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In abbinata obbligatoria con Italia Oggi. Direzione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (CS) Telefono 0984 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 Raid, incendi e minacce Calabria ostaggio del crimine organizzato Paola, i giovani del branco incastrati dalle telecamere A Lamezia danneggiate sei auto dell’As roghi a Reggio, Santa Severina e Mileto Cartucce e intimidazioni nel Cosentino In tre responsabili dell’aggressione al gestore di un pub ANASTASI, ARMENTANO, PRESTIA e RETTURA a pagina 12 P. VILARDI alle pagine 15 e 33 Una delle auto dell’As danneggiate a Lamezia Giovedì 10 novembre 2011 www.ilquotidianodellacalabria.it Il gestore del pub a terra mentre viene colpito Latitante da sedici anni è considerato dagli inquirenti uno dei vertici della cosca di San Luca Catturato il nipote di “Cambazza” Il boss Sebastiano Pelle, tra i 30 ricercati più pericolosi, preso vicino al porto di Reggio Il premio Sabato il via libera al ddl sulla stabilità e in rete impazza la satira su Berlusconi Il Montanelli ai calabresi Chirico e Magro Sebastiano Pelle ERA latitante da 16 anni Sebastiano Pelle, nipote diretto di Antonio Pelle, “Gambazza”, autentico padrino della ’ndrangheta reggina. Il boss, considerato dagli inquirenti uno dei vertici del clan di San Luca, è stato arrestato ieri dopo giorni di pedinamenti, nei press del porto di Reggio. Mario Monti e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e a sinistra una delle tante vignette satiriche sulla parabola del Cavaliere messe in rete PASQUALE VIOLI a pagina 15 Sant’Onofrio Napolitano: «Governo subito o voto» E nomina Mario Monti senatore a vita Accoltellata da madre e figlia davanti a una scuola Il presidente cerca di rassicurare i mercati dopo il nuovo crollo della Borsa G. PRESTIA a pagina 14 servizi alle pagine 4,5 e 6 e commenti di AVIGNONE, CAMPANELLA, FAVA e ROSSANI alle pagine 17 e 18 Chirico e Magro IL PREMIO di scrittura Indro Montanelli è stato assegnato per la sezione giovani ai calabresi Danilo Chirico e Alessio Magro, autori del libro «Dimenticati. Vittime della ’ndrangheta» (Castelvecchi editore, 2010) . Il riconoscimento, giunto alla quinta edizione, è organizzato con cadenza biennale. ANTONIETTA CATANESE a pagina 51 Reggio. Due reggini e un romano presi mentre tentavano di scassinare la cassaforte. Ricercati altri due complici Sombrero Tasse IERI è stato un giorno economicamente drammatico. Comunque del governo uscente tutto si può dire, tranne che - a dispetto di quanto decanta il suo ufficio stampa - non abbia aumentato le tasse. Viene annunciato un nuovo aumento delle sigarette, il pacchetto supererà i 5 euro: un tempo ti chiedevano una sigaretta come banale cortesia, oggi le tieni in cassaforte. Inoltre hanno appioppato una tassa del 6 per cento sulle vincite al gioco: dal Win for Life al Gratta e Vinci al Superenalotto. Almeno queste erano esenti: ora, pur di non pagare, se non vinci sei quasi più contento. Colpo sventato al teatro Cilea: tre arresti SVENTATO un colpo al teatro Cilea. I carabinieri hanno arrestato due reggini e un romano mentre scassinavano una cassaforte. Si cercano due complici. GIUSEPPE BALDESSARRO a pagina 19 Reggio Operazione Sistema interrogatori oggi al via a pagina 7 11110 9 771128 022007 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro ANNO 17 - N. 310 - € 1,20 Lotta al Crimine Il gip inizierà stamattina a sentire in carcere gli otto indagati dell’inchiesta della Dda Sistema, oggi gli interrogatori Attenzione dei magistrati puntata sugli imprenditori e sui prestanome vicini alla cosca L’imprenditore Il prestanome Il fulcro SANDRINO AURORA, è uno degli imprenditori accusati di bancarotta fraudolenta per aver indebitato e messo in liquidazione una società che gestiva attività commerciali. ANTONIO Crucitti, nipote del capobastone, viene individuato come il prestanome a cui la cosca intestava alcune attività pulite. DOMENICO Suraci è uno dei personaggi chiave dell’inchiesta. Secondo i magistrati sarebbe lui il punto di collegamento col boss Santo Crucitti. di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA - Inizieranno questa mattina gli interrogatori di garanzia per le otto persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Sistema”, portata a termine martedì mattina dai carabinieri del Comando provinciale. Il Gip di Reggio Calabria Domenico Santoro, oggi si recherà in carcere a sentire i detenuti che si trovano in città, mentre gli altri interrogatori si svolgeranno nei diversi penitenziari in cui sono reclusi gli indagati già in manette per altre vicende. A Reggio quindi saranno sentiti soprattutto gli imprenditori edi fiancheggiatoridella cosca guidata da Santo Crucitti. E il caso di Sandrino Amedeo Aurora, di 41 anni, Antonino Gennaro Crucitti (31), Antonino Minniti (34) e Domenico Suraci (38). Mentre in altri penitenziari d’Italia riceveranno la visita dei Gip territoriali Santo Crucitti (48), Michele Crudo (34), Carmine Polimeni (31) e Domenico Polimeni (35). Secondo le accuse formulate dal Pm della Dda di Reggio, Marco Colamonici, gli uomini della cosca erano riusciti ad infiltrarsi nelsettore della grande distribuzione alimentare, dell’intermediazione del credito e dell’imprenditoria edile, grazie ad imprenditori compiacenti. E forti di questo potere economico avevano tentato di condizionare l’attività politica cittadina in occasione delle elezioni amministrative svoltesi nel 2007 a Reggio Calabria. L’inchiesta «Sistema», come accennato ha portato all’arresto di presunti affiliati alla cosca Crucitti, operante nel quartiere di ConderaPietrastorta (quartiere che si trova nella parte alta della città). Nelle ordinanze, eseguite dai carabinieri del Comando provinciale, i magistrati della Dda contestano, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, bancarotta fraudolenta, aggravati dall’aver favorito alcuni clan della ‘ndrangheta. Per infiltrarsi nel Comune di Reggio, secondo l’accusa, il capo della cosca, Santo Crucitti avrebbe dato disposizione ai suoi di convogliare i propri voti su Pasquale Morisani, allora candidato in una lista civica a sostegno dell’elezione del sindaco Giuseppe Scopelliti, oggi Presidente della Regione. Morisani, che dopo le elezioni della primavera scorsa è assessore al Comune di Reggio (sindaco Demetrio Arena, del centrodestra),non èindagato. Lostesso Gip, infatti, nella sua ordinanza, afferma che «non sono emersi, come correttamentesegnala ilPm,elementi penalmente rilevanti nei riguardi di Morisani». Il rapporto di conoscenza tra Morisani ed i componenti la cosca, scrive il Gip Santoro, «era emerso già dalla misura cautelare emessa nei confronti degli esponenti della cosca Crucitti nel procedimento “Pietrastorta”. Importanti conferme in tal senso sono affiorate nel corso dell’attività Sistema, ove viene fugato ogni dubbio in ordine al sostegno elettorale fornito dalla consorteria a favore del candidato Morisani nelle amministrative del 2007». REGGIO CALABRIA. Sinistra Ecologia e Libertà chiede al ministro dell’ Interno che a Reggio arrivi subito la commissione d’accesso. Non è una provocazione si parte da un fatto ed è l’inchiesta giudiziaria “Sistema” che, se pur non ha portato ad alcun avviso di garanzia per i politici, ha aperto uno squarcio sulle elezioni del 2007, quando alle comunali, quanto Pasquale Morisani, oggi assessore e allora consigliere comunale, era intercettato mentre parlava con il boss Santo Crucitti di voti. Sel spara a zero e lo fa con Nino Mallamaci del circolo di Sinistra e Ecologia e Libertà e con Andrea Di Martino, commissario del partito. Di Martino parte da un presupposto: «Chiediamo l’arrivo della commissione d’accesso, a tutela di tutti, e in primo luogo dello stesso sindaco Arena, ebbene proprio per questo è arrivato il momento che il prefetto, innanzi a questo quadro che emerge, predisponga l'invio di una commissione di accesso al fine di veri- DAL COMUNE L’assessore Pasquale Morisani ficare il livello di infiltrazione che la 'ndrangheta ha prodotto nel comune di Reggio Calabria». Per Sel, proprio in nome della trasparenza che il sindaco sbandiera da tempo, adesso è tempo che «Arena avverta l'esigenza di avanzare questa richiesta. Se non ha questa sensibilità, Sel lo chiede formalmente a tutela delle istituzioni, della democrazia e dei tanti reggini per bene che sono stanchi di questo andazzo e pretendono di cambiare questo modo di governare la città». Secondo Di Martino «si delinea sempre più un quadro di estrema preoccupazione per il Comune di Reggio Calabria e la sua penetrabilità da parte delle 'ndrine». Sel va oltre anche il Pd, il Pdci e l’Idv, non chiede solo le dimissioni dell’asessore ma scrive al ministero dell’Interno perchè sia fatta chiarezza, anche perché questa non è la prima indagine giudiziaria e infatti Di Martino afferma: « Sono mesi che si susseguono indagini, dichiarazioni di pentiti, depo- sizioni in sede di giudizio, da cui emerge con sempre maggiore nettezza uno scambio costante e sistematico di consenso tra esponenti politici locali e 'ndrangheta. Molti di questi episodi riguardano il comune di Reggio Calabria. Ma non ne sono immuni le altre istituzioni elettive». Il punto è che al centro di questa vicenda c’è anche una società partecipata dell’ente, la Multiservizi che rischiava di essere “influenzata” dai Crucitti e Di Martino conclude: «Le società partecipate del Comune emergono come costantemente utilizzate dai clan per consolidare i loro affari. A questo quadro si aggiunge il vero e proprio disastro economico generatosi in questi anni di governo di centrodestra nei conti del comune. Questo, oltre a influire sulla qualità dei servizi ai cittadini, rende anche il quadro amministrativo particolarmente poco trasparente e quando manca la trasparenza la 'ndrangheta sguazza». and.ill. | Da sinistra un solo coro «L’assessore si dimetta Arena prenda le distanze» di ANDREANA ILLIANO MAI come adesso l’opposizione di centrosinistra del Comune di Reggio è compatta: Pdci, Pd, Idv e Sel chiedono le dimissioni dell’assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Morisani, non indagato, ma intercettato dalle forze dell’ordine mentre parlava con il boss Santo Crucitti, durante il periodo delle elezioni comunali del 2007. È questo lo scenario che viene fuori dall’inchiesta giudiziaria, “Sistema”. Sel fa di più, chiede al ministero l’invio di una commissione d’accesso a Reggio. Il Pd, con il subcomissario, Girolamo Demaria non ha dubbi: «Il sindaco Demetrio Arena assuma un’immediata e conseguente iniziativa nei confronti del suo assessore, Pasquale Morisani, pesantemente tirato in ballo dall’inchiesta 'Sistema’, per farlo dimettere affinchè si impedisca che sulla gestione di un assessorato così delicato, qual è quello dei Lavori pubblici, possano gravare ombre di qualsiasi natura». Il punto politico (non penale) è che l’inchiesta svela un intreccio tra mafia e amministrazione comunale. Il Pd ne ha anche per Domenique Suraci, oggi non presente in consiglio comunale ed eletto in passato con la lista “Per Scopelliti Sindaco” che si adoperò per far stipulare una convenzione tra la società gestita di fatto dai soggetti finiti agli arresti e i dipendenti di una delle società miste del comune di Reggio Calabria. Sulla questione di Morisani, oggi assessore, il centrodestra non parla. Il sindaco del Comune di Reggio no, Demetrio Arena non si esprime. Non appare all’orizzonte alcun rimpasto. Il centrosinistra lo chiede. E il coordinatore provinciale di Idv, Antonio Marrapodi chiede al primo cittadino Demetrio Arena un atto di discontinuità con la giunta Scopelliti. E Marrapodi afferma. «Non è la prima volta che chiediamo al sindaco di dare un segnale forte di discontinuità col passato. Se altre volte non ci ha ascoltato, lo faccia almeno questa volta». Anche Marrapodi fa riferimento all’inchiesta “Sistema”, allo squarcio aperto tra possibili contatti tra politica e ‘ndrangheta. Idv non è giustizialista, ma pone un problema etico e politico: «Lasciamo continuare con fiducia alle forze dell'ordine e alla DDA l'egregio lavoro iniziato, ma altra cosa è la politica che deve fare la sua parte, iniziando naturalmente dal primo cittadino della città di Reggio. - e aggiunge - Chiediamo al sindaco Arena una presa di posizione ferma, gli chiediamo di prendere le distanze in modo chiaro e inequivocabile da chiunque getti un'ombra di illegalità sulla cosa pubblica». Il Pdci è sulla stessa linea: «Gli atti dell’indagine evidenziano in maniera chiara e incontrovertibile, basta leggere le intercettazioni, i rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, il presunto capo indiscusso della cosca di Condera e Pietrastorta. Questa contiguità è evidenziata nell’ordinanza del Gip - e aggiungono - in una città normale l’assessore si sarebbe immediatamente dimesso e, comunque, se non l’avesse fatto sarebbe stato immediatamente revocato da un qualsiasi sindaco, degno di tale carica». «Grave il ruolo di Suraci coi Crucitti» Il commissario provinciale Di Martino Sel scrive al ministro «Subito la commissione d’accesso al Comune» | E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Primo piano 7 Giovedì 10 novembre 2011 Giovedì 10 novembre 2011 24 ore in Calabria Lamezia. Mezzi imbrattati con spray rosso, vetri rotti e pneumatici bucati A Reggio Calabria Rogo all’auto del dirigente della Procura Sei auto dell’azienda sanitaria danneggiate nel cortile dell’ex Inam generale Raid al parcheggio Saub di PASQUALINO RETTURA LAMEZIA TERME - Blitz vandalico contro sei auto dell’azienda sanitaria. Non si capisce se sia stata l’azione di qualcuno che magari ha pensato alla “vendetta” per una richiesta «non soddisfatta», oppure se si è trattato di un atto ritorsivo o addirittura di un’intimidazione bella e buona all’azienda sanitaria provinciale e più in particolare ai vertici della sanità lametina o magari a qualche decisione non mandata giù. Una certezza però c’è. E’ quella che è stata appurata ieri mattina da alcuni dipendenti dell’azienda sanitaria in servizio al palazzo ex Inam prima ed ex Saub poi, di cui tra l’altro spesso si è parlato di vendita da parte dell’azienda e quindi di trasferimento dei servizi per gli utenti (numerosi ambulatori, commissione invalidi, prenotazioni varie). Introducendosi nel cortile da dove si accede da via Cristoforo Colombo scavalcando la sbarra posta all’ingresso, probabilmente più di qualcuno ha messo a segno un vero e proprio raid vandalico contro le auto (Fiat Panda) dell’azienda sanitaria. In tutto sei le auto danneggiate che sono state imbrattate con spray rosso. Ma i malintenzionati hanno anche mandato in frantumi i vetri delle auto, sia posteriori e anteriori, e bucato i pneumatici. Il danno quindi è serio ma anche dagli aspetti inquietanti e poco chiari, dal momento che il clima intorno alla sanità lametina è pesante. Di cosa si sia trattato dovranno stabilirlo i carabinieri che sono intervenuti non appena hanno ricevuto la segnalazione dai dipendenti stessi dell’azienda. Tra l’altro, e questo non è un particolare di poco conto, cinque delle sei auto prese di mira nel raid vandalico, erano in ottimo stato tant’è che erano state acquistate da poco. Sarà che chi ha compiuto il blitz notturno (che potrebbe aver agito su mandato di qualcuno) all’interno del cortile (fra l’altro non molto distante dal tribunale di Lamezia Terme) evidentemente ben sapeva che quelle auto erano stata acquistate da poco. Un episodio quindi su cui l’azienda sanitaria al momento non ha inteso commentare in maniera ufficiale. Sul fronte delle indagini, intanto, i carabinieri hanno ascoltato e continueranno a farlo anche nei prossimi giorni i dipendenti dell’azienda sanitaria che prestano servizio al palazzo ex Inam di piazza Borelli. Chissà se nelle dichiarazioni di qualche dipendente non esca fuori qualche elemento utili per indirizzare le indagini nella giusta direzione e quindi individuare i responsabili. Le auto in sosta nel cortile del palazzo ex Inam; a lato: una delle Fiat Panda danneggiate Destinatari l’ex presidente e l’ex direttore generale della Bcc della Sibaritide Cartucce e minacce sul portone di EMANUELE ARMENTANO SPEZZANO ALBANESE – Un cartello con minacce di morte, con due cartucce annesse, è stato rinvenuto ieri mattina sul portone d'ingresso dell'abitazione di Nicola Lucchetti, ex presidente della Camera di Commercio di Cosenza ed ex presidente della locale Bcc della Sibaritide. Il messaggio, scritto su un pezzo di cartone attaccato con fil di ferro sul battente dell'enorme portone che dà sulla centralissima Via Nazionale della tran- La banca che dirigevano è stata assorbita A Mileto, nel Vibonese quilla città di Spezzano Albanese, tira in ballo anche l'ex direttore generale della vecchia Bcc Vincenzo Mauro. La scoperta sarebbe stata fatta quasi per caso da qualche passante nella prima mattinata. Non sono ancora le otto, infatti, quando qualche pedone si accorge di questo strano cartello che penzola in maniera anomala dal portone di casa Lucchetti. La curiosità è alta quindi ci si avvicina per leggere il cartello da cui si apprende che non si tratta di uno scherzo, sopra vi sono chiare minacce di morte. Scatta l'allarme e vengono avvisati i carabinieri della locale stazione, guidata dal Maresciallo Sergio De Cristofaro, che giungono sul posto e sequestrano l'avviso, con su scritto “A morte tu e Mauro”,ele cartucce.Partonoleindagini mentre il diretto interessato sporge denuncia verso ignoti. I militari della Compagnia di San Marco Argentano, al comando del Capitano Rocco Taurasi, non escludono nessuna pista anche se il legame fra Lucchetti e Mauro fa pensare che la cosa possa essere legata a questioni inerenti la Banca di Credito Cooperativo della Sibaritide di Spezzano, in cui le due vittime hanno assunto ruoli dirigenzialidi primissimo ordine e che oggi non esiste più poiché assorbita dalla Bcc Mediocrati di Cosenza. Resta chiaro che un atto del genere ha gettato nello sconforto e nella paura la cittadinanza che non avrebbe mai pensato di doversi confrontare con certi atti intimidatori. REGGIO CALABRIA, 9 NOV – L'automobile del primo dirigente della Procura generale di Reggio Calabria, Sandro Maria Velardi, è stata incendiata la scorsa notte da persone non identificate. La vettura era parcheggiata nei pressi dell’abitazione di Velardi, nel centro di Reggio. Era in uso alla moglie del funzionario che è una psichiatra e si occupa di assistenza a tossicodipendenti, ma sull’auto c’era bene in vista l’insegna della Procura generale. C’è il sospetto quindi che si tratti di un atto intimidatorio. È già stato aperto un fascicolo d’indagine che è ora in mano ai carabinieri. Due giorni fa era stato incendiato un pneumatico della stessa vettura. Il rogo di ieri è avvenuto alle 2 e 50 della notte nella centralissima piazza Orange di Reggio. Nel corso della giornata si sono registrate attestazioni di solidarietà nei confronti Velardi. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ha sottolineato «l’attività puntuale e inflessibile del funzionario», condannando «con fermezza questi vili atti intimidatori che non possono condizionare chi dedica la propria vita in favore della legalità». Si è fatta sentire anche la sezione reggina di Italia dei Valori, che ha sottolineato che «le minacce ai fieri cittadini che svolgono il loro compito con dedizione nelle istituzioni non sono purtroppo una novità». Santa Severina. Solidarietà alla coop che gestiva i servizi. Danni ingenti Malviventi danno fuoco e distruggono un ristorante La struttura aveva aperto i battenti soltanto lo scorso 24 ottobre Incendiato centro per disabili di GIANLUCA PRESTIA di ANTONIO ANASTASI MILETO - Ammontano a svariate decine di migliaia di euro i danni provocati dall’incendio che ha quasi distrutto l’interno del ristorante pizzeria “San Pietro”, sito lungo la Statale 18 nei pressi per il bivio di San Calogero. I malviventi si sono diretti verso la porta blindata che dava accesso al locale e che hanno aperto a colpi di mazza impiegandoci alcuni minuti. Una volta all'interno, hanno cosparso una tanica dibenzina di circa20 litri su sedie, tavoli, suppellettili varie e quant'altro, dopo di che hanno appiccato l'incendio. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale che, con non poca fatica, sono riusciti ad estinguere l'incendio ed evitare che distruggesse l'intera struttura, mentre le indagini sono coordinate dai carabinieri della stazionedi Miletoe dellaCompagnia di Vibo Valentia. Giuseppe Vallone, titolare dell’attività, nel corso degli anni ha ricevuto numerosi premi anche di valenza nazionale. SANTA SEVERINA - E' quasi come sparare sulla Croce rossa: è più o meno quello che hanno fatto i “soliti ignoti”, l'altra sera, poco prima della mezzanotte, a Santa Severina, appiccando un incendio al centro diurno zonale per disabili “Porte Aperte, ubicato in via 24 maggio, che soltanto lo scorso 24 ottobre aveva schiuso i battenti per cominciare ad erogare servizi. I vandali sono entrati nel centro dopo aver sfondato una porta al piano terra e hanno cosparso i locali di liquido infiammabile per poi innescare il rogo e dileguarsi, protetti dall'oscurità. Sul luogo dell'incendio sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco che hanno rinvenuto una tanica di benzina all'interno del centro, le cui stanze sono state rese inservibili. Ingenti i danni, non coperti assicurativamente. È andata completamente distrutta la sala mensa, sono state danneggiate porte e arredi nelle stanze adibite alla riabilitazione dei disabili. Sulla struttura, messa a disposizione dal Comune di Santa Severina, l'amministrazione provinciale era intervenuta finanziariamente attraverso il cosiddetto “Patto per il sociale”. Così fu possibile la ristrutturazione totale dei locali necessaria per l'accoglienza diurna dei disabili. L'investimento ammontava a ben 355.000 euro. Il centro è gestito dal Il locale distrutto dall’incendio Co.ri.s.s. (Cooperative riunite socio sanitarie) presieduto da Salvatore Maesano. Per il presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo, e l'assessore alle Politiche sociali, Maria Adele Bottaro, si tratta di «un fatto gravissimo hanno detto - che si ripercuote sul territorio e soprattutto sull'utenza rappresentata da decine di disabili che nel centro avevano trovato un luogo idoneo per trascorrere diverse ore della giornata impegnandosi attivamente nei laboratori teatrali, artigianali, nella sala multimediale informatica. Siamo convinti -concludono il presidente Zurlo e l'assessore Bottaro - che gli inquirenti faranno piena luce sugli autori del vile gesto che colpisce, oltre che i disabili e le loro famiglie, anche l'intera comunità di Santa Severina». Per Diodato Scalfaro, sindaco di Santa Severina, «quello compiuto è un atto ignobile che si ripercuote non solo sull'amministrazione comunale ma sulla comunità di Santa Severina e su quelle vicine che utilizzavano il centro». I carabinieri indagano a vasto raggio e cercano di capire il perché dell'accanimento contro una struttura che aiutava persone con handicap. Le indagini, in particolare, vengono condotte dai militari della Compagnia di Petila Policastro, diretta dal capitano Claudio Martino, che in questa fase stanno cercando di inquadrare il contesto in cui potrebbe essere maturato il fattaccio ma ancora non battono una pista privilegiata. Attestati di solidarietà dal mondo cooperativo. Da Lega coop Calabria alla cooperativa di solidarietà sociale Agorà Kroton è uno stringersi attorno al Coriss per l’inquietante episodio di chiara matrice intimidatoria. Solidarietà bipartizan dalla politica: dal parlamentare del Pd Nicodemo Oliverio al Pdl crotonese. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 12 BREVI L’INCHIESTA DI PAOLA SUL MARE SPORCO ARRESTATI UN UOMO E UNA DONNA FINO ALL’1 GIUGNO IN DIREZIONE NORD Concessi i domiciliari al dirigente Smeco Picchiano bambini per rubare 5 euro Restringimento dell’A3 a Santa Trada A DOMENICO Albanese, direttore tecnico della Smeco, sono stati concessi gli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Paola sull’inquinamento del Tirreno cosentino. Nei giorni scorsi anche l’altra indagata, Lilia Plastina, aveva ottenuto i domiciliari. UN uomo di 43 anni e una donna di 27 sono stati arrestati a Terranova da sibari: nel mese di ottobre avevano avvicinato due bimbi di 12 e 9 anni intenti a giocare nel cortile di casa e li hanno percosso per impossessarsi dei 5 euro del bambino e di uno orecchino della sorellina. DALLE 9 di lunedì prossimo alle 22 del primo giugno 2012 sarà attivo un restringimento della carreggiata sull’A3 per circa 1,4 chilometri all’altezza dello svincolo di Santa Trada in direzione nord, a causa dei lavori per il sesto macrolotto. Il pm Guarascio: «Ci fu abuso». Manno: «La legge mi permette la chiamata diretta» Falsi investimenti Truffati in 72 ma il reato è stato Indagato il presidente del Consorzio di Bonifica catanzarese prescritto Nove assunzioni sospette di STEFANIA PAPALEO CATANZARO - Nove assunzioni a tempo indeterminato. Per adeguare l'organico alla realizzazione della Diga del Melito. Che poi i lavori fossero sospesi poco importa. La necessità c'era e l'urgenza, a quanto pare, pure, se è vero che il presidente del Consorzio di Bonifica “Alli Punta di Copanello”, Grazioso Manno, per accorciare i tempi aveva “pensato bene” di procedere con la chiamata diretta, senza ricorrere alla graduatoria degli uffici di collocamento, tanto meno bandendo apposita selezione o concorso. «Le norme me lo consentono. Come Consorzio di Bonifica posso assumere senza concorsi, nel pieno rispetto dello Statuto consortile e del piano di organizzazione variabile consortile», ha già fatto sapere Manno. Ma non la pensa così la magistratura che, per mano del sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Domenico Guarascio, ha già portato al traguardo un fascicolo penale aperto lo scorso anno sulla vicenda. Abuso d'ufficio in concorso è l'accusa confluita in un provvedimento di chiusura delle indagini che, ieri mattina, ha raggiunto il presidente del Consorzio di bonifica “Alli Punta di Copanello”, Grazioso Manno, che adesso avrà 20 giorni di tempo per difendersi nelle sedi opportune, chiedendo di essere interrogato alla presenza del suo avvocato di fiducia o depositando una memoria difensiva, finalizzata a chiarire tutti i dubbi sollevati intorno a quelle assunzioni a tempo indeterminato, definite tra il mese di luglio del 2009 e il mese di maggio del 2010. Assunzioni decise da Grazioso Manno in qualità di ex commissario del Consorzio di Bonifica e da quest’ultimo motivate dalla necessità di adeguare l'organico a suo parere carente per la realizzazione della diga sul fiume Melito, nonostante i lavori della importante infrastruttura risultino sospesi. Da qui la denuncia che era stata presentata, nell'immediatezza dei fatti, da chi aveva mal digerito le assunzioni dei nove lavoratori in questione e la successiva decisione della Procura della Repubblica di Catanzaro di avviare le indagini, dalle quali, tra le altre cose, è emerso che i containers, in cui si sarebbe dovuto svolgere l'attività amministrativa delle nove persone assunte a tempo indeterminato, non sono stati mai utilizzati e che due di loro, inoltre, furono subito destinate ad altre amministrazioni, tra cui l'Agenzia per l'erogazione in agricoltura (Arcea) e la struttura degli uffici dell'ex vice presidente del Consiglio regionale, Pietro Amato (Pd). «Non sapevo nulla sul fatto che ci fosse un'indagine della Procura in corso nei Grazioso Manno Il pm Domenico Guarascio miei confronti. In un momento di grave crisi economica e di disoccupazione galoppante è strano che io venga indagato per aver assunto del personale», ha intanto commentato il presidente del Consorzio di bnìonifica, Grazioso Manno, che ha poi aggiunto: «Con tutto il rispetto che debbo alla magistratura, tant'è che spesso in passato mi sono rivolto ai magistrati per denunciare alcune vicende, sono felice di essere indagato per aver assunto. Sono assolutamente sereno per questa vicenda poichè le norme mi consentono, come Consorzio di Bonifica, di assumere senza concorsi, nel pieno rispetto dello Statuto consortile e del piano di organizzazione variabile consortile. Questo è quanto dichiarerò ai magistrati quando sarò chiamato». E solo a quel punto anche il sostituto procuratore, Domenico Guarascio, alla luce della tesi difensiva raccolta, potrà decidere se andare avanti con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione, passando, in entrambi i casi, la parola al gip. di BRUNETTO APICELLA CATANZARO - Cadono sotto i colpi delle prescrizioni le accuse relative a quella presunta associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di truffe che avrebbero colpito, nel corso degli anni, 72 malcapitati calabresi che sarebbero stati coinvolti in investimenti fantasma dai quali sarebbe nata una sorta di catena di Sant'Antonio tra gli acquirenti di quote che, dopo essere stati allettati da facili e lauti guadagni, sarebbero stati costretti a frequentare corsi a pagamento per migliorare le tecniche di vendita. E per chi fiutava l'imbroglio minacce di ogni tipo, fino a violenze sessuali contestate ai danni di una delle presunte vittime dei raggiri che sarebbe stata sodomizzata con un palo di scopa, imbevuto all'estremità di olio. E se le accuse relative alla commissione di truffe si sono fermate davanti al gup di Roma, un altro stralcio del procedimento con l'accusa di violenza sessuale resta aperto davanti al Tribunale di Velletri, solo per alcuni degli imputati. Il gup del Tribunale di Roma ha dichiarato la prescrizione per diverse persone tra le quali i calabresi Francesco Chiodo (46 anni ), di Catanzaro, Domenico Simonelli (47), di Tropea, Eugenio Selvaggio (50), di Vibo Valentia. Ed ancora: Salvatore Proganò (40), di Girifalco, Francesco Laugelli (48), di Amaroni e Salvatore Cimino (46), di Catanzaro, tutti e tre, assistiti dall'avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, e per il quale il gup ha disposto il non luogo a procedere “per non aver commesso il fatto” dichiarando nello stesso tempo una loro estraneità “al consesso criminale”. Gli altri imputati sono stati difesi dagli avvocati: Gregorio Viscomi, Carlo Talarico, Anselmo Torchia, Stefania Valia, Pierino Fallico, Ignazio Di Renzo e Giovanni Vecchio. Tutte le persone erano indicate come i promotori di una società - la “Bolin international traders”, con sede a Londra - nel settore della commercializzazione di fantomatiche monete d'oro denominate bullion, la cui attività sarebbe poi sfociata in una catena di Sant'Antonio tra gli acquirenti di quote costretti a frequentare corsi a pagamento per migliorare le tecniche di vendita, denominati “Seminar Power”, dal costo di 1 milione e 200 mila delle vecchie lire per la prima partecipazione, 700 o 800 mila lire per i corsi seguenti della durata di un week-end, fino al prezzo compreso fra i 3 ed i 5 milioni di lire per i corsi di leadership. Altresomme, infine,sarebbero state dovute per accedere a fantomatici siti Internet, dove verificare tutte le informazioni relative alla propria posizione. In un caso, nell'autunno del 1999, sarebbe stata perpetrata anche una violenza sessuale di gruppo ai danni di un sottoscrittore delle quote che, scoperta la truffa,avrebbe voluto denunciare gli aderenti all'organizzazione. Cosa che fece solo nell'estate del 2004. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 13 24 ore Giovedì 10 novembre 2011 Nipote di “Gambazza”, era latitante da 16 anni ed è considerato uno dei vertici della cosca di San Luca Catturato Sebastiano Pelle Era tra i 30 ricercati più pericolosi, lo hanno fermato nei pressi del porto di Reggio di PASQUALE VIOLI COLPO del Ros, preso il super latitante di San Luca Sebastiano Pelle. Il boss era inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 30 latitanti più pericolosi. Erano circa le nove di ieri sera quando i carabinieri del Reparto operativo speciale guidati dal colonnello Stefano Russo hanno deciso di agire, il super latitante sarebbe stato catturato nella zona Nord di Reggio Calabria, nelle vicinanze del porto, dopo alcuni giorni di indagini serrate e pedinamenti. Sebastiano Pelle classe 1954 era ricercato dal 1995 per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di armi e sostanze stupefacenti ed altri reati. Deve scontare una pena di 14 anni di reclusione. Il latitante è nipote diretto di Antonio Pelle “Gambazza”, autentico padrino della ‘ndrangheta reggina. Secondo la Dda di Reggio Calabria Sebastiano Pelle è diventato in questi anni uno dei vertici dei clan della provincia reggina, capace di impartire ordini e di gestire i traffici anche dalla latitanza. Un personaggio dalla caratura criminale di assoluto livello, nui movimenti specialmente tanto che nel 2006 erano sta- di quelli che gli investigatori te diramate le ricerche in consideravano le persone campo internazionale per il più vicine a Pelle, hanno consuo arresto anche ai fini sentito di stringereil cerchio sul super latitante. Lo scorso estradizionali. Per adesso bocche cucite anno diversi erano stati i blitz sia nelle abitasulle modalità zioni che nelle camdell’azione degli pagne di San Luca uomini del Ros e su che hanno consenquella che potrebtito ai carabinieri be essere la rete di di mettere pressiocopertura che ha ne intorno a tutto dato la possibilità l’entourage di Seal boss di San Luca bastiano Pelle. di restare in libertà E forse è proprio per tanti anni noperché le zone nostante fosse dell’Aspromonte braccato dalle forsembravano semze dell’ordine. Le pre meno sicure e ricerche di Pelle, Sebastiano Pelle più controllate che anche, se negli ultimi anni non era balzato agli il boss ha deciso di cambiare onori della cronaca, sono zona. Così nelle ultime setticontinuate sotto traccia ma mane le indagini del Ros si in modo serrato. Già due an- erano spostate su Reggio Cani fa, nel 2009, i carabinieri labria città, dove si era trovapare fossero arrivati ad un ta una pista giusta per chiupasso dalla cattura, quando a dere il cerchio intorno a Pelcasa di uno dei suoi parenti, a le. Ieri sera poco dopo le 21 San Luca, trovarono un bun- l’epilogo. I carabinieri forse ker ancora “caldo”. Da allora avevano capito che il boss di probabilmente il Ros capì che San Lucaera prontoad unalaveva imboccato la strada tro spostamento, e per quegiusta e non ha più dato re- sto motivo hanno deciso di spiro al boss, costretto con agire fermando dopo 16 anni ogni probabilità a cambiare di fuga Sebastiano Pelle nelle spesso nascondiglio per non vicinanze del porto di Reggio farsi intercettare. E i conti- Calabria. Il Caseificio sociale Croce di Magara s.c.ar.l. in L.c.a. cod.fisc.00122460785 – P.iva 00122460785 - in persona del suo legale rappresentante, Commissario Liquidatore avv. Fabrizio Meo, nominato con D.M. n.112/2004 del 31.03.2004 pubblicato sulla G.U. Serie Generale n.98 del 27.04.2004, domiciliato per la carica in Crotone alla Via Messinetti n.11 presso la sede della Liquidazione, in forza di autorizzazione del Ministero dello Sviluppo economico prot.n.0168199/2011 RENDE NOTO che il giorno 30/11/2011 alle ore 17:00 presso lo Studio del dott. Riccardo Proto, Notaio in Crotone, sito alla Via Silvio Paternostro, pal.Messinetti, piano I°, si procederà alla vendita con aggiudicazione a pubblico incanto del seguente complesso immobiliare, di proprietà della procedura, posto in vendita in lotti separati: LOTTO 1° : IMMOBILE SITO NEL COMUNE DI SPEZZANO DELLA SILA (CS) IN CONTRADA CROCE DI MAGARA, IDENTIFICATO IN N.C.E.U. AL FOGLIO 27, PARTICELLA 496, SUB. 7, COMPRENDENTE UNA CORTE ED I FABBRICATI DELL’EX OPIFICIO, CONSISTENTI IN N.3 FABBRICATI E N.1 IMPIANTO DI DEPURAZIONE E N.1 CABINA ELETTRICA ATTUALMENTE UTILIZZATA DALL’ENEL, AL PREZZO BASE D’ASTA RIDOTTO DI UN QUARTO RISPETTO AL PRECEDENTE TENTATIVO PARI AD Euro 337.389,75 OLTRE ONERI DI LEGGE CIASCUNA OFFERTA IN AUMENTO NON POTRA’ ESSERE INFERIORE AD Euro 2.500,00. *********** LOTTO 2° : PIENA PROPRIETA’ DI TERRENO, SITO IN SPEZZANO DELLA SILA (CS) IN CONTRADA CROCE DI MAGARA, IDENTIFICATO IN N.C.E.U. AL FOGLIO 27, PARTICELLA 496, SUB 8 CON IVI INSISTENTE N. 1 FABBRICATO IDENTIFICATO IN N.C.E.U. DEL SUCCITATO FOGLIO 27, PART. 496, SUB 5-6. IL BENE E’ ATTUALMENTE OCCUPATO, AL PREZZO BASE D’ASTA RIDOTTO DI UN QUARTO RISPETTO AL PRECEDENTE TENTETIVO PARI AD Euro 99.753,75 OLTRE ONERI DI LEGGE CIASCUNA OFFERTA IN AUMENTO NON POTRA’ ESSERE INFERIORE AD Euro 500,00. MODALITA’ E CONDIZIONI DELLA AGGIUDICAZIONE E DELLA VENDITA SUCCESSIVA 1) I beni vengono offerti in vendita nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano al momento dell’offerta, cosi’ come pervenuti e posseduti dall’offerente, con tutte le eventuali pertinen- Il gestore di un pub era stato aggredito nel centro di Paola Pestaggio in piazza: 3 arresti di PAOLO VILARDI PAOLA - Erano stati tre giovani, secondo gli inquirenti, gli autori del raid violento del 23 ottobre durante il quale era stato gettato a terra e preso a calci e pugni il gestore di un pub di Paola. Ieri sono finiti in manette Antonio Imbroinise, 20 anni, Alessio Chianello, suo coetaneo, e Antonio Chianello, di 26 anni. A individuarli sono stati gli agenti del commissariato della polizia di Paola, diretti da Raffaella Pugliese, con l’aiuto delle riprese effettuate dal sistema di videosorveglianza poste nel centro della cittadina tirrenica. E la sequenza mostrata dalle immagini è inquietante. La disputa, che secondo gli inquirenti potrebbe essere legata a futili motivi, si è consumata proprio sotto l'arco di San Francesco della piazza centrale. Il gestore del pub, A.S., 32 anni, si stava allontanando dopo aver chiuso il proprio locale. Pochi secondi dopo aver abbassato la saracinesca, si vedono arrivare i tre arrestati che dopo averlo spinto in terra lo hanno attaccato con una serie micidiale di calci e pugni. A cercare di allontanare gli aggressori, si intravede nelle immagini video soltanto il gestore di un altro pub della zona, accorso sul posto appena sentite le urla, quando la vittima. Forse è stato grazie a lui se si so- ze, accessori, ragioni ed azioni, servitu’ attive e passive; eventuali differenze di misura, rispetto alle planimetrie e risultanze catastali, non potranno dar luogo ad alcun risarcimento, indennita’ o riduzione del prezzo. Conseguentemente l’esistenza di eventuali vizi e/o mancanza di qualita’ e/o difformita’ della cosa offerta in vendita rispetto a quanto considerato nel presente bando, oneri di qualsiasi genere – ivi compresi, ad esempio, quelli urbanistici ovvero derivanti dalla necessita’ di adeguamento di impianti alle leggi vigenti – per qualsiasi motivo non considerati, anche se occulti o non riconoscibili, non potranno dar luogo ad alcun riconoscimento, indennita’ o riduzione del prezzo essendosi di cio’ tenuto conto nella valutazione dei beni immobili e nella determinazione dei prezzi base dell’incanto. 2) Le offerte, redatte in carta semplice, in busta chiusa recante l’indicazione “offerta di acquisto bando di vendita immobiliare del…”, dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno stabilito per la gara presso lo studio del notaio che ne rilascera’ ricevuta. In caso di spedizione a mezzo posta, il recapito rimane ad esclusivo rischio del mittente che pertanto non potra’ sollevare riserve o eccezioni ove, per qualsiasi motivo, la domanda non giungesse a destinazione in tempo utile. a tal fine fara’ fede esclusivamente la data di ricezione. 3) L’offerta dovra’ contenere, a pena di inefficacia ed invalidita’, l’indicazione dell’esatto nominativo dell’offerente, dell’indirizzo, comprensivo del codice postale, al quale l’offerente medesimo richiede che vengano effettuate le comunicazioni relative al presente bando nonche’ la dichiarazione che l’offerta medesima e’ fatta per se’ e/o per persona/ente/societa’ da nominare. La busta, unitamente all’offerta, dovra’ contenere, a pena di inefficacia ed invalidita’ della offerta stessa, n.2 assegni circolari non trasferibili intestati a “ CASEIFICIO SOCIALE CROCE DI MAGARA S.C. A R.L. IN LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA “ di cui uno di importo pari al 10% del prezzo base, a titolo di cauzione, che in ipotesi di aggiudicazione verra’ considerata quale caparra confirmatoria; e l’altro assegno pari al 5% del prezzo base quale anticipo spese di trasferimento (competenze notarili, oneri fiscali, spese di bandi e di pubblicita’); 4) Le offerte di cui al precedente punto 3) dovranno essere in aumento del prezzo base in misura non inferiore ad Euro 2.500,00 per il primo lotto e ad Euro 500,00 per il secondo lotto, o i suoi multipli. Eventuali aumenti espressi in difformita’ da quanto sopra, verranno ritenuti validi per il limite inferiore rispondente ai citati criteri. 5) Il notaio procedera’ pubblicamente, alle ore 17:00 del giorno indicato all’inizio del presente bando, all’apertura delle buste pervenute e gli immobili saranno aggiudicati al maggio- Un fotogramma del filmato dell’aggressione no evitate conseguenze più gravi. A. S. ha rimediato una prognosi di 30 giorni a causa della rottura del setto nasale e ferite e di varie contusioni. I tre giovani sono ora accusati di lesioni aggravate. Due di loro erano sottoposti alla misura cautelare dell'obbligo di firma per una serie di reati, tra cui la presunta aggressione di notte ad una famiglia della marina di Paola, che avvenne nel mese di luglio del 2010. re offerente. Se le offerte maggiori risulteranno uguali si procedera’ immediatamente ad un unico incanto con il sistema della candela vergine, mediante offerte palesi, ciascuna non inferiore al limite previsto al punto 4) per ciascun lotto, tra i soli soggetti che abbiano presentato per lo stesso lotto le suddette offerte tra loro uguali e che siano presenti di persona o a mezzo di procuratore munito dei necessari poteri. L’immobile sara’ aggiudicato al maggior offerente. Qualora l’incanto tra offerte uguali non potra’ avere luogo per assenza dei relativi offerenti ovvero perche’, pur presenti, questi non effettuino offerte ulteriori al rialzo, si procedera’ alla aggiudicazione provvisoria per estrazione a sorte. Possono essere fatte offerte anche dopo l’effettuazione dell’incanto, entro dieci giorni, ai sensi dell’art.584 c.p.c. per un importo superiore di almeno un quinto al prezzo di aggiudicazione. 6) Agli offerenti che non diventano aggiudicatari verra’ restituita ogni somma versata, mediante riconsegna degli assegni circolari di cui al punto 3) agli stessi offerenti o a persona munita dei necessari poteri. 7) L’aggiudicatario, entro le ore 13:00 del novantesimo giorno successivo a quello dell’aggiudicazione, contestualmente all’atto pubblico di trasferimento redatto dallo stesso notaio, dovra’ depositare quanto segue nelle mani del notaio a mezzo assegni circolari intestati come sopra: a) il prezzo di aggiudicazione, oltre i.v.a., dedotta la cauzione gia’ prestata; b) l’eventuale integrazione, rispetto a quanto depositato di cui al precedente punto 3), per le imposte nonche’ per tutte le spese e competenze notarili relative all’incanto ed all’aggiudicazione e per le relative spese, anche fiscali, nonche’ per le spese di bandi e di pubblicita’. Il mancato rispetto da parte dell’aggiudicatario dei termini e modalita’ suddetti, produrra’ di diritto la decadenza dall’aggiudicazione e la perdita della cauzione e del deposito che resteranno incamerati dalla liquidatela a titolo di risarcimento danni, salvo il risarcimento dei danni ulteriori. Adempiuto invece a quanto sopra nei termini e modalita’ suddetti, si procedera’ contestualmente entro novanta giorni lavorativi dalla data della gara, alla stipula del contratto di compravendita per atto dello stesso notaio. 8) La direzione delle operazioni d’asta e’ affidata al Commissario Liquidatore. PER ULTERIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI PRESSO LA SEDE DELLA LIQUIDAZIONE CASEIFICIO SOCIALE CROCE DI MAGARA S.C. A R.L., VIA SILVIO MESSINETTI N.11, C.A.P. 88900, CROTONE (KR) – TEL/FAX 0962901742. Crotone, 08.11.2011 IL COMMISSARIO LIQUIDATORE E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 15 24 ore Giovedì 10 novembre 2011 Giovedì 10 novembre 2011 È quella che terrà oggi all’Unical l’imprenditore vibonese Pino Masciari Una “lezione” anti ’ndrangheta Agli studenti racconterà la sua storia di testimone di giustizia contro la criminalità di SIMONA GERACE RENDE (CS) - Incontrerà questo pomeriggio alle 16, la commissione antindrangheta della Regione Calabria e domani mattina, gli studenti dell'Unical, Pino Masciari, l'imprenditore vibonese che ha denunciato il malaffare. L'iniziativa universitaria, promossa dal “Laboratorio per l'educazione alla giustizia e alla cittadinanza attiva”diretto da Michele Borrelli, ordinario di Pedagogia Generale della Facoltà di Lettere, con la partecipazione dei docenti di Pedagogia Sociale e di Storia della Pedagogia, Francesco Bossio e Giancarlo Costabile, avrà lo scopo di testimoniare la possibilità di un nuovo approccio alla giustizia. E chi meglio dell'imprenditore calabrese potrebbe spiegare che bisogna combattere i meccanismi che potrebbero portare a facili ricchezze, e che inibiscono ogni libertà individuale? Questo l'argomento che sarà affrontato domattina alle 9, nell'aula “Solano” del cubo 18/B. Masciari racconterà agli studenti la sua esperienza di vita in una terra difficile come la Calabria. «Parlerò - ha anticipato - non solo delmio caso,madelle problematicheche tutti gli altri testimoni di giustizia sono costretti ad affrontare. Non sono un professore ma racconto il mio vissuto, ciò che ho subito sulla mia pelle, e lo raccon- Pino Masciari to perché possa servire a chi si trova adesso nelle condizioni in cui ero io». Era un ragazzo come tanti, Pino Masciari, che dopo gli si era impegnato nell'impresa edile di famiglia, la “Masciari costruzioni” per farla crescere. Gli affari andavano a gonfie vele e fu accerchiato dalla 'ndrangheta. Chiese aiuto alla politica, ma se il malaffare pretendeva un guadagno del 3% sui suoi appalti, quest'ultima aveva preteso il doppio. «Era un gioco diprotezioni vere e finte - ha spiegato l'imprenditore nel suo racconto-testimonianza, intitolato “Organizzare il coraggio” - di malavita che si sostituisce allo Stato». Iniziò così una piccola “crociata”. Decise di denunciare, ma «di fronte a certi nomi non si trovava nessuno che volesse accogliere la sua istanza». Poi finalmente qualcuno l'ascoltò. L'imprenditore e la sua famiglia, entrarono in un programma di protezione, anch'esso male organizzato. «In pratica, avremmo dovuto perdere la nostra vita precedente, dimenticare il nostro cognome, la storia e i ricordi che ci portavamo dietro. In cambio però nessuno ci aveva fornito una nuova identità».Più volte ha raccontato di essere rimasto senza scorta a compiere i viaggi per i processi o di essere stato lasciato solo in qualche residence calabrese dove i nemici avrebbero potuto trovarlo con facilità. Più volte ha denunciato anche le ingiustizie subite dalle forze dell'ordine, che spesso lo accomunavano a un qualsiasi pentito, perfino ostacolando, in qualche caso, gli spostamenti. E infine l'incontro con don Ciotti, Libera e i ragazzi di Beppe Grillo. Sono stati loro la vera scorta di quest'imprenditore, che dopo anni, è riuscito a costruirsi un futuro di libertà lontano dalla Calabria, terra in cui ama ritornare per portare la sua testimonianza. LA RASSEGNA “C’è chi dice no”, ridere della “spintarella” COSENZA - Oggi l'esordio della XIII edizione di “La scuola a cinema” è affidato, al Supercinema Modernissimo di Cosenza, alle ore 10, a “C'è chi dice no” (2011) regia di Giambattista Avellino. Una commedia sociale abitata da tre giovani precari che questa volta non ci stanno e puntano il dito contro la raccomandazione, ovvero la “spintarella”, quella odiosa forma di segnalazione autorevole che mira ad agevolare un favorito “figlio di” naturalmente incompetente. Avvalendosi di un cast assortito che sfrutta abilmente la duplice notorietà cinematografica e televisiva dei suoi attori (Paola Cortellesi e Luca Argentero), C'è chi dice no si inserisce nella nutrita schiera della nuova commedia nazionale, civica e democratica. Cosenza, prende il via La scuola al cinema Quello di oggi è il primo film in cartellone per la rassegna che coinvolge gli studenti di 20 istituti scolastici cosentini e dell'hinterland. Un'iniziativa promossa dalla Società Kostner e dall'associazione AnecCalabria in collaborazione con l'assessorato alla scuola del Comune di Cosenza e l'Agis Scuola. Un'edizione dedicata a diversi temi: meritocrazia, multiculturalismo, immigrazione, educazione alla legalità, rapporti generazionali. Cinque film (i prossimi: “Terraferma”, “War Horse”, “Scialla” e“Tatanka”) che affrontano il difficile tema dell'educazione all'impegno civile. Inoltre, il progetto intende educare i giovani alla visione del film in sala combattendo così il fenomeno della pirateria audiovisiva. «Un film è un documento perché è un punto di vista, è una microstoria che entra a far parte della macrostoria - spiega l'assessore alla scuola del comune di Cosenza, Marina Machì E in questo senso è ovviamente anche un ponte con l'attualità». «Il nostro obiettivo -spiega il Presidente Anec Calabria, Giuseppe Citrigno - è quello di far riflettere le nuove generazioni utilizzando come strumento di rielaborazione il cinema. La Scuola a Cinema è un'iniziativa originale nel panorama nazionale, elogiata dall'Agis. Si tratta, infatti, dell'unico progetto autofinanziato in Italia che mira a promuovere il cinema tra i giovani». Domani a Taverna Premio Sila in memoria del cantautore Rino Gaetano CATANZARO –Il comitatoorganizzatore del Premio Sila, presieduto dal vice presidente regionale dell’Uncem Giuseppe Pipicelli, ha reso noti i nominativi dei vincitori dell’edizione 2011 che domani, a Villaggio Mancuso di Taverna, riceveranno il riconoscimento. Il Premio sarà assegnato a Sonia Ferrari, docente Unical e presidente del Parco nazionale delle Sila; Riccardo Giacoia, giornalista del Tg1 Rai; Massimiliano Bruno, autore, sceneggiatore e regista; alla cooperativa “La comune sangiovannese”, organizzatrice del Sila Sleddog; al magazine Turismo in Calabria;a Filippo Veltri, responsabile Ansa Calabria; a Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria; a Silvio Amelio, scultore. Un premio speciale alla memoria sarà dedicato al cantautore Rino Gaetano in ricorrenza del trentennale della sua morte. TIPICITÀ Taverna saluta San Martino di GIANNI ROMANO SOVERATO (CZ) - E’ una pro loco, quella di Soverato, che non finisce mai di stupire. Ieri ha presentato la festa di San Martino che durerà due giorni domani e sabato - con un nutrito programma che coinvolge non solo la città del cavalluccio marino ma anche altri comuni calabresi,e c’è da sottolineare che parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza al reparto di ostetricia dell'ospedale cittadino e all'oratorio San Domenico Savio. Ne hanno parlato in conferenza stampa il presidente della pro loco Giuseppe Chiaravalloti, il segretario Vincenzo Matacera, il sindaco Leo Taverniti, il vice Salvatore Riccio, gli assessori Emanuele Amoruso e Pascasio Matacera, il presidente del consiglio Sonia Munizzi, per il comune di Amaroni Teresa Grotteria, e per Squillace Anna Nuciforo, oltre al dirigente scolastico dell'istituto alberghiero Santo Mancuso. Il sindaco Taverniti ha colto l’occasione per ringraziare in modo particolare «quest’associazione che grazie ad eventi mirati come questo porta il nome di Soverato in alto». La novità quest’anno è che la festa di San Martino esce dai confini cittadini,per aprirsi al territorio, e, ha continuato Taverniti, «noi come amministrazione comunale staremo sempre accanto a sostenere simili iniziative». Dello stesso tenore l'intervento dell'assessore al turismo Emanuele Amoruso, che ha detto: «Questo progetto nasce come percorso significativo legato alla riscoperta di tradizioni e valorizzazione delle radici storiche e artistiche del territorio calabrese, la pro loco ha pianificato nei dettagli questo grande evento». Nutrito il programma, con l'apertura di ricchi stand gastronomici, la degustazione di torroni, stocco e olioper proseguire con la mostra di ceramiche artistiche, i trampolieri e la coreografia del fuoco, e i legionari Glaudius, veri maestri di scherma medioevale. Inoltre sfilata di moda bimbi, musica etnica, il sassofono di Nick Di Cuonzo e ancora il gruppo Alma Folk. Sullo sfondo la grande professionalità degli alunni dell'istituto alberghiero, che cureranno le degustazioni nella degna cornice dell'evento, via San Martino e corso Umberto. Sapori mostre e spettacoli medievali CULTURA E CRISI di MAURETTA CAPUANO ROMA – Compie dieci anni “Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria, e invece di festeggiare rischia di chiudere o di lasciare Roma, dove è nata. A un mese dall’apertura, il 7 dicembre, dell’edizione 2011, gli organizzatori lanciano l’allarme: Mancano i finanziamenti, pari l’anno scorso a 420 mila euro, di Regione (220 mila euro), Provincia (100 mila euro) e Comune (100 mila euro), ed è emergenza sul silenzio istituzionale. Hanno riconfermato invece il contributo il ministero per i Beni e le Attività Culturali (200 mila euro) e la Camera di Commercio di Roma (60 mila euro). La manifestazione costa complessivamente 1 milione e 300 mila euro. Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, che promuove la Fiera, spiega: «Mai avremmo pensato a quello che è successo. Volevamo così tanto festeggiare i dieci an- Sos dalla Fiera del libro di Roma «Non ci sono soldi, così si chiude» ni che avevamo invitato il presidente Giorgio Napolitano al quale l'idea era piaciuta anche se la sua disponibilità era legata agli impegni in agenda». Certo, continua Polillo, «ormai la Fiera si deve fare. Per questa edizione l’Aie farà giganteschi sacrifici, ma lo sforzo di coprire in qualche modo questi tagli non si potrà ripetere e Più libri più liberi o chiude o emigrerà in un altro luogo dove potrà sopravvivere, come merita». Tra i big in arrivo dall’estero, dal 7 all’11 dicembre, sono annunciati Amelie Nothomb, Santiago Gamboa, Shun-Luen Bynum, Zachar Prilepin, ma fino all’ultimo «non sappiamo cosa accadrà e cosa dovremmo tagliare», dice Fabio Del Giudice, direttore dellaFiera. Unmesefa èsta- Il palazzo dei congressi, sede della fiera ta inviata una lettera, rimasta senza risposta, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e oggi è pronta a partire un’altra lettera. Nel programma elettorale di Alemanno c'era il mantenimento di Più Libri Più Liberi”. «Eravamo pronti a subire dei tagli, come è successo per altre manifestazioni ma il vuoto pneumatico no» sottolinea Del Giudice. «Ogni anno più di 50 mila visitatori riempiono le sale del Palazzo deiCongressi dell’Eur per sfogliare i libri di 400 case editrici, incontrare i propri autori preferiti, dibattere sulle tematiche proprie del settore editoriale» viene affermato nella lettera indirizzata al sindaco Alemanno. «Le chiediamo - continua – un segnale di accoglimento della nostra richiesta, tramite lo stanziamento di contributi utili a garantire il regolare svolgimento di Più libri sia per quest’anno che per quelli a venire». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 50 Idee e Società Con il libro-denuncia Chirico e Magro vincono il premio intitolato al giornalista LO STUDIO Il satanista dietro il maleficio Riconoscimento per un volume che dà voce a storie di giustizia negata del faraone Il Montanelli ai “Dimenticati” di ANTONIETTA CATANESE SONO due giovani, e impegnati, giornalisti-scrittori di Reggio Calabria ad aggiudicarsi l'edizione 2011 del premio di scrittura Indro Montanelli. Danilo Chirico e Alessio Magro hanno conquistato il prestigioso riconoscimento con il libro “Dimenticati. Vittime della 'ndrangheta” (Castelvecchi, 2010). E' il premio dedicato agli under 35, quello andato ai due calabresi, da tempo in prima linea contro la 'ndrangheta, e non solo con la loro “penna”. Un libro in cui ritornano vive storie mai raccontate. Quelle “di tutti i morti per sequestro di persona, per delitto d'onore, le vittime tra i rappresentanti delle forze dell'ordine, i politici, i magistrati, i bambini”. Storie di persone normali, che in Calabria, però, normali non sono, perché hanno osato sfidare la “più segreta e potente organizzazione criminale del mondo”.Uccisi. Epoi cadutinell'oblio. “Prima assassinati dai clan e poi dimenticati da uno Stato che non ha saputo difenderli e, troppo spesso, dai loro stessi concittadini”, denunciano Chirico e Magro. La giuria del premio Montanelli ha scelto: Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca; Paolo Mieli, in rappresentanza della Fondazione Corriere della Sera; Marco Ballarini, per la Biblioteca Ambrosiana di Milano; Giovanni Sartori, accademico dei Lincei; Ferruccio de Bortoli, delegato dal presidente della Fondazione Montanelli, hanno visto in queste storie, e nel modo in cui sono state raccontate, la migliore espressione del tema voluto per l'edizione 2011. “A fare l'Italia alcuni pochi italiani ci sono, senza e contro i più riusciti. A fare gl'italiani, l'Italia, in centocinquant'anni, non c'è riuscita; anzi non ci s'è nemmeno provata”. Da “La stanza di Montanelli”, (Corriere della Sera, 19 giugno 1997). Italiani oggi. Cronache, inchieste, ritratti da un Paese tra sfiducie e voglia di speranza”. Il riconoscimento a Chirico e Magro è il riconoscimento a questi uomini “ritrovati” nelle pagine di questo libro. E in L’antologia si presenta a Vibo L’erotismo calabro secondo Gambino Sopra da sinistra Chirico e Magro; a destra il libro qualche modo cancella l'oblio, perché li riconosce come uomini che hanno fatto, a costo della propria vita, un'Italia migliore. «Da anni ci battiamo perché le storie che raccontiamo nel nostro libro siano riconosciute come patrimonio collettivo - è il commento di Danilo Chirico, coordinatore della redazione del nuovo Paese Sera, e già penna del Quotidiano oltre che presidente dell'associazione antimafie daSud, - lo facciamo in un Paese in cui la 'ndrangheta sbagliano persino a scriverla o a pronunciarla. La cosa straordinaria di questo premio, che ci riempie di soddisfazione, è che ha come tema “gli italiani che hanno fatto l'Italia” e, per questo, risarcisce almeno un po' le tante e i tanti a cui troppo spesso questo Paese ha negato la giustizia. Spero anche sia un contributo di verità per la Calabria di oggi agonizzante sotto i giochi di potere nella quale dobbiamo guardare a fatti e personaggi in chiaroscuro, oltre le apparenze, dietro le maschere. La memoria, il racconto e la partecipazione, la costruzione di un immaginario diverso e di una nuova identità sono le basi da cui ricominciare. Spetta a tutti quelli che non hanno perso la passione, non hanno tradito il senso dell'onore. Ce ne sono molti». Reggino e classe '77 anche Alessio Magro, autore del “Dossier Lazio - mafie&cicoria” pubblicato da Libera In- Gli autori «Il nostro libro contributo di verità» formazione e tra i fondatori e redattori dell'archivio web multimediale Stopndrangheta.it. Commenta: «E' un grande privilegio ricevere un premio intitolato a una figura così importante del giornalismo italiano. Una soddisfazione doppia perché da oggi i nostri morti, le vittime della 'ndrangheta, la meglio gioventù calabrese, sono un po' meno dimenticati. Il riconoscimento al nostro libro è anche un riconoscimento ai calabresi che sanno e vogliono raccontarsi, a una nuova identità meridionale che sa e vuole essere antindrangheta. Come spesso accade la legittimazione viene da fuori. Adesso, però, tocca a noi». «Un riconoscimento importante - scrive Dasud - per il lavoro faticoso svolto in questi anni per raccontare la verità sulla Calabria e sulla 'ndrangheta». La cerimonia di consegna il 3 dicembre alle 11 a Fucecchio, Firenze, quando sarà consegnato anche il premio alla carriera Montanelli, per il 2011 assegnato all'inviato Corsera Gianantonio Stella. VIBO VALENTIA - Sarà popolare che trae proprio presentato domani alle dalle emozioni primitive il ore 17.30 presso la nuova suo vigore e il suo felice sede del Sistema Bibliote- spazio di libertà, espresso cario Vibonese, il Centro con voce anarchica e traServizi Culturali di Santa sgressiva. In questa ampia antoloChiara, l'opera postuma di Sharo Gambino, “Cala- gia si ritrovano alcuni componimenti appartebria erotica”. Pubblicata dalla casa nenti alla tradizione oraeditrice reggina Città del le, i più noti poemetti coSole Edizioni e curata dal- me la Ceceide di Vincenzo la figlia dello scrittore e Ammirà, la Cunneide e la giornalista scomparso, Cazzeide di Duonnu PanMarinella Gambino, l'an- tu, alcune poesie inedite tologia di letteratura ero- di Vittorio Butera, ma antica calabrese, alla cui ste- che intensi brani di Corrasura Gambino ha lavorato do Alvaro, Mario La Cava, negli ultimi anni prima Giovanna Gullì, Don Luca della morte, ha visto la lu- Asprea, fino ad arrivare ad autori conce alcuni mesi temporanei fa, dopo un innon molto noti, tenso lavoro ma conosciuti e editoriale. apprezzati diL'incontro sarettamente da rà anche l'occaGambino. sione per preL'opera, risentare il promasta incomgetto di valorizpleta a causa zazione e condella prematuservazione delra morte del suo l'opera dello autore, trova scrittore che il oggi una veste Sistema Biblioeditoriale che tecario Vibonerappresenta se sta curando La copertina uno straordisu mandato della Regione, che ha inteso nario documento di critiporre tra i suoi obiettivi ca letteraria, che vuole proprio una rinnovata at- rendere anche testimotenzione per la vasta pro- nianza di una figura così duzione dell'intellettuale. intensa e ricca come ShaQuello proposto da ro Gambino, che ci accomGambino è un viaggio af- pagna con riflessioni, cufascinante tra le pagine riosità e suggestioni, in più licenziose della lette- un percorso che, come ratura calabrese, una scrive, è da considerare “scollacciata” antologia, un “viaggio verso la ficome egli stesso la defini- ne”. All’incontro di domani sce, ma che di scabroso ha ben poco. Il tema dell'eros pomeriggio a Vibo interdiventa, infatti, negli verranno Marinella Gamscritti che accompagnano bino, insegnante e curai brani scelti, indagine sui trice del volume; Tonino sentimenti umani, sui co- Ceravolo, dirigente scolastumi popolari e sulla fi- stico; Franco Arcidiaco, gura della donna, oggetto editore Città del Sole Edie vittima del desiderio ma- zioni. A introdurre e coorschile. L'eros è visto come dinare sarà Gilberto Floenergia potente e vivifi- riani, direttore del Sistecante, gioco e divertimen- ma Bibliotecario Viboneto, simbolo di una cultura se. L’ANGOLO DELLA NOVELLA di ALBERICO GUARNIERI INCAMMINARSI attraverso gli affascinanti territori della letteratura fantastica comporta, innanzitutto, la necessità di confrontarsi con i numerosi problemi teorici riguardanti un modo, più che un vero e proprio genere letterario, di per sé difficilmente riducibile ad una formula unica in grado di lumeggiarne le variegate implicazioni. Terminata negli ultimi decenni del XVIII secolo la stagione illuministica contraddistinta dal dominio pressoché esclusivo della “Ragione”, si assiste, a partire dal XIX secolo, ad un assoluto trionfo dell’immaginazione, a modificare sensibilmente il diaframma che separa l’ambito reale da quello irreale. Da qui hanno luogo nuove forme di conoscenza che costringono i lettori a prendere atto della limitatezza delle esperienze finora acquisite aderendo ai parametri della razionalità, per cui, davanti ai loro oc- Lighea, avventura fantastica del cronista e della Sirena chi sempre più smarriti, si spalancano “mondi altri” in cui è possibile incontrare una sirena che scorrazza disinvoltamente nelle limpide acque del mare Mediterraneo, come accade a Rosario La Ciura, protagonista della novella di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Lighea, in Notturno italiano. Racconti fantastici del Novecento, a cura di E. Ghidetti e L. Lattarulo, Roma, Editori Riuniti, 1984, pubblicata postuma nel 1961. Il racconto della singolare avventura è affidata al giovane Paolo Corbèra, di origini siciliane, trapiantato a Torino per lavorare in qualità di giornalista presso la «redazione della Stampa» il quale, nel tempo libero, frequenta un «caffè di via Po», dove incontra il «senatore La Ciura, illustre ellenista», conterraneo del narratore. L’aspetto autorevole e la fama dello studioso, «uno dei cinque o sei italiani che posseggono una reputazione universale e indiscussa», secondo quanto apprende il giornalista consultando lo schedario contenente i «necrologi ancora in spe», ne sollecitano la curiosità di conoscerlo, nonostante il contegno altero osservato dal senatore che, inizialmente, scoraggia ogni tentativo di approccio cordiale. Nondimeno, la costanza di Corbèra riesce ad espugnare la resistenza del grecista, e questi, per ricompensa, gli racconta di aver conosciuto all’età di «ventiquattro anni, nell’estate del 1887», mentre preparava gli esami per la docenza universitaria di letteratura greca, Lighea, una bellissima «Sirena, figlia di Calliope», con la quale intraprende un’intensa relazione erotica scandita anche dai suggestivi racconti da lei compiuti a riguardo della vita condotta nella profondità delle «acque immote» che, nella sua ottica, sarebbero dovute diventare la dimora «eterna» del suo amato. Ma La Ciura, che persegue obiettivi più “terreni”, non accetta l’invito della «lasciva creatura», perdendola per sempre. Sennonché, il desiderio di Lighea si realizzerà mezzo secolo dopo, allorché «il senatore», durante un viaggio alla volta di Napoli, scivola «in mare» e, nonostante i soccorsi immediati, «il suo corpo non viene ritrovato», ad istituire un suggestivo e tipicamente “fantastico” trait d’union fra la dimensione terrena e quella, certamente più affascinante, oltremondana. Aleister Crowley di CAROLINA STUPINO LONDRA – Maledizione di Tutankhamon o la mente perversa di uno dei più celebri satanisti britannici? Oltre 20 persone legate all’apertura della tomba del giovane faraone nel 1923 a Luxor, morirono in circostanze bizzarre, sei di loro a Londra. Ma mentre nei salotti degli anni Venti e Trenta si cominciò a parlare dei poteri soprannaturali degli antichi egizi, oggi unostorico inglese sostiene che dietro ai decessi londinesi si nascondeva in realtà il famoso seguace di Lucifero, Aleister Crowley. Mark Beynon ha studiato i diari di Crowley e sebbene il satanista –nato in una famiglia agiata e con numerosi contatti tra la classe aristocratica dell’epoca, non parlasse direttamente delle morti – spesso affermava che il suo umore si era «sollevato» il giorno dopo uno dei decessi. Il satanista - che era bisessuale ed eroinomane – si trovava a Londra durante i sei omicidi, nonostante spesso viaggiasse e avesse un’abitazione anche in India. A spingerlo a compierli, secondo lo storico, sarebbe stata la sua visione degli scavi come un atto sacrilego. Gli dei della filosofia religiosa di Thelema, seguiti da Crowley, derivavano infatti dalla religione degli antichi egizi e lui stesso si considerava il profeta di una nuova era di libertà personale, controllata dal dio egizio Horus. Secondo Beynon, il seguace di Satana avrebbeucciso prima unsuo adepto,il23enne Raul Loveday, morto il 16 febbraio del 1923 dopoaverbevuto inunacerimonia sangue di gatto probabilmente avvelenato. Loveday morì lo stesso giorno in cui l'archeologo Howard Carter aprì la tomba di Tutankhamon. Poi sarebbe stata la volta del giovane principe Ali Kamel Fahmy Bey, ucciso a colpi di pistola il 10 luglio del 1923 poco dopo aver visitato la camera mortuaria del faraone. Ad ucciderlo, all’hotel Savoy di Londra, fu sua moglie Marie-Marguerite, ex amante di Crowley. La terza vittima fu Aubrey Herbert, fratellastro di Lord Carnarvon, finanziatore della spedizione archeologica. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Idee e Società 51 Giovedì 10 novembre 2011 Il tecnico al centro del presunto danno erariale denunciato dal Ministero Sanità, posti letto Tripodi (Pdci) contro Artuso da responsabile del decreto Reggio diventa commissario la Squillacioti L’architetto va all’Aterp di ANDREANA ILLIANO LA giunta regionale ha nominato Giovanni Artuso, l’architetto che finora si è occupato del decreto Reggio, commissario per l’Aterp reggina. La delibera di giunta risale al 14 ottobre scorso (numero delibera 417). Oltre ad Artuso c’è anche un commissario per Cosenza che è Angelo Gagliardi, per Catanzaro, Francesco Pilieci, per Crotone, Dario Cerminara, per Vibo, Antonino Dafinà. I commissari straordinari hanno il ruolo di direttori generali. Artuso è anche colui (naturalmente al sindaco facente funzioni dell’epoca, Peppe Raffa) ad avere una missiva dal ministero dell’Economia dove si ipotizzava il danno erariale. Il 31 gennaio scorso il ministero dell'Economia e delle finanze scrive alla Procura regionale della Corte dei conti e al sindaco e contesta la “creazione di un gruppo di lavoro di supporto all'attività connessa alla realizzazione degli interventi di cui all'articolo 3 della legge 246/89 per un importo complessivo di un milione di euro”. Insomma per quella legge speciale risulta nominato un solo responsabile del procedimento, «le cui attività non sono soggette ad ulteriore coordinamento di terzi», dal 2002 a quella data l'incarico è conferito all'architetto Giovanni Artuso. L'iter adottato, secondo ciò che afferma il ministero, è sbagliato. Perché? Nella missiva che conosce Raffa (sindaco dell’epoca) e Artuso scritto: «Ogni intervento di cui al decreto legge dell'8 maggio del 1989, numero 166, convertito in legge 5 lu- glio 1989, numero 246 e successive modificazioni ed integrazioni, risulta nominato un responsabile unico del procedimento, le cui attività non sono soggette ad ulteriore coordinamento da parte di terzi». È questa la legge. Il ministero dunque nel gennaio scorso “bacchetta”il Comune e gli fa presente che quel milione di euro erogato fa prefigurare il danno erariale. A fine anno la Corte dei conti si pronuncerà in merito e non è escluso che i dirigenti, ma anche chi per la parte politica ha avuto un ruolo per il decreto Reggio possano essere costretti a pagare per possibile danno erariale. E la cifra non è da poco. Tutto questo è un’ipotesi, non lo è la lettera del ministero che è netta e non lo è neanche la nomina di commissario di Artuso all’Aterp, che in questo momento è, soprattutto a Reggio, di grande importanza, considerando che gli alloggi popolari sono in dismissione e questo significa che è da qui che il Comune conta di incassare la cifra necessaria per ripianare il buco in bilancio che è ormai certo che esiste, dopo le due relazioni, sia del ministero che degli ispettori della Procura. Un dato è certo Artuso che compare anche tra i dirigenti che avrebbero avuto incarichi al Comune, secondo gli ispettori, che non dovevano essere renumerati, è diventato commissario dell’Aterp. Dal 12 dicembre meno corse da Reggio. L’attacco al governatore dalla sinistra Tagli ai treni, l’ira dei Comunisti TRENIallo sbando. O quasi. La mobilità va in tilt. il caso delle corse di lunga percorrenza che saranno tagliate, dopo la polemica di Nino Costantino della Filt- Cgil fa alzare la voce anche al Pdci. E Ivan Tripodi, segretario cittadino parte proprio dal fatto: dal prossimo 12 dicembre ben 21 treni a lunga percorrenza saranno tagliati dall’attuale programmazione ferroviaria che, come noto, è già ampiamente in sufficiente e insoddisfacente. E Tripodi attacca: «Tutto ciò, quindi, comporterà che, fra L’invito della Cgil alla mobilitazione qualche settimana, sarà pressoché impossibile, per i cittadini reggini e calabresi, raggiungere qualsiasi zona del paese. La decisione delle Ferrovie dello Stato rappresenta, quindi, un vero e proprio attentato al diritto, costituzionalmente garantito, alla mobilità dei cittadini. - e dice ancora Ivan Tripodi - Il vergognoso provedimento delle FS è strettamente legata al drastico taglio delle risorse finanziarie destinate al trasporto ferroviario, deciso dal morente governo Berlusconi. Un disegno che, fra l’altro, causerà un enorme taglio del numero degli addetti e dei lavoratori impegnati nel trasporto ferroviario». Per il Pdci tutto ciò rappresenta l’ultima polpetta avvelenata indirizzata ai Il consigliere di centrodestra sulla fogna di Catona Pizzimenti (Pdl): «Falcomatà strumentalizza le difficoltà» FOGNE, il consigliere del Pdl, Antonio Pizzimenti risponde al consigliere comunale del Pd, Giuseppe Falcomatà che poneva un problema riguardo alla fogna di Catona. Pizzimenti afferma: «L’approccio alle criticità esistenti nel territorio non dovrebbe essere ironico da parte di chi, invece, dovrebbe affrontare in maniera differente le problematiche o quantomeno proporre soluzioni». E’ quanto afferma il consigliere delegato all’ex VIII circoscrizione Antonio Pizzimenti, in merito alla fuoruscita di liquame fognario in località Catona-Bolano e, in generale, alle problematiche di tutto il territorio a nord della città. «Come consuetudine, alcuni consiglieri d’opposizione, in questo caso il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, preferiscono strumentalizzare le difficoltà della cittadinanza con interventi (sterili e improduttivi) sulla stampa. Sarebbe stato più produttivo segnalare tali disservizi agli uffici competenti o contattando preventivamente l’assessore o il consigliere delegato di riferimento. Mi Le case popolari dell’Aterp appare – aggiunge Pizzimentiparticolarmente strano che, il consigliere Falcomatà, non sia a conoscenza dei disguidi legati allo stato di agitazione della società Acquereggine e al susseguente mancato servizio di interventi in materia di condotte fognarie. Nonostante ciò, comunque, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Demetrio Arena continua a parlare con i fatti. Nei giorni scorsi, infatti, è stato costituito un tavolo di concertazione con l’assessore ai Lavori Pubblici Pasquale Morisani e i consiglieri delegati delle varie circoscrizione e i tecnici del settore, al fine di individuare le priorità e criticità urgenti e programmare tutta una serie d’interventi al fine di risolvere i disservizi che hanno creato gravi disagi alla cittadinanza». Poi Pizzimenti aggiunge: « Se il consigliere del Pd fosse realmente informato, sarebbe stato a conoscenza che, davanti alle innumerevoli difficoltà già sopracitate, l’amministrazione comunale è comunque intervenuta sulla rete fognaria attraverso l’operato di una ditta esterna, per risolvere «C’è stato un problema con Acquereggine» una situazione difficile registratasi in via Garibaldini e segnalata dai residenti. Nella riunione, tra l’altro, sono stai programmati una serie d’interventi mirati nella zona di Catona-RosalìSalice che, già nei giorni scorsi hanno portato alla risoluzione delle criticità presenti in quella parte di territorio». Per quel che riguarda la zona Catona-Bolano, nonostante lo stato di agitazione dei lavoratori di Acquereggine (società che avrebbe dovuto risolvere il problema alle pompe di sollevamento), gli uffici tecnici comunali, dopo avere effettuato un tempestivo sopralluogo, stanno provvedendo a risolvere nel più breve tempo possibile tale disagio, ripristinando la normalità nella zona». Pizzimenti nonnega le difficoltà esistenti nella zona nord della città e il consigliere del Pdl conclude: «Non credo sia responsabile ma soprattutto credo sia un’offesa verso i cittadini, paragonare Catona a Calcutta. E’ invece mia premura sottolineare come in questi mesi l’amministrazione comunale abbia compiuto tutti gli sforzi possibili per dimostrare, attraverso interventi mirati, la sua vicinanza e la sua particolare attenzione e disponibilità verso questo territorio». calabresi e ai meridionali dal PDL e dal centrodestra che, anche con questa decisione, evidenziano in modo palese ed incontrovertibile la loro anima e natura totalmente anti-meridionalista. E poi Tripodi va giù duro contro il governatore: «Purtroppo, tutto ciò accade con il complice e connivente silenzio del governo regionale guidato da Scopelliti e delle amministrazioni locali guidate da esponenti del PDL. Nessuna presa di posizione e nessuna voce di dissenso rispetto ad uno scellerato progetto che, se attuato, spaccherà definitivamente ed irrimediabilmente l’Italia in due pezzi: da una parte i cittadini di serie A del nord del paese e dall’altra i cittadini di serieB, vale a dire i calabresi e i meridionali». Riunione con Raffa e i dirigenti dell’ente Vertice in Provincia per i sessantasei del Centro per l’impiego PRIMA al centro di numerose polemiche, poi nodo cruciale di una riunione. Il presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa ha coordinato una riunione tecnica per affrontare il problema occupazionale dei 66 lavoratori a tempo determinato, utilizzati nei Centri per l’Impiego con un progetto finanziato con fondi europei, il cui contratto scade il 31 dicembre di quest’anno. Ne dà notizia infatti di questo incontro una nota della Provincia: «Al vertice si legge – hanno preso parte le Organizzazioni sindacali, l'assessore al personale Domenico Giannetta, il direttore generale Antonino Minicuci, il capo di Gabinetto Domenico Bagnato, il capo dell’avvocatura della Provincia Attilio Battaglia, l’esperto del Presidente Bruno Ferraro e un rappresentante del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria. In tale occasione si è ribadita la correttezza delle procedure amministrative, confermata dai sindacati e del dirigente regionale dott. Cuomo, relative al concorso di evidenza pubblica». A questo punto Raffa, «preso atto della posizione della Regione Calabria e tenuto conto delle ragioni prospettate dai sindacati, Palazzo Foti, sede della Provincia ha promosso, d’intesa con i consiglieri regionali presenti alla riunione odierna, un ulteriore approfondimento della vicenda da effettuare con i rispettivi uffici regionali. Tutto ciò, – si evidenzia – ovviamente, nei limiti imposti dalla normativa vigente, affinchè possa proseguire il dialogo tra le parti in un clima sereno e di costruttivo confronto nell’esclusivo interesse dell’Ente e degli stessi lavoratori». Non è chiaro se dunque ci sarà o meno un nuovo concorso o se si arriverà alla conferma e al prolungamento di quel contratto per i 66 che spingono da tempo, anche con diverse manifestazioni, per conservarsi il posto di lavoro». IL segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi interviene sull’Asp e sul nuovo atto aziendale che ha scatenato una bufera. Tripodi dice: «L’atto aziendale dell’ASP di Reggio Calabria, con i suoi cervellotici provvedimenti, non garantisce i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e sancisce di fatto un’interruzione di pubblico servizio». Tripodi afferma ancora: «La Squillacioti, nella foga di accontentare il capo e spinta da una parte all’altra nella continua rincorsa a gratificare la pletora di clienti che popolano il centrodestra e che sono legati agli interessi lucrosi, e spesso inconfessabili, esistenti nella sanità pubblica e privata, si dimentica totalmente di quelli che sonoi problemireali dellasanità nella provincia di Reggio Calabria e assume atti aziendali che si rivelano uno peggiore dell’altro». Per Tripodi, l’ultimo atto aziendale presentato in ordine di tempo rappresenta un ulteriore attacco alla sanità pubblica e ai diritti degli ammalati. E il segretario regionale del Pdci afferma ancora: «E’ come la toppa che è peggiore del buco: dietro il paravento del piano di rientro e delle ristrettezze finanziarie si nascondono le più vergognose operazioni clientelari che mai siano state realizzate nella sanità reggina che, ancora più di prima, continua ad essere terreno di conquista delle lobby affaristiche e dei gruppi di potere, come dimostrano anche le recenti indagini della magistratura reggina, vedi indagine denominata operazione “Reggio Nord”, ecc., che hanno scoperchiato il pentolone delle illegalità, degli intrecci e degli interessi sporchi che si annidano nella sanità reggina. - poi dice - Quello che sta avvenendo è davvero sconcertante. Il rapporto quattro posti letto ogni mille abitanti è stato completamente cancellato nella provincia di Reggio Calabria, mentre in altre realtà provinciali si attribuiscono i posti letto che non vengono assegnati a Reggio. - e ancora aggiunge Tripodi - Le unità operative complesse compaiono e scompaiono a seconda dell’appartenenza del primario: se è un amico allora gli lasciamo la struttura complessa anche senza posti letto, se non lo è peggio per lui». Per Tripodi insomma «il dato più clamoroso e più negativo riguarda la Piana di Gioia Tauro, dove a fronte di circa 600 posti letto spettanti ne vengono assegnati poco più di 200, cioè circa il 30 % di quanto stabilito dalla legge. Ciò significa che in quel territorio i 160.000 cittadini residenti avranno meno diritti rispetto agli altri cittadini della Calabria e avranno minori servizi e minori prestazioni, tanto che non saranno sicuramente garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza e si potrebbe prefigurare un interruzione del pubblico servizio. Lo stesso discorso si può fare per la Locride» Tripodi propone una «rapida ricognizione sul quadro regionale e si vedrà che sono stati utilizzati in altre aree e in altri territori, nella sanità pubblica ma soprattutto nella sanità privata, creando una disparità di trattamento ed una sperequazione chiaramente inaccettabile in un campo così sensibile e delicato come quello della salute delle persone». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Reggio 23 Giovedì 10 novembre 2011 Giovedì 10 novembre 2011 Tentarono l’evasione da un furgone blindato che li portava a Reggio ferendo due guardie penitenziare Dieci anni ai fratelli Zagari Anche la Corte d’appello conferma la condanna del gup in primo grado di CLAUDIO CORDOVA CONFERMATA la condanna a dieci anni di reclusione ciascuno per i fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari, considerati personaggi di estremo rilievo nel panorama criminale della provincia reggina e protagonisti di un rocambolesco e sanguinoso tentativo di fuga nel novembre 2009. Nessuna clemenza da parte della Corte d’Appello di Reggio Calabria (Natina Pratticò presidente, Adriana Costabile e Angelina Bandiera a latere), che ha dunque impresso un nuovo sigillo alla sentenza di condanna, pronunciata il primo dicembre 2010, in primo grado, dal Gup di Reggio Calabria, Carlo Sabatini. Il tentativo dei due boss fu attuato nei pressi dello svincolo autostradale di Sant’Elia, sulla SalernoReggio Calabria, mentre i detenuti venivano trasportati dal personale della Polizia Penitenziaria dal supercarcere di Palmi al Tribunale di Reggio Calabria. Ne nacque un conflitto a fuoco in cui due agenti vennero feriti uno a un piede e I fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari un altro a una gamba, venendo trasportati presso l’ospedale di Gioia Tauro. Nel tentativo di fuga, uno dei due fratelli, arrestati negli anni ‘90 e inseriti nel circuito di “alta sicurezza”, avrebbe simulato un malore, attirando l’attenzione degli agenti. L’altro, invece, avrebbe dato avvio alla sparatoria. Resta un mistero, invece, l’identità dei soggetti che avrebbero fornito le armi ai malviventi (due pistole di piccolo calibro). Un fatto inquietante che alzò significativamente il livello di allerta sulla sicurezza delle carceri regionali e sulle possibili collusioni di cui alcuni detenuti potrebbero godere: scontata infatti la condanna dei due fratelli Zagari, peraltro già gravati da altre pronunce dei tribunali, non è mai stato possibile risalire ai soggetti che sarebbero riusciti a procacciare le armi ai due boss, creando, quindi, un’aspettativa di libertà che, solo per un curioso disegno del destino non causò vittime. La requisitoria dell’accusa in secondo grado “Topa”, la Procura chiede la conferma delle pene IL SOSTITUTO procuratore generale Danilo Riva ha richiesto la conferma della sentenza di primo grado nell’ambito del procedimento “Topa”, che vede alla sbarra i presunti affiliati alle cosche di Seminara. In primo grado, la Corte d’Assise di Palmi (Salomone presidente, Spedale e Ciollaro a latere) decise per nove condanne e un’assoluzione. Il vecchio patriarca Rocco Antonio Gioffrè venne condannato a 7 anni di reclusione, il sindaco uscente Antonio Marafioti ebbe una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione; condannati anche gli altri due politici, Carmelo Buggè e Mariano Battaglia puniti con 6 anni di reclusione. Per Vittorio Vincenzo Gioffrè, Antonio Giuffrè, Vincenzo Gioffrè, Domenico Gioffrè e Adriano Gioffrè il Tribunale comminò 5 anni e 6 mesi di carcere ciascuno. Unico assolto nel procedimento fu Antonino Tripodi, comunque detenuto per una condanna per omicidio rimediata in un altro procedimento. Il sostituto Procuratore generale Danilo Riva ha chiesto dunque alla Corte d’Appello di Reggio Calabria di confermare la sentenza emessa il 30 aprile 2010 dalla Corte d’Assise di Palmi. Escluso dalla richiesta dell’accusa, ovviamente, il vecchio boss Rocco Antonio Gioffrè, nel frattempo deceduto. Il procedimento “Topa”nasce dall'omonima operazione condottadai Carabinieriche, nel novembre 2007, diedero esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare disposte dal Gip di Reggio Calabria Anna Maria Arena. Nel mirino la famiglia Gioffrè di Seminara che, secondo il sostitutoprocuratore dellaDdadi Reggio Calabria, Roberto Di Palma, che curò le indagini, avrebbe condizionato il libero voto del Comune preaspromontano, imponendo un proprio candidato (Marafioti), costringendo l’altro pretendente (Battaglia) a ritirarsi dalla competizione. Le indagini dei Carabinieri ebbero modo di constatare come le consultazioni, vennero, effettivamente, vinte da Marafioti che la spuntò sull’avversario, Salvatore Costantino, per 95 voti. La famiglia Gioffrè, dunque, avrebbe controllato le elezioni, fino all’ultimo voto: i membri dell’associazione avrebbero presenziato anche ai seggi nel giorno delle elezioni, intervenendo illecitamente nel momento stesso delle votazioni, al fine di incutere timore negli elettori. Dalle intercettazioni risultò, infatti, come i presunti affi- liati alla cosca Gioffrè contassero 1050 voti a favore di Marafioti. Il sindaco uscente sarà eletto con 1058 preferenze, otto in più rispetto ai calcoli. L’operazione portò,peraltro, anche allo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. Particolarmente interessante la figura del professor Carmelo Buggè, già sindaco dal 1988 al 1991, allorquando il Comune di Seminara verrà sciolto per infiltrazioni mafiose. Il pm Di Palma lo aveva definito “la veramente politica del sodalizio”. Dopo la requisitoria del sostituto pg Riva, la Corte ha fissato due udienze per le arringhe degli avvocati difensori. La sentenza d'appello, comunque, arriverà nel 2012. cla. cor. Giuseppe e Pasquale Zagari sono ritenuti due elementi di spicco dell'omonimo clan di Taurianova, alleato ai Viola nella sanguinosa faida contro gli Asciutto-Grimaldi, avviata nel 1988. Nell’ambito della guerra tra cosche, il 3 maggio del 1991, furono uccisi i fratelli Giovanni e Giuseppe Grimaldi. Quest’ultimo fu decapitato con un coltello da macellaio e la sua testa fu fatta oggetto di un macabro tiro al bersaglio, con un fucile caricato a pallettoni. Il duplice omicidio dei fratelli Grimaldi si incastrò nel bel mezzo di una giornata da incubo. I due fratelli, infatti, vennero trucidati intorno alle 17.30, poche ore prima, invece, intorno alle 12.30, cadeva sotto i colpi dei sicari Pasquale Sorrento, mentre in serata, intorno alle 20, arrivava l’ora di Rocco La Ficara. Una mattanza che seguì di sole ventiquattro ore l’uccisione di Rocco Zagari, notabile della ‘ndrangheta e padre dei due imputati, Giuseppe e Pasquale Zagari. Così il tentativo di fuga si è tradotto in una ulteriore condanna. Il Comitato Occhio vigile del prefetto sulle vittime di minacce GIORNATA intensa il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ieri si è riunito alla presenza del prefetto Luigi Varratta, al quale, oltre ai vertici delle forze dell’ordine, hanno preso parte Salvatore Di Landro, Procuratore Generale della Repubblica presso la locale Corte d’Appello e Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Durante la riunione ampio spazio è stato dedicato all’approfondimento delle posizioni di magistrati ed amministratori locali, tra cui quella del Sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga, vittime di intimidazioni. Il Prefetto ha espresso all’amministratore – nei confronti del quale si è anche disposta l’attivazione di apposite misure di vigilanza – solidarietà per il vile gesto di cui è stato vittima, sottolineando l’attenzione che le Forze di polizia riservano a quel comprensorio comunale sotto il profilo della prevenzione generale e del controllo del territorio. Di seguito si è trattato della manifestazione “Un calcio alla ‘ndrangheta” che si svolgerà a Rizziconi il prossimo 13 novembre, nel cui contesto la Nazionale italiana di calcio effettuerà un allenamento all’interno di un campetto realizzato su un terreno confiscato alla criminalità organizzata. All’iniziativa presenzieranno numerose autorità politiche - tra le quali il Sottosegretario all’Interno, sen, Guido Viceconte ed il Presidente della Regione Calabria, on. Giuseppe Scopelliti – oltre al Presidente della Federazione Gioco Calcio, dr. Giancarlo Abete, ed al Presidente dell’Associazione Libera, don Luigi Ciotti. Giuseppe Vincenzo Gioffrè Incendiata la vettura del primo dirigente della Procura generale In fiamme l’auto di Velardi STAVOLTA nel mirino c’è finito Sandro Maria Velari, primo dirigente della Procura generale di Reggio Calabria. La sua auto è stata incendiata attorno alle 2 e 50 della notte tra martedì e mercoledì. La macchina, una Ford Cmax, intestata alla moglie, è stata avvolta dalle fiamme nella centralissima piazza Orange dov’era parcheggiata, distruggendola completamente. Sul luogo, oltre ai vigili del fuoco che hanno spento l’incendio, sono arrivati poi anche i Carabinieri che condurranno le indagini. In questo senso già ieri è stato aperto un fascicolo, che evidentemente non è di natura accidentale. Il sospetto che si tratti di un vero e proprio atto intimidatorio sta nel fatto che l’automobile recasse ben evidenti le insegne della Procura generale, era stata interessata già la sera precedente da un tentativo d’incendio doloso, ad opera di ignoti. Insomma non riuscendoci la prima volta, i cultori del cerino facile sono tornati alla carica 24 ore dopo. C’era insomma una ferma volontà di punire Sandro Maria Velardi. Il dirigente, in servizio della Procura generale è un personaggio inflessibile nella sua professione e considerato molto attento e scrupoloso nel suo lavoro. C’è dunque da capire se si sia trattato del dispetto di qualche balordo (ormai a Reggio si brucino le macchine anche per i diverbi al semaforo) o di un avvertimento legato all’attività di Velardi. Nella giornata di ieri il Primo dirigente ha ricevuto numerose telefonate di solidarietà da colleghi e magistrati. E in serata è sta- L’auto data alle fiamme ta resa nota anche la vicinanza del Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. timidatori che non possono condizionare chi de«Il dottore Velardi – afferma Scopelliti – si è sem- dica la propria vita in favore della legalità». pre contraddistinto per la sua attività puntuale e «Esprimo quindi sincera solidarietà al dottor inflessibile, in prima linea in favore dell’ammi- Sandro Maria Velardi – conclude il Governatore nistrazione della Giustizia e la sua trasparenza della Calabria - confermandogli la vicinanza dello rende automaticamente nemico della crimi- le istituzioni e certo che magistratura e forze nalità. Condanno con fermezza questi vili atti in- dell’ordine faranno piena luce sull'accaduto» E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 24 Reggio 31 REDAZIONE: via Cavour, 30 - 89100 Reggio Calabria - Tel. 0965.818768 - Fax 0965.817687 E-mail: [email protected] Il palazzo del Governo si è espresso dopo le dimissioni di nove esponenti della minoranza a Bova Marina Il prefetto scioglie il Consiglio Finisce la stagione della Giunta Squillaci. Arriva il commissario Crea di ENZA CAVALLARO BOVA MARINA - Nella tarda serata di ieri il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha firmato la proposta per lo scioglimento del Consiglio comunale di Bova Marina capeggiato dall’ormai ex sindaco Giovanni Mario Squillaci. Nei prossimi giorni, dunque, nominato dallo stesso Varratta, si insedierà al Comune il vice prefetto Francesca Crea quale commissario per la provvisoria gestione dell’ente con i poteri spettanti al primo cittadino, al consiglio ed alla giunta. La situazione nel consiglio comunale di Bova Marina si era incrinata immediatamente dopo l’ultima assemblea con le dimissioni contestuali di nove consiglieri. Lo scorso 28 ottobre, infatti, avevano lasciato gli scranni di palazzo di città gli esponenti della maggioranza Domenico Petrulli, Antonino Zirillo, Vincenzo Mandalari e Giuseppe Panzera e di minoranza Antonio Stilo, Carmelo Licordari, Roberto Rodà, Pierpaolo Zavettieri e Vincenzo Crupi. Non esisteva più, dunque, alcun rapporto fiduciario fra la compagine di governo e gli stessi esponenti della maggioranza. Il tutto accelerato da un provvedimento avviato due giorni prima dal primo cittadino Squillaci che aveva avviato il procedimento di decadenza della carica per assenteismo per bne sette consiglieri. Si diceva, poi, del consiglio comunale infuocato che ha sancito la rottura definita. Giovedì 27 ottobre, infatti, si sarebbe dovuto discutere del reintegro del consigliere Giuseppe Panzera riammesso in aula da due sentenze della giustizia ordinaria. In quell'occasione, il sindaco e presidente del consiglio Squillaci, non ha aperto i lavori comunicando l'errore, da parte degli uffici comunali, di convocare il consigliere Giuseppe Panzera e non il consigliere Errante Lucia Piera che ha sostituito Panzera per tutto il periodo di sospensione. Quindi il sindaco, sospendendo e rinviando la seduta a data da destinarsi, abbandonò l'aula. A questo punto i nove consiglieri (poi dimissionari), convinti della regolarità della riunione vista l’assenza di particolari condizioni che giustificassero un rinvio, andarono avanti garantendo il numero legale. Da parte sua anche il segretario comunale Arcidiacono disse che «al consiglio si convocano diciassette consiglieri» e quindi non sarebbe stato necessario convocare la Errante. Pertanto i consiglieri Mandalari Vincenzo, Crupi Vincenzo, Rodà Roberto, Zirillo Antonino, Petrulli Antonino, Stilo Antonio,Zavettieri Pierpaolo, Licordari Carmelo e Panzera Giuseppe, dopoa ver occupato l'aula “Pietro Timpano”, portarono avanti i lavori del civico consesso. Sucessivamente, non si è mai parlato della validità del consiglio ma si è detto, piuttosto, che il consigliere Panzera veniva automaticamente reintegrato considerando valide a tutti gli effetti le successive dimissioni. Insomma, tanta carne al fuoco che ha consentito al prefetto Varratta di notificare lo scioglimento del consiglio, inviando la relazione al ministero degli Interni che giungerà alla firma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo decreterà, oltre la presenza del commissario prefettizio, l'anticipo alle urne nella primavera 2012. L'amministrazione Squillaci era in carica dal 15 aprile 2008. IL CASO A BOVA MARINA «Fotovoltaico, c’è un incarico sospetto» Crupi all’attacco: «Esiste una short list di 135 esperti ma il Comune si affida a un ingegnere di Crotone» BOVA MARINA - Nonostante lo scioglimento anticipato del consiglio comunale, continuano gli attacchi da parte dell'opposizione alla squadra amministrativa guidata, fino a ieri, dal sindaco Squillaci. Sotto la lente d'ingrandimento, questa volta, finisce l'incarico assegnato ad un ingegnere “gestionale” per realizzazione di un impianto fotovoltaico presso i locali della scuola media. La questione è stata sollevata dall'ormai ex consigliere comunale, Vincenzo Crupi, che chiarisce i tratti della vicenda. «L’amministrazione comunale - dice non si smentisce e continua a conferire incarichi, violando in modo palese la legge, senza rispettare i principi di concorrenza, parità di trattamento, trasparenza e, rotazione». In particolare, secondo l'ex consigliere comunale «con determina numero 232 del 6 ottobre scorso del settore Lavori pubblici, è stato conferito all'ingegner Nino Clara, da Crotone, un incarico di collaborazione alla progettazione-Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza per l'adeguamento del progetto esecutivo relativo alla realizzazione di un impianto solare fotovoltaico nella scuola media». «Le perplessità - prosegue Crupi - in merito a tale affidamento sono molte. Innanzitutto, il comune di Bova Marina si è dotato di un elenco di professionisti, dove risultano iscritti ben 135 professionisti, tra ingegneri, architetti, geometri e geologi. In tale elenco non compare il nominativo dell'ingegner Nino Clara». A questopunto, VincenzoCrupi, trail serio ed il faceto, si chiede «in base a quale criterio l'amministrazione ha individuato il su indicato ingegnere e, considerato, che fino ad oggi, non è intercorso alcun rapporto tra il Comune ed il citato professionista, come hanno fatto gli amministratori a contattarlo al fine di acquisire la sua disponibilità all'espletamento dell'incarico? Si tratta di un caso di conoscenza personale, si è tirato a sorte tra tutti gli ingegneri della Calabria o forse il nominativo in questione è uscito dall'uovo di Pasqua, anche se fuori stagione? E' possibile che tra i tanti ingegneri ed architetti inseriti nel predetto elenco non vi era nessuno in grado di progettare in materia di impianti fotovoltaici? Non èpossibile visto che nelsuddetto elenco risultano ingegneri con le necessarie competenze». Il sindaco Squillaci E’ ancora alta l’attenzione dei sindacati sul “Tiberio Evoli” La Uil all’attacco dell’Asp di Reggio «Mortificato l’ospedale di Melito» Riunione a Palizzi Il consiglio comunale cerca la “casa” ai carabinieri di MARIATERESA ORLANDO di GRAZIELLA GIORDANO MELITO - Ospedale “Tiberio Evoli”, l'attenzione continua a restare massima. In attesa dell'approvazione del nuovo atto aziendale, la Uil Fpl del presidio ospedaliero di Melito, prende atto ancora una volta che «si è voluto impoverire, mortificare e disarticolare un presidio ospedaliero posto in un'area difficile che, nonostante tutto, è sempre riuscito a dare risposte sanitarie pregevoli». «Questa organizzazione sindacale - si legge in una nota - pur nel rispetto delle esigenze sanitarie di tutti i cittadini calabresi, non può esimersi dal ribadire che all'ospedale di Melito vengono ingiustamente soppressi i servizi di anatomia patologica, cardiologia, centro trasfusionale, ecografia, farmacia, oculistica, odontostomatologia, Orl, urologia, oncologia, gastroenterologia, postazione del 118, allergologia e la dermatologia, quest'ultima riconosciuta come centro d'eccellenza per la cura della psoriasi». Le forze sindacali, dunque, continuano a non abbassare la guardia, ribadendo puntualmente l'importanza di una serie di servizi, richiesti giornalmente da un ampio bacino d'utenza. Pertanto, «in che modo s'intende garantire l'assistenza sanitaria?», s'interrogano i sindacati di categoria. E ancora: «Come si può garantire l'assistenza ai malati se si chiudono servizicosì vitaliperil territorio,considerando che tale soppressione non porta alcun risparmio all'Azienda?». Una serie di interrogativi che le organizzazioni sindacali vogliono, ancora una volta, porre all'attenzione dei ver- PALIZZI - Il presidente del consiglio comunale di Palizzi Sebastiano Rodà ha convocato la riunione dell’assemblea cittadina, presso i locali della biblioteca comunale, per lunedì prossimo, a partire daalle ore 18.00, in sessione ordinaria di prima convocazione e, in mancanza di numero legale, per mercoledì sempre allo stesso orario. Diversi i punti posti all’ ordine del giorno con in testa il tema della Caserma dei Carabinieri di Palizzi Marina recentemente “sfrattata”. Si discuterà, quindi, e si prenderanno i dovuti provvedimenti per l'individuazione di un nuovo locale che possa ospitare le attività degli uomini dell’arma. Così, dopo la lettura e l’approvazione dei verbali della seduta precedente, i consiglieri si troveranno a ragionare sull’accettazione della donazione di un’emeroteca-biblioteca multimediale alla comunità palizzese da parte di Franco Arcidiacono. Seguirà il dibattito e l’eventuale approvazione del regolamento d’impianti sportivi di Palizzi e del regolamento per la disciplina della concessione di beni confiscati alla mafia ai sensi della legge 109 del 1996 facenti parte del patrimonio indisponibile comunale. L’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo tici dell'Asp ribadendo a muso duro «le mille contraddizioni dell’atto». L'attenzione di Uil - Fpl, inoltre, si concentra anche sulla “liquidazione” delle tante strutture complesse che da 13 del passato passeranno ad una (Chirurgia generale). Eppure, alcuni dati parlano chiaro: «Più pesi e più misure». Di questo ne sono certe le organizzazioni sindacali: «Su 94 strutture complesse distribuite nei vari ospedali, a Melito è toccata solo una». Una sorta di contentino, insomma. «Perché il Tiberio Evoli ha subitoquesto iniquotrattamento? Non sarebbe stato più ragionevole in fase di stesura dell'atto aziendale, tenere conto della proposta avanzata dalle organizzazioni sindacali, medi- che e dalla conferenza dei sindaci?», chiede Domenico Scambia (segretario aziendale Uil Fpl). Una serie di “manovre” , dunque, che per nulla convincono la Uil. «Siamo seriamente preoccupati conclude la nota - non solo per la soppressione di importanti servizi ma anche per la minaccia ai tanti posti di lavoro in un periodo di particolare crisi».«Nonsiamo pernullasoddisfatticita il comunicato - e ci chiediamo che senso ha sopprimere servizi e strutture, nel momento in cui l'ospedale di Melito dovrà essere accorpato all'ospedale Riuniti? Al contempo siamo però certi che con tale accorpamento il nostro ospedale sarà in grado di dare ottime risposte terapeutiche». