Sono nostri! - L`Altopiano

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Sono nostri! - L`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli 8 Comuni
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 330 - ANNO XIII - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
Comunità Montana
Non ci sono
soldi: è allarme
chiusura.
“I Comuni
difendano l’ente”
GALLIO
Pag. 4
SCUOLE
Mozione dei
Comuni
per salvare
i plessi di
montagna
“Unirsi per non
chiudere”
La proposta dei
genitori
per Roana e
Rotzo.
Pag. 3
Sono nostri!
Pag. 14
SABATO 2 OTTOBRE 2010
Albergatori
Il neo presidente
Alberto Vescovi
esorta ad agire
da veri
protagonisti
del rilancio
turistico
Pag. 5
LUSIANA
RIFIUTI
E’ qui la casa
fiorita più
bella d’Italia
Risultati, costi e
iniziative per
migliorare
la differenziata:
Etra illustra
la situazione
Inaugurato a
Busafonda
Il “Sacello
degli Alpini”
La seconda
edizione
dell’Oktober
Ghel Fest
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
Nel 2013
sull’Altopiano
i Mondiali Master
di Sci nordico.
Tutto il territorio
chiamato a
collaborare
Pag. 7
Pag. 11
CANOVE
Il saluto al
parroco:
“Grazie don
Giorgio”
Pag. 2
CICLISMO
Pag. 24
Grafica Altopiano
Pasqualon corona il sogno
e diventa professionista
Podismo
Pag. 22
Successo per la
prima Sleghe Lauf
Pag. 12
MASTER WORLD CUP 2013 - L’ORGANIZZAZIONE RINGRAZIA GLI SPONSOR
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
2
Nel 2013 i Mondiali Master ad Asiago
La decisione che tutto lo
sci nordico nazionale attendeva è dunque arrivata: nel
febbraio 2013 Asiago e
l’Altopiano ospiteranno i
Campionati Mondiali
MASTER di sci nordico.
La bellissima notizia è arrivata da Oberwiensenthal
(Germania) dove i delegati
della WMA, World Master
Association, riunitisi il 25
settembre, si sono pronunciati in favore del capoluogo altopianese.
In Germania, ad accogliere con grandissima gioia il
verdetto c’era una delegazione capitanata dal presidente del Comitato organizzatore “Asiago 2013” Alessandro Rigoni che ha subito alzato i calici al cielo.
Immediati anche gli applausi dalla “convention” della
Fisi proprio in quei frangenti riunita a Trento, informata “in diretta” del successo
altopianese.
“Ottenere questo importante risultato – commenta
Alessandro Rigoni – non è
stata propriamente una passeggiata. Abbiamo lavorato con grande impegno da
oltre un anno e abbiamo
battuto l’agguerrita concorrenza di St. Ulriche
Pillersee, località austriaca
dedita agli sport invernali,
da anni qualificata località
a livello europeo per gli
sports invernali e dotata di
adeguate infrastrutture per
lo sci nordico. Mi compiaccio con tutto lo staff, un
gruppo giovane ed entusiasta, animato da una grande
passione per lo sci nordico
e da spirito di volontariato,
spinto anche dal bel clima
di amicizia che via via si è
creato, persone che hanno
messo anima e corpo per
ottenere il massimo risultato. Ringrazio l’Amministrazione Comunale che ha
appoggiato fin da subito
questa candidatura, il Consorzio Turistico Asiago 7
Comuni che ci ha guidati nel
promuovere l’immagine di
Asiago e dell’Altopiano,
patria del fondo per eccellenza, in tutto il
mondo. Un
grazie sentito
va agli sponsor ufficiali
che ci sostengono a livello
economico e
che ci hanno
permesso di
sostenere e
ottenere la
candidatura:
Speck
di
Asiago, Scioline Rode,
Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Rigoni di
Asiago, Banche di Credito
Cooperativo della Provincia di Vicenza”.
Per questa manifestazione
massima collaborazione e
partecipazione per dare ai
nostri ospiti un’accoglienza
e un soggiorno indimenticabili”.
Anche l’assessore allo
sport di Asiago Franco Sella
esprime il proprio entusiasmo: “Sono veramente sod-
mondiale, viste le presenze
annuali (quest’anno i
Masters World Cup si terranno dal 3 all’11 marzo a
Sovereign Lake ,Vernon Canada) saranno circa 1200
gli atleti delle diverse cate-
Prosegue l’iter per lo stadio del fondo
La macchina organizzativa
si è già messa in moto. Allo
scopo è stato anche redatto
un progetto per uno stadio
permanente del fondo alla
Golf Arena di Asiago, in località Meltar: una struttura
sempre pronta all’uso che
completerebbe un’area già
da tempo designata ad ospitare eventi nazionali ed internazionali. Il consiglio comunale di martedì 28 set-
tembre ha approvato l’apposita variante al PRG. Il progetto, commissionato dal Golf
Club Asiago, prevede la realizzazione di un edificio di
servizio che i progettisti
Domenico Benetti, Massimo
Grigolo e Luca Guoli, dello
studio TX Architetti Associati
di Vicenza, hanno concepito
semi interrato, di impatto visivo e ambientale bassissimo
ma funzionale per ogni eve-
nienza. L’edificio, che occuperebbe circa 1000 metri quadrati, troverebbe al suo interno sia servizi per gli sciatori quali
la sala d’attesa, la scuola di sci, gli
spogliatoi ed il noleggio, nonché
servizi legati alle esigenze di gare
e competizioni come una sala per
la giuria, una per i cronometristi,
sala stampa, sala riunioni, sala
volontari, e spazi di servizio quali:
ripostiglio, magazzino, rimessa ed
infermeria
gorie over 30 provenienti
da oltre 25 nazioni. Da
notare che parte di questi
atleti sono ex nazionali e
campioni che hanno fatto
la storia dello sci di fondo.
“Come già abbiamo avuto
modo di sottolineare più
volte – continua il presidente – questa manifestazione sarà importantissima
non solo sotto il profilo
sportivo, ma anche turistico. Un’occasione da non
perdere per promuovere la
nostra meravigliosa terra e
che porterà un indotto economico importante per gli
operatori turistici locali.
Contiamo molto per questo
sulla collaborazione di albergatori e commercianti,
ci aspettiamo da tutti la
disfatto di quest’assegnazione, un’assegnazione veramente guadagnata, perché per 15 mesi il comitato
organizzatore ha operato
con il massimo impegno,
non lasciando nulla al caso,
la stesura del programma,
le brochure tradotte nelle
varie lingue straniere, i rapporti con vari operatori economici locali, tutto è stato
pianificato con la massima
precisione. Direi che a
Falun in Svezia abbiamo giocato veramente bene le
carte, perché il fatto di recarci con una rappresentanza all’interno dello Stand
per una settimana, ci ha
consentito di parlare del
nostro territorio, di far apprezzare i nostri prodotti
agli atleti, ma soprattutto ai
vari rappresentanti delle
varie Nazioni che hanno
deciso di assegnarci questo
mondiale. Ci sarà ancora
molto da lavorare, ma sicuramente sarà un mondiale
importante anche sotto
l’aspetto turistico”.
Stefania Longhini
L’Aeroporto ha un nuovo socio
La Federazione Italiana Volo a Vela
ha acquistato quote per 10 mila euro
Ancora una buona notizia per l’aeroporto di Asiago. Durante
l’assemblea generale della Federazione Italiana di Volo a Vela,
tenutasi nei giorni scorsi a Thiene, il consiglio direttivo ha
confermato l’acquisto per 10 mila euro (pari a circa il 4%)
delle quote della società di gestione aeroportuale entrando
quindi nella società dell’aeroporto e quindi anche nel futuro
della struttura con il centro tecnico federale.
“E’ sicuramente una soddisfazione vedere che la FIVV crede nel progetto futuro dell’aeroporto – commenta il presidente della società Bernardo Finco – Un “crederci” non campato in aria ma sostenuto da fatti concreti. E’ notizia di questi
giorni che abbiamo espletato il procedimento per il
completamento della palazzina aeroportuale così come stiamo valutando alcune soluzioni per realizzare un hangar. Sulle
altre richieste della FIVV ci lavoreremmo, un passo alla volta e questo aeroporto ritornerà a splendere come ricordato
recentemente”. Tra le richieste della FIVV, oltre al
completamento della palazzina e la realizzazione di un hangar per gli aerei della federazione, c’è quello di installare un
erogatore di carburante, la stabilità economica e finanziaria
dell’infrastruttura ed infine l’impegno di tutti i soci di investire per la promozione turistica dell’aeroporto.
G.R.
8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
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ISTRUZIONE
“Una scuola a misura di montagna”
ATTUALITA’
Amministrazioni comunali unite per promuovere una mozione a difesa dei plessi scolastici
I numeri e lo spauracchio del dimensionamento
Lo spauracchio del
“dimensionamento
scolastico” che impone la chiusura di quegli istituti comprensivi
con meno di 500 alunni
in Altopiano è sempre
dietro l’angolo. Soprattutto nelle piccole realtà di Enego, Foza e
Roana si sta già temendo per l’anno scolastico che inizierà nel 2011. La
questione sta tutta nelle
deroghe. In Veneto ne vengono concesse 136 per le istituzioni che hanno meno di 500
studenti, di cui 87 per i cicli dell’obbligo e 49 per le superiori.
A 13 istituzioni, invece, al di sotto dei 300 iscritti (5 dell’obbligo
e 8 superiori) è consentita ugualmente l’apertura. Stando ai dati
raccolti dalla Comunità montana, sull’Altopiano funzionano
in deroga la scuola media Reggenza Sette Comuni che tra le
sedi di Asiago, Gallio ,
Mezzaselva e Cesuna accoglie 423 alunni, le scuole medie ed elementari di Conco e
Lusiana con 418 studenti in
totale, e l’istituto comprensivo
di Enego-Foza. Qui la situazione è più complicata: si contano solamente 193 alunni (molti meno dei 300 di minima), di
cui a Foza 27 alla materna sta-
tale, 25 alle elementari e 14 alle
medie; ad Enego 79
alle elementari e 48
alle medie. E se la
direzione didattica di
Asiago complessivamente può star
tranquilla, avendo
600 iscritti tra elementari e materne,
è meno scontato il
futuro di Roana (della stessa
direzione) che ha solamente
22 bambini alle elementari. Un
comitato di genitori di Roana,
Mezzaselva e Rotzo sta cercando soluzioni condivise in
modo da creare una scuola
elementare unica tra le due
frazioni di Roana e il Comune di Rotzo. La distanza permetterebbe di pensare ad un
processo di unificazione dei
plessi.
Con “Maestra montagna”
le scuole lavorano insieme
Creato un quaderno operativo a disposizione di tutti gli insegnanti che racchiude tutti i lavori già sperimentati nel progetto ispirato a Patrizio Rigoni e
Mario Rigoni Stern per dare agli alunni conoscenza e coscienza del territorio
Un collegio docenti speciale. E’ quello che si è
tenuto a metà settembre
nell’aula magna della
scuola “Monte Ortigara”
di Asiago che ha visto per
la prima volta riuniti insieme tutti gli insegnanti dei
tre ordini: scuola primaria,
medie e superiori. “Un
momento significativo –
ha introdotto il dirigente
scolastico Francesco
Tognon – nell’ottica di
pensare insieme un
curricolo che permetta ai ragazzi di conoscere la ricchezza del nostro territorio, inteso nei suoi aspetti storici, geografici, culturali e
naturalistici.”
E’ l’evoluzione del progetto “Maestra Montagna”
che ha preso il via due anni
fa e che già era sfociato in
una bellissima iniziativa: la
mostra di tutti i lavori realizzati nelle varie scuole
dell’Altopiano ispirati agli
i n s e g n a m e n t i
dell’indimenticato maestro
Patrizio Rigoni e dello scrittore Mario Rigoni Stern (la
mostra era stata allestita lo
scorso anno presso la palestra della Ragioneria).
Una grande finestra aperta sul nostro territorio per
conoscerne e apprezzarne
le risorse naturalistico-ambientali, storiche e culturali. Una ricchezza immensa
che deve diventare bagaglio
di
ogni
studente
altopianese, chiave con la
quale leggere il mondo.
“Perché – ha sottolineato
poi il maestro Alberto Stella, illustrando quello che di
fatto è stato un bel lavoro
collettivo – avere radici e
senso di appartenenza, permette poi di spiccare il
volo”. Meglio parlare forse
di metaconoscenza, perché,
al di là della teoria, ciò che
si vuole infondere e che
spontaneamente ne scaturisce è amore per la propria
terra. Per poter lavorare all’interno delle proprie classi, gli insegnanti hanno già
a disposizione una sessantina di lavori che spaziano
tra le varie materie, tradotti in un quaderno operativo
(ad anelli, per poterlo via via
arricchire) in cui la commissione 3-16 anni ha raccolto
e organizzato i vari percorsi già attuati proprio in occasione della prima fase del
progetto “Maestra Montagna”. E il quaderno si chiama infatti: “Maestra Montagna, una terra da leggere. Proposte per un
curricolo dai 3 ai 16 anni”.
Oltre al quaderno, altro strumento prezioso è il sito web
www.ddasiago.it nel quale
sono disponibili i tutti i lavori ai quali i docenti avranno accesso con un codice
personale. Ora la commissione intende creare una
premessa teorica al quaderno, archiviare altri lavori e
crearne, con l’aiuto di tutti
gli insegnanti, di nuovi allestendo anche un data base.
L’obiettivo, che per tutti
deve diventare impegno, è
far crescere l’esperienza e
farla circolare.
Stefania Longhini
Difendere la scuola di montagna per difendere la montagna. E’ quanto stanno cercando di fare i Comuni
altopianesi deliberando congiuntamente, su iniziativa della Comunità Montana, un ordine del giorno relativo ad una
scuola a misura di montagna.
Un intervento che intende
sottolineare l’importanza, nonostante la grave situazione
economica che interessa tutto
il Paese, di finanziare in maniera adeguata la scuola per
non incidere sulla qualità e
quantità
dell’offerta
formativa.
“A fronte delle novità
normative introdotte con la
riforma Gelmini, l’UNCEM e
i presidenti delle Comunità
Montane del Veneto hanno
promosso un ordine del giorno volto ad evidenziare le
problematiche determinate
dall’applicazione della riforma scolastica nei dei piccoli
Comuni di montagna e a promuovere soluzioni atte a garantire la permanenza in ciascun territorio del servizio
scolastico – spiega la Comunità Montana – Questo soprattutto per le elementari
che devono restare diffuse
sul territorio quale fattore essenziale per la salvaguardia
dell’equilibrio demografico e
per la permanenza delle popolazioni nei territori di montagna”. “La scuola deve essere considerata un investimento – spiega l’assessore
asiaghese alla Pubblica Istruzione, Roberto Rigoni a nome
di tutti i suoi colleghi
altopianesi – I numeri e le
formule previsti per i tagli e
la razionalizzazione non possono essere applicati indistintamente su tutto il territorio
nazionale ma debba tenere
conto delle diversità
morfologiche, climatiche e
sociali do territorio
svantaggiati come quelli di
montagna”. Il servizio scolastico, come più volte è stato ribadito, è il primo presidio
del territorio, il primo tassello
su cui lavorare per combattere lo spopolamento di zone
periferiche. In particolare
preoccupano i tagli al personale scolastico, con calo della qualità formativa, e che
l’aumento del numero minimo di alunni per classe possa portare alla chiusura di
scuole o la creazione di
pluriclassi.
“Bisogna che i legislatori riconoscano in maniera definitiva le peculiarità e le
obbiettive difficoltà delle zone
di montagna – conclude Rigoni
– Urge la creazione di un regime di salvaguardia per le
zone montane, zone sempre più
penalizzate. La scuola e l’educazione sono dei diritti non possono essere trattati come dei
privilegi”. Gerardo Rigoni
“Salviamo le scuole al di là del ponte”
La proposta dei genitori per salvaguardare il patrimonio scolastico
di Roana, Mezzaselva e Rotzo e garantire adeguata offerta formativa
La costituzione di un’unica
scuola primaria “Al di là del
Ponte”, con accorpamento
delle classi di alunni degli attuali plessi di Roana e Rotzo.
In pratica una scuola su due
sedi con le classi 1° e 2° frequentanti a Roana e le classi
3°, 4° e 5° presso l’edificio
scolastico di Rotzo. E’ questa la proposta di soluzione
formulata dai rappresentanti
dei genitori di Mezzaselva
Roana e Rotzo alle autorità
competenti per mantenere
vivo quello che, dicono i genitori stessi “non è solo un
servizio tra i tanti ma un
punto di aggregazione imprescindibile per la tenuta
e la qualità del tessuto sociale della comunità locale”. Per formulare questo
progetto comune e condiviso, l’Associazione Genitori
Rotzo, il Comitato Genitori di
Roana e il Gruppo Rappresentanza
Genitori
Mezzaselva hanno lavorato
insieme per mesi con il preciso obiettivo di non solo salvaguardare il patrimonio scolastico, e con esso la vitalità,
dei relativi paesi, ma offrire
al contempo maggiori e migliori opportunità ai bambini,
per imparare e crescere nel
loro ambiente sociale di rife-
rimento. “In pieno accordo
con quanto delineato dalla Regione Veneto, nelle
proprie linee guida al
dimensionamento degli istituti scolastici – sottolineano i genitori - si ritiene che
chi è chiamato a decidere
sul futuro delle scuole di
Mezzaselva, Roana e Rotzo
e a garantirne la qualità
dell’offerta formativa, debba necessariamente considerare e “pesare”, al di là
e oltre il criterio dell’efficienza, una serie di variabili peculiari al territorio
montano di riferimento
quali:
demografia,
orografia, flussi lavorativi
e viabilità, clima, ruolo e
impatto della scuola nella
comunità locale”.
Per discutere insieme questa
proposta, il dirigente scolastico Francesco Tognon ha già
fissato per mercoledì 6 ottobre una riunione tra genitori,
dirigenza e amministratori
comunali.
“Auspichiamo – concludono
i genitori – che tutti si rendano disponibili a collaborare per la realizzazione e
il mantenimento di tale progetto.
Da parte nostra ci impegniamo ad attuare azioni
di
informazione
e
sensibilizzazione nei confronti degli utenti del servizio, per il buon funzionamento del nuovo assetto
scolastico proposto e a
mantenere e sostenere tutte le scuole di ogni ordine
e grado di Roana e Rotzo,
Scuola Infanzia Rotzo,
Scuola Primaria RoanaRotzo,Scuola Secondaria
Mezzaselva”.
Stefania Longhini
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
4
Comunità Montana: è allarme chiusura
ATTUALITA’
Pericolo chiusura per la Comunità Montana. L’avvertimento non è una boutade ma
una triste realtà emersa in tutta la sua drammaticità nell’ultima seduta del consiglio in cui
è stata approvata, come previsto dalla legge, la delibera riguardante la salvaguardia degli equilibri di bilancio. E la
conclusione della relazione dell’assessore al Bilancio Andrea
Benetti non lascia spazio alle
interpretazioni: o i Comuni e
soprattutto la Regione intervengono finanziariamente, oppure la Spettabile Reggenza
chiuderà. “E’ in ballo la so-
L’invito alle amministrazioni, alle associazioni e ai gruppi del territorio a far sentire la voce in
Regione per difendere un ente che svolge un ruolo importante a sostegno di tutti i Comuni altopianesi
pravvivenza stessa del nostro
ente – esordisce Benetti - La
gestione del bilancio di previsione per il 2010 si sta rivelando sempre più difficoltosa e
complicata. Ma ciò che preoccupa di più è senza dubbio
la situazione che si va delineando per il 2011. Infatti, se il
bilancio 2010 si chiuderà con
l’applicazione in toto dell’avanzo di amministrazione, il
bilancio previsionale per il 2011
sarà di difficile stesura: questo perché, al taglio dei trasferimenti statali, si aggiunge la
situazione di stallo nei confronti
delle comunità montane che
regna in regione. In questo
momento l’assoluta incertezza dei trasferimenti per i prossimi anni comporta l’impossibilità ad approvare il bilancio
2011 e la conseguente difficoltà di assicurare il funzionamento dell’ente con il pagamento delle spese consolidate
come le rate di mutui e il pagamento degli stipendi del personale in servizio”.
In pratica in cassa c’è nulla,
all’orizzonte non si prospettano grossi interventi economici. E mentre a Venezia litigano e si trastullano su leggi e
leggine, la Comunità Monta-
Associarsi: la parola d’ordine
per i piccoli Comuni veneti
“ L’ a s s o c i a z i o n i s m o
intercomunale, nelle diverse
forme giuridiche dal Consorzio o Unione di Comuni alle
Comunità Montane, è una soluzione istituzionale che va incoraggiata e sostenuta, come
risposta concreta ai noti problemi organizzativi ed economici”.
Parola di Roberto Ciambetti
assessore regionale agli enti
locali. Un associazionismo ritenuto necessario, soprattutto
per quei 313 Comuni veneti
con meno di 5 mila abitanti, per
garantire i servizi essenziali ai
cittadini a fronte di risorse finanziarie in diminuzione, a costi di gestione crescenti, a organici insufficienti e alla debolezza contrattuale dei governi
locali di piccole dimensioni.
Un associazionismo che la
Regione vuole favorire costituendo un fondo incentivante
di oltre sette milioni di euro che
darà vita ad azioni finalizzate
alla costruzione di un sistema
regionale delle Autonomie locali,
“realizzando
compiutamente un federalismo
amministrativo funzionale, basato sulla chiara individuazione
di ruoli, competenze, responsabilità e valori condivisi” ha
spiegato Ciambetti.
“Se da una parte gli enti locali
devono maturare la consapevolezza del valore aggiunto
della collaborazione dall’altra
la Regione deve incoraggiare
l’avvicinamento tra loro – ha
proseguito - La cooperazione
consente anche una maggiore
capacità di programmazione e
garantisce
efficienza
nell’erogazione di servizi,
come è dimostrato dalla rete
associativa del Veneto”.
Una rete costituita anche dalle Comunità montane che raggruppano 154 Comuni tra cui
gli 8 Comuni altopianesi della
Spettabile Reggenza; Spettabile Reggenza che auspica
l’arrivo in fretta dei fondi prima che sia troppo tardi.
na, tempo qualche mese, rischia di chiudere lasciando a
casa i dipendenti e quei 30
operai specializzati che da
qualche anno nei mesi estivi
provvedono alla manutenzione e al ripristino delle malghe
e delle strade silvo pastorali (su
delega dei Comuni) e alla cura
e custodia di molti siti
dell’Ecomuseo della Grande
guerra. Una forza lavoro “in
house” che ha permesso la realizzazione di molte opere altrimenti irrealizzabili o comunque impossibili sotto il profilo
dei costi.
“A fronte di una situazione
così disperata, sarebbe opportuno che tutte le amministrazioni comunali con i sindaci
dell’altopiano, le associazioni,
i gruppi e le istituzioni che da
sempre gravitano attorno al
nostro ente unissero la loro
voce a quella della Comunità Montana per
cercare di smuovere la
situazione politica regionale, prima che sia troppo tardi – esorta Benetti
- Al di la delle critiche
che spesso le cadono
addosso, la “Reggenza”
svolge un ruolo importante per il nostro
Altopiano in aiuto e a
sostegno di ogni singolo
comune. La chiusura
dell’ente sarebbe una
sconfitta per tutti e comporterebbe una ricaduta negativa per il nostro territorio: pensiamo soltanto alla
trentina di famiglie degli operai specializzati che rimarrebbero senza lavoro qualora non
vi fosse un intervento urgente
della Regione Veneto”. “In
questo momento – conclude
mestamente Benetti - Più che
amministratori ci sentiamo tristemente di essere i liquidatori di un’istituzione che ha negli
anni saputo diventare parte
integrante del tessuto sociale
ed economico dell’altopiano di
Asiago”. Gerardo Rigoni
Stranezze dei posti per parcheggio
Le foto che pubblichiamo sono state scattate in Piazzetta degli Alpini ad Asiago. Il
cartello annuncia che qui, negli orari indicati e solo nei giorni festivi, per parcheggiare l’auto il
costo orario è di
1,50 euro. Peccato però che sull’asfalto non sia
delimitato dal colore blu nemmeno
un posto in cui
parcheggiare: ci
sono solo quelli
contraddistinti dal
colore giallo e riservati ai disabili
e alle operazioni
di carico e scarico merci!
Lo stato dei sentieri…ovvero sentieri in pessimo stato
Credevo di aver perso “el
soramanego” nella guida
in montagna, dopo tanti
anni, e sì che ho una 4x4,
vecchiotta, ma efficiente.
Non ho più occhio nel
calcolare il tracciato, fatico a prendere le misure
al passaggio di un’altro
mezzo: che sia l’età, mi
son detta? Solo ora, a
fine stagione estiva, dopo
aver percorso centinaia
di Km di strada bianca e
solo dopo aver raccolto
impressioni altrui (cacciatori, malghesi, turisti),
mi sono data la risposta.
No, non è l’età, nè il mezzo di trasporto ormai
datato...sono i sentieri!
Ma cos’hanno di diverso
da prima? Questa mia è
solo un’ipotesi, sia chiaro. Fino all’altroieri, il
piano viabile era a meno
di 90° rispetto alla
scarpata alla tua destra, inclinato verso
essa e con uno scolo
per l’acqua piovana
nell’angolo
di
intersezione, con tanto di canalette, annessi e connessi. Tutti
lavori effettuati da
secoli e in particolare, quelli sulle strade
militari, esattamente
un secolo fa in preparazione dell’evento
bellico, da ingegneri
e genieri italiani e austriaci e che hanno tenuto finora...Ora la mia percezione, rispetto alla
scarpata, è di oltre 90°:
il piano mi sembra in pendenza, quindi non c’è un
convogliamento dell’acqua ma un reflusso, con
un
conseguente
“slavamento”
del ghiaino
del fondo
stradale
verso
il
basso. Chi percorre abitualmente i sentieri ne ha
continuamente prova, ma
a scanso di equivoci, ne
ho documentato alcuni.
Non vado a vedere chi ha
fatto cosa o se sia stata
effettuata adeguata azio-
ne di controllo, su lavori commissionati,
perchè in perfetta buona fede non credo ci
sia intenzionalità, forse anche in questo
caso, buona fede e semmai
un’eventuale
sottovalutazione di
eventi atmosferici (forse di maggior intensità
che in passato, come le ultime nevicate
che
hanno
provocato gli
schianti che
han
messo
k.o. ettari di
bosco e danneggiato in
più punti la
viabilità) o meccanici, di
manutenzione e di tenuta di lavori svolti. (Tranne che per la strada in di-
rezione Zebio: lì, la scelta a suo tempo è stata
scientifica, con canalette
da free-ride, successivo
semi-riempimento
e
aggiustamenti: da un bel
po’ non la percorro in
bici per non lasciarci il
grugno, solo in macchina, rischiando in compenso ogni volta, la coppa dell’olio...) La domanda, come cittadino è: si
può riavvolgere il nastro
e far tornare tutto allo
status quo? Quanto costerebbe alle scarse risorse a disposizioni di enti e
amministrazioni, sempre
più poveri dopo le ultime
finanziarie? Enti, amministrazioni, cittadini: siamo tutti nella stessa barca.
Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
5
Insediato il nuovo consiglio direttivo degli albergatori altopianesi
ATTUALITA’
“Pensare e agire da protagonisti”
Alberto Vescovi neopresidente dell’associazione che unisce 70 esercizi alberghieri
Rinnovate le cariche dell’associazione albergatori dell’Altopiano. E con il rinnovo del
consiglio direttivo si punta al rilancio con le
aziende che intendono diventare protagoniste dirette delle decisioni turistiche del territorio aprendosi ad una collaborazione
fattiva con le amministrazioni comunali e con
gli enti preposti alla promozione turistica e
all’organizzazione di eventi. Tant’è che il
neo presidente Alberto Vescovi parte con
una sorta di mea culpa: “Con la crisi del settore e le difficoltà di competizione
dell’Altopiano sul mercato turistico molti di
noi si sono arroccati, pensando alle proprie
aziende e non ad un sistema d’insieme. Un
atteggiamento negativo, ma da capire considerato il momento, che però ci ha posti ai margini del sistema turistico altopianese”. Un rilancio dell’associazione che
riunisce i 70 esercizi alberghieri del territorio che si pone due obiettivi principali. Ritrovare anzitutto un forte spirito di
categoria, di coesione tra gli albergatori.
