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Sergio Marchionne, il gran amministratore delegato della Fiat, scrive: “ È razzista dire che sono un uomo senza patria”. Sta bene. Ma è fuor di dubbio che è un uomo senza anima. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 02 CONTROCOPERTINA Fu stuprata a 13 anni da dodici uomini Anna Maria, sola contro il branco ANTONELLA ITALIANO Finisce la solitaria hanno stuprato Anna Maria, battaglia della calabrese, nindodici dodici, e lei aveva solo tredici anni. In un casolare di campagna presso oggetto di violenza San Martino di Taurianova ne hanno con forza, l’hanno usata, malcarnale «che ha avuto il trattata,abusato scambiata come merce con cui i debiti. E lei, la bambina che sognacoraggio di denunciare pagare va il primo bacio, con troppa paura per un intero paese». denunciare quegli uomini, non ha avuto né adolescenza, né libertà, né vita. Almeno fino Dodici condanne per al settembre 2002; quando ha rotto il silenzio dopo tre lunghi anni di sevizie. Oggi gli aguzzini, e sei Anna Maria Scarfò è una donna, e guarda in viso uno per uno i suoi carnefici. E li sfida, ammonimenti per relegandoli alle sbarre: Domenico Cucinotta, Michele Iannello, Domenico stalking ai rispettivi Iannello, Domenico Cutrupi, Serafino Trinci, Vincenzo La Torre condannati in via familiari. Silenzio a definitiva dalla cassazione il 6 dicembre 2007; Antonio Cutrupi, Maurizio San Martino di Hanaman, Giuseppe Chirico, Fabio Piccolo, Antonio Cianci, Vincenzo Minniti Taurianova I condannati in primo grado il 25 novembre 2009. Anna Maria li ha denunciati tutti, alcuni avevano già precedenti penali, e la sua forza è stata il timore che riservassero alla sorella più piccola lo stesso trattamento. E il tribunale, nel lungo percorso che ha portato alle prime condanne, le ha dato sempre ragione. Anna Maria per questo coraggio ha dovuto lasciare la Calabria il 15 luglio 2010, sul sedile posteriore di un’auto dei carabinieri: è stata la prima donna in Italia ad essere ammessa al regime di prote- La sua storia è raccontata nel libro «MALANOVA» di Cristina Zagaria zione previsto dalla nuova legge sullo stalking, e si è dovuta trasferire in una località protetta, quasi fosse lei la colpevole. Sono stati i suoi compaesani a ripeterglielo giorno e notte che doveva andare via, glielo hanno gridato al telefono, dalle macchine in corsa, o sotto casa con i fari accesi, le hanno ammazzato il cane e imbrattato di sangue i panni stesi fuori ad asciugare. Temetela oggi che è donna, accozzaglia codarda e rabbiosa di stupratori con tanto di fidanzate, mogli, e madri al seguito. Vergognosamente complici e accondiscendenti. Temetela quando, con dignità mai lesa, affronta le udienze a testa alta. Sola contro il branco. E, quando appuriamo che si vuole dedicare l’8 marzo a donne scomparse, grande è il nostro stupore. E le nostre calabresi? Quelle che come Anna Maria affrontano la L’APPUNTAMENTO ULTIMA UDIENZA Si terrà lunedì 27 febbraio, alle 15.00 a Cinquefrondi, l’udienza. che finalmente chiuderà un processo.durato più di otto anni. Le associazioni calabresi e siciliane si mobilitano: è importante sostenere la Scarfò, soprattutto ora che la sua vita è in pericolo. Dimostrare agli stupratori che le hanno rubato l’adolescenza, e ai parenti degli stupratori, che le hanno rubato tutto il resto, che non sarà sola, mai più. violenza fisica e quella, più dura, dell’isolamento e dell’omertà? Forse per il fatto che non si parli di ‘ndrangheta (la magica parola che apre tutte le porte dell’informazione) il suo caso non merita considerazione. Per questo, oggi, dobbiamo schierarci contro quella società di San Martino di Taurianova che ha emarginato, isolato e insultato Anna Maria. Nell’ultima udienza, della sua parte erano solo in 23. Troppo pochi, inutile sottolinearlo. Facciamolo sapere dunque che non vogliamo altri martiri, che non vogliamo ricordi da rispolverare l’8 marzo e riposare il 9, non vogliamo morti da osannare nelle trasmissioni televisive. Vogliamo isolare questa volta, compatti e agguerriti, il lurido branco! DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 03 Parlando di... PRIMO PIANO MARCIA INDIETRO NORDICI & SUDICI DI GIOACCHINO CRIACO Chi ruba è ladro L e regole vengono poste per essere rispettate, così l'infrazione di una norma creata da una fonte legislativa legittima pone una responsabilità in capo a chi la commette. Pene diverse a seconda della violazione compiuta, comunque chi infrange una legge, tecnicamente diventa un delinquente. Di giurisprudenza me ne intendo, l'ho studiata a lungo mollandola quando ho compreso che quella non era la mia strada. Non lo era per vocazione, perché altre erano le materie a me più consone. E non lo era per tendenza, posto che ho una naturale allergia al rispetto delle regole e tendo a rispettarne alcune e violarne altre secondo un personale metro di giudizio morale. Si, anch'io tecnicamente sono un delinquente. Lo sono senza alibi però, coscientemente. Noto in giro, invece, una certa tendenza all'autoassoluzione, ossia al ritenere illecita la condotta altrui e non la propria, anche quando le pratiche coincidono. Tant'è che per lungo tempo, in questa nazione di ipocriti, caterve di persone applaudivano a ogni tintinnar di manette, convinte che i ferri sarebbero sempre toccati agli altri. Per decenni infatti, sembrava a tutti che i ceppi fossero riservati solo ad alcune categorie. Pareva che solo mafiosi e spacciatori fossero degni del gabbio. E il popolo applaudiva felice e felicemente ingrassava con le grassazioni impunite. Esauriti per estinzione mafiosi e spacciatori, a parte quelli che si inventano perché il fenomeno tira e non lo si può dichiarare concluso, gli occhi della Legge, in tempi di crisi, si sono spalancati su ogni tipo di violazione. Il popolo plaudente ha scoperto che è reato frodare il fisco, che farsi dare una pensione senza averne diritto non è una marachella, che la rachide cervicale bisogna averla contusa per farsela pagare dalle assicurazioni, che farsi pagare senza andare al lavoro è una truffa, che anche stare al lavoro senza fare una beneamata mazza è una truffa. Che rubare il posto a un altro è un furto. Soffiare il letto di ospedale a chi legittimamente ti precede non è una buona azione. Che i fondi comunitari o pubblici non sono lì per essere depredati. Che lo scambiare un voto per un favore comporta il carcere. Beh, la smetto qui, il resto dell'elenco fatevelo da soli. Ricordatevi sempre però, che rubare è rubare e il fatto che non siate mafiosi non vi rende santi. Pensate che la sirena in arrivo prima o poi può riguardare anche voi santi. Certificato antimafia, fine di un totem. Parola di Grasso e Severino certificato antimafia rischia di essere una pratica inutile, buona solo per creare intralci e lungaggini burocratiche alle imprese. Meglio una lista bianca con dentro le imprese sane o un elenco con le aziende buone stilati dalle organizzazioni imprenditoriali. Parole queste pronunciate da persone al di sopra di ogni sospetto, dette dal guardasigilli Severino e dal numero uno dell'antimafia istituzionale Piero Grasso. Frasi che fanno cadere un tabù e aprono cato antimafia era una figura inutile, una discussione, al di là delle soluzio- una spada di Damocle appesa in testa ni proposte, su un totem che fino a a ognuno, che i mafiosi veri, invece, qualche tempo fa sembrava intoccabi- facilmente potevano aggirare col trucle, il certificato antimafia richiesto alle co delle intestazioni fittizie. Una praimprese, aziende, cooperative, asso- tica burocratica, priva di contenuto ciazioni o singoli per poter operare o POLAROID accedere a fondi pubblici. Una rivoluzione epocale, anche se al momento è solo una discussione. Ma, anche aprire un discorso, in un Non ne può fare a meno Giuseppe paese ipocrita e Raffa. Di domenica la Riviera è il moralista come l'Italia, diventa atto suo secondo pensiero fisso. Subito rivoluzionario. In dopo la difficile conta delle tessere Calabria, a dire il “truccate” del Pdl e di un congresso vero, qualcuno ci che “non s’ha da fare”, s’immerge e provava da tempo a farlo, qualcuno si perde nelle nostre colonne. O si diceva sommessaorienta? mente che il certifi- Il concreto, buona unicamente a far perdere tempo. Solo che fino a oggi dire questo rappresentava una sicura prova di connivenza, e chi ne era autore diventava automaticamente complice della mafia. Adesso che a dirlo sono il procuratore capo della DNA e un ministro della Repubblica tutti sono pronti a scoprire l'acqua calda. Si, Grasso e Severino dicono una cosa sensata, soprattutto spogliano di un manto di purezza tanti censori insensati cultori del nulla ammantato di bene. Sempre sperando che non siano i moralisti a dover stilare le liste, si passerebbe dalla padella alla brace e le imprese serie non ne guadagnerebbero nel cambio. CHE VITA SAREBBE SENZA LA RIVIERA DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 04 la Riviera Caro Aldo di RUGGERO BRIZZI «Non basta il tuo marcare l'accento per ricordare al mondo di essere calabrese (“poveretto...”) e mi dispiace, non basta neanche ricevere un foglietto sulla macchina con scritto “farai la fine di Scopelliti” per ridarti credibilità» «Non ci rappresenti» Caro Aldo, ti ho conosciuto nell'adolescenza delle lotte e delle tessere di Rifondazione (mie) e Margheritine-Gerberine (tue): le sezioni giovanili dei partiti, che nostalgia! Mi sei comparso dal nulla, durante l'ormai famosa manifestazione a Locri contro l'assasinio di Fortugno. Eri imbellettato e ordinato, parlavi di antimafia, di giustizia, e non perdevi occasione per farti notare da quei pungitori mediatici che sbarcavano nella locride all'indomani dello striscione che colpì l'Italia: “Adesso ammazzateci tutti”. Io che credevo ancora che la rivoluzione passase per Gramsci, me ne stavo quatto quatto. Nelle occasioni mediatiche che si susseguivano, nei giorni di assemblee e collettivi apparenti, aprii bocca solo verso Ettore Scola dicendogli una cosa che mi venne dal profondo del cuore, durante una barbara assemblea su chi dovesse andare a San Remo tra i “ragazzi di Locri”: «Ettore, anche qui tra noi c'è cocchiunu mbriacu i minchia, eu tu dicu». Non sbagliavo, avevo 18 anni. Predicavo tutti i nostri coetanei di non lasciare questo posto. Le loro menti ci sarebbero servite oltre palazzo Nieddu, sul marciapiede antistante, nel bar di fronte, per occupare spazi che altrimenti non ci sarebbero, giustamente, più appartenuti. Tu dicevi di andare a studiare per voler fare il magistrato e tornare qui per dare il tuo contributo. “Forever” (chi cazzi...!), movimento iniziale di assemblee e collettivi di ragazzi finì tra le bocche dei partiti, la dispersione fisiologica e finanziaria e l'assenza di un serio progetto costruttivo, ma tu riuscisti a creare la tua associazione ugualmente, forte del consenso che con quello striscione avevi raccolto: “Adesso ammazzateci tutti, l'associazione antimafia più grande d'Italia”. Nel giro di pochi anni hai un crescendo di visibilità pazzesca, fondi le sedi distaccate, coinvolgi tanta gente, organizzi manifestazioni e partecipi a qualsiasi seminario sulla legalità, sei presenza fissa da Giletti quasi come Lory Del Santo, fai un programma su sky e mille altre cose, corri, corri, corriiii...ma cosa racconti e dove vai ancora non l'ho capito! Non l'ho capito per due ordini di motivi: 1)La tua associazione cosa fa per chiedere soldi? Come li investe? Dove sono i bilanci? Ho visitato il sito di ammazzatecitutti. Era tempo che non ci capitavo. Fermo ad agosto 2011, si presenta con la scritta "3 modi per impegnarti concretamente": PARTECIPA, ADERISCI, SOSTIENI. Il primo, che dovrebbe essere il più importante, porta ad un forum che non si vede, su pagine sconnesse tra di loro. Il secondo link porta a un modello da compilare per iscriversi "all'antimafia più grande d'Italia". Il terzo è chiarissimo e puntiglioso e porta alle varie ipotesi di socio di questa cosa, poco definita dietro un nome da impatto impressionante per nordici superficialmente impegnati: diverrai "Simpatizzante" di Ammazzateci tutti con un contributo di almeno Euro 50,00. Diverrai "Piccolo Sostenitore" di Ammazzateci tutti con un contributo di almeno Euro 100,00. Diverrai "Grande sostenitore" di Ammazzateci tutti con un contributo di almeno Euro 500,00. Diverrai "Sostenitore benemerito" di Ammazzateci tutti con un contributo di almeno Euro 5.000,00; e ancora 5x1000, donazioni...Ma per cosa non lo dici. Sei stato abile a comunicare e scioccare con uno striscione. Fa lo stesso, ora, con i progetti. Se esistono. 2) Il secondo motivo che non comprendo è quello per cui mi batto di più. Andare via da questo posto e parlare di “confronto con la realtà” non ti è permesso mio caro amico. Vivi e vegeti a Roma, mentre a febbraio (non per le vacanze, A FEBBRAIO, sai che vuol dire Febbbbraio nella provincia reggina?) in Calabria forse non ci sei mai stato. Non sei legittimato a parlare da parte dei Calabresi. Non ci rappresenti. Anzi, ti assicuro che ti incazzeresti se vivessi qui e ascoltassi uno come te in tv che, tra un seno rifatto e una velina, ci infila l'antimafia domenicale da Domenica In con la compagnia di Platinette e di una informazione buona sola per alimentare stereotipi. Non basta il tuo marcare l'accento per ricordare al mondo di essere calabrese (“poveretto...”) e mi dispiace, non basta neanche ricevere un foglietto sulla macchina con scritto “farai la fine di Scopelliti” per ridarti credibilità. L'omonomia del magistrato con il nostro governatore fa appararire addirittura creativi e lungimiranti gli autori del minaccioso bigliettino. Non dovresti più adagiarti con l'antimafia dei fedeli e dei dogmi. Se vuoi bene a questa terra, posa tutto, torna qui e diffondi cultura, valorizza i territori, esci e occupa gli spazi e vedrai che nessuno ti minaccerà, ma anzi, inizierai a ricevere una serie di pacche sulle spalle da parte di padri ancora giovani a cui darai la speranza di non vedere lontani i propri figli. Con stima da confermare. Ruggero Brizzi DIAVOLO NERO DONNE DI ‘NDRANGHETA L'altra settimana, dinnanzi al Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria madri, mogli, sorelle hanno chiesto giustizia, giustizia giusta, per i loro figli, per i loro mariti, per i loro fratelli detenuti per associazione mafiosa: condannati o ancora in attesa di giudizio. Apriti cielo. La sentinella disarmata dell'ordine pubblico a Reggio e in Calabria, la signora Adriana Musella, per la quale il Comune democratico di Crotone, negli anni della giunta Chiaravalloti, inventò un ufficio antimafia onde non rimanesse disoccupata, in quella protesta ha visto il tentativo - udite e tremate - di destabilizzare lo Stato. I cui rappresentanti legittimi, dai carabinieri ai magistrati, non hanno ravvisato, però, i segni dell'adunata sediziosa. Strano. Ma più strano ancora è il pensiero forte della figlia diletta di don Ciotti. Poiché ci sembra che, secondo la visione della Signora dell'Antimafia aggiunta, non hanno diritto né a riunirsi né a protestare né a parlare le donne, a nostro sommesso pensiero, non di ndrangheta, ma imparentate agli ndranghetisti, ed elencativamente: le madri, poiché hanno generato dei mostri, le mogli, poiché con pranzi e cene prelibati hanno mantenuto i mariti in buona salute, le sorelle, poiché hanno stirato camicie e pantaloni ai fratelli asassini, dando loro tocco di rispettabilità. Ciò che consentì loro di meglio tramare, uccidere, al di fuori da ogni sospetto con gli abiti non spiegazzati. Colpevole definitivamente chi sta dentro e colpevole definitivamente chi sta fuori. Ma la Signora dell'Antimafia aggiunta qualche mese fa non aveva lanciato un appello alle donne di ndrangheta di San Luca a svellersi alla 'ndrangheta? Le donne del Cedir, come il diavolo, non possono pentirsi? Ed è per questo che Adriana Musella nega loro il diritto alla parola? Donna straordinaria. Non ebbe nulla da dire, quando una flotta di parlamentari e di consiglieri regionali, con alla testa Nicola Adamo, segnato dal sacro fuoco, marciò per chiedere a gran voce la liberazione del consigliere regionale Pd, Franco Pacenza. Non fu adunata sediziosa? DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 05 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 06 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 07 S.O.S. PLATI Tutti infetti. Nella Firenze del 300, che era ben più popolosa di Platì, il dannato Ciacco dice a Dante che “giusti vi son due”. L’ex magistrato De Grazia qui non ne vede neppure uno. E annuncia la buona novella Quattro passi tra le nuvole nel paese di tutti PASQUINO CRUPI ono tornato a Platì, così come avevo promesso, accompagnato da Rosario Condarcuri, il mio straripante editore, e da Ilario Ammendolìa, ardito Presidente del Comitato dei Sindaci della Locride. Il sole comincia a declinare i suoi raggi. Ma dalla montagna, che sbarra alle spalle il travagliato paese, non s’allungano ombre, come piace alla fantasia catastrofica della stampa nazional-locale e della stampa locale, che pur ispirandosi S IL PUNTO Siamo all’apice dell’infamia. Nel nostro paese ci sono persone serie, oneste, dignitose, capaci non solo di fare il sindco, ma anche il deputato. Anche il ministro a quella, nazionale non riesce mai ad essere. Ho intenzione di intervistare il maggior numero di persone possibile sulla autocandidatura a sindaco di Platì – ma i comizi elettorali non sono stati ancora convocati - del dr. Romano De Grazia, lametino, magistrato in pensione, promotore del decreto Lazzati sul divieto ai sorvegliati speciali di fare propaganda elettorale. Da un magistrato mi sarei aspettato l’intenzione di promuovere una lista di uscieri, ma a Platì c’ è guerra - dicono - e lui, il magistrato in pensione, ha pensato ad una bellicosa lista in divisa dell’arma nei secoli fedeli: 12 carabinieri. Da uno o da un paio li conosci tutti. e buono. La ‘ndrangheta non è una Qui a Platì sono tutti infetti. Nella prerogativa esclusiva di Platì. C’è Firenze del Trecento, che era ben anche a Lamezia, la città di De più popolosa di Platì, che ora fa 1780 Grazia. Avrebbe ben potuto candiabitanti, Ciacco rivela a Dante che darsi là. “giusti vi son due”. L’ ex magistrato Qua c’è disoccupazione. Mio marito Romano De Grazia non ne vede va e viene da Roma, dove fa lavori neppure uno. contadineschi, per mantenere me e i “E che cosa ne pensate”, chiedo a miei figli”, urla indignata una giovaun gruppo di persone, raccolte nel ne donna che si dà tanto da fare Bar principale del paese e impegna- nella Proloco platiese. “Ma siamo te in una partita di tressette “di que- fuori dalla democrazia”, esplode il sta idea del dr. Romano De fotografo Callipari. “E quando mai Grazia?”. Scatta, come un leone, si sono sentite cose del genere? Pepé Lentini, di lungo e onorato Sapete che vi dico”. “Dite”, incoragpassato amministrativo. “Non penso gio. “Vi dico che dove la terra è niente”, risponde. “Mi viene il volta- molle, ognuno zappa a fondo”. stomaco. Ora siamo giunti all’apice “Cioè”, incalzo. “Cioè - interviene dell’infamia contro Platì. In questo Saverio Catanzariti - da quando paese ci sono persone serie, oneste, sono finiti i partiti, Platì è diventata intelligenti, dignitose, capaci non una cera che ognuno modella come solo di fare il sindaco, ma anche il gli pare e piace. E senza scottarsi le consigliere regionale, il deputato, dita. Ora arriva il Redentore, Gesù anche il ministro”. “Non vi sembra Cristo”. d’esagerare?”