Leggi questo numero - Marchigiani e Umbri
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Il ANNO X° 15 giugno 2012 CIAVARRO Numero 42 Cronaca di vita associativa Foglio trimestrale interno , riservato ai soli soci, di notizie, informazioni, idee e tante altre cose della ASSOCIAZIONE DEI MARCHIGIANI E UMBRI DI MILANO “E. MATTEI” dal 1950 Premiata con l’Ambrogino d’oro nell’anno 2001 SEDE : Via Peschiera ,1 – 20154 Milano REDAZIONE : presso G.B. Ortenzi, via Raffaello Sanzio,20 -20094 Corsico - Milano Recapiti telefonici : tel.02- 44 05 683 – – Fax 02 – 44 06 175 Siti Internet : www.ilciavarro.it www. marchigianieumbrienricomattei.eu IL MERITO FONDAMENTO DELLA DEMOCRAZIA Partecipare alla cerimonia per il conferimento delle onorificenze “al merito della Repubblica” che, come già sapete, mi ha coinvolto in prima persona, mi ha ispirato alcune sintetiche riflessioni che voglio comunicarvi in questo “annus horribilis” (come è stato autorevolmente definito) che sta vivendo la nostra Italia e la nostra Europa. Alla facoltà di scienze politiche mi insegnarono che il concetto di virtù/merito era fondamentale nelle democrazie dell’antichità (greca e romana). Quelle comunità umane avevano capito che in cima ai valori della collettività vi deve essere la virtù, da cui la società è arricchita e servita, che va riconosciuta come merito e valorizzata con la responsabilità di chi guida. In altre parole, la società aveva capito che è giusto ed opportuno che a guidarla, nei vari settori in cui si articola il vivere umano, siano coloro che per capacità e/o impegno hanno prodotto risultati evidenti e per i quali la convivenza umana è risultata migliore e più ricca. La nostra Costituzione ha recepito tale concetto fin dal primo articolo, che infatti recita : “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. L’art.3 conferma : “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. L’ art.34 ribadisce : “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. L’ art.54 puntualizza : “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Infine, la XIV disposizione transitoria e finale afferma : “I titoli nobiliari non sono riconosciuti”. E’ assolutamente evidente e chiarissimo il senso di tutte queste decisive affermazioni : favorire e valorizzare il merito, nel rispetto delle possibilità naturali di ognuno, per costruire una società ed uno stato più giusti, più umani, e quindi più efficaci nel combattere e diminuire sempre più tutte quelle eventualità che possono frapporsi alla realizzazione di quei diritti che i padri fondatori degli Stati Uniti d’America misero nell’introduzione alla “Dichiarazione d’Indipendenza” : “Noi consideriamo le seguenti Verità evidenti di per sé : che tutti gli uomini sono creati eguali, che essi sono stati dotati di alcuni diritti inalienabili dal loro Creatore, che tra questi diritti ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità”. Ritengo che per superare le gravi difficoltà del presente dobbiamo tutti guardare a questi ideali decisivi che, insieme a quelli dell’onestà e della solidarietà, potranno consentirci di continuare a costruire una civiltà a misura d’uomo. Buone (e meritate!) vacanze. Pierfrancesco Fodde 1 Assemblea generale del 27 marzo 2012 Elezione Consiglio direttivo Elezione Probiviri e Revisori Conti Il giorno 27 marzo u.s. si è svolta presso la nostra sede di Via Peschiera n° 1 in Milano l’Assemblea generale dei soci con un numero di partecipanti che , con le deleghe di cui erano forniti , coprivano una alta percentuale dei nostri iscritti. Dopo l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno 2011 e di quello preventivo per l’anno 2012 il nostro Presidente in carica