villevallivini2 - Comunità Europea Stampa e Comunicazione
Transcription
villevallivini2 - Comunità Europea Stampa e Comunicazione
prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 36 A-PDF Split DEMO : Purchase from www.A-PDF.com to remove the watermark Villa degli Albertini: il “Castello” di Garda a cinquecentesca Villa degli Albertini domina il porto di Garda, immersa in un giardino all’inglese e parco che sale fino alla collina retrostante. Si riconosce subito, anche da chi naviga sul lago, per quelle rosse torri merlate che ornano la struttura a villa veneta. E’ nota per aver ospitato Carlo Alberto in occasione della firma dell’annessione della Lombardia al Piemonte,durante la prima guerra d’indipendenza nel giugno 1848, presenti il duca di Genova e Massimiliano di Baviera, che dormì nel letto a baldacchino in ferro battuto, tuttora conservato. Qui è presente l’arte del conte Carlo, finissimo noto pittore assurto a fama a Parigi, che negli anni Cinquanta affrescò la stanza a mattina. La villa si trova alla fine della cittadina gardesana, sulla strada verso San Vigilio; la ristrutturazione eseguita nell’800 le ha dato sembianze di castello medioevale, mentre intatta rimane la facciata occidentale del Cinquecento. Villa e cappella dedicata a San Carlo Borromeo furono costruiti dai Becelli, feudatari di Costermano e proprietari di tutta la fascia costiera tra Garda e San Vigilio; i degli Alberini, provenienti da Prato, l’acquisirono nel Settecento. Collegato alle loro proprietà è il Poiano, un quattro stelle di Costermano, creato dal conte Giuseppe degli Albertini, per un quieto soggiorno tra palme, vigneti, oleandri, cipressi ed olivi, in albergo o nel residence; servizi e comfort per tutti i gusti, dal tennis alle piscine, dall’animazione agli intrattenimenti alla ristorazione di classe, in bellissima e tranquilla zona panoramica. L Un prospetto centrale della villa settecentesca circondata dalle torri merlate con il viale di magnolie che sembra creare un maestoso muro di difesa dell’edificio A sinistra: la casina del bosco nella quale si ritirava spesso a dipingere Carlo Degli Albertini noto artista A destar: torre belvedere posta sulla collina nel parco Sotto: il laghetto del parco dove si specchia la casina dei daini 36 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 38 Il bellissimo salone centrale al piano terra - in evidenza il prezioso soffitto decorato con stucchi del settecento Sopra: il salotto pompeiano del piano nobile con affrresci allegorici al soffitto e caratteristici divani a muro Il romantico letto a baldacchino nel quale dormi Massimiliano di Baviera, posto in una camera ingentilita da affreschi e, sopra la porta in evidenza la lapide che ricorda l’evento 39 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 40 Ville Va l l i Vini Il Conte Pietro Arvedi d’Emilei: I Il solare atrio della villa 40 Va l l i Ve r o n e s i La bella facciata arricchita dalla caratteristica scala a due rampe che funge da porticato all’accesso delle cantine una villa storica - alberghi - grande vitivinicola - tenuta di caccia - camping l conte Pietro Arvedi d’Emilei, personaggio anticonformista lo è da sempre, per antonomasia: basta dire il Conte e tutti pensano a lui, anche al di fuori di Verona. Non solo perché discende da una famiglia, i d’Emilei, la cui nobile origine risale al 1382 con l’ investitura dell’imperatore Venceslao, ma per quella passionale simpatia e creativa imprenditorialità che effonde dal suo baricentro: il “Palazzo” di Cavalcaselle, villa veneta al centro del “feudo”, sulle colline dell’antica via Gallica, tra il Veneto e la Lombardia. La dimora risale al 1300, ristrutturata nel 1700 e abbellita con la scalinata d’ingresso. La taverna, anticamente sala d’armi, è stata trasformata in cantina con le botti di legno: i marmi delle porte sono abrasi dal passaggio dei recipienti. In una camera da letto possiamo ammirare splendidi dipinti di Francesco Porta e un affresco sul soffitto del Carotto (fine 1500); sopra il letto è collocata una madonna con bambino della scuola del Perugino. Nel salotto si possono osservare meravigliose collezioni di porcellane europee, mentre alle pareti dell’ingresso principale dipinti raffiguranti gli antenati di casa. Nella sala ricevimento tra gli innumerevoli, importanti dipinti si fanno ammirare le splendide cornici intagliate sul legno del Brustolon, intagliatore trevisano del 1800. Feste memorabili in quei Le saloni, che hanno accolto personaggi famosi, mentre riti agresti come la vendemmia e l’uccisione del maiale hanno scandito stagioni e secoli. Circondano il Palazzo panoramiche distese di vigneti per la produzione di Bardolino, Custoza, Bianco e Rosso di Villa Emilei, fino allo spumante, al passito, alla grappa; uliveti e alveari danno olio extravergine e miele della casa. Il conte Pietro vive intensamente le passioni, a cominciare da quelle, lunghe una vita, della caccia e della vela, come testimoniano i trofei conservati in villa, fino a trasformarle in attività d’impresa. Uno dei primi campeggi sul lago di Garda? Il suo, lo storico Camping dell’Uva. Il “Re di quaglie”? E’ l’agenzia turistico venatoria che si trova a Doroslovo in Serbia, con vasto territorio e invitante agriturismo, di cui è titolare al 99%. La sua figura, già popolare per lo storico impegno nell’Associazione Alpini, è diventata un’icona per i tifosi dell’Hellas Verona, di cui è proprietario unico. Instancabile protagonista e lucido sognatore, vorrebbe riportare la squadra in serie A e realizzare il nuovo stadio della città. Ma anche ristrutturare le case coloniche sparse nelle sue campagne, trasformandole in piccoli borghi residenziali e ampliare la tenuta in Serbia. prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 42 Ville Va l l i Vini Le Va l l i Ve r o n e s i Pagina a fianco: antica sala d’armi trasformata in generosa taverna di degustazione e intrattenimento In basso a sinistra: in questo quadro da notare la particolare cornice intagliata dal Brustolon In basso a destra: particolare di una camera con opera raffigurante l’adorazione alla madonna 42 43 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 44 Ville Va l l i Gruppo Italiano Vini: il gigante “buono” dei vini pregiati italiani l GIV è la prima azienda vinicola italiana e tra le più importanti a livello mondiale. La sua attività si sviluppa lungo l’intera filiera della produzione vinicola, dalla campagna alla commercializzazione. Sotto un unico marchio operano 15 aziende di prestigio, talvolta di tradizione secolare, distribuite nelle enozone più rinomate d’Italia. Il centro di gestione e di rappresentanza è a villa Belvedere di Calmasino, con vista sul Garda: una casa padronale del ‘700, a sobrie linee architettoniche, dotata di barchessa e ampia cantina, a ridosso del pendio collinare. Il GIV produce 70 milioni di bottiglie all’anno e ne esporta circa il 70% in oltre 65 paesi del mondo. Nel 2005 è stata costituita la nuova Società per Azioni; il capitale è stato incrementato con l’apporto del ramo d’azienda commerciale di GIV S.c.a.r.l. composto da tutti i marchi aziendali, la rete di vendita in Italia e all’estero, le par- I Vini Le Va l l i Ve r o n e s i In basso: omaggio al Dio Bacco Pagina a fianco: la bellissima caratteristica scala d’entrata di Villa Belvedere, magnificata dalla “meditazione” del presidente Emilio Pedron tecipazioni in società commerciali estere, il personale e la sede di Villa Belvedere a Calmasino. Personalità centrale per l’evoluzione internazionale del Gruppo è stato Emilio Pedron, che ha iniziato la professione di enologo in Toscana, proseguita in Valtellina e poi alla Lamberti di Lazise dove è arrivato nel 1971; nei decenni successivi direttore tecnico e generale fino alla carica attuale di Amministratore Delegato del Gruppo (dal 1966) e Presidente del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella. Nato in Trentino, ha respirato profumo di vino fin dalla cantina di famiglia: un predestinato per l’universo enofilo.E’ grazie alle sue indiscusse doti umane e capacità professionali, uniti ad un intuito di rara perspicacia, che il Gruppo G.I.V. è riuscito a crescere e diventare il “gigante buono”, nel senso della qualità dei vini che, con i vari Storici Marchi si è conquistato un posto di prima grandezza nel mondo. Il salone delle degustazioni Villa Belvedere vista dall’ampio parcheggio arricchito dall’ombra di magnifici olivi 44 Il GIV possiede vigneti, cantine e centri d’imbottigliamento in varie regioni, di cui quattro a Verona. Questo è il mosaico italiano: Piemonte, zona Monferrato, Cà Bianca ad Alice Bel Colle. Lombardia, zona Valtellina Superiore: Nino Negri a Chiuro. Veneto, zona Bardolino e Valpolicella classico: Lamberti a Lazise, Folonari a Pastrengo, Santi a Illasi, Tenute Galtarossa a San Pietro in Cariano. Friuli, zona Collio: Conti Formentini a San Floriano del Collio. Toscana, zona Chianti Classico: Melini a Poggibonsi e a S. Gimignano, Fattoria Machiavelli e Conti Serristori a S. Andrea in Percussina. Umbria, zona Orvieto classico: Bigi a Orvieto. Lazio, zona Frascati: Fontana Candida a Monteporzio Catone e Frascati. Basilicata, zona Vulture: Terre degli Svevi a Venosa. Puglia, zona Salento: Castello Monaci a Salice Salentino. Sicilia, zona Alcamo: Tenuta Rapitalà a Camporeale. 