Campo de`fiori
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Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: 13° PASQUA. 13 MERAVIGLIOSI ANNI PER CAMPO DE’ FIORI...........................................................3 Come eravamo: I forzatii... della Roma - Nord.............................29 ANTONELLO AVALLONE E PETROLINI..................4-5 SUONARE SUONARE: Carlos Santana..................................................31 CURRICULUM VITAE: Nadia Clivio.........................................................6 Roma che se n’è andata: Incontriamo Ceccarius - Giuseppe Ceccarelli.......8-9 ENNIO COLTORTI.................10-11 LETTERE D’AMORE: George Sand e Giuseppe Mazzini........................12 La delfinoterapia............................................14 Ciceruacchio...................................................15 Poeti in erba al “Petrolini” di Ronciglione....16 Radio Punto Zero: una emittente cattolica al servizio di tutti...17 Ecologia e ambiente: Quanti veleni ci sono nel nostro corpo?...............18 A TU PER TU. Rubrica di psicologia e psicoterapia.................................................19 Il potere dei “guappi di cartone” o, per dirla alla romana, dei “bulletti di quartiere”..........20 Cine Parade: Nessuno si salva da solo.....................................22 E se l’autore di un libro... ..............................23 Il rimedio della primavera: il magnesio........24 RAGAZZI, ATTENZIONE ALLA MUSICA ALTA!..............................................................25 Le scuole a Civita Castellana nell‘800...........26 Ass. Artistica IUNA: Bisogno di luce....................................................27 L’angolo del grafolo: La scrittura di un bambino che impara.................28 Parliamo di funghi: Le spugnole..............................................................30 LA RUBRICA DEGLI EROI: Roberto Dobboloni.............32 Controllare cosa guardano i nostri figli in rete.................................................................33 La zanzara impertinente................................33 Il Fumetto: Pluto.................................................................34 Fiera del Fumetto e Games............................34 IL CARNEVALE DELLA NOTTE DI RONCIGLIONE..........................................35 L’ANGOLO DEL POETA ..............................36,37 Le proposte editoriali delle Collane di Campo de’ fiori...........................................................38 Aforismi sull’arte di Luigi Montanarini.........39 Il Calendario 2015 di Campo de’ fiori...........40 Il Papa ed il suo Vicario ringraziano l’Associazione Padre Giacinto Bracci di Vignanello..40 La gnoseologia contemporanea....................41 NEWS ....................................................42,43,44 MESSAGGI......................................................45 IL GIUDIZIO di Mario Grizi............................46 I nostri amici..................................................47 Roma com’era................................................48 PIU’ SICURI IN CASA: Il soggiorno.......................................................50 Oroscopo........................................................51 AGENDA.......................................................52,53 Album dei ricordi.....................54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 Selezione offerte immobiliari...................62-63 Campo de fiori lo trovate nelle edicole ed in molte altre attività commerciali SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL/FAX 0761.513117 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA INFO PUBBLICITA’: 0761.513117 - [email protected] www.campodefiori.biz - Campo De Fiori Rivista Campo de’ fiori 13° PASQUA 13 MERAVIGLIOSI ANNI PER CAMPO DE’ FIORI S crivere delle solite cose sul malessere della politica e della società in genere, è come arare, con stupida insistenza, un terra arida, improduttiva, e questa volta voglio semplicemente impegnare la mia pagina per augurare a tutti la buona Pa squa. È Pasqua, è la tredicesima per Campo de’ fiori, ed è commovente e nostalgico, ora, ri pensare all’inizio di questa grande avventura. di Sandro Anselmi Era il 2003 e, grazie all’affetto che voi tutti manifestaste immediatamente per la “mia” rivista, capii che essa mi avrebbe regalato infinite soddisfazioni! Tanti anni sono passati oramai da quel momento e tante cose sono, naturalmente, cambiate, ma la realiz zazione perdurante di questo mio sogno d’allora, è ancora l’unica certezza! Il mio piccolo, caro gruppo di amici iniziale che credette “sulla parola” in questo mio progetto, è cresciuto, si è rinnovato ed ora è diventato una squadra di collaboratori affezionati e preziosi. È una grande, bella famiglia, unita dalla passione di raccontare storie vere, sane e pulite. Non vi nascondo che la situazione economica di questi ultimi anni ci ha fatto attraversare momenti di av vilimento, ma la nostra passione, unita al vostro apprezzamento ci hanno spinti ogni volta a resistere, anzi, a tentare di migliorare. Se è vero che il 13 è il numero fortunato, approfitteremo sicuramente di questo per dare il varo a tanti bei progetti ancora chiusi nel cassetto. La stima sincera, costante e crescente di tutti voi affezionati lettori sarà la ragione migliore perché tutto possa avere luce. Bu ona Pas qu a a tu tti! 3 4 Campo de’ fiori ANTONELLO AVALLONE E PETROLINI A bbiamo il piacere di incontrare, dopo tanto tempo, uno degli artisti che hanno segnato la storia del teatro a Roma negli ultimi vent’anni, e stiamo parlando di Antonello Avallone in scena al Teatro dell’ Angelo con “Io, Ettore Petrolini“. Uno spettacolo che parla di un personaggio che incarna la romanità ed amato in tutto il mondo. “Sì, per molti anni in vita ha rappresentato il massimo della comicità dal 1915 con personaggi tipo Gastone, Fortunello e tanti altri, ed è rimasto nella memoria di tutti. Il testo che rappresento io, di Giovanni Antonucci, ha una cosa molto bella rispetto agli altri spettacoli che ne parlano: è Petrolini a parlare e negli ultimi giorni della sua vita si racconta facendo un excursus sulla sua carriera parlando di Piazza Guglielmo Pepe, dove ora è l’ Ambra Jovinelli e che era una fiera del popolino, con baracconi di tutti i tipi. Troviamo una descrizione molto bella di una Roma che non c’è più, e da lì lui è partito girando poi tutto il mondo. Racconta tutte le sue sensazioni da clown ed è molto malinconico nei suoi racconti come la sua vita finita a soli 52 anni a causa di una malattia che lo tormentava da anni. Ha tanti rimpianti perché questa malattia non lo fa stare sul palcoscenico ed inoltre il testo, raccontando tutto questo, parla del mestiere dell’attore, e questo è molto bello e lo differenzia dagli altri spettacoli fatti su di lui.” Il mestiere dell’attore di Antonello Avallone non è iniziato tanto presto, hai dovuto attendere una vera folgorazione … “E’ vero, inizialmente la mia carriera era dedicata all’insegnamento della matematica all’Università de L’Aquila e per un periodo ho fatto entrambe le cose, finchè un giorno sono stato pienamente preso da questo lavoro e nel 1991 ho lasciato l’insegnamento: il Teatro era diventato una droga e non ho più smesso.” Dal 1991 gestisce uno dei locali storici di Roma, il Teatro dei Cocci, dove rappresenta testi del repertorio napoletano e di Woody Allen tra cui “Io & Woody“ - di Woody Allen (1993), “O’ Scarfalietto“ di Edoardo Scarpetta (1994), “Don Rafele ‘o trombone“ di Peppino De Filippo (1996), “Provaci ancora, Sam!“ di W. Allen (1997), “Non è vero … ma ci credo” di Peppino De Filippo (1999), “Io & Woody 2000“ (2000), “Questi Fantasmi“ di Edoardo De Filippo (2002). Nel 2006 punta fortemente sul Teatro dell’Angelo dove esistevano dei vecchi studi Rai Campo de’ fiori e dove investe la sua esperienza e porta in scena molti spettacoli di successo. “Una grande soddisfazione partire dal nulla e portare questo Teatro ad alti livelli. Delle scorse stagioni vorrei ricordare il grande successo della trasposizione teatrale de “In nome del Papa Re“ e “Nell’ Anno del Signore“ di Luigi Magni, date in esclusiva a me che hanno portato enormi consensi di critica e di pubblico. Ad Aprile tornerà un testo speciale su Woody Allen, sui suoi atti unici. E poi abbiamo avuto come ospiti grossi personaggi tra cui Valeria Valeri, Milena Vukotich, Alessandro Benvenuti, Massimo Wertmuller e Debora Caprioglio.” Insomma siamo stati molto felici di rincontrare tanti anni dopo un personaggio di tale carisma e bravura, ed a questo punto ci prepariamo in prima fila per assistere alla ECCO IL LINK PER ASCOLTARE L’INTERVISTA: http://www.spreaker.com/user/4565553/antonello-avallone-al-teatro-dellangelo 5 sua interpretazione di Ettore Petrolini. Sandro Alessi Da sx: Sandro Alessi e Antonello Avallone Campo de’ fiori 6 Curriculum vitae NADIA CLIVIO N adia Clivio, bresciana con due occhi celesti e sguardo da cerbiatto,è la giovane attrice di cui vogliamo parlarvi questo mese. In scena al Teatro Petrolini in una commedia molto particolare diretta da Giancarlo Fares intitolata “Una Volta nella Vita” ed interpretata con Andrea Catarinozzi, Roberto Di Marco, Paolo Cordiviola e Valerio Giombetti. Narra infatti di quattro personaggi che si risvegliano in un obitorio e cominciano ad indagare sulla propria morte e di come erano in vita. Nadia interpreta una ragazza un po’ matta ed inquietante, insomma un tipo particolare. Il suo approccio con il teatro è a 19 anni dopo la maturità classica, e mentre frequenta la facoltà di architettura si iscrive ad un’ associazione culturale. Già da piccola era attratta dalla scena che emanava profumi ed emozioni particolari e così, quasi per gioco e per sperimentarsi, comincia a seguire il corso di recitazione presso la scuola l’ Arte del Teatro Studio di Gianni Rossi e successivamente segue le lezioni di Franca Marchesi, Rafaele Morellato, Stefania De Sanctis e Claudio Boccaccini. Il primo spettacolo è del 1996 con un saggio dell’ Associazione Culturale Controchiave con “Il Condominio“seguito da tanti altri tra cui “Storie Metropolitane“ (2001, regia di Guido Rossi), “Il Linguaggio della Montagna“ di H. Pinter (2003, regia di Massimo Cardinali), “Il Normale Dolore dei Matti“ (2005, regia di Stefania De Sanctis), “Il Cielo è sempre più blu“ (2009, regia di Claudio Boccaccini), “Colpo di Fulmine“ (2012, regia di Massimiliano Milesi), “Pinocchia“ di S. Benni (2014, regia di Monia Manzo) e “Una Volta nella Vita“ (2015, regia di Giancarlo Fares). Riesce a districarsi abilmente tra ruoli comici e drammatici integrandosi perfettamente ogni volta con i personaggi da interpretare. Una stagione iniziata alla grande per Nadia e noi restiamo in attesa dei suoi prossimi successi. Sandro Alessi Sandro Alessi e Nadia Clivio Campo de’ fiori 8 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Incontriamo Ceccarius - Giuseppe Ceccarelli Fondatore de i “Romani della Cisterna” … e non solo. G iuseppe Ceccarelli lo abbiamo incontrato ogni qual volta si è accennato o scritto del “Club dei Romanisti”, un personaggio conosciutissimo a di Riccardo Roma dove era nato il 26 Consoli gennaio 1889 da una famiglia di commercianti. Innamorato della sua città, come non esserlo! e assiduo frequentatore delle tipiche trattorie romane, come egli era, non poteva di certo sfuggire al fascino esercitato dal Rione Trastevere dove si trova il ristorante “La Cisterna”, un luogo frequentato da illustri personaggi e raffinati intellettuali dell’epoca. Questi benemeriti, che coltivavano un comune profondo interesse per Roma, la sua cultura e le sue tradizioni, erano soliti riunirsi in questo luogo dove intavolavano lunghissime discussioni, dando vita a una sorta di “Cenacolo” che, poco dopo portò alla decisione di costituire il c.d. Gruppo dei “Romani della Cisterna” al quale, inizialmente, aderirono in otto, tutti autenticamente romani, con lo scopo precipuo di divulgare il culto di Roma e della sua Storia. Correva l’anno 1929. A questo ristretto gruppo che, al di là delle diversità culturali e politiche, li legava un appassionato, autentico amore per Roma, parteciparono, oltre a Cecarius (Giuseppe Ceccarelli), personaggi come: Trilussa, (Carlo Alberto Salustri), Ettore Petrolini, Augusto Jandolo, Cesare Pascarella, Ugo Ojetti, Luciano Folgore (Omero Vecchio) ed Ettore Veo; tutti romani “de Roma” con la sola eccezione di Ettore Veo che era nato a Taranto ma che, come ebbe a scrivere lo stesso Ceccarius sulla "Strenna dei Romanisti" del 1952: " ... Tutti romani gli otto fondatori, ad eccezione del tarantino Ettore Veo, il quale però aveva già tali benemerenze, specie per i suoi studi sul nostro dialetto, che gli furono de jure riconosciuti titoli di romanità … ". "La Cisterna" è uno dei più antichi ristoranti di Roma; Hans Bath, nel suo libro "Osteria Guida spirituale delle osterie italiane" fa risalire le sue origini intorno al 1630, quando l’Osteria era situata sul vecchio livello stradale, più basso di circa quattro metri rispetto a quello attuale. Intorno alla metà del settecento la strada fu rialzata per ovviare alle frequenti inondazioni del Tevere, con la conseguenza che il vecchio livello, quello in cui è collocato lo storico pozzo che dà il nome al ristorante, divenne sotterraneo. Alla fine del settecento, venne poi costruito l'edificio che ancora oggi ospita “La Cisterna”. Scrive Hans Barth: “ … Sotto l’imperatore Augusto vi correva una fontana d’olio, oggi vi zampilla una sorgente di vino e tutti gli adoratori di Bacco dell’una e dell’altra riva, vanno a rinfrascarsi la loro interiore esistenza … “ Nel 1928 Cesaretto Simmi e la moglie Marietta rilevarono la gestione di quella che fino ad allora era soltanto un'osteria, trasformandola in pochi anni in un ristorante di fama mondiale riuscendo, peraltro, a mantenere intatta quella cordialità e simpatia tipicamente trasteverina. In questo storico locale quel gruppo di amici, tra un piatto e l'altro della tipica cucina romana, discutevano di arte e di cultura, “La Cisterna” si trasformava, così, in una vera e propria “Accademia”. Ancora oggi è possibile visitare i sotterranei del locale dove sono raccolti e si possono ammirare testimonianze e reperti storici e culturali che costituiscono il "Piccolo Museo della Cisterna". Il reperto più importante è, naturalmente, il Pozzo, che i trasteverini chiamano "Cisterna"; sulle pareti sono riportate splendide poesie di noti autori romaneschi fra cui lo stesso Cesaretto, proprietario del locale, del quale ripropongo un breve sonetto dedicato ad uno dei piatti tipici, la “Coda alla vaccinara”: E’ na ricetta facile, ma vale pè preparà un tegame origginale… …Cottura giusta e, quello che più conta, ch’er sugo nun sia tanto aritirato, giusto de sale; e adesso l’invitato Campo de’ fiori se metta a sede che la coda è pronta. Bon appetito! E mentre la magnate penzate a la cucina de le fate! Fra gli anni 1933 e 1934 dal nucleo iniziale nasce il “Gruppo dei Romanisti", di cui Ceccarius, alla morte di Augusto Jandolo, avvenuta nel 1951, diviene Presidente. I soci aumentano di numero, aderiscono al Club architetti come Eugenio Giovannetti, poeti come Giggi Zanazzo, intellettuali come Sivio D’Amico. In questo contesto Ceccarius stringe amicizia con Giuseppe Bottai, il quale, divenuto nel 1935 Governatore di Roma, lo chiama per fargli ricoprire la carica di Consultore, che mantiene dal 1935 al 1936 e, ancora, con Governatore della città il Principe Giangiacomo Borghese, fra gli anni 1942 - 1943. Autore di un'importante opera su "I poeti romaneschi", ha raccolto le voci dei nostri poeti dialettali e tutte quelle notizie utili a ricordarli. Era un acuto osservatore del piccolo mondo romano, del quale ricostruiva i tanti caratteristici personaggi che in quei luoghi aveva incontrato: la fruttivendola, il ciabattino, il gobbo, l'oste, l'ostessa, che finivano poi sui libri da lui pubblicati, come "Roma popolaresca" e "Gusto dei Romani" Era solito fare lunghe passeggiate in compagnia di Ettore Veo, passeggiate che non avevano una meta stabilita, ma nei loro percorsi non mancava mai Campo Marzio, era questo il rione di Veo e in questo luogo Ceccarius aveva lavorato nel suo primo giornale romano; qui c'era ancora il suo barbiere, il cappellano e il sarto, qui c’era l’osteria dove consumava frettolosi ed economici pasti, dirigendosi al giornale. Giuseppe Ceccarelli fu tra gli ideatori della "Strenna dei Romanisti", pubblicazione annuale nata nel 1940, alla quale egli assicurò una collaborazione attiva fin dal primo volume e ne fu anche redattore, in quell'anno, con Augusto Jandolo e Marcello Piermattei; partecipò alla fondazione dell’”Istituto di Studi Romani” che aveva lo scopo di promuovere: "Una rinascita dello spirito romano e latino in Italia e all'estero, facendo conoscere e valorizzando, con severo metodo scientifico, l'immenso e fondamentale contributo elargito da Roma al mondo civile" Rivestendo le importanti cariche a cui si è fatto cenno occorre ricordare che Ceccarius si rese corresponsabile della distruzione di una parte dei vecchi Rioni Parione e Sant'Eustachio; così scriveva il cronista dell’epoca: "Batte il piccone tra Corso Vittorio Emanuele e Via di Tor Sapienza dal 21 aprile dell'anno XIV, allorché il Duce, salito sul terrazzo della casa che fu di Tagliacozzo, di fronte alla Chiesa di Sant'Andrea della Valle, diede risoluto il via alle demolizioni, per far luogo al corso del Rinascimento". Il 26 gennaio 1959 Ceccarius compiva i suoi primi ottant’anni. Il compleanno fu celebrato come a lui piaceva, nella sua accogliente casa sull’Aventino; una gran tavolata con figli e nipoti, quindi, in un lungo pomeriggio, la visita di molti amici affettuosi e ciarlieri, di parenti e di quelli che Giuseppe Giochino Belli chiama “Parenti de parenti”. Egli se ne stava seduto circondato dall’affetto , era felice per questo tributo di affettuosa simpatia, il suo sguardo era sereno e al tempo stesso commosso, era soddisfatto per tutto quello che aveva fatto e, forse, in quella occasione avrà pensato che si concludeva la sua vita pubblica. Un personaggio particolare Giuseppe Ceccarelli, per esempio, non era facile fargli un regalo, non che non li gradisse, anzi apprezzava enormemente questo tipo di atten- 9 zione; molti, non a torto, lo consideravano un archivio vivente di Roma e un punto di riferimento certo per tutto quanto attinente ogni tipo di ricerca sulla città, egli collezionava, catalogava e conservava con grande attenzione ogni scritto riguardante, anche indirettamente, Roma Era molto legato alle tradizioni italiane e romane in particolare, per esempio detestava l’usanza di chiamare colazione il pranzo e pranzo la cena, Amava il silenzio, non tollerava chi aveva l’abitudine di alzare il tono della voce, all’ingresso nella sua casa di Santa Severa dove trascorreva con piacere i mesi estivi, aveva apposto una lapide con la scritta: “Qui non si strilla”. Dopo la sua scomparsa è stato scritto: “Senza Ceccarius tutti noi siamo più soli, egli ci lascia un’enorme eredità di affetto, la pienezza di una vita intensa, laboriosa e intelligente; un’indicazione per ognuno di noi, Un esempio da seguire!” Campo de’ fiori 10 ENNIO COLTORTI GRANDE ATTORE E DOPPIATORE, ORA ANCHE INSEGNANTE S e non avessi avuto l’opportunità di incontralo subito dopo lo spettacolo, se non avessi saputo che è un attore (e che attore!) e se non avessi saputo che il suo vero nome è Ennio Coltorti, per me lui sarebbe stato a tutti gli effetti Augusto, il macellaio, genero del Commendator Sereni, titolare di trentadue macellerie, sul punto di passare a miglior vita. Sarà stata anche quella schietta romanità, palesata nel linguaggio e nell’atteggiamento, spontanea, viste le sue origini capitoline, ma sarà stata soprattutto la sua bravura, ormai consolidata da anni di recitazione e doppiaggio, a renderlo così perfetto nei panni del protagonista di “Nemici come prima”, la divertentissima commedia dell’autore contemporaneo Gianni Clementi. Lo spettacolo è andato in scena Domenica 8 marzo, al Teatro Palarte di Fabrica di Roma, che ha registrato, come praticamente sempre, il tutto esaurito e dove, in occasione della festa delle donne, l’amministrazione comunale, per volontà del sindaco Mario Scarnati, ha voluto omaggiare tutte le spettatrici con un ingresso gratuito, un’iniziativa davvero lodevole, tra le tante organizzate in tutto il mondo. La piaga dell’eredità, cuore della vicenda raccontata, è un mostro col quale tutte, o quasi tutte, le famiglie del mondo si scontrano prima o poi, da tempi immemorabili, e sempre di grande attualità! Quella questione che, purtroppo, mette gli uni contro gli altri, anche i fratelli più affiatati, i figli con i genitori, i nipoti con i nonni, i generi e le nuore, i cugini e non solo! Il desiderio di possedere, magari più degli altri, l’idea di aver acquisito diritti e privilegi, la convinzione di essere vittime di ingiustizie, questi i motivi che scatenano liti ed odi, tanto più grandi quanto maggiore la posta in gioco! Ed Ennio Coltorti, Pietro De Silva, Adriana Ortolani e Giulia Ricciardi, tutto questo lo raccontano molto bene, costringendo il pubblico ad un’analisi di coscienza con i propri comportamenti in famiglia, velata da una grande comicità che alleggerisce la serietà dell’argomento. Bravi tutti, e bravo Coltorti, perno della commedia, al quale abbiamo rivolto qualche domanda. Come si è avvicinato al mondo della recitazione? Ho sempre voluto recitare, fin da ragazzino, però non lo avevo mai detto a nessuno perché mi vergognavo. Poi capitò l’occasione perché mio padre e mio zio realizzavano scenografie per il teatro, erano artigiani non artisti (hanno lavorato anche per Luchino Visconti), e chiesi loro di trovarmi un lavoro in teatro, ma senza specificare che tipo di lavoro. Poi capitò che in questo teatro dove mi avevano trovato un lavoretto, arrivarono i ragazzi dell’Accademia e chiesi come si poteva entrare in Accademia. Allora subito dopo feci l’esame, mi presero e da lì comincia. Ha iniziato, dunque col teatro, poi però ha toccato anche tutti gli altri ambienti della recitazione, compreso il doppiaggio, giusto? Appena uscito dall’Accademia si diceva che gli attori di teatro non dovevano fare ci- Campo de’ fiori 11 Ennio Coltorti in due scene di “Nemici come prima” la divertentissima commedia di Gianni Clementi. nema né doppiaggio, io invece sono state sempre un bastian contrario. Per me invece l’attore è attore in tutti i campi, ed ho iniziato a lavorare nel doppiaggio, che è andato sempre molto bene. Mi dividevo tra teatro e doppiaggio. Ho iniziato tardi a fare film per la televisione. Il mio primo ruolo è stato nel fil “Una storia italiana”, dove facevo il papà dei fratelli Abbagnato, campioni di canottaggio, con Raul Bova e Sabrina Ferilli agli esordi. Da allora non mi sono più fermato. Anche se continuo a lavorare comunque di più al teatro e nel doppiaggio e da qualche anno mi sto dedicando molto anche all’insegnamento. E quando mi chiedono cos’è che amo di più, dico che non si può rispondere perché è come chiedere se si vuole più bene alla mamma o al papà! Anche suo figlio, Emiliano, sta seguendo le sue orme. Non è così? Lui ha un talento naturale. All’età di diciassette anni mi disse che avrebbe voluto fare il mio lavoro. E gli consigliai di fare come me, cioè entrare dalla porta di servizio per vedere se questa era veramente la sua strada. Lo misi, dunque a fare l’assistente di regia, il tecnico delle luci e quando capii che era veramente determinato inizia ad insegnargli tutti i trucchi del mestiere, perché la tecnica è indispensabile: il talento senza la tecnica non vale nulla e questo in Italia non lo si capisce. Si crede che chiunque possa fare l’attore. Io, per esempio, oggi ho avuto un abbassamento di voce e se non avessi avuto delle buone basi tecniche non sarei riuscito ad arrivare alla fine dello spettacolo facendo capire al pubblico, in un teatro tenda, tutte le mie battute. Oggi Emiliano ha acquisito la tecnica necessaria per questo lavoro ed è diventato un bravissimo attore completo. Anche lui ha voluto, poi, intraprendere comunque la strada del doppiaggio. Avete mai lavorato insieme? Sì, tra l’altro anche ora stiamo ritornando in teatro con uno spettacolo intitolato “Colpo basso”, sempre di Clementi, molto divertente. Certo, il palcoscenico ti dà quella carica che non ti possono dare il doppiaggio o il cinema. È contento della scelta di suo figlio? Sì, sono contento, anche se questa Italia è spesso troppo distratta. Lui poi ha due figli, quindi è molto assorbito dalla famiglia e si dedica soprattutto al doppiaggio, anche se appena può cerca di tornare in teatro o interpretare qualche ruolo in tv. Ultimamente ha lavorato nella miniserie “I segreti di Borgo Larici”. E lei, quando la rivedremo in tv? Abbiamo finito di girare da poco la nuova serie de “L’onore e il rispetto” con Gabriel Garko, che andrà in onda la prossima stagione, dove interpreterò un uomo molto cattivo. Tra le sue attività però c’è anche quella dell’insegnamento. Le piace? Molto, mi piace molto e credo di aver scoperto di essere portato per questo lavoro, me lo aveva riconosciuto già tempo fa mio figlio. Mi diverte farlo, come mi diverte anche stare in scena e recitare. Non ho mai pensato di capitalizzare le mie doti, ma di divertirmi mentre lavoro. È stato diretto da registi molto importanti. Di quale ha il ricordo più bello? È difficile dirlo. Ho un buon ricordo di tutti perché ognuno di loro, in fondo, mi ha dato qualcosa. Però, forse, quello che mi ha fatto capire più cose è stato Walter Chiari. Era un pazzo scatenato, ma mi ha insegnato la tecnica dell’improvvisazione. In scena cambiava tutto: le battute, le entrate, le uscite. Ed ho imparato a non essere troppo rigido ed a non spaventarmi di niente. Un’esperienza particolare, invece, è stata quella con Gigi Proietti. Sono stato io ad avere l’onore di dirigerlo: lui è veramente un grande professionista e devo dire che è stata un’esperienza straordinaria. C’è invece qualcuno con il quale avrebbe piacere di lavorare? Non voglio fare nessun nome perché mi piacerebbe semplicemente lavorare con attori e registi bravi. Al momento impazziscono tutti per Sorrentino, perché fa dei bei film ed ha le qualità ed i mezzi per realizzarli. In passato ho lavorato con registi di grande livello come Lina Wertmuller, Pasquale Squittirei Riddle Scott, ma anche con registi meno bravi. Se ami questo lavoro, l’importante poi è portare la barca in porto, farlo bene e in modo serio. C’è un attore italiano che apprezza particolarmente in questo momento? Dovrei dire mio figlio, ma serei troppo di parte (sorride). Ce ne sono molti: Elio Germani, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino, per esempio. Il rammarico è che in questi ultimi trenta anni in Italia si è fatto troppo i furbetti e purtroppo si è perso un capitale umano preziosissimo, perché il sistema spesso non dà l’opportunità giusta a dei grandi potenziali attori. Prossimi progetti futuri? Sarò di nuovo in scena ad Ostia con questa stessa commedia “Nemici come prima”, al Nino Manfredi. Poi io ho un piccolo teatrino di quaranta posti circa, una sorta di teatro salotto, quasi cinema, dove porto in scena cose piuttosto particolari. Lì dai primi fino al 19 Aprile, ripeteremo “Alida e il Che”, la storia di Cheguevara, interpretato da mio figlio, vista dalla moglie Alida. Ci lasciamo con una battuta spiritosa. Gli faccio presente, infatti, che quando è uscito in scena con gli occhiali da sole era uguale identico spiccicato ad Antonello Venditti! Glielo hanno mai detto che assomiglia ad Antonello Venditti? “Sììì, mi risponde lui, quando ero piccolo mi dicevano che assomigliavo a Peppino Di Capri… è un piacere per me!”