ottobre 2011 - Scarica il PDF
Transcription
ottobre 2011 - Scarica il PDF
ottobre 2011 L’INCHIESTA A pag 12 FEDERAZIONE A pag 20 LA NOSTRA BANCA A pag 26 Sfidare la crisi Editoriale DI ROBERTO SCAZZOSI Il ruolo delle Bcc in tempi di crisi Tripla C, ossia: coerenza, competitività e conformità. Ecco il rating di valori delle Bcc secondo il presidente della Federazione, Alessandro Azzi; un passaggio che è stato il sigillo al convegno delle Bcc Lombarde tenutosi all’Università Cattolica il 15 ottobre e che dice molto sul momento che vive il nostro sistema. Perché le Bcc –lo aveva riconosciuto Mario Draghi, lo ha ribadito Azzi– hanno avuto, in questi anni di crisi, un grande merito, quello di giocare un ruolo anticiclico; ossia hanno continuato a fare le banche, non abbassando gli impieghi, anzi, aumentando il supporto alle imprese nel momento di maggior bisogno. E sono tanti gli osservatori ad avere ammesso che le Bcc, nella peggior congiuntura economica che si ricordi, sono state «le ultime a togliere le mani dal fuoco». Sarebbe dunque logico attendersi un po’ di riguardo; invece no. Il grazie è stato la penalizzazione fiscale contenuta nella manovra agostana. E allora dobbiamo alzare la voce, dobbiamo imparare a farci sentire perché se scottarsi le mani fa già male, beccarsi una stangata dopo aver aiutato l’economia del Paese sa di beffa. Alle Bcc si chiede di correre, ma al tempo stesso si legano le gambe. Non è serio, non è accettabile e, ultimo ma non meno importante, si deprimono ulteriormente le prospettive dell’economia reale. Se le Bcc non ridono, anzi, hanno tutte le ragioni per essere di cattivo umore, in casa d’altri, addirittura, si piange. In questo numero dedichiamo un articolo alla situazione in cui versano le Fondazioni, efficacemente illustrata dall’immagine in apertura: un rubinetto chiuso da cui cade soltanto qualche goccia. 2 Del resto non è un mistero lo stato di salute che attraversano i grandi istituti: prima, parte delle loro plusvalenze prendevano la via delle Fondazioni per finanziare progetti in campo sociale e culturale; oggi sono le Fondazioni ad andare in soccorso alle esigenze delle banche. Ergo risorse a goccia e bandi per i progetti ridotti ai minimi. Tornando a noi e tornando a quello che più ci preme, cioè il da farsi: quali sono le nostre prospettive? Innanzitutto bisogna prendere atto dei cambiamenti che hanno interessato il mercato: la banca ha sempre lavorato agendo sulle leve del margine d’interesse e di quello d’intermediazione. Questi strumenti, oggi, sono spuntati; con un costo del denaro tanto basso, la partita si deve giocare altrimenti. La Bcc ha scelto, e con un ottimo ritorno, di puntare sui servizi, sui prodotti parabancari, ma, come tutti, siamo anche impegnati seriamente sul fronte dei costi; razionalizzare, capitalizzare le risorse, oggi, è più che mai una necessità. Ma il presidente Azzi ha anche insistito su un altro fattore, la qualità. Efficienza della rete, qualità delle persone, governance sono aspetti su cui non è possibile derogare, specie dopo la crescita nell’intermediato registrata dal 2000 dalle Bcc e l’evoluzione che ha conosciuta la clientela. Quello delle Bcc è sempre stato un mondo che ha marciato a piccoli passi; da oltre dieci anni l’accelerazione impressa dagli eventi è stata fortissima, e adeguarsi si è dimostrata una necessità. Lo abbiamo ribadito e condiviso nell’ultima convention dei dipendenti: “cambiamo! Nasce l’azienda Bcc”. Lungimiranza, misura, sobrietà: su questi principi funzionerà la nostra azienda. 3 SOMMARIO Edicola Il Panorama copertina DI luca barni Sfidare la crisi Gli utili delle Bcc che diminuiscono, le Fondazioni bancarie che stanno facendo i conti con patrimoni sempre meno consistenti, le manovre del Governo che colpiscono le Cooperative e danno un ulteriore colpo al sistema del Credito Cooperativo: analisi della situazione attuale e ricette per uscire dal tunnel. La Voce 9 La semestrale 6 Si riducono gli utili, ma il ruolo di Banca del territorio è confermato Primo piano 12 Anche le Fondazioni bancarie stanno facendo i conti con una liquidità esigua Banche: non tutte sulla stessa barca ottobre 2011 La manovra I provvedimenti presi dal Governo Le Cooperative fanno i conti con delusione e idee per il futuro 26 La nostra Banca/1 Il successo del prodotto Merito Casa e la partecipazione della nostra Bcc a Casa in Piazza 14L’intervista L’arte del Tacchificio Villa Cortese si rinnova e punta ai mercati esteri Strategie dal territorio 16Focus Artigianfidi e Confidi Varese si uniscono e fondano Confidi Lombardia per un credito più equo 28 La nostra Banca/2 Il progetto Salva varca la soglia della sede di via Manzoni Le tappe di un’iniziativa vincente 20 Federazione Lombarda Il convegno della Fed.Lo di Milano tra presente incerto e un domani da scrivere: cronaca dall’assemblea 30 Vita sociale Tutte le iniziative culturali e sportive che si sono svolte sul nostro territorio Associazione Ccr Tutte le attività del Circolo: dalla Puglia alla Croazia il sodalizio fa il tutto esaurito 35 Un’istantanea dell’autunno 2011 in Italia? Se mi passate la battuta sbrigativa, tutti sulla stessa barca; il sistema Paese per cui i nodi dovevano, prima o poi venire al pettine, e il sistema bancario che della salute dell’economia è un termometro affidabile. Senza distinzione non stanno bene i grandi istituti, per una sottocapitalizzazione che è diventata evidente a tutti e per le sofferenze che, fisiologicamente, si rastrellano nelle crisi; non stanno bene le banche commerciali e non stanno bene neppure le Bcc. Con una precisazione per il movimento cooperativo: se il problema patrimonializzazione, per noi, non si pone, il ruolo anticiclico che abbiamo giocato nell’ultimo biennio ci colloca, per sofferenze, a livelli percentuali superiori a quelli delle grandi banche. La differenza è che noi non abbiamo ricevuto gli aiuti di Stato riconosciuti ai grandi istituti e, invece, siamo stati colpiti dall’ultima Finanziaria da una doppia tassazione, su Ires come azienda e Irap come banca. Una beffa, visto il sostegno che abbiamo garantito all’economia reale durante la crisi, ma tant’è la Finanziaria non si discute. Tiriamo una riga, allora; come finiremo questo 2011? Dovessimo valutare le nostre scelte strategiche del biennio per quello che hanno prodotto, conti alla mano, dovremmo essere soltanto contenti. La decisione di puntare sui servizi, ossia di operare focalizzandoci sempre di più sul cliente, sta dando risultati importanti. Purtroppo, queste risorse devono essere impegnate diversamente da come vorremmo. Noi, come sempre abbiamo fatto, le impiegheremmo sul territorio ma, diversamente, prenderanno un’altra strada: serviranno ad ammortizzare le perdite sui crediti, ossia quei soldi che le aziende e le famiglie in difficoltà non riescono a restituirci. Allora serve far chiarezza: la Bcc vuole fare il proprio mestiere , con tutti i rischi e le conseguenze che, in un momento di crisi, questa scelta comporta. Distinguiamo però: una cosa è se l’azienda è in crisi per la situazione economica generale, altro, tutt’altro è se l’azienda utilizza in modo improprio la legge fallimentare. Quindi se chiede il concordato, affitta il ramo d’azienda con tanti saluti a banche e fornitori, nonché ai dipendenti di questi. Questo è un gioco che non si deve fare, perché le sue conseguenze colpiscono gli operatori economici più corretti e virtuosi. Non solo: questo meccanismo non può nemmeno durare a lungo perché le risorse, già di per sé limitate, in questo momento sono ai minimi storici. E siccome questi comportamenti danneggiano i concorrenti; dove finiscono a questo punto i principi del mercato e della libera concorrenza di cui tanti si riempiono la bocca? Noi, statene certi, continueremo a fare la nostra parte, come testimonia la percentuale di impieghi/raccolta vicina al 100%: ma per continuare dobbiamo raccogliere sempre nuove risorse. A questo punto sorge una domanda: ma siamo sicuri che affidare a istituzioni finanziarie internazionali i propri risparmi (a rendimenti indubbiamente molto allettanti) aiuti l’economia del territorio? E il sistema Italia a ripartire? Pensiamoci. La Voce Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Analisi 18 4 Il ruolo delle Bcc nella crisi internazionale: la situazione del credito italiano ottobre 2011 Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano Anno VIII n° 4 Stampa: Arti Grafiche Baratelli - Busto Arsizio Direttore Responsabile: Chiara Porta Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004 5 LA SEMESTRALE LA SEMESTRALE è indispensabile lavorare sui prodotti finanziari e i servizi parabancari che sono la vera redditività». Perché, e questa è la vera domanda, c’è da chiedersi se la clientela percepisca effettivamente il rischio associato ad alcuni contratti e prodotti finanziari offerti e se riesca a intuire quali siano i migliori investimenti da fare. «La difficoltà è proprio qui -sottolinea il nostro direttore generale-. Prendiamo, ad esempio, alcune banche straniere presenti sul nostro territorio. Alcune offrono tassi vantaggiosissimi, ma che non si tramutano in reali impieghi nel Paese. Questo le persone dovrebbero saperlo prima di affidarsi a un istituto bancario. Perché se è vero che ognuno di noi cerca il massimo profitto per se stesso, è altrettanto vero che in una situazione di stallo economico nazionale come quello attuale non aiutare gli impieghi diretti sul territorio significa azzoppare ulteriormente la nostra La Semestrale in tempi di crisi Tutto il mondo delle Bcc sta facendo i conti con la riduzione degli utili, ma il ruolo di banche del territorio si dimostra sempre puntuale guardando agli impieghi; la nostra Bcc, nei primi sei mesi dell’anno ha visto un incremento del 6,7% sul giugno 2010 D all’Alpe alla Sicilia, ovunque è Legnano. O, meglio, Busto Garolfo e Buguggiate. Le Bcc italiane, parafrasando l’inno di Mameli, hanno chiuso il primo semestre dell’anno con un indicatore comune: meno utili, più impieghi. Perché sta scritto nella mission di ogni istituto di Credito Cooperativo: dare al territorio, alle famiglie, ai Soci e ai clienti, quanto è necessario. Anche a costo di stringere i cordoni degli utili e viaggiare a vele meno gonfie. Ciò che conta è la tenuta dell’economia reale. Non fittizia, ma tangibile che, impiego dopo impiego, faccia tornare il sereno anche sulle due “C” italiane. Nel dettaglio, il bilancio dei primi sei mesi d’esercizio della nostra Bcc ha visto un incremento degli impieghi 6 del 6,7% sul giugno 2010 e un progresso di quasi il 2% sul 31 dicembre scorso. E la crescita sta continuando in questo terzo trimestre dell’anno, quando il rapporto tra la raccolta diretta e gli impieghi ha raggiunto il 98%. Guardando, invece, alla raccolta complessiva della banca, ossia l’insieme della raccolta diretta e di quella indiretta (composta dai titoli in custodia e dai fondi comuni), il dato al 30 giugno 2011 segna un incremento del 4% sul giugno 2010 e dell’1,8% su dicembre 2010, e supera quota 1 miliardo e 158 milioni di euro. Sulla raccolta indiretta, in particolare «salutiamo con soddisfazione il crescente ricorso al servizio di consulenza offerto dalla nostra banca -commenta il direttore generale, Luca Barni-; un segnale, questo, della fiducia che la clientela pone nel nostro istituto e della professionalità che ci riconosce quando è chiamata a fare scelte sui propri investimenti. Sta passando, in altre parole, il concetto che in banca non si va soltanto dopo aver deciso un investimento. Oggi, sempre più, ci si rivolge alla banca per chiedere una consulenza su come investire. La consulenza non è più un servizio accessorio nel lavoro di una banca: è un servizio a tutti gli effetti». La consulenza, infatti, in periodi come quello attuale, diventa uno strumento essenziale perché le business line messe a frutto diano effettivamente risultati. «In circostanze come quelle che stiamo vivendo -prosegue Barni-, cambia anche il metodo di approccio degli enti creditizi. In questo preciso momento economia. Ecco perché, se qualcuno pone l’accento sui tassi e sui prodotti delle Bcc in maniera, diciamo così, un po’ critica, perde di vista che il mondo del Credito Cooperativo riversa sul territorio il 99,9% di quello che raccoglie. Alcune banche straniere no». Una crisi nella crisi, verrebbe da dire. Gli slogan di istituti di credito che danno tassi di interesse vantaggiosi (talvolta anche oltre il 4% solo sui depositi di cassa) si fanno sempre più presenti e sono sempre più appetibili: «La clientela dovrebbe domandarsi dove vanno a finire questi soldi, ossia dove vengono investiti», precisa ancora Barni. Già, dove? All’estero, lasciando la Barca Italia ancora di più senza gasolio. Tornando ai dati della semestrale, da segnalare la crescita di margine di interesse e commissioni nette, rispettivamente +10% e +5% rispetto a giugno 2010. Continua Barni: «Il conto econo- mico continua a essere condizionato dal perdurare della crisi che stanno vivendo le imprese e che si ripercuote sulla voce “rettifiche di valore”. Per compensare questo dato, che influisce sulla redditività dell’azienda, la Bcc sta agendo sulla leva dei costi». Una situazione che, come detto in apertura, riguarda tutto il panorama del Credito Cooperativo italiano, soprattutto al Centro-Nord dove il tessuto economico/imprenditoriale italiano è più vivace