Quandolatragedia sconvolgeunascuola
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Quandolatragedia sconvolgeunascuola
o c s ve a i d e g a r t a a l o ol u c s a n u e g l o eres ne int te. n aambie lla cre so ne ma di s a p swiss press print 1 primo un program situau Il a di e t e n n o r io e f z n nto di reazio inter ve itiche è la c isciplid r r zioni c ruppo inte per le g di un i inter vento otato di d e r he d a n i critic li in merito n io z a na situ La decisio uare. poteri ure da att gruppo is alle m sizione del situao p r le m o c nto pe nde dalle e v r e t di in itiche dipe cuola. I r zioni c ioni della s gruppo s n e uesto ndim ri di q re rapidame d b m e m a e s i t s oe pos devon ribili e dis nsabilie o p p e s r e r te questo ersi la assum carico che . Uno a il t tà ed to compor ppo di u manda mbri del gr uazioni it e s m i le r de essere nto pe inter ve dovrebbe esterno e critich fessionista pio un di n pro le (per esem io psiu iz ra ate e neut to del ser v . che piega colastico) im os no di e in cologic , d critich ico n i n ke io z st ua lle sit livello scola la è Nella u Ne u a c o ensieTicino ione della s data la z fi la dire o cui è af livello gno ri a l’organ sul posto, dagogito sua e t p a a id , m u o g sta rativ t is . o in l le amm l persona ando o e d r t e s o o c e per Il v petent sicoesm c o c c u s p e ser vizio ti e terapie psisse a u Il he en c ccede sun im r a ia a lt ch /i, is vete v sso e talvo mbine e logici i per le ba ai loro c c u s è chiatric consulenza le è dei Preuole d o dei per la i e alle scuo medico r i di un ia di genito to Ser vizio ) o Sered ina a trag apete, m o Ticino in gico ( ico scolast lo non s gravi o ic s g p lo ì s o sic fatti co campo vizio p ioni). n i ig r e t G t ( n e co o esmerge osson ticop i no d’e i scavat n e r ier inter v sari, in pa pomp e i geolou Gli io di es d c o e n is r t p e e ser n men terreno, u a mob er : el lare p a in seguito episonuta d e sloggian z n violen minaccia; u uso; un ll’ordi se vicine, r a r o p e a o t g c s in in i o e e b un’ si r so, dell a u e l b ament r s o i) a s u r m i c a e la d s r c t in a io r s i l a l d e C e d i e p c o id di e (Foto mpagn e cosa evento atico, com io, un un co rsi: ch ome li aiua id c o m c i ic z o t ?C to dram io un su incidene emo ttoso ta. agazzi to momen cia, l’ propri ppi adulle ento lu E va aiuta s v n esemp , un grave o t e e o i abbrac ica e c u b o n c q r u t u a . s r io a o e o o t o o n id n n a d t o fat omic Quan viene tocc primo se ci s dell’am o, e mincia siamo n non es o fatica. For . E infatti co quando a ENTO . un e i t d r sgorga finis n i e lo SGOM ità scolastic p n lo sco ni, fa sse per far magari so stegno». rtire v li io a r n a t c p u n ip i r e c u m p o co ue prin in situazion moto ti in claarsi andare ocente di s reazioni i rag ossibile uI d d piano re to è poi p le ci n in i , s la e a u e v la r n c n r i o e o e t a t r a a t d et ris in li c lp bosono f ri punto rmalità». ano so to, osserva C ntenibili. « I ncuono: m esso di ela ilit s s e a i r . d ic e o t t i c l’ co un ro tab not offre p so la n quel p diventare in i sentono fra evono ola, gli sano p i lutto e ris noroti. È o un A u n n a c u s h o e n s d la d È ch e zi so no esc e la eo aula n mincia posso è che i ragaz a una part ozioni, inetto. onaca rni. A Dav enica razion a possibil lastica m D rare u utti in attina rico col loro za ignasca e m a io . T o im o g r o c m e d ll p i s e i r i e le il t s i a b m p d b la r s o i it B b ì o e a u t rn e r v r e h t d r a r o p c m a e i o r a f n o l vo le ei nell Lun no i anu laud re l’inforime in p si ad n e a à C , v t o n i a i li c r e r d l a r r lt i . a o s A m o t elle pr eno che il m to di lui, rn tar rar all’a sa: « allievi o del diret e trasmette o. Con le r le rr ot gni gio onfron ortissime. D nche prepa è stato o c ida pe ei t i t u s i i l g d s i z p e e il te e precipita s che troa e z a d n c a f e M com ere i raga osa è suc zera he. U o bene r i critic ferenza sviz zione) spesso po devono mpagno ch L’espresuazion a attene a tutto quell casa. Ann cogli spiegare c ha studiato tacere. o gio e i m c « c e a . te: “Sit ito dalla Co ubblica educ t n » o o ll r a o (f a i e , n lo d m p e a o a ed e l s a n i n ll g o ”, o e o g a i canc Anche un e d lt le c r e r o z t o e nali sta ar sscu ire, ma sost a. ri canto accogli di più dalla tono varia m Mery. A ti di sare. Cosa d tegno e di clazi, to, diretto n i e b a strad mamme. c u o Il dir s e n o d i sos ole u arte agaz e colpit i ciò che se tà, aggiung ell’espriali par e docenti d pagnare i r erché te. Du i soccorsi p edia. Nel trod u ’e d n q ll i e e m e sion econda d tane ttordici o . «P a all n com i o o c c t a s p n s i e la mo hina d a dei mass essi è già un d e s E m g che a anni si è più zioni, a qua diverse. mpito ell to mo ec modo ei i o no i n se il co terli in ques in qualche rmente me qu notizia dei d a di sapern e c m i o zi ee o. dod propri no delle rea ù controllat i i assis affrontato, to particola , osserso gio la rima ancor case fa du le d e r e i a d m le e en .P o» re catt ile, p n’azione Fr. 25.– / € 24.– s c i c ffi i i bblico sce i posti e to. Il diretto se vien nche un ev ere elaborat ola perd d quin iventa più rontare u t u r o la difISBN 978-3-0-382-8050-7 stito, a tico può ess ca che la sc si, che in hi con sce chi è mo ssona conta tto d tato di aff arta media e u T i a i a s fi n i g e u i t m t a e n u s s p r u n g i i q i a e a P le r c S s o e i a t a « i d d n e Mi è ng con u arsi d stina. viden person ffiMedia prio in va Cri ro di occup farlo, condi un amcuola i polizia e il apprende u ne te pro mata briefi a netta». e e i s d , n lo i o d , o e c i t r n E Ec us ult infor ae mett utorità sul luogo. vo dodice no ili è gi ti con gli ad ari hanno v ferenz te gli occhi. pena stata i o di loro. m i s e o a i f i s l r l r s e n e h ag ca acco he un a è ormai o caChiud sse che è ap riguarda un sicuro la arrime dulti c rché m c us tto e la a loro smprotetto. Pe n lacrime, a Passa il c a n mente da lui dire ekend è br llano u dia ch ppo che alz lto, come loro. we centi i co a trage u oro biente tuto si? r a v e l l riso a i l r a t sona iu s a a e g e m r di P i? Co i v s i e r i l c l i a d i ore agl della cellula ri memb L o t n u p 3 Inhalt Sommaire Indice Contents Swiss Press Print 2 Jury Print 3 Gewinner / Gagnant / Vincitore / Winner Liebe JournalistInnen Chers journalistes Cari giornalisti Dear journalists Der Medienwandel wird von einer La transformation des médias s’ac- l’evoluzione dei media è accompagna- The evolution of the media has given Qualitätsdebatte begleitet, die compagne d’un débat sur la qualité, ta da un dibattito sulla qualità, che rise to a debate on quality, which 4–5 Nominiert / Nominé / Nominato / Nominees 6–11 Die Arbeiten / Les travaux / Il lavoro / The works Swiss Press Online 12 Jury Online den Journalismus in der Krise sieht. qui voit le journalisme en crise. vede il giornalismo in crisi. Da anni si presents journalism as being in a 13 Gewinner / Gagnant / Vincitore / Winner Von «Boulevardisierung», von «Reso Depuis des années, il est question de parla di «tendenza al sensazionali- state of crisis. Subjects such as «tab- 14–15 Nominiert / Nominé / Nominato / Nominees nanz statt Relevanz», ja von einer « boulevardisation », de « résonance smo», di «risonanza piuttosto che di loidization», «resonance instead of 16–19 Die Arbeiten / Les travaux / Il lavoro / The works «Abwärtsspirale» ist seit Jahren plutôt que de pertinence », on évoque pertinenza» e, addirittura, di «spirale relevance», even a «downward spiral» die Rede. Umso wichtiger ist, dass même une « spirale du déclin ». Il est del declino». È dunque più che mai have been the topics of discussion auch über gute journalistische dès lors encore plus important de importante riferire sulla buona qualità for years. For this reason it is particu- Swiss Press Radio 20 Jury Radio Qualität berichtet wird – und solche parler de la bonne qualité du journa- del giornalismo, qualità che abbonda. larly important that attention is also 21 Gewinner / Gagnant / Vincitore / Winner ist reichlich vorhanden. Nicht der lisme. Car celle-ci est abondante. Il giornalismo non è in crisi: è sempli- paid to high-quality journalism – 22–23 Nominiert / Nominé / Nominato / Nominees Journalismus ist in der Krise, es ist Ce n’est pas le journalisme qui est en cemente più difficile esercitarlo con examples of which are abundant. It 24–27 Die Arbeiten / Les travaux / Il lavoro / The works bloss immer schwieriger, ihn quali- crise. C’est simplement qu’il est plus una qualità di alto livello. is not that journalism is in crisis, it is tativ hochstehend zu betreiben. difficile de l’exercer à un haut niveau Swiss Press Video 28 Jury Video Die Fondation Reinhardt von Graffen- just that it is ever more difficult to La Fondazione Reinhardt von Graffen- practice it at a high standard. ried ha il gradito compito di premiare, 29 Gewinner / Gagnant / Vincitore / Winner ried hat die dankbare Aufgabe, Ihre La Fondation Reinhardt von Graffen- con lo Swiss Press Award, i vostri The Reinhardt von Graffenried Foun- 30–31 Nominiert / Nominé / Nominato / Nominees besten Artikel, Bilder, Videos, Radio ried a l’agréable mission de distinguer migliori articoli, foto, video, emissioni dation has the rewarding task of 32–35 Die Arbeiten / Les travaux / Il lavoro / The works beiträge und Multimedia-Arbeiten mit avec le Swiss Press Award vos radiofoniche e lavoro multimediale. endowing the best of your articles, dem Swiss Press Award auszuzeich- meilleurs articles, photos, vidéos, In quest’ottica, un vasto pubblico può photos, videos, radio programs and nen. Damit kann einer breiten Öffent- émissions de radio et travail multimé- rendersi conto che la qualità del multimedia works with the Swiss Swiss Press Photo 36 Jury Photo lichkeit vor Augen geführt werden, dia. Ainsi un plus large public peut giornalismo svizzero non è poi così Press Award. Thus, we can demon- 37 Gewinner / Gagnant / Vincitore / Winner dass es um die Qualität des Schweizer prendre conscience que la qualité condannabile. Al contrario! Mi rallegro strate to a wider public, that the state Journalismus gar nicht so schlecht du journalisme ne va pas si mal. che voi, cari giornalisti, non vi lasciate of Swiss journalism is really not at bestellt ist. Im Gegenteil! Es freut Au contraire. Je suis heureux que impressionare dagli apologeti di un all bad. Quite on the contrary. I am de- mich, dass Sie, liebe Journalistinnen vous, chers journalistes, ne vous presunto declino dei media, inoltran- lighted that you, dear journalists, have und Journalisten, sich von den Apolo- laissiez pas impressionner par les do un numero di contributi senza not allowed yourselves to be im- geten eines angeblichen medialen apologistes d’un prétendu déclin des precedenti. Tutto ciò ha ovviamente pressed by apologists for an alleged Niedergangs nicht beeindrucken las- médias et que vous ayez soumis dato molto lavoro alla giuria, ma ha media decline and have submitted sen und eine Rekordzahl von Bei un nombre record de contributions. anche dimostrato ai suoi membri fino contributions in record numbers. Herausgeberin / Éditeur / Editore / Publisher: Fondation Reinhardt von Graffenried, Bern trägen einreichten. Dies wiederum hat Cela a certes provoqué beaucoup de a che punto, in tutta la Svizzera, avete Although this has resulted in a lot of unseren Jurys zwar viel Arbeit be- travail au jury, mais aussi montré à riferito in maniera diversificata, work for our juries, it has also demon- © 2015 Swiss Press Award, Till Schaap Edition, Bern schert, ihren Mitgliedern aber auch ses membres à quel point vous avez approfondita, originale e indipendente strated to their members the varied, gezeigt, wie vielfältig, tiefgründig, rapporté de manière diversifiée, su avvenimenti e sviluppi del 2014. profound, original and independent Konzept und Realisation / Concept et direction artistique / Concetto e direzione artistica / Concept and artistic direction: Michael von Graffenried, Paris originell und unabhängig Sie über approfondie, originale et indépen- Tutto ciò merita il nostro sentito ways you reported on events and Ereignisse und Entwicklungen 2014 dante les événements et évolutions ringraziamento, espresso attraverso lo developments throughout Switzerland in der ganzen Schweiz berichteten. dans toute la Suisse en 2014. Swiss Press Award 2015, un premio in 2014. For this, we owe you our Grafische Gestaltung / Conception graphique / Grafica / Graphic design: Gerhard Blättler, Bern Dafür gebührt Ihnen unser herzlicher Pour cela, vous méritez nos sincères scevro dagli interessi di singole ditte sincere and heart felt thanks, ex- Dank, ausgedrückt durch die Ver remerciements, exprimés à travers o case editrici e che, cari giornalisti, è pressed in the form of the Swiss Press leihung des Swiss Press Award 15 – le Swiss Press Award 15, un prix tutto vostro. Award 15 – a prize that is independ- einem Preis, der frei von Interessen indépendant des intérêts de sociétés ent of the interests of individual einzelner Firmen oder Verlagshäuser ou maisons d’édition quelconques companies or publishing houses but ganz allein Ihnen, den Schweizer et qui vous appartient uniquement à instead belongs entirely to you alone, Journalistinnen und Journalisten, vous, chers journalistes. the Swiss journalists. 38–39 Swiss Press Photo of the Year Abbildung vorne / Page de couverture / Copertina / Front cover: Corriere del Ticino, 3.12.2014 Portraitbilder und Filme / Portraits et films / Ritratti e film / Portraits and films: Roland Lanz, Nathalie Schmidig Umschlagbild hinten / Quatrième de couverture / Quarta di copertina / Back cover: Polo Hofer by Michael von Graffenried Impressum de qualité. Redaktion / Rédaction / Redazione / Edited by: Thomas Röthlin, Baden Übersetzung / Traduction / Traduzioni / Translation: Cindy-Jane Armbruster, Marco Carugo, Yves Petignat, Thomas Röthlin Lektorat / Correction / Correzione bozze / Proofreading: Till Schaap Edition, Bern gehört. Druck / Impression / Stampa / printed by: Ast & Fischer AG, Wabern ISBN 978-3-0-382-8050-7 Swiss Press Award Sekretariat: Regula Bachofner Zeughausgasse 18 CH-3000 Bern 7 mailto: [email protected] www.swisspressaward.ch Printed in Switzerland Guido Albisetti Stiftungsratspräsident président du Conseil de fondation www.swisspressaward.ch presidente del Consiglio di fondazione President of the Foundation 4 swiss press print 5 Vincitore Print Gewinner Print Gagnant Print Winner Print Sacha Geiser Carlo Silini Corriere del Ticino The print jury from left to right: Edgar Schuler, Magalie Goumaz, Christian Dorer, Thierry Meyer, Peter Schiesser, Andrea Willimann, Peter Rothenbühler « Les travaux que nous avons étudiés sont très nombreux. On a eu l’embarras du choix. » Peter Rothenbühler, président du jury Print Quando la tragedia sconvolge una scuola Wenn eine Tragödie eine Schule erschüttert Quand la tragédie secoue une école When Tragedy Strikes at School Pubblicato il 3 dicembre 2014 Publiziert am 3. Dezember 2014 Publié le 3 décembre 2014 Published on 3 December 2014 Quali possono essere le conseguenze Welche psychischen Konsequenzen Quelles conséquences psychologiques What are the psychological conse- psicologiche sui più giovani di una müssen junge Leute tragen, die eine peuvent subir les jeunes suite à quences for young survivors of cata- tragedia improvvisa? Carlo Silini se lo Katastrophe erlebt haben? Carlo Silini une tragédie soudaine? Carlo Silini se strophic events? This is the question chiede partendo dal crollo di una stellt sich die Frage, nachdem im pose cette question en partant de Carlo Silini asked after two young palazzina che nel novembre 2014, nel November 2014 in Davesco bei Luga- l’écroulement d’un bâtiment locatif women were killed when a block of quartiere di Davesco a Lugano, ha no ein Mietshaus einstürzte und dans le quartier de Davesco à Lugano flats collapsed in Davesco near Luga- fatto due vittime: due donne trenten- dabei zwei junge Frauen ums Leben qui en novembre dernier a fait deux no in November 2014. Avoiding sensa- ni. Raccontando il modo discreto in kamen. Er erzählt auf unspektakuläre victimes: deux jeunes femmes. Racon- tionalism, he explores the response cui entra in azione la cellula di crisi Art und Weise, wie der Krisenstab ter la façon discrète avec laquelle of the crisis management team at the della scuola media frequentata dal der Sekundarschule agierte, wo der agit la cellule de crise de l’école se- secondary school attended by the figlio dodicenne di una delle vittime, zwölfjährige Sohn eines der Opfer zur condaire fréquentée par le fils de 12 year-old son of one of the victims. dando la parola ad alcuni docenti e Schule gegangen war. Um die Angst douze ans de l’une des victimes, inter- The author spoke with the teachers al direttore dell’istituto, emergono le vor dem Tod, die Verunsicherung roger quelques enseignants et le and the head of the school in order to paure e lo smarrimento degli adole- der Jugendlichen und die Wichtigkeit directeur de l’institut permet surtout illustrate the fear of death and general scenti di fronte alla morte, ma anche der psychologischen Begleitung de montrer la peur et le désarroi anxiety the young people experi- l’importanza dell’accompagnamento des betroffenen Schülers und seiner des adolescents face à la mort. Mais enced, and the importance of psycho- psicologico, sia per il ragazzo colpito Kollegen aufzuzeigen, spricht der aussi l’importance de l’accompagne- logical support for the affected pupil direttamente dal lutto, sia per i suoi Autor mit Lehrern und dem Direktor ment psychologique pour l’enfant and his school mates. A first step compagni. I primi passi di un lento e der Schule. Ein erster Schritt auf frappé par le deuil comme pour ses on a long and difficult journey back to difficile ritorno alla normalità. dem langen und schwierigen Weg camarades. Les premiers pas d’un re- normality. zurück zur Normalität. tour lent et difficile vers la normalité. 