ha fatto una relazione dell’attività e dell’ottimo stato di salute che gode la nostra Associazione anche grazie al numero di soci attuali rispetto a quelli degli anni precedenti. Si è poi proceduto all’elezione dei Probiviri , dei Revisori dei Conti e dei Consiglieri che ricopriranno per i due prossimi anni le cariche sociali. Sono risultati quindi eletti: Probiviri: Micarelli Marco, Capodicasa Gabriele, Sori Filippo. Revisori dei Conti: Lenci Gianfranco,Virivè Ferdinando, Torri Luigi. Consiglieri: Dameno L. e Ortenzi G.B., Fodde P., Tomassoni A, Tappatà V., Ricci G., Capocasa E., Sargenti E., Sassaroli M. Elezione del Consiglio Direttivo I neo Consiglieri si sono riuniti il 2 aprile 2012 ed hanno eletto il seguente nuovo Consiglio direttivo Presidente : Pierfrancesco Fodde Vice Presidente : Vincenzo Tappatà Consigliere delegato :Giovanni Battista Ortenzi Segretaria : Luisella Dameno Tesoriere : Edoardo Sargenti Consiglieri : Antonio Tomassoni , Geronzio Ricci, Enzo Capocasa, Maria Sassaroli. L’intera Redazione del Ciavarro , anche a nome di tutti i Soci, augura ai nuovi eletti buon lavoro! 2 LA CONSEGNA DELLE ONORIFICENZE “AL MERITO DELLA REPUBBLICA” Il nostro presidente, prof. Pierfrancesco Fodde, ha avuto una gradita sorpresa alla cerimonia per la consegna delle onorificenze “al merito della Repubblica”. A causa dei gravi impegni previsti per il 2 giugno (festa della Repubblica) a Milano (presenza del Santo Padre alla conclusione a Milano del Congresso Mondiale delle Famiglie), il Prefetto, dott. GianValerio Lombardi, ha dovuto programmare con anticipo la cerimonia, che si è svolta giovedì 17 maggio nel bellissimo salone dell’Istituto dei Ciechi, in via Vivaio, recentemente restaurato. Il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi conferisce la nomina a Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica al nostro Presidente Pierfrancesco Fodde 400° di Erano presenti le massime autorità cittadine, provinciali e regionali, civili, giudiziarie e militari. La graditissima sorpresa è stata di condividere il titolo di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica con il maestro di fama mondiale (e straordinario marchigiano) Giovanni Allevi, insieme al sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala Stéphane Lissner, al comandante ° dei Vigili Urbani di Milano, e altri nei diversi settori della vita civile, ° culturale, economica, sociale. ° ° Simone Cantarini L’INCONTRO A CANDELARA (Pesaro) Domenica 27 Maggio 2012 La battaglia culturale dell’Associazione in appoggio al socio decano dott.Mario Mancigotti, ha avuto una nuova tappa direttamente nella Pieve di Santo Stefano a Candelara (sulle colline pesaresi) che ospita la pala d’altare dipinta da Simone Cantarini e dedicata alla Madonna del Rosario. Per ragioni incomprensibili sul piano scientifico 15 anni fa una studiosa pesarese ha “deciso” di attribuirla al pittore veneto Ridolfi. Dopo il convegno di due anni fa a Pesaro, la sensibilizzazione di Mancigotti, con il sostegno dell’Associazione, ha ottenuto il suo scopo nel modo più prestigioso e plateale : direttamente nel luogo che custodisce la pala, alla presenza di un’esperta di arte sacra di fama internazionale come Sr.Maria Gloria Riva, di numerose autorità comunali e provinciali, il dott.Lorenzo Fattori, peraltro grande esperto di storia dell’arte sacra, ha coordinato i lavori dell’incontro, allietati anche dai brani di musica sacra polifonica eseguiti dal coro “Jubilate”. E un’ ulteriore tappa nel 400° anniversario della nascita di Cantarini, che vedrà prossimamente altri eventi, curati dagli enti locali, con mostre a Rimini, Pesaro e Fano e, se ci riusciremo, anche una presentazione dei due CD realizzati da Mancigotti : Itinerari cantariniani nelle Marche e fuori dalle Marche Nella foto : il dott.Mancigotti, coadiuvato dal ns, presidente Fodde, durante il suo discorso. Al fianco Sr.Maria Gloria Riva e il dott.Fattori della Pro Loco di Candelara. 