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Sergio Marchionne, il gran
amministratore delegato della
Fiat, scrive: “ È razzista dire
che sono un uomo senza patria”.
Sta bene. Ma è fuor di dubbio
che è un uomo senza anima.
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
02
CONTROCOPERTINA
Fu stuprata a 13 anni da dodici uomini
Anna Maria, sola
contro il branco
ANTONELLA ITALIANO
Finisce la solitaria
hanno stuprato Anna Maria,
battaglia della calabrese, nindodici
dodici, e lei aveva solo tredici anni.
In un casolare di campagna presso
oggetto di violenza
San Martino di Taurianova ne hanno
con forza, l’hanno usata, malcarnale «che ha avuto il trattata,abusato
scambiata come merce con cui
i debiti. E lei, la bambina che sognacoraggio di denunciare pagare
va il primo bacio, con troppa paura per
un intero paese».
denunciare quegli uomini, non ha avuto né
adolescenza, né libertà, né vita. Almeno fino
Dodici condanne per
al settembre 2002; quando ha rotto il silenzio dopo tre lunghi anni di sevizie. Oggi
gli aguzzini, e sei
Anna Maria Scarfò è una donna, e guarda
in viso uno per uno i suoi carnefici. E li sfida,
ammonimenti per
relegandoli alle sbarre: Domenico
Cucinotta, Michele Iannello, Domenico
stalking ai rispettivi
Iannello, Domenico Cutrupi, Serafino
Trinci, Vincenzo La Torre condannati in via
familiari. Silenzio a
definitiva dalla cassazione il 6 dicembre
2007; Antonio Cutrupi, Maurizio
San Martino di
Hanaman, Giuseppe Chirico, Fabio
Piccolo, Antonio Cianci, Vincenzo Minniti
Taurianova
I
condannati in primo grado il 25 novembre
2009. Anna Maria li ha denunciati tutti,
alcuni avevano già precedenti penali, e la
sua forza è stata il timore che riservassero
alla sorella più piccola lo stesso trattamento.
E il tribunale, nel lungo percorso che ha
portato alle prime condanne, le ha dato
sempre ragione. Anna Maria per questo
coraggio ha dovuto lasciare la Calabria il 15
luglio 2010, sul sedile posteriore di un’auto
dei carabinieri: è stata la prima donna in
Italia ad essere ammessa al regime di prote-
La sua storia è
raccontata nel libro
«MALANOVA»
di Cristina Zagaria
zione previsto dalla nuova legge sullo
stalking, e si è dovuta trasferire in una località protetta, quasi fosse lei la colpevole.
Sono stati i suoi compaesani a ripeterglielo
giorno e notte che doveva andare via, glielo
hanno gridato al telefono, dalle macchine in
corsa, o sotto casa con i fari accesi, le hanno
ammazzato il cane e imbrattato di sangue i
panni stesi fuori ad asciugare. Temetela oggi
che è donna, accozzaglia codarda e rabbiosa di stupratori con tanto di fidanzate,
mogli, e madri al seguito. Vergognosamente
complici e accondiscendenti. Temetela
quando, con dignità mai lesa, affronta le
udienze a testa alta. Sola contro il branco. E,
quando appuriamo che si vuole dedicare l’8
marzo a donne scomparse, grande è il
nostro stupore. E le nostre calabresi?
Quelle che come Anna Maria affrontano la
L’APPUNTAMENTO
ULTIMA UDIENZA
Si terrà lunedì 27 febbraio, alle
15.00 a Cinquefrondi, l’udienza.
che finalmente chiuderà un
processo.durato più di otto anni. Le
associazioni calabresi e siciliane si
mobilitano: è importante sostenere
la Scarfò, soprattutto ora che la sua
vita è in pericolo. Dimostrare agli
stupratori che le hanno rubato
l’adolescenza, e ai parenti degli
stupratori, che le hanno rubato tutto
il resto, che non sarà sola, mai più.
violenza fisica e quella, più dura, dell’isolamento e dell’omertà? Forse per il fatto che
non si parli di ‘ndrangheta (la magica parola che apre tutte le porte dell’informazione)
il suo caso non merita considerazione. Per
questo, oggi, dobbiamo schierarci contro
quella società di San Martino di Taurianova
che ha emarginato, isolato e insultato Anna
Maria. Nell’ultima udienza, della sua parte
erano solo in 23. Troppo pochi, inutile sottolinearlo. Facciamolo sapere dunque che
non vogliamo altri martiri, che non vogliamo ricordi da rispolverare l’8 marzo e riposare il 9, non vogliamo morti da osannare
nelle trasmissioni televisive. Vogliamo isolare questa volta, compatti e agguerriti, il lurido branco!
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
03
Parlando
di...
PRIMO PIANO
MARCIA INDIETRO
NORDICI & SUDICI
DI GIOACCHINO CRIACO
Chi ruba è ladro
L
e regole vengono poste
per essere rispettate,
così l'infrazione di una
norma creata da una fonte
legislativa legittima pone una
responsabilità in capo a chi la
commette. Pene diverse a
seconda della violazione
compiuta, comunque chi
infrange una legge, tecnicamente diventa un delinquente. Di giurisprudenza me ne
intendo, l'ho studiata a lungo
mollandola quando ho compreso che quella non era la
mia strada. Non lo era per
vocazione, perché altre erano
le materie a me più consone.
E non lo era per tendenza,
posto che ho una naturale
allergia al rispetto delle regole e tendo a rispettarne alcune e violarne altre secondo
un personale metro di giudizio morale. Si, anch'io tecnicamente sono un delinquente. Lo sono senza alibi però,
coscientemente. Noto in giro,
invece, una certa tendenza
all'autoassoluzione, ossia al
ritenere illecita la condotta
altrui e non la propria, anche
quando le pratiche coincidono.
Tant'è che per lungo tempo,
in questa nazione di ipocriti,
caterve di persone applaudivano a ogni tintinnar di
manette, convinte che i ferri
sarebbero sempre toccati agli
altri. Per decenni infatti, sembrava a tutti che i ceppi fossero riservati solo ad alcune
categorie. Pareva che solo
mafiosi e spacciatori fossero
degni del gabbio. E il popolo
applaudiva felice e felicemente ingrassava con le grassazioni impunite. Esauriti per
estinzione mafiosi e spacciatori, a parte quelli che si
inventano perché il fenomeno tira e non lo si può dichiarare concluso, gli occhi della
Legge, in tempi di crisi, si
sono spalancati su ogni tipo
di violazione. Il popolo plaudente ha scoperto che è reato
frodare il fisco, che farsi dare
una pensione senza averne
diritto non è una marachella,
che la rachide cervicale bisogna averla contusa per farsela pagare dalle assicurazioni,
che farsi pagare senza andare
al lavoro è una truffa, che
anche stare al lavoro senza
fare una beneamata mazza è
una truffa. Che rubare il
posto a un altro è un furto.
Soffiare il letto di ospedale a
chi legittimamente ti precede
non è una buona azione. Che
i fondi comunitari o pubblici
non sono lì per essere depredati.
Che lo scambiare un voto per
un favore comporta il carcere. Beh, la smetto qui, il resto
dell'elenco fatevelo da soli.
Ricordatevi sempre però, che
rubare è rubare e il fatto che
non siate mafiosi non vi
rende santi. Pensate che la
sirena in arrivo prima o poi
può riguardare anche voi
santi.
Certificato antimafia,
fine di un totem.
Parola di Grasso e Severino
certificato antimafia rischia di
essere una pratica inutile, buona
solo per creare intralci e lungaggini burocratiche alle imprese. Meglio
una lista bianca con dentro le imprese
sane o un elenco con le aziende
buone stilati dalle organizzazioni
imprenditoriali. Parole queste pronunciate da persone al di sopra di
ogni sospetto, dette dal guardasigilli
Severino e dal numero uno dell'antimafia istituzionale Piero Grasso. Frasi
che fanno cadere un tabù e aprono cato antimafia era una figura inutile,
una discussione, al di là delle soluzio- una spada di Damocle appesa in testa
ni proposte, su un totem che fino a a ognuno, che i mafiosi veri, invece,
qualche tempo fa sembrava intoccabi- facilmente potevano aggirare col trucle, il certificato antimafia richiesto alle co delle intestazioni fittizie. Una praimprese, aziende, cooperative, asso- tica burocratica, priva di contenuto
ciazioni o singoli
per poter operare o
POLAROID
accedere a fondi
pubblici. Una rivoluzione epocale,
anche
se
al
momento è solo
una discussione.
Ma, anche aprire
un discorso, in un
Non ne può fare a meno Giuseppe
paese ipocrita e
Raffa. Di domenica la Riviera è il
moralista
come
l'Italia, diventa atto
suo secondo pensiero fisso. Subito
rivoluzionario. In
dopo la difficile conta delle tessere
Calabria, a dire il
“truccate” del Pdl e di un congresso
vero, qualcuno ci
che “non s’ha da fare”, s’immerge e
provava da tempo a
farlo,
qualcuno
si perde nelle nostre colonne. O si
diceva sommessaorienta?
mente che il certifi-
Il
concreto, buona unicamente a far
perdere tempo. Solo che fino a oggi
dire questo rappresentava una sicura
prova di connivenza, e chi ne era
autore diventava automaticamente
complice della mafia. Adesso che a
dirlo sono il procuratore capo della
DNA e un ministro della Repubblica
tutti sono pronti a scoprire l'acqua
calda. Si, Grasso e Severino dicono
una cosa sensata, soprattutto spogliano di un manto di purezza tanti censori insensati cultori del nulla ammantato di bene. Sempre sperando che
non siano i moralisti a dover stilare le
liste, si passerebbe dalla padella alla
brace e le imprese serie non ne guadagnerebbero nel cambio.
CHE VITA SAREBBE
SENZA LA RIVIERA
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
04
la Riviera
Caro Aldo
di RUGGERO BRIZZI
«Non basta il tuo marcare l'accento per ricordare al mondo di essere calabrese
(“poveretto...”) e mi dispiace, non basta neanche ricevere un foglietto sulla
macchina con scritto “farai la fine di Scopelliti” per ridarti credibilità»
«Non ci rappresenti»
Caro Aldo,
ti ho conosciuto nell'adolescenza delle lotte e
delle tessere di Rifondazione (mie) e
Margheritine-Gerberine (tue): le sezioni giovanili dei partiti, che nostalgia!
Mi sei comparso dal nulla, durante l'ormai
famosa manifestazione a Locri contro l'assasinio di Fortugno. Eri imbellettato e ordinato, parlavi di antimafia, di giustizia, e non
perdevi occasione per farti notare da
quei pungitori mediatici che sbarcavano
nella locride all'indomani dello striscione che colpì l'Italia: “Adesso ammazzateci tutti”. Io che credevo ancora che la
rivoluzione passase per Gramsci, me
ne stavo quatto quatto. Nelle occasioni
mediatiche che si susseguivano, nei
giorni di assemblee e collettivi apparenti, aprii bocca solo verso Ettore Scola
dicendogli una cosa che mi venne dal
profondo del cuore, durante una barbara assemblea su chi dovesse andare
a San Remo tra i “ragazzi di Locri”:
«Ettore, anche qui tra noi c'è cocchiunu mbriacu i minchia, eu tu dicu». Non
sbagliavo, avevo 18 anni. Predicavo tutti i
nostri coetanei di non lasciare questo
posto. Le loro menti ci sarebbero servite
oltre palazzo Nieddu, sul marciapiede
antistante, nel bar di fronte, per occupare spazi che altrimenti non ci sarebbero, giustamente, più appartenuti.
Tu dicevi di andare a studiare per voler
fare il magistrato e tornare qui per
dare il tuo contributo. “Forever” (chi
cazzi...!), movimento iniziale di assemblee e collettivi di ragazzi finì tra le
bocche dei partiti, la dispersione fisiologica e finanziaria e l'assenza di un
serio progetto costruttivo, ma tu riuscisti a creare la tua associazione
ugualmente, forte del consenso che con
quello striscione avevi raccolto:
“Adesso ammazzateci tutti, l'associazione antimafia più grande d'Italia”.
Nel giro di pochi anni hai un crescendo di visibilità pazzesca, fondi le
sedi distaccate, coinvolgi tanta gente,
organizzi manifestazioni e
partecipi a qualsiasi seminario sulla legalità, sei presenza
fissa da Giletti quasi come
Lory Del Santo, fai un programma su sky e mille altre cose, corri,
corri, corriiii...ma cosa racconti e
dove vai ancora non l'ho capito! Non
l'ho capito per due ordini di motivi:
1)La tua associazione cosa fa per
chiedere soldi? Come li investe?
Dove sono i bilanci? Ho visitato il sito
di ammazzatecitutti. Era tempo che
non ci capitavo. Fermo ad agosto 2011,
si presenta con la scritta "3 modi per
impegnarti concretamente": PARTECIPA, ADERISCI, SOSTIENI.
Il primo, che dovrebbe essere il più
importante, porta ad un forum che
non si vede, su pagine sconnesse
tra di loro. Il secondo link porta a
un modello da compilare per
iscriversi "all'antimafia più grande
d'Italia". Il terzo è chiarissimo e
puntiglioso e porta alle varie ipotesi di socio di questa cosa, poco
definita dietro un nome da
impatto impressionante per
nordici superficialmente impegnati:
diverrai
"Simpatizzante"
di
Ammazzateci tutti con un
contributo di almeno
Euro 50,00. Diverrai
"Piccolo Sostenitore" di Ammazzateci tutti con
un contributo di almeno Euro 100,00. Diverrai
"Grande sostenitore" di Ammazzateci tutti con
un contributo di almeno Euro 500,00. Diverrai
"Sostenitore benemerito" di Ammazzateci tutti
con un contributo di almeno Euro 5.000,00; e
ancora 5x1000, donazioni...Ma per cosa non lo
dici. Sei stato abile a comunicare e scioccare con
uno striscione. Fa lo stesso, ora, con i progetti. Se
esistono.
2) Il secondo motivo che non comprendo è quello per cui mi batto di più. Andare via da questo
posto e parlare di “confronto con la realtà” non ti
è permesso mio caro amico. Vivi e vegeti a Roma,
mentre a febbraio (non per le vacanze, A FEBBRAIO, sai che vuol dire Febbbbraio nella provincia reggina?) in Calabria forse non ci sei mai
stato. Non sei legittimato a parlare da parte dei
Calabresi. Non ci rappresenti. Anzi, ti assicuro
che ti incazzeresti se vivessi qui e ascoltassi uno
come te in tv che, tra un seno rifatto e una velina,
ci infila l'antimafia domenicale da Domenica In
con la compagnia di Platinette e di una informazione buona sola per alimentare stereotipi. Non
basta il tuo marcare l'accento per ricordare al
mondo di essere calabrese (“poveretto...”) e mi
dispiace, non basta neanche ricevere un foglietto
sulla macchina con scritto “farai la fine di
Scopelliti” per ridarti credibilità. L'omonomia del
magistrato con il nostro governatore fa appararire addirittura creativi e lungimiranti gli autori del
minaccioso bigliettino. Non dovresti più adagiarti con l'antimafia dei fedeli e dei dogmi. Se vuoi
bene a questa terra, posa tutto, torna qui e diffondi cultura, valorizza i territori, esci e occupa gli
spazi e vedrai che nessuno ti minaccerà, ma anzi,
inizierai a ricevere una serie di pacche sulle spalle da parte di padri ancora giovani a cui darai la
speranza di non vedere lontani i propri figli.
Con stima da confermare.
Ruggero Brizzi
DIAVOLO NERO
DONNE DI ‘NDRANGHETA
L'altra settimana, dinnanzi al
Palazzo di Giustizia di Reggio
Calabria madri, mogli, sorelle
hanno chiesto giustizia, giustizia
giusta, per i loro figli, per i loro
mariti, per i loro fratelli detenuti
per associazione mafiosa: condannati o ancora
in attesa di giudizio. Apriti cielo. La sentinella
disarmata dell'ordine pubblico a Reggio e in
Calabria, la signora Adriana Musella, per la
quale il Comune democratico di Crotone, negli
anni della giunta Chiaravalloti, inventò un ufficio antimafia onde non rimanesse disoccupata,
in quella protesta ha visto il tentativo - udite e
tremate - di destabilizzare lo Stato. I cui rappresentanti legittimi, dai carabinieri ai magistrati,
non hanno ravvisato, però, i segni dell'adunata
sediziosa. Strano. Ma più strano ancora è il
pensiero forte della figlia diletta di don Ciotti.
Poiché ci sembra che, secondo la visione della
Signora dell'Antimafia aggiunta, non hanno
diritto né a riunirsi né a protestare né a parlare
le donne, a nostro sommesso pensiero, non di
ndrangheta, ma imparentate agli ndranghetisti, ed elencativamente: le madri, poiché hanno
generato dei mostri, le mogli, poiché con pranzi e cene prelibati hanno mantenuto i mariti in
buona salute, le sorelle, poiché hanno stirato
camicie e pantaloni ai fratelli asassini, dando
loro tocco di rispettabilità. Ciò che consentì
loro di meglio tramare, uccidere, al di fuori da
ogni sospetto con gli abiti non spiegazzati.
Colpevole definitivamente chi sta dentro e colpevole definitivamente chi sta fuori. Ma la
Signora dell'Antimafia aggiunta qualche mese
fa non aveva lanciato un appello alle donne di
ndrangheta di San Luca a svellersi alla 'ndrangheta? Le donne del Cedir, come il diavolo,
non possono pentirsi? Ed è per questo che
Adriana Musella nega loro il diritto alla parola? Donna straordinaria. Non ebbe nulla da
dire, quando una flotta di parlamentari e di
consiglieri regionali, con alla testa Nicola
Adamo, segnato dal sacro fuoco, marciò per
chiedere a gran voce la liberazione del consigliere regionale Pd, Franco Pacenza. Non fu
adunata sediziosa?
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S.O.S. PLATI
Tutti infetti. Nella Firenze del 300, che era ben più popolosa di Platì, il
dannato Ciacco dice a Dante che “giusti vi son due”. L’ex magistrato
De Grazia qui non ne vede neppure uno. E annuncia la buona novella
Quattro passi
tra le nuvole
nel paese di tutti
PASQUINO CRUPI
ono tornato a Platì, così
come avevo promesso,
accompagnato
da
Rosario Condarcuri, il
mio straripante editore, e
da Ilario Ammendolìa, ardito
Presidente del Comitato dei
Sindaci della Locride. Il sole
comincia a declinare i suoi raggi.
Ma dalla montagna, che sbarra
alle spalle il travagliato paese, non
s’allungano ombre, come piace
alla fantasia catastrofica della
stampa nazional-locale e della
stampa locale, che pur ispirandosi
S
IL PUNTO
Siamo all’apice
dell’infamia. Nel
nostro paese ci
sono persone serie,
oneste, dignitose,
capaci non solo di
fare il sindco, ma
anche il deputato.
Anche il ministro
a quella, nazionale non riesce mai
ad essere. Ho intenzione di intervistare il maggior numero di persone possibile sulla autocandidatura
a sindaco di Platì – ma i comizi
elettorali non sono stati ancora
convocati - del dr. Romano De
Grazia, lametino, magistrato in
pensione, promotore del decreto
Lazzati sul divieto ai sorvegliati
speciali di fare propaganda elettorale. Da un magistrato mi sarei
aspettato l’intenzione di promuovere una lista di uscieri, ma a Platì
c’ è guerra - dicono - e lui, il magistrato in pensione, ha pensato ad
una bellicosa lista in divisa dell’arma nei secoli fedeli: 12 carabinieri.
Da uno o da un paio li conosci tutti. e buono. La ‘ndrangheta non è una
Qui a Platì sono tutti infetti. Nella prerogativa esclusiva di Platì. C’è
Firenze del Trecento, che era ben anche a Lamezia, la città di De
più popolosa di Platì, che ora fa 1780 Grazia. Avrebbe ben potuto candiabitanti, Ciacco rivela a Dante che darsi là.
“giusti vi son due”. L’ ex magistrato Qua c’è disoccupazione. Mio marito
Romano De Grazia non ne vede va e viene da Roma, dove fa lavori
neppure uno.
contadineschi, per mantenere me e i
“E che cosa ne pensate”, chiedo a miei figli”, urla indignata una giovaun gruppo di persone, raccolte nel ne donna che si dà tanto da fare
Bar principale del paese e impegna- nella Proloco platiese. “Ma siamo
te in una partita di tressette “di que- fuori dalla democrazia”, esplode il
sta idea del dr. Romano De fotografo Callipari. “E quando mai
Grazia?”. Scatta, come un leone, si sono sentite cose del genere?
