Protocollo accoglienza B.E.S.

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Protocollo accoglienza B.E.S.
Tante mani…una scuola!
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Tante mani…una scuola!
PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE
DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
“non c’è nulla di più ingiusto che far le parti uguali tra disuguali...”
(Lettera a una professoressa, 1967 - Don Lorenzo Milani)
PREMESSA
Istituto Comprensivo si propone di potenziare la cultura dell'inclusione per
rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per
determinati periodi, manifesti Bisogni Educativi Speciali.
Il presente protocollo, anche alla luce delle più recenti normative in materia, intende
offrire uno strumento utile per organizzare e pianificare tutte le azioni necessarie ad
una didattica personalizzata da esplicitare nelle diverse situazioni.
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Tante mani…una scuola!
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
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
Promuovere l'attiva partecipazione di tutti gli alunni al processo di
apprendimento.
Centrare l'intervento pedagogico e didattico sulla classe in funzione
dell'alunno.
Promuovere culture politico-sociali e pratiche scolastiche inclusive attraverso
una più stretta collaborazione fra tutte le componenti della comunità
educante.
Ridurre le barriere che limitano l'apprendimento e la partecipazione sociale
attraverso l'utilizzo di facilitatori e l'analisi dei fattori contestuali, sia
ambientali che personali.
DESTINATARI
Sono destinatari dell'intervento a favore dell'inclusione scolastica tutti gli alunni con
Bisogni Educativi Speciali e disturbi evolutivi specifici (legge 170/2010, Legge
53/2003).
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DEFINIZIONE DI ALUNNI CON BES
Un Bisogno Educativo Speciale è una difficoltà che si evidenzia in età evolutiva negli
ambiti di vita dell'educazione e/o dell'apprendimento: esso si manifesta in un
funzionamento problematico in termini di ostacolo richiamando l’ esigenza di un
piano educativo personalizzato a compensazione dei bisogni evidenziati.
La Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012 ricorda che “ogni alunno, con
continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali per
motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai
quali è necessario che le scuole offrano adeguate e personalizzate risposte.”
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RISORSE INTERNE
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Dirigente Scolastico
Funzioni strumentali
Docenti di sostegno
Coordinatori di classe
Personale ATA
RISORSE ESTERNE
1. Enti territoriali: famiglia, ASL, Centri sportivi, Centri sociali, Comune...
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COMPITI E FUNZIONI
Il Dirigente scolastico
Promuove attività di formazione e di aggiornamento al fine di garantire a tutti gli
insegnanti il conseguimento di competenze e di strumenti operativo-concettuali ;
Individua tra gli insegnanti curricolari dell’Istituto una figura referente per i BES;
Soprintende all’ elaborazione del Piano Annuale per l’Inclusività (PAI,)
osservando che vengano definite metodologie, pratiche didattiche ed organizzative ;
Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le
indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie;
Si pone come facilitatore nei rapporti con le altre Istituzioni affinchè vengano
svolti compiutamente compiti e ruoli;
Effettua un periodico monitoraggio delle azioni, al fine di favorire
l’individuazione e la diffusione delle “buone prassi”, e di valutazione del grado di
inclusività della scuola.
Le funzioni BES
svolgono:
 consulenza ai consigli di classe che segnalano la presenza di alunni BES;
 supporto ai docenti con alunni BES nella definizione del PDP;
 individuazione strategie didattiche efficaci, strumenti compensativi
e dispensativi.
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Il consiglio di classe
Il Consiglio di classe deve predisporre un piano didattico personalizzato (PDP) che ha
lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee
e i criteri di valutazione degli apprendimenti per tutti gli alunni individuati in
situazione di svantaggio scolastico, tranne nei casi di disabilità.
Il PDP deve essere firmato dalla famiglia, dal Consiglio di classe e dal Dirigente
Scolastico. La famiglia autorizza in forma scritta il trattamento dei dati sensibili.
Il Collegio dei docenti
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Esplicita nel POF impegno programmatico per l'inclusione e criteri e
procedure utilizzo risorse.
