riti pasquali a foiano pasqua a firenze 2010
Transcription
riti pasquali a foiano pasqua a firenze 2010
Aprile 2010 Numero 4 Il GRILLO PARLANTE GIORNALINO DI CLASSE Va A / B Scuola Primaria V. Fossombroni I.C. G. Marcelli Foiano della Chiana LE PROCESSIONI La settimana Santa a Foiano della Chiana e in Località Pozzo della Chiana, Frazione di Foiano è davvero suggestiva. Il Venerdì Santo a Foiano viene effettuata la processione del Cristo Morto con le Statue e le fiaccole delle Confraternite, ed al Pozzo la stessa processione si svolge con la Via Crucis rappresentata da quadri viventi ad ogni stagione. Il Sabato Notte ha luogo la Resurrezione che avviene con la volata della Statua del Cristo Risorto ed il suono della Gloria delle campane che si sciolgono. A Pozzo della Chiana invece la Resurrezione è davvero suggestiva in quanto da secoli, al momento della Gloria, un meccanismo fa risorgere la statua di Cristo sopra l’altare, generando lo stupore dei fedeli che accorrono da tutti i luoghi per assistere a questa insolita e forse unica resurrezione. La Redazione Redattori responsabili Pasquale Improta Brhaimi Arba Gianluca Forte Giuseppe Russo Giulia Raspanti Francesco Frumento Stylianos Tsalas Andrea Mirra Luigi Silvestro Lorenzo Santini RITI PASQUALI A FOIANO I RITI RELIGIOSI DELLA SETTIMANA SANTA IN PAESE di Alessia D.L. La settimana Santa consiste nella rievocazione della passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Ha iniziato la sera del mercoledì Santo con la processione per le vie del paese nella quale viene portata a spalla la statua del Gesù flagellato che viene custodita nella chiesa di S. Michele Arcangelo. Vi prendono parte numerosi gruppi di uomini delle compagnie religiose di quattro parrocchie (S. Michele, La Pace, La Trinità e S. Maria del Carmine) rivestiti di speciali coppe il cui colore varia a seconda della compagnia di appartenenza, e che, preceduti da quattro crocifissi, recanti sulle spalle delle enormi croci di legno, simboli della passione, sfilava portando delle grandi torce a vento. Chiude il corteo il corpo musicale con brani melodici; dalle finestre dai balconi del paese innumerevoli lampade elettriche e vecchi lumi hanno onore alla sfilata. Si segue con il giovedì Santo in cui viene fatta la stessa processione ma viene cambiata la statua del Signore con una dall'atteggiamento dell' “Ecce Homo”. Il venerdì Santo la processione si ripete ancora, sempre di notte. La statua dell' “Ecce Homo” della chiesa di S. Francesco viene sostituita con quella di Gesù morto, della chiesa di S. Michele Arcangelo che viene seguita dalla statua della Madonna Addolorata portata e accompagnata da un lungo stuolo di donne, vestite di nero che portano delle lunghe candele accese. Segue il Sabato Santo, che di sera viene festeggiata la resurrezione del Cristo. Una bella, grande e pesante statua di legno policromo, raffigurante il Cristo Risorto che innalza un bianco e dorato stendardo è portata a spalla da otto robusti giovani della confraternita verso la chiesa della collegiata, dove a porte chiuse si celebra la S. Messa. A mezzanotte si sentono tre grossi colpi alla porta e questa si spalanca. L'immagine del Redentore viene portata di corsa quasi a un balzo, di fronte all'altare maggiore per un varco lasciato faticosamente libero da due fitte ali di popolo esultante. All'esterno intanto si sentono centinaia di mortaletti esplodere con fracasso assordante, mentre in chiesa suona la banda. Il momento è solenne e commovente, la riuscita del “volo” non è semplice data la pesantezza della statua e del piedistallo (circa 600 kg) ma con valorosi sforzi riesce sempre. La popolazione della campagna è solita trarre gli auspici per l'andamento delle culture dell'annata e per il prossimo raccolto del grano. PASQUA A FIRENZE 2010 SCOPPIO DEL CARRO E VOLO DELLA COLOMBINA di Leonardo V. La mattina di Pasqua il carro (chiamato " brindellone" sempre lo stesso dal ‘400) viene trasportato da buoi bianchi e scortato da armati, musicisti e sbandieratori del calcio storico fiorentino, da "Porta al Prato" fino in piazza Duomo . Il carro viene poi collegato all'altare maggiore del duomo con un cavo metallico posto a sette metri di altezza e lungo questo cavo viene posizionata la colombina (un piccolo razzo che sembra una colomba bianca che ha nel becco un ramoscello d'olivo). Nel frattempo l'arcivescovo si reca in battistero dove riceve il fuoco sacro (che proviene dalla chiesa dei SS. Apostoli ed e' portato fino al battistero da un corteo storico composto dal comune e ci sono anche le insegne araldiche dell'antica casata dei Pazzi). La storia giunta fino a noi parla della prima crociata intrapresa dai cristiani per liberare il Santo Sepolcro e della partecipazione a questa crociata di 2500 fiorentini guidati da Pazzino di Ranieri De' Pazzi e, proprio a lui , prima di tornare a casa, furono donate per l'eroismo dimostrato in battaglia tre pietre del Santo Sepolcro; pietre con le quali accendere il fuoco santo da portare nelle case dei fiorentini con un carro in occasione della cerimonia pasquale. L'arcivescovo benedice il fuoco (le tre pietre con le quali verrà' acceso il fuoco) e la folla della piazza con l'acqua benedetta nella veglia di Pasqua e poi torna in duomo, durante la santa messa, al canto del Gloria in Excelsis Deo, L'arcivescovo accende (con il fuoco santo) i razzi della colombina che, scorre lungo il cavo e percorrendo tutta la navata centrale arriva al carro; qui appicca il fuoco ai mortaretti che sono sul carro e poi segue il percorso inverso tornando all'altare maggiore, inizia con fragore lo scoppio assordante e, in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città' del fuoco benedetto. L'usanza popolare dice che se il "volo" della colombina si svolge senza intoppi per Firenze si preannuncia un anno buono altrimenti. … Nel 1966, l'anno dell'alluvione a Firenze, la colombina non riuscì' a completare il suo tragitto fermandosi dopo l'accensione del carro … Nel 2010 la colombina accesa con il fuoco santo ce l'ha fatta. Pagina 2 VIAGGIO TRA STORIA E TRADIZIONI Il GRILLO PARLANTE CHIESA E CONFRATERNITA DELLA S.S. TRINITÀ IL VOLO DEL RISORTO Una tradizione tipica di Foiano è il volo del Risorto. Per tutto l'anno la statua dl Cristo è sistemata nella chiesa della Santissima Trinità e il giorno della Vigilia di Pasqua viene portato davanti alla chiesa della Collegiata. Dalla chiesa vengono portate via tutte le panche, e ad una certa ora la chiesa si riempie di tante persone. Ma anche fuori ci sono persone che aspettano il Risorto. Nella chiesa vengono spente le luci e chiuso il portone. A mezzanotte una persona batte tre colpi, le luci si accendono si apre il portone e una decina di persone portano dentro alla chiesa in corsa il Sepolcro che pesa 600 kg. La banda si mette a suonare mentre scoppiano le castagnole. Il Sepolcro viene deposto in mezzo alla chiesa. Cristo è risorto! Le persone si fanno gli auguri e baciano il Signore. Chi l'ha visto dice si prova una sensazione stupenda e chi non l'ha visto deve andarlo a vedere. Alessia D.L. PASQUA A CASTIGLION F.NO Come tradizione, a Castiglion Fiorentino, Durante la settimana di Pasqua si svolgono le Processioni delle 3 compagnie, la Volata del Cristo Risorto. Martedì Santo 30 Marzo,ha luogo la prima Processione delle 3 notturne. Numerosi Confratelli, appartenenti a 3 compagnie nate tra il 16° e il 17° secolo. S. Antonio vestito di bianco, Buona Morte vestito di nero, Compagnia del Gesù vestita di blu, sfilano con le cappe e la beffa sul viso, nel centro Storico accompagnano i Crociferi, i portatori di simulacri,c he rappresentano la Passione di Gesù. Le Processioni proseguono Mercoledì 31 Marzo e Venerdì 2 Aprile. Giovedì 1 Aprile al Teatro dei Cipressi si svolge la Tradizionale rappresentazione della Passione di Cristo, Un appuntamento atteso dalla popolazione. La settimana Santa culmina sabato 3 aprile nel momento della Volata di Mezzanotte, la tradizionale rincorsa con la Statua di Cristo Risorto. Un vero spettacolo con l'accendersi delle luci in Chiesa e lo Scoppio delle Castagnole in piazza!. Nadia M. COMPAGNIA DELLA S.S. TRINITÀ La confraternita della S.S. Trinità di Foiano della Chiana è la protagonista delle celebrazioni pasquali del nostro paese. Riconosciuta tra gli enti locali laici nel 1431 si sviluppa principalmente nel corso del '500 e nel 1612 ottiene dal Pontefice l'aggregazione alla omonima compagnia Romana per godere delle indulgenze e privilegi della compagnia madre della capitale della fede. Ha il pro- La cinquecentesca chiesa della S.S. Trinità si trova nel vicolo della Trinità, di fianco si trova il palazzo Gran Ducale. L'interno è a Croce Greca con una cupola all'inizio dei bracci voltanti a botte. Al suo interno ci sono tre altari settecenteschi in pietra serena; invece su quello maggiore è conservato il dipinto della Trinità fatto nel 1614 da Antonio Cercignani detto il Pomarance. Intorno al 1618 i Confratelli ricevono il quadro incompiuto ma poi completato nel 1630 dall'allievo Lorenzo Lippi o forse Bartolomeo Barbiani. Nella Trinità che pare evocata da due Santi che sono ai margini della composizione, il pittore rappresenta Cristo che evoca il dramma della passione. Sull'altare di destra si conserva la statua del Cristo Risorto (posta nel 1681). La statua viene esposta nella Chiesa della Collegiata il Sabato Santo durante la cerimonia denominata “Il volo di Cristo”. All'epoca la socetà non era molto numerosa, aveva trentadue confratelli, i quali durante il periodo di quaresima, indossavano una cappa di tela bianca per recitare il divino Osfizio. Erano presenti nelle processioni e accompagnavano i funerali, nel giorno di Giovedì Santo i confratelli lavavano i piedi ai poveri e facevano una raccolta durante la quale distribuivano quattro staia di frumento in sacchi. Si dedicavano agli infermi dell'ospizio, istituivano, a volte, le “doti” per le povere fanciulle di Foiano per un valore di dieci scudi (70 £). Il 2 Febbraio 1592 si tenne una riunione della compagnia nella quale venne deciso di stanziare i primi 300 scudi per costruire una nuova chiesa. Dieci giorni dopo, Rosado Magi venne invitato a Firenze a chiedere licenza al Gran Duca e nell'anno successivo si diede inizio ai lavori che si protrassero per diversi anni. Uno degli altari fu dedicato a San Giovanni Battista e l'altro alla Madonna del Carmine. Antonio Cercignani Pomarance si impegnò per la somma di duecento scudi per realizzare una tavola con l'immagine della Santissima Trinità. Leonardo P. & Emanuele P. prio Oratorio nella chiesa omonima in via della Trinità nel punto più centrale del castello dove era già stata fondata nel 1583 al tempo della visita pastorale. La chiesa attuale viene costruita ala fine del '500. La statua del Cristo Risorto che viene portata in processione è conservata durante l'anno sull'altare di destra all'interno della chiesa. La Venerabile Compagnia che sotto il titolo della S.S. Trinità opera nel paese di Foiano fin dalla seconda metà del 1500, fu aggregata all'Arciconfraternità della S.S. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti istituita a Roma da S. Filippo Neri nel 1548. Indossavano una cappa di tela di lino bianca ed erano presenti alle processioni ed ai funerali. Il Giovedì Santo i confratelli si riunivano, lavavano i piedi ai poveri facevano una raccolta durante la quale venivano distribuite 4 staia di frumento in sacchi ai poveri. Si dedicavano agli infermi dell' ospizio e porgevano aiuto alla tumulazione dei defunti; istituivano a volte, “le doti” per fanciulle povere di Foiano per un valore di 10 Scudi (70 Lire). Martina S. LA CHIESA DELLA S.S. TRINITÀ CUSTODE DELLA STATUA DEL CRISTO RISORTO. LA STORIA NEL TEMPO… Di Martina S. La chiesa della S.S. Trinità è una costruzione a pianta a croce Greca, sormontata da una cupola centrale di forma ottagonale e decorata esternamente con maioliche policrome. I confratelli si impegnavano a far realizzare pitture e statue che venivano commissionate a pittori autorevoli della Toscana e vari altari che si sono aggiunti negli anni. Nel 1681 fu commissionata la statua di Cristo Risorto a G. Battista Cardini. “Furono dua homini deputati alla spesa per fare Christo Resuscitante come si è detto da Giovanni B. Cardini, per fare la processione la sera del Sabbato Santo, et il detto ha da essere di rilievo cioè legno stuccato...”. Questa statua è oggetto tuttora di un'antica manifestazione religiosa conosciuta come il volo, che si tiene la notte del Sabato Santo nella collegiata di S. Martino per festeggiare la Resurrezione di Cristo nella mattina di Pasqua ed in quella del Martedì successivo, la statua del Cristo Risorto viene portata a spalla in solenne processione per le vie del paese e giunta nell'antica Piazza Alta, viene salutata dallo sparo del “rullo”, che consiste nell'esplosione a sequenza di oltre 5000 castagnole, sotto il loggiato del Monte Pio e strade adiacenti, manifestazione che si ripete ininterrottamente fin dal lontano 1681. Pagina 3 LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE LA LUNGA TRADIZIONE DELLE UOVA DAGLI EGIZI AI PERSIANI Da sempre sono uno dei simboli più significativi della Pasqua. Grandi o piccole, da mangiare o soltanto da ammirare, le uova rappresentano uno dei riti irrinunciabili delle imminenti festività. Da dove nasce la tradizione di scambiarsi le uova per Pasqua, che si ripete di anno in anno da molti secoli. L'uso di regalarsi le uova per celebrare la Pasqua è molto antico e coincide con l'inizio della primavera, periodo in cui la natura si risveglia mostrando tutta la sua bellezza dopo il 'letargo invernale. Le uova, in questo senso, sono il simbolo della fertilità e della rinascita. Molti sono i miti che mettono in luce il ruolo fondamentale delle uova nella cultura de popoli d'ogni tempo. Secondo alcune credenze riscontrate in diverse religioni precristiane e mitologiche del passato, il cielo e la terra erano considerati due emisferi che riuscivano a creare un unico uovo che costituiva la vittoria della vita sulla morte. Gli antichi Egizi, peraltro, consideravano le uova il fulcro dei quattro elementi sui quali si fondava l'universo, l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco. Tra i persiani, invece, era diffuso lo scambio delle uova di gallina in coincidenza con l'inizio della primavera. Abitudine messa in atto anche da altri popoli tra i quali i greci e i cinesi. Il tradizionale scambio delle uova, insomma, ha preso corpo ben prima dell'avvento del Cristianesimo e della ricorrenza principale del suo calendario liturgico. La Pasqua cristiana, comunque, è caratterizzata dalla presenza di numerosi simboli tra i quali primeggia lo scambio delle uova. Il significato che viene assegnato a questo gesto si intreccia con il mistero della morte e della resurrezione di Cristo. L'uovo diventa, così, il simbolo della rinascita di Gesù e, in modo più esteso, dell'uomo. Le uova, pertanto, vengono 'adottatè dalla religione cristiana che le utilizza come un elemento indiscutibile della sua tradizione. Nel Medioevo, d'altra parte, le uova venivano offerte alla servitù come dono primaverile. Nell'era cristiana, è probabile che l'idea di regalare a Pasqua le uova decorate sia nata, all'inizio, in Germania. Da qui, si è sviluppata, mano a mano in tutta Europa, la consuetudine di offrire uova 'artificialì, fabbricate o rivestite in materiali preziosi tra i quali spiccano l'argento, il platino o l'oro. Una consuetudine riservata, in prima battuta, agli aristocratici e ai nobili. Edoardo I, re d'Inghilterra e d'Aquitania dal 1272 al 1307, ad esempio, commissionò la realizzazione di 450 uova rivestite d'oro e donate in occasione della Pasqua. In tempi più recenti è entrata nell'uso popolare l'abitudine di realizzare uova di cioccolato che costituiscono il segmento finale di una tradizione millenaria ricca di fascino e tutta da scoprire. Una tradizione che, tuttavia, non ha scalzato completamente le abitudini più antiche. L'usanza di presentare l'uovo sodo sulla tavola pasquale, magari insieme alla colomba, infatti, è rimasta ancora intatta nonostante l'evoluzione dei tempi e dei costumi Nicolò M. M I SIMBOLI E LA STORIA DELLA PASQUA In molti paesi cattolici, compresa l’Italia, si dà luogo a rappresentazioni, cortei, processioni per dar vita alla Passione di Cristo come preparazione alla Pasqua. In questa occasione si celebrano molte cerimonie folcloristiche rappresentando alcuni episodi della Passione, inoltre si benedicono le cose, si consuma l’agnello pasquale e si distribuiscono i tipici simboli pasquali: uova e dolci a forma di colombe. Finita la preparazione alla Quaresima la ricostruzione della passione si intensifica e raggiunge il proprio apice il Venerdì Santo. La comunità dei fedeli a Pasqua vive un lutto universale espresso nelle varie forme di partecipazione popolare. I tre simboli più importanti della Pasqua Italiana sono la lepre, le uova e la colomba. Il Coniglio viene considerato da tutti un aspetto casuale di questa festa, un’inutile attrazione esposta in vetrina per fare bella mostra; invece la lepre, sin dai tempi del cristianesimo, era presa a simbolo di Cristo. Non solo, venne anche interpretata da Sant’Ambrogio come simbolo della resurrezione per via del suo manto che cambia a colore a seconda delle stagioni. Quella delle uova non sembra aver per niente a che fare con la Pasqua, ma chi pensa così fa una considerazione errata: l’uovo, fin dagli inizi della storia dell’umanità è considerato una rappresentazione di vita e rigenerazione. E’ possibile verificarlo considerando che molte antiche culture ne facevano un uso simbolico. I primi ad usarlo come oggetto beneaugurante furono i Persiani i quali, durante i primi giorni di primavera, si scambiavano uova di gallina. A seguire il loro esempio furono i Romani. Infatti nell’antica Roma esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova: ad esempio si era soliti dipingere un uovo di rosso per poi sotterrarlo nei campi come simbolo di fecondità, cioè propizio per la raccolta. L’uovo entrò a far parte della tradizione cristiana come simbolo di vita. Nella cultura cristiana questa usanza risale all’anno 1176 quando l’Abate di Saint Germain del Pres regalò a Luigi VII parte dei prodotti delle sue terre tra cui una gran quantità di uova. L’uso di regalare Il GRILLO PARLANTE IL SIGNIFICATO E LA TRADIZIONE DELLE UOVA In tutto il mondo l'uovo e'il simbolo della Pasqua. Da sempre le uova sono il simbolo della vita che nasce, ma anche del mistero, quasi della sacralità'. Nel paganesimo,in alcune credenze, il cielo e la terra venivano concepiti come due metà' dello stesso uovo. Greci Cinesi e Persiani usavano scambiarsi uova di gallina come doni per le feste primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano regalate per l'equinozi di primavera. Con l'avvento del cristianesimo, l'uovo si legò all'immagine della rinascita non solo della natura ma dell'uomo stesso, e di Cristo. Nel medioevo le uova venivano regalate ai bambini e alla servitù per festeggiare la Resurrezione. Ancora oggi in Germania e in Francia vengono nascoste le uova nei giardini per poi invitare i bambini a trovarle. Nei paesi Scandinavi le uova sono oggetto di giochi d'abilità e assumono valenze particolari. In occasione della ricorrenza dei morti celebrata il venerdì successivo al giorno di Pasqua gli ortodossi usano ancora colorare le uova di rosso e metterle sopra le tombe quale augurio per la vita ultraterrena. Pare che questa tradizione sia legata a una leggenda su Maria.Si narra che la Madonna facesse giocare Gesù Bambino con delle uova colorate e che il giorno di Pasqua,tornata sul sepolcro del Figlio,vi trovasse alcune uova rosse sul ciglio. Si racconta anche che Maria Maddalena si presentasse all' imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio rosso,testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria,Madre del Cristo, portasse in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione del Figlio. Già nei libri contabili di Edoardo I d'Inghilterra si fa menzione di una spesa di 18p. per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di pasqua. Tra le più celebri uova sono sicuramente quelle che il maestro orafo Peter Carl Fabergè ricevette nel 1883 dallo zar Alessandro, commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria. di Erika F. uova deriva dal fatto che Pasqua è festa di primavera, quindi anche della fecondità, del rifiorire della natura. L’uovo, appunto è simbolo di vita che rinasce ed auspicio di fecondità. La colomba ricorda l’episodio del Diluvio Universale riportato nella Genesi, giungendo da Noè con un ramoscello d’ulivo fra il becco indicò che il diluvio si era concluso. La punizione divina era finita indicando il passaggio dell’umanità ad una nuova epoca. Da quel giorno la colomba divenne simbolo di pace; è per questo che oggi si regalano dolci a forma di questo uccello con le ali distese. In un primo tempo i cristiani ricordavano la resurrezione di Cristo ogni sette giorni, la domenica. Successivamente la Chiesa decise di celebrare questo evento solo una volta all’anno creando così degli scontri fra le diverse comunità di cristiani. Si riuscì a superare questo scompiglio solo nell’anno 325 grazie al Concilio di Nicea ove venne deciso che la Pasqua doveva essere celebrata da tutta l’umanità lo stesso giorno. Il compito di individuare il giorno fu affidato alla chiesa di Alessandria ma successivamente venne fissato tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Oggi il giorno viene stabilito scientificamente calcolando l’Equinozio di Primavera e basandosi sulla luna piena. Le chiese ortodosse, però, hanno una data che non coincide con la Pasqua Cattolica per via del loro diverso calendario. Così, spesso, gli ortodossi celebrano la festa dopo quella dei cattolici. Michele S. Pagina 4 LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE LA TRADIZIONE UOVA PASQUALI Il GRILLO PARLANTE DELLE te il simbolo della rinascita primaverile LE UOVA COLORATE della natura, andò ad intrecciarsi con il L’uovo è sempre stata una figura dai tratti simbolici sin dai tempi antecedenti al sorgere della religione cristiana. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità, anche molti millenni avanti Cristo: secondo alcune credenze di molte religioni pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati i due emisferiche andavano a creare un unico uovo , e le uova costituivano la vittoria della vita. Gli antichi Egizi, inoltre, lo consideravano come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). La tradizione del dono di uova ebbe inizio ben prima della nascita del Cristianesimo: già fra i persiani, infatti,era diffusala tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’evento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano lavorate a mano. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da essere essenzialmen- Cristianesimo divenendo il simbolo della rinascita dell’Uomo,, il Cristo: la diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, quando i tradizionali doni di Pasqua fece la comparsa il regalo di semplici uova. Sempre nel Medioevo si diffuse anche la tradizione della creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino o oro, ovviamente destinata agli aristocratici e a i nobili: Edoardo d’Inghilterra commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d’oro e donate in occasione della Pasqua. Ma la ricca tradizione dell’uovo dorato è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergè, che nel1883 ricevette dello zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria; l’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergè, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergè contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo. Alessia D.L. LA PASQUA A NAPOLI Il giorno di Pasqua la maggior parte dei napoletani,dopo essere stati a messa,si ritrova a consumare un ricco pranzo fatto di ricette tradizionali e che ha un grande protagonista:la carne. L’esordio del pranzo è rappresentato dalla minestra marinata che vede l’accostamento della carne agli ortaggi e che è stata a lungo la pietanza del Regno di Napoli prima di essere sostituita dai maccheroni. Anche l’agnello che è uno dei simboli della Pasqua domina sulla tavola dei napoletani. Il pranzo di Pasqua dei napoletani non può non terminare con uno dei dolci più importanti,tipici e gustosi della cucina napoletana:la pastiera. Molto legata anche all’arrivo della stagione primaverile,la Pasqua a Napoli si identifica con la rinascita e quindi con il rinnovamento. A tal riguardo,com’è noto,anticamente,nei periodi immediatamente precedenti le festività pasquali,la tradizione imponeva pulizie profonde e rinnovamenti,le cosiddette “Pulizie di Pasqua’’,che venivano effettuate,per purificare la casa dallo sporco e dal “letargo” delle stagioni fredde,e per riportarla alla vita e renderla degna di questa festa religiosa. Oggi le Pulizia di Pasqua sono una tradizione consolidata in molte famiglie,anche se meno che un tempo. Ma restano invece protagonista:la carne. L’esordio del pranzo è rappresentato dalla minestra marinata che vede l’accostamento della carne agli ortaggi e che è stata a lungo la pietanza del Regno di Napoli prima di essere sostituita dai maccheroni. Anche l’agnello che è uno dei simboli della Pasqua domina sulla tavola dei napoletani. Il pranzo di Pasqua dei napoletani non può non terminare con uno dei dolci più importanti,tipici e gustosi della cucina napoletana:la pastiera. Molto legata anche all’arrivo della stagione primaverile,la Pasqua a Napoli si identifica con la rinascita e quindi con il rinnovamento. A tal riguardo,com’è noto,anticamente,nei periodi immediatamente precedenti le festività pasquali,la tradizione imponeva pulizie profonde e rinnovamenti,le cosiddette “Pulizie di Pasqua’’,che venivano effettuate,per purificare la casa dallo sporco e dal “letargo” delle stagioni fredde,e per riportarla alla vita e renderla degna di questa festa religiosa. Oggi le Pulizia di Pasqua sono una tradizione consolidata in molte famiglie,anche se meno che un tempo. Ma restano invece immutate le tradizioni legate ai riti,alla gastro- Colorare le uova è un’usanza comune a tutti i cristiani. In Italia è rimasta viva solo in alcuni paesini del Sud e In qualche regione del Nord. Nei paesi dell’Est intorno Alle variopinte uova sode ruota tutto il rituale della Pasqua. Nell’iconografia cristiana,l’uovo è il simbolo della resurrezione Di Cristo e della rinascita dell’uomo. In alcuni paesi colorarlo è diventata quasi un’ arte dalle Tecniche particolari( pisani, kraszanki),che ogni anno,in Occasione della Pasqua, dona un tocco di colore,luce e Speranza. Pia M. RITI E TRADIZIONI PASQUALI IN TOSCANA in occasione della Pasqua a Firenze si svolge la cerimonia dello scoppio del carro cerimonia che risale ai tempi della prima crociata. Un carro viene trasportato da buoi bianchi dal piazzale fino al duomo tra esso e l'altare maggiore viene teso un filo di ferro su cui viene fatta scivolare una colombina con un ramoscello d'olivo nel becco, Pronta a portare la miccia al carro per accendere i fuochi. la sera del giovedì' santo si svolge a Castiglione di Garfagnana la processione dei crocioni. i personaggi che partecipano alla manifestazione rappresentano gli apostoli,i soldati romani e gli appartenenti alle confraternite tutti rigorosamente muniti di cappucci e fiaccole. Erika F. nomia,alle credenze,al costume. I rituali religiosi legati alla Settimana Santa,si compongono di una serie di tappe,che hanno inizio la Domenica delle Palme e terminano il Lunedì in Albis. La Domenica delle Palme,denominata Domenica di Passione,i fedeli ripercorrendo la Passione di Cristo,e benedicendo rametti di palme, in ricordo di Cristo a Gerusalemme. Il Giovedì Santo, cosiddetto “Struscio”,che consiste nel classico rito dei Sepolcri,che impone la visita di un numero dispari di chiese,per celebrare attraverso una funzione liturgica, l’ultima cena di Gesù. Il nome Struscio deriva, probabilmente,dal rumore delle lunghe vesti femminili sulla strada, nella confusione e nel lento scorrere della folla, che si accingeva nei secoli scorsi, alla celebrazione del rito. Il Venerdì Santo è dedicato, secondo tradizione alla Via Crucis, organizzata in modo diverso,i n ogni parrocchia, e che vede un’ampia partecipazione cittadina. Molto suggestive sono anche le manifestazioni organizzate nei comuni della provincia. Da segnalare quella di Sorrento. Lo Sciogliersi della Gloria,è l’annuncio della Resurrezione di Cristo, è avviene la Domenica di Pasqua, al suonare delle campane. La Pastiera:i l dolce tipico della Pasqua napoletana, ha antichissime origini e racchiude in sé tutta la semplicità e la ingenuità del popolo napoletano. I suoi ingredienti, la sua preparazione si legano con un’ antica leggenda napoletana ampiamente raccontata in testi e libri su Napoli, legata alla sirena Partenopee e alla gratitudine del popolo. Sette ingredienti, sette simboli di ricchezza e prosperità (farina, uova, zucchero, aromi, grano, fiori d’arancio e ricotta), perfettamente amalgamati,uniti in una ricetta unica, tramandata di generazione in generazione,per secoli. Il Casatiello: saporitissima torta rustica, on uova salumi e formaggi, da molti conosciuto come Casatiello ‘nzogna e pepe’(sugna e pepe), per distinguerlo da quello dolce, altro dolce pasquale tradizionale di alcuni quartieri di Napoli ed alcuni paesi della provincia. Molte sono le manifestazioni,organizzate dall’amministrazione,per festeggiare la Pasqua a Napoli. Negli anni passati,l’assessore ai Grandi Eventi di Napoli,ha organizzato manifestazioni musicali e folkloristici in diverse zone della città,durante tutta la Settimana. Pasquale I. . Pagina 5 LE TRADIZIONI PASQUALI PRESENTI E PASSATE LA PASQUA NEL MONDO La Pasqua è festeggiata in tutto il mondo ma ogni paese la celebra in modo diverso: nel Nord Europa con l’arrivo della Pasqua si festeggia anche l’arrivo della primavera. In Svezia e Finlandia la domenica delle Palme si benedicono dei rami di pioppo bianco con le gemme. In Finlandia molto prima di Pasqua i bambini seminano alcune sementi all’interno di piccoli vasi. L`erba verde è di sicuro un segno dell`arrivo della primavera. La tradizione medioevale vuole che tra il venerdì e la domenica di Pasqua le streghe escano dai nascondigli e volino in cielo, per questo i bambini si vestono da streghe e bussano alle porte per scambiare alcune letterine con tante caramelle. In Svezia si mangiano uova sode colorate mentre in Danimarca le case vengono ornate con rami fioriti e uova dipinte. Anziché l’uovo di Pasqua ai bambini viene regalato il coniglio di cioccolato. In Germania, la sera di Pasqua, soprattutto in campagna, si fanno dei fuochi, dove i contadini bruciano tutti rami secchi che trovano. Il fuoco viene acceso strofinando due pezzi di legno o con una grossa lente e si chiama “fuoco sacro” con il quale si riaccendono i ceri delle chiese. Le ceneri dei fuochi sono sparse per i campi per propiziare un buon raccolto e la fine dell’inverno. Il dolce tradizionale di Pasqua assume la forma di un agnello e l’uovo di cioccolato, nella tradizione, viene donato ai bambini da un coniglietto che per i tedeschi rappresenta il simbolo principale della Pasqua. Prima di Pasqua in molte città ci sono dei mercatini dove si possono trovare gli addobbi per abbellire le case. In Inghilterra il giorno in cui si ha la cerimonia più importante è il Giovedì Santo. Dopo la cerimonia si distribuiscono le borse con il denaro su vassoi d’argento ai poveri. Il venerdì santo, invece, in antichità si festeggiava l’usanza dei dolci che si usava mangiare come protezione contro gli spiriti maligni. Il dolce tipico è rappresentato da piccole brioches decorate con una croce di glassa per ricordare la passione di Cristo. Secondo la