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Arvedi informa ARINOX ATA CSS ILTA INOX Notiziario di informazione del Gruppo Arvedi N.9 - P R I M A V E R A 2 0 0 2 Dieci anni fa il primo coil Isp di Giovanni Arvedi Erano gli anni ‘70, la Società ATA aveva la sua acciaieria e produceva bramme. I grandi produttori vendevano coils a caldo con spessori minimi fino a mm 2, per spessori inferiori non si poteva richiedere, pur pagando un extra, più del 10% di tutta la quantità ordinata. I tempi erano maturi per pensare a nuovi processi, all’elettrotecnica si affiancava un’elettronica sempre più evoluta, il computer non era più solo uno stru- mento di controllo ma un vero e proprio operatore. “Perché no? Perché non possiamo produrre prodotti piani in spessore sottile, di ottima qualità e a costi competitivi?” I limiti e i costi dei processi tradizionali li conoscevamo bene e quindi ecco, negli anni Ottanta, i primi contatti con la Società Schloemann e poi con la Società Mannesmann Demag. Una sfida coraggiosa: si voleva produrre in 150 metri quanto si produce in 1500 metri. Ciò implicava lo sviluppo di un processo che non aveva precedenti e di conseguenza nessun esempio comparabile al mondo. (segue a pagina 2) I.S.P. La sfida del coil Dieci anni fa entrava in funzione l’Isp Dopo i primi contatti con la Società Schloemann, non soddisfacenti sotto l’aspetto tecnologico, trovammo un accordo con la Società Mannesmann. Il primo passo fu depositare il Brevetto ISP. Lo studio di fattibilità iniziò e la mia casa di campagna divenne luogo di incontro e di discussione per la soluzione dei “punti neri” relativi al layout ed ai macchinari. Un anno e mezzo di discussioni e, come alcuni sanno, di prove concrete in ATA sulla macchina di colata continua e su un forno ad induzione appositamente costruito. Alla fine del periodo di esame e dei test non rimase che un punto ancora incerto: il consumo eccessivo dei cilindri dello sbozzatore e ancor più la presenza di fire cracks sugli stessi cilindri a causa della loro ridotta velocità di laminazione. Il Dott. Hüsken quantificò comunque in poche lire di over costs questi problemi. Valutammo che era possibile assumerci il rischio relativo a tali black points e ordinammo l’impianto. La realtà mostrò la nostra eccessiva prudenza: nessun costo extra ma, al contrario, la durata dei cilindri era più lunga del previsto. La Società Mannesmann ritardò la consegna della colata continua di quasi un anno e ci impegnò su una lingottiera che secondo noi non funzionava; si ostinò sulla sua posizione, si dimostrò incapace di risolvere i problemi del sistema lingottiera e a noi non rimase che allontanarla ed iniziare da soli a creare la nostra tecnologia. Era il 1992. Con la straordinaria partecipazione di tutti e lavorando come noi sappiamo, riuscimmo da soli a vincere la nostra sfida: la certezza della nostra conoscenza non ci aveva mai fatto perdere la speranza. Le idee erano buone, i layout erano stati ben studiati, erano e sono corretti, prova ne è che non sono mai stati cambiati. Il sistema lingottiera di Mannesmann, l’inadeguatezza di alcune parti di macchine, sono stati la causa del nostro eccessivo ritardo. La Società Mannesmann, leader al mondo nel settore, credeva facile ciò che invece meritava più umiltà e più rispetto e lo ha pagato con la sua chiusura e scomparsa dal mercato; ma, allo stesso tempo, ci ha causato inaspettatamente gravi problemi e un impegno straordinario per risolverli. Il nostro processo è ora, nel settore dei mini mills, un punto di riferimento nel mondo. Il nostro profilo termico è l’unico in grado di dare al processo potenzialità importanti: siamo 2 all’inizio di una evoluzione che non potrà non tenere conto della nostra realtà produttiva e dei suoi futuri sviluppi. Siamo gli unici al mondo a produrre lo spessore 1 mm in quantità e qualità simili al prodotto laminato a freddo. Le grandi città dell’acciaio appartengono al passato noi siamo il futuro. L’accelerazione dei ritmi e le conseguenti necessità dei nostri tempi indirizzano il mercato nella direzione da noi intrapresa: competitività, qualità, rapido servizio, flessibilità. La tecnologia ISP è solo agli inizi, essa ha ancora potenzialità interessanti da esprimere: non possiamo fermarci perché è il mercato che lo richiede e noi, in questo momento, ne siamo con orgoglio parte attiva. E perché no, in futuro riusciremo ad ottenere lo spessore 0,7 mm e lo spessore 0,14. Così si chiuderebbe un ciclo produttivo dei prodotti