Leggi questo numero - Marchigiani e Umbri

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Leggi questo numero - Marchigiani e Umbri
Il
ANNO
X°
15 giugno 2012
CIAVARRO
Numero 42
Cronaca di vita associativa
Foglio trimestrale interno , riservato ai soli soci, di notizie, informazioni, idee e tante altre cose della
ASSOCIAZIONE DEI MARCHIGIANI E UMBRI DI MILANO “E. MATTEI”
dal 1950
Premiata con l’Ambrogino d’oro nell’anno 2001
SEDE : Via Peschiera ,1 – 20154 Milano
REDAZIONE : presso G.B. Ortenzi, via Raffaello Sanzio,20 -20094 Corsico - Milano
Recapiti telefonici : tel.02- 44 05 683 – – Fax 02 – 44 06 175
Siti Internet : www.ilciavarro.it
www. marchigianieumbrienricomattei.eu
IL MERITO FONDAMENTO DELLA DEMOCRAZIA
Partecipare alla cerimonia per il conferimento delle
onorificenze “al merito della Repubblica” che, come
già sapete, mi ha coinvolto in prima persona, mi ha
ispirato alcune sintetiche riflessioni che voglio
comunicarvi in questo “annus horribilis” (come è stato
autorevolmente definito) che sta vivendo la nostra
Italia e la nostra Europa.
Alla facoltà di scienze politiche mi insegnarono che il
concetto di virtù/merito era fondamentale nelle
democrazie dell’antichità (greca e romana). Quelle
comunità umane avevano capito che in cima ai valori
della collettività vi deve essere la virtù, da cui la
società è arricchita e servita, che va riconosciuta come
merito e valorizzata con la responsabilità di chi guida.
In altre parole, la società aveva capito che è giusto ed
opportuno che a guidarla, nei vari settori in cui si
articola il vivere umano, siano coloro che per capacità
e/o impegno hanno prodotto risultati evidenti e per i
quali la convivenza umana è risultata migliore e più
ricca.
La nostra Costituzione ha recepito tale concetto fin dal
primo articolo, che infatti recita : “L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro”. L’art.3
conferma : “È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese”. L’ art.34 ribadisce : “I capaci e meritevoli,
anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
gradi più alti degli studi”. L’ art.54 puntualizza : “I
cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il
dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Infine,
la XIV disposizione transitoria e finale afferma : “I
titoli nobiliari non sono riconosciuti”.
E’ assolutamente evidente e chiarissimo il senso di
tutte queste decisive affermazioni : favorire e
valorizzare il merito, nel rispetto delle possibilità
naturali di ognuno, per costruire una società ed uno
stato più giusti, più umani, e quindi più efficaci nel
combattere e diminuire sempre più tutte quelle
eventualità che possono frapporsi alla realizzazione di
quei diritti che i padri fondatori degli Stati Uniti
d’America
misero
nell’introduzione
alla
“Dichiarazione d’Indipendenza” : “Noi consideriamo le
seguenti Verità evidenti di per sé : che tutti gli uomini
sono creati eguali, che essi sono stati dotati di alcuni
diritti inalienabili dal loro Creatore, che tra questi
diritti ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della
felicità”.
Ritengo che per superare le gravi difficoltà del presente
dobbiamo tutti guardare a questi ideali decisivi che,
insieme a quelli dell’onestà e della solidarietà,
potranno consentirci di continuare a costruire una
civiltà a misura d’uomo.
Buone (e meritate!) vacanze.
Pierfrancesco Fodde
1
Assemblea generale del 27 marzo 2012
Elezione Consiglio direttivo
Elezione Probiviri e Revisori Conti
Il giorno 27 marzo u.s. si è svolta presso la nostra sede di Via
Peschiera n° 1 in Milano l’Assemblea generale dei soci con
un numero di partecipanti che , con le deleghe di cui erano
forniti , coprivano una alta percentuale dei nostri iscritti.
Dopo l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno 2011 e
di quello preventivo per l’anno 2012 il nostro Presidente in
carica ha fatto una relazione dell’attività e dell’ottimo stato di
salute che gode la nostra Associazione anche grazie al numero
di soci attuali rispetto a quelli degli anni precedenti.
