Cineclub 2011 -2012 - Don Bosco Ranchibile

Transcription

Cineclub 2011 -2012 - Don Bosco Ranchibile
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
11/12 Novembre
UN FANTASTICO VIA VAI
Pagina
2
Genere: Commedia
Regia: Leonardo Pieraccioni
Interpreti: Leonardo Pieraccioni, Serena Autieri, Maurizio Battista, Marco
Mazzocca, Marianna Di Martino, Chiara Mastalli (Anna), Giuseppe Maggio,
David Sef, Alice Bellagamba, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello,
Alessandro Benvenuti, Enzo Iacchetti.
Nazionalità: Italia Distribuzione: 01 Distribution
Anno di uscita: 2013 Origine: Italia (2013)
Soggetto e sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Paolo Genovese
Fotografia (Scope/a colori): Fabrizio Lucci Musiche: Gianluca Sibaldi
Montaggio: Conuelo Catucci Durata: 95'
Produzione: Levante e RAI Cinema. Giudizio: Consigliabile/brillante.
Tematiche: Aborto; Amicizia; Giovani; Matrimonio - coppia; Razzismo;
Soggetto
Arnaldo, 45enne, vive in provincia, lavora in banca, è sposato con Anita e la coppia ha due figlie gemelle,
Martina e Federica. Nel tempo libero, Arnaldo esce con due colleghi, Giovannelli ed Esposito, per andare
a cena e in qualche locale. Proprio all'indomani di una serata a teatro, Anita scopre nella sacca della moto
un indumento intimo femminile compromettente. Dopo inutili tentativi per discolparsi, Arnaldo viene
cacciato di casa. Vede allora un cartello, si presenta all'indirizzo e prende in affitto una camera in un
grande appartamento dove vivono quattro studenti: due ragazzi, Marco e Edoardo, e due ragazze, Camilla
e Anna. La vita in comune prende il via tra impacci e imbarazzi. Soprattutto Camilla, incinta di otto mesi,
crea qualche apprensione. Si innesca una girandola di equivoci alimentata da situazioni e personaggi di
contorno. Alla fine però Arnaldo riesce a dipanare la matassa e a rimettere le cose nel giusto binario. E
anche lui trova il coraggio per ripresentarsi a casa e riprendere la vita con la famiglia.
Valutazione Pastorale
La cornice ambientale trova una ulteriore conferma: siamo nella provincia toscana, fatta di antiche
bellezze architettoniche, armonie urbanistiche, incroci di sapori e stili. Respirando in mezzo a stradine,
vicoli, parchi e boschi, il copione racconta cose altrettanto leggere, autentiche, semplici. A dir la verità, le
scansioni narrative dipanano le scintille dell'inevitabile incontro/scontro tra generazioni, incrociano nello
sguardo dei giovani e degli adulti alcune serie difficoltà: Camilla rimasta incinta con un uomo che è
scappato; Clelia in grave difficoltà perché innamorata di un ragazzo di colore, di cui il padre non sopporta
la presenza. E poi, a disegnare la dimensione del tempo, c'è la routine della cittadina, quella noia
quotidiana che fa smuovere la fantasia e sognare evasioni in mari lontani. I graffi della realtà assumono i
toni della favola moderna, prendono colori morbidi e piacevoli. La musa di Pieraccioni si adagia nei
ricordi del passato (la citazione da "I laureati"), riflette con un sorriso sul passare degi anni, verifica le
distanze verso le abitudini giovanili. La fuga sulla caravella inquadra l'inizio e la fine del racconto.
Arnaldo torna a casa, il suo futuro in fondo è lì. Forse quegli studenti faranno fatica a trovare lavoro (in
banca, come lui?), forse non tutti i genitori sono così comprensivi verso una anonima maternità della
figlia. Ma non importa. La fiaba è bella anche per questo. Il Pieraccioni regista resta ancorato ad un
cinema un po' superato ma ostinatamente gentile e scanzonato. E il film, dal punto di vista pastorale, è da
valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.
Utilizzazione
il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto gradevole e di
semplice consumo.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
18/19 Novembre
12 ANNI SCHIAVO
Genere: Drammatico
Regia: Steve McQueen
Interpreti: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict
Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Lupita Nyong'O, S. Paulson,
Brad Pitt.
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: BIM Distribuzione Anno di uscita: 2014
Origine: Stati Uniti (2013)
Soggetto: dall'autobiografia di Solomon Northrup.
Sceneggiatura: John Ridley
Fotografia (Scope/a colori): Sean Bobbitt Musiche: Hans Zimmer
Montaggio: Joe Walker Durata: 133'
Produzione: B. Pitt, D. Gardner, J. Kleiner, B. Pohlad, S. McQueen, A.
Milchan, A. Katagas. Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti.
Tematiche: Bibbia; Famiglia; Giustizia; Libertà; Razzismo; Storia;
Soggetto
Stati Uniti, 1841. Solomon, un nero nato libero, vive con la propria famiglia nel nord dello stato di New York.
Musicista provetto, viene avvicinato da alcuni finti impresari che lo convincono a seguirlo per partecipare ad
alcune esibizioni. In realtà Solomon viene rapito, venduto come schiavo e condotto nelle piantagioni di cotone in
Louisiana. Resta per dodici anni sottoposto insieme ad altri al duro lavoro, alle sevizie, alle frustate del suo
'padrone' Edwin Epps e di altri proprietari terrieri. Quando conosce Bass, un abolizionista canadese, per Solomon si
apre lo spiraglio che lo riporterà alla libertà e alla famiglia.
Valutazione Pastorale
Pubblicato nel 1853, "12 Years A Slave" è il libro in cui Solomon Northup racconta a Davis Wilson i dodici anni
trascorsi in schiavitù in diverse piantagioni della Louisiana. L'impatto di quelle pagine sull'opinione pubblica
americana fu notevole. Per la prima volta si documentava la vita quotidiana degli schiavi. In particolare l'attenzione
era concentrata su due aspetti: cosa significava essere di "proprietà" di qualcuno; quale era il quadro dell'impatto
morale, emotivo, spirituale che la schiavitù esercitava sulle persone coinvolte. La schiavitù e gli Stati Uniti, la
schiavitù e il cinema: i due argomenti non hanno tardato ad incontrarsi, almeno dai tempi di "Intolerance" (1916),
fondamentale opera di Griffith del periodo muto. Sono tappe piccole/grandi che punteggiano la storia della settima
arte e costeggiano quella americana. Passando da Spielberg e da Spike Lee, ci si potrebbe riferire al recente "The
Butler", che comincia con una violenza efferata su una donna da parte del padrone bianco e ripercorre 80 anni di
vicende USA. Inglese di nascita, Steve McQueen si è imposto con due titoli aspri, duri, certamente spiazzanti
(Hunger, 2008; Shame, 2011), nel secondo dei quali tuttavia già faceva capolino la propensione per un certo
compiacimento formale. Qualcosa c'è anche qui, perché al netto di quella fascia di irrecuperabili razzisti che
vogliono restare indifferenti, la vicenda di Solomon è paradigmatica, chiede coinvolgimento, suscita pietà e
indignazione, mette in moto (se vogliamo) qualche meccanismo metaforico su analoghe situazioni di oggi, lancia
campanelli d'allarme sulla necessità del rispetto dei diritti umani, ma non riesce ad essere secca, asciutta, incisiva.
Sbrigativo l'incontro con l'abolizionista bianco, fin troppo mieloso il finale rientro in famiglia. Sotto il profilo
strettamente linguistico sappiamo da tempo che non c'è bisogno di "far vedere" 50 frustate o aumentare il tasso di
sangue che scorre, per dare la dimensione dell'orrore compiuto. L'impressione è che la regia cada in qualche
sovrastruttura espressiva e che l'intenzione di 'lavare le colpe della storia' tolga efficacia al racconto. Resta
indubitabile il valore dell'operazione e, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile,
problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Pagina
3
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come affresco storico e avvio alla
riflessione sul tema centrale del razzismo nella storia e nel cinema. Qualche attenzione è da tenere per minori e
piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
25/26 Novembre
YVES SAINT LAURENT
Genere: Drammatico
Regia: Jalil Lespert
Interpreti: Guillaume Gallienne, Charlotte Lebon, Laura Smet, Marie de
Villepin.
Distribuzione: Lucky Red
Anno di uscita: 2014
Origine: USA (2014)
Durata: 100'
Pagina
4
Soggetto
Film biografico che racconta la vita e la creatività di un instancabile innovatore, senza eccedere nella
beatificazione o nel gossip del defunto Christian Dior nella cui maison ha già avuto modo di dar prova
delle proprie qualità. Lo attende la prima collezione totalmente affidata alla sua creatività. Il successo
ottenuto lo proietta ai più alti livelli della moda parigina imponendogli al contempo una continua
pressione. Il ricovero per una sindrome maniaco-depressiva, in occasione della sua chiamata alle armi per
la guerra in Algeria, fa sì che venga licenziato. Grazie al sostegno di Pierre Bergé, che ne diverrà il
compagno e il factotum, lo stilista apre una propria casa di haute couture e YSL diverrà un marchio
simbolo di eleganza e innovazione.
