chiara tedeschi - Campo de`fiori

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chiara tedeschi - Campo de`fiori
Campo de’ fiori
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SOMMARIO
Editoriale:
Fra ricordi e sogni ...............................................3
L’intervista:
MAX TORTORA
e la sua “Doppia coppia”....4-5
Curriculum vitae:
Chiara Tedeschi...................................................6
Aldo Ragone:
“Registrerò le dieci
suonate di Scriabin”...8-9
Roma che se n’è andata:
Incontriamo Hans Barth................................10-11
Suonare Suonare:
Gleen Hughes....................................................12
La musica “riciclata”......................................14
Nuove tendenze per l’udito...........................15
Non è la scienza in grado di salvare il mondo,
ma la filosofia unita alla religione.................16
“Le Metamorfosi musicali”............................17
Ecologia e ambiente:
Terra dei fuochi.................................................18
L’Angolo del Piacere:
La cultura e la storia del Sigaro...........................23
La scelta dell’ospedale...................................20
Cine Parade:
The Butler.........................................................21
Intervista a Paolo Radi. Tra la Folgore e i
Comsubin...................................................22-23
Ronciglione - Cubo Festival 2014.................24
Ass. Artistica IUNA:
L’Ode a Maria, concerto di Natale con il Maestro
Matteo Biscetti e il soprano Mariella
Spadavecchia....................................................26
UNA COSTOLA CHIAMATA ERMINIO............27
“Nasce la televisione”....................................28
“Click Gruppo Fotografico”............................29
Per una storia di Piazza San Clemente: Enrico
Minio e il monumento ai Cadutin di Via
Belvedere Faleri Veteres...............................30
Come eravamo:
ARTURO VITALI “Singapore”...............................31
YOGURT, sono tutti uguali? ..........................32
Il contagio emotivo e l’emozionalità
primaria..........................................................33
L’Angolo del collezionista:
I calendari militari - Calendario storico dell’Arma dei
Carabinieri........................................................34
Padre Giacinto Bracci. Il suo legame con
Sant’Antonio Abate........................................35
La Fanfara Bersaglieri
di Viterbo a Tokyo.....36
“Associazione Simone Gianfelici Boccione”..37
Mestieri da donna tra l’ ‘800 e il ‘900..........38
Il Fumetto:
MPD PSYCHO....................................................39
LA ZANZARA IMPERTINENTE .......................39
Amatori Rugby Civita Castellana..................40
Wikipedia ed affini.........................................41
XV edizione della Rassegna di Canto
Corale.............................................................42
L’Angolo del poeta.........................................43
Scritto da voi... ..............................................43
Una “Fabrica di ricordi”:
“Pozzi moritte ‘o porco!”.....................................44
I nostri amici..................................................45
News..........................................................46-47
Le proposte editoriali di Campo de’ fiori......48
Roma com’era................................................49
Nel cuore........................................................50
MESSAGGI......................................................51
Agenda.......................................................52-53
Album dei ricordi....................54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti........................................60-61
Oroscopo........................................................62
Selezione offerte immobiliari ..................63-64
Foto di copertina di
“Marcello Rapiti - Click Gruppo Fotografico”
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Campo De Fiori Rivista
Campo de’ fiori
Fra ricordi e sogni
N
di Sandro Anselmi
on vogliamo incominciare un altro anno come quello appena trascorso. Sarebbe l’ennesimo in cui dovremmo dar prova dei nostri sacrifici. Non vogliamo più vivere sdegnati,
soffocati, disperati e nel terrore che si approssimi l’ora fatale! Questa sconvolgente impressione ci porta all’ossessione. Non è giusto che quei pochi del mondo d’orato possano
ancora avvilire un’umanità piegata e sottomessa. I nostri politici, infangati fino alla coda,
mai si tormenteranno per il rimorso perché non riescono neanche ad arrossire dalla vergogna. Il
tempo della politica vecchia è trascorso e le macerie che ha lasciato intralceranno il cammino di
più generazioni. È avvenuto un ormai definitivo cambiamento morale, persino negli atteggiamenti
fisici.
Non vorremmo più ascoltare incredibili, insulsi strombazzamenti che trasfondono in ridicola farsa.
Vorremmo sentirci su un terreno sicuro e non vivere più questo stato sociale scricchiolante, pronto al collasso.
Nonostante i venti avversi, noi, dal canto nostro, sostenuti principalmente da una incessante passione e dal vostro sincero apprezzamento, cercheremo di proseguire in questo bellissimo viaggio, pur se consapevoli degli
indicibili sacrifici che ci aspetteranno. Metteremo tutto il nostro impegno per accompagnarvi in ogni mese di
questo nuovo anno. In questo mare procelloso, Campo de’ fiori è rimasto l’unico a navigare.
Vorrei vedere questo legno, ancor più lucido, puntare verso l’orizzonte a vele spiegate, per la mia soddisfazione,
quella dei collaboratori e di voi innumerevoli lettori.
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MA
E
D
opo tanti tentativi, finalmente riusciamo nell’intento di incontrare uno dei
personaggi televisivi e teatrali più richiesti e più amati dal pubblico italiano. Parliamo di Max Tortora e l’occasione buona è andarlo a vedere
a teatro e precisamente, in questi primi giorni dell’anno, lo troviamo alla
Sala Umberto di Roma dove interpreta, insieme a Michela Andreozzi,
“Doppia Coppia” scritto a due mani con Paola Tiziana Cruciani che ne cura anche
la regia.
Incontriamo un Max sempre più effervescente e riconoscente al suo pubblico che lo
apprezza fin dai tempi in cui iniziava il suo approccio allo spettacolo partecipando a
programmi sui circuiti privati. E ben presto, nel 2001, approda a Rai 2 dove partecipa
alla trasmissione Superconvenscion con Bertolino e la Panicucci e dove lancia le
sue più riuscite imitazioni come quelle di Alberto Sordi, Luciano Rispoli, Adriano Celentano, Franco Califano e Michele Santoro.
Dopo aver partecipato a Stracult e Cocktail D’amore, dove insieme a Max Giusti
ed Eva Henger gioca con la parodia dell’ ispettore Derrick, ritrova Bertolino & Co.
nell’edizione 2004-2005 di Buldozer, e aggiunge ai suoi personaggi Amadeus e Capello che aveva proposto anche a Quelli che il Calcio con Ventura-GnocchiBeldì. Nel 2005 vince il Delfino D’Oro alla Carriera e successivamente diventa
protagonista con Bertolino della sit-com Piloti.
Dal 2006 entra a far parte della grande famiglia de I Cesaroni che lascia nel 2012.
Per il cinema interpreta Stregati dalla Luna (2001, Pino Ammendola), The Clan
(2005, Christian De Sica), Genitori e Figli - agitare bene prima dell’uso (2010,
Giovanni Veronesi), Natale in Sudafrica (2010,Neri Parenti).
M AX T O R T O R A
E LA SUA “DOPPIA COPPIA”
Al teatro Sala Umberto di Roma, con Michela Andreozzi
Ma torniamo al 2014, l’anno inizia
bene per Max riproponendo Doppia
Coppia...
“Sì, questa commedia l’abbiamo scritta nel
2001-2002, è andata in scena nel 2005 con
grande successo ed abbiamo pensato di riproporla perché é sempre attualissima. Io e
Michela siamo una coppia che per sentirsi
moderna vuole evadere dalla monotonia,
ma scopre alla fine che forse è meglio fare
le cose normali.”
fronte casa, i cannolicchi presi in
riva e mangiati crudi... che tempi!
Volutamente abbiamo messo dei riferimenti personali.”
Esistono tanti riferimenti alla tua vita
come la professione del protagonista,
architetto, la gioventù passata a Francavilla al Mare...
“Si, avevamo una casa a Francavilla e tutte
le estati andavamo lì, ricordo il mare di
Sandro Alessi
Insomma ancora una grande prova
teatrale che vede Max Tortora ripresentarsi al suo pubblico in grande
stile, iniziando un anno che porterà
ancora tanti successi all’attore romano.
Max Tortora e Sandro Alessi
dopo l’intervista nei camerini
del teatro Sala Umberto
Campo de’ fiori
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Curriculum vitae
CHIARA TEDESCHI
L
o scorso mese vi abbiamo parlato
di una show girl che avevamo conosciuto in occasione dello spettacolo divertente “Siamo tutti ...
coyotes“, scritto da Silvestro
Longo (che ne ha curato anche la regia)
in scena alla Sala Petrolini di Roma
con
Nino Taranto, Claudio Saint
Just ed Anna Tognetti ed in quella
stessa occasione in scena era presente
Chiara Tedeschi, giovanissima starlet che
canta, balla e recita già con grande esperienza.
Fin da piccola, infatti, scopre la sua passione per la danza trasmessale dalla
mamma ballerina professionista e tuttora
continua lo studio perché “...è vero che
nella vita non si finisce mai di imparare...”.
Anche per il canto la passione era tanta ma
ritenendosi alcune volte stonata, non aveva
mai sviluppato questo settore finchè un
giorno non incontra il noto acconciatore romano Tony Al Parlamento, presidente di
giuria di un concorso di danza, che, mentre
la premia le chiede se sa anche cantare.
Chiara risponde di no, ma col tempo decide
di proporsi anche con la voce e, dopo una
serie di provini, si accorge che potrebbe
diventare una brava ballerina cantante.
Infatti, successivamente, partecipa ad un
grande spettacolo a Palazzo Brancaccio
con Pupo, prende parte alla premiazione
di Laura Biagiotti e alla manifestazione
“Il Ratto delle Sabine”, e lavora con
Pippo Baudo.
Tra uno spettacolo e l’altro intanto lavora
per i fotoromanzi di “Grand Hotel“, uno
dei sogni nel cassetto che aveva fin dagli
inizi della sua carriera artistica.
Il successo comunque non la fa sentire arrivata, infatti ci dichiara di avere ancora
tanta determinazione e voglia di studiare
Per la tua
pubblicità
0761.513117
[email protected]
Sandro Alessi
e Chiara
Tedeschi
ed imparare dagli altri mantenendo sempre
una grande umiltà.
Siamo sicuri con il nuovo anno di rivederla
su palcoscenici importanti e di parlarvene
ancora.
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
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Aldo Ragone:
“Registrerò le dieci suonate di Scriabin”
Intervista al giovane pianista italiano.
A
A
ldo Ragone è un giovane pianista
italiano, anzi “uno dei migliori
giovani pianisti italiani” come lo
ha definito Roman Vlad (compositore e musicologo, ex direttore
artistico al Teatro Alla Scala di Milano). “Un
talento pianistico emergente” lo ha , invece,
definito Pavel Gililov, pianista concertista tedesco. E questo solo per citare alcuni autorevoli giudizi. Di origini pugliesi, Ragone ha
fatto della musica la sua filosofia di vita. La
sua passione per il genere classico traspare
chiaramente non solo dalle sue straordinare
performance al pianoforte, ma anche dal
suo modo di raccontare il suo lavoro che lo
soddisfa e che gli ha permesso di girare il
mondo. La vita, però, a volte ci impone
delle scelte e la sua lo ha portato a stabilirsi
definitivamente in Italia, seppur con qualche rimpianto. Abbiamo avuto il piacere di
intervistarlo e scoprire molto di lui.
Come è nata la tua passione per la
musica?
L’ho avuta fin da bambino. A casa mia si è
sempre ascoltata molta musica e soprattutto musica classica. Ricordo che già all’età
di cinque anni mi
piaceva andare a
mettere i dischi in
vinile nel giradischi.
E quand’è che
hai iniziato a
studiare?
Ho iniziato a prendere lezioni di musica da una mia zia
che suonava il pianoforte, all’età di
otto anni. Poi, appena ho potuto, da
Bari, la mia città
natale, mi sono trasferito a Roma
dove ho frequentato il “Conservatorio
di
Santa
Cecilia”. Appena diplomato, ho proseguito i miei studi a
Venezia, presso la
“Fondazione Cini”.
Da lì mi sono trasferito in Francia,
presso l’ “Ecole
Normal A. Cortot” e
successivamente
sono volato nel
Maryland, dove ho
conseguito il dottorato in Arti musicali all’Università di Denver. All’Università del Maryland ho anche avuto la possibilità di
insegnare come assistente e come docente
alla “Regis University” di Denver. Dopo otto
anni sono tornato in Italia ed a Teramo ho
seguito un bienno specialistico. Questo è
stato tutto il mio percorso di studi.
Tu hai vissuto e studiato per lungo
tempo all’estero. Qual è la differenza
con l’Italia?
La differenza è notevole soprattutto negli
Stati Uniti, dove al musicista è riconosciuto
un vero e proprio ruolo. L’istruzione musicale è ritenuta molto importante. Avere un
diploma in musica ti agevola la strada anche
per una assunzione come impiegato in
banca, perché gli americani ritengono che
chi ha studiato musica ha sviluppato delle
qualità intellettive superiori rispetto agli
altri. Cosa che può sembrare ridicola detta
qui in Italia. E fare il musicista è considerato
un lavoro a tutti gli effetti, non come nel nostro Paese, dove fare il musicista è ritenuto
un hobby, perché quando si pensa al musicista si pensa a chi fa pianobar nei locali
come secondo lavoro per arrotondare!
Come mai hai deciso di tornare in Italia?
Purtroppo questioni di famiglia mi hanno riportato qui, ma se avessi potuto sarei rimasto volentieri oltreoceano. Mi sono trovato
benissimo, sotto ogni punto di vista. Amo
profondamente l’America.
Pensi di poterci tornare?
Ormai non credo, anche perché l’età avanza
(io sorrido e smentisco, nda). Mi sto adattando alle magagne italiane. La situazione
dei conservatori è difficile, purtroppo si sta
distruggendo l’istruzione pubblica e l’istruzione è il futuro per un Paese, alla base
della formazione di una società. Così facendo si creerà un Paese di ricchi dove quest’ultimi avranno tutto e i poveri arriveranno
a scannarsi tra di loro. La musica e l’arte
hanno un’importantissima funzione sociale.
Si può vivere di sola musica?
Facendo il concertista assolutamente no,
non è più questo il momento storico per poterlo fare. Si contano sulle dita di una mano
quelli che sono in grado di farlo. Insegnando invece sì, e tutti i più grandi musicisti hanno anche insegnato musica nei
conservatori o privatamente. L’una cosa comunque non esclude l’altra, anzi insegnare
ti permette anche di approfondire certi
aspetti della tua formazione professionale.
Tutto sommato fa bene farlo.
Anche tu, infatti, ti stai dedicando all’insegnamento, non è vero?
Sì, attualmente insegno presso il conservatorio di Vibo Valentia, che tra l’altro è il terzo
conservatorio d’Italia per numero d’iscritti.
Pur essendo una cittadina di trentottomila
abitanti ha un conservatorio con mille studenti iscritti.
Aldo Ragone ed Ermelinda Benedetti dopo
l’intervista
Campo de’ fiori
Qual è il tuo compositore preferito?
Scriabin, senza dubbio. Ed io lo amo non
solo per la sua musica ma anche per la sua
filosofia. Scriabin è molto attento all’aspetto
sociale della musica, vuole essere un missionario nella società attraverso la sua musica, per mezzo di essa vuole soccorrere
l’umanità e liberarla dalle sofferenze.
La tua più grande soddisfazione ricevuta fino ad oggi?
Tra tutte forse due. La prima è essere riuscito a suonare l’integrale delle suonate di
Scriabin, dieci in tutto, che mi hanno permesso di conseguire il dottorato americano
e che sono uno spauracchio per molti pianisti, perché si tratta di lavori particolarmente complicati. La seconda grande
soddisfazione l’ho avuta quando ho suonato
per la prima volta con L’Orchestra filarmonica di Denver, è andata molto bene ed è
stato un bellissimo evento. Le soddisfazioni
più grandi, infatti, si hanno quando si riesce
ad ottenere un vero riconoscimento per gli
sforzi fatti.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho diversi. Mi piacerebbe suonare nel
teatro della mia città natale, questo è un
sogno che ho fin da ragazzino, perché è il
luogo dove andavo a sentire i primi concerti
da bambino. Mi piacerebbe anche poter
suonare in tutti i continenti. Finora ho suonato in Europa, in America ed in Asia. E poi,
mi piacerebbe veramente che la musica
classica in Italia assumesse maggiore importanza, perché abbiamo un livello di musicisti eccellente, siamo tra i migliori al
mondo e non si capisce per quale motivo i
nostri conservatori debbano essere bersagliati continuamente da gente che, tra l’altro, di musica non ne capisce nulla. Un
ultimo sogno del tutto personale, è quello
di potermi stabilire in Abruzzo. Mi piace
moltissimo la montagna e mi piace fare una
vita ritirata, suonare e suonare e suonare
dove nessuno mi disturba.
Progetti per questo prossimo futuro?
La registrazione delle suonate di Scriabin.
Un progetto molto ambizioso perché di registrazioni non ce ne sono molte, a differenza di quelle di altri grandi compositori. È
un’idea che accarezzo da qualche anno e mi
richiederà diverso tempo, perché oltre alle
dieci ufficiali ne vorrei includere due giovanili, che ha composto in età precoce, ma
una di queste non l’ho mai suonata e avrò
bisogno di studiarla bene. Le altre undici
devo rispolverarle perché le ho suonate tra
il 2005 e il 2007. È un lungo excursus stilistico dal tardo romanticismo al linguaggio
moderno, caratterizzato dal suo stile armonico e da lunghi intervalli, simbolo della sua
filosofia.
Vuoi lanciare un messaggio ai giovani
che si vogliono avvicinare alla musica
classica?
L’idea di fare il musicista è un’idea importante, devono prepararsi al meglio e non bi-
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sogna pensare di dover rimanere a casa,
perché almeno un periodo di studio all’estero è importante. Una buona formazione culturale, inoltre, deve essere alla
base anche per chi studia musica. Bisogna
lavorare tanto e non pensare mai di essere
arrivati, anzi ogni punto di arrivo deve essere un punto di partenza. E poi bisogna essere umili, non poveri di spirito ma
consapevoli dei propri limiti.
Non ci resta allora che attendere di poter
ascoltare il maestro Ragone nelle sue suonate di Scriabin.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
10
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Incontriamo Hans
S
ulle Osterie di
Roma ci siamo
intrattenuti più
volte ma, volendo riparlarne
al meglio non possiamo
Hans
che incontrare
Barth, uno scrittore giordi Riccardo
nalista tedesco nato a
Consoli
Stoccarda nel 1862 e
morto a Roma nel 1926, dove aveva stabilmente, dimorato fra il 1887 e il 1915, come
corrispondente del “Berliner Tageblatt”.
Hans Barth parlava correntemente l’italiano
e, amante dei testi classici com’era, conosceva bene il latino, ma la sua vera passione
era per il vino, una vera, autentica, inesauribile passione, un vero grande amore per
l’enologia italiana e le cantine. Conosciutissimo negli ambienti artistici e letterali della
capitale, si “romanizzò” a tal punto da voler
essere sepolto nel cimitero protestante di
Testaccio.
Alla fine del XIX secolo pensò di eseguire
una sorta di censimento delle osterie, trattorie e mescite disseminate in buona parte
dell’Italia, un vastissimo territorio compreso
fra Verona e Capri, comprendente fra l’altro
città come: Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze e, soprattutto Roma, che lo
portò alla decisione di scrivere un libro dal
titolo: “Guida spirituale delle Osterie Italiane
da Verona a Capri”.
Questa “Guida”, pubblicata nel 1908, originariamente in lingua
tedesca, due anni
dopo vide la luce
anche in Italia, accompagnata con una
roboante prefazione di
Gabriele D’Annunzio
che, da Marina di Pietrasanta, scriveva: “ …
Mio caro Hans Barth, il
vostro lepidissimo e
disertissimo libro, polito con la pomice lasciata da Catullo su la
tavola d’una Taverna
Veronese, mi sembra
illustrare la sentenza
di quel santo bevitore
Avicenna che morì
d’una malattia di stomaco: esser permesso
il vino all’uomo di bello
spirito e vietato al balordo …”.
Barth
Cantore bacchico
Dedicandosi alla scrittura della sua “Guida”
Barth, annotava con grande tristezza: “ …
E’ cresciuta una generazione di moralmente
impotenti, di homuncoli, che non ha più il
minimo concetto della poesia e della felicità
bacchica; un generazione di uomini inferiori,
fanatici di una salute senza gioia .. “
“ … Uomini senza canti e senza suoni,
senza donne e senza vino, che dovrebbero
vivere una diecina d’anni in più di noi. Vivere? Oibò! Trascinare per dieci anni la noia
di una esistenza somigliante a quella di una
rana amica dell’acqua, mettere al mondo
altri esseri acquatici della stessa specie e
guardarsi intorno con occhi imbambolati. E’
questo vivere? … “.
La “Guida” nasce, come ebbe a precisare lo
stesso autore, con
lo scopo precipuo di
indirizzare
l’inesperto “assetato”
verso le migliori
osterie e le migliori
cantine, quindi il resoconto di un viaggio per le cantine
italiane,
intese
anche come “mescita”
o
come
“spacci” della “preziosa” bevanda; un
viaggio intrapreso
da Bath in compagnia di un suo
amico vignettista. I
due
ipotizzarono
una
scrupolosa
esplorazione dell’enologia italiana,
al punto che, per
descrivere al meglio
i luoghi visitati, avevano stabilito che
l’”assaggio” doveva essere di mezzo litro
per ciascuna delle tappe che, al termine
della giornata erano, in media, una diecina.
Non male!
Ottimo giornalista e apprezzato scrittore,
Hans Barth possedeva anche spiccate qualità di osservatore, oltre a vivacità e spigliatezza di stile; piacevole dicitore,
amabilmente epicureo, buongustaio nato,
amava ogni buona mensa non meno di un
ameno conversare. Egli suggerisce di leggere la “Guida” senza prevenzioni raccomandandosi di evitare le trattorie di lusso
per entrare in quelle più modeste e, se si
dovesse avere qualche osservazione da fare
al libro, che lo si informi perché: “ … non
pretendo di sapere ogni cosa … “ e, del
resto, carissimo lettore, ricorda che le osterie italiane sono “mobili”, come la donna.
Quando, poi, ti troverai dinanzi mezzo litro,
ti prego di dedicane anche a me un sorso,
a me che, per darti una buona “Guida”, ho
consacrato il fior fiore della mia sete.
Lo scrittore era solito intrattenersi fino a
tarda notte in qualche osteria dove, in un
tavolino d’angolo e, sempre in buona compagnia, ben s’intende, discuteva animatamente, litigava e, da persona colta quale
era,, argomentava su tematiche diverse e,
ciò facendo, si consumavano parecchi litri
“de quello bono”. Peraltro, come osservava
un suo contemporaneo collega giornalista,
la filosofia posta alla base del libro potrebbe
essere condensata in questa frase: “ … bevete sempre e non morirete mai perchè è il
vino che dà la divinità … “.
Purtroppo dobbiamo registrare che molti
dei luoghi della tradizione gastronomica visitati da Bart, con il trascorrere del tempo,
hanno cambiato nome trasformandosi, in
molti casi, in pretenziosi ristoranti che nulla
hanno conservato della schiettezza dei cibi
e dei personaggi che un tempo li frequen-
Campo de’ fiori
tavano.
Volendo soffermarsi su qualcuna delle osterie romane citata nella “Guida”, ci sembra
opportuno ricordare il c.d. “Bettolino degli
Svizzeri”, osteria ubicata in prossimità della
Porta che reca lo Stemma dei Borgia col
Toro, nel cortile della Caserma degli Svizzeri. Il “Bettolino” è un locale senza pretese,
unico ornamento un quadro rappresentante
il leone di Lucerna e diverse immagine di
Santi; ai tavoli qualche solenne figura nella
divisa disegnata da Michelangelo.
Il vino che non è “il veleno dei Borgia” si lascia bere con una certa dimestichezza, il
rosso è caldo e ardente come il sangue di
Lucrezia, il bianco, dolce e biondo come i
suoi capelli.
Poi, Barth compie un salto indietro nel
tempo, fino al cinquecento, e immagina di
riascoltare il canto italo - tedesco dei Lanzichenecchi: “trinche, Lanze, trinche, Lanze,
Questo stare buone usanze”. A parte la
sommaria descrizione e il fugace riferimento
al vino, l’autore si sofferma su un particolare personaggio, a quell’epoca, abituale
frequentatore del “Bettolino”.
Era questi il Doctor Burkhardus,
Segretario segreto di Sua Santità, giornalista ufficioso del
Papa, un omino con una barbetta a punta brizzolata e con
piccole orecchie di sorcio. Egli
ordinava sollecitamente un litro
e, dopo aver riempito diversi
bicchieri, dava inizio alle sue
“interviste” annotando a matita
i particolari che lo interessavano: nome, età, indirizzo, tariffa di tutte le meretrici che
avevano preso parte la notte
precedente al ballo con fiaccole
in Vaticano “primae in vestibus
suis, deinde nudae”. Qualche
secolo dopo il pubblico poteva leggere
quanto il Doctor Burkhardus aveva scritto
sui costumi o non costumi nella Corte di Sua
Santità e sapere quali costumi da ballo le signore invitate in Vaticano portavano o, meglio, non portavano.
E’ proprio per questo motivo, osserva
Barth, che ogni tanto andiamo a visitare i
“gagliardi” guerrieri del “Bettolino degli
Svizzeri”.
La lettura del capitolo dedicato a questa osteria non
poteva sfuggire all’attenzione di Gabriele D’Annunzio
che, nella sua ampollosa
prefazione, scrive: “ … Due
volte la tortora della rimembranza ha tubato di malinconia nel mio cuore, alla lettura
gioconda. Con che grassa
pennellata fiamminga voi dipingete la bettola degli Svizzeri sotto la torre Borgia!
Ben la conosco. Quando la
mia vita non era ancora
quello specchio di probità e di continenza,
ove oggi il mondo si rimira, io usavo
condurre qualche giovine amica nel
grottino borgiano per compirvi qualche dolce avvelenamento. Vi siete
mai seduto nella saletta dalle pareti
gialle, entro il vano della finestra ove
un’amorosa tavolina è fra due sedili
di pietra così che le ginocchia dell’affrontata coppia conviene si tocchino
e s’intramettano pur anche?... “
“ … Ad multos annos, ilare amico,
finchè non abbiate voi bevuto almen
tanto di vin nero quanto d’acqua
torba reca il Cedrino in piena di maggio per la terra ospite! … Voleas flo-
11
reas rubeas, multibibe doctor. Ave! … “
Hans Barth ci ricorda che i gloriosissimi
dell’antichità solevano rinfrescarsi la gola fin
dalle prima ore mattutine, si cominciava
presto, quindi, lo scrittore tedesco ci invita
a bere: “Come rimedio sicuro contro la sete
- Come rimedio contro il terrore della morte
- Come rimedio contro la melanconia Come necessità naturale, perché la natura
aborre dal vuoto - Bisogna bere eternamente - Si deve sorseggiare theologalmente
- Si beva come un templare - Si beva come
una spugna - Si beva come la terra quando
è secca - Si beva di buon’ora - Il vino dà la
divinità – Come l’aiuto delle ali spinge gli uccelletti verso il cielo, così il buon vino con lo
aiuto di Bacco eleva l’uomo, gli rallegra il
cuore e lo libera da tutta la zavorra terrestre
… Bevete sempre e non morirete mai”.
Caro lettore forse sarebbe il caso di seguire
questi suggerimenti.
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Campo de’ fiori
di Carlo
Cattani
Gleen Hughes
L’autobiografia della VOCE del ROCK
(dai DEEP PURPLE ai BLACK COUNTRY COMMUNION)
“Piste” pericolose !