“Che è requisito indispensabile per un
corretto funzionamento dell’associazione – spiega Vescovi – Dobbiamo ritornare ad avere una maggior partecipazione degli associati con un dialogo continuo sulle problematiche della categoria e del turismo altopianese”.
In più il consiglio direttivo ha identificato
un obiettivo esterno, ovvero quello di contribuire, assieme alle altre categorie economiche e alle amministrazioni pubbliche, al rilancio turistico del territorio.
“L’organizzazione e la promozione di un sistema turistico
devono necessariamente basarsi sulla collaborazione tra il
Premiate in Comunità Montana
le tesi riguardanti l’Altopiano
La premiazione ha avuto luogo il giorno 18 settembre, in
un clima partecipe e sentito.
L’evento, voluto dai coniugi
Cristiani, per ricordare la
scomparsa del figlio Franco e
giunto alla sua 15^ edizione, è
stato arricchito di altri 3 premi, elargiti a giovani laureatisi
fra maggio 2009 e luglio 2010:
“Sette Comuni”, “Rosi Gobbo e Rino Bortoli – partigiani” e “Spettabile Reggenza
Sette Comuni”. Della commissione esaminatrice erano
presenti il presidente della
Comunità Montana Lucio
Spagnolo, Paolo Lorenzi, Sergio Bonato, Mario Polato e
Daniele Zovi, Comandante del
Corpo Forestale provinciale.
Il premio “Franco Cristiani”
dell’importo di 1.050 euro (rivolto a cittadini altopianesi o
nel caso di non idoneità dei
lavori presentati anche a non
residenti, mentre gli altri anche a studenti non residenti,
ma su temi legati
all’Altopiano), disposto come
consuetudine da Giannira e
Giulio Cristiani, è stato assegnato alla tesi: “Strategie di
recupero della mugheta nella
zona
settentrionale
dell’Altopiano dei Sette Comuni” di Matteo Tondello di
Rotzo, neo-Dottore in Scienze Forestali, Il premio è stato
consegnato nelle mani dei suoi
genitori: lui non poteva allontanarsi da Belluno, dove sta svolgendo il servizio di mini-naia!
A commentare il bel lavoro
(cui abbiamo di recente dedicato un articolo), Daniele Zovi:
“La tesi è frutto di un approfondito lavoro di ricerca sia
teorica che sul campo e ha
il merito di aver toccato con
mano una questione tutta
altopianese: il proliferare
del pino mugo fino
all’invasività,
in
controtendenza alle altre
zone alpine. Solo pochi anni
dopo il taglio in un’area circoscritta e monitorata, abbiamo verificato la nascita
di 26 nuove piante. Oltre
alla precisa cronaca dei lavori di taglio eseguiti in aree
ben definite, corredato di costi, tecniche e mezzi, è stato
sottolineato un aspetto particolare: l’indicazione per
l’utilizzo della pianta, che ha
dato allo studio una
connotazione a carattere
economico, nella prospettiva di nuove filiere produttive”. Alla seconda tesi è stato
assegnato il premio disposto
dalla Comunità Montana, per
un importo di 775 euro, titolato
“Sette Comuni” ed elargito alla
neo-Architetto Giorgia
Ottaviani, per la tesi: “Frammenti della tradizione
costruttiva premoderna
sull’Altopiano - Ricerche e
progetti per una continuità nel
paesaggio”, così commentata
da Paolo Lorenzi: “La tesi ha
il merito di aver percorso
con una lettura chiara e una
notevole capacità di sintesi
la storia locale, attraverso
la sua architettura originaria, pressochè scomparsa a
causa della Prima Guerra
Mondiale, ma ricostruita attraverso un approfondito
lavoro di consultazione di
testi (come quello del
Baragiola di inizio secolo
scorso), mappe e documenti
originali. Prese in esame le
tipologie di architettura rurale aventi interesse storico
ed etno-antrpologico, quale testimonianza dell’economia rurale tradizionale”. Il
premio: “Rosi Gobbo, Rino
Bortoli – partigiani” (genitori
di Giancarlo Bortoli – ndr.)
dell’importo di euro 500, disposti dallo stesso Bortoli, è stato
assegnato al nostro storico
asiaghese, Manuel Cunico, per
la tesi: “Venti mesi ad Asiago:
tedeschi, fascisti e partigiani - 1943/1945”, che ha così
coronato il percorso
f o r m a t i v o
accademico...perchè uno
come lui, non smetterà mai
di studiare! Il Prof. Sergio
Bonato, ha sottolineato
come questo studio, abbia
il pregio di non essere un lavoro
meramente
compilativo, ma dimostrativo, nel ripercorrere tutta la letteratura sia generale che locale, di grande capacità di analisi e di sintesi. Particolare attenzione è stata data agli
aspetti militari, anche con ricerche documentali presso le
sedi di Berlino e Friburgo, dell’Archivio storico militare tedesco. A chiudere l’incontro,
è stato assegnato il premio
speciale di 500 euro, istituito
dalla Comunità Montana:
“Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”, a Giovanni Frigo
di Canove, (laureato in Filosofia) con la tesi sulla Rogazione:
“La processione campestre in
una prospettiva storico-religiosa occidentale. Il Giro del mondo ad Asiago”. Commento del
Prof. Polato, alla presenza di
un nutrito gruppo di suoi ex-studenti, ora in terza Liceo: “La
bella tesi di Giovanni, che sta
continuando il suo percorso
formativo, si struttura in 3
parti: nella prima viene ricostruita la genesi storica del
rito di processione campestre,
nel contesto occidentale; nella seconda: le stesse vengono collegate ai “riti di passaggio”; nella terza, viene rivissuta la Grande Rogazione, in
particolare quella del 2008,
cui l’autore ha partecipato di
persona. Il linguaggio rigoroso e scientifico delle prime
due, concede qualcosa alla
narrazione e all’emozione
nella terza”.
Beppa Rigoni Scit
privato ed il pubblico – considera Vescovi – Sono fiducioso
nel fatto che si potranno ottenere ottimi risultati se entrambe
queste entità rafforzeranno i loro sforzi e se soprattutto riusciranno ad agire in sintonia tra di loro”. Il nuovo consiglio
direttivo è formato da Alberto Vescovi, dalla vice presidente
Miriam Spiller di Cesuna e Gianni Munari di Foza, e dal consigliere Stefano Fracaro, Paolo Rigoni, Corrado Finco e Giuseppina Pertile.
Gerardo Rigoni
Promozione turistica
nei paesi dell’Est
I Paesi dell’Est, e in primo luogo la Polonia, rappresentano
un mercato sempre più rilevante per le nostre destinazioni
turistiche: alla luce di questo dato, il Consorzio Turistico
Asiago 7 Comuni ha aderito al progetto denominato “Dolomiti e Montagna Veneta 2010-2011. Iniziative per promozione Paesi Europa dell’Est”.
Il Progetto, finanziato dalla Regione Veneto, vede il Consorzio Dolomiti coordinatore degli altri Consorzi della Montagna Veneta nella realizzazione di alcune fondamentali
iniziative in vista della stagione invernale ormai alle porte.
Di grande rilevanza è stato il RoadShow Polonia 2010:
una serie di workshop con operatori turistici e rappresentanti di sci club, cral e successiva degustazione di prodotti
locali. Le tappe sono state: 15 settembre Danzica, 16 settembre Stettino, 17 settembre Breslavia e 20 settembre
Cracovia. Altro appuntamento a cui parteciperemo in prima persona sarà la Fiera “Tour Salon” di Poznan, dal 20
al 23 ottobre. All’interno dello stand dedicato alla Montagna Veneta sarà prevista una piccola area ristorante adatta agli incontri commerciali ed alla degustazione delle nostre specialità eno-gastronomiche. Non mancheranno poi
animazione e musica. Per l’occasione sarà realizzato il
catalogo in lingua polacca “Dolomiti i Gory Veneto” (Dolomiti e Montagna Veneta) con le offerte commerciali dei
sei consorzi della montagna veneta, che sarà distribuito
anche in tutte le fiere del settore turistico in Polonia e nei
Paesi dell’Est fino alla primavera del 2011.
Per il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni
Giulia Scaggiari
8
Sabato 2 ottobre 2010
Sapor d'acqua natìa
DicoNonDico.
La noia di settembre
La quiete dopo la tempesta. Oppure la tempesta dopo
la quiete. Certo rimane che da questo settembre per
l’ennesima volta occorre rimettere in moto i passi per
far avanzare di un altro anno la storia dell’uomo e dell’umanità. Perchè vivere è
avanzare senza soste, lungo quella strada che si mostra troppo lunga solo per
chi non va fino in fondo ai
propri sogni. Le montagne
sono state abbandonate dai
greggi e dagli armenti, emigrati per cercare pascoli
migliori d’autunno. Se ne
sono andati pure i turisti quelli boriosi dalle grosse
cilindrate e quelli umili delle “solite vacanze in
Altopiano” -: torneranno
quando il tempo sarà loro
clemente o, più onestamente, quando scenderà la prima neve. Sono rimasti quelli
di sempre: con lo zaino sulle spalle, con il forcone del
contadino tra le mani, con frutte e spezie da barattare
in cambio della sussistenza familiare. Eppure lassù,
aggomitolati attorno ad una montagna fedele e traditrice, ci sarà la possibilità di osservare con più calma e
meno frenesia il mondo intero che si trova costretto a
ripartire. Quel mondo di cui la nostra terra è un piccolo
lembo, un microcosmo dentro il quale chi vuole può leggerci la vita dell’intero mondo. D’altronde una volta
che s’è imparato l’alfabeto della lingua italiana si diventa capaci non solo di leggere le parole scarabocchiate da noi ma anche i grandi capolavori che hanno
fatto la storia della letteratura. L’importante, direbbe la
vecchia maestra, è di imparare le fondamenta. Per capire cosa ci sia scritto nella vita politica. Dopo un’estate di vergognosa e vigliacca presa in giro delle necessità della gente, ora si chiede la fiducia al Governo. Ma
chissenefrega se dei problemi della gente nessuno più
s’interessa: la casa di Montecarlo, gli affitti truccati, la
compravendita di parlamentari e senatori (corpo incluso), la querelle di un’opposizione e di una maggioranza
che sembrano fratelli gemelli, le promesse e le sparate
di chi, colorato di verde, non conosce
l’istituzionalizzazione di un ruolo da ministro. Come credere ancora nella delicata arte di nobilitare il bene comune e di leggere quelli che sono i bisogni che albergano dentro il cuore ferito dell’uomo? “Gli orfani e le vedove” - si raccomandavano di proteggere i vecchi profeti biblici. Oggi le vedove se le prendono prima che
divengano tali e i figli li mandano a spasso per il mondo:
a cercare gloria laddove il genio è più apprezzato. Per
capire cosa ci stia scritto dentro la Chiesa. Dopo un
anno di atroci attacchi (molti dei quali conseguenza di
una “teologia dello struzzo” predicata ad oltranza), ora
s’aspetta la conversione della Chiesa. Non basta un
Papa coraggioso e con la schiena diritta: Lui detta il
ritmo, ma devono essere i suoi pastori a decantare le
traiettorie per il resto del gregge. Un Papa parla, ma
una Chiesa intera ha il potere di indebolirne le parole
fino a ri-tradurle. Quello passato è stato un anno buio
(e probabilmente il prossimo lo sarà il doppio), ma ci ha
lasciato la lezione più bella: quella che attesta come il
cristianesimo non sia un gioco. E oggi non si può diventare cristiani senza saperne la grammatica e la destinazione ultima. Vesti talari, zucchetti in testa, pastorali
alla mano e titoli onorifici tanto cercati hanno mostrato
il lato debole di loro stessi quando non sono abitati dalla
vera bellezza del cristianesimo: quella che testimonia la
verità di se stessi prima della verità additata agli altri. “La
Chiesa non morirà” - ripetono i benpensanti. Lo sappiamo
tutti quest’assioma: ma si può far soffrire la Chiesa oltre
la sopportazione. Questo ricorda la storia d’oggi. A settembre si rimettono in cammino in tanti: uomini e bestie,
politica e chiesa, sogni e ferite.
Le bestie fiutano i pascoli e s’incamminano leste. Solo gli uomini
sembrano non conoscere traiettorie; e si giustificano dicendo che
l’importante è camminare. Mai
stupidità fu pagata a più caro prezzo.
Don Marco Pozza
l’Altopiano
6
“Elisir del Taal”, un’idea
alla conquista di Roma
Propone ai giovani cocktail analcolici tisane e digestivi alcool free
Elisir è un preparato medicamentoso o, nella mitologia,
un composto che dona eterna giovinezza. Forse l’elisir
dei ragazzi delle scuole superiori di Asiago non dona
l’eterna giovinezza ma di sicuro rende la giovinezza degna di essere vissuta, senza
sballi e senza trasgressioni
pericolose. Perché il progetto “Elisir del Taal”, l’azienda ideata dalla 3C dell’IIS di
Asiago, mira a modificare attivamente lo stile di vita che
si
è
creato
nel
territorio, proponendo ai giovani cocktail analcolici tisane e digestivi alcool free.
L’idea è piaciuta così tanto
che ha vinto la fase provinciale del Concorso nazionale
“Sviluppa la tua idea imprenditoriale”, promosso dal
Consorzio PattiChiari e, per
il vicentino, dalla Casa di Risparmio del Veneto. Una vittoria che ha “staccato il biglietto” per Roma agli studenti ed al loro insegnante
Alessio Barolo per partecipare il 1 ottobre alla giornata
di premiazione nazionale. E
che ha trovato l’appoggio
della Rigoni di Asiago che si
è detta disposta a testare le
proposte analcoliche producendole e distribuendole sul
I bambini… “Nati per leggere”
Ad Asiago, in biblioteca, pomeriggi di lettura
per i bimbi da 3 a 6 anni e i loro genitori
E’ partita ieri pomeriggio ad Asiago, in biblioteca, un’iniziativa
rivolta ai bambini dai 3 ai 6 anni. Si tratta di una serie di pomeriggi dedicati alla lettura tra genitori e figli. L’idea è partita da un
gruppo di mamme alle quali il Comune ha concesso gli spazi
della biblioteca per
potersi ritrovare.
L’appuntamento è il
lunedì pomeriggio a
partire dalle 16. Un
paio d’ore con la lettura in compagnia,
ad alta voce, di storie, favole, fumetti.
Via via si potranno
organizzare altre attività legate alla lettura e al mondo dei
libri per bambini.
L’idea è anche quella di consumare insieme una piccola
merenda. L’apposita apertura della biblioteca, solitamente chiusa il lunedì, sarà possibile grazie all’impiego di una persona, tra
quelle che hanno aderito al servizio civile anziani, che garantirà
la sorveglianza e sarà anche a disposizione per dare una mano
nelle varie attività. “per questo – specifica Donata Posocco,
responsabile dell’Ufficio servizi sociali del Comune di Asiago –
i pomeriggi di lettura vengono garantiti per il momento fino al 31
dicembre, scadenza della copertura del bando del servizio civile
degli anziani che poi speriamo di poter rifinanziare”.
Gli spazi che la biblioteca asiaghese offre sono piuttosto ridotti
per cui il numero di mamme, o papà, che è possibile accogliere
è stato fissato a 10. Per questo durante il normale orario di
apertura della biblioteca si potrà dare la propria adesione ai vari
pomeriggi di lettura. Ieri per presentare l’iniziativa c’è stato in
biblioteca un incontro con la dottoressa Anna Brzostek che ha
illustrato tutti i benefici della lettura ad alta voce per i bambini
dai 6 mesi ai sei anni così come contemplato anche dal progetto
“Nati per leggere” che viene promosso già dal 1999 grazie all’alleanza tra i bibliotecari e i pediatri. “Ogni bambino – ha detto
la dottoressa Brzostek, riportando alle mamme presenti la finalità del progetto - ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni
di sviluppo affettivo e cognitivo. Questo è il cuore di “Nati per Leggere”. Recenti ricerche scientifiche dimostrano come il leggere ad
alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia
una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori), che cognitivo (si sviluppano meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la
capacità di lettura). Inoltre si consolida nel bambino l’abitudine a
leggere che si protrae nelle età successive grazie all’imprinting precoce legato alla relazione”.
Stefania Longhini
territorio.
Secondo studi condotti dal
Sert, il tasso di alcolismo nel
vicentino è tra i più elevati
d’Italia ed in continuo a aumento, soprattutto tra i giovani. Uno sballo “ricercato”
soprattutto con amari e
superalcoolici consumati
dopo i pasti a cui si aggiunge
la moda dello spritz precena. Un mix di spinte pubblicitarie e pressioni sociali
che costituisce una insidiosa
trappola per i giovani. Tanto
più che il consumo di alcool è fortemente
radicato nella
cultura italica
e veneta. Il
progetto parte da un lavoro svolto
l’anno scorso all’interno
del progetto
Tatoo dall’Istituto alberghiero “Lobbia” di Asiago dove
gli alunni hanno creato dei
cocktail analcolici che sono
stati giudicati dai loro coetanei. Il lancio dei cocktail vincitori, compreso trovare nomi
accattivanti e una grafica
pubblicitaria promozionale, è
stato poi continuato dagli
alunni del liceo scientifico e
dell’istituto commerciale.
Ora, con il concorso “Sviluppa la tua idea imprenditoriale” realizzato con la collaborazione dell’Asiago Hockey
e l’associazione Occhi aperti per costruire giustizia, gli
studenti della 3C indirizzo
economico aziendale dell’IIS
hanno ideato una cooperativa sociale che dovrebbe produrre i quattro cocktail
analcolici, già serviti in alcuni locali, un nuovo
digestivo e tisane
inedite,
tutti rigorosamente
analcolici, e
proporli al pubblico.
Gerardo Rigoni
Sabato 9 ottobre
LE RECLUTE
Sabato 23 ottobre
tornano I RHEETMA!
speciale FESTA DI CLASSE 2010
al Khellar - Casa Rossa cena e
serata con DJ a 20 euro
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
7
Raccolta differenziata
“Si può fare sicuramente meglio”
ATTUALITA’
Il presidente di Etra risponde ai vari interventi susseguitisi sul nostro giornale in tema di rifiuti. I risultati
ottenuti, i costi del servizio e le iniziative previste per il prossimo futuro per un servizio più efficiente
Gli interventi che si sono alternati sul giornale l’Altopiano
negli ultimi tempi, pur se diversi nel valutare nel merito la
bontà delle modalità di raccolta dei rifiuti (porta a porta sì,
porta a porta no, press container o cassonetti stradali, ecc.),
tuttavia hanno tutti una matrice comune: l’attenzione e la
sensibilità rivolta alla tutela ambientale di un territorio così
delicato e importante come quello dell’Altopiano e la necessità di garantire ai cittadini la sostenibilità di un giusto rapporto costo/beneficio del servizio rifiuti. Senza volontà di entrare nel merito di valutazioni politico-amministrative che pos-
sono essere associate alle scelte fatte dalle singole Amministrazioni e dai cittadini, credo che alcune informazioni tecniche possano consentire a tutti i lettori un approfondimento
migliore e tale da permettere la formazione di un giudizio
obiettivo e sereno in tema di rifiuti.
odo l’aumento medio
è stato di ben il 25%.
Vale a dire che Etra
ha garantito un
efficientamento per
i cittadini di Asiago
del 5,7% rispetto ai
dati medi nazionali!
E tutto ciò considerando che non si è
riusciti ancora a raggiungere gli obiettivi previsti in termine di percentuale di
differenzazione..
IL CICLO DEI RIFIUTI.
Anzitutto è necessario capire
quali sono le componenti che
generano i costi nel cosiddetto “servizio ambientale”, e
cioè dell’intera filiera che viene fornita ai cittadini: dalla
raccolta dei rifiuti e dalla pulizia del territorio ai processi
di selezione e differenziazione
a valle della raccolta, fino all’avvio degli stessi agli impianti specializzati nel
riciclaggio o di trattamento
finale. Di tutta questa semplice, ma allo stesso tempo complessa “catena di montaggio”,
la nostra società riesce a controllare buona parte del percorso, a esclusione dello
smaltimento e trattamento finale del rifiuto “secco non
riciclabile”, per il quale siamo legati ai prezzi del mercato. Ed è proprio questa
componente, lo smaltimento
del “secco” che pesa sulla bolletta. Da tale consapevolezza
nascono tutte le proposte
progettuali che poi si traducono in modalità operative finalizzate alla massima separazione/differenziazione del
secco non riciclabile per avere alla fine la minor quantità
possibile dello stesso.
I RISULTATI DELLA DIFFERENZIATA. Partiamo con
l’illustrazione di alcuni numeri reali sui quali poter poi
contestualizzare le ricadute
nell’Altopiano.
Di seguito evidenziamo i dati
dei Comuni in cui è stata avviata la raccolta differenziata
a partire da maggio 2009; il
dato è cumulato per i 4 Comuni (Asiago, Gallio Roana e
Rotzo). Il dato della raccolta
differenziata non comprende
l’adesione al compostaggio
domestico, la cui incidenza è
stimata in almeno un punto
percentuale aggiuntivo. come
da tabella 1
Dalla lettura della tabella derivano alcune considerazioni interessanti:
1.
La raccolta differenziata nel periodo successivo
a maggio 2009 è circa raddoppiata rispetto al periodo gennaio-aprile; nel I semestre
2010 sembra esserci un leggera flessione ma il dato va
interpretato tenendo presente
che nel I semestre c’è una
minore quantità di verde
intercettabile, quindi a parità
di servizi la percentuale di differenziata del II semestre è
sempre superiore. Non risulta pertanto che ci sia stato un
“rilassamento” significativo
dei cittadini rispetto alla Raccolta Differenziata. È certamente vero invece che, anche
con questo sistema si può
fare di più, in quanto ogni
cittadino e turista ha sempre a disposizione dei contenitori dove conferire in
ogni ora del giorno e della
notte il rifiuto prodotto in
forma differenziata.
2.
Il servizio di asporto
degli ingombranti viene fornito a domicilio (ad Asiago
presso il centro di raccolta
mobile) per le quantità tipiche
di un’utenza domestica (4
pezzi o 1,5 mc all’anno). Nel
caso in cui un cittadino abbia
maggiori necessità, è possibile organizzare, sempre chiamando il Numero verde, ritiri
ad hoc: previo pagamento dei
costi, per evitare che gli stessi siano “spalmati” su chi non
produce questo rifiuto.
LA DESTINAZIONE DEI
RIFIUTI. In 12 mesi di raccolta differenziata sono state
avviate a recupero 3.741 tonnellate di materiali suddivise come da tabella 2
Le 621 tonnellate di frazione
organica e le oltre 300 di verde vengono condotte all’impianto di Bassano del Grappa, di proprietà Etra, dove
l’umido viene trasformato in
circa 200 tonnellate di
compost (destinato ad agricoltura, parchi e giardini) e in
150.000 Kwh di energia elettrica. L’energia prodotta è
sufficiente per alimentare
140.000 cicli di lavaggio in
una lavastoviglie (classe A)
oppure 500 frigoriferi (classe A) per un anno. Il compost
prodotto dalla raccolta differenziata dell’Altopiano, che ha
ricevuto i marchi di qualità
della Regione e del Consorzio Italiano Compostatori,
può essere utilizzato per fertilizzare 8-10 ettari di terreno
all’anno.
Sono state raccolte oltre 720
tonnellate tra carta e cartone, altre 365 di plastica e lattine e 667 di vetro; questo
materiale viene ceduto alle
cartiere, alle vetrerie e agli impianti specializzati nel
recupero delle materie plastiche. Le condizioni di
conferimento sono regolate
da una convenzione nazionale stipulata tra Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi)
e Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Il
Conai garantisce che tutte le
frazioni differenziate conferite
vengano destinate a recupero
purché caratterizzate da percentuali di impurezza contenute (la soglia varia a seconda del
materiale, ma è di norma inferiore al 5%; per questo è importante prestare la massima
attenzione nella differenziazione
in modo da evitare che rifiuti
estranei finiscano nei contenitori della raccolta differenziata). Occorre qui ribadire che,
seppure sia necessario continuare a tenere alta l’attenzione, la qualità dei materiali finora raccolti è stata soddisfa-
Stefano Svegliado Presidente del
Consiglio di Gestione ETRA
cente.
Il quadro complessivo viene
completato da circa 310 tonnellate di rifiuto costituito da
diverse tipologie (pile, farmaci, rifiuti tossici e infiammabili, accumulatori, metalli,
inerti, legno, pneumatici, ingombranti
vari,
apparecchiature elettriche ed
elettroniche) che vengono
stoccate e selezionate nell’impianto di Bassano per essere
successivamente avviate a
centri specializzati di recupero
o (per i rifiuti pericolosi)
smaltimento.
Occorre evidenziare infine un
ulteriore flusso di rifiuti avviati
a recupero: lo spazzamento di
strade e piazze, che ammonta
a 900 tonnellate annue, destinato a impianti di lavaggio sia
di proprietà di Etra che di altre
ditte che realizzano il recupero
di inerti utilizzabili nell’ambito
edile. Dallo spazzamento raccolto sono state ottenute 500
tonnellate tra sabbie e ghiaia.
I DATI ECONOMICI. Al fine
di evitare equivoci e speculazioni sui costi, va evidenziato
che, relativamente ad Asiago,
per i nuclei domestici residenti
è stato applicato un aumento tra
il 2009 e il 2010 di 8,3 euro per
abitante, più Iva e imposta provinciale (che incidono per il
15%).
Occorre precisare che dal 2006
al 2009, periodo di gestione
Etra, la tariffa è aumentata del
16,9%, oltre a un 2,4% nel
2008. Si può valutare se tale
importo sia elevato o meno, lo
si può valutare solo comparandolo con altre situazioni; per
esempio considerando l’indice
Istat (NIC – tale indice è
scaricabile e consultabile sui siti
internet) che rappresenta l’aumento medio rilevato su base
nazionale dei servizi di igiene urbana: ebbene, nello stesso peri-
PROSPETTIVE FUTURE. Per quanto riguarda gli abbandoni
di rifiuto nel territorio,
evidenzio che non ci
sono riscontri di aumenti dopo
l’avvio della raccolta differenziata.
Rilevo come lo standard di raccolta rifiuti nei parchi pubblici
sia elevato: nel periodo di alta
stagione lo svuotamento dei
cestini e la raccolta di eventuale
rifiuto sparso viene effettuata addirittura due volte al giorno. In
base ai riscontri dei nostri tecnici,
la situazione è del tutto dignitosa;
per quanto riguarda la posizione
delle isole dedicate alla raccolta differenziata, a soli 50 metri dall’ingresso del parco citato (Brigata
Regina) ve ne è una completa.
Etra ha scelto di non proporre
cestini separati all’interno dei parchi perché di norma i frequentatori non hanno l’attenzione sufficiente per conferire in forma differenziata, e quindi ci si ritroverebbe con cestini formalmente
differenziati ma che di fatto contengono rifiuti non destinabili a
recupero. Questa scelta è la norma dove raramente si riescono a
ottenere risultati apprezzabili (aeroporti, stazioni, sagre…).
Siamo assolutamente certi e consapevoli, tanto Etra quanto soprattutto le Amministrazioni comunali di Asiago e degli altri Comuni, che il servizio possa essere
migliorato: la realizzazione di
ecocentri, la posa in opera di
sistemi di conferimento di
maggiore capacità e minore
impatto visivo (press
container interrati o mascherati), l’adozione di contenitori di migliore arredo
urbano sono alcune delle iniziative che potranno essere
messe in campo.
Chiudo con l’impegno a tenere
informati e aggiornati, anche
tramite questo quindicinale, i
cittadini su come va il mondo
dei rifiuti sull’Altopiano.
Stefano Svegliado
Presidente del Consiglio
di Gestione
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
8
Ricordando i tempi della
scuola della Costa gli ex
alunni hanno festeggiato
i 90 anni della maestra
Anna Scaggiari
Festeggiare l’importante traguardo del 90° compleanno della maestra Anna Scaggiari ha suggerito a Gianmario Rigoni
l’idea di organizzare una rimpatriata con alunni e insegnanti
che, come lui, avevano frequentato le elementari alla scuola
della Costa di Asiago, dismessa nel 1976. Pensato e …fatto!