Jalil Lespert si inserisce con questo film nell'ambito del film biografico stando attento a non eccedere
nella beatificazione del protagonista ed evitando anche di cadere nel gossip per immagini. Sono due rischi
che chi decide di affrontare una personalità complessa come quella di Yves Mathieu Saint Laurent non
può sottovalutare. Il film non ci propone solo il progredire della creatività di un artista in continua ed
obbligata evoluzione (a un certo punto gli verrà fatto rilevare che è felice solo due volte l'anno: in
primavera e in autunno quando presenta le nuove collezioni) ma va oltre. Ce lo contestualizza, ad
esempio, nella lacerante situazione di chi ha lasciato la natia Algeria (da cui anche il regista proviene) e
sente il peso di dover rispondere ad interrogativi socio-politici a cui si vorrebbe che prestasse attenzione.
La sua vita invece sta in quelle matite che muove con la rapidità di un pittore e da cui nascono abiti che
sanno valorizzare le donne rimanendo al passo coi tempi e spesso anticipandoli.
Come Valentino Garavani con Giancarlo Gemmetti così per Yves è determinante l'incontro con Pierre
Bergé. È il compagno a cui può appoggiarsi quando la sua forza creativa si muta in fragilità emotiva, è
l'organizzatore e il manager. È colui che sa dare un valore commerciale alle sue creazioni mentre Yves
acquista una preziosa e antica statua di Buddha senza saperne neppure il prezzo. È a lui (interpretato da
un partecipe Guillaume Gallienne) che Lespert affida la narrazione ed è il vero Bergé che ha consentito di
esplorare il lato nascosto alle cronache di una relazione durata tutta una vita. Un rapporto in cui non sono
mancati i tradimenti e che, per un periodo non breve, ha finito con il ruotare intorno a una donna. La
modella Victoire diviene per entrambi un oggetto del desiderio e della gelosia che non li spinge mai a
rinnegare od occultare la loro omosessualità ma li mette a confronto con quel mondo femminile per il
quale entrambi ogni giorno elaborano e promuovono quegli altri oggetti del desiderio che hanno il nome
di abiti di alta moda.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
09/10 Dicembre
LA MAFIA UCCIDE SOLO
D'ESTATE
Pagina
5
Genere: Commedia
Regia: Piefrancesco Diliberto 'Pif '
Interpreti: Pierfrancesco Diliberto "Pif " (Arturo), Cristiana
Capotondi (Flora), Ginevra Antona (Flora bambina), Alex
Bisconti (Arturo bambino), Claudio Gioè (Francesco), Ninni
Bruschetta (fra' Giacinto), Barbara Tabita (Maria Pia, madre di
Artuto), Rosario Lisma (Lorenzo, padre di Arturo), Antonio
Alveario (Totò Riina), Maurizio Marchetti (Jean Pierre).
Nazionalità: Italia
Distribuzione: 01 DistributionAnno di uscita: 2013
Origine: Italia (2013) Soggetto e sceneggiatura: Michele
Astori, Pierfrancesco Diliberto, Marco Martani
Fotografia (Panoramica/a colori): Roberto Forza
Musiche: Santi Pulvirenti
Montaggio: Cristiano Travaglioli Durata: 90'
Produzione: Mario Gianani, Lorenzo Mieli per Wildside con RAI Cinema.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti * *
Tematiche: Adolescenza; Famiglia - genitori figli; Gangster; Giustizia; Mafia; Politica-Società; Potere;
Storia; Terrorismo;
Soggetto
Nato nel giorno in cui proprio nel suo palazzo si compie un attentato, Arturo cresce a Palermo e attraversa
i decenni dei Settanta e degli Ottanta quando la città è funestata da un serie infinità di delitti di mafia.
Arturo però è tutto preso dall'amore per Flora, conosciuta alle elementari e che non ha mai avuto il
coraggio di avvicinare. Lui intanto vuole fare il giornalista e succede che, dopo alcuni anni, ritrova Flora,
entrata nella segreteria dell'on Lima candidato alle elezioni politiche. Ci sono screzi tra i due ma infine
l'amore si manifesta. Ecco infine Artuto e Flora sposati. Arturo accompagna il figlio piccolo a vedere tutte
le lapidi che ricordano i numerosi delitti di mafia accaduti nella città siciliana.
Valutazione Pastorale
Da un lato la storia (triste, dolorosa, spietata) che per lunghi anni ha infestato la vita sociale di Palermo.
Dall'altra la cornice inventata ma mai così giusta e opportuna. Volto televisivo, Pierfrancesco Diliberto
esordisce con un copione che, ad un primo impatto, sembra sancire un ritorno importante: quello della
commedia che non ha timore di essere brillante, spiritosa, svagata e insieme di mettere lo spettatore di
fronte a fatti sui quali c'è ben poco da ridere. Così è stata molta commedia italiana anni '50 e '60; così qui,
grazie ad un racconto che si snoda tra realtà e finzione con un equilibrio notevole e la capacità di
denunciare quell'atteggiamento di rifiuto della realtà che è stato tra le prime cause del prosperare della
malavita. I due ragazzi crescono con tutte le vicende che riguardano la loro età, felici e divertiti, fino a
quando arriverà il momento di confrontarsi con ciò che li circonda. Ed è una conoscenza che si fa eredità
civile da trasmettere al figlio, ossia alle nuove generazioni. Ben diretto, realizzato con cura il film, dal
punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto italiano in
grado di portare con leggerezza e serietà alla riflessione su un periodo tragico della storia siciliana, e non
solo.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
16/17 Dicembre
VIAGGIO SOLA
Pagina
6
Genere: Commedia
Regia: Maria Sole Tognazzi
Interpreti: Margherita Buy (Irene), Stefano Accorsi (Andrea),
Fabrizia Sacchi (Silvia), Gian Marco Tognazzi (Tommaso), Alessia
Barela (Fabiana), Lesley Manville (Kate Sherman), Carolina Signore
(Eleonora), Diletta Gradia (Claudia).
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Teodora Film. Anno di uscita: 2013
Origine: Italia (2013)
Soggetto e sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Francesca Marciano, Maria
Sole Tognazzi
Fotografia (Scope/a colori): Arnaldo Catinari
Musiche: Gabriele Roberto Montaggio: Walter Fasano
Durata: 85'
Produzione: Donatella Botti per Bianca Film in coproduzione con RAI Cinema.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Donna; Famiglia; Lavoro; Libertà; Sessualità;
Soggetto
A Roma oggi. Irene, quarantenne, vive con tranquillità la propria situazione di single, totalmente
impegnata nel lavoro: il suo lavoro consiste nel fare l'"ospite a sorpresa", ossia la persona che in incognito
arriva in un albergo, e vi si trattiene il tempo per verificare e annotare gli standard di quelli che sono nella
categoria degli "alberghi di lusso". Irene quindi è quasi sempre in viaggio, frequenta solo Andrea, ex
fidanzato, con il quale si confida e nella cui vita si intromette anche quando lui aspetta un figlio da
un'altra donna. Anche con la sorella Silvia e con la famiglia di lei, Irene prova ad avere scambi di affetto
ma i tentativi non sempre vanno a buon fine. C'è un momento in cui Irene avverte la solitudine della
propria esistenza. Ma è solo un momento...
Valutazione Pastorale
Su un copione ben scritto (dialoghi appropriati, svolte dialettiche non banali), Maria Sole Tognazzi
interviene con una messa in scena lucida, scorrevole, ricca di squarci emotivi. Vi fanno capolino tanti,
pertinenti accenni al disamore contemporaneo: l'inesorabile resa dei conti con le finte certezze, i troppi
dubbi, la perenne insoddisfazione che corrode la società contemporanea. Per questo sguardo critico,
tutt'altro che compiaciuto con cui la regista avvolge i proprio personaggi, il film, dal punto di vista
pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come ritratto capace di
trasmettere i chiaroscuri dell'Italia contemporanea. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di
passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
13/14 Gennaio
UNA CANZONE PER MARION
Genere: Drammatico
Regia: Paul Andrew Williams.
Interpreti: Terence Stamp (Arthur), Vanessa Redgrave (Marion),
Gemma Arterton (Elizabeth), Christopher Eccleston (James), Orla Hill
(Jennifer), Anne Reid (Brenda), Bill Thomas (Bill).
Nazionalità: Gran Bretagna Distribuzione: Lucky Red Distribuzione.
Anno di uscita: 2013. Origine: Gran Bretagna (2012).
Soggetto e sceneggiatura: Paul Andrew Williams.
Fotografia (Scope/a colori): Carlos Catalan. Musiche: Laura Rossi
Montaggio: Dan Farrell Durata: 93' Produzione: Ken Marshall, Philip
Moross. Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Anziani; Famiglia; Famiglia - genitori figli; Malattia;
Matrimonio - coppia; Musica: Solidarietà-Amore;
Pagina
7
Soggetto
Alla periferia di Londra, Marion fa parte da tempo di un coro amatoriale insieme ad anziani del quartiere.