Discute e delibera il Piano Annuale per l'Inclusività.
Provvede all'adattamento del Piano in relazione alle risorse assegnate.
Verifica i risultati raggiunti al termine dell'anno scolastico.
Delibera piani di miglioramento.
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SCREENING
Perché fare screening?
 Per identificare all’interno della popolazione scolastica alunni con deficit
obiettivi.
 Per avere un quadro esaustivo del funzionamento dell’alunno in difficoltà.
 Per poter adottare una didattica adeguata al profilo della classe e strutturare
attività di potenziamento mirate e specifiche.
 Per segnalare casi di sospetto disturbo con dati oggettivi alla mano.
Il questionario e le e batterie di screening non possono e non vogliono avere
nessuna valenza diagnostica. Possono però essere utili agli insegnanti per
sottolineare eventuali carenze da colmare con interventi didattici di recupero e
potenziamento e per mettere a punto strategie adeguate, valorizzando le
caratteristiche di ogni allievo.
Occorre inoltre precisare che il rilievo di un punteggio di rischio non
necessariamente è legato alla presenza di un vero e proprio disturbo destinato a
persistere nel tempo. Come in tutti gli screening, è piuttosto un indicatore della
presenza di una prestazione atipica, che merita attenzione e può suggerire
l'opportunità di avviare un lavoro di potenziamento mirato al superamento della
difficoltà.
Lo screening non ha le pretese di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo,
ma di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un
determinato disturbo.
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Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio
diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti.
Per essere efficace un test di screening deve essere semplice, rapido da
somministrare e poco costoso, sia in termini di strumentazione che di impiego di
risorse specialistiche.
PROCEDURE OPERATIVE
La procedura prevede:
 Predisposizione del materiale per la somministrazione delle prove collettive,
comprensivo delle indicazioni per la somministrazione e la correzione delle prove
stesse e del modulo di autorizzazione per le famiglie.
 Consegna del materiale ai coordinatori di classe che provvedono alla distribuzione
ai docenti interessati e alla raccolta delle autorizzazioni che andranno in ogni caso
depositate nel fascicolo dell’alunno.
 Somministrazione delle prove.
 Correzione delle prove e compilazione del report per l’analisi dei dati che deve
riportare per ciascun alunno il numero di errori commessi in ogni prova.
 Consegna dei report agli specialisti della ASL che collaborano con la scuola e
analisi dei dati per l’individuazione degli alunni a rischio DSA: in caso di rischio
elevato si consiglia alla famiglia il supporto di specialisti per l’eventuale
formulazione di una diagnosi corretta; in caso di alunni borderline si provvede alla
somministrazione delle prove individuali al termine della quali si valuterà
l’opportunità di effettuare la segnalazione alla famiglia.
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“...le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le eventuali evidenze,
riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l’applicazione di
adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di
apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge
170/2010.” (Art. 2 comma 1 D.M. 12 luglio 2011)
“Le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi,
curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle
competenze per un efficiente utilizzo degli stessi.
L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e
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di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello
degli
obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e
personalizzati”. (Art. 4 comma 4-5 D.M. 12 luglio 2011)
LA STESURA DEL PDP
(piano didattico personalizzato)
“La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici
individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato,
con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate” (DM 5669, 12
luglio 2011).
Il PDP deve essere redatto tenendo conto delle indicazioni degli specialisti e delle osservazioni
della famiglia in un’ottica di “contratto formativo”.
IL
Cosa contiene
Per ciascun alunno con DSA, il PDP specifica le misure dispensative e gli strumenti
compensativi definiti nella relazione clinica del neuropsichiatria o dello psicologo
esperto dell’età evolutiva da utilizzare dai docenti nell’ambito dei percorsi
personalizzati attivati per lo studente con DSA.