Sparsa frettolosamente la voce tra coloro che, come lui,
avevano passato l’infanzia alla Costa e nei dintorni come
i Rigoni di Sopra e di Sotto, Maddarello e Busa, sono state invitate anche le maestre Adriana Carli e Lorenza
Guglielmi, ed ecco che l’allegra compagnia, una trentina
di persone in tutto, si è ritrovata prima al Sacrario per la
Messa a ricordo dei compagni che non ci sono più, e poi
al Wunderbar per l’aperitivo in terrazza e il pranzo in sala,
dove tra un boccone e un brindisi i ricordi legati alla scuola di contrada hanno creato un clima nostalgico fra allegria e commozione. Un pensiero di ringraziamento, oltre
che per le insegnanti presenti, è stato rivolto anche al
maestro Gianfranco Fracaro e alla maestra Maria Benetti
che non hanno potuto essere della compagnia. “Ricordo
la precisione della maestra Anna, in tutti i suoi inse-
gnamenti – racconta Gianmario, pensando alla sua infanzia
– ogni mattina per prima cosa facevamo l’alzabandiera
e poi ci faceva recitare le preghiere. Prima che venisse
inaugurato l’edificio scolastico si andava a scuola in
una stanza di una casa privata disabitata, con annessa
la stalla: era a 50 metri dalla mia abitazione e a ricreazione io e mio fratello Flavio facevamo un salto a casa
Le maestre presenti alla
rimpatriata: Anna
Scaggiari, Lorenza
Guglielmi e Adriana Carli
per la merenda che ci preparava sempre la mamma: un
piatto di purè fumante con del buon formaggio! Ricordo
inoltre che d’inverno per scaldarci eravamo noi alunni a
portare la legna da casa. Il ritrovo di quest’anno è stato
organizzato in fretta, ma ci siamo riproposti di ripeterlo,
cercando di avvisare più persone possibili. Mi ha fatto molto piacere poi ricevere il biglietto di ringraziamento delle maestre che hanno molto apprezzato l’iniziativa”. “Nei vostri volti di uomini e donne maturi –
hanno scritto tra l’altro le maestre - abbiamo ritrovato
gli sguardi sorridenti,sinceri,gioiosi di quando eravate bambini e di quando noi eravamo giovani maestre piene di speranze:è stato molto piacevole e commovente”. L’appuntamento ha fatto riaffiorare in tutti i
presenti ricordi e immagini di un tempo, che per alcuni
sono ancora molto vivi. Tra questi merita la pubblicazione
il racconto degli anni passati nelle scuola elementare di
contrada che ci ha inviato Mauro Micheletto, fra i presenti alla rimpatriata organizzata da Gianmario al
Wunderbar.
Silvana Bortoli
Scuola Elementare Statale “GIOVANNI XXIII”
Anni fa, essendo la
scolarizzazione dell’Italico
popolo una priorità fondamentale e i mezzi di comunicazione scarsi, si era pensato
di dislocare le scuole elementari nelle varie frazioni del nostro Comune. Fortunatamente, almeno a mio parere. Così
ho avuto la fortuna e l’onore
di frequentare le scuole elementari nella nuovissima scuola “Giovanni XXIII” di via
Rigoni di sotto. Scuola nuova
di zecca, inaugurata nel 1963
e da me iniziata a frequentare
nel 1966. Le aule erano solo
due, in quanto in quel remoto
sito
esisteva
ancora
l’innominabile pratica della
“pluriclasse” ovvero l’unione
in un’unica aula e con un unico insegnante, in una la prima
e la seconda e nell’altra addirittura la terza, la quarta e la
quinta (spostata in seguito nelle
scuole elementari del centro).
Io abitavo in contrada Costa,
a duecento metri dalle scuole.
Sembra impossibile, dopo tanti
anni, avere ancora un ricordo
così vivo di quel periodo. Il primo giorno di scuola, cui sono voluto andare assolutamente non
accompagnato dalla mamma,
ma in compagnia dell’inseparabile compare Gianni. Poi, arrivati
nell’ampio cortile (stranamente
qualche lungimirante architetto
in quei lontani anni aveva già previsto molto spazio alle aree comuni e socializzanti come salo-
ne e cortile), in attesa dei due
maestri, scherzare con tutti, visto che ci si conosceva già molto bene. Come in tutte le scuole
c’era chi si impegnava di più e
chi meno, ma questo non andava a discapito dell’istruzione solo
che si aspettava con tranquillità
e comprensione chi si era
attardato e si dava la possibilità
ad altri di ascoltare le lezioni della classe superiore e quindi di studiare un anno sì e uno no, cosa
che ho fatto regolarmente e di
cui non mi vergogno affatto! La
scuola e il gioco si fondevano,
con ricreazioni spesso dilatate in
cui si rientrava in classe solo dopo
che la partita di calcio era finita,
e giochi che spesso continuavo
anche con il rientro. C’era poi il
doposcuola, storicamente tenuto dal buon Virgilio, palestra di
studio ma sopratutto di giochi,
con interminabili partite di calcio
a cui lo stesso Virgilio partecipava di buon grado. Non sempre si andava d’accordo, e spesso come nelle migliori tradizioni
di contrada ci si azzuffava, tuttavia il problema non era qualche spintone o qualche ruzzolone, bensì il tornare a casa con
un ginocchio sbucciato o una
maglia un po’ rotta. Ricordo tutti i compagni con cui ho iniziato
la mia avventura, dall’inseparabile Gianni mio vicino di casa e
grandissimo amico, ad Imerio, già
allora forte, a Silvano, per non
parlare delle bambine, Daniela,
Gabriella, Giovanna, Renata e
Silvana, tutte bellissime, ma a cui
non si aveva neppure il coraggio
di rivolgere lo sguardo, figuriamoci la parola. Ognuno di noi ragazzi aveva un soprannome, che
veniva affibbiato in prima e che
ci si portava avanti praticamente
per sempre! Non ci si rivolgeva
a nessuno con il vero nome, ma
sempre e solo con quello inventato, e su questo nuovo nome si
costruivano battute, e storie varie. Anch’io avevo il mio ed era
“mela”; derivava da due fattori:
uno dal nome Mauro, trasformato in maùro, mela maura ecc.,
l’altro dalla tendenza che avevo
ad arrossire e quindi diventare del
colore di una mela! Personalmente a scuola andavo benino,
ma mai mi sono sentito, o sentito
dare, dello secchione. Ci sono
stati varie maestre e maestri storici, tutti molto bravi, competenti
e comprensivi, ma come succede nel mio cuore è rimasta una
maestra che mi ha insegnato
in terza, alla sua prima esperienza. Si tratta della maestra
Monti, romagnola, amabile e
giusta; non che gli altri insegnanti siano stati da meno,
anzi sicuramente migliori, ma
questa maestra col suo prendersi a cuore i vari casi, e con
il suo volerci bene pur essendo una “foresta” mi ha colpito. Come mi ha colpito il suo
“4” scritto bello grande in rosso sul mio quaderno; mai e
poi mai avrei pensato di poter prendere io il più brutto
voto mai dato in quella scuola!
Oltre alla paura di tornare a
casa e spiegare alla mamma il
fattaccio, per la prima volta ho
dovuto capire che bisogna stare con i piedi per terra; successivamente mi ha confessa-
to che quel quattro proprio non
lo meritavo, ma che era giusto
darlo a me e che sarebbe servito anche agli altri. Penso abbia avuto ragione. Dopo essere tornata in Romagna, oltre a
fare la maestra ha costruito un
albergo con il marito che,
guarda caso, è il rinomatissimo Hotel Asiago! Come tutte le cose belle anche quest’avventura, purtroppo, è finita, e noi della quarta ci siamo dovuti trasferire nelle temute scuole Elementari del
centro. I miei compagni sicuramente ricorderanno lo smarrimento con cui ci siamo trovati prima in mezzo a centinaia di ragazzi che non conoscevamo, e poi da soli visto che
non sapevamo dove andare e
nessuno si curava di noi, finché, spinto più dal desiderio di
mettermi in mostra con le mie
belle compagne della contrada
che dal coraggio, non ho trovato la forza di andare da una
bidella. I nuovi compagni di
classe ci guardavano di traverso, ma poi una volta ambientati
abbiamo saputo farci valere e
ben volere. Ma questa è un’altra storia. Sono molti anni che le
scuole ai Rigoni di sotto non ci
sono più, e recentemente sono
state abbattute per far spazio ad
una unità abitativa per 6 famiglie: certamente è stata una soluzione giusta e condivisibile, ma
rimane la nostalgia di passare e
non vedere più il basso edificio
con quel grande cortile. I tempi
sono cambiati e le esigenze si
sono evolute, ma io i miei figli
alla “GIOVANNI XXIII” li avrei
mandati molto, ma molto volentieri.
Mauro Micheletto
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l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
9
Ortopedia: convegno ad Asiago
Il Corpo Forestale
di Asiago sgomina un
traffico illecito di rifiuti
Non bonificati i resti della demolizione della palazzina amministrativa dell’ospedale
Trasportavano materiale destinato alla bonifica, ma che strada facendo diventava materiale
inerte. Un traffico che avrebbe
fato risparmiare decine di migliaia di euro alla Brenta
Demolizioni srl (soldi comunque
previsti nell’appalto sottoscritto
con l’Ulss 3 per la demolizione),
spiegando così il forte ribasso
d’asta offerto dalla ditta con
sede a Villa del Conte in Provincia di Padova. Ha indagato
tre mesi il personale del comando provinciale del Corpo
Forestale dello Stato coadiuvato
da quello del N.I.P.A.F. di
Vicenza utilizzando anche auto
civetta per seguire i camion che
trasportavano il materiale della
demolizione della palazzina am-
ministrativa dell’ospedale di
Asiago verso un deposito di
stoccaggio, risultato abusivo in
quanto privo degli adeguamenti
prescritti a suo tempo dalla Provincia di Padova, a Villa del Conte nella sede legale della ditta. In
realtà i camion avrebbero dovuto trasportare il materiale, migliaia
di metri cubi, al proprio sito di
bonifica di Lendinara in Provincia di Rovigo per risanare il materiale prima di un suo eventuale
riutilizzo. Una bonifica che costa
dai 10 ai 15 euro al metro cubo
che non venendo praticata permetteva un forte risparmio. Durante i controlli dei registri e dei
documenti di trasporto emergeva che i formulari di identificazione del rifiuto, riportavano una
destinazione diversa da quella
dove effettivamente veniva depositato. Risultavano comunque
regolari le opere di demolizione
e riduzione dei rifiuti, irregolare
era solamente quindi il loro deposito. Sono stati sequestrati diversi documenti atti a provare il
non regolare svolgimento di scarico e stoccaggio dei rifiuti, nonché i rifiuti scaricati al sito di Villa del Conte. Tutta la documentazione sequestrata è al vaglio
della procura della Repubblica di
Padova che ha diretto e coordinato le indagini. Alla ditta viene
quindi contestata la falsificazione dei registri e l’articolo 256,
ovvero la gestione di rifiuti potenzialmente contenenti amianto
senza autorizzazione.
G.R.
Il giorno 8 ottobre, nell’ambito degli annuali Incontri Ortopedici Asiaghesi, si svolgerà il secondo meeting ortopedico. Il primo incontro si è
tenuto nell’ottobre del 2009 e
ha avuto come tema “La patologia della spalla”; questo
secondo appuntamento 2010,
che si terrà presso il residence
“Des Alpes” di Asiago, è organizzato dalla Struttura complessa di O.R.T. di Asiago, diretta dal dott. Giovanni
Costacurta in collaborazione
con la dirigenza dell’ULss n°
3, ed è rivolto ai medici di
medicina generale, ortopedici, fisiatri, internisti ed agli
infermieri ortopedici e del ter-
ritorio. E’ lo stesso dr.
Costacurta a delineare contenuti ed obiettivi del convegno
«Quest’anno verrà trattata
una
patologia
forse
sottostimata e comunque con
un elevato impatto economico, l’osteoporosi, malattia diffusa di cui non è semplice definire la dimensione in quanto è una patologia che decorre asintomatica, almeno fino
a quando non si verifica una
frattura da fragilità.
In ogni caso la presenza di
malattia viene valutata pari al
4% nei maschi ed al 15 % nella donna. Risulta quindi importante una diagnosi precoce per
una terapia preventiva mirata
almeno a diminuire le
complicanze, talvolta molto
invalidanti e, nei casi piu estremi, fatali. Il convegno ha come
titolo”Il
menagement
dell’osteoporosi: inquadramento diagnostico e trattamento” ed approfondirà vari
argomenti: dalla diagnosi
(con
la
tecnica
ultrasuonografica Ossea
falangea con esercitazioni
pratiche) alle strategie
terapeutiche, dalla cura delle
complicanze
(fratture
vertebrali e del femore) al
percorso riabilitativo del paziente osteoporotico ed alla
gestione del paziente operato
dopo la dimissione».
C.P.
Nel giorno del Patrono di Asiago, tutti i medici di base in festa
Quattro giorni di fila senza possibilità di accedere agli ambulatori dei medici di base, chiusi da sabato 18 a martedì 21
settembre. E’ accaduto in alcuni paesi dell’altopiano, in occasione della festività del patrono di Asiago, San Matteo.
“Non comprendiamo innanzitutto perché, se la festa
patronale riguarda Asiago, la chiusura sia stata estesa
a tutto l’Altopiano. E ci sconcerta soprattutto la mancata apertura del lunedì, in qualità di prefestivo, con il
risultato che il mercoledì abbiamo trovato l’ambulatorio
strapieno. Qualcuno ci ha detto che dipendiamo da
Asiago, ed è per questo che la giornata del patrono è
considerata festiva su tutto il territorio, ma la nostra Ulss
non è quella di Bassano?” Queste in sinesi le rimostranze
di alcune persone, che ci hanno fatto notare la situazione che
si è andata a creare in questa occasione, visto che l’orario
prefestivo e la chiusura festiva sono coincisi con i due giorni
successivi al week-end. Le risposte ci sono state fornite da
Rita Campagnolo, responsabile dell’ufficio convenzioni
dell’Ulls 3 di Bassano. “Innanzitutto il territorio di competenza della nostra Ulss è diviso in due distretti, il n. 1 detto il
distretto di pianura e il n. 2 detto distretto di montagna e che
comprende il territorio dell’Altopiano. Per quanto riguarda la
festività del patrono, si è deciso a suo tempo di considerare
giornata festiva, sia per il personale dipendente che per i medici
convenzionati, il 19 gennaio, ricorrenza di San Bassiano patrono di Bassano per tutti i comuni del territorio di pianura, e
il 21 settembre, San Matteo patrono di Asiago, per i paesi del
distretto 2. Oltre alla chiusura nel giorno della festività, viene
applicato l’orario dei prefestivi per il giorno precedente, ovvero medici reperibili e ambulatori aperti fino alle ore 10,
dopodiché l’assistenza medica di base viene garantita dalla guardia medica. Se l’orario di apertura di un ambulatorio nel giorno
interessato come prefestivo è il mattino dopo le 10.00 o pomeridiano, lo stesso rimane chiuso”. Ricordiamo che, come riportato dalla “Carta dei servizi per la medicina generale” alla guardia
medica ci si può rivolgere, in caso di necessità, dalle ore 20 alle
ore 8.00 di tutti i giorni feriali, dalle ore 10.00 del sabato alle ore
8.00 del lunedì, dalle ore 10.00 del giorno prefestivo fino alle ore
8.00 del giorno successivo al festivo.
Silvana Bortoli
A fuoco la baracca di Pasquale
Il fatto
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 settembre un incendio, sembra di origine dolosa, ha devastato la
legnaia di Pasquale Rigoni in via Cà Bisa ad Asiago. Le fiamme hanno distrutto, oltre alla baracca, 200 quintali di faggio
da ardere, danneggiando anche un garage e un’auto parcheggiata nei pressi della baracca. Le fiamme sono partite verso
Il commento
Hanno bruciato “L’ufficio di
mio papà”
Non era di sicuro bella, una
delle tante baracche di
contrada rimaste, di quelle
che gente ormai anziana, in
tempi passati, aveva costruito con i pochi mezzi a disposizione; però per 40 anni aveva fatto onorevolmente il suo
servizio. Quasi vuota in primavera, bella piena di legna
secca in autunno, pronta per
la stufa dei miei genitori.
Come tante persone di montagna, specie quelle più in là
con gli anni, anche mio papà
ha sempre provveduto ad avere una bella scorta di legna-
me: «meglio avanzarne che
restare senza», diceva, «non
si sa mai quanto dura il freddo, l’inverno». Dal bosco al
“legnaro” la sua era una cultura della legna. Quante cose
ho imparato andando con lui a
far “este”, a “srasmare punte
de peso e muciare” in catasta:
l’amore per la natura, il rispetto del bosco, godere l’odore
della “rasa” sulle mani e nel
sudore della pelle! Tutto questo lavoro finiva nella baracca
sovra citata, nella quale invecchiando mio padre si era portato una sedia: semplicissima,
bianca, di plastica, ma utile per
riposare tra un lavoretto e l’altro o “tenere salotto” con chi
l’1.00, ma solamente alle 2.15 un giovane asiaghese si è accorto dell’incendio. Nonostante l’intervento immediato dei
vigili del fuoco, la baracca è andata distrutta, ma è stato almeno scongiurato che le fiamme si propagassero alla vicine
abitazioni. I pompieri di Asiago hanno lavorato 5 ore per domare
l’incendio e mettere in sicurezza l’area.
passava. Quando non lo vedevamo in casa, era ormai
consuetudine cercarlo in “ufficio”; le forze erano ogni anno
sempre meno, ma forse lì si
sentiva ancora sicuro, utile. Se
la sedia rimaneva vuota per
qualche giorno, i vicini della
contrada venivano subito ad
informarsi sul perché, tanta era
l’abitudine di vedercelo seduto.
Noi figli ci abbiamo anche litigato per questo: stare lì, magari al freddo, non giovava certo
alla sua già precaria salute …
ma alla fine ci siamo arresi: per
lui era motivo di vita. Ma ecco
che nella notte tra il 25 e il 26
settembre qualcuno ha deciso
di chiudere definitivamente que-
sto “ufficio”, innescando un
pericoloso fuoco che in tre ore
si è portato via tutto: baracca,
legna, attrezzi di lavoro, quasi
cimeli, e la sedia: quella sedia
bianca dove un uomo ormai
giunto alla fine della sua corsa
trovava riposo e la forza per
andare avanti. La legna si
ricompra, la baracca non so,
forse la ricostruiremo e magari più bella. Ma quello che è
stato tolto e il torto fatto a
nostro papà in questa notte
non potranno mai essere ripagati! Caro sconosciuto (o
sconosciuti), fare del male ad
un anziano è come fare del
male ad un bambino; forse
credevi di giocare, ma se non
sai come passare il tempo, c’è
tanta gente che ha bisogno di
compagnia; se invece hai dei
problemi è forse il caso che tu
chieda aiuto. Se leggi queste
righe rifletti e ricordati che tutto torna indietro! Concludo rin-
graziando i due giovani così
pronti a dare l’allarme e la
squadra dei Vigili del Fuoco
di Asiago intervenuta, per la
cortesia, disponibilità e sensibilità.
Francesca Rigoni Nappa
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
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Il mistero della croce scomparsa
Con un quesito che accompagna l’enigma: chi ruba dal cimitero
un simbolo sacro, lo fa solo per denaro o anche per fede?
Atmosfere crepuscolari
Questa potrebbe sembrare una
storia tratta dai libri di racconti
di Edgar Allan Poe o un episodio della serie di telefilm sui
casi polizieschi di Hercule
Poirot. Gli ingredienti che contribuiscono a creare l’atmosfera arcana ci sono tutti: il cimitero di un paesino di montagna,
l’imminente riesumazione di alcune sepolture, una particolare croce di ferro posta su di una
tomba. E questa croce che,
dopo molti anni, sparisce nel
nulla.
Una croce simile a
L’oggetto sacro scomparso
quella sottratta
dalla tomba
Era una croce, quella scomparsa, fatta a mano con passione
Il perché di tale gesto
e sapienza artigianale da un fiSe qualcuno avesse l’intenzione
glio per essere posta sulla tomdi impossessarsi di qualcosa da
ba del proprio padre, realizzata
rivendere sottobanco a qualche
saldando assieme dei chiodi forrigattiere di pianura, si troverebgiati e battuti a mano, recuperati
be nell’imbarazzo di dover scedurante la demolizione del vecgliere tra le tante “occasioni” prechio tetto di casa. Era un ogsenti nel cimitero di Asiago,
getto dall’aspetto particolare e,
come in ogni altro camposanto.
senza dubbio, poteva suscitaLa mano che ha asportato la nore un certo interesse agli occhi
stra croce nei primissimi giorni di
di qualche furfantello dalle mani
settembre potrebbe anche esser
lunghe. E così è stato, probastata mossa da un irresistibile
bilmente. Ma, dopotutto, una
desiderio di possesso dell’ogcroce del genere esercita la
getto sacro in quanto tale. Un
stessa attrazione di molti altri
simbolo religioso realizzato in
oggetti d’arredo sacro che si
maniera così particolare figuretrovano normalmente in un
rebbe bene appeso al muro di un
cimitero: statue e bassorilieappartamento arredato in stile
vi, vasi e decorazioni, croci e
montano, in qualche chalet
ninnoli vari.
altopianese.
Fame di fede o bisogno di mangiare?
Forse il ladro ha creduto opportuno prelevare il crocefisso per
poter praticare la propria fede rivolgendosi a un oggetto così
singolare nella forma, con un
auspicabile maggior beneficio
nel rapporto di interscambio del
mariuolo con la divinità stessa.
Ancora, le ipotesi al vaglio portano all’idea che il malandrino
abbia furbescamente rimosso il
simbolo del Cristo per una ben
più terrena necessità economica, trasformando lo spirito rappresentato dalla croce in un più
modesto ma tangibile compenso in vil denaro. E che quel denaro disonestamente guadagnato dalla vendita del simbolo divino
possa essersi trasformato in qualche litro di cabernet, piuttosto che
in pane e formaggio, poco importa:
sarebbe servito sempre per soddisfare dei bisogni terreni.
La preghiera conviene di più
Ma non sarebbe stata forse più
opportuna un’orazione rivolta a
questo o a quel Santo? Piuttosto
di staccare con forza una croce
da una tomba, l’autore del gesto
non avrebbe potuto implorare la
Madonna o lo stesso Creatore?
Una breve preghiera è un semplice atto evidentemente più giusto
e onesto di quanto possa rappresentare un furtarello facile come
quello della croce sottratta a una
tomba. E la preghiera, si sa, può
tendere alla soddisfazione dei bisogni sia del corpo che dell’anima; quindi, quando funziona, è
più conveniente sia in termini di
quantità che di qualità.
Che la croce torni indietro!
Lasciando da parte la ricerca del
movente che ha portato a sottrarre il manufatto, veniamo alla
più concreta richiesta che il suo
proprietario sente di dover esprimere al ladro che dovesse eventualmente leggere questa notizia.
Una richiesta che crediamo di poter interpretare correttamente con
queste parole: “Caro ladro, per favore, riporta al cimitero di Asiago
la croce che hai rubato dalla tomba di mio padre. Posala al mattino presto, o alla sera, in un angolo lungo le mura di recinzione;
oppure sui gradini della chiesetta.
Puoi anche lasciarla su di una
qualsiasi tomba, dove ti sembrerà
più comodo per non farti vedere.
Durante una giornata di pioggia
potrai proteggerti con un ombrello, entrando al cimitero con
la croce nascosta sotto a un ampio impermeabile. Nessuno ti
vedrà, almeno tra coloro che son
vivi, e io potrò rimettere la croce che ho costruito tanti anni fa
sulla tomba dei miei genitori.
Grazie!”.
Simboli carichi di ricordi
Quando i nostri parenti, i nostri
amici, i conoscenti lasciano la
La parte di cimitero ove è in atto la riesumazione
vita, quello che ci rimane di loro è
un insieme di sensazioni e ricordi, spesso condito da oggetti più
o meno preziosi, legati a qualche
momento trascorso assieme a loro.
Le persone se ne vanno, rimangono le foto, qualche lettera, degli
oggetti. Alle voci e alle espressioni
dei volti si sostituiscono le lastre di
marmo e gli arredi sacri che le completano. Tu che hai rubato quella
croce dalla tomba del papà di
Mariano e che forse leggi queste
righe, ora sai di avergli rubato un
po’ dei suoi ricordi e del suo affetto.
Sono emozioni personali e
intoccabili che potranno essergli
restituite solo riconsegnandogli
quell’oggetto. E se quella croce fosse stata venduta e non si riuscisse
più a recuperarla, portagliene un’altra, anche fatta solo con due pezzi
di legno legati assieme da uno spago. Se saprai lasciarne una qualsiasi di croce, di ferro o di legno, sui
gradini della chiesetta del cimitero
di Asiago, Mariano sarà felice e tu
ti alleggerirai comunque la coscienza. E forse anche lo spirito.
Benvenuto Höllar
La transumanza
Giornata peggiore, a livello meteorologico ma la migliore per tornare in
stalla, le vacche non potevano trovarla. Con un tempo da lupi e un
freddo da cani (anche se è solo il 27 settembre) immerse in una bruma
che non presagisce niente di buono, la mandria è in dirittura d’arrivo.
E’ una festa triste per le bestie che anticamente venivano celebrate, i
capi cinti di fiori e fronde, quelli in testa con campanacci e cinture di
cuoio decorato e ricamato. Un rito di origine nordica che metteva
allegria. Loro abbacchiate, perchè il rientro le terrà ferme in stalla per
quasi tre stagioni: autunno, inverno, primavera. Le vacche sono animali mansueti e la pazienza del bue è nota. Faranno il loro dovere
anche lì, accudite al caldo, ma certo erano più contente su in quota,
anche nelle notti all’addiaccio. E’ una festa triste per i malgari, che
certo amano quanto loro gli antichi riti e la vita faticosa e libera della
malga. E’ una festa triste per il formaggio, perchè “di malga” sa di
essere più buono per chi lo mangia e più pregiato per chi lo produce e
le vacche ne vanno fiere.
Beppa Rigoni Scit
ROTZO
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
11
Concorso nazionale “Comune fiorito”
LUSIANA
A Lusiana arriva il premio
“La casa fiorita più bella d’Italia”
Il Comune di Lusiana è entrato a far parte quest’anno, per
la prima volta del “Circuito Nazionale Comuni Fioriti”, che
si traduce ogni anno in un concorso nazionale riservato alle
Amministrazioni Comunali come avviene nei maggiori Paesi d’Europa. Tale concorso è giunto quest’anno alla sua
quarta edizione e vede un numero sempre maggiore di comuni in gara, arrivando a contare ben 142 iscritti. Il giorno
26 settembre, nella spettacolare cornice della città di Cervia,
si è svolta la cerimonia di premiazione nazionale destinata a
dare all’iniziativa del concorso un rilievo mediatico. Il Co-
“La strada per Monte
Corno deve essere asfaltata”
Nel periodo estivo è assai frequentata da automobilisti e motociclisti la strada che collega la zona lusianese del Monte
Corno ad Asiago e viceversa. Ma gli inconvenienti sono parecchi perché nei periodi siccitosi, la carreggiata bianca è
polverosa e nei periodi piovosi è piena di pozzanghere d’acqua
che ostacolano la viabilità. Il tratto è di alcuni chilometri e ricade
sotto la giurisdizione dei comuni di Lusiana, Asiago, Gallio e
Lugo. In alcuni tratti è stato steso un manto di asfalto che però,
a causa delle neve e del gelo è in condizioni pietose. Bisognerebbe venisse rifatto, ma soprattutto che venisse sistemato con la
bitumatura anche il restante pezzo. Le richieste sono state inoltrate dai gestori degli esercizi e delle malghe che sorgono in
zona alle autorità competenti che per intanto hanno provveduto
a far portare per essere sparsa della ghiaia. Ma la soluzione del
problema pare ancora lontana. E.Z.
