Resoconto integrale - Südtiroler Landtag

Transcription

Resoconto integrale - Südtiroler Landtag
XIV. Legislaturperiode
XIV legislatura
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 127
N. 127
vom 10.01.2012
del 10/01/2012
Präsident
Vizepräsidentin
Mauro Minniti
DDr.in Julia Unterberger
Presidente
Vicepresidente
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 127
N. 127
vom 10.01.2012
del 10/01/2012
Inhaltsverzeichnis
Indice
Anfrage Nr. 2106/11 vom 3.10.2011, eingebracht von
den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend Töll: Wer führt das E-Werk und wie steht’s
mit der Umsetzung des Abkommens SEL-Ae vom
14. Dezember 2010? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 1
Interrogazione n. 2106/11, del 3.10.2011, presentata
dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante la
Tel: chi gestisce la centrale e a che punto è la
realizzazione dell'accordo Sel-Ae del 14 dicembre
2010? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1
Anfrage Nr. 2122/11 vom 12.10.2011, eingebracht
von den Abgeordneten Dello sbarba und Heiss,
betreffend Zentrale für Fernüberwachung SEL: ein
unnötiges und kostspeiliges Doppelstück? . . .Seite 2
Interrogazione
n.
2122/11
del
12-10-2011,
presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss,
riguardante un entro di telecontrollo Sel: inutile
dispendioso doppione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2
Anfrage Nr. 2148/11 vom 25.10.2011, eingebracht
von den abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend die Beteiligung des SEL an DELMI:
bereits 2010 ein Wertverlust von 6.484.371 € (-3,5%)
zu verzeichnen. Die Edisonaktien fallen nach dem
EDF-Angebot. Wie viel wird von den 200 Millionen
(zuzügl. Zinsen) übrig bleiben die das Land
beigesteuert hat? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 4
Interrogazione
n.
2148/11
del
25-10-2011,
presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss,
riguardante SEL in Delmi: già nel 2010 quota
svalutata di € 6.484.371 (-3,5%). Intanto Edison
crolla in borsa dopo l'offerta EDF. Quanto resterà dei
200 milioni (più interessi) finanziati dalla Provincia?. .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4
Aktuelle Fragestunde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 6
Interrogazioni su temi di attualità . . . . . . . . . . . pag. 6
Beschlussvorschlag: Ratifizierung des Beschlusses
der Landesregierung vom 12. Dezember 2011, Nr.
1948: Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art.
32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183
(Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen
und des mehrjährigen Haushaltes des Staates
(Stabilitätsgesetz 2012) . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 24
Proposta di deliberazione: ratifica della deliberazione
della Giunta provinciale del 12 dicembre 2011, n.
1948: Corte Costituzionale – impugnazione dell’art.
32 della legge 12 novembre f2011, n. 183
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012) . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24
Beschlussantrag Nr. 310/11 vom 19.4.2011,
eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger,
Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend
Maßnahmenpaket zur Entlastung der 'Melkkuh'
Autofahrer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 40
Mozione n. 310/11 del 19.4.2011, presentata dai
consiglieri Leitner, Egger, Mair, Sigmar Stocker e
Tinkhauser, riguardante un pacchetto di misure per
sgravare gli automobilisti tartassati . . . . . . . . pag. 40
Beschlussantrag Nr. 397/11 vom 11.11.2011,
eingebracht vom Abgeordneten Urzì, betreffend
Steuerhinterziehung", und
Beschlussantrag Nr. 410/11 vom 16.12.2011,
eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba
und Heiss, betreffend die Bekämpfung der
Steuerhinterziehung . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 45
Mozione n. 397/11 dell'11.11.2911, presentata dal
consigliere Urzì, concernente l'evasione fiscale, e
Mozione n. 410/11 dell'16.12.2011, presentata dai
consiglieri Dello Sbarba e Heiss, concernente la lotta
contro l'evasione fiscale . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 45
Beschlussantrag Nr. 402/11 vom 1.12.2011,
eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend
die Liberalisierung von Diät- und glutenfreien
Produkten . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 55
Mozione n. 402/11 dell'1.12.2011, presentata dal
consigliere Vezzali, riguardante la liberalizzazione
vendita dei prodotti dietoterapeutici/celiachia . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 55
Beschlussantrag Nr. 412/11 vom 16.12.2011,
eingebracht vom Abg. Seppi, betreffend: Gleiche
Besteuerung der Gewinne aus Liegenschaften und
beweglichen Gütern bzw. aus der Handels- und
Gewerbetätigkeit der Kirche wie für die Bürger . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 61
Mozione n. 412/11 del il 16.12.2011, presentata dal
consigliere Seppi, riguardante: anche la Chiesa con
le sue proprietà mobili ed immobili e con le sue
attività commerciali e produttive dovrebbe sottostare
alle stesse impostazioni fiscali attribuite ad ogni
cittadino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
Beschlussantrag Nr. 423/11 vom 16.12.2011,
eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba
und Heiss, betreffend SEL: erste Schritte eines
'neuen Beginns' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 67
Mozione n. 423/11 dell'16.12.2011, presentata dai
consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante SEL:
primi passi di un 'nuovo inizio' . . . . . . . . . . . . pag. 67
Beschlussantrag Nr. 226/10 vom 23.6.2010,
(eingebracht von den Abgeordneten Egger, Leitner,
Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend
Altersarmut in Südtirol" (Fortsetzung) . . . . . .Seite 71
Mozione n. 226/10 del 23.6.2010, presentata dai
consiglieri Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar e
Tinkhauser, riguardante anziani poveri in Alto Adige"
(continuazione) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 70
Beschlussantrag Nr. 292/11 vom 31.1.2011,
eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello
Sbarba,
betreffend
die
Realisierung
der
Riggertalschleife" (Fortsetzung) . . . . . . . . . . Seite 71
Mozione n. 292/11 del 31.1.2011, presentata dai
consiglieri Heiss e Dello Sbarba, concernente la
realizzazione della bretella ferroviaria della Val di
Riga" (continuazione) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 71
1
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
Ore 10.06 Uhr
Namensaufruf - appello nominale
PRESIDENTE: La seduta è aperta. Ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno il processo
verbale della seduta precedente è messo a disposizione delle consigliere e dei consiglieri provinciali in forma cartacea. Su di esso possono essere presentate, per iscritto, richieste di rettifica alla Presidenza entro la fine della
seduta. Qualora non dovesse pervenire alcuna richiesta di rettifica, il processo verbale si intende approvato.
Copie del processo verbale sono a disposizione delle consigliere e dei consiglieri presso le collaboratrici e i
collaboratori addetti alla stesura del processo verbale stesso (ultimo banco). Per la seduta odierna si è giustificato
l'assessore Bizzo.
Per quanto riguarda la trasmissione in internet delle sedute, poiché abbiamo ancora dei problemi tecnici,
registreremo comunque le sedute di questa sessione, che saranno a disposizione quando si riuscirà a mettere su
internet le immagini, in maniera che comunque rimangano in archivio.
Ci sono tre interrogazioni presentate dal gruppo Verde indirizzate all'assessore Laimer alle quali non è stata
data risposta entro il limite dei 60 giorni. Verranno quindi trattate adesso, con precedenza alle interrogazioni sui
temi di attualità, ai sensi a quanto previsto dal regolamento interno.
Interrogazione n. 2106/11, del 3.10.2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante
la Tel: chi gestisce la centrale e a che punto è la realizzazione dell'accordo Sel-Ae del 14 dicembre 2010?
Anfrage Nr. 2106/11 vom 3.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend Töll: Wer führt das E-Werk und wie steht’s mit der Umsetzung des Abkommens SEL-Ae vom 14.
Dezember 2010?
La parola al consigliere Dello Sbarba per la lettura dell'interrogazione.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il 14 dicembre 2010 è stato
firmato un accordo di massima tra l'azienda energetica provinciale SEL e l'Azienda Energetica dei
comuni di Bolzano e Merano, dopo che a questa era stata sottratta la storica centrale di Tel,
assegnata dalla Giunta provinciale alla "sua" SEL. L’accordo prevedeva la "fusione" della centrale di
Tel con la centrale Hydros di Marlengo per dar vita a una nuova centrale che avrebbe superato la
somma della potenza delle due precedenti (sarebbe stata realizzata una mega centrale da 386
milioni di kWh all'anno) e a cui avrebbe partecipato anche AE, che intanto – in via provvisoria –
avrebbe continuato a gestire Tel. Oltre a questo, Sel e Ae avrebbero realizzato una nuova centrale a
Bolzano Nord.
Di tutto l’accordo, risulta per ora che solo un punto è stato realizzato: AE continua a gestire la
centrale di Tel, che formalmente è assegnata tuttavia a Sel in base a precisi impegni ambientali e
finanziari.
Considerato questo, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
La Ae sta effettivamente continuando a gestire la centrale elettrica di Tel e fino a quando?
Se sì, in base a quale atto giuridico e/o normativo delle pubbliche istituzioni, e/o in base a quale
contratto con Sel?
Se non esiste alcun atto di quelli ricordati al punto 2, in base a che cosa Ae continua attualmente a
gestire Tel e come e quando si intende “sanare” la situazione dal punto di vista giuridico?
Quali obblighi verso Sel sono posti a carico di Ae nella gestione della centrale di Tel?
Chi (tra Ae e Sel) paga il canone annuo, il canone rivierasco e il sovraccanone?
Chi (tra Ae e Sel) deve realizzare quanto previsto dal piano ambientale previsto dalla concessione e
quali passi concreti ha fatto finora per realizzarlo?
A che punto è la progettazione della nuova centrale e quali sono le sue principali caratteristiche?
Quali sono i tempi della sua prevista realizzazione e messa in esercizio?
Chi gestirà la nuova centrale e come verranno ripartiti tra Ae e Sel diritti (acquisizione e vendita
dell’energia ecc…) e doveri (canoni, piani ambientali ecc…)?
2
L’articolo 3 della legge 4/2011 prevedeva, in caso di accorpamento delle concessioni, che “I
disciplinari e i decreti di concessione delle singole concessioni accorpate vengono sostituiti da un
unico disciplinare e da un unico decreto di concessione”. E’ cominciato il confronto sul nuovo
disciplinare di concessione, a che punto è arrivato e quali soggetti sono stati finora coinvolti in questo
confronto?
Quale sarà il modello finanziario della gestione della nuova centrale?
A che punto è il confronto tra Ae, Sel, Comuni e Provincia per la definizione degli accordi giuridici,
finanziari e tecnici per la realizzazione della nuova centrale?
Come intende la Provincia rispondere all’impugnazione da parte del governo dell’articolo 3 della
legge provinciale “Misure di contenimento dell'inquinamento luminoso e altre disposizioni in materia
di utilizzo di acque pubbliche, procedimento amministrativo e urbanistica”, che rendeva possibile
l’”accorpamento di concessioni idroelettriche” ed era stato introdotto appositamente per il caso TelMarlengo?
Se la Corte Costituzionale dovesse dichiarare illegittima la norma citata, la realizzazione della nuova
centrale dovrebbe essere messa in gara con bando europeo, come prevede la L.P. nr. 7/2006,
attualmente in vigore?
Che cosa prevede l’accordo tra Sel e Ae, nel caso il progetto della nuova centrale risultante
dall’accorpamento tra Tel e Marengo non venisse realizzato?
Che cosa prevede l’accordo tra Sel e Ae del 14 dicembre 2010 nel caso il progetto della nuova
centrale a Bolzano Nord non venisse realizzato?
A che punto sono le procedure volte alla realizzazione della nuova centrale di Bolzano Nord?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Ich habe diese Anfrage noch nicht
in schriftlicher Form beantwortet, und zwar nicht, weil ich nicht möchte. Wie Sie wissen, sind die Verwaltungsgremien und Gesellschafterorgane bei der SEL neu bestellt worden. Derzeit gibt es keinen Direktor. Ich habe diese
Anfrage an den neuen Präsidenten der SEL weitergeleitet. Insgesamt geht es um 31 sehr detaillierte Fragen. Auf
jeden Fall werde ich Ihnen die Antworten, sobald ich sie habe, in schriftlicher Form weiterleiten. Die Fragen sind
so detailliert, dass es für den Präsidenten der SEL zeitlich nicht möglich war, eine schriftliche Antwort vorzubereiten.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Io capisco, assessore, che le domande sono 17, infatti questa è un'interrogazione con risposta scritta. Ovviamente però c'erano alcune questioni
che sono note almeno alla Giunta provinciale e alla SEL fin dall'accordo. Le suggerisco, per esempio, anche un
approfondimento. Se Lei è molto interessato a sapere nel caso salti la realizzazione della nuova centrale a Marlengo quali sono gli accordi fra SEL e AE, perché a me risulta che la SEL, similmente ad altri contratti, anche con
AE si sia impegnata a pagare penali abbastanza salate se non si realizzano queste nuove centrali, tanto che addirittura ad AE economicamente converrebbe di più che l'accordo quasi saltasse per incassare le penali.
Comunque io aspetterò la Sua risposta con curiosità.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 2122/11 del 12-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss,
riguardante un entro di telecontrollo Sel: inutile dispendioso doppione?
Anfrage Nr. 2122/11 vom 12.10.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello sbarba und Heiss,
betreffend Zentrale für Fernüberwachung SEL: ein unnötiges und kostspeiliges Doppelstück?
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): La rete di distribuzione ex
Enel, acquistata di recente dalla SEL Spa, è attualmente gestita dal centro di telecontrollo Enel di
Udine. La Sel ha intenzione di portare il telecontrollo in provincia di Bolzano, e fin qui tutto bene:
avere la gestione diretta della rete nelle proprie mani e sul proprio territorio è un passo avanti nella
“sovranità energetica” del Sudtirolo. Quello che lascia dubbi è che la Sel voglia realizzare, a un costo
certamente molto alto, una propria centrale di telecontrollo, quando l’Azienda Energetica ha
inaugurato appena poche settimane fa, il 12 settembre 2011, un proprio centro di telecontrollo nuovo
di zecca e all’avanguardia, in grado di gestire tutte le reti del territorio provinciale e addirittura
dell’intera Regione Trentino – Alto Adige.
In fatto di reti, come è noto, AE ha una lunga storia (è stata infatti storicamente la sola azienda
provinciale ad avere una propria vasta rete di distribuzione) e dispone di esperienza e preziose
3
professionalità, mentre SEL parte da zero. Appare dunque più sensato che, invece di creare costosi
doppioni (ricordiamoci che Sel non ha ancora distribuito alcun dividendo ai suoi soci pubblici), le due
maggiori società pubbliche del settore elettrico della nostra provincia lavorino in sinergia.
Tra Sel e Ae esistono già rapporti di collaborazione (vedi l’accordo stipulato nel dicembre 2010) che
possono essere estesi alla gestione delle reti, oppure Sel potrebbe stipulare con Ae un contratto di
servizio per il telecontrollo della rete ex Enel.
Risulta che sull’argomento Ae abbia anche fatto qualche proposta, respinta da Sel che
evidentemente vuole avere “tutto in casa”, a costo di una maggiore spesa di denaro che, in definitiva,
è denaro pubblico.
Risulta anche che, per realizzare tale centro di telecontrollo, Sel abbia preso – o stia per prendere –
in leasing un edificio nella zona industriale di Bolzano.
Si chiede:
1. E’ vero che la Sel Spa ha intenzione di realizzare un proprio centro di telecontrollo della rete in
provincia di Bolzano?
2. Se sì, è vero che ha preso, o sta per prendere, in leasing un edificio nella zona industriale del
capoluogo? Dove e a quale costo?
3. Quali costi totali sono previsti per la realizzazione di tale centro di telecontrollo?
4. Quali costi di gestione annui avrà tale centro?
5. La Provincia non ritiene che sarebbe più ragionevole e meno costosa una gestione in sinergia
delle reti provinciali di distribuzione utilizzando il nuovo centro di telecontrollo di AE, che potrebbe
lavorare anche per la rete SEL attraverso o un accordo tra le due società – nel quadro di una sempre
maggiore integrazione delle società pubbliche del settore elettrico provinciale – o attraverso un
contratto di servizio?
6. Se la Provincia ritiene che questa strada sia più ragionevole, quali passi intende fare – in proprio o
attraverso i propri rappresentanti nel Cda Sel - per spingere Sel a muoversi in questa direzione?
7. Se invece anche la Provincia non condivide l’idea di utilizzare il centro di telecontrollo di Ae anche
per la rete Sel, quali ne sono le ragioni?
8. E’ vero che Ae ha avanzato in passato una proposta a Sel per una gestione comune delle reti
attraverso il proprio centro di telecontrollo e che Sel l’ha scartata?
9. Se sì, quali motivi sono stati portati da Sel?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Auch hier fällt die Antwort ähnlich
aus wie jene vorher. Ich würde Sie schon einladen, sich mit solchen Fragen eventuell direkt an die Gesellschaft zu
wenden. Das ist vielleicht auch der kürzere Weg. Hier geht es um technische Abwägungen innerhalb der Gesellschaft, die der Betrieb selbst zu bewerten hat. Dennoch werde ich Ihnen die entsprechenden Antworten zukommen lassen, aber erst zu einem späteren Zeitpunkt. Ich ersuche Sie nochmals um Verständnis dafür, dass ich die
Antworten aufgrund dieser großen Umstrukturierung bis zum heutigen Tag nicht in schriftlicher Form liefern
konnte.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Lei sa, assessore Laimer, che noi
siamo convinti che la SEL sia un'azienda pubblica e che debba rispondere a questo Consiglio provinciale e naturalmente alla Giunta. Questa è una scelta strategica. Da qualche mese si dice, lo ha detto Lei, di far crescere insieme ciò che si può far crescere insieme. Questo del telecontrollo delle reti è un esempio di un'Azienda Elettrica
di Bolzano e Merano che ha un centro efficientissimo di telecontrollo, ha tutto il know out, ha tutte le professionalità, invece la SEL si vuole costruire un doppione per avere un proprio telecontrollo.
Capisco che la SEL voglia portare il telecontrollo a Bolzano e toglierlo dalle mani di chi oggi gestisce il telecontrollo, cioè l'Enel e l'Edison, quindi è giusto portare in casa per così dire il telecontrollo, che poi significa il comando quotidiano sulle reti, ma credo che sul piano della distribuzione per esempio possono essere avviate delle
sinergie tra le aziende, tra le società elettriche pubbliche della nostra provincia, e credo che questa indicazione
non sia una questione tecnica ma di indirizzo politico, a cui una società come la SEL, che è una società pubblica,
dovrebbe rispondere sia al Consiglio provinciale che alla Giunta, e il Consiglio provinciale e la Giunta hanno il
diritto di dare delle indicazioni precise su queste scelte. Quindi la nostra interrogazione era anche volta a sollecitare la Giunta provinciale di dare alla SEL l'indicazione di ricercare sinergie laddove è possibile con le altre società
4
pubbliche del territorio. Per quanto riguarda la distribuzione sono certo, perché ho parlato con tecnici del settore di
entrambe le società, che queste sinergie sarebbero possibili.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 2148/11 del 25-10-2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss,
riguardante SEL in Delmi: già nel 2010 quota svalutata di € 6.484.371 (-3,5%). Intanto Edison crolla in borsa dopo
l'offerta EDF. Quanto resterà dei 200 milioni (più interessi) finanziati dalla Provincia?
Anfrage Nr. 2148/11 vom 25.10.2011, eingebracht von den abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend die Beteiligung des SEL an DELMI: bereits 2010 ein Wertverlust von 6.484.371 € (-3,5%) zu
verzeichnen. Die Edisonaktien fallen nach dem EDF-Angebot. Wie viel wird von den 200 Millionen (zuzügl. Zinsen)
übrig bleiben die das Land beigesteuert hat?
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Nel momento in cui scriviamo
questa interrogazione, lunedì 24 ottobre 2011, il titolo Edison sta crollando in borsa dopo che il
colosso francese EDF ha fatto la sua proposta di rilevare il 50% “italiano” in DELMI a un prezzo che
comporta comunque una forte svalutazione delle quote. In DELMI c’è anche il 10% che appartiene a
SEL, che nel 2005 pagò 1,58 euro a quota. Oggi le azioni Edison hanno toccato alle ore 13, dopo
che è stata resa nota l’offerta EDF, il minimo di 0,8385, pari a meno 47% rispetto al prezzo
d’ingresso SEL. C’è tempo fino al 31 ottobre – stando ai patti tra i partner di Edison – per trovare un
accordo con EDF, le previsioni per la quotazione Edison ci fanno attendere un ulteriore ribasso nei
prossimi giorni (di fronte al rischio svalutazione chi ha azioni Edison scappa) e perciò il rischio di una
drastica svalutazione della quota SEL è reale. SEL sta tentando affannosamente di uscire da DELMI
ottenendo in cambio il 40% detenuto da Edison in Hydros, o almeno una sua parte. Sarebbe a
questo punto una soluzione auspicabile, ma sarà interessante capire quanto alla fine tutta questa
operazione sarà costata alla mano pubblica.
Ma analizzando il bilancio consolidato dell’anno 2010 di SEL ci siamo accorti di qualcosa che
nessuno finora sapeva: SEL ha già svalutato la sua partecipazione in DELMI, precisamente di €
6.484.371, pari a una perdita del 3,5%. Perdita che va ad erodere il finanziamento di 200 milioni
concesso dalla Provincia nel 2005 e che dunque viene pagata da tutti noi contribuenti. Un motivo di
più per chiedere le ragioni di questa svalutazione, e rifare i conti di tutta l’operazione. In attesa degli
esiti dell’offerta EDF.
Vediamo i fatti e le tappe della vicenda.
Nel bilancio consolidato al 31.12.2010 della SEL Spa, alla voce “immobilizzazioni finanziarie”, la
partecipazione di SEL in Delmi è iscritta al valore di € 178.606.120, con la spiegazione che “la
partecipazione nella DELMI Spa è stata “svalutata per perdite durevoli di valore”. Ciò dipende dalla
costante discesa delle quotazioni di Edison dal 2005 – anno di ingresso di SEL – ad oggi. Infatti,
attraverso la quota del 10% Delmi, la SEL partecipa al 3,064% di Edison, poiché Delmi detiene il
50% di Transalpina di Energia, la quale a sua volta detiene il 61,28% di Edison Spa.
L’ingresso di SEL in DELMI è stato interamente pagato con un finanziamento della Provincia di € 200
milioni nel 2005.
Dei 200 milioni, 150 milioni furono reperiti attraverso un mutuo aggiudicato con gara europea. Da
una cortese e sollecita risposta data ai sottoscritti dagli uffici competenti il 30 giugno 2009, risultava
che – per quanto riguarda i 150 milioni di mutuo - dal 2006 al 2008 la Provincia aveva pagato solo gli
interessi di circa 17.000.000 di € (anche questi prelevati dalle tasse dei cittadini), poiché nel contratto
del mutuo è stato previsto un periodo triennale di pre-ammortamento. Dal 2009 la Provincia paga il
vero e proprio ammortamento, in due rate semestrali, per complessivi 24 milioni all’anno (piano di
gestione, capitoli 27100.00 e 27300.00).
Fino al bilancio consolidato 2009, la quota in DELMI (acquistata col finanziamento provinciale di 200
milioni) era iscritta al bilancio SEL con un valore di € 185.088.371 e mantenuta tale con queste note
esplicative: “I Prezzi di borsa di Edison Spa rilevati alla fine dell’esercizio risultano significativamente
inferiori rispetto al valore contabile unitario della partecipazione riportata nel bilancio di Transalpina di
Energia. Tale differenza, tuttavia, non è stata considerata una perdita durevole di valore e quindi non
ha dato luogo alla svalutazione della partecipazione in Edison Spa”.
Nel corso del 2010 invece la perdita di valore è stata giudicata e ridefinita “permanente” e fissata a
meno € 6.484.371, con una svalutazione del 3,5%.
5
Oltre a questa perdita, va osservato che tra gli € 200 milioni finanziati dalla Provincia per l’operazione
e gli € 185.088.371 messi a bilancio SEL fino al 2009, c’è evidentemente una differenza di €
14.913.428 che va spiegata: come sono stati impiegati questi soldi, concessi dalla Provincia
(prelevandoli dalle tasse di tutti noi) a SEL per l’operazione DELMI?
Tra le poste negative per l’ente pubblico vanno calcolati inoltre anche gli interessi complessivi che la
Provincia avrà pagato a fine restituzione del mutuo. Tutto finanziato con denaro pubblico, alimentato
dalle tasse dei cittadini.
Avere un quadro preciso della situazione è importante poiché – come ci dicono i salti in Borsa del
titolo EDISON - siamo alla concitata vigilia di importanti cambiamenti nell’assetto societario di
Edison. Il prossimo 31 ottobre 2010 scade il “patto” col colosso francese EDF, che detiene sia il 50%
di DELMI, sia il 19,36% di Edison e che si appresta a impadronirsi del controllo di Edison acquisendo
anche il restante 50% di DELMI in mano ai partner italiani, tra cui SEL.
Tuttora sono in corso trattative: c’è il rischio che, utilizzando il diritto riconosciutole dall’accordo tra i
componenti di Transalpina di Energia, EDF faccia scattare un’opzione di acquisto della restante
quota DELMI, i cui prezzi di mercato in questo momento sono di molto inferiori a quanto pagato
all’ingresso. Per scongiurare questo, la cordata di soci capeggiata dalla lombarda A2A, di cui fa parte
anche SEL, sta trattando l’uscita da DELMI o a un prezzo pattuito (meno dell’1,5 € ad azione
dell’ingresso, ma più dello 0,85 € circa per azione del valore di mercato: EDF parla di circa 1,15-1,30
in tre anni), oppure in cambio di asset industriali attualmente in mano ad Edison che – come riporta il
Sole 24 ore del 23 ottobre – potrebbero consistere “per Dolomiti energia (Tn) e Sel (Bz) in quote di
minoranza nell'idroelettrico”. Per SEL l’interesse è ad acquisire il 40% che tuttora Edison detiene in
Hydros. Così Hydros sarebbe al 100%, finalmente (è un esito che auspichiamo anche noi Verdi) “in
mani sudtirolesi”.
Ciò che si sta profilando, con la riapertura di borsa e la proposta avanzata da EDF oggi, lunedì 24
ot6tobre, sembra sia una soluzione mista: parte in acquisto di azioni (il cui valore è tutto da
determinare, ma comunque inferiore al prezzo d’ingresso di SEL) e parte in asset. Per SEL
bisognerà vedere se il valore riconosciuto al suo pacchetto azionario in DELMI, comunque svalutato,
riuscirà a compensare l’auspicabile acquisizione del 40% di Edison in Hydros, oppure se sarà
necessario un ulteriore conguaglio e quanto questo eventualmente (ancora) ci costerà.
In attesa di questi sviluppi, e per poter meglio giudicare l’eventuale accordo con EDF in DELMI, è
importante fare il punto su quanto finora è stato pagato dalla Provincia e su come è stato impiegato.
Riassumendo, questi sono i dati:
Finanziamento della Provincia nel 2005: € 200 milioni di cui € 150 milioni attraverso l’accensione di
un mutuo a carico della stessa Provincia
Interessi totali a carico della Provincia sul mutuo a fine ammortamento: da calcolare l’intero
ammontare (€ 17 milioni fino al 2008).
Valore iscritto fino al 2009 a bilancio SEL per quota in DELMI: € 185.088.371 (il finanziamento
provinciale complessivo era di € 200 milioni: com’è stata impiegata la differenza di € 14.913.428?)
Valore ridotto nel 2010 a bilancio SEL per quota in DELMI: € 178.606.120.
Svalutazione 2010 della quota in DELMI: € 6.484.371, pari a meno 3,5% del valore della quota.
Ipotesi valutazione quote Edison da parte di EDF:
prezzo odierno minimo di mercato: 0,8385 = meno 47% del prezzo d’ingresso SEL;
prezzo concordato a 1,15 = meno 27,2% del prezzo d’ingresso SEL;
prezzo concordato a 1,30 = meno 17,7% del prezzo d’ingresso SEL;
Si chiede:
Com’è strutturato l’intero piano di restituzione del mutuo che la Provincia ha contratto nel 2005 per
finanziare l’ingresso di SEL in DELMI? Si chiede di fornire le cifre annuali dal primo all’ultimo anno,
distinguendo per ogni anno la parte di pagamento degli interessi da quella di restituzione del
capitale.
Al momento dell’estinzione del mutuo, quanto sarà costato questo mutuo complessivamente
(capitale + interessi) alla Provincia?
Del finanziamento di 200 milioni del 2005, sia i 50 milioni che i 150 milioni tramite mutuo confluirono
tutti nell’operazione di acquisto del 10% in Delmi?
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Se sì, perché (dall’inizio fino al 2009) il valore iscritto a Bilancio di SEL della partecipazione in Delmi
è stato di “soli” 185.086.572 €? Come sono stati impiegati gli altri € 14.913.428?
Se no, come sono stati in ogni caso impiegati questi € 14.913.428?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Sie wissen, dass das eine sehr
komplexe Geschichte ist, die sich täglich ändert. Auch in diesen Tagen, Stunden und Wochen gibt es in diesem
Bereich große Änderungen. Ich werde Ihnen die Antwort in schriftlicher Form zukommen lassen, sobald ich die
Unterlagen von der Gesellschaft erhalten habe. Ich ersuche nochmals um Verständnis.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Assessore Laimer, è vero che le
cose cambiano, purtroppo le ipotesi che c'erano in questa interrogazione per adesso si sono avverate in peggio.
Qui per esempio noi parliamo di un prezzo politico delle azioni di DELMI che EDF avrebbe pagato tra 1,15 e 1,30,
purtroppo sono state pagate 0,84, con un dimezzamento del valore. Vorrei sottolineare che non c'è da chiedere
alla SEL, questa è responsabilità della Giunta provinciale. La Giunta provinciale ha dato alla SEL 200 milioni. Possibile che non abbia seguito, che Lei oggi non sappia dire dove sono questi 200 milioni, quanto valgono oggi, soprattutto, visto che la SEL a bilancio ha messo 186 milioni, i 14 milioni che mancano per arrivare ai 200 milioni
dove li ha messi? Per cosa le ha impiegate? Queste cose non le deve chiedere al presidente Sparber che noi
stimiamo, ma dovreste sapere già da anni, perché questo è un finanziamento del 2005.
Prendiamo atto che l'assessore a questa domanda che riguarda la Provincia e non riguarda soltanto la SEL
non risponde. L'avevamo invitata a cedere le proprie competenze, viste le inchieste in corso, ma non volevamo
che le cedesse in questo modo. Vogliamo che finché Lei ricopre la carica di assessore, si assuma tutte le competenze e le responsabilità che Le spettano, cosa che non rispondendo alle nostre interrogazioni non succede.
PRESIDENTE: Va bene.
Punto 1) dell'ordine del giorno: "Interrogazioni su temi di attualità".
Punkt 1 der Tagesordnung: "Aktuelle Fragestunde".
L'interrogazione n. 1/1/12 non può essere trattata a causa dell'assenza dell'assessore Bizzo. Verrà fornita
risposta scritta entro i prossimi cinque giorni.
Interrogazione n. 3/1/12 del 5.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, riguardante il progetto di
ampliamento dell'aeroporto di Bolzano e costi. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Vor den letzten Landtagswahlen war man nach 18 Mediations- Sitzungen überein gekommen, die Landepiste am Bozner Flughafen nicht zu verlängern. Nun zeichnen sich Verlängerung der Piste um 130 Meter und Einrichtung von Sicherheitszonen – im Norden 300, im Süden 180m, ab.
Sind die Flächen frei verfügbar oder müssen Gebäude abgerissen werden, wenn ja, welche in wessen Besitz und wie wird das entschädigt?
Ohne Anpassung könnten Flugzeuge vom Typ Dash 8-400 nicht regelmäßig landen, das mache den Flughafen unattraktiv, heißt es. Wusste man das nicht schon im Laufe der Mediation vor den Wahlen, als man versprach, die Piste nicht zu verlängern?
Wie viel kostet das alles, einschließlich „bürgerfreundlicher Tickets zu 199 Euro“?
Wie garantiert man, dass sich die Sportfliegerei in dem Maß reduziert wie die Linienflüge zunehmen?
Wie viele tägliche Starts und Landungen sind heute, wie viele sollen es werden?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! In der Mediationssitzung wurden verschiedene Sachen ausgemacht. Grundsätzlich wurde vereinbart, die Piste nicht zu verlängern. Genauso wurde vereinbart, verschiedene
Ausgleichsmaßnahmen in den anderen Gemeinden zu machen, wie beispielsweise Lärmschutzwände entlang der
Autobahn und der Bahnlinie. Es wurde auch vereinbart, auf umweltfreundliche Energie zu setzen. Weiters wurde
vereinbart, zwei bis drei weitere internationale Anbindungen anzugehen.
Zu Frage Nr. 1. Es muss kein einziges Gebäude abgerissen werden, da es sich um rein landwirtschaftlichen Kulturgrund handelt, der teilweise schon im Besitz des Landes ist.
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Die Anpassung an die Dash 8400 ist auch Teil der Mediation. Man möchte, dass die Dash 8400 benutzt
wird, denn sie ist momentan das umweltfreundlichste Flugzeug. Um diese attraktiv zu gestalten und aufgrund der
neuen Sicherheitsbestimmungen – die Anpassungen sind notwendig, weil die ENAC entsprechende Auflagen
gemacht hat – würde sich die Flugbahn derart stark verkürzen, dass normale nicht mehr normal landen könnten.
Man hat bereits Gespräche mit Fluggesellschaften aufgenommen, die aber nicht bereit sind, Bozen anzufliegen,
wenn die Sicherheitsauflagen des Flughafens vollkommen eingehalten werden.
Die baulichen bzw. Grundbefestigungsmaßnahmen sind natürlich noch nicht genau definiert. Ich kann Ihnen aber sagen, dass die Public-Service-Obligation der Strecke Rom-Bozen kostengünstige Tickets anbietet. So
kann man beispielsweise weit unter 200 Euro nach Zypern oder zu gewissen Zeiten unter 400 Euro nach Amerika
fliegen. Die Strecke Rom-Bozen kostet auf jeden Fall 1,3 Millionen Euro pro Jahr.
Sie fragen, ob man garantieren kann, dass die Sportfliegerei reduziert wird. Garantie gibt es keine, aber es
gibt Fakten. In Trient gibt es pro Jahr 40.000 Sportflüge, in Bozen gibt es insgesamt 15.000 Flüge, davon 2.500
Linienflüge. Die Sportfliegerei konnte in den letzten zehn Jahren sehr stark reduziert worden, und zwar weit mehr
als Linienflüge dazugekommen sind.
Zur letzten Frage. In der Mediation wurde vereinbart, zwei bis drei weitere internationale Anbindungen zu
schaffen. Zur Zeit wird Rom vier Mal angeflogen, und zwar hin und retour. Wenn man Wien oder Frankfurt anfliegen wird, dann werden es wahrscheinlich zwei oder drei Flüge sein. Das würde bedeuten, dass man die Anzahl
der Sportflüge um etwa weitere 2.500 bis 5.000 reduzieren müsste. Es ist also glaubhaft, dass wir durch die Besetzung der sogenannten Slots, das heißt der Mittellinien-Flüge, die Sportfliegerei weiter reduzieren können, was
eine Reduzierung der Umweltbelastung für die Umgebung bedeuten würde.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen. Sie haben gesagt, dass es neue
Sicherheitsbestimmungen gibt. Stimmt es, dass man in der Mediation dieses Thema ausgeklammert hat bzw.
dazu kein Fachmann eingeladen worden ist?
Die letzte Frage ist nicht klar beantwortet worden. Wie viele tägliche Starts und Landungen gibt es heute
und wie viele sollen es in Zukunft werden?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Zur Zusatzfrage. Bei der Mediation waren auch Sicherheitssachverständige dabei, beispielsweise auch der Direktor der
ENAC Südtirol, Dr. Mussner. Beim "Runden Tisch" war auch mehrfach der Direktor der ENAC Rom dabei, der die
Sicherheitsauflagen ganz genau erklärt hat. Das sind nicht politische, sondern physikalische Formeln. Die Aufgabe
war ja, sämtliche Fragen zu klären, und ich kann Ihnen sagen, dass wirklich jede Frage technisch geklärt werden
konnte.
In Bezug auf die letzte Frage. Es gibt täglich vier Linienflüge. Die Sportfliegerei kann man nicht auf den Tag
ummünzen, denn bei schlechtem Wetter sind weniger Sportflieger unterwegs als bei gutem Wetter. Jährlich gibt
es 14.000 Sportflüge. Wenn wir zwei weitere internationale Anbindungen ausschreiben, dann wird es weitere zwei
bis maximal vier Linienflüge pro Tag geben.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 4/01/12, del 5.12.2011 presentata dalla consigliera Artioli concernente
MEMC - contributi provinciali. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
ARTIOLI (Lega Nord): Premesso che la MEMC ha da tempo avviato una ristrutturazione aziendale. Premesso che la stessa azienda aveva comunicato un rilancio anche occupazionale.
Si interroga il Presidente e la Giunta:
su quali siano stati i contributi erogati dalla Provincia negli ultimi 5 anni e per quali opere di risanamento
aziendale. Se sussistano erogazioni di contributi della Provincia per lavori di ristrutturazione, di acquisto di macchinari e/o interventi a favore del mantenimento dei posti di lavoro. Se in eventuali lavori di ristrutturazione siano
stati coinvolti artigiani e imprese locali. Se vi siano state gare d´appalto e se a fronte dei lavori eseguiti risultino
pagate le spettanze alle succitate imprese. Se risulta alla Provincia che la MEMC abbia chiesto la cassa integrazione e per quanti dipendenti. Se la Provincia abbia notizie di quale sia il piano industriale della MEMC e come
intenda procedere nel recupero dei contributi erogati, qualora si riscontrassero delle anomalie nel loro utilizzo da
parte della MEMC.
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WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Für Investitionen wurden insgesamt Beiträge von 632.850 Euro
gegeben, und ich kann Ihnen das dann auch schriftlich nachliefern, Kollegin Artioli. Weiters wurde für Beratung
und Weiterbildung ein Betrag von 2.638.090,55 Euro gegeben, und zwar laut Landesgesetz 4/1997 bzw. Landesgesetz 14/2006.
Man muss nicht einen Entwicklungsplan vorlegen, um in den Genuss dieser Beiträge kommen zu können.
Es ist auch nicht Voraussetzung, den Erhalt der Arbeitsplätze zu garantieren. Nachdem der Weltmarkt in diesem
Bereich in weiten Bereichen zusammengebrochen ist, kann man ein Unternehmen nicht dazu zwingen, den
Standort aufrecht zu erhalten. Das wäre nicht EU-konform. Somit können im Falle einer Betriebsauflassung bzw.
Betriebsschließung oder Konkurs- oder Insolvenzanmeldung nicht die Beiträge zurückgefordert werden. Das ist
nur in ganz wenigen Ausnahmefällen möglich, die im Gesetz vorgesehen sind.
Zwar stagniert der Weltmarkt momentan in diesem Bereich bzw. orientiert sich neu, aber ich bin nicht der
Meinung, dass es zu Auflassungen oder Schließungen von Betrieben kommen wird. Es gibt auch positive Signale,
dass die MEMC die Arbeitsplätze weiterhin aufrecht erhält.
ARTIOLI (Lega Nord): Replico. Chiedo all'assessore se può farmi avere le copie delle carte. Ci sono alcune regioni che sono riuscite a legare i contributi alla certezza che le aziende rimangano, per esempio in Piemonte hanno abbassato l'Irap e fanno controlli entro i tre anni successivi. In ogni caso loro hanno preso quasi 3,5
milioni di euro di contributi, di cui alcuni anche per ristrutturazione, mentre i nostri artigiani non sono stati pagati.
Risulta che già 300 operai della MEMC sono in cassa integrazione, e Lei a questo non mi ha risposto purtroppo, e
risulta che la ditta americana voglia andarsene dall'Alto Adige. Quindi oltre al danno anche la beffa: abbiamo dato
loro 3,5 milioni di euro dell'Alto Adige per poi mettere la gente in cassa integrazione, e i contributi non li hanno
usati per questa fabbrica, si sono portati questi soldi in America e i nostri artigiani non verranno pagati. Visto che
c'è la crisi, forse la Giunta provinciale deve imparare a pensare a cosa fare nel caso in cui qualcuno approfitti dei
contributi e, dopo grandi promesse, metta la gente in cassa integrazione. Per non parlare del fatto che abbiamo
fatto loro una nuova linea elettrica, visto che loro consumavano un terzo dell'energia totale dell'Alto Adige, per poi
non usarla. Se chiudono noi abbiamo investito per questa linea un sacco di soldi che non sono stati conteggiati,
perciò non solo abbiamo speso 3,5 milioni di euro, ne abbiamo spesi molti di più per poi non avere nessun tipo di
garanzie. Anche per il futuro bisogna ricordarsi che la filosofia americana è questa: se tu non guadagni te ne vai.
Per il futuro bisogna trovare una nuova strategia politica per evitare di spendere i soldi in investimenti con gente
che scappa.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 6/1/12 del 5.12.2012, presentata dal consigliere Egger, riguardante iniziative per dare nuovo lustro all'immagine della SEL S.p.A. di proprietà pubblica. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
EGGER (Die Freiheitlichen): Die Innsbrucker PR-Agentur „P8 Hofherr“ hatte letzthin, so berichten Südtiroler Medien, den Auftrag das angeschlagene Image der Landesenergiegesellschaft SEL AG aufzupolieren und
die SEL-Führungsriege öffentlich in ein möglichst gutes Licht zu rücken.
Obwohl die SEL bereits über eine fünfköpfige (!) Presseabteilung verfügt und obwohl, laut Medienberichten,
zudem auch der frühere SVP-Generalsekretär Gallmetzer als externer Medienberater der Landesenergiegesellschaft fungiert, scheint auch noch die Beauftragung der österreichischen Agentur zur Image-Aufbesserung der
SEL notwendig geworden zu sein. Und LR Laimer erklärt in den Medien (Neue Südtiroler TZ / Ausgabe vom
1.12.2011, Seite 3), dass die Agentur auf seine Weisung hin beauftragt wurde.
An die Landesregierung ergehen in diesem Zusammenhang folgende Fragen:
Wer hat die obengenannte PR-Agentur mit der Imagepflege der SEL beauftragt, wer übernimmt die Bezahlung derselben und wie hoch werden diese Kosten ausfallen?
Welche jährlichen Kosten entstehen der SEL AG durch die hauseigene Presseabteilung und wie hoch war
jeweils in den letzten 5 Jahren die Vergütung der SEL an Herrn Gallmetzer?
Welchen Betrag hat die SEL AG in den letzten 5 Jahren insgesamt für Werbung und Imagepflege ausgegeben (bitte jährlichen Gesamtbetrag angeben)?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): In dieser recht turbulenten Zeit
habe ich es damals für notwendig und richtig erachtet, eine professionelle Begleitung zu beanspruchen. Es
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stimmt, dass die SEL eine Presseabteilung hat, aber Presse ist eine Geschichte, Medienarbeit im Sinne von
Kommunikation eine andere. Ich habe damals diese PR-Agentur beauftragt, die von der Landesverwaltung bezahlt
werden wird. Es stellt sich die Frage, ob es eine Fortsetzung des Auftrages geben wird, und dementsprechend
wird über die Summe noch im Detail gesprochen werden müssen. Es dürften aber circa 20.000 Euro gewesen
sein.
Zu den Fragen Nr. 2 und Nr. 3 kann ich Ihnen nur eine Teilantwort geben, Herr Dr. Egger. Deshalb würde
ich diese beiden Fragen in schriftlicher Form beantworten. Ich hoffe, dass Sie dafür Verständnis haben.
EGGER (Die Freiheitlichen): Ich werde kurz replizieren. Vielen Dank für die Antwort, Herr Landesrat. Ich
warte dann höflichst auf die schriftliche Beantwortung der Fragen Nr. 2 und Nr. 3.
Die beste Werbung sind ein gutes Funktionieren der SEL und eine preisliche Entwicklung, die es den Bürgern ermöglicht, vom Strom, den die SEL laut Ihren Aussagen ja heimgeholt hat, zu profitieren.