e dove sono le sofferenze a ricoprire un capitolo importante delle voci di bilancio. Secondo Fulvio Bernabino, presidente della Federazione Bcc Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, «la riduzione degli utili risulta in parte collegata alla diminuzione del margine di interesse e in parte al conteggio di dubbi esiti imputati a conto economico a copertura parziale delle sofferenze, che stanno interessando tutto il mondo bancario. Il Credito La ricetta: consulenza e gestione del rischio La crisi, i rischi, i capitali da investire e un mercato da tenere sempre sotto controllo. Questi i paletti del servizio consulenza titoli messo in opera dalla nostra Bcc. Nato tre anni fa, operativo da due, ha già riscosso l’adesione (e la soddisfazione) di oltre 500 clienti, tanto che, con orgoglio, il vicedirettore e responsabile Area titoli della nostra Banca, Carlo Crugnola, rivendica «un ottimo lavoro da parte di tutta l’equipe». Cinque persone, delle quali tre dedicate esclusivamente alla consulenza, formano la squadra che, prima ancora di consigliare, si prepara professionalmente grazie ai corsi di formazione e specializzazione a cui, mediamente ogni anno, prende parte. Professionalità che, a cascata, ricadono poi sui responsabili titoli delle filiali della banca, per un proficuo servizio che tende, come precisa il vicedirettore, «più a gestire i rischi che a pensare alla redditività». Perché se è vero che bisogna guardare al rendimento dei propri capitali, è altrettanto vero, e forse più importante, che «prima di tutto si salvaguardi il proprio patrimonio». Soprattutto in un periodo non proprio felice per l’economia. Ecco, dunque, che entra in gioco il team dell’Area finanza con le sue specializzazioni: «Ogni mese, assieme al nostro advisor Aureo Gestioni e ai responsabili titoli di altre sei Bcc lombarde, organizziamo un comitato che analizza il mercato e stipula i cosiddetti “portafogli consigliati”, che successivamente proponiamo ai nostri clienti. I portafogli che mettiamo a disposizione dei clienti hanno differenti gradi di rischiosità. Naturalmente, più è alta la rischiosità più elevato è il rendimento che se ne può avere. D’altro canto, minore rischiosità, significa minore redditività, ma maggiore sicurezza. I portafogli consigliati sono realizzati in maniera differenziata, senza puntare troppo su alcuni titoli piuttosto che altri. Questo proprio per evitare che vi siano delle ripercussioni negative in caso di andamento negativo di un titolo troppo presente nei pacchetti piuttosto che di un altro». Per essere efficiente, un investimento deve essere almeno superiore ai 150mila euro. Ma, conclude Crugnola, «i nostri esperti sono in grado di consigliare anche persone con somme da investire più esigue». 7 LA MANOVRA LA SEMESTRALE Cooperativo, però, proprio per la sua natura non ha ridotto gli impieghi, soprattutto verso la clientela di riferimento». Identica l’analisi di Giulio Magagni, presidente delle Bcc dell’Emilia Romagna: «È la più grave congiuntura dal Secondo Dopoguerra e la nostra identità mutualistica ci ha portato consapevolmente a comportamenti opposti a quelli della finanza speculativa per salvaguardare il territorio e la sua economia. Siamo -conclude- un modello sostenibile ed efficace capace di superare il conflitto tra utile individuale e benessere collettivo, che è alla base del cortocircuito generato dal perseguimento del profitto a ogni costo». «Diamo al territorio tutto quello che raccogliamo. Gli impieghi, nei primi sei mesi del 2011, sono stati il 95,3% della raccolta diretta, ovvero oltre 657 milioni su 690 milioni di euro, e quasi il 62% degli impieghi sono mutui alla clientela (407 milioni), che sarebbe a dire la forma più concreta di supporto ai bisogni che manifesta una comunità territoriale», chiosa il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi, riportando il discorso sulla necessità di sensibilizzare i risparmiatori italiani su una raccolta attenta che non miri esclusivamente ai singoli portafogli, ma, più collegialmente, tenda a risollevare le sorti di un Paese alla ricerca di una nuova via di sviluppo. Infine, nella semestrale c’è un altro segno positivo molto significativo per una Bcc: la crescita marcata della base sociale. Nella prima metà del 2011 sono infatti 275 i nuovi soci che hanno aderito alla nostra Bcc, di cui 81 imprese. Fra le persone fisiche, invece, il 41% è under 40. «In linea con gli obiettivi del nostro piano strategico, dunque, la compagine sociale sta crescendo in termini assoluti e, contestualmente, sta ringiovanendo -conclude Scazzosi-. Sempre più giovani, infatti, scelgono di diventare Soci: è un ulteriore riconoscimento dell’operato della nostra Banca e un attestato di fiducia che ci sprona a guardare e a costruire, insieme con loro, il futuro». 8 L’analisi: crisi sì, menefreghismo no Non facciamo nomi, ma quanto sta accadendo (non solo sul nostro territorio, ma soprattutto sul nostro territorio) non può passare sotto silenzio. Perché se è vero che molti imprenditori lamentano la stretta del credito da parte di alcuni istituti di credito, è pur vero che gli imprenditori puri, veri uomini coraggiosi capaci di voler bene all’economia, ma prima ancora, a chi lavora per loro e con loro, ce ne sono sempre di meno. Spiace doverlo ammettere, ma l’onda lunga dell’apatia economico/sociale di alcuni nuovi (intesi come giovani) imprenditori sta diventando insostenibile. Secondo Filippo Lamanna, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Milano «è enorme il numero di società che chiamiamo “buche”: realtà che solo due anni fa erano in buone condizioni, ma adesso hanno perso tutto e si presentano scarnificate. In questi casi non c’è più nulla da fare. Fino a qualche anno fa, invece, era più elevata la percentuale di imprese che arrivavano con attivi accettabili. Naturale che una società in stato fallimentare sia insolvente, ma un conto è presentare un attivo molto ridotto, un altro non avere ormai più nulla». Cooperative: le manovre economiche tra delusione e idee per restare a galla PARABANCARI: SERVIZI CHE AIUTANO A CRESCERE Negli anni la nostra Bcc si è sempre più distinta anche nei servizi parabancari, ossia quelle attività che avvengono in collaborazione tra l’istituto e altri soggetti economici/ finanziari. In un momento come quello attuale, nel quale i servizi prettamente bancari hanno rallentato la marcia per ovvie ragioni di crisi economica strutturale nel Paese, le attività dell’area Marketing, guidata Adalberto Tomasello, stanno avendo «una buona crescita esponenziale, dopo un ottimo impatto immediato». Nel dettaglio, i servizi che la nostra Bcc, al momento, propone a clienti e Soci sono quelli di attività di leasing, factoring, prestiti personali e coperture assicurative. Proprio quest’ultimo segmento dei servizi sta particolarmente a cuore a Tomasello perché, dice, «lo abbiamo voluto con grande fermezza, ci abbiamo investito moltissima professionalità e, oggi, possiamo dire di avere centrato il bersaglio». Inoltre, come ben sa chi si occupa di economia locale, il nostro territorio è particolarmente attivo nell’operatività con l’estero attraverso il classico import-export e le relazioni con imprenditori, soprattutto verso l’Europa (l’Altomilanese e il Varesotto hanno visto un aumento di queste relazioni del 20% nel 2010 e del 20% nel 2011). Il ruolo della banca è quello di «aiutare gli attori economici del nostro territorio a gestire i flussi e le commissioni di queste operazioni». Tornando alle nostre maggiori soddisfazioni, il servizio che sta ottenendo risultati apprezzabili è quello delle assicurazioni. Gestito in collaborazione con Assimoco (Assicurazioni Movimento Cooperativo), il servizio ha iniziato ad erogare assicurazioni sia a copertura del rischio vita che del patrimonio: «Le assicurazioni -continua Tomasello- solitamente vanno a braccetto con i prodotti che la nostra Bcc offre ai propri clienti. Penso a Merito Casa oppure al nuovo Famiglia Confort, da poco messo in portafoglio, che è un prodotto modulare coprire tutti i possibili rischi relativi al possesso dell’abitazione». Nel tempo, però, la maturità della rete marketing e commerciale («siamo evoluti velocemente») della nostra Bcc ha permesso di inserire nuovi prodotti come “Protetto infortuni”, che accompagna le imprese assistendo il titolare o la persona chiave nell’attività operativa. Conclude Tomasello, «ragioniamo per dare più tranquillità ai nostri clienti», e, al giorno d’oggi, ce n’è bisogno. I l mondo delle cooperative è in subbuglio. Ma, nonostante le tante voci di sdegno che si sono alzate al varo della Finanziaria 2011, non pare esserci luce in fondo al tunnel. La “mazzata” c’è, resta e peserà. E se per le cooperative sociali ciò si traduce in aggravio d’imposta (IRAP) del 3%, contro un’esenzione totale goduta fino al varo della manovra economica, per le Banche di Credito Cooperativo l’obolo anti crisi che il Governo ha voluto si traduce in un aggravio sui redditi di natura finanziaria (IRES) che andrà a toccare le capitalizzazione degli istituti. «Si tratta di un provvedimento iniquo che aumenta la base imponibile di tassazione delle imprese cooperative e penalizza le oltre 400 banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali», è stato il primo commento di Federcasse, la federazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, diramato attraverso un comunicato stampa. Dose rincarata a viva voce dal presidente di Federcasse, Alessandro Azzi: «Ci colpiscono doppiamente e, soprattutto, colpiscono un sistema di credito che, in questi anni di crisi, ha mantenuto il proprio ruolo “anticiclico” per consentire alle imprese e alle famiglie di sostenere l’urto della crisi». Parole molto forti sono piovute addosso alla manovra anche dal presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri: «Assistiamo all’ennesimo attacco ai cittadini più fragili di questo Paese e a quelle imprese sociali che anche durante la crisi hanno dimostrato capacità di tenuta aumentando servizi e posti di lavoro». E il presidente di Banca Etica aggiunge sale sulla ferita aperta perché «il regime fiscale previsto per le imprese cooperative è stato peggiorato più volte nel corso degli ultimi 15 anni e, nonostante questo, le cooperative sono cresciute con successo nello sviluppo di un’economia mutualistica, radicalmente diversa da quella che ci ha portato a questa crisi». Per le Banche di Credito Cooperativo, ha precisato Azzi, la nuova imposizione fiscale si tradurrà in una stretta all’erogazione del credito sui territori di riferimento: «Per ogni milione in meno che le Bcc potranno capitalizzare, ci potrebbero essere 20 milioni in meno di crediti per famiglie e imprese. Le Bcc sono le uniche banche italiane ad aver subito un doppio colpo con le due manovre (la Finanziaria e il decreto sviluppo, ndr). L’Irap -ha continuato il presidente di Federcasse-, peraltro è una tassa iniqua perché colpisce chi può contare su una grande forza lavoro e i nostri istituti, per presidiare il territorio, devono poter contare su un alto numero di sportelli e quindi di dipendenti». Dal mondo cooperativo, inoltre, si fa sapere da più parti, la manovra 9 LA MANOVRA LA MANOVRA così voluta dal Governo «potrebbe rivelarsi inutile». Secondo un’analisi del «Sole 24 Ore», infatti, il trend di crescita delle cooperative sociali è praticamente in stallo; il che significa, zero utili. Tassare gli utili, dunque, potrebbe essere non solo inutile, ma anche gravoso per l’economia. Secondo Francesco Brunello, direttore di Confcooperative Venete, «visti i tempi che corrono, le cooperative non faranno utili e, dunque, non si capisce quale portata potrà avere la manovra». L’effetto fiscale, pertanto, rischia di essere irrisorio. Ma non la recessione. «È vero che si tratta di un modesto aumento dell’imposizione fiscale -ha spiegato Roberto Bellesi, responsabile dei progetti della cooperativa sociale Arcobaleno- ma si andrà a infrangere un principio stabilito da una legge speciale e giustificato dal fatto che le cooperative sociali reinvestono gli utili in reti, beni e servizi per la collettività: dagli asili nido all’assistenza ai minori, dai disabili agli anziani, fino alle persone affette da patologie psichiatriche. Come si può pensare di tassare, sia pure in piccola parte, un utile che nessuno si mette in tasca, ma che viene puntualmente reinvestito per soddisfare richieste che emergono in modo sempre più drammatico dalla nostra comunità?». Dal mondo sociale, a quello del credito mutualistico, il passo è breve. Fin qui la turbolenta cronaca degli ultimi mesi. Mentre la crisi morde le caviglie dell’Eurozona e il Governo non pensa a serie misure per il rilancio, l’attività quotidiana nei nostri territori continua. Con quali ripercussioni? Il territorio. Il primo commento del nostro presidente non è allarmista, ma realista: «Bisogna essere molto chiari: da oggi in poi, il nostro ruolo di Banca del territorio non sarà mai messo in discussione. Lo prevede lo Statuto, lo prevede la consapevolezza che siamo parte importante per l’economia e lo sviluppo del territorio. Ma bisogna essere altresì 10 molto chiari: tante cose che fino a oggi abbiamo fatto, non sappiamo se potremo farle ancora». Poi, una commento deluso: «Noi del Credito Cooperativo siamo stati gli ultimi a levare le mani dal fuoco -prosegue Scazzosi-. Ci siamo