45 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 46 Ville Va l l i Vini Villa dei Cedri: un magnifico centro per il benessere del corpo e dello spirito illa Moscardo- Miniscalchi, detta “dei Cedri”, sorge a Colà di Lazise ed è un edificio patrizio del 1700. Costruito dall’architetto lombardo Luigi Canonica su precedenti costruzioni del XVI secolo, ha disegno neoclassico sobrio ed armonico e sorge su tre piani, di cui due nobili e l’altro di servizio. Il corpo centrale è coronato da un timpano triangolare su quattro lesene con capitelli ionici alti due piani e impostate sul volume del piano di sotto al quale è stata aggiunta una pensilina in ferro ottocentesca. I Miniscalchi, già presenti a Colà nel 1653, sono venuti in possesso della villa verso la fine del 700, dopo aver sostato nella proprietà dei Moscardo. Verso la fine dell’ 800 il barone Treves de Bonfigli acquistò l’intera proprietà. Negli anni trenta del 900 la villa ha subito un pesante intervento con l’inserimento di portali, camini, bagni e il rifacimento di molti intonaci. Le due portinerie sono di gusto Liberty. La parte più affascinante è costituita dal grandioso parco pieno di specie diverse come cedri, abeti, tassi, palme e magnolie e con un bellissimo laghetto su cui si affaccia una grotta. La ghiacciaia circolare, interrata a volta, è coperta da un giardino con rocce ed alberi. Oggi Villa dei Cedri è un apprezzato ed elegante parco termale aperto al pubblico con servizio di bar, ristorante, sala convegni e residence. V 46 A sinistra: la bellissima facciata neoclassica eseguita da Luigi Canonica A destra: salone al pianterreno, si notano le belle colonne e decorazioni neoclassiche Pagina a fianco: la magnifiva scala impreziosita dall’artistica ringhiera in ferro e dai cassettoni ottagonali del soffitto prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 48 L’imponente facciata di Villa dei Cedri nella quale il generale Rommel stabilì il suo quartier generale durante la seconda guerra mondiale prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 50 Ville Va l l i Sopra: particolare di pressa antica Sotto: anfore, otri, recipienti vari per olio Vini Le Va l l i ne scritta assai esigua. L’obbiettivo della famiglia Turri non è però quello di adibire il museo a mezzo di rivisitazione storica di tempi ormai perduti, il suo proposito è quello di stimolare la curiosità e l’interesse, oltre che dei ricercatori, anche dei consumatori italiani o stranieri, i quali hanno l’opportunità di approfondire la conoscenza di un prodotto tipicamente mediterraneo e di capire le evoluzioni delle realtà produttive. Il museo copre un periodo storico che va dal 1700 al 1900 e, oltre a strumenti antichi e inediti in uso nei frantoi in questo arco temporale, spicca un’imponente pressa a leva in legno di quercia. Curiosa la nuova sezione espo- Ve r o n e s i sitiva, nella quale si offre l’immagine suggestiva e spettacolare di un frantoio azionato da una ruota a trazione idrica, ancora perfettamente funzionante. Nel locale accanto si trovano i manichini in costume d’epoca. Completano l’esposizione torchi di diverse misure e dimensioni- uno alto circa tre metri- presse e suppellettili varie. La particolarità del museo è data anche dall’attenzione riservata alla coltivazione dell’olivo e alla produzione dell’olio, secondo un percorso che prevede pannelli didattici audiovisivi che illustrano le varie fasi di raccolta e lavorazione. Una meta obbligata, quindi, quella al museo Turri. Una sala del Museo dell’olio dedicata a presse e macine Museo dell’olio: una perla di curiosità e cultura el 1962 Umberto Turri e la moglie Teresa avviano a Cisano di Bardolino un frantoio, con annesso un punto vendita, uno dei primi del Lago di Garda. L’azienda si distingue subito non solo per la qualità, l’accurata lavorazione e il confezionamento del prodotto- per le quali ottiene prestigiosi riconoscimenti- ma anche per le modalità di commercializzazione. La vendita diretta al consumatore è un tratto che caratterizza l’oleificio, tanto più dopo l’avvio di un servizio per corrispondenza rivolto a Italia, Europa e continente americano. Nel 1987 Flavio Turri e la moglie Liliana, che hanno ereditato la passione da Umberto, decidono di allestire un museo dell’olio. Non capita tutti i giorni che un produttore si assuma l’impegnativo compito di diffondere la cultura dell’olio d’oliva, dopo averlo prodotto con impegno ed esperienza, traendo le olive da piante di straordinaria longevità plurisecolare. Il museo conta oltre 50000 presenze all’anno ed è riuscito a catturare anche l’interesse dei media che, grazie a svariati articoli e servizi televisivi, lo hanno fatto conoscere nel resto d’Europa. D’altra parte la prima iniziativa del genere in Italia non poteva passare inosservata, considerando anche il fatto che quella dell’olio d’oliva è una tradizione che vanta una documentazio N 50 51 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 52 Ville Va l l i Vini Le Va l l i Ve r o n e s i Cantina Zeni: il museo del vino nelle tradizioni lagunari ino e ricordo sono inscindibili in questa Cantina, dove la famiglia Zeni produce vino fin dal 1870. La memoria include due fatti: la fortuna del Bardolino, di cui Gaetano Zeni è stato mentore e Gran Maestro della Confraternita, che spicca nelle feste e nelle manifestazioni per quei lunghi mantelli rossi; la testimonianza del Museo del vino, dove la cultura materiale della tradizione vitivinicola si conserva attraverso l’esposizione di attrezzi, tipologie di vigneto, icone di contadini in costume tradizionale. Come in tutti i musei, un video riassume i contenuti agricolostorici e ne presenta l’azienda e il territorio. Gaetano Zeni è stato uno dei primi vignaioli ad intuire l’importanza di abbinare assaggi, vendita e “reperti” della storia, facendo crescere strutture e managerialità fin dagli anni ’70, con il passaggio dalla conduzione strettamente artigianale ad una più imprenditoriale, comunque gestita dalla famiglia. Nel 2007 sarà aperta al pubblico la bottaia, per ospitare eventi ed esibire i gioielli enoici di Zeni. In cantina e nel museo si possono degustare vini bianchi, rossi, chiaretti (Soave, Bianco di Custoza, Bardolino, Valpolicella) e selezioni; in bella mostra sugli scaffali stanno l’Amarone, il Recioto, vini affinati in barriques, vini da dessert e spumanti, grappe. Interessanti le serate a tema con degustazioni particolari, accompagnati da prodotti locali. V Il museo del vino Sopra: la cantina con le caratteristiche antiche botti in bella vista Sotto: un’antico torchio per la pigiatura dell’uva Il Museo del vino è stato ideato e creato dal grande Gaetano Zeni nel 1991. Al suo interno si trovano riuniti i principali attrezzi vitivinicoli, usati in un passato recente e lontano per la preparazione di questa nobile bevanda. L’esposizione comprende la gerla per la raccolta dell’uva, le principali attrezzature dei bottai, una serie di vecchie pompe che si possono vedere in movimento in quanto sono state meccanizzate. Sono inoltre presenti graticci per l’appassimento delle uve che servono per la produzione di Amarone e Recioto e le principali forme di allevamento della vite (Pergola trentina, Guyot, Alberello, Archetto, Cordone Speronato). Si trovano anche vecchi tappatori e riempitici per bottiglie. Particolare interesse rivestono un piccolo aratro del XVII secolo e un complesso di torchiatura del XII-XIV secolo. Carro agricolo con la tipica tinozza nella quale l’uva veniva pigiata con i piedi 52 Festa della pigiatura dell’uva in una via di Bardolino 53 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 54 Ville Va l l i Vini Le Va l l i Ve r o n e s i Villa Buri - Bernini: Il Castello di Lazise uanto resta dell’antico castello scaligero di Lazise, è oggi compreso nel recinto di villa Bernini. Nel trecentesco castello, al tempo della Repubblica Serenissima, risiedevano i magistrati veneti, ricordati da varie lapidi. Dopo l’occupazione del territorio nel 1796 da parte dei Francesi, questi lo adattarono a fabbrica di salnitro per la produzione di polvere da sparo. Gli Austriaci, dopo il loro ritorno, lo vendettero per 1500 lire ad un privato e da allora il castello servì per molto tempo da cava di pietre per le nuove costruzioni locali. A porre fine a tanto scempio ci pensò il conte Giovan Battista Buri che ,comperato il castello, restaurò le parti non distrutte e vi costruì la villa inserendola in un magnifico parco ricco di magnolie, cedri del Libano, querce e platani. Nelle mura della torre, coronate da merli ghibellini, si aprono tre porte: quella detta di San Zeno ad est, un tempo riservata al popolo e ai traffici, e quelle di Cansignorio e del Leone di San Marco, rispettivamente a nord e a sud. Addossato ad un lato dell’ampio cortile si trovava un tempo il Palazzo del Capitano, ricordo della Repubblica Veneta così come la Dogana, che ancora oggi si apre con un portico sul lago. Il giardino e la villa- dal caratteristico colore rosso-rosato- sono ben visibili dal lago, mentre via terra è possibile vedere solo una parte del parco e la portineria. L’attuale proprietario, il conte Giandanese Bernini, è diretto discendente della famiglia Buri. Q Sopra: la raffinata elegante sala dei ritratti di famiglia Sotto: panorama sul lago dalla torre merlata 54 La bellissima visione della villa vista dal lago. Caratteristiche le finestre ad arco, l’articolazione architettonica in più volumi dell’edificio, e la tipica torre merlata 55 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 56 Guerrieri Rizzardi: antiche illustri radici e fiorenti tradizioni na dimora ottocentesca costruita tra le mura medioevali di Bardolino e il lago, sulle tracce di tre case patrizie preesistenti, ospita l’ azienda, la cantina (da vedere la collezione di bicchieri, vetri e cavatappi) e un romantico giardino. Opera cinquecentesca di Bernardin Pellegrini, ridisegnato da Giuseppe Jappelli nel 1840, esibisce bellissimi esemplari di lauro, cedri, magnolie, ginko biloba, noci d’India. Ai visitatori è riservato un rettangolo verde che include sinuosi labirinti tracciati da viti, frutteti, un oliveto imbandite nella limonaia, testimone della tradizione degli agrumi sul lago. E’ un hortus conclusus che conserva riquadri e aiuole geometricamente disposti secondo un concetto antico ispirato alla cosmogonia, come la figura del tondo e del quadrato. La produzione blasonata di Bardolino, Valpolicella, Amarone, Soave, Recioto di Soave, deriva da vigneti di proprietà estesi dall’entroterra del Garda, fino alla pianura e alle colline dell’est veronese, passando per villa Pojega di Negrar: questa antica dimora s’affaccia sulla collina con il bellissimo parco-giardino attraversato da tre viali, mentre il candore delle statue di animali e dei emerge tra i chiaroscuri della vegetazione. Fino al trionfo del gusto classico: il “teatro verde”, costituito da spalliere di carpino, bosso, cipresso a formare palcoscenico, orchestra e cavea, che ospita concerti ed eventi. Coordina e innova l’insieme delle attività la contessa Maria Cristina Rizzardi Loredan (e la tenace brava figlia Orsola), con quello spirito creativo e sensibilità verso la bellezza paesaggistica che le è valso il