A
ll’inizio del 1974 i giradischi
degli “hardrockers” del pianeta
si infiammavano sulle note di
un nuovo album dei Deep Purple, “B U R N”! La novità, da
parte della band Inglese, non era unicamente rappresentata dalla “fiammante”
prova discografica, immessa nel mercato,
l’ ottavo lp in studio, successivo al pressochè deludente “Who Do We Think We Are”
dell’anno prima ma, soprattutto, dalla revisione della formazione schierata per l’occasione e più nota a tutti (no)i “roccKettari”
come la “MARK III”, quella, per intenderci
con i “senatori” Blackmore-Lord-Paice e….i
“neoPurple” David Coverdale e G leen H
ughes, rispettivamente in sostituzione di
Ian Gillan e Roger Glover fuoriusciti, per divergenze varie con “sua maestà Blackmore”, nell’estate del ’73. Non si trattò di un
semplice avvicendamento di musicisti ma
di un cambiamento importante, davvero
una nuova stagione musicale per il gruppo,
una svolta che portò ad un “restilyng” del
sound e all’immissione
di nuova linfa nella vena
creatività della band, con
gran spolvero di ritmi e
armonizzazioni
vocali
mai praticate fino ad allora! “Picconatori” di
quel monumentale “status quo” musicale, raggiunto e consolidato dai
Deep Purple della precedente
formazione
(“MARK II”) con la pubblicazione di due album
fondamentali
come
“Deep Purple In Rock”
(1970) e “Machine Head”
(1972) e da entusiamanti concerti in quei
primissimi anni ’70, una sintesi dei quali la
si può apprezzare nel celeberrimo live–
album ufficiale “Made in Japan” (1972), testimonianza di assoluto prestigio tecnico e
artistico, una “fotografia” musicale del
gruppo (nella formazione Mark II) mai
sbiaditasi nel corso del tempo, abecedario musicale e “amico immaginario” di milioni di rockers, furono proprio i due
“pischelli” neo aggregati, Coverdale alla
voce e Hughes alla voce e al basso, che,
“ricchi” di forti passioni per il blues, il soul
il rhythm’n’blues e prestanti nei rispettivi
strumenti, segnarono fortemente il prosieguo della vita della band, partecipando
alla realizzazione di ulteriori due album,
“Stormbringer” (1974) e “Come taste the
band” (1975) prima di un drammatico
scioglimento del gruppo alla fine del ’76.
Per i tipi dell’attivissimo editore “Tsunami” è stata, recentemente, proposta
anche in Italia l’autobiografia di G leen
H ughes, molto spesso cruda narrazione
di episodi della sua lunga e apprezzabilissima carriera di musicista estremamente
“impolverata” da sostanze che pure agli
acari avrebbero creato non poche intolleranze! Un racconto pesante “once e once”
di cocaina che il nostro Gleen ha tirato in
ogni luogo e circostanza, perfino alla celebrazione del suo matrimonio, protraendo
per oltre 25 anni una feroce tossicodipendenza, la sua “malattia”, alimentata da un
cospicuo sottobosco di spacciatori disponibili a raggiungerlo “h 24” in ogni angolo del
pianeta, computando le spese vitto & alloggio…naturalmente al buon Gleen!
Nonostante tutte le “piste” polverose percorse dal suo naso, Hughes <il cantante
passionale che può cantarvi anche l’elenco
del telefono> ne è, fortunatamente, uscito
e, a 62 anni, continua a deliziarci con belle
pagine di scrittura musicale e tanti spettacoli … pieni solo della polvere che dalle assi
di un palcoscenico si solleva per l’energia di
un buon concerto!
CarloCattani©gennaio 2014
14
Campo de’ fiori
La musica “riciclata”
In Paraguay si suona con ciò che si butta
L
a musica è la passione di molti,
può trasformare
serate noiose e
monotone in allegria e divertimento,è un
elemento indispensabile
per le feste o da sottodi Fabiana
fondo in serate romantiPoleggi
che, per alcuni è solo un
hobby e per chi ha talento può diventare
un lavoro, ma per altri ancora può aiutare
ad uscire dal ciclo della povertà e, tramite
la musica, uscire da umidi e sporchi sobborghi per entrare in eleganti ed accoglienti
sale da concerto.
Questo è il sogno che si è concretizzato per
un gruppo di giovani paraguayani che uniti
dalla musica, hanno formato l’ “Orchestra
of Recycled Instruments” (Orchestra
degli strumenti riciclati) e sfruttatando la
loro creatività ed il loro talento musicale
hanno realizzato dei veri e propri strumenti
musicali a partire dai materiali di recupero. Tutto questo grazie ad un progetto di
sviluppo incentrato sull’educazione musicale
e sul riciclo, nel quale il giovane gruppo è
riuscito a trasformare oggetti di uso comune
e materiali di scarto in risorse per la realizzazione di un sound innovativo.
Il complesso musicale
paraguayano si è for- I giovani dell’ “Orchestra of di tutto il mondo, riuscendo a creare una
mato grazie al proRecycled Instruments”
vera e propria piccola
getto Sonidos De La
sfruttatano la loro creatività orchestra che si è già
Tierra, attivo dal 2002,
esibita in oltre 80
ed il loro talento musicale
il suo intento è quello di
concerti, sia in Paeducare alla musica rarealizzando dei veri e
raguay che all’estero.
gazzi e giovani provepropri strumenti musicali a
Il progetto finora ha
nienti dalle zone più
coinvolto
oltre
partire dai materiali
povere ed emarginate
12mila ragazzi, prodel Paraguay, in
di recupero.
venienti dalle comumodo da poter garannità più povere, che hanno potuto
tire loro migliori prospettive per il futuro.
condividere tra loro la passione per la muGrazie a questo progetto dunque, ragazzi e
sica e la gioia di imparare a costruire da sé
ragazze che vivevano nelle zone più povere
i propri strumenti musicali – si calcola che
ed emarginate del Paraguay, hanno avuto
ne siano stati realizzati attorno ai 700- parl’occasione di seguire delle lezioni di musica
tendo da oggetti d’uso comune e materiali
grazie alle quali i più talentuosi hanno abprovenienti proprio dalla spazzatura.
bandonato le discariche per calcare i palchi
L’orchestra è stata inoltre protagonista di
speciali eventi musicali organizzati in onore
del Premio Nobel per la Pace Oscar Arias e
dell’ex Presidente degli Stati Uniti Jimmy
Carter.
A finanziare l’impresa ci sono già un centinaio di sponsor, che hanno permesso a persone altrimenti impossibilitate di accedere
allo studio della musica, e, perché no, di avviare un’azione di sensibilizzazione sul problema della gestione dei rifiuti in America
Latina.
Ascoltando le loro esecuzioni sembra incredibile che i più celebri ed elaborati brani di
musica classica possano ritrovare nuova vita
attraverso strumenti assemblati con materiali di scarto, ma la musica è sempre musica, che la si suoni con strumenti pregiati
o con capolavori di artigianato realizzati riciclando rifiuti.
Campo de’ fiori
15
Nuove tendenze per l’udito
S
ono di ritorno da
un viaggio in
America dove ho
partecipato ad
un Expo nel
quale si parlava delle
nuove tendenze e dei
prossimi sviluppi per gli
del Dott.
apparecchi acustici.
Stefano
Erano presenti 33 Paesi,
Tomassetti
molti dei quali occidentali.
Nelle varie sessioni di lavoro sono stati affrontati tanti argomenti interessanti, ma un aspetto mi ha colpito e
vorrei condividerlo con voi.
La percentuale delle persone che nascono
con disturbi uditivi sta diminuendo fortunatamente e questo avviene per una maggiore attenzione ai rischi durante la
gravidanza e alle avanzate diagnosi pre-natali. Di contro sta aumentando la popolazione con disturbi uditivi di varia natura.
Questo fatto è dovuto ad un allungamento
della vita che avviene un po’ in tutti i Paesi
maggiormente industrializzati e avanzati e
anche a causa dei rumori che sono sempre
maggiori nelle città in cui viviamo.
Fortunatamente oggi la propensione a trovare una soluzione per l’udito è più alta di
un tempo.
Attulmente nei nostri studi vediamo sempre
più persone che, se anche sono al di sotto
dei 50 anni, cercano alle prime difficoltà
uditive una soluzione, consapevoli della differenza che c’è tra partecipare ed essere o
sentirsi isolati.
E anche il loro lavoro ne beneficia. In uno
studio americano è stato scientificamente
provato che le persone che non sentono
bene hanno stipendi e salari più bassi, rispetto alla persone che sentono meglio.
Inoltre i nuovi apparecchi sono sempre più
sofisticati, colorati e ultra-miniaturizzati. Ciò
risponde bene anche alle esigenze estetiche
più esagerate.
Devo riconoscere che anch’io riscontro una
maggiore serenità ad intervenire prima possibile negli individui più giovani che nelle
persone con qualche anno in più.
Al congresso, tra i molti, ha parlato l’ex-presidente americano Bill Clinton, anche lui
portatore di un apparecchio acustico.
Clinton ha spiegato che nei vari importantissimi colloqui, soprattutto negli ultimi anni
di presidenza, ha beneficiato moltissimo
dell’aiuto di questi nuovi apparecchi acustici
e, proprio mentre raccontava, con un facile
gesto della mano, ha estratto dall’orecchio
il suo apparecchietto e l’ha mostrato a tutti
con una naturalezza incredibile.
Non è certo il primo presidente americano
ad aver utilizzato apparecchi acustici. Un
altro famoso presidente è stato Ronald Reagan e sono certo che non sarà nemmeno
l’ultimo che vedremo.
Se persone così influenti adattano apparecchi acustici vuol dire che sono certamente
efficaci, non credete?
Eppure si sente dire che gli apparecchi acustici non vanno bene.
Quasi sempre non è un problema dell’apparecchio di per sè ma della regolazione che
è stata scelta dall’Audioprotesista e dal
tempo trascorso senza sentire. Oggi esistono apparecchi acustici incredibili e per il
90% delle persone che hanno abbassamenti uditivi c’è sempre la possibilità di migliorare. Non ha tutti è possibile garantire
la migliore comprensione, ma tutti trovano
giovamento.
A volte il danno all’orecchio è particolare e
profondo, per il quale non si può assicurare
un migliore ascolto, ma sempre c’è un cambiamento vantaggioso.
Per quanto riguarda il costo, infine, la possibilità di ratealizzare l’acquisto con piccole
e comode rate mensili (anche al di sotto
delle 50 ) permette ad ognuno di poter acquistare la soluzione più adeguata.
Ricordate però che non è l’apparecchio che
può farvi sentire da solo, ma la capacità delprofessionista dell’udito di sapervi spiegare
e indicare la soluzione più opportuna per il
vostro problema, oltre alla sua capacità di
saper trovare la regolazione per voi più efficace.
Quando un apparecchio è regolato bene
non si sentono fischi, rumori e fastidi!!
Si sente meglio e basta.
Per prenotare una visita senza impegno per
un test dell’udito Gratuito o una prova di
ascolto telefonate al numero verde 800
11 35 90 e vi sarà indicato il centro a voi
più vicino di Civita Castellana, Roma, Bracciano e altri punti ancora.
I centri per l’Udito SENTECH sono
iscritti all’albo fornitori per le pratiche
ASL (per invalidi civili) e INAIL (per invalidi del lavoro).
Per coloro che hanno diritto possono
inoltrare la richiesta per la fornitura di
apparecchi acustici.
Campo de’ fiori
16
Non è la scienza in grado di salvare il
mondo, ma la filosofia unita alla religione.
A
scanso di equivoci dirò, preliminarmente,
che io non sono
affatto contro la
scienza. Anzi, ne sono
sempre stato entusiasta.
Sono però contro l’idea redel Prof.
lativista che la scienza
Massimo
possa, da sola, far fronte
Marsicola
ad ogni problema ed evenienza. Basta guardare il mondo antropizzato, risultato della scienza e della tecnica,
per capire che subiamo una grave imposizione. Non è il mondo che volevamo; non è
il mondo felice che i cibernetici ci avevano
prospettato dove l’uomo è più libero.
Tutti quanti sentiamo il disagio di “non sapere come uscirne”. Magari si potesse riporre una giusta fiducia nella scienza.
Magari si riponesse fiducia in qualcosa che
è alla portata di tutti. Significherebbe partecipare tutti insieme alla costruzione del futuro ad armi pari. Ma non è così.
Il fatto è che la scienza ha sviluppato in se
stessa una enorme quantità di linguaggi
settoriali detti “specialistici”, e per questi linguaggi si è frantumata al suo interno al
punto che ciascuno, nella migliore delle ipotesi, è padrone del proprio settore di specializzazione. Proprio come è avvenuto per
le varie lingue parlate nel mondo. Ma nello
stesso tempo, è del tutto evidente che è inl’uomo uno sguardo d’insieme sulla realtà,
capace di comunicare con gli altri (settori).
ha perduto la padronanza stessa del
Proprio per questo è diventato impossibile
mondo. E’ come spaesato. Il mondo inun discorrere ampio, alla portata di tutti, in
combe su di lui e viene
grado cioè di mettere tutti
Termina l’epoca avviata percepito come una misullo stesso piano quanto
naccia.
a responsabilità e decicon l’Umanesimo ed il
sione. Lo sviluppo dei lin- Rinascimento e si avvia il Ecco perché sempre più
spesso si rifugia nel
guaggi specialistici ha
tempo dell’uomo nuovo gioco o in una attività. Lo
significato e significa divifa per ritrovare una certa
sione, frantumazione, inche si spende
padronanza, per vincere
comunicabilità; incapacità
per la costruzione
lo spaesamento. Lo dico
di pervenire ad una sindi una umanità nuova
chiaro: non è la scienza
tesi.
che potrà salvare il
Anzi, le tecnologie che dea partire dal singolo.
mondo, ma la filosofia e
rivano dai linguaggi spela religione. Constatata la frantumazione
cialistici sono, a loro volta, all’origine di
ideale e ideologica, culturale ed ambientale
ulteriori divisioni, tra chi conosce quel linnella quale siamo finiti, vi è la necessità di
guaggio e chi non lo conosce, tra chi sa
riguadagnare, pena la scomparsa, una viusare chi non sa usare. Siamo dinanzi ad
sione unitaria delle cose.
una nuova forma di schiavitù. Quella che
Nel caso della filosofia propongo il mio penmette ciascuno dinanzi al nulla o, che è lo
siero filosofico che, come ho detto in altre
stesso, dinanzi ai propri limiti. Limiti dei licircostanze, è da considerarsi filosofia delmiti e non limiti rispetto a ciò che è illimil’unità. Con questa filosofia si dovranno cotato. Si, perché uno può conoscere bene un
munque fare i conti; ad essa potranno
settore, ma per gli altri settori deve affidarsi
guardare tutti coloro che sentono la responagli altri. E la democrazia non prevede, per
sabilità verso il futuro.
caso, che tutti si possa partecipare paritetiLa mia filosofia non è pura “ratio” contrapcamente alla vita civile collettiva? Basta
posta alla fede, secondo un modello obsoquesto per mostrare che avendo perduto
leto di intendere le cose e di ragionare. In
essa fede e ragione collaborano armonicamente e stanno in rapporto tra loro come
l’intero e la parte. Il razionalismo ha “despiritualizzato” l’uomo togliendogli, di fatto, la
possibilità di agire nel rispetto della sua vera
natura. L’uomo non è soltanto un “animal
rationale”. Troppo riduttiva è questa definizione e troppo angusti gli spazi per starci
dentro.
Termina l’epoca avviata con l’umanesimo ed
il rinascimento e si avvia il tempo dell’uomo
nuovo che si spende, al di là delle ideologie
vissute e considerate come un vero limite,
per la costruzione di una umanità nuova a
partire dal singolo.
La religione è da considerarsi uno strumento snello, di sintesi, immediato, che
mette nelle mani di tutti e di ciascuno la
fede mediante la quale è possibile navigare
in questo mondo complicato e spesso tumultuoso. Essa accoglie ed esprime tutto il
mistero del quale l’uomo fa parte da sempre
e che mai potrà svelare appieno perchè tale
opera inerisce alla storia della rivelazione
dello spirito.
Filosofia e religione dunque, insieme per
salvare l’uomo, con il contributo della verità
procurata dalla scienza.
Campo de’ fiori
17
“Le Metamorfosi musicali”:
10 anni di attività ed un CD con il PAPA
Importante traguardo per l’Orchestra da camera nata a Civita Castellana nel 2004.
G
rande onore per l’orchestra da
camera “Le Metamorfosi Musicali” di Civita Castellana, che è
stata chiamata ad incidere quattro brani, in un cd che raccoglie
le omelie di Papa Francesco. La Radio Vaticana, infatti, sta realizzando un “compact
disc” contenente alcuni passi estratti dalle
omelie che Papa Francesco ha pronunciato
durante le S. Messe mattutine nella Cappella
di Santa Marta in Vaticano. Il CD sarà intitolato Lasciamoci amare da Dio – Dalle omelie
di Papa Francesco a Santa Marta e sarà riprodotto in un numero limitato di copie direttamente dalla Radio Vaticana. Non verrà
commercializzato, ma distribuito gratuitamente dall’emittente alle autorità vaticane e
ai Nunzi Apostolici.
Enorme è la soddisfazione di Enrico Mazzoni
e Alberto Poli, fondatori e direttori artistici
delle “Metamorfosi musicali”, che abbiamo
avuto il piacere di incontrare, per rivolgere
loro qualche domanda.
Come si svilupperà questo importante
progetto a cui siete stati chiamati a
partecipare?
“Ogni estratto dalle omelie del Santo Padre,
sarà accompagnato da un sottofondo musicale tratto da alcune registrazioni effettuate
nel corso degli anni dalla Radio. Tra quelle
scelte vi è l’esecuzione realizzata dall’Orchestra da camera “Le Metamorfosi musicali”
l’11 marzo 2012, presso la Basilica di Santa
Apollinare in Roma, nell’ambito della stagione concertistica del Pontificio Istituto di
musica sacra.”
Quali sono i brani eseguiti dalle “Metamorfosi”, inseriti in questo progetto?
“La cantata “Den Herr denket an uns” di
J.S.Bach, il Concerto in re minore op.3 n.11
per due violini, archi e basso continuo di A.
Vivaldi e il Concerto Grosso in re maggiore
op.6 n.4 per due violini, archi e basso continuo di A. Corelli. Solisti di queste esecuzioni
sono il M° Alberto Poli e Claudia Ragonesi
(violini), Gianluca Pirisi (violoncello), Gianluca Alonzi (sopranista), Manuela Garofano
(soprano), Francescantonio Bille (tenore),
Andrea D’Amelio (basso), organista e clavicembalista è il M° Enrico Mazzoni, il coro è
quello del Pontificio Istituto di musica sacra,
direttore dell’orchestra e del coro è il M° Walter Marzilli.”
Cosa avete provato appena ricevuta la
notizia?
“Sapere che le esecuzioni della nostra orchestra siano avvicinate alle parole di Papa Francesco e facciano il giro del mondo attraverso
i Nunzi Apostolici, ci emoziona e ci rende orgogliosi del lavoro svolto in questi dieci anni.
Nel 2014 festeggeremo dieci anni di attività
e questo non poteva essere regalo più bello!”
Come è nata la vostra orchestra?
“La nostra storia inizia a Civita Castellana
nell’Aprile 2004, in occasione di un concerto
di beneficenza organizzato da Lions Club
“Falerii
Veteres”
presso il duomo dei
Cosmati. Fondamentali allora- ricordano
Enrico e Alberto- furono
l’incoraggiamento e il sostegno
di Mons. Giuseppe
Bellamaria (allora parroco del duomo, ndr)
e la preziosissima supervisione artistica
Giugno 2008. Chiesa San Luigi Gonzaga, Sassacci. “V edizione del
del Maestro Giusto
Concerto Giovanni Colamedici” con la partecipazione del Maestro
Cappone (prima viola
Francesco Pepicelli.
della Filarmonica di
Berlino diretta da Herbert von Karajan, ndr),
scomparso anch’egli pochi anni fa. Due personalità che ci hanno insegnato molto sia dal
punto di vista umano che musicale! L’unico
rimpianto è quello di non aver fatto in tempo
a ringraziarli abbastanza, ma idealmente vogliamo condividere con loro anche questo bel
momento.”
So che siete molto legati anche ad una
Ottobre 2006 – Duomo di Civita Castellana.
importante famiglia di Civita CastelConcerto celebrativo del 250° dalla nascita di
lana, vero?
Mozart. Don Giuseppe Bellamaria dirige il
“Sono certamente tante le persone, i musicoro del Duomo e l’orchestra le Metamorfosi
cisti, i direttori, i cori, con i quali in questi
musicali
dieci anni abbiamo condiviso il piacere di fare
musica, ma la Famiglia Giovanni Colamedici
rappresenta per noi uno straordinario, e purtroppo sempre più raro, esempio di mecenatismo. Dal 2004, infatti, ogni anno si ripete a
Sassacci il concerto Giovanni Colamedici, nel
quale “Le Metamorfosi” hanno la possibilità
di attuare propri progetti musicali e stringere
collaborazioni con musicisti di prestigio che
ci consentono una continua crescita artistica.”
Novembre 2005 – Roma, Istituto di cultura
Mantenere unito un gruppo non è mai
Giapponese. Le Metamorfosi musicali dirette
semplice. Qual è il vostro segreto?
dal Maestro Antonio D’Antò.
“Gestire un’orchestra non è cosa facile, soprattutto perché si ha una crescita collettiva
solo se i singoli componenti sono costantemente impegnati in una crescita individuale.
Purtroppo spesso quando la musica diventa
una professione, per una serie di motivi (in
primis quelli economici), il musicista smette
di studiare, ma se si ama veramente la musica bisogna tener duro e onorare questa
grande arte dispensatrice di emozioni e bellezza con studio e sacrificio continui.”
Da sx: Maestro Giusto Cappone, Alberto Poli
Prossimi progetti per il futuro?
ed Enrico Mazzoni, fondatori e direttori arti“Stiamo studiando per celebrare al meglio
stici dell’Orchestra da camera le Metamorfosi
questo decennale! Speriamo di trovare il nemusicali, al termine del concerto del 24 setcessario sostegno anche a Civita Castellana
tembre 2004 al Duomo di Civita Castellana
per mantenere e rafforzare il legame con
numerose soddisfazioni. A questi giovani muquesta città che ci ha dato i natali.”
sicisti va tutto il nostro incoraggiamento a
proseguire in questa loro passione per la muA “Le Metamorfosi Musicali” rivolgiamo i nosica classica, un genere, sfortunatamente,
stri migliori auguri sia per questi importanti
troppo poco conosciuto ed apprezzato!
dieci anni di attività, sia per un longevo e
Ermelinda Benedetti
proficuo cammino insieme, ricco ancora di
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
Terra dei fuochi
I
l
dramma
che
stanno vivendo intere
popolazioni
della regione Campania è un qualcosa di così grave e di
vasta proporzione che
nulla può far pensare di
di Giovanni
non intervenire tempestiFrancola
vamente. Per anni organizzazioni criminali senza scrupoli e con il
solo scopo di incassare enormi profitti,
hanno riversato nel sottosuolo, rifiuti di
qualsiasi genere, rifiuti tossici che con gli
anni hanno trasformato terreni fertili e
produttivi in un inferno fumante e terrificante. Ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti,
lo era anche prima, ma pochi hanno avuto
il coraggio di denunciare, di rendere pubblico questo delitto.
quei territori. Da non
La prima volta che La prima volta che venne sottovalutare nepvenne usata questa de- usata questa definizione pure l’elevato inquifinizione “Terra dei fuo- “Terra dei fuochi” fu nel namento da diossina
chi” fu nel 2003 nel
dei terreni che intro2003 nel rapporto
rapporto Ecomafie cuduce inevitabilmente
Ecomafie curato da
rato da Legambiente,
sostanze
tossiche
venne
dopo ripresa
anche
nella
catena
Legambiente, venne
anche da Roberto Saalimentare degli anidopo ripresa anche da mali di allevamento.
viano nel suo libro Gomorra. L’area territoriale Roberto Saviano nel suo Presenza di diossina
interessata da questo
furono riscontrate nel 2008
libro “Gomorra”
enorme stupro è comnel latte di bufala proveniente
presa all’incirca tra i comuni di Giugliano
da allevamenti del Casertano, questo triste
in Campania, Orta di Atella, Qualiano,
episodio bloccò temporaneamente anche
Caivano, Succivo, Acerra, Nola, Fratl’importazione di mozzarella di bufala con
taminore, Castelvolturno, Marcianese
alcuni Paesi stranieri tra cui il Giappone e
e Melito di Napoli. Enorme aree contala Corea del Sud.
minate forse per sempre da rifiuti pericolosi,
Soltanto in questi ultimi mesi, la consapein molte campagne si sono verificati svervolezza della popolazione ha fatto si che
samenti di rifiuti nucleari e industriali proistituzioni locali e nazionali prendessero atto
venienti dal Nord Europa e dal Nord Italia,
della grave situazione e di conseguenza
molti altri abbandonati lungo i margini delle
delle azioni, non solo per informare i cittastrade e poi successivamente incendiati,
dini, ma anche per bonificare enormi terriroghi di tonnellate di rifiuti responsabili di
tori trasformati in discariche assassine.
un alto tasso di tumori che hanno colpito
Secondo un rapporto dell’Arpa della Camsoprattutto donne e bambini presenti in
pania, un’ area di ben 3 milioni di metri
quadrati risulterebbe compromessa per
l’elevata presenza di rifiuti tossici.
Tutto questo spaventoso smaltimento illegale di rifiuti mette a rischio anche molte
falde acquifere presenti, che una volta contaminate hanno bisogno di enormi e costosi interventi, monitoraggi continui per
salvaguardare la salute dei cittadini, spesso
ignari dei pericoli che corrono da chi sa
quanto tempo. Ben vengano manifestazioni,
cortei, incontri tra cittadini, comitati e istituzioni, ma credo che quello che più necessita è far nascere una nuova coscienza
ambientale, una nuova convivenza con ciò
che abbiamo semplicemente avuto in dono,
mettendo così fine a tanta stupidità umana.
Campo de’ fiori
L’Angolo del Piacere
La cultura e la storia del Sigaro
N
articoli
egli
precedenti abbiamo parlato
di SIGARI di
varia provenienza territoriale, abbiamo
fatto
una
Fabio Ventura panoramica sugli accessori
necessari al loro consumo,
infine, abbiamo introdotto i loro possibili abbinamenti nel mondo dei DISTILLATI, prendendo in esame il più nobile tra i prodotti
enologici quale il RUM.
E’ mia premura specificare che i SIGARI si
possono facilmente abbinare ad altri
DISTILLATI
d’eccellenza
quali:
grappe, cognac, armagnac, calvados,
whisky etc. etc.
Il nostro viaggio prosegue nel mondo dei
vari distillati, che per essere degustati al
meglio necessitano di alcuni accorgimenti.
E’ il coinvolgimento dei cinque sensi: colori,
profumi e sapori colpiscono gli organi del
senso, stimolandone la specifica eccitazione e trasformando gli stimoli in sensazioni ed emozioni.
In fase di abbinamento con il nostro sigaro
queste sensazioni ed emozioni raggiungono
punte di piacere molto elevate. Il primo
esame è quello tattile, per verificarne l’integrità, il tiraggio e la morbidezza che è indice
di una giusta e corretta conservazione. IL
SIGARO DEVE APPARIRE INTEGRO,
SENZA CREPE E PRIVO DI TARLATURE. L’esame visivo permette di comprendere la composizione, ma soprattutto la
complessità delle sue proprietà organolettiche.
L’esame olfattivo, necessita sia di un periodo di lungo apprendimento psicofisico,
che della costruzione di un significato, di
una percezione, rappresentativa della lettura del segnale offerto dalla sensazione.
Generalmente il sigaro è caratterizzato da
alcuni sentori caratterizzanti: erbaceo, vegetale, floreale, frutta secca, speziato,
boisè, cuoio, miele, cacao, che esprimerà in
base alla sua evoluzione organolettica.
Infine avviene l’esame gusto-olfattivo, chiamato, in gergo tecnico, esame a crudo, che
consiste nell’aspirare il sigaro senza accenderlo, importante nel verificare la combinazione tra i quattro gusti primari: il dolce, il
salato, l’acido e l’amaro. I recettori gustativi
disposti sulla lingua sono in grado di percepire qualsiasi tipo di sapore, ed in particolare la punta della lingua è più sensibile al
dolce e al salato, i margini alle sostanze
acide, e la parte posteriore a quelle amare.
Conseguentemente all’accensione si valuterà la persistenza e la forza.
Prima della fumata dovremo ghigliottinare il sigaro, sulla parte dell’imbocco,
creando un’apertura sul punto di aspirazione con un taglio netto e preciso, senza
arrecare danni al nostro prodotto.
Il rito dell’accensione è un momento
molto importante e può richiedere anche un
minuto. Il primo passo consiste nel riscaldare con un fiamma, non più alta di due
centimetri, l’estremità del sigaro quando
sulla parte esposta inizia la fase di combustione, si può procedere all’accensione definitiva facendolo roteare tra le dita a 360
gradi, in modo che tutta la superficie del
piede del sigaro sia esposta alla fiamma, lo
si porta in bocca e si comincia ad aspirare il
fumo con regolarità, senza forzare troppo e
molto lentamente. Sia l’accensione che la
fumata deve essere molto lenta, per evitare
di surriscaldare il sigaro, evitando nel pa-
lato, le conseguenti, sensazioni amare.