leggenda questi dolcetti furono creati da una vedova la quale, nell’attesa che tornasse suo figlio marinaio disperso, per un anno cucinò biscotti. Per quanto riguarda la tradizione dell’uovo una usanza particolare è quella di far rotolare sui prati o sulle strade di una collina delle uova colorate fino a quando i gusci non si spezzano. In Olanda per Pasqua buona parte degli abitanti appende una corona decorata alla porta di casa e uova pitturate ad un albero nel giardino. Chi abita in appartamento mette dei fiori gialli. Secondo la tradizione è il coniglietto pasquale che nasconde in giardino le uova sode colorate che i bambini si divertono a cercare. In Russia la Pasqua comincia alla mezzanotte del sabato con una processione attorno alla cattedrale della città dove risiede il Pope di tutta la Russia. La mattina del giorno di Pasqua le famiglie Russe si recano sulla tomba di un parente per consumare un picnic mentre la sera fanno banchetti a base di carne, pesce e funghi. In Russia le uova sode vengono colorate di rosso quale simbolo di nuova vita ottenuta mediante il sacrificio di Cristo. Anche in Francia, come in Italia, le campane delle chiese restano silenziose dal venerdì Santo fino alla Pasqua in segno di dolore per Gesù Crocefisso. I genitori dicono ai bambini che le campane sono volate via verso Roma per ritornare il giorno della resurrezione. Quando le campane ricominciano a suonare i bambini iniziano a cercare le uova di cioccolato nascoste dai genitori. In Grecia per molti la Pasqua è sentita più del Natale. In tutto il Paese prima di mezzanotte si tengono processioni verso santuari e chiese e la Quaresima finisce con il suono delle campane ed i riti di Resurrezione nella notte di Pasqua. Nelle chiese, al buio, vengono accese candele che i fedeli porteranno con sè a casa e ovunque si organizzano balli, processioni e manifestazioni folkloristiche. In Israele si festeggiano anche la festa ebraica del "Passah" che ha inizio il giovedì prima di Pasqua e ricorda l’esodo degli ebrei in Egitto e ha la durata di sette giorni. In America per Pasqua i bambini organizzano due divertenti giochi: il primo è la corsa delle uova che consiste nel far rotolare le uova sode dipinte per un prato, servendosi di un mestolo. Vince chi porta per primo il proprio uovo al traguardo. E' una tradizione antica, originaria dell'Inghilterra che poi ha assunto caratteristiche proprie. Il secondo gioco è la caccia alle uova che prevede la ricerca delle uova nascoste in giardino dai genitori. Una volta erano uova sode colorate e vinceva chi ne trovava di più, adesso sono uova di plastica con sorpresa ed il divertimento non è solo trovarne di più ma anche nello scoprire la sorpresa. Michele S. LA PASQUA NEL PASSATO In Italia numerosissime e spesso suggestive sono le rappresentazioni della Settimana Santa, diffusa in ogni regione , nella quale si mescolano gli elementi più' strettamente religiosi a componenti in varia misura folcloristici. Ai riti previsti dalla liturgia si accompagnano quelli che nel corso dei secoli la pietà' del popolo cristiano ha adottato per rievocare i momenti più' significativi della passione umana di cristo, vero uomo e vero dio. Per la sincerità' di tali espressioni religiose la chiesa cattolica approva e consente lo svolgimento di queste celebrazioni, in quanto contribuiscono a rinsaldare e tramandare la fede cristiana. In tutto il mondo cattolico, la tradizione popolare della Settimana Santa e' ricchissima di canti , poemi, raffigurazioni e rievocazioni sceniche della passione di Gesù' che Il GRILLO PARLANTE STORIA DELLA BANDA: “SOCIETA’ FILARMONICA P. MASCAGNI” La fondazione della Società risale agli inizi dell'800.Sotto il nome di Banda Civica, con un organico di 50 elementi, fu dotata delle prime divise nel 1876. Intensa fu l'attività sotto la guida di vari Maestri. Da menzionare la partecipazione ad Arezzo all'inaugurazione del monumento in onore di Guido Monaco. Fra i Maestri che si sono succeduti, di alcuni sono custodite partiture scritte a mano con data e dedica risalenti addirittura al 1880, va menzionato il Maestro Caiani. Nei primi anni del novecento la Banda Civica si divise in due complessi, uno dei quali, nel 1917, in occasione di una visita a Foiano del Maestro Pietro Mascagni, assunse la denominazione attuale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Società fu diretta dai Maestri Romboli e Guarino; dopo la Seconda Guerra Mondiale la Banda dal Maestro Dini e dal Maestro Faldelloni che contribuirono a tenere alto il nome della Filarmonica. Nel 1965 la direzione fu affidata al Maestro Lanfranco Borgogni che ne curò anche la scuola di musica. La arriva a contare un organico di 50 elementi, quasi tutti giovani, viene nuovamente dotata di divise e torna ad esibirsi fuori dal territorio comunale. Negli anni Ottanta il maestro fu Roberto Buoncompagni. Successivamente la direzione della Banda viene affidata al Maestro Fabio Laurini. Da diversi anni la Banda supporta la manifestazione del Carnevale con la Bandaccia, selezione di musicisti della Banda stessa. Nel 1995 l'incarico di insegnante e, dal 1996, anche la direzione del corpo bandistico, vengono affidate al Maestro Alessandro Paolucci. Dal 1998 la Filarmonica organizza la Settimana Musicale. Quest'anno è arrivata alla XII edizione. Dal 2005 la direzione della Filarmonica è affidata al Maestro Andrea Meucci. La Filarmonica svolge circa 40 servizi annuali, concertistici, religiosi, folkloristici, attività Comunali e vanta un organico di circa 50 elementi, dei quali alcuni molto giovani. I giovani provengono dalla Scuola di Musica; a tutt'oggi conta 40 allievi. Le lezioni sono tenute da insegnati diplomati e qualificati, che sono: Prof. Andrea Meucci per il flauto; Prof. Emanuele Ragni per gli ottoni (trombe, trombone, basso); Prof. Alberto Rosadini (batteria e percussioni); Prof. Fabrizio Bardelli per gli strumenti ad ancia (clarinetto e sassofono. Martina S. spesso affondano le loro radici fin dai primi secoli del cristianesimo. Fra' le più' particolari e belle in Italia troviamo quelle che si svolgono in Umbria, o a Sessa in provincia di Caserta ed in molte altre località' dell'Italia meridionale e della Sicilia con le processioni del Venerdì' e del Sabato Santo ; a Taranto con i confratelli detti "Perdoni", che si svolgono a partire dal Giovedì' notte fino alla mattina del sabato santo ; quella di Polistena con ben undici riti , tra cui quattro in un solo giorno, quella di Milfetta con la processione dell'Addolorata il Venerdì' di Passione, e le processioni di misteri e di gala rispettivamente all'alba ed alla sera del Venerdì' Santo, quelle caratteristiche di Catanzaro, San Fratello , Enna, Caltanisetta e Vico del Gargano. Leonardo V. Pagina 6 PASQUA SEGNO DI RINASCITA L’ AQUILA RICORDA LE SUE LA PRIMAVERA C’è qualcosa nell’aria VITTIME È il calore del sole IL GHIACCIO DEL SOLE Giungendo lontano, Nella notte del 5 Aprile dell’ anno scorso alle L’ossigeno degli alberi emerge dal vuoto 3: 32 in Abruzzo c’è stato un forte terremoto E la bellezza dei fiori una luce ancor fredda con epicentro a L’Aquila. Morirono 308 perso- Che creano insieme la primavera. d’Inverno passato. ne, 7000 persone persero la casa; solo nella La primavera è bellissima! Il ghiaccio nell’ombra, casa dello studente ne morirono 8. Dopo si è È bello vedere i fiori che oscillano i raggi del sole, saputo che alcune case erano costruite con Leggermente un tempo felice materiali non adatti, per questo sono crollate. Grazie al vento che lascia d’aria pulita. Grazie alla solidarietà di molte persone sono Una scia di freschezza e allegria. Forza calore arrivati aiuti fin da subito e prima dell’ inverno Pia M. vieni a giocare: già molti avevano ricevuto un’ altra casa arrePrimavera è arrivata. data: a Settembre 16000 alunni sono tornati a LA PRIMAVERA PASQUA. Michele S. scuola. Questa notte c’è stata una processione È stagione di canti Vorrei ascoltare i per ricordare i morti nelle strade dell’ Aquila Suoni melodiosi rumori degli PRIMAVERA Leggera,limpida silenziosa e composta. Alle 3: 32 le campane Profumi allegri uccelli della basilica di Colle Maggio hanno fatto 308 Gli uccelli insieme a Non dei cannoni Con il tuo mantello colorintocchi e sono stati ricordati i nomi di tutte lei Vorrei correre rato Posi come un’ ape nel le vittime. È stagione di amici nei prati Iris F. Insieme nei prati Non nell’ asfalto mondo Vorrei alzarmi la Le tue cose fatate fioriti Così una violetta IL RISVEGLIO DELLA NATURA mattina Per sempre: Quando le giornate iniziano ad allungarsi, la pri- È la Primavera Con la Pasqua nel È sbocciata Beato il primo mavera è già alle porte. Dopo le abbondanti Giulia F. cuore. nevicate invernali, tutti hanno voglia delle giornaMonica P. Che la troverà Significa che la primavera te di sole, le passeggiate nei boschi, o anche è arrivata. stare seduti a guardare la natura che si risveglia dal Monica P. lungo sonno invernale. Prati e boschi sembrano PRIMAVERA giardini pieni di fiori di tutti i colori, bianchi, gialli, Mi sono sdraiato Primavera fucsia, l’erba è verde a volte sembra di osservare sul prato fiorito. Come un soffio nell’ aria, un quadro di un pittore impressionista. Anche gli Ho chiuso gli occhi, un sospiro profondo animali iniziano a uscire durante le ore più calde, è mi sono lasciato cullare arriva leggera la Primavefacile vedere qualche lucertolina prendere il sole dalla melodia degli uccelli. ra. oppure le prime farfalle volare di fiore in fiore. Un delicato venticello che arrivava, Sui rami Con l’inizio della primavera tornano anche gli uc- espanderò il profumo dei fiori si posa, celli migratori, rondini e upupe ritrovano i loro nidi nell’aria. e i sorrisi ci ruba. e presto deporranno le uova. In primavera la natu- Sentivo la voce dei bambini Questa è una signora ra si manifesta con tutta la sua bellezza; per non che si rincorrevano felici. dal colore chiaro danneggiare un paesaggio così,l’uomo dovrebbe Sul quel prato e brillante, È arrivata la primavera ! imparare a rispettarla di più. dal canto soave. Christian G. Alessia D.L. Federica I LA NATURA SI RISVEGLIA ED ESPLODE IN UNA VERA RINASCITA DI SUONI, COLORI E PROFUMI. La primavera è arrivata; ha ricoperto il nostro mondo di fantasia e di cose nuove. Si è presentata con il suo vestito ricco di profumi e di colori da espandere su ogni cosa per farla risvegliare. Ci ha portato i canti al mattino degli uccellini per farci risvegliare dolcemente. Ci ha portato i versi squillanti dei grilli per farci ballare con loro. Ha posato nell’ aria i vibranti ronzii di mosche e api, , così loro saranno liberi di volare con le