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Copyright by: Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008
ALL’INTERNO:
FATTO DI TUTTI GLI SPORT
1
In questo numero:
i Siamo! Parte la Confederation Cup, prova
per le maggiori squadre in attesa
del Mondiale in Brasile.
3 confederation cup, si comincia!
4 fatto di confederation, Italia
5 fatto di confederation, Spagna e
Brasile
6 fatto di confederation Uruguay e
Messico
7 fatto di confederation, Tahiti e Nigeria
8 fatto di confederation, Giappone
9 Supersfida, speciale confederation cup
10 Fatto di Napoli
11 il Calciomercato
12 il Prof da i Voti
14 Fatto di Top e Flop
16 Scommettiamoci su: i nostri consigli
18 Fair Play
21 Curiosità,, cos’è il coni?
22 la perfezione del 10..
23 Quando eravamo re
25 fatto di tutti gli sport
29 Sport e Alimentazione
30 e tu cosa mangi?
31 il falso 31
Diventiamo tutti “Prandelliani” e cominciamo a
sventolare il nostro Tricolore! Il fair-play,la lotta al
razzismo,la violenza negli stadi sono le tematiche
ricorrenti , promozionate dagli organi ufficiali, ma
poi in campo tutti dimenticano!
Mario Balotelli, pare essere nell’occhio del ciclone!
Il“suo caratterino” purtroppo penalizza il Campione!
In campo una Nazionale imprevedibile, con
giocatori
stanchi per il campionato appena
terminato. Mi chiedo spesso se anche a loro
preoccupa “arrivare” a fine mese e se per questo
hanno bisogno di essere sempre giustificati!
Mentre scrivo è appena giunta la notizia che il
“rifornimento” degli azzurri è stato bloccato,
saranno costretti a mangiare come i brasiliani,senza
le
provviste
di
parmigiano
reggiano,
bresaola,insomma pazienza per un breve periodo
sarete uguali agli altri!
Gino Strada che ha parlato ai giovani nella
trasmissione Amici della De Filippi(a proposito ma si
candiderà anche Lei?),chissà come commenterebbe
il tutto!
In ogni caso FORZA ITALIA!
2
Antonella Castaldo
Con i vari campionati ormai archiviati, con l’Europeo
Under 21 che già si svolge sfornando i campioni del
futuro,
tra
pochi
giorni
inizierà
anche
la Confederations Cup. L’edizione di quest’anno sarà la
9°
da
quando
è
nata
la
competizione.
La Confederations Cup 2013 si svolgerà in Brasile, questa
competizione è stata organizzata dalla Fifa. In questo
speciale torneo di calcio si affrontano le migliori 8
nazionali del mondo. A questa torneo parteciperanno: il
Brasile (come paese ospitante), la Spagna (vincitrice
Mondiale e Europeo), l’Italia (grazie al doppio titolo
spagnolo, infatti in questi casi viene invitata la seconda classificata all’Europeo), il Giappone (vincitore della Coppa
d’Asia), il Messico (vincitore Concacaf 2011), Uruguay (vincitore Coppa America), Tahiti (vincitore Coppa Oceanica) e la
Nigeria (fresca vincitrice Coppa d’Africa). Il torneo è composto da 2 gironi “all’italiana”, cioè 2 gironi composti da 4
squadre per girone, successivamente le prime 2 classificate si qualificano per le semifinali e infine si giocano le finali (1°
- 2° posto e 3°- 4° posto).
La composizione dei 2 gironi sono le seguenti:
- Gruppo A (Brasile, Giappone, Messico e Italia)
- Gruppo B ( Spagna, Tahiti, Uruguay e Nigeria).
Questo è un torneo che solitamente viene svolto prima del mondiale, infatti viene valutato il grado di organizzazione
del paese ospitante per evitare eventuali problematiche (strutturali o organizzative) durante il mondiale e, allo stesso
tempo permette alle migliori nazioni mondiali di confrontarsi per stabilire le eventuali “gerarchie” al mondiale che
verrà. Le favorite per la vittoria finale di questa competizione sono sicuramente il Brasile e la Spagna, ma come già
accaduto non sempre è la migliore formazione a portarsi a casa il trofeo, quindi come finirà? L’Italia riuscirà a
sorprendere tutti o bisserà la figuraccia vista nell’ultimo Mondiale? Per poter avere risposte a questi quesiti dovremmo
per forza attendere il 30 Giugno, vedere chi sarà a sollevare questo trofeo, quindi non c’è altro da fare che sedersi e
assistere allo spettacolo.
Stefano Limongelli
3
La Nazionale sbarca a Rio dopo 12 ore di volo. Un viaggio tranquillo quello degli
azzurri dove si è avuta l’occasione di mettersi alla spalle le critiche dello 0-0
deludente contro la Repubblica Ceca, in occasione delle qualificazioni per il
mondiale del prossimo anno e il caso Balotelli.
In terra verde-oro sembra essere atterrato prima Super Mario che il jet azzurro.
Non si fa altro che parlare di lui, dalla sua enorme classe alla debolezza
caratteriale. Punto dove il nostro fuoriclasse deve lavorare per non ritrovarsi in
trappole come quelle adescate a Praga e proprio per questo che il C.T.
Cesare Prandelli è tornato a riparlare dell’avvenuto in vista dell’amichevole
contro l’Haiti: “Dopo il rosso di Praga con Mario abbiamo parlato negli
spogliatoi. Non ci sono scusanti sull’espulsione, anche se è arrivata in risposta
alle provocazioni avversarie. Nessuno deve mai pensare di essere solo a
risolvere il problema, perché questo è sempre della squadra”.
In ogni caso il clima in casa azzurri è ottimale, regna molta armonia e lo si vede
anche dallo show fornito da Balo ed il suo compagno El Sharaawy sulle spiagge
di Rio con giocate d’applausi. Prandelli, che sta lavorando sul gruppo per farlo
diventare “più squadra”, sta sciogliendo gli ultimi dubbi sulla formazione tipo
che farà parte alla competizione che vedrà di fronte, nel girone A, Messico,
Brasile
e
Giappone.
4-3-3
composto
da
Buffon
tra
i
pali, Barzagli e Bonucci centrali affiancati da Maggio e Chiellini sulle corsie,
Pirlo, Marchisio e De Rossi occuperanno la mediana ed il tridente
offensivo Balotelli, ElSharaawy e Cerci per scardinare le difese avversarie. E’
proprio quest’opzione offensiva che offusca le idee del C.T. che sta vagliando
l’ipotesi anche di un più classico 4-3-1-2 con il trequartista Montolivo a dar
manforte al duo Balotelli, El Sharaawy.
In attesa delle ultime sedute d’allenamento che precedono il calcio d’inizio
contro il Messico del “Chicarito” Hernandez, allo stadioMaracanà alle ore 21
italiane, 16 locali, il mister con il suo staff saranno alle prese con un problema
d’alimentazione:la scorta che si porta dietro la Nazionale, parmigiano,
prosciutto cotto e crudo, e bresaola sono stati bloccati dalla dogana
all’aeroporto di Rio per questioni burocratiche e si sta facendo del tutto per
recuperare i prodotti per garantire la giusta alimentazione ai calciatori che, tra
un allenamento e l’altro, per rilassarsi sono stati muniti di 4 console, televisori
da 50 pollici, ping pong e flipper.
L’antipasto del mondiale sta per incominciare e l’Italia è pronta ed a
testimoniarlo è il suo vicepresidente federale Demetrio Albertini: “Messico
avversario difficile, ma l’Italia deve giocare per vincere ogni torneo. La nostra
storia ci impone l’obbligo di arrivare fino in fondo”.
C.T. Cesare Prandelli
Portieri: 1 Buffon, 13 Marchetti, 12 Sirigu
Difensori: 20 Abate, 4 Astori, 15 Barzagli, 19 Bonucci, 3Chiellini, 5 De Sciglio, 2
Maggio
Centrocampisti: 7 Aquilani, 6 Candreva, 16 De Rossi, 23 Diamanti,
22 Giaccherini, 8 Marchisio, 18 Montolivo, 21 Pirlo
Attaccanti: 9 Balotelli, 17 Cerci, 14 El Shaarawy, 11 Gilardino, 10 Giovinco.
Ferruccio Montesarchio
4
Si presenta a questa nona edizione della Confederation Cup, come vincitrice
sia del mondiale disputato in Sud Africa nel 2010 che dell’ultimo europeo di
Polonia ed Ucraina 2012. Parliamo della Spagna, le furie rosse, in questi ultimi
anni hanno saputo sfruttare al meglio una generazione di fenomeni, vincendo
tutto ciò che era possibile vincere, riuscendo dove possibile, addirittura a
ripetersi. Il CT Vicente del Bosque, avrà a disposizione una rosa di
giocatori,
composti per la maggior parte da calciatori provenienti
dal RealMadrid e dal Barcellona. L’estremo difensore sarà molto
probabilmente il blaugrana Victor Valdes, infatti lo storico numero 1
spagnolo, Casillas,
paga la pessima stagione nel proprio club di
appartenenza. La difesa sarà composta da Sergio Ramos(Real Madrid)
e Jordi Alba (Barcellona) sulle fasce, al centro troveremo Piquè (Barcellona)
ed Albiol (Real Madrid). Il centrocampo è affidato a due mostri sacri del
Barcellona Xavi ed Andrea Iniesta. Avranno il compito di lanciare l’ attacco,
composto da un vecchio pallino del CT del Bosque, quel Fernando
Torres (Chelsea), più volte accostato a squadre italiane, supportato da David
Villa (Barcellona) e Pedro Rodriguez(Barcellona). Sono diverse le varianti che
la Spagna può apportare anche durante la gara stessa, non dimentichiamoci
di David Silva(Manchester City), o di Cesc Fabregas (Barcellona) che può agire
da falso nueve, ruolo ideato da Vicente del Bosque proprio durante l’ultimo
europeo.
I padroni di casa del Brasile, si presentano a questa manifestazione con
diverse incognite. Non disputano una partita ufficiale da almeno due anni, in
quanto paese organizzatore, sono esenti dalle qualificazioni mondiali. Il CT
Scolari a differenza del collega Iberico Del Bosque, avrà una squadra
completamente rinnovata negli uomini e nel modulo. Gli unici reduci
dall’ultimo mondiale in Sud Africa saranno il portiere ex Inter Julio Cesar, ed i
difensori del Real Madrid Marcelo e del Paris Saint Germain Thiago Silva.
In compenso ci sarà tanta qualità ma soprattutto ci saranno tanti calciatori
pronti a tutto pur di fare bella figura davanti ai propri tifosi. Diversi i giovani di
grande qualità che si metteranno in mostra per convincere il proprio
commissario tecnico a farli disputare il mondiale casalingo. Star d’eccezione
sarà il neo Blaugrana, mister 60 milioni di euro, Neymar. Il giovane brasiliano
guiderà l’attacco verde oro con un altro grande campione Hulk (Zenit San
Pietroburgo). Le chiavi del centrocampo saranno affidate al laziale Hernanes,
con un pallino del mercato interista Paulihno (Corinthias), il reparto sarà
completato da Lucas (Psg), ed Oscar (Chelsea). La difesa sarà invece affidata a
giocatori esperti, al centro troveremo Thiago Silva (Psg), Filipe Luis (Atletico
Madrid), sulle fasce troveremo rispettivamente un difensore del Barcellona,
Daniel Alves, ed uno del Real Madrid Marcelo.
