Val di Cembra Colline Avisiane Valsugana
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Val di Cembra Colline Avisiane Valsugana
146_189_Cembra 18-11-2008 16:16 Pagina 147 Val di Cembra Colline Avisiane Valsugana 147 146_189_Cembra 18-11-2008 16:17 Pagina 148 146_189_Cembra 17-11-2008 11:09 Pagina 149 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e C Strada del vino e dei sapori: Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra olline e boschi che narrano delle passate dominazioni germaniche, coltivazioni che sembrano sfidare la logica e la pazienza e che hanno lottato per decenni contro la durezza porfirica del terreno, e un torrente, l’Avisio, che ne è la spina dorsale. La Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra offre un paesaggio variegato, espressione di una terra orgogliosa che i suoi abitanti sono riusciti a domare pur preservandone la selvaggia bellezza. Lo si nota nell’armonia dei paesi dislocati sui declivi, negli antichi opifici, arroccati nella parte alta del corso del fiume, e nella contemplazione di una curiosa opera naturale, le Piramidi di Segonzano. Sono soprattutto le coltivazioni a terrazzamento a rendere particolare il paesaggio: gli ampi gradoni disegnano geometricamente le colline, affiancate da maestose pareti di pietra, che qui è sinonimo di porfido. La robusta roccia porfirica, nei suoi variegati colori, rimanda calore alla terra, sulla quale la vite ha trovato un fortunato habitat esprimendo il trionfo dell’intelligenza umana sull’asperità della natura trasformata qui in caratteristica vincente. Un esempio su tutti il vino Müller Thurgau, che in Valle di Cembra ha trovato il suo luogo di elezione divenendo il simbolo per eccellenza della zona. Il fiore all’occhiello del territorio è sicuramente dato dalla viticoltura, basti pensare al profumato Nosiola, il più antico vino bianco autoctono del Trentino ben diffuso nella bassa Valle di Cembra e sulle Colline Avisiane, o allo Chardonnay, vitigno di origine francese ottima base per lo spumante classico. Accanto alla produzione enologica, rilevante è la presenza di salumi e in particolare la luganega secca e la “carne ?almistràda” o “fumàda” se affumicata. La carrellata di gusti e di colori lungo la Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra, non poteva che concludersi con il simbolo del vero spirito trentino, la grappa, e con il castagno, che sulle assolate pendici del territorio ha trovato un suo ambiente ideale. Le Colline Avisiane si distendono sul territorio di Lavis, l’antico sito daziario che deve il suo nome al fiume che lo attraversa: l’Avisio. Passata nel XIII secolo da Trento al Tirolo, la “Comunità di Lavis, Pressano e Consorti” fu punto di confine fra il mondo tedesco a nord e il Principato vescovile di Trento a sud. Attività artigianali, mulini, osterie e locande crebbero insieme all’importanza commerciale del luogo, sito di arrivo delle “menàde”, il trasporto di legname che dalle valli dolomitiche raggiungeva tramite il torrente Avisio il deposito lavisano dei “Vòdi”, e quindi lungo l’Adige i cantieri navali della Repubblica veneziana. Con la modernità, il trasporto su strada e su ferrovia e i mutamenti politici, Lavis perse la sua importanza di luogo daziario e di ambita piazza commerciale, ma permase il suo essere grazioso borgo fluviale, col suggestivo giardino Bortolotti detto “dei Ciuciòi”, un’architettura rupestre in stile romantico della seconda metà dell’ottocento, in cui ampie terrazze coltivate ospitavano piante esotiche ed officinali. I dintorni sono caratterizzati dai “masi”, gli antichi casali che nelle forme e nell’organizzazione delle colture ricordano l’antica autosufficienza economica. Quasi tutti i masi si originarono a partire dal ‘300, quando i vicari 149 146_189_Cembra 18-11-2008 16:17 Pagina 150 Ville Va l l i tirolesi favorirono l’ingresso di contadini di origine tedesca, in particolare bavarese, che avviarono il disboscamento e la messa a coltura della foresta del “Monte dell’Adige”, sviluppando ampie coltivazioni, che hanno lasciato il posto oggi a grandi appezzamenti che in giochi geometrici raccolgono vitigni di pregiate e profumate uve. Curiosità storiche e artistiche LA GERMANIZZAZIONE Tutto il territorio delle Colline Avisiane fu in antico per lingua, usi e costumi di matrice romanica. Con il sopruso dei diritti vescovili da parte dei Conti del Tirolo, nel XIII secolo, iniziò la colonizzazione di queste terra da parte di contadini di origine tedesca. Attorno alla metà del XVI secolo la penetrazione dell’elemento tedesco, che aveva fondato nuovi masi lungo il crinale del monte, aveva raggiunto punte dell’80% della popolazione. 150 Vini La germanizzazione voluta dal Tirolo perdurò per tre secoli. Le cause dell’arresto di questo movimento immigratorio e del conseguente azzeramento della compagine di lingua tedesca sono da ascrivere al perdurare del substrato etnico latino, nonché alle mutate condizioni politiche conseguenti al Concilio di Trento, con le quali si favorì l’immigrazione di famiglie di ceppo romanzo dalle zone lombarde per contrastare la diffusione del luteranesimo verso sud. LA CHIESA DI SANT’AGATA Superata un’ardua curva, quasi all’improvviso si presentano al viaggiatore le graziose linee della antica chiesa di Sant’Agata, di fondazione antichissima, ricostruita nel XIV secolo, quindi ristrutturata fra il 1496 e il 1513 grazie all’opera di mastro Silvestro da Como. All’interno una delicata bellezza si spande lungo i costoloni gotici del soffitto, la grande colonna a cilindri sovrapposti, unico sostegno della parte pendente del campanile, lascia senza fiato, mentre lo sguardo corre alle due fasce affrescate con la Passione di Cristo, 146_189_Cembra 18-11-2008 16:18 Pagina 151 Ve t t e e Va l l i all’affresco votivo del 1533, e all’opera d’arte più pregevole: l’altare barocco scolpito fra il 1680 e il 1690 da Giorgio e Giovanni Battista Grober da Sover. Al centro tre statue opera di mastro Gaspare Bon da Vignola di Pergine, che le scolpì tra il 1548 e il 1555. Tr e n t i n e Con “Castello italiano” e “Castello in rovina su una rupe” dipinge il Castello di Segonzano, e quindi ancora la “Capanna in rovina”, il “Molino ad acqua” ed infine gli “Alberi sul dosso montagnoso”. Ogni acquarello è un vero capolavoro d’arte di quel giovane artista tedesco che diverrà uno dei più grandi e famosi artisti del Rinascimento. ALBRECHT DÜRER Era il 1494 quando il grande pittore tedesco Albrecht Dürer, forse l’esempio più alto dell’arte rinascimentale in Europa, fece il suo primo viaggio in Italia per recarsi a Venezia. Giunto a Salorno trovò la zona allagata per lo straripamento del fiume Adige e fu costretto a lasciare il fondovalle, salire fino al passo del “Saùch” e raggiungere la Valle di Cembra per proseguire poi verso Venezia. Arrivato in Valle ed ispirato dalla sua bellezza dipinse sei stupendi acquarelli: “Monti italiani”, una rappresentazione quasi fotografica del paesaggio come si vede da Cembra in cui il colore verde-azzurro dell’insieme dà del luogo una dimensione quasi magica ed incantata. 151 146_189_Cembra 20-11-2008 12:23 Pagina 152 Ville Va l l i L’ Accademia del Vino Cadelaghet S ituata nel comune di Civezzano in collina (a 469 m.s.l.m.) nasce nel 1990 dal progetto di Renato e Luciana Fronza per offrire, a coloro che vedono il vino come una gioia della vita, una scrupolosa selezione di vini tipici trentini. La cantina, caratterizzata da vecchi portali e ripide scalinate in pietra rossa, minuziosamente ristrutturata opera ormai da anni in un ambiente ideale, nel più ampio rispetto di questa antica bevanda. I vigneti, in ragione delle loro basse rese, donano vini di ottima struttura e lunga durata.Il numero limitato delle bottiglie prodotte sottolinea il carattere artigianale dell’ attività. Oltre ai vini l’ azienda agricola produce piccoli frutti (mirtilli, lamponi, fragole…) vanto, assieme a mele ed uva dell’ agricoltura trentina. Chardonnay, Nosiola, Pinot Grigio, Marzemino, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Merlot tutti D.O.C. ed Enantio Terra dei Forti Valdadige D.O.C. sono i vini proposti da Accademia. Li affianca una linea di spumanti TN DOC “ Academia” e “ Millennium” rispettivamente maturati ed affinati sui lieviti minimo 36 e 48 mesi. Una grotta ricavata nella roccia porfirica che un tempo era rifugio durante la prima e seconda guerra mondiale li ospita per questi lunghi periodi ad una temperatura costante ed al buio. Il legno sapientemente utilizzato senza alcuna forzatura imprime personalità ai vini rossi in particolare che vengono imbottigliati maturi e affinati per molti mesi in bottiglia prima della vendita. Questa filosofia di “ lasciar fare al tempo, quello che si potrebbe fare in breve con la tecnologia “ è linea guida per l’ Accademia del Vino Cadelaghet L’ azienda è inoltre specializzata in abbinamenti enogastronomici tipici regionali e di tutta Italia che vanno a comporre squisite confezioni regalo per le festività. 152 Vini 146_189_Cembra 20-11-2008 12:24 Pagina 153 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Barone a Prato, antesignano del Pinot Nero Q uassù sembra che il tempo si sia preso una pausa. Tutto ha il fascino della giusta lentezza. Sembra di vedere anche quello che purtroppo ora non c’è. Vale a dire, ritornare ai tempi del viaggio in Italia di Albrecht Dürer, il celeberrimo artista germanico, che nel 1495 transitò in valle di Cembra, dipingendo il maniero che dominava la vallata. Viaggio da Norimberga a Venezia, quasi un anno di escursione, mesi di esplorazione e minuziosa documentazione. L’artista non ha mezze misure: ama o ripudia. Scegliendo i suoi soggetti spontaneamente, solo con l’istinto, la sua personale esperienza sensoriale. Attimi di piacevolezza che Albrecht Duerer coglie senza esitazioni, fermandoli nel tempo, tramandando così il senso del viaggio stesso. Non a caso è ritenuto il fondatore della paesaggistica moderna, artista autonomo, indipendente e per certi versi (a noi piace ricordarlo in quest’ottica) un suggeritore – colto e goloso – di nuovi itinerari. Da scoprire e gustare nella loro identità territoriale. Quella che la dinastia dei Baron a Prato continua a conservare, producendo vini degli del loro blasone nobiliare. Il loro legame con la vite è antico. Un loro antenato, Giovanni Napoleone a Prato, fu il primo ad introdurre in Trentino la coltivazione del Pinot Nero, dopo approfonditi studi a Dresda, Vienna e Klosterneuburg e varie esperienze viticole in Francia, Spagna, Sicilia, Tunisia compresa. Ebbene tutto questo è presente nella suggestiva cantina di Piazzo, la frazione nobiliare del comune di Segonzano. Vicino i resti dell’antico maniero ‘fissato’ dal Duerer, affiancati da un palazzo recuperato a residenza e ristorazione. Ma dove il vino consente di compiere un breve quanto intenso viaggio a ritroso nel tempo. Per bere sorsi di storia, oltre che piacevoli calici di vino. Chardonnay, Cabernet e specialmente Pinot Nero. In onore al primo mentore trentino di questa indiscutibile quanto famosa varietà borgognona. 153 146_189_Cembra 18-11-2008 16:20 Pagina 154 Ville Va l l i Vini Distilleria Pilzer: la scienza negli alambicchi P er secoli l’umile Schiava è stato il vitigno più coltivato della valle di Cembra. Uva per vino semplice, schietto, appagante. Schiava vitigno simbolo della vallata, vite che ha segnato – e continua a farlo – il paesaggio, caratterizzato l’aspetto dei borghi rurali, dei masi di campagna, dei capanni dove – di nascosto – si distillavano le vinacce rimaste dopo la svinatura del vino ‘per tutti i giorni’. Bruno Pilzer è nato a Faver, dove Schiava e grappa sono praticamente la medesima cosa. Aiutato dal fratello Ivano, Bruno Pilzer è uno degli interpreti più autorevoli della cosiddetta ‘ nouvelle vague dell’alambicco’. Non solo trentino. E’ anzitutto uno dei tecnici più preparati del settore, uno sperimentatore innato, minuzioso, scientifico e davvero innamorato del suo lavoro e della sua valle: la Valle di Cembra. La zona principe tra i luoghi nostrani dove si pratica l’antica arte della distillazione delle vinacce. ‘Lambicar’, da queste parti, tra vigneti sistemati su ripidi terrazzamenti e pietre porfiriche che solcano la montagna, ‘lambicar’ ha un duplice significato: vuol dire faticare, coltivando la vigna, ma anche ‘lambiccare’, sfruttando l’alambicco per ottenere deliziosi nettari alcolici. La sua è un’azienda a conduzione familiare, distilleria parte integrante del paesaggio cembrano, vera fucina di tradizione rurale. Dove il ‘lambicar’ non rinnega assolutamente nulla del fascino originario legato a questa arte contadina, ‘sposandosi’ con metodologie e tecniche distillatorie d’avanguardia assoluta. Solo per ottenere grappa sempre migliore, buona, vera, inconfondibilmente del Trentino. Innumerevoli i premi e le onorificenze conquistate da Bruno Pilzer e dalle sue grappe. Tutte proposte come veri essenziali gioielli. Nelle varie ‘sue’ tipologie di grappa, trovi tutta una serie di sensazioni dovute anzitutto alla bontà della materia prima – vinacce freschissime, ancora inzuppate di vino – ma anche una qualità 154 impressa dai tanti saperi di Bruno Pilzer. Che riesce a proporre una scelta di grappe delicatissime, avvolgenti, piene, eleganti e nel contempo leggiadre, carezzevoli e potenti, con franchezza invidiabile e una godibile persistenza finale d’uva matura, fragrante, saporita. Indimenticabile. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:21 Pagina 155 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Molino dei Lessi: pochi vini ma buoni O gni valle ha il suo vitigno particolare e dunque ogni comunità vanta diversificate tipologie di vino. Anche quando le varietà sono apparentemente identiche. Vite, vini e luoghi trentini. Legami, radici per secolari avvicendamenti, sempre abbinati alla voglia di un sollievo alcolico gioioso, collettivo. Conosciuto fin dall’ VIII secolo avanti Cristo, come testimoniano i vasi vinari ritrovati in valle di Cembra, recipienti chiamati ‘situla’, simili ad altri venuti alla luce in valle di Non, vicino Sanzeno. Etruschi e Reti applicavano l’arte della selezione vendemmiale. Con scelte che hanno influenzato l’evoluzione stessa delle vallate e pure adesso, il Duemila alle spalle, sono parti integranti di determinati paesaggi trentini: i terrazzamenti della valle attorno Cembra, terreni porfirici ‘segnati’ dalla mano di antichissimi vignaioli, i primi a curare le colline che da Lavis portano verso siti in quota. Tutte realtà intimamente legate alla ‘vitis vinifera’. Zone, paesi o minuscole frazioni, tutte orgogliose di presentare vini singolari, ideali messaggeri di buon gusto, concreti indicatori della cultura di territorio. Emma Clauser non ama stravolgere i ritmi della Natura. Anzi: da ambientalista convinta, gestisce la sua piccola azienda secondo dettami di agricoltura biologica. Niente chimica, niente tecniche di coltivazione o vinificazione che possono compromettere l’equilibrio intrinseco dell’uva e dei vini. Ma nulla è lasciato al caso. Enologa e competente in agronomia, Emma Clauser ripudia forzature, non ostenta nemmeno innumerevoli riconoscimenti ottenuti dai suoi vini. Ne produce poco, di vino. Ma lo fa buono. E giusto. Un vino bianco e uno rosso, personalità intrinseca, caratteriali, decisamente d’autore. Anche nella grafica, nel look. Semplici, schietti, veri. 155 146_189_Cembra 20-11-2008 12:27 Pagina 156 Ville Va l l i Vini Pojer e Sandri: quando la perfezione diventa godimento E ssenziali come l’Essenzia o briosi come il loro spumante? Oppure determinati e autorevoli come il Faye o mai domi al pari del Müller Thurgau? L’interrogativo non ha risposta o meglio: sono come i loro vini e hanno sempre qualcosa con cui stupire. Mario Pojer e Fiorentino Sandri dominano la scena enologica trentina da oltre trent’anni. La sfida, per loro è congenita. Per primi hanno scommesso sul Müller Thurgau, sulla vinificazione ‘in rosa’ della Schiava, sulle ‘vendemmie tardive’, su tante altre pratiche di cantina. Tecnica enologica e sapienza contadina, per vini sempre in evidenza e indiscutibile pregio. Con le ultime vendemmie sono entrati in piena produzione anche i vigneti di Maso Besler, la loro azienda della valle di Cembra e dun- 156 que nuovi pregiati vini. Variegati e come sempre inconfondibili. Impossibile sintetizzare in poche righe il fascino che suscita l’assaggio dei loro vini o descrivere l’impegno per nuove sfide agronomiche – stanno sistemando vigneti in quota, a Grumes, verso la valle di Fiemme – che prevedono pure la produzione di speciali aceti nonché il potenziamento della loro pregiata distilleria, dove imperano grappe raffinatissime, l’elegante Merlino e il brandy Divino. Quali i vini che dominano? Spumante, Essenzia e Faye, quelli in netta evidenza, con il Besler biank sempre migliore, assieme al Müller Thurgau, al Sauvignon, al Traminer e l’acidulo, accattivate rosato Vin dei Molini – da uve rotberger - solo per citare i più suggestivi e consistenti pure in termini quantitativi. Ma anche gli altri non sono da meno, primo il Chardonnay, Pinot nero, poi Nosiola e altri uvaggi, sia rossi che bianchi. Lo spumante, comunque è quello che ‘apre le danze’, ballando non poco, con un perlagè ritmico e dismisura, quasi interminabile per vivacità quanto suadente, pastoso nella finezza e versatilità. Fitto, fragrante, dolce e acidulo nell’impianto d’alta tecnica enologica è poi l’Essenzia, essenziale e variegato. Non si smentiscono neppure con il loro rosso Faye, bello nel colore quanto affascinante nella sua grazia gusto-olfattiva. q v f l d t H a A e m r d d d z v t s m p T m 146_189_Cembra 18-11-2008 16:21 Pagina 157 Ve t t e e Va l l i Sandri: dove la bellezza è anche intelligenza e capacità F aedo e i suoi vignaioli. Qui, i segnali stradali, sono sostituiti da vecchi torchi con bottiglie stilizzate a indicar la direzione, dove trovare le piccole, pregiate cantine del paese. Una di queste può vantare un singolare primato: a curare i due ettari di vigne della famiglia di Arcangelo Sandri ci sono le due figlie, Nadia e Sonia, entrambe enologhe, entrambe laureate in agraria. Nel giro di poche vendemmie le due giovani vignaiole hanno notevolmente influenzato lo stile dei vini dell’azienda di famiglia. Hanno rinnovato il ‘look’, ma soprattutto interpretato al meglio le potenzialità delle loro uve. Accudite in vigneti che sembrano giardini, data la cura e la dimensione, filari tra abeti e faggeti, viticoltura di montagna, mirata solo alla difesa dell’identità territoriale, del fascino di Faedo, paese collinare tra la valle dell’Adige e quella di Cembra. Vini chiamati col nome del vigneto dove maturano le uve. Diverse varietà, vini diversi. Come il Canopi, chardonnay in purezza, grazioso nel colore oro lucente, bei riflessi verdognoli, varigato al naso, con sentori di nocciole e frutta orientale, mentre in bocca è ampio, ben impostato, succoso, senti un sapore che ricorda la mela, fresco, gentilmente astringente prima di distendersi in un finale pieno e sapido. Tra i tanti Chardonnay trentini è forse una delle migliori interpretazioni, perché fine nella sua schietta Tr e n t i n e immediatezza, altrettanto avvincente e serbevole nella struttura. Evidentemente il diploma universitario delle due Sandri porta bene se pure il loro Capor, lagrein di collina, ha davvero l’indole del fuoriclasse. E’ uno splendido rosso carico di suggestioni, invitante, al naso aromatico e fruttato pure in bocca. La complessità minerale forse la raggiungerà tra qualche stagione, riposando in bottiglia, ma già ora appaga e convince come finora non hanno mai fatto nessun altro lagrein trentino. 157 146_189_Cembra 20-11-2008 12:30 Pagina 158 Ville Va l l i Villa Corniole: “costruire” vino è il “passionale hobby” di famiglia L’ oro rosso della Val di Cembra è il porfido. Ma entrando nella cantina dei fratelli Pellegrini – interamente scavata nel porfido, con una suggestiva parete dove il minerale diventa scenografia – l’oro rosso è anche il loro vino. Perché i Pellegrini, imprenditori edili da sempre appassionati di viticoltura, con poderi sparpagliati sulle colline di Cembra, quelle di Lavis e pure vigneti nel campo Rotaliano, tra Mezzocorona e Mezzolombardo diventano sempre più bravi nella vinificazione di varietà a bacca rossa, Teroldego su tutti. Così il minerale del posto condiziona e contribuisce a caratterizzare i vini bianchi, ma custodisce pure i pregiati rossi, da uve vendemmiate nel fondovalle. Walter Webber, l’enologo che ha impostato l’azienda, è un trentino rispettoso della tradizione. Ha elaborato dei vini tipicamente cembrani – i bianchi – e altrettanto rotaliani i rossi. Il Teroldego, anzitutto, chiamato ‘7 Pergole’ data la selezione; si presenta subitaneo nella sua forza violacea ed evoluto al naso, con note fresche di frutta rossa, come appunto – lo impone il nome aziendale - le corniole selvatiche, ma anche con suadenze di cuoio, tabacco, mosto balsamico. Potenza abbi- 158 Vini nata alla versatilità, elegante e fine, pure il ‘Gregiòti’, cabernet sauvignon, che a dispetto del nome (in dialetto vuol dire grezzo) si estende in bocca complesso, morbido, appagante, dopo aver stuzzicato l’olfatto. Per quanto concerne gli altri vini, tutti rigidamente Trentino DOC, l’attenzione si sofferma sul Müller Thurgau e sullo Chardonnay tradizionali, assieme alla riserva ‘Lukin’ da uve chardonnay. Piacevole e spigliato invece il Lagrein, per un consumo subitaneo. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:22 Pagina 159 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Zanotelli: la forza di un vino che si identifica con la roccia, “madre” delle sue radici I l Vino é sinonimo di cultura territoriale, in quanto prodotto adatto alla zona d’origine, ai terreni dove cresce la vite, ma anche al clima e sopratutto alle persone che accudiscono i vigneti, l’habitat stesso. Ecco il Trentino vitivinicolo é la sintesi di come schiere di contadini hanno applicato saperi e tecniche colturali che via via si sono trasformate in ‘educazione sensoriale’: apprendendo la specificità vitivinicola, del comparto agricolo in generale, s’impara la qualità e il piacere di produrre bene. Dunque si costruisce il nostro futuro. Recuperare e rinsaldare il rapporto con il territorio significa custodire la memoria di una comunità. La tradizione non deve essere difesa o interpretata cone ‘principio statico’. Sopratutto non bisogna cancellare il passato per imporre false visioni, assurdi campanilismi. E’ sempre e comunque la terra, la vigna che crea sapienzialità antica, patrimonio unico e inconfondibile degli interpreti del vino. Specialmente in valle di Cembra, da sempre un mix di vita e viti. Ebbene i Zanotelli sono uno dei tanti validi esempi di come esperienza viticola, cura ambientale e grande cordialità siano elementi decisivio per ottenere un vino identitario. Una famiglia del vino cembrano. Qui nulla è lasciato al caso e nulla si ottiene per caso, senza fatica o facilità. Occorre saper ‘domare’ la vite, fermarne la vigoria, vendemmiare uve che maturano su pendii a prova d’equilibrio, dove solo la mano esperta del vignaiolo riesce a coglierne tutte le peculiarità. E a trasferirle nel ‘suo vino’. Loro, i Zanotelli, ne producono poche migliaia di bottiglie. Hanno la cantina nel cuore del paese, un posto enoico, aperto, come solo la gente di montagna riesce ad ostentare cordialità. I vini sono altrettanto schietti, con una produzione mirata da vignaioli veraci, da sempre convintti che anche a queste quote certe varietà a bacca rossa (il Pinot nero, oltre che alla tradizionale Schiava) riescano ad esprimersi bene. Le conferme non mancano. Proprio il Pinot nero – oltre al Mueller Thurgau, allo Chardonnay e al Pinot grigio – è il vino che li contraddistingue, Rendendoli vignaioli sempre più autorevoli. 159 146_189_Cembra 21-11-2008 9:56 Pagina 160 Ville Va l l i Vini Egidio Petri: maestro d’arte, scultore, artista a tutto campo S egonzano: affascinante paesaggio dalle caratteristiche medioevali,letteralmente immerso nel verde, lo noti da lontano, appena svolti verso la valle, da Cembra, e ti attirano subito i suggestivi ruderi del millenario castello, poi gli strani pinnacoli, curiosi, senz’altro da visitare, toccare, fotografare, delle famose “piramidi”, svettanti, alte sopra le abetaie, divertenti con quel “cappello” piatto che occupa la sommità di molte di esse. Egidio Petri è artista che rappresenta in modo inconsueto il paesaggio, magico, dell’antico borgo cembrano, anzi è parte integrante e integrata del medesimo, delle sue tradizioni, della sua cultura. Egidio sa coglierne il substrato storico, le radici, e le rappresenta in immagini scutoree con notevoli capacità di genuina espressione artistica. Non ha segreti la materia fisica nelle sue mani, sa scolpire, modellare, intagliare, fondere e plasmare, creare con la facilità e l’estro che lo caratterizzano, così lo troviamo a realizzare srtraordinarie evoluzioni scultoree con neve e ghiaccio, con marmo e bronzo, ma è con il legno che l’artista raggiunge le espressioni più interessanti, più vissute, più in carattere con la sua ecletticità, con la sua inesauribile fantasia creativa. Passa con estrema naturalezza da una risorsa all’altra, da scuture lignee di figure religiose a capolavori d’arte contemporanea, da concretezze figurative a surreali messaggi di forte impatto, come ad esempio l’impronta della sua mano che sembra attraversi letteralmente la materia lignea per fondersi ed espandersi al di là, al di fuori della medesima. 160 Artista di talento, uomo di cultura e grande esperienza, valido insegnante di corsi di scultura che si tengono nel trentino, è estremamente in sintonia con le realtà visibili, ma anche invisibili, arcane, del territorio, del quale è profeta, dal quale coglie, con magiche intuizioni, l’anima e le radici. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:23 Pagina 161 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Le piramidi di terra di Segonzano Le Piramidi di terra, o “òmeni de tèra” come vengono chiamate dagli abitanti del luogo, sono uno dei fenomeni più curiosi e bizzarri che si posso osservare. Si tratta di eleganti colonne, talvolta alte sino a 20 metri, frutto dell’attività erosiva dell’acqua che per millenni ha scavato enormi depositi morenici. La forma classica della Piramide è quella sormontata da un grosso masso di protezione, ma si possono osservare anche piramidi a punta, meno alte delle prime perché soggette ad una più rapida erosione. L’escursione alla scoperta di questo suggestivo fenomeno parte nelle vicinanze delle Piramidi poco prima dell’abitato di Segonzano. 161 146_189_Cembra 18-11-2008 16:23 Pagina 162 Ville Va l l i Paolo Colombini: il porfido “carne viva” dell’artista N ato a Trento nel 1950, Paolo Colombini si può considerare come figura atipica nel panorama artistico del Trentino. La sua vocazione è testimoniata da un’innata sensibilità verso la natura e le sue straordinarie e misteriose manifestazioni. Lavora prima come macchinista ferroviere, poi investe le sue energie e le sue risorse nel settore del porfido scoprendo nella pietra l’elemento naturale e la materia a lui più congeniale per l’espressione futura della sua vena artistica. Un rapporto complesso, quello di colombini con l’arte, derivato dal conflitto inevitabile con il mondo ed i ritmi serrati di un lavoro legato alla produzione industriale, al commercio, alle inesorabili regole del mercato. La sua impronta artistica inizia dunque da un percorso “deviato” scoperto, o meglio, rivelatosi dopo una partenza che sembrava destinata ad obiettivi e traguardi legati al mondo dell’impresa. La natura si palesa a Paolo Colombini come un richiamo ancestrale in autentica folgorazione espressiva. Della pietra, grazie al suo lavoro, né conosce l’anima, le intime caratteristiche e manifesta le prime potenzialità artistiche realizzando oggetti d’arredo ed elementi scenografici di arredo urbano partendo dalla forma originaria della pietra porfido. Questa peculiarità è e sarà la sua principale cifra artistica. Lasciare inalterata la forma che la natura ha dato agli elementi lapidei, interpretando più che scolpendo, selezionando sapientemente i soggetti della sua rappresentazione. L’atteggiamento di rispetto che tende a conservare le forme naturali, si rileverà determinante per la comprensione e la lettura delle sue opere. “Presenze” e “Fiori di fiume” sono le opere esposte in autorevoli gallerie nazionali, oggetti monolitici di grande impatto e fascino visivo e scenografico dove materia e gesto artistico si coniugano in un legame unico, intimo ed indissolubile. Dalle collezioni private delle opere di piccole dimensioni, passa ben presto ad opere di rilevanza monumentale. Infatti nell’aprile 2004 Colombini realizza l’opera scenografica e commemorativa “IL FARO”, commissionata dall’Arma dei Carabinieri in occasione dell’anniversario dei caduti di Nassirya e nel dicembre 2006 inaugura "OPERA CICLICA" per la Provincia di Trento; opera monumentale visibile dall'autostrada A22 all'altezza di Rovereto al chilometro 161. Presente nelle maggiori manifestazioni di arte contemporanea del nord Italia e presso l’isola Certosa a Venezia con 4 opere permanenti inaugurate nel 2007, prosegue la sua produzione facendosi apprezzare attraverso pubblicazioni, riconoscimenti e collezionisti, sia in Europa che negli USA. 162 Vini 146_189_Cembra 18-11-2008 16:24 Pagina 163 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e 163 146_189_Cembra 20-11-2008 12:32 Pagina 164 Ville Va l l i Prodotti della Val di Cembra M üller Thurgau. Il Muller Thurgau è vitigno giovane, nato nel 1882 dalla passione e dai sogni del prof. Hermann Muller, uno scienziato svizzero, del Cantone Thurgau, che dedicò la sua vita alla creazione di questo straordinario incrocio. All’origine del colore cristallino, della fragranza aromatica e dei profumi che richiamano il fiore della stessa vite, oltre a note di salvia, gelsomino e fieno ma anche pesca e mela golden trentina, sta una delle storie enologiche più interessanti dell’ultimo secolo: diffidenze e condanne della comunità scientifica, sperimentazioni e, infine, il successo coronato anche dall’arrivo del Muller Thurgau in Trentino, grazie all’opera dell’Istituto Agrario di San Michele e di numerosi agronomi che riuscirono a farlo adattare felicemente al clima dolomitico nelle zone in alta collina. Ne scaturì un vino eccellente, dapprima usato in uvaggi e, dagli anni Settanta, vinificato in purezza e che ha trovato, soprattutto nella Valle di Cembra, con i suoi piccoli terrazzamenti e il terreno porfirico, il proprio ambiente ideale.E’ un vino ben strutturato, secco, da accompagnarsi ai pesci d’acqua dolce e di mare, alle carni bianche e ai formaggi teneri. Nosiola. E’ il più antico vitigno bianco autoctono del Trentino. La bassa Valle di Cembra e la zona dei masi San Valentino, Sette Fontane, Rosabel, Spiazzol, Nero, Rover, Spon, Toldin e Pàierla sono ancora le zone tradizionali di produzione. Il vino, di colore giallo paglierino, è gradevole e profumato con un leggero retrogusto amarognolo. Ottimo come aperitivo, il Nosiola è anche un vino particolarmente indicato in abbinamento ai primi piatti e al pesce di fiume. 