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ottobre 2011
L’INCHIESTA
A pag 12
FEDERAZIONE
A pag 20
LA NOSTRA BANCA
A pag 26
Sfidare la crisi
Editoriale
DI ROBERTO SCAZZOSI
Il ruolo delle Bcc in tempi di crisi
Tripla C, ossia: coerenza, competitività e conformità. Ecco
il rating di valori delle Bcc secondo il presidente della
Federazione, Alessandro Azzi; un passaggio che è stato il
sigillo al convegno delle Bcc Lombarde tenutosi all’Università
Cattolica il 15 ottobre e che dice molto sul momento che vive
il nostro sistema. Perché le Bcc –lo aveva riconosciuto Mario
Draghi, lo ha ribadito Azzi– hanno avuto, in questi anni di
crisi, un grande merito, quello di giocare un ruolo anticiclico;
ossia hanno continuato a fare le banche, non abbassando
gli impieghi, anzi, aumentando il supporto alle imprese nel
momento di maggior bisogno. E sono tanti gli osservatori
ad avere ammesso che le Bcc, nella peggior congiuntura
economica che si ricordi, sono state «le ultime a togliere le
mani dal fuoco». Sarebbe dunque logico attendersi un po’ di
riguardo; invece no. Il grazie è stato la penalizzazione fiscale
contenuta nella manovra agostana. E allora dobbiamo alzare
la voce, dobbiamo imparare a farci sentire perché se scottarsi
le mani fa già male, beccarsi una stangata dopo aver aiutato
l’economia del Paese sa di beffa. Alle Bcc si chiede di correre,
ma al tempo stesso si legano le gambe. Non è serio, non è
accettabile e, ultimo ma non meno importante, si deprimono
ulteriormente le prospettive dell’economia reale. Se le Bcc
non ridono, anzi, hanno tutte le ragioni per essere di cattivo
umore, in casa d’altri, addirittura, si piange. In questo numero dedichiamo un articolo alla situazione in cui versano le
Fondazioni, efficacemente illustrata dall’immagine in apertura: un rubinetto chiuso da cui cade soltanto qualche goccia.
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Del resto non è un mistero lo stato di salute che attraversano
i grandi istituti: prima, parte delle loro plusvalenze prendevano la via delle Fondazioni per finanziare progetti in campo
sociale e culturale; oggi sono le Fondazioni ad andare in soccorso alle esigenze delle banche. Ergo risorse a goccia e bandi
per i progetti ridotti ai minimi. Tornando a noi e tornando a
quello che più ci preme, cioè il da farsi: quali sono le nostre
prospettive? Innanzitutto bisogna prendere atto dei cambiamenti che hanno interessato il mercato: la banca ha sempre
lavorato agendo sulle leve del margine d’interesse e di quello
d’intermediazione. Questi strumenti, oggi, sono spuntati; con
un costo del denaro tanto basso, la partita si deve giocare
altrimenti. La Bcc ha scelto, e con un ottimo ritorno, di puntare sui servizi, sui prodotti parabancari, ma, come tutti, siamo
anche impegnati seriamente sul fronte dei costi; razionalizzare, capitalizzare le risorse, oggi, è più che mai una necessità.
Ma il presidente Azzi ha anche insistito su un altro fattore, la
qualità. Efficienza della rete, qualità delle persone, governance sono aspetti su cui non è possibile derogare, specie dopo la
crescita nell’intermediato registrata dal 2000 dalle Bcc e l’evoluzione che ha conosciuta la clientela. Quello delle Bcc è sempre stato un mondo che ha marciato a piccoli passi; da oltre
dieci anni l’accelerazione impressa dagli eventi è stata fortissima, e adeguarsi si è dimostrata una necessità. Lo abbiamo
ribadito e condiviso nell’ultima convention dei dipendenti:
“cambiamo! Nasce l’azienda Bcc”. Lungimiranza, misura,
sobrietà: su questi principi funzionerà la nostra azienda.
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SOMMARIO
Edicola
Il Panorama
copertina
DI luca barni
Sfidare la crisi
Gli utili delle Bcc che diminuiscono, le Fondazioni bancarie che
stanno facendo i conti con patrimoni sempre meno consistenti, le
manovre del Governo che colpiscono le Cooperative e danno un
ulteriore colpo al sistema del Credito Cooperativo: analisi della
situazione attuale e ricette per uscire dal tunnel.
La Voce
9
La semestrale
6
Si riducono gli utili,
ma il ruolo di Banca
del territorio è confermato
Primo piano
12
Anche le Fondazioni bancarie
stanno facendo i conti
con una liquidità esigua
Banche: non tutte sulla stessa barca
ottobre 2011
La manovra
I provvedimenti presi dal Governo
Le Cooperative fanno i conti
con delusione e idee per il futuro
26
La nostra Banca/1
Il successo del prodotto Merito
Casa e la partecipazione
della nostra Bcc a Casa in Piazza
14L’intervista
L’arte del Tacchificio Villa Cortese
si rinnova e punta ai mercati esteri
Strategie dal territorio
16Focus
Artigianfidi e Confidi Varese
si uniscono e fondano Confidi
Lombardia per un credito più equo
28
La nostra Banca/2
Il progetto Salva varca la soglia
della sede di via Manzoni
Le tappe di un’iniziativa vincente
20
Federazione Lombarda
Il convegno della Fed.Lo di Milano
tra presente incerto e un domani
da scrivere: cronaca dall’assemblea
30
Vita sociale
Tutte le iniziative culturali
e sportive che si sono svolte
sul nostro territorio
Associazione Ccr
Tutte le attività del Circolo:
dalla Puglia alla Croazia
il sodalizio fa il tutto esaurito
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Un’istantanea dell’autunno 2011 in Italia? Se mi passate la battuta sbrigativa, tutti sulla stessa barca; il sistema Paese per
cui i nodi dovevano, prima o poi venire al pettine, e il sistema bancario che della salute dell’economia è un termometro
affidabile. Senza distinzione non stanno bene i grandi istituti, per una sottocapitalizzazione che è diventata evidente a tutti
e per le sofferenze che, fisiologicamente, si rastrellano nelle crisi; non stanno bene le banche commerciali e non stanno bene
neppure le Bcc. Con una precisazione per il movimento cooperativo: se il problema patrimonializzazione, per noi, non si
pone, il ruolo anticiclico che abbiamo giocato nell’ultimo biennio ci colloca, per sofferenze, a livelli percentuali superiori a
quelli delle grandi banche. La differenza è che noi non abbiamo ricevuto gli aiuti di Stato riconosciuti ai grandi istituti e,
invece, siamo stati colpiti dall’ultima Finanziaria da una doppia tassazione, su Ires come azienda e Irap come banca. Una
beffa, visto il sostegno che abbiamo garantito all’economia reale durante la crisi, ma tant’è la Finanziaria non si discute.
Tiriamo una riga, allora; come finiremo questo 2011? Dovessimo valutare le nostre scelte strategiche del biennio per quello che hanno prodotto, conti alla mano, dovremmo essere soltanto contenti. La decisione di puntare sui servizi, ossia di
operare focalizzandoci sempre di più sul cliente, sta dando risultati importanti. Purtroppo, queste risorse devono essere
impegnate diversamente da come vorremmo. Noi, come sempre abbiamo fatto, le impiegheremmo sul territorio ma, diversamente, prenderanno un’altra strada: serviranno ad ammortizzare le perdite sui crediti, ossia quei soldi che le aziende e
le famiglie in difficoltà non riescono a restituirci.
Allora serve far chiarezza: la Bcc vuole fare il proprio mestiere , con tutti i rischi e le conseguenze che, in un momento di
crisi, questa scelta comporta. Distinguiamo però: una cosa è se l’azienda è in crisi per la situazione economica generale,
altro, tutt’altro è se l’azienda utilizza in modo improprio la legge fallimentare. Quindi se chiede il concordato, affitta il
ramo d’azienda con tanti saluti a banche e fornitori, nonché ai dipendenti di questi. Questo è un gioco che non si deve fare,
perché le sue conseguenze colpiscono gli operatori economici più corretti e virtuosi. Non solo: questo meccanismo non
può nemmeno durare a lungo perché le risorse, già di per sé limitate, in questo momento sono ai minimi storici.
E siccome questi comportamenti danneggiano i concorrenti; dove finiscono a questo punto i principi del mercato e della
libera concorrenza di cui tanti si riempiono la bocca?
Noi, statene certi, continueremo a fare la nostra parte, come testimonia la percentuale di impieghi/raccolta vicina al 100%:
ma per continuare dobbiamo raccogliere sempre nuove risorse. A questo punto sorge una domanda: ma siamo sicuri che
affidare a istituzioni finanziarie internazionali i propri risparmi (a rendimenti indubbiamente molto allettanti) aiuti l’economia del territorio? E il sistema Italia a ripartire? Pensiamoci.
La Voce
Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Analisi
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4
Il ruolo delle Bcc nella crisi
internazionale: la situazione
del credito italiano
ottobre 2011
Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano
Anno VIII n° 4
Stampa: Arti Grafiche Baratelli - Busto Arsizio
Direttore Responsabile: Chiara Porta
Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004
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LA SEMESTRALE
LA SEMESTRALE
è indispensabile lavorare sui prodotti finanziari e i servizi parabancari
che sono la vera redditività». Perché,
e questa è la vera domanda, c’è da
chiedersi se la clientela percepisca
effettivamente il rischio associato ad
alcuni contratti e prodotti finanziari
offerti e se riesca a intuire quali siano
i migliori investimenti da fare. «La
difficoltà è proprio qui -sottolinea il
nostro direttore generale-. Prendiamo,
ad esempio, alcune banche straniere
presenti sul nostro territorio. Alcune
offrono tassi vantaggiosissimi, ma che
non si tramutano in reali impieghi nel
Paese. Questo le persone dovrebbero
saperlo prima di affidarsi a un istituto
bancario. Perché se è vero che ognuno
di noi cerca il massimo profitto per se
stesso, è altrettanto vero che in una
situazione di stallo economico nazionale come quello attuale non aiutare
gli impieghi diretti sul territorio significa azzoppare ulteriormente la nostra
La Semestrale in tempi di crisi
Tutto il mondo delle Bcc sta facendo i conti con la riduzione degli utili, ma il ruolo
di banche del territorio si dimostra sempre puntuale guardando agli impieghi; la nostra
Bcc, nei primi sei mesi dell’anno ha visto un incremento del 6,7% sul giugno 2010
D
all’Alpe alla Sicilia, ovunque
è Legnano. O, meglio, Busto
Garolfo e Buguggiate. Le
Bcc italiane, parafrasando l’inno di
Mameli, hanno chiuso il primo semestre dell’anno con un indicatore comune: meno utili, più impieghi. Perché sta
scritto nella mission di ogni istituto di
Credito Cooperativo: dare al territorio,
alle famiglie, ai Soci e ai clienti, quanto
è necessario. Anche a costo di stringere
i cordoni degli utili e viaggiare a vele
meno gonfie. Ciò che conta è la tenuta
dell’economia reale. Non fittizia, ma
tangibile che, impiego dopo impiego,
faccia tornare il sereno anche sulle due
“C” italiane.
Nel dettaglio, il bilancio dei primi sei
mesi d’esercizio della nostra Bcc ha
visto un incremento degli impieghi
6
del 6,7% sul giugno 2010 e un progresso di quasi il 2% sul 31 dicembre
scorso. E la crescita sta continuando
in questo terzo trimestre dell’anno,
quando il rapporto tra la raccolta diretta e gli impieghi ha raggiunto il 98%.
Guardando, invece, alla raccolta complessiva della banca, ossia l’insieme
della raccolta diretta e di quella indiretta (composta dai titoli in custodia e
dai fondi comuni), il dato al 30 giugno
2011 segna un incremento del 4% sul
giugno 2010 e dell’1,8% su dicembre
2010, e supera quota 1 miliardo e 158
milioni di euro. Sulla raccolta indiretta, in particolare «salutiamo con soddisfazione il crescente ricorso al servizio di consulenza offerto dalla nostra
banca -commenta il direttore generale,
Luca Barni-; un segnale, questo, della
fiducia che la clientela pone nel nostro
istituto e della professionalità che ci
riconosce quando è chiamata a fare
scelte sui propri investimenti. Sta passando, in altre parole, il concetto che
in banca non si va soltanto dopo aver
deciso un investimento. Oggi, sempre
più, ci si rivolge alla banca per chiedere una consulenza su come investire.
La consulenza non è più un servizio
accessorio nel lavoro di una banca: è
un servizio a tutti gli effetti». La consulenza, infatti, in periodi come quello
attuale, diventa uno strumento essenziale perché le business line messe a
frutto diano effettivamente risultati.
«In circostanze come quelle che stiamo vivendo -prosegue Barni-, cambia
anche il metodo di approccio degli enti
creditizi. In questo preciso momento
economia. Ecco perché, se qualcuno
pone l’accento sui tassi e sui prodotti
delle Bcc in maniera, diciamo così, un
po’ critica, perde di vista che il mondo
del Credito Cooperativo riversa sul
territorio il 99,9% di quello che raccoglie. Alcune banche straniere no».
Una crisi nella crisi, verrebbe da dire.
Gli slogan di istituti di credito che
danno tassi di interesse vantaggiosi
(talvolta anche oltre il 4% solo sui
depositi di cassa) si fanno sempre più
presenti e sono sempre più appetibili:
«La clientela dovrebbe domandarsi
dove vanno a finire questi soldi, ossia
dove vengono investiti», precisa ancora Barni. Già, dove? All’estero, lasciando la Barca Italia ancora di più senza
gasolio.