PRESIDENTE: All'interrogazione n. 14/1/12 del consigliere Pöder verrà fornita risposta scritta entro i prossimi 5 giorni, causa l'assenza dell'assessore Bizzo.
Passiamo all'interrogazione n. 16/01/12 del 12.12.2011, presentata dai cons. Heiss e Dello Sbarba, riguardante il filo spinato nella natura è spesso una trappola mortale per gli animali. La Giunta provinciale intende
risolvere questo problema? Prego di dare lettura dell'interrogazione.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Stacheldraht ist für Mensch und Tier eine Bedrohung. Dennoch ist diese Art der Umzäunung in Südtirol noch weit verbreitet. Dies muss nicht sein: Stacheldrahtzäune bzw. aufgelassene Umfriedungen im Wald, in Fluren und Almen sollten entfernt werden bzw. – falls
nötig – durch ungefährliche Umzäunungen ersetzt werden. Dabei ist natürlich darauf zu achten, dass die Umzäunung gut sichtbar ist und dass sie keine Verletzungen verursacht. Der Abbau des Stacheldrahtzauns und seine ev.
Ersetzung passiert leider nicht immer freiwillig. Deshalb wäre es angebracht, mittels einer rechtlichen Grundlage
dem generellen Verbot von der Anbringung von Stacheldraht auch die Pflicht zur Ersetzung des Stacheldrahtes
durch andere Möglichkeiten vorzuschreiben. Die Einhaltung dieses Gebotes muss natürlich dann auch regelmäßig
überprüft werden. Dies wäre ein wichtiger Beitrag für den Menschen- und Tierschutz.
Daher ergehen folgende Fragen an die Südtiroler Landesregierung:
Gedenkt die Landesregierung in diesem Bereich tätig zu werden und den positivem Beispiel andernorts (z.
B. Graubünden) zu folgen?
Wie viele Laufmeter an Stacheldraht- Umzäunungen gibt es derzeit noch in Südtirol?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und
Kollegen! Das Verbot von Stacheldrahtzäunen wird in Südtirol von den Landschaftsplänen der Gemeinden geregelt. In den letzten Jahren sind diese Gemeinde für Gemeinde überarbeitet worden, wobei der letzte jener der
Gemeinde St. Martin in Passeier war. Die alten, noch vorhandenen Stacheldrahtzäune müssen ausgetauscht
worden. Ich kann Ihnen beispielsweise den Landschaftsplan der Gemeinde Deutschnofen zitieren, welchen wir am
13. Oktober 2008 beschlossen haben. Dort steht: "Nicht ortsübliche Umzäunungen, insbesondere die Verwendung
von Stacheldraht, ist nicht gestattet. Bestehende Stacheldrahtzäune, die vor 1980 errichtet worden sind, sind bis
Ende 2008 zu melden. Die Gemeinde kann verfügen, nicht gemeldete Stacheldrahtzäune auf Kosten der Besitzer
abtragen zu lassen." Diese Formulierung gibt es in fast allen Landschaftsplänen, mit Ausnahme in jenem der Gemeinde Moos, deren Landschaftsplan noch nicht überarbeitet worden ist. In den restlichen 115 Gemeinden gibt es
diesen Text. In den Gemeinden des Nationalparks Stilfser Joch gelten die Nationalpark-Bestimmungen. Insofern
ist dieser Bereich schon geregelt.
Die Frage Nr. 2 kann ich nicht beantworten, denn wir haben in der freien Landschaft nicht gemessen, wie
viele Meter an Stacheldrahtzäunen es noch gibt. Auf jeden Fall dürften es sehr wenige sein.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Eine kurze Replik. Danke, Herr Landesrat, für
die Ausführungen. Natürlich fällt das Stacheldrahtverbot und seine Durchführung in erster Linie in die Kompetenz
der Gemeinden, aber es war auch so, dass die Landesverwaltung bis vor wenigen Jahren Beiträge für die Abnahme von Stacheldrahtumzäunungen gewährt hat. Im Sinne der Landschaftserhaltung, aber auch im Sinne des
Tierschutzes wäre es schon wesentlich, diesem Thema eine stärkere Aufmerksamkeit zu geben und die relativ
sanktionsarmen Landschaftspläne der Gemeinden durch eine Regelung zu unterstützen. Wir hoffen, dass dies in
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Zukunft geschehen wird, denn wir erhalten immer wieder von Tierschützern entsprechende Hinweise auf diesen
Gefahrenherd.
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 18/01/12, vom 13.12.2011 eingebracht vom Abgeordneten
Urzì, betreffend das Valgoi-Haus in Neumarkt. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): L'8 febbraio é prevista la sentenza di
merito alla richiesta di sospensione delle procedure per le demolizione e ricostruzione di Casa Valgoi ad Egna.
Forte è la mobilitazione popolare a difesa dell'immobile. L'amministrazione al contrario è determinata nel
perseguire l'obiettivo della demolizione e ricostruzione. In questi mesi Futuro e Libertà ha tenuto un referendum
spontaneo e a libera partecipazione (sulla strada pubblica) da parte dei passanti che hanno potuto esprimere il
loro incondizionato giudizio rispetto il mantenimento o la ricostruzione dell'ex Municipio. Il risultato è stato incontrovertibile: la maggioranza assoluta dei cittadini dei diversi gruppi linguistici ha votato a favore del mantenimento
della struttura.
Tutto ciò premesso
Si interroga
Il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente
per sapere se la Giunta provinciale non intenda intervenire per garantire la tutela di casa Valgoi (ex Municipio); quale sia il valore architettonico e storico che si attribuisce all'edificio e quali pronunciamenti ufficiali siano
stati espressi dagli uffici provinciali a sostegno del mantenimento dell'edificio o del suo pregio storico/artistico/architettonico.
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Lieber Kollege Urzì, der Landeskonservator hat niemals einen Antrag auf
Unterschutzstellung dieses Gebäudes in Neumarkt gestellt. Das Gebäude hat eine sicherlich historische Bedeutung, nicht zuletzt wegen seiner langjährigen öffentlichen Nutzung, aber die architektonischen Elemente erlauben
laut Aussage unserer Fachleute die direkte Unterschutzstellung nicht. Das Gebäude geht auf das 17. Jahrhundert
zurück und hat kaum kunsthistorische Bedeutung. Allerdings hat der Abteilungsdirektor der Abteilung Denkmalpflege sehr wohl darauf hingewiesen, dass das Gebäude mit seiner Umgebung ensembleschutzwürdig wäre. Der
Antrag, den der Abteilungsdirektor als Wunsch geäußert hatte, war jener in Richtung Ensembleschutz, der wiederum einzig und allein in die Zuständigkeit der Gemeindeverwaltung von Neumarkt fällt. Deshalb liegt es an der
Gemeindeverwaltung, ein mögliches Ensembleschutzverfahren einzuleiten.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Replico. Ringrazio l'assessora, anche
se in una situazione di questo tipo che ha portato ad uno stallo nei rapporti, perché non si è trovata ancora la
strada opportuna da seguire, ci si aspetterebbe un intervento più diretto da parte dell'assessora per assumersi un
impegno in una direzione o nell'altra. Certo è che la sensibilità a livello locale, il riferimento di questo bene che non
può essere definito sotto tutela ma che è sicuramente un bene architettonico riconosciuto come tale e di pregio
rispetto alla storia, all'identità del centro storico di Egna, è evidente. C'è stata una forte mobilitazione. Nei giorni
scorsi anche il movimento giovanile del Suo stesso partito si è impegnato a tentare una strada di mediazione che
passi attraverso la tutela del bene, quindi la sua conservazione, e la conservazione passa attraverso la non demolizione, mentre invece sappiamo come sia pendente presso il Tribunale di Giustizia Amministrativa una vertenza
proprio per scongiurare l'intervento delle ruspe. In assenza di un pronunciamento favorevole alla tesi del mantenimento dell'opera, quindi la tesi dei ricorrenti, le ruspe opereranno, dopodiché non ci sarà tutela degli insiemi che
tenga, il bene non ci sarà più, quindi ci troveremo a svolgere una riflessione su qualcosa che c'è stato e che non è
più disponibile.
Già nel passato i ritardi per gli interventi urgenti in materia di tutela dei beni architettonici hanno portato alla
rimozione di questo patrimonio dal territorio e alla sua impossibilità nel riportarlo alla vita e al godimento del pubblico. Le rivolgo quindi l'appello di un intervento anche di ordine personale, alla vigilia del pronunciamento del
TAR, per dare un'indicazione definitiva e chiara che possa essere anche di guida e di ispirazione per le decisioni
che sicuramente anche il Comune è chiamato ad assolvere.
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PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 20/01/12 vom 16.12.2011, eingebracht vom abgeordneten
Vezzali, betreffend Prüfung über die Kenntnis der Zweitsprache bei Aufnahmewettbewerben für das SASA-Personal. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Risulta allo scrivente che la SASA abbiano svolto almeno due concorsi per assunzione di personale che, pur in possesso di patentino di bilinguismo,
sono stati sottoposti ad esame di seconda lingua
Si interroga
Il Presidente della Giunta e/o l’Assessore competente
per sapere se il possesso del cd patentino di bilinguismo non sia più titolo sufficiente per concorrere a posti
di lavoro pubblici o di aziende pubbliche e, in caso affermativo, quale sia la norma giuridica che lo consente.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Der Kollege Vezzali weiß, dass wir aufgrund der geltenden Bestimmungen darauf bestehen müssen, dass die
Zweisprachigkeitsnachweise geliefert werden. Deshalb wird bei der Ausschreibung darauf Wert gelegt, dass der
Zweisprachigkeitsnachweis beigelegt wird. Wenn die SASA bei der Personalaufnahme eine zusätzliche Prüfung
macht, so darf diese nicht als eine zusätzliche Zweisprachigkeitsprüfung interpretiert werden. Es genügt die Zweisprachigkeitsprüfung. Nachdem aufgrund des jüngsten Urteiles vom 13. Dezember Nr. 2011 bestätigt worden ist,
dass die SASA ein Privatbetrieb ist, kann die Führung ohne weiteres eine zusätzliche Voraussetzung vorsehen.
Ich habe mich bei Direktor Dr. Felix Rampelotto erkundigt, der mir in einem Schreiben mitgeteilt hat, dass man
eine zusätzliche Prüfung verlange, um festzustellen, ob die Grundbegriffe der Arbeit, die man verrichten muss,
beherrscht werden. In Bezug auf die Benotung bzw. Punkte wird dies kaum bzw. unwesentlich bewertet.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Replico. Ringrazio il presidente per le
informazioni che mi ha dato, anche se mi aspettavo una risposta in questo senso. La Sasa sarà privata o pubblica
e cose di questo genere, però mi sorgono alcune domande. Alla SAD e alle Ferrovie per esempio che, pur essendo società che formalmente sono private, sono di fatto pubbliche, mi risulta che venga chiesto comunque il
patentino. Ma al di là di questo, le informazioni che mi hanno dato sono che un candidato che ha sostenuto l'esame di seconda lingua, pur in possesso di tutti gli altri requisiti per ricoprire un posto di autista, quindi non può
fare tante chiacchiere, anche perché mi pare ci sia scritto sul mezzo "non parlare al conducente", per cui sostanzialmente non dovrebbe parlare, non ha superato l'esame perché, pur in possesso del patentino, non ha superato
l'esame in lingua tedesca. A mio avviso è un segnale pericoloso, perché se l'esame di seconda lingua in queste
aziende che sono private per sentenza ma pubbliche come gestione e soprattutto come finanziamenti, non credo
sia una cosa da sottovalutare. Auspico che da parte della Giunta provinciale ci sono un controllo maggiore e forse
anche degli indirizzi maggiori a queste società, perché da una parte si sminuisce il valore del patentino e dall'altra
parte si dà uno strumento in mano agli esaminatori dei concorsi per non ammettere a concorso soggetti poco simpatici. So per certo che una persona è ricorsa persino al TAR, non so se è la sentenza a cui faceva riferimento Lei
prima, per cercare di ottenere il suo posto di lavoro.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 5/01/12 vom 5.12.2011, eingebracht von der Abgeordneten Artioli, betreffend
Volkszählung. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
ARTIOLI (Lega Nord): Essendo comparso sul quotidiano Alto Adige nella sezione delle lettere il racconto
di un lettore – del quale si allega il testo – in merito alle modalità con le quali stanno agendo i rilevatori.
Premesso che ho già chiesto chiarimenti alla Giunta in merito. Premesso che il termine ultimo per il censimento è il 31 dicembre 2011. Considerato che alla data odierna risultano ancora intere vie della città di Bolzano
non censite e neppure avvisate dai rilevatori.
Si chiede al presidente e alla Giunta:
ulteriori chiarimenti in merito all'andamento e alle modalità operative dei rilevatori per il censimento 2011 e
si sollecita risposta scritta alla mia interrogazione su censimento e rilevatori depositata presso la segreteria del
Consiglio provinciale a novembre c.a.
Si chiede inoltre quali siano le conseguenze per quei cittadini che alla data del 31 dicembre 2011, si trovino
ancora in attesa della visita di un rilevatore e non risultino censiti.
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DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Ich weiß nicht, aber die Kollegin Artioli schreibt in Ihrer Anfrage "chiedo una risposta scritta". Hätte ich vielleicht auch die Möglichkeit, schriftlich zu antworten? Normalerweise ist mir der Wunsch der Landtagsabgeordneten heilig.
Kollegin Artioli, Sie wissen genau, dass in Gemeinden mit mehr als 20.000 Einwohnern die entsprechenden
Bögen bis Ende des Monats Jänner abgegeben werden können. Ich habe mich aufgrund dieser alarmierenden
Anfrage sofort mit den zuständigen Abteilungen in Verbindung gesetzt, damit überprüft wird, ob Unregelmäßigkeiten vorliegen oder nicht. Man hat mir bestätigt, dass die Mitarbeiter von Seite der Hilfeleistenden sehr gut verlaufe und die Bögen zum Großteil rechtzeitig abgegeben worden seien. In Bozen gibt es 300 Sektionen, wobei nur
in 2 Sektionen – 2006 und 2019 – die Daten noch nicht vorliegen. Wie gesagt, es besteht noch die Möglichkeit, die
Bögen bis Ende des Monats Jänner abzugeben.
Was die schriftliche Aufforderung anbelangt, muss ich sagen, dass die Bürger wiederholt dazu eingeladen
worden sind, die Erhebungsbögen abzugeben. Sie wissen, dass zwei Erhebungen gemacht werden: einerseits die
allgemeinen Erhebungen, andererseits die Sprachgruppenzugehörigkeitserklärung. Vielleicht wäre es besser,
wenn diese in Zukunft abgegeben werden, aber in der Zwischenzeit ist es nun einmal so.
Was die Volksgruppenerhebung anbelangt, sind Strafen vorgesehen, während das für die Sprachgruppenerhebung nicht gilt.
ARTIOLI (Lega Nord): Faccio una domanda. Presidente, noi ci divertiamo sempre insieme, ma qui Le
scrivo di mandarmi la risposta all'interrogazione scritta a cui Lei non ha ancora risposto per iscritto. Le ho chiesto
di rispondermi all'interrogazione che Le ho già presentato in novembre.
Volevo poi dirLe che i giornali e tantissime testimonianze che stanno arrivando a Bolzano dicono che i censori dicono alle persone che la parola "altro" è un errore di stampa, si mettono vicino alle persone anziché lasciarle
sole in una stanza a decidere come vogliono censirsi, fanno fare a loro la crocetta su "italiano", "tedesco" o "ladino", e se una persona si rifiuta di farlo, gli attuali censori le dicono che deve farlo. Ci sono migliaia di testimonianza, la copia che ho allegato è una lettere firmata con nome e cognome apparsa sul quotidiano Alto Adige, e a
noi tutti i giorni ci viene segnalata questa situazione. Le chiedo quindi come Lei possa dirmi che tutto sta funzionando a Bolzano? La prego poi in futuro di non venirmi a dire che non esistono i mistilingui, perché "altro" non si è
dichiarato nessuno quando i censori vanno a dire che è un errore di stampa e che la persona deve dichiararsi
"tedesco", "italiano" o "ladino". Oltre tutto queste buste dove vengono tenute? Chi le aprirà? Si rende conto che se
io consegno il modulo vuoto al censore, lui una volta uscito di casa può segnare la crocetta dove vuole e la consegna in comune, perché magari non vuole storie, e viene fuori un censimento completamente sballato? Io Le
chiedo come intende intervenire su questo argomento, perché la realtà dei fatti è che a questi censori non è stato
insegnato niente e ci sono testimonianze di 20, 30 persone che a Bolzano possono testimoniare che non ha funzionato. Sono state date informazioni completamente scorrette! Secondo me questo censimento è da bloccare e
da rifare! Quando io Le avevo chiesto per favore di mandare una lettera spiegando agli utenti come funzionava
quest'anno la dichiarazione etnica anonima, Lei ha risposto che non serviva, bastavano due conferenze stampa
Sue. Abbiamo visto i risultati con le Sue conferenze stampa: è un "casino".
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Kollegin Artioli, in der aktuellen Anfrage Nr. 45 wird genau
auf dieses Thema eingegangen, und deshalb möchte ich nicht zwei Mal antworten. Sie können auf jeden Fall sicher sein, dass die Erhebungen voll im Sinne des Gesetzes erfolgen. Zu Ihnen werden wahrscheinlich diejenigen
kommen, die die Wahrheit sagen, während meine Mitarbeiter wahrscheinlich die Unwahrheit sagen. Ich darf Ihnen
jedenfalls versichern, dass die Privacy eingehalten wird und die notwendigen Erhebungen im Sinne der geltenden
Gesetze gemacht werden. Ich glaube meinen Mitarbeitern, und deshalb bin ich davon überzeugt, dass die Volkszählung im Sinne der geltenden Gesetze durchgeführt wird.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 2/01/12 vom 5.12.2011, eingebracht von der Abgeordneten Stirner Brantsch,
betreffend Übertrittsprüfungen nach Auslandsjahr. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
STIRNER BRANTSCH (SVP): Schüler profitieren von einem Auslandsjahr in vielfacher Hinsicht. Sie sammeln wichtige Erfahrung, erwerben Fremdsprachenkenntnisse, steigern ihre sozialen Kompetenzen und ihre Persönlichkeit, bzw. gewinnen an Selbständigkeit. In der Summe profitieren sie sowohl im privaten Bereich, aber auch
in Sachen Beruf und Karriere. Kenntnisse und Fähigkeiten, die sie während eines Auslandsjahres erwerben, sind
für den beruflichen Werdegang sehr wichtig, und gewinnen zunehmend an Bedeutung. Auch die Tatsache, dass
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sie während eines Auslandsjahres mit unterschiedlichen Kulturen in Kontakt kommen, ist von Bedeutung. Dasselbe gilt für Schüler, die sich dafür entscheiden vor Ort ein Halbjahr bzw. Semester oder ein ganzes Schuljahr
lang eine anderssprachige Schule zu besuchen.
Fragen:
Entspricht es der Wahrheit, dass die Schüler an manchen Schulen nach erfolgreicher Beendigung ihres
Schuljahres an der Gastschule bei ihrer Wiederaufnahme in die Herkunftsschule in allen Fächern geprüft werden?
Auch in jenen, welche an der Gastschule gelehrt wurden?
Wäre es nicht sinnvoller, die Schüler in den ersten Monaten nach ihrer Rückkehr intensiv zu unterstützen,
ihnen zur Seite zu stehen und von unsinnigen Übertrittsprüfungen abzusehen, welche den Besuch eines Schuljahres im Ausland nur erschweren, anstatt zu erleichtern?
Was gedenkt die Landesregierung zu tun, um ein einheitliches Vorgehen an allen Schulen zu garantieren
und es nicht der Entscheidung der einzelnen Schulen zu überlassen, die dann letztendlich völlig unterschiedliche
Vorgangsweisen anwenden?
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Liebe Kollegin Stirner, die Bewertung von Oberschülerinnen und Oberschülern, die ein Auslandsjahr absolvieren, ist vom Ministerium in Rundschreiben der Jahre 1997 und 1999 geregelt.
Sie wissen ja, dass wir im Bildungsbereich keine primäre Kompetenz haben. Besagte Rundschreiben des Ministeriums sehen vor, dass die Lernerfolge der Jugendlichen im Ausland als Bildungsguthaben anerkannt werden und
die Klassenräte je nachdem, welche Fälle oder Inhalte fehlen, eventuell Ergänzungsprüfungen vorsehen. Die Gesamtbewertung der Jugendlichen und ihre Zuweisung in die nächsthöhere Klasse erfolgt dann auf der Grundlage
der Lernerfolge im Ausland und der allfälligen Ergänzungsprüfungen. Auch die Zuweisung des Schulguthabens für
die staatliche Abschlussprüfung erfolgt unter Berücksichtigung der Lernerfolge im Ausland und der allfälligen Prüfungen.
Unser Bildungsressort hat im Februar 2007 den Schulen empfohlen, all jene Jugendlichen der nächsthöheren Klasse zuzuweisen, deren Bildungserfolg nach dem Absolvieren des Auslandsjahres an der Herkunftsschule
nicht grundsätzlich gefährdet ist, und allfällige Ergänzungsprüfungen bis Dezember des darauffolgenden Schuljahres durchzuführen. Auch ich habe solche Geschichten wie die vorher von Ihnen vorgetragene gehört, nämlich
Abprüfen aller Fächer, und zwar im Sommer, aber unsere Empfehlung ist eine andere. Sie wissen, dass die
Schulen eine gewisse Autonomie haben. Aufgrund der verschärften Bedingungen für die Versetzung an den
Oberschulen – Ministerin Gelmini hat im Jahr 2007 eine positive Bewertung in allen Fächern, inklusive der Verhaltensnote, eingeführt, um in die nächste Klasse versetzt zu werden – haben wir im Schuljahr 2007/2008 empfohlen, von den Jugendlichen, die aus dem Ausland kommen, vor Unterrichtsbeginn eine Ergänzungsprüfung in
jenen Fächern zu verlangen, die an der Herkunftsschule vorgesehen sind, im Auslandsland aber nicht belegt wurden. Man könnte ja immer noch sagen, dass das ein Bildungsguthaben ist. Jeder Jugendliche ist gereift, wenn er
ein Jahr im Ausland war, und das wird meiner Meinung nach zu wenig anerkannt. Um aber mit den Zeugnissen
und der staatlichen Abschlussprüfung in Ordnung zu sein, müssen jene Fächer, die es an der Auslandsschule
nicht gegeben hat, eine Ergänzungsprüfung verlangen. Diese soll im Herbst stattfinden, damit wir auch mit den
Terminen in Ordnung sind. Soviel zur momentan geltenden Regelung seitens der Bildungsressorts, die die Schulen dann in ihrem autonomen Rahmen durchführen.
Ihre erste Aussage entspricht laut Rückfrage an den Schulen nicht der Wahrheit. Es ist nicht so, dass Jugendliche an manchen Schulen nach der Beendigung des Auslandsjahres bei der Wiederaufnahme in der Herkunftsschule in allen Fächern geprüft werden.
Abschließend möchte ich noch auf die ausstehende Durchführungsverordnung zum Oberstufenreform-Gesetz des Südtiroler Landtages hinweisen, die diese Materie noch einmal zu regeln hat. Wir sind dabei, das zu
erarbeiten, damit wir dann auch eine einheitliche Handhabe seitens der Schulen haben. Allerdings wehren sich
diese mit ihren autonomen Kompetenzen.
STIRNER BRANTSCH (SVP): Ich repliziere. Danke, Frau Landesrätin, für die Beantwortung meiner Fragen. Ich bin mir natürlich bewusst, dass nicht alle Fächer geprüft werden, aber ich finde es nicht angebracht, dass
es manchmal wirklich der Willkür einzelner Klassenräte überlassen wird, was sie abprüfen. Ich hoffe stark, dass in
der von Ihnen erwähnten Durchführungsverordnung klare Anweisungen enthalten sein werden, damit dieses Jahr
im Ausland wirklich die Anerkennung findet, die es verdient. Die Ergänzungsprüfungen sollten nicht zu Beginn
eines Schuljahres gemacht werden, denn man sollte den Schülern schon die nötige Zeit lassen und sie auch dabei
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unterstützen. Sie sollen für den Mut, den sie aufbringen, indem sie ein Schuljahr im Ausland verbringen, nicht
bestraft werden, sondern sollten eigentlich dazu motiviert werden, eine derartige Bildungsmöglichkeit in Anspruch
zu nehmen.
Ich würde Ihnen danken, wenn Sie mir die Unterlagen auch schriftlich aushändigen könnten.
PRÄSIDENTIN: Die Anfrage Nr. 7/1/12 kann aufgrund der entschuldigten Abwesenheit des LR Bizzo nicht
behandelt werden und wird innerhalb von 5 Tagen schriftlich beantwortet.
Anfrage Nr. 12/01/12 vom 7.12.2011, (eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bildungsurlaub für Amtsdirektor mit Doktorat. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Dr. Massimo Tomio, Amtdirektor des Verwaltungsamtes für Straßen (
Abt. 12. 7), besucht angeblich an der UNI Bozen einen Kurs für Ingenieurwesen und wolle dieses Studium mit
dem Grund der Weiterbildung abschließen.
Stimmt das? Falls ja:
Wenn er schon einen Doktortitel hat, kann er dann noch einen Bildungsurlaub beanspruchen?
Handelt es sich um eine bezahlte Freistellung für Fortbildung? Kann dies als solche anerkannt werden?
Er sei untertags selten im Büro, dafür häufig aber am Abend. Werden diese Abendstunden als Überstunden
gerechnet? Wenn ja, auf Grund welcher Bestimmung?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Die Frage Nr. 1 wird verneint, denn der betroffene Bedienstete hat keinen
Bildungsurlaub im Sinne der diesbezüglichen gesetzlichen Bestimmungen beansprucht. Im Falle von Herrn Dr.
Massimo Tomio handelt es sich um einen bezahlten Sonderurlaub im Sinne der Bestimmungen des Artikels 18
Absatz 4 Buchstaben b) und c). Der Artikel 18 Absatz 4 Buchstabe b) des Bereichsvertrages vom 4.7.2002 sieht
vor, dass das Personal für die Teilnahme an Aus- und Weiterbildungstätigkeiten bis zu 20 Arbeitstage pro Jahr
bezahlten Sonderurlaubes beanspruchen kann, falls die Teilnahme an einer Weiterbildung zwar nicht verpflichtend, aber für die Verwaltung von Vorteil ist. Weiters übernimmt die Verwaltung die Hälfte der Ausgaben. Herr
Massimo Tomio hat am 25.2.2011 laut dem genannten Artikel ein Ansuchen für die Teilnahme am Kurs "Energiesysteme – Teil des Bachelorstudiums in Logistik und Produktionsingenieurswesen" eingereicht, der im Zeitraum
von Februar bis Juli 2011 an der Freien Universität Bozen stattgefunden hat. Die Teilnahme am Kurs wurde vom
zuständigen Abteilungsdirektor Dr. Montagner ausreichend begründet und somit das Ansuchen unterschrieben. Im
Jahr 2011 hat die Verwaltung für diese Teilnahme 90 Stunden bezahlten Sonderurlaub gewährt und die Hälfte der
Spesen übernommen, was 91,46 Euro sind.
Der Artikel 18 Absatz 4 Buchstabe c) des Bereichsvertrages vom 4.7.2002 sieht vor, dass das Personal für
die Teilnahme an Aus- und Weiterbildungstätigkeiten bis zu 20 Arbeitstage pro Jahr bezahlten Sonderurlaubes
beanspruchen kann. Die Verwaltung übernimmt keine weiteren Ausgaben.
Zwei Ansuchen des Herrn Tomio wurden für die Teilnahme an den Kursen "Technisches Zeichnen" und
"Methodisches Ingenieurwesen und Konstruktionslehre" – auch diese Kurse sind Teil des Bachelor-Studiums in
Logistik und Produktionsingenieurwesen – eingereicht, die beide im Zeitraum von September 2011 bis Jänner
2012 an der Freien Universität Bozen stattfinden. Die Teilnahme an den Kursen wurde vom zuständigen Abteilungsdirektor Montagner begründet und das Ansuchen unterschrieben. Im Jahr 2011 hat die Verwaltung für die
Teilnahme an diesen zwei Kursen weitere 62 Stunden Sonderurlaub gewährt. Für das Jahr 2012 ist kein Sonderurlaub gewährt worden. Die Landesverwaltung hat keine weiteren Kosten übernommen.
Für alle drei Ansuchen wurden insgesamt 20 Tage 152 Stunden Sonderurlaub gewährt.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage und möchte den Landesrat fragen, ob er
mir eine Kopie dieser Antwort aushändigen kann.
Herr Landesrat, es handelt sich aber nicht um einen zusätzlichen Studientitel, der damit erworben wird
oder? Es kommt auf die Auslegung an, das heißt, ob das Fortbildung ist oder ob jemand damit ein zweites Studium absolviert und somit einen zweiten Studientitel erwirbt.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Wenn Sie mir
diese Frage gleich gestellt hätten, dann hätte ich mich informieren können. Ich kann Ihnen jetzt nicht sagen, ob es
sich um ein zweites Studium oder um eine Fortbildung handelt. Diese Antwort muss ich nachreichen. Auf jeden
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Fall ist es der Landesverwaltung sehr wichtig, dass die eigenen Mitarbeiter weitergebildet werden, denn ein Doktortitel ist keine Garantie dafür, dass in spezifischen Bereichen …
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Gut, dann erklären Sie mir den Hintergrund und ich bereite eine schriftliche Antwort vor.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 15/01/12 vom 12.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend
Memc Sinich – Stillegung – haben Land und Gemeinden sich übers Ohr hauen lassen – was ist mit Evonik? Ich
ersuche um Verlesung der Anfrage.
PÖDER (BürgerUnion): Noch am 18. Oktober 2011 anlässlich der Einweihungsfeierlichkeiten für den
neuen Betriebskomplex des Unternehmens Evonik auf dem Gelände der Memc in Sinich haben Landeshauptmann Luis Durnwalder und der Meraner Bürgermeister Günther Januth die Zusammenarbeit Memc in höchsten
Tönen gelobt. Man habe die Memc in jeder Hinsicht unterstützt und auch die Memc und die Evonik hätten sich
äußerst kooperativ gezeigt, so Durnwalder und Januth.
War die geplante Stillegung des Werks nicht absehbar – hat die Landesregierung sich in irgendeiner Form
die Erhaltung der Arbeitsplätze zusichern lassen?
Was geschieht mit der Evonik?
Gab bzw. gibt es Beiträge des Landes an Memc oder Evonik - wie hoch waren bzw. sind die Beiträge, 2010
bzw. 2011 in welcher Form auch immer?
Erhalten Memc oder Evonik vergünstigten Strom von der SEL oder einer Tochtergesellschaft der SEL oder
von den Etschwerken?
Wer hat die neue Hochspannungsleitung von Lana bis zur Memc finanziert?
Wie hoch ist der Anteil der Beschäftigten bei Memc oder Evonik, die ihren Hauptwohnsitz nicht in Südtirol
haben?
Welche Schritte wird das Land jetzt unternehmen?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrte
Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Die Frage betreffend die Hochspannungsleitung wird der Kollege Laimer beantworten.
Bezüglich der Beiträge an die Firma EVONIC kann ich Ihnen eine Liste zukommen lassen, wenn Sie wollen, aber es sind noch keine Beiträge ausbezahlt worden.
Der Anteil der Beschäftigten, die ihren Wohnsitz außerhalb Südtirols haben, beträgt bei der MEMC 5,2 Prozent und bei der EVONIC 33,3 Prozent.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 17/01/12 vom 12.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und
Dello Sbarba, betreffend "Werden Trenitialia-Mitarbeiter nun auch außerhalb Südtirols bzw. mit auswärtigem
Standort in Südtirol eingesetzt. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Unter Mitarbeitern von Trenitalia weckt die
Nachricht große Besorgnis, dass innerhalb kurzer Frist Südtiroler Zugbegleiter bzw. -schaffner auch außerhalb
des aktuellen Dienstbereichs eingesetzt werden. Dzt. fahren die Bediensteten zwischen Brenner und Verona bzw.
von Innichen bis Mals; künftig aber sollen sie bis Mailand, Bologna und Triest Dienst leisten müssen. Im Gegenzug sollen dafür Schaffner und Zugbegleiter aus der Lombardei, aus Veneto, Friaul und der Emilia-Romagna auch
auf Südtiroler Strecken eingesetzt werden. Dies hat arbeitsrechtlich die Folge, dass mit den längeren Strecken
auch ausgedehntere Arbeitszeiten und Turnusdienste verbunden sind, autonomierechtlich birgt dies das Risiko,
dass die Zahl der nicht zweisprachigen Schaffner zunehmen könnte. In jedem Fall erscheint eine vorbeugende
Intervention der Landesregierung angebracht.
Daher richten wir folgende Fragen an die Südtiroler Landesregierung:
Ist bekannt, ob Trenitalia entsprechende Absichten der Verwendung auswärtiger Zugbegleiter in Südtirol
und der Abordnung von Südtirolern in andere Provinzen hegt?
Wird die Landesregierung die Garantie zweisprachiger Zugbegleitung in Südtirol sicherstellen?
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DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Aufgrund der geltenden Bestimmungen ist es so, dass Südtiroler das Recht haben, in der lokalen Stammrolle
zu sein und sie nur aufgrund gewisser Erfordernisse der Verwaltung, in diesem Fall der Zugverwaltung, nach außerhalb Südtirol versetzt werden können, und zwar wenn sie Weiterbildungsveranstaltungen besuchen wollen
usw. Sie wissen, dass bei der Bahn ein entsprechender Turnusdienst versehen wird. Wenn Züge vom Brenner bis
Bologna fahren, wird das Zugpersonal normalerweise nicht automatisch gewechselt. Ich habe mich aufgrund dieser Anfrage an den zuständigen Direktor gewandt, der mir in einem Schreiben, das ich Ihnen gerne aushändige,
mitgeteilt hat, dass das Südtiroler Personal nur bis Bologna, also auf der direkten Strecke eingesetzt wird. Was
auswärtiges Personal anbelangt, ist es so, dass immer Wert darauf gelegt wird, dass zweisprachiges Personal zur
Verfügung steht. Dafür werden auch entsprechende Prüfungen durchgeführt, damit die Zweisprachigkeit in Südtirol gerantiert werden kann. Es werden maximal zehn Prozent eingesetzt, wobei bestätigt wird, dass dies maximal
zweimal in der Woche der Fall ist, damit die Personen bei ihren Familien bleiben können, das heißt, dass sie nicht
gezwungen sind, auswärts zu übernachten.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Landeshauptmann! Ich ersuche
um die Aushändigung dieses Schreibens. Sie haben gesagt, dass das Risiko, dass nicht zweisprachiges Personal
Verwendung findet, ausgeschlossen ist bzw. die über die Regionsgrenzen hinausfahrenden Mitarbeiter nicht über
Gebühr beansprucht werden. Das ist relativ beruhigend, aber ganz ausgeschlossen kann es nach Ihren Auskünften auch nicht werden. Deshalb die Sorge der entsprechenden Mitarbeiter.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 29/01/12, vom 22.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend unbenutzte Unterkünfte der Staatsdomäne. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Risulta allo scrivente che la SASA abbiano svolto almeno due concorsi per assunzione di personale che, pur in possesso di patentino di bilinguismo,
sono stati sottoposti ad esame di seconda lingua
Si interroga
Il Presidente della Giunta e/o l’Assessore competente
Per sapere se il possesso del cd patentino di bilinguismo non sia più titolo sufficiente per concorrere a posti
di lavoro pubblici o di aziende pubbliche e, in caso affermativo, quale sia la norma giuridica che lo consente.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Kollege Vezzali, Sie wissen, dass es einen Gesetzesartikel gibt, der vorsieht, dass Liegenschaften, die das
Militär zehn Jahre nicht mehr für institutionelle Aufgaben benötigt, kostenlos an das Land übergehen können. In
den Jahren 1997/1998 sind insgesamt 3.500 Objekte an das Land übergegangen, darunter auch einige Militärareale, auf denen früher Wohnungen bestanden. Diese sind zum Teil an die Gemeinden weitergegeben, an die Anrainer verkauft oder den früheren Eigentümern zurückgegeben worden. Die wesentlichen Liegenschaften sind
aber nicht übergegangen, weil sie noch nicht zehn Jahre ungenutzt waren. In der Zwischenzeit hat das Militär das
natürlich verstanden. Deshalb haben wir mit dem Staat eine Vereinbarung getroffen. Wir wollten die Wohnungen,
die das Wohnbauinstitut baut, nicht den hauptberuflichen Soldaten zur Verfügung stellen, nachdem innerhalb der
Kasernen entsprechende Kubatur vorhanden war. Deshalb haben wir vereinbart, dass uns das Militär gewisse
Liegenschaften abtritt, die nicht mehr für institutionelle Zwecke notwendig sind, und wir dafür innerhalb der Kasernen Wohnungen für die Berufssoldaten errichten. Zur Zeit werden in Meran Wohnungen für Berufssoldaten übergeben. 60 Wohnungen sind innerhalb der Militärareale in Bozen gebaut worden, die ebenfalls den Berufssoldaten
zur Verfügung stehen. Auch in anderen Gebieten werden die Wohnungen saniert. Wir bekommen als Gegenleistung Grundstücke, die für den sozialen und geförderten Wohnbau oder für andere öffentliche Arbeiten zur Verfügung stehen. Ich glaube, dass dieses Abkommen im Interesse beider Parteien ist.
Ich habe mich an das Regierungskommissariat gewandt, das mir aber leider keine genaue Aufstellung hat
zukommen lassen. Sie wissen selber, dass es beim Militär gewisse Geheimnisse gibt und nicht immer mitgeteilt
wird, wo genau wie viele Wohnungen vorhanden sind.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Replico. Ringrazio il presidente per
queste informazioni che in parte già conoscevo, però la mia richiesta era rivolta soprattutto per quegli alloggi che a
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tutt'oggi risultano inutilizzati e anche in uno stato di degrado notevole. Lo Stato non li assegna più in affitto ai suoi
militari, perché non sono abitabili. Questo era l'oggetto della domanda: se oltre a questi protocolli …
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): (unterbricht)
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Lei dice che vengono demoliti e ricostruiti. Va bene. Se fosse così gentile da darmi quei dati, gliene Le sarei grato.
PRÄSIDENTIN: Die Anfrage Nr. 8/1/12 kann aufgrund der entschuldigten Abwesenheit von Landesrat
Bizzo nicht behandelt werden und wird innerhalb von 5 Tagen schriftlich beantwortet.
Wir kommen zur Anfrage Nr. 19/01/12 vom 15.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend
die Ermittlungen gegen Landesrat Laimer wegen Amtsmissbrauch: Hat der Landesrat den Landtag betrogen? Ich
ersuche um Verlesung der Anfrage.
PÖDER (BürgerUnion): In der Anfrage Nr. 31/12/11 für die Aktuelle Fragestunde hatte ich Landesrat Michl
Laimer unter anderem folgende Frage gestellt: „Entspricht es den Tatsachen, dass die Entscheidung der Landesregierung, die Konzession an die SEL und nicht an einen privaten Bewerber zu vergeben unter anderem auf der
Tatsache beruht, dass der Landesrat der Landesregierung ein von einem leitenden Angestellten der SEL AG verfasstes Mehr-Punkte-Promemoria mit technischen Begründungen für die Vergabe der Konzession an die SEL
vorgelegt hat? Wenn nicht, wer hat dieses Promemoria verfasst?“ Die schriftlichen Antwort des Landesrates vom
02.12.2011: „Ich habe die Punkte nach eingehendem Studium der Unterlagen selbst geschrieben und in der Sitzung der Landesregierung vorgetragen. Der Beschlusstext ist dann vom Rechtsamt verfasst worden.“
Laut Ermittlungsergebnissen der Staatsanwaltschaft liegen jedoch Beweise vor, dass der Inhalt des Promemorias größtenteils von leitenden Mitarbeitern der SEL-AG, einem Mitbewerber um die Konzession, verfasst
wurde.“
Hat der Herr Landesrat den Landtag belogen – wenn ja, welche Konsequenzen sind daraus zu ziehen?
Bleibt der Landesrat bei seiner Darstellung, dass er das Promemoria ausschließlich selbst verfasst hat?
Hat der Landesrat oder einer seiner Mitarbeiter der SEL AG Informationen über Mitbewerber gegeben und
Texte für das Promemoria eingeholt?
Sieht der Herr Landesrat in diesem Fall nicht selbst den Tatbestand der illegalen Wettbewerbsabsprache
und des Amtsmissbrauchs gegeben?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Frau Präsidentin, Kolleginnen und
Kollegen! Immer, wenn es sich um delikate Punkte in der Landesregierung handelt, handhabe ich es so, dass ich
auch einen Entwurf für das Protokoll verfasse. So habe ich es auch in diesem Fall getan, weil dieser Punkt sehr
delikat und sehr komplex war. Es stimmt allerdings auch, dass ich im Vorfeld nicht nur die einzelnen Gutachten
und Projekte studiert habe, sondern auch eine Stellungnahme von Seiten des Herrn Dr. Rainer eingeholt habe. Es
stimmt auch, dass ich mir Textpassagen zu Eigen gemacht habe, die dann in meinen Text eingeflossen sind. Inhalte sollte man sich aber doch etwas näher anschauen, denn es geht bei diesen Textpassagen nicht um persönliche Wertungen, sondern um Feststellungen. Die vier Standortgemeinden Bozen, Ritten, Jenesien und Sarntal
haben ihrerseits ein technisches Gutachten in Auftrag gegeben, um die verschiedenen Projekte zu vergleichen
und zu bewerten. Am Ende haben zwei Gemeinden mit einem Punktesystem geantwortet und dem Projekt der
Edison vier Punkte, jenem der ENEL vier Punkte, jenem der Etschwerke fünf Punkte, jenem der SEL neun Punkte
und jenem der Eisackwerk GmbH drei Punkte gegeben. Das bedeutet, dass das Projekt der Eisackwerk GmbH an
letzter und jenes der SEL an erster Stelle steht. Zwei andere Gemeinden haben eine andere Bewertung abgegeben, und zwar "ungenügend" für das Projekt der Eisackwerk GmbH und "genügend", "befriedigend" bis "gut" für
die anderen Projekte. Das sind Feststellungen, die in meinen Text eingeflossen sind. Wenn der UVP-Beirat sagt,
dass das Projekt der SEL die Auswirkungen des Eingriffs am besten kompensiert, hingegen beim EisackwerkProjekt schreibt, dass die Aussagen sehr vage und wenig konkret seien, … Schauen Sie her, Kollege Pöder. Das
ist das Projekt der Eisackwerk GmbH, das acht Blätter umfasst. Es beinhaltet die Anfrage, den technischen Plan
und den Umweltplan. Wenn Sie zu Hause ein Fenster austauschen, dann brauchen Sie sicher mehr Unterlagen
als für ein Großkraftwerk dieser Dimension.
Wenn dann gesagt wird, dass das Projekt der SEL weniger produzieren würde, obwohl ein zusätzliches EWerk beim Zulauf zwischengeschaltet würde, dann verstehen Sie, dass es merkwürdig ist, wenn in einem ab-
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schließenden Bericht genau jenes Projekt, welches bei den Gemeinden und bei der UVP ganz hinten steht, auf
einmal als Sieger hervorgeht. Stellen Sie sich vor, die Landesregierung hätte beschlossen, die Konzession der
Eisackwerk GmBh zuzusprechen. Was würde dann wohl hier im Landtag – dann allerdings zu Recht - an Polemik
entstanden sein? Man hätte gesagt: "Wie kann man bloß gegen die vier Gemeinden vorgehen, die ihrerseits ein
technisches Gutachten in Auftrag gegeben haben? Wie kann man etwas gegen das Gutachten des UVP-Beirates
beschließen?" Es ist meine Pflicht, der Landesregierung einen Bericht vorzulegen, in dem die Fehler, die gemacht
worden sind, entsprechend richtiggestellt werden. Das hat die Landesregierung beschlossen. Danach hat das
Rechtsamt die detaillierte Formulierung verfasst. Die Unterlagen sind ja keine Geheimakten, denn die Beschlüsse
der Gemeinden und des Beirates sind öffentlich.
