Il numero di Aprile 2010

Transcription

Il numero di Aprile 2010
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi Padre Flaminio Rocchi
4
ANNO XVI | N.
APRILE 2010 | POSTE ITALIANE SpA | SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA
Valore e significato Esperienze
e progetti a confronto.
La prima Convention
del Giorno del Ricordo nazionale dell’Anvgd
RIMINI, 46 GIUGNO 2010
P
er noi, esuli istriani, fiumani e dalmati il Giorno
del Ricordo, istituito con voto
bipartisan dal Parlamento italiano con la Legge n. 92 del 30
marzo 2004, assume un significato che non si esaurisce in una
celebrazione occasionale. Esso
rappresenta infatti:
1. un risarcimento del dolore per
i sacrifici e le ingiustizie patiti;
2. un riconoscimento dell’appartenenza della nostra storia alla
memoria della Nazione;
3. la conoscenza della realtà complessa delle nostre terre di origine e della
loro tradizione millenaria italiana.
4. Il superamento del pregiudizio politico e ideologico che è alla
radice della damnatio memoriae
delle nostre vicende.
RISARCIMENTO DEL
DOLORE PER I
SACRIFICI E LE
INGIUSTIZIE PATITI
N
ell’antico diritto romano si chiamava pretium
doloris il risarcimento che si do-
veva a chi aveva subito un’offesa
che andava la di là del danno materiale: il dolore dell’anima.
Con la Legge n. 92 lo Stato
italiano, espressione della volontà del suo popolo, ha voluto
finalmente riconoscere la realtà
storica degli eccidi perpetrati a
danno degli Italiani dell’ Istria, di
Fiume e della Dalmazia. Migliaia
di persone, per lo più autoctone
dei luoghi, ma anche provenienti
da tutte le regioni d’Italia, perirono nelle voragini delle foibe
nell’entroterra istriano e carsico
o comunque fatti sparire in fosse comuni oppure nei campi di
concentramento iugoslavi, dopo
essere stati prelevati dalle truppe
partigiane comuniste di Tito.
Il motivo e la finalità di tali
operazioni criminali, contrarie
alle norme del diritto internazionale, era la «pulizia etnica» del
territorio della Venezia Giulia e di
Zara, in modo da poterne dimostrare al tavolo della pace la loro
prevalente slavità. E il risultato fu
raggiunto staccando dallo Stato
italiano non soltanto il territorio
delle vallate alpine e dell’hinter-
land, abitato effettivamente da
popolazione slovena e croata, ma
anche le città, le località costiere,
le campagne della penisola istriana abitate prevalentemente e da
millenni da popolazioni istrovenete e quindi italiane.
I Presidenti della Repubblica
nei loro discorsi in occasione del
10 Febbraio hanno riconosciuto
apertamente che tali feroci persecuzioni si abbatterono sugli italiani delle province di Pola, Fiume,
Zara, Trieste e Gorizia «solo perché italiani», costringendo all’esodo circa 350.000 persone di ogni
ceto sociale, svuotando intere città e vaste aree delle campagne.
Il fatto che per oltre 50 anni
di tali eventi sia stato quasi proibito parlare ha costituito per gli
esuli e le loro famiglie un ulteriore motivo di sofferenza collettiva,
per non aver loro consentito di
condividere ed elaborare il profondo trauma che aveva sconvolto le loro vite, dai giorni delle persecuzioni e delle stragi, al
dramma dell’esodo dalla terra
natale, spesso avventuroso e a
rischio della vita, al disagio ma-
«I
l Congresso nazionale di Varese è già alle spalle, ma restano
i punti programmatici che ci siamo prefissati per il triennio appena iniziato. Fra questi, il desiderio di avere più occasioni di
incontro e di libero confronto, in un clima sereno e distensivo, senza
i pragmatismi delle convocazioni o di un dibattito serrato». Marino
Segnan, vicepresidente nazionale Anvgd con delega per gli Eventi,
spiega le ragioni che hanno indotto ad immaginare ed organizzare la
prima Convention nazionale dell’Associazione, che avrà luogo dal 4
al 6 giugno prossimi: «Abbiamo quindi pensato di coinvolgere per
la prima volta in assoluto tutti i nostri quadri dirigenti - aggiunge
-, invitandoli insieme ai loro familiari: dalla Presidenza nazionale
alle Presidenze provinciali, dai Consiglieri nazionali alle Consulte
regionali, dai Consiglieri provinciali e tutti gli incarichi interni della
nostra Associazione, dal più grande al più piccolo (ma tutti svolti
da grandi persone). Siamo ingranaggi di una grande struttura ed
ognuno di noi ha la sua importanza nel meccanismo organizzativo
che dà lustro alla nostra comunità». «Non è un impegno - precisa
Segnan - quello che vi chiediamo, ma una disponibilità a fare in
modo che si ritrovino insieme tutti coloro che lavorano per la stessa
Q La prima
Convention
nazionale
dell’ANVGD a
Rimini (nella
foto, l’ingresso
del National
Hotel che
ospiterà la
tre giorni
associativa)
Lucio Toth | segue a pagina 5
UDINE AVRÀ UN PARCO INTITOLATO
ALLE «VITTIME DELLE FOIBE»
DOPO GLI INTERVENTI DELL’ANVGD
U
dine. Dopo le accese polemiche delle settimane scorse, finalmente il Comune ha assunto la decisione di procedere nella
intitolazione dell’area verde di Via Bertaldia in Parco «Vittime delle
Foibe». Lo hanno concordato il sindaco Furio Honsell e il Consiglio
direttivo del Comitato Anvgd di Udine guidato da Silvio Cattalini.
«Di fronte alla mancata accettazione della proposta formulata dalla
commissione Toponomastica - ha spiegato in ultimo Honsell - ho voluto reincontrare i rappresentanti dell’ANVGD per ascoltare le loro richieste e
trovare una soluzione insieme». Su richiesta dell’Associazione, Honsell ha
dato la propria disponibilità a ospitare all’interno dell’area verde un piccolo monumento a ricordo di tutte le vittime della storia e della guerra.
Ma vediamo come si è giunti a tanto risultato, date le discutibili
premesse.
Il tutto ha avuto inizio venerdì 5 marzo. L’area verde da intitolare era stata individuata ma è stata respinta la mozione di intitolarla
segue a pagina 2
Schools and History: the first Eastern Border-themed
Seminar for teachers and students
In english language to page 14
Escuela e historia, el primer Seminario
para docentes y estudiantes sobre el confín oriental
En lengua española en la página 15
IL RISCHIO
DI IMPORRE LA
VERITÀ PER LEGGE
C
on questo titolo il quotidiano “Libero” del 17
marzo ospita un significativo articolo del prof. Giuseppe Parlato,
che interviene sulla richiesta, avanzata dall’Unione degli Istriani,
di disciplinare per legge la ricerca
storica nei casi in cui questa neghi
o minimizzi le Foibe. Il contributo del prestigioso storico, allievo e
collaboratore per molti anni del
compianto Prof. Renzo De Felice,
si inserisce nel più ampio dibattito
sollevato in questi anni intorno al
negazionismo che ha per obiettivo,
ad esempio, la Shoah come il genocidio armeno.
Questo contributo di idee ci
sembra perfettamente opportuno
e condivisibile, poiché una democrazia liberale e matura non può
ricorrere a strumenti coercitivi,
ma solo favorire la libera, e certo
faticosa, ricerca storiografica: il solo
segue a pagina 16
segue a pagina 16
LA BANCARELLA DA TRIESTE A ROMA
Il Salone del Libro dell’Adriatico
orientale sulle sponde del Tevere
D
al 20 al 22 marzo 2010, presso il Teatro dei Dioscuri di
Roma, nei pressi del Quirinale, ha avuto luogo la rassegna
editoriale «Pillole romane de “La Bancarella” 2010. Salone del Libro dell’Adriatico Orientale», curata dal Cdm (Centro Documentazione Multimediale) di Trieste
e dal Comitato provinciale di
Roma dell’Anvgd in collaborazione con le associazioni degli
esuli e i relativi Centri di studio.
segue a pagina 3
LA REDAZIONE
RISPONDE
Beni nazionalizzati
in Istria, nessuna
condizione di favore
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
A pagina 6
2
Numero 4 | Aprile 2010
FATTI e COMMENTI
Le foibe come discariche.
Lo scandalo dello scempio naturalistico e storico
S
arebbero decine le voragini
dell’altopiano carsico triestino utilizzate negli anni come discariche di rifiuti ingombranti e pericolosi, e dunque inquinate, ostruite e
finanche distrutte. Delle 2695 cavità
enumerate nel Catasto delle grotte,
gestito dalla Regione, 121 risultano
inquinate, 247 non più accessibili in quanto ostruite, mentre di 19
non si rinviene più traccia. Sono le
sconcertanti risultante dell’indagine effettuata da due speleologi del
◄
CAI XXX Ottobre, Roberto Trevi
e Claudio De Filippo, e dall’associazione ambientalista “Greenaction
Transantional”.
Gli scempi avrebbero avuto inizio negli anni Settanta, ad iniziare dal
«Pozzo dei colombi», nei pressi di Basovizza, il cui fondo è trasformato in
un lago di idrocarburi e nafta. Eguale
la condizione del «Pozzo del Cristo»,
sulla strada da Basovizza a Gropada,
dove negli anni le autobotti, peraltro
autorizzate allora dal Comune, han-
dalla prima pagina
UDINE AVRA UN PARCO INTITOLATO ALLE
«VITTIME DELLE FOIBE» DOPO GLI
INTERVENTI DELL'ANVGD
alle «Vittime delle Foibe», causa le pressioni dell’estrema sinistra che
ha trovato ascolto nella maggioranza al Comune di Udine. Per tentare di venire fuori dall’impasse, la Giunta comunale aveva affidato alla
Commissione toponomastica il compito di studiare l’intitolazione di
una via o un’area verde cittadina, ma la definizione in un primo tempo approvata, «Basovizza, luogo simbolo a ricordo delle vittime delle
foibe», è stata contestata dall’Anvgd del capoluogo friulano, che vi ha
letto un inaccettabile compromesso tra orientamenti discordi. Dello
stesso avviso il sen. Saro (Pdl), che aveva espresso la sua perplessità:
no scaricato nafta. E un lago di nafta
e detriti di ogni genere sono al fondo
della «Grotta inquinata», non distante da Trebiciano, senza considerare
l’abisso di Rupingrande nel quale
scaricano le fognature delle case.
Ora, lo scandalo è seguito alla
pubblicazione di un documentato servizio apparso sul numero di
gennaio 2010 dell’edizione italiana
della rivista “National Geographic”,
ed ha suscitato ovviamente un vespaio di polemiche. È vero che una
Ancora sull’ex Silos di Trieste
C
i perviene dal sig. Arnaldo Sivieri, nostro attento
lettore, questa lettera di commento
alla nota di cronaca apparsa sul
numero di gennaio in merito alla
prossima riconversione dell’ex Silos
di Trieste in centro multidirezionale, che volentieri riproduciamo.
«Leggo questa notizia di denominare l’ex Silos di Trieste, già
primo rifugio dei profughi giu-
W Trieste, stazione ferroviaria.
A sin. si intravede parte delle
mura diroccate dell’ex Silos
W Dopo aspri contrasti interni
e l’intervento determinante
dell’ANVGD la Giunta comunale
di Udine (nella foto) ha
deliberato di intitolare un Parco
alle «Vittime delle Foibe»
«Non capisco perché si debba ricorrere a perifrasi e metamessaggi
quando basterebbero semplici ma
esaustive parole per adempiere al
dovere storico di commemorare
i perseguitati e i martiri dei totalitarismi. È limitante e limitativo identificare le stragi soltanto in
maniera ristretta attorno ad una località (Basovizza, appunto); dimenticare le vittime di tutte le altre foibe significa far risprofondare
nel silenzio i perseguitati ed assecondare così, oggi, l’opera dei carnefici
di ieri». Le dichiarazioni del sen. Saro avevano indispettito il sindaco
di Udine, che in una nota rivendicava all’Amministrazione comunale
il merito di voler commemorare le vittime degli eccidi titini.
«Sono il primo sindaco di Udine che dopo 60 anni ha deciso di rendere omaggio alla memoria di queste vittime», ha ribadito Honsell il 9
marzo, quando ha annunciato che «l’intitolazione sarà discussa in una
delle prossime riunioni di Giunta anche sulla base delle indicazioni
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia». E così è stato, grazie all’intervento del presidente e del Direttivo Anvgd udinesi.
D.A
norma sulla tutela degli ambienti
ipogei del Carso esiste dal marzo
2009, ma si attende ancora il regolamento attuativo. L’assessore regionale all’Ambiente, Elio De Anna,
ha precisato che «I rifiuti rinvenuti
nelle cavità carsiche risalgono ad
abbandoni di vecchia data. Questo
non significa però che il fenomeno
non sia da prendere in considerazione. È obbligatorio che lo Stato,
oltre che la Regione, si muova per
riportare la legalità, per tutelare
liano/dalmati, Silos Shopping
Center.
Ho due obiezioni da fare a
questa apparentemente innocente denominazione:
1) meritano forse gli inglesi, attraverso la loro lingua, questa
forma indiretta di incensamento, dopo quello che hanno fatto
(e non fatto) a Trieste e in Istria?
2) la dicitura è inoltre inesatta,
perche il nuovo Centro com-
Croazia e
Vaticano,
comuni auspici
per l’ingresso
nell’UE
I
l premier croato, signora
Jadranka Kosor, recatasi in visita al Vaticano alla metà
di marzo, ha invitato Benedetto
XVI a visitare la Croazia l’anno
prenderà anche ristoranti, caffé,
uffici, hotel, ecc., per cui non
sarà solo un “shopping center”.
In generale, usare in Italia
lingue straniere (quando si può
usare benissimo l’italiano) mi
pare sia il primo passo per perdere la propria identità.
Ormai siamo travolti da una
valanga di parole inglesi e di altre
lingue che ci fanno sentire sempre piu stranieri in patria.
Proprio quasi come i “rimasti” in Istria. Bel risultato, vero?
Vorrei infine vedere la faccia di qualche nostro profugo
di ritorno a Trieste, che volesse
rivedere i luoghi della prima accoglienza, quando gli diranno:
sì, sì, vai pure al Silos Shopping
Center! Chissà come sarà felice!
Ironia a parte, vogliamo
suggerire ai cari amici triestini
di chiamarlo “Silos Centro Polifunzionale”, o “Centro Polifunzionale il Silos”, o altre diciture
simili?»
Gentile lettore,
Lei pone due questioni: l’uso
massiccio della lingua inglese nel
parlato comune, e di opportunità
della trasformazione dell’ex Silos
in spazio multifunzionale.
La denominazione Silos
Shopping Center non è nostra, ma
figura nei progetti di ristrutturaprossimo, in occasione dell’auspicato ingresso nell’Unione Europa
del Paese. La premier ha ringraziato Ratzinger per il supporto
fornito dal Vaticano nella soluzione del contenzioso tra Croazia
e Slovenia sul confine marittimo.
Il percorso della Croazia verso la piena integrazione nell’UE
è stato dunque uno dei temi al
centro dell’incontro con Papa
Benedettto XVI; successivamente, la signora Kosor ha incontrato il card. Tarcisio Bertone,
Segretario di Stato, e mons. Dominique Mamberti, Segretario
W Abissi del Carso triestino usati
come discariche da almeno gli anni
Settanta (foto www.ilpiccolo.it)
questi luoghi di sofferenza e di testimonianza, memoria di tragici fatti».
E già, perché di foibe si tratta. «In
analogia ad altri luoghi di eccidi
di altre ideologie - ha aggiunto De
Anna - esistono misure di sicurezza atte ad impedire deturpazioni
e vandalismi, ma anche di tutela
e vigilanza per la salvaguardia di
questi reperti e per prevenire comportamenti od azioni che possano
inficiarne il significato». Appunto.
p. c. h.
zione consultabili sul sito www.
silostrieste.it. In realtà, l’inflazione dei termini anglosassoni non
risponde ovviamente alla volontà
di «incensare» alcuno, ma è ai nostri giorni un fenomeno pressoché
universale, sul quale certamente
potremmo a lungo discutere.
Per altro verso, la riconversione di quegli spazi abbandonati
e fatiscenti da lunghi decenni è
iniziativa delle amministrazioni
locali, in primis del Comune di
Trieste, volta a sottrarre al degrado
un’ampia area dismessa per restituirla alla città ed alla sua economia. È evidente che questa trasformazione incide sulla memoria
storica, personale e collettiva di
un’intera popolazione esule, una
parte della quale ebbe quei depositi come primo ricovero. La trasformazione di quegli spazi in altro
può suonare come una perdita di
memoria, come una dismissione
del dovere di custodire il ricordo
delle sofferenze: ma non credo sia
nell’intento delle istituzioni triestine, la cui sensibilità a questo riguardo è comprovata, tralasciare il
dovere di commemorare le vicende
drammatiche dell’esodo. Piuttosto,
le istituzioni rispondono anche al
dovere di operare per la collettività, dovendo contemperare le sue
esigenze con la conservazione della
memoria storica, che si attua e si
trasmette anche in altre sedi.
p.c.h.
per i Rapporti con gli Stati. «Al
centro dei cordiali colloqui - si
legge nella nota vaticana diffusa
alla stampa - c’è stato un fruttuoso scambio di opinioni su alcuni
temi di attualità internazionale
e sulla situazione della Regione.
In seguito, è stata riconfermata
la comune volontà di proseguire
il dialogo costruttivo sui temi di
interesse comune per la Chiesa e
per lo Stato croato. Infine sono
state esaminate alcune tematiche
per quanto concerne il cammino
della Croazia verso la piena integrazione nell’Unione europea».
