LA CANAPA e i suoi utilizzi

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LA CANAPA e i suoi utilizzi
LA CANAPA
e i suoi utilizzi
anno scolastico 2013-2014
a cura di Celeri Gabriele
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Sommario
INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................................... 3
STORIA ............................................................................................................................................................................................. 5
CANNABIS E LETTERATURA .................................................................................................................................................. 8
SEMI DI CANAPA....................................................................................................................................................................... 13
OLIO DI CANAPA ....................................................................................................................................................................... 14
LA FIBRA DI CANAPA.............................................................................................................................................................. 16
PLASTICA ..................................................................................................................................................................................... 18
GLI ENDOCANNABIODI .......................................................................................................................................................... 19
MEDICINA .................................................................................................................................................................................... 22
CANCRO- CANNABIS TERAPEUTICA ................................................................................................................................ 27
BIOMASSA.................................................................................................................................................................................... 28
ETANOLO ..................................................................................................................................................................................... 29
BIODIESEL ................................................................................................................................................................................... 30
CURIOSITA’– LA HEMP BODY CAR .................................................................................................................................... 31
SITOGRAFIA ................................................................................................................................................................................ 33
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INTRODUZIONE
Cannabis sativa o canapa è un genere di piante a fiore (angiosperma) che costituisce
insieme al luppolo (Humulus lupulus) la famiglia delle Cannabaceae, dette
anche Cannabinacee. E’originaria dell’Asia Centrale ma coltivata da tempo
immemorabile in Europa e in America.
Esistono tre tipi di sottospecie di Cannabis Sativa:
Cannabis indica: che cresce spontaneamente nei paesi del sud, è alta circa un metro,
ha un fogliame fitto ed è ricca di resina;
Cannabis sativa: che cresce nei paesi del nord, è alta fino a sei metri ed ha un
fogliame più rado.
Cannabis ruderalis: fiorisce più precocemente di
Cannabis indica e Cannabis sativa, raggiunge una
minore altezza, ma è più resistente a climi estremi
delle altre due specie. L’induzione della fioritura non è
causata da variazioni della durata del giorno (fotoperiodo), infatti queste varietà vengono dette auto-fiorenti.
Dal punto di vista botanico le prime due sono
praticamente indistinguibili. Quello che cambia è a
livello di biosintesi di metaboliti secondari, quella che
viene detta Cannabis sativa varietà (o sottospecie)
indica produce una maggiore quantità di cannabinoidi
(fra cui THC, CBD, ecc.), mentre la Cannabis sativa propriamente detta ne produce
pochissimi e pertanto, in maniera regolamentata, viene utilizzata per la produzione di
fibra tessile o da cordami.
Inflorescenze
Fiori FEMMINILI: sono i fiori che portano il seme, sono composti da un calice
contenete un ovulo e da uno o due pistilli, nei quale si trova la più alta concentrazione di
resina per catturare il polline e dove, in caso di fertilizzazione, comincia a formarsi il
seme.
Fiori MASCHILI: sono di color bianco - giallognolo, giunti a maturazione rilasciano il
polline e la pianta maschio, giunta alla fine del suo ciclo, muore.
IMPOLLINAZIONE: anemofila (trasporto tramite il vento)
e i fiori cominciano a svilupparsi almeno 60 giorni dopo la
germinazione.
FUSTO: La pianta di canapa ha un fusto eretto la cui
altezza può variare da 1 a 5 metri in media a seconda
delle varietà, delle condizioni del suolo, climatiche e
ancora della densità di semina. Alcuni esemplari,
superano anche i 7 metri. Il fusto è formato da una
corteccia esterna di colore verde costituita da fibre tenute
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insieme da pectine e da una parte interna detta canapulo, di colore bianco molto
leggero.
SEME: è prodotto dai fiori femminili e si estrae per pressione il 25% in peso di olio
mentre con solventi al solfuro si giunge a spremerne sino oltre il 30%. Tale olio è
normalmente impiegato per la produzione di saponi, inchiostri e vernici, ma trova anche
utilizzazione, in una economia povera, per l’alimentazione umana.
Coltivazione
La canapa cresce naturalmente in zone dal clima temperato, può sopportare i climi più
diversi, questa pianta da rinnovo preferisce le regioni caldo-umide sprovviste di venti,
terreni di medio impasto o leggeri, ma freschi, ben lavorati in profondità, ben letamati e
ricchi di elementi fertilizzanti. In meno di tre mesi, il ciclo colturale è completo, ma
avversità meteoriche (vento, grandine, siccità e prefioritura) o nemici vegetali ed animali
costituiscono normali cause di riduzione della produzione a più modesti risultati.
Concimazione: nei terreni ricchi di azoto e con le vecchie varietà la concimazione si è
dimostrata inutile, anche se il terreno è povero di fosforo. Non rovina il terreno, e le
foglie che perde durante tutta la stagione sono un concime naturale e aiutano a
mantenere l’umidità del suolo.
La canapa ama i terreni umidi ma muore se si verifica ristagno di acqua. Ha dimostrato
di resistere alla carenza di acqua più di tutte le altre colture industriali. In particolare nel
2003 nella medesima località e con il medesimo terreno il mais non irrigato è morto, la
canapa non irrigata ha prodotto 20/30 per cento in meno. La maggiore resistenza alla
siccità è attribuita al fatto che il fittone (radice), arrivando a profondità notevoli trova
umidità.
I principali parassiti della cannabis sono il ragnetto rosso e la mosca bianca. Il ragnetto
rosso è un piccolo acaro che vive solitamente sulla lamina inferiore delle foglie, dove
depone le sue uova e può arrivare a formare colonie molto numerose; tuttavia, nelle
coltivazioni moderne non si sono rilevati danni da parassiti.
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STORIA
La canapa è la più duratura, la più resistente delle fibre morbide naturali del
pianeta.
- Le sue foglie e le infiorescenze sono
state, a seconda della cultura, la prima, la
seconda o la terza medicina più importante e più usata per i due terzi della
popolazione mondiale, per almeno 3.000
anni, fino alla svolta del 20° secolo.
- La canapa ad uso fibra si è diffusa prima
in Asia occidentale ed Egitto e successivamente in Europa tra il 1000 ed il
2000 a.C.
- La carta di canapa durava dalle 50 alle
100 volte più a lungo della maggior parte
dei papiri, ed era cento volte più facile e
più economica da fare. La sua coltivazione in Europa è diventata estesa dopo il
500 d.C.
- La coltura della canapa per usi tessili ha
un’antica tradizione in Italia, in gran parte
legata all’espandersi delle Repubbliche
marinare, che l’utilizzavano grandemente
per le corde e le vele delle proprie flotte di
guerra. Fino al XX sec. l’Italia era uno dei
principali paesi produttori mondiali –
seconda solo all’Unione Sovietica - con
quasi 100.000 ettari coltivati all’anno.
Navi e marinai
- Il 90% di tutte le vele navali, da prima
dei Fenici fino a ben oltre l’invenzione
delle navi a vapore, erano fatte di canapa.
- Il rimanente 10% erano solitamente di
altre fibre come ramia, sisal, juta, abaca,
etc.
- Infine, le carte nautiche, le mappe, i diari
di bordo, e le Bibbie erano fabbricate con
una carta che conteneva fibre di canapa,
dai tempi di Colombo fino agli inizi del
1900
nel
Mondo
Occidentale,
Europeo/Americano,e dai Cinesi fin dal I
secolo.
Tessuti e stoffe
Fino al decennio del 1880 in America
l’80% di tutti i tessuti e le stoffe usate
erano composti principalmente della
fibra di cannabis:
- l’abbigliamento (camicie, calzature,
ecc.)
- i tendaggi
- i lini
- la biancheria da letto e da bagno
- i tappeti e le tendine, le trapunte, gli
asciugamani, i pannolini
- la bandiera americana
[Erodoto (c. 450 a.C.) descrive gli abiti
di canapa fabbricati dai Traci come di
bellezza pari al lino, e che “nessuna
persona che non avesse molta
esperienza avrebbe saputo dire se
fosse canapa o lino”.]
Carta di fibra e polpa
Fino al 1883, il 75-90% di tutta la carta
del mondo era prodotta con fibra di
canapa, compresa quella per i libri, le
Bibbie, le mappe, le banconote, le
obbligazioni e i titoli azionari, i
quotidiani, etc.
Dal 70 al 90% di tutte le funi, lo spago e
il cordame furono prodotti con la
canapa fino al 1937: Da allora essa fu
sostituita perlopiù con le fibre
petrolchimiche.