Von einer illegalen Wettbewerbsabsprache kann keine Rede sein, denn der Abgabetermin war 2005. Die
Gutachten sind verfasst worden. Ich habe kein Gutachten abgeändert! Die Landesregierung hat aus den Gutachten die richtigen Schlüsse gezogen und die Konzession demjenigen zugesprochen, der das beste Projekt vorgelegt hat.
PÖDER (BürgerUnion): Danke, Herr Landesrat! Ich nehme Ihre Ausführungen zur Kenntnis. Fakt bleibt,
dass das ganze Konstrukt recht unglücklich ist. Es hat auch dazu geführt, dass es Ermittlungen gibt und auch Sie
unter einem beachtlichen öffentlichen Verdacht stehen. Das öffentliche Interesse ist das eine, das andere ist, dass
der Eigentümer der SEL der Konzessionsvergeber ist. Dieses Konstrukt musste zwangsläufig zu einer Problematik
führen. Dass wegen Wettbewerbsabsprache und Amtsmissbrauch ermittelt wird, ist angesichts der Vorgänge fast
zwangsläufig. Die Staatsanwaltschaft wird sich schon ihr Bild gemacht haben.
Sie sagen, dass alles immer im öffentlichen Interesse war. Das stimmt schon, aber die SEL steht unter dem
Druck, Konzessionen zu erhalten, denn sonst drohen Strafzahlungen. Dass man Verträge abschließen konnte,
liegt auch daran, dass man von vorneherein von der Landesregierung die Zusicherung bekommen hat, dass man
die entsprechenden Konzessionen erhalten wird, auf Biegen und Brechen. Das war und ist nun einmal so!
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 22/01/12 vom 19.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba
und Heiss, betreffend welche Energie für die Memc. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Dopo un incontro con la dirigenza
della Memc di Sinigo, l’assessore Bizzo ha emesso il seguente comunicato: “Uno dei fattori-chiave riguarda la
bolletta energetica e la possibilità di aprire l'Alto Adige all'importazione di energia dal resto d'Europa, dove i prezzi
praticati sono sensibilmente ridotti. La Provincia - ha assicurato l'assessore Roberto Bizzo - si impegna non solo a
cercare soluzioni locali, ma anche ad accelerare le trattative per la creazione di un collegamento con la rete
austriaca che spezzerebbe la situazione di monopolio sul mercato e consentirebbe non solo alla Memc, ma a
molte altre aziende altoatesine, di abbattere il costo dell'energia". Alcune cose sono sorprendenti ed esigono un
chiarimento
Si chiede:
1. Da dove verrebbe l’energia importata e in particolare, si tratterebbe in tutto i in parte di energia nucleare
a basso prezzo?
2. Chi è che in Alto Adige ha creato quello che l’assessore ha chiamato “situazione di monopolio sul mercato” che andrebbe spezzato? Ciò significa che la Giunta vuole portare in Alto Adige concorrenti che toglierebbero
clienti alle società energetiche locali, visto che si parla di forniture di questa energia importata anche a “molte altre
aziende altoatesine”?
3. Che c’entra questa strategia di importazione di energia con la proclamata linea della Provincia di favorire
l’autosufficienza e indipendenza energetica liberando l’Alto Adige dalla dipendenza dall’estero?
4. Visto che l’Alto Adige circa 6.000 GWh all’anno e ne consuma la metà, non ci sarebbe la possibilità di favorire un accordo tra produttori locali e Memc per le forniture dell’energia necessaria?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Prinzipiell glaube ich, dass sich die
MEMC in ihrer Strategie einfach verschätzt hat. Sie ist zwar ein Weltkonzern und es ist sicher so, dass der Strompreis eine nicht unerhebliche Rolle spielt, aber die Weltmarktsituation und vor allem der chinesische Markt haben
die MEMC wohl vor diese neue Situation gestellt. Das ist meine persönliche Einschätzung.
Nun zu den einzelnen Fragen. Meiner Information nach bezieht die MEMC seit Beginn dieses Jahres den
Strom vom Unternehmen Innovatio. Mir ist nicht bekannt, woher diese Gesellschaft den Strom bezieht.
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Zu den Fragen Nr. 2 und Nr. 3. Im Energiesektor gibt es keine Monopolstellung mehr. In der Produktion hat
es sie nie gegeben und seit einigen Jahren gibt es sie auch nicht mehr im Verbrauchsbereich. In Südtirol wollen
wir vor allem erneuerbare Energie produzieren und auch verteilen. Bis Ende 2011 hat die SEL den Strom für die
MEMC geliefert. Trotz gestiegener Strompreise am Markt verlangte die MEMC einen Preisnachlass von 15 Prozent für das heurige Jahr, was für die SEL nicht machbar ist. Die MEMC ist mit mehr als 600 Mllionen Kilowattstunden der größte Stromkunde des Landes. In den Betrieb führt eine Hochspannungsleitung hinein. Auch die
Etschwerke, die von der MEMC die Wärme für das Fernheizwerk bezogen haben, haben sich außerstande gefühlt, zu diesen Bedingungen ein Preisangebot für die Lieferung des Stroms machen zu können.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Grazie per questi dati interessanti.
Chiederei all'assessore Laimer di spiegare all'assessore Bizzo come stanno le cose, perché io mi sono preoccupato per le affermazioni fatte dall'assessore, perché io sono per difendere i posti di lavoro dei lavoratori ecc., però
dichiararsi d'accordo al fatto che l'ente pubblico debba favorire l'importazione di energia a basso prezzo, che è
certamente energia nucleare, su questo non c'è dubbio, sul nostro territorio, credo che non sia corretto. Bisogna
parlare con i lavoratori e dire loro la verità, cioè che la Provincia è per la difesa assoluta del loro posto di lavoro,
ma non è per cedere a tutte le pretese che un'azienda per propri interessi economici porta avanti. Anch'io sapevo
che fino al 2011 la SEL forniva energia. Credo che forse un percorso per forniture di energia a prezzi favorevoli
poteva essere studiato.
Infine faccio presente che noi tutti a Bolzano riceviamo le bollette e assieme riceviamo anche il mix di energia. La maggior parte dei clienti, a parte coloro che fanno contratti speciali come la SEL, per esempio che offre di
energia verde certificata, lo devono sapere. Nonostante i proclami sull'autarchia energetica sudtirolese, sul fatto
dell'energia rinnovabile che produciamo, i clienti altoatesini ricevono il mix nazionale di energia: 1,4% di nucleare,
78% di fossile e 25% di rinnovabile, dove i clienti privati, le famiglie con fascia protetta di energia rinnovabile che
costa di più ne ricevono di meno e ricevono più energia fossile. La questione per l'energia rinnovabile del Sudtirolo
deve essere discussa in maniera sincera e con verità.
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: Interrogazione n. 24/01/12, del 21.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, concernente il collegamento delle zone sciistiche "Monte Elmo" e "Croda Rossa". Prego di dare lettura dell'interrogazione.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Der Gemeinderat Sexten befasst sich am 28. Dezember 2011 erneut
mit dem Gesuch der Sextner Dolomiten AG, die Verbindung der Skigebiete „Helm“ und „Rotwand“ in den Bauleitplan der Gemeinde einzutragen. Das vorgelegte Änderungsprojekt unterscheidet sich in forstlich-hydrogeologischer Hinsicht kaum vom Hauptprojekt. Es geht immer noch um Erdbewegungen von über 150.000 m³, wie es
das ursprüngliche Projekt vorsieht, womit der natürliche Waldboden für immer zerstört wird,. Gegen die Eintragung der Verbindung in den Fachplan für Aufstiegsanlagen und Skipisten bzw. in den Bauleitplan der Gemeinde
Sexten durch die Landesregierung behängt ein Rekurs vor dem Verwaltungsgericht.
Ist es rechtlich möglich, ein Abänderungsprojekt zu behandeln bzw. zu genehmigen, solange das normale
Genehmigungsverfahren für das eingereichte Projekt im Gang ist?
Darf die Gemeindeverwaltung dem Entscheid des Verwaltungsgerichts vorgreifen, indem sie den Abschluss
des laufenden Verfahrens nicht abwartet, sondern ihn sie zu beeinflussen versucht?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und
Kollegen! Zur Frage, ob es möglich ist, ein Abänderungsprojekt zu behandeln, solange das normale Genehmigungsverfahren für das eingereichte Projekt im Gange ist, ist zu sagen, dass das verwaltungsrechtliche Genehmigungsverfahren hinsichtlich des Projektes der Sextner Dolomiten AG zur Verbindung der Skigebiete Helm - Rotwand mit Beschluss der Landesregierung vom 7. Juni 2010, Nr. 963 – das ist der Fachplan - und mit Beschluss
Nr. 1316 vom 26. Juli 2010 – das ist die UVP – bereits zur Gänze abgeschlossen ist. In Bezug auf die soeben
genannten Beschlüsse behängt derzeit ein Verfahren vor dem Verwaltungsgerichtshof, welches noch nicht entschieden ist. Demzufolge steht es dem Projektbetreiber frei, auch vor Abschluss des Gerichtsverfahrens ein Varianteprojekt einzubringen, welches aus der Sicht der Betreibergesellschaft eine umwelttechnische Verbesserung
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des ursprünglichen Projektes darstellt. UVP-pflichtige Projekte dürfen nachträglich in jedem Fall hinsichtlich ihrer
Umweltverträglichkeit verbessert werden.
Der Artikel 15 Absatz 14 des Landesgesetzes Nr. 2 aus dem Jahr 2007 sieht diesbezüglich weiters vor,
dass umweltrelevante Varianteprojekte zu bereits genehmigten UVP-pflichtigen Projekten, deren Realisierung
noch nicht abgeschlossen ist, zunächst der zuständigen Gemeinde vorzulegen sind, die sie der Umweltagentur
weiterleitet, wobei der Umweltbeirat innerhalb von 60 Tagen zu den voraussichtlichen Auswirkungen auf die Umwelt des Varianteprojektes Stellung zu nehmen hat. Die Landesregierung entscheidet innerhalb von 30 Tagen ab
Erhalt des Gutachtens des Umweltbeirates, ob das endgültige oder Ausführungsprojekt oder das Varianteprojekt
zu genehmigen oder einer neuen UVP zu unterziehen ist. Diese Fristen sind noch nicht verstrichen, und deshalb
kann ich Ihnen noch nicht sagen, was herauskommen wird.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen, und zwar betreffend meine letzte
Frage. Es geht ja um das erste Projekt, das in Teilen durch Beschlüsse der Landesregierung genehmigt worden
ist, gegen die aber Rekurs beim Verwaltungsgericht eingebracht worden ist. Darf die Gemeindeverwaltung in diesem Fall vorgreifen? Das Verwaltungsgericht befasst sich ja mit dem Hauptprojekt. Damit greift sie ja in dieses
Verfahren ein. Dann wäre die Befassung des Verwaltungsgerichtes immer relativ, wenn der Gemeinderat inzwischen dieses und jenes abändern könnte. Dann braucht es den Verwaltungsgerichtshof ja eigentlich gar nicht. Ist
das juridisch überhaupt möglich? Nach dieser Logik müsste ja wieder Rekurs gemacht werden, und dann kommt
man ja zu keinem Abschluss.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Der Projektwerber könnte das
Projekt ja zurückziehen. Dann wäre der Prozess hinfällig. Er kann aber eine Variante bei der Gemeinde einreichen, die von der Gemeinde behandelt werden muss. In diesem Fall hat die Gemeinde die Variante genehmigt.
Rechtlich gesehen ist das in Ordnung. Ich gebe Ihnen Recht, wenn Sie sagen, dass es nicht oft vorgekommen ist,
aber im Zuge dieses Verfahrens hat man vielleicht versucht, die prozessrechtliche Situation durch eine Variante zu
verbessern. Ich interpretiere das jedenfalls so.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 33/01/12 del 23.12.2011, presentata dai consiglieri Schuler e Noggler,
concernente l'affidamento della gestione del bar presso l'aeroporto da parte dell'ente gestore ADB Airport S.p.A.
Prego di dare lettura dell'interrogazione.
SCHULER (SVP): Es wird vorausgeschickt, dass die Flughafenbetreibergesellschaft ABD Airport AG Eigentümerin eines Gastgewerbebetriebes in unmittelbarer Nähe des Flughafens Bozen ist, dessen Führung mittels
Vereinbarung an die Ehefrau des Direktors der Gesellschaft ABD Airport AG, Herrn Mirko Kopfsguter für 40 Jahre
übergeben wurde.
Dieser unkonventionelle Sachverhalt wirft folgende Fragen auf, die an die Landesregierung und an den zuständigen Landesrat gerichtet werden:
Ist die Landesregierung in Kenntnis darüber, dass die Gesellschaft ABD Airport AG mit der Ehefrau des Direktors der Gesellschaft ABD Airport AG eine Vereinbarung zur Führung des Gastgewerbebetriebes, der an der
Zufahrt zum Flughafen Bozen liegt, mit einer Laufzeit von 40 Jahren abgeschlossen hat?
Welches öffentliche Auswahlverfahren wurde zur Vergabe der Führung des genannten Gastgewerbebetriebes angewandt und mit welcher Begründung wird diese auf 40 Jahre vergeben?
Welche vertraglichen Vereinbarungen wurden nachweislich für den Fall getroffen, dass die Betreiberin die
Gastgewerbetätigkeit nicht mehr selbst ausübt?
Welches monatliche/jährliche Entgelt muss von der Betreiberin des Gastgewerbebetriebes nach dessen
Umbau an die Flughafenbetreibergesellschaft ABD Airport AG laut abgeschlossener Vereinbarung entrichtet werden?
Was gedenkt die Landesregierung zu unternehmen?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Der Sachverhalt ist nicht komisch. Wenn Sie besser recherchiert hätten, dann wären Sie relativ schnell draufgekommen, dass Frau Niederstätter Helene im Jahr 1978 das
Fertighaus inklusive Errichtung, Maschinen und Zubehör für einen Beitrag von 28.000.000 Lire erworben und
fortan selbständig, ohne Unterbrechung und mit allen notwendigen Lizenzen als öffentliches Gastgewerbe betrie-
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ben hat. Frau Niederstätter macht das also seit mehr als 30 Jahren. Dieser Gastbetrieb befindet sich etwa 200
Meter vor dem Flughafen und ist im Prinzip der Treff des Aero-Clubs und der Flugbegeisterten. Mit dem Flughafen
hat er im Prinzip nichts zu tun, denn im Flughafengebäude befindet sich eine andere Gastronomie. Ich weiß nicht,
wer Sie über diese Sache informiert hat.
Am 1.6.2003, also 25 Jahre danach, hat Herr Mirko Kopfsguter den Posten des Generaldirektors des Flughafens bekommen. Im Jahr 2005 hat Frau Niederstätter, mittlerweile die Ehefrau des Herrn Kopfsguter, eine Ersitzungsklage gegen die Gemeinde Bozen eingebracht. Mit dem Akt "Republik 211.960" des Generalsekretärs der
autonomen Provinz Bozen ist die Bauparzelle im Rahmen eines Flughafentauschverfahrens, mit welchem einige
jahrzehntelange offene Positionen im Flughafen geregelt wurden, vom vorigen Eigentümer, der Gemeinde Bozen,
im Ist-Zustand, inklusive aller Rechte und Pflichten, an die ABD übergegangen. Mit dem Schätzgutachten des
Landes wurde der Vorkaufswert der Bauparzelle, inklusive Gebäude, auf 100.000 Euro und der Konzessionswert
für 30 Jahre auf 80.000 Euro festgelegt. Mit Beschluss des Verwaltungsrates der ABD wurde dessen Präsident im
Jahr 2007 beauftragt, mit Frau Niederstätter eine langfristige Konzession – Miete und Pacht – zu verhandeln. Das
Gebäude gehört schließlich ihr. Mit Vertrag vom 19.12.2007 hat sich Frau Niederstätter dazu verpflichtet, die Ersitzungsklage zurückziehen. Mit demselben Vertrag wurden die Bedingungen für die Langzeitmiete geregelt.
Nun zu den einzelnen Fragen. Der Abriss und Wiederaufbau war notwendig, um den geltenden Vorschriften
Rechnung zu tragen. Die Baukonzession und sämtliche Genehmigungen laufen auf den Namen der Frau Helene
Niederstätter. Sie hat als Bauherrin auch sämtliche Kosten getragen. Die Arbeiten sind demnach von der ABD
weder ausgeschrieben, noch vergeben worden. Ihre Informationen entbehren also jeglicher Grundlage. Der Vertrag mit Frau Niederstätter entspringt der Regelung eines bereits bestehenden Rechtsverhältnisses, in das die
ABD durch den Eigentumserwerb der Liegenschaft nachträglich eingetreten ist. Wir sind weder in Kenntnis von
Unregelmäßigkeiten, noch davon, dass es eine diesbezügliche Eingabe bei der Staatsanwaltschaft geben soll. Es
ist uns allerdings bekannt, dass die von der Gemeinde Bozen mit der Baukonzession geforderten Gutachten und
Genehmigungen keine Genehmigung der Zollbehörde vorsehen, was sich im Nachhinein als Fehler entpuppte, der
mit einer Verwaltungsstrafe, bearbeitet von der Finanzwache und ausgestellt von der Zollverwaltung Bozen, saniert wurde. Auch diese Kosten wurden ausschließlich von Frau Niederstätter bezahlt. Demnach verfügt Frau Niederstätter über alle notwendigen Unbedenklichkeitserklärungen von ENAC und Zoll, welche im Rahmen des Genehmigungsverfahrens der Bauvariante erstellt worden sind.
Die Bar im Flughafengebäude ist etwas ganz anderes. Wenn wir vier Flüge pro Tag haben, ist es natürlich
sehr schwierig, jemanden für die Führung der Bar zu finden. Deshalb haben wir Probleme gehabt. Nach der Sanierung des Flughafengebäudes haben wir die Bar wieder genau wie vorher ausgeschrieben, wobei die Ausschreibung leer ausgegangen ist. Jetzt haben wir versucht, die Zeiten zu reduzieren, denn eine Bar am Flughafen
sollte schon dauernd offen sein. Deshalb bin ich davon überzeugt, dass wir wieder einen Barbetrieb bekommen
werden.
SCHULER (SVP): Danke für die Antwort. Ich möchte Sie ersuchen, mir diese auch schriftlich auszuhändigen, denn die Informationen sind doch ziemlich umfangreich. Ich möchte mir vorbehalten, noch einmal nachzufragen.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 9/01/12 del 9.12.2011, presentata dal consigliere Leitner, concernente la
distribuzione di energia elettrica. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Während sich in den vergangenen Jahren Land und Gemeinden auf die
Stromproduktion und auf die Konzessionen der Kraftwerke konzentrierten, richtet sich nun das Augenmerk auf die
Stromverteilung. Diesbezüglich stehen im verschiedenen Gemeinden Beschlussfassungen bevor, was einer
grundsätzlichen Information im Vorfeld bedarf.
An die Landesregierung werden folgende Fragen gerichtet:
Welche Rolle spielt die Landesenergiegesellschaft SEL bei den Vorbereitungen zur Übernahme des Verteilernetzes, das die ENEL abgeben muss?
Welche Haltung nimmt dazu der Gemeindeverband ein?
Welche Gemeinden bzw. Bezirksgemeinschaften haben ihr Interesse für eine Übernahme des Stromnetzes
bekundet?
Welche Schritte plant die Landesregierung im Zusammenhang mit der Stromverteilung?
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Gibt es entsprechende Kostenschätzungen und einen vorgeschriebenen Zeitplan für die Umsetzung dieser
Maßnahme? (Wer hat die Kostenschätzungen gemacht und wie schauen sie aus)
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Ich teile nicht ganz Ihre Prämissen,
dass es mehr um die Verteilung geht, denn das Interesse an der Produktion ist nach wie vor sehr groß. Auf jeden
Fall gibt es auch ein Interesse an der Verteilung.
Die SEL ist hundertprozentige Eigentümerin der Tochtergesellschaft SELNET, die das ENEL-Netz gekauft
hat, und zwar aufgrund einer Durchführungsbestimmung aus dem Jahr 1977. In derselben steht, dass das Netz
bei der Erstanwendung an eine Körperschaft übergeht und in der Folge die Gemeinden den Rechtsanspruch haben, das Netz auf ihrem Gemeindegebiet zu erwerben. Mit der Verteilung sind natürlich auch Pflichten verbunden.
Die SEL hat also über die Tochtergesellschaft SELNET die Aufgabe, die zweite Phase zu begleiten und zu gewährleisten, dass die Übertragung an die interessierten Gemeinden erfolgen kann. Der Gemeindenverband seinerseits hat eine Arbeitseingruppe, die diesen Bereich betreut. Im Wesentlichen sind es aber die einzelnen Gemeinden, die sich hier als Akteure einbringen. Die Bezirksgemeinschaften haben keinen Rechtstitel, die Leitungen
zu erwerben, sondern nur die Gemeinden. Wir haben den Gemeinden bis zum 31.12.2011 den Termin gesetzt, die
entsprechenden Anträge zu stellen. Sie erinnern sich daran, dass wir mit dem Finanzgesetz des letzten Jahres
einen Artikel genehmigt haben, in welchem wir festgeschrieben haben, dass die Gemeinden diesen Dienst auch
an Genossenschaften übertragen können. Aufgrund dieser neuen Situation haben wir den Termin für diese Gesuche zur Übernahme der Leitungen auf Mitte Juni dieses Jahres verschoben. Trotzdem gibt es einige Gemeinden,
die bereits Anträge gestellt haben, vor allem Gemeinden aus dem Vinschgau. Man wird dann sehen, welche Gemeinden die Umsetzung konkret betreiben wollen.
Ich möchte auch in Erinnerung rufen, dass die SELNET das Eigentum der Leitungen hat, nicht aber die
Kunden, denn das ist per Gesetz getrennt. Die Kunden werden von der SEL betreut.
Zur letzten Frage. Es geht bei der SELNET um die Sicherheit der Versorgung, um saubere und günstige
Versorgung. Allein für die Sicherheit der Versorgung sind im letzten Jahr circa 20 Millionen Euro investiert worden.
Das Netz ist vor allem im ländlichen Raum stark zu verstärken. Es braucht aber auch weiterhin die Kooperation
mit der Terna, denn die Hochspannung ist das Rückgrat der Versorgung schlechthin. Deshalb braucht es hier
unbedingt einen Vertrag.
LEITNER (Die Freiheitlichen): In Bezug auf die Terna würden mich die entsprechenden Kosten interessieren. Für die Gemeinden ist es natürlich eine große Herausforderung …
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): (unterbricht)
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich habe eigentlich auf die Replik optiert, aber jetzt muss ich doch eine Zusatzfrage stellen. Welche Kosten stehen hier ins Haus?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Natürlich ist bei der Übernahme
des Netzes durch die SELNET ein Kaufpreis bezahlt worden, und zwar 79.000.000 Euro. Der wird jetzt auf Gemeindeebene heruntergebrochen.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 21/01/12 del 16.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, concernente
la SEL spa: limitazione degli stipendi dei dirigenti. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
PÖDER (BürgerUnion): 1. Wir die vom Landtag im Oktober 2009 geforderte Begrenzung der Managergehälter in Landesgesellschaften auf die künftige Führungsspitze der SEL AG angewandt - wenn ja auf welche
Funktionen?
2. Wie hoch werden die Entlohnungen der neuen Verwaltungsrats- und Überwachungsratsmitglieder der
SEL AG sein - wie hoch das Gehalt des Direktors bzw. Vizedirektors?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Die Landesregierung hat die Vergütungen für Inhouse-Gesellschaften definiert, wobei zu sagen ist, dass die SEL keine Inhouse-Gesellschaft ist.
Zu Frage Nr. 2. Der Präsident bekommt ein Brutto-Jahresgehalt von 54.000 Euro, der Vizepräsident ein
solches von 27.000 Euro und die Mitglieder des Verwaltungsrates bekommen jeweils 6.000 Euro. Der Präsident
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des Überwachungsrates bekommt ein Brutto-Jahresgehalt von 12.000 Euro und die anderen beiden Mitglieder
jeweils 8.000 Euro. Das sind dieselben Beträge, die die Vorgänger bekommen haben.
Bezüglich des Direktors möchte ich sagen, dass jetzt die Suche nach einem neuen Direktor beginnt. Dann
wird es auch entsprechende Verhandlungen in Bezug auf die Vergütung geben. Es muss auch noch definiert werden, ob die technische Führung zweigeteilt wird, das heißt, ob es einen Direktor und einen Vizedirektor geben
wird. Das wird sich in den nächsten Wochen verwaltungsintern, das heißt innerhalb der Gesellschaft klären.
PÖDER (BürgerUnion): Danke, Herr Landesrat! Im Prinzip ist es so, dass der Landtag die Begrenzung der
Managergehälter für alle Landesgesellschaften mit mehrheitlicher Landesbeteiligung beschlossen hat. Natürlich
gehört auch die SEL AG dazu. Ich weiß schon, dass die Landesregierung einen sehr restriktiven Beschluss gefasst hat, der im Prinzip nicht dem entspricht, was der Landtag damals gefordert hat. In diesem Sinne müssten
auch bei der SEL Begrenzungen vorgenommen werden.
Herr Präsident, eine Bitte. In Bezug auf die Anfrage Nr. 19 hat Landesrat Widmann erklärt, dass Landesrat
Laimer die zwei Fragen, die ihn betreffen, beantworten würde.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): (unterbricht)
PÖDER (BürgerUnion): Wer hat die Leitung von Lana bis zur MEMC bezahlt?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Die MEMC.
PÖDER (BürgerUnion): Danke!
PRESIDENTE: A causa dell'assenza giustificata dell'assessore Bizzo, l'interrogazione n. 23/1/12 non può
essere trattata e pertanto verrà fornita risposta scritta entro i prossimi 5 giorni.
Passiamo all'interrogazione n. 31/01/12 del 22.12.2011, presentata dai consiglieri Klotz e Knoll, concernente le spese sostenute per il monumento alla vittoria e il bassorilievo del duce a Bolzano. Prego di dare lettura
dell'interrogazione.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Am „Siegesdenkmal“ finden immer noch Renovierungsarbeiten statt,
und das „Duce- Relief“ am Finanzgebäude in Bozen wir weiterhin Nacht für Nacht festlich angestrahlt, damit es ja
jeder sieht und bestaunt!
Warum werden die Renovierungsarbeiten am „Siegesdenkmal“ fortgesetzt, und wie viel wird das Ganze
gekostet haben, wenn es fertig ist?
Wird sich die Landesregierung beim Staat erkundigen, wie er solche Ausgaben angesichts der prekären finanziellen Situation und angesichts der Tatsache, dass beispielsweise in Pompeji einzigartige Kulturdenkmäler
aus Geldmangel dem Verfall preisgegeben werden, rechtfertigt?
Warum wird das „Duce- Relief“ immer noch angestrahlt?
Wie viel kostet diese nächtliche Anstrahlung im Jahr, und wie rechtfertigt die Gemeinde Bozen diese Ausgabe?
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Liebe Frau Klotz, das Siegesdenkmal in Bozen und das Alpini-Denkmal in
Bruneck fallen nach wie vor in die ausschließliche Kompetenz des Staates und seiner peripheren Organe. Es
entzieht sich deshalb unserer Kenntnis, wie viel die Restaurierung des Monumentes letztendlich gekostet hat. Ich
weiß bloß, dass für dieses Doku-Zentrum gut 800.000 Euro zur Verfügung gestellt werden.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Ich kann natürlich den Versuch unternehmen, den neuen Kulturminister diese
zugegebenermaßen provokante Frage zu stellen, aber ob ich darauf eine Antwort bekommen werde, weiß ich
nicht.
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Warum die Beleuchtung des Gerichtsplatzes und damit auch das Reliefs immer noch stattfindet, weiß ich
auch nicht. Es entzieht sich auch meinem Verständnis, warum so etwas nachts beleuchtet wird. Das fällt in die
Kompetenz der Stadtgemeinde Bozen, und ich kann Ihnen nicht sagen, wie viel das kostet. Da müssten Sie den
Bozner Bürgermeister oder die Stadtverwaltung fragen. Jedenfalls teile ich Ihr Unverständnis darüber, dass Geld
für diese nächtliche Beleuchtung ausgegeben wird.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Frau Landesrätin, wie schnöselig Sie das hier abhandeln, zeigt Ihre
ganze Einstellung …
KASSLATTER MUR (SVP): (unterbricht)
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Nein, ich habe diese Anfrage am 22. Dezember eingebracht, und
wenn Sie diese wirklich ernst nehmen würden, dann hätten Sie sie genauer gelesen. Ich bin wirklich erbost! Was
glauben Sie, warum ich meine Fragen so formuliere? Weil ich das Trottele bin und nicht verstehe, dass immer
noch der Staat zuständig ist! Sie hätten die Zeit gehabt, sich zu erkundigen! Was ist hier provokant? Das ist die
Normalität! Das zeigt Ihr Denkverhalten auf, nämlich, dass Sie das nicht ernst nehmen und mit Oberflächlichkeit
drüberfahren, so, wie Sie sich für das sogenannte Dokumentationszentrum einspannen lassen! Sie geben sich
dafür her, dass dieses Denkmal für den Faschismus zu einem Kulturdenkmal wird! Wenn Sie die Sache interessiert, dann hätten Sie bei der Gemeinde nachfragen können. Als Kulturlandesrätin müsste Sie das schon interessieren! Es ist nicht die Anstrahlung des Gerichtsplatzes, und auch daran sieht man, wie wenig Sie den Sachen
nachgehen! Fahren Sie einmal nachts hinaus und schauen Sie hin! Ich muss Sie nur an Ihre Aussage erinnern:
"Wenn das Siegesdenkmal so bleibt wie jetzt, dann sollte es abgetragen werden." Und jetzt geben Sie sich dafür
her, dass es zu einem Kulturdenkmal wird!
PRESIDENTE: A questo punto sono scaduti i 120 minuti dedicati alla trattazione delle interrogazioni su temi
di attualità. Alle interrogazioni non trattate verrà fornita risposta scritta entro i prossimi cinque giorni.
La conferenza dei capigruppo ha deciso all'unanimità di rinviare il punto 2 dell'ordine del giorno, il disegno
di legge provinciale n. 104/11 e trattarlo in maniera congiunta con tutti i disegni di legge, due dei quali sono già
all'ordine del giorno ai punti n. 13 e 119, più un terzo dovrebbe essere licenziato dalla commissione legislativa
competente il 19 gennaio prossimo. Questo tema verrà discusso o a febbraio o a marzo.
Punto 3) dell'ordine del giorno: "Proposta di deliberazione: ratifica della deliberazione della Giunta
provinciale del 12 dicembre 2011, n. 1948: Corte Costituzionale – impugnazione dell’art. 32 della legge 12
novembre f2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(Legge di stabilità 2012)."
Punkt 3 der Tagesordnung: "Beschlussvorschlag: Ratifizierung des Beschlusses der
Landesregierung vom 12. Dezember 2011, Nr. 1948: Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art. 32 des
Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des
mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012)."
Prego di dare lettura della deliberazione della Giunta provinciale.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Im ordentlichen Beiblatt Nr. 234/L zum Gesetzesanzeiger der
Republik Nr. 265 vom 14. November 2011 wurde das Gesetz vom 12. November 2011, Nr. 183
(Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates
(Stabilitätsgesetz 2012) veröffentlicht.
Artikel 32 dieses Gesetzes diktiert die Regeln für den internen Stabilitätspakt für die Regionen und
die autonomen Provinzen von Trient und Bozen und setzt für jede Region und autonome Provinz das
Ausmaß der Einsparung, das im Sinne der Gesetzesdekrete Nr. 98/2011 und Nr. 138/2011 zu
erreichen ist, fest.
Die Regelung des Beitrags dieser Körperschaften an den Zielen der öffentlichen Finanzen wird als
wesentlicher Grundsatz der Koordinierung der öffentlichen Finanzen im Sinne von Artikel 117 Absatz
3 und Artikel 119 Absatz 2 der Verfassung (Absatz 1) qualifiziert.
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Was die Quantifizierung des Beitrags, die Arten der Ausgaben, die berücksichtigt werden, und deren
Anrechnung angeht, ist die Regelung getrennt nach Regionen mit Normalstatut (Absätze 2-9) und
nach Regionen mit Sonderstatut und autonomen Provinzen (Absätze 10-13 und 15). Was die
anderen Aspekte des Pakts – wie Monitoring der Pflichten (Absätze 17-20), Strafen bei
Nichterfüllung (Absätze 21-25) sowie alle anderen Aspekte - angeht, ist eine einheitliche Regelung
vorgesehen.
Absatz 10 legt für jede Region mit Sonderstatut und für die beiden autonomen Provinzen ihren
zusätzlichen Beitrag an den öffentlichen Finanzen fest, wobei für den Bereich der Gesetzesdekrete
Nr. 98/2011 und Nr. 138/2010 insgesamt 2.000 Millionen Euro vorgesehen werden. So wie für die
Regionen mit Normalstatut auch, wurde für das Jahr 2012 der Gesamtbetrag um die Quote bezüglich
der „Robin Tax“ (370 Millionen Euro für die Regionen mit Sonderstatut) reduziert wird.
Alle Körperschaften müssen somit das programmatische Ziel von 2011 reduzieren oder, was die
Region Trentino Südtirol und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen betrifft, den Saldo
verbessern, und zwar um jene Beträge, die in der entsprechenden Tabelle angegeben sind.
Mit den Absätzen 11, 12 und 13 wird für die Regionen mit Sonderstatut die Regelung bezüglich der
vorhergehenden Haushaltsjahre („vereinbarter“ Stabilitätspakt) bestätigt.
Die Durchführung dieser Bestimmungen hat unter Beachtung der Autonomiestatute und
entsprechenden Durchführungsbestimmungen zu erfolgen (Absatz 14).
In Absatz 11 wird bestätigt, dass ein Einvernehmen zwischen jeder einzelnen Körperschaft und dem
Ministerium, das innerhalb 31. Dezember eines jeden vorhergehenden Jahres herzustellen ist,
notwendig ist, um die Gesamthöhe der Auslagen und der Zahlungen festzulegen, damit das bereits
festgelegte Ausmaß der Beteiligung an den Zielen der öffentlichen Finanzen eingehalten wird. Sollte
das Einvernehmen – aus welchem Grund auch immer - nicht innerhalb der festgesetzten Fristen
hergestellt werden, findet die für die Regionen mit Normalstatut festgelegte Regelung Anwendung.
Insbesondere was die Region Trentino Südtirol und die autonomen Provinzen von Trient und Bozen
betrifft, enthält Absatz 12 eine getrennte Regelung für deren Stabilitätspakt. Es wird vorgesehen,
dass die Einsparungsziele in Bezug auf den programmatischen Saldo, anstatt auf das
Gesamtausmaß der Ausgaben, berechnet werden. Für den Rest gilt die Regelung für die anderen
Regionen mit Sonderstatut.
Absatz 13 sieht außerdem vor, dass jene Regionen mit Sonderstatut und die autonomen Provinzen,
die ausschließlich die Befugnisse auf dem Gebiet der Lokalfinanzen ausüben, die Regelung für den
Stabilitätspakt der örtlichen Körperschaften auf ihrem Gebiet erlassen. Unternehmen die Regionen
bzw. Provinzen nichts, so finden die allgemeinen Regeln für die örtlichen Körperschaften
Anwendung.
Absatz 17 regelt - ab 2013 - den s.g. „integrierten regionalen Pakt“, der es den einzelnen Regionen
und den autonomen Provinzen ermöglicht, mit dem Staat die Modalitäten für das Erreichen der
eigenen Ziele, mit Ausnahme der Gesundheitskomponente, und jene der örtlichen Körperschaften
auf ihrem Gebiet, nach Abschluss des Abkommens mit dem Rat der Gemeinden, zu vereinbaren.
Werden die vereinbarten Ziele insgesamt nicht eingehalten, so müssen die Regionen und
autonomen Provinzen im folgenden Jahr mehr beitragen. Dieser höhere Beitrag entspricht der
Differenz zwischen dem Gesamtziel und dem Gesamtresultat.
Die Absätze von 18 bis 21 enthalten die Fristen und die Modalitäten für das Monitoring der Pakts für
die Regionen und die autonomen Provinzen.
Die Regionen und die autonomen Provinzen müssen alle drei Monate dem Wirtschafts- und
Finanzministerium, Informationen über den Verlauf der Kompetenz- und der Kassengebarung liefern.
Zwecks Prüfung des Pakts müssen sie außerdem die entsprechende Bescheinigung übermittelt. Die
unterlassene Übermittlung der Bescheinigung kommt einer Nichteinhaltung des Pakts gleich und
wird gleich wie die Nichtbeachtung der Einsparungsziele bestraft. Die verspätete Übermittlung der
Bestätigung, sofern sie die Einhaltung des Pakts bescheinigt, wird mit dem Verbot, Personal
aufzunehmen, bestraft.
Die technischen Modalitäten des Monitoring und der Bescheinigung werden vom Wirtschafts- und
Finanzminister, nach Anhören der Staat-Regionen-Konferenz, festgelegt.
Die Absätze von 22 bis 26 sehen die Strafregelung für die Körperschaften, die den internen
Stabilitätspakt nicht einhalten, vor.
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Absatz 22 verweist auf die Aufzählung der von Artikel 7 des gesetzesvertretenden Dekrets vom 6.
September 2011, Nr. 149 (Straf- und Belohnungsmechanismen bezüglich den Regionen, Provinzen
und Gemeinden in Durchführung der Delegierung zur Umsetzung des Steuerföderalismus)
vorgesehenen Strafen.
Absatz 26, hingegen, verfügt die Nichtigkeit aller Akten, die von den Regionen und den autonomen
Provinzen in Umgehung des Pakts gesetzt werden.
Der 6. Titel des Autonomiestatuts erkennt der Region Trentino Südtirol und den autonomen
Provinzen von Trient und Bozen eine besondere Finanzautonomie zu.
Mit der Vereinbarung von Mailand aus dem Jahre 2009 haben die Region Trentino-Südtirol und die
autonomen Provinzen von Trient und Bozen mit der Regierung die Änderung des VI. Abschnittes des
Autonomiestatuts, welcher eben die Finanz-bestimmungen enthält, gemäß dem von Artikel 104
desselben Statuts vorgesehenen, verstärkten Verfahren vereinbart.
Dieses Einvernehmen hat laut Artikel 2 Absätze von 106 bis 126 des Gesetzes vom 23. Dezember
2009, Nr. 191 (Finanzgesetz 2010) zu einem neuen System der Beziehungen zum Staat im Bereich
Finanzen, auch in Durchführung des Umgestaltungsprozesses in Richtung Föderalismus auf der
Grundlage des Gesetzes vom 5. Mai 2009, Nr. 42 (Delegierung der Regierung auf dem Gebiet des
Steuerföderalismus, in Durchführung von Artikel 119 der Verfassung), geführt. In Absatz 106 wird
ausdrücklich darauf hingewiesen, dass die Bestimmungen in den Absätzen 107 bis 125 im Sinne und
für die Wirkungen des Artikels 104 des Autonomiestatuts genehmigt sind, weshalb die die besagten
statutarischen Maßstäbe und die dazu erlassenen Bestimmungen berücksichtigt werden müssen.
Der statutarische Rahmen auf dem Gebiet der Finanzen ist unter anderem dadurch charakterisiert,
dass ausdrücklich vorgesehen wird, dass sich die Region und die autonomen Provinzen an der
Verwirklichung der Ausgleichs- und Solidaritätsgrundsätze sowie zur Erfüllung der finanziellen
Verpflichtungen, die von der gemeinschaftlichen Ordnung, vom internen Stabilitätspakt und von
anderen, in staatlichen Vorschriften vorgesehenen Maßnahmen zur Koordinierung der öffentlichen
Finanzen herrühren, beitragen.
Es wird ausdrücklich vorgesehen, dass in der Provinz nur die Bestimmungen über die Verwirklichung
der Ziele des Finanzausgleichs und der Solidarität sowie über die Einhaltung der Verpflichtungen aus
dem internen Stabilitätspakt, die vom Autonomiestatut vorgesehen sind, Anwendung finden und nicht
auch die staatlichen Bestimmungen über die Verwirklichung dieser Ziele, so das die für die Regionen
und anderen Körperschaften des restlichen Staatsgebietes vorgesehenen Maßnahmen keine
Anwendung finden.
Artikel 79 des Autonomiestatuts, der die Grenzen und die Modalitäten dieses Beitrags definiert,
besagt nämlich Folgendes:
„(1) Die Region und die Provinzen tragen zur Verwirklichung der Ziele des Finanzausgleichs und der
Solidarität und zur Ausübung der davon abgeleiteten Rechte und Pflichten sowie zur Erfüllung der
finanziellen Verpflichtungen, die von der gemeinschaftlichen Ordnung, vom internen Stabilitätspakt
und von anderen, in staatlichen Vorschriften vorgesehenen Maßnahmen zur Koordinierung der
öffentlichen Finanzen herrühren, bei:
a) mit der vorgenommenen Abschaffung des Ersatzbetrages für die Mehrwertssteuer auf die Einfuhr
und der Zuweisungen aus staatlichen Sektorengesetzen,
b) mit der vorgenommenen Abschaffung des nach Artikel 78 zustehenden Betrags,
c) mit dem weiteren finanziellen Beitrag zum Ausgleich der öffentlichen Finanzen durch die
Übernahme der finanziellen Verpflichtungen aus der Ausübung von staatlichen Funktionen, auch der
delegierten, die im Einvernehmen mit dem Ministerium für Wirtschaft und Finanzen festgelegt
werden, sowie ab dem Jahre 2010 mit der Finanzierung von Initiativen und Projekten, die auch
angrenzende Gebiete einbeziehen, durch jede Provinz mit insgesamt 100 Millionen Euro jährlich. Die
Übernahme der Kosten von 100 Millionen jährlich gilt auch dann, wenn die Kosten für die
Maßnahmen in den angrenzenden Gebieten für ein bestimmtes Jahr weniger als insgesamt 40
Millionen Euro betragen,
d) mit den in Absatz 3 bestimmten Modalitäten der Koordinierung der öffentlichen Finanzen.
(2) Die Maßnahmen laut Absatz 1 können nur mit dem Verfahren laut Artikel 104 geändert werden
und bis zur allfälligen Änderung bilden sie den Beitrag zur Erreichung der Ziele der öffentlichen
Finanzen laut Absatz 1.
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(3) Um den Beitrag zur Erreichung der Ziele der öffentlichen Finanzen zu gewährleisten, vereinbaren
die Region und die autonomen Provinzen mit dem Minister für Wirtschaft und Finanzen die aus dem
internen Stabilitätspakt erwachsenden Verpflichtungen, unter Bezugnahme auf die im jeweiligen
Zeitraum zu erreichenden Haushaltsergebnisse. Unbeschadet der allgemeinen Ziele der öffentlichen
Finanzen, steht es den Provinzen zu, die aus dem internen Stabilitätspakt resultierenden
Verpflichtungen festzulegen und die Koordinierungsbefugnisse gegenüber den örtlichen
Körperschaften, den eigenen Anstalten und sonstigen instrumentalen Einrichtungen, den Sanitätsbetrieben, den nicht staatlichen Universitäten laut Artikel 17 Absatz 120 des Gesetzes vom 15.
Mai 1997, Nr. 127 , den Handels- Industrie und Landwirtschaftskammern und den anderen
Körperschaften oder Einrichtungen mit regional oder provinzial geregelter institutionellen Ordnung,
die von der Region bzw. der jeweiligen Provinz auf ordentlichem Wege finanziert werden,
wahrzunehmen. Die für die Regionen und die anderen Körperschaften im restlichen Staatsgebiet
ergriffenen Maßnahmen finden keine Anwendung. Ab dem Jahre 2010 werden die Ziele des internen
Stabilitätspakts, auch unter Berücksichtigung der positiven Effekte in Bezug auf die Nettoverschuldung, die sich aus der Anwendung dieses Artikels und der entsprechenden
Durchführungsbestimmungen ergeben, festgesetzt. Die Provinzen wachen über die Erreichung der
Ziele der öffentlichen Finanzen seitens der Körperschaften, Anstalten und anderen Einrichtungen
laut diesem Absatz und üben über diese auch die nachträgliche Gebarungskontrolle aus, wobei sie
der zuständigen Sektion des Rechnungshofes über die entsprechenden Ergebnisse berichten.