Nella foto, un tratto di strada dissestata.
mune di Lusiana è stato premiato con “2 fiori” in quanto ha
dimostrato la volontà di migliorare la propria immagine e la
qualità della vita urbana. Al ricevimento del premio il Sindaco ha voluto precisare che questo risultato è stato raggiunto grazie alla collaborazione e alla dedizione di quei cittadini
che si sono volontariamente presi cura dei fiori. Un grande
merito va, inoltre, al “Vivaio Tura”, che, oltre ad aver fornito i fiori, ha contribuito con un indispensabile supporto
tecnico e professionale, alla signora Bruna Battistello, esperta
del verde ma soprattutto dotata di alto gusto estetico e di
grande sensibilità per fiori e piante e alla signora Monia
Moraschini che si è occupata di tutte le fasi della fioritura.
Il Concorso Comuni Fioriti prevede anche, nel suo interno,
il premio speciale “Casa fiorita” che è stato vinto dalla signora Annamaria Tescari di Via Pilastro, la quale è stata
premiata con la targa per “la casa fiorita più bella d’Italia”.
Grande è stata la gioia e la soddisfazione della signora
Annamari e la sua vittoria è motivo di orgoglio per tutto il
paese di Lusiana. Il Sindaco Antonella Corradin si dice intenzionata a continuare lungo questo percorso appena intrapreso, confidando sempre nell’aiuto dei suoi cittadini
perché “fiorire il proprio paese significa renderlo più bello
per gli abitanti e più accogliente per il turista e anche questo
è un valore aggiunto che va a migliorare la qualità della vita
perché “fiorire è accogliere””.
Un convegno per parlare di biodiversità
Aprirà ufficialmente sabato 9 ottobre l’undicesima edizione della
mostra mercato “Pomo Pero” che si terrà a Lusiana fino al 17
ottobre. Nell’anno internazionale della biodiversità, l’inaugurazione dell’esposizione di mele, pere e funghi sarà preceduta dal
convegno “La biodiversità nell’Altopiano dei Sette Comuni”.
Sarà il Sindaco Antonella Corradin a portare i saluti dell’Amministrazione ai relatori e partecipanti al convegno per poi passare la parola al Presidente dell’Associazione “Opfel on Pira”,
Antonio Cantele, che farà da moderatore introducendo i vari
relatori presenti. Si evidenzia l’intervento della botanica Fran-
Ritrovo di podisti
a Monte Corno
Al Monte Corno, organizzato dalle “Botteghe di Breganze”, si sono
ritrovati gli appassionati di podistica che disputeranno prossimamente il “Memorial Italo Borin”, una prova di corsa campestre dedicata
ad un commerciante di Breganze molto conosciuto e amato, scomparso alcuni anni orsono. Gli appassionati hanno compiuto una passeggiata partendo dal piazzale fino alla cima del monte Corno e poi
sono scesi fino al cimitero inglese per poi tornare nel piazzale del
rifugio “Monte Corno” dove Padre Ireneo Forgiarini, accompagnato dal coro di Breganze, ha celebrato la messa. I coristi al termine
della cerimonia religiosa hanno cantato brani musicali di montagna
chiudendo con la applaudita “Signore delle Cime” di De Marzi.
Nella foto, padre Ireneo mentre celebra la messa accompagnato
dal coro di Breganze.
cesca Pesavento che relazionerà sugli ambienti naturali presenti al giardino botanico alpino del Monte Corno.
Molto attesa la relazione della la dott. Natalia Gusmerotti della
Confederazione Nazionale Coldiretti e del sig. Maurizio Tondolo
dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese che porterà l’esperienza diretta di alcuni agricoltori del Friuli che hanno
riproposto il “Pan de Sorc” con il recupero di un antico
semente usato un tempo in agricoltura. Concluderanno
Bernardetta Pallozzi del Museo Civico “D. Dal Lago” e Roberto Battiston dei Musei di Valstagna che evidenzieranno
come dalla diversità dei fossili siamo arrivati alle ricostruzioni paleoambientali e come si sono formati i sedimenti
cartonatici che influenzano oggi l’agricoltura. A conclusione del convegno verrà ufficialmente aperta la mostra che
sarà visitabile anche domenica e il week-end del 17. Domenica 10, in occasione appunto della manifestazione in corso, sarà ospitata a Lusiana per la prima volta la Giornata
della Rete Museale Altovicentino con un folto numero di
musei presenti che proporranno dimostrazioni e laboratori
per tutto il pomeriggio oltre alla consueta spremitura delle
mele con degustazione del succo e maroni preparati dal
Gruppo Alpini di Lusiana “C. Gabriele”. Nella stessa giornata sarà anche inaugurata la piazzetta “Maestra Marchi Pellegrina” lungo Via Roma.
Dunque quest’anno a Lusiana non solo “pomi e peri” che
peraltro anche da soli sono già un bell’esempio di
biodiversità, ma varie esperienze di salvaguardia e
valorizzazione di prodotti tipici
Gara di tresette al “Gnomo’s bar”
Organizzata dal club biancorosso “Mario Ronzani”, si è svolta al “Gnomo’s bar” una gara di tresette a coppie. Ha vinto
l’accoppiata formata da Matteo Rubbo e Federico Boscardin.
Piazza d’onore per la coppia formata da Giorgio Zannoni e
Gilberto Fabrello. In terza fila si è piazzato il duo Alessandro
Garzotto e Manuel Ronzani. Quarto posto per Angelo Frello
e Fabiano Maino. E. Z.
Nella foto, le prime tre coppie classificate al “Gnomo’s bar”.
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
“GRAZIE DON GIORGIO!”
“Grazie” scritto a lettere
cubitali o sussurrato piano,
pronunciato nel consegnare
doni significativi o porgendo
semplicemente un caloroso
abbraccio. Quanti “grazie”
sinceri e commossi ha ricevuto e quanti ne ha pronunciati don Giorgio Verzotto durante le numerose celebrazioni eucaristiche seguite da intensi momenti di festa che
hanno accompagnato i suoi
ultimi giorni da parroco di
Canove. “Don Giorgio meritava una chiusura in bellezza
e una risonanza all’altezza del
bene fatto”, queste semplici
parole,
scritte
dal
vicepresidente del Consiglio
Parrocchiale Stefano Rigoni
nell’inviarci il saluto preparato per il parroco e letto durante la messa di commiato del
19 settembre, ben sintetizzano il pensiero di tanti parrocchiani di Canove. Nell’ultima
settimana di permanenza in
paese hanno dimostrato in vari
modi la propria riconoscenza
a colui che sarà ricordato tra
l’altro anche come ultimo parroco della frazione roanese
prima dell’unità pastorale con
Cesuna e Treschè Conca: dai
gruppi più a lui vicini, che lo
hanno aiutato e sostenuto nella
sua attività di sacerdote, agli
Alpini, dall’amministrazione
comunale di Roana alla Pro
Loco, tutti hanno voluto tributare un doveroso momento di
ringraziamento al prete che, oltre ad essere stato promotore
di iniziative strettamente legate
al suo ruolo di guida della comunità cristiana, non ha mai
mancato di partecipare e sostenere appuntamenti ed eventi
della vita attiva del paese. E nel
salutare i suoi fedeli, don Giorgio è riuscito a pronunciare,
scacciando la commozione, si-
gnificative parole di bilancio di
ciò che è stato, e di fiducia verso il futuro che si prospetta per
lui e per la comunità che lascia,
usando termini, paragoni e
modi che hanno caratterizzato
il suo comunicare con i parrocchiani in questi diciassette anni.
La gioia di “chiudere in bellezza” gli è stata data non solo dai
vari festeggiamenti riservatigli,
ma anche dal poter terminare
questo suo viaggio di parroco
celebrando alla vigilia del suo
ultimo giorno fra la comunità
un matrimonio e un battesimo,
cerimonie che in un piccolo
paese non sono così frequenti,
e che si sono andate ad aggiungere ai numeri che don Giorgio ha definito “cellule viventi
di una comunità che cammina
e cresce nel Signore”. Anche
dalla redazione del giornale, del
quale don Giorgio è stato affezionato lettore ma anche disponibile interlocutore quando richiestogli, arriva l’augurio che
il suo nuovo percorso di prete
“in pensione” ma sempre al servizio della Chiesa e dei fedeli
laddove ce ne sarà necessità,
possa riservargli ancora numerose soddisfazioni.
Silvana Bortoli
Domenica 3 ottobre il Vescovo di Padova Monsignor
Mattiazzo sancirà l’avvio dell’Unità Pastorale
Due settimane di transizione,
con la sospensione di quasi
tutte
le
celebrazioni
eucaristiche, e poi, a quindici
giorni dalla partenza di don
Giorgio, sarà il Vescovo di Padova,
Mons. Antonio
Mattiazzo, a dare inizio domenica 3 ottobre con la Messa Solenne alle ore 10.30 in chiesa
parrocchiale a Canove, alla
nuova unità pastorale delle tre
parrocchie di Canove, Cesuna
e Treschè Conca. Mezz’ora
prima, presso il Municipio di
Roana a Canove, verranno accolti in festa i parroci che guideranno le parrocchie, don
Gianni e don Stefano, già parroci rispettivamente di Cesuna
e Treschè Conca, ai quali, con
la successiva solenne celebrazione in chiesa, verrà dato mandato di ministero per il nuovo
cammino di comunione delle
tre parrocchie. L’unità pastorale, già da tempo sperimentata
in altre parrocchie, è un tipo di
organizzazione che si rende necessaria
per far
ad alcuil Vescovo
di fronte
Padova
ni Monsignor
problemi, primo
su tutti il
Mattiazzo
calo dei preti, che non permettono la presenza di un parroco
residente in ogni parrocchia. In
paesi vicini tra loro e affini per
il tipo di territorio, pur conti-
nuando a mantenere strutture
e tradizioni proprie, si sceglie
di affidare a due parroci la guida di più parrocchie in un percorso di unità. La nuova organizzazione che riguarderà le parrocchie delle tre frazioni roanesi
di Canove, Cesuna e Treschè
Conca sarà illustrata dal Vescovo
Mattiazzo durante la messa del 3
ottobre.
Silvana Bortoli
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“Ci è stato da esempio anche
in questo ultimo anno con
scintille di energia più da
pendice che da vetta”
Riportiamo le parole di saluto rivolte a don Giorgio dal vice
presidente del Consiglio Pastorale durante la messa di commiato del 19 settembre.
Carissimo Don Giorgio,
fra i ricami festosi di questi giorni si profila ormai nitido il momento del distacco. Scorre lenta la penna, che non vuole inciampare nel solito, ma farsi interprete di sincera commozione.
Dopo 17 anni, fra spigoli, salite e discese della nostra comunità, lei torna a quota bassa, dove polmoni ancora gonfi di spirito
continueranno a spingere forte sulle vele della fede. Non ha
voluto lasciarci con l’affanno di chi è costretto, ma con la
consapevolezza che per la nostra comunità è d’obbligo un nuovo
percorso, nuove sinergie. L’età le ha consigliato, non obbligato, di riabbracciare luoghi e volti che hanno dato bagaglio alla sua
vocazione. Qui sull’altopiano, dove i campanili spesso tracciano
confini invalicabili e le parole, come ossigeno rarefatto, non schiudono alla confidenza, ha seminato con generosità uno stile elegante ma deciso, sorpreso con l’improvvisazione mai banale di
chi sa attingere a piene mani dal libro della vita. Lei, maestro di
parole vestite a festa e scrittore dall’inchiostro fluido senza macchia di superficialità, ha accettato l’inverno rigido e l’estate breve
senza rimpiangere primavere passate. Non deve essere stato facile scegliere appigli sicuri per dita abituate a pagine familiari, trovare zolle stabili in cui calcare dialoghi di fiducia e rispetto. Suole
sottili inclini alla pianura su sentieri appuntiti, ma inadeguato mai,
con lo zaino imbottito di fede e una corda da saldare con quanti
volessero faticare sullo stesso cammino. Uno sguardo al passo
avanti senza riserve su quello lasciato indietro, segno inconfondibile
di coerenza e caparbia determinazione. Nonostante limiti e responsabilità reciproche, ha dato linfa ad una comunità consapevolmente fragile, ma, grazie al suo servizio impermeabile allo scroscio deprimente della rassegnazione e dell’indifferenza. Ci è stato
da esempio anche in questo ultimo anno con scintille di energia
più da pendice che da vetta. Slanci e lucide intuizioni a manifestare una maturità di scorza dura ma cuore novello dal ritmo frenetico. Quei vuoti e quelle distanze, che tutti insieme non abbiamo
saputo colmare, non avranno comunque l’eco stridulo del rancore o chiodo di condanna, ma coro unanime di comprensione,
condivisione e solidarietà cristiana. Lasciamo all’intimità e alla
sensibilità di ognuno le confidenze più profonde, le riflessioni
spontanee da ultima pagina. Ora che la bussola si è fermata e il
punto d’arrivo sembra coincidere con la partenza, l’accompagni sempre il ricordo di questa comunità che ha condiviso con
lei lo stesso ardente desiderio di Cristo, per noi fedeli impronta
di sole che modella la vita. Ci protegga e conforti sempre la
sua benedizione.
Stefano Rigoni (Vicepresidente C.P.P.)
Cimiteri di guerra visitati da migliaia di persone
La Sezione Fanti “Altopiano 7 Comuni” da anni coopera col Comitato Storico Cesunese per mantenere vivo il ricordo dei caduti
durante il primo conflitto mondiale; organizzare manifestazioni
commemorative e ripristinare le vestigia della Grande Guerra porta
l’associazione ad aver costantemente sotto controllo la realtà legata ai monumenti, come pure ai primordiali luoghi di sepoltura
dei soldati, cioè quei cimiteri che un tempo ospitavano le salme
dei militari, in massima parte oggi traslate al Sacrario del Leiten.
Prendendo ad esame la Zona Sacra del Fante posta in Val
Magnaboschi di Cesuna si evince che il luogo è visitato da migliaia di persone. “Grazie alle firme nel registro posto all’ingresso dell’ ex cimitero italo-austriaco – informa il direttivo – annotiamo che dal 1995 al 2009 le presenze sono state circa 50.000.
Il quaderno ogni anno viene sostituito da uno nuovo ed il vecchio è catalogato in apposite cartelle. Dagli stessi documenti,
risulta che vi sono rappresentate quasi tutte le province italiane,
tutta Europa, molti stati americani, il Sud-america (Brasile,
Argentina,Honduras, Paraguay, Uruguai,Venezuela) e altri, Canada, Asia (Cina, Giappone ecc.), molti stati africani e il conti-
nente australiano con alcune isole comprese”.
Tra firme meritano menzione alcune frasi toccanti che escono
dalla sensibilità dei visitatori. Le espressioni di seguito riportate
sono state scritte sia da adulti che da bambini:
- Perché regni sempre la Pace. Un pensiero e una preghiera per
tutti.
- Un ringraziamento per il vostro coraggio. Grazie a tutti…..
- Pace nel mondo! Vi ricorderò nelle mie preghiere.
- Grazie di tutto! L’avete fatto anche per noi.
- Io e la mia famiglia ed amici cari siamo qui e ricordiamo caramente i morti di una guerra sanguinosa.
- In memoria degli Eroi. “A sos Dimonios de sa Tattari”.
- A ricordo di coloro che si sacrificarono per la libertà di tutti noi.
- Riposino in pace. Pace a tutti.
- L’eterno riposo.
- Commosse con una sentita preghiera per questi nostri eroici
fratelli.
- Diedero questa vita a tutti coloro che lottano per la Pace! Dedicato a mio nonno.
- Qui rendemmo Onore ai Caduti per la nostra Patria che con
spirito di abnegazione immolarono le loro giovani vite per la nostra libertà per mai, mai dimenticare.
- Tutti rendiamo Onore ai Caduti e ci auguriamo che non vengano mai dimenticati.
- Conoscere per non ripetere mai più.
- Al Valore dimostrato di chi rimarrà un Grande per l’eterno.Grazie
a tutti.
- Grandi soldati e Grandi Eroi che avete combattuto per la libertà
del nostro Paese. Vi porgiamo un deferente saluto!
- Che il Signore aiuti le vostre famiglie e aiuti tutti a non dimenticare il vostro grande sacrificio. Grazie.
G.D.F.
Al Ristorante con il l’Altopiano
Caseificio Pennar Asiago
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Sabato 2 ottobre 2010
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Con i corsi di cucina al Gaarten gli ospiti
stranieri imparano golose ricette
con prodotti locali e formaggi del Pennar
Continua il nostro viaggio tra un locale e l’altro alla scoperta di piatti
tipici e specialità e di quanto il formaggio del Caseificio Pennar sia fra
gli ingredienti più usati dagli chef e
apprezzati dalla clientela. Al
Gaarten Hotel di Gallio lo chef Carlo
Benetti, oltre a proporli nella sua
cucina che si basa sulla rivisitazione
con personale fantasia e creatività
di piatti classici e tradizionali, i prodotti del Pennar li utilizza abbondantemente nei mini corsi di cucina per
stranieri, soprattutto inglesi, che arrivano in Altopiano per passare tre
giorni golosi imparando a destreggiarsi tra i fornelli e a fare
abbinamenti e preparazioni ispirandosi alla tanto apprezzata cucina
mediterranea. “Verdure, poco pesce e poca carne, e per
contro molto formaggio e i nostri prodotti tipici, sono questi
gli ingredienti preferiti da coloro che partecipano ai corsi –
commenta Carlo.- Dopo aver illustrato piatti sia molto semplici che più complessi e fatto assaggiare abbinamenti per
loro inediti come ad esempio formaggio e miele, li accompagno a visitare il Caseificio Pennar dove possono così conoscere i vari processi di lavorazione che danno vita al formaggio.” Questi turisti, come tutti quelli che arrivano al-
invece desidera godere delle specialità della cucina per qualsiasi tipo di pranzo e cena, ha a disposizione, oltre alla capiente sala del Ristorante Ai Mulini (prende il nome dalla
meravigliosa valle su cui la struttura si affaccia) anche la più
raccolta Sala Cacciatori, che offre un’atmosfera intima e
tranquilla. Anche nei locali più rustici del “Fogolaro” con il
bar e l’enoteca, si possono disporre dei piatti dello chef Carlo e del suo staff. In base alle stagioni e agli eventi, al Gaarten
si tengono appuntamenti gastronomici a tema, sia richiesti
dalla clientela che proposti dall’hotel, e grande attenzione
poi viene posta alla variazione continua dei menù, sempre
improntati alla valorizzazione soprattutto dei sapori nostrani
e stagionali.
l’Hotel, se ne tornano a casa dopo aver dunque abbondantemente fruito dei buoni sapori, dei magnifici paesaggi del
territorio e della squisita accoglienza e ospitalità del Gaarten,
i cui splendidi locali e la variegata offerta sia a livello di albergo-centro benessere che di ristorante, offrono versatili
possibilità per pranzi, cene, ricorrenze, meeting, soggiorni. I
trattamenti del centro benessere del Gaarten sono aperti a
tutti, non solo ai clienti dell’hotel: è possibile pure scegliere di
passarvi una giornata all’insegna di relax e benessere. Chi
Tosela anche come antipasto
Sfiziose ricette, dagli antipasti al dolce, esaltano nella
cucina del Gaarten
i prodotti dei
Pennar. La tosela,
fra i “gioielli” dello
storico caseificio,
viene lavorata per
preparare la ricetta
che vi proponiamo
qui a fianco, ma
anche proposta
come antipasto sia
in piccole dosi nella
sua classica cottura con funghi e polenta, che tagliata a
cubetti passati nell’uovo e pangrattato e fritti. Anche la
ricotta dei Pennar
solletica la fantasia dello Chef
Carlo, che la utilizza sia al naturale a ciuffetti per dare un
tocco in più ad alcuni piatti,
che lavorandola nella costruzione di ripieni e composti,
come nel tortino la cui base è
fatta di ricotta ed erbette
spontanee di stagione, uova e
Gran Pennar, composto cotto
LA RICETTA
al forno, guarnito con
finferli e porcini e servito su una crema di melanzane spellate e cotte
con il latte, e un po’ di
misticanza. La ricotta è
inoltre usata per preparare alcuni golosi dolci,
mentre fra gli stuzzichini
sono sempre apprezzati
i dadini di Gran Pennar
e i salatini di pasta sfoglia con vecchio o stravecchio, e poi con il formaggio si preparano numerosi primi piatti, citiamo il risotto con vino ed
Asiago, e tante altre delizie, come il tortino con
lo stravecchio e le
sfogliatine
croccanti con
speck
e
Pennarone, versatile prodotto
usato sia cotto che
crudo. Anche la
pasta fresca, i dolci, i pasticcini e la
pasticceria sono
tutti di propria produzione.
GRANA PADANO D.O.P. e GRAN PENNAR DI MONTAGNA
il Caseificio Pennar Asiago riesce a proporre questi formaggi con una stagionatura importante superiore ai 30 mesi. Grazie alla
eccezionale qualità del latte, vengono
prodotti senza l’ausilio di conservanti o
antifermentativi. Per questo e per
l’estrema dolcezza nel sapore numerosi
esperti considerano il formaggio Grana
del Caseificio Pennar Asiago una vera
delizia, anche perché ottenuto con solo
latte scremato di montagna.
Gnocchi di tosela dei Pennar ed erbette
con salsa d’oca, porcini e radicchio
Per preparare la dose di
gnocchi per 4 persone servono mezzo chilo di tosela,
150 gr di farina bianca, 100
gr. di erbette scottate e tritate, 1 uovo intero e un tuorlo, 50 gr. di Gran Pennar,
sale e pepe.
Innanzitutto si taglia la tosela
a pezzetti che poi si passano
a macinare nel mixer. Si impastano insieme tutti gli ingredienti come per gli gnocchi di patate, fino a quando si ottiene un composto
omogeneo dal quale si confezionano gli gnocchi dando loro la forma tradizionale, o quella che si preferisce. Per la salsa si cuoce al forno un’oca con le
verdure, poi la si spolpa riducendo ossa e carcassa
in modo da ottenere del fondo di cottura da unire
alla carne tagliata a pezzetti. Si fa stufare con cipolla e vino rosso del radicchio di Treviso tagliato a
listarelle, una volta cotto lo si assembla all’oca e
per ultimo si aggiungono i porcini, tagliati fini e fatti
velocemente trifolare in padella. L’importante è
unire gli ingredienti insieme una
volta cucinati
separatamente,
in modo che i gusti non si mescolino. Gli gnocchi
vanno cotti in acqua bollente fino
ad affioramento,
come per quelli di
patate, una volta
scolati si condiscono con la giusta quantità di salsa e si servono fumanti. In questa stagione
autunnale lo chef suggerisce inoltre la variante con farina di castagne, utilizzando 100 gr. di
farina di castagne e 50 gr. di farina bianca, insieme a tutti gli altri ingredienti nelle dosi sopra
citate, ad esclusione naturalmente delle erbette. Per entrambe le varianti degli gnocchi è
possibile scegliere un condimento meno elaborato, anche semplicemente del burro e salvia.
SERVIZIO REDAZIONALE
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
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L’ex <casetta dello stradino> trasformata in una chiesetta dedicata a tutti gli alpini di Gallio
Inaugurato il “Sacello degli Alpini”
Don Lauderio “un piccolo gioiello incastonato in una splendida natura”
In un ventoso ma soleggiato
pomeriggio di fine settembre
che ha fatto da splendida cornice, è stato inaugurato domenica 26 settembre il “Sacello
degli Alpini” di località
Busafonda.
Tante penne nere ma anche
labari e gagliardetti di molte
associazioni militari, una folla
numerosa di gente comune,
autorità politiche, civili e militari, tutti accorsi e schierati
attorno a quello che don
Lauderio Dal Bianco, parroco
di Gallio, nell’omelia della S.
Messa ha definito “un piccolo
gioiello incastonato in una
splendida natura”.
Risale al 1927 quella piccola
costruzione sorta a margine
della strada che si snoda nella
valle di Campomulo per essere deposito attrezzi e punto di
riferimento per gli stradini incaricati della manutenzione
della strada Campomulo –
Marcesina (prima Agostino
Domenico Girardi Meni Ser
fino al 1953 e quindi Antonio
Finco Meni Scampit fino al
1980). Da allora rimase praticamente abbandonata per quasi
trent’anni, fino al 2009, quando l’Amministrazione Comunale di Gallio deliberò un affidamento cinquantennale del
piccolo stabile al Gruppo Alpini di Gallio; un gruppo di soci
volonterosi, con il contributo
economico dell’Amministrazione Comunale e di privati, si
è allora messo subito al lavoro
con la pazienza, la tenacia e lo
spirito di sacrificio tipici degli
alpini, attuando con grande
professionalità e precisione
quegli interventi che, pur mantenendo
l’impanto
architettonico esistente, hanno
portato alla radicale trasformazione del vecchio manufatto bianco in questo splendido “luogo sacro”.
Una piccola chiesetta che,
come è stato detto negli interventi dei vari oratori
succedutisi a sottolineare la
bellezza e il valore morale di
questa realizzazione, può diventare un punto di sosta per
un pensiero, per una preghiera,
per
<non
dimenticare>chi, come Antonio Finco Scampit (alpino
della 45^ Compagnia del Battaglione “Morbegno”, reduce di Russia, scomparso nel
1997, che proprio nella data
di questa inaugurazione, il
26 settembre 2010, avrebbe
compiuto 90 anni) “ha sacrificato la propria giovinezza, le proprie energie migliori,
il proprio spirito pieno di coraggio, di ardimento e di umanità per assicurare a noi la
pace, il benessere e la sicurezza in un futuro ben più radioso
e fulgido di quello che essi, gli
alpini del nostro passato che
<sono andati avanti>, hanno
vissuto e goduto”; così si legge nel discorso dell’attuale
Capogruppo degli Alpini galliesi,
Giorgio Munari “Bevi”, pubblicato nell’opuscolo curato
dallo storico prof. Danillo Finco
e realizzato per l’occasione.
Una cerimonia intensa, per molti
commovente, che ha decisamente coinvolto tutti, sottolineata anche dalle musiche della
Banda di Chiuppano e dai brani
proposti dal Coro Parrocchiale
di Gallio, con un’emozione particolare per chi ha intensamente e profondamente vissuto in
prima persona, col lavoro e col sacrifico
personale, questa trasformazione. “Una
dedica dovuta, anzi
tardiva, quella ad Antonio Finco Scampit si è detto in maniera
esplicita negli interventi di Giorgio Munari e
del sindaco di Gallio
Pino Rossi - a lui che
in vita non ebbe mai
nessun riconoscimento che forse avrebbe
gradito, una ferita
causata dall’oblio spesso inconscio in cui noi galliesi
abbiamo relegato quegli alpini, come Antonio Finco
Scampit, che hanno sacrificato molto, e molti tutto”.
“Oggi la ferita è stata giustamente sanata – sottolinea
ancora Giorgio Munari - e la
memoria di tutti gli alpini
che <sono andati avanti> è
stata rinnovata e rinfrescata, e allora questo
<Sacello>
costituisca
per tutti noi
un richiamo
forte e gagliardo a
quegli ideali
di solidarietà, di fratellanza, di generosità e di
altruismo che
i
nostri
<veci> hanno con serietà ed impegno perseguito senza tentennamenti e
titubanze di
sorta, trasmettendoceli
quali eredità sacra ed intangibile; questo <Sacello> li ricorderà per sempre, i nostri <vecchi alpini>, e mi auguro che la
loro memoria sia per tutti noi
stimolo incessante e proficuo
ad operare per il bene e il progresso morale e culturale della
nostra comunità di Gallio”.
Poi la benedizione di Don
Lauderio, la deposizone di una
corona d’alloro alla memoria dei
Caduti e quindi lo scoprimento
della lapide marmorea posta all’interno dell’edificio, sotto alla
statua della Madonna, fino ad
allora coperta dal tricolore, su
cui si legge “Alla memoria dell’alpino Antonio Finco
Scampit (1920-1997) e di tutti
gli alpini di Gallio che in pace
ed in armi hanno fatto della
propria esistenza un dono generoso e disinteressato alla propria terra e alla propria gente,
esprimendo così le doti peculiari e distintive di chi abita e
vive la montagna”.