presi, consapevolmente e senza tirarci indietro, i rischi e le responsabilità che ci competevano, e ci competono, in un momento così difficile per la nostra economia. Se questo è il ringraziamento: bèh, tante grazie». L’effetto cascata che le due manovre approvate subito dopo l’estate dal Governo non è ancora ben chiaro agli occhi degli attori sociali ed economici del territorio. Ma saranno soprattutto i servizi quelli che avranno le maggiori ripercussioni. Da un lato, se l’erogazione di contributi da parte della nostra Banca subirà dei contraccolpi, ne subiranno anche le realtà sociali del territorio che ne beneficiano e ne beneficeranno. I contraccolpi delle realtà sociali del territorio si ripercuoteranno sulle persone, i cittadini, le famiglie. «Stiamo lavorando per garantire il nostro ruolo di partner essenziale nel tessuto sociale ed economico di tutto il territorio -continua Scazzosi-. L’istituto ha le spalle larghe e 110 anni di storia su cui contare. Ma, soprattutto, persone consapevoli del proprio ruolo all’interno della banca. Troveremo nuovi modi per garantire tutto quello che abbiamo garantito fino adesso. Certo, vedere che gli sforzi immani che si fanno non vengono riconosciuti dalla classe dirigente del Paese, è mortificante». Il nostro direttore generale, Luca Barni, è chiaro: «Di fronte ai problemi bisogna trovare soluzioni, mai arrendersi ai dati di fatto. La contingenza economica ci spinge a trovare soluzioni di business differenti, ma che garantiscano il ruolo della Banca all’interno della comunità di riferimento. L’impegno della struttura è quello di impegnarsi concretamente perché la clientela e i Soci siano sempre soddisfatti del proprio istituto, ma anche che il ruolo mutualistico, di solidarietà, di cooperazione della banca non sia mai messo in discussione». Finanziaria 2011: le voci del territorio Altomilanese e varesotto sono in fibrillazione. Qui, l’operosa Italia dà il suo meglio da sempre. Da qui, sono partite tante piccole rivoluzioni economiche che hanno aiutato il Paese in tanti frangenti a risollevarsi. Al varo della manovra e con la crisi che si fa sempre più acuta, le parole degli attori del territorio sono importanti. Così il presidente di Univa, Gianni Brugnoli, sulle proposte di Confindustria al Governo: «Avanzare idee e proposte non significa essere contro qualcuno. È un modo legittimo di contribuire nella ricerca delle strade per risolvere i problemi. Non sono quindi giustificati atteggiamenti di insofferenza, soprattutto quando si tratta di cogliere il sentimento della società civile e, nella fattispecie, le aspettative del mondo economico». Per gli Artigiani Cna, invece, il lavoro del Governo è stato «molto negativo» perché «a pagare saranno i soliti mentre i privilegi non saranno intaccati». Così come gli industriali, anche gli artigiani sono disponibili «a sacrifici pur di dare una scossa al sistema» non dimenticando di «avviare IN TEMPI DIFFICILI lo statuto faro per navigare sicuri Il corsivo: A PROBLEMA SI AGGIUNGE PROBLEMA «Al problema delle manovre del Governo, che metteranno in seria difficoltà le disponibilità di risorse a favore delle associazioni e degli enti del territorio, si aggiungano le difficoltà nel creare utile che stanno interessando tutto il mondo delle Bcc e di cui abbiamo già parlato diffusamente sia in passato sia su questo numero del giornale. E nel nostro territorio a problema si aggiunge problema, come spiega il direttore generale, Luca Barni: «La nostra zona sta attraversando momenti di grande difficoltà, che stanno avendo anche effetti che potremmo chiamare retroattivi. In altre parole, assistiamo ad una frequenza sempre maggiore di insolvenze di finanziamenti accesi anche dieci anni fa. Prestiti e mutui erogati ad aziende e famiglie dalla metà degli anni Novanta fino ai giorni nostri che non vengono più onorati e che, ovviamente, sui bilanci delle Bcc, pesano come macigni». una politica reale di riduzione delle tasse». Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Varese, punta il dito sulle “lungaggini” italiane: «Semplificare l’ambiente imprenditoriale e incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a raccogliere la sfida dell’autoimprenditorialità. Cercando di realizzare ciò che i rappresentanti delle pmi europee stanno studiando da tempo: permettere l’avvio di un’attività in tutti gli Stati membri Ue in soli 3 giorni (in Italia ce ne vogliono in media 257, ndr) e con un costo massimo di 100 euro. Potrebbe essere questa una buona leva per la crescita economica italiana». Per il presidente di Confindustria Altomilanese, Gianni Mainini, invece la situazione del territorio è paragonabile a quella di un malato d’influenza: «Abbiamo la febbre -dice-, ma neanche molto alta. Si può curare. Dai primi dati congiunturali dell’ultimo trimestre sta emergendo una contrazione della produttività e un calo degli ordini. I fatturati però resistono. Il grosso problema resta il costo delle materie prime». «L’articolo 2 del nostro Statuto non sarà mai messo in discussione: è il pilastro del Credito Cooperativo, il timone del nostro operare quotidiano, la guida preminente del nostro lavoro». Così Roberto Scazzosi, presidente della nostra Bcc. Di fronte alla crisi, agli utili che tentennano, alle manovre economiche che falcidiano l’operosità delle Bcc, in soccorso e a fare luce nelle tenebre di questo 2011 ci sono quelle 11 righe, suddivise in due paragrafi, scritte nero su bianco nello Statuto Sociale delle banche di Credito Cooperativo. Si legge: «La Società (la banca, ndr) ha lo scopo di favorire i Soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e a la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera». Ed è proprio nei momenti meno facili che questo breve articolo, carico di ogni aspetto che contraddistingue la cooperazione mutualistica delle Bcc, arriva in salvo, come un salvagente gettato in mare aperto a un naufrago. Perché, continua Scazzosi, «se le parole hanno un senso, bisogna analizzarle e capire che quell’articolo non è valido solamente quando le cose vanno bene, ma anche, e forse soprattutto, quando vanno male. La cooperazione mutualistica del credito nasce proprio in momenti di particolari difficoltà economiche del Paese. Ecco perché bisogna sottolineare con forza -conclude- i passaggi sulla promozione dello sviluppo della cooperazione, sulla crescita responsabile, sull’educazione al risparmio. Il territorio sta attraversando un momento non facile, ma dobbiamo essere forti nel chiedergli di non voltarci le spalle. Noi non lo abbiamo mai fatto». 11 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Anche le fondazioni vedono nero Analisi dello stato di salute degli Istituti mutualistici delle banche tradizionali Anche per loro il momento non è per nulla roseo Cali di cassa e crescita nulla alla base dei problemi degli Istituti G li ultimi mesi di crisi finanziaria e crolli in borsa hanno colpito duramente anche le Fondazioni bancarie, e con esse il sostegno che negli ultimi anni questi soggetti, privati e non profit, erano riusciti a garantire ai loro territori di riferimento. È emersa chiaramente, nell’ultimo periodo, la difficoltà che oggi le 88 Fondazioni italiane incontrano nell’attivare nuovi bandi per l’erogazione di contributi alle attività di interesse collettivo. Una recente analisi di «CorrierEconomia», poi, mette in luce le cause di questa situazione e conferma quanto la crisi abbia pesato sugli stati patrimoniali delle 12 maggiori Fondazioni del nostro Paese. Semplificando molto, le Fondazioni vivono del rendimento delle partecipazioni che hanno nelle loro banche conferitarie, cioè quelle da cui le Fondazioni stesse erano state generate, in seguito alla legge AmatoCarli che, giusto vent’anni fa o poco 12 più, trasformò le originarie Banche del Monte e le Casse di risparmio. Fu allora che vennero separate l’attività creditizia e quella filantropica: la prima fu affidata alle aziende bancarie e la seconda, appunto, alle Fondazioni collegate. Ebbene, secondo lo studio di «CorrierEconomia» oggi queste Fondazioni, a causa del crollo delle quotazioni delle banche, stanno subendo una perdita stimata di 10 miliardi sul valore di bilancio di queste loro partecipazioni. All’interno di questo dato, naturalmente, ci sono singole realtà che risultano molto diverse fra loro: se Carimonte Holding, che fa capo a Unicredit, e la Fondazione Carige dimostrano di stare ancora bene, segnali molto più preoccupanti si scorgono se si guarda a Cariverona e Fondazione Monte dei Paschi di Siena. La prima, ad esempio, registra una perdita teorica dell’80% sul valore delle azioni Unicredit, perdita che assorbe oltre il 60% del suo patrimonio netto; Fondazione Monte dei Paschi invece sta perdendo, sulla sua banca, il 57%, con l’aggravante di avere 760 milioni di debito, di cui 600 dovuti alla sottoscrizione per l’aumento di capitale della banca. Perché è proprio da qui, poi, che si genera un pericoloso circolo vizioso: le banche, oggi, hanno anche l’urgente problema di ricapitalizzarsi, come richiesto dai requisiti di Basilea 3, e ora chiedono alle Fondazioni stesse di finanziare i necessari rafforzamenti patrimoniali. Non solo, quindi, il rubinetto che portava risorse dalle banche alle Fondazioni dal 2008 in poi si è chiuso, ma gli ultimi tracolli economici hanno addirittura fatto sì che il flusso iniziasse a invertirsi: sono le Fondazioni, oggi, a dover mettere mano al portafogli per assicurare un futuro alle loro banche. È definitivamente archiviato, dunque, quel ciclo positivo che dall’inizio del nuovo millennio aveva visto le Fondazioni aumentare in modo quasi esorbitante il loro patrimonio, dando loro la possibilità di erogare fino a 2 miliardi di euro l’anno ad attività culturali, assistenza sociale, ricerca, volontariato, educazione, sanità e sviluppo locale. Ora quelle casse che avevano assicurato tanti interventi di sussidio fondamentali per l’interesse collettivo sono vuote, e non è realistico pensare che si riempiranno tanto presto. Lo ha chiaramente espresso il presidente di Acri (Associazione di fondazioni e casse di risparmio), Giuseppe Guzzetti, nel presentare il “sedicesimo rapporto annuale sulle Fondazioni di origine bancaria”: «La consapevolezza delle difficoltà che le comunità locali si trovano ad affrontare a causa della crisi, sia sul fronte occupazionale sia su quello delle risorse pubbliche a disposizione ha indotto le Fondazioni a confermare il proprio impegno e a non far venire meno la propria presenza a sostegno delle iniziative nei settori di intervento previsti», ma ciò è stato possibile, si legge sempre nel rapporto, «grazie a una buona e accorta politica di accantonamenti negli esercizi passati che hanno permesso alle Fondazioni di contenere l’impatto degli andamenti negativi dei mercati e garantire erogazioni». Già nel 2010, le Fondazioni avevano capito che le casse si stavano prosciugando, ma sono riuscite a non limitare i propri interventi (ma nemmeno ad aumentarli, come’era stato per gli anni precedenti) grazie alle disponibilità accantonate. Ma adesso anche quelle sono esaurite. Ecco perché, come spiega sempre Guzzetti nel rapporto sulle Fondazioni, oltre a una maggiore oculatezza nell’erogazione dei crediti si è intensificata negli ultimi anni «la prassi di impiegare quote del patrimonio in operazioni di investimento direttamente correlate alla missione delle Fondazioni» nella speranza che ciò riesca a dare un duplice vantaggio: «Da una parte, attraverso l’investimento, generare risorse per sostenere l’attività erogativa e, dall’altra, contestualmente, perseguire gli obiettivi di missione delle Fondazioni». Una sfida che investe, anche in questo frangente, attività collaterali per la crescita delle comunità locali. Ed è proprio in questo quadro di stravolgimenti che ha investito tutto il sistema banche-Fondazioni, a livello nazionale, che s’inseriscono anche le difficoltà che oggi le Banche di Credito Cooperativo incontrano nel dare piena espressione a quel fine mutualistico e a quegli intenti filantropici che costituiscono una delle ragion d’essere del sistema Bcc. «Dal 2001 al 2008 anche gli utili delle Bcc sono cresciuti in maniera notevole, consentendo quell’aumento delle erogazioni che si è tradotto in tante attività e iniziative a sostegno del territorio -conferma il presidente della nostra Bcc Roberto Scazzosi-. In questo momento la necessità primaria per le Bcc, in assenza di utili, è quella di essere vicine ai propri Soci e clienti, mantenendo quella solidità che già oggi fa sì che siano pienamente rispettati i dettami di Basilea 3». Dettami che, invece, le banche maggiori stanno rincorrendo con così grande fatica ed esiti incerti. 