Pepé Lentini, di lungo e onorato Sapete che vi dico”. “Dite”, incoragpassato amministrativo. “Non penso gio. “Vi dico che dove la terra è
niente”, risponde. “Mi viene il volta- molle, ognuno zappa a fondo”.
stomaco. Ora siamo giunti all’apice “Cioè”, incalzo. “Cioè - interviene
dell’infamia contro Platì. In questo Saverio Catanzariti - da quando
paese ci sono persone serie, oneste, sono finiti i partiti, Platì è diventata
intelligenti, dignitose, capaci non una cera che ognuno modella come
solo di fare il sindaco, ma anche il gli pare e piace. E senza scottarsi le
consigliere regionale, il deputato, dita. Ora arriva il Redentore, Gesù
anche il ministro”. “Non vi sembra Cristo”.
d’esagerare?”.
“Per
“Il Redentore”, ironizniente. Ci sono in LA COPERTINA za qualcuno. “Cumpari
Australia ministri, originari di Platì”. Ntoni, ma chigliu era du so’ paisi”,
I giocatori di carte assentono. Vi falcia drasticamente un altro compascorgo tra loro il dr. Franco Mittiga, re. E non ci è riuscito, stava per
ex sindaco, ma si astiene da ogni uscirmi dalla bocca quando uno di
commento. Di persecuzioni contro quei vecchi che giocava a tressette
Platì ne ha viste tante e qualcuna s’è mi dice: “Professore, vi ricordate,
abbattuta anche su di lui, essendo quando a Locri, in un convegno, c’estata l’amministrazione, da lui guida- rano Mancini, Principe e voi”.
ta, sciolta per infiltrazione mafiosa.
Ricordo. Altri tempi e altri duci. E
Usciamo. Entriamo in un negoziet- allora nessun Romano di Lamezia
to. La domanda è sempre la stessa. avrebbe osato quello che ha osato
La risposta sempre fiera e sdegnata: adesso.
“Ben venga. Ma poi deve prendere i C’ è malinconia storica.
voti”. “Direttore”, mi dice con tutto Mentre ritorniamo, a Rosario
il fisto che ha nei polmoni un giova- Condarcuri, il mio Alberto
ne popolano: “U paisi è du paisanu”. Mondadori, e ad Ilario propongo:
“E che cosa volete dire?”. “Voglio invitiamo qui a «la Riviera» o a Platì
dire”, riprende”, che il sangue s’ar- Romano De Grazia per una dicusrostisce, ma non si mangia. Ad sione sul tema: se i liberatori possaamministrare ci vogliono i platioti no venire dall’esterno. Io lo conosco.
che conoscono i problemi e sanno È una buona persona. Il piede gli è
quello di cui ha bisogno Platì”. “Ma andato in vacante. Ma è sempre in
quello di De Grazia è razzismo bello tempo per ritirarlo.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
La stella gialla
ILARIO AMMENDOLIA
oco tempo fà siamo stati a Platì, per
riaffermare che i bambini sono solo
bambini, in tutto il mondo! Platì non è
una enclave mafiosa, anche se la mafia
c’è e deve essere sconfitta.
Un magistrato in pensione , il dott. De grazia,
ha espresso la volontà di presentarsi come sindaco di Platì capeggiando una lista di poliziotti. in nome e per conto di un indistinto “blocco
d’ordine”,
Dopo lunghi colloqui con la gente di Platì c’è
sembrato chiaro, qualora ve ne fosse bisogno,
che in questo piccolo paese c’è tanta intelligenza, vivacità, equilibrio per amministrare Platì e
per contribuire ad un sano governo della
Calabria.
Platì ha avuto ottimi sindaci, non solo bravi,
ma coraggiosi, penso all’ex sindaco Prestia ed
al sindaco Demaio, entrambi uccisi dalla
mafia.
Probabilmente hanno dimostrato più coraggio
e determinazione di tantissime persone che
tanto si agitano ma ai quali, fortunatamente, la
mafia non ha neppure forato la ruota di scorta.
Il loro ricordo non è solo doveroso ma anche
un chiaro esempio che si può essere di Platì e
contemporaneamente non complici ma vittime della mafia.
la Locride non è abitata né da angeli, né da
demoni, ma solo da uomini, come tutti gli
uomini del mondo!
E’ mortificante il fatto che qualcuno ritenga
P
che i plateoti non sappiano governarsi da soli.
E’ umiliante solo pensare ad una sospensione
di fatto della democrazia e dei diritti costituzionali a Platì, nella Locride..
La democrazia e la Costituzione debbono
essere strenuamente difese su tutto il territorio
della Repubblica . Sospenderle di fatto a Platì
perché c’è la mafia, significa che domani si
potranno sospendere in Italia per altre ragioni.
La democrazia si difende con la democrazia, la
libertà con la libertà.
Purtroppo. partiti di cartapesta si ritirano dai
luoghi della battaglia democratica , si ritirano
dai paesi dove più ci sarebbe bisogno di una
mari che certificano la contiguità alla mafia.Il
fatto che nella Locride ci siano quattro consigli comunali sciolti per mafia e due in cui opera
una commissione di accesso è un serio indizio
di una oggettiva volontà di certificare la nostra
incapacità all’autogoverno.
Una grande voglia di cucirci addosso la “stella
gialla”.
Ieri agli ebrei, oggi ai calabresi..
Stella gialla perché siamo di Platì, di Africo, di
Siderno, di S. Ilario, della Locride, perché
siamo calabresi, siamo meridionali.
Alcune date restano sono scolpite nella
memoria della gente di Platì, e, ovviamente,
in tutti noi.
Una lontana,
quando
la
banda dei “briganti”, guidata
da Ferdinando
Mittica,
fu
sconfitta dai bersaglieri, che imposero una
forma di stato, e conseguenti scelte politiche,
che hanno mortificato e sacrificato il popolo
calabrese.
Anche allora, piuttosto che attuare le riforme
e consegnare le terre ai contadini, il governo
del re preferì imporsi grazie ai massacri delle
truppe piemontesi. Una più recente: il 13
novembre di dieci anni fa.
Una operazione che portò in carcere 123 plateoti., il che per un Paese di quelle dimensioni,
significa che non ci fu famiglia risparmiata.
Ancora più mortificante il fatto che, si dice,
Esiste un chiaro disegno politico:
mettere alla sbarra non coloro che si
macchiano di delitti, ma un intero popolo
sana tensione politica. Come dire : un medico
non va più in ospedale perché ci sono ammalati gravi.
Tuttavia, alla base delle convinzioni del dottor
De Grazia, pur se avanzate con le migliori
delle intenzioni, v’è la logica che ci umilia.
Personalmente ho seri dubbi sulla legittimità
di sciogliere i consigli comunali per inquinamento mafioso.
Il popolo è il custode vero ed autentico della
democrazia. Le sentenze debbono essere
emesse solo e soltanto dai giudici in regolari
processi. Non ci possono essere processi som-
quella operazione fu ritardata di un giorno in
quanto la strage di Nassyria ne avrebbe potuto
oscurare l’impatto mediatico.
Infatti ci fu una grande risonanza sui giornali
ed in televisione ma nessuna condanna. Una
ferita che ancora pesa e brucia.
Qualcuno in nome della lotta alla ndrangheta
vorrebbe schiacciarci nella difesa tour court
della situazione esistente, farci diventare conservatori e custodi di un ordine sociale che non
solo è ingiusto ma che genera la ndrangheta.
Qualcuno pensa che in nome della ndrangheta la Costituzione possa essere umiliata.
Noi di questo disegno politico non saremo
complici.
Sono stati pubblicati, da qualche giorno, gli stipendi dei burocrati di stato. Soldi di tutto il
popolo italiano!
Una media di tremila euro al giorno.
Nessun reato, nessuno scandalo ma questa è
la vera delegittimazione della democrazia.
Questi i livelli che bisognerebbe commissariare .
In queste ingiustizie si nascondono i germogli
della ndrangheta.
La coscienza ci impedisce di cantare nel coro
Noi combattiamo una battaglia senza medaglie, senza trombettieri, e controcorrente.
Una battaglia a mani nude contro nemici
occulti e potenti.
Il risultato non è scontato, forse, saremo sconfitti ma sarà un sacrificio necessario perché la
Calabria si possa riscattare.
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
09
Parlando
di
Reggio
Acolloquio con il presidente dell’Ance Andrea Cuzzocrea
Confindustria
deve ripartire in
modo autorevole
MARIA G. COGLIANDRO
La Commissione locale per la designazione del
nuovo presidente di Confindustria di Reggio
Calabria ha indicato, per ben due volte con plebiscito, il suo nome, ma entrambe le volte Roma
rigetta le scelte reggine e rispedisce tutto al mittente, lamentando una mancata attenzione al
rispetto del Codice etico confederale e della
Carta dei Valori associativi e minacciando
anche provvedimenti organizzativi per i gravi
comportamenti assunti. Che cosa avrà mai
combinato la Commissione reggina?
La Commissione di designazione in entrambi i
casi ha svolto il suo lavoro attenendosi scrupolosamente alle regole statutarie e regolamentari.
Così come, d’altronde, al rispetto delle regole è
stata improntata l’azione commissariale del
Cav. Callipo che ha svolto egregiamente il ruolo
di supplenza, anche politica, conferitagli dagli
organi
confindustriali
nazionali.
La
Confindustria reggina ha attraversato un lungo
periodo di aspra conflittualità interna, sfociato
in ben due commissariamenti negli ultimi tre
anni. E’ chiaro che, a fronte di eventi così dan-
nosi, l’attenzione posta alle procedure di rinnovo è ai massimi livelli ed i richiami formali sono
la dimostrazione che, stavolta, la ripartenza
deve avvenire con il piede giusto. In questa fase
storica, connotata da una sfavorevole congiuntura economica, politica e sociale che mina alle
radici, la tenuta del sistema nel suo complesso,
la presenza di una Confindustria forte ed autorevole è elemento imprescindibile per dare voce
al riscatto di un intero territorio e pertanto l’auspicio di tutti deve essere di un vero rilancio.
In ambito provinciale lei è stato protagonista
di coraggiose campagne mediatiche contro il
“pizzo” e ha anche promosso Codici etici di
notevole rilevanza. Con la sua nomina si
potrebbe registrare una chiara inversione di
tendenza, l’inizio di un vero e proprio new deal
reggino all’interno di un segmento produttivo
ad alto rischio, considerate le varie vicende che
hanno visto l’espulsione per collusione di alcune imprese. Inoltre lei è presidente dell’Ance,
una costola di Confindustria. Perché, quindi,
Roma fa tante storie e continua a respingere la
sua nomina? A chi potrebbe dar fastidio?
Le questioni poste dai Probiviri confederali, giuste o sbagliate che siano, riguardano le procedure, non la mia persona. Certo, anch’io ho i miei
nemici, ma non voglio pensare che dietro le
motivazioni ufficiali si nascondano altre ragioni
poco comprensibili.
Perché il commissario reggino Callipo sostiene
Alberto Bombassei quando l’Ance e la stessa
Confindustria regionale sono con Giorgio
Squinzi?
L’Ance nazionale come sistema sostiene la candidatura di Squinzi e pertanto la territoriale che
io rappresento ha pubblicamente confermato
tale orientamento. Ciò non vuol dire che, alla
stregua di tutti i consessi democratici, il Cav.
Callipo non possa esprimere la sua preferenza
per il candidato Bombassei. Preferenza che tuttavia non esplica effetti, come Confindustria
nazionale ha evidenziato, proprio perché ci troviamo in una fase commissariale.
Giuseppe Speziali, da qualche mese eletto presidente di Confindustria Calabria, è già contestato…
Se lei si riferisce alle puntualizzazioni apparse
IN EVIDENZA
NOMINA PRESIDENTE
Certo, anch’io ho i miei nemici,
ma non voglio pensare che
dietro le motivazioni ufficiali si
nascondano altre ragioni poco
comprensibili
sulla stampa in merito alle diverse espressioni di
preferenza per il rinnovo della presidenza
nazionale credo si sia fatto tanto rumore per
nulla.
La Calabria, come l’Italia intera, è sempre più
stretta nella morsa della crisi. Per quanto ancora ci sarà da stringere i denti? E su cosa Reggio
potrebbe puntare per risollevarsi dal collasso?
La Calabria e la nostra provincia in particolare
subiscono la morsa della crisi in maniera diversa dal resto della nazione perché paghiamo una
atavica condizione di arretratezza che la politica
degli ultimi anni ha contribuito ad incrementare. Negli ultimi tempi stanno emergendo difficoltà insormontabili per le nostre imprese
messe definitivamente all’angolo da inefficienze
della pubblica amministrazione che sono inconcepibili per una società moderna. La variabile
tempo è diventata indeterminata sia se si tratta
di ricevere gli incassi per lavori eseguiti, sia che
si tratti di rilascio di autorizzazioni amministrative. Per non parlare delle banche che, in un
quadro di quasi totale paralisi, hanno dei sistemi di calcolo dei rating che, a parità di altre condizioni, valutano negativamente persino l’ubicazione della sede dell’impresa nella provincia di
Reggio Calabria. Detto questo, il futuro dei
calabresi è come sempre nelle mani dei calabresi. Ma lo Stato italiano deve darci una mano
migliorando il sistema dell’istruzione, regolando
l’accesso al credito in modo da favorire l’impresa e rafforzando la pubblica amministrazione,
che sono i nostri veri talloni d’Achille.
Piazza Duomo cambia volto?
ANTONIO CORMACI
"Reggio bella e gentile" è il titolo di una grande
raccolta
fotografica
promossa
dall'Amministrazione Falcomatà poco prima
della sua morte. Le tavole in essa presenti
ritraggono una città che nel corso degli anni è
mutata profondamente nella sua fisionomia,
nel suo modo di rapportarsi alla cittadinanza.
Certamente il mutamento più incisivo è stato
quello della vecchia piazza Duomo, antico
cuore della città che prima del sisma del 1908
era il centro della vita cittadina, il punto di
ritrovo religioso e culturale, proprio davanti la
grande cattedrale distrutta e completamente
ricostruita. Ma con la distruzione della cattedrale, piazza Duomo ha perso quella che era
la sua funzione originaria, diventando un
luogo di transito e nel tempo ha assunto l'attuale fisionomia. Ma adesso si vuole tornare
alle origini. Il Comune ha infatti indetto un
concorso, derivato da un bando di dicembre,
che ha attirato parecchia attenzione fornendo
all'amministrazione comunale diversi progetti
che hanno uno scopo comune: "isolare" la
piazza dal resto del traffico cittadino, dandole
l'originaria funzione di luogo di ritrovo e non
di semplice e disordinato parcheggio. Non v'è
dubbio che il progetto sia di quelli ambiziosi forse più genuini rispetto agli altri - tuttavia le
PRIMA E DOPO
riserve sono più che legittime: come può,
infatti, una città come Reggio sostenere una
così grave mutilazione di un punto di passaggio, oserei dire, fondamentale qual è quello di
piazza Duomo? Non siamo certamente disabituati ai numerosi disagi legati al traffico
quando arterie principali vengono chiuse.
Pertanto ci si chiede come reagirebbe il confusionario traffico cittadino. È ovvio che questo
è un progetto che deve necessariamente
implicare misure complementari: è il caso
della riqualificazione di piazza Garibaldi, di
quel famosissimo parcheggio cavallo di battaglia di innumerevoli campagne elettorali.
Costruire un parcheggio degno di tal nome
significherebbe colmare le future lacune legate all'isolamento della piazza antistante la
Cattedrale e far respirare anche il centro cittadino con significative limitazioni del flusso
di traffico. Insomma quella di piazza Duomo
è senz'altro una scelta d'immagine, una scelta
giusta per sensibilità storica e culturale; tuttavia è una scelta scellerata se la si contestualizza con i disagi legati al traffico cittadino.
Patologie funzionali a parte, il progetto ne
presenta altre dal punto di vista economico:
l'opera verrà finanziata dall'Amministrazione
regionale e costerà quasi 1 milione e mezzo di
euro (bruscolini rispetto al costo di un altro
grande progetto, il già citato parcheggio di
Piazza Garibaldi che costerà 8 milioni di
euro). Tanta generosità da parte del governo
Scopelliti è insolita per la città (fatta eccezione per il Reparto di emodinamica del
Riuniti), pertanto non sono del tutto infondati i dubbi legati ad eventuali appalti un pò
sospetti. La Calabria, in generale, non è
nuova a determinate situazioni. Non ci resta
che aspettare se il progetto vedrà la luce o se
è solo una delle tante trovate pubblicitarie
(dire elettorali mi sembra troppo)
dell'Amministrazione Arena.
DOMENICA
12 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
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solo a metà del suo mandato, ma il giovane sindaco di Benestare, Rosario Rocca, è riuscito a cambiare già tante cose. Tanti
i problemi ereditati, anche a causa di fondi pubblici spesi male: «Strade provinciali non percorribili - precisa il sindaco - reti
idriche fatiscenti, associazioni culturali costrette ad autofinanziarsi, scuole praticamente abbandonate. Con l’inserimento
della nostra amministrazione sono state avviate politiche innovative, abbiamo stabilizzato cinque lavoratori precari, e ottenuto numerosi finanziamenti, due dei quali sono stati revocati ingiustamente dalla giunta Scopelliti». Il comune di Benestare,
grazie all’impegno di questa Amministrazione investirà, nei prossimi due anni, ingenti risorse per il rilancio del territorio: un milione
di euro per far fronte al dissesto idrogeologico di un’ampia area del centro storico; 800 mila euro per la realizzazione di due campi da
calcetto e di due centri di aggregazione giovanile; 150 mila euro saranno invece impiegati per realizzare un tratto significativo di rete
fognaria a Belloro. E inoltre: «Riqualificheremo il centro storico – continua Rosario Rocca – e realizzeremo due percorsi naturalistici
che andranno dalla collina, che ospita il paese, fino al torrente Careri. Abbiamo delle suggestive fontane antiche che non devono passare inosservate. Altri fondi saranno destinati alla creazione e al completamento di un centro polifunzionale, i cui lavori hanno avuto
già inizio. Il centro, attraverso un ulteriore finanziamento, sarà destinato perlopiù all’attività teatrale che rappresenta una vera vocazione per il nostro paese. Strumenti che daranno ai nostri giovani un’alternativa alla strada, perché ogni ragazzo perso è per noi una sconfitta».
È
I Catoia in festa
Un appuntamento che si svolge in concomitanza con la nota festa
del Rosario. Va dal 29 settembre, giorno dedicato al patrono di
benestare, San Michele Arcangelo, fino alla prima domenica di
ottobre. È un suggestivo percorso enogastronomico ambientato
nel centro storico, e organizzato per la prima volta dall’amministrazione di Rosario Rocca. È stato infatti il sindaco ad istituzionalizzarlo, grazie ad un documento presentato e approvato dal consiglio.
Giornata della memoria civile
Alla memoria civile delle vittime della mafia la nuova giunta ha
dedicato una piazza, consegnata ai cittadini un anno fa. La posizione dell’infrastruttura è strategica, e voluta.
Contigua alla scuola infatti, che è
la prima agenzia di socializzazione ed educazione,
vuole lanciare un
messaggio forte ai
giovani: la nuova
storia di Benestare
deve ripartire dai
suoi bambini.
Festeggiata negli
anni scorsi il 1
gennaio, la giornata
della
memoria è stata
ora fissata al 21
marzo, primo
giorno di primavera. Sarà una
fiaccolata a portare per le
strade il prezioso
messaggio.
Festa dell’accoglienza
Non ha una data fissa ma è molto importante per i cittadini di
Benestare. Un passaggio obbligatorio per un comune che ospita
tanti ragazzi extracomunitari. La festa è organizzata infatti con gli
emigranti, ed è dedicata ai compaesani lontani e ai tanti amici stranieri, che si integrano, giorno per giorno, con la popolazione. Il
progetto di accoglienza di minori stranieri non accompagnati ha
permesso al sindaco, Rosario Rocca, di dare lavoro a dodici ragazzi benestaresi, grazie ai finanziamenti da parte del ministero dell’interno.
Politiche sociali e occupazionali
Ogni anno venti borse lavoro sono assegnate a giovani disoccupati, e si promuove un bando volto all’inclusione sociale e lavorativa
della donna: categorie svantaggiate, vedove con figli, o donne con
bassi redditi. Usando finanziamenti a specifica destinazione. E
tante iniziative riguardano la legalità. Nell’ultimo consiglio, questa
è cosa risaputa ormai, l’amministrazione Rocca ha apportato
modifiche statutarie. Testualmente: “il comune di Benestare ripudia la ndrangheta ed ogni forma di criminalità organizzata, quali
forme di oppressione della libertà individuale e collettiva, pertanto si costituisce parte civile in tutti i processi di mafia”.
Il paese del gesso
Il gesso è la specificità di questo comune aspromontano. La sua
cava ha storicamente dato lavoro alle tante famiglie del comprensorio: «Vogliamo riattivare l’estrazione e la lavorazione mediante
piani ecosostenibili – spiega il sindaco - La nostra amministrazione
ha commissionato uno studio sulle tecniche tradizionali di estrazione, sulla lavorazione attraverso le carcamuse, nella prospettiva di
una nuova cantieristica sostenibile del gesso. Nostra intenzione
sarebbe intervenire sul centro storico, attraverso il recupero delle
case sfitte, da adibire, poi, a progetti di ospitalità diffusa.
