Lemon 5 - Ordine dei Farmacisti della provincia di Pesaro e Urbino
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Lemon 5 - Ordine dei Farmacisti della provincia di Pesaro e Urbino
PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE CO.RO.FAR.; CO.SA.FA.CA.; S.A.F.; SAFAR; UMBRAFARM. ANNO V - N° 5 • Gennaio 2009 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:26 Pagina 1 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:26 Pagina 2 S.A.F. - Jesi - [email protected] TOTO CANALINI ANNO V - N° 5 • Gennaio 2009 PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE CO.RO.FAR.; CO.SA.FA.CA.; S.A.F.; SAFAR; UMBRAFARM. Dicembre, tempo di feste! IL COMITATO DI REDAZIONE DI LEMON È COSTITUITO DAL CONSIGLIO INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO PRESIDENTE: • TOTO CANALINI CONSIGLIERI: • ROBERTO BARTOLI • ALBERTO COSTA • ANDREA MAGLIONI • ANDREA PAOLETTI • FRANCESCO SIMONCELLI • MARIO DUBBINI - “PAPÀ“ un classico incontrarsi per lo scambio degli Auguri e anche il 2008 non poteva finire che così. L' invito della Co.Ro.Far. a San Patrignano, per l' incontro ormai tradizione romagnola di fine anno, mi ha lasciato una scossa e sensazioni uniche. Osservare tali esperienze di gruppo, è stata "l'arma" usata dal Presidente Luigi Zuccari per ribadire ancora una volta che INSIEME si può, siamo più forti, è meglio! Come i ragazzi di San Patrignano hanno recuperato alle loro difficoltà operando in un solo gruppo, così noi Soci È TIRATURA 2500 COPIE, COSÌ DISTRIBUITE: 270 CO.RO.FAR.; 500 SAFAR, 340 S.A.F.; 270 UMBRAFARM; 770 CO.SA.FA.CA.; 250 UFL GENOVA; 100 REDAZIONE Per informazioni, suggerimenti, commenti o un semplice confronto, potete rivolgervi a: Toto Canalini (Direttore strategico) Tel. 0721 910315 [email protected] Michele Bresciani (Art director) Tel. 0721 392338 [email protected] Giuliana Gioacchini (Segreteria organizzativa) Tel. 0731 219729 [email protected] « Tutti on line! Grossa novità! Per vedere le foto dei nostri incontri non sarà più necessario confidare nella sollecitudine dei “fotografi” a rispondere alle mail e aspettare i pesanti file allegati. Da oggi sono on line tutti gli scatti delle nostre vacanze. Non bisogna far altro che aprire la pagina web http://picasaweb.google.it/totocanalini, scegliere lʼalbum che ci interessa e poi… scaricare le foto con il nostro profilo migliore! Cooperatori, ripetiamocelo, pur ben distinguendo i due casi, meglio sapremo superare le attuali difficoltà. La domenica successiva, alla Posta dei Donini di San Martino in Campo, vicinissimo a Perugia, il Presidente Claudio Falini ha orgogliosamente festeggiato davanti a tantissimi Colleghi, i 30 anni di attività dell' Umbrafarm. Contestualmente, assieme al Presidente Sandro Cerni, ha inoltre ufficializzato la fusione delle due Cooperative marchigiana e umbra, sotto il nuovo nome: Farmacentro Servizi e Logistica. Una festa imponente, con tanta gente, UMORISMO IN PILLOLE Novembre, tempo di olive... Dottore, ho raccolto le olive, mi serve la soda GASTRICA che dopo le metto sotto SALAMORRA... Complimenti signora, è proprio dimagrita... ...dottore, mi è bastato eliminare i FARINACCI... Mi deve dare il CARDINALE (Gardenale) per mia figlia. Dottore, avrei bisogno di una pomata per le ESTORSIONI... ...ho la ricetta del Mepral perchè ho l' ulcera DOGANALE. Vorrei la magnesia SMISURATA aromatica... Mi può dare il barattolino per l'esame delle FRECCE... Dottore, la SUPPOSTA, prima o dopo i pasti??? Grafica Daniela Marchini / www.scritturescriteriate.it - Stampa Grapho5 Colleghi, Politici, uomini del Farmamondo e quello che mi piace evidenziare è che in entrambi le occasioni, l' incontro con tanti Amici, vecchie conoscenze di esperienze festaiole precedenti, di viaggi assieme in occasioni varie, è stato il succo più gradevole che si potesse immaginare; l'abbraccio, il " ti ricordi quella volta...", la stretta di mano, ti fanno sentire vivo e piacevolmente inserito in questa splendida realtà che è la nostra vita di Soci Cooperatori. E voi? Non avete aneddoti da mandarci? Condividete con noi le vostre comiche quotidiane. Vi aspettiamo! 3 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:26 Pagina 4 IL NOSTRO PROSSIMO VIAGGIO Settimana bianca S iamo quasi pronti per partire! Questo inverno saremo nuovamente a Madonna di Campiglio, località che ci ha regalato tante emozioni in questi ultimi anni. Da qualche tempo stavamo pensando a questa meta sciistica, entusiasti dell’idea di tornare in un posto che già si conosce e dove siamo sempre stati a nostro agio. Adagiata a 1550 metri di quota, nella conca tra il gruppo delle Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello e della Presanella, Madonna di Campiglio da sempre ha affascinato e affascina viaggiatori e personaggi importanti, fino a farla diventare meta celebre ed ambita. Da luogo di soggiorno per la nobiltà e la ricca borghesia austriaca e mitteleuropea, tra i cui ospiti ricordiamo la principessa Sissi e l’imperatore Francesco Giuseppe, è oggi diventata una stazione invernale rinomata a livello mondiale per la varietà delle sue piste e la sua naturale bellezza. Ci stiamo quindi già attrezzando tra maglioni, calzamaglie, tute da sci e scarponi per affrontare al meglio le nostre lunghe sciate e passeggiate in alta quota… Saremo immersi in un’atmosfera vivace, mondana e chic… in cui VIP e campioni di vari sport sono di casa! E il gusto della buona tavola? Anche questo non ci deluderà e sarà un piacere gustare ancora l’ottima cucina… ricordiamo con un po’ di acquolina in bocca alcuni tra i più significati piatti tipici: polenta e capriolo, polenta e crauti, cervo, camoscio, canederli, orzetto, bro brusà, strangolapreti, capuc’, patugol. L'estensione e la varietà delle piste, la loro facilità di accesso grazie agli impianti di risalita che partono direttamente dal centro, fanno di Madonna di Campiglio un 4 vero paradiso dello sci alpino. Dopo le “fatiche” sulle neve... passeggiare nell'atmosfera romantica della tranquilla isola pedonale del centro è il modo più poetico di terminare la propria giornata alla chiusura degli impianti. In questo clima fare acquisti diventa un'esperienza davvero piacevole. Dalle botteghe artigiane del legno, del cioccolato e delle decorazioni artistiche di mobili e stufe, alle rarità in cartapesta usata per realizzare oggetti d'arte e gioielli: le proposte per lo shopping sono originali e creative. Tra un giro e l’altro si arriva così a tardo pomeriggio e si può quindi passare da un aperitivo in uno dei locali più alla moda all'emozione di una salita con i gatti delle nevi per una cena in un rifugio e completare il divertimento con una nottata in discoteca… Bar, ristoranti, pub, e quant'altro… non c'è che l'imbarazzo della scelta! ...E mentre una parte del cervello pensa alla neve, l’altra è già volata al sole e al mare. In queste settima- ne stiamo analizzando tutte le possibilità per la prossima settimana azzurra, che sarà molto probabilmente la prima settimana di Luglio. Formentera, Grecia, Croazia, Sicilia… Queste le mete che stiamo considerando per le nostre vacanze estive e speriamo che siano ancora una volta un modo allegro, divertente e rilassante per stare insieme e divertirsi. Come dicono gli americani... keep in touch, teniamoci in contatto, per gli aggiornamenti, che nelle prossime settimane manderemo a tutti. 5 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:26 Pagina 6 TUTTI I COLORI DELLA “NATURA”: DA TEVA LA SOLUZIONE PER RENDERE PIÚ SICURI I FARMACI EQUIVALENTI APPUNTI SPARSI Nel 2009 l'azienda lancerà sul mercato i nuovi packaging colorati che permetteranno una chiara distinzione tra medicinali. Il risparmio del 20% non era mai bastato agli italiani per sciogliere dubbi e perplessità sui farmaci equivalenti. Dopo decenni di farmaci “griffati”, più cari, certo, ma anche più familiari e rassicuranti, quando nel 2001 fecero il loro ingresso nel mercato farmaceutico italiano, questi nuovi prodotti non furono accolti con l'entusiasmo che le aziende di generici, operanti con grande successo in tutta Europa, forse si aspettavano. Tra il pubblico perduravano i luoghi comuni sulla presunta minore qualità in termini di sicurezza ed efficacia di questi nuovi medicinali, tanto che, inizialmente chiamati “generici” - dall'inglese generics sono stati ridefiniti “medicinali equivalenti” per cancellare qualsiasi assonanza con un medicinale utilizzabile per vari usi, o di seconda scelta. Col tempo i consumatori hanno mostrato un progressivo avvicinamento verso i farmaci equivalenti, che li ha portati a conoscere, apprezzare e, spesso, preferirne la qualità e convenienza. Interrogati sui pro e contro di questi farmaci, essi mantengono tuttavia delle riserve sulle confezioni, facili da confondere perché molto simili tra loro. Di poco aiuto risultano essere inoltre i nomi, difficili da memorizzare, a volte anche da pronunciare. Per legge, infatti, i generici debbono essere commercializzati con la denominazione del principio attivo che li compone. Tutto ciò ha causato l'assenza di un netto sistema di riconoscimento tra le confezioni di equivalenti di una stessa azienda, creato problemi nella collocazione e dispensazione dei medicinali ai farmacisti e preoccupazione nel pubblico fruitore - soprattutto negli anziani e in chi deve prendere più farmaci al giorno - che teme di confondersi e ingerire il medicinale sbagliato. TEVA (che in ebraico significa “natura”), leader mondiale dell'industria farmaceutica di equivalenti, al primo posto in Italia per fatturato e confezioni vendute, con un grande sforzo economico volto alla sicurezza e alla soddisfazione dei suoi clienti, nel 2009 lancerà progressivamente sul mercato tutti i suoi prodotti completamente rinnovati nel packaging, con lo scopo di renderli il più possibile sicuri per il pubblico fruitore. La grande esperienza maturata nei più di cento anni di presenza sul mercato farmaceutico mondiale ha permesso all'azienda, quotata al Nasdaq, di elaborare un sistema di packaging che, grazie all'utilizzo di colori nettamente distinti tra loro, consente al consumatore di riconoscere facilmente e rapidamente i vari prodotti TEVA, e assumerli senza errori. 