. “Per “Il Redentore”, ironizniente. Ci sono in LA COPERTINA za qualcuno. “Cumpari Australia ministri, originari di Platì”. Ntoni, ma chigliu era du so’ paisi”, I giocatori di carte assentono. Vi falcia drasticamente un altro compascorgo tra loro il dr. Franco Mittiga, re. E non ci è riuscito, stava per ex sindaco, ma si astiene da ogni uscirmi dalla bocca quando uno di commento. Di persecuzioni contro quei vecchi che giocava a tressette Platì ne ha viste tante e qualcuna s’è mi dice: “Professore, vi ricordate, abbattuta anche su di lui, essendo quando a Locri, in un convegno, c’estata l’amministrazione, da lui guida- rano Mancini, Principe e voi”. ta, sciolta per infiltrazione mafiosa. Ricordo. Altri tempi e altri duci. E Usciamo. Entriamo in un negoziet- allora nessun Romano di Lamezia to. La domanda è sempre la stessa. avrebbe osato quello che ha osato La risposta sempre fiera e sdegnata: adesso. “Ben venga. Ma poi deve prendere i C’ è malinconia storica. voti”. “Direttore”, mi dice con tutto Mentre ritorniamo, a Rosario il fisto che ha nei polmoni un giova- Condarcuri, il mio Alberto ne popolano: “U paisi è du paisanu”. Mondadori, e ad Ilario propongo: “E che cosa volete dire?”. “Voglio invitiamo qui a «la Riviera» o a Platì dire”, riprende”, che il sangue s’ar- Romano De Grazia per una dicusrostisce, ma non si mangia. Ad sione sul tema: se i liberatori possaamministrare ci vogliono i platioti no venire dall’esterno. Io lo conosco. che conoscono i problemi e sanno È una buona persona. Il piede gli è quello di cui ha bisogno Platì”. “Ma andato in vacante. Ma è sempre in quello di De Grazia è razzismo bello tempo per ritirarlo. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 08 la Riviera La stella gialla ILARIO AMMENDOLIA oco tempo fà siamo stati a Platì, per riaffermare che i bambini sono solo bambini, in tutto il mondo! Platì non è una enclave mafiosa, anche se la mafia c’è e deve essere sconfitta. Un magistrato in pensione , il dott. De grazia, ha espresso la volontà di presentarsi come sindaco di Platì capeggiando una lista di poliziotti. in nome e per conto di un indistinto “blocco d’ordine”, Dopo lunghi colloqui con la gente di Platì c’è sembrato chiaro, qualora ve ne fosse bisogno, che in questo piccolo paese c’è tanta intelligenza, vivacità, equilibrio per amministrare Platì e per contribuire ad un sano governo della Calabria. Platì ha avuto ottimi sindaci, non solo bravi, ma coraggiosi, penso all’ex sindaco Prestia ed al sindaco Demaio, entrambi uccisi dalla mafia. Probabilmente hanno dimostrato più coraggio e determinazione di tantissime persone che tanto si agitano ma ai quali, fortunatamente, la mafia non ha neppure forato la ruota di scorta. Il loro ricordo non è solo doveroso ma anche un chiaro esempio che si può essere di Platì e contemporaneamente non complici ma vittime della mafia. la Locride non è abitata né da angeli, né da demoni, ma solo da uomini, come tutti gli uomini del mondo! E’ mortificante il fatto che qualcuno ritenga P che i plateoti non sappiano governarsi da soli. E’ umiliante solo pensare ad una sospensione di fatto della democrazia e dei diritti costituzionali a Platì, nella Locride.. La democrazia e la Costituzione debbono essere strenuamente difese su tutto il territorio della Repubblica . Sospenderle di fatto a Platì perché c’è la mafia, significa che domani si potranno sospendere in Italia per altre ragioni. La democrazia si difende con la democrazia, la libertà con la libertà. Purtroppo. partiti di cartapesta si ritirano dai luoghi della battaglia democratica , si ritirano dai paesi dove più ci sarebbe bisogno di una mari che certificano la contiguità alla mafia.Il fatto che nella Locride ci siano quattro consigli comunali sciolti per mafia e due in cui opera una commissione di accesso è un serio indizio di una oggettiva volontà di certificare la nostra incapacità all’autogoverno. Una grande voglia di cucirci addosso la “stella gialla”. Ieri agli ebrei, oggi ai calabresi.. Stella gialla perché siamo di Platì, di Africo, di Siderno, di S. Ilario, della Locride, perché siamo calabresi, siamo meridionali. Alcune date restano sono scolpite nella memoria della gente di Platì, e, ovviamente, in tutti noi. Una lontana, quando la banda dei “briganti”, guidata da Ferdinando Mittica, fu sconfitta dai bersaglieri, che imposero una forma di stato, e conseguenti scelte politiche, che hanno mortificato e sacrificato il popolo calabrese. Anche allora, piuttosto che attuare le riforme e consegnare le terre ai contadini, il governo del re preferì imporsi grazie ai massacri delle truppe piemontesi. Una più recente: il 13 novembre di dieci anni fa. Una operazione che portò in carcere 123 plateoti., il che per un Paese di quelle dimensioni, significa che non ci fu famiglia risparmiata. Ancora più mortificante il fatto che, si dice, Esiste un chiaro disegno politico: mettere alla sbarra non coloro che si macchiano di delitti, ma un intero popolo sana tensione politica. Come dire : un medico non va più in ospedale perché ci sono ammalati gravi. Tuttavia, alla base delle convinzioni del dottor De Grazia, pur se avanzate con le migliori delle intenzioni, v’è la logica che ci umilia. Personalmente ho seri dubbi sulla legittimità di sciogliere i consigli comunali per inquinamento mafioso. Il popolo è il custode vero ed autentico della democrazia. Le sentenze debbono essere emesse solo e soltanto dai giudici in regolari processi. Non ci possono essere processi som- quella operazione fu ritardata di un giorno in quanto la strage di Nassyria ne avrebbe potuto oscurare l’impatto mediatico. Infatti ci fu una grande risonanza sui giornali ed in televisione ma nessuna condanna. Una ferita che ancora pesa e brucia. Qualcuno in nome della lotta alla ndrangheta vorrebbe schiacciarci nella difesa tour court della situazione esistente, farci diventare conservatori e custodi di un ordine sociale che non solo è ingiusto ma che genera la ndrangheta. Qualcuno pensa che in nome della ndrangheta la Costituzione possa essere umiliata. Noi di questo disegno politico non saremo complici. Sono stati pubblicati, da qualche giorno, gli stipendi dei burocrati di stato. Soldi di tutto il popolo italiano! Una media di tremila euro al giorno. Nessun reato, nessuno scandalo ma questa è la vera delegittimazione della democrazia. Questi i livelli che bisognerebbe commissariare . In queste ingiustizie si nascondono i germogli della ndrangheta. La coscienza ci impedisce di cantare nel coro Noi combattiamo una battaglia senza medaglie, senza trombettieri, e controcorrente. Una battaglia a mani nude contro nemici occulti e potenti. Il risultato non è scontato, forse, saremo sconfitti ma sarà un sacrificio necessario perché la Calabria si possa riscattare. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 09 Parlando di Reggio Acolloquio con il presidente dell’Ance Andrea Cuzzocrea Confindustria deve ripartire in modo autorevole MARIA G. COGLIANDRO La Commissione locale per la designazione del nuovo presidente di Confindustria di Reggio Calabria ha indicato, per ben due volte con plebiscito, il suo nome, ma entrambe le volte Roma rigetta le scelte reggine e rispedisce tutto al mittente, lamentando una mancata attenzione al rispetto del Codice etico confederale e della Carta dei Valori associativi e minacciando anche provvedimenti organizzativi per i gravi comportamenti assunti. Che cosa avrà mai combinato la Commissione reggina? La Commissione di designazione in entrambi i casi ha svolto il suo lavoro attenendosi scrupolosamente alle regole statutarie e regolamentari. Così come, d’altronde, al rispetto delle regole è stata improntata l’azione commissariale del Cav. Callipo che ha svolto egregiamente il ruolo di supplenza, anche politica, conferitagli dagli organi confindustriali nazionali. La Confindustria reggina ha attraversato un lungo periodo di aspra conflittualità interna, sfociato in ben due commissariamenti negli ultimi tre anni. E’ chiaro che, a fronte di eventi così dan- nosi, l’attenzione posta alle procedure di rinnovo è ai massimi livelli ed i richiami formali sono la dimostrazione che, stavolta, la ripartenza deve avvenire con il piede giusto. In questa fase storica, connotata da una sfavorevole congiuntura economica, politica e sociale che mina alle radici, la tenuta del sistema nel suo complesso, la presenza di una Confindustria forte ed autorevole è elemento imprescindibile per dare voce al riscatto di un intero territorio e pertanto l’auspicio di tutti deve essere di un vero rilancio. In ambito provinciale lei è stato protagonista di coraggiose campagne mediatiche contro il “pizzo” e ha anche promosso Codici etici di notevole rilevanza. Con la sua nomina si potrebbe registrare una chiara inversione di tendenza, l’inizio di un vero e proprio new deal reggino all’interno di un segmento produttivo ad alto rischio, considerate le varie vicende che hanno visto l’espulsione per collusione di alcune imprese. Inoltre lei è presidente dell’Ance, una costola di Confindustria. Perché, quindi, Roma fa tante storie e continua a respingere la sua nomina? A chi potrebbe dar fastidio? Le questioni poste dai Probiviri confederali, giuste o sbagliate che siano, riguardano le procedure, non la mia persona. Certo, anch’io ho i miei nemici, ma non voglio pensare che dietro le motivazioni ufficiali si nascondano altre ragioni poco comprensibili. Perché il commissario reggino Callipo sostiene Alberto Bombassei quando l’Ance e la stessa Confindustria regionale sono con Giorgio Squinzi? L’Ance nazionale come sistema sostiene la candidatura di Squinzi e pertanto la territoriale che io rappresento ha pubblicamente confermato tale orientamento. Ciò non vuol dire che, alla stregua di tutti i consessi democratici, il Cav. Callipo non possa esprimere la sua preferenza per il candidato Bombassei. Preferenza che tuttavia non esplica effetti, come Confindustria nazionale ha evidenziato, proprio perché ci troviamo in una fase commissariale. Giuseppe Speziali, da qualche mese eletto presidente di Confindustria Calabria, è già contestato… Se lei si riferisce alle puntualizzazioni apparse IN EVIDENZA NOMINA PRESIDENTE Certo, anch’io ho i miei nemici, ma non voglio pensare che dietro le motivazioni ufficiali si nascondano altre ragioni poco comprensibili sulla stampa in merito alle diverse espressioni di preferenza per il rinnovo della presidenza nazionale credo si sia fatto tanto rumore per nulla. La Calabria, come l’Italia intera, è sempre più stretta nella morsa della crisi. Per quanto ancora ci sarà da stringere i denti? E su cosa Reggio potrebbe puntare per risollevarsi dal collasso? La Calabria e la nostra provincia in particolare subiscono la morsa della crisi in maniera diversa dal resto della nazione perché paghiamo una atavica condizione di arretratezza che la politica degli ultimi anni ha contribuito ad incrementare. Negli ultimi tempi stanno emergendo difficoltà insormontabili per le nostre imprese messe definitivamente all’angolo da inefficienze della pubblica amministrazione che sono inconcepibili per una società moderna. La variabile tempo è diventata indeterminata sia se si tratta di ricevere gli incassi per lavori eseguiti, sia che si tratti di rilascio di autorizzazioni amministrative. Per non parlare delle banche che, in un quadro di quasi totale paralisi, hanno dei sistemi di calcolo dei rating che, a parità di altre condizioni, valutano negativamente persino l’ubicazione della sede dell’impresa nella provincia di Reggio Calabria. Detto questo, il futuro dei calabresi è come sempre nelle mani dei calabresi. Ma lo Stato italiano deve darci una mano migliorando il sistema dell’istruzione, regolando l’accesso al credito in modo da favorire l’impresa e rafforzando la pubblica amministrazione, che sono i nostri veri talloni d’Achille. Piazza Duomo cambia volto? ANTONIO CORMACI "Reggio bella e gentile" è il titolo di una grande raccolta fotografica promossa dall'Amministrazione Falcomatà poco prima della sua morte. Le tavole in essa presenti ritraggono una città che nel corso degli anni è mutata profondamente nella sua fisionomia, nel suo modo di rapportarsi alla cittadinanza. Certamente il mutamento più incisivo è stato quello della vecchia piazza Duomo, antico cuore della città che prima del sisma del 1908 era il centro della vita cittadina, il punto di ritrovo religioso e culturale, proprio davanti la grande cattedrale distrutta e completamente ricostruita. Ma con la distruzione della cattedrale, piazza Duomo ha perso quella che era la sua funzione originaria, diventando un luogo di transito e nel tempo ha assunto l'attuale fisionomia. Ma adesso si vuole tornare alle origini. Il Comune ha infatti indetto un concorso, derivato da un bando di dicembre, che ha attirato parecchia attenzione fornendo all'amministrazione comunale diversi progetti che hanno uno scopo comune: "isolare" la piazza dal resto del traffico cittadino, dandole l'originaria funzione di luogo di ritrovo e non di semplice e disordinato parcheggio. Non v'è dubbio che il progetto sia di quelli ambiziosi forse più genuini rispetto agli altri - tuttavia le PRIMA E DOPO riserve sono più che legittime: come può, infatti, una città come Reggio sostenere una così grave mutilazione di un punto di passaggio, oserei dire, fondamentale qual è quello di piazza Duomo? Non siamo certamente disabituati ai numerosi disagi legati al traffico quando arterie principali vengono chiuse. Pertanto ci si chiede come reagirebbe il confusionario traffico cittadino. È ovvio che questo è un progetto che deve necessariamente implicare misure complementari: è il caso della riqualificazione di piazza Garibaldi, di quel famosissimo parcheggio cavallo di battaglia di innumerevoli campagne elettorali. Costruire un parcheggio degno di tal nome significherebbe colmare le future lacune legate all'isolamento della piazza antistante la Cattedrale e far respirare anche il centro cittadino con significative limitazioni del flusso di traffico. Insomma quella di piazza Duomo è senz'altro una scelta d'immagine, una scelta giusta per sensibilità storica e culturale; tuttavia è una scelta scellerata se la si contestualizza con i disagi legati al traffico cittadino. Patologie funzionali a parte, il progetto ne presenta altre dal punto di vista economico: l'opera verrà finanziata dall'Amministrazione regionale e costerà quasi 1 milione e mezzo di euro (bruscolini rispetto al costo di un altro grande progetto, il già citato parcheggio di Piazza Garibaldi che costerà 8 milioni di euro). Tanta generosità da parte del governo Scopelliti è insolita per la città (fatta eccezione per il Reparto di emodinamica del Riuniti), pertanto non sono del tutto infondati i dubbi legati ad eventuali appalti un pò sospetti. La Calabria, in generale, non è nuova a determinate situazioni. Non ci resta che aspettare se il progetto vedrà la luce o se è solo una delle tante trovate pubblicitarie (dire elettorali mi sembra troppo) dell'Amministrazione Arena. DOMENICA 12 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 10 solo a metà del suo mandato, ma il giovane sindaco di Benestare, Rosario Rocca, è riuscito a cambiare già tante cose. Tanti i problemi ereditati, anche a causa di fondi pubblici spesi male: «Strade provinciali non percorribili - precisa il sindaco - reti idriche fatiscenti, associazioni culturali costrette ad autofinanziarsi, scuole praticamente abbandonate. Con l’inserimento della nostra amministrazione sono state avviate politiche innovative, abbiamo stabilizzato cinque lavoratori precari, e ottenuto numerosi finanziamenti, due dei quali sono stati revocati ingiustamente dalla giunta Scopelliti». Il comune di Benestare, grazie all’impegno di questa Amministrazione investirà, nei prossimi due anni, ingenti risorse per il rilancio del territorio: un milione di euro per far fronte al dissesto idrogeologico di un’ampia area del centro storico; 800 mila euro per la realizzazione di due campi da calcetto e di due centri di aggregazione giovanile; 150 mila euro saranno invece impiegati per realizzare un tratto significativo di rete fognaria a Belloro. E inoltre: «Riqualificheremo il centro storico – continua Rosario Rocca – e realizzeremo due percorsi naturalistici che andranno dalla collina, che ospita il paese, fino al torrente Careri. Abbiamo delle suggestive fontane antiche che non devono passare inosservate. Altri fondi saranno destinati alla creazione e al completamento di un centro polifunzionale, i cui lavori hanno avuto già inizio. Il centro, attraverso un ulteriore finanziamento, sarà destinato perlopiù all’attività teatrale che rappresenta una vera vocazione per il nostro paese. Strumenti che daranno ai nostri giovani un’alternativa alla strada, perché ogni ragazzo perso è per noi una sconfitta». È I Catoia in festa Un appuntamento che si svolge in concomitanza con la nota festa del Rosario. Va dal 29 settembre, giorno dedicato al patrono di benestare, San Michele Arcangelo, fino alla prima domenica di ottobre. È un suggestivo percorso enogastronomico ambientato nel centro storico, e organizzato per la prima volta dall’amministrazione di Rosario Rocca. È stato infatti il sindaco ad istituzionalizzarlo, grazie ad un documento presentato e approvato dal consiglio. Giornata della memoria civile Alla memoria civile delle vittime della mafia la nuova giunta ha dedicato una piazza, consegnata ai cittadini un anno fa. La posizione dell’infrastruttura è strategica, e voluta. Contigua alla scuola infatti, che è la prima agenzia di socializzazione ed educazione, vuole lanciare un messaggio forte ai giovani: la nuova storia di Benestare deve ripartire dai suoi bambini. Festeggiata negli anni scorsi il 1 gennaio, la giornata della memoria è stata ora fissata al 21 marzo, primo giorno di primavera. Sarà una fiaccolata a portare per le strade il prezioso messaggio. Festa dell’accoglienza Non ha una data fissa ma è molto importante per i cittadini di Benestare. Un passaggio obbligatorio per un comune che ospita tanti ragazzi extracomunitari. La festa è organizzata infatti con gli emigranti, ed è dedicata ai compaesani lontani e ai tanti amici stranieri, che si integrano, giorno per giorno, con la popolazione. Il progetto di accoglienza di minori stranieri non accompagnati ha permesso al sindaco, Rosario Rocca, di dare lavoro a dodici ragazzi benestaresi, grazie ai finanziamenti da parte del ministero dell’interno. Politiche sociali e occupazionali Ogni anno venti borse lavoro sono assegnate a giovani disoccupati, e si promuove un bando volto all’inclusione sociale e lavorativa della donna: categorie svantaggiate, vedove con figli, o donne con bassi redditi. Usando finanziamenti a specifica destinazione. E tante iniziative riguardano la legalità. Nell’ultimo consiglio, questa è cosa risaputa ormai, l’amministrazione Rocca ha apportato modifiche statutarie. Testualmente: “il comune di Benestare ripudia la ndrangheta ed ogni forma di criminalità organizzata, quali forme di oppressione della libertà individuale e collettiva, pertanto si costituisce parte civile in tutti i processi di mafia”. Il paese del gesso Il gesso è la specificità di questo comune aspromontano. La sua cava ha storicamente dato lavoro alle tante famiglie del comprensorio: «Vogliamo riattivare l’estrazione e la lavorazione mediante piani ecosostenibili – spiega il sindaco - La nostra amministrazione ha commissionato uno studio sulle tecniche tradizionali di estrazione, sulla lavorazione attraverso le carcamuse, nella prospettiva di una nuova cantieristica sostenibile del gesso. Nostra intenzione sarebbe intervenire sul centro storico, attraverso il recupero delle case sfitte, da adibire, poi, a progetti