piani in un processo fino a 20 volte più compatto di quelli con cui si è soliti produrre oggi. La vita continua e continuerà ancora e meglio dopo di noi: a noi cercare ora di dare e di fare il meglio. Il nostro impianto produrrà circa un milione di tonnellate all’anno di acciaio al carbonio, con una qualità ben conosciuta (poi avrà altri acciai da produrre). Il nostro coil, prima lo abbiamo fatto, poi lo abbiamo “pulito” bene; ora, con la nuova linea di zincatura, lo rivestiamo e lo prepariamo al meglio per dare al nostro cliente tutto il servizio e trattenere per noi qualche giustificato vantaggio. Non ho volutamente evidenziato le difficoltà, i momenti terribili che abbiamo superato insieme; questi sono dentro di noi, fanno parte della nostra unione, della nostra cultura ed ora della nostra soddisfazione. Ciò non mi impedisce di esprimere tutta la mia sentita considerazione per la partecipazione, la volontà, la capacità e il sacrificio, valori che uniscono le persone, nelle imprese impegnative, che non si dimenticano più. Talvolta, a dire il vero, a qualche visitatore curioso mi spingo a dire che “in ISP si entra in ginocchio”. Sinceri complimenti a tutti, in attesa di poter festeggiare insieme il decimo compleanno dell’Acciaieria ISP di Cremona. Cav. Lav. Giovanni Arvedi Ambiente la sfida del presente inquinamento dell’aria che respiriamo è ormai divenuto un serio problema ambientale che cerca soluzioni a breve termine. Le cronache dell’inverno trascorso hanno riportato quotidianamente notizie sulle condizioni dell’aria, indicando anche le cause di questo crescente inquinamento e la necessità di intervenire strutturalmente. Fra le tante soluzioni proposte, la più efficace pare quella di trovare nella tecnologia nuove risposte per un rapIl camino dell’Isp porto equilibrato e corretto fra le necessità della nostra società e l’ambiente. Nell’ambito della produzione industriale, il Gruppo Arvedi ha intrapreso questa strada ormai da anni con ottimi risultati in tutte le sua aziende. Claudio Resemini, responsabile del Gruppo per l’ambiente, ha risposto, insieme a Giorgio Luzzari, responsabile Isp, stabilimento che prenderemo ad esempio, ad alcune domande sull’argomento. “La tecnologia ISP ha rivoluzionato il processo di fabbricazione dei laminati piani di acciaio compattando in un unico ciclo, ed in uno spazio estremamente ridotto, lavorazioni che la tecnica tradizionale suddivide in tempi diversi ed in spazi molto dilatati. Da queste caratteristiche dell’impianto derivano importanti conseguenze sul piano energetico ed ambientale, che fanno di ISP un esempio di siderurgia ad alta compatibilità ambientale”. Cosa si intende per “compatibilità ambientale”? Che ISP è una tecnologia intrinsecamente pulita. Sfrutta infatti al massimo l’energia contenuta nell’acciaio liquido, trasformando in soli quindici minuti il liquido in coil, con una temperatura minima lungo il ciclo non inferiore ai novecento gradi. In questo modo si risparmia sia energia termica di riscaldo sia energia elettrica per la laminazione, con evidenti ricadute positive sull’ambiente. Complessivamente ISP consente di risparmiare, rispetto al ciclo convenzionale, l’equivalente di una tonnellata di petrolio (TEP) per ogni coil prodotto. Il ridotto fabbisogno energetico ha una ricaduta importante sull’ambiente in quanto riduce le emissioni nocive correlate alla pro- L’ duzione dell’energia elettrica. Ecologia vuol dire innanzitutto risparmio energetico… A differenza della tecnologia tradizionale, che prevede la trasformazione in vari stadi, separati fisicamente e con elevato impiego di spazio, con la conseguente più difficile captazione degli effluenti da realizzarsi in più stazioni, l’impianto ISP consente la captazione ed il convogliamento dei fumi in un unico impianto, con un notevole miglioramento dell’efficienza complessiva di captazione ed abbattimento. Quali sono i punti di forza, in campo ambientale, del processo Isp? Le soluzioni d’impianto danno risultati eccezionali in quanto il progetto ha preso in considerazione fin dall’inizio le quattro cause basilari di inquinamento di un impianto siderurgico: Fumi e polveri: emissioni ridotte delle polveri contenute nei fumi filtrati ad un valore tra 1 e 2 mg/Nm3 contro il limite di 10 mg/ Nm3 posto dalla Regione ed il limite di 25 mg/Nm3 accettato a livello europeo. Rifiuti solidi: le polveri dei fumi raccolte ai filtri vengono trattate e conferite ad impianti esterni per lo smaltimento e tutti gli altri rifiuti