ali e noi con la fantasia. Ci sono le rane nello stagno che non fanno altro che saltare da una parte all’ altra felici. Tutto questo porta grandi risate nei bambini che gioiscono giocando fuori l’ arrivo di questa stagione così preziosa e bella; bella di suoni, bella di profumi che ci catturano e ci fanno vivere quella felicità che tanto aspettavamo. Quella gioia che ci ha portato dei sorrisi veri di allegria. Il suo lavoro per cambiare il mondo però non è ancora finito, deve ancora vestire i prati e gli alberi con i suoi colori vivaci. Gli alberi da frutto hanno indossato il loro abito galante pieno di fiori rosa e bianchi; è il vestito per il gran ballo della primavera. Ha ricoperto i prati di una coperta verde che ha tante toppe di colori diversi. : rosso, giallo, arancione e viola: Sono state dipinte da un artista: la primavera. Ha rivestito le strade di luce brillante che illumina gli occhi a tutti e che riscalda i piccoli corpi degli animaletti che sono usciti dal pesante letargo. Ha dipinto il cielo di un azzurro mare profumato e ha lasciato in mezzo una macchia gialla lucente e calda. Il mare adesso è contento, è arrivato finalmente il momento di sprigionare la sua bellezza; il mare a primavera serva solo a guar- Il GRILLO PARLANTE PRIMAVERA Primavera, dolce melodia, porti tanti colori nel cielo. Il sole si colora Durante il tramonto Che viene invaso Di mille colori, via l’inverno, via il bianco, che arrivino gli animali. Tutti si rasserenano Nel vederti arrivare Con un soffio di vento Leggero, birichino. Il cielo è azzurro, senza nuvole. I fiori nascono, gli alberi si risvegliano. Questa è la primavera! Martina S. LA PRIMAVERA Dolce, armoniosa, bella... spruzzi tanta allegria, spruzzi colori … tutti i fiori, nascono le foglie negli alberi spogli, nascono farfalle di tutti i colori.... gli animaletti felici escono dal letargo per cercare il cibo. porti pace e allegria sei... la primavera. Leonardo V. darlo. Sognare fantasie che puoi vivere insieme a lui cavalcando le sue onde di seta morbide e vellutate che ti bagnano il corpo con delicatezza. Giocare con lui come se fosse un grande pallone in cui immergersi. Nell’ aria si è diffusa la dolcezza dei fiori negli alberi che profumano di bignè appena sfornati. Sanno del profumo della primavera sublime e dolce d goderselo fino in fondo fino a che non ne possiamo più. Bisogna vivere il profumo dei mandorli in fiore che ci riempie di dolcezza e bontà, così siamo più buoni. Il profumo dell’ aria fresca è così semplice e trasparente ma si trova sempre e comunque intorno r dentro di noi. C’ è il profumo dell’ erbetta appena spuntata; sa così tanto di margherita appena sbocciata in mezzo a lei. C’ è sempre il suo colore così lucente che un po inganna, ma lo fa lealmente. Queste sono le più belle cose della primavera che ti danno serenità e ti fanno rilassare. La primavera ti fa scordare tutte le cose tristi, è la stagione più attesa dai bambini e dagli adulti perché lei sa fare felici tutti. Ci sono delle nuove arrivate nei vecchi alberi : le foglie; sono il nuovo e splendono vantandosi come principesse; c’è n’ è una in particolare che si trova sul ramo più in alto vicino al sole. Lei li si riscalda, ecco perché il suo colore è lucente. Ma è ancora piccola per sapere cosa la aspetta nella sua vita. Dovrà resistere all’ estate che le farà sentire tanta sete e la pelle rugosa. L’ autunno che spazzerà via tutte le sue sorelle e quando la vedrà ancora attaccata al suo ramo cercherà di farla cadere. Ma lei resisterà fino alla primavera, e sarà allora che potrà cadere in pace. Questa sarà la sua vita; con ostacoli da superare, e lei li affronterà con il suo gran coraggio sconfiggendoli tutti uno ad uno senza paura. Lei vivrà così perché è la foglia della primavera. Cristina K. Pagina 7 PASQUA MULTIETNICA TRADIZIONI PASQUALI GERMANIA di Giulia F. IN LA PASQUA IN GRECIA Le tradizioni sono molto simili a quelle italiane,ma invece di regalare delle uova di cioccolata ai bambini,vengono regalati dei coniglietti di cioccolato. Poi vengono preparati dei cestini di vimini che vengono riempiti di uova dipinte dall’apposita pittura,che dopo vengono usate per decorazione della casa o venivano mangiate dato che erano uova vere. Ai bambini venivano nascosi i regali per tutta la casa compreso il giardino,che loro dovevano poi trovare. PASQUA IN ALBANIA Anche in Albania la Pasqua è festeggiata in modo molto particolare. I cibi che si servono in tavola sono simili ai nostri ma una tradizione dice che tredici uova sode devono essere dipinte di rosso in ricordo del sangue di Gesù, e il giorno di Pasqua devono essere “battezzate” di acqua santa in chiesa e alla fine del pranzo una si deve rompere. Quella sera a mezzanotte tutte le uova rotte si mettono in un cestino posizionato davanti ad una statua di Gesù risorto e si passa un’ ora li davanti a confessarci con una candela accesa in mano. Quando sarà l’ una di note le campane suoneranno tre volte e in quel momento tutti devono spegnere le proprie candele e dire una preghiera per Gesù. Alla fine di questo rito tutti i bambini aprono le uova di Pasqua! E bello far sapere al mondo le tradizioni culturali di altri paesi. Cristina K. TRADIZIONI IN CUCINA DEL PASSATO IN VAL DI CHIANA di Jacopo S Anni fa le persone erano più povere e le tradizioni erano più semplici. Il venerdì santo era vigilia nera e non facevano colazione e quando tornavano a casa, dopo aver lavorato i campi, pranzavano alle ore 12:00. Il sabato anziché a mezzanotte “le campane si scioglievano a mezzogiorno “ così era definito il “Gloria” , e a quel punto si poteva far festa , mangiando per dolce i “ciambellini” o “corolli”, per la domenica poi veniva preparata la “panina” , una specie di pane con dentro uvetta e strutto ( grasso di maiale ). La domenica per pranzo c’era il brodo di cappone ( galletto grosso ), con dentro il pane e l’uovo e quindi dopo aver mangiato il brodo si mangiava il lesso del cappone , qualche volta c’era anche un po’ di agnello e di arrosto misto ( polli e conigli ). La Pasqua in Grecia è molto sentita. Quaranta giorni prima si inizia a fare il digiuno senza mangiare carne e l’ ultima settimana anche senza l’ olio. Il Giovedì Santo prima di Pasqua si preparano le uova benedette colorate di rosso o fatte bollire insieme alla buccia di cipolla. La sera in chiesa, dopo aver celebrato l’ ultima cena di Gesù, alcune donne si fermano in chiesa per tutta la notte a preparare l’ Epitafio. L’ Epitafio è il sepolcro di Gesù che viene addobbato con fiori di garofano. Questo Epitafio viene portato in processione la sera del Venerdì Santo. Alla fine della processione la gente passa sotto a questo Epitafio. La messa del Sabato Santo è molto lunga: inizia alle 22:00 e finisce alle 3:00 del mattino. Poco prima della mezzanotte il prete distribuisce il fuoco santo che preso direttamente dal sacro sepolcro di Gerusalemme. Quando la sacra luce Il GRILLO PARLANTE arriva all’ aeroporto di Atene viene ricevuto con tutti gli onori dal capo di stato e da lì gli aeroplani della aereonautica militare la portano nelle varie città della Grecia. Così in ogni chiesa tutte le persone tengono in mano una candela e si passano la luce sacra. Alla fine della messa di Pasqua le persone tornano a casa e interrompono il digiuno mangiando una zuppa fatta con il fegato di agnello. La mattina di Pasqua inizia la grande festa: tutti cucinano l’ agnello al girarrosto in giardino o in terrazza, tra musiche, mangiando un tipico dolce greco e rompendo le uova benedette, uno con l’ altro, ripetendo la formula: Cristo è risorto, è veramente risorto Stylianos T. TRADIZIONI IN QUA’ E LA’ LE TRADIZIONI CULINARIE Alle celebrazioni pasquali sono indissolubilmente legate alcune tradizioni culinarie, molte delle quali risalgono ad antichi rituali o a simboliche rappresentazioni religiose. L'agnello per esempio rappresenta per i cristiani il corpo innocente di Gesù' crocifisso. La tradizione di cibarsene proviene quasi certamente dalla cultura ebraica dove esso viene consumato per 8 giorni,dopo aver cosparso del suo sangue gli stipiti delle porte in ricordo dell'episodio delle antiche scritture. Sulla tavola pasquale si ritrovano cibi caratteristici della tradizione agreste:le spighe del grano tramutate in grano le erbe quasi sempre in forma di torte rustiche le uova che hanno origine diversa, a metà' tra il sacro e il profano. La tradizione vuole che la mattina del giorno di Pasqua si mangi la pizza salata, ha la forma di un panettone dall'impasto salato arricchito da pecorino fresco a cubetti pecorino stagionato grattugiato, uova sode. La pizza si accompagna solitamente al salame di Norcia ed alle uova sode. Dolci classici sono la colomba pasquale, la pastiera napoletana e la pizza dolce. Si racconta che alla metà' del VI sec Alboino, re dei longobardi, durante l'assedio della città' di Pavia ricevette un pane lievitato dalla forma di colomba. La colomba era un segno di pace da allora questo dolce fatto di semplici ingredienti come le uova farina e lievito. Fu arricchito con burro zucchero e canditi ed entrò' nella tradizione pasquale. Sulla classica pastiera si racconta invece che le mogli di alcuni pescatori lasciassero ceste con ricotta frutta candita grano uova e fiori d'arancio sulla spiaggia affinché il mare riportasse a casa i mariti. Al mattino le donne trovarono i pescatori e videro che le onde avevano mischiato gli ingredienti e creato la torta pastiera. Gli ingredienti di questo dolce conservano una forte valenza simbolica. La ricotta addolcita dallo zucchero,trasfigura le offerte votive di latte e miele tipiche delle prime cerimonie cristiane. Il grano e'augurio di ricchezza e fecondità, le uova simboleggiano la vita nascente. L’acqua di fiori d'arancio annuncia la primavera. La pizza dolce di Pasqua veniva tradizionalmente consumata al mattino della domenica. Poiché' infatti impiegava 2 giorni di lievitazione se ne faceva l'impasto il Venerdì Santo, si lavorava nuovamente il giorno seguente per poi cuocerla la sera e farla trovare pronta la mattina. Erika F. PASQUA IN SICILIA Il giorno di Pasqua in Sicilia subito dopo il suono della gloria i bambini tirano in aria delle ciambelle chiamate cuddare. Dentro le ciambelle ci sono delle uova sode e mentre i bambini le lanciano cantano: La glori sunai (la gloria è suonata). La cuddara si spezzau (la POESIA DELLA PASQUA accompagnata da viole, fiori, mille colori, ciambella si è spezzata). Si spezau a mossa a uova di cioccolata ,se ne fa una scorpac- mossa ( si è spezzata a piccoli pezzi). La cuddara senza ossa (la ciambella non ha più ossa). ciata Dopo che le ciambelle