COLLABORATORI della SCUOLA
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COLLABORATORI della SCUOLA
ENTE GESTORE I BAMBINI Nido: Erik, Ersilia, Estelle, Laura, Luca, Teddy Materna: Alexandre, Alma, Elena, Edouard, Gabriele, Hala, Keran, Ilaria, Iris, Leith, Leonardo, Varvara, Violette Elementari: Ines, Jasmine, Laura, Noor, Melissa, Samuele Medie: Giordana, Michele, Sabrina Liceo: Marco Presidente: Prof. Franco Santellocco Componenti: Anna Vailati Canta Casini, Domenico Citarella, Sergio Ferretti, Massimo Cantarelli, Sara Mollica, Fabrizio Farina COLLABORATORI della SCUOLA Elisabetta, Hassan, Zineb, Zuina Insegnanti Assia, Cherif, Francesca, Houda, Iuri, Ikram, Laura, Libera, Mourad, Nora, Paola, Zineb LA REDAZIONE DEL GIORNALINO Comitato di redazione : Melissa Ferretti, Ines e Jasmine Yacef, Giordana Bonacci, Sabrina Fieno, Michele Leta Copertina : Fieno Sabrina Docente responsabile: Laura Miraudo Idee e revisione testi:: Iuri Falorni, Paola Osio I NOSTRI SPONSOR Lunetterie Allague Un caloroso ringraziamento a tutti quei genitori che quotidianamente si adoperano per il buon funzionamento della nostra scuola. L’ RA DEI PICCOLI Il giornale dei Bambini della Scuola Italiana Roma di Algeri 2°ANNO N°6 maggio-giugno 2012 Copertina di Sabrina Fieno Scuola Italiana Roma di Algeri - Ecole Italienne Roma d’Alger Adresse: 2, Allée des Amandiers, Hydra – Alger - Tel 021 482173 - Fax : 021 483975 - Email : [email protected] Décret présidentiel n° 07-177 du 20 Joumada El Oula 1428 – 06 Juin 2007 de ratification de l’accord entre le Gouvernement de la République Algérienne Démocratique et Populaire et le Gouvernement de la République Italienne, signé à Alger le 14 Novembre 2006. Decreto di Parità MAE Italia n° 3811 del 07-05-2009 Buone vacanze! In effetti era altro l’argomento di cui mi riservavo di trattare nell’ultimo numero del Giornalino. In occasione della chiusura dell’anno scolastico, avrei voluto parlarvi dell’importanza dello studio come attività formativa fondamentale per il vostro futuro. Ma di questo non vi parlerò, in quanto siete stati talmente bravi nel vostro lavoro e siete riusciti a costruire un “quadro” cosí espressivo, pieno di vitalità e intelligenza che vi deve riemipire di orgoglio, proprio come io sono orgoglioso di avere dei piccoli studiosi come voi. Questa fotografia è anche un ulteriore e significativa esemplificazione della perfetta collaborazione del corpo docente e degli ausiliari che collaborano con grande impegno e dedizione per la vostra crescita. Sono certo che chi rimarrà con noi anche per il prossimo anno scolastico lo farà con gioia ed entusiasmo, così come sono certo che coloro i quali dovranno lasciare la scuola per il rientro in Italia, o per altre nazioni, ricorderanno con tanta simpatia e con tanta gioia i momenti trascorsi in questa scuola, avendo nel cuore le immagini ed il calore dei compagni lasciati. Cari ragazzi, buone vacanze, meritate vacanze, a voi e alle vostre famiglie. Franco Santellocco Gli alunni e gli insegnanti della Scuola Italiana Roma (qualcuno manca all’appello!!!) augurano a tutti BUONE VACANZE! Pag.2 Salutiamo i professori che ci lasciano: Francesca, Laura e Libera Il saluto di S. E. Michele Giacomelli, Ambasciatore d’Italia in Algeria e del Prof. Franco Santellocco, Presidente del Comitato Gestore Pag.15 I piccoli Nemo Esploratori del mare Pag.3 Eccoci!!! Ragazze, quando si balla il Can-can? La grazia delle nostre danzatrici Giordana, la nostra prima ballerina Ballando il Sirtaki Pag.14 Ieri siamo andati al Jardin d’Essai. Abbiamo visitato una scuola dell’ambiente. Mentre Jasmine e Ines stavano leggendo un tabellone sugli animali, la maestra ci ha insegnato tante cose sulla biodiversità. Poi due maestre ci hanno spiegato come seminare e ci hanno dato come regalo dei bicchieri di plastica in cui avevamo seminato dei ravanelli . Dopo ci hanno