Curia News 10/2013
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Curia News 10/2013
Aktuelle Rechtssprechung der Unionsgerichte – Rassegna della giurisprudenza europea Brüssel, 28. November 2013 - Bruxelles, 28 novembre 2013 10/2013 Justizielle Zusammenarbeit in Zivilsachen - Cooperazione giudiziaria in materia civile ................... 2 Ein Verbraucher kann auch den in seinem Mitgliedstaat ansässigen Vertragspartner des Wirtschaftsteilnehmers, mit dem er den betreffenden Vertrag geschlossen hat, an dem Gericht seines Wohnsitzes klagen (wenn beide in Anspruch genommen werden)............................................................. 2 Un consumatore può citare in giudizio davanti al tribunale del suo domicilio anche la controparte contrattuale dell’operatore presso il quale ha stipulato il contratto e che ha la proprio sede nel territorio dello Stato membro del domicilio di tale consumatore (se l’azione è intentata nei confronti di entrambe le parti).... 3 Rechtsangleichung - Ravvicinamento delle legislazioni.................................................................... 4 Die obligatorische Kraftfahrzeug-Haftpflichtversicherung muss immaterielle Schäden der Familienangehörigen des Opfers eines Verkehrsunfalls decken, falls dieser Anspruch im nationalen Recht vorgesehen ist.................................................................................................................................. 4 L’assicurazione obbligatoria r.c.a. deve garantire il risarcimento dei danni immateriali sofferti dai familiari della vittima di un incidente stradale se questo è previsto dal diritto nazionale........................................... 5 Verbraucherschutz - Tutela dei consumatori.................................................................................... 6 Umfang des Verbraucherschutzes bei grenzüberschreitenden Käufen präzisiert .......................................... 6 Precisata la portata della tutela dei consumatori nelle vendite transfrontaliere ........................................... 7 Wettbewerb - Concorrenza .............................................................................................................. 8 Wenn die Europäische Kommission ein förmliches Prüfverfahren wegen Staatlicher Beihilfen eröffnet hat, ist ein nationales Gericht verpflichtet, alle erforderlichen Maßnahmen zu treffen, um die Konsequenzen aus einem eventuellen Verstoß gegen die Pflicht der im Vertrag vorgesehenen Aussetzung zu ziehen ................. 8 Qualora la Commissione abbia avviato un procedimento di indagine formale per aiuti di Stato, il giudice nazionale è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie al fine di trarre le conseguenze di un’eventuale violazione dell’obbligo di sospensione previsto dal Trattato...................................................................... 9 -2- Justizielle Zusammenarbeit in Zivilsachen - Cooperazione giudiziaria in materia civile Ein Verbraucher kann auch den in seinem Mitgliedstaat ansässigen Vertragspartner des Wirtschaftsteilnehmers, mit dem er den betreffenden Vertrag geschlossen hat, an dem Gericht seines Wohnsitzes klagen (wenn beide in Anspruch genommen werden) (Urteil in der Rechtssache C-478/12 Armin Maletic u.a/ lastminute.com GmbH, TUI Österreich GmbH) Gemäß Art. 16 Abs. 1 der Verordnung Nr. 44/2001 (EG) 1 kann die Klage eines Verbraucher gegen den anderen Vertragspartner entweder vor den Gerichten des Mitgliedstaats erhoben werden, in dessen Hoheitsgebiet dieser Vertragspartner seinen Wohnsitz hat, oder vor dem Gericht des Ortes, an dem der Verbraucher seinen Wohnsitz hat. In der Rechtssache C-478/12 hatte das in Österreich wohnhafte Ehepaar Maletic auf der Internetseite der lastminute.com eine Pauschalreise gebucht. Auf der Internetseite von lastminute.com, die Sitz in ihren Deutschland hat wurde darauf hingewiesen, dass sie als Reisevermittler