nikos gatsos - FONDAZIONE ELLENICA DI CULTURA

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nikos gatsos - FONDAZIONE ELLENICA DI CULTURA
FONDAZIONE ELLENICA DI CULTURA
NIKOS GATSOS
UFFICIO STAMPA
Aprile 2010
OMAGGIO PER IL SITO DELLA FONDAZIONE
ELLENICA DI CULTURA (TRIESTE)
Il poeta Nikos Gasos (a sinistra) e il compositore Manos Chatzidakis.
Poeta autore di un’unica poesia e compositore di testi per canzoni con influenza decisiva
sullo sviluppo dei testi per la musica greca del dopoguerra, Nikos Gatsos (1911-1992),
originario del paese di Asèa in Arcadia, fece dell’utopia uno stile di vita e confermò in
maniera categorica l’antico detto: ούκ εν τω πολλώ το ευ (il bene non sta nel molto).
Appartiene al gruppo di poeti che iniziarono a comporre durante il periodo
dell’occupazione nazista (1940-1944). Per la maggior parte delle persone a quell’epoca i
sogni liberatori dei surrealisti degli anni ’30 erano diventati incubi e visioni morbose e la
forza dell’assurdo, alla quale mirava un tempo il Surrealismo, si identificava in quel
momento con la terribile realtà dell’occupazione e della guerra civile che si scatenò in
seguito alla liberazione.
La casa di Nikos Gatsos ad Asea in Arcadia. A destra, un canyon in Arcadia.
L’unica raccolta poetica di Nikos Gatsos (1915-1992) porta come titolo,
apparentemente immotivato, Amorgòs (1943).¹ La lingua di queste poesie
è ricca di termini attinti dal tradizionale mondo contadino della Grecia.
Una poesia è addirittura composta utilizzando il tradizionale
decapentasillabo. Quando nel 1943, in piena occupazione, Gatsos
completa il componimento Amorgòs non ha abbandonato quella speranza
in un mondo nuovo che emanava dall’opera dei suoi predecessori. Al
contrario di altri poeti, ripose questa speranza in vagabondaggi oltre i
confini del mondo greco tradizionale:
Ragazzi, forse la memoria degli antenati è una consolazione più profonda
e una compagnia più preziosa di un po’ di acqua di rose e dell’ebbrezza
della bellezza…Buonanotte dunque vedo un sacco di stelle cadenti cullate
dai sogni ma io tengo tra le mie dita la musica per un giorno migliore. I
viaggiatori delle Indie sanno raccontare molte più cose dei cronisti
bizantini.
Indicative dell’effetto che provoca nel mondo letterario della Grecia del
1943 sono i commenti critici che vengono pubblicati.² Il poeta Odisseas
Elitis (Premio Nobel, 1979) scrive che si tratta di una poesia – «composta
secondo i principi poetici della scuola di Andrè Breton e le teorie
filosofiche di Husserl {…} ha nondimeno il grande pregio di non esigere
la conoscenza delle suddette teorie per una sua quantomeno agevole
comprensione».
Secondo il critico della letteratura Andreas Karantonis con la poesia
Amorgòs – «…la poesia greca contemporanea, acquisendo il “polmone”
linguistico che le mancava, si colora in maniera affascinante con i
suggestivi e familiari colori della tradizione poetica viva.»
Amorgòs è stata per il poeta Takis Papatsonis il «Grande Imprevisto».³ In
un riferimento successivo all’opera dice:
«…confesso che il titolo Αmorgòs mi ha fuorviato
forse per il fatto che devo ad un mio viaggio in
quest’isola indimenticabili ricordi. Confesso anche
che leggendo la poesia, ritrovavo chiaramente nelle
sue ricche immagini i paesaggi del Peloponneso e
all’epoca questo mi impressionò, non riuscendo a
spiegarmi perché mai Amorgòs dovesse ricordare il
Peloponneso. Ma ancora maggiore fu la mia
sorpresa quando dal poeta stesso venni a sapere che
non mi ero sbagliato, che veramente tutto il canto
profuma di Peloponneso e che il titolo della poesia
era stato scelto – come una parte della Grecia –
solo per motivi puramente legati alla sonorità,
senza alcuna altra pretesa. Mi ha dato altrettanta
decisione di non scrivere altro.