Praticamente creare un classico paese-albergo».
L’Amministrazione lavora assiduamente per dotare il territorio di
strumenti che favoriscano la nascita di piccole attività produttive, e
per trovare una risoluzione alla problematica della disoccupazione
giovanile. Questo il sogno nel cassetto del giovane sindaco. Un
modo per valorizzare le indiscutibili bellezze paesaggistiche, la cultura, i prodotti, le eccellenze che questo comune, per natura generosa e attenta, può già vantare. www.benestare.asmenet.it
DOMENICA
12 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
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Parlando
di
PRIMO PIANO
Dietro lo scontro Giardina-Scopelliti
Le parole non
sono pietre
RODERIGO DI CASTIGLIA
fatto è questo. Nel corso del processo Meta il colonnello dei Ros,
Valerio Giardina, richiesto dal
Pm d’udienza, dr. Guseppe
Lombardo, ha detto parole chiare e univoche sul modello Reggio e sul
sostegno elettorale che l’ex sindaco di
Reggio, attuale governatore Giuseppe
Scopelliti, avrebbe ricevuto dalla famiglia
De Stefano. Inoltre, lo Scopelliti, sempre
secondo Giardina, avrebbe accordato
qualche favore al Supremo, cioè a
Condello, un pezzo da novanta nella
mappa ndranghetista E per finire (?) : cinque pentiti confessano i contatti pericolosi del Governatore..
Come sapete, il colonnello Valerio
Giardina è stato protagonista di azioni efficaci, dal punto di vista repressivo, contro la
‘ndrangheta, e protagonista dell’arresto
del Supremo. Un ufficiale, perciò, ammirevole. Ma tutto questo non gli conferisce
uno scudo che lo metta al riparo dalle critiche, dalle obiezioni, persino dalle accuse.
Mi pare di poter così ragionare. La deposizione del Colonnello poggia su una infor-
Il
mativa nella quale tengono posto saldo le
intercettazioni eseguite nel febbraio e nel
luglio 2006. I contenuti delle intercettazioni,
che non costituiscono in assoluto prova,
devono essere provati così come l’impianto
accusatorio, che su quelli poggia, del colonnello Valerio Giardina. Il quale- ma è solo un
inciso- viene “promosso” con il trasferimento da Reggio a Locri. Fino a quando ciò non
sarà, le cose da lui dette rientrano nel campo
del notorio, e il notorio non è una categoria
giuridica. Senza dimenticare, però, che il
notorio può anche essere vero.
Alla deposizione del colonnello Valerio
Giardina il Governatore, sapendo che in giro
non ci sono più camicie di forza, ha reagito
come un forsennato.
Primo tempo. Ha accusato il Colonnello di
essere un suo antico persecutore, di raccontare fandonie, e, nella conferenza stampa di
mercoledì 23 febbraio, rivolta ad amici, aficionados e parenti, di avere idea di darsi alla
politica. Ciò che il Governatore dovrà dimostrare, rientrando anche il suo parlar scortese nella categoria del notorio.
Secondo tempo. Il Presidente Scopelliti chiede il rinvio del Consiglio regionale, fissato
per lunedì 20 febbraio, per impegni istituzionali. Ma si tratta di un pranzo a Milano con
Berlusconi e Alfano. E chissà se il
Governatore abbia avuto curiosità di chiedere al Capo supremo del Pdl come si cucina
la bistecca alla milanese , e nient’altro. Viene
accordato. Giovedì 23 febbraio, come concordano i capigruppo, il primo punto all’odg
recherà le dichiarazioni del Governatore sul
– chiamiamolo così - “Caso Giardina”.
Contrordine. Parlerà solo di trasporti e infrastutture, tutto avendo già esposto nella conferenza stampa del 22 febbraio. Questa è la
sua volontà. Non c’è dubbio che il Consiglio
regionale è a sovranità limitata. Vuol dire
che qualcuno ha consigliato al Governatore
di mantenere il sangue freddo, come quello
dei serpenti?
Intanto che gli indignati di Destra e di
Sinistra affollano i giornali con dichiarazioni
furibonde e articolesse, noi vogliamo osservare che nella vicenda che vede l’un contro
l’altro armati, il colonnello Valerio Giardina
e il Governatore, ci sono delle stranezze,
sfuggite ai più, anzi a tutti.
La prima stranezza è che il Governatore
venga chiamato in causa nel corso di un processo - il processo Meta - in cui non risponde
né da imputato né da persona informata dei
fatti.
La seconda stranezza è che l’informativa
dalla quale s’è dipartita la deposizione del
colonnello Valerio Giardina, risale al 2007.
Come mai si son fatti trascorrere tanti anni
senza verificare da parte della Procura se
quelle accuse erano vere o false? Con la conseguenza grave- grave per la Calabria - d’avere un Governatore, attinto dal sospetto di
essere stato sostenuto nella sua ascesa dalla
lobby affaristico- mafiosa che strozza Reggio.
La terza stranezza è un’impressione. Questa.
Che il processo Meta prosegua la guerra tra
magistrati. Tra i magistrati che vogliono processare la ndrangheta attraverso i maxiprocessi e i magistrati, che, invece, vogliono processarla, famiglia ndranghetista dopo famiglia ndranghetista. Le dichiarazioni del
colonnello Valerio Gaurdina sembrano dare
ragione ai magistrati devoti della prima
ricetta. Scopelliti, sotto questo profilo, fa riaffiorare la storia egli asini, che litigano, e dei
barili, che ne levano la furia. Detto un po’ in
italiano dialettale.
FOCUS DI GIOACCHINO CRIACO
Calabria, ring di un duello perenne
ccuse gravissime, quelle
pronunciate dal colonnello
dei Carabinieri Valerio
Giardina nei confronti del
Governatore della Calabria
Giuseppe Scopelliti. A far da tribuna
alle parole dell’ufficiale, l’aula di giustizia nella quale si celebra il processo
Meta. Giardina ha ripercorso le lunghe
fasi delle indagini da lui dirette in una
delle più importanti operazioni antimafia degli ultimi tempi, aventi a oggetto le
cosche reggine. Il colonnello si è detto
convinto del coinvolgimento di
Scopelliti negli affari loschi della ndrangheta. Il Governatore ha risposto per le
rime, parlando di apodittiche deduzioni
personali che non hanno trovato sbocco
nelle sedi giudiziarie. Chi dei due abbia
ragione, pur essendo di importanza
estrema, non rappresenta l’argomento
A
di questo articolo che vuole porre in evidenza gli scontri che animano la vita
pubblica della regione lasciando il pubblico attonito. Il pubblico sono i calabresi che assistono impotenti a duelli ormai
ché certo è che tutti hanno torto.
Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla legalità afferma che serve
un’antimafia concreta, dei fatti e non
delle passerelle. La Musella di
Riferimenti,
pur non citata, si sente
tirata in ballo
e risponde
con stizza
elencando
una sfilza di
benemerenze certificate
da una tempestiva lettera di stima del procuratore
Giuseppe
Lombardo.
Cisterna,
Mollace, Neri, Macrì sono stati impolverati da accuse di fonti certamente non al
di sopra di ogni sospetto che la DDA ha
Giardina vs Scopelliti; Lamberti
Castronuovo contro Musella. Scontri in
Procura, duelli in Questura. Tutti contro
tutti e alla fine non importa chi ha ragione
perché certo è che tutti hanno torto
giornalieri. Giardina vs Scopelliti;
Lamberti Castronuovo vs MusellaRiferimenti e poi scontri in Procura,
duelli in Questura. Tutti contro tutti e
alla fine non importa chi ha ragione per-
utilizzato senza sconti agli illustri personaggi. Un capitano dei Carabinieri in
carcere, Spadaro Tracuzzi, che accusa di
pressioni un colonnello, Russo, e niente
meno che Renato Cortese. E adesso lo
scontro degli scontri si profila all’orizzonte: Pignatone lascia e sulla sua poltrona piombano candidature illustri. Già
si affilano i coltelli di un duello che sarà
all’ultimo sangue. E il sangue come al
solito sarà quello di una Calabria ormai
dissanguata, stremata da scontri istituzionali a ogni livello che producono solo
confusione. Nel frattempo l’economia
regionale è al collasso, così la sanità, la
viabilità e l’immagine della Calabria
assomiglia sempre più a un ologramma
in coppola e lupara. Ecco, scontro dopo
scontro i duellanti si elimineranno a
vicenda e alla fine il cadavere eccellente
sarà, inevitabilmente, la Calabria.
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
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DOMENICA
26
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LA RIVIERA
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Parlando
di...
Maltempo
LOCRIDE. Sanità & dintorni
Caulonia va alla guerra
Sarà anche la guerra
di Piero? (Campisi)?
Ilario Ammendolia e Attilio Tucci passno in rassegna le lori truppe. Campisi,
come è sua abitudine antica, sembra non dare segno di vita e. come l stelle di
Cronin, sta a guardare. Infuria sul web la polemica bassa e meschina.
GIOVANNI MAIOLO
Che i candidati siano loro o meno , chiaro è
che tre saranno i gruppi che si contenderanno la possibilità di amministrare Caulonia
per i prossimi 5 anni: quello coalizzato attorno ad Ammendolia, quello di Tucci e quello
di Campisi. Quest'ultimo, com'è tradizione,
non dà molti segni di vita e si concede poco,
ma tale attitudine personale in questa fase
potrebbe anche giocare a suo favore, perché
gli altri due sono ormai pronti alla guerra.
Liliana Frascà e Attilio Tucci non si sono
mai amati e quindi abbiamo visto scendere
in campo la segretaria del Partito più o
meno Democratico Caterina Belcastro a
dare sostegno ad una ricandidatura di
Ammendolia. La cosa ha fatto infuriare
Tucci che, non ricoprendo più alcun ruolo
alla provincia ha deciso di prendersi il
comune ed ha lanciato la carta ormai abusata del ricambio generazionale.
Ma prima di dare il via alla guerra vera e
propria si passano in rassegna le truppe.
Ammendolia può contare su buona parte
dell'amministrazione uscente, Dimasi, Lia e
Riccio. E avere Riccio dalla propria significa avere un cannoniere, visto il numero di
preferenze ottenute alle ultime elezioni,
soprattutto in quel di Caulonia Superiore.
Ma Tucci non è da meno e oltre alla
Roccisano schiera Cagliuso, altro bomber. Il
problema è che Francesco Cagliuso ha
voglia di fare il sindaco e la cosa sembra non
IL PUNTO
Litigi in casa Tucci.
Cagliuso avanza la sua
candidatura a sindaco e
scompiglia le carte. E se
alla fine Federica
Loccisano volesse
diventare la prima
dama?
andare giù a Tucci. Alla fine il nome di
Federica Roccisano potrebbe essere quello
della mediazione, ma è ancora tutto da vedere.
Il silenzio di Campisi può mantenerlo (al
momento) fuori dalla contesa e quindi alla
lunga avvantaggiarlo anche se alcuni sostenitori, memori della mancata presentazione
della lista alle scorse comunali, sudano freddo aspettando che lui batta un colpo.
Temono che stando sempre in silenzio alla
fine il sonno possa sopraffarlo.
Nel frattempo, in attesa che si definiscano
meglio gli schieramenti, il livello del dibattito politico, anche su internet, è osceno: i
sostenitori di questo e di quello (Tucci in primis) sparano puttanate che nemmeno
Borghezio. Tucci, intelligentemente, si astiene dallo scendere nell'insulsa mischia ma i
suoi sgherri provvedono a fargli fare brutta
figura con commenti il più delle volte offensivi (soprattutto per chi li scrive).
E poi, noi che credevamo che la novità del
XXI secolo l'avesse scoperta l'Udc, dobbiamo ricrederci perché viene fuori che esiste
l'Idv a Caulonia. Nessuno se n'era accorto.
Sarà che le sigle di taluni partiti vengono utilizzate quando si sente odore di campagna
elettorale ma l'Idv vive davvero una realtà
che non esiste e lo dimostra l'assurda proposta lanciata dal Commissario Provinciale che
invita il Pd e il centro sinistra all'unità.
Grandioso, rimetteteli insieme Tucci ed
Ammendolia se ci riuscite!
Intanto approfittiamo di queste colonne per
lanciare una proposta concreta sulla quale ci
piacerebbe conoscere l'opinione di
Ammendolia, Campisi e Tucci, se volessero
essere così gentili da risponderci.
Caulonia Marina è un paese orribile, figlio
della devastazione edilizia ed ambientale. E
invece di continuare a cementificare il territorio si potrebbe optare per l'edilizia zero,
per il recupero dell'esistente al fine di migliorarlo. Perché non vi impegnate, nei prossimi
cinque anni, a fermare un'inutile espansione
edilizia e ad investire su quella a impatto
zero?
IL DITO NELL’OCCHIO * LA DISCARICA DI CASIGNANA
Risorsa o maledizione?
apertura d'una discarica non rientra nel libero arbitrio del sindaco, della giunta, del consiglio
comunale. Né a Casignana né
altrove. È, viceversa, stabilita
dal Governo, che individua i
siti, autorizza e dà il via libera
alla sua realizzazione. I sindaci possono accettare o ribellarsi: ma senza successo.
Comunque, il sindaco di
Casignana, dr. Pietro Crinò ,
commendevole sotto il profilo istituzionale, non s'oppose.
Nacque la discarica, che,
come tutte le discariche, è il
demonio, e le fiamme infernali non si fecero attendere
L'
da parte dei difensori unici
della salubrità del territorio.
La cui arroganza è senza
limiti. Non c'è sulle discariche
e su questa discarica di
Casignana che la loro verità,
non bisognevole né di argomenti scientifici né di prove,
come avviene per le dodici
tavole di Mosè. E ci chiediamo non senza tremito se la
linea di sviluppo dei nostri
paesi debba dipendere da
questi Aristoteli senza filosofia. I quali sembrava che un
punto di vantaggio l'avessero
conquistato con la confisca
della discarica casignanese e
gli arresti domiciliari del sindaco e dell'ing. Antonio
Crinò, e altri. Gioia cinica di
breve tempo. Con decisone
recente del Gip il sindaco e il
fratello sono tornati in piena
libertà. E noi ci domandiamo
se la detta discarica sia una
risorsa o una maledizione.
DOMENICA
Non ci domandiamo, poiché
questo è, se è stata la salvezza dei comuni viciniori e del
comune di Reggio Calabria.
Non c'è dubbio. La discarica
di Casignana è una gran risorsa finanziaria per il comune.
Utilizzata con grande respiro
sociale dal Sindaco. Che ha
assegnato ai giovani del luogo
400 borse di lavoro di 500
euro cadauna, e con borse di
studio assiste gli studenti universitari di Casignana. E massici interventi sulla cultura,
Quale sindaco può dire di
aver fatto tanto, e di tanto
pregiato? E, tuttavia, è scivolato agli arresti domicialiri. Il
Vangelo aveva bisogno d'avere rinverdita la sua frase più
spietata: fai pure del bene,
ma ricordati che te ne verrà
ingratitudine. Per abbondare,
ci sono stati gli arresti domiciliari. Revocati, poi.
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
14
la Riviera
In una terra, ferita recentemente da atti intimidatori, si scende in piazza per
parlare di “Lavoro, sviluppo, legalità”. Caulonia e il Goel riconfermano con
forza l’impegno nel contrasto alla ndrangheta e alle massonerie deviate
Primo marzo a Caulonia
L'Alleanza con la Locride e la Calabria torna nuovamente
per le strade e nelle piazze per far sentire forte e decisa la
propria voce. E sceglie proprio Caulonia, teatro del recente
atto intimidatorio subito dal Gruppo Coperativo GOEL,
per riconfermare l’impegno nel contrasto alla 'ndrangheta e
alle massonerie deviate.
La festa e manifestazione del "1 marzo", giunta ormai alla
quinta edizione, torna, quindi, ad avere sede in Calabria.
Ricordiamo che nel 2008 si tenne a Locri, nel 2009 a
Crotone, nel 2010 a Reggio Emilia (spostandosi al nord, un
anno su tre, in un territorio a forte infiltrazione mafiosa), nel
2011 a Villa San Giovanni.
La scelta di Caulonia mette in evidenza le tante realtà positive che costruiscono una Calabria nuova, promettente, in
un momento di grande crisi e difficoltà economica. Realtà
che recentemente sono state fatte oggetto di una recrudescenza violenta della 'ndrangheta un po' in tutta la Calabria.
Il tema “lavoro, sviluppo, legalità” mette all'ordine del giorno l'esigenza di coniugare la repressione al lavoro e allo sviluppo, non più elemosinato dall'alto, ma rivendicato come
possibilità reale dalle centinaia di enti, cooperative, imprenditori, amministratori, che oggi in Calabria costruiscono l'alternativa giorno per giorno.
Come ogni anno, la giornata verrà aperta con un segno di
speranza. Alle ore 11.00, infatti, alla presenza delle autorità,
della stampa e dei rappresentanti di enti ed organizzazioni
locali e nazionali, GOEL inaugurerà solennemente il
Ristorante Culturale multietnico in Contrada Carubara, a
Caulonia, già danneggiato da un ordigno esploso la sera
della vigilia di Capodanno.
Il significato è chiaro: GOEL e i tantissimi Calabresi onesti
continueranno decisi sulla strada del cambiamento.
Alle ore 14.00 i partecipanti, radunatisi a Caulonia
Superiore in piazza Bellavista, si muoveranno in corteo
attraverso il centro storico con arrivo in piazza Mese, dove
sarà allestito il palco ed una serie di stand espositivi di realtà
locali e dell'Alleanza.
Alle ore 15.00 inizieranno gli interventi dal palco, con saluti delle autorità locali e non, interventi degli ospiti, degli enti
dell'Alleanza e del GOEL. Infine grande momento di festa
con concerti, e momenti artistici di forte profilo sociale.
Per informazioni: [email protected]. L'Alleanza con la
Locride e la Calabria (www.goel.coop/alleanza) nasce nel
2008 ed è stata sottoscritta ad oggi da 748 Enti e 3179
Persone in Calabria e in tutta Italia. Si pone come obiettivo
la libertà e la democrazia in Calabria opponendosi alla
‘ndrangheta e alle massonerie deviate tramite la partecipazione attiva e il mutualismo cooperativo ed economico.
L’Alleanza sostiene, inoltre, gli sforzi nelle altre regioni
d’Italia per contrastare i processi di infiltrazione di questi
poteri di morte. Ogni anno il 1 Marzo l'Alleanza si ritrova in
piazza a festeggiare e manifestare i propri intenti.
Bovalino * La dura lettera di congedo di frate Renzo
Quando un prete fa le valigie
ANTONELLA ITALIANO
Bovalino, domenica 19 febbraio 2012. Un
messaggio, firmato dell’attuale parroco della
Chiesa San Nicola di Bari, gira per la comunità. Lo riportiamo integralmente:
“Grazie a Dio e a voi! Bella Calabria! Sempre
ho detto a tutti che è la più bella regione d’Italia.
Al termine di questa mia presenza, desidero ringraziare tutti. Le tante persone che hanno collaborato con affetto e sincerità, perpetuando la
fede degli antenati e l’opera svolta dai sacerdoti, specie dal caro padre Costante...Un grazie
speciale ai padri Consolaro, Ferraro e Pittarello,
che hanno condiviso con me il servizio dimostrando tanta fraternità francescana. Il ringraziamento più grande, senza ombra di dubbio,
va alle persone che mi hanno offeso, denigrato
e accusato pure al vescovo, specie per aver io
negato l’assoluzione nel sacramento della penitenza: non a noti mafiosi o a grandi peccatori,
ma a persone semplici, anziane che non riconoscendo alcun peccato o giustificandosi, o
non dimostrando pentimento, non possedevano le condizioni necessarie previste.
Grazie! Per aver messo alla prova la mie fedeltà
alla dottrina cattolica. Non loro, ma satana
vorrebbe il contrario. Non lo posso fare. Se un
domani lo facessi sappiate che sarei un traditore. Io non mi sono voluto al mondo e tornerò
polvere. Quello che ho di prezioso l’ho ricevuto:
l’anima, la fede, il sacerdozio.
Come posso perderlo per compiacere umanamente?! Grazie a tutti perciò, perché tutto è gra-
zia”. (frà Renzo Gobbi)
Così, Padre Renzo, saluta la comunità che
l’ha rifiutato, giudicato e condannato,
costringendolo, dopo cinque mesi dall’arrivo, alla partenza. Il timbro a tutta la faccenda
l’ha messo il vescovo Morosini.
Che cosa è accaduto, dobbiamo domandarci,
visto e considerato che sempre un alone di
mistero accpompagna il tasferimento dei
preti, e qui sarebbe il caso di dire la loro rimozione. Un sacerdote è, per definizione, la
guida spirituale del paese, per ciò stesso non
può stare alla retroguardia. Padre Renzo
aveva questa consapevolezza. Voleva guidare
il suo gregge, secondo una visione francescana delle cose, e questo non è piaciuto.