Tele artistiche
La canapa è il mezzo perfetto per l’archiviazione. I dipinti di Van Gogh, Gainsborough, Rembrandt, etc., furono stesi
soprattutto su tele di canapa, così come
praticamente la maggior parte dei
dipinti su tela. La fibra di canapa resiste
al calore, alla muffa, agli insetti e non è
danneggiata dalla luce. I dipinti a olio
su tela di canapa e/o lino sono rimasti
in buone condizioni per secoli.
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Olio da illuminazione
Quello di canapa era l’olio da lampada
che illuminava maggiormente.
L’olio di canapa per lampade fu rimpiazzato dal petrolio, dal kerosene, etc., dopo
la scoperta del petrolio in Pennsylvania
nel 1859 e la monopolizzazione di John
D. Rockefeller, dal 1870 in poi.
... successivamente …
E’successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai
danni dell’agricoltura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la
vittima numero uno.
I nascenti gruppi industriali americani
puntavano soprattutto allo sfruttamento:
del petrolio per l’energia (Standard Oil Rockefeller)
delle risorse boschive per la carta (editore
Hearst)
delle fibre artificiali per l’abbigliamento
(Dupont)
Tutti settori nei quali avevano investito
grandi quantità di denaro. Ma avevano di
fronte, ciascuno sul proprio terreno, la
concorrenza naturale della canapa, e si
unirono così per formare un’alleanza sufficientemente forte per batterla.
L’unica soluzione per poter tagliare di
netto le gambe ad un colosso di quelle
dimensioni risultò la messa al bando
totale.
L’illegalità.
Partì
quindi
un’operazione
mediatica
di
demonizzazione, rapida, estesa ed
efficace (“droga del diavolo”, “erba
maledetta” ecc. ), grazie agli stessi
giornali di Hearst, il quale ne aveva uno
praticamente in ogni grande città.
Il Marijuana Tax Act del 1938 ha di fatto
terminato la coltivazione e l a
trasformazione di canapa negli Stati
Uniti;
proibizione
che
si
è
successivamente diffusa in Europa e
praticamente in tutto il mondo.
Dopo la legge, le nuove “fibre plastiche”
Dupont, usate su autorizzazione della
Compagnia
Tedesca
I.G.Farben
rimpiazzarono le fibre naturali di
canapa. (Un 30% della I.G.Farben,
sotto Hitler, fu di proprietà della Dupont
America.)
Fatto sta che a partire da quel
momento:
• Dupont inondava il mercato con le sue
fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra,
kevlar, sono tutti marchi originali
Dupont).
• Hearst iniziava la devastazione
sistematica
delle
foreste
del
Sudamerica, dal cui legno trasse in
poco tempo la carta sufficiente per
mettere in ginocchio quel poco che era
rimasto della concorrenza.
• Il mercato dell’automobile si
indirizzava definitivamente all’uso del
motore a benzina (il primo motore
costruito da Diesel funzionava con
carburante vegetale).
E le “multinazionali” di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi
occidentali, non sono che le discendenti
dirette di quella storica alleanza, nata
negli anni ‘30, fra le grandi famiglie
industriali.
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Il nome messicano “marijuana” era stato scelto con cura al fine di mettere la canapa in
cattiva luce, dato che il Messico era allora un paese “nemico” contro il quale gli Stati
Uniti avevano appena combattuto una guerra di confine (1898); i giornali di Hearst
avevano sempre infamato Spagnoli, Messicani-Americani e Latini.
Nel frattempo, la parola “hemp” (canapa) fu abbandonata, e “cannabis,” il termine
scientifico, ignorato e sepolto.
L’espressione colloquiale Messicana “marijuana”, garantiva che in pochi l’avrebbero
riconosciuta come una delle principali medicazioni naturali, la “cannabis,” e in quanto
alla risorsa industriale primaria, “hemp”, essa era stata cancellata. Venne data come
una realtà di fatto che circa il 50% di tutti i crimini violenti commessi negli USA erano
opera di Spagnoli, Messicani-Americani, Latino Americani, Filippini, Afro-Americani e
Greci, e che tutti i loro delitti erano direttamente relazionati alla marijuana.
Proprio così : la marijuana fu molto verosimilmente soltanto un pretesto per la
proibizione della canapa. La situazione non fu mai chiarita dalla stampa, che continuò
con la disinformazione fino agli anni ‘60 del 900.
Nel 1976 una decisione a ”sorpresa” del governo USA proibì tutte le ricerche federali
sugli effetti terapeutici della marijuana.
Da notare che non venne proibita solo la canapa ricca di resina, ma anche la normale
canapa coltivata, quindi non di semplice proibizionismo si tratta, ma di
iperproibizionismo ingiustificato. Da notare che il proibizionismo è stato determinante
nel diffondere l’uso consumistico della canapa, mentre prima esisteva solo quello
medico. A conti fatti, l’unico proibizionismo che ha veramente funzionato, è stato quello
nei confronti della canapa per uso industriale, il vero obiettivo della proibizione, oltre che
della canapa medica.
ALCUNE CURIOSITA’
• Dal 1740 al 1807: la Gran Bretagna compra oltre il 90% della canapa per la Marina dalla
Russia; la Marina Britannica e le navi mercantili di tutto il mondo usano canapa Russa
• La regina Vittoria usava la resina di cannabis per i crampi mestruali e la PMS (sindrome premestruale)
• I semi di canapa furono, fino alla proibizione legale del 1937, il becchime numero uno al
mondo, tanto per uccelli selvatici che domestici. Era il loro preferito* tra ogni genere di
becchime sul pianeta; nel 1937 quattro milioni di libbre di semi di canapa per uccelli canori
furono venduti al dettaglio negli USA. Gli uccelli scelgono i semi di canapa da un mucchio di
becchime misto, e li mangiano per primi. Gli uccelli allevati allo stato brado vivono più a lungo e
si riproducono di più quando i semi di canapa sono inclusi nella loro dieta, utilizzandone l’olio
per le loro penne e per la loro salute in generale.
• I monaci dovevano mangiare un piatto di semi di canapa tre volte al giorno, tessevano i loro
abiti con la canapa, e stampavano le loro Bibbie su carta composta della sua fibra.
• Dal 1850 al 1937, la Farmacopea Statunitense elencava la cannabis come terapia principale
di oltre 100 diverse malattie o disturbi di sorta
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CANNABIS E LETTERATURA
Marie Verlaine (1844-1896), ovvero “Les poètes
maudit” che, pubblicata nella sua prima edizione
nel 1884, comprende, oltre ai testi dello
stesso Verlaine,
alcuni
testi
dei
poeti
francesi Arthur Rimbaud (1854-1891), Tristan
Corbière
(1845-1875) e Stéphane
Mallarmé (1842-1898).Nella sua opera, Verlaine li
definisce “poeti maledetti“, descrivendoli come
anticonformisti, ribelli, innovatori, dei “poeti
assoluti”.
La
nozione
del “poète
maudit” costituisce il mito del pensiero romantico
e domina l’ideologia della poesia della seconda
metà del XIX secolo; la sua immagine definisce
una condizione di disagio nei confronti della
società, con conseguente isolamento, tendenza
alla ribellione ed alla provocazione. La sregolatezza di questo stile di vita si traduce
anche nell’inclinazione all’uso di alcol e droghe, alla ricerca di esperienze intense con
l’intento di riuscire ad evocare sensazioni e situazioni estreme, con la tendenza
all’autodistruzione.
Il poeta e scrittore francese Charles Baudelaire (1821-1867), con il suo pensiero e le
sue opere, tra cui ricordiamo Les Fleurs du Mal, (I fiori del male), ha influenzato i poeti
successivi a lui ed è considerato uno dei precursori dei poeti maledetti.
Le tesi di Charles Baudelaire
La definizione di “poeti maledetti” trae origine
da un’opera del poeta francese Paul
Charales Baudelaire è il più noto dei letterati
ottocenteschi che si sono occupati di hashish.
E’interessante notare la struttura del saggio
“Del vino e dell'hashish” raffrontati come mezzi
di moltiplicazione dell'individualità (1851).