3 Casi di archeologia industriale in Lombardia. Di Antonio Gargiulo Come è da immaginarsi, di casi di archeologia industriale in Lombardia ce ne sono tanti. Per archeologia industriale s’intende lo studio di antiche fabbriche ormai in disuso, ma comunque significative per ricordare antiche tecnologie e ricreare l’atmosfera di un’epoca. Alcune manifestazioni importanti di archeologia industriale le incontriamo lungo il medio corso dell’Adda, tratto che avevamo già visto insieme dal punto di vista paesaggistico, e che adesso vogliamo esaminare da un’altra angolatura. L’esperienza più singolare fu quella della famiglia Crespi. Originaria di Busto Arsizio, essa diede origine a una dinastia industriale a cavallo fra Ottocento e Novecento. Da bravi bustocchi, il loro interesse erano i manufatti di cotone. Attirati dalla possibilità di ottenere energia a buon mercato, cercarono questa energia fra i flutti dell’Adda, che da sempre ne era generoso dispensatore. Installarono quindi il loro stabilimento sulla riva sinistra dell’Adda, alla confluenza di questo col Brembo. Ma, attenzione, nella costruzione non si limitarono alla sola fabbrica. Tutto intorno, costruirono un intero villaggio dotato di tutti i servizi,vale a dire chiesa, scuole, ambulatori e lavatoio. Non mancava nemmeno il cimitero. Poi c’erano le case per gli operai, case plurifamiliari ma anche villette bifamiliari, tutte con orto e giardino. C’erano poi le case per gli impiegati e i dirigenti, più grandi e confortevoli. Infine la residenza dei proprietari,in forma di castello in stile eclettico. complesso è oggi visitabile, ed è anche molto gettonato. E’ anche diventato patrimonio dell’UNESCO. Andiamo ora a vedere come il complesso si approvvigionava di energia. I Crespi costruirono una grande ( per quei tempi ) centrale idroelettrica, un progetto allora di avanguardia. Ricordiamoci che siamo agli albori della pratica di generazione di energia elettrica come forza motrice. Per inciso, nel periodo fra Ottocento e Novecento furono molte in Lombardia le applicazioni pionieristiche dell’energia elettrica. La centrale dei Crespi si chiamò Centrale Taccani, dal nome di uno dei progettisti. E’ collocata sulla riva destra dell’Adda. I Crespi, anche qui in forte anticipo sui tempi, si raccomandarono coi progettisti affinché la centrale fosse costruita col minimo impatto ambientale. La si fece in pietra “ ceppo “, la stessa che costituisce La Centrale idroelettrica Taccani Villaggio Crespi Inutile dire che per quei tempi si trattava di un’iniziativa a dir poco rivoluzionaria, anche se oggi qualcuno potrebbe parlare di concezione paternalistica. In pratica era l’espressione del principio “ dalla culla alla bara “, con cui si evitava ai dipendenti qualsiasi preoccupazione che non fosse strettamente pertinente al lavoro. L’esperimento durò fino agli anni Trenta del Novecento. Poi, come ogni altra cosa, divenne obsoleto e alla fine si arrivò alla chiusura della fabbrica. Le villette però esistono ancora, e sono ancora abitate, in buona parte dai discendenti degli antichi operai. Anche se, in generale, tutto il complesso, denominato il Villaggio Crespi, mostra qualche segno di degrado. Il le sponde dell’Adda in quel punto, nello stile eclettico dell’epoca, ma mantenendo comunque un profilo basso. Infatti si può constatare che essa si armonizza col paesaggio circostante. Oltre a ciò, il bacino fluviale antistante