164 Vini Chardonnay. Vitigno di origine francese fu introdotto in Trentino alla fine del XIX secolo. La sua coltivazione è particolarmente diffusa nella zona delle Colline Avisiane. Freschezza ed eleganza sono le caratteristiche che contraddistinguono questo vino dal sapore secco e liscio, con richiami al miele e dal colore giallo chiaro. Adatto come aperitivo, si accompagna bene agli antipasti, al pesce e alle minestre. Carne salmistrada e fumada. La Carne salmistrada è ottenuta da un taglio magro di manzo salmistrato con spezie ed aromi. Si presenta fresca e profumata e al taglio è tenera e di un bel colore rosso scuro. Se sottoposta a affumicatura prende il nome di Carne fumada. Lucanica secca. E’ un salamino costituito da carne di manzo e di maiale fatto stagionare per almeno quattro settimane. E’ lungo circa 15 cm, al taglio si presenta compatto mentre all’interno la pasta è rosso-scuro con il bianco del lardo. La Grappa della Val di Cembra, ha radici antiche, e quasi in ogni casa vi era un alambicco, lo stesso verbo “lambicàr”, nella parlata rurale, ha il duplice significato di “faticare” e “distillare”. L’alta qualità della grappa è ottenuta da un’attenta scelta della materia prima, da una successiva ottima conservazione, e dall’uso di un particolare sistema di distillazione, il metodo discontinuo a bagnomaria. Per i contadini del luogo distillare significava ricavare qualcosa per il proprio sostentamento. Di fronte a un fenomeno tanto radicato e diffuso, l’imperatrice d’Austria Maria Teresa concesse agli abitanti della Val di Cembra il privilegio di distillare grappa per il proprio consumo senza imposizione d’alcuna tassa. Quando in seguito lo Stato italiano impose severi controlli fiscali, vi fu un fiorire di accorgimenti per trarre in inganno i militi della Guardia di Finanza, come distillare di notte, o quando pioveva o nevicava perché in questo modo i vapori degli alambicchi non si sarebbero dispersi nell’aria. Oggi famose distillerie hanno sostituito gli alambicchi clandestini del passato, facendo della Valle di Cembra uno fra i più accreditati centri di produzione di grappa. n r l 146_189_Cembra 18-11-2008 16:25 Pagina 165 Ve t t e e Va l l i Zanotelli: passione e competenza, allevamenti e trasformazione L a storia e la passione per l’allevamento del bestiame, la macellazione, la commercializzazione e la produzione di prodotti tipici locali della famiglia Zanotelli, ha le sue origini nel 1949 grazie a Carlo, che sposa Pia, a lui succedono i figli Giuseppe e Silvano, seguiti dalle mogli e dai rispettivi figli che collaborano attivamente nell’azienda a conduzione familiare: ognuno ha i propri compiti e tutto viene svolto con la giusta sinergia nel rispetto delle reciproche mansioni. Carlo, il capostipite di famiglia svolgeva il mestiere di “sensar” cioè, l’arte di comprare e vendere bestiame. Infatti, quella del “sensar” era una professione ben stimata: Carlo girava per le case non solo della valle di Cembra, ma anche in val di Fiemme, Fassa, Pinè, Valsugana e Alto Adige. I posti più vicini venivano raggiunti a piedi, in bici o in moto. Le vacche acquistate se le portava a casa sempre a piedi, impiegando anche 3-4 giorni per ritornare dalla propria famiglia. Ogni capo veniva valutato a stima visiva, non vi erano pese, bilance e così venivano proprio premiate le singole capacità personali di stima e valutazione di peso dell’animale, della percentuale e della modalità di distribuzione del grasso nonché l’età anagrafica di ogni singolo. Da qui nasceva poi la trattativa del prezzo o l’eventuale baratto con altri capi da poter ingrassare nella propria stalla. Il bestiame dell’azienda Zanotelli può godere veramente l’aria di montagna, anche nella stagione fredda e nevosa i capi di bestiame Tr e n t i n e rimangono all’aperto per godersi il cambiamento del clima. Non vogliono starsene al chiuso ma preferiscono godere di pioggia, nebbia, neve e sole, anche perché questa razza”limousine” con il freddo gli si infittisce e allunga il pelo, adattandosi benissimo al cambiamento climatico. La famiglia Zanotelli può essere orgogliosa anche del fatto che la sua produzione è veramente a filiera completa: dalla cura dei pascoli, alla scelta degli animali; dalla macellazione alla produzione delle leccornie tipiche locali, tra le tante, ricordiamo la pancetta affumicata, la carne salmistrada e fumada, e naturalmente la famosa lucanica (luganega)secca della Val di Cembra. 165 146_189_Cembra 18-11-2008 16:26 Pagina 166 Ville Va l l i Vini Agritur El Volt: un tuffo nella sobrietà del mondo contadino I n una vecchia casa contadina del Cinquecento nel cuore di Palù di Giovo, da trent'anni mamma Maria porta avanti le vecchie tradizioni trentine attraverso i piatti tipici della cucina di montagna, che si gustano circondati dal verde e da un sapore antico, fatto di prodotti genuini che arrivano direttamente dalla stalla o dall’orto di casa. La signora Maria nel lontano 1977, di ritorno da un seminario dove si presentavano agli agricoltori trentini le nuove opportunità agrituristiche, volle provare quest’avventura coinvolgendo tutta la sua famiglia. Il risultato è un posto di culto per i food lover attenti alle cose veraci, del quale si parla e ne girano le suggestive immagini sui giornali di mezzo mondo. Marcello, il figlio, accoglie gli ospiti in una splendida cantina scavata nella roccia, con un buon bicchiere di Nosiola prodotto nella loro azienda. La cucina è quella tipica cembrana e spazia tra l’ottimo tortel di patate, succulente luganeghe, carne salada e formaggi tipici (come Casole e Puzzone di Moena o Vezzena) accompagnati da confet- t t tura di rabarbaro e giardiniera di pomodori verdi. L’atmosfera è qualcosa che da sola merita una visita: all’antico edificio che ospita l'agritur El Volt vi si accede attraverso un caratteristico porticato, un tempo ricovero per i carri, al quale si affacciano le porte delle vecchie stalle e delle cantine (con le botti di vino e le conserve), dove è dislocata la zona ristorante. Al piano superiore si trovano una cucina e una camera da letto arredate con i mobili originali delle case contadine di un tempo. La casa è circondata da orti e da un grande giardino di porfido dal quale, con lo sguardo, si spazia sulla bassa Valle di Cembra e sui vigneti. Un vero salto nel passato e un autentico spirito di ospitalità, animato dalla mole di mamma Maria che delizia gli ospiti proponendo le “sue” antiche e intramontabili ricette di cucina cembrana. 166 A 146_189_Cembra 18-11-2008 16:26 Pagina 167 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Locanda del Passatore: felice fusione delle tradizioni trentine con le romagnole È necessario cercarla, non la scopri facilmente, devi spingerti tra i vicoletti di Faver, sbagliare strada, tornare indietro e poi infine ecco il casale, immerso nel verde, ingentilito da giardini ben curati, con un panoramicissimo poggio che si apre in un incantevole visione della valle. I locali sono vestiti di quell’eleganza delicata e raffinata, tipica delle attraenti dimore gentilizie trentine.Tutto curato per mettere a proprio agio gli ospiti, farli sentire a casa propria, e servire pietanze che trasmettono stimolanti messaggi di saperi e sapori emilio romagnoli, sostenuti da una impronta, forte, di cultura trentina. Una cucina originale quella di Gianni Bacci, cuoco dalle radici romagnole che ama la montagna e i suoi prodotti; piatti di tradizione trentina reinventati con fantasia, elaborati genuinamente con sapiente filosofia ricca di quelle tradizioni gastronomiche di generosa abbondanza che solo la Romagna sa trasmettere. È quindi d’abitudine quotidiana inventare e offrire ricette realizzate, con materie prime di qualità, in una cucina che può considerarsi di tradizione innovativa, sempre in stagionale evoluzione, curata con passionbe da Gianni e servita in tavola con lo spirito e la considerazione che Maria e Giovanna hanno verso gli ospiti trattati più da amici che da clienti. Arrampicarsi fino a Faver ne vale veramente la pena, perché dopo essere stati al Passatore, si ritorna a casa appagati dalla cucina di Gianni, dalla famigliare accoglienza e dall’inesauribile fiume di bellezze naturali che la Val di Cembra offre con splendida generosità. 167 146_189_Cembra 18-11-2008 16:40 Pagina 168 Ville Va l l i Locanda dello Scalco: perfetto connubio culinario tra nobiltà trentina e concretezza toscana L a Locanda dello Scalco nasce in quello che fu il “maso” del Castello di Segonzano. L’edificio porta la data del 1681 e ha svolto la sua funzione di casa colonica fino al 1960, mentre negli ultimi vent'anni fu abitato da un gruppo di frati, che lo trasformarono in eremo. Quando lasciarono l'edificio, Cristoforo a Prato con la moglie Francesca decisero di realizzare il loro sogno: trasformarlo in un piccolo hotel di charme, in cui antico e moderno si sposassero per dare all’ospite tutti i comfort della vita moderna senza però perdere quel fascino che solo le cose antiche sanno dare. Il ristorante è diviso in due, una sala per gli ospiti e la locanda “Lo Scalco” totalmente indipendente dall’hotel. 168 Vini In giardino si servono merende a base di salumi, formaggi, bruschette, stuzzicherie varie e naturalmente gli ottimi vini dell’ azienda agricola di famiglia, ma non mancano nemmeno etichette trentine, toscane, piemontesi, siciliane e venete. Cristoforo è trentino mentre la moglie Francesca è toscana (di Radda in Chianti in provincia di Siena): da questo matrimonio di territori e culture è nato anche un singolare connubio tra le rispettive tradizioni culinarie e i relativi piatti tipici. Ecco quindi un menu che porta in tavola il meglio del Trentino e della Toscana, come la ribollita, la tagliata, la fiorentina, i canederli, lo smacafàm, il tortel di patate. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:41 Pagina 169 Ve t t e e Va l l i Gourmet e Relais Maso Franch: nell’incanto di vigneti terrazzati una cucina stellata incontra la storia D ai suoi 356 metri sul livello del mare, Maso Franch domina la valle dell’Adige e l’abitato di Lavis. Il Maso venne costruito a cavallo tra i secoli XVIII e XIX da Pietro Franch fu Alessandro proveniente da Verla di Giovo, nato il 25 agosto del 1771 e scomparso nel maggio del 1864. Pietro Franch (la cui memoria di benemerito cittadino viene ricordata con una lapide presso la chiesa di Verla) si trasferì a Pian di Castello dopo aver fatto dono alla comunità di Giovo della propria abitazione, destinata poi a trasformarsi in ricovero per anziani. All’epoca dell’insurrezione tirolese del 1809, fu capitano della compagnia dei bersaglieri tirolesi che combatterono a Isel, presso Innsbruck. Dopo l’armistizio, Franch fu fatto prigioniero e avviato per la fucilazione a Mantova, dove però un sacerdote riuscì a salvarlo. Nell’Ottocento, alla costruzione originaria di Maso Franch, si aggiunse un altro manufatto rurale che sorse più a valle della prima costruzione e che aveva la funzione di ospitare le abitazioni dei Tr e n t i n e mezzadri, impegnati a loro volta nella coltivazione della vite e nella produzione di vini locali. Per circa due secoli i poderi e le costruzioni di Pian di Castello vennero amministrati dalle famiglie SetteCristellotti che le utilizzarono anche come residenza estiva occupando un piano dell’edificio, mentre un altro era comunque riservato ad altri mezzadri. Il Maso potè, dunque, garantire il sostentamento di diverse famiglie contadine che si alternarono alla guida dell’azienda agricola. Con il venir meno della mezzadria però, vennero meno anche quelle condizioni che avevano consentito all’azienda di poter contare sul valido apporto delle famiglie contadine. Il progetto della Cantina La Vis e Valle di Cembra, che nel 2000 ha acquistato Maso Franch, ha previsto il recupero del vigneto, di creare un modello di sviluppo del turismo rurale inserito nell’ambiente trentino e quindi di trasformare l’attuale struttura in un vero e proprio biglietto da visita dell’accoglienza e della viticoltura di Lavis e della Valle di Cembra. Aperto a fine settembre 2006, il Gourmet e Relais Maso Franch coniuga il calore della semplicità e delle tradizioni locali con il gusto di una minuziosa accoglienza, per offrire agli ospiti provenienti da tutto il mondo la più autentica immagine dell’ospitalità e della tecnica viticola delle Colline Avisiane e della Valle di Cembra. La struttura offre luminose e confortevoli suites, un piccolo centro wellness, un lounge bar e un ristorante di alto livello capitanato dallo chef Markus Baumgartner, la cui famiglia gestisce l’intera struttura. “La mia cucina – spiega lo chef - è molto adeguata al territorio, raffinata e creativa. Aggiungerei anche che è disciplina, grande ricerca di materia prima e un mestiere che vivo veramente in pieno, con tutto me stesso”. 