Pasquale Iorio
5
L’Uruguay squadra sud americana che negli anni è cresciuta sempre più nel calcio moderno, sfornando
veri e propri fuoriclasse che giocano in tutto il mondo. Questa nazione parteciperà a questa speciale
competizione con il titolo di Campioni del Sudamerica (grazie alla vittoria della Coppa America), ma di
certo le intenzioni dei sudamericani saranno quelle di stupire ancora e cercare di portare un altro trofeo
in patria. Vediamo che la rosa ufficiale è composta da molti elementi che si sono contraddistinti in
Europa o nel mondo, tra questi ci sono molti “italiani” o ex, infatti nella rosa ci sono: Caceres della
Juventus, Gargano e Pereira che militano nell’Inter, Gonzalezdella Lazio, Rios e Hernandez del
Palermo, Perez del Bologna e soprattutto l’attaccante che negli ultimi 3 anni ha ormai superato le 100
realizzazioni, cioè Cavani, ma parlavamo anche di ex del calcio italiano come Muslera e Ramirez. La
formazione ideale che dovrebbe essere schierata per questa competizione dovrebbe essere composta
da: Muslera, Maxi Pereira, Lugano, Godin,Caceres, Lodeiro, Gargano, Perez, Rodriguez, Cavani e Suarez.
Un classico 4-4-2 che però è composto da due centravanti che fanno preoccupare tutte le difese
avversarie. L’allenatore di questa nazionale è Tabarez, che è alla sua seconda presenza in questo torneo (
prima e ultima apparizione venne nel 1997 dove l’Uruguay si classificò al 4°). Questo team non darà
certamente vita facile alle avversarie e sicuramente dopo le favorite Spagna e Brasile può giocarsi la
vittoria finale del torneo.
Stefano Limongelli
La squadra messicana arriva alla competizione grazie alla vittoria della CONCACAF 2011, trofeo vinto per
la nona volta con la schiacciante vittoria contro gli Stati Uniti per 4-2.
La squadra di Josè de la Torre, noto anche come “El Chepo”, sbarca in Brasile con tante giovani promesse
ed una squadra prevalentemente composta da giocatori che militano nel campionato messicano, fatta
eccezione per i 6 che giocano in stadi europei: Giovani Dos Santos, Aquino, Moreno e Guardado in
Spagna, Ochoa in Olanda ed il “Chicarito” Hernandez in Inghilterra tra le file del Manchester United.
Tante stelle, quasi tutte giovani che attendono solo di consacrarsi nel grande calcio ed una grande
assenza: Carlos Vela. Il giocatore, ex Arsenal ora al Real Sociedad in Spagna, non ha fatto parte della
spedizione a causa dei rapporti tesi con la federazione.
“El Chepo” ha già le idee chiare sul modulo e la formazione che affronterà nel girone A Italia, Brasile e
Giappone, ed al Maracanail 16 giugno contro la formazione azzurra si presenterà, molto probabilmente,
con il 3-5-2 composto da: Ochoa tra i pali, Reyes,Meza e Nilo a comporre il tridente difensivo, Torrado,
Aquino eGuardado a comporre il trio in mediana con Salcido e Barrerasulle corsie laterali e l’attacco tutto
d’esperienza europea DosSantos e la stella Hernandez.
Nonostante la formazione di tutto rispetto il C.T. invita alla calma ed a rimanere con i piedi per terra:
“Stiamo avanzando passo dopo passo per crescere, abbiamo bisogno di segnare più gol e ogni partita è un
nuovo episodio in cui cercheremo di vincere”. Sulla domanda in cui gli veniva chiesto un pronostico sulla
sua squadra nella competizione, risponde: “Non garantisco niente perché non so nemmeno se sarò qui
domani”.
C.T.: Josè De La Torre
Portieri: 1 Guillermo Ochoa (Ajaccio/Fra), 12 Josè Corona (CruzAzul), 23 Alfredo Talavera (Toluca);
Difensori: 2 Francisco Rodriguez (Club America), 3 CarlosSalcido (Tigres), 4 Diego Reyes (Club America),
5 Jesus Molina(Club America), 13 Severo Meza (Monterrey), 15 Hector Moreno (Espanyol/Spa),
20 Jorge Torres (Tigres), 21 Hiram Mier(Monterrey), 22 Gerardo Flores (Cruz Azul);
Centrocampisti: 6 Gerardo Torrado (Cruz Azul), 7 Pablo Barrera(Cruz Azul), 10 Giovani Dos Santos
(Maiorca/Spa), 11 Javier Aquino (Villarreal/Spa), 16 Hector Herrera (Pachuca),
17 JesusZavala (Monterrey), 18 Andres Guardado (Valencia/Spa);
Attaccanti: 8 Angel Reyna (Pachuca), 9 Aldo De Nigris(Monterrey), 14
Javier Hernandez (Manchester United/Ing), 19 Raul Jimenez (Club America).
6
Ferruccio Montesarchio
La più grande isola della Polinesia Francese è la “Cenerentola” del girone B. Dopo la vittoria contro
la Nuova Caledonia e la conquista del titolo oceanico, per i Toa Aito (i guerrieri di ferro), le possibilità
di stupire anche in Brasile sono piuttosto esigue. Tahiti occupa attualmente la 138° posizione nel
Ranking Fifa e la squadra è composta da ex pescatori e artigiani prestati al gioco del calcio. Il tecnico
EddyEtaeta potrà contare sull’esperienza dell’attaccante di origini coreane Chang-Hue, ilmatchwinner della finale delle nazioni oceaniche che attualmente gioca nel Bleid, società di terza divisione
belga. Occhi puntati anche su Marama Vahirna, attaccante del Nancy in prestito ai greci
del Panthrakikos, dove ha messo a segno tre reti in 26 partite. Difficile pronosticare il passaggio del
turno per i polinesiani, ma in caso di una clamorosa vittoria, i guerrieri di ferro sono pronti a
scatenarsi in danze tribali in stile Haka degli All Blacks neozelandesi. L’allenatore Etaeta dovrebbe
presentare un solido 4-4-2 con in campo i tre fratelli Tehan, mentre dalla panchina dovrebbe partire
l’attaccante Tehan, cugino dei tre centrocampisti che fino a qualche anno fa giocava ancora scalzo.
PROBABILE FORMAZIONE: Samin, Simon, Ludivion, Vallar, Faatiarau; J.Tehau,Bourebare, Caroine,
A. Tehau; Chong Hue, L. Tehau.
PORTIERI: Xavier Samin (AS Dragon), Mickaël Roche (AS Dragon), Gilbert Meriel(AS Tefana).
DIFENSORI: Vincent Simon (AS Dragon), Teheivarii Ludivion (AS Tefana), Nicolas Vallar (AS
Dragon), Stephane Faatiarau (AS Tefana), Tamatoa Wagemann(AS Dragon), Yannick Vero (AS
Dragon), Edson Lemaire (AS Dragon), RainuiAroita (AS Tamarii Faa’a).
CENTROCAMPISTI: Jonathan Tehau (AS Tamarii Faa’a),
Lorenzo Tehau (ASTefana), Alvin Tehau (AS Tefana), Heimano Bourebare (AS Tefana),
Henri Caroine(AS Dragon), Ricky Aitamai (AS Vénus), Yohann Tihoni (AS Roniu).
ATTACCANTI: Stanley Atani (AS Tefana), Steevy Chong Hue (AS Dragon),Teaonui Tehau (AS Dragon),
Samuel Hnanyine (AS Dragon), Marama Vahirua(Panthrakikos).
VALERIO CASTORELLI
La Nigeria è la squadra che dovrà rappresentare l’Africa in questa competizione ( in
quanto fresca vincitrice della Coppa d’Africa). Questo team sulla carta è una “vittima”
sacrificale che dovrebbe andare “in pasto” alle big ( Spagna, Brasile, Uruguay e Italia):
le possibilità di vittoria per gli africani sono molto basse, però nel calcio non si può mai
dire, e come dicono gli esperti “la palla è rotonda, tutto può accadere”. La Nigeria si
presenta sicuramente con il morale molto alto, in quanto solo pochi mesi fa vinceva la
“propria” competizione continentale. La rosa ufficiale è composta da alcuni
componenti che si stanno facendo valere in Europa, sicuramente il Campione africano
è Obi Mikel (Chealsea), centrocampista di qualità e quantità con grande esperienza
internazionale,
però
spicca
anche
qualche
“giovanotto”
come
ad
esempio Onazi (Lazio), che quest’anno si è fatto conoscere per la sua grinta e classe.
L’allenatore di questo team è Keshi, il quale è riuscito a regalare aquesta nazione un
successo dopo ben 20 anni di astinenza. La formazione tipo dovrebbe essere composta
da: Enyeama,Ambrose, Omeruo, Oboabona, Echiejile, Onazi, Obi Mikel, Mba ,Oduama
di, Ideye, Musa. Vedremo se il commissario tecnico nigeriano riuscirà a stupire ancora
e bissare il successo in Coppa d’Africa, anche se l’obiettivo in questo caso è realmente
lontanissimo, ma con un po’ di bravura e fortuna tutto può accadere. Sarà la Nigeria la
rivelazione di questa competizione? O soccomberà sotto la supremazia avversaria? C’è
solo da vedere e scoprire come andrà a finire, intanto buona Confederations Cup ai
rappresentanti africani.
Stefano Limongelli
7
Il Giappone è la prima squadra ad essersi già qualificata per il
mondiale del 2014 in Brasile e l’esperienza di un tecnico italiano
come Alberto Zaccheroni ha permesso un salto di qualità notevole
alla selezione del sol levante. Dopo la conquista della Coppa d’Asia ai
danni dell’Australia, “Zaccheroni-san” ha trasmesso grande sicurezza
ad una squadra già rodata e tecnicamente valida. I “samurai” hanno
partecipato allaConfederation Cup del 2001, arrivando fino in finale,
sconfitti da un gol del francese Vieira. I punti di riferimento della
squadra sono il trequartista Keisuke Honda del CSKA Mosca, seguito
da tempo da Lazio e Milan, e il centrocampista Shinji Kagawadel
Manchester United. La rivelazione potrebbe essere l’attaccante
Mike Havenaar, figlio di un calciatore olandese emigrato in Giappone.
E’ alto un metro e 96 e attualmente milita nel campionato olandese
dove ha realizzato 16 reti in quest’ultima stagione con il Vitesse.
Tanta corsa e sostanza per Yuto Nagatomo, unico “italiano” presente
in rosa. Il Giappone debutterà contro i padroni di casa del Brasile e
Zaccheroni dovrebbe optare per un 4-2-3-1 di sostanza e qualità.
LA PROBABILE FORMAZIONE:
Kawashima; Uchida, Yoshida, Konno,Nagatomo; Endo, Hasebe; Okaza
ki, Honda, Kagawa; Maeda.
PORTIERI: KAWASHIMA Eiji (Standard Liege),
NISHIKAWA Shusaku(Sanfrecce Hiroshima), GONDA Shuichi (FC
Tokyo).
DIFENSORI: KONNO Yasuyuki (Gamba Osaka),
KURIHARA Yuzo (Yokohama F.Marinos),
INOHA Masahiko (Jubilo Iwata), NAGATOMO Yuto (Inter Milan),
UCHIDA Atsuto (FC Shalke 04), YOSHIDA Maya (Southampton),
SAKAI Hiroki(Hannover 96), SAKAI Gotoku (VfB Stuttgart).
CENTROCAMPISTI: ENDO Yasuhito (Gamba Osaka),
NAKAMURA Kengo(Kawasaki Frontale), HASEBE Makoto
(VfL Wolfsburg), HOSOGAI Hajime (BayerLeverkusen),
HONDA Keisuke (CSKA Moscow), TAKAHASHI Hideto (FC Tokyo).
ATTACCANTI: MAEDA Ryoichi (Jubilo Iwata),
OKAZAKI Shinji (VfB Stuttgart),Havenaar Mike (SBV Vitesse),
INUI Takashi (Eintracht Frankfurt),
KAGAWAShinji (Manchester United), KIYOTAKE Hiroshi
(1.FC Nurnberg).