13 PRIMO PIANO PRIMO PIANO L’arte del Tacchificio Villa Cortese si rinnova e punta ai mercati esteri Ha festeggiato il 10 giugno cinquant’anni di attività sempre all’insegna dell’innovazione L’azienda, al centro di tanti cambiambiamenti nel mercato, è sempre rimasta un riferimento per l’industria calzaturiera del territorio e del Paese D al legno lavorato artigianalmente alle materie plastiche modellate con sistemi computerizzati; dai piccoli clienti locali ai mercati esteri emergenti; dai nomi storici del territorio alle nuove firme che si affermano sulle passerelle dell’alta moda, stagione dopo stagione. In cinquant’anni ne sono cambiate di cose, nel settore della produzione di tacchi per le scarpe. E in cinquant’anni -festeggiati, per la precisione, il 10 giugno 2011- il Tacchificio Villa Cortese queste trasformazioni le ha vissute tutte, sapendosi sempre mantenere come punto di riferimento primario per l’industria calzaturiera del nostro Paese. Che il tacco sia alto un centimetro oppure 16, con annesso plateau, insieme alle donne italiane (e non solo) cammina anche la storia di un’azienda che oggi riunisce tre generazioni e lavora tenendo a mente la tradizione da una parte e l’innovazione dall’altra. Ne abbiamo parlato con Luigi Gazzardi, fondatore del Tacchificio 14 Villa Cortese. Ha iniziato a fare tacchi a 14 anni e ora, a quasi 80, è ancora il pilastro della ditta che ha fatto nascere nel 1961. «Venivo da un’esperienza di 13 anni come dipendente in un’impresa che produceva tacchi per le scarpe -racconta Gazzardi-. A un certo punto, come in quegli anni avveniva con frequenza, mi sono messo in proprio, insieme al mio socio Pietro Sigolo. All’inizio affittammo un capannone, poi, nel 1968, diventammo proprietari. A quei tempi facevamo ancora tacchi in legno, arrivando a impiegare fino a 52 operai; oggi siamo meno della metà, e dal Tacchificio Villa Cortese escono al 90% tacchi in plastica, il materiale che ha relegato il legno a piccole produzioni di nicchia che, comunque, alcuni clienti particolari ancora ci richiedono». Da diversi anni sono entrati in azienda anche i figli di Luigi Gazzardi: Maurizio che si occupa della produzione e dello stampaggio, Fausto che cura i rapporti con i clienti e la modelleria, e Donata, all’amministrazione. La terza generazione si è appena affacciata alla vita aziendale: due nipoti di Luigi Gazzardi lavorano sulle macchine computerizzate Cad Cam, con la responsabilità di gestire una tecnologia molto avanzata; una terza nipote affianca Donata Gazzardi negli uffici amministrativi. Intanto, i Gazzardi non si tirano indietro davanti alle sfide del mercato e sono in grado di rilanciarsi anche quando, tutt’intorno, soffiano venti di crisi. «Abbiamo registrato una lieve flessione del fatturato nell’ultimo periodo -conferma Luigi Gazzardi- ma il lavoro non è mai mancato. E, lavorando con la nostra liquidità, possiamo affrontare con tranquillità anche tempi “di magra”. Ma non solo. L’anno scorso abbiamo aperto un nuovo ramo d’azienda con la Teknostampi di Busto Garolfo: un investimento consistente che ci ha permesso di riunire nelle nostre mani anche la produzione degli stampi per i tacchi, rendendoci indi- pendenti da stampisti esterni. Ora controlliamo l’intera filiera produttiva e possiamo esaudire le richieste dei nostri clienti in modo ancora più rapido, cosa che ci dà un vantaggio competitivo notevole». Altra necessità, per stare sul mercato, è essere sempre al passo con le ultime tendenze della moda: «Produciamo migliaia di modelli di tacchi per ogni gusto ed esigenza -continua Gazzardi-. Oggi vanno per la maggiore tacchi molto alti, anche di 15-16 centimetri, da abbinare a un plantare, e per noi è una fortuna, perché le nostre macchine sono sempre impegnate». Aggiornarsi, poi, vuol dire anche puntare sul risparmio energetico: «Di questo si occupano i miei figli con molto impegno -continua Gazzardi-. Abbiamo impianti fotovoltaici in tutti gli stabilimenti e ci stiamo attrezzando per lo sfruttamento dell’energia geotermica». Insomma, l’azienda è pronta a ritagliarsi il suo spazio in un mercato sempre più globalizzato, guardando al futuro con ottimismo ma anche con lucidità. Certe trasformazioni hanno i loro pro e i loro contro, e bisogna attrezzarsi per ogni evenienza. «Con gli anni anche i nostri problemi sono cambiati -conferma Gazzardi-. Un tempo servivamo centinaia di piccoli calzaturifici fra Parabiago, Garlasco, Vigevano, Valenza Po, Alessandria, Parma. Con tanti clienti del genere, se ne perdevamo uno non dovevamo preoccuparci; ma d’altra parte avevamo molti guai con l’insoluto. Da alcuni anni, invece, di insoluto non se ne vede più: questo perché tutte queste piccole ditte lavorano, a loro volta, per pochi colossi dell’industria della calzatura, per le grandi griffe della moda. Che pagano puntualmente. Certo, però, se dovesse mancare uno solo di questi grossi committenti, ci troveremmo in seria difficoltà. Negli ultimi tempi, per esempio, sta andando fortissimo il marchio Christian Louboutin, per cui lavoriamo molto: se entrasse in crisi, dovremmo trovare nuovi mercati». Del resto, il Tacchificio Villa Cortese Nella pagina a fianco vertici e dipendenti del Tacchificio. Al centro il fondatore Luigi Gazzardi. Si distinguono alla sua sinistra la figlia Donata, il figlio Fausto (maglione lilla) e secondo da destra il figlio Maurizio. In alto lo stampaggio dei tacchi e sopra le calzature finite. questo lo sta già facendo: «Stiamo studiando strategie di sviluppo all’estero -spiega Gazzardi-. I nostri tacchi vanno già in tutto il mondo, perché le ditte che serviamo distribuiscono le loro scarpe ovunque. Ma il nostro obiettivo, ora, è di avere rapporti diretti con i calzaturifici esteri, e questo vorrà dire per noi puntare a migliorare la proposta di un prodotto standardizzato, dato che non potremo più svilupparlo gomito a gomito con il committente come adesso facciamo con le aziende italiane». Tre cose, però, non cambieranno mai: il servizio campionatura che consente di realizzare prototipi perfetti in tempi rapidi, l’impiego di materiali di prima scelta e la ricerca continua di nuove soluzioni, capaci di soddisfare anche i capricci più impossibili di stilisti e coutourier. I tacchi nati a Villa Cortese hanno davanti ancora tanta strada da percorrere. 15 FOCUS FOCUS Lo sviluppo si costruisce insieme strategie per ritornare a crescere S ostenere la ripresa è questione di unire le forze e creare sinergie fra quei soggetti che meglio sanno capire il loro territorio e interpretarne le specificità. È un principio in linea con quello che è, da sempre, il modus operandi delle Bcc; ed è la strada scelta dalle due realtà che abbiamo raccontato negli scorsi numeri, Confidi Varese e Artigianfidi Varese: entrambe hanno scelto di diventare parte, negli ultimi anni, di grandi consorzi fidi che hanno aggregato su base regionale diverse realtà locali, diventando così, rispettivamente, Confidi Lombardia e Artigianfidi Lombardia. Ci si attendeva da questa mossa un aumento del potere negoziale dei confidi, la crescita della loro importanza come interlocutori sul territorio e il configurarsi di un valore aggiunto alla garanzia rilasciata: con benefici sia per le imprese, sia, naturalmente, per gli istituti di credito. 16 Per Confidi Lombardia -che oggi è fra le poche realtà vigilate da Bankitalia- i risultati delle scelte operate nell’ultimo periodo si vedono già, e hanno a che fare proprio con le Bcc. Fra giugno e luglio, infatti, l’ente di garanzia lombardo ha siglato prima una convenzione con la Federazione delle Bcc di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e poi, dopo pochi giorni, anche con la Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo. La nuova convenzione riesce a valorizzare appieno la garanzia da “confidi 107” (a prima richiesta a valere sul patrimonio), ottenendo condizioni vantaggiose per le aziende associate su tutte le tipologie di finanziamento. In particolare, gli accordi permettono a tutte le Bcc lombarde di usufruire, tramite l’intervento di Confidi Lombardia, della controgaranzia a prima richiesta del Fondo Centrale di Garanzia. Per le Bcc, questo significa un consistente abbattimento del rischio di credito, perché incide positivamente sull’accantonamento patrimoniale della banca. Inoltre, riducendosi il costo della garanzia, diminuiscono in maniera sensibile gli oneri finanziari a carico dell’impresa per la concessione del finanziamento. È stato possibile costruire questo strumento, innovativo e personalizzato, proprio in virtù della nuova dimensione di Confidi Lombardia, che riunisce le risorse di nove confidi lombardi di emanazione confindustriale e di Fidindustria Biella, operante sull’intero territorio piemontese: Confidi Lombardia è stato così riconosciuto tra i confidi “maggiori”, ex articolo 107 del Testo Unico Bancario, per la sua forza patrimoniale e la professionalità che garantisce. Raggiunto questo traguardo, «Confidi Lombardia -ha dichiarato il presidente Ettore Seragni- riesce a fare sistema con le Bcc. Sono partnership importanti, che riconoscono e valorizzano il comune impegno per il sostegno e la promozione dello sviluppo dei territori di riferimento». Soddisfatto dell’accordo raggiunto anche Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Lombarda Bcc: «In questa fase della congiuntura economica la collaborazione fra gli attori del tessuto economico e finanziario è una necessità imprescindibile. Le nuove forme di accompagnamento al sistema imprenditoriale sviluppate dalle Banche di Credito Cooperativo e dai consorzi di garanzia fidi rappresentano una modalità innovativa di interpretare la finanza al servizio dei tessuti produttivi e delle comunità locali». La ricerca di nuove modalità di sostegno alla piccola e media impresa, però, non si esaurisce nella convenzione con Confidi Lombardia. Le Bcc non guardano esclusivamente al settore industriale, ma anche a quello delle imprese del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, che ad oggi costituiscono un segmento di clientela verso il quale le Bcc italiane erogano stabilmente più del 17% del totale dei finanziamenti. E così, il 30 giugno Federcasse nazionale ha firmato un Patto per lo Sviluppo con R.ete. Imprese Italia, il soggetto che rappresenta oltre 2.600.000 Pmi aderenti a Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti. Tre le strade che saranno percorse: sostegno agli investimenti (start-up, internazionalizzazione, green economy, sviluppo delle reti d’impresa), fornitura di liquidità (miglioramento della gestione del circolante, anticipazione sui crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione) e riequilibrio della struttura economica delle aziende (incentivi alla capitalizzazione, allungamento della durata dei finanziamenti a medio/lungo termine, sospensione dell’ammortamento dei crediti in essere). Particolare attenzione sarà riservata all’imprenditorialità giovanile e femminile. Non solo. Le Bcc, di fronte a specifiche esigenze, potranno anche realizzare soluzioni finanziarie mirate, in L’intervista Territorio L’aggregazione per aiutare gli artigiani U nire le forze per fare massa critica, conservare la propria specificità per continuare a dialogare con le realtà locali. Per continuare a garantire risorse vitali agli artigiani del territorio, Artigianfidi Varese -servizio crediti di Asarva, Associazione Artigiani della Provincia di Varese- ha deciso di percorrere la strada dell’aggregazione e ha guidato la costituzione di Artigianfidi Lombardia. «Dal 1° gennaio 2011 -spiega Andrea Bianchi, direttore di Artigianfidi Vareseabbiamo incorporato altri 8 confidi legati a Confartigianato (Sondrio, Como, Legnano, Vigevano, Lodi, Crema, Cremona e Mantova), partendo con 37mila imprese associate per circa 670 milioni di euro di finanziamenti garantiti». Su queste basi, il neonato Artigianfidi Lombardia raggiunge un maggiore potere negoziale «e mantiene, anzi aumenta, la sua attenzione alle specificità locali -spiega ancora Bianchi-. Sussidiarietà e prossimità rimangono i nostri principi fondamentali. La presenza sul territorio è innanzitutto fisica, con i nostri uffici, e poi c’è un patrimonio di rapporti con le imprese e con le associazioni che continua a svilupparsi. A fine maggio il nostro stock di impieghi ammontava già a Confidi Varese oggi è Confidi Lombardia 700 milioni di euro». Se la domanda di assistenza da parte delle imprese è in crescita, interessante è vedere come si declina, per capire se oggi le aziende continuano a subire gli effetti della crisi oppure se riescono a guardare al domani. Su questo, Bianchi è cauto: «La caduta rovinosa del 2009 si è interrotta già nei primi mesi del 2010, ma non c’è ancora un pieno recupero. Le domande per investimenti non mancano, ma a prevalere sono le richieste di finanziamento sul circolante». In questo contesto il rapporto con le banche è cruciale. Oggi Artigianfidi Lombardia opera insieme a 52 istituti di credito, con una naturale predilezione per quelli più “territoriali”. «Con le banche vogliamo avere un rapporto di partenariato -continua Bianchi-. Il confronto è il primo passo per arrivare a costruire insieme una proposta per le aziende. Agli istituti di credito chiediamo sopratAndrea Bianchi tutto lo sforzo di guardare alle aziende andando oltre gli aspetti quantitativi: quando si valutano imprese piccole, se non micro, come le nostre, è necessario del tempo per arrivare a percepirne il vero profilo». Quello che Artigianfidi chiede alle banche è un lavoro lungo e complesso, è vero, ma perfettamente in linea con il modus operandi della nostra Bcc. E, alla fine, paga: «Grazie a questo approccio -conclude Bianchi-, anche in tempi di crisi siamo riusciti a tenere i crediti deteriorati netti a meno del 2% rispetto al totale garantito. È la conferma che dobbiamo continuare in questa direzione». 