3
Numero 4 | Aprile 2010
CULTURA e LIBRI
Italia e ruolo
internazionale
nei Balcani.
Summit
a Gorizia
◄ dalla
prima pagina
IL SALONE DEL LIBRO DELL'ADRIATICO
ORIENTALE SULLE SPONDE DEL TEVERE
Q Roma,
l’interno del
Teatro dei
Dioscuri
G
orizia. Si è svolto nei giorni
8 e 9 marzo l’International
Desk South East Europe alla presenza di ministri di dodici Paesi, fra cui
il ministro degli Affari Esteri Franco
Frattini, oltre a circa 250 delegati. Lunedì 8 il «tavolo tematico» sull’energia
e sui trasporti mentre nella giornata
successiva il «tavolo finanziario-assicurativo» L’International Desk South
East Europe è un’iniziativa concepita
quale sede di confronto per avviare
relazioni istituzionali ed economiche
tra i sistemi dell’Adriatico orientale
ed occidentale. «Il Governo ha delegato questo compito al Friuli Venezia
Giulia e, a sua volta, la Regione ha
individuato Gorizia quale sede ideale di quest’appuntamento». «La città
aspira a un ruolo internazionale e la
missione affidata dal ministro degli
Esteri Franco Frattini al Friuli Venezia Giulia di essere testa di ponte
nazionale verso l’Est Europa esalta
questi obiettivi», chiosa il sindaco della città isontina, Romoli.
W Il ministro degli Esteri Franco
Frattini e il Presidente della Regione
Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo
E il ministro Frattini ha rilevato
come «in questa atmosfera difficile,
di crisi internazionale è utile per fare
il punto della situazione e capire
come il sistema Italia debba procedere nei Balcani». Il desk si inserisce
nel già avviato progetto dell’Euroregione: «attraverso la delega alle
Regioni - ha spiegato Frattini - si è
cercato di creare una collaborazione
transfrontaliera, estesa naturalmente
anche al Veneto, la Slovenia, Carinzia per allargarla, poi, anche alla
Lombardia e Bavaria».
L’iniziativa, promossa dalla
Regione Friuli Venezia Giulia, in
collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dello
Sviluppo Economico, le principali
istituzioni ed enti economici nazionali e regionali, gli istituti di credito, le università, le associazioni
di categoria, si avvale del sostegno
dell’Organisation for Economic
Co-operation and Development
(OECD) e del programma LEED
per lo sviluppo delle economie locali e l’internazionalizzazione delle
imprese, e dell’Eurispes per il Coordinamento scientifico e tecnico
del progetto.
Un’edizione, questa allestita nella Capitale, che ha proposto al
pubblico la consolidata formula triestina articolata in tantissime
le iniziative: convegni, dibattiti, concerti, esposizioni di pannelli
con materiale d’epoca, ed un annullo speciale filatelico concesso
per l’occasione.
È fondamentale sottolineare - rimarcano gli organizzatori
dell’evento - che l’Adriatico Orientale, considerato negli ultimi
decenni esclusivamente per i terribili eventi della storia del ’900,
ha goduto nel corso del tempo sino ad oggi di fermenti e manifestazioni culturali di altissimo livello, passati in secondo piano
proprio a causa della storia stessa e che con la rassegna editoriale
si intende valorizzare.
Tra i molti e qualificati interventi che sino succeduti,
quelli del prof. Giuseppe Parlato, con il suo recente saggio
sulla Fiume del Novecento (Mezzo secolo di Fiume. Economia e
società a Fiume nella prima metà del Novecento, edizioni Cantagalli); del prof. Giuseppe de Vergottini e dei suoi collaboratori, che hanno illustrato i tre pregevoli volumi La toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia, editi in collaborazione con
l’Istituto Geografico Militare di Firenze; di Marino Micich e
Giovanni Stelli, che hanno presentato il volume Istria Fiume
Dalmazia laboratorio d’Europa a cura di Giovanni Stelli e Dino
Renato Nardelli, edito dall’Istituto per la Storia dell’Umbria
Contemporanea; di Giordano Bruno Guerri, presidente del
Vittoriale degli Italiani, che ha dissertato sull’impresa fiumana
di D’Annunzio; di giornalisti come Adriano Monti Buzzetti e
Stefano Tomassini.
Le forti suggestioni narrative del regista Franco Giraldi hanno caratterizzato lo spazio dedicato al cinema di frontiera. E uno
sguardo rivolto all’Europa, con il progetto sugli archivi «Fida-Sida», e quindi l’annullo speciale di Poste Italiane, accattivante per
i collezionisti, hanno meglio articolato il nutrito cartellone della
rassegna “romana”.
Né è mancata la musica colta: musicisti di fama internazionale
come i Maestri Francesco Squarcia, Paolo Verrecchia e Nicolò Iucolano hanno eseguito brani del repertorio classico.
Sul numero di maggio una cronaca fotografica della manifestazione.
«Ufficio per le Zone
di Confine»,
in volume l’inventario
dei documenti conservati
dalla Presidenza del
Consiglio
E
dito dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è disponibile per
gli studiosi il volume «Ufficio per le Zone di Confine», accurato e
prezioso inventario, di oltre 800 pagine, del materiale documentario
conservato presso la Presidenza del Consiglio, utile alla ricostruzione
storica della politica italiana nei confronti dei confini orientali.
Dal volume si deduce che il fondo archivistico dell’UZC (l’Ufficio
per le Zone di Confine), è costituito da 659 buste collocabili tra il 1947
e il 1954, identificate all’interno del più ampio patrimonio documentario del Dipartimento per gli Affari Regionali depositato nell’Archivio
generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma questa edizione non contempla soltanto il pur notevole capitolo della Venezia Giulia
e della Dalmazia: suddiviso in 7 sezioni, comprende anche l’Alto Adige
e riproduce documenti, ritagli stampa, opuscoli riviste, mappe, statistiche, fotografie e manifesti. Un valore storico-amministrativo molto
importante per lo studio delle diverse fasi della storia italiana del Novecento, e dei diversi, spesso opposti orientamenti di fronte al tema.
Progetto e coordinamento scientifico sono di Bruna Colarossi e
Andrea Paciucci.
d. a.
D’Annunzio e Fiume.
Convegno a Milano
I
l poeta soldato: d’Annunzio a Fiume è il titolo impeccabile (il «Comandante» infatti si firmava
con la ‘d’ minuscola) del Convegno di studi promosso a Milano da Cives Universi/Centro
internazionale di cultura Alberto Frigerio il 24 marzo nella Sala del Grechetto di Palazzo Sormani.
Inesauribile d’Annunzio, come l’«Urna inesausta» raffigurata nello Stemma della città e metaforicamente ripresa dal poeta per riferirsi allo spirito di Fiume. Il Convegno, che ha il patrocinio del
Comune di Milano, della Fondazione Vittoriale degli Italiani di Gardone e della Società di Studi
Fiumani di Roma, si è articolato in due sessioni.
La prima prevedeva, tra gli altri, la relazione introduttiva di Giordano Bruno Guerri, presidente
della Fondazione Vittoriale degli Italiani, e di Elena Ledda su D’Annunzio e la Grande Guerra.
La seconda sessione ha visto, tra gli altri relatori, Raffaella Canovi sull’Impresa di Fiume nei suoi
aspetti generali, e Guglielmo Salotti su La sinistra di fronte all’Impresa.
(fonte www.beniculturali.it)
W Pubblicato l’inventario dei
documenti sul confine orientale
conservati dalla Presidenza del
Consiglio (nella foto, Palazzo
Chigi)
4
Giorno del Ricordo 2010,
le dichiarazioni dei rappresentanti
delle istituzioni
P
ubblichiamo una sintesi
di alcuni interventi. Una
più ampia panoramica è naturalmente sempre consultabile sul sito
www.anvgd.it, quotidianamente
aggiornato nella Rassegna Stampa
e nelle News, che Vi invitiamo a
visitare.
Sottosegretario di Stato
l sottosegretario Menia è
intervenuto
all’inaugurazione, a Tolmezzo, di un monumento dedicato alle vittime
delle Foibe. In quella occasione,
ha detto tra l’altro: «Accanto alla
rimozione delle foibe, ci fu quella
riguardante le vicende di centinaia di migliaia di uomini e donne
che, per una scelta di italianità e
libertà lasciarono le loro case, i
loro morti, la loro terra e si portarono dietro per tutta la vita la tra-
I
I
W Un minuto di silenzio nell’Aula
del Senato (nella foto, Il
presidente, Renato Schifani)
GIANFRANCO FINI
Presidente Camera dei Deputati
oco prima dell'incontro
al Quirinale il presidente Fini ha ricevuto alla Camera
le associazioni di esuli istriani,
fiumani, giuliani e dalmati, invitati all'inaugurazione della
mostra «Gli italiani dell'esodo. Testimonianze di immagini e oggetti» allestita a Palazzo
Montecitorio. Nel suo saluto ha
espresso il rammarico per «l'ingiusto tentativo di rimozione
che non ha tenuto conto delle
P
Letta è intervenuto al Quirinale
in occasione del Giorno del Ricordo 2010.
«Questo deve essere il giorno
della verità, la verità che vive nel
ricordo di un popolo che non
può dimenticare, un popolo che
ha avuto il solo torto di essere e
sentirsi italiano e per questo ha
subito una persecuzione. Oggi
più che mai abbiamo il dovere
della verità di fronte a chi tenta
ancora di negare o ridurre ciò che
è accaduto».
ROBERTO MENIA
RENATO SCHIFANI
Presidente Senato
della Repubblica
n apertura della seduta
antimeridiana del 10 febbraio il vicepresidente Nania
ha commemorato il Giorno del
Ricordo. L'Aula ha quindi osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime
delle Foibe.
Il presidente del Senato Renato Schifani, da parte sua, ha
sottolineato che la memoria delle
«vittime innocenti» delle foibe
istriane, è «un dovere assoluto» e
deve essere «patrimonio perenne
e condiviso». «Il ricordo di tante
persone uccise solo perché italiane dopo troppi anni di oblio, è un
dovere assoluto da parte di tutti».
«La memoria di eventi così dolorosi - ha proseguito - deve essere
patrimonio perenne e condiviso.
Non possiamo dimenticare chi
fu assassinato e chi fu costretto
ad abbandonare la propria terra
per restare fedele alla Patria, alle
proprie origini italiane».
«Questa tragedia comune
deve divenire elemento fondante
di unità del popolo italiano e la
giornata della memoria istituita
per ricordare, deve essere momento di riflessione, di comune
sentire».
Numero 4 | Aprile 2010
W Palazzo Montecitorio. Il
presidente della Camera Fini
visita la mostra «Gli italiani
dell’esodo. Testimonianze di
immagini e oggetti» allestita
dall’IRCI di Trieste. (foto Para/
Camera dei Deputati)
tante tribolazioni e dei tanti
dolori patiti dai trecentomila
italiani che furono obbligati
all'esilio». Ed ha proseguito: «Il
mio auspicio e che si diffonda
ulteriormente la coscienza di
questa giornata presso i cittadini, insieme con l'impegno a
promuoverla nel maggior numero di sedi, affinché vengano
pienamente valorizzati i principi che la ispirano, […] in una
matura e civile comprensione
della storia nazionale».
IGNAZIO LA RUSSA
Ministero della Difesa
er troppi anni l’Italia
ha rimosso le Foibe ed
ancora oggi si fa poco, nelle scuole,
nelle attività pubbliche, per ricordare questa vicenda». Lo ha detto
il ministro della Difesa, Ignazio
La Russa. «Il 10
Febbraio, Giorno del Ricordo,
è la giornata in
cui si ricordano
le vittime delle
foibe, gli italiani
che vennero buttati nelle voragini
carsiche, spesso ancora vivi, dai
soldati di Tito, per il solo fatto di
essere italiani. Per troppi anni - ha
aggiunto - l’Italia ha rimosso questa vicenda, l’ha dimenticata. Finalmente una legge che abbiamo
fortemente voluto ha fissato questo Giorno del Ricordo. E credo
che mettersi questa coccardina sia
un motivo per dire a tutti non dimentichiamo, anzi paghiamo un
debito di riconoscenza verso coloro che per troppi anni sono stati
dimenticati».
«P
W Il sottosegretario Menia (a
GIANNI LETTA
Sottosegretario Presidenza
del Consiglio
a memoria è «un valore
fondamentale che aiuta
a capire il passato ma anche a
guardare al futuro» e rispetto al
dramma delle foibe «il presidente Napolitano con le sue parole
ha rotto la congiura del silenzio
e ha fatto giustizia di tante incomprensioni e colpevoli silenzi». Così il sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio Gianni
L
X Palazzo del Quirinale. Nel corso
della cerimonia presieduta
dal Capo dello Stato, il
Sottosegretario Gianni Letta
ha consegnato le onorificenze
ai congiunti delle vittime (foto
Presidenza della Repubblica)
destra nella foto) a Tolmezzo
gedia dell’esodo». «Ci sono volute decine di anni perché l’Italia
facesse pace con la sua coscienza,
e allora nonostante la storia falsificata sui libri da presunti storici
che non raccontarono quello che
era accaduto, l’Italia in qualche
modo si è riconciliata con questa
sua storia, ma c’è ancora tanto da
fare». «Ma a noi - ha proseguito
il sottosegretario - basta guardare poco oltre il nostro confine
orientale, nell’Europa pacificata,
e incontriamo a centinaia i leoni
di San Marco, su ogni chiesa di
ogni piccolo villaggio istriano per
poi scendere giù verso la Dalmazia. E parlano le pietre dove non
parla più la nostra lingua».
GIORGIA MELONI
Ministro della Gioventù
ntervenendo in Campidoglio,
al Consiglio straordinario convocato per il 10 Febbraio, il ministro
Meloni ha stigmatizzato il rifiuto di alcuni istituti scolastici di non celebrare
il Giorno del Ricordo: «Non ci sono
definizioni, se non quella difficile di
oscurantismo ideologico, per spiegare
l’atteggiamento tenuto da alcuni istituti scolastici, i cui dirigenti si sono rifiutati di celebrare il Giorno del Ricordo. Tacere, nascondere agli studenti la
tragedia nazionale delle foibe, equivale
a negarla. E ciò vale per le Foibe come
per la Shoah e per tutti quei drammi
del passato, il cui ricordo non ha il senso della rivalsa, ma della lezione di vita
nei confronti dei più giovani».
I
Red.
5
Ministero
Pubblica
Istruzione.
Il testo della
Circolare
alle scuole
italiane per
il Giorno del
Ricordo
«I
l Parlamento italiano, con la legge
30 marzo 2004, n. 92, ha
istituito il “Giorno del Ri-
◄ dalla
rio e artistico degli italiani
dell'Istria, di Fiume e delle
coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il loro
contributo allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale
adriatica, ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale
e all'estero.
Si invitano pertanto
le SS. LL. ad impegnare i
giovani, anche con il coinvolgimento delle Associazioni degli esuli, in questa
importante ricorrenza di
grande valore educativo e
formativo.
Roma, 3 febbraio 2010
Il Ministro
Mariastella Gelmini
I DESTINATARI
Ai Direttori Generali Regionali
Ai Dirigenti degli Uffici scolastici provinciali
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Al Dirigente Generale per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
All'Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
All'Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
e p.c. Ai Presidenti delle Consulte provinciali degli studenti
Al Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola
Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
Al Forum Nazionale delle Associazioni professionali dei docenti
e dei dirigenti della scuola
prima pagina | VALORE E SIGNIFICATO DEL GIORNO DEL RICORDO
teriale e morale dei campi-profughi, esposti talvolta anche allo
scherno e a discriminazioni.
RICONOSCIMENTO
DELL’APPARTENENZA
DELLA NOSTRA
STORIA ALLA
MEMORIA
DELLA NAZIONE
L’
cordo” che viene celebrato il
10 febbraio con l’obiettivo
di conservare e rinnovare la
memoria della tragedia degli
Italiani delle foibe e dell'esodo degli Istriani, Fiumani e
Dalmati nel secondo dopoguerra.
È pertanto prevista da
parte delle scuole l’organizzazione, in occasione di questa giornata, di iniziative volte a diffondere la conoscenza
dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di
Italiani, abitanti dell'Istria,
di Fiume e della Dalmazia, a
lasciare le loro case, spezzando secoli di storia italiana in
quei territori.
Tali iniziative sono volte
a valorizzare il patrimonio
culturale, storico, lettera-
Numero 4 | Aprile 2010
aspetto che più ha offeso
l’animo delle centinaia
di migliaia di profughi è stata la
mutilazione della loro storia dalla
memoria della Nazione.
Dopo i fatti tragici di Trieste
nell’autunno del 1953 - quando
la polizia del Governo militare
alleato sparò sulla folla uccidendo cinque giovani che manifestavano per l’italianità di Trieste
e dell’Istria, ancora soggette ad
occupazione militare, e il ritorno
all’Italia del solo capoluogo giuliano nel 1954 - l’oblio più totale
è caduto sulla vicenda delle Foibe e dell’Esodo e sulla perdita di
una parte cospicua del territorio
nazionale, di quasi un’intera regione, la Venezia Giulia, essendo rimasta allo Stato italiano un
moncone tra Gorizia e Trieste
con un confine che soffocava
ogni attività e prospettiva economica. Perdita che aveva obbligato
all’esodo circa 350.000 persone.