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Grecanica Giovedì 10 novembre 2011 36 Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: [email protected] Cresce l’attesa per l’arrivo della Nazionale di Cesare Prandelli. Lunedì l’abbraccio con i tifosi Rizziconi si colora d’azzurro Iniziativa voluta da Libera e dalla Figc per lanciare la sfida alla ’ndrangheta di ANGELO GIOVINAZZO RIZZICONI - E' iniziato il countdown a Rizziconi per l'arrivo della Nazionale di calcio. Tre giorni ancora per l'appuntamento con il grande evento. Gli Azzurri di Cesare Prandelli sono attesi in città al campetto di zona Acquedotto, dove scenderanno sul tappetino verde per sostenere una partitella in famiglia, in segno di una grande manifestazione di legalità contro le mafie, per dare “Un calcio alla 'ndrangheta”. Sarà una gran bella manifestazione dal forte senso sociale e di promozione civile, che coinvolge principalmente i ragazzi delle scuole cittadine e i giovani delle varie associazioni culturali, sociali e sportive che operano anche al di fuori del territorio. E' un grande evento, di quelli che generalmente lasciano il segno. Una giornata storica. La Nazionale sarà a Rizziconi a quattro passi da casa nostra. Qui in Calabria, e più precisamente nella Piana. Un evento che non capita tutti i giorni viverlo. Gli Azzurri saranno ospitati sul campetto realizzato su un'area confiscata alla mafia, e dal quale si alzerà alto nel cielo un segnale preciso alla Calabria, alla Piana in particolare, che vuole avere un futuro diverso, non più nelle mani della criminalità, lontano dalle situazioni di sottomissioni, di prepotenza. Certo non sarà un grande stadio ad ospitare gli Azzurri, ma un campo piccolo, e questo non importa affatto per la nostra nazionale se ha già accolto la proposta di venire qui, per lanciare un messaggio intriso di legalità. Una grande testimonianza di solidarietà nei con- Cesare Prandelli dirige un allenamento della Nazionale fronti della Calabria tutta. Intanto a Rizziconi la macchina organizzativa va avanti a ritmi piuttosto elevati, per accogliere nel migliore dei modi i nostri Azzurri. Il commissario straordinario del Comune, dottor Fabrizio Gallo, insieme alla Figc e alle autorità locali e a don Pino Demasi di Libera, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli organizzativi della trasferta degli Azzurri a Rizziconi. Intanto la struttura sportiva di zona Acquedotto in questi ultimi giorni è stata sottoposta a interessanti lavori di miglioramento e ammodernamento. Essi hanno riguardato, in particolare, l'asfalto delle vie di accesso all'impianto sportivo, il restyling degli spogliatoi del campo grande che dovrebbero svolgere funzioni di supporto a quelli del cam- petto il cui terreno di gioco ha subito la sostituzione del tappeto verde. Intorno all'impianto di calcetto sono state erette le tribune che accoglieranno i giovani delle varie associazioni, gli alunni delle quinte elementari, gli studenti della scuola media e le autorità istituzionali ed ecclesiali. Da centrocampo i giocatori della Nazionale lanceranno simbolicamente il loro messaggio di legalità ai giovani che rappresentano il futuro per una società migliore, senza più paure, senza più subire alcuna forma di violenza. In sostanza sarà senz'altro un sorriso assolutamente importante che lancia un messaggio contro tematiche devastanti, soprattutto per i giovani che rappresentano lo specchio di una società non certamente sana. Giovanni Nocera è stato raggiunto da un proiettile di pistola alla coscia destra Misterioso ferimento a Rosarno La polizia ha avviato indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti ROSARNO – Misterioso ferimento ieri pomeriggio a Rosarno. Un giovane di 33 anni Giovanni Nocera con precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio è stato accompagnato ieri pomeriggio intorno alle 18 presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Polistena con una ferita di arma da fuoco, verosimilmente una pistola di grosso calibro, che l’ha attinto coscia destra. Sono stati sanitari del nosocomio polistenese ad avvisare del ferimento gli agenti del Commissariato di Polistena i quali dopo aver comunicato quanto saputo ai loro colleghi del Com- missariato di Gioa Tauto si sono recati nella struttura sanitaria per saperne di più. Da quanto sono riusciti a ricostruire dalle poche dichiarazioni rese da Nocera sembra che il giovane, secondo quanto lo stesso ha dichiarato ai poliziotti, mentre camminava a piedi sulla via Nazionale a Rosarno, tra le 17 e 30 e le 17 e 40 di ieri pomeriggio, si è sentito un bruciore alla gamba accorgendosi quindi di essere stato raggiunto da un proiettile esploso da qualcuno per ragioni a lui ignote. Il colpo di pistola che lo ha raggiunto alla coscia ha danneggiato l’arteria fe- morale causandogli una pesante emorragia. Per questa ragione da Polistena è stato immediatamente trasferito presso il reparto di chirurgia vascolare degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove Nocera nella serata di ieri è stato sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico con il quale si è tentato di bloccare l’emorragia ricostruendo l’arteria femorale. La prognosi attualmente è riservata e le sue condizioni vengono giudicate preoccupanti. Gli agenti del Commissariato di Gioia Tauro si sono recati sul posto indicato dal Nocera senza riuscire a rinve- nire però bossoli esplosi. Un particolare questo che potrebbe indicare, che il ferimento possa essere avvenuto in un'altra zona di Rosarno ed in circostanze o contesti forse assolutamente diversi dalla casualità raccontata dalla vittima. Le indagini che vengono effettuate dalla Polizia sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Palmi, Antonio D’Amato. Ovviamente Nocera verrà nuovamente interrogato non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno. mi.al. Proposta del sindaco di Gioia Tauro Bellofiore Nella frazione di Taurianova L’ospedale come presidio d’emergenza e urgenza Vino e tradizioni oggi al via la festa per San Martino di ALESSANDRO TRIPODI GIOIA TAURO - «Equa ripartizionedelservizio sanitarionellaPiana, dando prevalenza all'ospedale di Gioia Tauro come presidio d'emergenza-urgenza». Questa la sintesi del pensiero di Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro, in merito alla ridefinizione della rete ospedaliera nelcomprensorio. I motivi per i quali il nosocomio gioiese deve essere considerato un punto nevralgico assistenziale, per un bacino di 84 mila persone, a detta del primo cittadino, sono tanti. «Innanzitutto - afferma Bellofiore - la struttura del “Giovanni XXIII” è una delle migliori presenti nell'area perché funzionante ed attrezzata, e già questo potrebbe bastare. Ma altrettanto rilevante risulta essere il fatto che Gioia Tauro ha una “polveriera infortunistica”, il porto, che necessita di un presidio d'emergenza il più vicino possibile alla stessa. Oltre 3000 lavoratori, periodicamente, subiscono infortuni più o meno gravi - ribadisce il sindaco - perciò non possiamo permettereche venganopersi minuti preziosi a causa del trasporto in ospedali distanti dallo scalo gioiese». Bellofiore, poi, sposta l'attenzione sul confronto tra l'ospedale di Polistena e quello di Gioia, i quali, possiamo dire, si contendono il ruolo di presidi di primaria importanza nel territorio pianigiano. Secondo Renato Bellofiore, la politica sanitaria regionale, gestita dal commissario ad acta per la sanità, Giuseppe Scopelliti, e quella provinciale, manovrata da Rosanna Squillacioti, commissario dell'Asp 5, con le iniziative di questi ultimi giorni, stanno propendendo verso una valorizzazione del nosocomio di Polistena ed una riduzione funzionale e strutturale del “Giovanni XXIII” di Gioia Una struttura nevralgica per un bacino d’utenza di 84mila persone Tauro. «La struttura di Polistena non è centrale sul territorio rispettoaquella diGioia-sottolinea il sindaco - è obsoleta e inoltre non vi è la certezza che abbia alcuni requisiti di sicurezza, come quello dell'antisismicità». Rinforzare l'ospedale di Polistena e ridimensionare quello di Gioia è una scelta scellerata, secondo Renato Bello- Il sindaco Renato Bellofiore fiore, che vaa discapito deicittadinidi tuttalaPiana.Tale Per quanto riguarda urologia, contrarietà è stata ribadita più nel 2010, in tale reparto, sono stavolte, non solo dal primo cittadino te effettuate 1470 visite, quindi ma anche dall'intera ammini- 1470 cittadini hanno usufruito di strazione comunale. Un schiaffo questo servizio. Dove andranno a alla città del porto, quindi, che finire gli utenti se si chiude urolonon trova giustificazione sotto gia? La struttura di Polistena non nessun aspetto. Quello, ad esem- ha le capacità per accogliere una pio, del risparmio, non ha motivo mole di pazienti così numerosa». di esistere, per Bellofiore, in Bellofiore, nei prossimigiorni inquanto «chiudendo alcuni repar- dirà un apposito Consiglio comuti a Gioia come cardiologia e uro- nale in merito alla questione dellogia, non si raggiunge una reale l'Ospedale cittadino, «ultimo tenriduzione delle spese - dice il sin- tativo istituzionale - ha precisato dopo il quale mi mobiliterò per daco - perché i medici rimangono ugualmente e vanno stipendiati. scendere in piazza a protestare» TAURIANOVA - Oggi, dieci colpi di mortaio annunceranno, ufficialmente, l'inizio dei festeggiamenti in onore di San Martino, il Santo Patrono dell'omonima frazione di Taurianova. Il programma civile, messo a punto dal Comitato feste, si concentrerà nelle giornate di oggi e domani, mentre quello religioso, avviatosi lo scorso primo novembre con l'esposizione della statua del vescovo Santo e il bacio della Reliquia, si concluderà, domani, con la Santa Messa solenne, celebrata dal parroco don Marino Scali, che si terrà alle 9,30 e alla quale seguirà la processione per le vie del paese. Stasera, invece, dalle ore 21,00, a cura della Caritas, si svolgerà la tredicesima “Sagra della Zeppola e del Vino” e a seguire lo spettacolo “A ccu' nci u cunti” di e con Nino Spirlì, Aldo Ferrara e Manuel Ferrarini. Per la giornata di domani, è prevista, alle ore 8,00 l'esibizione, per le vie del paese, del Complesso Bandistico “Cav. Francesco Zappia” Città di Oppido Mamertina, mentre, alle 21,00 avrà luogo il concerto de “I Romantici cover Modà” e, a conclusione dei festeggiamenti, uno spettacolo pirotecnico. fe. le. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Piana Giovedì 10 novembre 2011 Giovedì 10 novembre 2011 Nuovo incontro tra i commercianti e il sindaco Occhiuto che assicura un intervento per i parcheggi Cordoli, la protesta non si placa Traffico bloccato ieri mattina su via Caloprese, striscioni e cartelloni colorati di MATTIA GALLO COME CAMBIA LA VIABILITÀ UNA LUNGA striscia bianco-rossa di delimitazione, tra un capo e l’altro della strada, appesa tra i palazzi. Dietro la striscia, nel mezzo della strada adibita ai veicoli, circa cinquanta persone, tra esercenti e cittadini residenti: in via Caloprese monta la protesta contro l’installazione dei cordoli a sfera e la creazione di una via preferenziale per gli autobus. Sulla stessa striscia di delimitazione, sono appesi diversi cartelli dove, ad esempio, si legge: “Dobbiamo lavorare, no ai cordoli! Stop ai lavori” e “Occhiuto ripensaci”. Le parole di recriminazione sono dirette contro la scelta dell’attuale amministrazione comunale di creare una linea veloce per mezzi di trasporto pubblico che parte dal bar “Occhiuto e Bozzo” ed arriva fino a piazza Matteotti (vedi box). Ma l’idea non è piaciuta ai commercianti e cittadini che fin dall’immediato avvio degli inizi dei lavori, martedì mattina, hanno levato cori di protesta ed hanno incontrato il sindaco Occhiuto con una delegazione. A corollario di questa presa di posizione, su via Caloprese ieri nessuna macchina in circolazione dalle ore 9 fino alle 12, ma decine di persone per strada a manifestare pacificamente. Sono diversi i commercianti, che in maniera unanime spiegano il loro malcontento per il nuovo progetto, che in realtà «è stato già attuato in passato provocando disagi per chi vive nella zona, tanto da dover togliere i cordoli», come viene dichiarato all’unisono. «Via Caloprese è un’arteria importante della città – affermano i cittadini – creare un’ulteriore corsia per i pullman vorrebbe dire intasare il traffico e bloccare tutto. Immaginiamo ad esempio in un orario di punta, nel mezzo della mattinata, cosa voglia dire vedere due pullman che si incrociano proseguendo in senso contrario. Si creerebbe un caos acustico e di traffico per i cittadini, e difficoltà per i commercianti della zona». Presenti ieri le forze dell’ordine a monitorare la protesta pacifica. Fuori dai denti, si sentono espressioni come «per chi lavora, sarà il caso di chiudere bottega, non ci resta che abbassare le serrande e giocare a carte» ma anche «ricordo qualche episodio in passa- Nel progetto anche la Ztl su via Montesanto Corsie preferenziali in tutto il centro città Un momento della protesta to, con i cordoli potrebbe venire meno la sicurezza per i pedoni che attraversano la strada», «La immaginate un’ambulanza che deve passare di fretta o un autobus che trasporta pendolari, passare tra le file di macchine e di autobus?». Ed anche ieri, come era avvenuto martedì, si è svolto presso palazzo dei Bruzi un incontro tra una delegazione di manifestanti ed i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Il sindaco Occhiuto, presente, ha spiegato i termini del progetto per quanto riguarda la linea di percorrenza veloce, ed ha dichiarato che interverrà su una sistemazione dei parcheggi più adeguata per far fronte alle esigenze di commercianti e cittadini. I DISCHETTI gialli che hanno fatto infuriare commercianti e residenti di via Caloprese presto saranno “spalmati”su tutto il centro città. Il progetto delle 3 circolari veloci che partirà entro fine mese prevede corsie preferenziali non solo su via Caloprese, ma anche su viale degli Alimena, corso Umberto, corso Fera fino a piazza Zumbini. L’idea del sindaco è quella di rendere anche visivamente riconoscibile il tracciato della circolare ai cittadini. «Non sono i vecchi cordoli - spiega il presidente dell’Amaco Francesco Cribari - ma calotte in gomma che non creeranno nessuna barriera nè arrecheranno disagi ai pedoni». Alcuni dettagli sono in corso di definizione, comunque, non dovrebbero esserci cordoli su via Montesanto (perché nelle intenzioni del sindaco dovrebbe diventare Zona a traffico limitato), su viale Trieste (per ragioni tecniche, perché poi l’autobus deve pie- gare sulla sinistra), su viale Mancini e via Falcone e Borsellino (perché strade a scorrimento veloce). Ormai definiti anche i percorsi delle tre circolari che riguarderanno il centro città, Castrolibero e il centro storico: Rende, almeno per ora, ha deciso di non aderire. La prima circolare partirà dal Campagnano, all’altezza del bar “Occhiuto e Bozzo”: proseguirà lungo via Panebianco (sul tratto contromano già segnato dai cordoli), arriverà a piazza Europa, imboccherà via Caloprese contromano, raggiungerà piazza Bilotti,poi continuerà su via Alimena e via Montesanto, salirà da viale Trieste per effettuare una fermata (utile per l’ospedale) nello slargo del rifornimento di benzina, scenderà da corso Umberto per arrivare al capolinea dei 2 Fiumi. Il ritorno viaggerà su viale Mancini, via Molinella, via Luigi Maria Greco, piazza Bilotti, corso Fera (ex corso d’Italia) fino a piazza Zumbini, scende a destra all’altezza della sopraelevata e continua su via Falcone e Borsellino, poi via Negroni, via Panebianco fino al bar Occhiuto e Bozzo. La seconda circolare è quella di Andreotta. Da qui il bus, attraversando via degli Stadi, raggiungerà piazza Europa per poi seguire lo stesso percorso della prima circolare. Al ritorno, da piazza Bilotti, la circolare risalirà da via Gramsci (piazza Loreto) per raggiungere piazza Europa e da qui imboccare via degli Stadi. La navetta del centro storico, invece, con partenza dai “2 Fiumi”, percorrerà viale Trieste, girerà dal Comune, imboccherà via Quattromani, salirà su corso Telesio fino a piazza XV marzo, per poi tornare da via Petrarca e Lungocrati, dove verrà invertito il senso di marcia. A questa corsa, si aggiunge la modifica delle linee 22 e 23 che verranno “allungate” da piazza BIlotti a piazza Fera. m. f. f. Tirreno inquinato. Assolverà all’obbligo a Roma. A metà mese Tdl per lui e la Plastina Il dirigente della Smeco ai domiciliari Il gip accoglie la richiesta della difesa. Domenico Albanese lascia il carcere di ROBERTO GRANDINETTI A DOMENICO Albanese, direttore tecnico della Smeco, sono stati alla fine concessi, in merito all'inchiesta aperta dalla Procura di Paola sull'inquinamento del Tirreno cosentino, gli arresti domiciliari. La decisione è stata presa nella tarda mattina di ieri dal gip paolano Giuseppe Battarino, lo stesso che lo scorso 2 novembre, su richiesta del procuratore Bruno Giordano, aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere sia per Albanese, che fu tradotto nel carcere di Paola, che per Gessica Lilia Plastina, reclusa in quello di Castrovillari, e con l'accusa di frode nelle pubbliche forniture e disastro ambientale. Sono stati chiamati in causa per la ma. Nel corso dei ripresunta illecita gespettivi interrogatori stione degli impianti i due si erano difesi, di depurazione delle negando di aver inacque reflue urbane. quinato il Tirreno. La Secondo l'accusa, inPlastina durante il fatti, tra il 2009 e il suo esame annunciò 2010, avrebbero smalpure di essersi appena tito in mare ben due dimessa dalla Smeco, milioni di kg di fanghi precisando di non non trattati, inquiaver avuto alcun ruonando così l'intero lo decisionale. Tirreno cosentino. «La scarcerazione Pochi giorni fa, e a dell'ingegnere Albaseguito dell'interrogatorio di garanzia, il L’avvocato Vincenzo Adamo nese, invocata nel corso dell'interrogatorio gip aveva concesso alla Plastina, difesa dagli avvocati Sa- di garanzia tenutosi il 4 novembre brina Mannarino e Gianfranco Pa- scorso, ci permetterà - ha commenrenti, del foro di Paola, l'obbligo del- tato a caldo il suo avvocato difensola dimora presso il comune di Fu- re, Vincenzo Adamo, del foro di Coscaldo. Ieri la decisione per Albane- senza - di lavorare con maggiore sese, che sconterà i domiciliari a Ro- renità in vista del prossimo appun- tamento, fissato per il 15 novembre davanti il Tribunale del Riesame di Catanzaro. Gli arresti domiciliari concessi dal gip, pur con il parere contrario della Procura, sicuramente favoriscono il lavoro che stiamo svolgendo in questi giorni ed in queste ore per dimostrare che le condotte illecite contestate non sussistono, e che alcun disastro ambientale è stato perpetrato o favorito dagli odierni indagati. Nei prossimi giorni, una volta raccolta e valutata l'imponente documentazione utilizzata dagli inquirenti, sapremo rappresentare le nostre ragioni davanti il giudice del riesame. Al momento - ha concluso Adamo - non ci resta che commentare con soddisfazione l'affievolimento delle esigenze cautelari contestate inizialmente all'ingegnere Albanese». La vittima non cede al ricatto e chiama i carabinieri. Altre due persone in carcere per un “cavallo di ritorno” «I soldi o dico che vai con le prostitute» Arrestato IL CORAGGIO di denunciare. Protagoniste due persone che, nella giornata di ieri e in due distinte vicende, hanno fatto arrestare i loro estortori. Una ha avuto a che fare con un trentottenne che le aveva chiesto 200 euro, minacciandola di rendere pubblico un filmato che la immortalava con una prostituta; l’altra con due malviventi che avevano preteso 1500 euro per restituirle la Fiesta rubata, il classico “cavallo di ritorno”, per intenderci. Invece di cedere al ricatto entrambe le vittime hanno chiamato i carabinieri, che hanno colto i tre in flagranza di reato. Il primo episodio ha visto come vittima un uomo di San Vincenzo La Costa, che è stato avvicinato da un trentottenne di Castrolibero, tal Raffaele Caira. Ebbene, quest’ultimo avrebbe chiesto alla sua vittima 200 euro in contanti, minacciandolo di diffondere un filmato nel quale lo si vedeva intrattenere con una giovane prostituta. Da qui la fissazione di un appuntamento, nei pressi di un albergo di Rende. La vittima ha fatto finta di accettare e ha poi contattato i carabinieri di Rende. E così all’appuntamento l’uomo è andato coi carabinieri in borghese, rimasti a debita distanza a controllare il tutto e pronti a intervenire. La vittima ha eseguito le indicazioni di Caira, mettendo i soldi su di un cassonetto della spazzatura. Poi se ne è andato. A quel punto è entrato in azione l’estortore, che ha preso i soldi. Non ha però fatto neanche un passo che è stato bloccato dai carabinieri del capitano Adolfo Angelosanto e portato direttamente in carcere. Per la cronaca, del filmato del presunto intrattenimento della vittima designata con una prostituta non c’era traccia. Anche il secondo episodio ha visto come protagonisti i carabinieri di Rende, entrati in azione a seguito della segnalazione del proprietario di una Ford Fiesta, al quale erano stati chiesti, appunto, 1500 euro per la restituzione del mezzo Ha prevalso il coraggio di denunciare che gli era stato rubato a Montalto. Da qui la fissazione di un nuovo appuntamento per la consegna del denaro, questa volta a Quattromiglia, nei pressi di un centro commerciale. Anche qui, insieme alla vittima, c’erano i carabinieri in borghese, sbucati dal nulla subito dopo che in due avevano preso i soldi dalla vittima designata. Si tratta di Luigi Dodaro, 39 anni di Montalto, e Giuseppe La Rozza, 47 di San Vincenzo La Costa, ora in carcere. r. gr. Il capitano Angelosanto ha diretto entrambe le operazioni d’arresto E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 20 Cosenza Indaga la Squadra mobile, ipotesi estorsiva. Tre giorni fa era toccato al negozio Charter Undici colpi di pistola al bar Esplosi la scorsa notte contro una vetrata del “New Continental” di ANTONIO MORCAVALLO IL RACKET delle estorsioni ha rialzato la testa. Con messaggi chiaramente intimidatori che lasciano pochi dubbi alle forze dell’ordine. Nel giro di due giorni due attività commerciali cittadine hanno ricevuto le “attenzioni” dei malviventi. A tuonare sono state ancora le pistole. Dopo il negozio di abbigliamento “Charter”, è toccato al bar “New Continental” di via Misasi. Contro una vetrata del bar sono stati esplosi undici colpi di pistola. L’intimidazione è stata scoperta ieri mattina all’alba dai dipendenti in procinto di aprire l’attività. Poco prima delle 6 è così partita la telefonata al 113 con la richiesta di intervento. Sul posto è accorsa una pattuglia della Squadra Volante della Questura, diretta dal vicequestore Pietro Gerace. Gli agenti di Polizia hanno provveduto ai rilievi del caso e a interessare i colleghi della Scientifica. Dalla verifica è emerso che, contro la vetrina laterale del bar, quella che affaccia su via Miceli, sono stati esplosi ben undici colpi di pistola. Gli esperti della Polizia Scientifica hanno provveduto a repertare i frammenti di ogive rinvenute che ora saranno sottoposti a precise verifiche. Non è escluso, almeno da quanto emerso dai primi rilievi, che possano essere state utilizzate due differenti armi per l’atto intimidatorio. Un dubbio che sarà sciolto solo dopo la definizione del calibro, o dei calibri. Sul posto sono intervenuti anche gli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Fabio Ciccimarra. I poliziotti hanno subito avviato le indagini. Sarebbero stati acquisiti dei filmati di telecamere a circuito chiuso e sono stati sentiti i titolari e i dipendenti del bar. Tutte le persone ascoltate dagli investigatori avrebbero negato di aver ricevuto richieste estorsive o minacce di qualsiasi natura. Nessun, per quanto riferito alle forze dell’ordine, si saprebbe spiegare la natura dell’atto. Le indagini sull’episodio, però, puntano sulla pista del racket delle estorsioni. Così come nel caso di Charter. Contro il negozio di abbigliamento, nella notte tra domenica e lunedì, sono stati esplosi due colpi di pistola calibro 9x21. Anche in quel caso nessuna richiesta di pizzo o minacce sono state denunciate alla Polizia. il bar e un particolare della vetrina raggiunta dagli spari Dalle 10 davanti alla Sezione. Il segretario: «Continue violazioni contrattuali» Il Sap in assemblea per la Stradale Il sindacato di polizia manifesterà questa mattina a via Popilia LA SEGRETERIA Provinciale di Cosenza in assemblea permanente. La manifestazione si terrà oggi alle 10 davanti la sede della Sezione di Polizia Stradale di Cosenza sita in Via Popilia, 32. Tale manifestazione, preannunciata nei giorni scorsi, assumerà la veste di assemblea permanente, per testimoniare «tutto il disagio vissuto dai poliziotti in quell’ufficio». «Un disagio che dura da oltre tre anni - sostiene il segretario provinciale del Sindacato Sap, Antonio Giordano - e che vede molti operatori doversi preoccupare non solo dell’incolumità fisica per le attività istituzionali da compiere in un delicato contesto sociale come questo, ma anche di quella amministrativa per le continue violazioni contrattuali che vengono compiute dalla Dirigenza. Troppe disattenzioni verso un Ufficio importante come quello della Polstrada di Cosenza, che meriterebbe ben altre riflessioni, che oggi purtroppo mancano, e che per sollecitarle siamo stati costretti a portare il disagio patito al cospetto dell’opinione pubblica». Per questi motivi oggi il Sap sarà in strada: «Manifesteremo - ag- giunge il segretario - cercando la sensibilità dei cittadini, della politica e delle Istituzioni tutte, nell’auspicio che qualcuno, verifichi “seriamente” tutti gli atti compiuti dalla Dirigenza e tolga dall’imbarazzo e dalle “pressioni” molti onesti e laboriosi operatori di polizia. Una condizione questa che come sindacato non possiamo certamente sopportare e tacere, soprattutto perché condita dalla disparità di trattamento. Disparità che al cospetto degli atti potrà assumere il comportamento antisindacale con un necessario dibattito in altra sede». Alla donna, ritenuta fuori range per l’età (89 anni), sostituita una aorta Anziana rifiutata da altri ospedali viene salvata all’Annunziata ECCEZIONALE intervento di chirurgia vascolare all’Annunziata di Cosenza. Cinque giorni addietro è stata dimessa, in buone condizioni, una paziente di 89 anni ricoverata 10 giorni prima in urgenza, per la rottura di un aneurisma dell’arco dell’aorta toracica, dovuta a uno stato di ipertensione grave. «La signora - spiega l’Azienza Ospedaliera di Cosenza - giudicata inoperabile e rifiutata da altre strutture calabresi, perché fuori dal range terapeutico (89 anni) per un intervento di cardiochirurgia, è stata sottoposta, dall’equipe dei medici della Chirurgia Vascolare, diretta da Francesco Intrieri, ad intervento chirurgico di sostituzione di tutta l’aorta toracica con procedura mini invasiva endovascolare». La paziente è stata trattata in una prima fase per il controllo arterioso, dall’equipe della Cardiologia-UTIC diretta dal dottor Ferdinando Fascetti, e successivamente operata. L’intervento chirurgico è stato effettuato in anestesia loco regionale; mediante i due accessi percutanei sono state introdotte delle sonde che hanno permesso di posizionare due involucri di materiale sintetico (Dacron) con un rivestimento metallico (Nitinolo), per ricoprire tutta l’aorta toracica danneggiata, come una guaina interna, che ha ricostruito di fatto, l’arteria malata, restituendole la piena funzionalità. L’intervento durato circa un’ora, ha L’ospedale dell’Annunziata permesso di evitare una operazione in circolazione extracorporea, proibitiva per le condizioni della paziente. Grande soddisfazione è stata espressa dal Direttore della Unità operatica complessa di Chirurgia Vascolare, Intrieri, che ha dichiarato: «Anche nella Azienda Ospedaliera di Cosenza, come avviene in pochi centri italiani e con grossi volumi di attività, è possibile curare i danni sulle arterie provocati dall’arteriosclerosi, in quasi tutti i distretti, con grande efficacia, evitando il trauma chirurgico. La metodica endovascolare applicata comporta una ridotta sofferenza per il malato e un sensibile calo dei costi e dell’assistenza post operatoria». Il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera, Gangemi, ha sottolineato con orgoglio e soddisfazione come «quello ottenuto sia un risultato straordinario, conseguito grazie alla simbiosi tra equipe di specialisti, in grado di affrontare casi difficili. Una capacità che si è sedimentata nel tempo, grazie all’esperienza maturata dal 2005 ad oggi nel campo della chirurgia complessa, che attualmente permette all’Azienda Ospedaliera di Cosenza di raggiungere traguardi importanti». Auto della polizia stradale Truffa all’Asp di Rende gli indagati di “Ippocrate” scendono a 72 ESCE fuori dall’inchiesta sulle presunte truffe commesse all’interno dell’Asp di Rende il dipendente Giovanni Cozzetto, a suo tempo indagato nel contesto dell’operazione “Ippocrate”. Nella giornata di ieri, infatti, il gip Lucia Angela Marletta, del tribunale di Cosenza, ha emesso un decreto di archiviazione, che ha interessato altri otto indagati. L’avvocato Brunella Granata, del foro di Cosenza, tramite indagini difensive ha dimostrato l’estraneità di Cozzetto tramite una memoria difensiva, con la quale è stato accertato che l’indagato era regolarmente presente, il 9 marzo del 2009, sul posto di lavoro. L’iniziale sospetto era, infatti, che Cozzetto avesse usato in maniera illecita il badge delle presenze. E per questo i pubblici ministeri Giuseppe Cozzolino e Antonio Bruno Tridico avevano chiesto il rinvio a giudizio suo e di altre 81 persone. Da ieri, dunque, a seguito della decisione del gip, che ha archiviato in tutto nove posizioni, gli indagati di “Ippocrate” scendono a 72, con la relativa udienza preliminare che si Il distretto sanitario di Rende svolgerà il prossimo 15 novembre. L'operazione fu eseguita il 22 luglio dello scorso anno, con agenti della Polizia Stradale che notificarono 49 ordinanze di custodia cautelare, tredici delle quali in carcere. Le accuse base sono falso ideologico (per la concessione delle invalidità) e truffa (illecito utilizzo del badge delle presenze) ai danni dell'Azienda sanitaria. r. gr. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 21 Giovedì 10 novembre 2011 Sull’auto ulteriori informazioni sulla morte del calciatore Denis Bergamini Questionario Istat Dipendenti comunali autorizzati La Scientifica di Messina dovrebbe consegnare oggi i risultati a usare il pc I Ris esaminano la Maserati CASTROVILLARI - I carabinieri del Ris di Messina da due giorni starebbero lavorando sulla Maserati Spyder di Denis Bergamini, l'auto del centrocampista del Cosenza morto il 18 novembre 1989 in circostanze ancora non chiarite; ufficialmente: si sarebbe gettato sotto un camion, sulla Statale Jonica, nei pressi di Capo Roseto Spulico. E proprio oggi i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche dovrebbero terminare i rilievi su quella che potrebbe indicare la principale pista investigativa seguita dalla procura di Castrovillari che - lo ricordiamo - grazie alla corposa indagine difensiva prodotta dall'avvocato Eugenio Gallerani (che assiste la famiglia Bergamini) si è decisa a riaprire il caso che con la sentenza della corte d'appello di Catanzaro, nel giugno 199, si era chiuso come un deliberato suicidio messo in atto da un giovane e talentuoso calciatore in ascesa. Dentro quel bolide bianco targato FE-457412, che di recente è stato sequestrato - su disposizione del procuratore capo di Castrovillari Franco Giacomantonio e del sostituto Larissa Catella - insieme alle scarpe, all'orologio e alla catenina che Denis indossava quel maledetto pomeriggio d'autunno, potrebbe trovarsi la traccia di quel traffico di droga che per anni ha rappresentato una pista di indagine solo giornalistica mai battuta invece dagli inquirenti. Una pista che potrebbe spiegare il movente dell'o- micidio volontario - è questo la nuova ipotesi di reato - per il quale il padre Domizio e la sorella Donata hanno sempre chiesto giustizia. Quella Maserati, acquistata nell'agosto del 1989, è stata oggetto di attenzione anche della trasmissione televisiva di Rai Tre “Chi l'ha visto?” che, potendo tranquillamente visionarla perché nelle disponibilità della famiglia Bergamini che l'ha riavuta indietro subito dopo i primi rilievi relativi al vecchio processo, avrebbe scopre alcuni doppi-fondi dove poteva essere nascosta della droga. Bergamini, infatti, spesso si andava in trasferta con la sua macchina e non con il pullman della socie- tà: questo - secondo la pista della droga - avrebbe consentito allo stupefacente di viaggiare “protetto” dalla notorietà del personaggio alla guida. Non è dato sapere se Denis Bergamini fosse a conoscenza di tutto questo o se fosse solo un “mulo” ignaro di quello che stava trasportando, messo lì da persone a lui vicine. Ed è proprio questo che oggi la procura potrebbe voler sapere. Il condizionale è d'obbligo visto che l'ufficio del secondo piano del palazzo di giustizia di Castrovillari si è trincerato dietro un rigido silenzio stampa. Nei prossimi giorni si dovrebbe sapere qualcosa di più. f. mo. Il murales della curva in memoria di Bergamini Lo annuncia la Cgil dopo l’assemblea dei lavoratori degli enti pubblici tenuta a Rende Un incontro con i vertici del Cnr NELLA SEDE dell'ex Cud di Rende si è svolta l'assemblea pubblica dei dipendenti degli Enti Pubblici di Ricerca del territoriodi Cosenzaorganizzatadalla Flc-Cgil, alla presenza del segretario provinciale Pino Assalone e del Responsabile Regionale Comparto Ricerca Raffaele Froio. Si è evidenziato come, alla luce della drammatica crisi in atto e la sua gestione, le politiche del governo nazionale continuano sulla via dei «tagli indiscriminati». «Nemmeno l'Istruzione e la Ricerca vengono risparmiati. E Si prepara anche la piattaforma per i precari per queste ragioni che la FLC-Cgil (Università e Ricerca) «ha promosso assieme ad altri sindacati europei un manifesto comune europeo della ricerca e dell'università tendente a realizzare l'obbiettivo di uno straordinario investimento in Ricerca attraverso cui si potrà avere uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità del lavoro». Si è inoltre parlato della nuova allocazione degli istituti del Cnr del territorio cosentino : ipotesi varie. «A seguito dell'ipotesi di una nuova allocazione degli Istituti ed in conseguenza di tutta una serie di voci, le cui “fonti”non possono essere verificabili nell'immediato, la FLC - si legge nel comunicato - al fine di dissipare ogni equivoco e fare chiarezza su tale vi- cenda, promuoverà un incontro pubblico, nel più breve tempo possibile, alla presenzadel DirettoreGenerale del Cnr e dell'assessore regionale con delega alla Ricerca. In occasione di questo evento si auspica quindi la presenza di tutto il personale del Cnr». Infine il coordinamento Nazionale dei Precari della Flc-Cgil ha elaborato una proposta di piattaforma per il superamento del precariato. Il coordinamento ritiene di avere «una chiara idea di ciò che è necessario per sanare la drammatica situazione che si è venuta a creare e consentire all'Italia di pianificare uno sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo nella cultura della prevenzione del risparmio e dell'innovazione». I DIPENDENTI pubblici possono essere autorizzati all’uso del computer d’ufficio, in orario di lavoro, per compilare ed inviare il questionario del Censimento. A dirlo è il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta. Il Ministro, pur saldo nelle sue note convinzioni sulla necessità di combattere con ogni mezzo fenomeni di scarsa produttività, questa volta ammette l’eccezione alla regola che non permetterebbe di usare il computer dell’ufficio per finalità non attinenti al lavoro. Di mezzo c’è un avvenimento speciale come il 15° Censimento della popolazione e l’opportunità di risparmiare tempo nelle operazioni di raccolta dei dati, per di più evitando qualche disagio aggiuntivo ai cittadini. Il Ministro ha rivolto quindi un esplicito invito in tal senso alle Amministrazioni pubbliche, in nome di una maggiore efficienza e della eccezionalità dell’appuntamento. Rileva, in particolare, Brunetta a proposito della innovazione costituita dall’introduzione delle modalità informatiche nel Censimento 2011: «Il fine è quello di semplificare l’impatto organizzativo sulle amministrazioni pubbliche, in particolare sui Comuni, ampliare l’uso dei dati amministrativi, accrescere la tempestività nella diffusione dei dati definitivi, ridurre il fastidio della compilazione e restituzione del questionario da parte delle famiglie». Aderendo all’invito del Ministro, l’Amministrazione comunale di Cosenza ha autorizzato i propri dipendenti alla compilazione via web del questionario in orario di lavoro e con l’utilizzo del pc e della rete internet dell’ufficio. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 27 Giovedì 10 novembre 2011 Paola. La dirigente del commissariato Raffaella Pugliese ha confermato: «Davano molto fastidio» Arrestati i giovani del branco IL FILM In tre sono ritenuti responsabili dell’aggressione al gestore di un pub Antonio Imbroinise Alessio Chianello Antonio Chianello Il fotogramma dell'aggressione 20 ANNI, è uno dei tre presunti responsabili arrestati ieri dalla Polizia del Commissariato di Paola ANCH'EGLI , di 20 anni, avrebbe partecipato all'azione di violenza portata a termine a tarda ora nei pressi del pub della cittadina 26 ANNI è il più grande dei tre, ben visibile insieme ai complici nel filmato registrato captato da una telecamera. PAOLA - Prezioso il filmato ricavato dalla videocamera di sorveglianza che ha registrato la sequenza dell'accaduto fuori dal locale. di PAOLO VILARDI PAOLA – La vittima, il proprietario di un pub del centro, era stata gettata a terra e presa a calci e pugni da tre individui, come si evince dalle riprese delle telecamere del sistema di videosorveglianza del centro. Una barbara aggressione che aveva generato nuove preoccupazioni tra gli esercenti commerciali del posto e i cittadini, a causa del famigerato branco che aveva ripreso a colpire. Dopo l’esecuzione dell’ordinanza in carcere di ieri, a forma del Gip del Tribunale di Paola Giuseppe Battarino, chi aveva manifestato queste angustie potrà adesso stare più tranquillo. In manette, con l’accusa di lesioni aggravate, sono finiti i tre ragazzi che qualche giorno dopo il fatto dello scorso 23 ottobre erano stati individuati dalla polizia e denunciati all’autorità giudiziaria, grazie a qualche testimonianza ma principalmente alle riprese video. I responsabili dell’aggressione, o presunti tali fino a quando non si pronuncerà il Tribunale, sono Antonio Imbroinise, 20 anni, Alessio Chianello, 20, e Antonio Chianello, 26. L’operazione è stata compiuta da personale del commissariato della polizia di Stato, dirigente Raffaella Pugliese, che ieri mattina ha reso noto i particolari dell’attività svolta nel corso di una conferenza stampa. La lite oggetto dell’inchiesta penale, condotta dal Pm della Procura di Paola, Maria Camodeca, come hanno raccontato gli inquirenti era durata pochi minuti. La disputa si è consumata proprio sotto l’arco di San Francesco della piazza centrale della città. Il gestore del pub, A.S., 32 anni, si stava allontanando dopo aver chiuso il locale. Trascorsa una manciata di secondi ben visibili sono i tre arrestati che lo avvicinavano e gli scaricavano addossi calci e pugni, anche da terra. A cercare di allontanare gli aggressori, si intravede, sempre nelle immagini video, soltanto il gestore di un altro pub della zona, accorso sul posto appena sentite le urla, quando la vittima aveva già rimediato botte ovunque, ma forse scongiurandogli conseguenze ancora più gravi. Poi l’arrivo della volante di Polizia, che relazionava l’accaduto in base a qualche testimonianza raccolta e avviato gli accertamenti del caso. Per la vittima i medici del pronto soccorso prescriveranno una prognosi di 30 giorni a causa della rottura del setto nasale e ferite e contusioni varie. Passava qualche giorno e una volta chiuso il cerchio della celere indagine, a cura della squadra giudiziaria coordinata dall’ispettore capo Giuseppe Sciacca, i tre venivano denunciati in procu- Le riprese nel locale fanno chiarezza Amantea Carenza di agenti di polizia municipale di RINO MUOIO Una immagine della conferenza stampa ra dalla polizia per tentato omicidio, reato che il Pm, esaminati gli atti, derubricherà in lesioni aggravate. “Si tratta di un gruppo – ha commentato nell’incontro con i giornalisti la dirigente Raffaella Pugliese – che ha dato molto fastidio. Pertanto è stata opportuno applicargli una misura cautelare in carcere. I tre hanno desistito dall’aggressione solamente appena hanno appreso della segnalazione al 113”. Due dei tre accusati erano sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma, relativa a reati antecedenti, tra cui la presunta aggressione di notte ad una famiglia della marina di Paola, a luglio del 2010, a cui anche le cronache nazionali diedero molto risalto. PAOLA Smeco, senza stipendio PAOLA - Ancora oggi la situazione dei dipendenti della Smeco non ha trovato soluzione e questi dipendenti continuano a vivere un gravissimo disagio per via del mancato pagamento delle mensilità dovute. Interviene in una nota il Pdl: «Nessun segnale è giunto né da parte della società né da parte del comune per pervenire ad una soluzione. Dal canto nostro pur non potendo svolgere alcuna attività formale o istituzionale essendo forza di minoranza rinnoviamo la nostra vicinanza ai la- voratori e l’invito ai responsabili della Smeco a lavorare insieme per trovare una soluzione alle varie problematiche dando quindi ampia disponibilità a partecipare ad eventuali incontri ove poter fornire il nostro contributo. Auspichiamo che in tempi brevissimi la società adotti tutti gli accorgimenti necessari a risolvere eventuali ostacoli di ordine tecnico-amministrativo e l’amministrazione a svolgere un’opera più efficace rispetto a quanto accaduto sino ad ora». Amantea, decide il vicesindaco Vadacchino di PAOLO OROFINO Il vicesindaco Michele Vadacchino AMANTEA - Fino a Natale sul vicesindaco Michele Vadacchino peserà gran parte del carico amministrativo in città. Poi si vedrà. La notizia dell’infarto che ha colpito l’assessore ai Lavori pubblici Sante Mazzei, sia aggiunge alla notizia nota da tempo, relativa alle condizioni di salute del sindaco Franco Tonnara, alle prese con una grave malattia. Entrambi, primo cittadino e assessore, difficilmente riprenderanno la piena attività politica prima delle feste natalizie. Mazzei dopo l’intervento chirurgico di angio-plastica, perfettamente riuscito, sarà dimesso dall’ospedale di Cosenza, nei prossimi giorni. Verosimilmente, però, sarà “costretto” a prendersi un periodo di riposo, astenendosi dalla passione politica, incompatibile con il relax che si consiglia in questi casi. Tonnara ha già fatto sapere che rientreràsulla scenapolitica dopo Natale, per via di un particolare ciclo di terapia a cui si sta sottoponendo lontano da Amantea. Aumentano per questo le responsabilità dei restanti componenti del giunta, soprattutto quelle del vicesindaco, che praticamente, da qualche settimana, a causa della prolungata assenza di Tonnara, sta facendo il sindaco facente funzioni. E quanto è capitato, lunedì sera, all’assessore Mazzei, sicuramente non lo agevola Vadacchino nel ruolo di reggente dell’amministrazionecomunale. Mailvicesindaco non si scoraggia e si rimbocca le maniche per tener su l’esecutivo. «In questa delicata e imprevista situazione –ha detto Vadacchino, riferendosi ai consiglieri di maggioranza – riprendendo il messaggio del sindaco, bisogna rimanere il più uniti possibile e tutti, ognuno per le proprio competenze,lavorare unpo’ di più, per colmare le assenze di due pilastri dall’amministrazione. Detto ciò devo rassicurare amanteani e camporesi, anzitutto sulle condizionidisalutedi Mazzei,chesièripreso bene dopo l’operazione e che prestissimo ritornerà a casa. Inoltre – ha aggiunto –voglio rassicurare i cittadini sull’attività dell'Amministrazione, che a parte qualche piccolezza, riconducibile ai problemi della quotidianità, sta procedendo con ordine, senza fermarsi sia nell’affrontare le questioni importanti da risolvere e sia nella fase della programmazione del futuro. Stiamo pagando per la crisi finanziaria generale, che ha messo gli enti locali in condizioni di ristrettezza economica. Il che sta condizionando sia l’ordinaria amministrazione, che i progetti futuri. Comunque –ha concluso il vicesindaco –io, Cappelli, Tempo, Carratelli e tutti gli altri consiglieri di maggioranza stiamo facendo del nostro meglio per superare questa fase». Le assenze di Tonnara e Mazzei pesano AMANTEA – La grave carenza di personale costringe il sindaco a disporre che il Comando della Polizia municipale resti aperto al pubblico per soli due giorni alla settimana. La disposizione porta la data dell’8 novembre e la firma anche del comandante ad interim del Corpo, Mario Aloe. Tonnara, dunque, attesta nero su bianco una situazione a limite del blocco. Il numero degliagenti chela relativalegge regionale prevede per una città come quella di Amantea va da 18 a 20 unità; in servizio, allo stato, ce ne sono solo 7, più un comandante ad interim, che tra l’altro riveste il ruolo di responsabile di altre importanti strutture della macchina burocratica comunale. Un numero che ritenere esiguo appare riduttivo. Si pensi che allo stato gli agenti a disposizione non consentono di assicurare neanche la necessaria presenza davanti alle scuole cittadine. Ma sonoi normaliservizid’istituto che sono messi in forse da una deficienza di organico insostenibile. I controlli di Polizia Urbana non possono che risentire da questa condizione, tanto che, in particolare a Campora, il presidio non potrà che essere assicurato solo per alcune ore al giorno. Gli stessi tre mercatini domenicali difficilmente riusciranno ad essere “controllati” con efficacia. Il problema è che non si riesce a comprendere come si potrà uscire dall’imbuto venutosi a creare. La decisione del Consiglio di Stato, circa il ricorso avanzato dagli 11 vigili licenziati, dopo alcuni anni di servizio, prevista per il 28 ottobre scorso è slittata e non si sa quando si arriverà a sentenza. Dalla stessa graduatoria a titoli predisposta prima dell’estate passata, non è possibile attingere per reclutare agenti a tempo determinato perché la situazione di cassa dell’ente non consente spese di nessun tipo. Morale della favola gli agenti in servizio 7 sono e 7 rimarranno, salvo decisioni diversi del massimo organo della giustizia amministrativa. La decisione del sindaco è stata partecipata alla Procura della Repubblica di Paola, al Prefetto di Cosenza e a tutte le forze dell’ordine del territorio. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 33 Paola, Amantea e costa tirrenica Giovedì 10 novembre 2011 19 Giovedì 10 novembre 2011 REDAZIONE: Piazza Serravalle, 9 - 88100 Catanzaro - Tel. 0961.792164 E-mail: [email protected] Sanità Soverato Intesa con l’Ardis per servizi ai medici La sede dell’Ardis a pagina 23 Esonda il Barone Allerta meteo 3 Il torrente Barone a pagina 27 LA REPLICA Mobbing all’Asp? Tre anni fa Corsi di formazione fantasma? La difesa: «Assurdo parlare di fatture false» Commercialisti a giudizio A febbraio il processo per cinque professionisti accusati di truffa di STEFANIA PAPALEO TRUFFA aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ed evasione fiscale: in cinque dovranno risponderne in Tribunale, al processo fissato per il prossimo 27 febbraio. A deciderlo è stato, ieri mattina, il gup, Livio Sabatini, in accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore, Alessia Miele, e ribadita in aula dalla collega Emanuela Costa, nell'ambito di un'inchiesta che ruota intorno alla presunta irregolarità di alcuni corsi di formazione. Sul banco degli imputati figurano commercialisti e consulenti, finiti nel mirino della Procura in qualità di docenti, legati ad alcune società beneficiarie di contributi pubblici da una convenzione di prestazione di opera professionale, rispetto alla quale, tuttavia, secondo l'accusa, avrebbero attestato nel registro delle presenze più ore di quelle effettivamente svolte. Si tratta, nello specifico, di Enrico Dandolo, Maurizio Scerra, Giovanni Gaetano, Antonella De Silvestris e Marco Maretta, nei cui confronti, peraltro, alcuni mesi fa, sulla scia delle indagini portate avanti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, il sostituto procuratore, Alessia Miele, aveva anche ottenuto dal gip, Tiziana Macrì, un provvedimento di sequestro preventivo di beni, compresi quelli nella disponibilità di due società, le “Prometeo scarl”e“Biotech scarl”, per via di contributi di cui le stesse hanno beneficato ricorrendo al D.M. 320/2000 (regolamento concernente la disciplina per l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d'area ed ai patti territoriali), ai contributi relativi ai corsi di formazione professionale realizzati nell'ambito del Por Calabria 2000/2006 e alla legge 488. A scendere in campo contro il teorema accusatorio messo su dalla magistratura sono stati gli avvocati Enzo De Caro (per Dandolo), Aldo Costa (per Scerra), Massimo Gimigliano (per Di Silvestro), Peppe Fonte (per Maretta), Danila Gullì (per Gaetano) e Maria Teresa Camastra (per le società Biotech e Prometeo). Nello specifico, Maretta è accusato di evasione fiscale poiché, nella sua qualità di amministratore della società Mediterranea Cavi Srl, dal 2006 al 2009 si sarebbe avvalso, al fine di evadere le imposte, di una serie di fatture oggettivamente inesistenti, riportando nelle dichiarazioni Il pm Alessia Miele fiscali degli anni 2005, 2006 e 2007 ammortamenti relativi ai beni strumentali di cui alle predette fatture. Accusa rispetto alla quale sia l'indagato che il collega Dattolo ne hanno sostenuto l'assoluta infondatezza, evidenziando che la Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, con una recente sentenza, aveva accolto il ricorso del contribuente ed annullato l'accertamento fiscale posto a base dell'indagine penale, «non per vizi di forma - ha specificato l'avvocato De Caro - ma perché ha ritenuto infondate le contestazione ed anzi precisando che le fatture non erano false e riguardavano opere effettivamente eseguite e prestazioni di servizi effettivamente svolti. Tra l'altro, appena un anno prima la stessa Guardia di Finanza, in seguito ad una domanda di rimborso Iva avanzata dalla società Mediterranea Cavi Srl, aveva effettuato una verifica riscontrando l'effettiva esecuzione dei lavori fatturati». E, se ciò non bastasse, il penalista ha prodotto in giudizio una perizia di stima redatta in data 15.11.2005 dal tecnico di banca in occasione dell'erogazione di un mutuo dalla quale risulta che la società “Mediterranea cavi srl”ha in effetti realizzato un capannone di 3.000 metri quadrati ed un fabbricato destinato ad uffici per 750 Violenza in discoteca, il pm: «Non ci sono prove» Ma i giudici lo condannano a 3 anni e 4 mesi PRIMA l'incontro in discoteca. Poi l'approccio nel parcheggio. Infine, l'incontro ravvicinato nell'auto del ventottenne Vittorio Falvo al quale, ieri sera, quel rapporto occasionale avvenuto una sera d'inverno di quattro anni fa, è costato la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale. «Un rapporto voluto da entrambi», ha fin dall'inizio dichiarato il giovane agli inquirenti. Ai quali, invece, la presunta vittima, all'epoca diciottenne, aveva rac- contato: «Mi ha strappato i pantaloni, preso con la forza, nonostante i miei tentativi di fermarlo, quando ho capito che stava andando troppo in fretta». Una denuncia rimasta senza riscontri, tanto che lo stesso pm d'udienza, al processo di ieri, aveva sollecitato l'assoluzione dell'indagato, non essendo state raccolte prove sufficienti a supportare la tesi accusatoria messa su dalla Procura all'epoca dei fatti e supportata dall'avvocato di parte civile, Giovanni Schinea. Ma, i giudici del Tribunale di Catanzaro (presidente: Antonio Battaglia; a latere: Giovanna Mastroianni e Ilaria Tarantino), sono stati inclementi. E, discostandosi dalle richieste della pubblica accusa, hanno emesso la sentenza di condanna contro la quale, con tutta evidenza, gli avvocati difensori, Saverio Loiero e Wanda Bitonte, già sono pronti a proporre appello, dopo aver letto le motivazioni che saranno depositate entro 90 giorni. b.a. POLITICA Arriva Antonio Di Pietro ITALIA dei valori continua il lavoro di radicamento sul territorio e attende l’arrivo del leader del aprtito, Antonio Di Pietro. Lui Di pietro è atteso nel capoluogo regionale giovedì 17 per una conferenza stampa che dovrebbe avere come oggetto le eventuali elezioni politiche. Questo trapela daambienti vicini al partito ma nessuna conferma sul tema trattato nè tantomeno sulla sede che ospiterà l’incontro con Di Pietro. Leader a parte non si ferma neanche l’attività del coordinamento provinciale di Italia De Valori, in particolare sulle tematiche legate all’ambiente. metri quadrati per cui - secondo il difensore - è assurdo parlare di fatture oggettivamente false come sostenuto dall'accusa. Altro reato contestato a Dandolo, in concorso con Scerra Maurizio, Di Silvestro Antonella e Gaetano Giovanni, è quello di truffa ai danni dell'Unione Europea, dello Stato e della Regione Calabria, per i corsi di formazione professionali realizzati e gestiti dalle società Biotech e Prometeo percependo contributi per i corsi di formazione adducendo costi inesistenti il cui ammontare complessivo è di qualche migliaio di euro. Ma anche in questo caso, secondi i difensori la Procura avrebbe fatto proprio il verbale della Finanza senza svolgere alcuna attività di riscontro che avrebbe smontato l’accusa. Due tesi a confronto, destinate a finire al vaglio dei giudici, chiamati a pronunciarsi sui cinque professionisti. Il leader di Italia dei Valori in città giovedì prossimo per fare il punto «Abbiamo creato un osservatorio permanente sull'ambiente in Calabria e sulle sue emergenze per monitorare in maniera costante dei siti, individuati diconcerto conle nostre realtà territoriali. In particolarea Catanzaroilnostro sito per l'osservatorio è stato individuato su proposta del circolo di Pianopoli come emerso dalla riunione provinciale dei presidenti dei circoli e degli eletti eletti della provincia di Catanzaro, in quello già attivo che si occu- pa della discarica di Pianopoli ed Alli», fa sapere il coordinatore provinciale Enzo Tromba. «Tutte queste aree saranno monitorate - dice Tromba - continuamente dai rappresentanti dell'Idv sul territorio che insieme a tecnici e associazioni ambientaliste confezioneranno dei report che avranno come terminale i nostri rappresentati istituzionali alla Regione Calabria per le competenze che riguardano il livello regionale e il nostro rappresentante istituzionale della Commissione ambiente della Camera dei deputati e il referente politico nazionale, responsabile del dipartimento ambiente, Paolo Brutti. Questo perché Italia dei Valori ritiene fondamentale il discorso ambiente per la Calabria perché esso non serve solo per la qualità della vita nella nostra regione ma assume anche un alto valore economico in quanto la Calabria ha bisogno di riposizionare la sua immagine di regione “pulita” per poter vendere il turismo, i prodotti doc. Per questo Idv chiede tolleranza zero sui problemi ambientali». e.vi. Gerardo Mancuso di GERARDO MANCUSO RELATIVAMENTE alla notizia che è apparsa il 7 novembre sul Quotidiano, circa il mobbing a cui sarebbe stato sottoposto un dipendente dell'Asp, si precisa che il fatto è relativo ad un evento avvenuto circa tre anni fa per il quale il senatore Marino, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, ha già scritto al Direttore generale per conoscere gli avvenimenti e i fatti. Il direttore generale Mancuso aveva già scritto, nello scorso mese di luglio, al presidente Scopelliti e per conoscenza al senatore Marino sullo stato dell'arte della vicenda e in quella circostanza aveva deciso di attivare le procedure concorsuali per la copertura del posto di coordinatore tecnico dell'area di prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro. Pertanto, siccome non è stato indicato il periodo in cui sarebbe avvenuto il fatto, è bene chiarire che le circostanze sono riferite ad un periodo antecedente all'attuale direzione aziendale del dott. prof. Gerardo Mancuso. