti di carta fanno una brutta fine. Ma nella realtà quotidiana? 8 Sabato 9 agosto 2008 GALLIO l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 12 Il 13 agosto si inaugura al Gaarten il “Casinò di Venezia Gaming Hall” Sarà l’unica sala del vicentino e viene ad implementare la gamma dell’offerta turistica altopianese Se ne parlava da tanti anni. In passato più d’uno aveva ipotizzato Asiago e l’Altopiano come sede di un Casinò come allettante attrattiva turistica, come motivo e modo nuovo per fare e promuovere turismo. Dopo tante ipotesi, tesi e contro tesi, pareri favorevoli e contrari che in passato hanno animato il dibattito in materia, adesso non si parla più di ipotesi bensì di realtà, dato che la legge Bersani ha dato la possibilità farlo. Mercoledì 13 agosto, nel <pieno del top> delle vacanze estive, ecco dunque “sbarcare” a Gallio, e precisamente al Gaarten Hotel, una sala da gioco; si chiamerà “Casinò di Venezia Gaming Hall”, (e sarà quindi una sala da gioco a marchio “Casinò di Venezia”) e sarà la prima in Italia, visto che a questa apertura ne seguiranno altre quattro a Cortina, Lignano, Verona e Casalecchio di Reno. L’inaugurazione ufficiale, come detto, il 13 agosto alle ore 18, con la presenza cer- ta del Presidente e del Direttore del Casinò veneziano, e, se per la casa da gioco lagunare l’apertura di Gallio costituirà una intensa attività promozionale, per l’Altopiano questa nuova realtà dovrebbe portare non solo un incremento della presenza turistica ma essere anche un proposta nuova ed un’importante freccia in più da aggiungere nella faretra della promozione dell’offerta turistica per l’intero territorio del comprensorio altopianese. Non sarà una sala da gioco “stagionale” ma rimarrà in funzione tutto l’anno, con orari d’apertura dalle 15 del pomeriggio all’una di notte; sarà l’unica sala da gioco del vicentino, un’esclusiva il cui obiettivo sarà quello di <dirottare> la potenziale utenza del bacino della pianura vicentina da altri Casinò italiani ma soprattutto da quelli dei paesi della vicina ex Iugoslavia . Dal 13 agosto, dunque, si potranno vivere anche all’Hotel Gaarten di Gallio le emozioni dei giochi del Casi- nò di Venezia in questa nuova, prestigiosa Gaming Hall che verrà ospitata nei locali dell’ex birreria con le new slot machine autorizzate dai Monopoli di Stato e molti altri avvincenti giochi ed in più con un angolo in cui acquistare il merchandising firmato.” Perché – come cita lo slogan - le emozioni del Casinò di Venezia ti raggiungono dovunque” . Cesare Pivotto Un fiore e un nome per ogni caduto E’ stato presentato nei giorni scorsi nel palazzo della Provincia Autonoma di Trento il progetto “Un fiore e un nome per ogni caduto” che vede la collaborazione della Provincia autonoma di Trento e della Provincia di Vicenza. Il protocollo, per il recupero corretto dei soldati caduti nella Grande Guerra sul Fronte italiano, è stato firmato dai vicepresidenti Margherita Cogo per Trento e Dino Secco per Vicenza. La ricerca dei caduti risulta una attività esclusiva dell’Alto Commissariato Onoranze Caduti di Guerra, mentre il rinvenimento di resti umani prevede la segnalazione alla Autorità Giudiziaria. La Provincia di Vicenza ha avviato da due anni un progetto per sostenere da un lato l’attività giudiziaria e dall’altro il corretto recupero dei caduti di guerra, in caso di rinvenimento fortuito, ai fini della loro identificazione. La Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento ha in pas- sato proficuamente collaborato con la UOS di Medicina Necroscopica e Anatomia Patologica Forense della ULSS6 di Vicenza nel corretto recupero dei caduti della Grande Guerra in territorio trentino. Sulla base di questa collaborazione le due amministrazioni provinciali hanno sottoscritto questo accordo. Obiettivi concreti del progetto sono: il recupero corretto in termini medico-legali, archeologici e culturali dei resti umani eventualmente segnalati lungo le varie aree del fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale nelle Province di Trento e Vicenza e accertamento della loro appartenenza agli eserciti combattenti o ad eventuali fatti post-bellici; identificazione delle unità militari di appartenenza dei caduti e, ove possibile, della loro identità personale; sviluppo di metodiche di recupero e conservazione dei resti umani in ambienti montani; sviluppo di metodiche di conservazione dei materiali bellici e di corredo militare deperibili. G.D.F. 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 13 Proteste o no, il Sentiero si farà GALLIO Mentre monta tra i cittadini il dissenso per la decisione di “spendere un patrimonio” (come molti dicono) per la realizzazione del Sentiero del silenzio ed è in corso una raccolta di firme contro questo progetto che ha già raccolto centinai di adesioni, sono già in fase di produzione le prime opere d’arte che troveranno dimora a Campomuletto. Sono dieci quelle progettate. Il Comune per il momento è arrivato a finanziarne sei per un importo complessivo di 140 mila euro, ed ora sta cercando contributi privati per riuscire a realizzare anche le altre quattro. A tal scopo sul sito del Comune è pubblicato da qualche giorno una sorta di appello a tutti i cittadini che possono contribuire versando una quota sul conto corrente intestato al Comune di Gallio (Banca Popolare di Vicenza – Filiale di Gallio ABI: 05728 CAB: 60390 CIN: O - C/ C: 066570001382 IBAN COMPLETO: IT 05 O 05728 60390 066570001382 o sul C/C/P 14880363 Causale: Sentiero del Silenzio - Porta della Memoria). Pur condividendo sostanzialmente la bontà di fon- Sono già in fase di realizzazione le prime opere - Il Comune lancia un appello ai privati per riuscire a finanziarle tutte - Le dichiarazioni di Ugo Pernechele sulle sue dimissioni. do dell’idea, chi contesta il progetto in generale non condivide il luogo in cui viene realizzato “troppo distante da raggiungere e coperto di neve per parecchi mesi” e lamenta il fatto che vengano spesi allo scopo troppi soldi “quando il paese avrebbe bisogno, in varie zone, specie nelle contrade, di strade asfaltate, di nuovi marciapiedi, di illuminazione pubblica”. “E’ una ciliegina sulla torta – ha affermato un cittadino, per dare l’idea del senso profondo della protesta – peccato però che manchi la torta”. Il Sentiero del silenzio è a quanto pare uno dei motivi che ha spinto Ugo Pernechele alle recenti dimissioni sulle quale l’ex consigliere di maggioranza intende fornire alcuni chiarimenti. “Non ho inten- Cara Antonella, amici del consiglio, in questi anni ho sempre accettato e difeso le scelte, i programmi della nostra maggioranza. L’ho fatto anche quando avevo qualche perplessità (per i terreni del Gastagh, per la Canonica), in quanto erano frutto di un confronto attento, sereno e democratico. Non condivido però l’atteggiamento più recente. La voglia di fare in fretta, di terminare o almeno di iniziare le opere che abbiamo a cuore non può giustificare furberie, omissioni, bugie. E’ questa convinzione il motivo del mio abbandono. Il Sentiero del Silenzio è senz’altro un progetto importante ed originale, che, nella sua fase preliminare, andava discusso, migliorato e soprattutto condiviso con tutti. Cercare di farlo ora mi sembra tanto una presa in giro.Vi auguro di riuscire a realizzare quelli che sono stati finora i “nostri” progetti, ma spero anche che il mio segnale sia uno stimolo per farlo in modo più trasparente e corretto. Ugo zione di alimentare polemiche o chiacchiere da bar, ma intervengo perché alcune affermazioni fatte sul numero precedente del giornale, nel quale mi è stato contestato di aver dato le dimissioni da consigliere comunale senza alcun motivo, mi sono sembrate un po’ troppo provocatorie nei miei confronti. E’ vero che il mio abbandono è stato improvviso ed inaspettato, ma con una lettera riservata (che pubblichiamo qui a fianco, ndr) ho subito esposto le mie ragioni al gruppo di maggioranza. Non voglio entrare nei particolari o dire una sola parola più di quanto ritenga necessario, ma tutti i componenti del Consiglio e molte altre poter continuare per la mia persone del paese capiscono strada con serenità, senza sicuramente a cosa mi riferi- bisogno di compromessi”. sco. Da diversi giorni prima La raccolta di firme e altre d e l l e m i e d i m i s s i o n i s t o forme di protesta, come si I aspettando gemelli Paolo e Roberto Bonato, Eva Di Martino e Elioaperta Bizzotto dalla lettera a inutilmente del- evince le giustificazioni ed ora sin- Pino Rossi che qui pubblichiamo, non serviranno coceramente non m’interessano più. Mi è poi dispiaciuto munque a far cambiare idea constatare che si sia appro- al Sindaco e alla maggioranfittato della mia discrezio- za consiliare. Tutto secondo ne e che il mio invito a una programma, con la data di maggiore correttezza sia inaugurazione che, salvo imstato subito disatteso da di- previsti, resta confermata chiarazioni colme d’ipocri- per il giorno 4 novembre. sia. A me basta comunque avere la consapevolezza di Stefania Longhini Lettera aperta a Pino Rossi Grafica Altopiano E, per conoscenza, ai concittadini di Gallio Ci spiace dover intervenire pubblicamente per obiettare a quanto da te dichiarato sul numero del giornale l’Altopiano del 26 luglio 2008. Non è nel nostro stile rispondere alle polemiche, ma in questo caso crediamo sia necessario farlo, ad onore della verità. Ci spiace veramente molto che tu non apprezzi l’idea di realizzare il “Sentiero del Silenzio, Porta della Memoria”, perché attraverso di esso vogliamo solo cercare di sollecitare, con qualcosa di intramontabile, non solo il ricordo, ma anche la riconoscenza a tutti coloro che hanno dato la Vita per un Ideale. Con questa lettera vogliamo principalmente confutare quanto da te dichiarato circa il fatto che da 15 anni a questa parte stiamo assistendo “ad un continuo modo di gestire il Comune calato dall’alto, che sta danneggiando in modo significativo il nostro territorio”.Ebbene, desideriamo ricordarti che, alle 10 Commissioni Consiliari convocate in questo mandato di amministrazione per discutere insieme le scelte fondamentali per il Paese, cioè in occasione di ogni bilancio di previsione e di ogni rendiconto di bilancio con relativa scelta di destinazione dell’avanzo, finchè sei stato consigliere comunale, non hai mai partecipato. Del resto, anche gli altri consiglieri di minoranza hanno partecipato al massimo a 3 di esse. In particolare, a 2 commissioni, convocate il 19.03.2007 e il 26.03.2007, abbiamo discusso insieme su come destinare i proventi della vendita dei lotti del Gastagh.C’eravamo tutti, maggioranza e minoranza al completo, ed è stato deciso di mettere in cantiere le seguenti opere (verbali alla mano, in ordine di importanza anche da Voi attribuita): messa in sicurezza della strada per le Melette, recupero della palazzina e degli impianti del Packstall, completamento della palazzina del campo da calcio, rifacimento della pista da pattinaggio di Busa Fonda Vecia, ristrutturazione del palazzetto dello sport e suo adattamento ad auditorium. Ci risulta (verbali alla mano, per non contare troppo sulla memoria) che non siano emerse da parte vostra altre proposte per il rilancio del Paese.Orbene: sono partiti i lavori della strada delle Melette, della palazzina del campo da calcio e del palazzetto dello sport-auditorium; stiamo per appaltare i lavori per il Packstall ed abbiamo appena ricevuto notizia che il Comune di Gallio è assegnatario di un contributo regionale di circa 350.000 euro per la realizzazione dell’anello di Busa Fonda Vecia, che, quindi, andremo a fare. Tutto qui: quello che si è discusso insieme, l’abbiamo fatto e stiamo cercando di fare anche di più (Edilizia Residenziale Pubblica, completamento dei marciapiedi e dell’illuminazione, completamento della metanizzazione, sistemazione piazzale scuole, strada Ronchi-Foss). Con il Sentiero del Silenzio desideriamo semplicemente e fortemente, dopo anni di lavoro di restauro del Paese, lasciare anche un imperituro, commosso e sentito ringraziamento a chi non c’è più, ma ha lottato e si è sacrificato perché il nostro futuro fosse migliore. Forse ingenuamente riteniamo che questo intervento dell’uomo possa valorizzare ancor di più lo splendido territorio che il buon Dio ci ha dato. Ma sappiamo che c’è anche un’altra cosa che desideri sapere, perché ce l’hai chiesto espressamente. In questi giorni, anche per merito tuo che ti prepari per tempo, si sta avvertendo in Paese una certa animazione: sono iniziate le schermaglie e la campagna acquisti per le elezioni amministrative della prossima primavera. Vogliamo fin da subito dire a te e ai nostri Concittadini quello che intendiamo fare. Dopo un secondo mandato difficilissimo, segnato anche da un attentato alla vita del sindaco, riteniamo di aver concluso quello che ci eravamo ripromessi di fare per il nostro Paese. L’abbiamo fatto bene? L’abbiamo fatto male? Di una cosa siamo certi: abbiamo cercato di dare il meglio di noi stessi, con tutto il cuore, la volontà ed i sacrifici che la scelta responsabile di mettersi al servizio della Collettività porta con sè. Siamo appagati dall’aver speso il nostro tempo e le nostre energie con onestà e tenacia per Gallio e per l’Altopiano. Nessuno di noi vuole fare della politica una professione: fra pochi mesi torneremo con serenità alle nostre occupazioni, al nostro lavoro, alla nostra famiglia, agli amici, ai diversivi, che per molti anni abbiamo voluto e dovuto mettere in secondo piano. Non avremo rimpianti e non avremo rimorsi: avremo solo fatto un’esperienza di servizio in più alla nostra Comunità. Nella Vita si fanno alcune esperienze, e poi se ne fanno altre. Ognuno di noi cerca di inseguire come meglio può il suo sogno. Auguriamo a te, a chi si candiderà ed a tutti i Galliesi di fare il possibile, di il dare meglio di quanto ciascuno potrà dare e, soprattutto, di avere nel cuore un solo interesse: la Gente di Gallio. Il gruppo di maggioranza “per Gallio, per continuare” 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 14 A Foza la festa per le Penne nere Gli Alpini hanno celebrato gli ottant’anni del gruppo Il Gruppo Alpini di Foza ha organizzato nei giorni di sabato 19 e domenica 20 luglio una solenne cerimonia per festeggiare l´80° anniversario della sua costituzione. Si è iniziato il sabato pomeriggio alle 15.00 con la sfilata dal piazzale delle scuole fino al Monumento ai Caduti, percorrendo la via centrale del paese con le case imbandierate dai tricolori e su fino all´altura che domina le vallate sui due lati, con l’accompagnamento della banda musicale di Campolongo sul Brenta. Erano presenti tutti i gagliardetti e molti Alpini provenienti dai Gruppi facenti parte della Sezione M. Ortigara, il gonfalone del Comune di Foza, alcuni Sindaci, autorità varie e un folto pubblico. Giunti al Monumento, è stato reso l´Onore ai Caduti e il capogruppo Enzo Biasia ha dato di volta in volta la parola ai relatori. E´ intervenuto per primo l´Alpino Domenico Alberti, il quale ha ripercorso la storia del Gruppo Alpini di Foza, ri- salente addirittura ancora agli anni del primo conflitto mondiale, costituito poi ufficialmente nel 1928 su iniziativa di quattro Alpini combattenti e reduci dalla Grande Guerra. Successivamente nel ruolo di Capogruppo ha visto figure di Alpini che con grande dedizione e passione lo hanno guidato in tutti questi anni il Gruppo, fino all´attuale Capogruppo Biasia Enzo, il quale svolge questa funzione da più di un ventennio. Il relatore Domenico Alberti ha messo in grande rilievo la figura esemplare di Luigi Lazzari, il quale ha voluto con grande determinazione, dedicandovi molto del suo lavoro, la realizzazione del Monumento all´Alpino, un’opera di grande valore simbolico ed artistico, posizionata all´inizio del viale che porta al Monumento, un autentico emblema alpino. Ma anche gli altri Capigruppo si sono distinti per la loro dedizione e per il loro impegno nel portare avanti l´attività del Gruppo: Attilio Lunardi Gecchelin, pioniere fondatore del gruppo; Vittorio Lazzari Postin, Cavaliere di Vittorio Veneto, decorato al Valor Militare e Ermenegildo Martini andato avanti in modo assolutamente inaspettato ed inatteso durante la partecipazione all’ Adunata Nazionale di LA SPEZIA. Alberti ha inoltre tracciato un bilancio degli ultimi vent’anni di attività del gruppo. In particolar modo sono state evidenziate alcune iniziative svolte nel sociale, Le visite storico/ culturali organizzate, fra le quali: Roma con il ricevimento del Santo Padre Giovanni Paolo II; Sardegna con il gemellaggio con la Gloriosa e Mitica Brigata Sassari che difese il nostro territorio durante la 1 Guerra Mondiale ed infine, quest’anno, Australia con la straordinaria accoglienza riservataci dagli Alpini di Melburne e Sidney. Si accennato infine a un importante obbiettivo fortemente voluto e realizzato dal Capogruppo Enzo Biasia: la sede sociale, definita più che dignitosa e sufficiente per le esigenze del gruppo. E´ poi intervenuto il Capogruppo Enzo Biasia, il quale ha avuto anche un ruolo importante nell´organizzazione dell´Adunata Nazionale di Asiago del 2006 e ha ringraziato tutti gli Alpini di Foza per il loro impegno assiduo e per la loro disponibilità a essere presenti alle molte iniziative che il Gruppo ha realizzato in questi anni. Se il Gruppo Alpini di Foza è particolarmente attivo questo è dovuto soprattutto alla volontà e all´impegno di tutti i soci, nello spirito dei valori di solidarietà e di fratellanza che caratterizzano la famiglia alpina. Hanno poi portato il loro saluto il Presidente della Sezione M. Ortigara Massimo Bonomo e il Sindaco di Foza Giovanni Alessio Oro. Bonomo ha dato atto dell´attiva partecipazione del Gruppo di Foza all´interno della Sezione e della virtuosa attività svolta dal Gruppo di Foza. Oro ha invece ringraziato gli Alpini per la fattiva collaborazione con l’Amministrazione Comunale sopratutto per servizio trasporto anziani. In chiusura la sfilata ha ripreso il percorso inverso e il Gruppo ha organizzato presso la sede un rinfresco nel segno dell´amicizia. L´indomani, il 20 luglio, i festeggiamenti sono proseguiti presso località Ronchetto con la Santa Messa celebrata dal Parroco don Valentino Miotto e con un pranzo sotto un tendone appositamente allestito e preparato da molti volontari Alpini e da molte donne. La festa è proseguita fino a tardo pomeriggio e sicuramente queste due giornate hanno rappresentato dei momenti di grande unità e di volontà a proseguire sulla strada intrapresa dai nostri Veci. Gruppo Alpini di Foza Una straordinaria lezione di storia Per fortuna a Foza ci sono “Memorie di ferro”, altrimenti un patrimonio di conoscenze ed oggetti bellissimi rischierebbero di perdersi nell’oblio! “Memorie di ferro” è la mostra che quest’anno presenta il Comune di Foza ed il suo sensibile Assessore alla Cultura Roberta Marcolongo. Chiude una trilogia che negli anni ha trattato altri due materiali fondamentali per l’uomo e la sua vita: il legno e la pietra. L’ultima tappa, almeno per il momento, di un viaggio attraverso le tradizioni popolari. La saggezza la conoscenza dell’uomo, emergono da tanti oggetti che hanno trovato vita grazie ai diversi metalli e all’abilità di tante mani, che nei secoli hanno saputo plasmare sempre meglio ed efficacemente una materia che la terra ci fornisce generosamente da sempre. L’esposizione di Foza, prende vita da un’ idea di Francesca Rodeghiero, presidente dell’Associazione Culturale “Mondo Rurale di Marostica”, che nel marzo scorso aveva presentato la mostra “L’uomo e i metalli” nel castello di Marostica, assieme ad un interessantissimo e piacevole catalogo al quale hanno collaborato numerosi autori altopianesi. Tuttavia l’esposizione di Foza, sempre curata dall’appassionata Rodeghiero, ha un taglio originale, perché espressione delle tradizioni locali legate ai metalli, peculiarità questa propria delle mostre itineranti. “Memorie di ferro” è comunque la risultante di un grande ed intelligente lavoro di gruppo, oltre all’importante impostazione data dalla curatrice, è doveroso evidenziare la notevole mole di lavoro svolto da una schiera molto consistente di collaboratori, che hanno sostenuto l’Assessore Marcolongo; volontari che si sono sentiti coinvolti proprio perché hanno riportato alla luce ed hanno ricordato le loro tradizioni. Grazie agli interessanti pannelli didattici, si parte dall’origine, dai metalli nella preistoria e dall’abilità umana nell’estrarli dai minerali, dalla terra e lavorarli. Quindi si passa alla metallurgia, e questo capitolo propone una collezione di attrezzi vastissima, perché Foza ha una storia antica ed importante di fabbri. Una storia che è ritornata alla luce proprio grazie a questa occasione. La memoria in particolare ricorda due abilissimi e ingegnosi artigiani che esercitarono il loro lavoro nel primo dopoguerra, Tino Mercante, nel secondo dopoguerra