Si è poi proceduto all’elezione dei Probiviri ,
dei Revisori dei Conti e dei Consiglieri che
ricopriranno per i due prossimi anni le cariche
sociali.
Sono risultati quindi eletti:
Probiviri:
Micarelli Marco, Capodicasa Gabriele,
Sori Filippo.
Revisori dei Conti:
Lenci Gianfranco,Virivè Ferdinando,
Torri Luigi.
Consiglieri: Dameno L. e Ortenzi G.B., Fodde P., Tomassoni A, Tappatà V.,
Ricci G., Capocasa E., Sargenti E., Sassaroli M.
Elezione del
Consiglio Direttivo
I neo Consiglieri si sono riuniti il 2 aprile 2012 ed hanno eletto il seguente nuovo
Consiglio direttivo
Presidente
: Pierfrancesco Fodde
Vice Presidente
: Vincenzo Tappatà
Consigliere delegato
:Giovanni Battista Ortenzi
Segretaria
: Luisella Dameno
Tesoriere
: Edoardo Sargenti
Consiglieri
: Antonio Tomassoni , Geronzio Ricci, Enzo Capocasa,
Maria Sassaroli.
L’intera Redazione del Ciavarro , anche a nome di tutti i Soci,
augura ai nuovi eletti
buon lavoro!
2
LA CONSEGNA DELLE ONORIFICENZE “AL MERITO DELLA REPUBBLICA”
Il nostro presidente, prof. Pierfrancesco Fodde, ha avuto una gradita sorpresa alla cerimonia per la consegna delle onorificenze “al merito della Repubblica”. A causa dei gravi impegni previsti per il 2 giugno (festa della Repubblica) a Milano (presenza del Santo Padre alla conclusione a Milano del Congresso Mondiale delle Famiglie), il Prefetto, dott. GianValerio Lombardi, ha dovuto programmare con anticipo la cerimonia, che si è svolta giovedì 17 maggio nel bellissimo salone dell’Istituto dei Ciechi, in via Vivaio, recentemente restaurato. Il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi conferisce la nomina a Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica al nostro Presidente Pierfrancesco Fodde 400°
di
Erano presenti le massime autorità cittadine, provinciali e regionali, civili, giudiziarie e militari. La graditissima sorpresa è stata di condividere il titolo di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica con il maestro di fama mondiale (e straordinario marchigiano) Giovanni Allevi, insieme al sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala Stéphane Lissner, al comandante °
dei Vigili Urbani di Milano, e altri nei diversi settori della vita civile, °
culturale, economica, sociale. °
° Simone Cantarini L’INCONTRO A CANDELARA (Pesaro)
Domenica 27 Maggio 2012
La battaglia culturale dell’Associazione in appoggio al socio decano dott.Mario Mancigotti, ha avuto una nuova tappa direttamente nella Pieve di Santo Stefano a Candelara (sulle colline pesaresi) che ospita la pala d’altare dipinta da Simone Cantarini e dedicata alla Madonna del Rosario. Per ragioni incomprensibili sul piano scientifico 15 anni fa una studiosa pesarese ha “deciso” di attribuirla al pittore veneto Ridolfi. Dopo il convegno di due anni fa a Pesaro, la sensibilizzazione di Mancigotti, con il sostegno dell’Associazione, ha ottenuto il suo scopo nel modo più prestigioso e plateale : direttamente nel luogo che custodisce la pala, alla presenza di un’esperta di arte sacra di fama internazionale come Sr.Maria Gloria Riva, di numerose autorità comunali e provinciali, il dott.Lorenzo Fattori, peraltro grande esperto di storia dell’arte sacra, ha coordinato i lavori dell’incontro, allietati anche dai brani di musica sacra polifonica eseguiti dal coro “Jubilate”. E un’ ulteriore tappa nel 400° anniversario della nascita di Cantarini, che vedrà prossimamente altri eventi, curati dagli enti locali, con mostre a Rimini, Pesaro e Fano e, se ci riusciremo, anche una presentazione dei due CD realizzati da Mancigotti : Itinerari cantariniani nelle Marche e fuori dalle Marche
Nella foto : il dott.Mancigotti, coadiuvato dal ns, presidente Fodde, durante il suo discorso. Al fianco Sr.Maria Gloria Riva e il dott.Fattori della Pro Loco di Candelara. 3
Casi di archeologia industriale in Lombardia.