. Ermelinda Benedetti EMILIANO COLTORTI. Anche lui doppiatore ed attore, ha seguito le orme del padre. Lo abbiamo recentemente visto nei panni del Magiordomo nella fiction di Canale 5 “I segreti di Borgo Larici” (foto nel tondo). 12 Campo de’ fiori George Sand e Giuseppe Mazzini G eorge Sand, nome al maschile, e cognome scelti come pseudonimo per vivere e scrivere. Ad usarlo, quale donna e scrittrice, Aurore -Lucile d iBruna Ferrini Dupin nata a Parigi il primo luglio 1804, erede di un castello a Nohant nel Berry, lasciatole dalla nonna paterna discendete da Augusto di Sassonia. Notissima, ancora oggi, per essere stata l’amante del grande Frédéric Chopin. E come non esserlo, se nel mezzo della sua vita, lei stessa non lo avesse affascinato con uno straordinario: “ Vi adoro” nel momento di conoscerlo in quella fine di aprile del 1938? Ma prima che questo accadesse, l’amore era giunto, per George, dall’incontro con il marito, Casimir Dudevant, dal quale avrà Maurice e Solange. Dopo la separazione e divorzio, molti altri amori coinvolgeranno la giovane donna nel poema d’amore infinito al quale aspirava. E sempre accanto ad uomini importanti il cui nome, grazie alla vita intellettuale di Parigi che lei frequentò, giunge fino a noi: Jules Sandeau l’amante che ha lasciato una scia nel Sand adottato da Aurore, lo scrittore Merimèe appena superato dal poeta ventitrenne Alfrèd de Musset con il suo vocativo “ Sono innamorato di voi , lo sono fin dal primo giorno” … Fino a quando quel rapporto tormentato ha consegnato alla storia un nuovo amore di George, consumato a Venezia con il medico italiano Pietro Pagello. E lei s’incanta, lei che ha dichiarato “che il petto di un uomo adorato sia il solo cuscino che permetta di riposare contemporaneamente l’anima e il corpo”, scrive la più bella lettera d’amore ovattata dal clima lagunare: “Io so amare e soffrire , e tu, come ami”? E poi spiega: “L’ardore dei tuoi sguardi, la stretta violenta della tue braccia, l’ardore dei tuoi desideri mi tentano e fanno paura .. nel mio paese non si ama così, accanto a te sono come una statua pallida, ti guardo con stupore, con desiderio, con inquietudine….. Quando la tua amante si addormenta nella tue braccia, rimani sveglio a guardarla , a pregare Dio, e a piangere? Vorrei non conoscere il tuo nome , nascondere la tua anima perché possa sempre crederla bella”. Infine,George invoca: “Rimani il mio Pagello, con i suoi grossi baci, la sua aria semplice, il suo sorriso da ragazzo, le sue carezze, il suo grande panciotto, il suo sorriso da ragazzo”.Ma Pierre trema, la seguirà per poco a Parigi , tornerà a Venezia ricordando quanto uscito dalla penna ( o dal cuore?) di George. “ Venezia , è la più bella cosa che esista al mondo… tutte le belle donne eleganti, il rumore del mare nelle orecchie, chiari di luna che non esistono altrove, ostriche deliziose che si pescano sui gradini delle case , vino di Cipro… che desiderare di meglio? Eppure , George tornerà ad Alfréd fino alla rottura definitiva del 1835. Questo suo vivere così attanagliata fra sentimenti esplosivi, porterà la Sand a scrivere romanzi, commedie , lettere che tramanderanno ai posteri gli amori veri ed inventati dei suoi personaggi restando al centro di ammirazione e critiche . Mentre il professor Giovanni Macchia in anni recenti così commentava: “ L’abbandono di Aurore nasceva da un’idea del sublime , da un tentativo di avvicinarsi al tipo dell’honnète femme di stampo raciniano”. Ed è su questa strada che, nel 1843, incontriamo il nostro Giuseppe Mazzini al quale George si presenta: “Non sono che una romanziera e cioè che un povero composto di poeta e pittore….mi ispiro a quello che mi commuove moralmente…. e dipingo quello che mi ha colpito fisicamente”. Ecco il polacco Chopin che risponde al suo “J’adore”. La partenza per Palma di Maiorca sarà l’inizio di un itinerario che li porterà ad una vita comune, con accanto anche i figli di lei, per nove anni. Di questo periodo non ci sono lettere, la comune scelta del fuoco ha bruciato sia le belle parole sia i tormenti, bisogna coglierne i dolenti riferimenti tra le confidenze epistolari di lei ed i silenzi di lui rivelati, superbamente, dalla sua musica. Di questa, George è innamorata, ma dell’uomo scrive: “ Questo Chopin è un angelo. La sua bontà , la sua tenerezza e la sua pazienza talvolta mi preoccupano, immagino che sia un’organizzazione troppo fine , troppo squisita e troppo perfetta per vivere a lungo della nostra grossolana e pesante vita terrestre. A Maiorca –prosegue- malato da morire, ha fatto della musica che odorava di paradiso a pieno naso. Ma mi sono talmente abituata a vederlo in cielo che non mi sembra che la sua vita o la sua morte dimostrino qualcosa per quanto lo riguarda. Non sa bene neppure lui in quale pianeta esista. Non si rende alcun conto della vita come noi la concepiamo e come la sentiamo”. Riferendosi poi ad un organo stridulo che Chopin aveva suonato in una chiesa di Marsiglia, ricorda che lui ne aveva tirato fuori un tono lamentoso e dolce , come l’eco lontana di un altro mondo. Conclude: “Io mi sono innamorata del suo genio ma ho cercato invano l’uomo….sono rimasta rapita dai suoi occhi malinconici, le mani lunghe e affilate , il sorriso dolcissimo e quel qualcosa di nobile indefinitamente aristocratico, nella sua persona. ..mi sono sentita attratta dalla sua fragilità e dal suo bisogno di sentirsi consolato”. L’ultima lettera del 28 luglio 1847 è triste: lei a Nohant, lui a Parigi. George inizia dicendo di essere stata sul punto di an- dare da lui per avere notizie, di aver saputo poi che sta bene, “ fate quel che il cuore vi detta..mi stupisce un po’, se vi sentite più libero e più a vostro agio così, non soffrirò per questo bizzarro voltafaccia ..addio, amico mio, che guariate di tutti i vostri mali…. È inutile tornare sul resto”. Chopin morirà senza rivederla nel 1849. La storia di lei s’interromperà molto più tardi, giugno 1876, dopo una serena vecchiaia accanto ai nipoti, mentre le lettere sono la nostra eredità. Ci dicono ancora dell’amicizia affettuosa con il “fratello” italiano Giuseppe Mazzini che consola per l’intervento francese nella Repubblica romana: “ Qualunque cosa succeda , il mio cuore è desolato , è con voi. …se soccomberete , non sarete meno grande e il vostro infortunio vi renderà più caro , se possibile, a vostra sorella”. Offrirà anche un aiuto economico” se avete qualche bisogno di denaro, scrivetemelo”. Di Mazzini abbiamo poco in risposta ma ci illumina questo: ”Amica mia volete accettare come ricordo di un uomo che Vi stima e Vi ama molto di più di quello che sappia esprimere , l’anello di mia madre”? Ricordando poi una visita a Nohant : “ C’era del culto in tutto ciò che provavo per voi prima di vedervi; ma qualcosa di più dolce , di più intimo, di più paterno è penetrato in me dopo che vi ho visto sofferente e tuttavia buona e tanto confidente. Vi amo come si ama una sorella prediletta, malata , e ciò senza la minima attenuazione del senso della vostra superiorità. Addio amica mia, scrivetemi qualche volta vostro amico Giuseppe”. Amata ancora negli ultimi anni dall’incisore Manceau, ricordata “nella sua semplicità di dama” dalla giornalista americana Margaret Fuller nei reportage sul Risorgimento italiano per il “Tribune”, George Sand lascia un altro amico a piangere: è Gustave Flaubért che rivolge al figlio in lacrime questo discorso: “ Quando tu sarai andato a raggiungerla, quando i bisnipoti delle tue bimbette saranno andati anch’essi a raggiungerla, e non si parlerà più da gran tempo delle cose e delle persone che ci circondano- fra molti secoli- cuori uguali ai nostri palpiteranno attraverso il suo. Si leggeranno i suoi libri, si parlerà secondo le sue idee , si amerà con il suo amore”. La nostra Rai l’ha ricordata con uno sceneggiato nel centenario della morte, la musica di Chopin la lega in eterno al mondo del sublime, il grande Goethe la immortala nella sua poesia, il severo Proust ne descrive “ la distinzione morale, la tenerezza naturale, l’ampia dolcezza delle sue frasi. Nel Temps retrouvé fa di lei “il talismano per recuperare la propria infanzia”. 14 Campo de’ fiori La delfinoterapia I l delfino è simbolo delle acque, è il salvatore dei naufraghi, infatti già le più antiche leggende lo vedono amico dell’uomo. I Cretesi credevano che i morti si ritrovassero ai limiti di Fabiana del mondo e che i delfini li Poleggi trasportassero sul dorso alla loro dimora nell’oltretomba,erano degli dei e venivano adorati come tali. Il delfino lo incontriamo nella religione egiziana come attributo di Iside: protettrice dei defunti, capace di risuscitarli; incarna il principio femminile, fonte magica della fecondità e della trasformazione. Nell’antica Grecia il delfino è un’animale sacro ad Apollo, dio dell’armonia e delle arti e, come tale, lo fanno partecipare alla fondazione di Delfi, uno dei luoghi sacri più importanti dell’antichità. Nell’arte greca l’uomo era spesso rappresentato sul dorso del delfino e avevano così grande stima dei delfini che ucciderli equivaleva uccidere un uomo, ed entrambi i crimini erano puniti con la morte. Dell’amicizia tra uomini e delfini ne parlano diversi autori, come Erotodo, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane che descrivono amicizie tra ragazzi e delfini e salvataggi di persone in procinto di affogare. La vita sociale dei delfini, infatti, è improntata su una grande solidarietà: ad esempio, se un compagno è malato o ferito, essi lo sostengono in superficie,per aiutarlo a respirare. La scienza ha poi contribuito a dimostrare l’intelligenza dei delfini, un’ intelligenza sociale e la capacità di utilizzare strumenti, capacità di risolvere problemi inediti, capacità (mediante imitazione) di trasmettere i caratteri culturali acquisiti e addirittura di coscienza. Questo incredibile animale delicato, sensibile, solare, può rivelarsi molto utile nei casi di riabilitazione motoria e psichica, la branca che impiega questi animali a scopo riabilitativo prende il nome di dolphin therapy o delfinoterapia. La DAT (Dolphin Assisted Therapy = Terapia Assistita con i Delfini) è frutto di uno studio approfondito per scopi terapeutici condotto da David Nathanson e Betsy Smith , entrambi docenti presso la Florida International University di Miami e da Horace Dobbs in Inghilterra, che possono considerarsi i pionieri nel campo della terapia assistita dai delfini, cui si dedicarono fin dalla fine degli anni ‘70. L’Associazione Arion che unisce psicoterapeuti, psichiatri ed etologi, ha invece, introdotto la delfinoterapia in Italia, presso il Delfinario di Rimini, nel 1993 dopo attenti studi e sperimentazioni. Il programma si sviluppa su due direttrici fondamentali. La prima, finalizzata a verificare l’efficacia terapeutica dell’incontro con i delfini sulla psiche di persone sofferenti di depressione, la seconda orientata a valutare gli effetti psicologici di incontri organizzati a scopo educativo o ricreativo. La delfinoterapia, è la terapia dolce basata sull’interazione tra paziente e animale, interazioni giocose, contatto tattile,visivo e uditivo. Con l’aiuto dei delfini allenati con metodi speciali, i pazienti sviluppano meglio la parte del cervello deputata alla comunicazione e all’area affettiva, utilissima nei casi di depressione, disordini neurotici o disturbi della psiche riuscendo dove spesso nessun farmaco ha riportato alcun risultato. La delfinoterapia ha dato riscontri positivi in casi di bambini affetti da disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza, da autismo, sindrome di Down, nevrosi da bambino, problemi di concentrazione o apprendimento, è utile anche nei casi di riabilitazione motoria: i pazienti che nuotano con i delfini risolvono più velocemente problemi di deambulazione, problemi di coordinazione e armonia del movimento, casi di disagio motorio post operatorio. Ma perché e come funziona la delfinoterapia? L’entrare in contatto con il delfino accade gradualmente. Inizialmente il paziente può toccare e accarezzare il delfino, poi va in acqua dove sarà tirato o spinto dal delfino, questi animali hanno un fiuto chiaro per il più debole e si avvicinano delicatamente giocando. In questo modo i pazienti riescono a perdere velocemente la paura di questi grandi animali e iniziano a riprendere contatto con il mondo esterno, ritrovando di nuovo fiducia in se stessi esprimendo incredibilmente reazioni verso l’ambiente che li circonda, spesso ritenute perse in un paziente di solito isolato nella sua apatia. L’obiettivo importante e terapeutico per il paziente, è quello di affrontare la sua malattia nell’ambito delle frequenze sonore dei mammiferi del mare, diversi studiosi australiani infatti, ritengono che siano soprattutto i suoni e gli ultrasuoni, emessi dai delfini i principali responsabili dei cambiamenti negli esseri umani . I risultati sono estremamente positivi, le sensazioni descritte sono prevalentemente di gioia, eccitazione, serenità, che i partecipanti hanno dichiarato di provare anche a diversi giorni o settimane di distanza. Campo de’ fiori 15 I patrioti che hanno fatto la storia del Risorgimento italiano Ciceruacchio Q uella del Risorgimento italiano e della conseguente Unità d’Italia è un capitolo molto denso della Storia italiana. Il periodo di Giuseppe storico, che comprende Ferone nemmeno tutto il corso dell’Ottocento, è tuttavia molto intriso di eventi: guerre, battaglie, rivoluzioni, società segrete e quant’altro in soli ottanta anni circa di storia italiana. Ecco perché è molto difficile parlare di Risorgimento cercando di dire veramente tutto; cercando di far capire ciò che realmente è stato, andando a toccare tutti gli ambiti e tutti gli eventi che in esso vengono ricompresi. In questa sede ci occuperemo dei patrioti. I patrioti italiani del Risorgimento. Parleremo di quegli eroi che, mossi da spiriti idealistici (nonostante l’idea di nazione e di popolo fossero sorti da pochi secoli), hanno dato la loro vita per contribuire a rendere questo nostro paese più unito e compatto, più forte e veramente orgoglioso di essere chiamato Italia. Quando oggi si parla dei patrioti risorgimentali subito vengono alla mente i soliti noti: Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour e Giuseppe Mazzini. Dimentichiamo però, o spesso non si sa, che migliaia e migliaia di uomini hanno fatto sì che questi tre personaggi appena citati potessero diventare ciò che oggi sono: eroi nazionali ricordati dalle bocche di tutti. E lo hanno fatto attraverso le loro azioni, le loro battaglie, la loro passione, il loro sangue che è stato gettato per far sì che l’ideale risorgimentale potesse essere compiuto. E ci sono riusciti. Oggi parleremo di Angelo Brunetti, detto “Ciceruacchio”. Questo personaggio, protagonista del Risorgimento romano, è stato, prima che patriota, un oste. Angelo Brunetti nacque a Roma nel 1800, figlio di un maniscalco. Iniziò a lavorare sin da subito come carrettiere: portava il vino dai Castelli Romani sino a Roma. Il soprannome di Ciceruacchio gli venne dato in tenera età dalla madre per via della sua grassa corporatura; Il nome deriva infatti dall’aggettivo romano “ciruacchiotto” (grassottello). Successivamente Ciceruacchio lasciò il lavoro da carrettiere e divenne il gestore di una taverna, nei pressi di Porta del Popolo. Molto amato da tutti i suoi amici e dal popolo, Ciceruacchio si distinse ben presto per le sue capacità di piacere alla gente, per la sua caratteristica di essere un trascinatore, un leader. Divenne ben presto un capopolo, ossia un rappresentante informale dei sentimenti popolari. Ciceruacchio non aveva ri- alla fondazione della celebre Repubblica Romana. Partecipò attivamente alle sanguinose battaglie contro i francesi ma, quando cadde definitivamente la Repubblica Romana, lasciò Roma ed emigrò a Venezia, l’unica città che ancora resisteva all’assedio degli austriaci, grazie anche all’aiuto del generale Giuseppe Garibaldi e delle camicie rosse. cevuto istruzione ma aveva dalla sua una forte capacità dialettica che gli permise, seppur con un forte dialetto romanesco, di conquistarsi la fama presso l’intero popolo romano. Capacità che egli tirò fuori in diverse occasioni. In primis nel 1846: si fece portavoce delle istanze popolari e dei sentimenti di protesta da parte del popolo nei confronti del papa Pio IX per non aver ancora attuato le riforme che egli stesso aveva promesso. Nel luglio dello stesso anno, sempre a capo di Ciceruacchio, il popolo romano ringraziò solennemente il pontefice per aver concesso la libertà ai prigionieri politici. Ciceruacchio organizzò una manifestazione donando alla popolazione alcune botticelle di vino ed accendendo un grande fuoco presso Porta del Popolo. Organizzò negli anni a venire altre manifestazioni popolari, tutte intese a spronare il papa Pio IX a continuare con il suo lavoro di riforme. Ben presto Ciceruacchio divenne leader indiscusso di tutto il popolo romano e dei dintorni: venne accolto dovunque andasse con onori e banchetti. A Rieti fu anche onorato dal poeta Angelo Maria Ricci. Si vocifera che avesse con sé un giacchetto rosso (conservato ancora al Museo della Patria) con sopra ricamata la scritta “Viva Pio IX”. Tuttavia nei periodi successivi Pio IX cambiò la sua rotta. Famosa fu l’allocuzione del 19 aprile del 1848 con la quale sconfessò gli entusiasmi patriottici “Ai nostri soldati mandati al confine pontificio raccomandammo soltanto di difendere l’integrità e la sicurezza dello Stato della Chiesa. Ma se a quel punto alcuni desideravano che noi assieme con altri popoli e principi d’Italia prendessimo parte alla guerra contro gli Austriaci... ciò è lontano dalle Nostre intenzioni e consigli”. Il voltafaccia del pontefice spinse Ciceruacchio a sposare la causa mazziniana, ed aderì alla rivoluzione del 1849 che portò Purtroppo durante il pericoloso viaggio il patriota Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, fu arrestato proprio dagli austriaci e la notte del 10 agosto 1849 venne fucilato assieme al figlio Lorenzo di tredici anni, che era con lui. Assieme a Ciceruacchio vennero fucilati anche il prete Stefano Ramorino, Lorenzo Parodi di Genova e Luigi Bossi di Terni (del quale si vociferava fosse il figlio maggiore di Ciceruacchio che cambiò nome dopo essere stato accusato dell’esecuzione dell’assassinio di Pellegrino Rossi, capo del governo pre-rivoluzionario). In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il monumento di Ciceruacchio, già esistente, è stato trasferito al Gianicolo ed inaugurato il 16 marzo del 2011, nel luogo simbolo del Risorgimento romano, assieme a molte altre statue, molti altri busti dei patrioti italiani che hanno versato il loro sangue per la giusta causa della loro patria. Anche il celebre regista Luigi Magni, nel suo film “In nome del popolo sovrano”, parla del patriota-oste Angelo Brunetti, interpretato nel film egregiamente dall’attore romano Nino Manfredi. In una celebre scena nella parte finale del film, Nino Manfredi (Ciceruacchio), prima della fucilazione da parte degli austriaci, dice “Angelo Brunetti, eccellenza, detto Ciceruacchio, gonfaloniere de Campo Marzio, professione carrettiere. Se sente da come parlo …”. “Allora perché te sei impicciato de cose che non te riguardano?”