Riviera del Brenta - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia
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Riviera del Brenta - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia
i ta 4 lia no d eut s ch Itinerario/Rundfahrt Riviera del Brenta BrentAdige DIE RIVIERA DES BRENTA MIRA DOLO FIESSO D’ARTICO PIANIGA STRA VIGONOVO FOSSÒ CAMPONOGARA CAMPAGNA LUPIA CAMPOLONGO MAGGIORE CONA CAVARZERE CHIOGGIA 4 Itinerario/Rundfahrt Riviera del Brenta BrentAdige DIE RIVIERA DES BRENTA MIRA DOLO FIESSO D’ARTICO PIANIGA STRA VIGONOVO FOSSÒ CAMPONOGARA CAMPAGNA LUPIA CAMPOLONGO MAGGIORE CONA CAVARZERE CHIOGGIA L’offerta di ospitalità del Veneto è fatta Das touristische Angebot di proposte famose, che ne fanno un polo di attrazione turistica tra i più ricercati al mondo e che nel 2006 ha superato i 60 milioni di pernottamenti. Il Veneto è una regione completa, che consente in meno di una giornata di passare da spiagge assolate a montagne bellissime come le Dolomiti; da città d’arte straordinarie ad aree naturalistiche incontaminate, la più grande delle quali è il Delta del Po; dal lago di Garda al bacino termale dei Colli Euganei, il più grande d’Europa. Ma dietro ciascuna di queste proposte di vacanza e soggiorno c’è la sicurezza di una popolazione sempre ospitale e di una serie incredibile di centri e località, che sono “minori” per dimensioni, ma non per merito: da città murate a pievi e castelli, da paesi incastonati in ambienti unici a siti museali che raccolgono la storia di un territorio in cui viveva l’uomo paleolitico e dove la civiltà ha iniziato a muovere i suoi passi mille anni prima di Cristo. Qui si è sviluppata la storia delle genti venete e del loro legame con la terra, che ha creato non solo città, ma paesaggi agresti invidiabili e produzioni vinicole e agroalimentari che non temono rivali al mondo. Queste ultime allietano la naturale convivialità della gente e “prendono per la gola” quanti giungono in Veneto provenendo soprattutto da altri Paesi che non dispongono di un retroterra altrettanto variegato e di qualità, fatto di colori, sfumature, gusti, sapori e profumi. Il merito della presente guida, perciò, sta proprio in questo: vuole proporre gli aspetti meno noti del nostro Veneto, di solito trascurati dai grandi circuiti e dalle tradizionali offerte turistiche. Proprio tali aspetti sono, invece, una occasione da cogliere per dare più qualità alle proprie vacanze e ai propri soggiorni. Luca Zaia Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto Venetiens besteht aus berühmten Schwerpunkten, die es zu einem der meistbesuchten Reiseziele der Welt mit über 60 Millionen Übernachtungen im Jahre 2006 macht. Venetien ist eine komplette Urlaubsregion, wo man an demselben Tag von sonnigen Stränden zu wunderschönen Dolomitenbergen, von einzigartigen Kunststädten zu unberührten Naturoasen, vom Gardasee zur Thermalregion der Euganischen Hügel wechseln kann. Doch hinter jedem einzelnen Ferienangebot gibt es die Sicherheit einer immer gastfreundlichen Bevölkerung und einer unglaublichen Reihe von kleineren Zentren und Ortschaften, die nur wegen ihrer Größe, nicht wegen ihres Interesses “klein“genannt werden dürfen: von den befestigten Städten des Mittelalters bis hin zu den Pfarren und Schlössern; von den Dörfern, die mitten in einzigartigen Landschaften liegen, zu den Musealanlagen, die die Geschichte einer tausendjährigen Zivilisation aufbewahren. Aus dieser Geschichte und ihrer Verbindung zu dem Land sind nicht nur Städte, sondern auch anmutige Agrarlandschaften mit Wein- und Lebensmittelproduktionen entstanden, die auf der Welt ihresgleichen suchen. Diese erheitern die natürliche Tafelfreundlichkeit der Bevölkerung und verführen diejenigen durch den Magen, die zuhause über eine ähnlich mannigfaltige und qualitätsvolle Geschmackspalette aus Farben, Düften und Geschmäcken nicht verfügen. Das Verdienst vorliegenden Führers besteht also gerade darin, daß er die weniger bekannten Aspekte unserer Region vorstellt, die normalerweise von den großen Besucherscharen und den traditionellen Ferienangeboten vernachlässigt werden. Doch gerade diese Aspekte bieten die Chance, seinen Urlaub und seinen Aufenthalt in Venetien qualitätsvoller zu gestalten. Luca Zaia Vizepräsident Region Venetien Con il dinamismo che le ha sempre contraddistinte, le Pro Loco dell’entroterra veneziano hanno colto nel suo aspetto più innovativo la strategia che la Provincia ha da tempo indicato per la promozione turistica. Storia, arte, bellezze monumentali ed ambientali, qualità dell’accoglienza ed eccellenze enogastronomiche vengono armonicamente a coniugarsi in un unico itinerario che offre ai turisti più attenti la strada per entrare davvero ‘dentro’ la realtà del territorio. È una identità unica che proprio per questo può trovare il massimo interesse sui mercati internazionali, ma che può anche essere appetibile per un pubblico più vicino che, attratto da mete esotiche, talvolta dimentica di conoscere il contesto nel quale vive. Pieno apprezzamento allora per questi itinerari proposti dalle Pro Loco, protagoniste dell’organizzazione di decine e decine di manifestazioni culturali e folcloristiche nei nostri centri minori, ma sempre attente a spingere il loro sguardo oltre l’interesse locale per dialogare con una realtà internazionale in grado di apprezzare l’identità veneziana. La Provincia di Venezia è lieta di sostenere questo loro sforzo e di poter contare su di un così prezioso e vivace patrimonio di impegno costruttivo radicato nel territorio. Danilo Lunardelli Assessore al Turismo ed alle Pro Loco Provincia di Venezia Mit der Dynamik, die sie schon immer ausgezeichnet hat, haben die Pro-Loco-Fremdenverkehrsvereine des venezianischen Festlands den originellsten Aspekt der Strategie erfaßt, die die Provinz Venedig für die touristische Werbung neulich festgesetzt hat. Geschichte, Kunst, Bauund Landschaftsschönheiten, Qualität in der Unterbringung und kulinarische Spitzenleistungen verbinden sich harmonisch in einem einzigen Gebiet, das den aufmerksameren Besuchern den Weg bietet, um wirklich in die Realität des Landes hinein zu gelangen. Es ist eine allgemeine Identität, die die ganze Provinz verbindet, und gerade deshalb kann sie auf dem internationalen Markt das höchste Interesse wecken, doch sie kann auch für den Teil des Publikums anziehend wirken, das, wenn gleich ganz in der Nähe, oft von exotischen Zielen sich angezogen fühlt und dabei vergißt, das Umland, wo es zuhause ist, näher kennenzulernen. Diese Rundfahrten, die von den Fremdenverkehrsvereinen der Provinz vorgestellt werden, verdienen also unsere ganze Zustimmung. Dieselben Vereine, die die Hauptrolle in der Organisation so vieler Kultur- und Volksveranstaltungen in den kleineren Zentren der Provinz spielen, sind doch immer aufmerksam genug, ihren Blick auch über die Grenze des lokalen Interesses hinaus schweifen zu lassen, um mit internationalen Partnern, die die venezianische Identität insgesamt hochschätzen, Kontakt aufzunehmen. Die Provinz Venedig freut sich also, diesen Versuch der Fremdenverkehrsvereine durch den vorliegenden Führer unterstützen zu können und somit weiterhin auf eine so wertvolle und rege, in das Land so festgeankerte, tätige Mitarbeit hoffen zu dürfen. Danilo Lunardelli Tourismusreferent Provinz Venedig Scoprire e promuovere la nostra storia attraverso la strategia della valorizzazione delle risorse del territorio in cui operano, è una delle peculiarità delle Pro Loco. In questa prospettiva le nuove forme di turismo (balneare, rurale, enogastronomico, religioso, culturale ecc.) possono, senza dubbio, coinvolgere anche le nostre realtà ed essere motivo di sviluppo locale. La stampa di questi itinerari vuole essere un utile strumento per invitare l’ospite a scoprire angoli spesso sconosciuti ma ricchi di storia del territorio Veneziano, attraverso una miriade di manifestazioni, che ogni anno animano le piazze dei nostri paesi. Per realizzare tutto questo, le nostre associazioni, le istituzioni pubbliche, gli operatori economici e la popolazione tutta, si sentono fortemente ed orgogliosamente impegnate nella promozione del proprio territorio per poterlo efficacemente comunicare a quanti vorranno visitare questi luoghi, trovandovi motivo di interesse e piacere. Roberto Masetto Presidente U.N.P.L.I. Pro Loco Veneziane Eine der Besonderheiten der Pro- Loco-Fremdenverkehrsvereine besteht darin, daß sie durch die strategische Neuwertung der Schätze des Landes, in dem sie tätig sind, die Geschichte wiederentdecken und um Land und Sehenswürdigkeiten werben. In dieser Perspektive können die neuen Formen des Tourismus (am Meer, auf dem Lande, Kulinarik-, Religion-, Kulturtourismus, u.a.m.) zweifellos auch die verschiedenen Gebiete unserer Provinz miteinbeziehen und auf lokaler Ebene zu weiterer Entwicklung führen. Die Veröffentlichung dieser Rundfahrten soll auch ein nützliches Mittel werden, um den Gast bei Gelegenheit einer ganzen Reihe von Veranstaltungen, die jedes Jahr die Plätze unserer Dörfer bevölkern, zur Entdeckung oft unbekannter Orte einzuladen, die aber in der Geschichte des venezianischen Festlands wichtig gewesen sind. Um dies alles zu realisieren, fühlen sich unsere Vereine, die Institutionen, Privatunternehmer und die ganze Bevölkerung stolzerweise und stark zur Werbung ihres Gebiets berufen, um es erfolgreich denjenigen mitzuteilen, die diese Gegenden werden besuchen wollen und daran Gefallen und Interesse finden werden. Roberto Masetto Questi itinerari in provincia hanno lo scopo di stimolare i cittadini a conoscere meglio il territorio, e i turisti a visitare i tanti luoghi che, fuori della città di Venezia, meritano di essere visti. Venezia è e resta unica. Ma anche la sua provincia è ricca di storia, di bellezze artistiche, di fascino paesaggistico. Quante cittadine e paesi interessanti sono spesso trascurati o tralasciati negli itinerari di fine settimana, perché poco noti o addirittura sconosciuti, mentre una visita riserverebbe sorprese tanto più piacevoli quanto più inattese. Ecco allora questi itinerari attraverso i centri del Portogruarese, dell’Altinate, del Decumano e della Riviera del Brenta, che hanno la modesta ambizione di mettere cittadini e turisti nella felice condizione di ripensare alla storia di tante realtà della provincia; di cogliere nelle vie, nelle piazze, negli edifici, i segni del loro passato e del loro presente, di godere la bellezza dei paesaggi in cui sono inseriti. Nessuno forse resterà deluso. E’ quanto almeno si spera da parte di chi seguirà questi itinerari in provincia. Präsident U.N.P.L.I. Pro Loco-Fremdenverkehrsvereine Venedig info Diese Rundfahrten in der Provinz haben das Ziel, die Bürger und die Gäste unserer Provinz zu bewegen, dies reizvolle Land näher kennenzulernen und die vielen Ortschaften zu besichtigen, die, obwohl fern von Venedig, einen Besuch verdienen. Venedig ist und bleibt einzigartig. Doch auch ihre Provinz ist reich an Geschichtsereignissen, Kunstschätzen und Landschaftsschönheiten. Wie viele sind nicht die interessanten Städte und Dörfer, die in den Reiserouten der Wochenendausflüge oft vernachlässigt und übersehen werden, weil sie weniger bekannt, wenn nicht sogar unbekannt sind, wo doch ein Besuch voller Überraschungen sein könnte, die umso angenehmer wirken, je unerwarteter sie sind. Darum werden durch diesen kleinen Reiseführer einige Rundfahrten in den Zentren des Decumano, entlang des Flusses Brenta, in der Region von Portogruaro und Altino, zwischen den Flüssen Sile und Piave und in Ostvenetien vorgestellt: sie haben das ehrgeizige Ziel, Bürger und Gäste in die Lage zu setzen, über die Geschichte vieler Ortschaften nachzudenken, in den Straßen, den Plätzen und Gebäuden, die Zeichen der Vergangenheit und der Gegenwart zu entdecken, sowie die Schönheit der Landschaft, worin sie sich befinden, zu genießen. Unsere Hoffnung ist, daß keiner von dem Versuch enttäuscht sein möge. Ambito Territoriale di Chioggia Lungomare Adriatico, 101 30019 Sottomarina (VE) Tel 041.401068 fax 041.5540855 info: [email protected] www.chioggiatourism.it Anbito Territoriale di Venezia Castello, 5050 30122 Venezia Tel 0415298700 fax 0415230399 info: [email protected] UNPLI Venezia Pro Loco veneziane via Roma, 1 Santa Maria di Sala (VE) tel e fax 041487560 info: [email protected] www.unpli.provincia.venezia.it • www.turismo.provincia.venezia.it 1 BELLUNO TREVISO PIANIGA VERONA VICENZA PADOVA ROVIGO VENEZIA N O S E RIVIERA DEL BRENTA La Riviera del Brenta Die Riviera des Brenta La Villa Nazionale Pisani a Stra È un itinerario per molti aspetti unico, perché offre un’occasione preziosa di ammirare, con le bellezze naturali del paesaggio, i prodotti di una civiltà elegantissima, ricca di inventiva e di senso del bello, oltre che dotata di un gusto singolare per il vivere sereno. Das ist in vieler Hinsicht eine einmalige Route, die uns die wertvolle Gelegenheit bietet, die sich mit der landschaftlichen Sehenswürdigkeiten der Umgebung verschmelzenden Produkte einer Kultur zu bewundern, die reich an Eleganz, Geist und Sinn für die Schönheit war und die das unbeschwerte Leben schätzen wusste. un po’ di storia ein wenig geschichte Passata sotto la signoria della Serenissima, la Riviera del Brenta ne ha sentito la presenza, perché l’unificazione della terraferma, avvenuta fin dal XV secolo, e il suo controllo erano per Venezia un’inevitabile necessità. Infatti la conquista della terraferma aveva mutato l’equilibrio dell’economia interna veneziana. L’accumulazione di profitti, forse non riassorbibili in nuove operazioni mercantili, spinse i nobili veneziani verso impegni fondiari, anche come riserve per fronteggiare eventuali crisi. Così assunsero sempre maggiore sviluppo i redditi fondiari, nella diffusa convinzione che fosse necessario dare impulso alle colture agrarie ed estendere l’opera di bonifica, esaltando la “santa agricoltura”, come sosteneva Alvise Cornaro, ma senza ripudiare e meno ancora abbandonare la tradizionale vocazione mercantile. Comunque un flusso consistente di denaro fu rivolto agli Die Riviera des Brenta wurde durch den Einfluss der Venezianischen Seerepublik geprägt, weil die Vereinigung mit dem Festlande, die im XV Jahrhundert stattfand, und deren Organisierung für Venedig eine unvermeidliche Notwendigkeit waren. Die Entdeckung und die folgende Eroberung des Hinterlandes hatte das stabiles Gleichgewicht in dem venezianische Wirtschaftssystem gestört. Dazu trugen auch die gewandelten internationalen Verhältnisse bei, die die reichen venezianischen Patrizier dazu bewogen, den durch den Seehandel erworbenen Gewinn in sicheren Immobilien zu investieren. Die Investitionen erwiesen sich als erfolgreich und man kam zur Überzeugung, dass es sich lohnte die Landwirtschaft zu fördern und die Arbeiten der Trockenlegung fortzuführen, um der “heilige Ackerbau zu treiben“wie Alvise Cornaro ihn nannte, aber ohne die traditionelle Geschäftssinn 2 Die Villa Nazionale Pisani in Stra RIVIERA DEL BRENTA La Riviera del Brenta Die Riviera des Brenta La villa Contarini dei Leoni a Mira riflessa nella Brenta investimenti immobiliari in genere e fondiari in particolare in terraferma, con la erezione di ville dove l’aristocrazia preferiva, alla mercatura, sempre più prolungati soggiorni campestri, oscillanti tra ozi brillanti e interessamento agronomico. Ciò fu anche favorito dall’aumento dei prezzi, dalle ricorrenti crisi annonarie e dalle accresciute difficoltà di approvvigionamento. Così la terraferma funse da riserva alimentare per Venezia, spinta a innovazioni agronomiche e a una attività di bonifica anche a causa delle sempre più burrascose vicende storiche. Iniziamo dunque l’itinerario lungo la Riviera del Brenta, che presenta caratteristiche ambientali, umane, paesaggistiche e soprattutto artistiche nelle quali si riscontrano i segni meravigliosi, oltre che dei fasti della Serenissima, del genio di tanti artisti nell’ideare, costruire e affrescare le ville, che si affacciano sulle due sponde del Naviglio in direzione di Padova fino a Stra: “La più bella passeggiata d’Europa”. zu verleugnen. Viel Geld wurde in Immobilien und Ländereien, besonders im Festlandes angelegt. Die Patrizier wetteiferten beim Bau von schönen Villen, wo sie ausgedehnte Aufenthalte verbrachten. Landsitze zum Ausruhen, zum Genießen, bei denen sie die Bewirtschaftung ihrer Ländereien überwachten. Diese Interesse für die Landwirtschaft wurde durch die Steigerung der Preise der Lebensmittel und durch die regelmäßig wiederkehrenden Schwierigkeiten in der Lebensmittelversorgung erregt. Das Festland wurde zur Lebensmittelreserve für Venedig und die Patrizier sich zur Innovation der Methoden des Ackerbaus und zu neuen Arbeiten der Trockenlegung gezwungen sahen. Wir starten doch unsere Reise die Riviera des Brenta entlang, die menschliche, landschaftliche und kulturelle Spuren bis heute behalten hat und nicht nur vom Prunk und Glanz der Republik Venedigs aber auch vom Geist der Künstler, die diese Villen entworfen, errichtet und mit Fresken verziert haben. Diese Villen liegen an beiden Ufern des Kanals, der in Richtung Padua bis nach Stra fließt. Von Mira aus fängt “die schönste Promenade in Europa“an. 3 Die Villa Contarini dei Leoni in Mira widerspiegelt sich im Wasser ein wenig geschichte Risale senza dubbio all’età romana, divenendo agglomerato urbano probabilmente nel secolo XI. Oriago, poi, citata da Tito Livio, era centro di traffici, trovandosi vicino alla Via Altinate. Dopo il Mille, queste località ebbero notevole sviluppo socio-economico proprio per la presenza del corso d’acqua, appartennero alle varie signorie succedutesi a Padova. Anzi, come del resto gli altri luoghi della Riviera, segnarono la linea di demarcazione tra i possedimenti veneziani e padovani, finché la Serenissima, agli inizi del secolo XV, consolidò definitivamente il suo dominio su tutto il territorio. Dominio che finì per oscurare le tracce delle precedenti vicende storiche. Così alle antiche chiese e pievi si aggiunsero in maniera prepotente le ville, che divennero il centro di un complesso residenziale e produttivo. Der Ursprung der Ortschaft Mira, die zur Stadt in dem XI Jahrhundert wurde, ist auf die römische Zeit rückführbar. Die nahe liegende Ortschaft Oriago war zur Zeit ein Handelszentrum, weil sie an der stark befahrenen Via Altinate lag und wurde deshalb von Tito Livio in seinen Werken erwähnt. Nach dem XI Jahrhundert kamen diese Ortschaften zu einem neuen wirtschaftlichen und gesellschaftlichen Aufschwung, da der Fluss es gestattete, Venedig direkt auf dem Wasserweg zu erreichen und die Riviera auch mit Padua verband. Und Padua spielte eine wichtige Rolle in dieser Entwicklung, weil Mira und Oriago von die in Padua sich aufeinander folgenden Herrschaften beherrscht wurden: wie die andere Ortschaften der Riviera stellten sie die Grenzen zwischen den Besitzungen von Venedig und Padua aber das dauerte nur solange, bis die Seerepublik ihre HerrOlmo schaft über das ganze Gebiet ausübte. Diese Herrschaft ließ Ghebba die Spuren der frühren Kulturen teilweise erwischen. So neMalp aga ben den antiken Kirchen und Pfarreien sprießen viele prächtigen Villen wie Pilze aus den Boden. DieCa' Villen wurden zum dell'Armi Scolo Bottenigo Kern des Lebens und der Agrarproduktion der Zeit. da visitare Marano Le Ville, dunque. I migliori architetti si impegnarono nella loro costruzione, dal secolo XVI al secolo XVIII, lungo tutta la Riviera. Sono testimonianze ancora vive e splendide Vetregodi una civiltà che seppe, ad un dato momento della storia, Laghetto dei cigni (Riser va di pesca) ) IA (A4 E B Molin Rotto BA E N Gambarare ST I E T N TO N Malcontenta 1 So res Seriola Veneta ina Fin ar da T TE E L Porto Menai E Brentelle lle20 Case Baldan Ponte dei Morti LE o R no olo A a rd Piazza Vecchia ina olo Sc res So a Fin nte Z issim E I L C lo Sco Brent onc i R L uov io N A R IO l Tag 17 19 18 ra Taglio Mira Vecchia Le Buse Sc LC Fosca ra 10 A Bonda 11 M Fossa 13 riago Canale O L O Sabbiona Bosco Grande 9 P I C C O Perale Canale 22 14 23 21 12 26 25 24 S C O Case Moro Borgo dei Fiori 7 15 16 Molinetti 2 I N A 4 Riscossa 11 Mira 27 B O 5 8 Scolo T ergolin o Rio Serrag lio 6 Scolo Lusore Ca' Sabbioni Scolo Dogalet to I C O un a D ON L Scolo Pianca ZZ co lo Co m Parco del tore 3 O RE Zeze nigo B Rosso ‘ Z E Z E N I S Canale di Mirano CA B A S S E Scolo Oriago Scolo ENEZ NO - V Canale Tron Borbiago C A L L E S E L L E RIVIERA DEL BRENTA un po’ di storia A A MIL TRAD S O T U E 4 Mira B RIVIERA DEL BRENTA Mira Le due facciate e a destra, una sala affrescata, con un particolare, della Villa Foscari a Malcontenta conciliare le esigenze pratiche della produzione agraria, dovute alle difficoltà crescenti nei commerci con l’Oriente e al declino dei traffici mediterranei per la scoperta dell’America, con il gusto, la cultura e la raffinatezza della vita. Infatti, davanti a queste ville è facile intuire come esse abbiano avuto le funzioni di insediamento, di organismo produttivo, di cellule colonizzatrici, ossia come strumenti di governo delle campagne e poi come luoghi di villeggiatura: basti osservare la particolare posizione e poi la struttura, dalle differenti tipologie. Più austere le cinquecentesche, più libere e fantasiose le secentesche, più razionali invece le settecentesche. Iniziamo quindi il fascinoso percorso che porta alla scoperta di questo immenso patrimonio, partendo da Mira. Bisogna tuttavia ricordare che Mira ha dei confini molto estesi e abbraccia località come Malcontenta, Oriago, Gambarare e poi Mira Porte, Mira Taglio e Mira Vecchia (o piazza), che si estendono lungo il corso del Naviglio per più di 3 chilometri. Possiamo ora iniziare il percorso partendo proprio da Malcontenta. Oltre un’ansa del Naviglio, immersa nel verde, incontriamo la famosa Villa Foscari 1 , circondata da una magia fiabesca, in quanto il nome, con il quale è più nota, Malcontenta, appunto, rinvia alla leggenda di una nobildonna della casata Foscari accusata di adulterio e costretta a vivere in questa dimora. Vera o no la leggenda, ciò che rende celebre la Malcontenta è che si tratta di una delle invenzioni architettoniche più originali di Andrea Palladio, per la forma armoniosa ed elegante, ma al tempo stesso solenne e compatta. Terminata nel 1560 per Nicolò e Luigi Foscari, appartiene senz’altro alla piena maturità del grande architetto. Fermiamoci a contemplare la facciata settentrionale, formata da un pronao ionico appoggiato su un alto basamento, al quale si accede da due scale laterali. La facciata a mezzogiorno, invece, è di composizione più semplice, a larghe bugne, dominata da una finestra termale che illumina il salone centrale del piano nobile. L’interno è grandioso, con una vasta scala a croce greca. Gli affreschi hanno per tema raffigurazioni mitologiche e allegoriche di Battista Franco e Giambattista Zelotti, al piano nobile, nel salone centrale. Lo Zelotti ha dipinto, sulla volta del soffitto, un esagono con raffigurazioni di virtù e quattro ovali con immagini mitologiche. Le pareti sono divise in riquadri formati da colon- sehenswürdigkeiten Die Villen. Ab den XVI bis den XVIII Jahrhundert wurden die besten namhaften Architekten für die Einrichtung der Villen die ganze Rivera entlang engagiert. Diese Villen sind noch lebendige und prachtvolle Zeugnisse einer Kultur, die die Bedürfnisse der von steigernden Schwierigkeiten des Handels mit dem Osten und der Verfall des Handels im Mittelmeer nach der Entdeckung Amerika stark geprägte Agrarproduktion mit dem Sinn für Kunst, der Kultur und dem raffinierten Leben versöhnen wusste. Auch wenn man diese Villen nur von außen betrachtet, ist einfach intuitiv ihre mehrere Funktionen zu erkennen: als Landhäuser zum Ausruhen und zum Überwachen der Bewirtschaftung der Ländereien, aber auch als Landgüter mit Ställen und Scheunen für die Agrarproduktion und als prächtige Sommerresidenzen. Deren eigentümliche Lage und deren Struktur, die unter verschiedenen Baustilen gegliedert werden können, zeugen von den obengenanten verschiedenen Funktionen. Die einfachsten Gebäude stammen aus dem XVI Jahrhundert, die freisten und phantasievollsten aus dem XVIII Jahrhundert die zweckmäßigsten aus dem XVIII Jahrhundert. Von Mira aus beginnen wir unsere reizvolle Reise, die uns zur Entdeckung diese außerordentlichen Kunstschätze führt. Die Grenzen von der Gemeinde Mira erstrecken sich weit für mehr als 3 Kilometer den schiffbaren Kanal entlang und schließen die Ortschaften Malcontenta, Oriago, Gambarare und Mira Porte, Mira Taglio und Mira Vecchia ein. In Malcontenta erwartet uns unser erster Besuch. An einer Windung des Brentaflusses liegt die berühmte im Grünen eingebettete Villa Foscari auch Malcontenta genannt. Der Name “Malcontenta“(“die Unzufriedene“) soll sich auf eine Edelfrau aus der Familie Foscari beziehen, die zur Buße für ihr ausschweifendes Leben hierher verbannt worden war. Was zur Ruhm dieses Kunstwerks beigetragen hat, ist das harmonische und elegante aber gleichzeitig prächtige und feste Aussehen, eine der originellsten architektonischen Leistungen von Andrea Palladio. Die Villa wurde für die Patrizier Nicolò und Luigi Foscari errichtet und im Jahren 1560 vollendet; sie ist deshalb in der vollen künstlerischen Reife des Architekten entstanden. Wenn wir die dem Kanal zugewandte nördliche Fassade betrachten, können wir die charakteristische Vorhalle ionischen Ursprungs mit sechs ionischen Säulen, die einen Dreiecksgiebel tragen bewun- 5 Der freskierte Zentralsaal mit einem Detail eines Freskos in der Villa Foscari in Malcontenta. Links: die beiden Fassaden der Villa RIVIERA DEL BRENTA Mira Villa Priuli-Bon e Villa Gradenigo a Oriago ne doriche. Sopra le porte varie raffigurazioni allegoriche e mitologiche. Se ci si sposta a sinistra della sala centrale si può entrare in uno stanzino decorato da paesaggi e scene grottesche, che sono attribuite a Bernardino India. Seguono le stanze di Bacco e Amore, la stanza dell’Aurora. Nell’ala occidentale del piano è da visitare un altro camerino con scene grottesche, la stanza dei Giganti, dipinta da Battista Franco, e la stanza di Prometeo. La villa ebbe molti ospiti illustri: Enrico III re di Francia e Polonia; Augusto II e IV di Polonia; Federico IV di Norvegia e Danimarca. Ciò che si deve ancora ammirare poi è anche come Palladio abbia realizzato un inserimento paesaggistico perfetto tra l’edificio e le acque del Brenta, creando una giusta distanza e soprattutto dei giusti rapporti in modo da fondere in incredibile simbiosi natura e architettura, che genera nel visitatore una grande suggestione. Spostiamoci ora a Oriago, frazione di Mira, ricordata anche da Dante (Purg. V – 80). Possiamo vedere alcune Ville, anch’esse incastonate perfettamente nel paesaggio e dall’architettura ariosa e lineare. Troviamo subito ai margini dell’abitato Villa Priuli-Bon 2 (fine del ‘500), della quale non può sfuggire l’eleganza del porticato a tre arcate nella facciata posteriore. Poco discosta appare Villa Moro 3 , una costruzione del 1508, che ha sulla facciata la figura di Dante e incisi i versi riferiti a Jacopo del Cassero (Purg. V79/84). Nel salone, si può vedere una serie di “Capitani di mare”, di stile quattrocentesco. Passiamo il Naviglio e soffermiamoci alla Villa Gradenigo 4 , del secolo XVI; sulla facciata porta tracce d’affreschi, ha due cancelli in ferro battuto di ottima fattura e all’interno varie decorazioni. Nel salone del primo piano, scene di battaglie (secolo XVI), di scuola padovana. Immagini di condottieri sopra le porte. Sulla parete meridionale del salone del pianterreno vi sono affreschi di Benedetto Caliari: “Giuramento di Muzio Scevola” e “La clemenza di Scipione”, oltre a festoni decorativi, grottesche e motivi architettonici, forse dello stesso Caliari. Nelle altre pareti, si possono vedere dipinti di scuola padovana, mentre nella stanza d’angolo a sud-est i putti, le grottesche e i vari motivi architettonici richiamano la scuola di Veronese. Nella stanza d’angolo a nord-ovest, si ammirano affreschi del ‘500: “Giudizio di Salomone”, “La Regina di Saba”, “Davide e Golia”, “Il sacrificio di Isacco”. Bello lo scalone, decorato con grottesche, mentre nel pianerottolo vi sono, con i busti di Dogi, due allegorie: della Giustizia e della Carità. dern und die symmetrisch angeordnete zweiläufige Treppe hinauf steigen, die auf die Höhe des hohen Sockels führt. Die südliche Fassade aus glattem Bossenwerk sieht einfacher aus und ist von einem Thermenfenster dominiert, das den zentralen Saal im ersten Obergeschoß erhellt. Das Innere ist prächtig und zeigt eine großartige Treppe mit dem Grundriss eines griechischen Kreuzes. Der Saal im ersten Obergeschoß ist üppig und kunstvoll mit Fresken mit Allegorien und Szenen aus der Mythologie von Battista Franco und Giambattista Zelotti verziert. Die Deckgemälde, ein sechseckiges Gemälde mit der Darstellung der Tugenden und vier Ovale mit Szenen aus der Mythologie sind auch G. Zelottis Werke. Links führt ein Durchlass zu einem anschließenden kleine Zimmer, wo man die Gemälde von Bernardino India bewundern kann, die Landschaften