Cesare Pivotto
SPAZIO CINEGHEL
Sabato 2 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 3 ottobre, ore 20.30
MANGIA, PREGA, AMA
Venerdì 8 ottobre, ore 20,30
Sabato 9 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 10 ottobre, ore 17,30 e 20.30
LA PASSIONE
Venerdì 15 ottobre, ore 20,30
Sabato 16 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 17 ottobre, ore 17,30 e 20.30
INCEPTION
Per non dimenticare
Testimonianze, canti e
immagini dal campo di battaglia
La sera precedente l’inaugurazione, sabato 25 settembre, nella
Chiesa Parrocchiale di gallio si è tenuta una spelndida quanto
mai interessante e toccante serata intitolata ”Per non dimenticare Testimonianze, canti e immagini dal campo di battaglia”. Si è trattato di “ un collage multimediale
di testimonianze sui 2 conflitti mondiali – come sottolinea
Giandomenico Stella - una scatola di ricordi costituiti da brani sulla distruzione di Asiago e Gallio interpretati da due professionisti del teatro come Bruno Lovadina e Federica
Santinello, immagini d’epoca e canti eseguiti dal coro Parrocchiale di Gallio (per l’occasione distinto nella sola componente maschile, 12 elementi, del vecchio Coro Gallio) per i
brani di guerra. Ricordi e memorie che non devono andare nel
dimenticatoio e che devono essere invece valorizzati e condivisi”. “E’ stato proposto dalla Consulta alla Cultura del Comune di Gallio e dal Coro Parrocchiale (con la collaborazione, anche coreografica, del Gruppo Alpini Gallio) per la
prima volta il 10 luglio di quest’anno (vigilia della
commemorazione dell’Ortigara) nel suggestivo ambiente in notturna del Sentiero del Silenzio di località Campomuletto.
Vista l’ottima riuscita, riproposto per questo 25 settembre come
evento collaterale e quasi promozionale dell’inaugurazione del
<Sacello degli Alpini> di Busa Fonda. Per l’occasione è stato
adattato con l’inserimento del brano-testimonianza di Antonio
Finco Scampit letto a 2 voci dagli attori Santinello e Lovadina,
accolto da un lungo e caloroso applauso dall’emozionato pubblico presente. Nell’immaginaria scatola di ricordi erano presenti due toccanti registrazioni audio: una lirica di Mario
Padovini, “Monte Golico Golgota degli Alpini”, dalla splendida
voce del compianto professor Bepi Boccardo e risalente a più
di 20 anni fa e una “Preghiera dell’Alpino” recitata e
personalizzata da Angelo Cherubin, ragazzo del ’99, incisa circa
30 anni fa. A concludere la serata le note del Silenzio con i
nomi a scorrere sullo schermo dei caduti Galliesi in ricordo
degli <immortali> caduti di tutte le guerre. La speranza è di
proporre la serata in altri paesi dell’Altopiano arricchendo il
contenitore con testimonianze e ricordi di questi”.
Marco Tuggia alla Festa
della Famiglia nell’ambito
dell’Oktober Ghel Fest
Seconda
edizione
dell’Oktober Ghel Fest organizzata dalla Pro Loco di
Gallio con il patrocinio e la
collaborazione del Comune
di Gallio, che si svolgerà
nel weekend di metà ottobre presso il palatenda riscaldato al parcheggio
Ghelpack. Nel ricco calendario della manifestazione
in programma da venerdì 15
a domenica 17 e che prevede spettacoli vari, appuntamenti musicali e giochi
divertenti, spicca la Festa
della famiglia, rivolta ai
nuclei familiari galliesi, che
si terrà domenica con pranzo offerto dall’amministrazione comunale (serve la
prenotazione presso l’Ufficio Turistico). Sarà presente
Marco
Tuggia,
pedagogista e formatore che
da anni si occupa di educazione degli adulti, sia nel
campo della formazione e
della consulenza ai genito-
ri, sia nelle realtà professionali e di volontariato che
svolgono la propria attività
nel lavoro sociale e di cura.
Tuggia, oltre a parlare del
significato, del ruolo e delle problematiche della famiglia ai giorni nostri, avrà
modo di presentare il suo libro “Non di solo mamma e
papà vivono i figli - Lettera ad un genitore della
psychologic generation”. Lo
spettacolo della scuola di
danza Les Etoiles de la
Danse, assieme ai divertenti numeri del Mago G, completeranno il bel momento di
aggregazione della comunità di Gallio. Durante i tre
giorni di festa, oltre all’ottima birra, si potranno gustare i piatti tipici dello
stand gastronomico. Alla
manifestazione è abbinata
una sottoscrizione a premi,
la cui estrazione si terrà la
sera di domenica alle ore
21.30.
S.B.
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
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8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
In viaggio per le contrade dei 7 Comuni
Contrada “Toccoli”
Proseguiamo il lungo un viaggio tra le contrade altopianesi
portandoci a Roana; dalla centrale piazza si prenda la direzione per Rotzo, dopo poche
decine di metri svoltare a sinistra per via Pozzo, seguendo i
segnali che indicano le incisioni rupestri della Val d’Assa. Si
arriva ad un bivio ampio; a benedire i viandanti v’è un capitello che racchiude la statua di
San Antonio. L’iconografia rappresenta il santo con il bastone
tipico degli eremiti, un maiale
ai piedi, a simboleggiare il demonio, un campanello e la
fiamma. Proprio a causa del
simbolo del maiale, l’abate divenne in breve il protettore degli animali domestici, mentre la
fiamma ricorda la sua capacità
di guaritore dell’ergotismo
(fuoco di Sant’Antonio). Da
qui alla contrada Toccoli bastano pochi passi, subito si incontrano le prime case.
Il cognome delle famiglie che
vi risiedono è in prevalenza
Fabris, una minoranza è rappresentata da Slaviero, Zovi e
da una piccola comunità di romeni. Qualche anno fa il borgo
era salito agli onori della cronaca sportiva: Enrico, l’eroe
mondiale di velocità su ghiaccio, dimora qui. A lato della sua
abitazione sta ancora sospeso
un lungo filo su cui oscillano le
repliche di due medaglie. Il
Fabris nazionale ne conquistò
tre, ma una ha rotto i sostegni
ed è rotolata chissà dove, forse giù per la strada che scorre
in naturale discesa, lontano dalle luci della ribalta. Il “carro dei
festeggiamenti” probabilmente
è parcheggiato in qualche rimessa, ad attendere nuovi
piazzamenti del velocista.
Toccoli è una contrada sobria,
qui la gente sembra badare al
sodo, questo racconta l’essenzialità degli edifici; il sole per
lunghe ore illumina la zona, ma
a goderne in ozio solo i panni
stesi ad asciugare, un grosso
micio siamese addormentato
tra i fiori, e gli orti ove d’estate
maturano pomodori, fagioli e
patate. Buono il terreno,
ottimale il clima. Un po’ più in
basso, verso la valle di levante,
gli austriaci avevano piazzato
le batterie con cui bombardare
le linee italiane; nelle vicinanze
un Hilfplatz (ospedale da campo) dava i primi soccorsi ai feriti. Per anni in loco si è estratta la torba, a bordo dei pesanti
camion BL veniva trasportata
nei pressi della stazione di
Canove, lì lasciata asciugare,
prima d’essere spedita in pianura. Ricordi di realtà scomparse, raccontati dagli ex profughi agli allora figli che oggi
sono anziani, come la signora
Valeria che, dopo una sbirciatina
da dietro la finestra abbandona
per qualche attimo il paiolo della polenta, scambiando lo scrivente per un giornalista venuto
ad intervistare Enrico, chiede:
“Galo vinto n’altra medaja el
Fabris?”. Da lei apprendiamo le
ipotesi riguardo al toponimo
Toccoli. Una versione parla di
tre fratelli alti di statura e forti
come rocce, “tre tocchi de
omo”. Altra derivazione si fonda sul fatto che qui i residenti
battevano o forgiavano gli attrezzi per il lavoro dei campi e
dei boschi, ciò, almeno in apparenza, non trova riscontro in
termini linguistici usati nei secoli scorsi, forse qualche profondo conoscitore dell’idioma
cimbro troverà un fondamento
linguistico al verbo “taccanare”,
che comunque rimane ben lontano dal toponimo in oggetto.
Purtroppo presso la contrada
sembra che nessuno parli ancora la lingua degli avi. Dagli
anziani si ricava comunque che
a fondo valle era operativo un
mulino per macinare le
granaglie, di cui oggi rimane
poca traccia; inoltre un tempo i
prati dedicati al pascolo erano
più ampi, diversamente da oggi,
in cui il bosco avanza inesorabilmente verso il centro abitato.
Trattasi ad ogni modo di una realtà comune al territorio
altopianese.
Attorno agli edifici insistono le
legnaie, poche le mucche al pascolo. Attira l’attenzione il giardino di una casa, su cui un
recuperante attivo anni fa ha
esposto dei cimeli raccolti dai
campi di battaglia, le bombe di
vari calibri saldati alla cancellata ricordano che la guerra è
passata anche di qua, i vecchi
strumenti di morte possono trasformarsi in curiosi oggetti
d’arredo. Qualcosa di buono il
conflitto lo ha lasciato, fosse
anche solo un monito per le generazioni che verranno.
Giovanni Dalle Fusine
A Canove un corso di Danza del Ventre
Anche sull’Altopiano di Asiago
sarà possibile imparare la Danza del ventre. L’Associazione
“Voci dell’infinito”, con sede a
San Giuseppe di Cassola, organizza infatti un apposito corso presso la piscina di Canove.
Il 9 ottobre ci sarà l’open day,
cioè una giornata di porte aperte per la presentazione dell’iniziativa: dalle ore 10 alle 12 e
dalle 14.30 alle 16.30 si potran-
Acconciatura e trucco
da sposa e da sera
Trattamenti
tricologici mirati
Check-up della cute e
del capello
Extension
Manicure
Accessori moda
Bigiotteria
Via J.SCAJARO
ASIAGO
Telefono:
0424 463694
no avere tutte le informazioni
su quella che viene definita anche danza orientale o danza
della poesia. La prima lezione
è programmata per il 13 ottobre alle 17. Ci si ritroverà poi
sempre di mercoledì alla stessa ora. La danza orientale è
un’esaltazione della femminilità ed ha effetti benefici sul corpo umano, a conferma di ciò
sono stati riscontrati dei bene-
fici in gravidanza, grazie ai dolci movimenti rotatori del bacino. Infatti, molti movimenti della
danza orientale richiamano l’immagine degli esercizi preparatori al parto. A livello fisico si
verifica un miglioramento della
circolazione sanguigna, del transito intestinale, dei dolori mestruali e di quelli della colonna
vertebrale, sia a livello lombare
che cervicale, mentre a livello
psicologico i vantaggi ottenibili
sono stati spesso indicati in termini di rilascio delle tensioni, di
acquisizione di una maggiore
consapevolezza corporea, di un
senso di rinascita e di riscoperta
della femminilità. Per informazioni sul corso che prenderà il
via a Canove (ce ne sarà uno
eventualmente anche a
Marostica) rivolgersi a Franca
380.4631613.
16
8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
17
“Chi fermò la vaca mora”
CULTURA
La compagnia del filò di
Treschè Conca, presso il
palatenda, ha tenuto l’annuale
rappresentazione legata al vivere
di una volta. La manifestazione
ha ottenuto un notevole succes-
Proposto al palatenda di Treschè Conca un divertente spettacolo teatrale ispirato alle
celebrazioni del centenario dell’inaugurazione della linea ferroviaria Rocchette-Asiago
so. I cinquecento presenti hanno
dimostrato di apprezzare, con
scroscianti applausi, e sonore risate il sale della trama, dovuto
anche all’estemporaneità degli
autori, capaci di intrecciare sto-
rie e fatti di fantasia che si confondono con storie veramente accadute, tanto da rendere la rappresentazione simpatica per il villeggiante e nello stesso tempo
rinverdire nei paesani fatti real-
Cineforum 3D al Cinema Lux
La rassegna inizierà il 20 ottobre , novità di quest’anno la visione di un film
tridimensionale e l’aggiunta di una proiezione il venerdì pomeriggio alle 16.30
Anche per la stagione 20102011 il “Circolo Effetto Cinema
Asiago” propone il cineforum che
vi accompagnerà da ottobre ad
aprile, offrendo oltre alla consueta rassegna cinematografica una
novità. Infatti al Cinema Lux è in
arrivo la tecnologia 3D che permetterà la visone tridimensionale
per i film predisposti rendendo
ancora più coinvolgenti gli effetti speciali. Abbiamo scelto la
qualità degli occhiali monouso
Masterimage, garantendo una
ineguagliabile qualità di visione.
La selezione dei film ha tenuto
in considerazione ben 21 uscite selezionate tra i generi di
maggior successo tra l’offerta
italiana ed internazionale. E’ possibile usufruire della prevendita
delle tessere per il cineforum nei
giorni 12-13-14-15 ottobre dalle
18:00 alle 21:00, con il vantaggio di poter assistere ad una
proiezione gratuita la sera
stessa del film “Il concerto”,
alle ore 21.10. La tessera del
cineforum permetterà l’ ingresso con biglietto ridotto
allo spettacolo teatrale “Croci rosa” martedì 8 novembre alle 21:00, in cui il set di
un demenziale programma
televisivo condotto da un presentatore e da una valletta
svampita è usato come pretesto per raccontante la condizione della donna nel mondo.
La rassegna inizierà il 20-2122 ottobre con la consueta formula degli spettacoli proposti in
più repliche, il mercoledì alle
20.30, il giovedì alle 20:45 mentre il venerdì oltre all’appuntamento serale dell3 20:45 si offre l’opportunità di una proiezione pomeridiana alle ore 16:30. La stagione inizierà con “Dieci inverni”,
una pellicola sentimentale del regista esordiente Valerio Mieli ambientato tra Venezia, le colline
venete di Valdobbiadene e Mosca,
e scorrendo tra i titoli italiani troviamo “La solitudine dei numeri
primi” di Saverio Costanzo presentato a Venezia e tratto dal-
l’omonimo libro e ancora il film
“Benvenuti al Sud” di Con Claudio Bisio. Ma non mancano gli
appuntamenti con i film internazionali: il thriller “The
American” di Corbijn con
George Clooney, o “Mangia,
prega, ama” di Murphy con
Julia Roberts, e Oliver Stone
con “Wall Street, il denaro
non dorme mai”. E l’appuntamento atteso per la tecnologia 3D sarà “Harry Potter e
i doni della morte, parte I”,
dove vi sentirete proiettati dentro
il film per i travolgenti effetti speciali. Per arricchire la rosa di proposte ci saranno due serate con
dibattito, dopo “Vallanzasca” di
Michele Placido, film molto discusso quest’anno a Venezia, e
dopo “Gli spietati” di Clint
Eastwood, per i ciclo “Grandi
classici”. I prezzi del biglietto d’entrata e della tessera del cineforum quest’anno
sono aumentati a 45euro per
abbonamento intero, 40euro
per il ridotto aziendale,
25euro per gli over 60,
30euro, per gli studenti ed
infine la speciale per gli stu“Vallanzasca”
di Michele
denti di prima, seconda e terPlacido
za superiore a soli 6 euro
Novità in libreria
Una regione in armi: Il Veneto
dal 1866 alla Grande Guerra
Il volume, con le prefazioni
dell’avvocato Francesco Dal
Ferro, del generale Carlo Maria Magnani Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, del prof. Marco Grandi
Presidente del Centro Studi
“Generale Domenico Grandi”,
del prof. Francesco Perfetti dell’Università LUISS e del Presidente Onorario dell’Associazione Il Piave 1915 – 1918 Furio
Lazzarini, tratta della storia della
militarizzazione del Veneto dall’unità fino alla 1ª guerra mondiale. Dopo un capitolo
introduttivo sulla storiografia
militare italiana in generale ed
in merito ai rapporti tra militari
civili nel periodo considerato,
parte l’approfondimento sulla
militarizzazione della società
veneta nel periodo 1866 – 1914.
Si prendono in considerazione,
i rapporti fra militari e società
civile nella varie città della regione, come Verona, Vicenza,
Padova, Venezia, Belluno e
Treviso, quelli con la chiesa
cattolica, la presenza nelle Accademie militari dei giovani
veneti, il tasso di nuzialità. Il capitolo centrale è quello della
grande guerra. Qui si prendere
come esempio del rapporto tra
esercito e società, quello di
Thiene. La cittadina dell’alto
vicentino era molto vicina alle
prime linee, si analizza perciò il
ruolo dell’amministrazione comunale, quello della giustizia
militare, gli internamenti, le case
di tolleranza e del soldato, il ruolo della chiesa nelle retrovie e in
prima linea, l’arrivo degli alleati. Il tema della militarizzazione
del Veneto, sia durante il periodo liberale che nel conflitto
mondiale non è mai stata trattata in modo organico. Il volume pubblicato per la prima volta, tratta con l’utilizzo di documentazione archivistica inedita
proveniente da archivi privati e
pubblici ed anche dall’analisi
della stampa dell’epoca, dà
un’ampia visione di questo soggetto storico. A corredo del volume, ci sono molto cartine e
schizzi e fotografie. L’autore
Malatesta è il Presidente dell’Associazione
Sperre
Valsugana, Vice Direttore della
Fondazione Museo Storico del
Nastro Azzurro di Salò, Direttore del Comitato Scientifico
dell’Associazione Culturale Tagliata della Scala e dirige per la
casa editrice Temi, la collana
storica Le Sentinelle di Pietra.
Una regione in armi: il Veneto
dal 1866 alla Grande Guerra,
Ediz. Temi, pag. 628, • 35.
mente accaduti. La ricorrenza del
centenario dell’inaugurazione del
primo viaggio del treno
Rocchette-Asiago di quest’anno
ci ha dato lo spunto per mettere
in scena uno spettacolo che ha
ricordato quel 10 febbraio 1910
esaltando il fatto storico che è stato ricordato sul nostro Altipiano
con una serie d’interessanti manifestazioni. Con l’arrivo della “
Vaca Morra”, così era chiamato
il trenino, si rompeva
definitivamente l’isolamento del
nostro Altopiano e dei suoi abitanti che per anni hanno fatto uso
d’animali e della forza delle proprie gambe per raggiungere la pianura. Il biglietto costava per giungere fino a Thiene 4 lire e 35 centesimi. La “Vacca mora” impiegava da Asiago a Rocchette
un’ora e sette minuti e per il viaggio in salita un’ora e ventuno minuti. Lungo la ferrovia c’erano 7
stazioni Rocchette, Cogollo,
Campiello, Treschè Conca,
Cesuna, Canove, Asiago, 10 caselli, 8 torrette e 6 gallerie. Il consumo della locomotiva per una
salita e ritorno era di cinque quintali di carbone e di sei ettolitri
d’acqua. L’inaugurazione avvenne in una giornata di neve che tra
il nove e dieci febbraio 1910 cadde abbondante sull’Altopiano,
raggiungendo a Rocchette i
trenta cm. I cenni storici non
dovevano mancare, ma i fatti
curiosi ambientati sul treno che
risaliva il costo una trentina
d’anni dopo la sua definitiva
entrata in funzione ha animato
la platea. Un grazie particolare
a Pierangelo Tamiozzo per le
sue meravigliose canzoni che
ci hanno accompagnato, ai
bambini che hanno cantato la
canzone “La vaca mora” e naturalmente alla Pro Loco. Per
noi che abbiamo messo assieme lo spettacolo i complimenti
sono stati tanti, ma credo che
dobbiamo farli a noi stessi per
aver ancora una volta tirato fuori dalla nostra inventiva e dalle
nostre capacità il meglio, diventando attori per una sera. Il
nostro viaggio con quel treno è
come il percorso della vita, non
sempre si trovano posti comodi, ma tutti noi viaggiamo con i
nostri pensieri, le nostre speranze e le nostre sofferenze.
Scendendo da quel treno lasciamo un posto vuoto, ma ci
rimane il piacere di aver viaggiato come nella vita con altre
persone. Per non essere tristi
pensiamo ad una canzone di
Tamiozzo che recita “sopra di
noi c’è sempre un pò di cielo e
dentro di noi un pò di sole”.
Fabio Panozzo,
Elena Bonato, Silvio Panozzo
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
18
DEA: tre voci, due chitarre, l’Associazione
Musica Asiago Altopiano e… una sola anima
Nell’ultimo anno, un nuovo
gruppo si è affacciato con
grande determinazione nel
paesaggio
musicale
altopianese, cosa che ci ha
spinti a riaprire, per un numero, la rubrica musicale che
occupava questa pagina un
paio d’anni fa: si tratta delle
DEA, una band costituita da
tre spettacolari voci femminili, accompagnate da due fidi
chitarristi. Il nome del gruppo è acronimo delle tre cantanti che lo costituiscono:
Diletta (mezzo soprano), Elena (soprano) e Alessandra
(contralto) e si è formato ufficialmente nel settembre del
2008, nonostante il progetto
fosse già stato avviato da
tempo. Infatti, già precedentemente, Elena Zotti,
quindicenne
di
Camporovere, aveva mosso
i suoi primi passi con
Tommaso Vellar, residente a
Roana. Frequentando la
Scuola di Musica ad Asiago
(AMA Associazione Musica
Asiago Altopiano), la ragaz-
za ha conosciuto le due
diciassettenni asiaghesi Diletta Rigoni e Alessandra
Rampazzo, nonché il secondo chitarrista Marco Rigoni.
Da quel momento è nata
un’autentica sinergia tra le
tre ragazze, complice un notissimo pezzo degli Extreme
More than Words, che il loro
maestro di canto, Valerio
Fallico, aveva arrangiato per
tre voci femminili.
Alla natura eterogenea delle loro voci si sono aggiunti i
diversi apporti musicali derivanti dalle esperienze di
ognuna di loro: se Alessandra si adatta ai generi proposti dalle colleghe, Diletta
predilige la musica pop e
R&B, mentre Elena ama il
rock melodico. I chitarristi
Tommaso e Marco, invece, si
adattano ai brani proposti,
comprendendo quanto lo strumento vocale sia soggetto a
restrizioni di genere. Il repertorio da loro proposto è quindi
abbastanza vario; tra i cavalli
di battaglia del gruppo, oltre a
Diletta Rigoni (26/04/1993) – mezzo soprano
La giovane asiaghese ha iniziato a frequentare l’Associazione Musica Asiago Altopiano all’età di quattro anni. Dopo
aver abbandonato gli studi
musicali a favore di quelli
scolastici, Diletta a ripreso
a studiare canto durante la
II media. Ama la musica
pop e R&B, specialmente
Beyoncé, Alicia Keys e
Steve Wonder. Tra le sue
canzoni preferite c’è Isn’t
she lovely e Still in Love
Kissing You. La musica,
per lei, ha le sfumature del
giallo, colore della luminosità della vita. Tra i suoi progetti, c’è quello di imparare a suonare bene il pianoforte.
More than Words, ci sono
anche Proud Mary e Keep
your Head up.
Il successo delle DEA è stato
sancito soprattutto da un pubblico sempre più incuriosito da
questa nuova proposta, mai
realizzata sull’Altopiano di
Asiago, tanto da spingere le
ragazze e i loro chitarristi a
partecipare al concorso “Musica nel sangue”, tenutosi la
scorsa primavera, che ha visto le DEA piazzate al primo
posto nella fase di istituto ed
Elena al primo posto alla fase
provinciale e al secondo nella
fase regionale. La soddisfazione maggiore per loro, però, è
quella di emozionarsi facendo
buona musica e riuscire a mantenere un bellissimo rapporto
di cooperazione e amicizia,
nonostante le difficoltà
logistiche e i personalismi che
ci possono essere all’interno di
ogni gruppo musicale, ponendo come obiettivo principale
una buona esecuzione di insieme.
Nel più prossimo futuro, le
DEA hanno in programma
altre serate in acustico e una
collaborazione con DJ Glamn
per remixare i brani da loro
proposti affinché raggiungano anche il popolo
“discotecaro”. Tra i progetti
a lungo termine, invece, il
gruppo vorrebbe tentare la
partecipazione a X Factor,
Elena Zotti (11/01/1995)
– soprano
Ha iniziato a cantare da piccola nel coro della Chiesa e ha intrapreso giovanissima la didattica della chitarra acustica. Da
cinque anni e mezzo, ha iniziato a frequentare la Scuola di
Musica asiaghese nel corso di
canto. Ama il rock melodico e
si è avvicinata da poco al metal.
Tra i suoi artisti preferiti ci sono
Anouk, Skid Row e No Doubt.
La sua canzone preferita è
Nobody’s wife. Per lei la musica è come il colore grigio:
un misto tra bianco (simbolo della leggerezza che si prova
cantando) e nero (come i momenti difficili che essa aiuta
a superare con il sorriso).
Tommaso Vellar (29/10/1992) – chitarra
Il veterano e fondatore del gruppo ha sempre avuto una
grande passione per la musica, grazie agli stimoli dati dalla scuola e dalla frequentazione di pub che proponessero
musica live. Anche lui frequenta l’Associazione Musica
Asiago Altopiano, divenuta complice di questa squadra
vincente. Come Marco, ama la musica di Tommy
Emmanuel: la sua canzone preferita è Precious Time. Il
colore a cui associa la musica è il rosso intenso: una passione indelebile.
Al Cinema Lux
da Sabato 9
ottobre
A Gallio i Mister
Sound in concerto
per beneficenza
L’Associazione Amici di Silvia, Lisa e Roberta presenta: MISTER SOUND in concerto
sabato 2 ottobre, ore 21.00 palasport/
auditorium di Gallio. Per la prima volta
sull’altopiano, i MISTER SOUND si esibiscono in un emozionante repertorio che attraversa la migliore musica anni 70|80. Entrata 10 euro. Prevendita biglietti presso Ufficio Turistico Gallio e il bar Commercio a
Gallio. Il ricavato della serata verrà interamente devoluto in beneficenza.
presumibilmente tra due anni,
anche se Diletta sta cercando di trascinare i compagni
per l’audizione dell’anno
venturo. Il “fenomeno
DEA” sta diventando davvero contagioso e parlando
con Diletta, Elena, Alessandra, Marco e Tommaso si
riesce davvero a capire il
perché: si tratta di una band
che crede ancora nella collaborazione reciproca, nel
successo di gruppo e non del
singolo e che antepone, come
input e insieme obiettivo, la
passione comune per la musica, perseguendo la propria
meta con tantissima umiltà.
Martina Rossi
Alessandra Rampazzo
(16/06/1993) – contralto
Ha iniziato a cantare quattro anni
fa, spronata dall’amica e coetanea Diletta. Da piccola suonava
amatorialmente la pianola, spronata dal papà, appassionato e intenditore di musica. Da due anni
frequenta le lezioni di Valerio
presso l’Associazione Musica
Asiago Altopiano. Ama la musica R&B e raggae, specialmente quella del mitico Bob Marley. La
sua canzone preferita è Against all odds di Phil Collins. Per lei la
musica si colora di giallo, perché è il colore della spensieratezza che
prova cantando.
Marco Rigoni
(21/01/1995) – chitarra
Il giovane liceale si è avvicinato
alla musica grazie alla passione
della madre, che ha suonato la chitarra per molti anni. Inoltre, voleva
imparare a suonare uno strumento
che fosse interessante e, al contempo, abbastanza popolare da poter
aprire le strade dell’esibizione. Ha quindi iniziato a frequentare i
corsi tenuti da Nando Bertelli. Ascolta molta musica acustica, grandi chitarristi come Tommy Emmanuel e ama il genere country e il
jazz. Per lui la musica ha i toni del blu, il suo colore preferito com’è
dominante la musica nella sua vita.