Arthur, il marito, l'accompagna ad ogni prova e aspetta fuori per riportarla a casa. Marion infatti si muove
con la sedia a rotelle, non sempre ma con frequenza. La malattia che la sta consumando la obbliga ad una
assistenza continua. Scontroso di carattere, Arthur si dedica completamente alla moglie, serio, riservato e
in realtà innamoratissimo. Quando Marion muore, l'uomo cade in un profondo dolore. Dal quale riesce a
sollevarsi solo in seguito alla decisione di avvicinarsi all'attività del coro e a sostuirsi all'amata Marion. A
sostenerlo c'è Elizabeth, la direttrice, ragazza piena di entusiasmo, che lo convince a partecipare ad un
competizione con altri cori della Regione. Nel frattempo, Arthur riesce con grande fatica e superando non
pochi pudori a riavvicinarsi al figlio James, con cui i rapporti sono da sempre difficili e ostili, e alla
nipotina Brenda.
Valutazione Pastorale
"In parte il copione -dice Paul Andrew Williams- fa riferimento al rapporto tra mio nonno e mia nonna,
all' amore e al senso del dovere che la loro generazione esprimeva(...). Quando mia nonna si è ammalata
di cancro, lui l'ha curata, le è stato accanto, l'ha sostenuta in tutti i modi possibili (...)". Proprio lungo
questa linea si muove il racconto, che con encomiabile coraggio entra subito nell'argomento (la malattia
terminale) e vi si muove con tipico spirito anglosassone: quell'atteggiamento fatto di dolore contenuto, e
di capacità di reazione di fronte alla bellezza delle cose da fare, dell'amicizia, di una spinta a reagire, a
creare, a costruire ancora futuro. Per quasi tutto il percorso il regista ha il merito di osservare quasi con
pudore i fatti e di farci assistere alla dolce/amara commistione tra felicità e tristezza, tra pieno e vuoto, tra
slanci di vita e brividi di morte. Sempre con una misura e una verità se non autentici di certo commoventi.
Solo il finale con il successo del gruppo al concorso teatrale e con la riconciliazione tra padre e figlio
indulge un po' troppo verso l'edulcorato e il consolatorio. Ma il film resta valido, vivace, denso di
sensazioni pulsanti, emozionanti, e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile,
problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come spettacolo ben
confezionato su argomenti di stretta attualità. Da proporre anche in situazioni scolastiche e didattiche.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
20/21 Gennaio
ALLACCIATE LE CINTURE
Pagina
Soggetto
In una città della Puglia, Elena sta con Giorgio mentre Antonio è il nuovo ragazzo della sua migliore
amica Silvia. Elena e Antonio si conoscono e si evitano accuratamente, sicuri di essere del tutto lontani
per carattere e indole. Contro ogni aspettativa invece nasce tra loro un'attrazione bruciante, quasi
irrazionale. Passano tredici anni. Elena è sposata con Antonio, ha due figli e nel frattempo ha realizzato
insieme all'amico Fabio il sogno di aprire un locale che ha incontrato molto successo in città. Con grande
imbarazzo la donna un giorno rivela di avere una grave malattia. Il tumore al seno la costringe al ricovero
in ospedale, e obbliga tutti ad affrontare una situazione delicata e imprevista. Elena e i suoi familiari
rivedono allora tutta la propria vita, preparandosi a fare i conti con la realtà, con i sogni, con la dura
quotidianità degli affetti.
Valutazione Pastorale
"Ho sentito l'esigenza -chiarisce Ozpetek- di raccontare una storia d'amore potente, la passione e le
frustrazioni sentimentali, il bisogno a volte inespresso di tenerezza e l'elemento perturbante che sconvolge
le vite dei protagonisti, mettendoli di fronte a scelte che cambiano il loro destino e quello di chi li
circonda.(...)". All'interno di questa dichiarazione (precisa, nitida, corretta) va collocata la nuova prova
del regista italo-turco, incentrata con fermezza sulla nascita di sentimenti amorosi e sull'impossibilità di
opporsi agli effetti imprevisti che provocano. Ma se da un lato l'amore è vita, ecco la faccia opposta, la
malattia, l'idea della morte che arrivano con altrettanto slancio devastante a chiedere il conto delle nostre
azioni. Ozpetek non cambia atteggiamento. Il suo scenario è la vita nelle mille sfaccettature misteriose e
imprevedbili, nella gioia e nella tristezza, nella voglia di fare e nella capacità di reagire. Il fatto è che lo
sguardo del regista anche stavolta resta attratto dalle suggestioni del melò, nel quale cala a poco a poco
ma con decisione al momento di far incontrare amore e morte. La descrizione di entrambi deflagra
quando Antonio e Elena hanno un rapporto sul letto d'ospedale di lei: il diapason di una rappresentazione
marcata e un po' decadente, efficace e insieme eccessiva, sovraccarica di didascalismo. La regia spinge
sul tasto dei sentimenti impossibili da governare in un turbinio di contraddizioni che affascinano e
respingono per un certo kitsch sempre in agguato dietro l'angolo. Nella bellissima luce degli esterni tra
Lecce e il mare della Puglia scorre il buio di una danza disperata tra i volti inafferrabili dell'esistenza. Un
film dalle belle immagini e dall'andamento altalenante che, dal punto di vista pastorale è da valutare come
complesso e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, tenendo conto che alcuni temi significativi sono ben
presenti: la famiglia, i figli, il lavoro. Attenzione è comunque da tenere, a motivo del particolare tono
narrativo, nei confronti di minori e piccoli anche in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri
supporti tecnici.
8
Genere: Drammatico
Regia: Ferzan Ozpetek
Interpreti: Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano,
Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Elena Sofia Ricci, Carla
Signoris, Paola Minaccioni, Giulia Michielini, Luisa Ranieri.
Nazionalità: Italia. Origine: Italia(2014)
Distribuzione: 01 Distribution. Anno di uscita: 2014.
Soggetto e sceneggiatura: Gianni Romoli e Ferzan Ozpetek
Fotografia (Scope/a colori): Gian Filippo Corticelli.
Musiche: Pasquale Catalano Montaggio: Patrizio Marone
Durata: 110' Produzione: Tilde Corsi e Gianni Romoli per R&C
Prod., Faros Film con RAI Cinema.
Giudizio: Complesso/problematico. Tematiche: Famiglia - genitori
figli; Omosessualità;
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
27/28 Gennaio
THE BUTLER
Pagina
9
Genere: Drammatico
Regia: Lee Daniels
Interpreti: Forest Whitaker (Cecil Gaines), Oprah Winfrey (Gloria
Gaines), Cuba Gooding jr. (Carter Wilson), Terrence Howard
(Howard), Lenny Kravitz (James Holloway), David Ovelowo (Louis
Gaines), Vanessa Redgrave (Annabeth Westfall), Alex Pettyfer
(Thomas Westfall), Mariah Carey (Hattie Pearl), Robin Williams
(Dwight D. Eisenhower), James Marsden (John F. Kennedy), Liev
Schreiber (Lyndon B. Johnson), John Cusack (Richard Nixon), Alan
Rickman (Ronald Regan), Jane Fonda (Nancy Regan).
Nazionalità: Stati UnitiDistribuzione: Videa Anno di uscita: 2014
Origine: Stati Uniti (2013).
Soggetto: dall'articolo "A Butler Well Served by This Election" di
Will Haygood pubblicato sul Washington Post il 7 novembre 2008
Sceneggiatura: Danny Strongò. Fotografia (Panoramica/a colori): Andrew Dunn
Musiche: Rodrigo Leao Montaggio: Joe Klotz Durata: 132'
Produzione: Lee Daniels, Pamela Oas Williams, Laura Ziskin, Buddy Patrick, Cassian Elwes.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Famiglia; Famiglia - genitori figli; Libertà; Politica-Società; Potere; Razzismo; Storia;
Soggetto
Negli anni '30 il piccolo Cecil Games, afroamericano di modesta famiglia, vede il proprietario terriero che
si apparta con la mamma per violentarla e quindi assiste all'uccisione del padre. Dopo la guerra ha
l'occasione di essere assunto come lavapiatti nel personale della Casa Binca. Diventato maggiordomo,
resta in quell'ufficio dal 1958 al 1986 al servizio di sette presidenti degli Stati Uniti. Ormai pensionato,
viene chiamato a partecipare alla festa indetta da Barack Obama, dopo la sua elezione.