und grotesken Szenen darstellen. Über die Türen befinden sich allegorischen und mythologischen Figuren. Folgen Bacchus- und Amorzimmer und Aurorazimmer. Im westlichen Flügel lohnt es sich das “Stanza dei Giganti“(“Zimmer der Riesen“), dessen Gemälde zu Battista Franco zugeschrieben werden und das “Stanza di Prometeo“, (Prometheus Zimmer) zu besichtigen. Die Villa hat die höchsten Persönlichkeiten der Zeit zur Gast gehabt wie z. B. Heinrich III, König von Frankreich und Polen, August II und IV aus Polen, Friedrich IV aus Norwegen und Dänemark. Der optische Effekt des Landhauses mit seinen Nebengebäuden und Gärten sollte damals so beeindruckend sein, dass Besucher und Reisende beim ersten Anblick angesichts der harmonisch im Baukomplex verschmelzenden Schönheit von Kunst und Natur vor Bewunderung erstarrten. Wir fahren nun nach Oriago weiter, Ortschaft in der Nähe von Mira, die auch von Dante erwähnt wurde Wir können hier einige im Grünen eingebetteten Villen bewundern, deren Baustil großzügig und Linear aussieht.. Wir finden am Rand des Ortschafts die am Ende des XVII Jahrhunderts errichtete Villa Priuli-Bon, deren hintere Vorhalle mit drei Arkaden Eleganz ausstrahlt. Nicht zu weit entfernt liegt die aus dem Jahre 1508 datierte Villa Moro, wo die Fassade die Figur von Dante und seine Versen über Jacopo del Cassero zeigt. Im Haupthalle sind eine Reihe von Gemälde aus dem XV Jahrhundert beherbergt, wo “Capitani di mare“(“Kapitäne“) porträtiert wurden. Wir überfahren den Naviglio und halten vor der im Jahre XVI gebaute Villa Grandenigo, deren Fassade die Spuren von Fresken zeigt. Erwähnenswert sind die zwei schönen aus Schmiedeeisen in kostbarer Ausführung geschaffene Gitterwerke und der verzierte Innenraum. Am Erdgeschoß betritt man einen Ballsaal, der mit der Schule von Padua zugeschrieben Schlachtgemälde aus dem XVI Jahrhundert bedeckt ist. Bilder über die 6 Villa Priuli-Bon und Villa Gradenigo in Oriago RIVIERA DEL BRENTA Mira Villa Mocenigo e Villa Allegri a Oriago, una statua del parco, la Barchessa e, a destra, sotto, villa Widmann con un particolare di affresco, un pavone che vive nel parco e sopra, Foresteria Valmarana Facile è poi l’accesso a Villa Mocenigo 5 , sede della scuola di economia del turismo, di evidente impronta settecentesca, con l’interno molto rimaneggiato. Ma una visita a Villa Allegri 6 non è certo sprecata. È del secolo XVIII. Vi dimorò il maresciallo Radetzky, il compositore Pietro Mascagni. È di prammatica una visita alla chiesa. È a navata unica, rimaneggiata nel 1515, ma dalle archeggiature di tipo gotico emerge che la struttura è più antica. L’altar maggiore è adornato da due angeli cinquecenteschi di Giulio Moro, mentre l’altare di sinistra, in legno, di gusto cinquecentesco, racchiude una pala secentesca, che rappresenta “Lucia tra sante”. Sull’altare di destra, una “Madonna col Bambino tra S. Giorgio e S. Liberale” del 1834 (A. Florian) e sul soffitto una tempera del 1947 (G. Spolaor) la “Madonna che scaccia il Demonio”. Ormai fuori dall’abitato di Oriago, sorgeva Villa Valmarana 7 , costruita nel secolo XVII, il cui corpo centrale fu poi demolito. Ora restano le due foresterie, assai belle, di proprietà dello scultore Luciano Minguzzi, una delle quali decorata con affreschi di fine ‘700. Nel giardino sculture dell’artista. L’edificio di destra restaurato mette in nostra motivi architettonici, una glorificazione e scene di battaglia; la stanza di levante porta decorazioni con riquadrature e paesaggi; la sala ad occidente, raffigurazioni delle arti. Queste pitture con molta probabilità sono di Michelangelo Schiavoni. Sulla statale verso Mira, si incontra sulla destra una delle più originali ville: Villa Widmann Seriman Foscari 8 , del 1719, manipolata poi in forme del barocco francese nella seconda metà del secolo XVIII. La facciata si presenta a due ordini, con Türen zeigen “Condottieri“(Söldnerführer).Die südliche Wand des Haupthalle am Erdgeschoß ist mit Fresken von Benedetto Caliari verziert: “il Giuramento di Muzio Scevola“(“Muzio Scevola Eid“) und “La Clemenza di Scipione“(“Muzio Scevola Gnade“) und mit Festonen, Grotesken und architektonischen Motiven, die wahrscheinlich auch von Benedetto Caliari gemalt wurden. Die übrigen Wände sind mit Gemälde aus der Schule von Padua bedeckt, und das südöstliche Eckzimmer von Putten, Grotesken und architektonischen Motiven, die der Schule von Veronese zugeschrieben wird. Im nordwestlichen Eckzimmer sind die Fresken aus dem XVI Jahrhundert zu sehen: “Giudizio di Salomone“(“das Urteil des Salomon“), La Regina di Saba“(die Königin von Saba), “Davide und Golia“, “il Sacrificio di Isacco“(“Isaak-Opfer“). Bemerkenswert sind auch die prächtige Treppe mit Grotesken verziert, und der Treppenabsatz, wo sich mit den Büsten der Dogen zwei Allegorien befinden: die Allegorie der Gerechtigkeit und die der Barmherzigkeit. Mit Leichtigkeit können wir die Villa Moncenigo erreichen, wo die Lehranstalt für Wirtschaft und Tourismus ihren Sitz hat. Das äußere Struktur wurde vom Architektur des XVIII Jahrhundert geprägt aber der Innenraum dagegen ist stark umgearbeitet worden. Es lohnt sich die Villa Allegri zu besichtigen. Sie wurde im XVIII Jahrhundert errichtet und beherbergte den Marchall Radetzky und den Komponisten Pietro Mascagni. Man sollte unbedingt die anliegende Kirche besichtigen. Sie ist nur von einem Kirchenschiff gebildet und wurde im Jahr 1515 umgearbeitet aber die gotischen Spitzbogen deuten auf eine frühere Struktur. Der Hauptaltar ist mit zwei Engeln von Giulio Moro aus dem XVI Jahrhundert geschmückt, der linke Altar aus Holz im Geschmack des XVI Jahrhunderts birgt ein Altarbild aus dem XVIII Jahrhundert, wo die Heilige Lucia unter Heiligenfrauen dargestellt ist. Auf dem rechten Altar dann hängt ein im Jahr 1834 von A. Florian geschafftes Bild “Madonna mit Christkind zwischen S. Giorgio und San Liberale“und die Decke ist mit einer Tempermalerei “Madonna che scaccia il demonio“(“Madonna, die den Teufel vertreibt“) von G. Spoalor gemalt. Nicht weit entfern vom Städtchen Oriago, wurde im XVII Jahrhundert die Villa Valmarana errichtet, dessen Hauptgebäude später niedergerissen wurde. 7 Villa Allegri mit Detail eines Freskos, ein Pfau aus dem Park der Villa. Oben die Foresteria Valmarana. Links: Villa Mocenigo und Villa Allegri, eine Statue aus dem Park und die Barchessa RIVIERA DEL BRENTA Mira Particolare della suonatrice di chitarra che ha dato il nome alla villa Valier, Villa Querini Stampalia, Mira Porte oggi e a destra, in una veduta del Cimaroli timpano al centro. Il piccolo atrio a colonne è della prima costruzione; a destra si osservi il grande porticato rustico. L’interno della villa è ricco di affreschi e di stucchi e il giardino abbellito di statue settecentesche. La sala centrale è decorata: “Il sacrificio di Ifigenia” e il “Ratto di Elena” ed episodi di storia romana sulle pareti: sul soffitto un’allegoria di Casa Widmann. Tutto il complesso è attribuito a Giuseppe Angeli. Ospiti celebri: il Cardinale Rezzonico, poi Papa Clemente XIII e Goldoni. Proseguendo si incontra la Villa Valier (ora Rocca) detta “Chitarra” 9 , costruzione cinquecentesca che deve il nome alla figura di una suonatrice di chitarra sulla facciata. Ora, staccata, è all’Accademia di Venezia. E arriviamo a Mira, costituita dagli abitati di Mira Taglio, Mira Porte e Mira Vecchia, che accoglie nel suo vasto territorio comunale numerose grandi ville signorili, costruite a partire dal ‘500 e destinate per gran parte alla villeggiatura e allo svago dell’aristocrazia veneziana. Lungo il Naviglio, prima della biforcazione del canale, sulla riva destra sorge la Villa Querini Stampalia 10 del secolo XVI, immersa nel verde di un vasto parco. È composta da una parte centrale e da adiacenze da ammirare perché ben conservate e di evidente impronta cinquecentesca, come del resto le architetture, i festoni del salone e le decorazioni di una stanza d’angolo: “Ercole che libera Alceste dall’Averno”, “S. Antonio Abate e S. Caterina”. Proseguiamo nel viale dell’antico abitato, cercando di cogliere la suggestione che ancora possono suscitare su un visitatore attento le caratteristiche case di stampo veneziano. Di fronte al grande stabilimento della Mira Lanza, sulla destra troviamo la chiesa di Mira, con tipici caratteri neogotici. L’edificio attuale conserva molte strutture dell’antica chiesa quattrocentesca. L’interno è abbellito da un Die zwei sehr schöne verbliebenen Gästehäuser gehören heute dem Bildhauer Luciano Minguzzi, dessen Werken auch im Garten der Villa ausgestellt sind. Das kürzlich restaurierte rechte Gästehaus zeigt Architekturmotive, eine Glorifikation und Schlachtgemälde. Der östliche Saal ist mit Architekturperspektiven und Landschaften verziert. Der westliche Saal zeigt dann die allegorische Darstellungen der Kunstarten. Diese Gemälde sind Michelangelo Schiavone aus Chioggia, Chiozzotto genannt zugeschrieben. Die Staatsstraße nach Mira entlang,auf der rechte Seite findet man eine eigenartige Villa: Villa Widmann Seriman Foscari wurde im Jahr 1719 errichtet und später gleich nach der Mitte des XVIII Jahrhunderts in elegantem französischem Rokokostil modernisiert. Die Fassade zeigt zwei Ordnungen mit einem Segmentgiebel in der Mitte und einer kleinen Vorhalle mit dorischen Säulen, die ein Teil des vorhergehendes Gebäudes war. Auf der rechte Seite kann man den einfachen Laubengang sehen. Der Innenraum der Villa ist reichlich mit Fresken von Giuseppe Angeli und Stuckarbeiten verziert und im Garten stehen viele Statuen aus dem XVIII Jahrhundert. Die Wände des zentralen Salons sind mit den Gemälden “Il Sacrificio di Efigenia,“(“Iphigenie Opfer“), “il Ratto di Elena“(“der Raub der Helena“) und Episoden aus der römischen Geschichte geschmückt. Die Decke birgt eine Allegorie der Familie Widmann. Zu den vielen berühmten Gästen der Villa gehörten auch der venezianische Komödienschriftsteller Carlo Goldoni und der Kardinal Rezzonico, der später mit dem Namen Clemente XIII zum Papst wurde. Wenn wir weiterfahren, treffen wir Die Villa Valier (nun Burg) auch “Chitarra“(die Gitarre) genannt. Diese aus dem XVI Jahrhundert stammende Gebäude ist nach der Figur einer Gitarrespielerin benannt, die die Fassade des Hauses schmückte. (Die Gitarrespielerin ist nun im Museum der Accademia in Venedig behalten). Wir haben die Gemeinde Mira erreicht, die die Ortschaften Mira Taglio, Mira Porte und Mira Vecchia umfasst. Das Gebiet der Gemeinde ist von vielen prächtigen Villen übersät, die vom XVI Jahrhundert an errichtet wurden, und die zum Ausruhen und zum Genießen der venezianischen Aristokratie dienten. Am rechten Ufer des Naviglio vor seiner Abzweigung liegt die im Grünen eines größen Parks eingebettete Villa Querini Stampalia, die im XVI Jahrhundert erbaut wurde. An deren Mittelbau sind zwei gut behaltene kleinere aus dem XVI Jahrhundert stammenden Gebäude angeschlossen. Die Architektur, die Festons und die Ver- 8 Mira Porte in einem Bild des Cimaroli. Links: Detail des Mädchens mit der Gitarre, das der Villa Valier ihren Namen gab. Villa Querini Stampalia. Unten: Mira Porte heute RIVIERA DEL BRENTA Mira Villa Contarini dei Leoni e uno dei due leoni delle scalinate, oggi a Parigi, a destra, la Brenta e il ponte girevole a Mira Taglio “S. Antonio col Bambino Gesù” di Gregorio Lazzarini e da affreschi nel presbiterio, forse della figlia del maestro, Elisabetta. Interessante anche una “Deposizione” e una “Crocifissione” di imitazione del Piazzetta. Lungo la Riviera, a destra superata la chiesa, troviamo la Villa Contarini dei Leoni 11 , costruita nel 1558 dal procuratore di San Marco Federico Contarini, detta “dei Leoni” per le sculture delle scalinate. Purtroppo, gli affreschi di Giambattista Tiepolo e di Gerolamo Mengozzi che adornavano la villa sono nel museo Jacques-Mart André di Parigi. L’antica decorazione, con stucchi e medaglioni dorati, si è conservata solo in una stanza del pianterreno. Ai lati e dietro la villa, i resti del parco sono stati trasformati in giardino pubblico. La Cappella, che contiene la tomba di un consigliere dell’Imperatore d’Austria e della moglie Anna, si raccomanda per tre tele del ‘600. Subito dopo Mira Porte, oltre il fiume a sinistra, la Villa Bontessier, del ‘700 e la piazza con il Palazzo Municipale. Sulla statale, poi, dopo la strada per Mirano, si può vedere la Villa Foscarini-Dei Carmini, del ‘400, che ebbe ospite il poeta inglese Byron. La costruzione ha perduto però le antiche caratteristiche, a causa di rimaneggiamenti settecenteschi e ottocenteschi. Pochi gli elementi originari. Percorriamo ora Mira Vecchia, verso Dolo, dove si apre certamente una delle zone più suggestive e caratteristiche di tutta la Riviera del Brenta, con alcune ville tra verde e parchi, tra cui la settecentesca Villa FiniMelchiori 12 , con oratorio e parco adorno di statue. Dopo il bivio per Chioggia, sempre a destra si apre allo sguardo la secentesca Villa Grimani 13 , con un bel loggiato a colonne doriche. Vi fu ospitato S. Filippo Neri, al quale Pietro Grimani dedicò un oratorio nel 1732. Particolare interesse ha Villa Alessandri 14 , con la foresteria. Si tratta di un edificio tardo secentesco o primo settecento. La foresteria, al piano superiore, ha una sala e due stanze affrescate, con raffigurazioni di “Danae”, il “Ratto d’Europa”, “Apollo e Dafne”, “Cadmo”, ecc., sulle pareti e sul soffitto, di Venere e Amore, opere eccellenti di G. Antonio Pellegrini, del primo ‘700, e di altro artista veneto, pure settecentesco. Ma poi è tutto un susseguirsi di ville e palazzi: da Villa Franceschi 15 , del tardo ‘500, col suo ampio parco, a Villa Pio 16 , del tardo zierungen (“Ercole che libera Alceste dall‘ Averno“ und “S.Antonio Abate e S. Caterina“) eines Eckzimmers bestätigen, dass die Villa im XVI Jahrhundert errichtet wurde. Wir fahren durch das alte Städtchen fort und versuchen den Reiz, der noch heute von den charakteristischen Häusern im venezianischen Stil ausgeht, zu genießen. Vor der Mira Lanza Anlage, auf der rechte Seite finden wir die Kirche von Mira, die typische Elemente der neugotischen Architektur zeigt. Das gegenwärtige Gebäude verfügt über viele Strukturen der früheren Kirche des XV Jahrhunderts. Der Innenraum ist mit einem Gemälde von Gregorio Lazzarini “S. Antonio mit Jesuskind“und einigen Fresken im Presbyterium, die wahrscheinlich von Elisabeth, der Tochter des Malers stammen, geschmückt. Sehr interessant sind auch zwei übrige Gemälde, eine Kreuzabnahme und eine Kreuzigung, wo der Malart der Piazzetta imitiert wird. Die Riviera entlang, rechts nach der Kirche finden wir die Villa Contarini dei Leoni, (Villa Contarini der Löwen) so genannt wegen der Löwenstatuen, die seitlich der Treppenaufgänge stehen.. Der Palast wurde im Jahr 1518 von dem Prokurator von San Marco, Federico Contarini errichtet. Leider sind heute die Fresken von Giambattista Tiepolo und Gerolamo Mengozzi, die damals die Saale der Villa schmückten, im Museum Jacques-Mart von Paris erhalten. Die damaligen Stuck- und Goldverzierungen sind nur in einem Zimmer am Erdgeschoß noch zu sehen. Was vom der Villa angeschlossenen Park bleibt ist heute zu öffentlicher Park geworden. Die Kapelle, die die Überreste eines Ratgebers des österreichischen Kaisers und seiner Frau Anna birgt, zeigt drei interessante Gemälde aus dem XVII Jahrhundert. Gleich nach Mira Porte, links nach dem Fluss sind die Villa Bontessier, aus dem XVIII Jahrhundert und den Platz mit dem Rathaus sichtbar. Weiter am Staatstrasse nach der Querstrasse, die nach Mirano führt, kann man die aus dem XV Jahrhundert stammende Villa Foscarini Dei Carmini sehen, wo auch der englische Dichter Byron zu Gast war. Das Gebäude wurde aber im XVIII und XIX Jahrhundert umgebaut und hat nur sehr wenige originale Elemente behalten. Wir fahren jetzt nach Mira Vecchia, in Richtung Dolo wo wir von der eindrucksvollsten und charakteristischsten Landschaft der ganze Riviera der Brenta empfangen werden und wo wir noch einige im Grünen eingebettete Villen finden. Erwähnenswert ist die Villa Fini-Melchiorri aus dem XVIII Jahrhundert mit anliegenden Oratorium und mit Statuen beschmückten Park. Nach der Abzweigung, die nach Chioggia führt, auf der 9 Der Fluß Brenta und die Drehbrücke in Mira Taglio. Links: Villa Contarini dei Leoni. Unten: einer der Löwen der Treppe befindet sich heute in Paris RIVIERA DEL BRENTA Mira Il salone affrescato della Barchessa Foresteria Alessandri, l‘esterno, e un particolare di affresco del Pellegrini (1702/1704), vista sul parco di Villa Alberti, a destra, Villa Venier con la Barchessa e un particolare dell‘interno affrescato ‘600, al cui interno vi è un bel soffitto attribuito a Nicolò Bambini; al cinquecentesco Palazzo Tamagno 17 e al ben conservato, pure cinquecentesco, Palazzo Talin. Come non soffermarsi davanti a Villa Maria, alla Villa Corner 18 , con il suo bel colonnato centrale, alla Villa Bon 19 , di stile neoclassico, nella quale sono conservate le allegorie delle stagioni, con affreschi neoclassici, o alla Villa Minio Gidoni 20 anch’essa affrescata. E continuando, c’è la cinquecentesca Villa Battaglia Moro Lin 21 , seguita da un edificio tardo secentesco, Palazzo Persico, rimaneggiato come Palazzo Boldù 22 . Se è bello fermarsi davanti a tanti edifici, è un piacere incontrare la Villa Venier 23 , fine Cinquecento, passata nel Settecento ai Contarini. Ammiriamo tutto il complesso, formato da tre corpi, collegati da porticati. Nella sala del corpo di destra, un pittore secentesco ha dipinto il “Mito di Psiche”. Nella prima sala del corpo di sinistra un altro autore non identificato ha affrescato le pareti con episodi della “Guerra di Troia” e il soffitto con un “Enea nell’Olimpo”. Nella seconda sala vi sono rappresentazioni come la “Visione di Cassandra”, “Ercole che consegna a Teseo Antiope prigioniera”, “Davide ed Elena”, una scena di eccidio, la “Fuga di Enea da Troia”. Sul soffitto, il “Sacrificio di Ifigenia”. Sulle pareti della terza sala: “Enea riceve un messaggio da Mercurio”, “Enea si separa da Didone”, tutte opere di Francesco Ruschi, come “Calcante che predice l’avvenire a Enea” sul soffitto. Le inquadrature architettoniche vengono attribuite a Pietro Turri. Se continuiamo l’itinerario, incontriamo ancora edifici interessanti come la neoclassica Villa Rossetti, con una bella cancellata; la settecentesca Villa Selvatico Granata, poi Villa Alberti 24 , con una bella foresteria e parco, seguita da Villa Brusoni 25 , di prevalente impronta sei-settecentesca, con parco ottocentesco, ravvivato da montagnola, laghetto e una rechten Seite ist die Villa Grimani aus dem XVIII Jahrhundert sichtbar, die einen wunderschönen Bogengang mit dorischen Säulen zeigt. Hier wurde den heiligen Filippo Neri beherbergt, dem Pietro Grimani 1732 einen Oratorium widmete. Interessant sind auch die Villa Alessandri und sein Gästehaus. Es geht um ein am Ende des XVII oder Anfang des VXVIII Jahrhunderts errichtetes Gebäude. Das Gästehaus hat im oberen Stockwerke einen Saal und zwei Zimmer, deren Wände und Decken mit köstlichen Werken von Antonio Pellegrini und von einem anderen venetischen Künstler am Anfang des XVIII Jahrhunderts verziert wurden. Hier haben wir die Gelegenheit einigen Darstellungen von Danae, die “Entführung von Europa“, “Apollo und Daphne“, “Kadmos“und “Venus und Amore“zu bewundern. Die Strasse ist auch hier von prächtigen Villen und Palästen gesäumt: Die am Ende des XVI Jahrhunderts errichtete Villa Franceschi mit ihrem großflächigen Park ; die am Ende des XVII Jahrhunderts errichtete Villa Pio, deren Innenraum eine schöne verzierte Decke birgt,die vom Maler Nicolo Bambini gemalt wurde; Palazzo Tamagno und der gut behaltene Palazzo Talin aus dem XVI Jahrhundert. Man sollte nicht vergessen, die folgenden Sehenswürdigkeiten zu erwähnen: Villa Maria; Villa Corner, mit ihrem schönen Säulengang; die im neoklassischen Stil errichtete Villa Bon,wo sich “die Allegorien der Jahreszeiten“und neoklassischen Fresken befinden ; die mit Fresken verzierte Villa Minio Gidoni. Nicht zu versäumen sind auch die aus dem XVI Jahrhundert stammende Villa Battaglia Moro Lin und Palazzo Persico, der im XVI Jahrhundert errichtet wurde aber später, wie auch Palazzo Boldù, umgebaut wurde. Villa Venier wurde gegen Ende des XVI Jahrhunderts von der Familie Venier errichtet, die bis 1758 dort wohnte, als die Familie Contarini die Villa kaufte. Es handelt sich um ein Komplex aus drei Gebäudeteilen, die 10 Villa Venier mit Barchessa. Detail aus dem freskierten Inneren. Links: der freskierte Saal der Barchessa Foresteria Alessandri. Außenansicht und Detail aus einem Fresko von Pellegrini (1702-1704). Ansicht des Parks von Villa Alberti RIVIERA DEL BRENTA Mira La Brenta davanti a Villa Velluti, la Madonna venerata che si trova nella cripta della chiesa di Borbiago torre osservatorio, forse dello Jappelli, mentre la statua al centro è forse di Pietro Baratta. Non si possono trascurare la Villa Rocca Ciceri (oggi hotel Ducale), il complesso di Palazzo Molin 26 , di origine cinquecentesca e ristrutturato in età neoclassica; Villa Velluti 27 , di carattere settecentesco, con un piacevole giardino ottocentesco, montagnola e stagno e statue ornamentali. E per finire visitiamo la bellissima Villa De Chantal, settecentesca, circondata da un parco ricco di statue. Ma prima di lasciare definitivamente Mira, un turista puntiglioso e curioso non dovrebbe certo lasciarsi sfuggire una visita a Borbiago, ma soprattutto a Gambarare. Si pensi che Gambarare è una località già citata nell’819. Nel 784 esisteva una cappella ducale, dedicata a S. Ilario, donata ai monaci benedettini dal Doge Agnello Partecipazio. La chiesa attuale fu consacrata nel 1306; è a navata unica, di grande semplicità, dovuta alla sua origine trecentesca. Restaurata nei secoli XVI e XVIII, fu ampliata nel 1911. Sull’altar maggiore spicca un’ ”Allegoria della Fede”, opera di Andrea Vicentino, del 1597. Il “Battesimo di Cristo”, nella cappella di destra, opera di Jacopo Lauro, risale al 1580, mentre nel primo altare a destra c’è una paletta settecentesca “Madonna con il Bambino, S. Simone Stok e un offerente”. Le pitture del soffitto (1911) sono di Vittorio Tessari e quelle alle pareti (1951) di Glauco Tiozzo, come la pala dell’altare a sinistra, raffigurante “S. Antonio e il Bambino Gesù”. A Borbiago, la chiesa, inizialmente appartenente a un convento domenicano, è stata rifatta nel secolo XVIII. Nella cripta si conserva una venerata immagine della Madonna. Sul soffitto, un’opera di Gaspare Diziani, la “Madonna che appare a S. Simone Stock”. Nel salone a pianterreno della canonica, è apparso un fregio cinquecentesco e nel salone superiore vi sono dipinte scene bibliche settecentesche, forse di Gaetano Zompini. Infine, se si percorre la strada per Piove, diventa indispensabile una puntata a Sambruson, dove, tra l’altro, è stato ritrovato un cippo militare romano, a ricordo dell’Imperatore Costantino. Inoltre in questa zona la Villa Venier (ora Velluti) è abbellita di affreschi cinquecenteschi, con scene bibliche e mitologiche e fatti della guerra della Lega di Cambrai. Caratteri settecenteschi e resti di un parco presenta miteinander durch Säulengänge verbunden sind. Der Saal im rechten Teil ist von einem Maler aus dem XVII Jahrhundert mit “Mythos von Psyche“verziert worden. Der erste Saal des linken Teils wurde von einem unbekannten Künstler mit Fresken geschmückt. Die Wände zeigen mehrere Episoden aus dem Trojanischen Krieg und die Decke birgt die Darstellung von “Äneas im Olymp“. Im zweiten Zimmer sind Szenen wie die “Cassandra Vision“, “Herkules und Theseus“, “David und Helena“, “Äneas Flucht aus Troja“und eine Schlachtszene in Fresken festgehalten. Die Decke ist mit “Iphigenies Opferung“gemalt. An den Wänden des dritten Saal sind die folgenden Szenen dargestellt: “Äneas erhält eine Botschaft Von Merkur“, “Äneas trennt sich von Dido“und endlich auf der Decke “Kalchas, der Äneas die Zukunft voraussagt“. Alle die Malereien werden Francesco Ruschi und die architektonischen Perspektiven Pietro Turri zugeschrieben. Wenn wir die geplante Route fortsetzen treffen wir noch interessante Gebäude: die neoklassische Villa Rossetti, die den Besucher durch ein wunderschönes Gitterwerk empfängt.; Villa Selvatica Granata, die im XVIII Jahrhundert errichtet wurde; Villa Alberti, mit einem schönen Gästehause und einem Park; Villa Brusoni mit Bauelementen aus dem XVII und XVIII Jahrhundert und einem aus dem XIX Jahrhundert stammenden Park, der mit künstlichem Hügel, See und von Iappelli entworfenem Observatoriumsturm versehen ist. In der Mitte des Parks steht eine Statue, die Pietro Baratta zugeschrieben wird. Wir müssen unbedingt noch einige Sehenswürdigkeiten erwähnen: Villa Rocca Ciceri (heute Hotel Ducale), der Komplex des Palazzo Molin, der im XVI Jahrhundert gebaut und später in neuklassischem Stil umgebaut wurde; Villa Velluti, die im Stil des XVIII Jahrhunderts errichtet wurde und über einem aus dem XIX Jahrhundert stammenden Garten mit künstlichem Hügel, See und Statuen verfügt; die wunderschöne im XVIII Jahrhundert errichtete Villa De Chantal, die von einem Garten mit vielen Statuen umgeben ist. Bevor wir Mira verlassen, müssen wir unbedingt die Ortschaften Borbiago und Gambarare besichtigen. Man muss wissen, dass Gambarare schon im Jahre 819 in einem Dokument erwähnt wurde. Im Jahr 784 existierte hier eine dem Heiligen Ilario gewidmete Kapelle der Dogen, die der Doge Agnello Partecipazio den Benediktinern schenkte. Die gegenwärtige Kirche wurde 1306 eingeweiht. Sie hat nur ein Kirchenschiff und eine schlichte Form, die vom Architektur aus dem XIV Jahrhundert beeinflusst wurde. Die Kirche wurde in den XVI und XVIII Jahrhunderten restauriert und im Jahr 1911 ausgebaut. Am Hauptaltar hängt ein Werk vom Maler Andrea Vicentino, “Allegorie des Glaubens“,aus dem Jahr 1597. Die auf der rechte Seite liegende Kapelle birgt ein Werk aus dem Jahr 1580 11 Der Fluß Brenta vor der Villa Velluti. Unten: die Madonna, die in der Krypta der Kirche von Borbiago verehrt wird RIVIERA DEL BRENTA Mira Aspetti del paesaggio lungo la Brenta Villa Marigonda. La Chiesa Arcipretale, dedicata a S. Ambrogio, ricostruita nel 1763, offre alcune pregevoli opere: “Madonna col Bambino”, “S. Domenico e S. Rosa”, di P. A. Novelli; gli Angeli dell’altar maggiore, di Torretti e la pala con “S. Ambrogio in gloria”, ancora di Novelli; poi la “Circoncisione” di Gaspare Diziani. Se si raggiunge la località Ca’ Tron, si scopre un edificio settecentesco, con la “Locanda alla Posta” e sulla riva si allunga il Palazzo Ferretti Angeli, opera di Vincenzo Scamozzi. Si tratta di una delle ville più interessanti della Riviera, con una chiesetta che conserva alcune tombe di famiglia. Da vedere anche la cinquecentesca Villa Badoer, che nella sala centrale conserva degli affreschi con episodi mitologici, forse di Bernardino India; e infine da non dimenticare la secentesca Villa Mocenigo (Villa Spina). È un patrimonio immenso e unico, di arte, di cultura, di storia. von Jacopo Lauro und auf dem ersten Altar auf der selben Seite hängt ein aus dem XVIII Jahrhundert stammendes Altarbild, das “Madonna mit Kind, H. Simone Stock und einem Spender“zeigt. Die Fresken der Decke wurden im Jahre 1911 von Vittorio Tessari gemalt und die Wände sind 1951 mit Werken von Glauco Tiozzo verziert worden, wie das Altarbild, das auf dem linken Altar hängt und “der heilige Antonio mit dem Christkind“darstellt. In Borbiago die Kirche, die am Anfang zu einem Dominikanerkloster gehörte, wurde im XVIII Jahrhundert ungebaut. Die Krypta birgt ein Votivbild der Muttergottes. Die Decke ist mit einer Malerei von Gaspare Diziani mit dem Titel “Die Madonna erscheint dem Heiligen Simone Stock“verziert. Im Salon am Erdgeschoß des Pfarrhauses ist eine Verzierung aus dem XIV Jahrhundert zu sehen und der Salon des oberen Geschoßes ist mit Szenen aus der Bibel geschmückt, die vermutlich von Gaetano Zompini im XVIII Jahrhundert gemalt wurden. Wenn wir die Straße nach Piove befahren, lohnt es sich einen Besuch in Sambruson, wo einen militärischen Grenzstein aus römischer Zeit gefunden worden ist, der der Existenz der Ortschaft in der Zeit des römischen Kaiser Costantino zeugt. In dieser Gegend findet man auch die Villa Venier (heute Velluti genannt), die mit Fresken aus dem XVI Jahrhundert geschmückt ist, wo Szenen aus der Bibel und aus der Mythologie und Episode des Krieges der Liga von Cambrai zu sehen sind. Folgt auch die Villa Marigonda, die in einem architektonischen Stil gebaut wurde, der man auf der Architektur des XVIII Jahrhunderts zurückführen kann. Sie zeigt noch die Resten eines Parkes. Die dem heiligen Ambrogio gewidmete Pfarrkirche, die 1763 umgebaut wurde, birgt einige kostbaren Werke: “Madonna mit Christkind“, “San. Domenico und Santa Rosa“von P.A. Novelli; die Engel des Hauptaltars sind von Torretti und das Altarbild mit “S.Antonio in Gloria“ wieder von Novelli; die “Zirkumzision“ist Gaspare Diziani zugeschrieben worden. Wenn man die Ortschaft Ca‘ Tron erreicht trifft man auf ein aus dem XVIII stammendes Gebäude, das die “Locanda alla Posta “beherbergt und am Ufer des