Infatti oggi i sostenitori del proibizionismo
continuano a negare la validità delle tesi
antiproibizioniste che accostano gli effetti
dell'alcol a quelli dei derivati dalla cannabis, a
vantaggio della minore tossicità della
cannabis. Eppure è naturale che questa
comparazione vada fatta se si affronta
l'argomento in modo razionale e senza
pregiudizi. E infatti Baudelaire partiva proprio
da questa comparazione delle due sostanze, a
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quel tempo ugualmente legali, per trarre le sue considerazioni. Baudelaire non fa una
questione di sostanze ma di uso delle sostanze. Il vino è come l'uomo, in sé non è né
buono né cattivo, ma ne esalta e amplifica la personalità in massimo grado. E proprio
contro l'uso dissennato del vino se la prende Baudelaire, moralista, non con la
sostanza in sé. Quando poi si passa alla trattazione dell'hashish Baudelaire comincia
citando un'esperienza allora comune: al tempo della mietitura della canapa, allora
ampiamente diffusa i lavoratori avvertono dei giramenti di testa perché questa pianta
sprigiona spiriti che danno vertigini, anche se la varietà francese (canapa sativa
propriamente detta) con cui si è tentato di produrre hashish, scrive, non ha dato buoni
frutti. E infatti l'hashish viene dall'Egitto e la sua composizione è "decotto di canapa
indiana, burro e una piccola quantità d'oppio. Ecco dunque una marmellata verde, con
un odore singolare e talmente forte da suscitare una certa repulsione" (Baudelaire, “Il
poema dell'hashish”)
In effetti le descrizioni dell'hashish che ci lascia Baudelaire, in modo analogo a quelle
di Dumas e altri letterati del periodo mostrano come l'hashish fosse a quel tempo
ingerito in grandissima quantità sotto questa forma e mischiato all'oppio. Gli effetti
molto pesanti descritti, dunque, vanno inquadrati in questa modalità di assunzione
incomparabilmente più massiccia di quella che oggi avviene con un normale spinello.
"Cinque, dieci, quindici centigrammi sono sufficienti per produrre effetti sorprendenti"
scrive nel Poema dell'hashish e continua "A Costantinopoli, in Algeria, e anche in
Francia alcuni fumano l'hashish mescolato al tabacco; ma, in questo caso, i fenomeni
descritti si verificano in misura assai modesta e per così dire, in forma pigra". Gli effetti
dell'hashish descritti da Baudelaire sono molto pesanti, all'inizio ansia, poi una
seconda fase di allucinazione e deformazione della realtà e infine una terza fase in cui
"l'uomo è promosso a dio". A dire il vero non si capisce quanto questi effetti siano
derivati dalla cannabis e quanti dall'oppio con cui era mescolata. Anche perché la
confusione tra le due sostanze è anche nella descrizione degli effetti oltre che nelle
modalità di assunzione, come testimonia il passo in cui il poeta francese cita Edgard
Allan Poe che descrive gli effetti di oppio e morfina, e Baudelaire afferma che ciò che
racconta "il maestro dell'orrido" sono "caratteristiche perfettamente applicabili
all'hashish".
Non bisogna erroneamente credere che Baudelaire per aver scritto questi saggi fosse
un teorico della cultura della droga, tutt'altro, le sue posizioni sono molto moraliste,
anche se qua e là contraddittorie. In primo luogo si avverte una certa aristocrazia
intellettuale, per cui questa sostanza non dà a tutti le stesse sensazioni, gli effetti che
descrive valgono "per gli spiriti artistici e filosofici. Ma esistono temperamenti nei quali
questa droga produce soltanto una follia chiassosa [...]. In Egitto il governo proibisce la
vendita e il commercio dell'hashish, almeno all'interno del paese [...]. Il governo
egiziano ha ragione. Mai uno Stato ragionevole potrebbe sopravvivere con l'uso
dell'hashish. Non plasma né guerrieri né cittadini [...]. Se esistesse un governo che
avesse interesse a corrompere i suoi sudditi, non dovrebbe far altro che incoraggiare
l'uso dell'hashish. Si dice che questa sostanza non provochi alcun male fisico. E’vero
[...] ma quella che viene intaccata è la volontà".
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Nella sua conclusione tra la comparazione di vino e hashish dunque Baudelaire opta in
favore del primo. "Il vino esalta la volontà, l'hashish è un'arma per il suicidio. Il vino
rende buoni e socievoli. L'hashish isola... Il vino è fatto per il popolo che lavora e
merita di berne. L'hashish appartiene alla classe dedita alle gioie solitarie; è fatto per
miserabili e oziosi. Il vino è utile, produce risultati fruttuosi. L'hashish è inutile e
pericoloso".
Si potrebbe naturalmente discutere su questi giudizi di Baudelaire in parte motivati dal
tipo di assunzione pesante da lui descritta, in parte per rivedere il suo giudizio positivo
sul vino, che se abusato è estremamente più pericoloso e non porta affatto
necessariamente a sentimenti "buoni e socievoli". Questi giudizi, dieci anni dopo,
vengono in parte ripresi e riveduti nel “Poema dell'hashish” in cui si trova anche una
certa apologia dell'uso della sostanza: "Ecco dunque la felicità! sta in quanto può
contenerne un cucchiaino! [...] Potete inghiottire, senza paura; non si muore. I vostri
organi fisici non ne riceveranno alcun danno. [...] che cosa rischiate? domani, un po’di
affaticamento nervoso". Ed è interessante che la conclusione del poema riprenda
anche a proposito dell'hashish la stessa cosa che dieci anni prima aveva detto del
vino, e cioè che la sostanza serve ad amplificare ed esaltare le caratteristiche
dell'individuo: "E se, a prezzo della sua dignità, della sua onestà e del suo libero
arbitrio l'uomo potesse trarre dall'hashish grandi benefici spirituali, farne una sorta di
macchina per pensare, uno strumento fecondo? Ho sentito porre spesso questa
domanda e rispondo. Innanzitutto, come ho spiegato a lungo l'hashish non rivela
all'individuo null'altro che l'individuo stesso. E’vero che questo individuo viene per così
dire elevato al cubo e spinto all'estremo delle sue facoltà..." Allora è forse questa la
chiave per comprendere le continue oscillazioni di Baudelaire ora di condanna ora
apologetiche nei confronti dell'hashish. In modo un po’aristocratico il poeta crede che
la diffusione della sostanza nel popolo produca effetti socialmente negativi, perché i
vizi del popolo verrebbero così amplificati. Ma per i poeti e gli spiriti liberi sembra che
questa esperienza possa giovare, anche se non in assoluto e con le dovute restrizioni.
Ancora su una cosa è poi interessante l'opinione di Baudelaire, e cioè sulla questione
se la droga possa sviluppare e aiutare l'arte. E la sua risposta ancora una volta è
negativa, non si può pensare che la droga ci elevi ad artisti perché ancora una volta la
droga amplifica ciò che si è, non ci fa diventare ciò che non si è. E infatti Baudelaire
attaccava e criticava, in una nota, l'approccio di Moreau de Tours che pensava di
curare la pazzia con l'hashish: per Baudelaire il pazzo che assume questa sostanza
amplifica la sua pazzia e basta. E ancora vale la pena di citare il finale de “Del vino e
dell'hashish” in cui l'autore riporta le parole del musicista Auguste Barbereau che
affermava: "Io non capisco come l'uomo razionale e spirituale possa servirsi di mezzi
artificiali per arrivare alla beatitudine poetica, dal momento che l'entusiasmo e la
volontà sono sufficienti per elevarlo a un'esistenza soprannaturale. I grandi poeti, i
filosofi, i profeti sono esseri che grazie al puro e libero esercizio della volontà
pervengono a uno stato nel quale essi sono al contempo causa ed effetto, soggetto e
oggetto, ipnotizzatore e sonnambulo" e Baudelaire aveva aggiunto "Io la penso
esattamente come lui".
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UTILIZZI
Foglie e fiori
• Tisane, birra alla canapa, caramelle
• Olio essenziale, ricavato per distillazione, utilizzato in: profumi e come
aromatizzante per alimenti
• THC ed altri cannabinoidi: uso farmaceutico in circa 100 preparati medicinali.
Seme
• Decorticato, utilizzato come alimento
ad uso umano ed animale (ricco di
proteine)
• Esche per pesci
• Olio ricavato da spremitura a freddo:
condimento per alimenti, utilizzato nella
produzione di margarine, tofu, gelati e
simili
• integratore alimentare per uso nutraceutico (naturalmente ricco di omega 3
ed omega 6)
• utilizzato nella produzione di cosmetici
e detergenti per l’igiene del corpo
• Olio prodotto con processi chimici per
fabbricazione:
• detersivi
• inchiostri per stampa
• tinte per esterni edifici
• lubrificanti
• solventi
• mastici
• biodiesel
• combustibile
• colori ad oli
farina ricavata da spremitura a freddo
(panello): uso alimentare umano ed animale, non contiene glutine
 Fibra lunga macerata meno
pregiata
• cordami anche per arredamento
• reti, sacchi
• teloni, tessuti per rinforzo plastiche
petrolchimiche in sostituzione lana di
vetro (imbarcazioni), rinforzo PLA
• filati per tappeti e maglieria
• imbottitura materassi
• pasta di cellulosa per carte speciali
(tipo carta moneta e carta dei titoli di
stato)
• pasta di cellulosa per cartine sigarette
• cartoni e imballaggi
• pannolini
• blocchi stampati in pressofusione
• guarnizioni per i freni
• Fibra corta semi-macerata:
• pannelli isolanti e fonoassorbenti per
edilizia, termosaldati con poliestere,
amido di patate, altri amidi
• imbottiture per auto
 Canapulo:
• intonaci e cappotti isolanti per edifici,
blocchi da costruzione costituiti da
canapa e calce
• mangimi per ruminanti
• lettiere per cavalli e piccoli animali
• pannelli rigidi per interno auto
(cruscotto)
• pannelli rigidi per fabbricazione mobili
• esplosivi
• materiale per disoleazione acque
inquinate
Fibre
 Fibra lunga macerata di pregio
per filatura ad umido:
• tessuti, abbigliamento, arredo casa,
calzature, accessori, tele per dipinti
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Il problema oggi è che, per poter seminare la canapa, è necessario che nella zona ci sia
qualcuno disposto a ritirare il raccolto. Salvo limitate eccezioni, manca quasi ovunque in
Italia questa condizione. Un’eccezione è Ferrara, dove è stato costruito un impianto per
la lavorazione della fibra tessile, ma dove la canapa viene raccolta quando è alta solo m.