è pieno di vita ed è una gioia a vedersi. Manco a dirlo, la centrale è ancora in funzione, e per di più visitabile con visite guidate nei giorni festivi. Per completare il quadro delle proprietà dei Crespi, questi acquisirono anche il Castello di Trezzo, già menzionato in un altro nostro articolo come proprietà dei Visconti, e fatto erigere da Bernabò Visconti come baluardo contro le aspirazioni territoriali dei veneziani. Il Castello è adiacente alla Taccani, ed è anch’esso visitabile nei mesi estivi. Altro esempio di archeologia industriale è il grande ponte in ferro di Paderno, un’unica arcata che scavalca il fiume infossato fra le rocce. Anch’esso in funzione, vi transitano strada e ferrovia. Un manufatto che rievoca l’epoca d’oro dell’acciaio, verso la fine dell’Ottocento.Ci sono poi da menzionare l’impianto Velvis per i velluti a Vaprio d’Adda e il Linificio Cotonificio Nazionale a Cassano d’Adda. Non mancano altri luoghi d’interesse, ma per ragioni di spazio ci fermiamo qui. Eventualmente potremo riprendere in un altro articolo il percorso già iniziato. Antonio Gargiulo 4 Amerigo Vespucci “Umanista , cosmografo, navigatore” di Marco Micarelli Il 2012 mi dà l’occasione di tornare alle mie notarelle in cui mi diletto a ricordare figure o avvenimenti del passato. Cerco, quando è possibile, temi che in qualche modo, richiamino le nostre regioni per l’amore che nutro per la mia terra. Questa volta, però, debbo tradire tale impostazione perché il personaggio che intendo ricordare non è un umbro-marchigiano, ma è, per la sua grandezza, semplicemente un cittadino del mondo intero. Sto parlando di Amerigo Vespucci che, il 23 Febbraio del 1512, esattamente mezzo millennio fa, moriva, cinquantottenne, a Siviglia lontano dalla sua Firenze che gli aveva dato i natali il 9 Marzo del 1454. Si era trasferito in questa città nel 1489 per conto del banchiere Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici. Qui conobbe Cristoforo Colombo impegnato nella ricerca del finanziamento, da parte dei sovrani Spagnoli, dell’impresa che aveva in animo: raggiungere le Indie navigando verso Ovest, cosa che avvenne, come noto, nell’Ottobre del 1492 con lo sbarco in una piccola isola delle Antille. Con ogni probabilità fu proprio questo incontro con Colombo a far nascere in lui la passione dei viaggi per mare alla scoperta di nuove terre. Ma la certezza che le isole raggiunte da Colombo fossero realmente gli estremi limiti orientali dell’Asia cominciò ben presto a vacillare ed il desiderio di toccare la terraferma spinse il Re Ferdinando d’Aragona ad organizzare un viaggio, che si svolse tra il 1497 e il 1498, a cui prese parte Vespucci. La spedizione puntò più a Sud di quella di Colombo e toccò terra nell’attuale Columbia. Fece ritorno in Europa navigando lungo le coste del Centro America. Il secondo viaggio, sempre su navi Spagnole, si svolse subito dopo, tra il 1499 e il 1500. Toccata l’attuale Guyana proseguì verso Sud scoprendo l’estuario del Rio delle Amazzoni (foto a sinistra) che, con i suoi due rami, erroneamente interpretati come due fiumi, immetteva volumi enormi di acqua dolce che si estendevano nel mare per tantissime leghe. Fu durante questo viaggio che Vespucci scrisse una lettera da cui emergevano tutto il suo stupore e la meraviglia di fronte alle tante cose nuove viste: i coloratissimi pappagalli, il canto melodioso degli uccelli, i tanti popoli che vivevano in quelle terre. Nel ritorno verso Nord scopre l’Isola di Trinidad ed il fiume Orinoco. Individua anche quattro stelle indicanti la direzione del Sud note, oggi, con il nome di Croce del Sud. Da provetto cosmografo tenta anche un calcolo della longitudine in