Kanals ist Palazzo Ferretti Angeli zu bewundern, den von dem Architekt Vincenzo Scamozzi geschaffen wurde. Es handelt sich um eine der interessantesten Villen der Riviera, mit einer kleinen Kirche, die einige Grabstätte der Familie Ferretti Angeli birgt. Nicht versäumen sollten die im XVI Jahrhundert errichtete Villa Badoer, deren Saal Fresken mit Szenen aus der Mythologie vermutlich von Bernardino India beherbergt und die Villa Mocenigo (heute Villa Spina), die im XVII Jahrhundert errichtet wurde. Kunst, Kultur und Geschichte nehmen in diesen vielen und einmaligen Kunstschätzen feste Formen an. 12 Ansichten der Landschaft am Brenta RIVIERA DEL BRENTA Dolo Lasciata Mira, al centro della Riviera incontriamo Dolo (o “il Dolo”, come sarebbe più corretto, secondo l’antico nome), che si estende lungo le due rive del Naviglio. Wir verlassen nun die Gemeinde Mira und treffen in der Mitte der Riviera die Ortschaft Dolo (oder besser gesagt “il Dolo“nach dem alten Namen), die sich die Ufer des Kanals entlang ausdehnt. un po’ di storia ein wenig geschichte La derivazione del nome è incerta: c’è chi lo associa a quello di una famiglia di Padova, i Dauli e chi, un po’ fantasiosamente, al termine latino “davos”. Si sa solo che la località è citata in un documento risalente all’anno 1241; che nel 1500 esisteva un oratorio e nel 1670 Gregorio Barbarigo eresse una parrocchia staccata dalla dipendenza di Sambruson. Inoltre nel 1669 i Dandolo avevano nella località un giuspatronato. Quello che è certo è che il suo sviluppo è legato alla deviazione del Brenta e alla costruzione dei famosi Molini tra il 1488 e il 1511, divenendo un notevole porto commerciale, data la sua posizione di via fluviale e terrestre, di comunicazione tra Padova e Venezia. Die Herkunft des Namens “Dolo“ist unbestimmt: Das Wort stammte entweder vom Namen einer Familie aus Padua (die Familie Dauli) oder mit blühender Phantasie aus dem lateinischen Wort “davos“. Man weißt nur dass, die Ortschaft in einem Dokument aus dem Jahre 1241 erwähnt wird; dass 1500 hier ein Oratorium existierte und Gregorio Barbarigo 1670 eine von der Kirche von Sambruson unabhängige Pfarrei errichtete. Außerdem übte die Familie Dandolo hier im Jahr 1669 ein Kirchenpatronat aus. Der wissenschaftliche und gesellschaftliche Aufschwung der Städtchen ist eng mit der Umleitung des Flusses Brenta und der Errichtung der bekannten Mühlen zwischen 1488 und 1511 verbunden. Dolo wurde dank ihrer Lage zu einem ansehnlichen Handelshafen, da der Fluß es gestattete, Venedig direkt auf dem Wasserweg zu erreichen und die Riviera auch mit Padua verband. da visitare Dolo, dunque, a mezza via tra Venezia e Padova, il cui sviluppo fu legato storicamente al Brenta, nel ‘700 era ormai il centro più importante della Riviera, un vero e proprio porto fluviale, a cominciare dal XV secolo a seI Mulini e i “Molini a Dolo“ del Canaletto (1728) 13 sehenswürdigkeiten Die Stadt Dolo, die auf halbem Wege zwischen Venedig und Padua lag, und deren Entwicklung eng mit der Oben: die Mühlen und das Bild des Canaletto “Mühlen in Dolo“ (1728) RIVIERA DEL BRENTA Dolo Lo squero nell‘isola Bassa, il campanile, Villa Andreuzzi-Bon, Villa Tito; a destra, Villa Badoer-Fattoretto che ospita un piccolo Museo Etnografico del Villano guito della deviazione del fiume. A uno sguardo attento Dolo appare anche la cittadina forse più vera, più genuina dell’intera area del Brenta. Basta soffermarsi in particolare sul suo vecchio assetto, al perimetro ancora visibile delle antiche porte del Dolo, alle chiuse, che interessarono anche il Canaletto nelle sue celebri incisioni,all’Isola Bassa, alla Piazzetta Cantiere, allo squero, che serviva da cantiere per la costruzione e la riparazione dei burchi, ai molini. Inoltre a Dolo sono presenti molte testimonianze di spazi e segni storici, sia dal punto di vista strategico-localizzativo, sia soprattutto da quello storicoambientale. E poi non mancano i concreti e luminosi esempi di quella concezione abitativa della villeggiatura in villa. Ecco infatti, sulla destra subito dopo lo squero, la bella Villa Andreuzzi-Bon, che presenta piacevoli caratteri secenteschi. Ma non sfugga al visitatore la caratteristica struttura e disposizione delle case del centro storico, addossate le une alle altre e allungantisi sul fiume. È poi d’obbligo una visita alla Parrocchiale di S. Rocco (1770-76) che ha a lato un elegante e slanciato campanile. Consacrata nel 1824, ha sulla facciata le statue di S. Marco e di S. Barbara, attribuite a Giovanni Marchiori. All’interno, gli angeli dell’altar maggiore sono forse del Ferrari, gli affreschi sul soffitto e sulle pareti sono stati invece assegnati a Costantino Cedini, il bassorilievo con l’“Orazione nell’orto” è opera di Antonio Gai. Se entriamo nel cortile della canonica, possiamo vedere una vera da pozzo scolpita da Bartolomeo Bon. Ma poi si offrono subito gli interessanti complessi della Villa Velluti e della Villa Tito, con il loro caratteristico aspetto rustico, abbellito dal verde di un romantico parco. Geschichte des Brenta Flusses verbunden ist, war im XVIII Jahrhundert die bedeutendste Stadt der Riviera, ein echter Flusshafen. Ihr Aufstieg begann aber im XV Jahrhundert, als den Lauf des Flusses Brenta umgeleitet wurde. Bei näherem Hinschauen sieht Dolo als das Städtchen im ganzen Gegend um der Brenta aus, das am besten Ihr unverfälschtes Aussehen noch heute behalten hat. Wir können uns noch heute entweder bei der alten Anlage der Stadt und dem alten Umfang der Stadttoren oder bei den Schleusen, die von Canaletto in seinen weltbekannten Gravüren verewigt wurden oder auch bei der “Isola Bassa“, bei “Piazzetta Cantiere“, bei der “Squero“, eine Werkstatt wo die “burchi“(Flussschiffe)gebaut und repariert wurden, oder auch bei der alten Mühlen aufhalten. In Dolo findet man noch viele historische Zeugnisse und Spuren von Plätze die erheblicher Bedeutung in der Vergangenheit gehabt haben, sei es in strategischer, als auch in geographischer und historisch-landschaftlicher Hinsicht. Auch hier fehlen nicht die Beispiele von der ehemaligen Auffassung des Landslebens, die von den prächtigen Sommerhäusern der Venezianer gezeugt wird. Nach dem Squero, gleich rechts treffen wir die schöne Villa Andreuzzi Bon, die in sich schöne Elemente der Architektur des XVIII Jahrhunderts trägt. Der Besucher sollte übrigens nicht versäumen, sich die charakteristische Struktur und die Anlage der Häuser in der alten Stadtmitte anzusehen, die nebeneinander gereiht sind und sich im Fluss spiegeln. Wir fühlen uns ferner verpflichtet, einen Besuch der Pfarrkirche von San Rocco (1770 – 1776) zu empfehlen., die übrigens über einen eleganten und hohen Glockenturm verfügt. Die Kirche wurde im Jahr 1824 eingeweiht. Die Fassade ist mit zwei Statuen von dem heiligen Markus und der heiligen Chiara verziert, die Giovanni Melchiorri zugeschrieben werden. Im Innenraum auf dem Hauptaltar finden wir einige Engel, die wahrscheinlich Ferrari schuff. Die Fresken, die die Wände und die Decke schmücken sind von Costantino Cedini. Das Basrelief, das die “Orazione nell‘orto“(“Gebet im Garten“) darstellt, wird Antonio Gai zugeschrieben. Und wenn wir den Hof des Pfarrhauses betreten, können wir eine Brunnenrüstung bewundern, die von Bartolomeo Bon eingemeißelt wurde. Nach der Pfarrkirche treffen wir die zwei im Grünen ihrer Parks eingebettete Komplexe von Villa Velluti und Villa Tito, die in ländlichem Stil errichtet wurden. 14 Villa Badoer-Fattoretto beherbergt ein kleines ethnographisches Museum des Bauernlebens. Links: die Flußwerft in der Isola Bassa, der Glockenturm, Villa Andreuzzi-Bon, Villa Tito RIVIERA DEL BRENTA Dolo Villa Giustinian Gritti, la Brenta a Dolo, a destra, il ponte pedonale che porta al parco e il timpano della facciata di Villa Ferretti Angeli Sul fiume si specchia anche la Villa Duodo-Valeggia, nella quale si possono ammirare alcune tele di buona levatura artistica, attribuite ad Antonio Visentini. Particolarmente importante, poco più avanti, è la Villa BadoerFattoretto, nella quale è ospitato il Museo Etnografico del Villano, con una ricca collezione di attrezzi della vita contadina. Interessante poi il parco, il grazioso laghetto. Come non ammirare, in località Cesare Musatti, la Villa Ferretti-Angeli, il cui progetto è del grande architetto vicentino Vincenzo Scamozzi (1596), che l’ha inserita anche in un vasto parco. Ma è perfino difficile, in questo itinerario lungo il Brenta, fissare confini precisi tra le diverse località, perché è un susseguirsi quasi ininterrotto di palazzi e ville, ora leggermente discoste dall’acqua, ora affacciate proprio sul corso del fiume. Infatti basta spostarsi nella località di Paluello, citata già in un documento del 1117, (forse da “palus”, -palude- o da “baledellum” -fortilizio-) e si trovano ancora molte cose interessanti da vedere. Villa Giustinian Gritti, cinquecentesca: la facciata è affrescata con scene di cavalieri, il salone interno con grottesche e un loggiato angolare con paesaggi e un “S. Girolamo penitente”. La chiesa ha la facciata ornata con statue della Vergine e di due Santi, e l’altar maggiore (1813) ornato con due angeli. Si può vedere una tela col “Cristo risorto”, pure dell’’800, mentre la grande tela del soffitto è di Jacopo Guarana. Da ammirare una pregevole acquasantiera lombardesca. Dopo la chiesa, è da osservare la settecentesca Palazzina Tosoni e subito dopo, pure settecentesco, il Palazzino Marin Fattori. Si guardino a sinistra e a destra la costruzione cinquecentesca dell’ex Lazzaretto e la settecentesca Villa Granata Moreno e, di fronte al Lazzaretto, una villa secentesca del marchese De Seynos. Im Fluss spiegelt sich auch die Villa Duodo Valleggia, die einige Antonio Visentin zugeschriebene Gemälde von hohem künstlerischen Niveau birgt. Nicht weiter davon entfernt liegt die Villa Badoer- Fattoretto, die das ethnographische Museum des Bauers beherbergt, wo eine reichhaltig ausgestattete Sammlung von Werkzeugen und Geräten, die aus dem ländlichen Leben kommen, ausgestellt wird. Sehr interessant ist auch der anliegende Park mit dem hübschen See. Bei in der Nähe liegender Ortschaft Cesare Musatti ist die Villa Ferretti-Angeli zu sehen, die vom berühmten Architekten Vincenzo Scamozzi aus Vicenza im Jahr 1596 entworfen und in einem ausgedehnten Park eingebettet wurde. Es ist sehr schwer die genaue Grenze zwischen den Ortschaften dieser Route den Brenta entlang festzustellen, weil der Fluss ist fast ununterbrochen von Villen und Palästen gesäumt, die einmal etwas von dem Fluss abgelegen liegen, einmal spiegeln sich im Wasser. Wir fahren jetzt nach der Ortschaft Paluello, deren Name entweder aus dem lateinischen Wort “Palus“(Sumpf), oder “baledellum“(kleine Festung) stammt und die schon in einem Dokument aus dem Jahre 1117 erwähnt wurde. Hier finden wir noch viele interessante Sehenswürdigkeiten wie z. B. Villa Giustignan Gritti, die im XVI Jahrhundert errichtet wurde und deren Fassade mit Fresken, die Szenen mit Rittern darstellen, verziert wurde. Im Innerraum ist der Salon mit Grotesken geschmückt. Es gibt hier auch einen schönen in die Ecke des Gebäudes eingebauten Säulengang, die mit Landschaften und mit einem Fresken, der “der büßende heilige Girolamo“darstellt, verziert ist. Die Fassade der Kirche von Paluello ist mit Stauen, die die Jungfrau Maria und zwei Heiligen darstellen, geschmückt. Der aus dem Jahr 1813 stammende Hauptaltar birgt zwei Engel. Außerdem kann man ein Gemälde mit dem Titel “der auferstandene Christ“aus dem XIX Jahrhundert bewundern. Das große Bild, das die Decke schmückt, ist von Jacopo Guarana gemalt worden. Erwähnenswert ist auch ein kostbares Weihwasserbecken, das im Stil der Lombarden geschaffen wurde. Nach der Kirche kann man die sehr interessante aus dem XVIII Jahrhundert stammende Palazzina Tosoni und den Palazzino Marin Fattori aus dem XVIII Jahrhundert sehen. Folgen das im XVI Jahrhundert errichtete Gebäude des ehemaligen Lazaretts, die Villa Granata Moreno aus dem XVIII Jahrhundert und zuletzt die dem Lazarett gegenüber liegende Villa vom Marquis De Seynos, die im XVIII Jahrhundert erbaut wurde. 15 Fußgängerbrücke zum Park, der Giebel der Fassade von Villa Ferretti Angeli. Links: Villa Giustinian Gritti, der Fluß bei Dolo RIVIERA DEL BRENTA Fiesso d’Artico La statale Venezia-Padova ci porta a Fiesso d’artico un po’ di storia Citato già nel 1205, apparteneva al territorio padovano e deve il suo nome proprio a un’antica curva (“flexus”) del Naviglio del Brenta. L’aggiunta di “Artico” risale al 1867, per ricordare Angelo Artico che progettò il taglio del fiume per proteggere il territorio dalle frequenti catastrofiche inondazioni. Fiesso fu soggetto a Padova e ai vari signori che la dominavano, finché, sconfitti i Carraresi nel XV secolo, passò sotto il dominio della Serenissima. da visitare Piazza Mazzini con il Comune, uno scorcio della Chiesa parrocchiale con il campanile, a destra, Villa Contarini e Villa Recanati Zucconi Pur essendo ormai soprattutto un centro importante per la sua attività calzaturiera, quindi accresciuto di tanti edifici moderni, Fiesso conserva ancora un invidiabile patrimonio del passato, anche se si deve osservare che la rettifica operata dall’Artico del corso del Brenta ha creato una situazione diversa nell’ambiente e quindi diverso è, rispetto alle altre ville, il rapporto con il fiume. Ciò influisce certamente sul particolare fascino delle altre ville rispetto a queste, che mancano di quella perfetta simbiosi con l’acqua. Tuttavia si tratta pur sempre di edifici di grande concezione architettonica, come sulla sinistra della strada nazionale verso Stra, Villa Contarini di S. Baseggio, del secolo XVIII, con all’interno stucchi e, nell’attiguo oratorio, un dipinto di scuola del Tiepolo. Davanti alla villa, da non lasciarsi sfuggire gli interessanti edifici settecenteschi di carattere popolare. Continuando a sinistra incontriamo, inserita in un maestoso parco, la secentesca Villa Recanati-Zucconi, che presenta un corpo centrale sopraelevato, arricchito di sculture e pinnacoli. All’interno stucchi di ottima fattura. La settecentesca Chiesa parrocchiale ha facciata semplice e lineare, è ad un solo portale. Più interessante è però l’interno, dove il soffitto, incorniciato di stucchi del Solari, è stato dipinto da Jacopo Guarana. Sull’altar maggiore splende una pala forse di scuola di Palma il Giovane, mentre l’altare settecentesco è di Domenico da Verona. Da vedere anche le tele settecentesche sul primo e secondo altare di destra e soprattutto la tela di notevole valore sul secondo altare di sinistra, opera di G. B. Pittoni. Dopo un’occhiata alla rinascimentale Villa Grimaldi, alla Villa Corner-Vendramin (ora Die Staatstraße, die Venedig mit Padua verbinde, führt uns bis nach Fiesso D‘ Artico. 16 ein wenig geschichte Diese Ortschaft wurde schon im Jahr 1205 in Dokumenten erwähnt Sie gehörte zum paduanischen Land und verdankt ihren Namen einer alten Biegung (aus dem lateinischen Wort “flexus“) des Kanals. Dem Namen Fiesso wurde erst später im Jahre 1867 “Artico“hinzugefügt, um Angelo Artico zu gedenken, der die Umleitung des Flusses entwarf, um das Gebiet vor den häufigen chatastrophischen Überschwemmungen zu schützen. Fiesso wurde von Padua und deren Herrschaften bis dem XV Jahrhundert beherrscht, als die Seerepublik die Familie Carraresi aus Padua besiegte und dann über Fiesso herrschte. sehenswürdigkeiten Auch wenn Fiesso sich heute als ein wichtiges Zentrum der Schuhwarenproduktion zeigt und deswegen zahlreiche neue moderne Gebäude das Stadtbild stark geprägt haben, bewahrt das Städtchen viele Kunstschätze aus der Vergangenheit. Man muss aber bemerken, dass die von Artico geplante Umleitung des Flusses hat die Landschaft verändert und deshalb auch das ehemalige Verhältnis der Villen zum Fluss geändert. Die Villen um Fiesso üben nicht mehr den selben Reiz auf den Besucher aus, der die anderen Villen am Brenta ausüben, die mit dem Fluss eine innere Zusammengehörigkeit zeigen. Trotzdem handelt es sich um architektonische Meisterstücke, wie z. B. die Villa Contarini di S. Baseggio, die auf der linke Seite der Staatsstrasse in Richtung Strà liegt. Diese Sommerhaus stammt aus dem XVIII Jahrhundert und ist im Inneren mit Stucken verziert. Das anliegende Oratorium birgt ein Gemälde, das der Schule von Tiepolo zugeschrieben wird. Vor der Villa liegen auch einige volkstümlicher Gebäude, die nicht zu versäumen sind. Immer auf der linke Seite der Staatsstraße finden wir die in einem wunderschönen Park eingebettete Villa Recanati Zucconi mit einem überhöhtes Mittelbau, der mit Skulpturen und Fialen geschmückt ist. Im Innenraum sind vielen Stucken in kostbarer Ausführung zu sehen. Die aus dem XVIII Jahrhundert stammende Pfarrkirche hat eine einfache und lineare Fassade und ist nur mit Villa Contarini und Villa Recanati Zucconi. Links: Piazza Mazzini mit dem Rathaus, Anblick der Pfarrkirche mit dem Glockenturm RIVIERA DEL BRENTA Fiesso d’Artico Villa Fontana, Villa Corner, Villa Golfetto, Villa Soranzo, a destra ”La Barbariga“ e la Torre dell‘Orologio Smania) e un’altra più attenta a Villa Fontana, del secolo XVI, rimaneggiata nel secolo XVIII, con stucchi all’interno, bisogna fermarsi alla Villa Barbarigo o Lazarapisani. Si tratta di un’imponente costruzione del secolo XVIII, soprannominata “La Barbariga”. Da osservare il corpo centrale, le due lunghe ali simmetriche, la facciata verso il canale e quella verso terra e i raffinati porticati. All’interno sono da ammirare gli stucchi delle stanze per la loro varietà ed eleganza; i mobili e le suppellettili del ‘700, con cineserie, e, nella cappella, una tela con “S. Gaetano”, di Giuseppe Angeli. Usciamo poi nel giardino all’inglese, dove si innalza una graziosissima Torre dell’Orologio. Senza trascurare infine le Ville Donati, Mion e in particolar modo l’elegante neoclassica Villa Golfetto, concludiamo la visita con la Villa dei Soranzo del ‘500, appartenuta anche al patriota Giuseppe Vio, che ospitò nell’edificio, dal 1857 al 1865, le sedute del “Comitato segreto delle province venete”. La facciata principale è stata dipinta da Benedetto Caliari, il fratello di Paolo Veronese. Si tratta di affreschi che raffigurano divinità mitologiche. In una stanza del pianterreno si notano gli affreschi cinquecenteschi, con figure e paesaggi, e due camini pure cinquecenteschi, di gusto un po’ manierista. Ma un’occhiata la merita pure il Palazzo Benzi, che è una piccola costruzione, ma elegante, del primo Seicento. Al suo einem Kirchenportal versehen. Interessanter sieht der Innenraum aus, wo sich die von den Stucken von Solari eingerahmte Decke befindet, die von Jacopo Guarana bemalt wurde. Am Hauptaltar hängt ein Altarbild, das der Schule von Palma il Giovane zugeschrieben wird. Der aus dem XVIII Jahrhundert stammende Altar wurde von Domenico da Verona geschaffen. Nicht zu versäumen sind die Gemälde aus dem XVIII Jahrhundert, die auf dem ersten und auf dem zweiten Altar auf der rechte Seite hängen und das auf dem zweiten Altar links hängende wertvolle Bild, das ein Werk von G. B. Pittoni ist. Nachdem wir uns kurz die aus der Renaissance stammende Villa Grimani, die Villa Corner- Vendramin, und mit mehr Aufmerksamkeit, die im XVI Jahrhundert errichtete und im XVIII Jahrhundert umgebaute Villa Fontana,die im Inneren mit Stucken geschmückt wurde, angesehen haben, können wir der Villa Barbarigo oder Lazarapisani besichtigen. Es handelt sich um ein imposantes Gebäude aus dem XVIII Jahrhundert, das auch “La Barbariga“genannt wird. Wir können ruhig den Mittelbau, die zwei symmetrischen Flügeln, die Fassade, die sich im Fluss spiegelt, die zweite landeinwärts gerichtete Fassade und die raffinierte Laubengänge betrachten. Im Innenraum finden wir die mit eleganten und abwechselungsreichen Stucken geschmückte Zimmer, die aus dem XVIII Jahrhundert stammende Einrichtungen und die Hausgeräte, wo auch Chinoiserien zu sehen sind. Die anliegende Kapelle birgt ein Bild mit S. Gaetano von Giuseppe Angeli. Wir betreten dann auch den nach englischer Vorbild gestalteten Park, wo wir einen sehr schönen Uhrturm finden. Wenn wir weiterfahren treffen wir die Villa Donati, Villa Mion und die elegante neoklassische Villa Golfetto. Weiter geht die Entdeckungsreise durch die Riviera mit der aus dem VIV Jahrhundert stammenden Villa dei Soranzo, die auch dem Patrioten Giuseppe Vio gehörte, der von 1857 bis 1865 hier die Sitzungen des “Comitato Segreto delle province venete“(geheimer Komitee der Provinzen Venetiens) beherbergte. Die Hauptfassade wurde von Benedetto Caliari, dem Bruder von Paolo Veronese, mit Fresken verziert, wo mythologische 17 Die “Barbariga“ mit dem Uhrturm. Links von oben nach unten: Villa Fontana, Villa Corner, Villa Golfetto, Villa Soranzo RIVIERA DEL BRENTA Fiesso d’Artico Villa Benzi, la Brenta a Fiesso interno vi sono interessanti affreschi stuccati attribuiti al Ceruti. Abbiamo lasciato per ultima la chiesa di Fiesso, dedicata alla SS. Trinità. La prima chiesa è ricordata in un documento del 1115, con annesso monastero. L’attuale fu riedificata fra il 1722 e il 1738, consacrata nel 1837. L’altar maggiore, opera di Domenico Verona, è del 1735. Opere settecentesche sono le tele sugli altari di destra: “S. Antonio”, “S. Ubaldo re e le Anime purganti”, “S. Carlo Borromeo”. Dietro l’altar maggiore, la “Trinità” è opera di fine Cinquecento, forse della scuola di Tintoretto. Nel secondo altare di sinistra, G. B. Pittoni ha dipinto la “Madonna del Rosario”, mentre la “Gloria della SS. Trinità” sul soffitto (1767) è di Jacopo Guarana e gli stucchi del Solari. Gottheiten abgebildet sind. Ein Zimmer am Erdgeschoss birgt Fresken aus dem XVI Jahrhundert, mit Figuren und Landschaften, und zwei Kamine, die auch im XVI Jahrhundert im Stil des Manierismus geschafft wurden. Auch Palazzo Benzi lohnt einen Besuch. Es handelt sich um ein kleines aber elegantes Gebäude aus dem frühen VII Jahrhundert. Im Innern kann man interessante stuckierte Fresken sehen, die dem Ceruti zugeschrieben worden sind. Wir haben als letzten Besuch die Kirche von Fiesso verlassen, die der Hl. Trinität gewidmet ist. Die früheste Kirche mit dem anliegenden Kloster wird in einem Dokument aus dem Jahr 1115 erwähnt. Das gegenwärtige Gebäude wurde zwischen 1722 und 1738 neu errichtet und dann im Jahr 1837 eingeweiht. Der Hauptaltar ist ein Werk aus dem Jahr 1735 von Domenico Verona. Die aus dem XVIII Jahrhundert stammenden Gemälde auf die Altare der rechte Seite zeigen: “S. Antonio“, “König S. Ubaldo und die Büßerseelen “,San Carlo Borromeo“. Hinter dem Hauptaltar hängt ein Gemälde “die Trinität“, vielleicht der Schule von Tintoretto. Der zweite Altar auf der linke Seite birgt ein Werk von G.B. Pittoni, “Madonna des Rosenkranzes“und die Decke ist mit einer Malerei “Die Ehre der Trinität“von Jacopo Guarana und die Stucken von Solari geschmückt. 18 Der Fluß Brenta bei Fiesso. Oben: Villa Benzi RIVIERA DEL BRENTA Pianiga Pianiga si trova nella parte settentrionale della Riviera del Brenta, caratterizzata ancora dalla centuriazione romana, evidente per la presenza del “graticolato”. un po’ di storia Pianiga si trovò compresa nel territorio interessato a una vasta opera di divisione agraria e deve forse il suo nome proprio al luogo pianeggiante: “vicus planus”. Lo storico Tito Livio, infatti, parla dell’esistenza di “vici” soggetti a Padova. E in effetti Pianiga per molto tempo gravitò politicamente ed economicamente verso Padova. Comunque a dare espressamente notizia su Pianiga resta un documento risalente all’anno 1085. da visitare La facciata della chiesa di S. Martino; a destra, la porta del campanile La chiesa di San Martino di Pianiga viene nominata già nel 1136, il che significa che il territorio aveva un certo spessore insediativo, sia per le attività agricole, sia per un frequente movimento di uomini e cose. L’edificio è molto interessante, perché conserva una sua validità artistica nelle sue ben definite componenti duecentesche, nonostante sia stata rimaneggiata nel 1555 e infine nel 1977-78. Da osservare l’originale porta d’ingresso, sulla quale c’è un affresco con San Martino a cavallo che si fa risalire al 1645. All’interno della chiesa, sulla destra, si vede la Cappella del Battistero. Costruita nel 1554, nel 1606 fu restaurata e affrescata. Non si conosce il nome del pittore, ma si tratta certamente di un notevole manierista veneto. Da osservare poi è anche la tela seicentesca che si trova sulla porta laterale di destra, raffigurante la “Lavanda dei piedi”, mentre sulla porta che dà in sacristia è visibile il frammento cinquecentesco di una Madonna. Ma ciò che più interessa vedere all’interno della chiesa è senz’altro, dietro l’altare maggiore, il polittico di Francesco Bissolo (1470-1554), scolaro di Giovanni Bellini. Un’opera di grande nobiltà formale. L’altare è ornato di due angeli attribuibili con buona probabilità a Francesco Rizzi. Altre opere si possono vedere: il bassorilievo sopra una porta di sinistra, databile al primo Cinquecento e che raffigura la Madonna col Bambino; una “Pietà” con San Carlo e Sant’Antonio da Padova, databile al secolo XVII, opera di buon livello artistico di un pittore veneto; una tela del Seicento, sopra Pianiga befindet sich auf der Nordseite der Riviera del Brenta, die noch in altrömischen Zenturien geteilt ist, wie die Anwesenheit des “Graticolato Romano“(antikes Straßennetz aus der Römerzeit) beweist. 