riti pasquali a foiano pasqua a firenze 2010

Transcription

riti pasquali a foiano pasqua a firenze 2010
Aprile 2010
Numero 4
Il GRILLO
PARLANTE
GIORNALINO DI
CLASSE Va A / B
Scuola Primaria V. Fossombroni
I.C. G. Marcelli Foiano della Chiana
LE PROCESSIONI
La settimana Santa a Foiano
della Chiana e in Località
Pozzo della Chiana, Frazione di Foiano è davvero
suggestiva. Il Venerdì Santo
a Foiano viene effettuata la
processione del Cristo
Morto con le Statue e le
fiaccole delle Confraternite,
ed al Pozzo la stessa processione si svolge con la Via
Crucis rappresentata da
quadri viventi ad ogni stagione. Il Sabato Notte ha
luogo la Resurrezione che
avviene con la volata della
Statua del Cristo Risorto ed
il suono della Gloria delle
campane che si sciolgono. A
Pozzo della Chiana invece la
Resurrezione è davvero
suggestiva in quanto da
secoli, al momento della
Gloria, un meccanismo fa
risorgere la statua di Cristo
sopra l’altare, generando lo
stupore dei fedeli che accorrono da tutti i luoghi
per assistere a questa insolita e forse unica resurrezione.
La Redazione
Redattori responsabili
Pasquale Improta
Brhaimi Arba
Gianluca Forte
Giuseppe Russo
Giulia Raspanti
Francesco Frumento
Stylianos Tsalas
Andrea Mirra
Luigi Silvestro
Lorenzo Santini
RITI PASQUALI
A FOIANO
I RITI RELIGIOSI DELLA SETTIMANA
SANTA IN PAESE di Alessia D.L.
La settimana Santa consiste nella rievocazione
della passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ha iniziato la sera del mercoledì Santo con la
processione per le vie del paese nella quale
viene portata a spalla la statua del Gesù flagellato che viene custodita nella chiesa di S. Michele Arcangelo. Vi prendono parte numerosi
gruppi di uomini delle compagnie religiose di
quattro parrocchie (S. Michele, La Pace, La
Trinità e S. Maria del Carmine) rivestiti di speciali coppe il cui colore varia a seconda della
compagnia di appartenenza, e che, preceduti da
quattro crocifissi, recanti sulle spalle delle enormi croci di legno, simboli della passione,
sfilava portando delle grandi torce a vento.
Chiude il corteo il corpo musicale con brani
melodici; dalle finestre dai balconi del paese
innumerevoli lampade elettriche e vecchi lumi
hanno onore alla sfilata. Si segue con il giovedì
Santo in cui viene fatta la stessa processione
ma viene cambiata la statua del Signore con
una dall'atteggiamento dell' “Ecce Homo”. Il
venerdì Santo la processione si ripete ancora,
sempre di notte. La statua dell' “Ecce Homo”
della chiesa di S. Francesco viene sostituita
con quella di Gesù morto, della chiesa di S.
Michele Arcangelo che viene seguita dalla statua della Madonna Addolorata portata e accompagnata da un lungo stuolo di donne, vestite di nero che portano delle lunghe candele
accese. Segue il Sabato Santo, che di sera viene
festeggiata la resurrezione del Cristo. Una
bella, grande e pesante statua di legno policromo, raffigurante il Cristo Risorto che innalza
un bianco e dorato stendardo è portata a spalla da otto robusti giovani della confraternita
verso la chiesa della collegiata, dove a porte
chiuse si celebra la S. Messa. A mezzanotte si
sentono tre grossi colpi alla porta e questa si
spalanca. L'immagine del Redentore viene portata di corsa quasi a un balzo, di fronte all'altare maggiore per un varco lasciato faticosamente libero da due fitte ali di popolo esultante.
All'esterno intanto si sentono centinaia di mortaletti esplodere con fracasso assordante, mentre in chiesa suona la banda. Il momento è
solenne e commovente, la riuscita del “volo”
non è semplice data la pesantezza della statua e
del piedistallo (circa 600 kg) ma con valorosi
sforzi riesce sempre.
La popolazione della campagna è solita trarre
gli auspici per l'andamento delle culture dell'annata e per il prossimo raccolto del grano.
PASQUA A FIRENZE 2010
SCOPPIO DEL CARRO E VOLO DELLA COLOMBINA di Leonardo V.
La mattina di Pasqua il carro (chiamato " brindellone"
sempre lo stesso dal ‘400) viene trasportato da buoi
bianchi e scortato da armati, musicisti e sbandieratori
del calcio storico fiorentino, da "Porta al Prato" fino
in piazza Duomo . Il carro viene poi collegato all'altare
maggiore del duomo con un cavo metallico posto a
sette metri di altezza e lungo questo cavo viene posizionata la colombina (un piccolo razzo che sembra
una colomba bianca che ha nel becco un ramoscello
d'olivo). Nel frattempo l'arcivescovo si reca in battistero
dove riceve il fuoco sacro (che proviene dalla chiesa
dei SS. Apostoli ed e' portato fino al battistero da un
corteo storico composto dal comune e ci sono anche le insegne araldiche dell'antica casata dei Pazzi). La
storia giunta fino a noi parla della prima crociata intrapresa dai cristiani per liberare il Santo Sepolcro e
della partecipazione a questa crociata di 2500 fiorentini
guidati da Pazzino di Ranieri De' Pazzi e, proprio a
lui , prima di tornare a casa, furono donate per l'eroismo dimostrato in battaglia tre pietre del Santo Sepolcro; pietre con le quali accendere il fuoco santo da
portare nelle case dei fiorentini con un carro in occasione della cerimonia pasquale. L'arcivescovo benedice il
fuoco (le tre pietre con le quali verrà' acceso il fuoco)
e la folla della piazza con l'acqua benedetta nella veglia
di Pasqua e poi torna in duomo, durante la santa
messa, al canto del Gloria in Excelsis Deo, L'arcivescovo
accende (con il fuoco santo) i razzi della colombina che,
scorre lungo il cavo e percorrendo tutta la navata
centrale arriva al carro; qui appicca il fuoco ai mortaretti che sono sul carro e poi segue il percorso inverso tornando all'altare maggiore, inizia con fragore lo
scoppio assordante e, in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città' del fuoco benedetto. L'usanza
popolare dice che se il "volo" della colombina si svolge
senza intoppi per Firenze si preannuncia un anno buono
altrimenti. … Nel 1966, l'anno dell'alluvione a Firenze,
la colombina non riuscì' a completare il suo tragitto
fermandosi dopo l'accensione del carro … Nel 2010 la
colombina accesa con il fuoco santo ce l'ha fatta.
Pagina 2
VIAGGIO TRA STORIA E TRADIZIONI
Il GRILLO PARLANTE
CHIESA E CONFRATERNITA DELLA S.S. TRINITÀ
IL VOLO DEL RISORTO
Una tradizione tipica di Foiano è il volo del Risorto. Per tutto l'anno la statua dl Cristo è sistemata
nella chiesa della Santissima Trinità e il giorno
della Vigilia di Pasqua viene portato davanti alla
chiesa della Collegiata. Dalla chiesa vengono portate via tutte le panche, e ad una certa ora la
chiesa si riempie di tante persone. Ma anche fuori
ci sono persone che aspettano il Risorto. Nella
chiesa vengono spente le luci e chiuso il portone.
A mezzanotte una persona batte tre colpi, le luci
si accendono si apre il portone e una decina di
persone portano dentro alla chiesa in corsa il
Sepolcro che pesa 600 kg. La banda si mette a
suonare mentre scoppiano le castagnole. Il Sepolcro viene deposto in mezzo alla chiesa. Cristo è
risorto! Le persone si fanno gli auguri e baciano il
Signore. Chi l'ha visto dice si prova una sensazione stupenda e chi non l'ha visto deve andarlo a
vedere.
Alessia D.L.
PASQUA A CASTIGLION F.NO
Come tradizione, a Castiglion Fiorentino, Durante la settimana di Pasqua si svolgono le Processioni delle 3 compagnie, la Volata del Cristo Risorto.
Martedì Santo 30 Marzo,ha luogo la prima Processione delle 3 notturne. Numerosi Confratelli,
appartenenti a 3 compagnie nate tra il 16° e il 17°
secolo. S. Antonio vestito di bianco, Buona Morte
vestito di nero, Compagnia del Gesù vestita di
blu, sfilano con le cappe e la beffa sul viso, nel
centro Storico accompagnano i Crociferi, i portatori di simulacri,c he rappresentano la Passione di
Gesù. Le Processioni proseguono Mercoledì 31
Marzo e Venerdì 2 Aprile. Giovedì 1 Aprile al
Teatro dei Cipressi si svolge la Tradizionale rappresentazione della Passione di Cristo, Un appuntamento atteso dalla popolazione. La settimana Santa culmina sabato 3 aprile nel momento
della Volata di Mezzanotte, la tradizionale rincorsa con la Statua di Cristo Risorto. Un vero spettacolo con l'accendersi delle luci in Chiesa e lo
Scoppio delle Castagnole in piazza!.
Nadia M.
COMPAGNIA DELLA S.S. TRINITÀ
La confraternita della S.S. Trinità di Foiano della
Chiana è la protagonista delle celebrazioni pasquali del nostro paese. Riconosciuta tra gli enti
locali laici nel 1431 si sviluppa principalmente nel
corso del '500 e nel 1612 ottiene dal Pontefice
l'aggregazione alla omonima compagnia Romana
per godere delle indulgenze e privilegi della compagnia madre della capitale della fede. Ha il pro-
La cinquecentesca chiesa della S.S. Trinità si
trova nel vicolo della Trinità, di fianco si trova il
palazzo Gran Ducale. L'interno è a Croce Greca con una cupola all'inizio dei bracci voltanti a
botte. Al suo interno ci sono tre altari settecenteschi in pietra serena; invece su quello
maggiore è conservato il dipinto della Trinità
fatto nel 1614 da Antonio Cercignani detto il
Pomarance. Intorno al 1618 i Confratelli ricevono il quadro incompiuto ma poi completato nel
1630 dall'allievo Lorenzo Lippi o forse Bartolomeo Barbiani. Nella Trinità che pare evocata da
due Santi che sono ai margini della composizione, il pittore rappresenta Cristo che evoca il
dramma della passione. Sull'altare di destra si
conserva la statua del Cristo Risorto (posta nel
1681). La statua viene esposta nella Chiesa della
Collegiata il Sabato Santo durante la cerimonia
denominata “Il volo di Cristo”. All'epoca la
socetà non era molto numerosa, aveva trentadue confratelli, i quali durante il periodo di
quaresima, indossavano una cappa di tela bianca
per recitare il divino Osfizio. Erano presenti
nelle processioni e accompagnavano i funerali,
nel giorno di Giovedì Santo i confratelli lavavano i piedi ai poveri e facevano una raccolta
durante la quale distribuivano quattro staia di
frumento in sacchi. Si dedicavano agli infermi
dell'ospizio, istituivano, a volte, le “doti” per le
povere fanciulle di Foiano per un valore di dieci
scudi (70 £). Il 2 Febbraio 1592 si tenne una
riunione della compagnia nella quale venne deciso di stanziare i primi 300 scudi per costruire
una nuova chiesa. Dieci giorni dopo, Rosado
Magi venne invitato a Firenze a chiedere licenza
al Gran Duca e nell'anno successivo si diede
inizio ai lavori che si protrassero per diversi
anni. Uno degli altari fu dedicato a San Giovanni
Battista e l'altro alla Madonna del Carmine.
Antonio Cercignani Pomarance si impegnò per
la somma di duecento scudi per realizzare una
tavola con l'immagine della Santissima Trinità.