Di Antonio Gargiulo
Come è da immaginarsi, di casi di archeologia
industriale in Lombardia ce ne sono tanti. Per
archeologia industriale s’intende lo studio di antiche
fabbriche ormai in disuso, ma comunque significative
per ricordare antiche tecnologie e ricreare l’atmosfera
di un’epoca. Alcune manifestazioni importanti di
archeologia industriale le incontriamo lungo il medio
corso dell’Adda, tratto che avevamo già visto insieme
dal punto di vista paesaggistico, e che adesso vogliamo
esaminare da un’altra angolatura.
L’esperienza più singolare fu quella della famiglia
Crespi. Originaria di Busto Arsizio, essa diede origine
a una dinastia industriale a cavallo fra Ottocento e
Novecento. Da bravi bustocchi, il loro interesse erano i
manufatti di cotone. Attirati dalla possibilità di ottenere
energia a buon mercato, cercarono questa energia fra i
flutti dell’Adda, che da sempre ne era generoso
dispensatore. Installarono quindi il loro stabilimento
sulla riva sinistra dell’Adda, alla confluenza di questo
col Brembo. Ma, attenzione, nella costruzione non si
limitarono alla sola fabbrica. Tutto intorno, costruirono
un intero villaggio dotato di tutti i servizi,vale a dire
chiesa, scuole, ambulatori e lavatoio. Non mancava
nemmeno il cimitero. Poi c’erano le case per gli operai,
case plurifamiliari ma anche villette bifamiliari, tutte
con orto e giardino. C’erano poi le case per gli
impiegati e i dirigenti, più grandi e confortevoli. Infine
la residenza dei proprietari,in forma di castello
in stile eclettico.
complesso è oggi visitabile, ed è anche molto
gettonato. E’ anche diventato patrimonio
dell’UNESCO.
Andiamo ora a vedere come il complesso si
approvvigionava di energia. I Crespi costruirono una
grande ( per quei tempi ) centrale idroelettrica, un
progetto allora di avanguardia. Ricordiamoci che siamo
agli albori della pratica di generazione di energia
elettrica come forza motrice. Per inciso, nel periodo fra
Ottocento e Novecento furono molte in Lombardia le
applicazioni pionieristiche dell’energia elettrica. La
centrale dei Crespi si chiamò Centrale Taccani, dal
nome di uno dei progettisti. E’ collocata sulla riva
destra dell’Adda. I Crespi, anche qui in forte anticipo
sui tempi, si raccomandarono coi progettisti affinché la
centrale fosse costruita col minimo impatto ambientale.
La si fece in pietra “ ceppo “, la stessa che costituisce
La Centrale idroelettrica Taccani
Villaggio Crespi
Inutile dire che per quei tempi si trattava di
un’iniziativa a dir poco rivoluzionaria, anche se oggi
qualcuno potrebbe parlare di concezione paternalistica.
In pratica era l’espressione del principio “ dalla culla
alla
bara “, con cui si evitava ai dipendenti qualsiasi
preoccupazione che non fosse strettamente pertinente
al lavoro.
L’esperimento durò fino agli anni Trenta del
Novecento. Poi, come ogni altra cosa, divenne obsoleto
e alla fine si arrivò alla chiusura della fabbrica. Le
villette però esistono ancora, e sono ancora abitate, in
buona parte dai discendenti degli antichi operai. Anche
se, in generale, tutto il complesso, denominato il
Villaggio Crespi, mostra qualche segno di degrado. Il
le sponde dell’Adda in quel punto, nello stile eclettico
dell’epoca, ma mantenendo comunque un profilo
basso. Infatti si può constatare che essa si armonizza
col paesaggio circostante. Oltre a ciò, il bacino fluviale
antistante è pieno di vita ed è una gioia a vedersi.
