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Orselina
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2012
www.pro-orselina.ch
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PROGRAMMA MANIFESTAZIONI 2012
alle pagine 18-19
6IA "UONAMANO \ !SCONA
4EL \ LACARTOLERIACH
Sommario/Inhalt
Madonna del Sasso
2-9
2-5
Il restauro ridona luminosità e splendore
Die Wallfahrtsstätte findet zu Helligkeit
und Glanz zurück
6-7
9
I progetti futuri dell’Associazione
Die zukünftigen Projekte der Vereinigung
14-15
Lago Maggiore Express
Zwischen Tälern und See
11-13
Un’oasi internazionale in collina
Eine internationale Oase in Locarno-Monti
14-15
La via alta in Vallemaggia
Wanderung auf der Via Alta Vallemaggia
21-23
Gli Acrobati di Remo Rossi nel Parco
Ein Werk des Locarneser Bildhauers
25
26-27
La cappella della famiglia Patocchi
Warum steht die Vanoni-Kapelle gerade dort?
21-23
26-27
18-19
Da eremo a Sacro Monte
Von der Einsiedelei zum heiligen Berg
C’era una volta il Ristorante Mirasole
Es war einmal das Restaurant Mirasole
29
La villa Mignon della Clinica Varini
Gebäude des frühen 20. Jahrhunderts
31
“Grazie” - un disco di solidarietà
CD für einen guten Zweck
33
Brione s/Minusio: foto del passato
Bilder der Vergangenheit
35
www.pro-orselina.ch
[email protected]
Pro Orselina CH-6644 Orselina
Manifestazioni al
Parco di Orselina
Veranstaltungen
im Park von Orselina
Programma 2012
Programm 2012
Editore: Pro Orselina
Comitato Pro Orselina: Marco Garbani Nerini (presidente), René Schürpf (vice presidente),
Claudio Lanini (cassiere), Christa Kremmel (segretaria), Françoise Pohl, Aldo Torriani
Comitato di redazione: Carlo Branca, Gianni Caminada, Marco Garbani Nerini, Ramona
Cristina (sito internet)
Pubblicità: Christa Kremmel, Marco Sasselli, René Schürpf
Traduzioni: Carlo Weder
Foto: Garbani, Locarno
Impaginazione: Rezzonico Editore, Locarno
Editing: Enrica Gazzaroli
Stampa: Rezzonico Print SA, Locarno
ORSELINA 2012 1
di/von DAVIDE MARTINONI
Madonna
da eremo
a Sacro Monte
A sinistra/Links: Frà Agostino
Sotto: altare ligneo della Pietà, (chiostro Convento)
Unten: Holzaltar der Pietà (Kreuzgang des Klosters)
D
a eremo a Sacro Monte
’atipico’, almeno per chi –
la stragrande maggioranza dei visitatori, siano essi pellegrini oppure turisti – lo affronta
giungendo dall’alto. L’eterno dilemma riguardante il carattere
del complesso della Madonna del
Sasso torna d’attualità con l’importante restauro parzialmente
terminato. Un restauro che potrebbe (dovrebbe) permettere di
rafforzare ulteriormente la seconda ipotesi: “Una soluzione
cui si è giunti gradatamente attraverso il naturale sviluppo del
luogo che v’è stato nel tempo“.
Sviluppo ulteriore che ora è lecito attendersi dal punto di vista
del turismo, religioso e non.
Frate Agostino, guardiano della
Madonna del Sasso, ci riceve nell’essenziale sala riunioni della parte abitata dell’agglomerato religioso. Là dove per definizione ci
si aspetta regni il silenzio, gli unici suoni provengono da una gabbietta in cui svolazzano tre canarini. Frate Agostino si pone dunque la domanda e immediatamente si dà una risposta. “La Madonna del Sasso dev’essere dunque considerato a tutti gli effetti
un Sacro Monte? Di certo, nel corso dei secoli l’evoluzione è avvenuta in questa direzione. C’è da
chiedersi se il cammino da eremo
a Sacro Monte sia partito da
un’intuizione dell’iniziatore, fra’
Bartolomeo da Ivrea”.
Il ’concetto’ di Sacro Monte nasce
in Europa verso la fine del ‘400,
quando fra’ Bernardino Caimi torna nel Vecchio Continente dopo
un’esperienza in Terra Santa. “La
sua idea era creare da noi dei luoghi che riproducessero le caratteristiche dei territori mistici da lui
visitati, per evitare ai fedeli di imbarcarsi in un viaggio considerato a quei tempi particolarmente
infido. Un primo passo venne
compiuto a Varallo Sesia, dove fu
realizzato un complesso architettonico e scultoreo di grande rilevanza, con 40 cappelle di eccezionale fattura e grande impatto,
che illustrano e ripercorrono tutti
i momenti più significativi della vita del Signore”.
È lo stesso periodo in cui frate
Bartolomeo da Ivrea arriva al
Sasso per condurre – in parte in
una grotta situata sotto l’edicola di Santa Maria Avvocata – una
vita eremitica, suggeritagli in
particolare dall’apparizione della Vergine, avvenuta nel 1480.
“È ipotizzabile che lo stesso Bartolomeo abbia avuto notizia delle intenzioni di Bernardino Caimi e sia così nata in lui una sorta di intuizione che lo ha portato a procedere verso la creazione di un Sacro Monte – spiega
Agostino. Gli storici sostengono
infatti che il primo passo verso
l’obiettivo potrebbe essere stato la costruzione, ai piedi del
Sasso, di quella chiesetta dell’Annunciazione che rappresenta l’inizio del racconto della storia della Redenzione”.
Fu però nel ‘600 che il luogo venne sviluppato secondo le caratteristiche del Sacro Monte, ovverosia tramite l’edificazione di
cappelle che ripercorrono le tappe della vita del Signore. “Dietro
quella dell’Annunciazione ne
venne infatti realizzata un’altra
sulla Visitazione. Poi, salendo verso il Santuario, un’altra ancora legata al Natale; e così via, fino alla
cappella culminante, dedicata all’Ascensione”.
Un Sacro Monte
caratterizzatosi
fin dal ’600,
che aspira ora
a rafforzare
il suo ruolo
nel novero di
quelli classici
come Ghiffa,
Domodossola
o Varese
Di esse, nota il nostro interlocutore,
una è andata persa: è quella riguardante la Crocifissione, che si trovava all’altezza dell’attuale Ristorante
Funicolare. Un Sacro Monte cresciuto e caratterizzatosi nel corso
dei secoli, dunque, che aspira ora
a rafforzare il suo ruolo nel novero di quelli classici come Ghiffa,
Domodossola o Varese, dai quali
per altro si distingue grazie al suo
impianto a doppia via. Quella lungo la valle racconta la vita terrena
del Signore; mentre la Via Crucis,
composta dalle 14 cappelle tradizionali, descrive le ultime ore della stessa. Un aspetto significativo di
carattere squisitamente logistico è
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Zona Industriale 2 - Via Mappo 11 - CH-6598 Tenero - Tel. 091 730 91 00
2 ORSELINA 2012
elettricità
bronz
del Sasso
von der Einsiedelei
zum heiligen Berg
A sinistra/Links: cappella Via Crucis
Sotto: Chiesa dell’Assunta, volta del presbiterio
Unten: Kirche Mariä Himmelfahrt, Gewölbe des Presbyteriums
V
on der Einsiedelei zum untypischen Sacro Monte, wenigstens für jene – es ist die
grosse Mehrheit der Besucher, ob
Pilger oder Touristen – die ihn von
oben angehen. Das ewige Dilemma bezüglich der gesamten Eigenheit der Madonna del Sasso ist
wieder aktuell geworden mit der
wichtigen, teilweise beendeten
Restaurierung. Eine Restaurierung,
die es erlauben sollte (müsste), die
zweite Hypothese weiter zu verstärken: “Eine Lösung, zu der man
stufenweise gelangt aufgrund der
natürlichen Entwicklung des Ortes
wie er einmal war. Eine weitere Zunahme darf man erwarten aus der
Sicht des Tourismus, ob religiös
oder nicht. Frate Agostino, der
Wächter der Madonna del Sasso,
empfängt uns im wichtigen Sitzungssaal im bewohnten Teil des religiösen Agglomerats. Dort wo
man vom Begriff her erwartet, dass
Schweigen herrscht.
Die einzigen Geräusche kommen
aus einem Käfig, in dem drei Kanarienvögel umherflattern. Frate
Agostino stellt sich der Frage und
gibt sofort eine Antwort. “Die Madonna del Sasso muss also in jeder
Beziehung als ein Sacro Monte betrachtet werden? Gewiss, im Laufe der Jahrhunderte ging die Entwicklung in diese Richtung. Man
muss sich fragen, ob der Weg von
der Einsiedelei zum Sacro Monte
von einem Geistesblitz des Gründers Fra Bartolomeo da Ivrea ausgegangen ist”.
Das Konzept des Sacro Monte ist
gegen Ende des 15. Jahrhunderts in
Europa entstanden, als Bernardino
Caimi in den Alten Kontinent zurückkehrte nach einer Erfahrung im
Heiligen Land. “Es war seine Idee,
auch bei uns Orte zu schaffen, die
den Merkmalen der mystischen
Landschaften entsprechen, die er
besucht hat, um zu verhindern,
dass sich die Gläubigen auf eine
Schiffsreise begeben müssen, die
damals als besonders gefährlich
galt. Ein erster Schritt erfolgte in Varallo Sesia, wo ein Komplex der Architektur und Skulptur von grosser
Relevanz errichtet wurde, mit 40
eindrucksvollen Kapellen von aussergewöhnlicher Machart. Sie veranschaulichen alle bedeutenden
Momente im Leben des Herrn”.
In der gleichen Zeitspanne kam Frate Bartolomeo von Ivrea auf den
Sasso, um dort ein Einsiedlerleben
zu führen, teilweise in einer Höhle.
Zu diesem Verhalten wurde er in erster Linie angeregt durch die Erscheinung der Jungfrau Maria im
Jahr 1480”. Es ist zu vermuten, dass
Bartolomeo Kenntnis der Absichten
von Bernardino Caimi erhielt und
dadurch eine Art Intuition hervorging, einen Sacro Monte zu errichten, erklärt Agostino. Die Historiker sind in der Tat der Meinung,
dass der erste Schritt zu diesem Ziel
jenes Kirchlein Maria Verkündigung
am Fuss des Sasso gewesen sein
könnte, das den ersten Teil der Geschichte der Erlösung darstellt”.
Es war jedoch im 17. Jahrhundert,
als der Ort nach den Charakteristiken eines Sacro Monte errichtet
wurde, das heisst durch den Bau
von Kapellen, die Phasen aus dem
Leben Jesu darstellen. “Nach derjenigen der Verkündigung wurde tatsächlich eine über die Erscheinung,
dann am Weg der zum Sanktuarium hinauf führt zum Thema
Weihnachten gebaut usw. Bis zur
höchstgelegenen Kapelle, die der
Auferstehung gewidmet ist”.
Wie unser Gesprächspartner erläutert, ist eine von diesen Kapellen
Ein Sacro Monte,
der seit dem 17. Jht
seine Merkmale
entwickelt hat
und nun hofft,
seine Rolle im Kreis
der klassischen
Heiligen Berge wie
Ghiffa, Varese,
oder Domodossola
zu spielen
verlorengegangen, diejenige der
Kreuzigung, die sich auf der Höhe
des jetzigen Ristorante Funicolare
befand. Also ein Sacro Monte, der
im Laufe der Jahrhunderte gewachsen ist und seine Charakteristiken entwickelt hat. Nun hofft
er, sich in den Kreis der klassischen Heiligen Berge wie Ghiffa,
Domodossola oder Varese einzufügen, von denen er sich übrigens
dank seiner doppelseitigen Anlage unterscheidet. Diejenige längs
des Tales erzählt die Lebensgeschichte des Herrn, während die
Via Crucis mit 14 traditionellen
Kapellen sich auf die letzten Stunden vor dem Tod beschränkt. Ein
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ORSELINA 2012 3
Aperto/Geöffnet:
da mercoledì a domenica/Mittwoch bis Sonntag:
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Immettersi nella rete
dei sacri monti
lombardi e piemontesi
significherebbe
parificare Orselina
a realtà importanti,
pur mantenendo
una forte connotazione
religiosa
Sich einzufügen
in das Netz der Sacri Monti
der Lombardei und des
Piemonts würde bedeuten,
Orselina interessanten
Wirklichkeiten gleichzusetzen,
aber auch eine starke
religiöse Bedeutung
beibehalten haben
A sinistra: cappella della Resurrezione
Chiesa dell’Assunta: campata della
navata centrale (foto centrale), bussola
dell’entrata principale (foto sopra)
Links: Kapelle der Auferstehung
Kirche Maria Himmelfahrt: Lichte Weite
des Mittelschiffs (in der Mitte), Innere
Türe des Haupteingangs (oben)
quello, già citato, legato all’accesso atipico al Sacro Monte. “La
modernità ha determinato la realizzazione di alcune infrastrutture (strade, la stessa funicolare) a
monte rispetto al complesso, ragione per cui la maggior parte
dei visitatori vi giunge affacciandosi sulla Madonna del Sasso
piuttosto che affrontandola, come si converrebbe, dal basso,
passando in rassegna le cappelle che accompagnano il cammino della salita – rileva frate Agostino. In questo modo, se vogliamo, si stravolge un po’ il senso
del Sacro Monte, in quanto l’effigie della Madonna diventa
quasi esclusiva e travalica un po’
il suo ruolo naturale”.
L’obiettivo è insomma compiere un’ulteriore tappa storica in
questa direzione. Quella precedente, senz’altro significativa, ri-
sale agli anni ‘80 del secolo scorso, in occasione del restauro
Snozzi, con il quale si è cercato
di rivalutare il luogo proprio come Sacro Monte piuttosto che
come luogo Mariano. Immettersi nella rete dei Sacri Monti italiani situati soprattutto in Piemonte
(una decina) e in Lombardia (un
paio) “sinificherebbe in qualche
modo parificare Orselina a realtà
importanti assurte a veri e propri
parchi nazionali, e come tali gestiti, pur mantenendo una forte
connotazione religiosa – conclude frate Agostino. Prima della
chiusura per i lavori di restauro
potevamo contare su una cinquantina di gruppi di pellegrini
l’anno, oltre alle visite singole.
Rafforzare questi caratteri è fra gli
scopi strategici indicati dall’Associazione Pro Restauro, anche in vista di Expo Milano 2015”.
Il potenziale turistico
Un enorme potenziale turistico, “ma senza voler svilire la spiritualità del luogo”.
Fabio Bonetti, direttore dell’Ente Turistico
Lago Maggiore (ETLM), dà prova di entusiasmo e di grande rispetto. Entusiasmo
per gli scenari che la Madonna del Sasso
restaurata promette dal punto di vista dell’indotto turistico. Rispetto per la religiosità che è il cuore pulsante di questo luogo, e che “non può essere ovviamente
mercificata e basta”. Premessa doverosa, ma i fatti dicono due cose: che l’ETLM
è entrato, con lo stesso Bonetti, nell’Associazione Pro restauro “affinché vi sia un
salto di qualità nella comunicazione” affidata alla Jannuzzi Smith (che già cura
quella del Festival del Film) a cui è stato
chiesto di ‘svecchiare’ l’immagine del Sa-
bedeutsamer Aspekt, den wir bereits
erwähnt haben, ist rein logistisch und
betrifft den untypischen Zugang auf
den Sacro Monte. “Die Modernität
hat die Verwirklichung einiger Infrastrukturen oberhalb des Sacro Monte erfordert (Strassen Standseilbahn). Aus diesem Grund erreicht
der grössere Teil der Besucher die Madonna del Sasso auf der Höhe, statt
von unten her aufzusteigen, an den
Kapellen vorbei, die den Weg säumen. Wie Frate Agostino bedauernd
erklärt, wird dadurch der Sinn des Sacro Monte ein wenig verfälscht, denn
das Bildnis der Madonna wird fast zu
einer Exklusivität und entfernt sich
von seiner eigentlichen Rolle.
Das Ziel besteht darin, eine weitere
historische Etappe in der gleichen
Richtung zurückzulegen. Die vorherige, ohne Zweifel bedeutsam, geht
auf die Achtzigerjahre des vergangenen Jahrhunderts zurück, anläss-
lich der Snozzi-Restaurierung, die
versucht hat, den Ort wie einen eigentlichen Sacro Monte aufzuwerten und nicht als Stätte der Marienverehrung. Die Einfügung in das
Netz der italienischen Sacri Monti,
vor allem im Piemont (etwa zehn)
und in der Lombardei (ein paar)
“würde irgendwie bedeuten, Orselina gleichzusetzen mit wichtigen
Realitäten, die zu eigentlichen Nationalparken geworden und als solche geführt werden, auch wenn
eine starke religiöse Komponente
erhalten geblieben ist“, sagt Frate Agostino zum Schluss. “Vor dem
Ende der Restaurierung konnten wir
mit etwa fünfzig Pilgergruppen pro
Jahr rechnen, abgesehen von den
einzelnen Besuchern. Die strategischen Ziele der Associazione Pro Restauro anzustreben ist entscheidend, auch im Hinblick auf die Expo
Milano 2015”.
Ein touristisches Potential
cro Monte per renderla più attrattiva. “Come Ente turistico stiamo sondando il mondo del turismo religioso e di quello contemplativo – sostiene Bonetti. Ci sono tour
operator specializzati in visite ai Sacri
Monti e ai luoghi di culto che si rivolgono
a un mercato ampissimo. Secondo i dati
in nostro possesso – prosegue il direttore
– prima del restauro la Madonna del Sasso contava 100-150 mila visitatori l’anno. Si è calcolato che il potenziale futuro
sarà tranquillamente del doppio. La nostra sfida – conclude Bonetti – è generare, su queste basi, dei pernottamenti.
Quindi non visite ‘mordi e fuggi’ di un giorno, ma soggiorni prolungati in cui la visita
al Sacro Monte sia uno degli scopi, ma
non il solo di un soggiorno a Locarno”.