Tornando ai dati della semestrale, da
segnalare la crescita di margine di
interesse e commissioni nette, rispettivamente +10% e +5% rispetto a giugno
2010. Continua Barni: «Il conto econo-
mico continua a essere condizionato
dal perdurare della crisi che stanno
vivendo le imprese e che si ripercuote
sulla voce “rettifiche di valore”. Per
compensare questo dato, che influisce
sulla redditività dell’azienda, la Bcc
sta agendo sulla leva dei costi». Una
situazione che, come detto in apertura,
riguarda tutto il panorama del Credito
Cooperativo italiano, soprattutto al
Centro-Nord dove il tessuto economico/imprenditoriale italiano è più vivace e dove sono le sofferenze a ricoprire
un capitolo importante delle voci di
bilancio. Secondo Fulvio Bernabino,
presidente della Federazione Bcc
Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, «la
riduzione degli utili risulta in parte
collegata alla diminuzione del margine di interesse e in parte al conteggio di dubbi esiti imputati a conto
economico a copertura parziale delle
sofferenze, che stanno interessando
tutto il mondo bancario. Il Credito
La ricetta: consulenza e gestione del rischio
La crisi, i rischi, i capitali da investire e un mercato da tenere
sempre sotto controllo. Questi i paletti del servizio consulenza titoli messo in opera dalla nostra Bcc. Nato tre anni fa,
operativo da due, ha già riscosso l’adesione (e la soddisfazione) di oltre 500 clienti, tanto che, con orgoglio, il vicedirettore e responsabile Area titoli della nostra Banca, Carlo
Crugnola, rivendica «un
ottimo lavoro da parte di
tutta l’equipe». Cinque
persone, delle quali tre
dedicate esclusivamente
alla consulenza, formano la squadra che, prima
ancora di consigliare, si
prepara professionalmente grazie ai corsi di
formazione e specializzazione a cui, mediamente ogni anno, prende parte. Professionalità
che, a cascata, ricadono poi sui responsabili titoli delle
filiali della banca, per un proficuo servizio che tende, come
precisa il vicedirettore, «più a gestire i rischi che a pensare
alla redditività». Perché se è vero che bisogna guardare al
rendimento dei propri capitali, è altrettanto vero, e forse
più importante, che «prima di tutto si salvaguardi il proprio
patrimonio». Soprattutto in un periodo non proprio felice
per l’economia. Ecco, dunque, che entra in gioco il team
dell’Area finanza con le sue specializzazioni: «Ogni mese,
assieme al nostro advisor Aureo Gestioni e ai responsabili
titoli di altre sei Bcc lombarde, organizziamo un comitato
che analizza il mercato e stipula i cosiddetti “portafogli consigliati”, che successivamente proponiamo ai nostri clienti.
I portafogli che mettiamo
a disposizione dei clienti
hanno differenti gradi di
rischiosità. Naturalmente,
più è alta la rischiosità più
elevato è il rendimento che
se ne può avere. D’altro
canto, minore rischiosità,
significa minore redditività, ma maggiore sicurezza. I portafogli consigliati
sono realizzati in maniera
differenziata, senza puntare troppo su alcuni titoli
piuttosto che altri. Questo proprio per evitare che vi siano
delle ripercussioni negative in caso di andamento negativo
di un titolo troppo presente nei pacchetti piuttosto che di
un altro». Per essere efficiente, un investimento deve essere
almeno superiore ai 150mila euro. Ma, conclude Crugnola,
«i nostri esperti sono in grado di consigliare anche persone
con somme da investire più esigue».
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LA MANOVRA
LA SEMESTRALE
Cooperativo, però, proprio per la sua
natura non ha ridotto gli impieghi,
soprattutto verso la clientela di riferimento». Identica l’analisi di Giulio
Magagni, presidente delle Bcc dell’Emilia Romagna: «È la più grave congiuntura dal Secondo Dopoguerra e
la nostra identità mutualistica ci ha
portato consapevolmente a comportamenti opposti a quelli della finanza speculativa per salvaguardare il
territorio e la sua economia. Siamo
-conclude- un modello sostenibile ed
efficace capace di superare il conflitto
tra utile individuale e benessere collettivo, che è alla base del cortocircuito
generato dal perseguimento del profitto a ogni costo».
«Diamo al territorio tutto quello che
raccogliamo. Gli impieghi, nei primi
sei mesi del 2011, sono stati il 95,3%
della raccolta diretta, ovvero oltre 657
milioni su 690 milioni di euro, e quasi
il 62% degli impieghi sono mutui alla
clientela (407 milioni), che sarebbe a
dire la forma più concreta di supporto
ai bisogni che manifesta una comunità
territoriale», chiosa il presidente della
nostra Bcc, Roberto Scazzosi, riportando il discorso sulla necessità di
sensibilizzare i risparmiatori italiani
su una raccolta attenta che non miri
esclusivamente ai singoli portafogli,
ma, più collegialmente, tenda a risollevare le sorti di un Paese alla ricerca
di una nuova via di sviluppo.
Infine, nella semestrale c’è un altro
segno positivo molto significativo per
una Bcc: la crescita marcata della
base sociale. Nella prima metà del
2011 sono infatti 275 i nuovi soci che
hanno aderito alla nostra Bcc, di cui
81 imprese. Fra le persone fisiche,
invece, il 41% è under 40. «In linea
con gli obiettivi del nostro piano strategico, dunque, la compagine sociale
sta crescendo in termini assoluti e,
contestualmente, sta ringiovanendo
-conclude Scazzosi-. Sempre più giovani, infatti, scelgono di diventare
Soci: è un ulteriore riconoscimento
dell’operato della nostra Banca e un
attestato di fiducia che ci sprona a
guardare e a costruire, insieme con
loro, il futuro».
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L’analisi: crisi sì, menefreghismo no
Non facciamo nomi, ma quanto sta accadendo (non solo sul nostro territorio, ma
soprattutto sul nostro territorio) non può passare sotto silenzio. Perché se è vero
che molti imprenditori lamentano la stretta del credito da parte di alcuni istituti
di credito, è pur vero che gli imprenditori puri, veri uomini coraggiosi capaci di
voler bene all’economia, ma prima ancora, a chi lavora per loro e con loro, ce ne
sono sempre di meno. Spiace doverlo ammettere, ma l’onda lunga dell’apatia economico/sociale di alcuni nuovi (intesi come giovani) imprenditori sta diventando
insostenibile. Secondo Filippo Lamanna, presidente della sezione fallimentare del
Tribunale di Milano «è enorme il numero di società che chiamiamo “buche”: realtà
che solo due anni fa erano in buone condizioni, ma adesso hanno perso tutto e si
presentano scarnificate. In questi casi non c’è più nulla da fare. Fino a qualche
anno fa, invece, era più elevata la percentuale di imprese che arrivavano con attivi
accettabili. Naturale che una società in stato fallimentare sia insolvente, ma un
conto è presentare un attivo molto ridotto, un altro non avere ormai più nulla».
Cooperative: le manovre economiche
tra delusione e idee per restare a galla
PARABANCARI: SERVIZI CHE AIUTANO A CRESCERE
Negli anni la nostra Bcc si è sempre più distinta anche nei servizi
parabancari, ossia quelle attività che
avvengono in collaborazione tra l’istituto e altri soggetti economici/
finanziari. In un momento come
quello attuale, nel quale i servizi
prettamente bancari hanno rallentato
la marcia per ovvie ragioni di crisi
economica strutturale nel Paese, le
attività dell’area Marketing, guidata
Adalberto Tomasello, stanno avendo
«una buona crescita esponenziale,
dopo un ottimo impatto immediato».
Nel dettaglio, i servizi che la nostra
Bcc, al momento, propone a clienti e
Soci sono quelli di attività di leasing,
factoring, prestiti personali e coperture assicurative. Proprio quest’ultimo
segmento dei servizi sta particolarmente a cuore a Tomasello perché,
dice, «lo abbiamo voluto con grande
fermezza, ci abbiamo investito moltissima professionalità e, oggi, possiamo
dire di avere centrato il bersaglio».
Inoltre, come ben sa chi si occupa
di economia locale, il nostro territorio è particolarmente attivo nell’operatività con l’estero attraverso il
classico import-export e le relazioni
con imprenditori, soprattutto verso
l’Europa (l’Altomilanese e il Varesotto
hanno visto un aumento di queste
relazioni del 20% nel 2010 e del
20% nel 2011). Il ruolo della banca è
quello di «aiutare gli attori economici
del nostro territorio a gestire i flussi e
le commissioni di queste operazioni».
Tornando alle nostre maggiori soddisfazioni, il servizio che sta ottenendo
risultati apprezzabili è quello delle
assicurazioni. Gestito in collaborazione con Assimoco (Assicurazioni
Movimento Cooperativo), il servizio
ha iniziato ad erogare assicurazioni sia a copertura del rischio vita
che del patrimonio: «Le assicurazioni -continua Tomasello- solitamente
vanno a braccetto con i prodotti che
la nostra Bcc offre ai propri clienti.
Penso a Merito Casa oppure al nuovo
Famiglia Confort, da poco messo in
portafoglio, che è un prodotto modulare coprire tutti i possibili rischi relativi al possesso dell’abitazione». Nel
tempo, però, la maturità della rete
marketing e commerciale («siamo
evoluti velocemente») della nostra
Bcc ha permesso di inserire nuovi prodotti come “Protetto infortuni”, che
accompagna le imprese assistendo il
titolare o la persona chiave nell’attività operativa. Conclude Tomasello,
«ragioniamo per dare più tranquillità
ai nostri clienti», e, al giorno d’oggi,
ce n’è bisogno.
I
l mondo delle cooperative è
in subbuglio. Ma, nonostante
le tante voci di sdegno che si
sono alzate al varo della Finanziaria
2011, non pare esserci luce in fondo
al tunnel. La “mazzata” c’è, resta
e peserà. E se per le cooperative
sociali ciò si traduce in aggravio
d’imposta (IRAP) del 3%, contro
un’esenzione totale goduta fino al
varo della manovra economica, per
le Banche di Credito Cooperativo
l’obolo anti crisi che il Governo ha
voluto si traduce in un aggravio sui
redditi di natura finanziaria (IRES)
che andrà a toccare le capitalizzazione degli istituti.
«Si tratta di un provvedimento
iniquo che aumenta la base imponibile di tassazione delle imprese
cooperative e penalizza le oltre 400
banche di Credito Cooperativo e
Casse Rurali», è stato il primo commento di Federcasse, la federazione
nazionale delle Banche di Credito
Cooperativo, diramato attraverso
un comunicato stampa. Dose rincarata a viva voce dal presidente di
Federcasse, Alessandro Azzi: «Ci
colpiscono doppiamente e, soprattutto, colpiscono un sistema di credito che, in questi anni di crisi, ha
mantenuto il proprio ruolo “anticiclico” per consentire alle imprese e
alle famiglie di sostenere l’urto della
crisi».
Parole molto forti sono piovute
addosso alla manovra anche dal
presidente di Banca Etica, Ugo
Biggeri: «Assistiamo all’ennesimo
attacco ai cittadini più fragili di
questo Paese e a quelle imprese
sociali che anche durante la crisi
hanno dimostrato capacità di tenuta aumentando servizi e posti di
lavoro». E il presidente di Banca
Etica aggiunge sale sulla ferita aperta perché «il regime fiscale previsto
per le imprese cooperative è stato
peggiorato più volte nel corso degli
ultimi 15 anni e, nonostante questo,
le cooperative sono cresciute con
successo nello sviluppo di un’economia mutualistica, radicalmente
diversa da quella che ci ha portato
a questa crisi». Per le Banche di
Credito Cooperativo, ha precisato
Azzi, la nuova imposizione fiscale
si tradurrà in una stretta all’erogazione del credito sui territori di
riferimento: «Per ogni milione in
meno che le Bcc potranno capitalizzare, ci potrebbero essere 20 milioni in meno di crediti per famiglie
e imprese. Le Bcc sono le uniche
banche italiane ad aver subito un
doppio colpo con le due manovre
(la Finanziaria e il decreto sviluppo,
ndr). L’Irap -ha continuato il presidente di Federcasse-, peraltro è una
tassa iniqua perché colpisce chi può
contare su una grande forza lavoro
e i nostri istituti, per presidiare il
territorio, devono poter contare su
un alto numero di sportelli e quindi
di dipendenti».
Dal mondo cooperativo, inoltre, si
fa sapere da più parti, la manovra
9
LA MANOVRA
LA MANOVRA
così voluta dal Governo «potrebbe
rivelarsi inutile». Secondo un’analisi
del «Sole 24 Ore», infatti, il trend
di crescita delle cooperative sociali è praticamente in stallo; il che
significa, zero utili. Tassare gli utili,
dunque, potrebbe essere non solo
inutile, ma anche gravoso per l’economia. Secondo Francesco Brunello,
direttore di Confcooperative Venete,
«visti i tempi che corrono, le cooperative non faranno utili e, dunque,
non si capisce quale portata potrà
avere la manovra».
L’effetto fiscale, pertanto, rischia di
essere irrisorio. Ma non la recessione. «È vero che si tratta di un modesto aumento dell’imposizione fiscale
-ha spiegato Roberto Bellesi, responsabile dei progetti della cooperativa
sociale Arcobaleno- ma si andrà a
infrangere un principio stabilito da
una legge speciale e giustificato dal
fatto che le cooperative sociali reinvestono gli utili in reti, beni e servizi
per la collettività: dagli asili nido
all’assistenza ai minori, dai disabili
agli anziani, fino alle persone affette
da patologie psichiatriche. Come si
può pensare di tassare, sia pure in
piccola parte, un utile che nessuno
si mette in tasca, ma che viene puntualmente reinvestito per soddisfare richieste che emergono in modo
sempre più drammatico dalla nostra
comunità?».
Dal mondo sociale, a quello del credito mutualistico, il passo è breve.