Manco a dirlo, la centrale è ancora in funzione, e per di
più visitabile con visite guidate nei giorni festivi.
Per completare il quadro delle proprietà dei Crespi,
questi acquisirono anche il Castello di Trezzo, già
menzionato in un altro nostro articolo come proprietà
dei Visconti, e fatto erigere da Bernabò Visconti come
baluardo contro le aspirazioni territoriali dei veneziani.
Il Castello è adiacente alla Taccani, ed è anch’esso
visitabile nei mesi estivi.
Altro esempio di archeologia industriale è il grande
ponte in ferro di Paderno, un’unica arcata che scavalca
il fiume infossato fra le rocce. Anch’esso in funzione,
vi transitano strada e ferrovia. Un manufatto che
rievoca l’epoca d’oro dell’acciaio, verso la fine
dell’Ottocento.Ci sono poi da menzionare l’impianto
Velvis per i velluti a Vaprio d’Adda e il Linificio
Cotonificio Nazionale a Cassano d’Adda.
Non mancano altri luoghi d’interesse, ma per ragioni di
spazio ci fermiamo qui. Eventualmente potremo
riprendere in un altro articolo il percorso già iniziato.
Antonio Gargiulo
4
Amerigo Vespucci
“Umanista , cosmografo, navigatore”
di Marco Micarelli
Il 2012 mi dà l’occasione di tornare alle mie notarelle in cui mi diletto a ricordare
figure o avvenimenti del passato. Cerco, quando è possibile, temi che in qualche
modo, richiamino le nostre regioni per l’amore che nutro per la mia terra. Questa
volta, però, debbo tradire tale impostazione perché il personaggio che intendo
ricordare non è un umbro-marchigiano, ma è, per la sua grandezza, semplicemente
un cittadino del mondo intero. Sto parlando di Amerigo Vespucci che, il 23
Febbraio del 1512, esattamente mezzo millennio fa, moriva, cinquantottenne, a
Siviglia lontano dalla sua Firenze che gli aveva dato i natali il 9 Marzo del 1454.
Si era trasferito in questa città nel 1489 per conto del banchiere Lorenzo di Pier
Francesco de’ Medici. Qui conobbe Cristoforo Colombo impegnato nella ricerca
del finanziamento, da parte dei sovrani Spagnoli, dell’impresa che aveva in animo:
raggiungere le Indie navigando verso Ovest, cosa che avvenne, come noto,
nell’Ottobre del 1492 con lo sbarco in una piccola isola delle Antille. Con ogni
probabilità fu proprio questo incontro con Colombo a far nascere in lui la passione
dei viaggi per mare alla scoperta di nuove terre. Ma la certezza che le isole
raggiunte da Colombo fossero realmente gli estremi limiti orientali dell’Asia
cominciò ben presto a vacillare ed il desiderio di toccare la terraferma spinse il Re
Ferdinando d’Aragona ad organizzare un viaggio, che si svolse tra il 1497 e il
1498, a cui prese parte Vespucci. La spedizione puntò più a Sud di quella di
Colombo e toccò terra nell’attuale Columbia. Fece ritorno in Europa navigando lungo le coste del Centro
America.
Il secondo viaggio, sempre su navi Spagnole, si svolse
subito dopo, tra il 1499 e il 1500. Toccata l’attuale
Guyana proseguì verso Sud scoprendo l’estuario del Rio
delle Amazzoni (foto a sinistra) che, con i suoi due rami,
erroneamente interpretati come due fiumi, immetteva
volumi enormi di acqua dolce che si estendevano nel
mare per tantissime leghe. Fu durante questo viaggio che
Vespucci scrisse una lettera da cui emergevano tutto il
suo stupore e la meraviglia di fronte alle tante cose nuove
viste: i coloratissimi pappagalli, il canto melodioso degli
uccelli, i tanti popoli che vivevano in quelle terre. Nel
ritorno verso Nord scopre l’Isola di Trinidad ed il fiume Orinoco. Individua anche quattro stelle indicanti la
direzione del Sud note, oggi, con il nome di Croce del Sud. Da provetto cosmografo tenta anche un calcolo
della longitudine in base alla posizione della luna rispetto a Marte raffrontata con quella prevista per il
meridiano di Ferrara nell’almanacco di Giovanni da Monteregio.