Piacciono, viceversa, i preti compiacenti, i
preti ubbidienti alle gerarchie ecclesiastiche, i
preti permissivisti. Padre Renzo è un sacerdote tutto d’un pezzo. Ma non aveva fatto i
conti con il passato, i costumi, le abitudini
della Chiesa di Bovalino e dei suoi fedeli.
Ritorna il vecchio parroco Don Giuseppe, il
quale avrà sicuramente un gran da fare in
questa parrocchia bovalinese. E che Dio la
mandi buona.
Siderno
Sotto la pioggia in
attesa dell’apertura
dell’ufficio postale
O
gni tot giorni tocca a tutti il girone infernale del pagamento delle bollette.
Alcune non si possono pagare dal
tabacchino e le operazioni sul proprio
conto corrente è necessario farle allo sportello. Per
me la giornata è il 16, quando arriva la pensione e
tocca lasciarne più di metà in tasse, bollette e finanziarie. Quel giorno pioveva, non forte, ma pioveva. Si correva il rischio di inzupparsi e bagnare tutti
i documenti. E visto che bisogna essere lì fin dalle
sette e mezza, che sia pioggerellina o una breve
spruzzata, prendersela per un'ora di fila, non è piacevole. Pazienza per me, ma per i pensionati che si
erano riuniti come un gruppetto di gatti bagnati
sotto un cornicione di un palazzetto vicino? E le
signore? Se pur anziane ci tengono a non rovinarsi i capelli e gli abiti, e poi, perché dovrebbero?
Perché tutto deve diventare complicato, anche
svolgere i propri doveri pagando le tasse?
Basterebbe una pensilina, come ce l'ha la fermata
del bus poco distante, per riparare vecchi e giovani
dall'acqua in attesa dell'apertura dell'ufficio postale. A dirla con Palazzeschi “chissà se nemmeno ce
l'ha, una grande città”. Ma costruirla sarebbe un
gesto di affetto nei confronti soprattutto dei più
anziani, che lo gradirebbero molto. Con le loro
chiacchiere la mattina presto in attesa dell'apertura della posta, rinverdiscono i tempi della Siderno
passata e ci fanno sentire il polso dell'umore rispetto alle manovre governative. Una pensilina raccoglie, stringe, riscalda, favorisce le chiacchiere, le
discussioni, il confronto. Fa sentire più vicini e
accomuna. Una pensilina soltanto.
Lidia Zitara
Nasce l'Unione
Wedding Planner Italia
Si è formalmente costituita a Milano, presso la
redazione di White Sposa, il 22 febbraio 2012,
l'Unione WPI (Wedding Planner Italia), prima
associazione di categoria aderente alla
Confcommercio di Pesaro e Urbino.
Negli ultimi anni, il settore del wedding ha vissuto
una crescita esponenziale e l'evento matrimonio ha
acquisito, accanto alla tradizionale dimensione
famigliare, una dimensione sociale e pubblica sempre più rilevante. Da qui il coinvolgimento crescente di professionisti e lo svilupparsi, anche nel nostro
Paese, della figura del wedding planner o organizzatore di matrimoni. L'Unione WPI nasce dalla
volontà di definire la figura del Wedding Planner e
di regolamentarne la posizione, a beneficio degli
stessi professionisti e delle coppie di sposi affinché
questi possano avere interlocutori onesti e preparati a svolgere il delicato compito che viene loro affidato. Nello statuto la definizione: “si definisce
Wedding Planner la persona che svolge attività di
consulenza per la regia completa di un matrimonio
ed è presente il giorno del matrimonio stesso. Le
attività prevalenti di un Wedding Planner sono progettazione, ideazione e creazione di un evento. Non
si può definire Wedding Planner la persona che fornisca esclusivamente servizi parziali e che non sia
presente il giorno del matrimonio” La fondazione
dell'Unione WPI è avvenuta alla presenza di 15
Agenzie provenienti da tutta Italia ed il Presidente,
eletto all'unanimità, è il pesarese Stefano Pinto, di
360° Wedding Planner. Una squadra tutta “rosa”
compone lo staff di presidenza: vicepresidente vicario è Ilaria Badalotti, vicepresidenti sono Simona
Failli e Stefania Severino. Come previsto nel programma di presidenza sono state costituite varie
Commissioni di lavoro per la migliore operatività
dell'Unione WPI ed il massimo coinvolgimento
degli aderenti.
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Fiori al Wedding di questa settimana,
ma non solo. Bomboniere, segnaposto,
decorazioni e i consigli di Angela Crupi.
Un viaggio che inizia di buon mattino
da casa degli sposi; perché è lì che, salutati dall’emozione di mamme e papà, le
future mogli e i futuri mariti faranno gli
ultimi scatti fotografici da “figli”, per
antico, verde, e giallo richiamerà la
Pasqua e la luce di giardini e paesaggi,
finalmente liberi dai grigiori dei mesi
freddi. Per l’estate si consigliano colori
tenui come salmone, turchese, verde
acqua, rosa e argento; mentre in autunno
le tonalità del marrone si rifaranno alle
nuove vesti di boschi e piante, con quell’accezione viva che portano alle compo-
Il riso, augurio di benessere
Il riso sarà portato in chiesa, decorato
anch’esso con temi floreali, e posto in
comodi sacchetti, coni, e forme varie.
Un omaggio gratuito di Angela Crupi
per la famiglia nascente. Il lancio del
riso agli sposi sul sagrato della chiesa, o
scrivere le nuove pagine della loro vita.
Spose, non siate ansiose per questo, agli
ambienti e alle giuste decorazioni floreali penseranno gli esperti, una presenza costante nel percorso del matrimonio,
la vostra sicurezza!
Scegliere il tema, e affidarsi agli
esperti
Cosa piace alla sposa? Qual è lo stile del
matrimonio: country, elegante, classico?
Queste le prime domande che Angela
Crupi rivolge alle sue clienti, poi con
professionalità e competenza indirizza
sui dettagli: il tipo di fiori, i posti in cui
devono essere sistemati, i colori del
momento, quest’anno rosa antico, verde
e turchese per esempio. Non tutti i fiori
e i colori sono indicati nei contesti scelti per il matrimonio. D’altronde il fiore è
il re della festa, non rischiate di farlo
passare in secondo piano con scelte
avventate. In una chiesa grande, infatti,
un colore troppo chiaro rischia di dissolversi, per contro le tonalità accese riempiono gli ambienti, soprattutto se intonate con gli affreschi presenti in navata. Si
consigliano fiori bianchi con tessuti e
nastri colorati. Importante è scegliere il
tema, che sarà poi ritrovato in ogni dettaglio.
Un colore per ogni stagione
Non temete se amate dei fiori fuori stagioni, Angela Crupi ve li farà avere. Ciò
che si deve scegliere con cura è il colore, ricordando che ogni stagione ha il
suo. In inverno spazio al candore della
neve e alla stravaganza leggera delle
piume, ma in un bel contesto di rosso o
arancio. In primavera il calore di rosa
Bomboniera, la prima scelta in coppia
Porcellana, ceramica, vetro soffiato,
spesso argento, Angela Crupi consiglia
confezioni Rdm e Ad e le linee bomboniere Wald, Solara, Mara Bruni, Anna
De Luna. Gli sposi, contrariamente a
quanto avviene per i fiori (dove è la
sizioni i colori rame, brunito, verde
scuro, dorato e viola.
I fiori, presenza discreta e costante
Di buon mattino i parenti degli sposi ritirano le composizioni per decorare le
case: una va posta in camera da letto ed
una in soggiorno o in cucina, accanto al
buffet di dolci. In base al tema scelto per
il matrimonio, le composizioni potranno
essere a specchio, a sfera o pendenti.
Angela Crupi fornirà anche piante in prestito per decorare gli ingressi e le scale.
Grande attenzione, inutile dirlo, va dedicata alla scelta del bouquet della sposa, a
quelli delle damigelle, e ai fiori all’occhiello. Ma lo sguardo di tutti sarà puntato su di lui, l’ultimo dono del fidanzato
(perché presto futuro marito, lo precisiamo): il bouquet dello sposo. “Lui” deve
essere perfetto e romantico, come vuole
la tradizione, per questo affidatevi al
gusto di persone competenti. Angela
Crupi creerà la perfetta sinergia tra questi fiori e quelli che decoreranno altare,
mensa, e banchi. E, a parte le decorazioni all’ingresso della chiesa, piante anche
fuori, come sfiziosi alberelli a palloncino. Il ristorante, invece, allestito il giorno
prima, avrà composizioni sui tavoli degli
invitati, fiori per segnaposto, ringraziamenti, e fiori nelle martingale delle
sedie.
Diciamolo pure, i fiori sono una parte importantissima nella buona riuscita del matrimonio.
Sarà perché danno personalità all’evento, sarà perché decretano in parte lo stile… quando
arriva il momento di sceglierli si entra nel panico! Tra gli sposi che vogliono strangolare il
fiorista e quest’ultimo che vuole regalargli fiori di loto pur di non sentirli più, non si sa mai
da dove iniziare. Una volta scelto il fiorista, non perché si tratta di “quello di fiducia”, ma
perché è un rinomato allestitore floreale per eventi, possiamo seguire alcuni punti ben precisi: stagione, stile, budget a disposizione. Sfatiamo l’idea che i fiori della chiesa debbano
essere obbligatoriamente uguali a quelli del ricevimento, nessuna legge della costituzione
obbliga ciò! Se non è il vostro fiore preferito scegliete qualcosa di diverso dalla classica
rosa, la natura ci regala tantissimi tipi di fiori e quindi approfittiamone! Evitate chiese troppo piene, risulterebbero grottesche, bisogna equilibrare l’allestimento in base alle proporzioni della stessa andando a lavorare solo i punti vuoti che lo richiedono. Scegliete il
bouquet in base alla vostra corporatura e allo stile dell’abito, non è bello vedere una sposi-
all’uscita dalla sala comunale, è un vero
e proprio rituale. Il significato è l’augurio di benessere e abbondanza che
parenti ed amici fanno alla nuova famiglia che si è appena formata.
La confettata in tono con il tema della
cerimonia
La confettata è una tradizione radicata
nel nostro paese. Caduta in disuso, oggi
torna di moda rivisitata e trasformata in
un momento di esperienza sensoriale
grazie alla varietà di gusti infinita. Così
i confetti, da sempre protagonisti del
matrimonio, assumono un ruolo ancora
più importante. Due elementi sono
importanti: i confetti della migliore
qualità (classici alla mandorla e dai
gusti più curiosi ed eccentrici) e le alzate in vetro o piatti in argento o sacchi di
stoffa che li decorano. La confettata è
disposta solitamente all’entrata della
location, accanto al tavolo degli sposi, o
accanto al buffet di dolci. Una vera tentazione per i bambini, e forse, non solo
per loro.
donna ad occuparsene), all’appuntamento con le bomboniere arrivano
insieme. Individuato l’oggetto pongono grande cura alla confezione,
anch’essa va di pari passo col tema
della cerimonia, e i fiori, affiancati ai
tessuti di lino, raso, taffetà, pizzo,
diventano graziosi ricordi da conservare, in bella mostra sulle vetrerie. Sul
numero di confetti qualche dubbio
ancora c’è, ma l’importante è che siano
dispari! Agli sposi Angela Crupi dedica tutto l’impegno necessario affinchè
il risultato sia eccellente ed emozionante. Tutte le fasi sono importanti, ogni
dettaglio è prezioso. La magia del
risultato finale dipende dalle piccole
cose. Anche la vita, del resto, è così.
na non troppo alta che porta un bouquet che tocca terra… per grandi allestimenti scegliete
sempre e solo fiori di stagione: durano di più e costano meno! Non c’è cosa più bella che
sedersi al tavolo con una mise en place curata nei dettagli, oltre al palato anche la vista deve
trovarvi godimento. Bandite le vecchie e tristi ciotoline con quattro fiori, si può sempre
spendere poco ingegnandosi! C’è chi dice che si può andare dal fiorista anche due mesi
prima, noi preferiamo che il flower designer venga interpellato una volta deciso il progetto,
quindi anche sei mesi prima! Per il 2012 mettiamo da parte le sfere e riprendiamo allestimenti dallo stile bubolico e romantico, date spazio alla
fantasia e usate fiori che vanno dall’ortensia,
all’orchidea, il lisiantus, i tulipani e riscoprite i
graziosi anemoni e ranuncoli. Lasciamo agli
agriturismi e alle sagre di paese i girasoli che, pur
sempre belli, danno un tocco troppo country!
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A proposito
di...
JOLE FIGLIOMENI IN ESCLUSIVA
“
Ho l'impressione che le amministrazioni calabresi
stiano agendo sull'onda della paura. Non le vedo libere,
sembrano assoggetate piscologicamente
Su Ritorto la migliore
cosa è tacere: dice bene mio padre»
IN EVIDENZA
«Io ho rispetto
dell'istituzione, per questo
mi permetto di esprimere
una mia modesta opinione
dicendo che l'automatismo
svilisce lo strumento di
costituzione di parte civile,
nel momento in cui
diventa un automatismo
costituirsi o no, non fa più
alcuna differenza. Detto
questo é chiaro ed
evidente che la
costituzione contro mio
padre la trovo molto
preoccupante per chi l'ha
fatta.»
città.
C. Secondo te l'attuale consiglio comunale di Siderno si è costituito parte civiC. Il comune di Siderno si è costituito le nel processo Congiusta perché il preparte civile contro Alessandro cedente governo non si è costituito?
F. Non credo per questo. Ho l'impresFigliomeni, tuo padre.
F. Si. Voglio solo ricordare che nella sione invece che non solo l'amministraprecedente maggioranza non c'era nes- zione di Siderno ma tutte le amminisuno che voleva la costituzione di parte strazioni calabresi stiano agendo sulcivile nel Processo Congiusta. Il sindaco l'onda della paura.
di Siderno si è costituito poi come C. Quindi le amministrazioni comunali
calabresi non sono libere?
Associazione dei Comuni.
C. Figliomeni come uomo ha votato per F. Secondo me no.
C. Una intimidazione psicologica?
la Costituzione di parte civile?
F. Assolutamente.
F. Si l'ha fatto.
C. Quindi Alessandro Figliomeni l'ha C. Un sindaco vale se si costituisce parte
civile?
considerata una cosa giusta?
F. Certo. La costituzione di parte civile F. Questo è il concetto che sta passando,
è uno strumento importante e può rap- ma non va bene.
C. Da cittadina Sidernese,
presentare un modo in più
per esprimere con forza dei L’INTERVISTA da chi vorresti essere
principi che comunque dovremmo amministrata tra Ritorto, Panetta o
Cherubino?
esprimere ogni giorno.
Io ho rispetto dell'istituzione, per que- F. Panetta.
sto mi permetto di esprimere una mia C. Come mai?
modesta opinione dicendo che l'auto- F. Penso che sia il meno peggio. Ha più
matismo svilisce lo strumento di costitu- esperienza, più rigore. Fra i tre pur non
zione di parte civile, nel momento in cui condividendo le posizioni politiche, vordiventa un automatismo costituirsi o rei essere amministrata da Mimmo
no, non fa più alcuna differenza. Detto Panetta e non dagli altri due.
questo é chiaro ed evidente che la costi- C. E l’attuale sindaco?
tuzione contro mio padre la trovo F. Secondo me non ha le caratteristiche
molto preoccupante per chi l'ha fatta. Si giuste.
assumeranno le responsabilità. Chi C. Ma tu vuoi bene a Riccardo Ritorto?
conosce mio padre sa il cuore che ci ha F. Riccardo Ritorto preferirei non commesso e i sacrifici che ha fatto per la mentarlo, perché mio padre mi ha insePASQUINO CRUPI
MATTEO RASCHELLÀ
gnato una cosa: se puoi dire qualcosa di
buono su qualcuno dilla, altrimenti taci.
C. Quindi tu taci?
F. Si.
C. Per il riscatto di Siderno condurresti
una battaglia da candidata?
F. Si la condurrei perché abbiamo tante
risorse giovani in grado di portare significativi contributi ad una cittadina,
comunità e territorio che mai come
oggi ha sete di riscatto, di orgoglio e di
dignità.
Ci tengo a precisare un fatto importante, io in un consiglio comunale stavo per
votare contro la mia maggioranza per
una questione di principio.
C. Cioè?
F. Avevamo proposto una rivisitazione
di uno strumento statutario e di fronte a
delle proposte dell'integrazione della
minoranza, che io non condividevo perché le ritenevo tautologiche e insignificanti. Poi, sono stata richiamata dal sindaco (mio padre) e dalla maggioranza e
l'ho fatto per spirito di democrazia e di
squadra.
C.Ma la Calabria è considerata da più e
dai più sapienti una terra di altissime
problematiche criminali.
F.Si, ma credo che sarebbe più esatto
dire sociologiche. La Calabria e la
Locride in particolare avrebbero bisogno a breve termine di un sociologo di
fama internazionale.
P. Che significa?
F. Ci pensi direttore, ci pensi.
Tra Ritorto, Panetta e Cherubino, Panetta è il
meno peggio. Ha più esperienza, più rigore.
Pur non condividendo le posizioni politiche,
come cittadina vorrei essere amministrata da
Mimmo Panetta e non dagli altri due
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la Riviera
L’EDITORIALE
di ERCOLE MACRI
Il sorriso sdentato di Siderno
accaduto pochi giorni fa,
esattamente lunedì 13 febbraio. Siamo nell’aula del
Consiglio comunale di Siderno. Il
Civico
consesso
è
aperto.
Rimbomba la voce del presidente.
Udite, udite: lo stato municipale
della città contro Alessandro
Figliomeni.
Ovvero contro l’ex sindaco nato a
Siderno il 13 giugno 1955. 57 anni.
Imputazione. Mafia.
In attesa di giudizio nel carcere di
massima sicurezza di Parma da più di
un anno.
Presiede il dottor Vincenzo Mollica,
già assessore in precedenti governi di
centrodestra, sindacature Figliomeni
1 e 2 comprese.
In Consiglio siedono nella loro veste
istituzionale anche altri protagonisti
della scorsa legislatura, che a suo
tempo hanno votato o fatto votare
no, ripeto no, alla costituzione di
parte civile del Comune nel Processo
relativo all’assassinio di Gianluca
Congiusta.
Il 13 febbraio si vota per alzata di
mano. Risultato: 16 a 0.
Tutti contro Alessandro il Santista.
Unanimità.
Da maggioranza e opposizione un
unico verdetto: «Attraverso la costituzione di parte civile la nostra città
deve recuperare il danno d’immagine subito ed essere per questo risarcita ». C...! direbbe a questo punto il
Comandante De Falco, c...! debbono
aver detto a questo punto dentro di
sé i nostri 16 eroi.
Ora i sidernesi e tutta l’opinione
pubblica della Locride possono stare
tranquilli. Perché la costituzione di
parte civile sarà pure un elemento
che alza l’audience, ma è un elemento utile (giustissimo, non sono certo
contro il provvedimento) affinché in
sede processuale le cose vengano
fatte con il massimo impegno.
Attraverso questo atto i rappresentanti del popolo sovrano di Siderno
mirano a cancellare ogni minimo
dubbio sulla loro sete di giustizia
attraverso la più puntigliosa attenzione sull’accertamento della verità
processuale che conduca a un verdetto di colpevolezza (o di assoluzione, perché no, non sono mica forcaioli a prescindere).
In quella vigilia di San Valentino,
data che ricorda amori e orrori, non
è stato manifestato odio verso
Figliomeni. No. Siderno ha solo
voluto riacquistare peso, rispetto e
fors’anche l’onore perduto. Per cui
oggi e ancor più domani potrà guardare negli occhi, senza abbassare lo
sguardo, chi ha amato per anni.
Succede nelle migliori storie.
Ma la Calabria, la Locride, Siderno
possono continuare a nutrirsi solo di
E’
DOMENICA
colpevolezze e innocenze, di 41 bis,
scadenza di termini e confische?
Siderno, sì Siderno la dinamica, sempre diversa dagli altri nel comprensorio, può continuare a non avere un
progetto di sviluppo serio? E può
continuare a pensare che la crescita
sociale, la creazione di ricchezza e i
nuovi posti di lavoro scaturiranno da
un numero sempre più elevato di
gazzelle che illuminano di blu le sue
notti di arresti?
Per non cadere nello squallore del
lanternino, senza accanirci, andiamo
avanti con ordine utilizzando tre
Simboli.
Primo, il simbolo dell’anarchia. Una
zona di espansione residenziale
come la Pellegrina che va avanti
senza concessioni edilizie, ormai
piena di ecomostri non finiti e con i
proprietari che massacrano possibili
crescite urbanistiche esemplari con
un’anarchia da Cityville
Secondo, il simbolo di una vocazione. Una villa comunale, cuore e polmone della città, piena di topi per
l’incuria e l’abbandono che la connotano, prigioniera in una gabbia.
Terzo, il simbolo della decadenza.
Testimone un albero di Natale triste
già alla vigilia come nel giorno
dell’Epifania. Posto proprio lì, al centro della piazza principale, naufragata anch’essa nella oceanica decadenza del baricentro della Locride.