di ospitalità diffusa. Praticamente creare un classico paese-albergo». L’Amministrazione lavora assiduamente per dotare il territorio di strumenti che favoriscano la nascita di piccole attività produttive, e per trovare una risoluzione alla problematica della disoccupazione giovanile. Questo il sogno nel cassetto del giovane sindaco. Un modo per valorizzare le indiscutibili bellezze paesaggistiche, la cultura, i prodotti, le eccellenze che questo comune, per natura generosa e attenta, può già vantare. www.benestare.asmenet.it DOMENICA 12 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 13 Parlando di PRIMO PIANO Dietro lo scontro Giardina-Scopelliti Le parole non sono pietre RODERIGO DI CASTIGLIA fatto è questo. Nel corso del processo Meta il colonnello dei Ros, Valerio Giardina, richiesto dal Pm d’udienza, dr. Guseppe Lombardo, ha detto parole chiare e univoche sul modello Reggio e sul sostegno elettorale che l’ex sindaco di Reggio, attuale governatore Giuseppe Scopelliti, avrebbe ricevuto dalla famiglia De Stefano. Inoltre, lo Scopelliti, sempre secondo Giardina, avrebbe accordato qualche favore al Supremo, cioè a Condello, un pezzo da novanta nella mappa ndranghetista E per finire (?) : cinque pentiti confessano i contatti pericolosi del Governatore.. Come sapete, il colonnello Valerio Giardina è stato protagonista di azioni efficaci, dal punto di vista repressivo, contro la ‘ndrangheta, e protagonista dell’arresto del Supremo. Un ufficiale, perciò, ammirevole. Ma tutto questo non gli conferisce uno scudo che lo metta al riparo dalle critiche, dalle obiezioni, persino dalle accuse. Mi pare di poter così ragionare. La deposizione del Colonnello poggia su una infor- Il mativa nella quale tengono posto saldo le intercettazioni eseguite nel febbraio e nel luglio 2006. I contenuti delle intercettazioni, che non costituiscono in assoluto prova, devono essere provati così come l’impianto accusatorio, che su quelli poggia, del colonnello Valerio Giardina. Il quale- ma è solo un inciso- viene “promosso” con il trasferimento da Reggio a Locri. Fino a quando ciò non sarà, le cose da lui dette rientrano nel campo del notorio, e il notorio non è una categoria giuridica. Senza dimenticare, però, che il notorio può anche essere vero. Alla deposizione del colonnello Valerio Giardina il Governatore, sapendo che in giro non ci sono più camicie di forza, ha reagito come un forsennato. Primo tempo. Ha accusato il Colonnello di essere un suo antico persecutore, di raccontare fandonie, e, nella conferenza stampa di mercoledì 23 febbraio, rivolta ad amici, aficionados e parenti, di avere idea di darsi alla politica. Ciò che il Governatore dovrà dimostrare, rientrando anche il suo parlar scortese nella categoria del notorio. Secondo tempo. Il Presidente Scopelliti chiede il rinvio del Consiglio regionale, fissato per lunedì 20 febbraio, per impegni istituzionali. Ma si tratta di un pranzo a Milano con Berlusconi e Alfano. E chissà se il Governatore abbia avuto curiosità di chiedere al Capo supremo del Pdl come si cucina la bistecca alla milanese , e nient’altro. Viene accordato. Giovedì 23 febbraio, come concordano i capigruppo, il primo punto all’odg recherà le dichiarazioni del Governatore sul – chiamiamolo così - “Caso Giardina”. Contrordine. Parlerà solo di trasporti e infrastutture, tutto avendo già esposto nella conferenza stampa del 22 febbraio. Questa è la sua volontà. Non c’è dubbio che il Consiglio regionale è a sovranità limitata. Vuol dire che qualcuno ha consigliato al Governatore di mantenere il sangue freddo, come quello dei serpenti? Intanto che gli indignati di Destra e di Sinistra affollano i giornali con dichiarazioni furibonde e articolesse, noi vogliamo osservare che nella vicenda che vede l’un contro l’altro armati, il colonnello Valerio Giardina e il Governatore, ci sono delle stranezze, sfuggite ai più, anzi a tutti. La prima stranezza è che il Governatore venga chiamato in causa nel corso di un processo - il processo Meta - in cui non risponde né da imputato né da persona informata dei fatti. La seconda stranezza è che l’informativa dalla quale s’è dipartita la deposizione del colonnello Valerio Giardina, risale al 2007. Come mai si son fatti trascorrere tanti anni senza verificare da parte della Procura se quelle accuse erano vere o false? Con la conseguenza grave- grave per la Calabria - d’avere un Governatore, attinto dal sospetto di essere stato sostenuto nella sua ascesa dalla lobby affaristico- mafiosa che strozza Reggio. La terza stranezza è un’impressione. Questa. Che il processo Meta prosegua la guerra tra magistrati. Tra i magistrati che vogliono processare la ndrangheta attraverso i maxiprocessi e i magistrati, che, invece, vogliono processarla, famiglia ndranghetista dopo famiglia ndranghetista. Le dichiarazioni del colonnello Valerio Gaurdina sembrano dare ragione ai magistrati devoti della prima ricetta. Scopelliti, sotto questo profilo, fa riaffiorare la storia egli asini, che litigano, e dei barili, che ne levano la furia. Detto un po’ in italiano dialettale. FOCUS DI GIOACCHINO CRIACO Calabria, ring di un duello perenne ccuse gravissime, quelle pronunciate dal colonnello dei Carabinieri Valerio Giardina nei confronti del Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti. A far da tribuna alle parole dell’ufficiale, l’aula di giustizia nella quale si celebra il processo Meta. Giardina ha ripercorso le lunghe fasi delle indagini da lui dirette in una delle più importanti operazioni antimafia degli ultimi tempi, aventi a oggetto le cosche reggine. Il colonnello si è detto convinto del coinvolgimento di Scopelliti negli affari loschi della ndrangheta. Il Governatore ha risposto per le rime, parlando di apodittiche deduzioni personali che non hanno trovato sbocco nelle sedi giudiziarie. Chi dei due abbia ragione, pur essendo di importanza estrema, non rappresenta l’argomento A di questo articolo che vuole porre in evidenza gli scontri che animano la vita pubblica della regione lasciando il pubblico attonito. Il pubblico sono i calabresi che assistono impotenti a duelli ormai ché certo è che tutti hanno torto. Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla legalità afferma che serve un’antimafia concreta, dei fatti e non delle passerelle. La Musella di Riferimenti, pur non citata, si sente tirata in ballo e risponde con stizza elencando una sfilza di benemerenze certificate da una tempestiva lettera di stima del procuratore Giuseppe Lombardo. Cisterna, Mollace, Neri, Macrì sono stati impolverati da accuse di fonti certamente non al di sopra di ogni sospetto che la DDA ha Giardina vs Scopelliti; Lamberti Castronuovo contro Musella. Scontri in Procura, duelli in Questura. Tutti contro tutti e alla fine non importa chi ha ragione perché certo è che tutti hanno torto giornalieri. Giardina vs Scopelliti; Lamberti Castronuovo vs MusellaRiferimenti e poi scontri in Procura, duelli in Questura. Tutti contro tutti e alla fine non importa chi ha ragione per- utilizzato senza sconti agli illustri personaggi. Un capitano dei Carabinieri in carcere, Spadaro Tracuzzi, che accusa di pressioni un colonnello, Russo, e niente meno che Renato Cortese. E adesso lo scontro degli scontri si profila all’orizzonte: Pignatone lascia e sulla sua poltrona piombano candidature illustri. Già si affilano i coltelli di un duello che sarà all’ultimo sangue. E il sangue come al solito sarà quello di una Calabria ormai dissanguata, stremata da scontri istituzionali a ogni livello che producono solo confusione. Nel frattempo l’economia regionale è al collasso, così la sanità, la viabilità e l’immagine della Calabria assomiglia sempre più a un ologramma in coppola e lupara. Ecco, scontro dopo scontro i duellanti si elimineranno a vicenda e alla fine il cadavere eccellente sarà, inevitabilmente, la Calabria. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 12 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 13 Parlando di... Maltempo LOCRIDE. Sanità & dintorni Caulonia va alla guerra Sarà anche la guerra di Piero? (Campisi)? Ilario Ammendolia e Attilio Tucci passno in rassegna le lori truppe. Campisi, come è sua abitudine antica, sembra non dare segno di vita e. come l stelle di Cronin, sta a guardare. Infuria sul web la polemica bassa e meschina. GIOVANNI MAIOLO Che i candidati siano loro o meno , chiaro è che tre saranno i gruppi che si contenderanno la possibilità di amministrare Caulonia per i prossimi 5 anni: quello coalizzato attorno ad Ammendolia, quello di Tucci e quello di Campisi. Quest'ultimo, com'è tradizione, non dà molti segni di vita e si concede poco, ma tale attitudine personale in questa fase potrebbe anche giocare a suo favore, perché gli altri due sono ormai pronti alla guerra. Liliana Frascà e Attilio Tucci non si sono mai amati e quindi abbiamo visto scendere in campo la segretaria del Partito più o meno Democratico Caterina Belcastro a dare sostegno ad una ricandidatura di Ammendolia. La cosa ha fatto infuriare Tucci che, non ricoprendo più alcun ruolo alla provincia ha deciso di prendersi il comune ed ha lanciato la carta ormai abusata del ricambio generazionale. Ma prima di dare il via alla guerra vera e propria si passano in rassegna le truppe. Ammendolia può contare su buona parte dell'amministrazione uscente, Dimasi, Lia e Riccio. E avere Riccio dalla propria significa avere un cannoniere, visto il numero di preferenze ottenute alle ultime elezioni, soprattutto in quel di Caulonia Superiore. Ma Tucci non è da meno e oltre alla Roccisano schiera Cagliuso, altro bomber. Il problema è che Francesco Cagliuso ha voglia di fare il sindaco e la cosa sembra non IL PUNTO Litigi in casa Tucci. Cagliuso avanza la sua candidatura a sindaco e scompiglia le carte. E se alla fine Federica Loccisano volesse diventare la prima dama? andare giù a Tucci. Alla fine il nome di Federica Roccisano potrebbe essere quello della mediazione, ma è ancora tutto da vedere. Il silenzio di Campisi può mantenerlo (al momento) fuori dalla contesa e quindi alla lunga avvantaggiarlo anche se alcuni sostenitori, memori della mancata presentazione della lista alle scorse comunali, sudano freddo aspettando che lui batta un colpo. Temono che stando sempre in silenzio alla fine il sonno possa sopraffarlo. Nel frattempo, in attesa che si definiscano meglio gli schieramenti, il livello del dibattito politico, anche su internet, è osceno: i sostenitori di questo e di quello (Tucci in primis) sparano puttanate che nemmeno Borghezio. Tucci, intelligentemente, si astiene dallo scendere nell'insulsa mischia ma i suoi sgherri provvedono a fargli fare brutta figura con commenti il più delle volte offensivi (soprattutto per chi li scrive). E poi, noi che credevamo che la novità del XXI secolo l'avesse scoperta l'Udc, dobbiamo ricrederci perché viene fuori che esiste l'Idv a Caulonia. Nessuno se n'era accorto. Sarà che le sigle di taluni partiti vengono utilizzate quando si sente odore di campagna elettorale ma l'Idv vive davvero una realtà che non esiste e lo dimostra l'assurda proposta lanciata dal Commissario Provinciale che invita il Pd e il centro sinistra all'unità. Grandioso, rimetteteli insieme Tucci ed Ammendolia se ci riuscite! Intanto approfittiamo di queste colonne per lanciare una proposta concreta sulla quale ci piacerebbe conoscere l'opinione di Ammendolia, Campisi e Tucci, se volessero essere così gentili da risponderci. Caulonia Marina è un paese orribile, figlio della devastazione edilizia ed ambientale. E invece di continuare a cementificare il territorio si potrebbe optare per l'edilizia zero, per il recupero dell'esistente al fine di migliorarlo. Perché non vi impegnate, nei prossimi cinque anni, a fermare un'inutile espansione edilizia e ad investire su quella a impatto zero? IL DITO NELL’OCCHIO * LA DISCARICA DI CASIGNANA Risorsa o maledizione? apertura d'una discarica non rientra nel libero arbitrio del sindaco, della giunta, del consiglio comunale. Né a Casignana né altrove. È, viceversa, stabilita dal Governo, che individua i siti, autorizza e dà il via libera alla sua realizzazione. I sindaci possono accettare o ribellarsi: ma senza successo. Comunque, il sindaco di Casignana, dr. Pietro Crinò , commendevole sotto il profilo istituzionale, non s'oppose. Nacque la discarica, che, come tutte le discariche, è il demonio, e le fiamme infernali non si fecero attendere L' da parte dei difensori unici della salubrità del territorio. La cui arroganza è senza limiti. Non c'è sulle discariche e su questa discarica di Casignana che la loro verità, non bisognevole né di argomenti scientifici né di prove, come avviene per le dodici tavole di Mosè. E ci chiediamo non senza tremito se la linea di sviluppo dei nostri paesi debba dipendere da questi Aristoteli senza filosofia. I quali sembrava che un punto di vantaggio l'avessero conquistato con la confisca della discarica casignanese e gli arresti domiciliari del sindaco e dell'ing. Antonio Crinò, e altri. Gioia cinica di breve tempo. Con decisone recente del Gip il sindaco e il fratello sono tornati in piena libertà. E noi ci domandiamo se la detta discarica sia una risorsa o una maledizione. DOMENICA Non ci domandiamo, poiché questo è, se è stata la salvezza dei comuni viciniori e del comune di Reggio Calabria. Non c'è dubbio. La discarica di Casignana è una gran risorsa finanziaria per il comune. Utilizzata con grande respiro sociale dal Sindaco. Che ha assegnato ai giovani del luogo 400 borse di lavoro di 500 euro cadauna, e con borse di studio assiste gli studenti universitari di Casignana. E massici interventi sulla cultura, Quale sindaco può dire di aver fatto tanto, e di tanto pregiato? E, tuttavia, è scivolato agli arresti domicialiri. Il Vangelo aveva bisogno d'avere rinverdita la sua frase più spietata: fai pure del bene, ma ricordati che te ne verrà ingratitudine. Per abbondare, ci sono stati gli arresti domiciliari. Revocati, poi. 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 14 la Riviera In una terra, ferita recentemente da atti intimidatori, si scende in piazza per parlare di “Lavoro, sviluppo, legalità”. Caulonia e il Goel riconfermano con forza l’impegno nel contrasto alla ndrangheta e alle massonerie deviate Primo marzo a Caulonia L'Alleanza con la Locride e la Calabria torna nuovamente per le strade e nelle piazze per far sentire forte e decisa la propria voce. E sceglie proprio Caulonia, teatro del recente atto intimidatorio subito dal Gruppo Coperativo GOEL, per riconfermare l’impegno nel contrasto alla 'ndrangheta e alle massonerie deviate. La festa e manifestazione del "1 marzo", giunta ormai alla quinta edizione, torna, quindi, ad avere sede in Calabria. Ricordiamo che nel 2008 si tenne a Locri, nel 2009 a Crotone, nel 2010 a Reggio Emilia (spostandosi al nord, un anno su tre, in un territorio a forte infiltrazione mafiosa), nel 2011 a Villa San Giovanni. La scelta di Caulonia mette in evidenza le tante realtà positive che costruiscono una Calabria nuova, promettente, in un momento di grande crisi e difficoltà economica. Realtà che recentemente sono state fatte oggetto di una recrudescenza violenta della 'ndrangheta un po' in tutta la Calabria. Il tema “lavoro, sviluppo, legalità” mette all'ordine del giorno l'esigenza di coniugare la repressione al lavoro e allo sviluppo, non più elemosinato dall'alto, ma rivendicato come possibilità reale dalle centinaia di enti, cooperative, imprenditori, amministratori, che oggi in Calabria costruiscono l'alternativa giorno per giorno. Come ogni anno, la giornata verrà aperta con un segno di speranza. Alle ore 11.00, infatti, alla presenza delle autorità, della stampa e dei rappresentanti di enti ed organizzazioni locali e nazionali, GOEL inaugurerà solennemente il Ristorante Culturale multietnico in Contrada Carubara, a Caulonia, già danneggiato da un ordigno esploso la sera della vigilia di Capodanno. Il significato è chiaro: GOEL e i tantissimi Calabresi onesti continueranno decisi sulla strada del cambiamento. Alle ore 14.00 i partecipanti, radunatisi a Caulonia Superiore in piazza Bellavista, si muoveranno in corteo attraverso il centro storico con arrivo in piazza Mese, dove sarà allestito il palco ed una serie di stand espositivi di realtà locali e dell'Alleanza. Alle ore 15.00 inizieranno gli interventi dal palco, con saluti delle autorità locali e non, interventi degli ospiti, degli enti dell'Alleanza e del GOEL. Infine grande momento di festa con concerti, e momenti artistici di forte profilo sociale. Per informazioni: [email protected]. L'Alleanza con la Locride e la Calabria (www.goel.coop/alleanza) nasce nel 2008 ed è stata sottoscritta ad oggi da 748 Enti e 3179 Persone in Calabria e in tutta Italia. Si pone come obiettivo la libertà e la democrazia in Calabria opponendosi alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate tramite la partecipazione attiva e il mutualismo cooperativo ed economico. L’Alleanza sostiene, inoltre, gli sforzi nelle altre regioni d’Italia per contrastare i processi di infiltrazione di questi poteri di morte. Ogni anno il 1 Marzo l'Alleanza si ritrova in piazza a festeggiare e manifestare i propri intenti. Bovalino * La dura lettera di congedo di frate Renzo Quando un prete fa le valigie ANTONELLA ITALIANO Bovalino, domenica 19 febbraio 2012. Un messaggio, firmato dell’attuale parroco della Chiesa San Nicola di Bari, gira per la comunità. Lo riportiamo integralmente: “Grazie a Dio e a voi! Bella Calabria! Sempre ho detto a tutti che è la più bella regione d’Italia. Al termine di questa mia presenza, desidero ringraziare tutti. Le tante persone che hanno collaborato con affetto e sincerità, perpetuando la fede degli antenati e l’opera svolta dai sacerdoti, specie dal caro padre Costante...Un grazie speciale ai padri Consolaro, Ferraro e Pittarello, che hanno condiviso con me il servizio dimostrando tanta fraternità francescana. Il ringraziamento più grande, senza ombra di dubbio, va alle persone che mi hanno offeso, denigrato e accusato pure al vescovo, specie per aver io negato l’assoluzione nel sacramento della penitenza: non a noti mafiosi o a grandi peccatori, ma a persone semplici, anziane che non riconoscendo alcun peccato o giustificandosi, o non dimostrando pentimento, non possedevano le condizioni necessarie previste. Grazie! Per aver messo alla prova la mie fedeltà alla dottrina cattolica. Non loro, ma satana vorrebbe il contrario. Non lo posso fare. Se un domani lo facessi sappiate che sarei un traditore. Io non mi sono voluto al mondo e tornerò polvere. Quello che ho di prezioso l’ho ricevuto: l’anima, la fede, il sacerdozio. Come posso perderlo per compiacere umanamente?! Grazie a tutti perciò, perché tutto è gra- zia”. (frà Renzo Gobbi) Così, Padre Renzo, saluta la comunità che l’ha rifiutato, giudicato e condannato, costringendolo, dopo cinque mesi dall’arrivo, alla partenza. Il timbro a tutta la faccenda l’ha messo il vescovo Morosini. Che cosa è accaduto, dobbiamo domandarci, visto e considerato che sempre un alone di mistero accpompagna il tasferimento dei preti, e qui sarebbe il caso di dire la loro rimozione. Un sacerdote è, per definizione, la guida spirituale del paese, per ciò stesso non può stare alla retroguardia. Padre Renzo aveva questa consapevolezza. Voleva guidare il suo gregge, secondo una visione francescana delle cose, e questo non è piaciuto. Piacciono, viceversa, i preti compiacenti, i preti ubbidienti alle gerarchie ecclesiastiche, i preti permissivisti. Padre Renzo è un sacerdote tutto d’un pezzo. Ma non aveva fatto i conti con il passato, i costumi, le