169 146_189_Cembra 20-11-2008 12:35 Pagina 170 Ville Va l l i Ristorante Ca’ dei Boci: indubbiamente è qui “la festa” M ontagnaga è un piccolo centro dell’Altopiano di Pinè, zona pittoresca a una ventina di chilometri da Trento, caratterizzata da boschi rigogliosi e laghi montani, stupendi d’estate e regni dei pattinatori d’inverno. È qui che si trova il ristorante Cà dei Boci, che appartiene al club di prodotto “Osteria tipica trentina”. Ristorante tipico ristrutturato di recente mantenendo le caratteristiche atmosfere di montagna, è aperto tutto l’anno e può coprire fino a duecento coperti, offrendo anche un’ampia e accogliente sala per banchetti e ricorrenze, oltre a un fornito bar. Periodicamente, vengono organizzate cene a tema con abbinamenti dei migliori vini trentini, ma il ristorante partecipa anche ad alcune rassegne enogastronomiche, come quella dedicata al Müller Thurgau dell’Arco Alpino, punto di riferimento eccellente per gli estimatori di tutta Europa di questo ottimo vino bianco; è sede dell’associazione “Confraternita di Bacco” ed accanto al ristorante sorge l’Hotel Posta, ambedue di proprietà della famiglia Leonardelli, che vanta un record non da tutti: da oltre un secolo, infatti, fin dal 1899, gestisce e cura il Cà dei Boci, ora in mano ad Achille, coadiuvato dai fratelli Adrio e Leonardo, che proseguono con 170 Vini passione e tenacia la tradizione famigliare ricevuta dal padre Giovanni, insignito di recente della prestigiosa “Stella dell’Albergatore”. Molto piacevole l’impatto del locale, lo stile è quello tipico trentino-tirolese ed è curata anche la parte del tovagliato. I piatti possono essere tipici o elaborati, ma in entrambi i casi si può essere certi della professionalità e della creatività dello chef patron Achille Leonardelli, oltretutto simpatico intrattenitore, che porta in tavola prelibatezze frutto del legame con il territorio, dell’attenta ricerca della materia prima più genuina e della stagionalità. Suggestiva la cantina con una lista vini davvero importante. Da non perdere le tagliatelle caserecce. 146_189_Cembra 20-11-2008 12:37 Pagina 171 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Ristorante Due Camini: la seduzione della semplicità U n vero e proprio chalet di montagna, inserito con armonia nel ridente paesaggio di Baselga grazie all’utilizzo di materiali naturali locali, dal cui nome – Due Camini - si può intuire quale sia la caratteristica del locale: sono proprio due imponenti caminetti che regalano a chi varca la soglia di questo suggestivo ristorantino un colpo d´occhio non comune e un calo- re che avvolge l´ospite e lo predispone alle genuine e gustose idee gastronomiche che la cucina offre. Da oltre trent´anni, sono Franca Merz e Lucia Balbo a portare avanti la gestione di questo accogliente chalet. Alla professionalità di Franca, titolare del ristorante Due camini e sommelier, si deve inoltre la raffinata selezione dei vini, che cura personalmente. Della sua cucina, spiccano per bontà il capriolo cremolato con polenta e la torta con le mele caramellate, oltre ai classici, ma sempre gustosi, tagliolini ai funghi e strangolapreti. E se d’estate sono i frutti di bosco il prodotto migliore che regala Madre Natura, d’autunno ci sono i rinomati funghi, porcini in particolare, che crescono spontaneamente nei boschi circostanti. Nel 1983, al ristorante sono state aggiunte una decina di camere: dotate di tutti i comfort, assicurano tranquillità e relax a non più di venti ospiti, che possono così godere appieno della simpatia, della riservatezza e delle attenzioni del locale. 171 146_189_Cembra 20-11-2008 12:42 Pagina 172 Strada del vino e dei sapori: dalla Valsugana al Lagorai STORIA E TRADIZIONE, PRIMA DI PERDERSI NELLA NATURA C uriosare in un ambiente alpino di particolare bellezza può a volte riservare anche delle grandi sorprese. E’ quello che accade in Valsugana, la valle che si estende da Trento verso Padova e la pianura veneta, dove due splendidi specchi d’acqua non possono fare a meno di deliziare lo guardo dell’ospite, il Lago di Caldonazzo e quello di Levico sono tra i laghi più caldi del Sudeuropae pertanto sono ideali per balneazione. Le innumerevoli spiagge sembrano invitare ad una vacanza di relax, circondati dalle montagne, dai boschi e da ridenti borghi che qua e là punteggiano allegramente il paesaggio. Il lago di Caldonazzo, il più grande specchio d’acqua del Trentino (se non si conta il Lago di Garda, che si estende anche nel bresciano e nel veronese), anche grazie alle ideali condizioni climatiche, si presta ottimamente alla pratica sportiva del windsurf o della barca a vela. A Calceranica al Lago si possono visitare la chiesa da S. Ermete, la più antica dell’intera provincia trentina, e il Museo delle Miniere, preziosa testimonianza dell’attività mineraria che tanta importanza ebbe in queste zone. A Caldonazzo, terra vocata alla coltivazione della mela, letteralmente circondata dagli splendidi alberi da frutto che a primavera si vestono a festa con i tipici fiori bianchi, da non perdere è la Magnifica corte Trapp, testimonianza del periodo medievale più volte all’anno sede di mercatini di specialità e prodotti tipici, come la Mortandela di Caldonazzo, da non confondere con quella della Val di Non. Per i più romantici che amano la solitudine e la meditazione, il luogo ideale è il colle di Tenna, il 172 promontorio che divide i due laghi e da cui si gode di una vista mozzafiato. Raggiunta la cima, oltre al Forte austriaco di belliche memorie, si arriva alla chiesetta di San Valentino, protettore degli innamorati. Si fa un salto nell’Ottocento, all’epoca della Bella Epoque, a Levico Terme, dove la nobiltà austriaca amava soggiornare per lunghi periodi.Il gioiello del paese è sicuramente il Parco asburgico, ricco di specie botaniche, anche esotiche, di viali colorati e alberghi in stile liberty. È il castello a Pergine Valsugana l’elemento di maggiore fascino, oggi hotel e ristorante che merita una visita. Di qui si procede verso l’Altipiano di Pinè, con i suoi laghi ed i prati, ma soprattutto verso la misteriosa e folcloristica Valle dei Mocheni, che ancora oggi ha conservato intatte la una sua identità e la sua natura: l paesaggio, gli usi e costumi, lo stesso idioma parlato dagli abitanti è costituito da una sorta di antico tedesco frammisto ad elementi del dialetto trentino. Una minoranza linguistica oggi tutelata dall’Istituto Culturale Mocheno Cimbro che ha sede a Palù del Fersina. Un angolo di mondo dove il tempo sembra essersi fermato, tra mulini ad acqua, case coloniche, antiche miniere. A S.Orsola Terme, capitale delle fragole e dei piccoli frutti, si può fare una corroborante scorpacciata di ribes nero e rosso, uva spina, mirtilli e lamponi, la cui produzione abbonda in questa zona. Ma l’appuntamento con la natura più incontaminata, dove veramente la mano dell’uomo sembra non essere ancora arrivata, è sulla millenaria catena del Lagorai. Prati che ornano dolci pendii, indescrivibili scenari, vette silenziose e laghetti alpini parlano il linguaggio di una natura originaria in cui è ancora possibile nutrire l’anima, lontano dalla confusione della vita di tutti i giorni. Tutto ciò a pochi chilometri dalla statale della Valsugana, dopo aver percorso quasi per intero la valle con i suoi paesi caratteristici e le testimonianze storiche di Castel Telvana, Castel Ivano e della suggestiva Cattedrale Vegetale. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:45 Pagina 173 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Prodotti locali FRAGOLE, CILIEGIE E PICCOLI FRUTTI F ragole, fragoline, lamponi, more, mirtilli e ribes da sempre crescono spontaneamente nelle nostre terre di montagna. Prima che si affermasse la loro coltivazione organizzata, nel secondo dopoguerra, i frutti del sottobosco per secoli hanno costituito una preziosa risorsa alimentare (sono infatti ricchi di vitamina B e C) e un importante sostegno all’economia delle famiglie contadine che abitavano in altura. Soprattutto le donne in passato si sono dedicate alla loro raccolta per tentare di risollevare i bilanci familiari. Le fragole trentine vengono coltivate principalmente nella zona della Valle dei Mocheni, in Valsugana e sull’Altopiano di Pinè dai cinquecento agli oltre milleduecento metri di quota, arrivando a maturazione quando quelle di pianura hanno già esaurito il proprio ciclo. Nelle stesse aree crescono le ricercate fragoline selvatiche, il più caratteristico dei frutti di bosco, tanto fragili e delicate, quanto forti in aroma e profumo. Fino ai 1500 metri di altitudine cresce per tutta l’estate una particolare varietà di lamponi, dal colore rosso intenso e dalla forma leggermente allungata, ricchi di vitamina C e chiamati “ampòmole”. A questa stessa famiglia appartengono anche le more, dall’inconfondibile colore nero brillante e dall’elevata succosità, a cui sono riconosciute proprità astringenti. Noti per l’azine protettiva sulla pelle e sugli occhi sono invece i mirtilli neri e rossi, che maturano oltre i mille metri di quota, soprattutto nell’alta Valle dei Mocheni e sulle pendici del Lagorai. Proprietà diuretiche e depuranti vanta il ribes, un frutto a grappolo le cui bacche vantano un aroma diverso a seconda della colorazione: rossa, nera o bianca. La ciliegia è un frutto che può vantare una buona quantità di fibre e di vitamina C. In Italia se ne conoscono diverse specie, coltivabili fino ai mille metri di quota in zone riparate dai venti primaverili. In Trentino, in particolare sui terreni della Valsugana, quello tradizionale è il ciliegio dolce tardivo, che permette la raccolta dei frutti da giugno fino all’inizio di agosto. U n’incredibile esplosione di colori, profumi, sapori e forme: quelle dei piccoli frutti, delle more, dei lamponi, delle fragole, delle fragoline di bosco, dei mirtilli, del ribes bianco e rosso, che nell’area tra Valle di Cembra, Valsugana e Altopiano di Pinè trovano il loro habitat naturale grazie alla presenza di terreni porfirici dalla spiccata acidità e capacità drenante, alle acque montane morbide e con un clima favorevole. 173 146_189_Cembra 20-11-2008 12:47 Pagina 174 Ville Va l l i Castel Pergine: storia e cultura, tradizioni e spettacolo A pre da primavera ad autunno inoltrato il ristorante ospitato da questo bellissimo maniero che domina l’imbocco della Valsugana. Castel Pergine è una fortificazione che si erge sul colle di Tegazzo, una collinetta a est della cittadina di Pergine Valsugana, sede presunta di un castelliere romano in età antica. Il castello è di origine medievale e la sua posizione risulta particolarmente strategica, sia per l’ampio domino di terre che va dall’alta Valsugana, ai monti Celva e Calisio, alla vallata del Fersina e parte della Val dei Mocheni, sia per la posizione di collegamento tra Veneto e Trentino. Nonostante sia stato edificato in pieno periodo Rinascimento, è un tipico esempio di architettura militare gotico. Dotato di una poderosa cinta muraria, il castello fu a lungo proprietà dei duchi d’Austria e successivamente dell’imperatore Massimiliano I. Oggi proprietà della famiglia Oss-Emer, il castello funge da albergo, ristorante e museo gestiti da Verena Neff e Theo Schneider. Le camere, collocate nell’area clesiana, sono di un lusso sobrio, ma tutte caratterizzate dall’atmosfera dell’antico castello. Per le colazioni è stata riservata la Sala del Trono, mentre la Sala Nera rinascimentale è l’ideale per una cena a lume di candela. Il ristorante propone piatti regionali suggeriti dai prodotti di stagione: la ciliegia, la castagna, la mela, sono spesso alla base delle delizie presentate con fantasia da Paolo Betti con la sua squadra; mentre in sala un team di camerieri professionisti curano gli ospiti. Il suggestivo giardino che circonda tutti gli ambienti del castello invita gli ospiti al relax, alla lettura ed a ritrovare se stessi. Le cinque sale al secondo piano (Sala del Balconcino, Sala del Vescovo, Sala della Stufa Verde, Sala del Principe e Sala della Dama Bianca) ospitano una mostra sulla produzione dei piccoli frutti della valle, una mostra fotografica sulle bellezze della Valsugana e una mostra con piantine e documenti sul Castello di Pergine. <#> Vini 146_189_Cembra 20-11-2008 12:48 Pagina 175 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Rifugio Crucolo: cucina di tradizione e produzioni gastronomiche da primati A metà fra rifugio e ristorante, il Crucolo deve il suo nome al particolare luogo dove sorge, vale a dire sul cocuzzolo della montagna di Scurelle, in Valsugana. Costruito agli inizi dell’800 da un antenato della famiglia Purin, il rifugio è sempre stato luogo d’incontro e di sosta per i viandanti, i pastori, i “caradori” (carrettieri) e i "boscèri" (boscaioli) diretti in Val Campelle: in questo caratteristico locale potevano trovare sul focolare la polenta fumante e un buon bicchiere di vino, ma anche fermarsi a fare quattro chiacchiere in compagnia e magari una partita a carte o a bocce. Il Rifugio Crucolo, magistralmente gestito da decenni da Giordano Purin è diventato sinonimo di ottima cucina trentina, luogo ideale per pranzi e cene in allegria grazie anche al Parampampoli, un liquore alcolico con ricetta segreta (pare composto da caffè, grappa, zucchero, vino ed altro ancora), che si serve, come in un rito, alla fiamma in caratteristiche tazzine. Oggi l'azienda si è allargata con un albergo a Scurelle (Hotel Spera) e uno stabilimento in cui si produce il Parampampoli, ma anche salumi, formaggi e grappe. Tipicità, tradizione e cultura dell’accoglienza sono i segreti di una formula che ha fatto del Rifugio Crucolo un’istituzione della convivialità per la Valsugana e per il Trentino. Sfogliando il menu, si trovano le tradizioni e la semplicità della montagna. Da non perdere il ritrovo nelle cantine sotterranee, una specie di santuario dei salumi e dei formaggi: migliaia di salami, alcuni di lunghezza record, sono appesi ai soffitti a perdita d'occhio, mentre le pareti sono tappezzate da forme di formaggio. Il Crucolo, infatti, è anche un marchio di prelibati salumi e formaggi: imperdibili la luganega e lo speck, ma anche il formaggio, risultato di una sapiente lavorazione di latte di altissima qualità prodotto seguendo i metodi antichi. Un grande prodotto caseario unico nel suo genere che è anche entrato nel Guinnes dei Primati: una forma di cinque quintali gli è valsa il titolo di “formaggio più grande del mondo”. 175 146_189_Cembra 18-11-2008 16:47 Pagina 176 Ville Va l l i Vini Salumi Fontanari-Pintarelli: Agnese, la “Signora” della lucanica R ealizzata con fantasia e prodotta in decine di sapori e profumi diversi, la lucanica di Agnese non contiene solo carni di prima scelta ed aromi o ingredienti naturali che ne arricchiscono gusto e varietà, ma ha in se un più profondo significato: è strettamente legata alla esplosiva e simpatica personalità della produttrice che ne trasmette “l’anima e il corpo” delle più radicate tradizioni gastronomiche del territorio. Una fetta di terra che nulla ha da invidiare a qualsiasi valle dell’Eden, S.Orsola Terme della Valle dei Mocheni, un pianeta a se nel panorama delle valli trentine, incastonato tra filari di montagne circondate da laghi, laghetti, torrenti, cascate, mulini ad acqua, antiche miniere, mantelli di colori struggenti al cambiar di stagione, antichi tradizionali usi e costumi folcloristici… sembra proprio che qui il tempo si sia fermato. Nell’intera valle si parla ancora l’antica lingua dei primi coloni, misteriose genti provenienti da nord, di origine senz’altro teutonica, un linguaggio misto di tedesco e dialetto trentino, un’usanza che la dice lunga sull’orgoglio dell’identità di minoranza campata dai Mocheni. S. Orsola Terme, capoluogo di valle, ma anche di piccoli frutti, fragole, lamponi, uva spina, ribes, ciliegie, more, e i mirtilli neri e rossi dalle riconosciute proprietà protettive per pelle ed occhi. E grazie ad Agnese S.Orsola è anche capitale di salumi,un’azienda nata oltre cinquant’anni fa, che lavora le carni ancora senza 176 macchinari moderni, operando con le procedure più antiche, a mano, con materie prime sane e fresche, aromi e spezie solo naturali, ottenendo prodotti di qualità superiore nell’ambito di un artigianato che ha radici nelle antiche tradizioni e nella lunga esperienza. La varietà di tipi delle lucaniche mochene firmate Agnese Pintarelli è quantomeno intrigante, le sue specialità sono strettamente legate ai caratteristici piccoli frutti locali ed è una esperienza nuova degustarne qualche fettina al sapore di mirtilli, o noci, cipolla, pinoli, pistacchi, tartufi, oppure alla carne di cervo… La produzione dell’azienda varia dallo speck, che è una dolce delizia, al lardo alle erbe, dai salami alla mortandela mochena, dalla pancetta affumicata alla sopressa e poi carni finissime di cavallo manzo e cervo affumicate. Agnese è là, vive nel paradiso terrestre attorniata dalle sue produzioni classiche e di fantasia e quando è costretta ad allontanarsi per promuovere i prodotti dell’azienda, in cuor suo diventa triste, perché ogni momento trascorso lontano dalle splendide realtà naturalistiche, umane e sociali di S.Orsola, le fa sentire più forte, più struggente, l’appartenenza ad un territorio unico al mondo. 