Leonardo P. & Emanuele P.
prio Oratorio nella chiesa omonima in via della
Trinità nel punto più centrale del castello dove
era già stata fondata nel 1583 al tempo della
visita pastorale. La chiesa attuale viene costruita
ala fine del '500. La statua del Cristo Risorto
che viene portata in processione è conservata
durante l'anno sull'altare di destra all'interno
della chiesa. La Venerabile Compagnia che sotto
il titolo della S.S. Trinità opera nel paese di
Foiano fin dalla seconda metà del 1500, fu aggregata all'Arciconfraternità della S.S. Trinità dei
Pellegrini e Convalescenti istituita a Roma da S.
Filippo Neri nel 1548. Indossavano una cappa di
tela di lino bianca ed erano presenti alle processioni ed ai funerali. Il Giovedì Santo i confratelli
si riunivano, lavavano i piedi ai poveri facevano
una raccolta durante la quale venivano distribuite 4 staia di frumento in sacchi ai poveri. Si
dedicavano agli infermi dell' ospizio e porgevano
aiuto alla tumulazione dei defunti; istituivano a
volte, “le doti” per fanciulle povere di Foiano
per un valore di 10 Scudi (70 Lire).
Martina S.
LA CHIESA DELLA S.S. TRINITÀ CUSTODE DELLA
STATUA DEL CRISTO RISORTO. LA STORIA NEL
TEMPO… Di Martina S.
La chiesa della S.S. Trinità è una costruzione a pianta a croce Greca,
sormontata da una cupola centrale di
forma ottagonale e decorata esternamente con maioliche policrome. I
confratelli si impegnavano a far realizzare pitture e statue che venivano
commissionate a pittori autorevoli
della Toscana e vari altari che si sono
aggiunti negli anni. Nel 1681 fu commissionata la statua di Cristo Risorto
a G. Battista Cardini. “Furono dua
homini deputati alla spesa per fare
Christo Resuscitante come si è detto
da Giovanni B. Cardini, per fare la
processione la sera del Sabbato Santo, et il detto ha da essere di rilievo
cioè legno stuccato...”. Questa statua
è oggetto tuttora di un'antica manifestazione religiosa conosciuta come il
volo, che si tiene la notte del Sabato
Santo nella collegiata di S. Martino
per festeggiare la Resurrezione di
Cristo nella mattina di Pasqua ed in
quella del Martedì successivo, la statua del Cristo Risorto viene portata
a spalla in solenne processione per le
vie del paese e giunta nell'antica Piazza Alta, viene salutata dallo sparo del
“rullo”, che consiste nell'esplosione a
sequenza di oltre 5000 castagnole,
sotto il loggiato del Monte Pio e
strade adiacenti, manifestazione che
si ripete ininterrottamente fin dal
lontano 1681.
Pagina 3
LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE
LA LUNGA TRADIZIONE
DELLE UOVA DAGLI EGIZI
AI PERSIANI
Da sempre sono uno dei simboli più
significativi della Pasqua. Grandi o piccole, da mangiare o soltanto da ammirare,
le uova rappresentano uno dei riti irrinunciabili delle imminenti festività. Da
dove nasce la tradizione di scambiarsi le
uova per Pasqua, che si ripete di anno in
anno da molti secoli. L'uso di regalarsi le
uova per celebrare la Pasqua è molto
antico e coincide con l'inizio della primavera, periodo in cui la natura si risveglia
mostrando tutta la sua bellezza dopo il
'letargo invernale. Le uova, in questo
senso, sono il simbolo della fertilità e
della rinascita. Molti sono i miti che mettono in luce il ruolo fondamentale delle
uova nella cultura de popoli d'ogni tempo. Secondo alcune credenze riscontrate
in diverse religioni precristiane e mitologiche del passato, il cielo e la terra erano
considerati due emisferi che riuscivano a
creare un unico uovo che costituiva la
vittoria della vita sulla morte. Gli antichi
Egizi, peraltro, consideravano le uova il
fulcro dei quattro elementi sui quali si
fondava l'universo, l'acqua, l'aria, la terra
e il fuoco. Tra i persiani, invece, era diffuso lo scambio delle uova di gallina in
coincidenza con l'inizio della primavera.
Abitudine messa in atto anche da altri
popoli tra i quali i greci e i cinesi. Il tradizionale scambio delle uova, insomma, ha
preso corpo ben prima dell'avvento del
Cristianesimo e della ricorrenza principale del suo calendario liturgico. La Pasqua
cristiana, comunque, è caratterizzata
dalla presenza di numerosi simboli tra i
quali primeggia lo scambio delle uova.
Il significato che viene assegnato a
questo gesto si intreccia con il mistero
della morte e della resurrezione di
Cristo. L'uovo diventa, così, il simbolo
della rinascita di Gesù e, in modo più
esteso, dell'uomo. Le uova, pertanto,
vengono 'adottatè dalla religione cristiana che le utilizza come un elemento indiscutibile della sua tradizione.
Nel Medioevo, d'altra parte, le uova
venivano offerte alla servitù come
dono primaverile. Nell'era cristiana, è
probabile che l'idea di regalare a Pasqua le uova decorate sia nata, all'inizio, in Germania. Da qui, si è sviluppata, mano a mano in tutta Europa, la
consuetudine di offrire uova 'artificialì,
fabbricate o rivestite in materiali preziosi tra i quali spiccano l'argento, il
platino o l'oro. Una consuetudine
riservata, in prima battuta, agli aristocratici e ai nobili. Edoardo I, re d'Inghilterra e d'Aquitania dal 1272 al
1307, ad esempio, commissionò la
realizzazione di 450 uova rivestite
d'oro e donate in occasione della Pasqua. In tempi più recenti è entrata
nell'uso popolare l'abitudine di realizzare uova di cioccolato che costituiscono il segmento finale di una tradizione millenaria ricca di fascino e tutta
da scoprire. Una tradizione che, tuttavia, non ha scalzato completamente le
abitudini più antiche. L'usanza di presentare l'uovo sodo sulla tavola pasquale, magari insieme alla colomba,
infatti, è rimasta ancora intatta nonostante l'evoluzione dei tempi e dei
costumi
Nicolò M.
M
I SIMBOLI E LA STORIA DELLA PASQUA
In molti paesi cattolici, compresa l’Italia, si dà luogo a rappresentazioni, cortei,
processioni per dar vita alla Passione di Cristo come preparazione alla Pasqua. In
questa occasione si celebrano molte cerimonie folcloristiche rappresentando
alcuni episodi della Passione, inoltre si benedicono le cose, si consuma l’agnello
pasquale e si distribuiscono i tipici simboli pasquali: uova e dolci a forma di colombe. Finita la preparazione alla Quaresima la ricostruzione della passione si
intensifica e raggiunge il proprio apice il Venerdì Santo. La comunità dei fedeli a
Pasqua vive un lutto universale espresso nelle varie forme di partecipazione popolare. I tre simboli più importanti della Pasqua Italiana sono la lepre, le uova e la
colomba. Il Coniglio viene considerato da tutti un aspetto casuale di questa festa,
un’inutile attrazione esposta in vetrina per fare bella mostra; invece la lepre, sin
dai tempi del cristianesimo, era presa a simbolo di Cristo. Non solo, venne anche
interpretata da Sant’Ambrogio come simbolo della resurrezione per via del suo
manto che cambia a colore a seconda delle stagioni. Quella delle uova non sembra aver per niente a che fare con la Pasqua, ma chi pensa così fa una considerazione errata: l’uovo, fin dagli inizi della storia dell’umanità è considerato una rappresentazione di vita e rigenerazione. E’ possibile verificarlo considerando che
molte antiche culture ne facevano un uso simbolico. I primi ad usarlo come oggetto beneaugurante furono i Persiani i quali, durante i primi giorni di primavera,
si scambiavano uova di gallina. A seguire il loro esempio furono i Romani. Infatti
nell’antica Roma esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova: ad esempio si
era soliti dipingere un uovo di rosso per poi sotterrarlo nei campi come simbolo
di fecondità, cioè propizio per la raccolta. L’uovo entrò a far parte della tradizione cristiana come simbolo di vita. Nella cultura cristiana questa usanza risale
all’anno 1176 quando l’Abate di Saint Germain del Pres regalò a Luigi VII parte
dei prodotti delle sue terre tra cui una gran quantità di uova. L’uso di regalare
Il GRILLO PARLANTE
IL SIGNIFICATO E LA TRADIZIONE
DELLE UOVA
In tutto il mondo l'uovo e'il simbolo della Pasqua. Da
sempre le uova sono il simbolo della vita che nasce, ma
anche del mistero, quasi della sacralità'. Nel paganesimo,in alcune credenze, il cielo e la terra venivano concepiti come due metà' dello stesso uovo. Greci Cinesi e
Persiani usavano scambiarsi uova di gallina come doni
per le feste primaverili, così come nell'antico Egitto le
uova decorate erano regalate per l'equinozi di primavera. Con l'avvento del cristianesimo, l'uovo si legò all'immagine della rinascita non solo della natura ma dell'uomo stesso, e di Cristo. Nel medioevo le uova venivano
regalate ai bambini e alla servitù per festeggiare la Resurrezione. Ancora oggi in Germania e in Francia vengono
nascoste le uova nei giardini per poi invitare i bambini a
trovarle. Nei paesi Scandinavi le uova sono oggetto di
giochi d'abilità e assumono valenze particolari. In occasione della ricorrenza dei morti celebrata il venerdì successivo al giorno di Pasqua gli ortodossi usano ancora
colorare le uova di rosso e metterle sopra le tombe
quale augurio per la vita ultraterrena. Pare che questa
tradizione sia legata a una leggenda su Maria.Si narra che
la Madonna facesse giocare Gesù Bambino con delle
uova colorate e che il giorno di Pasqua,tornata sul sepolcro del Figlio,vi trovasse alcune uova rosse sul ciglio. Si
racconta anche che Maria Maddalena si presentasse all'
imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio
rosso,testimonianza della Resurrezione di Gesù e che
Maria,Madre del Cristo, portasse in omaggio a Ponzio
Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la
liberazione del Figlio. Già nei libri contabili di Edoardo I
d'Inghilterra si fa menzione di una spesa di 18p. per 450
uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo
di pasqua. Tra le più celebri uova sono sicuramente
quelle che il maestro orafo Peter Carl Fabergè ricevette
nel 1883 dallo zar Alessandro, commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
di Erika F.
uova deriva dal fatto che Pasqua è festa di primavera,
quindi anche della fecondità, del rifiorire della natura.
L’uovo, appunto è simbolo di vita che rinasce ed auspicio di fecondità. La colomba ricorda l’episodio del Diluvio Universale riportato nella Genesi, giungendo da Noè
con un ramoscello d’ulivo fra il becco indicò che il diluvio si era concluso. La punizione divina era finita indicando il passaggio dell’umanità ad una nuova epoca. Da quel
giorno la colomba divenne simbolo di pace; è per questo
che oggi si regalano dolci a forma di questo uccello con
le ali distese. In un primo tempo i cristiani ricordavano la
resurrezione di Cristo ogni sette giorni, la domenica.
Successivamente la Chiesa decise di celebrare questo
evento solo una volta all’anno creando così degli scontri
fra le diverse comunità di cristiani. Si riuscì a superare
questo scompiglio solo nell’anno 325 grazie al Concilio
di Nicea ove venne deciso che la Pasqua doveva essere
celebrata da tutta l’umanità lo stesso giorno. Il compito
di individuare il giorno fu affidato alla chiesa di Alessandria ma successivamente venne fissato tra il 22 marzo ed
il 25 aprile. Oggi il giorno viene stabilito scientificamente
calcolando l’Equinozio di Primavera e basandosi sulla
luna piena. Le chiese ortodosse, però, hanno una data
che non coincide con la Pasqua Cattolica per via del loro
diverso calendario. Così, spesso, gli ortodossi celebrano
la festa dopo quella dei cattolici.