1,20 per poterla lavorare nelle macchine usate per il lino
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SEMI DI CANAPA
Contenuto proteico
20-25 %, l’elevato contenuto di edestina, insieme con l’altra proteina globulare, l’albumina, fa in modo che tali proteine contengano tutti e nove gli amminoacidi
essenziali in una combinazione proteica unica in tutto il mondo vegetale, fornendo
così al nostro corpo la base su cui creare altre proteine come le immunoglobuline:
anticorpi che respingono le infezioni prima ancora che arrivino i primi sintomi
percepibili.
Componente grassa
34-35%, di ottima qualità e di composizione equilibrata costituita, per il 70-75%, da
una miscela di acidi grassi polinsaturi: questi oli essenziali sono responsabili delle
nostre reazioni immunitarie e puliscono le arterie dal colesterolo e dalla placca.
Valore energetico
Di grande rilievo è anche il tenore dei carboidrati che gli conferiscono un valore
energetico elevato (516 Kcal per 100g).
Buona è anche la percentuale di fibra grezza e di sali minerali, tra cui prevalgono il
ferro ed il fosforo e potassio.
Considerevole anche la dotazione di vitamine A,E,PP,C, e del gruppo B, con
l’esclusione della B 12.
“Nessun alimento
vegetale può essere paragonato ai
semi di canapa per
quanto riguarda il
valore nutritivo.
Mezzo chilo di
semi di canapa
fornisce tutte le
proteine, gli acidi
grassi essenziali e
la fibra necessari
alla vita umana per
due settimane.”
Dott. Udo Erasmus da Fats that Heal, Fats that Kill - Alive Books,
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OLIO DI CANAPA
Un olio di grande pregio cosmetico
(e in prospettiva futura anche
dietetico) in ragione del suo elevato
contenuto in acidi grassi insaturi. Il
tutto partendo dalla coltivazione, su
ampia scala, di varietà di sementi
contenenti meno dello 0,3% di THC (le sostanze psicoattive della pianta), il cui impiego
è liberamente consentito anche in base alle norme europee.
Secondo il medico nutrizionista Udo Erasmus, autore del best seller “Fats that Heal,
Fats that Kill” - una vera autorità internazionale nel campo dei grassi e degli oli
alimentari - quello di canapa è l’olio vegetale più bilanciato, grazie all’elevato contenuto
ed al rapporto ottimale dei due acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6.
L’olio di canapa ha una elevata fluidità, penetra molto facilmente, ed è per questo un
eccellente olio da massaggio; in cosmesi si propone come ingrediente indispensabile
in tutti i prodotti “anti-età”, destinati al trattamento di pelli secche, disidratate,
senescenti
Gli EFA
Nei lipidi in genere sono presenti acidi grassi a lunga catena di atomi di carbonio del
tipo saturi (ad esempio l’acido
stearico, il palmitico, il miristico,
ecc.) i quali, in via generale non
hanno alcun interesse specifico
ai fini del trofismo cutaneo ed
alcuni acidi grassi insaturi –
cosiddetti in quanto contengono
nella loro catena di atomi di
carbonio dei doppi legami – ai
quali sono invece riconosciute
specifiche proprietà trofiche per
la cute. Alcuni di questi acidi
grassi insaturi devono essere
assolutamente
presenti
in
quantità sufficiente nel nostro
organismo, e pertanto vengono
scientificamente definiti come
EFA (Essential Fatty Acid) cioè
Acidi Grassi Essenziali.
La quantità di acidi grassi
insaturi contenuta in quest’olio è
veramente elevata, qualora si
consideri che le tradizionali
“fonti naturali” più ricche in tali
acidi attualmente utilizzate non
14
superano il 30%.
Questi particolari acidi, che si ritiene non vengano sintetizzati dall’organismo umano a
velocità sufficiente per soddisfare le esigenze dell’organismo stesso, si ritrovano in
lipidi vegetali ed in animali marini (certi tipi di pesci come sgombri, sardine, aringhe,
merluzzo).
La carenza di questi acidi provoca sia nell’uomo che nell’animale, specie in soggetti
più giovani, sindromi specifiche (arresto della crescita, indesiderate manifestazioni
cutanee quali lesioni, pelle secca e squamosa, fenomeni eritemici, ecc.). Tali sindromi
regrediscono se si somministra all’organismo una giusta dose di tali acidi.
L’olio di semi di canapa biologico, spremuto a freddo, viene utilizzato sia come
integratore alimentare che ad uso terapeutico, per una infinita gamma di patologie
tra cui:
• Eczema atopico, herpes, dermatiti, acne
• Artrosi
• Tutte le patologie dell’apparato respiratorio (asma, rinite, faringite, tracheite, otite,
sinusite, allergie respiratorie)
• Malattie degenerative del sistema immunitario; epilessia e crisi convulsive
• Nel trattamento della chemioterapia e nella terapia anti-Aids
[A causa della denutrizione e per carenza di proteine, il 60 % dei bambini del terzo
mondo muore di fame prima di raggiungere il quinto anno di vita. Il seme della
canapa potrebbe salvare la vita a molti di loro.]
15
LA FIBRA DI CANAPA
La fibra tessile è l’insieme dei prodotti fibrosi che, per la loro struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili, tenaci
e flessibili che vengono utilizzati nell’industria tessile per la fabbricazione di filati, i
quali, a loro volta, mediante lavorazioni vengono trasformati in tessuti.
Fibre chimiche o tecnofibre
Son prodotte da polimeri ottenuti da
composti di natura organica (derivati dal
petrolio), grazie a reazioni chimiche di
polimerizzazione.
• ARTIFICIALI se prodotte a partire da
polimeri organici di origine naturale
(cellulosa ecc.)
Es.
Poliammide
(Nylon),
Poliestere,
Polietilene, Polipropilene
• SINTETICHE se prodotte da polimeri di
sintesi (cioè a differenza delle fibre artificiali
il polimero di partenza non esiste già in
natura ma viene sintetizzato dall’uomo).
Es. Lana di vetro, Rayon (Viscosa)
FIBRE NATURALI:
•
ecocompatibilità
dei
materiali che provengono da
fonti rinnovabili
• grado di comodità che sono
in grado di assicurare a
contatto con la pelle
• biodegradabilità.
Impatti ambientali:
• terreni dedicati
• acqua
• sostanze chimiche utilizzate
Principali fibre di origine
vegetale:
cotone,
lino,
canapa, iuta.
La fibra della canapa
E’ottenuta dal floema
Il floema, detto anche tessuto cribroso o libro, è il tessuto di conduzione della linfa
elaborata, la soluzione zuccherina che viene traslocata da un’area di produzione,
come ad esempio la foglia matura, ad una regione di utilizzo che richiede gli zuccheri
per
la
propria
crescita
o
ad
una
regione
di
accumulo.
16
In tre mesi dalla semina è pronta per il raccolto.
La parte fibrosa del fusto si chiama “tiglio” e la parte legnosa “canapulo“:
• La fibra rappresenta il 25-30% del fusto • Il canapulo rappresenta il 70-75% ed è
costituito da circa il 77% di cellulosa
• Lignina e pectina, costituenti il collante organico, rappresentano il 4%-10% del fusto.
Tutte le fibre sono tenute insieme da catene di molecole di cellulosa, organizzate in
rigida struttura. Questi blocchi di costruzione sono incollati insieme con altri componenti biologici (lignina e pectina), che dà una certa flessibilità e forza al tessuto.