Fin qui la turbolenta cronaca degli
ultimi mesi. Mentre la crisi morde le
caviglie dell’Eurozona e il Governo
non pensa a serie misure per il rilancio, l’attività quotidiana nei nostri
territori continua. Con quali ripercussioni?
Il territorio. Il primo commento del
nostro presidente non è allarmista,
ma realista: «Bisogna essere molto
chiari: da oggi in poi, il nostro ruolo
di Banca del territorio non sarà mai
messo in discussione. Lo prevede
lo Statuto, lo prevede la consapevolezza che siamo parte importante
per l’economia e lo sviluppo del
territorio. Ma bisogna essere altresì
10
molto chiari: tante cose che fino a
oggi abbiamo fatto, non sappiamo
se potremo farle ancora». Poi, una
commento deluso: «Noi del Credito
Cooperativo siamo stati gli ultimi a
levare le mani dal fuoco -prosegue
Scazzosi-. Ci siamo presi, consapevolmente e senza tirarci indietro,
i rischi e le responsabilità che ci
competevano, e ci competono, in un
momento così difficile per la nostra
economia. Se questo è il ringraziamento: bèh, tante grazie».
L’effetto cascata che le due manovre approvate subito dopo l’estate dal Governo non è ancora ben
chiaro agli occhi degli attori sociali ed economici del territorio. Ma
saranno soprattutto i servizi quelli
che avranno le maggiori ripercussioni. Da un lato, se l’erogazione
di contributi da parte della nostra
Banca subirà dei contraccolpi, ne
subiranno anche le realtà sociali del
territorio che ne beneficiano e ne
beneficeranno. I contraccolpi delle
realtà sociali del territorio si ripercuoteranno sulle persone, i cittadini,
le famiglie. «Stiamo lavorando per
garantire il nostro ruolo di partner
essenziale nel tessuto sociale ed economico di tutto il territorio -continua Scazzosi-. L’istituto ha le spalle
larghe e 110 anni di storia su cui contare. Ma, soprattutto, persone consapevoli del proprio ruolo all’interno
della banca. Troveremo nuovi modi
per garantire tutto quello che abbiamo garantito fino adesso. Certo,
vedere che gli sforzi immani che
si fanno non vengono riconosciuti dalla classe dirigente del Paese,
è mortificante». Il nostro direttore
generale, Luca Barni, è chiaro: «Di
fronte ai problemi bisogna trovare
soluzioni, mai arrendersi ai dati di
fatto. La contingenza economica ci
spinge a trovare soluzioni di business differenti, ma che garantiscano
il ruolo della Banca all’interno della
comunità di riferimento. L’impegno
della struttura è quello di impegnarsi concretamente perché la clientela
e i Soci siano sempre soddisfatti
del proprio istituto, ma anche che
il ruolo mutualistico, di solidarietà,
di cooperazione della banca non sia
mai messo in discussione».
Finanziaria 2011: le voci del territorio
Altomilanese e varesotto sono in fibrillazione. Qui, l’operosa
Italia dà il suo meglio da sempre. Da qui, sono partite tante
piccole rivoluzioni economiche che hanno aiutato il Paese in
tanti frangenti a risollevarsi. Al varo della manovra e con
la crisi che si fa sempre più acuta, le parole
degli attori del territorio sono importanti.
Così il presidente di Univa, Gianni Brugnoli,
sulle proposte di Confindustria al Governo:
«Avanzare idee e proposte non significa
essere contro qualcuno. È un modo legittimo di contribuire nella ricerca delle strade
per risolvere i problemi. Non sono quindi giustificati atteggiamenti di insofferenza,
soprattutto quando si tratta di cogliere il
sentimento della società civile e, nella fattispecie, le aspettative del mondo economico».
Per gli Artigiani Cna, invece, il lavoro del
Governo è stato «molto negativo» perché «a pagare saranno i
soliti mentre i privilegi non saranno intaccati». Così come gli
industriali, anche gli artigiani sono disponibili «a sacrifici pur
di dare una scossa al sistema» non dimenticando di «avviare
IN TEMPI DIFFICILI lo statuto faro per navigare sicuri
Il corsivo: A PROBLEMA SI AGGIUNGE PROBLEMA
«Al problema
delle manovre
del Governo, che
metteranno in
seria difficoltà le
disponibilità di
risorse a favore
delle associazioni e degli enti
del territorio,
si aggiungano
le difficoltà nel
creare utile che
stanno interessando tutto il mondo
delle Bcc e di cui abbiamo già parlato diffusamente sia in passato sia
su questo numero del giornale. E
nel nostro territorio a problema si
aggiunge problema, come spiega
il direttore generale, Luca Barni:
«La nostra zona
sta attraversando
momenti di grande difficoltà, che
stanno avendo
anche effetti che
potremmo chiamare retroattivi.
In altre parole,
assistiamo
ad
una frequenza
sempre maggiore
di insolvenze di
finanziamenti accesi anche dieci
anni fa. Prestiti e mutui erogati ad
aziende e famiglie dalla metà degli
anni Novanta fino ai giorni nostri
che non vengono più onorati e che,
ovviamente, sui bilanci delle Bcc,
pesano come macigni».
una politica reale di riduzione delle tasse». Giorgio Merletti,
presidente di Confartigianato Varese, punta il dito sulle “lungaggini” italiane: «Semplificare l’ambiente imprenditoriale e
incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a raccogliere la
sfida dell’autoimprenditorialità. Cercando di
realizzare ciò che i rappresentanti delle pmi
europee stanno studiando da tempo: permettere l’avvio di un’attività in tutti gli Stati
membri Ue in soli 3 giorni (in Italia ce ne
vogliono in media 257, ndr) e con un costo
massimo di 100 euro. Potrebbe essere questa
una buona leva per la crescita economica
italiana». Per il presidente di Confindustria
Altomilanese, Gianni Mainini, invece la
situazione del territorio è paragonabile a
quella di un malato d’influenza: «Abbiamo la
febbre -dice-, ma neanche molto alta. Si può
curare. Dai primi dati congiunturali dell’ultimo trimestre sta
emergendo una contrazione della produttività e un calo degli
ordini. I fatturati però resistono. Il grosso problema resta il
costo delle materie prime».
«L’articolo 2 del nostro Statuto non sarà mai messo in
discussione: è il pilastro del Credito Cooperativo, il timone
del nostro operare quotidiano, la guida preminente del
nostro lavoro». Così Roberto Scazzosi, presidente della
nostra Bcc. Di fronte alla crisi, agli utili che tentennano,
alle manovre economiche che falcidiano l’operosità delle
Bcc, in soccorso e a fare luce nelle tenebre di questo
2011 ci sono quelle 11 righe, suddivise in due paragrafi,
scritte nero su bianco nello Statuto Sociale delle banche
di Credito Cooperativo. Si legge: «La Società (la banca,
ndr) ha lo scopo di favorire i Soci e gli appartenenti alle
comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca,
perseguendo il miglioramento delle condizioni morali,
culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo
sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e
alla previdenza, nonché la coesione sociale e a la crescita
responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera».
Ed è proprio nei momenti meno facili che questo breve
articolo, carico di ogni aspetto che contraddistingue la
cooperazione mutualistica delle Bcc, arriva in salvo, come
un salvagente gettato in mare aperto a un naufrago.
Perché, continua Scazzosi, «se le parole hanno un senso,
bisogna analizzarle e capire che quell’articolo non è valido solamente quando le cose vanno bene, ma anche, e
forse soprattutto, quando vanno male. La cooperazione
mutualistica del credito nasce proprio in momenti di
particolari difficoltà economiche del Paese. Ecco perché
bisogna sottolineare con forza -conclude- i passaggi sulla
promozione dello sviluppo della cooperazione, sulla crescita responsabile, sull’educazione al risparmio. Il territorio
sta attraversando un momento non facile, ma dobbiamo
essere forti nel chiedergli di non voltarci le spalle. Noi non
lo abbiamo mai fatto».
11
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Anche le fondazioni vedono nero
Analisi dello stato di salute
degli Istituti mutualistici
delle banche tradizionali
Anche per loro il momento
non è per nulla roseo
Cali di cassa e crescita nulla
alla base dei problemi
degli Istituti
G
li ultimi mesi di crisi finanziaria e crolli in borsa hanno
colpito duramente anche le
Fondazioni bancarie, e con esse il
sostegno che negli ultimi anni questi
soggetti, privati e non profit, erano
riusciti a garantire ai loro territori di
riferimento.
È emersa chiaramente, nell’ultimo periodo, la difficoltà che oggi
le 88 Fondazioni italiane incontrano
nell’attivare nuovi bandi per l’erogazione di contributi alle attività di
interesse collettivo. Una recente analisi di «CorrierEconomia», poi, mette
in luce le cause di questa situazione e
conferma quanto la crisi abbia pesato
sugli stati patrimoniali delle 12 maggiori Fondazioni del nostro Paese.
Semplificando molto, le Fondazioni
vivono del rendimento delle partecipazioni che hanno nelle loro banche
conferitarie, cioè quelle da cui le
Fondazioni stesse erano state generate, in seguito alla legge AmatoCarli che, giusto vent’anni fa o poco
12
più, trasformò le originarie Banche
del Monte e le Casse di risparmio.
Fu allora che vennero separate l’attività creditizia e quella filantropica: la prima fu affidata alle aziende
bancarie e la seconda, appunto, alle
Fondazioni collegate.
Ebbene, secondo lo studio di
«CorrierEconomia» oggi queste
Fondazioni, a causa del crollo delle
quotazioni delle banche, stanno
subendo una perdita stimata di 10
miliardi sul valore di bilancio di queste loro partecipazioni. All’interno di
questo dato, naturalmente, ci sono singole realtà che risultano molto diverse
fra loro: se Carimonte Holding, che
fa capo a Unicredit, e la Fondazione
Carige dimostrano di stare ancora
bene, segnali molto più preoccupanti
si scorgono se si guarda a Cariverona
e Fondazione Monte dei Paschi di
Siena. La prima, ad esempio, registra una perdita teorica dell’80% sul
valore delle azioni Unicredit, perdita che assorbe oltre il 60% del suo
patrimonio netto; Fondazione Monte
dei Paschi invece sta perdendo, sulla
sua banca, il 57%, con l’aggravante di
avere 760 milioni di debito, di cui 600
dovuti alla sottoscrizione per l’aumento di capitale della banca.
Perché è proprio da qui, poi, che si
genera un pericoloso circolo vizioso:
le banche, oggi, hanno anche l’urgente problema di ricapitalizzarsi, come
richiesto dai requisiti di Basilea 3, e
ora chiedono alle Fondazioni stesse
di finanziare i necessari rafforzamenti patrimoniali. Non solo, quindi, il
rubinetto che portava risorse dalle
banche alle Fondazioni dal 2008 in
poi si è chiuso, ma gli ultimi tracolli
economici hanno addirittura fatto
sì che il flusso iniziasse a invertirsi:
sono le Fondazioni, oggi, a dover
mettere mano al portafogli per assicurare un futuro alle loro banche.
È definitivamente archiviato, dunque, quel ciclo positivo che dall’inizio del nuovo millennio aveva visto
le Fondazioni aumentare in modo
quasi esorbitante il loro patrimonio,
dando loro la possibilità di erogare
fino a 2 miliardi di euro l’anno ad
attività culturali, assistenza sociale, ricerca, volontariato, educazione,
sanità e sviluppo locale. Ora quelle
casse che avevano assicurato tanti
interventi di sussidio fondamentali
per l’interesse collettivo sono vuote,
e non è realistico pensare che si riempiranno tanto presto. Lo ha chiaramente espresso il presidente di Acri
(Associazione di fondazioni e casse
di risparmio), Giuseppe Guzzetti, nel
presentare il “sedicesimo rapporto
annuale sulle Fondazioni di origine
bancaria”: «La consapevolezza delle
difficoltà che le comunità locali si
trovano ad affrontare a causa della
crisi, sia sul fronte occupazionale sia
su quello delle risorse pubbliche a
disposizione ha indotto le Fondazioni
a confermare il proprio impegno e a
non far venire meno la propria presenza a sostegno delle iniziative nei
settori di intervento previsti», ma
ciò è stato possibile, si legge sempre
nel rapporto, «grazie a una buona e
accorta politica di accantonamenti
negli esercizi passati che hanno permesso alle Fondazioni di contenere
l’impatto degli andamenti negativi
dei mercati e garantire erogazioni».
Già nel 2010, le Fondazioni avevano
capito che le casse si stavano prosciugando, ma sono riuscite a non
limitare i propri interventi (ma nemmeno ad aumentarli, come’era stato
per gli anni precedenti) grazie alle
disponibilità accantonate. Ma adesso anche quelle sono esaurite. Ecco
perché, come spiega sempre Guzzetti
nel rapporto sulle Fondazioni, oltre
a una maggiore oculatezza nell’erogazione dei crediti si è intensificata negli ultimi anni «la prassi di
impiegare quote del patrimonio in
operazioni di investimento direttamente correlate alla missione delle
Fondazioni» nella speranza che ciò
riesca a dare un duplice vantaggio:
«Da una parte, attraverso l’investimento, generare risorse per sostenere
l’attività erogativa e, dall’altra, contestualmente, perseguire gli obiettivi
di missione delle Fondazioni». Una
sfida che investe, anche in questo
frangente, attività collaterali per la
crescita delle comunità locali. Ed è
proprio in questo quadro di stravolgimenti che ha investito tutto il
sistema banche-Fondazioni, a livello
nazionale, che s’inseriscono anche
le difficoltà che oggi le Banche di
Credito Cooperativo incontrano nel
dare piena espressione a quel fine
mutualistico e a quegli intenti filantropici che costituiscono una delle
ragion d’essere del sistema Bcc. «Dal
2001 al 2008 anche gli utili delle Bcc
sono cresciuti in maniera notevole, consentendo quell’aumento delle
erogazioni che si è tradotto in tante
attività e iniziative a sostegno del
territorio -conferma il presidente
della nostra Bcc Roberto Scazzosi-.