abitudini della Chiesa di Bovalino e dei suoi fedeli. Ritorna il vecchio parroco Don Giuseppe, il quale avrà sicuramente un gran da fare in questa parrocchia bovalinese. E che Dio la mandi buona. Siderno Sotto la pioggia in attesa dell’apertura dell’ufficio postale O gni tot giorni tocca a tutti il girone infernale del pagamento delle bollette. Alcune non si possono pagare dal tabacchino e le operazioni sul proprio conto corrente è necessario farle allo sportello. Per me la giornata è il 16, quando arriva la pensione e tocca lasciarne più di metà in tasse, bollette e finanziarie. Quel giorno pioveva, non forte, ma pioveva. Si correva il rischio di inzupparsi e bagnare tutti i documenti. E visto che bisogna essere lì fin dalle sette e mezza, che sia pioggerellina o una breve spruzzata, prendersela per un'ora di fila, non è piacevole. Pazienza per me, ma per i pensionati che si erano riuniti come un gruppetto di gatti bagnati sotto un cornicione di un palazzetto vicino? E le signore? Se pur anziane ci tengono a non rovinarsi i capelli e gli abiti, e poi, perché dovrebbero? Perché tutto deve diventare complicato, anche svolgere i propri doveri pagando le tasse? Basterebbe una pensilina, come ce l'ha la fermata del bus poco distante, per riparare vecchi e giovani dall'acqua in attesa dell'apertura dell'ufficio postale. A dirla con Palazzeschi “chissà se nemmeno ce l'ha, una grande città”. Ma costruirla sarebbe un gesto di affetto nei confronti soprattutto dei più anziani, che lo gradirebbero molto. Con le loro chiacchiere la mattina presto in attesa dell'apertura della posta, rinverdiscono i tempi della Siderno passata e ci fanno sentire il polso dell'umore rispetto alle manovre governative. Una pensilina raccoglie, stringe, riscalda, favorisce le chiacchiere, le discussioni, il confronto. Fa sentire più vicini e accomuna. Una pensilina soltanto. Lidia Zitara Nasce l'Unione Wedding Planner Italia Si è formalmente costituita a Milano, presso la redazione di White Sposa, il 22 febbraio 2012, l'Unione WPI (Wedding Planner Italia), prima associazione di categoria aderente alla Confcommercio di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni, il settore del wedding ha vissuto una crescita esponenziale e l'evento matrimonio ha acquisito, accanto alla tradizionale dimensione famigliare, una dimensione sociale e pubblica sempre più rilevante. Da qui il coinvolgimento crescente di professionisti e lo svilupparsi, anche nel nostro Paese, della figura del wedding planner o organizzatore di matrimoni. L'Unione WPI nasce dalla volontà di definire la figura del Wedding Planner e di regolamentarne la posizione, a beneficio degli stessi professionisti e delle coppie di sposi affinché questi possano avere interlocutori onesti e preparati a svolgere il delicato compito che viene loro affidato. Nello statuto la definizione: “si definisce Wedding Planner la persona che svolge attività di consulenza per la regia completa di un matrimonio ed è presente il giorno del matrimonio stesso. Le attività prevalenti di un Wedding Planner sono progettazione, ideazione e creazione di un evento. Non si può definire Wedding Planner la persona che fornisca esclusivamente servizi parziali e che non sia presente il giorno del matrimonio” La fondazione dell'Unione WPI è avvenuta alla presenza di 15 Agenzie provenienti da tutta Italia ed il Presidente, eletto all'unanimità, è il pesarese Stefano Pinto, di 360° Wedding Planner. Una squadra tutta “rosa” compone lo staff di presidenza: vicepresidente vicario è Ilaria Badalotti, vicepresidenti sono Simona Failli e Stefania Severino. Come previsto nel programma di presidenza sono state costituite varie Commissioni di lavoro per la migliore operatività dell'Unione WPI ed il massimo coinvolgimento degli aderenti. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 15 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 16 Fiori al Wedding di questa settimana, ma non solo. Bomboniere, segnaposto, decorazioni e i consigli di Angela Crupi. Un viaggio che inizia di buon mattino da casa degli sposi; perché è lì che, salutati dall’emozione di mamme e papà, le future mogli e i futuri mariti faranno gli ultimi scatti fotografici da “figli”, per antico, verde, e giallo richiamerà la Pasqua e la luce di giardini e paesaggi, finalmente liberi dai grigiori dei mesi freddi. Per l’estate si consigliano colori tenui come salmone, turchese, verde acqua, rosa e argento; mentre in autunno le tonalità del marrone si rifaranno alle nuove vesti di boschi e piante, con quell’accezione viva che portano alle compo- Il riso, augurio di benessere Il riso sarà portato in chiesa, decorato anch’esso con temi floreali, e posto in comodi sacchetti, coni, e forme varie. Un omaggio gratuito di Angela Crupi per la famiglia nascente. Il lancio del riso agli sposi sul sagrato della chiesa, o scrivere le nuove pagine della loro vita. Spose, non siate ansiose per questo, agli ambienti e alle giuste decorazioni floreali penseranno gli esperti, una presenza costante nel percorso del matrimonio, la vostra sicurezza! Scegliere il tema, e affidarsi agli esperti Cosa piace alla sposa? Qual è lo stile del matrimonio: country, elegante, classico? Queste le prime domande che Angela Crupi rivolge alle sue clienti, poi con professionalità e competenza indirizza sui dettagli: il tipo di fiori, i posti in cui devono essere sistemati, i colori del momento, quest’anno rosa antico, verde e turchese per esempio. Non tutti i fiori e i colori sono indicati nei contesti scelti per il matrimonio. D’altronde il fiore è il re della festa, non rischiate di farlo passare in secondo piano con scelte avventate. In una chiesa grande, infatti, un colore troppo chiaro rischia di dissolversi, per contro le tonalità accese riempiono gli ambienti, soprattutto se intonate con gli affreschi presenti in navata. Si consigliano fiori bianchi con tessuti e nastri colorati. Importante è scegliere il tema, che sarà poi ritrovato in ogni dettaglio. Un colore per ogni stagione Non temete se amate dei fiori fuori stagioni, Angela Crupi ve li farà avere. Ciò che si deve scegliere con cura è il colore, ricordando che ogni stagione ha il suo. In inverno spazio al candore della neve e alla stravaganza leggera delle piume, ma in un bel contesto di rosso o arancio. In primavera il calore di rosa Bomboniera, la prima scelta in coppia Porcellana, ceramica, vetro soffiato, spesso argento, Angela Crupi consiglia confezioni Rdm e Ad e le linee bomboniere Wald, Solara, Mara Bruni, Anna De Luna. Gli sposi, contrariamente a quanto avviene per i fiori (dove è la sizioni i colori rame, brunito, verde scuro, dorato e viola. I fiori, presenza discreta e costante Di buon mattino i parenti degli sposi ritirano le composizioni per decorare le case: una va posta in camera da letto ed una in soggiorno o in cucina, accanto al buffet di dolci. In base al tema scelto per il matrimonio, le composizioni potranno essere a specchio, a sfera o pendenti. Angela Crupi fornirà anche piante in prestito per decorare gli ingressi e le scale. Grande attenzione, inutile dirlo, va dedicata alla scelta del bouquet della sposa, a quelli delle damigelle, e ai fiori all’occhiello. Ma lo sguardo di tutti sarà puntato su di lui, l’ultimo dono del fidanzato (perché presto futuro marito, lo precisiamo): il bouquet dello sposo. “Lui” deve essere perfetto e romantico, come vuole la tradizione, per questo affidatevi al gusto di persone competenti. Angela Crupi creerà la perfetta sinergia tra questi fiori e quelli che decoreranno altare, mensa, e banchi. E, a parte le decorazioni all’ingresso della chiesa, piante anche fuori, come sfiziosi alberelli a palloncino. Il ristorante, invece, allestito il giorno prima, avrà composizioni sui tavoli degli invitati, fiori per segnaposto, ringraziamenti, e fiori nelle martingale delle sedie. Diciamolo pure, i fiori sono una parte importantissima nella buona riuscita del matrimonio. Sarà perché danno personalità all’evento, sarà perché decretano in parte lo stile… quando arriva il momento di sceglierli si entra nel panico! Tra gli sposi che vogliono strangolare il fiorista e quest’ultimo che vuole regalargli fiori di loto pur di non sentirli più, non si sa mai da dove iniziare. Una volta scelto il fiorista, non perché si tratta di “quello di fiducia”, ma perché è un rinomato allestitore floreale per eventi, possiamo seguire alcuni punti ben precisi: stagione, stile, budget a disposizione. Sfatiamo l’idea che i fiori della chiesa debbano essere obbligatoriamente uguali a quelli del ricevimento, nessuna legge della costituzione obbliga ciò! Se non è il vostro fiore preferito scegliete qualcosa di diverso dalla classica rosa, la natura ci regala tantissimi tipi di fiori e quindi approfittiamone! Evitate chiese troppo piene, risulterebbero grottesche, bisogna equilibrare l’allestimento in base alle proporzioni della stessa andando a lavorare solo i punti vuoti che lo richiedono. Scegliete il bouquet in base alla vostra corporatura e allo stile dell’abito, non è bello vedere una sposi- all’uscita dalla sala comunale, è un vero e proprio rituale. Il significato è l’augurio di benessere e abbondanza che parenti ed amici fanno alla nuova famiglia che si è appena formata. La confettata in tono con il tema della cerimonia La confettata è una tradizione radicata nel nostro paese. Caduta in disuso, oggi torna di moda rivisitata e trasformata in un momento di esperienza sensoriale grazie alla varietà di gusti infinita. Così i confetti, da sempre protagonisti del matrimonio, assumono un ruolo ancora più importante. Due elementi sono importanti: i confetti della migliore qualità (classici alla mandorla e dai gusti più curiosi ed eccentrici) e le alzate in vetro o piatti in argento o sacchi di stoffa che li decorano. La confettata è disposta solitamente all’entrata della location, accanto al tavolo degli sposi, o accanto al buffet di dolci. Una vera tentazione per i bambini, e forse, non solo per loro. donna ad occuparsene), all’appuntamento con le bomboniere arrivano insieme. Individuato l’oggetto pongono grande cura alla confezione, anch’essa va di pari passo col tema della cerimonia, e i fiori, affiancati ai tessuti di lino, raso, taffetà, pizzo, diventano graziosi ricordi da conservare, in bella mostra sulle vetrerie. Sul numero di confetti qualche dubbio ancora c’è, ma l’importante è che siano dispari! Agli sposi Angela Crupi dedica tutto l’impegno necessario affinchè il risultato sia eccellente ed emozionante. Tutte le fasi sono importanti, ogni dettaglio è prezioso. La magia del risultato finale dipende dalle piccole cose. Anche la vita, del resto, è così. na non troppo alta che porta un bouquet che tocca terra… per grandi allestimenti scegliete sempre e solo fiori di stagione: durano di più e costano meno! Non c’è cosa più bella che sedersi al tavolo con una mise en place curata nei dettagli, oltre al palato anche la vista deve trovarvi godimento. Bandite le vecchie e tristi ciotoline con quattro fiori, si può sempre spendere poco ingegnandosi! C’è chi dice che si può andare dal fiorista anche due mesi prima, noi preferiamo che il flower designer venga interpellato una volta deciso il progetto, quindi anche sei mesi prima! Per il 2012 mettiamo da parte le sfere e riprendiamo allestimenti dallo stile bubolico e romantico, date spazio alla fantasia e usate fiori che vanno dall’ortensia, all’orchidea, il lisiantus, i tulipani e riscoprite i graziosi anemoni e ranuncoli. Lasciamo agli agriturismi e alle sagre di paese i girasoli che, pur sempre belli, danno un tocco troppo country! DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 17 A proposito di... JOLE FIGLIOMENI IN ESCLUSIVA “ Ho l'impressione che le amministrazioni calabresi stiano agendo sull'onda della paura. Non le vedo libere, sembrano assoggetate piscologicamente Su Ritorto la migliore cosa è tacere: dice bene mio padre» IN EVIDENZA «Io ho rispetto dell'istituzione, per questo mi permetto di esprimere una mia modesta opinione dicendo che l'automatismo svilisce lo strumento di costituzione di parte civile, nel momento in cui diventa un automatismo costituirsi o no, non fa più alcuna differenza. Detto questo é chiaro ed evidente che la costituzione contro mio padre la trovo molto preoccupante per chi l'ha fatta.» città. C. Secondo te l'attuale consiglio comunale di Siderno si è costituito parte civiC. Il comune di Siderno si è costituito le nel processo Congiusta perché il preparte civile contro Alessandro cedente governo non si è costituito? F. Non credo per questo. Ho l'impresFigliomeni, tuo padre. F. Si. Voglio solo ricordare che nella sione invece che non solo l'amministraprecedente maggioranza non c'era nes- zione di Siderno ma tutte le amminisuno che voleva la costituzione di parte strazioni calabresi stiano agendo sulcivile nel Processo Congiusta. Il sindaco l'onda della paura. di Siderno si è costituito poi come C. Quindi le amministrazioni comunali calabresi non sono libere? Associazione dei Comuni. C. Figliomeni come uomo ha votato per F. Secondo me no. C. Una intimidazione psicologica? la Costituzione di parte civile? F. Assolutamente. F. Si l'ha fatto. C. Quindi Alessandro Figliomeni l'ha C. Un sindaco vale se si costituisce parte civile? considerata una cosa giusta? F. Certo. La costituzione di parte civile F. Questo è il concetto che sta passando, è uno strumento importante e può rap- ma non va bene. C. Da cittadina Sidernese, presentare un modo in più per esprimere con forza dei L’INTERVISTA da chi vorresti essere principi che comunque dovremmo amministrata tra Ritorto, Panetta o Cherubino? esprimere ogni giorno. Io ho rispetto dell'istituzione, per que- F. Panetta. sto mi permetto di esprimere una mia C. Come mai? modesta opinione dicendo che l'auto- F. Penso che sia il meno peggio. Ha più matismo svilisce lo strumento di costitu- esperienza, più rigore. Fra i tre pur non zione di parte civile, nel momento in cui condividendo le posizioni politiche, vordiventa un automatismo costituirsi o rei essere amministrata da Mimmo no, non fa più alcuna differenza. Detto Panetta e non dagli altri due. questo é chiaro ed evidente che la costi- C. E l’attuale sindaco? tuzione contro mio padre la trovo F. Secondo me non ha le caratteristiche molto preoccupante per chi l'ha fatta. Si giuste. assumeranno le responsabilità. Chi C. Ma tu vuoi bene a Riccardo Ritorto? conosce mio padre sa il cuore che ci ha F. Riccardo Ritorto preferirei non commesso e i sacrifici che ha fatto per la mentarlo, perché mio padre mi ha insePASQUINO CRUPI MATTEO RASCHELLÀ gnato una cosa: se puoi dire qualcosa di buono su qualcuno dilla, altrimenti taci. C. Quindi tu taci? F. Si. C. Per il riscatto di Siderno condurresti una battaglia da candidata? F. Si la condurrei perché abbiamo tante risorse giovani in grado di portare significativi contributi ad una cittadina, comunità e territorio che mai come oggi ha sete di riscatto, di orgoglio e di dignità. Ci tengo a precisare un fatto importante, io in un consiglio comunale stavo per votare contro la mia maggioranza per una questione di principio. C. Cioè? F. Avevamo proposto una rivisitazione di uno strumento statutario e di fronte a delle proposte dell'integrazione della minoranza, che io non condividevo perché le ritenevo tautologiche e insignificanti. Poi, sono stata richiamata dal sindaco (mio padre) e dalla maggioranza e l'ho fatto per spirito di democrazia e di squadra. C.Ma la Calabria è considerata da più e dai più sapienti una terra di altissime problematiche criminali. F.Si, ma credo che sarebbe più esatto dire sociologiche. La Calabria e la Locride in particolare avrebbero bisogno a breve termine di un sociologo di fama internazionale. P. Che significa? F. Ci pensi direttore, ci pensi. Tra Ritorto, Panetta e Cherubino, Panetta è il meno peggio. Ha più esperienza, più rigore. Pur non condividendo le posizioni politiche, come cittadina vorrei essere amministrata da Mimmo Panetta e non dagli altri due DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 18 la Riviera L’EDITORIALE di ERCOLE MACRI Il sorriso sdentato di Siderno accaduto pochi giorni fa, esattamente lunedì 13 febbraio. Siamo nell’aula del Consiglio comunale di Siderno. Il Civico consesso è aperto. Rimbomba la voce del presidente. Udite, udite: lo stato municipale della città contro Alessandro Figliomeni. Ovvero contro l’ex sindaco nato a Siderno il 13 giugno 1955. 57 anni. Imputazione. Mafia. In attesa di giudizio nel carcere di massima sicurezza di Parma da più di un anno. Presiede il dottor Vincenzo Mollica, già assessore in precedenti governi di centrodestra, sindacature Figliomeni 1 e 2 comprese. In Consiglio siedono nella loro veste istituzionale anche altri protagonisti della scorsa legislatura, che a suo tempo hanno votato o fatto votare no, ripeto no, alla costituzione di parte civile del Comune nel Processo relativo all’assassinio di Gianluca Congiusta. Il 13 febbraio si vota per alzata di mano. Risultato: 16 a 0. Tutti contro Alessandro il Santista. Unanimità. Da maggioranza e opposizione un unico verdetto: «Attraverso la costituzione di parte civile la nostra città deve recuperare il danno d’immagine subito ed essere per questo risarcita ». C...! direbbe a questo punto il Comandante De Falco, c...! debbono aver detto a questo punto dentro di sé i nostri 16 eroi. Ora i sidernesi e tutta l’opinione pubblica della Locride possono stare tranquilli. Perché la costituzione di parte civile sarà pure un elemento che alza l’audience, ma è un elemento utile (giustissimo, non sono certo contro il provvedimento) affinché in sede processuale le cose vengano fatte con il massimo impegno. Attraverso questo atto i rappresentanti del popolo sovrano di Siderno mirano a cancellare ogni minimo dubbio sulla loro sete di giustizia attraverso la più puntigliosa attenzione sull’accertamento della verità processuale che conduca a un verdetto di colpevolezza (o di assoluzione, perché no, non sono mica forcaioli a prescindere). In quella vigilia di San Valentino, data che ricorda amori e orrori, non è stato manifestato odio verso Figliomeni. No. Siderno ha solo voluto riacquistare peso, rispetto e fors’anche l’onore perduto. Per cui oggi e ancor più domani potrà guardare negli occhi, senza abbassare lo sguardo, chi ha amato per anni. Succede nelle migliori storie. Ma la Calabria, la Locride, Siderno possono continuare a nutrirsi solo di E’ DOMENICA colpevolezze e innocenze, di 41 bis, scadenza di termini e confische? Siderno, sì Siderno la dinamica, sempre diversa dagli altri nel comprensorio, può continuare a non avere un progetto di sviluppo serio? E può continuare a pensare che la crescita sociale, la creazione di ricchezza e i nuovi posti di lavoro scaturiranno da un numero sempre più elevato di gazzelle che illuminano di blu le sue notti di arresti? Per non cadere nello squallore del lanternino, senza accanirci, andiamo avanti con ordine utilizzando tre Simboli. Primo, il simbolo dell’anarchia. Una zona di espansione residenziale come la Pellegrina che va avanti senza concessioni edilizie, ormai piena di ecomostri non finiti e con i proprietari che massacrano possibili crescite urbanistiche esemplari con un’anarchia da Cityville Secondo, il simbolo di una vocazione. Una villa comunale, cuore e polmone della città, piena di topi per l’incuria e l’abbandono che la connotano, prigioniera in una gabbia. Terzo, il simbolo della decadenza. Testimone un albero di Natale triste già alla vigilia come nel giorno dell’Epifania. Posto proprio lì, al centro della piazza principale, naufragata anch’essa nella oceanica decadenza del baricentro della Locride. Siderno appunto, capitale economica e faro della Locride, come l’hanno definita (semplifico molto) da queste pagine rispettivamente Franco Guglielmelli e Pasquino Crupi, non si confronta più con le sue scuole di formazione, con i suoi commercianti, con gli imprenditori. Non investe e non attrae investimenti. Siderno non sorride più, e quando lo fa si mostra sdendata. Irriconoscibile, soprattutto per colpa di una classe politica mediocre impegnata a litigare per accaparrarsi alte e future poltrone spacciando legalità. No. Siderno non può più barattare la sua natura di luogo del mondo più che di questa Calabria, figlia di una civiltà che, grazie a Dio, sa distinguere contorni e primi piatti. Di un Paese che convive anch’esso con la sua muffa, ma che non fa di essa la materia prima del suo brodo. Stuprata da guardie e da ladri, Siderno potrà mai spazzare via la sua decadenza solo con code di paglia e trovare nuova luce con quattro pali in più fissati per l’illuminazione della festa patronale? Avvolta nei luoghi comuni, intrisa nella banalità, immersa nella pochezza, ripete al vento di procedere veloce. Ma in verità non sta andando da nessuna parte. 