Barde l l i Fe r mo de l l i sm o
lo specialista del modellismo ferroviario
Ein enormes touristisches Potential, “jedoch
ohne die Spiritualität des Ortes erniedrigen
zu wollen”. Fabio Bonetti, Direktor des ’Ente
Turistico Lago Maggiore (ETLM), zeigt Begeisterung und grossen Respekt. Enthusiasmus für die Szenarien, die von der restaurierten Madonna del Sasso aus der Sicht des
touristischen Einkommens zu erwarten sind.
Respekt vor der Religiosität, dem pulsierenden Herzen dieses Ortes, “die offensichtlich
nicht nur vermarktet werden darf”. Eine notwendige Voraussetzung, doch die Tatsachen
sagen zwei Dinge: Die ETML ist mit Bonetti
der Associazione Pro Restauro beigetreten,
“um einen Qualitätssprung zu unternehmen
in Sachen Komunikation, die Jannuzzi Smith
anvertraut wurde (sie betreut schon diejenige des Filmfestivals). Sie wurde gebeten, das
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6644 Orselina
www.fermodellismo.ch
Image des Sacro Monte zu verjüngen, um ihn
attraktiver zu machen. Dazu Bonetti: “Als
Tourismusverein sondieren wir die Welt des
religiösen und kontemplativen Fremdenverkehrs. Es gibt spezialisierte Tour Operator.
Sie besuchen einen Sacro Monte nach dem
andern und die Orte des Kultus, also einen
sehr ausgedehnten Markt. Nach unsern Daten zählte die Madonna del Sasso vor der Restaurierung 100- bis 150 000 Besucher pro
Jahr. Man hat berechnet, dass es in Zukunft
ohne weiteres doppelt so viele sein könnten.
Unsere Herausforderung ist es, auf dieser
Basis Übernachtungen zu ermöglichen. Also nicht eintägige Besuche, sondern längere
Aufenthalte, bei denen die Besichtigung des
Sacro Monte eines, aber nicht das einzige
Ziel eines Aufenthalts in Locarno ist”.
Tel. +41 91 752 25 47
+41 79 247 58 44
Fax +41 91 751 14 63
ORSELINA 2012 5
di/von MICHELA ZUCCONI-PONCINI
I
l complesso monumentale della Madonna del Sasso è il risultato di una
serie di trasformazioni e aggiunte
avvenute nel corso dei secoli attorno al
nucleo originario consacrato nel 1487;
gli interventi più importanti risalgono
al Cinque e Seicento, quando l’impianto originale della chiesa e del convento si sviluppa e sorgono le cappelle dello Spirito Santo e Von Roll. Nei primi
decenni del Seicento si apre la Via Crucis, alla quale all’inizio dell’Ottocento
si aggiungono le cappelle.
Un restauratore
al lavoro nel Santuario
Ein Restaurator an der
Arbeit im Sanktuarium
La chiesa del Santuario
Nell’insieme l’edificio è barocco, ma
non omogeneo; i secoli, i numerosi tinteggi, il fumo delle candele hanno scurito e intristito l’intero edificio. Questa
lunga campagna di restauro ha ridato
luce e splendore alla chiesa attraverso
un minuzioso recupero dei tinteggi e
delle dorature che caratterizzavano la
chiesa seicentesca.
La navata
Tutti gli stucchi che caratterizzano il decoro di questa parte della chiesa sono
stati tinteggiati, una pulizia avrebbe infatti compromesso l’intera opera. Le vele, che scandiscono la navata da e separano quelle laterali dalla navata centrale, hanno recuperato, nel limite del
possibile, i loro fondi originali. Per dare
rilievo agli stucchi si è proceduto a una
lieve integrazione pittorica per segnarne i contorni. Le immagini dei putti raffigurati nei medaglioni sulle volte della
navata centrale ritrovano le loro nudità
originali, che erano state coperte verosimilmente tra Otto e Novecento. In origine i pilastri che ritmavano le navate
erano interamente decorati con figure
di santi e devoti; il restauro del 1883 ne
aveva coperto gran parte con un tinteggio chiaro, lasciando solo alcuni riquadri con le immagini originali.
La zona del presbiterio
L’altare maggiore è stato riposizionato
come era prima del 1980, quindi più
avanti, verso la navata. Ai lati dell’altare, i due coretti laterali sono state richiusi con le porte lignee originali del
primo Novecento. In questa parte della chiesa gli stucchi sono stati semplicemente ripuliti. Particolare interesse
riveste l’intervento sulla volta del presbiterio, dove la pulizia e la doratura
degli angeli, realizzati a stucco che reggono il medaglione centrale, e la pulizia della zona circostante hanno permesso la scoperta del contorno dei vestiti tinteggiati, che danno respiro e volume alle figure, ora risplendententi
come in origine. Il coro, interamente
riedificato nel 1904, è semplicemente
stato ripulito, poiché è accertato che
del decoro originario non resta nulla.
Chiesa dell’Annunziata
Questa graziosa chiesa consacrata nel
1502, in origine accoglieva le spoglie
mortali di Frà Bartolomeo d’Ivrea, fondatore del Sacro Monte, del quale resta parte della lapide sepolcrale con la
sua effige. Entrando nella chiesa restaurata si è colpiti dal decoro in parte
riapparso nel corso della campagna di
restauro appena conclusa. Gran parte
Un meticoloso
restauro ridona
luminosità
e splendore
del decoro era infatti stato coperto nel
1883, durante il rinnovo della chiesa
in stile neogotico. Il puntiglioso lavoro
di scialbo e di pulizia ha permesso la
scoperta di nuovi e importanti affreschi che andranno ad arricchire, non
solo il complesso decorativo di questo
Sacro Monte, ma tutto il patrimonio
decorativo barocco del Cantone.
La navata
Nella parte della navata, a due campate voltate a crociera, sulle pareti laterali sono riapparse diverse opere notevoli. Le nozze di Cana con il miracolo
dell’Acqua e del Vino, stilisticamente
si nota la prospettiva contenuta a fronte di un’architettura monumentale e
imponente; Il matrimonio mistico di
Santa Caterina, Cristo tra i dottori, particolarmente interessante risulta la sinopia che caratterizza le figure dei dottori, a seguito della caduta del colore
originale; Il Martirio di Sant’Erasmo.
Nella zona dell’altare, oltre che la bella Madonna in trono che regge il Bambino con una mano e con l’altra un
libro del 1522 – attribuita al Maestro
della cappella Camuzio ce si trova
nella chiesa degli Angeli di Lugano,
alias Bartolomeo da Ponte Tresa – già
in vista prima del restauro e accanto
alla quale sono emerse alcune figure
di Santi, colpisce un’interessante immagine della Madonna con il Bambino, che per stile dovrebbe essere stata realizzata attorno al 1500, contemporaneamente alla fondazione
dell’edificio stesso.
L’abside
A chiudere il ciclo decorativo scoperto durante i restauri di questa bella
chiesa è la zona dell’abside. Una serie di Sibille e Profeti, verosimilmente realizzati dalla stessa mano che
Bibliografia/Bibliographie:
Virgilio Gilardoni: Monumenti
d’arte e di storia del Cantone
Ticino, vol.1, Basilea, 1979
Dalmazio Ambrosioni:
Orselina. Storia, natura, turismo,
ed. Dadò, Locarno, 2001
ha decorato l’arco di trionfo che separa la zona absidale dalla navata.
Conclusione
Sono questi solo alcuni appunti a margine di un lungo e meticoloso restauro, condotto da ottimi professionisti
sotto la vigilanza degli organi cantonali competenti, che ha comportato un
riordino architettonico di tutto il Sacro
Monte e un’attenta opera conservativa degli apparati decorativi. Una campagna di restauro importante, non solo per l’aspetto conservativo del complesso, ma soprattutto perché inserisce il Santuario della Madonna del Sasso in un contesto storico, culturale e religioso della nostra società moderna.
Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa,
Marco Tanzi: Il rinascimento nelle
terre ticinesi. Da Bramantino a
Bernardino Luini (Catalogo della
mostra / Ausstellungskatalog:
Rancate Pinacoteca cantonale
Giovanni Zust,) Rancate 2010
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6 ORSELINA 2012
Al centro: dettaglio degli angeli in stucco sulla volta del presbiterio nel Santuario
A destra: interno della Chiesa dell'Annunziata con gli affreschi riapparsi durante il restauro
In der Mitte: Detail der Engel aus Stuck im Gewölbe des Presbyteriums im Sanktuarium
Rechts: Das Innere der Kirche Maria Verkündigung mit den Fresken, die bei der Restaurierung wieder sichtbar wurden
deckt. Die gründliche Reinigungsarbeit und die Entkrustung haben
es erlaubt, neue und wichtige Fresken zu entdecken, die nicht nur die
Ausschmückung dieses Sacro
Monte, sondern das ganze Erbe
des 17. Jahrhunderts im Kanton
bereichern werden.
Die Wallfahrtsstätte
findet zu Helligkeit
und Glanz zurück
as monumentale Bauwerk
der Madonna del Sasso ist
das Ergebnis von Umgestaltungen und Zusätzen, die im Laufe
der Jahrhunderte an dem 1487 geweihten religiösen Gebäude angebracht wurden. Die wichtigsten
Eingriffe gehen auf das 16. und das
17. Jahrhundert zurück, als der ursprüngliche Zustand der Kirche
und des Klosters weiter entwickelt
wurden. Die Kapellen des Heiligen
Geistes und Von Roll sind entstanden. 1621 wurde die Via Crucis eröffnet. Diesem Kreuzweg sind Anfang des 19. Jahrhunderts die Kapellen beigefügt worden.
D
Die Kirche
des Sanktuariums
Gesamthaft betrachtet erscheint
das Gebäude dem Barock nahe
stehend, aber nicht homogen.
Die Jahrhunderte, die zahlreichen
Anstriche, der Rauch der Kerzen
haben das ganze Gebäude dunkler und trauriger werden lassen.
Die lange Kampagne der Restaurierung hat der Kirche Licht und
Glanz zurückgegeben durch die
minutiöse Rückgewinnung der
Farben und Vergoldungen, die im
16. Jahrhundert die Kirche geschmückt hatten.
Das Kirchenschiff
Alle Stukkaturen, die den Schmuck
dieses Teils der Kirche ausmachen,
wurden neu gefärbt. Eine Reini-
gung hätte nur das ganze Werk
kompromittiert. Die Gardinen, die
am Kirchenschiff hängen und es
von den Seitenschiffen trennen,
haben ihren ursprünglichen Hintergrund zurückgewonnen, auch
wenn er leicht verblasst ist. Um
den Stukkaturen mehr Relief zu
verleihen, wurde eine leichte
farbliche Ergänzung vorgenommen zur Verdeutlichung der Umrisse. Die Bilder der Putten, die in
den Medaillons an den Gewölben des mittleren Kirchenschiffs
zu sehen sind, haben zu ihrer anfänglichen Nacktheit zurückgefunden, die in der Barockzeit verhüllt worden war! Die Pfeiler der
Kirchenschiffe waren ursprünglich vollumfänglich mit Heiligenfiguren und Votivbildern geschmückt. Die Restaurierung
1883 hatte einen grossen Teil mit
einer hellen Farbe bedeckt und
nur einige Ecken den Originalbildern überlassen. Die andern befanden sich in einem vorgerückten Zustand der Verwahrlosung.
Die jetzige Restaurierung hat nur
zu einer leichten Reinigung der
Pfeiler geführt.
Die Zone des Chorraums
Der Hauptaltar wurde in die Lage
von vor 1980 zurückversetzt, also
weiter nach vorn gegen das Kirchenschiff. Seitlich vom Hauptaltar wurden die Seitenkapellen mit
den ursprünglichen Holztüren ge-
schlossen. Sie erhalten nun natürliches Licht durch die wieder
geöffneten Fenster auf der Rückseite. In diesem Teil der Kirche
wurden die Stukkaturen einfach
gründlich gereinigt. Besonderes
Interesse gebührt dem Eingriff am
Gewölbe des Chorraums, wo die
Reinigung und Vergoldung der
Engel aus Stuck, die das mittlere
Medaillon und sein Umfeld halten, die Entdeckung der Umgebung der gefärbten Kleider ermöglicht, die den Figuren Atem
und Volumen verleihen, sodass
sie wieder glänzen wie zuvor. Der
1883 vollständig erneuerte Chorraum wurde einfach gesäubert,
denn es hat sich gezeigt, dass
vom ursprünglichen Dekor nichts
erhalten geblieben ist.
Kirche Maria
Verkündigung
Das graziöse Kirchlein der ‚Annunziata’ war 1502 geweiht und
dazu bestimmt worden, die sterblichen Reste von Frà Bartolomeo
d’Ivrea, dem Gründer des Sacro
Monte aufzunehmen. Beim Eintritt
in die restaurierte und gründlich
gesäuberte Kirche ist man beeindruckt von der Dekoration, die im
Laufe der eben erst beendeten Restaurierungsarbeiten wieder zum
Vorschein gekommen ist. Ein grosser Teil der Ausschmückung wurde
1883 während der Renovierung der
Kirche im neogotischen Stil zuge-
Das Kirchenschiff
Im Teil des zweibogigen Kirchenschiffs, im Kreuzgewölbe, sind an
den Seitenwänden beachtliche
Werke zum Vorschein gekommen. Die Hochzeit von Kanaan
mit dem Wunder von Wasser und
Wein, stilistisch bemerkt man die
zurückhaltende Perspektive gegenüber einer monumentalen
und eindrucksvollen Bauwerk; Die
mystische Hochzeit der Heiligen
Katharina, Christus unter den Gelehrten, besonders interessant erscheint die Sinopie (in roten Okker-Tönen) als Merkmal der Figuren der Gelehrten, nach dem Zerfall der Originalfarbe; Das Martyrium des Heiligen Erasmus. Im Bereich des Altars, ausser der schönen Madonna auf dem Thron, die
in einer Hand das Jesuskind und
in der andern ein Buch hält aus
dem Jahr 1522, Bernardino Luini
zugeschrieben – charakterisierte
die Ausschmückung der Kirche
vor der Restaurierung und neben
der einige Heiligenfiguren zum
Vorschein gekommen sind, beeindruckt ein interessantes Bild der
Madonna mit Kind, das dem Stil
gemäss etwa um 1500 gemalt
wurde, also zur gleichen Zeit der
Gründung des Bauwerks.
Die Apsis
Der Abschluss des dekorativen
Zyklus, der während der Restaurierung dieses Kirchleins entdeckt
wurde, ist die Zone der Apsis. Eine Reihe von Sibyllen und Propheten, die auf das Ende des 17.
Jahrhunderts zurückgeht und
wahrscheinlich von der gleichen
Hand verwirklicht wurde, die
auch den Triumphbogen dekoriert hat, der die Apsis vom Kirchenschiff trennt.
Schlussfolgerungen
Dies sind nur einige Bemerkungen am Rande einer langen und
gewissenhaften Restaurierung,
die von sehr guten Berufsleuten
durchgeführt wurde, aufmerksam überwacht von den zuständigen Amtsstellen des Kantons.
Sie hat eine architektonische Umgestaltung des ganzen Sacro
Monte bewirkt und eine aufmerksame Erhaltung der dekorativen Elemente. Eine wichtige
Kampagne der Restaurierung,
nicht nur wegen der künstlerischen Erneuerung im Ganzen,
sondern vor allem weil sie darauf
abzielt, das Sanktuarium der Madonna del Sasso in einen historischen, kulturellen und religiösen
Zusammenhang unserer modernen Gesellschaft einzufügen.
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ORSELINA 2012 7
Via Vallemaggia 9 • Locarno
Tel. 091 760 00 40
Fax 091 760 01 90
Via Cantonale • Vira Gambarogno
Tel. 091 795 16 17
Fax 091 795 16 75
[email protected] • www.inelettra.ch
di/von CONSUELO ALLIDI-CAVALLERI
La biblioteca del Convento con
i suoi 14’000 preziosi volumi
Die Klosterbibliothek mit ihren
14’000 wertvollen Büchern
Die zukünftigen
Projekte und Pläne
der Vereinigung
I progetti futuri
dell’Associazione
I
l restauro dell’Eremo e Sacro
Monte e Santuario della Madonna del Sasso di Orselina è quasi
giunto al termine e il 25 marzo
2012 il Santuario viene così riconsegnato alla popolazione e ai suoi
devoti con la celebrazione della dedicazione dell’altare. Dall’inizio dei
lavori l’effigie della Madonna è esposta sotto vetro protettivo in una Cappella, recuperata dagli antichi spazi
del negozietto di articoli votivi, dove
continuano senza interruzione i servizi religiosi dei frati Cappuccini. Prima di riprendere il suo posto nella
Chiesa dell’Assunta la Madonna del
Sasso ripercorrerà le vie del Ticino in
una Peregrinatio Mariae attraverso i
vicariati della Diocesi.
In questi lunghi mesi di lavori, abbiamo visto la Chiesa dell’Assunta incappucciata, circondata da transenne e
ponteggi e priva delle sue campane,
ma a fine estate 2012 tutto il complesso sarà di nuovo accessibile e si
potrà ammirare lo stupefacente risultato dei restauri. Ma il lavoro non è finito per l’Associazione Pro Restauro
del Sacro Monte della Madonna del
Sasso, di cui sono membro di Comitato in rappresentanza del Comune
di Orselina. L’Associazione, che si
prefigge di “far conoscere, valorizzare e sostenere finanziariamente i progetti e i lavori di conservazione e restauro del complesso monumentale
del Santuario della Madonna del Sasso di Orselina”, ha individuato 3 settori di intervento che sono rimasti
“sguarniti” da quelli finanziati dal
Cantone:
• la catalogazione del fondo librario
del Convento, che consta più di
14'000 volumi (opere dal 1400 al
1900) in diverse discipline
• il restauro di suppellettili liturgiche, di quadri e di tele, per la maggior parte ex-voto, per le quali sarà
allestito un prospetto con gli oggetti e i costi di restauro
• la valorizzazione delle strutture del
Museo, con un rinnovo del concetto espositivo e delle infrastrutture
di accoglienza.
L’Associazione, in collaborazione
con lo studio pubblicitario Jannuzzi
& Smith (Lugano/Londra), ha elaborato un concetto per promuovere la
raccolta di fondi. Grazie alla generosità della popolazione del Canton
Ticino e di devoti del Santuario, che
ringraziamo di cuore, l’Associazione verserà un contributo finanziario
per i lavori necessari alla riapertura
di alcuni spazi di accoglienza nel
Museo del Convento. In collaborazione con l’Ente Turistico del Lago
Maggiore è in preparazione la cartellonistica, che inviterà i visitatori a
salire al Santuario partendo dalla
città di Locarno e percorrendo il
sentiero della valle o la via Crucis.