fatto vedere un video sul Mar Mediterraneo e ci hanno detto che alcuni animali stanno per sparire, come ad esempio il cavalluccio marino perchè i cinesi li usano come portafortuna. Finito il video una signora ci ha portato a vedere gli animali dello zoo. C’erano un sacco d’animali come la zebra, il leone, il fenec, la pantera, la leonessa, la volpe rossa, gli uccelli, il canguro…Inoltre, un signore ci ha fatto vedere come imbalsamare gli animali morti. Abbiamo anche visto le foto degli animali malati mentre venivano curati dai veterinari. Poi ci siamo seduti davanti alle gabbie degli animali e li abbiamo disegnati. Io ho disegnato il pavone e il flamingo. Mi è piaciuta molto la gita al Jardin d’Essai e spero di farne un’altra l’anno prossimo. (Melissa, III elementare) Pag. 4 « Viaggiando viaggiando » Spettacolo teatrale di fine anno scolastico Così ci piace la SCUOLA!!! Balliamo "Asereje" Canto intorno al fuoco Paris, quelle ville romantique!!! Anche se piccoli siamo patrioti e cantiamo a squarciagola l’Inno di Mameli Pag.13 Ieri siamo andati al Jardin D’Essai, a « L’ECOLE DE L’ ENVIRONMENT » dove una maestra ci ha spiegato molte cose sulla natura. Abbiamo letto la carta d’identità degli animali e le loro abitudini. Poi abbiamo fatto il laboratorio di giardinaggio: una signora ci ha insegnato come seminare. Abbiamo fatto così: prima abbiamo preso un bicchiere bucato, così l’acqua accumulata poteva uscire; poi abbiamo messo un seme di ravanello nel bicchiere e infine l’abbiamo innaffiato con il vaporizzatore. In seguito un’altra maestra ci ha insegnato come tagliare le piante. In quel momento Jasmine, Marco e Sabrina sono stati intervistati da una giornalista di un canale radiofonico. Poi siamo andati allo zoo e abbiamo visto: il canguro Michele (che prima non voleva uscire, ma dopo è uscito e ha cominciato a saltare), un leone, la lepre, i fenicotteri, gli struzzi, i fenec, il dromedario, la zebra, i cavalli, l’alligatore, le gazzelle, le pantere:una nera e una gialla a macchie nere. Abbiamo visto la clinica dove imbalsamano gli animali e ci hanno insegnato come si fa. Infine siamo usciti dallo zoo e siamo andati verso le fontane. Proprio in quel momento Giordana,Marco e Michele sono andati via, ma prima abbiamo fatto una foto tutti insieme. Poi Sabrina, Jasmine, Samuele, Melissa, Laura ed io abbiamo fatto la corsa per chi arrivava prima alle fontane che ci schizzavano. Alle tredici ci sono venuti a prendere e sfortunatamente siamo tornati a scuola. Mi è piaciuta molto questo gita perché abbiamo visto animali che non si vedono tutti i giorni. (Ines, III elementare) Pag.5 Il 2 giugno è una data storica per il nostro paese. Ma la nascita della Repubblica non fu un «parto facile», tutt’altro, e intorno alle circostanze della sua proclamazione si addensano ancora oggi molti interrogativi. Dopo una guerra sanguinosa e vent’anni di regime totalitario, il 2 giugno 1946 l’Italia è chiamata a un doppio compito: esprimersi sulla forma dello Stato: monarchico o repubblicano. Dopo molto tempo gli italiani tornano a votare democraticamente e, inoltre, si tratta della prima consultazione in cui hanno diritto di voto anche le donne. Dai dati del voto l’Italia risultò divisa in un sud monarchico e un nord repubblicano. Le cause di questa netta dicotomia possono essere ricercate nella differente storia delle due parti dell’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Per le regioni del sud la guerra finì appunto nel ‘43 con l’occupazione alleata e la progressiva ripresa del cosiddetto regno del sud che, grazie agli aiuti stranieri e all’allontanamento del fronte, aveva riguadagnato una certa tranquillità e un certo benessere. Per contro, il nord dovette vivere quasi due anni di occupazione tedesca e di lotta partigiana. Le forze più impegnate nella guerra partigiana facevano capo a partiti apertamente