Tutta la lignina dev’essere eliminata, per poter ottenere la polpa. La polpa di canapa
ha solo un 4-10% di lignina, mentre gli alberi ne hanno il 18-30%, infatti necessitano di
molte sostanze chimiche, quali cloro, solfati e solfiti, per sciogliere e separare le fibre di
lignina durante i processi di fabbricazione della carta di fibra di legno. FIBRE LUNGHE
tessuti
STOPPA carta di alta qualità, sottile e
resistente.
FIBRE MEDIE carta pregiata, sottile, dura ed un
po’ruvida.
FIBRE CORTE (CANAPULO) carta soffice,
piuttosto spessa ed un po’meno resistente; la
carta ideale per uso corrente, come carta di
giornale, cartoni, fazzoletti, tovaglioli ecc.
La sbiancatura avviene con della comune acqua ossigenata, poiché il colore bianco
della polpa rende la fibra di canapa la materia prima ideale per produrre carta, perché
non necessita di solventi chimici per essere sbiancata.
La quasi totale assenza di trattamenti evita anche gli ingiallimenti.
La polpa di fibra viene poi diluita con acqua per renderla omogenea, impastata e
versata su un reticolo per eliminarne l’acqua e pressata in modo da formare i fogli di
carta.
Vantaggi
• Un Ettaro di canapa può produrre tanta carta
quanto 4 ettari di foresta. Con 10.000 ettari di
Canapa si ottiene la stessa carta prodotta da
40.000 ettari di bosco;
• la Canapa fornisce 4 volte più cellulosa degli
alberi e diminuisce l’inquinamento ambientale da
4 a 7 volte.
• la carta di Canapa è più resistente di quella
degli alberi o dei derivati dal petrolio;
La pianta di canapa è talmente forte e resistente che la carta si può riciclare fino a 7
volte, a differenza di altri tipi di carta che è possibile riciclare al massimo 3 volte.
Questo diminuirebbe la domanda di legname (stop alle defrestazioni) e ridurrebbe i
costi per l’edilizia, mentre nel contempo avrebbe aiutato nella ri-ossigenazione
planetaria.
17
PLASTICA
La cellulosa è un polimero organico biodegradabile.
Le prime materie plastiche, chiamate celluloide, vennero prodotte in America da
cellulosa di cotone. Oggi la materia prima per la produzione di nylon ed altri polimeri
sintetici (plastiche di ogni genere) è il catrame, risorsa fossile non biodegradabile.
Plastiche sintetiche e plastiche organiche hanno la medesima utilizzazione finale. La
differenza sta nella scelta della materia prima, nell’impatto ambientale dei processi di
lavorazione, nella possibilità di smaltimento.
Negli ultimi anni si è diffuso, per la produzione di plastica biodegradabile, l’impiego di
polimeri organici ricavati soprattutto dal mais, ma la canapa, grazie alla sua elevata
produzione di cellulosa, potrebbe essere utilizzata come materia prima per la
produzione di plastiche con un impatto ambientale ridotto al minimo
18
GLI ENDOCANNABIODI
Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema endogeno di comunicazione tra
cellule. Esso è composto da recettori cannabinoidi, i loro ligandi endogeni (gli
endocannabinoidi) e le proteine coinvolte nel metabolismo e nel trasporto degli
endocannabinoidi. Questo sistema è di grande importanza per il normale
funzionamento dell’organismo.
Il sistema endocannabinoide prende il suo nome dalla pianta di cannabis poiché alcuni
fitocannabinoidi in essa presenti, tra cui il THC, mimano gli effetti degli
endocannabinoidi legandosi ai medesimi recettori.
In base alla localizzazione dei recettori cannabinoidi nell’organismo, è stato ipotizzato
che il sistema endocannabinoide sia coinvolto in un gran numero di processi fisiologici,
tra i quali il controllo motorio, la memoria e l’apprendimento, la percezione del dolore,
la regolazione dell’equilibrio energetico, e in comportamenti come l’assunzione di cibo.
Altre funzioni del sistema endocannabinoide, nella normale fisiologia, potrebbero
essere correlate alle funzioni endocrine, alle risposte vascolari, alla modulazione del
sistema immunitario, alla neuroprotezione
Le principali funzioni del sistema endocannabinoide in normali condizioni fisiologiche.
19
I recettori endocannabioidi
Il corpo umano possiede specifici siti di legame per i cannabinoidi, distribuiti sulla
superficie di molti tipi di cellule. Il nostro organismo produce i loro ligandi endogeni,
chiamati endocannabinoidi, i quali si legano proprio ai recettori cannabinoidi (CB),
attivandoli.
I recettori cannabinoidi hanno differenti meccanismi di distribuzione nei tessuti e di
segnalazione. I CB1 sono tra i più abbondanti e ampiamente distribuiti nell’encefalo. Si
trovano principalmente sulle cellule nervose (neuroni) del Sistema Nervoso Centrale
(oltre che nell’encefalo quindi, anche nel midollo spinale). A livello dell’encefalo, la
distribuzione dei CB1 è particolarmente marcata nelle regioni responsabili della
coordinazione motoria e del movimento, dell’attenzione e delle funzioni cognitive
complesse come il giudizio, dell’apprendimento, della memoria e delle emozioni.
I recettori CB1 sono presenti in minor quantità anche in alcuni organi e tessuti periferici
tra cui ghiandole endocrine, ghiandole salivari, leucociti, milza, cuore e parte
dell’apparato riproduttivo, urinario e gastrointestinale.
20
A differenza dei CB1 invece, i recettori CB2 sono espressi principalmente a livello
periferico. Sono presenti prevalentemente nelle cellule immunocompetenti, tra cui i
leucociti, la milza e le tonsille, il midollo osseo ematopoietico ma anche nel pancreas.
Recentemente sono stati identificati anche nel sistema nervoso centrale, pur se a
basse concentrazioni, in particolare sulle cellule gliali e microgliali.
Il ruolo dei recettori cannabinoidi è essenzialmente quello di regolare il rilascio di altri
messaggeri chimici. I recettori CB1 interferiscono con il rilascio di alcuni
neurotrasmettitori e la loro attivazione protegge il SNC dalla sovrastimolazione o dalla
sovrainibizione prodotta da altri neurotrasmettitori.
I recettori CB2, invece, svolgono prevalentemente un’azione periferica con attività
immunomodulatoria. Nel sistema immunitario, infatti, una delle funzioni dei recettori
cannabinoidi è la modulazione del rilascio di citochine, molecole proteiche responsabili
della regolazione della funzione immune e delle risposte infiammatorie.
Fitocannabiodi
I Fitocannabinoidi sono invece sostanze
vegetali che stimolano i recettori dei
cannabinoidi.
Il Delta-9-tetraidrocannabinolo, o THC, è la più
psicoattiva e certamente la più famosa di queste
sostanze, ma gli altri cannabinoidi, come il
cannabidiolo (CBD) e cannabinolo (CBN) stanno
guadagnando l’interesse dei ricercatori a causa
di una serie di proprietà curative.
E’interessante notare che la pianta di cannabis
utilizza anche il THC e gli altri cannabinoidi per
promuovere la propria salute e prevenire le
malattie.
I cannabinoidi della canapa:
• hanno proprietà antiossidanti che proteggono
le foglie e le strutture fiorite dalle radiazioni ultraviolette;
• neutralizzano i radicali liberi nocivi generati dai raggi UV, proteggendo le cellule.
Negli esseri umani, i radicali liberi causano l’invecchiamento, il cancro e la difficoltà di
cicatrizzazione.
Gli Antiossidanti presenti nelle piante sono stati a lungo promossi come integratori
naturali per prevenire i danni da radicali liberi.
21
MEDICINA
Negli ultimi decenni un numero sempre maggiore di ricercatori ha riscontrato notevoli proprietà
terapeutiche nella cannabis, delle quali si aveva testimonianza sin dal lontano 3000 a.C. e,
grazie alla tecnologia di cui disponiamo nei giorni nostri, sono state individuate nei principi
attivi della pianta: THC, CBN, CBD e gli altri 64 finora identificati. Per svariati motivi di natura
politica ed economica la canapa è stata bandita dalla farmacopea mondiale ufficiale nei primi
anni del 1900 e resa illegale praticamente in tutti gli Stati del mondo a partire dalla fine degli
anni Trenta
A cavallo tra Ottocento e Novecento la canapa indiana cominciò ad essere sostituita dai
farmaci sintetici, che avevano il vantaggio di poter essere dosati con esattezza e di funzionare
in modo più evidente, ed anche di far guadagnare di più, mentre gli effetti collaterali non erano
ancora evidenti.