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
L’AVVOCATO RISPONDE
Un fenomeno sempre più frequente:
essere figli di genitori separati
Dei tanti cambiamenti che
il mondo occidentale sta
vivendo negli ultimi anni, il
fenomeno delle separazioni di coppia è uno dei quadri più “sconvolgenti” dal
punto di vista della struttura familiare tradizionale
e del suo equilibrio originario. La rottura sentimentale tra partner, sia in coppie sposate sia nelle
convivenze, ha assunto ormai valori numerici talmente alti da dover riconsiderare, dal punto di vista
sociologico e demografico, la
conformazione storica della
nostra società. Contemporaneamente, ed è questo l’oggetto del nostro ragionamento, nei Servizi Sociosanitari e
negli studi privati si presentano sempre più casi in cui
l’elevata conflittualità coinvolge il rapporto con i figli,
che spesso, e aggiungo purtroppo, vengono messi in
mezzo al diverbio insanabile.
L’esperienza del Consultorio
Familiare, ove si raccoglie la
vasta gamma dei disagi
relazionali vissuti entro il quadro familiare, mi fa pensare
che troppo spesso i bambini
sono vittime inconsapevoli
del disagio di coppia. Pensate che nel 2007 ogni 100
matrimoni ci sono state 27
separazioni a cui bisogna aggiungere le rotture sentimentali di coppie non sposate non
segnalate al Tribunale; il che
significa che ogni anno ben
più di 100.000 bambini devono affrontare tale situazione
di crisi familiare.
Quando
due
adulti,
consensualmente o meno,
decidono di porre fine al loro
rapporto, molte dinamiche si
spezzano e le due parti si trovano simmetricamente a dover negoziare o mediare rispetto a tutta una serie di
cose che hanno a che fare
con quello che prima era condiviso. Utilizzo questo linguaggio piuttosto approssimativo perché solitamente
l’idea di divisione e di separazione fa pensare alle proprietà, ai “campi in comune”,
più che ai figli. I maggiori elementi di conflittualità infatti
si rivolgono allo stato
patrimoniale e ai reciproci
impegni economici.
Tralasciando le implicazioni
giuridiche e legali in senso
lato, che sono solitamente
affidate agli avvocati, l’aspetto della “co-genitorialità” viene solitamente considerato in
extremis perché non richiede solamente la capacità di
difendersi dalle azioni della
controparte ma una deliberata assunzione di responsabilità in quanto genitore. Nella
mia esperienza, molto spesso la separazione porta a
un’escalation
di
rivendicazioni nei riguardi
dell’ex partner alimentata
dalla difficile elaborazione
della perdita sentimentale e
dall’irrigidirsi di posizioni di
parte incompatibili con la disponibilità a riconoscere le
reciproche esigenze.
Dal punto di vista dei due
adulti potremmo anche pensare che la crisi di coppia può
essere a volte il giusto esito
di un tentativo non riuscito di
migliorare il proprio status
d’individuo. Non è quindi
sempre e solo il matrimonio
riuscito, in ottica sociologica
moderna, il naturale epilogo
dei tentativi delle persone di
realizzarsi esistenzialmente.
Ciò si verifica solo se le continue negoziazioni di coppia
riescono a trasformare le
due parti con reciproco senso di gratificazione rispetto
ai propri bisogni e aspettative; altrimenti, è normale
che il rapporto si concluda.
Il difficile è accettare di
non amarsi più, porre fine
al rapporto sentimentale,
mantenendo però la fiducia
nell’altro come padre o
madre dei propri figli. Sono
loro infatti a subire in prima persona la crisi familiare. La prima sfida da affrontare è comprendere,
con la testa e il cuore, che
mamma e papà non si vogliono più bene ma che continueranno, per sempre, ad
amarli incondizionatamente. Saper mantenere la continuità d’affetto comunica
ai bambini che non è colpa
loro se ciò è successo. È
necessario affrancare totalmente il carico emotivo
della separazione che non
appartiene in nessun modo
a loro. Purtroppo invece
accade frequentemente
che il dolore degli adulti
debordi anche nella funzione genitoriale, rendendo i
figli vittime sacrificali dei
conflitti non risolti dei grandi. Ciò è talmente deleterio
che in alcuni casi i Servizi
Sociali e il Tribunale intervengono d’urgenza per
proteggere i minori coinvolti. Esiste persino una sindrome psichiatrica detta “di
alienazione genitoriale” che
compare quando uno dei
due
genitori,
detto
“alienatore”, si attiva per
19
denigrare l’ex partner manipolando i figli a suo favore. È facile comprendere
che più alta è la
conflittualità tra i genitori,
più emergono segnali di sofferenza nei figli.
Sempre più spesso gli operatori sociosanitari si prendono in carico situazioni di
crisi matrimoniale e separazioni conflittuali per aiutare
gli attori a mantenere invariata la propria funzione
genitoriale rispetto al rapporto con i figli, che lega indissolubilmente la coppia
almeno finché i bambini non
diventano giovani adulti responsabilizzati e autonomi.
Solitamente, il primo intervento riguarda il recupero
delle capacità comunicative e l’elaborazione del lutto (perdita della relazione).
In questa prima fase accade facilmente che i due genitori siano in stadi psicologici ed emotivi diversi; vengono pertanto aiutati a trovare un consenso unanime
rispetto alla loro situazione.
Successivamente, i genitori vengono resi consapevoli
dell’importanza di riconoscere l’altro in quanto padre o madre, e alla luce di
ciò stimolati a mantenere
vivo un canale comunicativo per decidere sul futuro
dei figli in base alle loro esigenze educative e psicologiche. Se si apre questo
spazio, si tutelano i minori
e si restituisce alla coppia
la dimensione genitoriale,
ricucendo gradualmente,
con una nuova e inesplorata
trama, le identità di tutti i protagonisti della rottura familiare. Per ulteriori informazioni
sull’argomento, potete contattarmi ai recapiti pubblicati.
LA TESSERA
DEL TIFOSO
La tessera del tifoso è una
tessera identificativa, non obbligatoria, che ha lo scopo da
un lato di fidelizzare il tifoso
coinvolgendolo e impegnandolo al rispetto di un determinato “codice etico” di comportamento sportivo e, contemporaneamente, riservandogli alcuni privilegi (come
facilitazioni per l’acquisto di
biglietti, varchi e settori dedicati negli stadi, etc.). Dall’altro lato, inoltre, svolge la
funzione di rafforzare la prevenzione e il contrasto dei
fenomeni di violenza negli
stadi. La tessera, infatti, non
potrà essere rilasciata a chi
è stato condannato, anche
con sentenza non definitiva,
per reati “da stadio” (si veda
l’art.6 della legge 401/89 e
l’art.9 del Dl 8/2007- tra i
tanti, esemplificativamente, vi
è il possesso di armi, coltelli
o corpi contundenti, il lancio
di materiali, l’invasione di
campo, l’indossare caschi,
etc.-) o a chi è stato sottoposto a DASPO (acronimo di
Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive -ovvero provvedimento del Questore che vieta al soggetto
ritenuto pericoloso la possibilità di accedere ai luoghi ove
si svolgono manifestazioni
sportive per un periodo di
tempo che va da uno a cinque anni-).
Il tesseramento era già attivo nella passata stagione, ma
è solo dal campionato appena iniziato (2010/2011) che il
sistema dovrebbe entrare a
regime.
La tessera, munita di foto
identificativa, dovrà avere un
contenuto minimo, ovvero vi
dovranno essere indicati cognome e nome, data e luogo
di nascita e residenza del
tesserato, nonché la data di
emissione e di scadenza. Sulla tessera, inoltre, saranno
presenti
un
codice
alfanumerico di 12 caratteri
ed un codice a barre e/o
microchip per la lettura.
Alcune società si sono attrezzate per munire la carta
anche della funzione di credito, in tal caso sulla tessera
dovrà apparire il logo del circuito
(VISA,
MASTERCARD, etc.), il
numero della carta di credito
(PAN), la scadenza,
il
microchip nonché, sul retro, la
banda magnetica e lo spazio
per la firma del
titolare. Ulteriori usi (titolo di
trasporto, borsellino elettronico, etc.) dovranno essere caricati all’interno
del microchip.
Ogni società sportiva, a sua
descrizione, potrà emettere
particolari tessere dedicate a
determinate categorie di tifosi (ad es. la tessera per ragazzi, per anziani, etc.), prevedendo per ogni categoria
benefici particolari (ad es. il
servizio nursery allo stadio,
l’indirizzo e mail gratuito,
etc.).
Le società sportive (di serie
A, B e Lega Pro) dovranno
rilasciare la tessera a chiunque la richieda, previa verifica dei requisiti necessari, la
compilazione di un modulo di
domanda, l’allegazione della
copia di un documento di
identità
e
dell’autocertificazione con la
quale si attesta di non essere
destinatari di provvedimenti
di divieto di accesso agli stadi, di misure di prevenzione
ovvero di condanne, anche
non definitive, per reati “da
stadio”.
Il modulo di domanda comprenderà anche l’impegno a
rispettare il regolamento di
partecipazione stilato dalla
società sportiva e un “codice etico” standardizzato.
La domanda si intenderà accettata solo al ricevimento della tessera e la medesima persona potrà chiedere ed ottenere più tessere relative a
squadre diverse.
I titolari della tessera del tifoso avranno diritto di prelazione
nell’acquisto dei biglietti per le
partite della propria squadra
rispetto a chi non possiede la
tessera e a chi possiede tessera di altra squadra; non potranno subire eventuali restrizioni di accesso allo stadio (anche in trasferta) decise dalle
Autorità per motivi di sicurezza pubblica; potranno utilizzare i varchi riservati di accesso
allo stadio con lettura elettro-
nica della tessera (obbligatori
negli stadi con capienza superiore a 7.500 spettatori); potranno acquistare in via riservata i biglietti dei settori ospiti
e degli abbonamenti (per qualsiasi settore); avranno diritto
a tutte le agevolazioni eventualmente previste dalla società sportiva che ha emesso la
tessera (ad esempio sconti in
esercizi commerciali). A livello nazionale, il Ministero dell’Interno ha sottoscritto alcune convenzioni con Ferrovie
dello Stato ed Autogrill le quali
prevedono che nelle giornate
di campionato disputate il Sabato e la Domenica nel corso
della stagione calcistica 2010/
2011 vi sarà lo sconto del 15%
sull’acquisto del biglietto del
treno per i tragitti da una qualsiasi località fino a quella della partita e lo sconto del 10%
presso i ristoranti “Ciao”
ubicati sulla rete autostradale, presso le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, oppure di
un pasto a prezzo agevolato
presso i punti vendita “BarSnack” aderenti all’iniziativa. L’eventuale blocco della
tessera potrà avvenire dietro
impulso sia della società
emittente che della Questura in caso di violazione dei
regolamenti, anche riferiti all’uso dell’impianto sportivo;
per inosservanza del codice
etico; per ragioni di sicurezza e quando sopravvengano
motivi ostativi (ovvero aver
commesso “reati da stadio”
o essere sottoposti a
DASPO).
I codici delle tessere sospese o revocate affluiranno ad
una black list che sarà tenuta dal CONI.
Avvocato Serena Baù
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
20
Sleghe Lauf: un successo
la prima “Corsa di Asiago”
160 atleti al via nella gara organizzata dal Gruppo Sportivo Alpini
Un cielo plumbeo, che fino a pochi minuti prima aveva riversato sull’Altopiano una pioggia incessante, ha accolto sabato 18 settembre gli oltre centosessanta partenti (una quindicina le donne) della Sleghe Lauf, prima gara di corsa nel
centro di Asiago organizzata dal Gruppo Sportivo Alpini.
Il pubblico lungo le strade del centro, inizialmente non tantissimo, finisce con l’essere numeroso e partecipe anche grazie alla provvidenziale “finestra” concessa dal maltempo. Uno
squarcio comparso su Asiago quasi a risarcire gli organizzatori del tanto lavoro condotto sotto l’acqua per predisporre il
tracciato che, fra l’altro, prevedeva la chiusura al traffico
delle vie interessate.
A questo proposito già in sede di presentazione della nuova
gara i responsabili avevano chiesto venia dei disagi che, inevitabilmente, si sarebbero creati. In concambio però l’opportunità di lanciare un’iniziativa nuova e non soltanto dal semplice valore agonistico.
“Grandissima soddisfazione per questa prima Sleghe Lauf”.
Parola di Franco Sella assessore allo sport di Asiago che
aggiunge: “Un grazie a tutti. Ora sappiamo di aver capacità
organizzativa anche per questo tipo di gare. La sfrutteremo
anche in futuro”.
Per Fabrizio Dalle Ave, presidente del Gruppo Sportivo Alpini Asiago, la valutazione positiva “firmata” dal responsabile
tecnico delle Fiamme Oro è una garanzia per il futuro della
Sleghe Lauf… “Riuscita bene – commenta - anche grazie
all’impegno di tanti volontari ed alle istituzioni, in primis il
Comune di Asiago, che in questa nostra idea hanno dimostrato di credere e che ringrazio davvero per la collaborazione. Qualche miglioria, con l’esperienza, sarà possibile, ma il
debutto è stato sicuramente molto positivo. Credo che un
plauso particolare vada a Massimiliano Battocchio e Gianni
Ambrosini per la cura che hanno messo nel calcolare ogni
piccolo particolare e per garantire soprattutto la massima sicurezza”.
“Non da ultimi – conclude Dalle Ave - ringraziamo gli sponsor che hanno reso possibile questa manifestazione: Rigoni
di Asiago, Immobiliare neve, Cerim Ferramenta, Punto Sport
e Caseificio Pennar. L’appuntamento è senz’altro per l’anno
prossimo perché questa manifestazione, che già ha destato
un buon interesse, ha tutta l’intenzione di migliorare e di crescere, raggiungendo livelli nazionali e internazionali e diventando così sempre più importante per Asiago e l’Altopiano”.
Renato Angonese
La gara
Vincono Said Boudalia e Silvia Sommaggio
I pronostici della vigilia indiSaid Boudalia
cano in un terzetto, quello composto da Said Boudaia e dalla
coppia delle Fiamme Oro
Lazzari-Zanatta i papabili indicazione prontamente trasformatasi in realtà appena dopo
mezzo giro quando il “runner”
dell’ Atletica Biotecna Marcon
lancia la sua sfida raccolta sin
da subito un po’ a fatica dalla
coppia della Polizia di Stato.
Qualche metro di distacco piano piano si trasforma infatti in
un “fossato” un po’ più largo
e così fino ai 34" finali accusati da Lorenzo Lazzari sul vincitore. Al primo dei
Le classifiche
Classifica assoluta maschile: 1° Said Boudalia (Biotecna
Marcon) in 30’35", 2° Lorenzo Lazzari (FF.OO) + 34", 3°
Paolo Zanatta (FF:OO) + 51", 4° Antonio Garavello (sport
Pd) + 1’14", 5° Diego Gasperi (Cover Verbania9 + 1’15".
Classifica assoluta femminile. 1° Silvia Sommaggio (Atletica città di Padova) in 37’03", 2° Chiara Renso (Atletica
Vicentina) + 59", 3° Laura Cavara (Atletica Città di Padova9 + 1’55", 4° Lisa Borzani (atletica Città di Padova) 9 +
2’23", 5° Maurizia Cunico (Assindustria Rovigo) 9 + 3’35".
quattro giri in programma, condotto ad alto ritmo, il battistrada
li precede di qualche secondo.
Bene anche Diego Gasperi
(Cover Verbania).
Migliore dei vicentini è Enrico
Vivian (Atletica Vicentina), ottimo
sesto sotto lo striscione finale, ma
a difendersi con bravura sono
anche Alessandro Ipino (Atletica
Bassano Running Store) e lo scalatore
Stefano
Benincà
(Polisportiva Valdagno). Tanti gli
applausi del pubblico per il
fondista di casa Sergio Rigoni in
gara con i colori del Gsa Asiago
società organizzatrice come per il veterano Roberto
Martini, identica casacca, e per parecchi altri
altopianesi presentatisi al via, compresi alcuni giovani. Col passare dei giri le posizioni si cristallizzano
con Said Boudialla ad incrementare il suo vantaggio
sugli inseguitori. Fra di loro non manca qualche
rimescolamento di
posizioni dettato a
Silvia
piene mani dall’imSommaggio
pegno fisico richiesto dal tracciato. Le
ondulazioni circostanti il centro storico inserite nel giro
da due chilometri e
mezzo si fanno veramente sentire nelle gambe di parecchi
tanto che lo stesso
vincitore,corridore
esperto, definisce
“molto muscolare”i diecimila metri appena coperti in
31’55". Silvia Sommaggio (Atletica Città di Padova)
parte subito facendo gara a sé indicando poi il tracciato come “Molto difficile con saliscendi faticosi”
ed elogiando gli organizzatori per la cura messa
nell’allestimento della prova. Dura fatica per Chiara
Renso (Atletica Vicentina) seconda assoluta ricompensata però dalla vittoria fra le junior mentre al maschile a salire sullo steso podio è Francesco
Rigodanza.
8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
L’ospite d’onore alla 2° edizione del Trofeo Stalder di corsa
in montagna, organizzata dallo Sci Club 2A Asiago
Altopiano è stato Luigi Conti
podista delle lunghe distanze,
olimpionico a Roma nel 1964
sui 5000 mt., 24 presenze in
Nazionale fra il 1958 e il 1973
e centinaia di gare su strada,
campestri e corse in montagna.
Oggi, all’età di 73 anni, l’atleta
scledense corre quotidianamente e allena con immutata
energia, un gruppo di podisti al
Centro Sportivo della sua città. Un bell’esempio soprattutto per i giovani, esempio di
impegno, serietà e saggezza, ma
anche di entusiasmo e gioia nel
praticare dell’ attività fisica che
diventa anche sano alimento
per lo spirito. Strepitoso il suo
fisico e piacevoli la solarità e
l’entusiasmo che riesce a trasmettere a tutti coloro che hanno l’opportunità di allenarsi con
lui o, semplicemente, di incontrarlo come in questa occasione. Che cosa lega questo
atleta ad Asiago e alla Stalder?
Il tutto si collega al fatto che in
Altopiano , e precisamente alla
contrada Bosco a nord di
Asiago, abitava la fidanzata di
Gigi, diventata poi sua moglie:
la Signora Clara. I fine settimana liberi da impegni agonistici,
il nostro protagonista li passava ovviamente in terra cimbra
e più di qualche volta doveva
svolgere il lavoro programmato dal suo allenatore lungo le
nostre strade e sui nostri prati.
Non di rado questo prevedeva
corsa in salita ripida seguita immediatamente da un tratto in
piano dove aumentare ritmo e
frequenza di passi. Questo lavoro molto duro, consentiva
un sensibile miglioramento
Ci sarà da soffrire quest’anno, non c’è che dire. Le prime uscite stagionali lo hanno
abbondantemente confermato, ma hanno anche
evidenziato che questa nuova
Rigoni di Asiago Vipers vuole
lottare, onorando fino in fondo quello scudetto che da sette anni fa bella mostra di sé
sul petto dei campioni d’Italia. Sarà dura difenderlo, così
come sarà dura conquistare
un’altra finale di Coppa Italia
dopo la sconfitta, seppur di
misura (5-6), nell’andata di
una semifinale con il
Civitavecchia. Un incontro un
po’ troppo sopra le righe (115’
di penalità, con 3 espulsioni),
dove si sono verificati episodi
poco edificanti, caratterizzato da un eccessivo nervosismo
che ha inquinato il clima della
sfida. Atteggiamenti discutibili
21
Lotta tutta in famiglia per le prime tre Allieve del 2A
Marianives Valente che col tempo di 22.51.5 aveva la meglio
su Maria Cherubin e Ilaria
Rigoni. Per tutti questi giovanissimi, una bella prova per testare anche la condizione fisica dopo la preparazione estiva;
sono quasi tutti fondisti ed ora
aspettano la prima neve per
misurarsi nuovamente, questa
volta sulle piste di sci. Alle ore
9,30 veniva dato il via alla gara
assoluta maschile e femminile
su un percorso di complessivi
7.580 mt. con un dislivello di
550 mt. Assenti parecchi atleti
del locale Gruppo Sportivo Alpini impegnati in Val Chiavenna
in una competizione nazionale,
oltre ai numerosi fondisti
Altopianesi, si sono presentati
al via podisti della fascia
pedemontana come Schio,
Marostica e Bassano ed anche provenienti da Mestre,
Vicenza, Lonigo, Valdobbiadene
che, specialisti delle corse su
strada, si sono misurati su questo percorso impegnativo che
ha richiesto a tutti particolare
accortezza soprattutto nella
fase di discesa, dove il terreno
era viscido per la pioggia caduta i giorni precedenti. Fortu-
natamente domenica mattina il
sole è tornato a splendere ed ha
offerto il suo tepore, dando una
provvidenziale mano ad organizzatori ed atleti. Il primo atleta a transitare al Bivacco Stalder,
mt. 1621 e a vincere il Gran
Premio della Montagna col
tempo di 23.15 è stato Samuele
Toscan
dell’Atletica
Valdobbiadene seguito a 10" da
Marco Sinicato e al terzo posto Giovanni Bidese il quale
non si è affatto scoraggiato per
il ritardo di quasi mezzo minuto
e, giudicato da esperti e rivali
imbattibile in discesa, stravolgeva così la classifica
finale vincendo con il tempo
complessivo di
39.38.9, seguito in seconda posizione da Toscan, al
terzo posto un sorprendente Uberto Cunico di
Rotzo che ha onorevolmente difeso i colori del
G.S.Alpini Asiago, a seguire Stefano Ipino del
Bassano Runnig e il giovane, classe 1991, Sebastiano
Pozza, sciatore del 2A protagonista di una bella prova. Al 6°
posto troviamo il mestrino Luigi
Mosele, e poi il thienese Luigi
Ghirardello seguito da Vittorino
Mosele, dall’alpino Altopianese
Piergiorgio Rebeschini e al 10mo
posto Marco Sinicato che era
giunto secondo al G.P.M. Nella
categoria femminile, senza storia
la gara di Marta Fabris la fortissima fondista dello Sci Club 2A che
si permetteva di transitare allo
Stalder con il tempo di 27.56, per
poi compiere una discesa senza
rischiare troppo: chiudeva in 50.11
davanti a Roberta Forte U.S.A. e
alla mestrina, non più giovanissima, Lucia Tagliapietra. Un
fornitissimo buffet ha ristorato i
partecipanti e tutti i presenti rimasti in attesa delle classifiche finali. Gigi Conti si è prestato volentieri a premiare i migliori con coppe e medaglie, mentre premi in
natura sono andati a tutti i partecipanti, sia delle categorie giovanili che assolute Soddisfatti
per la gara e per l’organizzazione, tutti hanno dato l’arrivederci all’anno prossimo, confidando ancora nella presenza del
sempreverde Gigi Conti a “vigilare” sul suo record, e a portare a tutti il suo messaggio a
favore dello sport come “elisir
di lunga vita”.
Milano (corsaro 3-5 all’andata) ospita il Ferrara. E restando a Milano, il 7 ottobre,
presso
l’Hotel
Michelangelo “quartier generale” della Lega Nazionale
Hockey, verrà presentato alla
stampa il prossimo campionato di Serie A1, al via dal 9
ottobre, anche se i Vipers,
fermi per il turno di riposo
previsto, debutteranno una
settimana più tardi contro il
Padova degli ex. Un torneo
mai come quest’anno aperto ad ogni soluzione e mai
come quest’anno vera e propria tentazione per le antagoniste dei Vipers, per una
volta lontani dalle luci della ribalta. Quest’anno i campioni
viaggiano a fari spenti. E va
bene così.
Stefano Angonese
Resiste il record di Conti
sulla salita della mitica Stalder
della forma. E in quegli anni,
parliamo degli anni 60-70 anche i ciclisti usavano questo
sistema, protratto fino a tempi
recenti: percorsi impegnativi
usando rapporti molto lunghi
seguiti da tratti dove si scalava a rapporti molto corti ed agili.
Gigi Conti aveva trovato sulla
mitica pista Stalder ideale per
questo lavoro e a volte, di proposito, saliva assieme a qualche compagno proprio per allenarsi su quel terreno. Potrà
ancora essere valido questo
tipo di lavoro, ora che gli allenamenti sono così scientificamente programmati? A distanza di quasi quaranta anni il
tempo minimo di 21 minuti e
30" dalla “stanga” di località
Maddarello al Bivacco Stalder
è ancora imbattuto, anche se
va considerato che nel corso
dei decenni, la natura del terreno è cambiata, a volte con un
maggior apporto di humus, a
volte mettendo a nudo radici di
alberi e placche di pietra, ma
rimane pur sempre un tempo
di riferimento e, nemmeno il
vincitore di questa seconda edizione, pur limando il miglior
tempo dello scorso anno, è riuscito nell’impresa.
Pista e Bivacco Stalder, dove
per l’occasione è stato posto il
Gran Premio della Montagna
prima di iniziare la fase di discesa, sono intitolati ad Alberto Stalder, intrepido sciatore
della Gioventù Fascista che nel
1936, durante una gara di sci,
si schiantò contro un albero.
Per ricordarlo si decise di chiamare con il suo nome la pista,
ora ovviamente diventata solo
un sentiero di montagna, e alla
partenza della stessa venne costruito anche il bivacco, che, restaurato di recente, rappresenta un posto di ricovero per
quanti frequentano la zona del
Monte Zebio per visitare il museo all’aperto e i resti delle opere belliche del primo conflitto
mondiale. Lo scorso anno lo
Sci Club 2A decise di
rispolverare questo percorso
caduto un po’ nell’oblio inventandosi una impegnativa gara di
corsa in montagna con partenza e arrivo alla birreria
Maddarello, Alle ore 9 di domenica 26 settembre,viene dato
il via alla gara riservata alle categorie ragazzi e allievi maschile e femminile, percorso di
3740 mt, 140 i mt. di dislivello, prima parte del percorso in
comune con il tracciato dei
senior per poi piegare, dove la
pendenza della Stalder comincia a farsi severa, verso la quota più modesta, del monte Bi , o
Monte Katz nell’antico dialetto
cimbro, mt 1225 e intrapren-
dere la discesa lungo prati e
pascoli fino al traguardo.
Vincitore per la categoria
Ragazzi è risultato, non a
sorpresa, Franco Pesavento,
forte nuotatore di Canove di
Roana che non ha disdegnato di calzare qualche volta,
anche gli sci stretti, senza
troppo preoccuparsi della
adeguatezza degli attrezzi semplicemente per piacere di mettersi in gioco in una disciplina
di cui non è specialista. Ha
chiuso col tempo di 17.41.7 e
con sufficiente vantaggio su
Marco Minuzzo del 2A a seguire Tessari Sasha, Fabris
Davide Perazzo Giulio, Dalla
Sega Marco e Girardello Pietro, tutti compagni di società e
a chiudere Corà Moreno del
Valmagnaboschi. Nella categoria Ragazze vittoria di Marta
Cantele, in 23.45.1 appartenente alla Società organizzatrice, seguita, nell’ordine, dalle
compagne Giorgia Parini e
Veronica Rossi, poi Elisabetta
Cantele U.S.A. Asiago quindi
ancora per il 2A Giulia Panozzo
e Alice Pozza, a seguire Marzia
Magnabosco, Rebecca Baù e
Sofia Costantini. Nella categoria Allievi Filippo Parini e Matteo
Panozzo, entrambi del 2A transitavano insieme sulla sommità del monte Bi ma nella fase di
discesa Parini riusciva a staccare il compagno e a chiudere
con il tempo di 18.48.2; al terzo posto si classificava Loris
Frigo del Valmagnaboschi, seguito nell’ordine da Kevin Frigo Riccardo Marolla, Giovanni Spagnolo e Oscar Costantin.