21 S ono tanti i soggetti che operano sul territorio per dare fiato alla ripresa. E, tra questi, i consorzi fidi, realtà con cui la nostra Bcc opera in sinergia e che hanno una visione assolutamente importante per comprendere meglio l’attuale situazione economica. E con una base associativa di circa 1.600 aziende e un ammontare di finanziamenti garantiti di oltre 90 milioni di euro nel 2010, il Confidi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese è sicuramente tra le realtà più importanti per il territorio del Varesotto: per quasi cinquant’anni nella veste di Confidi Varese e, adesso, come Confidi Lombardia, aggregazione della quasi totalità dei Confidi confindustriali lombardi. nel nostro territorio, dunque, la formula del confidi si aggiorna per rispondere con efficacia sempre maggiore alle esigenze delle imprese. Lo sottolinea Piero Giardini, già presidente di Confidi Varese che oggi siede nel Consiglio d’Amministrazione di Confidi Lombardia: «Siamo parte di una tra le poche realtà di garanzia oggi vigilate da Bankitalia. Questo si traduce in un aumento del valore aggiunto della garanzia rilasciata, con un innegabile beneficio per le imprese». L’attività del Confidi, che ha lo scopo di diversificare i canali di accesso al credito per le piccole e medie imprese, è un termometro che ha molto da dirci sullo stato di salute dell’economia locale. Ce lo racconta Marco Crespi, responsabile Area Finanza di Univa, direttore della sede di Varese di Confidi Lombardia: «I numeri ci dicono che nel 2010 hanno prevalso le operazioni di liquidità, che è naturalmente una priorità per le imprese nell’attuale fase congiunturale. Ciò non toglie che, nonostante tutto, l’attività del nostro Confidi abbia sostenuto anche le richieste di finanziamenti per investimenti. Una buona notizia per un sistema produttivo che, nonostante le difficoltà, sta comunque progettando il proprio futuro». Un segnale positivo per la vitalità delle aziende del territorio, dunque. «Del resto -prosegue Crespi-, la vocazione del Confidi è pietro Giardini anche quella di sostenere le imprese nel corso di interventi strutturali, orientati alla crescita». Per un soggetto che si rivolge soprattutto alle piccole e medie imprese, il rapporto con la banca locale è di primaria importanza: «La nostra missione di sostegno e accompagnamento delle PMI nell’accesso al credito ci vede dialogare con le banche che operano sul territorio. Il Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate -afferma Piero Giardini- rappresenta una di queste realtà. Prima come Confidi Varese e ora come Confidi Lombardia, lavoriamo insieme per battere la crisi e dare ossigeno ai nostri imprenditori». Nel prossimo numero continuerà il nostro viaggio nell’universo Confidi, concentrando l’attenzione su Confartigianato. Marco Crespi 23 In alto le pagine dedicate dalla Voce dei numeri scorsi agli importanti cambiamenti che hanno interessato Artigianfidi e Confidi Varese, diventato Confidi Lombardia; sopra il presidente Alessandro Azzi. aggiunta ai servizi e ai prodotti che il sistema del Credito Cooperativo già destina al sostegno delle Pmi del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi. Inoltre, Federcasse e R.ete. Imprese Italia si impegneranno insieme per migliorare l’analisi del merito creditizio delle imprese interessate. «La dimensione associativa e la caratteristica federativa che sono comuni al sistema di Federcasse e di R.ete. Imprese Italia rendono del tutto particolare questo accordo, e molte delle aziende rappresentate da R.ete. Imprese Italia sono anche socie di Banche di Credito Cooperativo» ha ricordato il presidente di Federcasse Alessandro Azzi. Per queste imprese micro, piccole e medie è necessario offrire risposte sempre più a misura di specifiche esigenze creditizie: «L’intesa siglata con Federcasse -ha commentato Giorgio Guerrini, presidente di R.ete. Imprese Italia- amplia e consolida lo stretto rapporto tra le banche del territorio e il tessuto produttivo del Paese, caratteristica che è da sempre il motore della crescita di questa tipologia di istituti di credito e delle Pmi italiane». 17 ANALISI ANALISI Il ruolo delle Bcc nella crisi internazionale T ra l’incudine e il martello. Tra una crisi dei mercati internazionali e una serie di provvedimenti che pesano sui bilanci, le Banche di Credito Cooperativo sono in questo momento gli istituti più penalizzati pur continuando a rimanere, per missione e valori, ancorati al proprio territorio di riferimento. Già i provvedimenti che sono stati introdotti con le manovre finanziare l’ultima estate hanno colpito le Bcc in modo particolare. Infatti, l’aumento del prelievo impositivo ai fini Ires in aggiunta all’aggravio Irap ha generato un danno grave ed immediato andando a colpire un sistema -quello delle banche locali cooperative- che dallo scoppio della crisi ha svolto con coerenza il proprio ruolo “anticiclico”, facendo davvero sforzi straordinari per consentire a centinaia di migliaia 18 di famiglie ed imprese di sostenere l’urto della crisi. Come aveva denunciato il Sistema del Credito Cooperativo parlando di un «provvedimento che priva le Bcc di una fonte di capitalizzazione importante, proprio in un momento in cui tutte le banche ne hanno maggiormente bisogno. Le Bcc, difatti, non hanno altri mezzi di rafforzamento patrimoniale e non possono -a differenza delle banche spa- ricorrere al mercato». Inoltre, l’attuale quadro internazionale con l’aumento dello spread ovvero il differenziale di rendimento tra i due titoli governativi a tasso fisso emessi rispettivamente dalla Germania (Bund) e dall’Italia (BTp), sta pesando sui bilanci delle banche locali. Davanti al triplo declassamento imposto all’Italia, il problema è di crescita. Come ha detto il diret- tore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali della Banca d’Italia, Daniele Franco, intervenendo alla Giornata del credito in Abi nello scorso settembre: «L’Italia è percepita come un Paese che ristagna». Ha aggiunto: «La politica economica è percepita come confusa, conflittuale. L’Italia non appare un Paese compatto dietro le misure e le riforme da fare. Non si percepisce uno sforzo adeguato nelle misure per la crescita». Ed è infatti il rilancio economico che non permette all’Italia di avere fiducia sui mercati. Così, per riuscire a collocare i titoli di Stato -necessari per portare il Paese al di là del muro della crisi e mantenere gli impegni assunti in Europa- i rendimenti sono stati alzati. È un meccanismo normale: un maggiore rischio deve essere premiato con un più alto rendimento. Ma questo meccanismo ha influito negativamente sul sistema bancario e, di conseguenza, sulle famiglie e sulle imprese. Soprattutto in un momento in cui i grandi istituti di credito hanno visto perdere importanti quote del loro valore azionario. Chi ha sofferto maggiormente di questa situazione è stato il sistema del Credito Cooperativo; ovvero le piccole banche, quelle che per storia e statuto vivono a stretto contatto con il territorio e si basano nella loro attività sulla raccolta. Lo spread dei BTp sui titoli di stato tedeschi si è allargato portando verso l’alto i tassi di interesse. Si è innescato un circolo che punta tutto al rialzo: rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, rialzo dei rendimenti proposti dalle banche. L’essere “differenti” per storia e per valori, l’essere attaccati al locale e vivere per il proprio territorio non viene premiato. La banca, intesa come istituto tradizionale quindi legato in maniera profonda alla ricchezza delle imprese e delle famiglie, passa in secondo piano. Gli istituti di credito come le Bcc che vivono grazie alla raccolta e sono pronte a reinvestire sul territorio si trovano a competere ad armi impari. In più, gli investimenti fatti in sostengo delle imprese e di quell’economia reale che rappresenta la vera ricchezza, diventa quasi un fardello. «È un sistema bancario che ha perso la bussola e che non sa più come assolvere al proprio ruolo di sostegno dell’economia», osserva il direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Luca Barni. «La situazione non è semplice e il rischio è che queste difficoltà si possano ritorcere contro le famiglie e le imprese; contro la redditività di un istituto di credito e, di conseguenza, contro un intero territorio, ovvero quel territorio che è sempre stato il punto di riferimento, anche attraverso una serie di erogazioni che nel tempo sono sempre state garantite, per un istituito di Credito Cooperativo». Se alcune banche si sono semplicemente servite della leva dello spread -portandolo alle stelle nell’arco anche di poche settimane- per “defilarsi” dal mercato e rinunciare per il momento ad erogare finanziamenti e mutui; altri istituti hanno inserito meccanismi più rigorosi per l’accesso al credito. Le Bcc sono quelle che maggiormente pagano questa situazione di squilibrio. La via d’uscita è ancora tutta interna. È una via d’uscita che passa da soluzioni chiare di rilancio dell’economia che possano consentire anche al Credito Cooperativo di sostenere l’economia reale del proprio territorio. Come ha infatti ricordato il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel suo intervento al convegno internazionale per l’Unità d’Italia, lo scorso 12 ottobre: «È importante che tutti ci convinciamo che la salvezza e il rilancio dell’economia italiana possono venire solo dagli italiani». Una soluzione che passa nuovamente da chi non ha fatto finanza fine a stessa, ma ha guardato al territorio, alle sue famiglie e alle sue imprese, per dare le possibilità di una ripresa. Mario Draghi 19 FEDERAZIONE FEDERAZIONE Fed.Lo: ritorno alle origini U n ritorno alle radici per guardare con rinnovata fiducia al territorio. Questo l’indirizzo che il presidente della Federazione lombarda delle Bcc, Alessandro Azzi, ha dato al convegno che si è svolto sabato 15 ottobre nell’aula magna dell’università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano. Oltre settecento gli amministratori e dirigenti che hanno partecipato in rappresentanza delle 45 Banche di Credito Cooperativo che sono sparse in tutta la Lombardia; tra questi anche il presidente della nostra banca, Roberto Scazzosi, accompagnato dal vice presidente vicario Ignazio Parrinello, dal vice presidente Mauro Colombo, dai consiglieri di amministrazione Rinaldo Borsa, Giuseppe Barni, Cecilia Cardani, Danila Battaglia, Vittorio Pinciroli, Graziano Porta, Francesco Gatti, e da Giorgio Rossi del collegio sindacale oltre al direttore generale Luca Barni con i vice direttori Felice Angelo 20 Canton (vicario) e Carlo Crugnola. Il convegno ha ripreso i temi già affrontati nell’appuntamento di un anno fa a Praga per continuare la riflessione sul ruolo della Federazione e sulle nuove sfide e le strategie del Credito Cooperativo. Il tutto, in vista del congresso annuale di Federcasse in programma il prossimo dicembre a Roma. «Riprendiamo, idealmente e concretamente, il discorso intrapreso lo scorso anno», ha introdotto Azzi. «Per questo motivo abbiamo deciso di mantenere, anche per il Convegno di Studi 2011, la dimensione di “laboratorio”, uno spazio nel quale sviluppare insieme i temi della governance, delle politiche territoriali e delle scelte strategiche del credito cooperativo lombardo». Temi che devono essere affrontati, soprattutto in un momento come l’attuale dove «la crisi è ben lontana dall’essere conclusa», ha detto il presidente della Federazione lombarda. E le Bcc non sono state messe nelle migliori condizioni di agire. «Abbiamo assistito da una parte alle fragilità del sistema Italia, dall’altra a due manovre del Governo -in luglio e settembre- di stabilizzazione che hanno pesantemente impattato sulle nostre banche». Si è trattato per Azzi di «provvedimenti iniqui perché hanno colpito il sistema del credito cooperativo in maniera doppia, intervenendo anche sul principio di cooperazione mutualistica che è sancito dalla Costituzione». Eppure le Bcc hanno svolto un ruolo importante di contrato alla crisi. Un ruolo di «contrappeso». Ha proseguito il presidente: «Abbiamo pagato due volte, come banche e come cooperative. Alziamo allora la nostra voce perché è iniquo far pagare i costi della crisi a chi la crisi l’ha contrastata e a chi deve essere messo nelle condizioni di sostenere il rilancio. Sarebbe come dire: “correte, ma intanto vi abbiamo legato le gambe”». La situazione economica generale non è semplice. In un contesto dove le aziende hanno difficoltà a crescere «fare credito cooperativo diventa sempre più difficile. Soprattutto in un momento in cui la raccolta diretta, che è il motore del nostro lavoro, è stazionaria». La conseguenza diretta è un «calo della redditività», ha ricordato Azzi; che significa, meno disponibilità di investimento sul territorio. «L’utile è crollato e le partite anomale sono triplicate dal 2007 ad oggi», ha ricordato il direttore della Federazione lombarda delle Bcc, Pietro Galbiati. «Ripetere quest’anno i risultati del 2010 sarebbe già un ottimo traguardo». Ma dalle difficoltà, il Credito operativo può trarne vantaggi. «È questa l’occasione per una svolta», ha richiamato il presidente. «Alcune scelte dipendono solamente da noi e su queste occorre concentrarci». Sei i punti che Azzi ha posto come passi fondamentali per guardare al futuro. Innanzitutto, un nuovo modello di sviluppo. Ovvero, «pensare ad uno sviluppo non solo su nuovi territori, ma uno sviluppo più verticale fornendo risposte non solamente alle esigenze di credito». In secondo luogo è stata richiamata la vitalizzazione del modello