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Le misure dispensative consistono nell’adozione di metodologie e di attività
didattiche rapportate alle capacità individuali e all’entità del DSA e in particolare
possono prevedere:
a) l’esonero da specifiche modalità relative a prestazioni didattiche e formative quali
la lettura ad alta voce, la scrittura veloce sotto dettatura, l’uso del vocabolario, lo
studio mnemonico delle tabelline, lo studio delle lingue straniere in forma scritta, il
prendere appunti, l’uso del diario, il carico dei compiti e dello studio a casa ed altre
eventuali modalità;
b) tempi più lunghi e modalità differenziate per le verifiche scritte e orali e per lo
studio rispetto ai tempi e alle modalità concessi agli altri studenti della classe.
Gli strumenti compensativi:
a) organizzazione delle attività didattiche adeguata ai DSA dello studente uso di
metodologie, mediatori, testi e documentazione didattica idonei all’apprendimento;
b) organizzazione delle aule con attrezzature e strumenti alternativi, informatici e
tecnologici utili a facilitare l’apprendimento dello studente.
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APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
STRUMENTI COMPENSATIVI
Lo strumento compensativo non rappresenta e non deve essere visto come una facilitazione,
piuttosto rappresenta il mezzo per compensare la difficoltà determinata dal disturbo e
consentire il dispiegarsi pieno delle altre abilità. Cambia a seconda dell’età e dei bisogni
individuali. Alcuni esempi:
Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri (uno per volta).
Tavola pitagorica - Tabella delle misure, tabelle delle formule –
Calcolatrice - Ausili visivi e tabelle per il calcolo mentale - .
Tabelle per ricordare (tabelle della memoria), in particolare per la
Scuola Primaria
grammatica italiana e le lingue straniere – Grafici, schemi, mappe
concettuali e mentali di ogni tipo – Computer con programmi di
videoscrittura con correttore ortografico e/o sintesi vocale, commisurati
al singolo caso.
Utilizzo di mappe concettuali e mentali, schemi, grafici e tabelle per lo
studio e in fase di verifica (orale e scritta) - Dizionari digitali per la lingua
italiana, straniera da usare con il PC -Software per la creazione di mappe
e tabelle - Software per la matematica – traduttori – calcolatrice –
formulari - uso del PC per la stesura dei testi, la lettura per mezzo di
Scuola Secondaria sintesi vocale, la creazione di mappe concettuali e l’uso di power point
come ausilio all’esposizione orale –
MISURE DISPENSATIVE
I D.S.A., non consentendo appieno il raggiungimento dell’automatismo, determinano
maggiore lentezza e fatica nello svolgimento delle prove e nello studio in generale. Può essere
importante, di conseguenza, dispensare lo studente da alcune tipologie di compito.
Alcuni esempi:
L’insegnante deve evitare di chiedere:
lettura a voce alta a meno che lo studente non ne faccia richiesta –
eccessiva memorizzazione dei termini (in particolare se astratti) – rispetto
dei tempi standard (tempi maggiori per l’espletamento delle prove, o
meglio, tempi ottimizzati, con meno esercizi per ogni tipologia).
Può essere importante concordare con lo studente e la famiglia le
Scuola Primaria
modalità di svolgimento dei compiti a casa e intervenire relativamente
Scuola Secondaria alla quantità di compiti e non alla qualità degli stessi.
Per la valutazione degli apprendimenti in lingua inglese si può valutare di
dispensare dalla prova scritta, prevedendo una prova orale analoga.
Va precisato che non può essere concessa dispensa da nessuna disciplina
curricolare.
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VERIFICHE E VALUTAZIONI
Misure dispensative e strumenti compensativi sono garantiti anche per le verifiche
ai fini della valutazione periodica, annuale e per quella relativa alle prove d’esame; il
loro utilizzo non penalizza la valutazione. La prestazione orale va privilegiata e
considerata anche come compensativa della prestazione scritta.
Nei casi di studenti in situazioni di forte disagio, il PDP può presentare
caratteristiche di differenziazione anche consistente dal percorso regolare ed ha
carattere di temporaneità. Si configura infatti come intervento specifico e limitato al
periodo strettamente necessario a superare la situazione di svantaggio. Non sono
previste modalità differenziate di valutazione finale. È opportuno prevedere azioni
che consentano il rientro al percorso regolare.