6 swiss press print swiss press print Nominée Print Nominiert Print Nominato Print Nominee Print Nominiert Print Nominé Print Nominato Print Nominee Print Pascale Burnier 24heures Patrick Feuz Der Bund 7 La violence banalisée chez les ados Die banalisierte Gewalt unter Teenagern La violenza banalizzata tra gli adolescenti The Trivialisation of Violence Amongst Teenagers Aufzeichnungen eines «Heimvaters» Notes d’un « père de foyer » Note di un «direttore di ospizio» Records of a «Home Father» Publié le 15 et le 22 mars 2014 Publiziert am 15. und 22. März 2014 Pubblicato il 15 e il 22 marzo 2014 Published on 15.3. and 22.3.2014 Publiziert am 20. Dezember 2014 Publié le 3 décembre 2014 Pubblicato il 20 dicembre 2014 Published on 20 December 2014 Tout avait commencé en janvier 2014 Alles begann im Januar 2014 mit einer Tutto iniziò da una rissa, nel gennaio It all started with a mass brawl in Die fürsorgerischen Zwangsmassnah- Les mesures de coercition à des fins Le misure coercitive a fini d’assisten- From today’s perspective, the compul- par une bagarre monstre entre une Schlägerei zwischen rund 40 Jugend 2014 a Losanna, tra una quarantina di volving roughly 40 adolescents in men in der Nachkriegszeit gelten d’assistance dans la période d’après- za, applicate nel periodo del dopo- sory welfare measures of the post- quarantaine de jeunes à Lausanne. lichen in Lausanne. Gehört die Gewalt giovani. La violenza fa parte del vivere Lausanne, in January 2014. Is violence aus heutiger Sicht als unmenschlich. guerre nous apparaissent aujourd’ guerra, oggi ci sembrano disumane. war period are regarded as inhumane. La violence ferait-elle partie du quoti- zum Alltag der Jugend in unseren quotidiano degli adolescenti nelle part of the daily life of young people Patrick Feuz unternimmt eine histori- hui inhumaines. Patrick Feuz a entre- Patrick Feuz ha svolto un’incursione Patrick Feuz undertakes a historical dien des adolescents de nos appa- doch so friedlichen Schweizer Städ- nostre, apparentemente pacifiche, in our seemingly peaceful Swiss sche Exkursion in die frühere Er pris une incursion historique dans storica nell‘ex riformatorio di Landorf, excursion into the former reform remment paisibles villes helvétiques ? ten? Pascale Burnier geht mit der città svizzere? Pascale Burnier, che cities? Pascale Burnier, who is follow- ziehungsanstalt Landorf in Köniz bei l’ancienne maison de correction du a Köniz, presso Berna. Quale fonte, school Landorf in Köniz near Berne. Pascale Burnier, qui suit les agents Brigade de la jeunesse, der Jugend- segue gli agenti in pattugliamento del- ing members of the Brigade de la Bern. Als Quelle dienen ihm Notizen Landhof, à Köniz, près de Berne. si basa sulle note dell’allora direttore The notes of the then head of the de la brigade de la jeunesse, nous polizei, auf Patrouille und nimmt uns la Brigade de la jeunesse (la polizia Jeunesse, the youth offence police des damaligen Heimleiters – der Comme source, il s’est appuyé sur dell’istituto, che era suo nonno. Con home – who was his grandfather – amène d’emblée sur le lieu le plus fré- nach Schulschluss auf den Pausen- minorile), ci porta sul luogo di scontro team, takes us straight to the place sein Grossvater war. In sachlichem les notes du directeur de l’institution un gergo obbiettivo, l‘autore descrive serve as his source. In a factual tone, quent du conflit : la sortie de l’école. platz mit, an den Ort, wo es am più frequente: l’uscita dalla scuola. where most conflicts occur: the school Ton schildert der Autor, wie der Mann à l’époque, qui n’était autre que come l‘uomo, negli anni 1950, abbia the author describes how, in the Julie, 15 ans, a dû trouver refuge dans häufigsten zu Konflikten kommt. Die Julie, 15 anni, per evitare il pestaggio gates at the end of the day. In the das Bubenheim in den 1950er-Jahren son grand-père. D’un ton factuel, l’au- trasformato questa casa per ragazzi in 1950s, this man rebuilt the boys home le bureau de la direction pour éviter 15-jährige Julie sucht im Büro des ha dovuto trovare rifugio nell’ufficio head’s office 15-year-old Julie is seek- zu einem Vorzeigeheim umbaute, teur décrit comment l’homme, dans un istituto modello, nel quale regnava- into a showcase home, in which disci- de se faire tabasser. Si la violence est Rektors Schutz vor den Schägern. del preside. Se la violenza, dopo i furti, ing refuge from being beaten up. in dem Zucht und Ordnung herrschten les années 1950, a transformé le foyer no disciplina e ordine, facendo di tutto pline and order prevailed and every la deuxième cause de délinquance ju- Während die Gewalt nach dem Dieb- è la seconda causa di delinquenza Although violence is the second most und alles gegen die Verwahrlosung pour garçons en un établissement per evitare l’abbandono. Il «direttore measure was taken to avoid way- vénile derrière les vols, les dérapages stahl der zweithäufigste Grund für giovanile, anche gli eccessi sessuali common form of juvenile delinquency, unternommen wurde. Doch dann modèle où régnaient l’ordre et la dis- di ospizio» si è quindi aperto allo svi- wardness and neglect. But then, sexuels entre jeunes préoccupent de Jugendkriminalität ist, beschäftigen tra i giovani occupano sempre più i after theft, the juvenile courts are öffnete sich der «Heimvater» in den cipline et a tout entrepris pour éviter luppo pedagogico del 1970, accettan- in the 70s, the «home father» became plus en plus les tribunaux pour jeunes auch die sexuellen Übergriffe unter tribunali. La giornalista ci consente di concerned by the increase in cases of 70ern der pädagogischen Entwicklung l’abandon. Le «père de la maison» do nuove idee come l’incoraggiamen- open to pedagogical developments où la journaliste nous fait suivre la Jugendlichen immer mehr die Gerich- assistere a un battibecco tra adole- sexual assault amongst adolescents. und akzeptierte neue Erkenntnisse s’est alors ouvert au développement to a prendere coscienza del proprio and accepted new insights, such confrontation des adolescents avec te. Die Journalistin lässt uns einen scenti e il loro giudice. The journalist allows us to witness a wie die Förderung des Selbstbewusst- pédagogique des années 1970 et a valore e il coinvolgimento dei genitori. as the promotion of self-confidence leur juge. Schlagabtausch zwischen Teenagern confrontation between teenagers and seins und den Einbezug der Eltern. accepté des idées nouvelles, comme and self-worth and the importance und ihrem Richter mitverfolgen. their judge. l’encouragement à la prise de of parental involvement. conscience de sa propre valeur et la participation des parents. u u PAGINE DI CARLO SILINI SGOMENTO Quando un evento luttoso tocca un compagno di classe un’intera comunità scolastica viene toccata. E va aiutata. (Foto Crinari) zxy I fatti di cronaca sono noti. È notte. Piove. Da giorni e giorni. A Davesco un muro cede nelle prime ore di domenica 16 novembre e il terreno che il manufatto dovrebbe trattenere precipita sotto di lui, scende giù, cancella tutto quello che trova sulla sua strada. Anche una casa. Anche due vite. Due mamme. La macchina dei soccorsi parte subito, così come quella dei mass media. Nel pomeriggio la notizia dei decessi è già un fatto pubblico. Prima ancora di saperne i nomi, chi conosce i posti e le case fa due più due e intuisce chi è morto. Il direttore della scuola Media di Pregassona contatta le autorità di polizia e il personale sanitario accorso sul luogo. E apprende ufficialmente che un allievo dodicenne dell’istituto da lui diretto è ormai orfano di madre. La pausa weekend è bruscamente finita. Mentre i ticinesi si incollano alla radio e alla tele attendendo i servizi della domenica sera, il direttore Claudio Bignasca raduna nella sede scolastica gli altri membri della cellula di crisi, le docenti di sostegno Cristina Papa e Mery Della Bruna, il vice direttore Robert Ruegger. Purtroppo, in questa situazione specifica. la docente di classe che normalmente fa parte della cellula, non ha potuto raggiungere il resto del gruppo. Ma il tempo stringe. L’intera comunità educativa è sotto choc e domattina ci saranno tante cose da dire, tante cose da fare. «Quel pomeriggio – ci racconta Cristina Papa – prima di tutto abbiamo fatto mente locale per capire chi fossero le persone di cui ci saremmo dovuti occupare: l’allievo, certo. Ma anche i suoi compagni di classe, i suoi docenti, i ragazzi di Davesco che frequentavano altre classi, i genitori di Davesco che conoscevano la mamma…». «Questo genere di situazioni finisce per coivolgere molte persone, in maniera però diversa. È come una goccia che cade nell’acqua e che crea delle onde che allontanandosi dal centro diventano sempre più lievi, esemplifica Mery Della Bruna. Una tragedia non è solo un fatto personale, è un fenomeno che colpisce un’intera società. E la scuola ha un ruolo chiave in momenti del genere. È un punto di riferimento per la comunità, qualcosa che sta in piedi mentre tutto cade. Un punto da cui è poi possibile ripartire verso la normalità». Tutti in aula Lunedì mattina ricomincia la scuola, gli allievi arrivano in aula col loro zainetto. È compito del direttore Claudio Bignasca accogliere i ragazzi e trasmettere l’informazione, spiegare cosa è successo. Con le docenti di sostegno ha studiato bene quali parole usare. Cosa dire, cosa tacere. E lascia alle docenti di sostegno e di classe il compito di accompagnare i ragazzi, di assisterli in questo momento. «Perché se viene affrontato, in qualche modo gestito, anche un evento particolarmente traumatico può essere elaborato», osserva Cristina. «Significa che la scuola permette loro di occuparsi di se stessi, che in casi simili è giusto farlo, condividendo i loro smarrimenti con gli adulti, in un ambiente protetto. Perché magari hanno visto alcuni docenti in lacrime, adulti che soffrono come loro, con loro. Passa il messaggio che è giusto star male, è normale. Anormale è quello che è successo. Devono sentirsi accolti con le loro emozioni e le loro paure». Al direttore spetta pure il ruolo di contattare la famiglia, in questo caso il padre del ragazzo, che riesce a trovare telefonicamente e a cui chiede di farsi passare il figlio: «Te la senti di venire a salutare i tuoi compagni oggi?». «Sì, me la sento». «Difficile lasciarsi andare» Nel frattempo la palla passa nelle mani della docente di sostegno. «In casi come questi – spiega Mery – durante la comunicazione ufficiale del direttore i ragazzi L’incontro «Il momento più delicato è stato quando lo studente che aveva perso la mamma ha potuto incontrare di nuovo i propri compagni: alla fine si sono sciolti tutti» non esprimono subito le proprie emozioni, fanno fatica. Forse ci sono troppi adulti in classe per farlo. E infatti cominciano a lasciarsi andare magari solo quando restano soli con la docente di sostegno». A quel punto, osserva Cristina, le reazioni possono diventare incontenibili. «Il problema è che i ragazzi si sentono fra l’incudine e il martello. Da una parte devono confrontarsi con le proprie emozioni, spesso fortissime. Dall’altra, in pochissimo tempo devono anche prepararsi ad accogliere il loro compagno che è stato colpito di più dalla tragedia». «L’espressione di ciò che sentono varia molto anche a seconda dell’età, aggiunge Mery. A dodici anni si è più spontanei nell’esprimere le proprie emozioni, a quattordici o quindici scattano delle reazioni diverse. Tutto diventa più difficile, più controllato. Mi è capitato di affrontare un’azione di debriefing con una quarta media e la differenza era netta». Chiudete gli occhi. Ecco, siete proprio in una classe che è appena stata informata di una tragedia che riguarda uno di loro. C’è il leader del gruppo che alza sicuro la mano. Comincia a parlare, sciolto, come sempre. Ma la voce si inceppa, non riesce ad articolare più nulla. Qualcuno scoppia in lacrime. C’è chi non ne sapeva nulla e non è sicuro di aver capito bene, non realizza. E poi si rimprovererà di non aver reagito nel modo giusto. C’è chi tace e pensa, è spaventato perché per la prima volta si trova confrontato al tema della morte. «Mentre chi ha già vissuto un lutto lo rivive, sente il bisogno di parlarne, di condividere: ho perso il papà, ho perso la mamma. Poi arriva il momento in cui ci si mette nei panni del compagno: e se fosse successo a me? I figli di genitori separati provano ad immaginare di tornare a casa dopo il weekend e di sapere che non potranno mai più rivedere uno dei due genitori». È puro sgomento. Si fa strada l’idea che un giorno potrebbero svegliarsi e non avere più niente, né casa, né cose, proprio come è successo al loro compagno. «Spuntano continue domande: cosa ne sarà di lui? Cambieranno le cose fra noi e lui? Ma continuerà a venire a scuola qui o dovrà andare a scuola nel paese del papà?» Infine i ragazzi si cercano. C’è chi si 3 DA SAPERE u Come spiegare l’orrore agli allievi? Come aiutarli a risollevarsi? Ce lo raccontano i membri della cellula di crisi di Pregassona Chiudete gli occhi. Immaginate di avere dodici anni. È lunedì e state per rientrare a scuola sapendo che la mamma del vostro compagno di banco ha perso la vita nel weekend, travolta dalla propria casa. Nella vostra testa turbinano cupi pensieri: come starà il mio compagno rimasto orfano? Avrà sofferto sua mamma? Ci sarà anche lui stamattina? Cosa devo dirgli quando lo vedo? Cosa devo fargli? Il vostro cuore è smarrito: e se fosse successo a mia mamma? E se succedesse a me? Riaprite gli occhi. Avete vissuto, più meno, quello che è successo nei giorni scorsi alle scuole di Pregassona fra i compagni di uno dei figli delle vittime della tragedia di Davesco. Quello che non sapete, però, è che di fronte a fatti così gravi la scuola ticinese mette in campo un suo invisibile piano d’emergenza. E così, mentre i pompieri scavavano tra le macerie, mentre i geologi studiavano la tenuta del terreno, mentre le forze dell’ordine sloggiavano gli abitanti delle case vicine, una cellula di crisi della scuola si riuniva per chiedersi: che cosa diciamo domani ai ragazzi? Come li aiutiamo a vivere questo momento terribile? Ce lo siamo fatto raccontare. MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE 2014 Con situazione critica si intende una situazione che si crea in seguito ad un evento improvviso, inatteso e straordinario che colpisce gravemente le persone interessate ed il loro ambiente. Il primo passo nella creazione di un programma di intervento di fronte a situazioni critiche è la creazione di un gruppo interdisciplinare di intervento per le situazioni critiche dotato di poteri decisionali in merito alle misure da attuare. La composizione del gruppo di intervento per le situazioni critiche dipende dalle dimensioni della scuola. I membri di questo gruppo devono essere rapidamente reperibili e disposti ad assumersi la responsabilità ed il carico che questo mandato comporta. Uno dei membri del gruppo di intervento per le situazioni critiche dovrebbe essere un professionista esterno e neutrale (per esempio un impiegato del servizio psicologico scolastico). LE REGOLE Il servizio competente per chiarimenti e terapie psicologici e talvolta anche psichiatrici per le bambine/i, per la consulenza ai loro genitori e alle scuole è denominato Servizio medico psicologico (Ticino) o Servizio psicologico scolastico (Grigioni). u Gli interventi possono essere necessari, in particolare per: un episodio di violenza in seguito a mobbing o minaccia; un episodio di abuso, o sopruso; un evento estremamente drammatico, come per esempio un suicidio, un omicidio, un grave incidente. u I due principali scopi di un intervento in situazione critica sono: mettere in moto un sano processo di elaborazione o di lutto e ristabilire il prima possibile la normalità nella vita scolastica di ogni giorno. (fonte: “Situazioni critiche. Una guida per le scuole”, edito dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione) Per la classe coinvolta e le altre classi vengono fissati dei tempi riservati alla tematizzazione dell’accaduto. Allieve e allievi non devono dare informazioni ai rappresentanti dei media, ma indirizzarli al portavoce del gruppo di intervento per le situazioni di crisi. Le allieve e gli allievi devono avere la possibilità di far vedere il proprio turbamento e di esprimersi a voce o per iscritto al proposito. L’obiettivo è quello di ridare alla classe sostegno morale e struttura e di ricondurla alla sua normale quotidianità. Infografica NBT L’INTERVISTA zxy CLAUDIO BIGNASCA* «Attenti, i nostri ragazzi percepiscono tutto» I più maturi non sempre sono i primi della classe Nelle situazioni critiche in Ticino a livello scolastico la direzione della scuola è l’organo cui è affidata la guida sul posto, a livello amministrativo, pedagogico e del personale. u Per singole allieve o singoli allievi dev’essere disponibile un’offerta di aiuti specifici (colloqui individuali e di gruppo). Il gruppo di intervento per le situazioni critiche concorda con uno specialista, se, in quale forma ed in quale momento offrire un colloquio di consulenza alla classe. abbraccia, l’allieva che cerca la mano dell’amica e la tiene stretta. «Le emozioni sgorgano, ed è bene così». A un certo punto finiscono anche le lacrime. Piano piano i ragazzi si chiedono che cosa possono fare per il loro compagno. C’è chi si offre di rifargli il classeur di tedesco, visto che ha perso tutto, chi propone di preparare un cartellone per accoglierlo, chi vorrebbe dargli i suoi vestiti ma poi pensa: «A lui non piacerebbe». Ma il tempo corre. È già lunedì pomeriggio e i ragazzi sanno che il loro compagno sta arrivando per salutarli. Pochi minuti. Il direttore va ad accogliere il papà e introduce il loro compagno in aula. «È un momento molto difficile. I ragazzi restano in classe con lui e con la docente di sostegno. Sono come paralizzati. Seduti in cerchio, all’inizio non si spingono oltre i ‘‘ciao’’. Dalla postura si capisce che vorrebbero andare verso di lui, ma non ci riescono». Tutti hanno le lacrime agli occhi, anche lui. Si aspetta che qualcuno faccia qualcosa. Chi comincia? «Non dimentichiamo che in classe ci sono anche i suoi migliori amici. E che a volte tocca all’adulto sbloccare la situazione: se qualcuno ha voglia di farlo, potete abbracciarlo». La docente si allontana ma nessuno riesce ancora ad essere spontaneo. Parte qualche pacca sulla spalla dai compagni maschi. Le ragazzine l’abbracciano. Finalmente si rompono gli schemi, i contatti sono ristabiliti. E quando