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Catanzaro Giovedì 10 novembre 2011 34 REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected] Necessario l’esame di altri documenti. Sentiti l’ex assessore Marino e il consigliere Martino Proroga per l’accesso antimafia Altri tre mesi di attività per i commissari che indagano sui tentacoli alla Provincia CRAC GIARA di ANTONIO ANASTASI IL PREFETTO di Crotone, Vincenzo Panico, ha concesso una proroga di tre mesi alla commissione d'accesso antimafia insediatasi nell'agosto scorso alla Provincia. La proroga, secondo quanto è stato possibile apprendere, si è resa necessaria per esaminare la notevole documentazione già finita al vaglio e acquisire ulteriori atti. Intanto, l’attività dei commissari prosegue intensamente. L'altro ieri è stato interrogato l'ex assessore provinciale Gianluca Marino, indagato con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso e dimessosi in seguito al clamore suscitato dall'inchiesta Hydra. Ieri, invece, è stata la volta del consigliere provinciale Raffaele Martino, che fu immortalato insieme all'ex vicepresidente Gianluca Bruno (revocato nel “rimpasto” scattato dopo l'operazione Hydra) mentre festeggiava in un ristorante di Isola Capo Rizzuto l'elezione di Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl (successivamente arrestato), nella circoscrizione Europa. In quella foto c'era anche Franco Pugliese, ritenuto contiguo alla cosca Arena e condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione nel luglio scorso per intestazione fittizia di uno yacht e minaccia per impedire l'esercizio del diritto di voto con l'aggravante del metodo mafioso. La commissione è presieduta dal prefetto Gianfranco Tomao, proveniente dal Ministero, dal tenente colonnello Giovanni Liistro, comandante provinciale del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, e da Antonio Calenda, direttore amministrativo-contabile della Prefettura di Crotone. Entro tre mesi dalla data di proroga la commissione terminerà gli accertamenti e rassegnerà al prefetto le proprie conclusioni. L'accesso antimafia era stato disposto dopo che, nel gennaio scorso, l'assessore provinciale allo Sport Marino, dimessosi pochi giorni dopo dalla carica, era stato indagato nell’ambito dell'inchiesta che portò all'arresto di una decina di presunti affiliati alla cosca Vrenna Ciampà Bonaventura. Marino, secondo l'accusa, avrebbe avuto il sostegno della cosca in cambio di denaro; non fu eletto ma venne poi nominato assessore. Dall'inchiesta è anche emerso che la cosca Vrenna avrebbe attuato brogli elettorali per far votare due volte alcuni candidati. L'indagine, coordinata dal pm Pierpaolo Bruni e condotta dalla Squadra Mobile della Questura, azzoppò il clan Vrenna colpendone le nuove leve. Dalle intercettazioni emerge, in particolare, che Marino avrebbe versato, in un primo tempo, 3000 euro, e che il presunto reggente della cosca, Antonio Vrenna, figlio del boss Pino Vrenna, pentitosi sul finire del 2010, avrebbe chiesto altri 2000, forse 3000 euro per il sostegno al ballottaggio dal quale il candidato alla presidenza La Rattazzi in aula «Ecco come ci rimisi dieci milioni» Pattuglie della Guardia di Finanza davanti alla Provincia della Provincia del centrodestra, Stano Zurlo, uscì vincitore. Zurlo non fu iscritto nel registro degli indagati ma il suo nome compariva nella comunicazione di reato. Su un piano parallelo prosegue l’attività dei commissari che, secondo alcune in- discrezioni filtrate, nelle settimane scorse hanno sentito ex amministratori. Zurlo, come si ricorderà, fece il rimpasto in giunta in seguito al coinvolgimento di Marino nell’indagine e nominò assessori tecnici non senza causare frizioni nella mag- gioranza: l’Udc è ancora sul piede di guerra e chiede due postazioni a prescindere dal fatto che siano in corso delicatissimi accertamenti che potrebbero portare allo scioglimento del consiglio provinciale per infiltrazioni o condizionamenti mafiosi. Il processo per il massacro al campetto Querelle tra 2 presidi Intercettazione shock «Non guarderemo né bambini né donne» Il giudice riaffida la reggenza del Nautico KILLER incuranti della dire che nel Cantorato c'è presenza di bimbi. Si faceva già chi deve dirigere la matriferimento anche a loro in tanza. Io e te quando siamo un'intercettazione ambien- insieme la terra trema e cantale captata in carcere nel- ta la lupara». Nel troncone l'ottobre 2008 nell'ambito del processo per l'associadell'inchiesta che ha fatto zione mafiosa che viaggia luce sulla strage mafiosa al verso la sentenza, lo stesso campetto di Gabella del giu- pm, nella requisitoria, ha rilevato mai si era gno 2009, in cui è trovato di fronte morto un ragaza confessioni zino di 11 anni, con missive auvittima innocentografe di così te spirata dopo grande valore tre mesi di coma. probatorio. Ma Un maresciallo ieri il teste si è dei carabinieri, soffermato anCosimo Minosa, che sulle interinterrogato ieri cettazioni telefodavanti alla Corniche tra gli imte d'assise di Caputati della stratanzaro, lo ha ge che subiscospiegatorispon- Il piccolo Dodò no uno stop prodendo alle domande del pm Salvatore prio nelle ore dell'eccidio. Curcio. Emerge dai colloqui L'allarme lo diede il respontra Francesco, presunto sabile dei campetti alle mandante, il fratello An- 21,55 e sulla stessa cella tedrea, presunto killer, e la lefonica si agganciarono le madre, Caterina Amodeo. conversazioni di Andrea «Non si guarderanno né pic- Tornicchio e Vincenzo Datciuliddri né femmine». L'a- tolo, presunti esecutori mavrebbe detto Francesco ad teriali. Aspetti su cui si sofAndrea. E, purtroppo, morì fermerà il controesame difensivo alla prossima udienun bimbo. Ma il militare ha fatto an- za. In aula, come di consueto, che riferimento alle lettere sequestrate, inviate da era il padre di Dodò, GiovanFrancesco Tornicchio ai fa- ni Gabriele, parte civile, dimiliari. Lettere di questo te- feso dall'avvocato Pino Nanore: «Caro amico Cecè, devi poli. andare da Pierino e gli devi a. a. IL GIUDICE del Lavoro Maddalena Torelli, accogliendo il ricorso della dirigente scolastica Anna Curatola, ha ordinato all'Ufficio scolastico regionale di affidarle la reggenza dell'istituto nautico “Ciliberto” per l'anno scolastico 2011-2012. Terza controinteressata era la dirigente scolastica Antonella Cosentino, rimasta contumace, cui, secondo l’istante, l’incarico era stato affidato illegittimamente. La difesa dell'amministrazione scolastica fondava la sua tesi nella discrezionalità nell'affidamento degli incarichi di funzione dirigenziale,ma ilgiudiceha accolto le conclusioni dell'avvocato Francesco Manica, difensore (e peraltro figlio) della Curatola secondo cui, «essendo l'incarico di reggenza affidatoperun soloannoscolastico ed essendo tale incarico aggiuntivo a quello già ricoperto dall'istante, non si ha la certezza che in futuro quest'ultima potrà avere la possibilità, di grande arricchimento dal punto di vista professionale, di ottenere il bene della vita oggi reclamato». Attualmente lapreside Curatola dirige l'istituto tecnico Donegani; la Cosentino il liceo scientifico Filolao. Il provvedimento è immediatamente esecutivo. a. a. «I BILANCI della Giara LuigiSicilianili facevanelchiuso di una stanza, a Cirò, e li chiudeva al 30 giugno anziché al 31 dicembre. I debiti scomparivano e confluivano in un conto transitorio per riapparire il primo luglio. Un artificio contabile che a me è costato caro: ci ho rimesso un patrimonio di dieci milioni di euro». Parola di Samaritana Rattazzi, figlia di Susanna Agnelli, testimone “eccellente”nel processo a carico del noto imprenditore cirotano e di altre sette persone coinvolte in un crak finanziario valutato dagli inquirenti in 40 milioni di euro. Associazione per delinquere, bancarotta societaria, false comunicazioni sociali e truffa le accuse ipotizzate, a vario titolo, a carico di Siciliani, di due commercialisti e di ex dipendenti di società dichiarate fallite. La vicenda giudiziaria prende le mosse dal crak provocato dalla Giara, l'azienda presieduta dalla stessa Rattazzi e della quale Siciliani era amministratore delegato, che avrebbe dovuto commercializzare in Italia e all'estero prodotti tipici della Calabria. «Mi dimisi su consiglio dei miei avvocati quando mi accorsi che l'esposizione con le banche era tale da non rendere più possibile il salvataggio dell'azienda», ha detto ieri la Rattazzi rispondendo alle domande del pm Luisiana Di Vittorio in qualità di teste assistita, essendo stata indagata nello stesso procedimento anche se la sua posizione fu archiviata. La Rattazzi, incalzata dal pm ma anche dal presidente del Tribunale penale, Bianca Maria Todaro e dal difensore di Siciliani, l'avvocato Roberto Rampioni, ha ripercorso le vicende della Giara, per la cui promozione fondò una società di pubbliche relazioni. «Il mio era un ruolo di rappresentanza all'estero e con le istituzioni. L'ad viveva a Cirò e si occupava di tutto. In 16 anni di Giara la mia firma compariva solo sui bilanci poi rivelatasi falsi». Il capitale sociale, poi, ammontava a 300 milioni di ex lire, «basso per una società che doveva comprare uno stabilimento e acquistare prodotti sul mercato». Ma l'idea imprenditoriale era interessante. «Eravamo presenti nei gruppi della grande distribuzione con i prodotti di Callipo, Amarelli, il fior fiore dell'imprenditoria calabrese. Ho fatto almeno quattro viaggi in Usa e un paio in Giappone e in Europa, essendo peraltro l'unica in Giara a conoscere le lingue. I prodotti erano ben collocati in negozi di grande immagine. Ce n'era anche uno al Lingotto di Torino». La «sorpresa» fu la scoperta dell'esposizione con le banche. Della falsificazione dei bilanci, poi, l'imprenditrice si accorse «a situazione ormai molto deteriorata». Fu allora che la Rattazzi, in una riunione negli uffici romani della Giara, si rivolse a Siciliani chiedendogli: «sei pazzo?». La Rattazzi ha raccontato anche di aver avuto difficoltà nel raccogliere informazioni dalla società di consulenza del Ministero del Tesoro, a cui si rivolse in quanto Sviluppo Italia partecipava a Tradizioni Calabria e Tradizioni italiane. Lesocietà, neglianni trail ’95 e il 2001, avrebbero accumulato, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, perdite per oltre 40 miliardi di vecchie lire. Eppure, stando all'accusa, i bilanci ufficiali non solo nascondevano quelle perdite ma esponevano addirittura utili di esercizio. I bilanci così truccati servivano, secondo gli inquirenti, a ottenere nuove linee di credito dalle banche ma anche da società pubbliche come Sviluppo Italia.La Rattazzi,cheaveva prestato una fidejussione del 50 per cento sui crediti ottenuti, trovò un accordo con le banche e versò dieci milioni di euro per tirarsi fuori dai guai. La transazione, fatta con la Banca popolare di Crotone, risale alla fine del 2004. «Il debito maggiore era con la Bpc», ha ricordato ieri la Rattazzi, che ha aggiunto che «c'erano anche molti altri creditori da ripagare». E ha sottolineato di essersi opposta al «progetto di quotarsi in borsa per evitare il fallimento». «Non ero d'accordo». Se il disegno fosse riuscito, ad avviso degli inquirenti, molti piccoli risparmiatori sarebbero stati truffati come è avvenuto con la Parmalat. L'operazione non andò a segno ma nel frattempo nacquero altre società nelle quali la Giara aveva partecipazioni dirette e indirette. Tutti i capitali che confluirono in quelle società vennero drenati e confluirono nella Giara per poi sparire nel nulla. Ma le banche a questo punto cominciarono a chiedere il rientro dei capitali impiegati. a. a. «Firmavo i bilanci mi accorsi tardi che erano falsi» E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Crotone Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 10 Calabria . Ieri notte una banda di cinque malviventi aveva deciso di scassinare la cassaforte del botteghino del teatro comunale. I militari hanno sventato il colpo Reggio, il “Cilea” salvato dai carabinieri Due reggini e un romano sono stati arrestati in flagranza di reato, gli altri sono scappati e sono ricercati Piero Gaeta REGGIO CALABRIA La cassaforte del teatro comunale “Francesco Cilea” faceva gola a una banda di scassinatori, ma i Carabinieri hanno fatto in modo che il loro desiderio restasse tale sventando, la notte scorsa, un “colpo” nel cuore della città che avrebbe sicuramente destato scalpore. Tre sono state le persone arrestate in flagranza di reato: Antonio Talinucci, 55 anni, romano e già noto per reati contro il patrimonio; Luigi Davide Belgio, 49 anni, reggino, anche lui noto alle forze dell’ordine, e Filippo Foti, 36 anni, reggino, incensurato, titolare esercizio rivendita materiale informatico. Altri due sono ricercati. L’arresto dei tre è maturato dopo un appostamento certosino iniziato nel pomeriggio, quando i militari hanno attivato un servizio di osservazione continuativo nei confronti dei tre soggetti, insospettiti dall’arrivo del Talinucci, che era stato prelevato alla Stazione dagli altri due non appena giunto da Roma. Il gruppo ha trascorso assieme tutto il pomeriggio e ha effettuato una riunione presso il negozio del Foti tenuto sempre sotto controllo a distanza dai Carabinieri. Il gruppo adottava tecniche di elusione al pedinamento fermandosi repentinamente con l’autovettura e facendo sempre diversi giri attorno alla medesima zona. Il Foti, in particolare, ha svolto la funzione di “palo” mettendo a frutto la sua conoscenza dei volti degli appartenenti alle Forze dell’ordine avendo svolto in alcuni casi il servizio di fornitura di apparecchiature informatiche ed elettroniche. In serata, poi sempre costantemente pedinato, il gruppo si è diretto verso il Teatro Cilea, a quell’ora chiuso, e ha presidiato letteralmente ogni angolo e rimanendo in osservazione degli ingressi. I componenti effettuavano diversi passaggi a piedi e in auto per rilevare l’eventuale presenza di forze dell’ordine. I militari hanno dovuto faticare non poco ad evitare tali accorgimenti. Trascorsi pochi minuti dopo l’una, il gruppo, rassicurato dai controlli effettuati, è entrato in azione: il Talinucci e il Foti si sono diretti circa 50 metri più in basso posizionandosi davanti all’ingresso del Comune e continuando a monitorare l’ingresso laterale del Teatro su via Cattolica dei Greci mentre contemporaneamente due soggetti vestiti di scuro facevano ingresso all’interno del Tea- tro. I militari hanno bloccato i due pali, il Foti era dotato di un apparato radio con auricolare da cui ha dato l’allarme ai complici ascoltato in diretta dai carabinieri. L’intervento dei militari è stato immediato ma i malviventi che si trovavano all’interno del Teatro hanno chiuso i portoni e sono riusciti in qualche modo a dileguarsi lasciando nell’ufficio del botteghino in cui è contenuta la cassaforte due borsoni contenenti una fiamma ossidrica del tipo professionale, arnesi da scasso e altre attrezzature utili ai ladri. Il “Cilea” è stato circondato e scandagliato in ogni angolo ma degli ultimi due componenti la banda non è stata trovata traccia. Il Belgio ha abbandonato la sua auto si è reso irreperibile non rientrando presso la propria abitazione. Tuttavia è stato rintracciato alle 8 del mattino mentre girovagava a piedi per le vie del centro ed è stato arrestato. Le indagini dei Carabinieri non sono certamente concluse e sono orientate a individuare i complici che non sono stati ancora identificati. «Un vivo e sentito apprezzamento ai Carabinieri per l’intervento realizzato ieri notte all’interno del teatro “Cilea”». Queste le parole del presidente del consiglio comunale, Sebastiano Vecchio, che, assieme al sindaco Demetrio Arena ha rivolto un plauso all’operato delle Forze dell’Ordine, cui si è aggiunto anche il capo di gabinetto Antonio Barrile. «È sempre apprezzabile – hanno dichiarato Arena e Vecchio – l’opera di controllo del territorio messa in atto con abnegazione e costanza dai tutori dell’ordine pubblico e della sicurezza, il cui ruolo è fondamentale per la garanzia del cittadino. Infonde, altresì, sicurezza sapere che la zona dove insiste Palazzo San Giorgio, così come altri importanti palazzi istituzionali, sia ben monitorata come attesta, appunto, il fermo di coloro che si sono introdotti all’interno della massima struttura culturale cittadina, colti in flagranza di reato, e altri interventi volti a un intensa attività di perlustrazione della zona. Come Amministrazione Comunale – hanno concluso Vecchio e Arena – perciò intendiamo rinnovare il nostro ringraziamento ai Carabinieri, ma anche a tutte le Forze dell’Ordine, che, grazie al loro impegno, continuano a rappresentare un punto di riferimento solido per la comunità riuscendo in attività, non sempre agevoli, indirizzate alla tutela della giustizia, della legalità e della sicurezza». REGGIO Interrogazione della Napoli (Fli) REGGIO I carabinieri l’hanno sorpreso nella zona del porto Il boss sanluchese Sebastiano Pelle catturato dopo 16 anni di latitanza Antonello Lupis ROCCELLA Gli attrezzi sequestrati dai carabinieri nel botteghino del “Cilea” Il boss Sebastiano Pelle, 57 anni, di San Luca, è stato arrestato ieri sera dai Carabinieri dopo 16 anni di latitanza. I militari l’hanno sorpreso nella zona del porto di Reggio Calabria. Era solo, non armato, e non ha opposto resistenza. Da tempo era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno L'arresto è giunto a conclusione di una prolungata attività investigativa dei carabinieri coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Per catturare Pelle i militari del Comando provinciale di Reggio e del Ros avevano costituito uno specifico gruppo di lavoro che ha lavorato ininterrottamente dal 2009 per il raggiungimento del risultato. I particolari dell’operazio- Sebastiano Pelle ne saranno illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e dagli ufficiali dell’Arma. Pelle, inteso “Bastianazzu”, è considerato figura di primo piano dell’omonima cosca sanluchese, nonché nipote del defunto patriarca Antonio Pelle, alias “’Ntoni Gambazza”. Nato a San Luca il 7 agosto del 1954, era ricercato dal 1995 per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di armi e sostanze stupefacenti. L’ormai ex “primula rossa” deve scontare in carcere una condanna a 14 anni. Sempre a carico di Pelle, il 27 dicembre del 2006 erano state diramate le ricerche in campo internazionale per l’eventuale arresto ai fini estradizionali. Sebastiano Pelle è anche imparentato con i Vottari “Frunzu”, clan tradizionalmente alleato dei Pelle e in contrasto da oltre un ventennio con le cosche dei Nirta “Versu” e Strangio “Janchi”. Tutti clan saliti agli onori della cronaca nazionale ed estera per la lunga e sanguinosa faida di San Luca sfociata a Ferragosto del 2007 nella strage di Duisburg, in Germania. PLATÌ Presunte inflitrazioni mafiose nell’amministrazione dell’ex sindaco, dimissionario da otto mesi Accesso agli atti... del Comune commissariato Giuseppe Tumino REGGIO CALABRIA Nel municipio commissariato arriva... la commissione d’accesso agli atti. E il Comune di Platì – tra i più tristementi noti del preaspromonte reggino quale tradizionale roccaforte di solidi potentati di ‘ndrangheta – balza ancora una volta agli onori della cronaca. Ma a rendere il caso curioso è anche il fatto che il destinatario di tale accesso, appunto l’ex sindaco Strangio, dimissionario da ben otto mesi, abbia appreso ieri per puro caso delle “attenzioni” della Prefettura nei suoi confronti, recandosi al Comune, naturalmente da privato cittadino, per consegnare il suo fascicolo del censimento. Con sorpresa che si può facilmente immaginare. Ma andiamo per ordine. Michele Strangio, 55 anni, era stato eletto sindaco nel giugno del 2009 alla testa di una lista civica chiamata non senza un pizzico di ambizione “Platì per l'Europa” con il 69,98% delle preferenze, contro il 30,02% del rivale Rosario Sergi. Una vittoria netta ma non certo un plebiscito, visto che si erano recati alle urne la miseria di 1.481 aventi diritto, appena il 38,12% dell’elettorato. Un dato assai indicativo sul grado di fiducia nell’istituzione democratica in un paese reduce da ben tre anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose. L’amministrazione di Strangio durò esattamente 20 mesi e 25 giorni. Le sue dimissioni, più volte minacciate e ritirate, furono confermate e divennero esecutive nel marzo di quest’anno. Alla base di esse, un «senso di abbandono da parte dello Stato», denunciava Strangio, reso tangibile dal non essere riuscito (lo Stato, appunto) a nominare per il suo municipio neppure un segretario comunale (disposto ad assumere l’incarico, ovviamente). A seguito delle dimissioni del sindaco, seguite da quelle dei consiglieri comunali, il prefetto di Reggio nominò commissario del Comune di Platì il dott. Massi- L’ex sindaco Michele Strangio Il municipio di Platì mo Mariani, viceprefetto vicario di Cosenza, coadiuvato in qualità di subcommissario dal dott. Francesco Campolo. Gestione commissariale, quella guidata dal dott. Mariani tuttora regolarmente in carica. E che, si pensava, avrebbe continuato a “tra- ghettare” Platì verso regolari elezioni la prossima primavera, nel mai sopito auspicio di una più elevata e qualificata partecipazione democratica e civile. Nulla di tutto questo. Sia pur a scoppio clamorosamente ritardato, lo Stato, a suo tempo inva- VIBO VALENTIA Nella notte sottoposto a un intervento al cuore no invocato dallo Strangio, ha finalmente deciso di occuparsi a fondo di Platì, nominando una commissione di accesso allo scopo di verificare eventuali infiltrazioni della ‘ndrangheta negli atti amministrativi prodotti proprio nei 20 mesi e 25 giorni della sua amministrazione. Se l’accesso dovesse dare esito positivo, per il Comune si prospetterebbe un commissariamento-bis, ben diverso da quello attuale, di un paio d’anni almeno di durata, con tanti saluti ad elezioni e democrazia partecipativa. Appresa la notizia, ieri mattina alle 9.30 uno Strangio turbato, amareggiato ma soprattutto stupito ha chiamato la nostra redazione. È bastata una telefonata in Prefettura per la conferma: sì la commissione è al lavoro, da una decina di giorni. È composta dai viceprefetti Eugenia Salvo (Prefettura di Messina) e Pietro Maldonato (Reggio) e dalla dott.ssa Carla Cancellaro. Buon lavoro a loro. E all’ex sindaco Strangio, buona fortuna. CATANZARO Inchiesta Toghe lucane bis L’Arma dovrà pagare Bimbo in fin di vita trasportato i danni al boss Condello? con un aereo militare in Sicilia L’ex pg di Potenza respinge ogni accusa REGGIO CALABRIA. La parlamentare di Fli, Angela Napoli, ha rivolto un’interrogazione al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, relativa alla lettera divulgata dal Ministero dell’Interno, datata 21 dicembre 2009, a firma del firma direttore del Dipartimento della pubblica sicurezza (Ufficio per gli Affari della Polizia amministrativa e sociale), indirizzata al Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri-Sezione anticrimine di Reggio, e avente come oggetto “Risarcimento danni e azione di rivalsa”. «La lettera in questione – afferma la Napoli – chiede di conoscere i dati dei militari che hanno partecipato alla cattura di Pasquale Condello, boss della ’ndrangheta, per l’eventuale CATANZARO. Dieci ore per «rispondere a tutte le domande degli inquirenti e fornire gli opportuni chiarimenti». Dicono poco gli avvocati Nicola Cantafora e Massimo Scuteri al termine dell’interrogatorio-fiume dell’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Toghe Lucane bis” coordinata dalla Procura di Catanzaro. Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del sostituto Simona Rossi, l’ex pg oggi in pensione è detto estraneo ad ogni accusa. Oltre a Tufano, nell’inchiesta sono indagati i sostituti procuratori generali di Potenza Gaetano Bonomi e Modestino Roca, l'ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca, azione di rivalsa per i danni provocati all’abitazione durante la cattura». La parlamentare di Fli, nel precisare che il boss Pasquale Condello «era latitante da ben 20 anni e che la sua cattura è avvenuta grazie alla capacità investigativa delle forze dell’ordine», trova «davvero disarmante che i singoli militari titolari dell’esemplare operazione vengano chiamati a risarcire personalmente i danni causati durante il blitz» e chiede al ministro Maroni «quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di non mortificare ulteriormente le forze dell’ordine e tutti quei militari che con dedizione e sacrificio si impegnano nella cattura dei latitanti e nella pericolosa lotta ai mafiosi». VIBO VALENTIA. Ha soltanto pochi giorni e, da ieri, ha ingaggiato una durissima battaglia contro la morte. Nato all’ospedale civile di Vibo Valentia il 21 ottobre scorso, il piccolo Daniele I. è stato sottoposto, nella notte, a un delicatissimo intervento chirurgico al cuore. Intorno alle 20 di ieri, infatti, a bordo di un aereo militare, attrezzato con un’apposita incubatrice giunta verso le 19 dal Bambin Gesù di Roma, è stato trasportato a Catania e poi all’ospedale San Vincenzo di Taormina dove ad attenderlo c’era un’équipe pronta per operarlo. Ieri sera le condizioni del piccolo Daniele erano gravissime. Nel primo pomeriggio dallo Jazzolino di Vibo è stato portato, con un’ambulanza del 118, all’ospedale di Lamezia Terme dove è giunto in fin di vita, con il battito quasi inesistente. I medici però sono riusciti a riprenderlo. Ricoverato in Neonatologia il piccolo ha trascorso lì il tempo necessario per predisporre il suo viaggio verso la Cardiochirurgia neonatale del San Vincenzo di Taormina. Durante il tragitto il suo cuoricino si era fermato altre due volte, ma in entrambi i casi è stato rianimato. Alla nascita Daniele non aveva presentato alcuna sofferenza. Tornato a casa veniva giornalmente tenuto sotto controllo per un ittero che, però, stava scomparendo. Tutto sembrava procedere bene ma ieri mattina le condizioni del bimbo si sono aggravate. Secondo il racconto dai familiari il piccolo è improvvisamente diventato cianotico per poi impallidire durante la corsa in auto verso l’ospedale di Vibo. Giunto verso le 10,30, dal Pronto soccorso è stato mandato in Pediatria dove, intorno alle 14, uno dei sanitari si è accorto dei problemi cardiaci causati, in base a quanto accertato dai medici di Lamezia da una malformazione cardiaca. In queste ore il pensiero dei giovani genitori di Daniele è rivolto solo al bimbo. Sperano che riesca a farcela, ma un interrogativo da ieri non dà loro pace: «Possibile che nessuno si sia accorto prima della malformazione al cuore di Daniele? In questi giorni è stato visitato più volte, dicevano fosse l’ittero...È possibile questo?».(m.c.) ora in servizio in altra sede, un ex agente del Sisde, Nicola Cervone, ora cancellerie nel Tribunale di Melfi (Potenza), tre ufficiali di polizia giudiziaria, un imprenditore ed un autista della Procura generale del capoluogo lucano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio. Intanto, la prima Commissione del Csm ha convocato per il 29 novembre il sostituto pg Bonomi; l’audizione è stata disposta per verificare se a suo carico vi sia un problema di incompatibilità parentale. «La procedura – ha precisato l’interessato – è iniziata su mia esplicita segnalazione(g.l.r.) Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 34 Cronaca di Reggio . Il sindaco incassa la richiesta di proscioglimento per l’indagine “Terrazzamento” e valuta il caso dell’assessore il cui nome appare nell’inchiesta “Sistema” Arena: Morisani risponderà alla città «Personalmente ho grande fiducia nella Magistratura reggina». Per Bovetto il pm chiede il processo per 15 Tonio Licordari Una spina e una rosa per il sindaco Demetrio Arena. Il primo caso (la spina) si riferisce all’“operazione Sistema” della Dda che ha portato all’arresto dei presunti componenti del clan Crucitti, il cui presunto capo, Santo Crucitti, secondo gli inquirenti, aveva il controllo delle frazioni di Condera e Pietrastorta (il servizio di Piero Gaeta a pagina 39). La rosa si riferisce alla notizia delle richiesta di archiviazione da parte del pm Sara Ombra nei confronti dello stesso sindaco per l’indagine “Terrazzamento” che si riferisce alla discarica abusiva di Bovetto. Arena era indagato, nella sua qualità di amministratore unico dell’Atam, assieme ad altri quindici imputati. L’indagine era stata resa pubblica ai primi di febbraio quando Arena era stato già indicato dal Pdl quale candidato a sindaco per il centrodestra. Ci furono anche, come la cronaca dell’epoca testimonia, sporadici tentativi di speculazione politica da parte di qualche esponente della minoranza che manifestava qualche perplessità sulla candidatura di Arena che però «Su Morisani il pm parla di posizione che è penalmente del tutto irrilevante» non ha mai avuto dubbi. «Dimostrerò la mia completa estraneità», aveva detto. E adesso i fatti gli hanno dato ragione. Sul primo caso, quello relativo all’“inchiesta Sistema” il sindaco è ovviamente al di fuori, ma le carte metterebbero in cattiva luce l’assessore ai Lavori pubblici Pasquale Morisani che nelle elezioni amministrative del 2007 avrebbe avuto, come si rileva dalle intercettazioni, contatti con esponenti del clan Crucitti. C'è da dire che Morisani non risulta neanche indagato perché secondo il Gip, come è scritto nell’ordinanza, «non sono emersi, come correttamente segnala il pm, elementi penalmente rilevanti». Resta da riflettere sulla questione morale. Il sindaco Arena ieri sera ha avuto a Palazzo San Giorgio un lungo colloquio con l’assessore Morisani. Adesso toccherà a quest’ultimo fare il passo politico (è possibile che consegni la delega nelle mani del primo cittadino). Alla nostra domanda si limita a dire: «Sul colloquio chiedete al sindaco. Voglio solo ricordare che a Condera, dove ho tanti parenti e amici, sia nel 2007 che nelle ultime amministrative ho preso circa 50 preferenze». Sull'inchiesta “Terrazzamento”, condotta dal pm Sara Ombra e coordinata dal procuratore aggiunto Ottavio Il sindaco Demetrio Arena e l’assessore Pasquale Morisani in una foto di repertorio Inchiesta “Terrazzamento” L’indagine. Curata dal pm Sara Ombra e coordinata dal procuratore aggiunto ottavio Sferlazza. Secondo le indagini dei carabinieri (in particolare quelli del Noe) imprese edili scaricavano materiale di risulta a Bovetto in un terreno destinato ad un polmone di verde. Gli indagati: Vittorio Bruno Martino, Maurilia Colanino Ziino, Nicola Irto, Pasquale Tripepi, Domenico Malavenda, Giuseppe Schiavone, Francesca Minniti, Giuseppe Laganà, Rosario De Vivo, Domenico Alampi, Giuseppe Nocera, Angelo Toscano, Demetrio Arcudi, Andrea Gattuso, Giovanni Ficara. Per tutti è stato chiesto il rinvio a giudizio. Sferlazza, Arena era stato coinvolto perché i materiali di risulta che riguardano lavori dell’Atam venivano scaricati dai camion della ditta appaltatrice a Bovetto in un’area destinata a diventare un polmone di verde e che invece si era trasformata in una vera e propria discarica. Sono stati i carabinieri (in particolare quelli del Noe) a scoprire questo traffico illecito. Molte imprese, infatti, mandavano i loro mezzi a scaricare materiali di demolizione provenienti da cantieri edili in quel suolo di Bovetto. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per quindici persone, diverse delle quali sono titolari di imprese (i nomi si possono leggere nel riquadro). Il pm Sara Ombra, per quanto riguarda l’Atam, ha deciso di approfondire la questione (ha chiesto la trasmissione degli atti all’Ufficio della Procura). Si attende di valutare la posizione dell’ing. Enzo Filardo, all’epoca direttore generale dell’Azienda del trasporto pubblico. Il sindaco Arena nella serata di ieri ha parlato con “Gazzetta del Sud” dei due casi. Per quanto riguarda la sua richiesta di proscioglimento dall’indagine “Terrazzamento” osserva: «La decisione del pm non va commentata in alcun modo. Anche perché per quanto mi riguarda ho grande rispetto delle istituzioni e in particolare della Magistratura reggina che sta dando dimostrazione di equilibrio e determinazione nella lotta alla criminalità organizzata. Rimane certo la soddisfazione di aver potuto dimostrare che quel provvedimento mi era arrivato in quanto rappresentante «Quanto fango fu allora gettato su di me da giornali nazionali e da politici di sinistra» CASO MORISANI - Partito democratico, Sel, Pdci e Idv sollecitano il primo cittadino ad assumere provvedimenti L’opposizione spinge sul versante della rilevanza politica Pino Toscano «Il sindaco Arena faccia dimettere subito il suo assessore Morisani». La richiesta parte dal Partito democratico con il coordinatore provinciale Girolamo De Maria e fa riferimento ai riflessi politici dell’operazione “Sistema”. «Quello che emerge dalla lettura dell’ordinanza», riflette De Maria, «è uno spaccato particolarmente grave ed inquietante. L’inchiesta mette a nudo minacce e intimidazioni nei confronti di operatori economici cittadini, taglieggiamenti, usura e acquisizioni forzose di attività economiche e commerciali, controllo capillare del territorio», ma anche il peso esercitato dalla ‘ndrangheta sulle competizioni elettorali attraverso rapporti ben coltivati con espo- nenti della politica locale. Particolarmente allarmante è la circostanza riferita al consigliere comunale Domenique Suraci eletto con la lista “Scopelliti Sindaco” che si adopera per far stipulare una convenzione tra la società gestita di fatto dai soggetti finiti agli arresti e i dipendenti di una delle società miste del comune; mentre ancora più grave ed inquietante è quanto emerso circa i tentativi di infiltrazione nell’attività politico-amministrativa cittadina, mediante l’individuazione di candidati di riferimento cui garantire il proprio sostegno elettorale, nell’ottica di poter ottenere in cambio agevolazioni, concretizzatisi nel supporto garantito a beneficio di Pasquale Morisani, candidato alle comunali del 2007 nella lista di centrodestra “Sco- Girolamo De Maria pelliti Sindaco” e attuale Assessore ai Lavori pubblici nella Giunta guidata dal Sindaco Arena. A questo riguardo – esorta De Maria – Arena assuma un’immediata iniziativa nei confronti del suo assessore, pesantemente tira- to in ballo dall’inchiesta, per farlo dimettere affinché, al di là delle mancate responsabilità di natura penale, si impedisca che sulla gestione di un assessorato così delicato possano gravare ombre di qualsiasi natura». Secondo Andrea Di Martino, commissario provinciale di Sel, «si delinea sempre più un quadro di estrema preoccupazione per il comune di Reggio Calabria e la sua penetrabilità da parte delle 'ndrine reggine. Sono mesi – annota – che si susseguono indagini, dichiarazioni di pentiti, deposizioni da cui emerge sempre con maggiore nettezza uno scambio costante e sistematico di consenso tra esponenti politici locali e 'ndrangheta. Ora si apprende che un assessore della giunta Arena, un assessore di non poco conto in Andrea Di Martino quanto delegato ai Lavori pubblici, avrebbe ottenuto sostegno elettorale dalla 'ndrina dei Crucitti nelle elezioni 2007. Pur non essendo indagato egli dovrebbe avere il buon senso di dimettersi. Solo un’ipotesi di tal genere – so- stiene Di Martino – rende politicamente insostenibile la sua permanenza in un assessorato cruciale per gli interessi delle cosche». Anche i Comunisti italiani invitano l’assessore Morisani a dimettersi: «Gli atti dell’indagine», afferma una nota della segreteria provinciale, «evidenziano in maniera chiara e incontrovertibile, basta leggere le intercettazioni, i rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, presunto capo della cosca di Condera e Pietrastorta. Questa contiguità è evidenziata nell’ordinanza del gip, il quale afferma che “Morisani è il candidato di riferimento della cosca Crucitti”. Con siffatte parole, in una città normale un assessore si sarebbe immediatamente dimesso e, se non l’avesse fatto, sarebbe stato revocato dal sindaco. Purtroppo – con- legale dell’Atam. Sono sicuro che nel prosieguo dell’inchiesta anche l’Azienda saprà dimostrare le proprie ragioni». Il primo cittadino riferisce anche dell’indagine “Sistema”, dove appare nelle carte, pur non essendo indagato, l’assessore Morisani. Arena: «Ho avuto modo di colloquiare a lungo con Pasquale Morisani, il quale renderà nota la propria posizione alla città. Purtroppo ieri Morisani, in seguito al maltempo, è stato severamente impegnato nel suo ruolo di assessore ai Lavori pubblici, ma sono certo che oggi darà le giuste risposte». Infine Arena fa una riflessione: «Quanto è accaduto al sottoscritto è lo specchio di quello che succede nel nostro Paese dove lo scontro politico si basa esclusivamente sulla denigrazione dell’avversario che molto spesso assume il ruolo di vero e proprio nemico. Ricordo che ai tempi della campagna elettorale quanto sono finito nel registro degli indagati ho reagito con estrema serenità in quanto sentivo di avere la coscienza pulita e, quindi, non avevo nulla da temere. Eppure fango su di me è stato gettato da esponenti della sinistra e persino da qualche giornale nazionale che adesso, sicuramente, non si curerà di raccontare come il mio coinvolgimento si sia risolto in un bolla di sapone». clude il Pdci – Reggio non è una città normale». Per Antonio Marrapodi, coordinatore provinciale dell’Idv, Arena deve dare un segnale di discontinuità: «È il momento di dare della città di Reggio un’immagine diversa. L’operazione “Sistema” mette insieme molti pezzi di quel puzzle reggino rappresentato da rapporti tra esponenti politici, imprenditori, ‘ndranghetisti e le istituzioni cittadine. Nonostante non sia indagato, risulta fortemente coinvolto l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Morisani, che viene indicato come il prescelto della cosca Crucitti. Lasciamo continuare con fiducia alle forze dell’ordine e alla Dda l’egregio lavoro iniziato, ma altra cosa è la politica che deve fare la sua parte, iniziando naturalmente dal primo cittadino. Chiediamo al sindaco Arena di prendere le distanze da chiunque getti un’ombra di illegalità sulla cosa pubblica e di farlo per tempo, altrimenti sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità politiche». Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO DIURNO Dal 6 al 12 novembre 2011 (8.30-20.00) LABATE - Via G. 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Regia di Tom Hanks, con Tom Hanks, Julia Roberts. - Orario spettacoli: 18.10 20.20 - 22.30. Mercoledì ingresso ridotto euro 5. Lunedì Circolo del cinema “Cesare Zavattini”. 39 Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 Cronaca di Reggio . OPERAZIONE SISTEMA Il giudice Domenico Santoro dovrà valutare le singole posizioni dei presunti appartenenti alla ’ndrina dominante a Condera Gli indagati saranno interrogati oggi dal gip La cosca Crucitti puntava a obiettivi ambiziosi come la grande distribuzione e la Pubblica amministrazione Piero Gaeta Compariranno questa mattina davanti al giudice delle indagini preliminari, Domenico Santoro, gli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta “Sistema” che è stata condotta dai Carabinieri del comando provinciale e coordinata dai magistrati della Procura antimafia. Accompagnati dai propri avvocati di fiducia, l’imprenditore Santo Crucitti e suo nipote Antonio Gennaro Crucitti; i generi del boss Giovani Tegano, Michele Crudo e Carmine Polimeni; e poi Sandrino Amedeo Aurora, Antonio Gennaro Crucitti, Antonino Minniti e Domenico Suraci, avranno finalmente l’opportunità di chiarire al gip la propria posizione spiegando, se lo vorranno, il motivo della condotta che, per il momento, li ha portati dietro le sbarre del carcere. “Sistema” è un’operazione, che ha svelato, oltre ai tradizionali interessi economici perseguita dalla ’ndrangheta con i suoi metodi incivili, anche la preoccupante ambizione della cosca Crucitti di tentare di infiltrarsi nei gangli della Pubblica Amministrazione puntando a inserire un loro referente nelle stanze di Palazzo San Giorgio. Dalle indagini che hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Santoro, è emerso un quadro decisamente poco rassicurante soprattutto in relazione «all’appoggio garantito nelle consultazioni comunali del 2007, da Santo Crucitti e dai propri accoliti a sostegno di Pasquale Morisani», oggi assessore comunale ai Lavori pubblici. Il gip nell’ordinanza mette in Nella notte nella centrale piazza Orange Bruciata l’automobile della moglie del dirigente della Pg I carabinieri del comando provinciale hanno eseguito gli arresti all’alba di martedì risalto il contenuto di una conversazione registrata all’interno dell’ufficio di Crucitti che non lascia molti dubbi. All’interno dell’ufficio, unitamente a Santo Crucitti, veniva registrata la presenza di Pasquale Morisani e di altri personaggi che nel corso dell’intercettazione si sono rilevati vicini a Crucitti – quali l’imprenditore Sergio Quattrone e Francesco Scaramozzino – nei cui confronti Crucitti interveniva in modo esplicito affinché facessero confluire voti a beneficio del Morisani. Inequivocabile era la richiesta che il Crucitti rivolgeva sia a Sergio Quattrone: «(…) quanto riesci a dargliene voti? quanti gliene dai? (…)» , sia allo Scaramozzino che, peraltro, manifestava tutta la propria disponibilità replicando: «(…) io la campagna per Pasquale Morisani, non perché è presente, gliela sto facendo io, io so come fare(…)». Numerosi – scrive il gip – sono comunque i passaggi della conversazione in questione da cui emerge l’impegno del Crucitti a sostegno dell’elezione di Morisani, come quello in cui sempre il Crucitti riferiva: «(…) oggi ho parlato pure con Totò, però ce ne dà due soli (…)… allora te ne devono uscire quattro cartellini e sono due di Totò e in quello di Totò c’è pure suo cugino e quindi giustamente dei tuoi (si accavallano le voci e l’audio risulta incomprensibile) e un ragazzo non mi ricordo come si chiama …incomprensibile...cioè è inutile che le persone gli ho detto Totò quindi sono due questi qua, poi alla Croce Valanidi ne ha? E due ne escono alla Croce Valanidi …incomprensibile... Totò e suo fratello, però me ne danno due perché anche loro giustamente hanno tremila impegni (…)». Ed ancora Crucitti prosegue: «(…)segnati Meduri pure, …inc…qua avevo dieci voti sicuri, ogni volta io,le persone che da vent’anni che lavorano con me…sono impegnati, (incomprensibile) oh fighioli mei, segnati Meduri, tu quanto gliene dai Massimo? (…)». Ci avevano provato la notte prima ma il tentativo aveva ottenuto il risultato di incendiare soltanto uno pneumatico dell’automobile. Ieri notte, invece, nella centralissima piazza Orange, un altro incendio appiccato dai soliti ignoti ha completamente distrutto l’automobile della moglie del primo dirigente della Procura generale di Reggio Calabria, Sandro Maria Velardi. Un uomo molto noto e impegnato in città. La moglie del funzionario, invece, è una psicologa che soprattutto si occupa di dare assistenza a tossicodipendenti. Sull’inquietante episodio stanno indagando i carabinieri della compagnia cittadina. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso solidarietà al primo dirigente della Procura generale di Reggio Calabria Sandro Maria Velardi. «Il dottore Velardi – afferma in una nota il governatore Scopelliti – si è sempre contraddistinto per la sua attività puntuale e inflessibile, sempre in prima linea in favore dell’amministrazione della Giustizia e la sua trasparenza lo rende automaticamente un nemico della cri- L’auto è bruciata in piazza Orange minalità». «Condanno con fermezza questi vili atti intimidatori che non possono condizionare chi dedica la propria vita in favore della legalità. Esprimo, quindi, sincera solidarietà al dottor Sandro Maria Velardi – ha concluso il Governatore Scopelliti – confermandogli la vicinanza delle istituzioni e certo che magistratura e forze dell’ordine faranno piena luce sull'accaduto». Solidarietà al primo dirigente della Procura Generale è giunta anche dal partito di Italia dei valori e da tante associazioni presenti sul territorio che si spendono in difesa della legalità.