8
VALERIO CASTORELLI
Il 16 giugno 2013 alle ore 19.00 (17 giugno, ore 00.00 - data e ora italiana) andrà in scena a Recife, all’Arena
Pernambuco, la prima gara del gruppo B della Confederations, che vedrà di fronte Spagna e Uruguay. Il match,
come tutta la competizione, avrà luogo in Brasile. Spagna e Uruguay sono le due nazioni favorite per il
passaggio del turno, a discapito delle due nazioni meno quotate Nigeria e Tahiti. Quindi questa prima gara
rappresenta già da subito un vero e proprio spareggio. La Spagna si presenta al torneo come detentrice del
mondiale scorso, mentre l’Uruguay giocherà questa competizione grazie alla vittoria della Coppa America.
Nelle rose che hanno conquistato i titoli appena detti, c’erano da una parte e dall’altra due grandi bomber,
Fernando Torres e Luis Suàrez. Abbiamo messo a confronto questi due magnifici attaccanti, sperando che un
giorno possano calcare i campi della nostra serie A. Andiamo a scoprire chi avrà vinto la nostra SPECIALE
SUPERSFIDA!
SUPERSFIDA
TORRES
9
9
9.5
8.5
9
8.5
SUAREZ
TIRO
COLPO DI TESTA
SENSO DEL GOL
TECNICA
VELOCITA’
GIOCO DI SQUADRA
8.5
8.5
8.5
9.5
9.5
8.5
TOTALE
53.5
53
9
A cura di Dario Mainieri
Ha voglia di vincere con questa maglia, trova una nuova compagna più vicina, sorride a
tutti, rassicura tutti, compra ville, case, auto, piccoli indizi che fanno una prova. La prova
che Cavani vuole “ricominciare” da una nuova vita sentimentale a nuovi obiettivi per il suo
Napoli. Ha sempre detto di voler restare a Napoli o per lo meno di voler restare fin quando
non vincerà qualcosa di importante come omaggio a chi lo ha sempre sostenuto, a detta
sua un omaggio che Napoli e i napoletani meritano più di chiunque altro. Però Edy "nuj
simm e cor", crediamo a Cavani Senior quando dice che tu vuoi e meriti una grande
d’Europa come il Real Madrid e cadiamo nello sconforto più totale. Quando compri
qualche casa, invece subito torna il sorriso, quel sorriso sicuro, certo che tu non ci avresti
mai lasciato. Ma dopo Mazzarri meritiamo un po’ di chiarezza. Risposte, affermazioni
secche senza tanti giri di parole. Edinson Roberto Cavani resti a Napoli? Purtroppo una
risposta affermativa che possa definitivamente chiudere il caso Cavani arriverà solo dopo la
Confederations cup. Ma lo stesso Edi non nega di trattare con altre squadre. E così tutta
quella fiducia che i tifosi avevano riposto in te, in quel viso sincero, mai furbo, è svanita.
Nuove news nel mondo del calcio mercato informano che Perez non cederebbe mai
Higuain alla Juventus per 30 milioni, avendo la possibilità di scambiarlo con il talento
uruguaiano. Così Cavani potrebbe realizzare il suo sogno di bambino e il Napoli potrebbe
ricominciare a sognare con un attaccante argentino. Però ricorda Edi la fedeltà è già una
grande vittoria.
Karina Ornella Palomba
Il mercato non è ancora iniziato, cioè ufficialmente è iniziato ma i colpi di mercato tardano ad
arrivare. A Napoli il caso ormai noto è sempre Cavani, infatti il suo futuro non è ancora
assicurato (sia nel caso resti sia nel caso vada via). Con l’arrivo di Benitez sulla panchina però
qualcosa è cambiato, infatti i nomi che vengono accostati ai partenopei sono quelli che fanno
esaltare la piazza. Il ruolo di portiere è assicurato nelle esperte mani di De Sanctis, però c’è da
scoprire chi sarà il suo secondo (Rosati o un giovane), per la difesa sono molti i nomi
(Rami, Skrtel e Astori), per il centrocampo ci sono (Mascherano, Ramires, Naingolaan) e per
l’attacco invece ci sono grandissimi nomi come (Torres o Dzeko, o giovani
come Belfodil o Zaza). Questa settimana inizia in modo frenetico per i tifosi partenopei, in
quanto il presidente De Laurentiis, ormai sempre più “moderno” ha promesso il primo regalo
per Benitez garantendo che il mercato azzurro inizierà con un nuovo attaccante. I segnali
vanno verso Parma, infatti sembrerebbe che uno tra Belfodil o Biabiany sarà presto azzurro,
ma per avere una certezza si dovrà attendere. E Cavani? Resta o va via? Sono ormai giorni che
si parla di offerte importanti per il Matador avvicinandolo a Madrid, sponda Real o a Londra
daMourinho, che come regalo di bentornato vorrebbe il bomber uruguagio. Le offerte per il
giovane fuoriclasse non mancano, infatti tutti i top club europei desiderano le sue prestazioni,
ma i 63 milioni spaventato la maggior parte dei pretendenti. Il RealMadrid da parte sua spinge
sulla volontà del giocatore per portarlo in Spagna senza dover esser costretto a sborsare i 63
milioni, ma sicuramente i tifosi dovranno ancora aspettare per sapere il futuro del loro idolo.
Allora chi sarà il primo rinforzo per i partenopei? Cavani resterà per cercare di superare il
record di Maradona o andrà a Madrid? Un eventuale partenza del Matador darebbe la
possibilità al Napoli di riconfermarsi? Il mercato è iniziato da poco tempo ancora per poter
vedere come finirà, quindi non rimane che aspettare le prime trattative per vedere il futuro
azzurro e gli obiettivi.
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Stefano Limongelli
Juventus, il Real spara alto per Higuain: 30 milioni!
Il presidente del Real Madrid, FlorentinoPerez, ha dichiarato, in un’intervista
rilasciata a Marca -noto giornale spagnolo- l’intenzione di non
cedereGonzalo Higuain per meno di 30 milioni di euro.
La Juventus, dal canto suo, confida nella volontà del calciatore di trasferirsi a
Torino, ma non sarebbe disposta a svenarsi per l’argentino, arrivando ad offrire
una
cifra
al
massimo
intorno
ai
23/25
milioni.
“Ad oggi però nessuno ce lo ha ancora chiesto. Neanche la Juve”, afferma Perez.
Milan, quasi fatta per Tevez!
“Tevez non mi tradisce”, questo ha dichiarato Adriano Galliani secondo quanto
emerso da alcune fonti vicine al club rossonero. L’ argentino, che sembrava
essere ad un passo dalla Juventus, avrebbe deciso di approdare in rossonero,
forte anche dell’amicizia instaurata con Galliani nel gennaio 2012,
quando Carlos Tevez fu ad un passo dal Milan già ad allora. Lo scoglio più
difficile, quello dell’ingaggio, non sembra essere un problema. Lo afferma lo
stesso amministratore delegato rossonero.
Napoli, arriva Belfodil.
Ecco il primo colpo dell’era Benitez:Ishak Belfodil.
Secondo La Gazzetta dello Sport, il Napoli avrebbe bruciato letteralmente la
concorrenza sia di Inter che di Milan, arrivando ad offrire al Parma 8 milioni di
euro per la metà dell’attaccante algerino classe 1992, autore di un’ottima
stagione quest’anno condita da ben 8 gol.
Belfodil sarà la prima alternativa alla prima punta centrale (Cavani?) o potrebbe
essere utilizzato come esterno offensivo.
Inter, offerta ufficiale per Nainggolan.
Sembrerebbe essere tornata in vantaggio l’Inter per la corsa al talentuoso
centrocampista belgaRadja Nainggolan.
La Juventus sembra ormai essere tagliata fuori per il centrocampista cagliaritano,
che ha giocato un’ottima stagione collezionando 30 presenze.Cellino chiede ben
15 milioni di euro , l’Inter ha formulato un’offerta di 10 milioni più due giovani a
scelta della primavera.
Mazzarri sembra avere le idee chiare su Nainggolan e Moratti è intenzionato
11 ad
accontentarlo.
Giuseppe Memoli
Zero: In quattro minuti e l’attaccante del Milan
Mario Balotelli si fa cacciare per doppia ammonizione. Troppo
su di giri, ci risiamo! NERVOSO!
Uno: A Neymar e la sua “capoiera”. Hernanes prova ad
insegnargliela, ma lui proprio non ci riesce. DISASTRO!
Due: Alle qualifiche della Ferrari, Alonso è sesto, il brasiliano
Felipe Massa un altro botto! Per fortuna che a Montreal si può
sorpassare. INQUALIFICABILI!
Tre: Alle italiane Sara Errani e Roberta Vinci, purtroppo il
sogno “Grande Slam” si interrompe in finale per colpa delle
russeEkaterina Makarova e Elena Vesnina. Troppi errori e cali
di tensione. PECCATO!
Quattro: Agli azzurri del rugby. Una sconfitta per 44 a 10
contro il Sudafrica ci può stare, ma regalare un tempo per poi
svegliarsi e da manicomio. PAZZI!
Cinque: Come i gol che gli Oranje U21 hanno rifilato alla
Germania agli europei di categoria. Wijnaldum, la doppietta di
deJong e i due "tocco sotto" di John e Hoesen umiliano i
tedeschi. STRARIPANTI!
Sei: A Sebastian Vettel. Vincere facile? Per lui basta
semplicemente andare a filo di gas. SUFFICIENTE!
Sette: A Fernando Alonso. Le qualifiche sono un disastro, ma
la rimonta e il secondo posto in gara valgono una vittoria.
Bene anche Massa, che parte in fondo ma arriva ottavo.
REMUNTADA!
Otto: A Nadal, come le volte che lo spagnolo ha trionfato al
Roland Garros. Fa fuori il connazionale Ferre con un 6 - 3,6 – 2,
6 – 3, e così il numero 4 al mondo bissa il successo del 2012.
IMMENSO!
Nove: Agli azzurrini di Davis Mangia che hanno battuto 4 a 0 i
pari categoria di Israele.FORTISSIMI!
Dieci: E’ ancora lei sul tetto del Roland Garros, l’americana
Serena Wiliams che in finale batte la campionessa in
caricaSharapova con un 6 – 4, 6 – 4. CICLONE!
Adriano Scala
12
Ufficiale: Lazar Markovic al Benfica. Il talento serbo classe
1994, seguito anche dall’Inter si presenta ai suoi nuovi tifosi:
“Voglio giocare per vincere. La Champions? Un sogno!”.
L’attaccante ha firmato un contratto fino al 2018.
Torna a parlare invece, Luis Suarez, dopo la maxi squalifica in
Premier League.
L’attaccante uruguaiano ha dichiarato che sarebbe il suo sogno
giocare nel Real Madrid: “Ogni giocatore vorrebbe giocare in
unagrande squadra e il Real è una di queste”, così l’uruguaiano
a RR-Gol.
Secondo il Daily Mail, il Manchester United, guidato dal nuovo
tecnico Moyes, avrebbe dato l’assalto a Cesc Fabregas. Il
centrocampista spagnolo sarebbe il rinforzo ideale per poter
vincere la Champions League.
Borussia Dortmund: offerta folle per trattenere Lewandoski. Il
club tedesco offre al proprio attaccante un ingaggio tre volte
superiore a quello attuale. Passerebbe così da 1,5 milioni annui
a 4,5 milioni!
Fonte: Bild
Giuseppe Memoli
I soldi faranno pure la felicità, ma spesso risulta non essere l’unica componente
importante nel mondo del lavoro.