. “Perché io so carrettiere ma, a tempo perso, so omo; e l’omo se impiccia sua eccellenza”. Campo de’ fiori 16 POETI IN ERBA AL ‘PETROLINI’ DI RONCIGLIONE CONSEGNATI I DIPLOMI DI PARTECIPAZIONE AL RONCIO D’ORO PER LA POESIA I l giorno 26 febbraio, presso il Teatro Ettore Petrolini di Ronciglione, alle ore 17, ha avuto inizio la cerimonia di consegna dei diplomi di partecipazione ai piccoli poeti che di Roberto hanno inviato i loro comRagone ponimenti al Premio Letterario Internazionale ‘Roncio d’Oro’ del 2014. Degna la cornice di un avvenimento che all’apparenza può sembrare minore, visto che non c’è stata una vera e propria premiazione, né nomi celebri della letteratura italiana. Ma se riflettiamo un momento su ciò che questo riconoscimento ha rappresentato, ne coglieremo la preziosità dell’essenza. I bambini sono la società di domani, sono il futuro del mondo; sono esseri sensibili e delicati, pieni ancora di tutto ciò che noi abbiamo perso per strada: è giusto dunque avere massimo riguardo per loro e per ciò che essi hanno rappresentato nel panorama del ‘Roncio d’Oro’. Nel libretto edito dalla Casa Editrice di Ronciglione Alter Ego – piccolo seppur prezioso per il suo contenuto – si dispiegano i versi ingenui ancorchè scevri da qualsiasi sentimento men che puro, e questo si può evincere già soltanto riguardandone i titoli. I temi riguardano valori che dai bambini sono ancora visti come fondamentali: la mamma, il nonno – quanti nonni felici in questa Ronciglione – i padri, la famiglia – istituzione minacciata gravemente dagli ultimi orientamenti ‘culturali’ – la natura con le sue bellezze, riflessioni, particolarmente delle bambine. Leggere questi componimenti è una boccata d’aria fresca, in un mondo sempre più inselvatichito, dove il minimo che ti può capitare è incontrare gente ingrugnita che ti osserva con cattiveria. Alle docenti tutte va la riconoscenza per aver gestito questi virgulti in maniera da sviluppare in loro l’amore per la poesia e per tutto ciò che hanno espresso. In particolare: alle maestre Mirella Minelli, Patrizia Mengoni; alle insegnanti Daniela Le- Da sx: Daniela Levantesi, la preside Pace Bonelli con una piccola partecipante, Maria Lucia Girelli e Silvano Boldrini Il presidente Silvano Boldrini declama una poesia dedicata al nonno Un gruppo di piccoli partecipanti vantesi, Fabiola Urbena, oltre che alla professoressa Lucia Maria Girelli. Dopo l’introduzione del presidente del Centro Ricerche e Studi Silvano Boldrini, che ha sottolineato l’importanza dell’evento, la preside Laura Pace Bonelli si è cimentata nel declamare una poesia in dialetto locale, seguita dal presidente Boldrini che ha declamato una delle poesie dedicate al nonno. I poeti in erba a cui è stato consegnato l’attestato di partecipazione sono: Veronica Gongi Chiodo, Matteo Tanturli, Alessandro Venci, Ivan Liberati, Nicole Calamia, Arianna D’Angelo, Chiara D’Angelo, Francesca M. Balzani, Emanuele Paganini, Sabrina Crudo, Greta Guastini, Enrico Maria Cardinali, Da- vide Falcon, Davide Moretti, Andrea Zaratti, Mattia Aquilani, Giulia Baciu, Sarah Delle Monache, Flavia Ortensi, Andrea Timossi, Lorenzo Petriaggi, Valentina Casini, Beatrice Pieri, Adelina Bojinov, Giulia Andreoli, Carlotta Celletti, Marco Errichiello, Michele Maloku, Cristian Iezzi, Michele D’Angelica, Nicoletta Mocanu, Ludovica Langiano, Nicole De Angelis, Sara Gianforte, Cesare Cantagallo, Giulia Modanesi, Sofia Cristofori, Samuele Salvatori, Roberto Gavrila, Francesco Magnasciutti, Ilaria Bernini. Un augurio a tutti loro, e un incoraggiamento a coltivare sempre, almeno nei loro scritti, quei buoni sentimenti di cui oggi il mondo dimostra di essere così carente. E possibile trovare Campo de fiori nelle edicole ed in mltissime attività commerciali. Questo è lelenco completo degli esercizi di Ronciglione nei quali reperire la rivista: - Caffetteria ‘La Mossa’ - Piazza Principe di Piemonte, 15 - Rio Vicano - Via Cassia Cimina, Km. 19,100 - Le Cheval - Via dell’Ospedale, 1/a - Bar Casani - Via della Resistenza, 4 - Bar Doppio - Via S. Giovanni Snc - Caffè Gran Torino - Corso Umberto 1°, 44 - Edicola - Corso Umberto 1°, 18 - Cartoleria Teknica - Via Magenta, 34 - Bar Espressamente Saso - Via della Resistenza, Snc - Antico Caffè Bellatreccia - Piazza Vittorio Emanuele, 21 - Bar Anitori - Piazza Vittorio Emanuele, 6/6a - Caffè Nuovo - Corso Umberto 1°, 19 - Tabaccheria Centrale - Piazza Vittorio Emanuele, 19 Campo de’ fiori 17 È nata 40 anni fa a Soriano nel Cimino RADIO PUNTO ZERO: UNA EMITTENTE CATTOLICA AL SERVIZIO DI TUTTI D a 40 anni c’è rigere questa Radio, cambiata nel tempo ma passaggio favorendone, con la sua nascente una radio lisostanzialmente rimasta legata, nel suo paprofessionalità, una prosecuzione di probera che tralinsesto, ai suoi iniziali proponimenti. grammazione senza troppi intoppi. smette in Omero fece da “ trait d’union”, nel 1980, tra Nacque nel novembre del 1981 anche la teprovincia di ViMaurizio Tocchi e l’imprenditore civitonico levisione che però durò soltanto quattro staterbo e da 32 essa apparStefano Principalli, nel corso del trasloco tra gioni e durante le quali la Curia di Civita tiene alla Diocesi di Civita Soriano e Civita Castellana e quando MauriCastellana, con il vescovo piemontese Mons. Castellana. Stiamo ovviazio lasciò tutto nelle mani di Stefano, fu proMarcello Rosina, ne acquistò la proprietà che di Secondiano mente parlando di Radio prio Omero a garantire la trasparenza del ancora detiene. Zeroli Punto Zero, la prima emitRadio Punto Zero è rimasta giovane nelle tente, la più longeva della Tuscia, fondata in proposte musicali e molto misurata nei frequel di Soriano nel Cimino dall’ex-attore quenti notiziari che ne costellano la programMaurizio Tocchi, un marcantonio d’uomo alto mazione giornaliera. due metri, nativo di Trieste, figlio d’un comLe varie rubriche sono condotte da volontepositore e direttore d’orchestra e d’una interrosi ragazzi del territorio faleritano mentre prete ungherese di livello internazionale, dei veterani, oltre logicamente ad Omero, è nonché fratello dell’allora direttore sanitario rimasto soltanto Robertino D’ Aquanno, dell’Ospedale civile di Soriano nel Cimino. speaker storico della domenica mattina e che Maurizio iniziò a trasmettere nel gennaio del io ascolto sempre con piacere prima di re’75 ma dopo tre mesi fu “stoppato” dai Cacarmi a Messa. rabinieri della locale stazione e per riprenOccorrerebbe comunque non far passare dere regolarmente le trasmissioni dovette sotto silenzio una ricorrenza così importante, attendere l’estate dello stesso anno. Il succome sono i quaranta anni di attività e ritrocesso fu immediato e l’avventura iniziò dunvarci insieme per un simpatico conviviale. que sotto i migliori auspici. L’idea mi sembra buona e non dovrebbe esIo iniziai a frequentare la Radio fin dal mese sere lasciata cadere nel vuoto. di settembre con la rubrica “ Teverina 2000”, La Curia di Civita Castellana potrebbe e douna sorta di notiziario bisettimanale intervalvrebbe organizzare l’evento, magari arriclato da brani musicali di canzonette in voga chendolo con una giornata dedicata ai temi a quei tempi. dell’informazione nella visuale del mondo L’anno successivo arrivò Omero Giulivi da cattolico al fine di contribuire allo sviluppo di Monte Calvello, che cominciò quasi per una cultura e di un’etica della comunicazione scherzo e che invece è l’unico sopravvissuto Mappa di ricezione, fatta elaborare da Maurizio sociale. di quella lontana esperienza. Oggi è lui a di- Tocchi, da un istituto specializzato, nell’estate 1975. Campo de’ fiori 18 Ecologia e Ambiente Quanti veleni ci sono nel nostro corpo? L’ inquinamento non è solo nell’acqua, nell’aria e nella terra, ma anche all’interno dei nostri corpi: metalli pesanti, pesticidi e altro sono presenti di Giovanni nelle nostre cellule. Francola Si parla molto spesso di inquinamento atmosferico, terreni contaminati, acqua contenente ogni tipo di sostanze certamente nocive per la nostra salute, ma spesso si trascura quello che più ci dovrebbe allarmare; cioè l’inquinamento all’interno dei nostri corpi. Certamente il nostro organismo ha difese naturali per contrastare sostanze tossiche ed ogni giorno i nostri apparati lavorano per questo: l’apparato digerente, il fegato i reni. Tuttavia la rivoluzione industriale e la chimica in pochi decenni hanno introdotto nella biosfera elementi e composti contro cui gli organismi non hanno difesa, perché non sono mai stati presenti durante milioni di anni di evoluzione. Di conseguenza tutte le sostanze tossiche non fanno altro che accumularsi nell’organismo. Un report, pubblicato dalla CDC di Atlanta, non lascia adito a dubbi: nel sangue della popolazione USA sono presenti livelli significativi di almeno 8 metalli pesanti e altrettanti pesticidi, oltre al benzene, nicotina e flourene, alcuni grafici riportano inoltre i livelli ematici mediani di arse- nico, piombo, cesio, bario, cadmio, cobalto e mercurio. Diciamo che i nostri corpi sono diventati nel tempo delle vere e proprie discariche. È difficile valutare l’impatto sulla salute di centinaia di sostanze tossiche interagenti tra loro, anche se in piccola quantità: cancro, problemi circolatori, stress, perdita di attenzione, demenza senile potrebbero aumentare, chi può sostenere che tutto ciò non è nocivo alla nostra salute? Come difendersi? Certamente fare un’attenta scelta di cibo, mangiando cibi sani, evitando più possibile di stare in contatto con sostanze chimiche di sintesi, sia in casa che al lavoro; certamente questo è molto difficile, visto che ormai siamo invasi in ogni luogo. Attenzione anche alle diete rapide, dimagrire in fretta può avere un effetto molto indesiderato, di spostare le sostanze tossiche dai tessuti adiposi al sangue, per poi depositarsi nei muscoli o nel cervello dove potrebbero fare più danni. Per concludere, direi di prestare più attenzione al nostro vivere quotidiano, non c’è dubbio che una persona attenta, vigile e premurosa a queste problematiche “certamente non all’eccesso”, ha molta più sensi- bilità e considerazione anche per tutto ciò che ci circonda. Campo de’ fiori A TU PER TU 19 Rubrica di Psicologia e Psicoterapia Una mamma alle prese con una figlia adolescente e una ragazza vittima della gelosia del fidanzato Rispondo ad alcune delle e-mail arrivate in redazione, sicura che possano essere degli importanti spunti di riflessione. Continuate a scivere! della Dott.ssa Alessia Pagani Psicoterapeuta Cara dottoressa, voglio approfittare di questo spazio messo a disposizione dalla rivista per chiederle un consiglio. Sono mamma di una bambina di 11 anni che frequenta la prima media. Io e mio marito non le abbiamo ancora comprato uno smartphone, ma la dotiamo di un semplice cellulare da usare solo quando va alla scuola di danza o esce con le sue amichette. Tra pochi mesi però farà la Cresima e ci ha già espresso il desiderio di voler un cellulare più moderno, come quello che molte sue compagne possiedono già. Io non le nascondo che non ne sono affatto convinta e nemmeno mio marito, ma non sappiamo come comportarci perché temiamo che non regalandoglielo possa dispiacersene e magari diventare oggetto di ridicolizzazione da parte degli amici. Cosa ci consiglia? Grazie. Agnese. Salve Agnese, fermo restando che autorevoli neurologi non escludono l’impossibilità che le onde elettromagnetiche emesse dai cellulari creino danni fisici ad organismi in pieno sviluppo, comprendo il problema che accomuna molti genitori. Al centro della vostra richiesta c’è il concetto di tutela: tutela dai rischi che comporta l’utilizzo di uno smartphone dal facile accesso a contenuti o situazioni non adatti a vostra figlia, tutela dalla “ridicolizzazione” e dall’ “esclusione” da parte di coetanei che ne sono già da tempo provvisti. Proprio perché stiamo parlando di tutela, ritengo necessario riflettere sul fatto che il difficile compito dei genitori non è quello di evitare che il proprio figlio cada, quanto piuttosto quello di insegnargli a camminare e supervisionarlo ad opportuna distanza, così da poter intervenire nel caso in cui cada. Ritengo sia giusto soddisfare il desiderio di vostra figlia, informandola però delle potenzialità del regalo che le state facendo: sedetevi sul divano, preannunciandole che dovete fare un discorso molto importante, così da avere tutta la sua attenzione e stabilite regole precise sull’utilizzo dello smartphone. Dare fiducia è l’unico modo per ottenerla indietro ed essere informati in tempo da vostra figlia nel caso in cui venga in contatto con immagini, sms o e-mail che la turbano. Salve, mi chiamo Clara e frequento il secondo anno di università. Mi piacerebbe molto affrontare l’esperienza dell’Erasmus in un paese europeo, magari la Spagna. Ma so che il mio fidanzato, di due anni più grande di me, col quale sto da tre anni, non è molto d’accordo perché, quando qualche giorno fa ho provato ad accennargli la mia idea, non ha reagito molto bene. Credo sia geloso anche se non gli ho mai dato modo di esserlo. Cosa posso fare? Non vorrei perdere né lui né la possibilità di fare questa bella esperienza. La ringrazio per il suggerimento che vorrà darmi. Ciao Clara, il fatto che il tuo fidanzato non abbia “reagito molto bene”, non significa necessariamente che non è d’accordo con la tua partenza, ma magari è spaventato, arrabbiato, smarrito.... La reazione al cambiamento è quasi sempre emotiva e può avere caratteristiche diverse legate alla personalità dell’individuo ed al suo vissuto più intimo: solo una chiave di lettura saggia e serena dei sentimenti che stanno alla base della reazione può permettere di gestirla senza traumi e di occuparsi del cambiamento. Dopo aver chiarito che cosa provoca il malcontento nel tuo fidanzato, spiegagli come si svolgerà il tuo Erasmus e quali ne saranno gli obiettivi, visto che, spesso, spaventa ciò che non si conosce. Inoltre, per realizzarsi come coppia è necessario realizzarsi come individui: una coppia stabile non è la somma di due mezze mele (ognuna delle quali ha rinunciato alla sua metà), ma l’insieme di due mele distinte, che nella loro interezza condividono vissuti ed emozioni. Due mele mature, complete, ben formate si troveranno in sintonia perchè l’una comprenderà e capirà la completezza dell’altra e gli sforzi che ha fatto per realizzarsi. Inviate i vostri quesiti o richieste di consigli che verranno pubblicati in forma anonima ed a cui verrà risposto dalla nostra esperta. Gli indirizzi ai quali scrivere sono i segueti: [email protected] o [email protected] 20 Campo de’ fiori Il potere dei “guappi” di cartone o, per dirla alla romana, dei bulletti” de quartiere” P ensiamo tutti che il bulletto di quartiere o del paesello abbia un potere minimo quasi inesistente e ciò è vero solo quando il suo o agire sia amplificato del Prof. spento rispettivamente Sergio dalla disonestà o onestà Funicello delle realtà locali o di importanza nazionale.. Nessuna persona legata alla Procura della Repubblica, è solo un esempio tanto per parlare del minimo e del massimo della società, avrebbe mai voce in capitolo all’interno di quest’ultima struttura se non ci fosse qualcuno delle alte sfere che, per motivi venali o di “riconoscenza” , tendesse a compiacerla. Lo stesso esempio valga a livello di parlamento,uffici periferici della regione, della provincia dei comuni o dei ministeri o anche di ospedali fino alla gestione dei cimiteri. E’ questo che porta alle assunzioni dei figli e dei nipoti , a strane promozioni scolastiche ed universitarie anche a livello di docenti, ad incomprensibili e spesso contraddittorie sentenze, a concessioni edilizie sospette fino alla partita di calcio “addomesticata” dove l’eventuale “ delinquenzialità”, nel giudizio della magistratura ordinaria si esaurisce nel nulla per prescrizione dei termini o dove un’opposizione ad una prescrizione viene tenuta a covare in un armadio o cassetto finalizzando questo comportamento esattamente alla decadenza. E’ evidente che il ripetersi di tali situazione porterà, nelle perone per bene, ad una forma di depressione e non credibilità nelle istituzioni. Immaginate la delusione se si dovesse assistere da parte della più amata dagli italiani e punto di riferimento per tutti noi, parlo dell’ Arma dei Carabinieri, a favoritismi della stessa verso l’uno a danno dell’altro dove l’altro fosse chiaramente più titolato. Per fortuna che questo, sono certo, non accadrà mai per i carabinieri che sono troppo lontani come arma (non parlo delle singole possibili mele marce) da questi atteggiamenti delinquenziali. Quante volte abbiamo visto sulla nostra pelle o quella dei figli uno strano comportamento da parte dei docenti? Magari tutto partiva dalla segnalazione di un “guappo di cartone” professore, segretario o bidello che fosse. Episodi, ad essere sinceri non frequenti e sempre, per fortuna,offuscati dalla personalità cristallina di tanti altri che come maggioranza schiacciante erano, e sono, motivo di orgoglio per la categoria. Esiste un’abitudine , tra i cittadini a pretendere ed ottenere, che fa spavento non tanto in se’ per se’ ma perché frutto di una maleducazione radicata negli anni. Dirigenti autorizzati a continuare la loro attività anche in assenza di garanzie psico fisiche minime ed a contato con il pubblico, salvo poi il profondo rammarico per un fatto che “poteva ed doveva essere evitato” ai funerali o”la ferma condanna per l’episodio che ha messo in pericolo la vita di xx cui auguriamo pronta guarigione”. Alcuni manager mefistofelici che sguazzano nei soldi o nelle argenterie davanti o dietro ai libri della libreria e legati a gruppi di malaffare e non tutti scoperti a mio avviso. Ricordo mo cugino che nel 1965 , io avevo solo 14 anni, gettò (relata refero),dal balcone di casa la corona di fiori delle istituzioni, in occasione della morte del fratello nel più grande disastro della marina mercantile italiana avvenuto a Bandur Mashur nel golfo persico(tuttora avvolto dal mistero).Ecco questo è un esempio di “abbandono delle istituzioni “ o, peggio, il ritenerle pessime “matrigne”. Nasce, sviluppandosi quella che io, medico legale, ho battezzato la “sindrome di cenerentola”. La nazione dove qualcuno è,per strane manipolazioni., capo ed sottoposto nel contempo. Definii essere questo è un paese si di poeti, navigatori, ma anche di parolai “cui oggi aggiungo di strani personaggi , ma , udite udite, anche questi non sono coloro che mi fanno maggior paura se paragonati ai manipolatori delle leggi e dei regolamenti che sono quelli che temo di più e che spesso si identificano esattamente nei “guappi di cartone” che sono alla corte o, come evidenziato dagli ultimi eventi romani, sul libro paga (ammesso e non concesso che vi sia differenza) di “personaggi” che per anni hanno fatto sentire dei veri V.I.P. Una cosa è innegabile mentre una volta chiunque,rappresentante onesto dello Stato,era in grado di azzittare i bulli di quartiere. Oggi è, grazie a connivenze politiche , non solo e non sempre (grazie a Dio) esattamente l’opposto. La colpa? Il distacco dei giovani dalla politica onesta (esiste?) che li ha , dagli anni 80 ,equi- parati culturalmente in basso ed ha tolto in molti di essi la voglia di capire, di curiosare, di sperimentare e di credere nello studio come apprendistato a qualunque futuro lavoro. “Amico mio, aiutami, mi hanno denunciato perché ho fatto questo questo e questo ...” fino agli anni ‘70 (sinceramente non sempre) si rispondeva: “amico mio potevi stare più attento ora speriamo che il giudice sia magnanimo e tu sappia farne tesoro per il futuro” oggi, succede, che, magari davanti ad violenza sessuale sul posto del lavoro della fabbrica XCFCXF, si risponda così: “ma sei proprio scemo; ora vedo cosa posso fare per evitare la denuncia che potrebbe farti passare un brutto quarto d’ora se non riesco ad azzittare la donna. Spero che tu abbia a ricordarti di me”. Questo è il “guappo di cartone “ che parla , ma il successo o meno alla sua promessa dipenderà da quanto egli, spesso utile idiota o utile servo ed avamposto del capo, sia da costui agevolato e soddisfatto. Sono un figlio del Sud e credetemi la mafiosità dei non mafiosi mi fa paura quasi come quella degli iniziati alla stessa, Magari non sparano, ma sono il seme gettato sulla terra che porterà a raccolto di messi acide (quelle radioattive ci sono già) . Concludo come feci in un altro articolo pubblicato su Campo de’ fiori. A VOLTE (in neretto) REPETITA IUVANT. “IL popolo capirà , capirà , prima o poi capirà.............ed allora una bandiera trasparente , senza colore con la scritta LIBERTA’ DI VIVERE PER VIVERE E SOGNARE DI VIVERE si alzerà come un aquilone nel cielo di una città italiana e verrà vista , applaudite e seguita da tutte le altre ed i padri si uniranno ai figli come strateghi dell’umanità intesa come HUMANITAS affinché non si sia più VULGO, ma GENS. Ricordate, politici, che voi siete stati mandati a SERVIRCI e non a COMANDARCI. Voi , cari politici, dovreste capire questo perché quando mettere guappi o “quaquaraquà” nei posti di comando, voi in una sorta di pessima imitazione del peggiore Diabolik, mettete sul loro viso una vostra maschera che tutti vedranno ed identificheranno con il vostro nome e cognome. Campo de’ fiori 22 NESSUNO SI SALVA DA SOLO TITOLO: NESSUNO SI SALVA DA SOLO REGIA: Sergio Castellitto SCENEGGIATURA: Margaret Mazzantini INTERPRETI PRINCIPALI: Riccardo Scamarcio: Gaetano Jasmine Trinca: Delia Roberto Vecchioni: Vito Ángela Molina: Lea Anna Galiena: Viola Eliana Miglio: Serena Marina Rocco: Matilde Massimo Bonetti: Luigi Massimo Ciavarro: Fulvio Renato Marchetti: Giancarlo Valentina Cenni: Micol PRODUZIONE: BENEDETTO HABIB, FABRIZIO DONVITO, MARCO COHEN, MARIO GIANANI, LORENZO MIELI PER INDIANA PRODUCTION, WILDSIDE, RAI CINEMA ORIGINE: ITALIA DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY DURATA: 100’ SOGGETTO: DRAMMATICO G aetano fa la corte a Delia e la conquista. Si sposano e fanno due figli, Cosmo e Nico. Ma poi le loro storie divergono, si sperano. Si vedono a cena in un ristorante, per discutere dell’organizzazione delle vacanze dei loro figli, ma la discussione finisce con il viaggiare dentro la loro storia d’amore... di Catello Masullo Tratto dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini (ed. Mondadori, coll. Scrittori italiani e stranieri), che ne scrive anche la sceneggiatura. Siamo al terzo dei film della premiata ditta Castellitto-Mazzantini. Mai banali. Sempre molto carnali. Dico subito che questo “Nessuno si Salva da Solo” non raggiunge le stesse vette espressive di “Non ti Muovere” e di “Venuto al Mondo”. Anche se ci prova. Con attori in grande impegno. Emozioni vivide. Forse un po’ troppo gridate. Ad un certo punto Jasmine Trinca , rispondendo a Riccardo Scamarcio, dice : “Mi piacciono le storie sospese... aperte!”. Forse è questa la chiave di lettura. Il finale, socchiuso, più che aperto, lascia allo spettatore il compito di scrivere l’ultimo rigo della storia. Ed è forse la parte più riuscita del film. Curiosità : Jasmine Trinca, con l’abito da sposa, come da tradizione, lancia il mazzolino di fiori dietro le spalle, a raccoglierlo è il prete... VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITARE: meno di 6 7 FRASI DAL CINEMA : “Io non sono come te. Ah, già, tu sei meglio di me. Ci vuole poco ad essere meglio di te!”. (Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio) “Cosa le piace , dottoressa? Mi piacciono le storie sospese... aperte!”. (Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca). “Che hai fatto? Hai preso dei pugni? No, sono nato proprio così, schiacciato!”. (Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio) “E’ stata la cosa più facile del mondo, smettere di mangiare. Sentivo una energia incredibile, finalmente controllavo tutto!”. (Jasmine Trinca a Riccardo Scamarcio) “Il criceto non si porta dal veterinario. Si ricompra. Il veterinario costa 50 euro, il criceto 8... bisogna rendersi conto che nessuno salverà mai un topo ad un pronto soccorso!”. (Riccardo Scamarcio a Jasmine Trinca). “Siamo cresciuti tra la caduta del muro e l’11 settembre. Abbiamo visto solo calcinacci!”. (Saverio, l’intellettuale barbuto, agli amici). “Facciamo come quelli delle comunità, che pregano e fottono!”. (Riccardo Scamarcio a Jasmine Trinca). “Esagera. È il crollo ormonale. Ha bisogno di un bersaglio, ed io sono un bersaglio sempre aperto!”. (Anna Galiena ad Riccardo Scamarcio a proposito di Jasmine Trinca). “Devi cambiare profumo. Dopo un lutto bisogna cambiare profumo!”. (Valentina Cenni a Jasmine Trinca). “Subentra un grande freddo... no, mi sono sbagliata con il film, volevo dire : subentra un grande affetto!”. (La madre a Riccardo Scamarcio). “E se fossimo sogni che qualcuno sogna? E se fossimo pensieri che qualcuno pensa?... Ehi ragazzi, nessuno si salva da solo!”. (Roberto Vecchioni a Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca). “E’ la sera dei miracoli...” (inizio canzone di Lucio Dalla) Campo de’ fiori 23 E se l’autore di un libro … Riflessioni sul nuovo volume di Massimo Palidoro J di Letizia Chilelli .D Salinger ha detto:” Quelli che mi lasciano senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle per poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”. Come vi sentireste se tutto ciò capitasse a voi? Beh.. posso raccontarvi come mi sono sentita io…4 Febbraio 2015.. l’inizio della mia più bella “avventura letteraria”. Massimo Polidoro, giornalista, Docente Universitario di Metodo Scientifico e Psicologia dell’Insolito, Segretario Nazionale e co-fondatore del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e scrittore con oltre 40 libri pubblicati, mi ha scelta, insieme ad altre 99 persone per far parte della Squadra di Lancio del suo primo thriller: Il Passato è una Bestia Feroce, edito da Piemme, uscito il 3 Marzo. Ho avuto l’onore e il piacere di leggere il suo libro in anteprima.. per me è stato come aprire un regalo.. di quelli che non ti aspetti e che non credi che la vita possa mai donarti! Ma veniamo al libro: leggere un thriller da criminologa, quale sono, avrebbe spento, sinceramente, tutta la magia. Mi sono così “spogliata” del mio ruolo e mi sono calata in tutto e per tutto in quello della lettrice, una lettrice diversa, una lettrice Sommelier (che come sapete lo sono anche nella vita). Paragonerei la storia (e la vita) del protagonista ad uno Champagne Francese, ottimo Champagne che ti stordisce alla sola vista della bottiglia… I colori sono netti, avvolgenti nelle loro mille sfumature… dal bianco della neve al grigio della malinconia, dal cielo terso…al rosso del sangue, il perlage è persistente, ogni bollicina evoca emozioni, ricordi, pensieri, riflessioni. La vera sorpresa però è l’ ”assaggio” che corrisponde in maniera quasi perfetta a quello già scoperto con l’esame visivo.. i sapori sono franchi, netti e ben armoniosi (descrizioni così precise da avvertire in bocca alcuni sapori e odori dei cibi descritti!). Non c’è dubbio una bottiglia di ottima annata.. riservata alle grandi occasioni, quella che aspetti una vita per aprirla e che ti hanno detto che più passerà il tempo più lo Champagne sarà migliore..ma, e qui scatta la ferocia del passato..