Michele S.
Pagina 4
LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE
LA TRADIZIONE
UOVA PASQUALI
Il GRILLO PARLANTE
DELLE te il simbolo della rinascita primaverile LE UOVA COLORATE
della natura, andò ad intrecciarsi con il
L’uovo è sempre stata una figura dai
tratti simbolici sin dai tempi antecedenti
al sorgere della religione cristiana. Le
uova, infatti, hanno spesso rivestito il
ruolo del simbolo della vita in sé, ma
anche della sacralità, anche molti millenni
avanti Cristo: secondo alcune credenze
di molte religioni pagane e mitologiche
del passato, il cielo e il pianeta erano
considerati i due emisferiche andavano a
creare un unico uovo , e le uova costituivano la vittoria della vita. Gli antichi Egizi,
inoltre, lo consideravano come il fulcro
dei quattro elementi dell’universo
(acqua, aria, terra e fuoco). La tradizione
del dono di uova ebbe inizio ben prima
della nascita del Cristianesimo: già fra i
persiani, infatti,era diffusala tradizione
dello scambio di semplici uova di gallina
all’evento della stagione primaverile,
seguiti nel tempo da altri popoli antichi
quali gli Egizi, i quali consideravano il
cambio di stagione una sorta di primo
dell’anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le
uova venivano lavorate a mano. L’usanza
dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo
alla servitù. Nel medesimo periodo
l’uovo decorato, da essere essenzialmen-
Cristianesimo divenendo il simbolo
della rinascita dell’Uomo,, il Cristo: la
diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, quando i tradizionali doni di Pasqua
fece la comparsa il regalo di semplici
uova. Sempre nel Medioevo si diffuse
anche la tradizione della creazione di
uova artificiali fabbricate o rivestite in
materiali preziosi quali argento, platino
o oro, ovviamente destinata agli aristocratici e a i nobili: Edoardo d’Inghilterra
commissionò la creazione di circa 450
uova rivestite d’oro e donate in occasione della Pasqua. Ma la ricca tradizione dell’uovo dorato è dovuta all’orafo
Peter Carl Fabergè, che nel1883 ricevette dello zar il compito di preparare
un dono speciale per la zarina Maria;
l’orafo creò per l’occasione il primo
uovo Fabergè, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore
uovo, creato in oro, il quale conteneva
a sua volta due doni: una riproduzione
della corona imperiale ed un pulcino
d’oro. La fama che ebbe il primo uovo
di Fabergè contribuì anche a diffondere
la tradizione del dono interno all’uovo.
Alessia D.L.
LA PASQUA A NAPOLI
Il giorno di Pasqua la maggior parte dei napoletani,dopo essere
stati a messa,si ritrova a consumare un ricco pranzo fatto di ricette tradizionali e che ha un grande protagonista:la carne. L’esordio
del pranzo è rappresentato dalla minestra marinata che vede
l’accostamento della carne agli ortaggi e che è stata a lungo la
pietanza del Regno di Napoli prima di essere sostituita dai maccheroni. Anche l’agnello che è uno dei simboli della Pasqua domina sulla tavola dei napoletani. Il pranzo di Pasqua dei napoletani
non può non terminare con uno dei dolci più importanti,tipici e
gustosi della cucina napoletana:la pastiera. Molto legata anche
all’arrivo della stagione primaverile,la Pasqua a Napoli si identifica
con la rinascita e quindi con il rinnovamento. A tal riguardo,com’è
noto,anticamente,nei periodi immediatamente precedenti le festività pasquali,la tradizione imponeva pulizie profonde e rinnovamenti,le cosiddette “Pulizie di Pasqua’’,che venivano effettuate,per
purificare la casa dallo sporco e dal “letargo” delle stagioni fredde,e per riportarla alla vita e renderla degna di questa festa religiosa. Oggi le Pulizia di Pasqua sono una tradizione consolidata in
molte famiglie,anche se meno che un tempo. Ma restano invece
protagonista:la carne. L’esordio del pranzo è rappresentato dalla
minestra marinata che vede l’accostamento della carne agli ortaggi e che è stata a lungo la pietanza del Regno di Napoli prima di
essere sostituita dai maccheroni. Anche l’agnello che è uno dei
simboli della Pasqua domina sulla tavola dei napoletani. Il pranzo
di Pasqua dei napoletani non può non terminare con uno dei dolci
più importanti,tipici e gustosi della cucina napoletana:la pastiera.
Molto legata anche all’arrivo della stagione primaverile,la Pasqua a
Napoli si identifica con la rinascita e quindi con il rinnovamento. A
tal riguardo,com’è noto,anticamente,nei periodi immediatamente
precedenti le festività pasquali,la tradizione imponeva pulizie profonde e rinnovamenti,le cosiddette “Pulizie di Pasqua’’,che venivano effettuate,per purificare la casa dallo sporco e dal “letargo”
delle stagioni fredde,e per riportarla alla vita e renderla degna di
questa festa religiosa. Oggi le Pulizia di Pasqua sono una tradizione consolidata in molte famiglie,anche se meno che un tempo.
Ma restano invece immutate le tradizioni legate ai riti,alla gastro-
Colorare le uova è un’usanza comune a tutti i cristiani.
In Italia è rimasta viva solo in alcuni paesini del Sud e
In qualche regione del Nord. Nei paesi dell’Est intorno
Alle variopinte uova sode ruota tutto il rituale della
Pasqua. Nell’iconografia cristiana,l’uovo è il simbolo
della resurrezione Di Cristo e della rinascita
dell’uomo. In alcuni paesi colorarlo è diventata quasi
un’ arte dalle Tecniche particolari( pisani, kraszanki),che ogni anno,in Occasione della Pasqua, dona un
tocco di colore,luce e Speranza.
Pia M.
RITI E TRADIZIONI PASQUALI IN
TOSCANA
in occasione della Pasqua a Firenze si svolge la cerimonia dello scoppio del carro cerimonia che risale ai tempi della prima crociata. Un carro viene trasportato da
buoi bianchi dal piazzale fino al duomo tra esso e l'altare maggiore viene teso un filo di ferro su cui viene
fatta scivolare una colombina con un ramoscello d'olivo nel becco, Pronta a portare la miccia al carro per
accendere i fuochi. la sera del giovedì' santo si svolge a
Castiglione di Garfagnana la processione dei crocioni. i
personaggi che partecipano alla manifestazione rappresentano gli apostoli,i soldati romani e gli appartenenti
alle confraternite tutti rigorosamente muniti di cappucci e fiaccole.
Erika F.
nomia,alle credenze,al costume. I rituali religiosi legati alla Settimana
Santa,si compongono di una serie di tappe,che hanno inizio la Domenica
delle Palme e terminano il Lunedì in Albis. La Domenica delle Palme,denominata Domenica di Passione,i fedeli ripercorrendo la Passione
di Cristo,e benedicendo rametti di palme, in ricordo di Cristo a Gerusalemme. Il Giovedì Santo, cosiddetto “Struscio”,che consiste nel classico
rito dei Sepolcri,che impone la visita di un numero dispari di chiese,per
celebrare attraverso una funzione liturgica, l’ultima cena di Gesù. Il
nome Struscio deriva, probabilmente,dal rumore delle lunghe vesti femminili sulla strada, nella confusione e nel lento scorrere della folla, che si
accingeva nei secoli scorsi, alla celebrazione del rito. Il Venerdì Santo è
dedicato, secondo tradizione alla Via Crucis, organizzata in modo diverso,i n ogni parrocchia, e che vede un’ampia partecipazione cittadina.
Molto suggestive sono anche le manifestazioni organizzate nei comuni
della provincia. Da segnalare quella di Sorrento. Lo Sciogliersi della Gloria,è l’annuncio della Resurrezione di Cristo, è avviene la Domenica di
Pasqua, al suonare delle campane. La Pastiera:i l dolce tipico della Pasqua napoletana, ha antichissime origini e racchiude in sé tutta la semplicità e la ingenuità del popolo napoletano. I suoi ingredienti, la sua
preparazione si legano con un’ antica leggenda napoletana ampiamente
raccontata in testi e libri su Napoli, legata alla sirena Partenopee e alla
gratitudine del popolo. Sette ingredienti, sette simboli di ricchezza e
prosperità (farina, uova, zucchero, aromi, grano, fiori d’arancio e ricotta), perfettamente amalgamati,uniti in una ricetta unica, tramandata di
generazione in generazione,per secoli. Il Casatiello: saporitissima torta
rustica, on uova salumi e formaggi, da molti conosciuto come Casatiello
‘nzogna e pepe’(sugna e pepe), per distinguerlo da quello dolce, altro
dolce pasquale tradizionale di alcuni quartieri di Napoli ed alcuni paesi
della
provincia.
Molte
sono
le
manifestazioni,organizzate
dall’amministrazione,per festeggiare la Pasqua a Napoli. Negli anni passati,l’assessore ai Grandi Eventi di Napoli,ha organizzato manifestazioni
musicali e folkloristici in diverse zone della città,durante tutta la Settimana.
Pasquale I.
.
Pagina 5
LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE
LA PASQUA NEL MONDO
La Pasqua è festeggiata in tutto il mondo
ma ogni paese la celebra in modo diverso:
nel Nord Europa con l’arrivo della Pasqua
si festeggia anche l’arrivo della primavera.
In Svezia e Finlandia la domenica delle
Palme si benedicono dei rami di pioppo
bianco con le gemme. In Finlandia molto
prima di Pasqua i bambini seminano alcune
sementi all’interno di piccoli vasi. L`erba
verde è di sicuro un segno dell`arrivo della
primavera. La tradizione medioevale vuole
che tra il venerdì e la domenica di Pasqua
le streghe escano dai nascondigli e volino
in cielo, per questo i bambini si vestono da
streghe e bussano alle porte per scambiare
alcune letterine con tante caramelle. In
Svezia si mangiano uova sode colorate
mentre in Danimarca le case vengono
ornate con rami fioriti e uova dipinte.
Anziché l’uovo di Pasqua ai bambini viene
regalato il coniglio di cioccolato. In Germania, la sera di Pasqua, soprattutto in
campagna, si fanno dei fuochi, dove i contadini bruciano tutti rami secchi che trovano. Il fuoco viene acceso strofinando due
pezzi di legno o con una grossa lente e si
chiama “fuoco sacro” con il quale si riaccendono i ceri delle chiese. Le ceneri dei
fuochi sono sparse per i campi per propiziare un buon raccolto e la fine
dell’inverno. Il dolce tradizionale di Pasqua
assume la forma di un agnello e l’uovo di
cioccolato, nella tradizione, viene donato
ai bambini da un coniglietto che per i tedeschi rappresenta il simbolo principale della
Pasqua. Prima di Pasqua in molte città ci
sono dei mercatini dove si possono trovare gli addobbi per abbellire le case. In Inghilterra il giorno in cui si ha la cerimonia
più importante è il Giovedì Santo. Dopo
la cerimonia si distribuiscono le borse con
il denaro su vassoi d’argento ai poveri. Il
venerdì santo, invece, in antichità si festeggiava l’usanza dei dolci che si usava mangiare come protezione contro gli spiriti maligni. Il dolce tipico è rappresentato da piccole brioches decorate con una croce di
glassa per ricordare la passione di Cristo.