19 ein wenig geschichte Pianiga befand sich in Römerzeit in einem Lande, das in der Aufteilung der landwirtschaftlichen Fläche mit einbezogen wurde. Diese Ortschaft erhielt ihren Namen von “vicus planus “(Flachem Ort) Der Historiker Tito Livio berichtet über “vici“, die Padua unterworfen waren. Und tatsächlich war Pianiga lange Zeit politisch und wirtschaftlich ein Satellit von Padua aber das Städtchen wurde erst später in einem Dokument aus dem Jahre 1085 erwähnt. . sehenswürdigkeiten Die Kirche von San Martino in Pianiga wurde schon im Jahr 1136 erwähnt und das bedeutet, dass die Ortschaft schon dicht besiedelt und wichtig war, sei es wegen der Ackerbautätigkeit, sei es wegen des häufigen Verkehrs von Menschen und Waren. Das Gebäude ist sehr interessant, weil es seine künstlerische Wirkung dank seinen aus dem XIII Jahrhundert stammenden Elementen behalten hat, auch wenn es 1555 und endlich 1977/78 umgebaut wurde. Erwähnenswert ist das eigenartige Eingangstor, das mit einem aus dem Jahre 1645 stammende Fresken geschmückt ist, der San Martino a cavallo (zu Pferde sitzender San Martino) zeigt. Im Inneren der Kirche sieht man auf der rechten Seite die Taufkapelle. Sie wurde 1554 errichtet und 1606 restauriert und mit Fresken verziert. Der Name des Malers ist unbekannt, aber es muss sich wahrscheinlich um einen ansehnlichen venetischen Manierist handeln.. Auf der rechten Seiteneingang hängt ein aus dem XVII Jahrhundert stammendes Gemälde, das die “Lavanda dei piedi“(die Fußwaschung) zeigt und auf der Tür, die zur Pfarrhaus geht, ist ein Bruchstück einer aus dem XVI Jahrhundert stammenden Madonna sichtbar. Hinter dem Hauptaltar wird dann unsere Interesse vom Polyptychon von Francesco Bissolo (1470-1554) erweckt, einem Schüler von Giovanni Bellini. Dieses Werk ist wegen seiner vortreffliche Form zu bewundern. Der Altar ist mit zwei Engeln verziert, die Francesco Rizzi mit Wahrscheilichkeit zugeschrieben werden können. Wir können hier auch andere Werke bewundern, wie z.B. das Basrelief über eine Tür auf der linke Seite, das aus dem frühen XVI Jahrhundert stammt und die Madonna mit dem Kind darstellt; eine “Pietà“mit San Carlo und Sant‘ Antonio aus Padua, ein Kunstwerk auf gutem künstlerischem Niveau von einem venetischen Maler; ein Die Tür des Glockenturms. Links: die Jungfrau mit dem Kind aus der Kirche San Martino. Unten: die Kirchenfassade 20 RIVIERA DEL BRENTA Pianiga Villa Rizzi, facciata e parco la porta laterale di sinistra, che raffigura l’Ultima Cena; una pala, sul primo altare di sinistra, con “Madonna del Rosario e Santi”, che è databile al 1500 e presenta alcuni elementi di tendenza tintorettesca. Infine uno sguardo al soffitto, dove un affresco rappresenta le virtù teologali, Fede, Speranza e Carità. Di scuola veneta del ‘700, si è prospettato come autore Giambattista Crosato. Merita un’occhiata anche il portale d’ingresso a settentrione, sul quale un bassorilievo rappresenta San Martino a cavallo e due angeli, assegnabile quasi con certezza alla bottega dei Bonazza e con ragionevole probabilità a Tommaso Bonazza (ca. 1696-1775), che fu molto operoso nel territorio padovano. Bello è il campanile, con quei suoi caratteri trecenteschi particolarmente marcati. Merita attenzione, fuori della chiesa, quella palazzina domenicale dalla struttura tardo settecentesca, la cui cinta e il giardino sono abbelliti da sei statue in pietra tenera, anch’esse probabilmente della bottega dei Bonazza e forse di mano di Tommaso Bonazza. Ma anche a Pianiga è presente una interessante costruzione cinquecentesca: Villa Rizzi, con parco e con caratteristici annessi agricoli, in coerenza con il tipico ambiente di campagna in cui sorge Pianiga, nell’ambito di quella programmazione territoriale quale fu l’antica divisione agraria. il paesaggio Come s’è detto, l’intero territorio dove è sorta Pianiga è stato interessato dal “graticolato romano”, che si allargava da Pianiga a Santa Maria di Sala fino a Mirano. E questo è sostanzialmente il volto ambientale che caratterizza ancora questa zona. Pur con le trasformazioni degli anni e il dinamismo moderno, la componente fondamentale è solidamente legata alla campagna coltivata, alla fiorente vegetazione arborea, al verde, che offrono un ecosistema sereno, nel quale è ancora possibile immergersi, percorrendone lo spazio aperto e gustandone la placida bellezza. aus der XVII Jahrhundert stammende Bild, über das linke Eingangstor, das “das Letzte Abendmahl“zeigt; ein aus dem XVI Jahrhundert stammendes Altarbild, das auf dem ersten Altar links hängt und eine “Madonna des Rosenkranzes und Heiligen“darstellt. Das Bild zeigt einige Elemente, die den Einfluss von Tintoretto verraten. Wir werfen einen Blick auf die Decke, die mit einem Fresken von venetischer Schule aus dem XVIII Jahrhundert verziert ist und die göttlichen Tugenden, Glaube, Hoffnung und Liebe zeigt. Die Fresken sind dem Maler Giambattista Crosato zugeschrieben worden. Aufmerksamkeit verdient das nördliche Kirchenportal, worüber ein Basrelief ein zu Pferde sitzende San Martino und zwei Engel zeigt. Das Basrelief kann mit an Wahrscheinlichkeit grenzender Sicherheit dem Werkstatt der Familie Bonazza und mit annehmbarer Wahrscheinlichkeit Tommaso Bonazza (ca. 1696-1775) zugeschrieben werden, der zur Zeit im Gebiet um Padua als Künstler sehr tätig war. Schön ist der Glockenturm, der besonders prägende Merkmale aus dem Stil des XIV Jahrhundert zeigt. Aus der Kirche verdient Aufmerksamkeit ein Herrenhaus, das eine Struktur im Stil des späten XVIII Jahrhunderts zeigt und dessen Einfriedung und dessen Garten mit sechs Statuen aus Stein geschmückt sind, die im Werkstatt der Familie Bonazza und vielleicht von Tommaso Bonazza selbst geschaffen wurden. Auch in Pianiga finden wir ein sehr interessantes aus dem XIV Jahrhundert stammendes Gebäude: die in einem Park eingebettete Villa Rizzi, mit charakteristischen landwirtschaftlichen Nebengebäuden, die mit der landwirtschaftlichen Umgebung von Pianiga eine stimmige und konsequente Einheit darstellen, im Bereich der räumliche Planung, die mit der Aufteilung der landwirtschaftlichen Fläche übereinstimmt. die landschaft Wie schon erwähnt, das ganze Gebiet, wo Pianiga liegt, wurde von dem “Graticolato Romano“(antikes Straßennetz aus der Römerzeit) miteinbezogen, der sich von Pianiga bis Santa Maria Di Sala und dann bis nach Mirano erstreckte. Das aus der Aufteilung der landwirtschaftlichen Fläche stammende Aussehen der Landschaft, charakterisiert noch heute dieses Gebiet. Trotz der im Laufe der Jahren vorgehenden Veränderungen und der aktuellen dynamischen Lebensweise der Bewohner ist der Hauptbestandteil dieses Gebietes von Ackern, Wäldern und von Feldern charakterisiert, die einen ausgewogenen Ökosystem bilden, wo man sich noch verlieren kann, indem man den offenen Land durchquert und die Ruhe und die Schönheit dieser Landschaft genießt. Villa Rizzi, Fassade und Park RIVIERA DEL BRENTA Stra Villa Nazionale Pisani vista dall‘alto, la facciata e a destra particolari delle statue nel parco Ma ora ci aspetta una delle visite più interessanti della Riviera del Brenta, perché qui è possibile vedere e visitare la più splendida delle Ville venete, la più grandiosa e lussuosa. In Strà erwartet uns einen der interessantesten Besuchen in der Riviera der Brenta. Hier kann man die prächtigste, prunkvollste und großartigste unter den Villen sehen und besichtigen. un po’ di storia ein wenig geschichte Il nome è di derivazione latina: “strata” ossia “strada lastricata” e appare in un documento del 1008, con riferimento però a San Pietro di Stra, mentre Stra era nota con il nome di “Fossolovara”(“fossa dei lupi”), come risulta da documenti del 1028 e del 1064. Il territorio era attraversato dalla celebre strada militare Emilia-Altinate, costruita dal console Marco Emilio Lepido per congiungere Padova ad Altino e Aquileia. All’epoca romana Stra era paese prevalentemente agricolo e pastorale. Durante il Medioevo subì gravi danni dalle invasioni barbariche, poi dal XIV secolo, legata alla storia di Padova, fu travolta dalle innumerevoli guerre tra Padova e Venezia, soprattutto per motivi di confini, di diritti sul Brenta, di deviazioni del fiume. Cadde per breve tempo sotto il dominio di Ezzelino da Romano, finché, con il trattato tra Venezia e i Visconti, passò sotto la signoria di Milano, alla quale la sottrassero i padovani condotti da Francesco da Carrara. Nel XVI secolo, dopo la guerra detta di Cambrai, Stra divenne territorio veneziano e tranquillo soggiorno della nobiltà della Serenissima, che si fece costruire lungo la Riviera del Brenta le ville più fastose. Der Name Strà stammt aus dem lateinischen Wort “strata“d.h. “gepflasterte Straße“und erscheint in einem Dokument aus dem Jahre 1008, in Bezug aber auf San Pietro in Strà, weil die heutige Ortschaft Strà damals mit dem Namen “Fossalovara“(Wolfgrube) bekannt war, wie Dokumente aus dem Jahre 1028 und 1064 beweisen. Das ganze Gebiet war von der bekannten militärischen Straße Emilia-Altinate durchzogen, die der Konsul Marco Emilio Lepido erbauen ließ, um Padua mit Altino und Aquileia zu verbinden. Zur römischer Zeit wurden in dieser Gegend überwiegend den Ackerbau und die Viehzucht getrieben. Während des Mittelalters erlitt aber die Ortschaft schwere Schaden von den Völkerwanderungen und später vom XIV Jahrhundert wurde,die Geschichte von Padua miterlebend, von den zahllosen Kriegen zwischen Padua und Venedig gequält, die wegen den verschiedensten Beweggründen(wie z. B. den Grenzen, den Rechte auf den Brenta, der Umleitung des Flusses) geführt waren. Sie fiel nur kurzer Zeit unter der Herrschaft von Ezzelino da Romano, bis sie wegen der Allianz zwischen Venedig und der Familie Visconti unter der Herrschaft von Mailand gelangte, woraus sie von den von Francesco da Carrara geführten Paduaner befreit wurde. Im XVI Jahrhundert nach dem Krieg von Cambrai wurde Strà zum venezianischen Grundbesitz und zum Aufenthaltsort der Patrizier der Seerepublik, die sich hier den Brenta entlang die prächtigsten Villen errichten ließen. da visitare Sull’ansa del naviglio, si innalza la più nota fra le residenze patrizie disseminate lungo tutta la Riviera del Brenta: Villa Pisani (ora Nazionale), magnifica e regale costruzione settecentesca, su disegno di Girolamo Frigimelica e poi rielaborata da Francesco Maria Preti (1736-56). Possiamo dare solo alcune indicazioni, rinviando per i particolari a una guida speciale, data la complessità e la vastità dell’edificio. Il corpo centrale della villa con loggiato è sostenuto da cariatidi, il timpano ornato di statue. Le due ali laterali hanno lesene ioniche e una balaustra con statue sul tetto. All’interno, sale e salotti tutti affrescati, con mobili del XVIII e XIX secolo. Lo splendente salone da ballo occupa la parte centrale dell’edificio e sul soffitto giganteggia uno splendido affresco di Giambattista Tiepolo, “Gloria di Casa Pisani” (176162); prospettiva di G. Mengozzi sehenswürdigkeiten An einer Windung des Brentaflusses liegt die bekannteste unter den aristokratischen Villen, die die ganze Riviera del Brenta säumen: Villa Pisani, heute auch die Nazionale genannt, ein prächtiger und großartiger aus dem XVIII Jahrhundert stammender Landsitz, dessen ursprünglicher Entwurf von Girolamo Frigimelica war und 21 Die Statuen im Park der Villa Pisani. Links: Luftaufnahme der villa und Fassadenansicht RIVIERA DEL BRENTA Stra Villa Nazionale Pisani: affresco di Jacopo Guarana (1770), il Labirinto, la grande vasca con la facciata posteriore e a destra, l‘ingresso Colonna e, nella galleria che gira tutto attorno, affreschi a chiaroscuro di Giandomenico Tiepolo, al quale si deve anche il disegno dei cancelli in ottone argentato. Di fronte alla villa, si stende il parco, meraviglioso e ricco di piante di ogni specie. Nella parte posteriore della villa, imponente quanto la facciata, vi è una lunghissima vasca, alla quale fanno da sfondo la serra e una graziosa palazzina con fronte neoclassica a colonne a timpano adibito a scuderia: i box per i cavalli sono contrassegnati ognuno con una colonna di legno che regge un cavallo rampante pure ligneo. Ai lati della villa, le due scenografiche cancellate sono opera del Frigimelica. Le grandi statue sparse per il parco sono state eseguite da Giovanni Bonazza, intorno al 1718. Il Labirinto, anch’esso opera del Frigimelica, come l’Esedra, la ghiacciaia e le scuderie, considerate forse il suo capolavoro per la loro ariosità e la teatralità rococò. In conclusione, una costruzione unica, da visitare con calma e tempo a disposizione, perché tra salotti, sale, stanze ci si perde a contemplare. Certamente, usciti dalla visione di tanto splendore architettonico e di sfarzo degno di una reggia, il resto può sembrare appannato. Invece ci sono ancora costruzioni da ammirare: oltre il Naviglio, in frazione S. Pietro, si vede la cinquecentesca Villa Loredan; e proseguendo, a destra, la secentesca Villa Cappello, ora Giantin, una delle più armoniose piccole ville, tipicamente veneta, con il salone a pianterreno che va da una parte all’altra della casa. Presenta la dessen endgültiger Fertigstellung von Francesco Maria Preti vollzogen wurde. Angesichts der Komplexität und des Umfangs des Stoffes können wir hier nur einige Hinweise zur Besichtigung der Villa geben und müssen für weitere Erläuterungen auf einen entsprechenden Kunstführer verweisen. Der Mittelteil des Gebäudes wird von vier Karyatiden getragen, während einige Statuen das Tympanon beleben. Vom Mittelteil gehen zwei Flügeln aus, die mit ionischen Lisenen und einer mit Statuen geschmückten Balustrade verziert sind. Der Innenraum birgt mit Fresken geschmückte Saale und Empfangszimmer mit Einrichtungen aus dem XVIII und XIX Jahrhundert. Der prachtvolle Festsaal nimmt das Obergeschoß des Mittelteils ein. Die Decke wurde von G.B. Tiepolo von 1760 bis 1762 mit der “Glorie der Familie Pisani“, einem wunderschönen Fresken, gemalt und die Wände wurden mit einer G. Mengozzi Colonna zugeschriebene Perspektive geschmückt. Die Wände des Festsaals werden von einer mit Helldunkelfresken von Giandomenico Tiepolo geschmückten Galerie umrahmt, deren Messinggittern auch von Giandomenico Tiepolo gezeichnet worden sind. Vor der Villa erstreckt sich der wunderschöne Park, reich an Pflanzen jeder Art. Beim Hintereingang der Villa, der so schon wie die Fassade ist, liegt ein eindrucksvolles Wasserbekken, das als Hintergrund ein Gewächshaus und ein kleines hübsches als Stallungen benutztes Gebäude mit neoklassischer Fassade hat, die mit Säulen und Giebelfeld verziert wurde. Die Boxen für die Pferde sind jeder mit einer Säule aus Holz gekennzeichnet, die ein auf den Hinterbeinen stehender Pferd auch aus Holz trägt. Die zwei effektvollen Gitterwerke, die an beiden Seiten der Villa zu sehen sind, wurden von Frigimelica entworfen. Die prächtigen Skulpturen die den Park beleben, wurden um 1718 von Giovanni Bonazza geschaffen. Auch das Labyrinth wurde nach einem Entwurf von Frigimelica realisiert wie übrigens das Halbrund, das Lager und die Stallungen, die wegen Großzügigkeit und Prunk im Stil des Rokoko als sein Meisterwerk gehalten werden. Villa Pisani ist ein einmaliges Kunstwerk, und es lohnt sich ihrem Besuch Zeit und Ruhe zu gönnen, um ihre Empfangszimmer, ihre Saale und Gemächer zu erkunden und um sich beim Betrachten zu verlieren. Sicher wenn wir den Glanz und architektonischen Prunk dieser schlossähnlichen Villa bewundern, können wir ge- 22 VILLA NAZIONALE PISANI Erdgeschoßvestibül. Links: Fresko von Jacopo Guarana (1770), das Labyrinth im Park, das große Becken im Park und die Gartenfassade der Villa RIVIERA DEL BRENTA Stra Villa Loredan, Villa Cappello, vista dall‘alto della Villa e Barchessa Foscarini Rossi, scarpe storiche al Museo della calzatura, la facciata della villa, e a destra. un salone affrescato della Barchessa sua scalinata a doppia rampa, che sale all’androne a tre archi, dominato dalla trifora della sala centrale, con sopra un timpano. Da ammirare il lussureggiante giardino. Subito dopo, la pregevole Villa Foscarini, ora Rossi, dall’impronta neoclassica, che risente senz’altro dell’arte palladiana, soprat- tutto per il pronao e la loggia sovrastante. All’interno sono preziosi i soffitti con begli affreschi, come pure le pareti, con opere di Domenico Bruni (1652), di Sebastiano Mazzoni, e di alunni di Giuseppe Jappelli. Particolarmente deliziosa la facciata che guarda sul Brenta. Progettata da Vincenzo Scamozzi, ha subito poi dei rimaneggiamenti neoclassici da parte di Giuseppe Jappelli. Interessanti sono le decorazioni del salone della barchessa di Domenico Bruni e alcune, forse, di Pietro Liberi. Vi è annesso il Museo della calzatura. Seguono poi, in località Fossolovara, la Villa Badoer, ora Draghi, quattrocentesca, con portico centrale a tre archi e tracce di decorazioni pittoriche sulle pareti esterne; la Villa Bernardi Valier, una bella costruzione settecentesca; la Villa Zoldan Cecchini, rimaneggiata da Andrea Urbani, nel 1748, con un grande atrio e un vasto giardino, e infine la fastosa secentesca Villa Gritti Moschini, di carattere ottocentesco. Sui pilastri dell’ingresso sono da ammirare statue di Giovanni Ferrari, ma non meno interessanti sono le scuderie di G. Antonio Selva. Insomma tutto fa di Stra un punto d’incontro eccezionale con un passato che sa di favoloso per il fasto e la perfezione delle linee di tante famose dimore. blendet werden. Es gibt aber noch sehenswerte Gebäude, die auf uns warten. Nach dem Naviglio bei der Ortschaft San Pietro sieht man die aus dem XVI Jahrhundert stammende Villa Loredan, und weiter auf der rechte Seite, die im XVIII Jahrhundert errichtete Villa Cappello (heute Giantin genannt) eine sehr ausgewogene kleine Villa im typischen Stil der Veneter, die einen Salon beherbergt, der das ganze Erdgeschoß einnimmt. Eine doppelte Treppe führt zum vom Dreipassfenster des Hauptsaal beherrschten Hausgang, der mit drei Bogen, die ein Tympanon stützen, versehen ist. Man sollte nicht versäumen, der üppige Garten zu bewundern. Nicht weit entfernt treffen wir die kostbare im neoklassischen Stil errichtete Villa Foscarini heute Rossi genannt, die uns mit einer charakteristischen sechssäuligen Vorhalle mit Balustrade nach dem Vorbild von Palladio vorkommt. Im Innenraum sind die kostbare Decke und die Wände mit schönen Fresken, Werken von Domenico Bruni (1652), Sebastiano Mazzoni, und von Schülern von Giuseppe Jappelli verziert. Besonders erwähnenswert ist die hübsche Fassade, die sich im Flusse Brenta spiegelt. Sie wurde von Vincenzo Scamozzi entworfen und später von Giuseppe Jappelli in neoklassischem Stil umgearbeitet. Sehr interessant sind die Verzierungen des Salons der Barchessa, die Domenico Bruni und teilweise vielleicht auch Pietro Liberi zugeschrieben werden. Die Villa beherbergt auch das anliegende Museum der Schuhwaren. Es folgen dann bei der Ortschaft Fossolovara, die aus dem XV Jahrhundert stammende Villa Badoer (heute Draghi genannt) mit zentralem auf drei Bogen stützendem Laubengang und Resten der malerischen Verzierungen an den Außenwänden.; die schöne im XVIII Jahrhundert errichtete Villa Bernardi Valier ; die Villa Zoldan Cecchini, die im Jahr 1748 umgearbeitet wurde. Sie birgt eine prächtige Vorhalle und einen ausgedehnten Garten. Schließlich die Villa Gritti Moschini, die im XVIII errichtet wurde aber Merkmale aus dem Stil des XIX Jahrhunderts zeigt. Die Pilaster bei dem Eingang stützen Statuen von Giovanni Ferrari, und erwähnenswert sind die Stallungen von G. Antonio Selva. Alle diese prachtvolle und ausgezeichnete Residenzen machen Strà zu einem einzigartigen aus einer zauberhaften Vergangenheit stammenden Treffpunkt von Kultur, Kunst und Natur. 23 Ein freskierter Saal der Barchessa Foscarini Rossi. Links: Villa Loredan, Villa Cappello, Luftaufnahme der Villa Foscarini Rossi mit der Barchessa. In der Villa befindet sich das Schuhmuseum 24 RIVIERA DEL BRENTA Vigonovo Palazzo Zanon, oggi sede comunale e un particolare della facciata, a destra particolare del timpano di una casa dell‘800 in piazza Marconi e la torretta ex colombaia e pollaio dietro il Comune Siamo al limite estremo della provincia di Venezia verso Padova, della cui influenza Vigonovo risente maggiormente. Wir befinden uns hier an der äußersten Grenze der Provinz Venedig in Richtung Padua, dessen Einfluß in Vigonovo viel spürbarer ist als der von Venedig. un po’ di storia ein wenig geschichte Vigonovo deve il suo nome “vicus novus” (villaggio nuovo), in epoca romana, a un insediamento fatto su uno precedente abbandonato per una delle tante disastrose alluvioni del Brenta. Comunque Vigonovo compare quale località nel 1097 e su di essa il vescovo di Padova esercitava i diritti feudali. Prima quasi esclusivamente boschivo, poi adattato anche in parte all’agricoltura, il territorio fu frequente causa di liti fra autorità ecclesiastiche di Padova e alcuni nobili casati. Nel XIII secolo Vigonovo fu soggetto alla signoria degli Ezzelini e quindi coinvolto in tutte le guerre del tempo, passando dai Dalla Scala ai Da Carrara, finché, con l’assoggettamento di tutto il territorio padovano a Venezia, anche Vigonovo finì sotto il dominio della Serenissima. Vigonovos Name stammt aus dem lateinischen “vicus novus“(neues Dorf); zur Zeit der Römer war es eine neue Ansiedlung an der Stelle eines früheren Dorfes, das infolge der viele katastrophalen Überschwemmungen durch den Brenta verlassen worden war. Doch Vigonovo wird 1097 als Ortschaft erwähnt, worüber der Bischof von Padua Lehenrechte besaß. Zunächst war das Gebiet fast völlig von Wäldern bedeckt, dann wurde es teilweise für die Landwirtschaft benutzt, doch oft war es die Ursache für Streitigkeiten zwischen der Kirche von Padua und manchen adeligen Familien. Im 13. Jh. war Vigonovo von der Familie Da Romano beherrscht, dann in all die damaligen Kriege miteinbezogen, wobei es unter die Herrschaft vieler Familien von den Dalla Scala bis hin zu den Da Carrara geriet, bis es nach der Eroberung der ganzen Region um Padua durch die Venezianer auch auf die Republik Venedig überging. da visitare Sono tre gli elementi particolari di Vigonovo: il Canale Brenta-Cunetta, l’industria della calzatura e le case dominicali costruite anche qui, come in tutta la Riviera. Dopo aver preso contatto con le molte e notissime industrie e attività artigianali e commerciali, che hanno favorito lo sviluppo edilizio e trasformato il territorio in un centro vivace e dinamico, facciamo visita in Piazza Marconi alla Chiesa parrocchiale, costruita probabilmente dopo una delle disastrose alluvioni del Brenta e consacrata nel 1739, mentre il campanile risale al secolo scorso. L’altar maggiore è settecentesco e opera del Rizzi. La pala dell’altare di sinistra è di Giandomenico Tiepolo: “La discesa dello Spirito Santo”. Da osservare anche una tela di Pietro Liberi: “S. Domenico e S. Caterina” e nel transetto di sinistra un dipinto della seconda metà del Quattrocento “La Vergine e il Bambino”, attribuito a Giacomazzo di Vigonovo. In centro c’è da vedere poi l’edificio gentilizio, ora sede municipale. sehenswürdigkeiten Drei sind die besonderen Merkmale von Vigonovo: der Kanal Brenta-Cunetta, die Schuhindustrie und die Herrenhäuser, die auch hier, wie überall in der Region des Brenta-Kanals errichtet wurden. Nachdem man kurz die vielen und bekannten Industrie-, Handwerks- und Handelsbetriebe gesehen hat, die die Bebauung begünstigt und das Gebiet zu einer lebhaften und dynamischen Wirtschaftsregion gemacht haben, besichtigen wir in der Piazza Marconi die Pfarrkirche, die wahrscheinlich nach einer der katastrophalen Überschwemmungen durch den Brenta gebaut und 1739 eingeweiht wurde, während der Bau des Glockenturms auf das letzte Jahrhundert zurückgeht. Der Hauptaltar ist ein Werk von Rizzi aus dem 18. Jh. Das Gemälde auf dem linken Altar ist eine Darstellung der Niederkunft des Heiligen Geistes von Giandomenico Tiepolo. Zu sehen gibt es noch ein Gemälde von Pietro Liberi mit den heiligen Dominikus und Katharina und im linken Querschiff ein Gemälde aus der zweiten Hälfte des 15. Jh. mit der Jungfrau und dem Kind, das dem Maler Giacomazzo di Vigonovo zugeschrieben wird. Im Stadtzentrum ist das sehenswerte Herrenhaus der heutige Detail des Giebels eines Hauses aus dem 19. Jh. in Piazza Marconi. Oben: der ehemalige Taubenschlag und Hühnerstall hinter dem Rathaus. Links: Palazzo Zanon, heute Rathaus, Detail aus der Fassade RIVIERA DEL BRENTA Vigonovo Villa Sagredo, a destra, il fiume Brenta Se seguiamo ora Via Veneto, arrivando al ponte che valica il Brenta, subito dopo possiamo notare sulla sinistra Villa Ajaccio, un bel palazzo di pianta settecentesca in stile veneziano. Ancora sulla sinistra del fiume incontriamo l’imponente Villa Ceccato, subito visibile e prospiciente la strada, con le sue adiacenze. Imbocchiamo poi Via Sagredo, che porta dinanzi all’omonima solitaria Villa Sagredo, sorta forse sul posto di un antico castello romano e trasformato nel secolo XVI da un grande architetto. Qualcuno ha pensato addirittura a Sansovino. Immersa nel verde, è da ammirare per l’architettura sobria, ma molto elegante, le caratteristiche trifore e le finestre arcuate e il poggiolo del piano nobile. Da ricordare che Galileo Galilei fu ospite di Giovanni Sagredo, figlio di Giovan Francesco, che ritroviamo protagonista di una delle opere più celebri di Galileo, “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”. Un piccolo oratorio e le barchesse completano il quadro d’insieme esterno della villa. In Via Mazzini, per chi voglia avere l’idea della tipologia di una vecchia casa rurale del territorio, ce n’è una da vedere. Ma perché infine non percorrere gli argini del Brenta, salirvi per i numerosi sentieri, fermarsi poi magari alla zona di Sarmazza? Si scoprirà un ambiente così singolare da essere forse stimolati a rivisitarlo. Vale la pena di percorrere anche gli argini del canale ottocentesco Brenta-Cunetta e godere la tranquillità dei suoi canneti e delle anse dove si alzano le gallinelle d’acqua e si respira solitudine e serenità. Sitz der Stadtverwaltung. Geht man nun in die Via Veneto bis zur Brücke über dem Brenta, kann man gleich auf der linken Seite Villa Ajaccio bemerken, einen schönen Palast mit typisch venezianischem Grundriß aus dem 18. Jh. Weiter auf dem linken Flußufer findet man die mächtige Villa Ceccato, die mit ihren Nebengebäuden von der Straße her gleich bemerkbar ist. Wir biegen dann in die Via Sagredo ein, die an der gleichnamigen Villa Sagredo vorbeiführt; sie entstand vermutlich an der Stelle eines alten römischen Schlosses und wurde im 16. von einem sehr fähigen Architekten umgebaut. Manche vermuten sogar Sansovino als den Architekten. Bei der im Grün gelegenen Villa sind die einfache, doch sehr elegante Architektur, die bemerkenswerten dreibogigen Fenster, die spitzbogigen Fenster und der Balkon im Obergeschoß zu bewundern. Sogar Galileo Galilei war Gast von Giovanni Sagredo, dem Sohn von Giovan Francesco, den man als Hauptfigur in einem der berühmtesten Werke von Galileo, dem “Dialog über die zwei Weltsysteme“, wiederfindet. Eine kleine Kapelle und die Barchesse (Lagerhäuser) vollenden den Gesamtanblick auf die Villa. Wenn man ein typisches altes Bauernhaus sehen möchte, so wie es in der Gegend üblich war, findet eines noch in dieser Straße. Doch warum nicht auch die Ufer des Brenta entlanglaufen? Oder durch die zahlreichen Pfade auf die Ufer steigen? Um dann vielleicht bei Sarmazza anzuhalten? Auf diese Weise wird man eine so einzigartige Umgebung entdecken, daß man Lust auf ein Wiedersehen bekommt. Es lohnt sich, die Ufer des Kanals Brenta-Cunetta (19. Jh.) entlang zu laufen, um die Stille im Schilf und in den Flußbiegungen zu genießen, wo Teichhühner abfliegen und man Einsamkeit und Heiterkeit atmet. 25 Der Fluß Brenta. Links: Villa Sagredo RIVIERA DEL BRENTA Il paesaggio della Riviera del Brenta Una stampa di G.Costa da “Le delizie del fiume Brenta“, e navigazione turistica lungo il fiume Certamente per prima cosa la Riviera del Brenta attira l’attenzione curiosa del visitatore per le decine e decine di ville progettate e affrescate da grandi artisti, come s’è visto. Attraenti per l’armonia delle linee esterne e per gli affreschi interni, oltre che affascinanti per i richiami storici e i celebri personaggi che in molte di esse vi hanno abitato o sostato. Ma chi si fermasse solo alla contemplazione sia pure doverosa e ammirata di esse, perderebbe forse un’occasione preziosa, perché quelle ville accrescono il loro fascino se viste e osservate attentamente anche nel passaggio di acque dove molte si specchiano e nel verde dei parchi in cui sono situate. È da notarsi il senso profondo del bello e dell’arte, certamente, ma anche tutto l’ambiente esterno, studiato in modo da rendere ariosa la stessa costruzione e serena la vita, a contatto con una natura valorizzata nel suo verde splendido e riposante. Quando ci si inoltra in quelle dimore sontuose di campagna, si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo e ci permette di gustare almeno per qualche ora una dimensione nuova, più umana della vita. Perciò sono consigliati gli itinerari in bicicletta attraverso i paesi bagnati dal Brenta: si scoprono angoli deliziosi, anse capaci di ricreare suggestioni incancellabili. Ma addentrandosi un po’ nella campagna si scoprono strade e sentieri che isolano in un verde incantevole chi ama ancora la natura. Insomma, le stesse ville accrescono il loro fascino architettonico proprio perché inserite nell’ambiente circostante, in perfetto equilibrio tra linee e forme, e ambiente naturale. Si nota perciò un’euritmia che suscita meraviglia e stupore. Che poi si provano anche avvicinandosi e inoltrandosi nelle barene o soffermandosi presso i canali: il Musone, il Canale Novissimo fino alle chiuse di Ca’ Molin, o più avanti a quelle settecentesche di Mira Porte. In conclusione la Riviera del Brenta offre un paesaggio sorprendente a chi ne percorre le sponde: può scoprire giardini, alberi maestosi, statue che si riflettono nella corrente, contrade settecentesche, scorci segreti e romantici, che hanno ispirato celebri artisti come Canaletto, Bellotto e tanti altri. Basta saper vedere. E per vedere le occasioni non mancano, attraverso i dieci itinerari turistici in bicicletta, alla scoperta non solo die landschaft der brenta-kanals 26 Die Dutzende Villen, die von großen Künstlern entworfen und freskiert worden sind, sind, wie gesehen, wohl das erste Merkmal der Region des Brenta-Kanals, der sogenannten Riviera del Brenta, das den neugierigen Besucher überrascht. Wegen der Harmonie ihrer äußeren Formen und der Dekorationen im Inneren, sowie wegen des Zaubers in den Zeichen der Geschichte und wegen der berühmten Persönlichkeiten, die in vielen derselben gewohnt oder verweilt haben, ziehen die Villen magnetisch an. Doch wer sich bloß auf die Beobachtung der Villen beschränkt, könnte vielleicht kostbare Ansichten versäumen, denn diese Villen wirken noch zauberhafter, wenn man sie aufmerksam auch in ihrer Umgebung aus Wasser, wo sich viele widerspiegeln, und Parkanlagen sieht und beobachtet. Das tiefe Gefühl für das Schöne und die Kunst ist wirklich bemerkenswert, doch auch die ganze Außenwelt wurde so gedacht, um das Gebäude selbst leichter und das Leben heiterer zu machen durch den Kontakt mit der Natur, deren glänzendes und erholendes Grün auf diese Weise noch stärker wirkt. Wenn man in diese prächtigen Landvillen tritt, hat man das Gefühl, in die Vergangenheit zurückzugehen; diese Erfahrung ermöglicht wenigstens für kurze Zeit, eine neuere, menschlichere Dimension des Lebens zu genießen. So sind die Rundfahrten in der Brenta-Region besonders für das Fahrrad zu empfehlen: man entdeckt kostbare Ecken und Winkel, die unvergeßliche Eindrücke hervorrufen können. Doch dringt man in das Land etwas weiter hinein, entdeckt man Feldwege und Landstraßen, die den Naturliebhaber in ein zauberhaftes Grün tauchen lassen. Die Villen selbst erhöhen ihren architektonischen Wert, gerade weil sie in ihrer Umgebung ein perfektes Gleichgewicht von Linien, Formen und Natur erreichen. Man bemerkt also eine seltene Einigkeit, die gleichzeitig verwundert und überrascht. Ähnliche Gefühle werden beim Anblick und bei der Besichtigung von Sandbänken und Kanälen wieder wach, wie dem Musone, dem Canale Novissimo bis zu den Schleusen von Ca’ Molin, oder etwas weiter noch bis zu den Schleusen aus dem 18. Jh. in Mira Porte. Mit wenigen Worten, der Kanal Brenta bietet demjenigen, der seine Ufer verfolgt, eine überraschende Landschaft: man kann Gärten, majestätische Bäume, Statuen, Eine Ansicht von G. Costa aus den „Vergnügungen des Flusses Brenta“; unten Ausflügler auf dem Fluß RIVIERA DEL BRENTA Il paesaggio della Riviera del Brenta delle fastose ville della Riviera, ma anche della campagna attigua, così ricca di antiche case, di bellezze nascoste, di contrade e angoli verdi. Si tratta di percorrere strade secondarie, alcune sterrate e suggestive lungo gli argini dei canali. Anche così si può avere un’idea della vera civiltà del Brenta: attraversando Dolo, paesi come Paluello, Fossò, Celestia, Sandon, Premaore, Camponogara, Calcroci e Sambruson, si fanno scoperte, spesso inattese, di vecchi casolari, di percorsi sterrati, dell’antico alveo del Brenta. Insomma, attraverso strade alternative e poco battute, si possono ammirare, da una prospettiva insolita, le ville fascinose e i parchi nei quali sono immerse, oltre a godere di una natura sempre dolce e riposante, di un paesaggio caldo e tranquillo come quello della campagna veneta e della barena, dove si annidano o si fermano innumerevoli specie di uccelli. Anche questo è uno spettacolo da ammirare, perché non offrirà certo al visitatore sensibile meno emozioni di quelle provate davanti allo sfarzo delle ville, alla bellezza dei parchi che le circondano e delle ac- Due immagini della manifestazione “Riviera Fiorita“ che si svolge lungo il fiume ogni anno a settembre, a destra house boat a Mira Porte que che vi scorrono. Veramente la Riviera del Brenta si presenta come un itinerario turistico unico, anche perché è il classico e romantico percorso di quelle antiche imbarcazioni che, col nome di “Burchielli”, portavano nobili viaggiatori e damine incipriate da Venezia agli svaghi della villeggiatura di goldoniana memoria. Anche oggi questo affascinante itinerario fluviale è percorribile con il Burchiello che, nei mesi estivi, passa sul Brenta per congiungere Padova e Venezia, permettendo di ammirare il susseguirsi incantevole delle grandi ville signorili. die sich im Strom widerspiegeln, kleine Viertel aus dem 18. Jh., geheimnisvolle und romantische Anblicke entdecken, die berühmte Künstler wie Canaletto, Bellotto und viele andere mehr inspiriert haben. Man braucht nur, sehen zu können. Und an Gelegenheiten fehlt es dank der zehn Rundfahrten mit dem Fahrrad nicht, die zur Entdeckung nicht nur der berühmten Villen entlang dem Fluß, sondern auch des naheliegenden Umlands führen, das so voll von alten Häusern, von versteckten Schönheiten, von kleineren Dörfern und grünen Oasen ist. Man fährt auf Feldstraßen, wovon manche ausgehoben die Ufer entlang laufen. Auch so kann man einen Eindruck von der wirklichen Zivilisation des Brenta haben: über Dolo durchfährt man Dörfer wie Paluello, Fossò, Celestia, Sandon, Premaore, Camponogara, Calcroci und Sambruson, und dabei entdeckt man oft unerwartet alte Bauernhäuser, Feldwege und das alte Flußbett des Brenta. Mit wenigen Worten, durch Alternativ- und wenig verkehrte Straßen kann man aus einer ungewöhnlichen Perspektive sowohl die zauberhaften Villen und ihre umliegenden Parke bewundern, als auch eine immer süße und erholende Natur in einer warmen und ruhigen Landschaft genießen. Es ist die Landschaft des venezianischen Festlands und der venezianischen Lagune, wo unzählige Vogelarten brüten und rasten. Auch das ist ein bewundernswertes Schauspiel, denn dadurch werden sicherlich nicht weniger Gefühle wieder wach als durch die Beobachtung der Pracht der Villen, der Schönheit der Parke, die sie umgeben, und des Wassers, das darin fließt. Zweifellos stellt sich die Region des Brenta Kanals, die sogenannte Riviera del Brenta, wie das richtige Gebiet für eine einzige große Rundfahrt vor, auch weil der Kanal selbst schon immer der klassische, romantische Weg für jene alten Schiffe war, die mit dem Namen “Burchielli“adelige Herren und gepuderte Damen aus Venedig zu den Erholungen des Urlaubs auf dem Lande führten, so wie Goldoni sie in seinen Lustspielen dargestellt hat. Auch heute kann man in den Sommermonaten auf einem Burchiello diesen faszinierenden Flußweg hinauffahren; es fährt auf dem Kanal Brenta von Venedig nach Padua und ermöglicht dabei, die bezaubernde Reihe der großen Herrenvillen zu bewundern. 