6 ado r g ° 1 l e d ta r e p o c is r a L Le principali caratteristiche del nuovo packaging (vedi foto) sono: • unica identità cromatica per molecola • chiara forma farmaceutica e contenuto • rapida lettura di tutte le informazioni riportate su tre facciate • identificazione evidenziata del dosaggio Ogni molecola avrà il suo colore identificativo e il dosaggio apparirà sempre in netto contrasto con il colore abbinato alla molecola (es. rosso su azzurro, nero su verde, giallo su blu ecc.). Un'altra novità importante relativa a questo migliorato sistema di packaging è che le molecole, se messe in ordine alfabetico come spesso accade in farmacia, non avranno mai due colori simili l'una vicina all'altra, cosa che permetterà al farmacista di individuare velocemente e dispensare il farmaco senza errori. Inoltre, anche quei farmaci che potrebbero essere facilmente prescritti insieme avranno colori nettamente distinti, per ridurre drasticamente la possibilità di un'errata ingestione. se: “Se ti piace la “mi babbo” mi dis ordo bene, che il ric se 2, 196 o?” no lian orreva l’an b Alpino Ita per non ti iscrivi al Clu anizzava un corso montagna perché cessivo il Club org ificiale. rda caso, l’anno suc art gua e e, ra to libe fat e ata to Det arrampic ti con tecniche di aspiranti alpinis cciò. di grotte, con alpina Sergio Ma da eti ed esplorazioni gui la e: tor Istrut ascensioni di par in poi, dai a fare ’62 o tan lon l que Da !!! iato a scendere. e 5° grado. BUUM di hanno cominc e difficoltà di 3°, 4° e degli anni, i gra sar capita di riscoprir pas mi il , ta” con “an nte ente gli Poi, compatibilme za del 1° grado: sato abbondantem lez pas bel ho la o che o ert ess cop ris E adesso??? Ad gnosamente. Ho po, snobbavo sde quello che, un tem o un buon paio di . gna nta chiodi e staffe, sol , mo di oni leSentieri moschett per le eventuali inc sto, niente corde, ata pre cer a una ttin ma sso di me Parto to dove ho chio. E via. tone e uno zainet dic bas ver un di o ni, si rtin rpo sca un qua o nero ma presto un paio di panini, a un bosco di Pin menze del tempo, talmente bello è cemente in mezzo gio dol e sag sal pae il che o i, ma Attacco il sentier o sugli Appennin e poi al Faggio. Son passa al Carpino ta di scatto, le Alpi. sul re sta riolo che alza la tes di cap bra che ontro un che mi sem e dopo un po’ inc in là, due cinghiali, ore più o rum e Poc far co. bos non Cerco di risce nel me, ma no l’aria verso di un cespuglio e spa usa zo bal ann e un so con mu supera alzano il e sotto un cerro, mangiano le ghiand ore. fagiano in hanno alcun tim a il richiamo di un non scappano, non ; a intervalli risuon ola selvatica. tro ruc l’al la tro del e die so no iga Vado avanti, un pas o pungente dell’or to in vetta. mi arriva il profum testa; sono arriva e amore. Alle narici allarga sopra la mia orama che si estend si pan lo il cie sù il o las vis da ammirare Poi all’improv a limpida e posso anz re. ast ma abb al è ria ta La giorna dal monte Cat na al Gran Sasso, dal monte Carpeg rche? più bello delle Ma di c’è a cos che Ma i - S.A.F. - Jesi Claudio Lucarell scali.it lucarelliclaudio@ti C 7 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:26 Pagina 8 Sotto l’albero un cucciolo G iochi, gioielli e abbigliamento restano regali graditissimi ma, a Natale va sempre più di moda chiedere un cucciolo da trovare sotto l'albero. E non di peluche, cani e gatti veri, quelli che scodinzolano e ronfano quando sono felici, che cercano affetto e che, qualche volta, vengono abbandonati. La maggior parte però, trova una dimora accogliente, padroni disposti a far follie pur di vedere felice il reuccio di casa e lui regala solo tanto affetto che vale molto puù di mille pacchetti. Chi non ha problemi economici opterà per regalare cuccioli di razza ma, chi si accontenta dello sguardo tenero di un quattrozampe simpatico e giocherellone non ha bisogno di mettere mano al portafogli, sono tantissimi i trovatelli in cerca di un proprietario premuroso. Basta fare un salto nei canili per capire quanti sono gli animali che sognano una cuccia accogliente. Buon Natale e Buon Anno a tutti Sesa Spanedda - CO.SA.FA.CA. - Cagliari [email protected] Animali parlanti - “Ho finito la pazienza” C'era una volta Milord, un Collie di classe che aveva incontrato Milady; fu amore a prima vista ma soffriva per l'indifferenza di lei; lei furbetta, pur innamorata, lo teneva sulla corda con sadico piacere. Alfine vinse Amore. «Ti amo tanto.» «Anch'io ti amo.» «Perché hai tirato tanto a dirmi di sì?» «Ho sentito dire dal mondo umano che bisogna fare le preziose.» «Ah, ecco... ma ora sei mia.» «Che?!!?? tua? Se ci amiamo non vuol dire che io non sono più mia.» «Su dai, vieni qui dammi un bacio.» «Va bene, sì!» «Oh... che fai ancora la ritrosa?» Dopo tempo d'amore arrivò una gran bella cucciolata. Erano tanti e la famiglia di umani presso cui i nostri vivevano ne dette via parecchi, lasciando che solo due restassero a casa. A questi dettero nome Milly e Puffy. Anch'essi colloquiavano: «Hai udito i nostri genitori?» «Questa notte hanno discusso, tu sai il perché?» «No e tu?» «Pare soffrano per i nostri fratelli dati via.» Il giorno successivo Milady rimbrottava: «Se non ne avessimo avuti tanti» «Ma se eri tu a insistere...» «E tu allora?» «...dai su dammi un bacio.» «Oh, già...daccapo!» «Sei proprio lagnosa, vuoi che mi trovi un'altra lady?» «Provaci e poi...» Mugolii, lamenti e la felicità di un tempo dov'era finita? Milly diceva al fratello: «Non ne posso più con le loro litigate, ma li amo troppo per fuggire, tu Puffy che ne dici?» «Io vado via, ho incontrato una fulva barboncina che mi rende felice! Sono triste per te che sei sola, verrò a trovarti di tanto in tanto.» Tornava e sempre più spesso anche perché rimpiangeva la casa ricca dei Signori e le comodità. «Sai Milly mi tocca tanto lavorare, ma tanto, ora che abbiamo anche noi dei piccoli; se fossimo stati una famiglia unita, se i nostri...vecchi non avessero tanto litigato e perché poi...?» «Su Puffy, non disperare, potrai trovare una casa di gente che possa accogliervi e avere una vita serena.» «Oh, cara sorellina, sapessi com'è duro essere scacciati se mi avvicino a qualche villetta.» «Non ti danno neppure un tozzo di pane?» «Magari, lo porterei subito alla mia barboncina e ai nostri figli. Come mi piacerebbe se un’affettuosa coppia adottasse la mia famigliola!» «Potrà accadere Puffy, non ti pare?» «Dici bene, ma io intanto vado struggendomi sempre più e la mia pazienza la riserbo ormai per i miei piccoli; la mia compagna non so cosa pensa del mio nervosismo.» «Hai finito la pazienza, Puffy?» «Già, HO FINITO LA PAZIENZA, Milly, c'è chi mi può comprendere? Soffrono come me anche gli umani?» Dicembre 2008 C. A. N. du monde 8 CHIROPRATICA, CHE PASSIONE!!! È proprio vero che nella vita non si finisce mai di imparare, specialmente in un campo vasto e complesso come quello della salute. Il mio incontro con la chiropratica è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Dietro consiglio di mia sorella ho portato mia figlia di otto anni da un bravissimo chiropratico che lavora a Cagliari per vedere se si poteva fare qualcosa per ridurle una lieve scoliosi che le aveva diagnosticato il pediatra. Per prima cosa Stefano (il chiropratico) esaminò la bambina, dopodiché la fece sdraiare sul suo speciale lettino e cominciò a manipolarla dalla testa ai piedi con decisione e tanta delicatezza. Si sentiva cric, crac, rumori anomali per lo meno. Tra me e me speravo tanto che non me la rompesse. La prima cosa che mi colpì fu il suo approccio olistico alla persona ma sicuramente mi sorprese ancora di più verificare che, dopo un quarto d’ora di manipolazioni, la sua schiena si era raddrizzata perfettamente. Mi disse che era semplicemente necessario correggere delle tensioni muscolari dorsali. Feci fare a mia figlia altre due visite di controllo che permisero di verificare che la sua schiena era ancora dritta come una lama di rasoio. Poco tempo fa portai da Stefano anche mia moglie in preda ad una fortissima emicrania che la tormenta da tanti anni e, dopo un quarto d’ora di manipolazioni il dolore si ridusse di circa l’ottanta per cento. Incredibile, senza utilizzare farmaci ha immediatamente agito sulla causa del problema risolvendolo. Decisi naturalmente di approfondire la conoscenza di questa meravigliosa medicina complementare. Il termine “Chiropratica” deriva dal greco chéir (mano) ed eupraxia (atta a far bene) ed è stato coniato agli inizi del novecento in America presso il Palmer College of Chiropratic ma è giusto ricordare che già nel 400 a.C. Ippocrate trattò l’argomento delle manipolazioni vertebrali quale ottimo sistema per risolvere situazioni antalgiche correlate a malposizioni e deviazioni vertebrali. In effetti la Chiropratica enfatizza il ruolo del sistema nervoso nella regolazione della funzionalità di tutti gli altri apparati dell’organismo. Per esigenze didattiche il sistema nervoso, che è un unico sistema integrato, viene suddiviso in tre parti: Sistema Nervoso Centrale (SNC), costituito dal cervello e dal midollo spinale. Sistema Nervoso Periferico (SNP), costituito dai nervi che dal midollo spinale si dirigono all’apparato muscoloscheletrico e da quelli che tornano al SNC portando informazioni su pressione, posizione, equilibrio e dolore. Sistema Nervoso Autonomo, costituito dai nervi che regolano la funzione degli organi interni o visceri. L’esperienza clinica di ormai innumerevoli casi trattati dai chiropratici ha portato questi ultimi a verificare che una disfunzione meccanica dell’apparato muscoloscheletrico (quali riduzione dell’escursione articolare o l’accorciamento o l’eccessiva tensione dei muscoli) può disturbare la normale funzione di tutti e tre i rami del sistema nervoso. Ecco perché l’azione correttiva del chiropratico, migliorando l’escursione e il posizionamento articolare ripristina un’attività ottimale di tutto il sistema nervoso con immediati benefici per tutto il nostro organismo. È stato per me veramente affascinante verificare, grazie anche al bel rapporto di amicizia che si è consolidato con Stefano, come un approccio manuale, senza l’utilizzo di nessun farmaco ma assolutamente olistico nei confronti del paziente, riesca a risolvere in breve tempo un numero davvero incredibile di patologie quali dorsalgia, cefalea, cervicalgia e molto spesso migliorano le allergie, l’asma, i disturbi dell’apparato digerente, la stitichezza, i dolori mestruali, i disordini a carico di vista, udito, equilibrio. È fantastico vedere entrare nello studio di un chiropratico una persona piegata in due dal mal di schiena e vederla uscire poco dopo dritta e rilassata. Se volete conoscere qualcosa di più visitate il sito internet “chiropraticati.it”. Cari colleghi, soprattutto se soffrite da tempo per queste patologie provate a rivolgervi a un bravo chiropratico stando bene attenti a selezionarne uno seriamente qualificato. Non ci crederete ma pensate che mentre negli Stati