Per i libri della magnifica Biblioteca
siamo alla ricerca di benefattori che
capiscano l’importanza delle opere
ivi raccolte e l’esigenza della loro
catalogazione.
Ecco una parte della “carne al fuoco”: tutti questi progetti e altri saranno possibili soltanto grazie alle
donazioni. Le quote sociali per aderire all’Associazione (per il 2012, minimo fr.50 per persone singole, fr.
80 per coppie, fr. 100 per persone
giuridiche o enti) e le donazioni possono essere versate sul conto postale ccp no 65-266172-9.
Ci aiuterete così a realizzare i nostri
scopi, forse ambiziosi, ma ispirati
dalla volontà di lasciare ai nostri giovani e alle future generazioni, così
frastornati dai progressi tecnologici
e dalla frenesia dei tempi odierni a
volte vuoti di contenuti spirituali, le
testimonianze di grande pregio del
nostro passato legate alla storia del
Santuario della Madonna del Sasso
e delle nostre genti.
Grazie già sin d’ora per il vostro
sostegno!
ie Restaurierung der Einsiedelei, des Sacro Monte und des
Heiligtums Madonna del Sasso in Orselina ist beinahe beendet.
Am 25. März 2012 wird das Sanktuarium der Bevölkerung wieder zur
Verfügung gestellt und auch den
Gläubigen mit der feierlichen Weihe
und der Widmung des Altars.
Seit dem Beginn der Arbeiten ist das
Bildnis der Madonna unter einem
Schutzglas in einer Kapelle zu sehen,
geborgen aus dem kleinen Laden mit
Votivartikeln, wo die religiösen Dienste der Kapuzinermönche ohne Unterbruch weitergehen. Bevor sie wieder ihren Platz in der Kirche Mariä
Himmelfahrt einnehmen kann, wird
sie auf einer Peregrinatio Mariae auf
den Tessiner Strassen durch die Vikariate der Diözese geführt.
In diesen langen Monaten der Arbeit
haben wir die Chiesa dell’Assunta mit
einer Kapuze gesehen, umgeben von
Absperrungen und Baugerüsten,
auch ohne ihre Glocken. Doch Ende
Sommer 2012 wird der ganze Komplex wieder zugänglich sein und alle
werden das erstaunliche Resultat der
Restaurierung bewundern können.
Doch für die Associazione Pro Restauro del Sacro Monte della Madonna del Sasso, in der ich als Vertreterin
der Gemeinde Orselina im Vorstand
bin, ist die Arbeit nicht vorbei. Der
Verein setzt sich zum Ziel “die Projekte und die Arbeiten zum Unterhalt
und der Restaurierung der monumentalen Gebäudegruppe des Sanktuariums der Madonna del Sasso in
Orselina bekannt zu machen, aufzuwerten und finanziell zu unterstützen”. Es wurden drei Bereiche von
Massnahmen herausgefunden, die
unter denen, die vom Kanton finanziert werden, nicht enthalten sind:
• Die Katalogisierung des Bücherbestandes im Kloster, der mehr
als 14'000 Bände aufweist (Werke
von 1400 bis 1900) aus verschiedenen Bereichen
• Die Restaurierung von liturgischen
Geräten, Bildern und Gemälden,
zum grössten Teil Exvoto, für die
ein Prospekt herausgegeben wird
mit Angabe der Gegenstände und
der Restaurierungskosten
D
• Aufwertung der Strukturen des
Museums, mit der Erneuerung des
Konzepts der Ausstellung und der
Infrastrukturen des Empfangs.
Der Verein hat in Zusammenarbeit
mit dem Werbestudio Jannuzzi &
Smith (Lugano/London) ein Konzept ausgearbeitet, um die Sammlung von Geldmitteln zu fördern.
Dank der Grosszügigkeit der Tessiner Bevölkerung und der Pilger zum
Sanktuarium, denen wir von Herzen danken, leistet der Verein einen
finanziellen Beitrag für die notwendige Wiedereröffnung einiger Räume, die dem Empfang im Museum
und im Kloster dienen. In Zusammenarbeit dem Ente Turistico Lago
Maggiore werden Wegweiser vorbereitet, die den Besuchern angeben, wie man von der Stadt Locarno aus am besten zum Sanktuarium aufsteigt. Empfohlen wird der
Weg durch das Tal oder die Via Crucis (Kreuzweg). Was die Bücher der
prachtvollen Bibliothek betrifft, sind
wir auf der Suche nach Wohltätern,
die den Wert dieser Bücher und die
Notwendigkeit ihrer Katalogisierung begreifen.
Dies ist ein Teil unserer Vorhaben.
Alle diese und andere Projekte können nur dank Schenkungen verwirklicht werden. Die Mitgliederbeiträge unseres Vereins für das
Jahr 2012: Minimum Fr. 50 für Einzelpersonen; Fr. 80 für Paare, Fr.
100 für Rechtspersonen oder Körperschaften. Schenkungen können
auf das Postcheckkonto 65266172-9 einbezahlt werden. Sie
helfen uns damit, unsere vielleicht
etwas ambitiösen Ziele zu erreichen, die aber vom Willen beseelt
sind, unserer Jugend und den künftigen Generationen, die derart abgelenkt sind vom technologischen
Fortschritt und der Hektik der heutigen Zeit, manchmal leer an spirituellen Inhalten, die wertvollen
Zeugnisse unserer Vergangenheit
näherzubringen, die verknüpft ist
mit der Geschichte des Sanktuariums der Madonna del Sasso und
unserer Leute.
Schon jetzt vielen Dank für ihre Unterstützung!
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ORSELINA 2012 9
Ascona
una montagna da scoprire
eine entdeckenswerte Bergwelt
Avreste mai pensato che da Cardada / Cimetta si
vede il punto più basso (Delta della Maggia ad Ascona) e il punto più alto (Monte Rosa) della Svizzera?
Con la funivia in pochi minuti da Orselina a Cardada
e di seguito con la seggiovia fino a Cimetta.
Oltre al panorama mozzafiato a 360 gradi la montagna offre passeggiate, un percorso d’orientamento, sentieri nordic walking, un percorso plantare,
una pista per mountain bike, un punto di partenza
per parapendio e spazi da gioco per bambini.
I ristoranti e le capanne sono lieti di accogliervi con
la tipica cucina Ticinese.
Hätten Sie gedacht, dass von Cardada / Cimetta der
tiefste Punkt (Maggia Delta bei Ascona) und der
höchste Punkt (Monte Rosa Massiv) der Schweiz
zu sehen sind?
Mit der Luftseilbahn in wenigen Minuten von Orselina nach Cardada und weiter mit dem Sessellift
bis Cimetta.
Nebst der atemberaubenden 360° Rundsicht
bieten wir Wanderungen, eine Orientierungslaufstrecke, Nordic Walking Trails, ein Reflexzonenpfad, eine Mountainbikepiste, ein Startpunkt für
Gleitschirmflieger und Spielzonen für Kinder.
Die Restaurants und Berghütten erwarten Sie gerne
mit traditionellen Gerichten der Tessiner Küche.
Cardada Impianti Turistici SA
CH-6644 Orselina / Locarno
Tel. +41 (0)91 735 30 30
Fax +41 (0)91 735 30 31
www.cardada.ch
[email protected]
di/von ANDREA KELLER
Sotto: nel bacino svizzero, la Riviera del Gambarogno
A destra: il bacino idroelettrico di Palagnedra
Unten: Das Gambarogno vom Schiff aus gesehen
Rechts: Fahrt im Zug durch die Centovalli
Zwischen Tälern
und See mit dem
Zug und dem Schiff
Tra valli e lago
in treno e in battello
A
gli albori del turismo di massa una delle proposte che
andava per la maggiore in
Europa era l’Orient-Express che collegava Parigi a Costantinopoli
(Istambul). Nel 1989 nasceva il Wilhelm Tell-Express, emulato dal Bernina, dal Golden Pass e dal Palm-Express. E’ quindi normale che anche
in Ticino ci sia un’offerta del genere; ma dove? Sino a vent’ anni fa gli
ospiti del Locarnese sceglievano
prevalentemente come mete per le
loro escursioni la Madonna del Sasso (funicolare), Cardada (funivia),
Sonogno e Indemini (autopostale),
le Isole di Brissago, i mercati italiani
e le Isole Borromee (battello). L’uovo di Colombo è stato trovato con
l’idea di abbinare il lago ai monti.
Nel 1994 è così nato il Lago Maggiore-Express: un’escursione in treno e battello, da effettuare in un
giorno o anche due, con la possibilità di soste per visitare i molti luoghi di interesse culturale e naturalistico che si incontrano sul percorso.
Dai 5’292 passeggeri trasportati il
primo anno si è passati ai 53’000
del 2011 ed è probabile che quest’anno il loro numero aumenterà
ulteriormente. Ma a cosa è dovuto
il successo di questa proposta turistica? Alla bellezza del paesaggio e
alla promozione che le aziende
coinvolte, cioè FART, SSIF (Società
Subalpina Imprese Ferroviarie) Trenitalia e Navigazione Lago Maggiore, sostengono partecipando alle
principali fiere turistiche: CMT Stoccarda, BIT Milano, STM Lucerna.
Questo spiega perché la maggior
parte dei passeggeri proviene dalla
Germania e dall’Italia.
E’ sabato mattina e abbiamo deciso di viaggiare col Lago MaggioreExpress partendo da Locarno con la
Centovallina. Saliamo quindi sul treno panoramico che parte dalla stazione sotterranea di Muralto. Poco
dopo passiamo Ponte Brolla, dove
ammiriamo gli orridi della Maggia,
e le belle Terre di Pedemonte, sede
del Teatro Dimitri (Verscio). Da Intragna, che ospita il Museo regionale delle Centovalli e il campanile
più alto del Ticino, il treno inizia a
salire nelle Centovalli. Sul fondo
scorre la Melezza, fiume che nasce
in Italia ad est della Pioda di Crana
e scende dalla Valle Vigezzo col nome Melezzo. Raggiungiamo la stazione di Verdasio, punto di partenza di due funivie: la prima per Rasa
sotto le pendici del Gridone, la seconda per il Monte Comino. Proseguiamo oltrepassando la diga di Palagnedra, costruita negli anni ’50
del secolo scorso, e giunti a Camedo passiamo il confine con l’Italia.
Dopo lo stretto e scosceso paesaggio delle Centovalli, la Valle Vigezzo (chiamata anche la valle dei pittori) si fa più ampia. Nella località di
Re si trova il maestoso Santuario dedicato alla Madonna del Sangue, a
testimonianza del miracolo avvenuto nell’aprile 1494, quando l’immagine della Madonna affrescata sulla facciata della vecchia chiesa iniziò a sanguinare dopo essere stata
colpita da un sasso lanciato da un
m Morgengrauen des Massentourismus war der Orient-Express, die Verbindung von Paris mit Konstantinopel (Istanbul) eine der beliebtesten Angebote in Europa. 1989 entstand der
Wilhelm Tell-Express, nachgeahmt vom
Bernina, vom Golden Pass und vom
Palm-Express. Es ist also normal, dass
auch im Tessin ein solches Angebot vorhanden sein sollte, aber wo? Bis vor
zwanzig Jahren wählten die Gäste im
Locarnese vorwiegend folgende Ziele
für ihre Ausflüge: Madonna del Sasso
(Standseilbahn), Cardada (Drahtseilbahn), Sonogno und Indemini (Postauto), die Brissago-Inseln, die italienischen
Märkte und die Borromäischen Inseln
(Schiff). Das Ei des Kolumbus war die
Idee, See und Berge miteinander zu
verbinden. So entstand 1994 der Lago
Maggiore-Express: Ein Ausflug mit Eisenbahn und Schiff, der in einem oder
zwei Tagen bewältigt werden kann, mit
der Möglichkeit eines Halts an den vielen kulturell und naturalistisch interessanten Orten, die an der Strecke liegen.
Von 5’292 Passagieren im ersten Jahr
wurden 2011 deren 53’000 erreicht
und wahrscheinlich wird die Zahl dieses Jahr weiter ansteigen. Doch was
hat den Erfolg dieses touristischen
Angebots ausgelöst? Die Schönheit
der Landschaft, die Promotion
durch die beteiligten Firmen, also
FART, SSIF (Società Subalpina Imprese Ferroviarie) Trenitalia und Navigazione Lago Maggiore, die an
den hauptsächlichen Tourismusmessen teilnehmen: CMT Stuttgart, BIT
Mailand, STM Luzern. Das erklärt
auch, warum die meisten Passagiere
I
aus Deutschland und Italien kommen.
Am Samstagmorgen haben wir eine
Reise mit dem Lago Maggiore-Express
beschlossen. Abfahrt in Locarno mit
der Centovallina. Wir besteigen also
den Panoramazug, der vom unterirdischen Bahnhof in Muralto ausgeht.
Wenig später kommen wir an Ponte
Brolla vorbei, bewundern die Abgründe der Maggia und die schönen Terre
di Pedemonte, Sitz des Teatro Dimitri
(Verscio). Von Intragna, wo das Regionalmuseum der Centovalli und der
höchste Kirchturm im Tessin zu beachten sind, beginnt der Zug seine ansteigende Fahrt durch die Centovalli. In der
Tiefe fliesst die Melezza, die in Italien
entspringt, östlich der Pioda di Crana.
Im Valle Vigezzo nimmt der Fluss den
Namen Melezzo an. Wir erreichen den
Bahnhof von Verdasio, Ausgangspunkt
von zwei Seilbahnen. Die eine führt
nach Rasa, unter den Hängen des Gridone, die andere nach Monte Comino.
Wir fahren weiter und überqueren den
in den Fünfzigerjahren des vergangenen Jahrhunderts erbauten Staudamm
von Palagnedra. In Camedo angekommen, passieren wir die Grenze
nach Italien. Nach der engen und steilen Landschaft der Centovalli präsentiert sich das Valle Vigezzo (auch Tal der
Maler genannt) breiter. Im Wallfahrtsort Re befindet sich das majestätische
Heiligtum der Madonna del Sangue.
Es erinnert an ein Wunder, das im
April 1494 geschehen ist. Das Bild
der Madonna, eine Freske an der
Fassade der alten Kirche, fing plötzlich an zu bluten, nachdem es von einem Stein getroffen worden wurde,
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ORSELINA 2012 11
La villa di
Max Emden
sulle Isole
di Brissago
Die Villa von
Max Emden
auf den
Brissago-Inseln
Isola Bella: la più celebre delle isole Borromee
Die berühmteste der Borromäischen Inseln
ragazzo, Giovanni Zuccone, adirato
per le perdite al gioco delle piodelle (simile a quello delle bocce). A Malesco
c’è l’imbocco per la Valle Cannobina,
da cui si può raggiungere Cannobio
sul lago Maggiore. Giungiamo poi a
S.Maria Maggiore che ospita il Museo
dello spazzacamino. A questa località
si associa la famosa acqua di colonia
Farina 4711, opera di due vigezzini:
Giovanni Paolo Femminis che l’ha
creata e Giovanni Maria Farina che
l’ha fatta conoscere in tutto il mondo.
Superata Druogno, altra località di villeggiatura amata dai milanesi, passiamo attraverso gli ampi terrazzamenti
di Trontano dove è molto diffusa la ‘topia’, la vite tradizionalmente coltivata
a pergolato. Il treno scende poi con
una forte pendenza sino a Masera per
raggiungere infine Domodossola, dove confluiscono le sette vallate ossolane (Anzasca, Antrona, Bognanco,
Divedro, Antigorio-Formazza, Isorno,
e Vigezzo). A Domodossola si può fa-
re una breve pausa per visitare il mercato nella bella piazza del centro storico. Tornati in stazione, proseguiamo
con un convoglio di Trenitalia che ci
porterà a Stresa. Lungo il percorso
scorgiamo Ornavasso, un comune valser con importanti testimonianze artistiche e di fede, fra cui il Santuario della Madonna del Boden con una ricca
raccolta di ex-voto. Più in là ecco Premosello: parte del suo territorio è
compresa nel Parco Nazionale della
Val Grande. Proseguendo, ammiriamo il Lago di Mergozzo, che un tempo non era altro che un lembo del Lago Maggiore. Tra i due si trova la preziosa Riserva Naturale dei Canneti di
Fondotoce. Giunti a Stresa proseguiamo a piedi per una quindicina di minuti fino all’imbarcatoio. Stresa conserva un pregevole nucleo storico, ma
è conosciuta soprattutto per le Isole
Borromee, oltre che per la frequentata stazione sciistica del Mottarone
(1491 m s/m). Nella cittadina ha sede
den der junge Giovanni Zuccone geworfen hat. Er war aufgebracht wegen dem Verlust, den er beim Spiel
mit den “piodelle” (ähnlich dem
Bocciaspiel) erlitten hatte. In Malesco zweigt die Strasse ins Valle Cannobina ab, durch das man Cannobio
und den Lago Maggiore erreichen
kann. Wir gelangen nach Santa Maria Maggiore, wo sich das Kaminfeger-Museum befindet. Mit dieser
Ortschaft ist auch das berühmte Kölnische Wasser Farina 4711 verknüpft. Ein Werk von zwei Männern
aus dem Vigezzotal: Giovanni Paolo
Femminis hat es kreiert, Giovanni
Maria Farina hat es in der ganzen
Welt bekannt gemacht. Nach Druogno, einem Ferienort, der vor allem von den Mailändern bevorzugt
wird, fahren wir durch die weiträumigen Terrassen von Trontano, wo
die ‘topia’ stark verbreitet ist, der
traditionelle Anbau von Trauben in
Weinlauben in der Pergola. Der Zug
senkt sich nun in steiler Neigung
bis Masera, um schliesslich Domodossola zu erreichen, wo sich die
sieben Talschaften vereinen.
Anzasca, Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio-Formazza, Isorno und
Vigezzo). In Domodossola kann man
eine kurze Pause einschalten, um den
Markt auf dem schönen Platz im historischen Stadtzentrum zu besuchen. Wieder beim Bahnhof, fahren
wir weiter mit einem Konvoi von
Trenitalia, der uns nach Stresa bringt.