Toni Tinti. Di questi artisti si raccontano ancora con incredulità tanti aneddoti legati al loro lavoro, ad esempio che riuscirono ad adattare un maglio, attrezzo enorme per la lavorazione dei metalli, e a farlo funzionare in una delle loro modeste officine. Ma non meno abilità richiedeva saper creare dal nulla meravigliose cucine economiche! Altri lavori da sempre caratteristici in queste zone, sono i lavori agricoli, per cui: aratri, erpici che appaiono come veri e propri capolavori in ferro. Non meno importanti da sempre sono i lavori del bosco: boscaioli, ma soprattutto cavallari. Legati a questi quindi una serie di oggetti, spesso originalissimi perchè studiati con attenzio- ne per rendere sempre più sicuro ed efficace il lavoro di uomini e cavalli, e a questo proposito i fabbri e i maniscalchi di Foza erano gli impareggiabili artigiani che davano vita ad una quantità non indifferente di finimenti ed attrezzi. Un accenno poi viene fatto per il metallo nell’edilizia, quindi cancelli, rifiniture, serrature, chiavi, inferriate. Si ritorna nella tradizione di Foza e dell’Altopiano ed ecco aprirsi una stanza che riproduce nei dettagli l’ambiente della malga: subito l’attenzione cade su un fantastico paiolo antico in rame che può contenere fino a 500 lt di latte, ma non mancano le bacinelle in zinco per l’affioramento della panna, una zangola per il burro, una meravigliosa pressa in ghisa per fare il formaggio pressato oggi meglio conosciuto come Asiago. Altra stanza che si apre per affascinare il visitatore, quella dedicata al cuore della casa, la cucina, come era a fine 800 per arrivare fino agli anni 40. Prima un trionfo del rame del bronzo e del ferro, poi dell’alluminio; una serie gustosissima e curiosa di oggetti meravigliosi. Breve carrellata per il metallo nell’oreficeria, nell’arte sacra per poi approfondire un tema molto sentito: i recuperanti e l’arte del riutilizzo del materiale bellico, nella quale gli altopianesi, da sempre sono maestri. Una mostra che merita una visita curata e approfondita, che cattura e tuffa in un passato che ci sembra davvero di rivivere, una lezione di storia da non perdere! Stefania Simi 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano Ha emozionato vedere rappresentati tanti lavori di cui ormai si è persa traccia, presentati inoltre con il loro nome dialettale www.giornalealtopiano.it che più di ogni altro li definisce, come ad es. restrearo (restrelli), scoatara (scope), strasaro (stracci e roba vecchia di ogni tipo), stagnaro (stagnava i paioli bucati), stramassari (materassi), moeta (affilava i coltelli con la mola), sestaro (ceste), cucaro (cuchi), venditori di panna e storti( panna montata e cialde molto dolci fatte a cono). Alcuni nomi poi sono risultati sconosciuti ai più, come saldamara e dressare, la prima era colei che vendeva sabbia o stagname (un sasso di consistenza sabbiosa) per pulire posate e pentole in metallo, le seconde intrecciavano (dressa è appunto treccia) paglia per farne cappelli o borse. Ma erano presenti i burattinai, i musici, il venditore di stampe, di pane, la lattaia, la venditrice di polli e conigli, la merciaia, lo spazzacamino, la fioraia, quello che faceva vasi col tornio, la giocattolaia, l’impagliatore di sedie, il gelataio, le lavandaie, il fotografo. Insomma è andata in scena una realtà d’altri tempi, il pubblico poi è stato invitato ad infilarsi in questo mercato – museo, e la sensazione è stata davvero incredibile. 15 Puntando sulla cultura, hanno fatto centro! Grande successo per le iniziative programmate dalla Pro Loco e dall’Associazione Commercianti Puntare sulla cultura, per arricchire e dare un taglio un po’ diverso alle proposte del programma estivo, sembrava una scommessa, probabilmente lo è stata, ma fino ad ora, la Pro Loco e l’Associazione Commercianti di Enego hanno avuto ragione, e la risposta del pubblico è stata più che soddisfacente. Agosto è partito alla grande, con proposte diversificate, ma sempre interessanti sotto il profilo culturale; la sera di venerdì 1 agosto, il prof. Savegnago ha tratta- to un tema poco conosciuto:”L’ombra della Todt sulla provincia di Vicenza”. Una organizzazione la Todt che ha interessato molto le zone del vicentino, non escluso Enego, cosa questa che ha incuriosito il pubblico intervenuto. La Todt, ovvero i lavori coatti organizzati dall’esercito tedesco, per il mantenimento di opere viarie e di difensive in territorio occupato, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, si è scoperto impegnò oltre 800, fra uomini, donne, ragazzi ed anziani, anche a Enego, lavorarono nel territorio a valle in località Piovega. Dopo la storia, sabato è stato offerto, presso il duomo di S. Giustina, un concerto di grande musica corale, il protagonista, che ha catturato dal primo momento all’ultimo il numeroso pubblico, lo storico e impeccabile coro Valsella di Borgo Valsugana. Un gruppo canoro con una tradizione che risale al 1936, una delle corali più famose, che si è esibita in tutto il mondo. Il gioiello del borgo ora si mostra in tutto il suo splendore Nella chiesetta di Godeluna, un altro tassello è stato sistemato Prima domenica di agosto, puntuale, come ormai da alcuni anni, la festa campestre nella contrada da favola di Godeluna, con la sua preziosa ed arroccata chiesetta, protagonista indiscussa. Pezzo dopo pezzo, con il contributo e grazie alla solidarietà di tantissime persone e soprattutto alla tenacia degli eredi di coloro che la vollero e la costruirono all’alba del secolo scorso, la piccola chiesa campestre si presenta sempre più completa e bella. La festa quest’anno è stata più lunga, è iniziata sabato, con il primo raduno dei motociclisti e la benedizione delle moto, la variopinta compagnia poi si è fermata per la notte, costellando i prati intorno al borgo con tante colorate tende. La domenica poi, la festosa fine settimana è continuata con la classica messa, l’incontro conviviale e l’immancabile lotteria, il tutto accompagnato per fortuna da un fantastico sole estivo. In occa- sione della Santa Messa delle 10.30, celebrata da don Andrea Stevanin, e allietata dai canti del coro femminile di Enego, è stato presentato uno degli ultimi tasselli, che rendono ancora più completa e ricca questa chiesetta, un quadro che raffigura il santo patrono, S. Valentino, l’amore e la solidarietà, rappresentati da una giovane coppia, il tutto racchiuso nel fantastico paesaggio di Godeluna, rappresentato nel momento forse più bello, quello del disgelo, della rinascita primaverile.Un quadro che ha trovato collocazione a fianco dell’altare, e che è stato offerto dal presidente della Comunità Montana Giancarlo Bortoli. Restaurare S. Valentino è da sempre una promessa da onorare, per i promotori e gli eredi di coloro che la costruirono, una sfida e un impegno serio per tutti coloro che a vario titolo, negli anni, hanno dato e continua- no a dare il loro contributo. La bravura degli eredi e di coloro che portano avanti questa iniziativa, è stata quella di rendere contagiosa la loro volontà di riportare agli antichi splendori un piccolo edificio con un grande significato. Oggi si presenta finalmente tutta intonacata, dentro e fuori,ha un portone nuovo, ha un soffitto di travi che è un capolavoro, un pavimento solido, l’interno ha una veste molto colorata, e a questo contribuiscono notevolmente le bellissime formelle in legno dipinto, della via crucis, come le statue e i quadri. Insomma la piccola chiesa intitolata a S. Valentino è più bella che mai e la sfida lanciata circa 10 anni fa da don Ruggero Ferrazzi, per rivederla rinascere dalle sue ceneri o meglio dai calcinacci, a tanto poco infatti era ridotta, sembra stata ormai quasi vinta, bisognerà mettere a punto ancora qualcosa, ma il più sembra veramente fatto. S.S. Ciclopista del Brenta, iniziati i lavori Sono iniziati i lavori per realizzare la prosecuzione della ciclopista del Brenta nel tratto in Comune di Enego. Lo stesso Comune aveva ottenuto un contributo regionale per un importo di 269.500 euro, pari al 70% del costo complessivo, provvedendo a far redigere il progetto definitivo-esecutivo denominato “Realizzazione della ciclopista e sentiero naturalistico in destra Brenta dalla Piovega di Sotto a Piovega di Sopra nel comune di Enego”. Tuttavia, in seguito, aveva comunicato alla Provincia di non essere in grado di proseguire con la realizzazione dei lavori in tempo per la scadenza del finanziamento, cioè entro la fine del 2008. L’Assessorato Provinciale alla Viabilità chiedeva pertanto alla Regione Veneto di sostituirsi al Comune di Enego e di intervenire anche nel cofinanziamento del progetto assieme agli altri Enti pubblici territoriali coinvolti, quindi, oltre alla Provincia e al Comune di Enego, i Comuni di Bassano del Grappa, Valstagna, Cismon del Grappa, Campolongo sul Brenta e le Comunità Montane dei Sette Comuni e del Brenta. In particolare, il contributo della Provincia ammonta a 102.550 euro. La sinergia tra gli Enti e il Bacino Imbrifero del Brenta ha permesso di accelerare i tempi, tanto che “in pochi mesi – ricorda l’Assessore alla Viabilità Costantino Toniolo – la Provincia è riuscita a cantierare l’opera e intende portarla a termine nei tempi utili per avere la conferma definitiva del contributo, cioè entro il mese di novembre 2008. E’ importante promuovere la mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all’uso dei ve- icoli a motore, soprattutto nei centri abitati e nei collegamenti con il territorio. La Provincia, è vero, ha competenza sulle strade provinciali, ma favorire lo sviluppo di queste strutture è un modo per migliorare e razionalizzare l’utilizzo delle reti viarie, creando opportunità parallele e alternative”. Il tratto di ciclopista che si sta realizzando è la prosecuzione dell’esistente a Bassano del Grappa, costruito, in quel caso, grazie ad un accordo risalente al 2005. L’obbiettivo è quello di collegare direttamente Trento con Bassano del Grappa e di proseguire in futuro fino addirittura a Venezia, per favorire ulteriormente uno specifico segmento del cicloturismo in un contesto ambientale e paesaggistico di particolare pregio, dove la natura ha saputo mantenere la sua integrità . G.D.F. Tra la prima e la seconda parte del concerto inoltre, il presidente del Valsella ed un medico eritreo, hanno fatto conoscere anche con l’ausilio di immagini, l’impegno umanitario del coro trentino, che con proventi dei suoi concerti e grazie al suo pubblico sta dotando alcuni ospedali di Asmara e Massawa di attrezzatura fondamentale: gruppi di continuità per l’energia elettrica ed impianti di potabilizzazione dell’acqua. Un importante binomio e una preziosa lezione: musica e solidarietà. Domenica infine, altro tuffo nella storia, ma in maniera diversa, tangibile, grazie al gruppo “Arti per via”. Uno spettacolo bellissimo, che ha raccolto intorno alla piazza, per tutto il pomeriggio, tanta tanta gente veramente affascinata. I più anziani si sono divertiti ed inteneriti ricordando, i più giovani hanno rispolverato i racconti dei genitori o magari dei nonni, i giovanissimi hanno scoperto un mondo scomparso! Arti per via è un gruppo di Bassano del Grappa, nato oltre vent’anni fa, che da sempre si prefigge di valorizzare e conservare le tradizioni popolari, e ciò che presenta è a metà tra il museo e lo spettacolo, un vero museo tra la gente. Dopo la breve sfilata per il paese, i sessanta figuranti hanno ricreato, all’interno della piazza, un mercato, cosi come doveva essere all’inizio degli anni ’30 del secolo passato. La curiosità ha contagiato un po’ tutti e l’esperienza finale può essere definita senza dubbio entusiasmante, non capita tutti i giorni infatti di essere catapultati indietro nel tempo e di trovarsi circondati da quella che doveva essere la quotidianità dei nostri padri o nonni! Domenica 17 e sabato 23 agosto infine sono fissati gli ultimi appuntamenti con la storia e la filosofia. La domenica, in chiesetta S. Antonio alle 21, il prof. Saggini di Verona presenterà “Storie degli ebrei internati nell’Altopiano tra il ’41 ed il ’45 in special modo ad Enego”; mentre il sabato successivo, in palazzina turistica, sempre alle 21, a cura del Prof. Perissinotto di Venezia, si parlerà di: “A che serve la filosofia”. Stefania Simi La mostra “La pietra e l’uomo” “La pietra e l’uomo” è il titolo della mostra aperta ad Enego a cura della neo nata Associazione Culturale “Dalla Brenta all’Ortigara” (presso la Palazzina Turistica e visitabile fino al 17 agosto prossimo con orario 20.30 – 22.30, il sabato e la domenica anche dalle 15.30 alle 18.30). Buona la cartellonistica, che spiega come da sempre la pietra sia stata materia preziosissima per l’uomo, che l’ha impiegata in mille usi: per le costruzioni, per l’arredo e utensili da cucina, come lapidi per segnare i confini, ricordare un defunto o un episodio accaduto, per giocare: biglie, fionda, i sassi piatti per farli saltare sulla superficie dell’acqua o per giocare a scalone o campanon. Nell’esposizione di Enego tuttavia l’attenzione è focalizzata sugli attrezzi di ieri e di oggi per tagliare e lavorare la pietra, e in particolare su come i nostri progenitori primitivi, in particolare gli uomini di Cro Magnon di 13.000 anni fa, utilizzavano le pietre. Lo spunto lo dà in particolare il Riparo Dalmeri sito archeologico importantissimo e unico, che si trova in Marcesina. Sulla base dei ritrovamenti, le abili mani di Egidio Fontana uno dei curatori e presidente dell’Associazione Culturale, hanno riprodotto, con materiali che erano disponibili migliaia di anni fa, gli strumenti che i nostri antenati usavano quotidianamente. Asce, frecce, falce, zappe, pietre che riscaldate servivano per rendere dritte le frecce e le lance. Ma vengono anche proposte pietre dipinte, proprio come quelle rinvenute al Riparo e considerate la caratteristica che ha reso particolarmente originale tale sito. A questo proposito, va sottolineato il fatto che, spetta proprio al Fontana aver scoperto che l’ocra, con i cui i nostri progenitori disegnarono, è presente nel nostro territorio, sottoforma di noduli di ossido di ferro. Pietre che se frantumate danno la famosa ed indelebile polverina rossa, la quale impastata con cera d’api e sangue animale ha permesso ai nostri predecessori di farci giungere i loro lavori ancora leggibili. Interessanti anche le macine a mano e i macinelli per ridurre in farina i cereali e le palle di canno- ne in pietra di diversi calibri. La parte comunque preponderante è quella dedicata ai fossili ai quali è riservata anche una serie di schede che permettono di orientarsi nel loro vastissimo mondo. Molti i coralli, le conchiglie, non manca qualche traccia di pesce, ammoniti, ostriche, testimonianze del vasto mare caldo che copriva queste terre in un tempo remoto in cui l’uomo ancora non compariva. S.S. Si è spenta la Pina A 103 anni, era la più anziana di Enego Era la più anziana abitante di Enego, purtroppo il verbo al passato rende già esplicita la notizia, già perché la Pina, la signora Giuseppina Civiero, se ne è andata, dopo aver vissuto per oltre un secolo, nel prossimo mese di dicembre avrebbe compiuto infatti 103 anni. Dare la notizia di una dipartita è sempre triste, annunciare che un pezzo, una fiammella della nostra storia si è spenta, ci fa sentire un po’ più soli, raccontare che una mamma, seppur anziana, molta anziana, si è lasciata andare perché ha chiaramente percepito che un altro dei suoi adorati figli l’aveva improvvisamente lasciata, commuove. Avevamo festeggiato la Pina tre anni fa, quando varcò, in forma invidiabile, la soglia del secolo, diventando la più anziana abitante di Enego e in quell’occasione ci sembrò doveroso sottolineare un particolare, ovvero che la dedizione soprattutto delle figlie che vivevano con lei, e comunque di tutti i figli e nipoti, avevano reso possibile il miracolo dei 100 anni e naturalmente ancor più quello dei 103 anni aggiungiamo oggi. Giuseppina era sempre stata disponibilissima e presente, con i figli ed ancor di più con i nipoti, non sapeva rinunciare alla presenza dell’ultima pronipote, nata poco più di un anno fa, un calore familiare che le aveva fatto superare la perdita del compagno di vita Vincenzo e quella tristissima della figlia Cristina, che viveva in Inghilterra e che poco meno di 20 anni fa una malattia le aveva strappato. La fortuna di avere una numerosa famiglia intorno, fatta di figli, nipoti, pronipoti genero, nuora, che per anni l’anno sostenuta, aiutata, vivacizzata…. sopportata, perché era ancora la mamma di 5 figli di un tempo, con un gran carattere, e i suoi ordini non andavano discussi, purtroppo non è stata sufficiente a farle superare l’ennesima dura prova, per una madre quella più dura, la perdita solo 17 giorni fa della adorata figlia Sandra, la più giovane. Pina, da quel giorno, non ha avuto bisogno di fare domande, di sentirsi raccontare nulla, il suo cuore di mamma, per quanto vecchio, ha percepito perfettamente la tragedia, e non l’ha accettata; basta lottare, Pina ha lottato contro le difficoltà le malattie, ma il dispiacere per la perdita di un altro figlio è stato troppo, ha deciso e preferito raggiungere la sua adorata Sandrina. S.S. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 Foto: Andrea Bergamaschi Migliaia in piazza per Francesco Renga Ore 23.25: Francesco Renga sale sul palco allestito in una Piazza Carli gremita all’inverosimile e parte un boato che il centro storico di Asiago ha sentito raramente. Le migliaia di spettatori, tra i quali molte giovani ragazze divise tra l’amore per le canzoni di Renga e quello per i boccoli neri del cantante ex Timoria, hanno espresso così la soddisfazione di vedere ed ascoltare dal vivo il cantante che ha stregato tutti con le sue canzoni “Angelo” (con la quale si è aggiudicato la vittoria all’edizione del Festival di Sanremo anno 2005), “Raccontami”, “Meravi- gliosa”, e “Dove il mondo non c’è più”. Il concerto, anzi “The Concert” organizzato da Radio Company e dal Comune di Asiago, è stato preceduto da un intrattenimento con i dj di Radio Company e di Lady Hellen nonché con un miniconcerto di Riccardo Baffoni, vincitore della se- zione Giovani del Festival di Sanremo 2006. Poi l’arrivo di Francesco Renga ed è stato il tripudio, con il cantante “costretto” a concedere numerosi bis cantati in coro con il pubblico che ha incorniciato le esibizioni con scroscianti applausi. Al termine del concerto, alle ore 01.00, una cascata di luce dal campanile del Duomo ha salutato la folla che ha partecipato all’evento, compreso nella manifestazione “Notte di Note”. G.R. In seguito ad alcune critiche poco costruttive mosse da un gruppo ristretto di musicisti, la redazione informa che non è mai stata intenzione del giornale ‘l’Altopiano’ fare critica musicale, bensì cronaca musicale, al fine di dare rilievo al consistente numero di band, musicisti ed eventi presenti sul nostro Altopiano.Pertanto, il lavoro dei redattori e dei collaboratori proseguirà in questa direzione per dare spazio a chi ha apprezzato e continuerà ad apprezzare dando il proprio contributo (attraverso critiche costruttive e non demolitrici) il rilievo che si è dato alla musica sul nostro quindicinale. Si continueranno a pubblicare articoli di cronaca che presentino le persone e gli eventi, con competenza e passione, come sempre è stato fatto. Stefania Longhini A Rotzo il “Festival dell’Archeologia” Scoprire la storia antica dell’Altopiano e partecipare a diversi laboratori, rivolti soprattutto ai bambini, per imparare come si lavoravano i metalli, l’argilla, come si preparava il pane e come, nei villaggi dell’età del ferro, si svolgevano tanti altri lavori quotidiani. Il Festival dell’archeologia in programma al Bostel di Rotzo, sito archeologico della seconda età del ferro, domenica 10 agosto propone una giornata di archeologia sperimentale a partire dalle 10. Si potrà dunque, per un giorno, sentirsi dei piccoli archeologi, guidati da archeologi veri coordinati da Carlo Bressan. Gli scavi saranno aperti e visitabili. Il Festival dell’archeologia, organizzato da Archeidos in collaborazione con il Comune di Rotzo, si chiuderà con una cena e il concerto della Sauro’s band. Proseguono anche nel mese di agosto le visite guidate all’archeopercorso del Bostel con ritrovo alle 10 al sito, davanti al baito. Nei pomeriggi delle domeniche 17, 24 e 31 agosto viene proposta attività didattica per i ragazzi con laboratori archeologici, a partire dalle 16. I biglietti per partecipare alle visi- te guidate e ai laboratori sono acquistabili sul posto, il giorno stesso, oppure, preventivamente, presso l’ufficio informazioni turistiche di Asiago (presso l’ex stazione ferroviaria). Durante l’estate, Archeidos propone anche delle interessanti serate sulla storia, le fiabe e le leggende della tradizione cimbra. Le ultime tre sono in programma giovedì 21 agosto a Canove (sala teatro), venerdì 22 agosto, a Rotzo alle scuole elementari e martedì 26 agosto, presso il museo cimbro di Roana. Per maggiori informazioni consultare il sito www.archeidos.it o chiamare il numero 349.6612903. Precisazione dei produttori di patate L’Associazione Produttori di patate di Rotzo diffida chiunque diffonda notizie sulla carta stampata o altri mezzi di comunicazione in merito alla patata di Rotzo per conto della medesima Associazione senza l’espressa autorizzazione del Presidente e dei produttori. Sono stati infatti pubblicati ultimamente degli articoli che ingenerano confusione sia nei clienti che nei produttori, articoli che più che servire alla promozione della patata di Rotzo, tenderebbero ad insinuare sospetti e maldicenze a danno dell’intera categoria di produttori”. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 Il custode del sentiero dell’Ortigara I sentieri dell’Altopiano gestiti dal C.A.I. hanno ognuno un proprio responsabile che li mantiene in ordine - Il più percorso, l’840 dell’Ortigara, affidato a Giordano Rodeghiero Le montagne dell’Altopiano custodiscono un’infinità di posti da scoprire, percorrendo stradine e sentieri che portano a luoghi che sono stati sconvolti dalla guerra, transitando per prati e boschi che han visto lavorare duramente malgari, pastori, boscaioli. Sono tanti gli itinerari che si possono scegliere e percorrere, per scoprire e ammirare paesaggi inaspettati, natura spettacolare, siti storici tristemente noti perché teatro di tragiche vicende belliche. Un patrimonio naturale, una grande ricchezza, che possiamo visitare in tranquillità, grazie ai tanti sentieri dotati di segnaletica e mantenuti in sicurezza. Ma da chi? Me lo stavo chiedendo recentemente, durante un’escursione, mentre notavo nuove tabelle e indicazioni ordinate e ben visibili, contraddistinte dai colori bianco rosso caratteristici dei sentieri C.A.I., quando ho incontrato il “custode” del sentiero che stavo percorrendo (840 dell’Ortigara), Giordano Rodeghiero, che con colore e pennello stava ritoccando un “segnavia” leggermente sbiadito. “Due, tre volte l’anno – spiega Giordano – percorro il sentiero per controllare se mancano pali e tabelle, se serve ripassare i segni distintivi bianco – rosso, se ci sono sassi che intralciano, se la vegetazione crescendo ostacola il passaggio o rende meno visibili i segnavia dipinti su sassi e rocce. Un controllo periodico che serve per mantenere in sicurezza il sentiero”. “Quando negli anni ’80 con il C.A.I. abbiamo iniziato a sistemare i sentieri – continua Giordano – pensando a come organizzare il lavoro, è nata l’idea di proporre, a chi si rendeva disponibile, di “adottare” un sentiero, occupandosene personalmente con la manutenzione ordinaria da fare periodicamente. Tra le uscite in calendario nel programma del C.A.I. c’è poi annualmente una giornata dedicata proprio ai sentieri; inoltre, quando serve si fa un lavoro più grosso, come è accaduto lo scorso anno anche per questo sentiero, quando ci siamo ritrovati in 7 – 8 persone per 3 giornate, e con motosega e roncole abbiamo tagliato erba e rami dei mughi e svolto altri lavori difficili da fare da soli”. Il sentiero n. 840 adottato da Giordano Rodeghiero è un sentiero importante, il più percorso e conosciuto dell’Altopiano, ma sicuramente anche fra i più battuti d’Italia, e il suo custode ne è giustamente orgoglioso. “Quello dell’Ortigara – continua – è un sentiero molto frequentato, e dal significato unico: chi lo percorre non lo fa solo per fare una camminata in montagna, ma con uno spirito diverso, una sorta di pellegrinaggio per visitare un luogo sacro, cruentamente conte- so durante la prima guerra mondiale e ricco di testimonianze, resti, monumenti”. Quali difficoltà presenta l’escursione all’Ortigara, è un tracciato che possono fare tranquillamente tutti? “Non ci sono difficoltà particolari, il sentiero è frequentato da gente di ogni età, bambini compresi. Certo, bisogna prestare le attenzioni che si hanno per qualsiasi escursione, non allontanandosi dal sentiero. Si parte da Piazzale Lozze a quota 1.771, e in un quarto d’ora si arriva alla chiesetta del Lozze. Alla cima dell’Ortigara (2106 m.), contraddistinta dalla colonna mozza eretta dall’A.N.A. nel 1920 in ricordo dei tragici avvenimenti del 1917, si giunge in un tempo di percorrenza medio di 1 ora e 45 minuti. Al ritorno si fa un tratto di sentiero attrezzato, attraversando una postazione in caverna, per poi scendere al Passo dell’Agnella; nei pressi del Baito dell’Ortigara ci si ricongiunge al percorso di andata, ritornando a Piazzale Lozze. Il dislivello del percorso, che si fa mediamente in poco più di 2 ore e mezza, è di 350 metri, il periodo più indicato è da giugno Un lavoro di volontariato, importante per l’ambiente e il turismo A coordinare il lavoro dei volontari è Enrico Manea, responsabile della Commissione sentieri della sezione C.A.I. Asiago 7 Comuni, che soprattutto d’estate passa gran parte del suo tempo libero a fare controlli e manutenzioni. “C’è una legge nazionale, la n. 91 del 26.01.63, che delega il C.A.I. a tracciare i sentieri alpini – spiega – mentre è la Regione, tramite la Comunità Montana, ad erogare annualmente dei contributi per il mantenimento degli stessi, contributi che coprono in parte, per il 70% circa, le spese vive per materiali e attrezzature. Quel che rimane è a carico della sezione, mentre il lavoro di chi controlla e cura i sentieri è esclusivamente di volontariato. Ogni sentiero dell’Altopiano ha un suo responsabile, esiste poi un gruppo di pronto intervento per i lavori straordinari, come quelli fatti quest’anno da una quindicina di persone impegnate a rendere più facilmente percorribili e sicuri i sentieri della Val Gadena e dei Castelloni di S. Marco, con la costruzione di una gradinata, il taglio di radici affioranti, la messa in sicurezza di un tratto che tendeva a franare. Attualmente i sentieri gestiti dal C.A.I. Asiago 7 Comuni sono 32, recentemente ne sono stati dismessi due, mentre uno è nuovo. E’ un lavoro importante quello svolto dai volontari, sia per l’ambiente che per il turismo, un’attività che non sempre è tenuta nella giusta considerazione dagli amministratori e dalla gente. Purtroppo non mancano i danneggiamenti, soprattutto alla segnaletica verticale con pali e tabelle spezzati, segni cancellati, i cosiddetti ometti di pietra che vengono distrutti anche per gioco, e la cui importanza in certe zone è fondamentale, in modo particolare in condizioni di scarsa visibilità. Periodicamente è necessario riordina- re, sostituire pali e tabelle. Per quanto riguarda la segnaletica, negli ultimi anni è stata uniformata a livello nazionale”. I cambiamenti si possono notare facilmente, percorrendo i sentieri C.A.I.: le tabelle, un tempo in legno, sono state sostituite con delle nuove, in un materiale più resistente e che richiede meno manutenzione, oltre che far risaltare maggiormente le scritte. Le dimensioni del carattere e dei segnavia sono tutte uguali, le tabelle poste soprattutto nei bivi, riportano il nome del luogo in cui ci si trova, la quota, la direzione dei sentieri, i tempi di percorrenza. Informazioni importanti, soprattutto in considerazione del crescente interesse verso certi luoghi, che richiamano sempre un maggior numero di persone che scelgono di fare delle escursioni non solo fine a se stesse, ma anche per capire e conoscere meglio luoghi storici di cui hanno letto nei libri. “Nelle zone più frequentate – continua Manea - si può notare il terreno del sentiero consumato dal passaggio di tanta gente; fa piacere constatare come comunque l’ap- proccio delle persone sia migliorato, come si informino suoi luoghi e sui comportamenti da tenere, come ci sia meno gente che grida, più rispetto per ambiente e storia. Tra le raccomandazioni da fare agli escursionisti quella di lasciare sempre detto dove si intende andare, di seguire il sentiero, anche per evitare di erodere altre zone, di procurarsi una cartina anche se ci sono i segni, visto che le condizioni di visibilità non sempre sono sicure, di rispettare il nostro lavoro e non fare danni. Collegandosi al nostro sito www.caiasiago.it, o rivolgendosi alla nostra sede in via Ceresara (ex macello) è possibile segnalare eventuali problemi riscontrati durante l’escursione”. Nelle edicole e librerie è possibile acquistare la Carta dei sentieri Altopiano 7 Comuni edita dalle sezioni vicentine del C.A.I., che viene rinnovata ogni due anni, con allegato un libretto con la descrizione completa dei vari percorsi. Alcuni sentieri sono visibili anche su Google Earth, simulando una visione aerea su tracciati, mappe e luoghi principali che si possono vedere in 3D. S.B. a ottobre. Gli accorgimenti da adottare sono quelli che raccomandiamo sempre: indossare scarpe adatte, nello zaino non deve mancare una giacca antipioggia, perché il tempo può cambiare rapidamente, avere una piccola scorta d’acqua e sempre a portata di mano la carta dei sentieri. E se anche l’estate invoglia a indossare i pantaloni corti, è consigliato invece usare quelli lunghi”. Mentre dice queste ultime parole lo guardo, osservando che indossa pantaloni corti. “Sì, lo so – precisa - non sto dando il buon esempio, ammetto che con queste giornate mi faccio spesso tentare, ma è sbagliato: poco fa, tra i sassi ho scorto una vipera, per cui, ripeto, è sempre meglio avere le gambe coperte”. Il lavoro che svolge Giordano, e come lui gli altri responsabili dei sentieri C.A.I. , è attività di puro volontariato, che scaturisce dal grande rispetto per l’immenso patrimonio rappresentato dai nostri monti, per le loro bellezze naturali, per il loro grande valore storico e umano, un patrimonio di cui tutti possiamo godere anche grazie a loro. Silvana Bortoli 8 Sabato 9 agosto 2008 CONCO l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 Due settimane a Val Lastari di Conco per riscoprire i ritmi della natura Il campo organizzato dall’associazione Ad Maiora rivolto ai giovani dai 10 ai 16 anni Approvato un regolamento a tutela degli animali Il giorno 22 luglio 2008 il consiglio di Conco ha approvato il Regolamento comunale per la tutela degli animali. Tra i Comuni dell’Altopiano, alcuni dei quali hanno un capitolato nel regolamento comunale sulla tutela degli animali, Conco è il primo a sottoscrivere, con voto unanime, un documento specifico sul tema con norme semplici, chiare e ben definite. Un lavoro lungo più di un anno per non lasciare nulla al caso tanto che il Comune si è avvalso della consulenza di Provincia, Asl ed Enpa per mettere ben in chiaro principi, competenze e definizioni. “L’Amministrazione comunale, nell’ambito delle funzioni attribuite in materia di promozione della tutela e del benessere degli animali, favorisce la corretta convivenza dell’animale con l’uomo e riconosce alle specie animali il diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche spiega il sindaco Roberto Trotto - Il Regolamento ha una funzione educativa ed ha lo scopo di sensibilizzare ed informare i cittadini sulla conoscenza ed il rispetto per gli animali, evitando comportamenti, a volte dettati dalla mancata conoscenza delle esigenze animali, che costituiscono maltrattamento verso gli animali”. Tra le novità della nuova disposizione comunale, portata in consiglio dall’assessore Ornella Alberti e dal sindaco Roberto Trotto, ci sono sia le norme per come tenere un animale, gli spazi minimi e le dimensioni delle cucce, sia indicazioni per il rispetto degli altri da parte dei proprietari di animali. Si è inoltre fatto un capitolato dedicato agli animali esotici vista la diffusione di animali provenienti da paesi tropicali. “Un regolamento così particolareggiato è il primo sull’Altopiano che speriamo possa essere preso ad esempio da altri Comuni – commenta Helen Scaggiari, presidente della locale sezione Enpa – Spicca l’aspetto educativo e non repressivo, informa chi possiede animali con indicazioni precise proprio per evitare sanzioni o comunque disavventure”. Gerardo Rigoni Lontani per due settimane da tutto, dai cellulari, dagli orologi, dalle comodità della vita moderna. La possibilità di vivere questa esperienza nei boschi di Val Lastaro, in Comune di Conco, viene offerta ad una ventina di giovani dai 10 ai 16 anni dall’associazione “Ad Maiora” di Romano di Ezzelino, con il contributo del Comune di Conco. per il periodo dal 16 al 30 agosto. Lontani da tutto per depurarsi dalle distrazioni e re-imparare ad ascoltare la madre terra, ad ascoltare il tuo prossimo, ad ascoltare il proprio cuore in compagnia di due lupi canadesi Nanook e Miwok, di alcune guide, di un indiano d’America della tribù dei Lakota e di Ario Sciolari, l’alpinista e naturalista di San Vito in Cadore, ideatore del progetto. I partecipanti vivranno per due settimane in un tepee, la tipica tenda degli indiani d’America delle praterie, e realizzeranno anche i propri vestiti che sostituiranno man mano gli abiti del mondo moderno. I ragazzi dovranno procurarsi l’acqua, cucinarsi il cibo, a destreggiarsi nella natura che sa dare emozioni oramai dimenticate. Durante il giorno parteciperanno ad attività tra le più varie; arrampicate, gite, escursioni, giochi, esplorazioni. “Questa è la prima volta che una cosa del genere viene proposta sulle nostre montagne, ma i precedenti fatti in Scandinavia e sulle Dolomiti hanno riscontrato notevole successo con i ragazzi ed i loro famigliari – spiega Marco Cappellari, fondatore dell’associazione Ad Maiora – Le famiglie trovano i loro figli cambiati, più solari, più attenti, più consci che la Madre Terra dà, ma deve anche essere rispettata come sapevano i nostri stessi antenati”. “Siamo felici di ospitare questa iniziativa che sposa perfettamente una nuova filosofia anche amministrativa di rapportarsi con il territorio – commenta il sindaco di Conco, Roberto Trotto – Tanto più che la Val Lastaro è già stata testimone dei primi insediamenti umani circa 13 mila anni fa e tutto il progetto ha delle finalità educative e sociali che sono assolutamente necessarie oramai.” Per chi vorrà partecipare sia al campo, sia come volontari all’interno del progetto, basta contattare il Comune di Conco che potrà dare maggiori informazioni a riguardo. Gerardo Rigoni Lavori al cimitero Partiti i lavori di completamento del cimitero di Conco. L’opera, che si concluderà entro l’autunno, era stata inizialmente posticipata all’anno venturo, ma una revisione del bilancio comunale ha poi permesso che potesse essere portata a termine già nei prossimi mesi. Si tratta della demolizione della vecchia cella mortuaria, già sostituita con una nuova pochi anni fa in occasione dell’ampliamento del cimitero, della demolizione di alcuni loculi ormai in condizioni precarie con la costruzione di 28 nuovi loculi, con misure e caratteristiche che rispettano le nuove normative, e la riorganizzazione dei percorsi pedonali, migliorando anche il collegamento tra la parte vecchia e quella nuova del cimitero. I lavori sono stati resi necessari, ed è uno dei motivi della decisione di proseguire con l’opera, per lo stato di forte degrado delle zone più vecchie che l’amministrazione, in accordo con i tecnici, riteneva non più idonei a svolgere correttamente la loro funzione.Anche i locali adibiti a cella mortuaria e servizi igienici necessitavano di una ristrutturazione presentando numerose fenditure esterne ed un dissesto dello strato superiore di copertura causato da infiltrazioni di pioggia. L’intervento prevede la rielaborazione dell’attuale situazione planimetrica attraverso lo spostamento del sedime di parte dei fabbricati e la nuova integrazione in continuità con le strutture preesistenti. Il nuovo blocco di loculi sarà realizzato nella zona della vecchia cella mortuaria, destinata alla demolizione, permettendo così anche una migliore condizione di collegamento con la nuova ala. G.R. Sulle orme de “La gata” Gino Paoli le ha dedicato una canzone. I pasticceri dell’AssociazioneArtigiani della provincia di Vicenza una torta. Il primo con la melodia ha potuto toccare le corde dell’animo; i secondi con la novità gastronomica sono arrivati direttamente alla gola. Il cantautore genovese parlava di una gatta che stava in una vecchia soffitta vicino al mare; i pasticceri vicentini l’hanno chiamata “La gata” e assicurano si possa trovare nella ventina di pasticcerie consorziate della provincia berica che la producono e la commercializzano. A queste, da qualche giorno si è aggiunta anche la Pasticceria Cortese di Conco, la prima dell’Altopiano a produrla e distribuirla in zona a negozi di specia- lità alimentari. Perché proprio “La gata”? Si dice che durante una grave emergenza dovuta a una pestilenza o un assedio, i vicentini furono costretti a sfamarsi proprio con dei felini. Si dice anche che un’invasione di topi costrinse i cittadini a difendersi utilizzando un esercito di gatti. Nelle intenzioni dei pasticceri vicentini “La gata” doveva diventare un dolce unico e rappresentativo delle tradizioni beriche, grazie anche agli ingredienti naturali (farina bianca e di mais, grappa, mandorle e cacao) e all’assenza di conservanti. Goloso prodotto e souvenir della provincia di Vicenza, sui fianchi della confezione sono riportate le immagini e una breve descrizione di alcuni luoghi significativi del vicentino. Se per il famoso detto i veneziani devono considerarsi “gran signori” e i padovani “gran dottori”, ai vicentini non rimane che rifarsi con “La gata”! Giovanni Rattini 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 LUSIANA Pagina a cura di Egidio Zampese L’edizione numero 40 della Giornata dell’Emigrante è stata vissuta in due momenti significativi domenica 3 agosto. Al Palazzon, nel primo pomeriggio, si è svolto il dibattito, condotto dal sindaco Bscardin, su: “Emigrazione ed immigrazione: due temi a confronto” con relatore Adriano Benedetti ambasciatore italiano a Caracas attualmente Direttore generale per gli italiani all’estero delle politiche migratorie del ministero Affari esteri. “Anch’io – ha detto – sono figlio di vicentini, ma in 35 anni di www.giornalealtopiano.it 19 Da quarant’anni un omaggio e un ricordo per tutti gli emigranti carriera ho potuto parlare di politiche migratorie solo quando sono emigrato in Venezuela. I nostri concittadini, dopo anni di sacrifici e difficoltà legate alle diverse politiche che hanno sostenuto in governi, hanno vissuto momenti difficili e tremendi, ma sono riusciti a raggiungere posizioni di prestigio nei paesi dell’America latina (Venezuela, Brasile, Argentina). E’ stata una vera epopea e si calcola che negli ultimi 100 anni almeno 30 milioni di italiani abbiano lasciato la nostra nazione per stabilirsi in un paese straniero dove poter garantire un avvenire migliore ai loro figli”. Parlando di immigrazio- Deserta l’asta per l’ex ambulatorio E’ andata deserta l’asta per la vendita dell’ex ambulatorio medico di Laverda (utilizzato dai medici condotti dei comuni che gravitano sulla frazione: Lusiana, Salcedo e Marostica). Il prezzo base di partenza era stato fissato in 140 mila euro ma alla scadenza nessuna offerta era stata presentata per cui in questi giorni l’Amministrazione comunale è costretta ad indire un’altra asta partendo da un prezzo base più basso. Nella foto, l’ex ambulatorio medico di Laverda a cui asta all’incanto è andata deserta. ne ha osservato che il fenomeno ha aspetti contrapposti perché ogni giorno a Lampedusa sbarcano cittadini dei paesi del Nord Africa senza regolare permesso di Il dodicesimo trofeo Memorial Saba Il ristorante pizzeria “Da Maino” di Conco ha vinto il “Memorial Giovanni Saba” giunto alla dodicesima edizione. La compagine conchese ha battuto per 2 a 1 la compagine del “Marmi 2 C” di Conco. Terzo posto per il “RistoranteAlla Torre” di Fontanelle che ha vinto, dopo i calci di rigore, per 6 a 5 contro il “Ristorante Ciclamino” di Fontanelle di Conco. Riconoscimenti, coppe e premi sono andati al miglior giocatore del torneo risultato Andrea Dalle Nogare (Ciclamino), al miglior portiere risultato Cristian Pozza (Ciclamino) e al miglior realizzatore Daniele Ziliotto (ristiorante “Da Maino). Il premio di 700 euro, riservato alla formazione prima classificata, è stato devoluto dai gestori del ristorante “Da Maino” alla fondazione “Città della speranza” di Padova.. soggiorno, in condizioni disperate. Trovano sistemazione in Italia perché il nostro Paese ha bisogno di mano d’opera straniera. Altre persone trovano posto nell’assistenza domestica perché in questo settore nella nostra società c’è un vuoto. Le loro rimesse, calcolate in 5 6 milioni di euro, sono un beneficio per gli stati da cui provengono come lo sono state per l’Italia le rimesse dei nostri connazionali emigrati in Europa, in America e in Australia. È intervenuto anche il presidente dell’Ente Vicentini nel mondo Pino Sbalchiero che ha tracciato una panoramica dei vicentini all’estero e ha spiegato che è stata