auftrete und die Reise von TUI mit Sitz in Österreich veranstaltet werde. Aufgrund eines Fehlers auf der Buchungsbestätigung, den die Kläger erst bei ihrer Ankunft am Urlaubsort bemerkten, mussten sie einen Aufpreis zahlen, um im ursprünglich gebuchten Hotel wohnen zu können. In der Folge erhoben die Eheleute Maletic beim Bezirksgericht Bludenz Klage auf Erstattung des Aufpreises sowie auf Entschädigung für die Unannehmlichkeiten, die ihren Urlaub beeinträchtigt hatten und beantragten lastminute.com und TUI zur ungeteilten Hand zur Zahlung zu verurteilen. In erster Instanz wurde die Klage in Bezug auf TUI wegen örtlicher Unzuständigkeit abgelehnt. Gegen diese Entscheidung legten die Kläger des Ausgangsverfahrens Rekurs ein. Das mit der Rechtssache befasste Landesgericht Feldkirch wollte daraufhin vom Gerichtshof wissen, ob der Begriff „anderer Vertragspartner“ in Art. 16 Abs. 1 der Verordnung Nr. 44/2001 dahin auszulegen sei, dass er unter Umständen wie denen des Ausgangsverfahrens auch den im Wohnsitzmitgliedstaat des Verbrauchers ansässigen Vertragspartner des Wirtschaftsteilnehmers bezeichnet, mit dem der Verbraucher den betreffenden Vertrag geschlossen hat. In seinem Urteil vom 14. November 2013 hat der Gerichtshof darauf hingewiesen, dass, auch wenn sich ein einheitlicher Vorgang, wie derjenige, mit dem das Ehepaar Maletic seine Pauschalreise auf der Internetseite der lastminute.com gebucht und bezahlt hat, in zwei verschiedene Vertragsverhältnisse, mit dem Online-Reisebüro lastminute.com einerseits und mit dem Reiseveranstalter TUI andererseits, unterteilen ließe, das letztgenannte Vertragsverhältnis nicht als „rein intern“ qualifiziert werden könne. Da es nämlich über das Reisebüro lastminute.com begründet wurde, dass seinen Sitz in Deutschland hat, sei es untrennbar mit dem erstgenannten Vertragsverhältnis verbunden. Außerdem ziele die Verordnung Nr. Nr. 44/2001 darauf ab, insbesondere den Verbraucher als „schwächere (Vertrags-)Partei“ zu schützen und Parallelverfahren in zwei verschiedenen Mitgliedstaaten und somit womöglich miteinander unvereinbare Entscheidungen zu vermeiden. Daher hat der Gerichthof geantwortet, dass der Begriff „anderer Vertragspartner“ in Art. 16 Abs. 1 der Verordnung (EG) Nr. 44/2001 dahin auszulegen sei, dass er unter Umständen wie denen des Ausgangsverfahrens auch den im Wohnsitzmitgliedstaat des Verbrauchers ansässigen Vertragspartner des Wirtschaftsteilnehmers bezeichnet, mit dem der Verbraucher den betreffenden Vertrag geschlossen hat. Link zum vollständigen Urteil 1 Verordnung (EG) Nr. 44/2001 des Rates vom 22. Dezember 2000 über die gerichtliche Zuständigkeit und die Anerkennung und Vollstreckung von Entscheidungen in Zivil- und Handelssachen -3- Un consumatore può citare in giudizio davanti al tribunale del suo domicilio anche la controparte contrattuale dell’operatore presso il quale ha stipulato il contratto e che ha la proprio sede nel territorio dello Stato membro del domicilio di tale consumatore (se l’azione è intentata nei confronti di entrambe le parti) (Sentenza nella causa C-478/12 Armin Maletic u.a/ lastminute.com GmbH, TUI Österreich GmbH) Secondo l’art. 16, comma 1, del regolamento n. 44/2001 (CE) 2 , l’azione del consumatore contro l’altra parte del contratto può essere proposta o davanti ai giudici dello Stato membro nel cui territorio è domiciliata tale parte, o davanti ai giudici del luogo in cui è domiciliato il consumatore. Nella causa C-478/12 i coniugi Maletic, residenti in Austria, hanno prenotato sul sito Internet della lastminute.com GmbH un viaggio “tutto compreso”. Sul sito Internet della società lastminute.com con sede in Germania, è stata menzionata la propria qualità di agente di viaggi ed è stato precisato che il viaggio sarebbe stato organizzato dalla TUI con sede in Austria. A causa di un errore sulla prenotazione, che gli attori hanno scoperto solo al loro arrivo