Sarà stabilito un calendario di incontri periodici con la famiglia in orario di
ricevimento e in occasione dei consigli di classe ma anche, se necessario, in forme
individuali di incontro.
Le segnalazioni potranno avvenire, naturalmente, anche in corso d'anno qualora se
ne presenti la necessità.
A supporto delle proprie osservazioni gli insegnanti hanno a disposizione una scheda
di rilevazione. La scheda va firmata da tutti i docenti che compongono il consiglio di
classe a testimonianza della condivisione su quanto osservato.
Nel caso di alunni privi di diagnosi, ma la cui performance apprenditiva lasci
sospettare la presenza di DSA, la scuola, attraverso il coordinatore di classe, ne darà
comunicazione alla famiglia che potrà procedere ad indagini specialistiche di
conferma.
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Tante mani…una scuola!
Tutte le misure adottate dalla scuola vanno scritte nel
Tutta la documentazione: scheda di rilevazione, PDP, interventi, percorsi, verifiche e
incontri con esperti ed operatori saranno tutti documentati e raccolti nel fascicolo
personale riservato dell'alunno.
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(P.A.I.)
Il piano per migliorare il grado di inclusività nel nostro istituto
 è lo strumento per un progetto di inclusione;
 è lo sfondo per una didattica attenta ai bisogni educativi degli alunni;
 è basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su
obiettivi di miglioramento che sono da perseguire .
PUNTI DI CRITICITA’
L’ ’inclusione è un processo che, come tutti i processi, riscontra punti di criticità e
punti di forza.
Tra i punti di criticità vi sono:
 classi numerose;
 mancanza di ore di compresenza;
 ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità;
 ridotte forme di sostegno/collaborazione da parte dei Servizi Sociali territoriali
rivolte alle famiglie con gravi problemi socio-economici;
 mancanza di percorsi specifici di formazione e aggiornamento dell’insegnante;
 ridotto numero di docenti preparati per l’impiego di tecnologie digitali utili quali
strumenti compensativi;
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Tante mani…una scuola!
 situazioni di tensione fra i genitori delle classi frequentate da alunni con BES che
non accettano la presenza di alunni disturbanti e/o a rischio;
impossibilità di rilevare dalla documentazione degli alunni neo-iscritti, dati e
informazioni sulla presenza di BES per l’anno scolastico successivo;
carenza di spazi per le attività individualizzate di insegnamento;
mancanza di collaborazione, a volte, fra scuole dello stesso ordine, oltre alle
difficoltà di “comunicazione” fra scuole di ordine diverso, per garantire la continuità
nel passaggio dell’alunno disabile, DSA o BES da un ordine di scuola all’altro.
PUNTI DI FORZA
- D.S.
- docenti
- docenti di sostegno
- LIM
- assistenti alla comunicazione
- A.E.C.
- aule multimediali
- palestre.
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Tante mani…una scuola!
IL PROTOCOLLO INTENDE:





rafforzare la funzione culturale, sociale e civile della scuola nell'azione
educativa alle pari opportunità;
sostenere i diritti degli tutti alunni nel rispetto delle normative vigenti e
nell'attuazione delle politiche sociali e dell'inclusione;
creare opportunità di incontro tra scuola e la famiglia in contesti di
apprendimento e di relazione consapevole;
favorire forme concrete di partecipazione progettuale ed operativa da parte
di tutti i soggetti appartenenti alla realtà sociale vicina ai soggetti con
difficoltà;
favorire occasioni di incontro, scambio e diffusione di buone prassi tra i
professionisti delle scuole ottimizzando le risorse.

Riferimenti Legislativi
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Legge 517/77
Legge 53/2003
Legge 170/2010
D.M. 27 dicembre 2012
C.M. N°8 del 6 marzo 2013
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.
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Tante mani…una scuola!
CONSIGLI DALLA RETE
(Risorse didattiche sul web)
E NON SOLO…!!
Non dimentichiamoci la rete, ricca fonte di materiale su numerosi siti e forum per scambio,
condivisione di buone pratiche di insegnamento, confronto tra insegnanti e tutti coloro che si
occupano del benessere e della formazione dei nostri bambini, futuri cittadini del domani!