sono rotte si possono bella e unica,la festa anche dei conigli, mangiare! Esistono però anche tante forme felicità e gioia che arriva in tutti. della cuddara: il “ponarieddu “ (cestino), Il rinasce Gesù’, la pace è in noi, “campanaru” (campanile), la “ pupa “ ( bamla Pasqua non si può dimenticare bola), il “gadduzzu” (gallo o colomba). Elisa M. Cristina K. Pagina 8 FESTA DEL FIORE Il GRILLO PARLANTE LA FESTA DEL FIORE E DELL’ FIORI E PIANTE PROTAGONI- lavori con travertino e icone su conchiglie. ARTIGIANATO A FOIANO STI NELLE PIAZZE DI FOIANO. Per chi ama la cucina, i prodotti e i sapori Il 17 Aprile del 2010 Jacopo e la mamma Michela sono andati alla festa del Fiore e dell’ Artigianato a Foiano . Hanno visto molti banchetti con oggetti diversi: Jacopo con la sua macchina fotografica Micoon Coolpis L21 fotografava. Alcuni banchetti vendevano piante di limoni, Surfinie (piccoli fiori bianchi) , margherite e molti altri tipi, altre vendevano oggetti in legno, in ferro e anche in metallo. Un banchetto vendeva il miele e vicino c’erano delle api finte, non dimenticatevi che vendevano anche formaggi fatti con il sesamo e normali. La cosa più bella è che pochi banchetti vendevano giochi, si potevano ammirare pure gli oggetti prodotti dagli alunni delle 4° elementari relativi al progetto “RICICLANDO SI IMPARA”. Camminando si sentiva il terreno umido per la pioggia e nell’ aria si sentiva un venticello. La gente era tantissima e si soffermava davanti alle bancherelle con gioielli,collane e con vasi e quadri pitturati. Alla fine Jacopo e la mamma Michela sono tornati a casa con le foto scattate. L’evento promosso dall’Amministrazione Comunale , curato dal Consorzio Promo Commercio Confesercenti Arezzo per la sua storia e la sua importanza rappresentanza un evento tra i più importanti per la valorizzazione del patrimonio economico, commerciale ed artistico del Comune. Anche quest’anno si è verificato un’alta affluenza di visitatori del paese e turisti curiosi dei prodotti presentati , soprattutto degli oggetti tipici del luogo . Le aziende presenti erano circa un centinaio e creavano uno scenario suggestivo. I florovivaisti decoravano le strade , piazze e borghi. Gli antiquari rievocavano alla mente il passato del nostro paese. L’abbigliamento incuriosiva la lucente gioventù, con le simpatiche magline colorate e griffate. Non sono mancate proposte di artigianato artistico che durante la giornata hanno realizzato opere in legno, manufatti in pietra , tipici toscani, l’appuntamento era in piazza Cavour con specialità le più numerose , accompagnate da ottimi vini che si conciliano con pesce , cacciagione e carni rosse. Come dire, pietanze squisite… Domenica vi sono stati artisti come trampolieri , truccatori , spettacoli di magia e fuoco per la gioia dei più piccoli. Mentre per la passione dei più grandi , abbiamo assistito ad un motoraduno d’epoca per poi finire in piazza della Collegiata dove una sfilata di moda ci ha fatto visionare la collezione primavera – estate con stupendi abiti dei negozi del paese. Tante proposte per l’interesse dei grandi e piccoli che anche quest’anno , hanno confermato il successo della manifestazione che è ormai uno degli eventi , in primavera , tra i più importanti della provincia di Arezzo. Sion M. LA FESTA DEL FIORE LA FESTA DEL FIORE A Foiano ogni anno c’è una festa chiamata Festa del Fiore. Un finesettimana di festa e allegria viene a trovare questo piccolo paesino. L’allegria non manca e tutto è colorato grazie all’affascinante arcobaleno dei fiori. La paura di quando sono con mia madre,è quella di smarrirmi in quell’ immensa confusione. Vedere Foiano in festa e le persone felici riscalda molto il cuore. I venditori dei fiori fanno grandi affari,e tra orchidee e tulipani,mancano solo le farfalle variopinte a fare capolino fra i petali dei fiori leggeri e delicati. Anche se sono poche le occasioni in cui il tempo permette di godersi una passeggiata in paese,magari con gli amici. Molte persone portano il proprio cane a spasso intanto che incontrano persone che non vedevano da un sacco di tempo. “che belli quei fiori!” si sente dire fra la folla di gente che invade le bancarelle,anche se alcune piante come i limoni hanno prezzi esagerati;per non parlare delle signore un pò più anzianotte che osservano le ortensie che vorrebbero mettere nel loro giardino per ornarlo. Per noi bambini la più grande tentazione è la bancarella dei dolciumi che fa venire l’acquolina in bocca solo a guardarla:torroni,cioccolata e caramelle gommose e non,praticamente il paradiso. Dopo tutta questa confusione,moltissime persone tornano a casa soddisfatte e con qualcosa di nuovo,forse anche con un nuovo amico,come un porcellino d’india. E anche quest’anno,come tutti gli altri anni è passata la divertente e grande festa di paese. Giulia F. Sabato 17 e domenica 18 Aprile a Foiano c’è stata una magnifica festa: la festa del fiore. Molte persone anche turisti vengono a visitare Foiano e la sua meravigliosa festa. Ci sono molti stand pieni di fiori, ma anche artistici, alimentari e di abbigliamento. I vari negozi per l’occasione hanno esposto la loro merce fuori dal negozio; sono tutti molto allegri e tutti hanno almeno una borsa in mano con varie cose. Domenica c’è stata anche una sfilata di moda; molti ragazzi erano solo clienti, ma altri erano modelli professionisti e facevano impazzire il pubblico. In oltre c’era anche uno spettacolo con il fuoco bellissimo da vedere. Mi raccomando non mancate alla prossima edizione!!!!!!!!!!!!!! Giulia R. LA FESTA DEL FIORE Sabato 17 e Domenica 18 Aprile, a Foiano della Chiana si è svolta la fiera del fiore e dell’artigianato. Il centro del paese era tutto addobbato da fiori e piante dando un tocco di colore e allegria ,risaltato da orci, anfore, vasi tutti decorati e lavorati da artigiani. Appena entrati in paese vi erano bancarelle con dolciumi, giochi, più avanti oggettistica tutta personalizzata e decorata a mano, vi erano anche fiori fatti con il legno, e non è mancato l’angolo gastronomico con degustazioni di formaggi, salumi , vini, liquori, tutti prodotti tipici regionali. Per gli amatori di moto d’epoca, vi era un angolo tutto dedicato alla moto e auto, mentre per i più piccini ci sono stati animatori con spettacoli divertenti, ed in serata nei pressi della collegiata si è tenuta una sfilata (primavera- estate) , organizzata dai commercianti di Foiano. Insomma si può dire che la fiera dell’artigianato e del fiore è diventata rappresentativa quanto il carnevale , richiamando tante persone nel nostro paese. Silvia C. Pagina 9 FESTA DEL FIORE E “RICICLANDO S’IMPARA” Il GRILLO PARLANTE SORPRENDENTE SFILATA DI RICICLANDO: INTERVISTA FOIANO SI VESTE DI MODA ALLA FESTA DEI FIORI ALL’INSEGNANTE TERESA COLORI E NON SOLO Oggi 18 Aprile 2010 a Foiano della Chiana c'è stata la festa dei fiori. Un sole bellissimo ha contribuito ad allietare lo spettacolo con il fuoco di “Festa Magica” originari di Perugia e la sfilata di moda in piazza della collegiata. Le piazze di Foiano erano ricoperte di mille fiori colorati; tantissimmi turisti sono venuti per vedere questa magnifica festa e soprattutto per la sfilata di moda dove hanno partecipato anche alcuni ragazzi di Foiano. Il divertimento dei bambini era moltissimo. Oltre ai banchini dei fiori c'erano bancarelle con mobili e altre con salumi e formaggi, quindi i profumi dei fiori e dei salumi si mischiavano. La gente non era mai stata così numerosa come in questa edizione, questo dovrebbe motivare le autorità preposte ad organizzare più spesso feste di tradizione e cultura nel nostro paese. Leonardo P. DUE FESTE SOTTO LA PIOGGIA. La Primavera continua a presentarsi piovosa e risulta dannosa per i programma di Aprile. Il Giorno sabato 17 aprile si è tenuto per tutto il paese di Foiano la festa del Fiore tanto attesa dalle donne per innovare i loro vasi di colori. Purtroppo ad intralciarla è stato un temporale munito di lampi e Il giorno mercoledì 14 aprile, incuriositi dal progetto “Riciclando si impara”, svolto dagli alunni delle quarte, noi ci siamo recati dall’Insegnante Teresa per farle alcune domande su questo progetto. La prima domanda consisteva nel conoscere come è nato questo progetto; la maestra ha fatto parlare gli alunni di quarta i quali hanno detto che tramite un contributo dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Foiano della Chiana si sono potute sviluppare cinque divertenti lezioni. In associazione con la “Fabbrica del sole”, Stefano Burti ha loro insegnato l’importanza del riciclaggio per migliorare il mondo e che, nonostante l’età, si può contribuire realizzando alcuni oggetti come borselli in Tetrapak, fogli da dipingere, fiori con bottiglie di plastica ed infine ragnatele, realizzate con ombrelli, insieme ai ragnetti. Il loro entusiasmo, fantasia e creatività sono stati presenti durante l’intero progetto. Il 17 aprile sotto il loggiato verrà allestita una mostra con tutti i lavori degli alunni ed una serata di animazione. Alessandro G., Michele S. Il diciassette e diciotto aprile c'e' stata a Foiano la fiera del fiore, un intrattenimento, per tutti i foianesi, la gente era tantissima perché non voleva perdere questa bellissima fiera dove poter comprare. Il tempo non e' stato dei migliori ma la gente non ha resistito ad andare a questo intrattenimento per tutti. Da comperare c'era tantissimo: calzature, mobili antichi, fiori....e tutto di più'. La gente, che e' stata molta, si e' divertita a comprare gli oggetti o a guardare la roba, per molti e' stata l'occasione per incontrare gli amici e soprattutto i bambini si sono divertiti a "riciclando" con la "fabbrica del sole" e lì' sono stati contenti perché' hanno fatto tante attività' soprattutto hanno creato cose nuove riciclando la plastica e il vetro, hanno fatto dei ragni , portafogli, disegni...., I bambini per ricordare questa bellissima esperienza hanno scattato delle foto. La gente non ha resistito nemmeno a mangiare nei bar. vicino al negozio "la Piramide" c'era la maggior concentrazione di LA FIERA DEL FIORE fulmini che ha costretto le persone a tornare a casa. Per fortuna verso le 17 l’acqua si è ritirata ed anche se il cielo era ancora coperto da nuvoloni la festa si è svolta regolarmente e Foiano è stato invaso dalla gente che passava tra i banchi per osservare lavori artigianali dalla bellissima fattura. Eh si, non ci sono solo piazze coperte dai fiori ma anche molti oggetti in legno e ceramica realizzati a mano. Contemporaneamente all’uscita delle scuole medie si è svolta la mostra dei lavori inerenti il progetto “Riciclando si impara”. Oltre ai bellissimi oggetti