vengono ceduti ad imprese autorizzate allo stoccaggio e smaltimento. Le scorie di acciaieria, classificate come inerti, sono poi cedute ad imprese autorizzate per consolidamento di terreni. Scarichi liquidi: praticamente inesistenti grazie ad un ricircolo totale delle acque di processo Rumore: il rumore al perimetro dello stabilimento è contenuto entro 55 – 60 dBA perché il forno elettrico è stato incapsulato in un apposito box isolante. Quando si parla di ambiente si pensa anche a quello di lavoro… Anche per quelli che lavorano nella fabbrica l’ambiente è migliorato: il pesante lavoro manuale è stato praticamente eliminato dal ciclo produttivo completamente integrato. Oggi oltre il 50% degli operatori interagiscono con l’impianto attraverso computer e la maggior parte del personale lavora in sale di controllo. 3 ATA Primo Idroformatura, il futuro è nell’auto l’adozione della tecnoloL’ATA prosegue sulla gia dell’idroformatura per strada intrapresa e si colmare il ritardo rispetto candida a divenire leaagli Stati Uniti, dove già da der italiano per la forqualche anno si produconitura di pezzi idroforno componenti automomati per il mercato delbilistici idroformati e l’automobile. dove ai produttori di tubi «Abbiamo dato il via ai è richiesto di fornire primi ‘approcci’ all’imateriale crudo atto a droformatura un paio sopportare deformazioni d’anni fa – afferma comparabili a quelle del Pierluigi Pegorari, materiale normalizzato. Project Manager -, il Il numero di presse per primo partner è stata la idroformatura è in contiBenteler ed il pezzo Supporto motore Audi nuo aumento, con la prodotto con successo, Germania in testa, seguita un supporto motore, è dalla Francia e dalla Spagna, in forte crescita. Investimenti in oggi montato sui modelli di punta di Audi». questa direzione sono in atto anche in Italia e nei paesi dell’est Con la partecipazione al terzo International Hydroforming europeo. All’interno dell’azienda sono numerose le persone che Congress, tenutosi nell’ottobre 2001 a Pamplona, in Spagna, lavorano allo sviluppo dell’idroformatura, a partire da Pierluigi, abbiamo colto l’interesse delle principali case automobilistiche che lavora a stretto contatto con Mario Fraioli, direttore di stae dei relativi subfornitori insieme all’opportunità di visitare una bilimento, Massimo Dall’Ara, responsabile della produzione, delle più moderne installazioni per la produzioni di particolari Roberto Poli che cura la metallurgia e la qualità ed Alberto per la General Motors. Cremaschi per i processi di finitura. Il progetto ha coinvolto Ci attendiamo il boom dell’utilizzo dell’idroformatura nei prospiù temi essendosi rivolto al perfezionamento di tutti i passaggi simi quattro o cinque anni, quando tutte le case automobilistidalla scelta dell’acciaio , dalla lavorazione, dalla saldatura alla che avranno lanciato sul mercato le piattaforme attualmente in calibratura, al trattamento termico, fino all’esecuzione del taglio fase di progettazione: ATA si è attrezzata per questa nuova ed al controllo del pezzo finito. «Sono stati anni di prove ed sfida. La battaglia commerciale si giocherà sulle richieste qualiesperimenti ed ora tative di un pro- prosegue dotto che deve Si dice che ogni nuova tecnologia ha bisogno di una killer applicaPegorari-, possiamo offrire una sensivantare un know bile diminuzione tion per avere un vero successo. Per l’industria del personal how avanzato ed di peso per garancomputer la “killer application” è stata il foglio elettronico. Un processo simile è in corso nell’industria dell’idroformatura un’esperienza che tire, di conseguentubolare, che vede la “killer application” nello “chassis” per ci permette di proza, minori consuautoveicoli, cioè il telaio che assiema le parti fondamentali di porci al mondo delmi e minor inquiuna macchina. l’automotive con namento con la I progettisti hanno ben accolto l’idroformatura tubolare perché ‘pezzi’ di grande maggior sicurezza permette di rendere più efficaci i loro progetti; si ottiene qualità». garantita anche infatti la massima rigidità, stabilità dimensionale, resistenza alla fatica e all’urto con il minimo peso e riduzione del costo. Possiamo anticipare dal minor numero Secondo alcune stime entro il 2004 il 50% dei veicoli prodotti che nel prossimo di saldature necesnel Nord America avranno telai con almeno un pezzo idroformafuturo sarà sottoposarie per arrivare to. sto ad omologazioal pezzo finito. Quale sarà la prossima “killer application” per l’idroformatune