soddisfazione constatare che non mi ero sbagliato
«Se mi chiedeste perché Gatsos ha smesso di scrivere
nemmeno nel definire erotico il canto. A detta del
e pubblicare poesie oserei ipotizzare che, molto
poeta, l’intero canto esprime dolore. Ora, certo,
probabilmente, si era stancato di cercare la risposta
queste constatazioni non hanno molto valore di
alla domanda che fa nascere la poesia.» - scrive
fronte all’alternarsi secondo uno sviluppo graduale
Evgenios Aranitsis. «Era una persona dotata di
delle parti sentimentali e pittoriche tra loro legate
estrema logica (cioè, per la sua epoca, una persona
che separano i diversi “capitoli” del canto. Come
oltremodo ottimista) per poter credere che c’era
dimenticare la suggestione del succedersi
ancora qualcosa da dire attaverso le modalità
alternativo di forme, dove la parte in prosa, che
(espressive) fino ad allora conosciute.»
ricorda la prosa ecclesiastica medievale, assume
nella mia anima le dimensioni poetiche dei brani di
Riguardo al valore letterario di Amorgòs e della sua
Isaia che si leggono durante il Natale con la loro
interpretazione Evgenios Aranitsis scrive:
beatitudine, dove la parte scritta in greco
«La forza magnetica che esercita questa poesia
arcaizzante crea un collegamento con precedenti
consiste forse nella sua consapevole sobrietà.
epoche dell’anima e dei progenitori, dove il
Non c’è alcuna traccia di dramma, soggezione o
lamento popolare e satanico assume la forma del
mito che è insieme nazionale e personale…».4
Una grande poesia (Solo una!)
insegnamento in Amorgòs. Gatsos è l’unico
poeta greco contemporaneo che non ha inteso
nemmeno per un attimo salvare il mondo con
preghiere. In Amorgòs il mondo è quello che si
vede – non è fatto né per la gioia né per la
Il titolo dell’articolo a tutta pagina di Evgenios
Aranitsis apparso sul quotidiano Eleftherotipìa
(29.8.1990) fa riferimento alla poesia Amorgòs in
occasione della 6° edizione dell’opera da parte
tristezza, solo aperto alla propensione dell’uomo
per il concepimento di immagini. L’uomo è allo
stesso tempo vinctore e vinto all’interno della
della casa editrice Ikaros e cerca di interpretare
caso che permea la sua esistenza: è un essere tra
l’unica produzione poetica di Gatsos negli anni
altri esseri l’uomo e può lottare senza perdere la
giovanili e la successiva
quiete del ciclo delle stagioni.
Frontespizio
del poeta Odisseas Elitis
(premio Nobel 1979)
per il libro
Soffia venticello soffiami
non calare finchè
ed. Ikaros 1993.
Questa innata distanza da qualunque
Altre opere
concezione poetica del mondo (che costituisce
Dopo Amorgòs Gatsos pubblicò altre tre piccole
il pregio di Gatsos, a differenza di quanto
poesie su riviste periodiche: Elegìo («Filologikà
successo ad altri poeti per i quali si è rivelato
Chronikà» n.38-40, Febb.-Mar. 1946), O ippòtis ke
uno svantaggio) fanno in modo che i versi di
Amorgòs siano pervasi da una invisibile
grazia spirituale più leggera di un soffio.
Aleggia attorno alle parole le sensazione che
o thànatos – Il cavaliere e la morte («Mikrò
tetràdio» n.1, Gen. 1947) e Tragùdi tu paliù kerù Canzone dei vecchi tempi, dedicata a G. Seferis («Ο
Τachidròmos», 2.11.1936).