27 Ein Hausboot in Mira Porte. Links: zwei Bilder aus der jährlichen Veranstaltung “Riviera Fiorita“ im September 28 RIVIERA DEL BRENTA Fossò Particolare di facciata e campanile della Chiesa di S. Bartolomeo Si estende nella zona meridionale della provincia in una fertilissima area pianeggiante, su un percorso che ricorda antiche strade, nella zona della “Riviera del Brenta” tra Padova e Venezia, soprattutto quella che da Vigonovo prosegue per Fossò e poi Camponogara e Campagna Lupia, per giungere infine presso Lova sul margine lagunare. un po’ di storia Il toponimo “Fossò” deriva con notevole probabilità da “Fossadum”, con riferimento ad un ramo minore del Brenta. Non si conosce come si sia formato il primo agglomerato di Fossò, poiché il primo documento che permette di confermarne l’esistenza risale agli inizi del secolo XI: si tratta della conferma, data nel 1025 dall’imperatore Corrado il Salico, all’acquisizione effettuata dall’abate di Sant’Ilario, Bono, di più poderi (“massaricias”) dislocati in diverse località, tra cui appunto Fossò. Un atto di compravendita, poi, di terreni, di poco posteriore (1073), fa sapere che il paese è già formato: gli attribuisce infatti il titolo di “Villa”, specificando che è posto sotto la giurisdizione della “pieve” di Sarmacia, cioè di Vigonovo. La qualifica di “villa” fa pensare senz’altro che Fossò avesse già allora una chiesa, anche se è necessario arrivare al 1130 per trovare conferma: infatti il vescovo di Padova, Bellino, tra i beni e i diritti di pertinenza dei canonici della città comprende anche la “cappella” di San Bartolomeo di Fossò. Più documenti riportano che nei secoli dal XII al XV Fossò fu soggetto a Padova, benché, limitatamente alla seconda metà del secolo XIII, alcuni diritti giurisdizionali fossero appannaggio del casato dei Delesmanini, signori di Mirano. Comunque dalla valutazione dei “fuochi” censiti da Padova nel 1281 si desume che Fossò avesse già una sua consistenza maggiore di altre località vicine. Fuori dalle principali direttrici di marcia del tempo, fu raramente coinvolto nelle guerre del tempo. Tuttavia nel 1380 fu teatro di uno scontro, durante una delle tante guerre tra Padova e Venezia, nel quale furono affondate, in un ramo minore del Brenta, 9 barche cariche di rifornimenti per le truppe veneziane impegnate contro le milizie padovane dei Carraresi. Nel secolo XV Fossò passò sotto la Repubblica di Venezia fino al 1797, quando Napoleone mise fine alla Serenissima, creando il Regno d’Italia (1806). I comuni di Fossò e Sandon furono assegnati al Dipartimento del Brenta e l’anno successivo al Dipartimento dell’Adriatico. Caduto Napoleone, nel 1815 il Veneto passò sotto l’Au- Die Region von Fossò estreckt sich in dem südlichen Gebiet der Provinz Venedig in einer äußerst fruchtbaren flachen Ebene in der Nähe des Brentakanals und auf einer Strecke, die an alte Straßenverbindugen erinnert, wie zum Beispiel an die Straße, die von Vigonovo über Fossò nach Camponogara und Campagna Lupia führt, um schließlich Lova am Rande der Lagune zu erreichen. ein wenig geschichte Der Name Fossò stammt aller Wahrscheinlichkeit nach aus “Fossadum“(Kanal) und bezieht sich damit auf einen Nebenfluß des Brenta. Man weiß nicht, wie die erste Ansiedlung von Fossò ihren Ursprung hatte, denn die erste Urkunde, die dessen Existenz belegt, ist vom Anfang des 11. Jh.: es handelt sich um die Bestätigung, die Kaiser Konrad II. an den Abt Bono von Sant’Ilario über die Erwerbung mehrerer Landgüter (massaricias) in verschiedenen Gebieten, worunter eben auch Fossò, schickte. Ein etwas späterer Kaufvertrag von Landgütern (1073) verrät, daß das Dorf bereits existiert: man bezeichnet es als “Villa“, wobei man klarstellt, daß es unter der Jurisdiktion der Pfarre von Sarmacia, d.i. Vigonovo, ist. Die Bezeichnung “villa“läßt auch vermuten, daß Fossò damals schon eine Kirche besaß, auch wenn man das Jahr 1130 erwarten muß, um eine Bestätigung davon zu finden: denn damals verzeichnet der Bischof Bellino von Padua unter den Gütern und Besitztümern des städtischen Klerus auch eine Kapelle San Bartolomeo in Fossò. Mehreren Urkunden aus dem 12. bis 15. Jahrhundert zufolge unterstand Fossò der Stadt Padua, wenn gleich manche Rechtsbereiche nur in der zweiten Hälfte des 13. Jh. von der Familie Dalesmanini, Herren von Mirano, verwaltet wurden. Doch aus einer Prüfung der Zählung der “Feuer“, die 1281 in Padua verzeichnet wurden, schließt man, daß Fossò schon damals eines der größten Dörfer der Region war. Außerhalb der wichtigsten damaligen Straßenverbindungen gelegen, wurde es nur sehr selten in die Kriege hineingezogen. Doch 1380 wurde es zum Schauplatz eines der vielen Kämpfe in dem langjährigen Krieg zwischen Padua und Venedig, als neun Boote voller Vorräte für die venezianischen Truppen, die gerade gegen die paduaner Truppen der Familie Da Carrara kämpften, versenkt wurden. Im 15. Jh. kam Fossò in den Besitz der Republik Venedig, wo es bis 1797 auch blieb, bis Napoleon der Republik ein Ende machte und später das Königreich Italien gründete (1806). Die Gemeinden Fossò und Sandon wurden an den Bezirk Bren- Detail aus der Kiche und Glockenturm von San Bartolomeo 29 RIVIERA DEL BRENTA Fossò Il Municipio in piazza Marconi, a destra la chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo con la Casa Molinari stria e il comune di Sandon fu unito a Fossò, divenendone sua frazione. Con la fine del dominio austriaco nel 1866 anche Fossò passò sotto il Regno d’Italia. da visitare Chi visita Fossò ha subito l’impressione gradevole di un centro vitale e dinamico, perché ha saputo organizzare un buono sviluppo economico, che da un lato ha favorito, con l’espansione urbanistica, il passaggio da comune essenzialmente agricolo ad area industriale, artigianale e commerciale, senza trascurare la continuità con un’agricoltura razionale e moderna. Ma Fossò conserva anche, nel suo territorio, alcune significative testimonianze della sua storia. Si può quindi iniziare un itinerario alla loro scoperta, visitando un prezioso monumento del Settecento: la Chiesa dedicata a San Bartolomeo. Si tratta di un edificio importante sia per il valore storico e artistico che riveste, sia per ciò che esso ha sempre rappresentato per Fossò. Sembra che già attorno al Mille ci fosse una Cappella, ma un documento del 1130 del Vescovo di Padova, Bellino, conferma l’esistenza della Cappella di San Bartolomeo a Fossò. La chiesa vera e propria, poi, dedicata a San Bartolomeo, fu invece consacrata l’8 settembre 1355, come testimonia la lapide che si trova in sacrestia e che rappresenta senz’altro il documento più antico conservato a Fossò. Ed eccoci all’attuale Chiesa ex parrocchiale, del ‘700: la necessità di un edificio più grande portò alla sua costruzione che, iniziata nel secolo XVII, fu portata a termine nel 1761, come fa fede l’iscrizione sulla facciata. Semplice nella sua eleganza, la facciata è abbellita da tre statue: San Bartolomeo, San Lorenzo e San Gaetano. All’interno non sfugga la bella pala, che raffigura San Lorenzo, di autore ignoto, ma di sicura scuola veneziana, restaurata dal Vascon nel 1894. Ma una visita la merita anche l’attuale chiesa parrocchiale, che risale al 1952, in conseguenza del rapido sviluppo economico e dell’aumento della popolazione. Dedicata a San Bartolomeo, santo titolare della parrocchia, è in stile neogotico, di forme ampie e monumentali. Proprio a lato della chiesa, al centro del paese, non si può, poi, non notare l’elegante e sobrio edificio settecentesco, con timpano sopraelevato: si tratta ta und im darauffolgenden Jahr an das Departement Adria angeschlossen. Nach dem Fall Napoleons 1815 fiel Venetien an Österreich, die Gemeinde Sandon wurde mit Fossò vereinigt und dabei zu einer Ortschaft von Fossò gemacht. Mit dem Ende der österreichischen Herrschaft 1866 ging auch Fossò in das Königreich Italien über. sehenswürdigkeiten Wer Fossò besichtigt, wird sofort den angenehmen Eindruck eines lebendigen, dynamischen Zentrums haben, denn die Stadt wußte eine relativ gute wirtschaftliche Entwicklung zu organisieren, die mit der Stadterweiterung den Übergang von einem wesentlich landwirtschaftlichen Zentrum zu einem Industrie-, Handwerks- und Handelsgebiet begünstigt hat, ohne dabei die Einsetzung einer rationellen und modernen Landwirtschaft zu vernachlässigen. Doch Fossò bewahrt in seinem Gebiet auch bedeutende Geschichtszeugnisse. Ihre Entdeckung kann mit dem Besuch eines kostbaren Baus aus dem 18. Jh. beginnen: der Kirche des heiligen Bartholomäus. Es handelt sich um ein Gebäude der in historischer und künstlerischer Hinsicht, doch auch als Symbol für Fossò wichtig ist. Offensichtlich gab es schon um das Jahr 1000 eine Kapelle daselbst, doch eine Urkunde des Bischofs Bellino von Padua vom Jahre 1130 bestätigt die Existenz der Kapelle San Bartolomeo in Fossò. Die richtige Kirche dann, die dem heiligen Bartholomäus gewidmet worden war, wurde hingegen am 8. September 1355 eingeweiht, wie eine Steintafel belegt, die sich in der Sakristei befindet und die ohne Zweifel das älteste Zeugnis in der Stadt ist. Nun kann man die heutige Kirche, ehemals Pfarrkirche aus dem 18. Jh. sehen: das Bedürfnis nach einem größeren Gotteshaus führte zu diesem Neubau, der 1761 vollendet wurde, wie man in der Inschriftt auf der Fassade lesen kann. Die in ihrer Eleganz sehr einfache Fassade ist durch drei Statuen der heiligen Bartholomäus, Laurentius und Kajetan verschönert. Im Inneren soll das schöne Altarbild des heiligen Laurentius nicht übersehen werden. Das Gemälde von unbekannter Hand ist sicherlich aus der venezianischen Schule und wurde 1894 vom Maler Vascon restauriert. Doch einen Besuch verdient auch die heutige Pfarrkirche, die auf das Jahr 1952 zurückgeht und als Folge der schnellen wirtschaftlichen Entwicklung und des Bevölkerungszuwachs zu sehen ist. Sie ist auch dem heiligen Bar- Die Pfarrkirche San Bartolomeo mit dem Haus Molinari. Links: das Rathaus in der Piazza Marconi RIVIERA DEL BRENTA Fossò Il Capitello a Sandon con in fondo la chiesa parrocchiale dedicata a S. Giacomo, la trifora gotica, che apparteneva al Palazzo Pisani a destra Villa Saggiori, l‘essicatoio e un ingresso di Casa Molinari, ora casa canonica, che forma con la chiesa un angolo suggestivo tipicamente veneto. In Piazza Marconi è d’obbligo uno sguardo al Municipio, costruito ai primi del Novecento. Pur senza evidenti pregi architettonici, è da vedere come testimonianza della vita cittadina di Fossò. Se ci si sposta in Via Roma, si può vedere ancora un finestrone a trifora gotica, purtroppo unica testimonianza rimasta del Palazzo Pisani, un edificio di architettura gotica, rimaneggiato nel 1550 e già sede dell’Agenzia vescovile che amministrava le proprietà dell’Episcopato di Padova. Ma una visita va fatta anche al nucleo storico di Sandon, dove troviamo una bella chiesa parrocchiale, di forme neoclassiche, dedicata a San Giacomo, della quale si ammira la linea elegante nella sua sobrietà. Da osservare pure l’originale campanile a torre. Particolare interesse, poi, va portato, nei pressi della chiesa, a Villa Saggiori, un grande edificio settecentesco, al quale si accede attraverso un grazioso ponticello in muratura posto sulla canaletta che affianca la costruzione. È una tipica villa di campagna, con la parte centrale sopraelevata e con un timpano in corrispondenza dell’antico salone. In Via Chiesa, infine, osserviamo il singolare e interessante complesso dei primi del ‘900, composto da due corpi di edifici, che facevano parte degli annessi di Villa Saggiori, con le funzioni di essiccatoio e di fornace. Un complesso da recuperare, anche perché si tratta di un 30 tholomäus, dem Schutzpatron der Gemeinde, gewidmet, zeigt ihren neogothischen Stil in den breiten, monumentalen Flächen. An der Seite der Kirche im Stadtzentrum kann man das elegante und einfache Gebäude aus dem 18. Jh. mit erhobenem Giebel bemerken: es handelt sich um die Casa Molinari, heute Pfarrhaus, das zusammen mit der Kirche eine beeindruckende, ja typisch venezianische Ansicht bietet. In der Piazza Marconi muß man auf das anfangs des 20. Jh. errichtete Rathaus einen Blick werfen. Wenn auch ohne offensichtliche architektonische Besonderheiten, ist es als Zeugnis des Stadtlebens in Fossò zu sehen. Erreicht man die Via Roma, kann man noch ein großes gothisches dreibogiges Fenster sehen, leider das letzte übriggebliebene Zeugnis des alten Palazzo Pisani, eines gothischen Palastes der 1550 umgebaut und später als Sitz des Bischöflichen Verwaltungsamts von Padua benutzt wurde. Doch auch dem historischen Museum von Sandon sollte man einen Besuch abstatten; dort finden wir auch eine schöne neoklassische Pfarrkirche, die dem heiligen Jakob gewidmet ist, an der man die elegante, wenn auch einfache Form bewundern kann. Sehenswert ist auch der originelle Glockenturm in der Form eines Schloßturms. Besonders interessant ist dann Villa Saggiori, ein großes Gebäude aus dem 18. Jh. in der Nähe der Kirche, woran man durch eine anmutige kleine Brücke aus Backstein über dem schmalen Kanal, der dem Gebäude vorbeifließt, gelangt. Es ist eine typische Landvilla mit angehobenem Zentralbau und Fassadengiebel über dem alten Hauptsaal. In der Via Chiesa schließlich beobachten wir eine einzigartige Bauanlage aus dem Anfang des 20. Jh., der aus zwei Gebäudekomplexen besteht, die einst als Nutzgebäude, bzw. Trockenraum und Ziegelbrennerei der Villa Saggiori benutzt wurden. Die Anlage sollte künftig restauriert werden, denn sie ist ein gutes Beispiel von industrieller Architektur. Auch in der Via Cornio kann man eine Villa sehen, Villa Caffredo, die Oben: Villa Saggiori. Unten: Trockenraum mit Eingang. Links: Kapelle in Sandon mit der Pfarrkirche San Giacomo im Hintergrund. Unten: das dreibogige Fenster, das dem Palazzo Pisani gehörte RIVIERA DEL BRENTA Fossò Il fiume Brenta e a destra Villa Caffredo a Sandon bell’esempio di architettura industriale. Così, in Via Cornio si può vedere la Villa Caffredo, purtroppo inagibile, ma che si presenta come bella casa padronale di impronta cinquecentesca, che risale al 1670. il paesaggio Fossò si trova all’incrocio delle province di Padova e Venezia, in un’area pianeggiante, caratteristica di questa parte della provincia di Venezia, ancora dominata dalla presenza del fiume Brenta. Il paesaggio si presenta aperto su una campagna molto fertile, coltivata razionalmente, ma dove si possono scoprire ombrose stradine o seguire lunghi tratti del Brenta, che nel suo percorso riserva sorprese piacevoli, perché crea angoli suggestivi, che invitano a fermarsi e godere momenti di sereno relax. Naturalmente il mezzo ideale, come in tutti questi luoghi, resta la bicicletta, che permette di inoltrarsi dovunque e percorrere in breve tempo tutta l’ampiezza di una campagna meravigliosa per ciò che sa offrire a chi ama ancora la natura. leider baugefährlich und somit unzugänglich ist, doch sie zeigt sich noch als schönes Herrscherhaus nach dem Vorbild der Landvillen des 16. Jh., wurde aber 1670 errichtet. 31 die landschaft Fossò befindet sich an der Grenze zwischen den Provinzen Padua und Venedig in einem flachen Gebiet, das in diesem Teil der Provinz Venedig sehr typisch ist und noch von der Anwesenheit der Flusses Brenta beherrscht ist. Die Landschaft zeigt ihre breite, offene und fruchtbare Felder, die ganz rationell angebaut werden, wo man aber schattige Feldwege entdecken oder lange Abschnitte des Brenta verfolgen kann. Der Fluß bereitet auf seinem Lauf angenehme Überraschungen, weil er viele beeindruckende Winkel bildet, die dazu einladen, kurz zu verweilen und Augenblicke heiterer Entspannung zu genießen. Natürlich bleibt das beste Verkehrsmittel in all diesen Orten das Fahrrad, denn es ermöglicht, überallhin zu kommen und in kurzer Zeit den ganzen Umfang eines wunderschönen Landes durchzufahren, das den Naturliebhabern noch viel zu bieten hat. Villa Caffredo in Sandon RIVIERA DEL BRENTA Camponogara Siamo a sud del Naviglio Brenta, dove, adiacente alla Laguna, sorge Camponogara. Wir befinden uns hier südlich des Brenta Kanals, wo die Stadt ganz am Rande der Lagune liegt. un po’ di storia ein wenig geschichte L’etimologia del nome la si fa risalire al latino: Campus (campo) e Nux (noce). Faceva parte dell’“agro patavino” e il suo territorio fu tra quelli distribuiti, al tempo dell’imperatore Ottaviano Augusto, ai veterani delle guerre di Roma, facendo anche parte di una centuriazione. Poi, nell’alto Medioevo, verso l’827 Camponogara passò, con altri siti, come feudo, al vescovado patavino. Da allora la sua storia fu sempre legata alle vicende della vicina Padova. Nel 1152 il paese fu occupato dalle truppe di Federico Barbarossa. Altre testimonianze riportano che Camponogara nel 1282 era feudo dei Delesmanini. Durante la prima guerra mondiale (1915-18) ebbe nel suo territorio un campo di prigionieri austriaci e anche una polveriera, che negli ultimi giorni di guerra scoppiò, provocando danni catastrofici. Der Name geht wahrscheinlich auf das Lateinische Campus (Feld) und Nux (Nuß) zurück. Die Stadt gehörte dem Land von Padua, und ihr Gebiet war unter denjenigen, die zur Zeit des Kaisers Octavian an die Veteranen der römischen Kriege verteilt wurden, wobei dieses Teil einer Zenturiation war. Im Frühmittelalter dann, um das Jahr 827, kam Camponogara mit weiteren Ortschaften in den Besitz des Bischofs von Padua als Lehengut. Seitdem ist sein Schicksal immer mit dem des naheliegenden Padua verbunden gewesen. 1152 wurde es von den Truppen von Friedrich Barbarossa besetzt. Weitere Zeugnisse behaupten, daß die Stadt 1282 ein Lehengut der Familie Dalesmanini war. Während des ersten Weltkriegs (1915-18) gab es bei Camponogara ein Gefängnis mit österreichischen Gefangenen und sogar ein Pulverhaus, das in den letzten Kriegstagen in die Luft ging und dabei katastrophale Schäden anrichtete. da visitare La chiesa parrocchiale di Camponogara in piazza Mazzini a destra il particolare del campanile Questa zona meridionale, tra Fossò, Camponogara e Campagna Lupia, è soprattutto ricca di bella vegetazione e già per questo merita una visita piacevole. Ma anche a Camponogara la visita si arricchisce, perché non mancano i segni dell’antica centuriazione e pur essendo una località prevalentemente agricola tutta da godere in pace, non mancano i segni della storia. Così è bello vedere e visitare la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta e San Prosdocimo, che risale al 1774, ma terminata nel 1792 e consacrata nel 1812. Diamo uno sguardo al soffitto, dipinto da Costantino Cedini, e scorriamo le “scene bibliche” dello stesso pittore lungo il perimetro della Chiesa, senza trascurare poi i personaggi biblici monocromi su Tavola dentro le nicchie, probabilmente opera del Cedini. Sugli altari laterali le tele sono del ‘700 e sembra che provengano da chiese di Venezia. L’altare maggiore si fregia di due statue, una di Mosè, opera dello scultore veneziano Giovan Maria Morlaiter (1699-1781), che fu il maggior rappresentante della corrente rococò della scultura veneta; l’altra, di San Pietro, forse del figlio Gregorio (1738-1784). Le due belle statue provengono da Venezia e precisamente dalla Chiesa di San Fantin. Un’occhiata non può mancare al fonte battesimale, sehenswürdigkeiten Dieses südliche Gebiet der Provinz bei den Städten Fossò, Camponogara und Campagna Lupia ist vor allem an grünen Flächen reich, und schon deshalb verdient es, besichtigt zu werden. Doch schon in Camponogara bereichert sich der Besuch, denn die Zeichen der alten Zenturiation sind noch zu sehen, und wenn gleich eher ein landwirtschaftliches Zentrum, das man in aller Stille genießen soll, fehlen auch hier Geschichtsspuren nicht. So ist es schön, die Pfarrkirche zu sehen und besichtigen, die der Assunta und dem heiligen Prosdocimus gewidmet ist. Sie stammt von 1774 und wurde erst 1792 vollendet, schließlich 1812 eingeweiht. Im Inneren schauen wir uns die Decke an, gemalt von Costantino Cedini, und gehen an den “biblischen Szenen“desselben Malers an den Kirchenwänden vorbei, ohne dabei in den Nischen die einfarbigen biblischen Figuren auf Tafeln, wahrscheinlich noch ein Werk des Cedini, zu übersehen. Auf den Seitenaltären sind die Gemälde aus dem dem 18. Jh. und kommen wahrscheinlich aus venezianischen Kirchen. Der Hauptaltar ist mit zwei Statuen geschmückt, darunter einem Moses, einem Werk des venezianischen Bildhauers Giovan Maria Morlaiter (1699-1781), der der wichtigste Bildhauer der venezianischen Rokoko gewesen ist, und einem 32 Detail aus dem Glockenturm. Links: die Pfarrkirche von Camponogara in Piazza Mazzini RIVIERA DEL BRENTA Camponogara Villa Sargenti, a destra una finestra di Villa Manfredini, la chiesa con il particolare del campanile a Campoverardo sotto, piazza Vighizzolo a Prozzolo opera di Giuseppe Danieletti. Il campanile leggero nella sua linea aggraziata, alto 78 metri, è stato innalzato tra il 1871 e il 1894. Degno di essere visto è anche il Municipio, che ha sede in una villa del ‘700, Villa Papadopoli. Sono i segni del passato, presenti a Camponogara anche con la bella Villa Bembo, cinquecentesca, immersa nel verde, con un’ampia e scenografica scalinata. In Via Arzerini, c’è la Villa Barella, detta dei “Greci”, e infine in Via IV Novembre la settecentesca casa ex Capovilla, senza dimenticare una casa cinquecentesca, di origine monastica e soprattutto il rustico e l’oratorio dell’ antica Ca’ Diedo, cinquecentesca, un complesso rurale risalente al secolo XVII. Tutti segni d’un passato che sono presenti anche nella frazione di Campoverardo, nel cui centro ci sono varie costruzioni storiche di notevole interesse: Villa Costantini e Palazzo Manfredini, della fine del secolo XVII, con a lato una bella barchessa. Ma da osservare è anche Villa Sargenti, della fine del secolo XVIII. il paesaggio La caratteristica della località è quella di essere ancora prevalentemente un sito agricolo, dove è possibile però, oltre a scoprire antiche testimonianze storiche, ritrovare un ambiente da percorrere con tranquillità e da vivere con le dinamiche e vivaci tradizioni popolari. Belli i terreni coltivati estensivamente, con quei grandi canali di irrigazione che danno al territorio una fisionomia tutta particolare, per gli spazi aperti e la razionalità della sistemazione dell’ambiente, dove, tra l’altro, c’è posto per una bella pista equestre. heiligen Peter, vielleicht von Morlaiters Sohn, Gregorio (1738-1784). Die beiden schönen Statuen kommen aus der Kirche San Fantin in Venedig. Auch auf das Taufbecken, ein Werk von Giuseppe Danieletti, sollte man einen Blick werfen. Der leichtwirkende und anmutige Glockenturm ist 78 Meter hoch und wurde zwischen 1871 und 1894 erbaut. Sehenswert ist auch das Rathaus, das in einer Villa des 18. Jh. untergebracht ist, der Villa Papadopoli. Ein weiteres Zeichen der Vergangenheit ist die schöne Villa Bembo (16. Jh.), die mitten im Grün liegt und eine breite, theatralische Freitreppe besitzt. In der Via Arzerini befindet sich die Villa Barella, genannt auch “dei Greci“(der Griechen), und schließlich in der Via IV Novembre liegt das ehemalige Haus Capovilla (18. Jh.); nicht zu vergessen sind das von Mönchen gebaute Haus aus dem 16. Jh., und vor allem das Bauernhaus und die Kapelle der ehemaligen Anlage der alten Villa Ca’ Diedo (16. Jh.), eines Bauerngehöfts mit Herrenhaus aus dem 17. Jh. Alle diese Zeichen der Vergangenheit wiederholen sich auch in der Ortschaft Campoverardo, in deren Zentrum etliche äußerst interessante Bauten sich befinden: Villa Costantini und Palazzo Manfredini aus dem Ende des 17. Jh., mit einer schönen Barchessa an der Seite. Sehenswert ist auch Villa Sargenti aus dem Ende des 18. Jh. die landschaft Das Hauptmerkmal dieser Stadt besteht darin, daß sie hauptsächlich noch ein Zentrum der Landwirtschaft ist, wo es aber auch möglich ist, alte historische Spuren zu entdecken, eine Landschaft wiederzufinden, die man in aller Ruhe durchwandern und mit all ihren lebendigen und lebensfrohen Volkstraditionen erleben kann. Schön sind auch die extensiv angebauten Landflächen mit den großen Bewässerungskanälen, die der Landschaft durch die offenen Flächen und die Rationalität der Anordnung (wo es u.a. auch Platz für eine schöne Reitbahn gibt) ein ganz besonderes Gesicht verleihen. 