in ATA un pezzo Tutta l’Europa si ra tubolare? che verrà montato sta muovendo in La risposta potrebbe trovarsi nello “spaceframe”, cioè in su di una Volvo. tempi rapidi verso 4 Piano ISP 10 anni festeggiati con il primo coil zincato Il primo coil uscì dallo stabilimento Isp il 22 febbraio del 1992, si coronava così il lungo e sofferto periodo di progettazione di un impianto unico al mondo. Sono passati dieci anni e più di sei milioni di tonnellate di materiale sono stati lavorati nello stabilimento di Cavatigozzi. Ora arriva l’ultima novità. Il 6 aprile, infatti, pochi giorni dopo Pasqua, è stato zincato il primo coil e la nuova linea è entrata definitivamente in produzione “Il progetto di una linea di zincatura – afferma Luciano Manini, direttore dell’Isp -, è nato qualche anno fa, insieme a quello del decapaggio. L’idea di partenza del Cav. Arvedi era che l’Isp dovesse essere un grande centro di servizi del coil, con l’obiettivo di lavorare un milione di tonnellate di acciaio l’anno, con una grande flessibilità di fornitura, che permetta di evadere in tempi rapidi gli ordini offrendo materiale già lavorato”. Ora, con la nuova linea di zincatura ed un secondo slitter, il progetto sta raggiungendo il suo compimento. Ha guidato i lavori della nuova zincatura Carlo Lanzini, che aveva già partecipato all’avviamento del decapaggio e che ora ha seguito, fin dalla sua nascita, la realizzazione della nuova linea. Solo nel 1997 Lanzini era un operatore al pulpito del laminatoio, poi, con una rapida carriera, ha iniziato ad occuparsi delle nuove linee. “A parte l’impiantistica – afferma Lanzini –, la zincatura è una linea abbastanza semplice: il cuore dell’impianto è il forno ad atmosfera controllata che prepara il coil alla vasca dello zinco. E’, ovviamente, anche il punto più delicato per la riuscita dell’intera operazione”. Dopo la costruzione dei capannoni e la posa della linea, sono state fatte le cosiddette ‘prove in bianco’, che hanno permesso di controllare il funzionamento di tutto il processo e di verificarne la tempistica. Una volta avviato, l’obiettivo è quello di ‘far girare’ l’impianto su quindici turni settimanali, limitando le fermate al minimo. Il progetto, in questi anni, è stato seguito da Giacomo Soldi e Claudio Milo per l’ufficio tecnico, da Stefano Carotti, che si è occupato della manutenzione elettronica, da Andrea Botti che ne ha seguito la meccanica. Fondamentale anche il ruolo dei due consulenti esterni al Gruppo, provenienti dall’Ilva: Ferdinando Bellei ha seguito i montaggi e il signor Bottaro, ex capo reparto, ha messo a disposizione del nuovo progetto la sua esperienza. La nuova linea di zincatura ha l’ambizione di lavorare una serie di spessori che vanno dagli 0.8 millimetri fino a raggiungere i 4 millimetri, misura difficile da lavorare ma che può permettere interessanti sviluppi commerciali. Il primo nastro zincato I primi coils zincati Esplosione del forno, ripresa a tempi record Un incidente, come è noto, ha messo fuori uso il forno dell’Isp di domenica mattina, il 17 febbraio scorso. In soli sette giorni il guasto è stato riparato e la produzione è ripresa ai ritmi di sempre. Un record. Un successo reso possibile grazie alla mobilitazione ed alla disponibilità di ogni singolo componente dell’azienda. Primo a mobilitarsi è stato il Presidente, Cav. Giovanni Arvedi, il quale ha mantenuto un contatto diretto con il presidente della Danieli, ditta che ha fornito, con grande tempestività, i pezzi di ricambio che mancavano per rimettere in attività il forno. La struttura di scorta del forno era infatti a disposizione nei magazzini Isp, mentre i sostegni degli elettrodi sono stati forniti dalla ditta di Buttrio a tempi di record. Gli addetti alla manutenzione hanno datola loro massima disponibilità fin dai primi istanti, sottoponendosi a turni particolarmente duri, che hanno permesso di limitare i tempi di inatti- 5 Arinox Primo La linea di passivazione prende forma Prosegue, parallelamente al montaggio e completamento del nuovo laminatoio, l’installazione della linea di passivazione, che inizia a prendere forma. Nelle foto è documentata la preparazione del basamento dell’impianto, in calcestruzzo armato, e il successivo montaggio della carpenteria metallica di sostegno. L’impianto, a regime, sarà in grado di lavorare con due diverse modalità operative che permetteranno di ottenere due effetti sui nastri processati: passivazione o pulizia superficiale. Con la passivazione, che consente di ottenere