In questo momento la necessità primaria per le Bcc, in assenza di utili, è
quella di essere vicine ai propri Soci
e clienti, mantenendo quella solidità
che già oggi fa sì che siano pienamente rispettati i dettami di Basilea
3». Dettami che, invece, le banche
maggiori stanno rincorrendo con così
grande fatica ed esiti incerti.
13
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
L’arte del Tacchificio Villa Cortese
si rinnova e punta ai mercati esteri
Ha festeggiato il 10 giugno
cinquant’anni di attività
sempre all’insegna
dell’innovazione
L’azienda, al centro
di tanti cambiambiamenti
nel mercato, è sempre
rimasta un riferimento
per l’industria calzaturiera
del territorio e del Paese
D
al legno lavorato artigianalmente alle materie plastiche modellate con sistemi computerizzati;
dai piccoli clienti locali ai mercati esteri
emergenti; dai nomi storici del territorio alle nuove firme che si affermano
sulle passerelle dell’alta moda, stagione dopo stagione. In cinquant’anni ne
sono cambiate di cose, nel settore della
produzione di tacchi per le scarpe. E in
cinquant’anni -festeggiati, per la precisione, il 10 giugno 2011- il Tacchificio
Villa Cortese queste trasformazioni
le ha vissute tutte, sapendosi sempre
mantenere come punto di riferimento
primario per l’industria calzaturiera del
nostro Paese.
Che il tacco sia alto un centimetro
oppure 16, con annesso plateau, insieme alle donne italiane (e non solo)
cammina anche la storia di un’azienda
che oggi riunisce tre generazioni e
lavora tenendo a mente la tradizione
da una parte e l’innovazione dall’altra. Ne abbiamo parlato con Luigi
Gazzardi, fondatore del Tacchificio
14
Villa Cortese. Ha iniziato a fare tacchi
a 14 anni e ora, a quasi 80, è ancora il
pilastro della ditta che ha fatto nascere
nel 1961. «Venivo da un’esperienza di
13 anni come dipendente in un’impresa che produceva tacchi per le scarpe
-racconta Gazzardi-. A un certo punto,
come in quegli anni avveniva con
frequenza, mi sono messo in proprio,
insieme al mio socio Pietro Sigolo.
All’inizio affittammo un capannone,
poi, nel 1968, diventammo proprietari.
A quei tempi facevamo ancora tacchi
in legno, arrivando a impiegare fino
a 52 operai; oggi siamo meno della
metà, e dal Tacchificio Villa Cortese
escono al 90% tacchi in plastica, il
materiale che ha relegato il legno a
piccole produzioni di nicchia che,
comunque, alcuni clienti particolari
ancora ci richiedono».
Da diversi anni sono entrati in azienda anche i figli di Luigi Gazzardi:
Maurizio che si occupa della produzione e dello stampaggio, Fausto
che cura i rapporti con i clienti e
la modelleria, e Donata, all’amministrazione. La terza generazione si è
appena affacciata alla vita aziendale:
due nipoti di Luigi Gazzardi lavorano
sulle macchine computerizzate Cad
Cam, con la responsabilità di gestire
una tecnologia molto avanzata; una
terza nipote affianca Donata Gazzardi
negli uffici amministrativi.
Intanto, i Gazzardi non si tirano
indietro davanti alle sfide del mercato e sono in grado di rilanciarsi
anche quando, tutt’intorno, soffiano
venti di crisi. «Abbiamo registrato una
lieve flessione del fatturato nell’ultimo
periodo -conferma Luigi Gazzardi- ma
il lavoro non è mai mancato. E, lavorando con la nostra liquidità, possiamo
affrontare con tranquillità anche tempi
“di magra”. Ma non solo. L’anno scorso abbiamo aperto un nuovo ramo
d’azienda con la Teknostampi di Busto
Garolfo: un investimento consistente
che ci ha permesso di riunire nelle
nostre mani anche la produzione degli
stampi per i tacchi, rendendoci indi-
pendenti da stampisti esterni. Ora
controlliamo l’intera filiera produttiva e possiamo esaudire le richieste
dei nostri clienti in modo ancora più
rapido, cosa che ci dà un vantaggio
competitivo notevole».
Altra necessità, per stare sul mercato,
è essere sempre al passo con le ultime
tendenze della moda: «Produciamo
migliaia di modelli di tacchi per
ogni gusto ed esigenza -continua
Gazzardi-. Oggi vanno per la maggiore tacchi molto alti, anche di 15-16 centimetri, da abbinare a un plantare, e
per noi è una fortuna, perché le nostre
macchine sono sempre impegnate».
Aggiornarsi, poi, vuol dire anche
puntare sul risparmio energetico: «Di
questo si occupano i miei figli con
molto impegno -continua Gazzardi-.
Abbiamo impianti fotovoltaici in tutti
gli stabilimenti e ci stiamo attrezzando per lo sfruttamento dell’energia
geotermica».
Insomma, l’azienda è pronta a ritagliarsi il suo spazio in un mercato
sempre più globalizzato, guardando
al futuro con ottimismo ma anche con
lucidità. Certe trasformazioni hanno
i loro pro e i loro contro, e bisogna
attrezzarsi per ogni evenienza. «Con
gli anni anche i nostri problemi sono
cambiati -conferma Gazzardi-. Un
tempo servivamo centinaia di piccoli
calzaturifici fra Parabiago, Garlasco,
Vigevano, Valenza Po, Alessandria,
Parma. Con tanti clienti del genere,
se ne perdevamo uno non dovevamo
preoccuparci; ma d’altra parte avevamo molti guai con l’insoluto. Da
alcuni anni, invece, di insoluto non se
ne vede più: questo perché tutte queste piccole ditte lavorano, a loro volta,
per pochi colossi dell’industria della
calzatura, per le grandi griffe della
moda. Che pagano puntualmente.
Certo, però, se dovesse mancare uno
solo di questi grossi committenti, ci
troveremmo in seria difficoltà. Negli
ultimi tempi, per esempio, sta andando fortissimo il marchio Christian
Louboutin, per cui lavoriamo molto:
se entrasse in crisi, dovremmo trovare
nuovi mercati».
Del resto, il Tacchificio Villa Cortese
Nella pagina a fianco vertici e dipendenti del Tacchificio. Al centro il fondatore Luigi Gazzardi. Si distinguono alla sua sinistra la figlia Donata, il figlio Fausto (maglione lilla) e secondo da destra il figlio
Maurizio. In alto lo stampaggio dei tacchi e sopra le calzature finite.
questo lo sta già facendo: «Stiamo
studiando strategie di sviluppo all’estero -spiega Gazzardi-. I nostri tacchi
vanno già in tutto il mondo, perché le ditte che serviamo distribuiscono le loro scarpe ovunque. Ma il
nostro obiettivo, ora, è di avere rapporti diretti con i calzaturifici esteri,
e questo vorrà dire per noi puntare a
migliorare la proposta di un prodotto
standardizzato, dato che non potremo
più svilupparlo gomito a gomito con
il committente come adesso facciamo
con le aziende italiane».
Tre cose, però, non cambieranno mai:
il servizio campionatura che consente
di realizzare prototipi perfetti in tempi
rapidi, l’impiego di materiali di prima
scelta e la ricerca continua di nuove
soluzioni, capaci di soddisfare anche
i capricci più impossibili di stilisti e
coutourier. I tacchi nati a Villa Cortese
hanno davanti ancora tanta strada da
percorrere.
15
FOCUS
FOCUS
Lo sviluppo si costruisce insieme
strategie per ritornare a crescere
S
ostenere la ripresa è questione
di unire le forze e creare sinergie fra quei soggetti che meglio
sanno capire il loro territorio e interpretarne le specificità.
È un principio in linea con quello
che è, da sempre, il modus operandi
delle Bcc; ed è la strada scelta dalle
due realtà che abbiamo raccontato
negli scorsi numeri, Confidi Varese e
Artigianfidi Varese: entrambe hanno
scelto di diventare parte, negli ultimi anni, di grandi consorzi fidi che
hanno aggregato su base regionale
diverse realtà locali, diventando così,
rispettivamente, Confidi Lombardia
e Artigianfidi Lombardia. Ci si attendeva da questa mossa un aumento
del potere negoziale dei confidi, la
crescita della loro importanza come
interlocutori sul territorio e il configurarsi di un valore aggiunto alla
garanzia rilasciata: con benefici sia
per le imprese, sia, naturalmente, per
gli istituti di credito.
16
Per Confidi Lombardia -che oggi è fra
le poche realtà vigilate da Bankitalia- i
risultati delle scelte operate nell’ultimo periodo si vedono già, e hanno a
che fare proprio con le Bcc. Fra giugno e luglio, infatti, l’ente di garanzia
lombardo ha siglato prima una convenzione con la Federazione delle Bcc
di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
e poi, dopo pochi giorni, anche con la
Federazione Lombarda delle Banche
di Credito Cooperativo.
La nuova convenzione riesce a valorizzare appieno la garanzia da “confidi 107” (a prima richiesta a valere
sul patrimonio), ottenendo condizioni
vantaggiose per le aziende associate
su tutte le tipologie di finanziamento.
In particolare, gli accordi permettono
a tutte le Bcc lombarde di usufruire, tramite l’intervento di Confidi
Lombardia, della controgaranzia a
prima richiesta del Fondo Centrale
di Garanzia. Per le Bcc, questo significa un consistente abbattimento del
rischio di credito, perché incide positivamente sull’accantonamento patrimoniale della banca. Inoltre, riducendosi il costo della garanzia, diminuiscono in maniera sensibile gli oneri
finanziari a carico dell’impresa per la
concessione del finanziamento.
È stato possibile costruire questo strumento, innovativo e personalizzato,
proprio in virtù della nuova dimensione di Confidi Lombardia, che riunisce le risorse di nove confidi lombardi
di emanazione confindustriale e di
Fidindustria Biella, operante sull’intero territorio piemontese: Confidi
Lombardia è stato così riconosciuto
tra i confidi “maggiori”, ex articolo
107 del Testo Unico Bancario, per la
sua forza patrimoniale e la professionalità che garantisce. Raggiunto questo traguardo, «Confidi Lombardia
-ha dichiarato il presidente Ettore
Seragni- riesce a fare sistema con le
Bcc. Sono partnership importanti, che
riconoscono e valorizzano il comune
impegno per il sostegno e la promozione dello sviluppo dei territori di
riferimento».
Soddisfatto dell’accordo raggiunto
anche Alessandro Azzi, Presidente
della Federazione Lombarda Bcc: «In
questa fase della congiuntura economica la collaborazione fra gli attori
del tessuto economico e finanziario
è una necessità imprescindibile. Le
nuove forme di accompagnamento
al sistema imprenditoriale sviluppate
dalle Banche di Credito Cooperativo
e dai consorzi di garanzia fidi rappresentano una modalità innovativa di
interpretare la finanza al servizio dei
tessuti produttivi e delle comunità
locali».
La ricerca di nuove modalità di sostegno alla piccola e media impresa,
però, non si esaurisce nella convenzione con Confidi Lombardia. Le Bcc
non guardano esclusivamente al settore industriale, ma anche a quello
delle imprese del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, che
ad oggi costituiscono un segmento di
clientela verso il quale le Bcc italiane
erogano stabilmente più del 17% del
totale dei finanziamenti. E così, il 30
giugno Federcasse nazionale ha firmato un Patto per lo Sviluppo con R.ete.
Imprese Italia, il soggetto che rappresenta oltre 2.600.000 Pmi aderenti a
Confartigianato, CNA, Casartigiani,
Confcommercio e Confesercenti.
Tre le strade che saranno percorse:
sostegno agli investimenti (start-up,
internazionalizzazione, green economy, sviluppo delle reti d’impresa), fornitura di liquidità (miglioramento della gestione del circolante,
anticipazione sui crediti nei confronti
della Pubblica Amministrazione) e
riequilibrio della struttura economica
delle aziende (incentivi alla capitalizzazione, allungamento della durata
dei finanziamenti a medio/lungo termine, sospensione dell’ammortamento dei crediti in essere). Particolare
attenzione sarà riservata all’imprenditorialità giovanile e femminile. Non
solo. Le Bcc, di fronte a specifiche
esigenze, potranno anche realizzare soluzioni finanziarie mirate, in
L’intervista
Territorio
L’aggregazione per aiutare gli artigiani
U
nire le forze per fare massa
critica, conservare la propria specificità per continuare a dialogare con le realtà locali.
Per continuare a garantire risorse
vitali agli artigiani del territorio,
Artigianfidi Varese -servizio crediti
di Asarva, Associazione Artigiani
della Provincia di Varese- ha deciso
di percorrere la strada dell’aggregazione e ha guidato la costituzione di
Artigianfidi Lombardia. «Dal 1° gennaio 2011 -spiega Andrea Bianchi,
direttore di Artigianfidi Vareseabbiamo incorporato altri 8 confidi
legati a Confartigianato (Sondrio,
Como, Legnano, Vigevano, Lodi,
Crema, Cremona e Mantova), partendo con 37mila imprese associate
per circa 670 milioni di euro di
finanziamenti garantiti». Su queste basi, il neonato Artigianfidi
Lombardia raggiunge un maggiore
potere negoziale «e mantiene, anzi
aumenta, la sua attenzione alle specificità locali -spiega ancora Bianchi-.