(4) Die staatlichen Bestimmungen über die Verwirklichung der Ziele des Finanzausgleichs und der
Solidarität sowie über die Einhaltung der Verpflichtungen aus dem internen Stabilitätspakt finden
bezüglich der Region und der autonomen Provinzen keine Anwendung und sind auf jeden Fall durch
die Bestimmungen dieses Artikels ersetzt. Die Region und die autonomen Provinzen sorgen für die
Koordinierung der öffentlichen Finanzen, wie sie in einschlägigen gesetzlichen Bestimmungen des
Staates vorgesehen sind, indem sie die eigene Gesetzgebung den Grundsätzen anpassen, die die
von den Artikeln 4 und 5 gesetzten Grenzen darstellen.“
Artikel 83 des Autonomiestatuts, so wie er mit dem Gesetz vom 23. Dezember 2009, Nr. 191, im
Sinne von Artikel 104 des Autonomiestatuts geändert wurde, sieht außerdem vor, dass die Region
und die Provinzen die eigene Gesetzgebung der staatlichen Gesetzgebung auf dem Sachgebiet
Harmonisierung der öffentlichen Haushalte anpassen. Laut Artikel 16 des gesetzesvertretenden
Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 268, „Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für TrentinoSüdtirol über das Finanzwesen auf regionaler und provinzialer Ebene“, steht es den autonomen
Provinzen zu, Bestimmungen auf dem Sachgebiet der Haushalte, der Rechnungslegungen, der
Vermögens-verwaltung und der Verträge derselben und der von diesen abhängigen Körperschaften
und Anstalten zu erlassen.
Und schließlich werden laut Artikel 75 des Autonomiestatuts den autonomen Provinzen die in ihrem
Gebiet eingehobenen Anteile am Ertrag der Steuereinnahmen des Staates zu (Register- und
Stempelsteuern sowie der Gebühren für staatliche Konzessionen, Steuer auf den Verbrauch von
Tabakwaren, Mehrwertsteuer, Akzise auf Benzin, auf das als Kraftstoff verwendete Gasöl und auf
das als Kraftstoff verwendete Flüssiggas sowie Akzisen auf andere energetische Produkte, die dort
konsumiert werden) und auf jeden Fall neun Zehntel aller anderen direkten oder indirekten, wie
immer benannten Einnahmen aus Staatssteuern, die nicht bereits angeführt wurden, zuerkannt.
Die Durchführungsbestimmungen zum Autonomiestatut regeln genau jene Fälle, in denen die
Erträge dem Staatshaushalt vorbehalten sind (Artikel 9, 10 und 10bis des Gv.D. Nr. 268/1992).
Es ist offensichtlich, dass Artikel 32 die Gesamtheit der Bestimmungen ändert, die im Jahre 2009
von der Region Trentino-Südtirol und den autonomen Provinzen von Trient und Bozen mit der
Regierung vereinbart wurden, um ihren Beitrag an den Zielsetzungen der öffentlichen Finanzen und
um die Umsetzung des s.g. Steuerföderalismus zu definieren.
Diese staatliche Bestimmung, die noch dazu in einem ordentlichen Gesetz und somit in einer
ordentlicher Rechtsquelle enthalten sind, bringen substantielle Änderungen von Bestimmungen des
Autonomiestatus, von Durchführungsbestimmungen und von Bestimmungen des Statuts auf dem
Gebiet der Finanzen mit sich, ohne dass die paritätischen Verfahren - wie sie von den Artikeln 103,
104 und 107 des Autonomiestatus vorgesehen sind – eingehalten wurden, wodurch die
entsprechenden Parameter verletzt werden.
28
Sicherlich können mit dieser Bestimmung, eben weil es sich um eine ordentliche Rechtsquelle
handelt, die auf keinem Einvernehmen basiert, nicht ranghöhere Rechtsquellen, so wie es die
Bestimmungen, die im Sinne der Artikel 104 und 107 des Autonomiestatuts erlassen wurden,
geändert werden.
Und eine staatliche Regelung, welche die unverzügliche und direkte Anwendung von staatlichen
Bestimmungen vorsieht, verletzt auch Artikel 107 des Autonomiestatuts und den Grundsatz der
loyalen Zusammenarbeit, da dadurch die Landesordnung einseitig durch den Staat geändert wird.
Diese Bestimmung verändert nicht nur die Höhe der Beteiligung der Autonomen Provinz Bozen zum
Ausgleich der öffentlichen nationalen Finanzen, sondern verletzt auf jeden Fall den 6. Titel des
Autonomiestatuts, und insbesondere Artikel 79, sowie Artikel 104 Absatz 1 desselben
Autonomiestatuts, eben weil dieser keinerlei Einvernehmen oder Abkommen zwischen der
Regierung und dem Land vorausgegangen ist. Artikel 104 des Autonomiestatutes besagt nämlich,
dass die die Bestimmungen des VI. Abschnittes des Autonomiestatuts nur auf einvernehmlichen
Antrag der Regierung und, je nach Zuständigkeit, der Region oder der beiden Provinzen mit einfachem Staatsgesetz abgeändert werden können (siehe Urteil des Verfassungsgerichtshofes Nr.
133/2010).
Eine Änderung ist auch nicht mit der Behauptung, die Regelung des Beitrags der Regionen und der
autonomen Provinzen an den Zielen der öffentlichen Finanzen würde einen wesentlichen Grundsatz
der Koordinierung der öffentlichen Finanzen im Sinne von Artikel 117 Absatz 3 und Artikel 119
Absatz 2 der Verfassung darstellen, zu rechtfertigen. Der Verfassungsgerichtshof hat nämlich zum
einen geklärt, dass nur jene Bestimmungen, die tatsächlich wesentliche Grundsätze der
Koordinierung der öffentlichen Finanzen darstellen, auch für die lokalen Autonomien verbindlich sind
(anfänglich mit Urteil Nr. 169/2007 und letzthin mit Urteil Nr. 229/2011), und zum anderen, dass die
vom Gesetzgeber vorgenommene Qualifizierung nicht verbindlich ist, wenn die Bestimmungen in der
Substanz nicht den erklärten Charakter aufweisen (Urteil Nr. 354/19944 und vorhergehende, die in
diesem genannt werden; Urteil Nr. 482/1995).
Artikel 32 verletzt für jenen Teil, in welchem vorgesehen ist, dass die allgemeine Regelung auch in
der Autonomen Provinz Bozen direkt und sofort Anwendung finden, sollte kein Einvernehmen – aus
welchem Grund auch immer - innerhalb der festgesetzten Fristen hergestellt werden, die Artikel 79
und 83 des Autonomiestatuts, so wie sie gemäß dem Verfahren laut Artikel 104 des
Autonomiestatuts geändert wurden, sowie Artikel 2 des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 266/1992,
insbesondere was die weitere Anwendung der Landesordnung angeht; dies in Zusammenhang mit
Artikel 16 des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 268/1992. Die Relevanz dieser Bestimmungen als
Parameter für ein Verfassungsmäßigkeits-verfahren ist von der einschlägigen Rechtsprechung des
Verfassungsgerichts-hofes anerkannt worden. Dieser vertritt die Auffassung, dass auch die
Durchführungs-bestimmungen zum Statut (im konkreten Fall, gesetzesvertretendes Dekret Nr.
268/1992) so wie die Bestimmungen des Statuts selbst, und auch jene Bestimmungen, die gemäß
dem besonderen Verfahren laut Artikel 104 zur Änderung und Ergänzung des 6. Titels des Statuts
erlassen wurden, als Parameter herangezogen werden können (für alle, Urteil Nr. 263/2005, welches
in Punkt 4 der Rechtserwägungen auf die Urteil Nr. 36, Nr. 356 und Nr. 366 aus dem Jahre 1992, Nr.
165/1994, Nr. 458/1995, Nr. 520/2000, Nr. 334 und Nr. 419 aus dem Jahre 2001, sowie Nr. 28 und
Nr. 267 aus dem Jahre 2003 verweist).
Was die Beziehungen zwischen staatlichen Gesetzgebungsakten und Landesgesetzen auf
Sachgebieten von Landeszuständigkeit angeht, sieht Artikel 2 des gesetzesvertretenden Dekrets
vom 16. März 1992, Nr. 266, „Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol
über die Beziehung zwischen staatlichen Gesetzgebungsakten und Regional- und Landesgesetzen
sowie über die staatliche Ausrichtungs- und Koordinierungsbefugnis“, für die autonomen Provinzen
nicht die unmittelbare Anwendbarkeit staatlicher Bestimmungen, sondern nur die Verpflichtung vor,
die Gesetzgebung den Grundsätzen und Bestimmungen, die die in den Artikeln 4 und 5 des
Sonderstatutes angeführten Grenzen darstellen (somit für die Sachgebiete von ausschließlicher Gesetzgebungsbefugnis, die grundlegenden Bestimmungen der wirtschaftlich-sozialen Reformen, und
für die Sachgebiete von konkurrierender Gesetzgebungsbefugnis, die Bestimmungen, die als
Grundsätze gelten), innerhalb von sechs Monate nach Veröffentlichung des Gesetzgebungsakt des
Staates im Gesetzblatt der Republik oder innerhalb der darin festgelegten längeren Frist
29
anzupassen. Die Durchführungsbestimmung sieht vor, dass bis dahin die bestehenden
Gesetzesbestimmungen des Landes weiterhin Anwendung finden.
Im
Spezifischen
sind
die
Gesetzgebungs-befugnisse
und
die
entsprechenden
Verwaltungsbefugnisse auf die Zuständigkeiten auf dem Sachgebiet Ordnung der Landesämter und
des zugeordneten Personals (Artikel 8 Punkt 1) und auf die vom 6. Titel des Autonomiestatus,
insbesondere Artikel 83, sowie entsprechende Durchführungsbestimmungen (Gv.D. vom 16. März
1992, Nr. 268, insbesondere Artikel 16)
zuerkannte Finanzautonomie zurückzuführen. Für
substantielle Aspekte sind auch die konkurrierenden Gesetzgebungsbefugnisse auf dem Sachgebiet
der Lokalfinanzen (Artikel 80 und 81 des Autonomiestatuts) in Bezug auf die Buchhaltung der Lokalkörperschaften sowie jene auf dem Sachgebiet Hygiene und Gesundheit (Artikel 9 Punkt 10), mit der
vollständigen Finanzierung des Gesundheits-wesens zu Lasten des Landeshaushalts was die
Gesundheitskörperschaften betrifft von Bedeutung (Verfassungsgerichtshof, Urteil Nr. 341/2009,
Punkt 6 der Rechtserwägungen).
Was die Phase der fehlenden, fristgerechten Anpassung der besagten Verfahren angeht, verletzt
die vorgesehene sofortige und direkte Anwendung der staatlichen Bestimmungen die statutarische
Ordnung auch unter einem anderen Gesichtspunkt.
In der statutarischen Ordnung ist keine Frist für den Erlass von „gestärkten Gesetzen“ im Sinne von
Artikel 104 des Autonomiestatuts vorgesehen, die für die Änderung des derzeit gültigen Artikels 79
des Autonomiestatuts notwendig wäre. Das besondere paritätische Verfahren verlangt ein vorheriges
Einvernehmen, das aufgrund seiner Natur nicht durch Fristen bedingt oder unterworfen werden kann,
insbesondere dann, wenn es einseitig von einem ordentlichen Staatsgesetz vorgesehen wird.
Somit verletzt diese Regelung die statutarische Ordnung, da ohne ein Einvernehmen herzustellen,
detallierte Regeln, die unter bestimmten Bedingungen sofort anwendbar sind, aufgestellt werden;
dies in Verletzung der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts (Verfassungsgerichtshof, Urteil
Nr. 133/2010).
Auch was die Strafen wegen nicht Einhaltung des internen Stabilitätspakts für die Provinzen und die
örtlichen Körperschaften ihres Territoriums angeht, kann ein ordentliches Staatsgesetz nicht einseitig
deren Inhalt definieren.
Für die örtlichen Körperschaften ist diese Regelung auch mit den Bestimmungen des Artikels 79
Absatz 3 des Autonomiestatuts unvereinbar. Dieser behält es den Provinzen vor, für die eigenen
örtlichen Körperschaften die aus dem internen Stabilitätspakt resultierenden Verpflichtungen
festzulegen und die Koordinierungsbefugnisse gegenüber diesen auszuüben; dies in Bezug auf die
statutarische Zuständigkeit der Provinz auf dem Sachgebiet der Lokalfinanzen (Artikel 80 und 81,
sowie entsprechende Durchführungsbestimmungen laut gesetzesvertretendem Dekret vom 16. März
1992, Nr. 268, insbesondere Artikel 17 und 18).
Und angesichts der Besonderheit der gegenständlichen Bestimmungen besteht Gefahr, dass damit
die Forderung der staatlichen Verwaltung legitimiert werden könnte, Mehreinnahmen steuerlicher
Natur, die auf Landesebene eingenommen werden, der Staatskasse vorzubehalten, obwohl Absatz
14 in den Regionen mit Sonderstatut und den autonomen Provinzen die Einhaltung des
Autonomiestatuts und der entsprechenden Durchführungsbestimmungen sicherstellt.
Auf jeden Fall sind Bestimmungen einfacher Gesetze, die einseitig Bestimmungen, die paritätisch im
Sinne der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts ausgearbeitet wurden, verletzend.
Da die besagte Bestimmung somit die Finanzautonomie des Landes und die Grundsätze der
Vernünftigkeit und der loyalen Zusammenarbeit verletzen, ist es notwendig, sie vor dem
Verfassungsgerichtshof anzufechten und sich aufgrund der Dringlichkeit der Befugnis laut Artikel 54
Absatz 1 Ziffer 7) des Dekrets des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, zu
bedienen.
Dies vorausgeschickt und gestützt auf Artikel 127 Absatz 2 der Verfassung, ersetzt durch Artikel 8
des Verfassungsgesetzes Nr. 3/2001, Artikel 10 des Verfassungsgesetzes Nr. 3/2001, Artikel 98 des
Dekrets des Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, und die Artikel 31, 32, 34 und
36 des Gesetzes vom 11. März 1953, Nr. 87,
beschließt
DIE LANDESREGIERUNG
mit Stimmeneinhelligkeit, die in gesetzlich vorgeschriebener Form zum Ausdruck gebracht wird:
30
Artikel 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183 (Bestimmungen über das Erstellen des
jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates (Stabilitätsgesetz 2012) vor dem
Verfassungsgerichtshof anzufechten; dies wegen Verletzung:
der Artikel 8 Nr. 1), 9 Nr. 10) und 16 des Autonomiestatuts für Trentino Südtirol, im mit Dekret des
Präsidenten der Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, genehmigten Text in geltender Fassung,
des 6. Titels des Autonomiestatuts, insbesondere Artikel 75, 79, 80, 81 und 83,
der Artikel 103, 104 und 107 des Autonomiestatuts,
der entsprechenden Durchführungs-bestimmungen, unter anderem des D.P.R. 15. Juli 1988, Nr. 305
(Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für die Region Trentino-Südtirol für die Errichtung
der Kontrollsektionen des Rechnungshofes von Trient und von Bozen und für das ihnen zugeteilte
Personal); des gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März 1992, Nr. 266 (Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol über die Beziehung zwischen staatlichen
Gesetzgebungs-akten und Regional- und Landesgesetzen sowie über die staatliche Ausrichtungsund Koordinierungsbefugnis), insbesondere Artikel 2; gesetzesvertretenden Dekrets vom 16. März
1992, Nr. 268 (Durchführungs-bestimmungen zum Sonderstatut für Trentino-Südtirol über das
Finanzwesen auf regionaler und provinzialer Ebene), insbesondere Artikel 9, 10, 10bis und 16,
des Artikels 2 Absatz 106 des Gesetzes vom 23. Dezember 2009, Nr. 191,
der Grundsätze der Vernünftigkeit und loyalen Zusammenarbeit,
mit der Vertretung und Verteidigung der Autonomen Provinz Bozen im entsprechenden Verfahren
Prof. RA Dr. Roland Riz, aus Bozen, und Prof. RA Dr. Giuseppe Franco Ferrari aus Pavia zu
betrauen und das Domizil bei Letzterem in 00186 Rom, Via di Ripetta 142, zu erwählen, und den
Landeshauptmann zu ermächtigen, diesen Verteidigern die nötigen Vollmachten zu erteilen,
eine beglaubigte Kopie des gegenständlichen Beschlusses der Präsidentin des Südtiroler Landtages
zu übermitteln, damit dieser in der ersten darauf folgenden Sitzung dem Landtag zur Ratifizierung im
Sinne und für die Wirkungen von Artikel 54 Absatz 1 Ziffer 7) des Dekrets des Präsidenten der
Republik vom 31. August 1972, Nr. 670, vorgelegt wird.
---------Nel Supplemento Ordinario n. 234/L alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 265 del 14 novembre
2011, è stata pubblicata la legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012).
L'articolo 32 di tale legge detta le regole del patto di stabilità interno per le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano e definisce, per ciascuna regione e provincia autonoma, la misura
del risparmio da conseguire in conformità a quanto stabilito dai decreti legge n. 98 del 2011 e n. 138
del 2011.
La disciplina del contributo di tali enti agli obiettivi di finanza pubblica viene qualificato come principio
fondamentale di coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119,
secondo comma, della Costituzione (comma 1).
La disciplina è dettata separatamente per le regioni a statuto ordinario (commi 2-9) e per le regioni a
statuto speciale e le due province autonome (commi 10-13 e 15) quanto alla quantificazione del
contributo, alla tipologie di spese considerate e alle modalità di computo delle stesse; mentre è
comune a tutte le regioni la disciplina concernente altri aspetti del patto tra cui il monitoraggio degli
adempimenti (commi 17-20) e le sanzioni previste in caso di inadempienza (commi 21-25) e tutti gli
altri aspetti.
Il comma 10 determina per ciascuna regione a statuto speciale e ciascuna provincia autonoma il
contributo aggiuntivo di finanza pubblica determinato complessivamente per il comparto dai decreti
legge n. 98 del 2011 e n. 138 del 2011 in 2.000 milioni di euro. Come nel caso delle regioni a statuto
ordinario, per il 2012 l'importo complessivo è stato diminuito della quota relativa alla “Robin Tax”
(fissata per le regioni a statuto speciale in 370 milioni di euro).
Ciascun ente dovrà quindi ridurre l'obiettivo programmatico del 2011 o migliorare il proprio saldo, nel
caso della Regione Trentino Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano,
dell'importo indicato nella relativa tabella.
I commi 11, 12 e 13 confermano per le regioni a statuto speciale la disciplina dei precedenti esercizi
finanziari, concernente il patto di stabilità 'concordato'.
31
L'attuazione di queste disposizioni deve avvenire nel rispetto dei rispettivi statuti speciali e delle
relative norme di attuazione (comma 14).
Il comma 11 conferma la necessità della definizione dell'intesa tra ciascun ente e il Ministero – da
raggiungere entro il 31 dicembre di ciascun anno precedente - per determinare il livello complessivo
delle spese e dei pagamenti, in modo tale che venga rispetta la misura del concorso agli obiettivi di
finanza pubblica già determinato. Viene confermata l’applicazione della disciplina stabilita per le
regioni a statuto ordinario qualora – per qualsiasi causa – l’intesa non sia raggiunta entro il termine
definito.
In particolare, quanto alla Regione Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e di
Bolzano, il comma 12 disciplina separatamente il loro patto di stabilità, prevedendo che gli obiettivi di
risparmio sono calcolati in riferimento al saldo programmatico, anziché sul complesso delle spese;
per il resto la disciplina ricalca quella comune alle altre regioni a statuto speciale.
Il comma 13 dispone che le regioni a statuto speciale e le province autonome che esercitano in via
esclusiva le funzioni in materia di finanza locale, definiscono la disciplina del patto di stabilità per gli
enti locali dei rispettivi territori e che, qualora le regioni o le province non provvedano, si applicano le
regole generali per gli enti locali.
Il comma 17 disciplina, a decorrere dal 2013, il c.d. "patto regionale integrato" che consentirà alle
singole regioni e alle province autonome di concordare con lo Stato le modalità di raggiungimento dei
propri obiettivi, esclusa la componente sanitaria, e quelli degli enti locali del proprio territorio, previo
accordo concluso in sede di Consiglio delle autonomie locali. In caso di mancato rispetto degli
obiettivi complessivi concordati, le regioni e le province autonome rispondono attraverso un maggior
concorso delle stesse, nell'anno successivo, in misura pari alla differenza tra l'obiettivo complessivo
e il risultato complessivo conseguito.
I commi da 18 a 21 riguardano termini e modalità del monitoraggio del patto per le Regioni e per le
Province autonome.
Le regioni e le province autonome hanno l’obbligo di trasmettere al Ministero dell’economia e delle
finanze, con cadenza trimestrale, le informazioni relative agli andamenti della gestione di
competenza e di quella di cassa. Ai fini della verifica del Patto, inoltre, hanno l’obbligo di inviare la
relativa certificazione. La mancata trasmissione della certificazione costituisce inadempimento del
Patto ed è sanzionata al pari del mancato rispetto dell’obiettivo di risparmio. Qualora invece la
certificazione sia trasmessa in ritardo ma attesti il rispetto del Patto, si applica la sola sanzione del
divieto di assunzione di personale.
Le modalità tecniche del monitoraggio e della certificazione sono definite dal Ministero dell’economia
e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni.
I commi da 22 a 26 disciplinano il sistema sanzionatorio per gli enti inadempienti al patto di stabilità
interno.
Il comma 22 rinvia all'elenco di sanzioni previste dall'articolo 7 del decreto legislativo 6 settembre
2011, n. 149, recante meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni in
attuazione della delega per l'attuazione del federalismo fiscale.
Il comma 26, invece, dispone la nullità degli atti degli atti elusivi del patto posti in essere dalle
Regioni e dalle Province autonome.
Il Titolo VI dello Statuto speciale di autonomia riconosce alla Regione Trentino Alto Adige ed alle
Province autonome di Trento e Bolzano una particolare autonomia di carattere finanziario.
Con l’Accordo di Milano del 2009, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e
di Bolzano hanno concordato con il Governo la modificazione del Titolo VI dello Statuto di
autonomia, recante appunto le disposizioni di carattere finanziario, secondo la procedura rinforzata
prevista dall’articolo 104 dello Statuto medesimo.
La predetta intesa ha, quindi, portato, ai sensi dell’articolo 2, commi da 106 a 126, della legge 23
dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2009), ad un nuovo sistema di relazioni finanziarie con lo
Stato, anche in attuazione del processo di riforma in senso federalista contenuto nella legge 5
maggio 2009, n. 42 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo
119 della Costituzione). Il comma 106 ricorda espressamente che le disposizioni recate dai commi
da 107 a 125 sono approvate ai sensi e per gli effetti del predetto articolo 104 dello Statuto speciale,
per cui vanno rispettati i predetti parametri statutari e le relative norme interposte.
32
Il quadro statutario in materia finanziaria si caratterizza, tra l’altro, per la previsione espressa di una
disposizione volta a disciplinare il concorso della regione e delle province autonome al
conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, nonché all’assolvimento degli obblighi
di carattere finanziario posti dall’ordinamento comunitario, dal patto di stabilità interno e dalle altre
misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dalla normativa statale.
È previsto espressamente che nella provincia trovano applicazione le sole disposizioni
sull’attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidarietà nonché quelle relative al rispetto degli
obblighi derivanti dal patto di stabilità interno previste dallo Statuto speciale e non altre definite dalla
legge dello Stato, per cui non si applicano le misure adottate per le regioni e per gli altri enti nel
restante territorio nazionale.
Invero, l’articolo 79 dello Statuto, che definisce i termini e le modalità di tale concorso, così dispone:
“(1) La regione e le province concorrono al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di
solidarietà e all’esercizio dei diritti e doveri dagli stessi derivanti nonché all’assolvimento degli
obblighi di carattere finanziario posti dall’ordinamento comunitario, dal patto di stabilità interno e dalle
altre misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dalla normativa statale:
a) con l’intervenuta soppressione della somma sostitutiva dell’imposta sul valore aggiunto
all’importazione e delle assegnazioni a valere su leggi statali di settore;
b) con l’intervenuta soppressione della somma spettante ai sensi dell’articolo 78;
c) con il concorso finanziario ulteriore al riequilibrio della finanza pubblica mediante l’assunzione di
oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, anche delegate, definite d’intesa con il Ministero
dell’economia e delle finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti, relativi anche ai
territori confinanti, complessivamente in misura pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno
2010 per ciascuna provincia. L’assunzione di oneri opera comunque nell’importo di 100 milioni annui
anche se gli interventi nei territori confinanti risultino per un determinato anno di un importo inferiore
ai 40 milioni di euro complessivi;
d) con le modalità di coordinamento della finanza pubblica definite al comma 3.
(2) Le misure di cui al comma 1 possono essere modificate esclusivamente con la procedura
prevista dall’articolo 104 e fino alla loro eventuale modificazione costituiscono il concorso agli
obiettivi di finanza pubblica di cui al comma 1.
(3) Al fine di assicurare il concorso agli obiettivi di finanza pubblica, la regione e le province
concordano con il Ministro dell’economia e delle finanze gli obblighi relativi al patto di stabilità interno
con riferimento ai saldi di bilancio da conseguire in ciascun periodo. Fermi restando gli obiettivi
complessivi di finanza pubblica, spetta alle province stabilire gli obblighi relativi al patto di stabilità
interno e provvedere alle funzioni di coordinamento con riferimento agli enti locali, ai propri enti e
organismi strumentali, alle aziende sanitarie, alle università non statali di cui all’articolo 17, comma
120, della legge 15 maggio 1997, n. 127 , alle camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura e agli altri enti o organismi ad ordinamento regionale o provinciale finanziati dalle stesse
in via ordinaria. Non si applicano le misure adottate per le regioni e per gli altri enti nel restante
territorio nazionale. A decorrere dall’anno 2010, gli obiettivi del patto di stabilità interno sono
determinati tenendo conto anche degli effetti positivi in termini di indebitamento netto derivanti
dall’applicazione delle disposizioni recate dal presente articolo e dalle relative norme di attuazione.
Le province vigilano sul raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica da parte degli enti di cui al
presente comma ed esercitano sugli stessi il controllo successivo sulla gestione dando notizia degli
esiti alla competente sezione della Corte dei conti.
(4) Le disposizioni statali relative all’attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, nonché
al rispetto degli obblighi derivanti dal patto di stabilità interno, non trovano applicazione con
riferimento alla regione e alle province e sono in ogni caso sostituite da quanto previsto dal presente
articolo. La regione e le province provvedono alle finalità di coordinamento della finanza pubblica
contenute in specifiche disposizioni legislative dello Stato, adeguando la propria legislazione ai
principi costituenti limiti ai sensi degli articoli 4 e 5.”
Nello Statuto speciale l’articolo 83, come modificato dalla legge 23 dicembre 2009, n. 191, ai sensi
dell’articolo 104 dello Statuto speciale, prevede inoltre che la regione e le province adeguano la
propria normativa alla legislazione dello Stato in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici. Nella
normativa di attuazione statutaria alle province autonome è attribuita la potestà di emanare norme in
33
materia di bilanci, di rendiconti, di amministrazione del patrimonio e di contratti delle medesime e
degli enti da esse dipendenti (articolo 16 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 recante
“Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino – Alto Adige in materia di finanza regionale
e provinciale”).
Ed, infine, l’articolo 75 dello Statuto attribuisce alle Province autonome le quote di gettito delle
entrate tributarie dello Stato indicate dallo Statuto e percette nei rispettivi territori (imposte di registro
e di bollo, tasse di concessione governativa, imposte sul consumo dei tabacchi, imposta sul valore
aggiunto, accisa sulla benzina sugli oli da gas per autotrazione e sui gas petroliferi liquefatti per
autotrazione e le accise sui prodotti energetici), ed, in ogni caso, i nove decimi di tutte le entrate
tributarie erariali, dirette o indirette, comunque denominate, ulteriori rispetto a quelle sopra elencate.
La normativa di attuazione statutaria disciplina tassativamente le ipotesi di riserva del gettito all’erario
(articoli 9, 10 e 10bis del decreto legislativo n. 268 del 1992).
È evidente che l’arti 32 introduce modificazioni nel complesso delle disposizioni concordate con il
Governo dalla Regione Trentino – Alto Adige e dalle Province autonome nel 2009 al fine di definire il
loro concorso agli obiettivi di finanza pubblica e per realizzare il processo di attuazione del c.d.
federalismo fiscale.
Le disposizioni statali contenute nell’articolo 32 di una legge ordinaria e, quindi, in una fonte
legislativa ordinaria, comportano la sostanziale modifica di norme dello Statuto speciale, di norme di
attuazione statutaria, ovvero di norme autorizzate dallo Statuto in materia finanziaria, senza
l’osservanza delle procedure paritetiche prescritte dagli articoli 103, 104, e 107 dello Statuto, con
conseguente violazione dei predetti parametri.
Sicuramente con tale disposizione, in quanto appunto fonte normativa ordinaria, non fondata su di
un’intesa, non è abilitata a modificare fonti sovraordinate, costituite dalle norme emanate ai sensi
degli articoli 104 e 107 dello Statuto speciale.
E la previsione di una disciplina statale immediatamente e direttamente applicabile si pone altresì in
contrasto con l’articolo 107 dello Statuto speciale e con il principio di leale collaborazione, in quanto
determina una modificazione unilaterale da parte dello Stato dell’ordinamento provinciale.
Questa disposizione non solo modifica la misura del concorso della Provincia autonoma di Bolzano
al riequilibrio della finanza pubblica nazionale, ma si pone in ogni caso in contrasto con il Titolo VI
dello Statuto speciale e relative norme di attuazione, ed in particolare con l’articolo 79, comma 2,
nonchè con l’articolo 104, comma 1, del medesimo Statuto speciale, proprio perché non è stata
preceduta da alcuna forma preventiva di intesa o di accordo del Governo con questa Provincia.
Infatti, l’articolo 104 dello Statuto prevede che le norme del Titolo VI dello Statuto speciale possono
essere modificate con legge ordinaria dello Stato, solo su concorde richiesta del Governo e, per
quanto di rispettiva competenza, della Regione o delle due Province (cfr. Corte costituzionale,
sentenza n. 133 del 2010).
Una modifica non può nemmeno essere giustificata con l’asserzione che il contributo delle Regioni e
delle Province autonome agli obiettivi di finanza pubblica costituirebbe principio fondamentale di
coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo
comma, della Costituzione. A riguardo la Corte Costituzionale ha chiarito, da un lato, che solo le
norme effettivamente costituenti principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica sono
vincolanti anche per le autonomie speciali (a partire dalla sentenza n. 169 del 2007, e da ultimo nella
sentenza n. 229 del 2011), e dall’altro lato, che la qualificazione operata dal legislatore non è in sé
vincolante qualora le norme, nella sostanza, non rivestano il carattere dichiarato (sentenza n. 354 del
1994, e precedenti ivi richiamate; sentenza n. 482 del 1995).
L’articolo 32, nella parte in cui prevede l’immediata e diretta applicazione anche nella Provincia
autonoma di Bolzano della disciplina generale, qualora – per qualsiasi causa – l’intesa non dovesse
essere raggiunta entro il termine definito, si pone in contrasto con gli articoli 79 e 83 dello Statuto
speciale di autonomia, come modificati secondo la procedura dell’articolo 104 dello Statuto, e con
l’articolo 2 del decreto legislativo n. 266 del 1992, con particolare riferimento alla continuità
assicurata all’ordinamento provinciale, in combinato disposto con l’articolo 16 del decreto legislativo
n. 268 del 1992. La rilevanza delle predette norme come parametri del giudizio di legittimità
costituzionale è riconosciuta dalla consolidata giurisprudenza costituzionale, la quale ha ritenuto che,
al pari delle norme statutarie, anche le norme di attuazione dello statuto speciale (come, nella
34
specie, il decreto legislativo n. 268 del 1992), nonché quelle, adottate con lo speciale procedimento
previsto dall'articolo 104, di modifica o di integrazione del titolo VI dello Statuto, possono essere
utilizzate come parametro del giudizio di costituzionalità (per tutte sentenza n. 263 del 2005, che al
punto 4 del considerato in diritto, richiama le sentenze n. 36, n. 356 e n. 366 del 1992, n. 165 del
1994, n. 458 del 1995, n. 520 del 2000, n. 334 e n. 419 del 2001 e n. 28 e n. 267 del 2003).
In vero nelle materie attribuite alla competenza delle province autonome l’articolo 2 del decreto
legislativo 16 marzo 1992, n. 266, recante “Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino–
Alto Adige/Südtirol concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali,
nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento”, nel disciplinare il rapporto tra i due
ordinamenti, prevede a carico delle province autonome non l’applicazione diretta delle fonti statali,
bensì semplicemente un onere di adeguamento della propria legislazione, nel termine di sei mesi
dalla pubblicazione o nel più ampio termine stabilito, alle norme statali costituenti limiti ai sensi degli
articoli 4 e 5 dello Statuto speciale e pertanto, nelle materie di competenza esclusiva, alle
disposizioni qualificabili norme fondamentali delle riforme economiche e sociali, e nelle materie di
competenza concorrente alle disposizioni qualificabili principi; lo stesso articolo 2 dispone
espressamente che nel frattempo restano applicabili le norme provinciali preesistenti e vigenti. Nella
predetta disposizione il termine è fissato per l’adozione della legislazione di adeguamento ordinaria.
Nello specifico la potestà legislativa e la correlativa potestà provinciali possono essere ricondotti alla
competenza in materia di ordinamento degli uffici e del personale (articolo 8, n. 1) ed alla autonomia
finanziaria riconosciuta dal titolo VI dello Statuto speciale, in particolare l’articolo 83, e dalle relative
norme di attuazione (D.Lgs. 16 marzo 1992, n. 268, in particolare articolo 16). Per gli aspetti
sostanziali rilevano altresì la competenza concorrente in materia di finanza locale (articoli 80 e 81
dello Statuto speciale) in relazione alla contabilità degli enti locali, e quella in materia di igiene e
sanità (articolo 9, n. 10), con il finanziamento integrale del settore sanitario a carico del bilancio
provinciale, per quanto attiene gli enti sanitari (Corte costituzionale sentenza n. 341 del 2009, punto
6 del considerando in diritto).
Per quanto attiene alla fase della mancata conclusione in termini delle nominate procedure, con la
prevista applicazione immediata e diretta della normativa statale, è ravvisabile un contrasto con
l’ordinamento statutario anche per altro profilo.
Nell’ordinamento statutario, infatti, non è previsto alcun termine per l’emanazione delle “leggi
rinforzate” ai sensi dell’articolo 104 dello Statuto di autonomia, che sarebbero necessarie per
modificare l’attuale articolo 79 dello Statuto di autonomia. La peculiare procedura paritetica
presuppone una necessaria preventiva intesa, che per sua natura non può essere condizionata e
subordinata ad alcun termine, specie se stabilito unilateralmente in una norma ordinaria statale.
Pertanto, la predetta disciplina è lesiva dell’assetto statuario in quanto definisce in assenza del
prescritto accordo, regole di dettaglio immediatamente applicabili, in violazione dei citati articoli 103,
104 e 107 dello Statuto speciale (Corte costituzionale, sentenza n. 133 del 2010.
Anche per quanto attiene la definizione delle sanzioni derivanti dal mancato rispetto del patto di
stabilità interno per la provincia e per gli enti locali del suo territorio, non può la legge ordinaria dello
Stato definire unilateralmente il loro contenuto.
Per gli enti locali tale disciplina è altresì incompatibile con le previsioni del predetto articolo 79,
comma 3, dello Statuto di autonomia che attribuisce alla provincia autonoma il potere di definire gli
obblighi relativi al patto di stabilità interno per i propri enti locali e le relative funzioni di
coordinamento, in relazione alla competenza statutaria spettante alla provincia stessa in materia di
finanza locale (articolo 80 e 81, e relativa norma di attuazione statutaria di cui al decreto legislativo
16 marzo 1992, n. 268, in particolare articoli 17 e 18).
Rilevato il carattere di specialità della norma in questione, si pone il rischio che questo possa
legittimare la richiesta delle Amministrazioni statali di riservare all’Erario le maggiori entrate di natura
tributaria percette nel territorio provinciale, nonostante il comma 14 faccia salvo, nelle regioni a
statuto speciale e nelle province autonome, il rispetto dello Statuto speciale e delle relative norme di
attuazione.
Ne consegue in ogni caso la lesività di disposizioni di legge ordinaria che modifichino unilateralmente
le norme definite pariteticamente ai sensi degli articoli 103, 104, e 107 dello Statuto speciale.
35
Essendo la predetta disposizione, quindi, lesiva dell’autonomia finanziaria provinciale nonché dei
principi di ragionevolezza e della leale collaborazione, si rende necessario impugnare la stessa
innanzi alla Corte Costituzionale e, stante l’urgenza, di avvalersi del potere di cui all’articolo 54,
comma 1, cifra 7), del D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670.
Ciò premesso e visti l’articolo 127, secondo comma, della Costituzione, come sostituito dall’articolo 8
della legge costituzionale n. 3 del 2001, l’articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, l’articolo
98 del D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, nonché gli articoli 31, 32, 34 e 36 della legge 11 marzo 1953,
n. 87,
LA GIUNTA PROVINCIALE
delibera
a voti unanimi espressi nei modi di legge:
di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale l’articolo 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità
2012), per violazione:
degli articoli 8, n. 1), 9, n. 10), e 16 dello Statuto speciale per il Trentino Alto Adige/Südtirol nel testo
approvato con D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, e successive modifiche;
del Titolo VI dello Statuto speciale di autonomia, in particolare articoli 75, 79, 80, 81 und 83;
degli articoli 103, 104 e 107 dello Statuto speciale di autonomia;
delle relative norme di attuazione, tra le quali d.P.R. 15 luglio 1988, n. 305 (Norme di attuazione dello
Statuto speciale per la regione Trentino – Alto Adige per l’istituzione delle sezioni di controllo della
Corte dei conti di Trento e di Bolzano e per il personale ad esso addetto); decreto legislativo 16
marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti
il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo
e coordinamento), in particolare articolo 2; il decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di
attuazione dello Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige in materia di finanza regionale e
provinciale), in particolare articoli 9, 10, 10bis; e 16;
dell’articolo 2, comma 106, della legge 23 dicembre 2009, n. 191;
dei principi di ragionevolezza e di leale collaborazione;
di affidare la rappresentanza e la difesa della Provincia autonoma di Bolzano nel relativo giudizio, al
Prof. Avv. Roland Riz, di Bolzano, ed al Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari di Pavia e di eleggere
domicilio presso lo studio di quest’ultimo in 00186 Roma, Via di Ripetta n. 142, autorizzando il
Presidente della Provincia a rilasciare ai medesimi le occorrenti procure;
di trasmettere copia autenticata della presente deliberazione alla Presidente del Consiglio
provinciale, affinché venga sottoposta per la ratifica al Consiglio stesso nella prima seduta
successiva, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 54, comma 1, cifra 7), del decreto del Presidente
della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670.
PRESIDENTE: Proseguiamo oggi pomeriggio. La seduta è sospesa fino alle ore 15.
ORE 13.00 UHR
---------ORE 15.05 UHR
Appello nominale - Namensaufruf
PRESIDENTE: Riprendiamo la seduta.
In prosecuzione del punto 3) dell'ordine del giorno do lettura della proposta di deliberazione concernente la
ratifica della deliberazione della Giunta provinciale del 12 dicembre 2011, n. 1948.
Vista ed esaminata la deliberazione della Giunta provinciale n. 1948 del 12 dicembre 2011, adottata
in via d’urgenza ai sensi dell’art. 54, numero 7, dello Statuto di autonomia, avente per oggetto:
Corte Costituzionale – impugnazione dell'art. 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012)
visti gli artt. 54, numero 7, e 98 dello Statuto di autonomia;
visto l'art. 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183;
36
ritenuti validi tutti i motivi addotti a sostegno dell’impugnazione;
visti l’art. 127 della Costituzione, l’art. 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 e l’art. 32
della legge 11 marzo 1953, n. 87;
visto l’art. 84 del Regolamento interno del Consiglio provinciale;
ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera
1. di ratificare ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 54, numero 7, e all’art. 98 dello Statuto di autonomia l’operato della Giunta provinciale, così come posto con la deliberazione citata nelle premesse.
---------Nach Einsichtnahme in den Beschluss der Landesregierung Nr. 1948 vom 12. Dezember 2011, der
im Dringlichkeitswege im Sinne des Art. 54 Ziffer 7 des Autonomiestatutes gefasst wurde und
folgendes zum Inhalt hat:
Verfassungsgerichtshof – Anfechtung von Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183
(Bestimmungen über das Erstellen des jährlichen und des mehrjährigen Haushaltes des Staates
(Stabilitätsgesetz 2012)
nach Einsichtnahme in Art. 54 Ziffer 7 und Art. 98 des Autonomiestatutes;
nach Einsichtnahme in Art. 32 des Gesetzes vom 12. November 2011, Nr. 183,
angesichts der Stichhaltigkeit der für die Anfechtung angeführten Gründe;
nach Einsichtnahme in Art. 127 der Verfassung, in Art. 10 des Verfassungsgesetzes vom 18.
Oktober 2001, Nr. 3 und in Art. 32 des Gesetzes vom 11. März 1953, Nr. 87;
nach Einsichtnahme in Art. 84 der Geschäftsordnung des Südtiroler Landtages;
dies vorausgeschickt,
beschließt
der Südtiroler Landtag
im Sinne und für die Wirkungen gemäß Art. 54 Ziffer 7 und Art. 98 des Autonomiestatutes die Vorgangsweise der Landesregierung zu ratifizieren, wie sie aus dem in den Prämissen erwähnten
Beschluss ersichtlich ist.
Chi chiede la parola? Consigliera Klotz, prego.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte einige Fragen in Zusammenhang mit dieser Anfechtung. Es
geht also um die Mehreinnahmen steuerlicher Natur, die dann in die Staatskasse fließen sollen. Die Mehrwertsteuer wird ja um 21 Prozent erhöht, und man spricht davon, dass sie bis September auf 23 Prozent erhöht
werden könnte. Um welche anderen Mehreinnahmen handelt es sich dabei? Auch möchte ich fragen, ob es sich
um die berühmten 320 Millionen Euro für das Jahr 2011 und um die 365 Millionen Euro für das Jahr 2012 handelt.
Wir lesen immer wieder vom Einvernehmen. Wir haben in den letzten Tagen immer wieder gehört, dass Landeshauptmann Durnwalder froh sei, dass ihn Ministerpräsident Monti nun doch innerhalb des Monats Jänner anhören
wolle. Herr Landeshauptmann, Hand aufs Herz. Monti kann es sich ja einfach machen und sagen: "Was wollen
Sie? Wir haben ja miteinander gesprochen. Es ist nun einmal im 'nationalen' Interesse bzw. eine besondere Situation." Auf die Ausrichtungs- und Koordinierungsbefugnis wird ja auch wieder hingewiesen. Wir wissen, dass das
der Bewegungsspielraum der sogenannten Autonomie ist. Wenn Monti bei seiner Haltung bleibt und sagt, dass
das notwendig und im "nationalen" Interesse sei, dann wird es der Landeshauptmann wahrscheinlich so drehen
und sagen: "Immerhin habe ich mit Monti sprechen können. Wir müssen uns beteiligen, da der Staat Italien verschuldet ist und es nicht fair wäre, wenn nicht auch wir uns beteiligen würden." Und dann wäre das Einvernehmen
hergestellt! Sie haben ja schon den Wind aus den Segeln genommen, indem Sie gesagt haben, dass es auf ein
paar Millionen Euro nicht ankommen würde. Sollte der Verfassungsgerichtshof sagen, dass sich Südtirol daran
halten müsse, dann - so haben Sie angekündigt - wollen Sie nach Österreich gehen. Mit welcher Forderung? Was
muss noch passieren, damit Sie endlich die Schiene einer moralischen und gerechten Lösung legen?