Di certo non si è tagliato l’ingaggio Josè Mourinho tornando al Chelsea, ma per
tornare alla guida dei blues dalla panchina, ha giocato un ruolo fondamentale la sua
affinità con l’ambiente londinese, l’appeal di cui gode la Premier League, il suo
particolare rapporto con i tabloid inglesi, ma soprattutto l’affetto e la stima
dei suoi tifosi di sempre nella capitale del Regno Unito.
Nella sua prima conferenza stampa si è definito “l’allenatore più felice del mondo”,
accantonando l’aggettivo “Special” che lo ha accompagnato in tutti questi anni di
carriera, dicendo poi di sentirsi più tranquillo rispetto al suo arrivo nel 2004.
Mourinho trova una squadra che è stata capace nelle ultime due stagioni di vincere
prima la tanto agoniata Champion’s League con mr R. Di Matteo; poi nel maggio
scorso è arrivato l’altro trofeo continentale con alla guida Rafa Benitez, allenatore
odiato dalla piazza proprio perché considerato nemico sportivo di Mou, quando lo
spagnolo contendeva il titolo al Chelsea sedendo sulla panchina del Liverpol.
Sarà capace il nuovo “Happy One” di arricchire la bacheca dei blues con il suo
entusiasmo e la sua nuova politica di gioia?
Forse, nuovi soldi investiti da patron Abramovich faranno felicequalche campione
intento a trasferirsi a Londra, magari Cavani, che con i suoi goal potrà estendere
questa felicità anche tra i tifosi.
13nave
Fabio La
I TOP
LAZIO PRIMAVERA
Come gli uomini di Pektovic, anche i ragazzi della Primavera diventano Campioni
d’Italia. Battendo l’Atalanta in finale, per 3 a 0, i biancocelesti si aggiudicano il
“Trofeo Giacinto Facchetti”, cucendo sulle loro maglie, il tricolore.
RAFA NADAL
L’ottava meraviglia per lo spagnolo, il suo nuovo trofeo. Conquista, per l’ottava
volta, a Parigi, il Roland Garros, battendo lo svizzero Federer. Ritornato
dall’infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto fuori per otto mesi, ha già
conquistato sette tornei, dei nove, in cui ha partecipato.
JOSE MOURIHNO
Chiamatelo “Happy One”, da oggi! Tornato, di nuovo, a Londra; lo “special one”,
rivivrà una seconda vita, in blues. Il portoghese ha, già, le idee chiare: vincere la
Champions. “L’uomo felice” lo sarà, perché ritornato, dopo sei anni, tra i suoi
amati tifosi, o sarà felice di spendere, ora, i soldi di Abramovic? Sarà tutto da
scoprire.
I FLOP
TOM SYKES
Attento a quel cordolo! La colpa della “strana caduta” del pilota inglese, è di un
cordolo. Durante un semplice giro di schieramento, prima di gara 2, in Super Bike,
il pilota della Kawasaki, scivola e finisce fuori pista. Oltre il danno, poi, anche la
beffa. I commissari, non aiutano il povero britannico, che deve fare tutto da solo.
ERRANI-VINCI
Niente bis per le tenniste italiane. Non riesce, infatti, confermarsi, di nuovo,
campionesse, del doppio, al Roland Garros. Il duo, passa, così, il testimone alla
coppia russa Makarova-Vesnina, che le battono, in finale, in due set per 7-5, 62. Riconfermarsi è sempre più difficile!
USAIN BOLT
E’ successo veramente! Per un giorno, il velocista giamaicano, è arrivato secondo,
per un soffio. Al Golden Gala “Pietro Mennea”, il lampo, è stato battuto
dall’americano Justin Gatlin, oro ad Atane nel 2004. Un solo millesimo, li ha
separati; 9”94, per l’americano, 9”95 per Usain. Quando si dice, che nessuno è
perfetto!
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Si è concluso da poco il campionato di Serie A e sappiamo tutti quali sono stati i
verdetti finali. E’ stato un anno a forti tinte bianconere. La Juventus infatti porta a
casa il titolo di miglior allenatore dell'anno con Antonio Conte, che regola Vincenzo
Montella tecnico della Fiorentina. Successo anche per Arturo Vidal che batte
Edinson Cavani per il titolo di miglior giocatore dell’anno, con Antonio Di Natale che
chiude terzo. Ad aprire il capitolo delle delusioni bianconere c'è Niklas Bendtner,
eletto peggior acquisto dell'anno con un autentico plebiscito, meglio addirittura
dell'interista Alvaro Pereira. Altra delusione per la Juventus, invece, è la sconfitta di
Paul Pogba che arriva dietro a Stephan El Shaarawy per il titolo di miglior giovane
dell'anno e dietro a Mario Balotelli eletto come miglior acquisto dell'anno. Il
capitolo delle delusioni porta con se Andrea Stramaccioni, peggior allenatore
davanti anche a Zdenek Zeman. Male anche Kevin Prince Boateng, delusione
dell'anno davanti a Daniele De Rossi e Ciro Immobile. Milan e Inter si consolano
però con altri due premi. El Shaarawy vince il titolo di rivelazione dell’anno davanti
a Cuadrado, mentre Juventus-Inter (1-3) è eletta partita dell'anno davanti a RomaFiorentina (4-2). Il gol della stagione è quello di Panagiotis Konè contro il Napoli.
Una prodezza che permette di superare il gol di Antonio Di Natale contro il Chievo e
la bordata di Francesco Totti contro la Juventus. Chiudiamo con il top 11 dell'anno
partendo dal miglior portiere della stagione, Samir Handanovic dell'Inter, che batte
gli italiani Buffon e Marchetti. Miglior difensore Andrea Barzagli. A comporre la
difesa a tre vanno Marquinhos della Roma e Hugo Campagnaro del Napoli.
Passiamo al centrocampo a quattro. Arturo Vidal in prima linea, e con lui giocano
Marek Hamsik, Borja Valero e Antonio Candreva. Ed infine ecco il tridente d’attacco,
Cavani, Di Natale e Balotelli, con Totti pronto a subentrare.
Dario Mainieri
Da una manifestazione pacifica per contrastare l’abbattimento di una vasta area verde di Instanbul, Gezi Park, in vista della
costruzione di un nuovo centro commerciale, ne è nata una questione puramente politica, coinvolgendo ed unendo la gente di
67 città contro il loro “dittatore” Erdogan, chiedendo in maniera molto animata le sue dimissioni. La protesta pacifica, in ben che
non si dica, si è trasformata in pura rabbia contro il governo di Recep Tayyip Erdogan, islamico moderato, al potere dal 2002,
portando il bilancio degli scontri tra forze dell’odine e manifestanti anti-governativi di 1700 arresti, 60 feriti e 3 morti di cui uno
per morte cerebrale in seguito ad un colpo d’arma da fuoco.
E’ una rivolta che tocca tutti i settori, compreso quello del tifo calcistico infatti le tifoserie dei tre principali club turchi,
“UltrAslan” (Galatasaray), “Vamos Bien” (Fenerbache), e “çarsi” (Besiktas) promotori dell’iniziativa, hanno annunciato la
“triplice alleanza” accantonando la storica rivalità sportiva per schierarsi al fianco dei manifestanti per vincere contro un regime
quasi dittatoriale del loro Premier. La decisione è stata presa per rispondere alle violenze messe in atto dalle forze dell’ordine
contro i dimostranti nelle ultime 48 ore. La motivazione ecologica, quindi, è stata solo un pretesto per riprendersi le proprie
libertà civili sottratte negli ultimi anni.
Ferruccio Montesarchio
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Fabio La Nave
Confederation Cup al via e si parte subito forte. I padroni di casa del Brasile di certo non vorranno sfigurare nel match
d'esordio contro il Giappone di Zac & Nagatomo. La vittoria dei verdeoro sembra scontata e, più che puntare sul
risultato secco, conviene strizzare l'occhio al risultato con handicap avendo una quota più allettante. L' Uruguay vorrà
rendere la vita difficile ai campioni del mondo spagnoli. Bisogna ricordare che la Celeste ha una tradizione positiva con
le big europee in ultimo con le vittorie di misura ai danni di Francia e Italia. Anche se come si dice non c'è due senza tre
questa volta il compito è un pò più arduo e magari il segno X potrebbe accontentare tutti. Anche la nostra Nazionale
potrebbe avere molte difficoltà contro il Messico e, anche qui, per non compromettere subito la qualificazione il segno
X non farebbe danni. Infine dall'esito certamente più abbordabile il match tra Tahiti e Nigeria con gli africani molto
avvantaggiati. Infine tornando all'Europero U21 vediamo come sono cambiate le quote dopo le cocenti eliminazioni di
Germania e Inghilterra. Gli azzurrini dopo i convincenti risultati nelle prime giornate sono passati dal 6,50 iniziali ai 2,70
di adesso risultando la seconda favorita per la vittoria finale. Sempre ultrafavorita la Spagna con l'Olanda terza forza.
La nostra proposta:
Spagna - Uruguay
X(3,85)
Messico - Italia
X(3,25)
Tahiti - Nigeria
NoGol(1,45)
Brasile - Giappone
1Hand(1,70)
Mali - Benin
1(1,40)
Con 5euro se ne potrebbero vincere 226,69
La soluzione dello scorso numero.
Ibrahim Ba, il biondo centravanti
del Milan. Con i rossoneri ha
totalizzato 56 presenze e 1 goal.
Per lui anche un’esperienza al
Perugia nel 2000.
Taribo West, il terzino dalle trecce
colorate. Ha indossato in Italia le
maglie di Inter prima, e Milan,
poi. Oltre alle sue acconciature da
mentecatto, ultimamente si è
parlato
della
sua
età,
sembrerebbe che da giocatore
l’avesse falsificata per sembrare
più giovane.
Quote vincenti Europeo U21
Spagna 2,30
Italia
2,70
Olanda 3,60
Norvegia 13,00
Antonio Greco
Indovina chi è una rubrica che mette alla prova la
conoscenza calcistica dei nostri lettori. Come si gioca?
Verranno scelte delle figurine di calciatori che hanno
militato nel nostro campionato, alle quali verrà cancellato il
nome. Saranno così bravi i nostri cari lettori ad indovinarli
lo stesso? Naturalmente saranno dati dei piccoli
suggerimenti, non siamo poi così cattivi.
Indizi:
-Si tratta di due centrocampisti, uno con doti più offensive
dell’altro;
-Uno è spagnolo, l’altro Argentino
-Uno dei due è stato quest’anno ospite al corso di
giornalismo sportivo dell’Università Parthenope di Napoli,
ed ha un cognome molto PESANTE.
- L’altro è ricordato in Italia più per la sua testa pelata che
per le sue giocate, si dice fosse estremamente LENTO,
- Di loro si è detto “Diventerà più forte di me” (parole del
fratello) e “lo avevo scambiato per il magazziniere, ma poi
mi sono reso conto che non era lui, il magazziniere corre di
più (il mister della Lazio, unica squadra italiana con cui ha
giocato)
16
La soluzione verrà svelata solamente nel prossimo numero, intanto prova a giocare sulla nostra pagina Facebook FATTO DI SPORT
Come nascono i nomi di Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen
Molti giornali sportivi nei mesi scorsi titolavano così: “il calcio parla tedesco”.
La frase si riferiva alla finale di Champions, giocata per la prima volta tra 2
squadre tedesche: Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Lo stesso faremo
noi oggi, parlando dell’origine di 2 club germanici. La prima è proprio il
Borussia Dortmund, un team che sotto la guida del mago Klopp ha incantato
l’Europa, conquistando in 3 anni 2 Bundesliga, 1 coppa di Germania e una
finale di Champions (purtroppo persa). Per scoprire la sua genesi
bisogna però risalire al 1909. Il club fu fondato il 19 dicembre da un gruppo di
adolescenti scontenti della squadra in cui giocavano (Dreifaltigkeits-Jugend)
sponsorizzata dalla chiesa e vista negativamente dai preti della parrocchia.