in Egitto, hanno dovuto versare un supplemento per soggiornare presso l’hotel inizialmente prenotato. Di conseguenza i coniugi Maletic al fine di recuperare il supplemento di prezzo in tal modo versato ed essere risarciti per gli inconvenienti subiti durante le loro vacanze, hanno proposto ricorso dinanzi al Bezirksgericht Bludenz chiedendo di condannare in solido la lastminute.com e la TUI a corrispondere a loro la somma in questione. In primo grado il ricorso è stato respinto nella parte in cui riguardava la TUI, in quanto il tribunale adito si riteneva territorialmente incompetente. Contro questa decisione i ricorrenti nel procedimento principale hanno proposto ricorso. Il Landesgericht Feldkirch che si è occupato del caso, voleva quindi sapere dalla Corte di giustizia se la nozione di «altra parte del contratto» di cui all’art. 16, comma 1, del regolamento n. 44/2001 debba essere interpretata nel senso che essa designa, in circostanze come quelle di cui trattasi nel procedimento principale, anche la controparte contrattuale dell’operatore presso il quale il consumatore ha stipulato tale contratto e che ha la propria sede nel territorio dello Stato membro del domicilio di tale consumatore. Con sentenza del 14 novembre 2013 la Corte di giustizia ha rilevato che, anche supponendo che un’operazione unica, come quella che ha condotto i coniugi Maletic a prenotare e pagare il loro viaggio «tutto compreso» sul sito Internet della lastminute.com GmbH, possa dividersi in due rapporti contrattuali distinti con l’agenzia di viaggi online lastminute.com, da un lato, e l’organizzatore di viaggi TUI, dall’altro, quest’ultimo rapporto contrattuale non può essere qualificato come «puramente interno». Ciò in quanto, essendo realizzato mediante l’intermediazione di detta agenzia di viaggi situata in Germania, era indissolubilmente legato al primo rapporto contrattuale. Inoltre il regolamento n. 44/2000 ha lo scopo di tutelare in particolare il consumatore quale “parte più debole” del contratto e di ridurre al minimo procedimenti paralleli in due diversi Stati membri e quindi possibili decisioni tra loro incompatibili. Pertanto la Corte ha risposto che la nozione di «altra parte del contratto» di cui all’articolo 16, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, dev’essere interpretata nel senso che essa designa, in circostanze come quelle di cui trattasi nel procedimento principale, anche la controparte contrattuale dell’operatore presso il quale il consumatore ha stipulato tale contratto e che ha la propria sede nel territorio dello Stato membro del domicilio di tale consumatore. Link alla versione integrale della sentenza 2 Regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale -4- Rechtsangleichung – Ravvicinamento delle legislazioni Die obligatorische Kraftfahrzeug-Haftpflichtversicherung muss immaterielle Schäden der Familienangehörigen des Opfers eines Verkehrsunfalls decken, falls dieser Anspruch im nationalen Recht vorgesehen ist (Urteile in den Rechtssachen C-22/12, und C-277/12, Katarína Haasová/Ratislav Petrík und Blanka Holingová und Vitalijs Drozdovs/Baltikum) Gemäß der Ersten Richtlinie der EU im Bereich der obligatorischen Kraftfahrzeug-Haftpflichtversicherung 3 muss von den Mitgliedstaaten sichergestellt werden, dass die Haftpflicht bei Fahrzeugen mit gewöhnlichem Standort im Inland durch eine Versicherung gedeckt ist. Den Mitgliedstaaten steht es zwar frei, die von dieser Versicherung gedeckten Schäden sowie die Modalitäten der Versicherung zu bestimmen, allerdings sieht die in diesem Bereich erlassene Zweite Richtlinie 4 Mindestbeträge für Sach- und Personenschäden vor, um die bezüglich des Umfangs der Versicherungspflicht zwischen den Rechtsvorschriften der Mitgliedstaaten fortbestehenden Unterschiede zu verringern. Im Oktober 2013 hat sich der Gerichtshof mit zwei Rechtssachen zu diesen beiden Richtlinien befasst. In