di - Campo de`fiori
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2 Campo de fiori Messaggi Civita Castellana 3 Giugno 2004 - Ho pensato a lungo su quello che avrei potuto scrivere ma poi, ho capito che piuttosto che scrivere con la mente, avrei dovuto scrivere con il cuore. Sul vocabolario di lingua italiana la “famiglia” è definita come “nucleo fondamentale della società umana costituito da genitori e figli”. Nel vocabolario del mio cuore la famiglia è definita così: un insieme di ricordi, di esperienze, emozioni e sensazioni che ci hanno e vi hanno Alessandra Caccetta ringrazia tutte le maestre e gli amiportato fino a qui, l’amore che ci date ogni giorno, le chetti della scuola XXV Aprile sez.C per il bellissimo anno regole da seguire e gli orari da rispettare, le discussioni, scolastico trascorso insieme. le risate e le lacrime; è svegliarsi insieme la mattina per condividere un altro giorno, è la vita che ci avete dato, l’eAuguri di Buon Compleanno a Mariella che ducazione che ci avete insegnato, siete voi, io e Daniele, compie gli anni il 17 Agosto dalle figlie, i è il bene che vi voglio e quello che non vi dimostro…. generi, i parenti e gli amici. Questa è la mia famiglia e spero di meritarla; le famiglie moderne comunicano tramite gli avvocati e difficilmente Auguri a Mirko che compie gli anni il 23 raggiungono mete come questa! Io e Daniele vi diciamo Luglio da Simona, parenti e amici. spesso che siete vecchi e che adesso le cose sono camAuguri ai nostri amici speciali: biate, credo che sia meglio avere una famiglia all’ antica unita, che ti dia dei valori che vivere nell’incertezza delle Giampiero Gagliardi che compie gli anni il famiglie moderne. Ringraziandovi per tutto quello che fate 21/7, Franca Scavone che compie gli anni il per noi da sempre e ricordandoci quanto siamo fortunati a poter contare su di voi, vi auguriamo che, con l’aiuto di 17/8, Loredana Barboni che compie gli anni il 13/7, Roberto Pattini che compie gli anni il Dio,l’amore che vi lega da 25 anni non finisca mai e che possiate festeggiare altri mille anniversari, condividendo 13/8, Luca Spaccasassi che compie gli anni il gioie e dolori, nella buona e nella cattiva sorte, in salute 18/8, da parte di tutta la redazione e in malattia per tutti i giorni della vostra vita. di Campo de’ fiori Roberta e Daniele i 50 della classe 1954 Auguri a tutti i ragazzi della classe 1954 da tutti i parenti, gli amici e dalla redazione di Campo de’ fiori Paolo Panichelli e Marielena Tofanacchio Felicitazioni per la neo laureata Claudia Belloni con l’augurio di un Il 24 Luglio è il giorno più importante della vostra vita e roseo futuro professionale da parte dei parenti, gli a noi non resta che augurarvi amici e tutta la redazione un’immensa felicità !!! di Campo de’ fiori. Andrea e Alessia P.za S. Pertini 5 - Civita Castellana (VT) P.za Sandro Pertini, 25/26 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.51.41.63 Cell. 338.47.33.774 Campo de fiori Sandro Anselmi Cari amici tutti, siamo arrivati al decimo numero e, se mi volto indietro, vedo scorrere velocemente tutte le immagini del nostro percorso meraviglioso ! Campo de’ fiori ha scosso il letargo in cui erano caduti i nostri sentimenti, quelli più veri e più puri e ci ha restituito le più belle immagini, oramai ferme nel pozzo dei ricordi. Ha tentato con i suoi contenuti di non farci affogare nel mare del consumismo ed ha cercato incessantemente, con amore e rispetto, le nostre origini e la nostra identità. L’interesse suscitato in tutti ed ancor più inaspettatamente nei giovani, l’aiuto delle scuole e l’appoggio prezioso dei collaboratori e degli sponsor, hanno portato Campo de’ fiori a superare le Per la vostra pubblicità su Campo de’ fiori scrivete presso la redazione di Piazza della Liberazione n. 2 - 01033 Civita Castellana (VT) oppure telefonate al n. 0761-513117. Si realizzano anche volantini e pieghevoli da inserire nella rivista o distribuire singolarmente cinquanta pagine e distribuire oltre ventimila copie. Pervengono richieste di collaborazione da moltissimi paesi e sto cercando con ponderatezza, di far crescere ogni giorno questo bellissimo sogno. Si amici, a me non sembra ancora vero e, nonostante la quotidianità ed il peso non lieve degli impegni, prevale la soddisfazione ed il meraviglioso incanto di un sogno sempre più grande. L’entusiasmo che ha contagiato chiunque si è avvicinato a Campo de’ fiori, ha reso possibili tanti e tanti progetti. In collaborazione con l’A.N.F.F.A.S e le altre associazioni di volontariato, ha realizzato concerti e feste di piazza. L’Accademia Interna-zionale D’Italia (A.I.D.I.), che è la proprietaria e l’editore di Campo de’ fiori, ha inoltre riscoperto e portato alla ribalta vecchi gruppi musicali quali gli Araldi, The Black Silver, i Riflessi del Sole, i Saranno Bavosi, The I.S.V. … e nuovi gruppi emergenti quali The Break Angels… Ha dato spazio con la rubrica “Scopri l’Arte” a molti artisti, pittori e scultori, ha realizzato importanti collettive e li ha fatti esporre in una sorta di galleria virtuale sui suoi siti internet www.campodefiori.biz , www.campodefiorionline.it , www.accademiainternazionaleditalia.it . Non ha mai dimenticato i nostri fratelli meno fortu- nati e la loro presenza impreziosisce le pagine di Campo de’ fiori e le feste alle quali hanno partecipato. Le colonie di cultori di Campo de’ fiori crescono ogni giorno e da ogni dove abbiamo richieste di abbonamenti e quantitativi di copie dello stesso. Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Fabrica di Roma, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Corchiano, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano nel Cimino, Viterbo, Vitorchiano, Orte, Bagnaia, Montefiascone, Vetralla, Cura di Vetralla, Sutri, Capranica, Tarquinia (anche in edicola), Civitavecchia, Fregene, Ostia, Anzio, Nettuno, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Campagnano, Sacrofano, Faleria, Rignano Flaminio, Calcata, Sant’Oreste, Castelnuovo di Porto, Morlupo, Trevignano, Bracciano, Anguillara, Canale Monterano, in tutte le stazioni della Roma – Nord …… a Roma, ed inviato a moltissime città ed università Italiane ed estere. Voglio ringraziare la colonia italiana d’America , con la quale manteniamo un contatto continuo. 3 Campo de fiori Periodico di Politica, Cultura ed attualità edito dall’Associazione “Accademia Internazionale D’Italia” (A.I.D.I.) - senza fini di lucro Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Sandro Anselmi Segretaria di Redazione: Cristina Evangelisti Impaginazione e Grafica: Cristina Evangelisti Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Stampa: Tipografia S.E.A. srl La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. L’editore non risponde delle informazioni degli inserzionisti. I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità ed abbonamenti: P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) - C/C PT n. 42315580 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Il Direttore Stop al Fumo Se fumate un pacchetto di sigarette al giorno, in un mese avete speso circa € 110,00 . Basta non fumare e, con quello che avrete risparmiato, IL BUONGUSTAIO di Moretti Simona vi farà gustare oltre 26 Kg di fettuccine E SE FUMATE DI PIU’ ? ..... Campo de fiori 4 Scopri l Arte Gildo Cecchini, di professione acconciatore per uomini, ha nel cuore passioni molto più grandi di quella che ha per il suo lavoro. Giovanissimo, cultore della musica beat e jazz, entra a far parte dei gruppi musicali dell’epoca, esprimendo con la chitarra la sua passione musicale e, insieme a questi, si esibisce nei locali per allietare i pomeriggi e le serate danzanti di un tempo. Scopre poi il fascino della poesia con la quale esprime in modo tutto particolare e graffiante i suoi versi che, spesso, diventano testi di sue canzoni. Nel 1988 nasce in lui una nuova passione. Si reca spesso, insieme al figlio ancora piccolo, sulle rive del il fiume Treia , nella località chiamata Legata, luogo di ritrovo estivo di molti ragazzi che, negli anni ’50 e ’60, vi si recavano nelle giornate estive per fare il bagno. Qui Gildo ed il figlio riscoprono il fascino di quella natura selvaggia e, calandosi in quell’atmosfera quasi amazzonica, giocano a fare i “primitivi”. Le forre del Treia, oltre ad offrire al visitatore una vegetazione suggestivamente magica, lo circondano di quel materiale che, nei secoli, è stato l’elemento principe per la costruzione dei nostri centri urbani: Il tufo. Piccoli pezzi di roccia tufacea suggeriscono a Gildo di crearne dei di ciondoli per collane, proprio come avrebbero fatto un tempo i selvaggi. Per gioco, insieme al figlio, comincia a creare una collanina e poi altre ed altre ancora, fino ad affinarne la tecnica di lavorazione. Più quel materiale viene lavorato dalle mani di Gildo, più Gildo prova passione per ciò che fa. E’ qui che Gildo, attratto dal fiume, dalla vegetazione e dal tufo, inizia sempre più a frequentare le sponde del fiume Treia, sia nel periodo estivo che in quello invernale, cominciando a scolpire figure, teste ed animali di ogni misura. Ripulisce quei luoghi, ormai abbandonati, creandone una piccola oasi e scolpisce grossi massi di tufo con figure che lascia poi emergere dalle acque del fiume o spuntare dalla vegetazione. La piccola oasi di Gildo è veramente suggestiva ed è così che diventa il suo cantiere permanente, il suo laboratorio personale dove poter scolpire ed esprimere la sua arte, sempre restando a contatto con la natura. Le sculture di Gildo (alcune di queste raggiungono i 25 quintali di peso) sono oggi richiestissime e visi Incas e Tibetani (ma con uno stile tutto personale) abbelliscono e rendono particolari i giardini di bellissime ville di proprietà di professionisti, medici e personaggi dello spettacolo. In questa stagione, recandoci sul fiume Treia, possiamo trovare Gildo Cecchini che, seduto nell’acqua e con un enorme masso davanti a se, esprime tutto il suo spirito selvaggio in una simbiosi perfetta con la natura che lo rende anacronistico ai nostri occhi. Campo de fiori 5 La Siena di Voglio regalarvi in questa pagina le immagini della Nobile Contrada dell’Onda a Siena, che mi ha invitato, nella persona del suo Capitano Avv. Andrea Sorge Pasqui, alla cena del primo Luglio, alla vigilia del Palio. E’ stata un’esperienza indimenticabile ed il fascino e l’emozione che ho vissuto, me le porterò per sempre. Ho ricambiato tanta cortesia con l’invito doveroso all’ Avvocato Sorge Pasqui ed al Dott. Noello Inglesi, Capitano dell’epoca della vittoria di Mauro Matteucci (Marasma), qui nelle nostre terre. L’inno solenne cantato in piedi, prima della cena da tutti i contradaioli giovani e vecchi, commossi, fieri delle loro tradizioni, i canti che riecheggiano nella magica notte senese di rimando fra una contrada e l’altra… Siena è una delle città più belle del mondo ed i senesi conservano unici, le tradizioni, la cultura e la loro storia. Dovremmo imparare tutti e Campo de’ fiori vuole farlo e promuoverà e sosterrà ogni iniziativa. Quante volte m’incanto ad ammirare le foto dell’archivio di Campo de’ fiori, quelle pubblicate e quelle ancora da pubblicare e cerco di immaginare le storie, le gioie e le speranze di tutte quelle persone che ormai sono passate. Non dimentichiamoci mai le nostre origini, la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra cultura. Bisogna amarle, perché noi siamo fatti di ieri e faremo il domani. Sandro Anselmi Capitano Avv. Andrea Sorge Pasqui Capitano Dott. Noello Inglesi Campo de fiori 6 Come eravamo di Alessandro Soli Beata Gioventù ….”quanno se ballava llì ccasa cò a porta aperta e a luce ‘ccesa” Erano gli anni ’60-70, noi maschietti avevamo lasciato ammucchiati da una parte, le palline di vetro, le figurine degli album, il piccolo, la fionda, le femminucce le bambole di pezza, il cerchio, la corda per saltare. Avevamo cioè lasciato da parte la nostra infanzia, stava arrivando la nostra gioventù. I primi “amori”, che nascevano sui banchi di scuola, tra un bigliettino scritto in fretta e furia e allungato al vicino di banco, per il passamano che faceva giungere a lei quel cuore trafitto con le iniziali, inconfondibile emblema di un amore “eterno”. Erano le classiche “cotte” che ti facevano sentire un po’ ”strano”, pensavi perennemente ad una sola cosa, eri irascibile, sgarbato, eri soprattutto geloso di lei, insomma, eri innamorato! Ma allora, erano altri tempi, non esistevano punti di incontro, posti dove potevi familiarizzare, parlare, magari da soli, non c’erano le discoteche, i pubs, eppoi, le ragazze non erano quelle di oggi, così smaliziate, così autonome, così cariche di sex-appeal. Dopo la scuola, dopo aver fatto i compiti e studiato, nel tardo pomeriggio, dove potevi incontrare la tua fiamma? A passeggio, su e giù tra piazza Matteotti, corso B. Buozzi, via Garibaldi e la magica Via Roma. Da soli? Magari, lei era sempre rigorosamente accompagnata dalla sua amichetta del cuore, e tu prendendo la palla al balzo, come si suol dire, cercavi di farti accompagnare da qualche tuo amico cui interessava l’altra, riuscivi così a formare due coppie, che per esigenze viarie, erano costrette a camminare per