I testi scolastici di storia non
ne parlarono più come se quelle
province, legittimamente riconosciute all’Italia nel 1920-1924
(come il Trentino e l’Alto Adige
nel 1919), non fossero mai appartenute allo Stato italiano. I
profughi, migliaia dei quali ancora nei campi di raccolta disseminati in tutta Italia, si sentirono
così stranieri in patria, malgrado
la straordinaria capacità di integrazione per le loro esperienze
professionali, la loro onestà, la
loro conoscenza scorrevole della lingua italiana, conseguenza
diretta del buon dialetto veneto
parlato nelle famiglie e della totale
alfabetizzazione anche dei ceti più
umili. Il tasso di criminalità nei
campi-profughi fu praticamente
nullo, malgrado le pessime condizioni igieniche e ambientali.
I profughi si fecero strada nelle
fabbriche, nei cantieri, nella pubblica amministrazione, nelle forze
armate e di polizia, nelle attività industriali e imprenditoriali in genere, diventando addirittura testimonial di eccellenza del Made in Italy,
come gli stilisti Ottavio Missoni e
Mila Schön, il violinista Uto Ughi,
gli atleti Abdon Pamich e Nino
Benvenuti, le attrici Alida Valli e
Laura Antonelli, gli imprenditori
Fulvio Bracco, Niccolò e Franco Luxardo, i cantautori Wilma
Goich e Sergio Endrigo.
Il passato dell’Istria e della
Dalmazia, profondamente legato
alla storia d’Italia dai secoli della
Repubblica e dell’impero romani
ai Comuni del Medio Evo, all’egemonia politica e culturale della
Serenissima durata dall’XI secolo
alla fine del Settecento; le lunghe
lotte contro il governo austriaco
per difendere l’italianità delle nostre città; la partecipazione degli
istriani, dei dalmati e dei fiumani
al Risorgimento e alla prima guerra mondiale; l’impresa fiumana di
D’Annunzio chiamato nella città
dalla popolazione; l’altissimo contributo di caduti e di decorati al
valore nella seconda guerra mondiale; la distruzione di Zara con
i bombardamenti aerei per cancellarne l’impronta italiana: tutto
venne dimenticato come se questo
passato non appartenesse all’Italia
e quelle terre fossero state da sempre iugoslave, quando la Iugoslavia
nemmeno esisteva.
CONOSCENZA DELLA
REALTÀ COMPLESSA
DEI NOSTRI
TERRITORI DI ORIGINE
E DELLA LORO
MILLENARIA
TRADIZIONE ITALIANA
C
ome correttamente recita
il testo della legge istitutiva del Giorno del Ricordo non
dobbiamo ignorare la «complessa
realtà» delle nostre terre, poste alla
confluenza di culture ed esperienze
politiche diverse nel corso dei secoli.
È da questa complessità che
deriva per gli studiosi la centralità
delle tematiche poste dalla nostra
vicenda, che non si esauriscono
negli eventi tragici del 1943-1954
e nemmeno in quelli del periodo
fascista e della II guerra mondiale. La pulizia etnica subita dalla
Venezia Giulia e dalla Dalmazia,
con l’espulsione di gran parte della
loro popolazione italiana, è la conseguenza di un insieme di cause
prossime e remote che rivestono
per storici, sociologici, linguisti il
massimo interesse.
La diffusione delle lingue romanze autoctone in Istria, Quarnaro e Dalmazia (tergestino, istrioto,
dalmatico, ecc.); il tema della convivenza secolare specie in Dalmazia
tra etnie, culture e religioni diverse
(croati, latini, serbi, albanesi) come
nella Ragusa del Rinascimento e
dell’età moderna; l’influenza della
cultura mitteleuropea e soprattutto tedesca a Trieste e a Gorizia, di
quella ungherese a Fiume; il risveglio nazionale della cultura slovena
e di quella croata nell’Ottocento;
l’evoluzione della cartografia e
della toponomastica; l’importanza
del periodo napoleonico per la diffusione delle idee liberali; il fenomeno dell’assimilazione linguistica
da parte della maggioranza italiana
in Istria, a Trieste, Gorizia, Fiume
e Zara e, viceversa, il processo di
slavizzazione delle altre città dalmate alla fine del secolo XIX come
effetto diretto dell’urbanizzazione
delle masse rurali; la tradizione
urbanistica, artistica e letteraria
che fa dell’Istria e della Dalmazia
fino alla metà dell’Ottocento una
parte integrante dell’area culturale
italiana; lo sviluppo dall’autonomismo all’irredentismo; lo scontro tra l’ideologia fascista e quella
comunista e la loro interazione
sulle condizioni economiche, sociali e multietniche dell’Adriatico
orientale; il movimento operaio
tra le due guerre e la drammatica
esperienza della Resistenza e della
Repubblica Sociale Italiana in una
regione soggetta quasi interamente
all’occupazione tedesca; le vicende
delle comunità ebraiche della regione, sono tutti temi che richiedono approfondimento scientifico
e devono essere sottratti alle mode
propagandistiche del momento
per essere valutati con obiettività e
serenità.
SUPERAMENTO DEL
PREGIUDIZIO
POLITICO E
IDEOLOGICO CHE È
ALLA RADICE DELLA
DAMNATIO MEMORIAE
N
ei discorsi dei Presidenti
della Repubblica Italiana si è denunciato il ”colpevole
silenzio” sulla vicenda delle Foibe
e dell’Esodo come conseguenza di
opportunismi politici legati agli
equilibri internazionali della guerra
fredda e alle situazioni interne italiana e iugoslava tra il 1947 e il 1991.
Le ragioni di questa lunga censura, che ha rischiato di disperdere
le esperienze umane di centinaia
di migliaia di persone coinvolte in
quei tragici eventi, non possono
essere spiegate con ricostruzioni
superficiali e strumentali. Vanno
analizzate con serietà per afferrarne
appieno le motivazioni politiche
più evidenti e quelle più nascoste.
Essenziale si rivela a questo
punto l’esame degli archivi delle
cancellerie, dei servizi segreti dei
paesi coinvolti negli avvenimenti
(Italia, ex Iugoslavia, Gran Breta-
gna, Stati Uniti, URSS, Germania,
Francia), dei comandi militari,
dei protagonisti politici di quegli
anni (Churchill, Mussolini, Stalin, Eden, Ciano, Tito, Kardelj,
Truman, Roosevelt, ecc.), della
Segreteria di Stato vaticana e delle
sue nunziature, delle curie vescovili della regione, ecc. Documentazione che mano a mano emerge
rivelando aspetti inattesi dei retroscena militari e diplomatici delle
vicende belliche e post-belliche
che hanno coinvolto la regione
adriatica orientale, comportando
conseguenze così devastanti per le
popolazioni che la abitavano.
Le ragioni vere della lunga
censura stanno in questi segreti e
negli interessi politici dei vari Stati
che li detenevano.
Esistono poi le ragioni psicologiche e culturali derivanti
dall’egemonia della sinistra nella
classe intellettuale italiana e dal
lungo mito del comunismo come
ideologia messianica di liberazione
dell’uomo e delle masse, nonché
dall’esclusivo uso di queste tematiche da parte della destra politica
per evidenti motivi di contrapposizione e di consenso elettorale. Né
si può dimenticare l’interesse del
partito dominante, la Democrazia
Cristiana, di evitare scontri aspri,
anche di piazza, in un paese fragile
e già diviso da barriere ideologiche
e da agitazioni sociali, stendendo
un velo di silenzio su vicende scabrose e difficilmente gestibili.
Soltanto la fine del blocco
comunista in Europa, il crollo del
Muro di Berlino, la dissoluzione
della ex Federazione Socialista
Iugoslava e il cambiamento della scena politica italiana hanno
aperto le chiuse, consentendo
alla verità di farsi strada anche
negli ambienti della sinistra, che
hanno riconosciuto il loro errore
di sottovalutazione degli eventi e
la loro complicità nella damnatio
memoriae.
Lucio Toth
6
LA REDAZIONE RISPONDE
Beni nazionalizzati in Istria,
nessuna condizione di favore
per i cittadini italiani
espropriati
A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich
D
Vorrei sapere se esiste un qualche regolamento (italiano
o croato) per cui chi occupa ed è in parte proprietario
di una casa nell’Istria oggi croata, possa in maniera legale acquistare la parte nazionalizzata. Naturalmente non a prezzi di
mercato ma con gli stessi coefficienti usati dal governo italiano per
indennizzare gli esuli per gli immobili presi dalla ex Jugoslavia e
tuttora mantenuti dalla Croazia?
Sarebbe possibile domandare al governo italiano di intervenire in tal senso, nel caso in cui non vi fossero già delle norme
specifiche?
Lettera firmata
I
l cittadino italiano che è proprietario di un immobile in Croazia, è sottoposto alle leggi croate come qualsiasi cittadino del
posto. Nel caso in cui una parte dell’immobile sia intestata al Comune locale o allo Stato croato, l’unico modo per diventarne proprietario
sarà mediante un contratto di compravendita con l’amministrazione
titolare della porzione che si intende acquistare. Il prezzo sarà
sicuramente quello di mercato,
in quanto né la legge croata né la
accordi internazionali vincolavano lo Stato croato a rivendere gli
immobili nazionalizzati a prezzo
di favore.
Ritengo di dover sottolineare che, anche la sola possibilità
di poter acquistare un immobile
o una sola porzione di esso da
parte dei cittadini italiani dallo
W Nessun accordo tra Italia
e Croazia per il riacquisto
Stato croato, così come dai privati, deve considerarsi un grande
a condizione di favore di
passo avanti rispetto al passato.
beni nazionalizzati dall’ex
Jugoslavia. Nella foto, case a
Infatti solo nel 2007 il miGrisignana
nistro degli Esteri croato, Kolina Grabar Kitarovic, aveva reso
noto, tramite un comunicato stampa, che la Croazia avrebbe aperto
il suo mercato immobiliare ai cittadini italiani. Tale decisione, aveva
spiegato il rappresentante del governo croato, sarebbe dovuta entrare
in vigore il 12 ottobre 2007 a seguito di «una comunicazione ufficiale
tramite una nota diplomatica alla Farnesina».
La decisione di abolire le limitazioni di acquisto degli immobili era stata presa nel rispetto del principio di reciprocità dopo che
Roma, nell’aprile del 2007, aveva abolito la sua limitazione in base
alla quale potevano acquistare immobili in Italia solo i cittadini croati
con permesso di soggiorno. È dovuto poi trascorrere più di un anno,
in quanto solo dal 1° febbraio 2009, il mercato immobiliare croato è
stato reso liberamente accessibile anche ai cittadini italiani.
I coefficienti usati dallo Stato italiano per indennizzare i beni abbandonati nella ex Jugoslavia e concessi con molteplici leggi succedutesi nel tempo, sono sempre stati considerati degli acconti su quello
che dovrebbe essere un indennizzo definitivo che possa, applicando i
coefficienti di rivalutazione di mercato, risarcire gli esuli dell’intero
valore dei beni perduti.
Tale valutazione non può pertanto avere nessun collegamento e
nessuna incidenza sui prezzi da applicarsi negli atti di compravendita
degli immobili nazionalizzati da parte della Repubblica croata.
Il governo italiano non ha mai aperto nessun negoziato con il
governo croato, avente ad oggetto la possibilità, per gli italiani, di
riacquistare gli immobili nazionalizzati ad un prezzo di favore.
L’unica strada che il governo italiano ha sempre cercato di percorrere è stata quello di ottenere la possibilità per i cittadini italiani di
ottenere la denazionalizzazione dei beni a loro sottratti.
Purtroppo i negoziati iniziati nel 2002 ancora oggi non hanno
portato al raggiungimento di nessuna intesa e pertanto, per coloro
che non sono in possesso della cittadinanza croata, è ancora oggi
impossibile ottenere la denazionalizzazione dei beni di cui erano
proprietari.
Numero 4 | Aprile 2010
Scudo fiscale, i beni ereditati
o riacquistati dagli esuli vanno
dichiarati. Lo dispone l’Agenzia delle
Entrate interrogata dalla FederEsuli
D
ovranno essere inseriti
nella dichiarazione dei
redditi di quest’anno i beni situati
in Croazia, che gli esuli hanno ereditato o potuto acquistare nel tempo. È la fondamentale novità che
arriva dall’Agenzia delle Entrate
alla vigilia della compilazione del
modello Unico 2010.
Lo spunto per il chiarimento
era stato offerto dalla Federazione
delle Associazioni degli Esuli che
aveva chiesto uno specifico parere
giuridico all’Agenzia in base all’introduzione del cosiddetto scudo
fiscale. «Quest’ultimo istituto - ha
spiegato Renzo Codarin, presidente della FederEsuli e vicepresidente
nazionale dell’Anvgd - obbliga i
cittadini a indicare nella dichia-
razione il possesso di immobili
all’estero al fine di individuare redditi mai evidenziati».
L’Agenzia governativa ritiene
che i beni, anche se non producono
alcun reddito, vanno inseriti nella
dichiarazione. «Sono un migliaio le
famiglie residenti a Trieste che dovranno adempiere a questo nuovo
obbligo - ha precisato Codarin - e
circa 10mila in tutta Italia». Altro
è il discorso dei beni abbandonati
ma affittati «per i quali - ha sottolineato il presidente dei Revisori dei
conti dell’Associazione - era sempre obbligatoria la presenza nella
dichiarazione dei redditi».
Renzo de’ Vidovich, rappresentante dei Dalmati Italiani nel
Mondo, ha annunciato «l’impegno
per l’introduzione di una norma di
legge che diversifichi sotto il profilo fiscale la situazione degli esuli
da quella di chi specula in campo
immobiliare internazionale».
ELARGIZIONI
E ABBONAMENTI
Cenci Luigina, Colonnello Giovanni, Canaletti Giovanni, Canciani Andrino, Casalaz Aldo,
Calcagno Mario, Caplani Simeone Enrica, Cosatto Melita, Cervino Mario, Costa Liana, Canaletti Causin Fiorella, Calbiani
Sacchi Fiorella, Caneva Franco,
Castellani Berri Ines, Cergna Plinio, Ceccherini Massimo, Cendach Annamaria, Cheracci Maria, Chersi Loreta, Cosulich
Gilberto, Chizzola Francesco,
Cherubini Petrani Edda, Cipracca Giovanni, Chersi Matteo, Codazzi Mirella, Colussi Gianfranco, Corselli Licia, Corich Nevio,
Coslovi Silvio, Copetti Annamaria, Corazza Antonia, Cipolla
Ruggero, Crovato Bruna, Cozza
Antonia, Chirizzi Gino Giovanni, Clapci Piccoli Nevia, Carlini
Giovanni, Cerlenco Bianca, Clemente Aldo, Colomban Giuseppe, Cosoli Giuliano, Cori Alessandro, Corva Guido, Cova
Fulvio, Curatolo Valnea Federighi, Cosulich Alfredo, Colussi
Fabio, De Lombardo Claudio,
Dazzara Gianfranco, Del Bello
Maria Grazia, De Draganich Veranzio Giuseppe, Dapretto Leonella, Depicolzuane Carmelo,
Dambrosi Marcellini Ida, Deffar
Ennio, Decleva Gina, Dapas
Franca, Del Zotto Lina, Deltin
Silvano, Dellino Rezzi Onda,
Dapiran Dorino, Descovich
Bozzo Natalia, Della Mora Rossi
Ginea, Delcaro Ferruccio, Devescovi Giovanna, Deltin Ermanno, Doplicher Maria, Del Linz
Pietro, Del Fabbro Tito, D'Augusta Perna Umberto, Di Lenna
Alfredo, Dominis Mariarosaria,
Dessanti Mario, Divari Greld
Maria, Defranza Edoardo, Decastello Nicolò, Decastello Elena,
De Tonetti Furlan Lucia, Dorigo
Dora, Di Castri Linda, Di Meo
Elsa, Donaggio Carmela, 'Accardi Elena, Diacci Renato, Di Corato Simone, Dolenti Livio, Dobrich Bruno, Dorcich Miranda,
Duiella Franco, Drioli Salghetti
Giovanni, Dugan Gemma, Drascich Adriana, De Bernardis
Egle, Delise Lucia, Delton Tullio, Demori Andrea, Derossi Loredana, Dovier Marini Maddalena, Donati Palmira, Doblanovich
Vladimiro, Donaggio Gianfranco, Dubs Renata, Duda Liliana,
Dussi Mariagrazia, Eredi Franco
Giovanni, Ellero Jolanda, Faccini
Miranda, Fabris Massimiliano,
Fabris Mariangela, Ferro Maria,
Fabris Elsa, Falcone Fulvio, Faraguna Ezio, Fioretti Elio, Faraguna Ferruccio, Flori Iva, Fioranti
Silvia, Fedel Ernesto, Fonda
Yvonne, Ferri Giuliana, Famiglia
Dignanese, Fiorentin Antonio,
Fiorido Marino, Fiorentin Annamaria, Franzutti Pier Nicolò, Frighetto Anna Maria, Fredmann
Eliana, Franichi Evich Sergio,
Fonda Bruno, Fossati Marino,
Fossa Sergio, Franco Giuseppe,
Franco Teresa, Fogar Sergio, Floredan Adriano, Gaspardis Giovanni, Gagliardi Bellini Gigliola,
Gallesi Emilio, Gatti Rosa, Galbusera Luigi, Giovannini Luciano
, Gelcich Anna, Ganeo Tiziana,
Giacca Bruno, Gianelli Ferruccio,
Grilli Arnaldo, Gasperini Cofler
Nerina, Gasperini Giovanni, Giraldi Mario, Gliubich Caterina,
Giacomelli Edmondo, Giachin
Antonio, Giachin Antonio, Grisan Franco, Ghersinich Gianni,
Giusepponi Luigi, Giorgini Anna,
Giachin Adelia, Giorgi Anna,
Giachin Anita, Giorgini Ireneo,
Gasparini Iole, Gherdovich Irma,
Questa rubrica riporta:
• le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario;
• le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;
• gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”;
All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa
sulla privacy non vengono citate le
località di residenza degli offerenti.
Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro
apprezzamento e del loro sostegno.
Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute
dai singoli Comitati provinciali
dell’ANVGD.
Segue dal numero di marzo 2010
Biasi Guido, Belich Spiridione, Bellasich Alda, Benedetti Sebastiano, Bencich Giovanni, Bernes Tullio, Biagini Stefano, Bernè
Alice, Biagini Cecilia, Borsi
Maurizio, Borsatti Gabriella, Benussi Giordano, Bontempi fam.,
Binaghi Tullio, Borme Sergio,
Bogdanich Battista, Boni Domenico, Bonifacio Tutti Bianca, Bonelli Giuseppina, Bozic Vittorio,
Boi Filiberto, Bonuccelli Fernanda, Bronzini Silvana, Budinis Livio, Bressanello Arpad, Barbato
Querini Veglia, Blascovich Attilio, Bottaccioli Mirella, Bracco
Fiorenza, Bratti Giovanni, Bullo
Nereo, Colaleo Francisco Livia,
Ceglia Rosaria, Cattunar Giovanni, Castelli Lauretto, Crasti
Silvana, Cattalini Lucio, Cherubini Severini, Cenci Annamaria,
W L’Agenzia delle Entrate
ha stabilito che beni già
abbandonati, ereditati
o riacquistati da esuli o
discendenti, vanno indicati
nella dichiarazione dei redditi
7
Capoluoghi d'Italia che
onorano nella toponomastica
la memoria delle Foibe
N
on ci sembra superfluo pubblicare su questo numero l’elenco
dei capoluoghi di provincia che negli anni hanno intitolato
ai Martiri delle Foibe una via, piazza, largo o parco.
E ciò a “conforto” di quanti, pubbliche amministrazioni o partiti
politici, temano ancora oggi di commettere atti impropri quando le
rappresentanze degli esuli chiedono che ne rimanga memoria nella
toponomastica cittadina.
La pubblicazione dell’elenco dei centri medi e minori proseguirà sui prossimi numeri di “Difesa”, ma è già consultabile sul
sito dell’Anvgd www.anvgd.it
ALESSANDRIA
Via Vittime delle Foibe
BOLOGNA
Rotonda Martiri delle Foibe
AREZZO
Largo Martiri delle Foibe
BRESCIA
Via Martiri delle Foibe
BARI
Via Martiri delle Foibe
BRESCIA
Via Vittime d’Istria, Fiume e
Dalmazia
BELLUNO
Piazzale Vittime delle Foibe
BENEVENTO
Piazzale Vittime delle Foibe
BRINDISI
Via Martiri delle Foibe
Numero 4 | Aprile 2010
CAGLIARI
Parco dei Martiri delle Foibe
LATINA
Viale Martiri di Dalmazia
RAVENNA (Fraz. Porto Corsini)
Parco Martiri delle Foibe
CASERTA
Via Martiri delle Foibe
LECCE
Via Martiri delle Foibe
REGGIO EMILIA (Fraz. Coviolo)
Viale Martiri delle Foibe
COMO
Piazza Martiri Foibe Istriane
LECCO
Riva Martiri delle Foibe
COMO (Fraz. Albate)
Giardini Martiri italiani delle
Foibe istriane
LUCCA
Via Martiri delle Foibe
ROMA (Laurentina)
Largo Vittime delle Foibe
istriane
FERMO
Via Vittime delle Foibe
FERRARA
Via Vittime delle Foibe
FIRENZE
Largo Martiri delle Foibe
FORLì (Forlì-Cesena)
Via Martiri delle Foibe
FROSINONE
Piazza Martiri delle Foibe
GENOVA
Passo Vittime delle Foibe
GORIZIA
MACERATA
Via Vittime delle Foibe
MASSA (Massa-Carrara)
Parco del ricordo ai Martiri delle
Foibe
MESSINA
P.zza Martiri delle Foibe,
Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia
MILANO
Largo Martiri delle Foibe
MODENA
Via Martiri delle Foibe
NOVARA
Via Martiri delle Foibe
ORISTANO
Via Martiri delle Foibe
Gregori Mario, Gissi Maria, Ginnesini Ines, Giovannini Carlo,
Giurina Maria, Ghersi Loretta,
Giuricich Mario, Guidoni Silvia,
Grabelli Fioranti Maria, Gobbo
Vittorio, Gelleni Lidia, Giordani
Carla, Gortan Ermanno, Grohovaz Luciano, Greblo Franco,
Grandi Duilio, Kalcic Sergio,
Kresina Zlatka, Korwin Eugenio,
Iurman Giovanni, Ivanov Adriana, Ianovich Nicolo', Iacopacci
Annamaria, Justin Erio, Jugo
Gina, Jurassich Giovanni, Jurassich Emilio, Longo Biancamaria,
Leonella Bavi, Lechich Elsa, Laureati Gianfranco, Longoni Luigi,
La Rocca Michelina, La Grasta
Giovanni, Leinweber Antonietta,
Linardi Andrea, Lizzi Renata,
Lollis Roberto, Locatelli Tullio,
Lucchetto Ottavio, Lucci Andrea, Lupini Silvia, Lovrinovich
Sergio, Lovrencich Giovanni,
Lubiana Aquilino, Minach Ferruccio, Mariotto Bruna, Marinzulich Costante, Marzin Borsatti
Carolina, Marcon Giovanni,
Marotta Carmelo Maria, Marsich Giuseppe, Maltese Lino,
Maniglio Klemen Tullio, Malesi
Giannotti, Marussich Ettore,
Moraro Mario, Marussi Luisa,
Mattiussi Antonio, Martinuzzi
Marsan Giovanna, Matticchio
Mariagrazia, Martinuzzi Plinio,
Marini Franco, Marinaz Icilio,
Matcovich Claudia, Marpicati
Nyla, Mamolo Maria, Milanese
Adriana, Matesich Luigi, Moscolin Bruno, Milani Daniela, Malacrida Genio, Marini Beatrice,
Manzini Bruna, Maraston Maria, Marozzi Renato, Marzagalli
Jelich Fioretta, Marsich Paola,
Melini Marchese Edda, Milliava
Ireo, Micheli Host Caterina,
Mihalich Annamaria, Tullia
Manzin Franco, Mikulich Serenella, Millo Nerina, Miani Egidio, Miancich Giancarlo, Michicich Maria, Milinovich Nerina,
Mitis Laura, Minca Liliana, Moscheni Omero, Montella Benito
Ferruccio, Mottica Giacomo,
Moise Jolanda, Mouton Nella,
Monica Giuseppe, Montagner
Jurlina Regina, Moscheni Loru
Luciana, Moscheni Loru Alda,
Mattossi Pietro, Musich Maria
Russo, Mattossonich Adele,
Mattiazzi Mafalda, Mattiazzi Dinora, Matulich Aldo, Matulich
Walter, Momi Giovanni, Maracich Giuseppe, Musich Antonio,
Musich Francesca, Mussap Lucio, Muscardin Isacco, Marussi
Paola Nunziante, Nottino Pietro, Nesi Arrigo, Negovetich Boris, Nicolich Federica, Neri Claudio, Nutrizio Luigi, Nasazio
Silvana, Orselli Antonella, Ortali
Luciano, Ottoli Gaudenzio,
Quattrone Maria Ausilia, Parovel
Silvio, Palci Nella, Peretti Dario,
Pagnetti Franco, Paladin Rita,
Pastrovicchio Maria, Panella Luigi, Pechini Giuseppe, Petronio
Licia, Pasquali Sergio, Paoli Bruna, Peinkhofer Antonio, Paulovich Maria Cristina, Petronio
Guido, Polo Silvana, Perruccio
Gianfranco, Patelli Ermanno,
Polato Mottica Corinna, Pellegrini Alessandro, Giuseppe, Pillepich Luigi, Petris Rita, Pesto
Laura, Pizzinat Armando, Pitacco Riccardo, Pierucci Giovanbattista, Pilla Aldo, Pizzini Franco, Pitamitz Honorè, Premate
Gabriella, Pivac Bulian Liliana,
Poretti Michele, Piutti Antonino, Postet Pietro, Parisi Marco,
Petricich Gallo Liliana, Perovich
Rinaldo, Pletenaz Graziella, Premuda Leila, Premuda Maria,
PADOVA
Passaggio Martiri delle Foibe
Largo Martiri delle Foibe
GROSSETO
Piazza Martiri delle Foibe
Istriane
PARMA
Via Martiri delle Foibe (seduta n.1
6.4.09 app.all’unanimità - str.n. 9)
(Intit. N.1173 del 17.09.09)
PERUGIA
Via Vittime delle Foibe (Parco)
IMPERIA
Giardini Martiri delle Foibe
PISA
Rotonda Martiri delle Foibe
LATINA
Piazzale Martiri delle Foibe
PORDENONE
Pedonale/ciclabile Martiri delle
Foibe
SASSARI
Via Martiri delle Foibe
TARANTO
Piazzale Vittime delle Foibe
TEMPIO PAUSANIA
(Olbia-Tempio)
Via Martiri delle Foibe Istriane
TERAMO
Via Martiri delle Foibe
TRENTO
Via Martiri delle Foibe
TREVISO
Piazza Martiri delle Foibe
TRIESTE
Viale Martiri delle Foibe
VARESE
Via Istria - Martiri delle Foibe
VENEZIA (Marghera)
Piazzale Martiri Giuliano-Dalmati delle Foibe
VERCELLI
Via Martiri delle Foibe
VICENZA
Largo Martiri delle Foibe
VITERBO
Largo Martiri delle Foibe
Istriane
Sul sito del Governo il manifesto 2010 dell’Anvgd
V
ogliamo segnalare l’iniziativa del Governo italiano, che sul proprio sito ospita un’intera pagina
dedicata al 10 Febbraio. nella quale l’Anvgd appare con il suo manifesto (a destra nella foto),
unica delle associazioni degli Esuli. La pagina riproduce (e consente anche di scaricare) il manifesto
ufficiale dell’Anvgd per il Giorno del Ricordo 2010, mentre
un link richiama al calendario
nazionale delle manifestazioni,
anch’esso curato dall’Associazione.
Un risultato, questo, di altissimo livello a beneficio di tutti coloro che nella nostra Associazione si dedicano da sempre
al recupero della coscienza storica. Un riconoscimento anche
di affidabilità e di concretezza,
alla nostra capacità di interloquire con le istituzioni ai livelli
più alti.
Per visualizzare la pagina,
digitare questo indirizzo:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/giorno_ricordo/index.html.
8
Numero 4 | Aprile 2010
DAI COMITATI
DELEGAZIONE
DI BARLETTA
P
er onorare i martiri delle
Foibe e l’esodo giuliano-dalmata, si è inaugurata alla
presenza del Prefetto di BarlettaAndria-Trani Carlo Sessa, del sindaco di Barletta Nicola Maffei,
del Delegato provinciale Anvgd
Giuseppe Dicuonzo, delle autorità civili e militari, di associazioni
combattentistiche e d’Arma, oltre
che di un numero apprezzabile di
cittadini, una targa commemorativa richiesta dalla Delegazione
Anvgd alle istituzioni cittadine.
Il sindaco Nicola Maffei ha
portato il saluto dell’Amministrazione comunale ed ha evidenziato
l’impegno della stessa nel coinvolgere le Istituzioni ed i barlettani
nella conoscenza della storia e della
cultura delle terre giuliano-dalmate. Ha preso la parola quindi Da-
rio Damiani, assessore al Bilancio
della Provincia, che ha ricordato,
il personale legame con le vicende
del popolo istriano in quanto suo
nonno ha risieduto e lavorato in
quelle terre. È infine intervenuto
il Delegato provinciale Giuseppe
Dicuonzo che ha rievocato quegli
eventi storici, ed ha sottolineato
quanto l’esodo abbia segnato la
sua vita. Egli ha evidenziato, inoltre, come la cerimonia dell’inaugurazione non deve avere valore
puramente simbolico, ma, deve
testimoniare la presa di coscienza
dell’intera comunità barlettana.
Concetta Dicuonzo
O
***
rganizzato da «Cosmopolis» (Centro di promozione culturale e sociale) in collaborazione con la V Municipalità
«Vomero-Arenella» di Napoli, si è
svolto il giorno 26 febbraio presso
in un intervento equilibrato ed
esauriente, la tragedia delle Foibe
e dell’esodo. È seguito l’interevento del prof. Paolo De Marco,
docente di Storia Contemporanea presso la II Università degli
Studi di Napoli che ha esordito:
«Dopo aver letto il libro del prof.
Dicuonzo, mi cospargo il capo di
cenere». Egli ha evidenziato, tra
l’altro, che tutto ciò che è storia
dev’essere anche memoria comune e patrimonio condiviso.
Di seguito, l’intervento di
Tommaso Bucci che si è soffermato sull’aspetto storico di una
vicenda complessa partendo dalla
dominazione romana seguita da
quella bizantina fino a giungere a
quella veneziana ed austriaca.
Infine, particolarmente toccante è stato l’intervento dell’autore. La serata ha riscosso un
grande successo e vivi apprezzamenti per un rispettabile accompagnamento musicale curato dal
cantante Luca Nasti, affiancato
dalla cantante Francesca Russo ed
al pianoforte dal maestro Antonio
Buhme, i cui interventi musicali
si sono ben accordati con quelli
dei relatori.
M. D.
COMITATO DI
BRESCIA
I
W La lapide apposta quest’anno
dal Comune di Barletta
sulla facciata della Caserma
“Fieramosca”, che fu centro di
prima accoglienza dei profughi
dalla Venezia Giulia.
X Napoli, parte del pubblico
intervenuto all’incontro
promosso dalla V Municipalità
la biblioteca “Benedetto Croce” ,
la presentazione del libro Nato in
Rifugio. La Tragedia istriana sconosciuta di Giuseppe Dicuonzo nella
sua nuova veste tipografica. Ad introdurre l’incontro Marisa Pumpo Pica, giornalista e presidente
di «Cosmopolis» che ha illustrato
l 10 febbraio, non erano soli
i rappresentanti della comunità giuliano-dalmata di Brescia. Non lo erano perché la Città
era al loro fianco. Lo si è visto subito, a mezzogiorno, all’ingresso
del cimitero Vantiniano, dove si
è svolta la cerimonia più importante della giornata. Affiancati al
gonfalone dell’Anvgd bresciana,
campeggiavano i labari dell’AVIS
«gruppo zonale Mandolossa» e del
«Gruppo Alpini Badia». E le corone che sarebbero state depositate
di lì a poco davanti al monumento dedicato «agli Istriani, Fiumani e Dalmati, caduti in guerra e
infoibati nel nome d’Italia», erano
portate dai «Volontari Protezione
Civile Oltremella». Nel corteo,
anche la presidente del Consiglio
comunale Bordonali e il consigliere
Toma, e, a nome dell’Arma dei Carabinieri, il cap. Rufino e il luogotenente Pata.
Brescia, come gran parte delle
città italiane, si è stretta, dunque,
con sincera emozione ai protagonisti del lungo esodo giuliano-dalmata, che la sorte sparpagliò nella
Penisola e all’estero, portandone
molti anche a trapiantarsi a BreR Palazzolo sull’Oglio (Brescia).
L’ANVGD, rappresentata
da Walter Matulich, ha
presenziato alla cerimonia
tenutasi in collaborazione con
il Comune, rappresentato dal
sindaco Alessandro Sala
scia e provincia. Un migliaio di
famiglie (fra le 3.000 e le 3.500
persone), per lo più a S. Bartolomeo, a Fiumicello e al Villaggio S.
Antonio, che hanno saputo integrarsi e farsi apprezzare per laboriosità ed educazione.
Il presidente dell’Anvgd bresciana, Luciano Rubessa, ha ripercorso le tappe di una storia che
ancora troppo pochi connazionali conoscono, e ancora troppi si
ostinano a «negare» o a «deformare». Poi ha sottolineato l’impossibilità, a distanza di oltre 60 anni,
di effettuare ricerche delle migliaia di trucidati nelle profonde
cavità carsiche (le foibe), «perché
le autorità slovene e croate non ci
danno il permesso, negandoci la
possibilità di posare un fiore, di
dare sepoltura alle ossa di vittime
innocenti, a guerra finita».
Valerio Di Donato
LA COMMEMORAZIONE A
PALAZZOLO SULL’OGLIO
L’intervento di Walter Matulich
in rappresentanza dell’Anvgd
bresciana
La persona che avete di fronte
è, essa pure, simbolo vivente della complessità etnica descritta dal
dalmata Tommaseo, poeta e letterato. Il mio nome è Matulich e già
m’immagino i dubbi sulla mia italianità che vi frullano per il capo,
in questo preciso istante!
Sulle frontiere, va detto, si
sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più
furibonde, col loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di
cieche vendette; foriere anch’esse di
feroci rappresaglie (Claudio Magris). Ma non valgono a giustificare gli eccidi delle foibe. […] In
questi scenari, la lotta nazionale,
aggiungerò, s’identifica con quella
di classe, per cui nazionalismo e
comunismo diventano sinonimi
nella guerra all’elemento italiano.
Detestato da sempre.
E per spiegare l’avversione
verso l’Italia e gli italiani, vale la
pena riportare le parole di un illustre intellettuale croato (che ha
invocato l’anonimità), proferite
qualche anno fa: «Siamo tanto affascinati dalla cultura italiana e la
sentiamo così vicina che rischiamo di
esserne compressi e plagiati, al punto
da rinunciare alla nostra. Quando
ci si spinge in questa direzione, allora l’amore può diventare odio».