Nel terzo viaggio, finanziato come il successivo dal Re del Portogallo, Vespucci ha modo di incontrare, in
uno scalo alle Isole di Capo Verde, Gaspar de Gama di ritorno dall’India e si convince sempre di più che le
terre che ha scoperto non possono far parte delle Indie. La spedizione arriva in Brasile nella baia di Rio de
Janeiro e da qui, navigando verso Sud, giunge fino alla Patagonia. Il quarto viaggio, diretto in Brasile, si
protrasse dal 1501 al 1504. Tornato a Siviglia, nel 1508, viene nominato “Piloto Mayor de Castilla”
responsabile dei viaggi per il Nuovo Mondo
Le numerose lettere di Vespucci a Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici, talora veri e propri rapporti tecnico
scientifici delle esplorazioni, rivelano la sua eclettica cultura da tipico uomo del
Rinascimento. Esse ebbero una larga diffusione e diedero grande notorietà alle sue
scoperte. Quando il grande cartografo Martin Waldseemuller diede alle stampe nel
1507 la sua carta del mondo, non ebbe dubbio alcuno nell’attribuire alle nuove terre
esplorate da Amerigo Vespucci, latinizzato in Americus Vespucius, il nome di
America. Non sono mancate contestazioni in merito in quanto, alla stessa data giunse,
molto più a Nord, anche il navigatore genovese Giovanni Caboto (dipinto a destra) partito
da Bristol per conto di un mercante gallese di nome, guarda caso, Richard…….
Ameryk. Modesta nota a margine: non ho cercato agganci con le nostre terre di
origine ma non posso non far notare che Vespucci nacque lo stesso anno della Pace di
Lodi al cui buon esito diede un determinante contributo la paziente mediazione dell’Agostiniano Simone da
Marco Micarelli
Camerino.
5
Il Lago di Pilato
IL misterioso Lago tra i monti Sibillini.
di Preziosa Sileoni
Nascosto dalle più alte vette dei Sibillini, a quasi 2000 metri di altitudine, questo è un piccolo lago ( foto a destra), con le sue acque il cui colore cambia col variare delle condizioni atmosferiche. Eccole allora grigie e impressionanti, quando la nebbia o le basse nuvole le avvolgono, mentre quando il sole le illumina diventano di un colore azzurro turchese oppure appaiono rosse quando un piccolo gambero, il Chirocephalus marchesonii, si riproduce in massa e dona questa colorazione rossa al lago. Ai tempi della gita di mia mamma (1917/18) non si era ancora spiegato scientificamente questo color rosso e le credenze, tramandate dai vecchi, parlavano di sangue e demoni che abitavano questi luoghi. Ed ecco che i ricordi mi riportano ai tempi della mia frequenza alla facoltà di Scienze Naturali quando, come docente di Botanica, avevo proprio quel professor Vittorio Marchesoni, scopritore nel 1954 del famoso Chirocephalus, quel minuscolo crostaceo lungo 9‐12 mm. di color rosso corallo che nuota a pancia all’aria. Più tardi ulteriori studi di Visentini e Ruffo permisero di stabilire che si trattava di una nuova specie che vive solo in questo lago e fu chiamata Chirocephalus marchesonii proprio in onore dello scopritore. Chirocephalus marchesonii Il professore programmò un’escursione al lago di Pilato per farci conoscere meglio l’habitat di questo animaletto e fu così che insieme ad altri studenti ci documentammo sul luogo. Le sue origini si possono far risalire ad un milione di anni fa, durante l’ultima glaciazione. D’inverno in pratica non esiste, ricoperto da metri di neve. Allo scioglimento delle nevi appare il lago con la sua forma caratteristica a”occhiale”, mentre durante l’estate si divide in due parti. L’origine del suo nome è molto antica: si racconta infatti che il carro funebre con il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte da Vespasiano, fu fatto trainare da due bufali lasciati liberi finchè non avessero trovato un luogo adatto alla sepoltura di quel corpo. I bufali, giunti sui monti Sibillini, si gettarono nel lago dove furono inghiottiti dalle sue acque rosseggianti. Racconta poi la leggenda Vittorio Marchesoni