L’obiettivo dei ragazzi era quello di ribellarsi al cappellano Hubert Dewald,
contrario a questa pratica sportiva. Padre Dewaldtentò addirittura di bloccare,
non riuscendoci, l’incontro organizzativo che si stava svolgendo nel pub Zum
Wildschütz. Secondo un aneddoto il nome Broussia deriva dall’omonima
fabbrica di birra, con annessa birreria frequentata dai calciatori. In realtà deriva
dal latino e corrisponde a Prussia Renana, il nome con cui era chiamata la
regione. I colori sociali sono sempre stati il giallo e il nero tranne per un
quinquennio: dal 1908 al 1913 la squadra utilizzava magliette a strisce bianche
e blu, una cintura rossa e pantaloni bianchi
La storia del Bayer Leverkusen risale al 27 novembre 1093, quando Wilhelm
Hauschild, semplice impiegato della Bayer, scrisse una lettera, sottoscritta da
altri 107 colleghi, al datore di lavoro. Nella missiva si chiedeva un supporto
economico per finanziare una società sportiva per il dopolavoro. La Bayer per
chi non lo sapesse è una multinazionale chimico-farmaceutica, produttrice della
celebre Aspirina, che nel maggio scorso ha festeggiato i 150 anni di attività. Fu
così che la grande azienda accettò la richiesta dei suoi operai e il 1 luglio 1904
nacque la polisportiva “Turn- und Spielverein Bayer 04 Leverkusen”, mentre 3
più tardi venne creata la sezione calcistica. A causa di dissidi nel 1908 le sezioni
di calcio e di ginnastica si divisero. Quest’ultima fondò la TuS Bayer 04
Leverkusen assumendo icolori giallo-neri. L’ala calcistica si riunì insieme alla
squadra di pugilato, di atletica e di pallamano formando la
societàSportvereinigung Bayer 04 Leverkusen. I colori scelti furono il nero e il
rosso, attualmente ancora in uso. Il Bayer ha sede a Leverkusen, ed essendo la
grande impresa farmaceutica la “madrina” del club i calciatori sono
soprannominati “le aspirine”. Secondo la cultura popolare il club preferisce
essere definito una squadra per “famiglie” e non a caso il suo stadio è uno dei
più confortevoli della Germania. Il Bayer è l’unica squadra ad aver raggiunto una
finale di Champions League senza aver vinto il campionato, oltre ad essere uno
dei 4 club (insieme a Parma, Saragozza e West Ham) ad aver trionfato in una
competizione europea senza aver vinto il titolo nazionale. Nell’albo d’oro del
club c’è una Coppa di Germania e una Coppa UEFA (Europa League)
Vincenzo Vitale
Il termine fair play non è solo espressione di lealtà sportiva e osservanza delle regole
previste dalla singola disciplina sportiva: abbraccia un concetto molto più ampio che
implica il rifiuto dell'imbroglio e delle astuzie, il rispetto dell'avversario ed il
riconoscimento del suo valore a prescindere dal colore della razza e della religione.
Nel gioco del calcio e, purtroppo non fa eccezione il nostro campionato, abbiamo
assistito, anche di recente, ad episodi che poco hanno da dividere non solo con il fair
play ma con lo sport in generale. L'ultimo episodio ha visto coinvolto un campione della
nostra nazionale, Mario Balotelli nella partita disputata dal Milan contro la Roma, è
stato vittima di insulti e cori razzisti da parte dei "tifosi" avversari, tanto da dichiarare
che, la prossima volta, non continuerà più la partita ma abbandonerà il campo.
La più immediata conseguenza è stata la decisione, da parte degli organi federali, di
chiudere la Curva Sud della Roma in occasione della prima partita del prossimo
campionato.
Le statistiche dicono che negli ultimi anni le multe comminate alle società sportive per
razzismo sono triplicate ma senza produrre l'effetto di disincentivare il fenomeno. Per
mettere fine a questi deprecabili fenomeni di violenza è auspicabile che il fair play sia
adottato non solo dalle squadre in campo ma anche dai tifosi sugli spalti; sarebbe questa
la vittoria più bella!
Claudia Ferrara
E’ notizia di qualche giorno fa che la UEFA ha diramato nuove direttive, che verranno
messe in pratica dalla nostra FIGC.
Dalla prossima stagione, per le società colpevoli di episodi di razzismo è prevista la
chiusura di uno o più settori dello stadio e per casi reiterati la pena potrebbe essere
ben più salata. Squalifica del campo, penalizzazione in classifica fino ad arrivare al
divieto di partecipazione a competizioni. Queste le nuove misure e calciatori e
dirigenti non ne sono esentati .
Bene, il fine è chiaro, la lotta al razzismo è una priorità per il calcio moderno, e su
questo nessuno ha nulla da obiettare, ma sulla parola razzismo qualche discussione
andrebbe fatta.
In senso colloquiale il razzismo è intolleranza verso gruppi di persone identificabili
attraverso la cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico o altre
caratteristiche. In senso più lato, comprende anche ogni atteggiamento passivo di
insofferenza, pregiudizio e discriminazione verso accento dialettale o pronuncia
difettosa, abbigliamento, abitudini, modo di socializzare o altre caratteristiche.
Quindi quando allo stadio si leva un coro nei confronti della madre di un giocatore, nei
confronti di giocatori avversari, o tifoserie avversarie si dovrebbe parlare di razzismo?
Non solo i cori offesivi verso persone di colore sono da imputare come razzismo.
Anche chi decide di non partecipare alla premiazione ( unico caso nella storia) e non
premiare la squadra vincente in un campionato del Mondo è imputabile di razzismo?
Prepariamoci a una serie di multe, penalizzazioni , curve deserte e stadi chiusi, a conti
fatti siamo tutti razzisti!
Adriano Scala
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MAGLIA, simbolo oltre il pallone del Calcio. Se il pallone è di tutti, del singolo, la maglia è l’elemento
di distinzione della squadra. Quel calciatore che con la sua Maglia e il suo numero è l’idolo di tanti
bambini, adolescenti, adulti, anziani. Non appena tolta quella maglia diviene un comune mortale,
senza significato. Il calciatore con la sua maglia ha una luce, un’aura che si spegne non appena la
toglie. Quella Maglia se tolta comporta una punizione. Quella Maglia scambiata con un avversario.
Maglie, Maglie, Maglie oggetto sacro per i tifosi che vogliono possedere quelle Maglie ogni anno,
sempre diverse, modello diverso, sponsor diverso, di giocatori diversi ma sempre dello stesso
Colore, della stessa Squadra. Quella collezione che racconta un po’ la storia di ogni tifoso: “C’era una
volta un uomo con la maglia numero 10, quell’uomo che è stato il mio idolo da bambina ed è per lui
che io tifo questi colori”. Calcio moderno, tutto cambia, se non per i tifosi, almeno per i calciatori,
per i quali la vera collezione è la maglia di altre squadra, altri colori, ogni anno diversi.
NUMERO, all’origine ai calciatori titolari venivano dati i numeri dall’1 all’11 oggi i più esibizionisti
possono portare anche il 99. Inizialmente ogni Numero aveva un ruolo. L’1 era destinato al portiere
“l’unico”; 2 e 3 rispettivamente al terzino destro e sinistro; 4 mediano; 5 difensore centrale; 6
difensore centrale; 7 ala destra; 8 mezz’ala destra; 9 centravanti; 10 mezz’ala sinistra o regista; 11
ala sinistra; 12 secondo portiere. Ovviamente in base al modulo. In un calcio dove tutto è passione,
tutto è emozione, la Maglia non è un semplice indumento, ma assume un significato, un valore e un
onore. La Maglia emoziona. Perché si tratta di emozioni pure, che solo il vero sport, come la vera
arte sa dare. E’ successo tante volte a tanti club di RITIRARE un Numero da una squadra, omaggio a
quel calciatore che si è distinto e ha dato tanto. Ritiro avvenuto dopo aver lasciato il calcio giocato o
di un calciatore scomparso prematuramente. Così da avere l’onore di essere stato l’ultimo ad
indossare quel Numero in quella squadra. Molte squadre hanno omaggiato le proprie tifoserie
ritirando il Numero 12, tifoseria considerata dodicesimo uomo in campo. Chiedetelo ai tifosi cosa
tifano, vi risponderanno la Maglia. Molti stadi con i rispettivi musei conservano tutte le maglie della
loro squadra. Fine capitolo, di una delle più belle storie in assoluto. Il Calcio.
Dopo gli ultimi 90”minuti di gioco si è conclusa la terza ed ultima partita
del girone,che vede trionfanti l Italia e la Norvegia che avanzano in
semifinale. La partita è stata molto equilibrata con ritmi abbastanza
bassi e lenti,le squadre si accontentavano del pareggio,ma è a 3 minuti
dal termine che succede di tutto,la Norvegia trova il vantaggio con
Strandberg,che realizza un rigore molto dubbio,ma gli azzurrini del ct
Devis Mangia trovano il pareggio 3” min dopo con un gol capolavoro di
Bertolacci che in rovesciata insacca la sfera struttando un errore in
uscita del portiere Scandinavo. Domani le duesquadre conosceranno i
rispettivi avversari,Spagna o Paesi bassi,che hanno passato
matematicamente il girone essendo entrambe a quota 6 punti. Con
questo pareggio quindi l Italia chiude al primo posto con 7 punti mentre
la Norvegia termina con 5 punti. In semifinale si rivedrà Lorenzo
Insigne,che sarà guarito dall infortunio alla caviglia.
Bruno Luigi
19
Pronti, partenza, via! Dal 2 Luglio 2013 prenderà il via la UEFA Champions League 2013-14 con il primo turno preliminare
che vedrà in campo sfidarsi le squadre vincitrici dei campionati tra il 50esimo e il 53esimo posto del Ranking UEFA. Due di
queste squadre accederanno al secondo turno, che prenderà il via il 16 Luglio, insieme a tutti i campioni delle federazioni
comprese tra il 17esimo e 49esimo posto nel ranking (esclusa la rappresentanza del
Liechtenstein, poiché la federazione non ha disputato un vero campionato, ma solo la coppa nazionale che consente la
possibilità di riuscire a qualificarsi per l'Europa League), dove si incontreranno squadre ben abituate a palcoscenici
europei di alto livello, come il Celtic, arrivato agli ottavi la scorsa edizione, la Steaua Bucarest e Maccabi Tel Aviv. Il terzo
turno preliminare si divide tra "campioni" (vincitori dei campionati dal 14esimo posto in giù) e i
"piazzati" (seconde classificate dal settimo al 14esimo posto, più il Lione terzo in Francia, sesta nel Ranking). L'ultimo passo
prima della fase a gironi è quello dei Playoff, dove prenderanno perta già Arsenal, Schalke04, Real
Sociedad, Milan e Pacos de Ferreiraei vincitori del terzo turno. Chi si aggiudicherà i Playoff si aggiudicherà anche l'accesso ai
gironi, insieme alle squadre vincitrici o meglio classificate nei migliori campionati europei
(Bayern Monaco campione, Man Utd, Man City, Chelsea, Barcellona, Real Madrid,Atletico Madrid, Borussia vice-campione,
Bayer Leverkusen, Juventus e Napoli, Porto e Benfica, PSG e Marsiglia, CSKA Mosca, Ajax, Shakhtar Donetsk, Olympiacos,
Galatasaray, Anderlecht e Copenaghen). Che il cammino verso Lisbona
abbia inizio.