Durante il momento degustativo il fumo che
raggiunge la bocca si arricchisce delle numerose sostanze presenti nelle foglie. Il
gusto sarà verificato nei tre aspetti essenziali: INTENSITA’, PERSISTENZA E SAPORE. L’intensità e i sapori sono fattori
variabili in base alla provenienza e alla stagionatura del tabacco. Dopo un ragionevole
spazio temporale, entro il quale il sigaro riesce ad esprimersi al meglio nel nostro palato, è possibile percepire le varie
sfaccettature di gusto accentuate notevolmente durante l’evoluzione e la progressione nella fumata.
La comunicazione di emozioni, la predisposizione della mente ad un viaggio ricco di
sensazioni e di profumi è sicuramente l’analogia che lega un legame indissolubile tra i
sigari, il vino, il cibo e i grandi distillati.
19
Tutti questi elementi rappresentano la contrapposizione al ritmo frenetico della vita
moderna, sicuramente un invito a vivere
una vita più lenta e riflessiva.
Degustare significa analizzare le sensazioni, collegare le emozioni legate alla
storia, alle tradizioni artigianali, dove un
corretto abbinamento con un buon distillato, permette di raggiungere un alto grado
di piacevolezza, un’arte che richiede,
tempo, esperienza e molta attenzione.
I due principi fondamentali che legano i
molteplici abbinamenti tra sigari e distillati
sono quelli della contrapposizione e della
concordanza. Nell’abbinamento per contrasto l’alcool ammorbidisce la fumata, e contribuisce a bilanciare la potenza e la nota
amara del sigaro. Sapidità, tendenza acida,
tendenza dolce, si abbinano per contrapposizione.
Negli abbinamenti per similitudine la concordanza dei caratteri va ricercata per
aroma, gusto e soprattutto nel retro olfatto.
Un sigaro con una
forte personalità si
abbina ad una bevanda ad alto grado
alcoolico. Un sigaro
con una spiccata
aromaticità e persistenza ben si abbina ad un distillato
con grande intensità gusto-olfattiva
di lunga persistenza.
Queste sono linee
guida per meglio districarsi nel mondo dei possibili abbinamenti, le combinazioni sono comunque
innumerevoli.
Se siete pronti ad immergervi in questo
fiume di sensazioni, vi invito a partecipare
alle nostre serate degustative, dove, sicuramente, non rimarrete delusi.
“COME SEMPRE, A NOI IL COMPITO
DELLA PROPOSTA,
A VOI IL PRIVILEGIO DELLA SCELTA”
CIGAR CLUB BACCO&TABACCO
VENERDI' 24 GENNAIO presso
il RISTORANTE BECCOFINO
di Civita Castellana. Cena a base di
pesce e degustazione a sorpresa.
POSTI LIMITATISSIMI causa SIGARI
A TIRATURA LIMITATISSIMA!!!
20
Campo de’ fiori
LA SCELTA DELL’OSPEDALE
I
ndubbiamente
la
scelta di un ospedale
è direttamente legata ad alcune variabili che, a loro, volta
presentano delle sub variabili. Generalmente essa dipende:
del Prof.
TIPO PATOLOGIA; VISergio
CINANAZA
NOSOCOFunicello
MIO; GRAVITA’ DELLA
PATOLOGIA; STIMA DELLA STRUTTURA; LIVELLO RICHIESTO DI SPECIALIZZAZIONE; FIDUCIA VERSO UN O
PIU’ MEDICI DELLA STRUTTURA;
PASSA PAROLA (sarebbe da evitare);
PRIVACY.
Generalmente ospedali con nome di
alta risonanza sono preferiti per patologie di alto livello e pertanto, ad esempio Molinette Torino, Gaslini, Centro
neurologico di Imola, S. Orsola ed il
CTO di Bologna , Centro tumori Aviano,
Ist Europeo Tumori di Milano, Careggi
di Firenze, S Camillo de’ Lellis, Umberto
I e S Andrea di Roma, il Cardarelli o il
Pascale di Napoli, l’universitario di Bari
o di Palermo o il Brotzu di Cagliari, ispirano fiducia perché giudicati migliori di
altri.
Non è cosi’ almeno non sempre.
Vi sono strutture, anche di non capoluoghi di
provincia, di gran lunga capaci di soddisfare
le necessità anche di medio alto livello e possono essere scelte tranquillamente. Una
cosa è necessario valutare nei ricoveri
programmati la interdisciplinarità.
Vediamo di cosa si tratta. Un intervento di
pneumectomia (togliere un polmone)può essere eseguito dovunque come atto chirurgico
toracico ma solo se in presenza di un’ottima
èquipe specializzata. Ne4 deriva che la scelta
tra l’ospedale di VATTELAPESCA dove l’operatore e l’èquipe hanno una valenza 8/10 e
quello dell’ospedale di CASAGROSSI con valenza 7.50, MA DOTATO DI BEN MIGLIORE
SERVIZIO DI TERAPIA INTENSIVA E RIANIMAZIONE dovrà, a mio avviso, cadere sulla
seconda. Tutto ciò chiaramente in assenza
di migliori alternative.
Vi porto un esempio, per mia cultura (sono
direttore scientifico Ass Lotta Tumori Seno
ONLUS) un caso in cui la competenza non
era unita, ma ,direi, fusa con l’umanità che
ho visto verso una persona a me cara, a dire
il vero anche verso TUTTE e sottolineo
TUTTE le pazienti presso l’U.O.S.D di senologia chirurgica dell’ospedale Belcolle di Viterbo guidata dalla dr.ssa Patrizia Frittelli e
riguardante l’intera èquipe.compreso il chirurgo plastico Dr Montemari, è stata eccezionale).
Questo
non
vuol
dire
assolutamente che le vicinorie identiche unità di Roma, Terni, Siena e Rieti
siano da cancellare, ma che, per mia espe-
rienza, questa, che probabilmente qualcuno
avrebbe sconsigliato con un “ sarà anche
buona, ma vuoi mettere con un grande centro ….)ha dato lezioni non solo di chirurgia,
ma anche di vita che, in buon regime clinico,
diventa una plus valenza.
Non sempre, ve lo garantisco, in alcune
strutture di alto “livello” e di altra branca abbiamo simili riscontri.
Probabilmente in una stessa struttura vi
sono dei servizi migliori o peggiori, per cui
l’esempio che ho riportato a proposito della
senologia, non DEVE (anche fosse) far pensare che in quel fascio vi siano solo orchidee.
Potrebbe anche essere così, ma sarà bene
studiare caso per caso ad esempio la chirurgia robotica (non esiste a Belcolle) o la stessa
senologia, per mutamento , in remoto futuro,
della guida potrebbe divenire pessime“ anche
se devo dire che anche se la drssa Frittelli decidesse di raggiungere un centro con nome
più altisonante, il futuro, conoscendo la sua
vice, mi pare già garantito come positivo)
LA VICINANZA DEL NOSOCOMIO non
può avere una valenza accettabile se non coniugata ad una accettabile garanzia di capacità. Ad esempio il vostro ospedale potrebbe
anche essere a tre metri da casa con il suo
reparto di oftalmologia ma se il direttore dovessi essere io con la mia cultura attuale in
materia, sarebbe mera follia sceglierlo (sono
specialista in Med legale e Chir d‘Urgenza)
anche per una cataratta semplice semplice.
Attenzione che, a mio modesto avviso direttori non specialisti e meritocraticamente di
basso livello, anche se pochi, esistono in Italia) e sono importanti nella loro negatività
anche in branche apparentemente meno pericolose
Della GRAVITA’ della PATOLOGIA ho già
parlato, ma voglio aggiungere, che anche se
la struttura fosse conosciuta come eccellente
(ad esempio nei cerebrolesi IMOLA O FUORI
Italia INSBRUCK ed altre) sarà bene sempre
informarsi sulle condizioni “here and now”
ovvero “qui ed ora” della stessa.
La STIMA DELLA STRUTTURA è consequenziale a quanto illustrato fino ad ora e
deve avere in sé, solo minimamente , la componente simpatia o antipatia “ a prescindere.
Ci sono direttori e dirigenti autentici “simpaticoni” che in realtà usano questa dote per
coprire ben altri difetti (insomma il cuoco che
usa molte spezie per coprire la sua mediocrità).
LIVELLO RICHIESTO DI SPECIALIZZAZIONE questo è un fattore cardine per cui
controllare dove l’operatore si sia formato o
i risultati raggiunti nel caso abbia già oltre un
decennio di esperienza in prima persona. Se
poi,anche senza specializzazione, avesse
avuto incarichi molto diversi allora diviene un
uomo politicamente forte da collocare.
FIDUCIA VERSO UNO O PIU’ MEDICI
DELLA STRUTTURA qui valga , se diretta-
mente coinvolti, la seria conoscenza del professionista se operante in altri reparti, ma
conosciuto come intellettualmente onesto
tanto da accettare il consiglio negativo o positivo che vi verrà dato. Questo ruolo potrebbe essere espletato PRINCIPALMENTE
da medico di famiglia con il quale il rapporto
di fiducia dovrebbe essere molto grande.
PASSA PAROLA. Aspetto in genere negativo nella scelta perché inquinabile da fattori
esterni quali la simpatia,l’essersi trovati bene
per fattori extra sanitari (ad esempio vicini
di letto simpatici, infermiera/e molto bella/o
e/o sexy (succede), vitto gradito, camere
singole o a due letti ecc ecc. o vedi il suddetto
medico “simpaticone”.
PRIVACY ovvero sufficiente lontananza da
casa affinché non si sappia del ricovero.
Decisione rispettabile, ma non legata alla medicina.
In ogni patologia e/o in ogni servizio clinico,
diagnostico o dei servizi dunque controllate:
SPECIALIZZAZIONE SPECIFICA E NON
INESISTENTI O EQUIPARABILE DEL DIRETTORE E DEI DIRIGENTI, LA COMPROVATA ESPERIENZA e LA POSSIBILE
COPRESESENZA DI STRUTTURE DI
SUPPORTO VALIDE.
Ricordo che mesi orsono una persona, a me
molto cara, mi chiamò chiedendomi di intervenire affinché un luminare della chirurgia
vascolare del nord lo operasse di aneurisma
aorta addominale, la cosa non fu possibile ed
optò per il Cardarelli di Napoli (scelta di vicinanza controllata).
Ovviamente l’intervento non andò bene, ma
benissimo ed un altro mito basato sul “passa
parola” o su una forma di negatività fu sfatato restituendo, nello specifico, dignità all’èquipe chirurgica partenopea.
Posso garantire che la posizione sociale e culturale del “de cuius” fu fondamentale nel fargli accettare la soluzione “CARDARELLI”
dove, e non è poco, opera un certo Cutrufo
che proprio l’ultimo arrivato non è.
Poi magari vai in un centro “d’eccellenza per
una determinata patologia” e trovi tutte le
negatività del mondo. Non il bartaliano “l’è
tutto sbagliato e tutto da rifare!”, ma tutto
sempre migliorabile e sempre non da gettar
via. Devo, nel 2001, la vita al servizio eliambulanza ed alla UTIC del S Camillo de’ Lellis
di Roma che ovviò a deficit funzionali organizzativi di un altro ospedale ed al cardiochirurgo di quel nosomio ed alla alla sua èquipe
,ma, in contraltare, una donna di un paesino
deve la vita ad un medico di guardia in un
ospedale oggi chiuso del viterbese (nei primi
anni 90 )che con una diagnosi cui nessuno
credette possibile, anzi casuo’ ilarità la salvo’
da morte sicura per emorragia cerebrale.
La giovane signora andò a ringraziare
il Santo patrono del suo paesino e mai
il medico in una visione alla Eduardo de
Filippo, ma va bene cosi’.
Campo de’ fiori
21
THE BUTLER
C
di Catello
Masullo
ecil Gaines dalle piantagioni di
cotone del sud arriva al nord,
fino a diventare maggiordomo
alla Casa Bianca, dove resterà
per 34 anni (dal 1958 al 1986),
fedele ed impeccabile servitore di 7 presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman
fino a Barack Obama...
Ispirato alla vera storia di Eugene Allen ed all’articolo “A
Butler Well Served by This Election” di Wil Haygood apparso sul Washington Post il 7 novembre 2008. Sceneggiato da Danny Strong e diretto daLee
Daniels
(Shadowboxer [2005], Precious [2009], The Paperboy
[2012], Orders to Kill [2014]). “The Butler” è un film
epico, al limite del didascalico e del calligrafico. Un film
fatto per toccare le corde dell’anima e per mettere d’accordo tutti (ed anche per conquistare qualche Oscar). Ma
c’è più testa che cuore. La grande organizzazione, la meticolosa messa in scena (efficace il montaggio alternato e
stridente tra i cerimoniali della Casa Bianca e delle azioni
di disobbedienza civile effettuate dai ragazzi della Fisk University nel sud), il cast stellare, la impeccabile interpretazione di Forest Whitaker, non riescono però a far gridare al
grande film. E’ “solo” un discreto film.
FRASI DAL CINEMA: “Darkness cannot drive out darkness. Only light can do that!”. (Citazione da Martin Luther
King, posta ad esergo iniziale)
“L’unica cosa che conoscevo era il cotone. Era un lavoro
duro... ma a me piaceva, passavo tutto il giorno con mio
padre!”. (Forest Whitaker, fuori campo, racconta della sua
infanzia, del 1926).
“In qualsiasi momento un bianco poteva ucciderci e rimanere impunito. La legge non era dalla nostra parte. La
legge era contro di noi!”. (Forest Whitaker, fuori campo,
racconta della sua infanzia, del 1926).
“Noi abbiamo due facce. La nostra e la faccia che dobbiamo mostrare ai bianchi. Allora, per stare in piedi nel
mondo, non dobbiamo mai farli sentire minacciati!”. (il suo
primo mentore, a Forest Whitaker).
“Lei si occupa di politica?
No, signore.
Bene. Non tolleriamo opinioni politiche qui alla casa
bianca!”. (Colman Domingo e Forest Whitaker).
TITOLO: THE BUTLER
REGIA: Lee Daniels
SCENEGGIATURA: Danny Strong
INTERPRETI PRINCIPALI:
PERSONAGGI
INTERPRETI
DOPPIATORI
Forest Whitaker
PAOLO MARCHESE
CECIL GAINES
GLORIA GAINES
Oprah Winfrey
LAURA ROMANO
LOUIS GAINES
David Oyelowo
SIMONE CRISARI
CHARLIE GAINES
Elijah Kelley
GABRIELE PATRIARCA
EARL GAINES
David Banner
ALBERTO ANGRISANO
HATTIE PEARL
Mariah Carey
— (originale)
HOWARD
Terrence Howard
ANDREA LAVAGNINO
CARTER WILSON
Cuba Gooding Jr.
FABIO BOCCANERA
JAMES HOLLOWAY
Lenny Kravitz
ALESSANDRO QUARTA
FREDDIE FALLOW
Colman Domingo
ROBERTO DRAGHETTI
GINA
Adriane Lennox
ANNA CUGINI
CAROL HAMMIE
Yaya DaCosta
CHIARA GIONCARDI
THOMAS WESTFALL
Alex Pettyfer
MARCO VIVIO
ANNABETH WESTFALL
Vanessa Redgrave
PAILA PAVESE
MAYNARD
Clarence Williams III FABRIZIO TEMPERINI
DWIGHT D. EISENHOWER Robin Williams
CARLO VALLI
SHERMAN ADAMS
James DuMont
ROBERTO STOCCHI
HERBERT BROWNELL JR.
Robert Aberdeen
JOHN F. KENNEDY
James Marsden
FRANCESCO PRANDO
JACKIE KENNEDY
Minka Kelly
FRANCESCA FIORENTINI
LYNDON B. JOHNSON
Liev Schreiber
PINO INSEGNO
RICHARD NIXON
John Cusack
MASSIMO ROSSI
H.R. HALDEMAN
Alex Manette
ENRICO DI TROIA
JOHN EHRLICHMAN
Colin Walker
RONALD REAGAN
Alan Rickman
DARIO PENNE
NANCY REAGAN
Jane Fonda
MARIA PIA DI MEO
STEPHEN W. ROCHON
Stephen Rider
MARCO VIVIO
MARTIN LUTHER KING JR. Nelsan Ellis
FRANCESCO BULCKAEN
JAMES LAWSON
Jesse Williams
EDOARDO STOPPACCIARO
CECIL GAINES da giovane Aml Ameen
ANDREA METE
JENKINS
John P. Fertitta
STEFANO DE SANDO
R.D. WARNER
Jim Gleason
SAVERIO INDRIO
HELEN HOLLOWAY
Dana Gourrier
ALESSANDRA CASSIOLIK
ELDRIDGE HUGGINS
Mo McRae
NISEEM ONORATO
SEN. KASSEBAUM
Nealla Gordon
ROBERTA PELLINI
ANZIANA CLIENTE
GRAZIELLA POLESINANTI
GIUDICE
OLIVIERO DINELLI
PRODUZIONE: LEE DANIELS, PAMELA OAS WILLIAMS, LAURA ZISKIN,
BUDDY PATRICK, CASSIAN ELWES PER LAURA ZISKIN PRODUCTIONS IN
ASSOCIAZIONE CON WINDY HILL PICTURES, FOLLOW THROUGH
PRODUCTIONS, SALAMANDER PICTURES, PAM WILLIAMS PRODUCTIONS
ORIGINE: USA
DISTRIBUZIONE : VIDEA (2014)
DURATA: 132’
SOGGETTO: DRAMMATICO
“Mi dice mettici un dito ed io ce lo metto, mi dice mettici
due dita, ed io ce le metto, poi comincia a strillare ed a gemere e mi dice mettici una mano, ed io ce la metto, poi mi dice mettici tutte e due le mani, poi mi dice fammi un applauso, ed io dico che
non ce la faccio, ed allora lei mi dice : hai visto? Te l’avevo detto che ce l’avevo stretta!”. (il capo maggiordomo Cuba Gooding Jr. agli
altri maggiordomi).
“Noi di colore, i domestici neri, svolgono lo stesso lavoro dei domestici bianchi. Credo che i nostri salari dovrebbero corrispondere al
nostro servizio.
Domestici neri?
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi):
Inoltre penso che dovremmo avere opportunità di avanzamento. Nessun domestico
Leggenda:
nero è stato mai promosso ad un posto specializzato.
Sei tenuto in grande considerazione qui. Ma se non sei soddisfatto del salario e CAPOLAVORO: 10
delle condizioni, ti suggerisco di trovarti un altro lavoro. Non ti fare influenzare dalle DA NON PERDERE: 8
stronzate di Martin Luther King. E non dimenticare di dove ti ho trovato!”. (Forest DISCRETO: 6
DA EVITARE: meno di 6
Whitaker e Jim Gleason).
7.5
Campo de’ fiori
22
INTERVISTA A PAOLO RADI,
TRA LA FOLGORE E I COMSUBIN
E’ uscito il nuovo lavoro del regista-docente, dal titolo “Pollice Verde”
P
aolo Radi è un
docente di Lettere
presso
l’I.T.C. “Donato
Bramante di Pesaro con la passione per il
cinema e per le forze armate e di polizia. Ha readi Giuseppe
lizzato assieme ai suoi
Ferone
alunni quattro corti: “The
Temple”, un horror ambientato all’interno
dell’Istituto dove lavora, un giallo dal titolo
“The Five Dragons” sul tema della strategia
della tensione, “The Stoftware”, un giallo
onirico ambientato nel mondo della polizia
e dei servizi segreti e un documentario sulla
storia della Brigata Folgore diviso in due
parti: “Le ali di un soldato” e “Le ali di un
soldato –sole testimonianze”. Lo abbiamo
incontrato alla vigilia della presentazione del
suo nuovo lavoro realizzato in parte con i
docenti dove insegna: “Pollice Verde”. Un
altro corto, stavolta però c’è di mezzo il terrorismo ed i servizi segreti internazionali.
L’anno scorso abbiamo iniziato la nostra intervista partendo dal tuo percorso di formazione, stavolta la prima
domanda che ti vogliamo fare riguarda il percorso di “Le ali di un soldato”.
E’ stato presentato in forma privata al 28
esimo RGT Pavia di Pesaro, poi a Giugno
l’ho fatto visionare dall’U.N.U.C.I del Belgio,
ho avuto un invito dall’A. P. Di Torino, inoltre mi sono pervenute due lettere di ringraziamento, una dal Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e l’altra dal
C.S.M. Gen. Claudio Graziano, più due mail
dal Generale Marco Bertolini Capo del C.O.I
e dal Generale ora in pensione e Comandante della Brigata Folgore, Enrico Celentano.
Visto che questo lavoro è passato in
secondo piano, cosa avresti cambiato?
Ti posso dire che non è passato in secondo
piano. A ottobre ho fatto uscire una versione rimasterizzata, parlo del sonoro e poi
lo sto traducendo in Inglese. Le ali del soldato, devono volare ancora perché non
sono giunte a destinazione.
Qualche delusione?
Le delusioni non mancano, ho investito
qualche migliaia di euro e ti posso dire che
sono ancora sotto. Mi aspettavo che i vari
Comandi ne facessero richiesta, ma ciò non
è avvenuto, forse ho sbagliato a promuoverlo. Ma vedi, all’estero è più facile, in Italia, non so che dire …
L’A.N.P.D’I (Associazione Nazionale
Paracadutisti d’Italia) ti sarà stata riconoscente, in fin dei conti hai coinvolto degli alunni su un argomento, la
storia della Brigata Folgore, che pochi
giovani conoscono.
In Italia la riconoscenza non esiste, vedi per
capire l’ambiente Folgore mi sono iscritto
nelle tante pagine Facebook che prolificano
sul web, diciamo che quello che io argomentavo non è piaciuto a molti, e allora si
è sparsa la voce “della mia pericolosità”, mi
hanno visto come un intruso, uno che voleva sapere troppo su certi argomenti, altri
mi hanno visto come un sovversivo etc. Ma
va bene così, ho spedito all’A.N.P.D’I il mio
lavoro e dopo un anno e mezzo non ho ricevuto nulla, nessuna lettera di ringraziamento. Mi fermo qui, qualcuno non avrà
gradito qualche testimonianza presente nel
lavoro, ma sono mie supposizioni.
Però hai ricevuto tante soddisfazioni,
in fin dei conti …
In fin dei conti non si può piacere a tutti,
sarei presuntuoso, comunque il lavoro a chi
me lo ha chiesto l’ho inviato in forma gratuita, non speculo sui morti e sulle tragedie,
tanti mi dicevano: ”quanto costa?” Non sapevo cosa rispondere e allora ho preferito
agire secondo la mia coscienza.
Parliamo di “Pollice Verde”, cosa racconti questa volta?
Un terrorista di cui all’inizio non si conosce
l’identità, sappiamo solo che si chiama
Ismail 43, è fuggito dall’Afghanistan per
compiere un attentato al Conservatorio di
Pesaro, nel giorno in cui ci sarà la visita
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A Roma si incontrano strani individui, un
agente segreto Afghano, una giovane
agente della Cia, Joyce e il Capitano dei
Servizi Segreti Giorgio Carta. Joyce chiede
aiuto al Capitano Carta per poter sventare
l’attacco terroristico.
Il capitano titubante fa capire che è disponibile al momento un giovane “Ardito Incursore di Marina” che non ha
ancora
completato l’addestrato: Marco Solo.
L’azione da Roma si svolge a Pesaro. Dopo
mesi di prova i giovani musicisti si preparano per il gran giorno, suoneranno per il
giorno dell’arrivo del Presidente l’opera rossiniana, “l’Italiana in Algeri.”
Mentre il professore spiega ai giovani il lavoro svolto e riassume alcune particolarità
di Rossini, si presenta alla lezione il giovane
agente del Comsubin sotto le mentite spogli di Marco Solo, un giovane musicista.
Marco dice di essere arrivato in ritardo perché per un disguido la segreteria dell’Istituto non gli aveva comunicato in tempo
l’accettazione al seminario su Rossini e di
conseguenza l’opportunità di suonare in
vista della visita presidenziale.
Finita la lezione Marco fa amicizia con Luna,
una giovane musicista araba. Fra loro sembra nascere una certa simpatia.
Il giorno dell’attentato Marco non ha ancora
capito chi possa essere il giovane attentatore, ha un’intuizione, una frase pronunciata il giorno prima da Luna lo fa riflettere:
“ domani suoneremo l’Italiana a Tangeri”.
Capisce immediatamente l’identità di Ismail
43. Non sveliamo altro. L’azione prosegue a
Viterbo dove una giovane donna, un agente
segreto di un non meglio identificato paese,
ci fa capire che ci saranno altri attentati.
I titoli di coda spiegano allo spettatore che
la storia è vera e che lo sceneggiatore si è
ispirato a un fatto realmente accaduto; le
fonti? I dispacci militari statunitensi.
Una trama avvincente, quando tempo
hai dedicato alla sceneggiatura e
quando hai iniziato a scriverla?
Campo de’ fiori
Ho scritto una prima versione a settembre
del 2012, mentre stavo supervisionando il
montaggio delle Ali di un Soldato, poi a ottobre del 2012 ho girato senza una versione
definitiva della sceneggiatura alcune scene
ambientate a Roma e Viterbo. A febbraio ho
finito lo script. E ho iniziato a girare alcune
scene con i miei alunni all’interno dell’Istituto. Ma le riprese sono finite a ottobre
2013 mentre facevo un primo montaggio.
Come mai tanto tempo per un corto
che dura solo 17 minuti?
Il motivo è semplice, mentre stavo supervisionando alcuni dialoghi ho raccontato il
progetto del nuovo film in lavorazione a un
amico che lavora per il Ministero della Difesa, appena ha sentito che avrei usato
l’acronimo Comsubin mi ha detto che senza
la dovuta autorizzazione da parte del Ministero della Marina avrei potuto avere delle
grane legali legate a quel tipo di nome. Così
ho scritto subito all’ufficio preposto della
Marina (ovviamente ho spiegato la tipologia
del lavoro) per avere l’autorizzazione. Appena è arrivata l’autorizzazione ci siamo
messi subito al lavoro e a tempo di record
abbiamo finito il corto. L’ho spedito alla Marina Militare a al Comsubin. I primi riscontri
sono positivi.
Certo sappiamo tutti la riservatezza
che circonda il luogo dove si allenano
e si preparano i futuri incursori, poi
dalla locandina l’acronimo Comsubin
viene associato alla CIA, ad alcune organizzazioni terroristiche. Concludendo, avresti messo in imbarazzo
questo reparto, giusto?
Si è giusto, ovvio che nessuno conosce i
nomi degli incursori, e la maggior parte
delle persone non sa nemmeno cosa siano
i Comsubin, ed è meglio così, i problemi li
avrei potuti avere io. Potevo beccarmi una
denuncia, tieni presente che nel corto ci
sono dei minori. Sono contento dell’autorizzazione, spero di poter collaborare di nuovo
con la Marina Militare.
Questa volta nel tuo film c’è una special guest, se così la posso definire,
ossia l’avvocato Giorgio Carta. Come
lo hai contattato?
Conosco l’avvocato Giorgio Carta da diverso
tempo, quattro anni, e a un certo punto mi
sono chiesto, perché non chiedere a Giorgio
se ha voglia di interpretare se stesso, Giorgio ha accettato e abbiamo girato nel suo
studio. Giorgio ha avuto fiducia in me e la
cosa mi ha fatto molto piacere. Quando abbiamo iniziato a lavorare al montaggio, Fabrizio Colonesi, (cura sin dall’inizio della mia
carriera il montaggio dei
miei film e il missaggio del
sonoro) mi disse: ” Paolo
complimenti, ma chi interpreta l’avvocato è un attore bravissimo, quanto ti
è costato”. Gli risposti: “Fabrizio, interpreta se stesso,
non è un attore!”. Diciamo
che Giorgio ha una forte
presenza scenica, ma tutti
sono bravi. Questa volta
sono molto soddisfatto
della recitazione, i miei
alunni hanno dato il meglio. Un ringraziamento
particolare a Marina D’Annibale, peccato che non
faccia una bella fine.
Basta: vi ho rivelato anche
troppo!
A cosa hai dovuto rinunciare?