Siderno appunto, capitale economica e faro della Locride, come l’hanno definita (semplifico molto) da
queste pagine rispettivamente
Franco Guglielmelli e Pasquino
Crupi, non si confronta più con le
sue scuole di formazione, con i suoi
commercianti, con gli imprenditori.
Non investe e non attrae investimenti.
Siderno non sorride più, e quando lo
fa
si
mostra
sdendata.
Irriconoscibile, soprattutto per colpa
di una classe politica mediocre impegnata a litigare per accaparrarsi alte
e future poltrone spacciando legalità.
No. Siderno non può più barattare la
sua natura di luogo del mondo più
che di questa Calabria, figlia di una
civiltà che, grazie a Dio, sa distinguere contorni e primi piatti.
Di un Paese che convive anch’esso
con la sua muffa, ma che non fa di
essa la materia prima del suo brodo.
Stuprata da guardie e da ladri,
Siderno potrà mai spazzare via la sua
decadenza solo con code di paglia e
trovare nuova luce con quattro pali
in più fissati per l’illuminazione della
festa patronale?
Avvolta nei luoghi comuni, intrisa
nella banalità, immersa nella
pochezza, ripete al vento di procedere veloce. Ma in verità non sta
andando da nessuna parte.
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Benjamin Boson, Nik Spatari,
Angelo Letizia, Marilene Bonavita,
Francesca Rappoccio, Mario
Labate, Franco Crinò, Marco
Andronaco, Isabella Galimi ,Maria
Teresa D’Agostino, Giovanna
Mangano,
Lettere, note e schermaglie
C’È POSTA PER NOI
KAPPADUE di RUGGERO CALVANO
Pronti per il costume
inverno volge al
termine e da noi
dopo le bizze di
marzo si andrà velocemente verso il caldo. Voi quest'anno rischiate di avere
un vantaggio, arrivando
alla prova costume estiva
tonici e magri. Lo sapete
perché, non fate finta.
Ormai vi state avvicinando
a grandi passi verso la
Grecia e loro, i greci, sono
già magri fin da adesso.
Miracolo? No, ci hanno
pensato i tedeschi, e la
grassoccia cancelliera teutonica ha in mente di rifilarvi la stessa dieta. Non vi
scervellate, non è quella
dissociata o quella che
riduce i carboidrati, nemmeno è un aumento dell'attività fisica che è anzi
pressoché abolita. Niente
cibo, molto semplicemente
vi metteranno a stecchetto.
E non fate finta di non
saperne nulla, anche se
impegnati tra carnevali e
san Remo un'occhiata ai tg
l'avrete data, no?
L'Europa, la Merkel
sostanzialmente, ha chiesto e continua a chiedere
tanti di quei sacrifici ai fratelli ellenici, che a furia di
tirar la cinghia non riescono a mettere in tavola
altro che patate e pasta
scondita. Avete capito
bene. Quello che fino a
L'
qualche mese fa si riteneva
impensabile per un paese
occidentale si è verificato,
penuria di cibo. Carenze
alimentari. I bambini, nelle
scuole e negli asili, iniziano
ad avere sintomi di carenze nutrizionali. Quello che
pensavate voi, e cioè che la
crisi al massimo avrebbe
portato a un taglio negli
eccessi del benessere, è
una pia illusione. I tedeschi oggi affamano i fratelli
greci e domani affameranno voi. E' una vendetta
barbara, anzi una vendetta
dei barbari. Le popolazioni nate dalle civilizzazioni
greche e romane, attuano
a secoli di distanza una
vendetta storica. Ribaltano
la storia e vogliono mettere voi nelle capanne nelle
quali i vostri antenati li
costringevano un tempo.
Ed è inutile piagnucolare, i
celti sono cuori duri e non
vi daranno da mangiare. E
non riponete in noi le
vostre speranze, sono anni
che dico di prendere le
zappe. Da noi, in
Aspromonte, già fanno
capolino le fave, i piselli, il
grano e tante altre buone
piante. E mi dispiace dirvelo, ma l'unica vostra speranza sarà che sia annata
di ghiande, solo così potrete cuocervi il pane nero di
un tempo.
Antonio Caridi a "la Riviera":
Mi complimento per
l'azzeccata scelta di dedicare
ampio spazio alle storie di
giovani imprenditori Calabresi
Egr. Direttore,
intendo vivamente compiacermi per l'azzeccata scelta
di dedicare ampio spazio alle storie significative di
alcuni giovani imprenditori che vivono ed operano in
Calabria, specificatamente nella
Locride. Si tratta, come egregiamente
ha fatto intendere l'estensore dell'articolo, di esempi da imitare, di idee da
sostenere, progetti da coltivare per
non disperdere un patrimonio, di
risorse umane e culturali, che può
costituire un volano sul quale edificare il rilancio e la ripresa dell'economia
regionale e (perché no?) il riscatto
sociale della Calabria. Come
Assessore Regionale ho, da subito,
creduto fortemente nel ruolo dei giovani, nella loro capacità di acquisire
LA COPERTINA DE “LA RIVIERA” DEL 19-02-2012
DEDICATA DA NOI AD ALCUNI GIOVANI
IMPRENDITORI DELLA LOCRIDE
una formazione culturale in grado di dare loro consapevolezza della funzione economica ed etico-sociale
dell'impresa. Non vi è dubbio che i nostri giovani sono
costretti a scontare un gap fatto di ataviche incrostazioni, ma sono altrettanto certo, per convinzione personale e formazione politica, che i nostri giovani possiedano piena ed incondizionata capacità di approfondire la conoscenza legata alle problematiche economiche, politiche, sociali, tecniche ed aziendali nonché di
applicare, in termini di impegno quotidiano, questa
crescita professionale arricchita da valori fondamentali come la libera iniziativa e la cultura d'impresa.
In questa ottica plaudo all'iniziativa de “La Riviera”
che invito a proseguire su questa strada orientata a
sensibilizzare opportunamente la classe politica, le istituzioni ai vari livelli, la stessa società civile, stimolando
riflessioni e conseguenti assunzioni di responsabilità
rispetto alle iniziative da intraprendere per favorire un
reale sviluppo della Calabria. Nella mia qualità di
componente del governo regionale, titolare della delega alle Attività Produttive, ho cercato di privilegiare il
rapporto con una classe imprenditoriale giovane che
in Calabria sta lavorando in modo egregio, riuscendo
a sfatare vecchi stereotipi ormai superati. Anche per
questo sono stato stimolato ad attivare azioni concrete ispirate ad una concezione innovativa tendente a
non generare mera attivazione di spesa pubblica ma
che, invece, punta a scardinare le classiche logiche
della finanza agevolata, che hanno spesso prodotto
effetti distorsivi sul sistema economico regionale
sostenendo iniziative che nel lungo termine non sono
state in grado di permanere sul mercato. I nostri obiettivi, per espressa volontà e per coerenza di visione
politica, sempre condivisi con il tavolo del partenariato economico, puntano all'attivazione di azioni che
possano creare reali condizioni di sviluppo e produttività in un'ottica di sostenibilità economica e di valorizzazione delle risorse disponibili (umane, culturali,
naturali ecc.). Per tutte queste ragioni “La Riviera” mi
troverà sempre presente e disponibile in questa battaglia a difesa dei calabresi che vogliono continuare a
vivere ed operare nella loro terra.
Cordialmente, Antonio Caridi
Non voglio essere scortese e credo di non essere scortese
se all'apprezzamento dell'assessore Antonio Caridi,
replico che noi non operiamo per ricevere apprezzammenti. Che, comunque, fanno sempre bene. E dei quali
ringrazio. La nostra è azione meridionalista , al di fuori
dela Destra e della Sinistra, tutte e due governative, quindi tutte e due contro il Mezzogiorno e la Calabria. Mi
pare, poi, di potere intendere che l'assessore Antonio
Caridi è inteso a sostenere le iniziative della meglio gioventù della Locride. Si può fare un convegno non di
chiacchiere. Potremo parlare anche dell'altimetria prefettizia, cioè della dottrina secondo la quale sopra i 300
metri dal livello del mare la meglio gioventù è mafiosa.
Legalità e “ballo delle vanità”
PINO ROTTA
uo t i d i a n a m e n t e
Q
bombardati dalle
polemiche e contropolemiche sulla
legalità, sulla malapolitica, sul degrado cittadino,
perdiamo di vista quella che
forse è la radice della questione
morale di questa città (che da
venti anni è abbastanza diffusa in
tutta l'Italia): le miserie della piccola borghesia!
Detta così potrebbe sembrare il
richiamo ad un vecchio film di
Luis Buñuel e forse rivedere il
fascino discreto della borghesia
non farebbe male.
Magari in un corso di alfabetizzazione per adulti non ai ragazzi
delle scuole.
Il punto è che l'illegalità e la collusione con la criminalità non
sono affatto temi da propinare
nei convegni o incontri scolastici,
semmai sono la domanda che si
impone quotidianamente ad
ognuno di noi nelle relazioni
sociali, nell'attività di lavoro,
nella ricerca del lavoro, nel rapporto con le istituzioni, nella
partecipazione politica o nel rifiuto a partecipare.
Perchè è la borghesia ad essere il
nodo centrale del problema?
Non per un discorso classista,
ormai economicamente anacro-
nistico, ma perchè chi appartiene
a questo ceto sociale (cioè circa il
60% della società!) ha i mezzi
per fare delle scelte, può
decidere da che parte stare e da
che parte guardare. Un disoccupato o un operaio ha lo stesso
dovere morale ma non sempre
ha la possibilità e la forza di
scegliere.
Ormai da anni sono abituato
all'ironia di molti amici quando,
alla proposta di andare a cena in
un ristorante "noto" per essere
appartenente a mafiosi, al mio
gentile ma definitivo rifiuto con
sarcasmo si schermano sul "sono
tutti così, che fai ti chiudi in
casa?". In verità non frequento
DOMENICA
molto i locali reggini, ma il punto
è che impatto ha sulla convivenza civile la frase "sono tutti così,
che fai ti chiudi in casa?".
Rinunciare ad un locale alla
moda, rinunciare a fare affari
con personaggi discutibili, non
legittimare con il nostro voto
politicanti di basso livello morale
è possibile. Si deve scegliere, e la
borghesia può scegliere, può
farlo perchè ne ha le possibilità
economiche ma soprattutto può
farlo perchè conosce la realtà
sociale.
Città come Reggio Calabria sono
ancora dei "grossi paesotti" in cui
il controllo sociale è ancora presente e le notizie si intrecciano e
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina, Ian
Zimirri, Giuseppe Patamia,
Alessandra Bevilacqua,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Valentina Elia, Antonio
Cormaci, Mario Labate,
Antonio Tassone, Giulio
Romeo, Ilario Ammendolia,
Sara Caccamo, Giuseppe
Fiorenza, Daniele Mangiola,
Sara Caccamo.
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
l’editore e gli autori sono da intendersi
gratuite.
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(RC) 0964383478
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
VENT’ANNI DOPO
QUESTIONE
MORALE,
LETTERA
MORTA
RISPONDE il direttore
C’È’ ANCHE LA BUONA SANITÀ’
SAVERIO ZAVETTIERI
Nel ventunesimo secolo
c' è ancora chi cerca di
violare la libertà di parola
e di giudizio personale
MARIA CLARA PEZZANO
distanza di venti anni dall'inizio di Mani Pulite non si
può non registrare il fallimento di quella che, dietro il paravento di
una falsa rivoluzione mediatico giudiziaria, non è stata altro che una
mera operazione politica rivolta ad
eliminare selettivamente i partiti di
governo della I Repubblica e le sue
leadership.
In questa stagione politica inopinatamente chiamata
Seconda
Repubblica sono rimaste disattese
tutte le premesse e gli obiettivi di
risanamento e di cambiamento economico sociale e democratico ed è
rimasta lettera morta la tanto
decantata questione morale e la lotta
alla corruzione. Infatti, proprio l'altra
settimana, la Corte dei Conti denuncia il dilagare della corruzione che ha
raggiunto livelli insopportabili, pur
guardandosi bene dall'individuare tra
le caus, che la determinano, il venir
meno dei controlli da parte degli
organi preposti, a partire dalla magistratura penale, civile e contabile la
cui inefficacia ha favorito l'affermarsi
di modelli di commistione e gestione
della cosa pubblica fuori da ogni
norma di legge. Il Parlamento in tutti
questi anni è rimasto a guardare
privo di forza propria e di rappresentanza dagli interessi generali, ostaggio dei poteri esterni e sommersi che
in assenza di politica e di partiti veri
hanno imposto le loro regole. E'
arrivato il momento
che si dia
mandato ad una nuova Assemblea
costituente per dare corpo ad un
nuovo assetto per avvio una nuova
Repubblica.
A
camminano
continuamente.
Eppure, nel migliore dei casi, si
sceglie di non scegliere. Lo fa il
politico di sinistra, di centro e di
destra, lo fanno i preti nelle parrocchie, lo fanno i commercianti, i
professionisti.
Lo fa la maggior parte della società.
Poi quando un nome noto appare
sulle cronache giudiziarie ecco
che inizia la canea dei commenti e
delle polemiche, inutili se non
fuorvianti rispetto al cuore della
questione.
Difendiamo con tutte le nostre
forze il giornalismo d'inchiesta,
quello che entra nelle questioni
giudiziarie e racconta i particolari
della realtà criminale.
Ma per rifiutare la collusione, o
anche solo la responsabilità dell'indifferenza, è necessario prendere posizione nella vita di tutti i
giorni, nelle relazioni sociali, istituzionali ed economiche di tutti i
giorni.
Caro direttore,
in genere sulla stampa nazionale e locale, si mette in risalto la mala sanità calabrese, ed è giusto: non tanto per fare notizia, ma per far si che gli operatori della sanità
si vergognino, del loro cattivo operato e stiano più attenti al loro lavoro.
Io questa volta la voglio portare a conoscenza della buona sanità, che ho riscontrato avendo dovuto subire un intervento chirurgico, nel reparto di chirurgia della Asl
di Locri, diretta dal professore Pavone. Mi sono ricoverato in questo reparto senza
alcuna raccomandazione e il personale medico e paramedico ha operato con grande professionalità, nei miei riguardi, dimostrando che le eccezioni esistono, basta
che si faccia il proprio lavoro con impegno e dedizione.
Cesare Pelle, Antonimina
E di questo siamo contenti
Ritratti *
di Diego Cataldo
RENATO DULBECCO
SCIENZIATO
Il calabrese Dulbecco si
licenzia dalla comunità di
viventi - è trapassato il 20
febbraio - gettando fasci di
luce sulla scienza, che tardava il suo passo nella lotta
ai tumori. Egli appartiene
ai Calabresi Illustri dei
quali i giornali tacciono, e
appena ricordano il luogo
di nascita. Un gigante del
pensiero, un artefice della
cultura operativa.
Avendo la consapevolezza che
non ci sono buoni e cattivi tutti da
una parte o dall'altra, che la realtà
ci dice che la Malapianta è cresciuta all'ombra delle sacrestie e
delle segreterie politiche di tutti i
colori ma è cresciuta sempre per
un'abbondante dose di indifferenza spesso consapevole e compiacente, perché l'egoismo dell'essere in vista ed alla moda in
società.
In questa società forse sarebbe
preferibile non partecipare a
questo “ballo delle vanità”. Forse
un disoccupato non ha la forza di
scegliere, anche se c'è sempre la
possibilità di una scelta, ma la
responsabilità di chi può scegliere
e, nel migliore dei casi, ipocritamente si volta dall'altra parte è
molto più devastante per la nostra
convivenza civile.
*Direttore di Helios Magazine
la Riviera
RISPONDE
il direttore
Dell’interessante lettera di Pino
Rotta, che tocca più temi, e
tutti cruciali, mi piace prelevare
il passaggio dove è fatto
riferimento al giornalismo
d’inchiesta. Un morto sepolto
senza lacrime e senza
estrema unzione, da tanto
tempo. Oggi il giornalismo
d’inchiesta è stato sostituito dai
giornalisti accovacciati presso
le procure, le questure, le
prefetture, le stazioni dei
carabinieri. Quando non,
addirittura, penzolanti dalle
bocche dei pentiti.
chi quotidianamente si lamenta
degli interventi
ecclesiastici riguardo la politica. In molti sostengono che
la Chiesa non dovrebbe far
altro che occuparsi della cristianità e di ciò che la riguarda. Ma sento pochi trattare
di ciò che la politica realmente sia, di ciò che ogni
buon seguace di un seme
politico dovrebbe essere disposto a fare. Non credo che
la politica sia una strada
sostanzialmente diversa da
un qualsiasi altro stile di vita,
uno stile che ci appartiene e
prende pieno possesso delle
nostre decisioni in ambito
sociale. Un culto insomma,
che lasci poco spazio a deviazioni o restrizioni, in quanto è questo il frutto del proprio essere e del proprio
modo di rapportarsi agli
altri. Come una religione,
con i propri credi e propri
valori, per la quale si è disposti a lottare e a mettersi in
discussione costantemente e
senza timore. Ragionandoci
la religione e la politica sembrerebbero quasi equipararsi, in quanto non si
escludono o limitano a
vicenda ma sono anzi l'una
conseguenza dell'altra. La
fortuna è che viviamo in un
paese libero, che consente
ad ognuno di noi di poter
C'è
esprimere le nostre idee e i
nostri pareri riguardo il
mondo. Temere il confronto
è sintomo di insicurezza
riguardo le proprie convinzioni. Un uomo mi insegnò un giorno quanto fosse
importante apprendere
quanti più pareri possibili
prima di dedurne uno proprio e stabile, e così anche
nelle scelte politiche o religiose, solo dopo aver
conosciuto tutti quanti i
diversi credi, e le loro più
intime motivazioni, e non
siano questi tuttavia riusciti a
scalfire quelli che reputiamo
nostri, solo allora si potrà
ritenere salda la propria fede
perché questa continuerà
costante a brillare alta.
Siamo un paese libero, che
combatte il silenzio imposto
e permette di esprimere
pacificamente i pareri personali. Ogni uomo, nessuno
escluso, come comanda la
costituzione, ha diritto di
essere ascoltato e rispettato
per ciò in cui crede. E non
esiste religione o politica nel
nostro paese che neghi
questo sacrosanto diritto a
tutti noi. Se ogni personale
idea viene quindi manifestata con rispetto e cura verso il
prossimo, non vi è motivo
perché questa non debba
essere ascoltata. La condivisione è una scelta personale,
la libertà di parola è un diritto di tutti.
LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo
CATTIVE ABITUDINI
In Italia si hanno tante cattive abitudini. Come
identificare il Vaticano con Dio. E subito ci si inalbera se qualcuno, non un profeta né un illuminato né un santone, ma un uomo normale chiede
che questi parlino di Dio. Solo di Dio - sia chiaro!
E immediatamente a ciò mi interrogo su chi siano
costoro. Si può ancora credere in un tale miracolo? Il Vaticano è uno stato e sempre più lo è diventato.
Speriamo almeno paghi l'IMU, tanto per fare un po' di beneficenza. Il popolo, miserrimo, la pagherà anche per l'aia di
fronte casa. Il tormentone è firmato. Il molleggiato, solo perché è stato invitato al Festivalle. Alcuni, avessero avuta la stessa occasione, avrebbero addirittura fatto di meglio. Siamo
comunque qui ad insistere sul non fare di tutta l'erba un fascio. C'è anche chi fa di Dio la propria parola. Ma Dio non è
uno stato. E ancora … come consultare il sito www.governo.it
per guardare e non toccare tutti gli zeri dei nostri ministri. Ma
sognarli, avvolti nella coperta della nonna, dopo che si è spento il riscaldamento perché troppo onerose le bollette. Ma nessuno s'incazza, cribbio. Perché la ministra Severino non
investe un po' dei suoi 7mln di euro per edificare strutture di
recupero e simili? O il ministro Passera o il ministro Profumo
o il ministro Fornero etc.. E intanto gli Italiani sbirciano.
Stiamo tranquilli, comunque, che un osso, dopo la Grecia, la
Germania lo lancerà anche a noi. Amen
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
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DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
Sport
El Matador
vs
El Principe
AL SAN PAOLO DI SCENA I CHAMPIONS TEAM
Spenti i riflettori e calato il sipario sulla partitissima Milan-Juve, il campionato completa oggi la 25a giornata proponendo degli
“incroci” di classifica stuzzicanti per la classifica e per la ricorsa ai diversi obbiettivi dei
protagonisti. A iniziare dal posticipo serale
Napoli-Inter, opposte regine della due giorni di Champions, l'una sul trono della vittoria e del prestigio dopo il 3-1 sul Chelsea,
l'altra mestamente in ginocchio allo scadere
del tempo nella buia notte di Marsiglia.