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è un articolo pubblicato sul Washington Post nel 2008, anno dell'elezione di Obama,
dedicato a Eugene Allen, maggiordomo di origini afroamericane in servizio alla Casa Bianca dal 1958 al
1986. La scoperta suscita curiosità e interesse, ma il copione è inferiore alle attese. Oltre mezzo secolo di
storia americana (dal piccolo Cecil che assiste impotente alla violenza 'bianca' sui genitori alla presidenza
Obama), il racconto si snoda lungo avvenimenti in genere molto noti e non sempre rinvigorii, anzi un po'
adagiati sul prevedibile. Qualche stanchezza, un po' di buonismo e un certo melò tolgono freschezza alle
oltre due ore di storia. Resta il personaggio principale, specchio quasi involontario ma preciso di tante fasi
delicate di storia americana, e non solo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come
consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, soprattutto come occasione per avviare una riflessione
sul ruolo dei presidenti degli Stati Uniti soprattutto nei confronti della figura "unica" del maggiordomo.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
03/04 Febbraio
LEI
Genere: Drammatico
Regia: Spike Jonze
Interpreti: Joaquin Phoenix (Theodore), Samantha/lei (voce nella
versione originale: Scarlet Johansson; nella versione italiana:
Micaela Ramazzotti), Amy Adams (Amy), Rooney Mara
(Catherine), Olivia Wilde (ragazza dell'appuntamento al buio).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: BIM Distribuzione. Anno di uscita: 2014
Origine: Stati Uniti (2013) Soggetto e sceneggiatura: S. Jonze
Fotografia (Scope/a colori): Hoyte Van Hoytema
Musiche: Arcade Fire con brani musicali di Owen Pallett
Montaggio: Jeff Buchanan. Durata: 126'
Produzione: Megan Ellison, Spike Jonze, Vincent Landay.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti.
Tematiche: Internet; Nuove tecnologie;
Pagina
10
Soggetto
A Los Angeles Theodore, uomo sensibile e colto, di professione scrive lettere per altre persone. Mentre
sta vivendo la parte conclusiva del matrimonio con Catherine, l'uomo resta affascinato da un nuovo,
sofidticaro sistema operativo, che promette di essere uno strumento unico ad altissime prestazioni. Attiva
il contatto e gli risponde una voce che dice di chiamarsi Samantha, dolce e spiritosa. E' l'inizio di
un'amicizia che diventa sempre più profonda, fino a trasformarsi in vero e prorpio amore. Ma quale
sviluppo può avere la storia tra un uomo e uno strumento tecnico?
Valutazione Pastorale
Spike Jonze è un artista americano che, oltre al cinema, si è misurato su alti fronti, dai video musicali ai
documentari. Sul tema della contaminazione delle immagini vanno icordati "Essere John Malkovich", "Il
ladro di orchidee", "Nel paese delle creature selvagge". "L'idea attuale -spiega- è nata da un'idea che ho
letto su internet una decina di anni fa. Raccontava di un servizio di messaggistica istantanea che
consentiva di chattare con un'intelligenza artificiale. Ho pensato ad un uomo che incontra un'identità
simile dotata di una coscienza e ho provato ad immaginare una storia d'amore tra loro". L'obiettivo va al
fondo del nostro presente che, più è tecnologico, più si fa incerto e confuso. Il dilemma ritorna:l'uomo
resterà padrone del proprio destino? Saremo in grado di controllare le nostre emozioni, o forse la
macchina prenderà il sopravvento? Non è certo secondario il fatto che la vicenda si svolga in una Los
Angeles luogo di una modernità inquieta e insieme terribilmente affascinante: dove il futuro è ora e non
domani. Il racconto emoziona pe la capacità di disegnare il duro contrasto tra l'eternità dei sentimenti e il
loro restare in affanno di fronte alla algida neutralità del istema. Una parabola sofferta e poetica, un
campanello d'allarme di fronte all'illusione di scambiare il vero con il virtuale. Dal punto di vista
pastorale, il film è da valutare come consigliabile, probòematico e adatto per dibattii.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da riprendere per avviare riflessioni sul tema, oggi
centrale, del rapporto tra le nuove tecnologie e la vita quotidiana. Un argomento nel quale coinvolgere
anche giovani e ragazzi, forse i più sottoposti alle insidie di un uso sregolato dei nuovi 'oggetti' che
regalano l'illusione di risolvere ogni problema pratico.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
10/11 Febbraio
GRACE DI MONACO
Genere: Drammatico
Regia: Oliver Dahan
Interpreti: Nicole Kidman (Grace), Tim Roth (Principe Ranieri di Monaco),
Frank Langella (Francis Tucker), Paz Vega (Maria Callas), Parker Posey
(Madge), Milo Ventimiglia (Rupert Allan), Geraldine Sommerbille
(Principessa Antoinette), Nicholas Farrell (Jean Charles Rey), Robert Lindasy
(Aristotele Onassis), Sir Derek Jacobi (Conte Fernando D'Aillieres).
Nazionalità: Francia/Italia Distribuzione: Lucky Red Anno di uscita: 2014
Origine: Francia/Italia (2013) Soggetto e sceneggiatura: Arash Amel
Fotografia (Scope/a colori): Eric Gautier.
Musiche: Christopher Gunning (musiche ag. composte da Guillaume Roussel).
Montaggio: Olivier Gajan Durata: 103'
Produzione: Pierre Ange Le Pogam (Francia), Andrea Occhipinti (Italia).
Giudizio: Consigliabile/problematico.
Tematiche: Cinema nel cinema; Donna; Famiglia; Matrimonio - coppia;
Politica-Società; Potere; Storia;
Pagina
11
Soggetto
Principato di Monaco, 1962. Ormai da sei anni Grace Kelly, una delle dive più ricercate del panorama hollywoodiano, si è
sposata con il Principe Ranieri, diventando la principessa Grace di Monaco. Nel grande palazzo reale, Grace si dibatte tra
passato e presente, tra il desiderio di tornare su grande schermo e il nuovo ruolo di madre di due bambini, oltre ai doveri legati
al ruolo di moglie regnante. Hitchcock arriva di persona a Monaco e le lascia il copione di "Marnie", di cui vorrebe che lei
fosse la protagonista. D'istinto Grace è portata ad accettare; ma quello si dimostra un anno veramente cruciale. Molte nubi
comiciano ad agitarsi nel rapporto tra il piccolo Principato e la Francia. Motivo del contendere è soprattutto la fuga di troppi
industriali che stabiliscono lì la propria residenza per evitare le tasse. Inoltre la guerra in corso tra Francia e Algeria procura
apprensione a De Gualle che minaccia drastiche misure di invasione militare del Principato. Accanto a questi avvenimenti di
taglio 'europeo', lavita interna del Principato è scossa da rivalità familiari e venti di congiura. Grace capisce che è il momento
di riassumere pienamente il proprio ruolo di regina. Coordina in prima persona la festa di ricevimento della Croce Rossa
Internazionale, e, nella serata inaugurale, rivolge ai presenti (regnanti e capi di Stato di tutto il mondo)un discorso nel quale
riafferma la solidità del legame familiare e l'intenzione di lavorare per il bene e l'immagine del Principato.
Valutazione Pastorale
Grace Kelly nasce a Philadelpia nel 1929. Al cinema si impone nel 1952 con "Mezzogiorno di fuoco" di Fred Zinneman con
Gary Cooper, lavora poi in altri nove film (tre con Alfred Hitchcock). Sposa Ranieri di Monaco nell'aprile 1956, muore in un
incidente d'auto sulle strade della costa monegasca nel settembre 1982. Dice Olivier Dahan, già autore del biopic su Edith Piaf:
"Ho voluto filmare una realtà trasposta per rivelare ì dettagli un po' alla volta, non solo attraverso le inquadrature e le
scenografie ma attraverso la cronologia della narrazione, in modo che lo spettatore arrivi a leggere attraverso gli occhi di Grace
quell'epoca e gli eventi da lei vissuti". Rispetto a questo punto di partenza, l'impressione è che le idee di Dahan siano rimaste
alquanto confuse, o almeno legate ad un taglio che ha voluto rischiare poco sul piano espressivo e di contenuti. Forse con
qualche ragione la famiglia Ranieri si è risentita per alcuni risvolti della sceneggiatura, e si tratta di aspetti che appartengono ad
un privato difficile da interpretare. Con più ragione si potrebbe obiettare circa lo sguardo confuso dei troppi registri narrativi.
Dramma storico, sentimentale, spy story, commedia degli equivoci, o forse solo inguaribile facciata di romanticismo indeciso
tra suggestioni del passato e seduzioni del presente? Se,come è giusto, Grace si prende tutta la scena in modo sempre più
prepotente (la Kidman ha qualche merito), restano perplessità sia sulla scelta degli altri attori sia sulle deboli psicologie che li
caratterizzano (Tim Roth un Ranieri approssimativo, al pari di altri comprimari). Quando si prepara la grande festa finale, e
Grace pronuncia il discorso di 'pacificazione' della Corona, il vento del melò ha preso ormai il largo e vince alla grande.
Ancora una volta le famiglie regali non vanno bene al cinema (cfr. il recente "Diana") e tuutavia piacciono nei risvolti di favola
e di sogno. Del resto grace Kelly nasce come attrice, e a continuato ad interpreta il suo ruolo forse più difficile. Dal punto di
vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e i successive occasione come esempio dell'incontro cinema/storia.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
24/25 Febbraio
Pagina
Genere: Commedia
Regia: Ben Stiller
Interpreti: Ben Stiller (Walter Mitty), Kristen Wiig (Cheryl
Meihoff), Shirley MacLaine (Edna Mitty), Adam Scott (Ted
Hendricks), Kathryn Hahn (Odessa Mitty), Sean Penn (Sean
O'Connell), Patton Oswalt (Todd Mahar), Jonathan C. Daly (Tim
Naughton), Paul Fitzgerald (Don Proctor).