realizzati dai ragazzi di quarta elementare esposti su tavoli o appesi a griglie, si potevano costruire bellissimi oggettini con materiali riciclati e partecipare a spettacoli teatrali. Naturalmente i ragazzi non si sono lasciati scappare l’occasione di girare per il paese in gruppetti anche se questa volta sono stati i genitori i più scatenati, lasciando i figli al “riciclando” si sono goduti la festa in santa pace. Michele S. Sabato 17 e domenica 18 a Foiano si è svolta la fiera del fiore. Il tempo del sabato ha dato preoccupazioni perché ha piovuto, la domenica invece è stata una bellissima giornata di sole. La gente si infittiva sempre di più con il passare delle ore. I banchini erano esposti in tutto il paese ed erano numerosi. C'erano quelli dei fiori: pansè, gerani, buganville, piantine grasse... in particolare fiori da esterno perché essendo in primavera è il momento di abbellire il giardino. C'erano quelli della ceramica e del legno lavorato a mano, di abbigliamento, di pietre e di giocattoli. C'erano anche, in piazza, quelli dei salumi, dei formaggi e dei gioielli. In questa manifestazione anche le varie botteghe del paese erano aperte. La banda rallegrava questa giornata mentre in piazza della Collegiata era stata preparata una sfilata di moda di alcuni negozi di abbigliamento. Alessia D.L. fiori dai bellissimi colori. E’ stata una bella fiera, un intrattenimento bellissimo per tutti i foianesi e non solo... Come sarebbe bello, soprattutto per noi bambini, ritrovarsi per le nostre strade, piazze del paese, ogni tanto i fine settimana a giocare ed incontrarsi in mezzo ai bellissimi colori dei fiori ed ai banchini pieni di oggetti; anziché rimanersene a casa a giocare in solitudine con i giochi elettronici. Leonardo V. Pagina 10 Il GRILLO PARLANTE USCITA AL MUSEO USCITA DIDATTICA AL MELO- era il loro territorio più favorevole insieNE E AL MUSEO DI CORTONA me a quello umbro e ci fece anche capire Noi alunni della classe VB, della scuola “V.Fossombroni”, il giorno 21 Aprile abbiamo partecipato ad una gita didattica a Cortona. Questa escursione era attesa con ansia da tutti noi; c’era anche chi diceva che si sarebbe svegliato alle quattro del mattino………Arrivato quel giorno eravamo elettrizzati e non vedevamo l’ora di partire. C’era chi non riusciva ad aspettare il momento della partenza ma la nostra maestra di storia entrò subito di scatto in classe ordinandoci di mettere la testa sul banco. Ce lo disse così bruscamente che tutti noi rimanemmo sorpresi. Lei, però, ci rilassò subito facendoci chiudere gli occhi…;pensammo che in quel momento sarebbe entrata qualche persona famosa e invece la nostra maestra ci sorprese con una cosa più bella. Si mise a raccontarci della vita degli Etruschi e ci chiese di immaginare cosa avremmo visto durante l’uscita. Tutto era più bello con quel silenzio che dava libero sfogo alla nostra fantasia. Scendemmo poi le scale di corsa e salimmo nello scuolabus facendo a botte. Era un po’ difficile entrare ma ci riuscii. Il pulmino partì e il mio paese era sempre più lontano. La mia vicina di posto mi proponeva di ascoltare la musica ma io ero troppo interessata a guardare gli sterminati campi senza vederne mai la fine. Era tutto più bello ai miei occhi immaginando gli Etruschi che lavoravano questi campi. Non pensavo più a niente ormai e le voci urlanti dei miei compagni erano puro silenzio per me. I campi, i prati, quei piccoli fiori che sbucavano a bordo strada rendevano il viaggio più bello. Ma tutto questo fini’ perché eravamo arrivati al Melone del Sodo. Questa volta scendemmo molto tranquillamente e appena girai gli occhi verso il monumento non volevo proprio crederci. Era già bellissimo solo a vederlo da fuori. Provai qualcosa di indescrivibile, di fantastico ed eccitante pensando che là dentro erano stati sepolti degli Etruschi. Una ragazza che ci faceva da guida cominciò a spiegarci un po’ della vita quotidiana degli Etruschi. Ci disse che la regione Toscana che questo popolo si era insediato su quel territorio per via delle terre fertili. Lei ci spiegò che il Melone del Sodo uno e il Melone del Sodo due erano allineati e si trovavano all’incrocio di importanti vie di comunicazione che conducevano verso il Mar Adriatico e il Mar Tirreno. Passò a spiegarci e ad informarci sul Melone del Sodo uno. Ci disse che gli scienziati lo chiamavano Melone per via della sua mezza forma tondeggiante che fuoriesce dal terreno come un melone. Ci disse anche che questi tumuli erano circondati da una cinta bassissima di sassi ormai distrutta. Si vedeva solo qualche frammento quasi invisibile. Finalmente ara arrivato il momento di entrare! Dall’ingresso, che al tempo degli Etruschi era ricoperto da un grosso masso, partiva un corridoio chia- mato dromos. Nella tomba c’erano le celle comunicanti di due sposi;lo sposo veniva da Bevagna e la sposa era una principessa di Cortona. Nella loro stanza c’era anche una tavola con delle scritte etrusche e con sopra incisi i nomi dei due sposi defunti. Uscimmo e andammo a fare colazione. Salimmo di nuovo sullo scuolabus per andare al museo di Cortona e una volta arrivati là andammo subito a vedere il lampadario etrusco in bronzo. Eravamo seduti in cerchio mentre la guida ci spiegava come era fatto. In mezzo si trovava la Medusa con i capelli a forma di serpente e la lingua di fuori. Ai lati c’erano degli uomini che suonavano degli strumenti a fiato e delle sirene che cantavano. Accanto a loro c’erano degli dei con i capelli e la barba lunghi. Questo lampadario richiese la lavorazione di artigiani esperti perché il procedimento di lavorazione era molto complicato. Si dice che era stato costruito per una divinità e trovato da un contadino che lavorava per una nobile. La contessa lo vendette al museo di Cortona chiedendogli una cifra molto alta in denaro. Poi passammo a vedere una riproduzione di una capanna villanoviana. Si trattava di una capanna recintata da una cinta di mura e sostenuta da alcuni bastoni infilati nel terreno. Successivamente passammo a vedere le urne cinerarie che sembravano avere la stessa bellezza di quando erano state costruite. Gli Etruschi erano bravi a lavorare i gioielli con l’oro, abbiamo visto una bellissima collana con dei pulviscoli azzuri ricoperti da fili dorati;gioielli così preziosi che nemmeno il miglior artigiano di Arezzo saprebbe costruire. Abbiamo visto lo stilo, una specie di penna che gli Etruschi usavano per scrivere su tavole d’argilla. C’era anche una specie di “calza scarpe” che serviva ai nobili per togliere gli unguenti e il sudore dal corpo quando andavano in palestra. C’erano pugnali trovati nelle tombe di guerrieri e anche pezzi di vasi molto preziosi; tutti oggetti che facevano parte del corredo funerario del Melone del Sodo due. Infine andammo a vedere la tabula Cortonensis. Si tratta del terzo scritto etrusco più lungo ritrovato sino ad oggi su cui è incisa la compravendita di terreni tra un proprietario di olivi e il nobile Cesu .La tabula è divisa in otto pezzi, ma ne sono stati ritrovati solo sette. Alla fine abbiamo visto dei mosaici di una villa romana. Questo è stato il nostro giorno alla scoperta degli Etruschi. Cristina K. UNA GIORNATA SPECIALE Questo mercoledì mattina non è stato il solito mercoledì, no, è avvenuto qualcosa da ricordare … In classe l’insegnante ci stava accennando cosa avremmo visto durante l’uscita eppure non ci stava rovinando la sorpresa, avevamo ancora spazio per la fantasia. Eravamo sempre più incuriositi; la bellezza di vivere certe esperienze direttamente non può essere mai strappata ad un bambino. In poco tempo siamo arrivati a destinazione e davanti a noi si presentava un’immensa collina ricoperta da una vegetazione comprendente grandi alberi. A separarci da essa c’era solo un cancello, appena varcato potevamo proseguire il nostro percorso. Camminavamo sull’erba bagnata e osservavamo quel rilievo sospetto, troppo grande per essere una “duna “ di terra, ma troppo piccolo per essere una vera e propria collina. Aveva la tipica forma a melone tagliato a metà; ci pensai su: melone, melone, melone, il frutto da cui prende il nome il famoso Continua in 11^ pagina Il GRILLO PARLANTE Pagina 11 Continua dalla 10^ tumulo del… Melone del Sodo! Ci trovammo davanti ad esso. Me lo aspettavo molto più piccolo ma così la sorpresa è stata molto più grande. Mi muovevo in qua e in là per scrutare la base di questa grande costruzione, sgranavo gli occhi, mettevo a fuoco la vista, ma senza l’aiuto della nostra guida non sarei mai riuscito ad individuare i particolari che caratterizzavano quella struttura. Aveva all’incirca un diametro di cinquanta metri e un’altezza di circa sette metri; quando la potrò rivedere una cosa del genere? Risaliva alla fine del settimo secolo e all’inizio del sesto, quindi è facile capire che se la superficie esterna della tomba fosse stata ricoperta solo con la terra e non con le pietre non avrebbe potuto resistere quasi intatta fino ai nostri tempi. Alla base del tumulo, si trovava un muretto chiamato tamburo costituito da pietre di colori diversi: arenaria bianca, arenaria giallastra e infine travertino. Proseguendo il tragitto abbiamo raggiunto l’interno del tumulo, siamo giunti davanti ad un cancello che racchiudeva una stanza buia. Stavamo avanzando prudenti nell’oscurità, quando sono apparse ai nostri occhi cinque ampie stanze meravigliose. Le pareti, in parte restaurate con mattoncini rossi assumevano nel soffitto una forma semicircolare. Tra i massi penetrava l’umidità che ricopriva ogni stanza di un certo fresco naturale. Dalle pareti gocciolava acqua e sulle rocce si era formato uno strato di calcare che rendeva l’atmosfera speciale. Stupiti dalla bellezza di quella tomba a affascinati dalle spiegazioni della nostra guida, ci guardavamo intorno come se ci trovassimo in un altro pianeta. Queste sepolture riproducevano la tipica casa etrusca: dopo l’entrata era situato un corridoio che nei lati si divideva in queste stanze funebri dove venivano seppelliti i parenti del capo famiglia situato ,invece,nella stanza centrale alla fine del corridoio insieme alla moglie ed ai figli. Evidentemente quella tomba era destinata ad un principe ed ad una principessa etrusca, lo si capisce semplicemente da una scritta sulla parete che riportava i loro nomi. Accanto c’era il cosiddetto monumento dello stupido: un uomo, non sapendo l’importanza di quella tomba ha scritto il suo nome. Siamo usciti accompagnati da altre notizie interessanti: il corredo funerario del Melone del Sodo 1 era già stato depredato dai ladri di tombe e i pochi oggetti rimasti sono andati persi, quasi del