Tra Coppa e Campionato
Sabato la Rigoni di Asiago Vipers è attesa dalla semifinale di ritorno con il
Civitavecchia. All’andata (5-6 per i laziali) nervi tesi e colpi proibiti. Il 9 ottobre,
invece, inizia il campionato, ma i campioni d’Italia saranno a riposo
su ambo i fronti, che a lungo
andare hanno innalzato il livello di guardia fino al
superamento dello stesso,
quando Gianpiero Longhini ha
steso Roman Simunek (ferito
al volto e costretto ad abbandonare il match a circa metà
secondo tempo), colpendolo
anche in seguito. Tensione
elevata e confusione generale, un po’ a tutti i livelli (con
qualche erroraccio nel referto di gara) ed ancora un pessimo spot per questa disciplina che troppo spesso riesce
a farsi del male da sola. An-
che in materia di giustizia
sportiva, vista l’entità delle
sanzioni comminate: 4 turni di
squalifica a Cristiano Sartori
(espulso per somma di penalità e reo di aver poi proferito
frasi minacciose all’indirizzo
dell’arbitro) ed appena 3 a
Gianpiero Longhini, che probabilmente si attendeva un
provvedimento ben più pesante. Dunque per la semifinale
di ritorno, in programma sabato (ore 18) ad Empoli (sede
neutra scelta dai Pirati
Civitavecchia
vista
l’indisponibilità dei loro im-
pianti), il tecnico Fabio Forte
dovrà fare a meno dei due
“senatori” e probabilmente
anche di qualche altro elemento nel tentativo di operare una
rimonta che appare decisamente più complicata di quel
-3 recuperato al Monleale nei
quarti di finale. Civitavecchia,
infatti, forte di un organico di
buon livello e candidato a disputare una stagione da protagonista, parte favorito per
un posto in finale, nonostante l’assenza di Stephen
Campbell (1 turno di squalifica). Nell’altra semifinale
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
22
Volley Asiago Altopiano
Ilenia e Veronica trionfano ai Campionati Nazionali
Questa volta ce l’hanno fatta! Ilenia Basso e Veronica
Galante, le due atlete di
Camporovere che militano
nelle fila del Volley Asiago
Altopiano, hanno finalmente
conquistato il titolo nazionale
2010 a Lignano Sabbiadoro
con la rappresentativa femminile Under 16 AICS di
Vicenza. Sfiorato per un soffio l’anno scorso contro le
pari categoria del Bologna, la
squadra vicentina non si e’
lasciata
sfuggire
l’opportunita’ della rivincita e
in quattro set (25-14, 25-20,
15-25 e 25-21) hanno sbaragliato il forte avversario di
Bologna. Infatti, le ragazze
emiliane arrivavano a questo
appuntamento da ben sette
titoli consecutivi, di cui gli ultimi quattro vinti proprio nei
confronti della squadra
vicentina. Il torneo si e’ svolto
in tre giornate da Venerdì 10
a Domenica 12 Settembre
presso il Palazzetto dello
Sport di Lignano Sabbiadoro.
Sette le squadre partecipanti
a rappresentare le citta’ di
Vicenza, Bologna, Arezzo,
Ancona, Roma e Foggia, alle
quali si e’ aggiunto
l’Arzignano ripescato dalle
regionali dello scorso Maggio.
Le due atlete altopianesi raccontano la finale “Ci siamo
presentate in palestra molto motivate e decise a
strappare il titolo al Bolo-
gna – dicono - Eravamo
consapevoli delle nostre
possibilita’ e non volevamo
tornare a casa con un altro argento. L’obiettivo era
il primo gradino del podio!
“ E cosi’ e’ stato; pronti via
e il primo set e’ a senso unico: attacchi incessanti del
Vicenza e Bologna costretto
alle difensive. Il secondo e’
ancora totalmente a favore
delle ragazze vicentine che
pero’ accusano un po’ di
rilassatezza e abbassano la
guardia nel terzo set che finisce cosi’ nelle mani dell’avversario. Bologna si illude, ma e’ solo una flebile speranza in quanto il Vicenza nel
quarto set torna con la testa
sul parquet del palazzetto di
Lignano e rimette le cose sui
binari giusti. In quattro set il
titolo va meritatamente al
Vicenza. “E’ stata una
grande
gioia,
indescrivibile! Dopo le
premiazioni e dopo aver
trangugiato un boccone
abbiamo
iniziato
i
festeggiamenti che si sono
protratti fino alle quattro
del pomeriggio. Ci siamo
buttate letteralmente vestite nella piscina dell’albergo, non riuscivamo a
realizzare che dopo aver
inseguito per due anni
questo obiettivo finalmente eravamo campionesse
italiane. Se non fosse che
dovevamo rientare avremmo festeggiato insieme
tutta la notte.” Passata
dunque la gloriosa parentesi
nazionale, Ilenia e Veronica
tornano tra le fila del Volley
Asiago Altopiano che quest’anno tentera’ per la prima volta la sfida della terza divisione di federazione
(FIPAV). Dopo due anni di
grandi soddisfazioni in ca-
tegoria Under 16 AICS e’
giunta la giusta maturazione
per degli obiettivi piu’ importanti quali quelli di federazione. La squadra,
rimpolpatasi con un paio di
nuovi ingressi, sara’ sempre guidata da coach Ulisse
Munari coadiuvato dai preparatori atletici Lucio Plebs
e Petronio Gatti. Ed e’ ripresa a Settembre anche
l’attivita’ delle altre due
compagini del Volley
Asiago, l’Under 13 (con alla
guida la coppia Gatti-Plebs)
e il settore Mini- e GiocaVolley che sara’ sempre
coordinato da Alessandro
Siviero e Sara Rigoni. Gli
allenamenti si svolgono nella Palestra Comunale
IPSIA di Asiago nelle fasce orarie 16:30 – 20:00 il
Martedi’ e il Giovedi’. Per
informazioni si possono
contattare sia i numeri
0424/450053 e 338/3141936
che l’indirizzo e-mail
[email protected], oppure passare in palestra
negli orari sopra indicati.
rio Marco Sartori, assieme
ad Alessandro, Marco e
Flavio, dai quali ho sempre avuto massima collaborazione. Vorrei anche
ringraziare il dr. Conca di
Vicenza, il prof. Marzaro
di Feltre, la fisioterapista
Beatrice di Mantova ed il
sig. Ugo <Montagna>
per essersi prodigati nel
lungo recupero (durato 6
mesi) della funzionalità
del braccio di tiro infortunato nel luglio 2009,
infortunio che rischiava
di compromettere la prosecuzione nelle competi-
zioni; un grazie anche al
collega ed amico prof.
Roberto Carli che ha collaborato attivamente alla
preparazione atletica ed
all’assessore allo sport
Franco Sella per la
dispobilità nell’utilizzo degli impianti sportivi comunali”. Obiettivo per il 2011?
Senza mezze misure migliorare quanto fatto ed ottenuto
in questo <storico> 2010;
forestli e poliziotte attente: la
minuta ma grintosissima e caparbia altopianese ha lanciato
il suo guanto di sfida.
Cesare Pivotto
Finalmente un meritato risultato di prestigio
CRISTINAVOLPI “ARGENTO” AZZURRO DI
PISTOLA SPORTIVA DONNE A SQUADRE
Raggiante e solare come
sempre, anzi di più. Così è
tornata a casa a Cesuna domenica sera Cristina Volpi, la
frizzante docente di educazione Fisica dell’Istituto Superiore di
Asiago con l’hobby di
sparare, in poligono,
con la sua pistola sportiva.
E ne aveva ben
donde, visto che da
Bologna (dove, presso il Poligono del Tiro
a Segno Nazionale,
A Bologna conquista il secondo posto agli Assoluti al termine dalla quale, con le
dal 23 al 26 settembre si è
disputata l’edizione 2010 dei
Campionati Italiani Assoluti di
Pistola Sportiva Donne, specialità che in Italia vanta ben
64 squadre femminili), è tornata a casa con una
splendida medaglia
d’argento a squadre;
risultato maturato dopo
una gara divisa in due
fasi (una prima di tiro
“mirato”, 30 colpi su
sagoma fissa, ed una
seconda di tiro “celere”, altri 30 colpi su
sagoma in movimento)
due colleghe del T.S.N. di
Padova, la società per cui
gareggia, è salita infatti sul
secondo gradino di un podio
che ha visto, irraggiungibili
(almeno per ora) in vetta le
“professioniste” del Gruppo Sportivo della Forestale,
ma dietro, anche se di poco
(5 punti, 1630 contro 1625)
le altre professiste del G.S.
Fiamme Oro.
Raggiante e soddisfatta per
un risultato che ripaga dei
tanti sacrifici e dell’impegno profuso nei 12 anni che
ha finora dedicato al suo
hobby preferito, la pistola
sportiva, un hobby che
prende però molto sul serio, a cui dedica tempo ed
energie.
“Si, sono evidentemente
sono molto contenta per
un risultato per me splendido ottenuto con due ottime compagne dopo la
fase regionale di qualificazione che ha ammesso agli
Assoluti solo 8 squadre, un
risultato ottenuto grazie ad
un metodico allenamento,
fisico, tecnico e mentale,
anche grazie alla determinante possibilità di svolgere allenamenti regolari al
Poligono di Tiro di Asiago,
riaperto in primavera e
dove ho trovato grande ed
incondizionata disponibilità. Proprio per questo vorrei ringraziare il commissa-
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
23
Canove, partenza con difficoltà
CALCIO
Un pareggio e una sconfitta nelle prime due giornate di campionato per la compagine
allenata da Sandro Baù. Si paga forse la poca esperienza di una formazione molto giovane
Se qualche frequentatore del Armando Frigo pensava che la
seconda categoria sarebbe stata una passeggiata per una
compagine come il Canove, che da 16 anni bazzicava la categoria superiore, è stato prontamente smentito nelle prime
due giornate di campionato. Nella prima di campionato, giocata in casa, i gialloblu guadagnano un punto con il BP 93,
compagine tosta che non ha mollato fino alla fine anche se
tecnicamente inferiore al Canove. Un 2 a 2 (gol di Sterchele
e Pace) dove i ragazzi al comando di Sandro Baù, coadiuvato
da Vescovi, hanno forse pagato la poca esperienza ma hanno comunque messo in campo una voglia di fare, una determinazione, una passione per il gioco del calcio che è stato
comunque un piacere rivedere sul campo canovato.
Meno atteso il capitombolo nella seconda giornata sempre
giocata su campo amico subendo un 4 a 2 (gol di Rigoni e
Panozzo) che ha fatto male. I gialloblu hanno sofferto troppo
il gioco imposto dalla Toniolo Rino, squadra promossa dalla
terza categoria nel campionato 2008/2009, e che gode dell’esperienza di un anno in seconda. C’è da dire che la squadra della frazione Santo di Thiene è allenata dall’ex gialloblu
Piero Dalle Carbonare che aveva chiesto, ed ottenuto, dai
dirigenti thienesi giocatori di esperienza e categoria superiore adottando una politica opposta a quella del Canove che ha
scelto di ripartire con giovani arrivati dalle squadre juniores
che ben hanno figurato negli ultimi anni.
Gerardo Rigoni
E’ iniziata la nuova stagione
In terza categoria buon avvio del GLC. Segnali di ripresa in casa Asiago
E’ solo l’inizio e bisogna essere prudenti (ricordate l’anno scorso?), ma la partenza
delle nostre squadre impegnate in terza categoria è comunque confortante. Il GLC, ad
esempio, tra Coppa e campionato è ancora imbattuto. E
dire che la stagione per la società del presidente Marino
Xausa aveva avuto uno sgradito prologo: la penalizzazione
di un punto in classifica stabilita dalla commissione disciplinare nazionale in seguito
alla sentenza del marzo scorso che aveva condannato il
presidente ed il segretario del
comitato veneto per aver
ammesso alcune formazioni
ai campionati nonostante l’iter
di iscrizione non fosse stato
completato entro i termini previsti. Il tutto alla vigilia del primo turno della “Coppa
Bassano”, novità di quest’anno che assegna un posto (il
5°) nella griglia dei playoff del
girone di Bassano.
Il GLC ha però reagito positivamente, impattando (2-2)
con l’Arsenal Cusinati e quindi ha conquistato la qualificazione alla semifinale andando
a vincere per 2-3 sul terreno di
gioco del Tezze Brenta. Un passaggio del turno giunto grazie al
maggior numero di reti realizzate nei confronti dell’Arsenal
Cusinati, anch’esso a quota 4
punti nel girone. In semifinale
(andata l’8 dicembre 2010; ritorno il 9 gennaio 2011) il GLC troverà una tra Junior Monticello,
Aurora S. Giuseppe e
Transvector. Il sorteggio sarà
effettuato dal comitato di
Bassano. Archiviata la coppa è
stata la volta di esordire in campionato sul campo del S. Vito
Bassano, capace di recuperare
nello scorcio conclusivo dell’incontro il gol, siglato in avvio di
ripresa, da Lupato.
Nel girone “B”, invece, l’Asiago
CalcioAltopiano ha saputo rialzare la testa dopo lo scivolone
(0-1) del debutto contro il
Galvanauto Motta. Nella seconda giornata, infatti, un gollampo di Gheller ha consentito
ai giallorossi di piegare lo Zanè
e quindi di festeggiare i primi tre
punti di questo torneo. S.A.
Classifica Terza Categoria
girone B (dopo la 2a giornata): Montecchio Precalcino,
Valli e Cogollo punti 6; Arsiero,
Monte di Malo, Novoledo
Villaverla e Galvanauto Motta
4; Asiago e NewTeam SS.
Trinità 3; Union Pedemontana
2; Zanè e Rozzampia 1;
Giavenale, Azzurra Agno, S.
Quirico e S.Tomio 0.
Prossimo turno (3 ottobre –
ore 15.30): Asiago-Novoledo
Villaverla
Classifica Terza Categoria
girone Bassano (dopo la 1a
giornata): Villaggio S.
Lazzaro e Real Stroppari punti 3; Junior Monticello * 2;
Transvector, S. Pietro Rosà,
Arsenal Cusinati, S. Vito
Bassano e Facca 1; GLC *,
Aurora S. Giuseppe, Tezze
Brenta,
Fellette
ed
Ospedaletto 0. * un punto di
penalizzazione.
Prossimo turno (3 ottobre –
ore 15.30): GLC-Ospedaletto
Classifica Seconda
Categoria girone F
(dopo la 2a giornata): Toniolo
Rino e Tre Ci punti 6; BP 93,
Grantorto, Marola, S. Anna
e Vallonara 4; Fara S.Vitale e
Colceresa MPM 3; Fides,
Canove, SPF, Lugo Calvene
e Juventina Laghi 1; Longa
90 e Breganze 0. Prossimo
turno (3 ottobre – ore 15.30):
Canove-Colceresa MPM
Immobiliare Stella Asiago: buona la prima
Esordio positivo della squadra asiaghese nel campionato di serie D di calcio a 5 che ha
visto il debutto casalingo contro la forte squadra del Sarcedo: 3 a 3 il risultato finale, che
lascia pero’ un po’ di amaro in bocca i ragazzi dell’ Immobiliare Stella – Asiago per
essere stati raggiunti nei minuti finali dell’incontro. Asiago che inizia l’incontro un po’
contratto ed intimorito, andando subito sotto sul 2 a 0, probabilmente per la pressione
del primo incontro stagionale, ma che riesce poi, nel corso del match, ad andare sul
pareggio e portarsi avanti sul 3 a 2, con tripletta di Marco Fracaro, subendo il pareggio
solo sul finale della partita. Soddisfatto comunque l’allenatore dell’Immobiliare Stella –
Asiago, Rudy Bau’: “Siamo all’inizio della nostra avventura, abbiamo ancora molto da
imparare, ma sono sicuro che cresceremo di partita in partita, il gruppo e’ compatto e
faremo certamente bene.” Il prossimo appuntamento casalingo e’ fissato per venerdi ‘
8 ottobre alle ore 21,30 presso il Centro Sportivo Comunale – Palestra Ipsia, partita
nella quale l’Asiago affrontera’ il S. Anna 1970.
Alessandro Cunico
FISI PROVINCIALE
Panozzo ancora presidente
Silvano Panozzo, dirigente
sportivo ormai di lungo corso,
candidato unico, resta, per acclamazione, ai vertici del Comitato provinciale della Fisi
anche per il quadriennio 201014. A proporre questa formula di voto Guido Carli, consigliere federale Fisi, presidente dell’assemblea elettiva delle società vicentine tenutasi a Schio.
Alla riunione è intervenuto anche Umberto Nicolai presidente provinciale del Coni. Nel suo
intervento si è soffermato sui
tempi difficili che lo sport dilettantistico sta vivendo per
una serie di problematiche non
ultima quelle dei rincalzi rispetto ai dirigenti che ormai da anni
si dedicano al volontariato
sportivo come nel caso della
Un corso rivolto agli allenatori
Il Centro Studi Ce.I.S. in collaborazione con il dipartimento
delle dipendenze dell’ULSS 3 di Bassano del Grappa organizza un Corso di formazione allenatori delle società sportive
dell’Altopiano di Asiago. L’iniziativa verrà presentata lunedì 4
ottobre alle 12 nel municipio di Asiago. Il corso si inserisce nelle
azioni del piano annuale Fondo Regionale Lotta alla Droga.
Fisi.
Presenti 23 società sulle 40 affiliate, un buon numero anche
se non del tutto soddisfacente. Questo l’esito del voto.
Consiglieri “laici” eletti: Stefano Lora 2442 voti, Sergio
Rigoni 2098, Marco Dellai
1919, Michele Paganin 1918,
Ulisse Callegari 1897,
Domenico Munari 1820, Sergio Pettinà 1588. Consiglieri
atleti: Piero Frigo 391, Gianni
Rolfini 351, consigliere tecnico: Paolo Valente 135.
Il nuovo consiglio provinciale, ampiamente rinnovato rispetto a quello uscente, punta al rilancio dell’attività e del
tesseramento
R.A
8
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
24
Pasqualon professionista del ciclismo
CICLISMO
Che fosse un ragazzo portato per lo sport, che possedesse un vero talento, si intuiva
fin da quando era ancora
“piccino”, per intenderci Andrea Pasqualon fa parte di
quella fortunata e limitata
schiera di persone che possono permettersi di cimentarsi in qualsiasi sport, riuscendo a dare il meglio e raggiungendo i risultati migliori.
Alla fine anche tra questi
però si verifica un’ulteriore
selezione, entra in campo non
più la forza fisica, ma quella
mentale, forza intesa anche
come capacità di amministrare il successo, la fama, la
stessa capacità fisica; e Andrea fino a questo momento sembra promettere bene.
Dopo una stagione, che
è ormai agli sgoccioli,
dove ha dato tanto, ottenendo però il massimo, ha raggiunto la
meta, che è il sogno di
quasi tutti coloro che
praticano uno sport che
prevede il professionismo, e il ciclismo è fra
questi, ha fatto l’importante salto di categoria,
è passato appunto al
professionismo. La
cosa in paese è passata in sordina, il protagonista di questa che, gli
auguriamo sarà una
bellissima avventura,
non lo ha pubblicizzato,
“Ho conquistato il sogno di una carriera. Per la stagione 2011 non mi aspetto grandi cose,
ma cercherò sicuramente di ben figurare nel nuovo mondo... e poi... se arriverà la vittoria... !
e così per caso sono inciampata sulla bella notizia!
Come è andata Andrea?
“Innanzitutto la cosa più importante è quella di essere riuscito a conquistare il sogno di una
carriera, cioè quello di aver trovato un contratto da professionista nella prossima stagione 2011- 12, nella formazione COLNAGO-CSF INOX.
Questo contratto è arrivato
dopo una stagione ricca di successi, ben 7 da inizio anno; ovvero:
23/03: 34° Trofeo Mario Zanchi
- Castiglion Fibocchi (Ar)
04/04: Trofeo Banca Popolare
di Vicenza - Col S. Martino (Tv)
- 1.2U 17/04: 6° Memorial An-
gelo Fumagalli - Castello Brianza
02/05: 59° Giro dei Tre Ponti S. Donà di Piave (Ve) - C.R.V.
29/05: 4^ Tappa - 15° Giro delle
Pesche Nettarine - Imola (Bo)
18/07: 94° Giro del Casentino Arezzo - 1.2
31/08: 58^ M.O. Fiera di
Sommacampagna
Sommacampagna (Vr)
E tra questi primi posti, due
sono stati particolarmente importanti, in quanto si trattava
di gare internazionali, quella di
Col S. Martino e il Giro del
Cosentino - Arezzo. Oltre a
queste vittorie ho collezionato
diversi piazzamenti fra i quali
un secondo posto a Collecchio
un terzo posto alla VicenzaBionde e tre quarto
posto. Non mi sarei
mai aspettato una
stagione così ricca di
successi e soprattutto di vincere la maglia di campione regionale veneto. Lo
scorso anno, ho perso la stessa maglia
ad un passo dall’arrivo, dopo una fuga
di 130 km sono stato
raggiunto dal gruppo a 200 m dall’arrivo, una beffa ed una
grande delusione,
ma anche questo è
entrato nel sacco
delle esperienze utili! In questo 2010
penso di essere molto migliorato, in par-
ticolare in salita, non a caso
sono arrivate vittorie molto
prestigiose come il trofeo Piva
e il Giro del Casentino, corse
di un certo fascino, ma anche
molto tecniche ed impegnative, dove pochi sono riusciti davvero a trionfare!”
In questi giorni sei in Toscana dove svolgerai le ultime gare, ultime ma non
meno importanti perché
alcune sono anche internazionali, ma il pensiero credo vada ormai alla prossima stagione!
“Per la stagione 2011 non mi
aspetto grandi cose, ma cercherò sicuramente di ben figurare nel nuovo mondo, aiutando per primo i miei nuovi
compagni e poi se arriverà la
vittoria o qualche buon
piazzamento lo accoglierò sicuramente a braccia aperte”.
La tua passione per il ciclismo è
nata da una passione di famiglia,
uno zio tra i dilettanti, ma poi la
tua tenacia il tuo talento, a chi
però ti senti di rivolgere qualche
grazie?
“Per la realizzazione del mio sogno cioè quella del passaggio tra
i grandi, devo sicuramente ringraziare i miei direttori sportivi
Gianni Faresin, Luciano Ruy,
Luciano Camillo; tutto lo staff
tecnico, quindi meccanici massaggiatori, i patron Lucchetta ed
Egidio Fior e soprattutto i miei
compagni che in queste 2 stagioni sono stati eccezionali”.
Stefania Simi
La scheda
Andrea Pasqualon
di Enego, classe
1988, diploma di ragioniere.
Agonisticamente ha
iniziato con lo sci
alpino, ottenendo
fin dall’inizio promettenti risultati.
Con l’US Enego
Lisser raccolse vari
successi di prestigio
come il campionato
regionale giovanissimi e numerose vittorie a livello regionale. Poi a 16 anni,
come spiega lui stesso: “… ho deciso di
buttarmi sul ciclismo
perchè la bici mi era
sempre piaciuta, sin da bambino e anche perchè lo
sci costringeva i miei genitori a sacrifici enormi a
livello economico”. Come ciclista, da allievo, ha
vestito la maglia dell’Unione Ciclistica Borg o
Va l s u g a n a p e r d u e a n n i p o i è s t a t o J u n i o re s
all’Utensilnord di Vicenza, dove ha ottenuto anche i primi beneauguranti piazzamenti. E’ quindi
passato dilettante con una squadra trevigiana di
Cavaso del Tomba, la Termopiave, dove ha raccolto una trentina di piazzamenti sui primi dieci nel
corso del primo anno, quindi già nel secondo è riuscito ad aggiudicarsi 5 podi.
Nel terzo anno da dilettante, è entrato nella squadra Zalf di Castelfranco Veneto, una formazione di
spessore, famosa per aver tenuto a battesimo tanti
giovani talenti che sono entrati a far parte del grande ciclismo, fra questi: Ivan Basso, Damiano Cunego,
Emanuele Sella. La prossima stagione gareggerà come
professionista nella Colnago Inox.
GOLF
Si è svolta sabato 18 settembre la 21^ edizione della “Slegar Cup”, tradizionale gara di golf che si svolge
sullo splendido percorso del
Golf Club Asiago alla quale anche quest’anno hanno
partecipato oltre 60 giocatori dell’Altopiano e ospiti.
Il vincitore dell’edizione
2010 è Nicola Pertile. Ogni
anno più partecipata, questa gara nata dall’idea di
confrontarsi fra i giocatori
di golf residenti ad Asiago
è diventata, anche grazie al
sodalizio con l’Agenzia
Pertile si aggiudica la Slegar Cup
Allianz
–
Ras
Assicurasiago che da oltre
un lustro contribuisce economicamente alla buona
riuscita dell’evento, un appuntamento capace di attrarre non solo tutti i giocatori residenti sull’Altopiano,
ma anche giocatori esterni
provenienti da ogni parte
d’Italia.
Dal 1989, data di inizio di
questa competizione, il nu-
mero di giocatori provenienti da Asiago e dall’intero Altopiano è notevolmente cresciuto nel tempo,
grazie alle notevoli promozioni messe in atto dalla
Direzione del Club rivolte in
special modo ai giovani che
desiderano avvicinarsi a
questo fantastico sport e
anche grazie alla convenzione fortemente voluta
dall’attuale Amministrazio-
PERTILE NICOLA
ne Comunale Asiaghese
che permette ai residenti di
tutto l’Altopiano ed agli
ospiti degli alberghi di usufruire di quote associative
annuali particolarmente
convenienti. Il risultato di
questo lavoro, iniziato oltre
vent’anni anni fa e sostenuto da tutti i Presidenti
susseguitisi nel tempo, ha
prodotto oltre una settantina di nuovi giocatori di golf
Albo d’oro
1989
1990
1991
1997
2000
2001
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
FRACARO CARLO
PERTILE ALBERTO
RIGONI SANDRO
RIGONI PAOLO RUSSO
RIZZATO GIANNI
VELLAR SERGIO
LONGHINI GIANPIERO
PERTILE ALBERTO
FORTE FABIO
SARTORI CRISTIANO
CHIARETTO MARCO
SEGAFREDO STEFANO
SEGAFREDO STEFANO
PERTILE NICOLA
tra gli sportivi residenti
sull’Altopiano e cosa molto importante per lo sviluppo di questa disciplina oltre
quaranta ragazzi iscritti nel
Club dei Giovani ai quali
verrà affidato nel tempo il
compito di far conoscere il
Club di Asiago in ogni parte d’Italia e del mondo, dato
che il golf è uno tra gli sport
più diffusi sul pianeta. Significativi i gemellaggi con
i golf di Marbella, Oslo,
Latrobe di Melbourne e
Olgiata di Roma. Dopo la
chiusura del campo, da quest’anno sarà possibile praticare indoor il golf presso
il Centro Rendola con l’allestimento di una struttura
per la pratica.
L’edizione di quest’anno, purtroppo caratterizzata dal prorogarsi del maltempo, si è svolta in maniera ridotta su 9
buche, ma lo spirito competitivo dei concorrenti e il desiderio di aggiungere il proprio nome alla “Red Cup” simbolo
dell’evento hanno fatto registrare risultati di prim’ordine su
di un campo reso difficilissimo dalla pioggia battente.
I premiati sono stati i seguenti:
1° netto 1^ cat
1° lordo
1° netto 2^ cat
1° netto 3^ cat
2° netto 1^ cat
2° netto 2^ cat
2° netto 3^ cat
3° netto 1^ cat
3° netto 2^ cat
3° netto 3^ cat
1° lady
1° senior
1° junior
LONGHINI LUCA
32
GATTI GIULIO
39
HYVOZ PIETRO
20
PERTILE NICOLA
22
FRACARO CARLO
34
PODAVINI MAURO 16
RIGONI ANDREA
19
CARLI MATTEO
36
DALLE AVE MANUELE 16
FRIGO LIDIA
15
RIGONI ANNA
12
STEFANI MARIANO 15
DAL SASSO NICOLA 17
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
25
“ILCUORE CHE PARLA ALCUORE” La disprassia: disturbo dell’apprendimento
che necessità di strategie d’insegnamento
Questo è stato il motto o slogan della recente visita del
Papa in Gran Bretagna.
Fin dal primo giorno, l’umile
Benedetto XVI°, ha parlato a
cuore aperto, senza nessun
sottointeso, ha ribadito il mea
culpa della Chiesa Cattolica
per la mancata vigilanza sui
religiosi pedofili con conseguenze “devastanti” come il
lasciare al loro posto preti condannati. Ha chiamato i ragazzi “violati” martiri cristiani.
E’ pur vero che in questi anni i
giornali e le tv hanno, giustamente, insistito su questo scandaloso vizio “raccontando”
puntualmente di abusi su minori di quei casi, il 4%, che riguardano uomini di Chiesa
spesso dimenticandosi dell’altro 96% di pedofilia “laica”
consumati nelle palestre, nei
campi di calcio, nelle piscine e
specialmente all’interno delle
famiglie.