Dovevamo girare gli interni
al Conservatorio, avevo i
permessi pronti, poi per un
disguido non se n’è fatto
più nulla, volevo terminare
il film per dicembre 2013,
e allora ho girato all’interno della mia scuola, poi
certo, era previsto un inseguimento a piedi a Villa Borghese, ma due
miei cari amici mi hanno dato forfait. Peccato. Per quel che concerne i minori la
prima cosa che devi fare un docente è tutelarli. In genere il Dirigente mi dà carta libera, anche se legge sempre la
sceneggiatura. La trama ha un contenuto
di forte attualità, l’argomento è scottante,
ecco perché ho preferito evitare delle scene
che avrebbero potuto essere disturbanti.
La trama è chiara e lineare, il fatto che
tu dica che il contenuto è veritiero
conferisce un maggiore realismo.
Desidero che alla fine lo spettatore si
chieda: ma allora è vero? Siamo tutti in pericolo dunque? Ecco cosa desidero, lo spettatore deve porsi degli interrogativi, l’amico
fidato può far parte di un’organizzazione
terroristica oppure essere un agente sotto
copertura. Il messaggio è chiaro: non fidatevi di nessuno!
Anche questa volta il finale è aperto,
come mai non chiudi mai i tuoi film in
maniera tale che tutto sia definitivo e
chiaro?
Sta allo spettatore far terminare il mio film,
in questo caso il film è circolare, tutto rico-
23
mincia dall’inizio anche se qualcuno ha pagato di persona. E’ la prima volta che ci
sono degli omicidi, solo che non si vedono.
Cosa stai preparando attualmente?
Per quel che concerne i nuovi lavori ti posso
dire che è terminata la II parte dedicata alla
Folgore. Un secondo lavoro, un documentario, si chiama “Il deserto della memoria, i
ricordi di un ragazzo della Folgore – El Alamein 1942”, poi ad Aprile con i miei alunni
realizzerò un corto sull’operazione Ibis in
Somalia, titolo provvisorio “La Battaglia
degli Angeli”. Mi fermo qui per i progetti. Intanto “Pollice Verde” spero che venga selezionato per i futuri festival che si terranno
in Italia e in Europa.
L’intervista finisce qui e speriamo in
qualche premio.
I premi sono importanti, ma credo che sia
importante quello che i miei alunni si ricorderanno in futuro sul ruolo degli incursori
nella storia della II guerra mondiale, io
come docente offro degli spunti, sta a loro
approfondire.
Campo de’ fiori
24
RONCIGLIONE – CUBO FESTIVAL 2014
REGOLAMENTO DEL CUBO FESTIVAL CULTURE CONTEST 2014
G
ià in prepara
zione
la
prossima
manifestazione
CUBO FESTIVAL a Ronciglione. La
prima edizione ha avuto
un notevole successo di
di Roberto
pubblico, nonostante lo
Ragone
scetticismo manifestato da
alcuni. Tre giorni di cultura dura e pura in
un paese come Ronciglione, avevano fatto
dubitare parecchi, dato il taglio sempre
tradizionale delle manifestazioni già conosciute. La soddisfazione di chi ha organizzato è stata quella di vedere
completamente convertiti al nuovo
verbo tutti coloro che più avevano mal
giudicato la manifestazione, riponendo
poca fiducia sia nella formula che negli
organizzatori. C’è da dire, ad onore di
questi ultimi, che la somma stanziata e
utilizzata è stata veramente esigua
nell’ordine di un paio di migliaia di euro,
mentre molti partecipanti hanno provveduto a pagarsi le spese. Per la seconda edizione, già in programma per i
giorni 5,6,7 e 8 dicembre 2014, ci sono
interessanti novità. Una di queste è il contest policulturale indirizzato agli under 35,
che comprende teatro, cortometraggio, musica,letteratura e fotografia, di cui diamo qui
di seguito il regolamento.
Regolamento CUBO Festival
Culture Contest 2014.
Art. 1 Il CUBO Festival Culture Contest si
svolge nell’anno 2014 nel comune di Ronciglione. Il Premio è organizzato dall’associazione Act Ronciglione in collaborazione con:
Comune di Ronciglione Assessorato alla Cultura, Istituzione Teatro Ronciglione, Istituzione Musica Ronciglione, Istituzione
Biblioteca Ronciglione, Alterego Edizioni,
Tuscia Film Festival, Associazione Astarte,
l’associazione Tormillinarte, Associazione Rinascimento, Tuscia in Jazz Festival, associazione culturale Mariangela Virgili, Colori
Musicali Edizioni, Etichetta Discografica Eunote, Centro Ricerche e Studi di Ronciglione.
Art. 2 Il CUBO Festival Culture Contest è riservato ai giovani under 35 e suddiviso in 5
premi dedicati a Teatro, Cortometraggio, Musica, Letteratura e Fotografia.
In base ai seguenti criteri (...).
Art. 3 Le domande d’iscrizione al CUBO Festival Culture Contest dovranno pervenire
entro il 30 marzo 2014 (farà fede la data del
timbro postale).E’ previsto che l’iscrizione
avvenga tramite invio via posta o email dei
seguenti materiali (...)
Art. 4 Le domande di iscrizione contenenti
la documentazione richiesta dovranno essere inviate al seguente indirizzo Cubo Festival Culture Contest – Via Magenta 21 –
01037 Ronciglione VT – Tel. 393 9511130 –
[email protected]
Art. 5 Tra tutti gli iscritti saranno selezionati
3 finalisti che si esibiranno con il seguente
programma: Musica il 26/04/2014, ore 21
Teatro Petrolini - Teatro il 03/05/2014, ore
21 Teatro Petrolini - Cortometraggio il
10/05/2014, ore 21 Teatro Petrolini - Letteratura il 17/05/2014, ore 21 Biblioteca Fotografia il 24/05/2014, ore 21 Sala del
Collegio.
Tra essi verranno a sua volta scelti i 5 vincitori che presenteranno le loro Opere durante il CUBO Festival dal 5 all’8 dicembre
2014 L’ammissione dei candidati selezionati
alle fasi finali avverrà ad insindacabile giudizio del Comitato Organizzatore e sarà resa
nota ai candidati entro il 30 aprile 2014 attraverso un contatto telefonico ed una email.
Art. 6 I concorrenti iscritti saranno valutati
dalle seguenti giurie: Teatro –Luciano Mariti, Paolo Manganiello e Patrizia Natale.
Cortometraggio – Mauro Morucci, Roberto Torelli. Musica – Mauro Dolci, Italo
Leali e Sesto Quatrini. Letteratura – Giorgio Nisini, Francesca Romana Stocchi e Danilo Bultrini. Fotografia – Dario Coletti,
Chloe Ercoli Bannister.
Art. 7 Il CUBO Festival Culture Contest si
svolgerà a Ronciglione secondo il seguente
programma: Musica il 26/04/2014, ore 21
Teatro Petrolini: N° 3 artisti ammessi alle finali - Teatro il 03/05/2014, ore 21 Teatro
Petrolini: N° 3 artisti ammessi alle finali
Cortometraggio il 10/05/2014, ore 21
Teatro Petrolini: N° 3 artisti ammessi alle finali - Letteratura il 17/05/2014, ore 21 Biblioteca: N° 3 artisti ammessi alle finali Fotografia il 24/05/2014, ore 21 Sala del
Collegio: N° 3 artisti ammessi alle finali
Tutti i vincitori prenderanno parte al Cubo
Festival dal 5 all’8 dicembre 2014 a Ronciglione.
Art. 8 La Giuria delle selezioni sarà presieduta da: Teatro –Luciano Mariti,
Cortometraggio – Mauro Morucci,
Musica – Mauro Dolci, Letteratura
– Giorgio Nisini
Fotografia – Dario Coletti.
Art. 9 Nelle serate finali la Giuria assegnerà i seguenti Premi: Teatro –
Presentazione dell’opera al Cubo Festival 2014 e Inserimento nel cartellone della Rassegna Teatrale di
Ferento e di Ronciglione del
2015.Cortometraggio – Presentazione dell’opera al Cubo Festival
2014 e al Tuscia Film Festival 2015 a
Viterbo. Musica - Presentazione
dell’opera al Cubo Festival 2014 e Incisione
e produzione del CD con l’etichetta discografica Eunote con edizioni Colori Musicali.
Letteratura – Presentazione dell’opera al
Cubo Festival 2014 e Pubblicazione di un romanzo da parte della Alterego edizioni. Fotografia – Organizzazione di una mostra
personale al Cubo Festival 2014.
Art. 10 Le spese di logistica, allestimenti,
tecnici audio e luci, backline e promozione
sono a carico dell’organizzazione.
Art. 11 Le spese di vitto, alloggio e viaggio
sono a carico dei concorrenti. L’organizzazione realizzerà apposite convenzioni con le
strutture alberghiere del luogo per favorire
gli iscritti.
Art. 12 L’organizzazione del Premio non si
assume alcuna responsabilità per eventuali
incidenti che potrebbero verificarsi prima,
durante e dopo lo svolgimento del concorso.
Art. 13 L’iscrizione al CUBO Festival Culture
Contest comporta la piena accettazione del
presente bando di concorso.Il Regolamento
è pubblicato in lingua italiana, francese ed
inglese. In caso di controversia farà fede il
testo in lingua italiana.
26
Campo de’ fiori
Associazione Artistica Ivna
L’ode a Maria, CONCERTO DI NATALE CON IL MAESTRO
MATTEO BISCETTI E IL SOPRANO MARIELLA SPADAVECCHIA
CHI SONO MARIELLA SPADAVECCHIA E MATTEO BISCETTI?
Mariella Spadavecchia, soprano, diplomata in Canto lirico. Si laurea in Discipline
L
’ODE A MARIA ha
voluto essere un
concerto di Natale in onore alla
Madonna,
un
canto, una preghiera comunitaria che ha tentato
della Prof. ssa di avvicinare anime ad
Maria Cristina anime, cuori a cuori al
Bigarelli
Cuore Immacolato di
Maria presso il Teatro Parrocchiale di Villanova mercoledì 03 dicembre alle ore 21.00.
Sala al completo che ha visto paladini della
serata Il Maestro d’Organo Matteo Biscetti
e Mariella Spadavecchia, Soprano. Il programma di sala è stato eseguito con “L’AVE
MARIA” di C. Franck, il “SALVE REGINA” di
G. Puccini, l’AVE MARIA, detta di Caccini, di
V. Vavilov, il WIEGENLIED, op 49 n. 4
“GUTEN ABEND, GUTE NACHT di J. Brahams, “LA VERGINE DEGLI ANGELI” ( da la
forza del destino) di G. Verdi,il “ MARIA
WIEGENLIED op.76 n.52 di M. Reger, “L’AVE
MARIA” , da Otello, di G. Verdi, il “DI’,
MARIA DOLCE” di V. Rivoglia, l’AVE MARIA
, sull’intermezzo di Cavalleria rusticana, di
p. Mascagni e BIANCO NATALE “WHITE
CHRISTMAS” scritta da Irving Berlin.
Un Canto, una Preghiera, per l’appunto, che
ha unito insieme un numeroso pubblico in
un comune sentire…e il sentimento è stato
ispirato dalla famosa affermazione di S.
Agostino: “Chi canta, prega due volte”. Il
concerto ha contribuito a vivere con gioia il
culto liturgico del periodo forte, come quello
del Natale. E’ stato un momento di riflessione, come affermato dal parroco Don
Emanuele Germani che ha voluto riferirsi
all’angelo del presepe allestito per l’occasione. Contrariamente al fatto che generalmente gli Angeli portano i lieti annunci,
cantano sempre e la notte della nascita di
Gesù cantano il Gloria. Questo è un Angelo,
donato che…, invece, non canta, sta lì pensoso… rispecchiando un po’ il senso della
serata e del concerto… il pensare, il ripensare come hanno fatto i grandi musicisti,
componendo melodie meravigliose… attra-
delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), con indirizzo Musicologico, all’Università degli Studi di Bologna e ha successivamente conseguito i diplomi di
specializzazione post lauream in “Educazione musicale, elementi di ditattica” e
“Le culture musicali”. Ha insegnato Storia della Musica presso il Dipartimento
di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi della Tuscia. Giornalista affianca l’attività concertistica a quella didattica, giornalistica e di critico
musicale. Ha curato i programmi di sala del Festival Barocco di Viterbo e di altre
rassegne musicali. Ha collaborato regolarmente per ventuno anni con la redazione
di Viterbo del quotidiano “Il tempo”, curando in particolare il settore musicale e
degli spettacoli, scrivendo articoli sulla cronaca regionale del Lazio e nazionale. Scrive per riviste e siti specializzati nel settore musicale. E’ attualmente vicedirettore del quotidiano online
di Viterbo e provincia “Tuscia Times”. Svolge didattica e tiene corsi di canto lirico e moderno,
propedeutica musicale per bambini, solfeggio, storia della musica. Ha iniziato a cantare come
corista dell’Unione Musicale Viterbese “Adriano Ceccarini”, diretta dal maestro Vincenzo Rivoglia. Tiene concerti per soprano e pianoforte e soprano e organo, con il Maestro Ferdinando
Bastianini e il Maestro Matteo Biscetti. Ha cantato per “Organa nostra”, la rassegna itinerante
per riscoprire gli organi storici della Tuscia. In occasione dell’edizione 2009 del Tuscia Operafestival ha cantato nella chiesa di Santa Maria della Quercia (Viterbo) lo “Stabat Mater” di
Pergolesi, per soprano, contralto e orchestra d’archi.
Matteo Biscetti, nato a Viterbo nel 1988, inizia lo studio del Pianoforte all’età di sette anni
sotto la guida del M° Ferdinando Bastianini. Successivamente prosegue gli studi con il M° Demetrio Massimo Trotta presso il Conservatorio “C.G. da Venosa” di Potenza nel quale nel 2008
si diploma con il massimo dei voti e la lode dopo aver conseguito, nel 2007, la maturità scientifica presso il Liceo Scientifico “P. Ruffini” di Viterbo. Presso il medesimo conservatorio nel
2008 consegue anche il Diploma di Compimento Inferiore in Organo e Composizione Organistica e nel 2010 termina il Tirocinio biennale in Pianoforte. Dal 2009 al 2011 si perfeziona in
Pianoforte presso l’Accademia Musicale di Firenze con il M° Pier Narciso Masi. Nel 2012 consegue la Laurea specialistica in Discipline Musicali, Indirizzo Interpretativo in Pianoforte, Curriculum Solistico sotto la guida del M° Carlo Guaitoli presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali
“G. Briccialdi” di Terni con una tesi e un recital sui Quadri di un‘Esposizione di M. Musorgskij.
Ha studiato inoltre Composizione con il M° Fabrizio Bastianini. E’ stato premiato in moltissimi
concorsi pianistici nazionali e internazionali in importanti città italiane. Inoltre nel 2003 è risultato vincitore al concorso “Note d’Organo nei Monumenti della tua Città” promosso
dall’A.P.T. e dal Festival Barocco di Viterbo, nel 2006 al concorso di arti sceniche “Creo Ergo
Sum” di Rieti in qualità di pianista accompagnatore e nel 2010 al concorso “Giovani Musicisti
Città di Viterbo” nella sezione Musica da Camera.
Intensa l’attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche nell’ambito di
importanti programmazioni artistiche organizzate da rinomate associazioni musicali nazionali.
Si è esibito alla presenza di importanti cariche istituzionali quali l’ex Presidente Cossiga, Ministri
e Onorevoli Parlamentari. Si è esibito inoltre alla presenza del M° Uto Ughi. Dal 2000 è organista titolare della Basilica Santuario di Santa Maria della Quercia di Viterbo nella quale ha
suonato al cospetto di S.S. Papa Benedetto XVI in occasione della Visita Pastorale a Viterbo
nel 2009.
verso le quali hanno pensato, hanno immaginato di vedere Dio, la Madonna, i Santi, il
Paradiso…e questo Angelo sicuramente
pensa a Gesù e invita anche noi a pensare
al Mistero Grande del Natale.
Presentatrice della serata la Signora Laura
Ciulli che con voce calda e appassionata, in
atteggiamento di lode e di preghiera introduce le melodie eseguite con altrettattanto
sacro ossequio e rispetto. Le note dell’Organo hanno dato solennità e autorevolezza
alla voce del Soprano e insieme hanno fatto
sì che la Preghiera Comunitaria si trasformasse in disposizione d’animo, in apertura
al prossimo, caratteristica di chi cerca il dialogo con Dio. UN CANTO, non teso alle inclinazioni individualiste…orientato, invece,
verso la LITURGIA, verso il MISTERO dell’INCARNAZIONE. Quella di Mariella Spadavecchia e di Matteo Biscetti è stata un’Ode
a Maria accuratamente preparata, spiritualmente eseguita che ha reso possibile presentare a Dio anche la ricchezza dei talenti
che Lui STESSO HA DONATO moltiplicata
dalle umane e affettuose cure musicali e vocali nell’Amore, il solo di tutti i moti dell’anima che ci conduce alla LUCE e al
SENSO della Vita con la Vita.
Campo de’ fiori
27
Dopo il terremoto estivo, “Mignolò” rimane ad Ernesto
UNA COSTOLA CHIAMATA ERMINIO
D
ue terremoti. Il
primo, quello
autentico, nel
novembre del
1980 in Irpinia, quando per la prima
volta andai a mangiare da
di Secondiano
“ Mignolò”, il secondo,
Zeroli
quello inaspettato, nel novembre del 2013,quando
nella cucina del ristorante seppi dell’ avvenuto divorzio. Della prima volta serbo un
dolce ricordo, perché una signora bionda e
massiccia, che poi conobbi come la proprietaria signora Bianca, mi raccolse da terra l’
impermeabile, che avevo sbadatamente
fatto cadere e me lo spazzolò con incredibile
premura. Della seconda incredulità e stupore, quando Gabriella, la moglie di Ernesto, mi mise al corrente del diverbio tra
fratelli e della conseguente separazione
commerciale.
Tra i due avvenimenti 33 anni di mie frequentazioni prima assidue poi sporadiche,
quando gli avvenimenti della vita mi hanno
portato ad abitare sul lago di Bolsena. Ma
di “ Mignolò”, che rappresenta lo zoccolo
duro della ristorazione a Civita Castellana,
conservo davvero molti ricordi. E’ lì che conobbi il leggendario pugile Tiberio Mitri, che
all’apice della povertà, tentava di piazzare
detergenti e strofinacci per il bagno, ma
non mancava, con le giuste sollecitazioni, di
rivivere i suoi momenti mitici in mezzo alle
fatidiche dodici corde. E’ lì che Edoardo Vianello, in piena crisi dopo la lacerazione del
legame con Wilma Goich, tra un rigatone
alla “Mignolò” ed una “tranche” di pesce
spada, cercava orgogliosamente di rimanere in partita, quando tutto il mondo musicale lo stava dimenticando. E’ lì che il
piccolo di statura, ma grande di personalità,
capitano della Roma degli anni ’60, Giacomino Losi, mi confessò, alla presenza del
noto telecronista Gianni Cerqueti, che ambiva ad intraprendere la carriera di allenatore e che chissà forse un giorno sarebbe
anche potuto approdare a Viterbo, in una
serie C allora molto meno affollata di ora. E’
soprattutto lì che riuscii appieno a valutare
il grande cuore dei proprietari . Un Ernesto,
ex pugile amatoriale, che con tocco leggero
mi fece una dozzina di iniezioni senza che
sentissi il benché minimo dolore. E’ lì che
Erminio mi offriva dei pregevoli vini, quando
uno stralunato Cerri mi si sedeva accanto
per parlarmi delle vicissitudini spesso tempestose della nostra amata Roma.
I miei ricordi più belli sono questi. Sono
quelli in cui la signora Bianca mi toglieva la
polvere sulla macchina che avevo parcheggiato sul piazzale antistante per una vacanza all’estero. Sono quelli delle cene di
“Punto Zero” con Sandro Anselmi, Stefano
Principalli, Ermanno Todini, Doris Del Bufalo, Augusto Tordi, Ivano Gabrielli.
Ora quando da Ponte Clementino arrivo a
Via Ferretti vado in confusione perché non
so se virare a destra verso il nuovo ristorante di Erminio o effettuare la consueta
sterzata a sinistra verso la cosiddetta variante Mignolò. Vi immaginate cosa farebbe
mamma Bianca? Impossibile saperlo, ma un
“moccolo” in friulano lo tirerebbe giù di sicuro.
Noi certo non possiamo farci niente, ma
una preghiera possiamo indirizzarla ad entrambi. Sarebbe bello se il mercoledì Erminio( che è chiuso) andasse da Ernesto ed il
giorno successivo Ernesto gli rendesse la
pariglia. Così anche mamma Bianca da
Lassù ne sarebbe rasserenata.
Campo de’ fiori
28
Le grandi conquiste ottenute con pacifiche evoluzioni democratiche
e i grandi eventi che hanno fatto la storia del nostro Paese.
“Nasce la televisione”
L
a televisione italiana nasce a Milano il 3 Gennaio
alle ore 14,30
negli studi della
Rai. La prima trasmissione
fu “Arrivi e partenze”, una
di Sergio Piano rubrica settimanale di interviste a varie personalità, condotta da Armando
Pizzo e Mike Bongiorno.
Il primo giorno di trasmissioni prosegue con
la musica leggera di “Orchestra 15”, poi una
cronaca sportiva, un documentario su Tiepolo, il telegiornale e una commedia di
“Carlo Goldoni”.
Appena nata la nostra televisione contava
già 24.000 abbonati, che diventeranno
90.000 alla fine dell’anno. Un televisore costava 250.000 lire, lo stipendio di un impiegato era di 40.000 lire e una Fiat 600
costava 390.000 lire. Nonostante i costi alti
per l’epoca, la televisione ha un grandissimo
successo, la si vede prima nei cinema e nei
teatri, poi nei bar e nei circoli, fino all’ingresso nelle case. Come non ricordarsi di
trasmissioni storiche come “Lascia o raddoppia” o “Il musichiere”, trasmissioni che
ebbero un successo nazionale, oppure dei
primi varietà, come “Un due tre” o “Canzonissima”, sceneggiati come “Piccole donne”
o trasmissioni informative come “L’amico
degli animali”, o ancora i grandi eventi come
le nozze del principe Ranieri di Monaco con
l’attrice Grace Kelly, o di Sanremo, o del funerale di Papa Pio XII, o ancora personaggi
come “Il mattatore” di Vittorio Gassman, il
“Tenente Sheridan” di Ubaldo Lai, “Mago
Zurlì” di Cino Tortorella, o Topo Gigio. Tutte
queste trasmissioni sono diventate patrimonio della nostra vita e ci hanno accompagnato negli anni.
Nel 1957 ha inizio una delle trasmissioni che
porteremo per sempre nel cuore: “Carosello”, che poi non era una vera e propria
trasmissione, ma semplicemente l’ingresso
della pubblicità nella televisione italiana. Nel
1959 gli abbonati arrivano ad un milione, ma
i telespettatori sono
molti di più, le Olimpiadi di Roma nel 1960
sono viste da tutto il
Paese per la prima
volta. All’inizio la Rai,
avendo una vocazione
pedagogica, trasmette
programmi come “Telescuola” e “Non è mai
troppo tardi”, che dominano l’intera programmazione
giornaliera.
Nel 1961 nasce il Secondo Canale Rai, mentre la terza rete nascerà nel 1979. Alla fine
degli anni ’60, iniziano a trasmettere anche
le prime emittenti straniere in lingua italiana, come “Capodistria”, mentre nel 1971
nascono le tv locali, che si sviluppano in catene o gruppi. Ad esempio “Telemilano”,
emittente di un quartiere suburbano costruito da Silvio Berlusconi, all’inizio degli
anni ’80 diventa Canale 5 e nella stessa galassia entrano Rete 4 dal gruppo Mondadori
e Italia 1 dal gruppo Rusconi, tutte poi confluite in Mediaset.
Con la nascita delle emittenti private, la
concorrenza comincia a farsi molto forte:
nel 1982 la Rai ha il 63% degli ascolti, mentre le emittenti private arrivano al 30%, ma
questo dualismo tende a livellarsi, lasciando
un piccolo spazio ad altri gruppi come La7,
nata da Telemontecarlo nel 2001 e dai canali satellitari di SKY.
Oltre a questo, la televisione ci ha reso partecipi di altri grandi eventi, come ad esempio lo sbarco dell’Uomo sulla Luna, o i
funerali di J.F. Kennedy o di Lady Diana, o
anche di eventi sportivi come le Olimpiadi e
i Campionati del Mondo di Calcio, e tantissime altre notizie che hanno anche diviso
oppure unito il Paese, come il Referendum
sul divorzio o quello sull’aborto. Ma ci ha
anche reso partecipi di grandi momenti di
commozione collettiva, come il fallito tentativo di salvare il piccolo Alfredino Rampi caduto in un pozzo a Vermicino, una tragedia
che commosse il Paese intero.
Oltre a questo la televisione ci ha regalato
anche trasmissioni più leggere e culturali,
come “Il salotto” di Bruno Vespa oppure il
“Maurizio Costanzo Show”, o anche “La
piazza” di Santoro, ma anche il “Drive in”
nel 1963 oppure “Striscia la notizia”, per
passare poi ai reality show, come “Grande
fratello” o “X-factor”.
Ultimamente l’avvento del digitale terrestre
ha arricchito ancora di più la sua programmazione con nuovi canali telematici, dandoci così la possibilità di avere una scelta
ancora maggiore, a seconda dei nostri
gusti. Insomma la televisione è stata, è e
credo che rimarrà per sempre il nostro passatempo preferito, a prescindere da tutto.
Ha compiuto sessanta anni, ma non ha nessuna intenzione di andare in pensione e
francamente nemmeno noi.
Campo de’ fiori
29
“Click Gruppo Fotografico”
Il gruppo di Facebook dedicato agli appassionati di fotografia
L
a passione per la fotografia, soprattutto in questi ultimi anni, sta
letteralmente dilagando, ed il fatto
è dovuto certamente anche all’avvento del digitale. La nuova tecnologia ha sicuramente incentivato questo
settore. Scattare foto, oggi, è semplice e veloce, non solo con macchinette fotografiche,
ma anche con cellulari e tablet ed uno tra
questi accessori è oramai alla portata di
tutti. Si scattano foto a ripetizione, senza
dover più pensare che il rullino potrebbe finire. Ed anche lo sviluppo è diventato praticamente un ricordo. Scarichiamo le foto
nel computer o le postiamo sui social network, raramente ne stampiamo qualcuna.
Questo può essere certamente considerato
un vantaggio, specialmente dal punto di
vista economico, ma di contro rimane il
fatto che ancor più raramente le andiamo a
rivedere, come si faceva con le vecchie foto.
Spesso accade poi che per problemi tecnici,
legati a questi mezzi moderni, le foto si cancellino e il ricordato fissato, rimanda sempre
più remoto nella nostra memoria.
Questo è quello che accade un po’ comunemente a tutti. C’è poi chi, ancor più innamorato ed appassionato della fotografia, si
dota di macchinette potenti e sofisticate,
per fare di questa arte più di una passione
da inseguire e condividere con gli altri. Ed
è così che su Facebook è nato, quasi per
gioco, il gruppo Click. L’idea è del giovane
civitonico Stefano Morselli, che abbiamo incontrato per l’occasione.
Quando e come è nato il gruppo?
Erano gli inizi di Settembre 2013. Io insieme
ad altri quattro amici, andando verso l’inverno, cercavamo un modo per poter continuare ad incontrarci e portare avanti la
nostra passione per la fotografia. Cosi abbiamo deciso di creare un gruppo su Facebook, il “Click Gruppo Fotografico”, cosi da
poter rimanere in contatto ed organizzarci
anche durante il periodo invernale.
A chi si rivolge Click?
Il gruppo coinvolge tutti coloro che sono legati in vari modi al mondo della fotografia,
ed è divenuto in pochissimo tempo una
piattaforma di riferimento per coloro che
nutrono passione o semplice diletto per la
fotografia. È composto da fotografi professionisti, fotoamatori, principianti e appassionati d’arte in genere.
Un primo bilancio?
In questi primi mesi abbiamo raggiunto un
sostanzioso numero di iscritti, che partecipano attivamente pubblicando foto, progetti
o semplici scatti di vita quotidiana, sottoponendoli alla critica (sempre costruttiva) di
tutti gli altri membri del Gruppo.
Qual è il segreto del successo imme-
diato che ha riscosso l’iniziativa?