poi, qualche giorno dopo, la classe parteciperà al funerale ogni imbarazzo è passato. I compagni leggono un pensierino, gli portano un regalo. Tutti si avvicinano a lui. La tristezza non passa ma un po’ si attenua. La vita resta difficile e senz’altro ci sarà ancora da lavorare per la cellula anticrisi della scuola. Qualcuno dovrà rielaborare le sue paure di morire o di vedere morire un proprio caro. Qualcun altro prenderà la febbre senza spiegarsi il perché. Qualche genitore telefonerà per chiedere consiglio sul figlio che fa fatica a dormire e chiederà come va a scuola. Ma la vita può ripartire, per lui e per loro. «Per le persone che sono direttamente coinvolte in un’esperienza traumatica può essere di conforto sentire di essere in molti a condividere quest’esperienza. È incredibile vedere quante risorse possono venire alla luce in tali situazioni». E benedette siano le cellule di crisi. zxy Quando parte un allarme come quello di Davesco la prima cosa da fare, ci spiega Claudio Bignasca, direttore delle scuole Medie di Pregassona, è avere accesso a informazioni verificate. «Non possiamo fidarci delle voci che circolano. Prendiamo contatto con la Polizia, con i soccorritori e i medici per sapere esattamente che cosa è successo, chi è stato colpito, dove, come e quando». Nel caso specifico «non si sapeva ancora chi fosse l’uomo che versava in condizioni critiche: se fosse il compagno di una delle due donne decedute, la mamma del ragazzo che veniva a scuola da noi con il quale aveva instaurato un ottimo rapporto, o no. Era importante saperlo anche per rispondere ai tanti che ti telefonano e ti dicono di aver sentito dire una cosa piuttosto che un’altra». Una volta appurata l’esattezza dei fatti, Bignasca ha coinvolto immediatamente la docente di classe del ragazzo «che in casi simili ha un ruolo fondamentale, perché tutte le sollecitazioni arrivano a lei». Poi, domenica sera, ha inviato una mail a tutti i colleghi docenti con informazioni molto chiare: i fatti avvenuti, come stanno i superstiti, i compagni, i famigliari, cosa fa la scuola. E l’indicazione del nominativo di un’unica persona per avere delle informazioni supplementari, in questo caso il direttore stesso. Ma ha anche contattato «il collega direttore della Scuola elementare del nostro circondario per il figlio dell’altra vittima. Mi ha subito detto che non si trattava di un allievo scolarizzato da noi, ma a Ponte Capriasca. Sono cose importanti da sapere per un intervento mirato come il nostro». «Ho anche avuto la possibilità – ci racconta Bignasca – di contattare subito la sorella della vittima, cioè gli zii del piccolo, e in un secondo tempo anche il papà. In quell’occasione abbiamo detto al ragazzo che i suoi compagni avrebbero avuto piacere ad incontrarlo e gli abbiamo chiesto se se la sentiva di vederli. Insomma, la rete esterna è stata attivata subito. Su nostra richiesta abbiamo potuto organizzare un incontro con la zia, il ragazzino, la cuginetta e il papà qui in sede già per lunedì». Fondamentali, spiega poi Bignasca, sono decisioni del tipo: «Chi informiamo, come informiamo e quando informiamo. A partire dal docente di classe, per passare ai compagni di classe del ragazzo, tutti gli allievi dell’istituto che sono stati toccati, tutti i docenti dell’allievo interessato e gli altri docenti della sede. Tutti scioccati, perché il fatto ha toccato l’intera comunità educativa». Nel caso specifico, una volta contattata la docente di classe, si è rapidamente deciso «che avremmo visto subito lunedì mattina i ragazzi della classe del compagno rimasto orfano e che ancora in quella mattinata avremmo visto tutti gli allievi della scuola, quasi 500, in palestra». Di fatto, quindi, la cellula di crisi si è occupata della classe coinvolta subito alle 8 del mattino, e dopo la pausa, alle 10, tutti gli allievi della sede sono stati informati. «Una procedura necessaria per rassicurare da una parte gli Il gesto «Al funerale due studenti hanno letto una lettera per il loro amico e tutti gli hanno regalato un pallone con le loro firme. Come dire: siamo qui, ci siamo» allievi e le famiglie che la scuola c’è, fa qualcosa, e si muove, e poi soprattutto per non dare adito a voci selvagge. Perché in situazioni di questo genere abbiamo realizzato che i ragazzini vanno a casa e sono alla mercé di quello che sentono dire dai genitori. Purtroppo può capitare che gli adulti parlino e non si preoccupino di chiedere ai ragazzi: ma tu come ti senti? Come la vivi? Gli adulti parlano fra loro e a volte non si rendono conto che i loro figli percepiscono tutto». Anche il direttore conferma che l’incontro della classe con il ragazzo è stato breve e toccante. «Abbiamo tolto i banchi, abbiamo messo le sedie in cerchio perché non ci fossero ostacoli». Si trattava anche di comunicare informazioni sul funerale. «Sono momenti in cui le parole suonano violente, ma necessarie: guardate ragazzi, noi ci terremmo a che la scuola, soprattutto i suoi compagni compatti, partecipassero al funerale. E devo dire che erano tutti d’accordo. Ma sono uscite anche resistenze da parte di alcuni genitori: persone che ti dicono che loro figlio non è mai stato a un funerale, per esempio». I ragazzi, ad ogni modo, hanno dato ottima prova di sé. «Sì, ti sorprendono sempre. E quelli più maturi in circostanze simili non sono necessariamente i primi della classe. Ma vengono fuori con le loro risorse spesso nascoste proprio in momenti come questi. Abbiamo deciso insieme che due di loro avrebbero letto qualcosa per il compagno in chiesa facendo riferimento a un pallone da calcio. E poi gli hanno regalato un pallone con le firme di tutti i compagni. Un pensiero per far vedere che i compagni ci sono e ci sono anche gli adulti. E sono punti di riferimento importanti». * direttore delle Scuole medie di Pregassona Il punto La vera sfida è prevedere ciò che è imprevedibile In Ticino l’esigenza di creare gruppi specializzati è nata quindici anni fa – Lo psicologo Edo Dozio traccia un bilancio dell’esperienza zxy Negli Stati Uniti il lavoro di debriefing è una realtà da qualche decennio. A partire dagli anni Settanta, infatti, le scuole statunitensi sono state ripetutamente teatro di cosiddetti «school-shootings» (le sparatorie nei campus scolastici a volte con esiti terribili). E oggi praticamente tutte le scuole americane dispongono di un proprio piano di sicurezza e di un gruppo di intervento per le situazioni critiche. In Ticino ci si occupa di questo problema dall’inizio del terzo Millennio. Dopo il 2000 una serie di casi tragici si ripercuote anche sul mondo della scuola: in particolare un incidente della circolazione dall’esito letale per un allievo delle Medie di Massagno; un dramma familiare di Melano che ha coinvolto la Scuola media di Riva S. Vitale; un incidente automobilistico che ha visto cinque giovani vittime, due delle quali erano ragazzi che da poco avevano terminato le Medie a Biasca. Così, nel mese di gennaio 2002 viene organizzato un incontro alle Medie di Pregassona per ragionare su come dovrebbe reagire la scuola in situazioni simili. Vi partecipano Francesco Vanetta, Franco Lazzarotto, Dany Piffaretti, Edo Dozio, Daniela Carbonetti e Fabio Nemiccola. «Sì – spiega Edo Dozio psicologo attivo nelle scuole ticinesi che ha visto nascere l’iniziativa – abbiamo cominciato a occuparci di questo problema circa 15 anni fa per dare agli eventi tragici una risposta diversa da quella che la scuola dava a quei tempi, e cioè: chi vuole può andare ai funerali. Un po’ poco. Oggi la società è cambiata. Si è passati dal non voler parlare della morte a voler parlare un po’ di tutto e magari anche troppo. Ma abbiamo capito che la scuola non poteva restare al di fuori in casi simili». «L’idea iniziale, è sempre Dozio a parlare, non era solo di creare il debrifing, ma sensibilizzare gli operatori di Scuole medie e poi elementari, creando delle cellule di crisi in ogni istituto scolastico della scuola dell’obbligo. Un modo per sapere come comportarsi di fronte a eventi drammatici». Nell’ottobre 2002 si decide di istituire un «Gruppo cantonale di coordinamento debriefing» e nel marzo 2004 si organizza il primo corso base, della durata di due giorni, sul tema «Gestione dello stress su eventi traumatogeni a scuola» per fornire ai primi 30 partecipanti gli strumenti teorici e pratici per garantire una migliore gestione delle situazioni critiche in un istituto scolastico. Il Gruppo di coordinamento decide poi di proseguire ed estendere l’offerta formativa allo scopo di offrire ad ogni istituto l’opportunità di dotarsi di una «cellula di crisi». Ogni sede scolastica dispone oggi di un responsabile formato per la «gestione eventi traumatici» (di regola il direttore) e di alcuni docenti «sensibilizzati», formati sul tema (attraverso il corso e/o altre formazioni specifiche). «I corsi – commenta Dozio – servono per dare da una parte un minimo di tecnica agli operatori, e dall’altra per creare all’interno degli istituti una cellula pronta a intervenire. Perché se si aspetta l’evento per chiedersi che cosa si deve fare è troppo tardi. La sfida potrebbe essere definita in questi termini: prevedere l’imprevedibile, nella speranza di non dovere mai utilizzare queste tecniche. È anche per questo che oltre ai corsi base ci siamo presto organizzati per creare dei corsi di ripetizione. Bisogna regolarmente tornarci sopra, se no si perdono delle nozioni. E poi la gente cambia, ruota, si sposta». A partire dal 2007, parallelamente alla formazione di base e ai corsi di «ripetizione», in collaborazione con il Gruppo cantonale di coordinamento, le direzioni delle Scuole medie promuovono poi incontri a livello regionale con l’intento di favorire lo scambio di esperienze fra sedi. Dal 2009 tutte le sedi di Scuola media dispongono di personale formato fra dirigenti scolastici, docenti di materia o di sostegno (minimo 3 persone). Il sistema, anche se poco visibile all’esterno degli istituti scolastici sembra funzionare bene. «Dopo le per fortuna non troppo numerose situazioni che ci siamo trovati ad affrontare, conclude Dozio, le famiglie che sono state toccate ci hanno sempre manifestato gratitudine. Lo stesso fanno in genere le famiglie che hanno avuto qualcosa a che fare con eventi speciali». Carlo Silini Corriere del Ticino Dopo Davesco Quando la tragedia sconvolge una scuola PRIMO PIANO Corriere del Ticino | Gagnant | Vincitore | Winner Corriere del Ticino MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE 2014 Gewinner PRIMO PIANO swiss press print 2 USA Il debriefing è partito dall’America, dopo varie sparatorie nelle scuole. Veglia per i 26 morti alla scuola di Newton nel 2012. (Foto AP) 24 heures | Samedi-dimanche 15-16 mars 2014 24 heures | Samedi-dimanche 15-16 mars 2014 Point fort Point fort Sur le terrain La délinquance des jeunes n’a pas explosé. Mais la violence gratuite et les bagarres programmées inquiètent. Pour les inspecteurs, il faut jongler entre prévention et répression. La Ville de Lausanne décidait, en 2011, de faire de la prévention un axe majeur de sa politique de lutte contre la délinquance. Le point avec Belinda Forny, éducatrice spécialisée et désormais chargée de prévention à plein-temps à la brigade de la jeunesse de Lausanne. Délinquance Après les vols, les actes de violence sont devenus les délits les plus courants chez les jeunes Lausannois. Sur les pas de la brigade de la jeunesse, décryptage de ce glissement vers des bagarres programmées L’essentiel U Tendance Les policiers constatent une hausse de la violence gratuite U Fierté Des codes d’appartenance dans les quartiers U Prévention Une éducatrice dans les classes secondaires Pascale Burnier Textes Odile Meylan Photos L a peur au ventre avant la sonnerie de 16 h 15. Julie*, 15 ans, a trouvé refuge dans le bureau de la direction de son école à Grand-Vennes. L’adolescente suspecte un groupe d’élèves de l’attendre à la sortie pour la tabasser. Alertés il y a quelques minutes par le doyen de l’établissement, trois inspecteurs de la brigade de la jeunesse de Lausanne accourent pour éviter le pire. «Ça a commencé mardi, raconte l’adolescente. Certains m’ont traitée de sale pute, puis ce matin j’ai entendu cette fille et ses amis qui disaient: «On va la claquer après les cours.» Une menace prise très au sérieux par ces policiers spécialistes des mineurs. «On l’a fait sortir de sa classe immédiatement. Le but, c’est évidemment d’éviter un affrontement et de comprendre maintenant ce qui se passe», explique l’inspecteur Grivet. Dans les statistiques internes de la brigade de la jeunesse de Lausanne, les actes de violence se hissent à la deuxième place des délits recensés, juste après les vols en tout genre. En 2013, 145 mineurs étaient entendus pour ces motifs, contre 81 en 2012. «La majorité de ces cas de violence sont liés à des bagarres», précise JeanMarc Granger, chef de la brigade. Dans la capitale lausannoise, cette unité spéciale de la police judiciaire, composée de quatorze inspecteurs, travaille en ligne directe avec les écoles. Une collaboration mise en place par la Ville en 2008 après avoir fait le constat que les établissements scolaires étaient régulièrement confrontés à des situations tendues. Chacune des sept écoles secondaires de la ville a donc deux répondants au sein de la brigade. Leurs rôles? Rencontrer régulièrement les directions pour identifier les problèmes, conseiller, mais aussi prévenir ou réprimer lorsqu’il le faut. «On peut agir très rapidement et éviter que des conflits de cours d’écoles ne dégénèrent», relève l’inspecteur Grivet. Julie évoque ses craintes. «J’ai déjà été dans des embrouilles, c’est vrai, et je sais comment ça va. Les gens se mettent à plusieurs contre une personne et on ne peut rien faire.» Cette fois-ci, l’inspecteur Grivet revêt aussi la casquette de médiateur. «Je vais te raccompagner chez toi. On va en parler avec tes parents. Et je ferai la même chose avec la fille qui t’aurait menacée.» Dans la voiture banalisée, Julie parle des bagarres régulières. VC6 Contrôle qualité Entre filles aussi. Pour un regard de travers parfois. Dans son cas, les parents prendront cette fois-ci le relais des pourparlers entre les deux adolescentes autrefois copines. La tension retombe. Le 20 janvier dernier, une rixe opposant une quarantaine de jeunes de Béthusy et de Pully défrayait la chronique. A coups de matraque et de mégaspray au poivre, ces mineurs déversaient leur violence au sein même d’une école. Un fait divers que tous les inspecteurs quotidiennement au front estiment rare. Par son ampleur, sa brutalité, et sa médiatisation. De quoi donner une image biaisée de la violence juvénile actuelle ou juste l’illustrer à l’extrême? Les chiffres de la délinquance des jeunes calment les esprits. Non, les ados d’aujourd’hui ne sont pas tous devenus des délinquants. Au Tribunal des mineurs, on n’observe qu’une très légère hausse des affaires introduites ces dernières années dans le canton de Vaud. En 2013, 2609 dossiers étaient comptabilisés, soit 7% de plus qu’en 2011. En zoomant sur les infractions contre la vie et l’intégrité corporelle, les chiffres fluctuent ces dix dernières années (360 cas en 2013, 306 en 2011, 408 en 2007, 246 en en 2002). Agressions d’un nouveau genre Mais tous s’accordent pourtant sur un changement. Jouer des coudes à la récré a toujours été un classique, sauf que la bagarre d’aujourd’hui a pris une nouvelle tournure. «On voit plus de violence gratuite», relève Alain Meister, premier président du Tribunal des mineurs. «Aujourd’hui, avec les bagarres organisées, nous sommes passés à un autre type de violence, qui n’est pas forcément plus rassurante, note Jean-Marc Granger. Avant il y avait une gifle, un coup et c’était fini. Alors que maintenant, la bagarre est programmée.» Dans la cour de l’école, aux abords des collèges, dans un parc, dans un parking souterrain parfois: le show attire les foules. Le tout annoncé sur les réseaux sociaux et retransmis à ceux qui auraient raté le spec- «Depuis 2011, je passe dans 155 classes lausannoises» Qui ciblez-vous dans la prévention? Depuis juin 2011, je passe durant deux périodes dans les 155 classes de secondaires de 8e et 10e Harmos à Lausanne. L’objectif est de parler de délinquance, de rappeler le cadre légal, mais aussi d’agir plus spécifiquement sur le relationnel dans certaines classes. En ce moment, je mets un accent particulier sur 25 classes où des problèmes se sont posés. | Nominé | Nominato | Nominee Plus radicale, souvent banalisée, la violence se diffuse autour des préaux swiss press print Nominiert 10 3 Focalisez-vous la prévention sur les violences physiques? J’axe sur les effets de groupe. Donc oui, sur tout ce qui concerne la violence physique, mais aussi psychique. Ce deuxième aspect ne doit pas être négligé puisque le cyberharcèlement peut être très traumatisant. L’effet de groupe est une composante essentielle des bagarres. Sans spectateur, il n’y a bien souvent pas de show. Mais lorsque vous avez 50 camarades autour de vous qui vous disent: «Bats-toi, espèce de mauviette!» avez-vous vraiment le choix de ne pas combattre? Belinda Forny, chargée de prévention à la brigade de la jeunesse Baston Le 20 janvier, des jeunes de Pully et de Béthusy s’affrontaient violemment. DR «Aujourd’hui, les bagarres durent plus longtemps. Souvent, ils mettent k.-o. l’adversaire» Jean-Marc Granger, chef de la brigade de la jeunesse de Lausanne tacle. «Les bagarres durent plus longtemps. Souvent, ils mettent k.