un film passivo superficiale controllato sul metallo, sono incrementate le naturali caratteristiche di resistenza degli acciai inossidabili contro l’azione degli agenti corrosivi presenti nelle diverse condizioni di utilizzo. Piccole modifiche nei parametri di esercizio dell’impianto consentiranno, quando necessario, di effettuare una pulizia elettrochimica superficiale, in grado di eliminare anche le più piccole tracce di ossidazione o contaminazione superficiale derivanti o dal ciclo produttivo o dalle condizioni ambientali.Questa pulizia è fondamentale nella produzione di nastri Inox per determinati settori di impiego in cui le caratteristiche di superficie sono essenziali per garantire le prestazioni richieste sui pezzi finiti o per consentire la lavorabilità, soprattutto in termini di stampabilità, nel corso del processo produttivo. Il progetto è stato seguito da Mauro Moretti, responsabile della manutenzione, e da Giuseppe Muzio per l’Ufficio Tecnico. Il montaggio delle carpenterie 6 Getto delle fondazioni della linea Piano Ilta Tubi Inox per le basi aeree della Nato La qualità dei tubi Inox dell’Ilta di Robecco trova sempre nuovi utilizzi anche nel campo dell’aeronautica. Oltre agli impieghi nell’aeroporto civile di Düsseldorf, l’affidabilità dei prodotti dello stabilimento di Robecco d’Oglio ha garantito importanti commesse per tubi che andranno a completare due progetti per l’aereonautica militare. I due progetti, che verranno realizzati all’interno di due basi della NATO, riguardano la costruzione di linee che portano il carburante per gli aerei direttamente alle linee di rullaggio. La prima fornitura è andata ad un aereoporto italiano, al quale sono stati forniti duemila metri di tubo Inox (1.4571/316Ti 219.1 x 5.00) saldato con il sistema TIG. La seconda commessa ha portato i tubi Ilta in Germania (in questo caso l’acciaio utilizzato era il 1.4301/304 153.20 x 1.60) ed il quantitativo ordinato è stato di gran lunga superiore, arrivando fino ai 10 mila metri, dieci chilometri di tubo. Le nuove necessità per il rifornimento di carburante nelle basi militari dell’Alleanza Atlantica hanno spinto gli organismi militare a scegliere l’affidabilità dei prodotti. Le nuove normative di sicurezza, le necessità di rabbocchi di carburante più veloci richiedono infatti tubi prodotti seguendo specifiche tecniche e qualitative severe: l’elevato standing qualitativo, la velocità di consegna, insieme all’adeguata capacità di servizio dello stabilimento Ilta di Robecco, sono state le carte vincenti. Le nuove disposizioni di sicurezza prevedono infatti che il riforni- mento degli aerei, in particolare dei C130, avvenga direttamente sulla pista, con nuove stazioni di rifornimento più sicure. Tutte queste operazioni precedentemente venivano effettuate con camion cisterna ed altri mezzi che lasciavano inevitabilmente sulle piste olio, carburante e altre sostanze che rischiavano di risultare pericolose per gli spostamenti degli aerei su pista. Le nuove soluzioni sono state studiate dagli organismi militari per evitare rischi inutili: è stato previsto per il rifornimento l’utilizzo di tubi Inox protetti con rivestimenti anticorrosivi di polietilene estruso. Per la fornitura italiana il rivestimento è stato effettuato dalla ditta Socotherm di Adria, in provincia di Rovigo. Due aerei N.A.T.O. Il progetto, che è stato seguito da Maurizio Mazzolari, ha presentato alcune difficoltà tecniche nel corso della realizzazione che sono state superate grazie all’esperienza ed al know how dei tecnici della Ilta. I due aspetti che hanno richiesto maggiore impegno sono stati la necessità di una ovalizzazione ristretta e continuativa, in ambedue le forniture questi elementi sono risultati di complessa gestione. Nel primo progetto il tubo aveva infatti uno spessore relativamente alto e metteva sotto forte sforzo la profila, mentre il secondo aveva uno spessore più basso in rapporto al diametro richiesto, per cui il tubo risultava instabile nel corso del processo produttivo. Sia la superficie esterna che quella interna andavano poi decapate: l’impiego finale di questi tubi ha quindi richiesto un impegno particolare dei tecnici Ilta anche nel corso del processo chimico di decapaggio. 