Pubblicò inoltre la poesia Chairetismòs ston Seferi –
nulla al mondo sia sufficientemente cattivo o
Saluto a Seferis destinata all’omaggio al poeta in
troppo scarso per poter costituire oggetto
occasione dei 30 anni dalla composizione della
dell’etica o della psicologia. Il mondo è il
poesia «Strofì», un anno prima che gli venisse
riflesso primario dell’insieme di tutti gli eventi
conferito il Premio Nobel. E ancora due testi teorici:
in esso compresi, sia che noi li comprendiamo
un articolo in risposta ad una ricerca sulla nuova
o no. Per Gatsos la legge che regola le
poesia della rivista «Kallitechnikà nèa» (n.31 /8-1-
relazioni tra le cose è la musica che da esse
sgorga».
1944) e un commento su Paul Valèry (riv. Elèfthera
gràmmata, n. 14, 10 Agosto 1945).
Lorca
Nikos Gatsos, così come i poeti Miltos Sachtùris e
Ma anche le traduzioni successive delle opere teatrali
del poeta spagnolo, Matomènos gàmos - Nozze di
Nànos Valaorìtis, adattò alla realtà greca l’esempio
sangue (1948), To spìti tis Bernarda Alba – La casa
del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca: tutti e tre i
di Bernarda Alba (1945), Perlimplìn e Belìsa (1976),
poeti, cioè, legarono l’illogicità del subconscio
mostrarono la capacità particolarmente sviluppata del
elaborata dal Surrealismo con le altrettanto illogiche
poeta di accostarsi al testo straniero e di trasferire il
associazioni che si ritrovano molto spesso nei canti
suo «palpito» in un’altra lingua.
popolari greci e nelle favole. Il risultato fu un ricorso
L’opera Nozze di Sangue fu presentata per la prima
alla tradizione sensibilmente diverso da quello che
volta in Grecia nel 1948 dal Teatro dell’Arte per la
caratterizza la produzione poetica precedente alla
regia di Kàrolos Kun, su traduzione di Nikos Gatsos,
guerra.
musica di Manos Chatzidakis e scene di Giannis
Quando Gatsos tradusse l’opera «Nichterinò tragùdi -
Tsarùchis. Nella parte della sposa recita Elli Labeti e
La Ballata del Sonnambulo» di Lorca «…si trattò di
in quella di Leonardo Vassilis Diamantòpulos. Da
una vera e propria nuova creazione» - riferisce
allora è stata rappresentata molte volte sulle scene di
Alèxandros Argirìu.
teatri nazionali e privati.
Le «Nozze di sangue» e «La Casa di Bernarda Alba» su allestimento rispettivamente del Teatro dell’Arte,
del Teatro Nazionale e del Teatro Statale della Grecia Settentrionale.
Uno dei momenti più significativi della collaborazione tra Nikos Gatsos e Manos Chatzidakis fu la produzione
discografica Ta paràloga – Le assurdità (1976). Vi hanno collaborato Mikis Theodorakis, Melina Merkuri,
Maria Faranduri e Dionisis Savvopulos.
Soffia venticello soffiami
non calare finchè…
Nikos Gatsos fu uno dei fondatori della canzone popolare greca d’autore secondo la forma impressa negli anni
’60 e ΄70 dai compositori Manos Chatzidakis e Mikis Theodorakis. Le scelte di entrambi i compositori
nell’opera di rinnovamento della musica greca si appoggiarono sui versi dei poeti e uno dei principali
compositori di testi di questo genere in quel periodo era proprio Nikos Gatsos. Dal momento che dopo
Amorgòs Gatsos non pubblicò alcun altro testo “ufficialmente” poetico, i suoi versi erano destinati
esclusivamente a venir musicati e sono diventati canzoni di grande qualità su musiche composte da
Chatzidakis, Theodorakis e da molti altri compositori che seguirono il loro esempio.
La critica contemporanea ha riconosciuto il valore poetico anche dei suoi versi musicati avendo constatato che
le canzoni di Gatsos costituiscono un patrimonio poetico, di genere certo diverso, ma per nulla inferiore alla
sua poesia “letteraria”.