Längs der Strecke erblicken wir Ornavasso, ein Walserdorf mit bedeutenden Zeugen der Kunst und des
Glaubens, darunter das Heiligtum der
Madonna del Boden mit einer reichhaltigen Sammlung von Votivbildern.
Etwas weiter Premosello: Ein Teil des
Territoriums der Gemeinde gehört
zum Nationalpark Val Grande.
Auf der Weiterfahrt bewundern wir
den Lago di Mergozzo, der früher nur
ein Streifen des Lago Maggiore war.
Dal 1960 con tradizione
e buon senso
Questi i principi che stanno alla base del modo di operare di Banca del
Sempione e dell’intero Gruppo da tre generazioni. Si tratta di valori
fondamentali per costruire con la clientela un rapporto duraturo e sincero, sensibile anche a quelle dimensioni quali la famiglia con le sue
problematiche, il lavoro, le amicizie che, nel modo di considerare il
“patrimonio” per Banca del Sempione, ne costituiscono elementi essenziali. Ecco cosa ci contraddistingue: la capacità di essere un vero
partner, affidabile ed obiettivo nelle questioni più delicate, disinteressato nel suggerire e nel consigliare, quasi un amico nel senso più bello
e profondo.
Sede e
direzione generale
Lugano
Via Peri 5
Locarno-Muralto
Piazza Stazione 9 | +41 91 910 71 11
Bellinzona
Viale Stazione 8A
Chiasso
Piazza Boffalora 4
Consulenti
Claudio Lanini e Franco Böhny
Sin.: il campanile di Intragna / Sopra: la Centovallina in Val Vigezzo
Links: Der Kirchturm von Intragna
Oben: Die Centovalli-Bahn im Vigezzo-Tal
il Centro Internazionale di Studi Rosminiani e vi si tengono rinomate Settimane musicali. Dal battello ammiriamo la
bellezza dell’Isola Bella e dell’Isola dei
Pescatori. Fra le due notiamo l’isolotto
della Malghera, luogo di nidificazione
dei cormorani. Mentre proseguiamo in
battello passando vicino a Baveno e all’Isola Madre, già vediamo il porto di Pallanza. Ripensiamo a Stendhal che nella
lettera a Pauline (1811) incantato dal
paesaggio scriveva la famosa frase: "Se
per caso possediamo solo un cuore e
una camicia, bisogna vendere la camicia per vedere i dintorni del Lago Maggiore". Poco oltre la piccola isola di San
Giovanni, già residenza estiva del maestro Arturo Toscanini, scorgiamo Villa
Taranto con il suo stupendo giardino in
stile inglese. In mezzo al lago s’incrociano due traghetti che fanno la spola fra
Intra e Laveno, ai piedi del monte Sasso
del Ferro, raggiungibile con un’ovovia.
Poco lontano da Laveno, a Cerro, si trova il pregevole Museo della Ceramica. Il
battello solca il lago lungo la sponda
piemontese passando davanti a Ghiffa,
sul cui lungolago appaiono tre stupendi esemplari di canfora, pluricentenari e
alti almeno 25 metri, Oggebbio e Cannero, località di villeggiatura particolarmente amata in passato dai turisti inglesi forse anche per il suo clima particolarmente mite. Superata la Rocca Vitaliana e quel che resta dei castelli di Cannero, il battello punta verso Luino, sulla
sponda opposta, quella lombarda. Risalendo da Luino a Maccagno notiamo il
moto ondoso del lago dovuto all’inverna’, un vento che si leva ogni giorno nel
primo pomeriggio, soffiando fino a se-
ra da Luino verso Cannobio, Brissago e
Ascona. La differenza delle condizioni
ambientali fra le due sponde del lago ha
ispirato il detto: “Se vuoi patire le pene
d’inferno vai a Cannero d’estate e a Luino d’inverno”. Raggiungiamo quindi
l’ameno villaggio di Maccagno ricco di
storia, che in passato fu sede della regia
del sale e che nel 1600 deteneva la concessione imperiale di coniare monete.
Cannobio ultimo borgo piemontese prima della Svizzera, come Brissago, Biasca e Tesserete celebra le funzioni ecclesiastiche con il rito ambrosiano e festeggia il carnevale una settimana dopo
Ascona, Locarno, Orselina.
Superate le splendide Isole di Brissago,
ammiriamo la riviera del Gambarogno
con il magnifico Parco botanico di Vairano, ricco di rododendri, camelie, azalee e molte altre piante. Giungiamo
quindi ad Ascona, località turistica per
eccellenza: fra le sue proposte culturali,
segnaliamo il Museo Comunale d’Arte
Moderna con le pregevoli opere di Marianne von Werefkin. Ci stiamo avvicinando alla fine del viaggio.
Appare il Santuario della Madonna del
Sasso, come ai pellegrini di un tempo
che arrivavano con i battelli dalle località rivierasche del Lago Maggiore e si
presenta nella sua maestosità, con le
cappelle della Via Crucis finalmente liberate dalla vegetazione, come nel celebre dipinto di Filippo Franzoni.
Entriamo nel golfo della regina del
Verbano e l’altoparlante della motonave della Navigazione Lago Maggiore annuncia: “Locarno, ultima fermata Locarno, tutti scendono, grazie e
arrivederci”.
Zwischen den beiden befindet sich
das wertvolle Naturreservat des
Röhrichts von Fondotoce. In Stresa
angekommen, gehen wir etwa
fünfzehn Minuten zu Fuss bis zum
Landungssteg. Stresa verfügt über
ein prächtiges historisches Stadtzentrum, ist aber besonders bekannt wegen den Borromäischen
Inseln und dem stark frequentierten
Skigebiet Mottarone (1491 m ü.M.)
Im Städtchen hat das Centro Internazionale di Studi Rosminiani seinen Sitz und es werden renommierte Musikwochen durchgeführt.
Vom Schiff aus bewundern wir die
Isola Bella und die Isola dei Pescatori. Zwischen den beiden die kleine Insel Malghera, auf der Kormorane nisten. Während das Schiff seine Fahrt fortsetzt, nahe vorbei an
Baveno und der ’Isola Madre, erblicken wir den Hafen von Pallanza. Wir denken wieder an Stendhal,
der in seinem Brief an Pauline
(1811), bezaubert von der Landschaft, den berühmten Satz geschrieben hat: "Wenn wir zufällig
nur ein Herz und ein Hemd besitzen, müssen wir das Hemd verkaufen, um die Umgebung des Lago
Maggiore zu sehen." Wenig nach
der kleinen Insel San Giovanni, eins
Sommerresidenz von Maestro Arturo Toscanini, bemerken wir die Villa Taranto mit ihrem prachtvollen
Garten im englischen Stil. Mitten
auf dem See kreuzen sich zwei
Fährschiffe, die zwischen Intra und
Laveno pendeln, am Fuss des Sasso del Ferro, der mit einer Seilbahn
erreichbar ist. Unweit von Laveno,
in Cerro befindet sich das wertvolle Keramikmuseum. Das Schiff
durchpflügt den See auf der piemontesischen Seite, vorbei an Ghiffa, an dessen Seepromenade zwei
prächtige Kampfer stehen, über
100 Jahre alt und mehr als 25 Meter hoch. Oggebbio und Cannero
sind Ferienorte, die früher vor allem
von englischen Touristen geschätzt
wurden, vielleicht auch wegen dem
besonders milden Klima.
Nach der Rocca Vitaliana und dem,
was von den Castelli di Cannero
übriggeblieben ist, macht das Schiff
Kurs auf Luino am entgegenge-
setzten lombardischen Ufer. Von
Luino nach Maccagno bemerken
wir die Wellenbewegung des Sees,
der auf die Inverna zurückzuführen
ist, einen Wind, der täglich am frühen Nachmittag aufkommt und bis
am Abend von Luino in Richtung
Cannobio, Brissago und Ascona
bläst. Die unterschiedlichen Umweltbedingungen an den beiden
Ufern hat das Sprichwort angeregt:
“Wenn du Höllenqualen erleiden
willst, geh nach Cannero im Sommer und nach Luino im Winter”.
Dann erreichen wir das anmutige
geschichtsreiche Ortschaft Maccagno. In der Vergangenheit war hier
der Sitz der Salzregie und im 17.
Jahrhundert erhielt sie die kaiserliche Konzession zum Prägen von
Münzen. In Cannobio, dem letzten
piemontesischen Städtchen vor der
Schweiz, wurden wie in Brissago,
Biasca und Tesserete Gottesdienste
nach dem ambrosianischen Ritus
abgehalten und der Karneval eine
Woche später als in Ascona, Locarno, Orselina gefeiert.
Nach den prachtvollen BrissagoInseln bewundern wir das Gambarogno-Ufer mit dem prächtigen
botanischen Garten in Vairano,
reich an Rhododendren, Kamelien,
Azaleen und vielen andern Pflanzen. Schliesslich erreichen wir Ascona, Touristenort par excellence.
Zu seinen kulturellen Angeboten
zählt das Gemeindemuseum der
modernen Kunst mit hervorragenden Werken von Marianne von
Werefkin. Wir nähern uns dem
Ende der Reise.
Das Heiligtum Madonna del Sasso
erscheint im Blickfeld wie den früheren Pilgern, die mit dem Schiff von
den Uferorten am Lago Maggiore
anreisten. Der Anblick ist majestätisch, die Kapellen des Kreuzwegs
wurden endlich vom Pflanzenwuchs
befreit wie auf dem berühmten Gemälde von Filippo Franzoni.
Wir sind in der Bucht der Königin
des Verbano und der Lautsprecher
des Motorschiffs der Navigazione
Lago Maggiore verkündet: “Locarno, letzte Haltestelle, alle steigen aus, Dankeschön und auf
Wiedersehen”.
Show room lampade / Lampen
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ORSELINA 2012 13
Un’oasi internazionale
sulla collina locarnese
L’
Istituto Ricerche Solari (IRSOL),
in via Patocchi al confine tra
Orselina e Locarno, sta assumendo un ruolo internazionale grazie alla collaborazione con alcuni fra
i più rinomati istituti che si occupano
di ricerche solari a livello mondiale. Il
consiglio di Fondazione responsabile
dell'IRSOL diretto dal prof Philippe
Jetzer, è molto attivo e dinamico. Da
parte del Cantone, della città di Locarno e di molti comuni del Locarnese,
tra i quali Orselina, vi è un serio e convinto sostegno, che necessita però un
riconoscimento federale atteso per il
2012. Per meglio conoscere gli sviluppi delle attività svolte, abbiamo incontrato due ricercatori dell’Istituto,
Michele Bianda e Renzo Ramelli,
ai quali abbiamo posto alcune domande sui loro studi, iniziando dal significato delle loro indagini.
Ma sul sole, abbiamo chiesto loro per
iniziare, non si sa già tutto? Ora ci sono satelliti che danno superlative immagini del Sole, mentre grandi strumenti sono già operativi a Big Bear in
California e alle Isole Canarie, mentre altri sono in costruzione, come il
telescopio americano di 4 metri di
diametro in fase di realizzazione alle
Hawaii. Che senso ha l'esistenza di
un istituto piccolo come il vostro se
messo a confronto con queste realtà
internazionali? “Lo studio del Sole è
progredito negli ultimi decenni, ma
ancora molto rimane da scoprire. Il
Sole è fonte dell’energia indispensa-
bile per la vita sulla Terra, con effetti
anche sul nostro clima. E’ compito
della scienza comprendere questi effetti solari sul clima terrestre per
quantificare l’importante apporto
antropico (a causa dei gas che noi immettiamo nell'atmosfera) e poter
prendere le giuste decisioni per affrontarlo. Il Sole può fare le bizze e
possono verificarsi eruzioni solari con
ripercussioni sulla nostra tecnologia.
Eventi estremi, dalla frequenza di
uno ogni 500 anni circa, potrebbero
generare danni per migliaia di miliardi di franchi. Il Sole è una stella come
le altre presenti nell'universo, ma siccome ci è vicino (otto minuti-luce rispetto ai tanti anni-luce delle altre
stelle) possiamo studiarne piccoli
dettagli per trarre conoscenze generali. Il Sole è un gigantesco laboratorio nel quale si effettuano spontaneamente affascinanti esperimenti
scientifici, non realizzabili in un ‘minuscolo’ laboratorio terrestre. A noi
spetta il compito di misurarli e comprendere più a fondo la fisica che li
regola. Tali ragioni danno senso all'entusiasmo dei ricercatori che a fatica cercano di meglio capire come
funziona quella meraviglia che ci illumina ogni giorno”.
Ma le dimensioni del vostro istituto sono adeguate? “La comunità
scientifica non ha una logica industriale, lo scopo sta nella comprensione e chi porta elementi costruttivi e originali trova un suo ruolo spe-
cifico. Il criterio è la qualità e non la
dimensione dell'istituto: occorre
portare avanti un lavoro serio e costante con la capacità di individuare
tematiche originali e innovative.
L'osservatorio in via Patocchi è stato
costruito dall’Università di Göttingen all'inizio degli anni '60. Con il
lavoro scientifico svolto aveva acquisito fama internazionale. Grazie all'interessamento del dott. Alessandro Rima, alla fine degli anni '80,
l'istituto è stato acquisito dalla fondazione FIRSOL. Il telescopio solare
allora presente all’IRSOL, in parte
smantellato, è stato ricostruito e modernizzato anche con l'aiuto dato
dall’Università di Göttingen e dalla
Fachhochshule di Wiesbaden. La
collaborazione con l'istituto di astronomia del Politecnico di Zurigo, diretto dal professor Jan Stenflo, ha in
seguito aiutato l'IRSOL a ottenere un
proprio ruolo specifico nella comunità internazionale di fisica solare.
Ora il principale tema di ricerca è la
polarimetria, che permette lo studio
di campi magnetici presenti sul Sole
e noi abbiamo partecipato, con il
Politecnico di Zurigo, allo sviluppo
del polarimetro ZIMPOL (il più preciso a livello mondiale) utilizzato all'IRSOL e nei maggiori telescopi solari
internazionali durante campagne di
osservazione qualificate e fruttuose.
Dopo il pensionamento del professor Stenflo il Politecnico ha però deciso di orientare la ricerca scientifica
del proprio istituto di astronomia su
altri campi. L'IRSOL si è così ritrovato erede di quanto sviluppato a Zurigo, oltre che essere riconosciuto internazionalmente per il lavoro svolto in modo autonomo. Le competenze e la responsabilità dello sviluppo tecnologico di ZIMPOL sono così
state trasferite dal Politecnico alla
SUPSI di Lugano”.
E’ per ottimizzare l'attività scientifica che è stato anche firmato un contratto di collaborazione con il Kiepenheuer Institut für Sonnenphysik (KIS)
di Friborgo in Brisgovia, uno dei maggiori centri internazionali di fisica solare? “Certamente. Grazie a questa
collaborazione, l’IRSOL installerà su
GREGOR, (telescopio solare da 1.5
metri) un polarimetro ZIMPOL, ottenendo in cambio tempo di osservazione con tale telescopio. Anche i responsabili di altri grandi progetti americani sono interessati a uno scambio
di conoscenze sul polarimetro, ciò che
permette al nostro Istituto di mantenere un contatto privilegiato con i
maggiori progetti internazionali. L’IRSOL partecipa pure a un programma
europeo (azione COST) iniziato nel
2011 e inteso a coordinare il lavoro
degli astronomi europei che si occupano di polarimetria. Le azioni COST
sono intese a individuare specifici temi di ricerca scientifica o tecnologica
di notevole interesse, con l'intento di
favorire la collaborazione tra i ricercatori attivi in tale campo”.
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14 ORSELINA 2012
A sinistra: l’edificio dell’IRSOL dove si trova la strumentazione
Sotto: il telescopio puntato verso il sole
Links: Das IRSOL Gebäude, in dem sich das Instrumentarium befindet.
Unten: Das auf die Sonne gerichtete Teleskop
Specola Solare a Locarno-Monti
Das Sonnen-Observatorium
Eine internationale Oase
auf dem Locarneser Hügel
as Istituto Ricerche Solari
(IRSOL) in der Via Patocchi,
an der Grenze zwischen Orselina und Locarno, erlangt eine
internationale Rolle dank der Zusammenarbeit mit einigen der renommiertesten Institute, die sich
auf weltweiter Ebene mit Sonnenforschung beschäftigen. Der zuständige Stiftungsrat der IRSOL
war unter der Leitung von Philippe
Jetzer sehr aktiv und dynamisch.
Von Seiten des Kantons, der Stadt
Locarno und vielen Locarneser Gemeinden, darunter Orselina, erhält
die IRSOL eine überzeugte Unterstützung, braucht jedoch eine eidgenössische Anerkennung, die
2012 erwartet wird.
Um die Entfaltung der ausgeführten Tätigkeiten kennenzulernen,
haben wir uns an zwei Forscher des
Instituts gewandt, Michele Bianda
und Renzo Ramelli, denen wir einige Fragen gestellt haben über ihre Studien, angefangen von der Bedeutung ihrer Recherchen.
Wir haben angefangen mit der
Frage: Weiss man denn nicht
schon alles über die Sonne? Jetzt
gibt es ja Satelliten, die hervorragende Bilder der Sonne liefern,
während grosse Instrumente wirksam sind in Big Bear (Kalifornien)
und auf den Kanarischen Inseln.