Francesco Perfetto
Giornata stellare quella di domenica. Al Santiago Bernabeu passerella di
vecchie glorie e grandi campioni. Per il “CorazonClassic” è stata sfida
tra Real Madrid e Juventus. Squadre composte dai giocatori che hanno fatto
la storia dei due club. Nelle leggende “merengues”; Butragueno, Raul,
Roberto Carlos, Luis Figo e Morientes, tra i più noti. Invece, per i bianconeri,
giocatori che ne hanno scritto la storia bianconera. Da Tacconi, che con la
maglia numero 1, bianconera, vinse la Coppa dei Campioni nel 1985, ai
campioni d’Europa del 1996: Peruzzi, Ferrara, Torricelli, Pessotto e
Ravanelli, che segnò il momentaneo vantaggio, in finale contro l’Ajax di
Van Der Saar, però non presente. Presente, anche, la Juve, degli scudetti
conquistati, conEgdar Davis, Pablo Montero, Igor Tudor e del sempre verde
Pavel Nedved. Giannichedda e Salihamidzic, a rappresentare
la juvedell’era calciopoli. Due gli ex: Zidane e Fabio Cannavaro. Il primo ha
giocato, il primo tempo con la maglia “blancos” e poi, nell’intervallo,
ha vestito la casacca bianconera. Contrario, invece per Fabio Cannavaro. Il
match si conclude con la vittoria per 2 a 1 da parte del Real Madrid. A
segnare Figo e Prez, per il Real eMontero, per la Juventus. Una giornata da
sogno, quella vissuta dai tifosi di entrambe le squadre, che hanno ritrovato
la gioia di rivedere, almeno per un giorno, i loro amati “miti”.
Annalisa Moccia
20
Il CONI è un Ente non Economico istituito agli inizi dell’900. Nasce come comitato di natura privata, con funzioni temporanee,
su iniziativa dei rappresentanti delle preesistenti Federazioni ed organizzazioni sportive nazionali.
Con il passar del tempo, tale organismo ha subito una lenta evoluzione, e solo nel 1934 diventa un ente dotato di personalità
giuridica. Infine nel 1942, si è trasformato in un ente pubblico preposto all’organizzazione e al potenziamento dello sport
nazionale. Oggi, dunque, il CONI è un ente pubblico funzionale, titolare di una funzione pubblica e sottoposto alla vigilanza
del Ministero per i beni e le attività culturali. Si tratta di un ente pubblico sovraordinato a tutta l’organizzazione sportiva
italiana, cui è riconosciuta dal CIO, anche la qualifica di Comitato Olimpico. Il CONI è la Confederazione delle Federazioni
sportive nazionali (FSN) e delle Discipline sportive associate (DSA). L’Ente svolge le seguenti funzioni, che sono esercitate con
autonomia e indipendenza di giudizio e valutazione, in linea con le delibere e gli indirizzi del Comitato Olimpico
Internazionale:
1.
Disciplina, regola e gestisce le attività sportive sul territorio nazionale;
2.
Coopera con le Autorità Pubbliche ai programmi di promozione e sostegno dello sport;
Il CONI è costituito dai seguenti organi:
1.
Il Consiglio Nazionale: ha la funzione di pubblicizzare l’idea olimpica, assicurare l’attività necessaria per la preparazione,
disciplina e il coordinamento dell’attività sportiva nazionale. Inoltre assolve un’attività di armonizzazione delle azioni delle
Federazioni Sportive Nazionali con quelle delle Discipline Sportive Associate.
2.
La Giunta Nazionale: è l’organo d’indirizzo, esecuzione e controllo dell’attività amministrativa del CONI; esercita il controllo
sulle Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate e, attraverso queste, sugli Enti di promozione sportiva;
inoltre, sottopone al Consiglio Nazionale proposte di revisione dello Statuto.
3.
Il Presidente: eletto dal Consiglio Nazionale. Egli ha la rappresentanza legale del CONI nell’ambito dell’ordinamento sportivo
nazionale e internazionale.
4.
Il Segretario Generale: nominato dalla Giunta Nazionale, provvede alla gestione amministrativa del CONI e ne coordina
l’organizzazione generale. Inoltre, predispone il bilancio di previsione e il bilancio consuntivo dell’Ente.
5.
Il Collegio dei Revisori dei Conti: ha le funzioni di controllo della gestione dell’Ente ed accertare la regolare tenuta dei libri e
delle scritture contabili, vigilare sul rispetto delle leggi e dei regolamenti in materia amministrativa e contabile ed esaminare
i bilanci consuntivi e preventivi.
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, oggi, il CONI è presente in 102 Province e 19 Regioni, riconosce 45
Federazioni Sportive Nazionali, 19 Discipline Associate, 17 Enti di Promozione Sportiva Nazionale e 1 territoriale, 18
Associazioni Benemerite.
Gaetano Vitale
21
18 luglio 1976 Olimpiadi di Montreal, ginnastica artistica: una giovane
ragazza sta per effettuare il suo esercizio alle parallele asimmetriche, è Nadia
Comaneci, nazionalità rumena, i colori della bandiera esibiti su un body
bianco; i capelli raccolti in una coda legata da un nastro.
Non è sconosciuta al pubblico più esperto che applaude il suo ingresso in
pedana.
La guardo, il corpo esile mi trae in inganno mentre la frangia non nasconde
quel viso da ragazzina... Eppure apprendo con meraviglia che è già una
stella, in coppa del mondo ha sbalordito tutti vincendo l'argento al corpo
libero e l'oro in tutte le altre specialità. A soli tredici anni! (Ma si sa, questo è
uno sport per giovanissimi)
Sarà emozionata, mi domando, in fondo è poco più che una bambina...
Eppure la vedo tranquilla, sicura di sé o forse solo sicura di dover fare il suo
meglio.
Guardo a bocca aperta l'esercizio, trattengo il fiato, non ho parole. Non vedo
più quella ragazzina con la coda di cavallo, vedo una libellula librarsi nell'aria
e volteggiare, passare da uno staggio all'altro con l'eleganza di una
danzatrice e la forza di un lottatore. Ed è perfetta! In uno sport in cui la
perfezione sembra impossibile lei ottiene un perfetto 10 ed è così incredibile
che neanche il tabellone dei punteggi può segnarlo. E' la prima volta.
Ci guardiamo attoniti, esterrefatti, strabiliati, stregati da quella regina. Il
pubblico applaude, io sento l'emozione correre per tutto il mio corpo e
arrivare alla mia mente. Ora la guardo con più attenzione, o forse solo con
occhi diversi.
Nadia non è più una bambina, Nadia è forte, di quella forza speciale che non
si esaurisce in gara, ma che ti serve soprattutto fuori dalla competizione, per
andare avanti e sopravvivere all'orrore dei giorni in cui vedi un mostro al
tuo fianco e sei costretta a sorridergli.
Tu diventerai una grande campionessa, esempio di professionalità e
dedizione, donna simbolo per lo sport e la vita, già lo so. Insieme alla gioia
per la vittoria, sopporterai grandi sofferenze, sarai vittima di violenze e
soprusi, e ti costringeranno a diventare l'amante del figlio del dittatore.
Questo ancora non lo so. Solo sento il cuore battere forte e non capisco più
se è il mio o il tuo...
Scappa Nadia, corri via lontano... fuggi da quella paura... l'America ti
accoglierà tra i suoi figli, come ha accolto i miei fratelli scappati dalla miseria
del Sud.
Lo farai, lo sento. E un giorno tutto questo sarà solo una storia da
raccontare: la perfezione di un 10.
Anna Maria Stizzo
È il 7 Giugno del 1993, Drazen Petrovic , dopo aver guidato la sua amata Croazia alla vittoria di un incontro di
qualificazione, agli europei, contro la Polonia, decide di tornare a casa in auto e non in aereo.
Quella sera era stanco, non se la sentiva di guidare e affidò le chiavi della sua Golf alla fidanzata, l’attuale signora
Bierhoff, l’ex centravanti della nazionale tedesca. Era buio, l’asfalto era bagnato e la visibilità sull’autostrada tedesca
era limitata. In coincidenza di un restringimento della strada, Klara, per qualche motivo, perse il controllo e finì
contro un camion. L’impatto fu tremendo. Drazen, che in quel momento stava dormendo, morì sul colpo. La
fidanzata, uscita illesa, ma ha dovuto aspettare molto tempo,prima di riprendersi dall’accaduto.
La polizia tedesca giunta sul luogo dell’incidente, non aveva a disposizione una bara tanto grande per farci entrare i
195 centimetri del corpo di Drazen. Non trovarono soluzione migliore,per ovviare al problema, che
dissanguarlo completamente per poterlo accartocciare nel feretro.
Si narra che Stojan Vrankovic, suo compagno di nazionale di 2,18 metri per 118 kilogrammi, alla visione di
quello scempio, volesse letteralmente uccidere con le sue mani gli agenti di polizia tedeschi.
Nato in una cittadina di mare sull’Adriatico, Sebenico, il piccoloDrazen venne al mondo il 22 ottobre del 1964 e, da
subito, fece capire che aveva dentro qualcosa di magico, di fuori dall’ordinario. Il suo modo per esprimerlo era la
pallacanestro. “Era capace di prendere il pallone, che era più grande di lui e,palleggiare tutto il giorno”- ricorda il
fratello Asa, che, prima di lui, riuscì ad arrivare a giocare in serie A.
Ai tempi della scuola, Petrovic era solito svegliarsi alle 6 del mattino, fare colazione con 500 tiri nella palestra della
scuola di cui possedeva le chiavi e, dopo un intermezzo trascorso in aula a pensare alla pallacanestro, riprendere
nuovamente ad allenarsi.
A 15 anni, giocare con i pari età era diventato troppo facile.“Segnare 50 o 60
punti a partita - racconta il fratello- era all’ordine del giorno per lui”, tant’è
che ottenne il suo primo contratto da professionista nella squadra della sua
città.
L’anno dopo, convocato nella nazionale juniores del suo
paese, conquista il titolo europeo di categoria.
Ormai, a 18 anni, Drazen è maturo per fare il passo
successivo;diventa il leader della sua squadra e riesce a metterla sulla mappa
delle grandi squadre europee. Due finali di coppa Korac, entrambe perse, e
un titolo nazionale, sottrattogli in seguito per motivi politici, possono
sembrare poco, ma sono abbastanza per renderlo una leggenda a Sebenico e
per fargli piovere addosso offerte da tutti i maggiori club europei e
d’oltreoceano.
Il nostro, però, aveva già deciso dove andare. Scelse di
raggiungere su fratello Aleksandar al Cibona Zagabria, andando a formare
una delle più grandi coppie di guardie nella storia del campionato croato.
Quando Drazen arrivò a Cibona, la squadra era già
fortissima all’interno dei confini nazionali. Era la squadra campione in carica,
ma veniva da un esperienza in Coppa dei Campioni a dir poco traumatica, 0
vittorie e 10 sconfitte. Nei quattro anni alCibona, Drazen ha vinto tutto
quello che una squadra ed un giocatore possono sognare a livello europeo.
2 Coppe Campioni, 1European Cup e 4 scudetti jugoslavi . Nella stagione
85/86 realizzò una media di 43.6 punti a partita. Il capolavoro lo dipinse in
Slovenia. Il 5 ottobre del 1985, Petrovic riuscì a realizzare 112 punti in una
sola partita. Cifre da far impallidire WiltChamberlain.
Enrico Campana, giornalista della Gazzetta dello Sport,
incantato dai suoi numeri lo soprannominò il Mozart dei canestri.
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Zagabria ormai gli stava stretta, non poteva più rimanere lì. Ad assicurarsi le spettacolari prestazioni del Mozart
dei canestri fu il Real Madrid, la squadra più titolata d’Europa. Giocherà un solo anno a Madrid, ma fu un anno
vissuto come solo Drazen sapeva fare. Vinse il campionato spagnolo riscrivendo il record per maggior numero di
punti segnati in una partita di finale (42) e il maggior numero di canestri da tre punti (8) e , in più, guidò i suoi
alla conquista della European League realizzando nella finale contro la Snaidero Udine 62 punti.