Secondo la leggenda questi dolcetti furono
creati da una vedova la quale, nell’attesa
che tornasse suo figlio marinaio disperso,
per un anno cucinò biscotti. Per quanto
riguarda la tradizione dell’uovo una usanza
particolare è quella di far rotolare sui
prati o sulle strade di una collina delle
uova colorate fino a quando i gusci non si
spezzano. In Olanda per Pasqua buona
parte degli abitanti appende una corona
decorata alla porta di casa e uova pitturate
ad un albero nel giardino. Chi abita in appartamento mette dei fiori gialli. Secondo
la tradizione è il coniglietto pasquale che
nasconde in giardino le uova sode colorate
che i bambini si divertono a cercare. In
Russia la Pasqua comincia alla mezzanotte
del sabato con una processione attorno
alla cattedrale della città dove risiede il
Pope di tutta la Russia. La mattina del giorno di Pasqua le famiglie Russe si recano
sulla tomba di un parente per consumare
un picnic mentre la sera fanno banchetti a
base di carne, pesce e funghi. In Russia le
uova sode vengono colorate di rosso quale
simbolo di nuova vita ottenuta mediante il
sacrificio di Cristo. Anche in Francia, come
in Italia, le campane delle chiese restano
silenziose dal venerdì Santo fino alla Pasqua
in segno di dolore per Gesù Crocefisso. I
genitori dicono ai bambini che le campane
sono volate via verso Roma per ritornare il
giorno della resurrezione. Quando le campane ricominciano a suonare i bambini
iniziano a cercare le uova di cioccolato
nascoste dai genitori. In Grecia per molti la
Pasqua è sentita più del Natale. In tutto il
Paese prima di mezzanotte si tengono
processioni verso santuari e chiese e la
Quaresima finisce con il suono delle campane ed i riti di Resurrezione nella notte di
Pasqua. Nelle chiese, al buio, vengono accese candele che i fedeli porteranno con sè
a casa e ovunque si organizzano balli, processioni e manifestazioni folkloristiche. In
Israele si festeggiano anche la festa ebraica
del "Passah" che ha inizio il giovedì prima di
Pasqua e ricorda l’esodo degli ebrei in
Egitto e ha la durata di sette giorni. In
America per Pasqua i bambini organizzano
due divertenti giochi: il primo è la corsa
delle uova che consiste nel far rotolare le
uova sode dipinte per un prato, servendosi
di un mestolo. Vince chi porta per primo il
proprio uovo al traguardo. E' una tradizione antica, originaria dell'Inghilterra che poi
ha assunto caratteristiche proprie. Il secondo gioco è la caccia alle uova che prevede
la ricerca delle uova nascoste in giardino
dai genitori. Una volta erano uova sode
colorate e vinceva chi ne trovava di più,
adesso sono uova di plastica con sorpresa
ed il divertimento non è solo trovarne di
più ma anche nello scoprire la sorpresa.
Michele S.
LA PASQUA NEL PASSATO In Italia numerosissime e spesso suggestive
sono le rappresentazioni della Settimana Santa, diffusa in ogni regione , nella quale si
mescolano gli elementi più' strettamente religiosi a componenti in varia misura folcloristici. Ai riti previsti dalla liturgia si accompagnano quelli che nel corso dei secoli la
pietà' del popolo cristiano ha adottato per rievocare i momenti più' significativi
della passione umana di cristo, vero uomo e vero dio. Per la sincerità' di tali espressioni religiose la chiesa cattolica approva e consente lo svolgimento di queste
celebrazioni, in quanto contribuiscono a rinsaldare e tramandare la fede cristiana. In
tutto il mondo cattolico, la tradizione popolare della Settimana Santa e' ricchissima
di canti , poemi, raffigurazioni e rievocazioni sceniche della passione di Gesù' che
Il GRILLO PARLANTE
STORIA DELLA BANDA:
“SOCIETA’ FILARMONICA P. MASCAGNI”
La fondazione della Società risale agli inizi
dell'800.Sotto il nome di Banda Civica, con un
organico di 50 elementi, fu dotata delle prime
divise nel 1876. Intensa fu l'attività sotto la guida di
vari Maestri. Da menzionare la partecipazione ad
Arezzo all'inaugurazione del monumento in onore
di Guido Monaco. Fra i Maestri che si sono succeduti, di alcuni sono custodite partiture scritte a
mano con data e dedica risalenti addirittura al
1880, va menzionato il Maestro Caiani. Nei primi
anni del novecento la Banda Civica si divise in due
complessi, uno dei quali, nel 1917, in occasione di
una visita a Foiano del Maestro Pietro Mascagni,
assunse la denominazione attuale. Dopo la Prima
Guerra Mondiale, la Società fu diretta dai Maestri
Romboli e Guarino; dopo la Seconda Guerra
Mondiale la Banda dal Maestro Dini e dal Maestro
Faldelloni che contribuirono a tenere alto il nome
della Filarmonica. Nel 1965 la direzione fu affidata
al Maestro Lanfranco Borgogni che ne curò anche
la scuola di musica. La arriva a contare un organico di 50 elementi, quasi tutti giovani, viene nuovamente dotata di divise e torna ad esibirsi fuori dal
territorio comunale. Negli anni Ottanta il maestro
fu Roberto Buoncompagni. Successivamente la
direzione della Banda viene affidata al Maestro
Fabio Laurini. Da diversi anni la Banda supporta la
manifestazione del Carnevale con la Bandaccia,
selezione di musicisti della Banda stessa. Nel 1995
l'incarico di insegnante e, dal 1996, anche la direzione del corpo bandistico, vengono affidate al
Maestro Alessandro Paolucci. Dal 1998 la Filarmonica organizza la Settimana Musicale. Quest'anno è
arrivata alla XII edizione. Dal 2005 la direzione
della Filarmonica è affidata al Maestro Andrea
Meucci. La Filarmonica svolge circa 40 servizi annuali, concertistici, religiosi, folkloristici, attività
Comunali e vanta un organico di circa 50 elementi, dei quali alcuni molto giovani. I giovani provengono dalla Scuola di Musica; a tutt'oggi conta 40
allievi. Le lezioni sono tenute da insegnati diplomati e qualificati, che sono: Prof. Andrea Meucci per
il flauto; Prof. Emanuele Ragni per gli ottoni
(trombe, trombone, basso); Prof. Alberto Rosadini (batteria e percussioni); Prof. Fabrizio Bardelli
per gli strumenti ad ancia (clarinetto e sassofono.
Martina S.
spesso affondano le loro radici fin dai primi
secoli del cristianesimo. Fra' le più' particolari
e belle in Italia troviamo quelle che si svolgono in Umbria, o a Sessa in provincia di Caserta ed in molte altre località' dell'Italia meridionale e della Sicilia con le processioni del
Venerdì' e del Sabato Santo ; a Taranto con i
confratelli detti "Perdoni", che si svolgono a
partire dal Giovedì' notte fino alla mattina del
sabato santo ; quella di Polistena con ben undici
riti , tra cui quattro in un solo giorno, quella di
Milfetta con la processione dell'Addolorata il
Venerdì' di Passione, e le processioni di misteri e di gala rispettivamente all'alba ed alla sera
del Venerdì' Santo, quelle caratteristiche di
Catanzaro, San Fratello , Enna, Caltanisetta e
Vico del Gargano.
Leonardo V.
Pagina 6
PASQUA SEGNO DI RINASCITA
L’ AQUILA RICORDA LE SUE LA PRIMAVERA
C’è qualcosa nell’aria
VITTIME
È il calore del sole
IL GHIACCIO DEL
SOLE
Giungendo lontano,
Nella notte del 5 Aprile dell’ anno scorso alle L’ossigeno degli alberi
emerge dal vuoto
3: 32 in Abruzzo c’è stato un forte terremoto E la bellezza dei fiori
una luce ancor fredda
con epicentro a L’Aquila. Morirono 308 perso- Che creano insieme la primavera.
d’Inverno passato.
ne, 7000 persone persero la casa; solo nella La primavera è bellissima!
Il ghiaccio nell’ombra,
casa dello studente ne morirono 8. Dopo si è È bello vedere i fiori che oscillano
i raggi del sole,
saputo che alcune case erano costruite con Leggermente
un tempo felice
materiali non adatti, per questo sono crollate. Grazie al vento che lascia
d’aria pulita.
Grazie alla solidarietà di molte persone sono Una scia di freschezza e allegria.
Forza calore
arrivati aiuti fin da subito e prima dell’ inverno
Pia M. vieni a giocare:
già molti avevano ricevuto un’ altra casa arrePrimavera è arrivata.
data: a Settembre 16000 alunni sono tornati a LA PRIMAVERA PASQUA.
Michele S.
scuola. Questa notte c’è stata una processione È stagione di canti
Vorrei ascoltare i
per ricordare i morti nelle strade dell’ Aquila Suoni melodiosi
rumori
degli PRIMAVERA
Leggera,limpida
silenziosa e composta. Alle 3: 32 le campane Profumi allegri
uccelli
della basilica di Colle Maggio hanno fatto 308 Gli uccelli insieme a Non dei cannoni Con il tuo mantello colorintocchi e sono stati ricordati i nomi di tutte lei
Vorrei correre rato
Posi come un’ ape nel
le vittime.
È stagione di amici nei prati
Iris F. Insieme nei prati Non nell’ asfalto mondo
Vorrei alzarmi la Le tue cose fatate
fioriti
Così una violetta
IL RISVEGLIO DELLA NATURA
mattina
Per sempre:
Quando le giornate iniziano ad allungarsi, la pri- È la Primavera
Con la Pasqua nel È sbocciata
Beato il primo
mavera è già alle porte. Dopo le abbondanti
Giulia F. cuore.
nevicate invernali, tutti hanno voglia delle giornaMonica P. Che la troverà
Significa che la primavera
te di sole, le passeggiate nei boschi, o anche
è arrivata.
stare seduti a guardare la natura che si risveglia dal
Monica P.
lungo sonno invernale. Prati e boschi sembrano PRIMAVERA
giardini pieni di fiori di tutti i colori, bianchi, gialli, Mi sono sdraiato
Primavera
fucsia, l’erba è verde a volte sembra di osservare sul prato fiorito.
Come un soffio nell’ aria,
un quadro di un pittore impressionista. Anche gli Ho chiuso gli occhi,
un sospiro profondo
animali iniziano a uscire durante le ore più calde, è mi sono lasciato cullare
arriva leggera la Primavefacile vedere qualche lucertolina prendere il sole dalla melodia degli uccelli.
ra.
oppure le prime farfalle volare di fiore in fiore. Un delicato venticello che arrivava,
Sui rami
Con l’inizio della primavera tornano anche gli uc- espanderò il profumo dei fiori
si posa,
celli migratori, rondini e upupe ritrovano i loro nidi nell’aria.
e i sorrisi ci ruba.
e presto deporranno le uova. In primavera la natu- Sentivo la voce dei bambini
Questa è una signora
ra si manifesta con tutta la sua bellezza; per non che si rincorrevano felici.
dal colore chiaro
danneggiare un paesaggio così,l’uomo dovrebbe Sul quel prato
e brillante,
È arrivata la primavera !
imparare a rispettarla di più.
dal canto soave.
Christian G.
Alessia D.L.
Federica I
LA NATURA SI RISVEGLIA ED ESPLODE IN UNA VERA RINASCITA DI SUONI, COLORI E PROFUMI.