Andere sind noch im Bau wie das
amerikanische Teleskop von 4 Meter Durchmesser, das auf Hawaii
verwirklicht wird. Was für einen
Sinn hat ein kleines Institut wie das
unsere im Vergleich mit den internationalen Gegebenheiten? “Das
Studium der Sonne ist vorangekommen in den letzten Jahrzehnten, doch es bleibt noch viel zu
entdecken. Die Sonne ist eine un-
D
entbehrliche Energiequelle für das
Leben auf der Erde, mit Auswirkungen auch auf unser Klima. Es
ist eine Aufgabe der Wissenschaft,
diese Wirkungen der Sonne auf
das Weltklima zu kennen, um den
wichtigen atrophischen Beitrag
(wegen der Gase die wir in die Atmosphäre einlassen) zu verstehen
und die richtigen Gegenmassnahmen treffen zu können. Die Sonne
kann launisch sein und es können
sich Eruptionen ereignen mit Folgen für unsere Technologie. Extreme Ereignisse, wie sie etwa alle
500 Jahre einmal vorkommen,
könnten Schäden von Tausenden
Milliarden Franken anrichten. Die
Sonne ist ein Stern wie andere in
unserem Universum, doch weil sie
uns nahe ist (acht Lichtminuten im
Gegensatz zu vielen Lichtjahren
der andern Sterne) können wir
kleine Einzelheiten studieren um
allgemeine Kenntnisse zu gewinnen. Die Sonne ist ein gigantisches
Laboratorium, in dem spontan faszinierende wissenschaftliche Experimente durchgeführt werden, die
in einem winzigen Labor auf der
Erde nicht möglich sind. Es ist unsere Aufgabe, sie zu messen und
die Physik, die sie regelt, tiefschürfender zu erkennen. Solche
Gründe geben dem Enthusiasmus
der Forscher einen Sinn, die mühsam zu verstehen suchen, wie jenes Wunder funktioniert, das uns
jeden Tag erhellt”.
Aber sind die Dimensionen Ihres
Instituts dafür geeignet? “Die
wissenschaftliche Gemeinschaft
folgt keiner industriellen Logik.
Ihr Zweck ist das Verständnis. Wer
konstruktive und originelle Beiträge leistet, findet seine spezifische
Rolle. Das Kriterium ist die Qualität und nicht die Dimension des
Instituts. Man muss eine seriöse
und konstante Arbeit leisten mit
der Fähigkeit, originelle und innovative Themen aufzugreifen. Das
Observatorium in der Via Patocchi
ist Anfang der Sechzigerjahre von
der Universität Göttingen errichtet worden. Mit der wissenschaftlichen Arbeit hat es einen internationalen Ruf erworben. Dank
den Bemühungen von Dr. Alessandro Rima wurde es Ende der
Achtzigerjahre von der Stiftung
FIRSOL erworben. Das damalige,
teilweise abgebrochene Teleskop
der IRSOL wurde neu errichtet
und modernisiert, ebenfalls mit
Hilfe der Universität Göttingen
und der Fachhochschule Wiesbaden. Die Zusammenarbeit mit
dem Institut für Astronomie des
Polytechnikums Zürich unter der
Leitung von Prof. Jan Stenflo hat
der IRSOL in der Folge geholfen,
eine eigene Rolle in der internationalen Gemeinschaft der Sonnenphysik zu finden. Das Hauptthema der Forschung ist nun die
Polarimetrie, die das Studium von
Magnetfeldern in der Sonne ermöglicht. Wir haben mit dem Polytechnikum Zürich an der Entwicklung des weltweit präzisesten
Polarimeters ZIMPOL teilgenommen. Er wurde vom IRSOL und
den wichtigsten internationalen
Sonnenteleskopen für qualifizierte und ertragreiche Beobachtungen verwendet. Nach der Pensionierung von Prof Stenflo hat das
Polytechnikum jedoch beschlossen, die wissenschaftliche Forschung seines Astronomischen Instituts auf andere Ziele auszurich-
ten. Die IRSOL wurde Erbe der in
Zürich entwickelten Forschung,
aber auch international anerkannt
wegen der selbständigen wissenschaftlichen Arbeit. Die Kompetenzen und die Verantwortung für
die technologische Entwicklung
des ZIMPOL sind so vom Polytechnikum an die SUPSI di Lugano übergegangen”.
Und um die wissenschaftliche Tätigkeit zu optimieren, wurde auch
ein Vertrag der Zusammenarbeit
mit dem Kiepenheuer Institut für
Sonnenphysik (KIS) in Freiburg im
Breisgau unterzeichnet, einem
der grössten internationalen Zentren der Sonnenphysik? “Gewiss.
Dank dieser Zusammenarbeit wird
IRSOL auf GREGOR, (Solarteleskop
von 1.5 Meter) einen Polarimeter
ZIMPOL installieren und als Gegenleistung Beobachtungszeiten
mit diesem Teleskop erhalten.
Auch die Verantwortlichen grosser
amerikanischer Projekte sind an
einem Austausch von Kenntnissen
interessiert. Das ermöglicht unserem Institut, privilegierte Kontakte
mit den wichtigsten internationalen Projekten beizubehalten. IRSOL beteiligt sich auch an einem
europäischen Projekt (COST), das
2011 begonnen hat mit dem Ziel,
die Arbeiten europäischer Astronomen, die sich mit Polarimetrie
beschäftigen zu koordinieren. Die
Aktionen COST sind darauf ausgerichtet, Themen der wissenschaftlichen und technologischen
Forschung von beachtlichem wissenschaftlichen oder technologischen Interesse herauszufinden,
mit der Absicht, die Zusammenarbeit zwischen den Forschern in
diesem Bereich zu erleichtern”.
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panorama all'ombra della nostra pergola, oppure fermatevi
per un soggiorno in una delle nostre camere con vista lago.
Seit 30 Jahren duftet es in der Panetteria Cecchettin, oberhalb des Kolsters Madonna del Sasso, nach frischem Brot
und süssen Leckereien. Unsere freundlichen und kompetenten Mitarbeiter bieten Ihnen, an rund 350 Tagen im Jahr, ein
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PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2012
Entrata libera
OrselinaAgenda
Aperitivo di inizio stagione
Tradizionale saluto agli ospiti e apertura ufficiale
della stagione turistica, con presentazione delle
numerose attività 2012.
Traditionelle Begrüssung der Gäste und
offizielle Eröffnung der touristischen Saison,
mit der Präsentation der Aktivitäten 2012.
27 maggio / Mai
ore 11.00
New Orleans Ascona al Parco
La meravigliosa atmosfera creata dalla musica di
strada si sposta dalla Piazza di Ascona al parco di
Orselina. Concerto organizzato in collaborazione
con il Municipio di Orselina e JazzAscona.
Die wundervolle Atmosphäre, die von der
Strassenmusik hervorgerufen wird, verlagert sich
in den Park von Orselina. In Zusammenarbeit
mit der Gemeinde Orselina und JazzAscona.
27 giugno / Juni
ore 21.00
Musica cittadina Locarno
Concerto ricco di generi musicali, eseguiti con
grande maestria dai quaranta componenti della
rinomata filarmonica di Locarno.
Ein Konzert, das reich ist an verschiedenen
Musikfornen, meisterhaft dargeboten von den
vierzig Mitgliedern der namhaften Stadtmusik
von Locarno.
4 luglio / Juli
ANDERE VERANSTALTUNGEN
PRO MONTI
22.4
Risottata di primavera
PRO BRIONE
7.7
Festa del Paese
7.10
Castagnata
8.12
San Nicolao
CONTRA
18.7
Festa del paese
“La contrada”
GRUPPO MANIFESTAZIONI
MERGOSCIA
1.8
Maccheronata
gratuita, falò, fuochi
d’artificio, lancio dei
palloncini e musica
PRO BRE`
1.8
Festa con grigliata,
musica e giochi
PRO SAN BERNARDO
5.8
Festa sul prato
PRO LEGO
19.8
Festa ai monti di Lego
PRO CARDADA
22.7
Festa Pro Cardada
(in caso di cattivo
tempo: 29.7)
ore 21.00
Mago Renato
Magia, intrattenimenti musicali e numerose
trovate divertenti che attirano immancabilmente
l’attenzione di tutti, grandi e piccini.
Magie und musikalische Unterhaltung sind die
Bestandteile dieses Schauspiels, das Gross und
Klein mit Zaubertricks, Animationen und andern
urkomischen Einfällen verblüfft.
28.7
Spettacolo a Cardada
con il Teatro dei Fauni
1.8
Santa Messa
alla Croce di Cardada
15.8
Santa Messa
alla cima della Trosa
13 luglio / Juli
ore 21.00
PRO MINUSIO
14.10
Castagnata
Marco Zappa in concerto
Concerto strumentale e vocale con il musicista
locarnese che, assieme a 4 compagni di viaggio,
ripercorre gli anni della sua carriera che lo hanno
visto protagonista nel mondo musicale.
18 luglio / Juli
ore 21.00
Scuola Teatro Dimitri
Uno spettacolo a tema presentato dagli allievi
del secondo anno della Scuola Teatro Dimitri:
giochi di prestigio, clownerie e numeri di grande
abilità artistica.
25 luglio / Juli
30.11
Mercatino di Natale
Konzert des Locarneser Musikers, der zusammen
mit 4 Kameraden auf seine Karriere zurückblickt,
in der er nicht nur in der regionalen Musikwelt
als Hauptdarsteller in Erscheinung trat.
Ein thematisches Schauspiel, präsentiert von den
Schülern des zweiten Jahres der ‘Scuola Teatro
Dimitri’, in dem sie Zaubertricks, Clownerien
und Kunststückchen vorführen.
ore 21.00
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18 ORSELINA 2012
ALTRE MANIFESTAZIONI DELLA
COLLINA LOCARNESE
FUNICOLARE
ORSELINA-LOCARNO
giugno/settembre
ultima corsa ore 22.00
luglio/agosto
ultima corsa ore 24.00
FUNICOLARE
ORSELINA-LOCARNO
Juni/September
letzte Fahrt 22.00 Uhr
Juli/August
letzte Fahrt 24.00 Uhr
Entrata libera
PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2012
Eintritt frei
OrselinaAgenda
ALTRE MANIFESTAZIONI DELLA
COLLINA LOCARNESE
Festa d’estate – Gruppo Ricreativo Orselina
Una grigliata in compagnia, tanta musica e
allegria sono gli ingredienti ormai collaudati di
questa festa paesana che tutti aspettano con
impazienza.
28 luglio / Juli
Ein Grillschmaus in netter Gesellschaft, viel
Musik und fröhliche Stimmung sind die
bewährten Zutaten dieses Dorffestes, das
Alle mit Ungeduld erwarten.
ore 19.00
Iris Moné in concerto
La cantante di origini triestine, ma cresciuta
nella Svizzera Italiana, nelle sue canzoni esprime
con parole semplici e dirette molte emozioni e
riflessioni scaturite da esperienze di vita.
15 agosto / August
Die Sängerin stammt aus Triest, ist aber in der
Italienischen Schweiz aufgewachsen. In ihren
Liedern drückt sie auf einfache und unmittelbare
Weise viele Emotionen und Überlegungen aus.
ore 21.00
Accademia Ticinese di Musica ATM
20 elementi diretti da Gilberto Tarocco e una
coinvolgente atmosfera da big band americana,
con un repertorio di brani leggendari dello swing
e del pop. Concerto offerto dal Municipio.
22 agosto / August
20 Mitglieder unter der Leitung von Gilberto
Tarocco und die mitreissende Atmosphäre einer
Big Band, mit legendären Musikstücken des
Swing und Rock. Konzert vom Stadtrat offeriert.
ore 21.00
ANDERE VERANSTALTUNGEN
Esposizione
“Il Sacro Monte ieri e oggi”
Via Santuario / Via al Parco
14 pannelli fotografici
(70 x 70 cm) con immagini della
Madonna del Sasso prima e
dopo i restauri. Didascalie in
italiano, tedesco, francese a cura
di Michela Zucconi-Poncini.
Inaugurazione:
19 marzo, ore 17, sala Consiglio
Comunale, segue aperitivo
Austellung
“Sacro Monte gestern
und heute”
Via Santuario / Via al Parco
14 Fototafeln (70 x 70 cm) mit
Bildern der Madonna del Sasso
vor und nach der Restaurierung.
Beschriftungen in Italienisch,
Deutsch und Französisch
bearbeitet von Michela ZucconiPoncini.
Einweihung:
19. März 17.00 Uhr,
Gemeindesaal, nachfolgend
Aperitif
Silvan Zingg Trio - Boogie Woogie & Blues
Musica live con "l'ambasciatore svizzero del
boogie woogie", già pianista di leggende del
rock’n’roll come Chuck Berry, B.B. King, Carlos
Santana e Ray Charles, solo per citarne alcuni.
29 agosto / August
Livemusik mit dem Schweizer Botschafter
des Boogie-Woogie, ehemaliger Pianist von
Legenden des Rock’n’Roll wie Chuck Berry, B.B.
King und Ray Charles, um nur einige zu nennen.
Esposizione/Austellung
“Via alta Vallemaggia”
Foto: Roberto Buzzini
Cardada: aprile-ottobre /
April-Oktober
ore 21.00
Festa in collina
Passeggiata nei boschi della collina locarnese
e pranzo nel Parco di Orselina: è la nostra
manifestazione che tradizionalmente chiude
la stagione estiva.
14 ottobre / Oktober
Volkswanderung durch die Wälder unseres
Hügelgebiets, gemeinsames Mittagessen im Park
von Orselina. Eine Veranstaltung, die jedes Jahr
die Sommersaison beendet.
ore 9.00
Aperitivo di Natale
Fiaccolata con i bambini, suono delle pive, albero
di Natale, vin brûlé, minestrone e panettone. La
suggestiva atmosfera natalizia fa da contorno
all’ultima manifestazione dell’anno.
16 dicembre / Dezember
Fackelzug mit den Kindern, Dudelsackklänge,
Christbaum, Glühwein, Minestrone und
Panettone. Die Weihnachtsstimmung bildet den
Rahmen der letzten Veranstaltung des Jahres.
ore 17.00
CONFISERIE
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giugno/settembre
ultima corsa ore 22.00
luglio/agosto
ultima corsa ore 24.00
FUNICOLARE
ORSELINA-LOCARNO
Juni/September
letzte Fahrt 22.00 Uhr
Juli/August
letzte Fahrt 24.00 Uhr
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La professione di artigiano piastrellista fa parte appunto di
quelle professioni dove le macchine non giocano un ruolo
preponderante il tutto lo si esegue ancora a mano, con
tempi pregi e difetti che ne comporta. In effetti le abitazioni
sono fra le ultima cose ancora eseguite a mano, perciò
il mio consiglio per chi si avvia alla costruzione della propria
casa è: prendetevi il vostro tempo, e cercate di trarne più
insegnamenti possibili, in quanto per molti costruirsi una
casa sarà un’esperienza unica.
36 Jahre Erfahrung in 500 Buchstaben.
Das Handwerk des Plattenlegers gehört zu denjenigen
Berufen, wo Maschinen keine wichtige Rolle spielen. Alles
wird von Hand ausgeführt, mit allen damit verbundenen
Vor- und Nachteilen. In Wirklichkeit gehören Wohnhäuser
zu den letzten Dingen, die noch zum grossen Teil von Hand
erstellt werden. Aus diesem Grund rate ich allen, die sich
anschicken ein Eigenheim zu bauen, sich die nötige Zeit
zu nehmen und alle möglichen Lehren daraus zu ziehen,
da es sich bei den meisten Leuten um eine einmalige
Erfahrung handelt.
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Grottino
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Tel. +41 (0)91 743 44 08
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con terrazza panoramica
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Via Santuario 4, 6644 Orselina
Tel. +41 (0)91 743 18 33
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di/von MATTEO ZANOLI
Fotos: ROBERTO BUZZINI
A sinistra: la partenza da Cardada.
Sotto: un tratto difficile ma ben
attrezzato del percorso
Links: Start in Cardada
Unten: Ein schwieriger, aber gut
hergerichteter Teil der Strecke
Via alta
Vallemaggia
miei primi ricordi d’infanzia sono legati alla montagna, avevo circa tre anni e quell’estate
sui nostri monti era successo un
incidente grave, una madre di famiglia cadde su un sentiero impervio trascinando con sé il figlio
minore, il piccolo ne uscì indenne
mentre per la madre non ci fu
nulla da fare. Lo spavento di quella giornata riaffiora ancora ogni
tanto, così come il ricordo della
forte emozione vissuta da tutti in
quel triste momento. Imparai
ben presto che la montagna era
fonte di mille pericoli, ma anche
che univa e saldava i rapporti tra
esseri umani.
Nel 2005, quando iniziai a lavorare presso Vallemaggia Turismo
mi è stato facile collaborare al
progetto di sviluppo della Via
Alta Vallemaggia, credevo in
quello che Efrem Foresti e i suoi
amici avevano già realizzato in
Lavizzara e speravo in un ulteriore sviluppo verso sud, così come credo ancora che per ritenere completa la Via Alta valmaggese si dovrebbe attraversare
tutta la valle a nord e tornare
lungo il versante destro delle
nostre montagne al confine con
la Valle Onsernone.
I
Un anziano escursionista che ho
incontrato due anni or sono al rifugio Tomeo, raccontava che lui
da oltre cinquant’anni frequentava il Ticino. Negli ultimi anni
non ci veniva più perché lo riteneva abbruttito da speculazioni
edilizie e abusi di ogni tipo. Qui
sulle montagne valmaggesi, invece, si poteva ancora godere
delle atmosfere di un tempo.
Aveva ragione, la fortuna di
molti ambienti è proprio quella
di essere stati ostili, difficili da
raggiungere, lontani da packer
invadenti; una difesa naturale
che ha permesso di tramandare
quello che i nostri antenati hanno dovuto costruire spinti dalla
fame e dalla miseria. La nostra
civiltà non è più disposta a questi sacrifici. Ora già solo raggiungere quei posti con lo zainetto e la borraccia a noi sembra una conquista.
Forse è anche questo che dà a chi
percorre la Via Alta un orgoglio
da pioniere, l’impressione di
compiere un viaggio nel tempo,
dove il mondo moderno influisce
minimamente su quanto ci circonda e il sudore e la fatica possono riconciliarci un attimo con
la dura realtà di un tempo.
eine ersten Kindheitserinnerungen sind mit dem Berg
verknüpft. Ich war etwa drei
Jahre alt und in jenem Sommer war
auf unsern Monti ein schwerer Unfall
geschehen. Die Mutter einer Familie
stürzte auf einem unwegsamen Pfad
und riss ihren jüngsten Sohn mit sich.
Der Kleine blieb unverletzt, doch die
Mutter war nicht mehr zu retten. Der
Schrecken jenes Tages erfasst mich
noch manchmal, wie auch die Erinnerung an die starke Emotion, die wir alle in jenem traurigen Moment erlebt
haben. Ich lernte bald, dass der Berg
tausend Gefahren in sich birgt, aber
auch die Beziehungen zwischen den
menschlichen Wesen festigen kann.