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Innanzitutto una domanda al presidente Durnwalder. I risparmi che qui ci vengono imposti, 356 milioni per il 2013, 301 milioni per il 2012, sono aggiuntivi ai 100 milioni dell'Accordo di Milano? Ho l'impressione di sì. Certo è un sacrificio notevole per la nostra
autonomia.
37
Noi voteremo a favore di questa impugnazione, perché i patti non si violano. Anche se un Governo ha fretta
di rendere provvedimenti, le norme dell'autonomia le norme dell'autonomia vanno rispettate. L'autonomia è disposta a contribuire al risanamento del bilancio pubblico ecc., però a certi patti.
Alla collega Klotz vorrei dire che il primo Ministro Monti non applica tanto l'interesse nazionale, è il commissario europeo, questa è la verità. Anche uno stato libero del Sudtirolo starebbe dentro i parametri dell'Unione Europea e quindi ho l'impressione che le cose cambierebbero poco.
Infine voglio dire che sono abbastanza d'accordo con quanto dichiarato dal giornalista Gian Antonio Stella
sul giornale "Tageszeitung" di oggi. Noi dobbiamo difendere assolutamente l'autonomia come modello politico di
pacificazione, di autogoverno, però dobbiamo fare un check up su come utilizziamo i nostri denari, perché è chiaro
che la prospettiva dei prossimi anni non è più quella delle "vacche grasse" in tutta Europa, è quella delle vacche
magre e anche per noi si impone una riduzione dei mezzi a disposizione. Nei tempi delle vacche grasse noi ci
siamo concessi qualche lusso che a questo punto va rivisto. Solo così possiamo difendere efficacemente la nostra
autonomia, cioè difendendo il succo democratico che rappresenta la nostra autonomia proponendoci anche come
modello virtuoso anche per quanto riguarda un uso più oculato. Noi abbiamo fatto un uso efficiente ecc., a volte
però ci sono degli sprechi che vanno corretti, proprio per dare capacità di durata al nostro bilancio pubblico nella
prospettiva che si apre in tutta Europa, da Atene, a Madrid, a Londra, a Berlino, a Roma e a Bolzano e che non
sarà più quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Wir stimmen selbstverständlich für diesen Beschlussvorschlag. Bei dieser
Gelegenheit möchte ich anmerken, dass es natürlich schwer ist, über klare Zahlen zu reden. Wie viele Mittel uns
dann bis zum Schluss genommen werden, wird man erst sehen. Klar ist, dass Monti nichts anderes macht, als die
EU zu vertreten. Den Haushalt dieses Staates hat nicht das römische Parlament gemacht, sondern er wurde zwischen der Europäischen Union, der Europäischen Zentralbank und der Internationalen Währungsunion ausgehandelt. Bei dieser Gelegenheit erinnere ich mich an etwas, was der ehemalige Senator Karl Tinzl einmal gesagt hat:
"Es ist nichts ungerechter, als Ungleiches gleich zu behandeln." Aber jetzt werden scheinbar alle gleich behandelt.
Diese defensive Haltung, die man grundsätzlich gegenüber der nächsthöheren Institution einnimmt, gefällt mir
ganz und gar nicht. Ich weiß natürlich, welche Möglichkeiten man hat, und der Gang vor den Verfassungsgerichtshof ist sicher eine mögliche Variante, wenngleich ich bedenken geben möchte, dass sich der Verfassungsgerichtshof in Italien immer öfter an die Stelle des Parlamentes setzt. Schlussendlich entscheidet der Verfassungsgerichtshof über Gesetze und schafft neues Recht. Wenn man von der Losung von Montesquieu der drei Gewalten –
Gesetzgebung, Exekutive und Gerichtsbarkeit – ausgeht, so haben wir diese in Südtirol nicht. Diese Einschränkung von oben war von Beginn an ein Makel der Autonomie, aber daran hat man wahrscheinlich nicht gedacht,
weil man sich an Österreich orientiert hat. Dort hat der Verfassungsgerichtshof eine ganze andere Funktion als in
Italien. Auch der Europäische Verfassungsgerichtshof bestimmt die Politik in der Europäischen Union wesentlich
mit.
Zum Gespräch des Landeshauptmannes mit Ministerpräsident Monti. Ich sage, dass Monti noch lange nicht
über dem Berg ist. Da wird noch einiges auf uns zukommen, aber dieses Gewinsel, das man jetzt an den Tag legt,
ist nicht glaubwürdig. Wenn man nur dann nach Wien rennt, wenn sie uns die Gelder kürzen, dann ist das nicht
glaubwürdig! Da wird wieder das System Südtirol offenkundig, das heißt, man macht alles nur am Geld fest und
andere Dinge zählen nicht. Dann kommen die Leute wie der Journalist Stella und halten uns den Spiegel vor. Ich
weiß nicht, ob er die moralische Autorität dazu hat, aber einiges, was er sagt, ist sicher richtig.
PICHLER ROLLE (SVP): Dem Beschluss stimmen wir natürlich zu und stärken damit dem Landeshauptmann den Rücken für die Gespräche, die es hoffentlich in Rom geben wird. Es geht nicht darum, wie der Kollege
Leitner gesagt hat, dass man jetzt herumwinselt, weil es nur ums Geld geht. Es geht auch nicht darum, was der
Kollege Dello Sbarba gesagt hat, nämlich, dass wir auch einen Beitrag dazu leisten müssen, um zu sparen. Es
geht um einen fairen Vergleich. Natürlich ist auch Südtirol gefordert, wenn es darum geht, einen konkreten Beitrag
zu leisten, aber die Kompetenzen dürfen dabei nicht verletzt werden. Es geht nicht um die Frage, ob wir Gelder
zur Verfügung gestellt bekommen, die unsere Leute erwirtschaften und die wir einfach beliebig ausgeben können,
sondern es geht ganz einfach darum festzustellen, dass Land Südtirol in den letzten Jahren eine Reihe von Zuständigkeiten übernommen hat. Anhand dieser können wir auch ganz klar das Leistungsgefälle aufzeigen. Vor
allem können wir aufzeigen, wie man öffentliches Geld zielgerecht und gut einsetzen kann. Denken wir an das
Paradebeispiel der Staatsstraßen. Die ANAS hatte ihr Budget zur Verfügung, und wir wissen, wie die ANAS die
Staatsstraßen gewartet hat. Wir wissen auch, wie die Staatsstraßen, die an das Land übergegangen sind, heute
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ausschauen. Dasselbe gilt für die Schulen, für die Krankenhäuser, für den öffentlichen Dienst generell. Das ist die
Wahrnehmung von autonomen Zuständigkeiten. Selbstverständlich werden wir zunächst das Gespräch mit Rom
suchen. Wir werden sagen, dass diese Gelder in enger Verbindung mit der Selbstverwaltung stehen. Wir brauchen diese Gelder, damit wir Kompetenzen ausüben können, die andere Regionen in dieser Form nicht haben. Ich
bin sehr wohl, dass man hier Gleiches mit Gleichem vergleicht. Wenn verschiedene Journalisten in diesen Tagen
immer wieder oberflächlich sagen, dass Südtirol diese Gelder bekomme, dann müssen sie auch sagen, welche
Kompetenzen wir wahrnehmen und welche Kompetenzen andere Regionen wahrnehmen. Es muss auch gesagt
werden, wo diese Gelder landen. Wenn in Südtirol Gelder für einen Schulbau verwendet werden, dann steht die
Schule spätestens nach zwei, drei Jahren. Wenn dies in Süditalien geschieht, dann steht die Schule auch nach
einem Jahrzehnt noch nicht. Natürlich müssen auch wir unseren Beitrag leisten, aber alles mit Maß und Ziel. Wir
hoffen sehr, dass der Staat seinen Verpflichtungen nachkommt.
ARTIOLI (Lega Nord): Voterò a favore di questa impugnazione. L'unica cosa che non riesco a capire è
come mai prima avevamo un Peterlini, Zeller e Brugger che ci hanno detto quanto era fantastico Monti, perché
appena insediato ha detto che le autonomie speciali sono importanti, per poi fare il contrario, perché cerca di
svuotarle. Ricordo perfettamente gli articoli di giornale. Per fortuna il presidente Durnwalder non ha mai cantato
vittoria con gli altri, è stato lungimirante non fidandosi e dovrà adesso a Roma cercare di salvare capra e cavoli
per non farsi portare via tutto. I suoi colonnelli invece erano contentissimi, addirittura anche al Senato volevano
votare a favore di Monti.
Siamo contenti che si faccia questa impugnazione, perché la cosa giusta è quella che è stata fatta nell'Accordo di Milano, cioè fare in modo di avere più competenze e non togliere soldi. Adesso ci ritroviamo davanti ad un
Monti che ci vuole togliere tutto senza giustificazione. Non sono d'accordo e voterò a favore.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sono convinto che sempre, quando si
affrontano tematiche tanto delicate che attengono la qualità stessa del rapporto fra l'autonomia locale e il livello
centrale nazionale, si ha il dovere di avere l'accortezza e la giusta sensibilità, perché le dichiarazioni possono
talvolta essere anche armi improprie che finiscono per dare un senso diverso e anche negativo ad azioni pur giuste. Se è giusto, collega Pichler Rolle, rivendicare il buon diritto dell'autonomia locale a garantire le prerogative
che le sono concesse, e questa è la parte corretta e doverosa con cui siamo in piena sintonia, è sbagliato sconfinare poi in una demagogia spicciola che non voglio attribuire a Lei ma che nell'ambito della maggioranza spesso
emerge, che poi mette in discussione tutto, anche la quota di responsabilità che spetta alla Provincia autonoma di
Bolzano in rapporto ad un momento di straordinaria delicatezza a livello nazionale e di impegno delle istituzioni
tutte in una manovra di risanamento dei conti dello Stato, che ha radici lontane e antiche ma che dobbiamo assumerci, in termini di responsabilità, anche noi,perché altrimenti non saremmo parte di un meccanismo virtuoso che
tende a rafforzare indirettamente la nostra autonomia. Essa è tanto più forte quanto è maggiormente inserita in un
sistema stabile e rispetto a questo abbiamo il dovere di assumerci responsabilità. Luci ed ombre, no alla demagogia, ma quando vengo cercato stamattina da un giornalista il quale mi dice che il presidente Durnwalder dice di
non esagerare a scrivere articoli su di noi o a fare iniziative di diverso genere a livello istituzionale o anche semplicemente mediatico, altrimenti andiamo a Vienna a lamentarci e piangere, qui sta il fulcro del problema: la mancanza di consapevolezza di un momento delicato che impone nervi saldi da parte di tutti, soprattutto a livello istituzionale. Presidente Durnwalder, quale tipo di messaggio lanciamo all'opinione pubblica, ai nostri giovani quando
affermiamo che siamo pronti a scaldare colla, ad agitare le armi per che cosa? Per distogliere l'attenzione rispetto
un momento serio, delicatissimo rispetto al quale vanno messi in campo gli strumenti della democrazia, della capacità della giusta contrattazione fra il livello centrale e locale, per rivendicare i diritti di tutti, per lo Stato ad avere
una finanza sana per garantirgli una stabilità da cui dipenda forza e stabilità anche della nostra autonomia, e per la
nostra autonomia il diritto di rivendicare le proprie prerogative che sono fonte sicuramente di un nostro benessere
ma che dipendono da un contesto più generale. L'autoreferenzialità non ci porterà mai da nessuna parte, tanto
meno a Vienna.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und
Kollegen! Ich möchte zunächst sagen, dass wir uns dessen bewusst sind, dass sich zur Zeit europäische Länder
in gewissen Schwierigkeiten befindet. Das gilt für Spanien, aber auch für Frankreich, wenngleich immer so getan
wird, wie wenn Frankreich weiß Gott wie "gesund" wäre. Das gilt aber auch für Portugal, Griechenland und Italien.
Wir haben in letzter Zeit über unsere Verhältnisse gelebt und haben mehr ausgegeben, als wir zur Verfügung
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gehabt haben. Wenn wir unseren Nachkommen eine gute Zukunft sichern wollen, dann müssen wir mehr sparen.
Wir müssen versuchen, den Schuldenberg abzutragen. Wenn wir das nicht tun, dann wäre das verantwortungslos.
Wir sind also dafür, wenn gesagt wird, dass alle ihren Beitrag leisten müssen, aber man darf hier nicht Ungleiches
gleich behandeln. Wir haben in Bezug auf den Stabilitätspakt immer verantwortungsbewusst gehandelt. Sie wissen, dass die Neuverschuldung aufgrund der entsprechenden EU-Richtlinie nicht mehr als drei Prozent betragen
sollte. Sie wissen, dass die Verschuldung eines Staates nicht mehr als 60 Prozent des Bruttoinlandsproduktes
betragen sollte. Das haben wir alles eingehalten. Wir haben kaum Verschuldung. Wenn wir die Rückstände usw.
hernehmen, dann sind es an die 80 Millionen Euro. Wenn wir auch die Bürgschaften berücksichtigen, die hoffentlich nicht zum Tragen kommen, dann sind es 400 Millionen Euro. Wir haben auch keine Neuverschuldung. Deshalb kann uns der Staat hinsichtlich des Stabilitätspaktes nicht gleich behandeln wir andere. Er muss zur Kenntnis
nehmen, dass wir unsere Hausaufgaben gemacht haben. Natürlich müssen auch wir entsprechende Garantien für
die Zukunft geben, aber der Staat kann nicht das, was er auf Staatsebene anwendet, auch bei uns geltend machen. Das wäre nicht richtig! Wir entziehen uns bestimmt nicht der Verantwortung, und wir sind damit einverstanden, dass wir mithelfen müssen, die Schulden abzutragen, allerdings unter Berücksichtigung unserer Verhältnisse
und unserer Politik.
Wir wissen auch, dass jetzt eine Umschuldung kommt, bei der die Einnahmen höher sein werden. Es sollen
ja neue Steuern eingeführt bzw. Steuerprozentsätze erhöht werden. Der Staat kann nicht einerseits 120 Millionen
Euro verlangen und auf der anderen Seite sagen, dass die Steuererhöhungen zu Gunsten des Staates gehen.
Beides geht nicht! Wir sind bereit, das eine und andere zu machen. Wir gehören bestimmt nicht zur Kategorie, die
sagt: "Alle anderen müssen sparen, wir aber nicht!" Wir haben von Beginn an gesagt, dass wir bereit sind, unseren Beitrag zu leisten, aber man muss unsere speziellen Verhältnisse berücksichtigen. Wenn Sie sagen, dass sich
alles auf das Treffen mit Monti beschränken würde, so muss ich Ihnen sagen, dass das mit dem überhaupt nichts
zu tun hat. Wir wollen, dass das sogenannte Mailänder Abkommen eingehalten wird. Es handelt sich dabei ja um
ein Abkommen zwischen dem Land Südtirol und dem Staat, das von zwei römischen Ministern und dem Unterfertigten unterschrieben worden ist. Deshalb hat es entsprechende Rechtskraft. Das Mailänder Abkommen muss
eingehalten werden, denn sonst brauchen wir nicht mit dem Staat zu verhandeln. Im Mailänder Abkommen steht,
dass es, sollte eine Änderung in Bezug auf die Finanzausstattung des Landes vorgenommen werden, ein Einvernehmen braucht. Mich interessiert nicht so sehr das Treffen mit Monti, sondern mich interessiert, dass das Mailänder Abkommen eingehalten wird. Es muss also das Einvernehmen hergestellt werden, und beim Treffen mit
Monti werden wir auch über vieles andere reden. Hier geht es ja nicht nur um Geld. Denken Sie nur daran, dass
wir vor zwei Jahren auf 500 Millionen Euro verzichtet haben. Wenn wir die 90 Prozent bekommen und deshalb auf
die Sektorengesetze verzichten, dann ist das auch nicht ein großer Verzicht. Das haben wir eingesehen und deshalb haben wir unsere Zustimmung gegeben, aber es kann nicht sein, dass es immer dieselben sind, die zahlen
müssen.
Sie wissen, dass in dieser "manovra fiscale" auch die gesamte Thematik der Liberalisierung enthalten ist.
Das betrifft unsere Zuständigkeiten im Bereich der Urbanistik, …
ABGEORDNETE: (unterbrechen)
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Bei der Aussprache wird es um das gehen! Da werden wir
nicht nur über das, sondern auch über andere Dinge gehen. Denken Sie nur daran, was im letzten Bereich alles
geschehen ist, im Bereich des Umweltschutzes, der Arbeitssicherheit, der Durchführungsbestimmungen, die versprochen worden sind und jetzt nicht weitergehen. Denken Sie an die Durchführungsbestimmung betreffend den
Stilfser Joch Nationalpark, die Finanzen usw. Über all das müssen wir reden! Wir gehen nicht deshalb nach Österreich oder klagen den italienischen Staat an, weil es hier um einige Millionen Euro gehen würde. Nachdem es aber
um wesentliche Dinge, was unsere Zuständigkeiten anbelangt, geht, müssen wir sagen: "Staat, so nicht!" Ich habe
den Eindruck, dass man uns zur Zeit nicht richtig ernst nimmt. Deshalb ist es richtig, dass wir die Einhaltung der
Verträge verlangen.
Kollege Dello Sbarba, das, was Stella zur Zeit macht, ist falsch, denn er geht her und wirft alles in den gleichen Topf. Er macht Stimmung gegen uns, indem er fragt, warum die Südtiroler eine besondere Autonomie haben
sollten. Er sagt aber nicht, dass wir Zuständigkeiten haben, die andere nicht haben. Unsere Autonomie ist aufgrund internationaler Verträge abgesichert. Es gibt dann Regionen mit Sonderstatut, die die Verfassung auf ihrer
Seite haben. Dann gibt es die Regionen mit Normalstatut, und das muss man den Leuten auch sagen. Stella soll
auch in Bezug auf die Gehälter die Wahrheit sagen! Ich habe wirklich den Eindruck, dass es zur Zeit eine allge-
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meine Hetze gegen die Autonomie gibt, und dagegen müssen wir uns wehren. Deshalb hat die Landesregierung
beschlossen, diese Bestimmungen anzufechten.
PRESIDENTE: Metto in votazione la proposta di deliberazione: approvata con 25 voti favorevoli e 3 astensioni.
Punto 4) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 310/11 del 19.4.2011, presentata dai consiglieri Leitner,
Egger, Mair, Sigmar Stocker e Tinkhauser, riguardante un pacchetto di misure per sgravare gli
automobilisti tartassati."
Punkt 4 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 310/11 vom 19.4.2011, eingebracht von den
Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Maßnahmenpaket zur
Entlastung der 'Melkkuh' Autofahrer."
Nel marzo 2011 l'aumento delle accise su benzina e gasolio e i prezzi esorbitanti imposti dalle
compagnie petrolifere hanno fatto salire il prezzo dei carburanti ai massimi storici, arrivando a
superare di molto il record del luglio 2008. Nonostante attualmente il prezzo di un barile di greggio
sia persino sceso a meno di 100 $, le multinazionali del petrolio continuano a spennare i loro clienti
adducendo la debole scusa della crisi libica e rimandando al terremoto catastrofico che ha colpito il
Giappone. In alcuni distributori il prezzo per un litro di benzina super ha toccato 1,62 euro (3.150
lire). Riempire un serbatoio di 70 litri è quindi arrivato a costare 113,40 euro, il che equivale a
220.000 di vecchie lire! A ciò si aggiunge che agli automobilisti viene venduto a prezzo rialzato del
carburante pagato meno e stoccato molto tempo prima dell'inizio dell'anno e in questo modo l'aumento delle accise è ancora una volta usato per salassare chi fa benzina. L'aumento delle accise
porta maggiori entrate non solo nelle casse dello Stato ma anche in quelle della Provincia.
E i numerosi pendolari altoatesini sono particolarmente colpiti da questi aumenti. A molti di loro, che
fanno sempre più fatica a pagare il viaggio per raggiungere il posto di lavoro, questo rischia di creare
seri problemi. Che molti non abbiano l'alternativa dei mezzi pubblici è cosa sufficientemente nota.
Rispetto all'anno scorso, con l'aumento delle accise e con il prezzo dei carburanti al massimo storico,
una famiglia di pendolari deve in media sostenere maggiori spese per 400 euro circa.
Si impone quindi un aumento del contributo forfettario per i pendolari e pertanto si invita la politica altoatesina a dare un chiaro segnale in questo senso. Proprio i pendolari non hanno alcun modo di
sottrarsi alla crescente pressione finanziaria.
A parte l'onere insostenibile per gli automobilisti, i pendolari e le famiglie, anche le organizzazioni di
volontariato iniziano a preoccuparsi. Gli attuali prezzi mettono in seria difficoltà anche le
organizzazioni di pronto soccorso e i vigili del fuoco, che percorrono molti chilometri al servizio della
collettività. Un sostegno finanziario a favore di chi si trova in questa situazione è facilmente
introducibile ridistribuendo adeguatamente ovvero congelando determinati stanziamenti di bilancio
oppure attingendo alle maggiori entrate del bilancio 2010.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
invita
la Giunta provinciale
a intervenire presso il Governo per chiedere una riduzione delle accise su benzina e gasolio,
ad aumentare del 30% (in modo analogo all'aumento del prezzo dei carburanti) il contributo forfettario per i pendolari,
a provvedere a un aumento del contributo chilometrico adeguato agli attuali prezzi dei carburanti.
---------Die Anhebung der Mineralölsteuer und die Wucherpreise der Ölkonzerne führten im März 2011 zu
den bisher höchsten Spritpreisen und haben das Rekordhoch vom Juli 2008 nunmehr weit
übertroffen. Obwohl der Preis für ein Fass Rohöl derzeit sogar unter 100 $ gesunken ist, zocken die
Ölmultis ihre Kunden wieter ungeniert ab. Dies mit der fadenscheinigen Ausrede der Libyenkrise und
dem Verweis auf die Erdbebenkatastrophe in Japan. Der Höchstpreis an manchen Tankstellen
betrug für Eurosuper 1,62 € (rund 3.150 Lire). Die Befüllung eines 70 Liter Tanks kostet somit bereits
113,40 €, das sind in der alten Währung rund 220.000 Lire! Dazu kommt noch, dass man den
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Autofahrern billigeren Sprit, der lange vor dem Jahreswechsel eingelagert wurde, zu weit überhöhten
Preisen verkauft und so die Anhebung der MÖSt noch einmal über Gebühr zur Abzocke der Tankkunden ausnützt. Die Erhöhung der MÖSt. bringt nicht nur dem Staat, sondern auch dem Land erhebliche Mehreinnahmen.
Besonders betroffen durch den Spritpreiswahnsinn sind die vielen Südtiroler Pendler. Viele von ihnen
sind in ihrer Existenz massiv bedroht und können sich die Fahrt zu ihrem Arbeitsplatz kaum noch
leisten. Dass die öffentlichen Verkehrsmittel keine Alternative für viele Betroffenen darstellen, ist
hinreichend bekannt. Eine durchschnittliche Pendlerfamilie ist durch die Erhöhung der MÖSt und den
Höchststand der Spritpreise bereits mit rund 400 € Mehrkosten gegenüber dem Vorjahr belastet.
Die Erhöhung der Pendlerpauschale (Pendlerzulage) ist ein Gebot der Stunde und die Südtiroler
Politik ist daher gefordert, hier ein deutliches Zeichen der Unterstützung zu setzen. Gerade die
Pendler haben keine Möglichkeit, dem wachsenden finanziellen Druck zu entkommen.
Neben der nicht tragbaren Belastung der Autofahrer, Pendler und Familien entstehen auch Sorgen
bei den Freiwilligenorganisationen. Die herrschenden Spritpreise gefährden auch die
Rettungsorganisationen und Feuerwehren, welche im Jahr mehr Kilometer im Dienste der
Allgemeinheit zurücklegen. Eine finanzielle Unterstützung für die Betroffenen lässt sich einfach aus
der sinnvollen Umschichtung bzw. dem Einfrieren bestimmter Haushaltsposten bzw. aus den Mehreinnahmen des Haushalts 2010 erreichen.
Dies vorausgeschickt,
fordert
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung auf,
bei der römischen Regierung auf eine Reduzierung der Mineralölsteuer zu drängen,
die Pendlerpauschale (die Pendlerzulage) um 30 % (analog der Treibstoffpreiserhöhung) zu erhöhen,
eine den herrschenden Spritpreisen angepasste Erhöhung des amtlichen Kilometergeldes durchzuführen.
Prima di dare la parola al consigliere Leitner preciso che tratteremo i punti destinati all'opposizione fino alle
ore 19 di domani. Dalle ore 10 di giovedì prossimo tratteremo i punti della maggioranza.
La parola al consigliere Leitner, prego.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Herr Präsident! Ich schicke voraus, dass die Zahlen, die im Beschlussantrag enthalten sind, natürlich nicht mehr aktuell sind. In der Zwischenzeit sind die Treibstoffpreise ja
exorbitant gestiegen. Superbenzin habe ich schon für 1,80 Euro pro Liter gesehen, und zwar nicht bei Aldi, sondern an der Tankstelle. Wir haben mittlerweile ein Ausmaß erreicht, das wirklich weh tut. Die Autofahrer werden
vom Staat als "Melkkuh" angesehen und sollen bis zum Letzten ausgepresst werden. Natürlich wird man mir jetzt
sagen, dass es da wenige Möglichkeiten gebe, etwas zu tun. Es wurde ja die Maßnahme verabschiedet, dass das
verbilligte Tanken in grenznahen Regionen ausgedehnt werden soll. Wenn man schon diese Ermäßigung macht,
dann sollte diese für das ganze Land gelten, denn ich sehe nicht ein, wieso der Bürger in Toblach billiger tanken
soll als der Bürger in Kaltern oder in Eppan. Ich weiß, dass man damit verhindern möchte, dass die Bürger nach
Österreich oder in die Schweiz zum Tanken fahren. Ich habe im vergangenen Jahr einmal nachgefragt, wie sich
diese Maßnahme ausgewirkt hat bzw. wie viele Personen von dieser Ermäßigung Gebrauch gemacht haben. Das
Pustertal macht von dieser Maßnahme nur wenig Gebrauch bzw. es waren 1.909 Bürger, die angesucht haben,
um verbilligt tanken zu können. Im Vinschgau und Wipptal waren es hingegen jeweils mehr als 4.600 Personen.
Wenn es sich also nicht auszahlen würde, dann würden sie es nicht machen. Es ist ja bekannt, wie diese Ermäßigung zustande kommt. Das Land übernimmt 90 Prozent der Preisdifferenz, und ich bin der Meinung, dass alle
diese Maßnahme nützen können sollten. Das Land kassiert ja bei der Mineralölsteuer entsprechend mit, und das
waren in vergangenen Jahren ungefähr 150 Millionen Euro jährlich, was nicht gerade wenig ist.
Ein weiteres Problem ist die sogenannte Pendlerzulage oder Pendlerpauschale, die schon lange nicht mehr
angehoben worden ist und verzögert ausgezahlt wird. Herr Landeshauptmann, Sie sagen immer, dass das Land
keine Schulden habe, aber ich bezeichne die nicht ausgezahlten Beiträge als Schulden gegenüber den Bürgern.
Entweder man schafft die Pendlerpauschale ab oder man erhöht die entsprechenden Mittel, damit die Leute nicht
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so lange warten müssen, denn nach drei Jahren hat das Geld nicht mehr den Wert wie zu dem Zeitpunkt, als man
darum angesucht hat. Das gilt auch für das amtliche Kilometergeld, das schon seit langem nicht mehr angepasst
worden ist. Derzeit scheint es nirgends einen großen Spielraum zu geben, um den Bürgern irgendwie entgegenzukommen, aber die Politik muss entscheiden, wo sie Schwerpunkte setzt. Beim Autofahrer tut man sich natürlich
leicht, denn über die Mineralölsteuern und die anderen Steuern, die auf dem Benzinpreis lasten, lässt sich gut
abkassieren. Wenn man heute voll tankt, dann gibt man 50 Euro nur für Steuern ab. Dazu kommen die sogenannten Akzisen, wo wir noch für den Abessinienkrieg von 1935, für die Suez-Krise von 1956, für die Vajont-Katastrophe von 1963, für die Überschwemmung von Florenz, für die Erdbebenhilfe für Belice usw. zahlen. Wie gesagt, es wird heißen, dass das Zuständigkeit des Staates sei, und deshalb ist es höchste Zeit, diesem Staat einmal Tschüss zu sagen.
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Abgeordneter Seppi, bitte.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): I colleghi presentano un documento sicuramente condivisibile. Abbiamo tutti la preoccupazione per l'aumento dei costi dei carburanti, delle accise, per cui per l'aumento
sia della benzina che del gasolio come del gas alle pompe distributrici, e conseguentemente per i problemi relativi
alla categoria dei lavoratori che hanno la necessità dell'uso dell'automobile per recarsi al lavoro, dato che non
sempre si possono usare i mezzi pubblici. Chi fa i turni alle Acciaierie, alla Lancia o nel settore della panificazione
per esempio non ha la possibilità di raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici, per cui questi pendolari
vanno tenuti in una considerazione diversa da coloro che vanno sul posto di lavoro con la macchina che, essendo
serviti da mezzi pubblici con gli orari che coincidono, possono farne a meno. Ci sarebbero da fare quindi delle
distinzioni, ma in linea di massima il concetto è giusto, ma secondo me va aggiunto un quarto punto che è quello
del gasolio da riscaldamento. Per diversi mesi all'anno le nostre famiglie spendono centinaia di euro per il riscaldamento. Persone che hanno lo stesso stipendio che nel resto d'Italia, pensiamo ad esempio ad un ferroviere che
abita in Sicilia dove scalda due giorni all'anno, noi scaldiamo per almeno 5, 6 mesi, nelle valli anche 6, 7 mesi,
ritengo che debba esserci un aiuto ben più serio di quello che c'è oggi. Il riscaldamento è un bisogno assoluto. Su
una mozione di questo tipo si potrebbe obiettare che è vero per i pendolari, è vero per chi lavora, è vero anche
che devono esserci delle diminuzioni sui costi della benzina, ma è altrettanto vero che qualcuno la macchina la
può anche usare per divertimento. Certo è che il gasolio per il riscaldamento, che ha delle cifre spaventose, fa
parte dei bisogni veri delle famiglie, per cui oggi noi siamo sopra ad 1,15 euro al litro per il gasolio, si arriva anche
a pagare 1,40 euro al litro, ci vogliono 6.000 euro per fare un pieno in una cisterna da 4.000 litri, e forse per una
famiglia di 4 persone dura un inverno. Sono quattro stipendi. Lì bisogna intervenire pesantemente. Adesso abbiamo già una riduzione dell'accise sul costo del gasolio per riscaldamento, che paghiamo 1,35 euro al litro, ma è
comunque troppo e una soluzione va ricercata, perché non possiamo procedere oltre con una regolamentazione
che davanti ad un bisogno di necessità assoluta come quello del riscaldamento noi si continui a far pagare alla
nostra gente il corrispettivo di 4 - 5 stipendi di un operaio per fare un pieno in una caldaia. Credo che questa sia
una cosa fondamentale, quindi chiedo ai colleghi presentatori di fare un'aggiunta. Chiaramente sulla mozione sono
d'accordo.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Auch wir unterstützen diesen Beschlussantrag, obwohl die Auswirkungen wahrscheinlich nicht so groß sein werden, dass es die Konsumenten beim nächsten Tanken auch spüren
werden. Ich denke aber, dass es notwendig ist, hier etwas zu machen. Viele sind nun einmal auf ihr Auto angewiesen, um zur Arbeit zu kommen, und wenn die Löhne nicht im selben Ausmaß steigen wie die Benzinpreise,
dann wird man am Ende des Monats ein Problem haben. Man braucht sich nur die Realität anschauen. Ich habe
mein Auto gestern in Innsbruck mit 1,30 Euro pro Liter betankt. In Südtirol sind wir bei 1,80 Euro. Das sind, wenn
wir einen durchschnittlichen Tank hernehmen, fast 30 Euro Unterschied. Ich würde jedem raten, sich einmal anzuschauen, was in Innsbruck abgeht. Ich rede nicht nur vom sogenannten Einkaufstourismus, sondern meine auch
diejenigen, die ihr Auto mit Benzinkanistern voll machen, ganz abgesehen davon, dass es verboten und auch
gefährlich ist. Es ist schon notwendig, einmal darüber nachzudenken, welche Auswirkungen das auf die öffentliche
Sicherheit hat. In diesem Zusammenhang hätte ich eine ganz konkrete Frage. Vor zwei Monaten wurde ein Beschlussantrag unserer Fraktion betreffend die Einführung eines Spritpreis-Rechners mehrheitlich angenommen.
Hat die Landesregierung diesbezüglich schon etwas unternommen bzw. bis wann kann dieser Spritpreis-Rechner
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umgesetzt werden? Die Benzinpreise richten sich ja nicht nur nach den Tankstellenbetreibern, sondern sind an die
Mineralölkonzerne gekoppelt, denen in Südtirol sehr viele Tankstellen gehören.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Die "Melkkuh" Autofahrer hat viele Gesichter.
Es gibt natürlich die Autofahrer, die ihr Auto brauchen, um zur Arbeit zu kommen, und somit durch die aktuell stark
gestiegenen Benzinpreise massiv abgestraft werden. Das ist natürlich nicht in Ordnung, aber das ist nur ein Teilaspekt des Ganzen, Kollege Leitner. Vielmehr ist es häufig so, dass nicht die "Melkkuh" Autofahrer das Problem
ist, sondern die "Heilige Kuh" Auto insgesamt. Es gibt nach wie vor zahlreiche Zeitgenossen, die mit ihrer Karre
sinnlos durch die Gegend fahren und ihre Kinder mit dem Auto zur Schule bringen, obwohl sie nur 200 Meter entfernt wohnen. Es ist bei weitem nicht so, dass die Schäden und Kosten für die Allgemeinheit, die durch Autos,
Straßenbau usw. verursacht werden, von den Autofahrern selber abgegolten werden. Hier sind wir noch weit von
einer Kostenwahrheit entfernt. Natürlich ist dieser Preisanstieg schmerzlich und auch sozial ungerecht, aber er
kann vielleicht auch dazu anregen, die öffentlichen Verkehrsmittel in Anspruch zu nehmen. Die aktuelle "Melkkuh"
sind weniger die Autofahrer, sondern vielmehr die Pendler, die die öffentlichen Verkehrsmittel benützen und in
einem Monat ungefähr das Doppelte zahlen müssen. Die haben nicht diesen Zuspruch wie die Autofahrer, wenngleich die Freiheitlichen in dieser Hinsicht schon einiges unternommen haben. Das muss man der Redlichkeit
halber anerkennen, aber ich denke, dass man mit dem Begriff "Melkkuh" vorsichtig sein muss, denn das ist ein
zweischneidiges Schwert. Gerade in den letzten Jahren hat die Anzahl der teuren und fetten Autos europaweit
stark zugenommen, und daran sieht man, dass die Ressourcen in vielfacher Hinsicht in die falsche Richtung gehen. Viele Leute, die sich ein teures Auto leisten, könnten mit einem wesentlich günstigeren Fahrzeug über die
Runden kommen und wesentlich weniger Geld verpulvern. Deshalb halten wir diesen Beschlussantrag nur für die
Lösung eines Teilproblems, insgesamt ist es aber der falsche Ansatz. Der aktuelle Spritpreis sollte vielmehr Anregung sein, über unser Verkehrsverhalten und über die öffentlichen Verkehrsmittel verstärkt nachzudenken.
EGGER (Die Freiheitlichen): Ich habe eine kurze und präzise Frage an den Herrn Landesrat. Sie wissen,
dass Sie mit der Auszahlung der sogenannten Pendlerpauschale hoffnungslos in Verzug sind. Meines Wissens
wurde im Jahr 2011 erst ein Teil jener Beiträge ausbezahlt, die das Jahr 2008 betreffen. Man ist also in etwa drei
Jahre im Rückstand, und mein Kollege Leitner hat bereits gesagt, dass verspätet ausgezahlte Beiträge reduzierte
Beiträge sind. Haben Sie es geschafft, Herr Landesrat Widmann, im aktuellen Haushalt die entsprechenden Mittel
vorzusehen, so wie Sie es eigentlich auch versprochen haben, sodass die Rückstände aufgearbeitet werden können? Ich ersuche um eine konkrete Antwort.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrte
Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Wir haben eine Reduzierung des Benzinpreises vorgesehen,
die sich halbjährlich automatisch den Gegebenheiten anpasst. Aufgrund der aktuellen Erhöhungen haben wir nicht
den Ablauf der Frist der sechs Monate abgewartet, sondern haben die großen Differenzen abgefangen und für
Grenzgebiete mit einer Entfernung von bis zu 25 Kilometern die Benzinpreise an die Preise in Österreich und in
der Schweiz angepasst. Das ist eine sinnvolle Maßnahme, die den Bürgern entgegenkommt. Weiters hat mich die
Landesregierung beauftragt zu überprüfen, ob man diese sogenannten "fasce" erweitern könnte. In einem Monat
wird das entsprechende Ergebnis vorliegen.
Ihr Vorschlag, die römische Regierung zu einer Reduzierung der Mineralölsteuer zu drängen, ist ein sehr
frommer Wunsch. Sie wissen ganz genau, dass wir eher Steuererhöhungen als Steuerreduzierungen zu erwarten
haben. Deshalb ist das eine Utopie.
Zur Pendlerpauschale. Ich weiß nicht, ob Sie wissen, wie diese berechnet wird. Wenn Sie die Formel kennen würden, dann wüssten Sie auch, dass der Benzinpreis nur ein Teil davon ist. Vor zehn Jahren hat ein Golf
etwa 50 Prozent mehr verbraucht als heutzutage. Deshalb ist es nicht korrekt zu sagen, dass die Pendlerpauschale um zehn Prozent erhöht werden muss, wenn der Benzinpreis um zehn Prozent erhöht wird. Dem diesbezüglichen Vorschlag kann also nicht stattgegeben werden. Zur spezifischen Frage des Kollegen Egger Folgendes.
Wir haben versucht, das etwas aufzustocken, aber ich habe nie gesagt, dass wir 2011 bzw. 2012 schon voll im
Rahmen sein werden. Wir haben etwa verdreifachte Anträge um die Pendlerpauschale, obwohl wir die Kilometer
auf der Bahnlinie verdreifacht und die Busse verdoppelt haben. Sogar einige Gewerkschafter haben gesagt, dass
hier ein Schwindel vorliegen müsse, und wir sind zur Zeit dabei, das zu prüfen, denn die Pendlerpauschale soll
gerecht ausbezahlt werden. Wir werden sicher aufholen, aber sicher nicht in der Form, dass bereits im Jahr 2012
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sämtliche Beiträge ausbezahlt werden können. Momentan liegen Gesuche im Wert von etwa 11 Millionen Euro
auf.
Wir haben in den letzten zehn Jahren hunderte Millionen von Euro in das öffentliche Verkehrsnetz investiert. Wir haben mehr als 16 neue und moderne Züge angekauft; wir haben die Zahlen im Pustertal verdoppelt, im
Vinschgau verdreifacht und auf der Rittner Bahn verfünffacht. Da ist also schon einiges getan worden. Wir fahren
in Südtirol immer noch billiger als in irgendeiner anderen Region Italiens. Es ist also richtig, dass wir es so belassen. Wir werden diesem Beschlussantrag also nicht zustimmen.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): In Bezug auf
die Einführung eines Spritpreis-Rechners sind wir in Kontakt mit dem österreichischen Ministerium. Wir sind zur
Zeit dabei, das Computerprogramm anzuschauen und zu überprüfen, ob man es adaptieren kann oder nicht.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich nehme die Antworten des Landesrates zur Kenntnis. Ich mit allem einverstanden, was dazu dient, die Bürger zu entlasten. Kollege Heiss, ich möchte nicht jene fördern, die mit ihren
Autos wild durchs Land fahren, aber ich glaube, dass diese Zeiten vorbei sind. Die Pendler sind ein wesentlicher
Bestandteil dieses Beschlussantrages, und ich anerkenne die Anstrengungen des Landes im Bereich des öffentlichen Personennahverkehrs. Wir haben Unterschriften dahingehend gesammelt, dass die Mehrbelastungen für die
Pendler nicht so hoch ausfallen sollen, wie sie ursprünglich geplant waren. Ich zitiere bei dieser Gelegenheit eine
ironische Bemerkung der Sonntagszeitung "Zett": "Südtirol verlangt den Doppelpass. Es bekommt den Südtirolpass zu doppelten Spesen für die Pendler."
Kollege Seppi, Dein Anliegen ist natürlich mehr als berechtigt, aber ich habe mich in diesem Beschlussantrag lediglich auf die Autofahrer konzentriert. Ich würde also anregen, dazu einen eigenen Beschlussantrag einzubringen.
Wir haben diese Entwicklung in den letzten Jahren immer wieder thematisiert und genau beobachtet, wie
sich die Pendlerzulage entwickelt und sich diese Ermäßigung bei den Treibstoffpreisen ausgewirkt hat. Herr Landesrat, Sie waren vorher nicht da, als ich gesagt habe, dass es ungerecht ist, dass nur die Bürger einiger Gemeinden Südtirols in den Genuss des verbilligten Tankens kommen. Das ist der Versuch, die Leute, die dort wohnen, nicht dazu bewegen, nach Österreich oder in die Schweiz zum Tanken zu fahren, aber was sagen Sie jenen
Leuten, die nicht in diesen Gemeinden wohnen? Warum gibt es nur in zwei Südtiroler Städten ein Fahrverbot?
Verpesten die Autos anderswo nicht auch die Umwelt? Das ist auch ein soziales Problem. Ich verstehe Ihre Argumentation, aber der Otto-Normal-Verbraucher versteht sie nicht. Nicht jeder kann sich ein neues Auto leisten,
das die Normen einhält, die heute vorgegeben sind. Es ist Aufgabe der Politik, ausgewogene Maßnahmen zu
treffen. Bei diesem Beschlussantrag geht es darum, die steuerlich hoch belasteten Bürger zu entlasten bzw. ihnen
einen Ausgleich zu geben.
Frau Präsidentin, ich ersuche um eine getrennte Abstimmung über die Prämissen und die einzelnen Punkte
des beschließenden Teiles des Beschlussantrages.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung.
Wir stimmen zunächst über die Prämissen ab: mit 18 Nein-Stimmen, 7 Ja-Stimmen und 3 Enthaltungen abgelehnt.
Wir stimmen über Punkt 1 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 19 Nein-Stimmen und
8 Ja-Stimmen abgelehnt.
Wir stimmen über Punkt 2 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 16 Nein-Stimmen, 11
Ja-Stimmen und 2 Enthaltungen abgelehnt.
Wir stimmen über Punkt 3 des verpflichtenden Teiles des Beschlussantrages ab: mit 18 Nein-Stimmen und
10 Ja-Stimmen abgelehnt. Somit ist der Beschlussantrag in seiner Gesamtheit abgelehnt.
Wir kommen zu Punkt 5 der Tagesordnung.
Herr Abgeordneter Dello Sbarba, Sie haben das Wort zum Fortgang der Arbeiten.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Noi abbiamo una mozione analoga.
Chiedo se il collega Urzì è d'accordo di trattarla congiuntamente.
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URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Va bene. Però chiedo che venga distribuito il testo della mozione dei colleghi, perché non è nella documentazione allegata, quindi è importante che si
inizi la discussione avendo avuto il tempo per lo meno di recuperare le informazioni legate al documento dei colleghi.
PRÄSIDENTIN: Wir lassen ihn sofort verteilen.
Punkt 5 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 397/11 vom 11.11.2011, eingebracht vom
Abgeordneten Urzì, betreffend Steuerhinterziehung", und
Punkt 188 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 410/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den
Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die Bekämpfung der Steuerhinterziehung".
Punto 5) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 397/11 dell'11.11.2911, presentata dal consigliere Urzì,
concernente l'evasione fiscale", e
Punto 188) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 410/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello
Sbarba e Heiss, concernente la lotta contro l'evasione fiscale".
Beschlussantrag Nr. 397/11
Wann werden sich die autonomen Provinzen Bozen und Trient endlich direkt am Kampf gegen die
Steuerhinterziehung beteiligen, entsprechend ihrer Verpflichtung, die sie dem Staat gegenüber mit
der Unterzeichnung des berühmten Mailänder Abkommens eingegangen sind?