due. Avevi raggiunto il tuo scopo, potevi parlare da solo con lei! Che discorsi! Non parlavi certo di Vasco Rossi, dei mega concerti, dei cd appena usciti, dei dvd con Brad Pitt e Di Caprio, ma più semplicemente di Nico Fidenco, dei Giganti, dell’Equipe 84, o di quel complesso inglese ancora semi sconosciuto i Beatles. Intanto pian piano arrivavi sotto il Forte Sangallo, ed imboccavi Via Roma, era il massimo, perché i platani e le panchine, sulle quali insistevi per sederti, creavano, soprattutto nella bella stagione, quell’atmosfera che tutti gli adolescenti, credo, sognano ed hanno sognato. Era allora che cercavi di sfruttare al massimo quei momenti, perché sapevi che alle 19,30 finiva per lei “la libera uscita”, acceleravi tutto, proponevi al volo, la festicciola casalinga per la domenica successiva; c’era tempo per organizzarla dicevi : oggi è lunedì, domani in classe sentiamo gli altri, cerchiamo di essere pari, cioè accoppiati, casa la caccio io, Franco porta il giradischi, qualche disco di quelli più lenti li porta Peppe, ce ne vorrebbe qualcuno che ho sentito lì al Juke Box in pasticceria, oppure quello gajardo del Juke Box su da Ughetto, eri un fiume in piena, eri innamorato. Non era facile organizzare il tutto, perché non era facile reperire il materiale umano, che era quello cui tenevi di più. Mi spiego dovevi convincere prima di tutto tua madre, che doveva preparare qualche panino e bibita per la festa, dovevi ribadire con lei che se ballava cò a luce ‘ccesa e cò ‘a porta aperta, dovevi elencare tutti gli intervenuti specialmente quelli del gentil sesso, e dopo il suo ok, cominciavi ad invitare gli amici. Qui cominciavano le dolenti note, se per caso i genitori di lei tentennavano a dare il permesso, allora col gruppetto di amici, andavi direttamente a fare opera di convinzione, magari mettendo in mezzo tua madre. “Signora, non facciamo tardi, ci conosciamo tutti, c’è mamma a casa, eppoi ballamo cò ‘a porta aperta e cò ‘a luce ‘ccesa”. Passavi l’intera settimana con l’ansia e la smania di arrivare al pomeriggio della domenica, quando finalmente avresti potuto, dopo qualche twist, hully gully o surf iniziale tanto per scaldare l’ambiente (in genere ‘a sala de casa), stringerla un po’, (poco però), mettendo sul piatto del giradischi, Sapore di sale o Legata a un granello di sabbia, dischi che allora andavano per la maggiore ed erano come si diceva “da pomiciamento”. Beata gioventù ci bastava poco, per noi era tanto,oggi a distanza di tanti anni, quando ci ripenso, forse sorrido, con un po’ di nostalgia, perchè sono ricordi felici che non danno adito al rimpianto, ma che fanno tanto bene alla mente , al cuore, e all’anima…… a mà , Franco nun à fatto apposta, à smorzato a luce un momento, ( aò, io l’ò baciata !) 8 Campo de fiori Vi ta Treja 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca, 89 Tel. 0761.598182 Fax 0761.591579 P.za Matteotti, 16 Tel. 0761.518145 L oggetto misterioso Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto misterioso riprodotto nella foto sotto. I primi cinque che lo identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla Profumeria Paolo e Concetta: Campo de a Cup Special fiori Il 4 Luglio si è svolta la “corsa più pazza del mondo” sul fiume Treia nel tratto di Civita Castellana con partenza dalla Legata ed arrivo al Passo della Signora. La corsa si è svolta a bordo di gommoni (camere d’aria di autotreni) 9 Campo de fiori i c n Ro Una rosa per Anna Ronciglione offre scenari veramente suggestivi. L’antico tufo sorregge delicatamente un millennio di storia. Edifici del cinquecento creano una linea di continuità tra case dell’anno mille e il grigio del moderno cemento armato. La vegetazione composta da vivaci policromie dà il benvenuto a tutti coloro che arrivano nella cittadina da sud. Un fantastico scorcio naturalistico e’ offerto a chi, provenendo da nord, attraversa quei Monti Cimini che abbracciano serenamente il Lago di Vico. Questi sfondi fanno si che Ronciglione sia da sempre patria di grandi nomi dello spettacolo, della cultura, della storia e della moda. Proprio in questi giorni nel paese tanto caro ad Ettore Petrolini, si e’ svolta la manifestazione “ Balcone in fiore ”. Nel corso dell’evento e’ Ronciglione in Giugno assume un aspetto molto allegro. Tra le strette strade medievali e le larghe vie farnesiane si verifica un affascinante rincorrersi di colori. Il grigio asfalto illuminato dal sole fa risaltare palazzi con finestre valorizzate da stucchi. Quei muri assumono un’aria più vivace del solito. Odori inebrianti ubriacano persone che, con lo sguardo rivolto verso l’alto, ammirano fiori di ogni genere esposti sui balconi. Più in basso le entrate dei negozi sono vere e proprie opere d’arte floreali. Per il quarto anno consecutivo va di scena la manifestazione “ Balcone in fiore” organizzata e fortemente voluta da Anna Fendi con il patrocinio del Comune di Ronciglione e della Provincia di Viterbo e in collaborazione con Maria Mangani, Flaviano Fabbri e numerosi cittadini. Negozianti e privati cittadini sono pronti a mostrare con orgoglio il loro “pollice verde” e a farsi vanto della cura dedicata ad ogni piccola pianta messa a disposizione dei passanti. Dai loro occhi pieni di soddisfazione si capisce l’amore con cui durante tutto l’anno hanno seminato, annaffiato e fatto crescere quei fiori. Le ore che hanno impegnato a concimare e curare quei loro piccoli tesori, sono ripagate da un caloroso, continuo susseguirsi di complimenti. Gerani, orchidee,ortensie, escallonie e tante altre piante diventano primi attori tra le vie cittadine in attesa che una giuria attenta li valuti per la loro bellezza. E proprio il sedici giugno la commissione, nella quale spicca il nome di Gillo Pontecorvo, ha emesso il suo verdetto finale. Alla presenza del Sindaco Giancarlo Bianchini e del Presidente della Provincia Giulio Marini, dalla voce armoniosa di Mara Carfagna sono usciti i nomi dei vincitori. Al primo posto si sono classificati ad ex equo Armando Marini, Luigi Mucedero, 11 Poker di stato annunciato un bellissimo riconoscimento a colei che oramai e’ considerata una rappresentante di Ronciglione nel mondo, Anna Fendi. Vittorio Barni, appartenente ad una famiglia di vivaisti da quattro generazioni, rivela che e’ nata nella sua azienda una rosa dal color giallo pesca. Egli camminando tra le sue creazioni conosciute in tutto il mondo,si e’ immerso nelle innumerevoli e suggestive fragranze dei campi. Lungo il cammino ha notato un fiore profumato di dolcezza. Il suo sguardo e’ stato catturato da una luce particolarmente pura. I colori decisi e affascinanti di quella rosa lo hanno indotto a dedicare lo stupendo fiore ad una donna solare, gioiosa, decisa e intensa nei sentimenti. Le note limpide e festose della Banda “ Alceo Cantiani ” di Ronciglione hanno accompagnato il suo battesimo. Da qualche giorno questo fiore si chiama “Rosa Anna Fendi”. Giomma Bruna. Non vanno dimenticati gli altri due piazzamenti. Infatti questa classifica vede al secondo posto alla pari Adele Della Mora, Luigi Anitori e Carmela Partenzi. Sul successivo gradino del podio troviamo Lina Capodimonte, Elsa Livia Sisti e Vincenza Crispino . Va ricordato il premio a Vincenzo Quadraroli che da sempre ha un intenso amore floreale. Anche coloro che non hanno ricevuto premi sono sorridenti. La cura per quelle piante ha dato loro tante gratificazioni: splendidi fiori frutto di un immenso amore per il verde. Per il quarto anno consecutivo questa manifestazione ha avuto molti consensi e si e’ visto sempre un crescendo di partecipazione. Questo poker di anni ha portato bene all’evento che ha dato e continuerà a donare colori vivaci e delicati profumi a tutti. la stilista Anna Fendi Campo de fiori 12 Vallerano La Madonna del Ruscello Prof. Arch. Enea Cisbani L’edificazione nel 1609 del Santuario della Madonna del Ruscello, (1609-1648), costituisce, nell’ambito delle realizzazioni Farnesiane, uno degli episodi architettonici più importanti e significativi, sia per le evidenti implicazioni religiose e simboliche, che per le ambizioni culturali della Famiglia Farnese, committente dell’opera, dominata dal culto della Storia e dalla propensione artistica. La critica ufficiale attribuisce il progetto generale del Santuario a Jacopo Barozzi detto il Vignola, (1507-1573), architetto della Casata. Nuove e recenti acquisizioni documentarie permettono una nuova lettura del complesso e con essa la paternità dell’opera frutto dell’ingegno del celebre Girolamo Rainaldi, grande e dimenticato protagonista del Barocco Romano, che nel 1605 diventa Architetto Soprastante delle Fabbriche Farnesiane, nonché regista e progettista delle operazioni architettoniche più significative dell’architettura Viterbese come il Duomo di Ronciglione e la Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi in Caprarola. L’edificazione della Chiesa è legata ad un miracolo avvenuto a Vallerano il 5 Luglio 1604: un pittore del luogo Stefano Menicucci viene incaricato dal Parroco del paese Don Vittore Petrucci di restaurare un affresco della Vergine con il Bambino, facente parte dell’antica chiesa medioevale sulle cui fondamenta fu poi realizzato il Santuario. Intento al restauro e al consolidamento di alcune fratture superficiali del dipinto, vide uscire dalla sacre labbra della Vergine Maria alcune gocce di sangue. Il Reverendo Don Pietro Janni, arciprete di Vallerano, avvertì il Vescovo di Civita Castellana Mons. Andrea Longo dell’accaduto, il quale, recatosi sul luogo, potè constatare personalmente quanto avvenuto compilando una nota legale dell’avvenimento poi inviata a Roma all’ Autorità Papale. Il Cardinale Odoardo Farnese finanziò l’intera costruzione ed incaricò Girolamo Rainaldi del progetto. Nel Santuario il Rainaldi rielabora i temi e motivi architettonici tipici della sua architettura: l’impianto a croce latina dell’ampia navata centrale e dall’accentuato asse longitudinale, l’ampia scalinata esterna, le sculture a coronamento degli ordini, il timpano maestoso e imponente e la cupola parzialmente nascosta dalla Facciata. Analogo impianto tipologico lo troviamo nel Duomo di Ronciglione poi completato dal figlio di Rainaldi, il celebre Carlo. Il Santuario della Madonna del Ruscello si caratterizza per la pianta a croce latina con un’unica navata centrale e sei cappelle laterali, tre per ogni lato, di cui due sono adibite a passaggi sia verso l’esterno che per accedere a locali interni della chiesa. Altra novità tipologica introdotta dal Rainaldi è l’uso del Quadrato per regolare ritmi e proporzioni della geometria dell’impianto architettonico. Nell’architettura Barocca il Quadrato viene utilizzato quale schema geometrico di base nell’edificazione delle Chiese dedicate al culto dei Martiri Cristiani e della Vergine Maria con il Bambino. La navata culmina con un transetto caratterizzato nella parte centrale dalla cupola e dall’imponente Altare Maggiore con lo spazio riservato al coro. Gli ordini dei prospetti interni della navata sono formati da paraste con capitelli jonici superiori dal forte disegno e chiaroscuro. La facciata è l’episodio più significativo: il piazzale esterno è contraddistinto da due corpi di fabbrica molto bassi, fortemente accentuati da un punto di vista prospettico, in origine botteghe artigiane e vendita generi legati al culto mariano del Santuario. La zona basamentale presenta sei eleganti lesene culminanti con capitelli corinzi e sorreggenti un architrave finemente modellato con fregi scultorei formati da festoni di frutta e cherubini alternati a gigli, simbolo della Famiglia Farnese. Al centro troviamo il maestoso portale ligneo, riccamente modellato, dal timpano superiore spezzato. Il piano superiore della facciata, posto al di sopra dell’imponente cornicione, è dominato dalle ampie volute corrispondenti alle cappelle laterali, da quattro lesene con ordine corinzio e dal maestoso finestrone centrale ai lati del quale troviamo, nei riquadri delle lesene, quattro Stemmi o Armi appartenenti alla Famiglia Farnese e a San Vittore, Patrono di Vallerano. Superiormente la facciata viene conclusa da un significativo cornicione e da un enorme timpano, al centro del quale è posto in posizione ieratica l’Eterno Padre Benedicente attorniato da quattro Angeli. Le statue di San Pietro e San Paolo, poste ai lati della facciata in corrispondenza delle ampie volute, chiudono in maniera significativa l’intero sistema. Il tema del quadrato, “il numero Quattro” , con le evidenti implicazioni simboliche e religiose, permea l’intero complesso in ogni partitura architettonica: una soluzione magistrale del Rainaldi che poi adotterà a Roma nel progetto iniziale della Chiesa di Santa Agnese in Agone in Piazza Navona. La facciata si caratterizza per l’uso sapiente e combinato del peperino, per le lesene e gli apparati decorativi, il mattone o laterizio, per i riquadri interni. L’interno del Santuario, con L’Altare Maggiore e le Cappelle laterali in stucco bianco e oro, è visivamente dominato dall’Organo e dalla Cantoria lignea, poste sul transetto una di fronte all’altra, di superba fattura e incomparabile bellezza. Autori dell’Opera i Maestri intagliatori Alessandro Vibani e Giovan