Vedendola così, la sfida sembra lasciare
poco spazio alla fantasia, il Napoli parte più
di un passo avanti sul piano tecnico e non
solo, non fosse altro per l'entusiasmo e l'iniezione di fiducia europea ai quali va sommato l'evidente stato ormai catatonico degli
avversari che accompagna limiti di gioco e
d'età acclarati. L'incognita al pronostico tuttavia potrebbe essere determinata dal
Napoli di campionato, ben diverso dalla
squadra pimpante e decisa in Champions,
al contrario spesso spento e traballante proprio al San Paolo, da dove, al di là della
sonora lezione al Milan, al tirar delle
somme sono soprattutto giunti delusioni e
rimpianti. Insieme a Napoli-Inter, sugli stessi livelli d'importanza e interesse di classifica si collocano Lazio-Fiorentina, BolognaUdinese, Atalanta-Roma e Siena-Palermo:
questi incontri mettono di fronte squadre
dal buon valore tecnico-tattico che, soprattutto in alcuni casi come quello del
Palermo, del Siena, del Bologna e, in parte,
pure della Roma, stanno palesando degli
incoraggianti progressi di gioco e di risultati; i presupposti quindi lasciano ben sperare
a meno che, alla fine, non prevalgano altri
fattori come l'ansia e la paura di perdere
sempre crescenti col diminuire delle giornate e dei punti a disposizione. Oltre a ciò, va
poi considerata l'elevata posta in palio che
ne deriva, dal momento che una vittoria
potrebbe valere ben oltre i soli termini
numerici di classifica, ma avere determinanti ripercussioni sia in ottica qualificazione Champions ed Europa League che in
prospettiva salvezza. Per questo è difficile
sbilanciarsi e prevederne l'esito, anche se
per alcune situazioni, qualche difficoltà in
più sul piano psicologico ed emotivo
potrebbe forse incontrarla più di altri la
Lazio: i biancazzurri sono reduci da una settimana nera, preceduta dal 5-0 di Palermo e
poi proseguita con le “dimissioni-non
dimissioni” di Edy Reja, auto esoneratosi
eppure grottescamente con la squadra a
Madrid per il ritorno di Europa League. In
attesa che la commedia messa in piedi da
società e allenatore proponga il suo ultimo
atto, la Fiorentina spera di approfittarne e
intanto mettere perlomeno una toppa al
brutto 0-3 rimediato al Franchi dal Napoli
nello scorso turno, lo stesso sarebbe lecito
attendersi anche dall'Udinese, un po' smarrita ed involuta nel gioco dopo la sconfitta
con il Milan prima e lo sbiadito 0-0 con il
Cagliari poi, entrambi al Friuli. Lontano
dalle mura amiche potrebbero ritrovare
tranquillità, gli uomini di Guidolin dovranno però ben guardarsi dall'umore alle stelle
dei bolognesi, uno stato d'animo che accomuna ogni avversario recente dell'Inter ma
che spesso è risultato poi fallace: battendola si è volato alto ma è durato poco ed è
bastato un niente per ritornare bruscamente alla realtà di fronte all'avversario successivo e capire che, al di là dei propri meriti e
E se fosse
colpa di
Murphy?
qualità, l'Inter attuale perderebbe quasi con
tutti. Atalanta-Roma e Siena-Palermo partono invece perfettamente alla pari: al maggior complessivo spessore di squadra degli
ospiti, Atalanta e Siena contrappongono il
carattere e la decisione di chi non bada a
fronzoli e possono contare sul fattore
campo che, soprattutto nel caso
dell'Atalanta, quest'anno è più volte risultato decisivo. Per completare il quadro, gli
altri match della giornata influenzeranno
essenzialmente la parte bassa della classifica: Cagliari-Lecce, Chievo-Cesena e
Catania-Novara sono incontri cruciali
soprattutto per gli ospiti; Lecce, Novara e
ancor più Cesena non possono permettersi
passi falsi e domenica dopo domenica devono sfruttare al massimo ogni opportunità
per mantenere in piedi le residue speranze
di salvezza. Il tempo stringe, gli avversari
corrono e pure chi rallenta è già troppo lontano, allora meglio rimboccarsi le maniche
e darsi da fare prima che sia tardi.
Buon campionato a tutti.
Angelo Letizia
“Se qualcosa può andare male lo farà”.
Vi dice niente? È la legge di Murphy,
quel famoso assioma, che il più delle
volte, serve a giustificare un periodo
negativo. Sgombriamo immediatamente il campo da equivoci, la legge di
Murphy lascia il tempo che trova, è solo
un pretesto per nascondere la vera
natura di un problema, di un qualcosa
andato male. Ma, volendo, si può trasferire il principio di Murphy all'Inter?
C'è anche, e sottolineo anche, un pizzico di sfortuna in queste mese horribilis
che stanno vivendo i nerazzurri? La
serie nera dei milanesi è iniziata il 29
gennaio scorso, quando l' Inter cadde a
Lecce. Sconfitta maturata in modo strano, per l'unico vero tiro in porta del
Lecce, e nel corso del match vari miracoli del portiere di casa, specialmente
sul finire su Pazzini. Poi ci fu il pareggio
per 4-4 casalingo contro il Palermo e la
sonora quanto meritata sconfitta
dell'Olimpico contro la Roma. C'era
poi l'occasione di risollevarsi grazie al
doppio impegno casalingo contro squadre sulla carta abbordabili: Novara e
Bologna. Il fondo, per gli uomini di
Ranieri, si intravede contro i
Piemontesi: un tiro, un solo tiro subito
da Caracciolo e Novara vittorioso.
Prima un rigore netto non dato per
atterramento di Poli, una traversa di
Sneijder e una parata salva risultato al
novantesimo. Su chi? Su Pazzini.
Sarebbe il caso che il centravanti si faccia esorcizzare. Settimana dopo è la
volta del Bologna fare bottino pieno a
San Siro. Zanetti e compagni non
demeritano, ma l'uno due di Di Vaio su
errori personali di Lucio prima e
Ranocchia dopo, castigano l'Inter oltre
le proprie ingiustificabili colpe. Il tre a
zero poi ad opera di Acquafresca è il
manifesto del periodaccio dei milanesi:
quattro difensori che passeggiano
accanto alla punta felsinea. In totale
fanno 13 gol al passivo su 13 tiri subiti.
E per finire l'uno a zero di Marsiglia, in
Champions giunto al novantatreesimo
su corner, dopo che Forlan, Zarate e
Cambiasso erano andati a sbattere contro il portiere francese. Non voglio trovare scuse al mese nero dell'Inter, ma
quando la ruota non gira non gira. È
anche vero però, che Murphy e non
Murphy, almeno con Novara e Bologna
dovevi vincere, anche al novantesimo
con un gol di mano in fuorigioco di
Julio Cesar. Ma così non è stato e la
squadra ha dilapidato quanto di buono
era stato fatto. Moratti ha le sue colpe,
Branca idem, Ranieri non è esente, la
squadra sembra il Borgorosso Football
Club, ma un pizzico di c.., ehm fortuna
non guasterebbe. E stasera a Napoli,
occhio a quei quattro: Hamsik, Lavezzi,
Cavani e…Murphy.
DOMENICA
Massimo Petrungaro
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
23
A proposito
di...
Oggi il Brancaleone spareggia con l’Isola Capo Rizzuto
Dopo l’impresa di Gioia Tauro di domenica scorsa, il Brancaleone di
mister Brando affronterà questo pomeriggio, tra le mura amiche,
l’Isola Capo Rizzuto di mister Leone in uno scontro diretto in zona
play-out. I ragazzi del presidente Galletta stanno lottando con tanti
sacrifici per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica.
Sport
IL DERBY D’ECCELLENZA
Roccella-Siderno: riecco il derby
Al “Muscolo” sarà grande spettacolo
ccoci arrivati al giorno del
grande derby tra Roccella
e Siderno. La partita arriva in un momento cruciale del
campionato per ambedue le formazioni. Il Roccella agli ordini di
mister Figliomeni ha svolto meticolosamente la preparazione
infrasettimanale. Le sedute sono
state dedicate alla parte atletica
ed agli esercizi per il perfezionamento degli schemi d’attacco
con un partitella a campo ridotto. Nella partitella a tutto campo
del giovedì hanno preso parte
alcuni giovani delle formazione
allievi tra cui Costa, Filastro,
E
Khanfri, Cavallaro e Fragomeni.
Molte le reti viste nel corso del
match, da segnalare la doppietta
del solito Saffioti. Le altre reti di
giornata sono state messe a
segno da Panaja, Pascu e
Calabrese, per quest’ultimo gran
gol con un tiro da fuori area. Ha
fatto il suo ritorno in gruppo
Gigi Principato che sembra aver
superato i problemi che lo hanno
costretto a stare fermo ai box per
due mesi, per lui anche pochi
minuti di partita. Gli amaranto
sono reduci dalla sconfitta di
domenica scorsa sul campo
dell’Isola Capo Rizzuto. La
Un Siderno “sornione”
medita il colpaccio
corsa degli amaranto di Achille
Giannitti verso la zona play-off si
è interrotta dopo sette risultati
utili consecutivi. Oggi contro il
Siderno servono tre punti per
rilanciarsi in classifica e soprattutto regalare una bella soddisfazione alla propria tifoseria rimasta delusa dalla sconfitta in terra
crotonese. Il derby è di per se
una partita che non ha bisogno
di particolari presentazioni. Il
Siderno è al momento una delle
compagini più in forma
dell’Eccellenza calabrese e sicuramente venderà cara la pelle
pur di riuscire ad ottenere un
risultato positivo al “Ninetto
Muscolo” di fronte ad una spettacolare cornice di pubblico. Per
oggi la società locale ha indetto
la “giornata amaranto” abbassando il costo del biglietto fissandolo a 5 euro. Un modo
importante per favorire l’afflusso
degli sportivi e garantire le
migliori condizioni per la riuscita
di una giornata all’insegna dello
sport e della sana competizione.
Ed alla fine sarà uno spettacolo
calcistico degno delle migliori
tradizioni sportive delle due
città. Vedremo come andrà a
finire. a.t.
Continua il momento d’oro del Siderno
che battendo lo Scalea domenica scorsa ha allungato la striscia di risultati
positivi portandosi a quota 26 in classifica a 4 punti dalla quint’ultima posizione. “Servono però- come ha dichiarato
mister Laface- almeno 38 punti per la
salvezza diretta e quindi oggi la partita
di Roccella è da considerarsi come una
delle 8 finali chi i bianco-azzurri
dovranno affrontare con l’obiettivo
minimo di racimolare almeno 12 punti
per centrare un obiettivo che alla fine
del girone d’andata sembrava impossibile ossia la salvezza diretta senza gli
spareggi. Con Laface e Telli in panchina il Siderno ha totalizzato 19 punti in
10 gare a fronte dei 7 punti ottenuti dal
loro predecessore. Per la gara odierna
mancheranno l’attaccante Rametta ed
il capitano Peppe Carabetta ma
dovrebbero esserci sia Accinni che
Serra hanno finito di scontare le due
giornate di squalifica. C’è da aspettarsi
in campo un Siderno “sornione” ed
attendista pronto a pungere in attacco
con le veloci ripartenze per tentare il
“colpaccio”.
Chi sbaglia di più, arbitro o società ? Chi è senza colpe scagli la prima pietra
Da anni in alcune scuole calcio si cerca di inculcare ai giovani
ragazzi la disciplina, l'educazione, il rispetto dell'arbitro e degli
avversari e per far ciò in alcune società si è arrivato a “squalificare” a livello interno gli stessi giocatori anche quando non
sono stati sanzionati dagli organismi disciplinari. Non posso
tuttavia restare in silenzio quando si verificano situazioni che
pongono in discussione la lealtà e correttezza della competizione e penalizzano in modo iniquo tutti Società, giocatori, arbitro e chi più ne a più ne metta. E’' il prezzo della “prepotenza”
della classe arbitrale (dicono le società) che impone il rispetto
delle regole che, ovviamente condivido, figurarsi, se non fosse
così cosa si vedrebbe ogni domenica in campo, ma quello di
tutelare società e giocatori, quando sono vittime di manifeste
ingiustizie, ne vogliamo parlare? So benissimo che problemi
ha la Federazione e che problemi vi sono per il reclutamento
degli arbitri e per la loro preparazione, so anche che la mancanza di guardalinee aumenta la possibilità di errore dell'arbitro e queste sono cose che voi da sempre andate dicendo ai
dirigenti delle Società e che i dirigenti puntualmente ricordano a tecnici ed atleti. Pur tuttavia, a mio modesto avviso, c'è
una soglia al di sotto della quale non si può scendere: gli errori arbitrali sono una cosa (e vanno accettati assolutamente
anche perché nell'arco di una stagione, in genere, si compensano), ma l'incapacità totale, l'insipienza, l'ignoranza delle
regole del gioco unita alla arroganza, alla spocchia ed all'autoritarismo ottuso poi spinto alla vera e propria ritorsione per far
capire che “vi faccio vedere io chi sono”, sono elementi inaccettabili per chi si impegna con passione, dedizione e disinte-
resse, dedicando tempo, sacrifici e denaro per poi vedersi umiliare e per rischiare anche di apparire come antisportivo, maleducato e violento. Quasi sempre troviamo alla guida di Società
dilettantistiche uomini di una certa età, di cui la metà se non
oltre degli anni passati nel mondo dello sport, per alcuni di
questi, non sono minimamente intenzionati a farsi prendere in
giro da ragazzini di 18-20 anni. La questione esula dal singolo
incontro tanti sono a fare calcio serenamente ed a formare dei
giovani allo sport, ma investe la credibilità del sistema e, se me
lo permettete, anche “il servizio” cui le Società hanno diritto
quando pagano l'iscrizione. Non si può scendere al di sotto di
certi livelli, perché episodi come quelli visti da un mese a questa parte, allontanano i già pochi volenterosi dirigenti esistenti
e i pochi e volenterosi futuri arbitri. Pur nelle difficoltà che tutti
sappiamo occorre garantire un minimo di efficienza e non
oltrepassare la soglia di credibilità. Verificate bene l' incontro
ma soprattutto luogo e società controllando il “curriculum” e
disponete che certi inadeguati soggetti, dirigenti e arbitri cambino “hobby” o vadano a farsi le ossa da qualche altra parte.
Mentre ogni domenica nel campionato di promozione si registrano tafferugli dentro e fuori dal campo, partite sospese e
tanto altro. Per non parlare poi scendendo ancora più giù di
categoria. Certo se confrontiamo le partite giocate con quelle
sospese è sempre una minima parte, Ma quello che tutti sanno
e notano, i che quasi sempre succede nei campi già conosciuti
e quasi sempre con le stesse motivazioni. E allora mi domando e chiedo: quale tutela viene adottata? Ma è mai possibile
che non si trovi un direttore di gara adeguato all'incontro
anche per queste partite più a rischio? Magari pescando in
quelle di categoria superiore e non mandando un giovane arbitro affinché venga preparato per il futuro? Per questo dovrebbero esserci i corsi dell'Associazione visto che i soldi ci sono e
non lanciare un giovane ragazzo per farsi le ossa in un giro che
a volte chiude le porte ancora prima che si aprono. Se chiedete, giustamente, la collaborazione delle Società dovete far in
modo di evitare di rifugiarvi nelle astratte regole e capire le esigenze di chi chiede solo un po' di rispetto e un minimo irrinunciabile di garanzie.
Antonio Chiera
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
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la Riviera
CALCIO GIOVANILE
Franco Baresi inaugura la scuola calcio Milan di Vibo Valentia
L'Associazione Italiana Calciatori lo ha eletto nel 2000 "Campione del
Secolo", ma nel suo palmarés ci sono scudetti, coppe nazionali ed internazionali, un assortimento quasi completo di trofei e, volendo essere
onesti, forse manca un Pallone d'Oro.
Stiamo parlando di Franco Baresi, il
grande campione del Milan e della
Nazionale, fra i più grandi calciatori
italiani. Sarà lui ad inaugurare ufficialmente lunedì prossimo 27 febbraio alle ore 17, presso l'Oratorio
Salesiano San Giovanni Bosco di
Vibo Valentia, la Scuola Calcio Milan
di Vibo Valentia, guidata dal direttore
tecnico Carlo Lico, al suo primo anno
di attività. Baresi sarà accompagnato
dal responsabile scuole calcio rossonere in Calabria, Gianni Alessandro.
Nel corso della sua giornata vibonese Baresi incontrerà oltre quella di
Vibo Valentia, le scuole calcio Milan di Briatico e Tropea. A condurre
l'incontro con il campione azzurro sarà il giornalista Michele La Rocca.
KARATE
“E' per noi un appuntamento molto importante - spiega Carlo Lico - e
che stavamo attendendo da tempo. E' motivo di grande orgoglio che ad
inaugurare la nostra scuola calcio sia un grande come Franco Baresi.
Sono certo che i nostri ragazzi saranno felici di abbracciarlo e di prenderlo come esempio sia per quello che
ha fatto in campo che per quello che
ha fatto fuori campo, un esempio di
impegno e lealtà ormai raro nel
mondo del calcio”. La Scuola Calcio
Milan di Vibo Valentia, che conta
quasi duecento iscritti, vivrà quindi
una grandissima ed emozionante
giornata di sport. Nei giorni scorsi a
fare visita ai calciatori in erba vibonesi, presso i campi dell'oratorio
salesiano, è stato il responsabile Sud
Italia delle Scuole Calcio Milan, Davide Corti. Il tecnico rossonero ha
visionato i vari gruppi e dato indicazioni sul lavoro da svolgere allo staff
tecnico.
Riconoscimento per il maestro Cavallo
Il professore Giuseppe Cavallo, cintura nera 8°
DAN di difesa personale, 6° grado di kickboxing, nonché maestro (massima qualifica
tecnica) della federazione italiana judo, lotta,
karate arti marziali, e della federazione italiana wushu kung fu, è stato nominato responsabile nazionale federale del settore giovanile
MMA (mixed martial art) Full (Shoot boxe) e
MMA Light (kickjitsu) della federazione italiana riconosciuta dal CONI. Gli eccellenti
risultati ottenuti con la nazionale giovanile, da
lui diretta, ai recenti campionati mondiali
(squadra campione del mondo) e le continue
vittorie a livello nazionale e internazionale,
ottenute dai suoi allievi delle palestre di
Caulonia Marina (palestra scuole elementari),
Siderno (palestra scuole elementari Donisi) e
Polistena (palestra scuole medie Salvemini),
hanno portato il presidente nazionale e mon-
diale, dottor Ennio Falsoni, e il direttore tecnico nazionale, maestro Patrizio Rizzoli, a conferire l'ulteriore prestigioso incarico al professionista cauloniese che è già membro della commissione tecnica mondiale dei grandi maestri e
vanta un curriculum eccezionale. Attestati di
stima e compiacimento, per la nomina ricevuta, sono pervenuti al maestro Cavallo, da parte
dei vertici federali nazionali e regionali, a
cominciare dal vice presidente nazionale, professore Lico e dal commissario calabrese, professore Salvatore Romano e dai presidenti
regionali e provinciali del CONI, dottor
Praticò e professore Filocamo, oltre che dal
fiduciario di zona, professore Salvatore Papa,
dal presidente Depaim Sgambelluri, dal direttore sportivo Cavallo e dagli altri organi
dell'Accademia campione del mondo.
Enza Alberti
In ricordo del compianto A.Ferraro
Una lettera per te Aldo
Ho visto ciò che tu vedevi con i tuoi occhi; ho sentito ciò che tu sentivi ogni
domenica con le tue orecchie e con il tuo cuore. Stadio Granillo, un immenso
campo da gioco verde; i giocatori amaranto correre da un capo all'altro per vincere; i tamburi e i canti di incitazione di quella splendida gente reggina, gente con
un cuore grande come pochi. Gente che conoscevi benissimo e amavi perché da
4 anni ormai, vivevi più con loro che con noi. Il cuore batteva forte a pensare che
li, ogni domenica c'eri tu. Che esultavi, che godevi di ogni azione della tua
squadra del cuore. E batteva ancor più forte a pensare il tuo piccolo Lorenzo in
campo col capitano della Reggina Bonazzoli e con gli altri campioni. La confusione e lo stordimento erano all'apice, fino al momento in cui non ho visto visto
Lorenzo in braccio ad un giocatore dell'Empoli, Stovini, ex giocatore della magica Reggina quando era in serie A (così mi hanno detto. Io di calcio non ne capisco niente). Escono dagli spogliatoi con Lorenzo in braccio. Lorenzo indossava
fiero e con un po' di timidezza quella divisa che anche tu hai sognato di potergli
vedere un giorno addosso. Era bello come il sole. Aveva scritto dietro “Ferraro”
e portava il tuo numero, quello che indossavi sempre quando giocavi a calcio: il
9! Lo hanno adagiato delicatamente a terra. Lui guardava davanti a se imbambolato e intimorito. I componenti delle due squadra si sono salutati passandosi
vicino e ognuno di loro, passando vicino al tuo Lorenzo, lo accarezzavano sulla
testa. E' un immagine che mi da un'emozione immensa, che mi stringe il cuore.