(p.g.) 40 Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud Reggio Tirrenica . VILLA S. G. Stamane a Roma la conferenza dei servizi tra tutti i soggetti interessati CARDETO Ancora nessuna notizia di Diego Nel pomeriggio convegno dell’Idv con il capogruppo Massimo Donadi Fortugno Ponte, via all’iter di pubblica utilità Proprietari di fatto “espropriati” Giusy Caminiti VILLA SAN GIOVANNI Oggi sarà ancora una giornata dedicata al Ponte: stamattina a Roma la conferenza dei servizi tra tutti i soggetti interessati finalizzata ad avviare l’iter per la dichiarazione di pubblica utilità; mentre a Villa, nel pomeriggio, iniziativa dell’Italia dei Valori dal titolo “Governo giù dal Ponte”. La storia si ripete! Già il 19 ottobre scorso, mentre la commissione europea cassava il Ponte sullo Stretto dalle opere prioritarie, la città riceveva la delegazione svedese interessata allo studio delle tecniche di costruzione del manufatto, auspicando interesse straniero all’investimento nella realizzazione. Di “acqua sotto il Ponte” ne è davvero passata in poco più di venti giorni, con l’approvazione da parte del Parlamento della mozione dell’Idv che, tra mille interpretazioni contrastanti, una cosa la prevede senza tema di smentita: vengono meno, per il 2012, 470 milioni di euro che lo Stato avrebbe dovuto investire nell’aumento di capitale della società Stretto di Messina SpA. Ma, come era stato preannunciato, si va avanti lo stesso e in questo senso la convocazione per oggi della conferenza dei servizi, in cui si confronteranno tutti i soggetti interessati alla realizzazione dell’opera: i Comuni, le Province, le due Regioni ma anche gli enti cosiddetti interferenti. Un confronto a tutto campo il cui atto finale sarà un documento invito al ministero delle Infrastrutture affinché istrui- Il Ponte resterà solo un modello? Intanto parte l’iter per le dichiarazioni di pubblica utilità sca la pratica che consentirà di presentare il progetto definitivo approvato dal consiglio di amministrazione della Stretto di Messina al Cipe per l’ultima approvazione. Dopo di questo ci sarà il via alla dichiarazione di pubblica utilità e, conseguentemente, all’avvio delle procedure di esproprio. Tutti gli occhi sono puntati, adesso, sulle amministrazioni locali. Davvero i Comuni e gli Enti territoriali sovraordinati daranno l’ok per la prosecuzione dell’iter che porterà a bloccare i territori comunque, a prescindere poi dall’avvio dei lavori per la costruzione del Ponte? Una volta dichiarata la pubblica utilità di terreni e fabbricati, infatti, chiunque abbia titolo o vanti un diritto reale o obbligatorio su quelle aree sarà privato del potere di disporne, almeno fino allo scadere del termine previsto per legge o fino all’annullamento degli atti dichiarativi della pubblica utilità. Nel pomeriggio, poi, in città, nei saloni del Grand Hotel de la Ville, il dibattito su “Governo giù dal Ponte”, con inizio alle ore 18. All’iniziativa, organizzata dal Gruppo di Italia dei Valori del Consiglio regionale della Calabria, parteciperà il presidente del Gruppo Idv alla Camera dei deputati, onorevole Massimo Donadi. I lavori saranno moderati dal giornalista Romano Pitaro. Il punto di vista dell’altra sponda del Ponte sullo Stretto, «di cui si parla – si legge in una nota – dai tempi dei romani ma con più concretezza dal 1971, quando fu definito d’interesse nazionale», sarà rappresentato dal consigliere provinciale di Messina Maurizio Palermo. Introdurrà i temi della discussione, che avrà come punto di partenza la mozione promossa di recente da Idv sul trasporto pubblico locale ed approvata da Montecitorio con il parere favorevole dell’esecutivo, il consigliere regionale di Idv Giuseppe Giordano. Sono previsti gli interventi del commissario del partito calabrese Enzo Tromba e dei consiglieri regionali Emilio De Masi (capogruppo) e Mimmo Talarico. VILLA Comune capofila dell’Ambito 14 Piano sociale di zona, la giunta si affida a un professionista Maria Ponente CARDETO. Da martedì pome- VILLA SAN GIOVANNI riggio non si hanno notizie di Diego Fortugno, 87 anni (foto), che forze dell’ordine, vigili del fuoco e familiari stanno cercando senza soste. Il pensionato verso le 15 era uscito dicendo alla moglie che intendeva recarsi vicino casa per raccogliere un po’ di castagne; all’imbrunire, non vedendolo rientrare, la donna ha avvertito una dei cinque figli che abita nelle vicinanze che a sua volta ha dato l’allarme alla locale stazione carabinieri che a loro volta hanno interessato anche i vigili del fuoco, che si sono avvalsi nelle ricerche delle unità cinofile giunte da Vibo. Di Diego Fortugno però si son perse le tracce e padre Ernesto Malvi, recatosi a dare supporto morale ai familiari, ipotizza che magari qualcuni possa aver dato un passaggio all’anziano che, quando si è allontanato da casa, nella zona Nord di Cardeto, indossava pantaloni scuri, un maglione chiaro e una giacca blu scuro. Chi fosse in grado di fornire notizie utili è pregato di contattare le forze dell’ordine. A seguito di deliberazione della giunta municipale, sarà conferito ad un professionista esterno, probabilmenteentro la fine di questo mese, l’incarico per la redazione e il coordinamento del Piano sociale di zona e dei relativi programmi in conformità alla legge regionale 23/2003 sulla “Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione”. Villa è tra l’altro tenuta a provvedervi in quanto sede del Distretto socio-sanitario e dunque Comune capofila dell’ambito territoriale sociale che risulta attualmente composto da ben 14 Comuni. Ma proprio le istanze degli altri Enti appartenenti all’Ambito hanno dato ulteriore impulso affinché l’Amministrazione si assumesse il compito di programmare – in relazione ai bisogni della collettività dei Comuni ricadenti nel Piano di zona –, di redigere progetti esecutivi, di avanzare richieste di finanziamento, di coordinare le fasi di attuazione degli stessi. Il professionista che sarà designato, a cui verrà corrisposto per un incarico di durata semestrale il compenso di 12.250 euro, potrà avvalersi per la realizzazione dell’attività anche del supporto degli uffici comunali, così da affrontare in sinergia i problemi sociali del territorio, nella consapevolezza della loro natura complessa, che travalica i confini del singolo Comune, e dovendo realizzare un sistema di ser- vizi e di interventi improntato ai principi di equità e solidarietà. Il Piano sociale di zona è dunque uno strumento significativo di rinnovamento per l’intero Ambito 14, poiché fondamentale: attraverso di esso i Comuni, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, possono designare in maniera coordinata il sistema integrato di interventi e servizi sociali, con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare. Al contempo, attraverso tale strumento, si può rafforzare anche l’Ambito territoriale medesimo, realtà ancora per certi aspetti debole ma che deve essere invero un punto di riferimento importante. I Comuni dell’Ambito, attraverso il Piano di zona, possono infatti dotare il territorio di un’efficace rete di servizi sociali, realizzando strutture importanti, organizzando iniziative significative, sviluppando l’integrazione socio-sanitaria attraverso un dialogo tra i vari “pezzi” del sistema, sia quelli immediatamente legati al sociale sia quelli apparentemente lontani. Redigere il Piano sociale di zona è insomma un passaggio fondamentale con cui l’Amministrazione potrà contribuire a migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso non solo i servizi sociali ma anche l’avviamento di un percorso virtuoso tramite cui creare lavoro, sviluppo dell’economia del territorio nel suo complesso e, soprattutto, “creare comunità”. BAGNARA Siglato un protocollo col Dipartimento di matematica VILLA S. GIOVANNI Grazie agli interventi congiunti della Protezione civile e dell’Anas Convenzione Comune-Università negli uffici ci sarà più informatica Maltempo, allarme su A3 e torrenti rientrato Roberta Macrì BAGNARA Siglata una convenzione per instaurare un rapporto di collaborazione fra il Dipartimento universitario di informatica, matematica, elettronica e trasporti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il Comune. Ieri mattina alla firma del protocollo d’intesa hanno preso parte il primo cittadino Cesare Zappia, insieme al vicesindaco Giuseppe Spoleti ed all’assessore ai Servizi informatici Rocco Cambareri, mentre come rappresentanti dell’Università erano presenti il direttore del Dimet, prof. Antonio Iera, ed il responsabile scientifico della convenzione Giuseppe Araniti. Le nuove norme in ambito universitario offrono la possibilità di instaurare forme di collaborazione tra le Università e gli Enti pubblici e privati al fine di promuovere e facilitare sia lo svolgimento di attività di ricerca e consulenza per conto terzi, sia la sperimentazione di nuove attività didattiche, integrative a quelle universitarie, finalizzate al completamento della formazione accademica e professionale. Questo tipo di rapporto è vantaggioso soprattutto per i Comuni, ai quali è offerta la possibilità di appoggiarsi ad uno staff qualificato di esperti per la stesura di progetti specifici; sarà non soltanto il dipartimento universitario a Antonio Iera Giuseppe Araniti mettere a disposizione strumentazioni e supporti tecnologici necessari, ma tutto il team che intorno a esso gravita. Un passo importante nel settore dell’innovazione scientifico-tecnologica che consentirà al Comune della cittadina tirrenica di promuovere, nello specifico, attività di info-mobilità nel settore dei beni culturali e delle attività produttive. Soddisfatto il primo cittadino Zappia: «La firma della convenzione sancisce una forma di collaborazione continuativa fra Università e Comune che consentirà di sviluppare attività congiunte nell’ottica dell’innovazione e della ricerca, collaborazione nelle varie fasi di eventuali processi di partecipazione a bandi di gara, nazionali ed internazionali, che richiedono specifiche competenze nella progettazione. Inoltre – ha ribadito il sindaco – questa sinergia consentirà di mantenere alto il livello di aggiornamento tecnico-scientifico e, quindi, favorire contatti, collaborazioni e scambi di conoscenze nell’ottica di un rapporto costante tra le parti, che offrirà al nostro Comune una possibilità di crescita attraverso le attività didattiche e formative promosse dall’Università. Ovviamente tutte le attività saranno concordate secondo delle linee guida che fisseremo con i docenti responsabili». VILLA SAN GIOVANNI. Il sistema ha retto: l’allerta sui torrenti ha permesso che la città non subisse gravi danni e forti disagi con il maltempo di ieri, anche se continua in alcuni punti strategici il monitoraggio della Protezione civile comunale, soprattutto lungo i torrenti Zagarella e Bolano. Un lavoro di squadra già dalla mattinata, viste le previsioni meteo: vigili urbani, Protezione civile e Anas, con l’ausilio dei mezzi meccanici delle ditte che stanno realizzando i lavori di ammodernamento sul tracciato autostradale, hanno effettuato un primo intervento sulla strada Villa-Campo. Interventi anche a Cannitello, per problemi agli impianti di sollevamento che la pioggia aveva bloccato. Ma anche sul torrente Zagarella e con un monitoraggio costante del Bolano. Caduta di detriti in autostrada all’altezza dello svincolo di Campo Calabro, senza conseguenze per il traffico. Danni non rilevanti, invece, in carreggiata nord, nei pressi degli accessi dei cantieri alle nuove gallerie di Piale, proprio nel punto in cui il ministro Matteoli martedì ha incontrato il sindaco La Valle. Si è registrato, infatti, uno scivolamento di materiali sulla carreggiata autostradale nord nella corsia di marcia chiusa, usata come area di cantiere. L’Anas, dal canto suo, ha garantito non solo il monitoraggio dell’intera A3, ma anche di tutta la Statale 18, dal torrente Bolano a sud al torrente San Gregorio a nord. Quest’ultimo, infatti, è quello che potrebbe presentare i maggiori problemi in caso di pioggia persistente, prevista per oggi. E intanto ai disagi per il cattivo tempo da inizio settimana prossima si aggiungeranno altri disagi in autostrada: l’Anas ieri ha comunicato che dalle 9 di lunedì alle 22 dell’1 giugno 2012 vi sarà un restringimento della carreggiata nord tra i km 428,700 e 427,300 tra lo svincolo di Santa Trada. «Il provvedimento – scrive l’Anas – si rende necessario per consentire la prosecuzione dei lavori di realizzazione della nuova autostrada nell’area del sesto macrolotto tra gli svincoli di Villa e Scilla. La carreggiata nord sarà parzializzata con la chiusura della sola corsia di marcia. I veicoli in direzione Salerno transiteranno su una sola corsia per circa 1,4 km».(g.c.) Il Vallone San Gregorio VILLA S. GIOVANNI Domani sarà presentato il progetto “Campagna del fiocco giallo” Tutelare i piccoli dagli abusi, la scuola ci prova VILLA SAN GIOVANNI. Sarà pre- sentato domani alle 12 in una conferenza stampa convocata nella scuola elementare centrale il ricco calendario di iniziative che la Commissione pari opportunità presieduta da Maria Grazia Richichi intende realizzare dal 13 al 19 novembre nell’ambito della “Campagna del fiocco giallo: io proteggo i bambini... e tu?” finalizzata alla sensibilizzazione sul tema della tutela dei minori contro ogni forma di abuso e di violenza. All’incontro interverranno, oltre alla presidente Richichi, il sindaco Rocco La Valle, Graziella Trecroci, di- La dirigente Graziella Trecroci rigente scolastico del Circolo didattico, e Giuseppe Donato, assessore ai Servizi sociali. Tutte le iniziative previste si terranno nello stesso Circolo didattico (che per l’intera settimana mette a disposizione il numero 0965/882882 per consulenze gratuite di natura psicologica e legale) dalle 16 alle 20 con appuntamenti quotidiani che si concluderanno con una tavola rotonda dedicata alle famiglie dei bambini. A conclusione della sette giorni, infine con l’incontro del sindaco con i piccoli di Villa. Ogni pomeriggio, grazie alla collaborazione con mol- te associazioni locali, ci sarà uno spazio creativo dedicato ai bambini, a partire da questa domenica con la “Bottega dei talenti” che realizzerà un coinvolgente laboratorio di musica. Lunedì sarà invece la volta dell’associazione ViviVilla che realizzerà un laboratorio di lavorazione della terracotta ed altri materiali. Nei giorni a seguire, mentre nella adiacente piazza Valsesia si “allenerà” la scuola calcio piccoli, nella scuola si alterneranno l’Agesci “Villa San Giovanni”, con divertenti performance, il “Teatro Proskenion” che realizzerà un laboratorio.(m.p.) Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 41 Reggio Tirrenica . ROSARNO Giovanni Nocera, 33 anni, si è presentato all’ospedale di Polistena ferito da un colpo di pistola. Indaga la Polizia PALMI “Maestro”, gli avvocati contestano Agguato in pieno centro. Il proiettile ha intaccato l’arteria femorale. La vittima trasferita ai Riuniti le accuse Gambizzato il nipote di Giuseppe Bellocco Gioacchino Saccà GIOIA TAURO Misterioso ferimento intorno alle diciotto di ieri a Rosarno. Misterioso e inquietante, visto che la vittima è il nipote di Giuseppe Bellocco, 63 anni, considerato dagli inquirenti il capo storico dell’omonima cosca. Giovanni Nocera, giovane commerciante, 33 anni, si è presentato ieri sera al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena colpito da un colpo di arma da fuoco, presumibilmente una pistola automatica di medio calibro, alla coscia destra. Le sue condizioni non sembravano gravi o quanto meno preoccupanti però, dopo le cure del caso, lo stesso è stato trasferito agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria perchè pare che la ferita potesse interessare l’arteria femorale. Nocera ha perso infatti molto sangue e l’emorragia ha spinto i sanitari di turno a decidere il suo trasferimento soprattutto per motivi di sicurezza. Agli agenti di Polizia del locale Commissariato, che lo hanno sentito a lungo dopo il ricovero, Nocera ha riferito che mentre transitava a piedi in via Nazionale a Rosarno, quasi all’altezza dell’edificio che ospitava un tempo il liceo scientifico e quindi in prossimità di un supermermarket - avrebbe avvertito all’improvviso un forte bruciore alla gamba, rendendosi subito conto che dalla stessa perdeva sangue. Secondo la sua versione gli ha prestato i primi soccorsi un automobilista di passaggio, che lo stesso non conosceva, e che si sarebbe offerto di portarlo in ospedale lasciandolo appunto davanti al pronto soccorso del Santa Maria degli Ungheresi. I poliziotti del locale Commissariato sono subito intervenuti dopo l’immediata segnalazione dei sanitari procedendo a raccogliere le sue prime dichiarazioni. Le indagini, che vengono coordinate dal sostituto di turno presso la Procura della Repubblica di Palmi, Antonio D’Amato, vengono condotte dagli agenti del Commissariato di Gioia Tauro. Gli stessi sono soprattutto al lavoro per cercare di vagliare la versione fornita dal ferito e quindi per la ricostruzione della dinamica dell’episodio, per cui già nella serata di ieri è stato effettuato un primo sopralluogo sulla via Nazionale Nord di Rosarno, dove si sarebbe verificato il ferimento, probabilmente per verificare l’eventuale presenza di macchie di sangue. Giovanni Nocera, ha alle spalle una condanna a un anno e nove mesi (pena sospesa e confermata in appello; in quell’occasione è stato difeso dagli avvocati Vittorio Pisani e Francesco Collia) nell’ambito dell’operazione Omnia della Dda di Catanzaro contro la cosca Forastefano di Cassano Ionio. I poliziotti, prendendo in considerazione anche la versione secondo la quale Nocera sarebbe stato accompagnato in ospedale da uno sconosciuto, sono al lavoro anche per verificare questo particolare e quindi per identificare l’automobilista. Quest’ultimo episodio che si è verificato ieri sera è motivo di nuovo allarme a Rosarno dove si registra, purtroppo, una vera e propria escalation della criminalità organizzata. Il giovane ha alle spalle una condanna a un anno e nove mesi nell’ambito del processo Omnia Ivan Pugliese PALMI Via Nazionale a Rosarno, teatro nel tardo pomeriggio di ieri del misterioso ferimento LA POLEMICA Reazione alle esternazioni del primo cittadino di Gioia Tauro Sanità, il sindaco di Polistena attacca Bellofiore Attilio Sergio POLISTENA «Respingiamo il tentativo strisciante del sindaco di Gioia Tauro Bellofiore di colpire l’ospedale di Polistena e con esso la sanità pubblica nella Piana di Gioia Tauro». A scriverlo è il primo cittadino di Polistena Michele Tripodi al quale non sono piaciute le recenti esternazioni del collega di Gioia Tauro. Tripodi ricorda che l’ospedale di Polistena, cifre e numeri alla mano, regge il peso della sanità pubblica di tutto il territorio pianigiano garantendo anche a cittadini di Gioia Tauro il diritto all’assistenza ed alle cure mediche. «Non è accettabile -aggiunge Tripodi – che il sindaco Bellofiore, invece di battersi per un incremento di posti letto su tutti gli ospedali del territorio, proponga, con una logica da manuale Cencelli, la spartizione dei pochi posti-letto esistenti tra Polistena e Gioia Tauro, come se la tutela della salute sia frazio- nabile in nome di altre logiche, lontane anni-luce dal diritto all’assistenza». In questo momento, secondo il sindaco di Polistena, bisognerebbe unire le forze e condurre una battaglia compatti per il ritiro del decreto 106 e la revisione della proposta di atto aziendale, invece di creare fratture tra i sindaci. Tripodi ricorda altresì che il territorio della Piana, nella previsione del decreto 106 a firma di Scopelliti, è fortemente penalizzato con la chiusura di reparti e sottrazione di posti letto, che rimangono ben al di sotto del rapporto 1 ogni 4 abitanti previsto dalla normativa nazionale di settore. L’invito dunque di Michele Tripodi, ai colleghi sindaci ed a Bellofiore, è quello di battersi per il rilancio della sanità pubblica, «contro deviazioni in favore di privati che troppo spesso competono con il pubblico pretendendone lo smantellamento delle strutture». Il sindaco di Polistena chiede il ripristino dei servizi cancellati. GIFFONE Approfondita la figura dell’inventore del pantelegrafo PALMI L’ex del Pd al vertice del nuovo circolo di Italia dei Valori Studio sul “progenitore” del fax Cogliandro presidente di Idv Umberto di Stilo GALATRO Francesco Albanese, esattore delle Imposte dirette e tesoriere degli enti locali a riposo di Giffone, ha espresso la disponibilità di offrire gratuitamente a studenti universitari, eventualmente interessati per le loro tesi di laurea, tutti i documenti che sulla figura e sull’opera dell’abate Giovanni Caselli – inventore del pantelegrafo, progenitore del fax – ha raccolto nel corso degli anni. Tale disponi- bilità l’ha espressa intervenendo telefonicamente alla trasmissione radiofonica “Il geco di città” condotta sulle frequenze di Radio2 dai giornalisti Andrea Baiani e Laura Troìa, i quali oltre a sottolineare positivamente il gesto di Albanese, hanno anche apprezzato l’articolo che lo stesso nel 1997 ha pubblicato sull’abate senese. Nel corso della trasmissione sono state ricostruite le fasi più importanti della vita di Caselli con particolare riferimento alle sue peregrinazioni in Italia e in Francia al- la ricerca di chi potesse aiutarlo nella sperimentazione della sua invenzione. C’è da dire che l’argomento della trasmissione ha interessato molti ascoltatori. Nel corso del programma sono stati intervistati il sindaco di Siena, città che ha dato i natali all’inventore del pantelegrafo, l’ing. Silvestri, vice preside dell’istituto tecnico “G.B. Della Porta” di Napoli in cui è custodito l’originale apparecchio costruito dal Caselli, e il magistrato calabrese della DDA, Giovanni Gratteri. PALMI. Memmo Cogliandro è il nuovo presidente del costituito circolo dell’Italia dei Valori di Palmi. Accanto a lui, a completare l’organigramma direttivo, tesoriere designato è il dirigente storico dell’Idv Nino Bonaccorso e segretario Attilio Palaia. «Quella di aprire un circolo dell’Italia dei Valori a Palmi – si legge nella nota Idv – è stata una scommessa vinta, che inizia a produrre i primi frutti e abbiamo iniziato a “macinare” politica, parlando per strada con la gente per capire quali sono i veri problemi dei nostri concittadini. Avvieremo con tantissimo entusiasmo una serie di iniziative per affrontare nel nostro territorio i problemi legati». L’Italia dei Valori a Palmi si mette subito in gioco, visto che le elezioni amministrative rappresenteranno il primo banco di prova. La nomina di Cogliandro era nell’aria dopo il “divorzio” dal Pd tra le cui fila era stato eletto consigliere comunale nella scorsa consiliatura. L’Idv parte con l’obietti- vo di svolgere «un ruolo importante nello scenario politico palmese e si porrà l’ambizione di incidere in modo significativo sulle future scelte politico-amministrative». Intanto a breve saranno inaugurati altri circoli nella Provincia, in comuni grandi e piccoli, «a testimonianza che il nostro Partito è in piena crescita». È quanto hanno dichiarato i commissari regionali Giuseppe Giordano, Enzo Tromba e il commissario provinciale Antonio Marrapodi. (i.p.) Dopo la “due giorni” completamente dedicata alla requisitoria del pm, Roberto Di Palma, che ha avanzato richieste complessive di condanna nell’ambito del processo “Maestro” per 91 anni di carcere, nella mattinata di ieri è iniziata la girandola di interventi dei collegi difensivi. Ieri è toccato all’avvocato Nino Maio nell’interesse di Adolfo Fracchetti (richiesta di condanna a 5 anni di reclusione) prendere per primo la parola e dare il via alla sua arringa difensiva volta a smontare il castello accusatorio messo in piedi dalla Dda di Reggio Calabria, dimostrando al contempo l’estraneità del suo assistito alle accuse. Un paio d’ore d’intervento appassionato per lasciare poi la parola al collega Stefano Magherini avvocato difensore di Alessandro Giorgi (richiesta di condanna a 13 anni di reclusione). Magherini ha esternato «perplessità sulla condotta delle indagini e sulle richieste. Le mie perplessità sono sorte sin dalla presa di conoscenza del capo d’imputazione del mio assistito». A chiudere la giornata dedicata ai primi interventi delle difese è stato infine l’avvocato Michele Iaria nell’interesse di Francesco Cosoleto (richiesta di condanna a 10 anni di reclusione). Al termine della sua lunga arringa l’avvocato Iaria ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito. Il processo è in corso di svolgimento con il rito ordinario dinanzi al Tribunale Collegiale di Palmi (Concettina Epifanio presidente con a latere Luca Colitta e Cristina Mazzuoccolo). Nelle prossime udienze sono ancora previsti gli interventi degli avvocati delle difese, quindi eventuali repliche del Pm, la camera di consiglio e la lettura del dispositivo di sentenza. Queste le altre richieste: 12 anni di reclusione per Pietro Calipa; 12 anni di reclusione per Angelo Boccardelli; 15 anni di reclusione per Giuseppe Speranza; 10 anni di reclusione per Rossella Speranza; e, infine, 14 anni di reclusione per Antonio Albanese. L’operazione, condotta dal Carabinieri il 22 dicembre del 2009, secondo la Dda di Reggio Calabria ha consentito di ricostruire i nuovi equilibri mafiosi e le trame dei clan attivi nella Piana di Gioia Tauro con particolare attenzione verso il Porto di Gioia Tauro. Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 42 Reggio Tirrenica . PALMI Ieri la sentenza della Corte d’appello di Reggio CINQUEFRONDI Tentata evasione con tre agenti feriti, confermate condanne dei fratelli Zagari Onda Rossa ha varato una rassegna culturale Dieci anni ciascuno ai due ergastolani che provarono a fuggire il 25 novembre del 2009 Piero Gaeta REGGIO CALABRIA Avevano tentato di fuggire dal furgone blindato che li stava trasportando dal carcere di Palmi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria. E avevano tentato di farlo in maniera cruenta sparando agli agenti che li stavano scortando a quell’udienza che doveva svolgersi il 25 novembre 2009. La Corte d’Appello, ieri, ha confermato la condanna a dieci anni di reclusione per i fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari che in primo grado aveva inflitto loro il gup Carlo Sabatini. A poco più di un anno dal sanguinoso tentativo di fuga dall'interno del blindato che li stava trasportando in quel di Reggio Calabria, i fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari sono stati condannati alla pena di 10 anni di reclusione. Il rocambolesco tentativo di fuga dei fratelli Zagari si verificò il 25 novembre del 2009 poco dopo le 8 sull’autostrada A3 nei pressi dello svincolo del Sant'Elia. Pasquale e Giuseppe Zagari, già condannati all’ergastolo, durante il viaggio di traduzione dalla casa circon- dariale di Palmi alla Corte d'Appello di Reggio Calabria, dove dovevano presenziare a un’udienza a loro carico, all’improvviso, dopo che uno dei due fratelli simulò un malore, estrassero due pistole 6,35 e le usarono contro i due agenti, che rimasero feriti in maniera non grave: uno ad un piede, l’altro ad una gamba. Il tentativo fallì per la pronta reazione del personale che, senza fermare il mezzo e senza fare uso delle armi in dotazione, riuscì a immobilizzare i due detenuti, disarmandoli. Gli agenti rimasti feriti nel corso del tentativo di evasione furono il caposcorta Francesco Iacovo, colpito con il calcio di una pistola al setto nasale, l’assistente capo Natalio Fameli, ferito da due proiettili alla coscia sinistra e al polpaccio, l’assistente Salvatore Clarizia colpito ad un polpaccio. All’ergastolo, Pasquale Zagari, che è considerato dagli inquirenti a capo dell'omoniIl giudice Natina Pratticò ha presieduto la Corte d’Appello ma famiglia di 'ndrangheta attiva nel territorio di Taurianova, dovrà aggiungere questi altri 10 anni. Così come dovrà fare anche il fratello Giuseppe, che viene considerato ai vertici della stessa. Pasquale era giunto al vertice della famiglia dopo la morte di Rocco Zagari, ucciso in un salone da barba di Taurianova da un commando composto da tre killer il 2 maggio 91. All'omicidio di Rocco Zagari seguì il tragico "venerdì nero": era il 3 maggio 1991, quando vennero uccisi i fratelli Grimaldi. La vendetta per la morte di Rocco Zagari fu di inaudita ferocia: un sicario, infatti, tagliò la testa a una delle vittime, lanciandola poi in aria per consentire al suo complice un barbaro tiro al volo. Alla scena, avvenuta in una via frequentata del paese, pare che assistettero numerose persone attonite per quanto stava accadendo. All'epoca dei fatti Pasquale Zagari era già detenuto in quanto condannato per altro omicidio. Pasquale e Giuseppe Zagari, oltre al terzo fratello, Carmine, sono stati condannati nel processo che si era occupato delle vicende inerenti alla sanguinosa faida. TAURIANOVA Primo congresso e analisi sulla politica locale “Futuro e libertà” boccia il sindaco Aldo Spanò al timone del movimento Domenico Zito TAURIANOVA Dopo la celebrazione del congresso provinciale svoltosi a Palmi il 16 ottobre scorso, si è ora tenuto il primo congresso cittadino di Futuro e Libertà. I lavori sono stati aperti dall’on. Angela Napoli che oltre ad essere iscritta proprio al circolo di Taurianova, ha presieduto l’assise. La parlamentare ha inteso sottolineare il «delicato momento che sta attraversando l’Italia intera sia a causa della crisi economica, sia a causa della scarsa credibilità del Governo a livello internazionale che con- tribuisce ad aggravare ulteriormente la già precaria e preoccupante situazione». È stata poi la volta di Aldo Spanò, reggente del circolo fin dalla fase di costituzione del partito, che ha incentrato il suo intervento sulla situazione locale, evidenziando «la scarsa incisività dell’azione politico-amministrativa posta in essere dalla compagine che guida Taurianova». Lo stesso poi ha parlato di varie questioni, tra le quali: «Il terribile spettacolo della spazzatura che fino a poco tempo fa ha invaso ogni angolo della cittadina pianigiana; l’inspiegabile ritardo legato all’avvio della rac- Aldo Spanò Il furgone blindato sul quale viaggiavano i due ergastolani durante il tentativo di evasione GIOIA TAURO Importante investimento dell’Authority Piattaforma telematica al porto Alfonso Naso GIOIA TAURO L’Autorità Portuale, guidata dal Presidente Giovanni Grimaldi, ha programmato a partire dal prossimo anno la realizzazione di una piattaforma telematica per la interconnessione veloce degli utenti del porto. La somma corposa prevista per l’opera è di 10 milioni di euro ed è stata inserita negli interventi previsti per l’anno colta differenziata; la pulizia e l’estirpazione delle erbacce; la situazione dell’ospedale “Principessa di Piemonte”; la viabilità; i Pisl; la chiusura dell’ufficio del Giudice di pace; il piano di dimensionamento scolastico, che la Regione dovrà approvare entro il prossimo 31 dicembre e che potrebbe determinare conseguenze negative anche per la città di Taurianova, il problema del dissesto idrogeologico». Dopo la relazione si sono susseguiti i vari interventi degli iscritti al termine dei quali si è deciso di stilare un documento sul problema del dissesto idrogeologico che verrà a breve diffuso. A conclusione dell’articolato dibattito si è passati alla fase della votazione. Vista la presenza di una sola candidatura, il congresso cittadino ha eletto, per acclamazione, alla carica di primo presidente del Circolo Territoriale di Fli lo stesso dott. Aldo Spanò. RIZZICONI Mostra e relazioni di esperti in una interessante manifestazione Il valore nutrizionale e scientifico dei funghi Francesco Inzitari RIZZICONI Successo di critica e di pubblico ha riscosso la prima mostra micologica rizziconese, organizzata dal gruppo Micologico Ambientale e culturale reggino, sede staccata di Rizziconi, in loco rappresentata dai dottori Totò Iaropoli, Alfredo Reitano e S. Cannavò. La manifestazione, tenuta a palazzo San Teodoro, rientrava nell’ambito delle attività programmate dalla stessa associazione, all’atto della sua costituzione ufficiale. I lavori hanno preso l’avvio con il saluto e la presentazione da parte dei referenti Iaropoli e Cannavò, quindi è stata aperta la mostra ai numerosi visitatori i quali si sono cimentati nell’ammirare e fotografare le molte specie di miceti messi in esposizione (circa 150 ) tra cui, due rarissimi funghi trovati dal dott. Cannavò che per la loro rarità ed importanza, sono stati inseriti nell’erbario dell’Associazione Micologica Reggina. Durante l’interessante dibattito, il cui tema verteva su “Aspetti di tipo botanico - tossicologico e nutrizionale dei funghi”, gli esperti non hanno tralasciato di relazionare sulle attività promosse dall’associazione. La presenza numerose delle scolaresche guidate dai loro docenti ha vivacizzato il dibattito avendo gli stessi discenti, con le loro domande, data la possibilità agli esperti di fornire notizie e curiosità attraverso una improvvisata lezione di micologia. I lavori sono stati ripresi nel pomeriggio con gli interventi dei tre relatori. Il dott. Alessandro Crisafulli, ricercatore presso la facoltà di Scienze dell’Ateneo messinese, non ha trascurato di evidenziare «l’importanza che i funghi assumono nella catena biologica», e nella scienza medica in particolare da cui, sempre secondo il rela- tore, è possibile ricavare principi attivi di grande importanza. Il direttore scientifico del Gruppo Micologico reggino, dott. Pietro Rodà, invece, si é intrattenuto con dovizia di particolari, sull'aspetto importante dei funghi e la tossicologia, dando esaurienti spiegazioni sulla composizione chimica e sui principi «presenti in alcuni miceti». Le conclusioni le ha tratte il dott. Giuseppe Sicilia, nella qualità di esperto in Scienze della Nutrizione il quale, ha trattato l’importanza dei funghi " dal punto di vista alimentare e come questi si inseriscono positivamente nella dieta mediterranea. prossimo per migliorare il sistema comunicativo dello scalo. L’obiettivo è quello di realizzare un’infrastruttura di rete che da un lato soddisfi le esigenze di comunicazione (banda larga) dell’Authority e di tutti gli altri operatori, e dall’altro di rendere più competitiva l’area stessa, rendendo disponibile - per nuovi operatori ed eventuali fornitori - servizi avanzati e una struttura adeguata ad alto valore aggiunto. Il finanziamento dell’importante opera è contenuta nel decreto ministeriale numero 28T del 29 gennaio 2008. Con l’introduzione della banda larga nell’area portuale si supererà il gap esistente nel sistema comunicativo, denunciato diverse volte dagli operatori portuali. L’entrata in vigore consentirà all’area di essere alla pari con le altre zone interessate dalla necessità di avere comunicazioni veloci e istantanee per ragioni di mercato. CINQUEFRONDI. I Giovani Comunisti del Kollettivo “Onda Rossa”, dopo aver dato notizia che Giuseppe Manduci è il nuovo coordinatore (subentra a Matteo Galatà) hanno presentato un programma di eventi. Diverse le iniziative: la creazione dei Gas (gruppi di acquisto solidale), la petizione per la riapertura della provinciale Cinquefrondi-Mammola, l’impegno a fianco del gruppo “San Ferdinando in movimento” contro il rigassificatore di Gioia Tauro, la vicinanza alle istanze dei lavoratori del porto, la sensibilità ai bisogni dei migranti. «Vogliamo condividere diversi momenti di socialità – è stato precisato – per fare in modo che il Kollettivo diventi punto di riferimento per l’aggregazione giovanile, attraverso il fermento politico e la produzione solidale». «Abbiamo per ora solo scandito due mesi di eventi – ha sottolineato Alberto Conia – che sono sintomo di una stagione di qualità culturale, musicale e sociale e che varcano i confini locali». Queste alcune delle tappe più importanti del programma allestito dai Giovani Comunisti: 11 novembre “Other Voices” in concerto; 19 novembre “Tratti di donna” piece teatrale scritta e diretta da Michela Sibio; 24 novembre presentazione del nuovo disco “Kyle” di Michele Alessi; 10 dicembre presentazione del film “In attesa dell’avvento” di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato; 17 dicembre “Guerriglia teatrale” rappresentazione del teatro di strada, che vuole confrontarsi con la gente, a cura dei Giovani Comunisti del Kollettivo; 23 dicembre Captain Quentin in concerto.(a.se) GIOIA TAURO Utilizzato per i disabili S.FERDINANDO Immobile confiscato, stop all’associazione Concessione revocata Fondazione Calabria-Roma il Comune aderisce GIOIA TAURO. Il Comune di Gioia Tauro ha revocato la concessione dei locali assegnati in comodato d’uso all’associazione di volontariato “Regalami un Sorriso” con una delibera adottata dal Consiglio comunale risalente all’ottobre del 2006. All’associazione fanno capo genitori di Gioia Tauro con figli minori diversamente abili ed i locali in questione sono quelli dell’ex Euromotel confiscato, all’inizio degli anni Duemila perchè considerato bene conseguito in operazioni di illecito arricchimento. Il presidente di “Regalami un Sorriso”, Domenico Meduri, ha fatto pervenire al nostro giornale una lunga nota destinata soprattutto ad informare l’opinione pubblica della revoca della concessione decisa, afferma lo stesso, dal Comune e appresa dagli stessi soci quando - presso l’ex albergo posto sulla statale 111 - sono state viste all’opera alcune ruspe. «Per tentare di mettere a posto parte dei locali che ci erano stati concessi e destinati a diventare un centro di accoglienza per bambini e ragazzi disabili – dice Meduri – sono stati spesi, e lo possiamo documentare, ben trentacinquemila euro. E questo è stato possibile grazie alla disponibilità e alla solidarietà di tanti cittadini di commercianti e di imprenditori che hanno ritenuto di venire incontro con tanta generosità ai progetti e ai programmi di un’associazione che non ha scopi di lucro, ma che intende soltanto dare la possibilità a tanti portatori di handicap di poter vivere una vita, diciamo così, diversa rispetto a quella che è, purtroppo, la loro quotidianità. Siamo stati, il sottoscritto e i componenti del consiglio direttivo, alla Provincia alla Regione e in altri posti, come ad esempio in Prefettura, per perorare il problema della necessità di finanziamenti per trasformare l’ala di un ex albergo in stato di abbandono e a dir poco devastato, in un centro destinato ad accogliere i disabili una equipe di assistenti e di logopedisti ma anche i loro genitori. Era un sogno! – afferma Meduri – e speravamo che si potesse concretizzare; tanti cittadini (come dimenticare quello che hanno fatto i parroci don Caratozzolo e don Galatà e Mimmo Mercuri, autore di una pubblicazione sulla storia della gloriosa Gioiese il cui incasso è stato interamente devoluto alla nostra associazione) ci sono stati fino ad ora sinceramente vicini. Ma tempo addietro la brutta sorpresa. I locali non sono più a disposizione di “Regalami un Sorriso” e riteniamo che questo sia avvenuto, malgrado il nostro impegno e il sostegno di tanta gente, perchè non siamo riusciti a ristrutturare completamente l’ala dell’ex albergo che ci era stata assegnata nel 2006 per la durata di trenta anni».(g.s) SAN FERDINANDO. Promozione della cultura unendo le radici calabresi a Roma nel contesto europeo. Queste le motivazioni che hanno portato il comune di San Ferdinando, guidato dal sindaco Domenico Madafferi, ad aderire alla fondazione “Calabria-Roma-Europa” (Cre). La fondazione si è costituita ufficialmente il 19 gennaio scorso e raggruppa, tra gli altri, imprenditori, liberi professionisti, magistrati, docenti universitari e si occupa della diffusione della cultura calabrese. Per questo il municipio ha deciso di diventare socio, versando la quota di 5.000 euro, e divenendo così membro della fondazione. Ma non ci sarà alcuna somma sborsata dal bilancio in quanto la quota sarà compensata mediante la prestazione di servizi e anche con l’attribuzione di beni materiali e immateriali. Si tratta di un provvedimento ritenuto dall’esecutivo comunale (delibera di giunta numero 19) meritevole, in quanto «le attività della Fondazione appaiono di prestigio e in grado di garantire lo sviluppo socio-economico del territorio e perciò coincidenti con gli obiettivi basilari dell’ente»; rientra cioè nelle linee guida del Comune che vuole che le capacità culturali interagiscano con il mondo associativo.(a.n) Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 43 Reggio Ionica . BOVA MARINA La decisione del prefetto dopo i fatti legati al reintegro di Pansera SALINE Una nuova presa di posizione da parte del Coresvit Sciolti giunta e consiglio comunale «La centrale è un’opportunità centrodestra rompa il silenzio» Già oggi s’insedia il commissario ilDalla sinistra soltanto un’opposizione ideologica La dott. Francesca Crea assumerà i poteri di sindaco e civico consesso Federico Strati Domenico Pangallo MONTEBELLO JONICO BOVA MARINA Una “bacchettata” al centrodestra calabrese affinché esca dal silenzio ed assuma una posizione chiara sulla centrale a carbone di Saline proposta dalla multinazionale elevetica Sei. A darla è l’avv. Giancarlo Liberati, presidente del Coresvit, attraverso una nota diffusa ieri. «Mentre i partiti e i movimenti politici che si richiamano ad una certa sinistra – afferma Liberati – si sono pronunciati a supporto di un “no” ideologico mai suffragato da appaganti considerazioni scientifiche, quelli di centrodestra si sono chiusi in un incomprensibile quanto imbarazzante silenzio che lascia perplessi i lavoratori dell’Area grecanica. Questo atteggiamento è ancora più grave se si considera il fatto che il centrodestra è stato scelto dagli elettori calabresi per guidare la città capoluogo di provincia, l’amministrazione provinciale e prima ancora la Regione ed è, quindi, presente ad ogni livello istituzionale». «Per tale motivo – afferma ancora Liberati – non è più accettabile un comportamento di totale disimpegno verso lo sviluppo di un’area, come quella grecanica, ormai da tempo considerata solo terra di conquista del consenso elettorale senza il riscontro di una benché minima e reale ricaduta positiva delle politiche a sostegno dello sviluppo, dell’impresa e del turismo e che, anzi, vede scomparire inesorabilmente antiche e primarie risorse come l’ospedale di Meli- Cala il sipario sull’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Squillaci dopo tre anni e mezzo di governo. Il prefetto di Reggio Calabria, dott. Luigi Varratta, ha disposto la sospensione del consiglio comunale a seguito delle dimissioni contestuali presentate nei giorni scorsi dalla metà più uno dei suoi componenti, nominando il vice prefetto dott.ssa Francesca Crea, commissario prefettizio, per la provvisoria gestione dell’Ente locale con i poteri spettanti al sindaco, al consiglio e alla giunta. Contemporaneamente, lo stesso prefetto ha avviato la procedura di scioglimento, ai sensi dell’art. 141 del Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali, che avviene con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno. Il neo commissario prefettizio si insedierà oggi negli uffici del Comune e guiderà l’Ente fino al rinnovo del consiglio comunale, che avverrà nel primo turno elettorale utile. La decisione è arrivata dopo un attenta valutazione della documentazione relativa all’andamento dei lavori e alla composizione del civico consesso bovese a seguito delle dimissioni dei consiglieri Vincenzo Crupi, Carmelo Licordari, Vincenzo Mandalari, Giuseppe Pansera, Domenico Petrulli Roberto Rodà, Antonio Stilo, Pierpaolo Zavettieri, Antonino Zirillo. Era necessario verificare, Il consiglio comunale di Bova Marina è stato sciolto: lo sostituirà la dott. Francesca Crea (nel riquadro) infatti, la posizione di Giuseppe Pansera, dichiarato decaduto per una presunta incompatibilità con la carica a causa di una lite pendente con il Comune e reintegrato tra i banchi del civico consesso dopo due gradi di giudizio. Il prefetto, disponendo la sospensione del civico consesso, ha considerato l’ex vicesindaco consigliere comunale a tutti gli effetti, a prescindere dalla presa d’atto della sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria che, nel dichiarare l’improcedibilità dell’appello proposto dal Comune di Bova Marina, confermava la statuizione del Tribunale di Reggio Calabria che riconosceva allo stesso Pansera il diritto a MELITO Lo “strano caso” di Medicina «mantenere la carica di consigliere comunale». Ma come si è arrivati a questo punto? Nel consiglio comunale del 27 ottobre scorso si doveva prendere atto della sentenza di reintegro dell’ex vicesindaco. Il sindaco – che è anche presidente del civico consesso, Giovanni Squillaci, dopo aver dichiarato illegittima l’adunanza in quanto erroneamente era stato convocato Pansera, provvedeva a sciogliere la seduta, lasciando l’aula insieme agli altri colleghi di maggioranza. I consiglieri Crupi, Licordari, Mandalari, Pansera, Petrulli, Rodà, Stilo, Zavettieri, Zirillo proseguivano il civico consesso ritenendo la seduta vali- da: c’era il numero legale: Pansera doveva essere convocato e la seduta non poteva essere sciolta in quanto non si era dato atto della presenza attraverso l’appello nominale. A causa dell’assenza del segretario comunale, così come previsto dal regolamento dello stesso consesso, il consigliere più anziano (Crupi) assumeva le funzioni di presidente dell’assemblea e il più giovane (Rodà) le funzioni di segretario. Veniva approvata all’unanimità la presa d’atto della sentenza della Corte d’appello e redatto il verbale. Il giorno successivo i nove consiglieri (la maggioranza assoluta dei membri) rassegnavano le dimissioni. Uno degli elaborati del progetto Sei a Saline to, che le politiche del “taglio” hanno ormai ridotto a poco più di un grande ambulatorio privo di eccellenze e specificità». Il Coresvit esorta il centrodestra ai suoi vari livelli a rompere gli indugi e ad «esprimersi con chiarezza sulla questione, assumendo una posizione netta e trasparente, senza lasciarsi sfuggire, per inerzia o incapacità decisionale, l’ultima occasione affinché l’area dell’ex-Liquichimica e quelle circostanti abbiano un destino diverso dall’attuale stato di degrado, dall’odierna preoccupante disoccupazione, dall’oblio e dall’assenza di un futuro, anticamera della migrazione dei suoi figli migliori e della morte civile per un in- tero territorio». «Diamo atto al presidente Giuseppe Scopelliti – conclude il presidente del Coresvit, Liberati – di aver dato la possibilità al territorio di esprimersi sul merito della questione prima di assumere una decisione definitiva. È giunto il momento di prendere atto che la scarna ma rumorosa schiera del “no” ideologico rappresenta ben poca cosa in confronto alla crescente massa di cittadini che, in silenzio ma con determinazione, chiede e pretende lavoro e sviluppo per il futuro dei propri figli e per la rinascita del territorio». Lavoro e sviluppo che, lascia intuire il Coresvit, a suo giudizio passano anche attraverso la centrale. CONDOFURI Respinte alcune eccezioni delle difese, è stato ascoltato il dirigente del Commissariato Ospedale, il Comitato Konta Korion, processo avviato ed entrato nel vivo non si arrende Si tenta un’altra strada È cominciato davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria, in composizione collegiale, il processo col rito ordinario scaturito dall’operazione “Konta Korion”. Nelle battute introduttive dell’udienza celebrata ieri mattina, si è registrata la presentazione di una doppia eccezione di incompetenza territoriale, presentata dai legali della difesa. Entrambe le richieste sono state respinte, quindi si è entrato nel vivo del processo con l’apertura del dibattimento e con l’audizione dell’attuale dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Condofuri Marina, Filippo CONDOFURI. Giuseppe Toscano MELITO C’è una parte di ospedale che non si rassegna a morire. Una parte che, anziché lamentarsi, preferisce dimostrare la propria contrarietà al preannunciato riassetto, che taglia posti letto e servizi, aumentando il proprio impegno in corsia. Nel reparto di Pediatria, ad esempio, la scorsa settimana, è stata costituita una piccola biblioteca. Donati dal Comune di Bova Marina, i libri potranno aiutare i bambini a trascorrere il tempo del ricovero più serenamente, magari ascoltando dalla voce dei rispettivi genitori la lettura di una fiaba. Eppure dei posti letto di pediatria nell’atto aziendale non c’è traccia alcuna, visto che in ospedale è prevista solo una struttura operativa semplice afferente al nosocomio di Locri. Stante così le cose, i tagli di cui si dovrà prendere atto saranno a tappeto. D’un colpo solo da 115 posti letto si passerà a meno della metà, così suddivisi: 20 per la medicina, 15 per la chirurgia e 10 a testa per ortopedia e ginecologia. Addirittura paradossale è la situazione prospettata per il reparto di medicina, diretto dal dott. Elio Stelitano, che registrerà un aumento di due posti letto ma non sarà elevata a struttura operativa complessa. A giudizio degli addetti ai lavori, ma anche di parecchi amministratori dell’area, riuscire a dare una lettura logica a questa decisione appare impresa piuttosto ardua, anche perché finora lo spauracchio della produttività ha continuato a volteggiare su tutte le realtà sanitarie. Da questo punto di vista il reparto di Medicina ha ottenuto con oltre 1,5 milioni di euro il risultato aziendale più positivo. Anche a livello di assistenza il livello delle prestazioni è sempre stato elevato. E allora perché il taglio? O meglio: perché aumentare i posti letto in dotazione ed eliminare l’autonomia? E mentre si attende chiarezza sulla nuova organizzazione sanitaria dell’ospedale, a livello locale si torna a parlare di iniziative utili a tenere accesi i riflettori sul “Tiberio Evoli” e chiedere una maggiore tutela dello stesso. Nella mattinata di oggi il Comitato pro-ospedale dovrebbe incontrarsi nuovamente con il sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria. Questi, anche nella sua qualità di presidente dell’Associazione dei sindaci dell’Area grecanica, ha continuato a ripetere di attendersi l’accoglimento della proposta avanzata, su espressa richiesta del governatore Scopelliti, dal territorio. È una proposta che sollecita per il “Tiberio Evoli” l’accorpamento con integrazione funzionale da attuare con l’Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli. «Come Iaria – ha commentato il presidente del comitato pro ospedale, Enzo Gangemi – anche noi ci aspettiamo un passaggio del genere. Nel frattempo però non resteremo con le mani in mano ma valuteremo attentamente gli eventuali passaggi da compiere». L’operazione Konta Korion è scattata nell’aprile 2010 Leonardo. Si è trattato di una testimonianza rapida e interlocutoria, in considerazione del fatto che le indagini sfociate nell’operazione contro la cosca che dominava nel territorio condufurese, erano state condotte prevalentemente dal predecessore di Leonardo, il dottore Giuseppe Pizzonia. Quest’ultimo funzionario della polizia di Stato sarà ascoltato in occasione della prossima udienza, che è stata già fissata per il prossimo mercoledì 16. A difendersi dalle accuse rispettivamente mosse, nel troncone ordinario, sono in tutto una cinquantina di persone (nell’operazione, scatta- PALIZZI Le domande devono essere tassativamente presentate entro domani Il “Monoriti” offre 5 borse, ma bisogna far presto Pietro Parisi PALIZZI Un’altra iniziativa del Centro di ricerca e formazione “Monoriti”, presieduto dal presidente di sezione della Corte dei conti, dott. Giuseppe Cogliandro, e diretta dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro. Il Centro ha indetto una selezione per assegnare 5 borse di formazione ciascuna di 600 euro: a ciascun beneficiario saranno affidate attività di collaborazione e di tutorato, per complessive 30 ore lavorative da svolgersi secondo gli orari e le necessità concordate con la direzione del “Monoriti”. «La borsa – dichiara il direttore Viglianisi Ferraro – è compatibile con i voucher regionali, ma non con altre borse di studio a qualsiasi titolo conferite dal Monoriti, ovvero erogate da Università italiane o da qualsiasi ente, partner dei master attivati presso la “Dante Alighieri”. La stessa borsa potrà essere rinnovata». Il “Monoriti” è partner dei master in “Politiche di pace e cooperazione per lo sviluppo dell’area del Mediterraneo” e in “Management dei sistemi informativi” della stessa area, attivati all’Università per stranieri “Dante Ali- ghieri” di Reggio. «Nella fase di realizzazione dei percorsi formativi – ha ricordato Viglianisi Ferraro – il Monoriti provvederà a collaborare col Medalics (un centro di ricerca costituito all’interno della “Dante Alighieri” e che si occupa di innovazione ed economia applicata), coinvolgendo in attività di segreteria e tutorato gli stessi laureati, iscritti a uno dei due master». È opportuno ricordare che «gli interessati – si legge in una nota – potranno presentare apposita domanda, utilizzando il modello allegato al bando. Il modulo, debitamente sottoscritto, va presentato – è una con- Angelo Viglianisi Ferraro ta nell’aprile del 2010, condotta congiuntamente da carabinieri e polizia erano rimasti coinvolti in 89). Di queste, solamente tre degli indagati sono rimasti ancora in stato di detenzione, mentre il resto risponde a piede libero. Il rinvio a giudizio nei loro riguardi è stato deciso, unitamente alla dichiarazione di non luogo a procedere per altri undici indagati, dal giudice dell’udienza preliminare Tommasina Cotroneo. Nel processo si sono costituite come parti civili anche il ministero dell’Interno, la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria e il Comune di Condofuri.(g.t.) ditio sine qua non – esclusivamente brevi manu al Centro Madalics presso l’Università “Dante Alighieri” non oltre le 10 di venerdi 11 novembre. La segreteria del Medalics potrà ricevere le domande di partecipazione alla selezione ogni giorno, solo dalle 9 alle 10. La nota stampa ricorda, infine, che «al fine di garantire la massima trasparenza e una totale equità nei confronti di tutti gli appartenenti al Centro Monoriti, sarà stilata una graduatoria (sarà resa pubblica il 14 novembre presso la sede del Medalics, oltre che su Facebook) che terrà conto unicamente dei titoli posseduti dagli aspiranti (e autocertificati da questi ultimi). Si terrà anche conto, nell’attribuzione dei punteggi, del risultato conseguito nel diploma di laurea». Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 45 Reggio Ionica . LOCRI In Consiglio comunale non passa per ora il progetto portato avanti dal gruppo “LeAli alla Città” Su Moschetta è tutto rinviato «Documentazione insufficiente», la Capogreco si dimette da vicepresidente Pino Lombardo LOCRI Consiglio comunale “caldo” quello di ieri mattina a Locri, dopo il minuto di silenzio per i morti di Genova e il ricordo del “presidentissimo” dell’Ac Locri Piero Parasporo spentosi martedì sera. L’argomento principe della riunione, il riconoscimento di contrada Moschetta come “Borgo d’Eccellenza” da inserire nel registro regionale non è passato perché la maggioranza, che tra l’altro è stata costretta a ritirare due punti all’ordine del giorno, ha votato il rinvio della discussione. Il riconoscimento di Moschetta era stato chiesto il mese scorso, dal gruppo di minoranza, “LeAli alla Città”. E poiché la maggioranza si mostrava restia ad affrontare la discussione, il gruppo, che aveva richiesto l’apposita convocazione del civico consesso, ha abbandonato l’aula stigmatizzando il comportamento della maggioranza che «a parole cerca la collaborazione di tutti, ma quando si tratta di assumere decisioni importanti per la città, si trincera dietro la forza dei numeri». Abbandono preceduto dalla dichiarazione della consigliera Anna Francesca Capogreco, che dichiarava di dimettersi, come forma di protesta, da vicepresidente del civico consesso. Dopo l’abbandono dei consiglieri di “Leali”, la discussione proseguiva e la maggioranza ribadiva che la richiesta di riconoscimento fatta dalla minoranza non poteva essere votata dal momento che non poggiava su «idonea documentazione storico-scientifica la qual cosa – sottolineavano il primo cittadino Pepè Lombardo e il presidente del Consiglio Antonio Cavo – farebbe correre il rischio di vedere boc- Il minuto di raccoglimento in Consiglio comunale a inizio seduta ciata la delibera di riconoscimento». A nulla servivano le “mediazioni” dei consiglieri di minoranza Francesco Macrì e Raffaele Sainato miranti a dare un segnale favorevole al riconoscimento del borgo votando comunque l’indirizzo e la “volontà” consiliare di adoperarsi per il riconoscimento di Moschetta come “Borgo d’Eccellenza”. Infatti la maggioranza votava la proposta del sindaco Lombardo di dare mandato ad una commissione di individuare le motivazioni scientifiche e storiche su cui basare il riconoscimento e solo dopo effettuare la votazione. Ma procediamo con ordine. Già alla vigilia della riunione si capiva che il Consiglio sarebbe stato piuttosto turbolento. Anche perché in mattinata i cinque consiglieri di opposizione avevano protocollato la richiesta della convocazione di un ennesimo Consiglio per affrontare la spinosa questione del contenzioso. L’atmosfera ieri mattina era surriscaldata sia dalla circostanza che l’argomento proposto da “LeAli alla Città” su Moschetta era stato inserito all’ultimo posto dell’ordine del giorno e non, han- no sottolineato Alfonso Passafaro, Giovanni Calabrese ed Anna Capogreco, «al primo come sarebbe stato corretto fare». Sia soprattutto dal fatto che il Consiglio veniva convocato per lo stesso giorno in cui era stato fissato l’incontro dei cinque consiglieri di minoranza col prefetto reggino Luigi Varratta per motivare la richiesta formale dell’invio a Locri di una commissione ministeriale col compito di effettuare “verifiche sulla situazione economica del Comune. Le prime avvisaglie di tensione emergevano fin dall’avvio, quan- do il consigliere di maggioranza Piero Leone, rifacendosi alla seduta dello sorso 16 ottobre accusava un consigliere di minoranza di interventi poco ortodossi. Poi i consiglieri di “LeAli alla Città”, il capogruppo Passafaro, l’assessore provinciale Giovanni Calabrese ed Anna Capogreco chiedevano l’inversione dell’ordine del giorno con lo spostamento al primo posto di Moschetta: richiesta non accolta dalla maggioranza. La riunione si svolgeva seguendo l’ordine previsto nella convocazione e l’assessore Giuseppe Gelonese illustrava la “rettifica” alla delibera di Giunta n. 129 dal momento che erano stati effettuati storni per un totale di 4.840 euro per poter pagare i servizi forniti dalla società “Asment Calabria”. Poi il primo intoppo. La rettifica della delibera 132 veniva ritirata dietro le osservazioni del consigliere Sainato. Quindi la richiesta, accolta, del consigliere Calabrese che doveva abbandonare la seduta per poter partecipare al Consiglio provinciale, di invertire l’odg anticipando la discussione del punto sette ( ratifica della delibera 51 del consiglio comunale del 9 ottobre 2007 inerente il riconoscimento dei debiti fuori bilancio dal 1991 al 2006). La richiesta nasceva dalla circostanza che nel fascicolo era stata inserita una nota con su scritto, accanto ai “debiti”, il nome Calabrese. Il presidente Cavo ha “tranquillizzato” il consigliere evidenziando che quel foglio non faceva parte del fascicolo e che sicuramente era stato inserito per caso nella carpetta consegnata ai consiglieri di minoranza. Il punto è stato dunque ritirato e rinviato ad altra seduta. Infine l’assessore Francesco Galasso illustrava i tre punti inerenti i progetti Pisl che venivano votati all’unanimità. La sede reggina dell’Azienda sanitaria provinciale LOCRI La Uil: «La Squillacioti va rimossa» «Palesi ingiustizie nell’atto aziendale» LOCRI. Il direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti «va rimossa». È quanto chiede la segreteria provinciale della Uil-Fp con una lettera aperta inviata ieri al presidente della Giunta regionale, nella qualità di commissario per il Piano di Rientro, Giuseppe Scopelliti, al sub commissario generale Luciano Pezzi, alla medesima Squillacioti e «a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della sanità calabrese». Le motivazioni di fondo della clamorosa richiesta sarebbero da ricercarsi nelle «disastrose condizioni in cui versa l’Asp reggina» a causa delle «palesi ingiustizie perpetrate dall’arroganza della politica», ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe la circostanza che l’atto aziendale proposto dalla manager non va in direzione della riduzione delle spese, e non tiene conto «delle proposte tecniche delle organizzazioni sindacali, del Comitato dei sindaci e degli stessi dirigenti medici». Secondo la Uil-Fp, anche Scopelliti avrebbe le sue colpe dal momento che «non poteva non sapere» se è vero che «le sue varie pedine sistemate nei posti strategici hanno seguito le sue direttive». Per i dirigenti della Uil l’atto aziendale, con strutture complesse cancellate, altre di nuova formazione e una pioggia di strutture semplici senza alcun criterio, e con il chiaro obiettivo di «mantenere il sistema clientelare degli incarichi», sarebbe stato partorito «secondo precise volontà dei politici di maggioranza». Secondo la Uil la nuova bozza «non corredata della pianta organica dell’azienda, resta uno schema puramente tecnico che non consente la verifica e la conseguente valutazione della effettiva possibilità ( economica e organizzativa) di implementazione del modello proposto». Per la Uil questa «totale ed ingiustificata omissione di riferimenti reali e misurabili», soprattutto quella inerente «il personale dirigente, stante il divieto di nuove assunzioni ed attribuzione di nuovi incarichi ex articolo 15 septies del decreto legislativo 165/2001» nasconderebbe l’intenzione di «prevedere uffici per i quali poi si vorrà sostenere la necessità di prorogare incarichi a personale esterno, già illegittimamente prorogati fino a dicembre, nonostante i divieti imposti dalle leggi finanziarie regionali e nazionali».(p.l.) LOCRI Il “gotha” della ‘ndrangheta della provincia reggina, tra cui 12 presunti boss MALTEMPO Permane l’allerta meteo della Protezione civile Il processo “Crimine” stamani al via in 34 alla sbarra con rito ordinario Nubifragio, smottamenti a Platì A Gerace il sindaco chiude le scuole Rocco Muscari LOCRI Inizia questa mattina, davanti alla sezione penale del Tribunale di Locri, presidente Alfredo Sicuro, il processo a 34 imputati dell’operazione denominata “Crimine” che hanno scelto il rito ordinario. Ventuno di questi rispondono del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, per aver fatto parte con altre persone, alcune non ancora individuate altre per le quali si procede separatamente, della ‘ndrangheta operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, in Italia e all’estero, costituita da decine di “locali”, articolata in tre mandamenti con un organo di vertice denominato “provincia”. Il tutto con l’aggravante della transazionalità, trattandosi di reato commesso da un gruppo criminale organizzato impegnato in attività illecite in Italia, Australia, Canada, Germania e Svizzera. A 12 dei 21 maggiori imputati la Distrettuale antimafia contesta anche l’aggravante di aver promosso, diretto e organizzato il sodalizio mafioso. Si tratta, nello specifico, di Francesco Gattuso, Antonio Figliomeni, entrambi detenuti in regime di 41 bis, Francesco Bonarrigo, Mario Giuseppe Stelitano, Antonio Commisso, (cl. 25), Giuseppe Chiera, Vittorio Barranca, Giuseppe Giampaolo, Antonio Cuppari, Giuseppe Antonio Primerano, Rocco Bruno Tassone e Domenico Gangemi. Francesco Gattuso, 80 anni, uno degli imputati GLI IMPUTATI Agostino Anna Maria, classe1957); Agostino Franca (‘72) ;Agostino Francesco (‘84); Agostino Rocco (‘54); Barranca Vittorio (‘58); Bonarrigo Francesco (‘40); Bruzzese Giuseppe (‘46); Caccia Giuseppe (‘68); Capasso Giuseppe (‘69); Capasso Michele (‘41); Cento Domenico Rocco (‘53); Chiera Giuseppe (‘60); Cillo Guido (‘59); Commisso Antonio (‘25); Cuppari Antonio (‘39); Ferraro Carmelo (‘63): Figliomeni Antonio (‘49); Fioril- lo Michele (‘86); Fleres Vincenzo (‘60); Futia Antonio (‘58); Gangemi Domenico (‘46); Gattuso Francesco (‘31); Giampaolo Giuseppe (‘36); Marzano Francesco (‘32); Mazzaferro Ernesto (‘52); Mazzaferro Marzia (‘79); Nunnari Vincenzo (‘55); Pepé Salvatore(‘85); Perrotta Nicola (‘63); Primerano Giuseppe Antonio (‘45); Siviglia Giuseppe (‘70); Stelitano Mario Giuseppe (‘68); Tassone Rocco Bruno (‘46); Velonà Giuseppe (classe ‘54). Nel procedimento penale viene contestato, a vario titolo e per capi specifici, nei confronti di Ernesto Mazzaferro, Rocco e Francesco Agostino, Giuseppe Caccia, Michele e Guido Capasso, Nicola Perrotta, Vincenzo Fleres, Vincenzo Nunnari, reati in materia di illeciti nei lavori e nei controlli dell’appalto per la costruzione di un tratto della Statale 106 ricadente nella variante al centro abitato di Marina di Gioiosa. Le parti civili che si sono già costituite in sede di udienza preliminare sono la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno, la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, l’Anas spa, la “Sos Impresa”, la Fai, Federazione italiana antiracket. L’operazione “Crimine” è stata eseguita congiuntamente dalle Direzioni distrettuali antimafia di Milano e di Reggio Calabria il 13 luglio del 2010, con l’esecuzione di 304 arresti. Dalle indagini della Distrettuale è emerso che la ‘ndrangheta calabrese, nonostante la sua suddivisione su base territoriale, i cosiddetti “locali”, è un’organizzazione criminale con una struttura verticistica, che decide le scelte strategiche più rilevanti, denominata “provincia”. Nelle scorse settimane il procuratore aggiunto della Dda reggina, dott. Nicola Gratteri, al termine della requisitoria nel processo in rito abbreviato, ha chiesto nei confronti di 118 imputati oltre 1500 anni di carcere. Giuseppe Pipicella PLATÌ Hanno vissuto momenti terribili i cittadini nelle zone di Senole-Lauro, contrade del Comune di Platì, dove nel primo pomeriggio anche uno scuolabus ha rischiato di venire coinvolto dalla furia delle acque piovane e da qualche smottamento di terreno. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco, i Carabinieri del luogo e le squadre dell’ufficio tecnico del Comune guidato dall’ing. Antonio Marvelli, il quale ha provveduto a disporre le transenne lunghe le zone a rischio. Sotto stretta osservazione è stato messo il vallone Ciancio che attraversa il centro abitato di Platì ed è rimasto tristemente noto per i tanti lutti familiari provocati nel lontano ottobre del 1951 in occasione di quella catastrofica alluvione. Permanendo l’allerta meteorologico dovranno certamente essere monitorati con molta attenzione i vari valloni che potrebbero straripare da un momento all’altro. Si presume che se non migliorerà la situazione meteo potrebbero essere chiuse le scuole. Una decisione che si valuterà oggi, sulla base delle condizioni meteorologiche. GERACE. Intanto a Gerace il sindaco, Giuseppe Varacalli, alla luce del violento nubifragio che si è abbattuto sul territorio del Comune di Gerace e dei rischi segnalati e comunicati dalla Protezione civile che sta monitorando la situazione, ha firmato un’ordinanza con la quale dispone - solo per la giornata di oggi - la chiusura delle scuole. Una misura precauzionale che si allinea al “livello 3” di allerta meteo. Il sindaco Giuseppe Varacalli ha inviato, la comunicazione alle forze dell’ordine e a tutti gli enti interessati. LOCRI Ha lasciato il segno nello sport e nella politica Oggi i funerali di Piero Parasporo LOCRI. Si terranno questo pome- riggio a Locri i funerali dell’ingegnere Piero Parasporo il “presidentissimo” dell’AC Locri. Con la sua morte la Locri sportiva, e non solo, ha perso un altro illustre figlio che ha saputo darle lustro sia nel settore dello sport, sia in quello della politica e sia sotto il profilo professionale. Piero Parasporo, titolare di una impresa a carattere nazionale, operante nel settore delle costruzioni di grandi opere pubbliche, fu un grande appassionato di calcio e primo tifoso dell’AC Locri. Guidò la squadra della città nei due momenti più difficili per l’AC Locri. Infatti fu presidente nel lontano 1987 e nel 2001. Nel campionato 1987/88, sotto la regia del presidente Parasporo l’AC Locri vinse il campionato del suo girone conquistando, con una giornata d’anticipo, la serie D. Acclamato a gran voce alla guida del Locri calcio nel 2001 prese le redini riuscendo a superare un difficile momento garantendo la permanenza nel girone Interregionale. L’ingegnere Parsasporo subì due sequestri e diverse azioni intimidatrici. Fu consigliere comunale a Locri nei momenti difficili dei primi anni settanta.(p.l) Piero Parasporo 35 Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 Catanzaro - Provincia . DAVOLI Donna scagionata dall’accusa di violazione dell’obbligo degli arresti domiciliari S. SOSTENE Accolta istanza della difesa Compra da mangiare per i suoi 72 gatti Operazione Zefiro Pietro Folino Arrestata per evasione viene assolta Rosamaria Petrelli era autorizzata soltanto per recarsi al vicino Sert CATANZARO. Non sono quaran- taquattro gatti, e neanche in fila per due. Lei, di gatti, ne ha la bellezza di 72 messi in fila con cinque cani. La passione di una vita, quella di Rosamaria Petrelli. Peccato però che quell’amore per i suoi animali le è costato anche le manette con l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari ai quali era sottoposta per una vicenda di droga. Ieri, al termine del processo celebrato al Tribunale di Catanzaro, Rosamaria ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo: il giudice del Tribunale monocratico, accogliendo l’istanza del suo difensore, l’avvocato Enzo De Caro, l’ha assolta con formula piena. Capitolo chiuso, dunque. La Petrelli continuerà a vivere nella sua villa di Davoli assieme ai 72 gatti ed ai cinque cani. Le manette intorno ai polsi della donna erano scattate nei mesi scorsi, quando i carabinieri la beccarono mentre stava acquistando il mangiare per i suoi animali. Autorizzata esclusivamente a recarsi da casa al Sert, la Petrelli non avrebbe potuto fermarsi in quel negozio, che peraltro non si sarebbe trovato lungo la strada concordata con la magistratura e le forze dell’ordine. Per questo la donna venne arrestata da una pattuglia dei militari dell’Arma impegnata in una serie di controlli di routine. Per la Petrelli è quindi cominciato il processo, definito ieri con l’asso- Di gatti nella villa di Rosamaria Petrelli (nel riquadro) ne sono stati trovati ben settantadue! Il Tribunale di Catanzaro dove ieri è stata emessa la sentenza luzione. L’avvocato De Caro è infatti riuscito a dimostrare che la “sosta forzata” della Petrelli costituisce un fatto penalmente irrilevante, pur in assenza di autorizzazione. E, fra l’altro, una semplice istanza preventiva al giudice avrebbe potuto risolvere a monte la questione. Neanche un peccato veniale, perciò; l’acquisto del mangiare avrebbe rappresentato una vera e propria necessità. Al termine della propria requisitoria, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione. Il giudice monocratico Adriana Pezzo ha invece accolto la tesi difensiva assolvendo l’imputata.(g.l.r.) lascia il carcere CATANZARO. Era in carcere per evasione dai domiciliari. Ieri il Tribunale di Catanzaro lo ha rimandato a casa. Sono stati riconcessi i domiciliari a Pietro Folino, 35 anni, arrestato il 16 marzo scorso dai carabinieri della Compagnia di Soverato con l’accusa di evasione, perché pur ristretto in regime di arresti nella sua abitazione era stato sorpreso fuori. L’uomo - lo scorso marzo condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione per traffico di droga - all’indomani dell’arresto era comparso per il giudizio per direttissima davanti al giudice monocratico Giovanna Mastroianni, che aveva convalidato l’operato dei militari e poi aveva disposto a suo carico la misura cautelare della custodia in carcere come chiesto dal pubblico ministero. Il 28 aprile, infine, il procedimento per evasione si è concluso con l’applicazione della pena di un anno, 4 mesi e 10 giorni di reclusione richiesta dai difensori di Folino, gli avvocati Gregorio Viscomi e Francesco Cicino. E proprio accogliendo un’istanza di questi ultimi, adesso, il giudice ha concesso a Folino di lasciare il carcere per tornare ai domiciliari, a San Sostene. Proprio in questa abitazione il giovane si trovava all’epoca dell’operazione cosiddetta “Zefiro” - il cui processo per Folino si è concluso lo scorso 8 marzo con una condanna - relativa ad una presunta associa- Pietro Folino zione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di droga. Il blitz dei carabinieri, che vide finire in manette Folino ed altri coindagati, scattò a giugno del 2006, al termine dell’inchiesta della Dda basata su due anni di investigazioni, che rappresentarono una “costola” della più ampia indagine “Mythos” diretta contro il clan Gallace-Novella di Guardavalle. Proprio Piero Folino, uno dei presunti affiliati alla cosca, che al tempo di “Zefiro” si trovava ai domiciliari per via del precedente blitz, è stato ritenuto dagli investigatori come l’organizzatore e il promotore della presunta associazione dedita al traffico di hascisc, eroina e cocaina reperiti nel Reggino.(g.l.r.) BOTRICELLO Furto in chiesa Condannato un giovane romeno CATANZARO. Si è concluso con un patteggiamento il processo per direttissima a carico di Ioan Viorel Rocas, romeno di 19 anni arrestato a luglio per furto aggravato e danneggiamento nella chiesa di Botricello. Reati, questi, che avrebbe commesso assieme ad un minore, denunciato a piede libero. Il giudice monocratico Adriana Pezzo, ieri, ha inflitto al giovane la pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione e 80 euro di multa come richiesto dal difensore dell’imputato, Gioconda Soluri, con il consenso del pubblico ministero d’udienza. Rocas era già in libertà dal 28 luglio, giorno della convalida dell’arresto, quando il giudice lo scarcerò senza alcuna misura cautelare. Secondo le accuse a suo carico il giovane era entrato con un minorenne nella Chiesa SS. Immacolata e S. Michele di Botricello, tentando di portare via offerte e oggetti sacri. Fuori dalla chiesa, però, i due avevano trovato i carabinieri di Botricello che, compreso quanto stava accadendo, li avevano controllati e cogliendoli in flagranza di reato (Rocas aveva infatti con sè la chiave del tabernacolo della chiesa) li avevano condotti in caserma, restituendo la refurtiva al parroco.(g.l.r.) INCHIESTA “AURUM” La sentenza del gup di Roma scagiona per non aver commesso il fatto solo Salvatore Proganò, Francesco Laugelli e Salvatore Cimino Truffa finanziaria: 12 prosciolti, nove dei quali per prescrizione CATANZARO. Tutti prosciolti, tre per non aver commesso il fatto, nove per intervenuta prescrizione. Si è concluso con questa sentenza del gup di Roma Antonella Capri il procedimento scaturito dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro denominata “Aurum” e costruita intorno ad una presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa. I tre prosciolti per non aver commesso il fatto sono Salvatore Proganò, 43 anni, di Girifalco; Francesco Laugelli, 51 anni, di Amaroni e Salvatore Cimino, 49 anni, nato a Catanzaro ma residente a Girifalco, tutti e tre difesi dall’avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, che è riuscito ad ottenere dunque un provvedimento di non luogo a procedere con formula piena. Sono stati invece prosciolti in seguito all’estinzione del reato per intervenuta prescrizione Francesco Chiodo, 59 anni, di Catanzaro; Domenico Simonelli, 50 anni, di Tropea; Eugenio Selvaggio, 54, di Vibo Valentia; Gianni Pirani, 60 anni, di Bondeno (Fe); Danilo Ramon Casalongue, 58, di Paranà (Argentina); Giovanni Susi, 49, di Montevarchi (Ar); Rita Zenobi, 60, di Filottrano (An); Gaia Rebecchi, 38, di La Spezia; Eugenio Marino, 56, nato in Argentina. Il processo è finito a Roma e ricominciato da zero dopo che nei mesi scorsi, accogliendo un’eccezione avanzata dagli avvocati di- fensori, il Tribunale di Catanzaro in composizione collegiale aveva dichiarato la competenza territoriale. Fra l’altro una seconda tranche della vicenda giudiziaria quella relativa a una presunta violenza sessuale di gruppo - è stata trasmessa a Velletri, dove il procedimento non è stato ancora definito. La presunta truffa ipotizzata dall’accusa - della quale si è occupata anche una nota trasmissione televisiva di Raitre - si sarebbe snodata intorno alla sottoscrizione di piani finanziari denominati “Aurum International Project”. I nove imputati assolti per prescrizione - secondo l’accusa - avrebbero costituito una società nel settore della commercializzazio- ne di monete d’oro creando successivamente una sorta di “catena di Sant’Antonio” tra gli acquirenti, che sarebbero stati costretti fra l’altro a partecipare a corsi a pagamento per migliore le tecniche di vendita delle quote precedentemente acquisite. Gli aderenti al gruppo, molto in sintesi, avrebbero avuto il compito di trovare nuove “leve”, convincendole ad aderire al progetto finanziario che si basava sulla vendita di quote e pacchetti oppure di acconti di prenotazione per l’acquisto di monete d’oro denominate “bullion”, che nessuno avrebbe mai visto, poiché al loro posto sarebbero stati forniti dei voucher per conto di una società inglese di trading. Le compravendite anche via internet Le condotte contestate risalgono agli anni fra il 1998 ed il 2004, ma molto tempo è trascorso prima che la vicenda giudiziaria arrivasse in aula, per via di un conflitto di competenza tra Catanzaro e Velletri, sul quale era stata chiamata a pronunciarsi la Corte di Cassazione. Per quanto riguarda la prescrizione il gup di Roma scrive nella sentenza che «l’analisi delle risultanze investigative rende evidente che la (presunta, ndr) organizzazione criminosa ha certamente esaurito la propria spinta vitale entro l’anno 2002». Sulla posizione dei tre prosciolti “nel merito”, il giudice evidenzia che veniva loro contestato il ruolo di promoter di terzo livello. Ma alla luce delle prove raccolte «depone con evidenza per una loro estraneità al consesso criminale la circostanza fattuale che, dopo aver aderito al progetto investendovi il proprio denaro e coinvolgendo parenti e amici in nuovi investimenti, a partire dall’anno 2001, resisi conto della (presunta, ndr) natura truffaldina dell’intera operazione anche grazie alle esperienze lavorative maturate in progetti finanziari cosiddetti multilivello si sono concretamente attivati per portare a conoscenza degli altri investitori i loro dubbi sull’illicieità dell’operazione e per farli rientrare in possesso delle somme versate, senza riuscirvi per la sostanziale irreperibilità dei vertici dell’organizzazione».(g.l.r.) Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 37 Cronaca di Cosenza . IL FATTO Piccoli e grandi imprenditori stritolati dalle richieste dei “signori della mazzetta”. Ma la ‘ndrangheta controlla anche i prestiti a strozzo e la droga Le mani dei boss del “pizzo” sulla città Dieci colpi di pistola contro la saracinesca del bar “Continental” che sorge a pochi passi dalla Questura Giovanni Pastore L’assedio di Cosenza e cominciato, ormai, da mesi. La città è sempre più prigioniera delle ‘ndrine. Qui la malavita si è fatta Stato imponendo le sue leggi con la forza della paura. Il terrore è stampato sui volti di quei piccoli e grandi imprenditori che in questi ultimi giorni si sono ritrovati con le saracinesche delle loro attività sforacchiate da proiettili d’arma da fuoco. L’ultimo a svegliarsi nell’incubo del “pizzo” è stato il titolare del bar-tabaccheria “Continental” di via Roma. Nella notte tra martedì e ieri, pistoleri senza volto hanno lasciato la loro firma sulla serranda metallica che affaccia su via Miceli (a non più di cento metri dalla Questura): 10 fori di pistola calibro 9x21. Prima ancora era toccato a una catena d’abbigliamento. Identico, il “bigliettino da vista” recapitato. Ormai è un’abitudine. Ogni giorno sui registri di polizia e carabinieri compare una segnalazione. Minacce, inviti a pagare, a versare la tassa “ambientale” nelle casse della malavita organizzata. La “mazzetta” devono corrisponderla tutti perchè «chi non si piega, alla fine, si spezza». Le cosche controllano ogni settore dell’economia. Commercio, edilizia, artigianato, piccola impresa. Persino i bottegai sono costretti a versare il “fiore”, a “mettersi a posto”, come chiedono quelli. Si comincia con le pretese di quattrini e si finisce con l’esproprio delle attività. Ma c’è anche chi è costretto ad acquistare le materie prime dagl’imprenditori di riferimento dei clan. Tutto deve passare da loro. È la legge dei boss. Una legge che tutti rispettano perchè tutti hanno paura. Vivono nel terrore e vanno avanti a fatica. E quando non hanno più risorse perchè anche le banche girano loro le spalle, finiscono stritolati nelle ganasce dell’usura rimettendoci anche la bottega. Tutto ciò perchè è la ‘ndrangheta che controlla, attraverso i suoi prestanome, i prestiti a strozzo. Offrono l’aiuto richiesto per poi prendersi tutto. Anche la vita. E tutto questo accade a Cosenza, una città in cui il contropotere istituzionale è, ormai, legittimato dal terrore. La sequenza degli ultimi episodi ha finito per demolire, inevitabilmente, persino le certezze dei tutori dell’ordine. E non è solo per i fatti più eclatanti che nell’ultimo mese hanno scosso l’immaginario collettivo (agguato mortale in via degli Stadi con spari tra la folla in mezzo al traffico e gambizzazione d’un operaio davanti al Duomo, poco dopo mezzogiorno). È, piuttosto, l’insieme d’una situazione che mostra uno Stato in evidente affanno, incapace di fronteggiare lo strapotere d’una criminalità sempre più potente e pericolosa. Difficile sentirsi tranquilli di questi tempi. Anche perchè, in questa fase di disperazione sociale, i boss finiscono per reclutare più facilmente manodopera a basso costo da impiegare nei raid notturni e per inondare di droga ogni angolo della città. Già, perchè accanto al racket delle estorsioni e all’usura quello dello spaccio delle sostanze stupefacenti costituisce senza dubbio una delle voci più importanti in entrata nei bilanci della ‘ndrangheta. IL COMMENTO Emergenza sicurezza pubblica Arcangelo Badolati Il bar “Continental” preso di mira dai “signori della mazzetta” I colpi di pistola hanno danneggiato anche la vetrata interna Il gup Livio Cristofano ha disposto il processo nei confronti del dottor Francesco Ventura Mobbing in corsia, a giudizio l’ex primario L’ex primario di Urologia dell’“Annunziata”, il dottor Francesco Ventura, sarà processato per mobbing. Così ha deciso il gup, Livio Cristofano, che ha rinviato a giudizio l’imputato, accogliendo la richiesta del pm Donatella Donato e del patrono di parte civile, l’avvocato Assunta Lucanto, che assiste una donna medico in servizio nel reparto. È stata proprio la professionista a denunciare il suo diretto superiore lo scorso anno. Nella quere- la, la parte offesa ha ricostruito il suo ipotetico incubo cominciato nel 2008 quando l’imputato prese servizio all’“Annunziata”. Il nuovo primario avrebbe preso di mira la collega che sarebbe diventata vittima di pretese visibili e di invisibili angherie che alimentarono una guerra di nervi scandita da note che il primario avrebbe inviato all’Azienda ospedaliera per segnalare comportamenti poco professionali della subalterna. Procedimenti che non avrebbero trovato accoglimento, che sarebbero stati aperti e chiusi senza conseguenze per lei. Atti che sono stati esibiti davanti al giudice nel corso dell’udienza preliminare per dimostrare l’ipotetica condizione di sofferenza psichica aggravata dal progressivo demansionamento subito dalla donna sul posto di lavoro. Questioni che, secondo il gup Livio Cristofano, dovranno essere necessariamente approfondite in dibattimento. Il gup Livio Cristofano L’incombente racket. Che impone il pagamento di tre rate annuali (Natale, Pasqua e Ferragosto) e una come “quota d’ingresso”. Nell’area urbana pagano tutti: imprenditori, commercianti, rivenditori di autovetture, ristoratori. Gli “esattori” sono a caccia di sempre nuove vittime, facendosi annunciare dalle pistolettate, le taniche di benzina con accendino o le cartucce calibro 12 lasciate davanti ai cancelli delle aziende. Contano sull’omertà, imposta col terrore, e sulla impunità garantita da un sistema di prevenzione e controlli inefficace. Sparano dieci colpi di pistola 9 per 21 all’angolo tra via Miceli e via Misasi, nel cuore del capoluogo, e fuggono indisturbati. Come l’assassino di Giuseppe Ruffolo che, dopo aver sparato tra la folla, ha attraversato la città partendo da via degli Stadi fino a raggiungere il bosco di Rovito senza essere intercettato. E che dire poi dei latitanti locali divenuti imprendibili “primule” alla stregua di novelli Provenzano? Forse bisogna fare qualcosa. Comincino a pretendere risposte le associazioni di categoria e il mondo politico che di criminalità parlano di rado e malvolentieri... Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011 39 Cosenza - Provincia . L’INCHIESTA Sono 698 (su 4mila docenti) i nominativi inseriti nella graduatoria ad esaurimento che usufruiscono di una corsia preferenziale per gli incarichi Riservisti, un esercito di sospettati speciali Il beneficio si ottiene grazie a disoccupazione e disabilità. Ci sono anche insegnanti di educazione fisica Fabio Melia Un esercito che fa storcere il naso. Stiamo parlando dei riservisti della scuola, docenti che grazie a determinati requisiti (disoccupazione, invalidità e altri status particolari) accedono agli incarichi grazie a una sorta di corsia preferenziale. Rispetto ai possessori di 104 (categoria ritenuta a rischio, come dimostra l’inchiesta condotta dalla Procura bruzia) i riservisti usufruiscono anche della privacy sulla natura del loro handicap, situazione che alimenta non pochi malumori. L’unica distinzione viene fatta tra riserva “M” (la più scarna, composta da orfani di guerra e familiari di vittime del terrorismo) e riserva “N” (quella più numerosa, formata da professori che devono risultare disabili e disoccupati al momento dell’ingresso nella graduatoria ad esaurimento). Quest’ultima attira i maggiori sospetti da parte dei colleghi, che spesso, e soprattutto in questo periodo costellato di tagli, si sentono defraudati dalla possibilità di ottenere un posto di lavoro dopo anni di precariato. Ai riservisti, del resto, viene infatti concessa una quota per ogni tipo di movimento nell’organico (incarichi annuali, immissioni in ruolo e così via) che permette loro di scalare piuttosto agevolmente la graduatoria. I dubbi non devono essere certo generalizzati, anche se una verifica porterebbe sicuramente a una maggiore chiarezza. Ma quanti sono i riservisti nella nostra provincia? Il calcolo non è facile, dato che nei tabulati del Provveditorato agli studi lo stesso nominativo può facilmente comparire in più classi di concorso. Procediamo dunque con ordine, partendo dal numero complessivo di riserve “N” presenti nella graduatoria ad esaurimento (quella dei precari, per intenderci): su circa 4.000 posizioni complessive, ben 698 appartengono a questa categoria protetta (più o meno il 17,5% del totale). Eliminando i “doppioni”, come specificano dall’Ufficio scolastico provinciale diretto da Luigi Troccoli, questo numero si dovrebbe attestare sulle 500 persone singole (il 12,5% circa). Passiamo alla distribuzione delle riserve rispetto agli istituti di diverso grado: nella primaria sono 119, nella scuola dell’infanzia 123, mentre la parte restante è appannaggio di medie e superiori (tenendo sempre presente che alcuni docenti possono comparire in più elenchi). Tra il personale educativo, invece, i riservisti sono tredici. Il “viaggio” termina con le classi di concorso (cioè le discipline) più affollate di riservisti. Scuole superiori: 28 nominativi abilitati all’insegnamento di materie giuridiche ed economiche; 15 di educazione fisica; 14 di matematica; 18 di matematica applicata; 49 di italiano; 10 di storia dell’arte; 16 di inglese. Scuole medie: 10 di educazione artistica; 15 di educazione fisica; 50 di italiano; 20 di scienze matematiche; 16 di inglese. L’APPROFONDIMENTO Lo scandalo della legge 104 e i troppi malati nella scuola Arcangelo Badolati Secondo il provveditorato sono circa 500 le persone che usufruiscono della riserva “N” ZUMPANO La denuncia di Legambiente. Oggi una riunione indetta dalla Protezione civile «Si sta costruendo in zone ad alto rischio» Vincenzo Brunelli ZUMPANO Stamattina alle 11, al teatro Morelli, la protezione civile regionale ha indetto una riunione con tutti i sindaci della provincia cosentina per discutere dei nuovi protocolli da seguire sulle segnalazioni di dissesto idrogeologico, rischio sismico e allerta meteo. Un incontro molto importante che vedrà la presenza anche di alti funzionari nazionali della protezione civile e le massime autorità locali. Un argomento di scottante attualità. Ieri, invece, Legambiente ha denunciato una grave e pericolosa situazione a Zumpano. «Mentre la Liguria piange le vittime delle alluvioni a Zumpano si inaugura una multisala in un’area a rischio idrogeologico A Rende si costruisce negli alvei delle fiumare con grave irresponsabilità diffusa delle istituzioni. Si persevera negli errori: non si ha memoria storica». È singolare aver pensato - afferma Francesco Falcone, La frana di Zumpano di alcuni mesi fa neo presidente di Legambiente Calabria - di realizzare tale infrastruttura di servizio, in un’area ad alto rischio ponendo ad eventuale repentaglio l’incolumità di centinaia di persone, a pochi metri da un supermercato che quasi un anno fa è stato distrutto parzialmente da una frana e che evi- dentemente non ha portato nessuno dei soggetti istituzionali preposti ad impedirne o verificarne la realizzazione come se nulla fosse accaduto». La cittadella commerciale di Zumpano è un ennesimo caso di sistema di gestione del territorio che non tiene conto del contesto geologi- co in cui insiste una struttura realizzata nelle immediate vicinanze del fiume Crati (il principale corso d'acqua della Calabria) e sotto una collina argillosa, che ad ogni pioggia registra movimenti franosi. Per queste peculiarità nel 2001 il Pai ha classificato l'area ad altissimo rischio franoso per quanto riguarda la parte collinare e a rischio alluvione per la vicinanza con il Crati. «Purtroppo quella di Zumpano - continua Falcone - non è un caso isolato di malsana gestione del territorio in provincia di Cosenza, che vede gran parte dell'area urbana aggredita da una cementificazione selvaggia, troppo spessa avallata da permessi e concessioni edilizie discutibili. A Rende nell’alveo del fiume Emoli presso la Ss 19 in via Volta, si sta realizzando un fabbricato condominiale di 10 piani». Legambiente ha lanciato l’allarme, compito delle amministrazioni locali verificare la veridicità delle gravi affermazioni. RENDE L’impegno dell’assessore Gallo dopo la denuncia di un gruppo di residenti La frana di via Frattini sarà messa in sicurezza RENDE. «La situazione in cui ver- sa via Frattini è ben nota all’Amministrazione Comunale che, nei mesi scorsi, ha effettuato un approfondito sopralluogo lungo tutta l’arteria riscontrando le problematiche emerse riferibili tutte ad eventi franosi verificatisi nella zona». Ad affermarlo l’assessore ai Lavori Pubblici, Carmelo Gallo che ha aggiunto: «Vogliamo tranquillizzare i cittadini che vivono in quell’area che l’amministrazione comunale è sempre attenta a tutte le emergenze che si manifestano quotidianamente sul nostro territorio. Anche in questo caso, in- fatti, a giorni verrà avviato un primo intervento che garantirà il traffico veicolare in totale sicurezza e successivamente sarà realizzato il progetto predisposto dai tecnici comunali di messa in sicurezza della scarpata e della strada, dopo aver reperito le necessarie risorse economiche ». Ieri un gruppo di residenti aveva presentato un esposto ai vigili urbani minacciando di rivolgersi anche alla Procura della Repubblica perchè la strada d’accesso alle abitazioni era impercorribile anche e soprattutto ai mezzi di emergenza. Oggi la promessa dell’assessore. La frana di via Frattini che ha bloccato la strada d’accesso alle abitazioni Dev’essere l’aria ammorbata dall’umidità dei fiumi, oppure il vento freddo che cala dalle sommità montane, sta di fatto che la nostra è una provincia piena di “malati”. L’avevamo scoperto lo scorso anno, quando conducemmo come giornale articolate inchieste sui beneficiari della Legge 104. Vennero fuori decine di docenti che erano “costretti” a seguire parenti disabili e che, per questa ragione, godevano d’una serie di vantaggi. Venticinque di questi professori sono poi finiti a giudizio per truffa e falso e compariranno davanti ai giudici nei prossimi mesi. Ora apriamo una finestra sui cosiddetti “riservisti” per capire se qualcuno stia illegittimamente beneficiando, a discapito di altri insegnanti, di favori professionali di vario genere. E ci poniamo pure delle domande: i docenti affetti da patologie particolari (vedi crisi d’ansia e forme di depressione) sono in condizione di svolgere serenamente i loro compiti? Per riuscire ad ottenere delle risposte abbiamo deciso di aprire un dibat- tito pubblico e di svolgere un’inchiesta giornalistica ad ampio spettro. Ferma restando la positiva ratio della norma che accorda a determinate categorie di professori la possibilità di accedere alla “riserva”, coltiviamo il sospetto che qualcuno possa aver fatto il “furbo”. È solo un’ipotesi ma val la pena di compiere delle verifiche. In un periodo di grave crisi, in un Meridione dove la disequità è già stata per decenni la legge non scritta, dove la logica delle astute “raccomandazioni” ha governato i rapporti sociali, è opportuno sapere e controllare. Forse non spetterebbe ai giornali scoperchiare pentole e pentoloni ma, visto che nessuno sembra incaricarsene, lo facciamo volentieri. Nella scuola si vive un periodo di profondo disagio. E neppure il coraggio di spingersi al Nord garantisce ormai ai docenti certezze di stabilità. Se, dunque, c’è qualcuno che, inventandosi “ammalato”, ha occupato con la complicità di qualche “compare” un posto che non gli spetta saremo felici di raccontarvelo. TRIBUNALE ORDINARIO DI COSENZA Sezione Esecuzioni Immobiliari AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE Proc. R.G.E. 62/2008 Il sottoscritto dott. Francesco Segreti, professionista delegato, ex art. 591 bis c.p.c., dal Signor Giudice dell'Esecuzione dott. Giuseppe Greco, alla vendita dei beni pignorati nel procedimento esecutivo n. 62/2008 R.G.E., RENDE NOTO che, il giorno 28 dicembre 2011 alle ore 16,00, presso lo Studio Commerciale Associato S. Baldassarre D. Candelise sito in Cosenza – viale degli Alimena n.108 – (tel. e fax 0984 26504), è fissata la vendita senza incanto in dieci lotti e, laddove la vendita senza incanto non abbia esito positivo per qualsiasi ragione o causa, è fissata, nel medesimo luogo, per il giorno 04 gennaio 2012 alle ore 16,00la vendita con incanto in dieci lotti, dei diritti di piena proprietà degli immobili così di seguito individuati: I LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Jeie, esteso mq 61.930, di cui • mq 50.311 ricadenti in zona E “zona agricola”, • mq 6.388 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, • mq 4.555 ricadenti in zona E-RF-D.Lgs. 42-04 “zona agricola in fascia di rispetto ferroviario con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, • mq 676 ricadenti in zona viabilità "strade". Il prezzo base è di euro 35.527,00 (euro trentacinquemilacinquecentoventisette/00). II LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Jeie, esteso mq 31.180, di cui • mq 25.539 ricadenti in zona E “zona agricola”, sui quali è presente un rudere di fabbricato rurale di mq 290, • mq 3.973 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, • mq 5 ricadenti in zona E-RF-D.Lgs. 42-04 “zona agricola in fascia di rispetto ferroviario con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, • mq 1.663 ricadenti in zona viabilità "strade". Il prezzo base è di euro 17.119,00 (euro diciassettemilacentodiciannove/00). III LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località S. Angelo, esteso mq 27.123, di cui • mq 23.753 ricadenti in zona E “zona agricola”, sui quali in catasto è riportato un fabbricato rurale già demolito di mq 160, • mq 3.311 ricadenti in zona viabilità "strade", • mq 4 ricadenti in zona A “centro storico”, • mq 55 ricadenti in zona BR "zona da ristrutturare". Sul terreno è presente un fabbricato, di mq 26 con altezza media metri 3,15 e struttura portante in muratura, che non risulta censito né in comune né in catasto, sanabile con una spesa complessiva di circa euro 8.340,00, già decurtata dal prezzo base. Il prezzo base è di euro 46.421,00 (euro quarantaseimilaquattrocentoventuno/00). IV LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località S. Angelo, esteso mq 28.100, di cui • mq 11.658 ricadenti in zona E “zona agricola”, • mq 16.442 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”. Il prezzo base è di euro 41.181,00 (euro quarantunomilacentottantuno/00). V LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Serra Bosco, esteso mq 35.680, di cui • mq 6.746 ricadenti in zona E “zona agricola”, • mq 28.934 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, sui quali in catasto è riportato un fabbricato rurale ridotto in macerie di mq 170 ed un fabbricato strutturalmente inagibile di mq 250. Il prezzo base è di euro 23.189,00 (euro ventitremilacentottantanove/00). VI LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Serra Bosco, esteso mq 36.420, interamente ricadente in zona E “zona agricola”. Il prezzo base è di euro 47.345,00 (euro quarantasettemilatrecentoquarantacinque/00). VII LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 38.551, di cui • mq 1 ricadente in zona E “zona agricola”, • mq 2.437 ricadenti in zona viabilità "strade", • mq 11.744 ricadenti in zona VR “verde di rispetto”, • mq 9.397 ricadenti in zona E-Incendio 22 luglio 2007 “zona agricola percorsa dal fuoco in data 22 luglio 2007”, • mq 12.487 ricadenti in zona VR-Incendio 22 luglio 2007 “verde di rispetto percorso dal fuoco in data 22 luglio 2007”, • mq 2.485 ricadenti in zona viabilità-Incendio 22 luglio 2007 “strada percorsa dal fuoco in data 22 luglio 2007”. Il prezzo base è di euro 47.078,40 (euro quarantasettemilasettantotto/40). VIII LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 375, interamente ricadente in zona BR “zona da ristrutturare”. Il prezzo base è di euro 18.750,00 (euro diciottomilasettecentocinquanta/00). IX LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 19.324, di cui • mq 1.273 ricadenti in zona viabilità "strade", • mq 652 ricadenti in zona BR “zona da ristrutturare”, • mq 11.380 ricadenti in zona VR "verde di rispetto", • mq 6.019 ricadenti in zona VP "verde pubblico attrezzato e sport". Il prezzo base è di euro 56.959,00 (euro cinquantaseimilanovecentocinquantanove/00). X LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 3.706, di cui • mq 341 ricadenti in zona BR “zona da ristrutturare”, • mq 3.365 ricadenti in zona VP "verde pubblico attrezzato e sport". Il prezzo base è di euro 17.630,00 (euro diciassettemilaseicentotrenta/00). Le offerte minime in aumento, ove debba procedersi ad una gara sull’offerta più alta, non potranno essere inferiori ad euro 1.000,00 (euro mille/00) per i lotti I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII e X, mentre non potranno essere inferiori ad euro 2.000,00 (euro duemila/00) per il lotto IX. Trattandosi di lotti distinti le offerte dovranno essere presentate separatamente per ciascun lotto. Ciascun offerente per essere ammesso alla vendita dovrà depositare, per ciascun lotto, presso la Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Cosenza, entro le ore 12,00 del giorno feriale precedente a quello fissato per l’Udienza di vendita (escluso il sabato), un’offerta, ex art. 571 c.p.c., in regola con l’imposta di bollo, in busta chiusa, recante il numero della procedura esecutiva ed il numero del lotto e corredata di un assegno circolare non trasferibile intestato a “Proc. n. 62/2008 R.G.E. delegato dott. Francesco Segreti”, di importo pari al 10% del prezzo offerto, a titolo di cauzione. Il versamento del prezzo e delle spese di trasferimento dovrà avvenire entro 60 giorni dall’aggiudicazione (o nel minore termine eventualmente indicato nell’offerta in busta chiusa), mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Proc. n. 62/2008 R.G.E. delegato dott. Francesco Segreti”. Maggiori informazioni possono essere fornite, a chiunque vi abbia interesse, dalla Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Cosenza, Via Sicilia n. 10, piano terra, dal sottoscritto professionista al n. tel. 0984 781871 e consultando il sito internet www.astegiudiziarie.it. Cosenza, 3 novembre 2011 IL PROFESSIONISTA DELEGATO: dott. Francesco Segreti Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 46 Vibo - Provincia . MILETO Quarto episodio criminale nell’arco di due settimane TROPEA Incendio doloso distrugge due sale del ristorante “San Pietro” D’Agostino sfida il Pd «Coordinatori inadeguati» I Carabinieri hanno avviato subito le indagini mentre cresce la paura tra gli operatori economici Lidia Ruffa MILETO Gli atti criminali nel comune di Mileto si susseguono a ritmo quasi incessante. Atti intimidatori che non lasciano scampo alle attività commerciali del territorio. È lunga la lista dei commercianti in ginocchio a causa di una violenza criminale che non guarda in faccia nessuno. Bar, negozi, supermercati, edicole, la criminalità che in questi giorni sta mettendo sotto scacco la cittadina normanna non fa più differenze. Nel frattempo a Mileto regna sovrana la paura. Il timore di recarsi ogni mattina sul posto di lavoro senza sapere cosa aspettarsi. A essere stato preso di mira questa volta, il ristorante- pizzeria “San Pietro”, sito sulla statele 18 che da Mileto conduce all’abitato di San Calogero. Intorno alla mezzanotte di martedì, ignoti hanno appiccato un incendio all’interno dei locali del noto ristorante di proprietà di Giuseppe Vallone. Le fiamme, che per la mancanza di ossigeno si sono spente nel giro di poco, non si sono propagate fino alle cuci- ne del ristorante ma hanno letteralmente distrutto le due sale da pranzo. Durante l’incendio che è stato appiccato nel giorno di chiusura del locale, le fiamme hanno travolto, oltre a tavoli e sedie, anche l’impianto elettrico e quello idrico. A dare l’allarme lo stesso proprietario dell’attività commerciale che dopo essere stato avvisato presumibilmente da qualche vicino residente nella zona, ha immediatamente chiamato i carabinieri della locale stazione. I militari, agli ordini del comandante Alessandro Demuru, una volta arrivati, non hanno potuto fare altro che constatare l’ammontare dei danni e avviare le indagini volte a individuare la mano criminale che ha messo in ginocchio l’ennesima attività commerciale del territorio comunale. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco i quali, dopo i primi rilievi hanno confermato la matrice dolosa dell’incendio. Gli inquirenti al momento non escludono nessuna pista anche se quella più battuta sembra essere proprio quella estorsiva. Così come per i precedenti atti intimidatori avvenuti nei giorni scorsi a Mileto. Tra questi, i quattordici colpi d’arma da fuoco esplosi contro le saracinesche del supermercato “Conad”. Ai quali si sono susseguiti, nel giro di 24 ore, gli otto colpi di pistola contro un negozio di elettrodomestici e quattro contro la saracinesca di un’edicola. Esercizi commerciali che si trovano sul centralissimo corso Umberto I, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Tutti episodi verificatisi tra il 27 ottobre e martedì sera, in meno di 15 giorni. Gesti di inaudita violenza criminale che continuano a minare la tranquillità dell’intera comunità. L’escalation registratasi negli ultimi giorni è un ulteriore elemento di preoccupazione e un segnale al quale gli investigatori stanno provando a dare un significato. Intanto, la cittadina normanna continua a essere tenuta sotto stretto controllo dagli uomini delle forze dell’ordine. A presidiare diversi punti della città, numerose pattuglie dei Carabinieri e della Polizia di Stato. LIMBADI Dopo la rapina di cui è rimasto vittima don Francesco Il territorio si sente abbandonato e il parroco incontra il prefetto Nicola Rombolà LIMBADI I componenti dell’associazione culturale “Alighistos” e tutta la comunità di San Nicola de Legistis esprimono il loro affetto e la loro vicinanza a don Francesco Pontoriero vittima, insieme alla titolare dell’esercizio commerciale, di una rapina che si è verificata sabato sera a Calimera. Ma sono i fedeli delle due parrocchie (San Nicola e Calimera) che si stringono accanto al proprio parroco per condannare con durezza l’episodio criminoso che ha destato allarme, in particolare i cittadini della frazione di Calimera, ancora una volta colpiti da simili atti che gettano nello sconforto tutta la popolazione. Si tratta di azioni spregiudicate da parte di balordi capaci di qualsiasi gesto, pronti a usare le armi e a compiere gesti inconsulti per una manciata di spiccioli. Gli appelli e il grido d’allarme, per denunciare il degrado sociale che sembra attanagliare il paese da diverso tempo, non hanno sortito alcun effetto. Ormai si è fatta strada una sorta di rassegnazione. La comunità si sente abbandonata a se stessa, alla mercé della microcriminalità che imperversa liberamente senza alcun timore. Lo stesso parroco don Francesco ha avuto parole molto amare Don Francesco Pontoriero I Vigili del fuoco non hanno avuto dubbi nell’indicare nel dolo la matrice dell’incendio TROPEA Un’auto è finita contro la centralina del metano Panico a causa di una fuga di gas TROPEA. Tragedia evitata, ieri pomeriggio, nei pressi della rampa di accesso alla statale 522. Attorno alle 16, infatti, un’auto diretta a Tropea, che aveva imboccato dopo la galleria l’uscita per il centro, è andata a impattare contro una cassetta del metano installata a poca distanza dalla carreggiata, dopo aver perso aderenza a causa del manto stradale reso viscido dalla pioggia. L’automobilista, che ha perso il controllo del suo mezzo, non e aspre nel raccontare l’esperienza che ha vissuto quella sera di sabato, trovandosi di fronte i due rapinatori incappucciati con la pistola in mano minacciosi e con un tono da apprendisti gangster. Si tratta di ragazzi che si esprimevano in dialetto e che non hanno avuto nessun rispetto, non solo verso l’uomo, ma nemmeno al ruolo che riveste nella comunità. Lo stato d’animo è molto provato, nonostante lo spirito pieno di entusiasmo che contraddistingue don Francesco. La forte tensione emotiva vissuta lo ha spinto a chiedere un incontro con il prefetto Luisa Latella, che si è svolto lunedì sera, per sollecitare una maggiore presenza delle forze dell’ordine in un territorio che ha registrato in questi ultimi tempi una recrudescenza dei fatti criminosi, provocando sfiducia nelle istituzioni e una rassegnata accettazione alla difesa della sicurezza sociale e collettiva. RICADI Domani ci sarà anche Luigi Fedele e la vicenda finisce sul tavolo di Bersani “Gelosie” democratiche al convegno sul turismo Viviana Mazzocca RICADI «La Calabria come attrattore turistico e culturale nel cuore del Mediterraneo». Questo l’argomento cardine di un convegno promosso dal gruppo del Pd in seno al consiglio regionale, al quale prenderanno parte personalità politiche, esperti in materie turistiche e amministratori dei comuni del comprensorio. L’incontro, previsto per domani all’hotel “Calabrisella”, a Capo Vaticano, vedrà, oltre alla partecipazione e agli interventi del primo cittadino Pino Giuliano e dell’assessore provinciale Michelangelo Mirabello, anche la presenza del consigliere regionale Bruno Censore e dei capigruppo del Pd e del Pdl in consiglio regionale, Sandro Principe e Luigi Fedele, ai quali saranno affidate la conclusioni dell’appuntamento. I lavori del convegno saranno presieduti da Bruno Censore. La presenza di Luigi Fedele ha scatenato un gruppo di iscritti che si definisce “Davvero democratici” che ha scritto al segretario Luigi Bersani che ha giudicato «una vergogna» la presenza all’appuntamento del capogruppo del Pdl. A Bersani viene chie- sto di «commissariare» il gruppo al consiglio regionale, sollevando dall’incarico Principe. Tra gli interventi previsti anche quelli di Giovanni Imparato, Managing Director di “Hispanitalia Hotels”, società che gestisce diversi alberghi in Calabria, e di Roberto Villella, amministratore delegato della “Meeting Point Calabria”, agenzia leader del meridione e anello di collegamento tra numerosi operatori turistici nazionali e internazionali. «La Calabria – anticipa Bruno Censore – registra uno sviluppo decisamente inferiore rispetto alle potenzialità turistiche di cui di- spone. Perciò, per individuare nuove ipotesi di sviluppo, per favorire un turismo di qualità che possa consentire al comparto di superare la stagionalità che rappresenta un vero e proprio freno allo sviluppo del turismo calabrese, occorre un mirato coordinamento, in grado di valorizzare l’immane vocazione turistica della nostra regione. Quello in programma a Ricadi – conclude l’esponente del Pd – sarà pertanto un appuntamento utile per discutere e programmare, in maniera partecipata, il potenziamento del comparto e la competitività turistica della Calabria». ha così potuto far nulla per evitare l’incidente, ma per fortuna è uscito illeso dallo scontro. La cassetta del gas ne è rimasta però irrimediabilmente lesionata e tale danno ha provocato la fuoriuscita del metano, che ha iniziato a propagarsi nei paraggi. Tra le persone accorse non si è potuto evitare qualche momento di panico, perché nella zona, che si trova a poche decine di metri da alcune palazzine, sono presenti anche due capannoni e una villetta. Sul luogo sono sopraggiunti immediatamente i Carabinieri della Compagnia di Tropea, i quali hanno delimitato l’area e hanno impedito ai mezzi in transito di percorrere il tratto di strada. Dopo qualche decina di minuti sono arrivati in zona anche i Vigili del Fuoco provenienti da Vibo Marina, che dopo circa un paio d’ore sono riusciti a fermare la fuga di gas e la situazione è così tornata alla normalità. (f.b.) TROPEA. «Per zittirmi dovranno mandarmi via»: è questa la risposta del già consigliere comunale Sandro D’Agostino al circolo cittadino del Partito democratico. I malumori interni alla sezione cittadina del Pd non si placano, dunque, e dopo la nota stampa con cui il partito ha risposto ad alcune dichiarazioni polemiche di D’Agostino, intervenuto a sua volta per commentare l’incontro sulla sanità organizzato dal suo partito, è lo stesso ex consigliere comunale a voler rassicurare il proprio partito di non avere ambizioni di acquisire visibilità: «Io, che non sono un pavido – afferma D’Agostino – appaio poiché sottoscrivo le mie dichiarazioni e non mi nascondo dietro una non meglio specificata “selezione cittadina del Pd di Tropea”». D’Agostino ricorda poi ai suoi compagni di partito che il circolo «è degli iscritti non certo di qualche nominato» e prosegue dicendo che «a Tropea si è tenuta una sola riunione, proprio in occasione del tesseramento, senza ulteriori informazioni circa quella che dovrebbe essere la vita democratica del partito». Per questo prosegue dicendo di non aver potuto avanzare delle proposte e di aver appreso per puro caso dell’iniziativa di giorno 4. «Non vivo di polemica – precisa D’Agostino – e, quindi, ho chiesto subito la fissazione di un incontro cittadino fra gli iscritti per poter conoscere chi si nasconda dietro la “selezione cittadina del Pd” di Tropea. In quella occasione avrò il piacere di esternare la mia convinzione circa la loro inadeguatezza a coordinare anche provvisoriamente un partito». (f.b.) TROPEA Annuncio del commissario Gerardina Basilicata L’Asp ha pronto un “piano B” se la Regione chiuderà Oncologia Francesco Barritta TROPEA Anche i commissari straordinari dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia erano presenti ieri mattina alla messa organizzata dal personale e dalle famiglie dei pazienti del reparto di Oncologia in suffragio dei tanti malati oncologici che durante il 2011 non ce l’hanno fatta. Il prefetto Gerardina Basilicata, al termine della funzione religiosa, officiata da padre Aldo, parroco dell’Annunziata, ha commentato gli ultimi risvolti della vicenda riguardante proprio il reparto di On- La messa celebrata ieri nel reparto di Oncologia cologia, che a causa dell’ormai noto decreto 106 si vedrebbe che un “piano B”, secondo il ste mie dichiarazioni – ha proprivato dei posti letto e, quin- quale Oncologia non chiuderà, seguito – sono indirizzate andi potrebbe di fatto scompari- anzi, stiamo lavorando per po- che ai pazienti qui presenti, i quali in un momento così difre o in alternativa essere ac- tenziarlo con altri medici». corpato al reparto di MediciProbabilmente, la commis- ficile della loro vita, hanno bina. sione stava già lavorando da sogno di parole di speranza». Nel frattempo, anche la so«In qualità di commissari – tempo al progetto di potenziaha dichiarato la Basilicata – mento di questo importante re- cietà civile si sta organizzando abbiamo chiesto la modifica parto, fiore all’occhiello affinché il reparto non venga del decreto 106 e, proprio og- dell’intera Asp, forse da prima cancellato. Da giorni è partita gi apprendo dai giornali che della pubblicazione del decre- infatti una massiccia raccolta anche il presidente Scopelliti to 106. «Ci tengo a ribadire – firme e sabato mattina si terrà si è pronunciato in tal senso. ha concluso la Basilicata – che una manifestazione pubblica Naturalmente questa presa di per l’azienda che rappresento per le vie della città, che partiposizione non può che farci non esiste il problema. Stiamo rà dall’ospedale e raggiungerà piacere». lavorando per rafforzare il re- il centro cittadino. Un’altra ocLa speranza che le parole di parto, o col “piano A”, vale a casione per ribadire nella saniScopelliti si traducano in un dire la modifica del decreto tà è sacrosanto tagliare gli decreto abrogativo o comun- 106, o col “piano B” in lavora- sprechi, ma delittuoso cancellare servizi dai quali dipende la que in fatti, non ha impedito zione». comunque ai commissari di La Basilicata, pur non sco- vita di tante persone. Un conpensare a una alternativa. prendo troppo le carte del co- cetto che questa vicenda «Nel caso in cui il decreto non siddetto “piano B”, ha però vo- dell’ospedale di Tropea ha reso dovesse essere modificato – luto dare un messaggio di spe- chiaro anche a chi pensa che si ha spiegato infatti il commis- ranza ai tanti ammalati pre- possa governare la sanità con i sario – stiamo elaborando an- senti e alle loro famiglie. «Que- soli criteri ragioneristici. dal POLLINO allo STRETTO calabria ora GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 7 Catturato a Reggio il boss Sebastiano Pelle Era ricercato dal 1995. Deve scontare 14 anni di carcere REGGIO CALABRIA Catturato il superlatitante della ’ndrangheta Sebastiano Pelle, 57 anni, dei Pelle “Gambazza” di San Luca. Nella serata di ieri, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros hanno messo fine alla sua fuga. Il blitz è scattato intorno alle 9 e mezzo della sera. Dopo una lunga e meticolosa attività investigativa, condotta senza sosta da quelli dell’Arma, l’uomo è stato arrestato. «Era un narcotrafficante in grande ascesa. Quando lo abbiamo bloccato sembrava sorpreso», dicono gli inquirenti. Un “curricu- mini dell’antimafia, nell’ultilum” di tutto rispetto e poi una mo periodo, avevano intensifilatitanza sicura. Il nome di Se- cato le ricerche. «Deve sconbastiano Pelle figura nel sito tare una condanna per traffico del ministero dell’Interno, internazionale di sostanze stuquello in cui pefacenti», campeggiano recita la nota Preso al porto i trenta fugdiramata dai Era nell’elenco giaschi più carabinieri pericolosi. Il del Comando dei latitanti suo volto è acprovinciale. di massima canto a quello Gli investigapericolosità di Matteo tori sono arriMessina Devati a lui al naro, l’imprendibile di Cosa termine di un’indagine coornostra siciliana. dinata dalla Procura distretSi è nascosto per 16 lunghi tuale. La notizia, in serata, è anni. Pur di prenderlo, gli uo- stata battuta dalle agenzie REGGIO CALABRIA Il procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna, non è “l’avvocato di Roma”. O, almeno, con questo appellativo sarebbe stato chiamato al massimo una volta sola, forse proprio con finalità di non dare precisi riferimenti. A testimoniare come il magistrato in servizio a Roma non sia identificabile con tale nome è un atto che fa parte dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito degli attentati ai magistrati reggini. Si tratta del famigerato “allegato 39” ovvero quel foglio d’agenda, sequestrato a Luciano Lo Giudice, e nel quale sono appuntati alcuni numeri di telefono. Ebbene, andando a guardare con attenzione si coglie una sfumatura non da poco: Luciano Lo Giudice segna sotto il nome “avvocato di Roma” un numero di telefono che inizia con un prefisso 334 e poi prosegue con le cifre 632… E sotto un altro numero telefonico, come fosse la seconda utenza della medesima persona. Poi Luciano traccia una linea con la penna con l’obiettivo preciso di separare quel dato da ciò che sta scritto sotto. E cosa vi è immediatamente più giù? Proprio il nome “dott. Cisterna” con un’altra utenza che inizia col prefisso 335. Dando un’occhiata veloce alle utenze segnate nel foglio di Lo Giudice si scopre che il numero collegato alla scritta “avv. roma ult.” non è per nulla quello riconducibile ad Alberto Cisterna. È invece la sua utenza quella che sta esattamente sotto il nome del magistrato, scritto in modo esplicito e senza alcuna voce criptica. Detto in altri termini, dunque, per Luciano Lo Giudice l’avvocato di Roma non è Alberto Cisterna. E non solo per Luciano. Come non ricordare, infatti, l’interrogatorio dell’avvocato Giovanni Pellicanò, indagato per aver portato fuori dal carcere le lettere di Lo Giudice. Il legale, infatti, rispondendo alle domande dei pubblici ministeri reggini, disse a chiare lettere di sapere che il procuratore Cisterna veni- stampa. La cattura del boss si è consumata al porto di Reggio Calabria. «Era solo e non ha opposto resistenza», si leggeva in un dispaccio dell’Ansa. Il narcos della ’ndrangheta non figura tra gli imputati coinvolti nell’inchiesta sulla strage di Duisburg, sei italiani morti ammazzati nell’agosto 2007. Nel traffico internazionale di stupefacenti, però, Sebastiano Pelle era una vecchia conoscenza, visto che su di lui pende una condanna a 14 anni di reclusione. La conferenza stampa è prevista per stamani. Il capo della Direzione distret- FUGA FINITA Il boss di San Luca Sebastiano Pelle tuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, illustrerà tutti i particolari relativi all’operazione. Per il ministro dell’Interno Non è Alberto Cisterna “l’avvocato di Roma” Il foglio d’agenda sequestrato a Luciano Lo Giudice nel quale sono riportati i numeri di telefono va chiamato in modo esplicito per nome dalla famiglia Lo Giudice e senza appellativi, quali “avvocato di Roma” o altro. La questione è tutt’altro che secondaria, visto che l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dda di Catanzaro, nell’ambito del procedimento contro gli autori degli attentati ai magistrati reggini, riporta Cisterna quale soggetto al quale si farebbe riferimento con quell’appellativo. Ciò si evin- cerebbe dalle intercettazioni in carcere captate tra Luciano Lo Giudice ed i suoi familiari. E qui s’innesta un altro dubbio al quale non è possibile al momento dare una risposta. L’attenta indagine portata avanti dalla Procura generale circa la richiesta d’avocazione che Cisterna (indagato a Reggio per corruzione in atti giudiziari, perché secondo il pentito Nino Lo Giudice, avrebbe preso soldi per la scarcerazione del fra- Roberto Maroni si tratta di «un altro duro colpo inferto alla criminalità organizzata». ILARIO FILIPPONE [email protected] tello di Luciano Lo Giudice) ha presentato all’ufficio di via Cimino, ha posto in luce alcuni errori nella trascrizione di brogliacci e verbali d’interrogatorio che avrebbero stravolto l’intero senso di alcune frasi. Non è quindi da escludere, soprattutto alla luce di quanto adesso emerge con l’esatta lettura del foglio d’agenda ritrovato nell’ufficio di Lo Giudice, che l’avvocato di Roma al quale spesso si fa riferimento nelle intercettazioni in carcere non si riferisca per nulla ad Alberto Cisterna. E già una perplessità molto forte era emersa leggendo proprio alcune delle conversazioni intercettate in carcere. Di certo, e questo va ribadito per amore della verità, Luciano Lo Giudice nei suoi appunti (che sicuramente hanno, se non altro, la stessa “genuinità” e “spontaneità” dei colloqui con i familiari) indica con l’appellativo “l’avvocato di Roma” una persona diversa da Cisterna. La domanda a questo punto è un’altra: a chi appartiene quel numero di telefono che inizia per 334? Sono state effettuate delle verifiche per capire chi si celi dietro il nome criptato “avv Roma ult.” cui seguono ben due utenze? Di certo c’è che questo dato non fa altro che aggiungere altri fattori di dubbio ad un’indagine che ha già conosciuto dei momenti di criticità e che adesso si trova alla prova processuale. Nel frattempo, a Reggio si attende di conoscere l’esito dell’inchiesta su Alberto Cisterna, non dimenticando che il 17 novembre il numero due della Dna sarà al Csm per raccontare tutta la sua verità. I giudici di Roma dovranno decidere se trasferire o meno Cisterna per incompatibilità ambientale. E non è escluso che in quella sede possano emergere degli altri fattori, completamente nuovi, che potrebbero disegnare un quadro nettamente diverso da quello che fino ad oggi è stato tracciato. CONSOLATO MINNITI [email protected] toghe lucane bis Interrogato l’ex pg Tufano: «Non so nulla» CATANZARO È stato interrogato a Catanzaro l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora in pensione, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Toghe lucane bis” coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese. Tufano, nel corso dell’interrogatorio ha risposto alle domande postegli dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal sostituto Simona Rossi, dicendosi estraneo alle accuse. Intanto la prima commissione del Csm ha convocato per il 29 novembre prossimo il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi. L’audizione è stata disposta per verificare se vi sia un problema di incompatibilità parentale, cioè di mancato rispetto delle norme che impediscono a un magistrato di svolgere le sue funzioni nella stessa sede dove un familiare esercita la professione di avvocato. Ma l’appuntamento del 29 potrebbe essere l’occasione per rivolgere al magistrato anche domande sulla vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto assieme ad altri magistrati in servizio al tribunale di Potenza. 8 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O S T R E T T O ora Fuga sul blindato Pene confermate per i due fratelli Nel 2009 scapparono a bordo del cellulare che li portava in Tribunale per un’udienza REGGIO CALABRIA cune misure di prevenzione. Il furgone con a bordo i fratelli Zagari arrivò nel tratto di straPena confermata anche in appello per i fra- da compreso tra Palmi e Sant’Elia, dopo cirtelli Pasquale e Giuseppe Zagari. Ieri i giudi- ca 15 minuti di viaggio. Ad un certo punto, Giuseppe Zagari chiese aiuto ci di piazza Castello hanno ad uno dei cinque agenti di emesso il dispositivo di senpenitenziaria presenti tenza con cui è stata sancita la 10 anni di carcere polizia sul mezzo. L’uomo riferì che il condanna a 10 anni di reclufratello aveva avuto un malosione ciascuno per i due imper gli zagari re e che occorrevano soccorsi. putati accusati di tentata evaI due erano Erano le 8.10, quando uno sione. Sono state pienamente già condannati degli agenti della penitenziaaccolte, dunque, le richieste ria aprì la cella dove erano della Procura generale, che all’ergastolo rinchiusi i due detenuti. E lì si aveva invocato una durissima per associazione scatenò la reazione degli Zacondanna per i due fratelli gari. L’agente venne aggrediprotagonisti di un fatto estremafiosa, omicidio to e minacciato con una pistomamente eclatante e che avee altri reati la puntata alla tempia, menva suscitato enorme scalpore. tre allo stesso veniva intimaIl 25 novembre del 2009, i to di aprire l’altra cella e butdue ergastolani (accusati di associazione mafiosa, omicidio ed una serie di tarsi a terra. Secondo la ricostruzione offerta poche ore altri reati) salirono a bordo del cellulare che li avrebbe dovuti condurre al tribunale di dopo la tragedia, e poi ripresa durante il propiazza Castello per un’udienza relativa ad al- cesso, i due ergastolani avrebbero iniziato a Reggio, incendiata l’auto di un dirigente della Procura L’auto incendiata del dirigente della Procura reggina Sandro Maria Velardi REGGIO CALABRIA È andata a fuoco nella notte tra martedì e mercoledì l’automobile di Sandro Maria Velardi, primo dirigente della Procura generale di Reggio Calabria. Lo stesso ufficio che dal gennaio dello scorso anno si è trovata al centro di episodi inquietanti. L’incendio si è sviluppato poco prima delle tre di notte in piazza Oranges, una zona centrale della città, dove l’auto era parcheggiata. La Citroen CMax è stata completamente distrutta. I vigili del fuoco non hanno trovato nell’immediato tracce di liquido infiammabile o altro che faccia pensare all’origine dolosa del rogo, tuttavia c’è un precedente che non può non essere tenuto in considerazione. La sera precedente si era verificato un principio d’incendio sullo stesso mezzo, subito domato. I vigili del fuoco avevano trovato un fazzoletto dal quale i maldestri piromani volevano far scaturire un incendio. Velardi l’indomani si è recato negli uffici della questura per denunciare il fatto e chiarire di non avere idea di chi abbia potuto compiere quel gesto. Fallito il primo, è andato invece a segno il secondo tentativo. L’automobile esponeva i segni distintivi della procura generale e veniva usata sia dal primo dirigen- te che dalla moglie, psicologa al centro di igiene mentale. Entrambi sembrano non svolgere incarichi di particolare esposizione a rischi. Per questo Velardi continua a ripetere: «Non mi so dare una spiegazione». Lui ricopre un ruolo amministrativo che riguarda le spese della giustizia. Intercettazioni e perizie in particolare in questo momento, dopo una lunga carriera in cui ha ricoperto funzioni più rilevanti sotto il profilo dell’esposizione. La moglie «non prescrive medicine» ricorda lo stesso dirigente, escludendo una buona fetta di possibili soggetti che avrebbero potuto serbare rancore nei suoi sparare colpendo l’assistente capo Natalio Fa- re di appoggi di non poco conto e quell’udienmeli ad un piede ed al polpaccio e così anche za, per gli ergastolani, era troppo ghiotta per l’altro agente ferito, l’assistente Salvatore Cla- provare a fuggire. Così due pistole furono fatte entrare all’inrizia. Prese un colpo al setto nasale, invece, il terno del carcere senza che terzo agente rimasto contuso nessuno si accorgesse di nule cioè Francesco Iacopo. Fu la. Quelle stesse pistole che i la prontezza di riflessi del quel tentativo fratelli Zagari utilizzarono, personale della penitenziaria ad evitare che i fratelli Zagadi evasione sull’a3 portandole sul cellulare, nei confronti degli agenti della ri potessero darsi alla fuga. Uno dei due finse penitenziaria, i quali, con asA dare un risalto sinistro e, un malore per soluta abnegazione, non esiper certi versi, anche clamotarono a mettere a repentaroso all’intera vicenda verififarsi aprire la glio la loro vita pur di impedicatasi sull’A3 fu la circostancella. Alla fine gli re la fuga di due pericolosi erza che all’interno del cellulagastolani. re della polizia penitenziaria agenti riuscirono Ieri, dunque, la condanna utilizzato per trasportare i a fermarli a 10 anni di prigione, proprio due ergastolani furono trovanella stessa aula che i due frate due pistole calibro 6.35. telli dovevano raggiungere Dai successivi approfondimenti era emerso che gli Zagari erano giunti nella mattinata in cui tentarono la fuga dalle il sabato precedente dal carcere di Voghera, maglie della giustizia. senza possibilità di vedere nessuno dei propri CONSOLATO MINNITI familiari. Ma evidentemente potevano [email protected] inchiesta sulla depurazione confronti, ma si occupa ad esempio dei certificati propedeutici al rilascio del porto d’arma (anche per le forze dell’ordine). Per il resto, vita normale. Sandro Maria Velardi è un soggetto molto attivo a Reggio Calabria. Ha partecipato più volte alle manifestazioni promosse dal movimento “Reggio non tace” per il sostegno ai magistrati minacciati e intimiditi tra cui proprio il capo del suo ufficio, il procuratore generale Salvatore Di Landro. Non aveva esitato a fare una “tiratina d’orecchi” al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma nella sua ultima visita nella città dello Stretto, lamentando che non aveva incontrato i dirigenti degli uffici giudiziari che qualche difficoltà (e più d’una) ce l’hanno sempre da segnalare. E poi si diverte a scrivere editoriali per un sito internet, prendendo in giro i politici. Un po’ di leggera satira, che dopotutto non fa male a nessuno. Comunque insufficiente a giustificare il pesante atto nei suoi confronti, su cui le forze dell’ordine dovranno fare luce. Il governatore Giuseppe Scopelliti gli ha espresso solidarietà, dipingendo Velardi come un uomo che «si è sempre contraddistinto per la sua attività puntuale e inflessibile, in prima linea in favore dell’amministrazione della giustizia e la sua trasparenza lo rende automaticamente nemico della criminalità». ANNALIA INCORONATO [email protected] Fanghi in mare, ai domiciliari l’amministratore della Smeco PAOLA (CS) Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola ha concesso gli arresti domiciliari a Domenico Albanese, l’amministratore della società Smeco arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla depurazione nel Tirreno Cosentino. Lo ha reso noto l’avvocato Vincenzo Adamo, difensore di Albanese. «La scarcerazione - afferma Adamo - di Domenico Albanese, invocata nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi il 4 novembre, ci permetterà di lavorare con maggiore serenità in vista del prossimo appuntamento già fissato per L’avvocato Vincenzo Adamo il 15 novembre davanti al Tribunale del riesame di Albanese Catanzaro. era finito Gli arresti domiciliari concessi dal gip di Paola, in carcere per Battarino, pur con il parere l’inquinamento contrario della Procura, sidel Tirreno curamente favoriscono il lavoro che stiamo svolgendo in questi giorni ed in queste ore per dimostrare che le condotte illecite contestate nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari non sussistono, e che alcun disastro ambientale è stato perpetrato o favorito dagli odierni indagati». «Nei prossimi giorni, una volta raccolta - prosegue - e valutata l’imponente documentazione utilizzata dagli inquirenti, sapremo rappresentare le nostre ragioni, nel merito, davanti il giudice del riesame. Al momento non ci resta che commentare con soddisfazione l’affievolimento delle esigenze cautelari contestate inizialmente a Domenico Albanese». 9 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 D A L P O L L I N O A L L O calabria S T R E T T O ora IL PESTAGGIO Dai frame del video si vedono i tre ragazzi che si accaniscono contro il titolare di una paninoteca: volano calci e pugni fino all’arrivo di una unità mobile di vigilanza. Il branco è stato incastrato grazie al video delle telecamere di videosorveglianza. Alla vittima sono stati diagnosticati 30 giorni di prognosi Pestano il gestore del pub In manette tre ragazzi PAOLA (CS) Tre paolani messi nell’arco della stessa sono finiti in manette per notte (23 ottobre). Gli stessi, aver pestato a sangue un tuttavia, in quel tempo erano commerciante di piazza 4 stati sottoposti dall’autorità Novembre. Ieri, alle prime giudiziaria ad una «misura luci dell’alba, gli uomini del cautelare ritenuta piuttosto commissariato di pubblica si- lieve, quale l’obbligo di firma curezza di Paola, comandato presso l’autorità giudiziaria». dal vice questore aggiunto Il questore di Cosenza, inveRaffaella Pugliese, con il sup- ce, aveva fatto giungere all’atporto del reparto di polizia tenzione dei due il cosiddetto giudiziaria, coordinato dal- “avviso orale”. Insomma, un l’ispettore capo Giuseppe nulla. Nonostante tutto, forse Sciacca, hanno tratto in arre- perché consapevoli che dasto tre soggetti noti alle forze vanti agli inquirenti l’avrebdell’ordine per varie scorri- bero fatta franca, Alessio bande consumate in tempi Chianello e Antonio Imbroinise si sono riuniti unitamendiversi sul territorio. Si tratta dei diciannovenni te ad un altro compagno per commettere Alessio Chial’ennesima nello e Anto«Hanno agito azione criminio Imbroicon violenza, nosa. nise, apparIl commistenenti al faaccanimento sariato di migerato e una brutalità Paola è giun“branco” che inaudita» to alla identil’estate scorficazione dei sa seminò il panico in città e nel compren- due Chianello e dell’Imbroisorio, nonché di Antonio nise attraverso l’estrapolazioAntonio Chianello Antonio Imbroinise Chianello, di 26 anni. A cari- ne del video registrato dalle Alessio Chianello co dei tre indagati, protagoni- telecamere di sorveglianze sti, questa volta, del brutale del Comune di Paola instal- Sono volati tanti pugni e cal- chiamare le forze dell’ordine. Paola. Alla vittima sono stati cialmente più pericolosi. La pestaggio consumato a dan- late proprio nella Piazza IV ci, soprattutto in direzione Sul posto, poco dopo, è giun- diagnosticati ben trenta gior- Procura della Repubblica di Paola, pertanto, nella persono del titolare di una panino- novembre ed attraverso altri del capo e del volto della vit- ta una volante della Polizia ni di prognosi. tima. che ha prestato soccorso al Durante la conferenza na del pubblico ministero di teca ubicata nella piazza IV elementi probatori. Dai frame del video formaI tre, visibilmente ubriachi, giovane, trovato in evidente stampa è stato fatto notare turno, Maria Camodeca, ha novembre di Paola, inizialmente era stato ipotizzato il to “avi” si vedono chiaramen- hanno smesso di accanirsi stato di choc, col setto nasale che, essendo rimasti sostan- chiesto ed ottenuto dal giuditentato omicidio, ma la Pro- te i tre che con violenza e cru- sul giovane solo quando è so- rotto e con il volto ricoperto zialmente “impuniti” per gli ce Giuseppe Battarini, la micura della Repubblica di Pao- deltà si accaniscono contro il praggiunta sul posto una uni- di sangue. Contestualmente episodi di violenza dell’estate sura cautelare in carcere a cala all’esito di una puntigliosa corpo dell’esile gestore della tà mobile di un istituto di vi- è arrivata in piazza una auto- 2010, i giovani autori di tali rico dei tre soggetti. fase investigativa ha indivi- paninoteca, sbattuto a terra gilanza privato e, quindi, col ambulanza del servizio me- delitti si sono sentiti più forGUIDO SCARPINO duato e contestato ai tre i rea- senza che potesse difendersi. timore che qualcuno potesse dico 118 del San Francesco di ti e, quindi, sono diventati [email protected] ti di lesioni personali con le aggravanti della crudeltà e della futilità dei motivi. I tre l’estate scorsa hanno agito in concorso tra loro alcuni giorni addietro. E’ toccato alla dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Paola, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, raccontare con sul collo, i giovinastri tornarono indietro, ardovizia di particolari quanto mati di calibro 9x21, e facevano fuoco contro la accaduto. «I soggetti tratti in facciata della palazzina ove risiedeva quella faarresto hanno agito con una miglia. PAOLA (CS) Ancora loro, quelli del “brantiere Marina, in quattro, fecero irruzione in un violenza, un accanimento ed Nessun ferito grave, fortunatamente. Ma il co”. Recidivi e pericolosi. Colpiscono solo in appartamento e lì scoppiò il finimondo. una brutalità inaudita», ha branco uscì sostanzialmente indenne da quella gruppo e, spesso, alle prime luci dell’alba e sotIn quella casa, infatti, c’erano anche due don- storia, dall’azione giudiziaria a suo carico. Ed fatto presente la dottoressa to l’effetto di alcol. Era già accaduto la scorsa ne: madre e figlia. E solo per un caso il padro- anche da altre scorribande. Ecco perché, ancoRaffaella Pugliese, vice queestate, allorquando Antonio Imbroinise e Ales- ne di casa preso di mira, sebbene di statura mo- ra oggi, è spavaldo e recidivo. Le forze dell’orstore aggiunto. Il dirigente sio Chianello, entrambi di 19 anni, di Paola, desta, riuscì a limitare i danni, affrontando il dine, pertanto, auspicano che, almeno in quedel commissariato ha ricorcomponenti del gruppo delinquenziale compo- gruppo di scalmanati, rifilando schiaffi e pugni sta circostanza, innanzi a prove ritenute incondato i trascorsi di Alessio sto da quattro persone, facevano irruzione in agli aggressori. Assieme a lui, anche le due don- futabili e schiaccianti, l’autorità giudiziaria si Chianello e Antonio Imbroiun’abitazione privata per “punire” un padre di ne di casa riuscirono a frenare la furia dei quat- determini in modo forte ed esemplare, sia nelnise, già noti agli inquirenti famiglia che aveva “osato” ammonirli per i lo- tro, placando gli animi del “branco”. Alla fine i la fase della carcerazione preventiva, sia all’esiperché appartenenti a quel ro schiamazzi notturni. Salirono su per le sca- danni furono limitati, anche se, nel mentre fug- to di una eventuale fase dibattimentale. “branco” che nell’estate del le, al secondo piano di una palazzina del quar- givano via, prendendo ancora qualche manata 2010 si è reso autore di diverg.s. si atti di violenza, tutti com- Paola, identificati grazie alle immagini della videosorglianza Il “branco” colpisce ancora Aggredirono una famiglia in casa 12 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Commissione d’accesso a Platì Tre gli alti funzionari inviati dal prefetto per verificare eventuali infiltrazioni PLATÌ (RC) L’ombra dei clan sul Comune di Platì, tra le montagne della Locride. Il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, giorni addietro, ha disposto l’accesso agli atti e inviato tre uomini di fiducia, a cui è stato assegnato il compito di verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nella vita e nelle scelte dell’ente. I commissari saranno chiamati a scandagliare gli atti amministrativi partoriti dall’apparato comunale e avranno ampi poteri d’indagine. Il Comune, negli ultimi mesi, è stato gestito dal commissario Massimo Mariani, giunto dopo lo scioglimento dell’organo consiliare, a sua volta originato dalle dimissioni del sindaco, Michele Strangio. Quel giorno, undici febbraio 2011, nel motivare la sua decisione, il primo cittadino disse:«Lascio perché è impossibile amministrare senza un segretario comunale». Agli alti funzionari nominati dal prefetto è stato messo a disposizione un ufficio, all’interno del palazzo municipale, con tutti gli strumenti necessari a effettuare le verifiche del caso. Avranno 90 giorni di tempo per passare ai raggi x atti e documenti vari. Nel mirino dei commissari, le amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Del resto, per Platì, non è la prima volta. Cinque anni fa, con decreto del Presidente della Repubblica, venne sciolto il consiglio comunale perché in mano alla mafia. Era il 14 giugno del 2006, e dalla commissione d’accesso non erano arrivati segnali incoraggianti: da uno studio approfondito e circoscritto agli atti ufficiali dell’ente, erano emerse le procedure inquinate che, fino ad allora, per il comune non è la prima volta Già nel 2006 il consiglio comunale fu sciolto perché in mano alla ’ndrangheta novanta giorni per i controlli Nel mirino dei commissari le amministrazioni che si sono succedute nel tempo Una veduta del comune di Platì insorge il collegio difensivo Baby prostitute, rinvio per ritardi del tribunale CORIGLIANO (CS) “Flesh market” e le contraddizioni del Tribunale di Catanzaro: prima si dispone il giudizio immediato, al fine di evitare la scarcerazione degli indagati e accelerare la trattazione, ma poi non si trasmettono gli atti in tempo determinando così lo stallo del processo. E l’intero collegio difensivo insorge, lamentando la violazione del diritto di difesa e sollecitando finanche un’eventuale sanzione disciplinare. Disposto Un’udienza dai toni accesi il giudizio quella celebratasi ieri dinanzi al Tribunale penale immediato collegiale di Rossano, che ma gli atti non ha fatto registrare la vibraarrivano in tempo ta protesta del collegio difensivo di fronte al mancato recapito degli atti da Catanzaro che ha determinato il rinvio dell’udienza, aggiornata poi al prossimo 18 novembre. Preliminarmente, l’avvocato Giuseppe Zumpano aveva eccepito la illegittimità nonché la nullità del decreto con cui è stato disposto il giudizio immediato, sottolineando il contrasto fra gli stessi giudici catanzaresi: la richiesta del pm distrettuale era stata rigettata il 23 settembre scorso dal gip Mellace che non riteneva sussistenti le condizioni (per alcuni capi di imputazione si rilevava che erano già decorsi i termini di durata massima della custodia cautelare) per poi essere reiterata e accolta appena il giorno successivo dal gip Maiore. Eccezione, questa, rigettata dal collegio rossanese mentre gli altri difensori hanno poi sottolineato la violazione del diritto di difesa quando, non essendo ancora giunti gli atti da Catanzaro (su questo il Tribunale provvederà alla segnalazione alle sedi gerarchicamente superiori) si era impossibilitati a proseguire l’udienza. Su tutti l’avvocato Giovanni Zagarese, che ha fortemente stigmatizzato l’accaduto ribadendo la volontà della difesa e degli stessi imputati sottoposti a custodia cautelare (che hanno accettato di saltare l’udienza preliminare) di andare avanti spediti nella trattazione di un processo che ieri ha fatto registrare una evidente fase di stallo. Non solo. Il difensore ha anche evidenziato come l’intero processo sia “compromesso” a monte da un decreto che dispone il giudizio immediato mentre non sono ancora terminate le indagini preliminari, considerato che la perizia disposta dal gip ad agosto e tesa ad appurare la capacità a testimoniare delle due sorelline minorenni (che, secondo l’accusa sarebbero state vittime di abusi e indotte a prostituirsi) è ancora in corso. Ma tant’è! E i sette imputati (difesi dagli avvocati Giovanni Zagarese, Giuseppe Zumpano, Andrea Salcina, Pasquale Di Iacovo, Francesco Calabrò, Cinzia Mazzuca, Lucio Esbardo, Mauro Cordasco, Maria Zucarelli e Giuseppe Mainieri) attendono ora la prossima udienza. r. m. avevano governato il fiume di denaro pubblico e cacciato nell’abisso Platì. Il ministro dell’Interno era Giuliano Amato. Nel redigere la relazione da inviare al Capo dello Stato, l’inquilino del Viminale scrisse: «La strumentalizzazione del ruolo istituzionale in funzione degli interessi della criminalità organizzata, emerge dall’analisi della gestione degli appalti, caratterizzata da anomalie ed irregolarità che lasciano ipotizzare un disegno finalizzato a dirottare le risorse pubbliche verso imprese contigue ad esponenti mafiosi. In due anni, la certificazione antimafia – annotò poi Amato – è stata chiesta una sola volta». Nella mattinata di ieri, secondo indiscrezioni trapelate, i tre commissari hanno incontrato i vari rappresentanti delle forze dell’ordine. Un summit per fare il punto della situazione e soffermarsi su alcuni spunti investigativi che meritano di essere approfonditi. ILARIO FILIPPONE [email protected] indagini a tutto campo Assalto al portavalori Acquisiti i filmati Gli inquirenti sulla scena del crimine SIBARI (CS) Acquisiti tutti i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona, proseguono senza sosta le indagini sulla rapina al portavalori della Sibari Control, consumatasi lunedì mattina in località Raganello sul vecchio tracciato della ss 106. Un colpaccio filato via liscio come l’olio e che, stando a quanto emerso finora, è stato studiato nei minimi dettagli consentendo ai malviventi, in una manciata di minuti, di portare via un bottino di 800mila euro. A tanto ammontava infatti il “carico” del furgone blindato con cui le tre guardie giurate si stavano recando a Catanzaro per depositare il tutto alla Banca d’Italia. Ma quel camion che, una volta svoltato lungo il viadotto nei pressi del cavalcavia, si sono ritrovati di fronte, ha fermato il loro viaggio. Secondo quanto ricostruito, il furgone blindato (che in effetti aveva ancora l’indicatore di direzione lampeggiante) subito dopo la svolta si è accorto del camion che si trovava già messo di traverso sulla carreggiata. Un evento imprevedibile che ha determinato l’arresto del furgone, che è riuscito tuttavia a fermarsi proprio a pochi centimetri dal mezzo pesante, e che forse non doveva avere un’andatura troppo veloce considerata anche l’assenza sulla scena di grossi segni di frenata. In quell’istante sono poi sopraggiunte la Fiat Uno e la Fiat Punto da cui sono scesi i rapinatori (sei o forse otto) incappucciati e armati di pisto- le e fucili con cui hanno esploso due colpi che hanno raggiunto le ruote del furgone. I tre vigilantes sono stati costretti a consegnare armi e giubbotti antiproiettile, mentre i rapinatori hanno caricato il bottino sulle auto e si sono poi dileguati. Le due vetture (entrambe provento di furto così come il camion) sono state rinvenute a pochi chilometri di distanza completamente bruciate, con all’interno frammenti delle armi utilizzate per l’agguato: gli inquirenti hanno trovato e sequestrato una canna di fucile calibro 12, una pistola, un caricatore per pistola e un proiettile Winchester per fucile mitragliatore. Sul finestrino del furgone portavalori, inoltre, i poliziotti della scientifica hanno isolato anche l’impronta parziale di una mano su cui sono in corso accertamenti, anche se potrebbe non appartenere ai rapinatori considerato che, secondo quanto riferito dai vigilantes, i malviventi indossavano i guanti. Intanto, gli uomini della squadra mobile della Questura di Cosenza, agli ordini del vicequestore aggiunto Fabio Ciccimarra e supportati dagli agenti dei Commissariati di pubblica sicurezza di Castrovillari e di Rossano vanno avanti a 360 gradi con l’attività investigativa, che è coordinata dal pm di Castrovillari Larissa Catella. ROSSELLA MOLINARI [email protected] GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 17 l’ora di Reggio tel. 0965 324336-814947 - fax 0965 300790 - mail [email protected] - indirizzo via Nino Bixio, 34 PONTE SULLO STRETTO BOVA MARINA Oggi conferenza dei servizi. A Villa c’è Donadi > pagina 25 PROCESSO TOPA Il prefetto sospende il Consiglio LOCRI Appello, chiesta conferma delle condanne > pagina 26 Dal Consiglio arriva l’ok ai Pisl > pagina 27 > pagina 33 Sistema, al via gli interrogatori Cosca Crucitti, gli otto soggetti arrestati compariranno oggi davanti al gip Compariranno oggi davanti al giudice per le indagini preliminari i soggetti tratti in arresto martedì nell’ambito dell’operazione “Sistema”. Secondo le indagini della Dda di Reggio Calabria, gli arrestati sarebbero affiliati alla cosca Crucitti operante nel territorio di Condera, nonché ad altre cosche più importanti come quella dei Tegano, alla quale i Crucitti sarebbero federati. In manette sono finiti: Sandrino Amedeo Aurora, 41 anni, Antonino Gennaro Crucitti, 31 anni, Santo Crucitti (già detenuto), Michele Crudo (già detenuto), Antonino Minniti 34 anni, Carmine Polimeni (già detenuto), Domenico Polimeni (già detenuto) e Domenico Suraci, 38 anni. Le indagini portate avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno permesso di accertare quanto la pevasività dell’infiltrazione della cosca Crucitti all’interno del settore della grande distribuzione alimentare, dell’intermediazione del credito e dell’imprenditoria edile. Il tutto avvenuto con imprenditori inseriti a pieno titolo nel contesto economico della città, che hanno svolto il ruolo di prestanome per la cosca di ConderaPietrastorta. E oggi i soggetti tratti in arresto dovranno dare diverse spiegazioni al gip Domenico Santoro. Dovranno rispondere di tutte le accuse che vengono mosse nei loro confronti e che, in diversi casi, sono anche suffragate da intercettazioni telefoniche ed ambientali. Molto interessante è anche lo spaccato che emerge dall’inchiesta per quanto concerne il tentativo di infiltrarsi, da parte della cosca, nella vi- la richiesta di sel «IL PREFETTO INVII UNA COMMISSIONE D’ACCESSO» Domenico Suraci all’uscita dal comando provinciale dei carabinieri ta amministrativa della città di Reggio. Il clan Crucitti, infatti, aveva deciso di avere un proprio soggetto politico di riferimento che, secondo quanto riferito dal gip, sarebbe stato l’attuale assessore comunale Pasquale Morisani che, è bene ricordarlo, non risulta indagato poiché non sono state ravvisate condotte penalmente rilevanti a suo carico. Dalle intercettazioni disposte nei confronti degli indagati, viene fuori, inoltre, anche uno spaccato assai particolare e che fa intendere come la spartizione dei soldi e gli affari in generale, abbia generato anche delle fortissime tensioni all’interno delle diverse consorterie di ‘ndrangheta della città, tanto da portare quasi ad uno scontro dei Crucitti con “quelli di Modena”, altro quartiere a sud della città, governato dal clan Borghetto-Zindato. Da ricordare, infine, come il gip abbia anche disposto il sequestro di diversi beni e quote azionarie facenti riferimento al boss Santo Crucitti. c. m. «A tutela di tutti e in primo luogo dello stesso sindaco Demetrio Arena, è arrivato il momento che il prefetto, innanzi a questo quadro che emerge, predisponga l’invio di una commissione di accesso al fine di verificate il livello di infiltrazione che la ‘ndrangheta ha prodotto nel comune di Reggio Calabria». Lo dichiara in una nota il commissario provinciale di Sel, Andrea Di Martino, secondo cui «Arena dovrebbe essere il primo ad avvertire l’esigenza di avanzare questa richiesta. Se lui non ha questa sensibilità, Sinistra ecologia libertà lo chiede formalmente a tutela delle istituzioni, della democrazia e dei tanti Reggini per bene che sono stanchi di questo andazzo e pretendono di cambiare questo modo di governare la città». D’altra parte, «pur non essendo indagato – aggiunge il commissario provinciale di Sel, Di Martino - Morisani dovrebbe avere il buon senso di dimettersi, solo una ipotesi di tal genere rende politicamente insostenibile la sua permanenza in un assessorato così cruciale per gli interessi delle cosche». le reazioni Non tardano ad arrivare le prime reazioni politiche all’indomani dell’operazione “Sistema” messa a segno dalla Direzione distrettuale antimafia in collaborazione con il Comando provinciale dei carabinieri. Soprattutto per ciò che concerne la posizione dell’attuale assessore ai lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, Pasquale Morisani. Di «spaccato particolarmente grave ed inquietante» parla il Partito democratico che, con il coordinatore provinciale Girolamo Demaria, accende i riflettori sulla «convergenza di interessi da parte di diverse cosche per l’appuntamento elettorale comunale» con riferimento a «Domenique Suraci eletto con la lista “Per Scopelliti Sindaco” che si adopera per far stipulare una convenzione tra la società gestita di fatto dai soggetti finiti agli arresti e i dipendenti di una delle società miste del comune» e «i tentativi di Centrosinistra unanime: «Morisani si dimetta» Pressante invito al sindaco Arena: «Dia un segno di discontinuità» infiltrazione nell’attività politicoamministrativa cittadina, mediante l’individuazione di candidati di riferimento concretizzatasi nel supporto garantito a beneficio di Pasquale Morisani, candidato nelle elezioni comunali del 2007 nella lista di centro destra “Per Scopelliti Sindaco”». Per il Pd il sindaco Arena deve assumere un immediata e consequenziale iniziativa nei confronti di Morisani, «per farlo dimettere affinché, al di là delle mancate responsabilità di natura penale, si impedisca che sulla gestione di un assessorato così delicato, qual è quello dei Lavori Pubblici, possano gravare ombre di qualsiasi natura». Sulla stessa lunghezza d’onda si trova il Pdci che a sua volta punta l’indice su quelle che chiama «melmose società miste»: «Tutto ciò fa risaltare il vergognoso paradosso, che noi Comunisti Italiani abbiamo più volte denunciato, rappresentato dal fatto che il Comune di Reggio è, praticamente, in società e in affari con la ‘ndrangheta». Gli atti dell’indagine, continuano gli esponenti comunisti, evidenziano in maniera chiara e in- controvertibile, basta leggere le intercettazioni, i rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, il presunto capo indiscusso della cosca di Condera e Pietrastorta. «Questa contiguità è evidenziata nell’ordinanza del Gip, il quale afferma che “Morisani è il candidato di riferimento della cosca Crucitti”. Con siffatte parole, in una città normale di un paese normale, un assessore coinvolto in una vicenda di tal misura si sarebbe immediatamente dimesso e, comunque, se non l’avesse fatto sarebbe stato immediatamente revocato da un qualsiasi sindaco, degno di tale ca- rica. Purtroppo, Reggio non è una città normale e, quindi, Pasquale Morisani pensa di far finta di nulla. Tutto ciò è, evidentemente, inaccettabile e rappresenta uno sfregio alle più elementari regole democratiche e una violenza alle Istituzioni». «Non è la prima volta che chiediamo al sindaco di Reggio Calabria Arena di dare un segnale forte di discontinuità col passato. Se altre volte non ci ha ascoltato, lo faccia almeno questa volta. E’ il momento di dare della città di Reggio un’immagine diversa o quanto meno di salvare il salvabile». Così invece il coordinatore provinciale di Idv, Antonio Marrapodi che chiede al sindaco una presa di posizione netta e di farlo per tempo e per sua scelta, «altrimenti sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità politiche». 