Aveva ormai vino tutto in Europa, aveva bisogno di nuovi stimoli che trovò rapidamente sotto forma di offerta
per andare a giocare in Nba per I Blazers di coach Adelman.
L’inizio non fu facile, i compagni e l’allenatore non lo vedevano di buon occhio. Venne relegato in
panchina, costretto agiocare solo scampoli di partita in cui ,sistematicamente, continuava a fare quello che aveva
sempre fatto, segnare a raffica.
I compagni erano consapevoli del suo talento. Terry Porter “poteva a malapena stare in piedi -raccontò lo
stesso Drazen – eppure continuava a giocare. Non voleva concedermi l’opportunità di giocare”. Terry,
evidentemente, aveva capito che se Petrovic avesse avuto la possibilità di giocare, sarebbe stato poi difficile farlo
uscire dalle rotazioni. Il suo calvario dura 18 mesi,poi, riuscirà a farsi cedere ai Nets di Kenny Anderson e Derrick
Coleman. Nella sua prima intervista a New Jersey, Petrovic affermò che nessuno lo avrebbe più fermato. E così
fu. Già nei suoi primi mesi Drazen fece capire come sarebbero andate le cose. Guadagnò minuti ed alzò la sua
media punti fino ai 10 a serata. L’anno della consacrazione fu quello seguente. Realizzò 20.6 punti di media con il
51% dal campo, la miglior percentuale di tutta la lega, portando la squadra ai playoff.
Nell’estate, conquistò la medaglia d’argento con la sua Croazia alle Olimpiadi di Barcellona. L’unica squadra che
riuscì a sconfiggerlo fu il Dream Team originale, quello di Jordan, Magice Bird.
L’anno seguente, che fu anche il suo ultimo, Petrovic alzò ancor di più le sue medie e venne incluso nel terzo
quintetto Nba, sebbene con il disappunto di molti non venne convocato per l’AllStar Game. La lega, nel tentativo
di rimediare allo sgarbo, lo chiamò per la Gara dei tre punti, ma Drazen si rifiutò. “Io appartengo al campo”queste furono le parole con cui Petrovicliquidò la questione gara di tiro.
L’estate successiva, le invidie dei compagni ed il carattere ambizioso del campione croato sembravano spingerlo
sempre di più in direzione di New York, dove, Pat Riley, leggendario coach dei Lakers dello showtime, lo voleva
fortemente per completare la rincorsa al titolo dei suoi Knicks.
L’offerta c’era, ma per Drazen la Croazia veniva prima di tutto e proprio in quel periodo c’era da giocare in
Polonia una partita di qualificazione agli europei. La decisione venne rimandata al suo ritorno.
Poco più di una settimana dopo, dalla Germania, arrivò la tragica notizia.
A vent’anni di distanza dal tragico incidente, siamo tutti in debito con lui. È merito suo se adesso l’Nba
non sembra più così lontana. È stato un pioniere. Ha aperto la strada a tutti i ragazzini che, cresciuti guardando
l’Nba, sognano, un giorno, di poterne entrarea far parte senza dover essere guardati con diffidenza. Il Mozart del
basket ha pagato dazio per tutti.
Ancora una volta GRAZIE DRAZEN.
Fabio Falvo
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È cominciata lunedì la stagione sull'erba, con i tornei di Halle e Queen's in campo
maschile, e il torneo di Birmingham in campo femminile. Come vuole la tradizione
Roger Federer, erbivoro a tutti gli effetti, parteciperà al torneo di Halle, mentre
Andy Murray, vincitore della medaglia Olimpica sui campi di Wimbledon lo scorso
anno, parteciperà al Queen's, dopo uno stop di 3 settimane dovuto all'infortunio
rimediato a Roma. Scarsa presenza italiana tra gli uomini che prediligono
sicuramente i campi di terra rossa. Camilla Giorgi, tra le italiane, fuori al primo
turno contro la georgiana Donna Vekic con il punteggio di 7/6-6/3 nel torneo di
Birmingham, e Francesca Schiavone che affronterà domani la Tatishvili. Riposo
dunque per Rafael Nadal, che dopo l'ottava vittoria a Parigi, mai nessuno meglio
di lui, sceglie di staccare la spina per affrontare il grande appuntamento di
Wimbledon nel migliore dei modi. Il tennis in questo periodo indossa il "frac". Da
sempre i tornei su erba sono considerati i "tornei d'elite". I giocatori che
partecipano a questi eventi hanno l'obbligo di vestirsi di bianco, da sempre il
colore dell'eleganza per eccellenza, aspettando il torneo più elegante per
eccellenza...Wimbledon!
Gianluca Starace
Se non si considera la vittoria in solitario di un certo Sebastian Vettel che conduce
saldamente la classifica piloti, il GP di Canada è stata una gara combattuta come non si
vedeva da tempo. E c'era da aspettarselo, con quel tipo di pista dai lunghi rettilinei e
condizioni meteorologiche più stabili.
La Ferrari, accantonata la delusione post Montecarlo, le polemiche sui test Pirelli, l'incidente
di Massa e la deludente qualificazione di sabato, scende in pista agguerrita e si vede subito.
Alonso tenta di imbucare già in partenza, resta imbottigliato ma riesce a guadagnare una
posizione. Massa dal canto suo, tenta la scalata. La gara è lunga. Vettel fa l'andatura,
velocissima...
E
a
metà
della
corsa
c'è
il
doppiaggio.
Tutto può ancora avvenire e avviene. Alonso compie il miracolo della rimonta gestendo
ottimamente le gomme e mostrando una cospicua parte del suo straordinario talento,
effettua alcuni sorpassi da brivido, come l'ultimo su Hamilton e va sul podio, al secondo
gradino. Massa guadagna posizioni e punti piazzandosi all'8° posto, dopo un sorpasso
all'ultimo giro su Raikkonen.
Podio finale Vettel, Alonso, Hamilton.
Ma l'episodio più brutto doveva ancora verificarsi, e non poteva esserci epilogo peggiore.
Durante le operazioni di recupero della Sauber di Gutierrez incidentata, nelle immediate fasi
del dopo gara, un commissario di pista è morto. Beffarda la dinamica dell'accaduto: il
commissario stava tentando di recuperare la trasmittente radio che gli era caduta a terra
mentre la gru era in manovra per riportare la monoposto del messicano verso i box, il
conducente del mezzo non poteva vederlo e lo ha drammaticamente investito.
Si cala così, tragicamente, il sipario sulla scena di Montreal.
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Anna Maria Stizzo
Il 9 giugno 2013 presso la piscina di Scafati, si è svolta la quinta e
ultima tappa del Trofeo Dell’ Agro dove a parteciparvi non c’erano
sono gli esordienti ragazzi, ma anche i Master..persone adulte che
con l’avanzare dell’età hanno ancora tanta voglia di mettersi in
gioco. Campione dei 50 Stile: un signore di 85 anni che sembrava
averne la metà per il suo spirito e la sua voglia di essere ancora lì ad
assaporare il sapore del cloro. Grande sorpresa per la squadra
Acquatix di Pompei nata solo da quest’anno che ha portato a casa
ottimi risultati, più un bel 2° posto in classifica come
squadra,preceduti dalla Gymnasium di Scafati. Bellissima giornata
offerta a persone non tesserate alla FIN, ma che hanno la stessa
voglia di divertirsi e di partecipare a manifestazioni come tanti altri.
Adesso non ci tocca che aspettare invece le finali del Campionato
Regionale FIN che si terranno verso la fine del mese per scoprire le
giovani promesse partenopee, e chissà..raggiungere il tempo per gli
Italiani non sarebbe male!
Martina Rizzo
Giornata perfetta sul Golfo di Napoli. Il sole, il mare, il Vesuvio e le
migliaia di persone che assistevano alle gare, hanno fatto da
palcoscenico alle spettacolo che ha offerto domenica il lungomare
di via Caracciolo. Tra la rotonda Diaz e il Castel dell’Ovo, si è
disputata infatti, la finale italiana dei 10 km assoluti. 5 giri da
percorrere, Cleri, Sanzullo, Ruffini e Vanelli per la categoria
maschile, Grimaldi, Bruni, Franco e De Fusco per quella femminile.
Per la Grimaldi gara facile, tocca per prima il traguardo e chiude la
gara davanti alla compagna azzurra Rachele Bruni e Alice Franco.
Colpi di scena all’arrivo della gara maschile: dopo aver condotto
tutta la gara, Cleri, al passaggio all’ultima boa, tradito dalla moto
d’acqua che faceva l’andatura, si ferma e poi tocca per primo il
traguardo. Il giudice lo richiama, per poi squalificarlo e assegnare
cosi il titolo italiano a MarioSanzullo, che porta quindi i colori del
Circolo Canottieri Napoli ai Mondiali di Barcellona.
Marcella Iaccarino
Molti sono gli sport che si possono praticare al giorno d’oggi, pochi
sono quelli che promettono ricchi premi e ritorni finanziari da urlo. La
Parigi Dakar, meglio nota come Dakar, è una competizione che vede
coinvolti circa 500 veicoli inscritti, partecipano quad, camion, auto e
moto con più di 1500 persone tra staff e piloti attivi. Cosa ha di
particolare questa gara? Beh innanzitutto iniziamo capire come si
svolge. C’è un percorso suddiviso a tappe, si gareggia per categorie e in
passato l’orientamento era dato da una bussola e una mappa ora
invece ci si avvale di GPS, ciò la fa sembrare una competizione
abbastanza facile. Nulla è scontato, la Dakar prese il via nel 1979 e fino
ad oggi sono 26 i piloti che hanno perso la vita durante il suo
svolgimento. Dura circa 15 giorni, agli albori la gara iniziava da Parigi e
terminava in Africa a Dakar, si percorreva quindi tutta l’Africa
centro settentrionale, caldo, territorio ostile, senza contare che i
problemi tecnici viste le condizioni talmente sfavorevoli non
mancano mai, si dovevano risolvere o in gara o alla fine delle tappe
con i team pronti ad intervenire. Il tempo in una competizione come
questa ovviamente è fondamentale e ciò fa sì che dormire e mangiare
diventino un desiderio non sempre da poter soddisfare. Negli ultimi
anni, visto il clima di alta tensione sviluppatosi in Africa, la Dakar è
stata spostata in Sud America, partenza da Lima in Perù e arrivo a
Santiago in Argentina. Molti sono gli sponsor, ma i premi sono la
vittoria, il salire sul podio consapevole di aver tenuto testa a 1500
persone e di aver affrontato la natura avendo partecipato a uno degli
avvenimenti più difficili creati dall’uomo.
Adriano Gianni
FORMAZIONI
•
NUOVA ZELANDA: 15 Israel Dagg, 14 Ben Smith, 13 Conrad Smith, 12 Ma'aNonu, 11 Julian Savea, 10 Aaron Cruden,
9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Liam Messam, 5 Brodie Retallick, 4 Luke Romano, 3 Owen Franks,
2 DaneColes, 1 Wyatt Crockett.
PANCHINA: 16 Keven Mealamu, 17 Ben Franks, 18 Ben Afeaki, 19 Jeremy Thrush, 20 Victor Vito, 21 Tawera KerrBarlow, 22 Beauden Barrett, 23 Rene Ranger
•
FRANCIA: 15 Yoann Huget, 14 Adrien Plante, 13 Florian Fritz, 12 Wesley Fofana, 11 Maxime Medard, 10 Camille
Lopez, 9 Maxime Machenaud, 8 Louis Picamoles, 7Fulgence Ouedraogo, 6 Thierry Dusautoir (c), 5 Yoann Maestri,
4 SebastienVahaamahina, 3 Luc Ducalcon, 2 Dimitri Szarzewski, 1 Thomas Domingo.
•
PANCHINA: 16 Guilhem Guirado, 17 Vincent Debaty, 18 Daniel Kotze, 19Akexandre Flanquart, 20 Yannick Nyanga,
21 Jean-Marc Doussain, 22 FredericMichalak, 23 Maxime Mermoz.
•
Partita difficile all’ Eden Park di Auckland per la Nuova Zelanda che vince, ma non domina il mack, come si
pronosticava, visti gli scadenti risultati dei galletti francesi nel sei nazioni.