inviata una petizione al governo perché i cittadini italiani residenti all’estero vengano inseriti nell’elenco dell’AIRE per l’esonero dal pagamento dell’ICI ai comuni di nascita. A Velo, il vescovo emerito di Vittorio Veneto mons. Alfredo Magarotto, celebrando la messa con don Valentino Grigiante, nella cornice dei labari e bandiere delle associazioni combattentistiche e d’arma e dei circoli vicentini all’estero, ha sottolineato come “sa di sale il pane guadagnato in ter- ra straniera”. Al termine della cerimonia il presidente Sbalchiero ha consegnato al sindaco Boscardin la “Lusiana targa d’oro” numero 40 che il primo cittadino lusianese ha ritirato perché venga conservata nella chiesa di Santa Maria degli emigranti “A perenne ricordo di quanto hanno voluto che venisse eretta negli anni Sessanta una chiesa dedicata a Santa Maria degli emigranti, oggi fulcro ed immagine di un fenomeno che è stato per molti versi determinan- te nella storia dell’Italia e del Vicentino”. Un’altra ventina di targhe ricordo, in occasione del 40.o anniversario di inaugurazione del tempio, sono state consegnate ai protagonisti di ieri e di oggi della Giornata dell’Emigrante e di tutti coloro che hanno voluto venisse costruita la chiesa come i lusianesi emigrati nei paesi europei e nelle americhe che hanno mandato il loro contributo, la cui testimonianza è il tempio di Velo. PRESENTATO IL LIBRO ROSSO Per la serie “Incontri con l’autore” si è svolta nella sala consiliare del Palazzon, organizzata dalla biblioteca civica, la presentazione del libro del lusianese Luciano Brazzale “Il libro rosso. Le morti bianche” (La Serenissima). Nel corso della serata è stata messa a fuoco la serie di morti sul lavoro che ha creato una catena di lutti anche nel Vicentino. Il dibattito si è soffermato anche sul sottotitolo dell’opera “Diventare paladini della sicurezza” che ha fatto emergere la necessità di un’opera di prevenzione massiccia per limitare la catena di decessi per cause di lavoro. Come tradizione, gli alpini del gruppo “Matteo Bonato” di Santa Caterina e “Gabriele Cantele” di Lusiana si sono tolti gli scarponi per mettersi le scarpe da calcio e confrontarsi in una partita svoltasi al campo di Santa Caterina. Hanno avuto uno spiccato senso del gol le penne nere di Lusiana che hanno inflitto un perentorio 7 a 1 agli alpini di Santa Caterina. Tutto si è risolto in amicizia e con una “rancio” alla maniera “scarpona”. Nella foto, le squadre dei due sodalizi alpini che si sono confrontate. Grafica Altopiano Una partita “scarpona” 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 Magdi Cristiano Allam. A cinquantasei anni un grido: “Grazie Gesù!” PERSONAGGI Pagina a cura di don Marco Pozza Attaccato e divorato dal cancro, Gabriel Marquez, scrittore sud-americano, s’aggrappò alla poesia per tratteggiare il suo testamento. E lo lanciò, scialuppa tra mille scialuppe, nel mare di internet: “Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata”. Non nominò poderi, terre e appezzamenti. Immobili, soldi liquidi e investimenti ma spalancò l’anima per spartire la fatica appassionante della ri-salita. Perché la vita è ri-salita: sali, t’aggrappi, t’innalzi, t’ingigantisci, cadi. E riparti. La vita, la montagna, la carriera. La fede è risalire. Impediti a dormire perché è impossibile essere latitanti quando si è ricercati da Dio. Ne fece le spese il Giona della Scrittura Sacra che apprese su di sé quello che il pavido don Abbondio imparò dal Cardinale Borromeo: sottrarsi alla propria missione non procura salvezza, mentre l’assumerla è il solo azzardo che vale la pena di correre. Rischiando l’accecamento, tanto forte è la sua lucentezza. Agostino di Tagaste lo scrisse con la sua convertita freschezza: “Meravigliosa è la profondità delle tue rivelazioni: il gettarvi lo sguardo dà i brividi” (Confessioni, 12,14). Ma chi esce da quell’abisso di luce raccoglie il mantello della profezia. Lui era Allam Magdi, figlio di donna Safeya. Egiziano con l’Italia nel cuore. Fino a sceglierla come sua patria. Musulmano moderato, laico, liberale, non praticante. Giornalista. Il 22 marzo 2008 dall’Alto arriva un taglio netto: non sarà più Magdi Allam, bensì Magdi Cristiano Allam. Raddrizzato il nome: vecchio trucco dell’Uomo di Nazareth. In quel nome aggiunto la sfida indomita di un uomo che in Gesù di Nazareth ha scoperto il contesto armonioso e naturale nel quale abbeverare i fiori che lo hanno sempre affascinato: i diritti umani, la sacralità della vita, la non negoziabilità di certi valori. Preoccupato più dalla debolezza dell’Occidente che dalla forza dell’Islam, urla con coraggio l’esigenza di ritrovare l’anima, il rischio del silenzio, la pavidità della collusione. Minacciato pesantemente a morte, la sua vita dà ragione a quello che scrisse un L’ho udito all’orecchio, lo grido dai tetti Il fondamentalismo islamico. La distrazione colpevole dell’Occidente L’oblio assurdo di Dio. Fede e Ragione. Storia di una conversione anche a rischio di morire, per difendere il diritto alla vita dello Stato ebraico. Quello che ho voluto evidenziare riferendomi ad un processo reale avvenuto negli ultimi 50 anni, è che se non si rispetta pienamente la sacralità della vita e il diritto alla vita di tutti senza alcuna eccezione, si partoriscono criminali. Fin tanto che si fa un’eccezione a delinquere, quella eccezione si trasforma in una falla che finisce per mettere in moto un mostro ideologico che cammina man mano con gambe proprie e che fagocita nella sua predicazione di odio, di violenza e di morte sempre nuovi soggetti: inizialmente Israele, poi il popolo ebreo, i cristiani, i musulmani laici moderati. giorno A. Kiarostami, un regista israeliano: “Come può vivere una vecchia tartaruga 300 anni ignara del cielo?” Un uomo che ha accettato di farsi spogliare dalla Parola di Dio. Sillabe pesantissime che ti riducono all’essenziale. Ti privano del guardaroba. Ti tolgono di dosso gli abiti che finora hai considerato assoluti. Ti fanno sentire povero. Come una bisaccia vuota. Pronta ad essere riempita di cielo. Perché la fede è ri-salita. Straziante. Lancinante. Luminosa. A cinquantasei anni un grido: “Grazie Gesù”. Cosa capita di così eccezionale nell’animo di una persona da costringerla a rileggere l’interezza di una vita fino al punto d’abbracciare una religione esigente com’è il cristianesimo? Sono due percorsi distinti, anche se certamente interagiscono all’interno dello stesso cammino. Non ho abbracciato il cristianesimo per aver rinnegato l’islam. Ciò che mi ha convinto della bontà della fede cattolica è stato essenzialmente l’incontro con tanti autentici testimoni di fede che per me in quel momento hanno rappresentato il Gesù Vivente. Persone che mi hanno coinvolto nell’insieme della mia umanità trasmettendo delle opere buone senza nessuna intenzione di proselitismo. Erano religiosi, laici italiani cattolici che ho conosciuto a Il Cairo, la mia città natale, frequentando per 14 anni consecutivi la scuola e il collegio italiano (prima la scuola comboniana e poi dai salesiani). Questo incontro e questa trasmissione della fede “Conosci qualche storia bella da condividere? Un mestiere antico, una passione giovane, una persona sconosciuta ma splendida? Un pastore, uno studente, un politoco, un insegnante, uno sportivo, un anziano? Manda un’email a [email protected]. Noi la contatteremo e costuiremo assieme l’intervista. Sarà un modo elegante per raccontare la vita, la storia, l’unicità della nostra terra dell’Altopiano d’Asiago” tramite delle opere buone hanno emulato le gesta di Gesù e mi hanno inizialmente trasmesso una concezione profondamente etica della vita. Una vita in cui i valori sono sempre stati al centro della mia formazione. Ora sei membro vivo della comunità cristiana, un giardino che ospita il grano e la zizzania con l’imperativo divino di non estirparli frettolosamente. Cosa ti preoccupa maggiormente: la forza dell’Islam o la rassegnazione dell’Occidente cristiano? Sono due facce della stessa medaglia che mi preoccupano assai. Attualmente il male profondo che imperversa all’interno dell’Occidente cristiano è un relativismo etico, valoriale culturale e religioso che porta a mettere tutto e il contrario di tutto nello stesso piano. E a considerare tutte le religioni uguali a prescindere dai loro contenuti. E’ il male del politicamente corretto, quell’approccio che ci porta a non dire e a non fare nulla che possa urtare la suscettibilità altrui o far scaturire un atteggiamento aggressivo da parte dell’altro. La combinazione tra il relativismo e il politicamente corretto è di fatto la perdita della propria anima, della certezza della verità e della propria libertà e dignità finendo per non guardare più in faccia la verità. O, tutt’al più, a tenerla nascosta dentro per paura della reazione che potrebbe aversi manifestandola pubblicamente. L’Europa è un gigante dai piedi d’argilla: solo dandosi un’anima potrà capire chi è e dove vuole arrivare. Mi convinco sempre più che il futuro dell’Occidente dipenda dal radicamento della verità in noi e dalla voglia di essere protagonisti della nostra storia. Vinceremo la perdita di valori recuperando la sapienza, il passato, la bellezza. Mettendo da parte la povertà di spirito, la pavidità, la collusione ideologica con coloro che non vogliono il nostro bene. Il tuo battesimo poteva essere l’occasione bella di scambiarsi gli auguri di Pasqua festeggiando una Risurrezione attualizzata. S’è trasformato, invece, in una fucina di critiche, di maldicenze, di superficiale lettura di un’esperienza travagliata di fede. Vorrei chiarire questo: la gran parte delle reazioni che ho ricevuto tramite le email, gli sms, le telefonate sono state tutte positive. C’è stata purtroppo una parte di cristianità che ha espresso delle critiche. Critiche che talvolta affondano una radice dell’ignoranza. Ed è singolare che di questa ignoranza si siano resi paladini persino pastori della chiesa che hanno auspicato che il mio battesimo potesse avvenire quasi in sordina. Ora: io ero ignorante perché ero un neofita, perché ho imparato man mano e continuerò ad imparare. Però una cosa ho constatato: è vero che il battesimo è un fatto personale, ma non è un fatto privato. E’ un fatto pubblico. Quindi la pubblicizzazione del battesimo e la sua affermazione sono parte integrante di un’autentica fede cristiana. Auspicare che il battesimo avvenga quasi in sordina è vergognarsi di essere cristiani. Mi ha preoccupato maggiormente questa reazione critica più che le condanne a morte che ci sono state dopo il mio battesimo da parte degli estremisti musulmani, anche di quei musulmani che abitualmente vengono definiti come moderati. Il titolo del tuo penultimo libro “W Israele” è sufficiente per emettere nei tuoi confronti una condanna a morte. L’ennesima. Eppure è un inno alla vita. Unito ad un riscontro: con l’Islam potremmo intavolare un dialogo solamente quando riconoscerà la sacralità della vita. La bizzarria del destino ha voluto che fosse un musulmano laico a battersi in prima linea, F. Nietzsche di Lui disse: “Ha veduto più in là di tutti”. Il nostro E. Olmi scrisse: “L’incontro con Gesù mi ha aperto prospettive straordinarie”. I contemporanei di Gesù esclamarono: “Nessuno ha mai parlato come parla quest’uomo”. Chi è per il cristiano Allam Gesù di Nazareth? Per me è Dio che si fa uomo per condividere con l’uomo delle esperienze di vita e per fargli toccare con mano la bontà del suo messaggio tramite delle opere buone. Facendoci comprendere che la dimensione della testimonianza - quella testimonianza che coinvolge tutto l’insieme della nostra umanità (che non è solo falsa umanità, ma anche affetti, sentimenti e fede profonda) - e l’azione, che si traduce nella realizzazione del bene comune e dell’interesse della collettività, costituiscono la manifestazione genuina dell’essere cristiani. Si ribaltano le prospettive: da intervistatore ad intervistato. Chi è Magdi Cristiano Allam? E’ una persona di buona volontà che ha sempre perseguito la verità e ha sempre lottato per la libertà nella convinzione che, così come dice il Vangelo, “La verità vi farà liberi”. Certo che verità e libertà siano due realtà, due lati della stessa medaglia che non possono essere disgiunti. La professione era umilissima: ferroviere e saggista. Ma le parole del convertito francese Leon Bloy (1846 – 1920) divennero dense di tempestosa profezia: “Verrà un giorno in cui gli uomini saranno così stanchi degli uomini, che basterà loro parlar di Dio per vederli piangere”. Magdi Cristiano Allam ha raccolto la sfida. Convincendosi e convincendo. “Sapienti sat” (“questo basta a chi capisce”) solevano dire gli antichi romani. Grazie Gesù! Magdi Cristiano Allam, mentre autografa i suoi libri alla libreria Giunti al Punto di Asiago Magdi Cristiano Allam è vicedirettore ad personam del Corriere della Sera. Nelle vesti di editorialista e di inviato speciale si occupa di immigrazione e integrazione, identità nazionale e democrazia, islam e terrorismo. Laureato in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, si è specializzato nello studio delle comunità musulmane e dei mass media arabi. Studioso appassionato e appassionante, è ripetutamente vittima di minacce di morte che lo costringono ad una vita rigidamente sotto scorta. Memorabile la notte del 22 marzo 2008: durante la Veglia Pasquale riceve per le mani del Santo Padre i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana – Battesimo, Eucaristia e Confermazione - portando così a compimento la sua personale storia di conversione dall’Islam al Cristianesimo. L’ultimo libro Grazie Gesù, presentato nell’ambito degli incontri organizzati dalla libreria Giunti al Punto in collaborazione con il comune di Gallio, racconta la storia di tale percorso. Immensa la sua produzione letteraria e giornalistica. Cura il forum “Noi e gli altri” sul sito del Corriere. E’ opinionista e commentatore nelle trasmissioni televisive di Mediaset. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. L’ultima novità è il suo sito www.magdiallam.it attraverso il quale promuove un movimento per la riforma etica della cultura politica e delle istituzioni pubbliche in Italia. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 “Chi ha paura muore ogni giorno” CULTURA Quindici, come gli anni di attività politica, deputato e senatore per quattro legislature, sottosegretario alla Giustizia dal 1996 al 2000. Giuseppe Ayala ha fatto parte per tutta la sua durata del Pool antimafia di Palermo, rappresentando l’accusa nel Presentato a Gallio davanti ad un folto pubblico il primo libro del giudice Giuseppe Ayala maxiprocesso che ha visto 475 imputati, più di 2000 reati contestati, 270 persone, i vertici di Cosa Nostra, alla sbarra. Ancora quindici anni, questa volta dopo gli attentati di Capaci e via D’Amelio, per dare alle stampe il libro, “Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino”, presentato al Cineghel davanti ad un folto pubblico. Una verità che, non senza sofferenza, l’autore è andato a ripescare nel cassetto dei ricordi che partono agli inizi degli anni ’80, anni nei quali Successo per il 17° Meeting dell’Amicizia si poteva pronunciare la parola mafia solo dopo aver chiuso l’uscio di casa, che hanno anche visto nascere l’amicizia e la collaborazione con Falcone e Borsellino. Il primo, il più grande esperto di mafia al mondo, fu da questa eliminato con 500 kg di tritolo, evidente l’intento di affermare il proprio potere sul territorio. Una fine simile Ospiti il magistrato Giuseppe Ayala ed il palentologo Giampaolo Dalmeri Una serata rotariana, in occasione del 17° Meeting dell’Amicizia, all’Hotel Gaarten di Gallio; a promuoverla in stretta collaborazione i Rotary Club di Bassano del Grappa e di Asiago Altopiano Sette Comuni. E’ stata l’occasione per la prima visita ufficiale sull’Altopiano del nuovo Governatore del Distretto Rotary n° 60, Alberto Cristanelli; l’incontro conviviale è stato preludio al successivo appuntamento culturale con ben due prestigiosi ospiti d’eccezione. Da un lato il magistrato ed ex senatore Giuseppe Ayala, che nel pomeriggio aveva presentato al Cineghel il suo Giuseppe Ayala mentre riceve un libro dono libro “Chi ha paura muore ogni giorno”, ha brevemente riassunto ai presenti il senso di questo libro “nato dalla voglia di raccontare come vivevamo in quegli anni, senza polemiche ma solo con ragionamenti e fatti. Il libro non è più quel diario che voleva essere in partenza ma un libro dai toni contrastanti da consegnare soprattutto ai giovani per farli riflettere”; molti non hanno mancato l’occasione per acquistare il volume e farselo autografare e dedicare dal prestigioso ospite. Relatore ufficiale della serata il prof. Giampaolo Dalmeri, paleontologo trentino che ha svolto la sua relazione dal titolo “Arte e ritualità nella lontana preistoria di Riparo Dalmeri”; un interessantissimo ed avvincente racconto di quasi vent’anni di scavi in un sito altopianese, una grotta a circa 1200 metri di quota che è risultata essere un insediamento dell’età della pietra, risalente al paleolitico superiore, un sito “specializzato” per la caccia allo stambecco, usato stagionalmente, che con le verifiche al carbonio 14 è risultato risalire a 13000 – 13400 anni fa. Il prof. Dalmeri ha proposto e commentato con dovizia di particolari una lunga ed intrigante serie di dispositive sui ritrovamenti sia di ossa animali (ma anche squame o denti di pesci, ad esempio) e di reperti anche umani (per esempio ben sette denti da latte di altrettanti bambini dell’epoca) che di pietre dipinte con ocra gialla e rossa, raccolte, catalogate e studiate in questi 18 anni di lavori non ancora conclusi. La serata ha evidentemente soddisfatto gli appetiti, e non solo quelli enogastronomici, dei molti presenti, tornati a casa con nozioni e con stimoli culturali nuovi ed interessanti. Cesare Pivotto anche per il secondo, che aveva sempre la battuta pronta, un’ironia fortunatamente innata. Ma non paura. “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Anche per Ayala l’ombra dei preparativi di un attentato. Ma come ricordava il Generale Dalla Chiesa “La mafia uccide quando sei ritenuto pericoloso ed isolato”. E per Ayala è probabilmente mancato il primo requisito. Così, dopo due anni di aula bunker, al suo ritorno in ufficio il pubblico ministero ha trovato la scrivania coperta di fascicoli di furti di corrente elettrica dell’ENEL. Nell’aprile 1992 la vittoria alle elezioni e una nuova vita a Roma. Giovanni Rattini Alla galleria Busellato serate tra arte e scienza Nei sabato sera di agosto la galleria d’arte Busellato propone un viaggio tra arte e scienza. La prima serata, tenuta da Angelo Adamo, è stata dedicata all’astronomia e alla divulgazione scientifica anche attraverso i fumetti e le illustrazioni. Adamo è astronomo, musicista jazz e illustratore per conferenze e riviste scientifiche nonché fumettista con soggetti sempre riferiti alla scienza e ha presentato al pubblico il suo lavoro nella divulgazione scientifica esponendo all’interno della galleria articoli e disegni che ha realizzato per le riviste scientifiche per cui collabora. Poi per intrattenere il pubblico si è esibito in alcuni pezzi jazz per completare una serata di sicuro interesse. “Per questi appuntamenti la galleria si trasformerà in una piccola fabbrica di esperien- ze - spiega Antonio Busellato – I prossimi appuntamenti saranno con due giovani artisti di respiro internazionale, Marika Vicari e Jernej Forbici, con un’incontro, in programma il 9 agosto, intitolato “Dalla natura” e poi il 16 agosto con una serata con Francesca Mascotto e il suo reportage su quattro grandi regioni di India alla ricerca di volti e antichi oggetti rituali”. Gerardo Rigoni Pittori riuniti in Comune di Roana La pittura estemporanea ha messo radici a Roana. Ripetendo una rassegna che ha riscosso grande successo l’anno scorso un gruppo di artisti vicentini hanno fissato due appuntamenti di pittura estemporanea nel roanese con il patrocinio del Comune e dei pro loco locali.. Il primo in programma al 16 agosto a Tresché Conca è solo un assaggio con una ventina di artisti che realizzeranno i loro quadri al momento davanti al pubblico, pitture che spaziano dai ritratti, ai paesaggi, al contemporaneo. Il secondo appuntamento invece è fissato al 31 agosto a Monte Zovetto a Cesuna e raccoglierà una quarantina di artisti dal Triveneto per una rassegna tra le più grandi della zona. Per chi fosse interessato a partecipare potrà contattare l’organizzatore Niccolò Piras al 338.8380371 per dare la propria adesione. G.R. 