Scarica la biografia di Achille Curcio

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Vita d’un poeta
Achille Curcio nasce il 26 maggio 1930 a Borgia, dove il
padre lavora come segretario comunale, prima di trasferirsi
con la famiglia nella vicina Montauro, sul versante jonico
del catanzarese. Dopo un’infanzia fantasiosa e ricettiva e le
scuole, il diploma di maestro a Catanzaro lo porterà a
insegnare dapprima nella scuola elementare, e poi per 40
anni nel Carcere minorile del capoluogo calabrese. Scrive le
prime poesie giovanissimo, e sceglie come naturale
scenario del suo mondo il dialetto. Inizia la collaborazione
con quotidiani e riviste. Nel 1958 sposa colei che sarà la
compagna di tutta una vita, Raffelina Concolino, da tutti
chiamata Liliana, e nascono i loro tre figli. Dopo la
pubblicazione, da Cappelli, di Lampari (1970) e Hjumara
(1974), la sua casa a Catanzaro e quella sul mare Jonio, a
Calalunga, diventano meta di incontri con grandi figure del
Novecento: da Bigongiari a Bonea, da Del Pino a Campus,
da Raul Maria De Angelis a Buttitta e Gerhard Rohlfs.
Dalla metà degli anni Settanta il poeta inizia un’opera
costante di diffusione delle “nuove” ragioni del dialetto, e
porta le proprie letture di poesia nei borghi e nelle città
calabresi, e altrove, a Firenze, a Zurigo, a Berna, e negli
anni Novanta in Canada e in Australia.
All’antologia personale del 1975, Visioni del Sud, che lo
avvicina a un più ampio pubblico di lettori, e al nuovo libro,
Chi canti, chi cunti? (1983), si alternano una serie di satire,
una importante raccolta di proverbi calabresi, e un volume
di racconti, L’eremita di Sant’Anna (1984). Ai due libri
ultimi di poesia, ’A vertula d’o poeta (1991) e ’U poeta
non rida (2005), si affiancano alcuni volumi orientati nella
riscoperta e nella memoria della sua terra (’U morzeddhu,
2007, e La mia Cantanzaro, 2010). Oltre ad essere stato
tradotto in lingua ungherese (L’unda mi cunta/ Hullámok
dala, 2007), gli sono stati dedicati due convegni: nel 1981,
La poesia dialettale del Novecento (a Catanzaro, con
Ignazio Buttita), e nel 2006, Il dialetto come lingua della
poesia (a Trieste, con Franco Loi e i poeti dialettali delle
nuove generazioni). Una significativa scelta delle sue
poesie è apparsa in numerose antologie, e fra queste Le
parole di legno. Poesia in dialetto del ‘900 italiano, a cura
di M. Chiesa e G. Tesio (Mondadori, 1984). Recente la
monografia critica di Luigi Tassoni, Lezione di poesia. Il
dialetto contemporaneo di Achille Curcio (Bologna,
Archetipolibri). Nel marzo 2010 l’Università di Pécs gli ha
dedicato uno speciale Omaggio con il Seminario
internazionale sulla lettura della poesia, nell’ambito di Pécs
capitale europea della cultura. Il 26 maggio 2010, in
occasione degli 80 anni, la Cittá di Catanzaro gli ha
dedicato una giornata di studi, e il Sindaco gli ha
consegnato le chiavi della cittá nella sala consiliare di
Palazzo Santa Chiara. Per gli 85 anni il MARCA di
Catanzaro gli dedica un Omaggio con un evento che ha
titolo La poesia che pensa (26 maggio 2015), a cura di
Rocco Guglielmo e Luigi Tassoni