repubblicani – partito comunista, partito socialista, movimento di giustizia e libertà. Una della cause che contribuì alla sconfitta della monarchia fu probabilmente una valutazione negativa della figura di Vittorio Emanuele III, giudicato corresponsabile degli orrori del fascismo. Le vicende della II guerra mondiale non aumentarono di certo le simpatie verso la monarchia anche a causa degli atteggiamenti discordanti di alcuni membri della casa regnante. La moglie di Umberto, la principessa Maria Josè, cercò nel 1943 attraverso contatti con le forze alleate, di negoziare una pace separata muovendosi al di fuori della diplomazia ufficiale. Queste manovre, anche se apprezzate da una parte del fronte antifascista, furono viste in campo monarchico come un tradimento ed all’esterno come sintomi di profondi contrasti in seno a casa Savoia. Anche la decisione di Vittorio Emanuele III di abbandonare Roma per rifugiarsi nel sud subito dopo la proclamazione dell’armistizio di Cassibile fu visto come una vera e propria fuga e questo non migliorò la fiducia degli italiani verso la monarchia. Il 13 giugno 1946 il Consiglio dei Ministri stabilì che, a seguito della proclamazione dei risultati provvisori del 10 giugno, in base all’art. 2 del D.L.L. n. 98 del 16 marzo 1946, le funzioni di capo provvisorio dello Stato dovevano essere assunte dal Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi. Dopo che il Consiglio dei Ministri, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, aveva trasferito le funzioni di capo dello Stato ad Alcide de Gasperi senza attendere il pronunciamento definitivo della Corte di Cassazione, Umberto II diramò un proclama nel quale denunciò la presunta illegalità commessa dal governo e il giorno stesso partì da Ciampino alla volta del Portogallo. Umberto II non riconobbe la validità del referendum e ne rifiutò i risultati nonostante gli impegni presi. Non abdicò mai ma tale evenienza non era prevista dal D.L.L. N. 98 in caso di vittoria repubblicana. La Costituzione della Repubblica Italiana entrò in vigore il 1 gennaio del 1948 e l’11 maggio Luigi Einaudi fu eletto dal Parlamento primo Presidente della Repubblica. Marco, IV Liceo Pag.12 Prima pagina di un quotidiano dell’epoca Lo stemma della Repubblica Italiana L’ulivo rappresenta la volontà di pace della nazione; la quercia simbolizza la forza e la dignità del popolo italiano; la ruota è il simbolo del lavoro su cui è fondata la Repubblica; la stella è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell’ Italia dal 1800. Per Biodiversità s’intende l'insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi ad esse correlati. Implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi. Le risorse genetiche sono considerate una componente della biodiversità. L'anno 2010 è stato dichiarato dall'ONU l'Anno internazionale della biodiversità. Il decennio 2011-2020 è stato dichiarato Decennio della Biodiversità. Il 22 maggio 2012, giorno della visita d’istruzione della nostra scuola al Jardin d’Essai, è stata la Giornata Mondiale della Biodiversità. Questi di seguito sono solo alcuni degli animali che abbiamo visto e che ci hanno particolarmente colpito e di cui vi riportiamo le notizie scientifiche. Il fennec (Vulpes zerda) è una piccola volpe che abita il deserto del Nordafrica ed è il simbolo dell’Algeria. Il colore del pelo gli permette di mimetizzarsi nel deserto. Le lunghe orecchie servono per disperdere il calore e gli permettono di possedere un ottimo udito. È un animale estremamente curioso e intelligente. Per questa sua caratteristica e per la sua abitudine a scomparire di colpo in una delle sue lunghe gallerie sotto la sabbia non appena si sente osservato, i nomadi lo chiamano "folletto del deserto". I pavoni appartengono ai Fasianidi e, tra i gallinacei, sono quelli di maggior valore. Sono originari dell’India. La coda