base alla posizione della luna rispetto a Marte raffrontata con quella prevista per il meridiano di Ferrara nell’almanacco di Giovanni da Monteregio. Nel terzo viaggio, finanziato come il successivo dal Re del Portogallo, Vespucci ha modo di incontrare, in uno scalo alle Isole di Capo Verde, Gaspar de Gama di ritorno dall’India e si convince sempre di più che le terre che ha scoperto non possono far parte delle Indie. La spedizione arriva in Brasile nella baia di Rio de Janeiro e da qui, navigando verso Sud, giunge fino alla Patagonia. Il quarto viaggio, diretto in Brasile, si protrasse dal 1501 al 1504. Tornato a Siviglia, nel 1508, viene nominato “Piloto Mayor de Castilla” responsabile dei viaggi per il Nuovo Mondo Le numerose lettere di Vespucci a Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici, talora veri e propri rapporti tecnico scientifici delle esplorazioni, rivelano la sua eclettica cultura da tipico uomo del Rinascimento. Esse ebbero una larga diffusione e diedero grande notorietà alle sue scoperte. Quando il grande cartografo Martin Waldseemuller diede alle stampe nel 1507 la sua carta del mondo, non ebbe dubbio alcuno nell’attribuire alle nuove terre esplorate da Amerigo Vespucci, latinizzato in Americus Vespucius, il nome di America. Non sono mancate contestazioni in merito in quanto, alla stessa data giunse, molto più a Nord, anche il navigatore genovese Giovanni Caboto (dipinto a destra) partito da Bristol per conto di un mercante gallese di nome, guarda caso, Richard……. Ameryk. Modesta nota a margine: non ho cercato agganci con le nostre terre di origine ma non posso non far notare che Vespucci nacque lo stesso anno della Pace di Lodi al cui buon esito diede un determinante contributo la paziente mediazione dell’Agostiniano Simone da Marco Micarelli Camerino. 5 Il Lago di Pilato IL misterioso Lago tra i monti Sibillini. di Preziosa Sileoni Nascosto dalle più alte vette dei Sibillini, a quasi 2000 metri di altitudine, questo è un piccolo lago ( foto a destra), con le sue acque il cui colore cambia col variare delle condizioni atmosferiche. Eccole allora grigie e impressionanti, quando la nebbia o le basse nuvole le avvolgono, mentre quando il sole le illumina diventano di un colore azzurro turchese oppure appaiono rosse quando un piccolo gambero, il Chirocephalus marchesonii, si riproduce in massa e dona questa colorazione rossa al lago. Ai tempi della gita di mia mamma (1917/18) non si era ancora spiegato scientificamente questo color rosso e le credenze, tramandate dai vecchi, parlavano di sangue e demoni che abitavano questi luoghi. Ed ecco che i ricordi mi riportano ai tempi della mia frequenza alla facoltà di Scienze Naturali quando, come docente di Botanica, avevo proprio quel professor Vittorio Marchesoni, scopritore nel 1954 del famoso Chirocephalus, quel minuscolo crostaceo lungo 9‐12 mm. di color rosso corallo che nuota a pancia all’aria. Più tardi ulteriori studi di Visentini e Ruffo permisero di stabilire che si trattava di una nuova specie che vive solo in questo lago e fu chiamata Chirocephalus marchesonii proprio in onore dello scopritore. Chirocephalus marchesonii Il professore programmò un’escursione al lago di Pilato per farci conoscere meglio l’habitat di questo animaletto e fu così che insieme ad altri studenti ci documentammo sul luogo. Le sue origini si possono far risalire ad un milione di anni fa, durante l’ultima glaciazione. D’inverno in pratica non esiste, ricoperto da metri di neve. Allo scioglimento delle nevi appare il lago con la sua forma caratteristica a”occhiale”, mentre durante l’estate si divide in due parti. L’origine del suo nome è molto antica: si racconta