prestigioso premio “Firenze donna” 2005. U La facciata vista dal lago della bella villa immersa nel verde del ricco parco 57 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 58 A sinistra: il neoclassico androne con le due tipiche colonne “Ioniche” In alto: una elegante saletta al pianterreno 58 59 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 60 Ville Va l l i Vini Le Va l l i Franceschini: la preziosa distilleria delle grandi cantine Zenato: la forza del successo rescono gli estimatori di grappa: sono giovani e donne, di buona cultura e condizione economica, come testimonia l’identikit dei nuovi consumatori dello storico distillato italiano. E’ un target che sta allargando gli orizzonti oltre i clichè del contadino, dell’alpino o del caffè corretto al bar. Senza dubbio è in corso un miniboom della grappa, grazie al rilancio operato da varie aziende come la distilleria Franceschini di Cavaion veronese. Fondata nel 1972, realizza le sue produzioni nel settore delle acquaviti impiegando l’alambicco a dieci caldaiette, un processo di alchimia per trasformare l’uva in spirito, con grande attenzione per le caratteristiche organolettiche del distillato. Sono le uve del Bardolino, del Valpolicella, del Custoza, del Lugana e del Valdadige, tipiche delle zone intorno al lago, la materia prima per la distilleria. Infatti l’azienda è nata con vocazione viticola ed in seguito si è sviluppata con la lavorazione delle vinacce per distillare la grappa. Come ogni prodotto di rispetto, anche la grappa ha la sua festa. Si tratta di “Grapperie Aperte”, che si svolge in ottobre, per aprire le porte a chi vuole scoprire come si produce la grappa, la sua tradizione, i legami con il territorio. I visitatori possono incontrare Bruno Franceschini e signora, ascoltare le storie dei mastri distillatori, capire i segreti della produzione, vedere gli alambicchi, sentire il profumo delle vinacce fumanti e vedere sgorgare la grappa appena distillata, attività queste che erano passione e motivo di ricerca e orgoglio del compianto Simone. asce negli anni ’60 a San Benedetto di Lugana, al confine tra Brescia Verona e Mantova, davanti al laghetto del Frassino, luogo di pregio naturalistico e antropologico. Il vigneto intorno all’azienda e alle sue strutture più invitanti (la bottaia ne riassume il valore), è bello come un giardino, in cui si alternano vigne, olivi e rose. Inconfondibili quelle rose: sono un segno dell’appartenenza di Nadia e Carla Zenato all’Associazione Donne del vino. I 70 ettari di vigneto spaziano dal comune di Peschiera del Garda alla Valpolicella e sono il Lugana e l’Amarone le gioie di famiglie, esportate fino in Brasile, Hong Kong, Giappone ed Emirati Arabi. Ogni componente ha il suo posto al sole: il fondatore Sergio Zenato, oltre allo sviluppo dell’azienda, ha contribuito allo crescita dei Consorzi di Tutela; la moglie Carla Prospero segue, in particolare, l’immagine degli eventi e da qualche anno cura direttamente un ramo dell’azienda di famiglia, la “Sansonina”; il figlio Alberto segue la produzione, la figlia Nadia si occupa della parte commerciale e della comunicazione, oltre ad essere autorevole dirigente delle “Donne del vino”. Ve r o n e s i N C Particolare della barricaia con i moderni soffitti ad arco Tipici filari di vigna Una particolare fiaschetta di finissima grappa d’Amarone 60 61 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 62 Una sinfonia di vigneti bel curati prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 64 Ville Va l l i Vini Villabella e Cordevigo: un gioiello di cantina e una villa superba Al Caval: il ristorante dove la tradizione è opera d’arte na splendida villa per vini di pregio. E’ il legame prestigioso stabilito dalle famiglie Delibori e Cristoforetti, quando hanno acquistato villa Cordevigo nel 2002, sede dell’azienda Villabella, al centro di una tenuta di 100 ettari tra vigneti, oliveti e cipressi in collina, nella zona classica del Bardolino. In località Cà Nova, già insediamento romano, tra il Garda e Cavaion, è stata edificata la villa nel ’700, su preesistente palazzo del ‘400/’500. E’ costruita su tre piani, con un bel portale cinquecentesco, adornata da un giardino all’italiana, statue, cortile con fontana, parco con piante secolari. Ai lati del corpo centrale stanno barchesse e scuderie, cantine e magazzini. Eccezionale il tesoro custodito nella cappella gentilizia di San Martino: una raccolta di circa 3300 reliquie, contenute in varie edicole e fissate con legature d’argento. Emblematico il nome: Cordevigo “cuore pulsante nella natura”. Questa dimora patrizia di campagna, che ospita degustazioni enologiche, convegni e corsi di cucina, dà lustro all’azienda fondata nel 1971 da Walter Delibori e Giorgio Cristoforetti, affiancati ora dai figli Umberto e Franco. Vasta la produzione di vini nella cantina modello, ottenuti da uve di proprietà, a cominciare dall’autoctono Bardolino nelle versioni Classico, Chiaretto, fino al Superiore insignito di DOCG. Non mancano i grandi vini della tradizione verone- rima della recente, completa reinvenzione, “El caval” era un famoso hotel sulle rive del Garda. Ma nel 2003, Isidoro Consolini, per tutti il “conte Isi”, uno dei più noti e creativi chef della sponda veneta del Lago, il cui sogno è sempre stato quello di aprire un ristorante tutto suo (è infatti cuoco dall’ età di 16 anni), ha inaugurato il nuovo Caval, completamente distinto dall’adiacente albergo, ora gestito dal fratello Silvano. Il ristorante si trova poco lontano dal centro del paese medievale di Torri del Benaco, ed è un luogo in cui sobrietà e raffinatezza, tradizione ed innovazione si incontrano nei piatti e nell’ambiente di uno spazio tutto nuovo, sospeso tra Oriente ed Occidente. L’atmosfera è magica: gli arredi cambiano di mese in mese, sono presenti maschere dell’Africa nera e oggetti dell’artista Franko Bini. Inoltre nel giardino, di sera, si accendono luci che diffondono nella sala interna raggi di colore rosso, blu, verde, viola…Il gioco dei colori si ritrova nei piatti, protagonisti assoluti di questo ritrovo per appassionati gourmet. Si possono infatti gustare cibi in cui i sapori del territorio incontrano e sposano i prodotti e le tecniche di cucina del mondo…il tutto arricchito dalla presenza di ottimi vini: il ristorante offre infatti una selezione di circa 480 etichette, con l’obbiettivo di accompagnare l’ospite alla scoperta di celebri denominazioni italiane e straniere, ma anche tanti piccoli gioielli di nicchia e del meglio della produzione vinicola dell’intera regione del Garda . Con la passione di chi non poteva fare altro nella vita, Isidoro si diverte a comporre aromi, gusti, colori e profumi attento al territorio ma anche ai richiami gastronomici di terre lontane…Per alimentare il suo sapere gastronomico, trascorre l’inverno a frequentare corsi di alta cucina con chef del calibro di Davide Oldani, Pietro Leeman e Ferran Adrià e a creare le sue nuove opere d’arte, tra cui spiccano il carrè di agnello con salsa di albicocche e miele servito con lenticchie, il filetto di pescato e verdura cotto in pasta strudel condito con olio extra vergine e olive nere di produzione propria, o il delizioso budino alle nocciole con gelato e caramello al limone e spuma di liquirizia. U P se: Amarone, Valpolicella, Soave, Bianco di Custoza e Lugana. I vitigni della tenuta sono vocati anche per vini di stile internazionale come Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio. Grande passione per il vino dunque, purché di ottima qualità, e per la buona cucina che i titolari hanno voluto trasferire nella magnifica storica villa. Sopra: una fantasiosa creazione Sotto: una significativa immagine del “conte Isi” che appare tra le sue olive e l’olio Una bella immagine del complesso architettonico di Villa Cordevigo Sopra in alto: la cantina dove le botti sono strumento visivo della qualità del vino Gruppo di famiglia 64 65 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 66 Ville Va l l i Vini Le Casa degli Spiriti: Vecchia Malcesine: una stella la favola che continua… Michelin più che meritata ’era una volta… Raccontare la storia di un ristorante significa, talvolta, raccontare anche la storia di un edificio e con questa leggende e miti che si perdono nella notte dei tempi. C’era una volta, dunque, una splendida residenza che, da San Zeno di Montagna dominava tutto il lago di Garda. E c’erano, come naturale, due nobili amici: il proprietario della tenuta, il Duca di Prada e una splendida dama. Tutte le premesse per un fatale duello, nel quale il Duca di Prada perse la vita. Si racconta che da quel giorno lontano il fantasma del Duca di Prada… Una leggenda, una favola che, come tutte le favole, ha però un lieto fine: dopo anni di abbandono e di degrado, durante i quali la leggenda è cresciuta facendo della casa un luogo sempre più sinistro e misterioso, Federico Chignola e la moglie Sara hanno rilevato la proprietà riportandone alla luce il fascino e lo splendore. E oggi, il ristorante “La Casa degli Spiriti”, grazie all’incantevole posizione geografica, rappresenta un luogo da sogno, un ambiente perfetto per godere i piaceri di una tavola sopraffina, con specialità di freschissimo pesce di mare e ricette legate alla tradizione del territorio gardesano e baldense. Completano l’offerta una prestigiosa cantina e la “Cigar-Louge”, dove una pregiata selezione di distillati e sigari trasportano gli ospiti in un mondo di profumi, colori ed emozioni. C alcesine è la “Perla del Garda”, abbellita anche dal suo castello, arroccato sulla roccia a strapiombo sul lago, sentinella di mille avventure, occhio vigile secolare per pescatori e villeggianti, coronata dal verde degli oliveti disseminati su per il Baldo il quale in alto, a oltre 2000 metri, presenta moderne strutture sciistiche, in una splendida veduta paesaggistica che s’apre a ventaglio su tutto il magnifico lago. Ed è qui, in questo ameno contesto che il Ristorante Vecchia Malcesine si è saputo far valere con una cucina di tradizione arricchita dalle innovative creatività dello chef Leandro Luppi. Una professionalità che viene dal nord, perché le origini natali e le esperienze basilari della sua cucina, provengono da Bolzano, dove Leandro ha gestito con