che a guardia della tomba di Pilato fu messo un pretoriano gigantesco. che fu trasformato dai demoni in una roccia. Ancora oggi sorveglia il lago col nome di “Gran Gendarme”. La traccia della corsa del carro è quella striscia di ghiaia che circonda il lago. La gente ignorante poi, vedendo alzarsi e scendere le acque di questo lago e, ignorandone le cause, attribuì questi fenomeni ai diavoli che vi nuotavano. I resti di Ponzio Pilato non furono mai trovati ed anche se il color rosso delle acque fu spiegato scientificamente con la presenza del crostaceo Chirocephalus lo specchio d’acqua continuò ad avere questa fama di lago maledetto. Il lago di Pilato essendo molto solitario, per la sua posizione quasi inaccessibile, era adatto all’esercizio di pratiche magiche e divenne per 6
questo famoso. Nell’Archivio storico di Montemonaco ,una pergamena del XV secolo testimonia la presenza intorno a questo lago di cavalieri dediti all’arte dell’alchimia provenienti da ogni parte dell’Europa. Il negromante faceva tre cerchi per terra e chiamava il demone con cui voleva parlare e, mettendosi nel terzo cerchio, gli chiedeva di esaudire i suoi desideri, sempre malvagi, scritti nel suo “Libro del Comando”; in cambio cedeva la sua anima. Oltre alle credenze popolari molti furono gli scritti che contribuirono nel tempo a creare questo alone di mistero e di magia che dura ancora oggi. Un monaco benedettino Pierre Bersuire) in un suo scritto parla di un racconto fattogli da un alto prelato su un magico luogo nelle vicinanze di Norcia dove i Miniatura del monaco negromanti consacravano il Pierre Besuire
loro “Libro del Comando”. Anche Cellini racconta di norcini negromanti e creature magiche e nel romanzo cavalleresco “Il Guerin Meschino” alcuni capitoli sono ambientati in questi luoghi. Artur Graf, nel suo saggio “Miti leggende e superstizioni del Medio Evo” riferisce che Fazio degli Uberti (morto nel 1397) raccontava nel Dittamondo della leggenda di Pilato mentre un predicatore di Foligno, fra Bernardino Bonovoglia parlava addirittura di uomini che venivano dalla Germania e dalla Francia per conoscere questo luogo pieno di Artur Graf mistero. Gli abitanti di Norcia fecero costruire delle mura per impedire ai negromanti di andare a consacrare i loro libri e le sorvegliavano, punendo severamente,anche con la morte, chi le oltrepassava. Ogni anno poi sceglievano un delinquente e lo gettavano nel lago per placare le ire dei demoni e far si che non avvenissero tempeste, terremoti o altre calamità. Siamo alla metà del’300 inizi ‘400 e questi comportamenti si possono spiegare con i momenti storici. La fama di questo lago maledetto pian piano diminuì e non ne rimase che qualche traccia tra le persone di quelle vallate. Oggi ben pochi sono quelli che conoscono l’esistenza di questa leggenda norcina e del lago di Pilato. Tuttavia ancora oggi chi riesce ad arrivare quassù, dopo una faticosa salita, rimane affascinato di fronte allo spettacolo di una natura incontaminata ma allo stesso tempo misteriosa. Preziosa Sileoni
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Mete estive
a cura di
UMBRIA
G.B. Ortenzi
Alcune idee per i vostri programmi estivi
Spello : dal 19 luglio al 9 dicembre 2012
Mostra Aurea Umbria.
Una regione dell’impero nell’era di
Costantino.
La mostra si propone di raccontare la vita in
Umbria nei secoli III° e IV° d.C quando con
la riorganizzazione istituzionale, economica
e sociale promossa da Costantino l’Impero
fece vivere ai suoi cittadini uno dei suoi più
elevati momenti.