146_189_Cembra 20-11-2008 12:50 Pagina 177 Significativa immagine in ricordo di tempi lontani 146_189_Cembra 20-11-2008 Laghi di Levico e Caldonazzo 178 12:50 Pagina 178 146_189_Cembra 20-11-2008 12:51 Pagina 179 179 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 180 Ville Va l l i THE WINE CADELAGHET ACADEMY The Academy is in the Municipality of Civezzano on a hill (469 m. a.s.l.), it was founded in 1990 from the project of Renato and Luciana Fronza just to offer a scrupulous selection of typical Trentine wines to the ones who think of wine as a joy in life. The Cellar, characterized by old doorways and steep red stone stairways has been renovated and now it’s the ideal environment for this ancjent drink: wine. The vineyards, because of their low yield, give wines of very good structure and long duration. The limited number of produced bottles underlines the craftsmanlike character of the production. In addition to the wines the farm produces blueberries, raspberries, strawberries, together with apples and grapes typical of the Trentine Region. The Academy offers wines such as: Chardonnay, Nosiola, Pinot Grigio, Marzemino, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Merlot, and Enantio Terra dei Forti Valdadige all of them of guaranteed quality. Together with these special wines visitors can find even Trentine Spumnte (sparkling wines), all of guaranteed quality, Academia and Millennium both mellowed and improved on ferments for 36 and 48 months. A grotto in the porphyritic stone, used as a refuge during the world wars, gives them long time hospitality at a uniform temperatureand in darkness. Wine producers use to store wines in such a wood fit to mellow the above mentioned wines, mainly the red ones and from the wooden barrels into bottles where wines can stay much longer. This Philosophy “ let time do “, what you could make in a very shorter time with technology, is the guiding line of this Academy. The company offers, moreover, products from all the regions of Italy together with the wines in festivities gift wrapping. BARONE A PRATO, THE FORERUNNER OF PINOT NERO Up here time seems to have stopped. Everything has the fascination of slow pace. It is like going back in time. Back to the Italian journey of Albrecht Dürer, the renowned German artist, who travelled to Valle di Cembra in 1945, depicting a manor house that dominated the valley. His journey from Nuremberg to Venice took nearly a year to complete, months of exploration and detailed recording. The artist either loved or repudiated. He chose his subjects in a spontaneous manner, following only his instinct and personal sensorial experience. He grasped moments of pleasure, stopping them in time, and transmitting the meaning of the journey itself. He is in fact considered as the founder of modern landscape painting. Autonomous and independent, well-educated and gourmand, he suggested new itineraries to be discovered and enjoyed in their territorial identity. The Baron a Prato family is trying to preserve such identity, producing wines from its noble traditions. Giovanni Napoleone a Prato, was the first to introduce the cultivation of Pinot Nero in Trentino, after exhaustive studies in Dresden, Vienna and Klosterneuburg and experience in wineries in France, Spain, Sicily, including Tunisia. All of this can be found in the enchanting winery in Piazzo, near the remains of the ancient manor house painted by Dürer. Where sipping wine is like going back in time. Sipping history as well as excellent glasses of wine. Chardonnay, Cabernet and especially Pinot Nero. And in so doing, honouring the first mentor of this grape variety. PILZER DISTILLERY: THE ALEMBIC SCIENCE Vineyards of humble Schiava grapes have been the most widely cultivated in the Valle di Cembra. Grapes used for the production of a simple, immediate and satisfying wine. Bruno Pilzer was born in Faver, where Schiava grapes 180 Vini equals grappa. With the help of his brother Ivano, he is one of the most outstanding representative of the so-called “alembic’s nouvelle vague”. Not only in Trentino. First of all he is one of the most influential expert in his field, a born experimenter, very scrupulous and careful, in love with his job and valley: Valle di Cembra. The homeland of grape pomace distillation. The verb ‘Lambicar’ has a double meaning: “working hard” but also “using the alembic” in order to obtain delicious alcoholic nectars. His distillery is a family-run business, deeply rooted in the local traditions, but equally committed to pursue technological innovation, in order to produce excellent, genuine Trentino grappa. Bruno Pilzer and his grappa varieties have been awarded many prizes and recognitions. The beautiful taste of all his grappa is mainly obtained through the excellent quality of raw materials (extremely fresh pomace, still soaked with wine) and the expertise and skills of Bruno Pilzer. His grappa are delicate, smooth, full-bodied, elegant and at the same time light and powerful, immediate with a persistent finish of ripe, fragrant, tasty grapes. Unforgettable. MOLINO DEI LESSI: A SHORT BUT EXCELLENT WINE LIST Each valley has its own particular vine variety and every community boasts different wines. Vine, wines and places. Always characterised by a desire for joyful collective alcoholic relief. Harvest selection was already known to the Etruscan people and it affected the evolution of valleys and landscape. Zones, villages or tiny districts, all of them proud to offer peculiar wines. Emma Clauser does not like to change the rhythm of nature. On the contrary, she is an environmentalist and runs her business according to the strict principles of organic agriculture. No chemicals, no cultivation or vinification techniques that may compromise grapes’ or wines’ intrinsic balance. But nothing is left to chance. An enologist with agronomy skills, Emma Clauser remains humble and does not show off her many awards and recognitions. She produces little but good wine. A red and a white wine with strong character. In their image too. Simple, genuine, sincere. POJER AND SANDRI: WHEN PERFECTION BECOMES ENJOYMENT Essential like “Essenzia” or vivacious like their Spumante? Firm and distinctive like “Faye” or never tamed like “Müller Thurgau”? There is no easy answer to such a question: the wines by Mario Pojer and Fiorentino Sandri continue to amaze. They have dominated the enologic scene in Trentino for over 30 years. Challenge is their motto. They were the first to bet on Müller Thurgau, on ‘rose’ vinification of Schiava grape, on ‘late harvest’, on new winemaking practice. Enologic technique and agricultural knowledge for remarkable and prestigious wines. Since the last harvest Maso Besler vineyards in Valle di Cembra also started production of new esteemed wines. Variegated and unmistakable. It is impossible to summarize the pleasure of tasting their wines or describe their commitment in finding new agronomic challenges: altitude vineyards in Grumes, near the Valle di Fiemme – also used for the production of special vinegar – wine, fruits and the enhancement of their prestigious distillery. Among their best wines: Spumante, Essenzia and Faye, Besler Biank, Müller Thurgau, Sauvignon, Traminer and the acidulous and captivating rosé “Vin dei Molini” – from Rotberger grapes. And again Chardonnay, Pinot Nero, Nosiola and other grapes, both red and white. The Spumante with its rhythmic perlage is extremely vivacious, persuasive and mellow, refined and versatile. The “Essenzia” is thick, fragrant, sweet and acidulous, essential and variegated. And the red “Faye”, beautiful in colour and fascinating in its gustatory and olfactive delights. 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 181 Ve t t e e Va l l i AZIENDA VITIVINICOLA SANDRI: WHERE BEAUTY MEETS BRAIN AND ABILITY Faedo and its vine-dressers. In this village on the hills between Val d’Adige and Val di Cembra, the street sign have been replaced by old presses with stylized bottles to show the way to the village’s small and prestigious wineries. Arcangelo Sandri own two hectares of vineyards which are looked after by his daughters, Nadia and Sonia, both enologists and with a Degree in Agricultural Sciences. In a short period of time they have remarkably influenced the style of the family wines, by focusing on protecting territorial identity. Different varieties and different wines. “Canopi”, pure like Chardonnay, bright golden colour, with nice greenish reflections, variegated nose, with scents of hazelnuts and oriental fruits, mellow, robust, juicy with fresh aromas of apples, gently astringent with a full-bodied sapid finish. One of the best Trentino Chardonnay. Their Capor, from Lagrein, is a real champion. A magnificent deep red, inviting, aromatic to the nose and fruity in the mouth. It will probably reach perfect minerality in a few years’ resting time, but it can already be regarded as the best Lagrein in Trentino. VILLA CORNIOLE: WHERE CREATING WINE IS THE FAMILY HOBBY The red gold of Val di Cembra is igneous rock. The borthers Pellegrini’s winery is entirely excavated in igneous rock with a singular wall where the mineral becomes like a theatre setting. The Pellegrini are a family of entrepreneurs in the construction sector and they are passionate about wine making. They are now mastering the vinification art, particularly as far as Teroldego grapes are concerned. Walter Webber is chief enologist with a great respect for Trentino traditions. He has created typically local white and red wines. The ‘7 Pergole’ Teroldego is immediate, with fresh notes of red fruits and scents of leather and tobacco. Robust and versatile, elegant and refined is also the “Gregiòti”, from cabernet sauvignon grapes. Müller Thurgau and Chardonnay along with the ‘Lukin’ reserve from Chardonnay grapes are also worth a mention. Pleasant and immediate the Lagrein. Tr e n t i n e its roots and he represents it in sculpted skilful images. The raw matter has no secrets for his hands, he knows how to carve, to mould, to model and to cast, to create with snow and ice, with marble and bronze, but it’s with wood that the artist can reach the best expressions of his talent. He goes from religious sculptures to contemporary art pieces, from real figures to surreal ones, like his hand print which seems to pass through the wooden matter to melt and then expand beyond it. An artist of great talent, culture and experience, good teacher in courses of sculpting in the Trentine Region, he’s on the same wavelength as visible and invisible realities of his territory, of which he is a prophet, from which he picks up roots and soul with magic intuitions. PAOLO COLOMBINI: IGNEOUS ROCK AS THE ARTIST’S “ALIVE FLESH” Born in Trent in 1950, Paolo Colombini is a singular artist on the artistic Trentino scene. His vocation mainly originates from a natural sensibility towards nature and its extraordinary manifestations. Igneous rock is the main material he uses for his works of art and it carries with it a strong connection to nature and powerful expressive ability. He creates pieces of furniture and urban design elements starting form the natural shape of igneous rock. His peculiarity is that he leaves the rock free to express itself without transforming its natural shape. He is an interpreter of the rock, more than a sculptor. The great respect he shows for the forms of nature is a key element in the interpretation of his works. “Presenze” and “Fiori di fiume” are displayed in national museums: monolith objects of great visual impact. His work “IL FARO”, (the lighthouse) was commissioned by the Carabinieri army to commemorate the soldiers who lost their lives in Nassirya and in December 2006 he terminated his “OPERA CICLICA” for the province of Trent, a massive monument that can be seen from the A22 motorway near Rovereto, Km 161. His art is also renowned in Usa and Europe. ZANOTELLI: THE STRENGTH OF WINE LIES IN ITS ROOTS Wine is synonymous for territorial culture as it is a product suited to its land of origin. Recovering and reinforcing the relationship with the land means preserving the memory of a community. Tradition should be defended and interpreted not as a “static principle”. The Zanotelli family represents a good example of vinification experience, environmental care and politeness. All essential elements for the production of peculiar wines. Thousands of bottles are produced in their winery in the heart of the village which is open to the public. Their wines are immediate and genuine. Among their best creations are Pinot nero, Mueller Thurgau, Chardonnay and Pinot grigio. HIGH QUALITY TRENTINO, THE MULLER THURGAU DOC WINE Muller Thurgau is a young vine which was created in 1882 thanks to the efforts and the passion of Hermann Muller, a scientist from the Swiss Canton Thurgau, who dedicated his whole life to this new grape breed. The production of this grape has a very interesting history: at the beginning it raised some suspicion in the scientific community and it was used mainly in the production of wine together with other varieties, but from the 1970s it was first used alone. This originated an excellent wine, aromatic and fruity, and the soil of Valle di Cembra proved to be the ideal environment for these grapes. EGIDIO PETRI: A MASTER IN THE CARVING ART, A FULL-SCALE ARTIST. SEGONZANO: a fascinating medieval landscape in the green, you can notice it from far away, as soon as you turn into the valley, from Cembra, and you are attracted by the ruins of the millenary castle, by those strange pinnacles, odd, certainly to visit, to take pictures of, to touch, those pyramids