Nazionalità: Stati Uniti Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Anno di uscita: 2013 Origine: Stati Uniti (2013).
Soggetto: tratto dal racconto "The Segret Life of Walter Mitty"
di James Thurber.
Sceneggiatura: Steve Conrad
Fotografia (Scope/a colori): Stuart Dryburg
Musiche: Theodore Shapiro
Montaggio: Greg Hayden Durata: 116'
Produzione: Stuart Cornfeld, Samuel Goldwyn jr.,John Goldwin, Ben Stiller.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti. Tematiche: Ecologia; Lavoro; Libertà;
Soggetto
Mentre lavora all'archivio fotografico della rivista Life, Walter Mitty sogna un mondo diverso, dove lui
compie grandi imprese e riesce a conquistare l'attenzione di Cheryl, la colega di cui è innamorato in
silenzio. A richiamarlo alla realtà è la notizia che la prestigiosa testata chiuderà le versione cartacea per
restare solo on line. Il che implica una inevitabile diminuzione dell'organico e una diversa professionalità.
Nel predisporre il materiale per l'ultimo numero della rivista, Walter si accorge che non è arrivata la
diapositiva con la foto per la copertina. Recuperarla, anche rintracciando l'autore, il famoso fotografo
Sean O'Connell, diventa per Mitty un punto d'orgoglio...
Valutazione Pastorale
Si può ricordare che il 18 marzo 1939 sul settimanale New Yorker viene pubblicato per la prima volta il
breve racconto di James Thurber dal titolo "La vita segreta di Walter Mitty". Da quel testo deriva un
adattamento abbastanza libero che diventa il film musicale omonimo diretto da Norman Taurog e
interpretato da Danny Kaye nel 1947. Film dalla bella inventiva e dalla sbrigliata fantasia, entrato da
allora nella cultura popolare americana. Dopo molti tentativi non concretizzati, Ben Stiller ha preso in
mano il pacchetto completo e, partendo da un copione di Steve Conrad, si è assunto onore e onere di
essere protagonista e regista. Il punto principale è l'attualizzazione del testo. Siamo nell'America di oggi:
crisi economica, licenziamenti, conversione verso le nuove tecnologie. Mentre sogna di conquistare
Cheryl, Mitty parte per viaggi lontanissimi alla ricerca del fotografo. Dov'è la realtà? dov'è la fantasia?
Mentre costruisce la psicologia del Mitty del terzo millennio, il racconto ambisce a mettere insieme
concretezza e paradosso, a fare denuncia e a restare con i piedi per terra. Come una metafora della
confusa America contemporanea, ma usando i toni della timidezza, della malinconia, senza gridare o
imporsi. Quasi a dire che anche sognare oggi deve fare i conti con l'incombere della vitualità, e che (lo
afferma il fotografo) l'originale è unico e irripetibile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare
come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come proposta di commedia dal tono
simpatico e coinvolgente, specchio di una Nazione in una fase di passaggio.
12
I SOGNI SEGRETI DI
W. MITTY
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
03/04 Marzo
STORIA DI UNA
LADRA DI LIBRI
Genere: Drammatico
Regia: Brian Percival
Interpreti: Sophie Nelisse (Liesel Meminger), Geoffrey Rush
(Hans Hubermann), Emily Watson (Rosa Hubermann), Ben
Schnetzer (Max), Nico Liersch (Rudy).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: 20th Century Fox. Anno di uscita: 2014
Origine: Stati Uniti (2013).
Soggetto: tratto dal romanzo "La bambina che salvava i libri"
di Markus Zusak.
Sceneggiatura: Michael Petroni.
Fotografia (Scope/a colori): Florian Ballhaus.
Musiche: John Williams. Montaggio: John Wilson
Durata: 131' Produzione: Karen Rosenfelt, Ken Blancato.
Giudizio: Consigliabile/semplice
Tematiche: Adolescenza; Educazione; Genitori/figli; Guerra; Letteratura; Storia;
10/11 Marzo
Pagina
13
Soggetto
Germania, seconda guerra mondiale. La madre affida la figlia Liesel, vivace e coraggiosa ragazzina, alla
coppia formata da Hans Hubermann e da sua moglie Rosa. I primi tempi nella nuova casa e nella nuova
scuola sono molto difficili, ma poi Liesel trova conforto nel papà adottivo che le insegna a leggere il suo
primo libro. L¿amore per la lettura e per la nuova famiglia si rafforzano grazie all¿amicizia con Max, un
giovane ebreo che i genitori nascondono nello scantinato. Questa amicizia e quella con Rudy, un vicino di
casa innamorato di lei, permettono a Liesel di superare le terribili prove che la guerra obbliga ad
affrontare.
Valutazione Pastorale
Avendo come punto di partenza l'omonimo bestseller di Markus Zusak, il copione comincia con una voce
maschile fuori campo che si rivela essere la morte: la quale in flashback comincia a raccontare la storia di
Liesel, abbandonata dalla madre e affidata ad una nuova famiglia proprio mentre la guerra incrudelisce
nella Germania. Da una situazione fatta di disagio, difficoltà e privazioni, Liesel esce a poco a poco
grazie a un incrollabile voglia di non arrendersi e di tenere sveglio il proprio interesse per la lettura, i libri
come finestra aperta verso gli altri, il mondo, la vita. Nello sfacelo della guerra e della distruzione, la
ragazza diventa il prototipo dell'essere umano che non si arrende al peggio e guarda al futuro. Per qualche
tratto un po' prevedibile e qua e là alquanto disadcalico, il racconto costeggia una bella voglia di riscatto e
di uscita dal buio, disegna personaggi segnati da ottimismo e positività e offre il ritratto di una donna
insieme gracile, forte e mei doma. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e
nell'insieme del tutto semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta per ragazzi,
anche a livello scolastico e didattico.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
10/11 Marzo
GRAND BUDAPEST HOTEL
Genere: Drammatico
Regia: Wes Anderson
Interpreti: Ralph Fiennes (Gustave H), Tony Revolori (Zero),
F.Murray Abraham (Mr. Moustafa), Jude Law (giovane scrittore),
Adrien Brody (Dmitri), Mathieu Amalric (Serge X), Willem Dafoe
(Jopling), Jeff Goldblum (deputato Kovacs), Harvey Keitel (Ludwig),
Bill Murray (M.Ivan).
Nazionalità: Gran Bretagna/Germania
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Anno di uscita: 2014
Origine: Gran Bretagna/Germania (2014)
Soggetto: Wes Anderson, Hugo Guinness ispirato ai racconti di
Stefan Zweig
Sceneggiatura: Wes Anderson
Fotografia (Panoramica/Scope/Normale/a colori): Robert D.
Yeoman. Musiche: Alexandre Desplat. Montaggio: Barney Pilling
Durata: 100' Produzione: Wes Anderson, Scott Rudin, Steven
Rales, Jeremy Dawson. Giudizio: Consigliabile/problematico
Tematiche: Avventura; Guerra; Metafore del nostro tempo; Storia;
Pagina
14
Soggetto
Primi anni del Novecento, nell¿immaginario stato europeo di Zubrowka, Un giovane scrittore si fa
raccontare la storia del Grand Budapest Hotel, attraverso le peripezie del concierge Gustave H. e del suo
aiutante il fattorino Zero. Al centro ci sono il furto di un prezioso quadro e l'avvelenamento della
facoltosa Madame D.
Valutazione Pastorale
Chi non conosce altro di Anderson e vede questo come primo film, magari resta incerto e perplesso. E
non è detto che sia un male; se è vero infatti che i suoi titoli (da "I Tenenbaum", 2001; a "Le avventure
acquatiche di Steve Zissou", 2006; da "Il treno per Darjeeling", 2007; a "Fantastic Mr. Fox", 2009"; a
"Moonrise Kingdom", 2012) raccontano il viaggio lungo e inesausto di un osservatore disincantato nei
luoghi e nelle epoche, questo di ora ne rappresenta un nuovo capitolo, ma può anche essere visto (e
apprezzato da solo). Anzi qui il gusto per la fantasia e l'acume per la parabola morale compongono un
ritratto di nitida e tranquilla cattiveria, rilanciano gli affondo verso le beffe della storia e l'inutile perdita
di tempo nella ricerca di razionalità. Anderson accumula luoghi, colori, fatti, su scenari del tutto inventati:
al centro uomini e donne come pedine di un girotondo inafferrabile. In realtà poi anche dietro Zubrowka,
Stato immaginario, c è uno spicchio di palpitante, multiforme verità, ci sono guai, problemi, equivoci, c'è
un cinema che getta lo sguardo al di là della fotografia patinata. Tanti segnali per un film ricco di oggetti,
caratteri, attori. E che, dal punto di vista pastorale, è da valutare coe consigliabile e nell'insieme
problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta di un
cinema di ricerca, con molte suggestioni narrative. Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in
vista di passaggi televisivi o di uso di dvd di altri supporti tecnici.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
17/18 Marzo
A ROYAL WEEK-END
Pagina
15
Genere: Commedia
Regia: Roger Michell
Interpreti: Bill Murray (Franklin Delano Roosevelt), Laura
Linney (Daisy), Samuel West (Berthe), Olivia Colman (Elizabeth),
Elizabeth Marvel (Missy), Elizabeth Wilson (sig.ra Roosevelt),
Eleanor Bron (zia di Daisy), Olivia Williams (Eleanor Rossevelt),
Martin McDougall (Tommy), Andrew Havill (Cameron).