33 Oben: ein Fenster von Villa Manfredini. Unten: die Kirche von Campoverardo mit Detail des Glockenturms. Links oben: Villa Sargenti. Unten: Piazza Vighizzolo in Prozzolo 34 RIVIERA DEL BRENTA Campagna Lupia La chiesa di S. Pietro in centro a Campagna Lupia Siamo nella zona delle antiche paludi, che un tempo orlavano il bacino lagunare e dove il Brenta divagava attraverso la pianura, disegnando ampi meandri. Ora è un ambiente particolare che vale la pena di esplorare e visitare, diviso com’è nettamente in due parti, a ovest quella abitata, a est quella costituita da valli. un po’ di storia Il territorio, come testimonia una barca neolitica scoperta a Lova, era abitato certamente fin dai tempi antichi, poi in epoca romana i Veneti costruirono villaggi abitati da contadini e pescatori. I nomi delle località sono indicativi: Lugo (lucus), Lova (lupa), Campagna. Vi passava la Via Popilia e nel territorio si insediò una colonia romana. Lova sorse proprio sul Decumano dell’agro centuriato e fu sede di un’antica pieve. Infatti notizie interessanti riguardano soprattutto la zona di Lova, dove reperti romani sono documentati fin dal secolo scorso e dove doveva esserci senza dubbio un centro di notevole consistenza, se si tiene conto della quantità di materiale, soprattutto funerario, proveniente dall’attuale paese e da ampie zone situate nell’area circostante. Anche se gran parte di questi reperti è andata purtroppo dispersa, la presenza di monete di Augusto, Claudio, Traiano e Domiziano conferma l’importanza di tutta la zona, che meriterebbe un’ulteriore indagine. La documentazione comunque dei luoghi la si riscontra nel IX secolo: nel testamento del doge Giustiniano Partecipazio (829), parecchi terreni venivano da lui donati ai monaci di S. Servilio, tra cui anche qualcuno di Lova. Nel 1148, poi, Campagna comprendeva un territorio abbastanza ampio, da essere una corte, inclusa la stessa Lova, sotto la giurisdizione di un signore. Inoltre, nel 1276, vi risiedeva un podestà nominato dal Comune di Padova, per passare poi, alla caduta di questo, ai Da Carrara, fino al 1405, quando tutto il padovano entrò a far parte della Serenissima, che scavò il Brentone. Caduta Venezia, Campagna passò sotto il dominio austriaco, poi entrata nel Regno d’Italia, nel 1866, assunse il nome di Campagna Lupia, richiamandosi alla sua antica origine (Campagna di Lova). Si sono fatte, alla fine del secolo scorso, delle ricerche archeologiche, che hanno portato a vari ritrovamenti soprattutto di epoca imperiale. da visitare A Campagna Lupia si può visitare la chiesa dedicata a S. Pietro, già citata in un documento del 1221, ma ricostruita nel Quattrocento, e poi ristrutturata, con l’aspetto attuale, nel 1760. All’interno opere Wir befinden uns hier in dem Gebiet eines der ehemaligen Sümpfe, die das Lagunenbecken einst umgaben, und wo der Fluß Brenta durch die Ebene hindurch floß und dabei große Biegungen machte. Heute ist die besondere Landschaft besuchens- und entdeckungswert, wobei sie ganz deutlich in zwei Teile geteilt ist: im Westen das bewohnte Land, im Osten die Lagunenflächen. ein wenig geschichte Das Land, wie ein neolithisches, in Lova wiederentdecktes Boot beweist, war schon seit frühesten Zeiten bewohnt, dann, zur Zeit der Römer, bauten die Veneter Dörfer, die von Bauern und Fischern bewohnt waren. Die Ortsnamen sind deswegen einleuchtend: Lugo (lucus), Lova (lupaWölfin), Campagna (Land). Die Via Popilia durchzog das Land, und eine römische Kolonie wurde hier gegründet. Lova entstand gerade am Decuman des zenturierten Landes und wurde Sitz einer alten Pfarre. Interessante Nachrichten betreffen vor allem das Gebiet um Lova, wo römische Funde schon im letzten Jahrhundert dokumentiert worden sind und wo es zweifellos ein Zentrum von bedeutender Größe gegeben haben muß, wie man aus der Menge von Materialien, vor allem Grabzugaben schließt, die aus Ausgrabungen in der heutigen Stadt und ihrer breiten Umgebung stammen. Obwohl ein Großteil dieser Gegenstände verloren gegangen ist, beweist die Anwesenheit von Münzen der Kaiser Augustus, Claudius, Trajan und Domitian die Wichtigkeit des ganzen Umlands, das weitere archäologische Nachforschungen verdient. Allerdings sind die ersten Urkunden über diese Ortschaften vom 9. Jh.: im letzten Willen des Dogen Giustiniano Partecipazio (829) wurden den Mönchen von San Servilio viele Landgüter, darunter auch manche bei Lova, verschenkt. 1148 dann umfaßte Campagna eine ziemlich breite Gegend, die groß genug war, um zusammen mit Lova in einer “corte“vereinigt zu werden, die der Jurisdiktion eines Herrn unterstand. Außerdem residierte hier 1276 ein Hauptmann, der von der Stadt Padua ernannt war; nach dem Fall der Hauptmannschaft ging Lova auf die Familie Da Carrara über, bis 1405 das gesamte Gebiet von Padua an die Republik Venedig angeschlossen wurde, die hier den Fluß Brentone grub. Nach dem Fall von Venedig wurde auch Campagna unter österreichische Herrschaft gestellt, dann, 1866, in das Königreich Italien vereinigt; die Stadt nahm da den Namen Campagna Lupia an und berief sich dabei auf ihren alten Ursprung (Campagna di Lova). Ende des letzten Jahrhunderts wurden archäologische Studien durchgeführt, die zur Wiederentdeckung von Gegenständen, vor allem aus der Kaiserzeit, geführt haben. Die Kirche San Pietro im Zentrum von Campagna Lupia RIVIERA DEL BRENTA Campagna Lupia Palazzo ColondaMarchesini ora sede del Municipio. la Chiesa di S. Maria a Lugo, sede del Museo Archeologico a destra alcuni reperti del museo del Mingardi, sull’altar maggiore la pala con i “SS. Pietro e Paolo”; ai lati “Caino e Abele” e il “Sacrificio di Isacco”; sul soffitto la “Trasfigurazione”. Notevole anche la casa canonica, che risente dello stile delle settecentesche ville venete. Ma poi si può ammirare in Via Repubblica Palazzo Colonda-Marchesini, del secolo XVI, sede ora del Municipio. Si tratta di un edificio elegante per la sobrietà delle sue linee, con la scalinata e la grande trifora. Ma interessanti sono anche le località di Lughetto, Lugo e Lova. A Lughetto (il cui toponimo deriva anch’esso da “lucus”, boschetto sacro come quello di Lugo) merita una visita la quattrocentesca chiesa del paese: all’interno si può vedere un Crocifisso in legno del Trecento e un’Adorazione dei Magi, pala cinquecentesca. Bello il bassorilievo in bronzo del portone. Ma, non si può trascurare una piccola chiesa del 1505, dedicata ai SS. Gregorio Magno e Tommaso apostolo. A Lughetto si può anche vedere il Taglio Novissimo, un canale di bonifica scavato già nel secolo XVII per dare un assetto idrico stabile alla zona, che era vittima di frequenti inondazioni. A Lugo, è senz’altro da ammirare la Chiesa di S. Maria, del secolo XI, di stile romanico, che in passato fu sede di pieve. È un santuario, ricordato perfino in alcune bolle papali, meta importante di pellegrinaggi, perché vi passava vicino una via romana. Il campanile di belle caratteristiche romaniche è incorporato nello stesso corpo della navata. All’interno della chiesa si conservano tracce di affreschi medievali.. E infine Lova, storica località, il cui toponimo deriva dal latino “lupus” per la presenza del lupo in queste zone nei secoli passati, dove il Fiumazzo si congiunge al Taglio Novissimo, creando un caratteristico ambiente di verde e di acqua. Qui si può visitare l’originale chiesa dedicata a Santa Giustina che è la ricostruzione di una precedente che risaliva al 1236, come conferma la lapide posta all’ingresso. Interessante il dipinto del primo Settecento dietro l’altar maggiore, “Il martirio di Santa Giustina”. Pregevole la tela con la “Madonna, il Bambino e Santi”, di artista secentesco veneto, come pure l’altra tela cinquecentesca, pure con la “Madonna, il Bambino e Santi”. sehenswürdigkeiten In Campagna Lupia kann man die Kirche San Pietro besichtigen, die bereits in einer Urkunde von 1221 erwähnt wird, doch sie wurde im 15. Jh. neugebaut, dann im Jahre 1760 renoviert; ihr wurde dabei das heutige Aussehen verliehen. Im Inneren sind Werke von Mingardi, auf dem Hauptaltar befindet sich ein Altarbild mit den heiligen Peter und Paul; an den Seiten sieht man “Cain und Abel“und das “Opferung Isaaks“, in der Decke eine “Verklärung“. Bemerkenswert ist das Pfarrhaus, das von dem Stil der venezianischen Villen des 18. Jh. beeinflußt ist. Doch in der Via Repubblica kann man den Palazzo Colonda-Marchesini aus dem 16. Jh. bewundern, der heute als Rathaus dient. Es handelt sich um ein wegen der Einfachheit seiner Form elegantes Gebäude mit Freitreppe und großem dreibogigem Fenster. Doch interessant sind auch die Ortschaften Lughetto, Lugo und Lova. In Lughetto (dessen Name auch von “lucus“, dem heiligen Wald wie bei Lugo) verdient die Dorfkirche aus dem 15. Jh. einen Besuch: im Inneren kann man ein Kruzifix aus Holz aus dem 14. Jh. und ein Altarbild aus dem 16. Jh. mit der Verehrung der Könige bewundern. Schön ist auch das Basrelief aus Bronze am Eingangstor. Doch man sollte die kleine Kirche von 1505 nicht übersehen, die den heiligen Gregor dem Großen und Thomas gewidmet ist. In Lughetto kann man auch den Taglio Novissimo sehen, einen Trockenlegungskanal, der schon im 17. Jh. gegraben wurde, um dem Gebiet, das seit immer häufige Überschwemmungen erleiden mußte, eine stabile hydraulische Ordnung zu geben. In Lugo sollte man ohne weiteres die romanische Kirche Santa Maria aus dem 11 Jh. besichtigt werden. In der Vergangenheit war sie eine Pfarre und eine Wallfahrtskirche, die sogar in einigen Papstbullen erwähnt wurde und Ziel wichtiger Wallfahrten war, weil sie an einer römischen Konsularstraße sehr nah lag. Der Glockenturm hat viele schöne romanische Merkmale und ragt aus dem Kirchenschiff heraus. Im Kircheninneren bewahrt man Fragmente mittelalterlicher Fresken. Schließlich gelangt man nach Lova, einer historischen Stätte, deren Name aus dem Lateinischen “lupus“-Wolf stammt, denn Wölfe sollen in der Vergangenheit hier vorhanden gewesen sein; hier fließt der Fiumazzo in den Taglio Novissimo ein, wodurch eine eigenartige Gegend aus Grün und Wasser entsteht. Hier kann man die originelle Kirche der heiligen Giustina 35 Exponate aus dem Archäologischen Museum. Links: Palazzo ColondaMarchesini, heute Rathaus. Unten: die Kirche Santa Maria di Lugo, heute Sitz des Archäologischen Museums 36 RIVIERA DEL BRENTA Campagna Lupia Aspetti della laguna e di Valle Averto a destra il Casino di Caccia di Valle Zappa il paesaggio Ancora una volta si deve consigliare a un visitatore-turista di percorrere il territorio lagunare, di vagare da valle a valle: valle dell’Averto, valle Contarina, valle Figheri, valle Zappa, valle di Rivola; e da lago a lago: lago delle Tiezze, lago Battiora, lago Zappa, lago di Rivola. E poi da casone a casone, soffermandosi ad ammirare nel paesaggio, quasi immobile e stagnante, ma così affascinante, proprio quelle case, casoni, casini da caccia, che si staccano quasi fantasmi irreali e fuori del tempo in quell’ambiente di acque e terre immerse in una distesa senza precisi confini. È bello fermarsi davanti a quello stupendo Casino da Caccia in valle Zappa, dalla architettura originale, con la torre a lato che serviva da osservatorio per avvistare la selvaggina. C’è infine la possibilità di seguire la pesca in nove valli chiuse, che offrono suggestivi panorami di acque e barene. Ma si possono seguire anche le divagazioni del Brenta, una delle quali risale verso Lova, disegnando ampi meandri, dando luogo a rotte e canali. A Lova sfocia in laguna un corso d’acqua, il Carnio-Brentella, che è il solo elemento dell’idrografia antica ancora conservato, e dove, tra la terra dei campi, continuano ad emergere le tracce di vasti insediamenti di epoca romana. Vicino a Lugo, al di là della ss. Romea, si trova l’oasi naturale della Valle Averto, presso la quale si possono fare escursioni anche guidate. Si estende per circa duecento ettari. Un piccolo paradiso da vedere. besichtigen, deren heutige Bau das frühere Gebäude von 1236 ersetzt, wie eine Steintafel beim Zugang bestätigt. Interessant ist auch ein Gemälde von Anfang des 18. Jh. hinter dem Hauptaltar, “Das Märtyrertum der heiligen Giustina“. Sehr wertvoll ist das Gemälde mit einer “Madonna mit Kind und Heiligen“von einem unbekannten venezianischen Künstler aus dem 17. Jh., sowie ein weiteres Gemälde aus dem 16. Jh., ebenfalls mit “Madonna mit Kind und Heiligen“. die landschaft Noch einmal muß man dem Besucher empfehlen, die Lagunen von Bereich zu Bereich ziellos zu durchqueren: Valle dell’Averto, Valle Contarina, Valle Figheri, Valle Zappa, Valle di Rivola; oder von Wasserfläche zu Wasserfläche überzugehen: Lago delle Tiezze, Lago Battiora, Lago Zappa, Lago di Rivola. Dann, von “casone“zu “casone“(Lagunenhaus) kann man in der fast bewegungslosen und stillstehenden, doch so faszinierenden Landschaft gerade jene Häuser, “casoni“und Jagdhäuser bewundern, die wie manche unwirkliche und zeitferne Geister aus einer Landschaft von Erde und Wasser, wo die Horizonte keine bestimmten Grenzen haben, gleichsam hervortreten. Es ist schön, kurz bei dem schönen Jagdhaus in Valle Zappa zu verweilen; am Haus bewundert man die originelle Architektur, wo der Seitenturm als Überwachungsposten diente, um die herannahenden Vogelschwärme zu entdecken. Schließlich kann man den Fischfang in den neun geschlossenen Lagunenteichen beobachten, die beeindruckende Ausblicke auf Wasser und Sandbänke bieten. Doch auch den Lauf des Flusses Brenta sollte man verfolgen, wovon ein Nebenfluß bis nach Lova fließt, indem er große Biegungen macht und mit Kanälen zusammenfließt. In Lova mündet ein Wasserstrom in die Lagune, der Fluß Carnio-Brentella, der das einzige noch erhaltene Element der alten Hydrographie des Gebiets ist, und wo Spuren von großen Ansiedlungen aus der römischen Zeit immer noch auftauchen. In der Nähe von Lugo, jenseits der Staatsstraße SS Romea, befindet sich die Naturoase Valle Averto, die man auch mit einer Führung besichtigen kann. Sie erstreckt sich über eine Fläche von ca. 200 Hektar. Ein kleines Paradies, das man unbedingt sehen muß. Das Jagdhaus von Villa Zappa. Links: Ansichten der Lagune von Valle Averto RIVIERA DEL BRENTA Campolongo Maggiore Siamo sempre nella parte della provincia di Venezia che si stende dal tratto terminale del fiume Sile fino al territorio, più a sud, di Campolongo Maggiore, attraversato dal corso del Brenta. un po’ di storia Recenti ritrovamenti archeologici hanno permesso di stabilire che nel secolo XII a.C. esisteva forse già un villaggio, la cui vita era legata alla presenza di un antico alveo del fiume Brenta, il Cornio, principale via di comunicazione con l’entroterra e con il mare, dal quale fu poi sommerso. La civiltà dei veneti dal IX secolo al II a.C. ha lasciato in seguito nel territorio notevoli tracce, testimoniate dal ritrovamento di un braciere in bronzo, di un ciotolone con caratteri veneti, di dracme venetiche, di bronzetti votivi e vasi di ceramica, oggetti che richiamano sia un particolare culto verso i morti, sia un legame con il mondo greco, con Adria, Este, Padova. Tito Livio, il grande storico di Roma, narra che il re spartano Cleonimo nel 309 a.C. si spinse con le sue navi nell’Alto Adriatico, risalì la foce del fiume Medoacus Minor (il Cornio), saccheggiò i villaggi, finché i padovani non lo attaccarono, costringendolo alla fuga con le poche navi che riuscirono a guadagnare il mare. Nel II secolo a.C. i romani si insediarono stabilmente nel territorio, dove dettero origine alla ristrutturazione suddividendolo in cardini e decumani secondo la loro classica centuriazione. Le terre vennero così coltivate con maggiore razionalità; sorsero dei veri e propri centri produttivi, come fa fede la grande quantità di materiali rinvenuti, di attrezzi agricoli di vario genere. In epoca romana vi fu dunque una certa floridezza, prima che il passaggio delle popolazioni barbariche devastasse il territorio provocando la fuga degli abitanti verso la laguna. Nel IX secolo circa si hanno di nuovo notizie del territorio: risulta infatti che esso faceva parte della Corte di Sacco o Saccisica, appartenente al vescovo di Padova e la conferma è data da un atto di donazione firmato il 5 maggio 897 a Pordenone da Berengario I. Sono sorte in questo periodo anche le comunità religiose e le prime chiese. Il potere amministrativo veniva esercitato da un podestà, con le funzioni anche di giudice. Verso il XIII secolo Venezia inizia la conquista della terraferma e il territorio diventa teatro di scontri con Padova. La Serenissima intanto avviò la realizzazione di una serie di “tagli” (canali) per risolvere il problema dell’interramento della laguna provocato dall’apporto di sabbia dei fiumi. Ciò però incise pesantemente sul già fragile equilibrio idrogeologico, perché impediva il regolare deflusso delle acque verso il mare. Così la realizzazione, tra il Wir sind hier immer in dem Teil der Provinz Venedig, der sich zwischen dem letzten Abschnitt des Flusses Sile und dem Gebiet weiter südlich bei Campolongo Maggiore, das vom Fluß Brenta durchzogen ist, befindet. ein wenig geschichte Neueste archäologische Funde ermöglichen festzustellen, daß ein Dorf bereits im 12. Jh. v.Ch. existierte, dessen Leben mit der Anwesenheit eines alten Flußbettes des Brenta, des sogenannten Cornio, verbunden war. Dieser Teil des Brenta war die Hauptverbindungsstraße mit Festland und Meer, von diesem aber wurde er schließlich überflutet. Die Zivilisation der Venetier hat vom 9. bis zum 2. Jh. v.Ch. bedeutende Spuren hinterlassen, wie die Wiederentdeckung von einem Kohlenbecken aus Bronze, einer großen Schüssel mit venetischen Merkmalen, von venetischen Drachmen, von Weihfiguren aus Bronze und Keramikvasen beweisen. Diese Objekte erinnern sowohl an einen besonderen Totenkult, als auch an eine Beziehung mit griechischer Welt, mit Adria, Este und Padua. Titus Livius, der große römische Historiker, erzählt, daß der König Cleonimo aus Sparta im Jahre 309 v.Ch. mit seinen Schiffen die Obere Adria erreichte, die Mündung des Flusses Medoacus Minor (des Cornio) hinauffuhr und die Dörfer plünderte, bis die Paduaner ihn angriffen und ihn mit den wenigen übriggebliebenen Schiffen zur Flucht in das Meer zwangen. Im 2. Jh. v.Ch. siedelten sich die Römer in das Gebiet fest an, sie begannen mit der Neuordnung der Gebiete, indem sie sie nach ihrer traditionellen Zenturiation durch Cardo und Decumane teilten. Die Flächen konnten dadurch auf eine rationellere Weise angebaut werden; regelrechte Produktionszentren entstanden, wie die große Menge von Funden und Agrarwerkzeugen verschiedenster Art beweist. Zur Zeit der Römer gab es also einen gewissen Wohlstand, bevor die Völkerwanderung zur Plünderung der Gebiete führte und damit die Bewohner zur Flucht in die Lagune zwang. Nachrichten über diese Gegend hat man wieder im 9. Jh.: es ist bekannt, daß sie zur Corte di Sacco, auch Saccisica genannt, gehörte, die dem Bischof von Padua unterstand, und eine Bestätigung davon findet sich in einer Schenkungsurkunde vom 5. Mai 897, die Berengarius I. in Pordenone unterzeichnete. Zu dieser Zeit entstanden auch die ersten Kirchen und die ersten Kirchensprengel. Die Regierung wurde von einem Hauptmann geleitet, der zugleich auch Richter war. Um das 13. Jh. begann Venedig die Eroberung des Festlands, und somit wurde die Gegend zum Kampfgebiet gegen Padua. 37 RIVIERA DEL BRENTA Campolongo Maggiore 1488 e il 1507, del Brenta Nuovo o Brentone, che deviava il Brenta da Dolo a Conche attraverso Bojon e Corte, si dimostrò inadeguato. Allora seguì, nel 1610, il Brenta Nuovissimo, finché nel 1858 sotto l’Austria si creò la Cunetta, l’attuale Brenta. Il territorio purtroppo subì continui allagamenti, fino all’ultimo disastroso nel 1966. Nel 1806 sotto il napoleonico Regno d’Italia Liettoli, Bojon e Campolongo diventarono tre piccoli comuni del Dipartimento del Brenta (l’attuale provincia di Padova) e l’anno seguente furono trasferiti invece al Dipartimento dell’Adriatico (l’attuale provincia di Venezia). Infine nel 1815 sotto il Lombardo-Veneto, i tre comuni vennero fusi nel Comune di Campolongo Maggiore. da visitare Casa rurale del ‘700 e un campo di grano turco Percorrere il territorio di Campolongo Maggiore, con le località di Liettoli e Bojon, vuol dire fare un’esperienza veramente interessante, specialmente per la sua configurazione e il suo particolare equilibrio idrogeologico. Infatti si presenta al visitatore con delle caratteristiche che richiamano una realtà travagliata per le difficoltà create da sempre dal flusso e deflusso delle acque; per le vicende storiche che l’hanno segnata; e infine per la tenacia della gente, che ha saputo dominare il territorio, dando vita a una serie di attività e di realizzazioni civili e sociali aperte al futuro. Però a Campolongo è possibile vedere anche ora una presenza significativa e importante dell’antica civiltà rurale. Si tratta di alcune preziose testimonianze, tanto più interessanti quanto più oggi, purtroppo, si stanno riducendo. È quindi da vedere quella tipica casa rurale, che è Ca’ Callegaro, costruita dall’omonima famiglia. Si vede un edificio che ricorda i classici canoni dell’edilizia rurale del Settecento: sul fronte sud, che si affaccia sulla strada, si apre il portico con tre arcate, a formare tutta la facciata della parte abitativa originale. Un altro edificio caratterizza la civiltà rurale di Campolongo: Ca’ Trolese, risalente ai primi anni del Settecento. Sorta come residenza proprietaria, divenne poi residenza rustica. A pianta quadrangolare, presenta un androne centrale e il granaio che occupa tutto il piano superiore. Da osservare le facciate principali, caratterizzate da portoni d’accesso con finestroni laterali e, dal lato della strada, da belle cornici e davanzali in pietra d’Istria. Il granaio del piano superiore ha solo tre piccole aperture, mentre la cornice presenta un motivo formato da elementi triangolari in cotto. Tutta la costruzione ha un valore storico e architettonico notevole, 38 Die Republik fing inzwischen mit der Anlegung von zahlreichen “tagli“(künstlichen Kanälen) an, um das Problem der Zuschüttung der Lagune zu lösen, die durch die Zufuhr von Sand durch die Flüsse verursacht war. Dies griff in das bereits fragile hydrogeologische Gleichgewicht entscheidend ein, denn es verhinderte das reguläre Abfließen des Wassers in das Meer. So zeigte sich der Bau des Kanals Brenta Nuovo, auch Brentone genannt, zwischen 1488 und 1507, der den Brenta von Dolo über Bojon und Corte nach Conche umleitete, als völlig unzureichend. Es folgte deshalb 1610 der Bau des Brenta Nuovissimo, bis 1858 die Cunetta, der heutige Brenta, unter der Herrschaft Österreichs geschaffen werden konnte. Leider wurde das Gebiet immer wieder überflutet bis zur letzten katastrophalen Überflutung von 1966. Im Jahre 1806 mit dem napoleonischen Königreich Italien wurden Liettoli, Bojon und Campolongo zu drei kleinen selbständigen Gemeinden im Bezirk Brenta (der heutigen Provinz Padua), doch schon im folgenden Jahr wurden sie an den Bezirk Adriatico (die heutige Provinz Venedig) angeschlossen. Schließlich wurden sie 1815 mit dem lombardo-venetischen Königreich in die Gemeinde Campolongo Maggiore vereinigt. sehenswürdigkeiten Das Gebiet von Campolongo Maggiore mit den Ortschaften Liettoli und Bojon erkunden, bedeutet ein wirklich interessantes Erlebnis machen, vor allem wegen der Beschaffenheit und des besonderen hydrogeologischen Gleichgewichts des Landes. Denn das Land weist einige Merkmale auf, die einen schwierigen Alltag verraten aufgrund der seit immer existierenden Probleme, die auf das Steigen und Sinken des Wassers zurückzuführen sind; doch diese Merkmale erzählen auch von dem Schicksal, das das Gebiet erfahren hat, und schließlich auch von der Hartnäckigkeit der Bewohner, die das Land zu beherrschen wußten, wobei sie eine ganze Reihe von Tätigkeiten und Unternehmungen ins Leben gerufen haben, die in die Zukunft blicken. Doch in Campolongo ist es auch heute möglich, die Präsenz einer be- Bauernhaus aus dem 18. Jh. Rechts: Weizenfeld RIVIERA DEL BRENTA Campolongo Maggiore Cà Niero, stalla e fienile, la chiesa di Campolongo Maggiore che si spera non vada perduto. Ma poi non si può trascurare nemmeno la Fattoria o Corte Niero, antica fattoria monastica. Si tratta di un complesso colonico nel quale la parte più antica è formata da tre archi porticati, con alcuni dipinti alle pareti esterne, che riproducono immagini sacre di stile popolare. La parte rustica, invece, è di più recente costruzione ed è composta da un’ampia stalla o scuderia e dal fienile. Anche questa fattoria è ragguardevole testimonianza dell’antica civiltà rurale di questo territorio, perciò da proteggere. Infine c’è anche da fare una visita a un altro edificio di fattura settecentesca: Ca’ Mondini-Zoccoletti, dalle linee sobrie ed essenziali. Infatti si sviluppa lungo unico corpo a base rettangolare. Ha due accessi ad arco sul fronte sud, con fregi in chiave: uno al rustico, l’altro all’abitazione. Da notare i fregi in pietra tenera di Custoza e i davanzali alle finestre del pianterreno in pietra d’Istria. Abbiamo lasciato per ultimo la Chiesa, perché merita una visita attenta, anche se non può vantare particolari pregi stilistici. Tuttavia ha una sua dignitosa struttura, che risale ai primi anni dell’800 ed elevata su un edificio preesistente del secolo XII. La facciata è di stile neoclassico, con quattro colonne, una grande finestra semicircolare chiusa da vetrate colorate. L’interno presenta una bella navata di impronta settecentesca e quattro altari secenteschi, dei quali il primo a sinistra ha nel paliotto un bassorilievo attribuibile con buona approssimazione a uno scultore vicino al Merengo. L’altare maggiore, opera marmorea di stile settecentesco, proviene dalla chiesa di San Francesco di Piove di Sacco, demolita nel 1833. 39 deutenden alten Bauernkultur zu sehen. Es handelt sich um einige wichtige Zeugnisse, die umso interessanter wirken, je seltener leider sie heute werden. So sollte man zum Beispiel jenes typische Bauernhaus sehen, Ca’ Callegaro, das von der gleichnamigen Bauernfamilie gebaut wurde. Man bewundert dabei ein Gebäude, das an die klassischen Vorbilder der Bauernbaukunst des 18. Jh. erinnert: die Südfassade, die auf die Straße blickt, öffnet sich mit einem dreibogigen Säulengang, der die ganze Fassade des originalen bewohnten Abschnitts umfaßt. Ein weiteres Gebäude aus dem Anfang des 18. Jh. charakterisiert Campolongos Bauernkultur: Ca’ Trolese. Sie entstand als Herrenhaus, wurde dann später zum Bauernhaus. Der viereckige Grundriß zeigt einen Zentralsaal und einen Kornspeicher, der das gesamte Obergeschoß umfaßt. Sehenswert sind die Hauptfassaden, die Eingangstore mit großen Seitenfenstern und, an der Straße, schöne Einrahmungen und Fensterbänke aus Sandstein aufweisen. Der Kornspeicher im Obergeschoß hat nur drei kleine Öffnungen, während die Einrahmung ein Dreieckmuster aus Backstein zeigt. Das gesamte Gebäude hat einen bedeutenden historischen und architektonischen Wert, das nicht verlorengehen soll. Noch ein letztes Bauerngehöft, die Fattoria oder Corte Niero, ein ehemaliger Klosterbesitz, sollte gesehen werden. Es handelt sich um eine Bauernanlage, deren ältester Teil in den drei Bögen des Säulengangs zu finden ist; einige Fresken, die heiligen Figuren in einem volkstümlichen Stil darstellen, können an den Außenmauern erblickt werden. Das eigentliche Bauernhaus hingegen ist später gebaut worden und besteht aus einer großen Stallung und einem Heuschuppen. Auch dieses Bauerngehöft ist ein bedeutendes Zeugnis der alten Bauernkultur dieser Gegend, und deswegen verdient es, geschützt zu werden. Schließlich sollte man noch einem weiteren Gebäude aus dem 18., mit einer sehr einfachen, schlichten Form, einen Besuch abstatten: Ca’ Mondini-Zoccoletti. Das Gebäude besteht aus einem einzigen rechteckigen Teil. Es besitzt zwei Eingänge an der Südseite, mit Bögen und Friesen am Schlußstein. Bemerkenswert sind die Friese aus weichem Stein von Custoza und die Fensterbänke im Erdgeschoß aus Sandstein. Die Kirche wird erst jetzt genannt, weil sie einen aufmerksamen Besuch verdient, auch wenn sie keine besonderen künstlerischen Merkmale aufweisen kann. Doch sie hat ein würdevolles Aussehen, das aus dem Anfang des 19. Jh. stammt, und liegt auf den Resten eines früheren Gebäudes aus dem 12. Jh. etwas erhöht. Ihre Fassade ist im neoklassischen Stil, mit vier Säulen und einem großen halbrunden Fenster, das von bunten Glasscheiben geschmückt ist. Das Innere besteht aus einem einzigen Schiff des 18. Jh. Ca’ Niero: Stallungen und Heuboden. Die Kirche von Campolongo Maggiore RIVIERA DEL BRENTA Campolongo Maggiore Il campanile è a pianta quadrata e risale alla prima metà dell’800. Ma non ci si può allontanare senza dare un po’ di attenzione, sul lato nord-est, a un piccolo Oratorio, di forma e fattura piuttosto insolite rispetto agli edifici di culto locali: eretto tra il XIX e il XX secolo, l’edificio è molto gradevole e abbellito da una cupola rivestita di lastre di piombo. Ecco: dopo avere visitato questi edifici importanti, come s’è detto, dal punto di vista storico-rurale, non resta che ripercorrere le vie di Campolongo Maggiore, per coglierne quel concreto senso del vivere che si esprime nella sua particolare struttura sociale e ambientale. il paesaggio Il campanile romanico di Bojon e footing al tramonto lungo l‘argine del Brenta, a destra: in bicicletta Chi si trova a percorrere la vasta campagna di Campolongo, Liettoli, Bojon, prova sensazioni davvero nuove, che lasciano ricordi difficili da dimenticare. Infatti si gode la libertà dello spazio, che giunge fino al bordo della laguna veneta, ed è dominato dal corso del Brenta, ma anche da tutta una rete idrografica minore che qualifica questa parte della pianura veneta fino al margine lagunare, rappresentando uno degli elementi più suggestivi del paesaggio. Infatti esso presenta vaste partizioni regolari, con isolati edifici rurali, che sembra rendano ancora più sconfinati gli spazi che ci circondano, accrescendo così il fascino di un ambiente avvolto in un silenzio che suscita un senso di pace incredibile, al quale non si è purtroppo più abituati, ma che ogni tanto si desidera finalmente di godere. Chi vi si inoltra in bicicletta e lo percorre in tranquillità, ne riporta certamente un ricordo incancellabile: quelle innumerevoli stradine che scendono dall’argine del Brenta conducono a luoghi sempre uguali e pur diversi per il tracciato del fiume e la presenza di tanti altri meandri di cui è ricco il territorio. 