“l’invecchiamento”( o meglio, il passato) della storia mi porta a pensare ad una bottiglia che Bruno (il protagonista, e che pensandoci bene potrebbe essere qualsiasi lettore del libro) ha regalato ad altri, una bottiglia che gli altri hanno aperto senza di lui.. o più semplicemente una bottiglia che non ha mai aperto, per lui, e che purtroppo non aprirà mai più.. Insomma.. un libro da bere, assaporando ogni pagina in cui non si farà fatica a ritrovare un po’ del nostro passato.. da non perdere assolutamente e visto che mi occupo di collezionismo, Il Passato è una Bestia Feroce è un volume con il quale si può tranquilla- mente arricchire la propria biblioteca o perché no, cominciarne una vera e propria di thriller. Prima di chiudere, sapendo che Massimo Polidoro leggerà questo mio articolo, desidero ringraziarlo pubblicamente per questa meravigliosa esperienza, ribadendo che per me è sempre stato e rimarrà una sorta di “Libro delle Risposte“ (edizione e versione seria!), visto che grazie a lui, fin da piccola, ho imparato che c’è sempre una spiegazione o un altro punto di vista da cui guardare le cose.. e questa, a mio modestissimo parere, è la pietra su cui si fonda la vera democrazia delle idee e del sapere. Campo de’ fiori 24 IL RIMEDIO DELLA PRIMAVERA IL MAGNESIO F inalmente i raggi di sole della primavera riscaldano il corpo e creano buon umore. Se soltanto la fatica della primavera non esistesse! Una persona su di Josiane 2 soffre di fatica, sbadigli Marchand che non finiscono mai e Naturopata difficoltà di concentrazione. Noi umani ci trasciniamo con pesantezza e fatica mentre gli animali e i vegetali si svegliano a nuova vita. NON è una malattia ma una fase di adattamento. Per aiutare il corpo a prepararasi a questo cambiamento, senza stress, c’è un rimedio, anzi un nutrimento che non deve mancare...anche se ben 900 milioni di persone ne sono carenti: il MAGNESIO! Indispensabile in più di 300 reazioni enzimatiche nell’organismo: senza di esso, le reazioni chimiche normali nelle cellule, nei muscoli, nei nervi non vengono più prodotte! Il Magnesio permette al cuore di battere regolarmente, contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e mantiene la solidità delle ossa. Aiuta anche a regolare il livello di zucchero nel sangue, favorisce una pressione sanguigna normale e partecipa alla sintesi delle proteine e il metabolismo energetico. Da milioni di anni, gli uomini si sono sviluppati sulla base di un regime ricchissimo in magnesio. Sfortunatamente l’evoluzione dell’alimentazione moderna ha creato una situazione allarmante in cui gli apporti quotidiani sono diventati così deboli che la metà della popolazione è carente di magnesio. In più, la consueta alimentazione nei paesi occidentali mantiene permanentemente un leggero stato di “acidosi” metabolica, visto l’uso preponderante di alimenti di origine animale sulla frutta e verdura. Questa acidosi metabolica aumenta la secrezione urinaria del magnesio. (Perdete magnesio con le urine) Allora si ricorre alla compressa di magnesio senza immaginare che esistano decine di forme chimiche con ognuna un effetto particolare sull’organismo. Alcune non hanno praticamente alcun effetto e sono anche meno costose. E così alcuni commercianti di magnesio poco scrupolosi le sceglieranno per le loro preparazioni. Risultato? La vostra compressa di magnesio entra dall’alto e riesce alcune ore più tardi dal basso.... E’ così che il magnesio marino che sembra naturale è composto in gran parte da ossido di magnesio, una delle forme meno assimilate dall’organismo! Le migliori forme di magnesio sono 3: il “malate”, il citrato e il glicerofosfato. Il “malate” di magnesio è una forma chimica composta di una molecola di acido malico alla quale sono aggrappate due molecole di magnesio. L’acido malico ha la particolarità di proteggere i reni, ideale quindi per le persone fragili e colpite da osteoporosi. Non disturba le funzioni digestive come possono invece fare altre forme di magnesio. Una cura da 6 settimane a 6 mesi permette di ristabilire livelli normali di magnesio. Effetto protettore per il cuore e le arterie Il magnesio diminuisce l’infiammazione, lo stress ossidativo e previene la formazione di trombi. Soprattutto non ha alcun tipo di effetto secondario grave. Cervello sano, memoria migliore Il magnesio migliora la funzione cerebrale. La dose quotidiana raccomandata (375 mg) migliora le funzioni cognitive. Il magnesio infatti è indispensabile per l’attività di nu- merosi enzimi nelle cellule cerebrali che controllano il funzionamente cellulare e quello della memoria. Interviene anche nella liberazione di neurotrasmettitori. Un livello ottimale di magnesio potrebbe essere particolarmente importante per prevenire o compensare il declino della memoria spesso nell’età avanzata. Indispensabile per la salute delle ossa Contro l’osteoporosi, la diminuzione della massa e della densità ossea. Con un consumo sufficiente di magnesio vengono ridotti i rischi di osteoporosi e di fratture ossee. Più il consumo di magnesio è alto, più la densità minerale ossea è forte. Un sollievo per un gran numero di problemi di salute, il famigerato MAGNESIO. E ve lo ripeto: Abbiate cura di Voi! Campo de’ fiori 25 Ragazzi, attenzione alla musica alta! Dalle suonerie degli smartphone alle discoteche, un ragazzo su cinque oggi soffre di disturbi di udito M ai come oggi i poveri timpani dei nostri ragazzi sono messi a dura prova. I nuovi e recenti dispositivi acustici inseriti ormai in del Dott. ogni telefono cellulare Stefano consentono di ascoltare la Tomassetti musica attraverso auricolari sempre più performanti a volume così alto che può danneggiare l’ udito irrimediabilmente. E proprio alla Prevenzione è stata dedicata quest’anno la Giornata Mondiale dell’Udito 2015 con una attenzione particolare verso i giovani. Una recente ricerca condotta su giovani studenti, svolta dall’Università di Anversa, ha evidenziato che il 20% di loro è affetto da acufeni (fischi o ronzii nelle orecchie); una patologia che interessa l’orecchio interno. Ma l’aspetto più sorprendente è l’atteggiamento di indifferenza che manifestano i ragazzi ai suoni troppo alti o al rumore in generale. La musica che esce dai moderni telefonini smartphone, portata nell’orecchio dagli auricolari, può arrivare anche a 100 dB e oltre. E che dire dei danni provocati dai suoni eccessivamente amplificati che si sentono in molte discoteche frequentate, specialmente e assiduamente, dai più giovani? Un ragazzo su cinque oggi soffre di disturbi di udito e la percentuale è destinata in pochi anni, purtroppo, ad aumentare notevolmente. Le cellule ciliate situate nell’orecchio interno con l’esposizione al rumore o ai suoni molto forti, possono spezzarsi impedendo per sempre l’ascolto di certe frequenze utile anche nel parlato quotidiano. Il fischio che si sente dopo essere stati esposti a forti suoni o il senso di ovattamento con riduzione anche di udito, sono segni che è in atto una sofferenza uditiva. Quando i disturbi, passate 16 ore non scompaiono, bisogna andare immediatamente da un otorinolaringoiatra per una visita audiologica. Molte, poi, sono le persone che soffrono di acufeni (rumori nell’orecchio) anche in assenza di suono esterno percepibili soprattutto di sera o nel silenzio. È molto difficile individuarne le cause e le terapie riguardano diversi specialisti: Otorino, Psicologo, Audioprotesista, Medico di base; che in concerto tra loro, ognuno per la sua competenza, aiutano a chi ne è affetto a convivere con un fastidio a volte realmente invalidante. Oggi la terapia acustica anche per questi disturbi si avvale di sofisticati dispositivi uditivi, nuovi e potenti frutto di intense ricerche nel campo. Questi nuovi apparecchi acustici attraverso dei mascheratori riescono a contrastare la percezione dei suoni/rumori interni dando un notevole sollievo durante il giorno. Quindi fanno sentire meglio e aiutano a combattere i disagi degli acufeni. E anche dal lato estetico ci sono vere e pro- prio rivoluzioni essendo nel contempo molto sofisticati e minuscoli praticamente invisibili. Ricordate: Sentire meglio è vivere meglio. Oggi poi è facile e possibile acquistare con minirate che consentono a tutti di poter trovare la soluzione giusta e soddisfacente. Per prenotare un TEST DELL’UDITO GRATUITO o una VISITA senza impegno telefonate al numero verde 800.11.35.90 e vi sarà indicato il centro a voi più vicino. I nostri centri per l’Udito SENTECH sono iscritti all’albo dei fornitori per le pratiche ASL (invalidi civili) e INAIL (invalidi del lavoro). Coloro che ne hanno diritto possono inoltrare la richiesta per la fornitura degli apparecchi acustici. 26 Campo de’ fiori Le scuole a Civita Castellana nell’800 I Continua dal n. 120... l comune del tempo era molto attento e sensibile all’istruzione dei suoi cittadini: il consiglio deliberò il 31 marzo 1887 di assegnare a MARIANI BONAVENTURA, di Francesca studente di medicina e chiPelinga rurgia all’università di Napoli, una borsa di studio annua di L.100 (lascito Cicuti di cui ho scritto in un precedente articolo). Il 31 marzo 1887, inoltre, si nominavano due nuovi maestri elementari: Pietro Mascagna per la 2^ elementare e Gianfranco Dominici per la 1^ elementare. Sempre il 31 marzo 1887 il maestro Flamini chiese al comune un contributo per l’istituzione di una biblioteca scolastica e un giorno di ferie per controllare l’andamento in altra scuola delle elementari maschili serali con l’obiettivo di attivarle anche a Civita Castellana: la sua proposta fu respinta. Il 9 luglio 1887 fu una data importante in quanto a sedici anni dall’istituzione delle scuole elementari, si procedette in consiglio comunale ad una verifica attenta delle stesse, motivo anche dell’ispezione ministeriale dello stesso periodo. L’ispettore espose che quando aveva diretto gli esami di prima elementare di una classe di 31 alunni del maestro ANTONIO ALBANI, aveva rilevato notevoli lacune nella preparazione evidenziando al Consiglio Comunale l’ irregolare tenuta dei registri didattici redatti senza alcun criterio pedagogico, e da cui non risultava l’effettivo progresso di ogni alunno in quanto non riportati neanche i voti di ogni compito o interrogazione. L’ispettore ministeriale avvalendosi dei poteri concessi dall’art.11 del testo unico del 19.09.1884, chiese al consiglio il licenziamento dell’Albani e dei colleghi Orazi e Leandri “ per inettitudine pedagogica”. Si discusse anche l’esposto di un cittadino Giuseppe Casani, il quale lamentava che negli esami finali vi erano state notevoli irregolarità e che i suoi due figli non erano stati ammessi alla prova orale. L’ispettore protestò energicamente rilevando che un figlio del Casani, Arturo, aveva riportato il voto zero nelle due prove scritte d’ italiano e matematica. Il consigliere Franci concordò con l’ispezione ministeriale il licenziamento dei maestri. I consiglieri Ciotti e Felici, deplorarono tali attriti e discordie nella scuola e chiesero l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Per il consigliere Montanari, non sussistendo motivi così gravi, il licenziamento non era giustificabile. Il consigliere Feroldi si dichiarò favorevole con l’ispettore, precisando che dove difettavano le famiglie doveva supplire e intervenire la scuola, e citò il parallelo con la Germania nazione prospera ed evoluta perché fondata su una scuola efficiente e attiva culturalmente. Il consiglio non raggiunse un’ unanimità d’intenti e rimandò alla prossima seduta la discussione. Fino al 1887 le scuole elementari e ginnasiali ebbero sede nel palazzo vescovile in piazza Matteotti, il 12 Febbraio 1895 alle ore diciotto veniva convocato un consiglio Comunale straordinario,sindaco Giovanni Arrigoni, per decidere di provvedere per dei locali convenienti per la scuola elementare e l’asilo infantile,ospitati nel Seminario. Fu deciso di utilizzare il Palazzo Andosilla di proprietà del Comune e che ospitava la Caserma Enrico Cosenz, la quale aveva fatto sapere di necessitare di locali più vasti, quindi la Giunta Comunale decise di trattare con le Autorità Eclesiastiche per ottenere la cessione del Monastero di Santa Chiara per le truppe del presidio. L’Autorità Eclesiastiche accettarono l’accordo a patto che il Comune si facesse carico delle spese per adattare una parte dell’Ala Nord del Seminario in via 12 Settembre dove si trovava la scuola elementare, cinque vani con orto per le 13 suore per la somma di L.1995,13. e di pagare un affitto annuo di L.1300. Il Comune con le Autorità Militari stipulò un accordo affinchè il Convento qualora non fosse più servito come presidio militare sarebbe tornato alla chiesa; all’ing. Ugo Favalli perito del Comune fu affidato l’incarico di calcolare le spese per la ristrutturazione. Il 19 maggio 1899 in Consiglio Comunale venne deliberata la trasformazione del palazzo Andosilla già appartenuto alla Marchesa Orsola in scuola elementare, anche per venire incontro alla crescente domanda di nuove aule e spazi idonei per la didattica. Il Consiglio Comunale incaricò un perito di fare una relazione tecnica circa le necessarie spese di trasformazione e arredo, secondo il regolamento generale del ministero della pubblica istruzione. La spesa occorrente per la fornitura dell’arredo e del materiale didattico fu di £.1964,44 così ripartite: £.1712,00 per banchi, sedie, cattedre e lavori vari di falegnameria, £.147,44 per quadri, carte geografiche, pallottolieri e £.105,00 per opere di tinteggiatura e pittura dei locali ritenuti idonei e sufficienti senza ulteriori trasformazioni. Successivamente il 29 maggio il Consiglio fu convocato per discutere un aumento di spesa per la trasformazione dell’edificio, peraltro non in buone condizioni, per un importo finale di L. 2160,00. Fu inaugurato nel novembre del 1899 e fu chiamato “Scuola elementare Andosilla” in onore della marchesa che si era adoperata per costruire un ospedale. Significativo ed estremamente importante il resoconto della seduta consiliare del 24 Ottobre 1899, DELIBERA N.1416, con la discussione relativa alla presentazione di un progetto presentato dal sig. Achille Perelli per l’apertura a spese del Comune di una SCUOLA TECNICA DI PERFEZIONAMENTO IN ARTI E MESTIERI, “caratterizzata dalla studio di materie come la geometria lineare, l’architettura” pratica, l’ornato, la prospettiva lineare e gli elementi di figura e paesaggio. Una scuola successiva a quella tecnica e indirizzata alla maggiore specializzazione degli studenti in fase sociale e tecnica per Civita Castellana densa di mutamenti tecnologici legata sempre più alla ceramica. Il resoconto è importante perché registra il si- gnificativo intervento dell’Avv. ULDERICO MIDOSSI, che trovò assolutamente geniale le proposta del PERELLI, auspicando la fornitura di locali idonei e professori abilitati per l’insegnamento delle materie previste nel piano. Lo stesso Midossi chiese al consiglio di aiutare economicamente negli studi gli ingegni locali attraverso la concessione di borse di studio annue di L.50,00: si concessero, infatti, le seguenti borse di studio: L.200,00 a PAPA PIETRO, L.50,00 a SANTINI CIRO, L.50,00 a TROCCHI LEONE, L.50,00 a BARONI ANGELO. Fu l’atto di fondazione dell’Istituto d’Arte. Il Comune era governato da: Sindaco GIOVANNI ARRIGONI, SEGRETARIO SACCHI SIMONE, CONSIGLIERI GIUSEPPE FAVALLI, SANTINI ENRICO, CONTI DANIELE, PISTOLA FRANCESCO, MIDOSSI ULDERICO, COLUZZI DOMENICO, MARCANTONI CASIMIRO, LAURENTI STANISLAO, GALIANI DOMENICO, TARQUINI DOMENICO, RICCIONI ANTONIO, MORELLI EDMONDO, CONTI ALCEO, COLAMEDICI FELICE, VANNI VITTORIO, MEZZANOTTE PIETRO, TROCCHI ROCCO, GIUSEPPE FEROLDI DE ROSA E FINESI SERGIO. Un capitolo storico importante per Civita Castellana è rappresentato dal Convento delle Maestre Pie Venerini, che dal 1730 al 1986 operano nel nostro centro dedicandosi alla cura dei bambini abbandonati. Una sorta di quelle che oggi possiamo definire Casa-Famiglia per giovani in disagiate condizioni economiche e familiari. Il 10 settembre 1902 in Consiglio si discusse un progetto presentato dalla Direzione delle maestre Pie Venerini di via Panico per l’autorizzazione all’apertura di una scuola per il lavoro domestico diretta alla formazione di ragazze in possesso del diploma di 4^ elementare. Il resoconto cita che già nel 1831 le maestre Pie Venerini avevano aperto una scuola analoga con la necessaria autorizzazione Pontificia. Con delibera n.1631/1902, viene concessa all’Istituto religiosa l’autorizzazione comunale per l’apertura nell’a.s. 1903/1904 di una “SCUOLA DI LAVORO PER LE FANCIULLE” con la concessione di un fondo mensile di L. 150,00 per le spese ordinarie e d’ amministrazione con la condizione che fosse diretta da una maestra in possesso dell’abilitazione ministeriale e il funzionamento soggetto alla verifica di una commissione comunale. Il consigliere ATTILIO BONANNI chiese che l’autorizzazione fosse revocabile in ogni momento. Alcuni componenti non ritennero utile l’istituzione di tale scuola perché l’insegnamento del lavoro domestico era già materia di studio nelle classi elementari. Il presidente a conclusione del dibattito consiliare sottolineò la necessità della scuola di lavoro femminile per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 27 Associazione Artistica Ivna Ad un anno dalla nascita al Cielo e nel mese della nascita su questa Terra, ricordiamo Eraldo Bigarelli (Corchiano 19 Aprile 1935- Vignanello 10 Febbraio 2014). BISOGNO DI LUCE A cura del Prof. Rosario D’Agata D avvero singolare la figura di questo artista, forgiato dalla terra bruna e dalla forza dei campi rigogliosi di pampini, dai segni della Storia e dagli echi dei secoli. proiettato dalle vicende della vita professionale negli angoli più sperduti del mondo, Eraldo Bigarelli entra in contatto con le realtà più diverse e contraddittorie, con lembi di umanità lacerata e con indifferenti isole di benessere. Incaricato dalla sua azienda di attingere alle ben note risorse di serietà e competenza professionale gli stimoli necessari per mettere in riga i conti delle sedi operative nei paesi più diversi e più lontani, Bigarelli impiega il poco tempo libero che il lavoro gli concede per ascoltare la voce degli uomini e le voci della Natura ed assorbirne il messaggio. Quel messaggio che i vermigli tramonti africani, i silenzi dei fiumi della Mesopotamia, i pescatori della Nigeria e le carovane nel deserto trasmettono a chi sa ascoltare, a chi sa guardare, gli chiede di farsi demiurgo nei confronti della distratta e opulenta realtà del vecchio continente. Il suo animo sensibile al richiamo del muto linguaggio del mondo dei dimenticati, al fascino di paesaggi piccoli e grandi, lo induce a ricorrere all’unico strumento in grado di riprodurre le emozioni provate e trasmetterle a quanti vi si accostano senza remore e senza preconcetti. Bigarelli fa così di un carboncino, di un pastello, di un pennello il ponte ideale tra le sue emozioni e quelle dei destinatari del suo lavoro. Nascono in tal modo, durante i momenti liberi dalle cifre contabili e dalla gestione del personale, squarci di vita vera riprodotti sulla tela, o sulla carta da disegno, fedeli paradigmi figurativi di vere emozioni e di veri sentimenti. le foreste e i fiumi africani, i deserti di sabbia e la quiete delle pianure mesopotamiche si intrecciano, poi, sempre più spesso, come per confrontarli, con i ricordi della sua terra, con la decifrazione pittorica del linguaggio intimistico e riservato di case, angoli e visioni della sua Tuscia. Da queste esperienze e da questo percorso artistico l’artista trae la forza per cercare, per indagare nella realtà sensibile, nelle vestigia del tempo e di riflettere sull’affannarsi degli uomini del mondo, cosiddetto progredito, impegnati ogni giorno ad inseguire sogni di eterno benessere, lottando senza esclusione di colpi per porzioni sempre maggiori di “potere”. La ricerca del senso della vita trova, però, in Bigarelli una risposta semplice e naturale nella sua Fede, attraverso la cui mediazione egli riesce a dare un ordine ai propri impulsi ed alle sue ribellioni sanguigne di fronte all’ingiustizia, alla violenza, all’egoismo. Chi scrive ha avuto la preziosa occasione, in quanto collega di lavoro, di condividere le vicende e di testimoniarne il processo di progressiva conquista di livelli sempre più nitidi di spiritualità di pari passo con il progredire della sua ricerca artistica ed espressiva. Quando la tela della “cena di Emmaus” vide per la prima volta completato il suo primo abbozzo, apparve chiaro che il percorso di Bigarelli aveva raggiunto la fase più importante e decisiva. La cena, come momento conclusivo di una “lezione” impartita durante le poche miglia che separavano Gerusalemme da Emmaus da un Viandante “che non era stato riconosciuto” a due poveri esseri confusi e smarriti, è per Bigarelli il punto di arrivo di un viaggio di apprendimento lungo le strade del mondo, che egli ha saputo “raccontare” con il pennello, comunque sempre attento agli echi di quella “lezione”. Se la luce di Emmaus si può, in un certo senso, paragonare allo sciogliersi di una trama con l’intervento del “Deus ex machina” in un’aura di serena speranza e di letizia, non manca in Bigarelli la consapevolezza della drammaticità della vicenda umana e del mistero dell’Uomo-Dio che si fa carico delle colpe dell’umanità. Gioia, serenità e speranza non possono far dimenticare la tragica e sublime “necessità” dell’Olocausto divino: il volto inquietante di Cristo che, senza una specifica programmazione, esce, così, d’istinto, dal pennello di Bigarelli, mette in evidenza il senso pieno del percorso dell’artista. Il volto di Cristo era già stato cercato da Bigarelli, quasi inconsciamente, nei tanti volti di uomini, bruciati dalla quotidiana fatica, dalla salsedine, dal sole e dal tempo, in tanti angoli diversi del mondo. Sono volti che ora, dopo aver visto “quel Volto” in “quel quadro, assumono infatti un significato ed un valore molto diverso. Il senso e la testimonianza di una ricerca che ha raggiunto il suo completamento e che fa di Bigarelli, potremmo dire, un artista fortunato perché, a differenza di Ulisse, di Peer Gynt, di Sadkò, del Doktor Faustus, egli ha avvertito per tempo la presenza del Viandante accanto a sé, per sedersi simbolicamente alla cena di Emmaus nella piena consapevolezza del suo significato. Ecco perché Bigarelli, così come ci ha raccontato le sue emozioni intorno al mondo e le tappe della sua ricerca, ha voluto ancora una volta farci partecipi della sua gioia di una meta raggiunta. Dobbiamo essergli grati, per questo, perché al di là dei meriti artistici ottenuti, ha saputo darci un esempio di come l’occasione che gli è stata concessa di poter “vedere il mondo”, egli ha saputo utilizzarla per trasformarla in un messaggio rivolto a tutti noi e che può essere così riassunto: osservate il mondo, osservate gli uomini, per imparare ad amarli così come sono, senza giudicarli, ma imparando a leggerli ed a comprenderli per riconoscervi i segni di una Presenza che ci accompagnerà sempre fino alla nostra Emmaus. Campo de’ fiori 28 L’angolo del grafologo LA SCRITTURA DI UN BAMBINO CHE IMPARA • METTIAMOCI NEI PANNI DI UN BAMBINO CHE IMPARA A SCRIVERE IN TUTTA LA SUA ATTIVITA’ GRAFICA FATTA DI SCARABOCCHI PRIMA E DI DISEGNI POI, FINO A SEI ANNI IL del Prof. GESTO GRAFICO E’ Piero Mecocci IBERO E DISEGNARE Grafologo VUOL DIRE GIOCARE. NESSUNO GLI IMPONE QUALI COLORI ADOPERARE, COSA DISEGNARE, NE’ QUANDO, NE’ TANTO MENO COME. • NEL FOGLIO IL BAMBINO E’ LIBERO DI SCRIVERE E DI DISEGNARE DOVE VUOLE, IN MEZZO, IN BASSO, IN ALTO, DI USCIRE FUORI DAI MARGINI, OCCUPANDO TUTTO LO SPAZIO O SOLTANTO UN ANGOLINO, DI DISEGNARE SDRAIATO SUL PAVIMENTO, DI ALZARSI QUANDO SI E’ STANCATO DI LAVORARE LASCIANDO IL DISEGNO INCOMPIUTO. NATURALMENTE GIÀ DALL’ASILO LE COSE NON SONO COSI’ SEMPLICI COME A CASA, MA RIMANE SEMPRE UN’AMPIA LIBERTA’ • QUANDO COMINCIA A FREQUENTARE LA SCUOLA, LA SITUAZIONE CAMBIA: DEVE IMPARARE A TENERE LA PENNA IN UN DATO MODO, AD USARE QUADERNI DI UN CERTO FORMATO, A SCRIVERE IN SPAZI OBBLIGATI, A RIMANERE SEDUTO PER ALCUNE ORE, A FARE I COMPITI IMPOSTI DAI MAESTRI TOGLIENDO TEMPO AL GIOCO, OLTRE AL FATTO DI DOVER IMPARARE UN SISTEMA DI SIMBOLI(ALFABETO), UN MODELLO CALLIGRAFICO, DI ESSERE LEGGIBILE, ORDINATO, DI NON FARE ERRORI DI ORTOGRAFIA E DI SCRIVERE VELOCEMENTE PER NON RIMANERE INDIETRO • IL COMPITO PIÙ DIFFICILE, PER UN BAMBINO CHE COMINCIA A SCRIVERE E’ QUELLO DI RIPRODURRE LE LETTERE RISPETTANDONE LA FORMA, LA DIMENSIONE E LE PROPORZIONI CON UNA CERTA PRECISIONE . • OLTRETUTTO GLI S’IMPONE UN METODO PER LUI ESTRANEO E CHE, PER CERTI VERSI, NON FA PARTE DELLA SUA NATURA, LO STAMPATELLO. • DEVE INOLTRE IMPARARE A CONTROLLARE LA FORZA, LA COORDINAZIONE, L’ORGANIZZAZIONE DEI MOVIMENTI, LA VELOCITA’ E IL RITMO NELLO SPAZIO LIMITATO DEL FOGLIO DI CARTA E IN QUELLO, ANCORA PIÙ RISTRETTO, DEI QUADRETTI O DELLE RIGHE Il tratto curvilineo fa parte del corsivo ed il corsivo è la scrittura “naturale”. Il tratto sinuoso per eccellenza è il cerchio, simbolo universale della relazione e dello stare insieme; è il girotondo che fa il bambino per stabilire un contatto con il compagno. Il corsivo è il segno della comunicazione e, come tale, universalmente riconosciuto da tutte le culture che vedono in esso il femminile-materno contrapposto al maschile-paterno che si esprime invece nel tratto angoloso, proprio