L’onesto intellettuale non ignorava che Istria e Dalmazia costituirono le Province Illiriche di Roma
Imperiale e che, successivamente,
fecero parte integrante della Repubblica di Venezia: l’Istria per un
millennio e Zara e la Dalmazia per
quattro secoli. Fino al Trattato di
Campoformio del 1797.
In Italia, le foibe rappresentarono argomento tabù per sessant’anni. Una tacita ma ferrea
convenzione tra i vertici politici
di maggioranza e di minoranza
di quello che sarà anche chiamato
“arco costituzionale” aveva imposto il pubblico silenzio sull’esodo
della mia gente, perché nell’oblio
si perdessero le cause crudeli
che l’hanno provocato. Ragioni
d’opportunismo politico internazionale. […] Non è semplice
dimenticare il severo e sommario
9
giudizio che i comunisti italiani trinciarono sulla mia gente in
fuga dall’orrore. […]
Togliatti aveva decisamente
sostenuto l’espansionismo jugoslavo di Tito, tanto che, nella spartizione territoriale post-bellica, si
spinse così in là da appoggiare la
richiesta, avanzata dal Maresciallo,
di cessione alla Jugoslavia del territorio italiano sino al fiume Tagliamento. Non saremo mai abbastanza grati, noi esuli giuliano-dalmati,
all’Unità, al partito di cui fu portavoce ed al suo defunto nocchiero,
per le commoventi attestazioni di
solidarietà che ci hanno graziosamente ammannito per anni…
È stato dato alle stampe, […]
il libro Ci chiamavano fascisti.
Eravamo italiani, di Jan Bernas,
giornalista italiano d’origine polacca. Walter Veltroni ne ha curato la prefazione. Ed ha sorpreso,
una volta di più. Quel che portò
alla tragedia delle foibe, ha scritto,
fu «un odio alimentato dall’ideologia, in questo caso soprattutto
dall’ideologia comunista». Luciano
Violante, l’anno scorso, emulò il
compagno. Dichiarò, ricordando
le foibe: «Mi vergogno d’essere stato comunista». Gli invisi profughi
giuliano-dalmati, dunque, non
farneticavano. […]
Il prezzo della sconfitta,
però, […] è ricaduto per intero
sulla popolazione del confine
orientale. Noi, naufraghi adriatici, abbiamo languito per anni
nei campi profughi, patendo gli
insulti della miseria. Chi tra noi,
scampato a certa realtà che infuriava ad Est dell’Isonzo, ha voluto tenacemente e disperatamente
aggrapparsi alle sottane d’Italia,
è stato considerato nella Penisola
un indesiderato intruso, subendo oltraggi dai connazionali della Madrepatria.
Ben ci sta. Eppure, animati
da inguaribile amor patrio che,
negli Appennini, i più non condividono, siamo rimasti e rimaniamo testardamente ancorati
al motto degli Inglesi: «Right or
wrong, it is my country». Quella
Country-Patria che, e concludo,
agitò i pensieri del Manzoni e
sull’altare della quale bruciarono le loro vite, assieme ai martiri
delle foibe, nel 1943, gli Alpini
delle steppe russe ed i diecimila
Fanti della Divisione Acqui, a
Cefalonia.
Walter Matulich
IL COMUNE DI BRESCIA
PER IL 10 FEBBRAIO
I
n occasione del Giorno del
Ricordo 2010, l’Assessorato
alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Brescia, in collaborazione
con il Centro Studi RSI di Salò e
con il patrocinio dell’assessorato
alla Pubblica Istruzione della Provincia di Brescia, propone un ciclo
di incontri rivolto agli studenti
della scuole secondarie di secondo grado di Brescia sulla tragedia
delle foibe e, a seguire, dell’esodo
nel dopoguerra di 350mila italiani
dall'Istria e dalla Dalmazia.
Il fine è di sostanziare l’appuntamento annuale riservato dal Parlamento a questa dolorosa pagina
di storia nazionale con una riflessione storica che eviti la retorica di
un ritualismo vacuo o la semplice
cerimonia commemorativa ed
educhi, viceversa, i giovani a corroborare con la memoria del passato
la loro formazione di cittadini.
Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Napolitano il Giorno del Ricordo
corrisponde «all'esigenza di un
riconoscimento umano e istituzionale già per troppo mancato e
giustamente sollecitato».
Il ciclo di incontri proposti
vuole ricostruire il contesto storico all’interno del quale va collocata la tragedia delle Foibe. Le conversazioni, corredate da supporti
multimediali presso l’auditorium
del Liceo Leonardo di via Balestrieri, affrontano diversi temi:
Genocidi, pulizia etnica e persecuzioni politiche nel Novecento è il
titolo del primo appuntamento,
a cura del prof. Marco Cuzzi. Il
secondo incontro, tenuto dal professor Raoul Pupo si sofferma su
Nazionalismi, rivalità di confini e
conflitti etnici in Istria e Dalmazia
ed infine Le foibe: pulizia etnica o
disegno totalitario? con il prof. Frediano Sessi.
(fonte QuiBrescia.it)
COMITATO DI
FERRARA
L
e iniziative attuate a Ferrara - unitamente alla Sezione di Ferrara dell’Associazione
Nazionale Partigiani Cristiani ed
al Comune di Ferrara, Servizio
Biblioteche ed Archivio storicoMuseo del Risorgimento e della
Resistenza - hanno trovato ampia
condivisione nella cittadinanza.
La mostra Architettura Adriatica tra le due sponde, dal 5 al 14
febbraio, composta da disegni del
prof. Luigi Tomaz, allestita nella
“Grotte del Boldini” è stata visitata
da un numeroso pubblico che ha
apprezzato la maestria dell’autore
dei disegni eh ha manifestato vera
meraviglia per gli aspetti d’arte e
architettonici ai più sconosciuti.
La conferenza del 12 febbraio
su «Arte e architettura adriatica tra
le due sponde» nella sede municipale, la Sala dell’Arengo, tenuta
dal prof. Enrico Lucchese, della
Facoltà di Lettere dell’Università
di Trieste, e dal prof.Luigi Tomaz
ha riscosso un grande successo. Il
prof. Lucchese ha illustrato, tramite proiezioni, in modo chiaro
e lineare, diversi aspetti dell’arte
in Istria, mentre il prof. Tomaz,
anch’egli servendosi di audiovisivi,
ha toccato aspetti storici delle terre
giuliano-dalmate ed artistici, ed è
stato intervento gradito per profondità e precisione storica e per la
vasta conoscenza dell’architettura.
Un incontro presso la Lega
Navale Italiana e l’ormai tradizionale concerto di Musica Sacra
hanno completato il programma.
Da segnalare la partecipazione
W Ferrara, due immagini
dell’accurato allestimento
della mostra del prof. L. Tomaz
Architettura adriatica tra le
due sponde
del Comitato ferrarese ad un incontro con tre classi del Liceo
Classico di Ferrara ed una conversazione al Comune di Polesella
(Rovigo) - del quale diamo conto
qui di seguito - sulle vicende storiche dell’Istria Fiume e Dalmazia.
Flavio Rabar
presidente Comitato ANVGD Ferrara
IL DRAMMA DELL’ESODO
RACCONTATO DAGLI
ESULI
P
olesella (Rovigo). L’esodo di istriani e dalmati
è stato argomento dell’iniziativa
svoltasi nella Sala degli Agostiniani, organizzata dal Comune
di Polesella, con l’assessorato alla
Cultura e all’Istruzione con la collaborazione dell’Anvgd. La serata
è iniziata con la proiezione di un
breve filmato, che ha costituito la
premessa agli interventi degli oratori, che hanno testimoniato con
ricchezza di particolari la loro personale esperienza.
Il vicesindaco Milan ha
quindi fatto gli onori di casa
portando il saluto del sindaco ed
introdotto l’argomento. «Tutti i
giorni, non solo il 10 febbraio,
dovrebbero essere giorni del ricordo - ha affermato Milan - per
conoscere un capitolo ancora
oscuro». Milan, richiamandosi a
parti del messaggio del Capo dello Stato Napolitano al Quirinale,
ha quindi sottolineato come occorra «impegnarsi contro l’oblio
di questa storia che si è volutamente cancellata o dimenticata»
e di come sia «ancora irrisolto
l’aspetto del risarcimento da parte dello Stato italiano verso gli
esuli, i cui beni sono stati dati
alla Jugoslavia come riparazione
per i danni di guerra».
La parole è quindi andata ai
due testimoni viventi di quelle
vicende: Flavio Rabar, esule da
Fiume, e Marisa Antollovich, esule
da Parenzo, rispettivamente presidente e vice-presidente del Comitato Provinciale di Ferrara. Rabar
ha compiuto un percorso storico
delle vicenda, partendo dal 10
febbraio del 1947, ricordando
come le violenze sugli italiani iniziarono precedentemente, subito
dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, con rappresaglie che
non risparmiarono nessuno, dai
pubblici funzionari ai privati cittadini, e proseguirono dal maggio
1945 con l’occupazione da parte
di Tito della Venezia Giulia e l’inizio di una lunga serie di uccisioni
e infoibamenti, o di annegamenti
laddove non c’erano le foibe come
a Zara. Si è soffermato di seguito
sulle conseguenze dell’esodo per
quei territori. L’accoglienza in Italia non fu delle migliori, ha ricordato Rabar, il quale ha narrato le
successive vicende della sua famiglia, arrivata a Ferrara ed alloggiata nella struttura ora convertita in
Istituto alberghiero. Quel campo
venne chiuso nel 1949 per essere
poi riaperto nel 1951 per ospitare alcuni alluvionati del Polesine.
Rabar ha proseguito rimarcando
della ferrea disciplina vigente in
quei luoghi di prima accoglienza
e delle precarie condizioni igieniche in cui vivevano intere famiglie
in una stanza; precarietà che troveranno anche a Pontelagoscuro,
nelle baracche di legno dove vennero alloggiate.
Marisa Antollovich ha dato
un taglio diverso alla sua testimonianza, meno storica e più
personale ed anche psicologica,
affermando che l’esule, come il
migrante, non sa dove andrà, ma
a differenza del migrante, sa bene
che non potrà più tornare e che
10
perderà tutto ciò che ha lasciato.
Ha quindi spiegato quali fossero
le procedure per abbandonare
il luogo natale, messe in atto da
una burocrazia asfissiante e insensibile e che comportarono anche
lo smembramento delle famiglie:
concedendo i «nulla osta» solo
ad alcuni e non a tutti i membri
di una stessa famiglia, senza dimenticare lo strazio sui moli al
momento dell’imbarco. Lasciare
la propria terra è uno choc, ha
concluso la signora Antollovich,
ma ciò non ci ha impedito di rimetterci in gioco con rinnovato
slancio, di ritrovare la volontà di
ripartire e reinvestire nella vita.
Dal dibattito seguente sono
emersi altri aspetti della vicenda,
dal ruolo che può avere l’Unione
Europea.
F. R.
COMITATO DI
LATINA
I
ntenso il programma curato dal Comitato Anvgd
pontino in collaborazione con la
Prefettura, il Comune, la Provincia e il Conservatorio “Ottorino
Respighi”.
Le commemorazioni sono
iniziate con una cerimonia liturgica nella Chiesa dell’Immacolata, officiata da P. Giacomo
pontino e del Direttivo del Comitato. L’Ensemble del Conservatorio ha eseguito un pregevole
concerto di musiche classiche
Ha preso la parola il sindaco
Vincenzo Zaccheo. Nel suo intervento egli ha rievocato il dramma
delle Foibe e il dolore dell’esilio,
ed ha avuto, come in altre occasioni, parole di sentito apprezzamento per la laboriosa comunità
giuliano-dalmata, perfettamente
inseritasi nel contesto sociale e
civile di Latina. È seguito il saluto del presidente del Comitato,
Bentito Pavazza, il quale ha voluto ringraziare le autorità della
sensibilità e dell’attenzione dimostrate nei confronti della storia
degli Esuli.
Nel pomeriggio dello stesso
10 Febbraio il Comitato Anvgd
e l’Associazione culturale Gabriele D’Annunzio hanno promosso
un convegno dal titolo Soli contro tutti. Istria, Fiume e Dalmazia 1943-1954, svoltosi presso il
Chiostro della Cultura di Latina.
COMITATO DI
LIVORNO
I
l Comitato Provinciale ha
solennizzato il 10 Febbraio
curando la posa di una corona
di fiori al Monumento ai Caduti
Giuliani del Cimitero della Mi-
W Latina, l’omaggio del sindaco
Vincenzo Zaccheo al Monumento
ai Martiri delle Foibe
Speziali OFM. Quindi si è mosso
un corteo con le autorità civili e
militari e le associazioni combattentistiche per rendere omaggio,
con la deposizione di una cprona
d’alloro, al Monumento ai Martiri delle Foibe, presso il Villaggio
Trieste, fatto erigere dal Comitato insieme con l’Amministrazione di Latina. Al momento della
deposizione la Banda ha eseguito
l’Inno nazionale ed è suonato il
Silenzio.
La celebrazione è proseguita
nel Teatro cittadino, alla presenza delle massime cariche civili e
militari e di numerose classi delle scuole del capoluogo, nonché
degli esuli residenti nel territorio
sericordia, cui è seguita una S.
Messa nella Chiesa dei Sette Santi
Fondatori celebrata dal Parroco,
Don Bellini.
Mario Cervino
Vicepresidente Comitato Anvgd
Livorno
COMITATO DI
PADOVA
I
l coinvolgimento del Comitato nel presentare e nel dar
seguito a varie iniziative è sempre
più convinto e appassionato, anche grazie ai riscontri positivi che
ottiene da parte di persone interessate alla nostra cultura e alla
nostra storia, come testimoniano
gli inviti rivoltici da scuole e da
biblioteche, dove numerosi sono
Numero 4 | Aprile 2010
W Padova, 27 febbraio 2010,
stati, e continuano ancora, gli interventi di Adriana Ivanov, Franca
Dapas, Mario Grassi, Elio Ricciardi, Tullio Canevari, Graziella
Fiorentin.
Anche quest’anno quattro sono
stati gli incontri di sabato con la
Cultura Istriana, Fiumana, Dalmata nella prestigiosa Sala della Gran
Guardia, in Piazza dei Signori.
Sabato, 6 febbraio, alle ore
11.00, ha aperto gli interventi il
presidente Lucio Toth, parlando,
con la solita chiarezza e passione, del «Valore e Significato» del
Giorno del Ricordo che «per noi
non si esaurisce in una celebrazione ufficiale, ma rappresenta:
1. il risarcimento del dolore per i
sacrifici e le ingiustizie patiti; 2. Il
riconoscimento dell’appartenenza
della nostra storia alla memoria
della Nazione; 3. La conoscenza
della realtà complessa delle nostre
terre di origine e della loro tradizione millenaria italiana; 4. Il
superamento del pregiudizio politico e ideologico che è alla radice
della damnatio memoriae».
Ha fatto seguito l’inaugurazione dell’interessante Mostra
dal titolo Histria fecunda et industriosa realizzata in collaborazione
con l’Università patavina/Dipartimento di Archeologia, Museo di
Scienze Archeologiche e d’Arte,
nel Progetto Interadria/ Eredità
culturali dell’Adriatico, introdotta
dalla direttrice del Dipartimento di Archeologia, dott.ssa Elena
Francesca Ghedini, cui è seguito
l’intervento del prof. Guido Rosada, docente di Archeologia antica,
coadiuvato dalla sua collaboratrice, Chiara D’Incà. La Mostra è il
risultato di un lungo lavoro di scavi nell’Agro parentino, sito di Loron, iniziato nel 2003 e realizzato
con la collaborazione di tre équipe
- gruppo di ricerca di Topografia
antica dell’Università di Padova,
studiosi dell’Università di Bordeaux e Museo civico di Parenzo.
Si tratta di un sito molto
esteso dove sono emersi i resti di
un’imponente villa marittima di
epoca romano-imperiale con una
ricchissima articolazione degli
spazi su base funzionale, rappresentata da strutture residenziali
accanto ad altre di chiara impronta di produzione, per la presenza
di numerose fornaci, magazzini,
vasche a testimonianza di una vivace produzione e di un intenso
commercio di anfore, olio, vino
che interessava tutto il Mediterra-
Loggia della Gran Guardia. Da
sin., A. Cuk, la presidente del
Comitato ANVGD I. Giacca, M.
Micich e D. Rossi
X La grande affluenza nella
splendida sala affrescata dal
Tiepolo
neo. Questo e molti altri siti presenti nelle zone limitrofe testimoniano il ruolo fondamentale che
la penisola istriana svolse nel periodo romano nell’alto Adriatico
a conferma della nostra identità
latina di cui andiamo orgogliosi.
Domenica, 7 febbraio, nel
Tempio Nazionale dell’Internato
Ignoto abbiamo assistito alla S.
Messa in memoria delle vittime
delle Foibe, officiata dal Rettore
del Tempio, don Alberto Celeghin, che durante l’omelìa, dopo
aver parlato delle sofferenze subite
dagli Esuli, ha concluso dicendo
che la ricerca della verità ci renderà giustizia. La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una
corona al Cippo che onora i nostri
Caduti, davanti alla chiesa, e con
lo scoprimento, sulla parete di
una delle sale del Museo dell’Internato Ignoto, di un pannello
che rappresenta la nostra tragedia,
opera molto bella e significativa di
Roberto Danieli, marito del nostro consigliere, Adriana Ivanov.
LA COMMEMORAZIONE
UFFICIALE A PALAZZO
MORONI, SEDE DEL
MUNICIPIO.