der Rechtssache C-22/12 hat das Regionalgericht von Prešov (Slowakei) den Gerichtshof im Rahmen eines Vorabentscheidungsersuchens gefragt, ob die obligatorische Kraftfahrzeug-Haftpflichtversicherung immaterielle Schäden von Personen decken muss, die den Todesopfern eines Verkehrsunfalls nahestanden. In seinem Urteil vom 24. Oktober 2013 hat der Gerichtshof darauf hingewiesen, dass die Pflicht der KraftfahrzeugHaftpflichtversicherung zur Deckung von Schäden, die durch Kraftfahrzeuge entstehen, durch das Unionsrecht festgelegt ist, während hingegen der Umfang des Schadensersatzes im Rahmen der Haftpflicht des Versicherten im Wesentlichen durch das nationale Recht geregelt ist. In der Zweiten Richtlinie ist jedoch eine bestimmte Mindesthöhe für die Deckungspflicht für Sach- und Personenschäden vorgesehen und die Mitgliedstaaten sind daher verpflichtet, bei der Bestimmung der gedeckten Schäden sowie der Modalitäten der KraftfahrzeugHaftpflichtversicherung das Unionsrecht zu berücksichtigen. Zudem hat der Gerichtshof ausgeführt, dass das Unionsrecht alle Schäden umfasst, die aus einer körperlichen oder seelischen Beeinträchtigung der Unversehrtheit einer Person herrühren. Folglich gehören dazu auch die immateriellen Schäden, deren Ersatz aufgrund der Haftpflicht des Versicherten das auf den Rechtstreit anwendbare nationale Recht vorsieht. Der Schutz der Ersten Richtlinie erstreckt sich auf jede Person, die nach nationalem Haftpflichtrecht Anspruch auf Ersatz des von einem Kraftfahrzeug verursachten Schaden hat. In der Rechtssache C-277/12, die einen Fall aus Lettland betraf, hat der Gerichtshof außerdem festgestellt, dass ein Mitgliedstaat, der einen Ausgleichsanspruch für immaterielle Schäden anerkennt, für diese spezielle Kategorie von Schäden, die zu Höchstdeckungssummen den Personenschäden vorsehen darf, die im Sinne unter den der zweiten durch Richtlinie diese gehören, Richtlinie Mindestdeckungssummen liegen. Link zum vollständigen Urteil in der Rechtssache C-22/12 Link zum vollständigen Urteil in der Rechtssache C-277/12 3 Richtlinie 72/166/EWG des Rates vom 24. April 1972 betreffend die Angleichung der Rechtsvorschriften der Mitgliedstaaten bezüglich der Kraftfahrzeug- Haftpflichtversicherung und der Kontrolle der entsprechenden Versicherungspflicht 4 keine festgelegten Zweite Richtlinie 84/5/EWG des Rates vom 30. Dezember 1983 betreffend die Angleichung der Rechtsvorschriften der Mitgliedstaaten bezüglich der Kraftfahrzeug- Haftpflichtversicherung -5- L’assicurazione obbligatoria r.c.a. deve garantire il risarcimento dei danni immateriali sofferti dai familiari della vittima di un incidente stradale se questo è previsto dal diritto nazionale (Sentenze nelle cause C-22/12, e C-277/12, Katarína Haasová/Ratislav Petrík und Blanka Holingová und Vitalijs Drozdovs/Baltikum) Ai sensi della prima direttiva dell’UE in materia di assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli 5 gli Stati membri hanno l’obbligo di provvedere che i veicoli che stazionano abitualmente nel loro territorio siano coperti da un’assicurazione. Anche se gli Stati membri sono liberi di determinare i danni coperti da tale assicurazione e le modalità della stessa, la seconda direttiva 6 sul argomento – al fine di ridurre le disparità tra le legislazioni degli Stati membri circa la portata dell’obbligo di assicurazione - prevede importi minimi per i danni alle cose e alle persone. Nell’ottobre 2013 la Corte si è occupata di due cause che riguardavano le suddette direttive. Nelle cause C-22/12 il giudice regionale di Prešov (Slovacchia) ha chiesto alla Corte di giustizia se l’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli debba garantire il risarcimento dei danni immateriali sofferti dai congiunti delle vittime, decedute in un incidente stradale. Nella sentenza del 24 ottobre 2013 la Corte ha ricordato che l’obbligo di copertura mediante assicurazione