successo altri ristoranti. Ma la scommessa della vita Leandro e la sua Lidia l’hanno voluta consumare qui, sullo sperone più suggestivo del lago di Garda, in un vicoletto di Malcesine posto tra antiche dimore,gran vista lago naturalmente. E qui hanno saputo coniugare le tradizioni locali con l’esperienza , la fantasia e la creatività che hanno valso una meritata Stella Michelin. Ed è tuttodire in una zona, quella del garda veronese, dove solo pochissimi ristoranti si distinguono dall’infinità di “cucine mordi e fuggi”. In cucina Leandro è coadiuvato dal bravo Mauro Caprile mentre Lidia consiglia i vini in tavola, intanto che l’ospite degusta già il menù leggendovi “tradizione è anche un’innovazione ben riuscita”. I quadri astratti alle pareti rivelano un Leandro artista in cucina, ma anche col pennello. Pranzare al Vecchia Malcesine d’inverno a lume di candela o d’estate che ti sembra d’essere seduto sopra i caratteristici tetti, o se guardi il lago sembra d’essere sulla prua di una nave, è un godimento per il corpo e l’anima. M Va l l i Ve r o n e s i Doana: il ristorante che “mira” alle stelle Michelin l ristorante Doana si trova in un angolo tranquillo del centro storico di Lazise, proprio a fianco della vecchia dogana, e gode della vista sul lungolago di Lazise. Aperto nel 2003, di proprietà della famiglia Tosi -che l’ha rilevato dai parenti e l’ha trasformato da trattoria tradizionale in ristorante dal tono classico in un’atmosfera gradevolmente elegante. - il Doana si avvale della presenza di Stefano, il figlio, formatosi presso la scuola alberghiera di Bardolino. Nonostante la giovane età, Stefano è considerato uno dei più promettenti chef italiani (fa parte della nazionale italiana cuochi) e ha già ottenuto molti importanti riconoscimenti. Il ristorante offre una rassicurante cucina a vista. Si può quindi vedere Stefano intento a preparare ottimi piatti di pesce e carne dove ricerca, tradizione e presentazione sono in perfetto equilibrio. Gli ospiti potranno gustare deliziosi antipasti quali crudità di pesce di mare e di lago, insalata di polpo e seppie alla mediterranea su crema di cannellini e pomodorini arrostiti, persico in salsa gardesana servito in tegamino di rame. Fantastici anche i primi: vellutata di patate con ragù di mare ed erbette fritte, spaghetti aglio olio, peperoncino e vongole veraci e risotto alla tinca su crema di asparagi e uovo mimosa. A seguire, frittura di pesce di mare, sarde del lago, bocconcini di tonno in crosta di sesamo su letto di spinaci saltati e salsa mediterranea. Infine i dolci, rigorosamente fatti in casa: tortino di cioccolato, cassata siciliana, crostate di vari tipi. Grazie alla bravura di Stefano e alla cordialità del servizio curato dalla signora Patrizia, Il Doana è un locale dal futuro sicuro, destinato a diventare tra i migliori di tutto il Lago di Garda. I In basso a sinistra: Stefano il “guro” del Doana In basso a destra: il caseggiato in riva al lago Una foto emblematica di Leandro Luppi 66 67 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 68 Villa Paradiso: la regina del Golf Club Paradiso del Garda n Paradiso sul Mincio. Villa Paradiso è di proprietà dei conti degli Albertini dal 1734, la sua parte antica risale al 1536. Vi si accede attraverso un cancello in ferro battuto, con pilastri sormontati dalle statue di Adamo ed Eva, che inquadrano la facciata abbellita da pronao con timpano centrale e scalinata di grande effetto. Il restauro del 1962 ha ridato alla villa quel fulgore e quella vitalità che erano la prerogativa degli anni anteguerra.. Merito del conte Carlo, pittore di fama, che ha profuso la sua arte negli ovali che abbelliscono il salone d’onore della villa. Come si conviene alla villa classica, in cui s’incrociano otium et negotium, le terre e le strutture intorno sono diventate un paradiso per il golf. Il percorso di 18 buche, firmato dal grande architetto americano Jim Fazio, si snoda sulle colline moreniche tra i comuni di Peschiera e Castelnuovo del Garda; cinque i laghi per la serie degli ostacoli, di cui uno naturale. Fondato nel 2004 e presieduto da Giuseppe degli Alberini, il Club dispone di hotel a quattro stelle, residence, ristorante, club house, piscina e giardino attrezzato con sdraio e ombrelloni, centro benessere e vari impianti sportivi. Un vero eden per lo sport e il relax, capace di oltre mille posti letto. U A destra: il bellissimo frontale della villa con la caratteristica scala a due rampe disegnate a “tenaglia” Sotto: la loggia domina il cortile con i portici e il cancello d’accesso 68 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 70 Ville Va l l i LAKE GARDA: HISTORY AND POETRY AMONG OLIVE GROVES AND VINES Lake Garda originated during the Miocene, the last age of the Tertiary period, when the formation of arenaceous rocks took place on the Italian peninsula. The fracture in the sub-Alpine mountain system created a deep furrow, which basically constituted the lake bed. Shortly after, so to speak, the seas’ regression took place in Europe, resulting in the creation of swamps and lakes. The next step was caused by the Pleistocene, the most ancient age of the Quaternary period, also known as ice age or diluvial age, typified by an alternating of cold periods with the expansion of glaciers (glaciations), which spread from America to Europe, and temperate periods during which these glaciers retreated (interglacial stages). Afterwards, the Pliocene registered the last phase of the Alpine corrugation. The tectonic subsidence further helped molding the valley in which the glaciers Gunz (estimated 590 thousand years ago), Mindel (470 thousand), Riss (230 thousand) and Wurm (70 thousand) “worked.” During different eras, their movement caused the terminal moraines, and lateral ones, that define the lake basin in the South in its actual form. Further orographical and hydrographical adjustments, through the river Sarca, poured impressive masses of water into the depression created by the Miocene and by the glaciers, thus generating Lake Garda as it is today, (which was once called Benacus), with a single emissary: the river Mincio. In order to understand how olive trees and vines made their appearance on the Benacus, - that is almost at the foot of the Alps -, we need to go back in time to the lake-pile dwellers (second millennium b. C.), who were followed by the Etruscans, the Celts, the Romans, the Heruls, the Goths, the Longobards, the Franks, and a people called the Benacenses, all of whom left tangible marks, as deep as the roots of pine trees, firs, oaks and beeches on these shores being actually pioneers of an oceanic, or a continental climate. Historians and naturalists, writers and poets have sung about the exceptionality of the Lake Garda region, marvelling at this typically Mediterranean vegetation, set like a precious stone between the mountains and the river Po valley (the Pianura Padana). Ancient monuments such as the Roman Villa of Desenzano (IV-V century A.D.) and that of Sirmione (I century A.D.), known as “Grotte di Catullo” render tangible testimony to the presence of olive trees and vines around the lake. In fact, the mosaic floors and the fragments of plaster depict scenes of grape harvest and a landscape of olive groves, plants that were sacred respectively to Bacchus and to the goddess Athena, identified as the Latin Minerva. Under the almost perpetual snow of Monte Baldo, towards the middle of the IX century, there are reports that prove the wide existence of olive groves between the lake and the slopes of the mountain. The olive trees in Malcesine are even remembered in a lease contract drawn up in the year 993 by the abbot of Santa Maria in Organo. Niccolò d’Arco (1479-1546), ingenious artist and tender poet who had great regard for the high lyric of Horace, Catullus and Virgil, was often inspired by Lake Garda and the river Mincio. There is plenty to choose from among the lyrical production dedicated to the olive trees of Lake Garda. Many are the expressions of marvel, gratitude and friendship towards this tree that is never bare and will survive us for long. In such a context, we should not forget to mention some other sincere lyrical composition. The German writer and poet Jakob Knrip sets the main character of one his novels in Sirmione at the church of San Pietro in Mavina, a Romanesque temple surrounded by a small olive grove. The Austrian poet Franz Karl Ginzkey also mentions these trees in his “Olive tree on Lake Garda.” The Italian poet D’Annunzio describes the olive trees of Lake Garda as he can see them from the Vittoriale. And the famous American poet Ezra Pound, who has visited Lake Garda quite often, speaks of Sirmione and the olive trees giving us an atmosphere of hope and desire which is still detectable in the peninsula of the Latin poet Catullo. Other verses dedicated to the olive trees of Benacus are those of Werner von der Schulenburg, who – as Ervino Pocar reminds us – loved this region so much as to ask in his will that his heart were preserved in Verona. 