Diese ist bis dato weitgehend unerfüllt geblieben. Es fehlen die Durchführungsbestimmungen und
dieser Verzug bedingt steuerliche Mindereinnahmen und operationale Schwierigkeiten bei der
Feststellung von Steuerhinterziehung, die den öffentlichen Finanzen zum Schaden gereicht, wodurch
indirekt notwendige Geldmittel abhanden kommen.
Aus den Zahlen von 2009 geht hervor, dass laut den Steuerfahndungsbehörden allein in Südtirol
über 106 Millionen Euro, genauer gesagt 106.194.000 Euro, hinterzogen wurden. Dabei ist ein
Vergleich mit dem Trentino aufschlussreich: Im selben Zeitraum wurden hier 70 Millionen Euro
hinterzogen.
Im Vergleich zur Gesamtsumme, die in Italien am Fiskus vorbei kassiert wurde, beträgt die Steuerhinterziehung in Südtirol 0,40 % und 0,27 % im Trentino.
Daher ist die Blockade in der Zwölferkommission umgehend zu lösen, um den Kampf gegen die
Steuerhinterzieher, die eine mittlerweile bekannte institutionelle Werbung zu Recht als
gesellschaftliche Parasiten tituliert, zu verstärken.
Ich hoffe darauf, dass ein Antrag auf Aufforderung an die Vertragsparteien genehmigt wird, damit der
Rahmen der zweckdienlichen Maßnahmen und der Verantwortlichkeiten der Gebietskörperschaften
und Provinzen im Zusammenhang mit der direkten Steuerfahndung abgesteckt wird.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag,
die Landesregierung, die zuständigen Stellen aufzufordern, rasch die entsprechende
Durchführungsbestimmung zum Mailänder Abkommen zu verabschieden, um den Kampf gegen die
Steuerhinterziehung mit verstärkten Mitteln zu führen.
---------Ma quando sarà possibile impegnare le Province autonome di Bolzano e Trento direttamente nella
lotta all'evasione fiscale, così come le stesse Province si erano impegnate a fare con lo Stato approvando il celebre accordo di Milano?
Esso è rimasto però per larga parte inevaso. Mancano le norme di attuazione e questo ritardo
procura minori entrate tributarie e difficoltà operative nell'accertamento dell'evasione, che
danneggiano l'erario pubblico e indirettamente sottraggono risorse utili.
Dai dati del 2009 risulta che l'accertamento di evasione fiscale da parte degli organi di polizia
tributaria nell'ambito della sola provincia di Bolzano sia stato di oltre 106 milioni di euro, 106 milioni,
194 mila euro per l'esattezza. Interessante il raffronto con il Trentino: l'evasione accertata nello
stesso periodo è stata di 70 milioni di euro.
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Rispetto all'ammontare dell'evasione fiscale nazionale abbiamo toccato la soglia accertata dello
0,40% per l'Alto Adige e dello 0,27% per il Trentino.
Perciò si rende necessario sbloccare urgentemente la situazione in sede di Commissione dei dodici
per rendere ancora più incisiva la lotta agli evasori che una ormai celebre pubblicità istituzionale
giustamente qualifica come parassiti della società.
Intendo auspicare che venga approvata una richiesta di sollecito alle parti perché si definisca il
quadro delle misure utili e delle responsabilità anche degli enti locali nonché delle stesse Province
sul fronte dell'accertamento diretto dell'evasione.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale a sollecitare presso le sedi competenti la rapida definizione della norma di
attuazione in esecuzione dell'Accordo di Milano nella parte che attiene al potenziamento della lotta
all'evasione fiscale.
Beschlussantrag Nr. 410/11
Die neue Regierung Monti hat ein sehr strenges Sparpaket verabschiedet, das vor allem die Renten,
das Eigenheim und die Kaufkraft der Arbeitnehmerinnen und Arbeitnehmer trifft. Das Sparpaket
wurde als conditio sine qua non dargestellt, um die Eurozone vor einer Reihe von
Bankrotterklärungen der Mitgliedsstaaten zu retten. Auch den autonomen Regionen und Provinzen
wird ein beachtliches Opfer abverlangt.
All dies wäre nicht notwendig, wenn alle ihre Steuern zahlen würden. Die katastrophale Lage der
öffentlichen Kassen in Italien ist vordergründig auf das schwerwiegende Phänomen der
Steuerhinterziehung zurückzuführen.
Am 16. November hat der Präsident des Rechnungshofs Luigi Giampaolino dem Haushaltsausschuss des Senats mitgeteilt, dass die Steuerhinterziehung mittlerweile 18 % des BIP beträgt, also
ca. 350 Milliarden Euro pro Jahr. Dies entspricht Mindereinnahmen in Höhe von mehr als 150
Milliarden Euro pro Jahr.
Die Steuerlast liegt zwar nominal bei 43,8 %, steigt aber aufgrund der Erhebung zusätzlicher Steuern
durch die Gebietskörperschaften, die die staatlichen Kürzungen ausgleichen sollen, und konzentriert
sich auf jene, die die Steuern an der Quelle zahlen, also Arbeitnehmer und Rentner, die 95 % des
Einkommenssteueraufkommens generieren.
Aus diesem Grund ist der Einsatz der Institutionen bei der Bekämpfung der Steuerhinterziehung wesentlich. Südtirol verfügt über sämtliche rechtliche Voraussetzungen, um dem nachzukommen.
Artikel 82 des Autonomiestatuts legt fest, dass die Region und die Provinzen bei der Ermittlung der
staatlichen Einkommenssteuer der Personen mit Steuerwohnsitz in den entsprechenden Gebieten
zusammenarbeiten, wobei den staatlichen Finanzämtern sämtliche Hinweise mitzuteilen sind. Diese
sind wiederum dazu angehalten, den entsprechenden Landesregierungen von den auf der
Grundlage dieser Hinweise getroffenen Maßnahmen zu berichten.
Mit Staatsgesetz Nr. 42/2009 über den Steuerföderalismus wurde den Regionen, autonomen
Provinzen und Gemeinden eine größere und einschneidendere Rolle bei der Bekämpfung der
Steuerhinterziehung zugewiesen. Zu diesem Zweck werden spezifische Formen der gegenseitigen
Informationsergänzung für die Regionen, Gebietskörperschaften und den Staat eingeführt, um die
Hinterziehung von staatlichen, regionalen und kommunalen Steuern zu bekämpfen.
Im Laufe des Jahres 2010 bzw. 2011 haben zahlreiche Regionen, so die Toskana, Piemont,
Abruzzen, Apulien, Emilia Romagna, Kampanien und das Veneto sowie hunderte Gemeinden und
Provinzhauptstädte Abkommen mit dem Finanzamt und Grundsatzvereinbarungen mit dem
regionalen Kommando der Finanzpolizei abgeschlossen und "Arbeitskreise gegen die
Steuerhinterziehung" eingerichtet, an denen Fachleute der genannten Körperschaften teilnehmen,
um die Aktion zu koordinieren, Datenbanken abzugleichen und gezielte Rasterfahndungen vorzunehmen. Schließlich wurde mit den Gemeinden eine "Vereinbarung über die Beteiligung an der Steuerermittlung" unterzeichnet, mit der sich die Gemeinden am "Pakt gegen die Steuerhinterziehung"
beteiligen.
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Es wäre paradox, wenn gerade Südtirol, das über weit mehr Selbstverwaltungsbefugnisse als viele
der genannten Regionen verfügt, bei diesem so wichtigen Engagement für die Steuergerechtigkeit
ins Hintertreffen geriete.
Südtirol ist gegen die Steuerhinterziehung nämlich nicht immun. Auf der Grundlage der vom
Finanzlandesrat erhaltenen Angaben haben die Gewerkschaften kürzlich in einem Bericht
festgehalten, dass das Aufkommen der Körperschaftssteuer merklich abgenommen hat, das
Südtiroler Bruttoinlandsprodukt hingegen stark angezogen hat. Diese Kluft zwischen dem sinkenden
Aufkommen der Körperschaftssteuer und dem Anstieg des BIP beweist, dass die Steuerhinterziehung auch bei uns zunimmt.
Der Südtiroler Landtag hat am 16. Dezember 2010 einen Beschlussantrag genehmigt, der das Land
dazu verpflichtet, alle erforderlichen Maßnahmen zu setzen, um im Jahre 2011 einen Landespakt
gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung abzuschließen, der über Abkommen und
Vereinbarungen das Finanzamt, die Finanzpolizei, die Gemeinden und alle Körperschaften und
Einrichtungen miteinbezieht, die in der Lage sind, einen effizienten Kampf gegen die
Steuerhinterziehung und -umgehung zu führen, damit die Bemessungsgrundlage erweitert wird, zusätzliche Finanzmittel für den öffentlichen Haushalt eingetrieben werden, die Schwarzarbeit bekämpft und den Unternehmen bei ihrer Tätigkeit die unerlässliche Gleichbehandlung zugesichert
werden kann.
Ein Jahr nach dieser bedeutsamen Entscheidung, jetzt da das Jahr 2011 zu Ende geht, wurde dieser
Pakt noch nicht geschlossen, obwohl Schritte in die richtige Richtung unternommen wurden, in
Erwartung einer neuen Durchführungsbestimmung, auch zu Artikel 82 des Statuts.
Angesichts der drakonischen Maßnahmen der Regierung Monti ist keine Zeit mehr zu verlieren und
dieser auch ethische Kampf für die Steuergerechtigkeit umgehend aufzunehmen, denn wenn alle
zahlen, zahlen alle weniger. Unbeschadet zukünftiger Durchführungsbestimmungen zum Statut
hindert das Land Südtirol nichts daran, sich für einen Pakt gegen die Steuerhinterziehung stark zu
machen, wie er in dem vor einem Jahr genehmigten Beschlussantrag vorgesehen war.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
innerhalb des ersten Halbjahres 2012 einen Landespakt gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung abzuschließen, der über Abkommen und Vereinbarungen das Finanzamt, die Finanzpolizei,
die Gemeinden und alle Körperschaften und Einrichtungen miteinbezieht, die in der Lage sind, einen
effizienten Kampf gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung zu führen, gemäß den Vorgaben
des Beschlussantrages Nr. 30, der am 16. Dezember 2010 vom Südtiroler Landtag genehmigt
wurde;
jedenfalls in diesem ersten Halbjahr den Landtag über die vom Land umgesetzten Maßnahmen gegen die Steuerhinterziehung und -umgehung und über die entsprechenden Ergebnisse in Kenntnis
zu setzen.
---------Il nuovo governo Monti ha varato un pacchetto di misure di austerità molto severo, che colpisce soprattutto le pensioni, la casa e il potere di acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti. Tale
pacchetto è stato presentato come indispensabile per salvare l'area dell'euro da una catena di
bancarotte degli stati membri. Anche alle autonomie speciali è stato chiesto un sacrificio
considerevole.
Tutto ciò non sarebbe necessario se tutti quelli che devono pagare le tasse le pagassero
effettivamente. Il disastro dei conti pubblici in Italia è soprattutto dovuto al grave fenomeno
dell'evasione fiscale.
Il 16 novembre scorso il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ha riferito in
Commissione Bilancio al Senato che l'evasione fiscale ha raggiunto un livello pari al 18% del PIL,
cioè circa 350 miliardi di euro all'anno. E questo significa mancati introiti per oltre 150 miliardi di euro
all'anno.
Ciò fa aumentare la pressione fiscale che nominalmente è del 43,8% (ma cresce a causa delle tasse
locali che gli enti saranno costretti a porre per rimediare ai forti tagli dei trasferimenti statali) ed è
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concentrata su coloro che pagano le tasse alla fonte, cioè lavoratori dipendenti e pensionati, da cui
deriva il 95% del gettito dell'Irpef.
È fondamentale dunque l'impegno delle istituzioni nella lotta all'evasione fiscale. La nostra Provincia
dispone di tutti i presupposti giuridici necessari per questo. L'articolo 82 dello Statuto di autonomia
prevede che "la Regione e le Province collaborano all'accertamento delle imposte erariali sui redditi
dei soggetti con domicilio fiscale nei rispettivi territori" fornendo ogni dato agli uffici finanziari dello
Stato i quali poi "sono tenuti a riferire alle rispettive Giunte i provvedimenti adottati in base alle
indicazioni dalle stesse ricevute".
La legge statale n. 42/2009 sul federalismo fiscale ha attribuito a Regioni, Province autonome e
comuni un nuovo e più incisivo ruolo nell'azione di contrasto all'evasione fiscale, prevedendo
"adeguate forme di reciproca integrazione delle basi informative di cui dispongono le Regioni, gli enti
locali e lo Stato per le attività di contrasto dell'evasione dei tributi erariali, regionali e degli enti locali".
Nel corso del 2010 e del 2011 molte regioni italiane – Toscana, Piemonte, Abruzzo, Puglia, Emilia
Romagna, Campania, Veneto, oltre a centinaia di comuni e capoluoghi di provincia – hanno
sottoscritto convenzioni con l'Agenzia delle Entrate e protocolli d'intesa con il Comando Regionale
della Guardia di Finanza e hanno istituito "Tavoli Operativi antievasione" composto da tecnici degli
enti sopra detti, con lo scopo di coordinare l'azione, condividere e scambiare banche dati, decidere
verifiche mirate e incrociate. Infine, è stata sottoscritta con i comuni un' "Intesa per la partecipazione
all'attività di accertamento dei tributi" tramite la quale i comuni stessi entrano nel "patto antievasione".
Sarebbe paradossale che la nostra Provincia, dotata di ben più ampia autonomia di molte delle
regioni citate, restasse indietro in questo importante impegno per la giustizia fiscale.
L'Alto Adige infatti non è immune dal fenomeno dell'evasione fiscale. In un loro documento recente, i
sindacati hanno osservato che – proprio in base ai dati forniti dall'assessore provinciale alle finanze –
emerge che il gettito dell'Ires è diminuito sensibilmente, a fronte di un forte incremento del prodotto
interno lordo provinciale. Questa forbice tra il gettito calante dell'imposta sul reddito di impresa e la
crescita del PIL dimostra che l'evasione fiscale sta aumentando anche da noi.
Il Consiglio provinciale, in data 16 dicembre 2010, ha approvato un ordine del giorno nel quale si
impegnava la Provincia "a compiere tutti i passi necessari per arrivare a stipulare entro l'anno 2011
un patto provinciale per il contrasto dell'elusione e dell'evasione fiscale che coinvolga, con intese e
convenzioni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di Finanza, i Comuni e tutti quegli enti e istituzioni
utili al fine di promuovere un'efficace lotta contro l'elusione e l'evasione fiscale, allargare la base
imponibile, recuperare risorse per il bilancio pubblico, combattere il lavoro nero e irregolare e
garantire alle imprese l'indispensabile parità di condizioni nella loro attività economica".
A un anno da questo importante pronunciamento, mentre il 2011 volge al termine, tale "patto" non è
stato ancora concluso, anche se si sono fatti passi nella giusta direzione nell'attesa di una nuova
norma di attuazione che riguarda anche l'articolo 82 dello Statuto.
Di fronte alle draconiane misure del governo Monti, tuttavia, non si può però lasciar passare altro
tempo per una battaglia – anche etica – per la giustizia fiscale, per "pagare tutti per pagare ciascuno
di meno". Al di là di quanto verrà concordato sulla nuova norma statutaria, nulla impedisce alla
Provincia di farsi promotrice di un patto contro l'evasione fiscale come quello approvato nell'Ordine
del Giorno di un anno fa.
Per questo motivo,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a stipulare entro i primi sei mesi del 2012 un patto provinciale per il contrasto dell'elusione e dell'evasione fiscale che coinvolga, con intese e convenzioni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di Finanza, i Comuni e tutti quegli enti e istituzioni utili al fine di promuovere un'efficace lotta contro l'elusione e l'evasione fiscale, secondo quanto già previsto dall'ordine del giorno n. 30 approvato il 16
dicembre 2010 da questo Consiglio provinciale;
a riferire comunque entro sei mesi in Consiglio provinciale sulle misure messe in campo dalla Provincia per combattere l'evasione e l'elusione fiscale e i risultati ottenuti.
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Herr Abgeordneter Urzì, Sie haben das Wort für die Erläuterung Ihres Beschlussantrages.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sapevamo che il tema fosse di straordinaria attualità, ma che fosse poi di così straordinaria attualità probabilmente nessuno avrebbe potuto immaginarselo. Che cosa è accaduto? Non che sia stata scoperto un fenomeno, è accaduto che in queste ultime settimane si è affermata in maniera significativa anche a livello mediatico la consapevolezza dell'esistenza di questo
fenomeno, ma soprattutto della usa drammaticità il termini di peso e di conseguenze sul piano delle finanze disponibili e sul piano anche delle politiche che le autorità devono mettere in atto per far fronte alle minori entrate che
derivano dall'elusione o evasione fiscale. Questo documento che abbiamo presentato segue un dibattito che già
questo Consiglio aveva affrontato. I colleghi del gruppo Verde che hanno presentato un diverso ma analogo documento sostanzialmente si inseriscono in questo medesimo filone, e questo è un segnale di un'attenzione viva
delle forze politiche verso un tema di straordinaria delicatezza e importanza che va considerato.
Sono partito da una considerazione molto banale, ossia la presa d'atto dei numeri, i quali dimostrano come
esista un "tesoretto", per usare un'espressione forse troppo allegra, disponibile e che noi abbiamo il dovere di
rimettere nella disponibilità delle amministrazioni pubbliche. Questo può avvenire attraverso un'azione che deve
essere stimolata anche sul piano politico, così come sta avvenendo in maniera significativa e lodevole a livello
nazionale, anche dalle forze politiche. Ci sono dei dati che ho voluto raccogliere in questa mozione che riguardano
il 2009 ma che sono significativi, perché gli organi di polizia tributaria nell'ambito della sola provincia di Bolzano
hanno accertato una evasione fiscale di 106.194.000 euro. Interessante anche il confronto con la provincia di
Trento dove l'elusione fiscale nello stesso periodo sommava a 70 milioni di euro. Abbiamo toccato una soglia dello
0,40% in Alto Adige rispetto al monte complessivo dell'evasione fiscale a livello nazionale. La Provincia autonoma
di Bolzano ha di per se oggi già strumenti validi sui quali poter investire le proprie energie. Sono stati meglio definiti in una proiezione futura nell'Accordo di Milano, che però ha il dovere di essere recepito e tradotto in norme che
lo attuino e che ne garantiscano la piena applicazione.
Nello schema di norma di attuazione che attualmente è fermo in commissione dei dodici, quindi che è stato
già elaborato, ed è stato già frutto di una intensa contrattazione fra livello locale, autonomia e livello nazionale, si
prevede la costituzione, a proposito di quanto poi ritroviamo nel documento dei colleghi del gruppo Verde, di
commissioni apposite che siano paritetiche, con il compito di proporre principi e criteri delle attività di verifiche e
controllo nella stesura delle intese fra il Ministero della Provincia di Trento e di Bolzano per definire le modalità di
partecipazione delle province alle attività di accertamento. È prevista la promozione dell'intesa raggiunta e anche
la coordinazione dell'attività dei soggetti che operano nel territorio. Possiamo individuare due filoni: l'intervento
diretto o anche il passaggio attraverso una norma che definisca per il futuro compiti e funzioni, ruoli e responsabilità ma che soprattutto stabilisca una road map che sia attuabile e garantisca l'avvio di un'operazione politica che
tenda a rendere chiaro e concreto anche in Alto Adige il concetto che evadere fiscalmente costituisce reato. Queste sono risorse che devono essere restituite ai cittadini. Esiste un dovere di ordine morale prima che politico che
attende ciascuno di noi. Io auspico che possa essere recepito un principio chiarissimo, ossia che Il Consiglio provinciale impegni la Giunta provinciale a sollecitare… Rafforzata quindi dall'intesa del Consiglio, la Giunta provinciale avrebbe lo strumento e la forza per presentarsi nella contrattazione con il livello nazionale per sollecitare la
rapida definizione delle norme di attuazione in esecuzione dell'Accordo di Milano. Questa è una mozione che riguarda l'evasione fiscale, quindi il focus è legato all'evasione fiscale, ma ciò non esclude che esso possa essere
allargato sul complesso di misure già previste dall'Accordo di Milano e che necessitano in una loro parte anche
della traduzione in norme di attuazione.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Sul principio generale le due mozioni sono identiche. Noi abbiamo una crisi fiscale dello Stato, un deficit notevole fa discutere l'Europa, e contemporaneamente abbiamo una pressione fiscale su un'area di cittadini molto forte, 43-44% di pressione fiscale media, una delle più alte d'Europa che naturalmente ha effetti repressivi per l'economia e i redditi dei lavoratori, e
abbiamo una delle evasioni fiscali più alte d'Europa, un'evasione fiscale che non si ferma a Salorno ma che comporta anche delle conseguenze per noi, esiste anche da noi come i rapporti annuali della Guardia di Finanza
hanno dimostrato. Tanto per dare un'idea, se l'Italia riuscisse a recuperare il 50% dell'evasione fiscale, questo
equivarrebbe a 90 miliardi di euro che sarebbero tre volte la finanziaria "lacrime e sangue" di Monti su cui discute
tutta l'Italia e su cui noi prima discutevamo rispetto ai sacrifici che sono richiesti all'autonomia. Quindi la centralità
della lotta all'evasione fiscale è un compito chiaro, morale, etico per una pubblica amministrazione.
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Quello su cui un po' ci differenziamo dalla mozione del collega Urzì è che noi riteniamo che la Provincia
possa muovere passi anche senza la nuova norma di attuazione, la quale darebbe dignità costituzionale a tutto il
rapporto fiscale tra la Provincia autonoma di Bolzano e lo Stato italiano, ma esistono già norme, leggi, la Costituzione, lo Statuto di autonomia che ha un articolo specifico su questo, la finanziaria dello Stato di un paio di anni fa,
a cui richiamarsi per fare quello che questo Consiglio provinciale con l'appoggio della maggioranza dei voti aveva
già deciso il 16 dicembre 2010, cioè di arrivare a quel patto antievasione che coinvolga le istituzioni, la Provincia, i
comuni, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza, che preveda innanzitutto il confronto di dati e lo scambio di
informazioni, la collaborazione fra queste istituzioni in modo da elaborare un vero e proprio piano d'azione contro
l'evasione fiscale. E questo patto contro l'evasione fiscale può essere un atto che nell'emergenza economica, della
finanza pubblica e anche della finanza provinciale in cui siamo, perché ricordiamoci che ogni euro recuperato
all'evasione fiscale è un euro recuperato anche al bilancio provinciale, in questa fase di emergenza attui immediatamente uno strumento efficace per portare alla luce i redditi e le ricchezze e tassarle per quanto meritano da
un lato e dall'altro anche per sostenere il nostro bilancio pubblico.
Noi avevamo approvato nel dicembre 2010 un ordine del giorno di cui non è seguita l'attuazione, e io credo
che il richiamo all'attendere la norma di attuazione sia un richiamo che è volto più a perdere tempo che non un
richiamo reale, perché è vero: la norma d'attuazione è un aiuto, un coronamento costituzionale, normativo a questa operazione contro l'evasione fiscale, ma è vero anche che esistono già un'abbondanza di norme, dallo Statuto
di autonomia fino alla finanziaria del Governo nazionale, che consentono alla Provincia autonoma già di andare
avanti e di fare dei passi in questa direzione.
Noi chiediamo che la Provincia, certo in attesa della norma di attuazione, si attivi però immediatamente e
chiediamo che comunque entro sei mesi la Giunta provinciale venga a riferire in Consiglio provinciale quali sono
state le misure messe in campo contro l'evasione fiscale. Quindi abbiamo chiesto due cose: stipulare il patto antievasione che nel dicembre 2010 avevamo detto doveva essere stipulato entro il 2011. L'anno è passato e la
Giunta non l'ha fatto. Quindi diamo alla Giunta altri sei mesi per farlo e riferire poi alla fine di questi sei mesi in
Consiglio che cosa è stato fatto, quali difficoltà ci sono state e che cosa è stato raggiunto.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Liebe Kollegen, so verständlich der Wunsch ist und so sehr es mit
den Gesetzen konform geht, dass die Steuern natürlich bezahlt werden müssen, so sehr können wir uns auch
sicher sein, dass die Steuerhinterziehung in den nächsten Jahren eher noch zunehmen wird. Man muss hier einfach einmal auch unterschieden. Hier tut man meiner Meinung nach ein bisschen so, als ob Südtirol ein Paradies
für Steuerhinterziehung wäre. Es wird diese schwarzen Schafe geben, und wenn wir uns den Fall Cortina anschauen, dann müsste Monti eigentlich nichts anderes machen als neue Steuerkontrollen durchzuführen. Einen
Tag nach diesen Steuerkontrollen in Cortina sind die Umsätze in den Geschäften ja um 400 Prozent gestiegen.
Das muss man sich einmal auf der Zunge zergehen lassen.
Im Zuge der Berichterstattung über Cortina wurde auch ein Bericht über Besitzer von Jachten in Italien veröffentlicht. Dabei ist herausgekommen, dass zwei Drittel aller Italiener, die eine Jacht besitzen, bei der Steuerbehörde offensichtlich als besitzlos aufscheinen. Das sind die Fälle, die es zu ahnden gilt, und nicht das, was in Südtirol immer wieder geschieht. Ich erinnere an den Fall in Meran, wo ein Gast einen Kaffee bestellt und die Kellnerin
aus Versehen zwei Kaffees gebracht hat. Den Kaffee, den sie zu viel gemacht hatte, hat sie dann irgendeinem
anderen Gast geschenkt, was ein Finanzbeamter zufällig gesehen hat. Daraufhin wurde im Grunde genommen
das ganze Lokal umgedreht und die gute Frau mit hohen Strafen belegt. Das kann doch nicht der Sinn einer gerechten Steuerpolitik sein! Wenn man mitbekommt, wie hierzulande Steuerkontrollen ablaufen, dann hat das
nichts mehr mit Rechtsstaatlichkeit zu tun. Es ist im Grunde genommen ein Überfall, wenn plötzlich Beamte mit
der Maschinenpistole in ein Geschäft oder Hotel kommen und von allen die Steuerbelege haben wollen. In keinem
zivilisierten Land gibt es derartige Steuerkontrollen! In anderen Ländern werden auch Steuern bezahlt, vielleicht
sogar mehr als in Italien.
PICHLER ROLLE (SVP): (unterbricht)
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Mein lieber Kollege Pichler Rolle, dann hast Du wahrscheinlich noch
keine Steuerkontrolle mitgemacht. Bei uns sind sie gekommen, mit der Maschinenpistole!
PICHLER ROLLE (SVP): (unterbricht)
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KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich war selbst bei einer Steuerkontrolle dabei. Du kannst Dich ja einmal einladen lassen und schauen, wie es in anderen zivilisierten Ländern zugeht, aber das steht jetzt nicht zur
Diskussion. Es geht hier darum, ob und in welcher Form Steuerkontrollen durchgeführt werden. Wir werden uns
der Stimme enthalten, weil wir der Meinung sind, dass die Steuerkontrollen in Südtirol an der Realität vorbeigehen,
denn die Mehrheit der Südtiroler bezahlt brav ihre Steuern. Im Zuge der Finanzautonomie wird es sicher auch
einen Einfluss auf die Steuermoral der Bürger haben. Wenn die Bürger sehen und wissen, was mit ihren Steuergeldern gemacht wird, dann wird die Moral, Steuern zu zahlen, sicher höher sein. Jetzt aber Regelungen zu treffen, um die Südtiroler mit Steuerfahndungen zu beglücken, halte ich für den verkehrten Weg.
EGGER (Die Freiheitlichen): Ich schließe mich den Worten meines Vorredners an. Es ist natürlich weit
verfehlt, hier allgemein in eine Panik auszubrechen und sozusagen alles und jeden zu verdächtigen und der Steuerhinterziehung zu beschuldigen. Ich bin felsenfest davon überzeugt, dass in Südtirol eine weitaus höhere Steuermoral besteht als im gesamten Rest Italiens, wenngleich natürlich gesagt werden muss, dass Steuerhinterziehung beileibe kein Kavaliersdelikt ist. Ein bisschen ironisch, lieber Kollege Dello Sbarba, muss ich schon auch
sein. Ich bin zutiefst beruhigt, wenn ich lese, dass 2010 und 2011 in der Toskana, im Piemont, in den Abruzzen, in
Apulien, in Kampanien usw. Arbeitskreise eingesetzt wurden. Das beruhigt mich total. Also, von diesen Arbeitskreisen können wir uns jetzt erhoffen, dass alles geregelt wird. Nichts wird geregelt werden, Kollege Dello Sbarba!
Im Staat Italien wird in Bezug auf die Steuerhinterziehung nichts geregelt werden! Wir haben in Italien nicht nur
das Problem der Steuerhinterziehung. Wir haben ein zweites großes Grundübel, das es in Südtirol Gott sei Dank
noch nicht gibt, nämlich das organisierte Verbrechen.
ABGEORDNETER: (unterbricht)
EGGER (Die Freiheitlichen): Es mag seine Fühler nach Mitteleuropa und somit auch nach uns ausgestreckt haben. Die Ausmaße, die das organisierte Verbrechen - die Mafia, die Ndrangheta, die Camorra usw. -,
angenommen hat, sind ein weiteres Grundübel im Staate Italien, und solange man nicht imstande ist, das zu bekämpfen, wird alles andere Makulatur und ein blauäugiges Gefasel bleiben. Also, dieses Paktgefasel interessiert
mich in keinster Weise. Wenn man sich die "Quattroruote", eine seriöse Autozeitung, anschaut, so steht dort, dass
die Kaufleute im Süden Italiens den sogenannten "pizzo", also eine Schutzgebühr zahlen müssen, damit ihnen
nicht die Bude abgebrannt wird. Laut "Quattroruote" bezahlen auch die Bewohner süditalienischer Städte, die das
Auto am Straßenrand parken, dieses Schutzgeld von 50 Euro im Monat an das organisierte Verbrechen. Das sind
Gelder, die wennschon die öffentliche Hand kassieren müsste, weil ja das Auto auf öffentlichem Grund steht. Aber
nicht nur das: Im Krankenhaus Neapel bezahlt man neben der öffentlichen Parkgebühr zusätzlich drei Euro als
"pizzo". Soweit sind wir in diesem Stiefelstaat, und deshalb ist ein Los von diesem Staat das einzige, was uns in
dieser Angelegenheit wirklich weiterhelfen wird.
PICHLER ROLLE (SVP): Zunächst ein Wort zum Kollegen Knoll, der die Vorgangsweise der italienischen
Steuerbehörden kritisiert und gemeint hat, dass so etwas in anderen zivilisierten Ländern nicht vorkommen würde.
Auch in Deutschland und Österreich gibt es solche Kontrollen von Seiten der Steuerfahndung bzw. Steuerpolizei.
Das sind nicht immer nur die freundlichen Beamten, sondern es gibt auch …
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
PICHLER ROLLE (SVP): Wenn Sie sich das Beispiel von Prof. Reinhold Würth anschauen oder Sie sich
informieren, welche Möglichkeiten der Steuerfahndung es in Österreich gibt, so wird dort ähnlich vorgegangen.
Wenn Sie in Deutschland Steuern hinterziehen, so wird das einem Banküberfall gleichgestellt und Sie kommen
nicht mit einer Strafe davon, sondern wandern ins Gefängnis. Spätestens seit dem Fall des Vaters von Steffi Graf
wissen wir das alle. Es gibt auch noch andere Prominente, die sich weder freikaufen, noch einen sogenannten
"condono" leisten konnten, sondern direkt ins Gefängnis gewandert sind. Die Arbeitnehmer können ja die Steuern
nicht umgehen, es sei denn mit Schwarzarbeit. Sie müssen ihre Steuern bezahlen, und deshalb sollte das Land
Südtirol in aller Form die Zuständigkeit für die Agentur der Einnahmen reklamieren.
Ich behaupte auch, dass wir in Südtirol ein hohes Aufkommen an Finanzpolizei haben, das gegenüber der
Bevölkerung unverhältnismäßig ist. Es rührt aus einer Zeit her, als es noch Grenzkontrollen gegeben hat. Ich verstehe, dass sich die Leute hier wohlfühlen, aber es kann nicht sein, dass unsere Unternehmen und Betriebe in der
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Regel viel häufiger kontrolliert werden als im staatlichen Durchschnitt. Unternehmer sagen mittlerweile, dass sie
ihren Sitz nach Rom oder Mailand verlegen, da die Wahrscheinlichkeit, dort kontrolliert zu werden, viel geringer sei
als hier in Südtirol. Wie gesagt, unsere politische Einstellung als Südtiroler Volkspartei ist sehr klar. Jene, die
Steuern hinterziehen, nehmen der Allgemeinheit einen Teil des erwirtschafteten Reichtums und Wohlstandes weg,
und das können wir nicht dulden. Deshalb sollten wir die Zuständigkeiten verlangen und alles mit rechtem Maß
und Ziel betreiben können. Dafür sehe ich nur einen Weg, Herr Landeshauptmann. Nachdem wir 90 Prozent der
Steuern behalten können, sollten wir auch die Steuerhoheit bekommen. Ich weiß, dass das eine delikate Angelegenheit ist, aber wenn Sie das noch vollenden könnten, dann wären ihnen alle sehr dankbar.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): In persönlicher Angelegenheit. Kollege Pichler Rolle, ich habe den
Unterschied zwischen einer Steuerprüfung und einer Steuerfahndung erklärt. In zivilisierten Ländern gibt es eine
Steuerprüfung. Natürlich gibt es dort auch Steuerfahndungen, die aber auf einen konkreten Verdacht hin erfolgen.
Bei uns erfolgt eine Steuerprüfung in der gleichen Überfallsmanier wie eine Steuerfahndung, und das habe ich
kritisiert.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): In tema di tributi e di fisco sono d'accordo che tutti debbano fare il loro dovere e pagare le tasse che ognuno deve. Sono d'accordo però anche con
quello che dice il collega Pichler Rolle, cioè che in questa provincia non credo che ci sia una diseducazione eccessiva nel non pagare le tasse. È chiaro che c'è un certo numero di persone che cerca di pagare meno allo Stato.
In questo periodo di crisi economica sicuramente qualcuno ricorre al mancato pagamento di qualche tassa, perché
magari non ce la fa e cerca di fare il furbo, ma sostanzialmente gli uffici finanziari credo funzionino abbastanza
bene.
Per quanto riguarda il diverbio fra i collega Knoll e Pichler Rolle, non sono così addentro, però a me risulta
che in Germania ci sia soprattutto un maggiore collegamento fra contribuente e l'amministrazione finanziaria, per
cui non entrano subito col mitra nella ditta, vanno prima un paio di volte a verificare, ad aiutare, a guidare. Segnalano, però so che convocano anche le persone. Inizialmente non hanno un rapporto molto duro come lo ha la
Guardia di finanza da noi che appena entra nell'attività, porta via libri contabili e quindi si è bloccati con l'attività
per qualche mese. Il collega Dello Sbarba chiede un accordo con gli uffici finanziari che preveda la possibilità di
avere non tanto dei controlli quanto un dialogo maggiore con il contribuente in modo che si possa aiutare lo stesso
facendo delle verifiche tecniche in modo da correggere in corso d'opera, e questo lo trovo molto positivo.
Collega Egger, sono d'accordo che nel sud Italia c'è una maggiore evasione fiscale. Devo anche dire che
sono tre anni che vado in ferie molto a sud e non ho trovato uno che non abbia rilasciato lo scontrino fiscale. È
anche vero che a noi questa situazione incide in misura minima,proprio perché il 90% delle nostre tasse rimane
qua, quindi quello che non pagano al sud su di noi incide poco. Per quanto riguarda i debiti dello Stato, vorrei dire
che lo Stato adesso inizia a chiederli a noi, perché fino adesso forse ci ha lasciato qualcosa in più di quello che
doveva. Sottolineo "forse", altrimenti si scaldano gli animi.
Sicuramente un sì acché tutti paghino le giuste imposte, sicuramente un sì ad una maggiore sinergia fra gli
uffici finanziari dello Stato e gli uffici provinciali e regionali, che possa portare ad un maggior dialogo con il contribuente. La norma di attuazione che chiede il collega Urzì comporta poi lo stravolgimento del sistema fiscale in
generale, anche se siamo nell'ottica del federalismo fiscale. Vediamo come verrà attuato questo federalismo fiscale, però io sono favorevole al principio che tutti devono pagare, che ci sia un maggior dialogo, più che maggior
controllo, in questo senso fra i vari uffici statali e provinciali. Quindi mi asterrò su entrambe le mozioni perché mi
sembra che vadano in una direzione molto più invasiva.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sull'ordine dei lavori. Chiedo che nel
testo in lingua tedesca nel secondo paragrafo nella parte delle premesse la parola "Staatsfinanzen" sia sostituita
con la parola "öffentlichen Finanzen", perché la mia intenzione era quella di fare riferimento alle finanze pubbliche
e non alle finanze dello Stato. Ci tengo che fosse precisato, perché questa è la mia intenzione.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung. Wir nehmen diese sprachliche Korrektur vor.
Herr Abgeordneter Leitner, bitte.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Frau Präsidentin! Über Steuermoral zu reden, ist natürlich eine gewagte Geschichte, denn keiner zahlt gerne Steuern. Wir haben in der Vergangenheit ein Beispiel gehabt, nämlich
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jenes von Ministerpräsident Berlusconi, der gemeint hat, dass man ein Drittel der Steuern hinterziehen müsse, um
überleben zu können. Das haben einige natürlich wörtlich genommen und sich möglicherweise auch daran gehalten. Ich bin selbstverständlich dafür, dass die zuständigen Stellen einschreiten und auch kontrollieren. Ich möchte
daran erinnern, dass der Südtiroler Landtag einen Begehrensantrag genehmigt hat, mit welchem gefordert wurde,
dass Finanzkontrollen lediglich auf Voranmeldung stattfinden und nicht überfallsartig. Ich weiß, dass es besser
geworden ist. Ich habe vor Weihnachten selber eine Finanzkontrolle gehabt und muss sagen, dass sich die Beamten regulär angemeldet haben. Ich habe die Finanzkontrolle wahrscheinlich deshalb bekommen, weil die Landesregierung oder irgendwelche SVP-Politiker geglaubt haben, dass ich irgendwelche ungesetzlichen Gelder über
die "Laurin-Stiftung" erhalten habe. Ich bin froh, dem Landtag verkünden zu können, dass ich vollkommen rechtsmäßig gehandelt habe, aber ich muss, wie gesagt, auch sagen, dass die Finanzer sehr freundlich waren. Offensichtlich hat sich auch im Verhalten der Beamten etwas geändert, weil wir hier im Landtag einen entsprechenden
Begehrensantrag genehmigt haben. Ob das deshalb so ist, weiß ich nicht, aber vielleicht wollte man mir gegenüber so vorgehen. Ich kann nicht für andere reden, aber nun zurück zur Sache selber. Ich glaube, dass wir als
Politiker die Verpflichtung haben, für Recht zu sorgen. Ich darf in diesem Zusammenhang den Papst zitieren, der
im Deutschen Bundestag Folgendes gesagt hat: "Die Politik muss mühen, um gerecht zu sein und so die Grundvoraussetzung für Frieden zu schaffen." Das gilt überall, auch bei den Steuern. Es hat einmal einen Papst gegeben, der Steuerhinterziehung als Sünde bezeichnet hat. Wenn jeder in Italien die Steuern bezahlen würde, dann
wäre in Italien sehr viel Geld da, denn wenn es stimmt, dass mehr als 20 Prozent der Steuern hinterzogen werden,
dann könnten wir uns, wenn dem nicht so wäre, die ganzen derzeitigen Spar- bzw. Strafpakete sparen.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): In Vergleich zu früher hat sich an den Finanzkontrollen sicher etwas
geändert. Früher sind Finanzkontrollen noch mit Maschinengewehren von statten gegangen, und davon habe ich
in den letzten Jahren nichts mehr gehört. Wenn wir in unserem Betrieb eine Finanzkontrolle bekommen, so muss
ich sagen, dass sich die Finanzbeamten auch bemühen, Deutsch zu sprechen. Man kann also nicht sagen, dass
hier überfallartig vorgegangen würde.
Eine Bemerkung zum Beschlussantrag der Grünen. Also, liebe Kollegen der Grünen, alle haben mitbekommen, dass wir alle von der Wirtschaftkrise erfasst worden sind. Auch deshalb ist die Körperschaftssteuer zurückgegangen und nicht nur, weil es Steuerhinterziehung gibt. Ich darf darauf verweisen, dass es die sogenannten
Sektorenstudien gibt, die den verschiedenen Branchen ganz genau vorschreiben, was sie verdienen müssen, um
nicht solchen Steuerkontrollen ausgesetzt zu sein. Ich kann Euch sehr viele Beispiele nennen. Hoteliers, die ihr
Hotel rund um den Kronplatz herum haben, wird vorgerechnet, dass sie so und soviel an Steuern zu bezahlen
hätten. Die sagen sich dann, dass sie zahlen, damit sie von den Kontrollen verschont bleiben. Ich warne davor,
einen Landespakt zwischen Finanzamt, Finanzpolizei, Land und Gemeinden aufzubauen, denn damit würde man
nichts anderes fördern als reines Denunziantentum. Die Gemeinden sehen vielleicht das große Hotel, aber nicht
den Schuldenberg, der dahinter steht. Deshalb warne ich vor einer solchen Maßnahme. Wir haben bereits die
Möglichkeit, Steuerkontrollen durchzuführen. Das größte Übel der Steuerhinterziehung ist die hohe Steuerbelastung. Je höher die Steuerbelastung ist, desto mehr hinterziehen die Menschen. Studien besagen, dass der
Mensch bereit ist, bis zur 30 Prozent an Steuern zu zahlen, aber alles, was darüber hinausgeht, verleitet zu einer
Steuerhinterziehung.
Ich werde diesen Beschlussanträgen nicht zustimmen, weil ich weiß, wie es in der Realität zugeht.
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: La parola al consigliere Heiss, prego.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Lieber Kollege Tinkhauser, auch ich weiß, wie es in der Realität zugeht. Ich bin selber Mitbesitzer eines Betriebes und weiß, wie
schwierig es ist, wenn ein Branchenrichtwert über einen Betrieb verhängt ist, davon wegzukommen und die Finanz
davon zu überzeugen, dass man 100.000 Euro weniger zahlen könnte, weil man diese Gewinne effektiv nicht
realisiert hat. Da haben wir schon einen gemeinsamen Standpunkt. Das ändert aber nichts daran, dass unsere
Anmerkung, dass die Körperschaftssteuern im Jahr 2010 nicht angestiegen, sondern sogar gesunken sind, während die Umsatzziffern der großen Unternehmen in Südtirol sehr stark gestiegen sind, richtig ist. Die großen Betriebe haben ungefähr 800 Millionen Euro mehr Umsatz erzielt, wobei die Körperschaftssteuer gesunken ist. Das
ist schon ein merkwürdiges Phänomen, dem man nachgehen sollte! Du hast auch Recht, Kollege Tinkhauser,
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wenn Du sagst, dass der hohe Steuerdruck ein Grund für Steuerhinterziehung ist. Man muss auch sagen, dass
der Staat aufgrund der Ineffizienz seiner Leistungen als Feind gesehen wird, weshalb keine Steuern bezahlt werden.
Die Steuerhinterziehung ist in Italien und auch in Südtirol ein extrem starkes Phänomen, das man nicht in
Abrede stellen kann. Dieses Phänomen wird zum Teil systematisch betrieben, und die Finanzpolizei hat im vergangenen Jahr für Südtirol eine Hinterziehung der Mehrwertsteuer in einer Größenordnung von etwa 490 Millionen
Euro festgestellt. Das ist keine Kleinigkeit! Unser Land ist in vielerlei Hinsicht nicht so sauber, wie wir immer tun.