towering over the fir-woods, funny with their “flat hats” on the tops. Egidio Petri is an artist representing in an uncommon way the magic landscape of the ancient Cembro village, he is an integral and integrated part of it, its tradition and its culture. Egidio can pick up its historical substratum, ZANOTELLI: PASSION AND COMPETENCE The history and passion of the Zanotelly family for livestock farming, butchering, trade and production of typical local products dates back to 1949 thanks to the initiative of Carlo, who is married to Pia, and has two sons Giuseppe and Silvano, whose respective wives and children also work in the family business. Carlo used to be a “sensar”, i.e. he used to sell and buy livestock, so he is an expert in that field. The animals at the Zanotelli farm spend most of their time in the open air even in winter, so that they can breathe fresh air and enjoy the season changes. The ”limousine” cross breed cattle has a thicker and longer fur 181 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 182 Ville Va l l i in winter time and adapts very easily to the cold season. Among the best products from this farm are smoked bacon, salted and smoked meat as well as the famous luganega sausages of Val di Cembra. AGRITUR EL VOLT: A PLUNGE INTO THE SOBRIETY OF RURAL WORLD In an old 16th-century rural house in the heart of Palù di Giovo, mamma Maria has carried on for 30 years the old Trentino traditions preparing typical mountain dishes using only the most genuine products. In 1977, after attending a meeting during which new agritourism opportunities where explained to Trentino farmers, Mrs. Maria decided to take a chance on this project and involved the whole family. The result is a cult destination for food lovers searching for genuine food, whose enchanting pictures can be found in magazines all over the world. Marcello, her son, welcomes guests in a beautiful cellar built in the rock, with a good glass of Nosiola produced in their farm. The cuisine is typical of the Valle di Cembra and ranges from the excellent potatoes tortel, tasty luganega sausages, salted meat to typical cheese (such has Casole and Puzzone of Moena or Vezzena) served with rhubarb jam pickled green tomatoes. The ambience itself is worth a visit: a picturesque porch, with doors to the old stables and cellars, leads to the restaurant. The first floor boasts a kitchen and bedroom with authentic rural furnishing. The house is surrounded by a allotments and a big igneous rock garden, with views of Valle di Cembra and vineyards. A return to the past and genuine hospitality. “LOCANDA DEL PASSATORE”: PLEASANT FUSION WITHIN TRADITIONS OF TRENTO AND ROMAGNA You have to look for it, you can’t find it so easily, you have to thrust yourself forward in the lanes of Faver, take the wrong way, go back and then, at last, here it is: the farmhouse, with its well-kept gardens, with a hilltop opening on an enchanting valley! Restaurants here are dressed of that elegance, delicate and refined, typical of the Trentine attracting noble Houses. This elegance is to let guests feel at home, and to serve foods transmitting messages of knowledge and flavours of Emilia and Romagna, with a clear and strong mark of Trentine culture. An original cooking the GIANNI BACCI’ s one, with cultural roots in Romagna, loving mountains and its product, dishes from the Trentine tradition reinvented with fantasy, worked out with genuine skill and love. It’s a daily use to invent and offer recipes carried out with quality staples, in a cuisine really innovatory, always evolving in season, looked after by Gianni and served by MARIA & GIOVANNA who treat guests as they were longtime friends. Climbing to FEVER is worth as, after the restaurant “ Locanda del Passatore”, every one goes back home gratified Giann’s cooking skill and by the familiar welcome and the never ending flow of natural beauties Val di Cembra offers with splendid generosity. LOCANDA DELLO SCALCO: A PERFECT CULINARY BLEND OF TRENTINO NOBILITY AND TUSCAN GENUINENESS Locanda dello Scalco restaurant is situated in the former mountain farm-house of Segonzano castle. The building dates back to 1681 and was used as a farm house until 1960, while in the last 20 years it has been used as a retreat by a group of friars. When the friars left the building, Cristoforo a Prato and his wife Francesca decided to make their dream come true: turn it into a little charm hotel with all the comforts of modern life, but without forgetting the 182 Vini fascination typical of the past. The restaurant is divided into two rooms: one for the hotel guests and the other one for the post house “Lo Scalco”, totally separate from the hotel. In the garden snacks with cured meat, cheese, bruschettas, finger food, are served accompanied by excellent regional and national wines. Cristoforo is from Trentino while his wife Francesca is from Tuscany (from Radda in Chianti near Siena): a mix between different lands and cultures that reflects in a peculiar combination of their respective culinary traditions and typical dishes. The cuisine offers the best selection of dishes from Trentino and Tuscany such as ribollita (a Tuscan soup), tagliata meat, Tbone steak, canederli, smacafàm (buckwheat cakes served with sausages and cheese), potatoes tortel. RISTORANTE MASO FRANCH: WHERE HISTORY MIXES WITH OUTSTANDING DELICACIES 356 metres on sea level, Maso Franch domintes the Adige valley and the village of Lavis. This mountain farm-house was built between 18th and 19th century by Pietro Franch from Verla di Giovo, who was born on 25 August 1771 and died in May 1864. Pietro Franch moved to Pian di Castello after donating his house to the Giovo people, which later became an elderly hospice. In 1809 during the Tyrol insurrection he was captain of the Tyrol infantry regiment. After the armistice he was caught prisoner and sent to Mantova to be executed, but he was rescued by a priest. In the 19th century one more rural building was built and share farmers were involved in the cultivation of vines and production of local wines. For about two centuries the Pian di Castello area was administered by two families: Sette and Cristellotti. The project by Cantina La Vis and Valle di Cembra, which bought Maso Franch in 2000, involved vineyard recovery and development of a rural tourism model. Opened at the end of September 2006, the Gourmet and Relais Maso Franch combines warmth of simplicity and local tradition with the taste for scrupulous hospitality. Bright and comfortable suites, a small wellness centre, a lounge bar and a first-class restaurant directed by the chef Markus Baumgartner, whose family runs the entire complex. “My cuisine - explains the chef- is suited to the territory, refined and creative. It is all about discipline, thorough research of raw materials and a job that I live to its fullest, whit my whole self”. RISTORANTE CA’ DEI BOCI: THE PARTY IS UNDOUBTEDLY HERE Montagnaga is a little village in the Pinè plateau, a picturesque area rich in woods and mountain lakes, situated 20 km far from Trent. Cà dei Boci restaurant, member of the “Osteria tipica trentina” (typical trentino osteria) club. Typical restaurant recently renovated yet keeping a traditional mountain ambience, is open all year round and has up to 200 seats, including a banqueting and conference room. Theme dinners are also regularly planned and great attention is given to the perfect match with Trentino wines. The restaurant also participates in enogastronomic events, such as the one dedicated to Müller Thurgau, an important international event for white wine lovers. The Leonardelli family, who has managed the Cà dei Boci restaurant since 1899, also owns the nearby Hotel Posta. Achille runs the business with the help of his brothers Adrio and Leonardo, who passionately and tenaciously continue the family’s tradition passed onto them by their father Giovanni, awarded the prestigious “Stella dell’Albergatore” (Hospitality Star). The environment is very charming, typical of Trentino and Tyrol. The dishes can be either traditional or more elaborated, but in both cases executed with the expertise and creativity of the chef Achille Leonardelli, also a funny 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 183 Ve t t e e Va l l i entertainer, who serves delicacies prepared with excellent and genuine raw materials according to the season. The charming cellar boasts a wide selection of wines. Not to be missed: home-made tagliatelle. RISTORANTE DUE CAMINI: THE SEDUCTION OF SIMPLICITY An authentic mountain chalet, harmoniously set in the pleasant landscape of Baselga, thanks to the use of local natural building materials. Its name “Due Camini”, which means “two chimneys”, reminds of the main feature of the dining area: two massive chimneys welcome entering guests, giving an unusual ambience to this evocative little restaurant and creating a warm feeling that prepares guests for the tasty and genuine gastronomic ideas offered by its cuisine. For more than 30 years Franca Merz and Lucia Balbo have run this cosy chalet. Franca’s expertise as restaurant owner and sommelier ensures a refined selection of wines. Among the dishes, venison in a cream sauce with polenta and caramelised apple pie stand out because of their beautiful taste, as well as the more traditional mushrooms tagliolini and strangolapreti. Wild berries in the Summer time and mushrooms in Autumn are Mother Nature’s best gift and they both grow wild in the surrounding woods. In 1983, ten bedrooms were added to the restaurant: providing a comfortable, tranquil and relaxed environment for a maximum of 20 guests. RISTORANTE TRE COLOMBE: THE CONCRETENESS OF TRADITIONS Sober and elegant décor, wooden girders, Ignaus rock stones, tables decorated with hand-stitched laces and copper place cards accompany the dishes prepared by Mara, a passionate chef, and Mauro Colombini, who opened the restaurant in his family home, in S. Stefano, a small village in Val di Cembra. It is a family-run restaurant, open during the week only in the evening and on Sunday only at lunch time. The menu basically remains unchanged to guarantee genuine home-made dishes, from bread to pasta including cakes. Home-baked bread is served warm in copper baskets and accompanied with extra-virgin olive oil. The menu includes regional as well as national recipes, selections of cheese and chocolates. The wine list boasts labels from the Wine Academy in Civezzano (directed by enologist Renato Fronza, Mara’s brother),and local Trentino and national labels. THE TASTE AND WINE TRAIL FROM THE VALSUGANA TO THE LAGORAI A JOURNEY THROUGH HISTORY, TRADITION AND NATURE If you would take a closer look to this Alpine landscape you will discover its incredible beauty and its secrets. This is the case of the Valsugana, the valley going from Trento towards Padua, where you will be able to enjoy the view of two magnificent lakes: the Lake of Caldonazzo and the Lake of Levico which seem to invite the tourists to relax on their shores. The first is the largest lake in Trentino, and its climatic conditions make it perfect for windsurfing and sailing, but it offers far more than mere entertaining, it offers culture and history with the ancient church of S. Ermete and the mining museum, Museo delle Miniere, in Calceranica al Lago. Caldonazzo will tempt also food lovers with its apples and traditional dishes, such as the Mortandela di Caldonazzo. The hill of Tenna is a fascinating place separating the two lakes, from the top of which you can enjoy a breathtaking view in a romantic and intimate atmosphere, indeed from there you can reach the St. Valentine’s Church. The visit to Levico Terme will bring you back to the 19th century in the enchanted Belle Époque, when the Austrian Tr e n t i n e aristocracy used to spend a lot of their time there. The major attractions are the Hapsburg Park with its exotic and rare plants and its Art Nouveau building, and the Castle of Pergine Valsugana. From here our journey goes to the Upland of Pinè and on to the mysterious Valle dei Mocheni, a valley where the time seems to have stopped and where you will find a landscape, and traditions untouched by time and a language which is now protected as a minority by the cultural institute Istituto Culturale Mocheno Cimbro. Instead, S. Orsola Terme is the right place if you want to taste all kinds of wild berries. However, the real encounter with the untamed nature, in places where men do not seem to have stepped their feet yet, awaits you on the thousands year old mountain range of the Lagorai. Here, among gentle slopes covered with meadows you can still feel the ancestral soul of these silent peaks and small lakes which are a remedy from the everyday chaos of the urban life. A QUICK GUIDE TO LOCAL PRODUCTS STRAWBERRIES, CHERRYS AND OTHER SMALL FRUITS Strawberries, raspberries, blueberries, huckleberries and currants have always been growing spontaneously on these mountains and have always represented a fundamental agricultural resource for the people who lived there. Strawberries are cultivated mainly in the Valle dei Mocheni and on the Upland of Pinè and in these same areas grow also the delicate but tasty wild strawberries, the most typical fruits of these woods. Up to 1,500 mt of altitude grows a peculiar raspberry type, called “ampòmole”, belonging to the same family of the bright black and juicy blueberries, whereas over 1,000 mt you will find black and red huckleberries. You can also find all the varieties of white, red and black currant. All these berries are not only tasty and sweet but have also healing properties. Cherries are fruits rich in fibres and vitamin C which are cultivated all over Italy. In Trentino you will find a variety that can be harvested from June until the beginning of August. SMALL FRUITS An incredible explosion of colours, scents, flavours, and shapes: the area between Valle di Cembra, Valsugana and Pinè Plateau offers the perfect environment for a whole variety of small fruits, blackberries, raspberries, strawberries, wood strawberries, blueberries, white and red currants, thanks to a highly permeable and draining soil, fresh mountain water and a favourable climate. CASTEL PERGINE: HISTORY AND CUISINE, TRADITIONS AND SHOW Situated in a beautiful manor-house, this restaurant only opens in late autumn. Castel Pergine is a fortification of medieval origins on the Tegazzo hill. Although it was built in the Renaissance it is a typical example of gothic military architecture. Surrounded by thick and robust walls the castle was in possession of the Dukes of Austria and later of Emperor Maximilian I. Today it is in the hands of Verena e Theo. And the castle is a hotel, restaurant and museum. The rooms are soberly deluxe, all imbued with the castle atmosphere. The Throne Room is reserved to breakfast, while the renaissance Black Room is ideal for candle-light dinners. The restaurant offers season