21 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 calabria ora R E G G I O Forse pensavano di fare il colpo della loro vita. Per l’obiettivo e la modalità avrebbe fatto di certo scalpore, ma i loro piani sono andati a monte per l’intervento dei carabinieri. La banda di ladri voleva ripulire la cassaforte del teatro ‘Francesco Cilea’ di Reggio Calabria. Attrezzatura e organizzazione da professionisti, ma alle calcagna avevano gli investigatori dell’Arma che li osservavano già di diverse ore prima dell’azione. Al momento in tre sono finiti in manette, certamente però ci sono almeno altri due complici che hanno organizzato e messo a segno quello che si è fermato a un tentativo di furto. Uno dei responsabili è persino venuto da Roma per supportare il gruppo nell’azione delittuosa. Antonio Talinucci, 55enne pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, è sceso alla stazione ferroviaria di Reggio Calabria. Ad attenderlo c’erano Luigi Davide Belgio, 49enne pluripregiudicato, e Filippo Foti, 36enne incensurato. Quest’ultimo è titolare di un esercizio di rivendita di materiale informatico che ha fornito pc e attrezzature elettroniche anche a esponenti delle forze dell’ordine. Che ieri però gli hanno stretto le manette ai polsi. Proprio nel negozio di Foti si è svolta, secondo quanto osservato Tentano colpo al Cilea Ma vengono scoperti Banda di professionisti fermata dai carabinieri Controlli serrati davanti al teatro Cilea La fiamma ossidrica e gli attrezzi dai carabinieri, la riunione che ha preceduto il colpo. I carabinieri li hanno tenuti sotto controllo per tutto il pomeriggio, facendo manovre diversive per non farsi notare, passando e ripassando con le auto civetta davanti al negozio di articoli informatici, e facendo attenzione a non essere individuati. Il gruppo si è diretto al teatro Cilea, in quel momento chiuso, presidiandolo letteralmente in ogni angolo e rimanendo in osservazione degli ingressi. I componenti della banda hanno stabilito un vero e proprio servizio di controllo per essere certi che nelle vicinanze non vi fossero forze dell’ordine. Poco dopo l’una, approfittando del fatto che nella struttura non c’era nessuno, Talinucci e Foti si sono posizionati davanti all’ingresso del Comune, continuando a monitorare la porta laterale del teatro. Contemporaneamente due individui vestiti di nero si sono intrufolati all’interno del teatro andando dritti al botteghino dove sapevano di trovare la cassaforte. Con loro hanno portato due borsoni con una fiamma ossidrica professionale e altra attrezzatura da scasso. Non hanno però fatto in tempo a utilizzarla perché i carabinieri sono intervenuti subito. Fuori hanno bloccato il romano e Foti, che era in collegamento diretto tramite una ricetrasmittente con i complici all’interno del teatro proprio per avvertirli della presenza di forze dell’ordine. Nonostante le porte siano state sbarrate, i ladri sono riusciti a scappare. Tra questi c’era Belgio che martedì notte non ha fatto rientro a casa, salvo poi essere intercettato da una pattuglia dei carabinieri l’indomani mentre girovagava a piedi in centro e finire pure lui in manette. Le indagini sono tuttora in corso per l’individuazione degli altri complici. ANNALIA INCORONATO [email protected] Vigilanza dopo l’incendio Disposta la misura per il sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga Riunione di coordinamento delle forze dell’ordine ieri mattina in prefettura per discutere di diversi temi. Al vertice, presieduto dal prefetto Luigi Varratta, hanno partecipato il questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona, i comandanti provinciali dell’Arma Pasquale Angelosanto e della Guardia di Finanza Cosimo Di Gesù, il procuratore generale Salvatore Di Landro e il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone. Nell’occasione ampio spazio è stato dedicato all’approfondimento delle posizioni di magistrati ed amministratori locali sottoposti di recente a pesanti intimidazioni, tra cui quella recente del sindaco di Bovalino, Tommaso Mittiga, che ha pure preso parte ai lavori limitatamente all’esame del recente atto di danneggiamento compiuto da ignoti contro l’abitazione rurale di sua proprietà. Il prefetto Varratta ha espresso all’amministratore locale «partecipe solidarietà per il vile gesto di cui è stato vittima, sottolineando l’attenzione che le Forze di polizia riservano a quel comprensorio comunale sotto il profilo della prevenzione generale e del controllo del territorio». Nei confronti del sindaco Mittiga è stata disposta l’attivazione di apposite misure di vigilanza. Si è poi parlato della manifestazione “Un calcio alla ‘ndrangheta” che si svolgerà a Rizziconi il prossimo 13 novembre, nel cui contesto la Nazionale italiana di calcio effettuerà un allenamento all’interno di un campetto realizzato su un terreno confiscato alla criminalità organizzata. Si è, al riguardo, convenuto di predisporre particolari servizi di ordine pubblico in ragione dell’importanza dell’evento, che sarà trasmesso in diretta televisiva dalla Rai e per il quale sono stati già accreditati oltre cento giornalisti. All’iniziativa di domenica prosisma presenzieranno numerose autorità politiche tra le quali il Sottosegretario all’Interno Guido Viceconte e il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, oltre al presidente della Federazione Gioco Calcio Giancarlo Abete, e al presidente dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. Nel corso della riunione si è anche stabilito di pianificare specifici servizi coordinati di controllo da parte delle Forze di polizia finalizzati a verificare, con l’ausilio della Direzione regionale dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, il rispetto delle norme a tutela dei minori ed il possesso delle prescritte autorizzazioni da parte dei titolari di esercizi pubblici presso cui sono installati apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro. r.rc Riunione di coordinamento delle foze di polizia in Prefettura corte d’appello Cent’anni di storia, termini di custodia congelati La decisione dei giudici di secondo grado. Prossima udienza il 30 novembre Sono stati congelati i termini di to assolto pienamente da tutte le custodia cautelare nell’ambito del accuse. In primo grado il Tribunale di processo d’appello “Cent’anni di storia”. La decisione è stata presa Palmi, presieduto da Fulvio Accurieri dai giudici di piazza Castello so, ha inflitto la condanna più peche stanno celebrando il procedi- sante, 17 anni di reclusione, nei confronti di Gimento di secondo grarolamo Molè do che prende le mosL’indagine (difeso dagli avse da una complessa riguardava vocati Franceindagine della Dda di sco Calabrese e Reggio Calabria su le infiltrazioni Giuseppe Miliuna presunta infiltramafiose al porto cia) (classe zione mafiosa al Coe nella politica 1961), capo delmune di Gioia Tauro, l’omonima cononché il tentativo delle cosche della Piana, Piromalli sca che sta scontando l’ergastolo. e Molé, e quella di San Procopio de- Quindici anni e 12 anni sono stati gli Alvaro, di acquisire la coopera- inflitti, rispettivamente, al boss tiva portuale “All service”. Giuseppe Piromalli (avvocati MarTra gli imputati anche l’ex sinda- cella Belcastro e Domenico Infantico di Gioia Tauro, Giorgio Dal Tor- no) e Giuseppe Alvaro (avvocato rione (difeso dagli avvocati Dome- Alvaro). Le altre condanne sono nico Alvaro, Umberto Abate e Lui- state disposte nei confronti dell’ergi Tilotta), che in primo grado è sta- gastolano Domenico Molè (avvoca- Il Tribunale di piazza Castello to Calabrese) (16 anni), fratello di Girolamo; dell’imprenditore romano Pietro D’Ardes (avvocati Roberto Loscerbo e Nico D’Ascola) (11 anni); dell’avvocato romano, di origine calabrese, Giuseppe Mancini (avvocato Giuseppe Fonte) (9 anni e sei mesi); Antonio e Natale Alvaro (difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Mazzetti e Alvaro) (9 anni); Gianluigi Caruso (avvocati Vincenzo Ioppoli e Gosuè Naso) (cinque anni); Girolamo Molè (classe 1963) (avvocato Michele Gullo), (cinque anni e sei mesi) e Giuseppe Arena (avvocato Antonino Napoli) (quattro anni e otto mesi). Assolti, oltre a Dal Torrione, anche Marco Fantone (avvocato Titta Mania), Vincenzo Priolo (avvocato Carmelo Ielo e Belcastro) e Lorenzo Aricidaco (avvocato Carlo Monaco). Ieri, dunque, un’udienza assai veloce con il solo congelamento dei termini di custodia cautelare per gli imputati che si trovano ancora reclusi all’interno del carcere. Poi il rinvio al 30 novembre, quando con tutta probabilità parlerà il procuratore generale, presentando le richieste di pena, successivamente gli interventi del collegio difensivo e poi la pronuncia dei giudici di secondo grado. r.r. GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 27 l’ora della Piana Piazza Primo Maggio, Palmi Tel. e Fax: 0966 55861 Mail: [email protected] PORTO AUTORITA PORTUALE OSPEDALI 0966 588637 GIOIA TAURO CAPITANERIA DI PORTO 0966 562911 0966 765369 DOGANA GUARDIA DI FINANZA 0966 51123 FARMACIE 0966 52203 PALMI 0966 267611 CITTANOVA 0966 660488 OPPIDO 0966 86004 0966 942111 0966 618911 POLIZIA DI FRONTIERA 0966 7610 CARABINIERI 0966 52972 POLISTENA VIGILI DEL FUOCO 0966 52111 TAURIANOVA Rosarno Ioculano 0966 51909 Rechichi 0966 52891 Tripodi 0966 500461 Alessio 0966 773237 Borgese 0966 712574 Cianci 0966 774494 Paparatti 0966 773046 Palmi Barone Galluzzo Saffioti Scerra Stassi Taurianova 0966 479470 0966 22742 0966 22692 0966 22897 0966 22651 Ascioti 0966 643269 Covelli 0966 610700 D’Agostino 0966611944 Panato 0966 638486 Topa, requisitoria del Pg: confermare le condanne Alla sbarra i Gioffrè e gli ex amministratori di Seminara PALMI Sono bastati 20 minuti circa al sostituto procuratore generale Danilo Riva per chiedere la conferma della sentenza di primo grado per gli imputati nel processo denominato “Topa”. L’intervento del rappresentante della procura generale si è tenuto nella mattinata di ieri davanti alla Corte d’appello di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Campagna. Il processo Topa, giunto ieri in appello, è frutto di una operazione della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, scattata il 17 novembre 2007, che ha portato in carcere 11 persone, ipotizzando l’esistenza di un patto scellerato che sarebbe stato stretto tra una parte della classe politica seminarese - sindaco e vicesindaco uscenti - e la cosca dei Gioffrè di Seminara, per condizionare le elezioni amministrative nel Il processo è stato rinviato al 25 gennaio per le arringhe difensive ASSOCIAZIONE MAFIOSA Da sinistra Antonino e Adriano Gioffrè e Marafioti piccolo centro della Piana e portare alla rielezione a sindaco di Marafioti. Partendo proprio da questa ipotesi, l’accusa nei confronti degli 11 imputati è di voto di scambio e associazione mafiosa. L’anello di congiunzione tra la ‘ndrina e l’amministrazione comunale sarebbe stato Adriano Gioffrè, nipote di don Rocco detto “u ‘Ndolu” e divenuto assessore nella seconda giunta Marafioti. Alla sbarra ieri, rispetto al primo grado tenuto al Tribunale di Palmi, mancava solo l’anziano boss di Seminara Rocco Antonio Gioffrè, deceduto lo scorso anno. Presenti invece gli altri appartenenti alla ‘ndrina seminarese, Vittorio Vincenzo Gioffrè, Antonino Gioffrè, Vincenzo Gioffrè, Domenico Gioffrè e Adriano Gioffrè; e i rappresentanti dell’amministrazione comunale finiti in manette quella mattina di novembre di quattro anni fa: vale a dire l’ex sindaco Antonio Marafioti e il suo vice Mariano Battaglia. Per quanto riguarda le pene inflitte in primo grado, il collegio del Tribunale di Palmi aveva condannato Rocco Antonio Gioffrè a 7 anni di reclusione, il sindaco uscente CINEMA Gioia Tauro Antonio Marafioti a 6 anni e 6 mesi; a Carmelo Buggè e Mariano Battaglia, invece, sono stati inferti 6 anni di reclusione. Per Vittorio Vincenzo Gioffrè, Antonio Gioffrè, Vincenzo Gioffrè, Domenico Gioffrè e Adriano Gioffrè, il Tribunale ha comminato 5 anni e 6 mesi di carcere. Unico assolto nel procedimento di Palmi è Antonino Tripodi. Il processo è stato rinviato al 25 gennaio prossimo, data in cui inizieranno le arringhe difensive. FRANCESCO ALTOMONTE [email protected] Gioia Tauro “Politeama” 0966 51498 Chiuso Cittanova “Gentile” 0966 661894 Chiuso Polistena “Garibaldi” 0966 932622 Chiuso Laureana “Aurora” Chiuso l’appello Spopolamento centri montani Galimi scrive ai parlamentari PALMI - «Se i comuni montani si spopolano, a risentirne, prima che l’economia, è la stessa manutenzione del territorio. E le recenti calamità naturali lo insegnano, il disinteresse dei governi per la montagna causa perdite di vite umane e costi nettamente maggiori a quelli che servirebbero per tenere in vita questi paesi». Il presidente dell’Associazione nazionale comuni dei parchi, Michele Galimi (foto), scrive ai capigruppo della Camera tutta la sua preoccupazione per una cultura contadina e montanara lasciata colpevolmente spegnersi. E però, battersi per la vivibilità di quei territori non significa covare nostalgie confortanti, ma prendersi cura concretamente di un futuro che solo in parte riguarda le quattro anime rimaste a vivere nei paesi in altura. «Non ci vuole molto a capire – denuncia Galimi – che la morte dei territori montani rappresenta un danno per l’ecosistema. La presenza dell’uomo in queste realtà, infatti, garantiva la manutenzione ordinaria della montagna. Si pensi alle piante messe a dimora e che assicuravano la stabilità del terreno e il sostentamento economico per tante famiglie». E inoltre un centro abitato costituisce un presidio permanente pure per la prevenzione degli incendi. Galimi rintraccia con sicurezza le responsabilità della desertificazione cui sembrano piegati inesorabilmente i paesi più interni. «Le ragioni di questa fuga dai centri montani – accusa – vanno ricercate nell’assoluta mancanza di attenzione dei governi. Si è cominciato infatti con la chiusura degli uffici postali, della guardia medica, fino alla soppressione delle scuole dell’infanzia, ultima manovra in ordine di tempo che ha costretto le famiglie a trasferirsi a valle». E quando se ne vanno le sentinelle, irrompono i guai. «Non sarebbe meglio spendere per un maestro in più o per mantenere uno sportello delle poste, anziché per riparare frane e smottamenti, con costi di gran lunga maggiori?», attacca il presidente dei comuni dei Parchi. Ecco allora l’appello ai parlamentari perché agiscano contro il declino della memoria e di un mondo che alla fine presenta il conto a quelli che stanno più in basso. Angelo Siciliano il convegno Fondi alle imprese alluvionate, Caridi fa il punto Rosarno, l’assessore in tour per il lancio del bando per l’imprenditoria giovanile ROSARNO Continua l’azione di sensibilizzazione e promozione del nuovo bando “Giovani imprenditori”, promosso ieri sera a Rosarno dall’assessorato alle Attività produttive della Regione Calabria. L’occasione è stata anche da spunto per analizzare lo stato dei fatti sugli strumenti che l’onorevole Antonio Caridi ha attuato in merito alla questione delle aziende alluvionate il 2 novembre 2010. A più di un anno dell’evento calamitoso, sono stati diversi gli incontri avvenuti tra i rappresentati della categoria e lo stesso assessore. Proprio nell’incontro del 25 luglio, tenuto negli uffici regionali dell’as- sessorato a Catanzaro, Caridi aveva annunciato la creazione di uno strumento ad “hoc” per le aziende, che potesse aiutare i commercianti e gli imprenditori nel risollevamento delle proprie attività. «Non si tratta di un’azione che rifinanzia la perdita che le aziende hanno subito, ma di un intervento, anche di agevolazione finanziaria tramite Fincalabra, che possa permettere la reimmissione nel mercato delle aziende che sapranno dimostrare di avere un andamento positivo in termini di bilancio. Le schede nominative della aziende sono già pervenute alla Regione da parte del comune di Gioia Tauro, che ha provveduto alla fase del monitoraggio, ora si trovano presso gli uffici tecnici regionali, dove si sta lavorando per l’individuazione di misure idonee alla realizzazione in tempi celeri». E come uno strumento innovativo si pone certo il bando presentato. «Mi sento di esprimere un sentito ringraziamento all’assessore Caridi per l’impegno nel promuovere le nuovi azioni nella provincia di Reggio, da sempre esclusa nei periodi precedenti a favore della altre regioni- ha detto Giuseppe Zampogna, presidente di Città degli ulivi- finalmente i giovani hanno la possibilità di fare impresa nella loro terra». Francesco Terranova ha illustrato le caratteristiche principali della misura, non ancora emanata, e quindi su- TAVOLO Da sinistra Zampogna, Arruzzolo, Caridi, Nano,Terranova scettibile di possibile variazioni: destinato ai giovani con età compresa tra i 18 ed i 20 anni, lo strumento agisce su impresa e artigianato, finanziando progetti sino al 200 mila euro, nella percentuale del 75%. A distinguerlo dalle precedenti misure, l’accompagnamento allo start up grazie alla presenza di un tutor che avvierà i giovani nello sviluppo dell’impresa. Presente al tavolo dei relatori anche il consigliere provinciale Giovanni Arruzzolo e Caterina Nano, che ha illustrato le fasi dell’azione di promozione nelle scuole e nelle università. ISABELLA GALIMI [email protected] 34 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 calabria ora L O C R I D E allarme maltempo PLATI’ Resteranno, oggi, chiuse le scuole del territorio comunale di Gerace. E’ quanto disposto dal sindaco Giuseppe Varacalli, dopo aver preso atto che la Protezione Civile, nella giornata di ieri, ha dato comunicazione urgente di un’allerta meteo “livello 3” per alcune zone del territorio di Gerace. Sempre nel comune di Gerace ed in Oggi le scuole chiuse a Gerace Allerta meteo “livello 3”. Disagi sulla 106 ma nessun danno al territorio particolare in località Ziparidopo le violenti piogge riversatesi nelle ultime ore sul territorio hanno causando una serie di smottamenti. E’ andata meglio nei comuni del distretto sud della Locride dove il maltempo di ieri ha fatto registra- te tanta preoccupazione, molti disagi ma, fortunatamente, nessun danno. La strada statale 106 in alcuni punti è stata interessata da lievi allagamenti cosi come le arterie provinciali che portano verso i comuni aspromontani. La preoc- cupazione dei cittadini di Platì, Natile di Careri è rivolta alle precipitazioni previste per le prossime ore e che potrebbero aggravare la situazione di fiumare e torrenti. «Sul territorio di Benestare – ha dichiarato telefonicamente il sindaco benestarese Rosario Rocca- persistono serie problematiche di dissesto idrologico soprattutto nelle zone delle frazioni di Russellina e Belloro, dove non possiamo escludere nelle prossime ore che se le piogge persisteranno, la nostra amministrazione potrebbe prendere provvedimenti significativi non per ultimo l’evacuazione di alcune abitazioni». Annalisa Costanzo L’ultimo di una lunga serie Per la sedicesima volta a Platì disposto l’accesso agli atti comunali SIDERNO L’ultima di una lunga serie. Nei giorni scorsi il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha disposto l’accesso agli atti amministrativi prodotti dal comune di Platì al fine di verificare eventuali infiltrazioni mafiose. Tre alti funzionari, da qui in avanti analizzeranno la vita del comune con lo scopo di verificare il lavoro svolto dell’amministrazione. Tre mesi messi a disposizione per esaminare le carte comunali e verificare, nel caso in cui i controlli portassero a esiti negativi, cosa e perché impedisce a Platì di far decollare un governo sano. Già dall’undici febbraio scorso il comune è stato gestito da commissario Massimo Mariani, giunto a Platì dopo lo scioglimento dell’organo consiliare causato, a sua volta dalle dimissioni del sindaco, Michele Strangio. Per ben quindici volte i commissari hanno sostituito la giunta comunale. Platì, è stato detto un milione di volte è il paese con reddito procapite più basso dell’intero sistema italiano. Correva l’anno 2006, era il 14 giugno quando l’allora ministro dell’interno Giuliano Amato chiese al presidente Napolitano lo scioglimento immediato del consiglio comunale di Platì rilevando come: «Il comune di Platì, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 13 giugno 2004, presenta forme d’inge- cronaca Estorsione a connazionali due indiani in manette I carabinieri della stazione di Roccella Jonica guidati dal maresciallo Francesco Nanni,nella notte fra martedì e mercoledì, hanno tratto in arresto due uomini. Gli indiani, queste le nazionalità dei ragazzi si trovavano nel quartiere Zirgone, quando gli uomini del Maresciallo Nanni, hanno fermato i due pregiudicati, responsabili di atti malavitosi ed estorsione ai danni dei loro connazionali domiciliati a Roccella Jonica. Gli indiani, alla vista dei militari, hanno opposto resistenza, facendo ben vedere ai Carabinieri che in mano avevano delle armi da taglio. Al termine della colluttazione i Carabinieri hanno immobilizzato i due pregiudicati. si. an. renza da parte della criminalità organizzata che compromettono l’imparzialità della gestione e pregiudicano il buon andamento dell’amministrazione e il funzionamento dei servizi». Tre anni prima amministratori e sindaco erano stati coinvolti in un’inchie- sta dell’antimafia. Le scelte dell’amministrazione comunale subivano quasi costantemente le ingerenze delle “famiglie”, a oggi la preoccupazione più grande sta nella constatazione che le scelte dell’amministrazione comunale sono state condizionate in passato, dopo le elezioni del 2004, quando fu eletto primo cittadino del paese un condannato per abuso d’ufficio e ancora oggi. Raccontò l’allora ministro dell’interno Giuliano Amato: «La strumentalizzazione del ruolo istituzionale in funzione degli interessi della criminalità organizzata, emerge dall’analisi della gestione degli appalti, caratterizzata da gravi anomalie e irregolarità che lasciano ipotizzare un disegno finalizzato a dirottare le risorse finanziarie verso imprese contigue a esponenti mafiosi». Una storia che amaramente sembra ripetersi a cicli, ci si è fatta l’abitudine, ma non dovrebbe per questo essere la regola. Adelina B. Scorda CRONACA Vigilanza al sindaco «Non mi risulta» «Al momento a me non risulta che abbiano disposto per me un servizio di vigilanza». Lo ha affermato il sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga. Il primo cittadino ieri ha preso parte ad un vertice in Prefettura a Reggio al quale, oltre al Questore hanno partecipato il Salvatore Di Landro e Giuseppe Pignatone. Previsto tuttavia una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio. re. lo. Rsu, l’allarme di Alvaro L’assessore sidernese preoccupato: «Maleducazione diffusa» il suo disappunto e la sua delusione nel mentre annuncia nuove denunce e più L’assessore all’Ambiente del Comune pressanti insistenze presso gli organi di Siderno Angelo Alvaro sottolinea che preposti alla sorveglianza del territorio. purtroppo continua a proliferare la cat- «Questi vergognosi episodi di inciviltà tiva educazione, giusto per usare un eu- urbana – dichiara Angelo Alvaro - getfemismo, di molti cittadini sidernesi che tano un’ombra inqualificabile sulla nonon trovano di meglio che liberare i pro- stra città che nella stragrande maggiopri “ingombranti” abranza dei suoi cittadini bandonandoli per stra«Abbiamo creato si adopera a vivere in un da , negli alvei dei torambiente civile e pulito. una zona renti oppure improvviA tale proposito abbiamo creato una zona ecosando turpi discariche ecologica logica in contrada Pelleabusive. «Non si fa in in contrada grina, presso l’ex deputempo - si legge in una Pellegrina» ratore, dove i cittadini nota- a liberare le varie possono recarsi ogni sazone interessate dallo scempio di vecchie cucine, frigoriferi in bato per liberarsi dei loro rifiuti ingomdisuso, materassi lerci e il più disparato branti, sempre che non telefonino permateriale inservibile, che immediata- ché gli stessi non vengano ritirati diretmente nuovo materiale viene a deturpa- tamente nelle loro rispettive abitazioni. re zone cittadine del centro e della peri- Nella stessa zona della Pellegrina sono feria». L’assessore Alvaro mostra tutto stati anche collocati degli appositi casSIDERNO sonetti riservati a raccogliere i rifiuti delle potature. Vale la pena di ricordare conclude l’assessore Alvaro - che molti danni evitabilissimi sono stati causati nelle recenti alluvioni in Toscana e in Liguria dai tanti ingombranti lasciati abbandonati lungo i greti dei torrenti, autentici tappi che hanno impedito il defluire delle acque verso il mare». (re. lo.) gratta e vinci “Buon compleanno”, vinti a Siderno 400mila euro La dea bendata bacia ancora la Locride. Vinti 400mila euro con un biglietto gratta e vinci, “Buon compleanno”, da tre euro. Il tagliando è stato comprato al tabacchino Lubieri, sulla statale 106, tra Locri e Siderno. Il titolare del biglietto incasse- rà 100mila euro subito e 15 mila euro per 20 anni, somma che gli verrà versata ogni compleanno. Giorni addietro, a Locri, una donna ha vinto un milione di euro. Il biglietto è stato comprato alla ricevitoria della pompa di benzina Esso. (re. lo.) GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 17 l’ora di Cosenza Tel. 0984 837661-402059 Fax 0984 839259 Mail: [email protected] MONTALTO COSENZA Lo ricatta con video hard Arrestato Due in manette per un “cavallo di ritorno” > pagina 18 > pagina 18 CORIGLIANO PAOLA Santa Tecla Il ruolo dell’avvocato > pagina 27 Già 80 adesioni al movimento di Gravina > pagina 33 Vetrina del bar crivellata di colpi Escalation del racket delle estorsioni: intimidazione nella notte in via Misasi Undici colpi di arma da riore Lupo. Gli agenti dopo fuoco sono stati esplosi du- avere effettuato un sopralrante la notte contro una del- luogo ed effettuato i primi acle saracinesche del bar Con- certamenti del caso hanno ritinental di via Misasi. La ma- chiesto l’intervento del reparno ignota ha puntato la pisto- to della scientifica. I tecnici la contro la terza delle tre specializzati hanno delimitaporte che hanno l’uscita su to l’area per potere rilevare via Miceli, in corrisponden- tutto il materiale utile alle inza della ricevitoria e tabacchi dagini. Degli undici proiettidi cui dispone l’esercizio li solo nove hanno perforato la serranda metallica ragcommerciale. A rendersi conto dell’acca- giungendo il vetro. Le ogive hanno devastato duto sono stati i dipendenti intorno alle sei di ieri matti- in tre punti la vetrata. Secondo gli investina, durante gatori della l’orario di Tre giorni fa squadra moapertura. un analogo bile la pistoHanno notala, una calito qualcosa episodio si era bro 9, podi strano sulverificato trebbe essere la vetrata dein via Marconi la stessa uticidendo di lizzata nelverificare. Sul vetro antiproiettile i se- l’intimidazione avvenuta lugni dei colpi non hanno la- nedì ai danni della catena di sciato dubbi sulla natura in- negozi di abbigliamento timidatoria dell’atto crimina- Charter. Naturalmente ipotesi che potranno trovare cerle. Allertata la sala operativa tezza dopo i risultati degli del 113, sul posto è giunta esami che la scientifica effetuna pattuglia delle squadre tuerà sul materiale posto sotvolanti dirette dal Vice Que- to sequestro. Cartucce devastore Aggiunto Gerace e co- stanti, un’arma ad alto poordinate dall’ispettore supe- tenziale offensivo e una vio- OBIETTIVO Il bar oggetto dell’intimidzione della scorsa notte lenza inaudita hanno accompagnato un’altra notte criminale. Tre giorni prima la stessa scena si è verificata su una vetrata del Charter di via Marconi. Tre colpi calibro 9x21 che hanno distrutto parte del vetro. Si ipotizza messaggio “di offerta di protezione a prezzo affare” non hanno ricevuto alcun tipo di visita né sono stati contattati. Una serie di coincidenze o è il segnale che la criminalità, che non ha mai smesso di serpeggiare in città, sta pas- DEBORAH FURLANO [email protected] l’appello l’arresto Marito violento in manette Picchiava la moglie avvocato Un uomo di 38 anni è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Bisignano per maltrattamenti, minacce e lesioni personali ai danni della moglie. L’arresto è stato eseguito venerdì scorso in ottemperanza di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Cosenza Livio Cristofano, in seguito alla richiesta della Procura di Cosenza, nei confronti di Giuseppe Amodio, 38 anni, di Bisignano. L’uomo avrebbe esercitato violenze e minacce nei confronti della moglie, un avvocato civilista. La storia andava avanti da tempo. Sembra che in seguito al comportamento violento del marito la donna avesse deciso di separarsi. Per questo era tornata a vivere a casa dei genitori. Lui però non voleva rassegnarsi a lasciarla in pace ed avrebbe continuato a perseguitarla, chiamandola al telefono, inviandole messaggi, seguendola. Messa con le spalle al muro la donna ha deciso di rivolgersi alla magistratura denunciando il coniuge. Il che o dall’interno della macchina o a piedi, in entrambi i casi gli spari sono avvenuti ad una distanza di tre o quattro metri. Come in ogni copione che si rispetti nessuno ha visto e sentito niente e i commercianti colpiti dal sando a riscuotere? Sabato scorso nei pressi di piazza Europa, nascosto fra le cabine del telefono, un ordigno, risultato poi per buona parte innocuo, è stato depositato da una mano ignota. Anche in questo caso le ipotesi sono state molte e le certezze poche. Qualcuno ipotizza che l’ordigno sia stato lasciato per poi essere ripreso destinato ad altro uso, altri che forse era l’opera di qualche ragazzo che ha voluto provare a giocare al piccolo chimico, ma nessuno può escludere che la bomba potesse essere indirizzata a qualche negozio e che sia stata la capofila a questa violenza che, negli ultimi giorni, i commercianti sono ritornati a subire. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere a circuito chiuso dei locali e nelle prossime ore visioneranno i filmati delle telecamere cittadine per delineare una pista che porti alla identificazione dei criminali. Il sostituto procuratore Paola Izzo fascicolo è finito sulla scrivania del sostituto procuratore Paola Izzo. Da qui sono partite le indagini che hanno portato all’esecuzione della misura cautelare a carico del marito dell’avvocato. All’uomo – che ieri è stato interrogato dal gip – sono stati concessi gli arresti domiciliari. a. b. Ridusse in fin di vita la coniuge Sconterà 14 anni di carcere Il leader del Movimento Diritti civili, dissimo rispetto per il dramma della donFranco Corbelli, denuncia quella che defi- na e della sua famiglia, i suoi due figli, i suoi nisce la «tragedia umana» di un docente- genitori, i suoi quattro fratelli, e con particalabrese Angelo Aquino, 55 anni, di Tora- colare commozione e sofferenza perchè sono Castello e della sua famiglia, protagoni- no amico di infanzia ed ex compagno di sta, 6 anni e mezzo fa, nel marzo del 2005, scuola di Aquino. Ho difeso in questi anni a Verbania, di un dramma familiare: du- centinaia di persone, detenute e malate, rante una lite l’uomocolpì la moglie, biblio- senza neanche conoscerle. A maggiore ragione oggi sento il dovere tecaria della stessa scuola dove insegnava lui. In seCorbelli soccorre di intervenire per aiutare vecchio amico. Lo facguito alle percosse la donun ex compagno un cio nel rispetto assoluto na cadde e rimase in codi scuola: dategli che si deve alla povera ma. Due settimane fa, dodonna (a cui auguro il mipo la sentenza definitiva una misura della Cassazione, l’inseracolo della guarigione), alternativa gnante è stato rinchiuso in alla sua famiglia, chiedo carcere a Paola per scontaanzi a loro perdono per re una condanna a 14 anni di reclusione. Il questo mio intervento». Corbelli chiede un 6 marzo 2007 il Tribunale di Verbania lo provvedimento alternativo al carcere, conaveva condannato a 18 anni. La pena era siderando anche che dopo l’arresto di Aquistata ridotta a 14 anni dalla Corte di Appel- no, il suo anziano padre invalido è rimasto lo di Torino il 31 maggio del 2010. La Cas- solo nella piccola casa di Sartano, frazione sazione ha confermato questa condanna. di Torano: «Chiedo per Angelo Aquino un «Intervengo – dice Corbelli – con gran- atto di giustizia giusta e umana». 18 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 calabria ora C O S E N Z A Ricatto sessuale finisce con l’arresto Un uomo di Castrolibero in carcere per tentata estorsione Minacciare un padre di fa- sesso con una non meglio miglia di divulgare un video precisata prostituta che sahard che lo ritrae con una rebbero state registrate in prostituta in cambio di de- un appartamento di Rende naro. Finire in prigione per dove essa esercita il mestie200 euro. Un’ideona che pa- re. In cambio della distrugherà cara il trentottenne ar- zione del video hard – che i restato ieri dai carabinieri carabinieri hanno scoperto della compagnia di Rende che non essere mai esistito per tentata estorsione. Si – chiedeva 200 euro. chiama RafA quel faele Caira e punto la vitHa chiesto 200 abita a Ca– per euro a un uomo tima strolibero. niente rassegnata a farsi Come gli minacciando sia venuta in ricattare da di divulgare mente una uno sconoun video hard cosa tanto sciuto – ha strampalata deciso di rilo spiegherà al giudice nei volgersi ai carabinieri, racprossimi giorni. Comunque contandogli la storia. Gli uosia, qualche tempo fa ha de- mini del capitano Adolfo ciso di guadagnare un po’ di Angelosanto, comandante denaro extra estorcendolo a della compagnia di Rende, un uomo di San Vincenzo La hanno suggerito alla vittima Costa. di fingere di cedere alla riLa vittima e il suo ricatta- chiesta estorsiva, di intavotore non si conoscono. Ep- lare una trattativa con il ripure Caira, con pazienza e cattatore e di concordare un astuzia, è riuscito a scoprire appuntamento nel corso del l’abitazione e il numero di quale procedere allo scamtelefono. Poi lo ha contatta- bio. Così è stato: i due si sono to. E tra le altre cose gli ha anche fatto trovare sotto la dati appuntamento per ieri porta di casa uno strano bi- mattina all’hotel Maiorana a glietto. Scriveva di essere in Quattromiglia di Rende, vipossesso di un filmato che cino allo svincolo della Sariprendeva il signore di San lerno-Reggio. Arrivando sul Vincenzo la Costa durante posto con buon anticipo i caun rapporto hard. Scene di rabinieri si sono appostati per assistere alla consegna del video e del denaro. E quando è arrivato il momento giusto la trappola è scattata: i militari sono entrati in azione cogliendo Raffaele Caira sul fatto e arrestandolo. L’uomo è stato portato nel carcere di via Popilia, il luogo adatto per riflettere sulla stupidaggine appena commessa. È accusato di tentata estorsione. Il signore di San Vincenzo la Costa, dal canto suo, è potuto tornare a casa dalla moglie e dai figli liberato di un peso. ALESSANDRO BOZZO [email protected] COMANDANTE Il capitano Adolfo Angelosanto montalto uffugo In manette per un cavallo di ritorno Due persone beccate dai carabinieri mentre incassavano il riscatto di un’auto rubata Due uomini sono stati arrestati ieri a Montalto Uffugo per un cavallo di ritorno. Si tratta di Luigi Dodaro, 39 anni, di Lattarico, e Giuseppe La Rocca, 37, di San Vincenzo la Costa. Qualche giorno fa avevano rubato l’automobile di un loro concittadino (R. C.), una Ford Fiesta nuova di zecca. Poi si erano fatti vivi contattando la vittima telefonicamente per proporgli la restituzione della macchina in cambio di una congrua somma di denaro: 1.500 euro e l’utilitaria sarebbe tornata in garage senza un graffio, come se nulla fosse accaduto. Invece R. C. non ha voluto cedere all’ignobile ricatto, come spesso avviene. Dopo una breve trattativa ai ladri ha detto che avrebbe pagato la somma richiestagli a patto che la macchina gli fosse stata consegnata senza danni. Poi si è rivolto ai carabi- nieri della stazione di Montalto raccontandogli tutta la storia. I due ladri non sono stati abbastanza cauti e si sono fatti beccare con le mani nel sacco. Infatti, all’appuntamento con la vittima, che è avvenuto ieri al centro commerciale Marconi di Quattromiglia di Rende, c’erano anche i carabinieri. Prima di entrare in azione i militari hanno aspettato che avvenisse lo scambio macchina-denaro. Solo allora hanno proceduto a bloccare Dodaro e La Rocca arrestandoli in flagranza di reato. I due ladri d’auto sono stati portati in carcere. Devono rispondere di tentata estorsione. a. b. Maxiconfisca al narcos latitante La Dia di Torino sequestra i beni di Nicola Assisi da Grimaldi Beni per un valore di un nario di Potenza ma residen- circa un chilo l’uno. Assisi e i no) e da un’automobile (una milione e mezzo di euro so- te a Bregnano, in provincia di suoi complici furono arresta- Audi A4). La confisca è stata no stati confiscati dalla Dire- Como. A bordo del camion, ti mentre caricavano la droga resa definitiva dalla Cassazione investitra pezze di su un furgone Fiat con tanto zione dopo il decreto di segativa antistoffa desti- di cella frigorifera. Il valore questro emesso dal TribunaDeve scontare mafia di Tonate a Cor- della cocaina fu allora stima- le di Tribunale di Torino, nel una condanna rino al latineliani, pan- to superiore ai dieci miliardi 2009, su richiesta della stestante Nicola taloni per di lire. sa Dia. a 14 anni I beni confiscati, su decreAssisi, 53 anbimbi New L’operazione della Dia è il per traffico ni, originario England, an- to emesso dalla sezione mi- risultato di una complessa e di cocaina di Grimaldi, tenne televi- sure di prevenzione del Tri- articolata indagine tecnicoda anni resisive e fusti di bunale di Torino, sono costi- patrimoniale che ha portato dente in Piemonte, dapprima sapone c’erano duecento chi- tuiti da una villa, terreni a al sequestro di bei anche al Agenti della Dia davanti alla villa confiscata a Foglizzo e poi a San Giusto li di cocaina divisi in pani di San Giusto Canavese (Tori- complice di Assisi. Canavese. L’uomo deve scontare una condanna definitiva per associazione a delinquere il fatto l’inchiesta finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Assisi è da tempo latitante, inseguito da un ordine di carcerazione secondo il quale deve scontare ben 14 anni di Tentata aggressione in centro città. È accaduto nel tardo pomeriggio di Il pm Donatella Donato ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morreclusione. Nel 2007 fu sormartedì scorso. Una donna nel fare rientro verso casa è stata aggredita da te di Mattia Scrivano, 30 anni, vittima di un incidente stradale iavvenuto la preso dagli agenti della Dia un uomo di carnagione bianca, con un accento straniero. Al calar della sesera del 24 novembre del 2010. Ieri mattina, in seguito all’opposizione prenella zona industriale di Fera, nelle case popolari di viale della Repubblica, la donna è stata bloccata da sentata dagli avvocati dei familiari della vittima (Francesco Parisi e Franceletto, in un capannone affittadietro le spalle. Né è seguita una breve colluttazione in cui la vittima ha cersca Funari), in tribunale si è svolta la camera di consiglio davanti al gip Lito da un complice di Assisi, cato di difendersi. Molto probabilmente l’aggressore è stato disturbato da vio Cristofano, il quale si è riservato di decidere entro qualche giorno. A breGiuseppe d’Agostino. Insiequalcosa o da qualche passante che sopraggiungeva e ha preferito dileguarve dunque, sapremo se l’inchiesta verrà archiviata. Il fascicolo aperto dal pm me a un complice stava si nel buio. La donna, aiutata dai presenti, ha allertato il 113. Sul posto le Donato vedeva una persona indagata per omicidio colposo: S.G.P., che guiaspettando un gigantesco casquadre volanti hanno ascoltato la vittima che ha cercato di raccontare tutdava il Suv con cui si scontrò l’auto di Mattia. Il fatto avvenne sulla 107, almion, un Volvo F12 con rito quello che, in quei terribili pochi minuti, ha vissuto. (deb. fur.) l’uscita della galleria poco prima dello svincolo per San Pietro in Guarano. morchio guidato da Michele Zito, un “padroncino” origi- Donna reagisce all’aggressione E il malvivente si dà alla fuga Scontro mortale sulla 107 Il pm chiede l’archiviazone 26 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 calabria ora P R O V I N C I A I dubbi sul Mercure già nel 1987 Gli ambientalisti tirano fuori la relazione che conferma i rischi dell’impianto POLLINO Quegli ambientalisti un po’ “poliziotti” e quella relazione «mai resa nota». Esponenti del Forum «Stefano Gioia» (formato da associazioni e comitati calabresi e lucani che si oppongono alla centrale del Mercure) hanno convocato, nel pomeriggio di ieri, una conferenza stampa presso la Sala degli stemmi della Provincia di Cosenza. Ufficialmente per presentare alla stampa la controrelazione alle tre degli esperti scelti dall’amministrazione comunale di Laino Borgo sulla sostenibilità della centrale del Mercure. La notizia, però, arriva verso la fine quando Ferdinando Laghi, tecnico dell’associazione Isde Italia e da anni portavoce del Forum ambientalista, ha tirato fuori una relazione del 1987. «E’ uno studio commissionato dall’amministrazione comunale di Laino Borgo e finanziata dall’Enel». Nella prima pagina reca una scritta a macchina da scrivere «relazione della commissione scientifica consultiva per la valutazione dell’impatto ambientale del progetto di riconversione a carbone dell’attuale centrale termoelettrica del Mercure». «Non è mai venuta fuori ufficialmente - ha detto Laghi». Erano altri tempi, un altro combustibile da valutare, ma alcuni elementi sono «completamente sovrapponibili e dimostrano la fondatezza di tutte le inadeguatezze e dei rischi che abbiamo denunciato già senza averla letta». Un colpo di scena che aggiunge un altro dettaglio a una storia infinita. «Allora come oggi mancano indagini epidemiologiche - dice Laghi - ma c’è la raccolta di dati metereologici (cosa che fanno in maniera non corretta i professori nominati dal comune di Laino Borgo) che prendono per buoni i dati della valle di Latronico (distante dal Mercure)». Si occupano anche dell’impatto sulla viabilità (i camion che allora avrebbero dovuto trasportare il carbone, oggi inve- Laghi con la relazione datata 1987 in mano ce le biomasse): «Le condizioni di allora rispetto a quelle di oggi sono completamente sovrapponibili». Poi domande a chi di competenza: «Perché i dati che sono presenti nella relazione del 1987 non sono mai usciti né si trovano nello studio di impatto ambientale presentato da Enel a Regione Calabria e Basilicata? Perché introdurre i dati del meteo della Valle di Latronico quando già c’erano quelli del Mercure? Già la relazione del 1987 - ha spiegato l’esponente di Isde Italia – conferma come le lacune di allora siano tutte presenti oggi». Ha introdotto la conferenza stampa la dottoressa Mariella Buono che ha sottolineato come la «commissione nominata dal comune di Laino (professori Avato Manzo e Sciacca ndr) avebbe dovuto valutare la sostenibilità del progetto della centrale in tutti i suoi aspetti. Lo ha fatto in maniera generica e superficiale». Ad esempio «sul POLLINO Tre scosse di terremoto nel giro di cinque ore E’ più di un anno che l’intero comprensorio del Pollino continua ad avvertire delle piccole scosse di terremoto. Nella giornata di ieri ce ne sono state tre. Tutte nell’alto Pollino. Lo apprendiamo dal sito nazionale della Protezione civile. Le scosse sono state avvertite dalla popolazione al confine tra la Basilicata e la Calabria. Il primo “movimento” si è avvertito tra i comuni di Castelluccio Inferiore e Superiore, Rotonda, Viggianello, Laino Borgo, Castello e Mormanno alle 13 e 19. La magnitudo re- gistrata è stato del 2.0 e la profondità a 7.9 km. La seconda scossa si è avvertita sempre tra gli stessi comuni alle 15 e 32. Questa volta è stata del 2.4 di magnitudo a una profondità di 8.3 chilometri. La terza scossa è stata avvertita qualche ora dopo: alle 18 in punto. Questa volta il magnitudo registrato tra Castelluccio, Rotonda, Viggianello, Laino Borgo, Castello e Mormanno è stato del 2.7 e la profondità è stata a 8,2 chilometri. lu. br. traffico veicolare non è stato fatto alcuno studio». Il sindaco di Rotonda, Giovanni Pandolfi, ha sottolineato come già «28 amministratori della comunità del Parco su 31 si siano opposti al progetto» e come nel 1997 «il presidente della Repubblica Scalfato» abbia detto come «lì dentro si può fare solo manutenzione». Eugenio Provenzano ha dato un’occhiata alle normative che contrastano il progetto. Ferdinando Laghi, ha invece confutato le tre relazioni dei tecnici scelti dal comune di Laino Borgo. Un discorso tecnico difficile da riportare per intero: «Tre relazioni discordanti riuniti da una conclusione unica che riunisce le tre tesi». La relazione Manzo «che non cita l’impatto dell’impianto su Viggianello che è a 10 metri ma quello su Castrovillari che è a 30 km; dice che manca un quadro di stime sul trasporto delle biomasse; utilizza dati metereologici della valle di Latronico e non del Mercure; non valuta l’inversione tecnica». La relazione Sciacca «che fa affermazioni inconciliabili con quella precedente». La relazione Avato invece è «scarna e avara». Poi il colpo di scena della relazione “nascosta”. LUIGI BRINDISI [email protected] GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 27 l’ora di Corigliano Redazione di Corigliano-Alto Jonio-Tel. 0983 290604-Fax 0983 292220 - Mail: [email protected] SANITÀ&FARMACIE ospedale civile pronto soccorso guardia medica consultorio familiare farmacia de florio farmacia favaro farmacia rizzo tel. 0983/8801 tel. 0983/880236 tel. 0983/880218 tel. 0983/888266 tel. 0983\887837 tel. 0983\87042 tel. 0983\885302 FARMACIE farmacia romanelli tel. 0983\886297 farmacia romano tel. 0983\81023 farmacia russo tel. 0983\81119 farmacia san francesco tel. 0983\82043 farmacia scarcella tel. 0983\80017 farmacia taverna tel. 0983\87513 EMERGENZA carabinieri polizia stradale polizia stradale polizia municipale guardia di finanza corpo forestale vigili del fuoco Santa Tecla, il ruolo dell’avvocato Piccoli E’ la ricostruzione fornita al pm dalla collaboratrice Rende Lucia Rende, testimone di giustizia coriglianese da qualche anno, è entrata nell’inchiesta Santa Tecla, in quanto ha riferito al pm Luberto, già nel 2008 il ruolo che all’interno dell’organizzazione criminale coriglianese avrebbe avuto il legale, Antonio Piccoli (nel riquadro). Su questo presunto ruolo, Lucia Rende, in uno dei tanti interrogatori riferì: «In merito all’avvocato Antonio Piccoli posso riferire che ha effettuato numerosi viaggi nel tarantino, a Napoli e a Milano per acquistare sostanza stupefacente accompagnandosi ad altre persone; i suoi viaggi a Milano li ricordo bene in quanto stava fuori per un paio di giorni e chiamando Piccoli al telefono mi diceva che stava tornando dalla città lombarda. Nel corso dell’estate 2007 Mollo e Piccoli erano alla ricerca di un’ulteriore canale di importazione di stupefacenti. I due infatti sono da tempo in contrasto con Barilari, Ginese che trafficano per conto della famiglia coriglia- nese. Mollo e Piccoli si avvalgono nel traffico di stupefacente di alcune persone “pulite”. Evidentemente in quel periodo non riuscivano a procurarsi cocaina per cui hanno pensato di rivolgersi alla famiglia Forastefano di Cassano. In particolare Antonio Piccoli e Salvatore Mollo mi hanno chiesto di procurare loro della cocaina che avrei dovuto acquistare dai Forastefano. Sostanzialmente gli serviva un campione per testare la qualità della cocaina. Infatti la cocaina viene assaggiata da Pic- cronaca Bracconaggio, la Provinciale denuncia cacciatore a Thurio Galeotto fu il fischietto, illegale, per “raggirare” gli uccelli. Denunciato un rossanese sorpreso sulle spiagge di Corigliano mentre, intendo in una battuta di caccia, utilizzava richiami acustici non consentiti dalla legge. L’operazione è stata portata a termine dagli agenti della Polizia provinciale di Cosenza, coordinati dal comandante Giuseppe Colaiacovo. Ennesima, proficua operazione per le guardie blu che, a distanza di pochissimi giorni dall’ultimo sequestro avvenuto a Bisignano, a carico di un bresciano che aveva abbattuto delle specie di uccelli per le quali la caccia non è consentita, hanno piazzato un altro colpo anti-bracconaggio. Ad essere sorpreso questa volta è stato B.M., quarantottenne di Rossano, colto in flagranza di reato a Corigliano Calabro, in località Thurio, mentre esercitava la caccia mediante l’ausilio di richiami acustici, vietati dalla legge 157/92. Inutile è stato il tentativo di B.M. di avvicinarsi repentinamente alla cassa acustica per buttarla in mare. Gli Agenti hanno identificato il cacciatore e provveduto al sequestro del fucile e del richiamo, denunciando l’uomo all’autorità giudiziaria competente. «Proseguirà senza sosta ed in maniera serrata su tutto il territorio provinciale – fanno sapere dal corpo - l’attività di controllo da parte della Polizia Provinciale di Cosenza, al fine di reprimere ogni ipotesi di illecito venatorio e contrastare il fenomeno del bracconaggio». (marco lefosse) coli che è in grado di capire il grado di purezza della stessa. Per questa ragione, insieme a mio cugino, che è un tossicodipendente mi sono recata nei pressi di Doria ove, sia Piccoli, sia Mollo, sia lo stesso mio cugino sapevano che i Forastefano spacciavano cocaina attraverso loro uomini. Ivi ho fatto scendere dall’auto mio cugino che ha acquistato due dosi, una di cocaina e l’altra di eroina. Ho consegnato la dose di cocaina a Mollo e a Piccoli perché ne verificassero la qualità; non so se i due abbiano COMUNE tel. 0983\889703 tel. 0983\511122 tel. 0981\550011 tel. 0983\82879 tel. 0983\851350-60 tel. 0983\886000 tel. 0983\520555 poi intrapreso il commercio con i Forastefano. Preciso che ho consegnato personalmente la dose di cocaina a Mollo e a Piccoli presso lo studio di quest’ultimo sito in contrada San Francesco”. Entrando più nel particolare del racconto come avveniva il trasporto per Corigliano della sostanza stupefacente, in un successivo interrogatorio Lucia Rende afferma: “Ho già detto che ho personalmente verificato il sopraggiungere presso la palestra di Salvatore Mollo di una persona di nome Giovanni accompagnata da altra persona della quale non ricordo il nome. Come ho già riferito io mi trovavo presso la palestra di Mollo dove incontravo Piccoli col quale tra il 2004 e l’estate del 2007 ho avuto una relazione. Pertanto potevo notare la particolare agitazione di Mollo e Piccoli che attendevano il ritorno di Giovanni e dell’altro autista col carico di stupefacente. GIACINTO DE PASQUALE [email protected] centralino segreteria sindaco polizia municipale ufficio beni culturali servizio taxi tel. 0983/83851 tel. 0983/82145 tel. 0983/81834 tel.0983/82879 tel. 0983/81823 tel. 0983/82260 tel. 334/8926687 tel. 345/5065965 timpone rosso In aula una valanga di contraddizioni Una valanga di contraddizioni. Numerosi e vibrati i rilievi mossi dalla difesa nel corso dell’udienza di ieri del processo “Timpone rosso”, teso a far luce su dieci omicidi e un tentato omicidio, che ha fatto registrare una serie di contestazioni all’indirizzo del collaboratore di giustizia Pasquale Perciaccante alias Cataruozzolo. Per l’ex picciotto cassanese, che con le sue propalazioni ha contribuito non poco al castello accusatorio messo in piedi dai magistrati dell’antimafia, è proseguito ieri il controesame del collegio difensivo che lo ha bersagliato di domande in merito a due eventi delittuosi. Si tratta del caso di Antonio Acquesta, scomparso da Cassano il 27 aprile 2003 (fu poi proprio Perciaccante a rivelare che era stato ucciso in una stalla) e del duplice omicidio Cristaldi-Nucerito, consumatosi a Cassano il 6 gennaio 1999. Rispondendo alle domande, Perciaccante ha fornito ieri delle risposte che hanno offerto numerosi motivi di contestazione alla difesa, giunta a rilevare le contraddizioni non solo rispetto a quanto dichiarato dal collaboratore nei verbali di interrogatorio resi dinanzi al pm antimafia Vincenzo Luberto, ma anche rispetto a quanto riferito alle passate udienze di questo processo. E gli stessi giudici della Corte d’Assise di Cosenza hanno in qualche occasione invitato Perciaccante ad una attenta riflessione prima di rispondere alle domande. Terminata l’udienza, con uno degli imputati che ha lamentato difficoltà a curarsi in carcere, ci si è aggiornati al prossimo 16 novembre. Mentre si attende ancora la decisione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro in merito all’istanza di ricusazione avanzata alla passata udienza dall’imputato Nicola Acri, il presunto boss di Rossano che aveva sollevato ipotesi di pregiudizio nei confronti dei magistrati che lo avevano già giudicato e condannato nel processo Arberia. Rossella Molinari politica «Vorrei un Pd vicino alla gente» L’auspicio del democrat Antonio Leonetti: facilitare il dialogo «Vorrei un Pd coriglianese sensibile solo ai problemi della città, che faccia concretamente iniziative coinvolgenti, le elezioni si vincono non solo e non tanto con i tesserati, ma soprattutto con il voto dei cittadini». E’ questo il Pd che immagina Antonio Leonetti, rappresentante del Circolo del Pd di Corigliano centro, in una nota stampa dove esorta i dirigenti del partito, a qualsiasi livello, a dargli un nuovo ruolo. «Bisogna uscire - afferma Leonetti - da questa politica sempre più auto referenziata che rappresenta un pericolo vero per la salute del partito. Il partito deve essere solo lo strumento ideale per facilitare un vero dibattito ed un confronto con tutti i cittadini, sui loro problemi e non su quelli di organigrammi e di schieramenti. Non si possono perdere delle occasioni. Questo, a maggior ragione, in un momento così buio per Corigliano in cui i cittadini L’esponente democrat Leonetti avvertono la loro lontananza dalle istituzioni e, troppo spesso, si sentono impotenti rispetto alle scelte della politica. E’ fuori di dubbio che è necessario e fon- damentale per il Pd occuparsi solo dello sviluppo della città. I cittadini giustamente si preoccupano dell’offerta sanitaria, dell’efficienza dei servizi, del costo delle bollette, delle insufficienti manutenzioni delle strade, e pertanto sono interessati solo a cosa propongono le forze politiche, certamente non sono attratti dalle problematiche interne. Certo per Corigliano - aggiunge Leonetti - i problemi in questo particolare momento sono tanti oltre quelli sopra indicati (sicurezza, crisi agricola, sviluppo turistico e promozione delle risorse, commercio, pesca) su questi l’attenzione del partito deve essere massima. Non occorre farsi prendere dalle grandi riflessioni teoriche, perché troppo spesso poi, si tralasciano problemi che possono apparire “spiccioli”, ma che per una persona normale sono spesso i più importanti». g.d.p. 19 GIOVEDÌ 10 novembre 2011 calabria ora C A T A N Z A R O Truffa alla Regione, a giudizio Cinque commercialisti dovranno rispondere anche di evasione fiscale Truffa e reati di evasione fiscale. Sono questi i capi di accusa che a vario titolo hanno portato sotto processo cinque commercialisti. Il giudice per le udienze preliminari Livio Sabatini ha rinviato a giudizio Enrico Dandolo, Maurizio Scerra, Giovanni Gaetano, Antonella Di Silvestro e Marco Maretta al 27 febbraio 2012. Maretta, che risponde di evasione fiscale, nella sua qualità di amministratore della società “Mediterranea Cavi” srl dal 2006 al 2009 si sarebbe avvalso, secondo le tesi accusatorie, al solo scopo di evadere le imposte, di una serie di presunte fatture inesistenti, riportando nelle dichiarazioni fiscali del triennio che va dal 2005 al 2007 ammortamenti relativi ai beni strumentali. Dandolo, difeso dall’avvocato Enzo De Caro e Maretta assistito dal legale Giuseppe Fonte hanno invocato l’infondatezza delle tesi accusatorie evidenziando che la Commissione tributaria provinciale di Catanzaro con una recente sentenza aveva accolto il ricorso del contribuente ed annullato l’accertamento fiscale posto a base dell’indagine penale. La Commissione tributaria,secondo quanto ha affermato il legale durante l’arringa, ha furto aggravato Fa incetta di oggetti sacri Romeno patteggia la pena FALSE FATTURE Il tribunale di viale Argento dove il gup ieri ha pronunciato la decisione annullato l’avviso di accertamento non per vizi di forma, ma perché ha ritenuto infondate le contestazioni, precisando che le presunte fatture non sarebbero false e avrebbero riguardato opere effettivamente eseguite e prestazioni di servizi regolarmente svolti. La Guardia di finanza della compagnia di Catanzaro in seguito ad una domanda di rimborso Iva avanzata dalla società Mediterranea Cavi srl, avrebbe effettuato, secondo quanto emerso dall’impianto difensivo dell’avvocato De Caro, una verifica in seguito alla quale si sareb- be riscontrata l’effettiva esecuzione dei lavori fatturati. L’avvocato De Caro ha prodotto in giudizio una perizia di stima redatta in data 15 novembre 2005 dal tecnico di banca in occasione dell’erogazione di un mutuo dalla quale risulta che la società “Mediterranea Cavi” srl avrebbe realizzato un capannone di tremila metri quadrati ed un fabbricato destinato ad uffici per settecentocinquanta metri quadrati per smontare la tesi accusatorie che le fatture fossero oggettivamente false. Ma Dandolo, Scerra, difeso dall'avvocato Aldo Costa, Di Silvestro, assistito dal legale Massimo Gimigliano, e Gaetano, rappresentato dall’avvocato Danila Gullì, rispondono anche di altro reato. Su di loro pende l’accusa di truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato, e della Regione Calabria, per i corsi di formazione professionale realizzati e gestiti dalle società “Biotech” e “Prometeo”. Avrebbero percepito contributi per i corsi di formazione con presunti costi inesistenti il cui ammontare complessivo è di qualche migliaio di euro. Gabriella Passariello Due mesi e venti giorni di reclusione, più il pagamento di 80 euro di multa. È questo il verdetto per Viorel Ioan Rocas, il cittadino rumeno di 19 anni arrestato lo scorso luglio per aver rubato la chiave di un tabernacolo nella chiesa di S. S. Immacolata e S. Michele ubicata in via Nazionale a Botricello. Il giudice monocratico Adriana Pezzo ha accolto ieri la richiesta di patteggiamento avanzata dal legale Gioconda Soluri avvallata dal pm al termine del giudizio per direttissima. Il giovane rumeno era stato colto sul fatto insieme ad un suo connazionale minorenne denunciato a piede libero, per furto aggravato in concorso e danneggiamento. Dopo essere entrati in chie- sa i due avrebbero tentato di fare incetta delle offerte e di oggetti sacri, mettendo le mani finanche all’interno del Tabernacolo, riuscendo a trovarne le chiavi. All’esterno della chiesa, però i due hanno trovato la pattuglia dei carabinieri della stazione di Sellia Marina, coordinata dal comandante Giovanni De Nuzzo, che li ha colti in flagranza di reato. La refurtiva poi è stato restituita al parroco. Fuori dalla chiesa, infatti, i due avevano trovato la pattuglia dei carabinieri della Stazione di Botricello che, compreso quello che si stava verificando, li avevano controllati e cogliendoli in flagranza di reato li avevano condotti in caserma, restituendo la refurtiva al parroco. Dopo la convalida dell’arresto Rocas era stato rimesso in libertà senza alcuna misura cautelare così come richiesto dal suo legale. ga. pa.
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