Uniti vi sono circa 65000 dottori in chiropratica in Italia sono meno di 150. Avete letto bene, meno di 150. Incredibile, vero? Purtroppo in Italia non esiste neanche un’Università riconosciuta dal World Federation Chiropratic (WFC) o Council of Chiropratic Education (CCE). Esse prevedono corsi con frequenza obbligatoria a tempo pieno da 5 a 7 anni che in Europa si possono seguire solo in 2 università francesi e 2 inglesi. Per concludere, visto che questa splendida professione si può svolgere in Europa, America, Australia cosa pensate che stia consigliando a mio figlio di fare da grande? Un abbraccio di cuore a tutti voi ed uno particolare a Lorenzo, il figlio di Toto, perché gli voglio un mondo di bene. Alberto Costa - CO.SA.FA.CA. - Cagliari [email protected] 9 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 10 Incont C ro al 2 009 i vogli am GENER o riconosce re A anno c LI del nostr ? Vogliamo c o segn on qua onfron tanto d che il nostr lche consap o zodiacale e tarci con le e c o S egn i noi (i a o ci su volezza in più ndare incon aratteristich mposs g ibile!) e qualco gerisce? Sen grazie ad a tro al nuovo Leggia lc sa risc za pre m ontrer tender une peculia ARIET o: e r e it m che ci o? E dicano à sono il : primeggia ... re è ne p cessità TORO: rimo. ; inizia consap tiva, s mio.... evolez lancio, za d el tattica lavoro GEME da stra ; nulla L tega? è conc cialità LI: curiosità IO e sso sen , imma , voglia z gine e a fatic CANC d i s a p a a RO: ro ere, gio , ma qu p p aren m v z ello ch quelle antici ialità m a! Par eè ch e la LEON ele che strin imprevedibil ntina, amor ercuriana; g E: iovanil i; de g e supe zione d togliere il m ono sono l'in sembra viva lla platea. rfitimità no in u o i de n VERG sé pur gener ndo dall'oscu IN oso. rità... p lla loro dimo bunker silen ra... m zioso; ragion E: la storia er la s olarità a amento d i oggi del com se scattano.. va in.. , costr razion .m uz . ale ando; forte im BILAN viva si esp ione, azione ilonga!!! Inte rime la posicon o r CIA: li ll igenza dine e sensua bertà d elegan che sicure za non li a zza e d traduce in “f per ap lle “catene”; tà! equan ietro l' a pa im ab appare tto”; SCORP ità e armon renza ma leg ito di bon-to nza ia n dell'a IONE: g nima e pregi; ma qu in prima lin e da valere; ea. ale neg ordine rig d atività e legali ella mente; autunn eneratore d ?C tà in e a a quilibr SAGIT le, magnetic rovine, nuov hi lo giudica io; o, p ass TARIO a vita n del sem on positivo io : raggiu non co ngere, segno di fuo nale. e da hu nosce co com spirito mus n norma is e Ariete el giall di le routi o-rama uoi ne? Gia avventura; CAPR to IC trascin e Leone; azio mmai, ne di c atori d farlo a ORNO: ener specie o a g rd n in l bicch ia del le iere se quista, idea con de ere; se nulla gno di amore! le m strezz è da q p u re mez gratis a e cap AQUA neppu ercia; solo fu zo pien arb RI re imp o; ossibil oco di grand niente O: segno d'a ietà. e, sa a ria com ga rrivar e passione r l'impre bbie, pronto e Bilan e arra v c a cono mpica iesce a scere s ia e Gemelli; PESCI isto. ndosi : è il se “l enza a ggancia 'aquariano” g e sens ibilità; no dell'Era a è liber rsi; lib o di pe ppena asceti, ero di fondir nsiero amare co ipnotic e una , !ama de i...tanto nclusasi, l'E scatta r nti... a finizione; ge nche lo ntilezz da sembrar a del INRI—C e “sva a, bu on ristian ro p er n dono la iti” es e A ques pazien maniere; sfu , ma no... in imo: Mister to o za. ten ggevoli cioé Fa punto ognu a volte ti ad approno può r mace n sguizz fa Correg tro S & re u n e a gere le n L, risc ti e... same p n da Dan o te a No egatività, ela ntrano comp ersonale e la strada borare via via atibilit stessa mu s a à il S tanti s tr A p F osit a i loro G ino all segni d ed Umbrafar a più p alilei, da G. ivo; questo è m, i na Br iccola, c Ada C la vostr uno a Tomm iò che ci vuo scita? ampan l dire l' a a ella - S so Cam Ada. a s .A.F. panell trologia J esi - a a, d acam panell anacci@ tiscali .it 10 Concorso METTI IN MOTO L’ESTATE Vinti Maxiscooter e LCD Si è concluso con l’estrazione delle schede vincenti e l’individuazione dei vincitori il concorso a Premi METTI IN MOTO L’ESTATE ideato in collaborazione con PRONTMED. La formula, semplicissima, prevedeva la consegna di una cartolina concorso da parte del farmacista a tutti gli acquirenti di un astuccio “Prontmed duelfine 10 siringhe + 10 aghi indolori” la successiva registrazione online del codice e dei dati anagrafici. Con quasi 6000 cartoline consegnate l’operazione che ha visto la partecipazione di oltre 500 clienti, ha assegnato un fantastico piaggio X9 500ie al signor CRISTIAN ROSSI ed il TVC 42 pollici LCD al Sig. Augusto Celi di Pescara. Premiate anche con gli stessi fantastici premi le farmacie di MONTESILVANO e ROMA in cui è stato effettuato l’acquisto. PRONTMED e SODIFARM hanno salutato tutti i partecipanti con un in bocca al lupo per il prossimo evento promozionale e la presentazione dei programmi 2009. SUI PROSSIMI NUMERI DI LEMON IL “METTI IN MOTO L’ESTATE 2009” E NUOVI STRAORDINARI PREMI. 11 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 12 25-01-2009 13:27 Pagina 12 13 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 14 ES” ROMAGNOLI “UBER ALL noli. Da sempre costretti a trano popolo, anzi strana "razza" noi Romag abbiamo ben poco in comune. convivere insieme agli Emiliani coi quali , noi diciamo "Cioù" loro dicono Noi diciamo "Ostcia" loro dicono "Brisa" ini, noi il sangiovese, loro il lambrusco, "Soccmall", noi i cappelletti, loro i tortell chiedo RUMAGNOL" (sei proprio un romagnolo), noi il mare, loro... niente. "CI PROPRI UN i ente uguale a quello parlato, i miei genitor scusa ma il mio dialetto scritto è esattam vole disdice o alquanto essend o, italian in essi esprim mi io hanno fatto di tutto perché dopo un pò "I SCUREVA TOT IN DIALET" esprimersi in dialetto. Anche se a tavola il mio nonno Domenico detto "Manghin", che credo Anzi o). dialett in tutti (parlavano riproprio, sono un’altra delle nostre caratte dal i divers nomi i , meglio o nomi, sopran i mo diverso da quello con cui vengono chiastiche, moltissimi hanno un nome di battesi chiama imparato a vent'anni che mia sorella si mati per tutta la vita. Personalmente ho e conla cosi) mentre io l'ho sempre chiamata Anna-Maria (e ancora mi fa specie pensar do, Edmon no in realtà si chiama che Piero dei o abbiam cui Per . tinuo a chiamarla Sandra è Emilio etc. Dicevo, ogni tanto mi verità in che Franco le, Gabrie è Ugo che in realtà FEMMES detto "Manghin", grande TOMBEUR de perdo, credo che mio nonno Domenico teeviden deriva in Mangh nome sopran (il e mente da "MANGH" (manico), ho qualch tivo dubbio "sull'IN" ma credo che il diminu sia si fosse perchè "piccolo"di statura, rivolto per tutta la vita all'altro sesso con "TAM LA DE?" (me la dai?) e poi una volta consumato "AT RINGREZI" (ti ringrazio), riconoscendo come lingua madre, il dialetto, comprensibile, d'altronde, per uno nato nel 1892. A proposito, ricordo che sua moglie, la mia nonna Dina, col passare degli anni, avendo fatto il callo al vizietto di cui sopra giustificandolo col detto "l'uomo è cacciatore e vuole il suo sfogo, ma poi ritorna sempre" sopportando, con regale noncuranza, corna e affini, veniva significativi, come la accontentata con regalini per l'epoca molto iaresa convincerla che non si sarebbe incend radio. Bene, una volta accesa già era un’imp ndo a volte la vicina a darle man chiama , stessa sé su a curvat iggio ta, passava il pomer ale apparecchio, dicendo: "U'I È UN CHE forte, intenta a guardare di traverso l'infern (c'è uno CHE PREMA O DOP E SCAPA AD FORA" CHE LÀ VA VEGH, NE A ME MA SCOR poi esce parola non ha traduzione" che prima o che parla, ma io non lo vedo, va là "questa uscito per parlava alla radio prima o poi sarebbe fuori) pensando, evidentemente, che chi TOT I CULUR" (di tutti i colori). andare a casa!!! Qui ne succedono "AD un no lo saluti calorosamente augurandogli Da noi dopo tanto tempo che non vedi qualcu VENGA UN CHENCAR" fa parte CUT O COLP UN VENGA "CUT peggio colpo o qualcosa di ano abitando a 30 metri dal bar, dove si passav del nostro dna. Ci sono persone che pur , ci andasi in un fumo che si tagliava col coltello immer mano in carte le con intere notti era diffio garage e spesso arrabbiandosi perchè vano in l'automobile, uscendo dal propri ti, generosi, spontanei; probabilmente perché cile trovare poi il parcheggio. Siamo ruspan zioni e tutti ci hanno lasciato qualcosa. la nostra terra ha avuto numerosi infiltra one a risorgimentali, dal passaggio di Napole Dal "dado è tratto" di Giulio Cesare ai moti o (siamo anche cosmopoliti dato fascism dal smo, sociali al Re Papa dal quello di Garibaldi, e poi Predappio) al comunismo, di tutti, che in Romagna c'è Città del Capo che sarebb giunte dato che attualmente il colore delle nostre ppo", "purtro o, rimast do baluar o l'ultim to di dare i natali a personaggi indimenticatende al "rosso". Ma questo non ci ha impedi altri cento anni, Edmeo Lugaresi, mitico bili, uno per tutti, ancora vivo, e che campi e si o a disputare negli anni 80 la coppa Uefa presidente di un Cesena stellare portat imo in dialetto e malissimo in italiano. esprimeva anche lui come mio nonno, beniss i Gianni, Agnell ad seduto in tribuna proprio sopra Durante un Juventus-Cesena a Torino S 14 Agnelli Umberto, Luca Cordero di Montezemolo, Boniperti Giampiero, a un ennesimo torto nei confronti del Cesena si alzò in piedi e tuonò: "LEDAR A SI DI LEDAR, DIO AD QUÀ E DIO AD LÀ, PROPRI A ME CÀ IO SEMPRA COMPRÈ DAL FIAT, CUN E CAZ CAL FAZ ANCOURA, VARGOGNAT CI NENCA LAUREÈ, AVVUCHÈ DI MI MARUN"!!! (ladri siete dei ladri, Dio di quà e Dio di là, chiaramente il di quà e il di là non sono fedeli ma le originali non erano riportabili, proprio a me che ho sempre comprato delle Fiat col cazzo che lo faccio ancora, vergognati sei anche laureato, associando chiaramente il pezzo di carta alla appartenenza sociale, pezzo di carta che per un popolo di cultura contadina come il nostro è sempre stato fondamentale, e finisce in bellezza con "avvocato dei miei maroni"!). D'altronde siamo, eravamo e saremo per sempre, terra di contadini e pescatori, "ZUCUN" (testoni), allergici alla istruzione, accettata perché imposta. Per cui è comprensibile che quando alla visita militare un medico chiese a un ragazzo: Lei è nato a termine? Si sentì rispondere: No... io sono di Borello (paesotto vicino a Cesena)! Oppure,quando un giudice chiese ai due litiganti: Quindi siete arrivati a diverbio? I due guardandosi risposero: Mo' no... poi ci siamo andati a casa! Ci