2005, als ich angefangen habe, für
Vallemaggia Turismo tätig zu sein, fiel
mir die Zusammenarbeit für das Projekt der Via Alta Vallemaggia leicht. Ich
glaubte daran, was Efrem Foresti und
seine Freunde in der Lavizzara verwirklicht hatten und hoffte auf eine
weitere Entwicklung gegen Süden, so
wie ich jetzt noch glaube, dass der
Höhenweg des Maggiatals das ganze
Tal durchqueren und am rechten Hang
unserer Berge die Grenze zum Onsernonetal erreichen sollte.
Ein alter Wanderer, den ich vor zwei
Jahren in der Berghütte Tomeo getroffen habe, hat mir erzählt, dass er
M
seit mehr als fünfzig Jahren das Tessin
besucht habe. In den letzten Jahren
kam er jedoch nicht mehr, weil er es
von der Bauspekulation und andern
Missständen verschandelt fand. Hier,
auf den Bergen des Maggiatals hingegen konnte man noch die Atmosphäre alter Zeiten geniessen.
Er hatte recht, denn das Glück vieler
Gegenden ist es, dass sie abweisend
sind, schwierig zu erreichen, fern von
aufdringlichen Packern. Eine natürliche Abwehr, die es ermöglicht hat,
zu überliefern, was unsere Vorfahren
von Hunger und Elend gedrängt erbauen mussten. Unsere Zivilisation ist
nicht mehr bereit, solche Opfer zu
bringen. Heute erscheint es uns
schon eine Errungenschaft, jene Orte mit dem Rucksack und der Feldflasche zu erreichen.
Vielleicht auch deshalb wird vom Stolz
eines Pioniers erfasst, wer die Via Alta
begeht. Er hat den Eindruck, eine Zeitreise zu unternehmen, bei der die moderne Welt nur in sehr geringem Masse beeinflusst, was uns umgibt. Der
Schweiss und die Mühe sind für einen
Augenblick vereinbar mit der harten
Wirklichkeit alter Zeiten.
Der touristische Aspekt der Operation Via Alta ist unleugbar, doch ich
glaube, dass die Aufwertung des
Territoriums, die von diesem Projekt
Servizi Internet, telefonia e TV digitale
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ORSELINA 2012 21
A lato:
il secondo laghetto di Coca
Sotto a sinistra:
verso il Pizzo Madone
Sotto a destra:
tra il pizzo d’Orgnana e
il Madom da Sgiof
L’aspetto turistico dell’operazione
Via Alta è innegabile, ma penso che
il beneficio maggiore sia la rivalorizzazione del territorio che il progetto ha portato, dando nuove opportunità nel recupero di alpi abbandonati, ricostruzione di sentieri e una
maggiore coscienza comune del nostro patrimonio rurale. I lavori svolti
dai Patriziati di Giumaglio e di Maggia per il recupero dell’alpe Spluga
e dell’alpe Masnee sono forti segnali che testimoniano questa nuova
coscienza dei valori che tramandiamo. L’entusiasmo dei volontari
nell’essere partecipi di questi recuperi è stato impressionante ed
esemplare. Una specie di epidemia
che ha contagiato altri: la ristrutturazione del rifugio Tomeo è cominciata con lo stesso fervore e presto
sarà pronto ad accogliere i nuovi avventori. Sulla scia di queste operazioni si spera poi di sviluppare anche
altri progetti necessari, come la ristrutturazione della capanna Nimi.
Per godere a fondo questa attraversata dal lago Maggiore a Fusio si è
cercato di offrire un percorso in piena sicurezza malgrado le difficoltà
tecniche, decine di metri di catene sono state fissate nei punti più problematici, mentre la marcatura in bianco-blu-bianco si snoda come un tappeto rosso lungo tutto il tracciato.
Non tutti avanzano con lo stesso
passo, alcuni divorano magari due
o tre tappe in un giorno sprezzanti
delle difficoltà, sfrecciando davanti
ai rifugi come fosse una gara contro
il tempo, altri arrivano in capanna
stremati, fuori tempo massimo come i ciclisti dopo una giornata di colli. A titolo comparativo, la Via Alta
della Verzasca, che ha dato il via ai
percorsi in alta quota in Ticino, denota qualche differenza sostanziale: la cugina verzaschese comprende qualche difficoltà tecnica maggiore e l’intrigante percorso corre
sempre sul filo delle creste, mentre
la Via Alta della Vallemaggia, apparentemente meno spettacolare, offre la possibilità di essere percorsa
da una più vasta gamma di utenti,
anche se è e deve rimanere un prodotto elitario, poiché un’affluenza
troppo grande altererebbe la sua
natura e il suo fascino, disturbando
gli equilibri delle nostre cime.
Dal Lago Maggiore
a Fusio, un sentiero
dove la bellezza
dei luoghi, la storia
e la cultura sono
in perfetta armonia
con flora e fauna
La bellezza dei luoghi, la storia e
la cultura di un tempo si fondono in perfetta armonia con la flora e la fauna. L’aquila – uno degli
animali che più mi affascinano –
con la sua maestosa planata è solo una delle tante meraviglie naturalistiche che si possono incontrare lungo il percorso. Osservare il camoscio e altre specie nel
loro habitat ha un fascino particolare, e io sono uno di quelli che
camminano con gli occhi e con la
macchina fotografica sempre
pronta, desideroso di poter immortalare una vipera, un fiore, o
scoprire qualche immagine da rubare alla natura. Andare in montagna anche con il cuore, rispettando quanto ci circonda, dal for-
micaio alla vipera, dal fiore al ruscello, e lasciarsi affascinare da
quell’aria materna che infondono le nostre montagne; poco importa da che parte si intraprende
il cammino, per quanto tempo si
percorrono i sentieri, in quale capanna si pernotta o quanto ci si
rimane, basta essere curiosi e
aprire i propri sensi per assaporare le emozioni e beneficiare del
benessere che la natura offre.
In questi anni di lavoro sul percorso, molti sono stati i volontari o gli
attori che hanno contribuito alla
realizzazione del progetto: un
sentiero che unisce diverse realtà,
un’iniziativa che ha avuto il merito di andare oltre le divisioni regionali. Si spiega così il successo
di questa realizzazione. Il risultato è tutto da scoprire. Si può comunque affermare con certezza
che il percorso merita lo spazio riservatogli dai media, dalle riviste
specializzate, dal museo e dal libro fotografico di Roberto Buzzini. (Il volume si può ordinare presso: Studiodigrafica Grizzi, Avegno,
Tel. 091 7961213)
Chi non ha avuto la fortuna di visitare la mostra allestita l’anno
scorso al Museo di Cevio, potrà
ammirare parte delle splendide
foto realizzate da Buzzini, che nei
prossimi mesi saranno esposte a
Cardada. Se questo non bastasse, accomodatevi, la prima tappa
del percorso sarà davanti a voi, in
attesa di essere assaporata.
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Zona Industriale 2 - Via Mappo 11 - CH-6598 Tenero - Tel. 091 730 91 00
22 ORSELINA 2012
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Oben:
Der zweite kleine See von Coca
Unten links:
In Richtung Pizzo Madone
Unten rechts:
Zwischen dem Pizzo d˙Orgnana
und dem Madom da Sgiof
Vom Lago Maggiore
nach Fusio: Ein Weg wo
die Schönheit der Orte,
die Geschichte und
Kultur in vollkommener
Harmonie mit Flora
und Fauna sind
ausgegangen ist, das wichtigere Ergebnis sei. Es hat neue Möglichkeiten gebracht, aufgegebene Alpen
wieder zu bestossen, Wege neu zu
bauen und das Bewusstsein unseres
bäuerlichen Erbes zu festigen. Die
von den Bürgergemeinden von Giumaglio und Maggia ausgeführten
Arbeiten für Restaurierung der Alp
Spluga und der Alp Masnee sind
starke Signale, die dieses neue Bewusstsein für die Werte bezeugen,
die wir weitergeben. Die Begeisterung der Freiwilligen für ihre Teilnahme an diesen Erneuerungen ist
beeindruckend und beispielhaft. Eine Art Epidemie, die andere angesteckt hat. Die Restrukturierung der
Berghütte Tomeo wurde mit dem
gleichen Eifer begonnen, und sie
wird bald bereit sein, neue Gäste
aufzunehmen. Im Zuge dieser Unternehmungen hofft man, andere
notwendige Projekte entwickeln zu
können wie die Restrukturierung der
Berghütte Nimi.
Um diese Durchquerung vom Lago
Maggiore nach Fusio voll geniessen
zu können, hat man versucht, trotz
der technischen Schwierigkeiten einen völlig sicheren Weg zu gewährleisten. An problematischen Strekken wurden Dutzende von Ketten
festgemacht, während die weissblau-weisse Markierung den ganzen
Streckenverlauf angibt.
Nicht alle gehen im gleichen Schritt
voran. Einige bringen vielleicht an einem Tag zwei oder drei Etappen hinter sich ohne auf die Schwierigkei-
ten zu achten. Sie eilen an den Berghütten vorbei als ob es ein Wettlauf
wäre. Andere erreichen die Hütten
erschöpft, ausserhalb der Höchstzeit,
wie Radrennfahrer nach einem Tag
durch ein hügeliges Gebiet. Zum
Vergleich: Die Via Alta im Verzascatal, mit der die Höhenwege im Tessin begonnen haben, weist einige
substantielle Schwierigkeiten mehr
auf, denn die Strecke verläuft immer
längs der Bergkämme, während die
Via Alta im Maggiatal, auf den ersten Blick weniger spektakulär, eine
breitere Schicht von Berggängern
anspricht, auch wenn es sich um ein
Eliteprodukt handelt und ein solches
bleiben muss, denn ein zu starker
Zustrom würde ihre Natur und ihre
Faszination schmälern und das
Gleichgewicht unserer Gipfel stören.
Die Schönheit der Orte, die Geschichte und Kultur früherer Zeiten
vermischen sich in perfekter Harmonie mit der Flora und Fauna. Der Adler - eines der Tiere die mich am meisten faszinieren - ist mit seinem majestätischen Gleiten nur eines der
vielen Naturwunder, denen wir längs
der Strecke begegnen können. Die
Beobachtungen von Gemsen und
andern Tieren in ihrem Habitat hat
einen besonderen Reiz. Ich gehöre
zu jenen, die mit offenen Augen und
dem stets bereiten Fotoapparat
wandern mit dem Wunsch, eine Viper, eine Blume oder sonst ein Bild
der Natur ablichten zu können. Auch
mit dem Herzen in die Berge gehen,
alles respektieren was uns umgibt,
vom Ameisenhaufen bis zur Viper,
von der Blume bis zum Bach, fasziniert werden von der mütterlichen
Luft, die unsere Berge umfliesst. Es
ist nicht so wichtig, wo man sich
auf den Weg macht, wie lange man
die Wege begeht, in welcher Berghütte man übernachtet oder dort
verbleibt. Es genügt neugierig zu
sein, alle Sinne anzuspannen, um
die Emotionen wahrzunehmen und
das Wohlgefühl zu geniessen, das
die Natur bietet.
In den Jahren der Arbeit an der
Strecke haben viele Freiwillige zur
Verwirklichung des Projekts beigetragen. Ein Weg, der viele Realitäten vereint, eine Aktivität die das
Verdienst hatte, über die regionalen Grenzen hinaus zu reichen. Das
erklärt auch ihren Erfolg. Das Ergebnis lässt sich feststellen. Man
darf jedenfalls mit Sicherheit behaupten, dass die Strecke es verdient, dass Medien, Fachzeitschriften, das Museum und das
Fotobuch von Roberto Buzzini soviel Beachtung geschenkt haben.
(Der Band kann bestellt werden
bei Studiodigrafica Grizzi, Avegno,
Tel. 091 7961213.)
Wer nicht das Glück hatte, die Ausstellung des letzten Jahres im Museum von Cevio zu besichtigen,
kann einen Teil der prachtvollen Fotos von Buzzini in den nächsten
Monaten auf der Cardada bewundern. Sollte dies nicht genügen: Die
erste Etappe des Weges liegt vor ihren Augen um erlebt zu werden.
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ORSELINA 2012 23
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Gli Acrobati
di Remo Rossi
nel Parco
Ein Werk
des Locarneser
Bildhauers
di/von DIANA RIZZI
o scultore locarnese Remo
Rossi (1909-1982) è stato
indubbiamente uno degli artisti più insigni e rappresentativi
del nostro Cantone a partire dalla metà del secolo scorso. Le sue
numerose opere hanno trovato
ampio consenso non solo a livello locale, ma anche nazionale e
internazionale e fanno parte di
numerose collezioni pubbliche e
private. Fermamente legato a un
tipo di rappresentazione figurativa, Remo Rossi ha saputo sperimentare svariati metodi espressivi, grazie anche allo studio approfondito dei materiali. I tratti
caratteristici delle sue opere maggiori sono definiti da un modellato sicuro, che attorno agli anni
Cinquanta si consolida in forme
sempre più rigide e stilizzate.
L’opera ‘Acrobati’ realizzata nel
1962 in alluminio dorato ed esposta nel giardino dell’Hotel Orselina per quasi cinquant’anni, nella
primavera scorsa è stata donata
da Alberto Amstutz al proprio Comune d’origine, che l’ha collocata all’interno del suggestivo Parco, su un piedistallo disegnato
dall’artista Pierre Casè. Il munifico donatore l’aveva potuta ammirare all’Esposizione Nazionale di
Losanna del 1964 e l’ha ricevuta
in dono dai genitori per il proprio
diciottesimo compleanno. Il Cortile delle arti di Expo 64 era stato
curato da Max Bill, il quale aveva
dato disposizioni affinché le sculture dei diversi artisti invitati fossero interamente rivestite da un
sottile strato di foglia d’oro, al fine di creare un insieme dal particolare effetto luministico.
Remo Rossi ha dedicato particolare attenzione al tema degli
Acrobati, non solo perché attratto dall’affascinante aspetto ludico che caratterizza il mondo del
circo, ma soprattutto per le possibilità espressive determinate
dalle figure in equilibrio: il personaggio al suolo sorregge l’altro sospeso nel vuoto, a testa in
giù, col solo appoggio della mano sulla sua testa; la posizione
delle braccia e delle gambe di
entrambi determina un bilanciamento, che si iscrive nello spazio
attraverso la definizione di molteplici direttrici. La rappresentazione di questa precaria sospensione mette in gioco le doti di
concentrazione e di fisicità atletica, in un armonico connubio di
forza e psiche che attribuisce all’opera una grande leggerezza,
resa dalla sapiente modulazione
dei due corpi.
L
Gli ‘Acrobati’
in perfetto equilibrio
sulle gradinate dal Parco
Die ‘Akrobaten’
aus vergoldetem Aluminium
auf den Sitzreihen des Parks
Il Crocifisso
di Remo Rossi
nella chiesa
Parrocchiale
Kruzifix von
Remo Rossi
in der Pfarrkirche
er Locarneser Bildhauer Remo Rossi (1909-1982) war
zweifellos einer der berühmtesten, repräsentativsten Künstler
unseres Kantons seit der Mitte des
vergangenen Jahrhunderts. Seine
zahlreichen Werke haben nicht auf
der örtlichen, sondern auch auf der
nationalen und internationalen Ebene viel Anerkennung gefunden. Sie
gehören zu zahlreichen öffentlichen
und privaten Kunstsammlungen. Remo Rossi hielt sich streng an eine figürliche Darstellung, die er durch
Versuche mit verschiedenen Ausdrucksmethoden erweiterte, auch
dank dem vertieften Studium der
verwendeten Materialien. Die charakteristischen Züge seiner grössten
Werke sind nach einem sicheren
Modell bestimmt, das sich in den
Fünfzigerjahren in immer strengeren
und stilisierten Formen festigte.
Das 1962 geschaffene Werk ‘Die
Akrobaten’ aus vergoldetem Aluminium wurde beinahe fünfzig Jahre
im Garten des Hotels Orselina ausgestellt. Im vergangenen Frühling
wurde es von Alberto Amstutz seiner Ursprungsgemeinde geschenkt
und im eindrucksvollen Park untergebracht auf einem vom Künstler
Pierre Casè entworfenen Sockel.
Der grosszügige Geber hatte sie
1964 an der Nationalausstellung in
Lausanne bewundert und von seinen Eltern als Geschenk zum
achtzehnten Geburtstag erhalten.
Der Hof der Künste an der Expo 64
war von Max Bill betreut worden,
der anordnete, dass die Skulpturen
der verschiedenen eingeladenen
Künstler mit einer dünnen Goldschicht überzogen werden, um ein
Gesamtbild von besonders lichtvoller Wirkung hervorzurufen.
Remo Rossi hat dem Thema der
Akrobaten besondere Aufmerksamkeit geschenkt, nicht nur weil er vom
faszinierenden spielerischen Aspekt
fasziniert war, der die Welt des Zirkus kennzeichnet, sondern vor allem
wegen der Ausdrucksmöglichkeiten
der Figuren im Gleichgewicht. Die
Person am Boden stemmt die andere in die Höhe, mit dem Kopf nach
unten, mit der einzigen Stütze der
Hand auf seinem Kopf. Die Position
der Arme und Beine der Beine bestimmt eine Balance, die sich im
Raum durch die Festlegung vieler
Richtungen ausdrückt. Die Darstellung dieser prekären Lage bringt die
Fähigkeiten der Konzentration und
der athletischen Stärke ins Spiel, in
einer harmonischen Verbindung von
Kraft und Psyche, die dem Werk eine grosse Leichtigkeit verleiht, die
von dem Anpassungsvermögen der
beiden Körper bewirkt wird.
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ORSELINA 2012 25
di/von CARLO BRANCA
Perché la cappella Vanoni
si trova proprio lì
1
Il frontespizio della cappella dipinta
dal Vanoni
Das von Vanoni bemalte Gewölbe
der Patocchi-Kapelle.
Q
uesta cappella, che porta
l’iscrizione “Giovanni B. a
Pattochi fece fare per sua devo.ne 1861” si trova lungo la via Patocchi, strada ben conosciuta e frequentata, che ora si congiunge con
quella che dai Monti della Trinità sale a Brè e a San Bernardo.