Ιn particolare, la collaborazione con Manos Chatzidakis fu continua fino alla morte del poeta nel 1992 e diede
vita ad alcune opere eccezionali quali «Nozze di sangue», «Mitologia», «Le assurdità», «Reflections», ma
anche a molte canzoni: «Pài o keròs - Il tempo va», «Mia Panagià - Una Madonna», «T’astèri tu vorià - La
stella del nord» e di certo la celebre «Athanasìa - Immortalità».
Riguardo ai versi di Nikos Gatsos, Manos Chatzidakis nel suo libro «O kathreftis ke to macheri – Lo specchio e
il coltello» (edizioni Ikaros) scrive: “Ho visto Nikos Gatsos costringere al rinvio anteprime di rappresentazioni
e passare notti in bianco per una parola. E non si trattava neppure di una parola di un testo poetico, ma di un
semplice dialogo teatrale della durata di pochi secondi. Che significato può avere un’insistenza di questo tipo?
coscienziosità? puntigliosità? senso di responsabilità? precisione maniacale? Cercate sul terreno di Dionisios
Solomos per trovare il segreto… Ma noi la lingua demotica e la tradizione le abbiamo imparate. Pian piano e
con sforzo notevole. Lui le ha trovate dentro di sé, pronte, assieme alle canzoni dei suoi predecessori, le ha
assimilate assieme al “latte materno”.
Odisseas Elitis (da «En lefkò», edizioni Ikaros) sostiene che: “Gatsos aveva come regola e scopo che i suoi
versi fossero “autosufficienti” grazie al loro valore poetico, come si trattasse di un testo autonomo. Preferiva
scrivere su melodie già composte, perché credeva di interpretarne – di solito – in maniera più corretta il senso e
perché temeva che il compositore si sarebbe fermato a un’interpretazione superficiale dei suoi versi al
momento di musicarli, in particolare quando si tattava di collaborazioni decise a tavolino dalla sua casa
discografica. Quando era lui stesso a prendere l’iniziativa, come nel caso di «Mitologia» e «Le assurdità», i
versi venivano scritti prima…”.
Collaborò anche con i compositori greci Dimos Mùtsis, Lukianòs Kilaidonis e Stavros Xarchakos. L’opera
«Rebetiko»,(1983) che scrisse con quest’ultimo per il film omonimo di Kostas Ferris sulla storia della canzone
rebetika greca costituì una pietra miliare nella storia della musica greca d’autore poiché riuscì a coniugare la
canzone popolare con le sue origini nel rebetiko.
Nel 1992 fu pubblicato a cura delle edizioni Ikaros il volume Fìsa aeràki fìsa me, mi chamilònis ìsame… Soffia venticello soffiami non calare finchè… con poesie di Nikos Gatsos, per la maggior parte musicate.
Melina Merkuri nel ruolo di Blanche DuBois interpreta la canzone «Chartino to fengaraki – Di carta la luna»,
testo di Nikos Gatsos,durante la rappresentazione di «Un tram che si chiama desiderio» del Teatro dell’Arte.
Nikos Gatsos nacque nel 1911 a Chània Frangovrisis in
Arcadia.
Compì gli studi ginnasiali a Tripoli e in seguito si stabilì
assieme alla madre e alla sorella ad Atene, dove si iscrisse
alla Facoltà di Lettere dell’Università di Atene. Tra il 1935
e il 1936 viaggiò nel sud della Francia e a Parigi. Il suo
esordio letterario risale al 1931 con la pubblicazione della
poesia Della solitudine sulla rivista «Νea Estia». Nello
stesso periodo iniziò a gravitare nella sfera della rivista
«Νea Grammata» con la quale collaborò anche in qualità di
critico letterario, cosa che fece anche con altre riviste
letterarie di Atene. Nel 1943 pubblicò Amorgòs, raccolta
poetica che fu considerata una pietra miliare nella storia
della poesia surrealista greca e che influenzò poeti a lui
contemporanei e successivi. Si dice che questo lungo
componimento poetico sia stato scritto in una notte con il
sistema della “scrittura automatica” utilizzato dai poeti
surrealisti.