E’ proprio questo sistema, di condivisione
di opinioni ed esperienze fotografiche,
che sta facendo crescere e migliorare
tutto il gruppo, sia
nell’aspetto tecnico
fotografico, ma soprattutto nell’aspetto
sociale. Parlo di sociale perché, a prescindere dalle tecniche e dai numerosissimi generi fotografici, ciò che si è creato
nel gruppo è soprattutto un rapporto di
amicizia tra tutti i
membri. Il merito di
tanto successo è dovuto anche agli amministratori e a tutti i
membri del Gruppo,
che partecipano attivamente
sia
agli
eventi che organizziamo, sia attraverso
la pagina Facebook,
sempre ricca di immaDue momenti del corsodi fotografia organizzato da
gini, iniziative e curio“Click Gruppo Fotografico”
sità fotografiche.
blicitaria… offrendo al Gruppo una visione
Quali sono le iniziative che siete riufotografica a tutto campo.
sciti ad organizzare finora?
Prossime iniziative in programma?
In poco più di tre mesi abbiamo organizzato
Sono in fase di realizzazione delle escursioni
numerose iniziative, tra cui un interessane concorsi fotografici molto interessanti che
tissimo corso di fotografia Macro e Still Life
vedranno partecipare attivamente gran
presso la Libroteca di Civita Castellana; un
parte del Gruppo. Iscriversi è facile, si acprogetto fotografico collettivo a tema, in cui
cede a Facebook, si cerca il gruppo “Click
i membri si sono dovuti cimentare con le
Gruppo Fotografico” e si richiede l’iscrizione.
proprie capacità per sviluppare un proprio
progetto sul tema proposto e una vera e
Davvero una bella iniziativa, che raccoglie
propria mostra fotografica collettiva, ancora
finalmente insieme i tanti, tantissimi amauna volta negli spazi de La Libroteca, comtori del settore fotografico. Accedendo al
posta da più di trenta immagini provenienti
Click Gruppo Fotografico su Facebook, la
dal progetto fotografico collettivo.
descrizione recita così: “Gruppo fotografico
Qual è lo scopo del vostro gruppo?
in cui pubblicare e condividere foto, eventi
Unico scopo è quello della condivisione della
fotografici, curiosità e novità fotografiche,
passione fotografica in ogni forma ed
domande tecniche e consigli utili per tutti.
espressione ed è grazie a tali propositi, baÉ gradita una partecipazione attiva sia nelle
sati sulla condivisione ed il miglioramento
pubblicazioni di foto che nei commenti. Si
collettivo, che il Gruppo ha avuto un succresce e si migliora attraverso la condivicesso cosi repentino.
sione ed il confronto.”
Ci sono limiti o regole per entrare a
Avrete modo di apprezzare gli scatti degli
farvi parte?
iscritti al gruppo Click anche attraverso le
No, ed il valore aggiunto è proprio l’eteropagine della nostra rivista, sempre alla
geneità fotografica. Ogni membro ha un
ricerca di foto interessanti e curiose.
proprio genere, che spazia dal ritratto alla
Ermelinda Benedetti
fotografia naturalistica, dalla paesaggistica
allo street, dallo still life alla fotografia pub-
Campo de’ fiori
30
PER UNA STORIA DI PIAZZA SAN CLEMENTE
ENRICO MINIO E IL MONUMENTO AI CADUTI
DI VIA BELVEDERE FALERI VETERES.
del Prof. Architetto Enea Cisbani
N
... continua dal numero 109
el centro antico di Civita Castellana, alla confluenza tra
via Vinciolino e via Belvedere Faleri Veteres – nelle
immediate vicinanze del
Liceo Artistico Ulderico Midossi – è collocato il Monumento ai Caduti della
Guerra 1940-1945, fortemente voluto dalla Comunità locale, dalle Associazioni Combattentistiche e dei reduci,
nonché dall’Amministrazione Comunale
del tempo presieduta dal Sindaco Enrico
Minio.
Originariamente collocato in via Minolfo
Masci, prospiciente il ponte Clementino,
nel 2008 in occasione dei restauri della
fontana di Corte promossi dal sindaco
Massimo Giampieri, è stato rimosso e
posizionato nell’attuale sito.
La struttura portante in cemento armato e
lo stesso pannello in ceramica pregevole
opera giovanile del professore Franco Valeri, insigne docente, ceramista e designer,
ispirata alla celebre opera Guernica di Pablo
Picasso, si presenta oggi in precario stato di
conservazione e lo stesso pannello ceramico
presenta estese fessurazioni tali da richiedere un urgente intervento di restauro.
Al degrado contribuisce, inoltre, la condizione della stessa area, in particolare il
muro in tufo a confine con la scuola, precario e fatiscente.
Le stesse alberature presenti vanno recuperate adeguatamente.
Auspichiamo i maggiorenti della politica e
della cultura locale, che il secondo monumento in ordine cronologico della città –
dopo quello ai Caduti della Guerra ‘15/’18
in via Gramsci – sia adeguatamente valorizzato e restituito al suo iniziale splendore.
L’acquisizione di importanti documenti, oggi
in nostro possesso, ci consentono di conoscere reconditi aspetti del travagliato iter
realizzativo che si trascina per ben due anni
e che contribuirà, unitamente ad altri episodi, alle dimissioni del sindaco Minio.
Il 30 aprile 1960 con delibera n. 36 del
Consiglio Comunale, presente la Giunta,
i Consiglieri, il Sindaco e il Vicesindaco Orazio Vaselli, approva all’Unanimità il progetto
del Monumento ai Caduti della Guerra
1940-1945 Soldati, Partigiani, Civili,
secondo il progetto architettonico firmato
dai professori Franco Giorgi e Franco Valeri
e allegato bozzetto a matita nera del pannello in ceramica smaltata firmato dal prof.
Valeri.
Bisognerà attendere il 30 settembre
1960, per l’approvazione del preventivo di
spesa di £.1.700.000, elaborato dalla ditta
appaltatrice Graja e Paolelli con sede in
via Nazionale Flaminia n.107 nel comune di
Rignano Flaminio.
Tra le due date evidenziate si pone la denuncia alla Prefettura di Viterbo del
maggio 1960, con il quale numerosi cittadini contestano l’operato di Minio, l’entità
della somma avanzata e che l’epigrafe del
monumento, così come elaborata e progettata, non riporta i nomi del Caduti civitonici
nella Seconda Guerra Mondiale, con fare e
metodo discriminatorio rispetto al monumento di via Gramsci che riporta invece i
nomi, come a voler distinguere tra morti
di serie maggiore e minore, così come
riportato nello stesso esposto.
E’ necessario sottolineare che l’attenta
analisi materiale del documento d’archivio, evidenzia che risulta formato da
due fogli ben distinti: il primo con il
testo della denuncia con le motivazioni
citate e il secondo contenente le firme
dei sottoscrittori, tale da avvalorare
l’ipotesi giuridica che chi sottoscrisse il
documento non comprese il testo principale, ma su questo aspetto ritorneremo in seguito.
Il 29 luglio 1960, con prot. n.21949, il
Prefetto di Viterbo scrive a Minio di calmare la situazione al fine di non farla
degenerare in scontri o disordini e di
considerarla con la dovuta attenzione
con l’obiettivo di trovare un preciso accordo tra le parti.
Perchè l’invito del Prefetto e poi della
stessa Questura, alla calma?
Non dimentichiamo i fatti del 1948 a Civita
Castellana: carteggi e atti riservati del Ministero degli Interni, indicano la decisione da
parte degli alti vertici militari, di drastici interventi in materia di Ordine Pubblico qualora la situazione nel nostro comune fosse
degenerata.
Ora bisogna considerare gli eventi storici del
tempo e in particolare l’esperienza del Governo Tambroni appoggiato dal Movimento Sociale Italiano, che nel luglio 1960
culmineranno nei tragici fatti di Genova e
Milano con morti e disordini che getteranno
nel caos l’Italia.
Nel marzo 1960 il nasce il governo Tambroni con l’esclusione del partiti Socialista,
Liberale e Comunista dalla compagine governativa.
Nell’aprile 1960 il Movimento Sociale Italiano decide di tenere il Congresso Nazionale a Genova, Medaglia d’Oro della
Resistenza: è l’inizio dei disordini e dei tragici fatti di Genova.
... continua sul prossimo numero
Campo de’ fiori
31
Come eravamo
ARTURO VITALI “Singapore”
Q
uando a Civita
si parla dei
camionisti di
una volta, il
primo che
viene in mente
(almeno per quanto mi riguarda), è appunto Arturo
di Alessandro
Vitali, da tutti meglio coSoli
nosciuto come “Singapore”. Era un vero personaggio, già il suo
aspetto così caratteristico faceva presagire
chissà quali avventure: alto filiforme, i baffetti alla Clark Gable, con in testa l’immancabile cappello da cow boy, gli davano
quell’aria spavalda e bonaria allo stesso
tempo, tipica degli eroi del cine o dei fumetti. Il suo cavallo era il vecchio camion
affidatogli dai F.lli Brunelli , titolari della ditta
Autotrasporti che ha fatto la storia della
consegna merci civitonica, il suo campo di
battaglia, le vecchie vie consolari che consentivano appunto, il recapito dei nostri prodotti ceramici e non solo, in tutta la
penisola. Che strano mestiere il camionista,
da sempre in lotta contro il tempo, da sempre di corsa per raggiungere la meta cioè la
consegna, da sempre la stessa speranza,
quella del ritorno a casa. Singapore aveva
una famiglia numerosa, la moglie Dina Pace
gli aveva regalato ben 5 figli, nell’ordine:
Marco, Giorgio, Fabio, Domenico e infine
Barbara. Guidare a quei tempi non era facile
come adesso, i camion non avevano né
servo-sterzo, né servo-freno. Il posto di
guida era angusto, con la “tartaruga” (coperchio vano-motore) che occupava gran
parte della cabina, poi in alto la piccola cuccetta che veniva occupata a turno dai due
autisti. E le strade? Come dicevo sopra,
quando le autostrade erano di là da venire,
erano le consolari come l’Aurelia e la Flaminia verso nord e l’Appia verso sud ad assistere al quotidiano passaggio dei nostri eroi.
E le salite? La Somma, il Bracco, Radicofani,
Arturo Vitali
23/09/1924 - 10/06/1993
tanto per citarne alcune, spesso si vedevano camion in difficoltà arrancare su di
esse col secondo autista che scendeva a
mettere la “zeppa” (cuneo triangolare) dietro i grandi pneumatici, per evitare il peggio. Il caldo dell’estate, il freddo
dell’inverno, l’afa, il ghiaccio, la neve. Eppure il fascino che traspare dal camionista,
è qualcosa di indescrivibile. Anche il nostro
Singapore, era uno di questi eroi, anche lui
teneva la sua donnina nuda ritagliata dal
giornale illustrato, o dipinta, ben “appiccicata” sul vetro, come tutti i camionisti, e
come tutti i camionisti aveva la sua immaginetta sacra e la foto della sua famiglia. Voglio a questo punto ricordare un piccolo
episodio, che fin da piccolo ho sempre sentito raccontare. Dopo uno dei tanti rientri da
Milano, dopo aver scaricato le merci e rientrato a Civita, appunto dai F.lli Brunelli, i due
titolari Umberto e Anacleto (Pepo) si avvicinano a Singapore, lo prendono sottobrac-
Dina e Arturo nel giorno del loro matrimonio
cio: “ Artù te dovemo chiede un favore,
c’anno telefonato mò da Milano, c’avemo
un’urgenza, che te lo faresti un’andro viaggetto pe’ Milano?”
Singapore non ci pensò un attimo, trovò il
compagno di coppia, una lavata e via di
nuovo verso l’ennesima avventura. Perché
lo fece? Perché si rendeva conto che la sua
Dina, la sua numerosa famiglia, la sua voglia di guadagnare, lo spingeva a svolgere
quel lavoro che tanto amava, quel lavoro
che a quei tempi di certo non mancava,
mentre oggi…..
Campo de’ fiori
32
YOGURT, sono tutti uguali?
Un po’ di storia:
E’ un alimento che - dice
la Bibbia- Abramo già
consumava e che offrì a
Dio sotto forma di “latte
acido” insieme a carne di
vitello e focacce.
di Josiane
E’
una parola- la cui etiMarchand
mologia viene dal turco
Naturopata
yogurt-yogurmak che significa “ impastare” ,che si pronuncia nello
stesso modo in 26 paesi del Mondo, è forse
il latticino più consumato in Italia ed è arrivato in Cina solo all’inizio degli anni ‘90.
Già Plinio il Vecchio aveva notato che alcune tribù “barbare” sapevano “ far ispessire il latte in una materia di una gradevole
acidità”.
Alcuni considerano oggi la Bulgaria il paese
inventore dello yogurt, ma forse è più giusto pensare che lo yogurt arrivi da una regione del medio oriente che potrebbe
essere l’Iran o il Kurdistan.
Lo yogurt è latte di mucca, di capra, di pecora, di cammella o anche di soia, fermentato. Le tecniche tradizionali di quelle
regioni mediorientali- ancora in uso oggiconsistono a far fermentare il latte grazie
ad un ondeggiare di questo ultimo in un
“sacco”, un otre fatta con lo stomaco di pecora oppure di capra. Lo yogurt è il risultato di una fermentazione spontanea, forse
grazie al contatto con batteri selvatici che
risiedono all’interno di quei sacchi- non
troppo puliti!- di pelle di capra usati per il
trasporto del latte.
Alla fine del XIX secolo, Ilya Ilych Metchnikoff (Ivanovka 1845-Parigi 1916) allievo
del grande Pasteur e premio Nobel per la
Biologia nel 1908, si interroga sul legame
di consumo di yogurt e la longevità dei
montanari del Caucaso e dei Balcani. Scopre, invece, gli effetti positivi dello yogurt
sui disordini intestinali dei neonati! Riesce
ad isolare il batterio per eccellenza responsabile della fermentazione del latte , il Lactobacillus
delbrueckii,
varietà
bulgaricus insieme allo Streptococcus
thermophilus fautori della scissione del
lattosio in acido lattico.
Lo yogurt così creato ha un contenuto di
proteine e di calcio più importante del latte
normale.
E’ stato per molto tempo considerato una
medicina e venduto in farmacia così come
nelle “Case di cura dello yogurt” ma diventerà finalmente di uso familiare tra le due
guerre mondiali.
Il primo stabilimento commerciale per la
produzione di yogurt nasce a Barcellona,
nel 1919, grazie all’imprenditore spagnolo
Isaac Carasso, con il nome di una marca
leader, ancora presente oggi nei reparti
“prodotti freschi” dei supermercati.
Già 4000 anni fa appariva nell’alimentazione dei nostri progenitori: in India lo
chiamano “dahi”, in medioriente “laban” (liquido ma anche solido) e le tribù nomadi
koumiss. Molti di voi conoscono lo yogurt
greco, il latte bulgaro, il kefir o lo gioddu
sardo. Hanno tutti in comune una miriade
di batteri salutari detti anche fermenti lattici probiotici di cui il significato è “ che favorisce la vita” e quindi aiuta a stare e a
vivere meglio.
Non tutti gli yogurt
in commercio sono uguali:
Nel mondo ne esistono 25 tipi, ma vi sono
in circolazione anche semplici latti fermentati probiotici, prodotti aggiungendo al latte
dei fermenti diversi -come il Bifidus, batterio che si trova in natura solo ed esclusivamente nell’intestino dei neonati allevati
a latte materno, e l’acidophilus, batterio
intestinale presente nell’apparato digerente-, ai due caratteristici dello yogurt e
che hanno comunque effetti positivi sull’organismo umano, ma che non possono fregiarsi del termine “yogurt”.
La prima regola è controllare la denominazione commerciale che deve essere proprio “yogurt” poiché solo lo yogurt
contiene “fermenti lattici vivi”che devono essere al momento della produzione
almeno 100 milioni di lattobacilli per
grammo, ma più tempo passa e più i lattobacilli diminuiscono fino ad arrivare a 1 milione e sino a scomparire del tutto.
Di conseguenza, regola numero due:
leggere sempre e bene l’etichetta e preferire la scadenza più lontana. Scadenza che
comunque è sempre a discrezione del produttore e varia da 30 a 40 giorni, secondo
i metodi di lavorazione e la densità.
Questo è un suggerimento per
stare sempre meglio ed avere
cura di sè!
[email protected]
Come fare lo yogurt in casa
2 fasi: preparazione della madre e preparazione dello yogurt vero e proprio.
1) Preparazione della madre:
- mettere a bollire  bicchiere di latte e
spegnere appena bolle. Si chiama pastorizzazione: elimina gran parte dei batteri
presenti nel latte. Si deve effettuare obbligatoriamente se non i tempi di fermentazione si allungano sensibilmente.
- Lasciar raffreddare fino a circa 40°
- Porre in una tazzina pulita 2 cucchiaini di
yogurt commerciale e stemperarlo con un
piccolo quantitativo di latte pastorizzato
bollito prima. Aggiungere il latte restante,
versare il tutto in un piccolo thermos a fermentare (servono a volte anche 12 ore) La
madre è pronta quando si presenta come
una massa poco gelatinosa che inizialmente potrebbe essere molto liquida e parzialmente immersa in un siero trasparente.
- Ripetere il procedimento appena illustrato
per 4 volte almeno. A questo punto, la
madre è pronta e si passa alla preparazione dello yogurt.
2) Preparazione dello yogurt:
- Riempire una pirofila pulita con acqua a
46°
- mettere a bollire 1 litro di latte e 200ml
di panna liquida spegnendo appena bolle.
- porre il recipiente in acqua fredda fino a
portarne la temperatura a 46°
-vuotare la pirofila e versarvi 20ml di
madre. Unire 3 cucchiaiate della miscela di
latte e panna e stemperare la madre; versare il resto della miscela: la temperatura
finale deve essere di 44° circa. Sigillare la
pirofila con la pellicola e lasciare fermentare per 10/12 ore in forno intiepidito e poi
spento.
- Lo yogurt si presenterà quindi come una
massa molto compatta. Se ci fosse presenza di siero ciò indica che la temperatura di fermentazione è stata troppo alta.
In questo caso, lo yogurt risulterà più
acido. Quando la massa viene spezzata, il
siero affiora comunque ma viene riassorbito quando si mescola lo yogurt.
Dopo aver prelevato la madre necessaria
per la preparazione successiva, lo yogurt
può essere consumato all’istante o esser
posto in frigo a raffreddare. Si conserva,
chiuso ermeticamente, fino ad una settimana se tenuto in frigo.
Yogurt addizionati di:
-Lactobacillus gasseri efficaci per prevenire
l’ulcera gastrica
-Bifidobacterium lactis con proprietà antimutageni vengono studiati come mezzo
preventivo del cancro del colon
-Lactobacillus acidophilus aiuta a diminuire il colesterolo cattivo LDL.
33
Campo de’ fiori
IL CONTAGIO EMOTIVO E
L’EMOZIONALITÀ PRIMARIA
S
i potrebbe sostenere che il contagio emotivo è
la forma primaria dell’empatia.
Per contagio emotivo s’intende la condivisione immediata ed involontaria
del Prof.
Piero Mecocci delle emozioni.
Si tratta, in sostanza, di
Grafologo
una reazione automatica e
immediata di condivisione
emozionale agli stimoli espressivi manifestati da un’altra persona.
L’ipotesi che esista una tendenza innata al
contagio emotivo, senza un filtro cognitivo,
è stata espressa già da Darwin nel 1872.
Secondo Darwin esiste nell’uomo la
capacità innata di riconoscimento delle
emozioni unita ad una tendenza altrettanto
innata a rispondere automaticamente a
queste in modo congruente.
La rapidità con cui il contagio emozionale si
propaga da un individuo ad un intero
gruppo svolge una funzione adattiva essenziale per la sopravvivenza (emozionalità
della sopravvivenza o Istinto vitale del Moretti) perché permette di reagire adeguatamente ai pericoli. Lo scambio comunicativo
in realtà è funzionale anche alla cooperazione, all’altruismo, al prendersi cura dei
piccoli e dei più deboli (emozionalità riproduttiva o Istinto sessuale del Moretti). La disposizione genetica alla sintonizzazione
affettiva è dimostrata dalla presenza già nel
bambino piccolo della ricchezza di scambi
comunicativi con la madre.
La tendenza universale al contagio emozionale è confermata da numerose osservazioni antropologiche sia sui popoli primitivi,
sia su quelli più culturalmente evoluti.
I processi implicati nel contagio emotivo
sono di tipo automatico (risposta emozionale primaria) e non comportano alcuna
modificazione cognitiva, in altre parole non
sfruttano le capacità modulatrici dell’esperienza e delle conoscenza fatte. Esisterebbe
pertanto un’intersoggettività innata prima-
ria, e le emozioni sarebbero il ponte naturale tra le menti.
“La scrittura è il film della sensibilità registrato dallo stesso scrivente”, diceva Pierre
Jannette. La scrittura rivela se il soggetto è
coinvolto emozionalmente.
I segni grafologici più importanti, riguardanti l’emozione, sono:
– Pressione spasmodica
– Lettere addossate
– Occhielli aperti
– Pressione filiforme
– Vuoti di pressione
– Lettere scattanti
– Inclinazione oscillante contorta
– Tentennamenti
– Confusioni
– Stentatezze
– Fluttuante
– Impazienze
Il temperamento emotivo si manifesta particolarmente nella pressione della punta
della penna sul foglio. Esiste, infatti, uno
stretto rapporto tra lo stato emotivo (causa)
e la modificazione della pressione (effetto).
La pressione è tensione e ci rivela come l’individuo regola i propri meccanismi d’inibizioni e di eccitazione quando si lascia
sopraffare dall’emotività. Davanti ad un pericolo il soggetto assume un atteggiamento
difensivo e prova un repentino bisogno di
attacco o di fuga. Gli ingrossamenti della
pressione di alcuni finali nella parola indicano emozione che può sfociare anche in
attacco per difesa contro l’ostacolo. Gli assottigliamenti della pressione indicano
paura e fuga verso un rifugio preferibilmente di natura affettiva o, nella peggiore
dell’ipotesi, nell’ansia.
ISTINTI E GRAFOLOGIA
Il Moretti dedicò molti studi all’istinto, che
definì “La passione predominante” e si riallacciava alle teorie cartesiane. Origine della
passione dominante è la conservazione e la
difesa della personalità. Nell’emozionalità
sono compresi una serie di cambiamenti
che avvengono a livello somatico,
ma sarebbe ancora preferibile definire questi cambiamenti come “sentimento”. Il Moretti distinse tra emozionalità primaria e
secondaria. La “Primaria”, quando ad uno
stimolo esterno segue una risposta immediata dell’organismo. Questa situazione non
prevede alcuna valutazione cognitiva dell’evento
e si tratta di una struttura già presente dalla
nascita, quindi non è necessario che l’individuo abbia una nozione esatta di cosa stia
accadendo. La “Secondaria” mette in atto
una scelta di come affrontare una determinata situazione. Essa prevede e, in base
all’esperienza, evita un pericolo o consiglia
prudenza in determinate circostanze. Ha la
funzione di controllo, ed esamina gli eventi
prima di adottare un determinato comportamento.
L’esame della scrittura, come ogni test di
personalità, permette di evidenziare ciò che
realmente siamo, cosa possiamo formarsi,
quale difese dobbiamo adottare e utilizzare
per irrobustire la nostra struttura psichica e
infine che cosa si agita nel nostro inconscio,
che spesso è causa di malesseri fisici e morali. Il test della scrittura è paragonabile
ad una radiografia che, collaborando con
altre discipline, può dare l’opportunità di intervenire tempestivamente e correttamente
sulle cause del turbamento psichico dell’individuo.
continua sul prossimo numero...
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34
Campo de’ fiori
Langolo del Collezionista
I calendari militari
Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri
I
l nuovo anno è arrivato accompagnato,
come sempre, da una
moltitudine di calendari; in questo nostro
spazio cominceremo, da
questo numero, a parlare
dei
calendari militari, divendi
tati ormai da tempo vere e
Letizia Chilelli
proprie “chicche” per chi si
occupa di questo tipo di collezionismo.
Faccio parte di questa famiglia anche io, infatti, è ormai da qualche anno che aspetto i
primi di gennaio per veder arrivare a casa mio
padre, un Carabiniere in congedo, con in
mano la sua bella copia del Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri, la cosa che
più mi piace è “gustare” il profumo della sua
carta, una carta che sa di inchiostro, di colori,
di buono, di caserma.
Avere in mano la copia del calendario è come
avere tra le dita la Storia d’Italia, è ormai noto,
infatti che le “tavole”, perché di questo si
tratta, sono dedicate, ogni anno ad un tema
che riguarda la Storia del Nostro Paese o all’attività della Benemerita.
Era il 1928 quando a Firenze, per iniziativa del
Generale Gino Poggesi, all’epoca Ispettore
della III Zona Carabinieri, nacque il Calendario
Storico dell’Arma dei Carabinieri.
Dal 1934 al 1944 la sua pubblicazione venne
affidata al Museo Storico dell’Arma, la produzione riprenderà nel 1950, dopo essere stata
interrotta a causa della guerra e verrà curata
dal Comando Generale dell’Arma che ne detiene tutt’ora l’edizione.
Possedere il Calendario dei Carabinieri è essenzialmente segno di appartenenza, appartenenza ad una grande famiglia, ricca di
tradizioni ed è proprio grazie a queste tradizioni che questo almanacco è diventato un
vero e proprio oggetto da collezione, che si
può ammirare negli uffici, nelle caserme e
nelle case, proprio perché, è uso tra i militari
dell’Arma, regalare ogni anno la copia del calendario ad amici o conoscenti, allargando così
la curiosità e la conoscenza su questa vera e
propria opera d’arte, che non può essere acquistata in edicola o in libreria, ma è appunto
reperibile solo per il personale militare, in servizio e in congedo, presso l’Ente editoriale
dell’Arma dei Carabinieri.
Quest’anno e precisamente il 13 Luglio 2014
l’Arma compirà il suo Duecentesimo Compleanno ed i calendari del 2011, 2012, 2013 e
2014 raccontano ciascuno i 50 di storia e della
sua storia.
Il 13 Dicembre è stato presentato a Roma,
presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, il Calendario 2014, ideato e realizzato
dal Maestro Paolo di Paolo, con l’ausilio, nelle
pagine centrali del Sig. Massimo Maracci, che
chiude, come già detto il “Quarto cinquanten-
nio di Storia” dell’ Arma.
La tiratura è di 1.300.000 copie, di cui 8.000
tradotte in francese, spagnolo, tedesco ed inglese.
Il calendario, con apertura a soffietto, e che
permette quindi di essere sfogliato come un
vero e proprio album, sfoggia in copertina la
tavola della celebre “Pattuglia nella tormenta”
opera scultorea di Antonio Berti, che si potrà
ammirare tra qualche tempo nei giardini antistanti il Palazzo del Quirinale, voluta fortemente dai Comuni d’Italia questo a riprova del
forte legame tra gli Italiani e l’Arma.
Vi è poi la classica descrizione dei dodici mesi
dell’anno, si prosegue, poi, con la prefazione
del Comandante Generale dell’Arma Leonardo
Gallitelli che evidenzia come da sempre le Stazioni Carabinieri siano “il cuore della nostra organizzazione e tra i simboli più antichi e
amati dello Stato Italiano, per quella radicata
e riconosciuta capacità di coniugare
efficienza operativa e sensibilità umana”.
Si arriva poi alla descrizione, sempre mirabilmente disegnata, delle “Attività di soccorso”
compiute dai Carabinieri ricordando episodi
come l’epidemia di colera in Piemonte, il maremoto di Messina, il disastro del Vajont l’alluvione di Firenze, il terremoto dell’Aquila sino
al recente dramma degli immigrati che, disperati, approdano sulle coste italiane.
Continuando a sfogliare questo almanacco si
arriva alla descrizione dell’azione di contrasto
“Contro i sequestri di persona” che hanno afflitto il nostro Paese, soprattutto la Sardegna,
in tempi non troppo lontani e che grazie al lavoro delle Forze di Polizia è ormai quasi un doloroso ricordo.
Andando avanti nella descrizione ecco che si
può ammirare quella che viene definita “La
sfida della modernità” dove vengono ampliamente descritti i Reparti Speciali dell’Arma a
supporto dei comandi “territoriali”.
Proseguendo si arriva alla “Lotta all’eversione”
dove si raccontano due tragici episodi della
Storia d’Italia: il ritrovamento del corpo di Aldo
Moro (9 Maggio 1978) e la strage alla stazione
ferroviaria di Bologna (2 Agosto 1980) e la nascita dei reparti specializzati.