40 und vier Altären aus dem 17. Jh., wovon der erste auf der linken Seite im Antependium ein Basrelief zeigt, das man mit ziemlicher Wahrscheinlichkeit einem Bildhauer des Kreises von Merengo zuschreiben kann. Der Hauptaltar, ein Marmorwerk aus dem 18. Jh., stammt von der Kirche San Francesco in Piove di Sacco, die 1833 niedergerissen wurde. Der viereckige Glockenturm wurde in der ersten Hälfte des 19. Jh. erbaut. Doch man sollte sich nicht entfernen, ohne mit einiger Aufmerksamkeit in der nordwestlichen Seite des Hofes die kleine Kapelle gesehen zu haben, die im Vergleich zu den Sakralbauten der Umgebung eine eher ungewöhnliche Form und einen ungewöhnlichen Charakter hat: sie wurde zwischen dem 19. und dem 20. Jh. errichtet, ist sehr anmutig und durch eine Kuppel verschönert, die von Bleitafeln verkleidet ist. Nach dem Besuch dieser vielen, in der Bauernkultur und Bauerngeschichte so bedeutenden Gebäude bleibt nichts anderes zu tun, als die Straßen von Campolongo wieder zu erkunden, um jenen handfesten Sinn des Lebens zu erfahren, der sich in der besonderen sozialen und landschaftlichen Struktur der Stadt widerspiegelt. die landschaft Wer die Agrarlandschaft von Campolongo, Liettoli und Bojon durchfährt, fühlt wirklich neue Gefühle, die Spuren im Gedächtnis hinterlassen, die man schwer vergißt. Denn in diese Landschaft genießt man die Weite, die bis zum Rand der Lagune reicht; sie ist von dem Lauf des Brenta, aber auch von einem regelrechten Netz aus kleineren Kanälen und Flüssen geprägt, die diesen Teil der venezianischen Ebene bis zur Lagune von Venedig besonders auszeichnen und damit zu einem der beeindruckendsten Elemente der Landschaft werden. Diese Landschaft ist in breite regelmäßige Abschnitte mit vereinzelten Bauernhäusern eingeteilt, die die umliegenden Felder noch grenzenloser scheinen lassen und dabei den Zauber einer Umgebung noch erhöhen, die in der tiefsten Stille umhüllt ist. Diese Stille weckt in uns ein unglaubliches Gefühl von Frieden und Geborgenheit, woran wir vielleicht leider nicht mehr gewöhnt sind, das wir aber ab und zu wieder genießen möchten. Wer auf dem Fahrrad und in aller Ruhe dieses Land durchfährt, behält dann eine unverwischbare Erinnerung daran: die zahllosen Feldwege, die vom Brenta-Ufer nach unten leiten, führen zu immer gleichen Orten, die doch am Fluß entlang, bei den so vielen Biegungen, immer unterschiedlich sind. Mit dem Fahrrad am Brenta. Links: der romanische Glockenturm von Bojon; abendliches Joggen am Ufer des Brenta RIVIERA DEL BRENTA Cona Siamo nella parte più meridionale della provincia di Venezia e il territorio appartenente al comune di Cona, attraversato da numerosi corsi d’acqua, deve i suoi terreni agricoli alle massicce opere di bonifica. Wir befinden uns hier im südlichsten Bereich der Provinz Venedig; die Umgebung von Cona, die von zahlreichen Wasserwegen durchzogen ist, verdankt den massiven Trockenlegungsarbeiten ihre Anbauflächen. un po’ di storia ein wenig geschichte La storia di Cona è sempre stata legata, fin dai tempi più remoti, alle trasformazioni del suolo. La grande ricchezza di reperti archeologici rinvenuti a Cantarana, in località Motta Molara, nella frazione di Monsole, testimonia che antichissimi insediamenti furono presenti nel territorio, forse già nell’età del bronzo. Poi non ci sono testimonianze precise che dimostrino la presenza di abitanti nel territorio di Cona nell’intervallo di tempo tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio del periodo romano. Ciò si spiega, con buona probabilità, con l’estrema variabilità e quindi con la frequente trasformazione dei suoli, dovuta a grandi mutamenti nell’idrografia e quindi nel paesaggio locale. In epoca romana, invece, ebbero fondamentale importanza le vie di comunicazione, per cui è quasi certo il passaggio per il territorio di Cona, in località Monsole, di almeno una grande via consolare, forse la Popillia. A partire dal II secolo a.C., infatti, è documentata la presenza di insediamenti romani. Poi la situazione politica ed economica, aggravatasi con la crisi dell’impero, provocò nel Medioevo la formazione delle paludi e il conseguente abbandono del territorio a se stesso. E questo assetto dei suoli rimase invariato per secoli, finché le istituzioni religiose, facendosi carico del territorio, svolsero un ruolo di tutela, di controllo politico e militare dell’area. Così la presenza dei monaci, attivissimi nelle opere di bonifica e di messa a coltura delle terre, fu fondamentale: benedettini di San Felice di Vicenza (965), che tra l’altro ottennero riconferma dei loro possessi in Cona dall’imperatore Ottone I; il convento di San Michele in Brondolo; i monaci benedettini del monastero di Santa Giustina a Padova. Cona nell’Alto Medioevo fu anche “corte” e sede di mercato, almeno a partire dal secolo X. Vi ebbero possedimenti la Serenissima, i signori di Carrara e il territorio fu naturalmente coinvolto negli scontri tra Padova e Venezia e perfino nelle vicende della “Guerra di Chioggia” (fine ‘300) tra veneziani e genovesi. Agli inizi del ‘500, poi, con il passaggio delle truppe dell’imperatore Massimiliano durante l’occupazione di Padova dopo la vittoria della Lega di Cambrai su Venezia (1515) il Consiglio dei Dieci fissò il confine tra Padova e Venezia. Cona fu inglobata nel Dogado veneziano: risultava formata dai centri di Cona stessa, Cantarana, Conetto, Foresto, Monsole e Pegolotte, e soggetta alla podesteria di Cavarzere. Nel 1807 Napoleone, nella risistemazione Die Geschichte von Cona war von der frühesten Zeiten an schon immer mit der Veränderung des Bodens verbunden. Der große Reichtum an archäologischen Funden bei Cantarana, in der Ortschaft Motta Molara und im Vorort Monsole bezeugt, daß uralte Ansiedlungen vielleicht schon zur Bronzezeit im Gebiet vorhanden waren. Dann gibt es präzise Zeugnisse, die die Anwesenheit von Bewohnern im Gebiet von Cona im Zeitraum zwischen dem Ende der Bronzezeit und dem Anfang der Römerzeit beweisen. Dies erklärt sich aller Wahrscheinlichkeit nach mit der äußersten Veränderlichkeit und also mit der häufigen Veränderung des Bodens, die von wichtigen hydrographischen Wandlungen verursacht war, wodurch eben auch die Landschaft sich verändern mußte. Zur Zeit der Römer hingegen waren die Verbindungswege enorm wichtig, deswegen ist es nahezu sicher, daß wenigstens eine große Konsularstraße, ja vielleicht die Via Popilia, das Gebiet von Coma bei Monsole durchzog. Die Anwesenheit von römischen Ansiedlungen ab dem 2. Jh. v.Ch. ist bewiesen worden. Dann verursachte die verschlimmerte politische und wirtschaftliche Lage, die mit der Krise des Kaiserreiches nur verschlechtert wurde, die Versumpfung des Landes und seine Verwahrlosung. Diese Lage blieb viele Jahrhunderte unverändert, bis manche religiöse Orden begannen, das Land zu pflegen und es politisch und militärisch zu kontrollieren, indem sie die versumpften Gebiete übernahmen. So war die Anwesenheit der Mönche entscheidend, denn sie waren in den Trockenlegungsarbeiten und in dem Anbau der Landflächen äußerst tätig. Sie kamen aus dem Benediktinerkloster San Felice in Vicenza (965), die übrigens von Kaiser Otto I. den Besitz ihrer Ländereien in Cona bestätigen sahen, aus dem Kloster San Michele in Brondolo und aus dem Benediktinerkloster der heiligen Giustina in Padua. Im Frühmittelalter war Cona auch Sitz einer “corte“und Marktstadt, dies zumindest ab dem 10. Jh. Auch die Republik Venedig besaß hier manche Ländereien, sowie die Familie da Carrara; natürlich wurde die Gegend von den Kämpfen zwischen Padua und Venedig stark erschüttert, ja sie wurde am Ende des 14. Jh. sogar in den Krieg von Chioggia zwischen Venezianern und Genuesern einbezogen. Am Anfang des 16. Jh. dann, als die Truppen Kaisers Maximilian nach dem Sieg der Liga von Cambrai über Venedig (1515) das Land von Cona durchzogen und Pa- 41 42 RIVIERA DEL BRENTA Cona amministrativa del territorio, eresse Cona a comune. L’ordinamento però che i monaci benedettini avevano dato al loro feudo della Corte Benedettina, continuò anche dopo la sconfitta di Napoleone, il quale lo donò al vicepresidente della prima repubblica italiana Francesco Melzi d’Eril di Milano, per i suoi servigi. Dopo il Congresso di Vienna (1815), l’Austria, essendo sciolte le congregazioni religiose, confermò la proprietà al Melzi e gli eredi continuarono a gestirla sull’esempio dei benedettini. A partire dai primi anni dell’800 e poi per tutta la prima metà, furono messi in atto vari tentativi di bonifica del Foresto, fino ad arrivare ad attuare il progetto dell’ing. Cesare de Lotto, di origine cadorina. Infine nel 1866 Cona passò al Regno d’Italia. da vedere Conetta: chiesa del X secolo; sotto, chiesa di Santa Maria delle Nevi a Foresto; a destra, campanile della chiesa di Cona Cona nel suo territorio può esibire alcuni fra i più belli e caratteristici edifici del Veneto meridionale. C’è un mondo particolare da scoprire, che conserva il fascino di una storia difficile, però alla fine vincente, su una terra dura da domare, ma che ancora oggi esercita un’attrattiva incredibile per chi sa guardarla e cogliervi quei segni che la esaltano e la nobilitano. Ecco allora che sono, per primi, da visitare nel territorio i numerosi e interessanti edifici sacri, cominciando dalla chiesa arcipretale di Cona. Ricostruita nei primi anni del ‘900, è stata dedicata alla Beata Vergine Immacolata, mentre la precedente era dedicata a Sant’Antonino o Sant’Antonio abate. Le prime notizie di questa chiesa sono di fine ‘400 e fu eretta a pieve nel 1588. Bello è il campanile del secolo XIII. Se ci spostiamo poi a Conetta, possiamo visitare un antico oratorio: nel secolo X vi sorgeva una cappella dedicata a Santa Maria della Neve, trasformata in chiesa per intervento dei Morosini, diventati proprietari (fine sec. XIII). Oggi è Cappella di San Matteo. A Pegolotte c’è da visitare una bella chiesa parrocchiale, dall’armoniosa facciata e dal piacevole interno, del 1913. Dedicata a Sant’Egidio, ha sostituito l’antico oratorio. A Cantarana la chiesa della SS. Trinita è una costruzione dei primi del ‘700, eretta a parrocchia già nel 1718, semplice e lineare. La visita a Foresto ci fa ammirare la chiesa di Santa Maria delle Nevi, costruita nel 1661 da signori di Venezia: vi è conservata una lapide murata, nella quale la vedova Caterina Vianello ricorda la figura e l’opera dell’ing. Cesare De Lotto. dua besetzten, bestimmte der Zehnerrat in Venedig die Grenzlinie zwischen Padua und Venedig. Die Region Cona wurde an das venezianische Dogengebiet angeschlossen und bestand aus Cona selbst, Cantarana, Conetto, Foresto, Monsole und Pegolotte, die der Hauptmannschaft von Cavarzere unterstanden. Im Jahre 1807 erhob Napoleon Cona zur Gemeinde im Rahmen der administrativen Neuordnung des Landes. Doch die Regelungen, die die Benediktinermönche ihrem Lehengut der sogenannten Corte Benedettina gegeben hatten, galten auch nach dem Fall Napoleons weiter, nachdem Napoleon es an den VizePräsidenten der ersten italienischen Republik, Francesco Melzi d’Eril aus Mailand, für seine Dienste verschenkt hatte. Nach dem Wiener Kongreß (1815) bestätigte Österreich die Schenkung an Melzi, da manche religiöse Orden endgültig aufgelöst worden waren, und die Erben von Melzi verwalteten die Ländereien nach dem Beispiel der Benediktinermönche weiter. Zu Beginn des 19. Jh. und dann während der ganzen ersten Hälfte desselben versuchte man etliche Male das Gebiet um Foresto trockenzulegen, bis man schließlich das Projekt des Ingenieurs Cesare da Lotto, eines gebürtigen aus dem Cadore-Gebiet, auch in die Tat umsetzte. Schließlich vereinigte sich Cona 1866 mit dem Königreich Italien. sehenswürdigkeiten Cona kann in seiner Umgebung einige der schönsten und merkwürdigsten Gebäude Südvenetiens zeigen. Es ist eine besondere Welt, die man hier entdecken kann; eine Welt, die den Zauber einer schwierigen, doch am Ende positiven Geschichte bewahrt, deren Bühne eine schwer zu bändigende Landschaft war, die heute aber unglaublich anziehend ist in den Augen derjenigen, die hier die Zeichen erfassen können, die sie erheben und veradeln. Deswegen beginnt man die Entdeckung der Region von Cona mit der Besichtigung der vielen und interessanten Sakralbauten, und insbesondere der Pfarrkirche von Cona. Sie wurde am Anfang des 20. Jh. neuaufgebaut und ist der heiligen Unbefleckten Jungfrau gewidmet, während ein früherer Bau dem heiligen Anton oder dem heiligen Anton dem Großen geweiht war. Die ersten Nachrichten über diese Kirche stammen von Ende des 15. Jh., 1588 wurde sie zur Pfarrkirche gemacht. Schön ist auch der Glockenturm vom 13. Jh. In Conetta kann man eine alte Kapelle besichtigen: im 10. Jh. befand sich hier eine Kapelle der heiligen Maria della Neve, die später durch die Familie Morosini, Glockenturm der Kirche von Coma. Links oben: Conetta, Kirche aus dem 10. Jh.; unten: die Kirche Santa Maria delle Nevi bei Foresto RIVIERA DEL BRENTA Cona Villa Eurosia a Cona, sotto Corte Civrana, azienda agricola di particolare pregio; a destra, facciata della chiesa di Santa Maria Assunta a Concadalbero La facciata è di una gradevolissima armonia architettonica. Non si può infine, riguardo ai numerosi edifici sacri, non vedere quella interessante chiesa di Santa Maria Assunta di Concadalbero, che ha una stupenda facciata, ornata di cinque statue, alla quale è addossato anche un bel campanile. All’interno sono sepolti i nobili della famiglia Marin. Il luogo preciso è indicato da una mattonella con un quadrifoglio. Ma ora Cona svela al visitatore la sua storia, la sua realtà attraverso un percorso che ci porta a scoprire la bellezza e l’originalità di tanti edifici sorti nel territorio, conservati nelle loro caratteristiche originali. È da ammirare di essi la solidità delle strutture, l’imponente aspetto, la presenza frequente di grandi porticati, il cui regolare susseguirsi richiama le costruzioni ecclesiastiche, soprattutto i chiostri e i cortili dei monasteri, specie benedettini. Si tratta dunque di un complesso edilizio che svela al cittadino e al visitatore la storia di un territorio e di una civiltà che si è evoluta nella lotta alla natura. Basta dare un’occhiata a una carta topografica della zona. Ma avviciniamoci ora a questi edifici. Ecco la Villa Eurosia, di ispirazione neoromantica. Si presenta con muratura in pietra e mattoni a vista, con aperture ad arco ribassato e marcapiano in rilievo. Se ci spostiamo poi a vedere la Villa Tassi, della seconda metà dell’800, possiamo notare subito la tipica planimetria padronale veneta. Ma autentica sorpresa riserva al visitatore la Villa Padronale Metiche di Monsole, perché è un tipico esempio di insediamento agricolo e residenziale nello stesso tempo. Imponente con le sette arcate incorniciate da paraste giganti; con il porticato a travature in legno poste a sostegno dell’ultimo solaio; con i rustici posti a ridosso della corte centrale. Insomma una costruzione di casa colonica o corte benedettina, spesso arricchita da sobri elementi architettonici e stilemi decorativi. All’interno sono ben conservati i pavimenti ottocenteschi in cotto. Alcune stanze presentano interessanti decorazioni a tempera dei soffitti, di gusto ottocentesco. Qui vissero i nobili Marin dal 1700 al 1830. Ma non è da meno La “Corte Civrana”, il cui 43 die in Besitz derselben gekommen war, umgebaut wurde (Ende 13. Jh.). Heute ist sie die Kapelle San Matteo. In Pegolotte ist die schöne Pfarrkirche aus dem Jahre 1913 mit ihrer harmonischen Fassade und dem angenehmen Innenraum zu besichtigen. Sie ist dem heiligen Aegidius geweiht und befindet sich an der Stelle einer früheren Kapelle. In Cantarana liegt die Kirche der heiligen Dreifaltigkeit, ein Bau aus dem Anfang des 18. Jh., die schon 1718 zur Pfarrkirche erhoben wurde. Ihre Form ist sehr einfach und gradlinig. Ein Besuch in Foresto ermöglicht, die Kirche der heiligen Maria delle Nevi zu bewundern, die 1661 von venezianischen Herren gebaut wurde: darin bewahrt man eine Steintafel, wo die Witwe Caterina Vianello an die Figur und das Wert des Ingenieurs Cesare Da Lotto erinnert. Die Fassade besitzt eine äußerst angenehme architektonische Harmonie. Schließlich, was die zahlreichen Sakralbauten betrifft, muß man noch die interessante Kirche Santa Maria Assunta in Concadalbero besichtigen, die eine wunderbare, von fünf Statuen geschmückte Fassade besitzt, woran sich ein schöner Glockenturm anschmiegt. Im Inneren sind die Mitglieder der Adelsfamilie Marin beerdigt. Die genaue Lage der einzelnen Gräber ist durch eine Fliese mit einem vierblättrigen Kleeblatt markiert. Doch jetzt verrät Cona dem Besucher seine Geschichte und seinen Alltag durch eine Rundfahrt, die uns zur Entdeckung der Schönheit und Originalität der vielen Gebäude auf dem Lande führt, die ihre ursprünglichen Merkmale bewahrt haben. An ihnen bewundert man die Festigkeit der Struktur, das mächtige Aussehen, die häufige Anwesenheit von großen Säulengängen, deren regelmäßige Wiederholung an Sakralbauten, vor allem an Klöster und Höfe von Abteien, insbesondere von Benediktinerabteien, erinnern. Es handelt sich also um ein Netz von Anlagen, das dem Bürger und dem Besucher die Geschichte dieser Region und ihrer Zivilisation, die sich aus dem Kampf gegen die Naturgewalten entwickelt hat, veranschaulicht. Man braucht nur einen Blick auf die Landkarte zu werfen, um zu sehen, wie dieses Netz sich auf dem gesamten Gebiet erstreckte. So die Villa Eurosia, gebaut im neoromantischen Stil. Sie zeigt ihre Fassade aus Backstein mit flachbogigen Öffnungen und etwas erhobener Etagenmarkierung. Besucht man die Villa Tassi aus der zweiten Hälfte des 19. Jh., können wir sofort den typischen Grundriß der venezianischen Villa bemerken. Eine regelrechte Überraschung bereitet die Villa Padro- Fassade der Kirche Santa Maria Assunta in Concadalbero; links: Villa Eurosia in Cona; unten: Corte Civrana – ein altes Bauerngehöft von besonderem Wert RIVIERA DEL BRENTA Cona Idrovora sul canale Rebosola funzionante dal 1929; sotto ampia campagna; a destra l‘ampio portico della azienda Civrana fabbricato principale presenta grandi arcate incorniciate da colonne giganti sormontate da una travatura continua. All’interno poi del porticato, è visibile la copertura in tavole e coppi contenuta da capriate. Da visitare è pure la Villa Morosini-Giovannelli, con la sua caratteristica scala multipla che permette di accedere al piano nobile. C’è poi la maestosa Villa BonicelliTreves, settecentesca, di ampie dimensioni, con un corpo centrale e i porticati laterali simmetrici che danno vita a una costruzione veramente perfetta nella sua armonia architettonica. Ma non si può infine trascurare la Villa Garonzi, dove vissero nel 1700 i nobili Marin. Si tratta di un edificio immerso nel verde, di architettura molto simile alle abitazioni tipiche del territorio, ma sempre con una linearità sobria ed elegante. Per chi voglia avere un’idea più precisa della vita e della evoluzione del territorio, Cona riserva al visitatore e anche allo studioso tutta una serie di fabbricati particolarmente significativi e interessanti. Allora si osservino bene le case di abitazione, le stalle, soprattutto le idrovore (come quella Tassi, con un grande portone di ingresso e la ciminiera per lo scarico dei fumi), i granai, le grandi aie destinate agli usi agricoli, le costruzioni rurali destinate ai braccianti: fabbricati che hanno sempre una loro dignità, come quello posto a lato della strada statale 516 Cavarzere-Cona, di proprietà Tassi, con un timpano, che negli anni cinquanta mostrava ancora un affresco dal titolo “Inaugurazione di una idrovora”. All’interno vi sono imponenti colonne circolari per il sostegno del solaio. È tutto un mondo singolare da scoprire. il paesaggio Ma da scoprire o riscoprire è anche tutto l’ambiente, così singolare per tanti aspetti, di questo straordinario territorio, se solo si pensa alla sua lunga e tribolata storia da un 44 nale Metiche in Mensole dem Besucher, denn sie ist zugleich Bauerngehöft und Landvilla. Sie zeigt sich mit ihren sieben Bögen, die von gigantischen Halbpfeilern umrahmt sind, mit dem Säulengang, wo das hölzerne Gebälk den Dachstuhl stützt, und mit den Nutzgebäuden rund um den Zentralhof sehr majestätisch. Mit wenigen Worten, die Anlage ist ein komplettes Bauerngehöft, das dem Hof eines Benediktinerklosters auf dem Lande, der häufig auch von einfachen architektonischen und dekorativen Elementen geschmückt ist, sehr ähnlich aussieht. Im Inneren sind die Fußböden aus Backstein aus dem 19. Jh. gut erhalten. Manche Räume besitzen noch interessante Temperamalereien in den Decken nach dem Geschmack des 19. Jh. Hier lebte die Adelsfamilie Marin zwischen 1700 und 1830. Nicht weniger interessant ist die “Corte Civrana“, deren Hauptgebäude große Bögen aufweist, die von Riesensäulen und einer darüber laufenden Balkenlage eingerahmt sind. Im Säulengang ist dann die Dachdeckung aus Holztafeln und Dachziegeln, die von einem Hängewerk gestützt ist, gut sichtbar. Besuchenswert ist auch die Villa Morosini-Giovannelli, mit ihrer einzigartigen Freitreppe, die zum ersten Geschoß führt. Es gibt dann die majestätische und großräumige Villa Bonicelli-Treves aus dem 18. Jh., mit einem Zentralbau und Seitenportiken, die eine in ihrer architektonischen Harmonie wirklich vollkommene Wohnanlage zusammenbilden. Schließlich sollte man nicht versäumen, auch die Villa Garonzi zu sehen, wo die Familie Marin im 18. Jh. wohnte. Es handelt sich um ein Gebäude mitten im Grün, dessen Architektur den Baustil der typischen Häuser der Gegend, doch immer mit einer einfachen und eleganten Linearität wiederholt. Doch denjenigen, die einen noch einleuchtenderen Eindruck von dem Leben und der Entwicklung des Gebiets haben möchten, sowie dem Besucher und dem Geschichtsforscher bietet Cona eine ganze Reihe von besonders interessanten und bedeutenden Gebäuden zur Entdeckung. So zum Beispiel die vielen Wohnhäuser, die Stallungen, vor allem aber die Wasserpumpwerke (wie das Pumpwerk Tassi, mit seinem großen Eingangstor und dem Schornstein zur Abführung der Rauchgase), die Kornspeicher, die großen Höfe mit landwirtschaftlicher Nutzung, die Häuser der Tagelöhner: alles Bauten, die eine gewisse Würde ausstrahlen, so noch ein Beispiel am Besitz Tassi am Rand der Staatsstraße 516 Der breite Bogengang des Gehöfts Civrana; links: Pumpwerk am Kanal Rebosola in Betrieb schon ab 1929; unten: die endlose Feldlandschaft 45 RIVIERA DEL BRENTA Cona lato, e dall’altro a quella sua ampia omogeneità, a quell’appiattimento generale, che dà un senso di solitudine immensa, quasi innaturale, irreale. Se ci si inoltra, sembra quasi strano ritrovare quegli appezzamenti di terra dalle forme e dai colori più vari, intervallati dagli assi viari e dal serpeggiante corso dei fiumi che corrono dolcemente verso il confine con il mare. Si vede un paesaggio domato dalle tecniche adottate per trasformare le superfici vallive in grandi spazi fertili, serviti da una fitta rete scolante e da efficienti impianti idrovori. Inoltrarsi quindi, quasi smarrirsi in quella piatta distesa, seguendo magari il canale dei cuori, con le sue acque pensili rispetto ai terreni circostanti; osservando il collettore Salvadego, un canale di irrigazione; o fermandosi in qualche azienda, come quella “Cantarana”, dove si può vedere il canale principale di bonifica con gli scarichi dell’acqua provenienti dai terreni serviti dal drenaggio agricolo sotterraneo. Insomma un paesaggio incredibile per chi non è più abituato ai grandi spazi aperti e al contatto diretto con una natura che presenta un volto ora scuro, ora con diverse colorazioni, dovute ai depositi sabbiosi lasciati dai corsi d’acqua. Ma poi appaiono, rare e imponenti, le alberature e perfino un laghetto artificiale sui terreni della Corte Civrana. E si potrebbe continuare. Ma siano sufficienti questi richiami, per suscitare il desiderio di vedere questa meravigliosa e così diversa realtà, la quale, assieme alla meraviglia, suscita anche ammirazione per una gente che ha saputo e sa convivere con la difficoltà quotidiana di vivere e prosperare. Cavarzere-Cona, wo ein Fresko noch in den 50er Jahren zu lesen war mit dem Titel “Einweihung des Pumpwerks“. Im Inneren befinden sich mächtige Rundsäulen, die den Dachstuhl stützen. Eine noch unbekannte Welt, die es zu entdecken gilt. die landschaft Doch auch die in mancherlei Hinsicht so einzigartige Landschaft dieses Gebiets sollte entdeckt oder wiederentdeckt werden, denkt man nur an ihre lange und unruhige Geschichte einerseits, andererseits an ihre so endlose Einförmigkeit, an die allgemeine Verflachung, die das Gefühl grenzenloser, fast unnatürlicher und unwirklicher Einsamkeit vermitteln kann. Dringt man in das Land hinein, wird es fast seltsam, solche Landgüter zu finden, die die verschiedensten Formen und Farben zeigen, voneinander von Straßen getrennt sind und von sich schlängelnden Flüssen durchzogen werden, die ganz gemütlich zum Meer gleiten. Man erkennt eine Landschaft, die von der Technologie gezähmt worden ist, um die Sumpfgebiete in große fruchtbare Anbauflächen zu verwandeln, die von einem dichten Netz von Rinngräben und von wirksamen Wasserpumpwerken bedient werden. Also hineintauchen, sich ja fast verlieren in dieser platten Ebene, dabei vielleicht den Kanal dei Cuori verfolgen und sein Wasser beobachten, dessen Niveau von den Ufern höher gehalten wird als die umliegenden Felder; den Sammelkanal Salvadego betrachten; bei einem Bauernhof anhalten, wie etwa bei “Cantarana“, wo man den Hauptkanal des Trockenlegungsgebiets sehen kann, worin das Wasser aus den unterirdischen Rinngräben gegossen wird. Kurz, eine unglaubliche Landschaft für diejenigen, die an die offenen Flächen und an den unmittelbaren Kontakt zur Naturwelt nicht mehr gewöhnt sind, wo die Natur bald ihr dunkles Gesicht zeigt, bald bunt und vielfältig wird, da wo die Flüsse ihre Sedimente ablagern. Dann erscheinen noch seltene, beeindruckend hohe Bäume, ja sogar ein künstlicher See auf dem Land der Corte Civrana. Und so könnte man noch weitergehen. Doch sollen diese Beispiele genügen, um den Wunsch zu wecken, diese wundervolle und so außergewöhnliche Welt zu sehen, die neben dem Staunen auch Bewunderung für eine Bevölkerung hervorruft, die in der Lage ist und war, die Schwierigkeiten des Alltags zu bewältigen, hier zu wohnen und sogar zu gedeihen. 46 RIVIERA DEL BRENTA Cavarzere La Colonna Marciana I confini della provincia di Venezia sono qua e là piuttosto bizzarri, come del resto avviene di frequente per le strutture territoriali legate a una lunga tradizione storica. Così la provincia si restringe, a sud, lasciando un lembo della laguna stessa alla provincia di Padova, ma poi si espande di nuovo a sud, dove si trova Cavarzere. Die Grenzen der Provinz Venedig sind hie und da etwas merkwürdig, wie es übrigens häufig bei Verwaltungseinheiten, die eine lange Geschichte hinter sich haben, der Fall ist. So verengt sich die Provinz nach Süden, überläßt der Provinz Padua einen Streifen der Lagune von Venedig, um sich dann weiter südlich neu zu verbreiten, wo eben Cavarzere sich befindet. un po’ di storia ein wenig geschichte Situata dunque all’estremo lembo meridionale della Provincia di Venezia, ai confini ormai del padovano e del Polesine, ha avuto una storia lunga, difficile e tribolata. Il nome deriva dalla sua ubicazione: Caput Aggeris o Caputargilis (Caodarzere – Cavarzere) sta infatti ad indicare un avamposto probabilmente fortificato degli etruschi di Adria prima e dei romani poi. Testimonianza sicura fornita dai reperti archeologici della zona: anfore, armi, utensili, amuleti. Cavarzere fu inclusa nella consociazione dei centri lagunari veneti attorno al Mille e dal secolo XIII fu retto da un podestà inviato da Venezia e scelto fra i patrizi veneti. Coinvolto in quasi tutte le guerre, fu devastato in quella fra il re longobardo Liutprando e l’Esarcato di Ravenna (740); saccheggiato da Pipino, figlio di Carlo Magno (809); incendiato durante le incursioni degli Ungari (IX-X sec.). Nella seconda metà del secolo XII si arrese a Federico Barbarossa; nel 1236 fu assalito da Ezzelino da Romano e nella guerra di Chioggia fra Venezia e Genova fu conquistato dai padovani (1378) fino al termine del conflitto (1381). Passato di nuovo sotto Venezia, Cavarzere fu nel 1706 attraversato dall’esercito di Eugenio di Savoia e nel 1728 fu pure occupato e saccheggiato dai mercenari spagnoli. Caduta la gloriosa repubblica (1797), il Trattato di Campoformio assegnò la parte destra a Adria, sotto la Repubblica Italiana, la parte sinistra all’Austria. Durante il Regno Italico (1806-1815) Cavarzere divenne comune, segnato purtroppo da rivolte, brigantaggio e incendi. Dopo il Congresso di Vienna (1815) venne incluso nel Regno Lombardo-Veneto degli Asburgo. Con l’unità d’Italia, Cavarzere conobbe momenti di gravi tensioni sociali (1878-79), dovute alla arretratezza economica e alle inondazioni (1882). Al principio del secolo, l’antica miseria favorì i primi fermenti sociali e alcuni scioperi clamorosi. Nella seconda guerra mondiale i bombardamenti aerei recarono danni ingentissimi, e poi nel 1951 il Po ne sommerse la parte destra del territorio fino all’Adige. Die Stadt, die an der äußersten südlichen Grenze der Provinz Venedig, an der Grenze zur Provinz Padua und ganz in der Nähe der Po-Region liegt, hat eine sehr lange, schwierige und bewegte Geschichte gehabt. Der Name der Stadt erklärt sich mit ihrer Lage: Caput Aggeris oder Caputargilis (Caodarzere-Cavarzere) bezeichnet nämlich einen vermutlich befestigten Vorposten zunächst der Etrusker aus Adria, später der Römer. Ein sicherer Beweis wird von den archäologischen Fundstücken aus dem Gebiet gegeben, wie Amphoren, Waffen, Werkzeugen, Amuletten. Cavarzere wurde um das Jahr 1000 in die Vereinigung der venetischen Lagunenstädte aufgenommen, und ab dem 13. Jh. wurde sie von einem Hauptmann aus Venedig regiert, der unter den venezianischen Patriziern gewählt wurde. Die Stadt wurde von fast allen damaligen Kriegen heimgesucht, sie wurde während des Kriegs zwischen dem langobardischen König Liutprand und dem Exarchat von Ravenna (740) verheert; von Pippin, Sohn Karls des Großen, wurde sie geplündert (809); bei einem Überfall der Ungarn wurde sie in Brand gesetzt (9.