Ad ogni modo negli ultimi decenni si è accumulato un certo volume di ricerche sulle
attività farmacologiche della cannabis e sulle sue possibili applicazioni. La cannabis ha
letteralmente centinaia di usi terapeutici, tra i quali:
ASMA
Il THC ha capacità broncodilatatorie; Il fumo
della cannabis però contiene prodotti della
combustione qualitativamente simili a quelli del
tabacco, tra i quali diversi cancerogeni che
possono danneggiare la mucosa. L’inalazione
di questi prodotti della combustione dovrebbe
essere evitata o sostanzialmente ridotta. Per
evitare
l’assunzione
di
prodotti
della
combustione e inalare sostanze cancerogene la
cannabis o il thc possono essere assunti per
bocca o inalati attraverso un vaporizzatore. Un
gruppo di ricercatori internazionali ha scoperto
perché la marijuana in alcuni casi provoca la
tosse e in altri casi impedisce il broncospasmo
e la tosse. Questi risultati possono portare a un
migliore trattamento delle malattie respiratorie.
In un rapporto sulla rivista ‘Nature’, degli
scienziati
dell’Istituto
per
la
Medicina
Sperimentale
di
Budapest
(Ungheria),
dell’Università di Napoli (Italia), e dell’Università
di Washington (USA) hanno dimostrato come
l’endocannabinoide anandamide influenzi le vie
aeree. L’anandamide viene prodotta nel tessuto
polmonare ed esercita il suo effetto tramite i
recettori dei cannabinoidi.
DOLORE
I recettori CB1 sono localizzati sulle vie del
dolore nel cervello e nel midollo spinale e sui
terminali periferici e centrali dei neuroni primari
afferenti che mediano sia il dolore neuropatico
che quello non-neuropatico. Studi su animali
hanno indicato che il cannabinoide endogeno
anandamide ed i ligandi del recettore dei
cannabinoidi sono molto efficaci nei confronti
del dolore, sia di origine neuropatica che
infiammatoria.
22
EPILESSIA
SCLEROSI MULTIPLA
La sclerosi multipla (SM) è una malattia
degenerativa cronica del sistema nervoso
centrale che causa infiammazione, debolezza
muscolare e perdita di coordinazione motoria.
Nel tempo, i pazienti con SM diventano
tipicamente permanentemente disabili e, in
alcuni casi, la malattia può essere fatale. C’è
evidenza da studi clinici condotti su pazienti con
Sclerosi Multipla, che i cannabinoidi possano
ridurre gli spasmi, la spasticità, i tremori in
questi pazienti. Studi su modelli murini di
Sclerosi
Multipla
hanno
indicato
che
l’attivazione dei recettori CB1 e CB2 mediante
somministrazione esogena di agonisti, o
favorendo il rilascio endogeno, può opporsi alla
progressione della Sclerosi Multipla, rallentando
il processo neurodegenerativo, riducendo
l’infiammazione
e
promuovendo
la
rimielinizzazione.
[Dopo una lunga attesa è stato approvato
anche in Italia il trattamento spry oro-mucolale
a base di cannabis per il trattamento della
spasticità (da moderata a grave) nella sclerosi
multipla. Il prodotto, che sarà messo in
commercio contiene due cannabinoidi: THC
(delta-9-tetraidrocannabinolo)
e
CBD
(cannabidiolo). Si tratta della prima medicina
derivata dalla pianta di Cannabis sativa,
coltivata e lavorata in condizioni rigidamente
controllate. Il nuovo farmaco è privo degli effetti
collaterali che derivano dal consumo di
cannabis non a fini terapeutici e non crea
dipendenza.]
In sostituzione di farmaci anticonvulsivi, che
hanno gravi effetti secondari anche sull’umore.
Efficacia provata in qualche caso. In uno studio
condotto su 15 pazienti trattati con cannabidiolo
(CBD), circa il 90% dei casi si ottenne la
scomparsa delle crisi convulsive o una loro
significativa riduzione. L’interesse per questo
potenziale campo di applicazione è stato
confermato dal Workshop on medical marijuana
del National Institutes of Health USA, dal
rapporto dello Science and Technology
Committee della Camera dei Lord inglesi ed in
ultimo dal rapporto dell’Institute of Medicine
della Accademia Nazionale delle Scienze USA,
Marijuana and Medicine: Assessing the Science
Base
[A 5 anni assume marijuana: no, non è la storia
di un giovanissimo “scapestrato”, ma quella di
Jayden David, un bambino di 5 anni che soffre
di una rara forma di epilessia. Per far fronte ai
dolorosissimi
spasmi
muscolari
che
affliggevano il piccolo, il padre, scoprendo gli
effetti terapeutici della cannabis in un servizio
del telegiornale, e si rivolge a un centro
specializzato, che ha prescritto a Jayden una
soluzione fatta per lo più di cannabidiolo o CBD
che a differenza del THC non è psicoattivo e ha
un’efficacia maggiore; i dolori di Jayden sono
diminuiti notevolemente. LA Times]
DIABETE
Stando ad nuovo studio realizzato da una
collaborazione tra diversi centri americani, e
pubblicato sulle pagine dell’American Journal of
Medicine, l’utilizzo di cannabis diminuirebbe
infatti del 16% i livelli di insulina presente nel
sangue, proteggendo in questo modo
dall’insorgenza di insulinoresistenza e di
diabete mellito di tipo 2.
23
SCLEROSI
LATERALE
AMIOTROFICA
Nonostante la nostra comprensione dei
meccanismi molecolari della sclerosi laterale
amiotrofica (Sla) sia migliorata, scrivono gli
autori, non esistono ancora terapie davvero
efficaci. In questa malattia, spiegano i
ricercatori, si verificano simultaneamente
diversi processi fisiologici anormali. Per potervi
far fronte, sarebbe necessaria una terapia
basata su una molteplicità di farmaci, tra cui
antagonisti del glutammato, antiossidanti, antiinfiammatori che agiscono a livello centrale,
modulatori di cellule microgliali, un agente
antipoptico, uno o piu’fattori di crescita
neurotropica e un agente che accresce le
funzioni mitocondriali.
Incredibilmente, scrivono i ricercatori, la
cannabis sembra agire in tutte queste aree. La
cannabis ha infatti potenti effetti antiossidanti,
anti-infiammatori
e
neuroprotettivi.
Somministrata a topi con Sla, la cannabis ha
provocato un allungamento della vita delle
cellule neurali, ha posticipato l’emergere dei
sintomi e ha rallentato la degenerazione della
malattia. La cannabis ha anche proprietà utili
alla gestione dei sintomi della Sla, grazie alle
sue proprietà analgesiche, di rilassante
muscolare, broncodilatanti, di riduzione della
salivazione, di stimolazione dell’appetito e
favorisce il sonno.
SPASTICITÀ
In
piccoli
studi
clinici
del
delta-9tetraidrocannabinolo è stato osservato un
effetto benefico sulla spasticità provocata da
sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale.
Fra gli altri sintomi influenzati positivamente,
dolore, parestesie, tremore e atassia. Nella
medicina popolare ci sono segnalazioni di
miglior controllo della vescica e dell’intestino.
C’è anche qualche evidenza aneddotica di
benefici della marijuana nella spasticità dovuta
a lesioni cerebrali.
NAUSEA E
INAPPETENZA DA
FARMACI
CHEMIOTERAPICI
Benché si conoscano i suoi effetti disastrosi sul
sistema immunitario, la chemioterapia è ritenuta
da chi la pratica un beneficio, per i pazienti
affetti da cancro e AIDS . Tra i gravi effetti
collaterali che la chemio produce c’è la nausea.
“La marijuana è il migliore agente di controllo
per la nausea durante la chemiotherapia”
secondo il Dr. Thomas Ungerleider, che ha
capeggiato il programma di ricerca medica
California’s Marijuana for Cancer dal 1979 al
1984. In sostituzione di medicinali molto forti o
difficili da somministrare vi è l’efficacia provata
dalla pratica medica dì routine; centinaia di
migliaia dì dosi di THC sintetico sono state
prescritte ogni anno dagli oncologi USA. anche
se non sembra avere gli stessi effetti della
marijuana assunta nel suo stato naturale poiché
il THC è solo uno dei 460 composti chimici
presenti nella cannabis.
ARTERIOSCLEROSI
La sostanza psicostimolante contenuta in
hascisc
e
marijuana
può
prevenire
l’arteriosclerosi e quindi potrebbe essere
impiegato per combattere efficacemente la
principale causa di malattie cardiocircolatorie. È
quanto risulta da uno studio condotto
dall’ospedale universitario di Ginevra, sotto la
direzione di François Mach, e pubblicato
nell’edizione di giovedì di “Nature”. Gli scienziati
ginevrini hanno aggiunto piccole quantità di
THC, al cibo dato a topi di laboratorio, che, tramite modifiche genetiche, erano particolarmente predisposti all’arteriosclerosi. La
sostanza attiva si è legata ai recettori CB2
situati sulle cellule immunitarie, bloccando in
parte lo sviluppo delle infiammazioni provocate
dalla malattia, le quali sono responsabili della
progressiva ostruzione dei vasi sanguigni. Nelle
cavie sono stati rilevati alti valori di grassi nel
sangue, ma l’evoluzione dell’affezione era
sensibilmente rallentata dalla somministrazione
di THC.