Si ritiene inoltre che la poesia “Amorgòs” concluda e
completi il primo ciclo del surrealismo greco, apertosi con
i poeti Nikita Ranto, Embirikos, Engonopulos e con l’Elitis
dei primi componimenti.
Dopo “Amorgòs” pubblicò solo tre poesie sulla stampa
periodica: Ελεγείο (Elegìo -1946), Ο Ιππότης και ο θάνατος
(Il cavaliere e la morte - 1947) e Τραγούδι του παλιού καιρού (Canzone dei vecchi tempi - 1963). Nel dopoguerra
collaborò con il periodico di K. G. Katìbalis «Rivista
angloellenica» e con l’Ente Nazionale per la Radiofonia. Si
occupò anche della traduzione di opere teatrali (Lorca,
Stindberg, O’Neill, Lope De Vega, Tennesee Williams e
altri). Tradusse per conto del Teatro Nazionale, del Teatro
dell’Arte e del Teatro Popolare opere di Federico Garcia
Lorca («Nozze di sangue», «La casa di Bernarda Alba»),
August Stindberg («Il padre»), Eugene O’Neill («Lunga
giornata verso la notte»), Lope De Vega («Fuente
Ovejuna») e Tennesee Williams («Un tram che si chiama
desiderio»).
Dagli anni ’50 si occupò della stesura di testi di canzoni. I
suoi testi sono stati musicati da Manos Chatzidakis, Mikis
Theodorakis, Stavros Xarchakos e da altri noti compositori
greci. Gli fu conferito il premio alla carriera del Comune di
Atene (1987) e fu eletto membro corrispondente
dell’Accademia di Barcellona come riconoscimento per il
suo contributo (attraverso l’opera di traduzione) alla
promozione della letteratura spagnola (1991). Morì ad
Atene nel 1992. Nel 1995 fu pubblicata a Istanbul una
traduzione poetica della sua opera a cura di I. Milla.
ΕΛΛΗΝΙΚΟ Ι∆ΡΥΜΑ ΠΟΛΙΤΙΣΜΟΥ
ΕΠΙΜΕΛΕΙΑ ΑΦΙΕΡΩΜΑΤΟΣ: Ελένη Γαλάνη
Μετάφραση: Fabiana Galiussi (ιταλικά)
BIBLIOGRAFIA
Ι.Poesia
• Αµοργός. (Amorgòs) Atene, Αetos, 1943.
ΙΙ.Traduzioni
• Federico Garcia Lorca, Nozze di sangue.
Atene, Ikaros, 1945.
• Federico Garcia Lorca, Perlimplìn e Belisa.
Atene, Ikaros, 1960.
• Εugene O’Neill, Lunga giornata verso la notte.
Atene, 1965.
• Αugust Strindberg, Il padre. Atene, Ikaros,
1996.
ΙΙΙ.Raccolte
• Lorca, Poesia e teatro. Traduzione di Nikos
Gatsos. Atene, Ikaros, 1990.
• Soffia venticello soffiami, non calare finchè…
Atene, Ikaros, 1992.
• Presta le sete al vento. Atene, Ikaros, 1994.
1.Riferimenti più dettagliati all’opera di Nikos
Gatsos in
Mandilaràs Fìlippos – Passià Angelikì, «Nikos
Gatsos»
Elìtrochos11, Inverno 1996-1997, pp. 8-13
Burnazàkis Kòstas, «Su Nikos Gatsos»,
Elìtrochos 13, Autunno 1997, pp. 73-75
Fonte:ΕΚΕΒΙ
1.
Le prime sei poesie senza titolo costituiscono
una (discutibile) unità. Al contrario le ultime
tre (Ο ippòtis ke o thanatos, 1513, e l’Εlegìo
con le quali si chiude il volume sono poesie
completamente autonome. Roderik Beaton
Introduzione alla letteratura greca, ed. Nefeli
1996.
2. Alexandros Argirìu, La poesia greca, ed. Sokkoli 1982,
pp. 221-222
3. Rivista «Musa Neoellenica» Luglio - Settembre 1943.
4. «Orizzonti», diario 1944, vol. III, pp. 899-901.