“Il cuore che parla al cuore” ;
Benedetto fa il maestro
d’amore quando dice ai giovani inglesi di non lasciare che
l’egoismo, l’invidia e l’orgoglio
vi induriscano il cuore. Continua Benedetto: “…siamo fatti anche per donare amore, la
realtà più solida della nostra
vita. A volte ciò sembra naturale quando i nostri cuori sono
ricolmi di generosità. Altre
volte ci rendiamo conto che
amare è difficile…ma, diceva
Madre Teresa di Calcutta,
dare amore è frutto di una decisione quotidiana che può
avere bisogno di un aiuto, aiuto che proviene da Cristo la
Cui voce si ascolta cercando
“il silenzio”. Un richiamo del
Papa forte e quasi “inattuale”;
oggi sembra vincere quello che
grida più forte.
“Il cuore che parla al cuore”;
Benedetto, con a fianco la
Regina che è anche capo della Chiesa anglicana, ha paragonato la crescita inesorabile
dell’ateismo in Gran Bretagna
a quello della “sua” Germania
nazista.
Il senso delle sue parole, sottolinea il giornalista inglese N.
Farrel, è duro ma semplice
cioè: la mancanza di fede porta l’uomo a creare stati totalitari e di conseguenza anche
alla Shoap (stermino degli
ebrei) al Gulag (campi di
“rieducazione” stalinisti) e ai
campi lager di Cina e Cambogia. Continua Benedetto:
“…mentre riflettiamo sulle lezioni sobrie dell’estremismo
ateo del ventesimo secolo non
dovremmo mai dimenticare
come l’esclusione di Dio, la religione e i valori della vita pubblica ci porta ad avere una visione tronca e riduttiva della
persona, del suo destino
finanche della società civile...”
A mio modesto parere Benedetto XVI° non ha tutti i torti
perché la Storia ci dice che i
rivoluzionari di punta francesi
erano atei alla ricerca di una
Religione Civica ed hanno combinato un “macello”; che i rivoluzionari di punta sovietici erano
atei e per fondare il Paradiso in
Terra hanno combinato un “macello”; che i rivoluzionari di punta nazisti alla ricerca del Terzo
Reich erano atei ed hanno combinato un “macello”; che oggi
l’ateismo di stato cinese, nord
coreano o cambogiano combina “un macello”. (per esempio in Cina sono condannati a
morte circa 10.000 persone all’anno 40% delle quali sono
donne).
“Il cuore parla al cuore”; Benedetto chiede, non solo ai laici cattolici inglesi, di non essere arroganti, non precipitosi nei
discorsi, non polemici, capaci
di dialogare con chi non crede, capaci di testimoniare la
fede in tempi così poco
permeabili al Vangelo, insomma chiede un laicato mite nel
cuore ma intelligente e ben
istruito.
Grazie Benedetto per averci
fatto capire che dire la Verità
ci rende Liberi.
Amerigo Baù
“Stop alle abitudini incivili”
Gentile Direttore, Spettabile
Redazione,
la foto riguarda Via Battaglione Sette Comuni - incrocio Via Fiume di Asiago, dove
da anni, ormai, qualcuno tra i
residenti delle vie citate è
solito accatastare rifiuti di
ogni genere e non solo
ramaglie, e ciò pur sapendo
che a tale improprio
smaltimento non segue la
raccolta.
In barba, tra l’altro, al centro temporaneo di raccolta
avviato quest’estate presso il
piazzale del cimitero. Spero
che l’argomento possa trova-
re il Vostro accoglimento,
come peraltro dimostrate da
tempo. Credo sia utile
sensibilizzare tutti su questo
tema e stigmatizzare abitudi-
ni incivili.
Per inciso, anche se poco
interessa, mi vergogno da me
di vedere certe cose.
Un abitante nella zona
Gentile Direttore,
abbiamo letto con molto interesse l’articolo da lei pubblicato nell’ultimo numero
dell’Altopiano riguardo la
dislessia. Volevamo, se ci è
consentito, portare a conoscenza di un altro disturbo
specifico dell’apprendimento,
meno frequente e meno evidente
(almeno qui sull’altopiano), ma
altrettanto “invalidante” a livello
scolastico: la disprassia, che
spesso viene scambiata dai genitori e dagli insegnanti come un
comportamento di disinteresse
nei confronti della materia di
studio, di svogliatezza o addirittura maleducazione.
Questo disturbo interessa
aree specifiche degli
apprendimenti scolastici
come: il disegno, l’educazione artistica, aritmetica ( soprattutto negli aspetti relativi
alle abilità visuo-spaziali :
comprensione del valore posizionale del
numero, corretto allineamento, uso
corretto di
procedure
di riporto
etc.), geometria,
comprensione del testo (specie se spaziale), geografia.
Tutto ciò fa rilevare cadute
nelle funzioni cognitive specifiche di memoria verbale,
discriminazione visiva, difficoltà di pianificazione e controllo strategico delle fasi di
esecuzione del compito, compromettendo anche le materie di studio come la lingua
straniera, l’analisi logica,
grammaticale e la corretta
ortografia. Questo porta il
ragazzo ad avere una diminuzione della funzionalità
attentiva e di rievocazione
delle informazioni memorizzate, difficoltà di concentrazione e allungamento dei
tempi di esecuzione. Come
genitori siamo felici nel sentire che le istituzioni si stanno muovendo per garantire ai
ragazzi con questi disturbi
specifici dell’apprendimento
una adeguata
metodologia
di studio, il
nostro
augurio è
che la formazione
degli
insegnanti riguardo a questo
non sia orientata esclusivamente verso la dislessia o la
disgrafia, ma anche ad altri
D.S.A. come la disprassia e
la distonia che necessitano di
ulteriori metodi, abbiamo notato che a scuola i vari disturbi sono affrontati nella medesima maniera, secondo noi
ogni disturbo ha una sua
metodologia di insegnamento, porto un esempio, a mio
figlio vengono date delle
schede per la lettura con caratteri di dimensioni enormi (
forse utili per i dislessici),
come se questo lo aiutasse a
studiare meglio, invece gli
crea disagio e nessun beneficio nello studio, diciamo che
avrebbe bisogno di altre strategie e altri strumenti compensativi e dispensativi opportuni in relazione al disturbo. Cogliamo l’occasione per ringraziare la dott.sa Teresa Zanella , la
dott.sa Elena Carli e la dott.sa
Gabriella Coi che hanno aiutato
noi e nostro figlio a conoscere
e ad affrontare questo disturbo con serenità.
Albano Denis Ranzato
Alessandra Vignato
La mia contrada – Roncalto
Scrivo in merito al vostro
articolo dedicato alla
contrada Roncalto. Appartengo alla stirpe dei
“Bortoli – Capuz”, figlio di
quella “gentile signora
con dimora nelle vicinanze” del capitello in marmo che parecchio tempo
fa (correva l’anno 1907)
un certo Avv. Domenico
Bortoli fece erigere a sua
memoria. Vorrei precisare che tuttora è abitata
dai “Bortoli” (non esistono solo i Cunico e
Pesavento come scritto),
ma vorrei altresì sottolineare che appunto la
casa più antica della stessa è proprio la prima
casa (ex civico n. 1, abitata da Guido Bortoli)
che si incontra in posizione defilata prima di entrare nell’agglomerato di
case e stalle. Tale abitazione è rimasta integra anco-
ra nel primo conflitto mondiale del 1915/1918 (esiste ancora al suo interno
la “caneva”, una stanza
con pavimento in “laste” di
sasso) ed i reparti britannici citati avevano appunto scavato una galleria che
dalla valletta sottostante
ne prendeva la direzione
verso l’abitazione; i ricordi di infanzia di mio
padre ( il Toni Capuz così
era conosciuto e ancora
oggi ricordato) che traevano fonte dai racconti
dei vecchi recuperanti
della zona, lo avevano indotto negli anni settanta a
far eseguire uno scavo che
confermò l’esistenza della
galleria, con ritrovamento
delle travature di sostegno
e, fra l’altro, anche dei
badili utilizzati da quei
recuperanti che parecchi
anni prima avevano tentato manualmente l’impresa,
andata poi vanificata dallo smottamento del terreno
che aveva ostruito il pozzo
di accesso in conseguenza
di un forte temporale sopraggiunto. Sempre sulla
proprietà della famiglia
Bortoli - Capuz, a Roncalto,
esiste seminascosto un antico pozzo che ha legato anche nel passato (cfr il volume “Genealogia della famiglia Bortoli Capuz” di
Antonello Bortoli) le origini del soprannome Capuz.
Roberto Bortoli Capuz
Ringraziamo il Sign. Bortoli
per la precisazione, ed invitiamo gli amici lettori di non
esitare ad inviarci nuove utili
informazioni relativi ai borghi
che andremo a presentare nei
prossimi numeri. Ragguagli e
notizie confluiranno nel nostro database sulle contrade
di cui è allo studio una futura
pubblicazione tematica.
8
Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
26
Hockey Inline
Da sabato 2 a venerdì 15 ottobre 2010
Il 2 ottobre è il 275° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 90 giorni alla fine del 2010.
Sabato 2 SS. Angeli custodi
Domenica 3 S. Gerardo
Lunedì 4 S. Francesco d’Assisi
Martedì 5 S. Placido
Mercoledì 6 S. Renato
Giovedì 7 B.V.M. del Rosario
Venerdì 8 S. Pelagia
Sabato 9 S. Dionigi
Domenica 10 S. Daniele
Lunedì 11 S. Firmino
Martedì 12 S. Serafino
Mercoledì 13 S. Benedetto
Giovedì 14 S. Callisto I
Venerdì 15 S. Teresa d’Avila
Curiosità del mese: nel Medioevo il mese di ottobre era
rappresentato con un cacciatore o con un seminatore. Il colore della natura ora è quello del giallo e rosso delle foglie, e
le coltivazioni ormai consegnano gli ultimi frutti maturati in
estate, si raccolgono mele e pere invernali, le castagne maturano dentro ai ricci verdi, e le costanti piogge unite all’umidità fan si che l’involucro spinoso si apra. I prati d’altura
vengono abbandonati dai bovini all’alpeggio, le ultime a lasciare i pascoli sono le pecore, che lentamente scendono in
pianura per svernare, cibandosi dell’erba dei campi ora incolti. Eesendo il 1° ottobre San Remigio, i bambini che iniziavano la scuola elementare quel giorno venivano chiamati
remigini, dal 1979 la data d’inizio lezioni venne spostata e
lasciata alla discrezione delle singole regioni
Storie di santi: 12 ottobre, san Serafino da
Montegranaro. Serafino nacque nel 1540 a
Montegranaro nelle Marche. Era povero, per un
periodo fece il custode di gregge. A 18 anni entrò in
convento a Tolentino. Fu accolto come religioso fratello nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fece
noviziato a Jesi. Peregrinò per tutti i conventi della
regione, perché, nonostante la buona volontà e la
massima diligenza che poneva nel fare le cose, non
riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli,
che non gli risparmiarono rimproveri. Ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione. Nel 1590 Serafino si stabiliva definitivamente ad
Ascoli Piceno. Due i simboli fondamentali per lui: il crocefisso e la corona del rosario con cui si faceva messaggero di
pace e di bene. Aveva 64 anni e la fama della sua santità si
diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico. La morte lo colse il 12 ottobre 1604. Dopo
l’Altopiano
Sabato 2 ottobre 2010
essere spirato, semplice anche nella morte, la voce del popolo che lo diceva santo giunse anche alle orecchie del Papa
Paolo V, il quale autorizzò l’accensione di una lampada sulla
sua tomba. Fu canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767.
Etimologia: Serafino = colui che infonde calore, dall’ebraico.
Eventi d’ottobre: il 4 ottobre si festeggia nel mondo
la Giornata Mondiale degli Animali. Ispirandosi alla particolare sensibilità dimostrata da San Francesco d’Assisi nei
confronti delle creature piccole, nel 1931, durante una riunione di ecologisti a Firenze, fu deciso di istituire il World Animal
Day, che inizialmente avrebbe dovuto essere un modo per
portare all’attenzione del pubblico il problema delle specie in
via di estinzione. Da allora questa manifestazione si e’ ampliata ed ha acquisito un significato più ampio comprendendo
tutte le specie. Negli Stati Uniti è il giorno del “pet blessing”.
Anche in Gran Bretagna si organizzano molti eventi di
sensibilizzazione, spesso dedicati ai bambini, nel corso del
World Animal Day.
Ottobre in cucina: per la Madonna del Rosario è tradizione
nelle nostre zone cucinare il ragù d’anitra, e i bigoli con l’anatra
(o in lingua veneta: bigoi co’ l’arna) sono un tipico primo
piatto della provincia di Vicenza. Per bigoli si intendono i grossi
spaghetti, non bucati, il cui diametro è di circa 3-4mm. Tradizionalmente trafilati con un torchio di bronzo (chiamato
torchietto bigolaro) che veniva girato a mano, mentre una
ragazzina vi sedeva sopra per tenerlo fermo. Si tratta di una
pasta tipicamente veneta, consumata con vari sughi particolarmente ricchi di grassi. I bigoli con l’anitra erano inizialmente tipici della
cittadina di Thiene,
ma sono stati con il
tempo apprezzati in
tutta la provincia e
possono essere gustati nelle trattorie
fino a Padova e
Treviso. La ricetta
tradizionale prevedeva che i bigoli
fossero cotti nel grasso brodo in cui era stata fatta lessare
un’anatra novella (nata 60-90 giorni prima) e che quindi si
condissero con un sugo prodotto con burro aromatizzato e
frattaglie della medesima anatra. Fino agli anni cinquanta si allevavano le anitre domestiche, derivate dal germano reale, in
seguito sono state introdotte in Europa le anitre mute, una specie facile da allevare e piuttosto magra e muscolosa. Attualmente le macellerie vicentine propongono un macinato di carne
d’anatra muta per fare un ragù con un procedimento molto simile a quello con cui si produce il ragù comune, ma comunque
senza pomodoro. Questo ha reso la ricetta estremamente magra, rispetto al passato, e di realizzazione più semplice.
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi)
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Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
Domenica 3 ottobre
ENEGO: SHELL – Via Roma
Domenica 10 ottobre
ASIAGO: AGIP, Via Verdi
LUSIANA: IP, Via Europa
In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi,
Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Virginia Gianello, Aurora Carli, Renato Angonese,
Amerigo Baù, Benvenuto Höllar, Giulia Scaggiari,
Alessandro SIviero,Alessandro Cunico, Sonia Basso,
Silvia Panozzo, Fabio Panozzo, Elena Bonato, Mauro
Micheletto, Stefano Rigoni, Stefano Svegliado,
Serena Baù, Francesca Rigoni
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Dalle ore 8.45 di sabato 2
alle ore 8.45 di sabato 9 ottobre
ROANA: Farmacia di Roana sas della dr.ssa Silvia
Passuello – Piazza S. Giustina 23
FOZA: Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone –
Via Roma 7
Dalle ore 8.45 di sabato 9
alle ore 8.45 di sabato 16 ottobre
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del
dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari 34
ROTZO: Farmacia della dr.ssaAnna Bottura – Via Roma 9/a
ARIETE
La vostra apparente volubilità nasconde la
vostra vera natura, che possiede caratteristiche multiformi e proprio per questo affascinanti. L’amore, sostenuto da una sessualità
sempre capace di sorprendere anche il partner più attento, è il
vostro punto forte. I cambiamenti che attendete sono in arrivo:
sta a voi favorirli con una apertura alle novità.
TORO
L’innovazione è il vostro forte, ma perché sprecarla in troppe direzioni? Puntando su un progetto preciso potete ottenere quello
che desiderate, a condizione di non chiedere l’impossibile. Nell’amore chi vuole rischiare può tentare un cambiamento di stile nel
rapporto, se non addirittura di partner. Lo stesso vale per il lavoro,
dove però il pericolo è più elevato.
GEMELLI
Avete di fronte un ampio orizzonte di offerte, tra le quali vi sarà
possibile fare una scelta di successo, su cui puntare per organizzare al meglio sia gli affetti che il lavoro per i prossimi mesi. Nell’amore apritevi pure cautamente alle novità, prendendo in esame
più di una scelta: decidete dopo un’attenta analisi di quello che il
destino vi offre, basandovi anche su verifiche attendibili.
CANCRO
Marte vi regala la sua protezione, ma vi espone al rischio di agire
senza sufficiente riflessione, specie nell’amore, che può accendersi o spegnersi a seconda del momento, senza apparente giustificazione. Nel lavoro puntate pure a uno obiettivo ambizioso, usando metodo e pazienza e tenendo nel giusto conto il parere di chi
collabora con voi.
LEONE
Se il partner non darà segnali inequivocabili di corrispondere ai
vostri sentimenti, dedicatevi pure a mettere ordine oltre che negli
affetti, anche nei conti e nei documenti che negli ultimi tempi
avete accumulato, senza neppure guardarli: vi sarà così possibile
rimediare a sviste che potrebbero causarvi seccature. Non dimenticate di dare una conferma a chi la merita.
VERGINE
Qualcuno potrebbe tentare di mettervi il bastone fra le ruote nelle
piccole ma faticose faccende quotidiane. Non lasciatevi persuadere a fare investimenti frettolosi soltanto per liberarvi di fastidiosi postulanti, e procedete secondo i vostri ritmi, senza rinunciare
a scambiare qualche idea con chi stimate, se ritenete che possa
consigliarvi per il meglio.
BILANCIA
La vostra abilità, non soltanto nella gestione finanziaria ma anche
nelle piccole cose di tutti i giorni, vi rende efficienti nel lavoro e
nell’amministrazione: molti ricorreranno a voi per consigli e aiuto,
anche manuale. Nell’amore le vostre azioni sono in netto rialzo:
sappiate dimostrare al partner la vostra comprensione per i suoi
problemi.
SCORPIONE
Con la vostra capacità di persuasione potrete agire per realizzare
un progetto ardito, che andrà a buon fine se saprete gestirlo con
distacco, pronti, grazie a Marte nel vostro segno, a rinunciare
all’impossibile. Nettuno all’opposizione vi invia positive indicazioni verso nuovi interessi, d’amore o di soldi, che potrebbero
arrivare con una proposta immediata.
SAGITTARIO
Venere vi favorisce, permettendovi di procedere per il meglio, rinunciando a ciò che non è essenziale nell’amore. Potrete dimostrare al partner la vostra comprensione, senza però accettare la
sua relativa insensibilità. Non dimenticate un ritocco ai progetti di
spesa, che farete bene ad adeguare alle vostre attuali possibilità,
evitando ogni spreco.
CAPRICORNO
Siete in bilico tra due o più opportunità diverse, ma non dovrete
sprecare tempo e denaro in inutili tentativi di conciliare il diavolo
con l’acqua santa. Nell’amore, se avete più di un interesse, non è
il caso di informare un partner che non vi capirebbe: se lo ritenete
opportuno proseguite nella strada che avete intrapreso, ma senza
chiedere improbabili complicità.
ACQUARIO
Quello che desiderate è a portata di mano, ma richiede qualche
sforzo da parte vostra, specialmente nei rapporti d’amore, se puntate a una intesa, magari non perfetta, ma più serena, con un
partner che avete selezionato tra i più difficili. E se saprete trascinarlo, con gentilezza, verso un obiettivo di comune interesse, non
è escluso che torni con vero entusiasmo.
PESCI
Per voi si annunciano importanti eventi planetari che non soltanto miglioreranno la vostra vita affettiva, ma rimpingueranno anche il vostro portafogli: potrete perciò permettervi di investire su
un progetto costoso con ottime prospettive di successo e medio
termine. Nell’amore l’ottimismo è quasi d’obbligo, visto il favore
di Venere, che si trova in aspetto positivo.
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Sabato 2 ottobre 2010
La sonata
dell’orso Dino
Una notizia eccezionale da impienare su el giornale,
nei nostri boschi una figura, tra la gente c’è paura.
Sarà forse el sanguinelo, l’omo nero col mantelo
Sarà forse un gran guardone, tra gli amanti preoccupazione.
Dalla Slovenia el xè rivà, no i ghe dava da magnar,
l’è ndà Trento a tor su pomi, ma el se gà roto i coioni
el gà trovà un deplian, che parlava del’Altopian
tanti mussi da magnare, prime pagine da impienare.
Orso Dino, grande superstar, Orso Dino i te ga messo sul giornal,
sul giornal, sul giornal.
I lo ga visto a Caltrano, dopo do ore sull’Altopiano,
in Val D’Assa la matina, a mezzogiorno in Marcesìna
el pomeriggio in Bertigo, all’imbrunire no te digo
alla sera xò in Bocchetta e de notte in Fiaretta.
E par tèndare el so vagare i ghe ga messo su el colare
I Forestali lo tendeva el segnale i riceveva
Ma un bel giorno li gà ciavà, el colare el se gà cavà
Tutti quanti preoccupati, i giornalisti fora mati.
Orso Dino grande superstar, Orso Dino i te gà messo su el colar, su
el colar, su el colar
I lo credeva fora mato parché el iera emarginato
I diseva ch’el sclerava parchè l’orsa no ghe la dava
No’l magnava più l’erbetta, el preferiva la musetta
Pure el miele i ghe gà donà, ma anca quelo el ga rifiutà
Le rotative del Gazetino scriveva solo dell’orso Dino
Sulla psiche dell’animale, impienava su el giornale
I gà ciamà anca el Crepèt, el ga dito “Beh, beh, beh…
Lasciate stare l’orso Dino o vien fora un gran casino”
l’Altopiano
Solo di rado le guerre conducono a storie con lieto fine, eppure
la lapide situata lungo la strada
bivio Saline – monte Forno ricorda un fatto di cameratismo tra
soldati divisi dall’ordine di combattere per le rispettive bandiere,
ma uniti dalla necessità di sopravvivere alla fame e al gelo. L’iscrizione marmorea venne posta sessanta anni dopo la fine del primo
conflitto mondiale, su iniziativa
di alcuni soldati un tempo nemici. A far luce su quell’evento ci
soccorre Marco Ambrosini, presidente della Sezione dei Fanti
altopianese, e omonimo nipote di
quel Marco protagonista di sanguinose battaglie in zona Ortigara
nell’inverno a cavallo tra il 1916 e
’17. Apprendiamo così che nel
settembre 1976 il reduce
Ambrosini ospitò all’Alpi 2 austriaci, venuti ad Asiago per una
breve vacanza; due turisti stranieri tra i tanti che annualmente
si recano sull’Altopiano. L’età di
nonno Marco era in sintonia con
quella dell’ospite più anziano. Tra
i divani dell’albergo e con non
poca difficoltà per la diversità del
linguaggio, i due si confidarono
le esperienze di guerra, scoprendo così di essersi affrontati pro-
L’annuale “Festa del segone”
prio sui rilievi dei Sette Comuni,
esattamente tra le trincee del
Monte Forno, nel freddo inverno del secondo anno di belligeranza. Le copiose nevicate non
avevano solo coperto i reticolati, ma pure placato per qualche
giorno le ostilità, ragion per cui
tra la truppa si instaurò una tregua d’armi. Come sempre accade
in casi di locale “pace separata”,
gli alti comandi ne restarono all’oscuro, al fine di scongiurare
pesanti punizioni ai soldati colpevoli a tutti gli effetti di un reato.
Il temporaneo armistizio permise
loro di fraternizzare, barattando
pane con sigarette e tabacco, e
raccogliere legna con cui alimentare le stufette nei ricoveri. Fu in
questo frangente che Marco
Ambrosini e 5 altri alpini della 62a
compagnia del battaglione
“Bassano” trovarono l’opportunità per impossessarsi di un
segone austriaco, di cui evidentemente gli italiani erano sprovvisti. 60 anni dopo, Karl Fritz di
Graz, questo il nome del turista
giunto all’Alpi, scoprì che a de-
Grande festa in casa Presti
Quanti motivi per fare festa in casa Presti! Il compleanno di
mamma Loretta (il 30 agosto), quello di papà Lucio (il 18
settembre), il loro anniversario di matrimonio, 29 anni di vita
insieme (il 19 settembre). A loro vanno, con amore, tanti auguri da parte di Lisa, Cinzia, Maria Laura e Mirko. Ma per festeggiare ora c’è anche un’altra bellissima ragione: Cinzia ha
messo al mondo una meravigliosa bambina di nome Maria Cristina. Congratulazioni a tutta questa bella famiglia.
Orso Dino grande superstar, orso Dino i te gà psicanalisà, psicanalisà,
psicanalisi.
Se un bel musso el se magnava, la Regione te rimborsava
La cavala spaventata la xè morta infartuata
Se le api l’attacava, i Forestali recintava
Pali alti co la corente, a l’orso Dino fregava niente.
Co xè ora de cargar malga, el teror xè che l’orso assalga
Qua xè bisogna recintare se el bestiame se vol salvare
Mamma mia quanti milioni par piantare xò i paloni
“Questo orso se ne deve andare”. Tutti in piassa a protestare.
rubarlo dell’attrezzo era stato il
simpatico albergatore. Il furto rievocato finì col creare tra i due
una sincera amicizia. Il risultato
sta oggi in quella lapide, annualmente omaggiata dai pronipoti
che salgono tra le cime cariche di
memoria con un piccolo gruppo
di amici. L’edizione 2010 di quella
che è ormai conosciuta come
“Festa del segone” viene ricordata anche grazie ad un video
che, tra Facebook e You Tube,
nelle ultime settimane è
cliccatissimo sul web. Marco
Rigoni (chitarra e voce) e Giacomo Silvagni (voce) sono ripresi
mentre cantano allegramente “La
sonata dell’orso Dino”, (autori
Bepi, Gloria, Jak e Cioin del Gruppo Scout Asiago1) racconto
semidialettale in musica di tutta la
storia dell’orso Dino “grande
superstar”. Un autentico e divertente tormentone del quale qui a
fianco potete leggere il simpatico
testo.
G. Dalle Fusine
Una bella anguria
in contrada Rebeschini!
Alla fine Moreno
Rebeschini e
famiglia hanno vinto
la scommessa!
Tra le braccia della
piccola Anna Marini
ecco un’anguria da
5,5 kg coltivata nei
campi della loro
contrada.
Complimenti!
Insieme al corso
pre parto, le neo-mamme
si sono ritrovate
per confrontarsi sulla
meravigliosa
esperienza
della maternità.
Un augurio
a tutte quante
e ai loro piccoli tesori
Orso Dino grande Superstar, orso Dino i te vol parar, i te vol parar, i
te vol parar.
Il giornale ha intitolato: “L’orso Dino si è dileguato,
è sparita la minaccia, di lui non c’è più traccia”.
Notizia de l’ultima ora: “Forse i lo ga fato fora,
i lo serca in congelatore de qualche cacciatore”.
Gira voce che in quel de Fosa i ga fato na bruta cosa
l’orso dino i gà cusinà, co la polenta i lo gà magnà.
Ma se volì la verità a Yellowstone el xè scapà
felice el dorme nela so tenda, con Yoghi e Bubu el fa merenda.
Orso Dino Grande superstar, orso Dino grande superstar, grande
superstar.
Da Stoccareddo: Il battesimo
di Baù Francesco (6mesi), il papà
Mattia, il nonno Sandro, la bisnonna
Ivana e la trisavola Maria, 88 anni, che
gestiva l’osteria al Buso.
5 generazioni piene di speranza...
per il nostro Altopiano
27
Anniversario
Il 12 settembre Giuseppe Sartori e Mary Rodeghiero,
qui fotografati con le nipoti femmine e la pronipote Sara,
hanno festeggiato il 55° anniversario di matrimonio.
Ancora auguri e complimenti per questo bel traguardo
da parte di tutti i nipoti e famigliari!
I neolaureati dell’Altopiano
Il 28 settembre 2010 Alberto
Finco si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università degli Studi di Padova.
“Il mio ringraziamento più
grande va ai miei genitori Paolo e Giuliana, che mi hanno
dato la possibilità di conseguire questo primo traguardo.
Grazie anche a Giulia e a tutti
i miei meravigliosi amici, che
oltre ad avermi festeggiato in
maniera a dir poco indimenticabile mi aiutano a credere
sempre in ciò che faccio. Grazie di cuore!”
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Sabato 2 ottobre 2010
l’Altopiano
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