products: cherries, chestnuts, apples are often base ingredients of the recipes prepared with creativity by Paolo Betti, Christian, Manuel, and Igor; while Francesco, Max, Giuliano and Mircea look after their guests. The enchanting garden is perfect for relaxing, reading or reconnecting with 183 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 184 Ville Va l l i yourself. The five rooms on the second floor exhibit a show on the production of small fruits from the valley, a photographic exhibition on the Valsugana beauties and a display with maps and historical documents on Castello di Pergine. RIFUGIO CRUCOLO: TRADITIONAL CUISINE AND RECORD GASTRONOMIC PRODUCTION The Crucolo lodge takes its name from the top of the mountain Scurelle, in Valsugana. Built in the early 19th century by the Purin family the spot has always been a meeting point for travellers, shepherds who could pop in and enjoy some polenta with a good glass of red wine. The Rifugio Crucolo is superbly run by Giordano Purin and is now a synonym for excellent Trentino cuisine, the ideal spot for a merry dinner with friends, also thanks to the Parampampoli liquor, a secret recipe liquor (maybe made with coffee, grappa, sugar, wine etc.) served flambé in characteristic mugs. There is also an hospitality section: the Scurelle hotel (Hotel Spera) and a farm where liquor is distilled, but also salami, cheese and grappa are produced. The menu is based on mountains’ simple traditions. Not to be missed a visit to the underground cellar, a sanctuary of cured meat and cheese. Crucolo is in fact a quality brand for superb cured meat and cheese. A cheese mould has also been published in the Guinness Records as the biggest cheese mould in the world: 5 quintals. FONTANARI-PINTARELLI CURED MEAT: AGNESE, THE LUCANICA SAUSAGE LADY Produced with fantasy and in several different flavour and aroma varieties, Mrs. Agnese’s lucanica sausage is made with the most genuine top quality meat and also reflects the funny explosive personality of its creator. S.Orsola Terme in Valle dei Mocheni is a natural heaven: a scenery of valleys, mountains, little lakes, waterfalls… where time seems to have stopped and the ancient language is still spoken. The genuine and traditional meat processing methods of Agenese is enriched with the use of local small fruits, such as blueberries, walnuts, onions, pistachios, truffles.. Besides sausages this nice lady also offers excellent speck, salami, mortandela mochena, smoked bacon. 184 Vini 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 185 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 186 Ville Va l l i ACCADEMIA DEL VINO CADELAGHET Die „Accademia des Weins Cadelaghet“ liegt im Hügelland um Civezzano auf 469 Meter über dem Meeresspiegel und wurde 1990 von Renato und Luciana Fronza mit dem Vorhaben gegründet, allen begeisterten Weinfreunden eine sorgfältige Auswahl der besten Erzeugnisse der Region Trentino-Südtirol anzubieten. Der Weinkeller mit seinen alten Toren und den steilen Treppen aus rotem Stein wurde vor etlichen Jahren renoviert und ist nun ein ideales, stilvolles Ambiente zur Lagerung und Reifung der Qualitätsweine. Der niedrige Ertrag der Rebstöcke ist die Grundlage für gut strukturierte und haltbare Weine. Die begrenzte Produktion steht für die noch traditionelle handwerkliche Erzeugung. Neben Wein wird in diesem landwirtschaftlichen Betrieb auch Beerenobst (Heidelbeeren, Himbeeren, Erdbeeren …) angebaut. Es ist zusammen mit Äpfeln und Trauben ein Glanzstück der Landwirtschaft im Trentino. Zur Produktpalette der Accademia zählen: Chardonnay, Nosiola, Pinot Grigio, Marzemino, Cabernet Sauvignon, Merlot, alles Weine mit dem Qualitätssiegel „D.O.C.“ (zertifiziertes Ursprungsgebiet), Valdadige Terra dei Forti Enantio D.O.C., die Schaumweine “Accademia” und “Millennium”, die in einer Porphyrgrotte lange reifen. Denn in der Accademia gilt das Motto: Gut Ding will Weile haben. BARONE A PRATO, DER VORLÄUFER DES PINOT NERO Hier im Cembra-Tal scheint alles vom Zauber der Ruhe erfüllt zu sein. Alles erweckt den Eindruck, man befinde in der Zeit der Italienreise von Albrecht Dürer. Der deutsche Künstler weilte 1495 im Cembra-Tal und malte dabei die Burg, die über dem Tal thront. Er wird als Gründer der modernen Landschaftsmalerei angesehen, ein Entdecker neuer Wege, die man in ihrer territorialen Identität genießen soll. Das ist es, was die Dynastie Barone a Prato heute noch bewahrt, indem sie Weine herstellt, die genauso bemerkenswert sind wie ihre adelige Abstammung. Einer ihrer Vorfahren hat als Erster den Anbau des Pinot Nero in Trentino eingeführt. Der prachtvolle Weinkeller Barone a Prato befindet sich bei Segonzano, in der Nähe der alten, von Dürrer festgehaltenen Burg. Und dank dieser Weine, wie Chardonnay, Cabernet und insbesondere Pinto Nero, ist es möglich, in Gedanken zu Ehren des ersten Mentors des Trentino in die Vergangenheit zurückzuschweifen. SCHNAPSBRENNEREI PILZER: DIE WISSENSCHAFT IN DEN DESTILLIERKOLBEN Bruno Pilzer ist einer der besten Branntweinbrenner der Region, der in seine Arbeit und sein Tal verliebt ist: Das Cembra-Tal ist das Hauptgebiet von Trentino, wo die alte Kunst der Destillation zu Hause ist. Die Brennerei ist ein Familienbetrieb, wo man noch die Tradition achtet – allerdings arbeitet man mit den neuesten Methoden der Destillation. All dies nur, um einen immer besseren Schnaps zu erhalten und zwar mit den typischen Merkmalen der Region. Bruno Pilzer und seine Schnäpse haben außerdem schon viele Preise gewonnen. Seinen zahlreichen Schnäpse entfalten die unterschiedlichsten Düfte und Geschmäcke, was sowohl auf der Qualität der Rohstoffe, als auch auf der Kunst von Bruno Pilzer zurückzuführen ist. Pilzer bietet eine große Auswahl von feinsten vollmundigen, faszinierenden aber gleichzeitig leichten und schmackhaften Schnäpsen. Unvergesslich! MOLINO DEI LESSI: NICHT VIELE ABER LECKERE WEINE Jedes Tal besitzt seinen eigenen Weinstock und jeder Ort rühmt sich demnach verschiedener geschmacksvoller Weinsorten. Der Wein ist im Cembratal und 186 Vini Nonstal schon seit dem 8. Jahrhundert v. Chr. bekannt: Schon die Etrusker kannten die Kunst der Weinrebenauswahl und haben daher die Entwicklung der Täler und die Terrassierungen um das Cembratal herum beeinflusst. Emma Clauser von der Kellerei Molino dei Lessi hat es nicht gerne, die natürlichen Rhythmen zu verdrehen. Deshalb leitet sie ihren Betrieb biogemäß. Keine Chemie, keine Anbau- oder Weinherstellungsmethoden, die das Gleichgewicht der Trauben oder der Weine gefährden könnten. Ihre Weine haben mehreren Preise bekommen. Sie produziert zwar nicht viel Wein, dafür aber einen sehr guten. Einen Weiß- und einen Rotwein, geschmacksvoll und vollmundig, einfach Autorenweine. Auch in der Optik: rein und echt. POJER UND SANDRI: WENN PERFEKTION ZUR WONNE WIRD Seit mehr als 30 Jahren sind Mario Pojer und Fiorentino Sandri die Stars der Trentiner Weinszene. Genau wie ihre Weine, sind auch sie stets auf der Suche nach einer Herausforderung und einem persönlichem Triumph. Die Kombination aus Weinbautechnik und Bauernweisheit sind das Erfolgsrezept für ihre wertvollen und kostbaren Weine - vielfältig und stets unverwechselbar! Es ist unmöglich, den Reiz einer Verkostung in wenige Worte zu fassen, genau so, wie es unmöglich ist, ihr Engagement für immer neue agronomische Herausforderungen zu beschreiben, sei es die Produktion von besonderen Wein- und Fruchtessigsorten, oder der Ausbau ihrer geschätzten Brennerei. Welche Weine sind besonders erwähnenswert? Da wären z.B. der Schaumwein, die Weine „Essenzia“, „Faye“, „Besler biank“, „Müller Thurgau“, „Sauvignon“ und der „Traminer“, sowie der einladende Roséwein „Vin dei Molini“, um nur die wichtigsten zu nennen. Aber auch die anderen Weine wie „Chardonnay“, „Pinot nero“, „Nosiola“ und weitere Traubenmischungen stehen diesen in nichts nach. Der Schaumwein ist jedenfalls derjenige, der den Reigen eröffnet. Mit einem feinen Perlage ist er prickelnd und überaus verlockend. KELLEREI SANDRI: WO DIE SCHÖNHEIT AUCH INTELLIGENZ UND FÄHIGKEIT IST Die Stadt Faedo und ihrer Winzer – in diesem Ort findet man einen kleinen aber hochwertigen Keller. Einer von diesen kann sich eines einzigartigen Primates rühmen: Die Weingärten der Familie von Arcangelo Sandri werden von den Töchtern Nadia und Sonia gepflegt. Die beiden Önologinnen haben das Produktimage aufpoliert, aber hauptsächlich die Möglichkeiten ihrer Weinreben verbessert. Ihre Weingärten auf den Bergen sind ein wunderschöner Anblick, die Weinstöcke zwischen den Tannen und Buchen, welche Teil der territorialen Identität sind und den Zauber von Faedo zwischen Etschtal und Cembratal ausmachen. Die Weine werden nach dem Weingarten benannt. Wie zum Beispiel der Canopi, ein Chardonnay mit leuchtender Goldfarbe, duftend, saftig, frisch und vollmundig. Der Capor ist ein hervorragender roter Lagrein, aromatisch und fruchtig, wahrscheinlich der beste Lagrein des Trentino. VILLA CORNIOLE: WO DIE WEINHERSTELLUNG EINE FAMILIENLEIDENSCHAFT IST Das rote Gold des Cembratals ist der Porphyr. Aber in der in Porphyrgestein gegrabenen Kellerei der Geschwister Pellegrini ist das rote Gold auch der Wein. Die Pellegrinis sind besonders geschickt in der Rotweinherstellung aus der roten Teroldegotraube. Sie stellen sowohl Weißweine des Cembratals als auch Rotweine der Rotaliana-Ebene her. Der Teroldego „Sette Pergole“ ist stark, mit einem frischen Aroma von roten Früchten und wilden 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 187 Ve t t e e Va l l i Kornelkirschen. Beim Cabernet Sauvignon „Gregiòti“ ist diese Stärke mit Vielseitigkeit und Feinheit verbunden. Sein Geschmack ist sanft und weich. Die anderen Weine sind alle Trentino Doc: traditioneller Müller Thurgau und Chardonnay, zusammen mit der Auslese „Lukin“ aus der Chardonnaytraube. Der Lagrein ist lieblich und leicht. ZANOTELLI: LEIDENSCHAFT UND KOMPETENZ 1949 beginnt die Geschichte dieses Familienbetriebes. Ihr Herz schlägt für die Viehzucht, die Schlachtung, die Vermarktung und die Herstellung von typischen lokalen Produkten. Carlo, der Stammvater der Familie, arbeitete als „sensar“, kaufte und verkaufte also Vieh. Damals musste man noch jedes Stück Vieh mit den Augen schätzen, denn es gab keine Waagen. Danach begann die Verhandlung des Preises oder der eventuelle Tausch mit anderen Tieren. Das Vieh des Betriebs Zanotelli kann noch wahre Bergluft genießen; auch im Herbst und in Winter bleibt das Vieh im Freien und darf sich der Jahreszeiten erfreuen. Die Familie Zanotelli kann stolz darauf sein, eine vollständige Herstellung zu besitzen: Von der Pflege der Weiden bis zur Auswahl der Tiere, von der Schlachtung bis zur Erzeugung der typischen Leckerbissen des Cembratals wird alles in der Familie gemacht. EGIDIO PETRI: EIN MEISTER DER BILDHAUERKUNST, EIN MEISTER IN ALLEN BEREICHEN Segonzano: eine bezaubernde grüne Landschaft mit mittelalterlichen Zügen. In Richtung Cembratal erwarten einen die suggestiven Ruinen der jahrtausendealten Burg und dann die seltsamen und kuriosen „Pyramidentürmchen“, die man unbedingt besichtigen, berühren, fotografieren sollte: sie ragen über die Tannen empor und sind mit ihren platten Hütchen an der obersten Spitze lustig anzuschauen. Egidio Petri ist Künstler und stellt die magische Landschaft der antiken Ortschaft auf ungewöhnliche Weise dar. Ja, er stellt sie nicht nur dar, sondern ist Teil dieser Landschaft, seiner Traditionen und seiner Kultur. Seine Hände entblößen die Geheimnisse der Materialien. Er meißelt, modelliert, schnitzt, schmelzt und kreiert mit einer Leichtigkeit und Kunstfertigkeit, dass man nur noch staunt. Er arbeitet mit Eis, Marmor, Bronze, doch Holz spornt ihn zu Höchstleistungen an. Mit einer extremen Natürlichkeit wechselt er von einer Materie zur anderen, von Holzfiguren religiöser Art zu wahren Kunstwerken der zeitgenössischen Kunst, von figürlichen Werken zu surrealen Stücken. Als talentierter Künstler, kulturell engagierter Mensch mit großer Erfahrung und einfühlsamer Lehrer bei den im Trentino stattfindenden Bildhauerkursen ist er im Einklang mit der wahrnehmbaren, aber auch nicht wahrnehmbaren, geheimnisvollen Realität der Gegend, deren Prophet er ist und deren Seele und Wurzeln er mit magischer Intuition einfängt. PAOLO COLOMBINI: DER PORPHYR – LEBENDER WERKSTOFF Paolo Colombini wurde 1950 in Trient geboren und gilt als eine der untypischsten Figuren in der Künstlerbranche im Trentino. Seine angeborene Sensibilität gegenüber der Natur ist Zeugnis seiner Berufung. Der Künstler arbeitet zuerst bei der Bahn, wendet seine Energie dann dem Porphyr zu und entdeckt darin das natürliche Element und den Werkstoff, die seinem künstlerischen Wesen am besten entsprechen. Die Beziehung zwischen Colombini und der Kunst ist komplex. Sie kommt von einem unausweichlichen Konflikt mit der Welt und mit den Arbeitsrhythmen der industriellen Produktion, des Handels und der unerbittlichen Marktregeln. Tr e n t i n e Seine künstlerische Vene zeigt sich erst über Unwege, nachdem er sich schon der Welt der Unternehmen verschrieben hatte. Er lernt die Seele des Gesteins, seine intimen Eigenschaften kennen, wobei sich sein künstlerisches Potenzial schon in seinen ersten Kunstwerken zeigt. Dabei respektiert er immer die naturgegebenen Formen des Steins und versucht, diese beizubehalten, was für das Verständnis seiner Werke wichtig ist. „Presenze“ und „Fiori di fiume“ sind die Ausstellungswerke vieler bedeutender nationaler Galerien, alles monolithische Werke mit großer Wirkung und tiefem Zauber, bei denen Werkstoff und künstlerische Hand eins werden. Nach den kleineren Kunstwerken der Privatsammlungen realisiert er schon bald monumentale Werke, wie 2004 das Gefallenendenkmal „IL FARO“ im Auftrag der Arma dei Carabinieri zum Jahrestag der in Nassirya gefallen Soldaten. Im Dezember 2006 weiht er „OPERA CICLICA“ ein, das von der italienischen Autobahn A 22 auf der Höhe von Rovereto (161km) gut zu erkennen ist. Er ist auf den größten Veranstaltungen zeitgenössischer Kunst in Norditalien und auf der venezianischen Insel Certosa mit vier Werken vertreten, die 2007 eingeweiht wurden. Sein künstlerisches Können wird auch in vielen Veröffentlichungen beschrieben und von Sammlern in Europa und den USA sehr geschätzt. ZANOTELLI: LEIDENSCHAFT UND KOMPETENZ Die Geschichte der Familie Zanotelli beginnt im Jahre 1949 mit der Heirat von Carlo und Pia und der Geburt der Söhne Giuseppe und Silvano, die sich, genau wie ihr Vater und die späteren Ehefrauen und Kinder, nicht nur leidenschaftlich der Viehzucht und -schlachtung widmeten, sondern auch der Produktion und dem Verkauf typischer Produkte. Carlo war im Bereich des Viehhandels tätig, was schon damals ein sehr geschätzter Beruf war (im Trienter Dialekt bezeichnet man diesen Beruf mit dem antiken Wort „sensar“): Er ging dabei persönlich von Haus zu Haus, und zwar nicht nur im Cembratal sondern auch im Fleimstal, im Fassatal, im Suganertal, auf dem Hochplateau von Piné und