La presidente Italia Giacca
al Senato accademico:
nell’Università una targa per
Norma
M
ercoledì, 10 febbraio,
davanti a Palazzo Moroni, sede del Municipio, si è svolta la commemorazione ufficiale
alla presenza delle autorità civili
e militari. Dopo la deposizione,
in via Oberdan, di una corona
d’alloro davanti alla lapide in memoria dei nostri Caduti il Sindaco, Flavio Zanonato, ha espresso
sentimenti di vicinanza a quelli
che hanno vissuto la tragedia e
ha concluso dicendo che «bisogna tessere il filo della memoria
e schierarsi senza reticenze dalla
parte di chi ha sofferto ingiustamente». L’assessore della Provincia Enrico Pavanetto ha aggiunto
che «accanto al ristabilimento
della verità, bisogna riconoscere
quegli eventi come gravi crimini
contro l’umanità».
Coinvolgenti e sentite sono
state le parole della nostra presidente, prof.ssa Italia Giacca, che
dopo aver ricordato gli infoibati
e in particolare Norma Cossetto,
per la prima volta pubblicamente
si è rivolta al Magnifico Rettore
dell’Università di Padova e al Senato Accademico, facendo richiesta di
poter apporre nell’Ateneo una targa commemorativa della Medaglia
d’oro al Merito Civile, conferitale,
il 9 dicembre 2005, dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, con la motivazione:
«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai
partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai
suoi carcerieri e poi barbaramente
gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor
patrio». Questa targa chiarirebbe
l’equivoco, che dura da anni, del
nome di Norma Cossetto inserito, nel cortile dell’Università, in
una lunga lista di partigiani morti
per la libertà della loro patria, uccisi dai nazifascisti.
LE MOLTE ALTRE
INIZIATIVE
N
ella Sala del Consiglio
Comunale di Barchesse
di Villa Bembo in S. Giorgio in Bosco (Padova), il 10 Febbraio, dopo
il saluto del Sindaco, Renato Miatello, e l’introduzione dell’assessore comunale alla Cultura, Enrica
Leda Rosetta Zanon, la presidente,
Italia Giacca, ha reso testimonianza sull’esodo e Franca Dapas ha
presentato la mostra fotografica
curata da Guido Rumici.
Lunedì, 8 febbraio, a Piove
di Sacco, proiezione del film «Ri-
11
torno a casa» prodotto da Venice
Film per l’Anvgd con testimonianze della Presidente e del prof.
Mario Grassi.
Lunedì, ore 21, su Rete Veneta
trasmissione in studio in diretta
sull’Istria, con spezzoni di “«Ritorno a casa» condotta dal giornalista Luigi Baccialli, con l’assessore regionale per le Relazioni
Internazionali, Isi Coppola, assessori regionali e tre rappresentanti
Anvgd: Coriolano Fagarazzi (Comitato di Vicenza), Franca Dapas
(Comitato di Padova), Alessandro
Cuk (Comitato di Venezia).
Martedì, 9 febbraio, sempre su
Rete Veneta, serata dedicata al Quarnero, a Fiume, alla Dalmazia con
spezzoni da «Il vento dell’Adriatico» con la partecipazione dell’assessore regionale, Isi Coppola, assessori regionali e tre rappresentanti
Canevari, da Brioni, ha presentato
la tragedia delle foibe e dell’esodo
anche attraverso un filmato.
Sabato 13, nella Sala della
Gran Guardia , Franco Luxardo,
Presidente dei Dalmati nel Mondo e Sindaco del Libero Comune
di Zara in esilio, ha presentato «Le
attività della Società Dalmata di
Storia Patria di Venezia» che inizia
la sua attività nel 1976 in maniera autonoma rispetto a quella di
Roma, dalla quale nel 1961 era
stata fatta rinascere la Società Dalmata di Storia Patria”, nata a Zara
nel 1926 e chiusa in seguito alla
guerra e all’esodo.
Quindi il prof. Michele Pietro Ghezzo, dal 2002 vicepresidente della Società Dalmata di
Storia Patria di Venezia per i suoi
importanti lavori sulla storia di
Dalmazia, ha presentato il suo
W Padova, 6 febbraio 2010,
Loggia della Gran Guardia.
Da sin., L. Toth, I.Giacca, A.
Marchiori e F. Ghedini
Anvgd: Elio Ricciardi (Comitato
di Padova), Alessandro Cuk e Antonio Zett (Comitato di Venezia).
Giovedì 11 febbraio, al Cinema Porto Astra, in collaborazione
con il Quartiere Quattro, proiezione dei filmati «Ritorno a casa» e
«Il vento dell’Adriatico» presentati
da Mario Grassi ed Elio Ricciardi
che hanno risposto alle domande
del pubblico interessato alla nostra
cultura e alla nostra storia.
L’11 febbraio, a Bolzano Vicentino (Vicenza), alla presenza
del sindaco e dell’assessore alla
Cultura, che hanno portato i saluti del Comune, l’architetto Tullio
X Il 10 febbraio, davanti a
Palazzo Moroni, sede del
Municipio di Padova, la
commemorazione ufficiale alla
presenza delle autorità civili
e militari e la presidente del
Comitato, Italia Giacca
interessante lavoro, frutto di anni
di ricerche d’archivio a Padova e
a Venezia I Dalmati all’Università
di Padova dagli Atti dei Gradi Accademici, riuscendo a interessare
l’uditorio con la sua esposizione
brillante e con la sua capacità di
far vivere degli aridi dati, ricorrendo ad aneddoti e a riferimenti alla
vita delle persone.
Sabato, 13 febbraio, nell’Auditorium del Centro Culturale
S. Gaetano si è svolta la rappresentazione teatrale Esodo, a cura
di Loredana Gioseffi. Il lavoro,
articolato in vari quadri, affronta
il tema dell’esilio con una molteplicità di mezzi scenici, dalla testimonianza di Giuseppe Gioseffi
che inserisce la sua personale esperienza in un approfondito profilo
storico, all’excursus letterario sul
tema dell’esilio con la recitazione
di testi classici, da Vigilio a Dante,
Foscolo, Manzoni, Quasimodo,
accompagnati da brani musicali,
selezionati a tema. Lo spettacolo è
stato molto commovente e signi-
Numero 4 | Aprile 2010
ficativo grazie anche alla bravura
dei giovani interpreti del gruppo
“Canone in Verso” diretto da Loredana Gioseffi.
Sabato, 20 febbraio, nella Sala
della Gran Guardia, il giornalista
italiano di origini polacche, Jan
Bernas ha presentato il suo libro
Ci chiamavano fascisti, eravamo
italiani. È stato motivo di grande consolazione ascoltare questo
giovane, nato nel 1978, con una
passione così forte per la nostra
storia da indurlo a personali ricerche. Il suo lavoro è infatti un
insieme di testimonianze di chi ha
subito una lacerazione profonda
per il doloroso sradicamento dalla
terra natale e di chi, rimanendo, si
è sentito estraneo in casa propria.
Quindi Viviana Facchinetti,
giornalista di Trieste, ha presentato il suo interessante documentario sulle testimonianze degli
esuli emigrati nel Nord America,
soprattutto in Canada, mettendo
in evidenza le difficoltà iniziali,
superate con tanto spirito di sacrificio, volontà e determinazione,
tanto che alcuni hanno raggiunto
punte di eccellenza, sempre con la
patria nel cuore.
Sabato, 27 febbraio, nella
Sala della Gran Guardia, nell’ultimo dei quattro sabati culturali,
il dott. Marino Micich, Segretario generale della Società di Studi Fiumani, ha trattato il tema
Flussi migratori e accoglienza tra
storia e politiche di gestione. L’identità culturale italiana a Fiume nel
Novecento, mettendo in evidenza
l’unicità della città del Quarnero
che non tutti conoscono nella sua
complessità e importanza.
Hanno proseguito l’avv. Davide Rossi di “Coordinamento
Adriatico” e il prof. Guglielmo
Cevolin, collaboratori del prof.
Giuseppe de Vergottini, che hanno presentato l’opera La toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia, il cui primo esemplare è stato
consegnato al Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano,
il 10 febbraio al Quirinale, in occasione del Giorno del Ricordo.
In tre volumi, è un lavoro molto
importante nel quale, attraverso la ricostruzione dei toponimi
che sono rimasti come patrimonio storico nazionale al di fuori
dei confini, si rievoca la cultura e
l’identità di un popolo. L’opera è
il risultato della collaborazione tra
Coordinamento Adriatico, Istituto Geografico Militare, Università Popolare di Trieste, HistoriaGruppo Studi Storici e Sociali ed
è stata finanziata dal Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali, dal
Ministero degli Affari Esteri e da
quello della Difesa
A conclusione degli incontri
dei sabati alla Gran Guardia il
Comitato di Padova desidera ringraziare sentitamente Giorgio Varisco, Segretario della FederEsuli,
nonché consigliere, per la fattiva
collaborazione nella riuscita delle
mattinate di cultura istriana, fiumana, dalmata.
Franca Dapas
Università di
Padova, sit in di
protesta dell’Anvgd
contro il testo della
nuova lapide a
Norma Cossetto
S
it-in di protesta, il 17 marzo scorso, all’Università
di Padova contro la persistente falsificazione storica
relativa alla lapide che ricorda la giovane Norma Cossetto,
laureanda nel 1943 presso quel prestigioso Ateneo ; al sitin hanno partecipato anche Italia Giacca e Adriana Ivanov,
rispettivamente presidente e consigliere Anvgd di Padova.
Il testo della nuova lapide commemorativa, richiesta dal
Comitato al Senato accademico e che dovrebbe trovare collocazione nel cortile nuovo del Palazzo del Bò, nuovamente non fa alcun riferimento ai fatti accaduti e attribuisce la
morte di Norma Cossetto al suo impegno nella guerra di «liberazione dal nazifascismo». Con ciò l’Università patavina
dà prova di inaudita inadeguatezza, di totale incapacità di
restituire alla storia ciò che è della storia stessa. Un testo così
fuorviante utilizza strumentalmente ciò che effettivamente
è successo, offendendo la memoria di Norma Cossetto e di
tutti gli esuli giuliano-dalmati.
A parlare durante la manifestazione Italia Giacca, promotrice della richiesta presso l’Ateneo: «Oggi è una giornata di
vera tristezza, doveva essere il riconoscimento ad una ragazza
simbolo di tante sofferenze e invece siamo di fronte all’ennesima bugia. L’Università di Padova disconosce anche le parole del Presidente della Repubblica Ciampi che nel 2005 ha
conferito a Norma Cossetto la medaglia d’oro. Questa falsificazione storica riapre una ferita che ha bruciato per oltre
60 anni».
Nel 2005 l’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi
conferì a Norma Cossetto la Medaglia d’oro al merito civile
indicando esplicitamente nella motivazione: «giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri
e poi barbaramente gettata in una foiba».
La manifestazione di Padova si proponeva di far riportare
sulla targa commemorativa il senso della laurea honoris causa
voluta dal prof. Concetto Marchesi e del conferimento della
medaglia d’oro voluta dalla Presidenza della Repubblica.
W Padova, l’antico Palazzo del Bò ove è prevista la collocazione
della nuova lapide in memoria di Norma Cossetto
12
Numero 4 | Aprile 2010
I giuliani e i dalmati nel mondo
per il giorno del ricordo
S. Ambrogio sul Garigliano
ricorda i Martiri delle Foibe
Il piccolo Comune Premio
Giorno del Ricordo 2009
A
sessantacinque anni dai luttuosi eventi avvenuti nella parte orientale dei confini italiani, il Comune di Sant’Ambrogio sul Garigliano (Frosinone) ha voluto celebrare il Giorno del Ricordo con l’inaugurazione di un monumento dedicato ai Martiri delle Foibe a agli Esuli
giuliano-dalmati.
Alla presenza di autorità e del mondo della scuola in contrada S. Rocco
si è svolta la cerimonia rievocativa di un giorno voluto dal Parlamento Italiano per onorare gli italiani morti in seguito ad una pulizia etnica da parte
dei titini e ricordati dal presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci
di S. Ambrogio, Cosimino Simeone.
Dopo l’alzabandiera ed il grazie ai comuni di Cassino, S. Andrea, S.
Apollinare, S. Giorgio e Rocca d’Evandro, ha preso la parola l’assessore alla
Cultura Antonello Simeone.
«La presenza delle Scuole - ha detto tra l’altro l’assessore alla Cultura mi conforta in questo e ringrazio gli alunni, gli insegnanti ed in particolare
la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Rosaria Di Palma». L’Assessore ha
letto altresì la lettera inviata dal ministro Giorgia Meloni. Ha preso la parola, quindi, il Sindaco Biagio Del Greco: «Anche quest’anno Sant’Ambrogio
sul Garigliano celebra il Giorno del Ricordo
con l’autorevole presenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
rappresentata dal suo più alto esponente, il
presidente nazionale on. Lucio Toth, a cui
va il nostro più sentito grazie. Sappiamo
che doveva essere a Genova, ma ha preferito il nostro piccolo Comune, dandoci la
possibilità di ringraziarla personalmente per
aver scelto l’anno scorso Sant’Ambrogio
come Comune da premiare, alla sua prima
istituzione, col Premio Internazionale delle
Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata. Oggi
la Comunità da me rappresentata si stringe
attorno alla sua gente con umiltà e riconoscenza dedicando alle vittime delle Foibe
Q La piccola ma impegnata e agli Esuli delle terre orientali d’Italia un
comunità di S. Ambrogio
monumento. Un emblema che resterà a pesul Garigliano (Fr),
renne memoria dei martiri caduti e simbolo
ha inaugurato il
di ammonimento per tutti i popoli, affinché
Monumento alle Vittime
nella pace ritrovata e nel rispetto reciproco
delle Foibe alla presenza
possa essere ripreso il cammino verso la lidel presidente nazionale
bertà, la giustizia e la democrazia”.
ANVGD Toth, qui nella
Lo scoprimento del monumento, opera
foto
del locale fabbro Luigi Marrocco su bozzetto di Annibale Simeone, è stato il momento
più emozionante. Benedetto dal parroco don Giuseppe Di Nardi, esso rappresenta le mani delle diverse specie di infoibati: uomini, donne, militari
religiosi, nell’atto di protenderle e cercare il cielo, l’aiuto, la vita. Il sindaco
Del Greco, con al fianco il presidente dall’Anvgd Lucio Toth, il cap. Ciccarelli della Guardia di Finanza e il mar.llo dei Carabinieri Francesco Sica, al
suono del silenzio, ha deposto una corona d’alloro.
Ha preso quindi la parola il presidente Lucio Toth. «Mi trovo in questo piccolo paese dove ho visto realizzare una cosa grande, l’attenzione e la
vicinanza degli ambrosiani verso la mia gente e la nostra storia. Noi ci siamo
sentiti sempre italiani e con la forza dell’anima abbiamo saputo ricostruirci
un’identità. La gente di questa valle ha potuto ricostruire il proprio paese
dopo la guerra e la distruzione, noi non abbiamo potuto più rivedere le nostre
città, le nostre case, i nostri cari. Vi siamo riconoscente per questo rinnovato
sentimento e faccio appello al mondo della scuola, oggi presente, affinché i
nostri ragazzi ricordino per il bene della pace e della concordia. Mai più odio».
Ha concluso gli interventi l’assessore provinciale arch. Antonio Abbate.
Presenti anche le Associazioni Combattentistiche e d’Arma: Combattenti
e Reduci di S. Ambrogio e S. Andrea, Carabinieri in congedo “Valle dei
Santi”, Guardia di Finanza di Cassino, delegazione militare Croce Rossa di
Cassino. Nonché una consistente presenza della Compagnia della Guardia
di Finanza di Cassino. La presenza delle Fiamme Gialle non era casuale,
poiché più di 350 Finanzieri furono deportati e infoibati, e ben 97 solo nella foiba di Basovizza. L’Associazione Combattenti e Reduci di S. Ambrogio
ha voluto donare alla bandiera dell’ANFI la Medaglia d’Argento in ricordo
dei Finanzieri martiri e della costante presenza alle celebrazioni ambrosiane. Non da meno sono stati ricordati anche i Carabinieri e i Poliziotti che
subirono la stessa sorte. Presenti anche per l’Anvgd Arduino Copettari di
Verona e le signore Nidia e Assunta Capaldi, di Cassino, figlie di Anna
Copettari, esule dalmata.
C. S.
URUGUAY,
CONSOLATO
ITALIANO DI
MONTEVIDEO,
COMMEMORATO IL
10 FEBBRAIO
I
rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni
italiane - tra cui spiccava quella
Giuliana - hanno preso parte alla
cerimonia svoltasi nella sede della
rappresentanza diplomatica italiana. Analogamente ad altre iniziative tenutesi in Italia,
anche a Montevideo
si è voluto rendere
cos’ il doveroso omaggio alle vittime di quei
tragici eventi.
La dott.ssa Frigo
Cinzia (attuale Reggente) ha voluto dare
alla riunione uno scopo informativo e divulgativo, rievocando
la genesi degli eventi
storici sofferti dalle
popolazioni della Venezia Giulia, Istria e
Dalmazia.
Domenica 7 febbraio, sempre a Montevideo, nella Missione Cattolica Italiana,
è stato commemorato
il Giorno del Ricordo
nel corso della S. Messa concelebrata con i
PP. Scalabriniani, dal
Nunzio Apostolico in Uruguay
Mons. Anselmo Guido Pecorari, dedicata alla memoria degli
Esuli istriani, fiumani e dalmati
deceduti lontano dalla loro terra
natale, con la presenza di numerosi Soci del Circolo Giuliano
dell’Uruguay. Letto il messaggio
del presidente dell’Associazione
Giuliani nel Mondo e consegnato
ai Presidenti del Comitato Dante
Alighieri e della Scuola Italiana
di Montevideo il catalogo della
Mostra Fotografica sul Giorno del
Ricordo con il Profilo Storico della
Venezia Giulia e Dalmazia, realizzato e pubblicato dall’Anvgd.