sono persone che pur abitando vicino al mare non lo hanno mai visto fisicamente. Vladimiro detto "Lenin", sia il nome che il soprannome la dicono tutta sull’appartenenza politica sua e del suo casato, contadino in Roncofreddo, è uno di questi. Per cui niente di strano se la signora che venendo dalla campagna arrivata in pescheria, per darsi un tono, chiese un Kg di "DISGRAZIATE" vergognandosi di chiamarle in italiano "POVERACCE" che altro non è che la traduzione di "PURAZZI" termine dialettale di VONGOLE. Creativi? Certo! come quel calzolaio che sulla vetrina fece scrivere "ANCA LA PRESCIA LA VO' EL SU TEMP" (anche la fretta vuole il suo tempo), o quel signore di Cesenatico a chi gli parcheggiava sempre di fronte al cancello, esasperato, fece un cartello scritto in due lingue essendo Cesenatico un posto di villeggiatura: FOR TOURIST, PLEASE, NON PARKING HERE, e sotto "A TUTTI GLI ALTRI, MI AVETE ROTTO I MARONI". Oppure, ma questa è storia, sui cartelloni pubblicitari di un notissimo preservativo che recitavano "HO FATTO L'AMORE CON CONTROL" una mano maldestra scrisse: "E IO CON UNA BELLA FIGA". Ma fenomeno fu quel vigile che ad un turista, fermo a un incrocio, intento a guardare la cartina stradale non accorgendosi che il semaforo diventava verde, e non ripartendo prontamente, si avvicinò e disse: "A QUE NUN AVAM SOL CHI TRI CULUR CHELÈ"(qui noi abbiamo solo quei tre colori lì, puoi andare non ce ne sono più) o ancora il famosissimo viglile "AGONIA" alla domanda di un guppo di tedeschi su di chi fosse la bellissima fontana in piazza del Popolo a Cesena (fontana Masini) rispose disgustato: "DE COMUN... NOOOO" (del comune di chi vuoi che sia). Ma chi più ci identifica è l'amore per lo sport, bicicletta e mutor in primis. D'altronde abbiamo dato i natali, sia nell'uno che nell'altro, a tanti campioni attuali e non. Tant’è che la grande aspirazione di tutti noi è far carriera sportiva. E fu questo che fece dire a "Carlen" (Carlino) una sera a tavola: "DA GRAND A VOI FÈ E CURIDUR", e il nonno gli rispose e "E SARÀ MEI T'FAZA E GABINET C’AN L’AVEM IN CÀ" (sarà meglio che tu faccia il gabinetto che non lo abbiamo in casa) associando evidentemente CURIDOR a CORRIDOIO e non a CORRIDORE. Beh ce ne sarebbero altre centomila da raccontare e se mi ci metto fra le mie, fra quelle che mi hanno raccontato e quelle rubate nei libri che raccolgono le nostre performance, e a tal proposito consiglio “Siamo tutti italiani ma solo noi Romagnoli” di A. Savelli, non mi fermo più. Perchè noi siamo ilari anche con la morte. Altrimenti non si spiega come (evento documentabile) su di una lapide nel cimitero di Forlimpopoli ci sia scritto: "AL GIEVA ME C’A STASEVA POC BEN" (lo dicevo io che stavo poco bene), o anche "QUI GIACE FAUSTINO FINALMENTE DURO". A onor del vero non siamo proprio tutti così, ma la voglia di prenderci in giro, ridere e scherzare è tipica della nostra gente, in una terra dove pur con mille contraddizioni e cambamenti repentini di idee, continuiamo a convivere. D'altronde chi, se non un prete romagnolo, può aver detto: "NOI PRETI E I FRATI NON POSSIAMO SPOSARCI, SPERIAMO CHE ALMENO LO POSSANO FARE I NOSTRI FIGLI". Ciao. Massimo "Macio" Fagioli Farmacista ROMAGNOLO Roncofreddo, Corofar, Italia. [email protected] 15 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 16 In ricordo di Renato Grendene Poppi: Centro Storico “ P P opium agri Clusentini caput" Poppi è posto al centro del Casentino ed è un luogo umano e riposante. Gode di una posizione che mi dà la veduta di tutta la magnifica vallata casentinese. Nella parte più elevata del colle signoreggia il merlato Castello dei Conti Guidi. Costruito nel XIII secolo, rimane possesso dei Guidi fino al 1440 allorché passa alla Repubblica Fiorentina che ne fa la sede del Vicariato Fiorentino. Al suo interno, molto importante, la Biblioteca Rilliana ricca di centinaia di manoscritti medievali e di incunaboli. Altro elemento interessante del complesso è la Cappella dei Conti decorata con una serie di affreschi trecenteschi attribuiti a Taddeo Caddi. Scendendo dal Castello, si incontra la chiesa dei Santi Marco e Lorenzo (sec. XVIII) che ospita opere del Morandini e del Ligozzi. Davanti a questa, nella piazza principale del paese, si trova un grazioso Oratorio dedicato alla Madonna del Morbo (sec.XVII). Proseguendo per la via principale del Borgo, via Cavour, fiancheggiata da lunghi portici, si arriva davanti alla antichissima chiesa di San Fedele detta "La Budia" (sec. XIII). Si tratta di uno dei più importanti edifici sacri del Casentino, ricca di molte opere d'arte tra le quali un crocifisso giottesco, dipinti del Ligozzi, del Portelli, del Davanzati, del Solosmeo, del Morandini. Un'altra Chiesa molto graziosa che si trova dentro la cerchia muraria di Poppi, è quella del Monastero delle Agostiniane (sec. XVI) che conserva pregevoli terracotte robbiane. A proposito, ricordo che il 2009 è l'anno Robbiano cioè ad Arezzo e provincia ci sarà la mostra sui Della Robbia precisamente dal 21 febbraio al 7 giugno 2009. Il 18 dicembre è venuto a mancare il dott. Renato Grendene, un collega da sempre impegnato ai più alti livelli nel sindacato dei farmacisti. Renato ha saputo interpretare con largo anticipo la necessità di trasformazione del sistema farmacia, in sintonia con le prevedibili nuove esigenze della società. Ha suggerito tempi e modi per affrontare i nuovi scenari. Le soluzioni proposte non sempre sono state condivise da quanti avrebbero dovuto. Antesignano del ruolo che le cooperative dei farmacisti avrebbero potuto e dovuto avere nella distribuzione intermedia a garanzia della stabilità del sistema farmacia, dai suoi suggerimenti e inviti sono nate, cresciute e si sono affermate numerose realtà cooperativistiche. Grazie Renato per quanto hai dato a tutti noi. Sono sicuro che chi ti ha conosciuto difficilmente saprà e potrà dimenticarti. Safar Soc. Coop. Il Presidente Dott. Michele Martella ene i rend to G Dubbin a n io Re lla Mar Marte ci n o c le fatta ne iche e M a visita occasio n n in u mione i dell’8 r a Si eekend 5 0 del w bre 20 m Dice Daniela Veltroni - Poppi - Umbrafarm [email protected] “Appunti sparsi” aspetta sempre nuovi amici... Invia il tuo articolo e la tua foto a: [email protected] Ti aspettiamo!!! 16 17 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 18 Cento ore in grotta A vevamo fatto il nostro campo scout estivo a poche centinaia di metri da una grotta naturale che, come solo un'altra al mondo, attraversa una montagna da parte a parte e che è ancora oggi percorribile dalle auto. La grotta ci aveva affascinato per la maestosità, la varietà delle concrezioni calcaree e, soprattutto, perché celava tra le sue varie diramazioni (a detta dei vecchi contadini e pastori della zona)un passaggio lungo e impegnativo che, nell'ottocento, consentiva a un "personaggio noto ai carabinieri" di sfuggire alla cattura, riemergendo in chissà quale altra parte del territorio circostante. Nel cuore dell'Iglesiente (sud ovest della Sardegna) tutti conoscono bene la grotta di San Giovanni, ma pochissimi, ormai, sanno del cunicolo e della leggenda che lo avvolge; cunicolo detto "Su stampu de Pireddu" tradotto: Il foro di Pireddu (questo il cognome del bravo ragazzo che beffava coloro che lo ricercavano). Augusto, il mio capo scout, non impiegò molto tempo a formulare una proposta terribilmente intrigante: "A chi piacerebbe trascorrere 100 ore all'interno de Su stampu de Pireddu alla ricerca della via d'uscita?" A 16 anni, in me, lo spirito d'avventura era fortissimo, irresistibile, così come in Giampaolo e Sandro: i miei migliori amici. Ottenuto l'ok dai nostri genitori, cominciammo a programmare seriamente la nostra avventura. Si era nella metà degli anni '60 e la speleologia muoveva i suoi primi timidi passi; mezzi rudimentali per chi aveva l'ardire di sfidare le viscere della terra: caschi da minatore, tute da meccanico, funi classiche e non, per gentile concessione di un collezionista, TELEFONI DA CAMPO, con tanto di manovella e lunghi cavi rivestiti di tessuto. Gli zaini erano quelli militari, in tessuto pesante e senza intelaiatura e, per scarponi, gli anfibi. Eravamo quattro temerari, ai quali si aggiunsero altri tre amici per formare la "Squadra esterna" di controllo-soccorso (non si sa mai...), che sarebbe rimasta all'esterno della grotta. Fissammo le date e gli orari: dalle 8.00 del 27 alle 12.00 del 31 dicembre, CENTO ORE! L'alba del 27 giunse puntuale, fredda e piovosa, come è giusto che sia in quel periodo dell'anno. Non esitammo a muovere i primi passi verso le tenebre della grotta, lasciando alle spalle, come una scia, i fili del telefono. Ci fermammo all'ingresso del nostro cunicolo per decidere chi avrebbe tenuto tutti gli orologi; tre fiammiferi della stessa lunghezza ed uno spezzato... la mia proverbiale "dote di fondo", o, se preferiamo, il rispetto delle dimensioni reali (Augusto, Giampaolo e Sandro sono alti più di 1.80, io 1.64): il fiammifero più corto finì tra le mie dita! Da quel momento sarei stato il custode del tempo reale, gli altri avrebbero vissuto secondo i loro ritmi personali che, verosimilmente, avrebbero subito delle variazioni non quantificabili e, comunque, strettamente personali. A chi era venuta la simpatica idea di documentare la percezione del tempo per tutta la durata della nostra impresa? Francamente non ricordo, ma ricordo perfettamente l'emozione palpabile che ci avvolse nel muovere i primi passi all'interno del cunicolo. Il peso degli zaini, il fondo roccioso e bagnato, le stalattiti ed ecco che il respiro diventò pesante; poche decine di metri sembrarono chilometri. Passaggi angusti, caschi che urtavano contro rocce impertinenti, coni di luce che fendevano il nero di seppia; avanti così, in uno scenario che cambiava di metro in metro e ci assorbiva: un richiamo delle sirene. Inattesa, comparve una sala ampia, pianeggiante e dalle volte molto alte. Gli scarponi poggiavano su uno spesso tappeto di argilla incredibilmente asciutto... avevamo trovato l'ambiente ideale per il nostro campo base, che chiamammo CASA. Appena il tempo di metter giù gli zaini, mi avvicinai,uno alla volta, ai compagni d'avventura e, come un confessore, chiesi sottovoce "Secondo te, che ora è?" Carta e penna, registrai l'ora vera e quella che ciascuno di loro pensava. Sandro era quasi in orario, mentre Augusto e Giampaolo avevano azionato il freno e io... cominciavo a sentire un certo appetito. Allestimmo con cura il campo base: collegammo il telefono e ne verificammo il funzionamento, stendemmo spessi teli di