Siti utili
http://www.aiditalia.org/
http://www.aidtorino.org/
http://groups.google.com / group / libro di scuola (materiale per ogni disciplina scolastica)
http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=535
http://dislessia-passodopopasso.blogspot.com/
http://www.polovalboite.it/didattica.htm
Dislessia e disturbi dell’apprendimento - RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Per approfondire l’argomento e trovare spunti operativi nella didattica quotidiana:
 Anolli L.(a cura di) Psicologia della comunicazione. Ed. Il Mulino, 2002
 Ashman F., Conway R.N.F., Guida alla didattica metacognitiva, Ed. Erickson
 Associazione Italiana Dislessia (a cura di), Le poesie che non so leggere. Ed. Fratelli Frilli
Editori, 2002 (farne richiesta direttamente all’A.I.D.).
 Bargero M.L., "Concetti e mappe: una nuova didattica", RES,n.7, 1994, Elemond, Milano
 Bertocchi D., La lettura. Ed. Milella, 1983
 Biancardi A. Quando un bambino non sa leggere. Ed. Rizzoli, 1999.
 Biancardi A., Mariani E., Pieretti M., La discalculia evolutiva. Ed. Franco Angeli, 2003
 Boscolo P., Psicologia dell’apprendimento scolastico. Ed. UTET Libreria
 Buzan T. e B., "Mappe mentali", NLP Italia, Milano, 2003
 Calvani (a cura di), Multimedialità nella scuola. Ed. Garamond, 1996
 Calvani A., Dal libro stampato al manuale multimediale. Computer e formazione. Ed. La
Nuova Italia, 1990
 Canevaro A., e altri, Potenziali individuali di apprendimento Firenze, La nuova Italia.
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Cornoldi C. (a cura di), I disturbi dell' apprendimento. Ed. Il Mulino, 1991
Cornoldi C. Le difficoltà di apprendimento a scuola. Ed. Il Mulino
Cornoldi C., De Beni R., Imparare a studiare. Strategie, stili cognitivi e atteggiamenti nello
studio. Ed. Erickson, 1993
Cornoldi C., Fattori, Ramanzini, Gruppo M.T., Prove per l’esame della motivazione
all’apprendimento e alla lettura dalla 1^ elementare alla scuola superiore. Organizzazioni
Speciali, Firenze
Ferraboschi L., Meini N., Produzione del testo scritto (2 livelli), Ed. Erickson Ferraboschi L.,
Meini N., Recupero in ortografia, Ed. Erickson
Gainotti G., Struttura e patologia del linguaggio. Ed Il Mulino,1993
Lavinio C., Teoria e didattica dei testi. Ed. La Nuova Italia, 1990
Logorio B., Come si insegna, come si apprende. Ed. Carocci
Mammarella N., Cornoldi C., Pazzaglia F., Psicologia dell’apprendimento multimediale, Elearning e nuove tecnologie. Ed. Il Mulino
Masoni M. V., Studiare bene senza averne voglia. Ed. Erickson, 2001
Merini C., I problemi della lettura. Ed. Bollati Boringhieri, 1991
Mucchielli R., Bourcier A., La dislessia. Ed. Nuova Italia
P.E. Tressoldi e C. Vio (a cura di), Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico. Ed
Erickson, 1998
Peroni M., Staffa N., Grandi L., Berton M., (a cura di) Coop. Anastasis e Associazione
Italiana Dislessia, Guida agli ausili informatici, DISLESSIA - Come utilizzare al meglio le
nuove tecnologie con i Disturbi Specifici dell'Apprendimento
Plessi P., Insegnare a studiare. Ed. De Agostini, 1996
Pontecorvo (a cura di), I contesti sociali dell’apprendimento. LED Edizioni Universitarie di
Lettere Economia diritto, 1995
Sabbadini L., Ossella T., Educazione al linguaggio. Ed. Franco Angeli
Sartori G. La lettura. Processi normali e dislessia. Ed. Il Mulino, 1984
Scarpe D., Muller S., Abilità di studio. Ed. Erickson
Scataglini C., Giustizi A., Adattamento dei libri di testo. Ed. Erickson
Stella G. (a cura di), La dislessia: aspetti clinici, psicologici e riabilitativi. Ed. F. Angeli, 1996
Stella G. (a cura di), La dislessia: aspetti cognitivi e psicologici: diagnosi precoce e
riabilitazione. Ed. Franco Angeli, 2003
Stella G., Di Blasi F., Giorgetti W., Savelli E., La valutazione della dislessia. Ed. Città Aperta,
2003
Stella G., Dislessia. Ed. Il Mulino, 2004
Stella G., Gallo D., Dislessia, scelte scolastiche e formative. Ed. Omega (farne richiesta
all’AID)
Stella G., In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento. Ed. Fabbri Editori,
Milano, 2001 (farne richiesta direttamente all’AID)
Stella G., Storie di dislessia. Bambini di oggi e di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana.