della responsabilità civile dei danni causati dagli autoveicoli é definito e garantito dalla normativa dell’Unione mentre la gestione dell’entità del risarcimento degli stessi a titolo della responsabilità civile dell’assicurato è sostanzialmente disciplinata dal diritto nazionale. Nella seconda direttiva é però previsto un importo minimo per la copertura obbligatoria dei danni alle cose e alle persone e gli Stati membri sono quindi tenuti a determinare i danni coperti e le modalità dell’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli tenendo conto del diritto dell’Unione. Inoltre la Corte ha precisato che il diritto dell’Unione comprende ogni danno – sia fisico sia psicologico - arrecato all’integrità di una persona. Pertanto comprende anche i danni immateriali il cui risarcimento è previsto a titolo della responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile. La tutela garantita dalla prima direttiva è estesa a chiunque abbia diritto, in base alla normativa nazionale sulla responsabilità civile, al risarcimento del danno causato da autoveicoli. Nella causa C-277/12 che riguardava un caso della Lettonia, la Corte ha inoltre costatato che, se uno Stato membro riconosce il diritto a una compensazione per il danno morale subito, esso non può prevedere per questa specifica categoria di danni, rientranti tra i danni alla persona ai sensi della seconda direttiva, massimali di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati in tale direttiva. Link alla versione integrale della sentenza nella causa C-22/12 Link alla versione integrale della sentenza nella causa C-277/12 5 Direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell'obbligo di assicurare tale responsabilità 6 Seconda direttiva 84/5/CEE del Consiglio del 30 dicembre 1983 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli -6- Verbraucherschutz - Tutela dei consumatori Umfang des Verbraucherschutzes bei grenzüberschreitenden Käufen präzisiert (Urteil in der Rechtssache C-218/12, Lokman Emrek/Vlado Sabranovic) In der Verordnung Nr. 44/2001 (EG) 7 wird festgelegt, dass die Zuständigkeit in Zivil- und Handelssachen grundsätzlich bei den Gerichten des Mitgliedstaates liegt, in dem der Beklagte seinen Wohnsitz hat. Von dieser allgemeinen Regel wird z.B. im Rahmen von Verbraucherverträgen Abstand genommen, da hier dem Verbraucher gemäß Art. 15, Abs. 1, lit c der Verordnung die Möglichkeit eröffnet wird, die Klage beim Gericht seines Wohnsitzes einzubringen, wenn zwei Voraussetzungen erfüllt sind. Einerseits muss die Ausübung der beruflichen oder gewerblichen Tätigkeiten des Gewerbetreibenden im Wohnsitzmitgliedstaat stattfinden oder in irgendeiner Weise (z.B. über das Internet) auf diesen Mitgliedstaat ausgerichtet sein und andererseits muss der streitige Vertrag in den Bereich dieser Tätigkeiten fallen. Herr Sabranovic, dem in Spichern (Frankreich), einem Ort nahe der Grenze, ein Gebrauchtwagenhandel gehört, betrieb auch eine Internetseite, auf der sowohl französische Telefonnummern als auch eine deutsche Mobilfunknummer angegeben waren. Herr Emrek mit Wohnsitz in Saarbrücken (Deutschland) schloss als Verbraucher am 13. September 2010 mit Herrn Sabranovic in dessen Geschäftsräumen einen schriftlichen Kaufvertrag über einen Gebrauchtwagen ab, nachdem er von dem Betrieb von Bekannten (und nicht über die Internetseite) gehört hatte. Das Landgericht Saarbrücken als Berufungsgericht war im Gegensatz zum Amtsgericht Saarbrücken, bei dem Herr Emrek Gewährleistungsansprüche eingebracht hatte, der Ansicht, dass die gewerbliche Tätigkeit des Herrn Sabranovic auf Deutschland ausgerichtet gewesen sei. Daher fragte es den Gerichtshof im Rahmen eines Vorabentscheidungsersuchens, ob im Anlassfall das zum Ausrichten der gewerblichen Tätigkeit auf den Wohnsitzmitgliedstaat des Verbrauchers verwendete Mittel – d.h. die Internetseite – für den Vertragsabschluss mit diesem