24
ALZHEIMER
“Alcuni composti presenti nella marijuana
sarebbero utili per prevenire l’invecchiamento
cognitivo e l’Alzheimer, perché in grado di
ridurre i processi infiammatori del cervello e di
stimolare la formazione di nuovi neuroni”. Sono
le parole di Yannick Marchalant, ricercatore
della Ohio State University (OSU), con le quali
ieri, al meeting annuale della Society for Neuroscience di Washington D.C. (Neuroscience
2008), ha introdotto la presentazione dei
risultati di uno studio specifico finanziato dal
National Institutes of Health (NIH). La ricerca
dei neuroscienziati suggerisce che lo sviluppo
di un farmaco a base di alcune proprietà similari
a quelle del THC, principio attivo della
marijuana, potrebbe essere efficace nella
prevenzione o nel rallentamento dello sviluppo
dell’Alzheimer,
patologia
associata
a
infiammazione cerebrale cronica, una delle
cause delle compromissioni di memoria
caratteristiche
di
questa
malattia
neurodegenerativa: agisce inoltre sui recettori
CB1 e CB2, stimolando la generazione di
nuove cellule cerebrali, processo noto come
neurogenesi.
[Nel kibbutz di Naan, non lontano da Gerusalemme e Tel Aviv, per i pazienti di Alzheimer
e Parkinson sono banditi antidepressivi,
antidolorifici, antipsicotici, ecc. Nell’ospizio è
infatti avviata un’innovativa sperimentazione:
per lenire i dolori, agli anziani pazienti, caso
unico nel mondo, viene fatta fumare marijuana.
I test sono stati avviati dieci mesi fa: ai trentasei
ospiti
dell’ospizio
viene
somministrata
marijuana tre volte al giorno, seguendo un
protoccollo autorizzato dal governo. Il quadro
complessivo
dei
pazienti
non
solo
migliorerebbe, ma al contrario di ciò che
avviene con i farmaci tradizionali, non ci
sarebbero effetti collaterali.
“Non riuscivo nemmeno a prendere un bicchiere d’acqua - ha raccontato a Il Corriere
della Sera, Moshe, pittore 78enne che da sei
mesi segue la sperimentazione - Ora mi
danzano le mani, le gambe, la testa e parlo. Mi
rado anche da solo, sono anni che non lo
facevo”]
MALATTIE
AUTOIMMMUNI
INFIAMMAZIONI
E
Questo
effetto
immunomodulatore
della
cannabis ha implicazioni che non sono in
genere sottolineate come meritano. I farmaci
immunosoppressori sono importantissimi per
moltissime malattie; sono relativamente pochi,
e sono tutti estremamente delicati da usare nel
lungo termine. L’attività immunosoppressiva
(oltre che antinfiammatoria) dei cannabinoidi
potrebbe quindi essere utilmente sfruttata in
diverse malattie autoimmuni. In diverse
sindromi dolorose secondarie a processi
infiammatori (p.es. colite ulcerosa, artrite) i
prodotti a base di cannabis possono agire non
solo come analgesici, ma anche come antiinfiammatori. Per esempio, alcuni pazienti che
usano cannabis riferiscono una minore
necessità di steroidi e di FANS. Inoltre, ci sono
alcune
segnalazioni
di
effetti
positivi
dell’automedicazione
con
cannabis
in
condizioni allergiche.
GLAUCOMA
I glaucomi sono un gruppo molto diversificato di
malattie oculari, accomunate dalla presenza di
un danno cronico e progressivo del nervo ottico: Il 14% della cecità in America è causata dal
glaucoma, con una perdita progressiva della
vista e pressione oculare elevata. Un gruppo di
oculisti
dell’università
dell’Arizona
ha
individuato negli occhi il recettore del
tetraidrocannabinolo (Thc): secondo i ricercatori
da questi recettori dipende la pressione
endoculare, il cui aumento è causa di danni alla
retina. La marijuana diminuisce la pressione
interna dell’occhio del 25-30% in media, a volte
fino al 50%. L’uso della cannabis non provoca
danni epatici o renali come effetti collaterali, né
esiste il pericolo della sudden death syndrome
(sindrome di morte improvvisa) che può essere
causata dai farmaci legali contro il glaucoma.
Gli endocannabinoidi ed i recettori dei
cannabinoidi svolgono un importante ruolo nella
regolazione della pressione intraoculare. Gli
endocannabinoidi così come i recettori CB1
sono presenti nella retina. I cannabinoidi esercitano
effetti
neuroprotettivi
contro
la
neurotossicità a livello retinico.
25
AZIONE ANTIBIOTICA
Le giovani piante di canapa senza fiori
permettono l’estrazione di CBD (acidi
cannabidiolici). L’impiego dei cannabinoidi
naturali ridurrebbe la diffusione di alcuni batteri
resistenti agli antibiotici, tra cui lo stafilococco
aureo penicillino-resistente (MRSA). La ricerca,
pubblicata sul Journal of Natural Products, è
frutto del menage a trois fra il Cra-Cin di
Rovigo, che ha coltivato le piante, l’Università
del Piemonte Orientale di Novara, dove sono
state isolati i composti e sintetizzati i loro
analoghi, e la School of Pharmacy di Londra,
che si è occupata dei saggi biologici. Nel giro di
tre anni, fra il 2005 e il 2008, gli studiosi sono
riusciti a dimostrare che i cannabinoidi sono
eccezionalmente attivi contro EMERSA-15 e
EMERSA-16, due fra i ceppi più virulenti di
stafilococco; tra questi più efficaci si sono
dimostrati i cannabinoidi CBD e il CBG,
entrambi non psicotropi.
26
CANCRO- CANNABIS TERAPEUTICA
Come riporta il Newsweek, già nel 2007 uno studio del California Pacific Medical Center mostrava come il cannabidiolo uccida le cellule tumorali nei pazienti con cancro al
seno, distruggendo i tumori maligni e “spegnendo” il gene ID-1, una proteina che gioca
un ruolo chiave nel diffondere il male alle altre cellule. Questo gene, nei soggetti sani,
è attivo solo durante lo sviluppo embrionale. Ma nei malati di tumore al seno, e di molti
altri tumori maligni in stato avanzato, si è visto che questo gene è attivo e provoca le
metastasi, favorendo il passaggio della malattia alle cellule sane. Ferma il male come
la chemioterapia ma, a differenza di quest’ultima, che uccide ogni genere di cellula che
incontra e devasta il corpo e lo spirito dei malati, riesce a bloccare solo “quella”
particolare cellula maligna.
La scoperta dell’efficacia di queste sostanze si deve a Cristina Sanchez, una giovane
biologa della Complutense University di Madrid. Stava studiando il metabolismo cellulare, analizzando le cellule tumorali del cervello, che crescono molto più velocemente
delle cellule normali. Per caso, notò che queste morivano ogni volta che erano esposte
ai tetracannabinoidi, il famoso Thc che provoca gli effetti psicoattivi della marijuana.
Proseguì le sue ricerche e nel 1998 pubblicò i suoi studi, dimostrando che il Thc
induce l’apoptosi, ovvero la morte delle cellule di una forma aggressiva di tumore
cerebrale.
Successivamente furono molte le conferme, condotte in diversi Paesi, che il Thc e altri
derivati della marijuana hanno effetti direttamente antitumorali.
2006 – SPAGNA: I ricercatori somministrarono THC a nove malati di tumore al
cervello, che non avevano avuto benefici dalle terapie tradizionali, inserendolo
direttamente nelle cellule malate con un catetere. Tutti e nove videro la proliferazione
del tumore ridursi significativamente, e i risultati furono pubblicati su Nature. Nel
frattempo gli studiosi della Harvard University trovarono gli stessi effetti per i tumori al
polmone. La cosa più sorprendente fu il fatto che il Thc colpisce solo le cellule
tumorali, lasciando indisturbate le cellule sane.
Recenti studi alla St. George’s University di Londra hanno poi visto effetti simili sulla
leucemia, con test pre-clinici. A fine luglio, l’ultimo congresso della International
Cannabinoid Research Society ha messo intorno a un tavolo tutti i maggiori esperti sul
tema a Friburgo, in Germania, con interessanti contributi anche da parte di studiosi
italiani, che hanno parlato dei cannabinoidi come della “ più potente arma a
disposizione per l’eliminazione delle cellule tumorali nel cancro alla prostata”, mentre
ricercatori della Lancaster University hanno riportato simili conclusioni per quanto
riguarda il tumore del colon.