Battista Chiuccia che, tra il 1643 e il 1647, portarono a compimento l’intero complesso ligneo. Al centro del transetto l’Altare Maggiore custodisce la preziosa immagine della Madonna del Ruscello a cui la Chiesa è dedicata. Ricco di intarsi e rilievi marmorei presenta quattro colonne di marmo nero con il timpano superiore spezzato, secondo modelli formali e geometrici del Barocco Romano. La Cupola, tonda internamente e ottagonale nella parte esterna, e la Lanterna venne realizzata nel 1620, sotto la direzione di Giovanni Maria Benazzini, architetto della scuola del Rainaldi. Il 30 Gennaio 1648, con una solenne cerimonia, il Santuario venne benedetto e consegnato al culto Mariano e, nel 1724, Mons. Tenderini, Vescovo di Civita Castellana, consacrò il Santuario alla Madonna del Ruscello. Campo de fiori 13 American Legion - Tre civitonici soldati Americani di Alessandro Soli Compagnia 67^ fanteria Camp Sheridan Ale. 30.11.1918 Nelle foto ritratte a fianco sono seduti in uno dei tanti convegni che il “the American Legion department of italy” organizzava per i reduci della prima guerra mondiale, i tre civitonici , che prestarono servizio per le truppe U.S.A. essendo emigrati in America ancora giovanissimi,ed arruolati allo scoppio del conflitto bellico. La loro è una storia parallela, amici per la pelle, partiti come tanti alla ricerca di un lavoro verso quel paese che allora rappresentava il massimo per le aspirazioni di un giovane in cerca di “fortuna”. Essi erano : Stefanini Ugo, Moscioni Salvatore e Agostinelli Giuliano. Stefanini Ugo , mio nonno materno e Moscioni Salvatore, padre di Moscioni Fabrizio e nonno di Roberto e Michele. Salvatore partì per l’America in tenera età, appoggiandosi presso un suo parente che lo fece studiare e quì imparò quattro lingue. Dopo Salvatore partì anche suo fratello Mario, padre di quell’Alberto Moscioni di cui abbiamo parlato sul 9° numero di Campo de’ fiori. Una storia parallela, dicevo, in quanto appena rientrati negli Stati uniti alla fine della guerra, di fronte alla scelta più importante della loro vita: cioè quella di stabilirsi definitivamente in America, come tantissimi altri loro connazionali e “civitonici”, fecero rientro in Italia perché le “signore” che vedete nella foto, allora “fidanzate” dei nostri “combattenti”, non li acconsentirono per vari motivi, e preferirono un normalissimo matrimonio italiano all’avventura americana. Soltanto Salvatore, dopo aver messo su famiglia in Italia, continuò a lavorare in America per parecchi anni e divise la sua vita fra queste due nazioni. Quell’ America, però, non si è mai dimenticata di loro, perché per anni li ha invitati ai congressi che l’American Legion ha tenuto in Italia ed inoltre hanno usufruito del vitalizio spettante a tutti i reduci della prima guerra mondiale. da sx Ugo Stefanini, Giuliano Agostinelli e la moglie Dina, Luisa e Salvatore Moscioni, seminascosta Giovanna Dottorini moglie di Stefanini a sx Salvatore Moscioni attestato rilasciato a Salvatore Moscioni per il servizio militare svolto negli Stati Uniti 1911 - Ugo Stefanini Campo de fiori 14 Anche gli abitanti di Via Rio Maggiore (Civita Castellana) ci hanno segnalato degli alberi secchi che, oltre a rischiare di cadere, non abbelliscono il quartiere. Inoltre segnalano la totale assenza di panchine lungo tutta la via. Alcuni lettori di Campo de’ fiori hanno riscontrato un eccessivo movimento delle lastre di ferro al passaggio dei pedoni, sul “ponticello” che collega Via Falisca a Via Mazzini (Civita Castellana). Consigliano a chi di dovere di verificarne lo stato d’uso. ...e invitano gli ambulanti del mercato del Sabato a collaborare con l’amministrazione comunale per mantenere pulita l’area loro assegnata. Il Personaggio Misterioso Vi invitiamo ad indovinare il personaggio misterioso riprodotto nella foto sotto. I primi tre che lo identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla gioielleria Ponte Vecchio. Falegnameria F.lli Magnanti snc di Magnanti Erminio e Carlo Via Flaminia Km 57.200 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.540393 Fax 0761.542333 VISITATE I NOSTRI SITI WWW.CAMPODEFIORI.BIZ WWW.ACCADEMIAINTERNAZIONALEDITALIA.IT WWW.CAMPODEFIORIONLINE.IT I marchi dei nostri prodotti: -Caciotta alla civitonica -Caciotta dolce amerina -Caciotta della Castellana -Marzolino Falerino -Pecorino Falisco -Pecorino Fiore della Tuscia -Caciotta Piccantina -Ricotta Fresca Chiodetti Via Flaminia 79 Civita astellana Tel.0761.540005 Campo de fiori 15 VUOI DIVENTARE FAMOSO/A ? QUESTA E’ LA TUA OCCASIONE L’A.I.D.I. e Campo de’ fiori organizzano il concorso di bellezza “Miss e Mister Campo de’ fiori” finalizzato alla realizzazione di un calendario speciale. Per partecipare basta avere una età compresa tra i 18 e i 40 anni - inviare due foto a colori (primo piano e figura intera) alla nostra redazione. La selezione verrà curata da una giuria di esperti del settore. L’iscrizione è gratuita Dati Personali Cognome.......................................................................Nome........................................................ nato/a a....................................................................il.................................................................. nazionalità.............................................................stato civile......................................................... Via................................................................Città..........................................Tel............................ Caratteristiche fisiche Altezza....................Peso...................Taglia...................Occhi...................Capelli............................. Voglio partecipare perchè................................................................................................................ ..................................................................................................................................................... Interessi () Canto () Ballo () Teatro () Cinema () Pubblicità () Sfilate di moda () Fotoromanzi () Televisione () Cabaret Informativa legge 675/96 per il trattamento dei dati personali ( Art. 10/13/22 ) La informiamo che la legge 675/96 prevede la tutela delle persone e altri soggetti per il trattamento dei dati personali. Ai sensi della legge suindicata, tale trattamento seguirà i principi di correttezza, lucidità e trasparenza e tutelerà la sua riservatezza e i suoi diritti (art. 22). Ai sensi di legge la informiamo che il trattamento dei suoi dati personali ha per finalità, oltre all’uso interno o di archivio, la promozione e la diffusione ad aziende interessate alle sue caratteristiche professionali e/o artistiche, al solo fine di inserla nei campi specifici. La promozione di cui sopra sarà effettuata con mezzi fotovideografici, informatici, internet. Il titolare del trattamento è Campo de’ fiori P.za della Liberazione n.2 - 01033 Civita Castellana (VT) al quale potrà rivolgersi per far valere i suoi diritti come previsto dall’Art. 13. Il / La sottoscritt... acquisite le informazioni di cui sopra (art.li 3/22 Legge 675/96) acconsente al trattamento dei dati personali e alla loro promozione anche da parte di altre società per scopi esclusivamente legati alla comunicazione a mezzo foto, video, informatica e internet, delle proprie qualità professionali ed artistiche. Bar Alessandrini snc di Alessandrini B.e C. Via Vincenzo Ferretti, Data................................Firma.................................................................................................. Documento................................................................................................................................. carte da parati-vernici-Quarzo-Pitture a calce per centri storici-Legnami-Moquettes-HobbisticaCartongesso-Controsoffitti. Civita Castellana (VT) Via Fontana Matuccia Tel. 0761.513128 Fax 0761.518078 Pubblichiamo con piacere la foto del nostro amico Paolo che è un affezionato lettore di Campo de’ fiori AGOSTINO CELESTE ASSICURAZIONI Consulente Assicurativo e Finanziario Via Roma, 78 - Fabrica di Roma (VT) Tel. 0761.569195 AUTOTRASPORTI CALCINARI Trasporti - Movimento Terra Autogru con Cestello Loc.t Faleri Novi Fabrica di Roma (VT) Tel./Fax 0761.574002 16 Album d Civita Castellana 3^ elementare - anno scolastico 1936 nati nel 1927 - foto data dal Sig. Silvano Roscioli Civita Castellana Costanzo Camponi “così piccolo e già dedito al lavoro” Civita Castellana - Officina Mancini Lollino e Antonio e Spadiglia. Nella foto sono ritratti da sx Francesco Barboni, Massimo Micheli, Enrico Alessandri e Flavio Cesarini. La foto ci è stata data dal Sig. Francesco Barboni. Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere p Bambini e ragazzi in Piazza Duomo - Primi anni ‘40 foto data dal Sig. Arnaldo Mariottini Colonia estiva 1956-57 foto data dal Sig. Franco Aimola 17 dei ricordi pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. Campo de fiori 18 Del Priore Luigi (Giggetto) Una vita di corsa..... di Alessandro Soli cosa incredibile, e questo ve lo posso affermare io, che ho fatto atletica fino a 18 anni (correvo però i 100 mt piani), è che Giggetto ha fatto tutto questo a 55 anni, quando un fisico “normale”, non può reggere a quegli sforzi. Anche in pista è stato un “grande” il culmine lo raggiunse nel 1994, ai Campionati Europei Veterani di Atene, dove arrivò 2° nei 2000 siepi nella categoria Masters 70, lui che di anni ne aveva già 75. “Sandro, sapessi che gioia vedere il mio nome scritto sul tabellone luminoso dello Stadio Olimpico di Atene, tutte quelle lucette che formavano : DEL PRIORE LUIGI”. Continua sul prossimo numero..... Campionati Europei Veterani di Atene - 1994 2^ posto nei 2000 Siepi La 100 Km del Passatore nel 1991 - Giggetto Del Priore aveva 72 anni Quando sono entrato nel suo piccolo appartamento, per mantenere una promessa fatta a Giggi ormai da anni, il suo viso si è illuminato di una strana luce, i suoi occhi brillavano, mentre dalla sua bocca uscivano a valanga i ricordi di una vita fatta di gesta atletiche, che, per essere narrate, non basterebbero dieci numeri di Campo de’ fiori. Una vita strana la sua, ora che è rimasto solo, solo con i suoi ricordi, solo con le sue centinaia di medaglie, coppe, attestati, magliette di partecipazioni, solo con le sue foto, che testimoniano gli ultimi 30 anni della sua ultima passione: LA CORSA. A proposito Luigi Del Priore è nato a Civita Castellana il 07/11/1919 ha quindi 85 anni, e dopo essere stato ciclista, motociclista, amante delle due ruote, all’età di 54 anni comincia a correre. E’ questo l’unico grande amore della sua vita, lui che è stato sempre solo (un single come si direbbe oggi), si aggrappa a questo amore travolgente, appassionato, e, come tutti gli amori, ricco di gioie e di disperazioni. Che strano, in quegli anni ha un fisico ancora integro, malgrado il congelamento di 3° grado agli arti inferiori rimediato appena ventenne, sul fronte Greco-Albanese (194041). Voglio iniziare la sua storia atletica parlando delle sue 9 (sì, avete letto bene: 9) partecipazioni alla 100 KM del Passatore, definita la corsa più affascinante del mondo, che porta gli atleti da Piazza della Signoria a Firenze, a Piazza del Popolo a Faenza; ebbene Giggetto (di cui vedete la foto della sua ultima partecipazione nel 1991 a 72 anni suonati), è sempre partito, spinto da quell’amore che dicevo sopra, con ogni mezzo: in treno , in auto, a volte anche a piedi, senza soldi, e senza sponsors, per raggiungere la sua amata: LA CORSA. Altre 100 KM importanti che hanno visto la sua partecipazione: La Torino-Saint Vincent (2 volte, 1977 e 1979), La Marcialonga Veneta a Montagnana (2 volte) e si aggiudicò il “CRITERIUM” dei 100 Km nel 1975, premio dato a chi, nello stesso anno, aveva partecipato ad almeno 4 gare della 100 Km, la 100 Km dei Gladiatori, a S.Maria Capua Vetere (nel 1986 dove arrivò 2° nella sua categoria gli A.M. 65), inoltre La Perugia-Terni (44° assoluto su più di 700 concorrenti), La Pistoia-Abetone di Km. 53, che lui definisce tra le corse piu massacranti (7 volte), infine il massimo : Il Giro del Lago di Garda 150 Km (2 volte) dove arrivò 37° assoluto. Non menzionerò di proposito le varie maratone e maratonine, anche locali, alle quali il nostro “eroe” ha partecipato, ma che sono tutte documentate e gelosamente custodite nei cassetti della sua casa, ma soprattutto nel suo cuore. La Gli attrezzi del mestiere ... le sue amate scarpette 20 Campo de fiori Album rico Civita Castellana 1917 Scuola materna foto data dal Sig. Enzo Tribolati Civita Castellana Anni ‘40 Paola Stinchelli e Pierina Natili, giovani braccianti del Conte Feroldi - Foto data dal Sig. Massimo Perazzoni Anni ‘50 - giovani civitoniche durante una scampagnata foto data dalle Sig.re Luigia e Fernanda Conti Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere p Campo de fiori 21 Fabrica di Roma anni ‘50 - scuola elementare foto data dal Sig. Fabio Torre ordidei Fabrica di Roma anni ‘70 Giochi senza frontiere - Premiazione Foto data dal Sig. Furio Fabris pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. Campo de fiori 22 L Angolo misterio- Pillole di sapienza