7 Persone Borse di studio, i premiati di Sestri La consegna delle borse di studio è stata, al termine dello scorso anno, l’occasione per i più bravi fra i figli dei dipendenti di Arinox di vedere riconosciuto il proprio impegno scolastico. I premiati dall’ingegner Pietro Mauri: Cristiano Alpignani, Pamela Belloglio, Cristian Bertani, Francesca Bottero, Maddalena Canepa, Lucia Defilippi, Giulia Gandolfo, Elisa Laconi, Laura Lutzu, Diego Mancosu, Valentina Muzio, Elisa Repola, Luca Bacigalupo, Matteo Cavallero, Manuela Meli, Moira Rivara. Nastri Arinox, la sicurezza di farsi N el campo della sicurezza negli ambienti di lavoro, soprattutto in situazioni di scarsa illuminazione, ridotto campo visivo e dove si muovono mezzi pesanti e di trasporto, la visibilità delle persone è l’aspetto più importante nella prevenzione degli incidenti. Il mezzo generalmente adottato per aumentare questa visibilità è quello di inserire sugli indumenti esterni strisce o bande di colore molto intenso e ad alta riflettività, come, ad esempio, accade per le strisce catarifrangenti cucite sulle tute degli operatori nei cantieri autostradali. Spesso tuttavia non è possibile disporre su tutti gli indumenti questo tipo di bande di visibilità. Per ovviare a questo problema si è realizzato una sorta di “plug-in” che può essere inserito su tutti gli indumenti (generalmente sulle maniche, ma si adatta anche alle caviglie). La nuova barretta metallica a molla fabbricata con materiale Arinox è in grado di arrotolarsi su se stessa come un bracciale ed è rivestita di tessuto o plastica catarifrangente nel colore desiderato (giallo o arancio). Il bracciale, una volta arrotolato, è assolutamente stabile e non può sganciarsi facilmente (è ciò garantisce che in caso di appiglio accidentale il bracciale si sfili senza creare impedimenti ai 8 movimenti). Il “cuore” di questo accessorio è costituito da un nastro di acciaio inossidabile prodotto da Arinox, così concepito per evitare la corrosione se utilizzato in ambienti “estremi” quali, ad esempio, piattaforme petrolifere marine. La scelta di un acciaio inossidabile di tipo austenitico con una composizione chimica calibrata per acquisire un particolare grado di incrudimento dopo una laminazione a freddo, garantisce elevatissime caratteristiche di elasticità, ottenute anche utilizzando cicli di laminazione appositamente studiati. Il prodotto finito, di spessore 0.20 millimetri, è fornito in strisce con tolleranze dimensionali ristrette, raggiunte applicando specifiche di taglio particolari. Per ottenere il bracciale, il nastro Arinox subisce una operazione di formatura/calandratura che ne modifica la planarità trasversale inducendo una forma concava, a “canoa”, con successivo taglio a misura; il pezzo con questa particolare forma è instabile e tende, sotto una piccola pressione, a raggiungere la stabilità assumendo una forma ad anello, arrotolandosi su se stesso come una molla. Questa applicazione permette di ipotizzare nuove fasce di mercato importanti, al di fuori dell’ambito della sicurezza. & Fatti Lo stand del Gruppo alla Fiera di Milano Expocomfort, edizione record ppuntamento storico del mondo della idrotermosanitaria, l’Expocomfort è giunto quest’anno al suo trentatreesimo anniversario, festeggiato con successo, sia grazie al notevole incremento degli spazi espositivi sia per il boom di visitatori, mai tanto numerosi nel passato. La manifestazione, che si è tenuta presso la Fiera di Milano dal 5 al 9 marzo, ha coinvolto oltre 2.800 aziende impegnate nel settore, accolte in stand che coprivano tutti i 245 mila metri quadri dell’intera area espositiva milanese. Per il Gruppo Arvedi hanno partecipato all’Expocomfort Ata ed Ilta, che hanno presentato l’intera gamma dei loro prodotti nel campo dei tubi pensati per impieghi idrotermosanitari, per l’impiantistica, per la sicurezza ed il benessere ambientale. Oltre all’esposizione, che ha visto coinvolti più di 200 mila operatori provenienti da tutto il mondo, con un particolare incremento dei paesi dell’est europeo, molti sono stati i momenti di approfondimento scientifico. Numerosi seminari ed convegni hanno tracciato le linee dei futuri sviluppi del settore: fra gli incontri, di particolare interesse è stato il simposio dal titolo Efficienza energetica e fonti rinnovabili: il presente possibile, che ha trattato il tema basilare della necessità di andare sempre più verso un risparmio energetico anche nel mondo dell’edilizia. A Pasquale Mazzetti, responsabile di Ata per i prodotti commerciali dell’area Italia, ha giudicato molto positiva l’edizione di quest’anno del Mce. “In questa manifestazione si vedono tutte le novità del settore, è al contempo un’esposizione commerciale ed un momento di aggiornamento. Nonostante i nuovi