dello stampatello, che è il segno della spigolosità. La rotondità del corsivo è collegata al parlare, al mangiare, al baciare, a tutto ciò che ha a che fare con la bocca, con la sfera orale. Il bambino quando, con lo scarabocchio, disegna un cerchio, esprime il suo bisogno verso tutto ed il piacere che prova nell’essere accolto tra persone amiche e, fin da piccolo, rivela quest’apertura verso il mondo come predisposizione sia come aspirazione inconscia. Se non ci saranno interferenze negative da parte dell’adulto e dal mondo che lo circonda, conserverà la tendenza alla curva, quindi al corsivo, e si trasformerà in un carattere aperto, partecipativo, duttile e altruista, cioè estroverso. La scrittura corsiva esprime la rappresentazione di un “IO” che si espande verso gli altri e di una mente aperta al sapere e all’apprendimento. Il soggetto sarà disponibile, anche da piccolo, ad uno scambio d’idee, ed essendo generoso non si ostina sui propri punti di vista ma è pronta a rivederli. Quest’atteggiamento di apertura lo pone nella condizione più favorevole per la socializzazione e per ampliare le proprie conoscenze con serenità ed obiettività. Chi scrive in corsivo è in situazione di tranquillità e di equilibrio, con capacità logiche di concentrazione e di memorizzazione. Il corsivo indica, generalmente, serenità e calma nel recepire le sollecitazioni, compostezza nelle reazioni ced un ambientamento facile. Perché, allora, molti ragazzi e molti adulti scri- vono in stampatello? Lo stampatello esprime il desiderio di essere letto, capito, compreso sia nella lettura che nel proprio “IO”. Fa parte, quindi, di un’ansia più o meno esplicita e più o meno ricca d’intensità che lo scrivente esprime con l’atto spontaneo dello scrivere. Certo influisce, non poco, anche quanto appreso, o costretto di apprendere a scuola nel momento del primo incontro con la scrittura, probabilmente se non venisse insegnato a scrivere in stampatello, quindi con lettere schematiche, dritte e di calibro più grande del normale, non opteremmo, da bambini e poi da adulti, per questo tipo di scrittura. Lo stampatello quasi sempre implica che le lettere siano staccate l’una dall’altra mentre nella scrittura in corsivo, generalmente, le lettere a volte si staccano dalla seguente e spesso sono unite tra loro. Lo “staccato”, di alto grado, indica una certa difficoltà a stringere rapporti con gli altri mentre le lettere “attaccate” sono di individui che vanno verso l’ambiente, socializzano e si adattano e sono spinti a comunicare con le altre persone. Principalmente sono soggetti determinati che procedono con logica e consequenzialità nel rapportare cause ed effetti. Indica anche linearità nei comportamenti, affidabilità nel lavoro e nei compiti assegnati. Tendono a risolvere in tempi brevi e nell’aspetto somatico si evidenzia uno sguardo rapido ed un camminare veloce. Perché allora “impedire” al bambino che inizia a scrivere di accedere a tante positività? Serve veramente un modello scolastico che, psicologicamente, appare superato. Il bambino scrivendo descrive se stesso ed allora lasciamolo libero di esprimersi, non lo costringiamo a dei segni rigidi, freddi, schematici ma soprattutto privi di personalizzazione! I libri hanno dei caratteri tipografici, a volte particolari, ma sono corsivi. Se desiderate conoscere la vostra personalità attraverso l’esame della vostra grafia, contattateci ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected] - [email protected] La vostra perizia grafica verrà pubblicata gratuitamente e mantenendo l’anonimato, sulle pagine della nostra rivista. Campo de’ fiori 29 Come eravamo I FORZATI... DELLA ROMA - NORD A di Alessandro Soli nche su questo numero vi riproponiamo un vecchio articolo del nostro collaboratore Alessandro Soli, pubblicato precisamente sul n. 12 del 2004 della nostra rivista. Buona rilettura! Erano gli anni 60, avevamo appena finito la terza media, ci trovavamo davanti alla scelta più importante della nostra ancor giovane vita. Scegliere cioè gli studi superiori da intraprendere, e soprattutto dove farli. Per noi “civitonici” due sole alternative: Roma o Viterbo, perché purtroppo l’edilizia scolastica si arenava alla scuola media. Come andarci? Un solo mezzo era disponibile a quei tempi: il traballante, rumoroso e lento treno dell’ allora RomaNord, che nel suo tortuoso percorso, fiore all’occhiello dell’ingegneria ferroviaria del ventennio italiano, trasportava studenti e lavoratori nel tempo “record” di quasi tre ore da Roma a Viterbo. Riparlandone oggi, a distanza di tanti anni, mi accorgo dell’importanza che questo mezzo ha avuto nella mia vita, come del resto in quella di tutti gli studenti di allora. Era un mondo a sé, ed i ricordi che mi accingo a narrare spero saranno graditi a tutti gli ex forzati della Roma-Nord. Si partiva presto da Civita, alle ore 6,30, chi verso la capitale, chi verso Viterbo (eravamo più noi, che andavamo a Viterbo), sempre lo stesso rito: il capostazione che usciva dal suo ufficio, col suo berretto rosso, abbassava gli scambi manuali, un fischio secco e prolungato a mò di arbitro che assegna un rigore, la risposta dell’ OK strombettata del capotreno , e via verso il destino giornaliero di chi, come noi, riponeva nello studio un futuro migliore di qualche nostro coetaneo, già avviato al duro e polveroso lavoro del ceramista. Appena saliti, ognuno rigorosamente nel proprio vagone, la corsa ad accaparrarsi i posti migliori, vicino al finestrino, che quando lo aprivi ti lasciava sulle mani un nauseabondo odore di ottone . Cercavi di occupare più posti possibile, perché sapevi che a Vignanello o a Soriano, quando il treno si riempiva, sarebbero salite anche loro, le giovani studentesse che ti avevano fatto prendere una “cotta tremenda”. Era duro conservare il posto, perché gli altri viaggiatori e il bigliettaio spesso erano irremovibili, e tu che non ti alzavi a cedere il tuo, manco si benanche, per dirla alla “civitonica”, lo facevi con emozione e galanteria, non appena saliva “lei”. I sedili dei vagoni erano in legno, quasi sempre graffiti da cuori infranti con le iniziali degli innamorati, ed il maquillage che la Roma Nord ogni tanto faceva passando una mano di coppale, li rendeva accettabili, ma pur sempre scomodissimi. Un solo vagone era imbottito in pelle color vinaccia, allora si diceva che fosse stato il vagone riservato a Mussolini, che lo usò in un viaggio, forse unico, sul quel tracciato da Roma a Viterbo, orgoglio della S.R.F.N. (Società Romana Ferrovie del Nord), da allora divenne l’unico vagone di prima classe, tanto agognato da noi studenti, che quando veniva declassato a seconda, era affollatissimo. Già, i vagoni erano qualcosa che ci apparteneva, un posto dove si passavano ore “particolari”, dove le stagioni si susseguivano, testimoniate dallo scarno arredamento. L’inverno col freddo mattutino, che faceva appannare i vetri dei finestrini, quando ci divertivamo a scrivere, magari a rovescio, per essere lette dall’esterno, le frasi più strane, l’estate, quando le tendine marroni, montate con gli anelli di metallo, scorrevano sull’asta di ottone, per ripararti dal riverbero del sole, a picco sul vagone nei caldi pomeriggi durante il viaggio di ritorno. L’avventura era cominciata ai primi di Ottobre con l’inizio dell’anno scolastico, e subito il rito della “stira”, riservato ai maschietti del primo anno, i quali venivano sottoposti per bonario “nonnismo”, ad un semidenudamento, con lieve tiraggio delle parti intime, che li facevano entrare di diritto tra i titolari nel vagone. Poi c’era il “nonnismo culinario” che era rivolto al rapinare le colazioni, amorevolmente preparate dalle mamme dei più giovani, operazione riservata agli studenti del 5° anno. Qualcuno però esasperato da questi fatti, aveva escogitato un piccolo trucco: quello di spalmare i panini con forte peperoncino, che avrebbe creato i noti problemi al rapinatore di turno. Arrivati a Viterbo, i più andavano a scuola, qualcuno (molte volte anche il sottoscritto), o per motivi di scarsa preparazione, o per evitare rischiose interrogazioni, facevano “sega”. In italiano si dice bigiare la scuola, ma a parte i modi di dire il risultato era sempre quello: passare le cinque ore di lezione lontano dai professori. Ma dove andare? A Viterbo era più difficile che a Roma evitare brutti incontri e trovare allegre alternative, data l’estensione cittadina. Noi andavamo, nella bella stagione, tra il verde di Pratogiardino, cor- rendo però dei continui rischi, qualcuno, si spingeva fino al Bulicame, dove approfittava per fare salutari abluzioni. Nella stagione invernale c’era un luogo fisso per i “segaroli” viterbesi la famosa, mitica “Casbah”. Era una immensa sala biliardi, situata vicino alla UPIM, di fronte al palazzo INPS, quindi in pieno centro, un ambiente fumoso, che ricordava i locali americani resi celebri dal film Lo spaccone. Il titolare era “l’Americano”, un uomo anziano vestito perennemente da un “sinalone” nero, che ci ricordava quello dei bidelli, lui che a modo suo era per noi un altro bidello. Voce roca, sigaro in bocca, riusciva a gestire con autorità quella “masnada” di giovani rampolli, che ignari genitori immaginavano in classe. Ma ritorniamo alla Roma Nord, al viaggio di ritorno, quando non era raro vedere sgridate sacrosante fatte dal genitore venuto a parlare coi professori proprio il giorno che avevi “fatto sega” e magari eri andato pure al Bulicame. Certo noi, che non abitavamo sul posto, eravamo come dei “forzati” , perché perdevamo tra andata e ritorno circa tre ore, e la levataccia mattutina, influiva non poco sullo studio pomeridiano, minato dalla stanchezza fisica causata da quel “tu-rutuntu-rutun” tipico delle rotaie. Certo passati i cinque anni (per qualcuno anche di più) delle superiori, il treno della Roma Nord rimaneva nei ricordi di una gioventù di “mezzo” come la nostra, ma per altri, come me, che avrebbero intrapreso la loro vita lavorativa, fuori Civita, i lavori forzati continuavano, perché cominciava la vita da pendolare. Allora ti accorgevi che i tempi stavano cambiando, venivano introdotte corse di pullman, con orari più elastici e più veloci tempi di percorrenza. Solo il vecchio caro treno rimaneva lo stesso, con le stesse vetture delle officine “Della Stanga di Padova”, lo stesso “tu-rutun-tu-rutun”, una sola cosa era certa: eri tu che stavi cambiando, tu che ti recavi all’ Università, tu che avevi trovato il ”postarello” a Roma o a Viterbo, tu che guardavi con occhi diversi quei ragazzi che salivano e ti sedevano vicino, tu che pensavi con nostalgia e un po’ di rimpianto ai tempi della scuola, quando eri e continuavi ad essere un “forzato della Roma Nord”. 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo I n primavera parliamo di un gruppo di funghi, primaverili appunto, presenti nel nostro territorio: le Spugnole, con il cappello somigliante a una “spugna” da cui il nome comune con cui sono conosciuti (possono far pensare anche al favo di un alveare). Sono funghi di piccola e grande taglia (da 4 a 12 centimetri) del genere Morchella tipicamente primaverili, formati da cappello e gambo. Il cappello, una mitra, ( perché per forma ricorda il copricapo dei vescovi), è costituito da molte cellette, (alveoli), di forma più o meno regolare, appressate l’una all’altra (cappello plurialveolato) separate da costolature più o meno allineate. Le pareti di questi alveoli costituiscono la struttura riproduttiva (imenio) in cui vengono generate e maturano le spore. Nelle spugnole il margine (il bordo) del cappello non è libero ma completamente saldato al gambo . L’altra importantissima caratteristica morfologica costante è costituita da gambo e cappello che all’interno sono completamente vuoti formando una cavità unica che si evidenzia sezionando longitudinalmente il fungo. Sono funghi saprofiti - pirofili, omogenei. I saprofiti, ne abbiamo già parlato, si nutrono esclusivamente del materiale organico presente nel substrato del terreno. Le Spugnole si sviluppano più facilmente in un habitat che è stato percorso da un incendio (pirofili). L’incendio sterilizza il substrato del terreno favorendo le spore termoresistenti, la pioggia provoca lo shock termico attivando le spore e dando così inizio ad un nuovo ciclo biologico. Sono funghi omogenei perché non riusciamo a staccare il gambo da solo senza asportare parte della carne del cappello. In sintesi: Cappello: La mitra, di colore marroncinoocracea , giallina, fino a bruna o brunonera, fa assumere al fungo un aspetto così mimetico che spesso gli consente di passare inosservato. Con l’invecchiamento le costolature del cappello diventano bruno - rugginose per effetto della maturazione delle spore. Gambo: Di colore da bianco-crema a crema – giallino, completamente saldato al bordo del cappello. Gambo e cappello sono completamente vuoti e formano un’unica cavità. LE SP UG NO L E I funghi appartenenti a questo gruppo sono commestibili da ben cotti, se mangiati crudi o poco cotti provocano una intossicazione(sindrome emolitica). Le sostanze tossiche che contengono si neutralizzano solo con adeguata cottura. Quindi possono essere consumati ma vanno ben cotti. Che cosa si intende per fungo commestibile ? Un fungo è commestibile se sono soddisfatte le seguenti condizioni : E’ sicura l’assenza di principi tossici (i veleni termoresistenti, resistenti alla cottura ) sono ancora perfettamente noti i meccanismi di avvelenamento. Le Giromytre si distinguono dalle Spugnole perché hanno un cappello cerebriforme (a forma di cervello) e perché se sezionati presentano gambo e cappello lacunosi (con tante cellette all’interno) ma mai con una cavità unica. Il fungo viene trasportato e conservato nel rispetto dei principi dell’igiene degli alimenti Al momento della cottura il fungo è fresco e in buono stato di conservazione (non ha avuto inizio il processo di putrefazione da cui possono svilupparsi sostanze tossiche ). Confrontate le sezioni. Non è stato contaminato, per qualche altra causa, da sostanze tossiche (materiali radioattivi, scarichi industriali o di miniere, metalli pesanti e non, fitofarmaci, ecc) Viene cotto per un minimo di 30 minuti ad almeno 100 gradi centigradi (prebollitura, frittura, forno). E’ rischiosa e quindi sconsigliata la cottura alla griglia o alla piastra perché tali tecniche non assicurano una cottura uniforme e la quantità di acqua contenuta nel fungo potrebbe non essere sufficiente a consentire la cottura per il tempo utile a neutralizzare i veleni contenuti (termolabili, che si neutralizzano con la cottura).( E’ il caso delle spugnole, delle mazze di tamburo, delle famigliole, delle russule, dei lattari, ecc.) Va ricordato inoltre che le intolleranze e le allergie alimentari che vengono messe in relazione con i funghi commestibili sono in costante e notevole aumento. Questo perché, tra la popolazione, molti più individui consumano funghi e sono in aumento i quantitativi di funghi consumati pro capite. Sono in aumento anche il numero delle specie fungine consumate, come alimento e a scopo terapeutico, provenienti anche da altri continenti per effetto della globalizzazione dei mercati. E’ accertato che i funghi tendono ad assumere e concentrare gran parte delle sostanze con cui vengono in contatto per cui è sconsigliata la raccolta sempre e comunque in ogni habitat ( zone industriali, centri abitati, zone di traffico stradale, zone con colture agricole dove si effettuano trattamenti con fitofarmaci, ecc). In primavera nascono funghi velenosi che possiamo confondere con le Spugnole ? Si. Si tratta delle Gyromitre in particolare la Gyromitra gigas e la Giromitra esculenta (detta la falsa spugnola per la possibilità di essere confusa con quella vera) che hanno causato numerosi casi di intossicazione grave o addirittura mortale. Questi funghi provocano la sindrome tossica detta giromitrica molto pericolosa anche perché non L’habitat delle spugnole è particolarissimo, sia in presenza di alberi di latifoglie che di aghifoglie. Abbiamo visto che la loro crescita viene stimolata dal fuoco (saprofiti-pirofili) specialmente se l’incendio ha interessato il substrato organico di un boschetto con olmo, biancospino, sambuco, pruno, corniolo, ginepro, orniello. Chi cerca funghi deve conoscere le essenze arboree che costituiscono bosco e sottobosco e che vanno a costituire l’habitat ideale delle specie oggetto di ricerca. Nel nostro territorio, inoltre, possiamo trovare le spugnole (senza che si sia sviluppato un incendio) lungo l’alveo dei nostri torrenti sulla sponda esposta a sud o sud – ovest oltre il limite di massima piena. Oltre questo limite potrete notare due indicatori: la calla selvatica e la primula, che lungo i nostri torrenti hanno (secondo la mia esperienza) lo stesso habitat delle spugnole. Campo de’ fiori Ca l r o s Sa 31 di Carlo Cattani t a n an “Suono universale” LA MIA VITA (libro) Le “fusaie” mi hanno dato alla testa! Nel pomeriggio di un fine settimana di febbraio, attraversavo l’affollatissima piazza Campo de’ Fiori, “slalomando” tra ambulanti di varia umanità, un po’ con il naso in giù… per evitare le insidie dei san pietrini dissestati, … un po’ con il naso all’insù…attento agli oggetti volanti ”luminosi & fluorescenti”… non identificati, lanciati con noncuranza dai tanti “extra mercanti” itineranti tra la folla. E, ancora tutti lì, i banchi del mercato, intenti nei loro commerci di frutta, verdura e spezie, per la gioia dei turisti, estasiati dal folklore mercantile disorganizzato della Piazza! Un pensiero mi sovveniva: ma ‘sti turisti avranno mica pensato ad una grande regia Capitolina a sovraintendere tutta la “piazzata”? Le voci e le grida di passanti e piazzisti, i frulli d’ala e i versi di piccioni e gabbiani, i molesti crepitii dei motori di macchine e scooter, costituivano una fragorosa colonna sonora, un’incomprensibile parlata… volgare della piazza! Fusaie …fusaie…, era l’offerta commerciale proveniente da una voce a distanza ravvicinata e indirizzata a passanti per nulla interessati da quella mercanzia…la proposta veniva da un vecchietto smilzo, giacchetta grigia e portamento dimesso, coppola in testa, che avanzava lento spingendo una bicicletta …pure grigia… con una cesta di vimini colma di bustine trasparenti piene di lupini salati…insomma... un “fusaiaro” dei tempi andati… in azione! E qui, la potenza del cervello, il lavoro di squadra dei miei neuroni ...hanno riportato… “in piazza” il ricordo della sala buia del cinema Farnese, l’allora “pidocchietto” di Campo de’ Fiori, tanto era malmesso quel locale incastrato ad un angolo semidiroccato della storica piazza… un ricordo risalente al ‘76/’77 che mi rievocava la scomodità delle legnose poltroncine del cinema, dove, in compagnia di alcuni compagni di classe del liceo, assistetti, di primo pomeriggio, ad una proiezione di “Woodstock”, il lungometraggio realizzato sul famoso festival musicale dell’agosto 1969, “Woodstock: Three Days of Peace and Music”! Tra sputazzi di “cocce” di fusaie e ripetute rotture di... pellicole, uscimmò, infine, tutti esaltati da quella visione, soprattutto per le prestazioni di Ten Years After, Janis Joplin, Jimi Hendrix ...di Carlos Santana e la sua band! 38 anni dopo, nel pomeriggio di un fine settimana di febbraio, Carlos era tornato a Campo de’ Fiori e ... tenevo la sua vita in pugno! Quel pomeriggio, in piazza, la mia mano destra stringeva i manici dello shopper bag di una nota catena di librerie, tenuto ben teso dal peso di una vita, quella raccontata in prima persona dal nostro Carlos Santana nel copioso volume pubblicato da Mondadori: “Suono universale –La mia vita” (pag 469!). <Non è stato facile iniziare a dare forma a questo libro …era come guardarsi allo specchio al mattino prima di avere la possibilità di mettersi un po’ in sesto…> afferma Santana nelle pagine introduttive della sua “generosa “ autobiografia. Alla soglia dei 68 anni, Carlos è sempre in pista, interessando tutte le latitudini con il suo “Corazon tour” che lo vedrà questa estate esibirsi anche in Italia per due attesissimi concerti, il 20 luglio all’Arena di Verona e il 21 nell’ambito del Pistoia blues festival. Ma quanta strada e quante note sono scorse sotto quei piedi e per quelle mani del chitarrista Messicano? Signori: Santana si esibisce dall’età di 15 anni... e mica davanti ai parenti! Avenida Revolution, Tijuana, ... il Convoy... un posto da non far frequentare ad un adolescente, però Carlos c’è stato ... e a lungo, facendosi due (s)palle così! Lo ritroviamo sedicenne a San Fran- cisco <...altri livelli di stili...> impegnato come lavapiatti al “Tic Tock”: la mission? Procurarsi i soldi per il saldo della sua prima Gibson SG bianca e, nel tempo rimastogli, frequentare, malvolentieri la scuola e ritagliarsi il tempo e lo spazio nel piccolo, buio ripostiglio della modesta abitazione di famiglia in quel di Juri Street <tentando di capire come B.B. King o Otis Rush riuscissero ad ottenere il loro suono o a raggiungere una certa nota...>. Finalmente, nel 1970, con i proventi dei suoi primi diritti d’autore riesce a mantenere fede alla promessa fatta all’età di 8 anni a mamma Josephine: <mamma ...ti comprerò una lavatrice e il frigorifero>. <Nel mio racconto abbraccerò ogni cosa...> e, difatti, mi sono stupito per la mole e la franchezza dei ricordi, anche molto remoti (!) che infarciscono questa autobiografia, che non “scansano alla memoria” su episodi più scabrosi come le molestie sessuali subite intorno ai 14 anni ad opera di un amico di famiglia a cui il giovane Carlos era stato affidato durante un viaggio esplorativo della città di San Francisco. Ma non voglio dirvi di più: uscite e accaparratevi una copia del libro. La storia di Carlos, i personaggi incontrati, gli aneddoti e le epoche attraversate saranno un valido contributo per la vostra cultura in ambito rock! <...sento tra le mani le chitarre che ho suonato e ho ancora nelle orecchie la voce di ciascuna di esse> (Carlos Santana -“Suono universale – La mia vita” – Ed .Mondadori). Santana & … fusaie per tutti! Alla prossima! CarloCattani©aprile 2015 Campo de’ fiori 32 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana Roberto Dobboloni I nnanzitutto debbo ringraziare mio nipote Vincenzo Dobboloni (Mastrocencio) per avermi messo a disposizione un libretto scritto di Arnaldo Ricci nel 1919 molto [email protected] mente da un civitonico; dalle indicazioni del libretto, nonché dalle mie ricerche, non sono purtroppo riuscito a conoscere il nome dell’autore, ed ovviamente, non credo che egli sia ancora in vita! se qualche lettore di Campo de’ fiori conoscesse questo autore, gli sarei estremamente grato se potesse a me comunicarlo. Il libretto in questione era fra le carte e le foto che Mastrocencio ha avuto in eredità dal papà Roberto (mio cugino paterno) deceduto nel 2013 all’età di 82 anni. Ritengo inoltre che qualche altra famiglia di Civita Castellana, conservi una copia di questo eccezionale libretto di sole 33 pagine; esso è da considerare un documento storico di grande importanza, perchè ricorda, in forma poetica, i sacrifici e le gesta eroiche di alcuni combattenti civitonici della prima Guerra Mondiale conosciuta anche come guerra ’15 – ’18. Voglio ricordare che Civita Castellana nel 1915 non arrivava nemmeno a 6.000 abitanti ed ebbe circa 80 caduti, fra tutti i militari chiamati o richiamati in guerra. La maggior parte aveva un’età compresa fra i 18 ed i 23 anni! quello che è successo a Civita Castellana si è più o meno ripetuto in tutti i comuni della nostra penisola! Fu una immane tragedia…e non solo per gli ita- liani…..ma anche per la maggior parte degli europei! Solo in Italia vi furono 650.000 morti e circa un milione di invalidi a vita! La Francia, giusto per fare un paragone, ebbe il doppio dei morti rispetto all’Italia! Non mi dilungo oltre, perché ritengo che questo tratto di storia sia da tutti conosciuta……….ma torniamo al libretto ritrovato. Iniziamo dalla copertina del libretto dove è scritto: “ ….. ai valorosi che sulle Alpi nostre per una più grande Italia, o gloriosamente caddero o pugnarono strenuamente lauri e fiori, Civita Castellana riconoscente orgogliosa offre consacra…….luglio 1919….” A pagina 7 del libretto è presente una composizione poetica dedicata ai civitonici morti in guerra: “….Ai Civitonici morti in guerra…….O di Faleri figli che cadeste…per la Patria sul campo dell’Onore…sul campo che ravvolge di splendore…….i corpi insanguinati e le lor geste……Voi che all’Italia tutto il sangue deste…..se visse assai chi per Patria more…..un viver pieno e bello trascorreste…..benchè periti nell’età del fiore….dal vostro sangue germina la pace….che del lavor le ricchezze aduna……dalla guerra disperse empia e rapace….dal vostro sangue germina la nova…..Italica grandezza e la fortuna…..che di novella fronda si rinnova…” A pagina 8 è scritta una dedica ai mutilati di Civita: ….” Ai nostri mutilati…..non soltanto arrossaste il patrio suolo…… ai vandali ritorto del migliore sangue…..o di mutilati eletto stuolo… ..dando prove d’italico valore….ma sull’Alpi che sanno il forte volo….dell’aquile sul Carso e sul Cadore…..una parte di voi lasciaste…..e il duolo la fronte vi offuscò……vi strinse il core… ….ma un’aureola di gloria vi rischiara…….la fronte dal dolor annuvolata……..e gioie interiori il cor impara…….le gioie che il dover compiuto desta…e il trionfo d’Italia…..che francata col sangue vostro…….altri trionfi appresta..” Continua nel prossimo numero……. 