-o. l’adversaire. A la façon des combats de free fight», analyse Jean-Marc Granger. Une vidéo saisie sur le téléphone portable d’un ado de la région illustre son propos. Images chaotiques sur fond de brouhaha. Des dizaines de jeunes assistent au combat. Encerclant les deux adversaires, ils rigolent, filment, encouragent aussi. Pendant ce temps, les coups fusent jusqu’au sang. «Je ne pense pas que ces jeunes sont en soi plus violents qu’avant, commente Jean-Marc Granger. Ils le deviennent par l’émulation du groupe et parce qu’ils sont filmés. C’est une sorte de banalisation de la violence, comme si cela n’était plus une source d’inquiétude pour eux. Et personne ne pense à dire stop.» A l’abri des regards Mardi soir encore, deux agents de PoliceSecours tombaient sur un rassemblement de jeunes à la rue de la Tour. Un seul était connu de la brigade de la jeunesse. Interrogé par les inspecteurs parce qu’il avait craché sur les chaussures d’un policier, l’ado, peu bavard, ne lâchait qu’une information. Une bagarre, ou plutôt un oneone comme on l’appelle, était prévue avant que l’arrivée de la police stoppe les festivités. Un heureux hasard. Car les inspecteurs le savent. La plupart du temps, ces affrontements se font à l’abri des regards, sans que professeurs, parents ou policiers n’en aient eu vent. «Très souvent, on découvre qu’une bagarre s’est produite en visionnant les vidéos sur le téléphone d’un mineur interpellé pour un autre délit», concède Jean-Marc Granger. Un effet pervers, en somme, des réseaux sociaux. Le film de la baston se passe d’un portable à l’autre, sorte de trophée du vainqueur. «Il faut imaginer que lorsque tout le collège, tout le quartier, voire la ville entière a vu un gamin perdre et finir parfois en pleurant, cela peut conduire à la deuxième mi-temps quelques jours plus tard. Mais aussi au harcèlement d’un gamin pendant des mois.» Impossible pourtant de contrôler l’activité de tous les jeunes sur les réseaux sociaux. Alors le sujet est devenu une des priorités de la brigade de la jeunesse en termes de prévention (lire interview). En jean et baskets, les inspecteurs de la brigade de la jeunesse de Lausanne qua- drillent la ville et ses recoins prisés des adolescents. Mercredi après-midi, début de la tournée à la Maison de quartier de Chailly, vandalisée le week-end précédent. Les inspecteurs s’avancent vers un groupe d’ados. «Salut, tu vas bien? Qu’est-ce que vous faites aujourd’hui?» lance à la cool l’inspecteur Cornamusaz, qui connaît le prénom de certains d’entre «Les jeunes savent que quoi qu’il arrive on est là. Mais que s’ils font des conneries, on sera dans la répression» Inspecteur Cornamusaz, brigade de la jeunesse de Lausanne eux. Casquettes sur la tête, les jeunes disent ne pas être au courant de ce qui s’est passé. Pour la brigade, un moyen d’éviter les dérapages, c’est aussi ça. Etablir la relation, comprendre qui sont les meneurs, identifier les potentiels fauteurs de troubles, se renseigner sur une bagarre en vue. Bref, montrer que la police est là, tout en tissant un lien avec ce monde dont les codes sont volontairement cachés aux adultes. «On joue franc-jeu avec eux, commente l’inspecteur Cornamusaz. Ils savent que quoi qu’il arrive on est là. Mais que s’ils font des conneries, on sera dans la répression.» Récemment aussi, certains jeunes impliqués dans la rixe de Pully-Béthusy auraient fait de ce lieu leur quartier. Le cannabis s’inhalerait dès le matin, et des plus petits auraient été frappés. En ce moment, une quinzaine de mineurs récidivistes occupent surtout la brigade de la jeunesse. Avec le risque qu’ils entraînent avec eux les copains. Balayées par la bise, les tours de Praz-Séchaud com- blent le désert alentour. Rien à signaler. Le contraste est saisissant avec les attroupements sur l’esplanade de Montbenon. Un groupe de jeunes mêlés à quelques adultes rit bière à la main. Mi-jeu, mi-provoc, les ados se ruent sur les deux inspecteurs pour les saluer. Démonstration de force et fierté d’un casier déjà bien rempli, l’un d’eux rappelle son parcours de délinquant. A ses côtés un jeune, œil au beurre noir tout frais, est isolé pour discuter. «Il s’est battu avec le garçon assis à côté de lui. Ils seraient potes désormais», relate, méfiant, l’inspecteur Cornamusaz. Une parade pour garder la face? A la brigade de la jeunesse on entend régulièrement des récits de violence paradoxalement basés sur des codes d’honneur. «Je me souviens d’un jeune qui refusait de parler de la bagarre qu’il avait vue où une personne avait été frappée avec une matraque. C’était une question de respect envers les autres jeunes selon lui», explique l’inspecteur Métral. «Ils demandent «Aucun quartier ne peut être sûr d’être épargné» Les inspecteurs se rendent quotidiennement au contact des jeunes. Avec pour objectif d’établir la relation, mais aussi d’identifier les problèmes. U On connaît la fierté de certains jeunes à se revendiquer du 10 18, ou du 10 10. Un code d’appartenance à un quartier hérité des banlieues françaises. Dans les bagarres, le quartier fait parfois office de rassembleur. Mais, sur le terrain lausannois, les inspecteurs de la brigade de la jeunesse réfutent l’idée de gangs. «Certains se donnent cette appellation, mais ils ne sont pas organisés et n’ont pas de hiérarchie», relève l’inspecteur Métral. Dans la plupart des bagarres connues de la police, la majorité des jeunes impliqués ne savent d’ailleurs pas pourquoi ils se battent. Bien souvent, il suffit d’un ou deux meneurs, un petit noyau dur qui entraîne les autres. «Certains se donnent l’appellation de gang, mais ils ne sont pas organisés et n’ont pas de hiérarchie» Inspecteur Métral, brigade de la jeunesse de Lausanne Balayée aussi la cartographie des quartiers chauds. La violence n’a pas de frontière. Il y a quelques années, on pointait du doigt Montolieu. L’an passé, Praz-Séchaud s’agitait. Il y a peu, le nom de Béthusy faisait surface et, aujourd’hui, le quartier de Prélaz revient dans les conversations. «Il faut être très prudent avec ces préjugés sur les quartiers, relève Jean-Marc Granger, chef de la brigade de la jeunesse. Nous constatons surtout que c’est mouvant et qu’aucun quartier ne peut être sûr d’être épargné.» Le glissement vers la délinquance peut être rapide. Le retour dans le droit chemin aussi. «Ceux qui avaient 16 ans l’an dernier et qui nous posaient problèmes ont changé et ne commettent plus de délit, enchaîne Jean-Marc Granger. Il y a des générations très marquées chez les adolescents. Entre un jeune de 15 ans et de 17 ans, les mentalités sont parfois très différentes.» VC6 Contrôle qualité le respect, mais n’hésitent pas à taper», ajoute l’inspecteur Sanchez. Parfois un sentiment Un gamin s’est fait casser le nez. Puis a été retrouvé bâillonné dans le bus. Un élève a donné un coup de poing à sa professeure et elle lui a renvoyé une gifle. Un autre s’est fait frapper car il ne voulait pas donner une cigarette. La violence juvénile au quotidien, c’est aussi ça. Celle-ci est objective. Et puis, il y a cette autre violence, bien plus subjective. Celle qui, depuis la nuit des temps, résulte avant tout d’un fossé entre générations. Détour des inspecteurs par le quartier de Prélaz. Dix ados sont postés devant la Coop, pendant que d’autres tournent autour avec leur trottinette. La présence des inspecteurs est repérée avant même qu’ils aient sorti un pied de la voiture. Le mot se passe en quelques instants. Déjà, une mère protectrice s’avance vers les policiers pour savoir ce qu’ils viennent de nouveau faire ici. Pour elle, ses enfants n’ont rien à se reprocher. Mais, depuis peu, des habitants se sont plaints des attroupements de jeunes. La peur s’est mise à planer. «Il y a quelques gamins qui posent problème. Mais c’est surtout un sentiment d’insécurité qui s’est propagé. Alors on essaie de recréer le lien et assurer une présence régulière. On collabore aussi avec des partenaires sociaux qui œuvrent également sur le terrain», précise l’inspecteur Cornamusaz. Et cela tient parfois à peu de choses. «Parce qu’ils portent un pull à capuche, fument et écoutent du rap, cela peut effrayer les gens, analyse l’inspecteur Métral. Je pense que nos jeunes sont aussi à notre image. Parfois, le simple fait qu’ils disent bonjour poliment peut aider à casser cette image.» * Prénom d’emprunt A Lausanne, écoles et brigade de la jeunesse collaborent étroitement. Par des visites régulières, et une ligne directe en cas de problème. U Découvrez la semaine prochaine notre second volet sur la délinquance juvénile Les bagarres, souvent organisées, ou les coups donnés gratuitement, vous inquiètent-ils? Il ne faut pas non plus dramatiser. Les bagarres ont toujours existé, même s’il est vrai qu’elles sont aujourd’hui plus codées. Je dirais surtout qu’avec les réseaux sociaux, cela prend une certaine ampleur. Lorsqu’un film montre un jeune qui se fait humilier, cela peut finir par du harcèlement de toutes parts. Sans diaboliser les réseaux sociaux, il faut surtout éduquer les gens à leur utilisation. Cela commence justement souvent par des insultes ou du harcèlement… C’est vrai et je le vois au quotidien. Généralement, les jeunes ne savent pas que cela constitue un délit puni par loi. J’en parle donc avec eux dans les classes. Car il y a une banalisation très forte des insultes. Je te traite de salope, et c’est soidisant pour rire. Sauf que cela peut être rigolo une fois, puis cela finit en coup de poing. C’est même un jeu en ce moment dans les classes. Le but est de clouer le bec à l’autre en l’insultant. Celui qui n’arrive plus à répondre a perdu. Que dites-vous aux ados pour les dissuader de se battre? J’essaie de rendre attentif les jeunes à la responsabilité qu’ils ont en participant à une bagarre et à identifier à partir de quand on y participe. Généralement, je pars d’un cas concret: la rixe de PullyBéthusy ou le décès récent d’un jeune à Yverdon à la suite d’un affrontement. On décortique et on essaie de voir comment ça démarre. Il y a tout l’aspect des spectateurs aussi. Avec les amis qui encouragent, ceux qui filment. Et puis, les curieux. La plupart ne réalisent pas que l’on peut mourir avec un seul coup de poing. Et que, dès 15 ans, on peut aller en prison pour les délits les plus graves. Ils ne savent pas non plus que filmer une bagarre est illégal. P.B. swiss press print Pascale Burnier 24heures 2 11 Reisender Bundesrat Der Fotograf Beat Schweizer heftete sich an Didier Burkhalters Fersen. 35 Schmuckes Design Gestalterin Elian Portmann macht aus Porzellantellern Ohrringe. 36 Blühende Kunst An der CantonaleAusstellung in der Kunsthalle welken Sonnenblumen. 31 Der kleine Der Hauptmann als Glücksfall Ich habe schöne Erinnerungen an das Landorf. Der umstrittene Heimleiter war mein Grossvater. Vom Heimpersonal wurden meine Geschwister und ich auf Händen getragen. In der Speisekammer durften wir Süssigkeiten einstecken, im Stall die Ferkel unter der Wärmeglocke streicheln. Die geräumige Wohnung der Grosseltern im herrschaftlichen Verwaltungsgebäude, der moderne Schwarzweissfernseher, die Landwirtschaft, die zum Heim gehörte, im Sommer der Badeweiher: Das war für uns das Paradies. Kontakt zu den Heimbuben hatten wir kaum, von ihrem Leben keine Ahnung. Der Grossvater war ein kleiner König. Er fuhr eine amerikanische Limousine, war in Köniz hoch angesehen, sass im Kirchgemeinderat und zuvor im Gemeindeparlament. Ich habe ihn nicht als kalt und autoritär in Erinnerung; der Mann, den ich kannte, war liebenswürdig und eher zurückhaltend. Nach seinem Tod kamen in einer Schachtel Notizen für Vorträge und Berichte zum Vorschein, die ihn als Pädagogen und Heimleiter fassbar machen. Darüber zu schreiben, könnte wie der Versuch wirken, sein Handeln zu rechtfertigen. Doch ich will nur zeigen, warum Heime früher so waren, wie das heute nicht mehr möglich wäre. Damals, 1944, ist mein Grossvater für den Regierungsrat eine gute Wahl auf den Posten des Heimleiters: 36-jähriger Hauptmann mit über 1500 Aktivdiensttagen, also in der Lage, zu organisieren und für Ordnung zu sorgen. Zudem patentierter Primarlehrer, sprich Pädagoge, was keine Selbstverständlichkeit ist – noch gibt es Heime, die von Ingenieur-Agronomen geführt werden. Nur sechs Monate nach Amtsantritt, im April 1945, droht der neue «Herr Verwalter» in einem Bericht an seine Vorgesetzten mit der Kündigung: «Die vorhandenen Gebäulichkeiten und Einrichtungen lassen derart zu wünschen übrig, dass das Dasein der Zöglinge nicht ein menschenwürdiges ist. Die Schlafsäle ohne Vorhänge und Bilder sind zu vergleichen mit den ältesten Kasernen. Die Buben haben nicht einmal jeder seinen eigenen, verschliessbaren Schrank. Die Wasserzufuhr ist so prekär, dass die Waschlokale und Aborte häufig ohne Wasser sind. Das sind Verhältnisse, wie sie einfach nicht geduldet werden dürfen. Meine Frau und ich können es mit bestem Gewissen nicht länger verantworten, auf dieser Basis vorwärts zu schreiten.» Unter den Buben entsteht eine unkontrollierte Hackordnung. Die «möglichst grosszügige Reorganisation der Anstalt», die mein Grossvater fordert, wird in den ersten Nachkriegsjahren an die Hand genommen. Im Zug des Umbaus führt er Wohngruppen und Schlafräume mit vier Betten ein – gegen den Willen des sozialdemokratischen Baudirektors Robert Grimm; der einstige Führer des Landesstreiks von 1918 wünscht aus Kostengründen Zimmer mit acht Betten. In den 1950er-Jahren reisen Fachleute aus dem In- und Ausland nach Köniz. Das Landorf ist zum Vorzeigeheim geworden. Damals gilt mein Grossvater als fortschrittlicher Heimleiter. «D Mengi macht d Strengi» Der «Heimvater» und die «Hausmutter», so der Auftrag des Kantons, sollen den Zöglingen Eltern sein. Eltern von 64 Kindern? An seiner Seite hat das Vorsteherpaar: vier Bauern mit Knechten, dazu Zum «rechten Menschen» gehört Ordnung Die Heime haben zwar mehr Geld. Aber noch immer zu wenig Personal. uns zu Wort kommen.» Auch nach aussen will mein Grossvater zeigen, dass sein Heim nicht stehen bleibt. So heisst es in seinen Notizen für eine Rede in den späten 1960erJahren: Die Zahl der Kinder von 64 auf 48 gesenkt, aufgeteilt in vier Wohngruppen. Nebst Unterricht wird gebastelt, gemalt, modelliert, musiziert. Theaterspiel. Aufführung mit Gästen aus Dorf und Stadt stärkt Selbstbewusstsein. Freizeit muss nicht immer organisiert werden. Zeit für sich. Gute Jugendbücher, Zeitschriften und Zeitungen, auch der ‹Sport›. Matchbesuch auf dem Wankdorf. Das Heimkind darf auf keine Art und Weise gekennzeichnet sein. Individueller Haarschnitt. Der Anschluss an die Aussenwelt muss dauernd gesucht werden. Die Kinder besorgen ihre Kommissionen neu in den Dorfläden. Grössere Knaben haben am Sonntag Ausgang mit Taschengeld. Der Kontakt mit dem Elternhaus darf nicht abbrechen. Das Kind sehnt sich nach seinen leiblichen Eltern und umgekehrt die Eltern nach dem Kinde. Und dann lassen sich die neuen Lehrer auch noch Bärte wachsen. Ein Bub träumt von Winterferien Fortsetzung auf Seite 31 hung zu den Buben aufbauen.» Poncet, heute 67jährig, gibt gerne Auskunft, wie es früher im Landorf war. Die neuen Pä dagogen erzählen den Buben Geschich ten, führen das Theaterspiel ein, organi sieren Konzertbesuche und Zeltlager. Was damals pädagogisch heranzureifen be ginnt, beschreibt die heutige Erziehungs wissenschaft so: Aufbau eines pädagogi schen Verhältnisses, erlebnisorientiertes Fördern von Fähigkeiten, Respekt vor der Individualität, Schulung des Sozialver haltens und der Selbstverantwortung. Mein Grossvater sagt nichts, als sich die Junglehrer auch noch Bärte wachsen lassen. Stattdessen staunt er, was alles möglich ist, seit die Lehrer mit neuen Me thoden arbeiten. «Er liess uns junge Typen gewähren, das schätzten wir sehr», so Poncet. «Sogar im Jahresbericht liess er Fortsetzung von Seite 29 «Schweinereien auf dem Pissoir» einen Gärtner, einen Schreiner, einen Schuhmacher, einen Schneider, Hausdienstpersonal (die «Fräuleins») und – als einzige Pädagogen – vier Lehrer. Dass gleich viele Bauern wie Lehrer angestellt sind, ist entlarvend: Die Einnahmen aus der Landwirtschaft sind fürs Heim überlebenswichtig; die Summe der vom Kanton beigesteuerten Kostgelder ist nicht einmal halb so gross. Als billige Arbeitskräfte im Stall und auf dem Acker müssen die Buben ihren Heimaufenthalt mitfinanzieren. «D Mengi macht d Strengi», so hat es der Vorsteher eines anderen bernischen Heims formuliert. Für das Landorf, mit seinen 64 Kindern die grösste staatliche Erziehungsanstalt im Kanton, gilt das besonders: Der Mangel an Geld und Personal begünstigt autoritäre Methoden und militärische Formen. Ein personalsparendes Disziplinierungsmittel ist die Kollektivstrafe: Dadurch werden die Buben zu ihren eigenen Aufsehern gemacht, sie setzen die Regeln dann auf ihre eigene, manchmal grausame Weise durch. In der Massenerziehung verschwindet der Einzelne aus dem Blick des Personals, unter den Kindern entsteht eine unkontrollierbare Hackordnung. Der mildeste Ausdruck davon: Am Sonntag essen die Grösseren auch das Dessert der Kleineren. «Schwierige Kinder», so schreibt mein Grossvater 1959 in den Notizen für einen Vortrag, seien häufig «durch den schlechten Einfluss der Umgebung, des Milieus, abwegig geworden», also vom «guten» Weg abgekommen. Formell nimmt nicht der Heimleiter den Eltern die Kinder weg, sondern die Vormundschaftsbehörde. Aber pädagogisch findet mein Grossvater das richtig: Man muss diese Kinder vor ihren Eltern schützen. Zum unehelichen Kurt, 11-jährig, hält er knapp fest: «Darf niemals den Pflegeltern zurückgegeben werden.» Diese seien «weich, unwissend und inkonsequent». Schon nur wegen der «Abstammung» erstaunt ihn Kurts «Verwahrlosung» nicht. Die Mutter sei eine «welsche ‹Dame›», die sich «in einer Arbeitsanstalt einmal an zusammengeknüpften Leintuchstreifen aus dem Fenster gelassen» habe. Da genügt ein relativ harmloser Vorfall, damit ein solches Kind in ein Heim eingewiesen wird: Kurt hat Geld gestohlen und in einem Sportgeschäft eine Skiausrüstung gekauft. Er träumt von Winterferien in Arosa. Vor allem Kinder aus Unterschichtsfamilien werden als «verwahrlost» wahrgenommen. Sie passen nicht ins bürgerliche Bild der Idealfamilie, in der die Mutter die gute Hausfrau und der Vater Hintergrund Was die Gesellschaft als akzeptables Ver halten empfindet, ist streng normiert. Be sonders die Sexualität wird als Bedrohung wahrgenommen. In «sexueller Zucht losigkeit» sieht mein Grossvater eine Form der «Verwahrlosung», wobei für ihn schon das jugendliche Spiel mit den eigenen Ge schlechtsteilen zuchtlos ist. «Schweine reien auf dem Pissoir» nennt er das. Der 15jährige Richard landet faktisch wegen seiner körperlichen Frühreife im Heim. «Beischlaf mit 45jähriger Frau Nacht für Nacht. Ging mit Sohn der Frau zur Schule. Diebstahl und Flucht.» Ob «sexuell verdorben», «schwer erziehbar» oder «psychopathisch»: Durch eine «normale geeignete Erziehung» will mein Grossvater aus den Buben «rechte Menschen» machen. Er vertraut dabei auf Zucht und Disziplin, notfalls muss mit Die frühere Erziehungsanstalt Landorf gilt heute als Beispiel für die unmenschliche Behandlung von Kindern. Der Heimleiter war mein Grossvater. Exkursion in eine Zeit des pädagogischen Umbruchs. Viele schämten sich, darüber zu reden. Bis sich Simonetta Sommaruga im Namen des Bundesrats für die fürsorgerischen Zwangsmassnahmen von einst entschuldigte. Robert Blaser ist einer von denen, die seither von ihrer leidvollen Kindheit erzählen. 