Es gibt sehr viele Kategorien, die sorgfältig und genau ihre Steuern zahlen. Das gilt auch für die Arbeitnehmer,
wenngleich natürlich auch hier Schwarzarbeit vorkommt. In jedem Fall ist die Steuermoral auch bei uns nicht
durchgehend lupen- und astrein. Das ist nicht die Aufforderung zur Bildung eines Denunziantenrings, sondern die
Aufforderung, darauf hinzuweisen, dass uns die Steuermittel zu 90 Prozent zu Gute kommen. Es muss so sein,
dass der Staat seine Leistungs- und Einsparungsfähigkeit unter Beweis stellt. Dann wird auch das Steueraufkommen wachsen. Ich glaube, dass die Form des Steuerpaktes in Angriff genommen werden sollte.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte zwei Fragen an den Landeshauptmann. Vor einigen Jahren
wurde auf eine Anfrage geantwortet, dass in Südtirol 3-mal mehr Steuerkontrollen durchgeführt würden als in anderen Regionen Italiens. Haben Sie diesbezüglich aktuellere Daten? Bereits im Jahr 2004 hat der Landtag einen
Beschlussantrag genehmigt, wonach man massiv daran arbeiten solle, die Steuerhoheit zu erhalten. Was hat man
in diese Richtung unternommen? Was hat man in Rom bisher erreicht? Innerhalb der letzten zehn Jahre hat sich
diesbezüglich gar nichts getan. Deshalb frage ich mich, wie Sie die sogenannte Vollautonomie erreichen wollen.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren!
Wir alle sind für Steuergerechtigkeit und wären froh, wenn wir die Steuerhoheit hätten. Wir bemühen uns immer
wieder, die Steuerhoheit zu erreichen. Zu einer Vollautonomie gehört selbstverständlich auch die Steuerhoheit.
Deshalb haben wir uns bemüht, in das sogenannte Mailänder Abkommen diesbezüglich einen kleinen Schritt hineinzubringen. Immerhin haben wir die Möglichkeit, bei der Steuerfahndung bzw. bei der Auswahl der einzelnen
Steuerobjekte mitreden zu können. Das gilt auch für die Art und Weise der Kontrollen. Es muss ein entsprechendes jährliches Abkommen zwischen dem zuständigen Ministerium und den autonomen Provinzen Trient und Bozen getroffen werden. Nun, das Mailänder Abkommen ist aber praktisch erst dann wirksam, wenn die entsprechende Durchführungsbestimmung verabschiedet wird. Wir haben also nichts dagegen, den Beschlussantrag des
Kollegen Urzì anzunehmen. Die Landesregierung soll verpflichtet werden, weiterhin alles zu tun, damit diese
Durchführungsbestimmung endlich verabschiedet wird. Die Durchführungsbestimmung muss aber mehr als den
Kampf gegen die Steuerhinterziehung beinhalten. Da gibt es eine ganze Reihe von Dingen, die hineinkommen
müssen. Dem einleitenden Teil des Beschlussantrages können wir nicht zustimmen, weil ich nicht weiß, ob die
dort genannten Zahlen stimmen oder nicht. Mit dem Teil "… verpflichtet der Südtiroler Landtag, die zuständigen
Stellen aufzufordern, rasch die entsprechende Durchführungsbestimmung zum Mailänder Abkommen zu verabschieden, auch um den Kampf gegen die Steuerhinterziehung zu verstärken" sind wir hingegen einverstanden. Mit
dieser Abänderung können wir den Beschlussantrag des Kollegen Urzì genehmigen, jenen der Kollegen der Grünen hingegen nicht.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): I termini delle questioni sono emersi
con grande chiarezza nel corso del dibattito, ma è stato chiaro anche l'intervento del presidente Durnwalder. La
mozione che ho presentato rafforza la posizione della Giunta provinciale in una contrattazione che ritengo debba
evolversi positivamente in una norma che recepisca i principi fondamentali di giustizia, di equità a cui deve corrispondere sempre l'azione dell'amministrazione pubblica. Ho presentato un emendamento per aggiungere la parola "anche" che rende più completo il senso della parte impegnativa. Detto questo, concludo facendo riferimento
ai dati contenuti nella parte delle premesse. Sono dati che in ampia parte sono stati forniti dall'assessore alle finanze Roberto Bizzo, quindi sono dati che ritengo certificati. Questo lo dovevo dire ai fini della chiarezza per
quanto riguarda il nostro ruolo in quest'aula. Non sono numeri a caso. Questi dati rafforzano l'idea che ci sia il
bisogno di un'azione che sia politica ma anche delle diverse istituzioni impegnate sul fronte della legalità e dell'equità per garantire il recupero di risorse che possono essere messe a disposizione dell'interesse pubblico.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): La nostra mozione in effetti non è
automaticamente collegata a quella del collega Urzì, che è molto più soft. La nostra rimanda ad una norma di
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attuazione importante, ma non è la condizione "sine qua non" la Provincia non possa far niente sul fronte dell'evasione fiscale. La nostra mozione chiedeva di attuare, dando altri sei mesi alla Giunta provinciale, una decisione di
questo Consiglio provinciale del dicembre 2010. Il termine era entro l'anno 2011, ma la Giunta non ha fatto niente
entro quel termine. Rimane comunque valida quella decisione, perché non vuol dire che non sia impegnata a fare,
anche se in ritardo, quello che quella mozione indicava. Colleghi Egger e Tinkhauser, non indicava la costruzione
di una società tipo quella dell'ex DDR dove tutti spiavaqno tutti, ma indicava l'istituzione di un tavolo di lavoro tra le
diverse istituzioni, Comuni, Provincia, società elettriche, società del gas, Guardia di finanza ecc. per incrociare i
dati, perché per esempio per quanto riguarda gli immobili, i comuni hanno una visione che potrebbe portare agli
affitti in nero. Se si confrontano le utenze attive, i contratti registrati ecc. si può trovare che ci sono delle abitazioni
con dentro delle persone, che però vengono presentate come vuote. Qui non si intende un appello a "denuncia il
tuo vicino", si intende una collaborazione fra istituzioni in modo tale che attraverso l'incrocio dei dati si possa infittire quella rete che è in grado di prendere l'evasore fiscale con più facilità.
La nostra mozione si riferisce ad una decisione di questo Consiglio del dicembre 2010. Capisco che in questo momento per la nostra mozione non c'è una maggioranza, e non vorrei l'eventuale bocciatura annullasse la
decisione del 2010 che per me rimane valida e a cui noi Verdi continueremo a fare riferimento per sollecitare la
Giunta ad applicarla come dovrebbe, almeno applicarla con tanto zelo quanto la collega Kasslatter Mur ha detto a
tutti gli insegnanti e i sindacati che lei è costretta ad applicare la questione della settimana di cinque giorni. Vorrei
che come lei ha difeso il suo impegno verso il Consiglio provinciale per quella mozione, anche il presidente Durnwalder e l'assessore alle finanze difendessero o prendessero sul serio l'impegno della mozione. Vedo che l'assessora Kasslatter non mi ha capito - assessora, La sto citando come esempio positivo - lo rispiego, vorrei che
tutti gli assessori prendessero sul serio le mozioni di questo Consiglio provinciale come Lei ha preso sul serio la
mozione riferita alla settimana su cinque giorni. Noi avevamo una mozione sulla lotta all'evasione fiscale che la
Giunta provinciale non ha attuato, diversamente da Lei. Questo volevo dire.
Noi continueremo a sollecitare la Giunta provinciale a rispettare quell'impegno che è stato preso da questo
Consiglio, per cui chiedo di non votare la nostra mozione e di sospenderla. Vedremo nel futuro se si crea un
orientamento più favorevole.
PRESIDENTE: La mozione n. 410/11 è sospesa. Metto in votazione la mozione n. 397/11 per parti separate come richiesto dal consigliere Urzì, con l'emendamento che lo stesso ha proposto, che dice: "Nella parte impegnativa dopo le parole "Accordo di Milano" è aggiunta la parola "anche". "Im verpflichtenden Teil ist nach den
Wörtern "zu verabschieden," das Wort "auch" eingefügt.
Metto in votazione le premesse: respinte con 16 voti contrari, 5 voti favorevoli e 7 astensioni.
Metto in votazione la parte impegnativa: approvata con 3 astensioni e i restanti voti favorevoli.
Punto 6) all'ordine del giorno: "Mozione n. 402/11 dell'1.12.2011, presentata dal consigliere Vezzali,
riguardante la liberalizzazione vendita dei prodotti dietoterapeutici/celiachia".
Punkt 6 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 402/11 vom 1.12.2011, eingebracht vom
Abgeordneten Vezzali, betreffend die Liberalisierung von Diät- und glutenfreien Produkten".
Il dato a livello mondiale ci dice che l'incidenza della malattia celiaca è di circa l''1,5% della
popolazione, a cui però bisogna aggiungere il 7-8% di persone sensibili al glutine, una cifra davvero
consistente.
In Italia, come evidenziato dal prof. Dobrilla sui media in questi giorni, sono circa 120.000 le persone
affette da celiachia, il cui riscontro non è più solo circoscritto all'età infantile; inoltre, il numero di persone che presenta i marcatori della celiachia è raddoppiato negli ultimi dieci anni. A queste persone
sono inoltre da aggiungere coloro che sono affetti dal morbo senza saperlo che, sempre secondo
quanto riferisce il prof. Dobrilla, sono almeno 5 volte tanto.
Questi soggetti sono costretti quindi a seguire una particolare dieta, a base di prodotti senza glutine, i
quali hanno costi non indifferenti e comunque superiori ai prezzi dei prodotti "normali". Per questo
motivo, i celiaci beneficiano di un – peraltro modesto – contributo pubblico che si aggira all'incirca a
140 euro mensili per l'adulto, attraverso un sistema, peraltro ormai vetusto e facilmente superabile
con gli attuali strumenti che offre la tecnologia.
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La vendita al pubblico è sostanzialmente libera, ma il contributo che i celiaci ricevono è spendibile
unicamente in farmacia. Non è possibile per tali soggetti spendere il contributo ricevuto, in altri
esercizi commerciali.
Ciò comporta da una parte una limitazione alla libertà di scelta, costringendo il beneficiario a spendere necessariamente il contributo solo in farmacia, e dall'altra questo monopolio di fatto,
consentendo di mantenere relativamente alto il prezzo dei prodotti, riducendo il potenziale di spesa
del contributo pubblico, peraltro non esaustivo delle esigenze alimentari del soggetto.
La liberalizzazione della vendita dei prodotti senza glutine attraverso la spendibilità del contributo
pubblico anche in esercizi diversi dalle farmacie, porterebbe sicuro beneficio ai celiaci che, con il
medesimo importo ricevuto, avrebbero la possibilità di acquistarne un quantitativo maggiore. Basti
pensare che per esempio, mezzo chilo di farina in farmacia viene venduta intorno a circa euro 3,80
mentre, la stessa di marca identica, venduta al supermercato al costo circa di euro 2,80; mezzo chilo
di pasta la si trova in farmacia al costo di circa euro 3,80 a fronte di euro circa 2,20 al supermercato.
Considerato che, l'approvvigionamento e il consumo degli alimenti senza glutine rappresentano un
atto essenziale nella vita quotidiana del celiaco, molte regioni tra cui la Regione Veneto, la Provincia
di Trento, la Regione Toscana, la Regione Lazio, e altre, hanno promosso la semplificazione dei
percorsi assistenziali finalizzati all'erogazione degli alimenti senza glutine, con l'obiettivo della loro
ottimizzazione e di una sempre maggiore integrazione sociale delle persone affette da celiachia,
prevedendo la dispensazione dei prodotti, oltre che presso le farmacie, anche da parte delle
parafarmacie e, in generale degli esercizi commerciali in possesso dei requisiti professionali per
l'esercizio dell'attività di vendita di prodotti appartenenti al settore merceologico alimentare.
Il Veneto, con delibera n. 2712 del 16 novembre 2010 (BUR 90 del 07/12/2010) ha approvato
l'erogazione dei prodotti senza glutine anche presso gli esercizi commerciali; la Provincia di Trento
con legge provinciale n. 8 del 3 giugno 2011 ha promosso questo tipo di intervento, prevedendo la
distribuzione dei prodotti senza glutine non più solo in farmacia ma anche nella grande distribuzione.
Peraltro, nelle reti di vendita puramente commerciali, si è riscontrato che spesso difetta un'esatta
informazione del fenomeno celiaco. In particolare, non è sufficientemente diffusa la necessità della
separazione dei prodotti con glutine da quelli senza, necessità dovuta al pericolo di contaminazione.
Il celiaco infatti rischia di soffrire per il semplice fatto, apparentemente banale, che su uno scaffale
sia posto un prodotto con glutine di fianco ad uno senza: si pensi a un sacchetto di farina con e
senza glutine. Facilissimo che vengano a contatto, e il prodotto senza glutine verrebbe contaminato
ponendo il celiaco che lo acquista in grave pericolo.
Si rende necessario quindi intervenire anche a livello di sensibilizzazione verso i commercianti che
volessero vendere tali prodotti, anche prevedendo che i prodotti gluten free vengano separati dagli
altri, riservando appositi scaffali o parti del negozio, ben distinte e separate dagli altri prodotti.
La liberalizzazione della spendibilità del contributo pubblico in esercizi commerciali diversi dalle
farmacie, potrebbe essere facilitata dalla recente introduzione del tesserino sanitario – carta
provinciale dei servizi. Infatti, sarebbe sufficiente abilitare l'utilizzo della carta dei servizi presso i
commercianti, ai fini della attribuzione/sottrazione dell'importo della "spesa" del celiaco dal contributo
a lui spettante. I dati dei soggetti beneficiari sono già in possesso della Provincia, così come gli
importi ad ognuno spettante. Il meccanismo di funzionamento è simile a quello del bancomat, con
l'unica differenza che non verrebbe erogato denaro contante ma unicamente gestita una contabilità
riferibile esattamente a quel soggetto.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a predisporre un piano per la liberalizzazione della spendibilità del contributo assegnato ai soggetti
celiaci anche ad esercizi diversi dalle farmacie;
a disporre che i prodotti senza glutine siano immagazzinati in maniera rigorosamente separata dai
prodotti con glutine, siano essi scaffali al pubblico, magazzini interni, mezzi di trasporto o in ogni
dove;
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predispone un sistema informatico che consenta ai celiaci di "spendere" il contributo pubblico anche
negli esercizi commerciali diversi dalle farmacie, per il tramite della tessera sanitaria – carta provinciale dei servizi, o altro strumento ritenuto idoneo allo scopo.
---------Weltweit sind ca. 1,5 % der Bevölkerung von Zöliakie betroffen, wobei man aber auch jene 7-8 %
hinzuzählen muss, die empfindlich auf Gluten reagieren, also insgesamt eine recht beachtliche Zahl.
aut den von Prof. Dobrilla kürzlich in den Medien gemachten Aussagen leiden in Italien rund 120.000
Personen an Zöliakie und diese Krankheit beschränkt sich nicht nur mehr auf das Kindesalter.
Außerdem hat sich die Zahl der Menschen, die Zöliakie-Marker aufweisen, in den letzten zehn
Jahren verdoppelt. Zu diesen Menschen sind außerdem jene hinzuzählen, die von dieser Krankheit
betroffen sind, aber es nicht wissen. Nach Auskunft von Prof. Dobrilla sind es mindestens fünfmal so
viele.
Diese Menschen sind gezwungen, eine besondere Diät zu befolgen, d.h. glutenfreie Produkte zu verzehren, deren Kosten nicht vernachlässigbar sind bzw. die jedenfalls teurer sind, als herkömmliche
Produkte. Aus diesem Grund haben Zöliakie-Patienten Anspruch auf einen, wenn auch geringen, Zuschuss der öffentlichen Hand von ca. 140 Euro pro Monat für Erwachsene, der über ein mittlerweile
veraltetes System ausbezahlt wird. Dieses Problem ließe sich mit den neuen technologischen
Hilfsmitteln sehr einfach lösen.
Der Detailverkauf ist grundsätzlich frei, aber der Zuschuss, den die Zöliakie-Patienten erhalten, kann
nur in der Apotheke ausgegeben werden und nicht etwa in anderen Handelsbetrieben.
Dies bedingt einerseits eine Einschränkung der Entscheidungsfreiheit, da die Begünstigten den Zuschuss zwingend in einer Apotheke ausgeben müssen, und andererseits wird dadurch ein de-factoMonopol geschaffen, mithilfe dessen die Preise der Produkte relativ hoch gehalten werden und das
Kaufpotenzial des öffentlichen Zuschusses, der den Nahrungsmittelbedarf des Begünstigten ohnehin
nicht deckt, weiter eingeschränkt wird.
Die Liberalisierung des Verkaufs glutenfreier Produkte durch die Festlegung, dass der Zuschuss
auch in anderen Handelsbetrieben als der Apotheke ausgegeben werden kann, wäre für die ZöliakiePatienten sicher von Vorteil, da sie mit derselben Summe mehr Produkte einkaufen könnten. Ein
halbes Kilo Mehl kostet in der Apotheke zum Beispiel um die 3,80 Euro, während im Supermarkt
dieselbe Marke um ca. 2,80 Euro erhältlich ist. Ein halbes Kilo Nudeln kostet in der Apotheke ca.
3,80 Euro, im Supermarkt hingegen ca. 2,20 Euro.
Da die Versorgung mit und der Konsum von glutenfreien Nahrungsmitteln im Alltag eines ZöliakiePatienten etwas Wesentliches ist, haben zahlreiche Regionen, wie das Veneto, das Trentino, die
Toskana, Latium und andere die Vereinfachung und Optimierung der Bezuschussung von
glutenfreien Nahrungsmitteln veranlasst, um die Menschen, die unter Zöliakie leiden, dadurch immer
besser in die Gesellschaft zu integrieren, indem die Zuschüsse für diese Produkte nicht nur in den
Apotheken, sondern auch in den Drogerien bzw. allgemein in allen Handelsbetrieben, die zum
Lebensmittelverkauf befugt sind, eingelöst werden können.
Das Veneto hat mit Beschluss Nr. 2712 vom 16. November 2010 (Amtsbl. 90 vom 07.12.2010) die
Verfügbarkeit glutenfreier Produkte auch in den Handelsbetrieben veranlasst. Die Provinz Trient hat
diese Maßnahme im Rahmen des Landesgesetzes Nr. 8 vom 3. Juni 2011 umgesetzt. Glutenfreie
Produkte sind ab jetzt nicht mehr nur in der Apotheke, sondern auch im Lebensmitteleinzelhandel
erhältlich.
Dabei wurde unter anderem festgestellt, dass rein handelsorientierte Verkaufsnetze häufig keine genauen Informationen über die Zöliakie anbieten. Insbesondere ist die Trennung von glutenfreien und
glutenhaltigen Nahrungsmitteln, die erforderlich ist, um eine Kontamination zu vermeiden, oft
unzureichend. Für einen Zöliakiekranken kann schon der scheinbar banale Grund, dass ein
glutenhaltiges und ein glutenfreies Produkt nebeneinander im selben Regal stehen, gefährlich sein:
Man denke zum Beispiel an eine Packung Mehl mit bzw. ohne Gluten. Das glutenfreie Produkt kann
ohne weiteres kontaminiert werden und somit eine große Gefahr für den Zöliakiekranken, der es
kauft, darstellen.
Somit müsste man auch die Kaufleute, die solche Produkte in ihr Sortiment aufnehmen möchten,
dafür sensibilisieren, damit sie die glutenfreien Produkte von den anderen getrennt aufbewahren, in
eigenen Regalen oder separaten Räumlichkeiten des Geschäfts.
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Die Liberalisierung des Zuschusses, damit dieser nicht nur in der Apotheke, sondern auch in den
Handelsbetrieben eingelöst werden kann, könnte durch die jüngste Einführung der Gesundheitsbzw. der Bürgerkarte erleichtert werden. Man müsste die Bürgerkarte lediglich so programmieren,
dass bei einem Einkauf in den Handelsbetrieben die entsprechende Summe einfach vom Zuschuss
abgezogen wird. Das Land verfügt ohnehin schon über die Daten der Begünstigten, genauso wie
über die jeweils zustehenden Summen der Zuschüsse. Die Funktionsweise entspricht jener eines
Geldautomaten, mit dem einzigen Unterschied, dass in diesem Fall kein Bargeld ausgegeben wird,
sondern lediglich die Buchhaltung der jeweiligen Person geführt wird.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
einen Plan für die Liberalisierung der Zuschüsse für Zöliakiekranke auszuarbeiten, damit diese nicht
nur in Apotheken, sondern auch in sonstigen Handelsbetrieben eingelöst werden können;
zu veranlassen, dass glutenfreie Produkte streng getrennt von glutenhaltigen Produkten aufbewahrt
werden, und zwar in den Verkaufsregalen, in den betriebsinternen Lagerräumen, auf den Transportmitteln oder sonst wo;
ein EDV-System umzusetzen, das es den Zöliakiekranken ermöglicht, ihren Zuschuss über die Gesundheits- bzw. Bürgerkarte oder sonst wie nicht nur in den Apotheken, sondern auch in den
Handelsbetrieben auszugeben.
La parola al consigliere Vezzali per l'illustrazione.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): So di tediare questo Consiglio con la
materia della celiachia, ma credo sia una cosa necessaria e mi sta molto a cuore, per questo insisto. Si tratta di
modificare il sistema della spendibilità dei contributi che ricevono i celiaci per poterli spendere anche in esercizi
diversi dalle farmacie. Fino ad ora i contributi possono essere spesi mediante l'emissione di 12 talloncini adesivi,
uno per mese, unicamente in farmacia. I prodotti in farmacia costano un po' più che sul libero mercato. Questi
prodotti sono già di per se più cari rispetto ai prodotti con glutine, quindi questa liberalizzazione, come l'ho chiamata, anche se non è una liberalizzazione vera è propria, è solo la libertà di poter spendere questi contributi anche nei supermercati o in altri esercizi commerciali, comporta per il celiaco un vantaggio, perché con lo stesso
contributo, per cui a costo zero per la Provincia, riesce ad ottenere qualche pacco di pasta in più, e in questo periodo di crisi sicuramente non fa male. Tra l'altro questa spendibilità può essere realizzata mediante l'adozione di
tessere magnetiche o quant'altro. Io ho ipotizzato il tesserino sanitario, perché ho visto che la Provincia riesce a
collegarsi al Catasto, alla situazione personale delle persone, ma un tesserino magnetico diverso va comunque
bene.
In questo senso Vi chiedo di votare questa mozione proprio perché è a costo zero per la Provincia, perché
non viene erogato un euro in più a queste persone ma viene consentito loro di poter spendere il medesimo denaro
in altri esercizi che hanno sicuramente i prezzi più bassi, e su 3,80 euro un euro di differenza è molto. Quelli che
ho indicato sono prezzi medi che ho ricavato da informazioni, e voi capite che se risparmio un euro a confezione,
ogni tre confezioni ne compro una in più, sempre con gli stessi soldi che mi eroga la Provincia.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Siamo in tempo di liberalizzazioni,
quindi credo che in questo senso si debba recepire l'invito che viene dal collega nel senso più ampio, facendo in
modo che questo processo garantisca anche una vendita maggiore, quindi l'attivazione del meccanismo della
concorrenza che garantisca anche la possibilità per l'utente finale di poter recuperare il prodotto dove costa di
meno e in una rete di vendita più ampia, se si libera questo meccanismo della spendibilità del contributo svincolandolo dalla rete delle farmacie. Non voglio aggiungere altro, perché mi pare un principio a costo zero che mi
pare la pena recepire e costituirebbe un indirizzo di straordinario interesse.
C'è un altro aspetto che ha attirato la mia attenzione, e riguarda il punto n. 2, quando si dispone che i prodotti senza glutine siano immagazzinati in maniera rigorosamente separata dagli altri prodotti, e si fa anche un'elencazione dei luoghi, cioè degli scaffali della merce riservata al pubblico piuttosto che nei magazzini interni, nei
mezzi di trasporto e in ogni dove. Penso che questa sia la parte più impegnativa di tutta la mozione, ma sono convinto che sia forse la parte più importante, perché dal rispetto rigoroso di questo tipo di procedura deriva poi la
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salute dell'utente finale che ha il bisogno dell'utilizzo di un determinato prodotto che non deve essere sottoposto in
alcun modo a contaminazione. Non ero informato personalmente della questione fin tanto che non ho avuto occasione di esserlo da testimoni che vivono questa situazione. Presumo che la stragrande maggioranza dell'opinione
pubblica non sia assolutamente nella consapevolezza di questo fenomeno e di questo rischio che è straordinariamente grande sul piano della salute, anche in considerazione dell'individuazione della contaminazione, perché
spesso la manifestazione è priva di sintomi. Tutto questo produce anche una particolare apprensione, un'attenzione costante del tempo da parte del consumatore particolare.
Auspico che ci sia da parte dell'istituzione la piena consapevolezza di questo particolare aspetto che impone una politica nuova, e anche un approccio mentale diverso rispetto a quello che abbiamo avuto fino ad oggi.
È possibile questo? Bisogna avere anche il coraggio della sfida, e io spero che la Provincia autonoma possa raccoglierla qui oggi.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Wir haben uns mit dieser Materie bereits des Öfteren befasst. Ich darf
daran erinnern, dass ich bereits im Jahr 2004 einen Beschlussantrag zu diesem Thema eingereicht habe. Damals
hat mir Landesrat Theiner gesagt, dass die Landesregierung bereits entsprechende Vorkehrungen getroffen habe.
Bei einer späteren Diskussion hat der Landesrat dann gesagt, dass der Bedarf nicht so groß sei, weshalb es wieder eingestellt worden sei. Es ist eine Tatsache, dass die Menschen, die davon betroffen sind, ein Problem haben.
Wenn die Problematik nicht zufriedenstellend gelöst wird, dann wird es immer wieder Fragen geben. Nachdem
man diese Produkte nur in den Apotheken bekommt, sind sie natürlich viel teurer. Wir haben früher auch einmal
über die Baby-Nahrung gesprochen, die in Italien früher nur in den Apotheken gekauft werden konnte. In Österreich bekam man sie auch in jedem Supermarkt. Wenn es sich um ein Nahrungsmittel handelt, dann hat dieses in
der Apotheke eigentlich nichts zu suchen und gehört in die Lebensmittelgeschäfte. Nachdem es zahlenmäßig aber
nicht so sehr ins Gewicht fällt, wird aber niemand ein großes Interesse daran haben. Schauen wir, was uns der
Landesrat diesbezüglich sagen wird. Das Anliegen ist sicher berechtigt.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Ricordo che qualche anno fa facemmo un incontro con
l'assessore Theiner e i rappresentanti di un'associazione di genitori di questi ragazzi su questa tematica. Qualcosa
in altro ambito nei confronti dei celiaci è stata fatta, questa cosa è ancora da fare. Penso che ci sia una situazione
che non è accettabile, e cioè il fatto che la Regione Veneto abbia approvato l'erogazione dei prodotti senza glutine
anche presso gli esercizi commerciali, e fatto ancora più grave che l'abbia già fatto la Provincia di Trento, dato che
è sempre la provincia di Trento che corre dietro a noi. È ben una cosa strana che noi corriamo dietro alla Provincia
di Trento, però a volte capita, e quando capita noi non solo dobbiamo raggiungere Trento, ma anche sorpassarlo.
Quindi andrei anche oltre a quello che propone in maniera limpida il collega Vezzali, al quale va tutta la convergenza politica su questa mozione, ma vorrei anche aggiungere che 140 euro, anche se spendibili in esercizi commerciali diversi dalle farmacie, sono pochi. Sono una cifra incommensurabilmente poca per poter in qualche modo
giustificare una presa di posizione di questo tipo. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un regime normale,
ma avendo parlato con quell'associazione di cui parlavo prima, mi spiegavano che quando in una famiglia c'è una
persona con questi problemi, se va in ferie 20 giorni in un albergo deve andare a cercare l'albergo che fornisca
questi cibi con la massima garanzia, perché è un rischio per la salute enorme se ciò non accade, e questi non ti
fanno pagare come gli altri. Con la scusa che i cibi senza glutine costano molto di più ti fanno pagare quel "molto
di più" con una esponenziale moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il costo per la gestione di questo tipo di malattia
all'interno della famiglia è quindi molto più grande dei 140 euro che sono forse la differenza di costo della farina e
della pasta, ma a questi costi se ne aggiungono degli altri che qui ha fatto bene il collega a non inserirli, perché
non possiamo chiedere tutto in un colpo, ma anche questo va preso in considerazione, cioè 140 euro sono pochi,
e di conseguenza questo tipo di richiesta va accettata, assessore. Dobbiamo prenderne atto, magari facendo una
legge o in qualsiasi altra maniera che Lei ritiene più opportuna per raggiungere lo scopo che tutti ci prefiggiamo.
Quando si ha la sfortuna di avere delle malattie all'interno di una famiglia, almeno cerchiamo di alleviare il problema economico!
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Es handelt sich hier um ein Thema, das es sicher wert ist, eingehender behandelt zu werden. Ich habe mich selber schon mehrfach mit dieser Thematik auseinandergesetzt. Der
Punkt 2 ist sicher der bedeutendere in diesem Beschlussantrag. Er sieht vor, zu veranlassen, dass glutenfreie
Produkte streng getrennt von glutenhaltigen Produkten aufbewahrt werden, und zwar in den Verkaufsregalen, in
den betriebsinternen Lagerräumen, auf den Transportmitteln usw. Hier beginnt das Problem, Kollege Vezzali.
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Wenn wir uns die Realität anschauen, so ist dieser Pool an Konsumenten sehr gering, vor allem in der Peripherie.
Dort wird es uns sicher nicht gelingen, in jedem Lebensmittelgeschäft glutenfreie Produkte zu vermarkten. Es wäre
auch vom Sicherheitsaspekt her nicht unbedingt ratsam, denn diese Lebensmittel bedürfen eines speziellen Umgangs. Ich habe vor kurzem über ein recht interessantes Projekt in Deutschland gelesen. Im medizinischen Bereich ist man heute mit der Problematik konfrontiert, dass die Leute diese Produkte nicht mehr nur im Geschäft
kaufen, sondern teilweise über das Internet bestellen. Leider ist es dann oft so, dass Firmen damit Schindluder
betreiben und Produkte als glutenfrei verkaufen, obwohl sie es gar nicht sind. In Deutschland gibt es ein Projekt,
mit welchem man versucht, diese Produkte von einer zentralen Stelle aus in einem gewissen Umfeld eines Landes
zu vermarkten. Es gibt also eine Anlaufstelle, die von öffentlicher Seite gefördert wird, die Produkte von vertrauenswürdigen Herstellern einkauft und weiterverteilt. Das ist nicht unbedingt der schlechtere Weg, denn wenn wir
es den Lebensmittelgeschäften selber überlassen, diese Dinge einzukaufen, dann können wir nicht kontrollieren,
was hier effektiv in den Regalen steht. Ich weiß also nicht, ob es sinnvoll ist, jeden ein bisschen zu fördern. Es
wäre also wirklich zu überlegen, ob man ein solches Modell nicht auch für Südtirol andenken könnte.
THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Ich möchte mich zunächst für die konstruktiven Redebeiträge bedanken. Es ist in der Tat so, dass wir versuchen, mit direkt Betroffenen, Interessensverbänden usw. Lösungen zu
finden, was aber sehr schwierig ist, weil die Personen verstreut im ganzen Land wohnen. Es ist auch schwierig,
Stützpunkte zu finden, an denen sich das wirtschaftlich lohnt. Es gibt also Schwierigkeiten, die uns aber nicht davon abhalten, weiterhin nach konstruktiven Lösungen zu suchen. Kollege Knoll, ich werde mich später noch mit
Ihnen austauschen. Ich möchte Ihrem Tipp gerne nachgehen und werde auch überprüfen, ob das auch in Südtirol
anwendbar wäre.
Ich möchte jetzt nicht alles rekapitulieren, sondern sagen, was sich in den letzten Monaten diesbezüglich
getan hat. Die "Federfarma Bozen" uns hat mit Schreiben vom 27. September 2011 mitgeteilt, dass sie vorhabe,
eine Software-Lizenz anzukaufen und dem Sanitätsbetrieb zur Verfügung zu stellen, mit welcher unter anderem
auch die glutenfreien Produkte laut nationalem Register des Gesundheitsministeriums verwaltet werden könnten.
Diese Software soll anfangs nur in den Apotheken installiert werden, danach aber auch in allen anderen Handelsbetrieben, gegen Bezahlung eines jährlichen Abonnements an die "Federfarma Bozen". Die Aktivierung der Software und somit auch die Verteilung der glutenfreien Produkte wird, wie beantragt, über die Gesundheitskarte erfolgen.
Die Punkte 1 und 3 des Beschlussantrages des beschließenden Teiles des Beschlussantrages können wir
genehmigen, während der Punkt 2 nicht angenommen werden kann. Das würde nämlich zu weit gehen, und außerdem ist es nicht Aufgabe der Landesregierung, Verordnungen zur Lagerung von Nahrungsmitteln ohne Gluten
zu erlassen. Ich werde den Landtag in dieser Angelegenheit auf jeden Fall weiterhin informieren und freue mich
über den Hinweis, den ich vom Kollegen Knoll bekommen habe. Danke auch dem Kollegen Vezzali für diesen
Beschlussantrag.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Ringrazio l'assessore e i colleghi. Fino
a quando non ho cominciato ad occuparmi del problema devo dire che non ne conoscevo nemmeno l'esistenza
della celiachia, poi l'ho scoperta e ogni giorni se ne sa sempre di più, però vedo che i colleghi sono molto ferrati,
conoscono bene la problematica.
Ringrazio il collega Knoll del suggerimento che ha fornito, immagino che lo farà l'amministrazione provinciale. Volevo fare una precisazione al collega Urzì: è vero, il punto importante riguarda dell'immagazzinaggio dei
prodotti in maniera separata per evitare contaminazioni, che è un dei problemi della celiachia, però è vero che
quasi sempre questi prodotti viaggiano incellofanati e protetti bene, però questo è un problema che mi ero posto,
perché se fosse stato accettato il punto sulla liberazione, nei supermercati mettere un pacco di farina senza glutine vicino ad un pacco di farina con glutine non avrebbe molto senso. Per questo chiedevo di valutare questo
problema. Adesso l'assessore ci ha detto che non è pertinenza della Provincia, però immagino che si possa fare.
Ringrazio anche il collega Seppi che è intervenuto con decisione. Se non sbaglio il contributo che viene
dato ai celiaci è fissato per un tetto massimo dallo Stato e la Provincia può oscillare. È vero che Trento ha già fatto
una legge, però fino a quel momento era molto più indietro rispetto a Bolzano. La legge è del giugno 2011 e la
Provincia di Bolzano, per stessa ammissione del presidente dell'associazione trentina, era presa come esempio,
perché anche se non c'è una legge, anzi preannuncio che depositerò presto un disegno di legge al riguardo, la
legge trentina serviva proprio per sanare un vuoto che avevano per quanto riguarda la parte informativa della ce-
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liachia. Non c'erano corsi come invece sono stati fatti per il personale sanitario, per gli addetti alle mense pubbliche ecc. , in provincia di Bolzano, quindi pur non essendoci una normativa, c'era una situazione di fatto più avanzata rispetto al Trentino. Però questo non significa che non posiamo andare ancora più avanti noi. In questo senso
ringrazio l'assessore per la disponibilità dimostratami in questi mesi. Nonostante avesse respinto qualche mozione, forse a malincuore, è sempre stato molto attento al problema. Questa cosa del software mi coglie un po' di
sorpresa, ne avevo già sentito parlare, spero solo che non si traduca in un costo aggiuntivo per i celiaci ma porti
effettivamente un contributo al risparmio sull'acquisto di prodotti celiaci negli esercizi al di fuori delle farmacie.
PRESIDENTE: Metto in votazione le premesse e i punti 1 e 3 della mozione, come richiesto dall'assessore
Theiner: approvati all'unanimità.
Metto in votazione il punto 2 della parte impegnativa: respinto con 11 voti contrari, 7 voti favorevoli e 2
astensioni.
Il punto n. 7 viene rinviato per l'assenza dell'assessore Bizzo.
Punto 8) all'ordine del giorno: "Mozione n. 412/11 del il 16.12.2011, presentata dal consigliere Seppi,
riguardante: anche la Chiesa con le sue proprietà mobili ed immobili e con le sue attività commerciali e
produttive dovrebbe sottostare alle stesse impostazioni fiscali attribuite ad ogni cittadino".
Punkt 8 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 412/11 vom 16.12.2011, eingebracht vom Abg.
Seppi, betreffend: Gleiche Besteuerung der Gewinne aus Liegenschaften und beweglichen Gütern bzw.
aus der Handels- und Gewerbetätigkeit der Kirche wie für die Bürger".
Anche la Chiesa quando con le sue proprietà mobili e immobili e con le sue attività commerciali e
produttive ottiene utili dovrebbe sottostare alle stesse imposizioni fiscali attribuite a ogni cittadino.
Vivere un momento di estrema gravità socio-economica e politica che, al di la di ogni strumentale
affermazione contraria, costituisce una pesante problematica europea, impone e imporrà sacrifici a
tutti.
Non è certamente mancata la sensibilità sul tema espressa sia dalla massima carica della CEI, il
Cardinale Bagnasco, sia dal Vescovo di Bolzano: si tratta ora di trasformare in fatti concreti le
dichiarazioni fino a qui espresse.
Infatti non poteva mancare un segnale di solidarietà da parte delle cariche ecclesiastiche preso atto
che la forma e la sostanza delle rinunce a cui saranno chiamati tutti gli italiani risultano quasi
estreme ed esprimeranno conseguenze economiche davvero gravi per le famiglie e per le classi
sociali meno abbienti. Situazioni talmente difficili e indecifrabili che hanno visto sciogliersi come neve
al sole la politica a favore dell'economia e la democrazia a favore del sistema bancario europeo e
delle borse internazionali, uniche padrone incontrastate del nostro aberrante sistema. In questa
nuova e pesante logica non possiamo trascurare una questione che ritengo di notevole rilevanza.
Non solo politica ma anche etica e morale: perché la Chiesa non partecipa a rimpinguare le casse
dello Stato nella stessa forma e sostanza a cui sarà chiamato ogni cittadino quando produttore di
reddito? Che sia esclusa da ogni tassazione in ogni sua attività anche quando questa produce
reddito ed entra in concorrenza con i privati costretti alla severa osservanza di ogni forma di fiscalità
diventa davvero ragione per una serena riflessione. Sia chiaro che nessuno intenderebbe proporre
l'applicazione di nuove forme di ICI, o se si preferisce IMU, agli edifici destinati al culto e a tutto ciò
che ad esso risulta collegato. Ma che alberghi e ristoranti aperti al pubblico, negozi con attività commerciali, edifici affittati con profitto a terzi come alloggi, come uffici, luoghi di ristorazione e quant'altro
sia indubbiamente atto a costituire una fonte di reddito non trascurabile continuino a essere esentati
dal pagamento di tributi stona parecchio, specialmente in questi difficili momenti e potrebbe considerarsi una concessione che non ha più ragione di esistere, ammesso che la abbia avuta in passato.
Certo, una operazione decisionale di questo tipo che imporrebbe fra il resto l'abrogazione di
normative in essere appartenenti anche al ventennio fascista, presume coraggio politico. Ci
auguriamo che qualcuno, animato da un vero senso di giustizia sociale, trovi la forza e lo spunto per
addivenire alla soluzione di questo problema in un parlamento oramai svuotato da ogni proposta
ideologica e quindi più idoneo a trovare il bandolo di una matassa persa negli annali della democrazia rappresentativa.
Nel dettaglio questa è l'attuale
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legislazione in merito:
ICI
Decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 504
L'articolo 7 esenta sia i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto, purché compatibile
con le disposizioni degli articoli 8 e 19 della Costituzione, e le loro pertinenze, che i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense, sottoscritto l'11
febbraio 1929 e reso esecutivo con legge 27 maggio 1929, n. 810.
L'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, prevede che "L'esenzione disposta
dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende
applicabile alle attività indicate nella medesima lettera che non abbiano esclusivamente natura
commerciale."
L'articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, indica, tra i soggetti
esenti dall'imposta, anche quelli indicati dall'articolo 16 della legge 20 maggio 1985, n. 222
(Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in
servizio nelle diocesi) che include anche le "b) attività diverse da quelle di religione o di culto, quelle
di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura e, in ogni caso, le attività commerciali o
a scopo di lucro".
IRES
L'articolo 6 del D.P.R. n. 601/1973 prevede una riduzione alla metà dell'imposta dovuta per gli enti
ecclesiastici.
Imposta di registro
Decreto legislativo
31 ottobre 1990, n. 346
L'articolo 3 esenta dall'imposta di registro, tra l'altro, gli enti di beneficienza e istruzione. Considerato
che l'articolo 12 del regio decreto 289/1930 equipara, a tutti gli effetti tributari, il fine di culto o di
religione ai fini di beneficenza e di istruzione, tutti gli enti di culto (e di ogni culto) sono esentati
dall'imposta di registro.
L'equiparazione è inoltre prevista anche espressamente nell'articolo 29 della legge n. 810/1929 (il
Trattato Lateranense dell'11 febbraio 1929 è stato reso esecutivo in Italia con la legge 27 maggio
1929, n. 810) e dall'articolo 7 della legge 25 marzo 1985, n. 121, di modifica del Trattato
Lateranense.
Tuttavia nei casi in cui gli enti di culto ricevano beni attraverso donazioni o per successione devono
essere corrisposte sia l'imposta di successione che quella di donazione.
Altre agevolazioni tributarie
D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601,
sulla Disciplina delle agevolazioni tributarie
In base all'articolo 2 del D.P.R. il reddito dei fabbricati di proprietà della Santa Sede è esente dall'imposta locale sui redditi e dall'imposta sul reddito delle persone giuridiche.
In base all'articolo 3 del D.P.R. le retribuzioni di qualsiasi natura, le pensioni e le indennità di fine
rapporto, corrisposte dalla Santa Sede, dagli altri enti centrali della Chiesa cattolica e dagli enti gestiti
direttamente dalla Santa Sede ai propri dignitari, impiegati e salariati, ancorché non stabili, sono
esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e dall'imposta locale sui redditi. (La medesima disposizione è prevista dall'articolo 17 del Trattato Lateranense).
In ogni caso, in base all'articolo 6 del D.P.R., a partire dall'anno di imposta 1993 l'imposta sul reddito
delle persone giuridiche è ridotta alla metà nei confronti degli enti il cui fine è equiparato per legge ai
fini di beneficenza o di istruzione (per l'equiparazione vedi l'articolo 12 del regio decreto n. 289/
1930).
Infine, l'articolo 16 del Trattato Lateranense prevede che "Gli immobili indicati nei tre articoli
precedenti, nonché quelli adibiti a sedi dei seguenti Istituti pontifici, Università Gregoriana, Istituto
Biblico, Orientale, Archeologico, Seminario Russo, Collegio Lombardo, i due palazzi di
Sant'Apollinare e la Casa degli esercizi per il Clero di San Giovanni e Paolo (Allegato III, 1, 1-bis, 2,
6, 7, 8), non saranno mai assoggettati a vincoli o a espropriazioni per causa di pubblica utilità, se non
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previo accordo con la Santa Sede e saranno esenti da tributi sia ordinari che straordinari tanto verso
lo Stato quanto verso qualsiasi altro ente."
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a sollecitare il Governo nazionale ad abrogare ogni forma di agevolazione ed esenzione fiscale nei
confronti delle fonti di reddito accreditate alla Chiesa e relative alle proprietà mobili e immobili in suo
possesso, alle attività produttive e commerciali da essa svolte anche tramite terzi, con particolare
attenzione a operazioni che producono concorrenzialità con privati e con aziende obbligati a
rispondere fiscalmente di ogni loro entrata.
---------Die derzeitige extreme sozio-ökonomische und politische Lage ist eine Herausforderung für ganz Europa und jedwede gegenteilige Behauptung ist nur eigennützig.
Sowohl der Vorsitzende der Italienischen Bischofskonferenz Kardinal Bagnasco als auch der Bischof
von Bozen haben das notwendige Verständnis für diese Situation zum Ausdruck gebracht. Nun geht
es aber darum, die bisherigen Erklärungen in die Tat umzusetzen.