Durante l’Omelia Monsignor
Pecorari ha detto tra l’altro: «Cari
emigranti della Comunità Giuliana di Fiume, dell’Istria e della
Dalmazia: è per me onore celebrare con voi questa Eucarestia. E costituisce pure un grande privilegio
condividere con tutti voi il Giorno del Ricordo - senza dubbio triste e nostalgico, ma anche carico
di speranza - delle regioni, allora
italiane, dove la Comunità Giuliana, ora residente in Uruguay,
ha avuto le sue origini. Voi vivete oggi il ricordo delle terre che
avete dovuto abbandonare dopo
i tragici avvenimenti della Seconda guerra mondiale. Nello stesso
tempo voi conservate la memoria
W Brasile, San Paolo, 10 febbraio
2010. Una cerimonia liturgica
ha riunito gli esuli residenti
nella città e nel suo territorio
tesoro che vi é giunto dopo tante
generazioni. Voi ricordate oggi le
vostre radici, i luoghi che vi hanno
visto nascere, le terre che furono
vostre e dei vostri padri. Questo
tesoro di cultura e di fede, che voi
avete conservato anche nelle nuove nazioni che vi hanno accolto, vi
mantiene indissolubilmente uniti,
anche nell’esilio, alle vostre radici.
CANBERRA, GLI
ESULI SI STRINGONO
NEL RICORDO
U
delle vostre secolari tradizioni culturali e religiose, delle vostre case,
delle vostre chiese, delle vostre città, dei vostri cimiteri abbandonati... Quelle terre in cui risiedono
le vostre origini, nelle quali voi
avete lasciato, non solo la memoria, ma anche il cuore.
Io ho vissuto durante due
anni in quelle regioni da cui provenite ed ho visto le case, le chiese,
i luoghi culturali da voi abbandonati ed ora abitati da altre genti.
Comprendo perciò lo sradicamento ed il significato di aver
dovuto lasciare il luogo natio tanto amato, ed il dolore del vostro
esilio.
Carissimi amici della Comunità Giuliana, di Fiume, dell’Istria
e della Dalmazia, la vostra fede e
la vostra cultura sono state durante secoli una unica realtà: sono il
na targa commemorativa è stata apposta lo
scorso anno a Canberra a cura
dell’Associazione Giuliani di
Canberra e alla presenza di una
nutrita rappresentanza di Esuli.
Quest’anno, alla posa di ghirlande e alla benedizione della targa,
che si trova all’interno del Centro
Culturale Italiano, erano presenti
ben 140 persone, un centinaio
delle quali sono giunte a bordo
di due pullman da Sydney e da
Wollongong per l’occasione. Il vicepresidente del sodalizio Giuliani di Canberra, Livio Chicco, ha
conosciuto l’esilio e le privazioni
che ne sono seguite. La sua famiglia proviene da Isola d’Istria. Due
altri membri del Comitato avevano subito la stessa sorte: Ettore
Borzatti, fuggito da Fiume, e Pia
Messinese da Capodistria.
Lo scorso era stato il nunzio apostolico, mons. Giuseppe
Lazzarotto, a benedire la targa.
Quest’anno ha officiato il suo
W Canberra, la targa nel Centro
Culturale Italiano che ricorda
l’esodo giuliano-dalmata
13
segretario, padre Franco Leo, il
quale ha celebrato la S. Messa
nella Chiesa di San Gregorio a
Queanbeyan, ricordando, durante l’omelia, gli eccidi delle Foibe
e l’esodo forzato di migliaia di
istriani, fiumani e dalmati. Dopo
la Messa, al Centro Culturale Italiano la cerimonia è iniziata con
l’esecuzione dell’inno nazionale al
quale a fatto seguito il benvenuto agli ospiti di onore e’agli altri
presenti da parte del presidente
dell’Associazione Giuliani di Canberra, Mario Donda jnr. Nel suo
intervento, Donda ha ricordato:
«È una pagina di storia drammatica e, se si vuole, scomoda e troppo
a lungo rimossa, che deve essere
conosciuta ed adeguatamente ricordata. Noi Giuliani di Canberra insieme a tutti voi presenti,
accettiamo con onore econ senso
di dovere l’incarico di commemorare il Giorno del Ricordo. Io dico
alle vittime delle Foibe, ai 350
mila dell’esodo e a tutti quelli che
da quel periodo ci han lasciato per
un mondo migliore, che le vostre
anime riposino in pace. Noi oggi
qui vi ricordiamo».
Ha quindi preso la parola
l’ambasciatore Gianludovico de
Martino di Montegiordano, af-
fermando che questa cerimonia
fa onore ai Giuliani di Canberra.
Adriana Douglas, presidente della
Federazione dei Circoli GiulianoDalmati d’Australia, ha portato
un sentito saluto ai presenti da
parte degli altri Circoli che formano la Federazione australiana.
Ha sottolineato l’importanza della giornata che ricorda una tragica
pagina di storia che ha alterato la
struttura etnica e sociale della popolazione dell’Istria, di Fiume e
della Dalmazia. La signora Douglas ha inoltre osservato che le testimonianze dei soprusi sono state
a lungo sottaciute per ormai note
convenienze politiche interne ed
internazionali. Questa giornata
- ha sottolineato - assicura oggi
alla nostra storia il dovuto riconoscimento per non dimenticare le
sofferenze delle migliaia di vittime. «Pertanto noi, rappresentanti dei Circoli giuliano-dalmati di
Canberra,Sydney e Wollongong,
celebriamo fraternamente uniti la
nostra indistruttibile storia, mantenendo salde le nostre radici per
le nuove generazioni».
Prima di benedire la targa,
Don Franco Leo ha letto la preghiera scritta da mons. Antonio
Santin. Mentre veniva intonato
W Cellina Benassi, Mario
Donda jr., Adriana Douglas,
l’ambasciatore d’Italia e
padre Franco Leo di fronte agli
stendardi delle associazioni
giuliane
X L’ambasciatore Gianludovico de
Martino di Montegiordano
il «Va’ pensiero» di Verdi, sono
state deposte tre corone di fiori:
la prima dall’ambasciatore, la
seconda dalla signora Douglas e
la terza da Mario Donda. Il primo segretario dell’ambasciata,
Adriano Tedde , che aveva assistito alla cerimonia nel Centro
Culturale assieme all’ambasciatore, si è trattenuto successivamente con i Connazionali.
Le Associazioni del rappresentate alla commemorazione di
Canberra:
Ass. Giuliani Sydney.
Ass. Fiumani Sydney.
Ass. Famiglia Giuliana Sydney.
Ass. Santa Maria di Cherso Sydney.
Ass. Giuliani Wollongong.
(fonte Mario Donda jr.)
AI LETTORI
LA PUBBLICAZIONE DELLE NOTE DOLOROSE
RIPRENDERÀ DAL NUMERO DI MAGGIO.
CE NE SCUSIAMO CON I LETTORI E I CONGIUNTI.
Numero 4 | Aprile 2010
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Gli utili di questa nuova attività, infatti, verranno reimpiegati
nelle molteplici attività istituzionali della Sede nazionale Anvgd
a sostegno della divulgazione sulle
nostre vicende storiche e nella quotidiana battaglia in difesa dei diritti
degli Esuli e dei loro discendenti.
Una giovane neresinotta vince a «Chi vuol
esser Milionario».
E con il premio andrà a Lussino
N
ei giorni scorsi ha affrontato l’arena di «Chi vuol esser Milionario» su Canale 5, seguita con simpatia dal conduttore Gerry Scotti, ed è riuscita a portare a casa 20mila euro. È Gaia Marinzuli,
nipote di Gaudenzio Marinzulich, esule da Neresine, località dell’isola di Lussino.
Gaia, classe 1983 nata a Taranto, si è diplomata al liceo classico “Archita” sempre a Taranto e poi ha
studiato Ingegneria Industriale presso il Politecnico di Bari - II Facoltà di Taranto. Dopo aver conseguito
la Laurea Specialistica ha frequentato un corso di alta formazione post lauream e poi ho vinto il concorso
di Dottorato. Da gennaio 2010 è dottoranda del XXV ciclo in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio
presso il Dipartimento per l’Ingegneria Ambientale e per lo Sviluppo Sostenibile (DIASS) di Taranto.
Cotanto curriculum le è sicuramente stato utile per la performance televisiva. All’Anvgd Gaia ha
dichiarato di impegnarsi al più presto, anche grazie alla vincita, per un viaggio a Neresine che non ha
mai visitato. Il nonno Gaudenzio, dopo l’esilio, non era mai più tornato nella sua terra natale, quasi ad
esorcizzare il dolore del distacco. Per la nipote, invece sarà l’occasione di riscoprire le sue origini in una
terra, tra l’altro, assai accogliente per qualsiasi tipo di vacanza.
In Sede
nazionale
Eugenio Vagni,
l’inviato della
Croce Rossa
Internazionale
prigioniero
della guerriglia
filippina nel
2009
L
a Sede nazionale dell’Anvgd ha accolto l’11 marzo scorso la visita di Eugenio Vagni, il delegato della Croce Rossa
Internazionale (Comitato di
Ginevra) rimasto nelle mani dei
guerriglieri islamici nelle Filippine dal gennaio al luglio del 2009
e il cui caso aveva fatto per mesi
il giro del mondo. Vagni era accompagnato da Claudio Ausilio,
Delegato provinciale Anvgd per
Arezzo e suo amico d’infanzia.
Eugenio Vagni, 61 anni, è
nato a Montevarchi (Arezzo).
È specializzato in sistemi per il
rifornimento di acqua potabile.
Prima di unirsi al Croce Rossa
Internazionale nel 2002 ha studiato in Canada e lavorato in
diversi Paesi, inizialmente per
conto di società private e poi per
numerose organizzazioni benefiche. Da quando è nel Croce
Rossa Internazionale ha prestato servizio in Guinea, Etiopia,
Myanmar, nel Caucaso settentrionale, in Afghanistan e nelle
Filippine. Il suo lavoro consiste
generalmente nel coordinare
un’équipe di ingegneri e nego-
ziare con gli appaltatori locali.
Al termine dell’Udienza generale di mercoledì 3 marzo, il
Papa ha incontrato brevemente
Vagni. Il volontario aveva saputo direttamente dai suoi rapitori
degli appelli di Benedetto XVI in
suo favore: «Sentire il Papa vicino - ha raccontato Vagni all’“Osservatore Romano” - mi ha dato
coraggio in quei momenti terribili. Temevo mi decapitassero. Oggi
sono venuto per ringraziarlo con la
mia famiglia».
Nell’incontro alla Sede nazionale Anvgd, Vagni ha proposto alla nostra Associazione un
approfondimento dei rapporti con la sede di Ginevra della
Croce Rossa Internazionale, per
quanto riguarda la consultazione
dei suoi archivi storici, così come
per l’UNHCR erede dell’IRO.
L’Anvgd ha donato a Eugenio Vagni alcune delle pubblicazioni che riassumono la storia e
le vicende dei giuliano-dalmati,
illustrando a lungo le attività, le
finalità e l’organizzazione dell’Associazione.
Q La visita alla Sede nazionale.
Da sin., il Delegato ANVGD di
Arezzo, C. Ausilio, F. Rocchi,
l'inviato della Croce Rossa
Internazionale Eugenio Vagni e
P. C. Hansen
14
Numero 4 | Aprile 2010
ENGLISH
Schools and History: the first Eastern
Border-themed Seminar for teachers and students
Q Rome, Ministry of Public
Education, University and
Research. The morning’s group
of speakers. Professor Giuseppe
de Vergottini (at left) as he
gives his speech
plan to suppress the native Italian element of the population.
A
t the Ministry for Public Education, in Rome,
the “eastern border matters and
our schools” seminar was held on
February 23rd. The seminar was
promoted by the Anvgd and
Federation of the Associations of
Exiles, both of whom held it to
be of highest value. It was part
of the “coordination roundtable”
organized with the Government
with several themes in mind,
one being the lack of mention,
in textbooks, of issues regarding
Venezia-Giulia in the 1900s, and
which brought about the peace
treaty of 1947 that ceded the entire region to Tito’s Yugoslavia.
The goal, therefore, is to
bring these issues to the center
stage of historiography, as they
are a chapter of Italian and European history that saw those areas
become a theatre of excesses and
violence determined by a clear
FOUR HISTORY
LESSONS
T
he Seminar was opened by
Undersecretary Giuseppe
Pizza, who desired to highlight
the national importance of this
initiative. Speeches were then
made, first by Professor Raoul
Pupo, who discussed the period
from the treaty of Campoformio,
in 1797, to the Great War. He
spoke of the Risorgimento and
the liberal revolutions in Europe
and Italy in those years, which
cleared the way for the proItalian and pro-Italian culture
feelings that took shape in those
areas under the Austrian Empire.
Next, Professor Giuseppe
Parlato spoke on the years from
the Great War to the peace treaty of 1947. He underlined the
lack of attention, persisting today, that the textbook industry
gives to the themes of the seminar, and he discussed several as-
R Part of the public present at
the Seminar
pects of Italy’s foreign policies in
the 1920s and ‘30s.
Professor Roberto Spazzali
spoke next, on the theme of foibe and the exile. He presented
never before seen documentation that aided in reconstructing
the context of the years between
1943 and 1945 and beyond,
showing the extraordinary drama for the native Italian population and the “terror” used as a
systematic method of repression
and persecution by the Yugoslav communist movement. He
spoke of this “preventive removal” of the Italian element and
the attempts of Tito’s partisan
commandoes to de-nationalize
the area before any peace treaty
began to be formalized.
Professor Giuseppe de Vergottini’s speech was of great importance, both from a legal and
from a historical point of view.
He discussed the reasons for a
historical “removal”, listing the
different vacuums in Italian historical memory related to these
matters: from the Yugoslav regime’s process of forced de-nationalization, to the elimination
of identity and witness which
continues up to our era. The
morning session was brought
to a close by ANVGD National
President Lucio Toth.
SCHOOLTEACHERS
AND SCHOOL
CURRICULUM
DISCUSSIONS
T
he afternoon session was
moderated by Sergio
Tazzer, a journalist from RAI,
and included discussions prepared by several teachers from
throughout Italy, as communicated by FederEsuli, all of whom
were experts in education and
have already been involved in
these matters, at all school levels. They included: Chiara Vigni
(Association of Istrian Communities), Maria Elena Depetroni
and Donatela Schurzel (Anvgd),
Mauro De Luca (Istrian Union),
Dino R. Nardelli (ISUC, Perugia) and Marino Michich (Society of Fiume Studies).
Besides President Toth, for
FederEsuli there were present
the president of the Association
From Rome to Fiume: an “Istrian-Dalmatian Cultural Voyage”
R
oman high school students once again, this
year from February 18th to the
20th as part of the Day of Remembrance, had the opportunity to participate in a “voyage into Istrian and Dalmatian
culture”. Organized by the city
government’s education policy
board, the students were able
to travel to Trieste, the foiba of
Basovizza, and Fiume. Thirty-six
schools were involved, for a total
of 216 students, accompanied by
Roman mayor Alemanno. Also
travelling with the group were
Claudio Procaccia, the city’s
delegate for historical remembrance, the head of the Fiume
studies center, Marino Micich,
and ANVGD committee president Donatella Schürzel, along
with other Foibe witnesses.
On the Carso plain, Alemanno and the rest of the group were
greeted by Trieste mayor Roberto Dipiazza and city official Massimo Greco. “Unfortunately,”
stated mayor Alemanno, “even
today there persists an ideological
X Fiume (today Rijeka), in
the Italian high school. The
meeting between students
from Rome and their
counterparts who live in that
Quarner Gulf city (photo
courtesy of the Photo office of
the mayor’s Cabinet)
W Trieste, at the Foiba di Basovizza national monument. The homage of
the Rome delegation: from left, councilwoman Laura Marsilio, Mrs.
Licia Cossetto (sister to Norma, tortured and murdered in a foiba in
1943 by Tito’s partisans in Istria), Roman mayor Gianni Alemanno,
and Trieste mayor Roberto Dipiazza (photo courtesy of the Photo
office of the mayor’s Cabinet)
resistance to the memory of the
tragedy of the foibe. This seems
to us to be absurd, since our trip
here today is not detached, but
rather is one that ties in perfectly
with the memory of all the dramatic events of the 1900s, from
Auschwitz to the foibe”.
The voyage continued to
the other side of the border, to
the city of Fiume, where city officials held a reception in honor
of the Rome delegation. During the reception, Romans and
Fiumani signed an agreement of
collaboration, a goal of which
being a more intense collaboration in the fields of education,
of Istrian Communities, Lorenzo Rovis, and the mayor of the
Free City of Fiume in Exile,
Guido Brazzoduro.
REGARDING
THE BIPARTISAN
DOCUMENT
APPROVED BY THE
ITALIAN CHAMBER
OF DEPUTIES ON
FEBRUARY 18TH
T
he seminar includes,
among other recommendations, that of the bipartisan
one put out by the Chamber of
Deputies on February 18th, regarding education, in which the
government commits itself to
“expand the initiatives in schools
on these matters, promoting, as
well, courses of formation for
teachers and students by means
of study seminars dedicated to
these matters and entrusting
them to teachers who guarantee
their scientific nature”.
p. c. h.
culture, science and sport, as
well as health prevention and
tourism.
The group from Rome then
visited the Italian high school,
packed with student body, family and friends for the arrival
the 200 plus Roman students.