popolare Nella foto sopra è riportata una via di Civita Castellana. I primi tre che la identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla Vinicola Mancini Via M.Masci,19 Civita Castellana (VT) T.0761.513182 Ab.T.0761.517601 Da cosa deriva il detto “ avere il sangue blu”? Fino agli inizi del ventesimo secolo, c’era una netta distinzione di classi sociali. Si era o contadini o titolati. I primi si alzavano al sorgere del sole e si spaccavano le ossa. Versavano lacrime, sudore e sangue su terreni non loro. Quando la luce si nascondeva dietro l’orizzonte tornavano nei giacigli, stanchi per la dura giornata. I secondi si alzavano quando il gallo già da un po’ di tempo aveva cantato e la sera si divertivano tra danze e banchetti. In quegli anni il mare non era un luogo di divertimento, ma approdo per navi di mercanti e predoni. Gli agricoltori passavano tutta la giornata a lavorare nei campi quindi erano abbronzati. I nobili, al contrario, non prendevano il sole. Per distinguersi da chi si dedicava ai terreni, facevano del tutto per non avere la pelle dorata. Avevano una carnagione così chiara che si potevano distinguere Erminio Quadraroli nettamente le vene. Il loro colore e’ tendente al blu. CENTRO REVISIONI Verniciatura a Forno - Banco di riscontro Civita Castellana (VT) Via Terni,73 - Tel./Fax 0761.515793 Cell. 339.2944714 Via della Repubblica, 6 Civita Castellana (VT) Tel e Fax 0761.51.32.17 e-mail: [email protected] Campo de fiori Civita 23 Briciole di storia cittadina Il Ponte Clementino di Raniero Pedica Stampa - Ponte Clementino ritratto prima del crollo del 1861 Molti artisti e pittori, tra cui particolarmente espressivo è il quadro di Edward Lear del 1844, nelle loro opere, hanno rappresentato quest’importante tratto viario che, sin dalla sua costruzione ha avuto un ruolo decisivo per la crescita urbanistica, commerciale e sociale di Civita, in virtù soprattutto dei maggiori collegamenti viari verso la consolare Flaminia e Cassia. L’opera, alta circa 50 metri, è situata in corrispondenza dei costoni tufacei di confluenza dei fossi Rio Maggiore e del Rio Purgatorio nel loro cammino verso il Treia. I lavori iniziati nel 1702 furono terminati nell’arco di sette anni. “Clementino” perché deriva da Papa Clemente XI, committente dell’opera, la cui realizzazione fu affidata all’architetto Filippo Barigioni ( realizzò anche l’acquedotto di Nepi) per rendere più agevole ai pellegrini il viaggio verso il Santuario di Loreto ed accorciare la strada verso Ponte Felice sul Tevere. Il primitivo impianto, composto da sei archi e due ordini d’arcate sovrapposte crollò rovinosamente il 29 ottobre 1861. I cedimenti strutturali furono causati dall’impiego nella costruzione di manodopera locale (poco specializzata) e alle conseguenze di una disastrosa alluvione, dopo giorni e giorni di violenti temporali, che determinarono il crollo di tutti i maggiori ponti cittadini. Nel 1862 iniziarono i lavori di ricostruzione di Ponte Clementino, rinnovato con un solo arco centrale come nell’assetto attuale. Papa Pio IX finanziò il consolidamento e la ricostruzione. Un’iscrizione posta anticamente sulla porta d’accesso al Ponte recitava “lo rese sicuro ai lati con imponenti rinforzi- lo fornì di un’arcata più larga onde sostenere l’impeto d’acque fluviali- allargò la strada, la rese dritta, la spianò con materiali di riporto-restaurò la porta arricchendola di abbellimenti”). Tali lavori furono completati nel 1870 sotto la sovrintendenza del Ministro dei lavori pubblici Card. Giuseppe Bernardo. I lavori per l’a- pertura della tratta ferroviaria Civita Castellana - Fabrica di Roma-Vignanello, terminati nel 1912 determinarono purtroppo l’abbattimento della monumentale Porta di Ponte Clementino, ad arco centrale e due porte laterali. Il territorio a sinistra di Ponte Clementino era chiamato Campo di fiera, poiché ivi si svolgeva un’imponente fiera di bestiame che richiamava viandanti ed acquirenti da tutti i paesi limitrofi. Stampa - Ponte Clementino ritratto dopo i lavori di ricostruzione 24 Tra le numerose poesie pervenuteci in redazione in questi giorni ho voluto concentrare l’attenzione su quelle di un poeta purtroppo non più in vita, Loreto Terra, che con la semplicità dei suoi versi è Barbara Pastorelli riuscito a donare alle composizioni liricità e musicalità. Loreto Terra nasce a Lecce nei Marsi, in provincia dell’Aquila, il 2 luglio 1907 e trascorre la sua vita in questo piccolo paese che deve il suo nome al fitonimo latino “Quecus Ilex”, ovvero la pianta del leccio, di cui era piena la valle sottostante l’abitato originario. Il paese, sorto nell’alto Medioevo, fu ricostruito completamente dopo il terribile terremoto del 1915. E’ qui che trascorre la sua giovinezza Loreto, tra l’amore dei suoi cari e l’attaccamento alle tradizioni della sua cittadina. Sarà proprio questo forte legame con la sua terra che porterà Loreto, in età adulta, a scrivere versi in rima dedicandoli, gran parte, a quegli abitanti più conosciuti che ormai erano soliti farsi chiamare solo con i loro soprannomi. Durante gli anni travagliati e dolorosi della seconda guerra mondiale, Loreto aiutò intere famiglie del paese a sopravvivere alla fame e agli stenti, grazie al mestiere che esercitava, vale a dire quello di mugnaio. Era questo un mestiere che nel novecento, solitamente, veniva tramandato di padre in figlio e che era ricco di fascino, soprattutto per i tanti segreti riguardanti la macinatura dei cereali. Famiglie intere portavano a macinare il grano dal mugnaio Loreto e lui, di animo nobile e alquanto sensibile, non si tirò indietro nel momento più difficile vissuto dalla sua terra e aiutò tante persone sfamandole in tempo di carestia. Oggi che Loreto è scomparso (è morto il 23 Dicembre 1987) suo figlio Mario, che dei quattro figli è quello che ha ereditato la vena poetica del padre, ha voluto omaggiarlo regalandoci una tra le sue più belle liriche che egli scrisse nel 1975 dedicandola alla Madonna delle Grazie. Leggendo questo componimento ci si immerge completamente nell’armonia dei versi scorrevoli messi in rima che rendono la lirica piena di emotività.E’ come se si stesse leggendo un inno, una preghiera intensa rivolta alla Madonna che, come una Musa, Ispira a Loreto i versi più commoventi e più veri. Leggendo lentamente ogni parola si coglie immediatamente una richiesta disperata di aiuto da parte di un uomo che vive in un mondo dove la cieca ambizione dei potenti e la corsa alla armi nucleari offusca la bellezza di una pace che sembra non arrivare mai. Con parole colme di amore e di rispetto il poeta si congeda chiedendo alla Madonna di riportare tutta l’umanità sotto il suo bel manto per fare in modo che il dolore, il pianto e i mali della vita possano per sempre scomparire. Con nostalgia ed emozione Mario Terra, figlio di Loreto, ha consegnato in redazione questa poesia che noi pubblichiamo in questo numero ed ha voluto lasciarci anche un suo componimento che ripercorre, con animo malinconico, i giorni lieti trascorsi nella sua cara terra natia. Ricordi di un tempo, rumori lontani e ormai svaniti, emozioni fugaci ritornano vivi nella mente di un padre e di un figlio accomunati da un’unica, vera e grande passione, quella cioè dell’arte poetica. Campo de fiori Il gusto di riscoprire “Il magico mondo della poesia” di Barbara Pastorelli PREGHIERA ALLA M A D O N N A DELLE GRAZIE (Loreto Terra, Lecce nei Marzi 1975) Per un poeta la più bella cosa è se dall’alto lo ispira la Musa, specie se il canto, l’inno o la preghiera è rivolta a colei che è dispensiera, di grazie, di favori e di consigli è sempre generosa con i suoi figli. O Madre delle Grazie Madre nostra ascolta chi ai tuoi piedi ti si prostra. Se Maggio ridà vita a tutti i fiori, tu ridai speranza a tutti i cuori. Madonna delle Grazie ti preghiamo di far sentire al mondo il tuo richiamo. Illumina la mente ai governanti di tutti i cinque continenti: che facciano un fioretto ed un omaggio a questo tuo mese di Maggio inviando la colomba della pace che a tutto il mondo piace. E la terribile arma nucleare pensaci tu a non farla scoppiare. Se avverrà così, l’anno Mariano ci farà riprender per mano e ritornare sotto il tuo bel manto senza più lacrime, né pianto. Con queste mie parole senza ingegno, ti ho voluto dare un segno del mio amore e del mio affetto e te li offro per fioretto. IL MIO PAESE (Mario Terra, Lecce nei Marsi 1960) Povero,abbandonato, con strade fangose, rotte è il mio paese. All’alba il cigolio del carro, l’incedere dei cavalli s’ode. A scuotere dal tepore donne e fanciulli è l’uomo della frutta secca. Strepitio, poi, di voci femminili e di svariati suoni. Talvolta una lite rinnova la vita. Una donna sulla soglia di casa il bianco, gonfio seno porge all’ultimo neonato. Il giovinetto lancia uno sguardo furtivo e turbato nell’animo resta. Di notte, sempre, un miagolio di gatti, un’abbaiar di cani. Loreto Terra Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciuti: 1°fila in basso da dx Filippo Tontoni, Eraldo Bruzziches, Alfio Barboni, Seno Arrigoni, Pietro Parroccini, Irmo Soli, la maestra Cremonini, Arnaldo Cossio, Cancilla, Enzo Vaselli, Silvano Rossini, Osvaldo Pescitelli, Ettore Tuia. 2°fila da dx Ilario Pelinga, Fausto Conti, Vincenzo Del Frate, Luigi Trastulli, Alfonso Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciuCimarra, Vasco Costantini, Giacomo ti: 1 Carlo Beccio, 2 Zuchi, 3 Piero Basili, 4 Mariotti, 5 Corradi, 7 Angelo Santoro, 8 Aldo Del Priore, 9 Grilli, 10 Fabri, 11 Di Camponi, Piramo Scorcella, Mario Mattia, 12 Conti, 13 Giorgio Sorichetti, 14 Pizzi, 15 Gianni Mezzanotte, Attilio Mancini. Calisti, 16 Sergio Smargiassi, 17 Guido Spinelli, 18 Marco Marchetti, 19 Leonardo Ciavarella, 20 Mauro Mancini,21 Ermanno Lemme 22 Carlo Ilarioni, 23 Mario Quadraccia, 24 Pedica, 25 Gianfranco Roncio, 26 Mariano Ghirichini, 27 Sandro Anselmi, 28 Fabio Finesi, 29 Serafino Ercolini. Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciuti: 1 Maria Silvia Cipriani 2 Adriana Cipriani, 3 Sandra Angeletti, 4 Maria Del Priore, 5 Giuseppina Ercolini, 6 Crestoni, 7 Anna Conti, 8 Pierina Pistola, 9 Luigina Corazza, 10 Maria Fantera, 11 Anna Oddi, 12 Gianni Cavalieri (D’Artagnan), 13 Rita Galatini, 14 Pistola, 15 Pietro Arrigoni, 16 Franco De Santis, 17 Antonio Giovannini, 18 Dottorini, 19 Adriana Tomei, 20 Ferruccio Annesi, 21 Avv. Lucio Angius, 22 Giancarlo Cavalieri, 23 Domenico Del Priore (insegnante di violino), 25 Franco Bonini, 26 Mozzicarelli, 27 Isa Costantini, 28 Anna Maria Rossi,29 Elisa Bernardi. Campo de fiori i c n o R 25 Antichi Carissimi Lettori Ronciglionesi, Vi porgo tutto il mio affetto per l’amore mostrato verso questo giornale e nei confronti dei miei articoli. AbbracciandoVi tutti, ringrazio coloro che da più parti mi hanno fatto i complimenti. Questi elogi mi colmano di gioia. Un ringraziamento particolare va a tutti i negozianti del Paese che mi permettono di effettuare una distribuzione capillare e che attivamente contribuiscono con il loro impegno a far crescere i contenuti delle pagine ronciglionesi. Infine, vorrei invitare chiunque abbia foto vecchie della nostra bella cittadina e dei suoi abitanti a contattarmi all’indirizzo e-mail [email protected] , oppure al numero 0761.513117, per poterle inserire sul giornale. Vi ringrazio di nuovo e Vi porto nel cuore. Erminio Quadraroli Le sere d’estate, nelle campagne ronciglionesi, i grilli con il loro canto accompagnano il sonno di chi ancora sembra non essersi accorto dello scorrere del tempo. Fuori dalle mura tufacee di casolari oramai abbandonati, lustrori antichi scaldano i racconti di anziani non curanti del frenetico vivere di oggi. Tra maiali silenziosi e carretti dei quali, dopo la morte del mulo, si sono impadronite le sterpaglie, si tramandano oralmente storie ora fantasticamente inquinate dal tempo e da leggende. Questa linea leggera che solca verità e fantasia appassiona i piccoli nipoti stretti nell’abbraccio dei loro nonni. Le loro bocche illuminate da “ fascine” scoppiettanti sono intente nel mangiare salsicce bruciacchiate che conservano sapori di una volta. Tra un danzare di vino rosso e di braciole si aspetta che nel “callaro” sia pronta la ricotta. Intanto iniziano i racconti… Nonno Mario esordisce puntando il suo dito indice esile e tremante in cielo verso il Grande Carro: << A bordo di quel carro giunse a Ronciglione un uomo con il coraggio di un leone e il cuore tenero di un bambino: Ercole! Con la forza dei suoi muscoli tolse la clava da una roccia e nacque il Lago di Vico…>>. Le sue parole rapiscono lo sguardo dei bambini mentre il vecchio ritorna alla realtà narrando come grazie a quello specchio d’acqua hanno trovato lavoro i suoi avi sin dal cinquecento. In quegli anni i Farnese resero la piccola cittadina cimina un polo industriale di spicco. Sorsero ferriere lungo tutto l’emissario del lago, il Rio Vicano. Così i suoi antenati, maestri nel forgiare, scesi dalla Lombardia richiamati da Papa Paolo III insegnarono la loro arte alla popolazione. Questi “artisti ferrazzoli” producevano utensili per l’agricoltura e l’industria. Le creazioni ronciglionesi erano presenti in tutto lo Stato Pontificio, grazie anche ad un editto che a cavallo tra diciassettesimo e diciottesimo secolo proibiva l’entrata e il commercio nella zona di manufatti in ferro provenienti da altre regioni. Nacquero numerose ferriere….