La cappella conserva un suo fascino
popolare e vallerano tipico del famoso pittore valmaggese Giovanni Antonio Vanoni (1810-1886); inconfondibile il colore blu del manto della
Madonna, che l’artista usava in tutti
i dipinti con immagini sacre, ed era
chiamato appunto ‘blu Vanoni’. Nel
1859 il pittore aveva eseguito degli
affreschi nella chiesa parrocchiale di
Orselina; Patocchi l’aveva forse conosciuto allora, dandogli l’incarico di dipingere anche la sua cappella, terminata nel 1861. Due anni dopo Vanoni affresca un’edicola situata nella
strada della valle che sale al Santuario della Madonna del Sasso e dipinge altre opere poco lontano, nella
chiesa di Contra.
Sulla parte frontale della cappella
del Patocchi, San Bernardo (patrono di Orselina) sembra indicare la ripida scala che porta al monte omonimo, dopo la zigzagante mulattiera; a sinistra si nota San Carlo nella
sua veste cardinalizia.
26 ORSELINA 2012
Nelle sere invernali qualche lumino,
vago e commovente segno devozionale, acceso oltre la semplicissima barriera rivela la presenza della
cappella, un po’ offuscata dalle costruzioni, cresciute da poco con il
‘franco forte’.
Ma perché la cappella dipinta dal Vanoni si trova proprio in quel punto, ai
margini della strada carrozzabile, oggi compressa fra l’asfalto e i paracarri
che la difendono dai sempre più numerosi autocarri e dalle benne di calcestruzzo? Le spiegazioni vengono
fornite da una lontana discendente
della famiglia Patocchi, A. N. domiciliata a Orselina.
Come altre famiglie della Val Lavizzara, quella dei Patocchi si stabilì nel nostro comune e costruì la casa che esiste tuttora dove la Salita Cappella Vanoni sbocca sulla via Patocchi, proprio
davanti alla cappella. A quel tempo la
casa era circondata da ampi vigneti
roncati, campi e frutteti. Il Patocchi
partì per la California e fece fortuna
raccogliendo rottami di vario genere.
Rimase oltre oceano otto anni e rientrò con risparmi che gli permisero di
vivere con una certa agiatezza e con
una particolare catena d’oro che mostrava con un certo orgoglio, attaccata all’orologio infilato nel panciotto.
Ritornò dall’America senza la mano
sinistra, persa probabilmente in un infortunio. Non aveva quasi mai scritto
lettere durante gli otto anni di assenza e ripeteva che uno dei meriti della
sua relativa fortuna era la frase “Woman I don’ know you” (donna non ti
conosco), che la dice lunga sui comportamenti degli emigranti di allora…Giovanni Patocchi fece costruire
a sue spese dapprima la strada che
assunse poi il suo nome e in seguito
la cappella nella parte finale della
strada, proprio accanto alla sua casa,
che ora si poteva raggiungere con i
carri trainati dai cavalli.
noni, patrizio di Orselina. Tra i presenti, le sorelle Margherita Giovannacci,
sposata Quaglia, con i figli Angelina
(1915-2010, futura moglie di Alberto Norzi, matematico e direttore del
Ginnasio di Locarno) e il piccolo Aldo;
e Rosina (l’ultima a destra) sposata
Merlini e trasferitasi a Minusio.
Anche una figlia di Nando Patocchi sposò un valmaggese, un Pozzi
di Cavergno. Come testimoniano
questi documenti, dall’ideatore e
costruttore della via Patocchi discesero varie famiglie ancora oggi
ben presenti nel locarnese.
1 In questa bella fotografia di circa
140 anni fa (scattata fra il 1860 e il
1870 e riportata anche nel volume di
Dalmazio Ambrosioni ‘Orselina’), Giovanni Patocchi è indicato come “bisnonno Patocchi”. Vicino alla bisnonna e alla trisavola Vanetti, sono riconoscibili i suoi cinque figli: Nando, Vico e Celeste, nati prima della partenza per la California e sulla sinistra le
due bambine Severina e Genoeffa.
3 L’ultima immagine ci offre un bel
ritratto di Margherita Giovannacci,
abiatica di G.B. Patocchi, nata nel
1889 e qui ritratta a vent’anni con
espressione, capigliatura e collana
tipici di quel tempo. E’ una fotografia eseguita da Val (Valentino Monotti, 1871-1954) figlio di Angelo. I
Monotti, originari di Cavigliano, impararono il ‘mestiere’ a Livorno,
emigranti in quelle terre come altri
dello stesso comune di Pedemonte.
I Monotti “avevano lo studio dietro
il palazzo della Banca Svizzera Americana” (da “Locarno dell’altro ieri”
di Piero Bianconi, 1974) e ripresero
con molto gusto immagini di Locarno a cavallo dei due secoli.
2 Altri discendenti di Giovanni Patocchi nell’immagine del 1923, presa
in via al Calvario dove inizia la Salita
Cappella Vanoni, in occasione del matrimonio di Maria Giovannacci (figlia
di Genoeffa) con Alessandro Giovan-
2
3
Warum steht
die Vanoni-Kapelle
gerade dort?
iese Kapelle trägt die Inschrift
“Giovanni B. a Pattochi fece
fare per sua devo.ne 1861”
und sie befindet sich an der Via Patocchi, einer bekannten und stark begangenen Strasse, die nun verbunden ist mit derjenigen, die von den
Monti della Trinità nach Brè und San
Bernardo ansteigt.
Die Kapelle bewahrt noch heute ihren volkstümlichen Reiz, der dem berühmten Maler aus dem Maggiatal
Giovanni Antonio Vanoni (18101886) eigen war. Unverwechselbar
ist die blaue Farbe des Mantels der
Madonna, die der Künstler für alle
Heiligenbilder verwendete; man
nannte sie deshalb Vanoni-Blau.
1859 hatte der Maler in der Pfarrkirche von Orselina Fresken ausgeführt.
Patocchi hatte ihn vielleicht damals
kennengelernt und ihm den Auftrag
gegeben, auch seine 1861 fertiggestellte Kapelle zu bemalen. Zwei Jahre später versah Vanoni einen Kiosk
an der Strasse, die zum Heiligtum
Madonna del Sasso aufsteigt mit
Fresken und hat auch Malereien an
der nicht weit entfernten Kirche von
Contra ausgeführt.
Auf der Vorderseite von Patocchis
Kapelle scheint San Bernardo
(Schutzheiliger von Orselina) den
steilen Treppenweg anzugeben, der
D
nach dem Maultierpfad im Zickzack
zum gleichnamigen Berg hinauf
führt. Links erkennt man San Carlo
als Kardinal gekleidet.
An den Winterabenden wird manchmal ausserhalb der einfachen Schranke ein Lämpchen angezündet als rührendes Zeichen der Frömmigkeit, ein
wenig verdunkelt durch die Bauten,
die kürzlich durch den starken Franken entstanden sind.
Doch warum steht die von Vanoni
ausgemalte Kapelle gerade dort, am
Rande der Fahrstrasse, zwischen
Asphalt und Leitplanken, die sie vor
den immer zahlreicheren Lastwagen
und den Betonplanken schützen?
Die Erklärungen liefert eine ferne
Nachkommin der Familie Patocchi, A.
N. wohnhaft in Orselina.
Wie andere Familien aus dem Val Lavizzara haben sich die Patocchi in unserer Gemeinde angesiedelt und ihr
Haus gebaut, das sich noch immer
dort befindet, wo der Aufstieg zur
Cappella Vanoni in die Via Patocchi
mündet, gerade vor der Kapelle. Damals war das Haus von grossen Rebbergen, Feldern und Fruchtgärten
umgeben. Patocchi wanderte dann
aus nach Kalifornien und machten
sein Glück mit dem Sammeln von
Schrott aller Art. Er blieb acht Jahre
auf der andern Seite des Ozeans und
kehrte mit Ersparnissen zurück, die
ihm einen gewissen Wohlstand verschafften und mit einer ausserordentlichen Goldkette, die er recht
stolz vorzeigte. Sie war an der in der
Weste eingefädelten Uhr befestigt. Er
kehrte aus Amerika zurück ohne seine linke Hand, die er wahrscheinlich
bei einem Unfall verloren hatte. Während der achtjährigen Abwesenheit
hatte er nur sehr selten Briefe geschrieben. Er wiederholte als Grund
seines verhältnismässigen Glücks
den Satz “Woman I don’ know you”
(Frau, ich kenne dich nicht), was alles aussagt über das Verhalten der
damaligen Emigranten… Giovanni
Patocchi liess zuerst auf seine Kosten
die Strasse bauen, die dann seinen
Namen tragen sollte, später die Kapelle am Ende der Strasse, genau neben seinem Haus, das dadurch von
mit Pferden gezogenen Wagen erreichbar wurde.
1 Auf dieser schönen Fotografie die
vor etwa 140 Jahren (zwischen 1860
und 1870) aufgenommen wurde – sie
ist auch im Band ‘Orselina’ von Dalmazio Ambrosioni zu sehen, wird
Giovanni Patocchi “bisnonno Patocchi” (Urgrossvater) bezeichnet. Neben der Urgrossmutter und der Enkelin Vanetti erkannt man seine
Söhne Nando, Vico und Celeste, die
vor der Abreise nach Kalifornien geboren wurden und die beiden Töchter Severina und Genoeffa.
2 Andere Nachkommen von Giovanni Patocchi sind 1923 auf dem Weg
zum Kalvarienberg aufgenommen
worden, wo der Aufstieg zur Cappella Vanoni beginnt, anlässlich der Hochzeit von Maria Giovannacci (Tochter
von Genoeffa) mit Alessandro Giovannoni, Patrizier von Orselina. Unter den
Anwesenden die Schwester von Margherita Giovannacci, verheiratete Quaglia, mit den Kindern Angelina (19152010), der zukünftigen Ehefrau von
Alberto Norzi (Mathematiker und Leiter des Gymnasiums von Locarno)und
dem kleinen Aldo; und Rosina (ganz
rechts) verheiratet mit Merlini und
nach Minusio umgezogen.
Auch eine Tochter von Nando Patocchi hat einen Mann aus dem
Maggiatal, einen Pozzi aus Cavergno geheiratet.
Wie diese Dokumente bezeugen hat
der Planer und Erbauer der Via Patocchi etliche Familien hinterlassen,
die noch heute gut vertreten sind
im Locarnese.
3 Das letzte Bild bietet ein schönes
Porträt von Margherita Giovannacci,
Enkelin von G.B. Patocchi, geboren1889 und hier als Zwanzigjährige
aufgenommen mit dem Ausdruck, der
Frisur und der Halskette, wie sie in der
damaligen Zeit üblich waren. Die Foto wurde von Val (Valentino Monotti,
1871-1954) dem Sohn von Angelo
geknipst. Die Monotti, aus Cavigliano stammend, haben ihren Beruf in
Livorno erlernt wie so viele Emigranten aus der gleichen Gemeinde. Die
Monotti “hatten ihr Studio dietro il
palazzo della Banca Svizzera Americana” (aus “Locarno dell’altro ieri”
von Piero Bianconi, 1974) und nahmen gerne Bilder von Locarno im Laufe der Jahrhunderte auf.
ORSELINA 2012 27
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di/von GIANNI CAMINADA
Il Mirasole,
romantico
ritrovo degli
orselinesi
Mirasole,
romantischer
Treffpunkt der
Dorfbewohner
C’era una volta il
Es war einmal das
Ristorante Mirasole
na torrida giornata di luglio
invoglia a una passeggiata
serale lungo le vie del nostro
comune, gustando la brezza che
scende da Cardada. Mi soffermo
qua e là ammirando giardini e
piante in fiore. Arrivato nei pressi
di una palazzina di costruzione
abbastanza recente, di fronte all’ex Albergo Orselina, i ricordi mi
portano lontano, agli anni sessanta, quando assieme a 25 compagni festeggiammo i nostri 20 anni, pieni di speranze, spensierati e
allegri, in procinto di essere chiamati al servizio della patria. Una
serata indimenticabile, soprattutto
per la luculliana cena servita. Eravamo al Ristorante Mirasole. Ai
due lati del grande muro di sostegno salivano le scale che portavano al giardino pergolato davanti alla casa. La curiosità mi spinge a ripercorrere la storia di questo ristorante: a chi apparteneva e perché
è scomparso. Vado alla ricerca di
persone (ovviamente nate a Orselina) e di informazioni nell’archivio
comunale. Proprio qui trovo le prime notizie, grazie all’aiuto dell’amico Peppino, vice segretario comunale. Nel lontano 1905 Maria
Santina Pedroncini fu Daniele, allora tredicenne, si trasferì con la famiglia a Orselina. Il ristorante Mirasole fu per lunghi anni gestito
dalla famiglia e in seguito da Maria Santina, che morì il 3 giugno
1964. Il 15 gennaio dello stesso
anno la signora Pedroncini stese un
testamento nel quale specificò che
non avendo eredi legittimi lasciava
lo stabile e il terreno annesso alla
Pro Infirmis affinché venisse usato
come ‘casa di cura per bambini
malati o convalescenti’ e che la
Fondazione avrebbe dovuto porta-
U
re il nome della famiglia ‘fu Daniele Pedroncini’. Le benefiche intenzioni della testatrice incontrarono però difficoltà di ordine pratico, in quanto l’ubicazione della
proprietà, la morfologia del luogo,
e la struttura dello stabile non permettevano un’occupazione consona alle volontà espresse nel testamento. La Fondazione sottopose
quindi al Consiglio di Stato l’autorizzazione di vendita del patrimonio immobiliare, che fu concessa il 24 aprile 1979. Diversi gli
interessati, fra i quali Giuseppe
Zurmühle che l’acquistò il 13 marzo 1980, costruendo l’attuale stabile, passato poi ai suoi eredi.
Soltanto nel 2000 si presentò alla
Fondazione la possibilità d’acquisto di uno stabile adeguato, in Città Vecchia a Locarno. L’ex albergo
Vallemaggia è così diventato una
struttura di integrazione sociale
per favorire l’autonomia di persone disabili, con un laboratorio occupazionale (mensa-ristorante). La
cucina è professionalmente e amorevolmente gestita dal famoso
cuoco Gérard Perriard. L’organizzazione cappello è della Pro Infirmis. Quest’esemplare centro diurno si rivela un’ottima scuola di vita e un ristorante rinomato e ben
frequentato.
Chiedo venia se questa ricerca presenta qualche lacuna. La mia soddisfazione però è appagata dal fatto che il Ristorante Mirasole, dove
ho festeggiato i miei 20 anni, non
è stato venduto per lasciare il posto a un altro o per un’operazione
immobiliare speculativa, ma che i
proventi della vendita sono stati
usati per scopi filantropici, com’era
desiderio della Famiglia fu Daniele Pedroncini.
Barde l l i Fe r mo de l l i sm o
lo specialista del modellismo ferroviario
in heisser Tag im Juli verlockt
zu einem abendlichen Spaziergang durch die Strassen unserer Gemeinde, um dabei die Brise zu
geniessen, die von Cardada hinunter weht. Ich bleibe hin und wieder
stehen, um die Gärten mit ihren blühenden Pflanzen zu bewundern. In
der Nähe eines ziemlich neuen
Wohnblocks gegenüber dem Hotel
Orselina angekommen, gehen meine Erinnerungen zurück bis in die
Sechzigerjahre, als ich mit 25 Kameraden den 20. Geburtstag feierte. Wir waren sorglos und fröhlich,
im Begriff zum Dienst für das Vaterland einberufen zu werden. Ein
unvergesslicher Abend, vor allem
wegen des lukullischen Abendessens. Wir waren im Ristorante Mirasole. Auf beiden Seiten der grossen
Stützmauer führten die Treppen hinauf zum Garten mit Pergola vor
dem Haus. Die Neugier drängt
mich, der Geschichte dieses Restaurants nachzugehen. Wem gehörte es und warum besteht es
nicht mehr. Ich suche in Orselina geborene Personen und erkundige
mich im Gemeindearchiv. Gerade
dort finde ich die ersten Notizen
dank meinem Freund Peppino, VizeGemeindesekretär. Im Jahr 1905 ist
die damals dreizehnjährige Maria
Santina Pedroncini mit ihrer Familie
nach Orselina umgezogen. Das Ristorante Mirasole wurde viele Jahre
von ihrer Familie geführt, später von
Maria Santina, die am 3. Juni 1964
verstorben ist. Am 15. Januar des
gleichen Jahres hatte sie in ihrem Testament festgelegt, weil sie keine
gesetzlichen Erben habe, solle das
Gebäude und das angrenzende Gelände in den Besitz der Pro Infirmis
übergehen, um dort ein Kurhaus für
kranke oder rekonvaleszente Kinder
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einzurichten. Die Stiftung solle
den Namen der Familie des verstorbenen Daniele Pedroncini tragen.
Die wohltätigen Absichten der Testamentsverfasserin wurden jedoch
durch praktische Schwierigkeiten
behindert. Die Lage der Liegenschaft wie auch die Beschaffenheit
des Ortes und die Architektur des
Gebäudes verunmöglichten eine
dem Testament entsprechende Verwendung. Die Stiftung unterbreitete deshalb dem Staatsrat ein Bewilligungsgesuch zum Verkauf des
Grundstücks, die am 24. April 1979
gewährt wurde. Es gab verschiedene Interessenten, darunter Giuseppe
Zurmühle, der es am 13. März 1980
kaufte um dort das jetzige Gebäude zu errichten, das dann an seine
Erben übergegangen ist.
Erst im Jahr 2000 bot sich der Stiftung die Gelegenheit, ein geeignetes Gebäude in der Altstadt von Locarno zu erwerben. Das frühere Hotel Vallemaggia wurde so eine Struktur der sozialen Integration, um die
Unabhängigkeit von Behinderten zu
fördern, mit einem Beschäftigungslabor (Kantine-Restaurant). Die Küche wird professionell und liebevoll
geführt vom berühmten Koch Gérard Perriard. Die Organisation besorgt in erster Linie die Pro Infirmis.
Dieses vorbildliche Tageszentrum erweist sich als eine hervorragende Lebensschule und ein renommiertes,
gut besuchtes Restaurant.