infatti che il carro funebre con il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte da Vespasiano, fu fatto trainare da due bufali lasciati liberi finchè non avessero trovato un luogo adatto alla sepoltura di quel corpo. I bufali, giunti sui monti Sibillini, si gettarono nel lago dove furono inghiottiti dalle sue acque rosseggianti. Racconta poi la leggenda Vittorio Marchesoni che a guardia della tomba di Pilato fu messo un pretoriano gigantesco. che fu trasformato dai demoni in una roccia. Ancora oggi sorveglia il lago col nome di “Gran Gendarme”. La traccia della corsa del carro è quella striscia di ghiaia che circonda il lago. La gente ignorante poi, vedendo alzarsi e scendere le acque di questo lago e, ignorandone le cause, attribuì questi fenomeni ai diavoli che vi nuotavano. I resti di Ponzio Pilato non furono mai trovati ed anche se il color rosso delle acque fu spiegato scientificamente con la presenza del crostaceo Chirocephalus lo specchio d’acqua continuò ad avere questa fama di lago maledetto. Il lago di Pilato essendo molto solitario, per la sua posizione quasi inaccessibile, era adatto all’esercizio di pratiche magiche e divenne per 6 questo famoso. Nell’Archivio storico di Montemonaco ,una pergamena del XV secolo testimonia la presenza intorno a questo lago di cavalieri dediti all’arte dell’alchimia provenienti da ogni parte dell’Europa. Il negromante faceva tre cerchi per terra e chiamava il demone con cui voleva parlare e, mettendosi nel terzo cerchio, gli chiedeva di esaudire i suoi desideri, sempre malvagi, scritti nel suo “Libro del Comando”; in cambio cedeva la sua anima. Oltre alle credenze popolari molti furono gli scritti che contribuirono nel tempo a creare questo alone di mistero e di magia che dura ancora oggi. Un monaco benedettino Pierre Bersuire) in un suo scritto parla di un racconto fattogli da un alto prelato su un magico luogo nelle vicinanze di Norcia dove i Miniatura del monaco negromanti consacravano il Pierre Besuire loro “Libro del Comando”. Anche Cellini racconta di norcini negromanti e creature magiche e nel romanzo cavalleresco “Il Guerin Meschino” alcuni capitoli sono ambientati in questi luoghi. Artur Graf, nel suo saggio “Miti leggende e superstizioni del Medio Evo” riferisce che Fazio degli Uberti (morto nel 1397) raccontava nel Dittamondo della leggenda di Pilato mentre un predicatore di Foligno, fra Bernardino Bonovoglia parlava addirittura di uomini che venivano dalla Germania e dalla Francia per conoscere questo luogo pieno di Artur Graf mistero. Gli abitanti di Norcia fecero costruire delle mura per impedire ai negromanti di andare a consacrare i loro libri e le sorvegliavano, punendo severamente,anche con la morte, chi le oltrepassava. Ogni anno poi sceglievano un delinquente e lo gettavano nel lago per placare le ire dei demoni e far si che non avvenissero tempeste, terremoti o altre calamità. Siamo alla metà del’300 inizi ‘400 e questi comportamenti si possono spiegare con i momenti storici. La fama di questo lago maledetto pian piano diminuì e non ne rimase che qualche traccia tra le persone di quelle vallate. Oggi ben pochi sono quelli che conoscono l’esistenza di questa leggenda norcina e del lago di Pilato. Tuttavia ancora oggi chi riesce ad arrivare quassù, dopo una faticosa salita, rimane affascinato di fronte allo spettacolo di una natura incontaminata ma allo stesso tempo misteriosa. Preziosa Sileoni 7 Mete estive a cura di UMBRIA G.B. Ortenzi Alcune idee per i vostri programmi estivi Spello : dal 19 luglio al 9 dicembre 2012 Mostra Aurea Umbria. Una regione dell’impero nell’era di Costantino. La mostra si propone di raccontare la vita in Umbria nei