70 Vini In October 1580, at the age of 47, the French writer and moralist Michiel Eyquem de Montaigne arrived at Lake Garda. One of his servants, taking notes during the trip, writes about the great abundance of olive, orange and lemon trees in the area. On September 12, 1786 the German poet Johann Wolfgang von Goethe writes about his first impression on seeing the olive trees nearby Malcesine, and immediately he expresses the desire of having his friends close, so that they could partake of this wonderful work of nature. Another German poet, Rainer Maria Rilke, who was in Malcesine in March 1897, also composed a lyrical poem about the rock, the lake and the olive trees. And certainly the olive tree of Lake Garda could not be missed by the acute observation of David Herbert Lawrence, who in “Twilight in Italy” ( 1916 ) offers us some really marvellous pages. He writes: “We are sitting by an olive grove, on the lake (…) then at evening the afterglow, a huge incandescence of rose, hanging above and gleaming” He also never forgot the olive oil, and later on in his verses he expressed a great longing for the lake local food and the olive oil. Olive trees have always been a source of work and well-being. According to recent estimates there are approximately 400 thousand olive trees in the area. Many are the varieties grown. On the Veronese shore alone there are : drezzeri or casaliva, drupp or trepp, wild or raza, favarol, alesse, rossanello and fort. Lake Garda, which presents the typical climate of the evergreen Mediterranean forest, creates those exceptional factors allowing olive trees to grow far more to the north of Italy than they normally would. Not only that: the higher up north the olive tree grows, the more delicate and refined its product (the olive oil) becomes. What an effort, however, to grow this sacred plant! While the specialists have always made notes about the olive production trends and about the care of the trees on important papers, the peasants of Lake Garda left teachings, experiences and testimonies on the plaster of rural houses and country churches. Frances Trollope also enjoys the beauty of Lake Garda landscape and describes the peninsula of Sirmione, the noble olive trees, the lemon gardens and the rich vineyards of the area all underlined by the rippling of the lake waves. Until just a few years ago in the lake Garda region olive oil was used as a make-up detergent: it would be used to massage the face before being washed away with water and soap. Mixed with lemon juice it became a great hand cream. In the kitchen and on the table everybody knows about the great properties of olive oil. A saying tells that, in order to dress a salad, three people are needed: a stingy person for vinegar, a moderate person for salt and a lavish one for the olive oil. On the Veronese shore of Lake Garda the growing of olive trees is concentrated especially on the “Riviera degli Ulivi” which ranges from Peschiera to Malcesine : here one mostly finds olive trees of the casaliva, raza, treppe, moil and pendolino varieties. The oil of this Riviera has a strong, intense goldengreen colour, a fruity scent and a delicate taste. Experts highlight that the quality of Lake Garda’s olive oil derives especially from the higher quantity of liquid glycerides it contains as compared to other oils produced in the typical Mediterranean olive-growing regions. After ten years of passionate researches, Umberto Turri was able, at last, to inaugurate the “Museum of the oil” which is a unique exhibition of “production” facilities, testifying about a productive system that rural populations have used for over a millennium. One of the last olive-tree-“carers”, who is now quite old and proud of his “callous and intelligent hands”, states that when he was young one had to thrust the young plant in a place where its roots could hear the sound of the bells. He also recalls that, once upon a time, there were young men looking after the olive trees who mixed physical effort and singing, mostly about love themes : “they were dancing on the olive trees to do medicine and cooking”. A true friend of this lake, the French poet and dramatist Jean Tardieu, who died in 1995, used to bring back home in Paris the olive oil bottles bought on the lake. Le Va l l i He said that the only way to preserve the sun and the scents of Lake Garda was in a bottle of olive oil, just as it happens with wine. The poet, who had advised his friend Andrè Gide about staying at the Hotel “Gardesana” in Torri del Benaco, composed the “Canto del Benaco” in this small town in 1954 : in it he praised the beauty of the olive trees, the gold of the lemons in the shadow, the Roman pillars of Sirmione and all the superb embattled walls. VINE-GROWING ON THE VERONESE RIVIERA OF LAKE GARDA AND ON THE LAND OF LUGANA FROM PESCHIERA TO SIRMIONE The Bardolino and Lugana wines, respectively red and white, have quite a long story to tell. Bardolino certainly gave the name to its celebrated wine, which is universally known. The place was loved and celebrated in verses by its poet Cesare Betteloni, who described the beauty of the small town of Bardolino, its sacred hills and its rich riviera on the lake shores. The town and the landscape are certainly striking, plunged as they are on a hilly terrain, rich in vineyards and olive groves, which gently slopes down to the lakeshore including a small , hospitable harbour where fast sailboats, and quiet fishing boats, are moored. On these hills the growing of grapevines has always gone hand in hand with the growing of olive trees. From these grapes the “Bardolino” wine is made : a light, ruby red wine with a delicate, pleasant bouquet and a dry or slightly sparkling flavour. The novelist Matteo Bandello, a Dominican friar (1485-1561), who was always available to drink a toast in merry company, stayed in the ancient Palazzo Fregoso, located at the northern door of Garda. From 1529 to 1536 he had the friendly protection of Cesare Fregoso, at the time commander of the fortress of Verona for the Serenissima Republic of Venice. The guests of this Palazzo Fregoso would sip their wine and talk about Machiavelli, Girolamo Fracastoro, Bembo, Navagero and the court of the Gonzaga family. It is well known that the wine of the Lake Garda region was already renowned with the name of “Retico” during the Roman times. The Venetian traveller and chronicler Marin Sanudo gives a vivid testimony about it in his writings. Another pleasant testimony is that of the German journalist Hans Barth, who writes about the Lake Garda wines in his work entitled “Osteria – spiritual guide about Italian taverns.” At the end of the nineteenth century he wandered among the taverns and wine bars of Riva, Torbole, Salò, Gardone, Brenzone, San Vigilio, Garda, Bardolino and Sirmione calling on the hosts and hostesses of the time and on the people praising Bacchus, such as the poets Otto Erich Hartleben, Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio and the painter Hanz Litzmann. In 1902, at the age of 38, the German poet Otto Erich Hartleben arrived at Lake Garda. He bought a villa that he called “Villa Halkyone” (Alcyone) on the lakeshore, and here founded the “Alcyone Academy”, giving hospitality to men of letters, artists and spirits who shared his same poetic vision. As Ervino Pocar will write later, Hartleben was an ingenious man who despised any social conventions. In the living room of his villa there were numerous niches in the walls, holding bottles of excellent wines instead of statues. On Lake Garda Hartleben found the nature and climate that granted his poetic perceiving the certainty of being able to grow all the fruits of Eden. This was assured right away by the sight of olive trees, grapevines, lemons, cypresses, figs and laurels and of all the rich, luxuriant vegetation which, usually, would only be found in the hottest and most privileged areas of the Mediterranean, in the climate which is called “of the olive and the laurel tree”. The Italian poet Giosuè Carducci was known to love wine, also because of the saying telling that “the person who drinks genuine wine is already on the right path towards becoming a gentleman in life”. In the years 1882-1885, during the months of July and October, when the poet served as a member of an examination school board in Desenzano, he would often go for carriage-rides along picturesque countryside itineraries which delighted him. While on the Ve r o n e s i search for local wines, he would go up to castles and forts, and back down to the small harbours where to recall legends and stories about Lake Benacus. But let us return to Hans Barth’s itinerary : he, after having praised the Bardolino wine, embarked on the search for the Lugana wine. In Sirmione he visited the Bar Catullo, where Signora Eufemia took him to the underground world of her “bar.” Down there was the Latin poet’s wine cellar, a cellar that Martial had enthusiastically mentioned back in his own time as the “Vino Rhaetico” place. Barth was inspired by the place as he wrote: “While I drink the precious white wine of Lugana, which the divine Dante has tasted as well, I ask myself how such an excellent tavern can be called a ‘Caffè’ : just as if the sultan Bajazet were to call the fieriest of his horses a nag.” Other writings give pleasant testimony of Sirmione and the land of Lugana, such as those related to the visits of Lady Isabella D’Este Gonzaga, (always cheered by glasses of good wine) and dating back to 1490. Isabella was considered the arbiter of Italian taste of the times. Cultured and a lover of arts, patron of artists and men of letters, she even received praise from Ludovico Ariosto. The noblewoman loved Lake Garda and Sirmione in particular. She returned to Catullus’ peninsula in 1514 and 1535 with great retinue, and some other times with no pomp at all. Isabella always preserved pleasant memories about Sirmione, its countryside, its air, its grapevines and its white wine. In times of sadness and discouragement at the Court of Mantua, she would console herself with a few glasses of Lugana wine. At the time of King Desiderius the Selva Lugana (the woods area from Peschiera to Sirmione along the river Mincio), had a reputation of a dark, treacherous place. Later on it was turned into a very fertile land, suitable for vine growing. For centuries now, the renowned white wine called Lugana has been produced here. It is obtained from the grapes of the “Trebbiano di Lugana” variety. Its colour is straw yellow, with golden yellow nuances, a delicate bouquet and a refreshingly fine and harmonic flavour. It is an excellent wine to be served with appetizers, as an aperitif or with fish dishes, (both saltwater fish and freshwater fish from the lake). It should be served chilled at a temperature of 8-10° C. A form of unanimous praise to the Lake Garda wines can be admired in Desenzano in the mosaics and sculptures of Decentius’s villa (IV-V century A.D.), starting from that of Bacchus portrayed as a child, with vines and a bunch of grapes, and continuing with a mosaic portrayal of two winged putti in the act of harvesting grapes. Another mosaic represents a female figure adorned with vine leaves, and accompanied by a male. The young woman is dancing : she holds a tambourine in her right hand while a small wineskin hangs from her elbow. This scene is very fascinating, and one does not in the least perceive all the seventeen centuries separating us from this mosaic. To the attentive visitor, the rhythm of the dancer results still merry and enthralling. She seems to be inviting us to participate in the magical Dionysian journey so that, for a moment, we can nearly hear the sounds of the tambourine and the flute : sounds that, in ancient days, had delighted Nobleman Decentius during his leisure time in his villa on the lake, far from the politics and business matters of Mediolanum. We can almost imagine him, lying on his triclinium… daydreaming about the young figure depicted in the mosaic, courted by a satyr, with her numerous cheerful retinue : merry voices… that prompt and accompany toasts made with the forerunners of the Bardolino and Lugana wines. BARDOLINO WINE In the producing area of the Bardolino wine, grapevines have been grown ever since the Bronze Age, as proved by some fossil seeds found in the lakedwellings of Peschiera, Lazise, Cisano and Pacengo. The name Bardolino, of certain Germanic origin, could derive, as legend has it, from Bardali (King Axuleto’s daughter and niece of Manto), who founded the city of Mantua and was celebrated in verse by the Latin poet Virgil and by Dante Alighieri in his “Divine Comedy”. During the medieval era, when agricultural cultivations were abandoned in large parts of Italy, the production of this wine was carried on by the monks of San Colombano church, who averted its disappearance. 