La primavera è arrivata; ha ricoperto il nostro mondo di fantasia e
di cose nuove. Si è presentata con il suo vestito ricco di profumi e
di colori da espandere su ogni cosa per farla risvegliare. Ci ha
portato i canti al mattino degli uccellini per farci risvegliare dolcemente. Ci ha portato i versi squillanti dei grilli per farci ballare
con loro. Ha posato nell’ aria i vibranti ronzii di mosche e api, ,
così loro saranno liberi di volare con le ali e noi con la fantasia. Ci
sono le rane nello stagno che non fanno altro che saltare da una
parte all’ altra felici. Tutto questo porta grandi risate nei bambini
che gioiscono giocando fuori l’ arrivo di questa stagione così preziosa e bella; bella di suoni, bella di profumi che ci catturano e ci
fanno vivere quella felicità che tanto aspettavamo. Quella gioia
che ci ha portato dei sorrisi veri di allegria. Il suo lavoro per cambiare il mondo però non è ancora finito, deve ancora vestire i
prati e gli alberi con i suoi colori vivaci. Gli alberi da frutto hanno
indossato il loro abito galante pieno di fiori rosa e bianchi; è il
vestito per il gran ballo della primavera. Ha ricoperto i prati di
una coperta verde che ha tante toppe di colori diversi. : rosso,
giallo, arancione e viola: Sono state dipinte da un artista: la primavera. Ha rivestito le strade di luce brillante che illumina gli occhi a
tutti e che riscalda i piccoli corpi degli animaletti che sono usciti
dal pesante letargo. Ha dipinto il cielo di un azzurro mare profumato e ha lasciato in mezzo una macchia gialla lucente e calda. Il
mare adesso è contento, è arrivato finalmente il momento di
sprigionare la sua bellezza; il mare a primavera serva solo a guar-
Il GRILLO PARLANTE
PRIMAVERA
Primavera,
dolce melodia,
porti tanti colori
nel cielo.
Il sole si colora
Durante il tramonto
Che viene invaso
Di mille colori,
via l’inverno,
via il bianco, che
arrivino gli animali.
Tutti si rasserenano
Nel vederti arrivare
Con un soffio di vento
Leggero, birichino.
Il cielo è azzurro,
senza nuvole.
I fiori nascono, gli
alberi si risvegliano.
Questa è la primavera!
Martina S.
LA PRIMAVERA
Dolce, armoniosa,
bella...
spruzzi tanta allegria,
spruzzi colori …
tutti i fiori,
nascono le foglie
negli alberi spogli,
nascono farfalle di
tutti i colori....
gli animaletti felici
escono dal letargo
per cercare il cibo.
porti pace e allegria
sei...
la primavera.
Leonardo V.
darlo. Sognare fantasie che puoi vivere insieme a lui cavalcando le sue
onde di seta morbide e vellutate che ti bagnano il corpo con delicatezza.
Giocare con lui come se fosse un grande pallone in cui immergersi. Nell’
aria si è diffusa la dolcezza dei fiori negli alberi che profumano di bignè
appena sfornati. Sanno del profumo della primavera sublime e dolce d
goderselo fino in fondo fino a che non ne possiamo più. Bisogna vivere il
profumo dei mandorli in fiore che ci riempie di dolcezza e bontà, così
siamo più buoni. Il profumo dell’ aria fresca è così semplice e trasparente ma si trova sempre e comunque intorno r dentro di noi. C’ è il profumo dell’ erbetta appena spuntata; sa così tanto di margherita appena
sbocciata in mezzo a lei. C’ è sempre il suo colore così lucente che un
po inganna, ma lo fa lealmente. Queste sono le più belle cose della primavera che ti danno serenità e ti fanno rilassare. La primavera ti fa scordare tutte le cose tristi, è la stagione più attesa dai bambini e dagli adulti
perché lei sa fare felici tutti. Ci sono delle nuove arrivate nei vecchi
alberi : le foglie; sono il nuovo e splendono vantandosi come principesse; c’è n’ è una in particolare che si trova sul ramo più in alto vicino al
sole. Lei li si riscalda, ecco perché il suo colore è lucente. Ma è ancora
piccola per sapere cosa la aspetta nella sua vita. Dovrà resistere all’
estate che le farà sentire tanta sete e la pelle rugosa. L’ autunno che
spazzerà via tutte le sue sorelle e quando la vedrà ancora attaccata al
suo ramo cercherà di farla cadere. Ma lei resisterà fino alla primavera, e
sarà allora che potrà cadere in pace. Questa sarà la sua vita; con ostacoli da superare, e lei li affronterà con il suo gran coraggio sconfiggendoli
tutti uno ad uno senza paura.
Lei vivrà così perché è la foglia della primavera.
Cristina K.
Pagina 7
PASQUA MULTIETNICA
TRADIZIONI PASQUALI
GERMANIA di Giulia F.
IN LA PASQUA IN GRECIA
Le tradizioni sono molto simili a quelle italiane,ma invece di regalare delle uova di cioccolata
ai bambini,vengono regalati dei coniglietti di cioccolato. Poi vengono preparati dei cestini di vimini che vengono riempiti di uova dipinte
dall’apposita pittura,che dopo vengono usate per
decorazione della casa o venivano mangiate dato
che erano uova vere.
Ai bambini venivano
nascosi i regali per tutta
la casa compreso il giardino,che loro dovevano
poi trovare.
PASQUA IN ALBANIA
Anche in Albania la Pasqua è festeggiata in modo
molto particolare. I cibi che si servono in tavola
sono simili ai nostri ma una tradizione dice che
tredici uova sode devono essere dipinte di rosso
in ricordo del sangue di Gesù, e il giorno di Pasqua devono essere “battezzate” di acqua santa
in chiesa e alla fine del pranzo una si deve rompere. Quella sera a mezzanotte tutte le uova
rotte si mettono in un cestino posizionato davanti ad una statua di Gesù risorto e si passa un’
ora li davanti a confessarci con una candela accesa in mano. Quando sarà l’ una di note le campane suoneranno tre volte e in quel momento tutti
devono spegnere le proprie candele e dire una
preghiera per Gesù. Alla
fine di questo rito tutti i
bambini aprono le uova di
Pasqua! E bello far sapere
al mondo le tradizioni
culturali di altri paesi.
Cristina K.
TRADIZIONI IN CUCINA DEL PASSATO IN VAL DI CHIANA di Jacopo S
Anni fa le persone erano più povere e le tradizioni erano più semplici. Il venerdì santo era
vigilia nera e non facevano colazione e quando
tornavano a casa, dopo aver lavorato i campi,
pranzavano alle ore 12:00. Il sabato anziché a
mezzanotte “le campane si scioglievano a mezzogiorno “ così era definito il “Gloria” , e a quel
punto si poteva far festa , mangiando per dolce i
“ciambellini” o “corolli”, per la domenica poi
veniva preparata la “panina” , una specie di pane
con dentro uvetta e strutto ( grasso di maiale ).
La domenica per pranzo c’era il brodo di cappone ( galletto grosso ), con dentro il pane e
l’uovo e quindi dopo aver mangiato il brodo si
mangiava il lesso del cappone , qualche volta
c’era anche un po’ di agnello e di arrosto misto
( polli e conigli ).
La Pasqua in Grecia è molto sentita.
Quaranta giorni prima si inizia a fare il
digiuno senza mangiare carne e l’ ultima
settimana anche senza l’ olio. Il Giovedì
Santo prima di Pasqua si preparano le
uova benedette colorate di rosso o fatte
bollire insieme alla buccia di cipolla. La
sera in chiesa, dopo aver celebrato l’
ultima cena di Gesù, alcune donne si
fermano in chiesa per tutta la notte a
preparare l’ Epitafio. L’ Epitafio è il sepolcro di Gesù che viene addobbato
con fiori di garofano. Questo Epitafio
viene portato in processione la sera del
Venerdì Santo. Alla fine della processione la gente passa sotto a questo Epitafio. La messa del Sabato Santo è molto
lunga: inizia alle 22:00 e finisce alle 3:00
del mattino. Poco prima della mezzanotte il prete distribuisce il fuoco santo che
preso direttamente dal sacro sepolcro di
Gerusalemme. Quando la sacra luce
Il GRILLO PARLANTE
arriva all’ aeroporto di Atene viene ricevuto
con tutti gli onori dal capo di stato e da lì gli
aeroplani della aereonautica militare la portano nelle varie città della Grecia. Così in ogni
chiesa tutte le persone tengono in mano una
candela e si passano la luce sacra. Alla fine
della messa di Pasqua le persone tornano a
casa e interrompono il digiuno mangiando una
zuppa fatta con il fegato di agnello. La mattina
di Pasqua
inizia
la
grande
festa: tutti
cucinano l’
agnello al
girarrosto
in giardino
o in terrazza, tra musiche, mangiando un tipico dolce
greco e rompendo le uova benedette, uno con
l’ altro, ripetendo la formula: Cristo è risorto,
è veramente risorto
Stylianos T.
TRADIZIONI IN QUA’ E LA’
LE TRADIZIONI CULINARIE Alle
celebrazioni pasquali sono indissolubilmente legate alcune tradizioni culinarie,
molte delle quali risalgono ad antichi
rituali o a simboliche rappresentazioni
religiose. L'agnello per esempio rappresenta per i cristiani il corpo innocente di
Gesù' crocifisso. La tradizione di cibarsene proviene quasi certamente dalla
cultura ebraica dove esso viene consumato per 8 giorni,dopo aver cosparso
del suo sangue gli stipiti delle porte in
ricordo dell'episodio delle antiche scritture. Sulla tavola pasquale si ritrovano
cibi caratteristici della tradizione agreste:le spighe del grano tramutate in
grano le erbe quasi sempre in forma di
torte rustiche le uova che hanno origine
diversa, a metà' tra il sacro e il profano.
La tradizione vuole che la mattina del
giorno di Pasqua si mangi la pizza salata,
ha la forma di un panettone dall'impasto
salato arricchito da pecorino fresco a
cubetti pecorino stagionato grattugiato,
uova sode. La pizza si accompagna solitamente al salame di Norcia ed alle uova
sode. Dolci classici sono la colomba
pasquale, la pastiera napoletana e la
pizza dolce. Si racconta che alla metà'
del VI sec Alboino, re dei longobardi,
durante l'assedio della città' di Pavia
ricevette un pane lievitato dalla forma di
colomba. La colomba era un segno di pace da
allora questo dolce fatto di semplici ingredienti
come le uova farina e lievito. Fu arricchito con
burro zucchero e canditi ed entrò' nella tradizione pasquale. Sulla classica pastiera si racconta invece che le mogli di alcuni pescatori
lasciassero ceste con ricotta frutta candita
grano uova e fiori d'arancio sulla spiaggia affinché il mare riportasse a casa i mariti. Al mattino le donne trovarono i pescatori e videro
che le onde avevano mischiato gli ingredienti e
creato la torta pastiera. Gli ingredienti di questo dolce conservano una forte valenza simbolica. La ricotta addolcita dallo zucchero,trasfigura le offerte votive di latte e miele
tipiche delle prime cerimonie cristiane. Il grano e'augurio di ricchezza e fecondità, le uova
simboleggiano la vita nascente. L’acqua di fiori
d'arancio annuncia la primavera. La pizza dolce
di Pasqua veniva tradizionalmente consumata
al mattino della domenica. Poiché' infatti impiegava 2 giorni di lievitazione se ne faceva
l'impasto il Venerdì Santo, si lavorava nuovamente il giorno seguente per poi cuocerla la
sera e farla trovare pronta la mattina.
Erika F.
PASQUA IN SICILIA
Il giorno di Pasqua in Sicilia subito dopo il
suono della gloria i bambini tirano in aria
delle ciambelle chiamate cuddare. Dentro le
ciambelle ci sono delle uova sode e mentre i
bambini le lanciano cantano: La glori sunai (la
gloria è suonata). La cuddara si spezzau (la
POESIA DELLA PASQUA
accompagnata da viole, fiori, mille colori, ciambella si è spezzata). Si spezau a mossa a
uova di cioccolata ,se ne fa una scorpac- mossa ( si è spezzata a piccoli pezzi). La cuddara senza ossa (la ciambella non ha più ossa).
ciata
Dopo che le ciambelle sono rotte si possono
bella e unica,la festa anche dei conigli,
mangiare!