Il quella carezza sul capo, c'è tutto l'amore che, tutti coloro i quali ti hanno
conosciuto e tutti coloro i quali hanno sentito parlare di te senza conoscerti,
vogliono dare al tuo Lorenzo e alla tua Gabriella. Sai, terminati i saluti tra di loro,
mica voleva venirsene Lorenzo fuori dal campo? Sembrava estasiato, come se
volesse godere ancora di quel campo verde meraviglioso. Poi, lo ha preso in braccio il capitano della Reggina Bonazzoli e lo ha accompagnato da Gabriella a
bordo campo. Le ha donato un fascio di fiori mentre l'altoparlante spiegava che
quella partita sarebbe stata dedicata a te, ai due anni dalla tua scomparsa, in quel
campo dove tu vivevi da tifoso della reggina, li in quella terra dove per lavoro,
avevi lasciato la tua meravigliosa e gioviale vita. Hai visto Aldo che bella cosa ti
abbiamo organizzato? E chissà se anche qua ci avrai messo qualcosa di tuo,…
se volevi vedere insieme la tua famiglia e i tuoi migliori amici al Granillo?...
Sapevi farti amici tutti, non ti sarà di certo stato difficile farteli anche li dove sei
ora… Molti dei tuoi migliori amici sono venuti al Granillo, anche chi allo stadio
non ci era mai andato e ora lo ha fatto per te. E altri apposta per vedere tuo figlio
in campo, sono venuti in aereo. Vedi carissimo Aldo, tante sono le persone che
ti amano e amano ciò che tu hai lasciato di te in mezzo a noi: Lorenzo e
Gabriella. Semplicemente perché eri un vero amico, una delle rare persone sincere e amabili esistenti in questo mondo. Guardo e riguardo tutte le foto che sono
state scattate in quel momento e piango per quello che è stato e che poteva essere,
per questo meraviglioso gesto che la Reggina Calcio ci ha onorato di vivere li in
tuo ricordo. Sono orgogliosa di averti avuto come cognato-fratello! Siamo stati
tutti orgogliosi di vedere il tuo Lorenzo in mezzo ai tuoi campioni. L'immagine
che avrò per sempre nella mia mente di questo evento? Il tuo piccolo Lorenzo in
mezzo a quel campo immenso e tutti i giocatori passargli vicino, sorridergli e
accarezzargli il capo. E Gabriella li, accanto a lui, orgogliosa di te e di vostro
figlio. T'avevo fatto un giuramento e lo porterò avanti fino a quando avrò vita.
Ciao Aldo
MARIELLA EPIFANIO
Prima categoria
Morabito: "Sentenza
esagerata. Lazzaro
aggredito in quasi tutte
le trasferte"
I sogni di primato del Lazzaro,
rimarranno solo un miraggio. In merito
alla trasfera di Antonimina infatti, il
Giudice Sportivo non si è limitato a
decretare la sconfitta a tavolino per gli
uomini di mister Verbaro , ma ha anche
penalizzato gli stessi di 3 punti. I
biancorossi pagano dunque a caro prezzo
l'attimo di 'follia' di Latella, il quale si è
scagliato contro il direttore di gara,
aggredendolo. Un
comportamento
inqualificabile, che rischia di rovinare
l'intera stagione del Lazzaro. Ai nostri
microfoni è intervenuto capitan
Morabito, il quale (così come aveva fatto
nell'immediato post-gara) condanna
fermamente il gesto del compagno, ma
allo stesso tempo sottolinea il 'clima
impossibile' che ha accompagnato quasi
tutte le trasferte lazzaresi, ritenendo
altresì troppo esagerato il provvedimento
che ha colpito la sua squadra.“ Siamo
amareggiati per il gesto di Roberto
(Latella, ndr), che è assolutamente da
condannare. Sono stato io in prima
persona a metterci la faccia, nel chiedere
scusa sia al direttore di gara che al
commissario di campo. Allo stesso tempo
però, siamo stanchi di essere
continuamente minacciati ed aggrediti in
quasi tutte le trasferte che andiamo ad
affrontare. Da alcune trasferte siamo
tornati addirittura con le macchine
danneggiate dopo esserci difesi da bastoni
di legno, salvo ricevere l'ulteriore beffa
della Lega, che invece di tutelarci ci ha
incredibilmente multati. Ci assumiamo la
responsabilità in merito alla trasferta di
Antonimina, ma è giusto sottolineare
anche tutto il resto“. "I cinque anni di
squalifica inflitti a Latella, sono davvero
una punizione esagerata. Ripeto,
Roberto ha sbagliato, ma chi ci ha
minacciato ed aggredito in tante altre
occasioni, non è stato mai punito. Perchè
in certi casi vengono presi provvedimenti
'esemplari', ed in altri si risolve tutto con
qualche giornata? A nome del Lazzaro
chiedo una giusitiza equa, e non una
giusitiza che colpisca solo chi conta di
meno. C'è tanta delusione per i tre punti
toltici, visto che li abbiamo conquistato sul
campo, lottando spesso e volentieri pure
contro gli arbitri. La società farà ricorso,
e lotterà per avere quello che le spetta.
Chi è abituato a fare calcio, non può
accettare queste ingiustizie".
Vincenzo Morabito-reggionelpallone
DOMENICA
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L’ANGOLO DI PARRELLO
Ho incontrato la neve...
la Riviera
Rientravo a casa passando per lo Zomaro, quando ho sentito una voce che mi chiamava. Voltandomi, vidi un prato
pieno di neve. “Come stai Franco ?” - mi chiese subito la neve. “Non mi posso lamentare, solo sento un po' di freddo”.
“Quest'anno-continuò la neve- avete fatto un sacco di polemiche dandomene la responsabilità: i parlamentari perché
non possono sedere a Montecitorio, gli impiegati statali perché non possono andare a dormire in ufficio, le scuole
chiuse per tre giorni con un danno gravissimo per la cultura italiana, le nonne poiché non possono avere il pane fresco di giornata”. “Cosa posso dirti mia cara neve, il popolo è fatto così: tu, piuttosto, cerca di farne di meno il prossimo
anno”. “Va bene, Franco, così continueremo a sempre a scrivere: “E vissero felici e contenti”.
Franco Parrello
Biblioteca meridionalista
in modo da poter combattere l’analfabetismo visto come il
problema più grave della Calabria.
Un terzo lavoro, non meno importante degli altri due, è una
inchiesta condotta con Malvezzi dal titolo L’Aspromonte
occidentale, nella quale la situazione di una terra dilaniata dal
terremoto e il contegno di una collettività carica di arretratezza e di miseria e bisognosa di affetto e di soccorso viene
descritta con spietata e lucida determinazione.
I due autori pongono il punto su tre problemi fondamentali, la soluzione dei quali è fondamentale per risollevare le
sorti delle popolazioni:
Il primo era la diminuzione delle tasse, dopo la cura della
salute pubblica e l’igiene: “Noi crediamo di non esagerare
affermando che in Calabria i tributi pesano in maniera ben
più che doppia che non in Alta Italia” .
Il secondo era lo sviluppo della rete stradale La elevazione
sociale è legata principalmente ai frequenti contatti con i circonvicini e al confronto delle idee e delle iniziative con gli
altri gruppi urbani Anche il sentimento della solidarietà
prende consistenza dalla vicinanza e dal reciproco influsso
dei propri simili.
Il terzo era l’incremento scolastico quale vero e proprio fattore di evoluzione popolare. Tutti i Governi hanno destinato
notevoli somme per le Scuole, anche in periodi oscuri, quali
quelli tra il 1890 e il 1920. Nella classificazione delle spese
d’interesse pubblico, la Istruzione occupava il primo posto.
Ad essa seguivano l’igiene, la viabilità, il servizio forestale, la
salute, la sicurezza pubblica, i servizi d’interesse locale, le
spese voluttuarie”, acquedotti, illuminatone, beneficenza.
mberto Zanotti Bianco, nato a Creta da
U
padre piemontese e madre inglese nel 1889
e morto nel 1963, scoprì a venti anni il Sud
scendendo a Reggio Calabria pochi giorni
dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 per partecipare ai soccorsi.
Ma, a differenza di altre personalità fece propria la condizione delle scuole in Calabria e realizzò tante iniziative per
valorizzare il patrimonio culturale, artistico e umano della
Calabria.
Non fu solamente un archeologo ma un filantropo e un educatore che ci mise l’anima per risollevare le condizioni delle
persone più indigenti della Calabria e dell’Aspromonte.
Due sono i suoi due libri, nei quali traspare la sua forte carica di umanità e il suo carattere di tenace e invincibile benefattore, nel puro termine di studioso coscienzioso e determinato dai più alti concetti di progresso e di libertà: Tra la perduta gente e Il Martirio della scuola in Calabria.
Nel primo non trova le ragioni di un stato sociale che dir
degradato è poco:
“Cerco invano un perché a tanto penare, una giustificazione,
uno scopo a tanta assenza di bene:cerco invano di esaltarmi [.]
pensando alla potenza dell’amore che saprà un giorno raggiungere anche questo angolo obliato della terra
La Calabria era in una condizione disastrosa: una percentuale vergognosa di analfabetismo e la totale mancanza di vie di
comunicazione dominava la vita regionale. Spinto dall’amore per il bene, manda ai ricchi del Nord il pane nero di
Africo, fatto con la cicerchia, per mostrare come vivevano le
Umberto Zanotti Bianco
popolazioni calabresi e chiedere aiuto e far nascere in molti
luoghi della Calabria, scuole, asili, ambulatori, laboratori di
artigianato.
Il secondo è dedicato ai maestri della Calabria che soffrendo
da decenni le pene di un solitario martirio, opponevano “alla
polvere delle vane carte, alla crudeltà delle vane parole l’umile azione della loro fede ignorata”.
In Calabria “pochi sono i Comuni che possono offrire alla
scuola qualcosa di meglio che non dei bassi umidi, oscuri e
poco areati o delle vecchie baracche malandate di quindici
venti anni or sono”.
In tutta la Calabria solo sette Comuni avevano risolto in qual-
che modo il problema della scuola, mentre in tutti gli altri
paesi le lezioni si svolgevano in luoghi ibridi, dagli incerti confini, quasi sempre assimilabili a stalle, stamberghe dal pavimento scalcinato, le pareti umide e le finestre prive d’inferriate, insalubri e in uno stato deplorevolissimo.
Questo stato era certamente determinato non solo dalle
intemperie ma principalmente dall’incuria “di amministrazioni comunali acefali, preposte con successioni elettive, da
persone incoscienti, affette da megalomania personale e
refrattarie al vero miglioramento intellettivo e morale della
popolazione”.
Con questo volume Umberto Zanotti Bianco fece diventare
il problema della scuola in Calabria un problema nazionale,
Zanotti Bianco mediterraneo per nascita, piemontese di elezione, fu calabrese nell’anima, risiedette in Calabria per
molto tempo per fondarvi asili, scuole, colonie, si unì all’opera di altri non calabresi come Isnardi e Paolo Orsi, per contribuire a scoprire le vestigia del passato.
Inoltre, fondò nel 1910 l’ANIMI, l’Associazione nazionale
per gli interessi del mezzogiorno d’Italia, la società Magna
Grecia nel 1920 e fu tra i fondatori di Italia nostra nel 1955.
Infine diresse l’Archivio Storico per la Calabria e la Lucania
fino alla morte avvenuta nel 1963.
Giuseppe Fiorenza
(2 – continua)
DOMENICA
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LA RIVIERA
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Parlando
di...
Domenica 4 marzo al teatro Gioiosa “Chi ha paura di Virginia Woolf?”
Appuntamento a teatro domenica 4 marzo con un classico della drammatugia contemporanea. Un testo carico di
tensioni ed emotività che è in grado di coinvolgere il pubblico. Si tratta dello spettacolo di Edward Albee “Chi ha
paura di Virginia Woolf per la Regia di Lorenzo Loris. Racconta di una coppia di mezza età, Martha e Gorge, che
ha invitato a casa un giovane collega di lui e la sua mogliettina. Tra un bicchiere e l’altro, complici l’ora tarda e i
fumi dell’alcool, i quattro si addentrano in una specie di “gioco della verità” che porta le due coppie a mettere a
nudo tutto di sé, soprattutto i padroni di casa. È opportuno precisare che la scrittrice londinese Virginia Woolf
non c’entra nulla con il dramma: il titolo è un gioco di parole con la canzoncina “Chi ha paura del grande lupo
cattivo?” (Who’s afraid of the big bad wolf?), che George e Martha canticchiano di quando in quando, evocando
con essa il “lupo cattivo” presente nella loro esistenza, e ad un tempo la “Virginia Woolf” che c’è in loro, squilibrata e suicida come il loro matrimonio.
Cultura e società
POLISTENA
Mattamusa! La candelora
musica allo stato puro
Ne parliamo con lo storico Vincenzo Fusco
MARIA BOETI
volte capita che le
parole non si riescano
a dire, a volte che non
si riesce nemmeno a
trovarle. In questi casi
l'unica ancora di salvezza per l'uomo è la musica. L'essere umano
rispecchia la propria vita, le emozioni, i pensieri, i ricordi, gli attimi,
gli stati d'animo, nella musica. Lei
vivrà per sempre e per sempre
vivrà per noi e con noi. La musica è
per l'uomo come la linfa è per le
piante, scorre dentro, si innova e si
rinnova, stravolge i corpi e le menti
degli uomini. E'
molto piacevole
rilassarsi, ascoltare e sentir ricevere i brividi e le
dolci vibrazioni
della
musica.
Ancor più piacevole essere gli
spettatori di un
concerto live e
poter condividere
ogni sentimento:
note,
rumori,
suoni, vibrazioni e
voci, ed è magnifico perché altri
come te lo possono assaporare,
ognuno a modo
loro, ma tutti
insieme, per poi così lasciarsi andare e non pensare a tutto quello che
è al di fuori. Solo così la musica
diventa protagonista, ed i protagonisti di questa musica sono i
“Mattamusa”! La band rock composta da Salvatore Pedullà e
Gianluca Caraffa alla chitarra,
Antonio Serafino al basso,
Giuseppe Pavesi alla batteria e
Christine Modafferi la voce. A
primo impatto anche loro non trovano parole per esprimersi completamente, dopo un po', sempre e
solo attraverso il linguaggio della
A
musica capisci la vera importanza
della musica per queste giovani
promesse. Ispirati da diversi pilastri della musica internazionale
come Jimy Hendrix, Coldplay e
Blink 182, per scelta preferiscono
non adottare lo stesso stile ma spaziare, affinchè i loro brani non
diano la sensazione di una musica
quadrata. Per la prima volta vedo
come la musica diventa il pane
quotidiano per le persone, ma
soprattutto per queste personalità,
che riversano nei loro testi sogni,
paure, perdite, ma anche quella
giusta dose di
forza, tenacia e
determinazione
per affrontare la
vita, anche quella
di tutti i giorni,
per raggiungere
la salvezza. Di
fatto, la musica
dei “Mattamusa”
nasce in quei luoghi e in quelli
ambienti
che
banalmente noi
definiamo quotidiani ma che in
verità
sono
molto umani. A
tale proposito
consiglio fortemente di seguirli
e di ascoltare vivamente due dei
tanti brani del loro vasto repertorio
che incarnano tutto questo: “No
Right” e “Future's Crib”. I testi
sono intensi e riscono a donare
meravigliose emozioni anche grazie all'originalità della voce di
Christine Modafferi. Infine, con il
cuore in mano, auguriamo a questi
giovani talenti di poter dare tanto
alla musica come essa ha dato
tanto a loro e di raggiungere non
senza il sacrificio il loro sogno di
rivalsa.
Davide Villemari
La festa della Candelora a Polistena ha radici
lontane e per saperne di più siamo stati a colloquio con lo storico prof. Vincenzo Fusco. Gli
chiediamo: in questi giorni è stata allestita in
Corso Mazzini un tempo dove si svolgeva?
Fusco ci dice <si svolgeva a largo Candelora e
via Muraglie era il ricordo della Polistena antica,
ma c’è da precisare che è una delle tre fiere storiche che risalgono al Medioevo e posso dire di
più, non è facile farla riemergere e tenerla in vita,
perché sono cambiate le esigenze della società, a
quel tempo riusciva perché faceva da supporto
alla società contadina infatti, si comprava il corredo per le ragazze, si comprava il rame,
Polistena era un centro viario e di grande importanza ecco perché questo primato di avere le tre
fiere. L'Immacolata e Ognissanti, sono sopravvissute, anche se con connotati diversi, la
Candelora ha avuto un decadimento. Pensi, che
Polistena nel 1500 contava ben cinque notai, da
qui possiamo dedurre il segno dell’ attivismo sia
della popolazione contadina che di quella borghese, ecco perché la nostra cittadina portava
anche su Terranova, che era sede di contea, un
primato. Un tempo c’era una strada che collegava questi due centri pianeggiani <via per polistena> proprio così denominata, e Terranova
riconosceva un ruolo di indiscusso prestigio a
Polistena. Poi, tornando alla ricorrenza della
Candelora, questa andò in declino, contempora-
neamente alla crisi della civiltà contadina. Era
un incontro annuale di compratori e venditori di
bestiame, era un foro boario, poi tutto tramontò.
Fu ripresa verso il 1970-80 ma non più con le
caratteristiche di un tempo. La fiera era un
luogo diverso dal mercato, c’era un’offerta e una
richiesta diversa. Oggi il suo svolgersi ha lineamenti differenti, è sempre una festa paesana e
folcloristica di sicuro, ma non c’è più la bellezza
delle contrattazioni, in essa vi trovi oggetti commerciali attuali con una visione moderna. Un
tempo, vi trovavi la roncola, la sega, poi avveniva
la compravendita dei buoi, degli asini, dei maiali. La società contadina, per premunirsi gli strumenti, che poi servivano per preparare e coltivare la terra in primavera, stagione immediatamente dopo la Candelora, aspettava con ansia il
suo svolgersi. E qui, va affrontato un altro punto
importante, sollecitava i geni locali a produrre in
loco questi strumenti utili, sempre per via della
comunità che ne faceva richiesta. Un ultimo particolare da mettere in evidenza è che anche per
l’artigianato Polistena fu famosa>. Non c’è altro
da aggiungere sulla nostra cittadina: era, è, sarà
sempre un punto molto strategico di elevata crescita culturale, commerciale, artigianale, ecc.
Inoltre, può fornire opportunità e prospettive
che altrove non si trovano. Tutto sta nel giustapporre gli elementi a disposizione ed incanalarli
verso un’unica destinazione come è accaduto in
passato, che attraverso le memorie poc’anzi
dette, ci ricorda.
Prima mostra felina amatoriale, in tutta la Calabria,
Il gatto con gli stivali
Riuscitissima la prima mostra felina che sia
mai stata realizzata non solo nella locride, ma in
tutta la Calabria. Il giorno è stato scelto per
omaggiare tutti i gatti, nella giornata mondiale
del felino, il 17 febbraio, ed ha visto una incredibile partecipazione del pubblico. Tra i presenti
tantissimi bambini che, sorridenti ed ammaliati
osservavano i bellissimi gatti presenti alla manifestazione.
Non poteva che patrocinare e presenziare l'evento il Sindaco in persona, dr.Riccardo
Ritorto,da sempre vicino ed attento alle tematiche animaliste e che ha manifestato la sua sensibilità nei confronti dei nostri piccoli amici a
POLAROID
TARANTELLA
A CAULONIA
La scorsa settimana a Caulonia si è
svolto un incontro dal tema “la rinascita della tarantella” Il convegnodibattito sul fenomeno musicale e di
costume piu’ popolare nella locride,
in Calabria e in espansione in italia e
all’estero. Hanno partecipato
Mimmo Gallo (Associazione culturale Universita’ popolare di caulonia); Danilo Gatto, Mimmo
Cavallaro e Roberta Papa
DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
IL 3 MARZO A REGGIO CALABRIA SARÀ
PRESENTATO IL LIBRO DI FRANZ FOTI
Sarà presentato sabato prossimo, 3 marzo, alle ore
11, nel prestigioso Salone dei Lampadari di
Palazzo San Giorgio, a Reggio Calabria, il libro
“Politica senza classe, appunti di politica e comunicazione” (edito dal Centro di Documentazione
Giornalistica) del giornalista Franz Foti. Il lavoro,
che nei mesi scorsi è stato presentato alla libreria
Mondadori di Siderno, in un partecipato incontro
organizzato dal nostro giornale, punta l’indice sul
malfunzionamento della classe dirigente nazionale
negli ultimi venti anni e, dopo una dettagliata
quanto amara analisi, propone strategie che
dovrebbero essere adottate dalla classe politica per
essere più incisiva e credibile agli occhi degli elet-
LE NOTE
Il buon senso è di Moda
tori. Non manca, ovviamente, una lunga digressione sul ruolo della stampa, dotata del potere di spostare “consenso” e alterare la percezione delle
cose. «Il giornalismo e i giornalisti, dovrebbero
indirizzare diversamente il mouse rompendo gli
interessi strutturati dell’editoria, della politica e
della pubblicità» scrive Foti. Alla presentazione
interverranno Demetrio Arena, sindaco di Reggio
Calabria, Santo Versace, deputato al parlamento,
Giuseppe Valentino, senatore della Repubblica,
Mario Caligiuri, assessore alla cultura della
Regione Calabria, Demetrio Naccari, del
Dipartimento Economia del PD, e l’Autore.