Sussidiarietà e prossimità rimangono i nostri principi fondamentali. La
presenza sul territorio è innanzitutto
fisica, con i nostri uffici, e poi c’è un
patrimonio di rapporti con le imprese e con le associazioni che continua
a svilupparsi. A fine maggio il nostro
stock di impieghi ammontava già a
Confidi Varese oggi è Confidi Lombardia
700 milioni di euro». Se la domanda
di assistenza da parte delle imprese
è in crescita, interessante è vedere
come si declina, per capire se oggi
le aziende continuano a subire gli
effetti della crisi oppure se riescono
a guardare al domani. Su questo,
Bianchi è cauto: «La caduta rovinosa
del 2009 si è interrotta già nei primi
mesi del 2010, ma non c’è ancora un pieno recupero. Le domande per investimenti non mancano,
ma a prevalere sono le richieste di
finanziamento sul circolante». In
questo contesto il rapporto con le
banche è cruciale. Oggi Artigianfidi
Lombardia opera insieme a 52 istituti di credito, con
una naturale predilezione per quelli più “territoriali”.
«Con le banche
vogliamo avere un
rapporto di partenariato -continua
Bianchi-. Il confronto è il primo
passo per arrivare
a costruire insieme
una proposta per
le aziende. Agli
istituti di credito
chiediamo sopratAndrea Bianchi
tutto lo sforzo di
guardare alle aziende andando oltre
gli aspetti quantitativi: quando si
valutano imprese piccole, se non
micro, come le nostre, è necessario del tempo per arrivare a percepirne il vero profilo». Quello che
Artigianfidi chiede alle banche è un
lavoro lungo e complesso, è vero,
ma perfettamente in linea con il
modus operandi della nostra Bcc.
E, alla fine, paga: «Grazie a questo
approccio -conclude Bianchi-, anche
in tempi di crisi siamo riusciti a tenere i crediti deteriorati netti a meno
del 2% rispetto al totale garantito. È
la conferma che dobbiamo continuare in questa direzione».
21
S
ono tanti i soggetti che operano sul territorio per dare fiato
alla ripresa. E, tra questi, i consorzi fidi, realtà con cui la nostra
Bcc opera in sinergia e che hanno
una visione assolutamente importante per comprendere meglio l’attuale situazione economica. E con una
base associativa di circa 1.600 aziende
e un ammontare di finanziamenti
garantiti di oltre 90 milioni di euro
nel 2010, il Confidi dell’Unione degli
Industriali della Provincia di Varese
è sicuramente tra le realtà più importanti per il territorio del Varesotto:
per quasi cinquant’anni nella veste
di Confidi Varese e, adesso, come
Confidi Lombardia, aggregazione
della quasi totalità dei Confidi confindustriali lombardi. nel nostro territorio, dunque, la formula del confidi si
aggiorna per rispondere con efficacia
sempre maggiore alle esigenze delle
imprese. Lo sottolinea Piero Giardini,
già presidente di Confidi Varese che
oggi siede nel Consiglio d’Amministrazione di Confidi Lombardia:
«Siamo parte di una tra le poche
realtà di garanzia oggi vigilate da
Bankitalia. Questo si traduce in un
aumento del valore aggiunto della
garanzia rilasciata, con un innegabile
beneficio per le imprese».
L’attività del Confidi, che ha lo scopo
di diversificare i canali di accesso
al credito per le piccole e medie
imprese, è un termometro che ha
molto da dirci sullo stato di salute
dell’economia locale. Ce lo racconta Marco Crespi, responsabile Area
Finanza di Univa, direttore della sede
di Varese di Confidi Lombardia: «I
numeri ci dicono che nel 2010 hanno
prevalso le operazioni di liquidità,
che è naturalmente una priorità per
le imprese nell’attuale fase congiunturale. Ciò non toglie che, nonostante tutto, l’attività del nostro Confidi
abbia sostenuto anche le richieste
di finanziamenti per investimenti.
Una buona notizia per un sistema
produttivo che, nonostante le difficoltà, sta comunque progettando il
proprio futuro». Un segnale positivo
per la vitalità delle aziende del territorio, dunque. «Del resto -prosegue
Crespi-, la vocazione del Confidi è
pietro Giardini
anche quella di sostenere le imprese nel corso di interventi strutturali,
orientati alla crescita».
Per un soggetto che si rivolge soprattutto alle piccole e medie imprese,
il rapporto con la banca locale è
di primaria importanza: «La nostra
missione di sostegno e accompagnamento delle PMI nell’accesso
al credito ci vede dialogare con le
banche che operano sul territorio.
Il Credito Cooperativo di Busto
Garolfo e Buguggiate -afferma Piero
Giardini- rappresenta una di queste
realtà. Prima come Confidi Varese e
ora come Confidi Lombardia, lavoriamo insieme per battere la crisi
e dare ossigeno ai nostri imprenditori». Nel prossimo numero continuerà il nostro viaggio nell’universo
Confidi, concentrando l’attenzione su
Confartigianato.
Marco Crespi
23
In alto le pagine dedicate dalla Voce dei numeri scorsi agli importanti cambiamenti che hanno interessato
Artigianfidi e Confidi Varese, diventato Confidi Lombardia; sopra il presidente Alessandro Azzi.
aggiunta ai servizi e ai prodotti che il
sistema del Credito Cooperativo già
destina al sostegno delle Pmi del commercio, del turismo, dell’artigianato e
dei servizi. Inoltre, Federcasse e R.ete.
Imprese Italia si impegneranno insieme per migliorare l’analisi del merito
creditizio delle imprese interessate.
«La dimensione associativa e la caratteristica federativa che sono comuni
al sistema di Federcasse e di R.ete.
Imprese Italia rendono del tutto
particolare questo accordo, e molte
delle aziende rappresentate da R.ete.
Imprese Italia sono anche socie di
Banche di Credito Cooperativo» ha
ricordato il presidente di Federcasse
Alessandro Azzi. Per queste imprese
micro, piccole e medie è necessario
offrire risposte sempre più a misura di specifiche esigenze creditizie:
«L’intesa siglata con Federcasse -ha
commentato Giorgio Guerrini, presidente di R.ete. Imprese Italia- amplia
e consolida lo stretto rapporto tra le
banche del territorio e il tessuto produttivo del Paese, caratteristica che è
da sempre il motore della crescita di
questa tipologia di istituti di credito e
delle Pmi italiane».
17
ANALISI
ANALISI
Il ruolo delle Bcc nella crisi internazionale
T
ra l’incudine e il martello. Tra
una crisi dei mercati internazionali e una serie di provvedimenti che pesano sui bilanci, le
Banche di Credito Cooperativo sono
in questo momento gli istituti più
penalizzati pur continuando a rimanere, per missione e valori, ancorati
al proprio territorio di riferimento.
Già i provvedimenti che sono stati
introdotti con le manovre finanziare l’ultima estate hanno colpito
le Bcc in modo particolare. Infatti,
l’aumento del prelievo impositivo
ai fini Ires in aggiunta all’aggravio
Irap ha generato un danno grave
ed immediato andando a colpire un
sistema -quello delle banche locali cooperative- che dallo scoppio
della crisi ha svolto con coerenza il
proprio ruolo “anticiclico”, facendo davvero sforzi straordinari per
consentire a centinaia di migliaia
18
di famiglie ed imprese di sostenere l’urto della crisi. Come aveva
denunciato il Sistema del Credito
Cooperativo parlando di un «provvedimento che priva le Bcc di una
fonte di capitalizzazione importante, proprio in un momento in cui
tutte le banche ne hanno maggiormente bisogno. Le Bcc, difatti, non
hanno altri mezzi di rafforzamento
patrimoniale e non possono -a differenza delle banche spa- ricorrere al
mercato». Inoltre, l’attuale quadro
internazionale con l’aumento dello
spread ovvero il differenziale di
rendimento tra i due titoli governativi a tasso fisso emessi rispettivamente dalla Germania (Bund)
e dall’Italia (BTp), sta pesando sui
bilanci delle banche locali.
Davanti al triplo declassamento
imposto all’Italia, il problema è di
crescita. Come ha detto il diret-
tore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali
della Banca d’Italia, Daniele Franco,
intervenendo alla Giornata del credito in Abi nello scorso settembre:
«L’Italia è percepita come un Paese
che ristagna». Ha aggiunto: «La
politica economica è percepita come
confusa, conflittuale. L’Italia non
appare un Paese compatto dietro
le misure e le riforme da fare. Non
si percepisce uno sforzo adeguato
nelle misure per la crescita». Ed è
infatti il rilancio economico che non
permette all’Italia di avere fiducia
sui mercati.
Così, per riuscire a collocare i titoli
di Stato -necessari per portare il
Paese al di là del muro della crisi
e mantenere gli impegni assunti
in Europa- i rendimenti sono stati
alzati. È un meccanismo normale:
un maggiore rischio deve essere
premiato con un più alto rendimento. Ma questo meccanismo ha
influito negativamente sul sistema
bancario e, di conseguenza, sulle
famiglie e sulle imprese. Soprattutto
in un momento in cui i grandi istituti di credito hanno visto perdere
importanti quote del loro valore
azionario. Chi ha sofferto maggiormente di questa situazione è stato
il sistema del Credito Cooperativo;
ovvero le piccole banche, quelle che
per storia e statuto vivono a stretto
contatto con il territorio e si basano
nella loro attività sulla raccolta. Lo
spread dei BTp sui titoli di stato
tedeschi si è allargato portando
verso l’alto i tassi di interesse. Si è
innescato un circolo che punta tutto
al rialzo: rialzo dei rendimenti dei
titoli di Stato, rialzo dei rendimenti
proposti dalle banche.
L’essere “differenti” per storia e per
valori, l’essere attaccati al locale e
vivere per il proprio territorio non
viene premiato. La banca, intesa
come istituto tradizionale quindi
legato in maniera profonda alla ricchezza delle imprese e delle famiglie, passa in secondo piano. Gli
istituti di credito come le Bcc che
vivono grazie alla raccolta e sono
pronte a reinvestire sul territorio si
trovano a competere ad armi impari. In più, gli investimenti fatti in
sostengo delle imprese e di quell’economia reale che rappresenta la
vera ricchezza, diventa quasi un
fardello.
«È un sistema bancario che ha
perso la bussola e che non sa più
come assolvere al proprio ruolo di
sostegno dell’economia», osserva il
direttore generale della Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate, Luca Barni.
«La situazione non è semplice e
il rischio è che queste difficoltà si
possano ritorcere contro le famiglie
e le imprese; contro la redditività
di un istituto di credito e, di conseguenza, contro un intero territorio,
ovvero quel territorio che è sempre
stato il punto di riferimento, anche
attraverso una serie di erogazioni
che nel tempo sono sempre state
garantite, per un istituito di Credito
Cooperativo».
Se alcune banche si sono semplicemente servite della leva dello spread -portandolo alle stelle nell’arco
anche di poche settimane- per “defilarsi” dal mercato e rinunciare per il
momento ad erogare finanziamenti
e mutui; altri istituti hanno inserito
meccanismi più rigorosi per l’accesso al credito. Le Bcc sono quelle
che maggiormente pagano questa
situazione di squilibrio. La via d’uscita è ancora tutta interna. È una
via d’uscita che passa da soluzioni chiare di rilancio dell’economia
che possano consentire anche al
Credito Cooperativo di sostenere
l’economia reale del proprio territorio. Come ha infatti ricordato
il governatore della Banca d’Italia,
Mario Draghi, nel suo intervento al
convegno internazionale per l’Unità d’Italia, lo scorso 12 ottobre: «È
importante che tutti ci convinciamo
che la salvezza e il rilancio dell’economia italiana possono venire solo
dagli italiani».
Una soluzione che passa nuovamente da chi non ha fatto finanza
fine a stessa, ma ha guardato al
territorio, alle sue famiglie e alle
sue imprese, per dare le possibilità
di una ripresa.
Mario Draghi
19
FEDERAZIONE
FEDERAZIONE
Fed.Lo: ritorno alle origini
U
n ritorno alle radici per guardare con rinnovata fiducia al territorio. Questo l’indirizzo che il
presidente della Federazione lombarda
delle Bcc, Alessandro Azzi, ha dato
al convegno che si è svolto sabato 15
ottobre nell’aula magna dell’università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano.
Oltre settecento gli amministratori e
dirigenti che hanno partecipato in rappresentanza delle 45 Banche di Credito
Cooperativo che sono sparse in tutta
la Lombardia; tra questi anche il presidente della nostra banca, Roberto
Scazzosi, accompagnato dal vice presidente vicario Ignazio Parrinello, dal
vice presidente Mauro Colombo, dai
consiglieri di amministrazione Rinaldo
Borsa, Giuseppe Barni, Cecilia Cardani,
Danila Battaglia, Vittorio Pinciroli,
Graziano Porta, Francesco Gatti, e
da Giorgio Rossi del collegio sindacale oltre al direttore generale Luca
Barni con i vice direttori Felice Angelo
20
Canton (vicario) e Carlo Crugnola. Il
convegno ha ripreso i temi già affrontati nell’appuntamento di un anno fa
a Praga per continuare la riflessione
sul ruolo della Federazione e sulle
nuove sfide e le strategie del Credito
Cooperativo. Il tutto, in vista del congresso annuale di Federcasse in programma il prossimo dicembre a Roma.