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 19 La www.larivieraonline.com gerenza [email protected] [email protected] Tel 0964/383478 la Riviera Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri COLLABORATORI Direttore responsabile P ASQUINO C RUPI Direttore Editoriale E RCOLE M ACRÌ In redazione: M ARIA E LENA F ILIPPONE, MATTEO R ASCHELLÀ, DOMENICO M ACRÌ, ANTONIO T ASSONE, MARIA G IOVANNA C OGLIANDRO, A NTONELLA I TALIANO Editorialista: G IOACCHINO C RIACO Art Director: P AOLA D ’ ORSA Impaginazione: E UGENIO F IMOGNARI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Ruggero Brizzi, Benjamin Boson, Nik Spatari, Angelo Letizia, Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio, Mario Labate, Franco Crinò, Marco Andronaco, Isabella Galimi ,Maria Teresa D’Agostino, Giovanna Mangano, Lettere, note e schermaglie C’È POSTA PER NOI KAPPADUE di RUGGERO CALVANO Pronti per il costume inverno volge al termine e da noi dopo le bizze di marzo si andrà velocemente verso il caldo. Voi quest'anno rischiate di avere un vantaggio, arrivando alla prova costume estiva tonici e magri. Lo sapete perché, non fate finta. Ormai vi state avvicinando a grandi passi verso la Grecia e loro, i greci, sono già magri fin da adesso. Miracolo? No, ci hanno pensato i tedeschi, e la grassoccia cancelliera teutonica ha in mente di rifilarvi la stessa dieta. Non vi scervellate, non è quella dissociata o quella che riduce i carboidrati, nemmeno è un aumento dell'attività fisica che è anzi pressoché abolita. Niente cibo, molto semplicemente vi metteranno a stecchetto. E non fate finta di non saperne nulla, anche se impegnati tra carnevali e san Remo un'occhiata ai tg l'avrete data, no? L'Europa, la Merkel sostanzialmente, ha chiesto e continua a chiedere tanti di quei sacrifici ai fratelli ellenici, che a furia di tirar la cinghia non riescono a mettere in tavola altro che patate e pasta scondita. Avete capito bene. Quello che fino a L' qualche mese fa si riteneva impensabile per un paese occidentale si è verificato, penuria di cibo. Carenze alimentari. I bambini, nelle scuole e negli asili, iniziano ad avere sintomi di carenze nutrizionali. Quello che pensavate voi, e cioè che la crisi al massimo avrebbe portato a un taglio negli eccessi del benessere, è una pia illusione. I tedeschi oggi affamano i fratelli greci e domani affameranno voi. E' una vendetta barbara, anzi una vendetta dei barbari. Le popolazioni nate dalle civilizzazioni greche e romane, attuano a secoli di distanza una vendetta storica. Ribaltano la storia e vogliono mettere voi nelle capanne nelle quali i vostri antenati li costringevano un tempo. Ed è inutile piagnucolare, i celti sono cuori duri e non vi daranno da mangiare. E non riponete in noi le vostre speranze, sono anni che dico di prendere le zappe. Da noi, in Aspromonte, già fanno capolino le fave, i piselli, il grano e tante altre buone piante. E mi dispiace dirvelo, ma l'unica vostra speranza sarà che sia annata di ghiande, solo così potrete cuocervi il pane nero di un tempo. Antonio Caridi a "la Riviera": Mi complimento per l'azzeccata scelta di dedicare ampio spazio alle storie di giovani imprenditori Calabresi Egr. Direttore, intendo vivamente compiacermi per l'azzeccata scelta di dedicare ampio spazio alle storie significative di alcuni giovani imprenditori che vivono ed operano in Calabria, specificatamente nella Locride. Si tratta, come egregiamente ha fatto intendere l'estensore dell'articolo, di esempi da imitare, di idee da sostenere, progetti da coltivare per non disperdere un patrimonio, di risorse umane e culturali, che può costituire un volano sul quale edificare il rilancio e la ripresa dell'economia regionale e (perché no?) il riscatto sociale della Calabria. Come Assessore Regionale ho, da subito, creduto fortemente nel ruolo dei giovani, nella loro capacità di acquisire LA COPERTINA DE “LA RIVIERA” DEL 19-02-2012 DEDICATA DA NOI AD ALCUNI GIOVANI IMPRENDITORI DELLA LOCRIDE una formazione culturale in grado di dare loro consapevolezza della funzione economica ed etico-sociale dell'impresa. Non vi è dubbio che i nostri giovani sono costretti a scontare un gap fatto di ataviche incrostazioni, ma sono altrettanto certo, per convinzione personale e formazione politica, che i nostri giovani possiedano piena ed incondizionata capacità di approfondire la conoscenza legata alle problematiche economiche, politiche, sociali, tecniche ed aziendali nonché di applicare, in termini di impegno quotidiano, questa crescita professionale arricchita da valori fondamentali come la libera iniziativa e la cultura d'impresa. In questa ottica plaudo all'iniziativa de “La Riviera” che invito a proseguire su questa strada orientata a sensibilizzare opportunamente la classe politica, le istituzioni ai vari livelli, la stessa società civile, stimolando riflessioni e conseguenti assunzioni di responsabilità rispetto alle iniziative da intraprendere per favorire un reale sviluppo della Calabria. Nella mia qualità di componente del governo regionale, titolare della delega alle Attività Produttive, ho cercato di privilegiare il rapporto con una classe imprenditoriale giovane che in Calabria sta lavorando in modo egregio, riuscendo a sfatare vecchi stereotipi ormai superati. Anche per questo sono stato stimolato ad attivare azioni concrete ispirate ad una concezione innovativa tendente a non generare mera attivazione di spesa pubblica ma che, invece, punta a scardinare le classiche logiche della finanza agevolata, che hanno spesso prodotto effetti distorsivi sul sistema economico regionale sostenendo iniziative che nel lungo termine non sono state in grado di permanere sul mercato. I nostri obiettivi, per espressa volontà e per coerenza di visione politica, sempre condivisi con il tavolo del partenariato economico, puntano all'attivazione di azioni che possano creare reali condizioni di sviluppo e produttività in un'ottica di sostenibilità economica e di valorizzazione delle risorse disponibili (umane, culturali, naturali ecc.). Per tutte queste ragioni “La Riviera” mi troverà sempre presente e disponibile in questa battaglia a difesa dei calabresi che vogliono continuare a vivere ed operare nella loro terra. Cordialmente, Antonio Caridi Non voglio essere scortese e credo di non essere scortese se all'apprezzamento dell'assessore Antonio Caridi, replico che noi non operiamo per ricevere apprezzammenti. Che, comunque, fanno sempre bene. E dei quali ringrazio. La nostra è azione meridionalista , al di fuori dela Destra e della Sinistra, tutte e due governative, quindi tutte e due contro il Mezzogiorno e la Calabria. Mi pare, poi, di potere intendere che l'assessore Antonio Caridi è inteso a sostenere le iniziative della meglio gioventù della Locride. Si può fare un convegno non di chiacchiere. Potremo parlare anche dell'altimetria prefettizia, cioè della dottrina secondo la quale sopra i 300 metri dal livello del mare la meglio gioventù è mafiosa. Legalità e “ballo delle vanità” PINO ROTTA uo t i d i a n a m e n t e Q bombardati dalle polemiche e contropolemiche sulla legalità, sulla malapolitica, sul degrado cittadino, perdiamo di vista quella che forse è la radice della questione morale di questa città (che da venti anni è abbastanza diffusa in tutta l'Italia): le miserie della piccola borghesia! Detta così potrebbe sembrare il richiamo ad un vecchio film di Luis Buñuel e forse rivedere il fascino discreto della borghesia non farebbe male. Magari in un corso di alfabetizzazione per adulti non ai ragazzi delle scuole. Il punto è che l'illegalità e la collusione con la criminalità non sono affatto temi da propinare nei convegni o incontri scolastici, semmai sono la domanda che si impone quotidianamente ad ognuno di noi nelle relazioni sociali, nell'attività di lavoro, nella ricerca del lavoro, nel rapporto con le istituzioni, nella partecipazione politica o nel rifiuto a partecipare. Perchè è la borghesia ad essere il nodo centrale del problema? Non per un discorso classista, ormai economicamente anacro- nistico, ma perchè chi appartiene a questo ceto sociale (cioè circa il 60% della società!) ha i mezzi per fare delle scelte, può decidere da che parte stare e da che parte guardare. Un disoccupato o un operaio ha lo stesso dovere morale ma non sempre ha la possibilità e la forza di scegliere. Ormai da anni sono abituato all'ironia di molti amici quando, alla proposta di andare a cena in un ristorante "noto" per essere appartenente a mafiosi, al mio gentile ma definitivo rifiuto con sarcasmo si schermano sul "sono tutti così, che fai ti chiudi in casa?". In verità non frequento DOMENICA molto i locali reggini, ma il punto è che impatto ha sulla convivenza civile la frase "sono tutti così, che fai ti chiudi in casa?". Rinunciare ad un locale alla moda, rinunciare a fare affari con personaggi discutibili, non legittimare con il nostro voto politicanti di basso livello morale è possibile. Si deve scegliere, e la borghesia può scegliere, può farlo perchè ne ha le possibilità economiche ma soprattutto può farlo perchè conosce la realtà sociale. Città come Reggio Calabria sono ancora dei "grossi paesotti" in cui il controllo sociale è ancora presente e le notizie si intrecciano e 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia, Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola, Sara Caccamo. Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. 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Sede legale - Via dei Tigli, 27 - 89048 Siderno (RC) 0964383478 ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane VENT’ANNI DOPO QUESTIONE MORALE, LETTERA MORTA RISPONDE il direttore C’È’ ANCHE LA BUONA SANITÀ’ SAVERIO ZAVETTIERI Nel ventunesimo secolo c' è ancora chi cerca di violare la libertà di parola e di giudizio personale MARIA CLARA PEZZANO distanza di venti anni dall'inizio di Mani Pulite non si può non registrare il fallimento di quella che, dietro il paravento di una falsa rivoluzione mediatico giudiziaria, non è stata altro che una mera operazione politica rivolta ad eliminare selettivamente i partiti di governo della I Repubblica e le sue leadership. In questa stagione politica inopinatamente chiamata Seconda Repubblica sono rimaste disattese tutte le premesse e gli obiettivi di risanamento e di cambiamento economico sociale e democratico ed è rimasta lettera morta la tanto decantata questione morale e la lotta alla corruzione. Infatti, proprio l'altra settimana, la Corte dei Conti denuncia il dilagare della corruzione che ha raggiunto livelli insopportabili, pur guardandosi bene dall'individuare tra le caus, che la determinano, il venir meno dei controlli da parte degli organi preposti, a partire dalla magistratura penale, civile e contabile la cui inefficacia ha favorito l'affermarsi di modelli di commistione e gestione della cosa pubblica fuori da ogni norma di legge. Il Parlamento in tutti questi anni è rimasto a guardare privo di forza propria e di rappresentanza dagli interessi generali, ostaggio dei poteri esterni e sommersi che in assenza di politica e di partiti veri hanno imposto le loro regole. E' arrivato il momento che si dia mandato ad una nuova Assemblea costituente per dare corpo ad un nuovo assetto per avvio una nuova Repubblica. A camminano continuamente. Eppure, nel migliore dei casi, si sceglie di non scegliere. Lo fa il politico di sinistra, di centro e di destra, lo fanno i preti nelle parrocchie, lo fanno i commercianti, i professionisti. Lo fa la maggior parte della società. Poi quando un nome noto appare sulle cronache giudiziarie ecco che inizia la canea dei commenti e delle polemiche, inutili se non fuorvianti rispetto al cuore della questione. Difendiamo con tutte le nostre forze il giornalismo d'inchiesta, quello che entra nelle questioni giudiziarie e racconta i particolari della realtà criminale. Ma per rifiutare la collusione, o anche solo la responsabilità dell'indifferenza, è necessario prendere posizione nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni sociali, istituzionali ed economiche di tutti i giorni. Caro direttore, in genere sulla stampa nazionale e locale, si mette in risalto la mala sanità calabrese, ed è giusto: non tanto per fare notizia, ma per far si che gli operatori della sanità si vergognino, del loro cattivo operato e stiano più attenti al loro lavoro. Io questa volta la voglio portare a conoscenza della buona sanità, che ho riscontrato avendo dovuto subire un intervento chirurgico, nel reparto di chirurgia della Asl di Locri, diretta dal professore Pavone. Mi sono ricoverato in questo reparto senza alcuna raccomandazione e il personale medico e paramedico ha operato con grande professionalità, nei miei riguardi, dimostrando che le eccezioni esistono, basta che si faccia il proprio lavoro con impegno e dedizione. Cesare Pelle, Antonimina E di questo siamo contenti Ritratti * di Diego Cataldo RENATO DULBECCO SCIENZIATO Il calabrese Dulbecco si licenzia dalla comunità di viventi - è trapassato il 20 febbraio - gettando fasci di luce sulla scienza, che tardava il suo passo nella lotta ai tumori. Egli appartiene ai Calabresi Illustri dei quali i giornali tacciono, e appena ricordano il luogo di nascita. Un gigante del pensiero, un artefice della cultura operativa. Avendo la consapevolezza che non ci sono buoni e cattivi tutti da una parte o dall'altra, che la realtà ci dice che la Malapianta è cresciuta all'ombra delle sacrestie e delle segreterie politiche di tutti i colori ma è cresciuta sempre per un'abbondante dose di indifferenza spesso consapevole e compiacente, perché l'egoismo dell'essere in vista ed alla moda in società. In questa società forse sarebbe preferibile non partecipare a questo “ballo delle vanità”. Forse un disoccupato non ha la forza di scegliere, anche se c'è sempre la possibilità di una scelta, ma la responsabilità di chi può scegliere e, nel migliore dei casi, ipocritamente si volta dall'altra parte è molto più devastante per la nostra convivenza civile. *Direttore di Helios Magazine la Riviera RISPONDE il direttore Dell’interessante lettera di Pino Rotta, che tocca più temi, e tutti cruciali, mi piace prelevare il passaggio dove è fatto riferimento al giornalismo d’inchiesta. Un morto sepolto senza lacrime e senza estrema unzione, da tanto tempo. Oggi il giornalismo d’inchiesta è stato sostituito dai giornalisti accovacciati presso le procure, le questure, le prefetture, le stazioni dei carabinieri. Quando non, addirittura, penzolanti dalle bocche dei pentiti. chi quotidianamente si lamenta degli interventi ecclesiastici riguardo la politica. In molti sostengono che la Chiesa non dovrebbe far altro che occuparsi della cristianità e di ciò che la riguarda. Ma sento pochi trattare di ciò che la politica realmente sia, di ciò che ogni buon seguace di un seme politico dovrebbe essere disposto a fare. Non credo che la politica sia una strada sostanzialmente diversa da un qualsiasi altro stile di vita, uno stile che ci appartiene e prende pieno possesso delle nostre decisioni in ambito sociale. Un culto insomma, che lasci poco spazio a deviazioni o restrizioni, in quanto è questo il frutto del proprio essere e del proprio modo di rapportarsi agli altri. Come una religione, con i propri credi e propri valori, per la quale si è disposti a lottare e a mettersi in discussione costantemente e senza timore. Ragionandoci la religione e la politica sembrerebbero quasi equipararsi, in quanto non si escludono o limitano a vicenda ma sono anzi l'una conseguenza dell'altra. La fortuna è che viviamo in un paese libero, che consente ad ognuno di noi di poter C'è esprimere le nostre idee e i nostri pareri riguardo il mondo. Temere il confronto è sintomo di insicurezza riguardo le proprie convinzioni. Un uomo mi insegnò un giorno quanto fosse importante apprendere quanti più pareri possibili prima di dedurne uno proprio e stabile, e così anche nelle scelte politiche o religiose, solo dopo aver conosciuto tutti quanti i diversi credi, e le loro più intime motivazioni, e non siano questi tuttavia riusciti a scalfire quelli che reputiamo nostri, solo allora si potrà ritenere salda la propria fede perché questa continuerà costante a brillare alta. Siamo un paese libero, che combatte il silenzio imposto e permette di esprimere pacificamente i pareri personali. Ogni uomo, nessuno escluso, come comanda la costituzione, ha diritto di essere ascoltato e rispettato per ciò in cui crede. E non esiste religione o politica nel nostro paese che neghi questo sacrosanto diritto a tutti noi. Se ogni personale idea viene quindi manifestata con rispetto e cura verso il prossimo, non vi è motivo perché questa non debba essere ascoltata. La condivisione è una scelta personale, la libertà di parola è un diritto di tutti. LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo CATTIVE ABITUDINI In Italia si hanno tante cattive abitudini. Come identificare il Vaticano con Dio. E subito ci si inalbera se qualcuno, non un profeta né un illuminato né un santone, ma un uomo normale chiede che questi parlino di Dio. Solo di Dio - sia chiaro! E immediatamente a ciò mi interrogo su chi siano costoro. Si può ancora credere in un tale miracolo? Il Vaticano è uno stato e sempre più lo è diventato. Speriamo almeno paghi l'IMU, tanto per fare un po' di beneficenza. Il popolo, miserrimo, la pagherà anche per l'aia di fronte casa. Il tormentone è firmato. Il molleggiato, solo perché è stato invitato al Festivalle. Alcuni, avessero avuta la stessa occasione, avrebbero addirittura fatto di meglio. Siamo comunque qui ad insistere sul non fare di tutta l'erba un fascio. C'è anche chi fa di Dio la propria parola. Ma Dio non è uno stato. E ancora … come consultare il sito www.governo.it per guardare e non toccare tutti gli zeri dei nostri ministri. Ma sognarli, avvolti nella coperta della nonna, dopo che si è spento il riscaldamento perché troppo onerose le bollette. Ma nessuno s'incazza, cribbio. Perché la ministra Severino non investe un po' dei suoi 7mln di euro per edificare strutture di recupero e simili? O il ministro Passera o il ministro Profumo o il ministro Fornero etc.. E intanto gli Italiani sbirciano. Stiamo tranquilli, comunque, che un osso, dopo la Grecia, la Germania lo lancerà anche a noi. Amen DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 21 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 