EFFETTI:
ANTIPROLIFERANTI : impediscono alle cellule tumorali di riprodursi.
ANTIANGIOGENESI : impediscono al tumore di sviluppare nuovi vasi capillari che gli
permetterebbero di crescere.
ANTIMETASTICI: impediscono alle cellule cancerose di trasmettersi ad altri tessuti.
APOPTOTICO: accelera la morte delle cellule anomale, senza disturbare le cellule
sane.
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BIOMASSA
Biomassa - cellulosa di canapa
Per biomassa si intende l’insieme delle coltivazioni, degli scarti agricoli e forestali, dei
bio carburanti e dei gas utilizzati a scopi energetici. In particolare sostanze di origine
biologica in forma non fossile: materiali e residui di origine agricola e forestale, prodotti
secondari e scarti dell’industria agro alimentare, i reflui di origine zootecnica, ma anche
i rifiuti urbani ( in cui la frazione organica raggiunge mediamente il 40% in peso), le
alghe marine e molte specie vegetali utilizzate per la depurazione di liquami organici.
La biomassa è intesa come la più antica e durevole forma di energia impiegata nelle
attività umane : negli Stati Uniti ancora nel secolo scorso il 91% dei fabbisogni
energetici nazionali era coperto da biomasse legnose.
La canapa di per sè rappresenta la pianta con il più alto rendimento per ettaro (intorno
alle 20 tonnellate in Italia) in circa 4 mesi, e questo vale anche per le varietà da seme
che apportano così un ineguagliabile primato di produzione anche in condizioni
climatiche
sfavorevoli.
La produzione mondiale di biomassa è stimata in 146 miliardi di tonnellate metriche
all’anno, principalmente costituita da vegetazione selvatica. Un ettaro coltivato a
canapa rende 4 volte di più rispetto allo stesso terreno con impiantato con alberi di 12
anni.
La cannabis sativa è una pianta legnosa che contiene il 77% di cellulosa; il
legno invece produce un 60% di cellulosa con conseguenze disastrose per
l’ecosistema !
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ETANOLO Derivato dalla biomassa di canapa
L’etanolo già da parecchio tempo è considerato un possibile carburante per
l’autotrazione. Infatti ricerche sistematiche (ma anche impieghi reali come l’esperienza
in Brasile negli anni ’80, quando veicoli che normalmente andavano a benzina,
venivano invece alimentati alle colonnine di rifornimento con etanolo derivato dalla
canna da zucchero!) sull’impiego dell’etanolo tal quale o in miscela con benzina, in
motori ad accensione comandata, risalgono all’inizio dello scorso secolo. L’etanolo ha
la peculiare caratteristica di essere un combustibile rinnovabile in quanto derivato da
prodotti vegetali. In primo momento è stato preso in considerazione in quanto
permetteva di sostituire aliquote non trascurabili di idrocarburi, contribuendo così a
ridurre la dipenenza petrolifera. Successivamante è stato preso in considerazione per
le sue intrinseche qualità alto-ottaniche che consentono di aumentare il numero di
ottani della base idrocarburica, senza ricorrere all’uso degli additivi a base di piombo.
Questo tipo di carburante alternativo al petrolio può essere prodotto su larga scala
attraverso processi di pirolisi o fermentazione, in assenza di ossigeno. Difatti i
principali prodotti da cui ricavare l’etanolo sono la cellulosa di canapa, l’amido di riso e
gli zuccheri della barbabietola.
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BIODIESEL Derivato dai semi di canapa
Il biodiesel è un carburante di origine naturale che può essere sostitutivo parziale e
per intero agli odierni gasoli, nafte e derivati del petrolio per alimentare:
- motori per autotrazione
- gruppi elettrogeni
- centrali termiche
- centrali termo-elettriche
- navi
- aerei
Il biodiesel deriva dalla transesterificazione degli oli vegetali (canapa, soia, colza e
girasole) effettuata con alcol etilico e metilico: ne risulta un combustibile puro,
rinnovabile a bassissimo impatto ambientale, come per l’etanolo. Esso risulta
biodegradabile per il 98% e non contiene il dannoso zolfo, il principale indagato per
l’inquinamento atmosferico insieme agli aromatici e agli idrocarburi policiclici aromatici
(xilene, benzene, toluene, etc..). I costi relativi a questi idrocarburi rinnovabili di origine
naturale (dalla produzione quindi sino alla trasformazione e il trasporto sino alle
colonnine del distributore) sono quasi pari a quelli degli attuali derivati del petrolio, ma
con uno sforzo concettuale e di ottimizzazione negli anni a venire potremmo pensare
ai combustibili alternativi come uno dei prodotti più economici sulla scena del mercato
mondiale.
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CURIOSITA’– LA HEMP BODY CAR
La Hemp Body Car (in inglese auto di canapa)
è un prototipo di automobile progettato
da Henry Ford e ultimato nel 1941. La sua
peculiarità era di essere interamente realizzata
con un materiale plastico ottenuto dai semi
di soia e di canapa, e alimentata da etanolo di
canapa (il carburante veniva raffinato
dai semi della pianta). È stata la prima vettura
costruita interamente in plastica di canapa, più
leggera ma anche più resistente delle normali
carrozzerie in metallo.
Storia
« Perché consumare foreste che hanno impiegato secoli per crescere e miniere che
hanno avuto bisogno di intere ere geologiche per stabilirsi, se possiamo ottenere
l'equivalente delle foreste e dei prodotti minerari dall'annuale crescita dei campi di
canapa?»
(Henry Ford)
Unendo la passione per
la natura a una indubbia
capacità di imprenditore,
Ford voleva realizzare
una vettura che «uscisse
dalla terra». In questo
progetto impegnò i suoi
migliori ingegneri, che
dopo 12 anni di ricerca
diedero forma concreta
alla più ecologica delle
automobili, il cui impatto
inquinante era pari a
zero. A causa della seconda guerra mondiale la produzione di auto in America si
ridusse drasticamente e l'esperimento di una macchina con struttura di soia e di
canapa si interruppe. Alla fine della guerra l'idea di Ford cadde nell'oblio. Inoltre, Henry
Ford morì sei anni dopo, e nel 1955 la coltivazione della canapa venne proibita negli
Usa, cosicché la Ford Hemp Body Car non entrò mai in commercio.
Alcuni ritengono che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della
cannabis negliStati Uniti sarebbe stata legata anche alla concorrenza tra la nascente
industria petrolchimica e la possibilità di usare l'olio di questa pianta come
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combustibile. Questo sarebbe dimostrato anche dalla riduzione dei prezzi del petrolio
al 50% operata, secondo tali fonti, proprio per fare concorrenza all'olio combustibile
naturale.
Motivi della produzione dell'auto
L'Henry Ford Museum (il museo dedicato a Henry Ford) presenta tre ragioni principali
per cui Ford costruì un'automobile in plastica di soia:
1. Cercare di integrare l'industria con l'agricoltura;
2. Ford sosteneva che la sua plastica rendesse le vetture più sicure delle normali
auto in metallo;
3. La scarsa disponibilità di metalli dovuta al loro utilizzo militare durante
la seconda guerra mondiale. Ford sperava che il suo nuovo materiale plastico
potesse sostituire i metalli nella costruzione di automobili.
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SITOGRAFIA
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http://www.assocanapa.org/botanica.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/endocannabinoidi_(Dizionario-di-Medicina)
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http://www.fuoriluogo.it/medicalcannabis/schede/scheda_epi.htm
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http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1003216/lospizio-che-fa-fumare-cannabis.shtml
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cannabis-antibiotica.html
cap.VII L’imperatore non è vestito – Jack Herer
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_from=&ucat=4&do=rassegna_stampa1998.php
http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=26:marijuana-per-combattereinvecchiamento-cognitivo-e-alzheimer&catid=3:alzheimer&Itemid=3
http://life.wired.it/news/salute/2012/09/12/arrivano-nuove-conferme-la-marijuana-combatte-ilcancro.
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http://www.usidellacanapa.it/usi/derivati/fitocosmesi.html (da ERBORISTERIA DOMANI - ottobre
1999)
http://www.giardini.biz/erboristeria/anna-maria-fabbri/
http://it.wikipedia.org/wiki/Canapa_(tessile)
http://it.wikipedia.org/wiki/Fibre_naturali
http://it.wikipedia.org/wiki/Tecnofibre
http://trame.bottegadellacanapa.it/carburante/canapa-come-fonte-di-energia-rinnovabile-biomassaetanolo-biodiesel
http://it.wikipedia.org/wiki/Biomassa
https://it.wikipedia.org/wiki/Transesterificazione
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