Mostra
Luca Signorelli
a
Perugia – Orvieto e Città di Castello dal 21 aprile al 26 agosto 2012
Luca Signorelli (Cortona 1450 – 1523) è uno
degli artisti più importanti del Rinascimento
italiano,lungamente attivo nell’Italia centrale dal
1472 al 1519.
La sua fondamentale presenza in Umbria è
documentata da alcuni straordinari capolavori a
Perugia, nella Valtiberina e a Orvieto con il
grande ciclo di affreschi della Cappella di San
Brizio in Duomo.
La mostra si articolerà in tre sedi espositive:
-a Perugia nella Galleria Nazionale dell’Umbria
sita in Palazzo Priori.
-a Orvieto nel Duomo, nel Museo dell’Opera e
nella chiesa dei Santi Apostoli.
-a Città di Castello nella Pinacoteca Comunale a
Palazzo Vitelli alla Cannoniera
Assisi
Fino al 31 agosto 2012
i gessi di Botero
Retrospettiva 1973 – 2012
Assisi
Palazzo Monte Frumentario
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Fra i monti in piena estate.
Alti
e lontani in quell’azzurro
brulicavano i paesi.
………..
Ecco siamo al sole;
si aprono nell’aria
molte porte, si schiudono sipari.
Mario Luzi
L’angolo della ,poesia A cura di Viviana Ciabò 9
Vita associativa
EVENTI
a cura di G.B. Ortenzi
27 marzo 2012
Assemblea Generale e Votazioni
per rinnovo organico sociale .
(vedi servizio a pagina 2)
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Conferenza su :
Le Marche nell’Ottocento,
con appendice brigantesca
Cascina Roma di San Donato Milanese
Venerdì 20 aprile 2012
Anche quest’anno la Prof.ssa Miriam Eutizi (foto a sinistra), raggiungendoci da Fossombrone dove risiede,ci ha regalato una magnifica serata , facendoci una dettagliata e documentata ricostruzione della vita nella nostra terra di origine nell’Ottocento. Ci ha fatto conoscere quello che era il mondo dei nostri nonni descrivendoci la loro vita quotidiana , i sacrifici e le rinunce che, a quei tempi erano tenuti a sopportare. Molto piacevole inoltre è stata l’appendice brigantesca: le due figure dei due più conosciuti briganti locali sono state raccontate con l’ausilio di rarissimi documenti e foto dell’epoca oltre ad una bellissima ed esplicativa serie di pitture naif. Nel ringraziare la Professoressa Eutizi ed il di Lei marito Signor Antonio che ha collaborato alla ricerca e preparazione informatica della serata, vogliamo anche ringraziare i dirigenti del Comune di San Donato Milanese per averci concesso il patrocinio e i locali dove si è tenuta la conferenza. Alcune foto dell’evento 10
Conferenza di
Giuliano Vitali Venerdì 18 maggio 2012 I Signori di Milano
e il loro Castello
Ricostruita in maniera perfetta , frutto di una lunga ricerca ,la storia della nascita, le varie trasformazioni, demolizioni e ricostruzioni del Castello Sforzesco nei secoli, ha avuto un grande successo tra i nostri soci e i vari invitati . Questa eccezionale conferenza è piaciuta anche grazie alla ricca abbondante ed originale documentazione che ha richiesto la collaborazione di un piccolo staff di persone guidato dall’Ing. Vitali. Nel ringraziare l’Associazione dei Dottori Commercialisti di Milano per averci ospitato presso la loro bella ed attrezzata Sede, ringraziamo anche il nostro amico e socio Giuliano Vitali invitandolo a volerci regalare ancora tante altre belle esperienze come questa. Alcune foto della
conferenza
I Signori di Milano
e il loro Castello
Sabato 26 maggio 2012
Pranzo alla Locanda
Trattoria tipica
di Borgarello (PV)
degli Eventi
E’ stato un vero successo il pranzo organizzato
presso questa piccola e graziosissima trattoria.
Esauriti i posti disponibili sono tutti rimasti
contenti per la buona cucina ed il corretto e
professionale servizio riservatoci.