1965 wurde er auf Anweisung der Vormundschaftsbehörde seiner Mutter, einer geschiedenen Service angestellten, weggenommen. Ohne Gerichtsurteil, ohne psychiatrisches Gutachten. Der Achtjährige kam ins Landorf, in eine «staatliche Erziehungsanstalt» bei Köniz, wo er bis 1973 «versorgt» blieb, wie es damals hiess. Kollektivstrafen, Kopfnüsse, Ohrfeigen, Arbeit in der Landwirtschaft und ein Heimleiter, der ungehorsame Buben ins Büro kommen liess und ihnen mit dem Lineal auf den Handrücken schlug. Eine «Riesenkatastrophe» sei das Landorf gewesen. Blasers Schilderung der Zustände im Heim (der «Bund» berichtete) hat eine Kontroverse ausgelöst. Kurt Vögeli, früher Lehrer im Landorf und später Schulinspektor, bezeichnete die Vorwürfe als «billig, wenn nicht unverschämt»: Dank Heimen sei vielen Kindern «ein Leben im Elend» erspart geblieben. Das wiederum fand der grüne Grossrat Bruno Vanoni schamlos: Vögelis «Verharmlosungsversuch» ziele darauf ab, das Leid der Heimkinder «ungeschehen zu machen oder zumindest zu minimieren». swiss press print der Alleinernährer ist. Zu den Ursachen der «Verwahrlosung» zählt mein Gross vater ausdrücklich die Konstellation, «wo der arbeitslose Vater die arbeitende Mutter im Haushalt ersetzt». Franz hat keinen Vater mehr, der ist bei einem «Pintenschwinget im Emmenthal» umgekommen. «Die Mutter arbeitet in der Fabrik. Führte miserablen Haushalt. Hatte vom Samstag auf den Sonntag oft mehrere Liebhaber bei sich. Der Bub konnte in einer Nacht bis 3 Geschlechtsakten bei wohnen.» Für die Brüder Willy und Her mann, 8 und 11 Jahre, stellt der Heimleiter eine «günstige Prognose» – weil sie «früh von den Eltern weggekommen» seien. «Der Vater ist etwas dumm, ein fleissiger Arbeiter (Automechaniker), die Mutter eine Dirne, die noch recht gut aussieht.» Nach der Scheidung seien die Kinder merkwürdigerweise der Mutter zugespro chen und einige Zeit bei ihr belassen wor den. «Stets viele Liebhaber empfangen. Achtung vor Mutter verloren.» Zum «rechten Menschen» gehört Ordnung Patrick Feuz 31 — Samstag, 20. Dezember 2014 Solche Worte sind damals fast visionär. Das meiste davon wird aber erst in den 1970erJahren verwirklicht. Im Heimall tag ist an dieser Bruchstelle der pädagogi schen Entwicklung noch viel vom Alten da. Ausreissern rasiert mein Grossvater nach wie vor den Schädel kahl. Kinder, die nicht gehorchen, traktiert er mit dem Lineal. «Aber das kam selten vor», sagt Poncet. Vor allem die «Angestellten», wie die Mitarbeiter heissen, verpassen weiter hin Körperstrafen, wie das in den späten 1960erJahren viele Eltern und Lehrer ebenfalls noch tun. körperlicher Gewalt nachgeholfen wer den. Die pädagogische Mehrheitsmeinung geht damals davon aus, dass man Kindern Gehorsam, Ordnungssinn und Sittlichkeit aufzwingen kann, dass sich widerspens tigen Wesen eine einwandfreie Lebens führung gleichsam überstülpen lässt. Der 14jährige Max muss von seinem Freiheitsdrang «entwöhnt» werden. «In der Schule vom Basler Rheinhafen und seiner Bedeutung gehört; Entschluss ge fasst, dorthin zu gehen, um dann eine Reise nach Amerika anzutreten; wollte dort Cowboy werden. Mit anderem Ver dingbub weggeschlichen, beim Nachbar 50 Franken und ein Velo gestohlen.» Ein anderes Heimkind wird es dem Heimlei ter zufolge «schwer haben im Leben», weil es schon früh «durch einen harten Kopf und eigenen Willen» aufgefallen sei. «Die ersten Arbeiten, zu denen er angehalten wurde, machte er einfach nicht (Schuhe putzen, Holztragen, Abtrocknen usw.).» Eine Kampagne rollt an Die alte Welt erodiert Zum «rechten Menschen» gehört die Ord nung – und die hat sich in allen Dingen zu zeigen: Schmutzige und zerrissene Kleider, das sind für meinen Grossvater keine Äusserlichkeiten, sondern «seeli sche Anzeichen von Verwahrlosung». Dass jemand Papierfetzen auf den Boden wirft oder an ihnen vorbeigeht, «ohne Störung zu empfinden», findet er alarmie rend. Beim Mittagessen lässt er die Buben aufstehen und kontrolliert, ob sie ein Taschentuch dabei haben. In der Nachkriegszeit boomt die Wirt schaft, die technischen und materiellen Möglichkeiten werden vielfältiger. Mein Grossvater reagiert skeptisch. Der «kul turelle und soziale Rahmen» sei nicht mehr so klar wie früher, das erschwere die Arbeit des Erziehers. Die Buben sind auch billige Arbeitskräfte: Kartoffelernte (1970), Haus mit der Verwalterwohnung (1969), Schulzimmer (1968). Aus den Alben des Junglehrers Rudolf Poncet. Technik fördert die Verwahrlosung (Autorennen, Fussball, bei letzterem grobe Sprache). Telefon und Radio ersetzen die Unterhaltung zwischen Kindern und Eltern. Die gute Konjunktur ist eine grosse Gefahr. Zu viel Geld ist herum. Die Mütter übertreffen einander in der Garderobe Zwischen Zucht- und Erlebnispädagogik: Ausflug auf die St. Petersinsel, Kartoffelernte, Zeltlager im Sensegraben (alles 1968). Fotos: zvg ihrer Töchter. Schauen wir heute Mädchen vom 7.–9. Schuljahr! Lauschen wir ihren Gesprächen, wenn sie nach der Schule durch die Lauben spazieren, wie sie von den Männern reden und schwärmen. Die Welt ist in den Augen vieler Pädago gen aus den Fugen geraten. Im Buch «Heimkinder» beschreibt der Historiker Urs Hafner die Logik der verunsicherten und besorgten Erzieher: «Die Modernität, die Massengesellschaft und die Kultur industrie stellen für die Menschen eine Bedrohung dar. Wenn die sozialen Hierar chien durcheinandergeraten, wenn die Gesetze der Religion und Sittlichkeit nicht mehr gelten, dann drohen die Menschen von ihren Trieben übermannt und der Verwahrlosung ausgeliefert zu werden.» Es herrscht Lehrermangel. Rudolf Poncet ist 19jährig, als er 1966 ins Lan dorf kommt. Der Seminarist unterrichtet hier im obligatorischen halbjährigen «Landeinsatz», er hat antiautoritäre Ideen im Kopf, liest «Summerhill – das revolutionäre Beispiel einer freien Schule» von A. S. Neill, der Ikone der päd agogischen Reformbewegung. Ende Jahr an der Weihnachtsfeier wird Poncet vom Präsidenten der Aufsichtskommission gefragt, ob er im Frühling eine Stelle als Oberstufenlehrer antreten wolle. Poncet und andere junge Lehrer bezie hen wie damals üblich die Aufsichtszim mer der Wohngruppen, wecken jeden Morgen die Kinder, haben zweimal pro Woche Abend und regelmässig Wochen enddienst. «So konnten wir eine Bezie Bettnässer werden im Landorf nach wie vor blossgestellt: Am Morgen müssen sie das Leintuch selber waschen und sich da nach im Speisesaal auf eine Linie stellen. Wie früher öffnet der Grossvater die Post der Buben. Und um 16 Uhr heisst es immer noch: «Antreten zur Arbeit.» Die Heime haben zwar mehr Geld, seit die In validenversicherung Subventionen zahlt. Aber immer noch zu wenig, um genug Personal einzustellen. Poncet: «Die Bu ben mussten beschäftigt sein, entweder in der Schule oder der Landwirtschaft.» Verschiedene Presseartikel, zuerst im «Beobachter», dann in weiteren Zeit schriften, erschüttern 1970 das Heim wesen. Sie prangern die Lebensbedingun gen in mehreren Erziehungsanstalten in der Schweiz an. Mein Grossvater hat Angst. «Ihm graute davor, dass sein Le benswerk öffentlich durch den Schmutz gezogen werden könnte», sagt Poncet. Die sogenannte Heimkampagne kommt ins Rollen. Ihre Protagonisten for dern Reformen, vereinzelt sogar die Ab schaffung der Erziehungsanstalten. Mein Grossvater merkt, dass die neue Zeit und das Landorf, wie er es gestaltet hat, nicht mehr zusammenpassen. Doch es schmerzt ihn zu hören, dass alles, was er während fast dreissig Jahren als Heimlei ter getan hat, schlecht gewesen sein soll. Am Kirchensonntag 1971 hält er in der Kir che eine Rede, in der er vordergründig über die «herausfordernde Jugend» und den «fast unüberbrückbaren Graben zwi schen den Generationen» spricht. Aller dings können seine Worte auch als Reak tion auf die Heimkampagne gelesen wer den: «Wir Älteren haben sicher manches falsch gemacht. Aber bei der rasenden Initiative Wiedergutmachung Die Opfer administrativer Zwangsmassnahmen sollen eine Entschädigung erhalten. Die am Freitag mit 110 000 beglaubigten Unterschriften eingereichte WiedergutmachungsInitiative verlangt, dass dafür ein Fonds in der Höhe von 500 Millionen Franken eingerichtet wird. Der Fonds soll vom Bund eingerichtet werden. Aus welchen Quellen das Geld stammen soll, lässt die Initiative aber offen. (sda) Entwicklung kamen wir einfach nicht im mer mit.» Geprägt von der Wirtschafts krise und Arbeitslosigkeit der Zwischen kriegszeit, sei man lange damit zufrieden gewesen, die «notwendigsten materiellen Bedürfnisse zu decken». Inzwischen habe es die Jugend besser. «Wir bieten ihr viel und mit einem gewissen Recht hoffen wir auf Dankbarkeit. Doch die Jungen sind nicht besonders dankbar. Wir müssen viel dulden, ertragen und gutheissen lernen.» | Nominé | Nominato | Nominee Weisse Landschaft Der Dichter Rolf Hermann vermisst in seinem Gedichtband den Schnee. 31 Der kleine Nominiert 29 — Samstag, 20. Dezember 2014 «Erschütternde Szenen» Am Ende seiner Karriere stellt mein Grossvater zwei Erzieherinnen ein, die in Bern die erstmals angebotene Ausbildung abgeschlossen haben; später wird daraus der Beruf der Sozialpädagogen. Andere Heimleiter zögern noch, professionelle Betreuungskräfte einzustellen. Und 1972 empfiehlt mein Grossvater den jungen Poncet als seinen Nachfolger. Ausgerech net Poncet, der so anders ist als er und eine Freundin hat, die Wollpullover und bodenlange Röcke trägt. Poncet blättert in einem Album mit Fotos, die er als junger Lehrer im Landorf geknipst hat. Auf der ersten Seite ist nur ein Bild eingeklebt, darauf lachen meine Grosseltern. «Es ist eine Tragik», sagt Pon cet. «Wie andere Heimleiterpaare haben sie sich voll engagiert. Den schnellen Wan del konnten sie aber nicht mehr mitvoll ziehen.» Am Schluss seien sie «enttäuscht, vielleicht sogar verbittert» gewesen, je denfalls «ohne Glanz» abgetreten. Poncet will meine Grosseltern entlasten. Nicht ihretwegen hätten viele Heimkinder gelit ten, sondern weil die Behörden die Fami lien auseinanderrissen. «Die Buben fühl ten sich einsam und hatten Heimweh.» Er macht eine Pause. Das seien «er schütternde Szenen» gewesen. Eine sieht er noch vor sich: Eltern, aus dem Basel biet angereist, essen mit ihrem Kind im Schuhraum Kuchen; alle drei weinen, schon bald müssen sie sich wieder verab schieden. Zweimal pro Jahr dürfen Eltern für vier Stunden ihr Kind besuchen. An der Weihnachts und der Schulabschluss feier sind sie nicht dabei. «Auch für Müt ter und Väter, die Fehler gemacht haben und im Leben schlecht zurechtkommen, ist das schrecklich.» «Die beginnenden 1970erJahre bilden für die Fremdplatzierung und die Heim erziehung in der Schweiz eine Zäsur», schreibt der Historiker Hafner. Er sieht hier den Übergang von der «Phase der in vielem noch klassischen, durch das 19. Jahrhundert geprägten Heimerziehung in die Phase der modernen, vielfältigen Landschaft stationärer Versorgung zu Beginn des 21. Jahrhunderts». Ob eine Fremdplatzierung richtig ist, wird heute professionell abgeklärt. Heime arbeiten eng mit den Eltern zusammen, die sie ge nauso unterstützen wollen wie die Kinder. Dank mehr Personal ist die Betreuung Alles an dreissig Jahren Arbeit soll nun schlecht gewesen sein? intensiver als früher, dank mehr Geld sind die Gruppen und Heime kleiner. Und der Erziehungsstil hat sich radikal geändert. Auch das Landorf entwickelt und ver ändert sich in den 1970er und 1980er Jahren. Heute ist auch die Heilpädagogik jener Jahre wieder veraltet. Als mein Grossvater 1972 seinem Nachfolger Pon cet in altväterischer Manier die Schlüs sel übergab, sagte er: «Das Heim ist ein dauerndes Provisorium.» Immer vor Weihnachten brachte ein Ehemaliger, der Arzt geworden war, meinem pensionierten Grossvater ein Geschenk vorbei. Das freute ihn sicht lich. Sicher auch deshalb, weil er genau wusste, dass viele Kinder in seinem Heim gelitten hatten. Mehr Bilder aus den Alben von Rudolf Poncet: www.landorf.derbund.ch swiss press print Patrick Feuz Der Bund Der kleine 12 13 14 swiss press online 15 Gewinner Online Gagnant Online Vincitore Online Winner Online Sacha Geiser Claudia Salzmann bernerzeitung.ch The online jury from left to right: Alessio Petralli, Sandra Manca, Nick Lüthi, Alexandra Stark, Nicolas Porchet «Vielfach wurden spezialisierte Teams eingesetzt, um grosse Arbeiten zu realisieren.» Nick Lüthi, Jury-Präsident Online Veganes Bern Vegan à Berne Berna vegana Vegan Berne Publiziert am 1. November 2014 Publié le 1er novembre 2014 Pubblicato il 1. novembre 2014 Published on 1 November 2014 In Metropolen wie New York und Dans les métropoles comme New Nelle metropoli come New York e In big cities like New York and London London ist vegane Ernährung ein York et Londres, la nourriture vegéta- Londra l’alimentazione vegana è assai eating vegan is a piece of cake. But Klacks. Doch wie sieht es bei uns aus? lienne se taille une belle part du diffusa. E da noi? Per la giornata what about here? Inspired by World Zum Weltvegantag hat Claudia gâteau. Qu’en est-il chez nous ? Pour mondiale del veganismo, Claudia Vegan Day, Claudia Salzmann spent Salzmann einen einmonatigen Selbst- la journée mondiale Vegan, Claudia Salzmann ha svolto una ricerca di un a month conducting a personal exper- versuch in der Bundeshauptstadt Salzmann a entrepris une recherche mese nella Capitale federale. Ha te- iment in our capital. She tested vegan unternommen. Sie hat vegane Optio- d’un mois dans la capitale fédérale. stato le opzioni di cibi vegani, parlato options, talked with vegan activists, nen getestet, mit Aktivisten gespro- Elle a testé les offres de nourriture con gli attivisti, interrogato i risto quizzed publicans, argued with omni- chen, Wirte ausgefragt, mit Omnivoren vegétalienne, parlé avec les activistes, ratori, dibattuto con consumatori on- vores about the absurdity of vegan- über den Unsinn des Veganismus questionné les restaurateurs, débattu nivori sull’assurdità del veganismo, ism, interviewed a nutritionist, had gestritten, eine Ernährungsberaterin avec les consommateurs omnivores intervistato una nutrizionista, invitato a vegan actress recite prejudices, and interviewt, eine vegane Schauspielerin sur le nonsens du végétalisme, inter- un’attrice vegana a esporre i pre searched for the perfect non-dairy Vorurteile vortragen lassen und in rogé une diététicienne, fait parler giudizi e ha cercato in negozi bio l’ide- cheese in health food shops. The Reformhäusern den perfekten Käse une comédienne végétalienne sur les ale succedaneo del formaggio. Da results were texts, pictures, videos ersatz gesucht. Herausgekommen préjugés et cherché dans un magasin tutto ciò sono emersi testi, foto, video and graphics that give a wellfounded sind Texte, Fotos, Videos und Grafiken, bio le succédané parfait du fromage. e grafici che, alla domanda di parten- answer to the original question: die eine fundierte Antwort auf die Des textes, photos, vidéos et gra- za, danno una risposta fondata: a It’s pretty easy to shop vegan, stop Eingangsfrage liefern: In Bern kann phiques livrent une réponse fondée à Berna si può effettivamente e sempre off for a vegan cuppa, or dine with man ganz gut – und immer besser – la question de départ : à Berne on meglio fare la spesa vegana, nonché likeminded friends in Berne – and it’s vegan einkaufen, einkehren und mit peut très bien – et toujours mieux – bere e mangiare con persone che getting easier all the time. Gleichgesinnten essen. acheter végétalien, boire un verre et hanno adottato lo stesso stile di vita. manger avec ses semblables. 