di business: «Deve essere ripensato e reso meno dipendente da una gestione tradizionale del danaro. Vanno intensificati la rete di relazioni, il sostegno e l’adesione di nuovi soci, in particolar modo giovani», ha detto Azzi. «Vogliamo essere conosciuti come banca delle famiglie, delle piccole imprese, del volontariato e degli enti locali». Terzo: una costante riqualificazione della governance; quarto: il rafforzamento del presidio dei rischi. «Occorre rafforzare anche l’investimento nella qualificazione del personale premiando la competenza e la coerenza». Per Azzi, questo è anche un «investimento sulla compagine sociale che diventa un investimento sulla nuova classe dirigente del credito cooperativo». Da ultimo: la piena efficacia ed efficienza della rete nell’ottica di usarne tutti i vantaggi e di ridurre gli sprechi. «Sono questi i sei nodi del cambiamento per il futuro del credito cooperativo». Ha spronato Azzi: «È il momento di agire». Le nuove “C” del credito cooperativo diventano: coerenza, competitività, conformità. «Chi ha fondato le Bcc ha voluto dare speranza. Così anche noi oggi, vogliamo incidere sullo sviluppo economico partendo dalle nostre realtà locali». Il messaggio del presidente della Federazione lombarda è stato chiaro: «Occorre ripar- 21 EDICOLA FEDERAZIONE tire dalla fiducia. Le piccole dimensioni non sono un limite se si è capaci di mettere in moto il cambiamento». Una sfida ambiziosa ma possibile. Soprattutto perché alle Bcc è riconosciuto il ruolo centrale che hanno svolto e svolgono nel sostegno all’economia reale. E «una nuova sfida per la maturità» è stato lo slogan che Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede regionale lombarda della Banca d’Italia, ha lanciato proprio dal convegno della Federazione delle Bcc. «È questo il momento di dare il meglio», ha aggiunto il rappresentante di Banca d’Italia nel suo messaggio di saluto. Tre le suggestioni che ha lasciato alla platea: ripartire dai fondamentali, quindi «una rinnovata attenzione al territorio e a come il territorio ci percepisce»; avere una governance dove ciascuno fa il proprio dovere e scendere in profondità nei territori. Ad impreziosire il convegno anche il saluto del “padrone di casa”, il rettore dell’università Cattolica, Lorenzo Ornaghi e gli interventi di Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di Economia politica alla Cattolica e presidente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche dell’Accademia nazionale dei Lincei e Mauro Magatti preside della facoltà di Sociologia della Cattolica. Nella consapevolezza che la via d’uscita dalla crisi per le Bcc passa da un rafforzamento della rete, dalle fusioni tra istituti di credito e dal Fondo di garanzia istituzionale, un apporto deve arrivare anche dalla politica. Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo messaggio ha richiamato ad una responsabilità più estesa. «Il sistema bancario non può correre da solo. La sua azione deve essere sinergica con una politica di sviluppo». Le Bcc non hanno mai rinunciato a fare la loro parte non venendo meno a quei valori che hanno rappresentato e rappresentano l’ossatura della loro azione: mutualismo, localismo e sussidiarietà. Ora tocca alla politica definire il quadro generale di rilancio. E se sarà un percorso capace di coinvolgere il territorio, il Credito Cooperativo sarà pronto a fare la propria parte. 22 In apertura il presidente della Federazione Lomabarda delle Bcc Alessandro Azzi; nella pagina precedente in alto i rappresentanti della nostra Banca al convegno milanese, sotto il rettore dell’università Cattolica Lorenzo Ornaghi, il pubblico intervenuto e il palco dei relatori. Sopra, in senso orario, l’aula magna della Cattolica, Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede regionale lombarda della Banca d’Italia, il pubblico e un primo piano di Alessandro Azzi durante il suo intervento al convegno. 23 LO SPORTELLO LO SPORTELLO Investire con Noiper Perché? Perché è PERSONALIZZATO: si focalizza sui tuoi obiettivi di investimento. Perché ti consente una visione e un MONITORAGGIO del tuo portafoglio in relazione ai tuoi bisogni. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è da sempre attenta alle esigenze della propria clientela attraverso prodotti e servizi su misura. Proprio per questo è nato “NoiPer”, il servizio di consulenza finanziaria che, partendo dall’analisi del tuo portafoglio, si focalizza sui tuoi obiettivi di investimento e sulle tue aspettative di rendimento per indicarti sempre le soluzioni migliori e verificarle periodicamente. Immagina un investimento inquadrato su di te: questo è NoiPer. Studiato appositamente attorno alle esigenze di famiglie, giovani coppie e investitori, NoiPer è personalizzato, consente un monitoraggio attento del portafoglio prima degli investimenti, indica le soluzioni migliori per le tue aspettative, è semplice, efficace e, soprattutto, flessibile: libertà completa nelle scelte, nessuna soglia di ingresso e nessun impegno di investimento. Migliora la qualità dei processi dei tuoi investimenti affidandoti a NoiPer, il nuovo servizio di consulenza ideato dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Chiedi tutte le informazioni che desideri in uno dei 19 sportelli della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. ESERCIZIO COMMERCIALE e PROTETTO INFORTUNI Assimoco (ASSIcurazioni MOvimento COoperativo) è il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo italiano. Una grande realtà costruita sulla capacità di lavorare insieme e sulla condivisione di valori fondamentali: la famiglia, la casa, il lavoro, il futuro. Le due proposte che presentiamo in questa pagina sono solamente alcune delle polizze assicurative che il gruppo mette a disposizione dei clienti e dei Soci delle Bcc italiane. Rivolgiti con fiducia alle filiali della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per scoprire queste e tutte le altre soluzioni ideate da Assimoco per la vostra tranquillità. 24 Perché ti indica le soluzioni migliori che soddisfano le tue ASPETTATIVE DI RENDIMENTO. Perché è FLESSIBILE: sei sempre libero nelle tue scelte. Perché è un metodo di consulenza CHIARO, SEMPLICE ED EFFICACE. Perché migliora la qualità del processo d’investimento con STRUMENTI EVOLUTI. PERCHÉ NON È RICHIESTA ALCUNA SOGLIA DI INGRESSO E ALCUN IMPEGNO D’INVESTIMENTO. ESERCIZIO COMMERCIALE La polizza multirischi per il settore commercio. Proteggi il tuo lavoro. PROTETTO INFORTUNI La polizza infortuni che ti tutela nel lavoro e nel tempo libero. MUTUO CAP FLOOR Fino all’80% del valore commerciale Beneficiari dell’immobile oggetto di ipoteca (incluso finanziamento premio assicurativo). Privati residenti nella zona di competenza della BCC. ASSICURAZIONE Prevista RATA FORTE (premio unico anticipato) di ASSIMOCO: –– Protezione patrimonio (incendio e ADB, furto e rapina, RC, assistenza fabbricato) –– Protezione rata (inabilità temporanea totale, perdita involontaria impiego, ricovero ospedaliero, assistenza alla persona) –– Protezione capitale (gravi malattie, invalidità permanente totale). TASSO FLOOR con opzione di indicizzazione al tasso della BCE CAP prima casa non inferiore al 2,75% non superiore al Euribor 3 m 5,50% DuratA MASSIMA + spread 1,90% 30 anni Euribor 3 m DuratA MINIMA superiore ai (oltre 20 anni) Periodicità Rate Mensili (fino a 20 anni) + spread 2,00% 5 anni Facoltativa estensione della copertura al CASO MORTE con il prodotto ORIZZONTE di ASSIMOCO Mutuo Energy La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è da sempre attenta al proprio territorio. Non solo al tessuto economico e sociale, ma anche a quello vero, fatto di sole, piante, fiumi, cielo e terra. È per questo che è stato lanciato “Mutuo Energy”; perché la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è convinta che le energie alternative siano il futuro energetico a cui destinare risorse e attenzione. Mutuo Energy offre ai privati cittadini un pacchetto chiavi in mano per dotarsi di una fonte di produzione di energia pulita e conveniente. Un finanziamento ad hoc per installare nella propria abitazione un sistema fotovoltaico. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ci crede così tanto che l’analisi e lo studio di fattibilità sono gratuiti (li paga la banca). E in più, con un sistema fotovoltaico avrai a disposizione energia pulita a costi contenuti; così risparmi anche sulle bollette; e il bilancio familiare ne gioverà a favore di altri investimenti. Chiedi tutte le informazioni che desideri in uno dei 19 sportelli della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Beneficiari Privati residenti nella zona di competenza della BCC, proprietari dell’immobile per cui viene acquistato l’impianto 61 mesi DURATA minima 180 mesi DURATA massima costo di opere e di spese Fino al 100% del tecniche del progetto Importo 5.000 MINIMO - 30.000 MASSIMO Euribor variabile 3m 365 gg + 3,00 (soci) fisso IRS + 2,25 (soci) (non soci: plus 0,50%) TAEG Euribor= 4,808% Riferito ad un mutuo di euro 30.000, della durata di 15 anni con rate mensili, al tasso variabile (Euribor 3m/365+3punti oggi pari al 4,556% con Polizza Assimoco Multirischi TAEG Irs 5,294% Riferito ad un mutuo di euro 30.000, della durata di 15 anni con rate mensili, al tasso fisso (Irs 15 anni lettera + 2,25 punti) oggi pari al 5,03% con Polizza Assimoco Multirischi Forma tecnica: mutuo chirografario 25 LA NOSTRA BANCA LA NOSTRA BANCA Merito Casa: piace e dà soddisfazione S ta diventando una realtà dalle fondamenta sempre più solide quella di Merito Casa, il progetto della nostra Bcc e di Ance Varese nato per consentire l’acquisto della casa anche a chi non ha da parte il capitale iniziale per accedere al mutuo. Presentata l’8 marzo in conferenza stampa alla sede di Ance Varese, nei mesi la proposta Merito Casa si è fatta concreta e ha avuto importanti risposte dal mondo dei costruttori. Oggi 13 imprese offrono a chi attiva Merito Casa una scelta che spazia fra 66 operazioni immobiliari, per un totale di unità abitative che si avvicina al centinaio. Le dimensioni proposte vanno dai 34 ai 200 metri quadri e oltre, magari da frazionare in più unità. Le tipologie disponibili vanno dai monolocali ai quadrilocali, fino alle ville singole e a schiera, anche se più frequenti sono i bi/trilocali, cioè le soluzioni più ricercate dalle giovani coppie e da chi ha in mente di allar- 26 gare la famiglia. In poche parole, il target di riferimento per Merito Casa. I comuni toccati dall’operazione sono 22, da Legnano a Varese, da Sesto Calende a Busto Arsizio. Si tratta di un territorio -lo abbiamo visto nell’analisi pubblicata sul numero di maggio della Voce- in cui la percentuale di famiglie proprietarie di un immobile oscilla fra l’80 e il 90% (a fronte di un dato nazionale che, pur notevole, è più basso: 74,3%). Nella provincia varesina, inoltre, le compravendite di immobili nel 2009 -anno dell’ultima analisi congiunturale di Ance Lombardia- hanno fatto registrare un lieve aumento, in controtendenza rispetto al resto della regione. A fronte di questa tendenza, rimangono comunque incertezze e timori fra chi vorrebbe comprare casa, soprattutto se si tratta di giovani coppie in difficoltà nel dare inizio a progetti a lungo termine. «Abbiamo lavorato a Merito Casa come è nel nostro stile -ricorda il direttore generale della nostra Bcc, Luca Barni- intercettando un’esigenza sentita sul territorio e cercando una soluzione con chi opera nel settore». Il risultato è stato un progetto innovativo volto a superare il primo scoglio che si trova davanti chi desidera diventare proprietario, cioè il non avere a disposizione il “tesoretto” iniziale per accendere il mutuo fondiario: con Merito Casa l’importo che si verserebbe come affitto della casa per un periodo fra i 2 e i 4 anni si trasforma proprio nell’acconto del 20%, già versato al costruttore, per accedere al finanziamento. Completa l’offerta un pacchetto assicurativo, a favore sia del cliente che dell’impresa venditrice, che rende paritario il rapporto fra le parti contraenti. In sostanza, oggi, chi vuole accedere a Merito Casa e trasformare in realtà il sogno di possedere un’abitazione deve passare attraverso quattro semplici step. Prima di tutto, consultare l’elenco degli immobili disponibili sul sito della nostra Bcc, www.bccbanca1897.it, e scegliere fra le proposte la casa più vicina alle proprie esigenze: il prezzo concordato con l’impresa, ipotizziamo 150.000 euro, viene così bloccato. Il secondo passo è rivolgersi alla Bcc per accedere a Merito Casa, concordando la formula temporale prescelta: per esempio, una dilazione su 48 mesi. Terzo passo, si abita nella nuova casa per il periodo stabilito, versando un affitto di 625 euro al mese che, in realtà, va a formare l’acconto richiesto di 30.000 euro sul rogito, beneficiando anche della polizza assicurativa gratuita che copre il rischio di insolvenza in caso di perdita del posto di lavoro. Quarto e ultimo passo: dopo 4 anni si è proprietari dell’immobile e si può accendere un mutuo per i restanti 120.000 euro. Nato da pochi mesi, Merito Casa è già al centro dell’attenzione: la Bcc dell’Alta Brianza-Alzate Brianza e l’Ance di Como lo stanno riproponendo nel loro territorio, mentre all’inizio di ottobre è stato protagonista della vetrina Bcc alla fiera “La Casa in Piazza” di Varese. Per info: sede e filiali Bcc (0331.560327/560253, info@ bustogarolfo.bcc.it) o Ance Varese, via Cavour 32 a Varese (0332.830030, [email protected]). Successo per la Bcc a Casa in Piazza L a Bcc ha presentato Merito Casa alla seconda edizione di “La Casa in Piazza”, la borsa immobiliare organizzata dalla Camera di Commercio di Varese insieme alle associazioni degli agenti immobiliari e dei costruttori. Grazie a questa iniziativa, più di 30mila visitatori in tre giorni, 7-9 ottobre, hanno potuto conoscere le proposte di agenzie, imprese di costruzione, notai e consulenti finanziari chi acquista una nuova abitazione. Grande affluenza allo stand del Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, che presentava i prodotti dedicati a chi programma l’acquisto della casa. «In un momento in cui le compravendite stanno risentendo di uno stallo, registriamo una crescita delle richieste di mutuo -afferma Adalberto Tomasello, responsabile dell’Area Mercato della nostra Bcc-. Noi proponiamo dei mutui a tasso variabile con un tetto massimo di rialzo, “Super Cap” e “Cap Floor” che assicurano flessibilità senza comportare pesanti rischi di tasso per chi sta facendo un investimento importante». Grande attenzione ha ricevuto poi Merito Casa, il prodotto studiato per chi non dispone del capitale iniziale per accedere a un mutuo: «È una formula che sta attirando l’interesse delle coppie giovani -conferma Tomasello- e sulla quale stiamo sensibilizzando il mondo dei costruttori». 