Esistono però anche tante forme
felicità e gioia che arriva in tutti.
della cuddara: il “ponarieddu “ (cestino), Il
rinasce Gesù’, la pace è in noi,
“campanaru” (campanile), la “ pupa “ ( bamla Pasqua non si può dimenticare
bola), il “gadduzzu” (gallo o colomba).
Elisa M.
Cristina K.
Pagina 8
FESTA DEL FIORE
Il GRILLO PARLANTE
LA FESTA DEL FIORE E DELL’ FIORI E PIANTE PROTAGONI- lavori con travertino e icone su conchiglie.
ARTIGIANATO A FOIANO
STI NELLE PIAZZE DI FOIANO. Per chi ama la cucina, i prodotti e i sapori
Il 17 Aprile del 2010 Jacopo e la mamma
Michela sono andati alla festa del Fiore e dell’
Artigianato a Foiano . Hanno visto molti
banchetti con oggetti diversi: Jacopo con la
sua macchina fotografica Micoon Coolpis
L21 fotografava. Alcuni banchetti vendevano
piante di limoni, Surfinie (piccoli fiori bianchi) , margherite e molti altri tipi, altre vendevano oggetti in legno, in ferro e anche in
metallo. Un banchetto vendeva il miele e
vicino c’erano delle api finte, non dimenticatevi che vendevano anche formaggi fatti con
il sesamo e normali. La cosa più bella è che
pochi banchetti vendevano giochi, si potevano ammirare pure gli oggetti prodotti dagli
alunni delle 4° elementari relativi al progetto
“RICICLANDO SI IMPARA”. Camminando si
sentiva il terreno umido per la pioggia e nell’
aria si sentiva un venticello. La gente era
tantissima e si soffermava davanti alle bancherelle con gioielli,collane e con vasi e quadri pitturati. Alla fine Jacopo e la mamma
Michela sono tornati a casa con le foto scattate.
L’evento promosso dall’Amministrazione Comunale , curato dal Consorzio Promo Commercio Confesercenti Arezzo per la sua storia
e la sua importanza rappresentanza un evento
tra i più importanti per la valorizzazione del
patrimonio economico, commerciale ed artistico del Comune. Anche quest’anno si è verificato un’alta affluenza di visitatori del paese e
turisti curiosi dei prodotti presentati , soprattutto degli oggetti tipici del luogo . Le aziende
presenti erano circa un centinaio e creavano
uno scenario suggestivo. I florovivaisti decoravano le strade , piazze e borghi. Gli antiquari
rievocavano alla mente il passato del nostro
paese. L’abbigliamento incuriosiva la lucente
gioventù, con le simpatiche magline colorate e
griffate. Non sono mancate proposte di artigianato artistico che durante la giornata hanno
realizzato opere in legno, manufatti in pietra ,
tipici toscani, l’appuntamento era in piazza
Cavour con specialità le più numerose ,
accompagnate da ottimi vini che si conciliano con pesce , cacciagione e carni rosse.
Come dire, pietanze squisite… Domenica
vi sono stati artisti come trampolieri , truccatori , spettacoli di magia e fuoco per la
gioia dei più piccoli. Mentre per la passione
dei più grandi , abbiamo assistito ad un
motoraduno d’epoca per poi finire in piazza
della Collegiata dove una sfilata di moda ci
ha fatto visionare la collezione primavera –
estate con stupendi abiti dei negozi del
paese. Tante proposte per l’interesse dei
grandi e piccoli che anche quest’anno ,
hanno confermato il successo della manifestazione che è ormai uno degli eventi , in
primavera , tra i più importanti della provincia di Arezzo.
Sion M.
LA FESTA DEL FIORE
LA FESTA DEL FIORE
A Foiano ogni anno c’è una festa chiamata
Festa del Fiore. Un finesettimana di festa e
allegria viene a trovare questo piccolo paesino.
L’allegria non manca e tutto è colorato grazie
all’affascinante arcobaleno dei fiori. La paura di
quando sono con mia madre,è quella di smarrirmi in quell’ immensa confusione. Vedere
Foiano in festa e le persone felici riscalda molto il cuore. I venditori dei fiori fanno grandi
affari,e tra orchidee e tulipani,mancano solo le
farfalle variopinte a fare capolino fra i petali dei
fiori leggeri e delicati. Anche se sono poche le
occasioni in cui il tempo permette di godersi
una passeggiata in paese,magari con gli amici.
Molte persone portano il proprio cane a spasso intanto che incontrano persone che non
vedevano da un sacco di tempo. “che belli quei
fiori!” si sente dire fra la folla di gente che
invade le bancarelle,anche se alcune piante
come i limoni hanno prezzi esagerati;per non
parlare delle signore un pò più anzianotte che
osservano le ortensie che vorrebbero mettere
nel loro giardino per ornarlo. Per noi bambini
la più grande tentazione è la bancarella dei
dolciumi che fa venire l’acquolina in bocca
solo a guardarla:torroni,cioccolata e caramelle
gommose e non,praticamente il paradiso. Dopo tutta questa confusione,moltissime persone
tornano a casa soddisfatte e con qualcosa di
nuovo,forse anche con un nuovo amico,come
un porcellino d’india. E anche quest’anno,come
tutti gli altri anni è passata la divertente e grande festa di paese.
Giulia F.
Sabato 17 e domenica 18 Aprile a Foiano
c’è stata una magnifica festa: la festa del
fiore. Molte persone anche turisti vengono
a visitare Foiano e la sua meravigliosa festa.
Ci sono molti stand pieni di fiori, ma anche
artistici, alimentari e di abbigliamento. I vari
negozi per l’occasione hanno esposto la
loro merce fuori dal negozio; sono tutti
molto allegri e tutti hanno almeno una
borsa in mano con varie cose. Domenica
c’è stata anche una sfilata di moda; molti
ragazzi erano solo clienti, ma altri erano
modelli professionisti e facevano impazzire
il pubblico. In oltre c’era anche uno spettacolo con il fuoco bellissimo da vedere.
Mi raccomando non mancate alla prossima
edizione!!!!!!!!!!!!!!
Giulia R.
LA FESTA DEL FIORE
Sabato 17 e Domenica 18 Aprile, a Foiano
della Chiana si è svolta la fiera del fiore e
dell’artigianato. Il centro del paese era
tutto addobbato da fiori e piante dando un
tocco di colore e allegria ,risaltato da orci,
anfore, vasi tutti decorati e lavorati da
artigiani. Appena entrati in paese vi erano
bancarelle con dolciumi, giochi, più avanti
oggettistica tutta personalizzata e decorata
a mano, vi erano anche fiori fatti con il
legno, e non è mancato l’angolo gastronomico con degustazioni di formaggi, salumi ,
vini, liquori, tutti prodotti tipici regionali.
Per gli amatori di moto d’epoca, vi era un
angolo tutto dedicato alla moto e auto,
mentre per i più piccini ci sono stati animatori con spettacoli divertenti, ed in serata
nei pressi della collegiata si è tenuta una
sfilata (primavera- estate) , organizzata dai
commercianti di Foiano. Insomma si può
dire che la fiera dell’artigianato e del fiore è
diventata rappresentativa quanto il carnevale , richiamando tante persone nel nostro
paese.
Silvia C.
Pagina 9
FESTA DEL FIORE E “RICICLANDO S’IMPARA”
Il GRILLO PARLANTE
SORPRENDENTE SFILATA DI RICICLANDO:
INTERVISTA FOIANO SI VESTE DI
MODA ALLA FESTA DEI FIORI
ALL’INSEGNANTE TERESA
COLORI E NON SOLO
Oggi 18 Aprile 2010 a Foiano della Chiana c'è
stata la festa dei fiori. Un sole bellissimo ha contribuito ad allietare lo spettacolo con il fuoco di
“Festa Magica” originari di Perugia e la sfilata di
moda in piazza della collegiata. Le piazze di Foiano
erano ricoperte di mille fiori colorati; tantissimmi
turisti sono venuti per vedere questa magnifica
festa e soprattutto per la sfilata di moda dove
hanno partecipato anche alcuni ragazzi di Foiano. Il
divertimento dei bambini era moltissimo. Oltre ai
banchini dei fiori c'erano bancarelle con mobili e
altre con salumi e formaggi, quindi i profumi dei
fiori e dei salumi si mischiavano. La gente non era
mai stata così numerosa come in questa edizione,
questo dovrebbe motivare le autorità preposte ad
organizzare più spesso feste di tradizione e cultura
nel nostro paese.
Leonardo P.
DUE FESTE SOTTO LA PIOGGIA.
La Primavera continua a presentarsi piovosa e
risulta dannosa per i programma di Aprile. Il Giorno sabato 17 aprile si è tenuto per tutto il paese
di Foiano la festa del Fiore tanto attesa dalle donne per innovare i loro vasi di colori. Purtroppo ad
intralciarla è stato un temporale munito di lampi e
Il giorno mercoledì 14 aprile, incuriositi dal
progetto “Riciclando si impara”, svolto dagli
alunni delle quarte, noi ci siamo recati
dall’Insegnante Teresa per farle alcune domande su questo progetto. La prima domanda consisteva nel conoscere come è nato
questo progetto; la maestra ha fatto parlare
gli alunni di quarta i quali hanno detto che
tramite un contributo dell’Assessorato
all’Ambiente del Comune di Foiano della
Chiana si sono potute sviluppare cinque
divertenti lezioni. In associazione con la
“Fabbrica del sole”, Stefano Burti ha loro
insegnato l’importanza del riciclaggio per
migliorare il mondo e che, nonostante l’età,
si può contribuire realizzando alcuni oggetti
come borselli in Tetrapak, fogli da dipingere,
fiori con bottiglie di plastica ed infine ragnatele, realizzate con ombrelli, insieme ai ragnetti. Il loro entusiasmo, fantasia e creatività sono stati presenti durante l’intero progetto. Il 17 aprile sotto il loggiato verrà allestita una mostra con tutti i lavori degli alunni
ed una serata di animazione.
Alessandro G., Michele S.
Il diciassette e diciotto aprile c'e' stata a
Foiano la fiera del fiore, un intrattenimento, per tutti i foianesi, la gente era
tantissima perché non voleva perdere
questa bellissima fiera dove poter comprare. Il tempo non e' stato dei migliori
ma la gente non ha resistito ad andare a
questo intrattenimento per tutti. Da
comperare c'era tantissimo: calzature,
mobili antichi, fiori....e tutto di più'. La
gente, che e' stata molta, si e' divertita a
comprare gli oggetti o a guardare la
roba, per molti e' stata l'occasione per
incontrare gli amici e soprattutto i bambini si sono divertiti a "riciclando" con la
"fabbrica del sole" e lì' sono stati contenti perché' hanno fatto tante attività'
soprattutto hanno creato cose nuove
riciclando la plastica e il vetro, hanno
fatto dei ragni , portafogli, disegni...., I
bambini per ricordare questa bellissima
esperienza hanno scattato delle foto. La
gente non ha resistito nemmeno a mangiare nei bar. vicino al negozio "la Piramide" c'era la maggior concentrazione di
LA FIERA DEL FIORE
fulmini che ha costretto le persone a tornare a
casa. Per fortuna verso le 17 l’acqua si è ritirata ed
anche se il cielo era ancora coperto da nuvoloni la
festa si è svolta regolarmente e Foiano è stato
invaso dalla gente che passava tra i banchi per
osservare lavori artigianali dalla bellissima fattura.