«Riprendiamo, idealmente e concretamente, il discorso intrapreso lo scorso
anno», ha introdotto Azzi. «Per questo
motivo abbiamo deciso di mantenere,
anche per il Convegno di Studi 2011,
la dimensione di “laboratorio”, uno
spazio nel quale sviluppare insieme i
temi della governance, delle politiche
territoriali e delle scelte strategiche del
credito cooperativo lombardo». Temi
che devono essere affrontati, soprattutto in un momento come l’attuale
dove «la crisi è ben lontana dall’essere
conclusa», ha detto il presidente della
Federazione lombarda. E le Bcc non
sono state messe nelle migliori condizioni di agire. «Abbiamo assistito
da una parte alle fragilità del sistema
Italia, dall’altra a due manovre del
Governo -in luglio e settembre- di stabilizzazione che hanno pesantemente
impattato sulle nostre banche». Si è
trattato per Azzi di «provvedimenti
iniqui perché hanno colpito il sistema del credito cooperativo in maniera
doppia, intervenendo anche sul principio di cooperazione mutualistica che è
sancito dalla Costituzione». Eppure le
Bcc hanno svolto un ruolo importante
di contrato alla crisi. Un ruolo di «contrappeso». Ha proseguito il presidente: «Abbiamo pagato due volte, come
banche e come cooperative. Alziamo
allora la nostra voce perché è iniquo
far pagare i costi della crisi a chi la
crisi l’ha contrastata e a chi deve essere
messo nelle condizioni di sostenere
il rilancio. Sarebbe come dire: “correte, ma intanto vi abbiamo legato
le gambe”». La situazione economica
generale non è semplice. In un contesto
dove le aziende hanno difficoltà a crescere «fare credito cooperativo diventa
sempre più difficile. Soprattutto in un
momento in cui la raccolta diretta, che
è il motore del nostro lavoro, è stazionaria». La conseguenza diretta è un
«calo della redditività», ha ricordato
Azzi; che significa, meno disponibilità
di investimento sul territorio. «L’utile
è crollato e le partite anomale sono triplicate dal 2007 ad oggi», ha ricordato
il direttore della Federazione lombarda
delle Bcc, Pietro Galbiati. «Ripetere
quest’anno i risultati del 2010 sarebbe
già un ottimo traguardo». Ma dalle difficoltà, il Credito operativo può trarne
vantaggi. «È questa l’occasione per una
svolta», ha richiamato il presidente.
«Alcune scelte dipendono solamente
da noi e su queste occorre concentrarci». Sei i punti che Azzi ha posto
come passi fondamentali per guardare al futuro. Innanzitutto, un nuovo
modello di sviluppo. Ovvero, «pensare ad uno sviluppo non solo su nuovi
territori, ma uno sviluppo più verticale fornendo risposte non solamente
alle esigenze di credito». In secondo
luogo è stata richiamata la vitalizzazione del modello di business: «Deve
essere ripensato e reso meno dipendente da una gestione tradizionale del
danaro. Vanno intensificati la rete di
relazioni, il sostegno e l’adesione di
nuovi soci, in particolar modo giovani», ha detto Azzi. «Vogliamo essere
conosciuti come banca delle famiglie,
delle piccole imprese, del volontariato
e degli enti locali». Terzo: una costante riqualificazione della governance;
quarto: il rafforzamento del presidio
dei rischi. «Occorre rafforzare anche
l’investimento nella qualificazione del
personale premiando la competenza e
la coerenza». Per Azzi, questo è anche
un «investimento sulla compagine
sociale che diventa un investimento
sulla nuova classe dirigente del credito
cooperativo». Da ultimo: la piena efficacia ed efficienza della rete nell’ottica
di usarne tutti i vantaggi e di ridurre
gli sprechi. «Sono questi i sei nodi del
cambiamento per il futuro del credito
cooperativo». Ha spronato Azzi: «È il
momento di agire». Le nuove “C” del
credito cooperativo diventano: coerenza, competitività, conformità. «Chi ha
fondato le Bcc ha voluto dare speranza.
Così anche noi oggi, vogliamo incidere sullo sviluppo economico partendo
dalle nostre realtà locali». Il messaggio
del presidente della Federazione lombarda è stato chiaro: «Occorre ripar-
21
EDICOLA
FEDERAZIONE
tire dalla fiducia. Le piccole dimensioni
non sono un limite se si è capaci di mettere in moto il cambiamento». Una sfida
ambiziosa ma possibile. Soprattutto
perché alle Bcc è riconosciuto il ruolo
centrale che hanno svolto e svolgono
nel sostegno all’economia reale. E «una
nuova sfida per la maturità» è stato
lo slogan che Giuseppe Sopranzetti,
direttore della sede regionale lombarda
della Banca d’Italia, ha lanciato proprio
dal convegno della Federazione delle
Bcc. «È questo il momento di dare il
meglio», ha aggiunto il rappresentante
di Banca d’Italia nel suo messaggio
di saluto. Tre le suggestioni che ha
lasciato alla platea: ripartire dai fondamentali, quindi «una rinnovata attenzione al territorio e a come il territorio
ci percepisce»; avere una governance
dove ciascuno fa il proprio dovere e
scendere in profondità nei territori.
Ad impreziosire il convegno anche il
saluto del “padrone di casa”, il rettore dell’università Cattolica, Lorenzo
Ornaghi e gli interventi di Alberto
Quadrio Curzio, professore emerito di
Economia politica alla Cattolica e presidente della Classe di Scienze Morali,
Storiche e Filologiche dell’Accademia
nazionale dei Lincei e Mauro Magatti
preside della facoltà di Sociologia della
Cattolica. Nella consapevolezza che
la via d’uscita dalla crisi per le Bcc
passa da un rafforzamento della rete,
dalle fusioni tra istituti di credito e
dal Fondo di garanzia istituzionale,
un apporto deve arrivare anche dalla
politica. Il presidente della regione
Lombardia, Roberto Formigoni, nel
suo messaggio ha richiamato ad una
responsabilità più estesa. «Il sistema
bancario non può correre da solo. La
sua azione deve essere sinergica con
una politica di sviluppo». Le Bcc non
hanno mai rinunciato a fare la loro
parte non venendo meno a quei valori
che hanno rappresentato e rappresentano l’ossatura della loro azione:
mutualismo, localismo e sussidiarietà. Ora tocca alla politica definire il
quadro generale di rilancio. E se sarà
un percorso capace di coinvolgere il
territorio, il Credito Cooperativo sarà
pronto a fare la propria parte.
22
In apertura il presidente della Federazione Lomabarda delle Bcc Alessandro Azzi; nella pagina precedente
in alto i rappresentanti della nostra Banca al convegno milanese, sotto il rettore dell’università Cattolica
Lorenzo Ornaghi, il pubblico intervenuto e il palco dei relatori. Sopra, in senso orario, l’aula magna della
Cattolica, Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede regionale lombarda della Banca d’Italia, il pubblico
e un primo piano di Alessandro Azzi durante il suo intervento al convegno.
23
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di Busto Garolfo e Buguggiate è convinta che le energie alternative siano il futuro energetico a cui destinare risorse e attenzione. Mutuo Energy offre ai privati cittadini un pacchetto chiavi
in mano per dotarsi di una fonte di produzione di
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ad hoc per installare nella propria abitazione un
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e Buguggiate ci crede così tanto che l’analisi e lo studio di fattibilità sono
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TAEG Irs 5,294%
Riferito ad un mutuo di euro 30.000, della durata di 15 anni con rate mensili, al tasso
fisso (Irs 15 anni lettera + 2,25 punti) oggi pari al 5,03% con Polizza Assimoco Multirischi
Forma tecnica: mutuo chirografario
25
LA NOSTRA BANCA
LA NOSTRA BANCA
Merito Casa: piace e dà soddisfazione
S
ta diventando una realtà dalle
fondamenta sempre più solide
quella di Merito Casa, il progetto della nostra Bcc e di Ance Varese
nato per consentire l’acquisto della
casa anche a chi non ha da parte
il capitale iniziale per accedere al
mutuo.
Presentata l’8 marzo in conferenza
stampa alla sede di Ance Varese, nei
mesi la proposta Merito Casa si è
fatta concreta e ha avuto importanti
risposte dal mondo dei costruttori.
Oggi 13 imprese offrono a chi attiva
Merito Casa una scelta che spazia
fra 66 operazioni immobiliari, per un
totale di unità abitative che si avvicina al centinaio. Le dimensioni proposte vanno dai 34 ai 200 metri quadri
e oltre, magari da frazionare in più
unità. Le tipologie disponibili vanno
dai monolocali ai quadrilocali, fino
alle ville singole e a schiera, anche se
più frequenti sono i bi/trilocali, cioè
le soluzioni più ricercate dalle giovani
coppie e da chi ha in mente di allar-
26
gare la famiglia. In poche parole, il
target di riferimento per Merito Casa.
I comuni toccati dall’operazione sono
22, da Legnano a Varese, da Sesto
Calende a Busto Arsizio. Si tratta di
un territorio -lo abbiamo visto nell’analisi pubblicata sul numero di maggio della Voce- in cui la percentuale di
famiglie proprietarie di un immobile
oscilla fra l’80 e il 90% (a fronte di
un dato nazionale che, pur notevole,
è più basso: 74,3%). Nella provincia
varesina, inoltre, le compravendite
di immobili nel 2009 -anno dell’ultima analisi congiunturale di Ance
Lombardia- hanno fatto registrare
un lieve aumento, in controtendenza
rispetto al resto della regione.
A fronte di questa tendenza, rimangono comunque incertezze e timori fra
chi vorrebbe comprare casa, soprattutto se si tratta di giovani coppie in
difficoltà nel dare inizio a progetti a
lungo termine. «Abbiamo lavorato a
Merito Casa come è nel nostro stile
-ricorda il direttore generale della
nostra Bcc, Luca Barni- intercettando
un’esigenza sentita sul territorio e
cercando una soluzione con chi opera
nel settore».
Il risultato è stato un progetto innovativo volto a superare il primo scoglio che si trova davanti chi desidera
diventare proprietario, cioè il non
avere a disposizione il “tesoretto” iniziale per accendere il mutuo fondiario: con Merito Casa l’importo che si
verserebbe come affitto della casa per
un periodo fra i 2 e i 4 anni si trasforma proprio nell’acconto del 20%, già
versato al costruttore, per accedere al
finanziamento. Completa l’offerta un
pacchetto assicurativo, a favore sia
del cliente che dell’impresa venditrice, che rende paritario il rapporto fra
le parti contraenti.
In sostanza, oggi, chi vuole accedere
a Merito Casa e trasformare in realtà
il sogno di possedere un’abitazione
deve passare attraverso quattro semplici step. Prima di tutto, consultare
l’elenco degli immobili disponibili sul
sito della nostra Bcc, www.bccbanca1897.it, e scegliere fra le proposte la
casa più vicina alle proprie esigenze:
il prezzo concordato con l’impresa,
ipotizziamo 150.000 euro, viene così
bloccato. Il secondo passo è rivolgersi
alla Bcc per accedere a Merito Casa,
concordando la formula temporale
prescelta: per esempio, una dilazione su 48 mesi. Terzo passo, si abita
nella nuova casa per il periodo stabilito, versando un affitto di 625 euro
al mese che, in realtà, va a formare
l’acconto richiesto di 30.000 euro sul
rogito, beneficiando anche della polizza assicurativa gratuita che copre il
rischio di insolvenza in caso di perdita del posto di lavoro. Quarto e ultimo
passo: dopo 4 anni si è proprietari
dell’immobile e si può accendere un
mutuo per i restanti 120.000 euro.
Nato da pochi mesi, Merito Casa è
già al centro dell’attenzione: la Bcc
dell’Alta Brianza-Alzate Brianza e
l’Ance di Como lo stanno riproponendo nel loro territorio, mentre all’inizio di ottobre è stato protagonista
della vetrina Bcc alla fiera “La Casa
in Piazza” di Varese. Per info: sede e
filiali Bcc (0331.560327/560253, info@
bustogarolfo.bcc.it) o Ance Varese,
via Cavour 32 a Varese (0332.830030,
[email protected]).
Successo per la Bcc a Casa in Piazza
L
a Bcc ha presentato Merito Casa
alla
seconda
edizione di “La Casa
in Piazza”, la borsa
immobiliare organizzata dalla Camera di
Commercio di Varese
insieme alle associazioni degli agenti immobiliari e dei
costruttori. Grazie a
questa iniziativa, più
di 30mila visitatori in
tre giorni, 7-9 ottobre, hanno potuto conoscere le proposte di agenzie,
imprese di costruzione, notai e consulenti finanziari chi acquista una
nuova abitazione. Grande affluenza allo stand del Credito Cooperativo
di Busto Garolfo e Buguggiate, che presentava i prodotti dedicati a chi
programma l’acquisto della casa. «In un momento in cui le compravendite stanno risentendo di uno stallo, registriamo una crescita delle
richieste di mutuo -afferma Adalberto Tomasello, responsabile dell’Area
Mercato della nostra Bcc-. Noi proponiamo dei mutui a tasso variabile
con un tetto massimo di rialzo, “Super Cap” e “Cap Floor” che assicurano flessibilità senza comportare pesanti rischi di tasso per chi sta facendo
un investimento importante». Grande attenzione ha ricevuto poi Merito
Casa, il prodotto studiato per chi non dispone del capitale iniziale per
accedere a un mutuo: «È una formula che sta attirando l’interesse delle
coppie giovani -conferma Tomasello- e sulla quale stiamo sensibilizzando il mondo dei costruttori».
27
LA NOSTRA BANCA
LA NOSTRA BANCA
Il progetto Salva varca la soglia della Bcc
S
aper riconoscere i sintomi di
un infarto e di un ictus; dare le
giuste indicazioni al 118 e fare
le corrette manovre salvavita in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Sono
questi i contenuti del corso di pronto
soccorso che una sessantina di persone, tra amministratori e dipendenti
della nostra Bcc, hanno fatto tra la
fine di settembre e l’inizio di ottobre;
un corso nel quale la nostra banca
ha creduto e crede fino in fondo. Il
progetto S.A.L.V.A. -sigla per “Save
All Lives Via ABC”- infatti mira a
diffondere la cultura dell’emergenza con un obiettivo ambizioso: «Se
tutti sapessimo cosa fare in situazioni
di emergenza, si potrebbero salvare 60mila vite l’anno solo in Italia,
una ogni mille abitanti», premette
Sergio Morra, ideatore del progetto e
responsabile della struttura semplice
di coordinamento Emergenza territoriale dell’ospedale di Legnano. Gli
28
amministratori e i dipendenti della
nostra banca che hanno seguito il
corso hanno imparato l’importanza
delle manovre salvavita in caso di
arresto cardiaco. Ovvero, muoversi in sicurezza, verificare lo stato
di coscienza della persona, chiedere aiuto e provvedere al massaggio
cardiopolmonare e alle insufflazioni.