22 la Riviera Sport El Matador vs El Principe AL SAN PAOLO DI SCENA I CHAMPIONS TEAM Spenti i riflettori e calato il sipario sulla partitissima Milan-Juve, il campionato completa oggi la 25a giornata proponendo degli “incroci” di classifica stuzzicanti per la classifica e per la ricorsa ai diversi obbiettivi dei protagonisti. A iniziare dal posticipo serale Napoli-Inter, opposte regine della due giorni di Champions, l'una sul trono della vittoria e del prestigio dopo il 3-1 sul Chelsea, l'altra mestamente in ginocchio allo scadere del tempo nella buia notte di Marsiglia. Vedendola così, la sfida sembra lasciare poco spazio alla fantasia, il Napoli parte più di un passo avanti sul piano tecnico e non solo, non fosse altro per l'entusiasmo e l'iniezione di fiducia europea ai quali va sommato l'evidente stato ormai catatonico degli avversari che accompagna limiti di gioco e d'età acclarati. L'incognita al pronostico tuttavia potrebbe essere determinata dal Napoli di campionato, ben diverso dalla squadra pimpante e decisa in Champions, al contrario spesso spento e traballante proprio al San Paolo, da dove, al di là della sonora lezione al Milan, al tirar delle somme sono soprattutto giunti delusioni e rimpianti. Insieme a Napoli-Inter, sugli stessi livelli d'importanza e interesse di classifica si collocano Lazio-Fiorentina, BolognaUdinese, Atalanta-Roma e Siena-Palermo: questi incontri mettono di fronte squadre dal buon valore tecnico-tattico che, soprattutto in alcuni casi come quello del Palermo, del Siena, del Bologna e, in parte, pure della Roma, stanno palesando degli incoraggianti progressi di gioco e di risultati; i presupposti quindi lasciano ben sperare a meno che, alla fine, non prevalgano altri fattori come l'ansia e la paura di perdere sempre crescenti col diminuire delle giornate e dei punti a disposizione. Oltre a ciò, va poi considerata l'elevata posta in palio che ne deriva, dal momento che una vittoria potrebbe valere ben oltre i soli termini numerici di classifica, ma avere determinanti ripercussioni sia in ottica qualificazione Champions ed Europa League che in prospettiva salvezza. Per questo è difficile sbilanciarsi e prevederne l'esito, anche se per alcune situazioni, qualche difficoltà in più sul piano psicologico ed emotivo potrebbe forse incontrarla più di altri la Lazio: i biancazzurri sono reduci da una settimana nera, preceduta dal 5-0 di Palermo e poi proseguita con le “dimissioni-non dimissioni” di Edy Reja, auto esoneratosi eppure grottescamente con la squadra a Madrid per il ritorno di Europa League. In attesa che la commedia messa in piedi da società e allenatore proponga il suo ultimo atto, la Fiorentina spera di approfittarne e intanto mettere perlomeno una toppa al brutto 0-3 rimediato al Franchi dal Napoli nello scorso turno, lo stesso sarebbe lecito attendersi anche dall'Udinese, un po' smarrita ed involuta nel gioco dopo la sconfitta con il Milan prima e lo sbiadito 0-0 con il Cagliari poi, entrambi al Friuli. Lontano dalle mura amiche potrebbero ritrovare tranquillità, gli uomini di Guidolin dovranno però ben guardarsi dall'umore alle stelle dei bolognesi, uno stato d'animo che accomuna ogni avversario recente dell'Inter ma che spesso è risultato poi fallace: battendola si è volato alto ma è durato poco ed è bastato un niente per ritornare bruscamente alla realtà di fronte all'avversario successivo e capire che, al di là dei propri meriti e E se fosse colpa di Murphy? qualità, l'Inter attuale perderebbe quasi con tutti. Atalanta-Roma e Siena-Palermo partono invece perfettamente alla pari: al maggior complessivo spessore di squadra degli ospiti, Atalanta e Siena contrappongono il carattere e la decisione di chi non bada a fronzoli e possono contare sul fattore campo che, soprattutto nel caso dell'Atalanta, quest'anno è più volte risultato decisivo. Per completare il quadro, gli altri match della giornata influenzeranno essenzialmente la parte bassa della classifica: Cagliari-Lecce, Chievo-Cesena e Catania-Novara sono incontri cruciali soprattutto per gli ospiti; Lecce, Novara e ancor più Cesena non possono permettersi passi falsi e domenica dopo domenica devono sfruttare al massimo ogni opportunità per mantenere in piedi le residue speranze di salvezza. Il tempo stringe, gli avversari corrono e pure chi rallenta è già troppo lontano, allora meglio rimboccarsi le maniche e darsi da fare prima che sia tardi. Buon campionato a tutti. Angelo Letizia “Se qualcosa può andare male lo farà”. Vi dice niente? È la legge di Murphy, quel famoso assioma, che il più delle volte, serve a giustificare un periodo negativo. Sgombriamo immediatamente il campo da equivoci, la legge di Murphy lascia il tempo che trova, è solo un pretesto per nascondere la vera natura di un problema, di un qualcosa andato male. Ma, volendo, si può trasferire il principio di Murphy all'Inter? C'è anche, e sottolineo anche, un pizzico di sfortuna in queste mese horribilis che stanno vivendo i nerazzurri? La serie nera dei milanesi è iniziata il 29 gennaio scorso, quando l' Inter cadde a Lecce. Sconfitta maturata in modo strano, per l'unico vero tiro in porta del Lecce, e nel corso del match vari miracoli del portiere di casa, specialmente sul finire su Pazzini. Poi ci fu il pareggio per 4-4 casalingo contro il Palermo e la sonora quanto meritata sconfitta dell'Olimpico contro la Roma. C'era poi l'occasione di risollevarsi grazie al doppio impegno casalingo contro squadre sulla carta abbordabili: Novara e Bologna. Il fondo, per gli uomini di Ranieri, si intravede contro i Piemontesi: un tiro, un solo tiro subito da Caracciolo e Novara vittorioso. Prima un rigore netto non dato per atterramento di Poli, una traversa di Sneijder e una parata salva risultato al novantesimo. Su chi? Su Pazzini. Sarebbe il caso che il centravanti si faccia esorcizzare. Settimana dopo è la volta del Bologna fare bottino pieno a San Siro. Zanetti e compagni non demeritano, ma l'uno due di Di Vaio su errori personali di Lucio prima e Ranocchia dopo, castigano l'Inter oltre le proprie ingiustificabili colpe. Il tre a zero poi ad opera di Acquafresca è il manifesto del periodaccio dei milanesi: quattro difensori che passeggiano accanto alla punta felsinea. In totale fanno 13 gol al passivo su 13 tiri subiti. E per finire l'uno a zero di Marsiglia, in Champions giunto al novantatreesimo su corner, dopo che Forlan, Zarate e Cambiasso erano andati a sbattere contro il portiere francese. Non voglio trovare scuse al mese nero dell'Inter, ma quando la ruota non gira non gira. È anche vero però, che Murphy e non Murphy, almeno con Novara e Bologna dovevi vincere, anche al novantesimo con un gol di mano in fuorigioco di Julio Cesar. Ma così non è stato e la squadra ha dilapidato quanto di buono era stato fatto. Moratti ha le sue colpe, Branca idem, Ranieri non è esente, la squadra sembra il Borgorosso Football Club, ma un pizzico di c.., ehm fortuna non guasterebbe. E stasera a Napoli, occhio a quei quattro: Hamsik, Lavezzi, Cavani e…Murphy. DOMENICA Massimo Petrungaro 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 23 A proposito di... Oggi il Brancaleone spareggia con l’Isola Capo Rizzuto Dopo l’impresa di Gioia Tauro di domenica scorsa, il Brancaleone di mister Brando affronterà questo pomeriggio, tra le mura amiche, l’Isola Capo Rizzuto di mister Leone in uno scontro diretto in zona play-out. I ragazzi del presidente Galletta stanno lottando con tanti sacrifici per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica. Sport IL DERBY D’ECCELLENZA Roccella-Siderno: riecco il derby Al “Muscolo” sarà grande spettacolo ccoci arrivati al giorno del grande derby tra Roccella e Siderno. La partita arriva in un momento cruciale del campionato per ambedue le formazioni. Il Roccella agli ordini di mister Figliomeni ha svolto meticolosamente la preparazione infrasettimanale. Le sedute sono state dedicate alla parte atletica ed agli esercizi per il perfezionamento degli schemi d’attacco con un partitella a campo ridotto. Nella partitella a tutto campo del giovedì hanno preso parte alcuni giovani delle formazione allievi tra cui Costa, Filastro, E Khanfri, Cavallaro e Fragomeni. Molte le reti viste nel corso del match, da segnalare la doppietta del solito Saffioti. Le altre reti di giornata sono state messe a segno da Panaja, Pascu e Calabrese, per quest’ultimo gran gol con un tiro da fuori area. Ha fatto il suo ritorno in gruppo Gigi Principato che sembra aver superato i problemi che lo hanno costretto a stare fermo ai box per due mesi, per lui anche pochi minuti di partita. Gli amaranto sono reduci dalla sconfitta di domenica scorsa sul campo dell’Isola Capo Rizzuto. La Un Siderno “sornione” medita il colpaccio corsa degli amaranto di Achille Giannitti verso la zona play-off si è interrotta dopo sette risultati utili consecutivi. Oggi contro il Siderno servono tre punti per rilanciarsi in classifica e soprattutto regalare una bella soddisfazione alla propria tifoseria rimasta delusa dalla sconfitta in terra crotonese. Il derby è di per se una partita che non ha bisogno di particolari presentazioni. Il Siderno è al momento una delle compagini più in forma dell’Eccellenza calabrese e sicuramente venderà cara la pelle pur di riuscire ad ottenere un risultato positivo al “Ninetto Muscolo” di fronte ad una spettacolare cornice di pubblico. Per oggi la società locale ha indetto la “giornata amaranto” abbassando il costo del biglietto fissandolo a 5 euro. Un modo importante per favorire l’afflusso degli sportivi e garantire le migliori condizioni per la riuscita di una giornata all’insegna dello sport e della sana competizione. Ed alla fine sarà uno spettacolo calcistico degno delle migliori tradizioni sportive delle due città. Vedremo come andrà a finire. a.t. Continua il momento d’oro del Siderno che battendo lo Scalea domenica scorsa ha allungato la striscia di risultati positivi portandosi a quota 26 in classifica a 4 punti dalla quint’ultima posizione. “Servono però- come ha dichiarato mister Laface- almeno 38 punti per la salvezza diretta e quindi oggi la partita di Roccella è da considerarsi come una delle 8 finali chi i bianco-azzurri dovranno affrontare con l’obiettivo minimo di racimolare almeno 12 punti per centrare un obiettivo che alla fine del girone d’andata sembrava impossibile ossia la salvezza diretta senza gli spareggi. Con Laface e Telli in panchina il Siderno ha totalizzato 19 punti in 10 gare a fronte dei 7 punti ottenuti dal loro predecessore. Per la gara odierna mancheranno l’attaccante Rametta ed il capitano Peppe Carabetta ma dovrebbero esserci sia Accinni che Serra hanno finito di scontare le due giornate di squalifica. C’è da aspettarsi in campo un Siderno “sornione” ed attendista pronto a pungere in attacco con le veloci ripartenze per tentare il “colpaccio”. Chi sbaglia di più, arbitro o società ? Chi è senza colpe scagli la prima pietra Da anni in alcune scuole calcio si cerca di inculcare ai giovani ragazzi la disciplina, l'educazione, il rispetto dell'arbitro e degli avversari e per far ciò in alcune società si è arrivato a “squalificare” a livello interno gli stessi giocatori anche quando non sono stati sanzionati dagli organismi disciplinari. Non posso tuttavia restare in silenzio quando si verificano situazioni che pongono in discussione la lealtà e correttezza della competizione e penalizzano in modo iniquo tutti Società, giocatori, arbitro e chi più ne a più ne metta. E’' il prezzo della “prepotenza” della classe arbitrale (dicono le società) che impone il rispetto delle regole che, ovviamente condivido, figurarsi, se non fosse così cosa si vedrebbe ogni domenica in campo, ma quello di tutelare società e giocatori, quando sono vittime di manifeste ingiustizie, ne vogliamo parlare? So benissimo che problemi ha la Federazione e che problemi vi sono per il reclutamento degli arbitri e per la loro preparazione, so anche che la mancanza di guardalinee aumenta la possibilità di errore dell'arbitro e queste sono cose che voi da sempre andate dicendo ai dirigenti delle Società e che i dirigenti puntualmente ricordano a tecnici ed atleti. Pur tuttavia, a mio modesto avviso, c'è una soglia al di sotto della quale non si può scendere: gli errori arbitrali sono una cosa (e vanno accettati assolutamente anche perché nell'arco di una stagione, in genere, si compensano), ma l'incapacità totale, l'insipienza, l'ignoranza delle regole del gioco unita alla arroganza, alla spocchia ed all'autoritarismo ottuso poi spinto alla vera e propria ritorsione per far capire che “vi faccio vedere io chi sono”, sono elementi inaccettabili per chi si impegna con passione, dedizione e disinte- resse, dedicando tempo, sacrifici e denaro per poi vedersi umiliare e per rischiare anche di apparire come antisportivo, maleducato e violento. Quasi sempre troviamo alla guida di Società dilettantistiche uomini di una certa età, di cui la metà se non oltre degli anni passati nel mondo dello sport, per alcuni di questi, non sono minimamente intenzionati a farsi prendere in giro da ragazzini di 18-20 anni. La questione esula dal singolo incontro tanti sono a fare calcio serenamente ed a formare dei giovani allo sport, ma investe la credibilità del sistema e, se me lo permettete, anche “il servizio” cui le Società hanno diritto quando pagano l'iscrizione. Non si può scendere al di sotto di certi livelli, perché episodi come quelli visti da un mese a questa parte, allontanano i già pochi volenterosi dirigenti esistenti e i pochi e volenterosi futuri arbitri. Pur nelle difficoltà che tutti sappiamo occorre garantire un minimo di efficienza e non oltrepassare la soglia di credibilità. Verificate bene l' incontro ma soprattutto luogo e società controllando il “curriculum” e disponete che certi inadeguati soggetti, dirigenti e arbitri cambino “hobby” o vadano a farsi le ossa da qualche altra parte. Mentre ogni domenica nel campionato di promozione si registrano tafferugli dentro e fuori dal campo, partite sospese e tanto altro. Per non parlare poi scendendo ancora più giù di categoria. Certo se confrontiamo le partite giocate con quelle sospese è sempre una minima parte, Ma quello che tutti sanno e notano, i che quasi sempre succede nei campi già conosciuti e quasi sempre con le stesse motivazioni. E allora mi domando e chiedo: quale tutela viene adottata? Ma è mai possibile che non si trovi un direttore di gara adeguato all'incontro anche per queste partite più a rischio? Magari pescando in quelle di categoria superiore e non mandando un giovane arbitro affinché venga preparato per il futuro? Per questo dovrebbero esserci i corsi dell'Associazione visto che i soldi ci sono e non lanciare un giovane ragazzo per farsi le ossa in un giro che a volte chiude le porte ancora prima che si aprono. Se chiedete, giustamente, la collaborazione delle Società dovete far in modo di evitare di rifugiarvi nelle astratte regole e capire le esigenze di chi chiede solo un po' di rispetto e un minimo irrinunciabile di garanzie. Antonio Chiera DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 24 la Riviera CALCIO GIOVANILE Franco Baresi inaugura la scuola calcio Milan di Vibo Valentia L'Associazione Italiana Calciatori lo ha eletto nel 2000 "Campione del Secolo", ma nel suo palmarés ci sono scudetti, coppe nazionali ed internazionali, un assortimento quasi completo di trofei e, volendo essere onesti, forse manca un Pallone d'Oro. Stiamo parlando di Franco Baresi, il grande campione del Milan e della Nazionale, fra i più grandi calciatori italiani. Sarà lui ad inaugurare ufficialmente lunedì prossimo 27 febbraio alle ore 17, presso l'Oratorio Salesiano San Giovanni Bosco di Vibo Valentia, la Scuola Calcio Milan di Vibo Valentia, guidata dal direttore tecnico Carlo Lico, al suo primo anno di attività. Baresi sarà accompagnato dal responsabile scuole calcio rossonere in Calabria, Gianni Alessandro. Nel corso della sua giornata vibonese Baresi incontrerà oltre quella di Vibo Valentia, le scuole calcio Milan di Briatico e Tropea. A condurre l'incontro con il campione azzurro sarà il giornalista Michele La Rocca. KARATE “E' per noi un appuntamento molto importante - spiega Carlo Lico - e che stavamo attendendo da tempo. E' motivo di grande orgoglio che ad inaugurare la nostra scuola calcio sia un grande come Franco Baresi. Sono certo che i nostri ragazzi saranno felici di abbracciarlo e di prenderlo come esempio sia per quello che ha fatto in campo che per quello che ha fatto fuori campo, un esempio di impegno e lealtà ormai raro nel mondo del calcio”. La Scuola Calcio Milan di Vibo Valentia, che conta quasi duecento iscritti, vivrà quindi una grandissima ed emozionante giornata di sport. Nei giorni scorsi a fare visita ai calciatori in erba vibonesi, presso i campi dell'oratorio salesiano, è stato il responsabile Sud Italia delle Scuole Calcio Milan, Davide Corti. Il tecnico rossonero ha visionato i vari gruppi e dato indicazioni sul lavoro da svolgere allo staff tecnico. Riconoscimento per il maestro Cavallo Il professore Giuseppe Cavallo, cintura nera 8° DAN di difesa personale, 6° grado di kickboxing, nonché maestro (massima qualifica tecnica) della federazione italiana judo, lotta, karate arti marziali, e della federazione italiana wushu kung fu, è stato nominato responsabile nazionale federale del settore giovanile MMA (mixed martial art) Full (Shoot boxe) e MMA Light (kickjitsu) della federazione italiana riconosciuta dal CONI. Gli eccellenti risultati ottenuti con la nazionale giovanile, da lui diretta, ai recenti campionati mondiali (squadra campione del mondo) e le continue vittorie a livello nazionale e internazionale, ottenute dai suoi allievi delle palestre di Caulonia Marina (palestra scuole elementari), Siderno (palestra scuole elementari Donisi) e Polistena (palestra scuole medie Salvemini), hanno portato il presidente nazionale e mon- diale, dottor Ennio Falsoni, e il direttore tecnico nazionale, maestro Patrizio Rizzoli, a conferire l'ulteriore prestigioso incarico al professionista cauloniese che è già membro della commissione tecnica mondiale dei grandi maestri e vanta un curriculum eccezionale. Attestati di stima e compiacimento, per la nomina ricevuta, sono pervenuti al maestro Cavallo, da parte dei vertici federali nazionali e regionali, a cominciare dal vice presidente nazionale, professore Lico e dal commissario calabrese, professore Salvatore Romano e dai presidenti regionali e provinciali del CONI, dottor Praticò e professore Filocamo, oltre che dal fiduciario di zona, professore Salvatore Papa, dal presidente Depaim Sgambelluri, dal direttore sportivo Cavallo e dagli altri organi dell'Accademia campione del mondo. Enza Alberti In ricordo del compianto A.Ferraro Una lettera per te Aldo Ho visto ciò che tu vedevi con i tuoi occhi; ho sentito ciò che tu sentivi ogni domenica con le tue orecchie e con il tuo cuore. Stadio Granillo, un immenso campo da gioco verde; i giocatori amaranto correre da un capo all'altro per vincere; i tamburi e i canti di incitazione di quella splendida gente reggina, gente con un cuore grande come pochi. Gente che conoscevi benissimo e amavi perché da 4 anni ormai, vivevi più con loro che con noi. Il cuore batteva forte a pensare che li, ogni domenica c'eri tu. Che esultavi, che godevi di ogni azione della tua squadra del cuore. E batteva ancor più forte a pensare il tuo piccolo Lorenzo in campo col capitano della Reggina Bonazzoli e con gli altri campioni. La confusione e lo stordimento erano all'apice, fino al momento in cui non ho visto visto Lorenzo in braccio