16 swiss press online swiss press online Nominés Online Nominiert Online Nominato Online Nominee Online Nominiert Online Nominé Online Nominato Online Nominee Online Thomas Dayer / Nicolas Brodard sept.info David Bauer Tageswoche 17 Ilford, récit d’une faillite Ilford, Geschichte eines Bankrotts Ilford, la storia di un fallimento Ilford, Story of a Bankruptcy Zahlenspiele mit dem «Dichtestress» Jeu de chiffres autour du stress de la densité Il gioco dei numeri sullo stress della densità Number Games with Population Density Mise en ligne le 14 mars 2014 Online gestellt am 14. März 2014 Pubblicato il 14 marzo 2014 Published online on 14 March 2014 Online gestellt am 13. Januar 2014 Mise en ligne le 13 janvier 2014 Pubblicato il 13 gennaio 2014 Published online on 13 January 2014 Ilford à Fribourg, c’était le haut de Die Firma Ilford in Fribourg war das L’azienda Ilford di Friburgo è stata La Ilford in Fribourg used to stand for the Im Hinblick auf die Volksabstimmung Dans la perspective de la votation In vista della votazione popolare sull’i- In early 2014, David Bauer created the gamme du papier photographique. En Mekka für Fotopapier. Im Dezember Mecca della carta fotografica. Nel di- top end of quality photographic paper über die Masseneinwanderungs populaire sur l’initiative « Contre l’im- niziativa «Contro l’immigrazione di «Dichtestressomat», the density décembre 2013, la faillite de l’entre- 2013 ging das Unternehmen, das cembre 2013, il fallimento della socie- and was a global leader in its industry. initiative kreierte David Bauer Anfang migration de masse », David Bauer massa», all’inizio del 2014, David stressomat, inspired by the upcoming prise, leader mondial dans son do- in seiner Branche Weltmarktführer tà, leader mondiale in questo settore, When the company declared bank- 2014 den «Dichtestressomat». Die a créé, au début 2014, le « Dichtes- Bauer ha ideato il «Dichtestressomat», popular vote on the «anti-immigra- maine, a provoqué un choc dans toute war, bankrott und löste in der ganzen ha provocato uno choc in tutta la re- ruptcy in December 2013, it threw the interaktive Anwendung erlaubt den tressomat », l’automate du stress de il misuratore dello stress della densi- tion» initiative. The interactive applica- la région. Thomas Dayer et Nicolas Region einen Schock aus. Thomas gione. Thomas Dayer e Nicolas Bro- whole region into a state of shock. Leserinnen und Lesern ein simples, la densité. L’application offre aux tà. La sua applicazione interattiva tion lets readers play through the an- Brodard ont fait une véritable plongée Dayer und Nicolas Brodard sind in die dard hanno analizzato l’essenza Thomas Dayer and Nicolas Brodard aber verblüffendes Gedankenspiel: lecteurs un jeu d’extrapolation simple consente ai lettori di procedere a una swers to a simple but intriguing dans l’âme de l’entreprise. Ils ont Seele der Firma eingetaucht. Sie dell’azienda, seguito il destino dei di- delved into the soul of the company. Wie viele Menschen hätten in der mais impressionnant : combien semplice, ma impressionante, ginna- hypothetical question: How many suivi le destin des employés, enquêté haben das Schicksal der Angestellten pendenti, indagato sulle regioni che They followed up on the fate of the Schweiz Platz, wenn das Land so d’êtres humains y aurait-il en Suisse stica mentale: quante persone ci sa- people could fit into Switzerland if the sur les erreurs stratégiques qui ont verfolgt und die Gründe recherchiert, hanno portato al deposito del bilancio, employees and investigated the stra- dicht besiedelt wäre wie mein Wohn- si le pays était aussi peuplé que rebbero in Svizzera, se fosse così den- whole country were as densely popu- mené au dépôt de bilan, retracé l’his- die zum Konkurs führten. Gespräche disegnato, attraverso interviste a diri- tegic errors that had resulted in the ort? Man tippt einfach seine Ge mon lieu d’habitation ? On inscrit samente popolata come il mio luogo lated as my place of residence? Sim- toire de cette véritable institution mit Mitarbeitern und Vorgesetzten genti e impiegati, la storia di questa insolvency. Through interviews with meinde ein, und schon spuckt die simplement le nom de sa commune di residenza? Si scrive semplicemente ply enter your community and the app à l’aide d’interviews de dirigeants et bringen Licht in die Geschichte der impresa, vera e propria istituzione. La managers and employees, they re- Datenapplikation eine Zahl aus; et aussitôt l’application crache un il nome del proprio domicilio e subito returns a number: 214 million people d’employés. Mais le papier photogra- Firma. Das Fotopapier hat überlebt, carta fotografica non è scomparsa e traced the company’s history. But the zum Beispiel 214 Millionen Menschen nombre; cela donne par exemple l’applicazione sputa un numero: per for Geneva, for instance, or 20 000 for phique n’est pas mort et les journa- und die Journalisten sind auf die i giornalisti sono andati alla ricerca di photographic paper endures, and the für Genf, oder 20‘000 für Hinterrhein 214 millions de personnes pour une esempio 214 milioni di persone per Hinterrhein in Grisons. By extrapolat- listes sont allés voir comment, sous Suche nach Produkten gegangen, die prodotti che ancora portano il nome journalists went to look how, under GR. Indem die lokale Bevölkerungs- extrapolation de Genève ou 20 000 un’estrapolazione di Ginevra o di ing the local population density to the le nom d’Ilford, des produits très diffé- noch den Namen Ilford tragen und di Ilford e che consentono così al mar- the Ilford name, some very different dichte auf die Gesamtfläche des seulement pour Hinterrhein, dans 20’000 per quella di Hinterrhein, nei total area of the country, an abstract rents sont commercialisés après la damit die Marke weiterleben lassen. chio di continuare a vivere. products have been launched onto Landes hochgerechnet wird, wird ein les Grisons. A partir de la densité de Grigioni. Partendo dalla densità della phenomenon is brought into context reprise de la marque, qui continue the market since the revival of the abstraktes Phänomen auf die ei- la population locale appliquée à popolazione locale applicata all’insie- of one’s own life and community, and ainsi à vivre. brand, which thus lives on. gene Lebenswelt runtergebrochen l’ensemble du territoire national, un me del territorio nazionale, un feno- thus becomes more tangible. und damit fassbar. phénomène abstrait est ainsi rendu meno astratto al proprio ambito di concret et tangible à son propre vita viene così reso concreto e environnement. tangibile. 18 swiss press print swiss press online Claudia Salzmann bernerzeitung.ch Gewinner | Gagnant | Vincitore | Winner 19 20 swiss press print swiss press online Thomas Dayer / Nicolas Brodard sept.info Nominiert | Nominé | Nominato | Nominee swiss press online David Bauer Tageswoche Nominiert | Nominé | Nominato | Nominee 21 22 swiss press radio 23 Gewinner Radio Gagnant Radio Vincitore Radio Winner Radio Sacha Geiser Silvio Liechti Regionaljournal Graubünden (SRF1) The radio jury from left to right: Patrick Nussbaum, Birgit Orgler, Barbara Stöckli, Rolf Hieringer, Anna Maria Nunzi, Gian Ramming, Marco Petrelli, Muriel Ballaman, Delphine Nebel-Gendre, Rouven Gueissaz « Es gab eine angeregte Diskussion, doch dann ist der Entscheid schnell gefallen. » Anna Maria Nunzi, Jury-Präsidentin Radio Regierungs kandidaten in ungewohnten Rollen Les candidats au gouvernement dans des rôles inhabituels I candidati per il governo in ruoli insoliti Government Candidates in Unfamiliar Roles Ausgestrahlt am 14. April 2014 Diffusé le 14 avril 2014 Messo in onda il 14 aprile 2014 Aired on 14 April 2014 Das Regionaljournal Graubünden hat Avant les élections, le journal régional In vista delle elezioni, il giornale regio- In the runup to the elections and with den Regierungsratskandidatinnen und des Grisons a sondé les candidates nale dei Grigioni ha tastato ironica- an irreverent nod, the Regionaljournal -kandidaten im Vorfeld der Wahlen et les candidats au Conseil d’Etat, non mente il polso dei candidati del Consi- Grisons probes the government can augenzwinkernd auf den Zahn gefühlt. sans malice, dans une série de sept glio di Stato. In una serie di sette didates in a series of seven portraits: In einer Serie von sieben Porträts portraits. Les politiciens n’étaient pas ritratti, i politici non sono stati solo in- Not only are the politicians confront- wurden den Politikern nicht nur die seulement questionnés sur les sujets tervistati sui soliti soggetti come, per ed with the usual questions, such gängigen Fragen gestellt – zum Bei- habituels, comme par exemple les esempio, i problemi più urgenti dei as what the most pressing problem in spiel nach dem drängendsten Prob- problèmes les plus urgents des Gri- Grigoni, ma sono stati confrontati con Grisons is; but the interviews take lem im Bünderland. Die Gespräche mit sons. Les entretiens avec les journa- scenari insoliti. I colloqui con i giorna- place in the unfamiliar circumstance den Journalisten fanden in ungewohn- listes avaient lieu aussi dans un listi si sono svolti durante uno scam- of a job-exchange. Barbara Janom tem Rahmen statt: bei einem Job- contexte inhabituel : un échange de bio di ruoli. Così, la consigliera di Sta- Steiner, one of the members of the tausch. So musste Regierungsrätin fonction. Ainsi la conseillère d’Etat to Barbara Janom Steiner ha dovuto cantonal government, was given Barbara Janom Steiner im Amt für In- Barbara Janom Steiner devait, elle, installare un computer per l’Ufficio the task of setting up a computer in formatik einen Computer installieren, installer un ordinateur au service in- d’informatica, il consigliere di Stato the Office for Information Technology; Regierungsrat Martin Jäger setzte formatique, le conseiller d’Etat Martin Martin Jäger si è seduto alla cassa del another member of the Grisons gov- sich an die Kasse des Naturmuseums, Jäger s’était mis à la caisse du Musée Museo di Storia Naturale e il sindaco ernment, Martin Jäger, manned the und der Gemeindepräsident von d’histoire naturelle et le président di Scuol, Jon Domenic Parolini, ha ticket office of the Natural History Mu- Scuol, Jon Domenic Parolini, half mit de Scuol, Jon Domenic Parolini, devait contribuito con macchinari pesanti, a seum; and the president of the com- schwerem Gerät beim Schneeräumen aider à déneiger la chaussée avec spazzare la neve nella Bassa mune of Scuol, Jon Domenic Parolini, im Unterengadin. du matériel lourd. Engadina. used heavy machinery to help clear the snow in the Lower Engadin. 24 swiss press radio swiss press radio Nominiert Radio Nominé Radio Nominato Radio Nominee Radio Nominiert Radio Nominé Radio Nominato Radio Nominee Radio Dieter Kohler Regionaljournal Basel (SRF1) Maurice Velati Sommerserie der Regionaljournale (SRF1) 25 Volkes Stimme zur Kantonsfusion La voix du peuple sur une fusion de cantons La voce del popolo su una fusione di cantoni The Voice of the People on a Merging of Cantons Erfolgsgeheimnisse von Edelunterwäsche Les secrets du succès d’un sousvêtement de luxe I segreti del successo degli indumenti intimi d’alta gamma Success Secrets of Luxury Lingerie Ausgestrahlt am 8. September 2014 Diffusé le 8 septembre 2014 Messo in onda l’8 settembre 2014 Aired on 8 September 2014 Ausgestrahlt am 5. August 2014 Diffusé le 5 août 2014 Messo in onda il 5 agosto 2014 Aired on 5 August 2014 Die Volksabstimmung über eine Kan- Le vote sur une fusion de cantons est Il referendum su una fusione di canto- A referendum on a merging of can- Kaum ein Passant wäre bereit, so viel Il n’y a pas beaucoup de passants qui Difficilmente un passante sarebbe Barely any passing shopper would be tonsfusion ist ein seltenes Ereignis un événement rare et d’une grande ni è un evento raro e di grande porta- tons is a rare event of great impor- Geld für Unterwäsche auszugeben, seraient prêts à dépenser pour des disposto a spendere così tanti soldi prepared to spend as much money von grosser Tragweite. Das Regional- portée. Le journal régional de Bâle ta. Per un’intera settimana, il giornale tance. The Regionaljournal Basel wie ein Zimmerli-Stück kostet. Die sous-vêtements autant d’argent que per la biancheria intima, per pagarsi on underwear as a Zimmerli creation journal Basel widmete dem möglichen a par conséquent consacré une série regionale di Basilea ha così dedicato therefore devoted a week-long special Strassenumfrage in Aarau rahmt einen ce que coûte une seule pièce fabri- il prezzo di un indumento Zimmerli. costs. The street survey in Aarau un- Zusammenschluss von Basel-Stadt d’émissions en direct, durant une alla possibile fusione tra Basilea Città series with live broadcasts to the zügig geschnittenen Radiobeitrag über quée par Zimmerli. Ce petit radio Il sondaggio nelle strade di Aarau funge derpins a neatly paced radio report on und Basel-Landschaft deshalb eine semaine, à une possible fusion de e Basilea Campagna una serie di possible merger between Basel-Stadt die nahegelegene Firma Zimmerli trottoir à Aarau encadre une émission da corollario a un servizio radiofonico the nearby company Zimmerli Textil einwöchige Sonderserie mit Live- Bâle-Ville et Bâle-Campagne. L’équipe emissioni in diretta. La squadra televi- and Basel-Landschaft. The team went Textil AG in Aarburg ein. Ein Unterneh- bien taillée sur Zimmerli Textil AG, realizzato sulla vicina società Zimmerli AG in Aarburg. A company that de- Sendungen. Das Team schwärmte in s’était dispersée dans les différentes siva è andata in diversi comuni e città, to various communities and towns men, das in der Schweiz designt, l’entreprise voisine installée à Aar- Textil AG di Aarburg. Un’impresa che signs, sources and produces in Swit- verschiedene Gemeinden und Städte communes et villes des deux demi tastando il polso alla popolazione. Da to gain a sense of each of the popula- einkauft und produziert – um seine burg. Une entreprise qui dessine, progetta, acquista e produce in Sviz- zerland – in order to bring its exclu- aus und fühlte der Bevölkerung den cantons pour prendre le pouls de la quest’inchiesta sono emersi sondaggi tion’s attitudes. This resulted in non exklusive Ware auf dem Weltmarkt, im achète et produit ses modèles exclu- zera, per piazzare il proprio prodotto sive product to the world market, for Puls. Das Ergebnis waren nichtreprä- population. Le résultat en a été un non rappresentativi, che hanno inte- representative surveys with about 150 Luxussegment, zu vertreiben. Das be- sifs en Suisse à l’intention du marché esclusivo sul mercato mondiale, nel luxury retail. This niche player’s sentative Umfragen mit jeweils rund sondage nonreprésentatif portant à ressato ogni volta circa 150 persone. participants each. Despite the lack of dingungslose Qualitätsbekenntnis des mondial, dans le segment du luxe. segmento di lusso. A contribuire a una unconditional commitment to quality 150 Personen. Trotz fehlender Wissen- chaque fois sur environ 150 per- Nonostante l’assenza di criteri scienti- scientific rigour, the mood reflected Nischenplayers ist ein Teil des Erfolgs- Le choix inconditionnel du marché de parte del segreto del successo di is part of the secret of the success schaftlichkeit spiegelte die Stimmungs- sonnes. Malgré l’absence de critères fici, il sentimento generale ha rispec- in the data coincided with the subse- geheimnisses von Zimmerli. Der Hype niche de la qualité constitue une part Zimmerli è l’impegno incondizionato of Zimmerli. The hype is also due to lage das spätere Nein zur Kantons scientifiques, le sentiment général chiato il no alla fusione, poi conferma- quent rejection of the proposed merg- ist auch dem Umstand zu verdanken, du succès de la maison Zimmerli. per la qualità di questo operatore the fact that their legendary fine fusion an der Urne. Insbesondere a reflété le non à la fusion qui est sorti to dalle urne. In particolare, l’indagine er at the ballot box. In particular, dass die legendären Feinripphemden Le battage médiatique est aussi dû au di nicchia. La fama è anche dovuta al ribbed undershirts are worn by Holly- sagten die Recherchen vor Ort die finalement des urnes. L’enquête a ha consentito di individuare in antici- the research accurately predicted the von Hollywood-Stars wie Clint East- fait que ses maillots de corps à côtes fatto che le sue leggendarie canottie- wood stars such as Clint Eastwood, massive Ablehnung in den stadtnahen en particulier permis de mettre en po il rifiuto massiccio espresso dai massive NO vote in the suburbs. wood, Tom Hanks und Silvester fines sont portés par des stars d’Hol- re vengono indossate da star holly Tom Hanks and Silvester Stallone – Gemeinden voraus. évidence,à l’avance, le rejet massif comuni vicini alle aree urbane. Stallone getragen werden – kosten lywood comme Cliint Eatswood, Tom woodiane quali Clint Eastwood, free but priceless advertising. lose, unbezahlbare Werbung. Hanks et Silvester Stallone. Une publi- Tom Hanks e Silvester Stallone: una cité inestimable et gratuite. pubblicità gratuita, impagabile. dans les communes périurbaines. 26 27 Regierungskandidaten in ungewohnten Rollen «Jobtausch» Ausgestrahlt am 14. April 2014 (Abschrift, transkribiert aus dem Schweizerdeutschen) (O-Ton) Edi Carnot: …den Stiftungsräten und dem Vorstand… (O-Ton) (Off-Text) Heinz Brand: …ja. Sara Hauschild: Und überhaupt, Bundesrat werden sei im Fall nicht sein Lebensziel, schiebt (O-Ton) der 59jährige hinterher. Der Job des Regierungsrats Edi Carnot: …zustellen. würde ihm aber schon gefallen. Und ein Stück weit trete er auch an, weil er der Knecht der eigenen (O-Ton) Heinz Brand: Darf ich noch rasch etwas fragen. An dieser Schlussbesprechung mit Im Vorfeld der Bündner Regierungsratswahlen 2014 hat das Regionaljournal Graubün- Sara Hauschild: Ein modernes Sitzungsbüro den von Radio SRF alle Kandidierenden zu im 3. Stock des Altersheims in Schiers. Hier treffen einem Jobtausch aufgefordert. Sie durften sich wir den richtigen und den temporären Direktor. Der die Arbeit, die sie einen halben Tag lang machen temporäre, der mit dem Seitenscheitel und dem sollten, selbst aussuchen. Da wurde ein Kandidat leicht gewellten Haar, übernimmt sofort den Lead. zum temporären Gemeindearbeiter, ein anderer versuchte sich als Kriminalist und die einzige (O-Ton) Kandidatin wagte sich in die Welt der Computer- Heinz Brand: Also, das ist Herr Philipp, das ist der Direktor dieses Hauses. Oder…und äh…ich bin technik. Einer der sieben Porträtierten ist Regie- eigentlich, unter normalen Verhältnissen, sein rungsratskandidat und SVP-Nationalrat Heinz Vorgesetzter, einzig und alleiniger…und jetzt Brand. Er suchte sich einen Chefposten aus. würden wir nun diesen Rollentausch machen. In der Flury-Stiftung, die im Prättigau für die Gesundheitsversorgung zuständig ist, nahm (Off-Text) er auf dem Direktorensessel Platz. Sara Hauschild: Für den Rollentausch bleibt Die Journalistin Sara Hauschild hat ihn Regierungskandidat Heinz Brand also in der begleitet. Nachfolgend ein sechsminütiger Chefetage sitzen. Aus dem Präsidenten wird Auszug aus ihrem achtminütigen Radiobeitrag. kurzfristig der Direktor der Stiftung, die sich um Neben dem Jobtausch war ein weiteres fixes Element die Kaffeepause: Dort wurden die Kandidierenden mit Statements politischer Gegner konfrontiert. der Revisionsgesellschaft…(Ton wird leiser) (Off-Text) die Altersheime, um die Spitex und um den Bau eines neuen Spitals im Prättigau kümmert. Warum aber versucht Heinz Brand nicht etwas ganz anderes? Warum nicht ein Einsatz am Spitalbett…? Der SVP-Mann winkt ab. Er habe zu wenig Geduld, sei perfektionistisch veranlagt und bleibe deshalb lieber beim Bewährten. (O-Ton) Heinz Brand: Also ich bin persönlich auch…, nicht gerade ein Sicherheitsfreak, aber ich bin nicht einer der unnötig Risiken eingeht, ich bin nicht einer der leichtfertig etwas versucht, aber äh… ich führe gerne, das mache ich sehr gerne. (Off-Text) Sara Hauschild: Führungserfahrung hat er sich als Bündner Migrations-Chef geholt. 