71 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 72 Ville Va l l i Up until the nineteenth century, in order to make Bardolino wine, the must was left to ferment in some cavities, in impermeable areas of the ground, covered with stone slabs. The wine is produced out of a “grapeage” ( or “uvaggio”–a mix of different grape varieties) in which every different vine species has a well definite role: the Corvina variety gives the wine body and colour ; the Rondinella determines the characteristic, very pleasant herbaceous flavour ; the Molinara gives the wine aroma; while the Negrara gives it softness and freshness. The area of production of the “Bardolino D.O.C. Classico” comprises all the territory where stand the towns of Bardolino, Garda and part of Lazise, Cavaion Veronese, Costermano and Affi. The area of the “Bardolino D.O.C,” (determined in 1968) comprises all or part of the territory belonging to the towns of Torri del Benaco, Caprino Veronese, Rivoli, Pastrengo, Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Sommacampagna and Valeggio sul Mincio. The land is almost exclusively of morainic and partly of fluvioglacial nature. From the demarked areas and the prescribed vines the following wines are obtained: “Bardolino D.O.C. Classico”, “Bardolino D.O.C.”, “ Bardolino D.O.C. Superiore”, “Bardolino D.O.C. Chiaretto”, “Sparkling Bardolino D.O.C. Chiaretto”, “Bardolino D.O.C. Novello”. In the Disciplinary the regulations for the production of the “Bardolino D.O.C.” wine establish the following organoleptic characteristics: the colour must be light ruby red –tending at times to cherry red- which becomes burgundy red with ageing ; whereas it must be pink for the Chiaretto wine. The bouquet must be vinous and slightly delicate, while the flavour must be dry, savoury, slightly bitter, harmonic, fine, and sometimes slightly sparkling. The adjective “Superiore” is allowed only when the wine has a minimum total alcoholic stength of 11.5%, and an ageing period of at least one year (starting from November 1st of the vintage year). The “Bardolino Chiaretto” is obtained through the “in pink” vinification process (with minimum maceration of the grape skins). The Bardolino D.O.C. Chiaretto, turned into a sparkling wine through methods of natural fermentation, can be called “Spumante Brut”. The “Bardolino” bottled before December 31st of the same year as the one of the grapes’production, -and conforming to the regulatory characteristics of the Disciplinary-, can be called “Novello”. This wine reveals a bright, elegant, ruby red colour of medium intensity and a fragrant, distinctly fruity bouquet that recalls the raspberry, the strawberry and the morello cherry. The delicate velvety flavour is fresh and savoury, harmonic, tasty, come-hither and very pleasant. Because of all these specific qualities it is considered one of the most prestigious and representative “Novello” wines on the Italian wine scene. The “Bardolino D.O.C.” is a good complement to soups (like the Scaligeri style soup), tagliatelle, risotto with mushrooms, chicken livers or peas. It also goes well with glazed veal or veal with mushrooms, with white meats and skewered pigeon. Being easily digestible, it is considered the perfect wine to accompany the entire meal. 72 Vini quella tecnico-fitosanitaria. Inoltre, accanto a questo prezioso lavoro di assistenza, il Consorzio svolge anche un’intensa attività di promozione che, da oltre venticinque anni, si è incarnata in particolar modo nella Strada del Vino Bardolino. Un tracciato di settanta chilometri su cui si affacciano oltre settanta cantine, che interessa sedici comuni e si dipana in una zona di turismo maturo qual è il lago di Garda. L’appeal turistico della proposta è testimoniato dalle oltre quindicimila presenze e centomila bottiglie vendute ad ogni stagione. Ed è solo l’inizio di un progetto che vede come risultato finale un “sistema” tra tutte le categorie economiche e gli enti pubblici del territorio, un sistema in grado di rendere sempre più visibili e fruibili le attrattive di questo territorio ricco, generoso e tutto da scoprire. CORTE SANT’ARCADIO: WINE AND HOSPITALITY This is a welcoming nineteenth century house, dating back to 1897, which leads off from an avenue lined with colourful oleanders, young cypresses and street lamps. The wine cellar and the agritourism are surrounded by grapevines on the hilly area of Castelnuovo del Garda. Thus, after sunny and lively days at the lake, the natural parks or the amusement parks -which are only a few kilometres away from Corte Sant’Arcadio-, guests can relax and enjoy the products of the farm, especially the Bardolino and the Custoza wines. Vineyards thrive in the sandy and clayey area south of Lake Garda, while the yield of grapes, which is kept very low, ensures the delicacy of the mustflower. Proof of this can be found in the Custoza Superiore “La Boschetta” wine, which derives its name from the small wood surrounding the grapevines used to produce the riserva. In addition to all the types of Bardolino and Custoza wines, the company, managed by the Giacopuzzi brothers, also produces a Cabernet Sauvignon Riserva, grappa and extra virgin olive oil. SYNDACATE FOR THE PRESERVATION OF BARDOLINO In August 2001 Bardolino wine gained the D.O.C. appointment. This is a very important objective the syndacate fo its preservation achieved. The Syndacate follows all the activities of the companies which produce this wine. It embraces more than 70 producers and 16 towns. The activity is increased by the geographical position on Lake Garda and its tourism.Several are the projects in which the syndacate is involved and they all aim to enhancing this territory and its richness. COSTADORO: QUALITY WINE AND AGRI-TOURISTIC WELCOM A warm hospitality is the tradition of this wine company. The hall is inviting with its frescoed ceiling: a trompe l’oil effect “a pergola” that seems to open the sky onto a vineyard. Vines and olive groves grow in a sub-Mediterranean microclimate, on the hills surrounding the town of Bardolino, at just 1800 meters from the lake shore. In the wine cellar there is really the geographic and productive heart of the estate. The olive tree in front of the house is extraordinary, shaped as it is like a butler in a green livery: experts in botany have stated that it is a millenarian tree. Giovanni Lonardi launched the company, with the modesty of those who work on the land and the courage of those who, just like their ancestors, follow the favour and intemperance of the weather. His son Valentino, a land surveyor, modernized it starting from the mechanization of some processes to the testing of different cultivation techniques in the countryside, up to the meticulous and innovative care of the wine making processes. This is how the excellence of the Bardolino wine types was created : it culminated in the Superiore Docg, the sparkling Chiaretto Brut and the autumn firstling “Sole e Luna del Novello”, which retains the taste of the grapes harvested only a month earlier. Naturally, the extra virgin olive oil bears the Dop denomination. The last addition to Costadoro is the “agriturismo” business : this is plunged among grapevines and olive trees which highlight the greenish blue of the panoramic swimming pool. It disposes of rooms embellished with wooden beams and other small rooms for breakfast, tea and meetings. It is surrounded by a garden overlooking the lake and by another overlooking the valley. CONSORZIO TUTELA BARDOLINO Nell’agosto del 2001 il Bardolino Superiore ha ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita. Un risultato che premia un vino importante, in grado di soddisfare le aspettative dei consumatori più esigenti, per le sue inimitabili caratteristiche di colore, aroma e gusto, ma anche l’attività del Consorzio di Tutela del Bardolino che dal 1994 segue l’attività di tutte le aziende produttrici. Un’attività di controllo e sostegno resa particolarmente agevole non solo dalla millenaria vocazione vitivinicola di questo territorio, ma anche dalla serietà delle aziende consorziate, che operano con attenzione e rigore dal vigneto alla cantina. E, ciò non di meno, impegnativa. Il Consorzio mette, infatti, a disposizione i suoi tecnici sia per la parte amministrativo-burocratica, sia per FRANCESCHINI’S DISTILLERY The number of grappa estimators is growing: they are young people and women, of both good culture and financial condition, as shows the new consumers’ profile of the traditional Italian distillate. It is a target market that is going beyond the cliché of the farmer, the “alpino” (a soldier of the Italian alpine troops) or the laced coffee. Undoubtedly, grappa is experiencing a miniboom, thanks to the relaunching operated by several