Eh si, non ci sono solo piazze coperte dai fiori ma
anche molti oggetti in legno e ceramica realizzati a
mano. Contemporaneamente all’uscita delle scuole medie si è svolta la mostra dei lavori inerenti il
progetto “Riciclando si impara”. Oltre ai bellissimi
oggetti realizzati dai ragazzi di quarta elementare
esposti su tavoli o appesi a griglie, si potevano
costruire bellissimi oggettini con materiali riciclati
e partecipare a spettacoli teatrali. Naturalmente i
ragazzi non si sono lasciati scappare l’occasione di
girare per il paese in gruppetti anche se questa
volta sono stati i genitori i più scatenati, lasciando
i figli al “riciclando” si sono goduti la festa in santa
pace.
Michele S.
Sabato 17 e domenica 18 a Foiano si è svolta
la fiera del fiore. Il tempo del sabato ha dato
preoccupazioni perché ha piovuto, la domenica invece è stata una bellissima giornata di
sole. La gente si infittiva sempre di più con il
passare delle ore. I banchini erano esposti in
tutto il paese ed erano numerosi. C'erano
quelli dei fiori: pansè, gerani, buganville, piantine grasse... in particolare fiori da esterno
perché essendo in primavera è il momento
di abbellire il giardino. C'erano quelli della
ceramica e del legno lavorato a mano, di
abbigliamento, di pietre e di giocattoli. C'erano anche, in piazza, quelli dei salumi, dei
formaggi e dei gioielli. In questa manifestazione anche le varie botteghe del paese erano aperte. La banda rallegrava questa giornata mentre in piazza della Collegiata era stata
preparata una sfilata di moda di alcuni negozi
di abbigliamento.
Alessia D.L.
fiori dai bellissimi colori. E’ stata una
bella fiera, un intrattenimento bellissimo
per tutti i foianesi e non solo... Come
sarebbe bello, soprattutto per noi bambini, ritrovarsi per le nostre strade, piazze
del paese, ogni tanto i fine settimana a
giocare ed incontrarsi in mezzo ai bellissimi colori dei fiori ed ai banchini pieni di
oggetti; anziché rimanersene a casa a
giocare in solitudine con i giochi elettronici.
Leonardo V.
Pagina 10
Il GRILLO PARLANTE
USCITA AL MUSEO
USCITA DIDATTICA AL MELO- era il loro territorio più favorevole insieNE E AL MUSEO DI CORTONA me a quello umbro e ci fece anche capire
Noi alunni della classe VB, della scuola
“V.Fossombroni”, il giorno 21 Aprile abbiamo
partecipato ad una gita didattica a Cortona.
Questa escursione era attesa con ansia da tutti
noi; c’era anche chi diceva che si sarebbe svegliato alle quattro del mattino………Arrivato quel
giorno eravamo elettrizzati e non vedevamo
l’ora di partire. C’era chi non riusciva ad aspettare il momento della partenza ma la nostra maestra di storia entrò subito di scatto in classe
ordinandoci di mettere la testa sul banco. Ce lo
disse così bruscamente che tutti noi rimanemmo
sorpresi. Lei, però, ci rilassò subito facendoci
chiudere gli occhi…;pensammo che in quel momento sarebbe entrata qualche persona famosa
e invece la nostra maestra ci sorprese con una
cosa più bella. Si mise a raccontarci della vita
degli Etruschi e ci chiese di immaginare cosa
avremmo visto durante l’uscita. Tutto era più
bello con quel silenzio che dava libero sfogo alla
nostra fantasia. Scendemmo poi le scale di corsa
e salimmo nello scuolabus facendo a botte. Era
un po’ difficile entrare ma ci riuscii. Il pulmino
partì e il mio paese era sempre più lontano. La
mia vicina di posto mi proponeva di ascoltare la
musica ma io ero troppo interessata a guardare
gli sterminati campi senza vederne mai la fine.
Era tutto più bello ai miei occhi immaginando gli
Etruschi che lavoravano questi campi. Non pensavo più a niente ormai e le voci urlanti dei miei
compagni erano puro silenzio per me. I campi, i
prati, quei piccoli fiori che sbucavano a bordo
strada rendevano il viaggio più bello. Ma tutto
questo fini’ perché eravamo arrivati al Melone
del Sodo. Questa volta scendemmo molto tranquillamente e appena girai gli occhi verso il
monumento non volevo proprio crederci. Era
già bellissimo solo a vederlo da fuori. Provai
qualcosa di indescrivibile, di fantastico ed eccitante pensando che là dentro erano stati sepolti
degli Etruschi. Una ragazza che ci faceva da guida
cominciò a spiegarci un po’ della vita quotidiana
degli Etruschi. Ci disse che la regione Toscana
che questo popolo si era insediato su
quel territorio per via delle terre fertili.
Lei ci spiegò che il Melone del Sodo uno
e il Melone del Sodo due erano allineati e
si trovavano all’incrocio di importanti vie
di comunicazione che conducevano verso
il Mar Adriatico e il Mar Tirreno. Passò a
spiegarci e ad informarci sul Melone del
Sodo uno. Ci disse che gli scienziati lo
chiamavano Melone per via della sua mezza forma tondeggiante che fuoriesce dal
terreno come un melone. Ci disse anche
che questi tumuli erano circondati da una
cinta bassissima di sassi ormai distrutta. Si
vedeva solo qualche frammento quasi
invisibile. Finalmente ara arrivato il momento di entrare! Dall’ingresso, che al
tempo degli Etruschi era ricoperto da un
grosso masso, partiva un corridoio chia-
mato dromos. Nella tomba c’erano le
celle comunicanti di due sposi;lo sposo
veniva da Bevagna e la sposa era una
principessa di Cortona. Nella loro stanza
c’era anche una tavola con delle scritte
etrusche e con sopra incisi i nomi dei due
sposi defunti. Uscimmo e andammo a fare
colazione. Salimmo di nuovo sullo scuolabus per andare al museo di Cortona e
una volta arrivati là andammo subito a
vedere il lampadario etrusco in bronzo.
Eravamo seduti in cerchio mentre la guida ci
spiegava come era fatto. In mezzo si trovava
la Medusa con i capelli a forma di serpente e
la lingua di fuori. Ai lati c’erano degli uomini
che suonavano degli strumenti a fiato e delle
sirene che cantavano. Accanto a loro c’erano
degli dei con i capelli e la barba lunghi. Questo lampadario richiese la lavorazione di
artigiani esperti perché il procedimento di
lavorazione era molto complicato. Si dice
che era stato costruito per una divinità e
trovato da un contadino che lavorava per
una nobile. La contessa lo vendette al museo
di Cortona chiedendogli una cifra molto alta
in denaro. Poi passammo a vedere una riproduzione di una capanna villanoviana. Si trattava di una capanna recintata da una cinta di
mura e sostenuta da alcuni bastoni infilati nel
terreno. Successivamente passammo a vedere le urne cinerarie che sembravano avere la
stessa bellezza di quando erano state costruite. Gli Etruschi erano bravi a lavorare i
gioielli con l’oro, abbiamo visto una bellissima collana con dei pulviscoli azzuri ricoperti
da fili dorati;gioielli così preziosi che nemmeno il miglior artigiano di Arezzo saprebbe
costruire. Abbiamo visto lo stilo, una specie
di penna che gli Etruschi usavano per scrivere su tavole d’argilla. C’era anche una specie
di “calza scarpe” che serviva ai nobili per
togliere gli unguenti e il sudore dal corpo
quando andavano in palestra. C’erano pugnali
trovati nelle tombe di guerrieri e anche pezzi
di vasi molto preziosi; tutti oggetti che facevano parte del corredo funerario del Melone
del Sodo due. Infine andammo a vedere la
tabula Cortonensis. Si tratta del terzo scritto
etrusco più lungo ritrovato sino ad oggi su
cui è incisa la compravendita di terreni tra
un proprietario di olivi e il nobile Cesu .La
tabula è divisa in otto pezzi, ma ne sono stati
ritrovati solo sette. Alla fine abbiamo visto
dei mosaici di una villa romana. Questo è
stato il nostro giorno alla scoperta degli
Etruschi.
Cristina K.
UNA GIORNATA SPECIALE
Questo mercoledì mattina non è stato il solito
mercoledì, no, è avvenuto qualcosa da ricordare
… In classe l’insegnante ci stava accennando
cosa avremmo visto durante l’uscita eppure non
ci stava rovinando la sorpresa, avevamo ancora
spazio per la fantasia. Eravamo sempre più incuriositi; la bellezza di vivere certe esperienze
direttamente non può essere mai strappata ad
un bambino. In poco tempo siamo arrivati a
destinazione e davanti a noi si presentava
un’immensa collina ricoperta da una vegetazione
comprendente grandi alberi. A separarci da essa
c’era solo un cancello, appena varcato potevamo
proseguire il nostro percorso. Camminavamo
sull’erba bagnata e osservavamo quel rilievo
sospetto, troppo grande per essere una “duna “
di terra, ma troppo piccolo per essere una vera
e propria collina. Aveva la tipica forma a melone
tagliato a metà; ci pensai su: melone, melone,
melone, il frutto da cui prende il nome il famoso
Continua in 11^ pagina
Il GRILLO PARLANTE
Pagina 11
Continua dalla 10^
tumulo del… Melone del
Sodo! Ci trovammo davanti
ad esso. Me lo aspettavo
molto più piccolo ma così la
sorpresa è stata molto più
grande. Mi muovevo in qua
e in là per scrutare la base
di questa grande costruzione, sgranavo gli occhi, mettevo a fuoco la vista, ma
senza l’aiuto della nostra
guida non sarei mai riuscito ad individuare i particolari che caratterizzavano quella struttura. Aveva all’incirca un diametro di cinquanta metri
e un’altezza di circa sette metri; quando la potrò rivedere una cosa del
genere? Risaliva alla fine del settimo secolo e all’inizio del sesto, quindi
è facile capire che se la superficie esterna della tomba fosse stata ricoperta solo con la terra e non con le pietre non avrebbe potuto resistere quasi intatta fino ai nostri tempi. Alla base del tumulo, si trovava un
muretto chiamato tamburo costituito da pietre di colori diversi: arenaria bianca, arenaria giallastra e infine travertino. Proseguendo il tragitto
abbiamo raggiunto l’interno del tumulo, siamo giunti davanti ad un cancello che racchiudeva una stanza buia. Stavamo avanzando prudenti
nell’oscurità, quando sono apparse ai nostri occhi cinque ampie stanze
meravigliose. Le pareti, in parte restaurate con mattoncini rossi assumevano nel soffitto una forma semicircolare. Tra i massi penetrava
l’umidità che ricopriva ogni stanza di un certo fresco naturale. Dalle
pareti gocciolava acqua e sulle rocce si era formato uno strato di calcare che rendeva l’atmosfera speciale. Stupiti dalla bellezza di quella tomba a affascinati dalle spiegazioni della nostra guida, ci guardavamo intorno come se ci trovassimo in un altro pianeta. Queste sepolture
riproducevano la tipica casa etrusca: dopo l’entrata era situato un corridoio che nei lati si divideva in queste stanze funebri dove venivano
seppelliti i parenti del capo famiglia situato ,invece,nella stanza centrale alla fine del corridoio insieme alla moglie ed ai figli. Evidentemente quella tomba era destinata ad un principe ed ad una principessa etrusca, lo si capisce semplicemente da una scritta sulla parete che riportava i loro nomi. Accanto c’era il cosiddetto monumento dello stupido: un uomo, non sapendo l’importanza di quella tomba ha scritto il suo nome. Siamo usciti accompagnati da altre notizie
interessanti: il corredo funerario del Melone del Sodo 1 era già
stato depredato dai ladri di tombe e i pochi oggetti rimasti sono
andati persi, quasi del tutto,nell’alluvione di Firenze. Ciò che è rimasto è esposto nel museo: frammenti di vasi, buccheri ed alcune
parti dei sarcofagi e delle urne cinerarie. Il Melone del Sodo 2, invece, è ancora in fase di ristrutturazione e il corredo funerario si
trova all’interno del museo di Cortona.Mi sembrava di sognare, ma
quello che vedevo era vero, stavamo entrando a fare parte del
mondo degli Etruschi!.Abbiamo anche saputo della scoperta di altre
tombe nei dintorni. La loro
posizione è tra le due vie di
terra che conducono rispettivamente al mar Tirreno e al
mar Adriatico. Nel secondo
tumulo gli archeologi hanno
ritrovato un altare; in questo
luogo avveniva la cerimonia
funebre. Il corredo funerario
consiste in collane, fibule,
porta profumi, armi,uno stilo
scrittorio, alcuni pezzi di ceramica. Per fortuna il corredo
funebre, nascosto sotto il
fango creato dall’umidità, non è stato trovato dai ladri ed è ora nel
museo di Cortona.Durante gli scavi, per realizzare un parco archeologico, si sono trovate altre tombe, alcune sono di uomini perché
sono stati ritrovati all’interno elmi, spade, vasi, altre di donne perché all’interno c’erano porta profumi, ceramiche a sfera fatte per
tener fermo lo spago da tessere,fuseruole e rocchetti. Naturalmente senza una sbirciatina al museo non avremmo visto tutto
questo e la nostra visita non sarebbe stata completa. Certamente i
souvenir non potevano mancare e vi ho spiegato perché è stato un
mercoledì speciale.