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 22 Presentato il libro di Danillo Finco CULTURA E’ stata un vero successo la presentazione del libro «Gallio, toponomastica e microstoria» del prof. Danillo Finco, ex docente dell’Istituto Superiore di Asiago che, da sempre attento e sensibile alle tematiche di ordine storico della sua terra natìa, spesso si è dedicato ad una solerte, attenta e minuziosa ricostruzione di fatti e periodi storici riguardanti in particolare proprio il suo paese natale. Questa sua terza fatica editoriale, visto che, oltre ad aver pubblicato e redatto svariati saggi ed articoli sempre di carattere storico, in passato è stato già autore de “Il Colle Ferragh” (pubblicazione del 1996 in occasione del 50° anniversario della posa della prima pietra del Sacello) e di “Le origini e lo sviluppo dell’identità cristiana nella comunità di Gallio” (pubblicato nel 2002). Venerdì 1° agosto era gremita “in ogni ordine di posti” la Sala Consiliare del Munici- Gallio, toponomastica e microstoria Il volume realizzato grazie al Comune - Bonato “Un monumento per la gente di Gallio” pio galliese che ha ospitato l’atteso vernissage per questo volume di oltre 400 pagine di grande formato, interamente “sponsorizzato” dal Comune di Gallio, che, dopo un’introduzione di carattere storico ed una sequenza di tavole a colori, propone ben 16 sezioni in cui viene suddiviso il territorio del Comune per analizzarne toponimi e relativi significati in un’originale analisi non solo linguistica ed etimologica ma che si amplia fino a diventare una sorta di “riassunto storico”; prima dei ringraziamenti finali il libro dà spazio anche ad un piccolo vocabolario, una raccolta dei vocaboli cimbri ancora in uso nella comunicazione orale in paese. Un’opera di “peso” (e non solo dal punto di vista della bilancia) frutto di due anni di lungo, certosino, attento e puntuale la- Le omelie di Padre Fantacci raccolte in un libro E’ stata pubblicata dalla Tipografia Moderna di Asiago la raccolta delle Omelie di p. Alfredo Fantacci dei Padri Scolopi di Firenze, deceduto la notte di Natale del 2006. In questo modo si è ritenuto di rendere omaggio alla sua memoria, poiché fin dagli anni ’70 trascorreva ad Asiago presso i Padri Cavanis soggiorni estivi e invernali con gruppi di ragazzi e si era affezionato, per non dire innamorato del nostro Altopiano e della sua gente. Infatti aveva stretto una forte amicizia con molte persone, con molte famiglie, con gli Alpini, con i quali condivideva i valori di sana amicizia e di solidarietà che contraddistinguono la Famiglia alpina. Per molti anni fino al 2006, pur con una gamba amputata e in carrozzella, era presente la terza domenica di agosto al Parco della Rimembranza, concelebrava la S. Messa e ci teneva a fare l’Omelia in onore dei Caduti e Dispersi in Russia. Le Omelie venivano poi riprodotte in numerose copie e distribuite alla fine della Cerimonia, per cui è stato possibile recuperarle grazie alla disponibilità di molte persone che le avevano trattenute e ai suoi nipoti di Firenze e alla sorella, che saranno presenti il 24 agosto di quest’anno alla Cerimonia. I libri saranno distribuiti dopo la S. Messa con un’offerta libera, che sarà devoluta alle Missioni degli Scolopi nel mondo. Edoardo Sartori voro di ricerca solo archivistica e documentale ma anche di raccolta di un insieme di testimonianze vere, autentiche, colte dai diretti protagonisti, dagli anziani del posto, dai suoi compaesani, grazie alle quali l’autore ha ricomposto fatti, situazioni, luoghi, episodi, la storia, insomma, del suo paese natìo, al quale è legato da profonde radici. Dopo una canzone l’introduzione in lingua cimbra fatta da Pierangelo Tamiozzo e la sua chitarra, è toccato al vicesindaco ed assessore alla cultura del Comune di Gallio, Gianni Rossi, fare gli onori di casa porgendo il saluto ai pre- Incontri con l’autore Due appuntamenti sull’Altopiano per Alessandro Gualtieri, il presidente del Centro Studi Informatico sulla Grande Guerra e web master del sito www.lagrandeguerra.net presenterà il suo ultimo libro venerdì 15 agosto alle ore 17.00 presso la Sala Consiliare di Asiago, mentre il 16 sarà a Cesuna al Centro Sociale Cinema Palladio, ore 21.00. La guerra in mostra a Rotzo Si conclude domenica 10 agosto l’esposizione di reperti bellici allestita presso le scuole elementari di Rotzo. Gli oggetti tolti dai campi di battaglia sono i protagonisti di questa mostra, residuati bellici, oggetti personali della truppa e documenti originali pubblicati all’epoca del conflitto rappresentano il frutto della ricerca di Giancarlo Rovini, Andrea Slaviero e Roberto Stevanin. Orari: al mattino 9.30 – 12.00, pomeriggio 17.00 – 19.00 Conferenze su “Gemme e fossili” Si tiene ad Agosto ad Asiago un serie di conferenze su “GEMME E FOSSILI” tenute dal Prof. Paolo Rodeghiero Docente dell’Università di Padova. Il programma: Lunedì 11 “Le gemme di colore”; Martedì 19 “Le pietre dure”; Venerdì 22 “La fossilizzazione”; Martedì 26 “I dinosauri”. Gli incontri si terranno presso Aula di musica Scuole Elementari di Asiago, in Via Leiten con orario dalle 21,00 alle 22,30. Si richiede puntualità (tel: 0424/463140). Il Costo di partecipazione x 2 lezioni è di euro 15,00. senti “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla nascita di quest’opera principalmente perché si tratta di un libro d’amore dell’autore verso la propria storia e le proprie radici – ha detto – quello di Danillo per il proprio è un amore che commuove e fa riflettere … E’ stato un lavoro puntiglioso. Ore ed ore dedicate al recupero di dati, situazioni, momenti di vita da affidare alla carta stampata per sollecitare conoscenze, nella fondata speranza che potrà incidere le nostre coscienze”. “Un grazie riconoscente a Danillo Finco – ha concluso – e che il suo sforzo e la sua testimonianza possano colpire, intenerire, ravvivare quel sentimento che lega la gente di Gallio al suo paese affinché possano far crescere il rispetto e l’amore per la nostra terra, suscitando in noi il giusto sentimento di qualcosa di così importante qual è l’eredità dei nostri padri”. E’ stata poi la volta del prof. Sergio Bonato, storico e letterato, presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana, esperto di cultura e tradizioni locali ed autore di svariate pubblicazioni in materia; nel suo appassionato intervento Bonato, dopo aver definito l’opera un “monumento a Gallio ed alla sua gente” ha proposto, fra l’altro, alcune considerazioni derivate dallo sfogliare le pagine del libro e legate alla terra altopianese ed alla sua attualità “un altopiano – ha detto – che non è stato dono della Provvidenza ma che è stato plasmato palmo a palmo da generazioni di uomini che hanno pian piano bonificato il territorio e costruito i propri insediamenti … una montagna spesso in passato con- siderata spazio di servizio per la gente di città ed invece gli altri devono venire sull’Altopiano rendendosi conto di andare in casa d’altri per un turismo non più solo di convenienza ma anche esperienza di convivenza e di incontro”; nel suo “percorrere” il libro Bonato ha poi sottolineato il ruolo della lingua cimbra “che stava scomparendo dell’indifferenza e nel disprezzo” e che invece è simbolo di questa terra; “Con questo libro di cultura, esempio per i giovani di amore per la propria terra – ha concluso – Danillo non ha voluto fare un’opera definitiva ma creare una base per future ricerche e per un’evoluzione di quella storia speso in passato vista solo come quella di papi e re e che invece è e deve essere quella dei popoli”. Da ultimo l’intervento dell’autore, il prof. Danillo Finco, che, dopo i ringraziamenti a coloro che lo hanno aiutato in questo viaggio sul territorio galliese (un applauso ha accolto in particolare la citazione per Mario Valente “roccia”, recentemente scomparso), ha illustrato la metodologia seguita e le motivazioni del titolo ma soprattutto del libro: intervenire prima che tutto vada perduto, impedire che i toponimi vadano sostituiti, avviare il recupero di ciò che resta e ravvivare l’interesse e l’amore per la propria terra, le proprie tradizioni, la propria cultura. Tutti gli interventi sono stati vissuti con intensità dai presenti e sottolineati con calorosi applausi. Il saluto finale è giunto ancora da Pierangelo Tamiozzo che ha proposto l’<l’inno dei cimbri>; per il prof. Finco calorose felicitazioni sono giunte copiose, tanto che ha piacevolmente “dovuto” autografare con dedica un gran numero di volumi. Cesare Pivotto 8 Sabato 9 agosto 2008 RUBBIO Pagina a cura di Silvana Bortoli Scrivere: buttar giù di getto parole per esprimere l’emozione, i sentimenti, l’ispirazione che arriva improvvisa dalle piccole cose che fanno parte della vita, quella quotidiana, semplice, normale. Per Maria Maddalena Tasca, classe 1920, scrivere è da sempre non solo una grande passione, ma anche un bisogno che quando si fa sentire non può essere rimandato, uno sfogo che non può attendere, non importa cosa stia facendo e cosa abbia a disposizione per trasformare i suoi pensieri in parole e dare vita a suoi componimenti. “Quando ero piccola – racconta –non c’erano penne e pennarelli, mi capitava di scrivere con il carbone, anche sui sassi! Vedevo un fiore, un disegno, pensavo a qualcosa, ed ecco che mi veniva l’ispirazione.” Non è stata una vita facile quella di Maria, che grazie a una memoria perfetta, racconta episodi della sua lunga esistenza densi di particolari, nomi, fatti, recitando a memoria molti dei suoi scritti, siano poesie, brevi racconti, lettere, moltissimi dei quali non ha conservato, se non impressi nel suo cuore. Il suo cruccio è quello di non aver potuto andare avanti con gli studi, fermandosi alla terza elementare. Nata a Valrovina, abita a Rubbio dal 1939, dopo il matrimonio. “Ho sempre amato scrivere - dice – fin da piccolissima. Purtroppo ho frequentato la prima e seconda elementare a salti, la mia famiglia era povera e spesso prima di andare a scuola andavo a carità, ma me ne vergognavo e non lo dicevo alla maestra, che quando venne a saperlo mi aiutò, consegnandomi i compiti da fare a casa, e ri- l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 23 “Quando mi sento ispirata a scrivere, devo lasciar stare tutto il resto, e mettere nero su bianco ciò che sento dentro” Maria Tasca racconta la sua grande passione: scrivere, dove e quando capita. Innumerevoli le poesie, i pensieri i racconti, le canzoni, che ha composto nella sua lunga vita Maria Tasca portarle quando potevo. Quando mio padre trovò lavoro per un anno in Trentino e ci trasferimmo con tutta la famiglia, fu lì che frequentai la terza elementare. Purtroppo la maestra non aveva simpatia per me e mio fratello e gli altri bambini che arrivavano come noi dal Veneto, e ci dava sempre la stessa pagina da studiare. Ma una compagna Quel volto Il volte del Re è raggiante e ben curato con aromi e unguenti profumati, mentre il Tuo, o Gesù, è macchiato di sangue per quegli oltraggi. Il diadema del Re è ornato d’oro, pietre preziose e brillanti, mentre il Tuo, o Gesù, è fatto di spine pungenti che trafiggono la gracile fronte. Le mani del re sono morbide e accarezzano i tesori e le belle cose, mentre le Tue, o Gesù, sono grondanti di sangue che scorre già per le tue braccia scarnite. I piedi del Re calzano le pianelle dorate e camminano nei tappeti di velluto ornati di fili d’oro, mentre i Tuoi, caro Gesù, camminarono scalzi sopra i dirupi verso il Calvario con la pesante croce. Il cuore del Re esulta per il piacere del suo regno, mentre il Tuo, o Gesù, gioisce per la conversione dei peccatori, merito del Tuo perdono e del Tuo amore. La tua mamma, caro Gesù, ci sorride e ci ama. (Maria Tasca) di classe con cui avevo fatto amicizia mi passava i compiti di nascosto e a casa la mamma ce li faceva eseguire, facendoci tenere tutto da parte in una cartellina. Il giorno degli esami l’insegnante ci lasciò fuori dall’aula, considerando che non fossimo in grado di sostenerli perché non preparati, ma arrivò il direttore e chiese spiegazioni. La mamma ci aveva raccomandato di portare la nostra cartellina con tutti i compiti ben eseguiti, e quando il direttore li vide chiese chi fosse stato a insegnarci, saputo che era stata mia madre ci fece tanti complimenti.” Tornata a Valrovina con la famiglia, Maria non poté continuare la scuola, la mamma lavorava e lei doveva aiutare accudendo i fratelli e la sorella minore, andare a procurare l’acqua lungo un percorso impervio e pericoloso, raccogliere la legna per accendere il fuoco e cucinare. “Una vita dura, tanto che, ripensandoci oggi – dice – sembra impossibile anche a me che fosse proprio così, ma ricordo anche bene come, nonostante la povertà, fossimo sempre contenti”. Nel 1935, Maria arrivò a Rubbio per lavorare all’allora Albergo Alpino (il Rubens di oggi) e fu così che conobbe colui che diventò suo marito, Domenico Brunello, classe 1912, reduce dalla guerra in Africa. Dopo sposata Maria continuò a scrivere, in ogni momento ne sentisse la necessità. “Mi svegliavo anche di notte, e mi alzavo a scrivere, qualsiasi ora fosse. Tenevo un quaderno pronto sulla credenza, e quando mi veniva in mente qualcosa lasciavo stare tutto il resto e iniziavo a scrivere. Ricordo che una volta per farlo bruciai il pranzo che stavo preparando, arrivò mio marito e dovette arrangiarsi preparandosi un panino, perché io sentivo l’esigenza di finire. Quando terminavo le mie poesie o i miei racconti gli chiedevo “ti piace?”, lui scuoteva la testa e diceva “ho una moglie matta”, ma A un bel fiore dei in realtà era molto orgoglioso di questa mia nostri monti passione, tanto che Margherita margherita quando mi ruppi un tu sei il fiore della vita, braccio e non riuscivo col tuo verde stelo fogliato a scrivere fu lui a farlo sei la regina del prato. per me, mentre gli detUn lembo di sole è la corolla, tavo le parole dell’ispii petali bianchi, scivolano fra le razione del momento”. dita degli amanti. M’ama? Maria ricorda come scriNon m’ama? Sarò sua oppure o no? vesse anche lettere per Se dici di sì ti stringono a sé, conto delle amiche ai se dici di no ti lasciano cadere, loro fidanzati, che quanma tu margherita sei sempre do lo scoprirono si aril fiore della vita. (Maria Tasca) rabbiarono parecchio, tanto che andò a finire che una coppia si lasciò. Maria Tasca è dotata di un sensibilità straordinaria, che si manifesta non solo fantasia, di ispirazioni improvviin ciò che scrive, ma anche nel- se, di parole da mettere insieme e l’indovinare tante cose, nel pre- dedicare a qualcuno o qualcosa. vedere fatti che poi si avverano. “Ora, purtroppo – dice Maria con I suoi testi hanno dei protagoni- tristezza e sofferenza – i dispiasti preferiti: Maria Bambina ceri coprono tutto, nella scatoletta (patrona di Rubbio), Gesù croce- della fantasia entrano solo pensieri fisso, il suo paese, la fede, l’amo- brutti, e io non riesco più a scrivere re, la vita, i pensieri per i suoi ni- nemmeno una parola”. Maria conpoti e pronipoti. Scrive non solo fida come tutta la sua voglia di scriracconti e poesie, ma anche can- vere, che sembrava inesauribile, sia zoni, o brani misti, da recitare e scomparsa all’improvviso, poco cantare, e poi le propone soprat- più di un anno e mezzo fa, quando tutto in occasione di feste e in- sua nipote Monica è rimasta gracontri per anziani. Nel 2000 la Co- vemente ferita in un incidente stramunità Montana ha raccolto al- dale in località Campomezzavia: pacune sue opere in un libricino, ralizzata dalla vita in giù e costretta alcune copie sono state spedite su una sedia a rotelle, in quest’ultianche in America e Australia; nu- mo periodo è passata da un ospemerosi sono gli attestati, le tar- dale all’altro. Da allora anche la voghe e i riconoscimenti che ha ri- glia di scrivere di Maria è come pacevuto partecipando anche a ralizzata. Ma dopo averla sentita racconcorsi poetici. Ma tanto mate- contare la sua dura vita e la gioia riale è andato perso, perché non con cui l’ha vissuta, non possiamo c’era nemmeno il posto per con- non augurarle che possa ritrovare servarlo, se non direttamente presto il gusto di scrivere che l’ha nella sua testa. In quella testa accompagnata sempre, e con esso speciale, che per tanto tempo ha la serenità che in questo moospitato una scatoletta colma di mento le sembra così lontana. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 Le pagine più belle di Mario Rigoni Stern Pagina a cura di Giovanni Dalle Fusine Prosegue l’omaggio allo scrittore altopianese scomparso recentemente. Si tratta di frammenti che hanno reso il “Sergente” famoso nel mondo. Situazioni viste attraverso l’occhio del soldato, del cacciatore, del pacifista e del naturalista. Piccole icone di letteratura di cui è piacevole la rivisitazione, ripensando a chi le ha scritte, al suo modo di essere. Dal libro Sentieri sotto la neve, edizione Einaudi Nevi […] Brüskalan, mi diceva l’Amia Marietta, la zia del nonno; ed era questa la prima neve dell’inverno, quella vera. Nevicava, nevicava, anche a ottobre e a novembre, ma la neve autunnale è una neve fiacca , flaccida, che interrompe il pascolo delle vacche sui prati falciati in settembre e il lavoro del bosco quando il terreno non è ancora gelato. Ricordo il fastidio che dava, il Giorno dei Morti, quando le ghirlande di latta e le felci vere di bosco sgocciolavano sulle tombe ripulite; e quando nel bosco non ancora del tutto spoglio si andava al taglio del faggio d’uso civico: come malvolentieri si lavorava con le mani che gelavano, e come la neve si attaccava agli scarponi. È così che ho imparato che la neve fradicia raggela più di quella farinosa. Ma quando brüskalanava era diverso. Il terreno dopo l’estate di San Martino era ben gelato e risuonava sotto le nostre scarpe chiodate con le brocche e giazzini. Lo si sentiva nell’aria l’odore della prima neve: un odore pulito, leggero; più buono e grato di quello della nebbia. Di quella nebbia sana, intendo, che veniva una o due volte l’anno al tempo del passo delle allodole. Alzando lo sguardo verso nord vedevi un tenue grigiore che dalle cime raggiungeva i boschi e si abbassava verso il paese. E la punta del campanile e le campane erano già dentro il grigiore lattiginoso e poi anche la chiesa, i tetti delle case più alte. Sulle strade polverose, sulle cataste di legna, sui cortili e sopra le nostre teste arruffate cadevano le prime stille. Aprivamo la bocca verso il cielo per sentirle sciogliersi sulla lingua. In breve la neve copriva la polvere delle strade, l’erba secca sui pascoli, la segatura di faggio nei cortili, le tombe nel cimitero. Le voci, i rumori del paese, i richiami dei passeri e degli scriccioli si facevano lievi, e a questo punto la brüskalan diventava vera snea: neve abbondante leggera giù dal molino del cielo. E noi si andava trepidanti in soffitta a prendere gli sci e le lame, i nostri slittini monoposto: oggetto e nome che ho trovato identici in Scandinavia e che non hanno nulla a che fare con l’italiano lama. Si sciava e si slittava sulla la strada che scendeva verso la piazza, sfidando la guardia comunale e le sgridate delle madri e delle nonne, che andavano a messa scivolando sulla neve indurita destinata a diventare ghiaccio vivo, che nemmeno lo spazzaneve tirato da dodici cavalli sarebbe riuscito a intaccare. Questo più di settant’anni fa. Forse avevo cinque anni quando uno zio, che era stato alpino dal 1913 al 1920, mi legò agli scarponi due tavole arcuate che chiamavano skj e io mi buttai giù per la pista, che era poi la neve ammucchiata davanti a casa dallo spazzaneve e dalla spalatura dei cortili: un bel mucchio che superava i recinti e i pilastri del cancello e che a noi bambini sembrava altissimo. Con i badili e le palette del focolare lo lisciavamo verso la discesa della strada; per salirci sopra avevamo scavato dei gradini: - Pistaaa! Poi l’inverno diventava più lungo; le scorte di legna si assottigliavano perché il focolare mangiava, mangiava; come pure mangiava la stufa nella stua. La sedia del nonno era vicina alla stufa, era lì che amava fumare la pipa e io, quando rientravo bagnato e infreddolito, mi mettevo tra la sedia e la stufa per appoggiare la schiena al caldo della parete. L’Amia mi brontolava perche diceva che mi cucinavo il sangue. […] Brano tratto da Le stagioni di Giacomo, edizioni Einaudi Capitolo 22 L’estate si trascinava. Dopo il taglio del fieno arrivarono i primi villeggianti; per lo più ammalati di polmoni che venivano quassù per cercare nei boschi un po’ di salite. Malgrado il divieto di accattonaggio che sempre restava in vista all’entrata del paese, erano pur sempre tanti i poveri che bussavano la carità sulle porte delle case. Quando arrivavano i soldati per il campo o per le manovre molti ragazzi con i recipienti di fortuna andavano a chiedere quello che restava del rancio; o per mezza pagnotta si prestavano per piccoli servizi come imbucare una lettera, andare a comperare le sigarette, portare la biancheria dalle lavandaie. I grandi campeggi dell’ONB erano stati sospesi o trasferiti in altri luoghi, ma restavano qui i raduni provinciali. C’era sempre un mondo ufficiale che gestiva colonie, saggi ginnici, manovre militari, cerimonie e un altro