ad un giocatore dell'Empoli, Stovini, ex giocatore della magica Reggina quando era in serie A (così mi hanno detto. Io di calcio non ne capisco niente). Escono dagli spogliatoi con Lorenzo in braccio. Lorenzo indossava fiero e con un po' di timidezza quella divisa che anche tu hai sognato di potergli vedere un giorno addosso. Era bello come il sole. Aveva scritto dietro “Ferraro” e portava il tuo numero, quello che indossavi sempre quando giocavi a calcio: il 9! Lo hanno adagiato delicatamente a terra. Lui guardava davanti a se imbambolato e intimorito. I componenti delle due squadra si sono salutati passandosi vicino e ognuno di loro, passando vicino al tuo Lorenzo, lo accarezzavano sulla testa. E' un immagine che mi da un'emozione immensa, che mi stringe il cuore. Il quella carezza sul capo, c'è tutto l'amore che, tutti coloro i quali ti hanno conosciuto e tutti coloro i quali hanno sentito parlare di te senza conoscerti, vogliono dare al tuo Lorenzo e alla tua Gabriella. Sai, terminati i saluti tra di loro, mica voleva venirsene Lorenzo fuori dal campo? Sembrava estasiato, come se volesse godere ancora di quel campo verde meraviglioso. Poi, lo ha preso in braccio il capitano della Reggina Bonazzoli e lo ha accompagnato da Gabriella a bordo campo. Le ha donato un fascio di fiori mentre l'altoparlante spiegava che quella partita sarebbe stata dedicata a te, ai due anni dalla tua scomparsa, in quel campo dove tu vivevi da tifoso della reggina, li in quella terra dove per lavoro, avevi lasciato la tua meravigliosa e gioviale vita. Hai visto Aldo che bella cosa ti abbiamo organizzato? E chissà se anche qua ci avrai messo qualcosa di tuo,… se volevi vedere insieme la tua famiglia e i tuoi migliori amici al Granillo?... Sapevi farti amici tutti, non ti sarà di certo stato difficile farteli anche li dove sei ora… Molti dei tuoi migliori amici sono venuti al Granillo, anche chi allo stadio non ci era mai andato e ora lo ha fatto per te. E altri apposta per vedere tuo figlio in campo, sono venuti in aereo. Vedi carissimo Aldo, tante sono le persone che ti amano e amano ciò che tu hai lasciato di te in mezzo a noi: Lorenzo e Gabriella. Semplicemente perché eri un vero amico, una delle rare persone sincere e amabili esistenti in questo mondo. Guardo e riguardo tutte le foto che sono state scattate in quel momento e piango per quello che è stato e che poteva essere, per questo meraviglioso gesto che la Reggina Calcio ci ha onorato di vivere li in tuo ricordo. Sono orgogliosa di averti avuto come cognato-fratello! Siamo stati tutti orgogliosi di vedere il tuo Lorenzo in mezzo ai tuoi campioni. L'immagine che avrò per sempre nella mia mente di questo evento? Il tuo piccolo Lorenzo in mezzo a quel campo immenso e tutti i giocatori passargli vicino, sorridergli e accarezzargli il capo. E Gabriella li, accanto a lui, orgogliosa di te e di vostro figlio. T'avevo fatto un giuramento e lo porterò avanti fino a quando avrò vita. Ciao Aldo MARIELLA EPIFANIO Prima categoria Morabito: "Sentenza esagerata. Lazzaro aggredito in quasi tutte le trasferte" I sogni di primato del Lazzaro, rimarranno solo un miraggio. In merito alla trasfera di Antonimina infatti, il Giudice Sportivo non si è limitato a decretare la sconfitta a tavolino per gli uomini di mister Verbaro , ma ha anche penalizzato gli stessi di 3 punti. I biancorossi pagano dunque a caro prezzo l'attimo di 'follia' di Latella, il quale si è scagliato contro il direttore di gara, aggredendolo. Un comportamento inqualificabile, che rischia di rovinare l'intera stagione del Lazzaro. Ai nostri microfoni è intervenuto capitan Morabito, il quale (così come aveva fatto nell'immediato post-gara) condanna fermamente il gesto del compagno, ma allo stesso tempo sottolinea il 'clima impossibile' che ha accompagnato quasi tutte le trasferte lazzaresi, ritenendo altresì troppo esagerato il provvedimento che ha colpito la sua squadra.“ Siamo amareggiati per il gesto di Roberto (Latella, ndr), che è assolutamente da condannare. Sono stato io in prima persona a metterci la faccia, nel chiedere scusa sia al direttore di gara che al commissario di campo. Allo stesso tempo però, siamo stanchi di essere continuamente minacciati ed aggrediti in quasi tutte le trasferte che andiamo ad affrontare. Da alcune trasferte siamo tornati addirittura con le macchine danneggiate dopo esserci difesi da bastoni di legno, salvo ricevere l'ulteriore beffa della Lega, che invece di tutelarci ci ha incredibilmente multati. Ci assumiamo la responsabilità in merito alla trasferta di Antonimina, ma è giusto sottolineare anche tutto il resto“. "I cinque anni di squalifica inflitti a Latella, sono davvero una punizione esagerata. Ripeto, Roberto ha sbagliato, ma chi ci ha minacciato ed aggredito in tante altre occasioni, non è stato mai punito. Perchè in certi casi vengono presi provvedimenti 'esemplari', ed in altri si risolve tutto con qualche giornata? A nome del Lazzaro chiedo una giusitiza equa, e non una giusitiza che colpisca solo chi conta di meno. C'è tanta delusione per i tre punti toltici, visto che li abbiamo conquistato sul campo, lottando spesso e volentieri pure contro gli arbitri. La società farà ricorso, e lotterà per avere quello che le spetta. Chi è abituato a fare calcio, non può accettare queste ingiustizie". Vincenzo Morabito-reggionelpallone DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 25 DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 26 L’ANGOLO DI PARRELLO Ho incontrato la neve... la Riviera Rientravo a casa passando per lo Zomaro, quando ho sentito una voce che mi chiamava. Voltandomi, vidi un prato pieno di neve. “Come stai Franco ?” - mi chiese subito la neve. “Non mi posso lamentare, solo sento un po' di freddo”. “Quest'anno-continuò la neve- avete fatto un sacco di polemiche dandomene la responsabilità: i parlamentari perché non possono sedere a Montecitorio, gli impiegati statali perché non possono andare a dormire in ufficio, le scuole chiuse per tre giorni con un danno gravissimo per la cultura italiana, le nonne poiché non possono avere il pane fresco di giornata”. “Cosa posso dirti mia cara neve, il popolo è fatto così: tu, piuttosto, cerca di farne di meno il prossimo anno”. “Va bene, Franco, così continueremo a sempre a scrivere: “E vissero felici e contenti”. Franco Parrello Biblioteca meridionalista in modo da poter combattere l’analfabetismo visto come il problema più grave della Calabria. Un terzo lavoro, non meno importante degli altri due, è una inchiesta condotta con Malvezzi dal titolo L’Aspromonte occidentale, nella quale la situazione di una terra dilaniata dal terremoto e il contegno di una collettività carica di arretratezza e di miseria e bisognosa di affetto e di soccorso viene descritta con spietata e lucida determinazione. I due autori pongono il punto su tre problemi fondamentali, la soluzione dei quali è fondamentale per risollevare le sorti delle popolazioni: Il primo era la diminuzione delle tasse, dopo la cura della salute pubblica e l’igiene: “Noi crediamo di non esagerare affermando che in Calabria i tributi pesano in maniera ben più che doppia che non in Alta Italia” . Il secondo era lo sviluppo della rete stradale La elevazione sociale è legata principalmente ai frequenti contatti con i circonvicini e al confronto delle idee e delle iniziative con gli altri gruppi urbani Anche il sentimento della solidarietà prende consistenza dalla vicinanza e dal reciproco influsso dei propri simili. Il terzo era l’incremento scolastico quale vero e proprio fattore di evoluzione popolare. Tutti i Governi hanno destinato notevoli somme per le Scuole, anche in periodi oscuri, quali quelli tra il 1890 e il 1920. Nella classificazione delle spese d’interesse pubblico, la Istruzione occupava il primo posto. Ad essa seguivano l’igiene, la viabilità, il servizio forestale, la salute, la sicurezza pubblica, i servizi d’interesse locale, le spese voluttuarie”, acquedotti, illuminatone, beneficenza. mberto Zanotti Bianco, nato a Creta da U padre piemontese e madre inglese nel 1889 e morto nel 1963, scoprì a venti anni il Sud scendendo a Reggio Calabria pochi giorni dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 per partecipare ai soccorsi. Ma, a differenza di altre personalità fece propria la condizione delle scuole in Calabria e realizzò tante iniziative per valorizzare il patrimonio culturale, artistico e umano della Calabria. Non fu solamente un archeologo ma un filantropo e un educatore che ci mise l’anima per risollevare le condizioni delle persone più indigenti della Calabria e dell’Aspromonte. Due sono i suoi due libri, nei quali traspare la sua forte carica di umanità e il suo carattere di tenace e invincibile benefattore, nel puro termine di studioso coscienzioso e determinato dai più alti concetti di progresso e di libertà: Tra la perduta gente e Il Martirio della scuola in Calabria. Nel primo non trova le ragioni di un stato sociale che dir degradato è poco: “Cerco invano un perché a tanto penare, una giustificazione, uno scopo a tanta assenza di bene:cerco invano di esaltarmi [.] pensando alla potenza dell’amore che saprà un giorno raggiungere anche questo angolo obliato della terra La Calabria era in una condizione disastrosa: una percentuale vergognosa di analfabetismo e la totale mancanza di vie di comunicazione dominava la vita regionale. Spinto dall’amore per il bene, manda ai ricchi del Nord il pane nero di Africo, fatto con la cicerchia, per mostrare come vivevano le Umberto Zanotti Bianco popolazioni calabresi e chiedere aiuto e far nascere in molti luoghi della Calabria, scuole, asili, ambulatori, laboratori di artigianato. Il secondo è dedicato ai maestri della Calabria che soffrendo da decenni le pene di un solitario martirio, opponevano “alla polvere delle vane carte, alla crudeltà delle vane parole l’umile azione della loro fede ignorata”. In Calabria “pochi sono i Comuni che possono offrire alla scuola qualcosa di meglio che non dei bassi umidi, oscuri e poco areati o delle vecchie baracche malandate di quindici venti anni or sono”. In tutta la Calabria solo sette Comuni avevano risolto in qual- che modo il problema della scuola, mentre in tutti gli altri paesi le lezioni si svolgevano in luoghi ibridi, dagli incerti confini, quasi sempre assimilabili a stalle, stamberghe dal pavimento scalcinato, le pareti umide e le finestre prive d’inferriate, insalubri e in uno stato deplorevolissimo. Questo stato era certamente determinato non solo dalle intemperie ma principalmente dall’incuria “di amministrazioni comunali acefali, preposte con successioni elettive, da persone incoscienti, affette da megalomania personale e refrattarie al vero miglioramento intellettivo e morale della popolazione”. Con questo volume Umberto Zanotti Bianco fece diventare il problema della scuola in Calabria un problema nazionale, Zanotti Bianco mediterraneo per nascita, piemontese di elezione, fu calabrese nell’anima, risiedette in Calabria per molto tempo per fondarvi asili, scuole, colonie, si unì all’opera di altri non calabresi come Isnardi e Paolo Orsi, per contribuire a scoprire le vestigia del passato. Inoltre, fondò nel 1910 l’ANIMI, l’Associazione nazionale per gli interessi del mezzogiorno d’Italia, la società Magna Grecia nel 1920 e fu tra i fondatori di Italia nostra nel 1955. Infine diresse l’Archivio Storico per la Calabria e la Lucania fino alla morte avvenuta nel 1963. Giuseppe Fiorenza (2 – continua) DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 27 Parlando di... Domenica 4 marzo al teatro Gioiosa “Chi ha paura di Virginia Woolf?” Appuntamento a teatro domenica 4 marzo con un classico della drammatugia contemporanea. Un testo carico di tensioni ed emotività che è in grado di coinvolgere il pubblico. Si tratta dello spettacolo di Edward Albee “Chi ha paura di Virginia Woolf per la Regia di Lorenzo Loris. Racconta di una coppia di mezza età, Martha e Gorge, che ha invitato a casa un giovane collega di lui e la sua mogliettina. Tra un bicchiere e l’altro, complici l’ora tarda e i fumi dell’alcool, i quattro si addentrano in una specie di “gioco della verità” che porta le due coppie a mettere a nudo tutto di sé, soprattutto i padroni di casa. È opportuno precisare che la scrittrice londinese Virginia Woolf non c’entra nulla con il dramma: il titolo è un gioco di parole con la canzoncina “Chi ha paura del grande lupo cattivo?” (Who’s afraid of the big bad wolf?), che George e Martha canticchiano di quando in quando, evocando con essa il “lupo cattivo” presente nella loro esistenza, e ad un tempo la “Virginia Woolf” che c’è in loro, squilibrata e suicida come il loro matrimonio. Cultura e società POLISTENA Mattamusa! La candelora musica allo stato puro Ne parliamo con lo storico Vincenzo Fusco MARIA BOETI volte capita che le parole non si riescano a dire, a volte che non si riesce nemmeno a trovarle. In questi casi l'unica ancora di salvezza per l'uomo è la musica. L'essere umano rispecchia la propria vita, le emozioni, i pensieri, i ricordi, gli attimi, gli stati d'animo, nella musica. Lei vivrà per sempre e per sempre vivrà per noi e con noi. La musica è per l'uomo come la linfa è per le piante, scorre dentro, si innova e si rinnova, stravolge i corpi e le menti degli uomini. E' molto piacevole rilassarsi, ascoltare e sentir ricevere i brividi e le dolci vibrazioni della musica. Ancor più piacevole essere gli spettatori di un concerto live e poter condividere ogni sentimento: note, rumori, suoni, vibrazioni e voci, ed è magnifico perché altri come te lo possono assaporare, ognuno a modo loro, ma tutti insieme, per poi così lasciarsi andare e non pensare a tutto quello che è al di fuori. Solo così la musica diventa protagonista, ed i protagonisti di questa musica sono i “Mattamusa”! La band rock composta da Salvatore Pedullà e Gianluca Caraffa alla chitarra, Antonio Serafino al basso, Giuseppe Pavesi alla batteria e Christine Modafferi la voce. A primo impatto anche loro non trovano parole per esprimersi completamente, dopo un po', sempre e solo attraverso il linguaggio della A musica capisci la vera importanza della musica per queste giovani promesse. Ispirati da diversi pilastri della musica internazionale come Jimy Hendrix, Coldplay e Blink 182, per scelta preferiscono non adottare lo stesso stile ma spaziare, affinchè i loro brani non diano la sensazione di una musica quadrata. Per la prima volta vedo come la musica diventa il pane quotidiano per le persone, ma soprattutto per queste personalità, che riversano nei loro testi sogni, paure, perdite, ma anche quella giusta dose di forza, tenacia e determinazione per affrontare la vita, anche quella di tutti i giorni, per raggiungere la salvezza. Di fatto, la musica dei “Mattamusa” nasce in quei luoghi e in quelli ambienti che banalmente noi definiamo quotidiani ma che in verità sono molto umani. A tale proposito consiglio fortemente di seguirli e di ascoltare vivamente due dei tanti brani del loro vasto repertorio che incarnano tutto questo: “No Right” e “Future's Crib”. I testi sono intensi e riscono a donare meravigliose emozioni anche grazie all'originalità della voce di Christine Modafferi. Infine, con il cuore in mano, auguriamo a questi giovani talenti di poter dare tanto alla musica come essa ha dato tanto a loro e di raggiungere non senza il sacrificio il loro sogno di rivalsa. Davide Villemari La festa della Candelora a Polistena ha radici lontane e per saperne di più siamo stati a colloquio con lo storico prof. Vincenzo Fusco. Gli chiediamo: in questi giorni è stata allestita in Corso Mazzini un tempo dove si svolgeva? Fusco ci dice <si svolgeva a largo Candelora e via Muraglie era il ricordo della Polistena antica, ma c’è da precisare che è una delle tre fiere storiche che risalgono al Medioevo e posso dire di più, non è facile farla riemergere e tenerla in vita, perché sono cambiate le esigenze della società, a quel tempo riusciva perché faceva da supporto alla società contadina infatti, si comprava il corredo per le ragazze, si comprava il rame, Polistena era un centro viario e di grande importanza ecco perché questo primato di avere le tre fiere. L'Immacolata e Ognissanti, sono sopravvissute, anche se con connotati diversi, la Candelora ha avuto un decadimento. Pensi, che Polistena nel 1500 contava ben cinque notai, da qui possiamo dedurre il segno dell’ attivismo sia della popolazione contadina che di quella borghese, ecco perché la nostra cittadina portava anche su Terranova, che era sede di contea, un primato. Un tempo c’era una strada che collegava questi due centri pianeggiani <via per polistena> proprio così denominata, e Terranova riconosceva un ruolo di indiscusso prestigio a Polistena. Poi, tornando alla ricorrenza della Candelora, questa andò in declino, contempora- neamente alla crisi della civiltà contadina. Era un incontro annuale di compratori e venditori di bestiame, era un foro boario, poi tutto tramontò. Fu ripresa verso il 1970-80 ma non più con le caratteristiche di un tempo. La fiera era un luogo diverso dal mercato, c’era un’offerta e una richiesta diversa. Oggi il suo svolgersi ha lineamenti differenti, è sempre una festa paesana e folcloristica di sicuro, ma non c’è più la bellezza delle contrattazioni, in essa vi trovi oggetti commerciali attuali con una visione moderna. Un tempo, vi trovavi la roncola, la sega, poi avveniva la compravendita dei buoi, degli asini, dei maiali. La società contadina, per premunirsi gli strumenti, che poi servivano per preparare e coltivare la terra in primavera, stagione immediatamente dopo la Candelora, aspettava con ansia il suo svolgersi. E qui, va affrontato un altro punto importante, sollecitava i geni locali a produrre in loco questi strumenti utili, sempre per via della comunità che ne faceva richiesta. Un ultimo particolare da mettere in evidenza è che anche per l’artigianato Polistena fu famosa>. Non c’è altro da aggiungere sulla nostra cittadina: era, è, sarà sempre un punto molto strategico di elevata crescita culturale, commerciale, artigianale, ecc. Inoltre, può fornire opportunità e prospettive che altrove non si trovano. Tutto sta nel giustapporre gli elementi a disposizione ed incanalarli verso un’unica destinazione come è accaduto in passato, che attraverso le memorie poc’anzi dette, ci ricorda. Prima mostra felina amatoriale, in tutta la Calabria, Il gatto con gli stivali Riuscitissima la prima mostra felina che sia mai stata realizzata non solo nella locride, ma in tutta la Calabria. Il giorno è stato scelto per omaggiare tutti i gatti, nella giornata mondiale del felino, il 17 febbraio, ed ha visto una incredibile partecipazione del pubblico. Tra i presenti tantissimi bambini che, sorridenti ed ammaliati osservavano i bellissimi gatti presenti alla manifestazione. Non poteva che patrocinare e presenziare l'evento il Sindaco in persona, dr.Riccardo Ritorto,da sempre vicino ed attento alle tematiche animaliste e che ha manifestato la sua sensibilità nei confronti dei nostri piccoli amici a POLAROID TARANTELLA A CAULONIA La scorsa settimana a Caulonia si è svolto un incontro dal tema “la rinascita della tarantella” Il convegnodibattito sul fenomeno musicale e di costume piu’ popolare nella locride, in Calabria e in espansione in italia e all’estero. Hanno partecipato Mimmo Gallo (Associazione culturale Universita’ popolare di caulonia); Danilo Gatto, Mimmo Cavallaro e Roberta Papa DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 28 la Riviera IL 3 MARZO A REGGIO CALABRIA SARÀ PRESENTATO IL LIBRO DI FRANZ FOTI Sarà presentato sabato