è lunga e depressa ed è composta da venti penne ornate, terminalmente da macchie ocellari. Sulla sommità del capo vi è una aigrette, cioè un ciuffo di poche penne rigide, erette e piuttosto lunghe. Il Pavone fa la cosiddetta "ruota", erigendo verticalmente il corpo, mentre particolari muscoli cutanei, inseriti alla base delle penne caudali, le allontanano l'un l'altra, per cui si aprono a ventaglio. Lo stesso, portandosi in avanti, vibra, producendo un rumore simile allo stormire delle fronde per forte vento. Il pavone bianco è apprezzato per la bellezza del candido piumaggio, per le occhiature e per le luci cangianti. Pag.6 Sara ed Emidio si esibiscono, accompagnati alla tastiera dal nostro Prof. Iuri Falorni, in un brano dal titolo ‟Milonga” Una bella foto ricordo con Sara ed Emidio Pag.11 L’Amphiprioninae comunemente conosciuto come pesce pagliaccio ha il corpo compresso latero-lateralmente, con grandi pinne arrotondate e adatte solo a piccoli spostamenti. E’ diffuso nell'Oceano Indiano e nel Pacifico e si associa mutualisticamente con l’anemone di mare (Heteractis, Stoichactis) e con le attinie (Actiniaria). Questo pesce si rifugia tra i tentacoli dell'anemone, immune alle punture urticanti delle sue nematocisti, e oltre a proteggersi dai predatori si nutre degli avanzi e lo tiene pulito dai parassiti. Il leone (Panthera leo) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei cinque grandi felini del genere Panthera, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg. Il suo areale è nel 2011 ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana. Tipicamente, i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. I cuccioli maschi restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte del loro padre. Assai facile da distinguere, il maschio di leone ha una criniera caratteristica, e la sua testa è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. L'aquila reale è un uccello appartenente alla famiglia degli Accipitridi. In volo ha ali sollevate e spinte leggermente in avanti. E’ uno dei più potenti uccelli rapaci del mondo; la robusta struttura le consente di attaccare con successo prede spesso più pesanti di lei e nonostante la mole imponente possiede un volo assai agile. Oggi è usata in molte aziende, società e paesi come simbolo di fierezza, nobiltà, divinità ed orgoglio. I principali fattori che colpiscono questa specie sono: il disboscamento, il bracconaggio e la cattura dei nidiacei. Pag.7 Sabato 26 maggio 2012 alla Scuola Italiana Roma di Algeri si sono esibiti due musicisti, chitarristi, il « Duo Mokuso » composto da Sara ed Emidio. Quel giorno non vi è stata la possibilità di fare domande, perché non c’è stato il tempo. Quindi abbiamo posto le nostre domande via e-mail. Di seguito trovate la nostra intervista esclusiva. D: A quale età avete iniziato a suonare ? R: Abbiamo iniziato a suonare già da piccoli, come cominciano in molti: per gioco, ma anche per una strana attrazione che s’è trasformata poi, con gli anni e la maturità, in passione, amore per la chitarra, in particolare, e per la musica in generale. D: Come è nata la passione per la musica? R: Sicuramente un primo, fondamentale, stimolo è arrivato da casa: per me, mio nonno che suonava la fisarmonica e amava cantare; per Emidio, il padre suonava la chitarra ed, inoltre, i genitori ascoltavano sempre tanta musica e non perdevano l’occasione per metter su un disco. D: Come vi siete conosciuti? Perché avete deciso di essere un “duo” e non suonare da solisti? R: Ci siamo conosciuti in conservatorio: facendo lezione con lo stesso maestro, capitava facilmente di incontrarsi e dopo qualche anno abbiamo capito di stare bene insieme. Da qui è nata la voglia di suonare anche insieme, e da un paio di anni abbiamo deciso di costruire questo duo stabilmente «professionalmente» in quanto ci troviamo bene in questa