companies, such as the Franceschini distillery in Cavaion Veronese. Founded in 1972, it creates its products in the brandy sector by using the ten-small boiler alembic, an alchemical process used to transform grapes into alcohol, with great attention towards the organoleptic features of the distillate. The raw materials for the distillery Le Va l l i are the grapes of the Bardolino, Valpolicella, Custoza, Lugana and Valdadige wines, which are typical of the areas around the lake. As a matter of fact the company was a wine growing business first, and only later it developed into a company dedicated to the processing of marcs for the grappa distillation. Just as well as any other product worthy of respect, also grappa has its own fair. It is called “Grapperie aperte”, or open distilleries, and takes place in October in order to open the doors to people who want to discover how grappa is produced and learn about its tradition and ties to the territory. Visitors can meet Bruno Franceschini and his wife, as well as their son Luigi, and listen to the stories of master distillers, understand the secrets of production, see the alembics, smell the scent of steaming marcs and see the newly distilled grappa flow. All this was the work and passion of the young Simone Franceschini, who unfortunately passed away, leaving a tremendous void for his family and for the estimators of the company who saw him as the follower of the brightest company tradition. VILLANELLA E CORDOVIGO: A PRECIOUS WINERY AND A SUPERB VILLA The Delibori and Cristoforetti families have put prestigious wines in a splendid villa. This building is found in Ca Nova, right in the middle of the Bardolino area, among olive trees, vineyards and cypresses. The villa was built during the 17 hundreds on a building which was two or three centuries older. It has three floors and a beautiful Italian garden, statues, yard with a fountain as well as a park. Inside the chapel there is an exceptional treasure: 3300 relics contained in silver refined cases. Giorgio Cristoforetti and Walter Delibori’s company gains elegance thanks to this villa. Their production includes the typical Veronese wines such as Valpolicella, Soave, Bianco di Custoza and Amarone, which all stem from their passion for high quality wines. WINERY CAORSA, AFFI This winery is property of the Consorzio Agrario Lombardo Veneto (Lombardy-Veneto Agrarian Syndicate), which was created in 1987. It is a very big company, with about 500 members and a thousand hectares of vineyards. 120,000 quintals of grapes are vintaged yearly. This cantina has promoted Bardolino over the years and has contributed to making it a greatly appreciated wine. This winery has obtained the UNI ES ISO 9002 certificate, a very important qualification which is a synonym of genuinity and quality. Its products are Valpolicella, Pinot Grigio, Cabernet, white Passito and Brut among others. A numbered label is applied to each bottle as an extra guarantee of excellent quality. CASA DEGLI SPIRITI Once upon a time… Telling the tale of a restaurant sometimes means telling the story of its building, rich in legend and tradition. Once upon a time there was a majestic villa in San Zeno di Montagna, from where it was possible to admire the breathtaking view of Lake Garda. There were, of course, two friends, the Duke of Prada and a maid. The Duke perished in a duel, and it is said that since then he… As all stories, even this ghost story has its happy ending. After a long time the house had been left to itself because of superstitions, Federico Chignola and his wife Sara, brought it back to its splendour. Not only is the Haunted House a dream home, it is also a fine restaurant where excellent products can be fully appreciated. The offer is complete thanks to the Cigar Lounge cellar, where cigars and liqueurs are offered to all guests, leading them into a new world of scents. AL CAVAL, WHERE TRADITION IS AN ART MASTERPIECE Al Caval, in Torri del Benaco, has always been a hotel, but since 2003 Isidoro Consolini fulfilled his dream by opening his own restaurant, Al Caval, right next to his brother Silvano’s hotel. The atmosphere here is magic, refined and elegant. All the premises are very new and they are decorated monthly, in order to give the whole place a never-the-same look. Worldwide dishes meet here the typical Veronese tradition and the blends are truly excellent. All is complimented by their excellent wines. Isidoro’s creativity works perfectly in Ve r o n e s i this environment and gives life to new delicious dishes, rich in tradition and originality. He trains yearly with the greatest chefs of the world to invent other marvellous creations, such as his lamb served with honey, apricot sauce and lentils. COUNT PIETRO ARVEDI D’EMILEI: VILLA, HOTELS, CAMPINGS AND… Pietro Arvedi d’Emilei is very popular even outside Verona for his personality and his creativity. His palace was originally built in 1300 and restored in the seventeen hundreds. Its basement, initially used as armoury, later became the cellar where all of the wines are preserved. In one of the bedrooms, paintings by Francesco Porta are visible, as well as the ceiling frescoed by Carotto. A mix of spectacular high society parties, attended by popular aristocracy, and seasonal events, such as killing the pig or dating the wine have marked the flow of time. Count Pietro intensively lives the joys of life through his possessions around Lake Garda and even in Serbia, not to mention Hellas Verona, the city’s football team. His dreams include restoring his colonial houses around the province, enlarging his property in Serbia and even renewing the city’s stadium. VILLA DEGLI ALBERTINI: A CASTLE IN GARDA Villa degli Albertini (1500s) dominates the harbour of Garda with its marvellous English-style lawn which reaches up to the hill behind it. The structure of this villa veneta is decorated by two towers, which make it recognisable even from the lake. Among its historical guests: Carlo Alberto, the Duke of Geneva and Maximilien from Bavaria. It was completely restored in the 1800s and it now looks like a medieval castle, however the western façade was never touched. The villa was built by the Becellis; the Degli Albertinis, from Prato, acquired it afterwards, in the 18th century. Connected to their properties is Poiano, a four star hotel which offers its guests all the comforts they need during a relaxing holiday. VILLA PARADISO - GOLF CLUB PARADISO IN GARDA: PARADISE ON THE MINCIO RIVER The Degli Albertinis have owned this villa since 1734. The entrance gate is decorated by the statues of Adam and Eve and a majestic staircase leads to the main entrance on the front façade. It was renovated in 1962 and Count Carlo, a popular painter, has been able to express his best art in the ovals which decorate the main hall of the villa. The perfect mix between work and leisure is given by the golf course designed by the famous American architect Jim Fazio. The club, with hotel, restaurant, wellness centre and swimming pools, started in 2004 and is now run by Giuseppe Degli Albertini. This is a real relaxing Eden. THE OIL MUSEUM: CURIOSITIES AND CULTURE Umberto Turri and his wife Teresa opened an oil-mill with its shop in 1962, in Cisano. The quality of their products is outstanding and they are prestigiously awarded. Their business overpasses Italian boundaries and reaches most European countries as well as America. Flavio Turri and his wife Liliana, who inherited the passion for oil, decided to create an oil museum in 1987. The museum is the result of a great passion for oil production, which they carried on throughout the years using only the best olives of the area. The museum, which has about 50,000 visitors per year, draws media attention and is often mentioned in specialist magazines and is often on TV. Creating interest and curiosity towards oil-making is the museum’s aim, rather than merely revisiting the past. Particular importance is given to olive-tree farming and production. This museum is definitely a must-see. GRUPPO ITALIANO VINI The GIV (Italian Wines group) deals with all steps of production from farming to distribution. 15 companies work under its mark. Its premises are in Belvedere di Calmasino, on Lake Garda. GIV produces 70,000 bottles yearly and exports 70% in 65 different countries worldwide. Emilio Pedron is one of the most important men for the development of this structure. His love for 73 prima parte 21-03-2007 12:41 Pagina 74 Ville Va l l i wine stems from his family’s cellar in Trentino, where he was born. Thanks to his work GIV has become one of the most important realities in our country. They have vineyards and companies all over Italy, this is where: Piemonte, zona Monferrato, Cà Bianca ad Alice Bel Colle. Lombardia, zona Valtellina Superiore: Nino Negri a Chiuro. Veneto, zona Bardolino e Valpolicella classico: Lamberti a Lazise, Folonari a Pastrengo, Santi a Illasi, Tenute Galtarossa a San Pietro in Cariano. Friuli zona Collio: Conti Formentini a San Floriano del Collio. Toscana zona Chianti Classico: Melini a Poggibonsi e a S. Gimignano, Fattoria Machiavelli e Conti Serristori a S. Andrea in Percussina. Umbria zona Orvieto classico: Bigi a Orvieto. Lazio zona Frascati: Fontana Candida a Monteporzio Catone e Frascati. Basilicata zona Vulture: Terre degli Svevi a Venosa. Puglia zona Salento: Castello Monaci a Salice Salentino. Sicilia zona Alcamo: Tenuta Rapitalà a Camporeale. VECCHIA MALCESINE: A DESERVED MICHELIN STAR Malcesine is the gem of Garda, made beautiful by its castle on the hill which dives into the lake. Here stands Vecchia Malcesine, a fine restaurant which pleases its guests with traditional dishes very well prepared by its chef Leandro Luppi. His experience comes from the North, Bolzano, where Leandro successfully ran other restaurants. His creations were rightly awarded with a Michelin star. Mauro Caprile and Lidia help him in the management of this place, which is the perfect match between tradition and innovation. Vecchia Malcesine is a guarantee for enjoyable meals. DOANA: TOWARDS THE (MICHELIN)STARS Doana is in the centre of Lazise and is owned by the Tosi family, who opened it in 2003. Stefano is the chef and is