Ed. Libri Liberi, 2002 (farne richiesta direttamente all’AID).
“La dislessia raccontata agli insegnanti” 1 - Come riconoscerla Cosa fare in classe – AAVV,
Firenze Ed. Libri liberi 2002.
“La dislessia raccontata agli insegnanti” 2 – Prima elementare: prove di ingresso e proposte
di lavoro - AAVV, Firenze Ed. Libri liberi 2003 .
“Dislessia”- Lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria – AAVV, Firenze Ed.
Libri liberi 2006.
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“Leggere prima di leggere” N. Galvan – G. Andreatta presentazione P. Boscolo, Firenze Ed.
Libri liberi 2006.
“Uno, due, dui… Una didattica per la discalculia” N. Galvan- A. Biancardi, Firenze Ed. Libri
liberi 2007.
“Dislessia strumenti compensativi” AAVV, presentazione G. Stella Firenze Ed. Libri liberi
2004 .
“Dislessia strumenti compensativi per la lingua inglese” P. Kvilekval – E. Rialti, Firenze Ed.
Libri liberi 2010
“DSA e SCUOLA DELL’INFANZIA” quaderno operativo R. Centra, Firenze Ed Giunti Scuola
2011
“LA DISLESSIA e i DSA” conoscere per intervenire G. Stella – L. Grandi, Firenze Ed. Giunti
Scuola 2011
“Numeri e calcolo” Lo sviluppo delle competenze aritmetiche e la discalculia evolutiva B.
Butterworth, Trento Ed. Erikson 2011
“LA DISCALCULIA e LE DIFFICOLTA’ in aritmetica” D. Lucangeli, Firenze Ed. Giunti Scuola
2012
“Come fare per GESTIRE la CLASSE nella pratica didattica” L. D’Alonzo, Firenze Ed. Giunti
Scuola 2012
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Tante mani…una scuola!
TESTI CONSULTATI PER LO SCREENING
PRCR-2/2009 Prove di Prerequisito per la Diagnosi delle Difficoltà di Lettura e Scrittura Gruppo MT
ed. Giunti Organizzazioni Speciali, Firenze 2009
Test AC-MT 6-11 / 11-14 Test di valutazione delle abilità di calcolo e soluzione di problemi - Cesare
Cornoldi, Daniela Lucangeli, Monica Bellina- Ed. Erikson Trento 2012
BVSCO Batteria per la valutazione della Scrittura e della Competenza Ortografica nella Scuola
dell'Obbligo - Patrizio E. Tressoldi e Cesare Cornoldi - ed. Giunti Organizzazioni Speciali, Firenze
2000.
SR 4-5 (school readiness) PROVE PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE ABILITA’ DI BASE NEL PASSAGGIO
DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA PRIMARIA - M. Assunta Zanetti, Daniela Miazza - ed.
Erickson
VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ DI SCRITTURA – collana diretta da Dario Ianes – P. Giovanardi Rossi e
T. Malaguti – 1 marzo 2003.
Le funzioni area 4 (BES/DSA)
Nunziata Anna – Simeoni Daniela
Il Dirigente scolastico
Approvato in Collegio dei docenti il 09/10/2014
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