fatto di emigranti, disoccupati, anche di affamati; e molti si ritenevano fortunati se riuscivano a combinare due pasti per la famiglia. Nelle botteghe i conti sui libretti si allungavano sempre di più. Ogni tanto un lavoro precario aiutava per le spese indispensabili, come un paio di scarpe o di pantaloni, due matasse di lana per fare una maglia, cavare un dente dal medico; cose che la normalità non permetteva. E venne anche il tempo dei lamponi. Per due o tre settimane, se un temporale violento o una grandinata non rovinava tutto, le donne e le ragazze partivano quando si alzava il sole e raccoglievano lamponi per la distilleria locale che preparava gli sciroppi, o che li rivendeva alla Zuegg di Bolzano. Con ceste e mastelle di legno camminavano fino a dove la guerra aveva aperto larghe radure. Anche Irene partiva con sua madre, le altre donne e le altre ragazze della contrada. Salendo la mulattiera verso la Wassagruba o il Peeraloch si raccontavano le loro cose e i piccoli segreti; anche raccogliendo i lamponi si facevano le confidenze. A volte cantavano la canzone del minatore che tornava dalla miniera o quella della casa dell’amato che è tutta di sassi e tele di ragni ma che all’amata sembra un palazzo con le tendine ricamate. Le loro voci si spandevano serene per quei luoghi dove non molti anni prima si sentivano i fragori delle battaglie e i rantoli dei feriti. Certe mattine una femmina di gallo di monte che si attardava a mangiare i lamponi si alzava in volo all’improvviso: un sussulto, un po’ di batticuore per lo spavento, ma poi tutte le donne davano un sospiro e ridevano insieme. Quando nel cesto avevano un paio di chili di frutti andavano a vuotarli nelle mastelle di legno, all’ombra degli abeti o dentro una fresca galleria. Per mangiare si riunivano vicino a una sorgente e confrontavano quanto avevano raccolto. La vecchia Nina accendeva la pipa, le ragazze si sdraiavano una mezz’ora per dormire e le madri sottovoce parlavano dei loro uomini o dei pettegolezzi della contrada. Qualche volta, durante questa sosta meridiana, si univano alle donne dei lamponi i recuperanti che si trovavano a scavare nei dintorni e le avevano sentito cantare; allora il discorso si faceva più vivace e allegro, anche per le allusioni chiare ma pudiche dei fratelli Pûne. Nel pomeriggio riprendevano la strada portando i mastelli ricolmi di lamponi appesi alla stanghetta ad arco che poggiava sulle spalle. Dove c’era la lapide che ricorda un capitano austriaco, trovavano il cavallo con il carretto dove caricare il raccolto della giornata; in gruppo andavano alla distilleria in via Monte Ortigara per la pesatura e il pagamento. Anche Mario le aspettava e qualche volta chiedeva a Irene il dono di qualche frutto. I lamponi venivano pagati dagli ottanta centesimi a una lira e venti al chilogrammo; una ragazza svelta ne poteva raccogliere anche dieci chili e le donne da marito potevano così comperare qualcosa per la dote: canapa e lino da filare durante l’inverno. Brano tratto da I sentieri sotto la neve, edizioni Einaudi Un pastore di nome Carlo Quando a settembre salivo lassù a cacciare le pernici bian- che mi ricreavo osservandolo da lontano. In quella stagione non cercava l’ombra, il sole stentava a sciogliere la brina e al posterno il terreno restava gelato. Seduto sopra un sasso dove aveva ripiegato il mantello di lana grezza, guardava il paesaggio che da più di sessant’anni aveva intorno da giugno a settembre: dall’ultima neve a sciogliersi per liberare i pascoli alla prima a scendere per coprirli; dall’esplodere dei colori primaverili al loro attenuarsi dopo i primi temporali estivi, al bruno rossiccio del settembre. Poi, dopo il 21, giorno di San Matteo apostolo, la montagna diventava selvaggia e inospitale, e lui e le pecore, allora, malinconicamente, avrebbero dovuto lasciarla per scendere tra le nebbie e la caverna ad aspettare un’altra primavera. Carlo stava là seduto con la pipa spenta tra le mani a guardare immobile e per lungo tratto il Gruppo di Brenta che nitidamente si mostrava in ogni piega, in ogni parete e in ogni parete dentro il cielo limpidissimo e senza nubi. Non sapeva i nomi di quelle montagne, né delle altre sempre bianche e così lontane. O meglio, li sapeva si, ma erano nomi che aveva dato lui con la sua fantasia e che nessun altro conosceva. Come dava un nome a quelle pecore che avevano segni o qualità particolari. Nomi segreti che non diceva a nessuno e che pronunciava a voce alta quando nessuno poteva sentirlo e il vento portava lontano il suono della sua voce e perdeva le parole per le rocce, i valloni, il cielo. (Ma io lo sorpresi una volta che mi ero ingrovigliato tra i mughi: chiamava per nome una pecora e questa correva da lui. Le prendeva la testa tra le mani e parlava sottovoce, poi la mandava via e ne chiamava un’altra). Una pelle di montone gli copriva le ginocchia, ora che gli anni trascorsi e il primo freddo d’autunno gliele facevano dolorare. Ogni tanto con un gesto della mano spediva la sua cagna preferita a controllare il gregge che pascolava più in basso, e quando aveva scrutato bene bene in ogni particolare il Gruppo di Brenta, l’Adamello e la Presanella, le montagne lontane ai confini con la Svizzera e l’Austria, allora si girava a ricevere il sole dall’altra parte del corpo e così poteva meditare sulla Cima XII e sull’Ortigara. Sapeva ogni trincea, ogni postazione di mitragliatrice, ogni ricovero scavato dentro la roccia. Dov’erano state le batterie, le cucine, le mascalcie dove ferravano i muli, i posti di medicazione e gli ospedaletti da campo; i cimiteri, anche quelli piccoli, dove avevano sepolto i compagni dopo le battaglie. Nel 1917 era un giovane alpino, mi aveva detto mio zio che era stato il furiere della sua compagnia. Carlo mi considerava suo amico, ma di queste cose non mi ha mai parlato. Forse perché sapeva che anch’io ero stato in guerra in paesi lontani e mi vedeva andare solitario per queste montagne. Ogni volta che salivo gli portavo i giornali e riviste perché voleva essere informato di quello che succedeva nel mondo. Leggeva di sera, mi diceva, alla luce del fuoco dentro il suo piccolo rifugio di due metri per due. Dopo averli letti, stendeva i giornali sopra il tavolaccio, sotto le fronde di pino mugo per essere protetto dall’umidità. Le pelli di pecora gli facevano da coperte. Un autunno gli portai il mio primo libro dove raccontavo della guerra in Russia e mi ricordo di averglielo visto ancora dopo tanti anni tutto consunto e affumicato. Quando, dopo aver camminato per rocce e ghiaioni in cerca di pernici bianche, lo andavo a trovare seguendo il belare delle agnelle, mi sedevo accanto a lui per fumare le sigarette di trinciato forte. Mi diceva: - Ti ho sentito sparare. Hai raccolto qualcosa? – quindi gli chiedevo il permesso di abbrustolire la mia polenta sulle sue braci. Non voleva accettare una fetta di polenta o una fetta di salame o un sorso di tè, ma volentieri accettava un racimolo di uva americana. Se mi fermavo a riposare con lui, allora mi raccontava le storie della Croce del Diavolo, o della Busa del Morto, della Valle dei Compari… Quando alla fine di ottobre ritornavo lassù non trovavo più nessuno. Carlo era lontano per la pianura, lungo i fiumi e le barene con il suo gregge. Guardando verso sud vedevo un mare di nebbia e lo immaginavo seduto su un argine, avvolto nel pesante mantello, la pelle di montone sulle ginocchia, la cagna accanto. 8 Sabato 9 agosto 2008 Grafica Altopiano Ho amato molto viaggiare. Ogni viaggio porta con sé impensabili scoperte, anche visitando più volte lo stesso paese (sono stato sei volte in Australia). Ma il viaggio su brevi tratte è collegato anche alla mia attività, all’impegno dapprima come studente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove mi sono laureato in Pedagogia-Filosofia e poi al lavoro di insegnante, che mi ha portato a ricoprire dal 1941 al 1967 numerosi incarichi in diversi istituti della provincia di Vicenza. Anni nei quali la sveglia la mattina suonava molto presto e il più abituale mezzo di trasporto per arrivare a scuola era il treno. Quando lavoravo a Schio, dove ho insegnato dal 1942 al 1947 ed abitavo a Tresché Conca, prendevo al volo il Trenino che mi avrebbe portato a Piovene Rocchette, dove cambiavo vettura per arrivare nella città scledense. Quando non trovavo la coincidenza, inforcavo una bicicletta che gentilmente mi prestava la figlia di un dipendente del Lanificio Rossi. Nonostante la fretta, a Santorso poteva capitare di imbattermi in un posto di blocco tedesco, dove mi venivano chiesti i documenti. Fortunatamente portavo sempre con me una sorta di lasciapassare, scritto sia in italiano sia in tedesco e firmato dal sindaco di Schio, che mi permetteva di riprendere a pedalare il più in fretta possibile. Come si può immaginare, arrivavo comunque a scuola trafelato. Ma ancor più quando mi capitava di perdere il Trenino che partiva all’alba da Tresché Conca, cosicché ero costretto ad incamminarmi l’Altopiano www.giornalealtopiano.it TRESCHE’ CONCA: LUIGI CALDERARO lungo le scorciatoie e raggiungere a piedi Cogollo del Cengio. Se facevo in tempo a ridurre il distacco dal convoglio, evitavo ulteriori corse. Altrimenti dovevo proseguire a piedi fino a Piovene Rocchette dove, per male che mi andasse, mi aspettava pur sempre la “solita” bicicletta. Arrivavo spesso a scuola esausto. Le alunne sicuramente si accorgevano del disordine del mio abbigliamento del quale ero cosciente anch’io, senza che però ci dessi troppo peso. Un mattino, entrato in classe e visti gli sguardi meravigliati delle ragazze, quasi per scusarmi chiesi loro di non giudicarmi male se ero così trasandato, ma di capire che ero solo, che nessuno si curaMilano, febbraio 1941 - Luigi Calderaro (a sinistra) in va di me, né mi compagnia di un collega. avrebbe voluto con sé. Furono magiche parole perché tutte le alunne to ritardatario, dovevo ricon- venivano trasportati a spalla; scattarono verso di me a brac- segnare la bicicletta. In ogni qualche volta era capitato che cia aperte, scandendo un “Io caso a Piovene Rocchette fi- un incaricato del trasporto sciprofessore”, che non capii mai nalmente potevo prendere il volasse sul ripido sentiero e quanto potesse essere Trenino che mi avrebbe ripor- perdesse la vita. imputabile a scherzo o a sin- tato a casa. Ad un ingegnere della ferroIl convoglio saliva lento pas- via avevo consigliato di piancerità. Solo una, per la quale nutrivo sando nei pressi dell’antica tare un po’ di pini nei pressi una particolare affettuosa at- chiesa di Sant’Agnese di della stazione di Tresché Contenzione, non solo non si alzò Cogollo del Cengio dove, pri- ca. Pensavo che un po’ di vein piedi ma, seduta, chinò lo ma che sorgesse quella di getazione in più avrebbe miTresché Conca, si celebrava- gliorato l’ossigenazione delsguardo verso il banco. Al ritorno, se il mattino ero sta- no i funerali e dove i defunti l’aria. Il mio consiglio venne raccolto e ancora oggi è visibile ciò che resta di quelle piante. Curioso osservatore della natura, avevo notato che, nel periodo estivo, nelle zone della Conca Bassa schiere di giovani si arrampicavano sui ciliegi. Ideai allora la “Festa dele Marinèle”, nata ufficialmente il 29 luglio 1937, manifestazione che ebbe un grande successo, anche se purtroppo oggi non esiste più. Ma questa è un’altra storia. Durante l’inverno capitava spesso di fare il viaggio con sciatori che salivano sull’Altopiano. In vettura ci si conosceva un po’ tutti. E poi c’era la sosta a Campiello, occasione per viaggiatori e addetti alla ferrovia per bere qualcosa al punto di ristoro davanti alla stazione. Ma quando la sera arrivavo a Tresché Conca e la neve era alta, poteva capitarmi di non riuscire a ritrovare la strada di casa e vagare in cerca di un punto di riferimento che mi orientasse in quel bianco mare. Accadde anche al mio amico Saverio, che viaggiava in compagnia dell’inseparabile fisarmonica, di perdere l’orientamento una volta sceso dal Trenino a Tresché Conca. A quel punto pensò bene di mettersi a suonare in modo che sua moglie, che già 25 lo stava cercando, riuscisse a localizzarlo. Sul Trenino ho conosciuto una ragazza di Verona che saliva a sciare sull’Altopiano. Anche con lei è nata una simpatia, ci siamo visti un po’ di volte, è venuta a trovarmi, naturalmente in treno, quando abitavo a Vicenza. Poi come è capitato con altre ragazze, le “morose” di quei tempi, quando la frequentazione poteva portare al matrimonio, non ci si vedeva più. Tornavo allora a godere solo della mia libertà, quella che per tutta la vita è stata la mia unica e fedele compagna. C’è una strana coincidenza tra tutte le ragazze che mi hanno fatto battere il cuore: sei di queste si chiamano Lidia. Una mi ha aspettato tutta la vita e ancora oggi attende le mie visite a Lusiana, quando dagli amici mi faccio accompagnare a casa sua. Da adolescenti, con gli amici, quando il Trenino transitava nella galleria, lanciavamo ghiaia lungo i binari. Se il capotreno Zorzi si accorgeva della nostra presenza, usciva sul predellino del vagone e gridava al nostro indirizzo un inequivocabile “Fioi de can, se ve ciapo ve rompo l’osso del colo” Il libro di Giovanni Rattini verrà presentato: Sabato 9 a Treschè Conca alle 17.45 presso il Palatenda, e alle ore 21.00 a Foza in Sala Consiliare; Sabato 16 a Roana alle ore 17.30 in Sala Santa Giustina; Domenica 17 ore 21.00 al Teatro Palladio di Cesuna. 8 l’Altopiano Le serate con Roberto Costa e le A Bertigo il cabaret dei Rispaar sue splendide foto Sabato 9 agosto 2008 In “Dieci anni di Rispaar” questa volta non presentiamo, come di consueto, uno o più componenti del gruppo, ma accenniamo allo spettacolo in programma lunedì 11 agosto, che proporrà proprio una carrellata di numeri che sono stati portati in scena nei dieci anni di vita dell’associazione no profit che organizza spettacoli a scopo benefico. “Per certi versi è un debutto – spiega Silvano Vellar, presidente dei Rispaar – perché per la prima volta un nostro spettacolo è stato inserito nel calendario di eventi del Comune di Asiago, in una programmazione turistica. Un modo per festeggiare i dieci anni di attività, e lo facciamo riproponendo una selezione di scenette, canzoni e un balletto del nostro repertorio, legandoli tra loro con un’ambientazione nuova in un’osteria, prendendo spunto da uno dei nostri spettacoli “I locale dei locali”. I Rispaar, nati da un gruppo di genitori che si prestava a organizzare recite di fine anno all’asilo dei propri figli, dieci anni fa si sono costituiti in un’associazione senza scopo di lucro, e oggi sono oltre quaranta persone, che si impegnano nei modi più svariati per organizzare e portare in scena gli spettacoli, occupandosi completamente oltre che della stesura di copioni, anche delle scenografie e dei costumi, di luci, registrazione video ed effetti speciali. Nel tempo hanno acquisito un’esperienza e una bravura tale da far rimanere a bocca aperta il pubblico ad ogni nuovo spettacolo, la cui cadenza di solito è ogni due anni, registrando puntualmente il tutto esaurito. Gli spettacoli sono sempre stati fatti “su misura” per il territorio altopianese, rappresentando in modo spassoso i suoi abitanti, con riferimenti ironici alla gente, agli avvenimenti più discussi e ai luoghi caratteristici. “Lo spettacolo che si terrà la sera dell’11 agosto a Bertigo, all’aperto nei pressi della nostra sede – spiega ancora Silvano Vellar – è una selezione di numeri che potranno essere ben recepiti dai turisti. Pochi gli effetti speciali predisposti, ma siamo convinti che la scenografia naturale del luogo in cui proporremo lo show darà un tocco bello e suggestivo. Abbiamo lavorato parecchio per allestire un palco e sistemare i suoi dintorni, speriamo che il tempo ci sia favorevole. Di fronte al palco saranno collocate delle panche per un totale di circa 200- 250 posti a sedere. Lo spettacolo sarà gratuito per gli spettatori, e il compenso che ci verrà dato dal comune sarà destinato a “far cassa” in caso di necessità di interventi, siano per portare avanti la nostra attività, che per dare una mano in caso di emergenze”. Silvana Bortoli Festa della ceramica al Museo dei Cuchi Cuocere la ceramica può diventare “arte di strada”, manifestazione didattica, soprattutto se si impiega un forno di carta come si usava una volta, costruito con materiali semplici e senza il concorso di particolari artifici. È questo l’obiettivo dell’Associazione Amici del Museo dei Cuchi, che mercoledì 13 agosto allestirà la singolare dimostrazione nel piazzale antistante la sede. Sin dal mattino l’artigiano ceramista Silvano Latini comincerà ad allestire la struttura, dentro la quale verranno poi messi a cuocere i manufatti artistici. Il forno si presenta esternamente come una tipica tenda indiana, ove il cono è composto da legna appoggiata a lunghi pali disposti in circolo, questo telaio esterno verrà quindi fasciato con più strati di fogli di giornale spalmati di argilla liquida (barbottina). A maggior numero di strati corrisponde una miglior resa del forno. A questo punto basta accendere il fuoco, qualche ora e la combustione interna arriverà ad altissime temperature, fiamme e fumo usciranno dai fori di ossigenazione precedentemente praticati, regalando a chi assiste all’evento una suggestiva emozione. Arsa tutta la legna del forno rimarrà ben poco, mettendo così a nudo fischietti, vasi ed altri oggetti finalmente cotti. Il programma prevede alle ore 10.00 la preparazione del forno, Ore 15.00 l’accensione. 15.30 dimostrazione pratica della realizzazione di cuchi e decorazione oggetti ceramici, 19.30 apertura del forno, 20.00 conclusione della manifestazione. G.D.F. Grande spettacolo del “Team Diablo P&K” Il 15 agosto a Cesuna nel piazzale dell’ex stazione Campioni del ballo in esibizione a Cesuna la sera di ferragosto. Paolo Santin e Chiara Nardotto, professionisti della scuola “Team Diablo P&K”, si esibiranno con la loro scuola di ballo venerdì 15 agosto alle 21 nel nuovo palazzetto del piazzale del mercato di Cesuna. Un palmares di tutto rispetto quello di Santin e Nardotto: semifinalisti al campionato del Mondo di Madrid nel 2007 nelle danze latino-americane e cam- pioni italiani 2006 nella combinata dieci danze (danze standard e latine ndr), oltre che vincitori di numerose competizioni nazionali. Il “Team Diablo P&K” è composto da un nutrito numero di atleti, tra cui una ventina di coppie di competitori che si distinguono a livello regionale e nazionale nelle discipline di competenza, oltre alle coppie di atleti esterni provenienti da tutta Italia. La scuola ha un ventaglio di attività diversificate: danze latino-americane, caraibiche, ballo da sala e t a n g o a rg e n t i n o , d a n z e standard, danza moderna e attività propedeutica per i ragazzi (baby dance). Delle numerose date di s p e t t a c o l o p re v i s t e i n pianura, grazie all’invito d e l l a p ro loco di Cesuna, questa sarà l’unica occasione per vedere la sola coppia di professionisti agonisti della provincia di Vicenza. L.F.B. Le serate volevano essere un tributo dedicato da Roberto Costa ai nostri due concittadini mancati da poco, Mario Rigoni Stern e Patrizio Rigoni: il primo, personaggio arcinoto anche oltre i nostri confini; il secondo molto conosciuto ed amato qua in Altopiano e suoi personali amici. A loro, Roberto aveva dato l’incarico di curare la parte letteraria dei volumi fotografici: “L’Altopiano delle meraviglie” (M. R. Stern) e “Altopiano cuore della natura” (Patrizio Rigoni). La prima pubblicazione citata, ha riscosso un grande successo anche grazie alla serie di mostre fotografiche che l’hanno accompagnata, in Veneto e fuori; la seconda, supportata dal “Consorzio turistico” e sponsorizzata dalla ditta “Rigoni di Asiago”, è stata in realtà un’operazione di marketing del tutto particolare, messa in atto appunto dalla nostra più importante realtà produttiva, che offriva il volume in cambio dell’acquisto di dieci confezioni dei loro prodotti. (Purtroppo, esaurita la scorta legata alla promozione, il volume non è reperibile sul mercato. Essendo stato però presente in sala l’ Editore, lo stesso è stato sollecitato dal pubblico, a trovare una formula per metterla in vendita quanto prima). Leit-motiv delle serate, i temi cari a tutti loro: il variare delle stagioni sull’Altopiano, con il mutare dei colori delle foglie, lo sfiorire di alcuni fiori e lo sbocciare di altri, la muta della pelliccia degli animali, il virare dei cieli e l’accorciarsi delle giornate, i primi presagi della neve. Non a caso, una delle ultime opere di Stern, è appunto “Stagioni”, ma Lui intendeva quelle ... della vita, più che quelle metereologiche. Al prologo è seguita la lettura di alcuni brani tratti dai due volumi fotografici citati, nella sequenza: inverno, primavera, estate, autunno. Roberto Costa ha tenuto a precisare in merito, che sceglierne tre di