<<…ma un giorno…>>, prosegue così nonno Mario riportando alla memoria l’incendio di Ronciglione da parte delle truppe napoleoniche guidate dal generale Valterre, <<… arrivarono cavalli dalle ali di fuoco e uomini di ferro. Assordanti ferraglie segnarono il declino di una industria che aveva dominato incontrastata…>>. Nel silenzio della sera e degli spettatori affascinati, si ode uno scorrer di acque. E’ quel Rio che porta con se le anime di coloro che sotto i colpi di un maglio si sono adoperati consumandosi pian piano. Questo grosso martello solo poco tempo fa ha smesso di riecheggiare tra la vita cittadina. Con nostalgia e con voce tremante narra di quando lui con la sua bicicletta si recava là dove il ferro incandescente aspettava i suoi colpi per nascere ad esistenza rinnovata. Su quelle strade sterrate non si sentiva nient’altro che ligneo rumore di carri e trottare di zoccoli. <<…lingue di fuoco mi hanno colpito>>, così dice mentre mostra i segni delle unghiate del ferro, << ma ho sempre sottomesso il duro metallo…>>. Quel fuoco che illumina la notte lo porta a ricordare quando davanti alla fornace il sudore si impregnava di denso fumo e lo rendeva irriconoscibile anche agli occhi dei suoi cari. Nel rivivere questi momenti lascia spazio ad altri racconti congedandosi nella consapevolezza di essere l’ultimo testimone di quel timido colpo di maglio. Il maglio Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e........ buona lettura dai vostri Cecilia e Federico. Continua..... 26 Campo de fiori Ricordi militari di un na S l e ottantasettenne paracadutista per caso t s Ca di Riccardo Pieralisi Il protagonista di questa storia precisa che il suo e quello dei suoi compagni non fu un atto eroico o una dimostrazione di coraggio, ma fu un atto dovuto in quei momenti di storia italiana. Antefatto Siamo ai primi dell’Aprile 1938, viene costituita, in tutta fretta, la prima scuola paracadutisti d’Italia presso l’Aeroporto di Tripoli. Ne fanno parte come primo nucleo alcuni ufficiali dell’Esercito Italiano ed un battaglione di ascari (soldati coloniali). Il 15 Maggio 1938, dopo aver frequentato un corso teorico, avviene il battesimo dell’aria. Cinque aerei trimotore in formazione di volo per la prima volta in Libia, effettuano un lancio di paracadutisti. L’esito non è buono: due ufficiali e sette ascari si schiantano al suolo. Una commissione d’inchiesta rivelerà che l’incidente è dovuto alla formazione troppo serrata. Intanto panico e malcontento invadono i superstiti del 15 Maggio 1938 - Tripoli - formazione del 15^ stormo Capitano Maddalena e Sergenti Maggiori Nevelli, Andreotti, Cammillucci e Ferrara lancio e quelli che successivamente dovranno effettuarlo. I paracadute sono sicuri (vallo a far capire a quei poveretti!) : occorre una forte dimostrazione che rassicuri tutti ! Il comandante della scuola paracadutisti convoca tutti gli equipaggi di volo e chiede sette volontari che eseguano, da 500 metri, un lancio con gli stessi paracaduti già usati. Il lancio è perfetto. Fugati gli ultimi timori e dubbi, l’addestramento riprende con ottimi risultati. Castel Sant’Elia - Scuola Materna 1940 Il giorno 5 Giugno 1938, alle ore 8:30, un aereo S81 trimotore del 15° stormo aeroplani da bombardamento sorvola verticalmente l’aeroporto Castel Benito di Tripoli. Sette paracaduti, in rapida successione, costellano l’area sovrastante il campo d’atterraggio. Appeso ad uno di questi sette paracaduti c’è l’Aviere Scelto Azelio Cammillucci di Castel Sant’Elia in servizio presso la 21° squadriglia equipaggio di volo numero 5. L’atterraggio è perfetto. Congratulazioni delle autorità presenti, si sciolgono le righe. Campo de fiori 28 di a c i Fabr I Torre e le nocciole di Sandro Anselmi bambini che magari non erano adatti alla raccolta sui campi, le capavano recuperando quei frutti che erano rimasti attaccati al guscio. Ai bambini, per quel lavoro veniva promesso un gelato per le feste patronali di S. Matteo. Spesso, vista la necessità e la forte povertà, cercavano di far passare per buone anche le nocciole vuote e cioè quelle senza frutto all’interno, raschiandone magari il fondo con le unghie o con un coltellino, sperando poi che Torre non se ne accorgesse. In quegli anni, infatti, i sensali che lavoravano per Torre non praticavano la “resa” come oggi, sicchè un po’ complici forse di quei poveri contadini, chiudevano spesso un occhio sulla qualità del prodotto che andava così, tutto al peso. Nel frattempo l’azienda Torre lavorava per valorizzare al massimo il prodotto e proporlo ai preziosi consumatori e, tutta la professionalità e l’abilità prestata nel mantenere i rapporti commerciali con aziende serie e di prim’ordine, dava quelle necessarie garanzie che, a caduta, portavano al popolo quella sicurezza e quella crescente, costante ricchezza, che avrebbe negli anni migliorato la qualità stessa della vita dell’intero paese. ... continua sul prossimo numero Operai della ditta Torre che controllano la riempitura di sacchi Chi non ha piegato la schiena a raccogliere le nocciole, sia perché figlio di contadini, o perché amico dei figli di contadini ? Perfino i villeggianti romani, che a Fabrica d’estate , per pura amicizia o per voglia di racimolare un po’ di soldi, facevano quell’esperienza non proprio leggera. Agli inizi le nocciole venivano colte direttamente dagli alberi che, lasciati crescere a dismisura, per via di una potatura a quei tempi primordia- to, quelle scodelle, sempre avare di contenuto, venivano rimpinzate di tozzi di pane raffermo che si gonfiava con le brodaglie lisce e fortemente profumate (il profumo era sempre l’acerrimo nemico tentatore). Il caldo insopportabile di quei giorni (le nocciole venivano colte allora ad Agosto), minava la resistenza di tutti e quand’era il momento di mangiare sul campo un po’ di pane e pomodoro (ma strofinato sopra cosi da “macchiare” tante e tante fette) con un pizzico di sale e, non sempre, un filo d’olio. Si sdraiavano per un po’ all’ombra, direttamente in terra o, magari, se erano fortunati, sui sacchi semi pieni di nocciole. Questo, dopo che si erano tolti di dosso la terra e quella maledetta polvere anni ‘50 - Il Cav.Carlo Torre nel suo stabilimento appiccicaticcia delle, dovevano essere “scalati” dagli operai più le nocciole, con l’acqua allora limpida del fosso, Gruppo di contadini durante la raccolta giovani e più atletici che poi, appesi ai rami più dove erano stati messi al fresco i alti, si facevano cadere con essi, vincendo così “barilozzi” dell’acqua e del vino. la loro resistenza. Qui erano pronte le donne di Mentre mangiavano però, non tutte le età che, al grido di – “sotto alle punte” mancavano mai i discorsi dei -, acciuffavano le “cimate”, per spogliarle del grandi sulla quantità e sulla qualoro prezioso frutto. Esso veniva riposto in lità del prodotto e sul sognato ed capienti “sinali” legati alla vita e ripiegati, con agognato ricavato che ne avrebun sistema arcaico, a formare una sacca. C’era bero avuto con la vendita ai la gara a chi riempiva per primo il “sinale” che, Torre. Lì c’erano tutti i progetti e una volta pieno, veniva svuotato dentro i sacchi le speranze di vita per l’anno a (balle) di iuta che emanavano quel loro carattevenire. I sacchi venivano svuotaristico odore. Siccome i sacchi erano spesso ti sulle aie (are) e le nocciole pochi e sempre vecchi e rammendati, perché erano sapientemente battute e costavano, essi venivano pigiati ben bene per mescolate per poterle essiccare farli riempire al massimo, sicché quando doveal sole. Le bucce che contenevavano poi “incollarli” sulle spalle (tra collo e spalno ancora le nocciole non uscite la), era un bel discorso percorrerci quei sentieri spontaneamente, venivano poi interminabili ed accidentati. Ma agli uomini di raccolte con delle ceste (panare) un tempo, la volontà e la forza non mancavano o recipienti di legno scavato mai, semmai non vedevano mai un quattrino e, (capestrino – appunto da capare) per riempire lo stomaco, perennemente affamae le persone più anziane ed i operaie intente alla cernita delle nocciole Campo de fiori 29 La storiMax a di Max con l’orchestra “Brazil” ed altri elementi ...La simpatia e l’amicizia di Otello Narduzzi, storico chitarrista, maestro di tanti allievi e virtuoso alla chitarra awajana, da lui stesso costruita, nonché degno padre del Maestro Nicola Narduzzi, eccellente violinista, convince Max a cantare con l’orchesta “Brazil” (della quale narreremo la storia in un prossimo numero di Campo de’ fiori). Inizia così una nuova stagione con un nuovo repertorio ed un genere musicale decisamente diverso. I componenti dell’orchestra Brazil, al momento della partecipazione di Max erano appunto Otello alla chitarra, Francesco Alessandrini al sax tenore e clarino, Remo Morelli al sax contralto e Luigi Censi alla batteria, cosicché Max ne diveniva la voce e suonava la chitarra basso. Non era infrequente però, vista l’amicizia con altri gruppi musicali, la partecipazione di altri valenti musicisti provenienti dalla famosa orchestra dei Farnesi di Caprarola come Vincenzo alla tromba, Fernando al basso, Paolo alle tastiere e, dai Menestrelli di Carbognano il tastierista Mario. Anche questa sarà una stagione piena di successi e di innumerevoli impegni musicali. A questo punto Max ricorda con commozione la perizia musicale dei compianti amici Remo e Checchetto e la profonda amicizia che lo legava a loro. Ricorda che, tornato dall’Università, passava spesso i pomeriggi a suonare sulla soffitta di Remo, dove erano sistemati gli strumenti. Passava poi nel “salotto” della bottega da calzolaio di Remo, dove si ritrovavano tra un paio di suole e tacchi, i personaggi più estrosi del momento: Romolo Malatesta , Ernesto Malatesta, Bruno Pucci, Matteo Sciosci, Silvano Polidori, Valerio Giovagnoli, Enrico Capitoni, Nando Cianchi, Ermanno Rattini. Si parlava di tutto, di musica, di donne… Remo trattava, in effetti, Max come un figlio e gli diceva “mettiti un foulard attorno al collo altrimenti ti va via la voce…” e ancora “...tu hai la voce adatta per le orchestre, non per i complessi...”. Max ricorda ancora con nostalgia i veglioni che finivano all’alba e le serenate fatte alle ragazze del momento e, su tutto, quella stupenda atmo- sfera che regnava nel gruppo sempre allegro e pieno di amicizie. Nel Settembre del 1970 Max si esibisce in piazza con i “Falisci” (vedi Campo de’ fiori n. 7) durante le feste patronali fabrichesi. Nell’inverno successivo sono insieme per tutta la stagione carnevalesca nel prestigioso locale “Cinque Stelle” allora bar-albergo-ristorante. Il “Cinque Stelle” è stato testimone dei maggiori successi dell’epoca e si riempiva all’inverosimile, da dover usare addirittura le camere del piano superiore. Così pure quell’anno, come in quelli precedenti, i complessi che suonavano nei locali di altri paesi e finivano prima, o non avevano avuto pubblico, raggiungevano poi il “Cinque Stelle” per esibirsi in qualche pezzo come faceva Franco Mechilli di Caprarola e gli Squali di Viterbo che avevano cercato inoltre di ingaggiare Max per una tournè all’estero, ricevendo però un diniego dal padre, il quale vedeva per lui un futuro di studi ed un posto di lavoro sicuro… ...continua sul prossimo numero Max e le mitiche lambretta e mini Max con l’orchestra “Brazil” 30 Campo de fiori Amarcord Gli uomini passano ed i luoghi cambiano, ma Fabrizio Moscioni e Massimo Conti si avventurano lungo il fiume Treia con la speranza di ritrovare in quei luoghi la loro gioventù, i loro giochi e quei fantastici momenti trascorsi insieme alle “bande” di amici. Alla “legata”, (sbarramento sul fiume Treia, a sud-ovest di Civita Castellana, che serviva ad alimentare una mola che sorgeva a valle e, precisamente, dove era la locanda dei “Tre Re”) si riunivano, nel periodo estivo, tutti i ragazzini di un tempo. Quella era la loro meta di villeggiatura, l’ambita spiaggia dalla quale potersi tuffare e rinfrescare nelle chiare acque (un tempo non inquinate) durante le afose giornate estive. I gruppi di ragazzi che si recavano in questi luoghi erano in prevalenza maschili e sfoggiavano elegantissimi costumi (mutande spesso anche rattoppate) che avrebbero fatto invidia a quelli indossati dai primitivi. Questi luoghi, nel periodo estivo, si andavano così popolando che, i proprietari terrieri confinanti con la “legata”, decidevano spesso di chiudere i passi per evitarne il passaggio. Di conseguenza i giovani bagnanti si riversavano nel tratto appena prima della “legata” chiamato “brecciara”, nel punto dove il Rio Filetto si getta nel Fiume Treia; La “Brecciara” diventava meta ancor più ambita da parte dei nostri giovani civitonici in quanto, vicina al ponte sul Treia, vi erano dei crateri formatisi durante i bombardamenti degli alleati, per distruggere il ponte stesso, nei quali i giovani si cimentavano in gare di ciclo-cross. Successivamente veniva scoperto un altro luogo dove andare a giocare: il “Cavò” . Qui le piene invernali del fiume Treia creavano delle profonde forre dove l’acqua