plastica sui quali posammo tre materassini gonfiabili e relativi sacchi a pelo, montammo il mio lettino da campo nuovo di zecca (regalo quanto mai indovinato di mio fratello Lello). Appesi il temometro e il misuratore dell'umidità, prendemmo corde, bussola, carta millimetrata e cominciammo a fare i primi rilevamenti. Gli occhi ben aperti per scovare eventuali forme di vita cavernicola e, soprattutto, qualche passaggio nascosto. Ci muovevamo con sacro rispetto di quell'ambiente così diverso da quelli nei quali eravamo abituati a svolgere le nostre attività. Comunicavamo sottovoce, spesso semplicemente con gesti o sguardi d'intesa. Ci fermammo solo per consumare il primo pasto, preparato sicuramente con un po' di apprensione,dalle nostre mamme. Tutto assumeva dimensioni particolari; i nostri passi, i nostri respiri, persino il tichettio degli orologi al mio polso, producevano suoni diversi, quasi indecifrabili, ma non ostili. Nessuna traccia del leggendario passaggio segreto, ma l'ottimismo non ci abbandonava. Benché l'ora non fosse la più idonea (io lo sapevo bene!), decidemmo di rientrare a CASA per cenare e dormire. In breve tempo consumammo la nostra prima cena in grotta e, stanchi, ci infilammo nei sacchi a pelo. Un silenzio indescrivibile, palpabile ci avvolgeva dolcemente; a intervalli regolari, un gocciolio delicatissimo per nulla fastidioso, direi quasi una musica soffice, discreta, una sorta di ninna nanna. Al risveglio, mi resi conto che avevamo già trascorso 24 ore lontano dal nostro mondo, nel ventre della terra. Gli altri si svegliarono un po' più tardi, quasi contemporaneamente; occasione ghiotta per rivolgere loro la fatidica domanda "Che ora è?". Augusto e Giampaolo continuavano a perdere terreno, mentre Sandro, un po' stralunato, sfiorò la precisione di un cronografo svizzero. Alcuni giri di manovella ed ecco, al telefono, la voce appena gracchiante dei membri della squadra esterna. "Tutto bene?", "Sì, è magnifico, non si sta male. Abbiamo 18 gradi costanti!", "Beati, qui fuori c'è un freddo cane e piove alla grande. Avete trovato il passaggio?", "Neanche un buco degno di tale nome, ma siamo ottimisti! A presto...". Per colazione, dosi paurose di latte condensato e biscotti, rigorosamente a temperatura ambiente: "In grotta si bruciano tante calorie" sentenziava Augusto, allora studente in medicina. Nuovo giro (giorno), nuova corsa, fare i biglietti alla cassa e si parte subito per una nuova avvincente avventura! ...continua Giampiero Deidda - CO.SA.FA.CA. - Cagliari [email protected] 19 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 20 Commiato... Il bisogno di abbandonare ...Canaglio, ho perduto la vena, mi commiato!!! Per telefono udii un rovesciamento di seggiole, tavolini e forse qualche computer. Era il Canaglio che reagiva alla mia comunicazione, e non riuscii a spiegargli che anche Camilleri, geniale scrittore siciliano e tanto al di sopra di me, aveva avuto intenzione di eliminare il Commissario Montalbano, per respirare un pò. D’altra parte, per almeno due baiocchi all’anno, e nemmeno quelli, qualcosa si dovrà pur pretendere! Pazienza. C’è stato Natale, i bagordi si sono sprecati, gli abbuffamenti iniqui sono stati all’ordine del giorno. Senza pensare agli auguri più o meno sinceri, agli imail (leggasi come scritto) di transizione e copiati magari da qualche giornalino di seconda serie, agli abbracci qualche volta più o meno voluttuosi (la scusa è sempre buona, in certe circostanze di rito). Dicevo degli imail; ne ho avuti anch’io, e uno in particolare per la sua semplicità mi ha colpito, perché profondo e sincero. “A chi ha il sorriso sempre in viso, / a chi lo porta sempre nel cuore, / a chi guarda intensamente al passato… / ...auguri di buon Natale ed anno nuovo. Meditai. Spesso si dimentica che nelle vicissitudini umane esistono cose buone e cose non buone, spesso tragiche. E la mente umana è portata a ricordare solo le cose non buone, gettando dalla finestra, come è consuetudine e tradizione, la roba vecchia. Così piano piano, il patrimonio di ciò che è stato passa nel dimenticatoio. E allora i “Buon anno” fioccano in tutte le direzioni. …almeno qualche buontempone ha introdotto nel linguaggio goliardico un “Buon ano…”! Mi si consenta con il dubbio della ingenuità! Così dalla mente mi schizzò una persona, nostro collega, che io avevo già ricordato in un numero di Lemon del 3 ottobre 2007, e che avevo conosciuto da farmacista-burba nella mia prima assemblea dell’Ordine Farmacisti di Pesaro. Si trattava del Dr. Abbondanza detto Giuseppe, figura appariscente, nota per l’impegno che profondeva in favore di tutta la categoria. Mi apostrofò chiedendomi con la sua voce tonante chi fossi, e io, piccolo e colpito come alla presenza di un redentore, mi qualificai con voce flebile, rimanendo turbato per quell’attenzione. Non incontrai più il detto Giuseppe, ma mi tenni informato sulle sue vicissitudini chiedendo informazioni al figlio Pierino farmacista, sempre della casata degli Abbondanza. Si sa che gli anni scorrono per tutti, per cui certe mansioni passano ai più giovani e Pierino sollevò dagli incarichi gravosi il detto Giuseppe padre, che tuttavia rimase sempre presente nella farmacia. Era diventato un titolare longevo, messo un po’ da parte, ma stava ancora lì, leggendo il giornale e pistando avanti ed indietro, sbirciando a volte qualche ricetta. Ora anch’io mi sento un titolare longevo, uno dei più longevi forse, e mi sorride l’idea di accostarmi al Giuseppone ricordato, perché sto vivendo la stessa esperienza. Favolosa, che auguro a quanti mi sono colleghi e amici. Pensate, anch’io pisto avanti e indietro, anch’io leggo il giornale e in più traffico con il computer, smanettando con la posta elettronica, dove mi arrivano le fregnacce più consistenti da parte di chi non oso nominare. Ma in più ho una bimba di sei anni nota a me per le tre B (bella-buona-brava), di nome Chiara ma detta “Pinguina”, che a suo tempo all’insegnante dell’asilo, alla richiesta dove fosse nata, rispose “In farmacia”! E sempre a proposito della Pinguina, mentre un giorno mi districavo nella spedizione di una ricetta, mi vidi porgere un medicinale che la detta aveva estratto dalla cassettiera. “È questa nonno?” Al che io risposi “Certamente Pinguina”. Anche se non era vero. Insomma dopo la terza generazione di speziali, sono arrivato alla conclusione che sul frontale del bancone della farmacia apporrò a lettere cubitali, la scritta “FARMACIA VAMPA”. Naturalmente a lettere rigorosamente dorate! Comunque ricordo sempre il Giuseppone degli Abbondanza col sorriso sulle labbra, e penso che in eredità ci abbia lasciato tante cose buone. Negli ultimi anni dell’Università di Urbino ebbi modo di conoscere il Dr. Bonetti detto Nereo. Aveva avuto l’incarico di insegnare a noi studenti la tecnica farmaceutica. Con maestria ci illustrava i vari procedimenti, con pazienza e sopportazione. Mi colpivano le procedure messe in atto per la creazione delle supposte e degli ovuli: argomento sempre valido ed interessante! In seguito ci incontrammo, con tutta la banda dei farmacisti, ad Ala Birdi un villaggio turistico nei pressi di Arborea in Sardegna. 20 Un giorno la dirigenza programmò un pic-nic (si scrive così?...insomma una mangiata) nei pressi di una spiaggetta a qualche chilometro di distanza. Si trattava di attraversare una zona ricca di pini, facile perché in piano, e tutti si avviarono chi a piedi, chi in bicicletta. Mancava il cavallo! Cosa non detta a caso, perché nei pressi del Villaggio esisteva una struttura dove si allevavano cavalli. Mentre si sbafava come consuetudine, si udì un suon di zoccolo equestre che attirò l’attenzione di tutta la compagnia. Si era in Sardegna, quindi la cosa più naturale che colpì la mente, fu quella di vederci avanti la figura inconfodile della buona anima di Amedeo Nazzari. Invece apparve un cavallerizzo di nostra conoscenza, per l’appunto il maestoso Bonetti detto Nereo insieme alla sua signora, con tanto di tenuta da cavallerizzo. Nereo non era di stazza alta, ma sopra quel cavallo faceva la figura di un cavaliere di altri tempi. E per quanto io ne sappia, penso che nella vita sia stato una gran brava persona, appunto di altri tempi. Cerco di meditare ancora, perché nella mente mi balzano amici colleghi, che hanno diviso con me attimi piacevoli della vita. Tanti…! Ma in questo momento mi si affaccia una figura non più nostra, che io chiamavo Carlò; non che fosse di statura atletica, anzi quasi mingherlina, ma che racchiudeva con la sua presenza un senso della vita piena di significato. Dietro le sue lenti si notavano occhi aquilini, che nei momenti di maggiore intensità potevano sembrare terribili. Ma per chi ben lo conosceva, nascondevano sempre determinazione e comprensione per i problemi degli altri. Era terribile all’apparenza, tanto da sospendere dall’Ordine dei Farmacisti per due mesi, il buon Dr. Amadei di Tavoleto per non essere passato all’assistenza indiretta. Erano i tempi del 1975 e l’allora USL non pagava più le ricette da mesi. La maggioranza dei colleghi era d’accordo per l’indiretta, meno il sopraddetto D’Amadei. La decisione inaudita del Presidente, appunto Carlò, fu attuata con tanto di lettera inviata all’interessato. Inaudita perché penso non sia mai successo, a mia conoscenza, una cosa del genere. Carlò allora era presidente dell’Ordine dei Farmacisti, Carlò ossia il Dr. Pietravalle detto Carlo che già aveva ricoperto vari incarichi nell’Associazione con determinazione e competenza. Quando parlava Carlò, con il suo tono convincente e le argomentazioni attente, tutti ascoltavamo in silenzio e rispetto. Ma Carlò partecipava anche alle varie manifestazioni che i farmacisti organizzavano: veniva alle settime bianche, ai raduni più o meno carnascialeschi, era presente con tanta gioia alle adunate da birreria..., insomma era uno dei nostri. Un anno fu organizzata una settimana a Corvara. C’era anche Carlò. Si decise un giorno di andare a provare la Gran Risa, una delle più belle piste delle Dolomiti, una pista che si snoda in mezzo a una pineta e si trova in ombra, il che la rende quasi sempre ghiacciata. E quel giorno era veramente ghiacciata, e veramente ripida. C’erano altri amici tra cui il Canaglio, sciatori si, ma non a alto livello. Partimmo un po’ titubanti, sicuramente seriosi. Il Carlò mi seguiva e qualche volta dopo una derapata gigante si fermava. Non ti fermare continuiamo, era il mio incoraggiamento. E Carlò continuava con noi. Finalmente raggiungemmo valle, e io riuscii a scorgere nello sguardo di Carlò una intensa