•
METE:
•
All Blacks: A. Smith, Cane Trasformazioni: Cruden 2 Punizioni: Cruden 3
Francia: Fofana Trasformazioni: Machenaud Punizioni: Machenaud, Lopez
Avvincente sfida tra la squadra simbolo del rugby e la delusione del sei nazioni di quest’anno, sfidanti finaliste
dell’ ultima coppa del mondo. Dopo un brillante inizio dei galletti francesi, con meta del numero 12
Wesley Fofana, con un taglio da destra a sinistra, su brillante azione del numero 13 Florian Ftitz che trovando
un ottimo spiraglio tra le linee New Zelandesi, buca la difesa della squadra di casa con un delizioso passaggio nei
tre metri al numero 12 Wesley Fofana che si propone in velocità segnando la prima meta della sfida
dopo 9 minuti e 10 secondi di gioco. GliAll Blacks non stanno a guardare ed è il numero 9 Aaron Smith a portare in
vantaggio i padroni di casa. Nuova meta con una ripartenza dalla mischia del numero12 Ma'a Nonu passaggio a
Aaron Smith e in fine meta del numero 7 Sam Cane alminuto 37.17. Grande partita di Nonu e Kiera Read, due
generazioni di grandi giocatori a confronto. Al 70’ minuto il numero 23 Rene Ranger, sbaraglia 3 avversari sulla
fascia destra, infortunando nel primo tentativo di placcaggio, il malcapitatoFofana che sembra sbattere su un muro
in movimento. Azione da meta nel finale del numero 15 francese Yoann Huget che sfrutta un passaggio alla mano e
passa la linea dei Blacks, ma viene successivamente placcato e messo a terra . Così finisce la sfida e la vittoria va
alla Nuova Zelanda per 23 a 13 che dimostra sempre grande grinta e fisicità, regalando nuovamente una
grandissima performance ai suoi tifosi e agli appassionati di questo sport.
Marcello Catani
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l paintball è uno sport il cui scopo è eliminare l’avversario colpendolo con delle
palline riempite di vernice colorata, sparate mediante determinati strumenti ad aria
compressa chiamati marker. La capsula della “paintball” si rompe al contatto con
l’obiettivo, rilasciando il contenuto sulla tuta dell’avversario. Contrassegnato una
volta da un “paintball”, un giocatore è eliminato e per rientrare deve attendere un
tempo prestabilito o l’inizio della partita successiva. L’attrezzatura usata varia in
base al tipo di gioco e a quanto si vuole spendere. Ogni giocatore deve avere però:
maschera, indumento obbligatorio perché protegge il viso e soprattutto gli occhi,
altro oggetto fondamentale è il marcatore ovvero un “fucile” ad aria compressa in
grado di proiettare a grande velocità un pallino sul bersaglio. Le partite possono
svolgersi all’interno di fabbricati o zone chiuse e delimitate o all’esterno, in molti
modi diversi. Non esistono regole specifiche per giocare a paintball, lasciando così
gli obiettivi, le strategie e le tecniche di gioco all’immaginazione dei giocatori e alle
condizioni del terreno.
Eleonora Brangi
Lo sport fa bene e fa bene sempre anche, anzi, soprattutto in gravidanza. La donna sarà
anche stata “programmata” al dare alla luce un bambino ma allenarsi all’evento può
essere di grande aiuto. E così mentre nel secolo scorso si partoriva in casa e con
l’assistenza dell’”allevatrice”, ad oggi le donne si ritrovano un’intera squadra medica, a
partire dal ginecologo, l’ostetrica, l’anestesista e così via, al quale si aggiunge la figura
dell’istruttore/istruttrice pre-parto, fornendo un assistenza al one-for-cent, e non solo al
parto, ma durante tutta la gestazione. Partecipare ad un corso pre-parto vuol dire fare
una vera e propria preparazione, fisica e psicologica, ad un evento così importante
soprattutto circa lo sforzo fisico da affrontare.
Obiettivi di questo corso rivolgono lo sguardo non solo al presente e quindi alla gestazione, ma anche al futuro, nella fase
post-parto. Infatti il programma prevede una ginnastica costante con l’intento di mantenere la forma fisica durante la
gravidanza e soprattutto facilitare il ritorno verso la forma iniziale. Tale ginnastica sarà effettuata mediante esercizi che
permettano di migliorare l’elasticità articolare eallenare i muscoli del pavimento pelvico, quali unico supporto inferiore
del bacino, imparandone a controllare il rilassamento, utile durante il parto. Ciò farà si che la convalescenza dopo parto
sia inoltre molto più rapida. Obiettivo ancora più importante consiste nel miglioramento della funzionalità
cardiovascolare che comporta un trasporto più facilitato di ossigeno e nutrienti al feto, nonché evitare un ristagno venoso
negli arti inferiori. Questi esercizi hanno, come già detto, anche effetti sulla sfera psicologica ed emozionale; infatti
migliorando il benessere del travaglio questo va ad incidere sullo stato d’animo della futura mamma che si predispone in
modo positivo a vivere quest'evento emozionante. C’è anche da dire che se effettuati in coppia con il partner questi corsi,
possono dare un riscontro positivo anche per quanto riguarda la sfera relazionale, cogliendo l’occasione di avere maggiori
informazioni circa la compagna, la sua gravidanza e migliorarne così anche la sessualità e la vita di coppia in generale,
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nonché un opportunità per prepararsi ad acquisire una buona genitorialità.
Nunzia Casolaro
Riesce sempre a far parlare di se Mario Balotelli, che segue alla lettera
e resta fedele al famoso detto “nel bene e nel male pur che se
ne parli”.
Solo pochi giorni fa il Balotelli furioso è stato al centro dell’
attenzione, e non per i suoi gol, ma per l’ espulsione a Praga.
"L'ha colpito con una manata o no, l'avversario?" si chiedevano tutti
in tribuna, nello stadio dello Sparta,
mentre Mario usciva dal campo furibondo, prendendo a pugni e calci
tutto quello che trovava davanti, nel tunnel verso lo spogliatoio, nero
dalla rabbia. Anche dopo la doccia non si era calmato, ed
ha continuato a sfogarsi prima con i giornalisti a cui ha detto
arrabbiato: “Dovete riguardarle voi le immagini”, e poi
suTwitter:“Scrivete quello che volete, ma in Confederation Cup tifate
per un'altra nazione, ve lo dico con il cuore. E rivedete la partita bene,
tutta”.
Ma a calmare gli animi del giocatore è bastato un sorriso di lei,
Fanny Neguesha, che si è fatta trovare a Malpensa, all’atterraggio
dell'aereo della Nazionale da Praga.
E’ davvero innamorato e disposto a fare sul serio stavolta super
Mario, tanto che secondo il tabloid inglese Sun, l’ attaccante ha
regalato un gioiello da 100mila sterline alla bella modella.
Secondo le indiscrezioni l ‘anello di fidanzamento con brillante da
svariati carati è arrivato all ‘anulare della mano sinistra di
Fanny compreso di mazzo di rose rosse, prima di volare in Brasile con
la nazionale per la Confederation Cup, accompagnato dalla fatidica
proposta. E mentre lui partiva per Rio, lei è partita per Bruxelles, per
un serata in kimono tutta al femminile in un ristorante giapponese,
per mostrare alle amiche il pegno d ‘ amore del suo bel Mario.
La foto che immortala il gioiello è arrivata anche su Instagram,
accompagnato dalla scritta “It’s official….Like Me”, a cui hanno fatto
seguito le congratulazioni di tutti gli amci.
Sempre secondo il Sun, Balotelli e Fanny avevano già parlato di
sposarsi in passato, ma stavolta alla proposta ufficiale lei ha accettato
felicissima e durante le vacanze cominceranno a pianificare il grande
giorno, che secondo le indiscrezioni, è fissato per la fine dell ‘anno.
ELVIRA AVOLA
Voglia di volare in Giappone… così vi suggerisco una ricettina per stuzzicare gli
appetiti agrodolci:
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1 Kg. di filetto di pollo
1/2 tazza di saké
3/4 di tazza di salsa di soia
1/2 tazza di mirin
2 cucchiai di zucchero
1 tazza di cipollotto tagliato a sigaretta e a striscioline per decorare
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RICETTA:
Tagliare il pollo a pezzi.
Unite in un pentolino ilsaké, la salsa di soia, ilmirin e lo zucchero e portare ad
ebollizione e fare raffreddare.
Tagliare il cipollotto a sigaretta e infilate le listellenegli spiedini alternadolecon i
pezzi di pollo.
Adagiare gli spiedini su una piastra ricoperta da un foglio di alluminio e grigliarli
per circa 7-8 minuti girandoli e spennellandoli con la salsa ottenuta.
Servire decorando il piatto con striscioline di cipollotto.
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La nuova manovra economica dell’azienda leader mondiale di figurine
punta ad una nicchia di clienti: i Bianconeri. Questo per festeggiare un
avvenimento che mancava da nove anni: il titolo di campioni della serie A
TIM, ufficializzato dalla conquista del ventottesimo scudetto nella
stagione 2012/2013. L’edizione speciale per collezionisti (disponibile dal
14 giugno) prevederà la metà delle pagine con rappresentazioni di
Antonio Conte, Staff tecnico più 3 pagine dedicate alle emozioni dei
festeggiamenti ed il resto dello spazio riservato a campioni e momenti
delle competizioni. Con questo prodotto, che vanta il “timbro
dell’ufficialità della Juventus”, il direttore Mercato Italiano della Panini
Antonio Allegra dichiara “la volontà di rendere omaggio alla fresca
vincitrice”. La preziosa copertina dedicata alla collezione raffigura la
maglia, vantante tre stelline, in sovrimpressione sulle tribune dello
Juventus Stadium coperte di tifosi inneggianti con riferimento, cucito,
quel trentuno rivendicato e reclamato ad ogni urlo. A nulla conta
l’ammonizione già ricevuta dalla Juve per conto della FIFA sulla violazione
dell’art. 1 dello statuto. Con questo gesto, deliberatamente anarchico ed
assolutamente antisportivo, si avrà la diffusione massiva dei titoli e delle
gesta “di una squadra che vince sul campo e nel cuore” - per usare le
parole di Allegra- con il riferimento implicito esteso a quelle vittorie
violate e non legittime.
Quando giorno dopo giorno i piccoli collezionisti di figurine imploreranno
mamme e nonni di ricevere una bustina in regalo, sperando che fra quelle
non esca un doppione? O quando, scambiandole con un compagno di
banco, diranno: “ la maglietta con le tre stelline tu ce l’hai?” quando in
realtà non ce l’ha nemmeno Agnelli. Non bisogna forse tutelare tutti
questi figli, la cui mente è fortemente condizionabile, bramando la
veridicità delle notizie diffuse?
Chiara Carratù
Direttore: Cristiana Barone
Editore: Antonella Castaldo
Capo Redattore: Luigi Liguori
Editing Grafica: Giuseppe Vecchione
Redazione: Corso di Giornalismo Sportivo 2013 - Università Parthenope di Napoli - Facoltà di Scienze Motorie
Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008