considered one of the best Italian chefs. The kitchen is “a vista” so everyone can enjoy seeing Stefano preparing his delicious meals which embrace both fish and meat dishes. All is fresh and handmade, and desserts, like the chocolate cake or the Cassata are as well. This excellent servicemakes of Doana one of the best restaurants on Lake Garda. CONSORTIUM FOR THE PRESERVATION OF LUGANA Different ages of Lugana, highlight its different features. This is what Luigi Veronelli thinks of this ancient wine which stems from a fertile region of southern Lake Garda, embracing Perschiera (Verona) and Sirmione ,Desenzano, Pozzolengo and Lonato (Brescia). Lugana is a very fine wine and the first to be given the D.O.C. label in Lombardy. Its Consorzio di tutela is based in Sirmione, on the lake, near the Della Scala castle. This consorzio controls the production of its 60 associate co-operatives and makes sure this wine’s quality is rightly valorised. Two committees are in charge of expressing opinions on its taste, and on its oenological quality, finding its faults and suggesting improvements. High quality, passion and professionalism are the keys to this project’s success. THE SPARKLING WINES OF MONTE SALINE He bet, and he won. After visiting and admiring the area of the Champagne, Romano Giacomelli decided to transfer the experience he acquired in the French countryside and wine cellars into his own wine growing company. The essential intuition he had was that of producing sparkling wine from the Chiaretto Bardolino, and the general approval from the public has rewarded such idea, which had seemed bold in the beginning. As it is not allowed to use the term “champenoise method” -reserved to the French-, the sparkling wine of Monte Saline is produced according to the “classic method”, which is basically the same. The Chiaretto wine comes from the vines of the Corvina, Molinara, Rondinella and Rossignola varieties, in the centre of the Bardolino wine production, on the morainic hills that frame the eastern part of Lake Garda. It is the “in pink” vinification process, -obtained through the shortest maceration of the grape skins-, that creates the Chiaretto wine, while the classic method makes it sparkle until it gets an intense pink colour, as beautiful as coral, with a delicate persistent perlage, fruity notes (of wild strawberry, for example) and a savoury elegant flavour. The result : Bardolino Chiaretto Spumante D.o.c. 74 Vini Classic method has been the first Italian Chiaretto sparkling wine to have obtained the controlled denomination of origin. The Monte Saline champenoise cellar looks like a temple, with its soft light and silent atmosphere which prevent any outside factors from disturbing the rest -at a constant temperature- of the bottles laid down in good order on the shelves, while the yeast and the sugar work -two years- to generate those much appreciated bubbles. The result is a sparkling joy all the way through : from the aperitif to the final toast. GUERRIERI RIZZARDI: TRADITION AND NOBILITY A nineteenth century villa, built between the medieval walls of Bardolino and Lake Garda on the remains of three pre-existent patrician villas, houses the company headquarters, the wine cellar (where it is worth seeing the collection of glasses and corkscrews) and a romantic garden. It was created in the sixteenth century by Bernardin Pellegrini and re-designed in 1840 by Giuseppe Jappelli. It displays wonderful specimen of laurel, cedar, magnolia, ginko biloba, and Indian nut trees. The site reserved to visitors is a green rectangularshaped area that includes sinuous labyrinths of grapevines, fruit orchards and olive groves. It is a joy for the senses to see, touch, smell and taste the fruits of the trees when they are served on the tables of the lemon-house, (evidence of the citrus fruit tradition on the lake). It is a hortus conclusus that preserves square-shaped spots and flowerbeds geometrically laid, according to an ancient principle inspired by cosmogony, as precisely revealed by the shapes of the circle and the square. The titled production of Bardolino, Valpolicella, Amarone, Soave and Recioto di Soave originates from grapevines that range from the inland areas of Lake Garda to the plain and hills of the eastern Veronese region, including Villa Pojega in Negrar. This ancient dwelling place overlooks a hill and the wonderful garden-park crossed by three tree-lined avenues, where the candour of animals and gods’ statues emerges from among the chiaroscuro of the vegetation. Then there is a classic taste’s triumph: the “green theatre”, built with hornbeam and boxwood trees and cypresses to form the stage, orchestra and cavea areas, where concerts and events are still held. Countess Maria Cristina Rizzardi Loredan –excellently assisted by her daughter Orsola -coordinates all the activities with that creativity and sensibility towards the landscape beauty that earned her the prestigious award “Firenze Donna 2005.” VILLA BURI-BERNINI: LAZISE’S CASTLE The ancient Scaligero castle is now embraced by Villa Bernini. After the French and the Austrians had occupied it, it was sold to a private who used it as a cave. This waste was stopped by Count Buri who bought the castle and restored it completely, having a magnificent villa built in the midlle of its magnolia park, which has Libanese lime trees as well. The garden and the red villa are well visible from the lake. Nowadays the villa is owned by Giandanese bernini, a descendant of the Buris. BARDOLINO WINE In the Bardolino Area, the wine has been cultivated since ancient time. Even in Medieval Time, when most of the agricultural cultivations were abandoned, the monks of San Colombano kept producing it. This very special wine is the result of a mix of different type of grapes; each of them has a different role in the process of fermentation: Corvina for its color, Rondinella for the particular spicy taste, Molinara for the fragrance, Negrara for its freshness. The area of the Bardolino DOC comprehends the town of Bardolino, Lazise, Cavaion Veronese, Costermano, Affi, Torri del Benaco, Caprino Veronese, Rivoli, Pastrengo, Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Sommacampagna and Valeggio sul Mincio. A good Bardolino wine must have some particular qualities: red-intense color, delicate perfume, dry and bitter taste and sparkling intensity. When the alcoholic level reaches the minimum of 11, 5%, this wine can be defined of Superior quality. Another category of this wine is the “Novello”: it is a sweet wine and its taste reminds of fruits as strawberry and raspberry. It is one of the most prestigious wine of Italy and as a representative of our culture is perfect with our typical food. Le Va l l i Ve r o n e s i ZENATO: THE WINEGROWING FARM OF “LUGANA” WINE This farm was founded in the 1960s in San Benedetto di Lugana, a village which borders on Brescia, Verona and Mantua, situated in front of the small Lake Frassino ( a place of naturalistic and anthropological significance). The vineyard surrounding the farm and its most inviting buildings (such as the cellar where the wine barrels are displayed) is as beautifully manicured as a garden where vines alternate with olive trees and rose bushes. Those roses are unmistakable : they are a sign of Nadia and Carla Zenato’s membership in the “Women of Wine” Association. The seventy hectares of grapevines range from the town of Peschiera del Garda to the Valpolicella region, and the Lugana and Amarone wines are the family jewels : they are exported even to Brazil, Hong Kong, Japan and the United Arab Emirates. Every member of the family has their place under the sun: the founder Sergio Zenato, besides expanding the company, has contributed to the growth of the associations for the protection of this wine; his wife Carla Prospero is especially responsible for cultivating the company’s image at social events and for a successful product line called the “Sansonina”. Their son Alberto is responsible for the production, while their daughter Nadia takes care of the commercial and the communication side of the business, besides being an influential executive of the “Women of Wine” Association. THE ZENI BROTHERS Wine and memory are inseparable in this winery, where the Zeni family members have been producing wine since 1870. Memory includes two events: the fortune of the Bardolino wine, of which Gaetano Zeni has been a mentor and Grand Master of the Brotherhood, (that is clearly recognizable at parties and fairs for the long red cloaks worn by its members), and the creation of the Wine Museum, where the culture of the winegrowing tradition is preserved through the display of tools, equipment, types of vines and icons of peasants wearing traditional costumes. As in all the museums, a video introduces the farm and the territory. Gaetano Zeni was one of the first wine growers to sense the importance of uniting winetasting and purchasing to the chance of viewing the historical pieces ( belonging to the traditional wine trade tools ). He thus succeeded in growing the business both in size and managerial importance, ever since the 1970s, transforming it from a strictly home-run business into a more entrepreneurial firm, although it still remains family-run. The wine cellar will be opened to the public in 2007 and will house events and show the Zeni’s precious wines. In the wine cellar and the museum one can taste white, red and chiaretto wines (Soave, Bianco di Custoza, Valpolicella, Bardolino, together with special wines’selections ). Showing-off, beautifully displayed on the wine racks, are the Amarone, the Recioto, the barriquerefined wines, the dessert wines and the sparkling ones, along with all the grappa varieties. Special thematic nights of great interest are proposed, with distinctive wine-tastings accompanied by the savouring of local gastronomic delights. This museum was created by Gaetano Zeni in 1991. It is possible to find all the devices which were used to make this precious drink. The exhibit presents many, among which some pumps which are in function. There are also devices for drying grapes and for filling bottles. Some of the items in this museum go back to the 12th century. 75