commozione, quasi un tripudio ad una sacralità che emanava da tutto il suo essere. Io lo ricordo così il Carlò, e penso che tutti gli amici sentano la sua presenza, anche se non è più. Medito ancora, e alla mente si susseguono immagini di amici che non sono più. Ma che ancora sono presenti perché tante cose ci hanno lasciato in eredità. Ecco perché gli auguri che mi sono stati inviati per Natale, via imail, mi inducono a guardare intensamente al passato. Senza dimenticare che molto importa il presente e soprattutto il futuro. Ci mancherebbe! Penso che nel prossimo numero di LEMON, vorrò ricordare coloro che ancora esistono, e ci seguono dandoci gioia. Sempre che la vena che mi sostiene venga al momento opportuno, e senza scatenare le ire del Canaglio, che mi vorrebbe sempre esplosivo. A tutti cose buone ed auguri per quelle migliori. Alessandro I° Vampa - SAF Jesi [email protected] Il Principe 21 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:27 Pagina 22 arsi conoscere è importante per qualsiasi attività che intende operare per gli altri e con gli altri, per una banca è fondamentale. I modi per farlo possono essere i più vari e sempre ben indirizzati al fine di ottenere lo scopo senza disperdere energie; per una banca come la BCF la scelta deve essere particolarmente mirata perché, pur operando come banca in senso lato al servizio di tutti, i destinatari del messaggio devono essere soprattutto i farmacisti e il mondo che ruota intorno a loro. Lemon è una parte importante di questo mondo perché porta un messaggio di libertà, di spensieratezza, di stare insieme per creare momenti belli. Noi di BCF (Banca di Credito dei Farmacisti), abbiamo obiettivi molto simili: essere uno strumento che facilita la vita del farmacista per consentirgli di godere di moltissimi momenti belli. La nostra banca è nata per iniziativa di una categoria e da un gruppo societario portante costituito da farmacisti residenti nelle regioni Marche e Abruzzo con partecipazione di altri professionisti di altre regioni; a tal proposito la BCF si pone come obiettivo futuro l’espansione su tutto il territorio nazionale per rispondere a precise esigenze: • Riutilizzare e ridistribuire gli utili prodotti dalla categoria stessa; • Proporsi al mercato come banca tradizionale stabilendo con il cliente un rapporto molto personalizzato anche attraverso prodotti on-line. Un programma ambizioso che ha già mosso i primi passi, ma che potrà raggiungere il suo traguardo rapidamente se i farmacisti lo sosterranno con la loro partecipazione. Come Presidente, considerato il periodo dell’anno in cui ci troviamo, non posso che augurare a tutti un anno pieno di soddisfazioni, felicità e… bellissimi viaggi. Piero M. Calcatelli [email protected] 22 La vera storia del Direttore di Lemon erano almeno tre tiratori scelti sul tetto dell’hotel Steigenberger a Davos, Svizzera, il ventuno gennaio 2009. Il delicato equilibrio di un piccolo paese alpino veniva da qualche anno disintegrato dall’arrivo di delegazioni internazionali, cantanti, opinion leader, capi di stato, stampa e televisione. I pendii intorno all’hotel, fino a poche settimane prima destinati a umile pascolo per bovini, erano tappezzati di installazioni militari di controllo radio e aereo. Nulla del paese ricordava le alpi svizzere e la sensazione era piuttosto quella di trovarsi al centro del pentagono o negli uffici segreti del Mossad. Le strade di accesso erano sottoposte a controllo continuo, con posti di blocco e riprese video a terra e aeree; ogni essere umano che entrava o usciva era schedato e monitorato. Per tre giorni gli uomini più potenti delle terra si riunivano per confrontarsi sui temi maggiormente attuali e scottanti del pianeta: ecologia, sviluppo, economia. Dal venti al venticinque di Gennaio di ogni anno, il World Economic Forum era semplicemente il centro del mondo; con buona pace di qualsiasi G8 o vertice istituzionale organizzati durante l’anno, questo era l’evento a cui non partecipare voleva dire non avere credito internazionale. In altre parole: chi non c’era, non contava nulla. Il tema che gli organizzatori avevano scelto per la prima giornata era: Lo sviluppo e l’equilibrio. Il confronto e il dibattito erano assicurati da visioni differenti: quella di Condoleezza Rice, donna di ferro nella politica estera americana degli ultimi anni contrapposta a quella del dialogo, rappresentata da Angela Merkel, segretaria di stato C’ tedesca, e comprendeva interventi esterni e particolarmente sentiti come quelli di Paolo Coelho, scrittore da sempre impegnato in cause civili di rilievo, Bono del gruppo musicale U2, già grande sponsor dell’azzeramento del debito dei paesi africani, Angelina Jolie, la famosa attrice ambasciatrice dell’UNICEF, e di Michael Porter, uno dei massimi esperti di marketing strategico al mondo. Il dibattito veniva moderato da mr. Sergey Brin, lo storico fondatore di Google, il motore di ricerca che ha reso Internet un mezzo facile di accesso alle informazioni. Nonostante la presenza in contemporanea di queste figure di spicco, l’attenzione dei media era però tutta concentrata sull’intervento di apertura dell’evento e sull’uomo che aveva dimostrato con i fatti la realizzabilità di un progetto di sviluppo condiviso e plurale, sostenibile e di ampio respiro. Per la sua relazione di apertura, che doveva svolgersi nella forma di un’intervista di Mr. Brin, di fronte alla platea di giornalisti provenienti da ogni lato della terra, erano stati mobilitati i più potenti servizi di broadcasting: la diretta televisiva sarebbe stata seguita da almeno due miliardi e mezzo di persone e avrebbe di gran lunga superato lo share delle finali del campionato del mondo di calcio. L’uomo dell’anno era lui; non a caso il Times gli aveva dedicato tre copertine di fila: lui, l’uomo del miracolo, era Toto Canalini. 23 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 La prima domanda di John Sergey Brin fu: “Mr. Canalini, come è nata l’idea di Lemon e perché secondo lei ha ottenuto un successo così planetario?” La platea ammutolì e milioni di famiglie a casa trattennero il fiato: per la prima volta il direttore di Lemon usciva allo scoperto e raccontava la verità. Toto Canalini guardò Sergey Brin negli occhi, sorrise amabilmente, sistemò la riga nei capelli con un lento e teatrale movimento della mano destra e disse: “avrebbe mica un bicchiere di vino bianco ghiacciato?” Il moderatore annuì imbarazzato. “È per via del fatto che in queste occasioni mi si secca la bocca e devo ungere il gargarozzo; l’emozione… capisce?” Il traduttore in simultanea sussultò quando si trovo di fronte al termine “gargarozzo”, ma professionalmente non lo diede ad intendere. Un inserviente portò una bottiglia in un secchiello di ghiaccio e finalmente il direttore cominciò a rac24 25-01-2009 13:28 contare: “l’idea originale fu di Mario Dubbini, che colse per primo l’importanza di uno strumento di comunicazione che fosse allegro, leggero, e coinvolgente” cominciò pacatamente a raccontare Toto Canalini, mentre gli sguardi del pubblico in sala erano rapiti dalla forza e dalla passione di quel modello di sviluppo, l’unico possibile, secondo gli studiosi, anche per la politica internazionale dei dieci anni a venire. Bonovox prendeva appunti come uno scolaretto, forse tutto questo sarebbe diventato il testo di una prossima canzone di successo. “Ma è stato quest’anno” proseguì il direttore del giornale “che davvero possiamo dire di essere riusciti a coinvolgere persone che finora erano rimaste più in disparte; è a loro e alla amicizia di tutti i lettori che dobbiamo il successo che ora ci viene riconosciuto”. Mr Brin faceva fatica a condurre un’intervista in cui pareva che ogni sillaba che usciva dalla bocca dell’intervistato potesse definitiva- Pagina 24 mente cambiare il corso degli eventi, e azzardò un colpo basso: “Mr. Canalini, mi scusi, lei continua a guardarsi i polsi, non è che per caso recentemente ha ricevuto anche le stimmate?” Ci fu un brusio in sala. Qualcuno sospettò che fosse davvero così. Toto Canalini schiarì la voce tossendo forte, bevve un altro goccio e poi candidamente mostrò le mani alle telecamere: le palme erano macchiate di nero fino ai polsi. Nemmeno il miglior tatuatore malesiano avrebbe avuto tanta fantasia. “Io sono un uomo de panza, Mr. Brin, e non mi ricordo le cose da dire. Ebbene si, mi sono scritto tutto sulle mani”. Angelina Jolie sorrise con istinto materno (ma non tutti pensarono che fosse solo “materno”) e subito venne folgorata da una occhiata del marito Brad Pitt e da uno ancora peggiore di Titti, che nel dubbio aveva già sfoderato la scimitarra souvenir appena comprata nella boutique del centro. “Mi scusi”, chiese Brin, “ma non si legge nulla su quelle mani” Canalini le fissò a sua volta “Sì lo so, perché c’è il problema che siccome sono emozionato le mani mi sudano e l’inchiostro cola via”. In sala c’era silenzio e attenzione; dietro il palco continuavano a girare le foto delle copertine di Lemon, mentre un videoproiettore ad ologramma disegnava numeri sempre crescenti sul lato destro della gran- de sala conferenze. L’ultimo numero che proiettava era il quaranta, in formato gigante. Le foto di tutti i farmacisti nelle vacanze organizzate dal presidente cominciarono a essere visibili sui muri della sala, attraverso un ingegnoso sistema di retroproiezione di ultimissima generazione. “Toh, guarda quel pataccone di Sandro Vampa “mormorò Tony Blair, piano, al suo vicino di posto. Mr. Brin era in evidente imbarazzo: poche persone riuscivano ad attirare attenzione come il direttore di Lemon, la rivista più letta del pianeta. “Mr. Canalini”, proseguì emozionato “cos’è quel numero, il quaranta, e cosa rappresenta?” A questo punto successe quello che forse qualcuno sospettava ma nessuno credeva potesse davvero accadere; quando Toto Canalini indicò il numero proiettato a lato del palco, un fascio di luce uscì dalla punta del suo indice “Quel Quaranta?” La luce era intensa, bianca, secondo alcune fonti magnificamente divina. “Quaranta è un orgoglio, ma soprattutto una gioia: la gioia di avere amici che aiutano a costruire qualcosa di importante, anche se leggero, la gioia di lavorare tanto per qualcosa che grazie alla fortuna e all’impegno è diventato un modo di comunicare e di sorridere insieme. Più commenti, più foto, più interventi, più rubriche, più 40 pagine sponsor, più … tutto!” Pare, anche se a questo punto le versioni sono contrastanti perché quasi nessuno dei presenti ha un ricordo chiaro della situazione, che scesero dal cielo due angeli boccolati, ovviamente biondi e con tanto di alucce sulla schiena e presero in mano l’ultima copia della rivista, l’ormai famoso formato maxi; c’è chi giura di avere sentito un coro di voci limpide e suadenti e di avere contato trentadue vergini ondeggiare in cielo. Il sig. Brin, ormai perso del tutto il controllo della situazione, cominciò a venerare le icone dei farmacisti in vacanza in posizione genuflessa e adorante. Barack Obama, senza alcun ritegno, prese il microfono per intonare un Romagna Mia in onore del presidente, ma sbagliando tutte le parole e chiaramente anche la regione di provenienza. Questo, cari lettori, è stato il mio incontro con Lemon, e le cose che ho avuto la fortuna di vedere mi hanno cambiato, mi hanno reso migliore. Davos per me è stato l’inizio di una nuova vita. Per anni mi sono accontentato di dirigere la CNN. Oggi per fortuna posso fare quello che più amo: in cambio della possibilità di correggere le bozze dei numeri di Lemon in anteprima, annaffio le piante e mi rendo utile nella potatura della siepe del giardino. Il giardino del maestro Toto Canalini, naturalmente. 