«Sono manovre che permettono al
118 di arrivare sul posto preparato e
di salvare una vita», continua il dottor
Morra. «In Europa ogni anno ci sono
700mila arresti cardiaci e la sopravvivenza di chi arriva in ospedale oscilla
tra il 5 e il 10 per cento. Occorre
tenere presente che ogni minuto che
passa senza alcun intervento, le probabilità di morte aumentano del 10
per cento». Il progetto S.A.L.V.A. è
il primo intervento di grande respiro che viene proposto in Italia con
l’esplicito obiettivo di diventare un
modello da seguire anche in altre
zone; un progetto lanciato quattro
anni fa dall’Azienda Ospedaliera di
Legnano e sostenuto dalla Regione
Lombardia e dalla nostra Bcc. «Siamo
stati i primi a partire e la nostra esperienza sta facendo scuola -continua
Morra-. Abbiamo iniziato con delle
lezioni all’interno delle scuole superiori del Legnanese e piano piano
abbiamo raccolto anche l’interesse di
Confindustria Alto Milanese per portare questo tipo di esperienza anche
all’interno delle aziende. L’obiettivo
è quello di arriva a formare almeno
il 10 per cento della popolazione che
abita nell’area del Legnanese».
I primi corsi di pronto soccorso
hanno coinvolto gli alunni delle classi di seconda e quarta superiore di
otto istituti del Legnanese. Ad oggi,
complessivamente sono stati formati
più di 5mila studenti secondo un
piano di lezioni che si è strutturato
su teoria e prove pratiche, con una
verifica finale del grado di apprendimento. L’anno scorso, grazie all’interessamento di Confindustria Alto
Milanese, il corso è entrato anche in
una decina di aziende del territorio:
la parte teorica è stata fatta a distanza attraverso un innovativo sistema di distance learning, mentre le
prove pratiche sono state mantenute
in aula, sotto la diretta supervisione
del personale medico e infermieristico che cura il progetto. Tutte queste
esperienze positive hanno convinto
la nostra Bcc a proporre il corso
anche ai propri dipendenti. E l’adesione è stata molto alta. «Come
banca legata al proprio territorio e
alla propria gente, oltre a sostenere economicamente S.A.L.V.A., raddoppiando il contributo dato dalla
Regione Lombardia, abbiamo fatto
nostro il progetto coinvolgendo i
dipendenti e il management della
banca», osserva il presidente della
Bcc, Roberto Scazzosi che, insieme
ad alcuni componenti del consiglio
di amministrazione, si è messo alla
prova. «Siamo consapevoli che iniziative come questa possono davvero
cambiare in meglio il modo di vivere
sul nostro territorio -conclude-. Del
resto, da 114 anni l’obiettivo sociale della nostra banca è proprio di
aiutare il territorio a crescere, sia
dal punto di vista economico sia da
quello sociale».
Aziende: dieci con una quarantina
di dipendenti complessivi;
Bcc: sessanta persone, tra le quali
dipendenti e amministratori.
ottobre
2008
2010
le
tappe
aprile
2008
Otto istituti: liceo scientifico
Galilei di Legnano, liceo scientifico Cavalleri di Parabiago e
Canegrate, ITCGS Pacle Maggiolini
di Parabiago, ITIS Bernocchi di
Legnano, IPSIA Bernocchi di
Legnano, Istituto Tecnico Carlo
Dell’Acqua di Legnano, Istituto
Tecnico Agrario Mendel di Villa
Cortese e Istituto Canossiano
Barbara Melzi di Legnano.
Studenti delle scuole superiori:
oltre 5mila sono stati valutati (3mila
di seconda, 2mila di quarta); 1.800
sono stati sottoposti alla seconda
valutazione (mille in quinta, 800 in
quarta)
Risultati: ad una prima valutazione l’83% non commette errori
gravi; dei soggetti rivalutati in quinta a sorpresa il 60% non commette
errori gravi.
AZIENDE COINVOLTE
marzo
presentazione
del progetto
SCUOLE COINVOLTE
Progetto
SALVA
accordo con
Confindustria Alto Milanese,
il progetto si apre
alle aziende
settembre
2011
maggio
2009
Presentazioni
diciassettesimo
Convegno Mondiale HPH,
lente dell'organizzazione mondiale della
sanità che si occupa della promozione
della salute nella società, a Creta
ottobre
iniziano le lezioni
nelle scuole superiori
del Legnanese
il progetto
entra in Bcc
2009
Congresso internazionale
dell’European Resucitation
Council a Colonia;
29
VITA SOCIALE
VITA SOCIALE
BustoOK poker di successi in piazza
Legnano Night Run, edizione da record
GOSPEL FOR CASTANO PRIMO
«Ringraziamo la Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate per il sostegno alla cultura che continua a
dare». Con queste parole, l’assessore alla Cultura di Castano
Primo, Maurizio Del Curto, ha
introdotto il concerto gospel
«Gospel for you» che il Circolo
Culturale e Ricreativo della nostra
banca ha organizzato sabato 25
giugno in piazza Mazzini. «In un
momento in cui scarseggiano le
risorse dei Comuni per la cultura,
è importante avere sul proprio
territorio una realtà come la Bcc,
che interviene in favore del territorio e promuove iniziative di
valore come questa». Infatti, «la
nostra banca è vicina al territorio e opera per la sua crescita»,
ha ricordato prima dell’inizio del
concerto Vittorio Pinciroli, componente del consiglio di amministrazione della Bcc. Davanti a una
piazza affollata, i cori Gospel for
Joy di Castellanza e il coro Joyful
Singers di Vanzaghello, accompagnati dal quartetto d’archi dell’orchestra Microkosmos e Jazz Band,
sotto la direzione del maestro
Fabio Gallazzi, hanno presentato
alcuni tra i brani più conosciuti
del repertorio gospel. Soddisfatta
la presidente del Ccr, Maria Carla
Ceriotti: «La straordinaria partecipazione che questa iniziativa ha
riscontrato, conferma sia la proposta sia l’importanza della nostra
Banca sul territorio».
30
M
usica, cabaret, magia. Questi
gli ingredienti dei quattro
appuntamenti di “BustoOK”,
la rassegna organizzata dal Comune
di Busto Garolfo durante il mese di
luglio. Un’estate a ritmo di musica e
di spettacoli vari, che è stata possibile
grazie al supporto della nostra Bcc,
sempre vicina al territorio. «Grazie alla
Bcc che ha permesso la realizzazione
di questa rassegna». Con queste parole
Luca Vezzaro, assessore alla Cultura
del comune di Busto Garolfo, ha aperto venerdì 29 luglio l’ultima serata di
BustOK. Sul palco, accanto all’assessore, anche il presidente della Bcc di
Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto
Scazzosi: «I valori che portiamo avanti
come istituto da oltre cento anni ci
hanno permesso di affermarci come
una realtà profondamente legata al territorio; legata all’economia che il territorio esprime, alle sue famiglie e anche
alle iniziative culturali che vengono
proposte», ha ricordato Scazzosi, plaudendo all’iniziativa del Comune che ha
riscosso un successo di pubblico sempre
crescente. Infatti, per l’ultimo appuntamento della rassegna, che ha visto
protagonista il mago Walter Maffei,
piazza Lombardia era particolarmente
gremita di pubblico. La partecipazione
agli spettacoli, dal cabarettista Daniele
Raco, che ha messo in scena “The Raco
Horror Picture Show”, al fisarmonicista
Vladimir Denissenkov e al mandolinista e chitarrista Aco Bocina, è sempre
N
cresciuta, dimostrando l’apprezzamento dei bustesi nei confronti della kermesse che ha allietato le calde sere di
luglio in attesa delle vacanze estive.
Certamente, lo spettacolo di illusione e
magia comica, per la sua particolarità
e il fascino che esercita, ha fatto registrare il tutto esaurito, andando anche
oltre ogni più rosea aspettativa degli
organizzatori. Dal palco, Walter Maffei
ha catalizzato l’attenzione di grandi e
bambini, creando una magica atmosfera dove giochi di prestigio si sono
alternati a divertenti sketch, senza mai
far calare la tensione tra gli spettatori.
Un appuntamento che alla sua prima
esperienza ha giù trovato il favore dei
cittadini e la soddisfazione degli organizzatori e che, di certo, vedrà la luce
anche il prossimo anno, per rendere l’estate di Busto Garolfo più accattivante
e per dare alla città un po’ di brio nelle
calde serate di luglio.
umeri da record. Ogni anno,
un successo. La Legnano
Night Run, la gara podistica non competitiva organizzata dal
Comune di Legnano e dalla sezione
cittadina del Cai con il sostegno della
nostra Bcc, è, in poche parole, tutto
questo. Già, perché l’edizione 2011,
andata in scena lo scorso 9 settembre, ha visto ai blocchi di partenza
ben 1.500 partecipanti. Un assalto,
seppur pacifico, è stato quello dato
dai runner nel centro della Città del
Carroccio, a dimostrazione che la
Night Run appassiona sempre più
podisti di tutte le età, come sempre
accade quando sport e voglia di stare
insieme corrono fianco a fianco. Tante
le squadra iscritte; tra queste, quella
della nostra Bcc, che ha schierato al
via una formazione di una decina
di corridori guidati dal presidente
Roberto Scazzosi, dalla consigliere Danila Battaglia e dal presidente del collegio sindacale Gianfranco
Sommaruga. Fra i 1.400 senior iscritti
la vittoria è andata alla stella, Danilo
Goffi, che ha percorso i 7,5 km del
tracciato in 23’ 20”, precedendo il
marocchino Elaumi Messaud (23’ 44”)
e Marco Brambilla (24’ 21”). Fra le
donne la vittoria è andata a Cinzia
Rinvenuto (28’ 30”), che ha chiuso
davanti a Cecilia D’Andrea (29’ 10”)
e a Francesca Barone (30’ 26”). Fra i
100 partecipanti alla Legnano junior,
per il terzo anno consecutivo, il successo è andato a Matteo Fucchi di
Marnate, davanti a Francesco Porta e
Davide Soprano. Prima classificata fra
le ragazze Giulia Girardi. Un’occhiata
anche alle altre classifiche: primo a
tagliare il traguardo fra le autorità in gara è stato il presidente dei
Commercianti Paolo Ferrè, che in 39’
05” si è classificato 735esimo, precedendo nella speciale graduatoria
Roberto Scazzosi, presidente della Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate (39’
50”) giunto 779esimo, il sindaco di
Legnano Lorenzo Vitali (41’ 37”), arrivato 842esimo, e Paolo Pagani direttore di Amga (41’ 50”) classificatosi
862esimo. Tra i gruppi ha prevalso
quello legnanese della DEA, davanti
a Ondaverde e a 3 Seven. Un premio
veramente speciale quello toccato a
Luigi Meregalli, come 150esimo classificato, in omaggio dell’anniversario
dell’Unità d’Italia.
Dall’alto la partenza della corsa senior; gli
amministratori della Bcc al via (Gianfranco
Sommaruga, Roberto Scazzosi, Danila Battaglia
e Vittorio Pinciroli); lo start della corsa junior; il
passaggio dei runner da Largo Tosi.
31
Mondo
TERRITORIO
Soci
TERRITORIO
Aperitivi, un novembre in musica
La Varese Campo dei Fiori ingrana la quarta
IL RICORDO
Di DON PIERGIORGIO
C
on l’arrivo del mese di novembre, torna la rassegna di musica
da camera più attesa del territorio: gli «Aperitivi in concerto», che
allieteranno le domeniche di novembre (dal 6 al 27) con grandissimi artisti,
che riproporranno pezzi della tradizione mondiale della musica. Organizzati
dal Comune di Legnano, anche per il
2011 gli Aperitivi vedranno la nostra
Bcc al fianco dell’amministrazione
comunale in qualità di sponsor della
manifestazione. Tutti i concerti si terranno nella sala Ratti di corso Magenta,
a Legnano, con inizio alle 11. Si parte
domenica 6 novembre, con un trio
violino/clarinetto/pianoforte, rispettivamente suonati da Cristiano Rossi,
Milan Rericha e Sandro d’Onofrio,
che si esibiranno in un programma
incentrato su Darius Milhaud, Franz
Liszt, Schumann e Bartok. Domenica
13 novembre sarà la volta del “Duo
Picelli” (i fratelli Francesco, violino, e
Angelo, pianoforte), che proporranno Beethoven, Chopin e Debussy. La
domenica successiva (il 20), aperitivo
dedicato alla fisarmonica con Gianluca
Campi, impegnato in un repertorio
molto variegato che partirà da Vivaldi,
passando per Bach e Galliano, per
approdare a D’Arienzo e Piazzolla.
L’ultimo aperitivo vedrà sul palco
della Sala Ratti “Popolarcantando”,
con il soprano Paola Romanò e al
pianoforte Giorgio Fasciolo, impegnati
nei bravi di Ravel, Rossini, Manuel
de Falla ed Ermanno Wolf-Ferrari.
«Gli aperitivi sono un momento sia di
musica sia di grande cultura che, ogni
anno, riscuotono un successo sempre
più elevato. Il nostro sostegno a questa
manifestazione dimostra l’importanza
che la nostra Bcc dedica alla cultura del territorio», è il commento del
nostro presidente, Roberto Scazzosi.