Michele S.
NARRATIVA
IL TESTO SI TINGE DI ROSA Episodio precedente: Jennifer perde il suo braccialetto e lo ritrova grazie al suo raggio
verde. Vi ricordate la magia del raggio verde? Beh, sembra che questo mistero sia ancora irrisolto, Jennifer continuava a sognare ad occhi
aperti mentre le sue amiche continuavano a spremersi il cervello per trovare una soluzione. Erano tutte sedute lì, nel bar della spiaggia a
mangiare un grosso gelato alla panna. Tutte si chiedevano come fosse possibile che Jennifer credesse così tanto a quella magia. Loro erano
stupite dall’amica così sciocca e non si rendevano conto che a lei questo dispiaceva. Le altre erano stufe di lei ma solo una, Miley, intervenne
dicendo qualcosa di importante. Il braccialetto era stato trovato e quindi era una cosa intuile perdere tempo in questa storia. Ma subito tutte
la guardarono allibite. Volevano a tutti costi avere ragione e distruggere il mondo dei sogni di Jennifer per riportarla alla realtà. Ma questo a
lei non andava giù, ecco perché si alzo bruscamente dalla tavola piangendo arrabbiata e disse loro che non l’avrebbero mai capita. Ora aveva
messo in atto un altro dilemma da risolvere: cosa intendeva con la frase che le sue amiche non la capiscono. Loro continuavano a dire che la
stavano solo salvando ma Miley stavolta rispose a tono che forse per Jennifer è troppo difficile vivere nella realtà e togliendole i sogni lei non
sarebbe più la stessa. Così corse subito a cercarla nel posto in cui sicuramente l’avrebbe trovata; sulla riva del mare. Le altre amiche non
riuscivano a capire niente ecco perché in quel momento non sapevano come reagire. Miley riuscì a trovarla subito, in riva al mare che stava
piangendo guardando il tramonto. SI poteva piangere quanto voleva perché non aveva pensieri brutti in quel momento e quindi le lacrime
erano trasparenti ed innocue ma scendevano lo stesso giù. Questo era il suo mondo, per lei non ne esisteva uno normale perché il suo lo era
di già. Non aveva mai creduto alle altre che la prendevano sempre inn giro, ma questa volta c’era stata una esagerazione che aveva cominciato
un sentimento di odio. Era confusa, pensava perfino che il suo mondo fantastico era sbagliato e che forse non doveva neanche esistere. Ma
questo era l’errore che lei aveva commesso; pensare che fosse colpa sua. Se le sue amiche non riuscivano a capirla era colpa loro e lei non doveva rimetterci niente. Così fece la scelta più giusta ma anche un po’ dolorosa: decise di non stare più insieme alle sue amiche ma di trovarsene
altre che forse le assomigliavano e la capissero. Miley seguì il suo esempio e quel giorno lo passarono insieme camminando nella spiaggia
sperando di trovare qualcuno ma niente. Il sole stava calando sempre più e stava facendo posto alla notte. Quando vicino a lei Jennifer sentì un
singhiozzo e poi piangere qualcuno che guardava il mare. Si girò e subito un sorriso si formò nel suo volto. Nel prossimo episodio scoprire-
mo la vera identità della ragazza che stava piangendo.
Cristina K., Monica P.
Pagina 12
Il GRILLO PARLANTE
RICETTE PASQUALI
PINZA PASQUALE ALLA TRIESTINA
Ingredienti:1 kg di farina, 6 uova e 2 albumi,
350 g di zucchero, 250g di burro, 100g di
lievito di birra, 1/2 litro di latte, Rhum,
vaniglia
Preparazione: Impastare il lievito con un
po’ di latte tiepido e di farina, lavorare con
un cucchiaio di legno finchè la pastella sia
della giusta consistenza e lasciare lievitare
in un luogo tiepido. Nel frattempo, preparare sulla tavola gli altri ingredienti, farina,
uova, un pizzico di
sale stemperato in
acqua appena calda,
lo zucchero ammorbidito in un po’ di
latte tiepido, ed il
burro sciolto. Mescolare con un po’ di
vaniglia in un bicchierino di rhum quando il
panetto di lievito sarà cresciuto abbastanza, unirlo al resto, e mano a mano che si
lavora la pasta, aggiungere se serve, del
latte. Quando la pasta è pronta, farla lievitare nuovamente, e poi passare al forno
caldo.
Sion M.
RIGOMAGNO E LA SUA SAGRA
Il ciambellino è in dolce tipico della Valdichiana. Nelle campagne le donne, durante la
settimana Santa, preparano i ciambellini che
vengono messi in tavola la mattina di Pasqua. Fare i ciambellini è proprio una festa
che avviene intorno al forno a legna dove
vengono cotti. Ogni famiglia ha la sua ricetta
in cui può variare la quantità di zucchero, il
tipo di liquore usato oppure la quantità di
burro, ma i ciambellini sono comunque
molto gustosi e si possono conservare per
un po’ di giorni perché sono tipo dei biscotti. In un paesino della Valdichiana tutti gli
anni dal 1968 viene fatta a Rigomagno la
sagra del ciambellino. Questa sagra viene
festeggiata la domenica in albis, cioè la domenica successiva alla Pasqua. Le donne del
paese, soprattutto quelle più anziane, i giorni prima della festa preparano i famosi ciambellini che poi verranno venduti. La ricetta
dei ciambellini non si sa di preciso a che
epoca risale però è abbastanza antica e in
ogni famiglia la donne la tramandano di madre in figlia.
Alessia D.L.
BUONUMORE
RICETTA CLASSICA DEL CIAMBELLINO
(dose per circa 30 ciambellini)
Ingredienti: 10 uova, 1 kg di farina, 700 g di
zucchero, 100 g di vaniglia, 250 g di burro,
100 g di liquore, 50 g di semi di anice, ¼ di
bicchiere d’olio, 1 limone e 1 arancia grattugiati, 3 bustine di lievito
Esecuzione : Montare gli albumi a neve, sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la
vaniglia, il limone
grattugiato, il burro
fuso, l’olio, il liquore e la farina
(lentamente); amalgamare bene e
infine aggiungere il
lievito.
Lavorare
l’impasto sulla spianatoia, se risulta troppo
morbido aggiungere altra farina fino a che
questo non si attacchi più alle mani. Fare
delle palline (sopra alla spianatoia infarinata),
intingere l’indice nell’olio e infarinarlo al centro della pallina, girare velocemente a formare una ciambella (diametro 15-20 cm). Disporre nel vassoio di cottura imburrato e
infornare a forno caldo (250 gradi), per 20-25
minuti.
Alessia D.L.
SPETTACOLO
DOLCI DI ORIGINE CAMPANA: GLI
STRUFOLI
A Pasqua a Caserta si fanno dei dolci particolari divertenti: gli strufoli. Essi sono a forma di
piccole palline dorate, vengono messi in un
vassoio tutti insieme e coperti di miele con
sopra dei chicchini colorati. Per farli ci vogliono: la farina, le uova, lo zucchero, un cucchiaio
di olio, del sale, il lievito e un po’ di limone.
Dopo aver messo gli ingredienti in una spianatoia si impasta tutto, finchè non diventano una
palla omogenea. Dopo si formano delle striscioline e si spianano finchè non diventano fine
come un lombrico. A
questo punto si tagliano
con il coltello, ricavando
delle palline piccolissime;
poi si mettono in padella
e si friggono fino a quando diventano dorate. In
un’ altra padella si fa una
salsa con l’ acqua, il limone, il miele e lo zucchero: devono bollire fino a che non si scioglie
tutto lo zucchero, dopo si infilano le palline
dentro e si girano finchè non hanno preso tutta
la salsa. Quando sono ancora caldi si mettono
in un vassoio formando una montagnina che
infine si cosparge con chicchini colorati: ecco
gli strufoli.
Iris F.
FIANDONI
Ingredienti: •1kg di farina, •200 g di zucchero,•7uova+ 4 tuorli,•200 g di strutto,•sale,•scorza di
limone grattugiata,
Ripieno:•1 kg di formaggio di pecora fresco salato,•100 g di parmigiano,•150 g formaggio secco ma
dolce,•200 g di zucchero,•5 uova
Preparazione: Si lascia mescolare il formaggio di
pecora per circa due
giorni. Si prepara la
pasta. Si grattugiano
insieme tutti i formaggi,
poi vi si uniscono lo
zucchero e le uova sbattute, mescolando bene.
Si stende la pasta non
troppo sottile e si taglia
in dischi di circa 10 cm di diametro. Si mette su un
disco un po’ di ripieno, si piega a metà si sigilla e si
indora con un po’ d’uovo. Si cuociono per i fiadoni
al forno.
Sion M.
GRAN GALA' DI TELETRURIA e' con le parole di lucio battisti " il mio canto libero"cantata dagli otto finalisti della trasmissione "talenti alla ribalta " che e' iniziato mercoledi'
21.04.10 il Gran Gala' di Teletruria condotto da Francesca Pasquini. La trasmissione e' iniziata
a settembre 2009 con le varie selezioni dei giovani artisti; un lungo cammino che ha portato in
finale otto giovani talenti . quattro per la categoria e quattro per la categoria piccoli. La trasmissione si e' svolta all' insegna dell' allegria e del buon umore ; tanti gli ospiti, in particolare
ricordiamo la grande bravura di Marco Pezzola che si e' esibito al pianoforte, Laura Falcinelli
che si e' esibita nel canto ma... il gruppo che ha riscosso maggior successo e' stato quello degli
"Elefunk". Poi e' arrivato il grande momento...sono stati proclamati i due vincitori della edizione
2010: Riccardo Dalla Noce e Francesca Pallini. Ai due vincitori l' assessore ai beni e attivita'
culturali e pubblica istruzione della provincia di Arezzo ha consegnato una borsa di studio.
Tutti i finalisti hanno ricevuto una carta di credito dalla banca mps con 150 euro a sostegno
della loro disciplina artistica e due biglietti dalla a.c. Arezzo per andare a vedere (in tribuna) la
partitona del 2.05.10 contro il Novara. Grazie per averci seguito in tutti questi mesi , al
prossimo anno (.. forse..)
Leonardo V.