These students heard the heartwrenching witness of three
exiles: the Bucci sisters, and
Licia Cossetto. Ingrid Sever,
the headmistress of the school
welcomed the Roman students
and their group, and underlined
the importance of protecting
the Italian culture and language
in Fiume . Marino Micich and
Giovanni Stella, heads of the
Society for Fiume Studies, were
part of the group.
In the afternoon, the Roman delegation, accompanied
by members of the Italian Union, consul Fulvio Rustico and
representatives of the Society
for Fiume Studies of Rome, was
received at Palazzo Modello by
Agnese Superina, President of
the Community of Italians.
D.A. Staff
(traduzioni di Lorie Simicich Ballarin)
15
Numero 4 | Aprile 2010
ESPAÑOL
Escuela e historia, el primer
Seminario para docentes
y estudiantes sobre el confín
oriental
H
a tenido lugar el 23 de
febrero en Roma, en el
Ministerio de Instrucción Publica, el Seminario «Los sucesos del
confín oriental y el mundo de la
escuela» fuertemente querido por
la Asociación Nacional Venezia
Giulia e Dalmazia y por la Federación de las Asociaciones de los
Desterrados Istrianos, Fiumanos y
Dalmatas en el cuadro de la «Mesa
de coordinación» con el Gobierno
sobre diversos temas en agenda:
entre estos, la escasa relevancia
reservada hasta ahora en los libros
W Roma, Ministerio de Instrucción
Pública, Universidad e
Investigación. La mesa de
los relatores de la mañana.
Interviene el presidente de la
ANVGD, Lucio Toth (a la derecha
de la foto)
de texto escolásticos a los sucesos
relacionados con la Venecia Giulia
y Dalmazia en el Novecientos, y
que llevaron con el tratado de paz
del 1947 a la cesión de una entera
región a la ex Yugoslavia de Tito.
El intento es, por tanto, el
de llevar a la centralidad de la reflexión historiográfica un capitulo
de la historia nacional y europea
que vio aquellos territorios convertirse en teatro de asesinatos y
de violencias determinadas por un
claro diseño de supresión del elemento italiano autóctono.
W Una vista parcial de la sala que
ha hospedado el Seminario
De Roma a Fiume, el «Viaje
a la cultura istriano-dalmata»
S
e ha desarrollado también este año, del 18 al
20 de febrero en el aniversario
del Día del Recuerdo, el «Viaje
a la cultura istriano-dalmata»
de los estudiantes de las escuelas romanas. Organizado por la
Asesoría de la Política Educativa
del Municipio, ha tenido entre
sus metas Trieste, la foiba de
Basovizza y Fiume. Son 36 las
escuelas implicadas y 216 los
estudiantes, acompañados por
el Alcalde Alemanno. Con ellos,
también el delegado de la Memoria del Municipio capitolino,
Claudio Procaccia, el secretario
general de la Sociedad de Estudios Fiumanos, Marino Micich,
la presidente del Comité Anvgd
de Roma Donatella Schürzel y
algunos testimonios de las Foibe.
Sobre el altiplano carsico
Alemanno y la representación
han sido acogidos por el alcalde
de Trieste Roberto Dipiazza y
el asesor Massimo Greco. «Por
desgracia, todavía hoy - ha di-
cho Alemanno entre otras cosas
- hay una resistencia ideológica
sobre el recuerdo de la tragedia
de las Foibe. Esto nos parece
absurdo porque el de hoy no es
un viaje aislado sino que es parte de un camino de la memoria
que tiene relación con todos los
dramas del ’900, a partir de Auschwitz hasta las Foibe».
El «Viaje» ha proseguido
más allá del confín, en la ciudad
de Fiume, donde la Municipalidad ha invitado a un recibimiento en honor de la delegación del
Municipio de Roma. En el transcurso del recibimiento las dos
representaciones han escrito el
acuerdo de colaboración entre
Fiume y Roma, con el objetivo
de iniciar una colaboración más
intensa en el campo educativo,
cultural, científico y deportivo,
como también en el campo de
la previdencia sanitaria y del turismo.
La visita de la delegación
romana ha proseguido en la
CUATRO LECCIONES
DE HISTORIA
E
l Seminario ha sido iniciado por el saludo del
Subsecretario Giuseppe Pizza,
que ha querido remarcar la relevancia nacional de esta iniciativa. A continuación las intervenciones de los relatores previstos,
comenzando por el Prof. Raoul
Pupo, sobre Dal Trattato di Campoformio (1797) alla Grande
Guerra: los acontecimientos del
Resurgimiento y de las revoluciones liberales en la Europa del
momento y en Italia aclaran el
origen del sentimiento de pertenencia a la cultura italiana que
toma forma en aquellos territorios sujetos al imperio austriaco.
Sigue la relacion del prof.
Giuseppe Parlato (Dalla Grande Guerra al Trattato di pace del
1947). Él ha querido subrayar
la escasa atención, aun hoy, de
la editorial escolástica relativamente a los temas objeto del
Seminario, y, por tanto, ha evidenciado algunos aspectos de la
política exterior italiana en los
años Veinte y Treinta.
El Prof. Roberto Spazzali (Le foibe e l’esodo giulianodalmata), se ha servido de documentación inédita útil para
reconstruir un contexto, aquel
entre el 1943 y el ’45 y además,
de extraordinario dramatismo
para la población italiana autóctona por el «terror» actuado
como método sistemático de represión y de persecución del mo-
Escuela Media Superior Italiana, ya llena por la llegada de
más de 200 alumnos de los 36
liceos romanos, los cuales han
aprehendido y seguido con
mucho interés los amargos testimonios de tres desterrados:
las dos hermanas Bucci y Licia
Cossetto. Los representantes
romanos han sido acogidos por
la presidente de la SMSI, Ingrid Sever, que ha subrayado
la importancia de este instituto
para la salvaguardia de la lengua y de la cultura italiana en
Fiume. Presentes en el ex Liceo
también los exponentes de la
vimiento comunista yugoslavo.
Él ha hablado, en relación a esto,
de «depuración preventiva» del
elemento italiano dirigido a la
desnacionalización del territorio
que los comandos partidarios de
Tito habían “anexionado” a Yugoslavia antes de ningún tratado
de paz.
La relacion del prof. Giuseppe de Vergottini sobre Le ragioni di una rimozione storica es
de relevante espesor juridico e
historico. El estudioso ha enumerado las diversas lagunas de
la memoria histórica nacional en
relación a aquellos sucesos: desde
el proceso repentino de desnacionalización obrado por las nuevas
autoridades yugoslavas a la cancelación de la identidad y de los
testimonios, que se ha prolongado hasta nuestros días.
La sesión de la mañana se ha
concluido con la intervención
del presidente nacional de la Anvgd Lucio Toth.
LOS DOCENTES
EN LAS ESCUELAS.
INTERVENCIONES
Y TESTIMONIOS
PARA LA DIDÁCTICA
L
a sesión pomeridiana,
moderada por el periodista de la RAI Sergio Tazzer, ha visto sucederse docentes indicados
por la FederEsuli provenientes de
toda Italia, expertos de didáctica
de la historia y ya comprometidos desde hace tiempo con la di-
Sociedad de Estudios Fiumanos
de Roma, entre los cuales Marino Micich y Giovanni Stelli,
secretario general y subdirector
respectivamente.
Por la tarde la delegación
capitolina, acompañada por los
exponentes de la Unión Italiana, por el cónsul Fulvio Rustico
y por los representantes de la
Sociedad de Estudios Fiumanos de Roma, ha sido acogida
en Palazzo Modello por la presidente de la Comunidad de los
Italianos, Agnese Superina.
Red.
(traduzioni di Marta Cobian)
vulgación en las escuelas de todo
genero y grado. Relatores de la
FederEsuli Chiara Vigini (Asociación Comunidades Istrianas)
Maria Elena Depetroni y Donatella Schürzel (Anvgd), Mauro
De Luca (Unión de los Istrianos),
Dino R. Nardelli (ISUC, Perugia) y Marino Micich (Sociedad
de Estudios Fiumanos).
De la FederEsuli estaban
presentes, además del presidente
Anvgd Lucio Toth, el presidente
de la Asociación de las Comunidades Istrianas Lorenzo Rovis y
el alcalde del Libre Municipio de
Fiume en Exilio, Guido Brazzoduro.
EN LA LÍNEA DEL
DOCUMENTO
BIPARTIDISTA
APROBADO POR LA
CÁMARA DE LOS
DIPUTADOS EL 18
DE FEBRERO
E
l Seminario, recoge, entre
otras cosas, la recomendación bipartidista de la Cámara
de los Diputados del 18 de febrero pasado de cara a la enseñanza,
que compromete al Gobierno «a
incrementar las iniciativas en las
escuelas sobre el tema en cuestión, poniendo en marcha cursos
de formación para docentes y
estudiantes mediante seminarios
de estudio dedicados a ellos y encargados a docentes que garanticen el carácter científico».
p. c. h.
W Trieste, junto al obelisco que
recuerda la joven Norma
Cossetto, destrozada y tirada
en el 1943 en una foiba de
la Istria de los partidarios de
Tito. De izquierda a derecha, el
presidente de la Federación de las
Asociaciones de los Desterrados,
Renzo Codarin, el asesor de la
Política Educativa del Municipio
de Roma, Laura Marsilio, y la
señora Licia Cossetto, hermana de
Norma (foto Oficina Fotográfica Gabinete del Alcalde)
Q Fiume (hoy Rijeka), en la
Escuela Media Superior
Italiana el encuentro entre
los estudiantes romanos y los
coetáneos residentes en la
ciudad del Quarnero (foto Oficina
Fotográfica - Gabinete del Alcalde)
16
◄ dalla
|
prima pagina ESPERIENZE E PROGETTI A CONFRONTO.
LA PRIMA CONVENTION NAZIONALE DELL'ANVGD
causa e che hanno a cuore gli stessi interessi morali e materiali degli
Esuli, dei loro discendenti e di chi ci vuole bene».
E dunque questa prima grande occasione di incontro e di confronto segnala la vitalità dell’Anvgd, che chiama ad una “tre giorni”
in quel di Rimini, più nota per la sua vocazione turistica ma ricca
di storia e di arte. Città romana, fondata nel 268 a.C., l’antica Ariminum, posta sul luogo di confluenza delle vie consolari Flaminia
ed Emilia, divenne fiorente municipio, dotato di un grande Foro
(l’odierna Piazza Tre Martiri), un grande anfiteatro e notevoli strutture urbanistiche.
Alla città sono legati indissolubilmente i Malatesta, signori di
Rimini, e la grande scuola di pittura conosciuta come «il Trecento
riminese», contrassegnata dal genio di Giotto che vi soggiornò e
lavorò ai primi di quel secolo.
Il programma della Convention prevede dunque, tra gli altri
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia
Centro Studi Padre Flaminio Rocchi
Direttore responsabile
Patrizia C. Hansen
Editore:
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi Padre Flaminio Rocchi
Via Leopoldo Serra, 32 | 00153 Roma
tel. e fax: 06.58 16 852 | [email protected] | www.anvgd.it
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 91/94 dell’11 marzo 1994
W La romana Ariminum conserva
importanti e ben conservate
vestigia. Qui l’Arco di Augusto,
dedicato dal Senato nel 27 a.C.
Segnava la fine della via Flaminia
che collegava la città a Roma
Q Il ponte di Tiberio. Progettato
appuntamenti predisposti dalla Sede nazionale dell’Anvgd due di
rilevanza decisionale: sabato 5 giugno, la mattina, il Consiglio Nazionale e, in altra sala, un incontro in per gli altri dirigenti presenti;
nel pomeriggio dello stesso giorno, la riunione plenaria di tutti i dirigenti dell’Associazione. Ma nelle giornate di venerdì e di domenica sono programmate altre riunioni di consultazione e di confronto
tra i dirigenti delle strutture territoriali dell’Associazione: un modo,
anche informale, di comunicarsi esperienze e progetti.
Numero 4 | Aprile 2010
ed iniziato dal suo predecessore
Augusto, si trova sulla Via
Aemilia, a fronte dell’Arco e
in corrispondenza del fiume
Marecchia, che attraversava
la città di Ariminum. È formato
da cinque arcate a tutto sesto
in pietra d’Istria. Il suo stato di
conservazione è quasi perfetto
in quanto anche il parapetto in
marmo è completamente integro
Con il contributo della L. 72/2001 e successive modificazioni e
integrazioni
Grafica e stampa:
Eurolit Srl
Via Bitetto, 39 | 00133 Roma
tel. 06.20 15 137 - fax 06.20 05 251 | [email protected]
Abbonamenti:
Annuo € 30
Sostenitore € 50
Solidarietà a piacere
Estero omaggio
C/c postale n. 32888000
intestato a “Difesa Adriatica”
Una copia € 2 - Arretrati € 3
Spedizione in abbonamento postale di Roma
Finito di stampare il 9 aprile 2010
Red.
◄ dalla
prima pagina | IL RISCHIO DI IMPORRE LA VERITÀ PER LEGGE
spazio, questo, nel quale l’indagine conoscitiva assume dignità e
senso, e può essere “spesa” con autorevolezza.
Riproduciamo dunque alcuni salienti passaggi dell’articolo
del prof. Parlato.
p. c. h.
W Il Tempio Malatestiano.
Commissionato al grande Leon
Battista Alberti da Sigismondo
Pandolfo Malatesta ed
iniziato nel 1447, si avvale di
solenni ed armoniose forme
rinascimentali che ne fanno
un simbolo dell’architettura
dell’Umanesimo
X Il faro, quasi al termine di Porto
Canale
Q
uando nel gennaio
2007 il ministro di
Grazia e Giustizia Mastella propose un decreto legge per punire
tutte le manifestazioni, politiche
e culturali, di negazionismo verso l’Olocausto e l’antisemitismo,
circa 200 professori universitari,
appartenenti a tutte le correnti
culturali e storiografiche, manifestarono tutta la loro perplessità
sul progettato provvedimento:
se da un lato erano tutti concordi nel respingere, sotto ogni
forma, il negazionismo, dall’altro ritenevano il provvedimento
controproducente e pericoloso.
Controproducente perché rischiava di creare dei “martiri”
colpiti nell’espressione del loro
libero, ancorché perverso, pensiero; pericoloso, perché una limitazione alla libertà di ricerca,
per giunta a livello legislativo,
avrebbe costituito un precedente gravissimo.
Tre anni dopo, I’Unione
degli Istriani […] ha chiesto ai
presidenti di Camera e Senato di
«disciplinare» per legge la storia del
confine orientale, punendo ogni
forma di negazionismo e ogni forma di «giustificazionismo». […] In
effetti, il problema esiste […]. Alcuni storici tendono a ridurre drasticamente il numero delle vittime,
a dimostrare gravi responsabilità
italiane nell’opera di snazionalizzazione verso l’elemento sloveno e
croato e in qualche caso attribuiscono l’esodo al «naturale razzismo
italico».
Sono tesi
che in buona
misura fanno
a pugni non
solo con la
storia e con
le più recenti
acquisizioni
di
studiosi attenti e
documentati, ma anche (e forse
soprattutto) con i sentimenti dei
350mila esuli e delle tante famiglie che hanno perso i loro cari.
Tutto questo chiarito, veniamo alla proposta dell’Unione degli Istriani. Si tratta di una proposta controproducente e pericolosa
perché mirando a stabilire una verità di Stato sulla questione orientale, rende vani gli sforzi di tanti
storici seri e onesti i quali, soprattutto da vent’anni a questa parte,
hanno fatto realizzare progressi
notevoli alla ricerca. Certo, c’è
ancora molto da fare, ma per farlo
occorre che gli studiosi si sentano
effettivamente liberi nella ricerca
e non vincolati a una verità di
Stato che non si saprebbe neppure come definire. D’altra parte, i
negazionisti non aspettano altro:
se si stabilisse un testa ufficiale
su questa tema, costoro diventerebbero paladini della libertà di
ricerca in Italia e tutti quelli che
cercano di
fare una storia onesta,
viceversa, diventerebbero gli odiosi
strumenti
dello Stato
imperialista,
razzista
e
quant’altro.
Inoltre, questa proposta denuncia un’involontaria debolezza di fondo. Perche ricorrere
alla “verità di Stato” quando ci
sono i documenti a dimostrare
ampiamente le efferatezze subite
dagli italiani e quando la verità su
queste vicende sta finalmente venendo alla luce? E quando, con la
“Giornata del Ricordo” le istituzioni hanno manifestato la chiara
volontà di riparare a decenni di
silenzio? Un atteggiamento come
quello espresso dagli autori di
questa proposta manifesta invece tutta l’inadeguatezza di
chi, non riuscendo con le armi
della libera ricerca a raggiungere
buoni risultati, cerca l’appoggio
ufficiale di una ipotetica verità
sancita per legge.
Ma, si diceva, la proposta,
oltre che controproducente e
pericolosa, è anche assurda.
Infatti essa sarebbe del tutto
inapplicabile. Come possono
essere individuati (come loro
scrivono) «i limiti da non superare per partecipare a un
dibattito pubblico»? Come si
può accertare se un libro può
essere ammesso alla lettura
dei giovani (perché di questo
i proponenti si preoccupano)
sulla base del contenuto? Quale commissione può intervenire in maniera così odiosa come
sulla libera espressione delle
idee?
Gli esuli hanno dimostrato,
in questi decenni, una correttezza esemplare e va loro dato
atto che non hanno mai manifestato sentimenti che non fossero quelli derivati dalla tutela
dei loro diritti e il loro difficile
percorso non può essere oscurato da una proposta liberticida e
vessatoria. […]
Giuseppe Parlato