prossimo, 3 marzo, alle ore 11, nel prestigioso Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, a Reggio Calabria, il libro “Politica senza classe, appunti di politica e comunicazione” (edito dal Centro di Documentazione Giornalistica) del giornalista Franz Foti. Il lavoro, che nei mesi scorsi è stato presentato alla libreria Mondadori di Siderno, in un partecipato incontro organizzato dal nostro giornale, punta l’indice sul malfunzionamento della classe dirigente nazionale negli ultimi venti anni e, dopo una dettagliata quanto amara analisi, propone strategie che dovrebbero essere adottate dalla classe politica per essere più incisiva e credibile agli occhi degli elet- LE NOTE Il buon senso è di Moda tori. Non manca, ovviamente, una lunga digressione sul ruolo della stampa, dotata del potere di spostare “consenso” e alterare la percezione delle cose. «Il giornalismo e i giornalisti, dovrebbero indirizzare diversamente il mouse rompendo gli interessi strutturati dell’editoria, della politica e della pubblicità» scrive Foti. Alla presentazione interverranno Demetrio Arena, sindaco di Reggio Calabria, Santo Versace, deputato al parlamento, Giuseppe Valentino, senatore della Repubblica, Mario Caligiuri, assessore alla cultura della Regione Calabria, Demetrio Naccari, del Dipartimento Economia del PD, e l’Autore. Gli appassionati del vino potranno imparare a degustare il vino e a valutarne le qualità AL VIA IL NUOVO CORSO DI SOMMELIER Numerosi appassionati di vino hanno potuto partecipare lo scorso lunedì 13 febbraio presso L’Enoteca Micuicola di Marina di Gioiosa Ionica alla presentazione del nuovo percorso formativo per Sommelier. Pierfrancesco Multari delegato per la Locride dell’Associazione Italiana Sommeliers ha illustrato il programma didattico ed ha introdotto gli intervenuti all’affascinante mondo della degustazione dei vini. Al corso, che partirà il prossimo 5 marzo per 14 lunedì consecutivi, può accedere chiunque abbia superato i 16 anni di età, siano essi professionisti del settore (chef, camerieri, ristoratori, etc) che semplici appassionati o curiosi del vino. I partecipanti saranno dotati di strumenti didattici e di degustazione fra i migliori: bicchieri da degustazione ISO, riviste e guide specializzate sul vino, libri di testo appositamente realizzati dall’Associazione Italiana Sommeliers. I relatori dei corsi AIS sono tutti Sommelier di alto livello specializzati nella degustazione del vino e nella comunicazione, abilitati ed aggiornati mediante continui corsi di perfezionamento. Grazie alla nascita ed alla crescita della delegazione territoriale dell’AIS nella Locride hanno potuto vedere crescere nei ristoranti più prestigiosi della riviera Ionica valenti Sommeliers Professionisti, che hanno saputo valorizzare il settore enogastronomico portandolo alla ribalta regionale. Non ci resta che brindare all’avvio del nuovo corso di Sommelier. quattro zampe. Come puntualizzato dal Sindaco stesso, da secoli, la figura del gatto riveste un ruolo importante nella cultura e viene associata alla figura della donna. Ed infatti il leitmotiv dell'evento è stata l'associazione della figura femminile a quella del gatto. Nell'organizzazione solo donne, anche l'allestimento è stato curato da Anna Arpaia dell'Emporio. E anche la giuria non poteva che essere costituita da bellissime donne. A comporla, Loredana Alvaro, Marò D'Agostino,Nadia Minniti, Roberta Papa, Antonella Pelle, Antonella Scabellone e come presidente di giuria, un veterinario, anche lei donna, Francesca Ruga. Anche le presentatrici dell'evento sono state due donne, la giornalista Maria Teresa D'Agostino e la presidente stessa dell'Associazione, giornalista anche lei, Marilene Bonavita. Cultura e non solo divertimento. Anche se associato al carnevale, l'evento “il gatto con gli stivali” ha visto l'esposizione delle opere dello PREMIATA PIAZZA BOTTARI Caulonia, premiata la “panca” di piazza Bottari. E’ stata ammessa alla terza edizione di “Tendenza Mosaico e architettura”, uno spazio che la Domus Arreda della fiera di Pordenone dedica all’architettura nel design. Ebbene, l’opera della’architetto Carmela Agostino, cauloniese, ideata col collega Giuseppe Luciano, ha ricevuto il primo premio scultore Joey Gulloni., il concerto del trio musicale i Mattamusa e del maestro Peppe Platani assieme a Roberta Papa. Il primo premio è andato ad Ermes, gatto norvegese maschio di 13 anni di Carmelita Mittoro; a parimerito per il secondo posto, due micioni, Nemo gatto persiano esotico maschio di 2 anni di Antonio Gaudino e Principessa gatto similpersiano femmina di 2 anni di Sabrina Calautti; parimerito anche peri terzi classificati, Lele, gatto europeo maschio di 9 mesi di Carla Maria Delfino e Cheri gatto europeo maschio di 13 anni di Morena Speziali. Premio speciale naturalmente doveva esserci, venerdì 17, anche per il gatto nero: Paride gatto norvegese maschio di 13 anni di Anna Enrica Postorino. Tutti gli altri mici intervenuti hanno ricevuto un piccolo premio grazie a “Max boutique degli animali”, oltre all'attestato di partecipazione offerto dalla Gru. Marilene Bonavita FOTO DOMENICO SISTO di MARA RECHICHI Siamo nel clou della settimana della Moda di Milano. E’ uno di quei periodi dell’anno in cui l’orgoglio italiano viene fuori in tutto il suo vigore. Gli stilisti di casa nostra danno libero sfogo al proprio estro creativo, mixano con sapienza e maestrìa tessuti, materiali, forme e colori, per la gioia che ammalia gli occhi e affascina i desideri. Opere d’arte vediamo davanti a noi. Meraviglie o orrori, dipende dai gusti. Vero è che un pensierino ce lo facciamo, figurati se no! Proviamo a immaginarci dentro qualcuno di quegli abiti che vediamo sfilare. L’Alta Moda! “Ma quando me lo metto un vestito così, per andare dove?” Meglio puntare al prèt-a-porter. “Uhm ,bello! Un bel taglio sartoriale quest’abito! E che stoffa, e che fantasia! Delicata, una cosina non troppo chiassosa, a modo.” Gli occhi mi cadono su un paio di pantaloni a zampa d’elefante, son tornati di moda. “Adoro gli anni ’70, mi danno una sensazione di gioia, di intimità con la natura: capelli lunghi, sciolti con la riga in mezzo, camicie e abitini a fantasia, e i pantaloni di Sylvie Vartan...” Peace and love, peace and love! Cartellino: pantaloni 375, camicia 289, stivali 420. Se la matematica non mi tradisce, a fine mese potrei stare a meno 200 euro. Non se puede, c’è la crisi! Apro l’armadio-archivio, rovisto. Trovo i pantaloni a zampa di qualche anno fa, un bel twinset di lana comprato al mercato di Papiniano, quando studiavo a Milano, 30mila lire nel ’97, una camicia a fiori, e altri golfini di la-na ve-ra. Non come quella elettrica che ti vendono adesso, che prendi la scossa solo a guardarla e i capelli ti si rizzano senza un perché, mentre l’ascella sfida la cipolla di Tropea al primo risveglio di ghiandola sudoripara. Ecco che posso fare la moda, vero vintage! E se voglio qualcosa di nuovo, due son le strade: il negozio della mia amica che ha opere d’arte di buon senso, oppure, per qualcosa di più impegnativo ed esclusivo, il laboratorio artistico della mia sarta. La crisi riporta al buon senso, è di moda! MASCHERINE AL CENTRO POLIFUNZIONALE Si è tenuto sabato 18 il secondo evento compreso nel programma del Carnevale della Pro loco ed introdotto da Antonella Scabellone, presente il Sindaco. La giuria così composta: Patrizia Panetta ( Pro Loco), Marilene Bonavita (Riviera), Anna Costa (YMCA), Ivan Bolognino (Assessore), Caterina Mammola (Fidapa), tutti concordi nel giudizio della mascherina più originale, la più bella e la più elegante. A presentare la sfilata Monica Maritato. DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 29 Parlando di Cinema OROSCOPO ILOSOFIA REGGINA ARIETE dal 21 marzo al 20 aprile Domenica, la voglia di elucubrazioni sarà pari a zero. Azione al massimo. L’amore è in declino. C TORO dal 21 aprile al 20 maggio Il fine settimana, con una Luna in Pesci, sarà molto elettrizzante. Spetta a voi fare le scelte giuste! orre voce che il cittadino del sud (ed in particolare il reggino) è sempre pronto a “lamentarsi” ed “a piangersi addosso”. Che si senta vessato senza motivo, che non abbia voglia di lavorare, che non paghi le tasse, che gli piace tutto sommato vivere in questo modo, pur lamentandosi. Spesso ci si imbatte in questi discorsi, ed a perorare questa causa il più delle volte è la persona del sud che si trasferisce al nord, sputando nel piatto fino a dove poco prima ha mangiato (ed anche in abbondanza viste le porzioni generose che vengono elargite a Reggio!). Seguendo sempre la scia “del piangersi addosso”, prendiamo in esame il Piano Nazionali Aeroporti che si sta discutendo sul tavolo del Ministero dei Trasporti, il cui titolare del dicastero è Corrado Passera. Il piano prevede la seguente classificazione: 14 aeroporti strategici, 10 aeroporti primari e 24 aeroporti complementari. Quest'ultimi, secondo il piano di Passera, andrebbero eliminati o quanto meno, lasciati al proprio destino poiché lo Stato chiuderebbe il rubinetto dei fondi pubblici per la loro gestione. Tra i 24 aeroporti, ovviamente, rientrerebbe anche Reggio Calabria (e Crotone). Usiamo il condizionale perché il governo sta aspettando l'analisi del dossier elaborato negli ultimi due anni da One Works, Nomisma e Kpmg. Secondo l'analisi compiuta da ENAC (l'ente nazionale per l'aviazione civile), gli aeroporti con un traffico aereo inferiore agli 800 mila passeggeri l'anno non garantiscono ritorni economici allo stato a fronte dei soldi pubblici investiti. Ed il nostro Tito Minniti, secondo gli ultimi dati distribuiti dalla Sogas, la società che gestisce l'aeroporto dello Stretto, il 2011 si è chiuso sfiorando i 600 mila passeggeri, nonostante tutto (aggiungiamo noi). Perché la tiratina d'orecchie va fatto a Provincia, Regione e Sogas: ma il Tito Minniti vale “solo” i 600 mila passeggeri l'anno? Consideriamo il dato che tutta la Calabria vanta da sola nel complesso circa 350 mila emigrati; Reggio Calabria provincia, da sola fa quasi un terzo di questo dato. Ciò significa che al netto delle persone che non prendono l'aereo oppure non tornano nei luoghi d'origine, circa 100 mila persone garantiscono almeno un viaggio l'anno. Ma, ovviamente, l'emigrato non torna una sola volta l'anno nella propria città. Aggiungendo il dato degli studenti fuori sede, di chi effettua voli saltuari per lavoro o l'indotto derivante dal turismo, il dato potrebbe tranquillamente superare il milione di passeggeri. Perché ciò non avviene? Semplice: il Tito Minniti, fino ad ora, è stato oggetto di una cattiva gestione. Alitalia ha quasi il monopolio esclusivo delle tratte aeree: collega Reggio Calabria con Roma Fiumicino, Milano Linate, Torino (solo da qualche mese). Oltre Alitalia annoveriamo Blu Express (diventata da poco una controllata di Alitalia) che ha come rotte Roma Fiumicino e Milano Linate. Poi il nulla. In pratica non esiste concorrenza al Tito Minniti ed Alitalia può praticare i prezzi e gli orari di volo che più gli fa comodo. In questo modo è ovvio che non si riesca ad incrementare il numero dei passeggeri. In passato vi sono state altre compagnie che hanno fatto una rapida comparsa sul Tito Minniti (pensiamo, ad GEMELLI dal 21 maggio al 21 giugno Il week-end vi regalerà un'attitudine sociale davvero invidiabile. In amore ricordatevi che vince chi fugge! esempio, ad Air Malta, Trawel Fly, Italy) ma, per un motivo o per un altro, sono tutte scappate da Reggio. Questione “ammodernamento” aeroporto: da una vita si parla di questo per Reggio Calabria. Ed, ovviamente, non se ne viene mai a capo. Alcune compagnie aeree, una su tutte Ryanair (leader in Europa per i voli low-cost), non possono operare su Reggio per questioni “di pista”. Ryanair utilizza i Boeing 737800 con una capienza di 189 passeggeri. I voli Ryanair viaggiano sempre pieni (altrimenti non partono, questo per politica aziendale) e la pista attualmente a disposizione del Tito Minniti non basterebbe. Questo è uno dei maggiori ostacoli alla presenza di nuovi vettori aerei. Non consideriamo neanche la questione “conti in rosso”; il bilancio del 2010 si è chiuso con ben 3 milioni di euro di perdite. Verrebbe spontaneo a questo punto dire che Passera fa bene a chiudere i rubinetti dei fondi pubblici per il Tito Minniti. Ma ciò non è così, perché non puoi penalizzare un intero popolo per colpa dell'inefficienza di tutta una classe politica. E lo stato, inoltre, ha tanto da farsi perdonare a livello di trasporti, poiché è colpa loro se ci ritroviamo in questa situazione disastrosa: o L'autostrada SA-RC è un eterno cantiere aperto. È da circa 20 anni che esistono questi lavori di ammodernamento della sede stradale, non può sempre essere colpa della 'ndrangheta o dell'inefficienza delle ditte del sud, anche perché gli appalti più consistenti sono in mano a società del centro-nord (la Baldassini - Tognozzi Pontello, sede legale Firenze, fallita e rilevata da Impresa SPA, sede legale a Roma e la Impregilo SPA, sede legale Sesto San Giovanni). b o Inadeguati collegamenti ferroviari. L'unica tratta decente è quella Reggio Calabria-Roma su Freccia Argento (ripristinato da poco e che ti costa un occhio della testa) ed il classico Eurostar. Poi il nulla. Perché chi vuol andare al nord, deve cambiare a Salerno o a Roma. E soprattutto, non può viaggiare di notte ad un prezzo accettabile. Bella roba, in pratica un reggino che lavora poco sopra Roma, è costretto a prendere 2 giorni di ferie (tra andata e ritorno), effettuare un cambio (con i problemi che sorgono a causa di coincidenze e bagagli al seguito) e spendere un occhio della testa. Di fronte ad un tale bagno di sangue a livello di trasporti, sarebbe letteralmente UN AFFRONTO decretare la chiusura del Tito Minniti. Ed i disagi maggiori li avrebbero soprattutto i nostri emigrati, che già hanno subito il forzato abbandono della propria terra per potersi creare un futuro che Reggio e tutto il sud non sono in grado di garantire. Se questo per voi è piangersi addosso, allora chiamateci pure piagnoni, le vostre parole scivolano “come olio sui binari della nostra indifferenza.” Ci auspichiamo comunque che, a fronte di quanto esposto sopra, i nostri politici sappiano usare il pugno di ferro in questa situazione e facciano valere i nostri diritti, che anche la costituzione italiana sancisce. In fondo c'è sempre una prima volta E se Reggio resta senza aeroporto è sempre colpa dei reggini??? CANCRO dal 22 giugno al 22 luglio Sabato e Domenica, sarete molto concentrati, strategici e determinati come è nel vostro spirito. LEONE dal 23 luglio al 23 agosto Sabato e domenicagiornate ideali per riscoprire la parte più nomadica e grintosa: sì a viaggi e gite. VERGINE dal 24 agosto al 22 settembre Domenica riuscirete, con apprezzabile grinta e sovrumana combattività, a sistemare tutto. Bravi! BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO PESCI dal 23 settembre al 22 ottobre dal 23 ottobre al 22 novembre dal 23 novembre al 21 dicembre dal 22 dicmbre al 20 gennaio dal 21 gennaio al 19 febbraio dal 20 febbraio al 20 marzo Potrebbero rendersi, necessarie alcune spese per la gestione del ménage domestico. Sarebbe meglio. Il week-end è da trascorrere con enfasi nella vita domestica. Per quanto riguarda l’eros andrà tutto bene. Il week-end vi farà guadagnare il punteggio massimo in termini di iniziativa e creatività Il week-end vi farà guadagnare il punteggio massimo in termini di iniziativa e creatività. Molto bene! Fortunatamente, la splendida Luna, illuminerà il fine settimana, vi divertirete tanto con gli amici. DOMENICA Il fine settimana è perfetto per apprezzare il calore del focolare domestico. Amore ottimo. 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 30 CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Benvenuti al Nord/16.0018.00 - 20.00 Mission Impossible 4 /22.00 CINEMA GOLDEN Roccela J,info:333/ 7672151 Com’è bello far l’amore/ 16.00 - 18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA VITTORIA Locri,info:339/7153696 Hugo Cabret /17.00 - 19.30 22.00 CINEMA GARIBALDI Polistena,info:0966/ 932622 Benvenuti al Nord/ 15.30 17.30 - 19.45 - 22.00 CINEMA POLITEAMA Gioia T.,info:0966/ 51498 Com’è bello far l’amore/ 18.00 - 21.00 CINEMA ODEON Reggio C.,info:0965/ 898168 Com’è bello far l’amore/ 18.00 - 20.00 - 22.00 Blob of the week CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373 Hugo Cabret/17.30 - 20.00 22.30 NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 la scomparsa di Patò/18.30 20.30 - 22.30 MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de Curtis In Time/18.30 - 20.45 - 22.30 Sala Sordi Viaggio nell’isola miste riosa (3D)/ 18.10- 20.20 - 22.00 Sala de Sica Alvin superstar 3/ 17.00 Knockout/ 19.00 - 21.00 - 23.00 Sala mastroianni War Horse/ 18.10 Paradiso amaro/ 20.30 - 23.00 la Riviera AL CINEMA prove di “settebello” I Boss di Radio Venere Ruggero brizzi e Diego cataldo il baule dei ricordi Adolfo Melignano, Cosimo Reitano e Pino Romano Giorgio Ferraro Daniele Ocello, Paolo Cefalì e Gregorio Ocello PietroAntonio Meleca “il Marco ragno compie 6 anni: auguri” Salvatore non perde mai “La Bussola” Tantissimi auguri per un felice compleanno, ad un pupo, bravo intelligente e coocolone, da tutti noi Carletto Crusoe e il suo amico Venerdì Alberta fa i provini per il nuovo episodio di Ghostbuster La verità dell’Iride Essere latitanti, avere un sacco di soldi ha i suoi vantaggi. Mi permette di non far nulla e quando sul mare impazza la bonaccia e le vele dell'Insomniac restano flosce, passo giordi Benjamin Bowson nate intere a oziare. Mi diletto a guardare cosa succede nel mondo, conosco diverse lingue e guardo i tg di diverse nazioni. Si scoprono cose curiose sapete. A esempio sento il numero dei morti ammazzati a New York o a Città del Messico, gli stupri a Parigi, le rapine a Milano. Ascolto la cronaca che arriva da ogni parte del mondo. Poi faccio un confronto con quanto accade nella Locride e mi sorprendo. Ma come, voi che nella percezione collettiva vivete il peggiore dei mondi in realtà abitate in un posto dove accade poco o nulla? Come è possibile? Un fatto di cronaca nera ve lo girate per giorni su giornali e tv, in attesa di una retata che riempia servizi giornalistici e televisivi. Non è una burla, fate una prova. E visto che non siete forti nelle lingue, fatela restando in Italia. Guardate le diverse edizioni delle testate regionali della RAI. Resterete sorpresi, scoprirete più cronaca nera in Lombardia, Liguria, Lazio, Emilia che da voi. Una risposta però c'è, non gioite. Ovvia, altrimenti sarebbero ingiustificate le massicce presenze di magistrati, forze dell'ordine, associazioni antimafia. La risposta è che siete una società criminale e mica si ruba in casa del ladro. Non può essere altrimenti, siccome la cronaca siete voi a produrla state bene attenti a portare il male fuori da casa vostra, commettendo qualcosa solo se strettamente necessaria. E meno male che sono riuscita a darmela questa risposta. Meno male, soprattutto per quanti combattono la criminalità. E' giusto rimangano da voi, alla fonte del male, non ci fosse questa consapevolezza toccherebbe loro rincorrere gli effetti della malattia senza curarne la causa. La causa siete voi, inutile nasconderlo. Quindi tenetevi poliziotti, magistrati, associazioni, musei, giornalisti ed eroi vari. Risolto il problema da voi, a cascata si risolveranno i suoi epifenomeni e il mondo, finalmente, tirerà un sospiro di sollievo. La Locride e i TG DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 31
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