Verbraucher kausal sein müsse. In seinem Urteil vom 17. Oktober 2013 hat der Gerichtshof festgestellt, dass nach dem Wortlaut der Verordnung die Kausalität nicht ausdrücklich gefordert ist. Ein solches Kausalitätserfordernis würde dem mit dieser Verordnung verfolgten Ziel des Schutzes der Verbraucher zuwiderlaufen und außerdem auch Beweisschwierigkeiten – vor allem bei wie im Anlassfall nicht im Fernabsatz geschlossenen Verträgen – mit sich bringen. Der Gerichtshof ist deswegen der Ansicht, dass nach der Verordnung das zum Ausrichten der beruflichen oder gewerblichen Tätigkeit auf den Wohnsitzstaat eingesetzte Mittel für den Vertragsschluss mit diesem Verbraucher nicht kausal sein muss. Link zum vollständigen Urteil 7 Verordnung (EG) Nr. 44/2001 des Rates vom 22. Dezember 2000 über die gerichtliche Zuständigkeit und die Anerkennung und Vollstreckung von Entscheidungen in Zivil- und Handelssachen -7- Precisata la portata della tutela dei consumatori nelle vendite transfrontaliere (Sentenza nella causa C-218/12, Lokman Emrek/Vlado Sabranovic) Nel regolamento n. 44/2001 8 viene stabilito che in linea di principio i giudici competenti in materia civile e commerciale sono quelli dello Stato membro in cui il convenuto ha il domicilio. Questa regola generale non vale però per esempio nell’ ambito dei contratti dei consumatori, perché in tal caso ai sensi del art. 15, paragrafo 1, let. c) del regolamento il consumatore ha la possibilità di agire in giudizio dinanzi al tribunale del suo domicilio, ove ricorrano due presupposti. Da un lato, il commerciante deve esercitare le proprie attività commerciali o professionali nello Stato membro di residenza del consumatore oppure dirigere, con qualsiasi mezzo (ad esempio attraverso Internet), le proprie attività verso tale Stato membro; dall’altro il contratto deve rientrare nell’ambito di dette attività. Il sig. Sabranovic, al quale appartiene a Spicheren, località situata in Francia in prossimità del confine tedesco, un negozio di vetture usate, gestiva anche un sito Internet sul quale erano indicati i numeri di telefono francesi e un numero di telefono cellulare tedesco. Il sig. Emerek, con residenza a Saarbrücken (Germania), dopo aver appreso tramite conoscenti (enon attraverso il sito Internet) dell’esistenza dell’impresa del sig. Sabranovic, il 13 settembre 2010 stipulava come consumatore con il sig. Sabranovic nel suo negozio per iscritto un contratto di compravendita rigurdante un veicolo usato. Il Landgericht Saarbrücken come tribunale d’appello, era contrariamente all’Amtsgericht Saarbrücken, dove il sig. Emerek aveva proposto un‘azione di garanzia, dell’opinione che l’attività del sig. Sabranovic fosse diretta verso la Germania. Pertanto ha chiesto nell’ambito di un procedimento pregiudiziale, se, nel caso di specie debba sussistere un nesso di causalità tra il mezzo, vale a dire il sito Internet, utilizzato per dirigere l’attività commerciale verso lo Stato membro del domicilio del consumatore e la conclusione del contratto con il consumatore medesimo. Nella sua sentenza del 17 ottobre 2013 la Corte di giustizia ha rilevato che il tenore stesso del regolamento non richiede espressamente la sussistenza di un simile nesso di causalità. Una tale esigenza del nesso di causalità, risulterebbe in conflitto con l’obiettivo perseguito dal regolamento della tutela dei consumatori e farebbe sorgere anche problemi di prova, in particolare nel caso in cui il contratto, come nella specie, non fosse stato concluso a distanza. Di conseguenza la Corte ha risposto che il regolamento non postula la sussistenza di un nesso di causalità tra il mezzo utilizzato per dirigere l’attività commerciale o professionale verso lo Stato membro del domicilio del consumatore e la conclusione del contratto con il consumatore medesimo. Link alla versione integrale della sentenza 8 Regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale -8- Wettbewerb - Concorrenza Wenn die Europäische Kommission ein förmliches Prüfverfahren wegen Staatlicher Beihilfen eröffnet hat, ist ein nationales Gericht verpflichtet, alle erforderlichen Maßnahmen zu treffen, um die Konsequenzen aus einem eventuellen Verstoß gegen die Pflicht der im Vertrag vorgesehenen Aussetzung zu ziehen (Urteil in der Rechtssache C-284/12, Deutsche Lufthansa AG/Flughafen Frankfurt-Hahn GmbH) Das Vorabentscheidungsersuchen betrifft die Auslegung der Art. 107 AEUV und 108 AEUV und ergeht im Rahmen eines Rechtsstreits zwischen der Deutschen Lufthansa AG (im Folgenden: Lufthansa) und der Flughafen FrankfurtHahn GmbH (im Folgenden: FFH), der Betreiberin des Flughafens Frankfurt-Hahn, über die Einstellung und Rückforderung der staatlichen Beihilfen, die FFH der Ryanair Ltd (im Folgenden: Ryanair) gewährt habe. Da Lufthansa der Ansicht war, dass die von FFH umgesetzten Geschäftspraktiken eine nicht bei der Kommission angemeldete staatliche Beihilfe darstellten, die demnach unter Verstoß gegen Art. 108, Abs. 3 AEUV gewährt worden war, reichte sie Klage ein und beantragte, die Rückforderung der an Ryanair gezahlten Beträge sowie derjenigen Beträge anzuordnen, die der Ermäßigung der Flughafenentgelte entsprächen, in deren Genuss Ryanair gekommen sei, sowie die Unterlassung jedweder Beihilfe zugunsten von Ryanair. Mit Entscheidung vom 17. Juni 2008 eröffnete die Kommission das förmliche Prüfverfahren und kam zu dem vorläufigen Ergebnis, dass jede der betreffenden Maßnahmen selektiv sei und eine staatliche Beihilfe im Sinne von Art. 107 Abs. 1 AEUV darstelle, es sei denn, sie erfülle den Grundsatz des privaten Kapitalgebers. Da das Oberlandesgericht Koblenz der Ansicht war, prüfen zu müssen, ob die in Rede stehenden Maßnahmen staatliche Beihilfen darstellen, und da es insbesondere Zweifel hinsichtlich des selektiven Charakters dieser Maßnahmen hatte, beschloss es, das Verfahren auszusetzen und fragte den Gerichtshof, ob eine nicht angefochtene Entscheidung der Kommission, das förmliche Prüfungsverfahren einzuleiten, zur Folge habe, dass ein nationales Gericht hinsichtlich der Beurteilung des Beihilfecharakters an die Rechtsauffassung der Kommission in der Eröffnungsentscheidung gebunden ist. In seinem Urteil vom 21. November 2013 hat der Gerichtshof festgestellt, dass, falls die Europäische Kommission ein förmliches Prüfverfahren eröffnet hat, ein nationales Gericht verpflichtet ist, alle erforderlichen Maßnahmen zu treffen, um die Konsequenzen aus einem eventuellen Verstoß gegen die Pflicht zur Aussetzung der Durchführung dieser Maßnahme zu ziehen. Es kann auch beschließen, einstweilige Maßnahmen zu erlassen, um einerseits die Interessen der beteiligten Parteien und andererseits die praktische Wirksamkeit der Entscheidung der Europäischen Kommission, das förmliche Prüfverfahren zu eröffnen, zu wahren. Zudem kann das nationale Gericht, wenn es Zweifel hinsichtlich der Frage, ob die in Rede stehende Maßnahme eine staatliche Beihilfe darstellt, oder hinsichtlich der Gültigkeit oder der Auslegung der Entscheidung über die Eröffnung des förmlichen Prüfverfahrens hat, zum einen die Europäische Kommission um Erläuterung bitten, und zum anderen kann oder muss es gemäß Art. 267 AEUV dem Gerichtshof eine Frage zur Vorabentscheidung vorlegen. Link zum vollständigen Urteil -9- Qualora la Commissione abbia avviato un procedimento di indagine formale per aiuti di Stato, il giudice nazionale è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie al fine di trarre le conseguenze di un’eventuale violazione dell’obbligo di sospensione previsto dal Trattato (Sentenza nella causa C-284/12, Deutsche Lufthansa AG/Flughafen Frankfurt-Hahn GmbH) La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione degli art. 107 TFUE e 108 TFUE nell’ambito di una controversia tra la Deutsche Lufthansa AG e la Flughafen Frankfurt-Hahn GmbH (FFH), società che gestisce l’aeroporto di Frankfurt-Hahn (Germania), in merito alla cessazione e al recupero degli aiuti di Stato che la FFH avrebbe concesso alla Ryanair Ltd. Reputando che alcune pratiche commerciali poste in essere da Frankfurt-Hahn GmbH costituissero un aiuto di Stato concesso in violazione dell’art. 108, paragrafo 3, TFUE, Lufthansa aveva presentato una domanda giudiziale diretta a far ingiungere il recupero delle somme versate a Ryanair e di quelle corrispondenti alle riduzioni dei diritti aeroportuali di cui Ryanair avrebbe usufruito, nonché la cessazione di qualsiasi aiuto a favore di Ryanair. Nel frattempo, con decisione del 17 giugno 2008, la Commissione aveva avviato il procedimento di indagine formale, giungendo alla conclusione preliminare che ciascuna delle misure di cui trattasi era selettiva e costituiva un aiuto di Stato ai sensi dell’art. 107, paragrafo 1, TFUE, a meno che non soddisfacesse il criterio dell’investitore privato. Ritenendo di dover determinare se le misure di cui trattasi costituiscano un aiuto di Stato e nutrendo, in particolare, dubbi circa il carattere selettivo di tali misure, l’Oberlandesgericht di Coblenza ha deciso di sospendere il procedimento giudiziale chiedendo alla Corte se una decisione della Commissione di avviare il procedimento di indagine formale abbia come conseguenza di vincolare il giudice nazionale alla posizione giuridica espressa dalla Commissione per quanto riguarda la valutazione del carattere di aiuto di Stato di una misura. Nella sentenza del 21 novembre 2013 la Corte ha stabilito che qualora la Commissione abbia avviato il procedimento d’indagine formale, il giudice nazionale è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie al fine di trarre le conseguenze di un’eventuale violazione dell’obbligo di sospensione dell’esecuzione della suddetta misura. A tal fine la Corte precisa che il giudice nazionale può decidere di sospendere l’esecuzione della misura di cui trattasi e di ingiungere il recupero delle somme già versate. Esso può anche decidere di ordinare misure provvisorie al fine di salvaguardare, da un lato, gli interessi delle parti coinvolte e, dall’altro, l’effetto utile della decisione della Commissione di avviare il procedimento d’indagine formale. Inoltre, qualora il giudice nazionale nutra dubbi in ordine alla questione se la misura di cui trattasi costituisca un aiuto di Stato oppure in ordine alla validità o all’interpretazione della decisione di avviare il procedimento di indagine formale, esso, da un lato, può chiedere chiarimenti alla Commissione e, dall’altro, può o deve, conformemente all’art. 267 TFUE, sottoporre una questione pregiudiziale alla Corte. Link alla versione integrale della sentenza Quelle: curia.europa.eu Fonte: curia.europa.eu - 10 - PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Dipartimento Affari istituzionali e legislativi CURIA-News ist eine gemeinsame Initiative der Abteilung Europa der Autonomen Provinz Bozen, des Dipartimento Affari istituzionali e legislativi der Autonomen Provinz Trient, sowie der Abteilung Südtirol, Europaregion und Außenbeziehungen des Landes Tirol und wird mit Unterstützung der gemeinsamen Vertretung der Europaregion Tirol – Südtirol–Trentino in Brüssel erstellt. CURIA-News è un’iniziativa congiunta della Ripartizione Europa della Provincia Autonoma di Bolzano, del Dipartimento Affari istituzionali e legislativi della Provincia autonoma di Trento e della Abteilung Südtirol, Europaregion und Außenbeziehungen del Land Tirolo ed è realizzata con il supporto della Rappresentanza comune della Regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino a Bruxelles. CURIA – News arbeitet auch mit dem Osservatorio del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Trento zusammen. CURIA – News collabora anche con l’Osservatorio del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Trento.