25 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:28 Pagina 26 9 - 16 Marzo 2008 CERVINIA 27 26 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:28 Pagina 28 Tanka Village - 5/12 Luglio 2008 SARDEGNA 28 29 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:28 Pagina 30 5 Ottobre 2008 VILLAGRANDE 30 31 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:29 Pagina 32 Dubai - 4/11 Gennaio 2009 DIARIO DI BORDO - DUBAI I nter Co. Fa. Gruppo Sportivo ha di nuovo fatto centro. È stata una vacanza da mille e una notte. Sapevamo di andare in un paese ricco... ma non ci aspettavamo di trovare tanta magnificenza. Mi riferisco in particolare alla Moschea di Muscat che non ci sono parole per descriverne la bellezza architettonica. Dubai è una perla dove tutto è spettacolare, ogni grattacielo, ogni palazzo, ogni museo ha la sua bellezza unica. Non distante il lusso sfrenato, rimane una città ordinata, pulitissima e tranquilla. Se mi avessero detto prima di partire che avrei sciato a Dubai sulla neve a 5° sotto lo zero, dentro un centro commerciale, non ci avrei mai creduto. È stata un'esperienza unica e irripetibile. Grazie al vulcano Toto Canalini che ha proposto a un gruppo di temerari di provare anche questa emozione incredibile. I compagni di viaggio ci hanno accolti con grande calore e simpatia. A presto, Remo e Silvana Mulas. C aro Lemon, che non vai in pensione e sempre simpaticone, ti scrivo poche righe per complimentarmi per l'organizzazione. È poco dire che siamo stati benissimo, tutti in riga dietro a Michele e il suo intraprendente e giovane collega (Lorenzo Bin Toto d'Arabia) alla scoperta dei tesori del Golfo Arabico e nelle avventure sulle dune dorate, oltre alle belle serate passate sulla nave Costa Classica. Mi prenoterei per la prossima crociera... COSTA quello che costi!!! Bashir Dashan - COROFAR - Faenza Via Ravegnana 90 - 48018 Faenza (RA) C iao a tutti, questa è stata la mia prima crociera Inter Co. Fa. Gruppo Sportivo organizzata da Michele Bresciani e Toto Canalini. La crociera è stata bellissima e per me è stata un’esperienza da sogno. Ho visto cose da mille e una notte in compagnia di persone simpatiche. Questa bellissima esperienza vorrei ripeterla in futuro. Remo e Silvana Mulas CO.SA.FA.CA. - Alghero [email protected] 32 Da Mirko Murenu - CO.SA.FA.CA. [email protected] E cco, come promesso, il nostro commento sulla bella vacanza fatta assieme a voi farmacisti del gruppo Inter Co. Fa. Gruppo Sportivo negli Emirati Arabi. Noi non siamo della vostra categoria, ci occupiamo di altra attività, ma trascorrendo tanti giorni con voi sulla bella nave della Costa Classica alla fine ci avete fatto sentire parte integrante del gruppo e per questo vi ringraziamo. Abbiamo conosciuto persone veramente speciali tra voi, ci avete accolto con tanta simpatia e noi ci siamo trovati bene una “marea”. Grazie all’amicizia che ci lega da tanti anni con la famiglia del dott. Venturini Bruno di Rimini, abbiamo colto al volo questa opportunità per fare una bellissima vacanza, unitamente a sua moglie Silvana, programmata in tutti i particolari con grande professionalità da parte di Farmtraveller di Michele Bresciani a cui vanno i nostri complimenti. Abbiamo provato tante emozioni, abbiamo visto il sorgere del sole sul mare e tramonti bellissimi, condiviso serate a bordo in serena allegria con tutti voi e non ci è mancato proprio nulla tanto da poter affermare che siete proprio un gran bel gruppo viaggiante. Con tanti di voi ci siamo conosciuti e spontaneamente siamo diventati amici, ci siamo fatti compagnia anche nelle uscite individuali e ci siamo scambiati gli indirizzi con promessa di rivederci in qualche nuovo viaggio in giro per il mondo. Ci sembrava ora doveroso ringraziare attraverso il vostro giornale periodico d’informazione “Lemon” (a proposito complimenti per la simpatica iniziativa) il dott. Canalini che con passione si dedica alla realizzazione di questi coinvolgenti eventi. Porteremo con noi il ricordo di questa terra misteriosa, ricca di tradizioni (ricordate come ci siamo “mascherati” per entrare nelle moschee) e di modernita (è stato bello sciare in un centro commerciale in mezzo al deserto), e che abbiamo documentato in quasi 1500 scatti fotografici. Un caloroso saluto e ringraziamento per questo spazio al dott. Canalini e a Michele Bresciani con vera simpatia e amicizia da Nino e Mariarosa (i vostri compagni di viaggio) un affettuoso grazie ed arrivederci a presto. Nino Cocco - Rimini [email protected] « C ome si sa... viaggiare accresce la nostra esperienza e questa posso considerarla come una perla rara da tenere stretta nel cassetto dei miei ricordi. Sicuramente mi hanno impressionato i grattacieli di Dubai, la ricchezza di Abu Dabi, il paesaggio caratteristico dell'Oman e le grandi distese desertiche del Bahrain. In particolare però l'escursione nel deserto con la Jeep e soprattutto la sciata sulla pista artificiale di Dubai, mi hanno emozionato e hanno contribuito a rendere unica e inimitabile questa vacanza. Inoltre questa settimana passata insieme è stata arricchita da una splendida crociera che allo stesso tempo mi ha dato la possibilità di rilassarmi e di conoscere gente nuova. Approfitto di questo breve pensiero per salutare e ringraziare tutti sperando di rincontrarci in una prossima vacanza, magari non molto lontano. U na vacanza multiforme e piena di contrasti: dallo sfondo riarso delle dune del deserto dove è stato possibile vedere nello stesso istante il tramontare del sole e il comparire della luna, alla più moderna architettura e tecnologia in grado di creare una reale pista da sci in un contesto climatico impossibile. Una vacanza indimenticabile e piena di emozioni. Orietta Cesarini - UMBRAFAR [email protected] Andrea Canalicchio - UMBRAFARM [email protected] 33 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:30 Pagina 34 6 GENNAIO 2009 - DOPO LA FATICA DELLA NOTTE, TUTTE IN VACANZA A DUBAI! 34 35 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:30 Pagina 36 Dr. Stefano Carta Presidente AGiFAR Sardegna www.agifarsardegna.it L laila.valentini Massimo Corcelli [email protected] A CASA MIA CORSO AGIFAR: UN’OCCASIONE PER AGGIORNARSI E PER STARE INSIEME “Que reste-t-il de nos amours / que reste-t-il de ces beaux jours / une photo, vieille photo / de ma jeunesse Que reste-t-il des billets doux / des mois dʼavril, des rendez-vous / un souvenir que me poursuit / Sans cesse” Il 13-14 dicembre e il 10-11 gennaio la CO.SA.FA.CA. ha ospitato presso la sala riunioni della propria sede di Sestu (CA) un interessante corso di aggiornamento sul tema “Nutrizione come prevenzione e terapia”, organizzato da AGiFar Sardegna in collaborazione con il Nobile Collegio Omeopatico. Lʼevento formativo, costruito ad hoc per i farmacisti, si poneva lʼobiettivo di informare sul nuovo concetto di “integrazione nutrizionale” questa qualificata figura professionale, chiamata a ricoprire un ruolo sempre più incisivo nella tutela e gestione della salute pubblica. Il farmacista, grazie alla sua professionalità e alla capillarità del suo servizio, ha lʼopportunità di aiutare la popolazione a prendere coscienza del fatto che, attraverso un corretto uso di principi attivi, sia possibile prevenire, attenuare e curare molti disturbi, spesso causati da disfunzioni metaboliche o da carenze nutrizionali. La salute non è solo assenza di sintomi ma si ottiene anche mantenendo o recuperando una corretta funzione fisiologica dellʼorganismo attraverso la sua attività primaria: nutrirsi consapevolmente. La nutrizione quindi non è solo alimentazione ma può rappresentare un efficace strumento di prevenzione e di cura. Lʼevento, che ha visto la partecipazione di 70 farmacisti e ha garantito lʼassegnazione di 23 crediti formativi, prevedeva 32 ore di lezioni magistrali suddivise in quattro moduli da otto ore ciascuno. Ma al di là del cospicuo numero di crediti ciò che ha suscitato grande interesse è stato lʼargomento affrontato oltre che le competenze e le capacità comunicative del relatore, il dottor Mario Pieri. Il corso è stato fortemente voluto dal nuovo consiglio dellʼAGiFar Sardegna proprio per il numero assai limitato di crediti formativi che la laurea in farmacia prevede in materia di omeopatia e nutrizione. Una lacuna nella propria preparazione che molti farmacisti vivono problematicamente nellʼesercizio quotidiano della propria professione e nel rapporto con i propri clienti sempre più esigenti e informati. I giovani farmacisti hanno saputo dare una risposta esauriente a questa richiesta di aggiornamento e lʼhanno fatto in un clima di grande affiatamento e con lʼobiettivo di offrire il proprio significativo contributo alla crescita professionale della categoria. AGiFar Sardegna è unʼassociazione non a scopo di lucro che riunisce giovani laureati e laureandi in Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e si pone come obiettivo principale quello di accrescere e migliorare la preparazione culturale e professionale dei propri Soci offrendo loro lʼopportunità di aggiornarsi periodicamente attraverso lʼorganizzazione di corsi ECM. Ma lʼassociazione dei giovani farmacisti ha anche lo scopo di organizzare eventi per creare situazioni di incontro e di svago, al fine di dare vita a un organismo vivo e dinamico in cui tutti possano collaborare e intervenire allo sviluppo di iniziative sempre più rispondenti alle necessità di una professione in continuo rinnovamento. Il corso realizzato