Ormai , a poche settimane dalla partenza per
le vacanze estive, questa è stata anche una
buona occasione per programmare tra di noi
eventuali prossimi incontri al mare o in
qualche bel paese dell’entroterra delle regioni
di origine riservandoci anche di fare conoscere ,ad alcuni amici, i più bei posti ed le più appetitose soste
enogastronomiche.
In assenza del nostro Presidente Fodde che ha dovuto recarsi in provincia di Pesaro a rappresentare la nostra
Associazione, (vedi servizio a pagina n°3) il nostro Vicepresidente, Vincenzo Tappatà, ha portato i saluti e gli auguri
di buone vacanze, a nome del Consiglio direttivo, a tutti i presenti.
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Notizie dalle nostre
Regioni
a cura di G.B. Ortenzi
Le Marche riconfermate ai vertici delle classifiche per
l’assegnazione delle
Bandiere blu
Anche quest’anno siamo al secondo posto in Italia ( con 16 bandiere
assieme alla Toscana ) dietro alla Liguria ( con 18 bandiere)
nella prestigiosa classifica per le spiagge pulite e ambiente tutelato.
Le bandiere sono state assegnate in base ai questionari compilati dai
sindaci. Tra i criteri di giudizio: educazione ambientale, gestione del
territorio, depuratori funzionanti, smaltimento dei rifiuti, cura di
arredo urbano e spiagge, accesso al mare.
Ed ecco, qui di seguito l’elenco delle bandiere blu a noi assegnate
provincia per provincia.
Provincia Ancona : Senigallia – Ancona Portonovo,-
Sirolo – Numana
Provincia di Ascoli Piceno : Porto Sant’Elpidio – Porto
San Giorgio – Cupra Marittima - Grottammare –
San Benedetto del Tronto.
Provincia di Macerata : Porto Recanati – Potenza
Picena e Porto Potenza Picena – Civitanova Marche.
Provincia di Pesaro : Gabicce Mare – Pesaro – Fano –
Mondolfo Marotta.
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Festival delle Nazioni
Città di Castello
Dal 27 agosto
al 7 settembre
2012
IL CIAVARRO
Il Festival delle Nazioni è nato nel 1968 a Città di Castello come Festival di
musica da Camera. Nei primi degli anni 70 fu intitolato Festival delle Nazioni e
iniziò ufficialmente il suo percorso, invitando ogni anno un paese europeo che
avesse da offrire una proposta culturale e musicale capace di attirare l’attenzione
del pubblico e della critica nel suggestivo scenario architettonico di Città di
Castello e dei Borghi che lo circondano.
Con l’intenzione di avvicinare un pubblico diversificato, la programmazione
artistica del Festival delle Nazioni si è aperta ad altri settori come il balletto e
l’Opera da Camera e l’istituzione dei corsi ha permesso ai giovani musicisti
provenienti da tutta Europa di studiare con maestri di fama internazionale.
Si ricorda la partecipazione di grandi Orchestre (specie dell’Est Europa) e dei
grandi Quartetti provenienti da vari paesi, che hanno reso unico questo evento.
Il Festival delle Nazioni di Città di Castello si è posto l’obiettivo di contribuire
alla reciproca comprensione dei popoli ed un’idea di Europa che poteva unirsi
attraverso la musica e la cultura.
Ci permettiamo ricordarVi solo alcuni degli artisti italiani che si sono esibiti sul palcoscenico del
Festival: Roberto Abbado, Salvatore Accardo, Carla Fracci, Vittorio Gassman, Luciano Pavarotti ,
Gigi Proietti. Uto Ughi ….
(da www.festival-delle –nazioni.htm)
La Redazione augura a tutti buone vacanze
Direttore Responsabile
Pierfrancesco Fodde
REDAZIONE
Direttore Responsabile
G.B Ortenzi
Segretaria di Redazione
Luisella Dameno
Consulente Redazione :
Enzo Capocasa
Redattori
Antonio Gargiulo
Marco Micarelli
Preziosa Sileoni
Impaginazione , grafica e foto
G.B. Ortenzi
Ha collaborato a questo numero
Viviana Ciabò
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