diventava più profonda e le spiaggette che costeggiavano il fiume permettevano ai giovani bagnanti di sdraiarsi al sole come autentici villeggianti. I fiumi venivano presi d’as- Tullio Talia Direttore artistico Via Garibaldi, 14 - Civita Castellana (VT) Tel./Fax +39.0761.513183 Campo de fiori 31 i luoghi dell’infanzia di Cristina Evangelisti salto dalla mattina alla sera da tutta la gioventù di Civita Castellana che, per le ore trascorse in acqua a giocare, ne usciva a fine giornata con le labbra violacee. Le giornate trascorse nelle acque della “Legata”, della “Brecciata” e del “Cavò”, non valgono per Fabrizio e Massimo (e forse per molti di quei ragazzi di un tempo) meno di un bagno alle Maldive o alle Canarie. E’ incredibile pensare come oggi ognuno di noi si possa far condizionare dal problema di dove andare a trascorrere le ferie. L’ansia di cercare luoghi e lussi sempre migliori di quelli dei nostri amici o conoscenti, ci fa perdere di vista il vero significato del “riposo” e della parola “vacanza”. Negli anni 50 per i ragazzi la “vacanza” era “vacanza” e basta. Non importava il luogo dove si andava a trascorrere, anche perché ci si doveva arrangiare con ciò che la natura offriva nei dintorni di casa; ma la cosa importante era vivere quei momenti di libertà dal lavoro o dalla scuola insieme agli amici, farne di nuove e e gustarsi ciò che la vita ti offriva. Spesso non ci accorgiamo che ciò che cerchiamo nel periodo delle ferie non lo troviamo in luoghi lontani, anzi questi spesso ci deludono proprio perché non abbiamo le compagnie giuste per poterci andare. Il problema non è dove andare, ma con chi andare e, questo Fabrizio e Massimo e i ragazzi che, come loro, frequentavano quei posti lo avevano capito bene. In quei posti si sono strette grandi amicizie forti e sincere. Con grande stupore, i nostri due avventurieri, hanno scoperto che la “legata” è di nuovo frequentata proprio da quei ragazzi di un tempo. Ormai grandi e con i figli, la domenica, con un panino ed una bottiglia d’acqua fresca, portano le loro famiglie a riscoprire quei luoghi e, nelle acque forse non troppo pulite, cercano di ricreare, con tanta nostalgia, quell’atmosfera che li ha resi felici. Campo de fiori N ATI Matrimoni Jaff Lara Meloni Arcangelo/ Pana Anisoara Bracci Federico Molini Renzo/Pelli Elisabetta Benassi Jacopo Fabretti Riccardo/Lucaroni Sara Frabotta Tommaso Casasole Alessandro/Mecucci Elisabetta Mecucci Gabriele Marani Claudio/Vettori Barbara Mecucci Matteo Bondini Marco/Antonangeli Laura Deltoso Aurora Lotti Riccardo/De Silvestri Gabriella Capaldi Francesca Casini Paolo/Cabresa Sunilda Fabrini Luigia Federici Ida Lazzaroni Ruggero Marino Moretti Vittoria Carloni Giuseppa Morti Matrimoni N ATI 14.6.2004 Basso Eleonora 19.6.04 Abati Barbara/Carrisi Massimiliano 29.6.2004 Bobboni Leonardo 28.6.2004 Brandi Flavio 2.6.04 Abati Roberto/Vecchiotti Barbara Audia Anna Maria 07.06.2004 12.6.04 Angeletti Valentina/Romano Luca Cernetti Adino 18.06.2004 26.6.04 Angeli Andrea/Cavallari Eleonora 11.6.2004 Capaldi Lorenzo 07.6.2004 De Antonis Daniel 15.6.2004 khattab Omar 25.6.04 Antonelli Francesca/Carosi Roberto Feliciani Elio 30.06.2004 12.6.04 Antonelli Nello/Di Clemente Angela 19.6.04 Braconi Lucia/Mazzolini Franco Mariani Angela 13.06.2004 06.6.04 Ceccani Enrico/Mascioli Silvia Mariani Riziero 07.06.2004 13.6.04 Di Bernardino Francesca/Baiocco 18.6.2004 Patrizi Riccardo 11.6.2004 Piacentini Federico Fabrizio Molinari Liliana 11.06.2004 12.6.04 Fanicchia Luca/Ferri Antonietta Rita Francesco 12.06.2004 19.6.04 Gavrila Victor/Manta Daniela Claudia 10.6.2004 Profili Gaia Rosellini Bernardina 24.06.2004 13.6.04 Leonardi Emanuele/Roscioli Vanessa 03.6.2004 Sorge Claudia Tribolati Enzo 12.06.2004 20.6.04 Liberali Serenella/Vincenzi Pietro 05.6.2004 Tombolini Thomas 06.6.04 Mariani Larissa/Rompietti Giampiero CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : - Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome Età Cognome__________________________ Via_______________________________________________________ CAP________Città______________________________________Prov._______ Telefono______________________e-Mail______________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Il regalo è per: - Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Nome__________________________Cognome__________________________ Età___Via________________________________________________________ CAP_______Città______________________________________ Prov.________ Telefono______________________e-Mail_______________________________ effettuerò il pagamento con: 0 - bollettino postale che mi invierete Firma____________________________________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data________________________________ Firma_____________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Civita Castellana Giugno 2004 Civita Castellana Giugno 2004 Morti Ronciglione Giugno 2004 Ronciglione Giugno 2004 32 Campo de fiori 19 Marzo 1957 - Ceramisti di Civita Castellana in udienza da Papa Pio XII - foto data dal Sig. Bruno Fontana 1910 Allieve ricamatrici di Civita Castellana - foto data dalla Sig.ra Lucia Vaselli 33 Campo de fiori 34 Perizie e Stime Poe di Zenoni Marco Via Madonna delle Rose, 1/B Civita Castellana (VT) Tel. 0761.599066 Cell. Telefoni Cellulari Ricariche Attivazioni Telefoniche accessori - telefonia fissa - cordless - fax tv -hi/fi -dvd - video registratori dolby sourround Orario di Apertura tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 Sabato e Domenica dalle 9 alle 20 - non stop Trevignano Romano Via della Rena 5 (di fronte Bar Chalet) Tel. 06.9999576 Fax 06.9999870 una classe degli anni ‘60 col Maestro Costanzelli - foto data dal Sig. Carlo Andreucci Vogliamo ricordare la sensibilità dell’amico poeta,Maestro Roberto Costanzelli, con una sua poesia dedicata ad Ylenia Ylenia Assicurazioni e Finanza personale Agente Generale Cristiana Barduani Via della Repubblica, 4 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.513733 C’è una bambina in questo mondo, ma così brava, ma così buona, che, anche quando fa i capricci tutto le si perdona. Ha il nome di una fata, e principi, regine e re, li ha tutti quanti attorno a sè: la mamma ed il papà i nonni, gli zii di ogni forma e specie... A scuola, studia e canta, ed è convinta di andare ancora meglio, quando frequenterà la classe quinta. Ama il mare, i monti e la campagna, e in ogni dove ha tanti amici cari. Chi è questa bambina con pregi e con virtù? Ylenia, ti riconosci tu? Roberto Costanzelli 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca,89 Tel.0761.598182 Fax 0761.591579 P.zza Matteotti,16 Tel. 0761.518145 C.so Bruno Buozzi , 42 - 44 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.513231 Campo de fiori sie 35 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca,89 Tel.0761.598182 Fax 0761.591579 P.zza Matteotti,16 Tel. 0761.518145 La quercia salvata a Fabrica di Roma Settant’anni ormai vecchi ricordi del tempo remoto fu mio padre incaricato a tagliar legna per il fuoco Si, c’era qualche pianta ma tanto piccolina che non valeva la pena m’inventai una bugia Le querce da tagliare in località La Cesa segnavano i confini tra le famiglie dei Ruggieri e dei Sebastianini Oggi suddetta pianta ci passo per guardarla ripenso alla bugia che feci bene a dirla Che fatica, quanto sudore tagliare con l’accetta segare col troncatore non bastava il fazzoletto a poter tergere il sudore S’è fatta rigogliosa si bella è dire poco in fondo a Viale Italia è sita su quel luogo A lavoro già finito mi fu chiesto visualizzare se era rimasta qualche pianta necessaria da tagliare Vivai Piante Ornamentali-da giardino Via Lambruschina snc Loc. Borghetto Civita Castellana (VT) Tel. 0761. 540 733 Sala da ballo - cerimonie meeting Il Sabato liscio - latino americano balli di gruppo Via F. Petrarca snc - 01033 Civita astellana Tel. 0761.514186 Cell. 334.3073679 e-mail: [email protected] E’ bella la natura Iddio la fece bella cerchiamo rispettarla io lo feci con quella “Sabina” Piante da Frutto-d’appartamento Ristorante-Pizzeria Cav. Pedica Temistocle Giacinto Il giacinto all’origine era probabilmente di colore rosso (dal greco Giak significa rosso cupo). In Italia il bulbo del Giacinto giunse per la prima volta alla fine del 1500 dall’Asia Occidentale. Molto preziosa è la sua essenza con la quale si ricava un profumo preziosissimo e ricercato. Significati: giacinto rosso=dolore, giacinto blu=coerenza. Il giacinto in genere rappresenta il gioco ed il divertimento. Campo de fiori Le risposte del medico 36 Dott. Maurizio Martini Gentile Dottore sono un uomo di 40 anni e mi è scoppiata un’improvvisa allergia all’acaro della polvere procurandomi non pochi fastidi. Quali sono le ultime cure al riguardo? Per allergia si intende una risposta immunitaria dal nostro organismo a determinati stimoli ambientali conosciuti come allergeni. Quando un allergene — come ad esempio il polline — entra in contatto con il nostro organismo, a livello di alcune cellule specializzate denominate mastociti si verifica il rilascio di una sostanza denominata istamina. È l’istamina a determinare le manifestazioni tipiche di una reazione di natura allergica. Queste manifestazioni possono aversi a livello cutaneo (eczema, dermatite atopica), a livello naso-faringeo (rinite allergica) a livello polmonare (tosse, asma bronchiale) a livello oculare (congiuntivite) a livello gastrointestinale (diarrea, distrurbi dell’assorbimento). La gravità delle manifestazioni dipende da molti fattori, primo fra tutti il grado di sensibilità specifico per singolo paziente ad un determinato allergene e la quantità di allergene a cui è esposto. La allergia da acari rientra nelle cosidette allergie per via inalatoria ed è una delle allergie più frequenti, specie fra le persone adulte, ed in netto aumento. Gli acari sono parassiti non visibili all’occhio umano, di dimensioni dell’ordine di 200-300 micron (visibili solo al microscopio elettronico), il cui habitat naturale è costituito dalla polvere domestica, dai materassi e cuscini di lana, dagli abiti, dalle piume, dai tappeti posti su superfici di cemento. Le zone ad alta umidità (umidità relativa superiore al 50%) costituiscono l’habitat ideale per gli acari domestici, analogamente ai funghi.La fonte di alimentazione è rappresentata essenzialmente dalla desquamazione cutanea (forfora umana), da residui alimentari, da funghi (aspergilli). Le feci di questi parassiti sono la maggiore fonte di allergeni della polvere di casa. I due tipi principali sono: Dermatophagoides pteronynissinus ed il dermatofagoide della farina. Nel suo caso quindi lei dovrebbe risultare positivo alle prove cutanee (prick test) o di ricerca nel sangue (rast test). Le manifestazioni cliniche infatti pongono solo il sospetto di una probabile allergia ma c’è poi bisogno di test specifici per individuare gli allergeni e stabilire il grado di sensibilità quello specifico allergene. Dal punto di vista della cura esistono due tipi di approccio medico al problema, ma non si può certo parlare di ritrovati innovativi. Come ho già detto, molto importante nella gravità dell’allergia è il contatto con l’allergene, è naturale che una volta individuato questo deve essere ridotto o tenuto il più lontano possibile dalla persona allergica. Perciò nella cura dell’allergia è di fondamentale importanza la profilassi ambientale, cioè il mettere in atto tutte quelle strategie ambientali che riducano o allontanino l’allergene. Per quanto riguarda l’acaro della polvere esso si trova nelle più alte concentrazioni nella camera da letto. Una delle misure più utili per ridurne la concentrazione è quella di usare delle fodere antiacaro, di lavare lenzuola, federe, coperte, cuscini e imbottitura dei materassi almeno una volta alla settimana. Facendo questo riduciamo la presenza degli acari di 100-1000 volte in un mese. Il lavaggio riduce la concentrazione degli acari di 100 volte, ma in due settimane gli acari avranno di nuovo raggiunto il livello precedente. Un’altra cosa utile è quella di abbassare l’umidità interna mantenendola entro il 50%. Per quanto riguarda gli acaricidi non ci sono dimostrazioni scientifiche definitive sulla loro efficacia. Una delle cause di aumento della presenza degli acari può essere la presenza degli animali domestici: è stato dimostrato che dopo l’allontanamento dell’animale, la concentrazione degli acari si riduce da 10 a 100 volte nei 6 mesi successivi. L’uso regolare dell’aspirapolvere dotato di filtri HEPA (antiacaro) e’ determinante per la riduzione del numero di particelle allergizzanti. Inoltre è da evitare l’uso di materassi in lana, cuscini in lana o in piume d’oca, coperte in lana o in piume d’oca. Sul versante farmacologico esistono molti e diversi farmaci che hanno però soltanto un effetto sintomatico mirato sia a ridurre l’infiammazione che a bloccare la risposta immunitaria che ne costituisce la causa. I farmaci più utilizzati a questo scopo sono gli antistaminici, vale a dire quei principi attivi in grado di inibire l’azione dell’istamina liberata a livello dei mastociti a seguito della reazione allergica. In caso di reazioni allergiche particolarmente