materiali, l’acciaio si riconferma il prodotto che garantisce la maggiore durata ed il migliore rapporto qualità prezzo. La nostra esperienza produttiva è ormai trentennale ed i tubi neri e zincati Arvedi riescono a trovare sempre nuovi spazi commerciali grazie ai nuovi impieghi richiesti dall’evolversi delle tecniche edilizie”. Per Ilta era presente Maurizio Mazzolari, dell’ufficio vendite dell’azienda di Robecco d’Oglio, il quale ha ribadito l’importanza di questa manifestazione. “Sono due i clienti ideali di Ilta che frequentano questo tipo di manifestazione, i produttori di caldaie e chi si occupa di Press fitting, il sistema di giunzione per la distribuzione idrica realizzato con tubo inossidabile. Abbiamo avuto importanti contatti nel corso della manifestazione, l’Inox sta divenendo un materiale sempre più impiegato perchè, pur costando un po’ di più, garantisce garanzie di durata maggiore rispetto ad altri materiali. Il risultato è stato quindi molto positivo, sia per il mercato italiano che per quello europeo”. 9 Alpa Persone In cantiere una gita a Genova in maggio L’inaugurazione della nuova mensa Isp, a pochi giorni da Natale, è stata l’occasione per riunire quasi duecento pensionati del Gruppo per un piacevole pranzo conviviale. Nel corso della giornata sono stati rinnovati i tesseramenti dell’Alpa, l’Associazione Lavoratori Pensionati Arvedi, che ha così raggiunto un numero di iscritti record. La festa ha ridato slancio all’associazione che sta ora organizzato nuove attività sociali per tutti i pensionati: per il mese di maggio l’Alpa organizzerà una visita all’acquario di Genova, con una sosta anche allo stabilimento Arinox di Riva Trigoso. Gli organizzatori stanno raccogliendo le adesioni di massima per questa gita, la cui data deve ancora essere definita. Altra iniziativa in cantiere è una biciclettata, organizzata sempre per la primavera inoltrata; continua inoltre anche la campagna tesseramenti. Per informazioni rivolgersi a Claudio Resemini, presso lo stabilimento Isp, telelefonando allo 03724781. Siegers, grande concerto al teatro Ponchielli rande concerto dell’Orchestra Accademica di Berlino, il 3 aprile scorso alle ore 20 e 30 presso il teatro Ponchielli, a Cremona. Una formazione di 74 elementi, nelle fila della quale milita come fagottista Ulrich Sieger, per anni a capo dell’acciaieria Ata, ha affrontato un programma particolarmente ricco, aperto dall’ouverture da Egemont di Beethoven. L’esecuzione del Concerto per quartetto di Sphor e la Serenata n. 1 di Brahms ha concluso il programma. Particolarità del concerto, che ha visto protagonista un’Orchestra composta da appassionati non professionisti, è stata la partecipazione come solisti di quattro elementi della famosa Orchestra Filarmonica di Berlino, ora diretta da Simon Rattle e considerata unanimemente la più grande orchestra sinfonica al mondo. Ulrich Sieger, oltre al lavoro, ha coltivato fin da piccolo la passione per la musica: “suono nell’Orchestra Accademica dal 1963 – ha dichiarato -, ed oggi ci suonano anche i miei figli. E’ una formazione amatoriale, ma di grande livello”. Ha diretto il complesso il giovane Andreas Schuller, che ha solo 27 anni e può vantare già una grande esperienza concertistica. G 10 Ricordo di Tullio Galli ....................................................... ........ Pochi giorni fa sì è spento Tullio Galli, settantaquattro anni, pensionato del Gruppo. Aveva infatti trascorso parte della sua vita lavorativa in contabilità presso l’Ata. Una volta andato in pensione si era dedicato con impegno alle varie attività dell Alpa. Molto impegnato nel campo del sociale, colonna delle Acli, Galli è ricordato con affetto da quanti ebbero modo di lavorare con lui & Fatti aziente come un ricercatore, attento come un medico e scrupoloso come un notaio, Angelo Visigalli entrò all’Ata nel 1982, proveniente dalla Redaelli di Milano. La sua destinazione era il laboratorio di metallurgia e la missione era quella del controllo di qualità. Contattato da Ulrich Siegers, allora direttore dell’acciaieria, Visigalli, lodigiano di nascita, lavorò per tre anni studiando i problemi che via via nascevano nella lavorazione dell’acciaio. Analizzava e certificava la qualità dei tubi, tramite prove meccaniche e indagini micrografiche. Quando ai vari test i tubi presentavano difetti, cercava di capirne con pazienza le cause mettendo a frutto la sua esperienza di metallurgista. Nei casi più interessanti appartava con diligenza il materiale, tanto