tutto,nell’alluvione di Firenze. Ciò che è rimasto è esposto nel museo: frammenti di vasi, buccheri ed alcune parti dei sarcofagi e delle urne cinerarie. Il Melone del Sodo 2, invece, è ancora in fase di ristrutturazione e il corredo funerario si trova all’interno del museo di Cortona.Mi sembrava di sognare, ma quello che vedevo era vero, stavamo entrando a fare parte del mondo degli Etruschi!.Abbiamo anche saputo della scoperta di altre tombe nei dintorni. La loro posizione è tra le due vie di terra che conducono rispettivamente al mar Tirreno e al mar Adriatico. Nel secondo tumulo gli archeologi hanno ritrovato un altare; in questo luogo avveniva la cerimonia funebre. Il corredo funerario consiste in collane, fibule, porta profumi, armi,uno stilo scrittorio, alcuni pezzi di ceramica. Per fortuna il corredo funebre, nascosto sotto il fango creato dall’umidità, non è stato trovato dai ladri ed è ora nel museo di Cortona.Durante gli scavi, per realizzare un parco archeologico, si sono trovate altre tombe, alcune sono di uomini perché sono stati ritrovati all’interno elmi, spade, vasi, altre di donne perché all’interno c’erano porta profumi, ceramiche a sfera fatte per tener fermo lo spago da tessere,fuseruole e rocchetti. Naturalmente senza una sbirciatina al museo non avremmo visto tutto questo e la nostra visita non sarebbe stata completa. Certamente i souvenir non potevano mancare e vi ho spiegato perché è stato un mercoledì speciale. Michele S. NARRATIVA IL TESTO SI TINGE DI ROSA Episodio precedente: Jennifer perde il suo braccialetto e lo ritrova grazie al suo raggio verde. Vi ricordate la magia del raggio verde? Beh, sembra che questo mistero sia ancora irrisolto, Jennifer continuava a sognare ad occhi aperti mentre le sue amiche continuavano a spremersi il cervello per trovare una soluzione. Erano tutte sedute lì, nel bar della spiaggia a mangiare un grosso gelato alla panna. Tutte si chiedevano come fosse possibile che Jennifer credesse così tanto a quella magia. Loro erano stupite dall’amica così sciocca e non si rendevano conto che a lei questo dispiaceva. Le altre erano stufe di lei ma solo una, Miley, intervenne dicendo qualcosa di importante. Il braccialetto era stato trovato e quindi era una cosa intuile perdere tempo in questa storia. Ma subito tutte la guardarono allibite. Volevano a tutti costi avere ragione e distruggere il mondo dei sogni di Jennifer per riportarla alla realtà. Ma questo a lei non andava giù, ecco perché si alzo bruscamente dalla tavola piangendo arrabbiata e disse loro che non l’avrebbero mai capita. Ora aveva messo in atto un altro dilemma da risolvere: cosa intendeva con la frase che le sue amiche non la capiscono. Loro continuavano a dire che la stavano solo salvando ma Miley stavolta rispose a tono che forse per Jennifer è troppo difficile vivere nella realtà e togliendole i sogni lei non sarebbe più la stessa. Così corse subito a cercarla nel posto in cui sicuramente l’avrebbe trovata; sulla riva del mare. Le altre amiche non riuscivano a capire niente ecco perché in quel momento non sapevano come reagire. Miley riuscì a trovarla subito, in riva al mare che stava piangendo guardando il tramonto. SI poteva piangere quanto voleva perché non aveva pensieri brutti in quel momento e quindi le lacrime erano trasparenti ed innocue ma scendevano lo stesso giù. Questo era il suo mondo, per lei non ne esisteva uno normale perché il suo lo era di già. Non aveva mai creduto alle altre che la prendevano sempre inn giro, ma questa volta c’era stata una esagerazione che aveva cominciato un sentimento di odio. Era confusa, pensava perfino che il suo mondo fantastico era sbagliato e che forse non doveva neanche esistere. Ma questo era l’errore che lei aveva commesso; pensare che fosse colpa sua. Se le sue amiche non riuscivano a capirla era colpa loro e lei non doveva rimetterci niente. Così fece la scelta più giusta ma anche un po’ dolorosa: decise di non stare più insieme alle sue amiche ma di trovarsene altre che forse le assomigliavano e la capissero. Miley seguì il suo esempio e quel giorno lo passarono insieme camminando nella spiaggia sperando di trovare qualcuno ma niente. Il sole stava calando sempre più e stava facendo posto alla notte. Quando vicino a lei Jennifer sentì un singhiozzo e poi piangere qualcuno che guardava il mare. Si girò e subito un sorriso si formò nel suo volto. Nel prossimo episodio scoprire- mo la vera identità della ragazza che stava piangendo. Cristina K., Monica P. Pagina 12 Il GRILLO PARLANTE RICETTE PASQUALI PINZA PASQUALE ALLA TRIESTINA Ingredienti:1 kg di farina, 6 uova e 2 albumi, 350 g di zucchero, 250g di burro, 100g di lievito di birra, 1/2 litro di latte, Rhum, vaniglia Preparazione: Impastare il lievito con un po’ di latte tiepido e di farina, lavorare con un cucchiaio di legno finchè la pastella sia della giusta consistenza e lasciare lievitare in un luogo tiepido. Nel frattempo, preparare sulla tavola gli altri ingredienti, farina, uova, un pizzico di sale stemperato in acqua appena calda, lo zucchero ammorbidito in un po’ di latte tiepido, ed il burro sciolto. Mescolare con un po’ di vaniglia in un bicchierino di rhum quando il panetto di lievito sarà cresciuto abbastanza, unirlo al resto, e mano a mano che si lavora la pasta, aggiungere se serve, del latte. Quando la pasta è pronta, farla lievitare nuovamente, e poi passare al forno caldo. Sion M. RIGOMAGNO E LA SUA SAGRA Il ciambellino è in dolce tipico della Valdichiana. Nelle campagne le donne, durante la settimana Santa, preparano i ciambellini che vengono messi in tavola la mattina di Pasqua. Fare i ciambellini è proprio una festa che avviene intorno al forno a legna dove vengono cotti. Ogni famiglia ha la sua ricetta in cui può variare la quantità di zucchero, il tipo di liquore usato oppure la quantità di burro, ma i ciambellini sono comunque molto gustosi e si possono conservare per un po’ di giorni perché sono tipo dei biscotti. In un paesino della Valdichiana tutti gli anni dal 1968 viene fatta a Rigomagno la sagra del ciambellino. Questa sagra viene festeggiata la domenica in albis, cioè la domenica successiva alla Pasqua. Le donne del paese, soprattutto quelle più anziane, i giorni prima della festa preparano i famosi ciambellini che poi verranno venduti. La ricetta dei ciambellini non si sa di preciso a che epoca risale però è abbastanza antica e in ogni famiglia la donne la tramandano di madre in figlia. Alessia D.L. BUONUMORE RICETTA CLASSICA DEL CIAMBELLINO (dose per circa 30 ciambellini) Ingredienti: 10 uova, 1 kg di farina, 700 g di zucchero, 100 g di vaniglia, 250 g di burro, 100 g di liquore, 50 g di semi di anice, ¼ di bicchiere d’olio, 1 limone e 1 arancia grattugiati, 3 bustine di lievito Esecuzione : Montare gli albumi a neve, sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la vaniglia, il limone grattugiato, il burro fuso, l’olio, il liquore e la farina (lentamente); amalgamare bene e infine aggiungere il lievito. Lavorare l’impasto sulla spianatoia, se risulta troppo morbido aggiungere altra farina fino a che questo non si attacchi più alle mani. Fare delle palline (sopra alla spianatoia infarinata), intingere l’indice nell’olio e infarinarlo al centro della pallina, girare velocemente a formare una ciambella (diametro 15-20 cm). Disporre nel vassoio di cottura imburrato e infornare a forno caldo (250 gradi), per 20-25 minuti. Alessia D.L. SPETTACOLO DOLCI DI ORIGINE CAMPANA: GLI STRUFOLI A Pasqua a Caserta si fanno dei dolci particolari divertenti: gli strufoli. Essi sono a forma di piccole palline dorate, vengono messi in un vassoio tutti insieme e coperti di miele con sopra dei chicchini colorati. Per farli ci vogliono: la farina, le uova, lo zucchero, un cucchiaio di olio, del sale, il lievito e un po’ di limone. Dopo aver messo gli ingredienti in una spianatoia si impasta tutto, finchè non diventano una palla omogenea. Dopo si formano delle striscioline e si spianano finchè non diventano fine come un lombrico. A questo punto si tagliano con il coltello, ricavando delle palline piccolissime; poi si mettono in padella e si friggono fino a quando diventano dorate. In un’ altra padella si fa una salsa con l’ acqua, il limone, il miele e lo zucchero: devono bollire fino a che non si scioglie tutto lo zucchero, dopo si infilano le palline dentro e si girano finchè non hanno preso tutta la salsa. Quando sono ancora caldi si mettono in un vassoio formando una montagnina che infine si cosparge con chicchini colorati: ecco gli strufoli. Iris F. FIANDONI Ingredienti: •1kg di farina, •200 g di zucchero,•7uova+ 4 tuorli,•200 g di strutto,•sale,•scorza di limone grattugiata, Ripieno:•1 kg di formaggio di pecora fresco salato,•100 g di parmigiano,•150 g formaggio secco ma dolce,•200 g di zucchero,•5 uova Preparazione: Si lascia mescolare il formaggio di pecora per circa due giorni. Si prepara la pasta. Si grattugiano insieme tutti i formaggi, poi vi si uniscono lo zucchero e le uova sbattute, mescolando bene. Si stende la pasta non troppo sottile e si taglia in dischi di circa 10 cm di diametro. Si mette su un disco un po’ di ripieno, si piega a metà si sigilla e si indora con un po’ d’uovo. Si cuociono per i fiadoni al forno. Sion M. GRAN GALA' DI TELETRURIA e' con le parole di lucio battisti " il mio canto libero"cantata dagli otto finalisti della trasmissione "talenti alla ribalta " che e' iniziato mercoledi' 21.04.10 il Gran Gala' di Teletruria condotto da Francesca Pasquini. La trasmissione e' iniziata a settembre 2009 con le varie selezioni dei giovani artisti; un lungo cammino che ha portato in finale otto giovani talenti . quattro per la categoria e quattro per la categoria piccoli. La trasmissione si e' svolta all' insegna dell' allegria e del buon umore ; tanti gli ospiti, in particolare ricordiamo la grande bravura di Marco Pezzola che si e' esibito al pianoforte, Laura Falcinelli che si e' esibita nel canto ma... il gruppo che ha riscosso maggior successo e' stato quello degli "Elefunk". Poi e' arrivato il grande momento...sono stati proclamati i due vincitori della edizione 2010: Riccardo Dalla Noce e Francesca Pallini. Ai due vincitori l' assessore ai beni e attivita' culturali e pubblica istruzione della provincia di Arezzo ha consegnato una borsa di studio. Tutti i finalisti hanno ricevuto una carta di credito dalla banca mps con 150 euro a sostegno della loro disciplina artistica e due biglietti dalla a.c. Arezzo per andare a vedere (in tribuna) la partitona del 2.05.10 contro il Novara. Grazie per averci seguito in tutti questi mesi , al prossimo anno (.. forse..) Leonardo V.