27 LA NOSTRA BANCA LA NOSTRA BANCA Il progetto Salva varca la soglia della Bcc S aper riconoscere i sintomi di un infarto e di un ictus; dare le giuste indicazioni al 118 e fare le corrette manovre salvavita in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Sono questi i contenuti del corso di pronto soccorso che una sessantina di persone, tra amministratori e dipendenti della nostra Bcc, hanno fatto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre; un corso nel quale la nostra banca ha creduto e crede fino in fondo. Il progetto S.A.L.V.A. -sigla per “Save All Lives Via ABC”- infatti mira a diffondere la cultura dell’emergenza con un obiettivo ambizioso: «Se tutti sapessimo cosa fare in situazioni di emergenza, si potrebbero salvare 60mila vite l’anno solo in Italia, una ogni mille abitanti», premette Sergio Morra, ideatore del progetto e responsabile della struttura semplice di coordinamento Emergenza territoriale dell’ospedale di Legnano. Gli 28 amministratori e i dipendenti della nostra banca che hanno seguito il corso hanno imparato l’importanza delle manovre salvavita in caso di arresto cardiaco. Ovvero, muoversi in sicurezza, verificare lo stato di coscienza della persona, chiedere aiuto e provvedere al massaggio cardiopolmonare e alle insufflazioni. «Sono manovre che permettono al 118 di arrivare sul posto preparato e di salvare una vita», continua il dottor Morra. «In Europa ogni anno ci sono 700mila arresti cardiaci e la sopravvivenza di chi arriva in ospedale oscilla tra il 5 e il 10 per cento. Occorre tenere presente che ogni minuto che passa senza alcun intervento, le probabilità di morte aumentano del 10 per cento». Il progetto S.A.L.V.A. è il primo intervento di grande respiro che viene proposto in Italia con l’esplicito obiettivo di diventare un modello da seguire anche in altre zone; un progetto lanciato quattro anni fa dall’Azienda Ospedaliera di Legnano e sostenuto dalla Regione Lombardia e dalla nostra Bcc. «Siamo stati i primi a partire e la nostra esperienza sta facendo scuola -continua Morra-. Abbiamo iniziato con delle lezioni all’interno delle scuole superiori del Legnanese e piano piano abbiamo raccolto anche l’interesse di Confindustria Alto Milanese per portare questo tipo di esperienza anche all’interno delle aziende. L’obiettivo è quello di arriva a formare almeno il 10 per cento della popolazione che abita nell’area del Legnanese». I primi corsi di pronto soccorso hanno coinvolto gli alunni delle classi di seconda e quarta superiore di otto istituti del Legnanese. Ad oggi, complessivamente sono stati formati più di 5mila studenti secondo un piano di lezioni che si è strutturato su teoria e prove pratiche, con una verifica finale del grado di apprendimento. L’anno scorso, grazie all’interessamento di Confindustria Alto Milanese, il corso è entrato anche in una decina di aziende del territorio: la parte teorica è stata fatta a distanza attraverso un innovativo sistema di distance learning, mentre le prove pratiche sono state mantenute in aula, sotto la diretta supervisione del personale medico e infermieristico che cura il progetto. Tutte queste esperienze positive hanno convinto la nostra Bcc a proporre il corso anche ai propri dipendenti. E l’adesione è stata molto alta. «Come banca legata al proprio territorio e alla propria gente, oltre a sostenere economicamente S.A.L.V.A., raddoppiando il contributo dato dalla Regione Lombardia, abbiamo fatto nostro il progetto coinvolgendo i dipendenti e il management della banca», osserva il presidente della Bcc, Roberto Scazzosi che, insieme ad alcuni componenti del consiglio di amministrazione, si è messo alla prova. «Siamo consapevoli che iniziative come questa possono davvero cambiare in meglio il modo di vivere sul nostro territorio -conclude-. Del resto, da 114 anni l’obiettivo sociale della nostra banca è proprio di aiutare il territorio a crescere, sia dal punto di vista economico sia da quello sociale». Aziende: dieci con una quarantina di dipendenti complessivi; Bcc: sessanta persone, tra le quali dipendenti e amministratori. ottobre 2008 2010 le tappe aprile 2008 Otto istituti: liceo scientifico Galilei di Legnano, liceo scientifico Cavalleri di Parabiago e Canegrate, ITCGS Pacle Maggiolini di Parabiago, ITIS Bernocchi di Legnano, IPSIA Bernocchi di Legnano, Istituto Tecnico Carlo Dell’Acqua di Legnano, Istituto Tecnico Agrario Mendel di Villa Cortese e Istituto Canossiano Barbara Melzi di Legnano. Studenti delle scuole superiori: oltre 5mila sono stati valutati (3mila di seconda, 2mila di quarta); 1.800 sono stati sottoposti alla seconda valutazione (mille in quinta, 800 in quarta) Risultati: ad una prima valutazione l’83% non commette errori gravi; dei soggetti rivalutati in quinta a sorpresa il 60% non commette errori gravi. AZIENDE COINVOLTE marzo presentazione del progetto SCUOLE COINVOLTE Progetto SALVA accordo con Confindustria Alto Milanese, il progetto si apre alle aziende settembre 2011 maggio 2009 Presentazioni diciassettesimo Convegno Mondiale HPH, lente dell'organizzazione mondiale della sanità che si occupa della promozione della salute nella società, a Creta ottobre iniziano le lezioni nelle scuole superiori del Legnanese il progetto entra in Bcc 2009 Congresso internazionale dell’European Resucitation Council a Colonia; 29 VITA SOCIALE VITA SOCIALE BustoOK poker di successi in piazza Legnano Night Run, edizione da record GOSPEL FOR CASTANO PRIMO «Ringraziamo la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per il sostegno alla cultura che continua a dare». Con queste parole, l’assessore alla Cultura di Castano Primo, Maurizio Del Curto, ha introdotto il concerto gospel «Gospel for you» che il Circolo Culturale e Ricreativo della nostra banca ha organizzato sabato 25 giugno in piazza Mazzini. «In un momento in cui scarseggiano le risorse dei Comuni per la cultura, è importante avere sul proprio territorio una realtà come la Bcc, che interviene in favore del territorio e promuove iniziative di valore come questa». Infatti, «la nostra banca è vicina al territorio e opera per la sua crescita», ha ricordato prima dell’inizio del concerto Vittorio Pinciroli, componente del consiglio di amministrazione della Bcc. Davanti a una piazza affollata, i cori Gospel for Joy di Castellanza e il coro Joyful Singers di Vanzaghello, accompagnati dal quartetto d’archi dell’orchestra Microkosmos e Jazz Band, sotto la direzione del maestro Fabio Gallazzi, hanno presentato alcuni tra i brani più conosciuti del repertorio gospel. Soddisfatta la presidente del Ccr, Maria Carla Ceriotti: «La straordinaria partecipazione che questa iniziativa ha riscontrato, conferma sia la proposta sia l’importanza della nostra Banca sul territorio». 30 M usica, cabaret, magia. Questi gli ingredienti dei quattro appuntamenti di “BustoOK”, la rassegna organizzata dal Comune di Busto Garolfo durante il mese di luglio. Un’estate a ritmo di musica e di spettacoli vari, che è stata possibile grazie al supporto della nostra Bcc, sempre vicina al territorio. «Grazie alla Bcc che ha permesso la realizzazione di questa rassegna». Con queste parole Luca Vezzaro, assessore alla Cultura del comune di Busto Garolfo, ha aperto venerdì 29 luglio l’ultima serata di BustOK. Sul palco, accanto all’assessore, anche il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi: «I valori che portiamo avanti come istituto da oltre cento anni ci hanno permesso di affermarci come una realtà profondamente legata al territorio; legata all’economia che il territorio esprime, alle sue famiglie e anche alle iniziative culturali che vengono proposte», ha ricordato Scazzosi, plaudendo all’iniziativa del Comune che ha riscosso un successo di pubblico sempre crescente. Infatti, per l’ultimo appuntamento della rassegna, che ha visto protagonista il mago Walter Maffei, piazza Lombardia era particolarmente gremita di pubblico. La partecipazione agli spettacoli, dal cabarettista Daniele Raco, che ha messo in scena “The Raco Horror Picture Show”, al fisarmonicista Vladimir Denissenkov e al mandolinista e chitarrista Aco Bocina, è sempre N cresciuta, dimostrando l’apprezzamento dei bustesi nei confronti della kermesse che ha allietato le calde sere di luglio in attesa delle vacanze estive. Certamente, lo spettacolo di illusione e magia comica, per la sua particolarità e il fascino che esercita, ha fatto registrare il tutto esaurito, andando anche oltre ogni più rosea aspettativa degli organizzatori. Dal palco, Walter Maffei ha catalizzato l’attenzione di grandi e bambini, creando una magica atmosfera dove giochi di prestigio si sono alternati a divertenti sketch, senza mai far calare la tensione tra gli spettatori. Un appuntamento che alla sua prima esperienza ha giù trovato il favore dei cittadini e la soddisfazione degli organizzatori e che, di certo, vedrà la luce anche il prossimo anno, per rendere l’estate di Busto Garolfo più accattivante e per dare alla città un po’ di brio nelle calde serate di luglio. umeri da record. Ogni anno, un successo. La Legnano Night Run, la gara podistica non competitiva organizzata dal Comune di Legnano e dalla sezione cittadina del Cai con il sostegno della nostra Bcc, è, in poche parole, tutto questo. Già, perché l’edizione 2011, andata in scena lo scorso 9 settembre, ha visto ai blocchi di partenza ben 1.500 partecipanti. Un assalto, seppur pacifico, è stato quello dato dai runner nel centro della Città del Carroccio, a dimostrazione che la Night Run appassiona sempre più podisti di tutte le età, come sempre accade quando sport e voglia di stare insieme corrono fianco a fianco. Tante le squadra iscritte; tra queste, quella della nostra Bcc, che ha schierato al via una formazione di una decina di corridori guidati dal presidente Roberto Scazzosi, dalla consigliere Danila Battaglia e dal presidente del collegio sindacale Gianfranco Sommaruga. Fra i 1.400 senior iscritti la vittoria è andata alla stella, Danilo Goffi, che ha percorso i 7,5 km del tracciato in 23’ 20”, precedendo il marocchino Elaumi Messaud (23’ 44”) e Marco Brambilla (24’ 21”). Fra le donne la vittoria è andata a Cinzia Rinvenuto (28’ 30”), che ha chiuso davanti a Cecilia D’Andrea (29’ 10”) e a Francesca Barone (30’ 26”). Fra i 100 partecipanti alla Legnano junior, per il terzo anno consecutivo, il successo è andato a Matteo Fucchi di Marnate, davanti a Francesco Porta e Davide Soprano. Prima classificata fra le ragazze Giulia Girardi. Un’occhiata anche alle altre classifiche: primo a tagliare il traguardo fra le autorità in gara è stato il presidente dei Commercianti Paolo Ferrè, che in 39’ 05” si è classificato 735esimo, precedendo nella speciale graduatoria Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate (39’ 50”) giunto 779esimo, il sindaco di Legnano Lorenzo Vitali (41’ 37”), arrivato 842esimo, e Paolo Pagani direttore di Amga (41’ 50”) classificatosi 862esimo. Tra i gruppi ha prevalso quello legnanese della DEA, davanti a Ondaverde e a 3 Seven. Un premio veramente speciale quello toccato a Luigi Meregalli, come 150esimo classificato, in omaggio dell’anniversario dell’Unità d’Italia. Dall’alto la partenza della corsa senior; gli amministratori della Bcc al via (Gianfranco Sommaruga, Roberto Scazzosi, Danila Battaglia e Vittorio Pinciroli); lo start della corsa junior; il passaggio dei runner da Largo Tosi. 31 Mondo TERRITORIO Soci TERRITORIO Aperitivi, un novembre in musica La Varese Campo dei Fiori ingrana la quarta IL RICORDO Di DON PIERGIORGIO C on l’arrivo del mese di novembre, torna la rassegna di musica da camera più attesa del territorio: gli «Aperitivi in concerto», che allieteranno le domeniche di novembre (dal 6 al 27) con grandissimi artisti, che riproporranno pezzi della tradizione mondiale della musica. Organizzati dal Comune di Legnano, anche per il 2011 gli Aperitivi vedranno la nostra Bcc al fianco dell’amministrazione comunale in qualità di sponsor della manifestazione. Tutti i concerti si terranno nella sala Ratti di corso Magenta, a Legnano, con inizio alle 11. Si parte domenica 6 novembre, con un trio violino/clarinetto/pianoforte, rispettivamente suonati da Cristiano Rossi, Milan Rericha e Sandro d’Onofrio, che si esibiranno in un programma incentrato su Darius Milhaud, Franz Liszt, Schumann e Bartok. Domenica 13 novembre sarà la volta del “Duo Picelli” (i fratelli Francesco, violino, e Angelo, pianoforte), che proporranno Beethoven, Chopin e Debussy. La domenica successiva (il 20), aperitivo dedicato alla fisarmonica con Gianluca Campi, impegnato in un repertorio molto variegato che partirà da Vivaldi, passando per Bach e Galliano, per approdare a D’Arienzo e Piazzolla. L’ultimo aperitivo vedrà sul palco della Sala Ratti “Popolarcantando”, con il soprano Paola Romanò e al pianoforte Giorgio Fasciolo, impegnati nei bravi di Ravel, Rossini, Manuel de Falla ed Ermanno Wolf-Ferrari. «Gli aperitivi sono un momento sia di musica sia di grande cultura che, ogni anno, riscuotono un successo sempre più elevato. Il nostro sostegno a questa manifestazione dimostra l’importanza che la nostra Bcc dedica alla cultura del territorio», è il commento del nostro presidente, Roberto Scazzosi. Tutta dairago per il “LIGA” Grande successo di pubblico per il concerto della cover band «Tra Liga e realtà», sabato 16 luglio, durante la kermesse Bcc-Dairago Rock, organizzata dall’associazione Dairago Futura con la nostra Bcc (tramite le sua filiale di via XXV Aprile). Il concerto, seguito da un migliaio circa di persone, si è tenuto al campo sportivo di via Carducci. Sul palco il sestetto formato da Luca Carrus (voce e chitarra), Alessio Di Tonno (chitarra), Germano Galotta (chitarra), Federico Grazioli (basso), Andrea Boschetti (batteria) e Valerio Tufo (tastiere) si è esibito nel repertorio classico di Ligabue. 