-10. Jh.). In der zweiten Hälfte des 12. Jh. ergab sich die Stadt dem Kaiser Friedrich Barbarossa; 1236 wurde sie von EzzeliDie Markussäule 47 RIVIERA DEL BRENTA Cavarzere I ruderi dell‘antica Torre di Bebbe, e a destra l‘iscrizione sotto, il Duomo di S. Mauro e il crocifisso ligneo da visitare Il centro urbano è formato da due precisi nuclei, situati proprio a cavallo dell’Adige, e che gli danno la configurazione di centro fluviale. Fu per questo baluardo estremo di Venezia verso sud. Naturalmente per questa sua collocazione geografica subì molte incursioni e devastazioni. Sulla strada per Chioggia, si possono vedere i ruderi dell’antica Torre delle Bebbe, una fortificazione a difesa delle incursioni. Se si percorre il territorio di Cavarzere si scoprono luoghi e ambienti che ne testimoniano le antiche origini: ci sono frazioni e villaggi, dove è facile cogliere ricordi lontani di duro lavoro e di miseria delle popolazioni locali, ma anche delle importantissime opere idrauliche realizzate dagli ingegneri veneziani e, secoli prima, delle opere viarie romane. Un territorio, dunque, da visitare per l’indubbio interesse che presenta. Ma portiamoci ora nell’ariosa Piazza del Duomo, sulla destra dell’Adige, per visitare l’imponente Duomo di San Mauro. La costruzione originale risaliva probabilmente al secolo XVI, ma l’attuale è stata ricostruita, dopo la distruzione della guerra, nel 1945. L’interno è indubbiamente maestoso e lucente. Da osservare la vasca battesimale, di buona fattura, forse del secolo XI e un crocifisso ligneo, pregevole nella sua semplicità e ingenua dramma- no da Romano angegriffen, und während des Kriegs von Chioggia zwischen Venedig und Genua wurde sie von den Paduanern erobert (1378) und blieb in deren Besitz bis Ende des Kriegs (1381). Wieder unter der Herrschaft von Venedig wurde sie erst 1706 wieder von einem fremden Heer, nämlich von den Truppen von Eugen von Savoyen bedroht, 1728 wurde sie von spanischen Söldnern sogar besetzt und ausgeplündert. Nach dem Fall der glorreichen Republik (1797) bestimmte der Friedensvertrag von Campoformio, daß das rechte Teil der Stadt an Adria und an die italienische Republik, das linke Teil an Österreich abgetreten werden sollte. Mit dem Königreich Italien (1806-1815) wurde Cavarzere zur Gemeinde erhoben, doch ihre damalige Geschichte ist von Unruhen, Räuberunwesen und Bränden gezeichnet. Nach dem Wiener Kongreß (1815) wurde sie in das habsburgische lombardo-venetische Königreich angeschlossen. Nach Italiens Wiedervereinigung erlebte Cavarzere schlimme soziale Konflikte (1878-1879), die sich aufgrund der wirtschaftlichen Rückständigkeit und der häufigen Überflutungen (1882) erklären. Am Anfang des 20. Jahrhunderts entwickelten sich aus jener verbreiteten Armut die ersten Anzeichen von sozialen Forderungen und manche damals unerhörte Streikaktionen. Im zweiten Weltkrieg verursachten die Luftbombardierungen äußerst schwere Schäden, die später, 1951, durch die Überflutung des rechten Teils des Gemeindegebiets bis hin zum Fluß Adige durch den Fluß Po nur schlimmer werden konnten. sehenswürdigkeiten Der Stadtkern besteht aus zwei ganz bestimmten Zentren, die gerade von dem Fluß Adige (Etsch) voneinander getrennt werden, wodurch die Stadt den Charakter einer typischen Flußstadt erhält. Deshalb war sie Venedig südlichstes Bollwerk. Selbstverständlich wurde sie gerade wegen dieser geographischen Lage so oft Opfer von Angriffen und Verheerungen. Auf dem Weg nach Chioggia kann man noch die Reste des alten Turms delle Bebbe sehen, einer Befestigung, die zur Verteidigung gegen die vielen Angriffe diente. Durchfährt man das Gebiet rund um Cavarzere, entdeckt man Orte und Sehenswürdigkeiten, die deren alten Ursprung bezeugen: es gibt Ortschaften und Dörfer, wo es sehr leicht ist, ferne Erinnerungen an schwere Arbeiten und an die Armut der örtlichen Bevölkerung zu erraten, doch wo man auch überaus wichtige hydraulische Werke, die von den venezianischen Ingenieuren hergestellt, und römische Straßen, die viele Jahrhunderte zuvor gebaut Die Inschrift am alten Turm von Bebbe. Links von oben nach unten: die Überreste des Turms von Bebbe, der Dom San Mauro, ein Holzkruzifix 48 RIVIERA DEL BRENTA Cavarzere ticità. Tra l’altro è divenuto famoso per un presunto miracolo: il Cristo avrebbe piegato da solo la testa. L’opera è di Domenico Paneghetti, soprannominato “ciossego”, un onesto cannarolo cavarzerano. Una curiosità storica: il pievano del Duomo di San Mauro, per un antico privilegio, confermato anche nel 1535, veniva eletto dai cavarzerani. Fu abolito solo nel 1968 dal Consiglio comunale. Nella piazza, poi, possiamo vedere il Palazzo Barbiani, del 1892, sede del Municipio, opera dell’architetto omonimo, sobria, quasi austera, ma di Il Palazzo Barbiani e a destra la Torre Campanaria, sotto, una veduta dall‘alto dei fiumi Adige e Gorzone indubbia originalità, con quella sua massiccia torre, alleggerita però da un pinnacolo. La torre campanaria, che si innalza per 60 metri, è pure opera del Barbiani, particolarmente felice per lo slancio della forma a canna quadrata, su cui svetta il castelletto delle campane. Non sfugga poi la bella colonna marciana davanti al Municipio. Sulla sponda sinistra dell’Adige, infine, si deve visitare la Chiesa di San Giuseppe, del 1542, anch’essa ricostruita dopo l’ultima guerra. il paesaggio Cavarzere è caratterizzata in tutta la sua antica storia dalla presenza dei fiumi e canali che interessano la sua fertile pianura alluvionale: l’Adige lo divide in due e lo attraversa in tutta la sua lunghezza, affiancato a nord dal Gorzone fino a toccarsi in qualche punto gli argini. Nel cavarzerano vigeva anticamente il “vagantivo”, ossia il diritto di cacciare, pe- wurden, herausfinden kann. Ein Gebiet also, das es wegen seines zweifellosen Interesses zu besichtigen gilt. Nun erreichen wir den weitschweifigen Domplatz (Piazza Duomo) auf dem rechten Adige-Ufer, um den mächtigen Dom San Mauro zu besichtigen. Der Originalbau stammte wahrscheinlich vom 16. Jh., der heutige Bau wurde 1945 nach der Kriegszerstörung wiederaufgebaut. Das Innere wirkt zweifellos majestätisch und glänzend. Zu beobachten sind noch das Taufbecken, vielleicht vom 11. Jh., aus guter künstlerischer Qualität, sowie ein Kruzifix aus Holz, der in seiner Einfachheit und naiven Dramatizität kostbar ist. Unter anderem ist es wegen eines möglichen Wunders berühmt geworden: Christus soll von selbst den Kopf gesenkt haben. Es ist ein Werk von Domenico Paneghetti, genannt “Ciossego“, einem rechtschaffenen Schilfsammler von Cavarzere. Ein geschichtliches Kuriosum: der Pfarrer des Doms von San Mauro wurde nach einem alten Privileg, das auch 1535 bestätigt wurde, von den Stadtbewohnern gewählt. Es wurde erst 1968 vom Stadtrat abgeschafft. In der Piazza kann man dann den Palazzo Barbiani (1892) sehen, das heutige Rathaus, das von dem gleichnamigen Architekten errichtet wurde. Das einfache, ja fast strenge, zweifellos originelle Gebäude besitzt einen massigen Turm, der aber von einer Fiale aufgeheitert wird. Der Glockenturm, der bis auf 60 Meter heraufragt, ist noch ein Werk von Barbiani, das wegen der schlanken Quadratform, worauf das Glockengehäuse emporragt, besonders gutgelungen ist. Die schöne Markussäule vor dem Rathaus sollte nicht übersehen werden. Auf dem linken Adige-Ufer schließlich sollte man die Kirche des heiligen Joseph besichtigen, die 1542 zuerst, dann nach dem zweiten Weltkrieg wieder aufgebaut wurde. die landschaft Cavarzere ist während ihrer gesamten alten Geschichte durch die Anwesenheit von Flüssen und Kanälen charakterisiert gewesen, die ihre fruchtbare Schwemmebene immer noch interessieren: der Fluß Etsch-Adige teilt die Stadt in zwei Teile und durchzieht die umliegende Gegend, dem parallel läuft der Fluß Gorzone, so daß in manchen Punkten die Ufer der beiden aneinandergrenzen. In der Region um Cavarzere galt einst das Gesetz des “vagantivo“, d.h. das Recht, frei zu jagen, zu fischen, in den Sumpfgebieten Schilf zu sammeln. Dadurch blühte hier die Industrie der “grisole“, d.i. des getrockneten Schilfs, womit man die Dächer der Bauernhäuser, der sogenannten “casoni“herstellte. Davon bleiben heute nur Der Glockenturm. Links: Palazzo Barbiani; unten: Ansicht der Flüsse Adige und Gorzone RIVIERA DEL BRENTA Cavarzere Una veduta dall‘alto di Cavarzere e il fiume Adige scare, raccogliere canne nelle zone paludose e l’industria delle “grisole”, che aveva favorito il sorgere dei caratteristici “casoni”. Di questi resta ora solo qualche traccia. È interessante invece soffermarsi davanti a una lapide del 1792 in corte Cirrana, che riporta l’ordinanza del Serenissimo Consiglio veneziano con la quale veniva abolito il diritto di “vagantivo”. Da ricordare che esso rappresentava una fonte di guadagno, ben misera, per i poveri di Cavarzere. Oggi Cavarzere presenta al visitatore un colpo d’occhio molto gradevole, adagiata com’è sulle sponde dell’Adige, sulle quali si affacciano gli insediamenti urbani. I corsi d’acqua, così spesso causa di ricorrenti alluvioni, imputabili, oltre che all’Adige e al Gorzone, alla vicinanza del Po, scorrono pigramente sotto i vari ponti che uniscono le parti del paese. Ma tutto il territorio comunale presenta motivi di interesse per un itinerario in bicicletta o anche in macchina. Se ci si addentra, si scoprono zone che testimoniano le antiche origini, le opere realizzate dalla Serenissima e, secoli prima, le opere viarie romane. Si scoprirà inoltre un paesaggio vario e mutevole, secondo le stagioni e le condizioni climatiche, con aspetti sempre diversi e sempre caratteristici. Lungo il corso dell’Adige non troviamo più i mulini galleggianti che creavano un elemento originale e pittoresco del paesaggio tipicamente fluviale, ma ci si può ugualmente immergere in luoghi e ambienti molto significativi, come l’estesa Marice, una zona protetta, dove predomina il canneto, con specchi d’acqua, tranquillo rifugio di uccelli di varie specie, piccoli mammiferi e la rara testuggine di palude. Ma una visita bisogna farla anche all’Oratorio di Ca’ Labia, prima di tutto perché è una delle rare cappelle patrizie rimaste a Cavarzere, e poi perché contiene un gruppo scultoreo del Bonazza o della sua scuola, sec. XVIII, di pregevole fattura e grande forza espressiva. Raffigura la Madonna con due Angeli. Purtroppo c’è da rimpiangere la distruzione di due oratori, di Santa Monica e della SS. Trinità, con opere di Paolo Veronese e altre attribuite a Tintoretto e a Piazzetta. Delle antiche fortificazioni e del castello di Cavarzere non sono rimasti che i ruderi poderosi della torre delle Bebbe, ai confini con Chioggia, che meritano però ugualmente uno sguardo. Infine, vi sono interessanti documenti in archivio, tra cui un codice, che nel 1713 riportava le leggi di concessione di privilegi a Cavarzere, per ordine del Doge della Repubblica di Venezia. 49 wenige Spuren. Es ist dann interessant vor einer Steintafel aus dem Jahre 1792 in der Corte Cirrana zu verweilen: darauf liest man die Verordnung des Erlauchten venezianischen Rates, womit das Gesetz des “vagantivo“abgeschafft wurde. Diese Verordnung verursachte manchen Unmut bei den armen Leuten von Cavarzere, denn das frühere Gesetz war für sie eine wenn gleich ärmliche, doch nützliche Einnahmequelle gewesen. Heute zeigt Cavarzere dem Besucher ein angenehmes Stadtbild, so wie sie an den Ufern des Adige liegt, in dem sich die Stadtbauten widerspiegeln. Die Flußläufe – neben dem Adige und dem Gorzone, befindet sich auch der Po ganz in der Nähe -, die früher so oft die Ursache für Überschwemmungen waren, fließen heute ruhig unter die verschiedenen Brücken daher, die die zwei Teile der Stadt miteinander verbinden. Doch das ganze Gemeindegebiet zeigt sich in mancherlei Hinsicht für eine Rundfahrt, ob auf dem Fahrrad oder mit dem Wagen, sehr interessant. Dringt man in das Land hinein, entdeckt man Gegenden, wo weitere alte Zeugnisse noch zu sehen sind, wie etwa die Werke, die von der Republik Venedig gebaut wurden, oder die von den Römern angelegten Straßen. Man wird außerdem eine mannigfaltige und veränderliche Landschaft entdecken, die mit den Jahreszeiten und den Klimabedingungen variiert und dabei immer verschiedene und doch sehr typische Aspekte zeigt. Den Fluß Adige entlang finden wir heute keine der vielen schwimmenden Mühlen mehr, die einst ein so originelles und malerisches Element der typischsten Flußlandschaft waren, doch man kann in nicht weniger bedeutende Gegenden tauchen, wie das Gebiet von Marice, einer Schutzoase, wo das Schilf und die Wasserspiegel vorherrschen, die vielen Vogelarten, kleineren Säugetieren und der seltenen Sumpfschildkröte sicheren Schutz bieten. Doch einen Besuch verdient auch die Hauskapelle von Ca’ Labia, zuerst weil sie eine der seltenen, in Cavarzere übriggebliebenen Patrizierkapellen ist, dann weil sie eine Skulpturgruppe von Bonazza oder von seiner Schule (18. Jh.) enthält, die von hervorragender künstlerischer Qualität und eindrucksvoller Ausdruckskraft ist. Sie stellt die Madonna mit zwei Engeln dar. Leider erinnert sich man noch mit Wehmut an die Zerstörung zweier Kapellen, die Kapelle der heiligen Monika und der heiligen Dreifaltigkeit, worin sich Werke von Paolo Veronese und weitere Werke, die Tintoretto und Piazzetta zugeschrieben waren, befanden. Von den alten Befestigungen und dem Schloß von Cavarzere sind nur wenige massige Überreste des Turms delle Bebbe an der Grenze zu Chioggia geblieben, die aber doch sehenswert sind. Una veduta dall‘alto di Cavarzere e il fiume Adige RIVIERA DEL BRENTA Cavarzere In località Marchesa, se si attraversa l’Adige con il “passo”, verso Pettorazza si può visitare il Santuario della Madonna delle Grazie e poi, poco fuori Pettorazza, oltre l’antico alveo dell’Adige, si apre alla vista un laghetto (gorgo), alimentato dalle acque del fiume. Se si prosegue fino a Botti Barbariche si vedono altre opere idrauliche veneziane; si individua l’antica via romana “Popilia”; sono visibili tracce dell’antica centuriazione. Ma, ritornando verso Cavarzere, merita una visita il complesso rurale di Ca’ Beadin. Infine a Corte Cavanella si vede lo scavo di un insediamento romano da parte della Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Insomma il territorio di Cavarzere riserva al visitatore molte sorprese di carattere storico e ambientale, che lasciano un ricordo che non si dimentica. 50 Schließlich gibt es interessante Urkunden im Stadtarchiv, worunter einen Kodex, der 1713 im Auftrag des Dogen der Republik Venedig alle Privilegiengesetze von Cavarzere sammelte. Überquert man den Adige über den “passo“bei Pettorazza, kann man in der Ortschaft Marchesa die Wallfahrtskirche Madonna delle Grazie besichtigen, dann, von Pettorazza wenig entfernt und jenseits des alten Flußbetts des Adige öffnet sich der Blick auf einen kleinen See (gorgo), der von dem Wasser des Flusses genährt wird. Geht man weiter bis zu Botti Barbariche, sieht man weitere hydraulische Werke Venedigs; man erkennt die alte römische Straße, Via Popilia, sowie sichtbare Spuren der alten Zenturiation. Doch auf dem Weg zurück nach Cavarzere verdient auch das Bauerngehöft in Ca’ Beadin einen Besuch. Schließlich sieht man in Corte Cavanella bei einer alten römischen Ansiedlung die Ausgrabungen der archäologischen Superintendenz. Mit wenigen Worten, die Region von Cavarzere bereitet dem Besucher viele historische und naturkundliche Überraschungen, die sich in sein Gedächtnis unvergeßlich einprägen werden. La campagna e l‘Adige nei dintorni di Cavarzere Die Feldlandschaft und der Fluß Adige bei Cavarzere RIVIERA DEL BRENTA Chioggia Chioggia è certamente una cittadina di grande suggestione, centro allo stesso tempo di mare e di terra. Il Canale della Vena è il centro dell’attività peschereccia (famose le barche, i “bragozzi”); la bella arteria di Corso Del Popolo è il centro della vivace vita cittadina. La struttura urbanistica “a spina di pesce”, di antica origine, si ricollega direttamente a quella di Venezia per l’intersecarsi di strade e canali scavalcati da ponti. un po’ di storia Foto aerea della bocca di porto di Chioggia, tabernacolo gotico con la Madonna del Sansovino a destra, vista dall‘alto della piazzetta con ponte Vigo sotto la colonna con il Leone Marciano detto “el gato“ Chioggia è la Fossa Clodia, ricordata già da Plinio. Divenne rifugio dei Veneti durante le invasioni barbariche e nel 672 parte integrante dei territori di Venezia, seguendone le sorti, riproducendone gli ordinamenti amministrativi e favorendola economicamente con i prodotti dell’attività portuale e delle saline, rimaste attive fino al Settecento. Nell’809 subì le devastazioni dei Franchi guidati dal re Pipino e venne nuovamente distrutta durante la cosiddetta “Guerra di Chioggia” (1378-1381) tra Veneziani e Genovesi. da visitare Vicina e legata a Venezia, Chioggia ne ha condiviso l’amore per l’arte, dando vita a monumenti e opere di grande valore. Basta passeggiare per il Corso del Popolo, lungo il quale si sviluppa il centro insulare, per ammirare numerosi edifici. Cominciamo con il “granaio” costruito nel 1322 dal chiozzotto Matteo Caime, in pietra d’Istria, adorno di un tabernacolo gotico che racchiude una Madonna di Jacopo Sansovino. Continuiamo con l’ottocentesco Palazzo Municipale, al cui interno si può ammirare il trittico con la Giustizia tra i Santi Felice e Fortunato, di Jacopo del Fiore (1436). Poco discosta la Chiesa della SS. Trinità o Trinità dei Rossi, ricostruita nel 1703 da Andrea Tirali. Riprendiamo con la Cancelleria Civile, già Monte di Pietà, che reca sulla facciata, in un tabernacolo gotico, una Madonna di scuola dei Dalle Masegne. Da vedere all’interno l’Oratorio dei Battuti, perché è decorato da un ciclo pittorico tardomanierista (1599-1606) e anche da affreschi di Palma il Giovane. Chioggia ist sicherlich eine sehr beeindruckende Stadt, denn sie ist zugleich eine Land- und Wasserstadt. Der Kanal della Vena ist das Zentrum der örtlichen Fischerei (sehr berühmt sind die Boote, genannt Bragozzi); die schöne Hauptstraße Corso del Popolo ist das Zentrum des lebhaften Stadtlebens. Die Stadtstruktur, die an eine Fischgräte erinnert, ist antiken Ursprungs und wiederholt mit dem Sichüberschneiden von Straßen und Kanälen, die von Brücken überspannt werden, diejenige Venedigs. 51 ein wenig geschichte Chioggia ist die alte römische Stadt Fossa Clodia, die schon von Plinius erwähnt wurde. Sie wurde während der Völkerwanderung zum Zufluchtsort der Venetier, und ab 672 gehörte sie dem Herrschaftsgebiet Venedigs, dessen Schicksal sie folgte, wobei sie das Verwaltungssystem Venedigs aufnahm und die Lagunenstadt mit den Waren aus dem Hafenhandel und der Fischerei und dem Salz aus den Salinen, die bis ins 18. Jh. in Betrieb waren, wirtschaftlich begünstigte. 809 wurde die Stadt von den Franken, die von dem König Pippin geführt waren, zerstört, und später wurde sie während des sogenannten Kriegs von Chioggia (13781381) zwischen Venedig und Genua noch einmal verheert. sehenswürdigkeiten Da sie Venedig so nahe und so verbunden war, teilte diese Stadt dessen Kunstliebe, wobei sie Platz für Denkmäler und Kunstwerke von großem Wert schuf. Man braucht nur den Corso del Popolo zu gehen, entlang dessen sich die ganze Inselstadt entwickelt, um zahlreiche Gebäude bewundern zu können. Man beginnt mit dem “Granaio“(Kornkammer) aus Sandstein, der 1322 von dem hier gebürtigen Matteo Caime gebaut wurde; ein gothischer Tabernakel schmückt das Gebäude und enthält eine Madonna von Jacopo Sansovino. Weiter folgt das Rathaus aus dem 19. Jh., in dessen Innerem man ein Triptychon mit der Gerechtigkeit zwischen den heiligen Felix und Fortunatus, ein Werk von Jacopo del Fiore (1436), bewundern kann. Wenig entfernt liegt die Kirche der heiligen Dreifaltigkeit, oder auch Trinità dei Rossi genannt, die 1703 von Andrea Tirali neu aufgebaut wurde. Weiter geht es Luftaufnahme der Piazzetta mit der Brücke Vigo. Unten die Markussäule mit dem Löwen genannt “Katze“ (el gato). Links: Satellitaufnahme der Lagunenöffnung von Chioggia. Unten: gothischer Tabernakel mit der Madonna des Sansovino RIVIERA DEL BRENTA Chioggia Particolare di una delle tele del ciclo del martirio dei santi Felice e Fortunato nel Duomo, un ciclista osserva il Canal Vena, a destra uno scorcio e la Torre di S. Andrea Dal Ponte Lungo passiamo Porta Garibaldi e ci troviamo al Duomo, antichissima sede di Vescovado, ricostruito da Baldassarre Longhena nel 1623, dopo l’incendio di un precedente edificio, del quale è rimasto il campanile trecentesco. All’interno grandioso c’è un monumentale pulpito di marmo, del 1677, opera di Bartolomeo Cavalieri. Sulla sinistra del presbiterio è da veder la Cappella dei Santi Felice e Fortunato, dove diversi artisti ne hanno illustrato il martirio in un ciclo di tele (1729). Non sfugga poi la Chiesa di San Domenico, di origine medioevale, con un campanile trecentesco, nella quale si ammirano un quadro di Vittore Carpaccio raffigurante San Paolo (firmato e datato 1520); una Deposizione di Leandro Bassano; e altre notevoli tele del tardo ‘500, oltre a un San Domenico della scuola del Piazzetta. Anche la Chiesa antica di S. Andrea merita attenzione: alterata nel secolo XVIII, ha conservato il campanile duecentesco veneto-bizantino. Al suo interno, una Madonna e Sant’Anna di Antonio Marinetti, detto il Chiozzotto, allievo del Piazzetta. Infine non trascuriamo la Chiesa di San Giacomo, che conserva altre opere interessanti del Chiozzotto, mentre nell’oratorio di San Martino si nota una serie di dipinti di Paolo Veneziano e della sua scuola. il paesaggio Chioggia presenta al visitatore un vivace centro urbano e un importante centro peschereccio, ma soprattutto offre una struttura ricca di mobilità affascinante, con le sue quattro isole principali, con le sue vie, i suoi canali, i suoi caratteristici vicoli, i suoi locali, il suo mercato. Da qualsiasi punto la si osservi, Chioggia presenta angoli suggestivi, visuali uniche per la loro bellezza e originalità. Non si può infine non ricordare anche la bellezza dei suoi orti, del suo verde, della sua produzione ortofrutticola, che si estende poi fino a Sottomarina, l’antico borgo marinaro e agricolo, che oggi tutti conoscono soprattutto come centro moderno, con capienti e apprezzate strutture per i bagni, lo sport e il divertimento. Insomma Chioggia-Sottomarina è importante per il suo ambiente particolare, conservato intatto mit der Zivilkanzlei (Cancelleria Civile), früher das Pfandhaus, die in der Fassade einen gothischen Tabernakel zeigt, worin sich eine Madonna von der Werkstatt der Delle Masegne befindet. Im Inneren ist die Kapelle dei Battuti besonders sehenswert, weil sie mit einem spätmanieristischen Gemäldezylus (1599-1606) und mit Fresken von Palma il Giovane geschmückt ist. Dann geht man vom Ponte Lungo (Lange Brücke) durch die Porta Garibaldi vor den Dom über, den uralten Sitz des Bischofs, der 1623 nach dem Brand des früheren Baus, wovon nur der Glockenturm aus dem 14. Jh. übrigblieb, von Baldassarre Longhena wiederaufgebaut wurde. Im prächtigen Inneren befindet sich eine majestätische Marmorkanzel aus dem Jahre 1677, ein Werk von Bartolomeo Cavalieri. Links des Chorbereichs ist die Kapelle der heiligen Felix und Fortunatus besonders sehenswert, wo viele Künstler in einem Gemäldezyklus (1729) das Märtyrertum der beiden Heiligen dargestellt haben. Man sollte sich dann die Kirche des heiligen Dominikus nicht entgehen lassen: die Kirche aus mittelalterlichem Ursprung besitzt einen Glockenturm aus dem 14. Jh., worin man ein Bild des heiligen Paul von Vittore Carpaccio (unterzeichnet und datiert 1520), eine Kreuzabnahme des Leandro Bassano und weitere bedeutende Gemälde aus dem späten 16. Jh., neben einem Bild des heiligen Dominikus von der Schule des Piazzetta, bewundern kann. Auch die alte Kirche des heiligen Andreas verdient unsere Aufmerksamkeit: sie wurde im 18. Jh. umgebaut, doch konnte ihren venezianisch-byzantinischen Glockenturm bewahren. Im Inneren befindet sich eine Madonna mit der heiligen Anna von Antonio Marinetti, genannt Chiozzotto, einem Schüler des Piazzetta. Schließlich sollte man die Kirche des heiligen Jakob nicht vernachlässigen, weil sie weitere interessante Werke des Chiozzotto aufbewahrt, während man in der Kapelle des heiligen Martin eine Gemäldesammlung von Paolo Veneziano und seiner Schule sehen kann. die landschaft Chioggia bietet dem Besucher ein lebhaftes Stadtbild und einen wichtigen Fischereihafen, doch vor allem zeigt sie eine Stadtstruktur, die mit ihren vier Hauptinseln, ihren Straßen und Kanälen, den typischen Gäßchen, ihren Lokalen und 52 Ausblick auf die Stadt. Unten: der Turm Sant’Andrea. Links: Detail eines der Gemälde aus dem Zyklus der heiligen Felix und Fortunatus im Dom von Chioggia. Unten: Fahrradfahrer bei einer Pause am Kanal Vega RIVIERA DEL BRENTA Chioggia nella sua originalità, con quella sua struttura a “lisca di pesce”, con strade e canali principali orientati da nord a sud e tutte le altre strade trasversali, parallele tra loro e strette, fittissime, che sembrano favorire ancora le “baruffe chiozzotte” immortalate da Carlo Goldoni. Chioggia non cessa di stupire qualsiasi visitatore, perché in essa arte, folclore, paesaggio, tradizioni popolari si compongono in un equilibrio con la natura che nulla ha di artefatto, ma tutto sembra combinarsi con una incredibile e gioiosa spontaneità. ihrem Markt beweglich und zauberhaft wirkt. Von welchem Aussichtspunkt auch immer man sie betrachte, zeigt Chioggia eindrucksvolle Ecken und Winkel, die in ihrer Schönheit und Originalität einzigartige Anblicke ermöglichen. Schließlich muß man noch an die Schönheit der Gärten und der grünen Flächen und an die Obst- und Gemüseproduktion erinnern, die bis nach Sottomarina reichen, dem alten Fischer- und Bauerndorf, das jedermann heute vor allem als modernes Zentrum am Meer mit großen und gutausgestatteten Badeanstalten, Sportanlagen und Unterhaltungsstrukturen kennt. Mit wenigen Worten, Chioggia ist mit Sottomarina wegen des einzigartigen Landschaftsbildes wichtig, das sich in seiner Originalität vollständig erhalten hat. Die Stadt selbst bewahrt noch ihren Fischgräte-Grundriß, wo Straßen und Hauptkanäle in Richtung Nord-Süd orientiert sind, während alle anderen Gassen quer und einander parallel laufen, so eng und dicht aneinander, daß sie noch den Krach in Chioggia, so wie Goldoni ihn in seinem Lustspiel dargestellt hat, noch zu inszenieren scheinen. Chioggia hört nicht auf, jeden Besucher zu verwundern, denn Kunst, Volkstradition, Landschaft, Folklore vereinigen sich in dieser Stadt und erreichen mit der Natur ein Gleichgewicht, das nichts Künstliches hat, vielmehr verbindet sich alles in unglaublicher und fröhlicher Spontaneität miteinander. 53 La laguna e la spiaggia Lagune und Strand bei Chioggia Ricerca storica e testi prof. Eliseo Carraro Coordinatore progetto Roberto Masetto collaborazione editoriale del Settore Turismo della Provincia di Venezia Traduzioni Robert Campello e Monica Capiotto Immagini dagli archivi delle APT e dei Comuni della Provincia di Venezia, foto su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, Publileo. Divieto di riproduzione o duplicazione Cura editoriale Publileo srl Mira Itinerari realizzati dall‘U.N.P.L.I. Pro Loco veneziane con il contributo straordinario della Regione Veneto e il Patrocinio della Provincia di Venezia © 2007 U.N.P.L.I. 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