Mario (inverno – estate – autunno) e uno di Patrizio (primavera), non è stato dovuto alla maggior fama dell’uno in confronto all’altro, ma perchè Mario ed egli stesso avevano la stessa visione della natura, seppur espressa con linguaggi diversi. “Inverno” (M.R. Stern) “E’ profondo il silenzio della neve; quando cade anche la notte diventa più silenziosa e dolcissimo il sonno. Stanno immobili dentro il bosco cervi e caprioli, volpi e lepri”. “Primavera” (P. Rigoni) “Ma ci sarà l’erba verde, là, sotto a tutta quella neve? Spunteranno ancora i nicoloi, gli innumerevoli crochi bianchi e lilla? Torneranno un giorno le rondini e i codirossi alle nostre case e le allodole a levarsi alte sui prati incontro al sole? L’attesa è lunga. Ad un tratto però l’altopiano va a distendersi nell’oro immenso del tarassaco e allora sì che possiamo riabbracciare la primavera”. “Estate” (M.R.Stern) “La luce del sole che sta uscendo riesce a illuminare anche il fondovalle; nei boschi prendono forma i tron- www.giornalealtopiano.it 26 chi, i rami, gli arbusti, i fiori. Le foglie fremono al brivido del sole ed è una sintonia di canti: al tordo si unisce il pettirosso al merlo la capinera e poi il luì, la cincia, il ciuffolotto, la ghiandaia, il cuculo”. “Autunno”(M.R.Stern) “Così una dolce malinconia ti prende, la melancolia dell’autunno e sotto un larice, all’asciutto, cerchi anche tu un luogo dove accucciarti a meditare sulle stagioni della tua vita, e sull’esistenza che corre via con i ricordi che diventano preghiera di ringraziamento per la vita che hai avuto e per i doni che la natura ti elargisce. Una mattina di dicembre vedrai il cielo uniformemente grigio, le montagne dentro le nuvole, i boschi più scuri e, da una catasta di legna, schizzar via lo scricciolo. Il suo campanellino d’argento ti dirà prossima la prima neve”. Difficile descrivere qui l’impatto sul pubblico delle diapositive proiettate, certo che ad ogni fermo immagine, per passare alla stagione successiva, si sentivano palpabili in sala commozione e meraviglia. Alla fine degli incontri, molte le domande rivolte al fotografo: i tempi di posa, le poste, i luoghi. Tutte sollecitazioni alle quali, con la modestia che lo contraddistingue, Roberto Costa ha risposto conquistando ancora una volta il pubblico. E’ stato bello condividere ciò che un occhio esperto e sensibile, ha saputo proporci: in fondo, sono doni che abbiamo davanti tutti i giorni... Beppa Rigoni Scit 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 www.giornalealtopiano.it 27 Pubblicati i calendari di Serie A1 e A2 INLINE Inizia piano piano a prendere forma la nuova stagione dell’hockey inline, che mai come questa volta potrebbe essere lunga (da settembre 2008 a luglio 2009) ed importante per l’intero movimento. In attesa di conoscere le eventuali operazioni di mer- cato degli Asiago Vipers Tegola Canadese e, soprattutto, di sapere se sarà ancora Cristian Rela a guidare i campioni d’Europa e d’Italia in carica, ci si deve accontentare, per ora, di analizzare il calendario della nuova Serie A1, pubblicato sul proprio sito internet nei giorni scorsi dal- la Lega Nazionale Hockey. Una massima serie che conferma il suo assetto (molto apprezzato) a girone unico composto da 12 formazioni, ma che fa registrare qualche new entry: Empoli, rivelazione degli ultimi anni, ha deciso di dare forfait e ripartire dalla B; al suo posto è stato ripescato il Milano 17 Rams, retrocesso nell’ultimo campionato. Gli Asiago Black Vipers, la seconda formazione del club altopianese, hanno rinunciato nonostante la promozione sul campo. Al loro posto ripescato il Montebelluna, giunto proprio alle spalle dei “men in black” in A2. Insomma, qualche nome nuovo per dare la caccia ai Vipers, da cinque anni in cima all’Italia delle otto ruote. La regular season inizierà il 15 novembre 2008 e terminerà il 25 aprile 2009. Le prime otto classificate daranno vita ai playoff (fino al 13 Lettera aperta a Massimo Bernardi “Troppa presunzione, caro Mister” Essere convinti di essere bravi e competenti è positivo, ma quando queste convinzioni oltrepassano i limiti, si diventa presuntuosi: è quanto è accaduto a Massimo Bernardi nell’intervista pubblicata sul numero del 14 luglio scorso. L’ex allenatore afferma inizialmente di aver trovato nel Calcio Canove una realtà diversa da quella professionale a cui era abituato. Bisogna comunque sempre calarsi nella situazione reale delle cose e prendere una 1° categoria per qual che è, puro dilettantismo, dove il calcio non è visto come un lavoro, ma è altresì un hobby richiede ugualFoto: Marcoche Guariglia mente tanto impegno e sacrifici da parte di tutti. Nella nostra società le cose sono sempre state fatte in modo passionale, serio e competente, non si spiegherebbe altrimenti come avrebbe fatto il Canove a rimanere per più di dieci anni prima dell’avvento di mister Bernardi in 1° categoria, mentre tante società, anche blasonate, della pianura non hanno avuto questa continuità. Al mancato raggiungimento della zona play off, si è scusato parlando di sfortuna, infortuni e giocatori rimasti a casa: per quanto riguarda questi ultimi, dovrebbe saperlo pure lui il perché! E’ sempre facile imputare colpe alla sfortuna e gli infortuni purtroppo durante l’anno capitano a tutte le squadre. Non si è messo parte in causa, invece un condottiero resta in sella nel bene e nel male, modesto nelle vittorie e partecipe nelle sconfitte. In questo caso non si è sempre dimostrato partecipe al gruppo. Dopo due anni ha deciso di tornare ad allenare una squadra più consona alle sue abitudini professionistiche, decisione sua. Troviamo scorretto, nonostante egli conosca la nostra dilettantistica realtà di montagna, che sia riuscito a sottrarci i giocatori più bravi. Con questo atteggiamento ha comunque dimostrato che metà della nostra squadra è da categoria superiore. Siamo comunque certi che da questi due anni qualcosa di positivo abbia assimilato anche lui nonostante il suo traumatico impatto. Roberto Sartori e Fabio Rebeschini I calendari Serie A1. Andata. 1a giornata (15/16 novembre) Asiago-Civitavecchia; 2a giornata (22/23 novembre) Milano 17 Rams-Asiago; 3a giornata (29/30 novembre) Asiago-Forlì; 4a giornata (6/7 dicembre) Ferrara-Asiago; 5a giornata (13/14 dicembre) Asiago-Polet Trieste; 6a giornata (20/21 dicembre) Torino-Asiago; 7a giornata (3/4 gennaio) Edera TriesteAsiago; 8a giornata (10/11 gennaio) Asiago-Montebelluna; 9a giornata (17/18 gennaio) Vicenza-Asiago; 10a giornata (24/25 gennaio) Asiago-Arezzo; 11a giornata (31 gennaio/ 1 febbraio) Milano 24-Asiago. Ritorno. 1a giornata (7/8 febbraio) Civitavecchia-Asiago; 2a giornata (14/15 febbraio) Asiago-Milano 17 Rams; 3a giornata (21/22 febbraio) Forlì-Asiago; 4a giornata (28 febbraio/1 marzo) Asiago-Ferrara; 5a giornata (7/8 marzo) Polet Trieste-Asiago; 6a giornata (14/15 marzo) Asiago-Torino; 7a giornata (21/22 marzo) Asiago-Edera Trieste; 8a giornata (28/29 marzo) Montebelluna-Asiago; 9a giornata (4/5 aprile) Asiago-Vicenza; 10a giornata (18/19 aprile) Arezzo-Asiago; 11a giornata (25 aprile) Asiago-Milano 24. Serie A2. Andata. 1a giornata (13/14 dicembre) Latina-Asiago; 2a giornata (20/21 dicembre) Asiago-Catania; 3a giornata (3/4 gennaio) Padova-Asiago; 4a giornata (10/11 gennaio) Forte dei Marmi-Asiago; 5a giornata (17/18 gennaio) Asiago-Modena; 6a giornata (24/ 25 gennaio) Cittadella-Asiago; 7a giornata (31 gennaio/1 febbraio) Asiago-Massa; 8a giornata (7/8 febbraio) Monleale-Asiago; 9a giornata (14/15 febbraio) Asiago-Mestre. Ritorno. 1a giornata (21/22 febbraio) Asiago-Latina; 2a giornata (28 febbraio/1 marzo) Catania-Asiago; 3a giornata (7/8 marzo) Asiago-Padova; 4a giornata (14/15 marzo) Asiago-Forte dei Marmi; 5a giornata (21/22 marzo) Modena-Asiago; 6a giornata (28/29 marzo) Asiago-Cittadella; 7a giornata (4/5 aprile) Massa-Asiago; 8a giornata (18/19 aprile) Asiago-Monleale; 9a giornata (25/26 aprile) Mestre-Asiago. giugno 2009 in caso di gara 5 della finale). Due le retrocessioni dirette; confermati i playout con le formazioni di A2. Debutto casalingo per la squadra del presidente Fabio Forte contro i Pirati Civitavecchia; prima trasferta a Milano, sponda Rams. Calendario tutto sommato tranquillo fino alla 7a giornata, la prima dopo la pausa natalizia, con la “classica” in programma a Trieste contro l’Edera, eter- na avversaria. Poi la matricola Montebelluna e quindi gran trittico finale che prevede il derby con Vicenza, Arezzo e Milano 24. Prologo al campionato sarà la Coppa Italia; mentre la finale di Supercoppa tra Asiago Vipers ed Edera Trieste potrebbe essere posticipata al 6 gennaio a causa del fitto calendario. A fine novembre, inoltre, l’Europa, con la difesa della “Champions” conquistata lo scorso dicembre a Valladolid. Dalla A1 alla A2. Squadra nuova, un vero e proprio “farm team”, in cui i giovani, sostenuti da qualche “senatore”, siano gli autentici protagonisti. Serie A2 nuova, per la prima volta a girone unico (10 compagini). Un campionato impegnativo, sia sotto l’aspetto tecnico che economico con trasferte importanti, a cominciare da quella d’esordio (13 dicembre) a Roma contro il Latina. Stefano Angonese Beach Volley al laghetto L’estate 2008 al laghetto “Lonaba” di Roana si arricchisce di una specialità che è sinonimo di divertimento e sport. Il beach volley. Sabato 9 agosto, infatti, Roana è pronta ad incoronare Re e Regina della spiaggia al termine del primo torneo, a coppie, organizzato dalla Roana Servizi. Al momento di andare in stampa già una decina le coppie iscritte alla manifestazione. Si inizia sabato, a partire dalle ore 10, con le prime partite della fase di qualifi- cazione (squadre suddivise in due gironi), che, complice il fitto calendario, si disputeranno sulla distanza di due set da 13’ ciascuno (3’ di riscaldamento). A seguire le sfide ad eliminazione diretta: quarti di finale, semifinali e finali. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28 La società ufficializza il suo ingaggio HOCKEY Daniel Pegoraro, primo nome nuovo Parte anche la campagna abbonamenti - Mercoledì 13 agosto esordio all’Odegar col Fiemme La società ha dunque ufficializzato l’ingaggio, che avevamo largamente anticipato, del primo nome nuovo dell’Asiago 2008/09; si tratta del 24enne centro italo-canadese Daniel Pegoraro, alla sua prima esperienza in Europa dove arriva con i numeri da buon playmaker. Di chiare origini italiane (la sua famiglia proviene da Paese, in provincia di Treviso) Pegoraro (179cm per 84kg) è nato a Toronto il 13 Gennaio 1984 . “Sono molto contento di aver trovato un accordo con l’Asiago - il suo commento dopo la firma del contratto - e non vedo l’ora di giocare in Italia. Era da tanto tempo che avevo il desiderio di provare un esperienza come questa. Sarà molto bello giocare nel paese che ha dato i natali alla mia famiglia e spero di rivedere tutti i parenti che ho in Italia. Sono sicuro che quella di Asiago Campagna abbonamenti 2008/09 Grafica Altopiano Parte la campagna abbonamenti della in vista della stagione 2008/09; saranno disponibili due tipologie di abbonamento, entrambe valide per tutti i 21 incontri della stagione regolare del Campionato di Serie “A”, gli incontri amichevoli di pre stagione e quelli eventuali della Coppa Italia che l’Hockey Club Asiago disputerà allo Stadio Odegar: - Abbonamento posto numerato: intero • 160,00 – ridotto • 140,00 (assicura il posto a sedere fisso e numerato in uno dei due settori riservati). - Abbonamento posto non numerato: intero • 110,00 – ridotto • 90,00 (assicura l’accesso allo stadio; il suo possessore potrà occupare qualsiasi posto a sedere ad eccezione di quelli contrassegnati dall’adesivo “Riservato ospite” o “Riservato Abbonato”). Previste altresì le seguenti opzioni (non cumulabili) - “Presenta un amico” Con questa offerta l’Hockey Club Asiago garantisce uno sconto del 50% sull’acquisto della tessera a chi “presenta” un nuovo abbonato. L’offerta è limitata ad una sola presentazione per ogni tessera e viene presa in considerazione solo se il nuovo abbonato rientra nella tipologia “Posto numerato” e “Posto non numerato”. - “Opzione Famiglia” (valida per un nucleo formato da un minimo di tre persone conviventi maggiorenni): verrà applicata la tariffa ridotta del 30%. - “Opzione Over 100 Km”: l’abbonamento (ridotto) riservato a chi, tra andata e ritorno, supera una distanza di 100 Km per assistere agli incontri dell’Hockey Club Asiago. - “Tariffa ridotta”: verrà applicata alle donne, a tutti gli ex atleti dell’ Hockey Club Asiago e agli abbonati della stagione 2007/08. - “Under 11” : entrata gratuita in posti non numerati. - “Under 18” : tariffa speciale di soli Euro 50.00 che garantisce l’accesso nei settori non numerati. sarà una bella esperienza e non vedo l’ora di cominciare a giocare!” Dopo la formazione nelle leghe giovanili dell’Ontario, Pegoraro ha giocato per 4 stagioni con la maglia dell’Università di Cornell (NCAA), disputando 128 gare (19 reti e 40 assist) e contribuendo alle fortune della Cornell University che dal 2002-03 al 2005-06 ha vinto due campionati (sempre battendo Harvard) ed è giunta una volta seconda (stavolta battuta da Harvard). Nelle ultime due stagioni è passato ai Bossier-Shreveport Mudbugs (formazione della CHL che è fortemente cresciuta negli ultimissimi anni) dove ha giocato da playmaker in linea con Tyrel Lucas e con il nuovo acquisto del Fassa Joseph Ori; in due stagioni, inclusi i playoff, ha disputato 139 incontri con un bottino di 32 reti e 96 assists. Nel 2007/08 Pegoraro è stato selezionato per l’All Stars Game della CHL ed ha anche segnato una rete, la quinta, per la propria squadra. Ad Asiago Indosserà la maglia numero 13; il suo arrivo (cosi come per il resto della squadra) negli ultimi giorni di Agosto per l’inizio della pre-season. Amarcord Due tuffi nel passato ci arrivano dal web. Su internet abbiano recentemente letto (e riportiamo) la notizia che riguarda una vecchia conoscenza asiaghese, Dale Derkatch; l’oggi 43enne ex attaccante asiaghese protagonista con la maglia n° 16 EuroTv Telepadova della prima, storica finale scudetto 1985/86 Giovanili Lunedì 28 luglio è iniziato all’Odegar una sorta di camp di preparazione per i giocatori delle giovanili giallorosse; sotto la guida di John Tucker, di Guido Tessari e di un altro ex, Vitalijs Galuzo, per tre settimane i discatori giallorossi in “erba” seguiranno un programma che prevede due allenamenti al giorno per i giocatori di movimento ed uno per i portieri. Amichevoli Pre-season decisamente più qualificante , quella 2008, per l’Asiago che ha programmato alcuni incontri amichevoli anche di notevole spessore. L’esordio ufficiale stagionale avverrà il 13 agosto quando alle ore 21, sul ghiaccio dell’Odegar, l’Asiago “degli asiaghesi” scenderà in pista affrontando la formazione trentina del Fiemme; un primo approccio con il clima gara ma nelle intenzioni della dirigenza giallorossa, probabilmente, soprattutto uno <spot> pubblicitario d’agosto, nel pieno della kermesse turistica. Si salta poi a settembre, quando la squadra sarà com- persa alla bella col Merano, ha firmato nelle scorse settimane un contratto come capo allenatore dei Regina Pats (WHL), la squadra in cui militava nel 1983 quando fu draftato dagli Edmonton Oilers e prima della sua lunga militanza (14 anni) da protagonista in Europa fra Italia (Bolzano edAsiago), Finlandia, Germania e Svizzera, dove chiuse la sua carriera da giocatore. Intanto il 25 luglio scorso la British Columbia Hockey Hall of Fame ha inserito cinque nuovi nomi nel Penticton Lakeside Resort; fra questi, oltre a Steve Yzerman, Don Hay, Allan Matthews e Larry Lund, anche l’indimenticato, grande Cliff Ronning, che ad Asiago ha lasciato un segno indelebile, e non solo per le 74 reti messe a segno con la maglia stellata nel campionato 1989/90. pletata da giocatori vecchi e nuovi provenienti da Oltreoceano; nell’ambito del girone A del già annunciato “Euroregione Ice Hockey Challenge 2008”, dall’11 al 13 settembre l’Asiago di Camazzola incrocerà i bastoni con Pontebba e Maribor, alla caccia della qualificazione per la finale del 14 settembre a Claut. Domenica 21 settembre si completa la preparazione con ultima amichevole di lusso programmata ancora all’Odegar, un impor- Mercato L’ultima novità di mercato è l’approdo a Cortina dell’attaccante canadese Joe Cullen, proveniente dalla formazione tedesca dello Riessensee. tantissimo test-match che vedrà l’Asiago opposto nientemeno che al Bolzano Campione d’Italia. Come noto l’inizio della stagione agonistica 2008/09 è stato fissato per sabato 27 settembre. CARTE ASIAGO Al bar “Fina” di Asiago si è svolta la gara di settino all’aperto che ha visto in lizza 32 coppie. Ha vinto il duo Fortunato RigoniGilberto Rigoni che ha relegato al secondo posto l’accoppiata Albino Segafredo- Fabio Maino. Terza posizione per Pino Rossi e Marco Finco di Asiago; quarta piazza per Giovanni Rigoni e Sergio Rela. Nella foto, le prime due coppie classificate alla “Fina” di Asiago. LUSIANA SETTINO AL TACABANDA Giorgio Zannoni di Lusiana ha vinto il “master del barbiere” di settino al “Tacabanda” (gara che si svolge con il metodo ideato dal barbiere di Lusiana Sergio Pesavento che permette anche ai chi viene battuto nelle eleminitarorie rientrare in gara con coloro che non hanno mai subito sconfitte in questo torneo singolo). In una finale che ha visto settinisti famosi lasciare i primi posti del podio ad altri giocatori affermati, Giorgio Zannoni, già vincitore di un “master” (gara ad invito tra i protagonisti della specialità dell’Altopiano) ha bruciato nel rush finale Carlo Schivo di Gallio. In terza fila si è piazzato Mariano Mosele di Asiago che ha relegato in quarta posizione Fortunato Rigoni pure di Asiago. E.Z. I primi classificati al “Tacabanda” col barbiere Sergio Pesavento inventore della formula e Renzo Rossi gestore del rifugio “Verde Fonte-Tacabanda” 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 29 Al Rally Città di Schio “Buona la prima” per Maurizio Rossetto RALLY Il mondo del rally è ancora molto ricco di interesse e di appassionati anche in terra vicentina ed ecco come si spiega il successo di partecipazione e di pubblico che continuano ad ottenere le manifestazioni agonistiche che ormai fanno parte della tradizione motoristica. Fra queste sicuramente di spicco il “Rally Città di Schio” che quest’anno, giunto alla sua 22^ edizione (e valevole per il Challenge IV^ zona), si è consolidato come una classica del rallismo triveneto, vista anche la folta partecipazione che ha visto l’iscrizione di oltre 100 equipaggi. Il programma era articolato in 3 prove speciali: “S. Caterina di Schio” (p.s. 1-47) di Km 11.91, “S. Rocco” (p.s. 2-5, la più lunga con i suoi Km 14,02) e “Pedescala” (p.s. 3-6) di Km 8,10. Sempre impegnativo e selettivo il tortuoso percorso che alla fine vedrà arrivare solo 64 equipaggi, mietendo come di consueto numerose “vittime” e decretando l’abbandono (per uscite di strada o noie meccaniche) di ben 36 vetture. Al via anche tre piloti altopianesi, tutti classificati: Francesco Pozza (navigato da Michele Slaviero) su Renault Clio RS Light della Il primo obiettivo era arrivare al traguardo e ci è riuscito Hawk Racing Club di Gruppo N3, finito 21° assoluto e l’inossidabile Remigio Baù (copilota Silvano Cerato) su Mitsubishi Lancer Evo IX della Rally Team di gruppo N4 , classificatosi 23° posto assoluto. Discorso a parte per l’esordiente (almeno nei panni di pilota) Maurizio Rossetto. Dopo aver più volte vestito i panni del navigatore ed aver partecipato negli primi anni Duemila a cinque rally su sterrato (3 volte il Rally Altopiano 7 Comuni, il Rally di San Marino ed il Rally Continental), il giovane avvocato asiaghese è ritornato alle corse cimentandosi questa volta su asfalto e dalla parte del guidatore (al suo fianco il navigatore maladense Michael Guglielmi); dopo un avvio di studio e presa di confidenza con la Clio Williams 2000 n° 55 (classe FN3) della scuderia Hawk Racing Club, l’equipaggio ha cominciato a “carburare” e nella seconda parte della gara non sono mancate le soddisfazioni e qualche bel riscontro cronometrico, come il 33° tempo al secondo passaggio sulla S. Rocco (Su questa lunga ed impegnativa speciale l’equipaggio n°55 cominciava a rodare e metteva dietro di oltre 6" anche la Uno Turbo del duo Rossi-Graziani, vincitori finali della classe FN3) ed il 29° tempo in p.s. 6 sulla Pedescala, percorsa dopo un acquazzone con gomme da asciutto. Purtroppo a metà dell’ultimo passaggio sulla S. Caterina la Clio Williams n° 55 subiva una foratura alla ruota anteriore destra che costava la perdita di oltre due minuti sul precedente passaggio; l’equipaggio RossettoGuglielmi riusciva comunque a concludere la gara piazzandosi ad un più che onorevole 46° posto assoluto ma soprattutto con un 2° posto di classe FN3, dietro ai già citati Rossi-Graziani (36° assoluto). “L’obiettivo per