I Carabinieri, sono sempre presenti nella nostra vita di tutti giorni, soprattutto durante manifestazioni sportive, processioni religiose,
raduni, manifestazioni ed è proprio a questo
tema che è dedicata un’altra tavola del Calendario, quella appunto “A tutela delle pubbliche
manifestazioni”
Si arriva poi alla tavola che riguarda “L’Arma
dei Carabinieri nel primo centenario della sua
Fondazione”, ed a seguire quella che riguarda
il “secondo centenario della sua Fondazione”.
Continuando il nostro viaggio tra queste affascinantissime pagine arriviamo alla tavola con
quattro volti noti dell’Arma: Il Generale Carlo
Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia a Pa-
lermo la sera del 3 Settembre 1982, il Brigadiere Carmine Tripodi comandante di Stazione,
ucciso a San Luca (RC) il 6 Febbraio 1985, il
Capitano Emanuele Basile, Comandante della
Compagnia di Monreale (PA) ucciso il 4 maggio 1980 e il suo successore Capitano Mario
D’Aleo, ucciso con il Brigadiere Giuseppe Bommarito e con il Carabiniere Pietro Morici il 13
giugno 1983 in un attentato, che ci ricordano
come l’Arma sia sempre in prima linea nel
“Contrasto alle organizzazioni mafiose”.
L’Arma compie anche missioni all’estero, ed è
questo il tema delle tavole riguardanti “Il tormentato fronte balcanico” dove si descrivono
i compiti di polizia civile e militare, dei nostri
Carabinieri, volti al mantenimento della pace.
Il 31 marzo 2000, l’Arma dei Carabinieri è
stata elevata al rango di autonoma Forza Armata, precisamente la quarta, in ordine di costituzione, ed è proprio questa data che viene
raffigurata nella tavola “Quarta Forza Armata”.
Nel 1999 le porte dell’Arma si aprono alle
donne, nella tavola “Una lucerna anche per le
donne” viene descritto il momento in cui Cristina Trivulzio di Belgioioso, protagonista femminile dell’Unità d’Italia”, presenta i suoi 200
volontari che parteciparono alle Cinque Giornate di Milano ad un Ufficiale dei Carabinieri.
Un momento doloroso per i Carabinieri e per
l’Italia intera si ha il 12 novembre 2003, data
che tutti ricordano per l’attentato di Nassiriyah, proprio a questa tragica data è dedicata
la tavola “A Nassiriyah, vittime per la pace”.
In questa bella rassegna c’è anche il nostro
amatissimo “Papa Francesco”, in questa tavola
si parla dei valori che sostengono i Carabinieri
e che sono racchiusi nel loro Regolamento Generale che da alcune fonti storiche sembra essere stato scritto con l’ausilio del padre gesuita
Cristiano Chateaubriand, si fa forte il parallelismo tra l’obbedienza dei gesuiti al Papa, la loro
dedizione all’educazione e alle missioni e il
forte senso del dovere, della disciplina e delle
vocazioni per le missioni di pace all’estero dei
Carabinieri.
Il calendario si chiude con le tavole in cui vengono descritte tutte le “ricompense concesse
all’Arma dei Carabinieri dal 1814 al 2014”.
Si conclude così questo “viaggio” all’interno di
questo affascinante calendario ricco di ricordi,
emozioni e carico di speranze..colgo l’occasione, prima di salutarci, di ringraziare uno per
uno tutti i Carabinieri che prestano servizio in
Italia ed all’estero per tutto quello che fanno
per noi nel cercare di rendere questo mondo
un po’ meno grigio e buio, un ricordo particolare e commosso va soprattutto a chi non c’è
più per causa di servizio e a mio nonno Emilio
che ha avuto l’onore di indossare questa divisa, la stessa divisa che ovunque io mi trovi,
il solo vederla mi fa sentire sempre a casa.
(Fonte e sitografia: www.carabinieri.it)
Campo de’ fiori
35
Padre Giacinto Bracci.
Il suo legame con SantAntonio Abate
S
iamo di nuovo a
parlare di Padre
Giacinto Bracci,
frate originario
di
Vignanello,
che ha trascorso la sua
vita nel convento di Bellegra (RM) e che è in attesa
di Ermelinda
di essere proclamato
Benedetti
santo, visti i numerosi miracoli che sembra aver compiuto tanto in
vita quanto in morte. A sostenere fortemente l’apertura del suo processo di canonizzazione è l’associazione “Padre Giacinto
Bracci”, che raccoglie numerosi fedeli devoti
al frate, e che in occasione delle festività
natalizie, insieme alla banda musicale “G.
Puccini” ed all’associazione “Madonna di
Maregnano” di Vignanello, ha organizzato
un bel concerto di fine anno, il 28 Dicembre
2013 nella sala del locale cinema comunale.
Durante il concerto della banda, il coro
dell’associazione “Padre Giacinto Bracci” ha
eseguito due canti, uno dedicato al frate cui
è intitolata l’associazione stessa, l’altro alla
Madonna di Maregnano, in un cinema praticamente al completo.
La figura di Padre Giacinto è fortemente legata a due monaci già santi: San Benedetto
da Norcia e Sant’Antonio Abate. Al primo lo
lega il fatto che venne consacrato l’11 Luglio, festa appunto di San Benedetto, mentre all’altro lo lega un’altra data, quella della
sua morte. Padre Giacinto, infatti, muore il
17 Gennaio del 1967. Queste due date, secondo la testimonianza di padre Ortensio
Gionfra, erano già state indicate dal Signore
al piccolo Giuseppe (questo il nome di battesimo di Padre Giacinto), quando chiese
nelle sue preghiere di “vivere in ritirata preghiera” per tutta la sua vita.
Numerose sono le testimonianze raccolte in
questi anni, che dimostrano i miracoli compiuti da Padre Giacinto Bracci e come promesso ve ne racconteremo alcuni. Quello
riportato in questo numero è per certi
aspetti legato anche a Sant’Antonio abate,
che abbiamo festeggiato da pochi giorni, ed
è la grazia ricevuta dalla signora Margherita
di Tivoli, a cui Padre Giacinto nel 1948 guarì
il ginocchio del piccolo figlio.
“Mio figlio Paolo aveva battuto il ginocchio
sinistro che si era gonfiato come un meloncino; gli misi prima la pomata, poi glielo ingessarono per quaranta giorni, ma il
ginocchio era sempre gonfio, mio figlio sentiva dolore e zoppicava. Allora l’ho portato
da P. Giacinto, nostra ultima speranza (…).
Era di primo pomeriggio verso le 16.15.
Tutta la gente che era andata a trovare P.
Giacinto – e quanta ce ne andava all’epoca!
– se ne stava ritornando a casa: chi a piedi,
chi con la corriera delle 16.30 che andava a
Roma. Il confratello che era con P. Giacinto
non voleva farmi passare dicendomi che era
tutto il giorno che riceveva, che era stanco
e non ce la faceva più. Io insistetti, P. Giacinto mi sentì e, poiché mi conosceva disse
“Che cosa vuoi tu? Sempre con questi figli”.
Mi fece entrare nella foresteria. Gli feci vedere il ginocchio di mio figlio ed egli disse
“Ma qui non c’è niente!”. “Ma Padre Giacì,
questo ginocchio è gonfio!” (rispose la
donna, ndr). Ha visto meglio e ha cominciato a pregare e a fare segni della croce sul
ginocchio: diceva anche a me di credere e
pregare. Poi mi congedò dicendomi di dire
tredici Pater Ave Gloria a Sant’Antonio e di
mettere sul ginocchio
l’olio che avevo in
casa, che egli, dal
convento, lo avrebbe
benedetto. Ho fatto
tutto e pregato come
P. Giacinto mi aveva
detto. La mattina
dopo ho visto il ginocchio. Per scrupolo di
coscienza non potrei
giurare che fosse
completamente sgonfio però non aveva
quell’aspetto tra il
gonfio e il tumefatto
dei giorni precedenti.
Mio figlio da quella
mattina si è messo a camminare; il ginocchio non gli ha dato più fastidio e non se ne
è più parlato.(…)”.
Ognuno può pensare ciò che vuole, ma
questo non è stato un caso isolato. Le guarigioni operate da Padre Giacinto durante la
sua vita sono davvero molte, come testimonia appunto il gran numero di dichiarazioni
raccolte. Spetta ovviamente alla Chiesa l’ultima parola, ma noi, intanto, continueremo
a raccontarvi i suoi prodigi. A tal proposito,
ricordiamo che se qualcuno avesse testimonianza da rendere può contattare Fabrizio
076.754766 – 333.8585812, Fulvio
0761.755389 e Ivano 0761.755391, dell’associazione “Padre Giacinto Bracci” di Vignanello.
Campo de’ fiori
36
La Fanfara Bersaglieri di Viterbo a Tokyo
L
a Fanfara Bersaglieri in congedo
di Viterbo, ha
avuto l’onore di
ra p p r e s e n t a r e
tutti gli appartenenti alla
loro arma nonché l’Italia e
di Arnaldo Ricci le sue Forze Armate, nella
[email protected]
capitale del Giappone:
Tokyo. La Fanfara della
sezione di Viterbo, attualmente sotto la presidenza del Bers. Luigi Roselli è stata lunapplaudita
dalle
autorità
gamente
giapponesi, nonchè da quelle italiane, presenti in Giappone con funzioni diplomatiche.
Per la nostra provincia ed i suoi Bersaglieri,
è stato un onore rappresentare l’Italia in un
paese così lontano quale il Giappone; io ne
sono particolarmente orgoglioso, perché fra
l’altro, il loro Presidente è stato mio compagno di banco all’Istituto Professionale di
Stato “ G. Marconi “ di Viterbo per tutta la
durata del ciclo di studi negli anni sessanta.
I nostri Bersaglieri della sezione di Viterbo
sono partiti per Tokyo il giorno 16 Novembre. La maggior parte di loro non aveva mai
preso un aereo ed è stato quindi un battesimo del volo che è durato 12 ore senza
scali, ma l’ entusiasmo per questo meraviglioso evento era cosi alto da far superare
a tutti qualsiasi timore.
La trasferta in Giappone è stata un grande
successo, ed ha portato un’atmosfera di allegria tricolore in tutti gli ambienti dove i
bersaglieri si sono esibiti. La prima esibizione si è svolta lunedì 18 novembre, presso
il teatro comunale di Tokyo; l’ingresso era
aperto a tutti i cittadini giapponesi ed italiani che per una qualsiasi ragione abitano
a Tokyo; la maggior parte degli spettatori
italiani erano familiari dello staff diplomatico. E’ ovvio che non poteva mancare l’ambasciatore italiano S.E. Domenico Giorgi, il
quale dopo l’applauditissimo concerto, ha
invitato ad un ricevimento per il giorno successivo, presso la sua residenza a Tokyo,
tutti i nostri Bersaglieri.
L’indomani, 19 Novembre, si è svolta la cerimonia nella sala “Umberto Agnelli” presso
l’Istituto Italiano di Cultura diretto dal Prof.
La Fanfara Bersaglieri sul palco dove si è svolto il concerto per la giornata delle “ Forze Armate
“ con l’ ambasciatore S.E. Domenico Giorgi con a fianco l’ interprete Sig. Erika che traduceva
ciò che veniva detto in inglese e in giapponese.
Giorgio Amitrano, dedicata alla festa delle
Forze Armate italiane.
Alla manifestazione
con relativo concerto
della Fanfara, erano
presenti tutte le autorità delle varie ambasciate
di
Tokyo,
compresa la rappresentanza del Nunzio
Apostolico del Vaticano. La maggior
parte di queste perI nostri Bersaglieri con alcuni addetti militari dell’ambasciata
sone non avevano mai
sul palco
ascoltato una Fanfara
dei Bersaglieri; alla fine del concerto la platea si è sciolta in un lunghissimo applauso.
Ovviamente non è mancata la tradizionale
corsa svoltasi tra gli spettatori entusiasti
della manifestazione.
L’organizzazione di tutte le manifestazioni a
cui hanno partecipato i nostri bersaglieri, è
stata minuziosamente curata del Gen. Domenico Pace, risultando alla fine sempliceDa sx: il Presidente della sezione Bersaglieri
mente perfetta.
di Viterbo Luigi Roselli; l’ambasciatore d’ ItaAl mio caro compagno di banco Luigi Roselli
lia a Tokyo S.E. Domenico Giorgi;
ed a tutti i suoi Bersaglieri, va il mio ringrae Giuliana, consorte di Luigi Roselli
ziamento personale, nonché quello della resalde ed irrinunciabili tradizioni.
dazione della rivista Campo de’ fiori per
aver così degnamente ed impeccabilmente
rappresentato, tramite
la loro Fanfara, le nostre
16 novembre 2013. Luigi Roselli ed i suoi Bersaglieri in partenza
da Fiumicino per Tokyo
Il Bersagliere Luigi Roselli (giacca scura) con i suoi fanfaroni
di fronte all’hotel di alloggio a Tokyo
Campo de’ fiori
37
Associazione “Simone
Gianfelici Boccione”
Ricordare la scomparsa di un amico con tante attività
S
pesso il destino strappa, troppo
presto, alla vita persone a noi
care. Il modo migliore per ricordarle è portare avanti i loro progetti, realizzare quei sogni che
non hanno potuto portare a termine. Questo è quello che hanno fatto anche gli amici
di Simone Gianfelici, dai più conosciuto col
soprannome di “Boccione”, un giovane prematuramente scomparso in un incedente
stradale. Il loro è un gruppo che ha deciso
di proseguire il progetto di creare una linea
di abbigliamento sportivo per motociclisti,
iniziato proprio da Simone prima della sua
morte. Abbiamo incontrato il capo del
gruppo, Rossano, fratello di Simone, Davide
Frate e Fabio Zallocco, tra i membri più attivi.
Anzitutto, come si chiama il vostro
gruppo?
“Associazione Simone Gianfelici Boccione”,
come si legge sulla nostra pagina di facebook, dove da subito abbiamo iniziato a gestire il gruppo, facile ed accessibile
immediatamente a tutti.
Quando è nato tutto questo?
Il 24 gennaio 2010.
Come vi siete ritrovati a dar vita a
questa iniziativa?
Dopo la morte di Simone ci siamo ritrovati
più volte davanti ad una birra a parlare di
lui per cercare di colmare il vuoto che aveva
lasciato in noi. “Lo scopo è quello di ricordare e commemorare il nostro amico”, come
si legge sulla nostra pagina facebook. Così,
andando avanti, abbiamo deciso di dare un
senso a questi nostri incontri.
Qual è stato il vostro punto di partenza?
Siamo partiti da un marchio che Simone
aveva disegnato per creare una sua linea di
abbigliamento sportivo per motociclisti,
vista la sua passione per le moto e l’amicizia
che lo legava ad un giovane che corre nel
trofeo 600 amatori e che lui era solito accompagnare come meccanico. Abbiamo subito provveduto a registrare il marchio ed a
stampare degli adesivi.
Cosa significa questo marchio?
“Bcone”, letto con la pronuncia inglese, in
realtà è il diminutivo del suo soprannome,
“Boccione”, e le tre parole Lost Life Lap nel
gergo motociclistico significano “giro a vita
persa”, cioè quando si dà il tutto per tutto
per ottenere qualcosa in più degli altri. Nelle
zione comunale di Fabrica di Roma quale regare motociclistiche è l’ultimo giro di qualialtà locale può avere bisogno di cosa. Così
ficazione. Questo è diventato il nostro
tre anni fa abbiamo donato una bella strumotto.
mentazione per l’amplificazione alle scuole
Quali sono i vostri scopi?
elementari di Faleri; due anni fa, alla scuola
Anzitutto portare avanti il sogno di Simone
media di Fabrica di Roma, abbiamo regalato
creando questa linea di abbigliamento sporun tablet particolare, dotato di un protivo, anche se, partendo da zero, senza algramma per bambini artistici; e l’anno
cuna conoscenza, per noi non è semplice.
scorso abbiamo donato all’associazione di
Già dal 2010 abbiamo realizzato cinque tragazzi disabili “Uniti per loro” un computer
shirt ed una felpa, anche se non siamo anda tavolo completo di stampate. Anzi nel
cora in grado di proporle in vendita. La
2013 c’è stato anche un bis perché siamo
maglietta, infatti, viene regalata come gadriusciti a mandare circa 700  ad una famiget a chi si iscrive al nostro gruppo.
glia di nostri amici alluvionati in Sardegna,
Chi è che disegna la t-shirt?
dove eravamo stati in vacanza l’estate
Tutti! Nel senso che durante la cena che orscorsa. Possono sembrare piccole cose, ma
ganizziamo ogni fine d’anno, bandiamo una
per noi sono importanti.
sorta di concorso, dove tutti i partecipanti
Progetti per il 2014?
possono esprimere la loro idea presentando
Riproporremo certamente tutte le iniziative
un disegno. Questi disegni, poi, vengono
che sono ormai diventate consuete, seppur
messi a votazione e se ne sceglie uno che
con una nota di novità, a partire dalla t-shirt
verrà stampato sulla t-shirt del nuovo anno.
e dalla felpa. Non mancherà il moto raduno,
Su quali altri fronti siete impegnati?
con un percorso ovviamente diverso riAbbiamo affiancato a questo progetto di
spetto a quello dello scorso anno, visto i
base delle attività di aggregazione. Ed ogni
consensi che raccoglie ogni anno. Ci posanno organizziamo una moto passeggiata,
siamo davvero ritenere soddisfatti di quello
con un percorso sempre diverso. Abbiamo
che siamo riusciti a realizzare fino ad ora.
all’attivo già tre moto raduni a livello nazionale, riconosciuti dalla FMI. Lo proponiamo
Potete rimanere aggiornati su tutte le iniziadurante le festività dei SS Felicissima e Grative dell’associaizone attraverso la pagina di
tiliano, l’ultima settimana di Giugno. Collafacebook “Associazione Simone Gianfelici
boriamo, infatti, con il comitato locale dei
Boccione”.
festeggiamenti animando le feste con uno
Ermelinda Benedetti
stand dove si può cenare e
ballare.
Ma so che fate anche
della beneficenza!
Tutto ciò che facciamo,
non lo facciamo certo a
scopo di lucro, e da ogni
attività che organizziamo
cerchiamo di ricavare qualcosa per fare beneficenza
qui nella nostra zona.
Chiediamo all’amministraIl disegno che ha vinto il concorso 2013 per la t-shirt del 2014.
Campo de’ fiori
38
Mestieri da donna tra l’ ‘800 e il ‘900
L
a levatrice era un
mestiere femminile e nella civiltà
contadina godeva
di grande prestigio e di grande autorità,
poiché aiutava a dare la
di Francesca
vita,ed era chiamata cosi
Pelinga
perché era in grado di levare il neonato dal corpo della donna incinta.
Mia madre quando ascoltava donne che parlavano di epidurale o parto cesareo per evitare il dolore, sorrideva dicendo che ai suoi
tempi si partoriva in casa e bastavano asciugamani, acqua calda e la presenza della levatrice. Nel 1888 il Governo Crispi
istituzionalizzò la professione e obbligò i Comuni a stipendiare la levatrice con l’obbligo
di cura gratuita per i poveri mentre le famiglie benestanti dovevano pagare e lo facevano sovente con oro e biancheria. Tutto
questo per il disinteresse dei medici e la necessità di debellare la morte per parto, la
febbre puerperale ed altre patologie dovute
a scarse precauzioni igieniche da parte di levatrici improvvisate. Si provvide quindi, a tal
fine, ad istituire scuole di ostetricia e, grazie
alla sig. Lucia Vaselli che metteva a disposizione i libri con cui aveva studiato sua nonna,
Lucia Monti, nei primi del ‘900, levatrice di
Civita per molti anni, si seppe cosa serviva
per avere il diploma e quali erano i compiti
da assolvere. Le donne che volevano diventare levatrici dovevano innanzitutto superare
un esame di ammissione sul programma
della terza classe elementare, avere un’età
compresa fra i 18 e i 36 anni, possedere un
certificato di buona condotta rilasciato dal
Comune di appartenenza, e poi frequentare
per due anni scolastici una delle scuole di
ostetricia del Regno. Le scuole erano convitti
dipendenti da un distretto universitario annesse ad un ospizio di maternità o ad un
ospedale. Alla fine del primo anno dovevano
sostenere un esame teorico e, alla fine del
secondo, un esame pratico, e quando dopo
questi avessero dimostrato di essere a sufficienza istruite, veniva loro rilasciato il diploma di levatrice e chi intendeva esercitare
doveva far registrare il diploma nell’ufficio
comunale entro un mese dal giorno in cui vi
avevano preso la residenza. Le levatrici dovevano essere di sana e robusta costituzione
,infatti fra le loro mansioni vi erano quelle di
vegliare intere notti presso le partorienti, di
cambiare il letto delle ammalate ed altro,
non dovevano essere ammalate di epilessia
perché al momento in cui dovevano prestare
la loro opera non potevano venir colpite da
convulsioni. Gli organi dei sensi fini e delicati,
non solo quello della vista ma anche quello
del tatto e dell’udito; su di essi infatti si basavano i piu importanti mezzi di indagine dell’esame ostetrico: l’ascoltazione e il riscontro
vaginale. Altra malattia che non dovevano
avere era l’ozena (malattia delle fosse nasali
“La levatrice”
Busto della levatrice Angela Ribaldi
caratterizzata da un profondo e diffuso processo di suppurazione che
esita in atrofia e che coinvolge la mucosa e in un secondo tempo anche il
periostio e le pareti ossee delle cavità
nasali ed emana un fetore) che rendeva l’alito fetido e poteva procurare febbre puerperale alle donne a
cui prestavano assistenza. Fra le doti
necessarie anche “quelle del cuore”
infatti non dovevano essere troppo
sensibili, non immedesimarsi nell’altrui dolore fisico, non avere eccessiva compassione per chi soffriva poichè cosi non
avrebbero potuto avere la la calma sufficiente nell’agire, dovevano essere linde e
pulite sia nei vestiti che nel corpo e, di tanto
in tanto, fare un bagno generale. Le levatrici
dovevano essere provvedute di una busta
contenente i mezzi necessari per l’assistenza
al parto e quelli per arrestare l’emorragia nei
casi urgenti,gli oggetti erano: un irrigatore
della capacità di un litro con tubo di gomma
munito di chiavetta a due cannule vaginali di
vetro per le irrigazioni, spazzola, forbici e
lima per le unghie, grembiule di tessuto
bianco, netto di bucato, a maniche che corte
e doveva coprire tutta la parte anteriore della
persona. Uno stetoscopio, un termometro
centigrado, un paio di forbici per la recisione
del funicolo, una sonda di gomma elastica
per l’estrazione dell’urina ed una sonda per
la riduzione del funicolo ombelicale. I mezzi
di disinfenzione erano: acido borico, sapone
cotone fenicato. Dovevano essere fornite di
un modulo in cui si dovevano annotare il numero dei parti naturali o artificiali, degli
aborti, di come era avvenuta l’ultima gravidanza e indicare se il parto attuale fosse
stato normale, in caso di morte della partoriente, se aveva avuto luogo durante o subito
dopo il parto, se il feto era vivo o morto,
quali fossero le cause e se ci fossero stati incidenti prima, durante o dopo il parto. Apppena arrivate a casa della partoriente
dovevano preparare tutto poi avvicinarsi alla
donna, dopo il parto dovevano recarsi per i
primi otto giorni per almeno due volte a
giorni a casa della puerpera e se venivano a
contatto con chi fra le partorienti fosse
sospetta di febbre puerperale o di infiammazione uterina dovevano astenersi dall’esercizio professionale per cinque giorni.
Nel caso in cui ci fossero state complicazioni
dovevano chiamare il medico, non potevano
usare strumenti chirurgici o praticare operazioni manuali sul feto salvo per il caso d’urgenza eccezionale in cui risultava impossibile
di avere il tempo utile per l’pera del medico.
La denuncia della nascita doveva essere fatta
entro i primi cinque giorni, doveva comprendere il comune, la casa, l’ora e il sesso del
neonato e il nome che gli era stato dato. Se
la levatrice procurava l’aborto ad una donna,
anche col suo consenso, era punita con una
reclusione da trenta mesi a cinque anni e la
condanna aveva per effetto la sospensione
dall’esercizio della professione per un tempo
pari alla pena inflitta. Nel caso di un parto
clandestino dovevano denunciare la nascita
pur senza essere tenute a dichiarare il nome
e il cognome della madre naturale che voleva
rimanere sconosciuta. Il mestiere della levatrice non era facile, gli stipendi dei Comuni
erano scarsi e poteva essere rimosse dal loro
incarico in qualsiasi momento. Nel 1886 le
levatrici fondarono la Società italiana delle
levatrici per difendersi e tutelarsi. Oggi la
levatrice è sostituita da una figura piu emancipata chiamata ostetrica.
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
MPD PSYCHO di Enji Otsuka e Sho-u Tajima
edito da Panini Comics – 17 volumi, in corso
Y
osuke Kobayashi è un giovane e tranquillo investigatore
giapponese alle prese con un efferato serial killer.
Quando però l’assassino rapisce e sevizia orribilmente
la sua fidanzata, qualcosa scatta in Yosuke, e in lui cominciano ad affiorare diverse personalità, addirittura in
conflitto fra loro. Una delle sue personalità, Shinji Nishizono, uccide a sangue freddo il criminale, e per questo Yosuke viene condi
dannato a diversi anni di detenzione. Dal momento dell’omicidio
Daniele Vessella è però la personalità di Kazuhiko Amamiya a soppiantare quella
di Yosuke. Kazuhiko continua comunque ad essere un valente investigatore specializzato in psicologia criminale, tanto che la polizia gli fa spesso
visita in carcere per chiedere la sua collaborazione. Scontata la pena, Kazuhiko
viene avvicinato da una sua ex collega che gli propone di lavorare in una nuova
agenzia investigativa privata. Kazuhiko accetta e si ritroverà nuovamente invischiato
in un terrificante puzzle di morte di cui lui stesso, o uno dei suoi alter ego, è forse
inconsapevole parte. (Trama tratta dal sito dell’editore).
Psicopatico, ma proprio per questo affascinante. La storia imbocca un sentiero, per
poi prenderne un altro creando misteri e intrighi a non finire. Ma il cambio di rotta
non è brusco, quindi si ha il tempo di assimilare il nuovo percorso senza rimanere
spaesati, con i personaggi che si incastrano perfettamente tra loro. Questo lo fa
diventare un capolavoro, per palati fini.
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
......
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39
Campo de’ fiori
40
Amatori Rugby Civita Castellana
Nuovo anno e nuova rubrica, ci occuperemo in questo spazio di sport e di tutto quello che gira intorno allo sport, insomma sarà una
piccola rubrica dove tenteremo per questi primi numeri, di conoscere le realtà sportive di Civita Castellana e dei loro protagonisti per poi
allargare lo sguardo anche su altre realtà nazionali ed internazionali, dopotutto, noi Italiani non siamo mica conosciuti nel mondo come
un popolo di santi, navigatori e…sportivi?!
“A rugby si gioca con le
mani e con i piedi, ma in
particolare con la testa e
con il cuore”
(Diego Dominguez, ex rugbista
italo-argentino quinto miglior marcatore
internazionale della storia del rugby, primo
giocatore a raggiungere i 1000 punti.)
L
a cosa che mi ha sempre affascinato del gioco del rugby è lo straordinario spirito di squadra che
caratterizza gli uomini in campo
ma soprattutto gli spettatori, parlare di uno sport che ha “il terzo tempo”, in
mezzo a tutto lo scempio che spesso accompagna alcuni sport, su tutti il calcio, è
come trovare un boccata di ossigeno per
tornare a guardare lo sport con gli occhi
giusti e veri della competizione ma soprattutto del rispetto degli avversari.
La realtà del rugby a Civita Castellana è rappresentata dagli “Amatori Rugby Civita Castellana” e la loro storia viene raccontata sul
loro sito www.civitarugby.it così: circa
trenta anni fa Ermanno Lanzi, Romolo Angelozzi e Giuseppe Profili, atleti che giocavano
nella
squadra
del
Viterbo,
cominciarono presso le strutture della Poli-
sportiva Calcio, ad infondere nei ragazzi di
allora la passione per questo sport e, dopo
aver fondato nel ’72 la società “Rugby Civita
Castellana”, i risultati non tardarono ad arrivare premiando la categoria “giovanile”
Campione d’Italia. I successivi anni di intenso lavoro e ferma determinazione produssero una squadra “senior” che nell’82
disputò la finale di campionato valida per la
promozione in serie B.