Nazionalità: Gran Bretagna
Distribuzione: BIM Distribuzione
Anno di uscita: 2013
Origine: Gran Bretagna (2012)
Soggetto e scenegg.: Richard Nelson
Fotografia (Scope/a colori): Lol Crawley
Musiche: Jeremy Sams.
Montaggio: Nicolas Gaster.
Durata: 94'
Produzione: Roger Michell, Kevin Loader, David Aukin.
Giudizio: Consigliabile/semplice
Tematiche: Matrimonio - coppia; Politica-Società; Potere; Storia;
Soggetto
Giugno, 1939. Si sta per celebrare un avvenimento importante. Il Presidente USA Franklin Delano
Roosevelt sta per ricevere nella casa a Hyde Park on Hudson (nello Stato di New York) il Re e la Regina
d'Inghilterra. E' una visita breve ma densa di significato: serve soprattutto a creare tra i rappresentanti dei
due Paesi quell'unità di intenti necessaria ad affrontare l'ormai imminente inizio della guerra scatenata in
Europa da Hitler.
Valutazione Pastorale
La frase non può che essere quella ormai fin troppo usata: 'ispirato ad una storia vera'. Vero l'evento, veri
i luoghi, vere le date e quindi la loro importanza per l'imminente storia mondiale. Su tutto il resto, il vero
si mescola col verosimile; le testimonianze scolorano nelle libertà dell'invenzione narrativa. Il risultato è
comunque un bel ritratto d'epoca, , al centro del quale si colloca l'incontro/scontro tra America e Europa,
ossia tra sentimenti e tradizione, tra frecciatine velenose e voglia di amicizia. La precisione della regia
non evita qualche caduta nella calligrafia, e c'è qualche ripetizione nel profilo psicologico dei
protagonisti. Ma il piccolo affresco resta suggestivo, con azioni,profumi e sapori che, mentre avvengono,
sembranoi già appartenere al passato. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile
e nell'insieme semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioini come prodotto ben fatto e di
interesse, anche a livello didattico e scolastico.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
24/25 Marzo
DALLAS BUYERS CLUB
Genere: Drammatico
Regia: Jean Marc Vallée
Interpreti: Matthew McConaughey (Ron Woodroof), Jennifer
Garner (dott.ssa Eve Saks), Jared Leto (Rayon), Steve Zahn
(Tucker), Denis O'Hare (dott. Sevard), Michael O'Neill (Richard
Barkley), Griffin Dunne (dott. Vass), Dallas Roberts (David
Wayne), Jane McNeill (Francine Suskind).
Nazionalità: Stati UnitiDistribuzione: Good Films
Anno di uscita: 2014. Origine: Stati Uniti (2013).
Soggetto e sceneggiatura: Craig Borten, Melisa Wallack.
Fotografia (Scope/a colori): Yves Bélanger.
Musiche: brani di autori vari.
Montaggio: John Mac McMurphy, Martin Pensa.
Durata: 117' Produzione: Robbie Brenner, Rachel Winter.
Giudizio: Complesso/problematico/dibattiti
Tematiche: Aids; Alcolismo; Droga; Malattia; Medicina; Politica-
Pagina
Soggetto
Texas, prima metà degli anni Ottanta. Elettricista di mestiere, Ron Woodroof passa in realtà la giornata
tra gare di rodeo, alcool, droga, sesso. Del tutto inattesa gli arriva la notizia di essere affetto dalla
sindrome di immunodeficienza acquisita e di avere solo trenta giorni di vita. Dapprima incredulo, Ron
apprende che per la sua malattia non ci sono medicine ufficiali. Reagisce tuttavia con rabbia, si
documenta e capisce che esistono cure alternative ma fuori del Paese in quanto non approvate dal
ministero americano. Va allora in Messico, parla con dottori locali, si fa dare farmaci particolari, che fa
entrare negli USA. Alleatosi poi con il giovane Rayon, un transessuale malato di AIDS, attiva con lui un
"buyers club", una sorta di punto vendita dove altri sieropositivi possono rivolgersi e, pagando una quotia
di iscrizione, avere i farmaci non autorizzati. Quando l'attività cresce, ben presto finisce nell'occhio della
polizia e Ron viene arrestato. In tribunale la sua strenua battaglia ottiene però la vittoria. I medicinali per
la cura dell'AIDS vengono dichiarati legali.
Valutazione Pastorale
Premettere che "la storia è ispirata a fatti realmente accaduti" è certamente corretto: il personaggio Ron è
esistito e, soprattutto, sono nella cronaca quegli anni di smarrimento e di angoscia durante i quali l'AIDS
esplose in modo deciso, mettendo a nudo da un lato l'impreparazione degli States a fronteggiarlo,
dall'altro il potere economico delle case farmaceutiche. Ed è questa la parte incalzante del copione, quella
che più coinvolge per la tematica "Aids" raccontata in un contesto in cui molti medici si dimostrano
incapaci di reagire e c'è una sorta di tendenza a tenere nascosto l'argomento: facendo emergere resistenze
politiche e paura di intaccare il potere di certe lobby. Con altrettanta obiettività si può dire che tutta questa
materia di riflessione è proposta lungo un racconto dai toni eccessivi e spesso sopra le righe. Intorno al
personaggio Ron si snoda un quadro che concede ampio spazio al suo vivere tra alcool, droga, festini e
amplessi di gruppo. Una cornice nella quale la malattia e la condanna a morte appaiono come una
punizione e il reagire un doveroso atto di ritorno alla vita. Il ritmo frenetico, nervoso, sovraesposto
avrebbe potuto avere aspetti meno esibizionistici e magari raggiungere gli stessi effetti di denuncia. Un
film dunque a doppia faccia che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico
e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, essendo opportuno prevedere un pubblico
adulto per ben distinguere la parte propositiva da quella meno sorvegliata. Molta attenzione dunque è da
tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
16
Società; Sessualità; Storia;
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
07/08 Aprile
SOLE A CATINELLE
Pagina
Soggetto
Checco promette al figlio Niccolò, dieci anni, che se sarà promosso con tutti dieci, gli regalerà una
vacanza da sogno. La pagella richiesta arriva ma a quel punto a Checco, in crisi sia nel lavoro di venditore
di aspirapolveri sia con la moglie dalla quale sta per separarsi, non resta che portare Niccolò dai parenti
nel Molise. L'obiettivo è non spendere niente e cercare di rifilare qualche aspirapolvere ai parenti. Il posto
è però invivibile e di affari non se ne parla proprio. Girando in macchina, quasi per caso Checco si ritrova
a casa di Zoe, erede di una ricca famiglia e con un figlio coetaneo di Niccolò. Mentre i due adolescenti
fanno amicizia, Zoe introduce Checco nel mondo dell'alta società: cene esclusive, piscine, yacht, campi
da golf. L'incontro con due esponenti della grande finanza permette a Checco di arrivare a proporsi come
un manager in grado di coagulare capitali. Ben presto però ingenuità e sincerità riportano tutto nelle
giuste dimensioni. Fortemente intenzionato a tornare quello che era, Checco aiuta la moglie (che con le
colleghe ha perso il lavoro) e ne riconquista l'affetto. Tutti insieme tornano nella casa di campagna della
zia Ritella in Molise.
Valutazione Pastorale
"Cado dalle nubi" (2009) incassa 15 milioni, "Che bella giornata" (2011) arriva a 45 milioni. Checco
Zalone torna con una certa 'ansia da prestazione'. "Sono diventato papà anche nella vita, e insieme al
regista Nunziante siamo rimasti due anni fermi a pensare. (...)Far ridere con la crisi è difficile, ma a noi
piaceva l'idea di quest'uomo completamente refrattario alla crisi stessa, che predica ottimismo sempre e
comunque". Il motore della vicenda è tutto qui: lo scompiglio che la sfrenata voglia di reagire di Checco
porta in ogni ambiente che frequenta. Certo l'incontro con il bel mondo dei ricchi può apparire un po'
costruito, creato apposta per suscitare maggiore stridore e stupore. Ma il meccanismo funziona e sul
rischio di qualche accenno di 'buonismo' Zalone fa calare la consueta ma irrresistibile valanga del
politicamente scorretto: una comicità che prende tutti nel mirino, non fa sconti a nessuno, mette in gioco
se stesso prima degli altri, arriva sul filo del rasoio della beffa ma non diventa mai offensiva nè volgare.
Sorretto da una regia scorrevole e senza fronzoli, il copione si piega all'istrionismo del protagonista e
invita all'ottimismo della concretezza e della serietà, senza voler essere pedagogico né invadente. Dal
punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e brillante quanto all'andamento generale.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto italiano
simpatico, gradevole, di immediata fruizione, nel solco della più tradizionale commedia italiana.