auch in Südtirol. Der Wert des Viehs wurde nur visuell eingeschätzt, da die Händler zu jener Zeit noch keine Waage zur Verfügung hatten. Bei jedem einzelnen Stück Vieh wurde somit häufig der Händler für seine persönliche Leistung der Schätzung und Bewertung des Gewichts, des Alters, des Fettanteils und der -verteilung belohnt und es lag in seinem Ermessen, mit den Züchtern den jeweiligen Kaufpreis oder einen Umtausch gegen anderes Vieh zu vereinbaren. Das Vieh des Familienbetriebes Zanotelli gehört zur Rasse „Limousine“ und genießt auf den Weiden die verschiedenen Jahreszeiten, an die es sich wunderbar anpassen kann. Die Familie Zanotelli beschäftigt sich sorgfältig mit jedem einzelnen Schritt der Produktion, angefangen bei der Pflege der Wiesen und Weiden bis hin zur sorgfältigen Auswahl der Exemplare, die für die Schlachtung und Weiterverarbeitung zu lokalen typischen Spezialitäten, wie z.B. geräucherten Specks, Pökel- und Räucherfleischs und der berühmten lucanica secca (Hartwurst) des Cembratals in Frage kommen. L’AGRITUR EL VOLT: EIN BLICK AUF DAS MAß DER BÄUERLICHEN WELT In einem alten Bauernhaus des 16. Jahrhunderts im Herzen von Palù di Giovo setzt Frau Maria seit 30 Jahren in ihrer Gaststätte auf einem Bauernhof die alten Traditionen des Trentino fort und zwar dank der typischen Gerichte der natürlichen und geschmacksvollen Bergküche. Ihr Sohn Marcello empfängt die Gäste in seiner beeindruckenden, im Stein gegrabenen Kellerei mit einem 187 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 188 Ville Va l l i Glas seinem Nosiola-Wein. Die Küche ist typisch für das Cembratal. Schon die Atmosphäre allein ist einen Besuch wert: Vor dem alten Gebäude des Agritur El Volt befindet sich ein besonderer Laubengang, unter dem das Restaurant liegt. Im ersten Stockwerk befinden sich eine Küche und ein Zimmer, deren Einrichtung echte Bauernmöbel von früher sind. Rund um das Haus sind Obstgärten und ein großer Garten, von wo aus man einen schönen Blick ins Cembratal und auf die Weingärten hat. LOCANDA DEL PASSATORE: KOMBINATION DER TRADITIONEN DES TRENTINO UND DER ROMAGNA Man muss dieses Lokal zwischen den kleinen Gassen von Faver im Cembratal richtig suchen, bis man endlich zum Bauernhaus kommt, das auf einer Anhöhe im Grünen liegt, von der man eine herrliche Aussicht auf das Tal hat. Die Räume sind elegant und fein, wie es für die Adelshäuser des Trentino typisch ist. Alles ist gepflegt, damit sich die Gäste wie zu Hause fühlen. Die Gerichte sind eine Mischung aus der gastronomischen Kunst der Romagna und der Kultur des Trentino. Die Küche des Chefkochs aus der Romagna Gianni Bacci, der die Berge und die lokalen Produkte liebt, ist einzigartig. Er kreiert Speisen, die immer mit den besten Zutaten gemacht werden und stets traditionsbewusst aber auch innovativ sind. LOCANDA DELLO SCALCO: HÖCHSTE KULINARISCHE KOMBINATION AUS TRENTINO-ADEL UND TOSKANISCHER KONKRETHEIT Die Geschichte der Locanda dello Scalco beginnt auf dem Bauernhof der Burg von Segonzano. 1681 wurde das Gebäude gebaut, das bis 1960 ein Bauernhaus war; danach wurde es von Mönchen bewohnt, die es in eine Einsiedelei umwandelten. Als sie das Gebäude verließen, entschieden sich Cristoforo a Prato und seine Frau Francesca ihren Traum zu verwirklichen und renovierten es, um ein kleines faszinierendes Hotel zu eröffnen, wo Alt und Neu zusammenleben können, um den Gast alle Komforts des modernen Leben zu bieten, jedoch ohne den Zauber der alten Dinge zu verlieren. Das Restaurant ist zweigeteilt, ein Saal für die Hotelgäste und einer für die eigentliche Gaststätte „Lo Scalco“, der völlig unabhängig vom Hotel ist. Es werden ausgezeichnete Weine des Familienbetriebes serviert, man kann aber auch Weine aus Trentino, der Toskana, Piemont, Sizilien und Venetien finden. Cristoforo kommt aus Trentino, während seine Frau aus der Toskana stammt: Das ist auch der Grund dafür, dass ihre Speisekarte das Beste aus Trentino und der Toskana bietet. RESTAURANT MASO FRANCH: WO SICH GESCHICHTE MIT KÖSTLICHEN GERICHTEN MISCHT Aus 356 Metern (ü. d. M.) beherrscht Maso Franch das Etschtal und die Gemeinde von Laifs (Lavis). Zwischen dem 18. und 19. Jahrhundert baute Pietro Franch einen „Maso“, d.h. einen Bauernhof, welchen er der Gemeinschaft des Dorfes Giovo schenken wollte, um daraus ein Altersheim zu gewinnen, nachdem er selbst nach Pian di Castello umgezogen war. Zu diesem Zeitpunkt kämpfte er in Isel, bei Innsbruck, im Tiroler Aufstand (1809) gegen die Bayern und die Franzosen von Napoleon. Nach dem Waffenstillstand wurde er gefangen genommen und zur Hinrichtung nach Mantua geführt, wo ein Priester ihn vor dem sicheren Tod bewahrte. Im 18. Jahrhundert wurde neben dem eigentlichen Bauernhofgebäude ein anderer Bau im ländlichen Stil errichtet, um so Wohnungen für die Halbpächter zu schaffen. Das Maso Franch konnte den Unterhalt von verschiedenen Bauernfamilien, welche sich mit der Leitung des landwirtschaftlichen 188 Vini Betriebes abwechselten, garantieren. Mit dem allmählichen Verschwinden der Halbpacht, waren bald auch die Bedingungen, die dem Betrieb ermöglichten, auf den wirksamen Beitrag der Bauerfamilien zu zählen, nicht mehr gegeben. Das Projekt des Weinkellers „La Vis“ und dem Cembratal (Valle di Cembra), welches im Jahre 2000 Maso Franch erworben hatte, sah die Zurückgewinnung des Weingartens und die Schaffung eines Modells zur Entwicklung des ländlichen Tourismus in der Natur vor. Ende September 2006 wurde schließlich das „Gourmet und Relais Maso Franch“ eröffnet. Hier treffen sich Gäste aus aller Welt; die Einfachheit der örtlichen Traditionen und der warme Empfang fügen sich zu einem authentischen Bild der Gastfreundschaft und der Weinbautechniken von Laifs und dem Cembratal zusammen. Das Gasthaus bietet helle und komfortable Suites, einen kleinen Wellnessbereich, eine Lounge Bar und ein Restaurant der Extraklasse, das vom Chefkoch Markus Baumgartner geleitet wird. Auch die Gesamtleitung der Einrichtung liegt in den Händen der Familie Baumgartner. RISTORANTE CÀ DEI BOCI: ZWEIFELSFREI IST DER FEST HIER Montagnaga ist ein kleiner Ort in der Hochebene von Piné, einem malerischen Gebiet 20 km südlich von Trient, wo sich das Restaurant Cà dei Boci befindet. Es handelt sich um ein typisches Restaurant, das vor kurzem renoviert wurde, wobei die charakteristische Bergatmosphäre bewahrt wurde. Ganzjährig geöffnet bietet das Restaurant Platz für 200 Gäste. Es werden regelmäßig Essen organisiert, bei denen die Gerichte sorgfältig nach den Weine ausgesucht werden. Das Restaurant nimmt auch an eno-gastronomischen Ausstellungen, wie die des Müller Thurgau der Alpen, teil. Das Lokal ist sehr schön, der Stil natürlich tirolisch. Die Speisen sind mal exquisit mal typisch, aber immer kreativ und von Spitzenqualität. Der Chef Achille Leonardelli bietet Köstlichkeiten aus der Gegend, deren Zutaten saisonbedingt und naturrein sind. Der Weinkeller ist beeindruckend. Es gibt außerdem eine bemerkenswerte Weinliste. RESTAURANT DUE CAMINI: DIE VERLOCKUNG DER EINFACHHEIT Ein echtes Chalet in den Bergen, das dank der Nutzung von natürlichen lokalen Materialien harmonisch in der schönen Landschaft von Baselga liegt. Der Name Due Camini bedeutet „zwei Kamine“ und genau das ist das Hauptmerkmal dieses beeindruckenden Lokals: Zwei breite Kamine sind der besondere Blickfang des Restaurants. Der Gast fühlt die Wärme der Kamine und freut sich auf die guten und geschmacksvollen Gerichte, welche die Küche bietet. Seit mehr als 30 Jahren leiten Franca Merz und Lucia Balbo dieses einladende Chalet. Franca wählt dabei nur feinste Weine aus. Was die Küche betrifft, findet man im Sommer vor allem Waldfrüchte und im Herbst Pilze, besonders Steinpilze, die in den umliegenden Wäldern wachsen. 1983 wurden etwa zehn Zimmer gebaut. Sie bieten jeden erdenklichen Komfort und garantieren Ruhe und Entspannung. RESTAURANT TRE COLOMBE: DIE SACHLICHKEIT DER TRADITIONEN Elegante und schlichte Möbel, Holzbalken, sichtbare Porphyrsteine und Tische, die mit handgemachter Spitze dekoriert sind – das ist das Restaurant der Familie Colombini „Tre Colombe“ in Santo Stefano, einem kleinem Ort des Cembratals. Die Küche wurde nach Maß eines Familienbetriebes verwirklicht, genauso die Öffnungszeiten: In der Woche ist das Lokal nur abends geöffnet, sonntags nur zum Mittagessen. Die Speisekarte ist meistens 146_189_Cembra 18-11-2008 16:48 Pagina 189 Ve t t e e Va l l i fest, um zu garantieren, dass alles, von Brot und Nudeln bis zum Feingebäck, hausgemacht ist. Die Gerichte sind typisch für die Region, doch es gibt auch nationale Speisen, Käse und Pralinen. Die Weine kommen meist aus der Accademia del Vino von Civezzano, aber auch aus Trentino, Südtirol und anderen italienischen Regionen. IN KÜRZE: LOKALE PRODUKTE ERDBEEREN, KIRSCHEN UND KLEINE FRÜCHTE Erdbeeren, Walderdbeeren, Himbeeren, Brombeeren, Heidelbeeren und Johannisbeeren wachsen seit jeher in dieser Berggegend. Bevor es nach dem Zweiten Weltkrieg zum organisierten Anbau kam, waren die Waldbeeren jahrhundertelang ein wertvolles Nahrungsmittel (reich an Vitamin B und C) und sicherten bäuerliche Familien in den Bergdörfern ökonomisch ab. Vor allem die Frauen widmeten sich damals der Ernte dieser Waldfrüchte und versuchten damit, die Haushaltskasse aufzubessern. Die Erdbeeren aus dem Trentino werden vor allem in der Gegend rund um das Mochenital, im Suganertal und auf dem Hochplateau von Pinè auf 500 bis 1200 Metern Höhe angebaut. In derselben Gegend wachsen auch die begehrten Walderdbeeren, die sehr klein und delikat, aber dafür um so aromatischer in Duft und Geschmack sind. Bis auf 1500 Höhenmeter wächst den ganzen Sommer über eine besondere Sorte Himbeeren mit einem intensiven Rot und einem leicht länglichen Körper, reich an Vitamin C mit dem Namen „Ampòmole“. Zu dieser Familie gehören auch die Brombeeren mit ihrem unverwechselbaren, leuchtenden Schwarz und ihrem säuerlichen, saftigen Geschmack. Die Heidelbeeren hingegen sind für ihre schützende Wirkung für Augen und Haut bekannt. Sie reifen auf über 1000 Metern Höhe vor allem in den höheren Lagen des Mochenitals und auf den Bergrücken des Lagoraitals. Harntreibende und entschlackende Eigenschaften sagt man den Johannisbeeren nach, die je nach Farbe (rot, weiß, schwarz) ein anderes Aroma aufweisen. Die Kirsche ist eine Frucht, die einen hohen Gehalt and Ballaststoffen und an Vitamin C aufweist. In Italien gibt es verschiedene Sorten, die bis auf 1000 Metern Höhe in windgeschützten Arealen angebaut werden können. Im Trentino, vor allem in der Gegend rund um das Suganertal, wird traditionell die süße Spätkirsche angebaut, die von Juni bis Anfang August geerntet werden kann. KLEINE FRÜCHTE Eine unglaubliche Vielfalt an Farben, Geschmäcken und Formen findet man zwischen dem Valle di Cembra (Cembratal), dem Valsugana (Suganertal) und Altopiano di Pinè, im Herzen der Region Südtirol-Trient. Die Rede ist von den vielen verschieden Früchten und Beeren, die nahe klaren Bergseen, auf fruchtbaren Böden und in einem günstigen Klima ihr natürliches Habitat haben, wie z.B. die Brombeere, die Himbeere, die Erdbeere, die Walderdbeere, die Heidelbeere und die weiße und rote Johannisbeere. CASTEL PERGINE: GESCHICHTE UND KOCHKUNST, TRADITION UND SEHENSWÜRDIGKEITEN Castel Pergine ist eine antike Burg, die sich auf dem Hügel von Tegazzo, östlich der kleinen Stadt Pergine Valsugana, befindet. Ihre Ursprünge hat sie im Mittelalter und obwohl sie erst in der Renaissance fertig gebaut wurde, ist sie ein typisches Beispiel der gotischen Militärarchitektur: Geschützt durch einen kräftigen Befestigungsgürtel, war sie lange Zeit Eigentum der österreichischen Herzöge und später das von Kaiser Maximilian I. Heute gehört die Burg Verena und Theo, die sie in ein Hotel mit Restaurant und Tr e n t i n e Museum verwandelt haben. Das Restaurant ist von Frühling bis Spätherbst geöffnet. In den Zimmern findet man immer noch die Atmosphäre einer alten, mittelalterlichen Burg. Sein Frühstück kann man zum Beispiel im Thronsaal einnehmen; der Schwarze Saal dagegen ist bestens für ein romantisches Candle-light-dinner geeignet. Das Restaurant bietet regionale Gerichte je nach den Produkten der Saison (Äpfel, Kirschen oder Kastanien) an. Der stimmungsvolle Garten, der die ganze Burg umgibt, lädt die Gäste zu erholsamen Spaziergängen, zum Lesen in freier Natur und zum Träumen ein. In den fünf Sälen im zweiten Stock finden drei verschiedene Ausstellungen statt: Die erste hat die Früchte der Valsugana und ihre Weiterverarbeitung zum Thema, die zweite erzählt von den Sehenswürdigkeiten der Valsugana und die dritte enthüllt weitere interessante Geheimnisse und Geschichten rund um die Burg Pergine. RIFUGIO CRUCOLO: TRADITIONELLE KÜCHE UND GASTRONOMISCHE PRODUKTE EINEN WELTREKORD WERT Halb Restaurant und halb Berghütte, gebürt „Crucolo“ seinen Namen dem besonderen Ort, in dem er liegt – d.h. auf der Spitze vom Berg Scurelle in Valsugana. „Crucolo“ wurde am Anfang des XIX. Jahrhunderts von einem Vorfahr der Familie Purin gegründet und galt immer als Aufenthaltsort und Treffpunkt für Wanderer, Hirte, Fuhrmänner und Holzfäller. Seit Jahren leitet Giordano Purin das Lokal, ein ideales Ort für Mahlzeite zu Mittagund Abendessen. Dort wird ein spezielles Likör, „Parampampoli“, produziert: sein Herstellungsrezept und Zutaten sind ein Geheimnis (es scheint, es bestehe aus Kaffee, Grappa, Zucker, Wein…) und es wird flambiert, in den typischen kleinen Tassen serviert. Heute hat sich der Betrieb mit dem „Hotel Spera“ in Scurelle und einer Werkanlage für die Produktion des Parampampoli vergrößert. In der Speisekarte von „Crucolo“ findet man die Tradition und die Einfachheit der Bergen, eben in seiner reiche Produktionsauswahl von Wurstwaren (wie luganega oder Räucherschinken) und Käsesorten. Die Käse hat dem Betrieb einen Weltrekord eingebracht: dort wurde der „größte Käseleib der Welt“ (500 Kilos) produziert. FONTANARI-PINTARELLI WURSTWAREN: AGNESE, DIE WURSTKÖNIGIN Für die Herstellung der vielen Sorten ihrer Bauernhauswurst verwendet Agnese Pintarelli ausschließlich Fleisch erster Wahl und naturreine Zutaten und Gewürze. Sie widmet sich auf diese Weise einem tief verwurzeltes Brauchtum ihres Landes. S. Orsola Terme della Valle dei Mocheni (auch Val Fersina oder Fersental genannt) ist ein kleines Paradies, wo die Zeit stehen geblieben ist. Hier wird seit Urzeiten eine zimbrische Mundart gesprochen. Die Firma FONTANARI-PINTARELLI wurde vor fünfzig Jahren gegründet und das Fleisch wird noch heute traditionell ohne Maschinen zubereitet. Aus gesunden und frischen Zutaten mit Naturgewürzen wird ein Qualitätsprodukt hergestellt. Unter den zahlreichen Sorten gibt es verschiedene Geschmacksrichtungen: Heidelbeere, Walnüsse, Zwiebel, Pinienkerne, Pistazien, Trüffel oder Hirschfleisch. Weitere Produkte sind Speck (eine wahre Köstlichkeit), Kräuterspeck, Salami, fersentaler Mortadella, Räucherspeck, Sopressa, geselchtes Pferde-, Rind- und Hirschfleisch. 189 190_265_Lagarina 13-11-2008 17:36 Pagina 190