secoli III° e IV° d.C quando con la riorganizzazione istituzionale, economica e sociale promossa da Costantino l’Impero fece vivere ai suoi cittadini uno dei suoi più elevati momenti. Mostra Luca Signorelli a Perugia – Orvieto e Città di Castello dal 21 aprile al 26 agosto 2012 Luca Signorelli (Cortona 1450 – 1523) è uno degli artisti più importanti del Rinascimento italiano,lungamente attivo nell’Italia centrale dal 1472 al 1519. La sua fondamentale presenza in Umbria è documentata da alcuni straordinari capolavori a Perugia, nella Valtiberina e a Orvieto con il grande ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio in Duomo. La mostra si articolerà in tre sedi espositive: -a Perugia nella Galleria Nazionale dell’Umbria sita in Palazzo Priori. -a Orvieto nel Duomo, nel Museo dell’Opera e nella chiesa dei Santi Apostoli. -a Città di Castello nella Pinacoteca Comunale a Palazzo Vitelli alla Cannoniera Assisi Fino al 31 agosto 2012 i gessi di Botero Retrospettiva 1973 – 2012 Assisi Palazzo Monte Frumentario 8 Fra i monti in piena estate. Alti e lontani in quell’azzurro brulicavano i paesi. ……….. Ecco siamo al sole; si aprono nell’aria molte porte, si schiudono sipari. Mario Luzi L’angolo della ,poesia A cura di Viviana Ciabò 9 Vita associativa EVENTI a cura di G.B. Ortenzi 27 marzo 2012 Assemblea Generale e Votazioni per rinnovo organico sociale . (vedi servizio a pagina 2) ************************************************************************************************************************ Conferenza su : Le Marche nell’Ottocento, con appendice brigantesca Cascina Roma di San Donato Milanese Venerdì 20 aprile 2012 Anche quest’anno la Prof.ssa Miriam Eutizi (foto a sinistra), raggiungendoci da Fossombrone dove risiede,ci ha regalato una magnifica serata , facendoci una dettagliata e documentata ricostruzione della vita nella nostra terra di origine nell’Ottocento. Ci ha fatto conoscere quello che era il mondo dei nostri nonni descrivendoci la loro vita quotidiana , i sacrifici e le rinunce che, a quei tempi erano tenuti a sopportare. Molto piacevole inoltre è stata l’appendice brigantesca: le due figure dei due più conosciuti briganti locali sono state raccontate con l’ausilio di rarissimi documenti e foto dell’epoca oltre ad una bellissima ed esplicativa serie di pitture naif. Nel ringraziare la Professoressa Eutizi ed il di Lei marito Signor Antonio che ha collaborato alla ricerca e preparazione informatica della serata, vogliamo anche ringraziare i dirigenti del Comune di San Donato Milanese per averci concesso il patrocinio e i locali dove si è tenuta la conferenza. Alcune foto dell’evento 10 Conferenza di Giuliano Vitali Venerdì 18 maggio 2012 I Signori di Milano e il loro Castello Ricostruita in maniera perfetta , frutto di una lunga ricerca ,la storia della nascita, le varie trasformazioni, demolizioni e ricostruzioni del Castello Sforzesco nei secoli, ha avuto un grande successo tra i nostri soci e i vari invitati . Questa eccezionale conferenza è piaciuta anche grazie alla ricca abbondante ed originale documentazione che ha richiesto la collaborazione di un piccolo staff di persone guidato dall’Ing. Vitali. Nel ringraziare l’Associazione dei Dottori Commercialisti di Milano per averci ospitato presso la loro bella ed attrezzata Sede, ringraziamo anche il nostro amico e socio Giuliano Vitali invitandolo a volerci regalare ancora tante altre belle esperienze come questa. Alcune foto della conferenza I Signori di Milano e il loro Castello Sabato 26 maggio 2012 Pranzo alla Locanda Trattoria tipica di Borgarello (PV) degli Eventi E’ stato un vero successo il pranzo organizzato presso questa piccola e