25 Jahre lang hat er das Amt für Polizeiwesen, wie er selbst sagt, unternehmerisch und straff geführt. Seine Devise im Asylbereich: Flüchtlinge die nicht arbeiten, müssen im Asylheim wohnen, ihre Kinder dürfen nicht in die Dorfschule. Wer vielleicht wieder das Land verlassen muss, soll möglichst nicht integriert werden. Schweizweit hat das Asylheim «Valzeina» Schlagzeilen gemacht. Abgelegen, einsam, mit wenig Platz, so hat Heinz Brand abgewiesene Asylbewerber auf der Nordseite seines Heimattals untergebracht. Aber, gehen wir wieder auf die Südseite – nach Schiers. In der Flury-Stiftung geht es um den Tagesablauf. (O-Ton) Peter Philipp klärt Heinz Brand auf: Wir hätten heute Jour-fixe mit dem Finanzchef, mit Herrn Carnot um halb acht. Anschliessend Jour-fixe mit Frau Honegger von der Spitex, da geht es um die Organisation. Um neun Uhr kommt eine Delegation (Ton wird leiser) (Off-Text) Sara Hauschild: Heinz Brand hört genau zu, macht Notizen, fragt nach. Dann «entlässt» er den (Man hört wie eine Türe geöffnet wird) (O-Ton) Heinz Brand: Gut, schauen wir das rasch an Edi! Du kannst anfangen. (O-Ton) Edi Carnot: Also ich würde vorschlagen, dass wir den Jahresabschluss in dieser Form… (O-Ton) Heinz Brand: …ja. Silvio Liechti Regionaljournal Graubünden (SRF1) Sara Hauschild: Und dann ist fertig mit SmallTalk. Organisatorisches wird besprochen. Es geht unter anderem um einen neuen Namen für richtigen Direktor…und empfängt den Buchhalter. swiss press radio (Off-Text) (Off-Text) Alterswohnungen, es geht um die Beschriftung Sara Hauschild: An der Sitzung wird eine für die Spitex Autos. weitere Sitzung vorbereitet. Es geht um Geld. Die Zahlen sind für Heinz Brand eine Bestätigung. Und dann witzelt Heinz Brand auch noch über die Fahrkünste des Spitex Personals. Die Flury-Stiftung sein Baby. Mit der Stiftung hat er eine Kinderkrippe in Klosters aufgebaut. Aktuell baut die Stiftung ein neues Spital und (O-Ton) Heinz Brand: Wir sind gute Kunden bei den auch um die alten Leute kümmert sich die Karosserie-Spenglern. Wer behauptet, die Frauen Organisation, sagt ein stolzer Heinz Brand. seien gute Autofahrerinnen, kann bei uns den Dann trifft er die Chefin der Spitex. Wahrheitsbeweis antreten. (O-Ton) Heinz Brand: Hoi, Ciao! (O-Ton) Angela Honegger: Man müsste Männer einmal so viel herumfahren lassen wie (O-Ton) unsere Frauen, bei diesen Zuständen und wo Angela Honegger: Morgen, Heinz. sie überall hinfahren müssen… Wo soll ich, hier? (O-Ton) (O-Ton) Heinz Brand: Nein, du kannst gerade hier, Heinz Brand: Ja, ja. Gut, danke,…gehen wir weiter. dann können wir so…vis-à-vis. (Off-Text) (O-Ton) Angela Honegger: Gut, danke. Sara Hauschild: Weiter geht es auch mit der Karriere von Heinz Brand. Nach 25 Jahren beim Migrationsamt, der Wechsel in die Politik. Heinz (O-Ton) Brand will Regierungsrat werden. 2010 verliert er Heinz Brand: Bist du im Schuss? die Wahl aber gegen seine damalige Chefin und BDP-Politikerin Barbara Janom. Ein Jahr später (O-Ton) klappt es besser. Heinz Brand wird in den Angela Honegger: Ja, es läuft immer. Nationalrat gewählt. Für den ehrgeizigen HobbyMountainbiker läuft es rund in Bern. Er macht eine (O-Ton) Blitzkarriere. Es geht nicht lange, und er wird gar Heinz Brand: Siehst auch locker aus…ha… als zukünftiger Bundesrat gehandelt. Eine riesige frühlingshaft eingestimmt..ha. Partei sei. Sagt’s und bestellt uns dann einen Kaffee. (O-Ton) Heinz Brand: Danke vielmals. (Kaffeetasse wird klimpernd auf den Tisch gestellt) (Off-Text) Sara Hauschild: Während er in seinem Espresso rührt, konfrontieren wir ihn mit all jenen, die ihm den Job als Regierungsrat nicht recht zutrauen. Stellvertretend für sie, sagt der Fraktionspräsident der CVP, Marcus Caduff. (O-Ton) Marcus Caduff: Kompetenzen hat er, was ich höre, vor allem in der Migrationspolitik. Dies ist aber nicht das Problem, welches wir hier haben. Zu den Fragen, die sich bei uns stellen, habe ich weder von ihm noch von seiner Partei Antworten gehört. Im Gegenteil, dort geht es eher darum die Leute aus dem Kanton zu jagen, statt neue Gäste zu gewinnen. (O-Ton) Heinz Brand: Das ist eine völlig falsche Meinung. Ich bin auch im Gesundheitswesen sehr stark engagiert, das nimmt man offenbar zu wenig zur Kenntnis. Und man scheint offenbar auch auszublenden, dass ich in einer Tourismusgemeinde wohne, dort politisch aktiv war und auch einiges zu Lösungen beigetragen habe. ... Chance, die sich allerdings in Luft auflöst, jetzt, da Brand in den Regierungsrat will. Nein, so eng dürfe man das nicht sehen, sagt er. (O-Ton) Heinz Brand: Das kann man ja immer noch werden. Äh…ein guter Leistungsausweis als Regierungsrat ist ja eigentlich eine beste Wahlvoraussetzung für den Bundesrat. Man kann sagen, dass eine kantonale Exekutive ein gutes Trainingslager ist für den Bundesrat. Gewinner | Gagnant | Vincitore | Winner 28 29 Volkes Stimme zur Kantonsfusion «Wie tickt die Region?» Regionaljournal Basel unterwegs. Erfolgsgeheimnisse von Edelunterwäsche Sommerserie: Das Erfolgsgeheimnis von Zimmerli Unterwäsche Ausgestrahlt am 8. September 2014 (Abschrift «Best of», transkribiert aus dem Schweizerdeutschen) Ausgestrahlt am 5. August 2014 (Abschrift) Anmoderation Audio: Hossli: Wäsche die man nicht spürt, 00:00:27,21] Emol ganz ehrlech, wie viel Gäld gähnd Sie eigentlech für Underwösch uus? Trennsignet Mir vermuete: Es Under-Liibli für knapp 100 Franke – oder Underhose für 50 Franke – so Hansruedi Schär: «Wie tickt das Oberbasel- Modäll döffte die wenigschte vo Ihne dehei im biet in der Fusionsfrage? Schrank haa. Jeannine Borer: «Zwei Männer in der Beiz Signet (Zusammenschnitt BL und BS-Volkslieder «Vo Schönebuech bis Ammel» und «Z Basel So tüüri Underwösch git›s aber – und sie isch haben gesagt, dass sie mit den Mistgabeln nach zimlech beliebt, under anderem bi de Prominänz i Basel gehen würden, falls es an der Urne ein Ja de Film-Metropole Hollywood... geben sollte». Exklusivi Underwösch für exklusivi Lüüt – daas isch s Erfolgsrezäpt vo de Firma Zimmerli a mym Ryh») O Ton: «Ich sage nein, jetzt bleiben wir dort, Claudia Kenan: «Regionaljournal Basel, am ersten Tag unserer Fusionswoche. Wir sind wo wir sind». besser wird mit uns, wenn wir uns Basel heute Abend sind wir in Arlesheim…» anschliessen». Basler Markplatz…» Peter Bollag: «…und jetzt schalten wir nach Laufen, zu meiner Kollegin Marlène Sandrin…». Patrick Künzle: «…wir sind heute im Bezirk Arlesheim, weil in diesem Bezirk mehr als die Hälf- Debii gseht die Underwösch alles anderi O Ton: «Ich glaube einfach, dass das nicht unterwegs und senden aus verschiedenen Orten, Rahel Walser: «…wir senden direkt vom Textil AG – usem aargauische Aarburg. als spektakulär uus – sie sorgt aber dank de proDieter Kohler: «Die ganze Woche hiess es: Regionaljournal unterwegs. Heute schliessen wir O Ton: «Ich habe das Gefühl, wir werden überfahren nachher». O Ton: «Nein, nein, nein, nein, nein». Underwösch uf d Spur z cho... de Maurice Velati sion auf höchster Ebene, zwischen zwei macht das – für einisch i Film- und Färnseh- Regierungsleuten…» Manier... O Ton (Regierungsrat BL, Thomas Weber): «Es ist Stadt und Land, und es ist O Ton: «Weil wir nichts zu tun haben mit den te der Baselbieter Bevölkerung lebt und deshalb die Baslern. Von mir aus können sie die Basler den El- Abstimmung in diesem Bezirk entschieden wird…» sässern verkaufen». O Ton (Regierungspräsident BS, Guy Morin): Trennsignet 122 Leuten gesprochen…» Marlène Sandrin: «…64 der 145 Leute sagen, Nein lieber keine Fusion…» Stelle einen Punkt machen, die Zeit läuft uns Stimmen für eine Kantonsfusion als dagegen, trotz- Marlène Sandrin: «…die Stimmung ist, in den Gemeinden Aesch und Arlesheim, skeptischer als wir es erwartet haben.» Marlène Sandrin: «…morgen geht unsere einer Fusion kommt». Tour weiter, man kann vorbeikommen oder das «Ja, ich bin dagegen, dass fusioniert wird» [Audio: Zimmerli Umfrage 1 (Betrag), 00:00:15,14] Patrick Künzle: «…und wenn sie zuhause schön fände, dass wir uns als Kantone näher kom- Lust haben, kommen sie doch morgen in Sissach Schwiiz zahlt chuum öpper 100 Franke fürnes men würden». vorbei und schauen sie uns zu beim T-Shirt für drunder... O Ton: «Ich bin dafür». zu verlieren haben». Radiomachen…» «Dass der Kanton Baselland noch mehr Geld ist als es heute ist». Die chliini Umfrog zeigt: Ou i de riiche Bi Filmstars schiint das andersch. Peter Bollag: «…und damit zurück ins Studio.». O Ton: «Ich denke, Basel-Stadt und Baselland müssten einen Weg finden der konstruktiver steigen bei uns die Steuern und wir haben nicht Underliibli? O Ton: «Also ich stimme ja, weil ich es auch (O-Ton) an die Stadt bezahlt, das hat keinen Wert. Dann über Underwösch – was zahle Sie fürnes Radiogerät einschalten, um halb sechs Uhr…» O Ton: «Ich bin für eine Fusion, da wir nichts (O-Ton) Szene 1: E Radioreporter i der Iichoufs- davon. Es war eine interessante Diskussion…» dem glaubt in der Stadt fast niemand, dass es zu Jeannine Borer: «…90 Leute, also gute zwei Drittel sind gegen eine Fusion…» ((AMBI Stadt Aarau)) passage vo de Stadt Aarau – mir rede mit Passante Benedikt Erni: «In Basel findet man mehr Szene 2: Mir zappe dürs düütsche Färnsehprogramm... Trennsignet [Audio: Zimmerli TV-Einschalter 1 (1),00:00:24,36] O Ton: «Weil ich der Meinung bin, dass die beiden Basel einfach zusammengehören». ... gnauer gseit - usem Kanton Aargau. mehr davon». Trennsignet [Audio: Zimmerli TV-Einschalter 2, 00:00:06,48] Patrick Künzle: «Man spürt immer wieder eine grosse Unsicherheit. Bringt es dieser Fusionsprozess, kostet er nicht zu viel Geld. Der erste ((AMBI)) Szene 3: Imen un-uffällige Gschäfts Eindruck ist folgender: überraschend grosse Skepsis im Bezirk Arlesheim». gebäude im Industriequartier zeichnen und schniideren es paar Designer nöii Hömmli und Slips... anderi Mitarbeiter verpacke Textilie und beliefere di zimlech exklusivi Chundschaft rund ume Globus. swiss press radio Dieter Kohler Regionaljournal Basel (SRF1) Nominiert | Nominé | Nominato | Nominee jo, das git‘s, bestätiget de Gschäftsfüehrer Marcel tät. Und drum setzi mer ou immer no uf d Schwiiz. Hossli: [Audio: Hossli: CH als Versprechen an Kunden Nische (1), 00:00:20,44] [Audio: Hossli: Seine HollywoodGeschichten (1), 00:00:28,44] ((ZAPP)) Filmstars mit Schwiizer Underwösch – privat und uf de Kino-Liinwand – doo toucht natür- ((Liftmusik)) lech sofort de Verdacht uuf, dass Zimmerli eifach e bsunders gueti Marketing-Abteilig hed... Szene 6: en exklusive Chleiderlade z Paris Nei, nei, wehrt sech de Marcel Hossli... oder süsch irgendwo uf de Wäut... Wärbegschänk sige das nid... S nöie Zimmerli-Logo prangt über de bruune Holzmöbel... i der Uuslaag hed’s nid nume Richeli- [Audio: Hossli: Tom Hanks Geschenk – aber sonst zahlen sie, 00:00:30,52] eu-Underliibli, sondern ganz viel verschiedeni Modäll... ou Dame-Underwösch... zum Teil i trendige Farbe. Aber werum git‘s denn dee Hollywood-Hype «…und gerade diesen Stadt-Landgraben müssen Patrick Künzle: «…wir müssen an dieser Claudia Kenan: «Wir haben heute mit Beitrag unterschiedlich…» wir überwinden». Trennsignet Grund gnueg, zum em Gheimis vo dere die Serie – die Sonderwoche – ab, mit einer Diskus- O Ton: «Ich glaube einfach, unser Baselbiet gehört uns alleine». minänte Chundschaft für spektakuläri Schlagziile. Churz: Zimmerli setzt uf bedingigslosi Quali- Hollywood-Stars mit Zimmerli uf de Huut– für d Schwiizer Underwösch? D Firma vo Aarburg hed ihri Kollektion uusbout i de letschte Johr – hed eigeti Marke-Läde uuftoh i Metropole wie Paris, Moskau oder Taipeh. Für das bruucht‘s e Rückbländi: Eso wott mer ou jüngeri Chunde erreiche... nöii Chunde, wo sech Zimmerli chönnd und wänd ((MUSIK)) leischte. 300’000 Stück Underwösch verchouft mer Szene 4: Uuftritt Silvester Stallone als hüt jedes Johr... Umsatz oder Gwünnzahle bliibe Rocky Ändi 70er-Johr. De Legände noo de erschti gheim. Uuftritt vome Zimmerli-Stück ime Hollywood- Klar isch: Zimmerli hed als eini vo wenige Streife. Uf de Bruscht vo de Box-Legände Rocky Schwiizer Textilfirmen alli Krisen i de Vergangeheit chläbt es wisses Fiin-Ripp-Hömmli Typ Richelieu: überläbt... sit de Gründig 1871. [Audio: Hossli: Richelieu-Shirt auf dem Tisch - Helden, 00:00:16,03] (ZAPP)) ((AMBI Aarau)) De Stoff für di legendäre Fiinripp-Hömmli Szene 7: zrugg in Aarau. Mir gähnd de chunnt vo Huttwil – us ere eigete Wäberei... Passanten es Richelieu-Liibli zum aa-länge... nochhär aber goht’s i Süde demit. Szenewächsu: und aa-probiere. Git‘s doo uf de Stross nöii potentielli Chunde für d Luxus-Wösch vo Aarburg? [Audio: Zimmerli TV-Einschalter 3, 00:00:12,98] [Audio: Zimmerli Umfrage 2 (1), 00:00:48,60] ((AMBI Näherei Galileo)) ... Es bliibt auso debii: Zimmerli-Underwösch Szene 5: E chliini Fabrikhalle, voll- isch es Nische-Produkt... und drum ou nume gschtopft mit Näih-Maschine... sit über 50 Johr bedingt masse-tauglech... Hollywood-Effekt hin nähen vor allem italiänischi Froue i de Fabrik oder här. z Coldrerio di exklusive Teili zäme... vo Hand. Under de flinke Finger vo de Näiherinne git’s chuum sichtbari Nöht... verarbeitet wärde nume Schnitt – und Kamera aus. ((ZAPP)) Abmoderation ... di beschte Stoff-Mischige. Das sig’s Gheimnis vom Zimmerli-Erfolg, seit de Gschäftsfüehrer Marcel Hossli: swiss press radio Maurice Velati Regionaljournale (SRF1) Nominiert | Nominé | Nominato | Nominee 30 swiss press video 31 Gewinner Video Gagnant Video Vincitore Video Winner Video Sacha Geiser Raphael Amrein Schweiz Aktuell (SRF1) The video jury from left to right: Marc Friedli, Samuel Mumenthaler, Mario Cortesi, Claudia Weber, Rémy Trummer, Michele Galfetti « Die Beiträge waren im Vergleich zu den Vorjahren leider etwas weniger spektakulär. » Mario Cortesi, Jury-Präsident Video Das Ende von «Klein Istanbul» La fin du «petit Istanbul» La fine della «Piccola Istanbul» The End of «Little Istanbul» Ausgestrahlt am 17. April 2014 Diffusé le 17 avril 2014 Messo in onda il 17 aprile 2014 Aired on 17 April 2014 Die Geschichte kann sich überall L’histoire est transposable partout La storia è applicabile ovunque immi- These events could be taking place in zutragen, wo Immigranten zur Prospe- où des immigrants ont participé à la granti hanno contribuito alla prosperi- any area of the country where immi- rität der Schweizer Industrie beitru- prospérité de l’industrie en Suisse. tà dell’industria svizzera. Per il suo grants have been contributing to the gen. Raphael Amrein ist für seinen Pour sa contribution Raphael Amrein servizio televisivo, Raphael Amrein è prosperity of Swiss industry. For his Beitrag ins solothurnische Gerlafingen est allé à Gerlafingen, dans le canton andato a Gerlafingen, nel canton submission, Raphael Amrein drove to gefahren, wo ehemalige, hauptsäch- de Soleure où, de longue date, des Soletta, in un quartiere soprannomi- Gerlafingen in Solothurn, where for- lich türkische und italienische Arbeiter- familles de travailleurs, principalement nato «Piccola Istanbul», da tempo mer worker families of mainly Turkish familien das Quartier mit dem Über turques et italiennes, peuplent encore abitato da famiglie di operai, soprat- and Italian origin populate the neigh- namen «Klein Istanbul» bevölkern – un quartier surnommé « le petit Istan- tutto turchi e italiani. Ma non vi bourhood nicknamed «Little Istanbul» noch, denn die zum Teil Jahrzehnte bul ». Encore, car les locataires, qui risiederanno più a lungo, visto che gli – up until now, that is. Because now, lang treuen Mieter müssen raus. Die pour certains sont là depuis des inquilini, alcuni dei quali locatari da the inhabitants, some of whom have neue Eigentümerin der maroden décennies, doivent partir. La nouvelle decenni, devono partire. La nuova been loyal tenants for decades, are Wohnblöcke aus den 1970er-Jahren propriétaire des immeubles délabrés proprietaria degli immobili risalenti having to leave. The new owner of the hat allen 48 Parteien gekündigt, weil des années 1970 a dénoncé tous les agli anni 1970 ha infatti disdetto tutti i ailing residential blocks from the eine Totalsanierung ansteht. Nach contrats pour entamer une rénovation contratti d’affitto per procedere a un 1970s has given all 48 tenancy hold- der Renovation werden die Mietzinsen totale. Après la remise en état, les risanamento totale. Dopodiché, gli ers notice, due to complete reno um bis zu 50 Prozent steigen, was loyers augmenteront jusqu’à 50%, affitti aumenteranno persino del 50%, vations which are pending. Once the die bisherigen Bewohner, die in ce qui pose un problème existentiel mettendo i precedenti inquilini, di renovations are complete, the rents bescheidenen Verhältnissen leben, aux anciens locataires, dont les condizioni economiche modeste, will rise by up to 50 percent, leaving vor existenzielle Probleme stellt. revenus sont modestes. di fronte a un problema esistenziale. the previous inhabitants, who live in modest circumstances, with existential problems. 