Tutta dairago per il “LIGA”
Grande successo di pubblico per il concerto della cover
band «Tra Liga e realtà», sabato 16 luglio, durante la
kermesse Bcc-Dairago Rock, organizzata dall’associazione Dairago Futura con la nostra Bcc (tramite le sua filiale
di via XXV Aprile). Il concerto, seguito da un migliaio
circa di persone, si è tenuto al campo sportivo di via
Carducci. Sul palco il sestetto formato da Luca Carrus
(voce e chitarra), Alessio Di Tonno (chitarra), Germano
Galotta (chitarra), Federico Grazioli (basso), Andrea
Boschetti (batteria) e Valerio Tufo (tastiere) si è esibito
nel repertorio classico di Ligabue.
32
Dalle sorelle di monsignor
Piergiorgio Colombo a Carla
Mari: la luce, quella di una candela, è passata nelle mani dei famigliari di un donatore a una ricevente che ha fatto notizia per il
trapianto di mani al San Gerardo
di Monza effettato dall’equipe
del professor Massimo Del Bene.
È stato il momento più toccante
del concerto della luce di sabato 15 settembre alla parrocchia
legnanese dei Santi Martiri; organizzato da Aido e Decanato e
con il sostegno della Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate, il momento è stato dedicato alla memoria
di Piergiorgio Colombo, morto il
1° gennaio e al suo ultimo gesto,
la scelta di donare . La serata si
è aperta con gli interventi della
presidente di Aido Maria Grazia
Boeri Calini, del parroco di San
Paolo don Luigi Poretti e del
consigliere della Bcc Francesco
Gatti (nella foto). Poi la musica,
interpretata dal coro Amadeus
e dall’orchestra Goldberg diretti
dal Maestro Marco Raimondi con
le voci soliste di Yoko Takada
e Kayoko Kurisaki e intonata
alla celebrazione: prima il dolore espresso nello Stabat Mater
di Pergolesi, quindi il Credo di
Antonio Vivaldi, professione di
fede nella vita eterna che vince
sulla morte. In mezzo il gesto
simbolico del dono: da una vita
spezzata vite rinate.
ritmi cubani
a VILLA CAGNOLA
Q
uattro
lustri
sono un traguardo storico
per una manifestazione. E la Coppa dei Tre
Laghi – Varese Campo
dei Fiori ha festeggiato
l’importante traguardo
con una partecipazione
imponente: oltre 80mila
spettatori
disposti
lungo il tracciato, 133 auto partecipanti e oltre 300 chilometri percorsi.
Sono questi i numeri della 20esima
edizione che si è disputata sabato 9
e domenica 10 luglio sulle strade del
Varesotto e della Svizzera e che ha
visto la nostra Bcc come main sponsor.
«Di fronte a una manifestazione storica che quest’anno ricorda gli 80 anni
dalla sua vera prima edizione, risale
infatti al 1931 la prima Coppa dei Tre
Laghi e Varese - Campo dei Fiori, la
Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
è scesa in campo con la sua storia:
ben 114 anni al fianco del territorio
per sostenere le imprese, le famiglie,
il sociale e l’ambito culturale», ha detto il vice
presidente vicario della
Bcc, Ignazio Parrinello
(nella foto durante le
premiazioni). Non sono
mancati i ringraziamenti
da parte degli organizzatori a una «banca che
si è sempre dimostrata
attenta al territorio e per
il territorio continua a operare». La
classifica assoluta finale ha consacrato
Gian Mario Fontanella e Annamaria
Covelli, piacentini, che a bordo di
una Porche 356 tipo A del 1955 si è
aggiudicata la vittoria. Il trofeo Banca
di Credito Cooperativo, abbinato
alla Classe C vintage, dedicata alle
auto più datate, è stato assegnato ad
Arturo Ferraro, del club Gallarate
Auto Moto Storiche, in gara con una
Ridley Brookland del 1930. Al secondo posto Aldo Majno, con una Bugatti
T13 del 1920. Tra le scuderie, ha vinto
il club “di casa”: la Varese Auto Moto
Storiche - Squadra Corse.
REPOSSINI: 1.200 km in sella per la randonèe
Oltre 1.200 chilometri in sella ad una bicicletta dal cuore
della Francia alla Bretagna e ritorno. È l’impresa compiuta da Mino Repossini, nervianese e dipendente della
nostra Bcc, che tra il 21 e il 24 agosto ha partecipato
alla “Parigi-Brest-Parigi” la più importante delle gare
di randonèe organizzata in Europa. Repossini, classe
1972, insieme ai concittadini Ferruccio Palladini e Paolo
Mancini, ha coperto la distanza in 69 ore pedalando per
più di tre giorni. «È stata molto dura», ha commentato
all’arrivo. «Il problema maggiore è stato il sonno: in tre
notti ci siamo fermati a riposare solamente 5 ore».
Piace a Gazzada Schianno la
musica cubana. A nemmeno
due anni di distanza dalla prima
esibizione, il Grupo Compay
Segundo ha animato la serata di sabato 30 luglio a Villa
Cagnola, durante la manifestazione “Musica in Villa” che si
svolge da 35 anni. Il gruppo
musicale, che ha raccolto e continua a portare avanti l’eredità del Buena Vista Social Club
di Compay Segundo, ha entusiasmato il numeroso pubblico
accorso all’evento. La nostra
Bcc non ha voluto rinunciare a
essere presente in questo prestigioso appuntamento e ha sponsorizzato il concerto del Grupo
Compay Segundo nel rispetto
di quella vicinanza al territorio
e agli eventi di qualità che ne
hanno sempre contraddistinto
l’azione. Tra il pubblico, anche
il vice presidente vicario della
nostra Bcc, Ignazio Parrinello,
e i consiglieri di amministrazione Mario Pozzi e Danila
Battaglia. Va detto che il cortile
di Villa Cagnola si è riempito
come nelle grandi occasioni per
ascoltare il gruppo cubano, del
quale fanno parte due dei figli
di Compay Segundo, Salvador e
Basilio, oltre ad alcuni musicisti
che hanno partecipato al film
di Wim Wenders “Buena Vista
Social Club”.
33
TERRITORIO
ASSOCIAZIONE CCR
Al Castello le barbe che fanno storia
ad amedeo palma
il torneo Bcc
F
esteggiare e capire i 150 anni
dell’Unità d’Italia attraverso le barbe dei protagonisti
dell’epoca. È con questo spirito che,
dal 13 al 25 settembre, nei locali
del Castello Visconteo di Legnano,
è stata organizzata la mostra
“Barbe d’Italia”. Nata da un’idea
di Giovanna Mazzoni e di Enrico
Ercole, Barbe d’Italia è stata promossa da Confartigianato Alto Milanese
in collaborazione con l’associazione
Atelier Gluck Arte di Milano, con il
contributo del Comune di Legnano
e della nostra Bcc. Filo conduttore
dell’esposizione, le undici riproduzioni di barbe “storiche” realizzate dal laboratorio Lia Parrucche di
Legnano per far rivivere altrettanti
personaggi del Risorgimento italiano; a corredo della mostra anche
testimonianze d’epoca come giornali,
figurini, documenti, libri, monete,
francobolli e stampe, oltre ad autentici attrezzi da barbiere e alcune chicche, come le ciocche di capelli di
Giuseppe e Anita Garibaldi. Esposte
anche molte opere originali di artisti
e artigiani del territorio, chiamati
da Confartigianato Alto Milanese a
dare il loro contributo all’iniziativa. All’inaugurazione è intervenuta Cecilia Cardani, del consiglio di
amministrazione della nostra Bcc:
«Per raccontare la storia d’Italia questa mostra dà la parola ad alcune delle realtà artigianali più vitali
del Legnanese e dell’Alto Milanese
-ha detto-. Nel solco del percorso di
collaborazione con Confartigianato,
ormai consolidato, dare un contributo a questa iniziativa ci è sembrato
bello, giusto e in linea con l’operato
della nostra Banca».
in 5mila alla schiranna per “ANCHE IO”
Oltre 5mila presenze, 2mila pasti serviti, tante visite agli
stand delle associazioni del territorio, tanta partecipazione
ai momenti di incontro e dibattito che si sono succeduti da
venerdì 2 a domenica 4 settembre: questi i numeri di “Anche
Io”, la festa del quotidiano on-line Varesenews, che si è
svolta alla Schiranna e ha visto la nostra Bcc tra gli sponsor
dell’evento. Tra i protagonisti, i giornalisti Luca Sofri e
Aldo Cazzullo, musica con i Truzzi volanti e i Vallanzaska,
e la presentazione dell’instant book sul viaggio in un’altra
America del direttore della testata, Marco Giovannelli, in
occasione del centenario di Whirlpool Corporation.
34
«Ringrazio sentitamente la Bcc per
il continuo appoggio che ci permette di portare avanti la nostra attività, promuovendo il tennis anche
tra i più giovani». Con queste parole, Alberto Chevallard, presidente
del Tennis Club di Busto Garolfo,
ha chiuso la quinta edizione del
torneo Bcc, organizzato grazie
all’appoggio della nostra Banca. I
pronostici della competizione sono
stati rispettati e a trionfare è stato
Amedeo Palma, del tennis club
di Ceriano Laghetto. Nella finale
che si è svolta sabato 1 ottobre sui
campi di via Correggio, Palma si
è imposto sulla grande promessa Mattia Rossi, di Milano, l’anno
scorso campione italiano under 13.
Complessivamente sono stati 64
i partecipanti; un numero che ha
decretato il pieno successo del torneo. Alla premiazione è intervenuto Graziano Porta, componente del
consiglio di amministrazione della
nostra banca, oltre al presidente del
Tennis club Busto Garolfo Alberto
Chevallard ed Ezio Terreni del
comitato lombardo ella federazione italiana tennis. «Questo torneo
mette in risalto due importanti
elementi -ha detto Porta-: il valore dello sport sano, praticato con
grande passione e anche dai più
giovani, e il valore del mondo associazionistico nell’animare la vita
di un paese anche con eventi di
grande respiro e ben organizzati».
Dalla Puglia alla Croazia
il Ccr fa il tutto esaurito
D
ai trulli di Alberobello fino alle
guglie del Duomo di Milano,
ogni uscita organizzata dal Circolo
Culturale e Ricreativo della Bcc di
Busto Garolfo e Buguggiate ha fatto
registrare il tutto esaurito. «Abbiamo
avuto adesioni record alle iniziative
proposte; un buon segno della qualità
delle uscite che sono state programmate, ma anche della voglia di stare
insieme che c’è tra i nostri soci», spiega Maria Carla Ceriotti, presidente del
CCR. Ogni uscita ha infatti avuto la
massima partecipazione, fino al grande successo ottenuto dalla cena sociale. «Rispetto all’anno scorso, quando
l’appuntamento della cena insieme
è strato proposto per la prima volta,
lo scorso 3 settembre al Palavilla di
Villa Cortese abbiamo avuto il doppio
delle adesioni», ricorda Ceriotti. «Un
ottimo risultato che dimostra quanto
il Circolo Culturale e Ricreativo della
Bcc sia cresciuto e si stia radicando
come realtà di promozione sociale
e culturale». Le iniziative proposte
hanno infatti coniugato la visita a
luoghi di grande interesse allo spirito
di aggregazione che l’associazione si
propone. Il tour della Puglia e quello
della Croazia hanno avuto un grande riscontro di partecipazione, così
come la visita al Castello Sforzesco
e al Duomo di Milano. Anche la
gita in battello sul lago d’Orta, programmata all’inizio di agosto, è stata
una meta apprezzata da quanti non
erano ancora partiti per le vacanze.
Appuntamento immancabile e sempre
molto gettonato, l’uscita all’Arena di
Verona per assistere al Nabucco di
Giuseppe Verdi. E le iniziative in programma hanno già riscontrato il tutto
esaurito. Per i quattro giorni a Londra,
l’adesione è stata da record: il CCR ha
dovuto raddoppiare la proposta organizzando ben due turni, con partenze
l’8 e il 10 dicembre.
Le vacanze ok
Si sono immersi nella cultura britannica, hanno conversato con persone
madrelingua e partecipato a lezioni
dinamiche e divertenti. Grazie alla
proposta che il CCR della Bcc, la scorsa
estate un gruppo di ragazzi dai 13 ai 16
anni ha potuto fare una vacanza studio in Inghilterra al Kings College di
Bournemouth, uno dei quattro Kings
College attivi nel mondo anglosassone (gli altri sono a Londra, Oxford e
Los Angeles). A Bournemouth, località
balneare del Sud dell’Inghilterra che
si trova a 150km da Londra, i ragazzi
hanno trascorso 15 giorni, con 20 ore
di lezioni in aula alla settimana e il
tempo libero organizzato fra sport,
escursioni e attività ricreative.
35
www.eoipso.it
NELLA TUA BANCA LOCALE
IL RISPARMIO È AL SICURO
E IL RENDIMENTO VOLA ALTO
Conto deposito Bcc
A capitalizzazione semestrale
mesi
sui nuovi depositi vincolati 18
Condizioni valide fino al 31 dicembre 2011
Sedi: Busto Garolfo - via A. Manzoni, 50 - 0331 560111
Buguggiate - via Cavour, 71 - 0332 458258
Filiali: Varese, Busto Arsizio, Legnano, Gallarate, Parabiago,
Somma Lombardo, Cassano Magnago, Castellanza, Castano Primo,
Samarate, Canegrate, Villa Cortese, San Giorgio su Legnano,
Dairago, Bodio Lomnago, Buscate, Olcella di Busto Garolfo.
Dal 1897 al servizio del territorio
www.bccbanca1897.it