graziosissima trattoria. Esauriti i posti disponibili sono tutti rimasti contenti per la buona cucina ed il corretto e professionale servizio riservatoci. Ormai , a poche settimane dalla partenza per le vacanze estive, questa è stata anche una buona occasione per programmare tra di noi eventuali prossimi incontri al mare o in qualche bel paese dell’entroterra delle regioni di origine riservandoci anche di fare conoscere ,ad alcuni amici, i più bei posti ed le più appetitose soste enogastronomiche. In assenza del nostro Presidente Fodde che ha dovuto recarsi in provincia di Pesaro a rappresentare la nostra Associazione, (vedi servizio a pagina n°3) il nostro Vicepresidente, Vincenzo Tappatà, ha portato i saluti e gli auguri di buone vacanze, a nome del Consiglio direttivo, a tutti i presenti. 11 Notizie dalle nostre Regioni a cura di G.B. Ortenzi Le Marche riconfermate ai vertici delle classifiche per l’assegnazione delle Bandiere blu Anche quest’anno siamo al secondo posto in Italia ( con 16 bandiere assieme alla Toscana ) dietro alla Liguria ( con 18 bandiere) nella prestigiosa classifica per le spiagge pulite e ambiente tutelato. Le bandiere sono state assegnate in base ai questionari compilati dai sindaci. Tra i criteri di giudizio: educazione ambientale, gestione del territorio, depuratori funzionanti, smaltimento dei rifiuti, cura di arredo urbano e spiagge, accesso al mare. Ed ecco, qui di seguito l’elenco delle bandiere blu a noi assegnate provincia per provincia. Provincia Ancona : Senigallia – Ancona Portonovo,- Sirolo – Numana Provincia di Ascoli Piceno : Porto Sant’Elpidio – Porto San Giorgio – Cupra Marittima - Grottammare – San Benedetto del Tronto. Provincia di Macerata : Porto Recanati – Potenza Picena e Porto Potenza Picena – Civitanova Marche. Provincia di Pesaro : Gabicce Mare – Pesaro – Fano – Mondolfo Marotta. . Festival delle Nazioni Città di Castello Dal 27 agosto al 7 settembre 2012 IL CIAVARRO Il Festival delle Nazioni è nato nel 1968 a Città di Castello come Festival di musica da Camera. Nei primi degli anni 70 fu intitolato Festival delle Nazioni e iniziò ufficialmente il suo percorso, invitando ogni anno un paese europeo che avesse da offrire una proposta culturale e musicale capace di attirare l’attenzione del pubblico e della critica nel suggestivo scenario architettonico di Città di Castello e dei Borghi che lo circondano. Con l’intenzione di avvicinare un pubblico diversificato, la programmazione artistica del Festival delle Nazioni si è aperta ad altri settori come il balletto e l’Opera da Camera e l’istituzione dei corsi ha permesso ai giovani musicisti provenienti da tutta Europa di studiare con maestri di fama internazionale. Si ricorda la partecipazione di grandi Orchestre (specie dell’Est Europa) e dei grandi Quartetti provenienti da vari paesi, che hanno reso unico questo evento. Il Festival delle Nazioni di Città di Castello si è posto l’obiettivo di contribuire alla reciproca comprensione dei popoli ed un’idea di Europa che poteva unirsi attraverso la musica e la cultura. Ci permettiamo ricordarVi solo alcuni degli artisti italiani che si sono esibiti sul palcoscenico del Festival: Roberto Abbado, Salvatore Accardo, Carla Fracci, Vittorio Gassman, Luciano Pavarotti , Gigi Proietti. Uto Ughi …. (da www.festival-delle –nazioni.htm) La Redazione augura a tutti buone vacanze Direttore Responsabile Pierfrancesco Fodde REDAZIONE Direttore Responsabile G.B Ortenzi Segretaria di Redazione Luisella Dameno Consulente Redazione : Enzo Capocasa Redattori Antonio Gargiulo Marco Micarelli Preziosa Sileoni Impaginazione , grafica e foto G.B. Ortenzi Ha collaborato a questo numero Viviana Ciabò 12