Ich bitte um Verständnis, wenn die
Einzelheiten meiner Recherche einige Fehler aufweisen sollten. Ich bin
jedoch zufrieden, dass ich weiss,
dass der Erlös des Verkaufs des Restaurants, in dem ich meine 20 Jahre
gefeiert habe, nach dem Willen der
Fondazione fu Daniele Pedroncini
verwendet wurden.
Tel. +41 91 752 25 47
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di/von LUCA POHL
La villa Mignon
della Clinica Varini
La veranda di
Villa Mignon
e il viale che
la collega alla
Clinica
Die Veranda der
Villa Mignon
und die Allee,
die sie mit der
Klinik verbindet
Q
ualcuno, non solo forestiero, si è forse
chiesto chi abita in
quella villa elegantemente
restaurata, situata accanto
all’imponente e moderno
edificio della Clinica Varini.
Ebbene, quella casa dalle
proporzioni delicate, dalle linee e dai colori raffinati, con
la sua facciata rivolta verso il
lago impreziosita dall’elegante portico e dalla veranda arrotondati, cela una preziosa offerta della Clinica, a
cui è collegata tramite un
corridoio sotterraneo.
Fu nel 1973 che l'intraprendente commerciante locarnese Giorgio Varini e sua moglie
Lina destinarono la loro fortuna ai malati della regione,
istituendo una Fondazione
senza scopo di lucro.
La Clinica Fondazione Varini
è oggi un istituto ospedaliero
di grande qualità che, oltre ai
reparti di lungodegenza e
ospedalieri, offre alle persone anziane ticinesi (o domiciliate nel Cantone da almeno
dieci anni) un ricovero temporaneo al fine di aiutare i familiari in situazioni di sovraccarico fisico o psichico oppure in caso di assenza. Il tutto
in una struttura con assistenza infermieristica e medica 24
ore su 24, in un’atmosfera ri-
lassata e un ambiente familiare e intimo che villa Mignon favorisce.
La villa, di un volume piuttosto contenuto, è stata realizzata nel primo '900 e presenta elementi tipici dell'architettura dell'Italia settentrionale e della Toscana, che in
Ticino in quel periodo erano
adottati volentieri in contrapposizione alla moda prevalente al Nord delle Alpi. Quest'ultima potrebbe tuttavia
aver influenzato il disegno
del tetto, come si può osservare dallo strano andamento
dei cornicioni delle facciate
laterali. Informazioni non verificate attribuirebbero la sua
paternità all'architetto Enea
Tallone (1876-1937) che a
Orselina ha progettato la stazione di arrivo della funicolare. Dello stesso architetto Tallone, segnaliamo numerosi
edifici pubblici e privati nel
Locarnese, quali le due case
gemelle in Piazza Pedrazzini,
il palazzo amministrativo della funicolare, casa Moretti a
Muralto e il decoro della sala
della Sopracenerina, oltre a
due ville borghesi che purtroppo sono state abbattute
per far posto, una all'abergo
Arcadia sul Lungolago e l'altra a un anonimo blocco locativo in via San Jorio.
Gebäude des frühen
20. Jahrhunderts
rgendwer, nicht nur Ausländer, hat
sich vielleicht gefragt, wer in der
elegant restaurierten Villa wohnt,
die sich neben dem eindrucksvollen,
modernen Gebäude der Klinik Varini
befindet. Also gut, jenes Haus mit seinen delikaten Proportionen, den raffinierten Linien und Farben, seiner gegen den See gerichteten Fassade, geschmückt durch den abgerundeten
Bogengang und die Veranda, verbirgt ein wertvolles Angebot der Klinik, mit der es durch einen unterirdischen Gang verbunden ist.
Es war 1973, als der unternehmungslustige Locarneser Geschäftsmann Giorgio Varini und seine Ehefrau Lina ihr
Vermögen den Kranken der Region
widmeten, indem sie eine Stiftung ohne Gewinnstreben gründeten.
Die Clinica Fondazione Varini ist heute
ein Spitalinstitut von hohem Niveau.
Ausser den Abteilungen für Pflegefälle
bietet das Spital betagten Tessinern
oder Personen, die seit mindestens 10
Jahren im Tessin niedergelassen sind eine temporäre Aufnahme, um Familienangehörige, die physisch oder psychisch überlastet sind oder in Fällen von
längerer Abwesenheit zu unterstützen.
Dies in einer Struktur, die rund um die
Uhr Hilfeleistungen durch Krankenpfle-
I
ger und Ärzte erbringt in einer entspannten Atmosphäre und einem familiären, intimen Umfeld, wie es die Villa
Mignon begünstigt.
Die verhältnismässig knapp bemessene
Villa wurde Anfang des 20. Jahrhunderts gebaut. Sie weist architektonische
Elemente auf, die dem Stil Norditaliens
und der Toskana entsprechen. Damals
wurden sie im Tessin gerne angewandt
als Gegensatz zur vorherrschenden Mode von der Alpennordseite. Die letztere
könnte jedoch die Form des Dachs beeinflusst haben, wie man beobachten
kann am seltsamen Verlauf der Simse
an den seitlichen Fassaden. Nach nicht
überprüften Informationen sollen sie
dem Architekten Enea Tallone (18761937) zuzuschreiben sein, der in Orselina die Talstation der Seilbahn geplant
hat. Tallone hat auch die Projekte zahlreicher öffentlicher und privater Bauten
im Locarnese entworfen, so die beiden
Zwillingshäuser an der Piazza Pedrazzini, das Verwaltungsgebäude der Seilbahn, Casa Moretti in Muralto und den
Dekor des Saals der Sopracenerina sowie zwei bürgerliche Villen, die leider
abgebrochen wurden. Die eine musste
dem Hotel Arcadia am Lungolago weichen und die andere einem anonymen
Mietblock an der Via San Jorio.
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IN CITTÀ VECCHIA
di/von DAVIDE MARTINONI
“Grazie”
un disco
di solidarietà
more, riconoscenza e generosità. Questo c’è dietro
‘Grazie’, il singolo che Kay
Garbani, di Orselina, ha realizzato
e pubblicato a scopo benefico con
l’obiettivo di destinarne i proventi
a un progetto legato all’Home for
Girls di Udon Tani in Thailandia: il
centro che per 5 anni l’ha accolta,
dalla nascita fino al momento in
cui mamma Silvana, papà Luca e il
fratello Matteo arrivarono a prenderla per portarsela a casa e farne
una figlia e una sorella.
‘Grazie’ è nato dal bisogno di rendere merito sia alla prima, sia alla
seconda famiglia, i punti di riferimento che, in diverse fasi della vita, hanno fatto di Kay quello che è
oggi: una ragazza solare, determinata e con uno spiccato talento
musicale. Ma il talento da solo non
basta. Ci vogliono idee e abnegazione: doti che la giovane orselinese ha buttato nell’autoproduzione
di un lavoro discografico che in 12
mesi ha fruttato circa 3’000 mila
franchi. Cifra che l’Home for Girls
potrà utilizzare per una realizzazione a sua scelta.
“Il progetto è partito nel febbraio
del 2010 – racconta Kay. Di getto
ho scritto parole e musica, che ho
fatto ascoltare in famiglia ottenendo... un certo successo. Poi la cosa
è rimasta per così dire in stand-by
per qualche tempo, fino al momento in cui, suonando in occasione di
una cresima a Minusio, mi sono imbattuta in Mike Stauss, regista Rsi,
grazie al quale è stato possibile definire una collaborazione per la festa di fine anno 2010 a Locarno on
Ice”. Momento topico cui Kay si era
presentata con un pezzo ridefinito
e corretto con l’aiuto (anche per gli
arrangiamenti) di Marco Zappa, suo
ex-docente; con un videoclip di
stampo professionale e con un Cd
pronto per la vendita, contenente
due versioni di ‘Grazie’, di cui una
acustica con Kay alla chitarra.
Il singolo è sempre in vendita a 10
franchi e i ricavi continueranno a rimpinguare la speciale cassa benefica
istituita dall’autrice. Come aiutarla?
Acquistando il Cd da Foto Garbani a
Muralto, Riazzino o Lugano (o richiedendolo a [email protected]),
oppure partecipando, con un versamento libero, alla raccolta fondi
sul ccp 65-260783-0.
CD für einen
guten Zweck
A
iebe, Dankbarkeit und Grosszügigkeit. Das steckt hinter der Single ‘Grazie’, die Kay Garbani aus
Orselina für wohltätige Zwecke verwirklicht und veröffentlicht hat. Der
Erlös soll einem Projekt zufliessen,
das mit dem ’Home for Girls’ von
Udon Tani in Thailand zusammenhängt. Dieses Zentrum hatte sie von
der Geburt an aufgenommen bis
zum Moment als Mamma Silvana, Papa Luca und Bruder Matteo gekommen sind, um sie mit sich nach Hause zu nehmen und aus ihr eine Tochter und Schwester zu machen.
‘Grazie’ ist aus dem Bedürfnis heraus
entstanden, sowohl der ersten als
auch der zweiten Familie in verschiedenen Phasen des Lebens das Verdienst zuzusprechen, dass Kay das
wurde was sie heute ist: ein heiteres,
selbstbewusstes Mädchen mit einem
ausgeprägten musikalischen Talent.
Doch das Talent allein genügt nicht. Es
braucht Ideen und Hingabe. Diese Fähigkeiten hat das Mädchen in Orselina
eingesetzt zur Eigenproduktion einer
CD, die in 12 Monaten etwa 3000
Franken eingebracht hat. Diese Summe kann das Home for Girls für einen
selbst gewählten Zweck verwenden.
Kay erzählt: “Das Projekt wurde im Februar 2010 in die Wege geleitet. In einem Zug habe ich Text und Musik geschrieben und der Familie vorgelegt
mit einem... gewissen Erfolg. Dann
blieb es einige Zeit, um es so zu sagen, in Stand-by. Dann habe ich anlässlich einer Firmung in Minusio gespielt und dabei den RSI-Regisseur
Mike Stauss getroffen. Dank ihm war
es möglich, eine Zusammenarbeit mit
dem Fest zum Jahresende 2010 von
Locarno on Ice zu finden”. Für diesen
äusserst wichtigen Moment hat sich
Kay mit einem erneuerten und korrigierten Stück präsentiert. Marco Zappa, ihr früherer Lehrer hat ihr dabei
geholfen (auch für die Arrangements).
Sie konnte ein professionell aufgemachtes Videoclip und eine für den
Verkauf bereite CD mit zwei Versionen
von ‘Grazie’ vorlegen, eine akustische
und eine mit Kay an der Gitarre.
Die Single wird immer noch für 10 Franken verkauft. Der Erlös fliesst weiterhin in
eine von der Autorin eingerichtete Kasse.
Wie kann man ihr helfen? Durch den
Kauf der CD bei Foto Garbani in Muralto, Riazzino oder Lugano (Bestellung über
[email protected]). Freie Einzahlungen auf den Fond CCP 65-260783-0.
L
Kay Garbani sulla copertina del CD
Sotto: Kay in visita
all'Home for Girls di Udon Tani
Kay Garbani auf dem Umschlag der CD
Unten: Kay zu Besuch im Home of Girls von Udon Tani
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Brione sopra
Minusio
‘Brionit’ con boccalino (1936)
Bewohner von Brione mit Boccalino
La fontana della piazza (1950)
Der Brunnen auf der Piazza
in den
Bildern der
Vergangenheit
e oggi Brione si presenta ancora al pubblico regionale è perché con ammirevole determinazione, esso sa e vuole tenere viva
la fiamma della propria memoria storica. Si direbbe anzi rappresenti una costante di questi
ultimi anni. Il merito è prima
di tutto di Leo Marcollo che
del suo paese ha tessuto la
storia, legando con un filo,
personaggi, situazioni e ambienti. Se Leo Marcollo con il
suo volume “Brione s/Minusio attraverso i secoli” non
fosse stato l’autentico apripista di questo filone di storia
locale, difficilmente si sarebbe
potuto gustare la mostra di
fotografie allestita nella Casa
al Platano nel dicembre 2010.
Una bella mostra, grazie anche all’impressionante quantità di immagini, tutte rigorosamente in bianco e
nero. Un successo che sarebbe stato impensabile se tante
persone, di Brione e di altri
comuni, non avessero accolto
l’invito del Municipio affinché
ognuno togliesse dal fondo di
qualche cassetto una fotografia ingiallita dal tempo, ma
capace di portare all’attenzione degli altri brandelli di ricordi e di emozioni.
E da quell’esposizione ecco è
nata un’iniziativa del Municipio, realizzata grazie all’impegno e all’entusiasmo del Capo Dicastero Cultura e della
Commissione Cultura che hanno trasferito la mostra in un album con 164
immagini. Il libro riflette il piccolo universo contadino di Brione, con i suoi
viottoli e sentieri polverosi, le povere
ma dignitose case in sasso, disposte
secondo una rigorosa e sapiente geometria che possiamo ancora oggi ammirare. Attorno al vecchio nucleo, a
far da contrasto, incontriamo le case
dei villeggianti e di chi è venuto ad
abitarci quando il paese era appena
uscito dalla sua condizione contadina. Nelle foto ritroviamo anche i nuclei della Val Resa, di Tendrasca e di
Viona, dove si abitava per scelta di vita e dove ancora oggi molti ‘brionit’
possiedono una seconda casa, quasi
sempre legata alla loro infanzia e alle fatiche dei loro genitori.
Il libro fotografico di Leo Marcollo si
sfoglia con curiosità, accende ricordi
e forse qualche nostalgia. E l’uomo,
si sa, vive anche di queste emozioni.
E’ in vendita presso la Cancelleria comunale di Brione (091 743 24 59) al
prezzo di fr. 12.
(FM)
enn sich Brione noch heute
dem regionalen Publikum vorstellt, ist es dem Bestreben zuzuschreiben, die Flamme der geschichtlichen Erinnerung mit bewundernswerter Beharrlichkeit weiterhin
brennen zu lassen; gewissermassen ein fester Wert der letzten Jahre. Es ist in erster Linie das Verdienst von Leo Marcollo, der Persönlichkeiten, Zustände und Atmosphäre der Gemeinde zu einem Buch verwoben hat. Hätte
er nicht den Band “Brione s/Minusio attraverso i secoli” herausgebracht, wäre es kaum möglich
gewesen, die Fotoschau in der
Casa del Platano im Dezember
2010 zu geniessen. Eine schöne
Ausstellung dank der eindrucksvollen Menge der Bilder, alle rigoros in Schwarzweiss. Ein Erfolg, der
undenkbar gewesen wäre, hätten nicht
zahlreiche Personen aus Brione und andern Orten die Einladung der Gemeinde befolgt und schon lange
vergilbte Fotos aus irgendwelchen Schubladen geholt, die aber
immer noch fähig sind, Aufmerksamkeit zu wecken, Erinnerungen und Emotionen auszulösen.
Diese Ausstellung hat eine Aktivität der Gemeinde hervorgerufen, die dank dem Einsatz und
der Begeisterung des Vorstehers
des Kulturamtes und der Kulturkommission verwirklicht werden
konnte. Sie haben die Ausstellung in ein Album mit 164 Bildern eingebracht. Das Buch zeigt
das bäuerliche Universum von Brione
mit seinen Pfaden und staubigen Wegen, den armen aber würdigen Steinhäusern, nach einer strengen und klugen Geometrie angeordnet, die wir
noch heute bewundern können. Rund
um den alten Ortskern begegnen wir
als Kontrast den Häusern der Ferienleute und denjenigen, die gekommen sind
um hier zu wohnen, als das Dorf eben
erst seine bäuerliche Bestimmung aufgegeben hatte. Unter den Fotos finden
wir auch die Siedlungen des Val Resa,
von Tendrasca und Viona, wo man aufgrund einer Lebensauffassung weilte
und wo noch heute viele ‘brionit’ ein
zweites Haus besitzen, das fast immer
mit ihrer Kindheit und den Mühen ihrer
Eltern zusammenhängt.
Man blättert neugierig im Fotobuch von
Leo Marcollo, das Erinnerungen und
vielleicht auch ein wenig Nostalgie
weckt. Man weiss ja, dass der Mensch
auch von solchen lebt. Das Buch kann
in der Gemeindekanzlei von Brione (Tel.
091 743 24 59) zum Preis von 12 Franken gekauft werden.
(FM)
S
Lavatoio comunale (1952)
Waschhaus der Gemeinde
Ritorno dal lavatoio (1920)
Rückkehr vom Waschhaus
nelle
immagini
del passato
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Tipica abitazione affacciata sulla piazza
Typisches Wohnhaus
Festa della Madonna Assunta (1952)
Fest Mariä Himmelfahrt
Carnevale di Brione (1953)
Karneval in Brione
La fontana come abbeveratoio (1930)
Der Brunnen als Tränke
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Telefon in allen Zimmern
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www.ascona-locarno.com
Top Events 2012
FUOCHI D’ARTIFICIO
ASCONA
01.01.2012
locarno camelie
parco delle camelie
28.03 - 01.04.2012
SLOW UP TICINO
LOCARNO
22.04.2012
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locarno
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18 - 20.05.2012
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19.05 / 26.05 / 01.06
ARTISTi di strada
Ascona
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locarno
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settimane musicali
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27.08 - 15.10.2012
triathlon
locarno
01 - 02.09.2012
AUTUNNO
GASTRONOMICO
11.09 - 21.10.2012
walking day
locarno
30.09.2012
sagra della castagna
ascona
06 & 13.10.2012
locarno on ice
locarno
29.11.2012 - 06.01.2013
Das Restaurant, direkt an der
Hügelkette von Locarno gelegen,
von Schlichter Eleganz- weit
öffnet sich der Blick
über den Lago Maggiore.
Das Panorama Restaurant
bietet mediterrane Spezialitäten.
Die Terrasse vermittelt
Ferienstimmung und italianita!
Das Hotel liegt direkt über dem Lago
Maggiore die Sicht vom Balkon ist
Traumhaft und lässt Ferienstimmung
aufkommen. Mit dem Aussenschwimmbad,
dem Fitnessraum, der Wellness
Möglichkeit und mit einem grossem
Park ist es eine Oase der Erholung
und Entspannung.
Familie Zimmermann
Via Contra 45
CH-6645 Brione-Locarno
Tel. +41 (0)91 735 30 00
Fax +41 (0)91 735 30 01
[email protected]
www.dellavalle.ch
effe51riazzino 0918409300