gravi è possibile ricorrere anche ai corticosteroidi per la loro spiccata azione antinfiammatoria. Altre categorie di farmaci comunemente impiegati per il trattamento delle allergie includono i decongestionanti nasali, i cromoni ed i broncodilatatori. Nei casi più gravi, è inoltre possibile desensibilizzare il nostro organismo nei confronti di un particolare allergene ricorrendo alla immunoterapia, che prevede però lunghi tempi e diversità di risultati da persona a persona. Arti e Mestieri La levatrice In tempi lontani le levatrici venivano considerate al pari dei medici. La levatrice, quasi sempre unica figura atta ad assistere le partorienti , si vedeva costretta a correre da un punto all’altro del paese a piedi, col calesse, in bicicletta e perfino a dorso d’asino. Nella non remota eventualità di più nascite nello stesso giorno essa doveva compiere un vero e proprio tour de force. Non di rado la levatrice doveva essere supportata dai mezzi delle forze dell’ordine come la bicicletta del marescello dei Carabinieri in una famosa scenetta del film “Pane, amore e fantasia” con De Sica e la Merlini. I bambini appena nati, in tempi privi di culle e paracolpi, venivano addirittura adagiati in scatole o cassetti vuoti e questo non pregiudicava il loro sviluppo, anzi la loro crescita era più genuina e ruspante. Riso sorriso Con questa prelibatezza tu vedrai, molto meglio starai. Prendi aglio, carota e cipolla, uovo fresco olio e mozzarella. Una padella ed un pentolino, sedano, pomodoro e parmigiano genuino. Di sale se ne prende quanto basta, col riso abbonda come se fosse una festa. Con sul capo dello chef il cappello, inizi a preparare della cucina il gioiello. Mentre che l’acqua a bollire sta, nella padella versa pomodoro in quantità. Metti olio e aglio prelibati, aggiungi sedano, carota e cipolla ben tagliati. Divertiti ora ad assaggiare, all’occorrenza sale devi versare. Porgi lo sguardo verso il pentolino, l’acqua bolle e metti il riso di gran pregio. Il cuoco con la rima non ti ha dato una mano, ma ti consiglia di porre in padella il parmigiano. Adesso hai esaltato i sapori, quel riso prendi e versa tra gli odori. Voglia di mangiar si legge sui tuoi occhi, aggiungi un uovo e mozzarella a tocchi. Dell’ultima mi raccomando pochetta, inizia a mescolar con la forchetta. Quando tutto si è sciolto il più e’ fatto, siediti e con calma assaggialo nel piatto. Un bicchiere di vinello bene ci sta, buon appetito e non “ te strafoga’ ”. Erminio Quadraroli Campo de fiori 37 Ciak si gira Nino Manfredi a Civita Castellana di Roberto Moscioni lire se avessi accettato…beh…avrei sfidato chiunque a non accettare. Così ritornai sul set ed indossai di nuovo quei luridi abiti. Se non avessi accettato avrebbero dovuto girare nuovamente delle scene, dove io ero stato inquadrato dalla macchina da presa, operazione troppo costosa per la produzione. Mi divertii molto, fu un’esperienza indimenticabile”Con questo breve articolo abbiamo voluto ricordare questo grande avvenimento, i suoi protagonisti ed in particolare il grande Saturnino Manfredi (detto Nino) che, con la sua recente scomparsa, all’età di 83 anni, ha segnato il crollo dell’ultima colonna imperiale della commedia all’Italiana. a dx Nello Sugoni Era l’estate del 1961 quando alcuni civitonici Poi c’era Angelo Angelini in arte Furmine che, in vennero avvicinati da un uomo ben vestito con un’altra scena, nega una sigaretta a Manfredi abito scuro, con l’intento di offrire loro un lavoalitandogli una boccata di fumo in faccia. ro ben pagato e fuori dall’ordinario. E fu così che anziani, giovani ceramisti, falegnami e “stagnari” si ritrovarono chiusi in un carcere, ognuno vestito con la divisa a strisce larghe, bianche e marroni. Truffa ? Raggiro ? Ma no…! Anche se può sembrare strano, queste persone furono molto fortunate, visto che vennero scritturate come comparse per il film “A cavallo della Tigre” dalla Film 5/TITANUS, con Nino Manfredi, Gian Maria Volontè, Mario Adorf e Valeria Moriconi, per la a sx Angelo Angelini (Furmine) regia di Luigi Comencini, illustre regista della commedia all’Italiana, autore di grandi successi Poi troviamo Battista Lerin (o Sellaro), nel ruolo come: “Pane amore e fantasia”, “Pane, amore e del brigadiere che, con la sua bicicletta, va alla gelosia”, “Tutti a casa”, “Le avventure di ricerca degli evasi; Sergio Conti e Sardelli (o Pinocchio”…. e molti altri. pugile) nelle vesti di guardie carcerarie. Ci racIl film è un’esilarante commedia che offrì a Nino conta Nello Sugoni, che vestì i polverosi panni di Manfredi il primo ruolo drammatico. E’ la storia detenuto, che la paga giornaliera era di 1.500 di Giacinto Rossi (Nino Manfredi) che, in carcelire, una paga molto alta per quel periodo. re per simulazione di reato, è costretto a sconPoi ci racconta di un episodio molto divertente tare tre anni di reclusione. Qui fa conoscenza che lo vide come protagonista. –“ Un giorno durante una pausa, obbligatoriamente passata con tre detenuti che lo coinvolgeranno, suo sotto il sole cocente, senza neanche la possibimalgrado, nel loro piano di evasione verso la lità di bere un bicchiere d’acqua, mi arrabbiai libertà. molto nel vedere che il personale della troupe Il film, gran parte girato a Civita Castellana nel mangiava, senza che nessuno si curasse di noi Forte Sangallo e nelle campagne limitrofe, comparse. Anzi ci era stata negata anche l’usciconta la presenza di molti cittadini civitonici, ta dal set per andare a mangiare. Allora presi la improvvisati attori e protagonisti delle più divermia lambretta e, vestito da detenuto, me ne tenti gags del film. andai a casa per pranzo. Quando tornai sul set Nel film troviamo la presenza di Guido fui cacciato perché non avevo rispettato le loro Menichelli, Angelo Bertolini (o Frangese), Sor disposizioni. ….Nessun problema….! Intascai le Giuseppe (o baffò), Umberto Manoni, che in mie 1.500 lire e me ne ritornai subito in cerauna scena all’interno del carcere tira la propria mica, dove un mio amico mi stava sostituendo. scarpa a Giacinto (Nino Manfredi), colpendolo in Verso sera il produttore del film mi venne a certesta, nell’intento di farlo smettere di cantare la care in ceramica, chiedendomi di ritornare sul famosa canzone “Il mare” di Sergio Bruni. set, visto che io ero una figura molto importante per la scena che bisognava girare. Io non accettai, visti i modi con cui ero stato cacciato e mandai via il produttore. Dopo circa mezz’ora si ripresentò il produttore con il regista Luigi Comencini, accompagnati da due veri carabinieri venuti per prelevarmi con la forza. A questo punto non esitai a ribadire quello che avevo detto poco prima, cioè NO… Ma quando il regista mi disse che erano disposti a darmi 50.000 a dx Umberto Manoni la scenografia all’interno del Forte Sangallo a sx Sor Giuseppe (o Baffò) Rossi Giacinto (Nino Manfredi) “Il mare...è la voce del mio cuore, i tuoi baci a me, i miei baci a te, ce li porta il mare...” un detenuto (Umberto Manoni) si toglie la scarpa, la tira a Giacinto colpendolo in testa:”.... a svociato !! Se ce fai er bisse becchi pure l’artra scarpa!!!” Grazie Nino 38 Campo de fiori Album dei ricordi 1979 i ragazzi del ‘29 festeggiano 50 anni - foto data da Pietro Morzelli (zi Pio) Campo de fiori GRAZIE AGLI SPONSOR 39 ai sostenitori, agli abbonati ed ai collaboratori che da soli sostengono Campo de’ fiori e, con il loro prezioso contributo, danno vita ad importanti operazioni sociali, promosse e realizzate dalla Accademia Internazionale D’ Italia (A.I.D.I.) . Campo de’ fiori, con le sue oltre ventimila copie, la distribuzione mirata ed i siti Internet www.campodefiori.biz - www.campodefiorionline.it - www.accademiainternazionaleditalia.it, DA VALORE ALL’IMMAGINE DELLA VOSTRA AZIENDA. Campo de’ fiori cerca validi redattori in ogni paese. Campo de’ fiori porta bene Protegge i tuoi valori ENGEL HAUS PUB Via A. Meucci, 8 - Rignano Flaminio (RM) Tel. 328.8645431 Silvia Malatesta - Via S. 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Selezioniamo personale ambisesso per occupazioni produttive inerenti le nostre attività Per informazioni rivolgersi al n. 0761.513117 Anno 1956 Campo de fiori Dalla rubrica “BIMBI NOSTRI” Chi si riconosce in queste foto pubblicate su “Numero Unico” del 1956 ? 43 44 Campo de fiori Troppo picco I suoi compagni lo hanno soprannominato “kodogo”,che in lingua kiswahili significa “piccolo”, per il fisico minuto,troppo esile per essere impiegato in qualsiasi guerra .Ci troviamo in un campo situato a Bunia,città nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo.Un paese dilaniato da conflitti che vedono coinvolte diverse fazioni in un vero stato di anarchia assoluta.”Kodogo” già all’età di dodici anni era un veterano di una malvagia guerra fra milizie etniche della DRC.e come lui,anche il resto dei bambini del campo profughi era vittima di una pratica che ha ottenuto la condanna unanime di tutte le organizzazioni umanitarie mondiali,inclusa l’Unicef, ovvero il coinvolgimento diretto dei bambini nei violenti conflitti del mondo . Sono più di cinquecentomila i minorenni reclutati tra le fila dei vari gruppi armati e addirittura tra gli eserciti regolari in ottantacinque nazioni del mondo.La maggior parte dei “bambini-soldato” ha un’ età compresa tra i quindici e i diciotto anni,ma si scende addirittura anche ai sette .Essi vengono usati nelle più disparate situazioni belliche o fatti oggetto delle più raccapriccianti violenze,fisi01033 Civita Castellana (VT) che e psicologiche.Solitamente essi vengono Via Falisca, 89 - Tel.0761.598182 rapiti alle loro famiglie,nei poveri villaggi fatti Fax 0761.591579 P.zza Matteotti, 16 - Tel. 518145 di fango e paglia,scuole o comunità e costretti a combattere senza scrupoli. Qualche volta i bambini sono accettati come “volontari”,sebbene l’Unicef sostenga che pochi di essi lo fanno di propria iniziativa.Tutti questi piccoli innocenti costretti ad entrare nell’inferno dei conflitti armati come “soldati” provengono da zone rurali molto povere o da comunità di zone remote.In queste circostanze, l’arruolamento può sembrare la via d’uscita alla dura e agghiacciante realtà della loro vita quotidiana. Zoran,14 anni,un bambino “poliziotto” di Kandahar (Afghanistan)ha raccontato che la sua vita era molto dura e quindi si e’ dovuto arruolare per guadagnare del denaro per la sua povera famiglia. Egli e’ uno degli ottomila bambini “sotto le armi”nell’Afghanistan. L’unicef ritiene che dare educazione ed istruzione a questi bambini sia l’arma vincente per debellare questa vergognosa piaga umanitaria.Del “popolo” dei piccoli quelli più vulnerabili sono gli orfani e le femminucce. Le violenze sessuali non risparmiano quasi nessuno,lasciando devastanti conseguenze fisiche e psicologiche che tutti noi possiamo immaginare.Quando vengono rapiti,molto spesso, sono costretti a commettere terribili atrocità e uccisi o torturati se tentano di scappare dai loro aguzzini.La loro adolescenza e’ annientata anche dalle brutali pratiche di iniziazione,dal duro lavoro di “schiavi” e torture. A molti vengono fatte assumere droghe per indebolirli ulteriormente al fine di poterli meglio controllare. Susan,16 anni,una ragazza caduta nelle mani della Lord’s resistence army (un gruppo combattente del nord Uganda) racconta: “durante la prigionia un ragazzo cercò di scappare ma venne riacciuffato ,gli furono legate le mani ed io,insieme ad altri ragazzi,sotto minaccia siamo stati costretti ad ucciderlo con i bastoni.Mi sentivo male perché lo conoscevo in quanto provenivamo dallo stesso villaggio.Mi ero rifiutata di farlo ma gli uomini minacciarono di uccidermi, puntandomi una pistola contro.Tutte le notti sogno quel ragazzo,svegliandomi sudata e spaventata. Piango,piango.” Particolare preoccupazione e’ stata espressa dall’Onu ,nei primi mesi del 2003, riguardo agli orrendi episodi di terrore”contro i bambini-soldato nella DRC,Uganda settentrionale,Liberia,nella provincia di Aceh in Campo de fiori oli per combattere V.A. Indonesia,Iraq e nei territori occupati della Palestina.Anche in Asia,specialmente nel Myanmar/Burma e Sri Lanka la situazione e’ preoccupante. L’Unicef ed altre organizzazioni per la difesa dei bambini hanno stimato che negli stati di El Salvador,Etiopia e Uganda un terzo dei bambini-soldato sono di sesso femminile. La risoluzione del duemila numero 1325 dell’Onu afferma che la comunità internazionale deve prestare una speciale attenzione alla particolare vulnerabilità delle donne,nei teatri di guerra e conflitti vari,proprio per i sistematici abusi sessuali.Nel Gennaio 2003,Kofi Annan,segretario generale delle Nazioni Unite,ricordava alcuni paesi (Burundi,DRC,Liberia) dove era praticato il reclutamento e l’uso dei bambini sia da parte dei gruppi armati che da parte dei governi.Questo ignobile sfruttamento vedeva coinvolti anche altri paesi dove i conflitti sono ormai cessati,come ad esempio l’Angola,il Kossovo, la Repubblica del Congo,Sierra Leone e Guinea Bissao . “I bambini non sono merce da combattimento,essi ‘appartengono’ alla scuola e alla loro famiglia. E’ nostra responsabilità assicurare che siano sempre protetti dagli orrori delle guerre” (Carol Bellamy,direttore esecutivo dell’UNICEF). 