Gli appassionati del vino potranno imparare a degustare il vino e a valutarne le qualità
AL VIA IL NUOVO CORSO DI SOMMELIER
Numerosi appassionati di vino hanno potuto partecipare lo scorso lunedì 13 febbraio presso
L’Enoteca Micuicola di Marina di Gioiosa Ionica
alla presentazione del nuovo percorso formativo
per Sommelier. Pierfrancesco Multari delegato per
la Locride dell’Associazione Italiana Sommeliers
ha illustrato il programma didattico ed ha introdotto gli intervenuti all’affascinante mondo della
degustazione dei vini. Al corso, che partirà il prossimo 5 marzo per 14 lunedì consecutivi, può accedere chiunque abbia superato i 16 anni di età, siano
essi professionisti del settore (chef, camerieri, ristoratori, etc) che semplici appassionati o curiosi del
vino. I partecipanti saranno dotati di strumenti
didattici e di degustazione fra i migliori: bicchieri
da degustazione ISO, riviste e guide specializzate
sul vino, libri di testo appositamente realizzati
dall’Associazione Italiana Sommeliers. I relatori
dei corsi AIS sono tutti Sommelier di alto livello
specializzati nella degustazione del vino e nella
comunicazione, abilitati ed aggiornati mediante
continui corsi di perfezionamento. Grazie alla
nascita ed alla crescita della delegazione territoriale dell’AIS nella Locride hanno potuto vedere crescere nei ristoranti più prestigiosi della riviera
Ionica valenti Sommeliers Professionisti, che
hanno saputo valorizzare il settore enogastronomico portandolo alla ribalta regionale. Non ci resta
che brindare all’avvio del nuovo corso di
Sommelier.
quattro zampe.
Come puntualizzato dal Sindaco stesso, da
secoli, la figura del gatto riveste un ruolo importante nella cultura e viene associata alla figura
della donna. Ed infatti il leitmotiv dell'evento è
stata l'associazione della figura femminile a
quella del gatto. Nell'organizzazione solo
donne, anche l'allestimento è stato curato da
Anna Arpaia dell'Emporio. E anche la giuria
non poteva che essere costituita da bellissime
donne. A comporla, Loredana Alvaro, Marò
D'Agostino,Nadia Minniti, Roberta Papa,
Antonella Pelle, Antonella Scabellone e come
presidente di giuria, un veterinario, anche lei
donna, Francesca Ruga. Anche le presentatrici
dell'evento sono state due donne, la giornalista
Maria Teresa D'Agostino e la presidente stessa
dell'Associazione, giornalista anche lei,
Marilene Bonavita.
Cultura e non solo divertimento. Anche se
associato al carnevale, l'evento “il gatto con gli
stivali” ha visto l'esposizione delle opere dello
PREMIATA
PIAZZA BOTTARI
Caulonia, premiata la “panca” di
piazza Bottari. E’ stata ammessa
alla terza edizione di “Tendenza
Mosaico e architettura”, uno spazio che la Domus Arreda della
fiera di Pordenone dedica all’architettura nel design. Ebbene, l’opera della’architetto Carmela
Agostino, cauloniese, ideata col
collega Giuseppe Luciano, ha ricevuto il primo premio
scultore Joey Gulloni., il concerto del trio musicale i Mattamusa e del maestro Peppe Platani
assieme a Roberta Papa.
Il primo premio è andato ad Ermes, gatto norvegese maschio di 13 anni di Carmelita Mittoro;
a parimerito per il secondo posto, due micioni,
Nemo gatto persiano esotico maschio di 2 anni
di Antonio Gaudino e Principessa gatto similpersiano femmina di 2 anni di Sabrina Calautti;
parimerito anche peri terzi classificati, Lele,
gatto europeo maschio di 9 mesi di Carla Maria
Delfino e Cheri gatto europeo maschio di 13
anni di Morena Speziali.
Premio speciale naturalmente doveva esserci,
venerdì 17, anche per il gatto nero: Paride gatto
norvegese maschio di 13 anni di Anna Enrica
Postorino. Tutti gli altri mici intervenuti hanno
ricevuto un piccolo premio grazie a “Max boutique degli animali”, oltre all'attestato di partecipazione offerto dalla Gru.
Marilene Bonavita
FOTO DOMENICO SISTO
di MARA RECHICHI
Siamo nel clou della settimana
della Moda di Milano. E’ uno
di quei periodi dell’anno in cui
l’orgoglio italiano viene fuori
in tutto il suo vigore. Gli stilisti
di casa nostra danno libero sfogo al proprio estro creativo, mixano con sapienza e maestrìa tessuti, materiali, forme e
colori, per la gioia che ammalia gli occhi
e affascina i desideri. Opere d’arte
vediamo davanti a noi. Meraviglie o
orrori, dipende dai gusti. Vero è che un
pensierino ce lo facciamo, figurati se
no! Proviamo a immaginarci dentro
qualcuno di quegli abiti che vediamo
sfilare. L’Alta Moda! “Ma quando me
lo metto un vestito così, per andare
dove?” Meglio puntare al prèt-a-porter. “Uhm ,bello! Un bel taglio sartoriale quest’abito! E che stoffa, e che fantasia! Delicata, una cosina non troppo
chiassosa, a modo.” Gli occhi mi cadono su un paio di pantaloni a zampa d’elefante, son tornati di moda. “Adoro gli
anni ’70, mi danno una sensazione di
gioia, di intimità con la natura: capelli
lunghi, sciolti con la riga in mezzo,
camicie e abitini a fantasia, e i pantaloni di Sylvie Vartan...” Peace and love,
peace and love! Cartellino: pantaloni
375, camicia 289, stivali 420. Se la
matematica non mi tradisce, a fine
mese potrei stare a meno 200 euro.
Non se puede, c’è la crisi! Apro l’armadio-archivio, rovisto. Trovo i pantaloni a
zampa di qualche anno fa, un bel twinset di lana comprato al mercato di
Papiniano, quando studiavo a Milano,
30mila lire nel ’97, una camicia a fiori, e
altri golfini di la-na ve-ra. Non come
quella elettrica che ti vendono adesso,
che prendi la scossa solo a guardarla e i
capelli ti si rizzano senza un perché,
mentre l’ascella sfida la cipolla di
Tropea al primo risveglio di ghiandola
sudoripara. Ecco che posso fare la
moda, vero vintage! E se voglio qualcosa di nuovo, due son le strade: il negozio della mia amica che ha opere d’arte
di buon senso, oppure, per qualcosa di
più impegnativo ed esclusivo, il laboratorio artistico della mia sarta. La crisi
riporta al buon senso, è di moda!
MASCHERINE AL
CENTRO POLIFUNZIONALE
Si è tenuto sabato 18 il secondo evento
compreso nel programma del Carnevale
della Pro loco ed introdotto da Antonella
Scabellone, presente il Sindaco. La giuria
così composta: Patrizia Panetta ( Pro Loco),
Marilene Bonavita (Riviera), Anna Costa
(YMCA), Ivan Bolognino (Assessore),
Caterina Mammola (Fidapa), tutti concordi nel giudizio della mascherina più originale, la più bella e la più elegante. A presentare la sfilata Monica Maritato.
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
29
Parlando
di
Cinema
OROSCOPO
ILOSOFIA
REGGINA
ARIETE
dal 21 marzo
al 20 aprile
Domenica, la voglia
di elucubrazioni sarà
pari a zero. Azione al
massimo. L’amore è
in declino.
C
TORO
dal 21 aprile
al 20 maggio
Il fine settimana, con
una Luna in Pesci,
sarà molto elettrizzante. Spetta a voi
fare le scelte giuste!
orre voce che il cittadino del sud (ed in particolare il reggino) è
sempre pronto a “lamentarsi” ed “a piangersi addosso”. Che si
senta vessato senza motivo, che non abbia voglia di lavorare, che
non paghi le tasse, che gli piace tutto sommato vivere in questo
modo, pur lamentandosi. Spesso ci si imbatte in questi discorsi,
ed a perorare questa causa il più delle volte è la persona del sud che si trasferisce al nord, sputando nel piatto fino a dove poco prima ha mangiato (ed anche
in abbondanza viste le porzioni generose che vengono elargite a Reggio!).
Seguendo sempre la scia “del piangersi addosso”, prendiamo in esame il Piano
Nazionali Aeroporti che si sta discutendo sul tavolo del Ministero dei Trasporti,
il cui titolare del dicastero è Corrado Passera. Il piano prevede la seguente classificazione: 14 aeroporti strategici, 10 aeroporti primari e 24 aeroporti complementari. Quest'ultimi, secondo il piano di Passera, andrebbero eliminati o quanto meno, lasciati al proprio destino poiché lo Stato chiuderebbe il rubinetto dei
fondi pubblici per la loro gestione. Tra i 24 aeroporti, ovviamente, rientrerebbe
anche Reggio Calabria (e Crotone). Usiamo il condizionale perché il governo
sta aspettando l'analisi del dossier elaborato negli ultimi due anni da One Works,
Nomisma e Kpmg. Secondo l'analisi
compiuta da ENAC (l'ente nazionale
per l'aviazione civile), gli aeroporti con
un traffico aereo inferiore agli 800 mila
passeggeri l'anno non garantiscono
ritorni economici allo stato a fronte dei
soldi pubblici investiti. Ed il nostro Tito
Minniti, secondo gli ultimi dati distribuiti dalla Sogas, la società che gestisce
l'aeroporto dello Stretto, il 2011 si è
chiuso sfiorando i 600 mila passeggeri,
nonostante tutto (aggiungiamo noi).
Perché la tiratina d'orecchie va fatto a
Provincia, Regione e Sogas: ma il Tito
Minniti vale “solo” i 600 mila passeggeri l'anno? Consideriamo il dato che
tutta la Calabria vanta da sola nel complesso circa 350 mila emigrati; Reggio
Calabria provincia, da sola fa quasi un
terzo di questo dato. Ciò significa che al
netto delle persone che non prendono
l'aereo oppure non tornano nei luoghi d'origine, circa 100 mila persone garantiscono almeno un viaggio l'anno. Ma, ovviamente, l'emigrato non torna una sola
volta l'anno nella propria città. Aggiungendo il dato degli studenti fuori sede, di
chi effettua voli saltuari per lavoro o l'indotto derivante dal turismo, il dato
potrebbe tranquillamente superare il milione di passeggeri. Perché ciò non
avviene? Semplice: il Tito Minniti, fino ad ora, è stato oggetto di una cattiva
gestione. Alitalia ha quasi il monopolio esclusivo delle tratte aeree: collega
Reggio Calabria con Roma Fiumicino, Milano Linate, Torino (solo da qualche
mese). Oltre Alitalia annoveriamo Blu Express (diventata da poco una controllata di Alitalia) che ha come rotte Roma Fiumicino e Milano Linate. Poi il nulla.
In pratica non esiste concorrenza al Tito Minniti ed Alitalia può praticare i prezzi e gli orari di volo che più gli fa comodo. In questo modo è ovvio che non si riesca ad incrementare il numero dei passeggeri. In passato vi sono state altre compagnie che hanno fatto una rapida comparsa sul Tito Minniti (pensiamo, ad
GEMELLI
dal 21 maggio
al 21 giugno
Il week-end vi regalerà
un'attitudine sociale
davvero invidiabile. In
amore ricordatevi che
vince chi fugge!
esempio, ad Air Malta, Trawel Fly, Italy) ma, per un motivo o per un altro, sono
tutte scappate da Reggio.
Questione “ammodernamento” aeroporto: da una vita si parla di questo per
Reggio Calabria. Ed, ovviamente, non se ne viene mai a capo. Alcune compagnie aeree, una su tutte Ryanair (leader in Europa per i voli low-cost), non possono operare su Reggio per questioni “di pista”. Ryanair utilizza i Boeing 737800 con una capienza di 189 passeggeri. I voli Ryanair viaggiano sempre pieni
(altrimenti non partono, questo per politica aziendale) e la pista attualmente a
disposizione del Tito Minniti non basterebbe. Questo è uno dei maggiori ostacoli alla presenza di nuovi vettori aerei.
Non consideriamo neanche la questione “conti in rosso”; il bilancio del 2010 si
è chiuso con ben 3 milioni di euro di perdite.
Verrebbe spontaneo a questo punto dire che Passera fa bene a chiudere i rubinetti dei fondi pubblici per il Tito Minniti. Ma ciò non è così, perché non puoi
penalizzare un intero popolo per colpa dell'inefficienza di tutta una classe politica. E lo stato, inoltre, ha tanto da farsi perdonare a livello di trasporti, poiché è
colpa loro se ci ritroviamo in questa situazione disastrosa:
o
L'autostrada SA-RC è un eterno
cantiere aperto. È da circa 20 anni che esistono questi lavori di ammodernamento
della sede stradale, non può sempre essere
colpa della 'ndrangheta o dell'inefficienza
delle ditte del sud, anche perché gli appalti
più consistenti sono in mano a società del
centro-nord (la Baldassini - Tognozzi Pontello, sede legale Firenze, fallita e rilevata da Impresa SPA, sede legale a Roma e
la Impregilo SPA, sede legale Sesto San
Giovanni). b o Inadeguati collegamenti
ferroviari. L'unica tratta decente è quella
Reggio Calabria-Roma su Freccia Argento
(ripristinato da poco e che ti costa un
occhio della testa) ed il classico Eurostar.
Poi il nulla.
Perché chi vuol andare al nord, deve cambiare a Salerno o a Roma. E soprattutto,
non può viaggiare di notte ad un prezzo
accettabile. Bella roba, in pratica un reggino che lavora poco sopra Roma, è costretto a prendere 2 giorni di ferie (tra
andata e ritorno), effettuare un cambio (con i problemi che sorgono a causa di
coincidenze e bagagli al seguito) e spendere un occhio della testa.
Di fronte ad un tale bagno di sangue a livello di trasporti, sarebbe letteralmente
UN AFFRONTO decretare la chiusura del Tito Minniti. Ed i disagi maggiori li
avrebbero soprattutto i nostri emigrati, che già hanno subito il forzato abbandono della propria terra per potersi creare un futuro che Reggio e tutto il sud non
sono in grado di garantire. Se questo per voi è piangersi addosso, allora chiamateci pure piagnoni, le vostre parole scivolano “come olio sui binari della nostra
indifferenza.”
Ci auspichiamo comunque che, a fronte di quanto esposto sopra, i nostri politici sappiano usare il pugno di ferro in questa situazione e facciano valere i nostri
diritti, che anche la costituzione italiana sancisce.
In fondo c'è sempre una prima volta
E se Reggio resta
senza aeroporto
è sempre colpa
dei reggini???
CANCRO
dal 22 giugno
al 22 luglio
Sabato e Domenica,
sarete molto concentrati, strategici e
determinati come è
nel vostro spirito.
LEONE
dal 23 luglio
al 23 agosto
Sabato e domenicagiornate ideali per
riscoprire la parte più
nomadica e grintosa:
sì a viaggi e gite.
VERGINE
dal 24 agosto
al 22 settembre
Domenica riuscirete,
con apprezzabile grinta e sovrumana combattività, a sistemare
tutto. Bravi!
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
dal 23 settembre
al 22 ottobre
dal 23 ottobre
al 22 novembre
dal 23 novembre
al 21 dicembre
dal 22 dicmbre
al 20 gennaio
dal 21 gennaio
al 19 febbraio
dal 20 febbraio
al 20 marzo
Potrebbero rendersi,
necessarie alcune
spese per la gestione
del ménage domestico. Sarebbe meglio.
Il week-end è da trascorrere con enfasi
nella vita domestica.
Per quanto riguarda l’eros andrà tutto bene.
Il week-end vi farà
guadagnare il punteggio massimo in
termini di iniziativa
e creatività
Il week-end vi farà
guadagnare il punteggio massimo in termini di iniziativa e creatività. Molto bene!
Fortunatamente, la
splendida Luna, illuminerà il fine settimana, vi divertirete
tanto con gli amici.
DOMENICA
Il fine settimana è
perfetto per apprezzare il calore del
focolare domestico.
Amore ottimo.
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
30
CINEMA NUOVO
Siderno,info:0964/ 342776
Benvenuti al Nord/16.0018.00 - 20.00
Mission Impossible 4 /22.00
CINEMA GOLDEN
Roccela J,info:333/ 7672151
Com’è bello far l’amore/
16.00 - 18.00 - 20.00 - 22.00
CINEMA VITTORIA
Locri,info:339/7153696
Hugo Cabret /17.00 - 19.30 22.00
CINEMA GARIBALDI
Polistena,info:0966/ 932622
Benvenuti al Nord/ 15.30 17.30 - 19.45 - 22.00
CINEMA POLITEAMA
Gioia T.,info:0966/ 51498
Com’è bello far l’amore/
18.00 - 21.00
CINEMA ODEON
Reggio C.,info:0965/ 898168
Com’è bello far l’amore/
18.00 - 20.00 - 22.00
Blob of the week
CINEMA AURORA
Reggio C.,info:0965/ 45373
Hugo Cabret/17.30 - 20.00 22.30
NUOVA PERGOLA
Reggio C.,info:0965/ 21515
la scomparsa di Patò/18.30 20.30 - 22.30
MULTISALA LUMIERE
Reggio C.,info:0965/ 51036
Sala de Curtis
In Time/18.30 - 20.45 - 22.30
Sala Sordi
Viaggio nell’isola miste
riosa (3D)/ 18.10- 20.20 - 22.00
Sala de Sica
Alvin superstar 3/ 17.00
Knockout/ 19.00 - 21.00 - 23.00
Sala mastroianni
War Horse/ 18.10
Paradiso amaro/ 20.30 - 23.00
la Riviera
AL CINEMA
prove di “settebello”
I Boss di Radio Venere
Ruggero brizzi e Diego cataldo
il baule dei ricordi
Adolfo Melignano, Cosimo Reitano
e Pino Romano
Giorgio Ferraro
Daniele Ocello, Paolo Cefalì e
Gregorio Ocello
PietroAntonio Meleca
“il Marco ragno compie 6
anni: auguri”
Salvatore non perde mai
“La Bussola”
Tantissimi auguri per un felice
compleanno, ad un pupo,
bravo intelligente e coocolone,
da tutti noi
Carletto Crusoe e il suo amico
Venerdì
Alberta fa i provini per il nuovo
episodio di Ghostbuster
La verità dell’Iride
Essere latitanti, avere un sacco di soldi ha i suoi vantaggi. Mi permette di non far nulla e
quando sul mare impazza la bonaccia e le vele dell'Insomniac restano flosce, passo giordi Benjamin Bowson nate intere a oziare. Mi diletto a guardare cosa succede nel mondo, conosco diverse lingue e guardo i tg di diverse nazioni. Si
scoprono cose curiose sapete. A esempio sento il numero dei morti ammazzati a New York o a Città del Messico, gli
stupri a Parigi, le rapine a Milano.
Ascolto la cronaca che arriva da ogni parte del mondo. Poi faccio un confronto con quanto accade nella Locride e mi sorprendo. Ma
come, voi che nella percezione collettiva vivete il peggiore dei mondi in realtà abitate in un posto dove accade poco o nulla? Come è
possibile? Un fatto di cronaca nera ve lo girate per giorni su giornali e tv, in attesa di una retata che riempia servizi giornalistici e televisivi. Non è una burla, fate una prova. E visto che non siete forti nelle lingue, fatela restando in Italia. Guardate le diverse edizioni delle
testate regionali della RAI. Resterete sorpresi, scoprirete più cronaca nera in Lombardia, Liguria, Lazio, Emilia che da voi. Una risposta però c'è, non gioite. Ovvia, altrimenti sarebbero ingiustificate le massicce presenze di magistrati, forze dell'ordine, associazioni antimafia. La risposta è che siete una società criminale e mica si ruba in casa del ladro. Non può essere altrimenti, siccome la cronaca siete
voi a produrla state bene attenti a portare il male fuori da casa vostra, commettendo qualcosa solo se strettamente necessaria. E meno
male che sono riuscita a darmela questa risposta. Meno male, soprattutto per quanti combattono la criminalità. E' giusto rimangano da
voi, alla fonte del male, non ci fosse questa consapevolezza toccherebbe loro rincorrere gli effetti della malattia senza curarne la causa.
La causa siete voi, inutile nasconderlo. Quindi tenetevi poliziotti, magistrati, associazioni, musei, giornalisti ed eroi vari. Risolto il problema da voi, a cascata si risolveranno i suoi epifenomeni e il mondo, finalmente, tirerà un sospiro di sollievo.
La Locride e i TG
DOMENICA
26 FEBBRAIO 2012
LA RIVIERA
31

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