Es bedarf nämlich auch eines Zeichens der Solidarität der Kirchenspitze, da die Form und der Inhalt
der Entbehrungen, die alle Italiener auf sich nehmen müssen, fast extrem sind und gravierende
finanzielle Folgen für die Familien und einkommensschwache Haushalte haben werden. Die Lage ist
derart schwierig und verworren, dass die politischen Maßnahmen für die Wirtschaft und die
Demokratie wie Schnee in der Sonne zugunsten des europäischen Bankensystems und der
internationalen Finanzmärkte dahingeschmolzen sind, die die einzigen unbestrittenen Herrscher über
unser abwegiges System sind. In dieser neuartigen und schwerwiegenden Situation dürfen wir einen
Sachverhalt nicht außer Acht lassen, den ich für überaus relevant halte. Dieser Sachverhalt ist nicht
nur politischer, sondern auch ethischer und moralischer Art: Weshalb trägt sich die Kirche nicht dazu
bei, die angeschlagenen Staatskassen in der selben Form zu füllen, wie dies von jedem Bürger
verlangt wird, der ein Einkommen generiert? Die Tatsache, dass die Tätigkeiten der Kirche nicht
besteuert werden, selbst wenn diese Einkünfte generieren und mit privaten Rechtssubjekten
konkurrieren, die sämtliche steuerlichen Vorgaben beachten müssen, bietet Anlass, diesen Sachverhalt in Frage zu stellen. Dabei möchte ich gleich vorwegnehmen, dass niemand auch nur daran
denkt, die Gebäude für die Religionsausübung und sonstige, damit zusammenhängende Tätigkeiten
der kommunalen Immobiliensteuer zu unterziehen. Aber die Tatsache, dass öffentlich zugängliche
Hotels und Restaurants, Handelsbetriebe und Gebäude, die gegen Entgelt als Unterkünfte, Büros,
Gaststätten und dergleichen vermietet werden, zwar eine nicht unbedeutende Einnahmequelle
darstellen und trotzdem keiner Besteuerung unterzogen werden, ist eindeutig unstimmig, besonders
in dieser so schwierigen Zeit. Dies könnte man als ein Zugeständnis betrachten, das keine
Daseinsberechtigung mehr hat, wobei fraglich ist, ob es je eine solche hatte. Selbstverständlich setzt
eine solche Entscheidung, die unter anderem die Abschaffung von Bestimmungen erfordert, die
teilweise auch auf den Faschismus zurückgehen, politische Courage voraus. Wir wünschen uns,
dass jemand, angetrieben von einem echten Sinn für soziale Gerechtigkeit, die Kraft und die Gelegenheit findet, dieses Problem in einem Parlament anzugehen, das mittlerweile keine ideologischen
Vorschläge mehr zu bieten hat und vielleicht gerade deshalb besser dazu geeignet ist, das Ende
dieses Knäuels zu finden, das in den Annalen der repräsentativen Demokratie verloren gegangen ist.
Im Detail sehen die geltenden Bestimmungen
derzeit Folgendes vor:
Kommunale Immobiliensteuer
Gesetzesvertretendes Dekret Nr. 504
vom 30. Dezember 1992
Die Steuerbefreiung laut Artikel 7 betrifft sowohl jene Gebäude, die ausschließlich der
Religionsausübung dienen, und die dazugehörigen Räumlichkeiten, sofern vereinbar mit den Artikeln
8 und 19 der Verfassung, als auch die Gebäude des Heiligen Stuhls, die unter Artikel 13, 14, 15 und
16 des am 11. Februar 1929 unterzeichneten und mit Gesetz Nr. 810 vom 27. Mai 1929
umgesetzten Lateranvertrags erwähnt sind.
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Artikel 2-bis des Gesetzesdekrets Nr. 203 vom 30. September 2005 schreibt Folgendes vor: "Die
Steuerbefreiuung gemäß Artikel 7 Absatz 1 Buchstabe i) des gesetzesvertretenden Dekrets vom 30.
Dezember 1992, Nr. 504, gilt für alle Tätigkeiten, die unter ebendiesem Buchstaben angeführt sind
und keine reine Handelstätigkeiten darstellen."
Artikel 7 Absatz 1 Buchstabe i) des gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 504 vom 30. Dezember 1992
führt unter den steuerbefreiten Rechtssubjekten auch jene an, die unter Artikel 14 des Gesetzes Nr.
222 vom 20 Mai 1985 (Bestimmungen über kirchliche Einrichtungen und Güter in Italien und über die
Entlohnung des katholischen Klerus im Dienste der Diözesen) angegeben sind. Darunter auch der
Buchstabe "b) andere Tätigkeiten als jene im Zusammenhang mit Religion und Glauben, Tätigkeiten
der Fürsorge und Wohlfahrt, Bildung, Ausbildung und Kultur und jedenfalls Handelstätigkeiten oder
profitorientierte Tätigkeiten".
Körperschaftssteuer
Artikel 6 des DPR NR. 601/1973 reduziert die von kirchlichen Einrichtungen geschuldete Steuer um
die Hälfte.
Registergebühr
Gesetzesvertretendes Dekret Nr. 346
vom 31. Oktober 1990
Artikel 3 befreit unter anderem Wohlfahrts- und Bildungseinrichtungen von der Registergebühr. In
Anbetracht der Tatsache, dass Artikel 12 des königlichen Dekrets 289/1930 Religions- und
Glaubenszwecke mit Wohlfahrts- und Bildungszwecken steuerrechtlich gleichstellt, sind alle
Glaubenseinrichtungen (jeder Glaubensrichtung) von der Registergebühr befreit.
Diese Gleichstellung ist außerdem auch ausdrücklich unter Artikel 29 des Gesetzes Nr. 810/1929
(der Lateranvertrag vom 11. Februar 1929 wurde in Italien mit dem Gesetz Nr. 810 vom 27. Mai 1929
umgesetzt) und unter Artikel 7 des Gesetzes Nr. 121 vom 25. März 1985, das den Lateranvertrag
abändert, vorgesehen.
Für Güter, die die Glaubenseinrichtungen über Schenkung oder Vererbung erhalten, sind jedoch sowohl die Erbschaftssteuer als auch die Schenkungssteuer zu entrichten.
Sonstige Steuererleichterungen
Dekret des Präsidenten der Republik Nr. 601 über die Steuererleichterungen vom 29. September
1973
Auf der Grundlage von Artikel 2 des DPR sind die Einkünfte aus den Gebäuden, die Eigentum des
Heiligen Stuhls sind, von der Gewerbesteuer und der Körperschaftssteuer befreit.
Auf der Grundlage von Artikel 3 des DPR sind Zuwendungen jeglicher Art, die Pensionen und Abfertigungen, die vom Heiligen Stuhl und von anderen Zentralstellen der katholischen Kirche und den unmittelbar vom Heiligen Stuhl geleiteten Anstalten an die Würdenträger, Beamten und Angestellten,
auch wenn sie noch nicht definitiv festgelegt sind, von der Einkommenssteuer und der
Gewerbesteuer befreit. (Dieselbe Bestimmung ist unter Artikel 17 des Lateranvertrags enthalten).
Jedenfalls wurde die Körperschaftssteuer auf der Grundlage von Artikel 6 des DPR ab dem
Steuerjahr 1993 für jene Einrichtungen um die Hälfte gekürzt, die Wohlfahrts- oder Bildungszwecken
verfolgen (zum Thema der Gleichstellung siehe Artikel 12 des königlichen Dekrets Nr. 289/1930).
Schließlich schreibt Artikel 16 des Lateranvertrags Folgendes vor: "Die in den drei vorstehenden Artikeln genannten Immobilien sowie diejenigen, in denen sich folgende päpstliche Anstalten befinden:
die Gregorianische Universität, das Bibelinstitut, das Orientalische Institut, das Archäologische
Institut, das Russische Seminar, das Lombardische Kolleg, die beiden Paläste von Sant'Apollinare
und das Exerzitienhaus für Geistliche von San Giovanni e Paolo (Anl. III, 1, 1-bis , 2, 6, 7, 8), werden
niemals irgendwelchen Beschränkungen oder Enteignungen aus Gründen des öffentlichen
Interesses unterliegen, außer nach vorheriger Vereinbarung mit dem Heiligen Stuhl. Auch sind sie
von ordentlichen wie außerordentlichen Abgaben sowohl an den Staat als auch an irgend eine andere Stelle frei."
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
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die italienische Regierung aufzufordern, jede Form der Steuererleichterung und -befreiung für
Einkünfte der Kirche aus Liegenschaften und unbeweglichen Gütern, die sich in ihrem Eigentum
befinden, sowie aus den kirchlichen Handels- und Gewerbetätigkeiten abzuschaffen, auch wenn sie
über Dritte erfolgen und insbesondere wenn diese in Konkurrenz mit Privatpersonen und unternehmen stehen, die auf ihre Einkünfte Steuern zahlen.
La parola al consigliere Seppi per l'illustrazione.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Il documento mi sembra molto eloquente. Noi riteniamo
opportuno che anche la Chiesa, per le proprietà che le producono reddito, debba pagare le tasse come qualsiasi
altra azienda privata o cittadino che sia residente in questa Repubblica. Nessuno di noi vuole tassare quelle proprietà che sono luoghi di culto o accessori ai luoghi di culto come gli oratori o le canoniche, ma nel momento in cui
in via Alto Adige c'è un'immobile del Clero che è affittato ad aziende private che pagano affitto, e come Regione
non paghiamo neanche poco, c'è una produzione di reddito chiaro che va tassato nello stesso identico modo
come se la proprietà fosse di un qualunque altro residente in Italia. Questo ritengo sia doveroso nel momento in
cui sono richiesti sacrifici da parte di tutti, ma non solo usando demagogia, lo ritengo doveroso a prescindere, cioè
non voglio nemmeno dire che questa mia proposta nasce dal fatto che se i sacrifici devono farli tutti, devono farli a
maggior ragione quelli che hanno redditi, lo dico a prescindere dal fatto che siamo in un periodo di crisi. Non è
giusto che possa esserci un albergo di proprietà della Chiesa o delle sue varie strutture collaterali che venga affittato nel periodo estivo per ipotesi nelle nostre località di montagna, mi riferisco ad un posto molto vicino a casa
mia, dove c'è una produzione di reddito che entra in concorrenzialità con albergatori privati che pagano le tasse,
pagano i contributi, pagano tutto ciò che va pagato, e loro sono esenti da tutta questa tassazione. Di conseguenza
non c'è nemmeno un rispetto delle regole di mercato quando si è sul libero mercato. Ho cercato con questa mozione di relazionare ai colleghi dove ci sono queste esenzioni e le leggi che prevedono queste esenzioni. E mi
voglio rifare a ciò che ha detto il presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, che ha in qualche modo anche avvallato il vescovo di Bolzano, mons. Muser. È giusto che si porti avanti un ragionamento per far pagare le tasse
anche a chi in effetti fino ad oggi non le ha mai pagate, o per lo meno non le ha mai pagate dopo i Patti lateranensi. Ribadisco che sono tasse che devono essere imposte su proprietà che producono reddito, su proprietà che
rendono soldi alla Chiesa la quale deve pagare come chiunque altro. Penso anche all'esenzione su tasse collaterali che non sono l'Irpef, come l'Ires per esempio, cioè la Chiesa non paga nessuna tassa di registro sui beni, a
meno che questi non siano beni attraverso donazioni o per successione. Faccio fatica a capire come siano beni
per successione all'interno della Chiesa nel momento in cui normalmente i preti non hanno figli. Al di là di questo
sono tasse che devono essere corrisposte solamente in quel caso.
Va aggiunto che nessuno ha mai pagato l'Ici sui beni della Chiesa che producono reddito, non sicuramente
le chiese, le canoniche e gli oratori, è ovvio, nessuno vuole tassare ciò che non rende, ma ciò che rende, ciò che
crea profitto, ciò che è posto sul libero mercato per fruttare le proprietà immobiliari a qualsiasi titolo acquisite dalla
Chiesa deve essere tassato nello stesso modo come lo è per qualsiasi altro cittadino. Io sono convinto di questo,
ma non lo dico con acredine, anzi, perché ritengo che la dignità che la Chiesa ha sempre dimostrato debba anche
manifestarsi in questo, nell'essere compartecipe con i confratelli che pagano le tasse, nell'essere anche lei nelle
condizioni di dire che anche lei ha fatto il suo dovere. Oggi le cose non stanno così. Ho elencato le leggi che prevedono questo tipo di benefit, e ritengo che queste devono essere riviste e ripensate.
Sollecito questo Consiglio a mandare la sua convinzione su questo concetto al Governo nazionale.
Adesso faccio un intervento sull'ordine dei lavori. Per distrazione ho scritto "si impegna il Consiglio della
Provincia autonoma di Bolzano", ho sbagliato doveva essere scritto: " Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale". Consideratelo corretto, è una svista. Per quanto riguarda la questione in
essere penso che questa assemblea non possa far altro che accogliere ciò che ho proposto, perché ritengo dia
nuova dignità anche alle proprietà e alle possibilità economiche della Chiesa cristiano-cattolica e di qualsiasi altra
Chiesa.
PRESIDENTE: La modifica che Lei ha indicato verrà apportata. La parola al consigliere Heiss, prego.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Kollege Seppi, ich bin in
einer grundsätzlichen Aussage mit Dir nicht einverstanden. Der Bischof von Bozen ist nicht der Bischof von Bo-
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zen, sondern der Bischof von Bozen/Brixen. Das muss klargestellt werden, wenngleich ich liberaler Laizist bin. Ich
bestehe wirklich auf diesem traditionellen Titel.
Für den Rest des Beschlussantrages bin ich mit Dir absolut einverstanden. Auch ich glaube, dass diese
kommerziellen Tätigkeiten, die über die rein religiös-sozialen Zwecke hinausgehen, durchaus besteuert werden
sollten. Ich würde nicht ganz so weit gehen wie Du, das heißt diese radikale Gleichstellung einführen, aber im
Großen und Ganzen hast Du vollkommen Recht. Da genügt ein einfaches Beispiel. Herr Landeshauptmann, wissen Sie, wie viele Liegenschaften die Diözesankirchen, Pfarreien, Klöster, geistlichen Körperschaften in der Stadt
Brixen besitzen? In der Altstadt Brixen sind es immerhin ein Drittel der Liegenschaften, die der Kirche gehören.
Wissen Sie auch, wie viel die kirchlichen Anstalten in den letzen Jahren an ICI gezahlt haben? 100.000 Euro, was
ungefähr der Betrag ist, den ein größerer Gastbetrieb künftig an IMU zu zahlen haben wird. Deshalb ist es notwendig, hier eine gewisse Gleichstellung anzustreben, da die kommerziellen Tätigkeiten neben den verdienstvollen, humanitären, kultischen und religiösen Aktivitäten ausgebreitet sind. Man denke nur daran, dass in einer Stadt
wie Brixen das St.Josefs-Missionshaus für die Universität verwendet wird. Das Land zahlt dafür jährlich 110.000
Euro. Ich möchte damit nur sagen, dass es hier wirklich die Notwendigkeit gibt, ein wenig Steuergerechtigkeit
herzustellen. Das Grundanliegen des Kollegen Seppi ist gerecht, und deshalb stimmen wir in diesem Fall – wahrscheinlich einer der wenigen Fälle – mit dem Kollegen Seppi völlig überein.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich bin mit diesem Beschlussantrag in dieser Form nicht einverstanden. Ich
denke, dass die Beziehungen zwischen dem Staat und der Kirche geregelt sind. Zur Zeit wird ja auch über die
IMU und über deren Anwendung geredet, und hier hat es ja auch Erklärungen des Vorsitzenden der Bischofskonferenz gegeben. Deshalb denke ich, dass der Südtiroler Landtag nicht diese Forderung an Rom stellen sollte.
Diskutieren wir über die Tatsache, dass Flugbenzin nicht besteuert wird oder über andere Tatsachen, die für bestimmte Kategorien enorme Vorteile schaffen. Wenn wir ernsthaft darüber diskutieren wollen, welche Dinge von
einer Steuer befreit werden sollen, dann kann man über sehr viel diskutieren, aber nicht unbedingt über die Kirche.
Die Kirche ist sicher nicht gewinnorientiert und mir ist auch nicht bekannt, dass der Bischof ein Jahressalär in der
Höhe von jenem des Präsidenten der Sparkasse usw. einstecken würde. Mir ist auch nicht bekannt, dass die
Monsignori oder Priester üppig bezahlt würden. Die Kirche erfüllt eine sehr wichtige Aufgabe. Natürlich wird es in
dem einen und anderen Bereich eine Regelung brauchen. Ich persönlich werde diesem Beschlussantrag also
nicht zustimmen.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und
Kollegen! Ich muss sagen, dass ich, rechtlich gesehen, nicht genau weiß, ob das, was ich jetzt sage, stimmt. Meiner Meinung nach handelt es sich hier um ein internationales Abkommen zwischen dem Vatikan und dem italienischen Staat. Auf jeden Fall gibt es ein Abkommen zwischen der Kirche und dem Staat. Wir haben also gar keine
Möglichkeit, hier etwas zu tun. Außerdem ist es so, dass das sowieso nur der Staat regeln kann, wenngleich im
Beschlussantrag steht, dass wir beim Staat intervenieren sollen. Nachdem erst vor kurzem eine Neuregelung
dieser Angelegenheit vorgenommen wurde, wäre es verfrüht, wenn wir jetzt intervenieren und sagen würden, dass
es hier eine Änderung braucht. Ich bin davon überzeugt, dass in Bezug auf die kommerzielle Tätigkeit wahrscheinlich eine Änderung kommen wird. Im Übrigen muss man auch sagen, dass die Kirche insgesamt nicht gewinnorientiert ist, wenngleich sie Eigentum und Einkünfte hat. Es wäre also nicht richtig, wenn der Südtiroler
Landtag hergehen und sagen würde, dass auf diesem Gebiet eine Änderung vorgenommen werden soll. Deshalb
werden wir gegen diesen Beschlussantrag stimmen.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Ci vuole coraggio per votare certe cose, presidente, e
quindi è altrettanto chiaro che benché certi concetti non si può fare altro che condividerli, perché sono convinto
che le cose stiano così, una cosa è condividerli, altra cosa è assumersi politicamente la responsabilità. In questo
onestamente La capisco.
Vede, presidente, quel ragionamento che al di là dell'espressione di questa mozione sta alla base di ogni
logica in quest'aula è: noi vogliamo l'autonomia su tutto, ma nel momento in cui tocchiamo un problema delicato
che crea una sollecitazione al Governo, noi non siamo il Governo, decide Roma. Io non ho mica preteso che decidessimo noi! Io ho solamente chiesto di sollecitare Roma a trovare una soluzione ad un problema che è incomprensibile nel 2012 e non mi voglio nemmeno agganciare alla demagogia del fatto che siamo in un periodo di crisi,
che tutti dobbiamo dare il nostro contributo, quindi lo devono dare anche loro. Non centra niente, lo devono dare a
prescindere, perché se si hanno dei beni che creano reddito, chiunque paga le tasse, quindi le devono pagare
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anche loro. Il presidente dice che non hanno scopo di lucro, io non lo so, lo dice Lei, io ne prendo atto, obiettivamente però se non hanno scopo di lucro, possono mettere in un registro le entrate da una parte come fa ogni
azienda e le uscite dall'altra. Il risultato finale sarà il lucro. Se non ci sarà lucro, faranno a meno di pagare le tasse.
Ma essere addirittura esentati da pagare qualsiasi tipo di bilancio quando hanno le proprietà miliardarie, come
hanno nella nostra provincia così come in tutto il resto d'Italia, ritengo sia inaccettabile.
Ribadisco ancora che non esiste nessuna legge internazionale, e questa è una bugia, che prevede che la
Chiesa, ma non solo quella cristiano-cattolica, non paghi le tasse dove c'è reddito in altri stati d'Europa. Non è
vero, questo è solo un accordo nazionale, in Germania per esempio se ci sono proprietà che producono reddito,
va presentata la denuncia dei redditi e vanno pagate le tasse. Possiamo comunque pensare che abbiamo mandato sollecitazioni da questa assemblea addirittura al governo europeo se volevamo farlo. Adesso non possiamo
dire che non vogliamo essere noi i primi. Perché no? Perché non siamo d'accordo o perché non vogliamo farci
vedere essere contro la Chiesa, perché ci fa perdere qualche centinaia di migliaia di voti? Non vogliamo essere
d'accordo perché siamo convintamente contrari o perché non ci conviene? In questa discussione è emerso il totale
"paraculismo" di una classe politica incapace di votare sulla ragione per questioni di convenienza. Io la penso in
questo modo, si è capito benissimo, presidente, come Lei la pensa, che è esattamente il contrario di quanto ha
detto: le tasse dovrebbero pagarle ma non possiamo farlo, altrimenti perdiamo i voti. Io a questo gioco non ci sto,
anche perché dai preti di voti ne prendo pochi, credo in Gesù Cristo ma sul resto ci metto un punto di domanda,
quindi ritengo che in questo Stato, e arriveremo anche ai contadini che producono mele, chiunque abbia un reddito o delle proprietà che fanno reddito ha l'obbligo di pagare le tasse come chiunque altro, di dare trasparenza ai
propri bilanci e dare in pasto al popolo ciò che è giusto. Noi abbiamo adesso una regolamentazione che obbliga
noi ad avere una denuncia sui redditi pubblicata su internet. Io voglio sapere cosa dichiara il collega Urzì? Vado a
vederlo su internet, voglio vedere cosa hanno i preti? Non si sa da nessuna parte, nemmeno al Tavolare e al Catasto.
La Chiesa merita tutto il rispetto, sono convinto che faccia del bene, ma sono altrettanto convinto che chi in
questa Repubblica ha dei guadagni, deve pagare le tasse a prescindere dalle ragioni che la mettono nelle condizioni legislative di essere esentati da un dovere che riguarda qualunque cittadino su questo territorio nazionale.
PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione: respinta con 19 voti contrari, 7 voti favorevoli e 3 astensioni.
Punto 9) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 423/11 dell'16.12.2011, presentata dai consiglieri Dello
Sbarba e Heiss, riguardante SEL: primi passi di un 'nuovo inizio'.
Punkt 9 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 423/11 vom 16.12.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend SEL: erste Schritte eines 'neuen Beginns'.
Dopo la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della SEL Spa è forte l'attesa di un "nuovo
inizio" nella politica energetica della nostra provincia. Fin dai primi passi vanno fatte precise scelte di
massima trasparenza, sussidiarietà e cooperazione con i Comuni e le comunità comprensoriali.
Per questo motivo,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a seguire i seguenti indirizzi e a dare indicazione ai propri rappresentanti nel Cda della Sel Spa
affinché la società energetica faccia altrettanto:
La Provincia e la SEL riconoscono e favoriscono il diritto di accesso dei consiglieri e delle consigliere
provinciali
affermato
dalla
sentenza
n.
00001/
2011 del TRGA Sezione autonoma della Provincia di Bolzano e in via definitiva dalla sentenza n.
02434/2011 del Consiglio di Stato e rinunciano a qualsiasi atto che possa mettere in discussione tale
diritto, ritirando il ricorso attualmente pendente di fronte alla Corte di Cassazione.
La Provincia, la SEL e le società da essa controllate riconoscono che le concessioni inferiori ai 3.000
KW di potenza sono riservate all'iniziativa dei Comuni e delle Comunità comprensoriali, nelle forme
che questi riterranno più opportune. Per questo la SEL e le società ad essa controllate non parteciperanno più all'assegnazione di concessioni inferiori ai 3.000 KW di potenza e cederanno progressivamente a prezzo di costo ai Comuni che si dichiarino interessati le partecipazioni detenute in
centrali di potenza inferiore ai 3.000 KW.
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La Provincia, la SEL e le società da essa controllate affrontano le prossime scadenze che riguardano
le centrali Hydros (trattativa con Edison sulla cessione della sua partecipazione e gare per le grandi
concessioni idroelettriche in scadenza) di concerto con i Comuni, riconoscendo loro un ruolo
fondamentale.
La Provincia e la SEL favoriscono l'acquisizione da parte dei Comuni che lo desiderano e nelle forme
che liberamente scelgano della rete di distribuzione e dei relativi impianti; tale acquisizione sarà
sostenuta finanziariamente anche con un contributo della Provincia, le cui modalità e la cui entità
saranno stabilite d'intesa con il Consiglio dei Comuni.
Entro maggio 2012 la Giunta provinciale e il presidente e il vicepresidente della SEL riferiranno in
Consiglio provinciale sulle strategie di politica energetica che la Provincia e la SEL dovranno seguire
in futuro. Seguirà un dibattito in cui ogni consigliera e consigliere potrà prendere la parola.
---------Nach der Ernennung des neuen Verwaltungsrats der SEL AG ist die Erwartungshaltung für einen
"neuen Beginn" in der Energiepolitik unseres Landes groß. Von Anfang an sind gezielte
Entscheidungen zu treffen, die von höchster Transparenz, Subsidiarität und Kooperation mit den
Gemeinden und Bezirksgemeinschaften geprägt sind.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
sich an folgende Richtlinien zu halten und ihre Vertreter im Verwaltungsrat der SEL AG anzuweisen
dafür zu sorgen, dass auch die Energiegesellschaft sich daran hält:
Das Land und die SEL anerkennen und unterstützen das Zugangsrecht der Landtagsabgeordneten,
das durch das Urteil Nr. 00001/2011 des Verwaltungsgerichts, Autonome Sektion für die Provinz
Bozen, und endgültig vom Urteil Nr. 02434/2011 des Staatsrates bekräftigt wurde, und verzichten auf
jeglichen Schritt, der dieses Recht in Frage stellen könnte, indem sie den zurzeit vor dem
Kassationsgericht behängenden Rekurs zurückziehen.
Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften erkennen an, dass die Konzessionen für Anlagen
mit einer Leistung bis zu 3.000 KW den Gemeinden und den Bezirksgemeinschaften vorbehalten
sind, und zwar in der Form, die diese für am geeignetsten erachten. Aus diesem Grund beteiligen
sich die SEL und ihre Tochtergesellschaften nicht mehr an der Konzessionsvergabe für Anlagen mit
einer Leistung bis zu 3.000 KW und geben ihre Beteiligungen an Kraftwerken mit einer Leistung bis
zu 3.000 KW fortlaufend an die daran interessierten Gemeinden ab.
Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften beziehen bei den anstehenden Verfallsfristen im
Zusammenhang mit den Kraftwerken der Hydros (Verhandlungen mit der Edison über die Abtretung
ihrer Beteiligung und Ausschreibung der auslaufenden großen Wasserkraftkonzessionen) die
Gemeinden mit ein und erkennen diesen eine grundlegende Rolle zu.
Das Land und die SEL fördern die Erwerbung des Verteilungsnetzes und der entsprechenden Anlagen durch die Gemeinden, die dies wünschen und die die jeweilige Form nach Gutdünken wählen
können; diese Erwerbung wird finanziell durch einen Landesbeitrag unterstützt, wobei die Einzelheiten und das Ausmaß desselben im Einvernehmen mit dem Rat der Gemeinden festgelegt
werden
Innerhalb Mai 2012 werden die Landesregierung sowie der Präsident und der Vizepräsident der SEL
im Landtag über die energiepolitischen Strategien berichten, die das Land und die SEL in Zukunft
verfolgen werden. In der anschließenden Debatte werden alle Abgeordneten die Möglichkeit haben,
das Wort zu ergreifen.
Prima di dare la parola al consigliere Dello Sbarba comunico che nel testo in lingua tedesca c'è stato un errore di traduzione: al punto 1 anziché "Verwaltungsgerichtshof" bisogna scrivere "Kassationsgericht".
La parola al consigliere Dello Sbarba per l'illustrazione.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Questa mozione è piuttosto importante, perché cerca di affrontare la questione della vicenda SEL e della vicenda energetica della nostra provincia,
cercando di guardare avanti oltre la situazione attuale. Cerca quindi di delineare alcuni principi su cui muoversi per
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il futuro. Nessuno ha ricette in tasca, la questione è molto complessa, però proprio per questo ci sembra importante fissare alcune certezze soprattutto nella divisione dei ruoli, dei compiti, del metodo di operare della nuova
SEL e tutti noi speriamo che davvero l'elezione del nuovo consiglio di amministrazione della SEL S.p.a. definisca e
segni un nuovo inizio, fissare per questo nuovo inizio alcuni principi fondamentali a noi sembra importante. Per
questo abbiamo presentato questa mozione che mette al primo punto il tema della trasparenza e poi della cooperazione tra Provincia, Comuni e Comunità comprensoriali, cioè del riconoscimento che sulla politica energetica
provinciale è indispensabile un nuovo confronto fra le istituzioni della nostra autonomia per definire dei ruoli precisi. Per noi i ruoli precisi sono in prospettiva quello che la Provincia non si occupa della produzione e della distribuzione ma si occupa della definizione di chiare regole uguali per tutti e di dare le concessioni, di incassare i vari
tributi che sono collegati alle concessioni, di stabilire le condizioni di queste concessioni e che invece sul piano
operativo devono stare i Comuni e le Comunità comprensoriali. Ma questa è la prospettiva futura. Nell'immediato
ci sembra importante definire alcuni primi passi. Il primo passo è quello di affermare, come Consiglio e anche
come Giunta, quindi come Provincia e quindi come incarico ai nostri membri del consiglio di amministrazione della
SEL, che il diritto di accesso dei consiglieri provinciali agli atti, ai documenti fondamentali di un'azienda pubblica
come la SEL S.p.A., questo diritto riconosciuto da una sentenza del TAR e da una sentenza del Consiglio di Stato,
viene riconosciuto fondamentale da questo Consiglio e viene difeso, non viene ostacolato. In questo senso si propone che la Provincia ritiri la propria adesione al ricorso della SEL S.p.A. presso la Cassazione e che dia indicazione ai propri rappresentanti della SEL di ritirare il ricorso alla Cassazione che è in udienza il 31 gennaio. Io ho
letto le dichiarazioni sull'ultimo numero del giornale "FF" del nuovo presidente Sparber. Lui ha detto che deve
sapere se la SEL è un'azienda che può tenere un segreto nei propri rapporti contrattuali con l'Enel, Edison o altri,
ma il ricorso non verte su questo, verte solo sul tentativo di dimostrare che il Consiglio di Stato non era competente e quindi ha solo lo scopo di annullare il diritto di accesso dei consiglieri e consigliere. Anche se dovesse
ottenere ragione, cosa che non credo, la SEL non ottiene il fatto che non c'è un diritto di accesso, ottiene solo il
fatto che ci sarà un altro tribunale che decide. Questo è un attacco ad un diritto sancito e sacrosanto di questo
Consiglio, di ciascuno dei suoi membri, che non può non essere sostenuto dalla Provincia. Questo primo punto
della mozione è quindi fondamentale, anche perché c'è una scadenza ravvicinata.
Gli altri punti riguardano, il punto 2, una divisione di compiti tra SEL e Comuni, società comunali nel senso
che le piccole e medie concessioni, quelle sotto i 3.000 kw di potenza, vanno lasciate ai Comuni e la SEL si deve
ritirare da quelle che ci sono e non deve più chiederne altre.
Con il terzo punto si chiede che le prossime scadenze che riguardano Hydros vengano affrontate di concerto con i comuni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale. Alcune centrali Hydros sono in alcune valli molto
attive e i comuni sono interessati ad esse.
Il quarto punto dice che la Provincia e la SEL favoriscano l'acquisizione della rete da parte dei comuni che
la vogliano e li sostengano anche finanziariamente in questa acquisizione, altrimenti diventa difficile portarla
avanti.
Il quinto punto chiede di fissare un appuntamento nel maggio 2010, data indicativa, in cui il presidente e vicepresidente nuovi della SEL vengono invitati in questo Consiglio per un'audizione e un confronto sulle prospettive
future della SEL.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich denke, dass wir, so erforderlich rasches Handeln in dieser Frage auch sein
mag, sorgfältig prüfen sollten, wie die künftige Ausrichtung der Energiepolitik in Südtirol ausschauen soll. Deshalb
möchte ich den Kollegen Dello Sbarba ersuchen, die Abstimmung über die Punkte 2 bis 5 des beschließenden
Teiles des Beschlussantrages vorerst auszusetzen oder die erwähnten Punkte. Dafür sollte man die Zeit in Anspruch nehmen. Sonst können wir solchen Vorschlägen auf gar keinen Fall zustimmen. Es wäre wichtig, sich Zeit
für die Debatte zu nehmen.
In Bezug auf Punkt 1 des beschließenden Teiles des Beschlussantrages sind wir damit einverstanden, das
zu tun, was wir immer schon gesagt haben, nämlich die größtmögliche Transparenz an den Tag zu legen. Die
Akten sollen einsehbar sein. In der Tat gibt es auch ein Problem in der Definition der Gesellschaften. Dieses
Problem ist aber zu einem Gutteil von den italienischen Regierungen und vom römischen Parlament verursacht
worden. Man hat die öffentlichen Gesellschaften in den letzten zehn, fünfzehn Jahren immer wieder in eine neue
Rolle hineingedrängt. Zunächst waren es Kapitalgesellschaften, dann Dienstleistungsgesellschaften, dann gemeindeeigene Betriebe usw. Mittlerweile ist hier sehr viel aus dem Ruder gelaufen. Der neue Präsident der SEL
mag also durchaus Recht haben, wenn er sagt, dass er selbst gerne wissen würde, was die SEL ist. Allerdings ist
auch dazu zu sagen, dass zwei Gerichte entschieden und der Südtiroler Landtag mittlerweile Akteneinsicht ge-
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nommen hat. Ob Sie, werte Kollegen der Grünen, das Urteil der Gerichte respektiert haben, weiß ich nicht. Es hat
ja geheißen, dass man mit diesen Informationen sorgsam und vertraulich umgehen sollte. Sie haben Ihre Sorgfaltspflicht so gehandhabt, dass Sie prompt jede mögliche Schwachstelle ausgeleuchtet und auf Ihre Art und
Weise interpretiert haben. Damit wollen Sie letztendlich logischerweise auch politisch punkten. Wir sind jedenfalls
froh, dass wir diesen Betrieb führen können. Wie gesagt, zu Punkt 1 gibt es eine grundsätzliche Zustimmung unsererseits, weil wir glauben, dass diese Akteneinsicht wichtig ist. Wenn schon, dann müsste man diese Frage aber
auf höherer Ebene regeln. Wenn man der Ansicht ist, dass im Land Südtirol das Gesetz der Transparenz und
Offenlegung gilt, dann ist das in Ordnung und die Akten müssen offengelegt werden. Wenn man bestimmte Einschränkungen vornehmen möchte, dann muss man das statutarisch festlegen.
EGGER (Die Freiheitlichen): Der Fraktionssprecher der SVP hat angekündigt, dass Punkt 1 durchgehen
wird, während die anderen Punkte nicht genehmigt werden. Das wird die Grünen Kollegen dazu bewegen, auch
über diese Punkte abstimmen zu lassen oder sie zurückzuziehen. Ich würde natürlich gerne über alle fünf Punkte
abstimmen. Ich würde auch allen fünf Punkten zustimmen. Wir alle sind daran interessiert, in diese Verträge Einsicht nehmen zu können, wissend, dass es manchmal für Unternehmen von Nachteil sein kann, wenn gewisse, im
Vertrauen festgelegte Details öffentlich werden. Ich würde in die Verträge gerne Einsicht nehmen und würde dann
beurteilen, ob es richtig oder falsch ist, den Inhalt an die Öffentlichkeit zu bringen.
Ich würde auch gerne über Punkt 2 abstimmen, den ich auch befürworte, wenngleich ich sagen muss, dass
das die Kollegen Heiss und Dello Sbarba nicht ganz klar formuliert haben. Hier geht es um die Beteiligung der
Gemeinden oder der SEL an Kraftwerken bis 3.000 Kilowatt. Es steht nicht, ob diese Beteiligung gratis abzutreten
wäre oder ob die Gemeinden zu bezahlen haben. Ich wäre auf jeden Fall für eine kostenlose Abtretung. Nachdem
es der SEL aufgrund großen politischen Druckes gelungen ist, Anteile und Quoten an diversen Gesellschaften zu
erlangen, möge man die Gemeinden im Nachhinein nicht auch noch zur Kasse bitten.
Auch über die Punkte 3, 4 und 5 würde ich gerne abstimmen. Das gilt insbesondere für den Punkt 5, denn
die Neuausrichtung der SEL sollte auch hier im Südtiroler Landtag zur Sprache kommen. Die Verantwortlichen
sollten uns darüber berichten und wir alle sollten das Recht haben, dazu Stellung zu nehmen.
PRESIDENTE: Prima di dare la parola all'assessore Laimer, vorrei sentire il consigliere Dello Sbarba per
quanto riguarda la proposta fatta dal consigliere Pichler Rolle, prego.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il collega Pichler Rolle dice che sui
punti dal due in poi, che riguardano la politica energetica, c'è bisogno di un approfondimento da parte della maggioranza e quindi si chiede più tempo per riflettere, e che invece sul punto 1 c'è un accordo. Noi abbiamo nessuna
intenzione di fare questioni di principio, ci interessa portare avanti un confronto positivo. Quindi la mia proposta è
questa: io ho già preparato, in base alle cose che ho sentito, una bozza di emendamento sostitutivo dell'intera
mozione che riporta praticamente in votazione solo il punto 1. Per quanto riguarda il resto del testo, mi riservo già
da subito di presentare una nuova mozione che possa andare in votazione a febbraio con gli altri punti.
Chiedo quindi con un emendamento sostitutivo di votare il punto 1, e lo consegno adesso al segretario generale. Per quanto riguarda gli altri punti, avremo tempo di discuterne a febbraio con una mozione specifica che
presentiamo subito. Forse possiamo continuare il dibattito su questo emendamento sostitutivo domani mattina
come primo punto.
PRESIDENTE: Lei può depositare questo emendamento, così possiamo farlo tradurre, e domani mattina
alle 10 riprendiamo la discussione con la replica dell'assessore e la successiva votazione. Sospendiamo quindi la
trattazione della mozione n. 423/11.
Il punto n. 10, mozione n. 426/11, non può essere trattato in quanto non sono trascorsi ancora sei mesi dall'esame dell'ordine del giorno n. 26 al disegno di legge finanziario, che aveva lo stesso contenuto e che è stato
respinto il 15 dicembre 2011.
Mi risulta comunque che i consiglieri Klotz e Knoll abbiano già avanzato una richiesta scritta per la convocazione ad una audizione dei rappresentanti della commissione dei sei e dei dodici in Consiglio provinciale.
Punto 11) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 226/10 del 23.6.2010, presentata dai consiglieri Egger,
Leitner, Mair, Stocker Sigmar e Tinkhauser, riguardante anziani poveri in Alto Adige" (continuazione).
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Punkt 11 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 226/10 vom 23.6.2010, (eingebracht von den
Abgeordneten Egger, Leitner, Mair, Stocker Sigmar und Tinkhauser, betreffend Altersarmut in Südtirol"
(Fortsetzung).
Ricordo che l'esame della mozione era stato rinviato in data 13 luglio 2011 dopo la lettura della stessa. La
parola al consigliere Egger, prego.
EGGER (Die Freiheitlichen): Herr Präsident, ich ziehe diesen Beschlussantrag zurück, da ich ihn überarbeiten und neu vorlegen möchte.
PRESIDENTE: Va bene. La mozione è ritirata.
Punto 12) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 292/11 del 31.1.2011, presentata dai consiglieri Heiss e
Dello Sbarba, concernente la realizzazione della bretella ferroviaria della Val di Riga" (continuazione).
Punkt 12 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 292/11 vom 31.1.2011, eingebracht von den
Abgeordneten Heiss und Dello Sbarba, betreffend die Realisierung der Riggertalschleife" (Fortsetzung).
Ricordo che l'esame della mozione era stato rinviato, su richiesta del primo firmatario consigliere Heiss,
dopo la presa di posizione dell'assessore Widmann il 4 ottobre 2011.
La parola al consigliere Heiss, prego.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Danke, Herr Präsident! Natürlich ist es etwas
merkwürdig, wenn man jetzt in einem Abstand von drei Monaten replizieren soll. Natürlich haben wir den Beschlussantrag damals auf eigenen Wunsch zurückgestellt, aber wir wollten die weitere Entwicklung im Bereich des
öffentlichen Verkehrs abwarten. Diese Entwicklungen haben eigentlich wenig Neues ergeben und die Frage der
Riggerstalschleife ist weiterhin eines der wichtigsten Probleme für den öffentlichen Nahverkehr in Südtirol. Landesrat Widmann ist nicht im Saal, vielleicht könnte man ihn hereinrufen.
PRESIDENTE: L'assessore Widmann ha già espresso la sua posizione sulla mozione. Resta da fare solo la
Sua replica, consigliere.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Landesrat Widmann, es geht um den Beschlussantrag zur Riggertalschleife. Die Diskussion darüber ist schon längst abgeführt worden. Die Realisierung
der Riggertalschleife wäre für den öffentlichen Nahverkehr in Südtirol grundlegend. Die Verbindung des Pustertales mit Bozen würde durch diese Riggertalschleife wesentlich gewinnen. Damit würde die Pustertaler Straße entlastet und die Vertaktung innerhalb Südtirols grundlegend erleichtert. Aufgrund des Anstieges der Treibstoffpreise
wäre dieser Schritt natürlich wesentlich. Während die Pustertaler Straße ständig durch die Genehmigung von
neuen Bauabschnitten – unlängst die Umfahrung von Percha in einer Größenordnung von 59 Millionen Euro –
gefördert wird, wäre es zielführender, wenn die Riggerstalschleife in der Größenordnung von 25 bis 30 Millionen
Euro einen entschiedenen Anschub erfahren würde. Die Begründung ist mehr als klar. Landesrat Widmann ist
eher zögerlich und wird diesem Beschlussantrag mit wesentlichen Vorbehalten gegenüberstehen. Ich denke aber,
dass wir ihn jetzt einfach zur Abstimmung bringen werden, so nach dem Motto "Getretener Quark wird breit, nicht
stark". Ich ersuche die Kolleginnen und Kollegen, dafür zu stimmen.
WIDMANN (SVP): (unterbricht)
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Herr Präsident, ich würde Sie ersuchen, die
Abstimmung auf morgen zu vertragen. Bis dann finden wir vielleicht eine Formulierung, die passen könnte.
PRESIDENTE: Sospendiamo la mozione fino a domani mattina.
Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego.
PICHLER ROLLE (SVP): Herr Präsident, es hätte wenig Sinn, noch mit der Behandlung eines weiteren
Beschlussantrages zu beginnen. Ich würde also vorschlagen, die Sitzung für heute zu schließen.
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PRESIDENTE: Se nessuno si oppone accolgo la richiesta.
Prima di chiudere l’odierna seduta Vi comunico che in ordine al processo verbale della seduta precedente,
messo a disposizione all’inizio dell’odierna seduta, non sono state presentate durante la seduta richieste di rettifica, per cui lo stesso, ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno, si intende approvato.
La seduta è chiusa.
Ore 18.42 Uhr
Es haben folgende Abgeordnete gesprochen:
Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere:
ARTIOLI (7, 11, 37)
DELLO SBARBA (1, 2, 3, 5, 18, 36, 44, 49, 54, 68, 70)
DURNWALDER (10, 11, 12, 15, 16, 38, 39, 54, 66)
EGGER (8, 43, 50, 51, 69, 70)
HEISS (8, 9, 15, 42, 53, 65, 71)
KASSLATTER MUR (10, 12, 23)
KLOTZ (6, 13, 14, 19, 23, 36, 53)
KNOLL (42, 50, 51, 59)
LAIMER (2, 3, 5, 8, 9, 17, 18, 19, 20, 21, 22)
LEITNER (21, 22, 36, 41, 43, 52, 58)
PICHLER ROLLE (37, 51, 65, 69, 71)
PÖDER (14, 16, 17, 22)
SCHULER (20, 21)
SEPPI (41, 59, 64, 66)
STIRNER BRANTSCH (12, 13)
THEINER (59)
TINKHAUSER (24, 53)
URZÌ (9, 10, 38, 44, 48, 52, 54, 58)
VEZZALI (10, 11, 16, 51, 58, 60)
WIDMANN (6, 7, 13, 14, 15, 20, 43)