45 46 Campo de fiori Le Ceramich La civiltà tremillenaria della nostra città è testimoniata soprattutto dalla produzione e riproduzione ceramica. Poco interessa la sua origine, sia Greca che Etrusca, ma molto vale pensare come, con essa, noi possiamo conoscere oggi la storia, o quasi tutta la storia, dei nostri avi. La ceramica ha lasciato segni tangibili del modo di vivere e dell’alto grado di civiltà da loro raggiunto e, grazie alle pitture delle quali spesso essa è arricchita, “leggiamo” chiaramente le varie epoche vissute come se, tagliato un tronco di un albero, ne contassimo gli anni attraverso gli anelli concentrici. La sua produzione non è mai cessata e, con un volo pindarico, possiamo passare sopra i tempi ad arrivare ai valenti, grandi artisti del secolo appena scorso quali i Cassieri, i Brunelli, i Rovinetti, i Tomassoni, i Marcantoni, gli Sbordoni, i Profili, i Vincenti, i Vaselli, i Coletta. Tra i pionieri spunta una famiglia degna di particolare attenzione, quella dei Coramusi o Cornamusi. Il primo membro della famiglia Coramusi ad occuparsi dell’attività ceramica è Francesco, nativo di Firenze, che nel 1806 rileva l’attività di Angelo Mizzelli per l’estrazione dell’argilla bianca e l’affitto della fabbrica di maioliche e terraglie dette dei “Tre Re” di proprietà della famiglia Buonaccorsi, poi della Reverenda Camera Apostolica. E’ imprenditore capace, stimato ed esperto nella lavorazione della Terraglia all’uso Inglese ed estrae in un proprio fondo l’argilla per la lavorazione. La produzione Coramusi riceve, grazie alla sua qualità, una medaglia d’argento all’esposizione d’Arte a Roma nel 1810 con grandi vasi e vasellami di terraglia a prova di fuoco. Succedono i figli Giovan Battista e Giuseppe, che proseguono l’attività fino all’anno 1826, allorquando la fabbrica, cambiata ripetutamente di mano a causa del coinvolgimento della Reverenda Camera Apostolica nella crisi dello Stato Pontificio, impegnato in numerose vicende belliche, viene ceduta in enfiteusi ad Angelo Volpato. Passa più di un secolo durante il quale non si ha nota dell’impegno della famiglia Coramusi nell’Arte ceramica ma, nel Gennaio 1920, Antonio Coramusi (1872-1949) suo figlio Alberto (1898-1969) e Tullio Bazzotti, costituiscono la società denominata “Fabbrica Ceramiche Artistiche Bazzotti e Coramusi” e si insediano in contrada Catalano. Solo un anno dopo, il Bazzotti esce dalla società che assume una nuova denominazione “Maioliche d’Arte Antonio Coramusi e Figlio” ed inizia allora una feconda stagione costellata da premi e riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale: 1923 Medaglia d’argento alla Prima Mostra Romana; 1924 Medaglia di bronzo alla Mostra Nazionale Ceramica di Pesaro; 1925 Gran Premio con Medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Bruxelles; 1925 Grand Prix con Placca d’Onore e Medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Parigi. Vengo-no poi gli anni della guerra e la triste eredità di quel periodo è una crisi profonda, irreversibile che investe le piccole aziende e prime, quelle che non producono beni essenziali, necessari a soddisfare i beni primari. L’ Formella raffigurante la Vergine i Campo de fiori he Coramusi 47 di Sandro Anselmi Eldorado degli anni ’60 è ancora troppo lontano perché queste, svuotate di ogni energia,vi possano approdare ed inesorabilmente naufraga tutta una tradizione artistica che, a mio parere, non si ripeterà. La morte di Antonio, nel 1949, è il colpo decisivo per i Coramusi che chiudono definitivamente la ceramica. Non finisce però la loro arte perché il figlio Alberto continuerà a creare pregevoli opere fino alla morte che lo coglie il 1° ottobre 1969. Le opere dei Coramusi sono una ricerca ed una “nuova” riproduzione dei modelli rinascimentali, magistralmente disegnati ed elegantemente decorati. Il sapiente equilibrio fra gli ornati e le grottesche, imprigionati e poi liberati dalla lucentezza degli smalti, che tuttavia s’attenuano di lievi sfumature, allontanano ogni ipotesi di imitazione formale o manieristica. L’arte dei Coramusi e, di più quella di Alberto, è splendida e sensibile e non è, a mio parere, riconducibile a stretti paragoni o povere similitudini. Il figlio Francesco mi ha concesso il privilegio di poter ammirare le bellissime opere oggi in suo possesso, che hanno portato tanto onore al suo nome e vi assicuro che ho apprezzato appieno questo grande dono. Piatti in maiolica dipinti con motivi a grottesche in preghiera La strage degli innocenti Pannello monocromato in maiolica Centrotavola in mezzamaiolica Centrotavola in mezzamaiolica graffito su ingobbio Vaso in maiolica dipinto con motivi fitomorfi Campo de fiori 48 i c n Ro Tranquillità e armonia Salendo lungo Corso Umberto I, si possono notare palazzi che ancora conservano il di Erminio Quadraroli fascino della vita fernesiana. Edifici dal carattere ancora signorile, sono spettatori eterni di un frenetico scorrere di macchine. Risalendo lungo la salita di Montecavallo si nota, sulla sinistra, una Chiesa esteticamente raffinata, oramai sconsacrata. La sua semplicità interna è stata resa più vivace e solare dalle armoniose note della valente Annalisa Sodini. Nata nel 1978, sin da bambina, per divertimento, amava immergersi nel mondo della musica. Tanto che all’età di undici anni decide di iniziare a capire il mondo che si nascondeva dietro il pentagramma. Sotto la guida attenta della Professoressa Fausta Moretti capisce che l’arte di sottomettere i suoni non è un gioco e prosegue gli studi di pianoforte con l’aiuto dell’abile Professor Giorgio Cozzolino. Nella consapevolezza che per raggiungere il successo bisogna sottoporsi a prove dure e faticose, dopo svariati concerti come accompagnatrice pianistica ed innumerevoli sacrifici, Annalisa è oramai giunta all’ultimo esame. Il diciannove Giugno scorso, nella ex chiesa del Collegio, questa graziosa ragazza ha voluto esibirsi nel suo primo concerto, magnificamente riuscito,da pianista solista davanti agli abitanti del suo paese natale. A Ronciglione, si sono gettate le basi per un successo futuro. La popolazione ha partecipato numerosa ed ha saputo apprezzare con occhio clinico, la cura messa nel preparare il palco e con orecchio attento le note entusiasmanti magicamente suonate. Il profumo di colorati fiori estivi, si è mescolato con le musiche di Annalisa che ha saputo creare una geniale linea di continuità tra brani contemporanei e quelli del periodo romantico e classico. Con questo concerto, patrocinato dal Comune di Ronciglione, dall’Istituzione “Progetto Musica” e sponsorizzato dalla Banca di Credito Cooperativo, Annalisa ha saputo regalare emozioni intense agli spettatori che l’hanno premiata con oltre tre minuti di applausi. Campo de fiori La banda musicale di Collevecchio dal 1830 ad oggi... di Veronica Sorato ...continua dal n. 9 di Campo de fiori Il fenomeno culturale era molto diffuso in Sabina in quell’epoca, lo si deduce da un invito di partecipazione rivolto al Sindaco di Collevecchio dal Presidente del comitato dei festeggiamenti in onore di S.Antonio di Padova,Carlo Marchese Canali di Rieti,in cui si evince che maestri di bande musicali Sabine richiedevano che i premi assegnati al concorso fossero elevati. Il prestigio della Banda viene segnato da due note di ringraziamento: una dal Sindaco di Ponzano in data 11 giugno 1892, l’altra dal sindaco di Monteflavio datata 29 agosto 1892, dove si manifestano le doti di raffinatezza esecutiva raggiunte dalla Banda e dagli allievi. Nel 1895 un documento della prefettura di Rieti disapprova il riconoscimento della Società di Mutuo Soccorso ai sensi di legge del regime di allora. Da questo momento c’è stato il declino dell’attività della società infatti già nei primi del novecento non si trovano documenti in archivio, solo grazie alle memorie degli anziani si è ritrovata una traccia che testimonia, agli inizi del 1900 ,che la Banda fu oggetto di una scissione trasformandosi in “Fanfara” pur avendo breve durata (1910). La Banda ritrova la sua efficienza in un documento del 21 febbraio 1923 dove si tratta la “ ripartizione del fondo cassa dei soci firmatari della ferma triennale”. Nel 1926 compare un nuovo regolamento composto da 37 articoli. Foto della Banda del 1938 incorniciano la vita politica del periodo fascista (foto a Rieti). Registri di presenze ,servizi svolti dalla Banda ,verbali e bilanci conservati gelosamente confermano la lunga esistenza della stessa. Ancora oggi possiamo leggere di bilanci annuali e servizi quasi sempre gli stessi, per le feste Comunali e non. Direttori della Banda in ordine cronologico dal 1900 ad oggi: - Santori Benedetto di Montebuono, - Campi Noè di Bari, - Guglielmi Ignazio di Lecce, - Santori Cesare di Montebuono, - Celestino Armando di Tarano, - Mattei Francesco di Collevecchio, - Leonardi Roberto di Monterotondo, - Catallo Antonio di Grottaminarda l’unico rimasto in Banda per 18 anni, ed infine l’attuale M° Finucci Roberto di Magliano S alla direzione della Banda di Collevecchio dal 2000. Attualmente la Banda Musicale Cittadina di Collevecchio è legalmente riconosciuta come Associazione Culturale con un Presidente ,(nonché componente Dominicis Pietro), un Consiglio Direttivo ed un’assemblea dei soci (gli stessi musicanti).Tra i soci onorari tengo a nominare un precedente Presidente (Biancheria Nello) che rimase tale per metà della sua vita vantando una collaborazione con la Banda per più di 50 anni! Regolarmente festeggiati e mai dimenticati!! Per la realtà del paese la Banda ha rappresentato l’inizio per chi voleva poi fare della musica una professione. Professionisti diplomati del mio paese hanno mosso i primi passi nel campo della musica grazie alla scuola allievi, che nei fiorenti anni ‘80 si è avvalsa dell’insegnamento di grandi maestri. Il mio piccolo paese meta turistica di forestieri si è adeguato ai tempi, ma la Banda è rimasta sempre ferma li: negli stessi locali in via Eugenio Polzoni n°2, facenti parte di una donazione fatta al comune dallo stesso Polzoni . Gli stessi locali sono stati per diversi anni, quando la tradizione portava ad una maggiore convivialità di bei momenti, punto di ritrovo per festeggiamenti ,serate danzanti e cene prelibate!! La Banda ha sempre rappresentato il punto di unione tra amici, un hobbies di squadra con sacrifici e rinuncie, che ha portato però a grandi soddisfazioni. Tanti sono i nomi che hanno segnato la vita della Banda e facendo un semplice calcolo non c’è famiglia di Collevecchio che non abbia avuto un elemento “musicante”, che sia stato parte della Banda o che ne faccia ancora parte. La lunga tradizione ha portato la Banda a girare e a farsi conoscere in tutta la Sabina ottenendo anche ottimi riconoscimenti per i concerti pubblici. Il ricco archivio conserva partiture scritte a mano, oggetto anche di furti da persone che approfittando della semplicità dei musicanti e scoprendo il valore di quei testi hanno privato la Banda del proprio valore storico. Fogli ingialliti con gli angoli consumati, le note quasi scolorite, a toccarli trasmettono una grande emozione…quanta vita c’è passata quanta musica suonata! La Banda si è sempre fregiata di grandi meriti per la capacità, negli anni, di migliorarsi soprattutto nell’esecuzione di brani anche moderni, rivoluzionando e adeguando ai tempi questa lunga tradizione che sempre ha saputo incuriosire. Attualmente il suo archivio raccoglie migliaia di brani che con orgoglio vengono proposti, scelti,vissuti per il piacere di suonare e la soddisfazione d’ascoltare. Ricorrenza annuale sono i festeggiamenti di Santa Cecilia il 22 di novembre,in occasione dei quali la Banda ha sempre offerto concerti mantenendo sempre uno stretto legame tra nuovo e tradizione. Per unire infine il sacro al profano è proprietà della Banda un originale ritratto su tela raffigurante S. Cecilia di inestimabile valore di età e autori sconosciuti. Da aggiungere la collaborazione a periodi alterni di gruppi di majorettes, gestiti autonomamente che contribuiscono a manifestazioni folcloristiche. La Banda nel 2004 è composta da: M° Finucci Roberto, Angelini Giovanni,Belloni Consuelo, Bernardini Mauro, Bonifazi Federico, Bonifazi Giannicola, Camilli Marco, De Angelis Christian, Della Ciana Arianna, Di Basilio Riccardo, Dominicis Aldo, Dominicis Ermanno, Dominicis Pietro, Fabbri Francesca, Fabbri Marco, Gelsomini Francesco, Lausdei Carlo, Loreti Enrico, Matticari Gloria, Merlini Ermanno, Nesta Alessia, Paoletti Matteo, Paoletti Paolo, Pavan Giorgia, Pavan Maurizio, Petrucci Alessandro, Petrucci Alessio, Petrucci Angelo, Petrucci Paolo, Placidi Romina, Proietti Sandro, Scribboni Diego, Scucchia Elisa, Scucchia Fabiana, Sorato Remo, Sorato Veronica, Todini Domenico, Todini Simone. Pianofor ti - Strumenti - Edizioni Musicali Via Palazzina, 109 - 01100 Viterbo - Tel. 0761.309095 49 50 Campo de fiori L’ A.I.D.I. e Campo de’ fiori insieme ai vecchi gruppi musicali hanno organizzato una compagnia delle serenate per informazioni telefonate allo 0761.513117 o mandate una e-mail a [email protected] Un allegro gruppo di giovani di Fabrica di Roma - anni ‘70 Foto data dal Sig. Furio Fabris
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