Purtroppo seguì un periodo buio causato
dalla mancanza di strutture e di fondi, ma
come spesso accade quando c’è di mezzo il
cuore, l’A.S. Amatori Rugby Civita Castellana è rinata come la Fenice dalle sue
stesse ceneri nel 1999 grazie a Giuseppe
Profili, Giuseppe Rossetti, Erminio Cipriani,
Angelo Proietti ed altri irriducibili della palla
ovale. Oggi la 1^ squadra partecipa al campionato di serie C e la società conta su un
vivaio di categorie che vanno dagli Under 8
agli Under 18. Inoltre un nutrito gruppo di
“old” continua a portare lustro a Civita Castellana durante gli incontri che questa “goliardica” categoria organizza in Italia e
all’estero.
La società gestisce il campo sportivo intitolato al compianto Carlo Angeletti, indimenticato compagno di tante avventure
dipartito prematuramente, dove organizza
spesso manifestazioni di rilievo oltre alle
normali partite di campionato ed ai concentramenti delle categorie juniores. E’ presente nelle scuole della città con le quali
partecipa ai campionati studenteschi anche
prendendo parte all’ Ente Scolastico.
L’Amatori Rugby Civita Castellana ha ricevuto anche l’ambito riconoscimento delle
“stelle al merito sportivo” dal Comitato
Olimpico Nazionale Italiano.
Per avvicinarsi a questo entusiasmante
sport la Amatori Rugby Civita Castellana ha
istituito dei corsi gratuiti: Mini Rugby: Under
6-8-10; Giovanili: Under 12-14-16-18; Seniores: Serie C- Old.
La squadra può essere seguita presso il
campo Angeletti, in Via dei Marinai d’Italia
a Civita Castellana, oltre al già citato sito è
possibile rimanere aggiornati sull’andamento del campionato e sulle iniziative
anche grazie alla pagina
www.facebook.com/civitarugby.
Letizia Chilelli
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE
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Campo de’ fiori
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Wikipedia ed affini!
Wikipedia
(www.wikipedia.org), la
strafamosa Enciclopedia
online scritta da migliaia di
volontari nata nel 2001
dalla menti geniali di Larry
Sanger e Jimmy Wales,
che ad oggi conta oltre 77
di Patrizia
milioni di voci in 280 linCaprioli
gue, negli ultimi anni ha
prodotto anche altri mini portali che trattano di varie tematiche, ma sempre improntati allo spirito della collaborazione e
condivisione libera dei contenuti.
Vediamo insieme cosa è stato creato al di là
di Wikipedia
Incominciamo con Wikivoyage
(http://it.wikivoyage.org) che rappresenta
una vera e propria guida turistica mondiale,
con tantissimi paesi descritti nelle loro bellezze naturali e culturali.
Wikimedia Commons
(http://commons.wikimedia.org) un Database con circa 20 milioni di files multimediali liberamente utilizzabili.
Wikiquote
(http://it.wikiquote.org) una grande antologia di aforismi, incipit ed explicit di opere
letterarie, proverbi e molto altro.
Wikizionario
(http://it.wiktionary.org) un vero e proprio
dizionario con attualmente 120.903 lemmi.
Wikinotizie
(http://it.wikinews.org) una fonte di news
aperta e varia a cui tutti possiamo dare il
nostro contributo di contenut; naturalmente
le notizie vengono prima vagliate da un
gruppo di controllori volontari.
Wikispecies
(http://species.wikimedia.org) è un grande
contenitore di articoli su migliaia di specie
animali, vegetali e minierarie!
Meta - Wiki
(http://meta.wikimedia.org) è
il portale attraverso il quale si
incontrano e si sviluppano i
progetti della Comunità dei Wikipediani.
Wikibooks
(http://it.wikibooks.org)
in
esso troverete manuali e libri
di testo scritti dai wikipediani,
modificabili e liberi di essere
letti e scaricati gratuitamente;
gli argomenti trattati sono davvero tanti.
Wikisource
(http://it.wikisource.org) biblioteca libera con 149.712 pa-
gine di contenuto libero da consultare.
Wikiversità
(http://it.wikiversity.org) l’Università libera,
un luogo di apprendimento costante e gratuito.
Wikidata
(http://it.wikidata.org) è uno spazio aperto
dedicato ai dati strutturati, quali ad esempio
statistiche su determinate tematiche o
paesi.
E per finire esiste un programma Kiwix
(http://www.kiwix.org/wiki/Main_Page/it)
capace di farci consultare Wikipedia offline,
pensato per i paesi in via di sviluppo, tale
strumento permette di immagazzinare milioni di voci e di poterle esportare anche in
PDF o HTML.
Buon apprendimento a tutti!
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Campo de’ fiori
XV edizione della Rassegna di Canto Corale
Il “Coro San Filippo Neri” di Carbognano, il “Coro Veientano” di Roma, il gruppo strumentale “Solo Sax” e la “Nova Schola Cantorum” di Nepi, al Duomo di Civita Castellana
S
abato 11 gennaio si è svolta,
presso la chiesa di Santa Maria
Maggiore in Civita Castellana, la
15° edizione della Rassegna di
Canto Corale, che vede il civitonico “Coro Polifonico Mons. Giuseppe Bellamaria”, esibirsi e ospitare altri cori delle
diocesi del circondario.
Per questa quindicesima edizione, hanno
partecipato il “Coro San Filippo Neri” di Carbognano in collaborazione con il “Coro Veientano” di Roma e del gruppo strumentale
“Solo Sax” e la “Nova Schola Cantorum” di
Nepi.
Il coro polifonico di Civita Castellana “Mons.
Giuseppe Bellamaria”, diretto ormai da ben
sette anni dal M° Laura Ammannato, ha rinnovato anche quest’anno il livello di impegno e difficoltà sempre crescenti che lo
caratterizzano. Il coro, formato a oggi da
ben 30 elementi; grazie al proprio fondatore, Mons. Giuseppe Bellamaria, basa le
proprie fondamenta nello studio amorevole
dell’arte del canto gregoriano, cercando di
ampliare la costruzione come archi diramanti da pilastri, promuovendo e divulgando la musica polifonica liturgica ed
ex-liturgica.
“La divulgazione della musica polifonica del
‘500 e ‘600, Italiana ed Europea” Dice il M°
Ammannato “E’ necessaria al ricordo e alla
riscoperta della musica che ci appartiene,
come identità e come patrimonio culturale.
Ci identifica e ci caratterizza, rispetto ad altri
generi che non appartengono ai luoghi dove
siamo nati, non appartengono alla concezione musicale della nostra cultura. Si tratta
di un bene che va amato, riscoperto e mantenuto come un tesoro che è già di nostra
proprietà”.
I cinque brani proposti per la rassegna sono
il sintomo di un lavoro costante e passionale
di tutti gli elementi che alternano, in forma
di puro volontariato, prove fisse settimanali
a impegni costanti per le funzioni liturgiche
nell’arco di tutto l’anno. Accompagnati all’organo dal M° Enrico Mazzoni, passando
da un bellissimo 1° movimento del Magnificat di Durante al ben conosciuto e velato di
una sorta di dolce malinconia, Minuit Chrétiens di Adolphe Adam, il coro civitonico ha
aperto la bella serata.
Il “Coro San Filippo Neri” di Carbognano e
il “Coro Veientano” di Roma, diretti dal M°
Romeo Lipperi, hanno presentato dei brani
complessi e articolati di Bach e Tassani, dimostrando intenzione e buone capacità, sostenuti dall’interessante e inusuale intreccio
sonoro creato dal gruppo di soli sassofoni
“Solo Sax”, che ha ben dosato dinamiche e
armonie.
In chiusura il coro di Nepi “Nova Schola
Cantorum”, diretto dal M° Gaetano Trivelloni, ci ha piacevolmente sorpresi con un repertorio variegato. Il coro, caratterizzato da
una forte predominanza femminile che impone la sua impronta timbrica, ha spaziato
da brani di musica medioevale come “Alle
Psallite”, mottetto del XIII° secolo preso
dall’anonimo codex di Montpellier (di mottetti francofoni e pre-francofoni) a brani più
classici, fino ad arrivare al gospel, accompagnati al piano dal grande M° Mark Hamlyn. Una nota di merito al M° Michela
Luzzetti per le sue esecuzioni al flauto
dolce.
La chiusura del concerto, ha visto la consegna delle targhe ricordo per i cori ospiti e
un bellissimo fuori programma con i quattro
cori, per un totale di circa cento persone,
che si sono riuniti per una “Ave Verum” di
Mozart davvero emozionante.
La buona affluenza alla manifestazione è sicuramente indice di volontà e la piacevole
presenza del vescovo emerito Mons. Divo
Zadi (che non perde una sola edizione), ha
allietato la serata, anche se come nota stonata, è il caso di dirlo, la totale assenza
delle rappresentanze istituzionali ha tacitamente confermato, purtroppo, il pregiudizio
nei confronti della cultura e dello sforzo di
persone che senza alcun profitto si dedicano alla conservazione del patrimonio culturale.
Vorrei terminare riflettendo sul “coro” come
rappresentazione della metafora della vita.
Nel coro tutti partecipano esistono e si annullano come tasselli di voci che compongono il mosaico dell’armonia totale, l’unica
cosa che conta è lo scopo più alto e tutti lavorano per quello, ogni uno con la sua
parte, ogni uno nel rispetto delle parti altrui.
Il caos produce solo rumore, solo quando
umilmente gli elementi dicono NOI e non
IO, l’armonia esiste.
Riccardo Chiodi
Campo de’ fiori
L’angolo del poeta
43
Buon anno specialmente a chi viaggerà
con la mente.
Un buon anno a chi camminerà
speditamente ma non troppo velocemente,
Buon anno a chi cercherà di avere più fiato
dell’anno precedente,
Buon anno a chi camminerà con gli amici,
Un buon anno a chi lo inizierà a cuor
contento e che non sentirà neppure il vento,
Buon anno a chi va verso una meta,
Ma buon anno anche a chi non ce la farà.
Piero Mecocci, tratto dal suo libro
“Parole come il vento”
Maria Giudice
SCRITTO DA VOI...
Gentile Direttore,
Le trascrivo quest’ articolo, che molti potrebbero non aver letto, apparso sul quotidiano Avvenire di Martedì
31 dicembre 2013, sapendo che Campo di Fiori potrebbe colmare questa lacuna. Avrei piacere se potesse rie
laborarlo e poi se lo trova interessante pubblicarlo nella sua rivista.
La ringrazio cordialmente e le auguro un sereno anno nuovo
AlRo
LA DENUNCIA
IL FORUM FAMIGLIE: giù le mani dalle detrazioni
“Dopo il nulla di fatto portato dalla legge di stabilità alle famiglie italiane, dopo il pasticciaccio brutto della nuova tassa municipale e
dopo il nuovo Isee, ora fa la sua comparsa, un ulteriore taglio alle detrazioni da applicare entro gennaio 2014 se non saltano fuori 500
milioni“. Lo denuncia il Forum delle associazioni familiari. “Ci troviamo a gridare: via le mani dalle tasche delle famiglie”, commenta il
presidente, Francesco Belletti. I tagli, denuncia, cadono su “sostegni ai disabili, assegni familiari, detrazioni delle spese mediche”. E
“da subito”, mentre quelli ai finanziamenti dei partiti “cominceranno, forse, nel 2016 o nel 2017”, lamenta Belletti. A provocare l’”en
nesimo buco”, chiede in modo provocatorio, sono state “le famiglie o quegli interessi locali che nottetempo, grazie a un parlamentare
o un burocrate compiacente, riescono ad infilare, tra le pieghe delle leggi di stabilità, il piccolo intervento per il proprio interesse par
ticolare?”. Per Belletti stiamo diventando il paese “dell’azzardo e dei balocchi di stato, anziché dei diritti sociali”. Salvo poi “finanziare
gli interventi contro la povertà”. Ma i poveri “ci piacerebbe non diventarci”. Infine, la richiesta di smetterla di considerare le detrazioni
quasi un regalo, eliminabile in nome dei conti pubblici. “Basta clausole di salvaguardia che mettono le mani nelle tasche delle famiglie,
con aumenti automatici dell’Irpes e tagli lineari alle detrazioni: medicina che abbiamo già bevuto. Non solo amara per le famiglie, ma
che ha quasi ucciso il paziente Italia”.
Spett.le Campo de Fiori,
Vi scrivo per chiederVi cortesemente di
accettare nella Vs. rubrica dedicata agli
annunci una mia offerta. Approfitto per
farvi i miei complimenti per la Vostra ottima rivista ed augurarvi un buon anno.
Cordialmente
Leonardo Pompei
Campo de fiori Rivista
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Campo de’ fiori
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Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
“Pozzi moritte ‘o porco!”
A
Gennaio, con il
freddo secco di
tramontana, si
doveva ammazzare il maiale,
ed allora tutta la famiglia
contadina veniva occupata
per l’occasione, nessuno
di Sandro
escluso. Nel giorno preAnselmi
stabilito, arrivava il norcino con lo scannatore (punteruolo lungo ed
appuntito), che, dopo aver fatto fatica ad
immobilizzare l’animale nel cortile di casa,
aiutato da tutti gli uomini della famiglia,
scannava il maiale.
Il sangue caldo che sgorgava dalla povera
bestia poteva essere bevuto; ma normalmente veniva cotto in una padella per farne
il sanguinaccio, consumato da tutta la famiglia come un trofeo, secondo un antico rito
tribale.
Dopodiché si passava alla sbollentatura
della pelle per poterlo depilare e, successivamente, scuoiare. Il norcino, poi, squartava l’animale e, fissate le due parti sulle
cavigliere (assi di legno appoggiate al muro,
con degli uncini), iniziava a sezionarlo nei
vari tagli: prosciutti, spalle, lonze… Molta di
questa carne veniva macinata ed insaccata
per farne i rocchi (salsicce). Le budella,
mondate del loro contenuto e lavate, fun-
gevano da guaina.
Una parte di loro
veniva essiccata al
calore del fuoco del
camino e diventavano bevarielli. La
vescica era il contenitore
dello
strutto, ossia il
grasso sciolto col
calore, che serviva
in cucina per le minestre, per i dolci e
per ungere le padelle. La ratta (reticolo dell’intestino)
veniva
utilizzata
per contenere la carne del fegato, con cui
si facevano i fegatelli. La testa e gli scarti
delle cartilagini davano la coppa, insaporita
sapientemente con la buccia d’arancia. Perfino le ossa venivano utilizzate: si scioglievano nell’acido per ricavarne il sapone.
Nemmeno le setole (peli) della pelle venivano buttate, ma riutilizzate per farne pennelli.
L’animale, che era il principale sostentamento alimentare della famiglia contadina,
veniva accudito con cura per tutto l’anno, e
ad esso erano date in pasto cose semplice
e naturali come la ghianda, il granturco, le
mele di scarto e i consueti beveroni, ovvero
semola (crusca) impastata con l’acqua di
cottura della pasta.
A Fabrica, nella zona di Peccio, il Comune
metteva a disposizione delle stallette per chi
non ne aveva una propria, dove poter tenere il maiale, un animale talmente importante per la povera economia agricola che
per offendere profondamente qualcuno gli
si augurava la morte dello stesso. Non era
difficile, infatti, sentire, durante le partite di
calcio nei paesi, inveire contro l’arbitro con
esclamazioni quali: “Arbitro cornuto, pozzi
moritte ‘o porco!!!”
Campo de’ fiori
Sono Finnicella e sono una
randagia. Mi hanno recuperato
in strada INCINTA e il 26
ottobre sono nati i miei
CIUPINI. Io sono piccina peso
SOLO 9 kili e questo è PAN, un
mio cucciolotto, maschio.
ADOZIONE SOLO NEL LAZIO.
Si affidano con regolare preaf
fido , FIRMA moduli di adozione e sterilizzazione
OBBLIGATORIA. 347/6113511. E’ gradita mail di
presentazione [email protected]
ATHENA, figlia di Finnicella....
Sono Finnicella e sono una ran
dagia. Mi hanno recuperato in
strada INCINTA e il 26 ottobre
sono nati i miei CIUPINI. Io sono
piccina peso SOLO 9 kili.
ADOZIONE SOLO NEL LAZIO. Si
affidano con regolare preaffido ,
FIRMA moduli di adozione e ste
rilizzazione OBBLIGATORIA anche per i ma
schi. 347/6113511.
EROS, figlio di Finnicella....Sono
Finnicella e sono una randagia.
Mi hanno recuperato in strada
INCINTA e il 26 ottobre sono nati
i miei CIUPINI. Io sono piccina
peso SOLO 9 kili
ADOZIONE SOLO NEL LAZIO. Si
affidano con regolare preaffido ,
FIRMA moduli di adozione e ste
rilizzazione OBBLIGATORIA
anche per i maschi. 347/6113511.
MICIA: 6
ANNI FIV
FELV
NEGATIVA
Il TUO de
stino Micia
doveva essere
nella tua casa
dove sei cre
sciuta ma non
è stato cosi.
Il tuo padrone è morto
e tu via... Per info e adozione
347/6113511
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AIUTO...comincia ad essere
SUPERURGENTE!
FABRICA DI ROMA (Viterbo)
Lazio:
questa splendida cagnolina ha
circa un anno. Si chiama Leyla.
Taglia piccola simil
bassotto/cane da caccia. Ha
anche qualcosa del beagle, vero?
E’ molto affettuosa e dolce. Cerca
solo carezze. E’ stata trovata con
due cuccioli. Verrà a breve sterilizzata. Non può ne deve RIMANERE A
CATENA!!!! 3335375465
GASTONE è un labrador puro con tanto
di pedigree (questo non vuol dire nulla)
ma soprattutto è un cane SOLO. La vita,
con lui e la sua famiglia, è stata ingrata,
soprattutto ora che avrebbero bisogno
l’uno dell’altra. Lasciamo da parte le
polemiche quando si tratta di casi
estremi come questo: e quanti ce ne
sono! Non voglio leggere termini come
“bastardi”, “infami” o simile...I suoi pa
droni soffrono quanto lui e sono depressi quanto lui ma la convi
venza non è più possibile. Non facciamolo marcire e morire dietro
a quella grata, dove si trova da ben 3 anni. Ha ancora sicuramente
qualche anno da vivere: è sano potrebbe ancora regalare tante
gioie a chi lo prenderà in CASA come stava prima...
Pensate se voi da casa confortevole a 75 anni andreste a vivere
sotto i ponti! NO. Gastone merita di più.
Non lo lasciamo morire di freddo e di malinconia... 3387357799
SMARRITA Tekla NERA
taglia MEDIA collarino
come da foto e guinzaglio
attaccato venerdì 10 gennaio da Civita Castellana
VT. AVVISTATA nelle zone
di Sassacci, Quartaccio, Civita Castellana, Parco Falisco, Faleri, Corchiano……è
molto impaurita, chiamare
subito!!! Microchip n. 380260040238387. Contattate il
numero 338 4101428 Giuseppina oppure 335 228897
Cinzia Grazie!!!!!! Ricompensa solo se viva
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Campo de’ fiori
EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Chiusura d’anno col botto a Fabrica di Roma
È stata una chiusura d’anno eccezionale, quella che ho vissuto in
prima persona, domenica 29 Dicembre 2013 a Fabrica di Roma.
Il programma prevedeva l’uscita
del gruppo Sbandieratori e delle
Majorettes locali. La palestra comunale era stracolma di genitori e
nonni accorsi ad assistere all’evento, che stavano in trepidante
attesa della performance dei propri figli e nipoti. Lo spettacolo era
stato affidato alle sapienti mani di Claudio Ricci, già presentatore del premio “Arco d’oro” (manifestazione che si svolge presso il teatro
Tenda di Fabrica di Roma). Presenti le autorità, con in testa il sindaco Mario Scarnati, seguito dall’assessore Gianni Celeste e dall’immancabile don Chicco, è iniziato lo spettacolo con la regia di “Gegia” alle musiche. L’ingresso dei due gruppi è seguito a quello dei ragazzi e
delle ragazze che suonavano tamburi e strumenti a fiato. È stato bellissimo vedere il gruppo degli sbandieratori esibirsi in giochi di abilità
con le bandiere, ma all’ingresso delle Majorettes c’è stato un vero e proprio boato, sembrava di essere allo stadio, con tutte le persone
che applaudivano al più piccolo movimento dei due gruppi, formati da ragazze e bambine, per non parlare poi della mascotte delle Majorettes, la piccola Giulia, che ha letteralmente incantato il pubblico presente.
La manifestazione è sicuramente stata un successo, e questo, mi rende felice per tutti coloro che, con il loro lavoro, si sono prodigati in
questi mesi, per regalare ai cittadini di Fabrica di Roma due ore di autentico spettacolo, ma allo steso tempo mi rende orgoglioso (e permettetemi di essere di parte) perché l’insegnante delle coreografie e dei balletti delle Majorettes è mia figlia: Ilari, che con passione ed
impegno, ha messo in piedi questo spettacolo. Ma da nonno, il mio applauso va anche a mia nipote Nicole che ha partecipato insieme
alle altre bambine sue amichette alla meravigliosa serata, e devo dire che sono state veramente favolose.
Ma bando alle questioni personali, credo che sia doveroso ringraziare il sindaco Mario Scarnati, l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine, i cittadini che hanno presenziato all’evento e tutti coloro che hanno prestato la loro opera per la riuscita della manifestazione.
Sergio Piano
Befana della Protezione Civile di Monterosi a L’Aquila... 18 edizione!
Il 5 e 6 gennaio 2014 i volontari di RNS Monterosi si sono recati insieme a Italo Cassa
(presidente de “La Scuola di Pace” ed ideatore dell’evento) all’Aquila e nel popoloso e
multietnico quartiere di Torpignattara per la consegna delle migliaia di giocattoli ai bambini. Piazza Duomo all’Aquila ci ha accolti con la sua consueta “Fiera dell’Epifania” all’interno della quale ormai da cinque anni viene inserito l’evento della Befana della Gioia.
Un momento per ricordare e non dimenticare la tragedia che nel 2009 ha duramente
colpito l’Aquila e che ancora lascia nella cittadina e nella sua popolazione un concreto
segno di impotenza davanti alla lentezza della ricostruzione!
La giornata non era delle migliori perché è piovuto tutto il giorno ... ma la Befana della
Gioia ha riscosso un grande successo facendo felici i bambini dell’Aquila con tantissimi
giocattoli e un grande grande sorriso!!!
Migliaia sono stati i doni distribuiti che hanno allietato grandi e piccini! Soprattutto i cittadini dell’Aquila hanno ringraziato tutti noi volontari perchè ogni anno vogliamo essere loro vicini. Durante l’evento ci ha fatto visita anche
Elisabetta Leone, Assessore alla Cultura del Comune dell’Aquila, che ha voluto portare il suo personale saluto e ringraziamento e ci ha
voluto rendere partecipi dello stato dell’arte della ricostruzione. Il 6 gennaio, per il terzo anno consecutivo, è stato scelto il popoloso e
multietnico quartiere di Torpignattara, trovando ospitalità all’interno della Sala del III
Municipio. Una giornata di grande lavoro per la Befana della Gioia!
Piano piano, passo dopo passo, passa parola ... sono scesi tutti i bambini di Torpignattara e la Befana è stata costretta a moltiplicarsi in 5 bellissime versioni per donare i
giocattoli e tanta gioia ai bambini!!!
Fino a tardo pomeriggio c’è stata una continua presenza di bambini che hanno potuto
scegliere, coadiuvati dai volontari di RNS Monterosi e dalle simpatiche Befane, i giocattoli che desideravano.
Grandi sorrisi hanno scaldato il cuore di tutti noi per questa nuova edizione della Befana della Gioia ... appuntamento per il prossimo anno!
Addio al regista Lorenzo De Feo fondatore del Teatro Millelire di Roma
Si spento nella mattina di domenica 19 gennaio, stroncato da un infarto, il regista e autore Lorenzo De Feo, direttore artistico del Teatro Millelire. Cordoglio da parte di molti attori e registi che da questa mattina gli stanno
rendendo omaggio nella camera ardente dell’Ospedale Policlinico Umberto I di Roma, dove era stato operato Giovedì 16 gennaio. Nato a Napoli nel 1965 Lorenzo De Feo ha dedicato la sua vita all’arte, in particolar modo al teatro. Ha diretto commedie come “Bang! Un giallo a fumetti”; “Caro ti presento il tuo amante”, “Sono diventato
Etero!”, “Doppia coppia batte il tris” “E’ morta zia Agata. Dal 2000 al 2007 è stato il direttore artistico di Fonòpoli.
Ha curato mostre di pittura, ha lavorato per il cinema e la televisione. Da giugno del 2012 è stato il direttore
artistico del Teatro Millelire di Roma insieme ad Antonio Lupi che lo ricorda “È stato un compagno di vita e
di lavoro ineguagliabile. Ci lascia un grande uomo di teatro, porterò avanti il suo lavoro sperando di non deluderlo”.
I funerali si sono svolti il 21 Gennaio presso la Chiesa Santa Maria delle Grazie nell’omonima piazza a Roma.
Campo de’ fiori
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WS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Parco Ivan Rossi: al via il progetto di Paolo Portoghesi con gli alunni del Colasanti
Sono iniziati lunedì 13 gennaio i lavori di realizzazione del Parco Ivan Rossi di
Rendering
Civita Castellana, sul progetto esecutivo dell’Architetto Paolo Portoghesi, che
Parco Ivan Rossi
ha elaborato quello realizzato da 80 studenti del liceo scientifico “Colasanti”
sotto la sua supervisione.
L’opera riguarderà tutto il Parco Ivan Rossi, da via San Gratiliano a Piazza
Di Vittorio al Giardino Pubblico già intitolato a Ivan e riscriverà una parte
importante di Civita Castellana dedicata al ricordo di Ivan Rossi e del gesto che
gli è valso la Medaglia d’Oro al Valore Civile.
Il progetto del Parco Ivan Rossi, di cui sono in corso i lavori per la realizzazione
del primo stralcio dell’opera che prevede il rifacimento di tutta l’area di via San
Gratiliano, è stato affidato dal sindaco Angelelli agli studenti di tre classi terze
del liceo scientifico “Colasanti” di Civita nel 2011. L’amministrazione si è
rivolta alla scuola chiedendo di progettare un’opera che poi sarebbe stata inserita nel piano triennale dei lavori pubblici. Sono state individuate tre classi dello
scientifico ed è stato coinvolto uno dei nomi più illustri dell’architettura italiana, l’architetto Paolo Portoghesi. Dopo le lezioni tenute loro
dal “Maestro” Portoghesi, le tre
classi hanno presentato tre progetti
distinti, tutti e tre mossi da alcune ragioni di fondo come l’acqua, il mare,
la vita, in ricordo di Ivan Rossi. I tre
progetti sono stati poi fusi in uno e
così è stato redatto il progetto preliminare. Dopodiché si sono invertiti i
ruoli, il professionista, Paolo Portoghesi ha redatto il progetto definitivo
ed esecutivo e i ragazzi hanno apportato le loro modifiche e critiche a quel
progetto, che poi è stato finanziato e
i cui lavori sono oggi in corso
Edu Tech: rivoluzione digitale nelle scuole di Civita da qui al 2015
In ogni classe delle scuole elementari e medie di Civita Castellana verrà installata
una lavagna elettronica da qui al 2015 grazie al progetto Edu Tech del comune di Civita Castellana. E gli alunni con difficoltà di apprendimento, disturbi specifici o disabilità saranno seguiti da uno speciale Centro per l’inclusione, che li aiuterà
nell’apprendimento attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Il progetto Edu Tech, infatti, sviluppato in tre anni scolastici a partire da quello in corso, prevede la graduale
fornitura di lavagne elettroniche a tutte le classi di elementari e medie, la formazione
degli insegnanti, l’accesso a internet in ogni classe, la fornitura di tablet per alcune
classi campione e la creazione di un Centro per l’inclusione insieme all’istituto “Leonarda Vaccari”.
Il progetto nasce per sviluppare e potenziare l’innovazione delle infrastrutture tecnologiche nelle scuole del comune di Civita Castellana e, con esse, le nuove modalità
di accesso al sistema informativo, ponendo come obiettivi l’incremento dell’accessibilità, dell’utilizzo dell’informatica nella didattica, e dell’accesso ai servizi in rete di tutte le componenti scolastiche. Parte integrante e qualificante del progetto Edutech è la creazione di un
Centro per l’Inclusione che miri a ottimizzare le risorse scolastiche sia economiche sia operative nell’ottica di permettere la miglior inclusione
degli studenti con difficoltà, di quelli con specifici disturbi e/o di studenti con disabilità. Il progetto si pone come obiettivi: favorire l’innovazione nella metodologia didattica, avviare un processo positivo nelle varie scuole, affiancando all’azione didattica tradizionale nuovi
strumenti tecnologici/multimediali che, con la loro valenza ludica e la naturale empatia dell’interfaccia grafica, possono agevolare i percorsi
di apprendimento; svolgere adeguate azioni di formazione in servizio del personale scolastico; contribuire alla realizzazione della piena
integrazione scolastica dei soggetti con “Bisogni educativi speciali”.