17
Genere: Commedia
Regia: Gennaro Nunziante
Interpreti: Checco Zalone (Checco), Aurore Erguy (Zoe Marin), Miriam
Dalmazio (Daniela), Robert Dancs (Nicolò), Ruben Aprea (Lorenzo Marin),
Valeria Cavalli (Juliette Marin), Orsetta De Rossi (Domiziana), Matilde Caterina
(zia Ritella), Stefano Sabelli (Onofrio), Daniela Piperno (Giovanna), Lydia
Biondi (Carolina), Augusto Zucchi (Piergiorgio Bollini), Marco Paolini (Vittorio
Marin).
Nazionalità: Italia Distribuzione: Medusa Film Anno di uscita: 2013
Origine: Italia (2013).
Soggetto e sceneggiatura: Luca Medici, Gennaro Nunziante.
Fotografia (Scope/a colori): Agostino Castiglioni
Musiche: Luca Medici
Montaggio: Pietro Morana Durata: 90'
Produzione: Pietro Valsecchi per Taodue.
Giudizio: Consigliabile/brillante
Tematiche: Anziani; Denaro, avidità; Famiglia; Famiglia - genitori figli; Il
comico; Lavoro; Matrimonio - coppia; Scuola;
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
14/15 Aprile
IL GRANDE GATSBY
Pagina
Soggetto
New York, primavera 1922. Aspirante scrittore ma attualmente impiegato come agente di cambio nell'iperattivismo
di Wall Street, il giovane Nick Carraway ha trovato casa nel West Egg di Long Island. Suo vicino di casa è Jay
Gatsby, un misterioso milionario grande organizzatore di feste. Dalla parte opposta della baia vive la cugina di
Nick, Daisy, sposata con il donnaiolo di sangue blu Tom Buchanan. Ben presto Nick, invitato ad una serata dal
vicino, entra nel mondo dei ricchi, dei loro diventimenti sfrenati e senza fine. Mentre cerca di saperne di più sul suo
generoso amico, Nick apprende che Gatsby è da sempre invaghito di Daisy, conosciuta cinque anni prima, poi
persa di vista e che ora però vuole con ardore riconquistare. Il mondo degli affari, leciti e illeciti, che alimenta la
ricchezza di Jay passa quasi in secondo piano rispetto al forte sentimento che guida ogni azione di Gatsby. Quello
che per lui è stato sempre facile da ottenere, ora invece diventa difficilissimo. L'ostacolo rappresentato dal marito
Tom appare non superabile. Anzi, alla fine di uno scontro duro, Jay e Daisy partono sulla potente macchina di lui.
C'è Daisy alla guida, quando in un incidente viene investita e muore Myrtle, moglie del meccanico George e già
amante di Tom. L'uomo non sopporta l'affronto. Arriva alla villa di Gatsby e, ritenendolo colpevole, lo uccide.
Nick racconta queste vicende al proprio medico, le scrive, e ora può mettere la parole fine sulla vicenda del Grande
Gatsby.
Valutazione Pastorale
Il romanzo "Il grande Gatsby" è stato scritto da Francis Scott Fitgerald tra Long Island, New York e St. Raphael in
Francia (a poca distanza da Cannes) tra il 1923 e il 1924, pubblicato nel 1925. Da quel momento è cominciato il
successo del testo in tutto il mondo. L'ultimo esempio al cinema era quello del 1974, con Robert Refdord nel ruolo
del titolo. Quasi quaranta anni dopo, il libro passa nelle mani di Baz Luhrmann, regista australiano impostosi
all'attenzione internazionale con "Ballroom - Scuola di ballo" (1992), "Romeo & Giulietta" (1996), "Moulin
Rouge" (2008), "Australia" (2008). Chi ha visto questi titoli ne ricorda certamente l'abbondanza della messa in
scena, l'esagerazione nella costruzione di luoghi, ambienti, situazioni. E' un marchio espressivo dal quale
Luhrmann non si allontana. La presenza della villa di Gatsby come luogo di divertimenti sfrenati e libertari, di
eccessi incontrollabili è apparsa una ghiotta, irrinunciabile occasione. E' proprio lì infatti che la regia si produce nel
meglio di una visionarietà spettacolare, e nel peggio di una meccanismo che inghiotte nell'estetismo tutte le
opportunità per 'dire' qualcos'altro, di più profondo e coinvolgente. Il copione resta aderente ad un' esposizione
magniloquente e sovrabbondante, supportata da una colonna sonora che contamina varie epoche (anche quella
contemporanea) e insieme confonde alquanto il crearsi di una atmosfera compatta. Ne deriva un melodramma
sontuoso e manierato, con poca verità e scarsa poesia. A meno che non sia proprio questa enfasi fintamente retrò e
molto post moderna l'obiettivo autentico di Luhrmann, il suo modo di disegnare un universo malato, in preda ai
cisnismo e privo di etica. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigiabile e nell'insieme
problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come proposta di ampia spettacolarità. Certamente molta
attenzione è da tenere per minori e piccoli anche in succesive occasioni, in vista di passaggi televisivi o di uso di
dvd e di altri strumenti tecnici.
18
Genere: Drammatico
Regia: Baz Luhrmann
Interpreti: Leonardo Di Caprio (Jay Gatsby), Tobey Maguire (Nick Carraway),
Carey Mulligan (Daisy Buchanan), Joel Edgerton (Tom Buchanan), Isla Fischer
(Myrtle Wilson), Jason Clarke (George Wilson), Elizabeth Debicki (Jordan Baker),
Amitabh Bachchan (Meyer Wolfsheim), Kate Mulvany (sig.ra McKeee), Brendan
Maclean (Ewing Klipspringer), Felix Williamson (Henry), Stephen James King
(Nelson), Adelaide Clements (Catherine), Alison Benstead (Anita Loos).
Nazionalità: Stati Uniti/Australia
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia Anno di uscita: 2013 Origine: Stati
Uniti/Australia (2013)
Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitgerald
Sceneggiatura: Baz Luhrmann & Craig Pearce.
Fotografia (Scope/a colori): Simon Duggan Musiche: Craig Armstrong
Montaggio: Matt Villa, Jason Ballantine, Jonathan Redmond Durata: 142'
Produzione: Baz Luhrmann, Catherine Martin, Douglas Wick, Lucy Fisher,
Catherine Knapman
Giudizio: Consigliabile/problematico Tematiche: Cinema nel cinema; Denaro,
avidità; Letteratura; Musica; Politica-Società; Storia;
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
21/22 Aprile
LE MERAVIGLIE
Pagina
Soggetto
Un'estate in un grande terreno agricolo al confine tra Umbria e Lazio. Quattro sorelle capeggiate da Gelsomina, la
primogenita di 12 anni, alla quale il padre Wolfgang ha assegnato il ruolo di capo famiglia. Gelsomina deve
coordinare e organizzare con le tre sorelle (Marinella, Caterina e Luna) la raccolta del miele e degli altri prodotti
della terra. Per far funzionare tutto, bisogna che le regole funzionino. Qualcosa però arriva ad allentare gli equilibri:
la presenza in casa di Martin, adolescente tedesco in programma di rieducazione, e la troupe televisiva di un
concorso a premi chiamato "Il paese delle Meraviglie". Gelsomina vorrebbe partecipare ma Wolfgang è nettamente
contrario. Approfittando di un momento di assenza del genitore, la ragazza si iscrive, arriva la serata televisiva e il
premio va ad un'altra famiglia. Gelsomina è delusa e pentita. Ma proprio mentre le difficoltà di gestione della
fattoria si fanno più acute, la famiglia ritrova l'unità e la voglia di andare avanti.
Valutazione Pastorale
Conviene partire da quello che suggerisce la regista nel pressbook: "... é un film che racconta della campagna,
dell'amore un po' bizzarro tra un padre e le sue figlie, di figli maschi mancati, di animali e fate che abitano nella
televisione. E' un film che è accaduto dopo il Sessantotto. E' un film dove si parla in viterbese ma quando ci si
arrabbia si risponde in francese e tedesco. E' anche una fiaba". E'una sintesi che si può definire esaustiva, che aiuta
in buona parte a chiarire, ma poi le immagini appaiono meno nette, e qualche intoppo subentra. L'impressione è che
la Rohrwacher scrittrice abbia scritto il copione con i temi che il dibattito contemporaneo rimanda come i più
urgenti, incalzanti e insieme i più vicini all'omologazione culturale. La necessità di ascoltare la campagna, i
prodotti della terra, di tornare a far parlare (e non soffocare) la Natura; l'incombere della televisione come luogo
dell'abbassamento della fantasia e minaccia per il pensiero libero; l'affetto per la famiglia da parte del padre in
forme sgraziate e in modi irruenti; il ruolo di saggia mediazione della mamma. E poi l'idea della fine del mondo: la
sensazione che tutto quello che viene coltivato con cura sia comunque destinato a scomparire. Cosa fare? Forse
chiudersi in un recinto rivoluzionario e romantico, gettare sull'ambiente uno sguardo dolce e compassionevole dove
riso e pianto non possano fare altro che convivere, dove l'infanzia riesca almeno a vivere il bello di quei momenti
rubati e preziosi. Dove la realtà possa chiedere l'ultimo aiuto alla favola. Vera, però. Se no, perché quel cammello
che gira nei campi? perché la primogenita si chiama Gelsomina? Perchè, se non per riandare a quei tempi (prima
del sessantotto, appunto) quando famiglia e ambiente respiravano a pieni polmoni, e la Gelsomina felliniana era
simbolo di una condizione femminile subalterna ma carica di spiritualità. Rohrwacher regista lascia il periodare
sciolto della sua opera prima ("Corpo celeste") per una messa in scena più difficile, non sempre comprensibile,
talvolta enigmatica e cerebrale. Affascinante tuttavia perché corre sulla soglia di domande difficili (dove nasce il
disagio contemporaneo?) e sa di non avere una risposta definitiva. Lo dimostrano quel finale sospeso, quel letto
all'aperto ormai vuoto, quelle tende su stanze abbandonate. Ma allora qual è la vera meraviglia? Dal punto di vista
pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni sui molti
argomenti che suggerisce.
