Beretta, Adriana, La ragione di Antigone, 1992, olio su tela
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Beretta, Adriana, La ragione di Antigone, 1992, olio su tela
Beretta, Adriana, La ragione di Antigone, 1992, olio su tela, 280 cm (diametro complessivo Bearbeitungstiefe Name Beretta, Adriana Lebensdaten * 10.3.1950 Brissago Bürgerort Brissago (TI) Staatszugehörigkeit CH Vitazeile Pittrice. Disegno, pittura e installazione. Lavori astratti in tecnica mista. Vive e lavora a Bellinzona Tätigkeitsbereiche pittura, disegno, installazione, fotografia, photo art, collage, computer art, fotografia, illustrazione, arte concettuale, installazione, arte concettuale Lexikonartikel Dopo aver conseguito il diploma alla Scuola magistrale di Locarno, frequenta la Kunstakademie di Monaco (1972-74) e più tardi segue dei corsi al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica, dello Spettacolo) di Bologna. Verso la fine degli anni ’70 sperimenta un lavoro di ascendenza concettuale (installazioni, fotografie), abbandonato attorno al 1980 a favore di una ricerca pittorica tuttora in evoluzione (olio, acrilico, tecnica mista, disegno). Nel 1976 ottiene la borsa federale per le belle arti. Compie numerosi viaggi all’estero, tra cui alcuni importanti soggiorni nei paesi arabi (Marocco, Iran, Iraq), in Thailandia (1991, 1993) e Seite 1/4, http://www.sikart.ch successivamente in Africa: tra il 1998 e il 2002 si reca a intervalli regolari nell’oasi di Iférouane, in Niger, dove vive e lavora in stretto contatto con la popolazione e la cultura tuareg. Dal 1984 espone in gallerie musei e gallerie in Svizzera; partecipa a esposizioni in Germania, Russia, Polonia e Italia. Di particolare rilievo le mostre personali al Museo cantonale d’arte di Lugano (1992, 2002) e al Museo d’arte di Mendrisio (2005). Durante gli anni ’80 Adriana Beretta vaglia l’idioma geometrico partendo da un’astrazione a tendenza lirica con vaghi echi figurativi, approdando nella seconda metà del decennio a geometrie più essenziali. Fino al 1985-86 giustapposizioni radenti e velate intersezioni di sagome regolari (triangolo, cerchio, quadrilatero) o strutture rettilinee (barre, angoli, T), in tonalità non pure determinano la tensione dinamica. Le stratificate trasparenze che lasciano intravedere tracce opache di forme sedimentate tra i veli di pittura vogliono mediare una profondità intesa come spazio della memoria. Nel 1988-89 la purificazione formale semplifica la sintassi geometrica, acuisce i profili e raffredda la vibrazione emotiva: un numero ridotto di figure (ritagli angolari, moduli uniformi e pulsanti) è ancorato in un campo monocromo. La produzione di questi anni, di piccolo e medio formato, evocante la pittura di Helmut Federle, porta a risalto un tratto distintivo e latente sin dall’inizio del decennio: la concezione dell’opera come lavoro pluriarticolato (dapprima trittici, in seguito serie costituite da unità molteplici), che elude l’autonomia in sé conchiusa del singolo quadro a favore della frammentazione e dell’addizione di più entità. Negli anni ’90 due aspetti complementari introducono una svolta: l’approfondimento della nozione di dettaglio relazionato a una continuità potenzialmente illimitata, e la sostituzione della forma geometrica con un segno astratto e iterato. Le opere, talora di ampie dimensioni e su supporti diversi (carta, piombo, tela), costituite da un numero elevato di pezzi giustapposti oppure sparsi sulla parete – o parzialmente impilati come nei Percorsi del 1991 –, richiedono una lettura diacronica che rileva le singole componenti come elementi di punteggiatura di un «testo» discontinuo. Il segno che modula queste «scritture», ripetuto su un fondo monocromo, risponde dapprima a una tipologia elementare (T rovesciata, X, cerchi concentrici), singolativa oppure combinata in configurazioni multiple; poi è un paziente ghirigoro ripetuto in lunghe catene verticali o orizzontali. Più recentemente si è affermata la parentesi tonda, sola o appaiata oppure moltiplicata in una fitta trama programmata con il computer. Il motivo della grata caratterizza la Seite 2/4, http://www.sikart.ch produzione degli ultimi anni: ispirata a stilemi tipici dell’architettura araba, la grata è utilizzata come una sorta di filtro che media la visione del mondo. Simile a una tessitura, imbastisce indirettamente un discorso interiorizzato, depurato della gravità dell’affermazione, fatto di momenti transitori, di piccoli frammenti e scarti. Opere: Bellinzona, Collezione Credit Suisse; Bellinzona, sede della Società svizzera impresari costruttori; Chiasso, Collezione Credit Suisse; Chiasso, Collezione Unione di banche svizzere; Lugano, Fondo comunale Carlo Cotti; Lugano, Museo cantonale d’arte; Winterthur, Swisscom Hochhaus; Zurigo-Altstätten, sede principale di IBM Svizzera. Maddalena Disch, 2006 Literaturauswahl - Matteo Terzaghi: «Ottantotto rose al cimtero. A colloquio con Adriana Beretta». In: Arte + Architettura in Svizzera, 61, 2010, 3, pp. 42-44 - Tommaso Trini: «Il corpo del concetto». In: Il superamento delle avanguardie, 1953-2003. Lugano, Museo civico di belle arti, 2004-05. A cura di Rudy Chiappini. Bellinzona: Salvioni, 2004 (Arte in Ticino 18032003 4) - Monte Verità. Landschaft, Kunst, Geschichte. Hrsg. von Hans-Caspar Bodmer, Ottmar Holdenrieder und Klaus Seeland. Frauenfeld, Stuttgart, Wien: Huber, 2000 - Adriana Beretta. Installazioni e tele '90-'92. Lugano, Museo cantonale d'arte, 1992-93. [Testi:] Marco Franciolli, Eleonora Fiorani. Lugano, 1992 [italiano, inglese] - Tiziano Dabbeni: «Adriana Beretta». In: Temporale. Rivista d'arte e di cultura, III, 1986, 9. pp. 14-15 Nachschlagewerke - Biografisches Lexikon der Schweizer Kunst. Dictionnaire biographique de l'art suisse. Dizionario biografico dell'arte svizzera. Hrsg.: Schweizerisches Institut für Kunstwissenschaft, Zürich und Lausanne; Leitung: Karl Jost. Zürich: Neue Zürcher Zeitung, 1998, 2 Bde. - Künstlerverzeichnis der Schweiz. Unter Einschluss des Fürstentums Liechtenstein. Répertoire des artistes suisses, la Principauté du Liechtenstein incluse. Dizionario degli artisti svizzeri, incluso il Principato di Liechtenstein. 1980-1990. Hrsg.: Schweizerisches Institut für Kunstwissenschaft, Zürich und Lausanne; Leitung: Karl Jost. Frauenfeld: Huber, 1991 Seite 3/4, http://www.sikart.ch Direktlink http://www.sikart.ch/KuenstlerInnen.aspx?id=4003209&lng=de Normdaten GND 123184746 | Deutsche Biographie Letzte Änderung 05.08.2015 Disclaimer Alle von SIKART angebotenen Inhalte stehen für den persönlichen Eigengebrauch und die wissenschaftliche Verwendung zur Verfügung. Copyright Das Copyright für den redaktionellen Teil, die Daten und die Datenbank von SIKART liegt allein beim Herausgeber (SIK-ISEA). Eine Vervielfältigung oder Verwendung von Dateien oder deren Bestandteilen in anderen elektronischen oder gedruckten Publikationen ist ohne ausdrückliche Zustimmung von SIK-ISEA nicht gestattet. Empfohlene Zitierweise AutorIn: Titel [Datum der Publikation], Quellenangabe, <URL>, Datum des Zugriffs. Beispiel: Oskar Bätschmann: Hodler, Ferdinand [2008, 2011], in: SIKART Lexikon zur Kunst in der Schweiz, http://www.sikart.ch/kuenstlerinnen.aspx?id=4000055, Zugriff vom 13.9.2012. Seite 4/4, http://www.sikart.ch