formazione, ci arrichiamo a vicenda discutendo ed elaborando i brani che studiamo, le possibilità sono più estese rispetto allo stumento solista e si crea tra di noi un legame ancora più profondo e radicato. D: Perché avete deciso di chiamarvi «Duo Mokuso» ? R: “Mokuso” è un comando dell’arte del karate: lo dice il maestro agli allievi alla fine dell’allenamento e sottintende l’azione del chiudere gli occhi e meditare. Abbiamo trovato quest’azione molto vicina al nostro modo di approcciarci alla musica, cosí… l’abbiamo fatta nostra. D: Vi è piaciuta la nostra scuola? R: La vostra scuola è molto accogliente, gli insegnanti che abbiamo conosciuto estremamente gentili e voi ragazzi siete molto solari. Il ‟Duo Mokuso”, composto da Sara ed Emidio Pag. 10 Algeria, with its wonderful weather, friendly and welcoming people, has some amazing tourist sites, where you can go sightseeing, and have lot of fun, let’s discover them together. The great Algerian Bay The Kasbah of Algiers is a unique kind of medina, or Islamic city. It stands on one of the finest coastal sites of the Mediterranean Sea, overlooking the islands where a Carthaginian trading-post was established in the 4th century BC. There are the remains of the citadel, old mosques of the 17th century and Ottoman-style palaces as well as the remains of traditional urban houses. The Casbah played an important role during the Algerian war for independence (1954–1962).It gave the Algerians a safe haven to plan and execute attacks against French citizens. Casbah Palace (Hammam) Sidi Fredj Sidi Fredj is a coastal peninsula town; it possesses several sandy beaches, which makes it one of the well-known touristic sites of Algiers. It forms two opened bays, one in the north-east and one in the south-east. The north-east bay allows the access to the marina and the south east bay offers great scenery. It was actually the landing spot of the French people who established their beach head for the Invasion of Algiers in 1830 Tipaza is a great coastal city o Algeria, founded in 1857. It is known for its wonderful sandy beaches, where you can have a good sun tan, and eat all varieties of fish. You can visit also the ancient roman ruins, which was a town built on three small hills that overlook the sea. Most of the ancient houses, stood on the central hill, no traces remain of them, but there still exist the ruins of the three churches: the Basilica and the Basilica Alexander the Great on the western hill and the Basilica of St. Salsa on the eastern hill, two cemeteries, some baths, the theater, and the amphitheater, there are also some remains of the ancient port. Pag.8 The Roman ruins of Tipaza The students of the middle class: Giordana, Michele, Sabrina, La cigale et la fourmi . La cigale ayant chanté tout l’été se trouva fort dépourvue. Quand la bise fut venue ,elle alla crier famine chez la fourmi sa voisine. Que faisiez-vous au temps chaud? Je chantais ne vous déplaise. Vous chantiez? J’en suis fort aise, eh bien! Dansez maintenant. Ce que j’ai retenu de cette fable c’est qu’il faut toujours travailler, car en travaillant on aura pas besoin d’aide des autres, Jasmine Yacef Le lièvre et la tortue. Rien ne sert de courir; il faut partir à point, le lièvre et la tortue en sont un témoignage. j’ai appris de cette fable qu’il ne faut pas partir vite, mais il faut commencer au moment juste, doucement mais surement. Ines Yacef Le corbeau et le renard . Maitre corbeau sur un arbre perché, tenait en son bec un fromage. Maitre renard par l’odeur alléché, lui tint à peu prés ce langage «Hé! Bonjour, Monsieur du corbeau, que vous êtes joli! Que vous me semblez beau!.... ». Ce que j’ai appris de cette fable c’est qu’il ne faut jamais croire les personnes que tu ne connais pas. Melissa Ferretti. Les élèves de la class primaire: Laura, Samuele, Noor, Ines, Melissa e Jasmine Pag.9