19
Genere: Drammatico
Regia: Alice Rohrwacher
Interpreti: Maria Alexandra Lungu (Gelsomina), Sam Louwyck (Wolfgang), Alba
Rohrwacher (Angelica), Sabine Timoteo (Cocò), Agnese Graziani (Marinella),
Monica Bellucci (Milly Catena). Nazionalità: Italia
Distribuzione: BIM Distribuzione Anno di uscita: 2014. Origine: Italia (2014).
Soggetto e sceneggiatura: Alice Rohrwacher.
Fotografia (Panoramica/a colori): Hélène Louvart.
Musiche: Piero Crucitti.
Montaggio: Marco Spoletini Durata: 111'
Produzione: Carlo Cresto Dina, Karl "Baumi" Baumgartner, Tiziana Soudani,
Michael Weber.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Adolescenza; Animali; Cibo; Ecologia; Famiglia; Libertà; Metafore del
nostro tempo;
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
28/29 Aprile
TUTTA COLPA DI
FREUD
Genere: Commedia
Regia: Paolo Genovese
Interpreti: Marco Giallini (Francesco), Vittoria Puccini
(Marta), Anna Foglietta (Sara), Vinicio Marchioni (Fabio),
Laura Adriani (Emma), Alessandro Gassmann (Alessandro),
Claudia Gerini (Gerini), Daniele Liotti (Luca), Paolo
Calabresi (Enrico il poeta), Antonio Manzini (Marco
Patassini), Edoardo Leo (Roberto il belloccio), Maurizio
Mattioli (portiere), Francesco Apolloni (cameriere al bar del
Fico), Gianmarco Tognazzi (Andrea il geometra), Giulia
Bevilacqua (Barbara), Dodi Conti, Alessia Barela.
Nazionalità: Italia Distribuzione: Medusa Distribuzione.
Anno di uscita: 2014 Origine: Italia (2013).
Soggetto: P. Genovese, L. Pieraccioni, P. Mammini.
Sceneggiatura: Paolo Genovese.
Fotografia (Scope/a colori): Fabrizio Lucci. Musiche: Maurizio Filardo (la canzone "Tutta colpa di
Freud" è scritta e interpretata da Daniele Silvestri). Montaggio: Consuelo Catucci. Durata: 120'
Produzione: Medusa Film realizzata da Marco Belardi per Lotus Production.
Giudizio: Consigliabile/superficialità. Tematiche: Donna; Famiglia - fratelli sorelle; Famiglia - genitori
figli; Handicap; Matrimonio - coppia; Omosessualità;
Pagina
20
Soggetto
A Roma oggi l'analista Francesco, all'interno della normale attività, deve seguire tre casi molto particolari
riguardanti le sue tre figlie: Sara, una gay che, tornata dagli USA dopo una delusione, ha deciso di
diventare etero ed è alla ricerca dell'uomo ideale; Marta, una libraia che si innamora di un ladruncolo di
libri, il quale poi risulta sordomuto; Emma, diciottenne impegnata nella maturità, che si innamora di un
architetto cinquantenne, a sua volta sposato con Claudia, di cui Francesco è innamorato in silenzio.
L'analista fa mille sforzi per ripianare le situazioni e riportare la felicità tra le figlie.
Valutazione Pastorale
Regista di "Immaturi"(2011), "Immaturi - Il viaggio" (2012), e di "Una famiglia perfetta" (2012), Paolo
Genovese dice di aver voluto realizzare una "commedia con la capacità di affrontare con leggerezza ma
senza superficialità alcune realtà per farle arrivare dritte al cuore dello spettatore(...)". Sono i punti fermi
sui quali da sempre la commedia gioca le carte di un immediato coinvolgimento del pubblico. Qui gli
elementi sono giusti, la dialettica tra i personaggi è svelta, il dialogo vivace, gli attori disponibili. Il
copione fugge via spedito, anche troppo. Insomma il tono è brillante, capace di usare argomenti di
opportuno buonismo (la 'diversità' sessuale, l'handicap...) senza farne puntelli ideologici. Tutto sembra
filare dritto. Perché allora resta una sensazione di incompiuto, di leggerino, di vacuo? Dal punto di vista
pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e nell'insieme segnato da superficialità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in successive occasioni come esempio della
nuova commedia italiana contemporanea. Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di
passaggi televisivi e di uso di dvd di altri supporti tecnici.
C.G.S. Don Bosco "Villa Ranchibile" - Cineclub 2014 -2015
05/06 Maggio
Pagina
Genere: Drammatico
Regia: Stephen Frears
Interpreti: Judi Dench (Philomena Lee), Steve Coogan (Martin
Sixsmith), Sophie Kennedy Clark (Philomena giovane), Anna
Maxwell Martin (Jane), Ruth McCabe (Mother Barbara), Barbara
Jefford (sorella Hildegarde), Kate Fleetwood (sorella Hildegarde
giovane), Peter Herman (Pete Olsson), Mare Winningham (Mary),
Michelle Fairley (Sally Mitchell).
Nazionalità: Gran Bretagna
Distribuzione: BIM Distribuzione. Anno di uscita: 2013. Origine:
Gran Bretagna (2013).
Soggetto: basato sul libro "The Lost Child of Philomena Lee" di
Martin Sixsmith.
Sceneggiatura: Steve Coogan, Jeff Pope.
Fotografia (Panoramica/a colori): Robbie Ryan
Musiche: Alexandre Desplat Montagg.: Valerio Bonelli Durata: 94'
Produzione: Gabrielle Tana, Steve Coogan, Tracey Seaward.
Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti * *
Tematiche: Donna; Famiglia - genitori figli; Libertà; Omosessualità; Solidarietà-Amore; Storia;
Tematiche religiose;
Soggetto
Irlanda 1952. Rimasta incinta, la minorenne Philomena viene mandata in convento dove, dopo il parto,
vive separata dal neonato che vede raramente. Inutilmente prova ad opporsi quando il bambino viene dato
in adozione ad una famiglia benestante di Washington. Cinquanta anni dopo, Philomena, sposata, madre e
ora vedova, incontra casualmente il giornalista Martin Sixsmith. Costui, incuriosito dalla storia, accetta,
dopo qualche incertezza di occuparsene e di scriverne un libro. Comincia allora una ricerca che porta i
due negli Stati Uniti, fino alla ricostruzione della verità, al ritorno in Patria e ad un confronto finale con le
suore dello stesso convento, in particolare con quella, vivente, che si era occupata a suo tempo
dell'affidamento del piccolo.
Valutazione Pastorale
In concorso a Venezia 70, il film è stato a lungo in lizza per i premi più importanti, ottenendo alla fine
solo il Leone per la migliore sceneggiatura. Ha fatto invece incetta di molti premi 'collaterali', primo tra i
quali il Premio SIGNIS, il più antico tra i riconoscimenti attribuiti al Lido (in precedenza era il Premio
OCIC). La giuria internazionale ha assegnato il premio al film: "Perchè offre un intenso e sorprendente
ritratto di una donna resa libera dalla Fede. Nella sua ricerca della verità, sarà sollevata dal peso di un'
ingiustizia subita grazie alla sua capacità di perdonare". Verità e perdono sono certamente i due elementi
dentro i quali è racchiusa la parabola di Philomena, che da giovanissima subisce una violenza impossibile
da dimenticare, che infatti per mezzo secolo non dimentica e che pure, ricostruiti i fatti, non alimenta in
lei istinti di vendetta o di rivincita. Al giornalista che si meraviglia di tale generosità, la donna, anziana
ma lucida, offre una lezione di civiltà e umanità, derivata da una fede che non è dogma ma intelligenza,
tesoro di spirito e di preghiera, apertura verso l'altro. Giustamente premiato per la scrittura incalzante,
serrata, stringata del copione, il film offre molti altri temi sottotraccia, sguardi non convenzionali sulla
società inglese e americana, sulla religione, sulla famiglia. La regia di Frears miscela come sempre al
meglio serenità, furbizia, attualità. E Judi Dench avrebbe meritato la coppa Volpi a Venezia come
migliore attrice. Resta un film di notevole impatto drammatico che, dal punto di vista pastorale, è da
valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive dove sia possibile
avviare riflessioni sui molti argomenti che la storia propone.
21
PHILOMENA