32 Dalle sorelle di monsignor Piergiorgio Colombo a Carla Mari: la luce, quella di una candela, è passata nelle mani dei famigliari di un donatore a una ricevente che ha fatto notizia per il trapianto di mani al San Gerardo di Monza effettato dall’equipe del professor Massimo Del Bene. È stato il momento più toccante del concerto della luce di sabato 15 settembre alla parrocchia legnanese dei Santi Martiri; organizzato da Aido e Decanato e con il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, il momento è stato dedicato alla memoria di Piergiorgio Colombo, morto il 1° gennaio e al suo ultimo gesto, la scelta di donare . La serata si è aperta con gli interventi della presidente di Aido Maria Grazia Boeri Calini, del parroco di San Paolo don Luigi Poretti e del consigliere della Bcc Francesco Gatti (nella foto). Poi la musica, interpretata dal coro Amadeus e dall’orchestra Goldberg diretti dal Maestro Marco Raimondi con le voci soliste di Yoko Takada e Kayoko Kurisaki e intonata alla celebrazione: prima il dolore espresso nello Stabat Mater di Pergolesi, quindi il Credo di Antonio Vivaldi, professione di fede nella vita eterna che vince sulla morte. In mezzo il gesto simbolico del dono: da una vita spezzata vite rinate. ritmi cubani a VILLA CAGNOLA Q uattro lustri sono un traguardo storico per una manifestazione. E la Coppa dei Tre Laghi – Varese Campo dei Fiori ha festeggiato l’importante traguardo con una partecipazione imponente: oltre 80mila spettatori disposti lungo il tracciato, 133 auto partecipanti e oltre 300 chilometri percorsi. Sono questi i numeri della 20esima edizione che si è disputata sabato 9 e domenica 10 luglio sulle strade del Varesotto e della Svizzera e che ha visto la nostra Bcc come main sponsor. «Di fronte a una manifestazione storica che quest’anno ricorda gli 80 anni dalla sua vera prima edizione, risale infatti al 1931 la prima Coppa dei Tre Laghi e Varese - Campo dei Fiori, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è scesa in campo con la sua storia: ben 114 anni al fianco del territorio per sostenere le imprese, le famiglie, il sociale e l’ambito culturale», ha detto il vice presidente vicario della Bcc, Ignazio Parrinello (nella foto durante le premiazioni). Non sono mancati i ringraziamenti da parte degli organizzatori a una «banca che si è sempre dimostrata attenta al territorio e per il territorio continua a operare». La classifica assoluta finale ha consacrato Gian Mario Fontanella e Annamaria Covelli, piacentini, che a bordo di una Porche 356 tipo A del 1955 si è aggiudicata la vittoria. Il trofeo Banca di Credito Cooperativo, abbinato alla Classe C vintage, dedicata alle auto più datate, è stato assegnato ad Arturo Ferraro, del club Gallarate Auto Moto Storiche, in gara con una Ridley Brookland del 1930. Al secondo posto Aldo Majno, con una Bugatti T13 del 1920. Tra le scuderie, ha vinto il club “di casa”: la Varese Auto Moto Storiche - Squadra Corse. REPOSSINI: 1.200 km in sella per la randonèe Oltre 1.200 chilometri in sella ad una bicicletta dal cuore della Francia alla Bretagna e ritorno. È l’impresa compiuta da Mino Repossini, nervianese e dipendente della nostra Bcc, che tra il 21 e il 24 agosto ha partecipato alla “Parigi-Brest-Parigi” la più importante delle gare di randonèe organizzata in Europa. Repossini, classe 1972, insieme ai concittadini Ferruccio Palladini e Paolo Mancini, ha coperto la distanza in 69 ore pedalando per più di tre giorni. «È stata molto dura», ha commentato all’arrivo. «Il problema maggiore è stato il sonno: in tre notti ci siamo fermati a riposare solamente 5 ore». Piace a Gazzada Schianno la musica cubana. A nemmeno due anni di distanza dalla prima esibizione, il Grupo Compay Segundo ha animato la serata di sabato 30 luglio a Villa Cagnola, durante la manifestazione “Musica in Villa” che si svolge da 35 anni. Il gruppo musicale, che ha raccolto e continua a portare avanti l’eredità del Buena Vista Social Club di Compay Segundo, ha entusiasmato il numeroso pubblico accorso all’evento. La nostra Bcc non ha voluto rinunciare a essere presente in questo prestigioso appuntamento e ha sponsorizzato il concerto del Grupo Compay Segundo nel rispetto di quella vicinanza al territorio e agli eventi di qualità che ne hanno sempre contraddistinto l’azione. Tra il pubblico, anche il vice presidente vicario della nostra Bcc, Ignazio Parrinello, e i consiglieri di amministrazione Mario Pozzi e Danila Battaglia. Va detto che il cortile di Villa Cagnola si è riempito come nelle grandi occasioni per ascoltare il gruppo cubano, del quale fanno parte due dei figli di Compay Segundo, Salvador e Basilio, oltre ad alcuni musicisti che hanno partecipato al film di Wim Wenders “Buena Vista Social Club”. 33 TERRITORIO ASSOCIAZIONE CCR Al Castello le barbe che fanno storia ad amedeo palma il torneo Bcc F esteggiare e capire i 150 anni dell’Unità d’Italia attraverso le barbe dei protagonisti dell’epoca. È con questo spirito che, dal 13 al 25 settembre, nei locali del Castello Visconteo di Legnano, è stata organizzata la mostra “Barbe d’Italia”. Nata da un’idea di Giovanna Mazzoni e di Enrico Ercole, Barbe d’Italia è stata promossa da Confartigianato Alto Milanese in collaborazione con l’associazione Atelier Gluck Arte di Milano, con il contributo del Comune di Legnano e della nostra Bcc. Filo conduttore dell’esposizione, le undici riproduzioni di barbe “storiche” realizzate dal laboratorio Lia Parrucche di Legnano per far rivivere altrettanti personaggi del Risorgimento italiano; a corredo della mostra anche testimonianze d’epoca come giornali, figurini, documenti, libri, monete, francobolli e stampe, oltre ad autentici attrezzi da barbiere e alcune chicche, come le ciocche di capelli di Giuseppe e Anita Garibaldi. Esposte anche molte opere originali di artisti e artigiani del territorio, chiamati da Confartigianato Alto Milanese a dare il loro contributo all’iniziativa. All’inaugurazione è intervenuta Cecilia Cardani, del consiglio di amministrazione della nostra Bcc: «Per raccontare la storia d’Italia questa mostra dà la parola ad alcune delle realtà artigianali più vitali del Legnanese e dell’Alto Milanese -ha detto-. Nel solco del percorso di collaborazione con Confartigianato, ormai consolidato, dare un contributo a questa iniziativa ci è sembrato bello, giusto e in linea con l’operato della nostra Banca». in 5mila alla schiranna per “ANCHE IO” Oltre 5mila presenze, 2mila pasti serviti, tante visite agli stand delle associazioni del territorio, tanta partecipazione ai momenti di incontro e dibattito che si sono succeduti da venerdì 2 a domenica 4 settembre: questi i numeri di “Anche Io”, la festa del quotidiano on-line Varesenews, che si è svolta alla Schiranna e ha visto la nostra Bcc tra gli sponsor dell’evento. Tra i protagonisti, i giornalisti Luca Sofri e Aldo Cazzullo, musica con i Truzzi volanti e i Vallanzaska, e la presentazione dell’instant book sul viaggio in un’altra America del direttore della testata, Marco Giovannelli, in occasione del centenario di Whirlpool Corporation. 34 «Ringrazio sentitamente la Bcc per il continuo appoggio che ci permette di portare avanti la nostra attività, promuovendo il tennis anche tra i più giovani». Con queste parole, Alberto Chevallard, presidente del Tennis Club di Busto Garolfo, ha chiuso la quinta edizione del torneo Bcc, organizzato grazie all’appoggio della nostra Banca. I pronostici della competizione sono stati rispettati e a trionfare è stato Amedeo Palma, del tennis club di Ceriano Laghetto. Nella finale che si è svolta sabato 1 ottobre sui campi di via Correggio, Palma si è imposto sulla grande promessa Mattia Rossi, di Milano, l’anno scorso campione italiano under 13. Complessivamente sono stati 64 i partecipanti; un numero che ha decretato il pieno successo del torneo. Alla premiazione è intervenuto Graziano Porta, componente del consiglio di amministrazione della nostra banca, oltre al presidente del Tennis club Busto Garolfo Alberto Chevallard ed Ezio Terreni del comitato lombardo ella federazione italiana tennis. «Questo torneo mette in risalto due importanti elementi -ha detto Porta-: il valore dello sport sano, praticato con grande passione e anche dai più giovani, e il valore del mondo associazionistico nell’animare la vita di un paese anche con eventi di grande respiro e ben organizzati». Dalla Puglia alla Croazia il Ccr fa il tutto esaurito D ai trulli di Alberobello fino alle guglie del Duomo di Milano, ogni uscita organizzata dal Circolo Culturale e Ricreativo della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha fatto registrare il tutto esaurito. «Abbiamo avuto adesioni record alle iniziative proposte; un buon segno della qualità delle uscite che sono state programmate, ma anche della voglia di stare insieme che c’è tra i nostri soci», spiega Maria Carla Ceriotti, presidente del CCR. Ogni uscita ha infatti avuto la massima partecipazione, fino al grande successo ottenuto dalla cena sociale. «Rispetto all’anno scorso, quando l’appuntamento della cena insieme è strato proposto per la prima volta, lo scorso 3 settembre al Palavilla di Villa Cortese abbiamo avuto il doppio delle adesioni», ricorda Ceriotti. «Un ottimo risultato che dimostra quanto il Circolo Culturale e Ricreativo della Bcc sia cresciuto e si stia radicando come realtà di promozione sociale e culturale». Le iniziative proposte hanno infatti coniugato la visita a luoghi di grande interesse allo spirito di aggregazione che l’associazione si propone. Il tour della Puglia e quello della Croazia hanno avuto un grande riscontro di partecipazione, così come la visita al Castello Sforzesco e al Duomo di Milano. Anche la gita in battello sul lago d’Orta, programmata all’inizio di agosto, è stata una meta apprezzata da quanti non erano ancora partiti per le vacanze. Appuntamento immancabile e sempre molto gettonato, l’uscita all’Arena di Verona per assistere al Nabucco di Giuseppe Verdi. E le iniziative in programma hanno già riscontrato il tutto esaurito. Per i quattro giorni a Londra, l’adesione è stata da record: il CCR ha dovuto raddoppiare la proposta organizzando ben due turni, con partenze l’8 e il 10 dicembre. Le vacanze ok Si sono immersi nella cultura britannica, hanno conversato con persone madrelingua e partecipato a lezioni dinamiche e divertenti. Grazie alla proposta che il CCR della Bcc, la scorsa estate un gruppo di ragazzi dai 13 ai 16 anni ha potuto fare una vacanza studio in Inghilterra al Kings College di Bournemouth, uno dei quattro Kings College attivi nel mondo anglosassone (gli altri sono a Londra, Oxford e Los Angeles). A Bournemouth, località balneare del Sud dell’Inghilterra che si trova a 150km da Londra, i ragazzi hanno trascorso 15 giorni, con 20 ore di lezioni in aula alla settimana e il tempo libero organizzato fra sport, escursioni e attività ricreative. 35 www.eoipso.it NELLA TUA BANCA LOCALE IL RISPARMIO È AL SICURO E IL RENDIMENTO VOLA ALTO Conto deposito Bcc A capitalizzazione semestrale mesi sui nuovi depositi vincolati 18 Condizioni valide fino al 31 dicembre 2011 Sedi: Busto Garolfo - via A. Manzoni, 50 - 0331 560111 Buguggiate - via Cavour, 71 - 0332 458258 Filiali: Varese, Busto Arsizio, Legnano, Gallarate, Parabiago, Somma Lombardo, Cassano Magnago, Castellanza, Castano Primo, Samarate, Canegrate, Villa Cortese, San Giorgio su Legnano, Dairago, Bodio Lomnago, Buscate, Olcella di Busto Garolfo. Dal 1897 al servizio del territorio www.bccbanca1897.it