32 swiss press video swiss press video Nominiert Video Nominé Video Nominato Video Nominee Video Nominà Video Nominiert Video Nominé Video Nominato Video Roman Wasik Spezialsendung Dihei uf de Strass (TeleZüri, Tele M1) Curdin Fliri Telesguard (RTR – Radio und Fernsehen der rätoromanischen Schweiz) 33 Der obdachlose Treuhänder L’administrateur «sans-abri» Il fiduciario senzatetto The Homeless Trustee Betunar en las autezzas Betonieren in luftiger Höhe Bétonner en haute altitude Colate di cemento ad alta quota Ausgestrahlt am 16. Dezember 2014 Diffusé le 16 décembre 2014 Messo in onda il 16 dicembre 2014 Aired on 16 December 2014 Emess als 22 da december 2014 Ausgestrahlt am 22.Dezember 2014 Diffusé le 22 décembre 2014 Messo in onda il 22 dicembre 2014 Roman Wasik erzählt in einer vierteili- Roman Wasik raconte, dans une série In una serie di quattro puntate, Roman In a four-part series, Roman Wasik Per colliar las duas parts da la Val Um die beiden Talhälften des Tamina- Pour relier au trafic les deux moitiés Per collegare il traffico delle due metà gen Serie die Schicksalsgeschichte en quatre parties, le destin de Martin, Wasik racconta il destino di Martin, tells the story of the fate of Martin, Tamina per il traffic vegn actualmain tals für den Verkehr zu verbinden, de la Taminatal, une vallée latérale du della valle Tamina, si sta costruendo von Martin, einem 43-jährigen Treu- un administrateur de 43 ans qui a un fiduciario di 43 anni che ha perso a 43-year-old trustee who has lost construida la pli gronda punt ad artg. wird derzeit die grösste Bogenbrücke Rheintal, près de Bad Ragaz, on il più grande ponte ad arco della Sviz- händer, der alles verloren hat: seinen tout perdu : son boulot, sa famille, son tutto: il lavoro, la famiglia, la casa. everything: his job, his family, his La lavur vi da la punt da Tamina è der Schweiz gebaut. Die Arbeit an construit actuellement le plus grand zera. La costruzione del ponte Tamina Job, seine Familie, sein Zuhause. Nach chezsoi. Après une « guerre des roses » Dopo una discussione con l’ex m oglie, home. After an acrimonious divorce dentant mo insatge per persunas der Taminabrücke ist jedoch nur für pont en arc de Suisse. Mais c’est un è consentita solo a coloro che non einem Rosenkrieg mit seiner Ex-Frau avec son ex-femme, cet administrateur questo fiduciario indipendente ha from his wife, the independent trustee senza sturnizi. Il lieu da lavur è num- Schwindelfreie geeignet. Der Arbeits- travail réservé à ceux qui n’ont pas le soffrono di vertigini. Il posto di lavoro brach der selbstständige Treuhänder indépendant a plié bagage et quitté tolto le tende dalla regione zurighese, broke his ties to the Zurich area and nadamain 200 meters sur il fund da la ort befindet sich nämlich 200 Meter vertige. Le chantier se situe à environ si trova infatti a 200 metri sopra il seine Zelte im Grossraum Zürich ab la région zurichoise. Il a erré deci delà girovagando per anni. Il suo reinseri- roamed around for years. His attempt val. Ed er la moda da construir da la über der Talsohle. Die Bauweise, mit 200 m au-dessus du fond de la vallée. fondovalle. Anche il metodo di realiz- und reiste Jahre lang herum. Sein durant des années. Son retour rate, mento nel mondo del lavoro fallisce: at re-entry fails. Martin finds no work, punt è unica. La punt vegn erigida cun der die Brücke erstellt wird, ist La conception du pont est en effet zazione è unico: il cosiddetto sistema Wiedereinstieg misslingt, Martin findet Martin n’a pas retrouvé de travail ni Martin non trova né lavoro, né casa. no place to stay, and this vicious l’uschenumnada metoda da construc- ebenfalls einzigartig. Im sogenannten unique. Toute la construction est di «costruzione libera», prevede che keine Arbeit und keine Bleibe, der d’endroit pour vivre. Le cercle infernal Questa spirale infernale lo porta a circle traps him in homelessness. With ziun libra e tegnida en l’aria mo cun Freibauverfahren wird die gesamte maintenue en l’air uniquement par l’intera struttura sia sostenuta soltan- Teufelskreis führt ihn in die Obdach l’a conduit à la clochardisation. Avec mendicare. Con una franchezza inusi- remarkable frankness, the father and sugas d’atschal. Per ils constructurs Konstruktion einzig durch Stahlseile des câbles d’acier sous tension. Pour to da cavi d’acciaio. Per il costruttore losigkeit. In bemerkenswerter Offen- une franchise remarquable, ce père tata, il padre di famiglia descrive former family man describes how da la punt è questa lavur ina gronda in der Luft gehalten. Für die Brücken le constructeur, c’est un défi majeur. di ponti, questo lavoro è una sfida heit schildert der Familienvater, wie de famille raconte comment il se sent come si senta respinto dalla società, he feels rejected by society – in the sfida. La contribuziun da Curdin Fliri bauer ist diese Arbeit eine grosse La contribution de Curdin Fliri docu- importante. Il servizio televisivo di er sich von der Gesellschaft ausge- rejeté de la société, tout en sachant pur nella consapevolezza che la sua full knowledge, that the publicity documentescha la moda da construir Herausforderung. Der Beitrag von mente la conception spectaculaire du Curdin Fliri documenta il sistema di stossen fühle – im Wissen darum, que son apparition à la télévision ne testimonianza in televisione potrebbe of being on television may not just be spectaculara da la punt da Tamina. Curdin Fliri dokumentiert die spekta- pont de la Tamina. costruzione spettacolare del ponte dass ihm die Publizität im Fernsehen peut rien lui apporter, mais au essere utile, ma anche controprodu- beneficial, but also harmful to him. nicht nur nützen, sondern auch contraire lui être dommageable. cente. schaden kann. kuläre Bauweise der Taminabrücke im Tamina, nella valle laterale del Reno, Seitental des Rheintals bei Bad Ragaz. nei pressi di Bad Ragaz. 34 swiss press print swiss press video Raphael Amrein Schweiz Aktuell (SRF1) Gewinner | Gagnant | Vincitore | Winner 35 36 swiss press print swiss press video Roman Wasik Spezialsendung Dihei uf de Strass (TeleZüri, Tele M1) Nominiert | Nominé | Nominato | Nominee swiss press video Curdin Fliri Telesguard (Radio/Fernsehen der rätoromanischen Schweiz) Nominiert 37 | Nominé | Nominato | Nominee 38 swiss press photo 39 Gewinner Photo Gagnant Photo Vincitore Photo Winner Photo Michael von Graffenried Yvain Genevay Le Matin Dimanche The photo jury from left to right: Ignaz Staub, Antonio Mariotti, Michiel Munneke, Brigitte Meyer, Luc Debraine, Ruben Sprich, Mark Henley «Die Gewinner beweisen schön, dass nicht ein einzelnes Sujet entscheid end ist, sondern nach wie vor das Auge des Fotografen.» Ignaz Staub, Jury-Präsident Photo Die syrische Flüchtlingsfamilie Jneid La famille Jneid, qui a fui la guerre en Syrie La famiglia di rifugiati siriani Jneid The Family Jneid, Refugees from Syria Publiziert am 13. Juli 2014 Publié le 13 Juillet 2014 Pubblicato il 13 luglio 2014 Published on 13 July 2014 Die Reise der Hoffnung endet tragisch: Le voyage de l’espoir s’est achevé de Il viaggio della speranza si conclude A tragic end to a voyage of hope: Am 4. Juli 2014 wird die syrische manière tragique : le 4 juillet 2014, tragicamente: il 4 luglio 2014, la fami- On 4 July 2014, the Jneid family from Familie Jneid, die mit einer Gruppe la famille syrienne Jneid en route avec glia siriana Jneid, trovandosi in viaggio Syria are on their way from Milan to von Flüchtlingen auf dem Weg von un groupe de réfugiés sur le chemin da Milano a Parigi con un gruppo di Paris as part of a group of refugees, Mailand nach Paris ist, im französi- de Milan à Paris, est arrêtée dans rifugiati, viene fermata in Svizzera. when they are stopped in the French schen Jura angehalten und über die le Jura français. L’épouse est enceinte La donna è incinta di sette mesi e la- Jura and deported to Italy via Switzer- Schweiz nach Italien gebracht. Die au septième mois et souffre de ma- menta dolori. Dopo il ritorno forzato land. The wife is seven months preg- Frau ist im siebten Monat schwanger laises. Sur le chemin de retour, elle in Italia, si accascia sul marciapiede nant and complains of severe pain. und klagt über Beschwerden. Nach s’effondre sur le quai de gare de Domo- della stazione ferroviaria di Domodos- In Domodossola, she collapses on the der Rückführung bricht sie auf dem dossola. Elle accouchera d’un enfant sola. Il suo bambino viene alla luce platform. By the time they reach Bahnsteig von Domodossola zusam- mort-né à l’hôpital. Le bébé est en in ospedale, ma è senza vita. Viene the hospital, any hope of saving her men. Ihr Kind kann im Spital nur noch terré sur place. Depuis, la famille a sepolto in questa stessa località. baby is lost, her child is stillborn, and tot geboren werden. Es wird vor Ort obtenu l’asile en Italie. Sucessivamente, la famiglia ottiene is buried nearby. Later, the family asilo in Italia. is granted asylum in Italy. beerdigt. Die Familie erhält später in Italien Asyl. Aktualität / Actualité Attualità / News Alltag / Vie Quotidienne Vita Quotidiana / Daily Life Reportagen / Reportages Reportage / Stories Porträt / Portrait Ritratti / People Sport / Sports Sport / Sports Ausland / Étranger Internazionale / World Yvain Genevay Drame de l’asile – une jeune femme syrienne (Series) Le Matin Dimanche Stephanie Borcard / Nicolas Metraux Fading Memories (Series) Swissinfo, 24 Heures Helmut Wachter Happy End (Series) tagesanzeiger.ch, bernerzeitung.ch, baslerzeitung.ch, derbund.ch Flavia Leuenberger Giovanni Vassalli (Single) ticinosette Annick Ramp Hans Ueli Brönnimann, Special Olympics (Single) Neue Zürcher Zeitung Jean Revillard Les électrosensibles (Series) L’Hebdo 2. Olivier Vogelsang Jeunesse islamique à Fribourg (Series) Tribune de Genève 2. Kleio Obergfell Territoire (Series), Le Courrier 3. Gabriele Putzu Isola sul piano di Magadino (Single) Ti-Press / Keystone 3. Reza Khatir TeatroDanzaGiovani (Single) ticinosette 2. Chris Iseli Die Stadt mit der höchsten Sozialhilfequote (Series) Aargauer Zeitung 3. Kostas Maros Cabaret Bizarre (Series) Basler Zeitung, Tages Woche 2. Christian Lutz Fille des Libellules (Single) La Tribune de Genève 3. Christian Schnur Schriftsteller Lukas Bärfuss (Single) Das Magazin 2. Reto Oeschger, Die 122. Minute (Single) Tages-Anzeiger 3. Peter Klaunzer Wrestling Schweizer Meisterschaften (Single), Keystone, verschiedene Medien 2. Thomas Kern Karneval in all meinen Träumen (Series) Grands Reportages 3. Dominic Nahr Daben City (Series) SRF3 Online 40 Domodossola, 12. Juli 2014: swiss press print Die syrische Flüchtlingsfamilie Jneid trauert um ihr jüngstes Kind. Mutter Suoha, 22, hat eine Totgeburt erlitten, nachdem sie von den Schweizer Behörden nach Italien zurückgeführt wurde. Der Vater erhebt schwere Vorwürfe gegen die Beamten, sie hätten den schlechten Gesundheitszustand seiner Frau nicht ernst genommen. Domodossola, 12 juillet 2014 : les membres de la famille Jneid, des réfugiés fuyant la guerre en Syrie, pleurent leur dernier-né. La mère, Suoha, 22 ans, a donné naissance à un enfant mort-né après avoir été refoulée de Suisse vers l’Italie. Le père adresse de sévères reproches aux fonctionnaires suisses qui n’ont pas pris au sérieux le mauvais état de santé de sa femme. Domodossola, 12 luglio 2014: la famiglia di rifugiati siriani Jneid piange l’ultimogenito. La madre Suoha, 22 anni, ha perso il bambino che portava in grembo, dopo che le autorità svizzere hanno ricondotto la famiglia in Italia. Il padre muove gravi accuse ai funzionari: non avrebbero preso seriamente in considerazione le precarie condizioni di salute di sua moglie. Domodossola, July 12, 2014: The family Jneid, refugees from Syria, is mourning its youngest member. 22-year-old mother Suoha’s child was stillborn, after the Swiss authorities deported the family to Italy. The father lays a heavy portion of the blame on the officials, stating they hadn’t taken his wife’s poor state of health seriously enough. swiss press photo Yvain Genevay Le Matin Dimanche Gewinner | Gagnant | Vincitore | Winner 41 print Abt Ueli Achermann Barbara Armanios Rachad Bacher Thomas Bader Nora Balmer Dominik Bangerter Annika Batthyany Sacha Beeli Augustin Bernhart Christian Binz Simon Blanchard Pierre Bollinger Nicolas Bonsaver Francesco Bourgeois Lise Brechbühler Yves Breitinger Eric Brignoni Raffaella Brühlmann Kevin Bucher Denise Buchs Christoph Buhler Tiphaine Bühler Urs Burnier Pascale Butorin Andrea Camponovo Federico Cavelty Gion Mathias Cheda Matteo Christ Stefanie Comtesse Mirjam Cormon Pierre Däpp Walter Desbiolles Chantal Drechsler Nicolas Eberhard Andres Favre Catherine Favre Cléa Feller Elisabeth Feuz Patrick Filliez Xavier Finessi Andrea Flieger Katharina Francey Olivier Franchini Federico Freda Sylvia Füchslin Bruno Gallinelli Sven Gasser Benno Gasser Patrick Gautier Dinu Gehrig Janina Geissbühler Stefan Geisseler Zeno Gepp Anina Gimes Miklos Graf Susanne Gräflin Carole Gross Dominik Guggisberg Rahel Hedinger Sandrine Heiniger Ralph Heitz Dominik Hilfiker Ernst Hilzinger Stefan Hoffmann Joël Huber Marius Hug Christian Hürlimann Brigitte Jaeggi Sarah Jan-Hess Isabel Jansen Valeska Jecker Flurin Jeitziner Marco Jirat Jan Jotterand Cédric online radio Amberg Shirley Atmani Mehdi Bass Nicolo Bauer David Biasio Fabian Biéler Gilles Binswanger Michèle Botti Mauro Brechbühler Yves Cerutti Joél Cher Hared Hassan Cochard Catherine Dayer Thomas Devenish Nora Domeisen Gabriela Gasser Patrick Gertsch Christof Ghiselli Luca Jordi Hanna Koch Lea Krämer Jürg Meier Simone Mettler Jon Nagy Thom Nicca Casper Odermatt Omar Pirolt Sabine Rieder Sebastian Rosch Benjamin Ruetsch Evan Salzmann Claudia Schärer Walter Sönmez Demir Spinnler David Wedl Johanna Zaslawski Valerie Zehr Angelo Zurbriggen Adria Baumer Matthias Brunner Céline Buchbinder Sascha Cimmino Nicoletta Droux Antoine Frick Bodo Fritzsche Daniel Glur Daniel Gutersohn Thomas Haefeli Rebekka Hauschild Sara Hillauer Rebecca Inauen Philipp Iselin Sophie Kohler Dieter Kronenberg Heidi Laube Luca Liechti Silvio Maier Anna Moser Alex Pelosi Dario Sahli Michael Schürch Rolf Simeon Dorotea Spinnler David Strauch Chris Velati Maurice Vincenz Curdin Vogt Beat Vultier Nicolas Wieland Maria-Anna Wittwer Yolanda Zuercher Sascha Zumstein Lukas Kaps Annekatrin Kaufmann Andreas Keller Christian Kistler Tatjana Klopfenstein Nadine Knellwolf Thomas Kunz Yasmin Kürschner Iris Kutschera Thomas Lehmann Fritz Leroy Raphaël Lipp Jacqueline Lukoschik Andreas Marti Tobias Martucci Marco Maurer Andreas Mettler Jon Minonzio Gini Minor Liliane Moning Beat Moser Adrian Manuel Naguib Costanza Niedermann Florian Nikolic Dejan Nittnaus Michael Nobs Markus Nussbaumer Christoph Packiry Kessava Pajarola Jano Felice Parvex Marie Perret Florence Peternell Svend Petrovic Magdalena Pfund Ramona Plüss Mirko Probst Roger Badertscher Claudia Rasic Sasa Banholzer Roman Reich Julian Burgherr Till Revello Sylvia Casciaro Elisa Rilling Katharina Dobler Stefan Rossier François Eisenring Yvonne Rothmund Susanne Fliri Curdin Rüegsegger Hans-Ruedi Günter Rolf Ruetsch Evan Gbegan Joël Dewanou Rutschi Sandra Honegger Basil Schaible Franz Huber Laila Scheurer Michael Humbel Georg Schlegel Benjamin Inhofer Aline Schluchter-Donski Barbara Karasek David Schnider Urs Kremer Anne-Käthi Schumacher Samuel Lanz Stefan Senn Claudia Maier Anna Silini Carlo Müller Remo Simon Sophie Mendoza Cecilia Simonsen Leif Mossaz Stephen Sommer Fabian Parisotto Salce Fabrizio Städler Iwan Plachesi Adrian Staub Peter Häberli Prisca Stephan Julia Ringgenberg Cynthia Suessli Filippo Robbiani Vito Taverner Andreas Seligmann Varuna Théry Marjorie SteinerPierre-Alain Trautmann Ursina Thomi Matthias Tuchschmid Ivo Vogel Thomas Wanner Aline von Roten Julien Wasser Guido J. Wasik Roman Wedl Johanna Weibel Joel Weingartner Basil Wenger Jean-Luc www.swisspressphoto.ch Wieland Benjamin Wittenwiler Ronny Wölfli Marco Wüthrich Urs Zimmerli Sandro Zinsli Hans Juerg Zumbühl Myriam Zünd Céline Zürrer Stefa video photo Ackermann Niels Aeberhard Christian Agosta Francesca Albertalli Reto Albouy Pierre Amez Pascale Amrein Pius Anderegg Stefan Anex Anthony Anex Sébastien Anliker Tobias Auf der Mauer Daniel Bader Claudio Baer Adrian Balibouse Denis Bally Gaetan Basic Goran Baumann Dominik Baur Dominik Beutler Christian Biasio Fabian Bieri Marcel Bleuze Laurent Bobst Christian Bodmer Andreas Bohrer Stefan Bonson Christian Borcard Stéphanie Bösch Stephan Bosshard Gérald Bott Jean-Christophe Bretscher Adrian Brodard Nicolas Brun Christian Brunner Pit Bucher Urs Bühler-Rasom Markus Buholzer Michael Bürgisser Boris Cabrera Georges Chételat Valérie Christen Mischa Coffrini Fabrice Colombo Régis Cortis Jojakim Cretton Georges-André Cugini Lorenz Della Bella Alessandro Dervey Chantal Di Domenico Valeriano Di Matteo Maurane Di Silvestro Jean-Patrick Diderich Claude Domeisen Gabriela Dubost Eric Dubuis Frédéric Dufey François Duperrex Michel Dutoit Philippe Ehrenzeller Gian Fanconi Doris Fieni Matteo Flusin Lionel Fornera Gerry Freudiger Emanuel Frey Kuster Friederich Manu Frietsch Markus Frommenwiler Peter Frutiger Daniela Fuchs Patrik Gasser Patrick Geisseler Zeno Genevay Yvain Gianinazzi Pablo Nadir Yanik Gillieron Laurent Gillieron Lopreno Patrick Girardin Magali Gobet Martial Golay Samuel Golinelli Adrien Good Desiree Grossi Gianluca Guélat Samuel Guinnard Jean-Paul Guiraud Laurent Haenni Aude Hametner Nicole Herzig Christian Hildebrand Christian Herbert Hlavacek Sava Hodel Thomas Hofer Karin Hug Karl-Heinz Iseli Chris Iuncker Steeve Jost Hans Peter Kaiser Stefan Käser Matthias Kaufmann Andreas Kefalas Georgios Kellenberger Daniel Keller Christian Kern Thomas Khakshouri Joseph Khatir Reza Kissling Jean-Jacques Klaunzer Peter Kobel Martin Kraemer Patrick B. Lander Tanja Le Cunff Hervé Leanza Ennio Lehmann Fritz Leimer Stefan Leuenberger Flavia Limina Michele Lo Verso Fabio Lopez Manuel Lutz Christian Maeder Lukas Maeder Philippe Magaz Salva Magnani Sebastian Maire Olivier Manser Benjamin Manzoni Christian Marchon David Maros Kostas Martenet Didier Massot Pierre-Yves Matt Manuela Meier Sibylle Mentha Frank Merz Fred Métraux Nicolas Meyer Stefan Micciché Giuseppe Mora Pascal Moser Adrian Mottaz Eddy Muller Pascal Musset Guillaume Naegeli Remo Nahr Dominic Neeser Rolf Nobs Markus Nöcker Marcel Obergfell Kleio Oeschger Reto Pache Philippe Palanikumar Rita Pedrazzetti Franca Petroni Bruno Pizzolante Anna Porchet Thierry Putzu Gabriele Python Jean-Guy Ramp Annick Reguzzi Carlo Renaud Marc Reufer Thomas Revillard Jean Rey Bertrand Ries Mirko Rihs Daniel Rodriguez Nelly Rothenbühler Franziska Rouèche Alain Ruckstuhl Christoph Ruef Didier Ruetsch Evan Ruis René Salinas Julian Sapio Nicolino Schaer Francois Schlatter Reto Schlegel Benjamin Schmid Maxime Schmid Roland Schnur Christian Schoch Simon Schröter Stefano Schweizer Beat Seeger Dieter Simeonov Lazar Skeie Kristian Smaz Dom Sommer Samuel Sonderegger Adrian Sönmez Demir Stamm Fabian Steinmann Dominic Stieger Sophie Streun Adrian Tanner Simon Troesch Alex Trümpy Samuel Truog Mara Tuchschmid Ivo Unternaehrer Fabian van Dierendonck Bernard Verissimo Valdemar Voelin Alexis Vogelsang Olivier Voirol Xavier Völlm Susanne von Gunten Andreas von Niederhäusern Cédric Vozza Anita Wachter Helmut Wasser Guido J. Wavre François Wermuth Stefan Wetzel Dirk Wiegmann Arnd Wunderlin Sabine Wüthrich Tomas Zanetti Luca Zanetti Pia Zumstein Michael Alessandro della Valle, Keystone Teilnehmerliste Liste des Participants Lista dei Partecipanti List of Participants The award ceremony at the Stadttheater Bern on 25 April, 2014. All 2014 winners from left to right: Samuel Tanner (winner Print), Marcel Gyr (Online), François Gross (Life Time Achievement Award), Mark Henley (Swiss Press Photographer of the Year), Maurine Mercier (Radio) Sophie Hostettler (TV). www.swisspressaward.ch swiss press song 15 Schurni-Blues E Schurni vo dr alte Schuel, dä het gäng ds Neuschte gwüsst Wenn är im News-Room het e Bildschirm gseh, het ne grad d Muse küsst Aber sy Chef het gseit: «Du muesch mit em Mainstream gah. Üsi Branche het e Krise, es isch es mega-Dilemma!» Wie söll das alls rentiere, das isch doch ds Problem Was mache mir mit dr Wärbig? Was mit em Zahligssystem? Es git Frage über Frage, wär i däm Business gwinnt Isch es Facebook, isch es Google, isch es Online oder Print? Es het de es Medie-Gwitter gäh i dr Zytigsredaktion E Shit Storm uf Twitter, e Silikon-Situation Üse Schurni seit: «Dä Hype, dä Skype, dä Häcker-Seich, das bruchen i nie meh!» Isch use i ds wältwyte Netz verreist, u me het ne nie meh gseh. Polo Hofer