questo esordio era quello di portare a termine la gara e di divertirsi – ci dice Maurizio Rossetto – e lo abbiamo raggiunto. La soddisfazione è stata ancora maggiore visti i riscontri del cronometro”. E questo dovrebbe aver dato fiducia al driver asiaghese che sembrerebbe intenzionato a ripetere presto l’esperienza, magari proponendosi al via del prossimo appuntamento rallistico della zona, il Rally Città di Bassano, in programma per il week end del 27 settembre prossimo. Cesare Pivotto Obiettivo raggiunto per la coppia Pozza - Slaviero Terzo rally corso per la coppia Francesco Pozza di Canove e Michele Slaviero di Asiago, terza gara portata a termine raggiungendo gli obiettivi prefissati. Chi partecipa a un rally sa bene quanti siano i fattori, alcuni difficilmente prevedibili, che in gara possono determinare o meno buoni risultati, primo su tutti quello di portare regolarmente a termine la prova. E i due giovanissimi amici, Cesko (pilota) e Mitch (navigatore), oltre ad aver completato anche nel recente “Città di Schio” tutte le prove, sono riusciti a centrare il primo posto nella categoria Under 23, il terzo di classe N3 e il 21° assoluto. “Siamo molto soddisfatti – commentano – è stata una bella gara: siamo partiti subito bene, l’auto non ha avuto problemi, e tutto è andato per il meglio. Crediamo che più di così al momento non sia possibile fare”. Il terzo posto in N3 li rende particolarmente orgogliosi, visto che si tratta di una classe piuttosto combattuta, che comprende numerosi equipaggi dalla lunga esperienza. “Con il tempo stiamo notando un buon miglioramento – commenta Cesko – soprattutto nella guida, per questo vorrei ringraziare Mario e Spino per i preziosi insegnamenti e consigli che mi hanno dato. Un grazie anche agli sponsor, e a tutti coloro che ci hanno sostenuti, in particolare mamma Giuly il cui apporto è molto importante”. Non passerà molto tempo e la coppia sarà di nuovo impegnata in preparativi, prove, messe a punto, visto che Cesko e Mitch intendono partecipare anche al “Città di Bassano”, in programma il 26 e 27 settembre. E anche stavolta non nascondono di puntare in alto, convinti di averne le possibilità. S.B. 8 Sabato 9 agosto 2008 “Non è il caso di scrivere contro chi la differenziata la fa!” Scrivo due righe in riferimento ad un articolo che ho letto sull’ultimo numero del giornale. Il breve articolo era nelle prime pagine e riguardava la raccolta differenziata che non viene fatta correttamente: alcune foto a dimostrarlo. Concordo con molte delle affermazioni, soprattutto sul fatto che spesso la gente abbandona i rifiuti fuori dal cassonetto del differenziato anche se, devo dire che in questi ultimi tempi è particolarmente difficile trovare cassonetti vuoti o liberi; segno forse di un aumento della raccolta differenziata, ma perchè allora non aumentare anche, non so come definirli, i “giri” di raccolta? Comunque scrivevo principalmente rifacendomi alla prima fotografia, un ammasso di cartoni abbandonati “addirittura” di fianco ad un normale cassonetto dei rifiuti. Nessuna polemica, solo volevo far notare a chi ha scattato la foto e poi a chi l’ha pubblicata e scritto l’articolo che in realtà quell’ammassamento non era creato a caso, nè abbandonato, ma trattandosi di un’attività commerciale una volta alla settimana passano appunto a raccogliere separatamente carta e cartoni una sera, vetri e plastica un’altra. Tutto qui, solo non mi sembrava il caso di scrivere qualcosa senza averne l’idea, su chi poi in realtà la differenziazione la fa! Probabilmente la foto è stata scattata proprio il giorno prima della raccolta quando abbiamo portato fuori tutto, vi scrivevo infatti solo per una piccola precisazione Grazie per l’attenzione Enrica Rigoni La risposta Gentile lettrice, la sua lettera ci consente di precisare come, nello scattare certe foto e successivamente pubblicandole con il relativo commento, sia stata posta attenzione a quelle che sono le regole di raccolta dei rifiuti, siano quelli ingombranti o differenziati. L’immagine a cui lei si riferisce è stata scattata alle ore 11.56 del 30 giugno, un lunedì. Ci risulta che ad Asiago la raccolta di cartoni delle attività commerciali venga svolta il mercoledì mattina, con l’obbligo di conferirli nei luoghi più opportuni la sera precedente. Quindi quanto da noi riportato non è stato fatto senza avere idea di cosa si stesse scrivendo. Con questo non vogliamo mettere in dubbio quanto lei afferma sul fatto di fare personalmente la raccolta differenziata in modo corretto: il cassonetto della foto si trova in una zona vicina a numerose attività commerciali, perché quei cartoni dovrebbero essere proprio i “suoi? Non pensa che qualcun altro possa averli lasciati, senza tenere conto delle regole? Ci preme infine sottolineare che i vari servizi fatti negli ultimi tempi sul tema della raccolta dei rifiuti hanno esclusivamente lo scopo di contribuire al miglioramento del problema, sia da parte degli utenti che dei responsabili e gestori della raccolta. Riteniamo che il compito di un gior- nale sia anche quello di fare in modo che certi comportamenti sbagliati non possano, continuando nel tempo, venire recepiti come “normali” solo perché nessuno ci fa più caso. Ed è con piacere che abbiamo rilevato come, negli ultimi giorni di luglio, il sindaco del Comune di Roana abbia provveduto ad emettere un’ordinanza, applicata sulle campane della differenziata dislocate sul territorio comunale (alcune delle quali si trovano in aree video sorvegliate) ribadendo i giusti comportamenti e obblighi degli utenti e specificando le sanzioni in cui si può incorrere se non rispettati. Un passo verso un miglioramento che ci auguriamo possa evitarci ancora spettacoli spiacevoli come quelli visti negli ultimi tempi e riportati nei nostri servizi. Silvana Bortoli l’Altopiano La settimana scorsa ho accompagnato due amici di Vicenza in due escursioni sulla zona Nord-Est del nostro meraviglioso Altopiano. Per la prima escursione ho scelto di arrivare al “labirinto di pietra” ossia i Castelloni di S. Marco percorrendo il sentiero n°845 partendo da Malga Fossetta. La giornata, in senso meteorologico, non era delle migliori infatti la Valsugana era immersa nella “nebbia” ma tant’è la sorprendente meraviglia degli amici per un sentiero così bello ed interessante che loro non conoscevano. Nella seconda escursione ho scelto di arrivare all’ Hanepoz (secondo altare e/o incudine del diavolo) con partenza da malga Campocapra oltre la Barricata in Marcesina seguendo la carrareccia sulla sinistra che ti porta al sentiero dei Cippi (di confine) n° 869 per poi ridiscendere seguendo il sentiero N° 842 che ti porta, attraverso un bellissimo bosco misto, dai 1840 msl dell’ Hanepoz ai 1250 del Riparo Dal meri. Era una giornata quasi perfetta per ammirare la Valsugana, i Lagorai, le Pale di S. Martino, ecc., infine la nostra fatica è stata premiata al Riparo Dalmeri (uno dei più importanti siti archeologici d’Europa che vide la presenza, già 13.000 mila anni fa, dei primi abitanti dell’ Altopiano) dove era presente il prof. Giampaolo Dalmeri lo scopritore del sito nel 1990. Anche questa escursione era nuova per i mie amici e non si capacitavano del perché non sapevano di questo Altopiano, pieno di panorami fantastici, pieno di natura, pie- www.giornalealtopiano.it TURISMO IN CRISI no di storia recente (guerra 1915/18), di storia lontana e di una geologia morfologica delle rocce ineguagliabile. Cosa c’entra quanto sopra con “il turismo in crisi”? C’entra perché se la gente di città e provincia di Vicenza non conosce le bellezze della propria terra è evidente che manca l’informazione o quantomeno l’informazione mirata ad un certo tipo di turismo in montagna. Purtroppo, anche in Altopiano, si è scelto un modello di vacanza simile a quello di Jesolo o della riviera adriatica: migliaia e migliaia di appartamenti, tutti uniformati, senza nessuna cultura del territorio, addossati ai centri dei paesi quasi a soffocarli. Negli anni ‘70/’80 si sono offerte piste da sci in tutti i versanti dai 1000 metri in su, relegando lo sci di fondo ad un’appendice del turismo invernale pur avendo a disposizione gratuitamente le migliori piste d’Europa. Ma il fondo non faceva e non fa business, così come l’escursionismo primaverile, Dedicato a Elena, Sonia, Patrizio, Bano (gli ultimi solo per ordine cronologico) Muro Impietriti e attoniti davanti a quel muro leggiamo i nomi di chi non ha più un futuro. Si affollano nella mente i pensieri, quando l’avrò visto l’ultima volta? Un giorno, un anno fa, ieri? Mi ha sorriso con fare diverso e deciso, sembrava quasi un saluto dell’ultimo minuto Quel cercare, aggrapparci ai ricordi con affanno spesso ci trae in inganno. Si consumano i commenti il destino, la malattia, ma nessuna spiegazione paga, rimaniamo così: intristiti e sgomenti. Ora ho l’ardire di pensare che di voi, oltre al caro ricordo di tutta una comunità, questo pensiero e monito rimarrà: Anche se la vita può essere complicata, apprezziamo ogni singola giornata perché finchè non siamo costretti a contare il tempo che abbiamo davanti il giorno dopo può sembrare sempre migliore… Lolita Rossi estivo ed autunnale. Ora ci troviamo quasi senza neve sotto i 1400 metri con relativa chiusura degli skilift eppure, si parla ancora di investimenti di milioni di euro per ampliare e portare più in alto gli impianti. Ma lo sanno che in Svizzera hanno chiuso tutti gli impianti sotto i 1800 metri? Perché non cominciamo ad imparare il modello di vacanze dell’Alto Adige dove i masi e le case dei vecchi paesi sono da sempre aperti al turista desideroso di assaporare la montagna nella sua originarietà e verità, a fianco delle stalle con le vacche e le galline, per bere il latte appena munto e le uova fresche, assaggiando lo speck prodotto in casa e lo strudel appena sfornato. E’ così che oggi in Alto Adige ci sono 1300 agriturismi a 1.5002.000 metri di altitudine, masi che vivono tutto l’anno, dove si mangia il formaggio di malga e si sfalcia il fieno con il contadino, con i villeggianti dalla primavera all’autunno, e poi d’inverno. Da noi, dove gli agriturismi, 30 dove sono le malghe sempre aperte anche d’inverno sparse nello stupendo territorio ancora incontaminato sia al nord che al sud del nostro Altopiano? Potrebbero essere punti di ristoro e non solo, sia per gli escursionisti estivi che i fondisti in inverno. Fin tanto che non capiamo che turismo in montagna è cultura della montagna, cultura dell’ambiente, cultura dell’ospitalità, cultura del territorio non ne usciremo. Purtroppo, scrive il giornalista trentino Pierangelo Giovanetti, la crisi mortale del turismo di montagna non sono il maltempo o i costi economici, ma la perdita d’identità di ciò che la montagna è e si vuole offrire al visitatore I nostri sindaci di Asiago, Gallio e Roana coraggiosamente tentano di fermare la costruzione di seconde case, ma penso che oramai le vacche siano già tutte scappate dalla stalla, ma abbiamo trent’anni di ritardo. E piangeremo sui turisti scappati perché la montagna che sappiamo offrire è: solo strade, case, auto, rumore, illuminazione a tutto spiano che impedisce perfino di vedere di notte le stelle. Dobbiamo tutti capire che l’attuale modello di turismo con la montagna, quella vera,non ha ormai più nulla a che fare. Credo che solo uniti in un progetto che coinvolga tutto l’Altopiano e tutti gli Altopianesi, come ai bei tempi della Spettabile Reggenza dei “sette fratelli cari”, si possa trovare una soluzione positiva alla crisi del “nostro” Turismo, altrimenti sarà dura per i nostri giovani. Amerigo Baù Fatevi gli Auguri con il Giornale Tanti Auguri di Buon 24° Compleanno a Michela Valente da Federico, Giuseppe, Alessandro, Giorgia, Elisa, Carlo, mamma. E un bacio da Mario, Bepi e Petra Michela in una foto di... qualche tempo fa! 8 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 a cura di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 9 a venerdì 22 agosto Il Sole a metà di agosto sorge alle 5.15 e tramonta alle 19.20 Sabato 9 agosto. SS. Fermo e Romano. È il 222° giorno dell’anno, mancano 144 giorni alla fine del 2008 Domenica 10. S. Lorenzo martire Lunedì 11. S. Chiara Martedì 12 . SS Ercolano e Ilaria. Mercoledì 13. SS. Antonino e Ippolito Giovedì 14. SS. Massimiliano e Alfredo. Venerdì 15. Assunzione B.V.M. Sabato 16. SS Stefano d’Ungheria e Rocco. Luna piena ore 22.18 Domenica 17. S. Giacinto Lunedì 18. SS. Elena imp. e Laura Martedì 19. SS. Giovanni E. e Sara Mercoledì 20. SS. Bernardo e Samuele. Giovedì 21. SS. Pio X Papa e Fabrizio Venerdì 22. B.M.V. Regina San Rocco in Asiago: La chiesa di San Rocco, che si trova lungo il Corso IV Novembre, risale al XVI secolo. Distrutta durante la Grande Guerra, venne poi ricostruita. È in stile romanico lunga 28 metri e larga 11, è costruita in muratura di pietrame e cotto, con pavimento in magnesite. Gli affreschi del soffitto e delle pareti sono di Adolfo Mattielli. L’altare maggiore ha il retrocoro circolare: ai lati ci sono due altari minori. Il campanile, costruito sul lato nord, è in pietra da taglio lavorata con cella campanaria e tre campane. È stata restaurata nel 2001 da Andrea Paganin Un santo per volta: San Lorenzo “dei desideri”. La notte del 10 agosto, ogni anno, gli occhi di molte persone si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente. Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all’interno dell’orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico. Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell’omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza. In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore del martire cristiano, e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca “Stella, mia bella stella, desidero che…”, e si aspetta l’evento desiderato durante l’anno. E’ comunque importante sapere che la pioggia di meteore non è limitata alle notti intorno al San Lorenzo, ma comincia alla fine di luglio e termina oltre il 20 agosto, anche se solo durante il picco massimo del 12-13 agosto si possono scorgere fino a un centinaio di meteore all’ora: negli altri giorni il numero è decisamente minore, ma comunque superiore alle 5-10 meteore l’ora che si vedono nelle notti “normali”. Il 15 agosto: il termine Ferragosto (dal latino Feriae Augusti = riposo di Agosto) indica una festa popolare, dalle radici antichissime, che si svolgeva a metà del mese per festeggiare la fine dei principali lavori agricoli. Nell’occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; tale festa era tipicamente romana, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici. La ricorrenza discende direttamente dai “Consualia”, il periodo di festa e riposo che nell’antica Roma repubblicana si dedicava al dio Conso, protettore dell’agricoltura. Agli inizi dell’età imperiale (18 a.C.) tali ferie vennero ribattezzate come “Augustali”, in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto, da cui deriva l’attuale denominazione del mese di agosto. Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro (cavalli, asini e muli) venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il celeberrimo “Palio dell’Assunta” che si svolge a Siena il 16 agosto. Coincide con la festa cattolica della dormizione e assunzione di Maria (madre di Gesù).Tradizione tipicamente italiana, assente negli altri paesi europei, il Ferragosto è visto come giorno dedicato alla balneazione, nelle zone vicine a mari e laghi. Due proverbi due Bildo bizen bear du pist, ku’ mar mit beme du gehst (trad: Vuoi che sappia chi tu sia, dimmi con chi vai). Dear ba da liarnetich, un hölfetar net, ist net gutter ksel. (trad: Chi ti suggerisce e non ti aiuta, non è buon amico). Dalle ore 8.45 di sabato 9 alle ore 8.45 di sabato 16 agosto CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio, Via Roma, 33 ENEGO: Farmacia della dr.ssa Giovanna Gabrieli, Piazza del Popolo, 16 Dalle ore 8.45 di sabato 16 alle ore 8.45 di sabato 23 agosto ASIAGO: Farmacia chimica Bortoli sas del dr. Vittorino Ballici Molini, Piazza II° Risorgimento, 23 In periodo stagionale per i distributori di carburante il turno di chiusura è facoltativo. Riportiamo di seguito i nominativi dei distributori in turno di apertura Domenica 10 agosto CONCO: OMV, Via Cappellari 12 MEZZASELVA: IP, Via XXI Maggio 149 Venerdì 15 agosto ASIAGO: Q8, località Mosele, Via Verdi 91 FOZA: TOTAL, Via Lazzaretti, 24 Domenica 17 agosto ASIAGO: ESSO, Via Verdi, 62 ENEGO: SHELL, Via Roma Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. ARIETE Ci sono responsabilità da non trascurare, vi sarà difficile confrontarvi serenamente con chi dovrebbe dividerle con voi. Vivrete una fase i cambiamenti, priva di incertezze. Nell’amore fidatevi del vostro intuito e accettate ciò che il destino vi offre: non sarà poca cosa. Valutate un incontro recente, alla luce di possibili sviluppi futuri. Nell’attesa di novità siate pronti ad adeguarvi ad ogni circostanza. TORO Lasciatevi convincere e spronare dalla voglia di cambiamento che adesso non potete più sopprimere e che, fortissima, dapprima vi procurerà una gioiosa eccitazione, poi inquietudine e … infine una enorme auto gratificazione, se deciderete di assecondarla. E’ un’epoca di grandi incertezze da affrontare serenamente, scegliendo fra le varie possibilità quella giusta. GEMELLI Fidatevi del vostro istinto, avete certo già capito che qualcosa sta cambiando in meglio. Si tratta però di individuare ciò che più vi conviene modificare. Di certo state pagando il prezzo di qualcosa che vi pesa e non rende, ed è finalmente giunto il momento di trovare un equilibrio tra costi e benefici. Negli affetti smettete di sacrificarvi. CANCRO Se vi sentite inadeguati ad assumere nuove responsabilità, escludete a priori una scelta impegnativa. Specie in amore, se siete incerti, agite con diplomazia e rinviate ogni decisione, prendendovi il tempo di esplorare meglio la qualità del rapporto. Anche in ambito lavorativo, prima di accettare una nuova proposta, vagliatela con cura. LEONE Per ottenere ciò che inseguite da tempo non avete che da muovervi in armonia con il cielo, dove avete molti pianeti favorevoli. www.giornalealtopiano.it 31 l’Altopiano Sabato 9 agosto 2008 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 349 - 6548872 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit Hanno collaborato: Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza, Cristiano Carli, Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Verona - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova VENDESI APPARTAMENTO IN ZONA MONTE COGOLIN A RUBBIO. 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BILANCIA Saturno e Marte nel vostro segno indicano che un cambiamento di rotta è possibile, a patto che siate più che sicuri di voler cambiare qualcosa, e agiate con determinazione, sia nella vita di relazione, che nei rapporti di lavoro. Se avete dei dubbi, però, è meglio non prendere iniziative, restate tranquilli in attesa di un segno. SCORPIONE Siete in gran forma e ne siete consapevoli. Approfittatene per tirar fuori il meglio di voi con coloro che sanno apprezzare le vostre qualità. L’amore vi sorride, e se saprete muovervi con disinvoltura e sicurezza, ma senza ostentazione, riuscirete a raggiungere i vostri obiettivi anche sul lavoro. Un ostacolo non grave sarà superato con facilità. SAGITTARIO Vi siete certo accorti che qualcosa sta cambiando, ma la sensazione vi lascia confusi. Avete ragione: Sole e Venere nel vostro segno, in aspetto positivo con Urano, sono un’ottima premessa. Prima di agire, però, prendete in esame ogni particolare perché rischiate di buttarvi alla cieca in un rapporto affascinante solo in apparenza. CAPRICORNO Se siete stati capaci di seguire correttamente i consigli di Saturno e Marte vi sentite certo più leggeri e in grado di muovervi liberamente. Assecondate dunque i vostri gusti e le vostre tendenze, sia affettivi che culturali. Amore, sesso, amicizie, nuovi rapporti di lavoro, sono tutti campi dove potrebbero annunciarsi novità, occorre però fare scelte ben precise. ACQUARIO Siete insoddisfatti e alla ricerca di un nuovo equilibrio: guardatevi pure intorno, ricordandovi di tenere nel giusto conto alcune preziose informazioni. L’occasione di cambiare è dietro l’angolo, ma oltre al coraggio, che non vi manca, serve anche energia e la capacità di interpretare correttamente i segni del destino. PESCI Il sostegno di Plutone e Giove vi fa sentire particolarmente a vostro agio, consentendovi di fare qualche eccezione alle regole. Se volete modificare la vostra situazione amorosa, ed aprirvi a nuovi inesplorati sentieri, è il momento giusto per osare, troverete ciò che finora vi è mancato. Anche nel lavoro potete aprirvi cautamente a nuove conoscenze. 8 Sabato 9 agosto 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 32
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