33 Campo de’ fiori Controllare cosa guardano i nostri figli in Rete Ecco alcuni semplici segreti È un dato di fatto che ormai anche i bambini al di sotto dei dieci anni hanno accesso ad Internet tramite computer, cellulari o tablet. Il nostro dovere di di Patrizia adulti è di mettere dei paCaprioli letti specifici a ciò che un minorenne può vedere in Rete. Purtroppo il mondo cosiddetto “virtuale” nasconde non poche insidie per chi non ha ancora l’età di comprendere tante cose, succede anche a noi che ormai siamo vaccinati dalla vita, figuriamoci a chi si affaccia adesso a questo universo! Per prima cosa è assolutamente d’obbligo restare accanto al bambino quando questi sta davanti ad un pc, o smartphone o tablet, che abbiano accesso a internet. Se poi ci dobbiamo distrarre per forza di cose, possiamo adoperare una serie di strumenti che possono bloccare alcuni siti che risultano pericolosi per i nostri bambini. Mettendo un antivirus sui propri dispositivi, di certo troverete al loro interno un’impostazione denominata Parental Control. Entrate ed incominciate a mettere le restrizioni per quanto riguarda argomenti che possono essere pericolosi per i minori, poi bloccate programmi e download automatici ZZZZZZZ ZZZZZ.... AR A LA ZANZ NTE E N I T R E IMP Buona a u q s a P per determinati siti tipo quelli per i giochi online o la messaggistica istantanea, controllate se potete scegliere un profilo personalizzato per l’età dei bambini che vi faccia monitorare anche i social network. Oltre a queste impostazioni particolari che trovate nel vostro antivirus, potete anche disattivare i browser (i programmi che vi fanno accedere ad Internet) che avete sui dispositivi dei bambini e mettere dei servizi adatti. In parole povere dovete disinstallare Internet Explorer o Chrome o Firezilla, e installare per esempio il browser Il Veliero (http://www.ilveliero.info) che è un programma per la navigazione in Rete adatta ai più piccoli! Esiste anche un motore di ricerca adatta ai ragazzi Il Nocchiero (http://www.ilnocchiero.it/), i cui contenuti sono stati scremati appositamente per loro. Inoltre se vi collegate ad Internet con i vo- stri dispositivi tramite il wi fi di casa, troverete le impostazioni del Parental Control direttamente nel vostro router, basta che vi collegate ad esso e da lì avete a disposizione una serie di opzioni. Un ultimo consiglio è quello di interagire con i vostri piccoli quando sono davanti ad un dispositivo collegato ad Internet: non basta dirgli che qui o là non si può andare, spiegategli che tutto ciò che vedono e sentono in Rete devono riferirvelo assolutamente perché non si sa mai chi effettivamente c’è dall’altra parte dello schermo. Buona navigazione sicura! 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA PLUTO di Naoki Urasawa edito da Panini Comics – 8 volumi, concluso P luto si ispira al personaggio omonimo creato dal grande Osamu Tezuka nella serie “Tetsuwan Atom”, conosciuta in Italia come “Astro Boy”. Tutto inizia con la misteriosa morte di Mont Blanc, uno dei robot più potenti della Terra, amato da tutti. A indagare su questo caso, e sulla morte di molti altri robot c’è il detective Gesicht. (Trama tratta dal sito dell’editore). di Esaltante e avvincente. Quest’opera mischia al suo interno cultura, Daniele Vessella mistero, fantascienza, ma l’ingrediente principale è la sensibilità. E proprio grazie a questa tenerezza che si muove l’universo di Pluto stimolando il lettore a riflessioni più o meno profonde e facendolo appassionare alle vicende dei personaggi che creano un mosaico artistico fatto di passione e sentimento. Un’opera dove vengono distrutti i confini, quelli più banali tra bene e male, quelli più riflessivi tra umani e robot, ma soprattutto spacca la differenza tra libri e manga, perché abbiamo tra le mani un eccellente lavoro di narrazione che non ha nulla da invidiare alla letteratura più rinomata e potrebbe piacere molto anche a chi non ha mai letto fumetti. Consigliato a chi vuole leggere una storia bella, intrigante, toccante e anche riflessiva. Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Fiera del Fumetto e Games Romics 150 mangaka per sostenere Fukushima D al 9 al 12 aprile, il Romics riparte con la terza edizione del Romics di primavera! E’ una bella iniziativa di solidarietà per sostenere Fukushima - L’Okiagari Koboshi project for Fukushima. 150 Okiagari koboshi, decorate da mangaka, illustratori, artisti di tutto il mondo in mostra e imperdibili sono le koboshi realizzate da Monkey Punch, Leiji Matsumoto, Tetsuya Chiba. L’okiagari koboshi è letteralmente un monaco che “rimane sempre in piedi”, un oggettino artigianale che ha avuto origine 400 anni fa nella città di Aizu nella prefettura di Fukushima, per volere del daimy Gam che ne richiese la realizzazione come souvenir da vendere in occasione del capodanno, ma questo semplice prodotto in cartapesta è presto divenuto, proprio per la sua capacità di rialzarsi sempre, simbolo di pazienza e perseveranza ed è tutt’oggi considerato un portafortuna per la famiglia, immancabile sull’altarino domestico delle case giapponesi. E’ per questo che lo stilista Takada Kenzo, rendendosi portavoce di un messaggio di solidarietà a sostegno delle popolazioni di Fukushima, duramente colpite dal disastro dell’11 marzo 2011, ha scelto come simbolo del progetto proprio l’okiagari koboshi. Tra i primi a rispondere all’iniziativa, gli attori Alain Delon, Jean Reno, gli chef Dominique Bouchet e Paul Bocuse, gli stilisti Jean-Paul Gaultier e JeanCharles de Castelbajac il violinista Ivry Gitlis. Alle personalità francesi si sono presto associati artisti spagnoli e celebri mangaka giapponesi (tra cui Monkey Punch, Leiji Matsumoto, Tetsuya Chiba), che hanno decorato oltre cento okiagari koboshi. L’originalità del progetto sta anche nel fatto che le opere continuano ad aumentare, artisti e personalità di tanti Paesi del Mondo continuano a realizzare le Koboshi, ed esse viaggieranno per approdare infine a Fukushima, dove saranno donate alla popolazione a simbolo del rispetto e della solidarietà internazionale. Romics ha accolto con grande entusiasmo questo progetto, e dedicherà uno spazio espositivo molto ampio alle Koboshi e ha coinvolto grandi artisti del fumetto, dell’animazione e dell’illustrazione degli italiani che stanno realizzando la propria koboshi che si andrà ad aggiungere alle 150 opere di mangaka giapponesi e non che saranno in mostra all’interno della manifestazione al Romics! Nel quale sarà possibile partecipare ai workshop organizzati in collaborazione con l’Okiagari Koboshi project. In memoria delle vittime di Fukushima, inoltre, l’11 marzo si svolgerà contemporaneamente in molte città del mondo una cerimonia di commemorazione che a Roma avrà luogo alle ore 06:45 in Campidoglio e vedrà la partecipazione di diverse personalità di spicco, tra cui Kenzo Takada, presidente dell’Okiagari Koboshi Project for Fukushima. A ROMA la MOSTRA OKIAGARI KOBOSHI PICCOLI MONACISEMPRE-IN-PIEDI avrà ben due sedi espositive per una durata totale di due mesi: dall’11 marzo al 24 aprile 2015, nella sede dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma saranno esposte 150 bamboline realizzate dalle cittadinanze colpite e da vip-testimonial internazionali; e dal 9 al 12 aprile saranno esposte a ROMICS 150 opere di mangaka giapponesi e artisti italiani; dal 15 al 24 aprile le 150 koboshi esposte a Romics si aggiungeranno a quelle già in mostra preso l’Istituto Giapponese di Cultura di Roma. E oltre a questo importante evento, ci sono anche i soliti concorsi per cosplay, e non solo! Verranno premiati molti artisti illustri, tra questi uno in particolare Bruno Brindisi, tra i migliori fumettisti, riceverà il Romics d’oro 2015! E quest’anno per la prima volta, un nuovissimo concorso: il Romics Song Contest! un concorso Musicale che vanta la direzione artistica dei maestri Vince Tempera e Luigi Albertelli. Emilio Matteucci Campo de’ fiori 35 IL CARNEVALE DELLA NOTTE DI RONCIGLIONE PREMIATE LE IDEE PIU’ ORIGINALI PRESSO LA SALA DELLA BCC P er parlare del Carnevale della Notte bisogna parlare di chi lo ha ideato e organizzato, l’Associazione 1728; e per parlare dell’Associazione 1728 bisogna innanzitutto spiegarne la genesi. Il 28 marzo 1728, infatti, è la data della bolla papale con cui papa Benedetto XIII Cosini conferì il titolo di ‘Città’ a Ronciglione, quando nella Tuscia meridionale neanche Viterbo se ne poteva fregiare. L’Associazione 1728 nacque il 28 settembre 2005, con degli scopi ben chiari. Aperta a tutti coloro che vogliano parteciparvi, senza distinzione alcuna di religione, di politica o di nazionalità, si propone, in definitiva, di mettere in atto una serie di iniziative a favore della città di Ronciglione. Per esempio, promuovere a Ronciglione il turismo, la cultura sotto qualsiasi forma, particolarmente quella conferenziale; favorire lo sviluppo culturale e sociale della città; promuovere, in qualsiasi modo, tutte le iniziative per le quali Ronciglione è nota in ambito non solo nazionale, ma internazionale, riportandole all’attenzione del pubblico e curandone lo sviluppo, ivi compresi il Carnevale Storico e le Corse a Vuoto; programmare, in tale contesto, nuove attività di supporto ad altre Associazioni cittadine; essere punto di riferimento per il coordinamento delle attività delle altre Associazioni, comprese quelle che curano il Carnevale Storico. Si capisce subito che uno degli interessi preminenti della 1728 è proprio il Carnevale di Ronciglione, ed è in tale contesto, sfruttando un’idea della quale l’Associazione tutta rivendica l’originalità, negli anni passati si è voluta organizzare, a fianco del Carnevale tradizionale, un’altra manifestazione che si svolge nelle ore notturne, appunto il Carnevale della Notte, che quest’anno ha registrato un successo notevole, che sempre più va crescendo. Confortato dalle installazioni di Alessandro Vettori, che hanno lasciato tutta la piazza con il naso all’insù seguendo le immagini suggestive della corsa del barberi, i cavalli senza fantino che hanno segnato la tradizione delle scuderie di Ronciglione e le cui Corse a Vuoto purtroppo da qualche anno sono state interrotte, il Carnevale è approdato alle ore in cui di solito la buona gente va a dormire, mentre quella che ha voglia divertirsi e di far festa è ancora per le strade. Quest’anno chi aveva voglia di fare si è sbizzarrito in creazioni grandiose, cogliendo il vero spirito del Carnevale della Notte. Si è visto un enorme Jurassic Park, con tanto di T-Rex, si sono viste leggiadre fanciulle in veste di rossi papaveri, la squadra corse della Ferrari al completo, munita di doverosa macchina di Formula 1, eccetera. Finita la festa, al mattino del 28 febbraio tutti alla Sala Conferenze della BCC, dove è avvenuta la premiazione. I premi sono stati assegnati dal presidente Mario Rubeca e dal consigliere Fabio Troncarelli, guardando all’originalità delle idee, e quindi sono andati esattamente a coloro che sono stati già nominati: Squadra Corse, Papaveri, Dinosauri, Sbandieratori, Vecchi con il loro pulmino Vecchi in gita Sbandieratori Papaveri Dinosauri Squadra corse in gita a Ronciglione. Una targa è andata all’onnipresente Silvia Palozzi per la sua creatività, e premio speciale ai fotoreporter Ortenzi, Santucci e Mancini. Ai ragazzi, oltre alla targa, una maxifoto delle loro realizzazioni. “Da oltre un decennio” dice Troncarelli “il Carnevale della Notte si va affermando per la valenza delle idee, per la bellezza dei costumi, e soprattutto per chi ci lavora, per la maggior parte ragazzi giovani, che vi prendono parte. Un ringraziamento e un applauso a chi sfila rendendosi attore e protagonista del Carnevale Storico di Ronciglione. Bisogna però che esso sia riportato agli antichi fasti degli anni ‘60, quando veniva paragonato come importanza a quelli più famosi di Venezia e di Viareggio, pur mantenendo la propria diversità.” Noi, agli applausi per i partecipanti, ne aggiungiamo uno a chi, come Rubeca, Troncarelli ed altri lavorano dietro le quinte per organizzare, promuovere e incentivare, spinti solo dall’amore per la loro città e per tutto ciò che essa rappresenta agli occhi del mondo. Roberto Ragone Sono stati consegnati i “Phersu” (Maschera etrusca) riconoscimento dedicato alle migliori idee elaborate nel oramai famoso carnevale della notte di Ronciglione. L’Associazione 1728 Città di Ronciglione insieme alla Provincia di Viterbo nella persona dell’Assessore Andrea Danti, dal 2010 portavano avanti questo ambito riconoscimento nato per dare ancora maggior lustro e risalto ad un Carnevale, quello appunto della notte Ronciglionese, unico in Italia. Il premio si divide in due categorie, la mascherata singola e la mascherata di gruppo. Per la mascherata singola ha vinto “Jurassik Park” che hanno realizzato dei fantastici e rifiniti Tirannosauro rex, per la mascherata di gruppo ha vinto “La gita degli anziani”, fantastica parodia, appunto, di un momento gioioso degli anziani. Inoltre riconoscimenti ai “Papaveri”, a “Gli sbandieratori” a “La squadra Ferrari corse”. Questo premio, ci tiene a precisare Fabio Troncarelli ideatore del premio, non è assolutamente una gara, ma un premio all’idea realizzata che non sempre coincide con la più bella anzi, la particolarità di questo carnevale è che i ragazzi spesso realizzano anche delle vere e proprie scene che prendono vita nella piazza e nelle via principale della città dalle 23:30 alla 02.00 della notte del sabato e del martedi di carnevale. Il carnevale della notte nato dal 2005 ha visto un continuo crescendo di pubblico e di ragazzi che si sfidano a suon di idee. L’appuntamento allora va, per chi non l’avesse ancora visto, alla migliore idea del 2016. Campo de’ fiori 36 L’angolo del poeta La Fontana dei Farnese Il luccio d’aprile Ogni anno puntuale, bello, tenero e speciale, tutto gaio il birichino, si presenta e fa l’inchino. “sono il luccio, sono bello, son cresciuto ad Alberobello, ove per il momento non vi è l’inquinamento!” ma da qui a qualche anno forse i lucci spariranno. “Or vi dico a cuore aperto, si perché son l’esperto, se mi fate a pezzettini siete tutti dei cretini. Mangiatemi per intero, sono lungo, bello e sincero. Chi per primo mi toccherà, di me s’innamorerà”. Peppino Filippelli Quell’acqua di sorgente fresca e pura, che da Cenciano mandava la natura, dalle cannelle usciva senza spese, dando utilità a tutto il paese. È l’unica fontana del paese, quella che ha dissetato generazioni, voluta a suo tempo dai Farnese, era l’orgoglio delle amministrazioni. L’estate, poi, con la calura, tutti si stava lungo la fontana, per cercare un poco di frescura, riempiendo qualche fiasco dimezzato, si faceva la pastella con l’acquato. Fatta costruire dai Principi Farnese, di forma rettangolare in peperino, sempre presente il giglio in ogni parte, lavoro seicentesco sopraffino. Da qualche anno gli hanno cambiato posto, dicendo che non era l’originale, per me hanno fatto solamente danni, sia alla fontana che al piazzale. CERCAI PEPITE Cercai pepite d'oro, trovai fruscii di vento. Sognai amorini alati, trovai fotografie sbiadite. Inseguii voli di rondini, trovai nidi sparpagliati. Vissi con criniera da leonessa, vado come pecora smarrita. Perchè a tutto non ci fu un limite. L'ardire fu tanto per una vita amata. Tra ondate e scogli, tra flauti e tamburi, tra sogno e realtà. L’altro giorno son passato per Corchiano, m’hanno detto che è un paese a cinque stelle, ho visto la fontana abbandonata, senza una goccia d’acqua alle cannelle. Morale J'ai cherché.... Se cerchi l’acqua fresca a tutte l’ore, devi paga’ e anna’ al distributore! J'ai cherché des pépites d'or, je n'ai trouvè que le bruissement du vent. Luigi Lucchesi - 18 dicembre 2014 “I Fìji” I fiji sò pezzi dè core, pè loro sé nasce, sé cresce, sé càmpa e sé mòre. E ognuno fà er possibile, pè daje un futuro mìore. Lì fa cresce, lì fa studià, perché domani possano annà a lavorà, fasse nà vita loro, nà fàmia, magari datte quàrche nipotino, così che tù, dopo nà vita dè fatica pòssi pensà, che pure sì tà dato poco, nun è stata così nemica. Annata come è annata, quarcosa dè bono in vita tua l’haì fatto, hai fatto loro. Magari cè credi pure che le cose possìno cambià, ma oggi sé vive giorno pè giorno, e pure si ha lottato, tutta la vita, tuttosommato sì contento perché aripensanno a lì sacrifici fatti, alle gioie, e a lì dolori, speri che domani, armeno pè loro, possano èsse tutte rose e fiori. E pure si ancora tè voì illude che domani possa essè mejo, jè faraì sempre coraggio, fino a quànno c’ avraì forza, fino a quànno, nun tè chiameranno pè l’ urtimo viaggio. SERGIO PIANO J'ai rèvé des amours ailées, je n'ai trouvé que des photos palies. J'ai suivi le vol des hirondelles, j'ai ne trouvé que des nids abandonnés. J'ai vecu avec une crinière de lionne, je m'en vais comme une brebis perdue. Car je n'ai jamais voulu des limites... Mon ardeur fut telle pour une vie tant aimée. Entre vagues et écueils, entre flutes et tambours, entre reve et réalité. di Maria Minervini (tratte dal volume “L'Isola dei Feaci” edit. Mondadori) Campo de’ fiori 37 L’angolo del poeta DOLCE NAVIGLIO E l'occhio mio del cor presto s'addesta, là che un gabbiano scruta; ei passa il mare, dal vento d'infinito egli s'appresta cheto, nuota l'eterno e 'l brullichìo del fare. Dal silenzioso tempo egli proviene, a lieve passo vola d'un esodo lontano, passa meco 'l sentier e 'l guardo sfiora lesto di far leggero, ei muove l'aria con l'unico suo gesto. E l'anima sua brilla, traspare, come velier di fate, anch'essa paca di gentil pietade, danza l'ala, bianca di veste su l'ombre rosse di primavere andate, come una vela, mai più sì fiera, c'ormai s'è persa, anziché mesta, nel logorìo del rimembrar sua festa. Ecco, si fonde, lieve, scivola nel mare, ma il guardo mio svelto s'acceca, e perde, poi che d'argento scintillar d'abbaglio s'un filo d'or che dallo ciel gremiglio balena, s'arresta, poi sullo confuso manto come un tappeto dolce di rimpianto vuogli donare, ma poi s'ammorta con l'abissar del mare. Dove ripone mai, mio prode, il tuo volere Che 'l petto villo tuo or più non tiene? Chè 'l passo tuo dell'ir seco per mare Come veliero vaghi, non più gabbiano, osi sperar l'approdo sì felice al tornare, allora che del gaio tuo pensier riporta là, sulla dorata sponda, dove vibrò il tuo cor d'un dì fugace, la danza dell'amore tuo loquace. Ora il silenzio sperde il passar tuo, il mar t'accoglie, e di rispetto teme, codesta sorte di mortal sostiene, e stretto al tuo dolor ti cinge, e geme, e par che ti compagni, assai fedele, a sparpagliar con dolce fanno lieve al maestral l'inganno di sì randage pene. Tiene il rumor del pianto, e l'onda sua insieme al navigar perpetuo ivi portate, forse nel ricercare il disperato bene, e l'albe nuove, e dolci lune amate. BRUNA REGINA 6 marzo 2002 2^ premio (Roncio D'argento) al concorso letterario Nazionale Roncio d'Oro 2008 C’era una volta… l’Onestà Figura grande di un’Italia forte, coraggiosa di affrontare anche la morte. Quella figura adesso è un po’ sbiadita, anzi, diciamo pure che è sparita. Che fine ha fatto quella gente, che nella vita usava la sua mente, per ragionare, se questo o quello si poteva fare, senza pensare al suo interesse personale? Al suo posto è arrivata … la Furbizia, che tutto permette anche alla giustizia, soggiogati ormai dal “dio denaro” che sporco e puzzolente la loro mente ha reso deficiente! Forse un rimedio ancora ci può stare se qualcuno si decide ad operare, cominciando dai nostri governanti gialli, verdi, rossi, bianchi. Perché ormai tutti gli italiani sono stanchi, delusi e incavolati! Soprattutto gli onesti sopravvissuti! (compresa Maria Del Priore). Maria Del Priore Campo de’ fiori 38 ALCUNE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI “LA PORTA DEL FUTURO” Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola Q uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà. Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo, indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi. Vostro a soli 5,00 - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected] IDENTITA’ E VALORE IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL PROF. MARSICOLA Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi, più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati.... SOLO 1 Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere rappresentato a teatro (commedia in atto unico). Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale rinnovamento della Politica e delle Istituzioni. OMAGGIO Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo è un libro unico nel suo genere. Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante! E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali. Campo de’ fiori 39 Aforismi sullArte di Luigi Montanarini S to leggendo con interesse questo piccolo volumetto bianco, quasi un tascabile, sulla cui copertina vi è stampata la firma autografa dell’autore di quanto vi è scritto e disegnato al suo interno. Novanta paginette appena in cui sono stati raccolti solo alcuni dei numerosissimi aforismi sull’arte (come si legge in chiaro nel frontespizio) e degli schizzi a colori e in bianco e nero di Luigi Montanarini. Ad omaggiare il nostro direttore, qualche tempo fa, di questo grazioso volumetto, è stato Mons. Silvano Francola, grande amico e mentore di Montanarini, che, a distanza di qualche anno dalla sua morte, ha voluto ricordarlo attraverso questo accurato lavoro. Gli aforismi raccolti sono stati tradotti anche in lingua tedesca. Sulla pagina di sinistra, infatti, sono riportati gli originali in italiano, spesso, tra l’altro, nella versione scritta di pugno dal maestro, e su quella di destra la traduzione tedesca. Anche i bozzetti che intervallano le pagine fitte di aforismi sono tratti direttamente dagli appunti di Montanarini che afferma “in pittura facendo si scopre quello che si deve fare. Nessun principio prestabilito, nulla di dogmatico perché la verità va trovata nell‘arte stessa: essa è tutta da scoprire...”. Riflessioni profonde e ricche di grande significato, soprattutto per chi, come lui, crede nell‘importanza dell’arte, quell’essenza che ha il grande compito di rendere più bello il mondo. La pittura per lui è la più importante forma d’arte che aiuta a capire ed a conoscere, che sorge per lui inaspettata e spontanea e che si rende necessaria per fermare l’inesorabile scorrere del tempo. “Ogni opere d’arte è un’avventura nuova”, “per il pittore vedere è capire”, “un pittore: una grande <possibilità > nascosta persino a lui stesso”. Questi sono soltanto una piccola parte degli aforismi firmati da Montanarini, che meriterebbero assolutamente di essere letti ed approfonditi, soprattutto da quanti sono vicini al mondo dell’arte e della pittura in particolare. Ermelinda Benedetti NOTA BIOGRAFICA Luigi Montanarini nasce a Firenze il 22 Luglio 1906. Nel 1927 si iscrive all’ Accademia delle belle arti di Firenze, dove si diploma quattro anni più tardi e comincia il legame artistico con Felice Carena, suo maestro di pittura. Dimostra subito grande amore per i classici e per i maestri dell’Ottocento, da Coubert, a Cèzanne e Renoir. Viaggia molto in vari paesi d’Europa, soprattutto Francia, Paesi Bassi e Svizzera, dove incontra importanti artisti fra cui Picasso, Villon e Manessier. Nel 1932 vince il Pensionato Artistico Nazionale per la sezione Pittura insieme a Pericle Fazzini, che vince il premio nella sezione Scultura. Aderisce alla Scuola romana (Novecento) insieme alla quale espone alla Galleria “La Cometa” di Roma. L’anno seguente, alla fine della guerra, fonda assieme a Pericle Fazzini, Enrico Prampolini, Joseph Jarema eVirgilio Guzzi, l’Art Club con sede in Via Margutta 53. Vince un premio acquisto alla quarta edizione del Premio Spoleto. Nel 1965 diventa direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma e membro dell’UNESCO, cariche che manterrà fino al 1976. Luigi Montanarini muore a Roma il 7 gennaio 1998, nella sua casa di Via di Monserrato. 