Start up: dieci mila euro dal comune di Civita Castellana per le imprese giovanili
Chi ha avviato o sta avviando una nuova impresa a Civita Castellana può partecipare alla selezione
pubblica per start up avviata dal Comune di Civita. Con il bando appena deliberato saranno individuati un massimo di tre processi di start up con sede operativa sul territorio comunale di Civita
Castellana nei settori dell’innovazione tecnologica e tutela e riqualificazione dell’ambiente e del
territorio. Ai migliori processi di start up verrà riconosciuto un contributo economico massimo di
5.000 euro.
Alla procedura possono partecipare sia i legali rappresentanti di società già avviate, sia i promotori
di processi di start up, i quali dovranno descrivere il piano programma e la finalità degli interventi,
oltre a dichiarare una dettagliata previsione degli investimenti. L’individuazione dei beneficiari del
contributo economico sarà assegnata ad una Commissione Valutatrice. La domanda di partecipazione dovrà pervenire all’ufficio protocollo del Comune di Civita Castellana, sito in via SS. Martiri Giovanni e Marciano entro le 12,30 del
28 febbraio 2014.
“E’ un’opportunità importante per le società costituite da poco o nuove società che si occuperanno di nuove tecnologie e ambiente - ha
detto l’assessore alle attività produttive e all’E democracy, Alessandrini Alessio - il comune mette a disposizione 10.000 euro, limitando a
tre il numero degli interventi per rendere sostanziale l’apporto economico dato. Ci aspettiamo numerose domande”.
Campo de’ fiori
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LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
“LA PORTA DEL FUTURO”
Q
Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola
uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle
tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà.
Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo,
indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi.
Vostro a soli 5,00  - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected]
IDENTITA’ E VALORE
IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL
PROF. MARSICOLA
Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare quello
che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi, più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che ciascuno fa, non
approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è certamente propedeutico
al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole apparire quel che non si è perché si teme
SOLO 1 
comunque di essere inadeguati....
Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere
rappresentato a teatro (commedia in atto unico).
Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al
dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni
campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale
rinnovamento della Politica e delle Istituzioni.
OMAGGIO
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo
di  10.00,
sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti,
che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa
annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
Campo de’ fiori
Roma. Fine ‘800. L’antico Foro Boario si sviluppava nella zona antistante il Tempio detto di Vesta.
I buoi che trainavano i carri erano lasciati in sosta presso la fontana di Carlo Bizzaccheri.
Dietro il Tempio, una schiera di case divideva il Foro Boario dal fiume Tevere.
A vedere questa immagine sembra impossibile che si possa trattare realmente di Roma!
Campo de’ fiori
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Roma com’era
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Campo de’ fiori
Nel cuore
Se ne va un altro pezzo
di storia Civitonica
Ciao Giggi, te ne sei andato proprio l’ultimo giorno dell’anno, te ne sei andato il giorno di San Silvestro,
il giorno di quella maratona che celebra la città eterna e che tu hai corso 15 o 20 volte. Avevi appena
compiuto 94 anni nel mio articolo pubblicato due mesi fa, ti avevo definito “Cerqua civitonica” , sì
perché eri tosto come quella pianta che rappresenta non a caso la flora del nostro territorio. Atleta
variegato amavi la bici, la moto, ma soprattutto la maratona e la poesia. Ti sono stato vicino in questi
ultimi 10 anni ed ho avuto l’onore e la gioia di raccogliere i tuoi ricordi fatti di piccole e grandi storie
riguardanti la tua vita. Una vita fatta di viaggi in treno, su e giù per l’Italia, quando indossavi tuta e
scarpette e ti mescolavi alle moltitudini variopinte di atleti molto più giovani di te, con la consapevolezza, che tanto saresti arrivato, sempre e comunque. Sei stato l’esempio per chi ti ha conosciuto, di
cosa significa correre con la tenacia e lo spirito che contraddistingue l’atleta forte, quello che come te
iniziò a corre a 54 anni (quando gli altri smettono), noncurante del congelamento ai piedi che ti regalò
la guerra sul fronte greco-albanese. Ho lasciato per ultimo le tue poesie, che conservo tutte (qualcuna
anche registrata) e che reciterò insieme alle mie, come più volte ti ho promesso. Ciao Giggi, e stai
tranquillo, perché la tua preoccupazione, che mi esternavi riguardo al fatto che nessuno ti avrebbe ricordato, da oggi è svanita, perché ci penserà Sandro a mantenere vive le gesta di Luigi Del Priore.
Alessandro Soli
Luigi Del Priore
Ciao Zio Richetto
Zitto zitto zio Richetto ha voluto aspettare la befana prima di andarsene. Chi a Fabrica non ha avuto modo di conoscerlo e incontrarlo
o semplicemente scambiarsi un saluto? Vorrei dire tante cose di zio Richetto, ma non so da dove iniziare, non sarebbe mai abbastanza
per descrivere un personaggio di una creatività e intuizione incredibile e naturale, così intensa da restare stupiti ogni qual volta che
le sue mani iniziavano a lavorare per realizzare una nuova invenzione. Non c’era materia, metallo, plastica, vetro o carta, che non
prendesse forma. Da esperto orologiaio riusciva ad assemblare componenti così piccole e delicate da rimanere sbalorditi da tanta
precisione e raffinatezza, sul suo volto era sempre presente il sorriso e con il fischiettio accompagnava ogni sua giornata di lavoro.
La prima volta che lo vidi impegnato a riparare orologi, fu nella sua casa a Firenze, molti anni fa, il suo laboratorio era ricavato dentro
ad un grande armadio, ogni anta e cassetto erano piani di lavoro, nulla era lasciato al caso, lui diceva che per il mestiere che faceva
e per i pesi che doveva sollevare, un armadio era più che sufficiente e poi c’era poco da angosciarsi per mettere in ordine il laboratorio, bastava chiudere l’armadio. Una scena, quella, difficilmente da dimenticare. La pazienza era la sua arma migliore, pacato e
sempre disponibile a condividere con gli altri tutto ciò che dal nulla prendeva vita. Orologi antichi, sveglie, oggettini, oggetti meccanici,
giocattoli e marchingegni di ogni tipo, pian piano prendevano forma. Il suo motto era: osservazione, meditazione e azione. Prendeva
sempre tempo, non dava nulla per scontato, ma poi, come d’incanto, il suo sguardo si fissava, le sue mani iniziavano a cercare ogni
attrezzo di precisione e come in un cartone animato, tutte le parti assemblate iniziavano a muoversi e funzionare. Ritengo che sia
stato un grande uomo di ingegno, con il suo carattere mite e credente, accompagnava le sue giornate con preghiere e nutriva
enorme ammirazione per tutto quello che lo circondava. Ciao zio Richetto e grazie di cuore per i consigli, per i giorni trascorsi insieme, e di una cosa sono certo: anche se ci hai lasciati zitto zitto, non avrai tempo di annoiarti, continua a cercare a osservare, inventati qualcosa per farci di nuovo sognare, fallo sempre fischiettando, saranno tanti ad ascoltarti.
Giovanni Francola
Vaselli Angelo “Miccheletto”
06.01.2013 – 06.01.2014… E’ già passato un anno!
Di solito la Befana porta dei bei doni, ma per noi non
è stato così, anzi! Ci ha tolto te.
Sei il primo pensiero appena apriamo gli occhi e l’ul
timo prima di addormentarci la sera, sei sempre vivo
in noi e nei nostri pensieri. Ci manchi tantissimo.
Ciao papà
Ricordo di Nello Tomei
“Bussiamo al soffitto, la Roma ha segnato e bisogna dirlo a Nello”, tra i tanti ricordi quello che mi salta subito alla
mente è questo, ero piccolina, tu eri appena stato operato al cuore, la Roma giocava una partita importante e tu, per
ovvi motivi, non potevi seguire la diretta televisiva, la Roma aveva segnato, papà mi prese in braccio ed io con la
scopa bussai al soffitto per “comunicarti” la rete della nostra squadra..erano altri tempi, altro calcio.. è così che voglio
ricordarti, caro Nello, con il sorriso sulle labbra pensando che volteggiando nel Cielo ci guardi e ti siedi comodamente
su di una nuvola sopra lo stadio per seguire la tua squadra! A questo mio ricordo si unisce la mia famiglia e il saluto
di tutto il tuo condominio…
Letizia Chilelli
Campo de’ fiori
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LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
Aleeee...eccolo! E’
arrivato di nuovo il
tuo Compleanno...
non volevi ricordartene? Peccato
ci abbiamo pensato
noi!!! Auguroni di
un Buon Compleanno (21 Gennaio)!!! Silvia e Simone.
Amore mio non importa quanti anni
compi, l’importante è che sei il più
grande amore della mia vita che mi
riempie di gioia giorno dopo giorno.
Auguri!!! Ti amo... Luca
È bello ricevere regali, ma due gioielli
così sono meravigliosi! Un bacio grande
a Cristopher e Nicole da nonno Sergio….
...E anche quest’anno
mi hai regalato gioie
ed emozioni… Sorrisi
ed allegria...
Posso solo dirti
grazie augurandoci
ad entrambe di
passare questo
nuovo 2014 ancora
insieme... BUON
ANNO AMICA MIA...Ti voglio bene
Tanti auguri
di buon
compleanno a
Teresa Baglivo
che il 23
Gennaio compie
67 anni, dalle
figlie, i generi
ed i nipoti.
Tanti
auguri al
nostro
piccolo
Francesco
Sbarra,
che l’8
febbraio
compie 4
anni.
Buon compleanno Amore!
Da mamma e papà, i nonni,
gli zii e i cuginetti.
Tanti
auguri di
buon
compleanno
alla piccola
Denise
Giove che
compie il
suo primo
anno il 30
Gennaio, dalla mamma, il
papà, i nonni, gli zii ed i
cuginetti.
Tanti auguri di buon
compleanno al piccolo
Francesco che il giorno
8 febbraio compie 4
anni. Dal papà Marco e
dalla mamma Daniel.a
dai nonni e dagli zii.
Tanti auguri al mio
amore Federico per la
sua laurea in ingegneria aereodinamica. Ora
incrociamo le dita insieme. Con orgoglio tua
moglie Paola.
Tantissimi auguri di buon
compleanno a Laura e Luigia
Brandi di Soriano nel Cimino
che il 10 Febbraio compiono
60 anni! Auguri dalla sorella
Alida e dal fratello Paolo.
A Fabrizio Ferrari che il 29
Al mio caro papà, che il
Dicembre ha compiuto 33 anni,
13 gennaio ha festegtanti auguri da tutta la sua famiglia. giato il suo compleanno,
voglio fare i miei più
Tantissimi auguri a Giorgio Cimarra
coccolosi AUGURI.
che compie gli anni il 31 Gennaio,
Auguri anche da parte
da sua sorella Emilia e
della mamma e
da tutta la famiglia.
dai nostri familiari.
52
Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Ceramica artistica: ritorna il corso gratuito del comune
Dopo il successo del laboratorio di ceramica organizzato lo scorso anno dal comune
di Civita Castellana, ritorna anche quest’anno il corso gratuito riservato ad hobbysti
con età maggiore di 14 anni. Il corso sarà organizzato presso il Liceo Artistico Midossi di via Gramsci e le lezioni, di tre ore ciascuna, avranno la frequenza di due
volte alla settimana.
A tenere il corso saranno tre insegnanti con una consolidata esperienza nel campo
della ceramica artistica: il professor Franco Giorgi che si occuperà di ideazione e
progettazione di manufatti che costituiscano soluzioni innovative del materiale ceramico destinato all’uso individuale e collettivo, il professor Dino Dominicis che si
occuperà dell’esercizio di foggiatura accompagnato dalla conoscenza e sperimentazione delle varie tecniche sia nelle attività artigianali che industriali; e Dobboloni
Vincenzo che si occuperà della decorazione dei manufatti con conoscenza e speri-
mentazione delle varie tecniche.
“Dato il successo dell’anno scorso e viste le tante richieste – ha dichiarato il sindaco, Gianluca Angelelli - sono felice di poter replicare
questa iniziativa, quest’anno verrà perfezionata, rimarranno gli stessi insegnanti. E’ un’iniziativa che mira a mantenere viva la tradizione
della ceramica artistica a Civita Castellana e a farla riscoprire anche ai ragazzi”.
Nei prossimi giorni uscirà l’avviso pubblico a seguito del quale sarà possibile presentare le domande. Il corso inizierà il 1 marzo e terminerà il 30 maggio. Sarà completamente gratuito ad eccezione della polizza assicurativa a carico degli iscritti.
17° MINI FESTIVAL DI VITERBO. Fino al 31 Gennaio le iscrizioni.
Dopo un’estate davvero intensa – costellata da numerose esibizioni in giro per la provincia –
torna il vero e proprio Mini Festival di Viterbo, tuttora unico malgrado i numerosi tentativi di imitazione! La manifestazione, giunta alla sua diciassettesima edizione, avrà il suo epilogo – a Viterbo – domenica 2 marzo p.v., dopo aver svolto le semi finali a Fabrica di Roma, sabato
22 febbraio, e ad Acquapendente, domenica 23 febbraio 2014. Come il solito, l’organizzazione è a cura dell’Associazione “Omniarts”, con il patrocinio ed il contributo dei Comuni
di Viterbo, Acquapendente e Fabrica di Roma e la collaborazione dell’Associazione Te.Bo.
Anche nel 2014, inoltre, il Mini Festival diventerà promotore di solidarietà, in quanto farà parte
delle manifestazioni promosse da “Viterbo con Amore”. Fino al 31 gennaio 2014 sarà possibile iscriversi al Mini Festival; ogni partecipante sceglierà il brano da cantare e, se non
l’avesse già, ne riceverà il testo e la base musicale. Per le iscrizioni basterà inviare una e-mail con i propri dati a [email protected] o telefonare ai numeri 327/2211332 – 328/7188646; ad inizio febbraio p.v. si svolgeranno le selezioni per le semi finali, presso il ristorante
“La Commenda” di Viterbo.
I partecipanti saranno, ovviamente, giudicati da una giuria di assoluta qualità che, anche quest’anno, sarà presieduta dal giovane tenore
viterbese Antonio Poli – vincitore del Mini Festival 1998 – che, ormai, è considerato il talento lirico in più forte ascesa in Europa.
Oltre ad un simpatico omaggio per tutti i partecipanti ed ai premi – con l’esclusivo logo del Mini Festival – per i primi tre classificati di
ogni categoria (cat. 1 per i nati tra il 2002 e il 2007, cat. 2 per i nati tra il 1998 e il 2001, cat. 3 per i nati tra il 1993 e il
1997), il vincitore della sezione dedicata ai più grandi avrà la possibilità di incidere un CD demo presso il Binario2 Recording Studio. I
primi classificati della seconda e terza categoria, inoltre, potranno partecipare – gratuitamente – agli stage formativi tenuti da Tuscia in
Associazione OMNIARTS
Jazz.
Nuova stagione teatrale al “Fescennino” di Corchiano
Anche il piccolo teatro di Corchiano può vantare una ricca stagione teatrale, che si
è aperta venerdì 17 Gennaio con uno spettacolo di Beatrice Zuin e Claudio Moro
in “Amodo mio” - ricordi e musica di Cuba, e si concluderà venerdì 14 Marzo.
Domenica 19 Gennaio L’Ass. culturale Prove d’Attore ha presentato una esilarante
commedia degli equivoci: “La Presidentessa”. È seguita venerdì 24 Gennaio “Ragazza seria conoscerebbe uomo max 70enne”, storia di un incontro al buio interpretata da Carla Carucci. Venerdì 31 gennaio, è la volta di Felice Pantone, un
cantastorie di Terzo Millennio, in “Il signore delle ciliegie”. Venerdì 7 Febbraio Peppino e Fedele presentano “Crisibolario – il dizionario dei momenti critici”. Venerdì 14 Febbraio il duo chitarra e voce Farraela Siniscalchi
e Massimo Antonietti portano in scena “Jazz4Tow”. Il 21 Febbraio Luca
Mauceri propone al pubblico “Sulle rotte del sogno” parole, musiche e storie. Il 28 Febbraio Francesca Palombo è Pepa Lopez de Leon in “Canzoni
sull’orlo di una crisi di… nervi”. Venerdì 7 Marzo Caric’ & Villa si cimenteranno in un live collage show intitolato “Synchronotopy”. A chiudere la stagione
saranno Javier Salnisky e Federico Ferrandina, il 14 Marzo 2014 con un
tango argentino – bandoneon. Una proposta davvero interessante e variegata,
grazie anche alla scelta operata della direttrice artistica del teatro, Serena Galella.
Tutti gli spettacoli si terranno il venerdì sera alle ore 21. Biglietto d’ingresso  7,00.
E.B.
Campo de’ fiori
AGENDA
53
Tutti gli appuntamenti più importanti
“PREMIO ARCO D’ORO”. SETTE IMPERDIBILI INCONTRI
AL TEATRO PALARTE DI FABRICA DI ROMA
S
i riparte domenica 9 Febbraio con la seconda parte della popolarissima rassegna di teatro amatoriale “Premio Arco d’oro” al
Teatro Palarte di Fabrica di Roma. Dopo le cinque rappresentazioni andate in scena tra l’ottobre ed il novembre scorso, c’è
grande attesa per le prossime sette, da parte dei tanti appassionati di teatro che ogni domenica, nel periodo della rassegna, si
recano a teatro, per trascorrere sì un pomeriggio diverso e piacevole, ma soprattutto per ammirare la bravura degli attori che
di volta in volta si susseguono sul palco in ruoli drammatici o comici. La manifestazione è giunta quest’anno alla sua VIII edizione,
grazie anche al sostegno dell’Amministrazione comunale che, con il suo intervento, fa sì che il biglietto possa essere venduto a soli 5,00
 a persona per ciascuno spettacolo. La modica cifra è quasi simbolica se si tiene conto del fatto che la struttura e le compagnie che intervengono valgono davvero molto di più. Tutti i dodici gruppi in gara, provenienti da ogni parte d’Italia, sono stati scelti tra ben settanta
compagnie, per aggiudicarsi il sempre più ambito “Premio Arco d’Oro” come miglior spettacolo. Ma la sera delle premiazioni, il 5
Aprile, saranno assegnati anche numerosi altri premi: ai miglior attori protagonisti e non maschili e femminili, per la miglior regia e scenografia, oltre all’ambito Premio del Pubblico, assegnato attraverso i voti raccolti tra gli spettatori. Tra i vari premi siamo lieti di poter assegnare anche quest’anno quello della Stampa, offerto dalla rivista Campo de’ fiori. Personalmente, ormai da diversi anni, ho l’onore di
far parte della validissima giuria, presieduta da Giantommaso Cencelli, a cui è affidato l’arduo compito di emettere il verdetto. In questo
finale d’inverno ed inizio di primavera ci aspetta, dunque, tanto buon teatro ed una interessante serata di premizioni, condotta da Claudio
Ermelinda Benedetti
Ricci e Carlo Ciaffardini (direttore artistico del teatro), veramente da non perdere.
Campo de’ fiori
54
Album de
Campo de’ fiori
Civita Castellana - Scuola media Dante Alighieri, classe 2°D.
In piedi da sx: Lazzarini Claudio, Cavalieri Mauro, Corteselli Roberto, Bobboni Roberto, Anzellini Fabio, Rossi Carlo, Cimarra
Giorgio, Cima Roberto, Brunori Giovanni, Azzardo Francesco, Marroni Erasmo, Carvetti Carlo, Bonomo Romano, Angeletti
Mauro, Miccini Sergio. In basso da sx: Fontana Carlo, Celletti A...., Granatelli Franco, Cavalieri Ferdinando, Santini Claudio,
Filippi Giovanni, Cavarischia Vincenzo, Ricucci Sergio, Lazzari Massimo, Zezza Antonio, Gemma Marco, Marcantoni Franco,
Sopranzi Antonio, Profili Sandro. Assente Ferrante S. La foto è del sig. Giovanni Filippi. Un pensiero a chi non c’è più.
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anni ‘80. P. Perazzoni, M. Salvatori, M. Baldoffei, G. Fiori, P. Sacchetti, M. Silveri, G. Agostinelli, N. Seugo,
A. Aballe, U. Salvi, M. Salvatori, F. Sansonetti, L. Patrizi, V. Martelli, M. Ulisse, R. Baiocco, ... Massaccesi, M. Barduani,
Renzo Lupetto.
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’ fiori
Chianciano Terme 1992. Gruppo silicotici di Civita Castellana. In alto da sx: ... Stinchelli, Ilio Fantera, ... Cassio, ... Giordani,
Al centro da sx: ...., ... Bobboni..., ... Catena, Fabrizio Mezzanotte, Antonio..., ..., ... Ricci, Gino Fantera, ..., Gino Casaluce,
... Santino, Giovanni..., Ulisse Vegni, Sergio Accettoni, ..., Brocchi, Gianni Anselmi, Fabio Sopranzi, Giuseppe Mei.
In basso da sx: ... Bobboni, Sergio Berluti, ..., ... Mancini, Costantino..., ... De Iaco, ... Santini.
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Campo “T. Madami”. Anni ‘70. Torneo amatoriale. Squadra del “Bari”.
In piedi da sx: Giovanni De Florio, Antonio Dentico, Massimo Ceci, ..., Di Fidio, Silvano Sciarrini, ..., ... Mancinelli, ... , ...,
Bellizzi (Ciccillo), ... Giuliano, Giovanni Bellizzi, Massimo Tomei, Giuseppe Di Vittorio.
In basso da sx: Roberto Vaselli, ..., Franco Antonini, Angelo Borromei, Ivone Cavalieri, Antonio Armagno e Pietro Fonghini.
Campo de’ fiori
56
Album de
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma - 2003. La famiglia Stefanucci festeggia gli 80 anni di Giuseppa Stefanucci. Foto di Elida Stefanucci.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma.
Anni ‘80.
Da sx:
Marinella Marinelli,
Ciro Marinelli,
Sandro Ceccarelli,
Alba Marinelli.
Nella foto pubblicata sul
precedente numero di
Campo de fiori (n.109
Dicembre 2013) a pag.
57, sono stati omessi i
nomi di Marcelli Anna e
Marcelli Giampiero.
Ci scusiamo con gli
interessati e con i lettori.
Campo de’ fiori
57
dei ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Primi anni ‘70. Da sx: Renzo Capparucci, Otello Narduzzi, Francesco Alessandrini, Luigi Censi, Remo Morelli,
Vitilio Stefanucci, Medoro Stefanucci, Valerio Giovagnoli, Alfio Poleggi, Fernando Cianchi, Gianni Cosimi, Marcello Morelli.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Rima. Fine anni ‘50. Augusto Anselmi, il “macellaro”
Fabrica di Roma. Anni ‘70. Mario Scarnati, in un
momento di relax, oggi sindaco del paese con
“qualche” impegno in più
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Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
Carbognano. Anni ‘60. Squadra del Carbagnano contro Villa San Giovanni in Tuscia. Risultato finale 6-1.
In pedi da sx: Sandro Ciula, Vincenzo Narduzzi, Giuseppe Ceccarelli, Maurizio Incanti, Michele Fracassa, ... Carpiceci (allenatore), Osvaldo Iacomoni, ... Pirano (dirigente), Luigi Pastorelli, Eraldo Palmieri (dirigente). In basso da sx: Nando Pastorelli (dirigente), Mario Cristofari, Giovanni Ceccarelli, Angelo Di Biagi, Sergio Pastorelli, Angelo Cristofari.
Campo de’ fiori
dei ricordi
Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori
Corchiano 1915.
Giustino Marconi e Beatrice Cianca.
Da sx: Novello e Roberto Marconi.
Foto di Milena Marconi
Campo de’ fiori
Corchiano195.
Prospero Prosperi con la sua prima bicicletta.
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Campo de’ fiori
Oroscopo di Febbraio
by Cosmo
ARIETE Nonostante il cielo
sembri avercela con voi, un
piccolo astro illuminerà il
cammino
rendendolo
quanto meno più sopportabile. Ora vi pare tutto a voi contrario, ma
presto potrà insinuarsi un po’ di ottimismo
e di fiducia in voi stessi: ingredienti sufficienti a far fronte alle tante richieste che
arrivano dal vostro ambiente.
TORO Siete particolarmente spietati e scorbutici.
Puntualizzerete con caparbietà e ostinazione,ogni
minima situazione a voi
non gradita. Se la passeranno meglio i single, che ora ameranno sé
stessi più di ogni altra cosa possibile o immaginabile. Questa strana repulsione per i
sentimenti dovrebbe farvi riflettere su ciò
che cercate.
GEMELLI La comunicazione è l’aspetto fondamentale
di
questo
momento. Se siete in attesa di esiti, scartoffie,
pratiche, queste arriveranno puntualmente nel mese di febbraio,
e saranno a vostro vantaggio. Tenete per
voi l’energia mentale che state accumulando, e trasformatela in azioni concrete e
risolutive per il vostro promettente.
CANCRO Siete piuttosto
trasandati. E’ necessario riprendere possesso di sé
stessi, tornado in splendida forma fisica, e curandosi nuovamente. Anche perché febbraio
può risultare piuttosto hot. Datevi una riordinata, e preparatevi a riprendere il ritmo!
Ok il lavoro, ma anche la cura di se stessi e
importante!
LEONE Il mese in questione vi vede un po’ deboli
di corpo, e tendenti quindi
agli acciacchi di stagione,
febbre e raffreddori. Come
se non bastasse, ci si metterà anche qualche ignaro e stressato collega dello zodiaco a peggiorare la
situazione: un rimprovero forte e duro è in
arrivo, da un amico o dal partner.
VERGINE Quello che sta
per accadere, a febbraio, è
l’emersione di antichi dissapori. Ritorneranno persone
che
credevate
scomparse, si ripresenteranno con scuse
assurde, infastidendovi. Tutto sommato
sarà un’occasione d’oro per chiarirsi con
qualcuno, e per esprimere le proprie considerazioni su faccende passate non del tutto
chiuse.
BILANCIA I debiti si pagano. Dimostrate grande
lealtà verso gli altri: evitate di fare buffi, e non
date mai fregature. C’è
anche però qualcuno ha
dimenticato le promesse che vi ha fatto. Ed
ora chiedete voi conto a tale affronto. Saprete essere chiari con chi vi circonda, ma
un tantino irruenti e netti. Fate attenzione
a come dite le cose!
SCORPIONE La realtà
ora è un’illusione. Vi fate
troppi problemi. Questo
vi porta a giudicare chi
avete intorno, giudizi
però sbagliati e che possono privarvi di opportunità grandiose, sia
in amore che sul lavoro. Ma se qualcuno vi
fa notare un errore vi spaccherete in quattro per dimostrare che si sbaglia.
SAGITTARIO Febbraio è
un mese dove il viaggio, o
lo spostamento, è un tema
centrale del vostro segno
zodiacale. Potrebbe trattarsi di un trasloco di lavoro, o di casa. Oppure un aumento
vertiginoso degli spostamenti in macchina,
per diversi motivi, anche affettivi. Di qualunque cosa si tratti fatela in modo oculato!
CAPRICORNO Il cielo vi è
contro, le stelle vi odiano,
gli astri vi fanno i dispetti.
Il momento astrologico per
il vostro segno è difficile.
Per ora potete solo ritornare alle vostre attività e superare i momenti di difficoltà con
i così detti colpi di fortuna. Ma, non temete,
presto arriverà anche per voi il momento
del riscatto!
ACQUARIO Carisma e
magnetismo aumentano e
la sfera affettiva è vincente.
Il che vi impone di approfittarne col partner: godetevi questo momento. E voi single, uscite
dall’anfora e annaffiate il mondo. Tutta
questa grande energia primaverile (anche
se ancora è inverno) infonderà ottimismo,
e grandi risultati sulla vita pratica di tutti i
giorni.
PESCI Venite da un passato recente di mortificazione e delusione. Non
agite
impulsivamente,
perché a febbraio arrivano risposte concrete.
Non saranno gli altri a trovare le risposte
per voi, ma arriverete da soli a conclusioni.
Vi accorgerete che certi pensieri negativi
erano frutto esclusivo della vostra naturale
paranoia di essere giudicati!
Campo de’ fiori
63
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