ha quindi rappresentato, oltre a una preziosa opportunità di aggiornamento, una piacevole occasione per stringere e consolidare vecchie amicizie e fare nuove conoscenze tra colleghi e colleghe. E ci ha inoltre consentito di avviare una proficua collaborazione con la Cooperativa. Que reste-t-il de nos amours?, C. Trenet Nella casa in cui sono cresciuto (zummata nei ricordi per rivedere la vecchia casa di Viserba che adesso non esiste più!), come in un buon film che si rispetti, cʼè sempre stata la musica come colonna sonora. Io arrivo fischiettando, e in casa mia (in quella sorta di gerontocomio che è Torriana) la percezione del fatto che ci sono, viene avvertita con la partenza della musica (il mio vicino di casa invece accende il “turbo-soffione” per mandare via le foglie, ma questa è già unʼaltra storia!). Se partiamo dal concetto che con la musica anche le mucche fanno più latte, i cinghiali di Torriana grugniscono al ritmo della bossa nova di Antonio Jobim, e si riproducono che è una meraviglia (Albano in confronto è un dilettante). Ma torniamo “a palla” sul tema della colonna sonora, la colpa è di mio papà e lui lʼha trasmessa a noi figli nemmeno tanto inconsciamente. Avere un papà che canta (e colleziona dischi in vinile, ne possiede circa novemila più i vari cd) sicuramente ti condiziona, io oltre al papà cantante, ho avuto uno zio cantante e un fratello che canta e suona la chitarra e il banjo, ma sa suonare qualsiasi strumento tu gli metta tra le mani (autodidatta naturalmente). Mia sorella, che è arrivata dopo di me, studiava danza classica. Bene a questo punto mettetevi nei miei panni, un ragazzo calato in questa situazione, cari topolini, cosa può fare? Mi viene in mente un racconto di Woody Allen dove il figlio di un pompiere e di una ballerina di tip-tap aveva imparato a spegnere gli incendi con i piedi! Ma io niente, non ho fatto assolutamente niente! Alle scuole medie, il flauto dolce lo usavo a moʼ di spada come un giovane DʼArtagnan, mio fratello invece riusciva a suonare anche quello, infilandolo nella narice del naso e suonandolo così. Ho sempre preso però molti appunti, ho ascoltato tutti i dischi possibili e immaginabili, mi sono innamorato delle copertine di Fausto Papetti, ho allenato lʼorecchio ad assaggiare un poʼ di tutto. Ho scoperto che con la musica potevo viaggiare nello spazio e nel tempo (chi di voi riascoltando una vecchia canzone, non si è sentito riportare indietro nel tempo? Magari in quellʼestate a Igea Marina...) addirittura ho provato che certe melodie mi danno i brividi e mi fanno rizzare anche i capelli che non ho più. Ho imparato a memoria un sacco di testi di canzoni e, soprattutto, sono riuscito ad entrare nel mondo di mio babbo e a comunicare con lui. Naturalmente ho cantato anchʼio (nel mio piccolo – come avrebbe detto Bruno Lauzi), ho cominciato con i festival per i bambini, ricordo una rutilante esibizione al Cinema Settebello di Rimini, dove cantavo una canzone di Ornella Vanoni, ho fatto la mia “porca figura” e ho finito lì! Tanto in casa chi cantava e suonava cʼera già. Mi capita ancora di cantare, soprattutto in macchina quando sono solo (a volte canto anche in presenza di Tassinari, ma diventa triste e assume lo sguardo da Sergio Endrigo), oppure mi capita in alcune serate a cena con gli amici di rispolverare canzoni un poʼ “sboccacciate”, quando il vino toglie i freni inibitori (in vino veritas, in bagno badedas, in scarpe adidas, in culo un ananas). Le canzoni più belle però le canto quando la famiglia si riunisce e mio fratello Luciano prende la chitarra. Allora, come per magia, tutto diventa più facile ed è una delizia sentire le nostre voci cantare insieme, sembra veramente che il tempo non sia passato e abbia lasciato una stanza, in quella vecchia casa sul mare, dove noi possiamo continuare ad incontrarci e a cantare. “Canterò come quando ero bambino / su un terrazzo tra i sorrisi di un vicino / e mi ricordo che mi emozionavo ma la vergogna quella neanche un poʼ / con mia madre che mi sorrideva / e mi diceva sempre così: “canta! Canta / Canta più forte / che non sento tu come canti bene /canta amore in questa sera così chiara mi metti lʼallegria.” / E cantavo inventando le parole / storie strane un poʼ buffe ma dʼamore /e dalla strada il suono del motore era mio padre con quellʼappia blu / ritornavi dopo un lungo viaggio / ero felice che fossi tu. E allora canto, canto / Canto più forte / Senti babbo come canto bene / Canto, canto / La tua canzone lʼho imparata / Ma scordo le parole. Prima di cena, F. Concato Questo racconto è dedicato a Teresa, che in quella vecchia casa sul mare ci ha sentito cantare tante volte. Ancora adesso, ogni volta che col pensiero ci torno, lei si affaccia alla finestra e mi sorride. 36 37 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:30 Pagina 38 30° UMBRAFARM Una cornice dʼeccezione per un evento dʼeccezione. Questo potrebbe essere lo slogan identificativo della giornata vissuta domenica 21 dicembre “Alla Posta dei Donini”, un casale stupendo situato a San Martino in Campo, a pochi chilometri da Perugia, dove la Cooperativa UMBRAFARM Perugia ha celebrato i suoi 30 anni di attività. Il passato Il presente Il futuro Nel suo saluto ai circa 400 presenti, il Presidente Claudio Falini ha ricordato la lunga storia di UMBRAFARM, nata grazie allʼintraprendenza di 23 farmacisti pioneri nel lontano 1978: Giuseppe Bartoli, Luca Betti, Ulda Billi, Emauela Burelli, Gabriella Calzoni, Francesco Capponi, Ferruccio Carpanoni, Livio Cruciani, Mario Falini, Mariella Farchionni, Giulio Cesare Gagliardi, Guido Lemmi, Augusto Luciani, Alessandro Menconi, Gaetano Oliva Fonteni, Massimo Ortalli, Carlo Paolucci, Isabella Peltristo, Vittorio Peppoloni, Geremia Perelli, Lucia Piozzi, Giovanna Susta e Raul Vitali. “La grande peculiarità della nostra azienda – ha detto Falini – sta nellʼapplicazione del modello Cooperativistico, che, oltre a essere una concreta possibilità di crescita economica per i singoli associati, nel caso della farmacia ha costituito un valore aggiunto capace di dare anche alle piccole farmacie la certezza di raggiungere quella redditività che ne giustifica lʼesistenza”. Alla festa di UMBRAFARM hanno partecipato, come detto, 400 persone, fra Soci, dipendenti, collaboratori esterni e invitati. Lʼimportanza del momento è stata confermata dalla presenza del sindaco di Perugia, Renato Locchi, che ha sottolineato “la grande produttività della Cooperativa dei Farmacisti, un fenomeno ai più sconosciuto ma testimone di come una categoria professionale possa trovare al suo interno le risorse per conferire benefici ad unʼintera regione sia tramite la rete distributiva, cioè le farmacie, sia con il radicamento sul territorio di unʼazienda capace di dare lavoro a quasi 200 persone”. Non potevano mancare naturalmente nemmeno Nadia Ginetti, Sindaco di Corciano, e il Presidente di FEDERFARMA UMBRIA Augusto Luciani che, dopo aver sentito il suo nome fa quelli “indimenticabili” citati da Claudio Falini, ha consegnato le due borse due studio intitolate al compianto amico e collega Alessandro Menconi assegnate a due giovani laureate in Farmacia Rossella Rizzuto e Mara Mazzoli. Ma i 30 anni di UMBRAFARM sono stati soprattutto lʼoccasione per annunciare ufficialmente la nascita della nuova Cooperativa FARMACENTRO SERVIZI E LOGISTICA, operativa dal primo gennaio 2009 e nata dalla fusione proprio della società umbra con la SAF di Jesi. Non a caso, prima dellʼinizio del pranzo, Claudio Falini e Sandro Cerni, ancora presidente della SAF in carica, hanno scoperto il furgone ove era stato impresso il nuovo logo di FARMACENTRO SERVIZI E LOGISTICA, creato dal vincitore del relativo concorso, il farmacista Corrado Carloni di Frontino. E non a caso è toccato a Sandro Cerni, primo presidente della nuova Cooperativa, puntualizzare come il grande obiettivo dellʼazienda dei farmacisti del Centro Italia sarà quello di supportare la farmacia nel cambiamento epocale che gli viene richiesto: la trasformazione in un centro salutistico polifunzionale dove, accanto alla consegna dei medicinali, saranno attivati una serie di servizi di ogni tipo in grado di inserire automaticamente le farmacie nel circuito delle Reti Amiche create per semplificare la vita ai cittadini. La sala da pranzo splendidamente addobbata. Cerni e Falini durante lʼinaugurazione. Il nuovo logo di Farmacentro Servizi e Logistica Il Presidente di Federfarma Umbria Augusto Luciani 38 Emma Menconi premia le giovani farmaciste Rossella Rizzuto e Mara Mazzoli. Mentre parla Claudio Falini da sx a dx: Michele Martella, presidente SAFAR, Guido Nocerino, presidente Federfarma.Co, Sandro Cerni, presidente Farmacentro Servizi e Logistica e Renato Locchi, Sindaco di Perugia) 39 LEMON5 ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 25-01-2009 13:30 Pagina 40 S.A.F. - Jesi - [email protected] MARIO DUBBINI Diario di bordo empo grigio e piovoso, mare mosso, freddo, tanto freddo e temperatura ai minimi. Questo è fuori; in coperta però, dentro al Panakeia è caldo. L'imbarcazione è ferma in banchina del porto di Marina Dorica, e io con i miei consueti festosi amici siamo davanti a teglie di tartufi (venus corrugata), scampi, mazzancolle e pregiati rombi chiodati. Il vino è ben scelto e abbondante... È la mia risposta a quelli che contemporaneamente stavano godendosi il sole d'Arabia... Forse dettata da un pò d'invidia per la loro uscita dal consueto. Il confronto, amaro o dolce che sia, può essere compensazione o consolazione insieme. Come dire: che se c'è o ci sono è normale e bello, ma se c'è e non ci sono mi manca e mi rammarico!!! Bravi voi che cogliete tutte le buone occasioni. Io, nel mio diario di bordo, annoto che ho passato una bella serata nell'accogliente saletta della mia barca, in buona compagnia e che la cena è stata buonissima. T ANCHE i POSSO NOTE DI SAPORE vive della memoria del territorio, dando impulso alle aziende marchigiane che producono gusto nel rispetto della tradizione e della natura. La nostra nuova iniziativa è l’attenzione alle esigenze delle persone celiache. Dalla ricerca e dall’amore per la qualità nascono nuove confetture e gelatine prodotte nel pieno rispetto delle normative vigenti, notificate al Ministero della Salute e certificate dal marchio Spiga sbarrata. Confetture di morici (more di gelso), albicocche, mele al cacao, fichi bianchi, agrumi e gelatina di mele: naturali, sicure. E buone. NOTE DI SAPORE Le Marche in tavola - Via della Produzione, 87/2 - 61025 Montelabbate (PU) - Tel. 0721 482709 Fax 0721 489486 - www.notedisapore.it