40 Campo de’ fiori Il Calendario 2015 di Campo de fiori Lettera di ringraziamento dellU.N.I.T.A.L.S.I. E’ con grande piacere che pubblichiamo la lettera inviataci in redazione, dall’U.N.I.T.A.L.S.I., sottosezione di Civita Castellana, alla quale, a dicembre dello scorso anno, abbiamo regalato un congruo numero di pezzi del calendario realizzato dalla nostra rivista. Come da sei anni a questa parte, ormai, il Calendario, realizzato grazie all’aiuto di generosi sponsor che credono ed aderiscono con piacere all’iniziativa, e corredato dalle bellissime foto realizzate dai partecipanti al conncorso “12 scatti per il 20..”, viene donato ad una diversa associazione di volontariato locale, affinchè possa ricavare dalle libere offerte aiuti utili per sostenere il proprio preziosissimo operato. Davvero molte belle le parole rivolteci. Speriamo che anche l’U.N.I.T.A.L.S.I. di Civita Castellana abbia potuto beneficiare di questa nostra iniziativa! Grazie... Il Papa ed il suo Vicario ringraziano lAssociazione “Padre Giacinto Bracci” di Vignanello Queste sono le due lettere, provenienti direttamente dal Vaticano, con le quali, rispettivamente, Papa Francesco ed il Cardinale Vallini (suo vicario), hanno voluto ringraziare lassociazione dedicata a “Padre Giacinto Bracci”, frate francesco di Vignanello, per essere stati omaggiati del recentissimo libro pubblicato sulla vita del frate in attesa di essere proclamato prima Beato e poi Santo. Grande lemozione per il Presidente dellAssociazione, Fabrizio Basili, al quale erano direttamente indirizzate le lettere, e di tutti i membri dellassociazione che da anni si prodigano affinchè abbia inizio il processo di Canonizzazione. Campo de’ fiori 41 La gnoseologia contemporanea Essa ha l’esigenza di rivedere la relazione che c’è fra le “scienze dello spirito” e le “scienze della natura” (scienze esatte) P oiché la matrice di ogni conoscenza è lo spirito, tutte le scienze dovrebbero essere chiamate Scienze dello spirito, supedel Prof. rando definitivamente la Massimo separazione vigente fra Marsicola “scienze dello spirito” e “scienze esatte”. In questo nostro tempo vi è la necessità urgente di correggere molte errate concezioni del passato che perpetuano, nel loro linguaggio, una errata concezione della vita stessa. Oltre ai concetti di ‘esistenza’ e di ‘vita’ dovranno essere riconsiderati gli aspetti che hanno condotto alla separazione tra ‘scienze esatte’ e ‘scienze umane’, tra ‘scienza fisica’ e ‘scienza metafisica’. Il linguaggio corrente pregno di queste espressioni, nasconde non tanto e non solo una questione riconducibile al metodo, nasconde bensì la questione riguardante l’origine di ogni conoscenza, mai chiarita prima d’ora. Il chiarimento serve per mettere sui giusti binari la ricerca che da oggi in poi si effettuerà in ogni campo. Sì perché la ricerca deve servire l’uomo e non asservirlo. Le conclusioni della ricerca debbono essere liberanti e non schiavizzanti. Oggi, la necessità e l’urgenza di conoscere la verità impone di spendere alcune parole chiare su questo argomento. Le scienze esatte sono considerate tali per tre ragioni: si appoggiano alla matematica (scienza esatta per eccellenza), fanno riferimento ai fenomeni fisici(mondo materiale), debbono essere in esperiproducibili. rimento Questi tre caratteri sono quelli che informare la ricerca scientifica. Ma domandiamoci: dove trova la sua ispirazione l’attività di ricerca? Dove affonda le sue radici? Risposta: nel pensiero umano. Ora, nel mio libro Essere e verità, credo di aver ampliamente dimostrato che “pensiero” e “spirito” sono la stessa cosa o, tutt’al più, il pensiero è “una funzione dello spirito”. Dunque, la radice della ricerca e della conoscenza umana è lo spirito. Tant’è che allo spirito, le conoscenze scientifiche devono tornare. E se non sono ordinate per comprendere qual è il posto che l’uomo occupa come essere vivente nel pianeta Terra e che cosa ci sta a fare, non svolgono davvero un buon servigio. Tutta la conoscenza, di qualunque forma e dimensione, deve concorrere a spiegare il senso della vita. Se non fa questo è poca cosa. E tutti sanno – almeno quelli che hanno avuto la pazienza di seguirmi – che questo compito spetta alla filosofia. Questa disciplina nasce allo scopo di spiegare ciò che è avvolto nel mistero dell’Essere. E fino al 1600 andava di pari passo anche con la matematica. Poi la strada della filosofia e della matematica si sono divise. Ci saranno state anche delle buone ragioni(allora) anche se meglio sarebbe dire che le vere ragioni di tale divisione sfuggivano del tutto(allora). Oggi vediamo con chiarezza che le scienze esatte non esauriscono l’intero panorama della conoscenza. Giacchè, per essere ancora più chiari, la conoscenza scientifica non è tutta la conoscenza possibile. Occorre dunque riaprire il giusto spazio alla filosofia e condurre nell’alveo della sua riflessione tanto le scienze esatte, mediante l’epistemologia, quanto le scienze dello spirito con l’ermeneutica 42 Campo de’ fiori NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEW “NON SOLO MIMOSE” A FABRICA DI ROMA PER LA FESTA DELLE DONNE “Non solo Mimose” è l’evento promosso dalla associazione Fab(b)rica delle donne di Fabrica di Roma per la Giornata Internazionale della Donna, in via Roma, la via principale e più commerciale del paese. L’associazione ha voluto costruire uno spazio esterno dove interagire, parlare, riflettere e anche sorridere insieme, con chiunque ha voluto dialogare, affinché alla fine, spente le luci sulla giornata dell’8 marzo , rimanga dentro ognuno il sapore della condivisione, della conoscenza e della discussione. Attraverso l’installazione di figure femminili, bianche silhuette senza volto e colore per rappresentarne l’invisibilità , l’associazione ha voluto porre l’attenzione su quello che veramente le donne vogliono, su quello che ancora manca per il raggiungimento di una reale parità, sui sogni e bisogni ancora irrisolti e irrealizzati, scritti sui cuori al centro delle figure, gialli come il colore della mimosa, il fiore che orna la giornata dell’8 marzo. Chi ha voluto lasciare una parola, un pensiero, scattare foto potrà partecipare alla campagna di comunicazione che Fab(b)rica delle Donne sta organizzando per il 2015. PIETRO SARANDREA AL FESTIVAL DELLE BUONE SOLUZIONI A ROMA Nelle prestigiose sale del Palazzo Ferrajoli a Roma, si è svolto il sette e l’ otto marzo la manifestazione dal titolo “Festival delle Buone Soluzioni per RomaAmor” a cura di Isabella Pilenga, un progetto umanistico – culturale – sociale che ha voluto offrire nuove concezioni di vita. Hanno partecipato all’evento artisti di ogni genere, dalla pittura alla scultura, passando per attività musicali e di danza, performance e dibattiti su temi anche scientifici. Nella sezione artistica pittorica e scultorea curata da Bianca Fossà, ha esposto l’artista Pietro Sarandrea con un’opera su tela circolare dal titolo “Sogno”. Questo lavoro di raffinata qualità si è inserito perfettamente nel contesto olistico della manifestazione. L’autore affianca l’attività artistica ad uno stile di vita moderato, inserisce nelle sue giornate esercizi di meditazione e rilassamento, influenzando così le sue creazioni che, apparentemente astratte, ci portano invece a perlustrare un mondo inBianca Fossà e Pietro Sarandrea conscio – onirico, dove il fruitore attento può riconoscere stati esistenziali non comuni che fanno perdere la concezione spazio temporale ordinaria. È di fondamentale importanza, afferma il maestro Sarandrea, curare anche una parte interiore alla quale la vita veloce attuale ha tolto ogni verità psichica, che nella corsa forsennata verso una meta illusoria fa’ aumentare ansie e paure. SARANDREA AL ‘’HIERONYMUS BOSCH E LA PSICANALISI’’ DI SUTRI Il maestro Pietro Sarandrea ha partecipato con successo all’ iniziativa artistica della galleria Irtus di Sutri (Vt), dal titolo ‘’ hieronymus Bosch e la psicoanalisi’’. E’ stato proiettato un’ interessante filmato dell’ artista e successivamente ha preso la parola lo psicanalista Andrea Vaglica che ha dissertato sull’ opera di Bosch e sull’interpretazione dei sogni, coinvolgendo il pubblico presente in un coinvolgente dibattito. In questa occasione Pietro Sarandrea ha presentato una sua vecchia opera grafica del 1978 e ritoccata in alcune sue parti nel 2013; il titolo è “DIMENSIONI”,lavorata esclusivamente in bianco e nero con tratti certosini, esprimendo in toto caratteri visionari e simbolici simili a Bosch. Pietro Sarandrea e il Dott.Andrea Vaglica PIETRO SARANDREA IN COLLETTIVA ALLA GALLERIA IRTUS L’ artista Pietro Sarandrea, insieme a: M. Centaro – C. Cordicchi – R. Fascetti – N. kersh – P. klerr – C. Pace – B – Spina – P. Vasapollo è stato presente in collettiva alla galleria ‘’IRTUS’’ di Sutri ( Vt ) con una sua vecchia opera del 2007, sono due tecniche miste su cartoncino telato di cm. 35 x 45 ciascuna applicate su un unico pannello che crea un effetto di sospensione (nella foto accanto al quadro ). Questo lavoro fa parte di un periodo molto analitico che l’ artista descrive con masse di colore forti e decise; si nota, infatti, una composizione molto materica, che, sempre magistralmente distribuita, da all’ osservatore una sensazione bidimensionale accentuata dal tipo di incorniciatura che diventa parte integrante dell’ opera. Paola Lamonica TELECOM ITALIA E COMUNE DI CIVITA CASTELLANA: ADSL ANCHE A SASSACCI Realizzata nella frazione l’infrastruttura a banda larga fino a 20 Megabit al secondo Telecom Italia e il Comune di Civita Castellana (VT) portano la rete ADSL anche a Sassacci. Da oggi cittadini e imprese potranno usufruire di una connessione dati a banda larga con una velocità fino a 20 Megabit al secondo. Con queste iniziative Telecom Italia si conferma motore dell’innovazione sul territorio. La realizzazione di infrastrutture e soprattutto la diffusione dei servizi che esse abilitano, infatti, possono dare un impulso importante ad una crescita sostenibile dell’economia locale e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. In particolare, a Sassacci ha sede la zona industriale centro del distretto ceramico di Civita Castellana, con alcune delle più importanti aziende di produzione di ceramica sanitaria del Lazio. “Dopo anni di lavoro dell’amministrazione e grazie all’impegno del consigliere Paolo Aleandri,all’interessamento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti e alla disponibilità di Telecom Italia, riusciamo a realizzare questo impegno che avevamo preso con i cittadini – ha dichiaratoil sindaco Gianluca Angelelli - Riusciamo a portare l’adsl a Sassacci, dove centinaia di famiglie, la scuola e soprattutto le imprese hanno il diritto di avere un accesso veloce ad internet, ormai divenuto essenziale quanto gli altri servizi pubblici”. Campo de’ fiori 43 EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS La Sfida alla Malnutrizione. GLI ORTI URBANI ALLA FAO Presentato il progetto degli Orti Urbani presso la Fao, in occasione del Rotary Day, per il 110° anniversario della fondazione dell’Associazione Il progetto degli Orti Urbani di Civita Castellana approda alla FAO, nella prestigiosa sede capitolina, in occasione del Rotary Day, evento organizzato dal Distretto 2080, che ha avuto come tema “la Sfida alla malnutrizione”. L’evento nasce come occasione di incontro tra rotariani ed amici di rotariani, per celebrare il rapporto di amicizia che contraddistingue l’associazione, per rinnovare l’impegno comune alla solidarietà e al servizio nella propria comunità e nel mondo. L’incontro ha visto la partecipazione del Presidente Eletto del Rotary International R.K.Ravindran, massima autorità rotariana, di oltre 350 persone, relatori autorevoli, riuniti intorno al tema della malnutrizione. Un tema, purtroppo, di drammatica attualità, che ha spinto il mondo rotariano ad una riflessione condivisa sullo stato di avanzamento dei progetti attivi in ogni angolo del mondo. Buona parte degli interventi hanno evidenziato le problematiche legate alla malnutrizione nei Paesi in via di sviluppo, offrendo possibili soluzioni di cambiamento e di crescita. Si è ribadita l’importanza della sicurezza alimentare, della lotta agli sprechi, dell’azione pubblica condivisa per debellare la fame, che oggi, purtroppo, colpisce circa la metà della popolazione mondiale. Marcela Villarreal, direttore OPC - FAO, ha ricordato che attualmente, nel mondo, circa 805 milioni di persone soffrono per malnutrizione. Il P.E. Ravindran ha sottolineato l’importanza di una visione condivisa da parte dei governi sui progetti di sostenibilità, e la necessità di azioni responsabili atte a livellare gli squilibri dei sistemi alimentari nel mondo. Ed Futa, responsabile del Gruppo dei rappresentanti del Rotary, parla di miglioramento delle reti sanitarie, sottolineando come l’azione del Rotary, negli ultimi trenta anni, abbia permesso di vaccinare oltre 1 miliardo di bambini contro la Polio. La lotta alla Polio ha da sempre contraddistinto l’azione del Rotary, così come la lotta alla malnutrizione potrebbe diventare presto un obiettivo di punta dell’associazione. “Il Rotary, a livello di associazioni di servizio - ha sottolineato Ravindran - gode di Jennifer Mitchel, uno status tra i più importanti all’interno delle Nazioni Unite. Investiti di questa autorevolezza, senpresidente Rotary tiamo il dovere di fare di più, per raggiungere l’obiettivo imposto dall’Onu per il millennio, ossia Club Flaminio quello di dimezzare la povertà”. Povertà che è sinonimo di fame, sottocultura, degrado. ADELANTE. Una stampa per tutti, tratta dal quadro dedicato al Papa Adelante è il titolo del quadro dipinto dall’artista di Soriano del Cimino “La Fabietta” alias Fabiana Centofanti. L’opera, commissionata da Ireo Giovagnoli per contro dell’associazione“Il Piatto della Solidarietà”, sarà offerta in dono a Papa Francesco, come espressione dell’ammirazione e della gratitudine per il contenuto e la semplicità dei suoi messaggi e dei suoi gesti, con cui alimenta oggi in tutti noi la speranza in un futuro migliore. L’opera, realizzata su tavola da cm 140x100 con tecnica mista, nella sua chiara ed efficace allegoria, ci sottopone l’immagine del Santo Padre che, con una espressione pensierosa a simboleggiare le difficoltà ed i pericoli del periodo che stiamo vivendo, guida i rappresentanti delle diverse comunità del mondo impegnate in una marcia di pace e in difesa di quei valori che con i Suoi aforismi ed inviti ci ricorda in ogni Sua apparizione ed incontro. “Adelante”, in lingua argentina, significa “avanti” ed è stato scelto come titolo in considerazione dell’amore che Papa Francesco ha per le Sue origini e la Sua lingua. L’associazione “Il Piatto della Solidarietà” intende proporre alle Parrocchie ed alle associazioni di volontariato una stampa dell’opera su cartoncino 40x30 cm da destinare a coloro che simbolicamente vogliono partecipare a questa marcia di pace e di solidarietà.Sul retro della stampa sarà riportata la recensione del quadro. Alle Parrocchie ed alle associazioni che aderiranno all’iniziativa sarà inviato in omaggio un poster da cm 70x50 dell’opera presentata. Contatti: cell. 3338452157 / Email: [email protected] IV GIORNATA ECOLOGICA A FABRICA DI ROMA Una quarantina di presenti alla IV Giornata ecologica di domenica 15 Marzo, promossa dal Comune di Fabrica di Roma, consigliere delegato all’agricoltura Sigismondo Sciarrini. Provenienti in massima parte da associazioni di cacciatori, ma c’erano presenze anche di ciclisti, semplici volontari e la solidarietà portata da un’unica componente femminile. Diversi quintali di rifiuti rimossi dalle strade fabrichesi ed una coscienza ecologica che si rafforza sempre più tra i cittadini, anche se non mancano ancora incivili episodi di microdiscariche a cielo aperto, che vengono combattuti con civilissimi esempi di volontariato attivo, ma come apprendiamo da manifesti murali del Sindaco Scarnati, anche con sistemi di monitoraggio mediante telecamere, che hanno dato i frutti sperati con la individuazione di decine di persone che hanno abbandonati rifiuti, quando avrebbero potuto portarli alla apposita isola ecologica. Archiviata questa giornata, i prossimi appuntamenti con l’ambiente saranno a fine mese con proposte di riconoscimento delle specie agricole autoctone, frutta e legumi. 44 Campo de’ fiori NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS VITERBO, EX SCUDERIE SALLUPARA: I LAVORI INIZIERANNO IL 18 APRILE L’assessore Ricci: “La struttura sarà destinata a iniziative culturali, artistiche e sociali” Ex scuderie Sallupara, l’avvio dei lavori entro il mese di aprile. Lo comunica l’assessore ai lavori pubblici Alvaro Ricci, specificando i principali interventi che interesseranno lo storico luogo a pochi passi da piazza della Rocca. “I lavori saranno complessi e articolati, ma altrettanto necessari per valorizzare e restituire la funzionalità alla struttura rinascimentale, patrimonio culturale di Viterbo. Le ex scuderie di Sallupara, per oltre settant’anni rimaste nel dimenticatoio, tra i luoghi simbolo del devastante bombardamento che ha colpito Viterbo nel 1944, verranno restituite alla città. Al termine dei lavori consegneremo a Viterbo un luogo di grande valenza sociale, a disposizione per iniziative culturali, artistiche e sociali, dedicate prevalentemente ai giovani. La ditta incaricata, con molta probabilità, aprirà il cantiere il prossimo 18 aprile. Si procederà con la messa in sicurezza del luogo e con il restauro dei locali – aggiunge l’assessore Ricci -, si provvederà al rifacimento del piano terra, saranno consolidate le mura, saranno ricollocate le colonne, già recuperate con un primo preliminare e parziale intervento. Attraverso tecniche innovative saranno inoltre ricostruite le volte. Il progetto è stato elaborato dagli architetti Simonetta Valtieri ed Enzo Bentivoglio e dagli ingegneri Michele Candela e Lorenzo Piacentini, professionisti incaricati dalla Fondazione Carivit, cofirmataria insieme al Comune e alla Cassa di Risparmio della convenzione sottoscritta per la realizzazione di questo complesso intervento. Apprezzo molto il lavoro svolto in sinergia tra Carivit, Fondazione Carivit e Comune – conclude l’assessore di Palazzo dei Priori -. I tempi per l’avvio dei lavori sono contingentati, ma gli uffici del settore lavori pubblici si stanno muovendo con tempestività per espletare tutte le procedure per l’affidamento dei lavori e rispettare la data fissata per l’avvio dei lavori”. Il progetto esecutivo per gli interventi di restauro e rifunzionalizzazione dei resti delle monumentali scuderie papali di piazza Sallupara è stato approvato con apposita delibera di giunta comunale lo scorso 5 L’addetto stampa - Cristina Pallotta marzo. Un bronzo femminile nel Judo per una giovane civitonica Quote rosa alla A.S.D. YAMA ARASHI G.P. domenica 8 marzo 2015. Il Maestro federale Pistola Giuseppe per la festa delle donne, ha puntato tutto sulle judoka femminili, su una in particolare, che gia’ alla sua prima gara di judo si è subito distinta nei combattimenti, salendo sul podio. Domenica mattina, tutta l’associazione si è riunita per sostenere la “tigre del judo” presso il centro sportivo polivalente Caserma Stefano Gelsomini 1° Reparto mobile Polizia di Stato in via portuense, Roma. Numerosi atleti e società laziali hanno popolato l’intera manifestazione organizzata dal Comitato regionale Lazio Judo FIJLKAM. Il Maestro federale dopo la selezione degli atleti all’interno del suo dojo di Civita Castellana, ha creduto tantissimo nella giovane ragazza judoka Maria Chiara S., che dopo solo un anno di judo si è gia’ conquistata un bronzo federale alla sua prima partecipazione agonistica, categoria Esordiente B, anno 2002 peso 52 kg. Una rosa promessa del judo, che il Maestro Pistola ha voluto premiare con il passaggio di grado nel dojo civitonico con tutti i suoi compagni di allenamento. Grinta, passione e coraggio nel suo essere donna sul tatami fanno di Maria Chiara S., la tigre del Dojo federale di Civita Castellana, impegnata per affrontare future sfide vincenti. Tutte le foto della gara sulla gallery del sito: http://yamaarashigp.altervista.org/trasferte/i-prova-gran-premio-esordienti-a-e-b-8-marzo2015/ Al Gran Premio Giovanissimi, sul podio i piccoli di Civita Castellana Domenica 1 marzo 2015, in occasione del 1° torneo giovanile a Bracciano “Passione Judo” presso il palasport Aldo Starnoni in viale delle Palme, la Yama Arashi G.P. ha selezionato tre dei suoi allievi classe fanciulli (anno di nascita2004/2005) cintura gialla per la gara federale a punti secondo il regolamento FIJLKAM. La societa’ sportiva federale di Civita Castellana (Vt), ha esordito sul podio con la prima gara di stagione 2014-2015, e tre nuovi agonisti judoka pronti a vincere, competendo sia per la categoria femminile che per quella maschile. Dopo il controllo peso dalle 13,30 fino alle 14,30, l’attesa per i combattimenti di poule fino a tardo pomeriggio. I judoka della A.S.D. YAMA ARASHI G.P. a soli 7 anni hanno affrontato la domenica pomeriggio pre gara, con ansie, tensioni e desiderio di confrontarsi sul tatami con coraggio ed hanno affrontato bambini anche con cinture superiori di grado fino a cintura verde. Il Maestro tecnico federale V DAN si ritiene soddisfatto e pieno di orgoglio come primo inizio di combattimenti futuri vincenti per educare attraverso lo sport, irrobustire e temprare il carattere delle nuove leve che hanno deciso di intraprendere il settore agonistico del Judo federale. Fotogallery completa sul sito http://yamaarashigp.altervista.org/gallery/ Pagina dell’associazione https://www.facebook.com/YamaArashiGpJudo?ref=hl Maila Pistola Campo de’ fiori 45 LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! Congratulazioni Congratulazioni ai paticceri ad Anna Maria , Antonio Cecilia e Luca Orlando di Corchiano che ha per aver otteconseguito la nuto l’ID anti- sua 2^ Laurea contraffazione con la tesi ed essere en“La comunicatrati nel registro delle Eccellenze Italiane, zione politica da Sergio, Laura ed Eleonora. del Movimento 5 stelle”. La tua famiglia e gli amici: Franco, Raffaella, Giulio, Silvia. Auguri a Cosimo Tarantino che il 29 Aprile compie 70 anni, dalla moglie Annita, dai nipoti Paolo, Gioia, Federico, Antonio, dai figli e dalle nuore Mirko Giorgetti e Maruska di Clemente convoleranno a nozze il 3 Maggio 2015. Con questo semplice messaggio, voglio augurarvi tutta la felicità che meritate! Possiate vivere nella gioia e nel dolore per sempre insieme! La luce dio Dio illumini sempre il vostro cammino. Mi unisco a voi in questo giorno di festa. AUGURI da Rosanna! Tantissimi auguri alla nostra pupazzetta Benedetta che il 1° Aprile compie 3 anni! Con tanto amore... mamma, papà e i nonni. Eccomi qua, si avvicina il 3 Aprile ed io, Beatrice, compio 2 anni! Ringrazio mamma Rita e papà Daniele per avermi dato il dono più bello: la vita e ai quali voglio un mondo di bene! Ringrazio anche tutti quelli che vogliono farmi glii auguri... Tanti auguri di buon compleanno a Giovanni Prosperi che ha compiuto gli anni il 17 Marzo ed al fratello Giordano che li compierà il 29 Aprile, da zia Maria Rita, zio Sandro, dai nonni e dai cugini!!! Auguri di Buona Pasqua a tutti!!! Tanti auguri al mio amore che il 18 marzo ha compiuto 32 anni, ti amo tantissimo Lucio!!! Anche da parte di tutta la famiglia !!!! INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DAUGURI SPECIALI AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected]! Campo de’ fiori 46 IL GIUDIZIO di Mario Grizi. La nuova “Divina Commedia” del 2000. L a nuova Divina Commedia del 2000, questo è quello che si propone di essere il lavoro di Mario Grizi, intitolato”Il Giudizio”, anche se sarà praticamente impossibile per l’eternità eguagliare la grandezza dell’opera dantesca, un lavoro di grande perfezione stilistica e retorica. Né tantomeno lo stesso Grizi ha mai pensato di volersi paragonare al sommo poeta. Il suo è comunque un lavoro di tutto riguardo, una Divina Commedia semplice, al livello linguistico e stilistico, ma comunque piena di grande significato, con personaggi attuali, come attuali erano al momento della sua stesura, molti di quelli citati all’interno dell’opera di Dante. Il volume di quasi trecento pagine, segue la divisione in tre cantiche, precedute da una lunga introduzione nella quale l’autore racconta praticamente il Limbo, che chiama la Valle di Dio, la Valle dorata, la zona di passaggio delle anime appena morte, prima di essere collocate al loro posto. Qui Ulisse prende il posto di Caronte, traghettatore delle anime, a cui Dio, a mano a mano, assegnerà il proprio posto. Da lì si arriva poi al Purgatorio, per passare all’Inferno ed in fine al Paradiso. Anche la struttura metrica in terzine richiama subito alla mente quella della Divina Commedia, benché il sistema delle rime sia di molto semplificato, poiché sono semplicemente il secondo e terzo verso di ogni strofa a rimare tra loro. L’ambientazione, poi, è quella dei luoghi di origine del Grizi, le vallate di Stimigliano (paese nella provincia di Rieti), dove l’autore immagina incontrare, guidato anch’egli da un grande poeta latino, non Virgilio, bensì Orazio, che ebbe qualche legame con questa terra, se non altro, per il semplice fatto che al Monte Soratte, che sorge esattamente di rimpetto a Stimigliano, dedicò un bellissimo componimento, che così principiava:“Vides ut alta stet nive candidum Soracte…”. Tantissimi i personaggi che l’autore, in questo lungo viaggio immaginario, iniziato in maniera del tutto simile a quello di Dante, ossia attraverso il sonno, incontrerà: Galileo Galilei, San Francesco, Santa Chiara, Medea, Mussolini, Stalin, Padre Pio, Martin Luter King, Platone, Saffo, Santa Rosa, San Paolo, Giovanni Paolo II (a cui sono dedicate molte pagine), per citarne solo una piccolissima parte. Personaggi che appartengono alla storia lontana ed a quella più recente, al mondo dei miti ed a quello cristiano, che non voglio svelare però dove Grizi abbia voluto ciascuno collocarlo, per suscitare in voi la curiosità di scoprire questa originale e moderna versione della “Divina Commedia”. Papa Francesco, dopo aver ricevuto una copia de “Il Giudizio”, ha voluto ringraziare l’autore per l’omaggio, elogiandolo per il lavoro da lui realizzato. Così anche come l’exPresidente della Repubblica Giorgio Napolitano, all’epoca ancora in carica, che attraverso un breve ma eloquente telegramma ha espresso la sua gratitudine all’autore per il gentile dono. Mario Grizi, in realtà, era già a me noto, in quanto, qualche anno fa, appena iniziai a scrivere sulle pagine di questa rivista, ebbi il piacere di incontrarlo ed intervistarlo, in qualità di poeta. Aveva già raccolto i suoi componimenti in altri volumi, ma mai si era cimentato in un lavoro impegnativo come questo. Un viaggio curioso ed intrigante. Complimenti Mario! In copertina è raffigurata la Santa Grotta, dove al centro siede su un trono Gesù, che ha il compito di indirizzare le anime all’Inferno, al Purgatorio o in Paradiso, semplicemente rivolgendo il pollice in su o in giù. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 47 Il 10 APRILE COMPIRANNO 3 MESI E SONO PRONTI PER L’ADOZIONE! (5 maschi e 6 femmine: 1 è andato già via). Sono 11, in adozione!!!!Futura taglia medio/grande, hanno bisogno di una famiglia e magari di un pò di spazio (giardino) per sgambettare. Nati da una fuga d’amore incontrollabile, forse concepiti insieme ad un maremmano (ma non si è certi!) è pur vero che la mamma verrà sterilizzata appena possibile... Stefania 3804977590 (Se per caso non vi si risponde subito: ritentate! E’ perchè Stefania forse sta lavorando proprio in quel momento!) FABRICA DI ROMA: CANILE! E lultimo dei cuccioli trovati in uno scatolone davanti ad unabitazione e portati in canile...Non sappiamo nulla di loro. Futura taglia? Boh...Non lo lasciamo marcire là... 3387357799 CIVITACASTELLANA: Attualmente vivo in una bellissima pensione ma le mie madrine non potranno pagare il prossimo mese e dove mi porteranno??? Sono piccolo di ta glia e di età ( non raggiungo l’anno) sono il canetto ideale per una famiglia, abituato anche ai bambini. Perchè non pensi ad una bella adozione? Io aspetto fiducioso: sono sicuro che una casa la trovo. Mi chiamo RAMBO anche se sono pic colo.... 3387357799 LETTERA DI UN CANE DEL CANILE Civita Castellana: molti di voi richie dono sempre e solo cuccioli di taglia piccola... Eccone uno, maschio 4 mesi, tenerissimo, che rimarrà piccolo. Forza! Questo è pro prio il tuo cane! 3387357799 «Sono un cane del canile e tu forse non hai mai pensato che esisto anchio e probabilmente non sai che potresti diventare molto importante per me. Io vivo qui le mie tristi e monotone giornate, chiuso in una gabbia dove lunico movimento possibile è quello di girare su me stesso o saltare... Sulla mia cuccia o verso lalto. Prova a pensare alle cose che tu fai durante il giorno: ti alzi, esci, lavori, telefoni, guardi la tv, parli, vai a fare compere, pensi alle vacanze, ogni tanto magari ti annoi o ti arrabbi, però tutto sommato vivi la tua vita in compagnia e in libertà. Io mentre telefoni sono qui, quando esci, quando ridi, quando vai in vacanza sono qui... Sono sempre qui, prigioniero, con queste sbarre davanti .... Il giorno che mi hanno rinchiuso in questo box non riuscivo a mangiare (succede regolarmente a tutti noi: langoscia, lo smarrimento e la paura ci bloccano lo stomaco e non riusciamo neanche a deglutire). Anche se è trascorso un po di tempo, cerco ancora il mio padrone: non capisco perché lui non venga a prendermi... Non può essersi dimenticato di me, io lo penso sempre e non lho mai dimenticato! Alcuni di noi rimangono tristi per sempre, e continuano a sperare di rivedere il loro padrone nel cortile del canile. Che feste, che leccate, che scodinzolii farebbero allora! Di colpo tutto il dolore sarebbe dimenticato! Al canile i giorni trascorrono tutti uguali, ma ci sono due cose da aspettare con entusiasmo: la pappa e la visita degli amici volontari... Questi volontari sono davvero bravi e premurosi: quando ne entra uno nel canile, abbaiamo tutti insieme per salutarlo e cerchiamo di farci notare saltando allimpazzata e scodinzolando freneticamente. Alcuni volontari sono diventati dei punti di riferimento e dei “quasi cani” perché riescono a capire e comprendere le parole che diciamo noi, cose del tipo “Hey, guardami: sono qui! Oggi prendi me, ti supplico! Portami fuori a sgambare!”. La cosa più gratificante è che appena ci mettono il guinzaglio, cominciano a coccolarci con carezze e parole dolcissime, ma soprattutto con tante buone leccornie! Quando torniamo in gabbia diventiamo improvvisamente mogi e tristi... Sì, diciamo la verità: queste passeggiate con i nostri amici volontari sono proprio una grande consolazione! Noi comunque siamo stanchi di aspettare, di vivere in gabbia... Non vogliamo più passare freddi inverni allaperto: abbiamo bisogno di una vera casa e di tanto affetto. Ricambieremo di certo con tutto il nostro amore! Molti nostri compagni di sventura sono stati più fortunati: sono stati felicemente adottati e liberati. Noi purtroppo stiamo ancora aspettando... Ti prego, dedicaci solo 5 minuti del tuo tempo. Se nella tua casa hai un piccolo spazio, pensaci. Non rendere più dura la nostra attesa... Campo de’ fiori 48 Roma com’era Campo de’ fiori Roma, 1893. Scorcio di Piazza Colonna. Foto archivio Ercole Ottaviani Campo de’ fiori 50 PIU’ SICURI IN CASA GUIDA PRATICA PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI DOMESTICI. Il soggiorno N el soggiorno è importante eliminare tutti gli ostacoli che possano caudi Sergio Piano sare cadute: fili elettrici e cavi liberi, bordi di tappeti e tavolini instabili. Se c’è un camino bisogna proteggersi dagli scoppiettii e dalle fiamme improvvise, avendo cura di non avvicinarsi troppo al fuoco, soprattutto con vestiti ampi e stoffa sintetica infiammabile. Se ci sono poltrone e divani è importante fare attenzione all’altezza. Le sedute troppo basse non permettono di alzarsi facilmente e gli spessori provvisori, realizzati con cuscini e coperte, possono scivolare e non sono sicuri. Per ovviare il problema si possono applicare dei rialzi ai mobili che si possono commissionare ad un falegname. Per avere il telefono sempre a portata di mano si può ricorrere al cordless (telefono senza fili). I numeri più importanti, compresi quelli di soccorso possono essere memorizzati sul telefono, permettendoci così di inoltrare la chiamata nel più breve tempo possibile. Per le persone più anziane, in casa è importante portare sempre con sé il dispositivo per le chiamate di emergenza (ne esistono sia tascabili che da portare al collo). In soggiorno è importante poter disporre di una buona illuminazione. Per potersi dedicare alla lettura, ai lavori manuali o ad altre attività anche di sera, è necessario installare diversi punti di luce. L’illuminazione deve essere orientabile e di intensità regolabile. Le finestre si possono aprire e chiudere con facilità se la maniglia è posizionata in basso. L’installazione di un motorino per gli avvolgibili facilita notevolmente l’utilizzo delle tapparelle di casa. Poltrone e divani sono elementi fondamentali per l’arredo del salotto, però sono facile rifugio anche di polvere e acari, causa a volte di allergie. Soprattutto nelle abitazioni di città dove basta aprire la finestra per far si che anche l’aria di casa sia, per così dire, inquinata. Per risolvere questo problema molte aziende hanno creato linee di accessori dedicati proprio alla pulizia e all’igiene e dell’aria: aspirapolvere muniti di filtri, macchine che sfruttano l’azione del vapore, sistemi automatizzati che permettono con un colo strumento di pulire superfici anche molto diverse fra loro, e ancora filtri per l’aria a garantire l’igiene. La ricerca tecnologica ha permesso ai moderni aspirapolvere di essere leggeri, ma- neggevoli e funzionali. Non esiste ancora un dispositivo che da solo pulisce pavimenti e tappeti, ma le apparecchiature di ultima generazione permettono di farlo con il minimo sforzo. Il filtro dell’aria, invece, si può e si deve programmare a seconda delle esigenze di ognuno. È un valido supporto soprattutto per chi soffre di allergie o asma, per famiglie con bambini piccoli, per chi abita in pieno centro cittadino. Batteri, microrganismi, peli di animali, polvere, gas nocivi, sono intrappolati dai filtri elettrostatici che sfruttano la polarizzazione delle particelle per dividere quelle pulite da quelle nocive. ... continua sul prossimo numero CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Oroscopo di Aprile Campo de’ fiori Ariete: Avrai voglia di guardare verso nuovi orizzonti, ti si presenteranno delle buone opportunità a cui non saprai resistere. Inoltre è probabile che ti contatteranno delle persone che non sentivi da anni… Solo per sentire come stai e magari per organizzare una cena. Ma non avrai intenzione di rispondere, perché sei troppo preso de i tuoi problemi, sia personali che lavorativi. Stacca la spina e concediti un po’ di relax… Toro: Ti sentirai carico di energia e in effetti sarà così… vorresti fare almeno 2000 cose al giorno, ma ovviamente la tua voglia di fare, sarà maggiore rispetto alle cose che riuscirai a concludere durante la giornata. Avrai già molti impegni, di conseguenza non potrai svolgere tutti i compiti che ti sarai prefissato durante la giornata… Riguardo l’amore prestare molta attenzione (specie se hai già una relazione), forse è aria di tempesta. Gemelli: Avrai la sensazione che qualcosa di non proprio carino sia in arrivo, magari è così… A livello economico, penserai che è meglio non spendere più del dovuto… Ma cercare di fare più economia possibile e risparmiare per il futuro. Comunque non diffidare delle persone che conosci molto bene, proprio loro magari potranno darti aiuto in questo periodo un po’ strano e di “transizione” Cancro: Ti sei accorto che sottostare ad alcune regole, non rientra più nelle tue capacità. A livello lavorativo farai sapere la tua… ad esempio riguardo colleghi che spesso tentano di metterti in cattiva luce con i superiori, questo perché sono gelosi delle tue capacità. Mentre a livello delle relazioni amorose, vi saranno dei cambiamenti positivi. Questo perché non avrai più intenzione di sottostare come un tempo, meglio litigare alcune volte che stare sempre zitti. Leone: Se diffidi di alcuni colleghi perché criticano la tua inventiva, hai colto nel segno. Sono gelosi di te e della tua creatività… Ma forse c’ è aria di promozione per qualcuno, le tue idee esposte magari sono piaciute al titolare. Nella sfera sentimentale tutto fila liscio (se stai vivendo una relazione). Mentre se sei single, aspettati un incontro galante anche molto importante. Per finire i tuoi familiari finalmente inizieranno a ricredersi su di te. Vergine: Dato che sarà un mese parecchio animato, concediti molto relax. Non strafare, almeno non più del dovuto… Sia a livello lavorativo che privato, ci saranno dei cambiamenti positivi, ma legati a delle scelte da fare un po’ compromettenti. Pensare prima di agire sarà molto importante da parte tua. Attenzione ad alcuni “amici” che pretendano favori, solo perché anni prima ti sono stati di aiuto offrendoti dei piaceri. Bilancia: Ti sei accorto ora cosa vuoi fare veramente nella vita, sia a livello personale che lavorativo. É ora di cambiare pagina e vivere secondo i propri ideali e non secondo quelli di qualcun’altro. Nel campo sentimentale, dovrai concedere molti più spazi alla persona che ti sta accanto, non decidere per tutti e due. Inoltre presta attenzione alle spendere, forse è in arrivo una spesa imprevista. Scorpione: Se ti capita di fare un piccolo investimento, procedi pure tanto è un periodo fortunato questo. Nuove amicizie sono in arrivo, inoltre concediti più tempo con la tua altra metà. Stare da soli non migliora un rapporto. A livello lavorativo tutto ok, non ci saranno grandi novità e neppure cambiamenti. Concedi più tempo alla famiglia, esseri adulti non vuole dire stare da soli o vedere sempre di meno 51 by Cosmo genitori e familiari. Sagittario: In apparenza questo mese potrà sembrare brutto, tutto per causa di eventi non proprio giovativi nei tuoi confronti. Ma non preoccuparti si presenteranno anche delle oppurtunità molto buone per la tua vita privata. Nel campo lavorativo attenzione non tira buona aria. Tutto passerà presto nel giro di venti giorni o poco più… concediti un po’ di riposo fa sempre bene. Se sei single abituati all’idea che forse fra poco non lo sarai più. Capricorno: Sarai così pieno di energia che potresti anche venderla se fosse possibile… Molti cambiamenti sono in arrivo, di cui la maggior parte sono molto positivi. Saprai scegliere con cura? In ambito lavorativo procedi secondo le tue idee, non farti influenzare da nessuno (riferito ai colleghi). In amore vi saranno dei cambiamenti inaspettati. Se sei single allora preparati… forse la tua anima gemella è arrivata. Acquario: Se sei fidanzato il tuo rapporto si consoliderà durante questo periodo. Sara presente anche un miglioramento a livello di dialogo con amici e parenti. Ti sentirai preoccupato per i tuoi genitori e il loro rapporto personale, ma non preoccuparti è solo un periodo negativo per loro che passerà in fretta. Se sei libero presta attenzione, si presenteranno più spasimanti assieme. A livello lavorativo tutto fila liscio non devi preoccuparti. Pesci: Cambiamenti positivi nella sfera lavorativa e sentimentale (se sei single) stanno per bussare alla tua porta. Opportunità molto importanti da cogliere subito. Mentre se sei accompagnato/a tutto regolare apparte la visita di qualche vecchia fiamma. Se ti capita di provare nuove esperienze non indugiare buttati questo è un buon periodo per te. 52 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Campo de’ fiori 53 AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti 18° “MINI FESTIVAL DI VITERBO” Così siamo arrivati al momento clou della 18° edizione del Mini Festival di Viterbo, concorso canoro per bambini/e e ragazzi/e dai 6 ai 20 anni che l’Associazione Omniarts organizza in collaborazione con Tuscia in Jazz e Viterbo con Amore, con il patrocinio dei Comuni di Viterbo e Fabrica di Roma. La finale si terrà domenica 29 marzo, alle ore 17,00, al Teatro San Leonardo di Viterbo e, come vuole la tradizione, sarà una serata piena di ospiti, che si sono offerti di farci compagnia e di impreziosire la già nutrita scaletta. Saranno con noi, in rigoroso ordine alfabetico: Catchers, brioso gruppo emergente viterbese che annovera, come cantante, uno dei “vecchi” presentatori del Mini Festival, Gabriele Turchetti; Dario Guidi, con la sua arpa celtica, torna sul palco che lo ha visto due volte vincitore, dopo aver fatto parecchia strada ad X-Factor; Maurizio Lipoli, giovane “rapper” lanciato da “Ti lascio una canzone”, che presenterà in anteprima il suo nuovo singolo; Alessandro Pirolli, un “uragano” di grinta e simpatia (e bravura!), di nuovo a Viterbo dopo aver spopolato a “Ti lascio una canzone”; Giorgia Saponaro, giovanissima, già vincitrice di un Mini Festival interpretando Mina, ci stupirà cantando gli AC/DC, accompagnata da un duo sorprendente; Mattia Sgriscia, il campione in carica, fermato da un incidente stradale mezz’ora prima della semi finale, lo vogliamo con noi almeno come ospite; Davide Valeri, dopo due vittorie al Mini Festival è diventato cantautore, ci farà ascoltare un paio di perle dal suo repertorio già vastissimo. E poi non dimentichiamo i due presentatori – Giulia Anesini e Stefano Fapperdue – che, oltre a condurre lo spettacolo, si esibiranno in quello che sanno far meglio e cioè, rispettivamente, cantare e fare il “Mago StefanClod”. L’ingresso è libero! Associazione OMNIARTS Civita Castellana. Squadra di Rugby. Campionato anno 1975/’76. In piedi da sx: Mauro Di Niccola, Fabrizio Flori, ... Bevilacqua, Giuseppe Rossetti, Amerigo Sanna, Angelo Proietti, Marco Egidi, ... Pascucci, ... Marangoni. In basso da sx: Sergio Meloni, ... Orizio, Carlo Costanzelli, Carlo Angeletti, ... Miccini, ... Caon, Sergio Fidaleo. Foto tratta dal libro “50 anni di strani rimbalzi” di Ugo Baldi. Campo de’ fiori 54 Campo de’ fiori Album dei ri ricordi Campo de’ fiori Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana. Anno 1903. Anna Ferri Civita Castellana. Anni ‘50. FREDDI NAZZARENO (in divisa militare) Campo de’ fiori Civita Castellana. Prime elezioni comunali amministrative. 7 Aprile 1946. La milizia mantiene l’ordine. Da sx: 1° Domenico Del Priore (col cappello), 4° Antonio Quirini, 6° Edgardo Castellucci, 7° Salvatore Del Frate Campo de’ fiori 56 Album de Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1964. Da sx: Carmelo Orsi, Rinaldo Formichetti, Giancarlo Marcelli, Mario Melissano, Antonio Massaccesi, Domenico..., Augusto Pacelli. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1962. Da sx: Angelo Anselmi e Giuseppe Braccini, sdraiati sull’erba del campo sportivo. Campo de’ fiori Fabrica di Roma – Gennaio 1954. Battesimo di Luciano Anselmi, insieme tra i compari Augusto Campana e Franca Bartolacci, davanti all’edificio scolastico. Campo de’ fiori 57 dei ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno scolastico 1960/’61. Classe 1954 in prima elementare. Foto della Sig.ra Nicoletta Vargiu Ricci Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Primi anni ‘70. Al centro della foto, in alto, Carlo Pacelli. 58 Campo de’ fiori Album de Capranica. Anni ‘60. Giovanni Puccica, il netturbino. Campo de’ fiori Ronciglione. Carnevale 1976. Un momento della vecchia corsa a vuoto. Campo de’ fiori Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori Corchiano. Inizio anni ‘70. Commissione sportiva di ballo. In piedi da sx: Tommaso Nardone, Pietro Stefani, Luigi Piccioni. Seduti da sx: Enzo Fiordelmondo, Gianni Scaloni, Paolo Nardone, Francesco Ceccarelli, Nunzio..., Angelo Raganelli, Luzio Marconi, Orlando Piccioni. Campo de’ fiori Castel Sant’Elia. Anno scolastico ‘56/’57. Classe III elementare. Maestro Polignani. Ultimo a dx, fila in alto: Silverio Dei. 60 LAVORO CERCO - AZIENDA cerca persone seriamente interessate a guadagnare un extra mensile part-time, full-time Cell. 3297354944. - CERCO LAVORO come baby sitter. Donna italiana, con esperienza da nonna, seria, patentata. Zona Civita Castellana e paesi limitrofi. Tel. 333.7972321 - CERCO LAVORO come badante anche giorno e notte. Tel. 388.6542895 - CERCO LAVORO come badante, baby sitter, ristoranti, pulizie, lungo orario, casa di cura. Con esperienza. Tel. 327.5925225 - CERCASI LAVORO INTERESSANTE come architetto. Tel. 06.8610227 - CERCASI LAVORO COME BABYSITTER: Studentessa italiana di Civita Castellana cerca lavoro come babysitter per una passione e amore infinito per i bambini. Se cercate una persona giovane,dinamica e soprattutto amorevole nei confronti dei vostri bambini non esitate a contattarmi! Sono automunita e disponibile dal lunedì alla domenica (escluso sabato pomeriggio) talvolta anche nei paesi limitrofi. Costo: 5 l'ora Cell. 333-33 44 309 VANESSA - CERCO LAVORO come pulizie uffici, aiuto cuoco, pulizie in casa o bidella nelle scuole, cameriera hotel o alberghi. Tel. 389.4913578 - CERCO LAVORO come meccanico, giardiniere, muratore. Munito di Pat. B. Tel. 380.7656837 - DONNA RUMENA cerca lavoro come badante con 10 anni di esperienza, collaboratrice domestica o baby sitter, preferibilmenet a Civita Castellan o dintornni. Tel. 348.8842125. - DONNA RUMENA cerca lavoro come badante, colaboratrice domestica, o baby sitter a ore, preferibilmente a Civita Castellana o dintorni. Tel. 389.4272043 - RAGIONIERE ESPERTO IN COMPUTER, CUOCO TITOLATO, cerco lavoro, anche come aiuto cuoco. Tel. 393.2205712 - MURATORE, GIARDINIERE, TUTTO FARE. Cerco lavoro. Tel. 328.9075879 - MURATORE, PIASTRELLISTA, IDRAULICO, AUTISTA, PAVIMENTISTA, TORNITORE IN FERRO, ACCOMPAGNATORE (TUTTO FARE). Tel. 320.7605561 - UOMO 61ENNE cerca lavoro come giardiniere, pittore, aiuto peer coltivare orto, zona Civita Castellana e dintorni. Tel. 331.8753786 - CERCO LAVORO COME assistenza anziani o pulizie. Tel. 327.1583060 - CERCO LAVORO COME muratore, giardiniere, badante a uomo. 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Tel. 347.4016708. - CERCO LAVORO come giardiniere, pittore, manovale, falegname, in cava. Automunito. Tel. 388.8035216 - CERCO LAVORO di pulizie in case ed uffici. Tel. 389.4913578 - CERCO LAVORO come badante giorno e notte, pulizie, babysitter, in case di cura, ristoranti, pizzeria. Urgente. Anche lungo orario. Cell. 327.5925225 - DONNA RUMENA 38ENNE cerca lavoro parttime (6 ora) per pulizia case, scale, ristoranti, pizzerie, lavapiatti, o badante (no vitto e allogio) o giorno e notte. Zona Civita Castellana, Viterbo, Nepi e limitrofi. Tel. 328.0898984 - RAGAZZA ITALIANA seria e motivata e con precendenti esperienze, cerca serio lavoro come:badante ad ore ,part-time o anche lungo orario, ma anche come sostituzioni badanti per periodo massimo 15 giorni -1 mese. Zone Civita Castellana, Fabrica di Roma, Orte, Fara in Sabina,Terni.No lavori di rappresentanza, nè vendite porta a porta. Tel. 347-7628193. - CERCO LAVORO COME BADANTE sia di giorno che di notte, domestica, o qualsiasi altro lavoro simile. Massima serietà. Tel. 327.4659362 - DONNA RUMENA 39ENNE cerca lavoro come badante (anche di notte), lavapiatti in ristorante, pizzerie, pulizie scale e case, pulizie giardini (6 ad ora). Zona Viterbo, Nepi, Civita Castellana. Tel. 328.0898984 - RAGAZZA DI 20 ANNI determinata, seria, educata, buona capacità nel relazionarmi e lavorare in gruppo. Cerco lavoro come baby sitter (mi piacciono i bambini ho avuto esperienza con mio fratello e con i miei cugini), commessa, ecc... Disponibile a svolgere qualunque mansione e fortemente motivata ad imparare e crescere professionalmente. Giuliana 366.2856213 - RAGAZZO 27enne cerca lavoro come giardiniere, muratore, trattorista, mulettista, magaziniere, autista (automunito), potatore, operaio agricolo, falegname. 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Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ 62 Campo de’ fiori Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 - e-mail : [email protected] Hai un immobile da vendere o da affittare? Cosa aspetti! Pubblicizzalo tramite l’Agenzia Anselmi, da 40 anni al vostro servizio! Cerchi un immobile da affittare o da acquistare? Valuta le nostre offerte e vieni a trovarci in agenzia! VENDO Civita Castellana Via Petrarca. Villetta indipendente di 120 mq, unico livello con giardino. Ottima posizione. Cod. V113 Via IV Giornate di Napoli. Garege di 20 mq, piano strada. Cod. V115 Via Torquato Tasso. 2 Garage di 15 mq circa ciascuno. Cod. V112 Via M. Franci. Villetta indipendente di 90 mq c.ca da ristrutturare, con corte esterna privata. OTTIMO AFFARE! Cod. V108 Via 1° Maggio. 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C a m p o d e’ f i o r i l a r i v is t a p iù l e tt a e d a m a t a . .. Ab b ona ti an che tu! (C o up on a pa g. 50 ) Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. A Roma nei teatri, nei migliori alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. 63 Patrocinio Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura, Spettacolo ed Attualità edito dall’ Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Reg.Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Consulente Editoriale: Enrico De Santis Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri 25,00 Estero: 12 numeri 60,00 Caporedattore Ermelinda Benedetti Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 42315580 Segreteria di intestato all’AssociaRedazione zione Coordinamento Accademia InternazioImpaginazione e nale D’Italia. Grafica: L’abbonamento andrà in corso dal primo nuCristina mero Evangelisti raggiungibile e può avere inizio in Sonia Bonamin qualsiasi momento dell’anno ed avrà, comunque, validità per WebMaster 12 numeri. www.sistibruno.it Garanzia di riservatezza per gli Stampa: abbonati La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. 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