da poter produrre una sintesi scritta di tutta la difettologia dei tubi formati a freddo. Il libro, dal titolo Saldatura elettrica a resistenza dei tubi formati a freddo, corredato da schemi, tabelle e micrografie, descrive tutti i difetti che si possono incontrare nella lavorazione di quel genere di tubi. Nel 1987 tornò per qualche anno alla Redaelli, allettato da un progetto su cavi per tensostrutture che l’azienda P Angelo Visigalli, la memoria storica dell’Isp milanese stava mettendo a punto. Il richiamo cremonese fu però più forte e nel 1992 tornò assunto dal neonato stabilimento Isp. Era stato chiamato dall’ingegner Gosio, con un compito che lo allettava e coinvolgeva pienamente. Occorreva infatti studiare e documentare particolareggiatamente tutte le fasi di progettazione e di messa in opera del nuovo processo Isp: stava infatti nascendo un nuovo modo di lavorare l’acciaio e occorreva qualcuno che seguisse, a livello scientifico, l’evolversi dei lavori. Se le innovazioni si ottengono provando e riprovando, Visigalli dovette studiare tutti i tentativi e documentarli. Divenne così la memoria storica del nuovo Isp: raccolse dati, filmò le prove e studiò, preparando relazioni e report per i tecnici che stavano lavorando al perfezionamento del processo. La fase di immagazzinamento ed elaborazione dei dati lasciò poi il passo alla trasmissione del sapere accumulato negli anni. Visigalli, dopo un corso intensivo per rinfrescare il suo inglese in Inghilterra, passò a fare corsi tecnici per i dipendenti dei grandi gruppi del mondo che avevano acquistato il brevetto delle tecnologia Isp. Iniziò con i coreani della Posco, poi lavorò con sudafricani e cinesi. “Fu un momento molto importante della mia vita professionale – afferma Angelo Visigalli -. Avere un respiro internazionale, vedere persone di tutto il mondo, ascoltarne i problemi e, nei limiti del possibile, risolverli mi ha indubbiamente arricchito. Ricordo anche la pazienza che occorreva, la costanza nel rispondere più volte alla stessa domanda. Alla fine tutti furono molto soddisfatti, sia della tecnologia, sia del modo in cui era stata spiegata e seguita”. Anni di studi che comunque non sono andati persi. Visigalli ha raccolto la sua esperienza in diverse pubblicazioni che rimangono nel patrimonio culturale del Gruppo. Anche il know how, il bagaglio di esperienza, che si è fatto seguendo il processo Isp è confluito in una pubblicazione interna dal titolo Sviluppo della tecnologia Isp. Ma non sono solo le ricerche sul metallo ad attirare l’attenzione di Visigalli. Nel tempo libero è infatti la pittura a riempire le sue giornate e, fra i vari temi, uno dei suoi soggetti preferiti è stato quello dei processi di lavorazione dell’acciaio. Con diverse impostazioni, ispirandosi ora alla scuola metafisica, ora a quella cubista, Visigalli ha sintetizzato in immagini il processo che ha seguito per anni. Una passione, quella per la pittura, che si è trasformata in qualcosa di più. Ora Visigalli espone in sedi accreditate ed ha già partecipato a diverse mostre. I soggetti sono cambiati nel tempo, ma il ricordo del passato non lo abbandona mai. Essere una memoria storica è una responsabilità che lo seguirà per tutta la vita. Dopo la dipartita dell’ing. Gosio, è stato direttamente il Presidente a richiamare Visigalli all’attività: il processo ISP è in continuo sviluppo ed ora si attendono risultati positivi e interessanti dalla “levelling” e dal futuro intervento sulla colata continua. Al lavoro tanto apprezzato di Visigalli si sta progressivamente affiancando un completamente scientifico-accademico, seguito dall’Ing. Antonio Guindani, con l’assistenza del Politecnico di Milano. Lo sviluppo non si può arrestare, lo sviluppo dell’ISP non si può arrestare, lo spessore finale di 0,14 mm è il traguardo! Buon lavoro e complimenti a Visigalli. 11 L e o p e r e d i V i s i g a l l i Arvedinforma Notiziario di informazione del Gruppo Arvedi Direttore Federico Mazzolari Coordinamento editoriale Giovanni B. Magnoli per Epoché 12 Fotografie Mino Boiocchi Art Photo, Stampa Arti Grafiche Persico Hanno collaborato: Umberto Albarosa, Alberto Bagna, Samantha Bartolometti, Antonio Guindani, Carlo Lanzini, Luciano Manini, Pasquale Mazzetti, Maurizio Mazzolari, Alberto Montepagano, Tiziano Neviani, Giulia Parchi, Pietro Repellini, Claudio Resemini, Paolo Rodiani, Abele Scazzina. Finarvedi P.zza Lodi 7 26100 Cremona Tel. 037253521 Fax 0372535229 Internet: www.arvedi.it Email: [email protected]